WIENERBERGER UN VIAGGIO TRA SOSTENIBILITÀ, DIGITALIZZAZIONE E NUOVE SOLUZIONI
Crediamo che la qualità dell’ambiente in cui viviamo parta dal benessere acustico. Per questo dal 1976 coniughiamo qualità, innovazione e competenza per
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isolmant.it sistemapavimento.it isolmant4you.it isolspace.it
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Isolmant: un mondo di confort acustico.
ANNO 16 - NUMERO 137 MARZO 2023
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Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy
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Direttore responsabile / Publisher
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Collaboratori / Contributors
Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Carlo Battisti, Monica Battistoni, Roberto Bolici, Paolo Caliari, Valentina Ciccanti (fotografa), Federico Della Puppa, Sara Giusti, Stefano Lavori, Ludovico Lucchi, Selene Maestri (fotografa), Elisabetta Montanari, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Michele Ripepi, Mariella Andreina Roberto, Giuseppe Rossi, Franco Saro
Impaginazione e grafica
Layout and graphics
Raffaella Sesia
Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di
Supporto Tecnico / Technical Support
Enrico Adinolfi • Dec
Luca Berardo • Casa Oikos
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Franco Nessi • Eternedile
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Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari
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9:00
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Come sfruttare i nuovi spazi che si aprono per la filiera delle costruzioni? Come rinnovare la propria offerta? Come riorganizzare la distribuzione?
Registrazione e welcome coffee
Introduzione
Roberto Di Lellis , giornalista
L’edilizia al Sud tra bonus e Pnrr, congiuntura e previsioni FedericoDellaPuppa,Centro Studi YouTrade
10:10 Pnrr, le opportunità per i distributori
Alberto Bubbio , professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo, presso l’Università Cattaneo - Liuc
10:30
Talk show: Imprese e distribuzione, partnership per il Sud
Salvatore Palazzo , head of sales department Italcementi Spa - Paolo Cerù , direttore commerciale Poron SrlFrancesco Borzumati, direttore commerciale Europrofil Srl - AchilleCarcagnì , dirigente area manager e direttore di filiale sud Italia Mapei Spa
11:10 Coffee break
11:30
11:50
12:30
Sondaggio: Che cosa chiede l’edilizia nel Mezzogiorno
La distribuzione nel Mezzogiorno tra opportunità e criticità GiulianoNoci,prorettore Politecnico di Milano
Talk show: Distribuzione a un bivio
Rocco Alfano , AD BigMat Alfano Spa - Michele Raffaele , socio Raffaele Spa - MassimilianoMargiotta , presidente gruppo Rivass Srl - Francesco Miele , socio Giuseppe Miele Srl
13:00
Electronic Data Interchange – Edi: come rendere più veloce, sicuro e automatico il ciclo dell’ordine Marco Cervone , Head of Document Management & Digital Transformation projects di Sefin Spa
13:30 Light lunch
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Novità e protagonisti dell’ultimo BigMarket
Temi e programma del nuovo
L'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di proprietari di immobili. E dopo il decreto ammazzabonus c'è bisogno di una riflessione. Se tutti possiedono casa, non c’è motivo di costruirne altre, migliori, più moderne, meno energivore ed efficienti. Eppure la direttiva europea che pone dei paletti (vedremo quanto saranno solidi) sulla strada della riqualificazione è stata accolta da una parte delle forze politiche e da una consistente fascia della popolazione con disappunto, se non con aperta ostilità. Un atteggiamento che, però, sembra contradditorio, specialmente ora, alla luce del sostanziale stop agli incentivi. Un freno alla riqualificazione, inoltre, è in antitesi con i desideri di gran parte degli italiani, specialmente la fascia più giovane, sensibili ai temi dell’ambiente. Insomma, inquinare meno è una buona idea, ma iniziate voi. La sostenibilità è un concetto condivisibile, basta che non mi riguardi da vicino. La politica dell’egoismo si scontra con gli interessi generali e, in questo caso specifico, anche con quelli della filiera dell’edilizia. Chi non vuole riqualificare la propria abitazione danneggia anche te, digli di smettere. Certo, non si può nascondere che la strada per raggiungere nel 2033 il primo traguardo posto dall’Europa, cioè efficientare circa il 15% del patrimonio immobiliare più energivoro per il 2033, non è una passeggiata. Ma, allo stesso tempo, è anche chiaro che tra le inevitabili scappatoie, le esenzioni già annunciate e i ritardi sicuri, questo traguardo non sembra neppure la tragedia greca prospettata da chi si oppone al cammino verso una maggiore sostenibilità del patrimonio abitativo. Tra l’altro, molti di quelli che si oppongono alla direttiva Ue negli anni scorsi hanno approvato incentivi monstre come il superbonus 110%, per poi decidere che erano insostenibili. Sembra abbastanza contradditorio. Ma il problema non è polemizzare, con l’obiettivo di difendere la categoria dei costruttori o dei distributori di materiali edili. Il nocciolo della questione è che a latitare è una politica per la casa. La legge di Bilancio 2023 ha prorogato alcune misure e ha recuperato qualche vecchia norma, ma non ha neppure sfiorato una strategia complessiva. Per esempio, di fronte al rialzo dei tassi è stata riattivata fino al prossimo 31 dicembre una disposizione contenuta nel decreto legge del 2011 che consente di completare l’ammortamento a tasso fisso di un mutuo a tasso variabile, a condizione che il capitale originario non superi i 200 mila euro, il mutuatario abbia un Isee non superiore a 35 mila euro e sia in regola con il pagamento delle rate. Un aiuto utile per chi rientra in quella categoria, ma non è certo una politica della casa. Allo stesso modo, gli incentivi fiscali per i giovani che acquistano un’abitazione (pochi, in realtà), sono utili per una ristretta categoria di italiani. Lo sconto sull’Irpef spalmato su dieci anni equivale, infatti, a un beneficio è di poche centinaia di euro ogni anno, cioè di qualche decimo di punto percentuale del prezzo di un’abitazione di 200-300 mila euro. Difficile che un’agevolazione tanto debole possa attivare una domanda aggiuntiva di abitazioni. Lo prova il fatto che lo stesso governo non ha scommesso sull’efficacia della misura: ha stanziato solo 1,5 milioni ogni anno, per dieci anni, come minore introito dell’Iva dovuto alla sua applicazione. E neppure si può chiamare politica per la casa il taglio del superbonus e lo stop alla cessione dei crediti, che serve a ridurre l’impatto sulla finanza pubblica. La strategia per rinnovare il patrimonio edilizio, insomma, è ancora in cerca di un padrone. Di casa, naturalmente.
Le auto come gli edifici. Ad accomunare il mezzo mobile per antonomasia con il volume più immobile che ci sia è l’Europa. O, meglio, è l’esigenza di abbassare, o ancora meglio cancellare, le emissioni di Co2 e, più in generale, l’inquinamento provocato da vetture e abitazioni è un imperativo categorico soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Le linee direttrici decise dal Parlamento europeo, su input della Commissione, sono note: blocco della produzione di motori termici a partire dal 2035 e riqualificazione energetica di almeno una parte (classe G) degli edifici per il 2033. Tutto da vedere se queste norme saranno rispettate e/o modificate. Ma, in ogni caso, il parallelismo tra i due principali imputati del cambiamento climatico è lampante. Qualsiasi opinione si possa avere sulla politica ambientale, guidare auto che non inquinano e abitare in edifici a consumo zero costituisce un miglioramento della qualità di vita, oltre che un obbligo morale. Diverso, invece, il giudizio nel merito, che si può riassumere nell’interrogativo: basterà tutto ciò? Gli sforzi economici e l’impegno per decarbonizzare una parte del mondo, cioè il 6,7% delle terre emerse della Terra, sono un obiettivo velleitario? L’Europa si trova di fronte a un bivio: non fare nulla, perché il resto del mondo, il 93,3% della superficie terrestre non fa nulla. Oppure contribuire alla causa, anche perché il Vecchio Con-
tinente ha consumi maggiori rispetto ad altre aree del globo. Ma, ancora: migliorare la classe G, che comporta un intervento contestato in partenza da almeno una parte politica e dalla resistenza di chi non ha soldi da investire, è una soluzione? Prendiamo il caso delle auto: un motore elettrico è, sulla carta, meno inquinante di un motore a gasolio. Lo è anche produrre l’elettricità per ricaricare le batterie? E che dire della produzione degli accumulatori, che inevitabilmente renderà la filiera dell’auto ostaggio di produttori di materie prime come Congo e Cina, così come lo è stata finora l’Europa con le forniture di gas russo? Gli stessi dilemmi si possono applicare per lo stop applicato alle caldaie a gas condominiali, anche quelle finite nel mirino della politica ambientale europea. Insomma, la ricetta per vivere green è complicata. E di buone intenzioni è lastricata la strada che porta all’inferno.
Federico Mombarone GiornalistaIn condominio fa freddo. Non è il meteo a gelare l’ambiente, ma le nuove regole prospettate dalla Ue in materia di impiantistica. Norme che, secondo Alberto Montanini, presidente di Assotermica, se entrassero subito in vigore potrebbero provocare una diminuzione del fatturato delle imprese italiane tra il 30 e il 35%, cioè circa 1 miliardo di euro. Chiariamo subito: queste regole non esistono. O, più precisamente, non sono ancora state presentate. Però se ne parla. L’idea è quella di stoppare la produzione di caldaie a gas, con il duplice scopo di eliminare l’utilizzo di una risorsa fossile (il metano) e contribuire all’indipendenza energetica del continente: è una delle conseguenze della guerra scatenata della Russia.
Il divieto di vendita di caldaie a gas naturale a partire dal 2029, al centro della discussione, però, ha un difetto di fondo: non contempla lo sviluppo dell’efficientamento multienergetico. È, infatti, una delle contraddizioni di RepowerEu, il piano varato dalla Ue per ridurre la dipendenza dal gas russo, che prevede che dal 2025 gli impianti a metano siano declassati ed esclusi da ogni genere di incentivo. Gli interessi in campo complicano le decisioni. I Paesi nordici, che hanno impianti a energia nucleare in funzione, spingono verso l’elettrificazione delle caldaie. I produttori di impianti di Italia, Francia e, in parte, anche Germania, chiedono un indirizzo ibrido, multitecnologico e multienergetico. Cioè, se bisogna diminuire i consumi e la dipendenza, lasciateci decidere come farlo in autonomia. Dimezzare il consumo di gas con caldaie più efficienti, è il ragionamento, equivale già a ridurre la dipendenza e lo spreco di energia. Inoltre, la tecnologia permette di utilizzare caldaie ibride, gas più elettrico. Infine, non bisogna dimenticare che buona parte della produzione di elettricità avviene con l’utilizzo di metano: il problema dei consumi di gas, insomma, sarebbe solo spostato a monte. In ogni caso la contesa, chiunque vincerà, fotografa bene quanto sia complicato salvaguardare l’ambiente e anche la ragione.
Franco Saro giornalistaCon un’ordinanza del 22 febbraio 2023, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto contro la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Trieste aveva confermato la condanna di due società costruttrici al risarcimento dei danni subiti per il difetto di insonorizzazione delle unità immobiliari realizzate e vendute, in particolare in relazione ai locali bagno, ripostiglio e corridoi. I giudici di merito avevano ritenuto che i parametri di insonorizzazione degli edifici fissati dal decreto del Presiden-
te del Consiglio dei ministri 5.12.1997 siano applicabili a tutte le superfici delle unità immobiliari, con riguardo sia alle terrazze sia ai locali cosiddetti non abitabili. In particolare, quanto alle terrazze, occorre considerare la propagazione del rumore attraverso le murature su cui appoggiano e si innestano, nonché che non sono destinate solo all’affaccio, ma sono altrimenti utilizzabili e che la normativa tecnica sui requisiti passivi acustici prende in considerazione anche le componenti degli edifici, precisando che consistono nelle partizioni orizzontale e verticali. Quanto, invece, ai locali cosiddetti non abitabili, costituiscono comunque ambienti interni alle abitazioni, destinati alla permanenza delle persone. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso delle società costruttrici, riconoscendo come i locali oggetto della controversia facciano parte dell’abitazione a ogni effetto, costituendone una componente essenziale. Richiamando il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri citato, risulta infatti chiaro che, ai fini della sua applicazione, la nozione di ambienti abitativi è quella secondo cui deve intendersi ogni ambiente interno a un edificio destinato alla permanenza delle persone o di comunità ed utilizzato per le diverse attività umane, fatta eccezione per gli ambienti destinati ad attività produttive.
Premessa: non si può andare avanti con i bonus per tutta la vita. Oltre che poco morale (si dovrebbero per esempio aiutare tutti i comparti produttivi allo stesso modo) e oltre a essere poco educativo (le aziende devono imparare a stare in piedi da sole, senza sostegni vari), non è una situazione sostenibile perché i costi sono ingenti, perché i furbetti ci sguazzano allegramente, anche se in teoria, chi oggi ha certezze alzi la mano, l’Erario dovrebbe aver racimolato qualche soldo dalla emersione del nero, in quanto la fattura è obbligatoria per poter accedere agli incentivi, senza contare che l’iniziativa ha dato lavoro a numerose migliaia di persone, che il comparto ha contribuito con oltre il 2% alla crescita del Pil e che anche l’ambiente ne ha giovato, perché grazie agli interventi per migliorare le classi energetiche degli edifici ci siamo risparmiati un milione di tonnellate di Co2.
Il problema più grande e preoccupante è che negli ultimi mesi l’argomento cessione del credito si è trasformato da rebus irrisolvibile a potenziale piaga sociale. L’Ance ha stimato che «i crediti incagliati valgono circa 15 miliardi». Tradotto, significa che centinaia se non migliaia di imprese stanno vivendo un periodo tremendo, e il rischio di fallimento e di chiusura per molti è molto più di un rischio, ovvero una dolorosa realtà, con le inevitabili ricadute su tutta la filiera, distribuzione compresa, perché i lavori vengono e verranno interrotti con le immaginabili conseguenze.
Qualche numero: l’Ance ha stimato che 1 miliardo di crediti incagliati equivale al blocco di circa 6 mila cantieri, tra unifamiliari e condomini, con il rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9 mila occupati. E i 15 miliardi di crediti fiscali attualmente bloccati possono impattare su 25 mila imprese a rischio fallimento, 130 mila disoccupati in più nel settore delle costruzioni (senza contare le aziende della filiera) e problemi per circa 90 mila cantieri. Al di là della doverosa premessa di cui sopra, l’atteggiamento della politica si è dimostrato come di consueto inadeguato (non è un pro-
blema di colore, è una costante nei secoli dei secoli, amen). Blocchiamo tutto e poi, forse, si ragiona. Incentrare la discussione sulla cancellazione dei bonus fiscali o dello sconto in fattura significa solo cercare di coprire il problema vero che ha generato e sta generando tanta disperazione negli addetti ai lavori, ovvero il tradizionale vuoto normativo e di controllo che accompagna in genere le iniziative per favorire la crescita industriale del nostro paese, buone o cattive che siano.
Per mesi si è parlato di modifiche normative che avrebbero dovuto regolamentare in modo definitivo il problema della riscossione dei crediti, perché ovviamente banche e intermediari vari, che come fin troppo bene sappiamo non sono enti benefici, non possono accollarsi tutti i crediti senza una sponda politica che sia quantomeno affidabile. L’incertezza produce incertezza e, nel tempo, la situazio-
ne è diventata drammatica, soprattutto se si considera che al blocco dell’acquisizione dei crediti da parte degli enti pubblici non corrisponde alcuna soluzione strutturale dal parte del governo per cercare di risolvere questa vera e propria emergenza. Si chiudono di colpo i rubinetti, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, e chi resta con il cerino in mano cercherà di spegnerlo prima di bruciarsi. In questi giorni si assiste, come sempre avviene in questi casi, al patetico valzer dei numeri, delle percentuali, si ascoltano in Tv i commenti di gente che l’edilizia non sa nemmeno che cosa sia. La notizia che con ogni probabilità gli ormai celeberrimi 15 miliardi si troverà modo di versarli nelle depresse casse delle imprese edili è una sponda interessante e arriva dopo l’insurrezione delle imprese di categoria e degli operatori edili a tutti i livelli. Ci sarebbe poi anche un altro ragionamento da fare, e riguarda le novità relative al tema del risparmio energetico e alla necessità di migliorare la classe energetica di circa 12 milioni di abitazioni da qui al 2030. Un mercato direi interessantissimo che però, senza incentivi, perderà molte delle sue potenzialità, soprattutto nel caso delle classi sociali meno agiate e delle persone anziane che in genere abitano nelle strutture che più di altre hanno bisogno di interventi strutturali di rilievo. Torniamo quindi al passato, con il recupero in dieci anni degli investimenti nelle ristrutturazioni. Un mercato, quello futuro, che non so dire se premierà la qualità del ricostruire, ma tant’è. Proviamo a risolvere un problema alla volta, sarebbe già una novità.
di Roberto Anghinoni GiornalistaFinisce bruscamente, con grande rammarico, l’epopea dei superbonus e degli sconti in fattura. Prima o poi sarebbe comunque successo, perché i provvedimenti eccezionali sono necessariamente a tempo. Speriamo sia anche l’occasione per rivedere, una volta per tutte, i meccanismi normativi, il vero problema di tutta la faccenda
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Secondo Scenari Immobiliari nel corso della prima metà del 2022 gli investimenti in immobili commerciali sono aumentati in Europa rispetto allo stesso periodo del 2021 (circa 20 miliardi di euro e un incremento del 70% circa), per poi subire un rallentamento a causa degli elevati livelli di inflazione, dell’incremento dei tassi e dell’aumento dei livelli di incertezza economica, il costo dell’energia e del perdurare del conflitto russo-ucraino. Euppure le transazioni concluse a fine anno che hanno portato i volumi totali a superare i livelli del 2021: 40 miliardi di euro di investimenti, +20%.
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Sono state oltre 192 mila le aste di immobili avvenute nel 2022, con il terzo quadrimestre che segna +7% rispetto al secondo e -8% rispetto al primo, per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a poco più di 31 miliardi di euro. Lo segnala Cherry Brick, servizio che monitora le opportunità di investimento tra gli immobili all’asta. I lotti oggetto di tentativi d’asta tra i mesi di gennaio e dicembre del 2022 sono per il 57% immobili di tipo residenziale, seguiti da quelli di ambito commerciale (19%).
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L’Università di Milano-Bicocca ha conferito all’architetto Stefano Boeri il dottorato honoris causa in Scienze chimiche, geologiche e ambientali per aver introdotto in architettura e urbanistica concetti di forestazione urbana e biodiversità. Presidente della Triennale di Milano dal 2018 e partner fondatore di Stefano Boeri Architetti, architetto e urbanista di fama internazionale, tra i principali attori del dibattito sul climate change e conosciuto in tutto il mondo per il Bosco Verticale di Milano.
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Stefano Deri è il nuovo presidente di Cortexa per il triennio 2023-2025.
Sostituisce Andris Pavan, alla guida del progetto associativo dal 2020. «Ringrazio l’Assemblea di Cortexa per avermi dato questa importante opportunità. Continuerò il percorso del progetto associativo per affermare con sempre più forza la necessità di rispettare criteri di eccellenza nel Sistema a Cappotto e negli interventi di riqualificazione energetica in Italia» è il commento di Deri, che è anche responsabile della Linea Coating di Mapei. «L’Europa si è posta degli obiettivi molto ambiziosi in termini di riduzione delle emissioni e dei consumi di energia degli immobili, con il programma Fit for 55, che prevede di ridurli del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Durante questi tre anni oltre a portare avanti il programma di formazione e informazione di Cortexa, concentreremo le nostre attività sul contributo che il Sistema a Cappotto può dare al raggiungimento degli obiettivi europei, ricordando sempre che l’efficacia degli interventi è garantita esclusivamente da Sistemi a Cappotto forniti come kit da
un unico produttore, dotati di certificato Eta e marcatura Ce».
Dario Dal Forno è il nuovo responsabile marketing di Wolfsgruber, eccellenza italiana nella lavorazione dell’acciaio inox a sevizio del design. In precedenza è stato Marketing Designer Manager per BMI Italia ha seguito i marchi storici Wierer e Icopal e Art Director in Adpresscommunications.
Lu-Ve, gruppo attivo nella costruzione di scambiatori di calore ad aria e società quotata di Borsa Italiana, ha annunciato la nomina di Riccardo Quattrini a direttore generale del Gruppo.Quattrini, laurea in ingegneria meccanica al Politecnico delle Marche e un master in Management d’impresa all’Istud di Stresa, ha operato per oltre 25 anni in
aziende italiane, attive prevalentemente nell’ambito dell’industria metalmeccanica. Nel 2000 ha iniziato la sua collaborazione con Biesse Group ricoprendo vari ruoli (Engineering Director, Brand Manager, Sales & Marketing Director). Nel 2010 è entrato nel Gruppo Cefra, con il quale ha collaborato sino al 2017, fino a ricoprire il ruolo di Ceo.
Andrea Furielli diventa product manager presso Ep Equipment in Italia. L’azienda è un produttore con sede a Hangzhou (Cina) specializzato in attrezzature da magazzino alimentate a batterie, dalla progettazione e produzione del prodotto ai servizi post-vendita. In precedenza Furielli ha lavorato in Valdichiana Carrelli e Pramac come export & key account manager.
Il 13esimo Congresso di Legacoop Lombardia ha confermato alla Presidenza Attilio Dadda. Legacoop Lombardia riunisce 823 cooperative associate, con oltre 38 mila occupati, per un valore della produzione che supera i 4 miliardi di euro. La Lombardia è la seconda regione per densità cooperativa d’Italia. Lombardo, classe 1966, Dadda lavora nel movimento cooperativo da oltre trent’anni. Come cooperatore ha esperienza nei settori di produzione, servizi ed ecologia. Nel 2019, come presidente di Legacoop Lombardia, ha firmato la Dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale, la prima in Italia deliberata da un’associazione cooperativa.
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Tra chiacchierare di federalismo e lavorare in una regione del Sud c’è molta differenza. Perché sul Mezzogiorno d’Italia sono stati scritti fiumi di parole, mari di polemiche, oceani di buone intenzioni. Ma, poi, la realtà è quella che è. Tradotto per chi alza il sopracciglio: non è così negativa come alcuni ritengono. Anzi, è molto più positiva rispetto a chi ritiene che le regioni del Sud siano il terzo mondo dell’Italia. Questo significa nascondere i problemi, le inefficienze, i ritardi? No. Clientelismo, fatalismo, assistenzialismo e tanti altri ismi non sono da dimenticare. Ogni zona d’Italia, d’altra parte, ha le sue storture. Allo stesso tempo, però, i numeri indicano che nelle regioni del Sud alberga anche una vitalità che, forse, è anche lo specchio di uno spirito mediterraneo che altri non possono vantare. Tutte considerazioni che hanno indotto Virginia Gambino Editore a organizzare un Convegno YouTrade a Lamezia Terme giovedì 23 marzo, con cena business la sera precedente. I temi su cui si focalizza l’evento sono caldi.
Perché l’edilizia al Sud vive un momento di grande fermento. Come in altre parti del Paese, una grande spinta l’hanno offerta i bonus, in versione super o normal. Ma non solo. Perché, come insegna l’andamento globale delle economie, la crescita è più forte dove c’è più da fare. E al Sud, sotto questo punto di vista, c’è molto da intervenire sotto il profilo urbanistico ed edilizio. Il Pnrr, con oltre 80 miliardi di fondi destinati al Mezzogiorno, che in buona parte finiranno in opere pubbliche piccole e grandi, è un turbo pronto ad accendersi. C’è, poi, la spinta degli incentivi fiscali che, sebbene impantanata nella torbida vicenda delle cessioni del credito d’imposta, continua a fornire benzina al mercato. Da tenere conto è anche della spinta europea alla riqualificazione del patrimonio
di Paolo CaliariVirginia Gambino Editore ha organizzato un evento a Lamezia Terme focalizzato sulle opportunità della distribuzione di materiali nelle regioni del Mezzogiorno. Perché tra Pnrr e nuovi strumenti tecnologici il settore va sempre più veloce
immobiliare che, sebbene sia osteggiata da parte di molti, finirà per essere un traguardo da raggiungere. Magari non nei tempi sperati a Bruxelles, ma sarà comunque un orizzonte a cui avvicinarsi al più presto.
ADEGUAMENTO
Infine, ultimo ma non meno importante, c’è il tema dell’evoluzione delle aziende della distribuzione. Perché se è vero che la crescita del mercato spinge i fatturati, è altrettanto pacifico che le imprese devono sapersi adeguare ai nuovi tempi. Il tema delle dimensioni, per esempio, non è più accantonabile. Servono economie di scala, come dimostrano gli esempi dei colossi europei, ben riportate sulle pagine degli scorsi numeri di YouTrade. Ma occorre anche un salto organizzativo e tecnologico. Troppo spesso le rivendite si limitano a gestire i listini con un foglio Excel e una tormenta di pdf, nel migliore dei casi integrata in un software gestionale. Un livello che ad alcuni sembra già all’avanguardia ma che, invece, è parecchio datato e inefficiente. In generale si può sempre fare di meglio. E di sicuro il Sud può fare parecchio meglio.
I miliardi del Pnrr destinati al Mezzogiorno
Domanda. Qual è lo stato dell’edilizia al Sud?
Risposta. Penso che ci sia molto da fare. Purtroppo ci sono tantissime costruzioni ancora obsolete e, nonostante il superbonus, si è intervenuti veramente su una piccola percentuale di edifici. Di certo ci aspettiamo che la politica intervenga per incentivare lo sviluppo del Meridione, ma ho sempre pensato che la politica la fanno prima di tutto i cittadini, quindi anche gli imprenditori. Le opportunità non mancano se siamo in grado di sfruttarle. Per esempio, Grontek ha deciso di unirsi con altre rivendite nel gruppo di acquisto Rivass, che sta contribuendo alla crescita della mia rivendita e del settore.
D. Pensa che la distribuzione possa migliorare?
Come?
R. Sono convinto che la distribuzione migliorerà, soprattutto grazie all’aggregazione. Esserci associati ci permetterà di avere una grande opportunità sul territorio regionale. Il presidente di Rivass, Massimiliano Margiotta, è riuscito a creare qualcosa di impensabile al Sud fino a poco tempo fa, organizzando una rete di rivendite in grado di collaborare in maniera armoniosa. Esorto tutti i colleghi, non solo nel mondo dell’edilizia, ma i commercianti in generale, a fare
gruppo. L’esperienza di Rivass ci inorgoglisce tutti e ci ha reso non più concorrenti ma colleghi, portando vantaggi non solo a livello economico, ma anche in termini di crescita culturale.
