YouTrade giugno 2024 (abbonati)

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Da sinistra, Andrea Baldo, Francesca e Andrea Menozzi

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ANNO 17 - NUMERO 150 GIUGNO 2024

Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl

Sede legale: Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano (MI) - Italy

Sede operativa: Via San Benedetto 6 - 24122 Bergamo (BG) Tel. +39 02 47761275 info@vgambinoeditore.it

Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it

Redazione

Alice Fugazza e Livia Randaccio

Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Monica Battistoni, Alessandro Bonvicino, Paolo Caliari, Centro Studi YouTrade, Federico Della Puppa,

Stefano Lavori, Ludovico Lucchi, Selene Maestri (fotografa), Federico Mombarone, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro

Impaginazione e grafica

Layout and graphics

Raffaella Sesia

Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di

Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Via San Benedetto 6 - 24122 Bergamo (BG) Tel. +39 02 47761275 - cell. + 39 340 1761951 info@vgambinoeditore.it

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giugno 2024 Sommario

RUBRICHE

11 EDITORIALE Influencer o follower?

12 INDEX Costruzioni in altalena

16 ECONAUTA Quanto costerà Case green

16 CHIACCHIERE IN CANTIERE I ponteggi tornano al 2019

17 L'AVVOCATO Spese ripartite, ma con la legge

18 I FATTI NOSTRI Formazione salvaci tu

20 DIGITAL NEWS

22 SEGGIOLE E POLTRONE

ATTUALITÀ

26 INCHIESTA FORMAZIONE Tutti a scuola

46 DEUS Informare per performare

54 ECLISSE Più formazione per vendere meglio

66 BRIANZA PLASTICA La scuola in cantiere

68 OCCUPAZIONE Nei cantieri manca personale

72 LEGGI Il Salvacasa aiuta l'edilizia?

76 PASSAGGIO GENERAZIONALE Arriva la Carta di famiglia

80 SPECIALE DRENAGGIO Un allegato con YouTrade

RIVENDITE

84 HEIDELBERG MATERIALS - 1 Il nuovo cemento

94 HEIDELBERG MATERIALS - 2 Calabria a due facce

100 D'AMORE Crescita sprint con l'edilizia

106 EDIL MERCURI Forte logistica per conquistare spazio

112 SERCOMATED Nuove frontiere per la distribuzione

120 KESKO L'irresistibile crescita del fattore K

126 RIVENDITE NEWS

128 SHOWROOM

130 TO BUILD

STORIA DI COPERTINA

132 XT INSULATION Superpan Build sostenibile e polivalente

72 QUANTO PESERÀ IL DECRETO SALVACASA?

76

UN PATTO DI FERRO PER IL PASSAGGIO GENERAZIONALE

112

IL TREND DELLA DISTRIBUZIONE SECONDO SERCOMATED

160

LE PRIME CENTO

AZIENDE DELLA

TERMOIDRAULICA

180

198

FOTOVOLTAICO, MERCATO

AD ALTA TENSIONE

LA CASA BIO CHE OSPITA MICRORGANISMI

PRODUZIONE

138 LATERLITE Nuovi investimenti dal supergruppo della leggerezza

142 FILA SOLUTIIONS Superfici a cinque stelle

144 COTTO POSSAGNO Il Coppo di Più resiste alla grandine

146 MATERIALLY Mettiamo in circolo il cuore delle costruzioni

150 DE FAVERI Finestre isolate con Tiquadra

152 MUOVIAMOCI Futuro dark-store

154 REGOLIAMOCI Le regole per la nuova Zes

156 YOUTRADE NEWS

SPECIALE TERMOIDRAULICA

160 CLASSIFICA TOP 100 Crescita bollente

170 CORDIVARI Caldo e freddo per il comfort

FOCUS CONTROSOFFITTI

174 SAINT-GOBAIN L'aula del futuro con controsoffitti top

FOCUS VMC

176 WAVIN ITALIA Nuova estetica e più portata con Ventiza Hp

178 FIV Sistema radiante con meno Co2

SPECIALE FOTOVOLTAICO

180 IL MERCATO Pannelli solari in corsia di sorpasso

188 FISCHER Pannelli fissati su tetti e facciate

YOUTRADE CASA

192 CLIMATIZZAZIONE Stufe e caminetti design

196 LUXURY IN SHOWROOM

CASA GREEN

198 ECLISSE Si vive meglio con i microrganismi

202 SOSTENIBILMENTE Tra le Pmi si fa strada il green

204 HOME AUTOMATION Camere di sorveglianza e sicurezza

206 NICE Cancello smart con robot

208 HI-TECH

DA SOLI O IN COMPAGNIA

QUAL È LA STRADA GIUSTA PER LA DISTRIBUZIONE?