D. Quali criticità nota nel settore?
R. Le criticità sono sempre le stesse. La mancanza di programmazione sia a livello di singole aziende sia in ambito politico, a livello comunale e regionale, non consente di cogliere appieno le opportunità del mercato. Resta inoltre il tema delle difficoltà infrastrutturali. La mia rivendita, per esempio, si trova a San Giovanni in Fiore, paese di alta montagna in provincia di Cosenza, e ogni volta che c’è da consegnare del materiale nei dintorni, a Cosenza o a Crotone, bisogna percorrere 60 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno. Migliorare le strade potrebbe influire del 30-40% sulla riduzione dei costi del trasporto.
D. Parliamo della Grontek: com’è nata l’azienda?
R. Grontek è una realtà presente nel mondo delle rivendite di materiali edile da diversi decenni. Ho ereditato la società, nata come azienda di manufatti in cemento, nel 1978, da mio padre. Nel 1993, terminati gli studi, ho iniziato a gestire l’attività trasformandola in società di distribuzione di materiali per l’edilizia. Inizialmente eravamo concentrati sull’edilizia pesante, nel tempo siamo arrivati ad abbracciare tutti i settori che riguardano le costruzioni, quindi anche termoidraulica, ceramica, pitture e altro.
D. Di tutti i prodotti, qual è quello che le dà più valore in termini di fatturato?
R. Tutti i prodotti da ristrutturazione, intesi come sistemi a cappotto, finiture per esterni e finiture per interni.
D. Com’è andata lo scorso anno?
R. Il discorso del superbonus ha spinto i prezzi al rialzo e di conseguenza anche il lavoro, quindi abbiamo avuto una crescita che è andata oltre il 40%. Il fatturato dell’anno scorso si è attestato intorno a 1,4 milioni di euro.
D. In generale, quanto hanno influito i bonus casa nella crescita del fatturato dello scorso anno?
R. In media hanno contribuito tra il 30% e il 50%.
D. Che cosa vi aspettate dal 2023?
R. L’innalzamento dei prezzi non consentirà una crescita paragonabile a quella del 2021-2022, ma ci attesteremo a un valore tra il +5% e il +10%.
D. Ha progetti a breve-medio termine?
R. Sì, stiamo aspettando di ricevere una licenza edilizia per poter costruire una nuova struttura adiacente al punto vendita esistente. Questo ampliamento di circa 1000 metri quadrati ospiterà uno showroom non solo dedicato alle finiture, ma anche alle ambientazioni
dei prodotti applicati in un mini appartamento, in un cappotto, in un bagno.
D. Come avete affrontato il rincaro dei prezzi e come lo state gestendo?
R. Abbiamo continuato con la nostra politica commerciale, che prevede un ricarico sui prezzi dei prodotti, dalla vite al sacco di cemento, che viene applicato al momento dell’acquisto e non in base alle scorte di magazzino.
D. Avete avuto problemi nell’aggiornamento dei listini?
R. Più che problemi c’è stata una miriade di lavoro da fare, perché i prezzi cambiavano ogni giorno.
D. Avete investito in nuove tecnologie, come macchinari, computer o software?
R. Non abbiamo fatto grossi investimenti, ma siamo in procinto di farne.
DOMENICO OPPEDISANO
Titolare
Domanda. L’edilizia ha vissuto un boom nel 2022. Com’è andata per la sua azienda?
Risposta. Nel 2022 abbiamo lavorato a singhiozzo. Grazie ai bonus casa, dal superbonus al sismabonus ed ecobonus, abbiamo alzato i ritmi lavorativi e gli impegni si sono moltiplicati. Tuttavia, ogni due-tre mesi i cantieri si bloccavano, per cui l’andamento è stato altalenante e molto difficile dal punto di vista della programmazione. L’impegno è stato notevole, ma sotto l’aspetto remunerativo poteva essere molto più positivo.
D. Che cosa si aspetta dal 2023?
R. Onestamente sono molto scettico. Non nascondo che in prospettiva il 2023 non lo vedo così bene, forse sulla falsariga del 2022. Le agevolazioni non sono state regolamentate nella maniera opportuna, e abbiamo pagato dazio durante il percorso. Queste agevolazioni nascevano per sbloccare l’edilizia e dare linfa vitale a tutto il comparto, però questo purtroppo non è avvenuto in maniera così puntuale.
D. I bonus casa hanno avuto un peso sul fatturato?
R. Sì, certo, per quanto ci riguarda almeno del 50%.
D. Come influirà il taglio del superbonus sulla sua attività?
R. È un colpo che dovremmo cercare di assorbire. Sicuramente il superbonus è stato e sarà ancora un traino, ma al momento non so quantificare quanto il taglio
dell’incentivo andrà a incidere sul fatturato. Magari, nel frattempo, il governo metterà in atto altri strumenti.
D. Qual è lo stato dell’edilizia al Sud?
R. Precario. Purtroppo il Sud paga dazio rispetto ad altre realtà nazionali, sia per motivi geografici sia per problematiche a livello di infrastrutturale. C’è ancora tantissimo da fare.
D. Che cosa si aspetta dal Pnrr?
R. Mi aspetto che si aprano nuove opportunità di lavoro. Il Pnrr può essere un volano di lavoro molto utile, sulla falsariga del superbonus, ma resta sempre quella zavorra che ci portiamo dietro per cui non si tutela chi vuole operare nel rispetto delle regole.
D. Come gestisce il rincaro dei prezzi?
R. Attuiamo le nostre percentuali di ricarico, portando avanti un prezzo di vendita congruo a quello che il territorio offre. Il continuo rincaro dei prezzi è comunque un problema. Nel 2021-2022 abbiamo operato dentro una bolla spaventosa mai vista prima: quasi tutti i giorni c’erano degli aumenti e, nonostante abbiamo costantemente lavorato per adeguarci a questi rialzi, a volte ci abbiamo rimesso su alcune forniture. I prezzi si sono abbassati in
maniera repentina senza che riuscissimo a collocare tutte le scorte già presenti in magazzino. In più c’è la questione dei ritardi nei pagamenti dei Sal che blocca i cantieri anche per due-quattro mesi.
D. L’adeguamento dei listini vi ha dato problemi?
R. Sul nostro gestionale andiamo quotidianamente a rivedere i prezzi di vendita. È un grandissimo lavoro, molto impegnativo.
D. Avete investito in tecnologie, macchine o software?
R. Abbiamo investito in nuovi macchinari, con l’acquisto di un nuovo carrello elevatore. A livello di gestionale, siamo già operativi con un sistema informatico che ci permette di lavorare con una certa trasparenza.
D. Pensa che la distribuzione edile potrebbe migliorare? E come?
R. La distribuzione di materiali edili potrebbe maturare se nel frattempo la filiera agisse secondo i propri ruoli. Purtroppo, i nostri fornitori ci pongono dei massicci investimenti di scorte di materiali e capita a volte che l’azienda fornitrice vada a vendere direttamente all’impresa esecutrice: è chiaro che in questo modo dobbiamo andare a confrontarci con un concorrente aggiuntivo, che è il nostro stesso fornitore, e la filiera salta.
D. Ci sono particolari criticità nel suo lavoro?
R. Ormai siamo abituati a questo ritmo di lavoro, con tutte le problematiche che comporta. Inoltre, la burocrazia non aiuta: il settore del commercio subisce una mole notevole di normative che anche i nostri commercialisti fanno fatica a sbrogliare. Infine, la concorrenza dell’e-commerce ci danneggia in maniera netta: per quanto possiamo fare acquisti e investimenti mirati, anche d’accordo con i nostri fornitori, l’e-commerce ci fa concorrenza soprattutto su prodotti come elettroutensili, prodotti da colorificio, piccoli beni.
D. Quando è nata Ferramenta Oppedisano e di che cosa si occupa?
R. L’azienda è nata nel 1993 come ferramenta specializzata nel settore legno e colorificio. Nel 2006 ci siamo allargati anche nel mondo del secco, con il cartongesso e i sistemi isolanti, e da quattro anni abbiamo incluso tutto ciò che riguarda l’edilizia leggera. Siamo ubicati a Rosarno, sulla statale 18.
D. Avete nuovi progetti per il futuro?
R. Un imprenditore deve avere sempre nuovi progetti. Vogliamo allargare la nostra struttura e abbiamo inserito anche qualche nuovo dipendente, però navighiamo un po’ a vista. Non abbiamo quella prospettiva rosea che ci consente di programmare con tranquillità e sicurezza.
Caratteristiche
Lavorazione fino: 60 m2/h
Lavorazione gra ato: 60 m2/h
Lavorazione grezzo: 50 m2/h
Lavorazione premiscelati: 50 m2/h
Raschiatura e carteggiatura tinte: 40 m2/h.
Characteristics:
Fine plaster: 60 sq m/h
“Schratched” plaster: 60 sq m/h
Rough plaster: 50 sq m/h
Pre-mixed products: 50 sq m/h
Scraping and fine sanding of paints in general: 40 sq m/h.
Prevalenza 10 m.
Prestazioni Lt 18 dipende dal materiale e rotore, statore Granulometria Da 0 a 4 mm. (Rotore e statore idoneo)
Head 10 m.
Performances 18 lt. according to the kind of material, rotor, stator Granulometry From 0 to 4 mm. (Suitable rotor, stator)
Camera di miscelazione estraibile per perfetta pulizia di materiali agressivi, tipo colla da cappotto. La stessa è al suo interno trattata per e etto anti abrasione ed un e etto anti adesione (Brevettato).
Mixing chamber extractable for perfect cleaning also for aggressive materials, like “cappotto glue. Inside the chamber has a special treatment for anti abrasion e ect and anti adhesion e ect (Patented).
MICHELE RAFFAELE
Socio
Domanda. Quando è nata l’azienda?
Risposta. Raffaele affonda le sue origini fin nel 1935. Ci sono documenti storici che testimoniano donazioni di rottami di ferro alla patria da parte di mio nonno. Io rappresento la terza generazione e in azienda è già entrata la quarta. Ci occupiamo di distribuzione di ferramenta, termoidraulica, materiale edile. L’azienda Raffaele è divisa in tre aree di business: la prima che si occupa di bricolage con cinque punti vendita in Calabria che opera sotto il marchio Pronto Hobby. La seconda è attiva nel canale professionale, quindi artigiani e imprese, con il marchio Habitami. La terza nella distribuzione pura con il marchio Fernoi e una rete di 25 agenti che seguono tutto il Sud Italia.
D. Quante persone occupa la Raffaele e qual è il fatturato 2022?
R. Siamo circa 250 persone. Il fatturato 2022 si è attestato intorno ai 67 milioni di euro.
D. I bonus casa hanno influito sul vostro business negli ultimi due anni?
R. Inizialmente sì, poi abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava, quindi ci siamo bloccati. In effetti avevamo ragione: il sistema era drogato fin dall’inizio e ha fatto lievitare i prezzi in maniera esponenziale. Il Governo giustamente ha dovuto bloccare tutto e fare un passo indietro. Noi ci siamo fermati a ottobre dell’anno scorso: abbiamo preferito dedicarci ad altro e non investire in questa direzione. Ci sono migliaia di imprese con i cassetti fiscali pieni che non riescono nemmeno a
fare gasolio ai mezzi.
D. Avete nuovi progetti per il prossimo futuro?
R. Abbiamo sempre tanti progetti, perché siamo un’azienda dinamica, molto attenta ai cambiamenti del mercato. A breve saremo essere presenti sul web con un e-commerce e abbiamo aperto da tre mesi un nuovo showroom di 2.500 metri quadrati, che a breve ospiterà anche una nuova unità di business che si chiama Pronto Home e si dedicherà esclusivamente alle cucine e tutto ciò che riguarda l’arredamento d’interni. Inizialmente lo showroom si trovava nella sede principale in Via Del Progresso a Lamezia Terme, poi lo abbiamo trasferito a Maida (Catanzaro), in una posizione molto più visibile vicino alla Statale 280 e a un centro commerciale, realizzando un polo unico dedicato a chi costruisce o ristruttura la casa.
D. Qual è lo stato dell’edilizia al Sud?
R. Negli anni Settanta e Ottanta l’edilizia è stata il motore economico nella nostra regione, ma si è costruito tanto e male. Ora c’è molto da riqualificare, quindi si potrebbero aprire sicuramente nuove possibilità economiche per tutto il Sud.
D. Cosa si aspetta dal Pnrr?
R. Delle regole chiare e certe. Purtroppo oggi la burocrazia parla una lingua incomprensibile e anche il blocco dei bonus non fa altro che accrescere l’incertezza, che è ancora più pericolosa del blocco stesso. Ci sono tanti preventivi e cantieri che dovrebbero partire e che restano bloccati in attesa di chiarimenti, e così si fermano le vendite.
D. Come gestite il rincaro dei prezzi?
R. Finché possiamo utilizziamo i listini vecchi, quando non è più possibile aumentiamo anche noi i prezzi. I fornitori di solito ci avvisano qualche tempo prima e noi avvertiamo i clienti degli aumenti previsti. Visto che l’azienda ha 90 anni di storia, i fornitori sono ormai partner e abbiamo con loro un rapporto che ci consente di gestire gli aumenti di listino anche a 60-90 giorni.
D. Avete problemi nella gestione dei listini?
R. Dato che siamo dotati di un sistema informatico moderno, non abbiamo avuto problemi: gli aggiornamenti sono immediati. Quando ordiniamo un prodotto e il fornitore ci comunica un aumento di listino, se abbiamo un po’ di magazzino cerchiamo di mediare prima di passare al listino nuovo.
D. Pensa che la distribuzione possa migliorare?
Come?
R. Il lavoro di un distributore al Sud è almeno due volte più oneroso rispetto a un rivenditore del Nord. Innanzitutto, a causa delle infrastrutture carenti, in secondo luogo per l’eccesso di burocrazia.
D. Ci sono altre particolari criticità nel suo lavoro?
R. Rispetto a tanti anni fa il lavoro è molto più veloce e dinamico e anche la tecnologia ha fatto passi da gigante. Quello che si faceva due anni fa non è più valido, c’è in atto una trasformazione globale: se segui l’evoluzione del mercato, puoi esserne protagonista, altrimenti rischi di restare fuori in sei mesi.
I Bilanci delle Costruzioni edizione 2022, contiene i dati di circa 2.214 aziende. Comprende l’analisi delle imprese di costruzioni, ingegneria, produzione (acciaio e tondino, attrezzature, cemento e calcestruzzo, chimica, climatizzazione, drenaggio e trattamento delle acque, fissaggio, illuminotecnica, impiantistica, isolamento e impermeabilizzazione, laterizi, lattoneria, macchine, piastrelle e rivestimenti, pitture e vernici, prefabbricati, presagomatura, sanitari e arredobagno, serramenti e altre categorie) e della distribuzione di materiali edili, idrotermosanitari, elettrici, dei materiali per trattamento acque e drenaggio, ma anche della Gdo e della Gds del settore brico, ferramenta, materiali edili e per la casa e new entry come i servizi di gestione immobiliare, gli studi di architettura e i general contractor.
COPIA SINGOLA
MASSIMILIANO MARGIOTTA
Presidente
Domanda. Qual è la dimensione del gruppo Rivass oggi?
Risposta. Rivass è una realtà che riunisce 27 rivendite edili in Calabria. Dal 2021 al 2022 c’è stata una crescita del 40% e oggi abbiamo circa 25-30 referenze a marchio. Stiamo pensando di evolverci ed espanderci anche in altre regioni.
D. Siete nati come gruppo radicato in Calabria, ma volete andare oltre i confini regionali: che cosa vi ha fatto cambiare idea?
R. Amo la Calabria, che non è seconda a nessuno, ma nel tempo ho riflettuto bene sul futuro del gruppo. Spingersi in altre regioni identifica la Calabria come promotrice di una realtà nuova, valevole per tutta l’Italia.
D. Quali sono le principali esitazioni che dovete affrontare nell’acquisizione di nuovi associati?
R. In alcuni casi il gruppo d’acquisto non è visto in maniera favorevole. All’inizio c’è un po’ di scetticismo perché i rivenditori pensano di poter far meglio da
soli. Oggi, invece, il gioco di squadra fa sempre e comunque la differenza.
D. Che cosa apprezzano di più del gruppo gli associati?
R. La possibilità di fare ordini cumulativi e avere delle condizioni migliori sul fronte degli acquisti. Oltre al discorso economico, il nostro obiettivo è migliorare insieme al rivenditore la visibilità del punto vendita, l’organizzazione dei collaboratori, le sale mostra. Rivass mette al primo posto i servizi.
D. C’è qualche progetto nel cassetto o sono in vista acquisizioni di nuovo associati?
R. Sì, nel breve periodo ci sono già rivendite interessate a entrare nel gruppo, non solo in Calabria. In più, stiamo migliorando sul fronte della comunicazione social. Rivass mette a disposizione una persona dedicata solo alla gestione dei social.
D. Quali sono le principali criticità nel fare il rivenditore in Calabria?
R. Sicuramente in Calabria la gestione delle consegne è difficoltosa. Si investono molte più risorse di tempo per intercettare l’arrivo della merce. Un altro punto negativo riguarda le strade, c’è tanto da fare a livello infrastrutturale.
D. Per lo sviluppo del business, quali opportunità state valutando?
R. Il superbonus 110% è stato importante. Tanti hanno sfruttato l’incentivo, altri stanno avendo delle difficoltà a mantenere gli impegni presi, ma in ogni caso il superbonus è servito per far conoscere sul mercato il sistema a cappotto, anche a chi magari prima non ne sentiva nemmeno l’esigenza. Qualora dovesse terminare, avremmo comunque nuovi lavori grazie alla sensibilizzazione che c’è stata in questi anni. Le persone richiedono un maggior comfort, e anche il covid ha fatto riflettere sul valore della casa dando un impulso a migliorare le abitazioni.
D. Per quanto riguarda il P nrr , avete fatto qualche ragionamento insieme agli associati sulle opportunità che può offrire al Sud Italia?
R. Ci stiamo già muovendo per sfruttare al massimo tutte le possibilità offerte dal P nrr . Sarà un Piano nazionale di ripresa e cercheremo di cogliere questa opportunità. Abbiamo già messo in atto delle iniziative per sensibilizzare tutte le rivendite del gruppo. Anche per questo abbiamo coinvolto tutti gli associati a partecipare al convegno YouTrade di Lamezia Terme.
D. Che cosa si aspetta dal 2023?
R. Nasco ottimista, quindi mi aspetto un anno positivo. I primi due mesi del 2023 non sono stati meravigliosi, però grazie al P nrr e altre iniziative, secondo me, anche quest’anno sarà positivo, sfruttando tutta la passione che ogni imprenditore può mettere in campo e tutte le opportunità che ci riserverà il futuro.
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).
Costo dei materiali in aumento, tassi per i mutui che penalizzano i redditi più bassi, pressione delle norme europee. Ma anche le richieste più esigenti di chi cerca casa da acquistare. Così non stupisce un rinnovato interesse per immobili appena costruiti
Giuseppe RossiGli investimenti nel settore del real estate commerciale sono concentrati sulle vie di maggior pregio delle grandi città. Ma non manca l’interesse per i centri commerciali che si trovano in provincia. Per il 2023 andamento condizionato dai canoni di locazione
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a cura di Veronica Monaco
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DANTE CIANCIOSI
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Direttore commerciale Naici Italia
Area manager Nord per il mercato della distribuzione edile System Group
Direttore generale commerciale di Dakota Group
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Direttore vendite Italia di Morganti Kapriol
GIUSEPPE DONADIO
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Vicino a Bergamo il distributore, che fa parte del gruppo Made, ha aperto accanto allo showroom con i tradizionali materiali, anche bar e ristorante. Non solo. Accanto al lavoro di rivendita offre servizi, come aspirazione delle macerie e attività immobiliare
di Veronica MonacoImmaginate di comprare un sacco di cemento, progettare serramenti e coperture di un edificio, ordinare il servizio di aspirazione macerie, e concedervi un prelibato pranzo o una pizza, senza uscire dalla rivendita. Una nuova frontiera per il magazzino edile che è già realtà per Gmg Centro Edile, distributore di Bottanuco (Bergamo), che ha portato il punto vendita a un altro livello, aprendo all’interno della sede centrale anche un ristorante, un bar, una pasticceria, un’edicola e una tabaccheria. Ma non solo: la rivendita, oltre al magazzino vero e proprio, ha deciso di proporre al cliente altri servizi oltre alla fornitura di materiali edili, aprendo diverse divisioni specializzate legate al settore delle case e tetti in legno, serramenti in alluminio, scale e basculanti, aspirazioni, fino all’attività immobiliare. YouTrade ha incontrato il vulcanico titolare e amministratore unico Giorgio Ferrari, che ha ripercorso le tappe dell’azienda, nata appena dieci anni fa.
Domanda. G mG è un insieme di tante realtà. Si sente più titolare di una rivendita, immobiliarista, ristoratore?
Risposta. Mi sento un imprenditore a tutto tondo. Naturalmente, è partito tutto dal magazzino edile: negli anni abbiamo inserito diversi servizi per diversificare la nostra proposta e presentare ai nostri clienti un’offerta completa.
D. Quando è nata l’azienda?
R. A settembre 2002, ma abbiamo iniziato a operare all’inizio del 2003, quando abbiamo acquisito il capannone della sede di Bottanuco. L’immobile era un deposito di un’impresa edile, quindi abbiamo dovuto programmare i lavori per rendere lo spazio adatto all’attività di magazzino edile.
D. Qual era la sua esperienza precedente?
R. Lavoravo in edilizia come cappottista, ma non avevo mai fatto il commerciante. I primi anni sono stati davvero sfidanti, tanto che ho pagato la mia inesperienza dando credito a tutti i clienti. E andando poi a recuperare pagamenti inevasi. Pian piano siamo cresciuti ma, sapendo che ero nuovo, piccolo e circondato da una concorrenza notevole, ho deciso di puntare sui servizi per acquisire clienti, offrendo qualcosa di diverso. Siamo partiti con la vendita dei materiali, ma fin da subito abbiamo iniziato a realizzare il servizio di sottofondi.
D. Com’è nata l’idea?
R. È nato tutto dalla necessità di veicolare la vendita delle piastrelle. I clienti chiedevano il pacchetto completo, così mi sono ingegnato collaborando con i fornitori di alleggeriti. Poi, ho comprato il primo macchinario per realizzare i sottofondi direttamente in azienda, fino ad acquistare mezzi più automatizzati, fornendo anche un servizio di posa in opera, prima con artigiani selezionati poi con dipendenti interni.
D. Che cosa avete aggiunto successivamente?
R. Da subito ci siamo concentrati su ciò che sapevamo fare: la fornitura e posa di cappotti così da offrire un pacchetto certificato e garantito chiavi in mano, che è quello che le imprese richiedono sempre di più. Oggi, spesso, si tratta di general contractor che cercano di appaltare il più possibile in modo sia da avere un vantaggio in cantiere a livello di sfridi o materiale rubato o sprecato, ma anche per avere una garanzia di certificazione dei materiali.
D. Altri magazzini non la vedono in questo modo…
R. Dipende dal tipo di clientela che uno ha. Noi lavoriamo principalmente con grosse imprese che richiedono un pacchetto completo chiavi in mano. Per questo non ci preoccupa la concorrenza che possiamo fare alle imprese più piccole o agli artigiani, che invece rappresentano il tipo di clientela dei magazzini più tradizionali.
D. Dopo il cappotto che cosa avete inserito?
R. Intonaci e cartongesso. E poi la posa in opera di basculanti e scale, prodotti che molti magazzini non vendono neppure, su cui
L’area dedicata a porte e serramenti. A destra, alcune proposte nell’area finiture
invece realizziamo un bel business. Abbiamo anche introdotto la fornitura e posa dei parapetti in vetro, che negli ultimi anni hanno sostituito le inferriate classiche. Ne installiamo veramente tante, offrendo un servizio completo, dal rilievo alla progettazione, fino al rilascio della certificazione. Cinque anni fa abbiamo poi rilevato una falegnameria a Usmate Velate (Monza e Brianza), dove possiamo fornire tutto il legname occorrente in fase di cantiere e, grazie all’inserimento di macchinari specifici, realizzare coperture in legno.
D. Realizzate anche case in legno?
R . Sì, la divisione Wood Line si occupa di coperture e case in legno. In futuro verrà a mancare sempre di più la manodopera e nelle costruzioni saranno privilegiati i sistemi prefabbricati, che siano in legno o in altra tipologia costruttiva. Ho guardato avanti pensando ai tempi che cambiano e così ho deciso di investire in questo progetto. Abbiamo inserito un ingegnere e un geometra specializzati in case in legno e abbiamo rilevato la falegnameria, integrandola e modernizzandola.
D. Le commesse di case in legno arrivano dalla zona o anche da più lontano?
R. Principalmente dalla Lombardia.
D. Di che cosa si occupa, invece, G m G Aspirazioni?
R. Un paio d’anni dopo la fondazione di Gmg abbiamo dato vita ad Aerem Italia, società legata al discorso dei certificati bianchi per le ristrutturazioni energetiche. Nell’ambito dell’attività abbiamo deciso di mettere a disposizione dei macchinari innovativi
acquistati in Germania per aspirare le macerie, destinati alla pulizia dei cantieri e per lo scavo all’interno di stabilimenti. Si tratta di escavatori a risucchio che aspirano senza fare polveri, immagazzinando le macerie in un cassone fino a 9 metri cubi per volta, che vengono poi portate in discarica.
D. Inoltre, G m G conta anche una divisione dedicata ai serramenti.
R. Quella della produzione di serramenti in alluminio è una delle ultime attività inserite. Ho conosciuto tre professionisti molto validi a cui ho deciso di mettere a disposizione un capannone e macchinari per avviare questa attività, che ora stiamo integrando con nuove figure e attrezzature. Abbiamo deciso di non assecondare il discorso dei bonus, ma lavorare con i clienti storici per dare un servizio completo.
D. E, per finire, c’è l’immobiliare…
R. Esatto, abbiamo assunto un progettista che lavora solo per noi e abbiamo iniziato a individuare alcuni lotti da acquistare all’asta. Sta funzionando benissimo anche questa nuova sfida, all’insegna delle tre P: posto giusto, buon progetto al prezzo giusto.
D. Com’è nata l’idea di lavorare in Svizzera?
R. Un nostro fornitore di arredamento per uffici ha voluto coinvolgerci per acquisire lavori da general contractor chiavi in mano e nel 2020 ci ha proposto di creare questa società in Svizzera. Diciamo che in questo caso ci limitiamo a essere coinvolti nei lavori che portano a casa loro. Inoltre, negli ultimi due anni il mercato svizzero è un po’ calato a causa del contraccolpo della pandemia.
L’area dedicata alle scale. Sotto, rubinetteria, attrezzature e area colore. A destra, abbigliamento d alavoro
D. Come siete arrivati alla ristorazione?
R. Cinque anni fa abbiamo deciso di realizzare la nuova sede di Bottanuco, e abbiamo aperto uno showroom di finiture. Abbiamo a disposizione una metratura importante di fronte alla strada provinciale e un parcheggio molto grande, così abbiamo pensato di attirare i clienti privati dedicando una parte dello spazio del punto vendita a un bar-pasticceria. In questo modo ci si poteva fermare a bere un caffé, buttare l’occhio in vetrina, e magari entrare per acquistare un prodotto. Inizialmente l’attività doveva essere legata agli orari del magazzino, dalle 5,30 del mattino fino alle 20, dal lunedì al sabato. Poi, le aziende della zona ci hanno chiesto di organizzare anche pranzi di lavoro, e così in corso d’opera abbiamo modificato un po’ il progetto per inserire anche la ristorazione con pizzeria e ristorante. Ora parte della nostra sede è diventata un ristorante a tutti gli effetti, anzi durante la pandemia abbiamo addirittura colto l’occasione per ingrandirlo. Oltre al ristorante e al bar abbiamo anche un laboratorio di pasticceria. Sotto le festività natalizie abbiamo prodotto panettoni artigianali per i nostri clienti, in scatole personalizzate.
D. Come sono andati gli ultimi anni?
R. Da quando abbiamo aperto siamo stati in crescita. Gli ultimi tre anni sono stati molto positivi e il 2022 si è chiuso con un incremento consistente di fatturato, passato dai 18 milioni dell’anno precedente a 24 milioni. Per il 2023 credo che il primo semestre sarà ancora positivo, trainato dagli ultimi strascichi dei bonus edilizi, ma poi penso che da giugno in avanti il lavoro andrà calando. D. Che cosa glielo fa pensare?
R. La revisione al ribasso dei bonus non li rende più così interessanti per le imprese edili, tanto più che gli istituti di credito impongono delle percentuali elevate, tra il 20% e il 25%. Credo che si andranno a completare i cantieri già in essere, ma pochi continueranno in questa direzione. Da metà 2023 bisognerà essere bravi. I magazzini edili più lungimiranti raccoglieranno i cocci di
chi ha creduto al discorso dei bonus e ha fatto grandi investimenti, trovandosi con crediti fiscali che non riescono a monetizzare.
D. Quanto hanno influito i bonus sull’incremento del suo fatturato?
R. Non ci siamo buttati a capofitto nel discorso dei bonus. Abbiamo preferito non abbandonare i nostri clienti storici per correre dietro le ristrutturazioni dei condomini, che prevedevamo sarebbero state una bolla. Però i nostri clienti artigiani, che si sono dedicati ai bonus, hanno aumentato il loro volume di acquisto. Quindi, in qualche modo ne abbiamo beneficiato anche noi. Bene o male tutti i magazzini edili hanno visto aumentare i fatturati, ma la crescita non è stata legata sempre a un aumento di volumi, ma principalmente all’aumento dei prezzi dei materiali.
D. G m G fa parte del Made: quando e perché siete entrati nel gruppo?
R. Sono stato il primo del gruppo di Bergamo a entrare in Made nel 2005. Da debuttante nel settore ho preferito associarmi a un gruppo per poter condividere strategie, servizi, informazioni e convenzioni con i fornitori. La scelta inizialmente è stata un po’ casuale, ma negli anni ho potuto constatarne la bontà. Credo che
CRIBISattestache
Made sia una realtà leader in Italia, non solo come gruppo d’acquisto, ma come aggregazione che mette a disposizione formazione, ottimizzazione dei costi, logistiche importanti.
Indata 26GENNAIO2023 laSocietà MORI 2ASRLhaottenutoil
G.M.G. CENTROEDILE SRL
D. Ha altri progetti nel cassetto?
R. Abbiamo costruito tanto e adesso inizieremo a raccogliere i frutti di quanto fatto finora per ottimizzare le varie attività. Il bello arriva adesso.
IlriconoscimentoèbasatosulCRIBISRating,unindicatoredinamicoecostantementeaggiornato
sullaaffidabilitàdell’azienda ilriconoscimentodimassimaaffidabilitàcommerciale
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1 Naturalia è la nuova collezione Marazzi in gres porcellanato effetto pietra che si ispira alle rocce arenarie, disponibile in cinque colori neutri e in quattro dimensioni, tra cui un nuovissimo formato quadrato 100x100.
2 Unopiù presenta Levante, ombrellone con o senza luce led integrata e ricaricabile, dal semplice e immediato utilizzo. Il telo, ampio e totalmente idrorepellente, è disponibile in écru e blu navy, entrambi con un elegante piping nero. La struttura è in alluminio effetto titanio.
4 Un’unica fiamma per scaldare contemporaneamente sia il barbecue con piastra in pietra lavica che il forno: è il nuovo sistema di cottura Oreste di Palazzetti, perfetto per essere posizionato all’aperto o sotto un porticato.
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3 Quick-Step aggiorna la sua collezione di pavimenti in laminato Classic arrivando a proporre 24 diversi design ispirati alla natura con una varietà di finiture in legno di quercia e teak in diverse tonalità di bianco, grigio, greige e marrone, per pavimenti unici ed eleganti.
5 Cinque proposte per la cucina in gres porcellanato che escono dai tradizionali canoni estetici dell’effetto marmo: è la collezione Premiere di Del Conca (Paonazzo, Onice Bianco, Paradise, Amazzonite, Onice Azzurro) che si declina in grandi lastra 120x260, oltre che nei formati 120x120, 60x120 e 60x60, in finitura naturale e shine.
8 Ispirata all’estetica della terra cruda, Geo di Ceramiche Keope ricorda le lavorazioni in resine materiche ed è disponibile in una gamma cromatica che spazia dal bianco delle saline mediterranee (White) alla sabbia dorata (Ivory e Beige), da un nocciola autunnale appena rosato (Walnut) fino a tonalità più neutre e fredde (Silver e Grey).
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nuova
doccia per esterni Marmorea,
da Davide Vercelli per Fima Carlo Frattini, è caratterizzata da basamento in marmo bianco Carrara e nero Marquina che può diventare un utile punto di appoggio per i teli o accappatoi.
Nel mondo del mercato B2B i processi di vendita sono molto più complessi che nel B2C: si entra in contatto con diversi interlocutori, ognuno di questi caratterizzato da diversi bisogni e diversi criteri decisionali. Mediamente, un processo decisionali nel B2B arriva a coinvolgere da sei a dieci interlocutori. Indagare i bisogni e le caratteristiche dei singoli interlocutori, quindi, risulta di fondamentale importanza per formulare la giusta proposta di valore. Proposta che necessariamente dovrà risultare unica e differenziante in grado di favorire la pratica commerciale. Questa indagine sul cliente, se prima era esclusiva del reparto vendite, adesso ha la necessità di essere condivisa all’interno dell’azienda stessa e, grazie al supporto del marketing, permetterà tutta una serie di attività aggiuntive che andranno a potenziare il portafoglio clienti e aumentare le vendite. Nel mondo industriale (B2B), una delle innovazioni più interessanti e che sta prendendo sempre più piede è l’Account-
Based Marketing, una strategia che non si focalizza sulle aziende come entità astratte, ma su pochi account i cui bisogni aderiscono perfettamente al servizio offerto.
Questo approccio può essere considerato un’evoluzione dell’inbound marketing, collocandosi tra i reparti marketing e sales. Quasi sempre, è la mancanza di coordinamento tra questi due team a creare il problema più grande per le aziende, e l’Account based marketing (Abm) nasce per risolvere questo problema, avvicinando il marketing alle vendite e concentrandosi più sui clienti che sui potenziali clienti. Il marketing basato sull’Abm è una tecnica che implica l’identificazione degli account più importanti per gli obiettivi aziendali, quindi quei ruoli delle persone all’interno della organizzazione che sono significativi nel processo decisionale e possono influenzare gli acquisti e comunicare direttamente con loro.
In pratica, invece di concentrarci sulla lead generation quantitativa nella parte superiore del funnel di marketing in entrata (modello usato per descrivere e analizzare il percorso compiuto dal consumatore nel processo di acquisto, vedi YouTrade aprile 2022), ci concentriamo su poche persone chiave o aziende interessanti che hanno il potenziale per ottenere i risultati desiderati e gestire campagne di marketing dedicate alle loro azioni. L’Abm è una strategia altamente specializzata e mirata verso la possibilità di intercettare aziende attraverso le persone. Questo lo differenzia dall’inbound marketing che invece riassume la metodologia e la strategia per attirare i clienti attraverso la creazione di contenuti di valore, la Seo e la fidelizzazione del cliente. Potremmo riassumere le differenze tra marketing inbound e account-based in questo modo:
• l’inbound marketing è basato sulla creazione di contenuti di qualità per portare visitatori, lead e clienti all’azienda
• l’account-based marketing si concentra sui consumatori in modo individuale, iperpersonalizzando i contenuti
Nell’Abm, quando si identifica un prospect (potenziale cliente), non viene seguito come fosse un’azienda, bensì come una singola persona, attraverso campagne personalizzate e messaggi mirati. Affinché l’Abm funzioni, le aziende devono essere allineate internamente: i team di marketing e di vendita devono lavorare insieme. Ciò significa che la creazione di campagne e i messaggi inviati devono essere attentamente organizzati per essere coerenti.
Tra i principali vantaggi dell’Account based marketing troviamo:
• Allineamento tra marketing e vendite. Lavorando secondo la logica di Smarketing (combinazione delle parole sales e marketing): questi due team dovranno lavorare in un’unica direzione supportandosi a vicenda e decidere insieme quali sono gli account più significativi per raggiungere gli obiettivi di business.
• Ciclo di vendita più breve. L'Abm accelera il processo di vendita, in quanto i clienti prospect non qualificati vengono eliminati proprio all’inizio del processo. I team di marketing e quelli di vendita possono concentrarsi sugli account che hanno maggiori probabilità di convertire e offrire loro un’esperienza più personalizzata possibile per
convertirli rapidamente.
• Roi più elevato. Abm è più accurato, mirato, personalizzato e attendibile rispetto alle campagne tradizionali del marketing B2B. Ecco perché genera il Roi più elevato tra le tattiche di marketing B2B, incrementando al contempo l’efficienza.
• Migliore esperienza del cliente. Anziché affrontare argomenti generici, puoi approfondire contenuti che si collegano perfettamente ai tuoi account di destinazione. Ciò garantisce una maggiore pertinenza che contribuisce a una migliore esperienza del cliente.
• Creazione di relazioni più forti e durature. Consente di creare relazioni più forti con i clienti più importanti, riuscendo a dare un volto umano all’azienda target, il che può portare ad una maggiore fedeltà e a una maggiore retention.
Si tratta però di un processo lungo e che ha bisogno di risorse e competenze specifiche per essere strutturato. Per definire un percorso in grado di ottenere buoni risultati dall’account based marketing bisogna, in primo luogo, comprenderne l’evoluzione ed essere consapevoli che si introduce un cambio di paradigma.
Alla base dell’inbound marketing c’è, infatti, un vero e proprio rovesciamento del classico funnel. In quest’ultimo si parte dall’idea di dover attirare dei lead per poi portarli verso il sito internet e poi in un processo di conversione. Il funnel marketing destinato al processo Abm, invece,
punta verso un piccolo numero di contatti. Attraverso i quali inizia un percorso di personalizzazione ed engagement fino a creare una relazione stabile.
Le tecnologie che a oggi supportano meglio i programmi di Abm sono e-mail, sito web, Crm e social media. Si tratta di strumenti che fanno ampio uso di dati, personalizzazioni e automazioni per attirare e coinvolgere i contatti, misurare i progressi e l’engagement dei lead e ottimizzare di conseguenza l’interazione.
In conclusione, la strategia Abm è la soluzione giusta per tutte quelle aziende B2B che adottano un approccio di vendita poco efficace, in cui gli investimenti in comunicazione non portano risultati soddisfacenti o in cui vi è uno scarso allineamento tra vendite e marketing. I team di vendita e marketing si sforzano a investire tempo e risorse per allinearsi e sviluppare campagne Abm di alto valore, ma poi, di fatto, una volta che riescono a richiamare l’attenzione, continuano a offrire la stessa vecchia esperienza basata su form rendendo quindi inefficaci gli sforzi.
In altre parole, molte aziende, anziché trattare i potenziali clienti con i guanti di velluto, ascoltando quello che vogliono chiederci, tendono a dire loro: «Da oggi fai parte dei nostri contatti. Compila questo form e ti contatteremo per eventuali necessità». È questo l’errore che occorre evitare di fare! Una strategia di Account based marketing ben progettata aiuta invece a implementare all’interno della organizzazione un metodo efficace, in grado di ridurre gli sprechi e di portare risultati soddisfacenti.
di Michele RipepiLaurea in Economia. Master in Organizzazione Aziendale e in Marketing Management. Docente di Marketing Industriale e di imprenditorialità in Fondazioni JobsAcademy. Docente a contratto di Marketing, Comunicazione e Organizzazione Aziendale in Fondazione Et Labora. Ventennale esperienza in realtà industriali, tra cui nel Gruppo Italcementi dove ha ricoperto ruoli di marketing e business development sia nazionale sia internazionale. Collabora con aziende nei campi del marketing B2B, della internazionalizzazione e nella definizione di processi di pianificazione strategica e piani operativi.
Con 2000 Plus e 2000 Plus Reflex Winkler mette al servizio dei posatori professionali due prodotti in grado di proteggere adeguatamente le membrane bituminose, prevenendo gli effetti dei raggi UV, del ristagno d’acqua e dei cicli gelo-disgelo. 2000 Plus è un protettivo elastomerico colorato a base acqua, resistente al ristagno, che fa da barriera ai raggi ultravioletti. Oltre che per le membrane bitume polimero, può essere utilizzato anche su lastre in fibrocemento, supporti in calcestruzzo, cemento, legno, mattoni e pietre naturali. 2000 Plus Reflex è una pittura protettiva elastomerica, sempre a base acqua e quindi senza solventi, di colore bianco riflettente. Oltre garantire la perfetta protezione dal ristagno d’acqua, permette di abbassare l’intensità del calore irradiato dal sole, con un considerevole risparmio di energia per il condizionamento e migliori performance dei pannelli fotovoltaici. I prodotti Reflex di Winkler hanno ottenuto riconoscimenti dai più accreditati istituti di certificazione a livello mondiale, tra cui CRRC Rating (Cool Roof Rating Council) che attesta l’indice di riflettanza solare e i valori delle emissioni solari.
in ceramica Saniflush, soluzione ideale per bagni dalle dimensioni ridotte o per chi desidera gestire al meglio la riorganizzazione degli spazi domestici senza affrontare grandi opere murarie. Il sistema di doppio scarico permette di utilizzare solo 1,8 o 3 litri di acqua con un risparmio di oltre 13 mila litri se rispetto a un wc tradizionale dotato di uno scarico 3-6 litri (comparazione fatta tenendo conto del consumo annuo di una famiglia di quattro persone).
7C PRESENTA LA MANOPOLA SPEED, ULTIMA GENERAZIONE DEI LIVELLATORI DI PIASTRELLE ED EVOLUZIONE DELLO STORICO SISTEMA DI LIVELLAMENTO DI PIASTRELLE DELL’AZIENDA TIRAMISÙ. PROGETTATA PER MIGLIORARE E OTTIMIZZARE LE TEMPISTICHE DI POSA, È COSTITUITA DA DUE PARTI IN PLASTICA RESISTENTE COLLEGATE DA UNA CERNIERA DOTATA DI UN GANCIO PER LA CHIUSURA. LA PARTE TRASPARENTE CHE PERMETTE DI CONTROLLARE FACILMENTE L’ALLINEAMENTO DELLE FUGHE DELLE PIASTRELLE. CON UN UNICO PEZZO È POSSIBILE LIVELLARE SPESSORI DA 3 A 18 MILLIMETRI. FACILE DA USARE, SI MONTA E SMONTA CON UN SEMPLICE CLIC E GARANTISCE UN LIVELLAMENTO PRECISO E VELOCE.
Saniseat di Sanitrit è il nuovo copriwater multifunzione che permette di sfruttare il wc come un vero bidet. Dotato di doccetta a getto aria con temperatura regolabile, Saniseat è compatibile con la maggior parte dei wc standard ed è pensato per adattarsi perfettamente al wc
HYUNDAI DOOSAN INFRACORE STA SOSTITUENDO IL MARCHIO DOOSAN SULLE SUE MACCHINE MOVIMENTO TERRA E INTRODUCE IL SUO NUOVO MARCHIO DEVELON, ATTUALMENTE IN FASE DI TRANSIZIONE. NEL FRATTEMPO DOOSAN HA LANCIATO IL NUOVO MINIESCAVATORE DX85R-7 DA 8 TONNELLATE STAGE V. CON INGOMBRO DI ROTAZIONE RIDOTTO (RTS) E ANGOLO DI BRANDEGGIO FINO A 60 GRADI, È PROGETTATO PER OFFRIRE MASSIME PRESTAZIONI IN SPAZI RISTRETTI. LA CABINA È PARTICOLARMENTE SPAZIOSA E COMODA, ANCHE IN TERMINI DI UTILIZZO DEI COMANDI. LA SICUREZZA È RAFFORZATA CON UNA TELECAMERA POSTERIORE DI SERIE E SISTEMA OPZIONALE CON RIPRESA A 360 GRADI. IL MINIESCAVATORE DX85R-7 È EQUIPAGGIATO DI SERIE CON LA DOOSANCONNECT, IL
Isolmant presenta un’importante novità per l’isolamento delle strutture orizzontali: il nuovo materiale che compone il Sistema Massa, un’innovativa mescola elastodinamica per prestazioni elevate, che risponde alle esigenze di tutte quelle strutture particolarmente leggere o deboli che richiedono non solo un maggior apporto di massa, ma anche una buona capacità di smorzamento delle vibrazioni. Tre le soluzioni disponibili: Isolmant Telogomma Classic, il nuovo Telogomma di Isolmant rinnovato con la nuova mescola elastodinamica; Isolmant Telogomma E+45, realizzato con il nuovo Telogomma inserito tra due strati di Isolmant Special, particolarmente indicato per l’isolamento acustico di solai in legno o leggeri; Isolmant Telogomma Plus, morbido e flessibile, per isolare tubazioni, cassonetti e piccoli componenti dalla superficie irregolare.
Risolvi con Sottocoppo Metallico e Coibentato!
Sottocoppo Metallico è la linea di lastre grecate complete di profili (correntini) brevettati da Fibrotubi per lo stabile ancoraggio del coppo tradizionale nel tempo.
Il sistema consente di dimezzare sensibilmente il peso della copertura e di recuperare anche i vecchi coppi nelle ristrutturazioni.
Ulteriori Vantaggi della versione Coibentata da 13 mm:
• Trasmittanza termica migliorata;
• Riduzione di rumore e condensa;
• Impermeabile;
• Pedonabile e impiegabile a basse pendenze.
L’azienda presenta uno slogan che sottolinea l’apertura a una vasta gamma di sistemi che vanno oltre il laterizio, soprattutto per le ristrutturazioni: dal pannello prefabbricato Isolclay all’innovativo fotovoltaico Wevolt. E l’operazione Terreal va avanti
di Veronica MonacoDi fronte alle sfide di un mondo in completa trasformazione, Wienerberger, gruppo internazionale di materiali da costruzione e soluzioni per infrastrutture con oltre 200 anni di esperienza, risponde con un’espressione che lega un sentimento di stupore e piacevole meraviglia a un universo di innovazione a 360 gradi, r ivolta allo sviluppo di sistemi sempre più all’avanguardia per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni, mettendo il focus su
sostenibilità, ricerca e sviluppo, logistica, digitalizzazione, sicurezza. Tutto questo è riassunto in Wow, acronimo di World of Wienerberger e slogan sotto cui si riuniscono le molteplici attività dell’azienda, guidate dai più elevati standard ambientali, sociali e di governance a livello mondiale e nazionale. YouTrade ha incontrato nello stabilimento di Bubano (Bologna) Robert Lang, ceo della filiale italiana per scoprire le ultime novità e le strategie future dell’azienda.
Domanda. Il 2022 è stato un ottimo anno anche per il settore dei laterizi. Come si presenta il 2023?
Risposta. Sarà ancora un anno sfidante, ma ricco di opportunità da non sprecare, per cui si può solo essere ottimisti. Verso la fine del 2022 si sono cominciati a intravedere i primi segnali di rallentamento sul mercato e le voci sull’andamento macroeconomico davano un outlook negativo. Nelle ultime settimane le stime sul Pil sono state riviste, e al momento sembra scongiurato un rischio recessione. Certo, rispetto all’anno scorso il passo sarà diverso, ma soprattutto per l’Italia grazie ai fondi europei si apriranno grandi opportunità. È l’occasione che aspettavamo da tantissimo tempo per dare finalmente una svolta al mercato.
D. Wienerberger è un’impresa che utilizza il laterizio in modo innovativo. Fare ricerca e sviluppo dà sempre i suoi frutti?
R. È l’unico modo per fare innovazione. Wienerberger è presente in Italia da più di 20 anni, ma la casa madre esiste da più di 200 anni e il prodotto principale del gruppo è rimasto sempre il laterizio. Rimanere sul mercato per così tanto tempo è possibile solo facendo innovazione, elemento che fa parte del nostro Dna. Stiamo lavorando molto non solo sulla ricerca e sviluppo in termini di prodotto, ma anche sull’innovazione di processo. Il nostro obiettivo principale è facilitare la vita dei nostri clienti e di chi lavora con Wienerberger, quindi stiamo adottando una visione più ampia che ci permetta di ottimizzare il lavoro dell’azienda e dare valore aggiunto ai nostri stakeholder.
D. Ci sono differenze tra i prodotti distribuiti sul mercato italiano e quelli che si vendono negli altri Paesi?
D. Wienerberger è leader mondiale nel laterizio, tuttavia i prodotti distribuiti in Italia sono molto diversi da quelli che vendiamo negli altri Paesi, proprio perché si adattano alle specificità dei singoli mercati. Più si sale nel Nord Europa, più il focus si sposta sulla protezione dal freddo. Nel nostro territorio, invece, l’efficienza energetica deve guardare anche e soprattutto al periodo estivo, ponendo una maggior attenzione verso murature massive. Inoltre, un grande focus in Italia è la sicurezza sismica, al contrario di altri Paesi europei.
D. Come affrontate i temi dell’efficienza energetica?
R. Da sempre Wienerberger è molto forte nel mercato delle nuove costruzioni, con soluzioni che permettono il raggiungimento di elevate prestazioni anche senza cappotto. Tuttavia, sia il mercato sia le normative, dal Green Deal europeo alla nuova direttiva firmata qualche giorno fa sulle classi energetiche degli edifici, spingono verso il mercato della ristrutturazione. In quest’ottica, Wienerberger sta lavorando per espandere la propria presenza anche in questo settore, presentando interessanti novità di prodotto al Klimahouse 2023. La prima si chiama Isolclay, un pannello
prefabbricato che combina laterizio facciavista con le prestazioni del poliuretano per il rivestimento in facciata.
Un’altra riguarda un sistema fotovoltaico molto particolare, disponibile anche in un inedito colore terracotta, che consente di superare i vincoli architettonici spesso presenti su determinate tipologie di edifici o nei centri storici. Questo prodotto si chiama X-Roof ed è già venduto dal Gruppo Wienerberger in altri Paesi, principalmente in Olanda, con il marchio Wevolt: ora inizieremo a proporlo anche sul mercato italiano.
D. Qual è il target a cui sono destinati questi prodotti?
R. I progettisti e le imprese, oltre ai nostri partner della distribuzione. Ci aspettiamo una collaborazione con i rivenditori più attenti al settore delle energie alternative. L’idea non è quella di entrare in un mercato di massa, ma offrire una soluzione innovativa, non standard, in grado di dare un valore aggiunto.
D. Nel seno dell’espansione di Wienerberger nel mercato della ristrutturazione si inserisce anche il recente annuncio dell’interesse all’acquisizione del Gruppo Terreal, fornitore europeo nel settore delle soluzioni innovative per tetti ed energia solare: che cosa può dire a riguardo?
R. L’acquisizione di Terral sarebbe un grandissimo passo avanti, che ci permetterebbe di diventare interlocutore unico per i nostri partner per tutto ciò che riguarda l’involucro. Unendo le forze di queste due aziende storiche potremo raggiungere più velocemente gli ambiziosi target che ci siamo prefissati in termini di transizione ecologica. Si lavora
L’innovazione in edilizia passa anche dalla digitalizzazione, spiega Enrico Lanconelli, responsabile Customer Service di Wienerberger Italia, che già da diversi anni ha implementato un processo di innovazione in ambito digitale, focalizzandosi principalmente sull’ottimizzazione della gestione degli ordini e della logistica. «Oltre a una piattaforma dedicata di proprietà Wienerberger Italia, che ormai abbiamo da diversi anni, di recente abbiamo introdotto un aggiornamento molto importante che consente, un software che chiamiamo Robot, l’inserimento automatico degli ordini all’interno del nostro gestionale. Questo consente di gestire l’attività in maniera molto efficace, riducendo al contempo il rischio di errori. Il livello di controllo è molto elevato rispetto all’inserimento manuale», spiega il responsabile customer service dell’azienda. Oltre ai commerciali interni dell’azienda, da un anno e mezzo il sistema è stato aperto anche ad alcuni clienti, che in questo modo hanno la possibilità di inserire gli ordini in prima persona, oltre ad avere accesso a tutta una serie di informazioni, come le schede tecniche dei prodotti, le informazioni sui materiali, i documenti di contabilità.