Il dopo-superbonus mette le imprese della distribuzione davanti a una scelta strategica: utilizzare il capitale a disposizione per investire sulla propria azienda, oppure adoperarlo in funzione di una forma di aggregazione. Come l’acquisizione di altri punti di distribuzione, l’apparentamento in gruppi e consorzi, o in sinergie più semplici. Una spinta alla semplificazione del mercato che, inoltre, è incoraggiata anche dalla necessità, per molti, di gestire un passaggio generazionale spesso non semplice. Il XVII Convegno YouTrade sarà focalizzato sulle scelte non rinviabili delle imprese di rivendita di materiali e di servizi per l’edilizia. Tecnologia, gestione finanziaria e prospettive del mercato saranno tra i temi affrontati, assieme alla inedita testimonianza di protagonisti della distribuzione all’estero, chiamati anche a esprimere un giudizio sulla distribuzione in Italia. Un evento da non perdere, segnate la data in agenda.

XVII Convegno Nazionale

Cena di business con la consegna degli YouTrade Awards

mercoledì 23 ottobre 2024 ore 19

Convegno YouTrade giovedì 24 ottobre 2024 ore 9

Villa Quaranta Via Ospedaletto, 57 - 37026 Ospedaletto (Verona)

Testimonianza

SHOW

Partecipano due rappresentanti di gruppi e consorzi, due rappresentanti di multipoint, due rivendite da uno a tre punti vendita

10,20 RIVENDITE ITALIANE VISTE DALL’ESTERO

L’Italia vista da Germania e Slovenia

10,30 CONGIUNTURA E PREVISIONI 2025

Federico Della Puppa, coordinatore Centro Studi YouTrade

11,15 INSTANT POLL: LE STRATEGIE DELLE IMPRESE

Roberto Di Lellis, giornalista

11,30 Coffee break

11,45 L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ENTRA NELLO STORE

Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano

12,20 COME GESTIRE IL PASSAGGIO GENERAZIONALE

Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo, presso l’Università Cattaneo - Liuc

12,50 TOP 100 DELLA DISTRIBUZIONE

Federico Della Puppa, coordinatore Centro Studi YouTrade

13,00 Light lunch o learning party

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emissioni di C02e rispetto a FITT

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Influencer o follower? Rivenditori a un bivio

Sarà per pigrizia, sarà perché abbiamo sempre fatto così, sarà perché non ci sono soldi da investire. Ma sta di fatto che una buona percentuale delle aziende commerciali italiane non ha ancora imparato a utilizzare, come si deve lo strumento digitale. Ok, magari hanno un sito web un po’ polveroso, un account Facebook e persino un affaccio su Instagram. Ma sanno usare davvero la tecnologia?

Sono innovatori oppure viaggiano a rimorchio dei concorrenti? Sono influencer o follower? È un problema che riguarda la formazione, di cui parliamo nelle successive pagine di YouTrade

Una recente ricerca dell’Osservatorio Omnichannel Customer Experience, in ogni caso, non lascia dubbi: nel 2023 solo il 40% delle aziende italiane censite ha in organico un responsabile delle vendite omnicanale e solo l’8% ha un approccio avanzato alla strategia adeguata di commercializzazione dei prodotti attraverso il canale fisico e digitale. Ma il 61% delle imprese in compenso, ha attivato percorsi di formazione e sensibilizzazione in ambito omnichannel, anche se solo il 27% coinvolge i livelli operativi (come venditori e operatori di contact center) nell’intera trasformazione.

Ci sono, per fortuna, anche dati che suggeriscono che esiste un’altra faccia della medaglia. Per esempio, le aziende di distribuzione, anche se non specificatamente quelle legate al mondo dell’edilizia, stanno allargando lo sguardo a territori come l’intelligenza artificiale. A che serve? L’impiego più semplice è quello di una chatbot che risponda alle domande dei clienti sul sito web. Un assistente virtuale può offrire le risposte più semplici o, nel caso la richiesta sia complicata, avvertire un incaricato umano. Ma come si fa a sapere che cosa chiedono i clienti? L’esperienza suggerisce che gran parte delle istanze si ripete regolarmente, a patto di aver analizzato i dati per un certo periodo di tempo. Basta una chatbot, quindi, per soddisfare la maggior parte delle richieste? In teoria, sarebbe come avere un dipendente in più destinato a fornire informazioni ai clienti. Facile? No, perché per offrire un servizio efficiente è necessario istruire l’intelligenza artificiale e questo è un aspetto sottovalutato. La prova è che l’83% degli utenti è spesso insoddisfatto verso questo tipo di servizio. Insomma, le scorciatoie sono impervie.

Il focus rimane, in ogni caso, la capacità offerta dalla formazione di offrire la stessa customer experience tra digitale e negozio fisico, che costituisce il concetto di omnicanalità. Un segnale che, seppure lentamente, le cose cambiano è il dato relativo alle imprese che avviano un percorso di trasformazione omnicanale: il 21%. È già un inizio.