I vantaggi del digitale
«Chi ha iniziato a utilizzare la nostra app non vuole più tornare indietro. Questo sistema consente anche ai rivenditori di fare i riordini molto più facilmente, avendo una sorta di webshop dedicato, e diventare parte attiva del mondo Wienerberger. L’idea nel lungo periodo è allargare la platea di rivenditori che accedono a questo servizio e ottimizzare sempre più il sistema anche per la gestione automatica dei riordini in base agli stock dei clienti. La nuova applicazione consentirà in futuro anche di migliorare l’aggiornamento dei listini in maniera molto più veloce rispetto a quanto avviene attualmente». Un altro aspetto molto importante coinvolto dall’innovazione digitale è quello della logistica. «Abbiamo preso spunto dalla nostra casa madre che ha sviluppato un software molto puntuale per il tracking della merce. Nei Paesi in cui c’è una gestione diretta con i trasportatori Wienerberger ha studiato un’applicazione dedicata che consente di monitorare lo stato della merce da quando esce dallo stabilimento a quando è in transito, fino all’arrivo in cantiere. È uno strumento molto avanzato, già attivo in alcuni Paesi, a cui arriveremo anche in Italia tra qualche anno», aggiunge Lanconelli. «In Italia abbiamo lavorato al monitoraggio delle operazioni di carico delle merci nello stabilimento di Bubano, e presto introdurremo questo sistema anche negli altri stabilimenti». Come funziona? Nel dettaglio, qualsiasi trasportatore che accede al nostro stabilimento può utilizzare uno schermo touch che gli consente di registrare in autonomia il suo ingresso e la sua uscita dall’area di carico. Il trasportatore è libero di fare il check-in e il check-out, ma deve avere un’informazione fondamentale: il numero di ordine.
«Sembra una banalità, ma tanti arrivano senza sapere cosa devono caricare. Per ovviare a questo problema, abbiamo iniziato a innovare
il processo di gestione in modo da permettere al trasportatore di ricevere giorni prima il riferimento dell’ordine, creando un documento di trasporto che viene automaticamente inviato via mail anche al cliente. Sul documento sono riportati tutti i dettagli dell’ordine, il giorno in cui deve essere caricato, e un numero che il corriere deve inserire sul monitor nella fase di check-in insieme ai suoi dati. A quel punto viene stampato un buono di carico che permette al trasportatore di accedere all’area carico dove i carrellisti, dotati di un tablet collegato in tempo reale con il monitor, possono visualizzare in digitale l’ordine. Questo doppio controllo ci consente di operare con la massima sicurezza. Una volta completata la fase di carico, il trasportatore reinserisce i suoi dati per ricevere infine il Ddt, documento cartaceo obbligatorio che serve per trasportare le merci su strada». L’innovazione digitale Wienerberger passa anche dal controllo automatizzato degli stock collegato a programmi di produzione, per garantire la disponibilità del prodotto in ogni periodo dell’anno, e il tracciamento Dop all’interno dei pacchi: ogni bancale ha un Qr code ben visibile, che permette ai clienti di trovare immediatamente le informazioni tecniche dei prodotti e scaricare le schede tecniche dal sito dell’azienda. «Ci siamo concentrati nel migliorare il customer per gestire le informazioni in maniera immediata e automatica, così da semplificare le tempistiche in modo strutturato, preciso e più chiaro per tutti».
Uno dei pilastri su cui si regge la strategia di Wienerberger per il presente e il futuro è la sostenibilità, che si declina su tre parole chiave: decarbonizzazione, economia circolare e biodiversità. Ma che cosa significa tutto questo per un’azienda che si occupa di laterizi? YouTrade lo ha chiesto a Eleonora Tu, che in Wienerberger ha proprio l’incarico di specialista della sostenibilità. «Quella della specialista della sostenibilità è una figura abbastanza recente nel panorama industriale generale, che si differenzia a seconda del settore in cui si trova a operare. Il campo di azione è molto ampio, e nel mio caso specifico mi occupo di supportare tutti i processi che possono avere una ricaduta sulla parte di sostenibilità e impatto ambientale di Wienerberger Italia, finalizzati al raggiungimento di obiettivi molto precisi». Uno di questi obiettivi prevede l’abbattimento del 15% delle emissioni di CO2 nel 2023 per il raggiungimento del quale l’azienda ha già tracciato una roadmap chiara ed efficace. «Le nostre azioni principali hanno riguardato gli additivi per migliorare la formulazione dei nostri impasti utilizzando materiali riciclati. Abbiamo lavorato anche per ottimizzare l’utilizzo dei forni, e tutta l’energia elettrica arriva già da fonti rinnovabili. Grande attenzione
è stata riservata anche alla parte dell’approvvigionamento energetico, tanto che abbiamo montato impianti fotovoltaici su tre dei nostri quattro stabilimenti, e presto provvederemo anche al quarto. Naturalmente proseguiremo questo percorso che va verso la decarbonizzazione totale nei prossimi decenni».
Economia circolare
Oltre alla decarbonizzazione, il progetto di sostenibilità dell’azienda è focalizzato anche sui temi dell’economia circolare, con un lavoro continuo orientato alla ricerca di materie prime sempre più sostenibili per produrre soluzioni in laterizio ecocompatibili, e della biodiversità, con diversi progetti per proteggere la flora e la fauna nei pressi degli impianti industriali. «Abbiamo già avviato progetti presso gli stabilimenti di Bubano e Gattinara per massimizzare le aree verdi nelle aree di nostra proprietà. L’anno scorso abbiamo organizzato un evento per la piantumazione di alberi a Bubano che ha coinvolto le scuole locali, i dipendenti e le famiglie, che sarà replicato più avanti anche negli altri siti aziendali. Oltre a creare aree verdi, prevediamo anche di installare nidi per gli uccelli e continuare l’implementazione di arnie nei nostri stabilimenti». Presso la cava di estrazione di argilla a Bubano, infatti, Wienerberger ha installato dieci arnie che ospitano circa 3-4 mila api a cassetta, insetti impollinatori fondamentali per il funzionamento dell’ecosistema e la protezione della biodiversità.«Ogni arnia può arrivare a produrre circa 20 chilogrammi di miele all’anno, certificato e biologico. A Terni invece, grazie agli ulivi presenti in cava, produciamo anche l’olio», aggiunge la manager. «Per ogni sito abbiamo un ambasciatore della biodiversità, colleghi che ci aiutano a raggiungere gli obiettivi inseriti nella nostra Sustainability Roadmap. L’aspetto cruciale è portare avanti diverse tematiche contemporaneamente in un percorso di aggiornamento continuo. Vincere la sfida della transizione energetica ed ecologica,
proponendo sempre un materiale di altissima qualità, è una delle complessità di questo lavoro, a cui si aggiunge la necessità di essere credibili e fare azioni concrete e tangibili, e non mere operazioni di marketing. In questo momento non c’è azienda che non dica di essere sostenibile, e all’esterno è difficile capire se un’azienda si sta impegnando davvero o meno. Proprio per questo abbiamo deciso di pubblicare un Sustainability Report in cui spieghiamo i nostri obiettivi e rendicontiamo le nostre azioni in totale trasparenza. Si tratta di un documento volontario e del tutto inedito nel panorama nazionale dei produttori di laterizi. Un modo per dimostrare quello che si è fatto e che si intende fare, e di prendersene anche la responsabilità». Ma qual è il livello di sensibilità del mercato a questo tema? Come la filiera delle costruzioni, rivenditori in primis, stanno rispondendo a questa transizione green? «L’introduzione dei C am in edilizia ha cambiato l’approccio alla sostenibilità in un tempo molto breve e oggi il tema dell’economia circolare è diventato un importante elemento di comunicazione all’interno del settore, a differenza di pochissimi anni fa», commenta Tu. «Ci hanno sorpreso positivamente i risultati di un sondaggio che abbiamo realizzato con i rivenditori edili italiani in cui emerge chiaramente che comincia a esserci un interesse per la sostenibilità. I distributori e i clienti stanno cominciando a capire che è un aspetto del business di cui devono tenere conto, in virtù della sensibilità sulla tematica o perché la normativa li spingerà sempre di più ad occuparsene».
«La sicurezza è uno dei pilastri su cui si fonda Wienerberger», esordisce Lorenzo Metullio, Direttore di produzione e della ricerca e sviluppo. Garantire i più alti standard di salute e sicurezza sul lavoro è uno degli principali obiettivi che l’azienda persegue non solo nei confronti dei propri dipendenti, ma anche per tutti i clienti che accedono agli stabilimenti e che usano i prodotti nei cantieri. «È difficile pensare a un’azienda di successo con tanti infortuni o dove la salute delle persone non è al primo posto, specialmente quando si ha a che fare con una produzione a ciclo continuo come la nostra. Oltre ad aver implementato dispositivi di protezione individuale per i lavoratori, proprio per ridurre i rischi al minimo, abbiamo delle procedure molto scrupolose per la messa in sicurezza delle macchine. All’interno di una fornace ci sono tantissime macchine ad avviamento automatico molto potenti, quindi abbiamo procedure di spegnimento che assicurano che tutte le energie siano inibite prima di fare un intervento di qualsiasi tipo, così che sia praticamente impossibile che la macchina per qualsiasi motivo, anche per l’errore di un altro operatore, possa muoversi con conseguenze potenzialmente fatali», spiega il direttore industriale. Proprio perché la sicurezza è al centro della strategia aziendale, Wienerberger ha stilato una Safety Roadmap che prevede azioni di miglioramento anno su anno. «La sicurezza deve essere una cultura, si deve respirare nella vita quotidiana di tutti i giorni. Nessuno può essere escluso da questo valore. Lavorare in un contesto sicuro e attento alla salute significa avere la possibilità di identificarsi con un’azienda che ha un elevato contenuto etico. Per non essere
improvvisati e caotici ci siamo dati un metodo per strutturare e misurare le nostre attività, seguendo una Safety Roadmap: una lista di attività sul tema sicurezza e salute che ogni anno viene presentata a tutti i lavoratori». Tra le attività in programma ogni anno ci sono i Safety Day, giornate dedicate alla sicurezza in cui l’azienda si ferma per un giorno intero, anche gli stabilimenti produttivi (cosa non da poco per una realtà così strutturata come quella di Wienerberger), e tutti i dipendenti partecipano ad attività di training e corsi di formazione e sensibilizzazione alla sicurezza. «Oltre a rappresentare un’inefficienza economica, fermare gli impianti non è così banale, ma mette in evidenza qual è la priorità dell’azienda per i suoi lavoratori», commenta Metullio. «Oltre ai Safety Day tutti i mesi i team di produzione fermano gli impianti per un’ora e fanno il punto sulla sicurezza con tutti i lavoratori raccogliendo eventuali segnalazioni. Solo nel 2022 sono state raccolte 715 segnalazioni e più dell’80% oggi sono già state evase. Questa attenzione costante alla sicurezza e questo sforzo di tutti per un continuo miglioramento ha l’obiettivo di abbattere i rischi e raggiungere lo zero infortuni». Un’altra attività molto importante della Safety Roadmap Wienerberger è connessa al tema della salute: su base volontaria tutti i lavoratori hanno infatti a disposizione un check up medico gratuito per la valutazione del rischio cardiovascolare a opera di una struttura medica convenzionata. «Operare in un ambiente che premia la sicurezza e la salute consente di lavorare più serenamente. E anche l’immagine dell’azienda viene valorizzata: chi compra i prodotti Wienerberger sa che dietro c’è tutta questa attenzione. Anche questa è sostenibilità».
La vecchia cava dello stabilimento di Bubano (Bologna): parte della superficie è destinata a creare un sistema di laghetti per la fauna locale. A sinistra, dipendenti durante i Safety Day dedicati alla sicurezza
da mesi a questa operazione, attualmente stiamo aspettando la risposta delle autorità Antitrust nei vari Paesi coinvolti. È una transazione importante, siamo ottimisti.
D. Come gestite l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia?
R. Abbiamo una strategia di approvvigionamento a lungo termine e abbiamo rinnovato gli accordi con i nostri partner per ogni singolo materiale. Possiamo inoltre contare sul grande vantaggio competitivo di avere cave di proprietà da cui estrarre l’argilla, che ci consentono di essere più autonomi rispetto ai colleghi del settore ceramico che importavano il materiale dall’estero, specialmente dal Donbass, oggi scenario di guerra. Per quanto riguarda i costi energetici, la situazione continua nel segno dell’instabilità: oltre ai fattori geopolitici, si sommano anche temi legati alla transizione ecologica, quindi è un momento di grandi incertezze. Il nostro approccio è quello di diventare più autonomi continuando a puntare su fotovoltaico e autoproduzione di energia elettrica. Già oggi, tutta l’energia elettrica che utilizziamo nei nostri stabilimenti è 100% green.
D. Materie prime, energia elettrica, ma anche sostenibilità, digitalizzazione, logistica: sono tanti i settori coinvolti dal processo di innovazione. Cosa state facendo a riguardo?
R. Per rispondere alle richieste di un mercato e di normative in costante evoluzione, negli ultimi tre anni Wienerberger Italia ha ripensato al proprio setup interno non solo dal lato commerciale, ma anche per la parte operativa. Abbiamo instaurato una organizzazione a matrice in cui un team di esperti sui temi dell’energia, delle materie prime, della sostenibilità, della digitalizzazione e della sicurezza, lavora a fianco dei plant manager, responsabili delle attività quotidiane degli stabilimenti. Questa struttura che abbiamo creato serve anche per supportare la crescita di Wienerberger e dei suoi partner in maniera strategica, ampliando la gamma dei prodotti e uscendo dal focus sulle nuove costruzioni dei materiali tradizionali con cui l’azienda è conosciuta.
D. Un ulteriore salto di qualità lo state portando avanti con la digi-
talizzazione. In questo ambito come vi state muovendo e con quali obiettivi?
R. L’obiettivo non è la digitalizzazione in sé, ma liberare risorse per altre attività che danno valore aggiunto, dalla gestione degli ordini ai processi produttivi, facilitando la vita non solo ai dipendenti, ma a tutti coloro che lavorano con Wienerberger.
D. Un altro focus su cui l’azienda concentra la sua attenzione è quello della sostenibilità. Qual è il vostro approccio all’argomento e quali iniziative state portando avanti?
R. La sostenibilità è diventata parte integrale della nostra strategia, sia a livello locale che per tutto il Gruppo. Per una società quotata in Borsa la sostenibilità è oggi anche una esigenza finanziaria, ma io ritengo che sia in primis un obbligo nei confronti delle generazioni future. Ogni nostra decisione sugli investimenti, ogni macchina che compriamo, ogni nuovo prodotto che produciamo, passa da una valutazione degli aspetti di sostenibilità. Abbiamo tre pilastri che ci guidano: la decarbonizzazione,
L’apertura di Wienerberger anche al mercato della ristrutturazione porta con sé due importanti novità di prodotto, che si inseriscono in modi diversi come risposta al tema dell’efficientamento energetico degli edifici. «Oltre ai nostri sistemi evoluti in laterizio per le nuove costruzioni, soluzioni massive che permettono di costruire edifici energeticamente efficienti senza bisogno di cappotti e materiali isolanti, Wienerberger ha in serbo due grandi novità che verranno presentate al Klimahouse 2023», anticipa Dario Mantovanelli, responsabile Commercial Excellence dell’azienda. «La prima novità si chiama X-Roof ed è un sistema fotovoltaico della famiglia Wevolt particolarmente interessante per due motivi: può essere utilizzato anche in totale sostituzione delle tegole e, grazie all’inedita colorazione terracotta, disponibile oltre al classico modulo nero, diventa una soluzione interessante anche in contesti vincolati come i centri storici. La seconda soluzione si chiama invece Isolclay e si presenta come un pannello prefabbricato che abbina laterizi facciavista e poliuretano per il rivestimento delle facciate di edifici
esistenti. L’isolante non è più esposto agli agenti atmosferici, ma protetto dai listelli, e la parete rivestita è esteticamente identica a quella di un edificio massivo in laterizio, con elevate prestazioni di isolamento, resistenza al fuoco e durabilità». La prefabbricazione aggiunge inoltre ulteriori vantaggi al prodotto, consentendo il massimo grado di personalizzazione. «Anche il progettista con esigenze particolari a livello di formati e colori può attingere da tutto il portfolio di soluzioni Wienerberger. Abbiamo una gamma di facciavista estremamente completa, che va dai colori più tradizionali a quelli più innovativi», spiega Mantovanelli. «Aprirci a nuovi scenari è stata un’evoluzione naturale per Wienerberger: il laterizio rimane il focus storico dell’azienda ma per assecondare le richieste del mercato della ristrutturazione abbiamo ritenuto necessario muoverci in questa nuova direzione. La vendita del singolo prodotto diventa ora punto di partenza per proporre una gamma completa per l’involucro in ottica di sistema. In tutto questo il distributore avrà un ruolo chiave: la nostra esperienza sommata a quella delle rivendite e la nostra capacità di assistenza può veramente fare la differenza sul mercato in un processo winwin per entrambi. Grazie a uno staff di consulenti tecnici che si muovono sul territorio, facciamo promozione attiva dei nuovi materiali in modo da agevolare il rivenditore a valorizzarsi in un mercato di maggiore qualità e intercettare i progetti e cantieri più innovativi». Ma i rivenditori sono pronti al cambiamento?
«In passato c’era una maggior tendenza nell’effettuare gli ordini all’ultimo momento, poi il lockdown e la carenza di materiale hanno obbligato tutti a fermarsi e impostare una gestione diversa degli approvvigionamenti. Ho notato nei rivenditori, soprattutto quelli più strutturati, una maggiore visione a medio-lungo termine. E se in passato la domanda era spesso rivolta a materiali tradizionali, vedo oggi con piacere un cambio di mentalità e un atteggiamento più propositivo nel proporre ai propri clienti sistemi innovativi».
l’economia circolare e la biodiversità, e in tutti questi ambiti facciamo azioni concrete. L’anno scorso abbiamo anche pubblicato un report sulla sostenibilità dove, oltre a tracciare le strategie a lungo termine, abbiamo messo nero su bianco tutte le azioni che stiamo intraprendendo e gli obiettivi a breve termine.
D. Quali sono i prossimi step?
R. Abbiamo vari progetti in corso. Innanzitutto, per quanto riguarda la decarbonizzazione dei nostri processi produttivi, quest’anno intendiamo ridurre le emissioni di CO2 del 15% rispetto al 2020. Siamo già al 90% dell’obiettivo, e per colmare il restante 10% abbiamo un piano di azione molto concreto. Nel prossimo futuro saranno implementate delle nuove tecnologie come il biogas, ma la vera sfida sarà l’idrogeno, che potrà veramente fare la svolta nell’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality ma richiede anche infrastrutture completamente diverse da quelle attualmente in uso.
Manitou, uno dei principali player per movimentazione, piattaforme aeree e movimento terra, trasformerà le macchine di Kiloutou, terza società di noleggio di attrezzature: propulsori a batterie invece di motori a combustione. La prima è un carrello elevatore
Nasce il primo progetto di retrofit di macchine pesanti, che coinvolge un costruttore e una società di noleggio. A siglare questa importante partnership sono Manitou, uno dei principali player mondiali nei settori della movimentazione, delle piattaforme aeree e del movimento terra, e Kiloutou, terza società di noleggio di attrezzature generaliste in Europa. L’accordo di collaborazione esclusiva prevede la fornitura di kit che consentono di trasformare i motori termici in propulsori completamente elettrici a bassissime emissioni di carbonio. «Attualmente stiamo lanciando la gamma a basse emissioni Oxygen », afferma Michel Denis, direttore generale del Gruppo
Manitou. « Cercavamo però anche una soluzione per le nostre macchine a combustione interna già in funzione, per sviluppare lo stesso approccio. Kiloutou è particolarmente aperta a questo tipo di soluzioni, quindi lavoreremo insieme per creare dei kit di retrofit. L’obiettivo è estendere la vita utile dei nostri prodotti e ridurre la nostra impronta di carbonio».
Nei prossimi due anni le due aziende lavoreranno per verificare la fattibilità tecnica ed economica del progetto, che prevede l’elettrificazione di carrelli elevatori telescopici inizialmente progettati e venduti con motori a combustione interna. La prima fase dei test sarà effettuata su
un carrello elevatore telescopico della flotta di noleggio di Kiloutou, che nel corso del 2023 sarà smontato e riassemblato con un kit di elettrificazione presso lo stabilimento del Gruppo Manitou ad Ancenis, in Francia. Il dimostratore sarà successivamente testato in condizioni reali presso il centro di prova Kiloutou vicino a Lille, sempre in Francia.
Una volta superato il test, il Gruppo Manitou proporrà in esclusiva a Kiloutou dei kit di elettrificazione per macchine rimesse a nuovo con parti nuove o usate, che comprenderanno vari componenti, tra cui batterie agli ioni di litio. La collaborazione riguarderà soprattutto attrezzature che Kiloutou ha nel parco noleggio da circa cinque anni e
la distribuzione dei kit avverrà su più modelli in un periodo di 12 mesi, a partire dall’inizio del 2024. Le macchine elettrificate saranno incluse nella gamma ecologica Impakt e rese disponibili nelle filiali Kiloutou in Francia. «In Kiloutou siamo convinti che la decarbonizzazione del settore dell’edilizia e dei lavori pubblici richieda un lavoro di squadra. Il progetto con il Gruppo Manitou mette in pratica questo principio e dimostra che operiamo per raggiungere gli stessi obiettivi», dichiara François Renault, direttore Attrezzature e Sviluppo Sostenibile. «La possibilità di offrire una seconda vita alle macchine della nostra flotta, riducendone le emissioni, è una leva fondamentale per ridurre le nostre emissioni indirette. Attualmente lavoriamo con particolare impegno per accelerare questa soluzione di economia circolare».
L’allenatore del Liverpool Jürgen Klopp è Brand Ambassador del Gruppo fischer, dove il padre Norbert ha lavorato per quasi 35 anni. Nato in Foresta Nera e cresciuto non lontano da Waldachtal, dove ha sede il Gruppo fischer, Klopp è considerato tra i migliori coach nel mondo del calcio. «La partnership con fischer non è una collaborazione convenzionale, è una questione che mi sta a cuore. È un po’ come tornare a casa», ha affermato l’allenatore. «È un grande piacere e un onore per noi avere come ambasciatore del marchio uno dei migliori allenatori di calcio al mondo e una delle personalità più popolari. Con il suo modo di pensare, i suoi valori e la sua professionalità Jürgen Klopp si inserisce perfettamente nella nostra squadra e nella famiglia fischer», ha commentato Klaus Fischer, titolare e presidente del Gruppo, nel cui ufficio fa bella mostra una maglia da calcio, incorniciata e autografata con la dedica «Per Klaus da Klopp».
Nasce Bauwerk Group Italia, nuova società che unifica le attività dei marchi Bauwerk e Boen sotto la guida del direttore generale Luca Stacchiotti, già responsabile italiano dell’azienda svizzera dal 2011 al 2020 e, dal 2021, responsabile commerciale Boen. L’acquisizione si colloca nell’ambito della strategia di crescita del produttore europeo di pavimenti in legno e conferma l’interesse del gruppo elvetico per il mercato italiano. «Questo passaggio è molto importante perché dimostra la volontà del Gruppo Bauwerk di investire e crescere nel nostro Paese, che resta un mercato chiave in ambito europeo anche perché i consumatori sono tra i più attenti alla qualità di prodotti e materie prime», sottolinea Stacchiotti.
Fondata nel 1956 e specializzata in sistemi di videocitofonia, antintrusione, videosorveglianza, domotica, rivelazione incendi e controllo accessi, Comelit Group presenta il primo Bilancio di Sostenibilità redatto sulla base dei Global Reporting Initiative Standard (GRI Standard) e disponibile sul sito aziendale e nell’app MyComelit. «Si tratta di un documento che offre una fotografia oggettiva dei risultati che abbiamo sin qui conseguito, ma soprattutto traccia una strada verso i nuovi obiettivi che siamo impegnati a cogliere, in una prospettiva di miglioramento continuo che appartiene al nostro modo di essere e di operare. Consapevoli che quella dello sviluppo sostenibile è la vera sfida del presente, a cui tutti siamo chiamati», dichiara il ceo e amministratore delegato, Edoardo Barzasi. Il documento approfondisce e rappresenta i principali aspetti e indicatori ambientali, sociali e di governance, ma anche le caratteristiche del modello di business, sottolineando la centralità che le persone rivestono nel sistema di valori di Comelit, riassunta nella promessa aziendale «With You. Always».
Uno dei concetti importanti per qualsiasi azienda è valutare il lead time dei fornitori. Si tratta del tempo impiegato dal momento dell’ordine fino al momento della consegna. Il lead time influenza direttamente il livello delle scorte (più lungo è il lead time e maggiore è solitamente il livello di scorta richiesto) oppure il livello di servizio fornito al cliente (oggi alcuni operatori del commercio elettronico forniscono lead time di qualche ora). In questi tempi tale parametro è diventato un elemento di criticità per la gestione del business.
Le ultime vicende economiche accadute a livello globale hanno portato a un progressivo aumento dei tempi di consegna. Che cosa è necessario conoscere sul lead time per riuscire a tenere sotto controllo scorte e livello di servizio? Intanto, il lead time è un dato dinamico, che cambia nel tempo, quindi è necessario aggiornarlo periodicamente nel sistema gestionale. Il non aggiornamento comporta dati inattendibili elaborati dai sistemi di approvvigionamento come l’Mrp, con il rischio di generare stock out. Quale valore registrare? L’intervallo deve considerare il tempo che intercorre tra la conferma dell’ordine al fornitore e il momento in cui il materiale è disponibile alla produzione o alla vendita nel magazzino. Il concetto di disponibilità è importante, soprattutto se l’azienda ha periodi di controllo qualità in ingresso lunghi: il lead time deve comprendere anche questi tempi. In altre parole, il lead time termina nel momento in cui è possibile prelevare il materiale sapendo che è conforme. Ultimo aspetto è il rilievo di questo tempo. Spesso le aziende compiono un errore grossolano calcolando il lead time come il tempo di
approvvigionamento medio. Nulla di più sbagliato. Se è preso il tempo di consegna medio, il rischio di ricevere materiale in ritardo è del 50%. Si valuti il grafico in pagina, che esprime quante volte sul totale (frequenza) il fornitore ha consegnato nei giorni posti nell’asse delle ascisse. Se si calcola la media, il risultato è di circa dieci giorni. Impostando tale valore nel sistema gestionale, purtroppo, si è in grado di essere puntuali solo quando le consegne sono effettuare in meno dieci giorni. Purtroppo, così facendo il fornitore sarà in ritardo il 50% delle volte. La soluzione deve quindi
partire dall’analisi della distribuzione, aiutandosi con grafici come quello proposto. Come nell’esempio, impostando il lead time a 12 giorni si è in grado statisticamente di ricevere il materiale puntuale il 90% delle volte.
Conoscere, controllare e aggiornare è il processo più semplice per evitare di generare disservizi dovuti all’incongruenza tra i tempi di approvvigionamento reali e quelli registrati a sistema. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)
Da oltre trent’anni è in vigore la legge (9 gennaio 1989, n.13) sulle disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, che segna un fondamentale passaggio per estendere la possibilità di accesso agli edifici per le persone con disabilità. In questo va colto quello che la rende, nella prospettiva di una progettazione sempre più orientata all’universal design, al design for all, e all’inclusive design, ancora un punto di forte interesse per la volontà e l’impegno di estendere il diritto alla fruizione a un numero ampio di utilizzatori degli edifici, nonché alla definizione di prescrizioni tecniche di tipo prestazionale.
Obiettivo
L’obiettivo perseguito dal legislatore è stato spronare i privati cittadini a eliminare le barriere architettoniche, tramite l’accesso a un contributo economico specifico, indirizzato a quei manufatti in cui si svolgono le quotidiane
attività della vita: le loro case. Ottenuto l’incremento e la realizzazione della piena funzionalità del patrimonio edilizio privato, la strada per produrre effetti negli edifici pubblici e più in generale nei beni pubblici, è stata relativamente semplice. A cinque mesi di distanza dall’entrata in vigore della legge, è stato prodotto il Regolamento di attuazione, con le prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, decreto ministeriale ancora vigente. Quello delle barriere architettoniche, resta un tema tutt’altro che superato, anzi è proprio la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la legge 3 marzo 2009, a segnare un ulteriore cambio di passo, poiché riconosce l’importanza dell’accessibilità alle strutture fisiche, e non solo, per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali. Agire per superare
di Roberto Bolici*o eliminare le barriere architettoniche è dunque compito di tutti, anche del Distributore di materiali per l’edilizia.
Diverse agevolazioni
Ai contribuenti che effettueranno interventi funzionali all’abbattimento delle barriere architettoniche, la normativa propone diverse tipologie di agevolazioni fiscali. La detrazione Irpef del 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024 (36% dopo questa data) per ristrutturazione edilizia dell’immobile, disciplinata dall’articolo 16-bis del Tuir (comma 1, lettera e). La detrazione del 75%, introdotta dalla legge di bilancio 2022 (legge n. 234/2021) ed estesa fino al 31 dicembre 2025 dalla legge di Bilancio 2023. Infine, la detrazione del superbonus, prevista per gli interventi trainati, se eseguiti congiuntamente a determinati interventi trainanti.
Sono riconosciute come spese previste nell’agevolazione legata alla ristrutturazione edilizia gli ascensori e montacarichi, gli elevatori esterni all’abitazione, la sostituzione di gradini con rampe, sia negli edifici che nelle singole unità immobiliari, la realizzazione di strumenti che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, favoriscono la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave. Mentre non sono riconosciute come spese l’acquisto di strumenti o beni mobili, anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità della persona con disabilità.
Alla luce di quanto espresso nella normativa, l’agevolazione non può essere richiesta sia per gli interventi su immobili in fase di costruzione che per gli interventi di demolizione e ricostruzione. Sono inclusi, invece, gli interventi che prevedono il mantenimento della stessa volumetria dell’edificio preesistente, anche se inquadrabili come ristrutturazione edilizia.
Le finestre FAKRO in PVC sono realizzate con componenti riciclati e i materiali con cui sono prodotte possono essere a loro volta riutilizzati praticamente al 100%. Sono una scelta sostenibile e possono essere installate in qualsiasi vano, anche quelli ad alta concentrazione di umidità come bagni e cucine.
Le finestre FAKRO in PVC offrono:
- resistenza e durabilità – non assorbono l’umidità, non necessitano di verniciatura e il vetro è coperto da garanzia illimitata per danni da grandine.
- possibilità di adattarsi a qualsiasi stile di interior – sono disponibili nel colore bianco e in due finiture effetto legno, pino naturale o rovere.
- elevata sicurezza – sono dotate del sistema di rinforzo della costruzione topSafe che garantisce una maggiore resistenza allo scasso.
La nuova edizione dell’evento alla Fiera Bolzano ha come linee guida innovazione, ispirazione ed ecosistema. Al centro sfide energetiche, il cambiamento climatico e le nuove frontiere progettuali, con un focus sulle ultime innovazioni del settore
n uno scenario estremamente complesso, tra cambiamento climatico e crisi energetica, la sfida che oggi il settore deve affrontare è adottare una prospettiva più ampia per comprendere l’ecosistema in cui viviamo, le interrelazioni e la dipendenza disequilibrata che legano area urbana e hinterland», esordisce Sacha Menz, professore di Architecture and Building Process presso il Politecnico di Zurigo (Eth Z ü rich), ospite dell’evento di presentazione di Klimahouse
2023, il salone dedicato all’efficienza energetica e alla sostenibilità in edilizia (8-11 marzo) alla Fiera Bolzano.
INTERDISCIPLINA
Co-fondatore dell’Institute for Technology in Architecture del Politecnico di Zurigo e direttore del neonato Future Cities Laboratory Global, Menz sostiene che tecnologia e innovazione, tecnica e ricerca possono essere cruciali per definire l’architettura di domani solo in unione al fattore umano. «Oggi più che mai è
necessario ripensare il futuro delle città mettendo in discussione il modello di urbanistica internazionale che ne ha guidato lo sviluppo nell’ultimo secolo e in questo, il ruolo dei professionisti è cruciale. Scienza, design, ingegneria e governance: sono questi i quattro pilastri di una ricerca interdisciplinare che può creare un sistema virtuoso e contribuire al futuro sostenibile delle città». Un approccio multidisciplinare che rappresenta anche l’anima di Klimahouse, concentrato sulle sfide energetiche, il cambiamento climatico e le nuove frontiere progettuali, con un focus sulle ultime innovazioni del settore.
Sogimi con Skala, pannello fotovoltaico appositamente concepito per l’integrazione architettonica, capace di trasformare il tradizionale involucro verticale in un generatore di energia.
Griesser con le persiane a pantografo particolarmente adatte a grandi finestre. Sono motorizzate e resistono a velocità di vento fino a 120 km/h. Le ante regolabili in orizzontale seguono il corso del sole e creano sofisticate atmosfere di luce ed effetti d’ombra.
Eneren con Naw Hive, pompa di calore dal design originale che unisce innovazione tecnologica e formale.
Calchèra San Giorgio con Calcedicampo geo-intonaco naturale, caratterizzato da un’elevata traspirabilità, tale da minimizzare i fenomeni di condensa superficiale. Questo rivestimento per esterni è costituito da un composto equilibrato di materie riciclate, derivate dalla filiera agroalimentare e dal laterizio, quali: calce pura naturale e sabbia da gusci d’uova, ceneri amorfe di lolla di riso e cocciopesto. Tecnosugheri con Corkpan MD Facciata, pannello isolante in
«Cambiare il modo in cui costruiamo o ristrutturiamo non è una scelta, ma un dovere. In linea con questa missione, abbiamo scelto tre parole chiave per descrivere l’edizione di Klimahouse: innovazione, perché come ogni anno punteremo i riflettori sulle novità tecnologiche e metodologiche, sui prodotti, sulle realtà imprenditoriali e sulle start up in grado di ridefinire il settore anche grazie a iniziative come il Klimahouse Prize; ispirazione, perché Klimahouse 2023 con centinaia di espositori e molteplici eventi, come i cinque Klimahouse Tours, organizzati in collaborazione con la Fondazione Architettura Alto Adige, permetterà
sughero espanso che permette di lasciare la tipica finitura materica a vista sia in interno che in esterno, assolvendo dunque alla doppia funzione di isolamento termo-acustico e di rivestimento architettonico di murature e facciate.
Rice House con Laterice, sistema murario a umido, realizzato a partire dal sottoprodotto alimentare del riso.
Gruppo Poron con Neodur WTRX A+, isolante con goffratura e tagli rompitratta in polistirene espanso, ottenuto da materie prime rinnovabili derivanti da biomassa, quali sottoprodotti di rifiuti organici.
3Therm con Stepsound Zero, pasta acustica a base di elastomeri, resine ed additivi aggrappanti che permette l’insonorizzazione delle scale, sia nuove che esistenti.
Pontarolo Engineering con Climablock, blocco-cassero per la realizzazione di pareti portanti in calcestruzzo armato isolate, dotate di elevate prestazioni termiche ed antisismiche.
a tutti di osservare da vicino esempi virtuosi di edilizia sostenibile; ecosistema perché tecnologia e know-how non bastano per costruire bene e vivere bene, servono soprattutto le persone con la loro professionalità», ha affermato il direttore di Fiera Bolzano, Thomas Mur. «Per questo, in occasione della fiera presenteremo gli esiti della nostra ricerca volta a rispondere a una domanda di vitale importanza per il settore, ovvero quali sono le figure professionali strategiche e necessarie per l’edilizia di domani verso un nuovo ecosistema del costruire bene. A Klimahouse si troverà una risposta e si affronteranno numerosi temi, di grande attualità per il settore, che contribuiranno a definirne il futuro».
Al centro della manifestazione, venerdì 10 e sabato 11 marzo, il
Klimahouse Congress: insieme a ospiti d’eccezione con un programma di primaria importanza, come il ruolo dell’edilizia nella questione energetica e la qualità dell’abitare come cardine dell’edilizia sociale. «Il sodalizio con Klimahouse e l’annuale appuntamento con il Klimahouse Congress hanno ricoperto negli ultimi anni un ruolo cruciale per promuovere l’architettura sostenibile, diffondendo ad ampio raggio una nuova cultura progettuale orientata all’edilizia green», afferma Uwe Staffler, di Agenzia CasaClima. Nella giornata di venerdì i riflettori sono puntati sul ruolo dell’edilizia nella questione energetica e sulla sfida di efficienza e rinnovabili tra vecchie e nuove dipendenze con Timo Leukefeld, esperto dell’abitare energetico nel futuro, Freiberg, Nanne De Ru di Powerhouse Company (Rotterdam), Stefano Laporta, presidente di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la
CiAsa Aqua Bad Cortina (Architetti Armin e Alexander Pedevilla di Pedevilla Architects): una casa d’alta montagna realizzata con materiali naturali e di provenienza locale che mette al centro l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale.
SAGM (Architetto Christian Gasparini di NAT office): l’atelier di scultura dell’artista Michelangelo Galliani a Montecchio Emilia è uno spazio di lavoro minimale, aperto, connesso all’esistente casa per dimensioni e proporzioni. Il legno, con la struttura a portale inclinato, i suoi controventi e i dettagli di ancoraggio, delinea l’esterno del volume in modo omogeneo.
Hotel La Briosa (Architetto Felix Perasso): un progetto nel pieno centro di Bolzano con soluzioni bioedili e tecnologiche e un’integrazione di stili tra loro apparentemente difformi. Tutto si gioca proprio sulla fusione di elementi contrastanti che dà come risultato un unico organismo nel quale coesistono tradizione e modernità.
Ninin (Architetto Lorenzo Serra di studio Ellisse Architetti): un rifugio nel bosco risultato di un intervento di rifunzionalizzazione per il risanamento conservativo di un piccolo rustico in pietra. Anche la scelta della tecnologia costruttiva in legno ha seguito logiche di
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ricerca ambientale) e Josef Gostner, presidente Alerion, tra i principali operatori italiani della produzione di energia rinnovabile, in particolare nel settore eolico e solare. Sabato 11 marzo il focus è invece incentrato sulle abitazioni di qualità, all’insegna della sostenibilità e del comfort accessibili tra edilizia sociale e modelli innovativi.
In mostra a Klimahouse anche i nuovi prodotti e sistemi in grado di rendere gli edifici più virtuosi dal punto di vista energetico e ambientale, grazie alla partecipazione di 400 espositori. Niccolò Aste, professore del Politecnico di Milano e presidente di giuria del Klimahouse Prize, ha anche annunciato le nove aziende finaliste (vedi box a pag. xxx) del riconoscimento che valorizza le aziende
più innovative. La premiazione sul palco della fiera a Bolzano è stata fissata per il pomeriggio di venerdì 10 marzo. La Fiera ha anche individuato le 15 start up più innovative sul fronte della tecnologia applicata all’edilizia e dell’impiantistica, con le loro soluzioni esposte al Future Hub, all’interno dei padiglioni. Klimahouse mostra anche grande attenzione al legno, un materiale naturale e rinnovabile utilizzato fin dall’antichità e oggi al centro di nuove costruzioni, interventi di riqualificazione, sostituzione e ricostruzione, opere sperimentali. A offrire prova della versatilità di questo materiale i progetti finalisti del Wood Architecture Prize (vedi box in fondo), anticipati dall’architetto Mauro Frate dell’Universit à Iuav di Venezia e dal Professor Guido Callegari del Politecnico Torino.
sostenibilità e funzionalità.
Casa quattro (Architetto Luca Compri di LCA Architetti): una casa sostenibile in legno, paglia di riso e sughero, caratterizzata da un’architettura estremamente semplice, primitiva e priva di ogni elemento non essenziale.
Lilelo (Architetto Marco Lavit di Atelier LAVIT): un eco-lodge sulle colline del Monferrato pensato come un’evoluzione della capanna primitiva e dove il legno si fa involucro protettivo.
Resurrezione di nostro Signore (Architetti Massimo Lepore, Simone Sfriso, Raul Pantaleo di TAMassociati): un progetto che
diventa un segno di rinnovamento per l’intero quartiere e in cui il tema della sostenibilità è stato affrontato proponendo un edificio altamente performante dal punto di vista del risparmio energetico e della manutenibilità, e attraverso l’impiego di una struttura in legno, con pannelli X-lam.
Scuola materna di Sluderno (Architetto Roland Baldi di Roland Baldi Architects): caratterizzata da linee chiare ed elementi riconoscibili, che si armonizzano con il contesto, grazie anche all’utilizzo del legno, la scuola interpreta pienamente i valori di sostenibilità ambientale e sociale.
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Remade in Italy apre le porte ai Cam
e tecnologie e i processi finalizzati alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica sono indispensabili per mitigare il cambiamento climatico. Basf persegue nell’obiettivo con il metodo Biomass Balance, introducendo nel ciclo produttivo fonti rinnovabili al posto di fonti fossili. Il metodo Biomass Balance prevede fonti rinnovabili sostenibili e certificate come il biogas e la bio-nafta, derivati da rifiuti organici e biomassa, utilizzate per la produzione dell’isolante Neopor Bmbcert. Derivato al 100% da fonti rinnovabili, sostenibili e certificate, Neopor Bmbcert permette di realizzare prodotti isolanti low CO2 certificati ReMade in Italy, con bassissima impronta di carbonio, che contribuiscono all’economia circolare e a progettare e costruire un futuro sostenibile ed evoluto. Tutte le informazioni relative di Sara
GiustiLe soluzioni costruttive che utilizzano isolanti Low CO2 realizzati in Neopor bmbcert di Basf:
1. Argisol + di Bioisotherm: blocco cassero preassemblato per la realizzazione di pareti portanti in calcestruzzo armato, termicamente isolate e pronte per la finitura finale. Classe A Remade in Italy
2. H2Wall Eco 100+ di SCF – Sistemi costruttivi futuri
LSicilferro Torrenovese: elemento costruttivo ICF per contenere pareti di calcestruzzo, leggero, facile da installare, resistente ed antisismico. Classe A Remade in Italy
3. Isotex Total Green di Isotex: blocco cassero in legno cemento con inserto Neopor BMBcert parte di un sistema costruttivo termoisolato, antisismico e resistente al fuoco, Classe A+ Remade in Italy
4. Neodur WTRX A+ di Gruppo Poron: lastra stampata per
a Neopor Bmbcert e agli isolanti a basso carbon footprint sono raccolte nel sito www.isolantilowco2.it. Alcune delle soluzioni già disponibili sul mercato sono visibili a Klimahouse 2023 presso lo
stand Basf nell’area estera e presso gli stand dei vari produttori che utilizzano l’isolante di nuova generazione del colosso tedesco.
La CO 2 generata dalla produzione di un pannello isolante in Neopor Bmb cert, è ridotta di circa il 66% rispetto alle emissioni generate dalla produzione di equivalenti pannelli in Eps tradizionale, come confermato (fase A1-A3 del Lca) dall’associazione tedesca I bu (Institut Bauen und Umwelt) che redige dichiarazioni ambientali di tipo III secondo le norme Iso 14025 ed En per materiali ecologici da costruzione per bioedilizia. In Italia, i prodotti isolanti realizzati in Neopor Bmb cert sono certificati come 100% riciclati secondo lo schema Remade in Italy, ovvero l’associazione proprietaria del primo schema di certificazione accreditato per la verifica del contenuto di materiale riciclato in un materiale, semilavorato o prodotto finito. Lo schema di certificazione Remade in Italy richiede la predisposizione da parte dell’aziende produttrici di isolanti di un piano di tracciabilità della materia prima e dei flussi all’interno del processo produttivo. Massima attenzione è posta sulla documentazione di ogni elemento a prova della correttezza dei passaggi e la cura nel processo. Grazie alla certificazione Remade in Italy, i prodotti realizzati con Neopor Bmb cert rispondono pienamente ai requisiti fissati dai Criteri Ambientali Minimi (Cam) per poter usufruire degli incentivi previsti dal superbonus.
isolamento a cappotto con particolare trama in rilievo per l’adesione dei collanti. Classe A+ Remade in Italy
5. Relive Alutech di Isolconfort: pannello isolante sotto-tegola con barriera riflettente e camera di ventilazione. Classe A+ Remade in Italy
6. Reverso de L’Isolante: lastra isolante prodotta con l’innovativo processo di sintolaminazione. Classe A+ Remade in Italy
7. Thermopon Grigio Eco Green di Settef – Cromology Italia: lastra per sistema di isolamento a cappotto, tagliata da blocco, a bordo dritto. Classe A+, Remade in Italy
8. Varionova Green di Rehau: pannello sagomato per impianti radianti a pavimento. Classe A+ Remade in Italy
9. Vitanova 80 di Primate MPE: lastra isolante stampata per l’isolamento termico a cappotto. Classe A+ Remade in Italy
Oltre al cappotto Boerotherm, per la coibentazione delle facciate l’azienda propone Isolareflex, sistema d’isolamento termico interamente a secco, che porta a Bolzano quattro importanti novità in tema di applicazioni e certificazioni
Efficaci nel contenere, bilanciare e ottimizzare la dispersione del calore dagli edifici, i sistemi di isolamento per esterni Boero si propongono come soluzione efficace alle necessità di risparmio energetico, efficienza termica e comfort abitativo. Oltre al sistema di isolamento termico a cappotto Boerotherm, l’azienda, da oltre 190 anni punto di riferimento per tecnici, progettisti e professionisti del recupero e della decorazione di edifici storici e moderni, distribuisce in esclusiva in Italia e in Europa Isolareflex, sistema d’isolamento termico interamente a secco, con caratterizzazione
di Sara Giustiantisismica per l’efficientamento energetico. Isolareflex è in grado di garantire importanti vantaggi sia nella velocità e flessibilità della posa in opera, sia in termini tecnici e prestazionali. Brevettato in Italia e in Europa e sottoposto a severi test, il sistema ha ottenuto la certificazione Eta, la marcatura Ce, risponde ai criteri ambientali minimi Cam ed è conforme ai requisiti di sicurezza antincendio.
Il sistema a cappotto Boerotherm e il sistema di isolamento termoacustico a secco Isolareflex sono a Klimahouse presso lo stand A05/18 settore AB, all’interno dell’Area Anit. Boero è partner tecnico dell’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, che promuove lo sviluppo della corretta informazione scientifica. Durante la manifestazione, all’interno dello stand, sono previsti tre momenti dedicati: mercoledì 8 e giovedì 9 marzo, alle ore 12, con due incontri-aperitivo per approfondire le caratteristiche dei sistemi, e venerdì 10 marzo, alle ore 14.15, con il webinar dal titolo «Boero e le soluzioni certificate per l’isolamento termico per l’efficientamento energetico degli edifici» (è possibile iscriversi nella sezione blog del sito dell’azienda).
In occasione della fiera Klimahouse sono presentate alcune importanti novità del sistema Isolareflex. La prima è che il sistema può essere applicato per la riqualificazione energetica e la manutenzione di sistemi a cappotto esistenti, consentendo un rinnovo estetico dell’edificio senza dover affrontare gli oneri di rimozione, trasporto e smaltimento del cappotto preesistente. Inoltre può essere utilizzato anche in facciate ventilate, per la riqualificazione di edifici esistenti e per edifici di
nuova costruzione, garantendo alte prestazioni energetiche e una grande flessibilità tecnologica e architettonica. Terza novità riguarda l’elevata resistenza ai carichi distribuiti: il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi del Sannio (Benevento), ha esaminato le prestazioni statiche del sistema Isolareflex per definire il massimo carico uniformemente distribuito sopportabile dal sistema prima che si inneschino fenomeni di crisi dovuti alla resistenza dei profili. Infine il sistema, sottoposto a severi test presso il laboratorio dell’Itc del Cnr, è risultato estremamente resistente agli urti, alle vibrazioni e agli agenti atmosferici secondo la prova di impatto del corpo molle e del corpo duro secondo l’Ead di riferimento 0901 19-00-0404. Il sistema sottoposto ad entrambe le prove non ha subito nessuna deformazione o fessurazione.
Più alberi, edifici capaci di produrre energia invece di consumarla: l’allarme sul riscaldamento globale può essere percepito meglio con esempi legati alle singole città italiane, dove la temperatura estiva può scendere con una semplice azione
Uno dei capisaldi della progettazione olistica prefigurata dal protocollo Living Building Challenge è l’equità sociale, che passa attraverso la completa inclusività degli esseri umani all’interno degli edifici. Questa è anche la missione dell’International Living Future Institute così come della sua affiliata europea Living Future Europe, che mirano a trasformare l’ambiente costruito così da creare comunità che siano «socialmente giuste, culturalmente ricche ed ecologicamente rigenerative». Come si vede, l’equità sociale è il primo obiettivo, non vi è davvero piena sostenibilità (rigenerativa) senza giustizia sociale.
L’intento del Petalo Equità (Equity), nella suddivisione proposta da Living Building Challenge in sette petali, secondo la metafora dell’edificio come un fiore, è elevare il concetto di equità per farlo diventare un obiettivo del progetto e trasformare gli interventi immobiliari in modo che siano in grado di promuovere comunità giuste e inclusive, che diano la possibilità alle persone di partecipare attivamente, prosperare e raggiungere il proprio pieno potenziale.
Il principio fondante di questa visione è che una società che racchiuda e coinvolga tutti i settori della vita sociale e consenta a tutti la dignità di un accesso equo e di un trattamento corretto delle persone (all’interno dell’ambiente costruito), si trovi nella migliore posizione per prendere decisioni per proteggere e ripristinare l’ambiente naturale che poi possa sostenerci.
Il protocollo Lbc include il prerequisito di una progettazione e costruzione senza barriere architettoniche, il riferimento è alle normative Americans with Disabilities Act (Ada) e Architectural Barriers Act (Aba) Accessibility Guidelines, o altre internazionali equivalenti se non migliorative. Ma l’imperativo 17 Accesso universale di Lbc va molto oltre, richiedendo l’applicazione dei principi della progettazione universale (Universal Design). C’è una differenza rilevante tra progettare rispettando i minimi di legge richiesti per evitare le barriere architettoniche e farlo invece eliminando all’origine quelle situazioni che determinano l’esigenza di rimuovere eventuali barriere. Vediamo in che modo.
Il design universale, o inclusivo, è un nuovo requisito introdotto in Lbc 4.0 (2019) per rendere il protocollo ancora più efficace e in grado di provocare un cambiamento concettuale nella visione della sostenibilità. I sette principi del Design Universale, come previsto dallo United States Access Board sono stati sviluppati nel 1997 da un gruppo di architetti, designer di prodotto, ingegneri e ricercatori ambientali alla North Carolina University, guidato da Ronald Mace. Secondo il Center for Universal Design, questi principi possono essere applicati sia per valutare progettazioni già completate, sia per guidare il processo di progettazione e formare progettisti e utenti sulle caratteristiche di prodotti ed edifici più accessibili e utilizzabili. I sette principi sono i seguenti:
1. Utilizzo equo. Ambienti e oggetti devono essere progettati in modo da poter essere utilizzati da tutti.
2. Flessibilità d’uso. Possibilità di utilizzo da parte di persone con abilità diverse.
3. Uso facile e intuitivo. La fruizione del prodotto o servizio devono essere di facile comprensione.
4. Informazioni percettibili. Le informazioni fornite devono essere facilmente capite da parte di tutti.
5. Tolleranza per gli errori. Devono essere ridotti al minimo i rischi dovuti all’eventuale errato utilizzo del prodotto o dell’edificio.
6. Sforzo fisico minimo. Lo sforzo necessario per l’accesso e l’utilizzo dell’edificio e delle sue parti deve essere minimo.
7. Dimensione e spazio per l’approccio e l’utilizzo. Devono essere adatti per chiunque, al di là delle capacità.
Quali cambiamenti comporta una progettazione ispirata a questi principi? Vediamo
alcuni esempi, proprio confrontando la progettazione universale con quella semplicemente senza barriere architettoniche, e quindi la differenza tra uno spazio costruito inclusivo e uno accessibile.
zialmente non previsto? Potrebbe capitare. Bene, secondo i requisiti del protocollo, un progetto Lbc è rispettoso e virtuoso anche sotto questi aspetti, in quanto, con la propria realizzazione, rispetto ad edifici adiacenti:
Costruire il progetto di una casa secondo criteri universali costa lo stesso di qualsiasi altro progetto che uno possa acquistare
Servizi di miglioramento costruttivo che prevedano la progettazione universale come servizio di base
Strumentazione o controlli di un’automobile personalizzabili in modo da rispondere a differenze nella percezione, statura, capacità motorie, e preferenze
L’ingresso di un edificio senza scalini, che ciascuno può utilizzare facilmente, da solo o con altri
Un hotel che ha tutte le stanze progettate secondo un approccio universale, e in tipologie differenti
«Non fare all’altro edificio ciò che non vorresti fosse fatto al tuo»: il concetto di progettazione universale per Lbc va anche oltre, passando dalla scala dell’edificio a quello del contesto costruttivo nel quale l’edificio è situato. Vi è mai capitato che dopo esservi trasferiti in una nuova abitazione che magari avete scelto per il panorama, l’apporto di luce solare, ciò sia compromesso dall’edificazione vicina di un progetto ini-
Una casa personalizzata sulla base di un progetto esistente, che richiede costi aggiuntivi sia per la riprogettazione che per dettagli costruttivi su misura
Servizi di modifiche costruttive da parte di un costruttore edile che addebita costi extra per la sua competenza sulla progettazione per persone anziane o con disabilità
Tecnologia di assistenza utilizzata per adattare il cruscotto di un’automobile per persone con particolari esigenze
L’ingresso di un edificio con una rampa di accesso posizionata al di fuori della via pedonale principale, che è accessibile in conformità ai regolamenti
Un hotel che ha solamente il numero minimo per legge di stanze accessibili
• Non ne blocca l’accesso, o ne compromette la qualità di aria fresca, luce solare, corsi d’acqua naturali. E, inoltre, gestisce adeguatamente ogni rumore udibile che potrebbe determinare.