Il servizio informativo per aggiornare i lettori, mese per mese, sugli andamenti mensili del mercato delle costruzioni, sui trend in atto e su quelli attesi nei prossimi mesi

Le attese delle aziende sono fredde, ma il settore registra una ripresa della produttività dopo il calo di aprile

DCOSTRUZIONI IN ALTALENA

opo i segnali di rallentamento di aprile, gli indicatori delle attese dei mercati mostrano ancora una volta un andamento altalenante, con rimbalzi di vario tipo che evidenziano sempre più l’andamento discontinuo dell’economia nel suo insieme e in particolare quella del settore delle costruzioni. Le imprese rimangono in balìa degli eventi di breve e brevissimo periodo, che modificano il sentiment e che a maggio evidenzia una stabilizzazione verso il basso della fiducia delle imprese, sia a livello nazionale che dell’Area euro, mentre a livello europeo si nota un ulteriore calo della fiducia, dato dalla forte tendenza al ribasso dei paesi fuori dall’Area euro, a significare che i Paesi con moneta unica sono in questo momento di incertezza mondiale un po’ meno esposti, lato costruzioni, alle fluttuazioni dei mercati internazionali e locali. In ogni caso, il livellamento al basso evidenzia un

rallentamento che, in questa fase, potrebbe anche essere interpretato come un fattore positivo, se messo in relazione con gli altri indicatori. Gli indicatori. A livello nazionale il confronto tra gli indicatori relativi alla fiducia dei vari settori economici presenta solo il settore industriale in leggera ripresa, con la fiducia che inverte la rotta negativa del mese precedente, riportandosi sui livelli di marzo, mentre per gli altri settori si rileva una frenata complessiva, con la fiducia dei consumatori ancora al palo, anche se si potrebbe notare un leggero incremento rispetto al dato molto negativo di aprile, ma con valori in linea con i punti più bassi degli ultimi 12 mesi, segno di una incertezza che influisce direttamente sui consumi e sugli investimenti. Per l’economia italiana, dunque, si evidenzia la prosecuzione di un attendismo e di una incertezza data dalla situazione politica internazionale, anche in ragione delle scadenze elettorali e delle notizie economiche sulle esigenze di

FRENA IL CALO DELLA FIDUCIA DELLE IMPRESE DI COSTRUZIONI IN ITALIA E NELL'AREA EURO, PROSEGUE VERSO IL BASSO QUELLO EUROPEO Economic sentiment nelle costruzioni in Europa - Dati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat (DG ECFIN, European Commission)

A MAGGIO FRENA LA FIDUCIA DI CONSUMATORI, IMPRESE DI COSTRUZIONI, COMMERCIO E SERVIZI, IN LEGGERA RIPRESA QUELLA INDUSTRIALE

Economic sentiment dei settori economici in Italia - Dati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat (DG ECFIN, European Commission)

RIMBALZO POSITIVO PER ORDINI E OCCUPAZIONE DOPO IL CALO DI APRILE

Economic sentiment nelle costruzioni in Italia per i prossimi tre mesi - Dati destagionalizzati

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

NDEX

Il servizio informativo per aggiornare i lettori, mese per mese, sugli andamenti mensili del mercato delle costruzioni, sui trend in atto e su quelli attesi nei prossimi mesi

CRESCE LA PRODUZIONE NELLE COSTRUZIONI IN APRILE, SUPERANDO DI 38 PUNTI LA MEDIA ANNUA DEL 2021

Andamento della produzione nel settore delle costruzioni - dati destagionalizzati gennaio 2021-aprile 2024 (base indice: 2021=100)

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

INFLAZIONE STABILE E LIMITATA ALLO 0,8% NEL MESE DI MAGGIO, A CONFERMA DELLA STABILIZZAZIONE AL BASSO DELLA CRESCITA DEI PREZZI

Andamento del tasso di inflazione in Italia - Variazione % sullo stesso mese dell'anno precedente

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

restrizione delle manovre, a causa dei deficit sul bilancio dello Stato innescati dai bonus edilizi.

Edilizia. Nonostante questi attendismi e questa riduzione del clima di fiducia generale, il settore delle costruzioni mostra nel mese di maggio una ripresa significativa dei due indicatori previsionali, quello legato agli ordini e ai piani di costruzione delle imprese e quello legato alle aspettative occupazionali. Il rimbalzo di maggio è evidente, dopo il forte calo di aprile, e segue in qualche modo il nuovo indicatore che da questo mese presentiamo su queste pagine, ovvero quello legato alla produzione nelle costruzioni. Questo indicatore che, per motivi statistici è legato alle rilevazioni Istat, che presentano un aggiornamento con un mese di scarto rispetto agli altri indici, evidenza una crescita nel mese di aprile, dopo il calo dei due mesi precedenti, con un livello produttivo superiore a 38 punti rispetto alla media del 2021, che costituisce la base 100 dell’indicatore. La curva esprime a tutti gli effetti il livello produttivo del settore che, rispetto alla media del 2021, è cresciuto quasi del 40%, e che anche se si attestasse nei prossimi mesi a valori inferiori, comunque farebbe segnare un livello produttivo molto positivo per il settore, anche in uno scenario di progressivo calo per l’esaurirsi della spinta del superbonus. Inflazione. In questo scenario le buone notizie sul fronte inflazionistico garantiscono una stabilità molto positiva per i mercati. A maggio rimane stabile allo 0,8% il tasso di inflazione, sia a livello nazionale per l’indice Ipca europeo. La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +2,5% a +1,8%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,7% a +2,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,6%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -13,9% a -13,5%) e si interrompe quella dei regolamentati (da -1,3% a +0,7%) e accelerano lievemente i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,8% a +4,3%). Nel mese di maggio l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera, così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +2,1% a +2,0%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo.

A Cura del Centro Studi YouTrade

RUBRICHE

FEDERICO MOMBARONE

Giornalista

Quanto costerà

Case green

Ok, il superbonus è costato un botto. Ma non sono stati soldi buttati via: cappotti e caldaie efficienti riducono i consumi energetici e ne beneficiano la bilancia commerciale italiana, i bilanci familiari (che potranno essere impiegati per altri consumi), oltre che l’ambiente. Ma il vero problema da risolvere è un altro: la festa appena cominciata, è già finita, come recitava una vecchia canzone? La rivoluzione green è bloccata dall’insofferenza verso l’Europa di una parte dello schieramento politico? Eppure, consumare meno gas e petrolio è interesse di tutti, non solo di chi fa dell’ambientalismo una sfida ideologica: un buon intervento di efficientamento energetico può abbattere la bolletta energetica del 40%. La transizione verso edifici meno energivori, insomma, non è un pallino di pochi, ma un’esigenza pratica, a prescindere dalle considerazioni sul cambiamento del clima. Allo stesso tempo, però, non va sottovalutato un altro impatto, quello sui conti dello Stato. Lo riconosce la stessa filiera dell’edilizia. Poche settimane fa il rapporto Valore dell’abitare elaborato da Cresme e Symbola, promosso da Assimpredil Ance di Milano insieme a European Climate Foundation, ha messo il dito nella piaga: per assecondare la direttiva Casa green approvata dal Parlamento europeo sono necessari dai 285 ai 320 miliardi. In Italia saranno da rendere meno energivori entro il 2030 circa 3,2 milioni di immobili, circa il 16% di quelli residenziali, come YouTrade ha raccontato nei mesi scorsi. Gli analisti che hanno realizzato il rapporto, utilizzando i dati dell’Enea, si sono messi a fare i conti: con una riduzione del 15% relativa alla nuova classe G secondo i nuovi criteri di catalogazione europei, le abitazioni più energivore, quelle da riqualificare subito, sono 3,2 milioni di unità, di cui 578 mila in case unifamiliari e 2,6 milioni in condominio. Uno stock che, sulla base dell’utilizzo del superbonus 110%, per migliorare di due classi potrebbe costare la cifra indicata, di fatto superiore al costo dell’incentivo appena abolito. Come fare? È in questi casi che un buon ministro dell’Economia, o più in generale un governo, tira fuori gli attributi. Se non si può creare debito, si possono impegnare i gioielli dello Stato e, non da ultimo, creare meccanismi che coinvolgano, anche finanziariamente i proprietari degli immobili, contando che sui conti correnti degli italiani stazionano circa 1.300 miliardi. Ma, ah già, poi si perdono voti, come non detto.

FRANCO SARO Giornalista

I ponteggi tornano al livello del 2019

Non ci sono solo i produttori di isolanti a registrare un rallentamento del business provocato dallo stop al superbonus. Anche la domanda di ponteggi fa i conti con l’addio all’incentivo.

Secondo i dati di Unicmi, il settore aveva un valore stimato di 200 milioni in termini di produzione nel 2019, cifra arrivata a triplicare oltre quota 600 milioni nel 2022. Il settore vive un pesante downgrade: se non è l’inferno, è almeno un amaro purgatorio. I produttori lamentano una precipitosa discesa degli ordini di circa un terzo rispetto agli anni passati. Il noleggio soffre meno rispetto alla domanda di acquisto, ma la previsione riduce le aspettative per l’anno in corso al livello del 2019, prima del boom dettato dal superbonus. Non è crisi, ma un pesante stop sì. Per venditori e noleggiatori di ponteggi la speranza sono adesso le opere legate al Pnrr, ma solo in parte, perché i lavori (quelli che non sono stati cancellati dalla revisione del governo) non prevedono molte opere di riqualificazione, anche se abbondano quelli legati alle infrastrutture.

Certo, all’orizzonte c’è la direttiva europea Case green, che potrebbe ridare impulso ai lavori sulle facciate legate alla coibentazione degli edifici. Il nuovo Parlamento europeo e la rinnovata Commissione Ue possono però ripudiare quanto già deciso, semplicemente spostando in avanti i termini entro cui rendere meno energivori gli edifici in classe G. In aggiunta, c’è un altro problema che interessa la categoria: l’evoluzione degli aspetti normativi che, secondo gli operatori, lasciano le aziende nell’incertezza. Il problema è la gestione delle autorizzazioni ministeriali per i ponteggi, che è gestita dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Il dicastero è da anni condizionato da carenze organizzative e da una confusione tecnico normativa.