• Protegge da qualsiasi emissione nociva che potrebbe compromettere la ventilazione naturale. Eventuali emissioni devono essere esenti da Red List, sostanze tossiche bioaccumulanti, o
Quì e nella pagina a fianco, Imperativo 17. Accesso universale
sospette cancerogene, mutagene, o tossiche per l’apparato riproduttivo.
• Non crea un ombreggiamento che comporti un significativo impatto negativo per la maggior parte degli occupanti di questi edifici.
• Non riduca l’accesso a corsi d’acqua naturali, a meno che questo accesso non sia stato dimostrato pericoloso per la salute pubblica o possa seriamente compromettere la funzionalità dell’edificio. E ovviamente senza acquisire la proprietà di questi corpi idrici o compromettere la qualità dell’acqua che vi fluisce. Quanto questo modo di progettare e costruire in modo equo sia possibile e applicabile anche nel contesto italiano? Lbc fornisce degli strumenti efficaci e requisiti appunto sfidanti per realizzare uno scenario alternativo valido anche nella patria del bello. Con ormai più di 800 progetti registrati nel mondo, abbiamo la dimostrazione che questa non è solamente la strada giusta, ma anche fattibile. Per maggiori informazioni: info@living-future.eu
di Carlo Battisti
Laurea in Ingegneria Civile al Politecnico di Milano ed esperienza di circa vent’anni in imprese di costruzioni. Master di secondo livello in Gestione aziendale e sviluppo organizzativo presso Mip, Business School del Politecnico di Milano. Professionista accreditato Leed e Well, Project manager certificato Ipma. Professionista accreditato Living Future, Reset e Gbc Italia. Usgbc Faculty e Well Faculty. Dal 2019 è presidente di Living Future Europe. www. living-future.eu
Isotec è il sistema termoisolante ad elevate prestazioni per coperture ventilate. Il poliuretano espanso di altissima qualità di cui è costituito il pannello offre una durabilità eccellente, con performance costanti nel tempo.
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Per un isolamento di qualità e duraturo nel tempo.Ristrutturazione copertura Hotel Ristorante “La Torricella”, Poppi (AR), realizzata con Isotec, coppi ed embrici.
Eventi climatici sempre più intensi, evoluzione di materiali e sistemi costruttivi per le coperture
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MALTE PREMISCELATE
Mix capaci di risolvere i problemi più complicati in cantiere
Abeti e larici sono sempre più utilizzati per costruire edifici
L’insieme di sistemi e materiali che servono a costruire o ristrutturare un moderno tetto (2,2 miliardi di metri quadrati in Italia) continua a essere innovato. Positivi i dati relativi al business delle aziende del comparto, con bilanci in forte crescita
a cura del Centro Studi YouTrade
Dinamiche economiche del settore "sistema tetto e accessori" estratte dai bilanci delle costruzioni di YouTrade (valori in migliaia di euro)
Ci stiamo preparando all’evento dell’anno!
Klimahouse è l’evento internazionale per il risanamento e l’efficienza energetica in edilizia.
Riwega vi aspetta presso la fiera di Bolzano allo Stand B07/20-24 dall’8 all’11 marzo
Sviluppare l’edilizia e la distribuzione al sud. È l’occasione giusta! Partecipa al Convegno YouTrade: venerdì 24 marzo Riwega vi aspetta a Lamezia Terme insieme ai più importanti rivenditori del Centro-Sud Italia
Indici finanziari del settore "sistema tetto e accessori" estratti dai bilanci delle costruzioni di YouTrade Anno
• carico sul pannello (in caso di neve): fino a 1 kN/m2;
• calcolo del carico vento e neve sulla copertura: su richiesta;
• resistenza al vento: fino a 28 m/s;
• semplice e intuitivo;
• posa rapida;
• componenti regolabili;
• resistenza;
• durevole nel tempo;
• modulare;
• trasporto facile;
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di Veronica Monaco
Elementi per la ventilazione, schermi e membrane traspiranti, sistemi impermeabilizzanti acqua-ariavento e sistemi di sicurezza anticaduta: un insieme produttivo e distributivo di materiali innovativi che costituisce l’ambito di attività di Riwega, azienda altoatesina guidata da Werner Rizzi e Werner Gamper, che si avvia verso il suo 25esimo anniversario. YouTrade ha incontrato l’amministratore delegato Werner Rizzi e il responsabile marketing operativo e delle relazioni esterne Claudio Pichler, per conoscere la storia e le sfide future di un’impresa che ha fatto della protezione ed efficienza dell’involucro la sua mission.
Domanda. Riwega compie quest’anno 25 anni: com’è iniziata questa avventura?
Werner Rizzi. Già prima del 1998, anno di fondazione di Riwega, io e il mio socio Werner Gamper lavoravamo all’interno di una storica fornace della zona. Io ero l’amministratore, lui il mio braccio destro
L’azienda altoatesina compie 25 anni e non ha ancora finito di crescere: ha avviato il potenziamento degli impianti e stabilimenti in Germania e Italia, e copre altri mercati con sedi in Austria, Svizzera e Slovenia. E ai distributori dice: specializzateviDa sinistra, l’amministratore delegato Werner Rizzi e il responsabile marketing operativo e delle relazioni esterne Claudio Pichler
che seguiva la vendita in Alto Adige, Austria, Svizzera e Germania. A fine anni Novanta entrambi abbiamo colto il cambiamento in atto nel mercato delle costruzioni, che andava verso un nuovo modo di pensare l’involucro. Così abbiamo deciso di aprire una società specializzata in membrane ad alta traspirabilità, proprio per dare la giusta risposta alla necessità di realizzare un pacchetto tetto a regola d’arte, durevole e coibentato. È nata dunque Riwega, che inizialmente si chiamava Riga, dall’unione delle sillabe iniziali dei cognomi Rizzi e Gamper. Il nome, però, non funzionava perché creava confusione con la capitale della Lettonia, così abbiamo optato per Riwega, aggiungendo al centro le due lettere iniziali dei nostri nomi di battesimo. Quando abbiamo fondato l’azienda eravamo solo in due, oggi Riwega ha 260 collaboratori. Abbiamo dedicato tanto tempo a costruire questa realtà, e con tanta passione e un po’ di fortuna siamo riusciti a crescere e migliorare.
D. Perché siete partiti dal tetto?
Werner Rizzi. Lavorando per una fornace del Trentino, avevamo già maturato un buon know-how nel settore. Poi, ci siamo allargati a tutto l’involucro. Tra l’altro, proprio nel 1998 è stata approvata la prima legge sul territorio italiano, inerente le norme per il recupero ai fini abitativi dei sottotetti, che ha aperto la strada a un mercato molto interessante. Se le mansarde potevano essere abitate, diventava ancora più importante
realizzare tetti a regola d’arte: coibentati, impermeabilizzati e ventilati. D. Il tetto è considerato un sistema che integra caratteristiche di risparmio energetico e di protezione dagli agenti atmosferici. Qual è la soluzione migliore?
Werner Rizzi. Per dare le giuste performance a un tetto che duri nel tempo si deve utilizzare la fisica tecnica applicata alle costruzioni e all’involucro stesso, impostando la stratigrafia più adeguata al tipo di tetto su cui ci si trova a operare. Non c’è una soluzione univoca.
D. Tetto piano e tetto verde: quali sono le vostre soluzioni?
Werner Rizzi. La moderna architettura ha visto sempre più la diffusione di tetti piani o leggermente inclinati e tetti verdi che necessitano di diversi sistemi di impermeabilizzazione. Così nel 2011 l’azienda ha inaugurato la divisione Riwega Planus, che propone membrane in Eva, Tpe e Tpo. Collaboriamo con partner produttori tedeschi specializzati, per offrire al mercato prodotti sicuri e durevoli. Ci avvaliamo anche di professionisti qualificati e formati per la messa in opera a regola d’arte. D. Dal sistema tetto al sistema per non cadere dal tetto. L’offerta Riwega propone anche articoli per la sicurezza temporanea. In che cosa consiste la vostra offerta?
Werner Rizzi. L’introduzione di questi sistemi è stata un’idea del mio socio Gamper. Tra il 1998 e il 2000 abbiamo introdotto prodotti quali parapetti e reti anticaduta. La sicurezza sul tetto deve essere impeccabile, e per questo ci siamo rivolti a una società del Lussemburgo, con cui lavoriamo da oltre 20 anni non solo in Italia, ma anche in Svizzera e in altri Paesi europei, per offrire prodotti a regola d’arte. Questa attività è diventata sempre più importante nel core business dell’azienda e ha coinciso con la presentazione del nuovo Sistema Linea Vita per la sicurezza permanente delle coperture nel 2003, conosciuta poi con il nome Riwega safetymania. Nel 2006, infine, è nata la divisione Riwega Redbau, che ha lo scopo di distribuire in Italia attrezzature tecnologicamente avanzate prodotte da aziende europee specializzate, che consentono di operare in completa sicurezza su ogni tipo di cantiere
edilizio anche con alto grado di rischio caduta, permettendo agli addetti una perfetta capacità operativa.
D. In Italia c’è sufficiente attenzione alla sicurezza provvisoria in cantiere?
Werner Rizzi. Negli ultimi anni c’è stato un enorme cambiamento e abbiamo fatto passi da gigante. Ogni impresa consapevole del lavoro che va a svolgere deve mettersi in sicurezza con prodotti sicuri e certificati.
D. In pochi anni vi siete affacciati anche ai mercati esteri con la vendita di accessori per il tetto. È stata una strategia vincente?
Werner Rizzi. La strategia è stata sicuramente vincente, soprattutto per la nostra società che ha come core business la produzione di membrane traspiranti per l’impermeabilizzazione dell’involucro. Grazie alla nostra capacità produttiva e alla qualità dei nostri prodotti siamo conosciuti e stimati in tutta Europa. Siamo veramente fieri di ciò che abbiamo costruito.
D. Nel corso di 25 anni avete deciso di unirvi anche ad altre aziende per espandere i confini. Perché?
Werner Rizzi. Non eravamo sicuri che il mercato nazionale delle membrane avesse sufficienti potenzialità per assicurarci un fatturato adeguato per sopravvivere. Così abbiamo conosciuto altri professionisti e ci siamo legati a loro per creare società specializzate nella coibentazione e nel fissaggio. Queste collaborazioni permettono di garantire standard elevati ai nostri clienti, che possono contare su un ampio portafoglio di prodotti edili, dalle fondamenta fino al colmo dell’edificio.
D. Dunque vi siete specializzati nell’involucro e nella coibentazione?
Werner Rizzi. Abbiamo dei prodotti veramente innovativi e nel settore delle membrane e dei sistemi di fissaggio abbiamo fatto grandi passi avanti negli ultimi anni, soprattutto nel settore dei tetti in legno. Non
essendoci in Italia, al di fuori delle province di Trento e Bolzano, una scuola dedicata alla carpenteria, come invece avviene in Austria o in Svizzera, il nostro ruolo diventa anche quello di creare cultura nel settore e offrire un servizio di formazione tecnica verso il nostro cliente primario che è il rivenditore di materiali edili.
D. Parliamo del vostro centro dedicato alla formazione: come funziona?
Claudio Pichler. All’interno dell’azienda abbiamo due centri di formazione. Il primo è R be (Riwega Building Education) che si occupa di corsi dedicati alla cultura del costruire. I corsi sono dedicati a progettisti, imprese, architetti e si concentrano sulle tecniche di progettazione, le normative, casi studio. Il secondo centro di formazione è Rtc (Riwega Training Center), una vera e propria sala attrezzata dedicata ai posatori che possono vedere la corretta messa in opera dei prodotti e dei sistemi su esempi in scala reale. Le maestranze possono così fare test pratici di posa dei pacchetti tetto, dei sistemi linea vita, dei cappotti, dei sistemi per le facciate ventilate. I centri di formazione Riwega sono sempre più frequentati anche dagli studenti di ingegneria, delle scuole edili, delle scuole di carpenteria, dei centri di alta formazione per le pratiche edili. Inoltre, collaboriamo con enti e agenzie quali Federlegno Arredo, Arca, Casaclima Passivhaus, che negli anni hanno utilizzato i nostri centri come punto base per la formazione dei loro studenti. D. I corsi sono a pagamento o gratuiti?
Claudio Pichler. I corsi si possono dividere in due tipologie. Quelli per la certificazione delle competenze, attivati in collaborazione con istituti terzi che si occupano dell’esame finale e del rilascio di un vero e proprio patentino, hanno un costo da sostenere. Invece, i corsi di posa per i nostri clienti fanno parte della offerta commerciale e formativa
che l’azienda dispone come servizio. Sono totalmente gratuiti; a carico dei partecipanti ci sono solo il costo del viaggio e degli spostamenti.
D. Quanti corsi organizzate in media nel corso di un anno?
Claudio Pichler. Teniamo una media di due-tre corsi alla settimana, quindi in un anno saranno circa 100-150. A questi vanno sommate tutte le ore di formazione che svolgiamo quotidianamente sul territorio italiano ed estero con la nostra rete di consulenti e tecnici esterni specializzati.
D. Quante persone formate all’anno?
Claudio Pichler. Migliaia. Facciamo anche tanti convegni con archi-
tetti e ingegneri e con le scuole professionali sul territorio. La formazione è uno dei nostri principali impegni, al di là del lavoro di vendita e assistenza commerciale.
D. Dunque, a chi sono rivolti i vostri corsi?
Claudio Pichler. Progettisti, imprese di costruzione e artigiani, ma anche ai rivenditori edili. Anzi, per i distributori abbiamo un canale specifico che coinvolge i nostri tecnici esterni, che vanno a fare formazione a domicilio presso le rivendite o un altro luogo scelto dal distributore. Abbiamo due tipologie di iniziative: la formazione tecnica per il personale interno della rivendita o il meeting tecnico per i clienti del rivenditore. Per chi vuole
specializzarsi ulteriormente mettiamo a disposizione il nostro centro di formazione per incontri dedicati per gli impresari selezionati.
D. Quali benefici vi riconosce il rivenditore che accede ai corsi Riwega?
Claudio Pichler. La formazione apre gli occhi su tante tematiche che spesso passano inosservate, come quella della durabilità dei materiali. È molto facile trovare sul mercato prodotti che apparentemente sembrano simili ai prezzi più disparati: quando, però, approfondisci come il prodotto è stato realizzato, il materiale utilizzato e le tecniche di lavorazione, le prestazioni in termini di durabilità, è possibile capire immediatamente qual è il materiale più valido. Senza conoscere queste tematiche ci si affida solo al prezzo più conveniente.
D. Avete messo a punto anche un innovativo software di calcolo. Di che cosa si tratta?
Claudio Pichler. Lavoriamo sulla realizzazione e lo studio dei pac-
chetti tetto con due software dedicati al calcolo termo-igrometrico. Abbiamo un software semplificato per il calcolo statico, realizzato in collaborazione con Tep, l’azienda di sviluppo software di Anit, l’associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico, personalizzato sulle nostre esigenze e scaricabile gratuitamente dal sito Riwega. Ovviamente, essendo un software semplificato, talvolta nelle situazioni più complesse il risultato va poi verificato con un secondo software che esegue calcoli termo-igrometrici dinamici. Questo servizio permette di analizzare molti più dati, come flussi di umidità interno/esterno, la risposta dei vari materiali che compongono il pacchetto tetto a livello orario nell’arco di 365 giorni, proiettando i risultati a dieci anni di distanza. Questo consente di vedere come lavora il pacchetto tetto nelle condizioni ambientali reali in cui si trova e offre una grandissima sicurezza in merito ai risultati ottenuti.
D. Efficienza energetica, casa passiva, abitazione a impatto zero sa-
ranno i trend dei prossimi anni. Siete sintonizzati con questo cambiamento?
Claudio Pichler. Per noi è quasi strano doverne parlare, perché questi temi fanno parte dell’azienda da quando è stata creata 25 anni fa. Edilizia green, efficienza energetica, impatto zero sono argomenti che fanno parte del nostro Dna, e che perseguiamo e perfezioniamo da sempre, giorno dopo giorno.
D. Che cosa pensate della direttiva europea sull’obbligo di riqualificazione degli edifici?
Claudio Pichler. Avere un parco costruito a energia quasi zero è l’obiettivo a cui l’edilizia deve arrivare per salvare il pianeta. Lo riteniamo un passaggio obbligato e abbiamo sempre collaborato con protocolli come Casaclima, Passivhaus, Arca, Gbc, che fanno dell’efficienza energetica il proprio scopo. Fin dal 2010, quando è entrata in vigore la direttiva europea sui famosi edifici nZeb, Riwega si è attivata per fare cultura presso i suoi clienti e i progettisti. Purtroppo, la legislazione italiana aspetta sempre l’ultimo momento per mettersi in pari con le direttive, creando paradossi come il superbonus 110%. Per convincere la gente a riqualificare, invece di arrivarci in maniera naturale facendo cultura, si è pubblicizzata l’idea del lavoro gratis.
D. Avete di recente ampliato il sito produttivo in Germania. Siete ottimisti sul prossimo futuro?
Werner Rizzi. Siamo ottimisti e realisti. Il mercato europeo è molto grande, c’è tanto da fare ed è importante continuare a migliorare i prodotti per essere sempre all’avanguardia. La pandemia ha portato tanto lavoro, il 110% ha mandato in tilt il sistema, ma ha accresciuto la sensibilità delle persone sui temi dell’efficienza energetica e del comfort abitativo.
D. Da poco avete introdotto la linea Riwega concenta: di che cosa si tratta?
Claudio Pichler. Grazie all’acquisizione di un’azienda austriaca specializzata nella produzione e commercializzazione di pannelli di rivestimento, abbiamo dato vita alla linea Riwega concenta, una gamma di prodotti dedicati al rivestimento e protezione esterna delle facciate ventilate.
All’interno della nostra proposta complessiva per le facciate ventilate si inseriscono quindi i sistemi di sottostruttura della linea Roofrox Outdoor, i sistemi coibentanti 3therm Insulation, le soluzioni di tenuta al vento e all’acqua con le membrane e nastri Riwega eternitycomfort, e ora anche i rivestimenti della linea Riwega concenta. Possiamo variare su tantissime proposte, dal classico pannello composito in polietilene ad alta densità, rivestito con fogli di alluminio che possono essere verniciati in qualsiasi colore della gamma R al o in colorazioni materiche effetto legno, pietra o metallo, fino a passare a pannelli in classe di resistenza al fuoco A2 con una parte interna a base minerale. Infine, la gamma comprende anche soluzioni per il rivestimento di terrazze, balconi e controsoffittature di sporgenze esterne.
D. Com’è impostato il rapporto con i distributori e quali servizi offrite per il sell out?
Claudio Pichler. Abbiamo un ampio inventario di servizi. Partiamo dal supporto commerciale con una rete vendita di consulenti tecnici che copre tutto il territorio nazionale. Queste figure hanno competenze tecniche specialistiche, che consentono di offrire una prima consulenza per identificare i prodotti più idonei alle esigenze del rivenditore e alle caratteristiche del territorio in cui si trova a operare. A questo servizio è abbinato un supporto commerciale con tre area manager che si dividono la Penisola in altrettante zone di competenza, e tecnici esterni specializzati su tutte le nostre linee di prodotto, che danno un ulteriore supporto alla rete commerciale. A questi si aggiungono tutti i tecnici interni di Riwega: ogni linea di prodotto ha uno specialista con un ulteriore grado di specializzazione che in caso di necessità interviene per offrire consulenza e che si occupa di sviluppare i calcoli termo-igrometrici, acustici, strutturali, anticaduta per le linee vita o i ponteggi, o per una stratigrafia di un tetto.
D. Ci sono novità in arrivo nel 2023?
Claudio Pichler. Usciremo a giugno con una serie di comunicazioni dedicate ai 25 anni dell’azienda e organizzeremo diversi eventi, con una grande festa a fine estate. Potenzieremo la linea Riwega concenta e andremo a potenziare un’altra sala di formazione che abbiamo inaugurato lo scorso anno presso la sede Roofrox di Lentate sul Seveso (Monza Brianza) in cui tutto il Nord Ovest può confluire per fare formazione tecnica e pratica.
Werner Rizzi. Sono inoltre previsti 10 milioni di euro di investimenti. È già stato avviato il potenziamento degli impianti a 25 milioni di metri quadrati in Germania e verrà rifatto lo stabilimento di Egna (Bolzano), con l’ampliamento di altri 4mila metri quadrati di magazzino e la creazione di nuovi posti di lavoro. In Austria, infine, sarà aperta un’altra sede per la distribuzione dei prodotti Riwega in Baviera, Austria ed Est Europa. Stiamo trattando anche per un immobile in Slovenia, dove operiamo con la nostra consociata Gramint.
D. Che messaggio vorreste lanciare ai rivenditori?
Claudio Pichler. Specializzatevi al massimo. Le nuove direttive europee sulle case a consumo zero hanno bisogno di un’altissima specializzazione non solo in chi costruisce, ma anche in chi distribuisce i materiali. Più isoliamo le case, più rischiamo di fare danni se non sono seguite determinate tecniche e scelti i prodotti adeguati. La formazione e la specializzazione dovranno essere al primo posto da oggi e nei prossimi anni.
a domanda di soluzioni che, tutte in una volta, risolvano i problemi che possono interessare una copertura, rimane sempre di attualità. Brianza Plastica è un’azienda che si è prefissa di rispondere a questa richiesta con un approccio che considera l’elemento architettonico nel suo complesso. Ma non solo. Perché l’idea di base è quella di coniugare la sicurezza con l’efficienza e la facilità di posa, spiega a YouTrade Simone Pruneri, Sales Manager Insulation Building dell’azienda. Domanda. Perché si dice che il tetto non è più una copertura, ma un sistema?
Risposta. In generale quando si parla di sistema tetto si fa riferimento a soluzioni che assolvono a una serie di esigenze imprescindibili, in particolare la protezione dalle intemperie e l’isolamento. Per quanto riguarda Brianza Plastica, in particolare nel caso di tetti a falda, proponiamo la nostra soluzione di pannelli isolanti pre-accoppiati della gamma Isotec. Questi pannelli costituiscono di fatto un pacchetto tetto (isolante, seconda impermeabilizzazione, barriera al vapore, ventilazione) completato con la posa del primo strato di impermeabilizzazione (tegole, lastre metalliche, scandole).
D. Quali sono le vostre
soluzioni?
R. Le nostre soluzioni sono maggiormente incentrate sullo sviluppo di pacchetti termo-ventilati, grazie alla presenza dei correntini asolati pre-accoppiati al pannello isolante che, oltre a fungere da supporto per il primo strato impermeabilizzante, consentiranno il generarsi del moto convettivo all’interno della camera di ventilazione. Quali sono i vantaggi?
R. Chi decide di scegliere i nostri pannelli beneficerà di un ottimo isolamento termico, eliminazione dei ponti termici, smaltimento dell’eventuale condensa che si sia formata all’interno della camera di ventilazione in fase invernale, asportazione del calore in eccesso nella fase estiva grazie alla ventilazione, protezione dalle infiltrazioni accidentali. Il sistema è utilizzabile sia in edifici nuovi, che in interventi di riqualifica e può essere posato su ogni genere di struttura, sia continua che discontinua. Altro aspetto fondamentale è la compatibilità con tutti i materiali di rivestimento da tetto ad
La soluzione di pannelli pre-accoppiati della gamma Isotec costituisce di fatto un prodotto unico per il tetto con proprietà isolanti, di seconda impermeabilizzazione, di barriera al vapore e ventilazione. Con in più una facile applicazione in cantiere
oggi presenti sul mercato.
D. Per quali tipi di tetto possono essere utilizzate?
R. Da sempre i nostri pannelli trovano campo di applicazione su ogni genere di struttura: legno, acciaio, laterocemento, eccetera.
D. Uno dei problemi quando si lavora sul tetto è la calpestabilità. Come si supera?
R. I nostri pannelli possono essere posati su strutture continue e discontinue. In particolare, nel caso di strutture discontinue, i pannelli sono pedonabili rispettando le raccomandazioni da noi indicate sui cataloghi. Ricordiamo comunque che i nostri tecnici sono sempre a disposizione per dare riscontro a tutte le richieste di approfondimento.
D. Qual è il risultato per il risparmio energetico?
R. Attraverso le nostre soluzioni termoisolanti forniamo alte performance, ne consegue che il risparmio energetico sarà altrettanto importante. L’anima del pannello Isotec è in poliuretano espanso rigido, materiale altamente performante (λ D 0,022 w/mk) e durevole nel tempo, anche grazie al rivestimento in lamina di alluminio su entrambi i lati. L’apporto della camera di ventilazione migliora ulteriormente le performance del sistema tetto e, conseguente, il contenimento del fabbisogno energetico dell’immobile.
D. E per quanto riguarda gli aspetti legati all’ambiente?
R. L’isolamento termico ventilato, favorendo il contenimento del fabbisogno energetico, contribuisce in maniera importante alla riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Inoltre, il nuovo imballo dei pannelli Isotec è un film estensibile, più leggero e riciclabile al 100%. Tale scelta ha permesso un risparmio di energia da fonti non rinnovabili pari a 21 Tep/anno e soprattutto la riduzione del 25% di plastica rispetto all’imballo precedente. Per questo stesso motivo il nuovo imballo è anche molto più semplice e agevole per lo smaltimento in cantiere.