Ci vuole una nuova edizione della norma tecnica, ma i tempi si allungano e la revisione del testo non arriva. Secondo Unicmi, è necessaria una modifica del decreto in vigore per introdurre un sistema di enti terzi accreditati che possano rendere i percorsi delle imprese più certi e rapidi. Ed è anche da migliorare il numero di laboratori di prova, oggi inadeguato.

CHIACCHIERE IN CANTIERE

del Foro di Milano lucchi@studiolucchi.eu

Spese ripartite

ma con la legge

Una delibera sulla ripartizione degli oneri condominiali adottata in violazione dei criteri generali previsti dalla legge o dalle tabelle millesimali: la Corte di Cassazione, con l’ordinanza 8315 del 27 marzo 2024, ha ribadito il principio di diritto per cui le tabelle sono contrattuali quando non abbiano un contenuto meramente ricognitivo dei criteri legali di ripartizione delle spese, ma intendano espressamente derogarvi e diano luogo alla diversa convenzione menzionata dall’articolo 1123 del Codice civile. Pertanto, per definire contrattuali le tabelle non è sufficiente che siano state predisposte dal costruttore e allegate ai titoli di acquisto, ma devono anche derogare al criterio legale di ripartizione delle spese. Ciò premesso, la Corte opera un distinguo: è nulla la delibera che, a maggioranza, stabilisca (o modifichi), per il futuro, i criteri generali di ripartizione delle spese previsti dalla legge o dalla convenzione, mentre è meramente annullabile la deliberazione che ha a oggetto la ripartizione in concreto tra i condomini delle spese, che sia adottata in violazione dei criteri generali previsti dalla legge o dalla convenzione (ossia dalle tabelle).

Infine, i giudici di legittimità ribadiscono che, nel caso di decreto ingiuntivo emesso per il pagamento degli oneri condominiali, in sede di opposizione, il giudice può sindacare: la nullità della delibera posta a fondamento del provvedimento monitorio (sollevata dalla parte o rilevata d’ufficio) e l’annullabilità della delibera.

Infatti, la delibera costituisce il fondamento dell’ingiunzione di pagamento, pertanto, il giudicante ben può accertarne la validità. In tal senso, si erano pronunciate le Sezioni Unite della Cassazione (9839/2021) chiarendo che, in caso di annullabilità, l’opponente deve dedurla in via d’azione e non d’eccezione: deve cioè essere dedotta in via riconvenzionale, nell’atto di citazione in opposizione, nel termine di 30 giorni decorrenti dalla data della deliberazione per i dissenzienti o astenuti e dalla data di comunicazione della deliberazione per gli assenti (ex articolo 1137 comma 2 del Codice civile) sicché è inammissibile l’eccezione di annullabilità sollevata dall’opponente, in relazione alla delibera posta a fondamento del decreto ingiuntivo, senza la richiesta di una pronuncia di annullamento.

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ROBERTO ANGHINONI

Giornalista

PFORMAZIONE SALVACI TU

er come si sta mettendo il mercato dell’edilizia in Italia, sono convinto che le rivendite edili debbano fare un deciso salto di qualità, un po’ in tutti i campi dell’attività quotidiana. Ci si deve porre obiettivi di miglioramento, se non altro perché il nostro collega vicino sta ragionando nello stesso modo. Scartata una volta per sempre l’idea di lavorare ancora con i prezzi, in nome di quel modello alla fin fine perdente del mercato comparativo, è evidente che le scaramucce commerciali si giocano su altri tavoli. Perché, ormai credo sia chiaro, siamo nel bel mezzo di una solenne competizione.

La parolina magica, la sveliamo subito, è formazione. La prima obiezione potrebbe essere che la formazione la fanno tutti, in un modo o nell’altro. Appunto, la formazione in un modo o nell’altro non esiste. O, se esiste, non serve. La trasformazione del mercato della distribuzione edile, spinta a destra e a manca da eventi anche imprevedibili solo qualche anno fa, ci sta passando davanti agli occhi, e dobbiamo tenerli bene aperti. Penso al pressing della digitalizzazione, alla presenza in certi casi dominante della figura del privato all’interno dei punti vendita e nelle decisioni, con la conseguente attenzione ai materiali che vengono utilizzati all’interno e all’esterno delle abitazioni, o al fatto che web e social hanno scardinato una certa idea di cliente, che adesso è invisibile ma c’è, e che dobbiamo cercare di farlo materializzare all’interno delle nostre rivendite. A mio molto modesto avviso ce n’è abbastanza per invocare la Formazione (appunto, quella con la F maiuscola) perché scenda su di noi e ci protegga. In buona sostanza, le nostre rivendite non possono più permettersi di essere luoghi dove si entra e si compra, perché per quello ci sono Amazon e il commercio elettronico in generale. Il cliente invisibile non cerca quindi prodotti, ma soluzioni. Soprattutto, un interlocutore che gli dia risposte in tempi rapidi, e parliamo di minuti, non di giorni. E poiché non

Come rintracciare, comprendere e coinvolgere un cliente invisibile?

Si tratta di una epocale sfida del nuovo mercato, quello che cerca soluzioni più o meno immediate. Il percorso formativo è essenziale, come è anche importante rivedere e aggiornare l’approccio al cliente

si può contare sulla propria, eventuale empatia, su espressioni e sguardi che sprizzano professionalità e sicurezza, ecco che per affrontare il cliente invisibile, e farlo diventare visibile nei nostri punti vendita, è necessaria una preparazione specifica, appunto una Formazione che abbia al centro la figura del cliente. Il problema è che sarà sempre più così. Pensare di tirare avanti come abbiamo sempre fatto potrà andare bene ancora per qualche tempo, ma temo che il processo sia irreversibile. Infatti, è troppo comodo sedersi davanti a un pc, o a un tablet, o a un telefonino e scandagliare le offerte del mercato. Chi risponderà per primo? Chi si aggiudicherà il lavoro? Chi è già oggi in grado di fornire informazioni più o meno immediate e conquistare l’attenzione e poi la fiducia del cliente invisibile? Per quanto ne so, che non è molto ma comunque azzardo, non credo che la percentuale delle rivendite edili nostrane che lavorano con questa predisposizione al mercato del futuro sia particolarmente elevata. Rimaniamo pur sempre sottodimensionati, con mille problemi quotidiani da risolvere, ci manca solo di mettere una persona a lavorare con i social e il web. Eppure, e ve lo dice un bipede analogico impenitente, è proprio ciò che bisogna fare, sempre che, ovviamente, la vostra attività abbia già una deriva social, che siate insomma rintracciabili e visibili da una infinità di clienti potenziali, e infinità va inteso alla lettera. Clienti che se non trovano voi troveranno qualcun altro. Si tratta, come è facile capire, di una naturale selezione del mercato, dove il prezzo conta marginalmente, e comunque non al primo contatto. Solo la Formazione può quindi trasformare le nostre aziende in imprese di successo. Perché il nuovo mercato va compreso a fondo, perché i nostri collaboratori devono essere costantemente aggiornati. Perché lavorare molto, molto seriamente con il cliente e per il cliente deve essere l’obiettivo primario per ogni azienda commerciale. Domani più che mai, perché oggi è il passato.

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BILANCIO GREEN

PER MAGNETTI

Magnetti Building, azienda del Gruppo Grigolin, specializzata nella prefabbricazione e nella fornitura di soluzioni complete e a ridotto impatto ambientale, ha presentato il suo primo Bilancio di Sostenibilità. Il documento, volto a garantire la massima trasparenza verso tutti gli stakeholder, testimonia l’impegno costante dell’azienda verso un approccio responsabile e segna un punto di partenza di un percorso preciso che detta gli obiettivi di breve, medio e lungo periodo che la storica impresa di Carvico è determinata a realizzare.

https://www.youbuildweb.it

VETRATE AGC

ENERGY

A PARIGI

Collocato nel distretto degli affari La Défense, proprio sul sito delle ex cartiere di Nanterre, Arboretum è uno straordinario progetto ecosostenibile rivestito con vetrate Agc Energy 72/38. È il più grande campus terziario della regione di Parigi in termini di spazio adibito a uffici e dimensioni del terreno occupato. L'intervento architettonico si trova immerso in un parco di 25 ettari lungo la Senna, il complesso include cinque nuovi edifici in legno, oltre a due immobili storici.

https://www.casacondominio.net

MURI ASCIUTTI

COME RISANARLI

Negli edifici, specialmente quelli con molti anni alle spalle, c’è il rischio di infiltrazioni dal basso che possono arrivare a mettere in pericolo le strutture del condominio. Per fortuna le tecniche per risanare le pareti ammalorate ci sono. Occorre fare alcune considerazioni preliminari sulle cause derivanti da condizioni ambientali e meteorologiche, ma anche sui materiali da costruzione e la loro composizione. Procedendo per ordine, dobbiamo considerare l’acqua come elemento causale degli effetti che tendono a manifestarsi nelle strutture per la presenza di umidità e condense, riconoscibili nel tempo con la formazione di efflorescenze, muffe e spore.