D. Questo prodotto ha necessità di speciali istruzioni per la posa?
R. Uno dei maggiori plus che caratterizzano i nostri pannelli è l’estrema facilità di lavorazione e posa in opera. I passaggi da seguire per una corretta posa in opera sono estremamente semplici e gli utensili necessari sono assolutamente comuni (quali una segna o un segaccio a lama rigida, un flessibile a disco, un trapano avvitatore).
D. Come si applica?
R. I nostri pannelli si posano a secco, utilizzando ancoraggi meccanici che varieranno per tipologia e numero a seconda della tipologia strutturale. La posa del nostro sistema può essere effettuata in tutte le stagioni dell’anno: sole, pioggia, umidità, polveri non rappresentano alcun ostacolo alla corretta posa del sistema.
D. Gli installatori hanno una formazione sufficiente?
R. Gli installatori dovranno gestire un pannello leggero e semplice da movimentare, lavorare e posare. Potranno come sempre richiedere l’assistenza alla posa: Brianza Plastica da sempre fornisce gratuitamente questo genere di servizio. Per noi è importante ricordare questo aspetto: teniamo molto al risultato finale e che i nostri clienti siano pienamente soddisfatti della loro scelta.
D. Che consigli potete rivolgere a un rivenditore?
R. Abbiamo un rapporto fitto e consolidato con il ramo rivendita, che per noi rappresenta da sempre non solo un cliente, ma anche un partner, rinnovando costantemente la nostra disponibilità per rispondere a qualsiasi genere di richiesta.
D. Come gestite l’aumento dei costi dei materiali?
R. Tema complesso. Posso dire che, come azienda, abbiamo sempre cercato di proteggere il più possibile i nostri clienti rispetto all’aumento prezzi, specie negli ultimi due anni. Per far ciò, monitoriamo costantemente le dinamiche globali (che non dipendono da noi), come i costi delle materie prime, che a cascata definiscono l’aumento o la diminuzione dei prezzi del prodotto finito.
D. Quali obiettivi volete raggiungere nel 2023?
R. Il nostro obiettivo è mantenere dei buoni numeri, nonostante il momentaneo rallentamento. Siamo fiduciosi sul futuro del ramo isolanti in edilizia. Non faccio riferimento in particolare solo all’anno 2023, in quanto credo che il tema dell’efficientamento energetico caratterizzerà assolutamente gli anni a venire.
Sottocoppo Metallico Coibentato offre una soluzione versatile per edifici abitativi, agricoli e commerciali. Come dimostrano gli interventi sostenuti tra Venezia e Treviso con L’Agraria, azienda di San Donà di Piave e Monasteir del Gruppo Cerchier
di Sara GiustiGrazie al sistema di sottocopertura con poliuretano espanso all’intradosso, Sottocoppo Metallico Coibentato di Fibrotubi è stato scelto per un massiccio intervento di ristrutturazione di alcune delle proprietà immobiliari de L’Agraria, azienda di San Donà di Piave e Monasteir (Venezia) del Gruppo Cerchier, distributore di mezzi tecnici per l’agricoltura nel Nord Est. Il gruppo nel 2020 si era già affidato all’azienda di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia) per la copertura di un’abitazione con coppo alluminio rosso anticato. Il successo dell’operazione ha spinto l’azienda ad affidarsi nuovamente a Fibrotubi per diversi cantieri prevalentemente nella
Sottocoppo Metallico Coibentato di Fibrotubi ha una leggerezza incrementata rispetto ai classici sottocoppi in commercio. Brevettato impermeabile anche a bassa pendenza (minimo 15%), è pedonabile e resistente senza rischi di rottura. Ventilato nella versione base, permette l’ancoraggio sicuro dei coppi grazie ai correntini. La vernice ad alta resistenza è adatta anche a interventi che prevedono il riutilizzo dei coppi preesistenti. Oltre a una trasmittanza termica migliorata, consente la riduzione del rumore e dell’effetto condensa, e prevede la possibilità di inserire le staffe per installazione del fotovoltaico nelle greche della lastra.
zona di Venezia e provincia e Treviso. Gli interventi hanno riguardato principalmente il rifacimento della copertura di una casa padronale con annesso rustico di 500 metri quadrati, il rifacimento del tetto di due abitazioni rurali e due capannoni a uso agricolo di 500 metri quadrati ciascuno, il rifacimento di un’abitazione con annessa rivendita di articoli agricoli di 250 metri quadrati. Infine, i lavori hanno interessato anche la ristrutturazione dei tetti di alcune abitazioni nel centro storico a Pieve di Soligo (Treviso) per un totale di 200 metri quadrati.
La scelta del Sottocoppo Metallico Coibentato è nata principalmente dall’esigenza della committenza di riutilizzare i coppi antichi, impiegando una sottocopertura innovativa che potesse durare nel tempo e consentisse ai coppi di non scivolare verso il basso. La soluzione di Fibrotubi abbina alla lastra grecata nuda (Sottocoppo Metallico in versione base) uno strato isolante da 13 millimetri in poliuretano espanso, consentendo l’isolamento della struttura sottostante. Tecnicamente,
Tipologia: rifacimento copertura casa padronale con annesso rustico (500 mq), rifacimento 2 tetti di abitazioni rurali (500 mq cadauno), nuova copertura di due capannoni a uso agricolo (500 mq cadauno), rifacimento una abitazione con annessa rivendita articoli agricoli (250 mq), rifacimento tetto di altre abitazioni in centro storico a Pieve di Soligo (200 mq)
Ubicazione: Venezia e Treviso
Data: Giugno-Ottobre 2022
Committente: L’Agraria di San Donà e Monastier Srl
Copertura: Sottocoppo Metallico Coibentato, alluminio rosso coppo
Superficie totale coperta: 2.950 mq
infatti, la presenza dello strato di poliuretano all’intradosso riduce la trasmissione del calore della lastra all’interno, incrementando e potenziando le prestazioni dell’isolante. Nato per uno stabile e duraturo ancoraggio dei coppi, grazie ai correntini metallici preforati posti sulla greca alta, il sistema consente il fissaggio in sicurezza degli elementi di copertura tramite ganci e permette di utilizzare sia coppi antichi sia di nuova produzione. Il Sottocoppo Metallico Coibentato, inoltre, è inquadrabile nella normativa per gli interventi qualificanti in ambito di efficienza energetica con superbonus ed è certificato Cam.
Un altro vantaggio derivato dall’utilizzo del Sottocoppo Metallico Coibentato è l’abbinamento con i sistemi per il fotovoltaico. Vista l’ubicazione degli immobili prevalentemente rurale, il committente ha deciso di utilizzare Sottocoppo anche per il risparmio energetico e in un’ottica green a basso impatto, utilizzando l’accessoristica dedicata Fibrotubi, come i profili per fotovoltaico First. Queste speciali barre in alluminio, da applicare sulla greca del Sottocoppo, permettono di fissare agevolmente i pannelli solari, consentendo di realizzare una copertura rispettosa dei vincoli paesaggistici e in grado di cogliere le opportunità delle nuove soluzioni tecnologiche.
Le Baltiche è la linea nata in Germania che utilizza il cemento per realizzare elementi di copertura capaci di resistere agli eventi atmosferici più estremi. Con una garanzia di 30 anni, è proposta in quattro diversi colori ed è facile da applicare sul tetto
Il meteo segnala quasi quotidianamente eventi estremi. Logico, quindi, che l’edilizia si attrezzi di conseguenza, specialmente per quanto riguarda il tetto, una delle superfici più a rischio. Una delle soluzioni per sopportare venti impetuosi e bombe d’acqua è rappresentata dalla tegola di cemento utilizzata dove il clima è più duro, come in Germania del Nord, nelle zone ventose vicino ai litorali del Mare del Nord baltico. Materiale che ora è proposto da Terreal Italia, con le tegole Heidelberg e Kapstadt denominate Le Baltiche. Sono precise nelle forme e negli incastri, resistenti, innovative e dotate di ogni accessorio per un sistema tetto sicuro e completo. Le tegole sono proposte nei colori nero, rosso, testa di moro e grigio, per adattarsi a diversi tipi di architettura.
Tra i pregi di questo materiale si contano durabilità ed elevata resistenza: il calcestruzzo fin dalle origini del suo impiego era associato a un materiale malleabile e allo stesso tempo con una resistenza assimilabile a una roccia. Questa proprietà intrinseca, abbinata a una miscela con sabbia ottimizzata perfezionata nel corso degli anni, conferisce alle tegole in cemento Creaton, Heidelberg e Kapstadt, un’elevata resistenza che permane nel tempo. Per tale ragione, come le tegole in cotto di Terreal, anche Le Baltiche godono di una garanzia di 30 anni. A testimonianza di questo, i test eseguiti sulle tegole seguono standard e limiti più stringenti dettati dalla norma Din Plus. La finitura o texture superficiale di Le Baltiche
è più liscia, pensata e sviluppata apposta per evitare la crescita di muschi, ai quali tutte le coperture sono soggette a causa della continua esposizione alle intemperie e alla porosità del materiale stesso.
La precisione e la loro specifica sagomatura rende queste tegole facili da posare: l’intradosso presenta diversi punti di aggancio (naselli sulla sommità e profili laterali sagomati) che, incastrandosi perfettamente con la tegola precedente (e quelle circostanti di conseguenza), rende estremamente facile l’applicazione sulla copertura. Gli stessi naselli sulla sommità danno maggiore stabilità e facilitano l’ancoraggio della tegola al listello, sia in alluminio che in legno. Questo tipo di tegola vanta dettagli studiati ad hoc per evitare le infiltrazioni: i bordi in rilievo sono stati studiati per aumentare la protezione da infiltrazioni generate dal fenomeno di acqua di risalita. Inoltre, il profilo inferiore è arrotondato per agevolare lo scorrimento dell’acqua. Questo design, assieme alla microventilazione sotto-tegola e al corretto utilizzo e posizionamento delle membrane traspiranti, rende il tetto a prova d’acqua.
L’azienda presenta anche un’ampia gamma di accessori abbinati al materiale, come laterali per offrire una finitura unica e continua dei tetti dando un’alternativa alla classica lattoneria, con l’effetto finale di una copertura lineare, pulita e moderna. Oppure mezze tegole, per garantire un più facile e corretto utilizzo qualora sia necessaria la cosiddetta posa a giunti sfalsati. In questo modo il taglio delle tegole in cantiere non è necessario e viene garantito il perfetto incastro. Altri accessori sono i fermaneve metallici negli stessi colori della copertura per garantire uniformità, gli aeratori con griglie incorporate e con ampie sezioni di aerazione per migliorare la microventilazione sottomanto e la piastra di base multifunzione utilizzabile con più accessori come l’uscita antenna, l’uscita per tubi solari e uscite termiche con diversi diametri e diverse altezze per tutte le esigenze.
Le soluzioni Ausilio per l’installazione di pannelli comprendono un’ampia gamma di articoli e componenti modulari per l’ancoraggio degli impianti su ogni tipo di copertura. Disponibili tre kit standard, completi degli accessori necessari al fissaggio
Elementi e accessori per la ventilazione del tetto, teli traspiranti e impermeabilizzanti, sistemi di sicurezza sul lavoro in quota, vari accessori per l’edilizia. Questo il core business di Officine Rasera, azienda di Crocetta del Montello (Treviso), attività che si affianca a quello della minuteria metallica di precisione. Grazie a una storia di oltre cinquant’anni fatta di innovazione e ricerca, l’azienda è riuscita nel tempo ad affidare al mercato una gamma di prodotti di qualità, moderni e certificati, specializzandosi sempre di più nel mondo delle coperture. Tra le ultime novità ci sono le soluzioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici Ausilio, che comprendono un’ampia gamma di articoli e componenti modulari per l’ancoraggio di pannelli su ogni tipo di copertura. La gamma di prodotti Ausilio consente di installare pannelli fotovoltaici di ogni forma e misura, senza dover ricorrere a tagli o modifiche degli elementi.
LE DOTAZIONI
Ausilio comprende tre kit standard per il fissaggio di pannelli fotovoltaici: il sistema Duo, che può ospitare due pannelli in posizione
verticale, il sistema Mono sky e Mono Land, adatti all’ancoraggio di un solo pannello, rispettivamente in posizione verticale oppure orizzontale. Tutti i kit di fissaggio, sia per tetti piani sia per tetti inclinati, sono forniti completi di tutti gli accessori necessari al fissaggio dei pannelli, in comode scatole che facilitano la gestione, il trasporto e l’immagazzinamento.
• carico sul pannello (in caso di neve) fino a 1 kN/m2;
• resistenza al vento fino a 28 m/s;
• montaggio semplice e intuitivo
• posa rapida
• componenti regolabili
• resistenza
• durevole nel tempo
• modulare
• trasporto facile
• materiale testato e certificato Ce
In mansarda la regolazione della luce è fondamentale. Per questo Fakro ha studiato Amz Solar, tenda parasole dotata di un sensore di intensità della luce e di sistema di automazione intelligente: in caso di forte irradiazione, si srotola per proteggere il vano dal surriscaldamento. Al contrario, in presenza di cielo nuvoloso
la tenda si arrotola per permettere il massimo apporto di luce. Realizzata in tessuto con fibre vetrose in Pvc durevoli e resistenti agli agenti atmosferici, Amz Solar protegge efficacemente la mansarda dal caldo in quanto è in grado di schermare i raggi solari prima che tocchino il vetro della finestra.
Il percorso di sviluppo di utensili portatili da parte di Makita permette oggi di approcciare i diversi comparti di mercato con un sistema di soluzioni complete e professionali a sostegno di elevati standard di costruzione, posa, assemblaggio e finitura anche nella bioedilizia.
La gamma batteria si basa su tre diverse piattaforme (XGT 40Vmax, LXT 18V, CXT 12Vmax) ed ognuna di esse vanta centinaia di macchine pronte a soddisfare tutte le esigenze professionali moderne. Gli utensili cordless Makita presidiano il settore legno con performance ed ergonomia evolute. Sono presenti troncatrici, seghe circolari, seghetti alternativi, levigatrici, chiodatrici, tassellatori e trapani, avvitatori, tutti compatibili con il medesimo sistema di ricarica.
Lo sviluppo di macchine professionali pone sempre più al centro la tutela dell’operatore. Dispositivi di sicurezza, il comfort di utilizzo e innovazioni tecnologiche per la gestione delle polveri derivate, rappresentano i plus dei prodotti Makita. Un esempio è l’Auto-start Wireless System (AWS), un sistema attivo di raccolta delle polveri da collegare alle macchine con collegamento remoto (Bluetooth). Il cantiere è un ambiente in costruzione dove occorre mantenere una qualità dell’aria elevata attraverso efficaci filtraggi con sacco filtro e una unità finale HEPA.
Il settore delle malte nell’analisi delle prime 27 aziende del settore: accanto a risultati positivi per tutti con il boom dell’edilizia, emerge una polarizzazione tra i pochi big che competono sulla piazza internazionale e le altre realtà
a cura del Centro Studi YouTrade
economici delle imprese di produzione di malte premiscelate (campione di 27 imprese)
Fonte:elaborazioneCentroStudiYouTradesidaticamerali.-Nota:idatisiriferisconoaltotaledellevocidibilanciodelleimprese,pertantofannoriferimento atuttiiprodottieservizioffertidalleimpreseenonsoloalcompartodellemaltepremiscelate)
Risultati finanziari del campione di imprese produttrici di malte premiscelate
Produttori di malte premiscelate. Variazione % del fatturato per classi dimensionali delle imprese Anno 2021 su 2020
Elementi naturali quali calce idraulica e tecnologia RFX, conferiscono all’abitazione elevati standard e comfort abitativi. Traspirabilità, termoriflettenza, fonoassorbenza e bassa conducibilità sono le soluzioni offerte ai progettisti.
Andamenti dei principali indicatori economici dei produttori di malte premiscelate per classi di fatturato delle imprese
UN SISTEMA RIVOLUZIONARIO DI IMPERMEABILIZZANTI LIQUIDI E PROTETTIVI DI ULTIMA GENERAZIONE
SIAMO PRONTI A SODDISFARE LE MOLTEPLICI ESIGENZE DEGLI APPLICATORI PROFESSIONALI ED OFFRIRE SOLUZIONI ANCHE ALLE CONDIZIONI DI POSA PIÙ ESTREME
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Non basta scegliere una buona stoffa per ottenere un cappotto davvero efficace contro il freddo. È necessario anche rivolgersi a un buon sarto, che utilizzi gli strumenti necessari per confezionare l’abito. Stesso discorso per un altro tipo di cappotto, quello per gli edifici e, più in generale, per ogni tipo di isolamento. Anche in questo caso non si va da nessuna parte senza materiali di qualità, conferma Fabio Mearini, presidente di Colmef Group. Domanda. Il mercato ha vissuto un momento di boom. Quanto influisce sul vostro business?
Risposta. Gli incentivi messi in campo nell’anno precedente hanno portato la nostra azienda a incrementare in maniera considerevole i volumi di vendita di alcune linee, in particolare quelle legate all’isolamento termico. Come tutte le aziende, abbiamo subìto l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia: abbiamo però preferito assorbire parzialmente i costi, per venire incontro alle esigenze del mercato in termini di prezzi. Per quanto riguarda l’anno in corso, nonostante l’incertezza conseguente alla scadenza dei termini del superbonus, stiamo continuando a crescere e stiamo investendo molto in nuovi mercati e nello sviluppo di nuovi prodotti.
D. Per la riqualificazione l’isolamento è la prima soluzione. Ma non basta: quali sono gli altri materiali
necessari per riqualificare?
R. Innanzitutto, occorre specificare che l’isolamento può essere di vario tipo: per esempio, isolamento termico, acustico, da agenti organici, da acqua, e così via. La gamma prodotti Colmef copre la maggior parte delle esigenze, dai sistemi per la posa e per la sigillatura di piastrelle ceramiche alle malte tecniche, dalle malte refrattarie ai sistemi per l’impermeabilizzazione e ai prodotti per il recupero edilizio. Con noi la scelta è sicura.
D. Quali sono i criteri per la scelta di una malta?
R. Qualità tecnica e alte performance. Poi, dipende dal tipo di applicazione. Chiaramente c’è anche il prezzo, che è uno dei fattori di scelta. I nostri sono prodotti a elevato standard tecnico garantiscono ottima durabilità nel tempo. La maggior parte dei nostri clienti, dopo aver utilizzato per la prima volta il nostro prodotto, rimane ampiamente soddisfatto, tanto da riuscire a fidelizzarsi nel tempo. Considerando le caratteristiche, i prezzi sono competitivi e allineati al mercato.
D. Quali altri tipi di malte sono presenti nel vostro catalogo?
R. Ne abbiamo molte. Per citarne alcune: le Deumix per l’isolamento termico e il risanamento di murature umide, le Betocem per il ripristino del calcestruzzo, le nuove linee CalceLife e CalceComfort per il recupero degli edifici storici e per l’architettura sostenibile, le malte tecniche refrattarie per mantenere inalterate le prestazioni
L’azienda umbra lancia una nuova linea per il restauro storico, compatibile fisicamente e chimicamente con i componenti originari della muratura. E volano le richieste di malte Betocem per il risanamento e la rasatura di strutture in calcestruzzo degradato
alle più elevate temperature.
D. Qual è la più richiesta?
R. Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto un importante incremento di richieste delle malte Betocem (Monolite, Monolite Rapido, Monolite Ultra) per la passivazione, il risanamento, la rasatura e la protezione di strutture in calcestruzzo degradato.
D. Quali sono le sue caratteristiche tecniche?
R. Sono malte minerali tissotropiche e fibrorinforzate, per tutti i
tipi di spessore. Nel caso di Betocem Monolite Rapido e Ultra sono specifiche per ripristini con necessità di messa in servizio molto veloce (40 minuti e 10 minuti). Tutti i nostri formulati garantiscono un’elevata lavorabilità e un’ottima durabilità nel tempo.
D. Come comunicate ai distributori?
R. Attraverso il lavoro del nostro reparto commerciale, che si interfaccia costantemente con i clienti e con la rete vendita. Abbiamo messo in campo anche una strategia di marketing multi-canale offline e digital, per tenere aggiornati i nostri clienti attraverso tutti gli strumenti di comunicazione.
D. In quali zone d’Italia distribuite?
R. Distribuiamo in tutta Italia attraverso una capillare rete vendita, in grado di coprire il canale delle rivendite, dei professionisti e delle imprese. La vocazione internazionale che ci contraddistingue da sempre ha permesso di affermarci anche in Francia, Germania e Nord Europa, oltre che in Arabia Saudita, Libano e Dubai.
D. Avete diverse linee di prodotto: quali?
R. La gamma di prodotti a marchio Colmef comprende adesivi per piastrelle, massetti, sigillanti, impermeabilizzanti, prodotti per la protezione di superfici in calcestruzzo, malte per intonaci interni ed esterni, malte da muratura e malte refrattarie. Inoltre, copriamo l’ambito della riqualificazione estetica degli edifici, con le collezioni di pietra ricostruita a marchio Pietre d’Arredo.
D. Ci sono linee di prodotto su cui puntate di più?
R. La nostra linea di punta è quella che contiene gli adesivi per ceramiche a elevata presa e ad alta deformabilità, nello specifico i prodotti Neofil F 20 S2, Neofil F 10 Tech e Silikoll Flex S1. La nostra forza è avere un catalogo molto ampio che copre tutte le esigenze di cantiere.
D. Avete novità in programma?
R. Stiamo lanciando CalceLife, una nuova linea di prodotti a base calce. CalceLife è una linea pensata per il restauro storico, essendo compatibile fisicamente e chimicamente con i componenti originari della muratura. Contribuisce inoltre al benessere abitativo, riducendo sensibilmente l’insorgere di muffe e delle condense, grazie all’elevata alcalinità della calce. Inoltre, è un formulato ottimale dal punto di vista estetico.
D. Quali sono state, in breve, le tappe fondamentali della vostra azienda?
R. Colmef nasce nel 1980 a Gubbio, nel cuore dell’Umbria, come piccola impresa artigiana produttrice di adesivi e malte per l’edilizia. Da piccola realtà locale, nel corso degli anni, l’azienda si è affermata grazie all’alta qualità dei suoi prodotti, conquistando il territorio nazionale. Dal 2008, anno dell’inaugurazione del secondo stabilimento a Gubbio, ha inizio una nuova fase, che ha visto l’apertura al mercato internazionale e la diversificazione produttiva, con i sistemi per l’impermeabilizzazione a marchio Geodry, e con le soluzioni per l’architettura e il design Pietre d’Arredo.
D. L’aumento dei costi di energia e materiali crea difficoltà?
R. Indubbiamente, la crescita spropositata del costo di alcune materie prime ha avuto un certo impatto, che però siamo riusciti a contenere. La scelta è stata non ribaltare gli aumenti sul cliente, ma di assorbirne una parte consistente. Questo è stato possibile anche grazie all’attenta gestione finanziaria dell’impresa, e ci ha permesso di mantenere, anzi di incrementare, la nostra quota di mercato.
D. Quali sono i nuovi trend del mercato?
R. Da un lato, la bioedilizia e l’architettura sostenibile, che vede una sempre maggiore attenzione alla salubrità dei formulati e al basso impatto sui consumi energetici. Dall’altro, vediamo un trend molto interessante sulla pietra ricostruita, che oltre al pregio este-
tico, permette l’applicazione su tutti i tipi di superfici, con notevoli vantaggi tecnici.
D. Si parla molto di sostenibilità: qual è la vostra idea?
R. La nostra attenzione è sempre rivolta al futuro: sviluppiamo costantemente nuovi prodotti e formulati tecnologicamente all’avanguardia, che prevedono l’utilizzo di materiale riciclato, per promuovere un’edilizia sostenibile rivolta alla salubrità degli ambienti interni e alla tutela del pianeta. Colmef Group è Socio Gbc, Green Building Italia, un’associazione senza scopo di lucro cui aderiscono le più competitive imprese italiane operanti nel segmento dell’edilizia sostenibile. Grazie ai nostri laboratori in Italia e all’estero abbiamo sviluppato prodotti Voc Free e formulati con inerti riciclati.
D. Che cosa prevedete per il mercato dell’edilizia nel 2023?
Prevediamo un rallentamento nella prima parte dell’anno, dovuto al freno agli incentivi e alla conseguente incertezza dopo l’annuncio dello stop alla cessione dei crediti da parte dell’attuale governo. Dopodiché, ci attendiamo una ripresa, o quantomeno una stabilizzazione del mercato.
D. Qual è il vostro rapporto con l’economia in Umbria?
R. L’Umbria è una delle regioni dove vantiamo un presidio maggiore, grazie alla storicità della nostra azienda e ai rapporti con il territorio. Con le due sedi produttive, entrambe nella nostra regione, puntiamo a generare occupazione e a contribuire alla crescita economica del territorio, a noi molto caro per le nostre radici.
D. Come immaginate il mercato nei prossimi due anni?
R. Nonostante la momentanea instabilità, crediamo che ci attendano degli anni importanti, trainati dal recepimento delle direttive europee sugli obblighi di riqualificazione energetica, che prevederanno interventi su larga scala sia per gli immobili residenziali che per gli edifici pubblici. Ricordiamo, inoltre, che l’Italia ha un patrimonio immobiliare e architettonico sul quale c’è ancora moltissimo lavoro da fare.
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Riceverai in OMAGGIO una copia de “I BILANCI DELLE COSTRUZIONI” 2017
Riceverai in OMAGGIO una copia de “I BILANCI DELLE COSTRUZIONI” 2022
L’azienda friulana, specialista nel settore del rinforzo strutturale con i compositi fibrorinforzati in Frp e Prfv, ha sviluppato anche una gamma di malte studiate appositamente per migliorare la solidità degli edifici, anche quelli d’epoca
di Sara GiustiIl continuo susseguirsi di terremoti in Italia, anche di minore entità, mantiene alta la necessità di mettere in sicurezza gli edifici. Fibre Net, azienda friulana con sede a Pavia di Udine sviluppa prodotti e sistemi certificati in materiali compositi fibrorinforzati che trovano utilizzo in più di 30 Paesi nell’ambito del recupero strutturale, del miglioramento e adeguamento sismico e della messa in sicurezza delle strutture esistenti. Tra i suoi prodotti trova impiego anche la linea di malte per il consolidamento e il restauro delle murature e per il ripristino e la riparazione del cemento armato. Cecilia Zampa, Ceo di Fibre Net, spiega a YouTrade i vantaggi di queste soluzioni e perché è importante mantenere alto il valore dell’attenzione sul tema della sicurezza.