STANDARD

42 YEARS 1982-2024

Caratteristiche

Characteristics:

Lavorazione fino: 60 m

dal 1982

Lavorazione graffiato: 60 m 2/h 2/h

Lavorazione grezzo: 50 m2/h

Lavorazione premiscelati: 50 m2/h

Raschiatura e carteggiatura tinte: 40 m2/h

Fine plaster: 60 sq m/h

“Schratched” plaster: 60 sq m/h

Rough plaster: 50 sq m/h

Pre-mixed products: 50 sq m/h

Scraping and fine sanding of paints in general: 40 sq m/h

dal 1987

REV DRY 220 VOLT

Prevalenza 10 m

Prestazioni Lt 18 dipende dal materiale e rotore, statore Granulometria Da 0 a 4 mm. (Rotore e statore idoneo)

Head 10 m

Performances 18 lt. according to the kind of material, rotor, stator Granulometry From 0 to 4 mm. (Suitable rotor, stator)

Camera di miscelazione estraibile per perfetta pulizia di materiali agressivi, tipo colla da cappotto. La stessa è al suo interno trattata per effetto anti abrasione ed un effetto anti adesione (Brevettato).

Mixing chamber extractable for perfect cleaning also for aggressive materials, like “cappotto glue. Inside the chamber has a special treatment for anti abrasion effect and anti adesion effect (Patented).

SEGGIOLE & POLTRONE

VERTICI RINNOVATI

PER

BIGMAT

CERBAI CONFERMATO

L’assemblea annuale dei soci BigMat ha rinnovato i vertici alla guida del Gruppo per i prossimi tre anni. I soci hanno riconfermato all’unanimità Alessandro Cerbai, al suo secondo mandato. Il nuovo consiglio di amministrazione, in carica fino al 2027, è composto da 11 membri di cui tre nuovi consiglieri e otto conferme: Alessandro Cerbai, presidente BigMat Focardi e Cerbai Edilizia, Toscana; Roberto Battocchio, BigMat Edilklima Group, Veneto; Fabio Gerbi, BigMat Edilaosta, Valle d’Aosta; Chiara Caira, BigMat Edil Legno Services, Lazio; Michelangelo Pesciarelli, BigMat Pesciarelli Edilizia, Umbria; Lucia Guglielmina, BigMat Guglielmina, Piemonte (nuovo membro); Mario Colombino, BigMat Icos, Piemonte; Katia Paparo, BigMat Idea, Calabria (nuovo membro); Fabrizio Tardelli, BigMat Casarreda, Toscana (nuovo membro); Fabrice Maud, presidente BigMat International; Fabio Rinaldi, direttore BigMat France.«BigMat per me non è solo un Consorzio, ma è un gruppo di colleghi, imprenditori, e anche amici, con cui condivido ogni giorno la quotidianità del fare imprenditoria in un settore come quello dell’edilizia in Italia», ha commentato Cerbai.

NUOVI RUOLI PER L’AREA SALES DI CROMOLOGY ITALIA

Nell’ottica di una costante evoluzione aziendale, con l’obiettivo di massimizzare la partnership con i clienti, cogliere le opportunità del mercato attraverso il valore dei propri prodotti, Cromology Italia varia il proprio organico nell’ambito dell’Area Sales con due nuovi ruoli di grande valore strategico per lo sviluppo delle attività future. L’azienda, recentemente acquisita dall’australiana Dulux Group, diventa parte di Nippon Paint,

quarto player mondiale nel mercato delle vernici per edilizia. In questa fase ha scelto due profili di grande esperienza come Andrea Bertoldi quale nuovo direttore vendite Indipendent Channel Italia e Mauro Salvati, Direttore Vendite per canale Diy. Una variazione ai vertici finalizzata a rafforzare la marcata e distintiva vision aziendale che, con la guida dell’ad Massimiliano Bianchi, dal 2015 in particolare ha reso Cromology la realtà di forte identità che oggi tutti riconoscono nel settore.

CIARROCCHI PER CONFINDUSTRIA CERAMICA

Durante l’assemblea annuale di Confindustria Ceramica, è stato nominato il nuovo presidente, Augusto Ciarrocchi, titolare di Ceramica Flaminia. Ciarrocchi, in carica per il biennio 2024–2025, è stato eletto con il 99% dei voti. L’imprenditore sostituisce Giovanni Savorani, presidente uscente. Eletti anche i Vicepresidenti Vittorio Borelli, Luigi Di Carlantonio, Giorgio Romani, Alberto Selmi e Graziano Verdi. «Ringrazio vivamente tutti i colleghi per la fiducia che mi hanno accordato nell’affidarmi un incarico di grande prestigio, ma di altrettanta responsabilità. La nostra associazione ha dimostrato in questi anni come l’impegno comune e la partecipazione delle aziende sia capace di produrre risultati rilevanti per l’industria della ceramica italiana, in un contesto internazionale sempre più competitivo. Assicuro il mio massimo impegno perché si continui su questa linea», è stato il primo commento di Ciarrocchi.