Domanda. Fibre Net è famosa per la sua specializzazione nel rinforzo strutturale. Ma non tutti sanno che tra i suoi prodotti di punta ci sono anche le malte. Quali sono i prodotti in listino?
Risposta. Fibre Net è nata come specialista nel settore del rinforzo strutturale con i compositi fibrorinforzati in Frp, Prfv e Gfrp, un settore in cui ha sviluppato tutte le proprie competenze e su cui continua a concentrare le sue attività di ricerca e sviluppo. È però vero che negli ultimi anni anche il mondo delle malte tecniche è stato oggetto di grande sviluppo. Coerentemente con la mission dell’azienda mettiamo dunque a disposizione prodotti tecnici, come malte da ripristino, da riparazione e da consolidamento, che si abbinano perfettamente ai nostri sistemi di rinforzo strutturale, ma che possono essere utilizzati anche in maniera indipendente.
D. Sono divisi per gruppi o famiglie?
R. Sono suddivisi in famiglie in funzione del lavoro da realizzare. Questo permette di selezionare più semplicemente le diverse malte in base alla tipologia di intervento e alle caratteristiche generali dei prodotti.
D. Per quali tipo di interventi sono studiate?
R. Gli interventi sono legati a lavori di ripristino nel settore dell’edilizia e a lavori di recupero, consolidamento e riparazioni di opere infrastrutturali. Nel caso di infrastrutture, l’edilizia civile rappresenta un importante
mercato per le malte, con una distribuzione molto concentrata nelle rivendite. Altri mercati, come quello delle infrastrutture, richiedono invece dinamiche di distribuzione diverse in base alle opere da realizzare: per esempio, se si lavora su un ponte o in una galleria, l’intervento deve essere studiato in maniera specifica, richiedendo il coinvolgimento di altri canali.
D. Perché scegliere una malta Fibre Net? Quali sono i punti di forza dei vostri prodotti?
R. Fibre Net è un’azienda altamente specializzata nello sviluppo di soluzioni tecniche per la messa in sicurezza e il rinforzo strutturale. Inoltre l’approccio tecnico non si limita solo alla vendita dei prodotti, ma comprende anche la fornitura di un servizio completo che va dall’assistenza progettuale alla messa in opera. Tornando alla domanda, le caratteristiche più importanti e i punti di forza delle malte Fibre Net sono legati alla natura dei materiali e all’attività di ricerca e sviluppo che stanno alla base dei prodotti. La realizzazione delle malte in stabilimenti, dotati di laboratori interni all’avanguardia, permette di sviluppare continuamente nuovi prodotti che meglio rispondono alle esigenze del mercato. La sinergia tra presenza di laboratori di prova e personale specializzato permette di gestire rapidamente eventuali richieste o problematiche sviluppando materiali di qualità certificati e continuamente controllati.
D. Quali sono gli interventi strutturali più difficili che si possono risolvere?
R. Gli interventi strutturali sono legati al ripristino delle superfici. In ambiti estremamente impegnativi, come gli ambienti molto umidi, è
necessario utilizzare prodotti con un’ottima caratteristica di compatibilità ambientale. Questi prodotti devono essere tecnici per soddisfare le esigenze degli ambienti in cui devono essere utilizzati.
D. È possibile intervenire anche negli edifici d’epoca?
R. Per quanto riguarda gli interventi sugli edifici d’epoca, le linee di malta a base di calce rispondono ai requisiti di compatibilità, reversibilità e traspirabilità delle murature. Esistono, quindi, accanto ai prodotti tecnici per la riparazione e il ripristino, anche delle linee di prodotto per gli interventi di rinforzo in ambito protetto e tutelato.
D. Quali sono i dati tecnici a cui bisogna fare attenzione?
R. Le proprietà tecniche a cui bisogna fare attenzione nella scelta di un prodotto dipendono chiaramente dall’applicazione. Abbiamo caratteristiche di tipo meccanico e caratteristiche di comportamento ambientale, come l’esposizione del manufatto a fattori esterni e agli agenti atmosferici. Questi argomenti devono essere chiaramente valutati nel momento in cui si sceglie qualsiasi prodotto, sia che si tratti di malte che di altri prodotti per il rinforzo strutturale.
D. Come avviene la ricerca per l’individuazione delle giuste formule?
R. Il nostro ufficio di ricerca e sviluppo e i laboratori svolgono un’attività continua riguardo all’individuazione di nuove materie prime e il miglioramento di quelle esistenti. Abbiamo un gruppo di specialisti e tecnici che mettono le loro competenze a disposizione dell’azienda
sia attraverso ricerche di laboratorio che attraverso prove applicative. I processi di qualificazione sono condotti secondo le normative internazionali ((En1504) ) e le richieste dei maggiori gestori, come Anas, Rfi e Autostrade. Il giusto mix è valutato e individuato in base alle prestazioni richieste dal prodotto.
D. Dove avviene la produzione?
R. Per quanto riguarda le malte, le produzioni avvengono presso gli stabilimenti Fibre Net di Fiorentino, in provincia di Frosinone. I rinforzi strutturali rimangono in produzione presso gli stabilimenti di Udine.
D. Come avviene la distribuzione?
R. Sia per i rinforzi sia per le malte, il distributore sul territorio rimane strategico e fondamentale, poiché permette di veicolare anche piccole quantità di materiale. Tuttavia, i mercati dell’edilizia e delle infrastrutture richiedono anche dinamiche distributive differenti.
D. Il continuo susseguirsi di terremoti mantiene alta la necessità di mettere in sicurezza gli edifici. È un obiettivo con una sufficiente consapevolezza generale?
R. È importante creare una cultura che mantenga alto il valore dell’attenzione su questo argomento. Ancora oggi, la memoria legata ai terremoti passati tende a perdersi nel tempo: dopo alcuni anni di «pace sismica», è normale che l’attenzione della comunità, o della società, si smorzi. Tuttavia, quando avvengono eventi terribili, come quello recente tra Turchia e Siria, è probabile che l’interesse si risvegli.
D. I bonus per il consolidamento finora sono stati i meno utilizzati. Perché?
R. Essendoci minore consapevolezza e attenzione al tema della sicurezza antisismica, è evidente che la richiesta per questo tipo di interventi risulti meno importante. È anche vero che un intervento per l’ottenimento del sismabonus viene percepito come molto più invasivo e impegnativo rispetto a un intervento per il solo ecobonus.
D. Quali sono i principali interventi per il consolidamento strutturale?
R. Per quanto riguarda il consolidamento strutturale, gli interventi variano secondo la tipologia prevista a livello progettuale. Per esempio, in caso di pile di ponte o di interventi in ambito infrastrutturale possiamo intervenire sul ringrosso di pilastri o con altri interventi di ripristino. Il consolidamento strutturale tiene spesso conto, o almeno abbina, le malte tecniche con i nostri sistemi fibrorinforzati: ciò significa applicare una malta civile con un sistema Crm o una malta tecnica per la preparazione di piste o per la preparazione di un supporto per l’applicazione di Frp
D. I progettisti italiani sono sufficientemente attenti agli aspetti del consolidamento? E i distributori?
R. I progettisti italiani sono certamente attenti al tema del consolidamento. Al momento, nelle nuove realizzazioni e nelle grandi opere infrastrutturali, sono previsti interventi di completamento per il ripristino e il recupero di strutture esistenti. Anche i distributori hanno un ruolo fondamentale in quanto agevolano il contatto tra l’azienda produttrice e le imprese. I rivenditori rappresentano un elemento di presenza sul territorio che aiuta a raccogliere le esigenze del mercato e a veicolare in modo più corretto le soluzioni tecniche, e questo diventa sempre più importante e strategico.
D. Pensate che il Pnrr possa migliorare la salute delle infrastrutture?
R. Il Pnrr ha come punto strategico il miglioramento della salute delle infrastrutture. Molti degli investimenti sono destinati proprio a interventi di ripristino e miglioramento infrastrutturale, anche per garantire il collegamento tra le varie parti del Paese, oltre che in un’ottica di sostenibilità.
D. Quali sono le vostre aspettative per il 2023?
R. Nel 2023, resterà ancora alta l’attenzione sul tema dell’antisismica. Il bonus è ancora attivo e questo avrà i suoi effetti. Inoltre, c’è un grande interesse sulle infrastrutture, settore in cui Fibre Net fa sentire la sua presenza. Tutti questi fattori dovrebbe farci pensare che il 2023 sarà ancora molto interessante.
I dati del Centro Studi di Federlegno Arredo indicano un aumento delle costruzioni che utilizzano come materiale principale abete o larice: 3.400 nel 2021. Ormai un edificio su 13 rientra nella categoria, anche grazie a standard sempre più elevati
di Elisabetta Montanaridue livelli, con rivestimenti esterni in larice oliato, realizzata in montagna a 1200 mt slm. I proprietari confermano che il clima interno è perfetto. ProgettodiFragomeli&Partners@marcomion. Sopra, Casa Arianna, piccola come dimensioni, ma perfetta per significare come le strutture in legno possano adattarsi in modo sartoriale alle esigenze dei clienti e dei progettisti. Progetto:StudioChiavenuto
Ecovillage Club Med di 105 stanze in 17 edifici interamente in legno, in stile alpino classico, progettato dall'arch. Beppe Chiodin per Milo Srl (general contractor). Il risparmio energetico e la sostenibilità sono al servizio di un turismo attento e, appunto, sostenibile. @federicogiuseppin
Casa ZM Aurigeno, realizzata in legno e paglia, totalmente costruita con materiali naturali per buona parte derivanti dal riuso della coltivazione del riso italiano
Cristian Fracassi (nella foto), Ceo di Isinnova. Domanda. Tra i vostri prodotti e soluzioni, quali sono quelli più richiesti dal mercato italiano? Risposta. Tutti i prodotti che proponiamo sono nati dal sistema brevettato Brix. Ognuno ha un campo di applicazione specifico con richieste differenti, il sistema standard viene utilizzato per la realizzazione di case e soppalchi. Stiamo riscontrando un forte interesse per i Brix Boxes ovvero piccole strutture, nate dall’ottimizzazione del sistema originale, da dedicare sauna, locale relax, sala della musica, dependance della propria abitazione, camere di hotel, glamping, ufficio e tanto altro. Hanno dimensione minima di 2,4 x 2,4 metri e si caratterizzano per essere montabili, smontabili e spostabili facilmente in poco tempo. Altri due prodotti interessanti sono il Silent Brix, ovvero un piccolo box da 1,2 x 1,3 metri circa, per le call sempre più frequenti soprattutto post covid o per le riunioni all’interno di ambienti open space, dove la vita d’ufficio non permette di trovare la giusta concentrazione. Oltre a questo, anche il sistema Brix Plus riscuote successo ed è usato per montare stand fieristici ecologici, portanti e riutilizzabili numerose volte.
D. Quali sono le principali tendenze a livello tecnologico ed estetico maggiormente richieste in Italia?
R. La tecnologia è sicuramente un fattore importante così come l’estetica, ma la cosa più interessante oggi è la scoperta di materiali innovativi e riciclati. Il mondo del riciclo, infatti, affascina e interessa questo momento storico particolare in cui la sensibilità per l’ambiente e per il futuro è divenuta sempre più importante. Inoltre, da materiali già
usati, si possono generare materiali innovativi altrettanto tecnologici e performanti.
D. Come sta andando il vostro business in Italia?
R. La domanda da parte dei -nostri clienti è in costante crescita. Da un anno a questa parte stiamo avendo una risposta significativa di persone interessate ad investire in Brix e nella sua filosofia.
D. Che cosa vi aspettate dal 2023?
Durante quest’anno ci aspettiamo di crescere ancora e di innovare con altri materiali e invenzioni, pane quotidiano per noi di Isinnova. La ricerca non si ferma mai e con essa il desiderio di migliorare sempre ciò che offriamo.
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RESISTENTE AL FUOCO CERTIFICATE DA EI-60 A EI-120
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LA SOLUZIONE INTELLIGENTE PER PORTE BLINDATE
Domo Connexa è la serratura che unisce la sicurezza CISA alla gestione smart. Con la Nuki App è possibile aprire, chiudere la porta e configurare gli accessi anche da remoto.
Il Politecnico di Milano analizza il trend che riguarda la tecnologia applicata all’abitazione. In aumento gli italiani che se ne servono, dopo aver superato incertezze legate all'utilizzo dei dispositivi. E per le aziende si apre un mondo
di Monica BattistoniThermoSafe Decoral può essere dotata di motorizzazione con tecnologia BiSecur, sistema che utilizza la codifica Aes 128, impiegata anche per l’online banking.
L’equipaggiamento RC3 di serie permette di resistere ai tentativi di effrazione
Può la tecnologia essere anche bella da vedere? La risposta a questa domanda arriva da Hörmann, punto di riferimento per le chiusure a livello mondiale, che presenta la sua ultima novità: la porta d’ingresso ThermoSafe Decoral. Una soluzione che coniuga sistemi hi-tech d’avanguardia e finiture esclusive dagli effetti materici.
Niente più chiavi per aprire la porta di casa. ThermoSafe Decoral può essere dotata di motorizzazione con tecnologia BiSecur, sistema che utilizza la codifica Aes 128, impiegata anche per l’online banking.
ThermoSafe Decoral è disponibile con sistema di motorizzazione smart che sfrutta il sistema radio bidirezionale crittografato BiSecur
La porta può essere aperta in modo semplice e smart, anche tramite inserimento di codice, lettore di impronte digitali o smartphone. Il sistema radio bidirezionale crittografato BiSecur è inattaccabile e di portata stabile, offre la certezza che nessun estraneo possa duplicare il segnale. La sicurezza è anche garantita dall’equipaggiamento RC3 e dalla serratura a cinque punti di serie, caratteristiche che rendono la porta capace di resistere a tentativi di effrazione con utensili come cacciaviti, pinza e cunei, per un tempo utile a far rinunciare i ladri. Inoltre, se è scelta l’opzione con finestratura all’interno della porta, il vetro stratificato antischegge da otto millimetri di spessore protegge persone e oggetti in caso di rottura, sia all’interno che all’esterno dell’abitazione.
GARANTITA DIECI ANNI
Oltre a garantire performance tecniche per case a basso consumo energetico (valore di isolamento termico fino a 0,8 W/m²K), la porta d’ingresso ThermoSafe Decoral di Hörmann è dotata di un design curato nei minimi dettagli, accentuato dalla complanarità tra anta e telaio su entrambi i lati e dagli eleganti telai neri che incorniciano finiture esclusive. Indicata per vestire con stile l’ingresso delle abitazioni, la nuova porta di Hörmann è proposta in cinque superfici a effetto materico trasferite sulla superficie in alluminio verniciato grazie a un processo di rivestimento brevettato: Cemento, Rusty Patina, Quercia Selvatica, Legno di Fienile e Legno di Fienile grigio. ThermoSafe Decoral ha una garanzia di dieci anni ed è anche sostenibile: come tutti i prodotti Hörmann è oggetto di un ciclo produttivo impostato su severi criteri ecologici.
Smart Door Domo Connexa consente l’apertura automatica semplicemente avvicinandosi al varco di ingresso. Ma si può anche comandare vocalmente, oppure abilitare altre persone anche da remoto, grazie a una apposita app
di Sara GiustiQuando si rientra in casa le mani possono essere occupate e aprire la porta agevolmente può diventare un problema. Grazie a Smart Door Domo Connexa di Cisa, però, borse della spesa, bambini piccoli in braccio o il cane al guinzaglio non sono più un impedimento: basta configurare sul telefono l’app di gestione della Smart Door e, semplicemente avvicinandosi alla porta con il cellulare in mano, in tasca o nella borsa, la porta si aprirà automaticamente.
Si possono utilizzare diversi metodi di apertura: con smartphone, Nuki Keypad, Nuki Fob (telecomando Bluetooth), oppure anche ricorrendo alla chiave tradizionale, in base alle proprie abitudini e necessità. Inoltre, la Smart Door Cisa D omo Connexa si integra perfettamente con gli assistenti vocali Amazon Alexa e Google Home. E qualora suonassero alla porta mentre ci si trova in un’altra stanza, è possibile usare i comandi vocali per aprire e chiudere il varco d’ingresso, semplicemente collegando la Smart Door al wi-fi di casa tramite Bridge e attivando la licenza per il servizio di accesso remoto (Remote Access Activation Code).
Con Cisa D omo Connexa è possibile gestire le funzionalità della porta blindata d’ingresso anche quando ci si trova lontano da casa tramite smartphone. Sempre tramite il Nuki Bridge e l’attivazione della licenza R aac è possibile gestire e controllare lo stato della Smart Door sia dal parco sotto casa che da un altro continente. Oltre ad aprire e chiudere la porta, controllando allo stesso tempo se l’azione è conclusa correttamente, scaricando la Nuki App è consentito creare e assegnare credenziali di accesso, anche a tempo limitato, e controllare chi è entrato e uscito.
Un nuovo rapporto sulle dimensioni del mercato globale dell’automazione domestica, con analisi delle tendenze del settore per applicazione, arriva da ResearchAndMarkets, secondo cui l’introduzione di sistemi hi-tech nelle case è inarrestabile. Secondo la società di ricerca, le dimensioni del mercato globale dell’automazione domestica dovrebbero raggiungere i 106,6 miliardi di dollari entro il 2028, con una crescita dell’11,1%.
Il mercato della domotica, indica l’analisi, è in crescita a seguito dell’aumento della domanda di sistemi di illuminazione domestica intelligenti e di ambienti sicuri e protetti, con un migliore comfort per gli utenti. Lo sviluppo dell’industria della domotica e dei controlli dei servizi, tuttavia, può essere ostacolato dalla mancanza di compatibilità tra i sistemi di controllo della casa. Proprio per questo il recente accordo tra i big sullo standard Matter può essere un sostanziale passo in avanti. La domanda del mercato dell’automazione domestica, prosegue la ricerca, è in aumento a causa della maggiore diffusione dei dispositivi, dell’elevata accettazione da parte degli utenti della tecnologia wireless, della domanda di tecnologie ad alta efficienza energetica e dell’aumento delle iniziative dei governi per costruire case intelligenti.
Ma uno degli elementi segnalato dalla ricerca riguarda un trend macro: negli ultimi anni l’urbanizzazione si è diffusa rapidamente in tutto il mondo. Sempre più persone si spostano nelle aree metropolitane a quelle urbane e aumentano le dimensioni delle città. Queste fluttuazioni demografiche hanno avuto un impatto anche su altri aspetti dell’uso del suolo, dell’attività economica e della cultura. Nel corso della storia, rileva la ricerca, importanti cambiamenti e progressi nella società e nell’economia sono stati correlati all’urbanizzazione. Un fattore che contribuirebbe in modo determinante all’aumento dell’adozione della tecnologia di automazione domestica intelligente. Infine, non manca un monito sulla sicurezza: ogni dispositivo smart è anche un punto di accesso per possibili intrusioni, proprio come qualsiasi altra cosa connessa a internet. I dispositivi domotici, sempre più comuni, sono anche potenzialmente occhi e orecchie che possono rivelare informazioni private e compromettere la sicurezza. Un fattore da tenere in conto per il futuro.
Cantiere: Ospedale IMFR Gervasutta - Udine
Impresa: MANELLI Costruzioni Generali
Progettazione: MATE soc. Coop.
Il pannello in lana di vetro per FACCIATA VENTILATA di Eurofibre ® permette molti vantaggi rispetto al cappotto tradizionale.
▪ Protezione efficace dell’ambiente nelle situazioni climatiche invernale ed estiva;
▪ Ottimo isolamento acustico dai rumori esterni;
▪ Protezione al fuoco più sicura;
▪ Si adatta a qualsiasi tipo di superficie ed è di facile installazione;
▪ Permette la traspirazione della struttura ed evita la formazione di ponti termici e lo sviluppo di muffe interne;
▪ Conformità al decreto CAM perché prodotto con oltre l’80% di materiale riciclato;
▪ Prodotto interamente Made in Italy.
Alleanza francese con la piattaforma Matix with Netatmo: una linea di placche proposte in 23 colori per comandare le tapparelle tramite app da remoto, modulare l’intensità della luce, gestire accessi entrata oppure in uscita
di Stefano Lavori La nuova linea di placche da parete è realizzata in tecnopolimero, disponibile in 23 colori, suddivisi in cinque macrogruppi: bianchi, texture, metallics, galvanics e colors. Può essere utilizzata anche nel terziario e in ambienti commerciali, grazie a versatilità e a un costo considerato competitivo. Per essere impiegata in ambito business, l’azienda ha previsto anche una versione antirimozione delle placche (con quattro viti a taglio di tipo torx) e una antibatterica, con materiali basati su ioni d’argento (Ag+). La gamma comprende anche prese Usb di ricarica, torce estraibili, lampade di sicurezza, custodie idrobox, torrette a scomparsa, sporgenti e centralini da parete multifunzione, tutto anche con comandi wireless.
Casa sempre più domotica con l’integrazione di diverse funzionalità. Una delle aziende che più ha puntato sulle opportunità offerte dalla tecnologia è BTicino, che con Matix with Netatmo ora rinnova la sua proposta. Netatmo è un’azienda francese specializzata in dispositivi per la casa smart. In Italia ha da tempo stretto un’alleanza con BTicino ed è considerata un’eccellenza nell’ambito delle tecnologie al servizio di sicurezza, energia, clima e qualità dell’aria. BTicino, in effetti, è da tempo impegnata nella home automation: quattro anni fa era scesa in campo con Living Now e poi con Livinglight, la serie più venduta in Italia. Tutta la gamma si comanda a distanza con uno smartphone, oppure tramite gli assistenti vocali di Amazon Alexa, Google e Apple Homekit. La linea Matix with Netatmo si propone come gestione integrata per comandare le tapparelle tramite app da remoto, per modulare l’intensità della luce, gestire accessi entrata o di uscita, impostare priorità dei carichi delle prese elettriche, ma anche controllare i consumi energetici, tenendone traccia tramite report dettagliati.
Chi ha già installato placche della serie Matix può trasformare l’impianto esistente in un sistema smart con piccoli interventi di cablaggio, senza intaccare la muratura: basta sostituire i vecchi comandi tradizionali con i corrispettivi connessi e aggiungere un gateway per metterli in comunicazione con la rete wi-fi di casa.
Abbonati a Lattoneria
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Periodico per il settore della lattoneria edile e della copertura metallica
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1 anno 4 numeri € 18,00 anziché € 20,00
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1 anno 4 numeri € 22,00 anziché € 28,00
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http://www.youtradeweb.com/abbonati-alle-riviste/
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Pronti a cambiare, ad adattarsi alle nuove tendenze ma, soprattutto, alle nuove esigenze. L'edilizia non è immune dal cambiamento che parte dalla macroeconomia, dalle onde di ripresa e recessione che si susseguono, e neppure dalla trasformazione che, con l'introduzione del digitale, ha investito la distribuzione. Ma non sono questi gli unici temi che saranno al centro del prossimo Convegno YouTrade in programma a ottobre. Per la distribuzione e per la filiera dell'edilizia, infatti, l'autunno sarà anche il momento di tirare le fila dopo l'euforia spinta dai superbonus e dagli investimenti arrivati assieme al Pnrr. Non tutto andrà probabilmente come previsto. Ma questo offre anche nuovi spazi di intervento, a partire dalla propria organizzazione aziendale. E un contributo arriverà proprio dal XVI Convegno YouTrade.
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LA MASSIMA FACILITÀ DI POSA: PROGETTARE IN TEMPO REALE
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Il sistema Terracoat® assicura una elevata performance termica dell’edificio, oltre a migliorare l’aspetto estetico, grazie ai listelli in terracotta faccia a vista a pasta molle nelle varietà di finiture e colori della gamma SanMarco e Pica.
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L’Intelligenza artificiale avrà un impatto sulla distribuzione di materiali edili? Secondo un’analisi di Business Insider insidierà sicuramente alcune professioni, secondo quanto hanno pronosticato diversi esperti, che hanno stilato un elenco dei dieci lavori e professioni che più rischiano di essere sostituiti da chatGpt e simili. Tra questi ce n’è una che interessa la distribuzione: l’assistenza clienti. Già ora i clienti di negozi online si trovano a scambiare messaggi in chat per richiesta informazioni e assistenza clienti con sistemi Ai. È molto probabile che questa tendenza si rafforzerà nel tempo, con sempre più chatbot automatiche aziendali, meno persone in reparti e call center.
la vita privata pubblicando immagini, filmati e testi. Per il 2027 la previsione è che il 70% delle persone nel mondo disporrà di un account sui social.
In Germania anche la betoniera diventa elettrica. Volvo Trucks ha consegnato a Cemex, multinazionale messicana di materiali da costruzione, la prima autobetoniera elettrica a zero emissioni. Il veicolo rappresenta lo sviluppo più recente dell’accordo firmato tra Volvo e Cemex, per una collaborazione globale nel settore delle soluzioni di mobilità elettrica, con il quale i due partner affermano di volere ottenere una riduzione delle emissioni di carbonio e un incremento della produttività. Il camion può essere utilizzato per un’intera giornata di lavoro, con un’unica ricarica durante la pausa. Sarà utilizzato nell’impianto di produzione di calcestruzzo di Spandau, Berlino.
I social media non passano di moda, anzi. Secondo un’analisi di Best Sports Betting Canada i numeri dei social media continuano a crescere, arrivando a prevedere un incremento del 28% degli utenti entro il 2027. L’aumento si deve alla pervasività degli smartphone. Le numerose piattaforme, ognuna con offerte diverse in termini di contenuti, possono raggiungere target diversi e tutte hanno un crescente numero di utenti. Molti utenti, inoltre, hanno account su più piattaforme dove condividono
Secondo un rapporto dell’Ista, nel 2022 il 69,9% delle piccole e medie imprese ha avviato almeno quattro attività digitali su 12, più della media Ue. Il report Imprese e Ict indica però che rimane una distanza sul fronte della presenza di specialisti, della formazione di nuove competenze, della sicurezza informatica avanzata e dell’ecommerce. Anche se con l’epidemia covid è aumentato il numero di imprese dotato di strumenti digitali e di soluzioni di cybersecurity (dal 34,4% nel 2019 all’attuale 48,3%), in particolare sull’onda del ricorso allo smart working, la transizione digitale nel nostro Paese procede ancora con lentezza.
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