ACIMAC, LAMBERTI CONFERMATO PRESIDENTE

Paolo Lamberti è stato confermato presidente di Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica) per il biennio 2024-2026. Lo ha sancito all’unanimità l’annuale assemblea dei soci. I soci hanno confermato anche la squadra di vicepresidenza, formata da Paolo Mongardi, Luca Bazzani e Bruno Bettelli. «Ci tengo a ringraziare tutti gli associati per la fiducia concessa. Sono stati due anni molto impegnativi. Insieme ai vicepresidenti, al consiglio direttivo e allo staff di Villa Marchetti abbiamo potenziato i servizi, attivato importanti progetti di education e, grazie al network con le associazioni partner Amaplast e Ucima, abbiamo consolidato il nostro ruolo di interlocutore con le istituzioni. Ci aspettano anni non facili per via di una congiuntura economica non favorevole, ma tutti i soci sanno che in Acimac potranno sempre trovare un importante supporto sotto il profilo consulenziale e operativo», ha commentato Lamberti.

ANDREA CRISTINI PRESIDENTE

ANIE RINNOVABILI

Anie Rinnovabili (Federazione Nazionale Imprese Elettroniche ed Elettrotecniche) ha nominato, nel corso dell’assemblea, Valentina De Carlo, marketing director di Senec Italia, consigliera del comitato direttivo. Nel corso dell’assemblea è stato eletto anche il nuovo presidente dell’Associazione, Andrea Cristini, fondatore di Greenergy e Ceo di Vexuvo, con oltre 20 anni di esperienza nelle rinnovabili e oltre 3 GW di progetti fotovoltaici sviluppati.

RINNOVATO

IL CDA DI ANICA

Anica (Associazione Nazionale Industrie Caldaie in Acciaio) ha rinnovato il consiglio direttivo per il periodo 2024-2026, che rimarrà in carica fino al 31 maggio 2026. Anica, che raggruppa le eccellenze industriali nel campo del riscaldamento professionale, ha eletto il nuovo Consiglio direttivo. Sono stati confermati il presidente David Herzog e il consigliere Paolo Marcati, mentre sono entrati tre nuovi consiglieri: Jürgen Korff (anche vicepresidente) Ceo di Paradigma (Gruppo Eneretica), Paola Tagliani, responsabile Comunicazione di Ivar, e Gabriele Ponzoni, amministratore delegato di Weishaupt Italia. Davide Marcati di An Camini è stato invece nominato revisore dei conti.

NUOVO VERTICE PER I GEOMETRI

ll nuovo Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati è formato da 11 componenti, eletti dai 110 collegi territoriali. Paolo Biscaro assume il ruolo di presidente (nella precedente consiliatura era stato consigliere del Consiglio nazionale e presidente per la Fondazione geometri italiani), affiancato da Ezio Piantedosi, confermato vicepresidente, e da Enrico Rispoli, confermato consigliere segretario.

Livio Spinelli ricopre nuovamente il ruolo di consigliere. I restanti sette consiglieri,invece, entrano per la prima volta nella compagine governativa della categoria che, quest’anno, celebra i 95 anni di istituzione della professione. Si tratta di: Maria Alfiero, Antonio Aversa, Ernesto Alessandro Baragetti, Paolo Ghigliotti, Matteo Parisi, Michele Specchio, Marco Vignali.

NEGRINI È IL CEO DELLA LAGO

Lago (azienda attiva nel design e arredamento) ha nominato Gilberto Negrini nuovo Ceo e Daniele Lago presidente. Negrini vanta un’ampia esperienza nel settore del design e una profonda conoscenza delle sue dinamiche. Il manager ha iniziato la carriera nel 2002 in Luceplan ed è in seguito passato in Foscarini e Cassina. Successivamente, Negrini ha lavorato per oltre dieci anni in Kartell, fino a diventarne amministratore delegato, la stessa carica che ha poi ricoperto dal 2019 in B&B Italia Group. In Lago Negrini guiderà l’azienda nelle sue prossime sfide, che la vedranno particolarmente impegnata nel rafforzamento sui mercati esteri.

KONCRETO 40

MALTA TIXOTROPICA STRUTTURALE FIBRORINFORZATA SEMIRAPIDA AD AZIONE PASSIVANTE PER IL RIPRISTINO MONOLITICO DEL CALCESTRUZZO

IN SPESSORI DA 3 A 40 MM

Certificata per la protezione delle armature contro la corrosione in soli 5 mm come previsto dalla NORMA 1504-7

Alte resistenze: 50 MPa (prestazione richiesta per classe R4≥45 MPa) Eccellente adesione: 3 Mpa (prestazione richiesta per classe R4≥2 MPa) Basso modulo elastico: 17 GPa (prestazione richiesta per classe R3≥15 GPa)

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INCHIESTA SULLA FORMAZIONE

TUTTI A SCUOLA (MA IN AZIENDA) PER VENDERE MEGLIO

Migliorare le competenze dei propri dipendenti (ma anche le proprie): è un processo inevitabile e che deve continuare nel tempo in un mercato sempre più competitivo e che valuta il grado di servizio offerto

Ècome nei sondaggi pre-elettorali: alle intenzioni di voto seguono, nel segreto delle urne, risultati diversi, a volte sorprendenti. Per la formazione del personale lungo la filiera dell’edilizia è uguale: le dichiarazioni di disponibilità e centralità di offrire ai clienti competenze e innovazione, che oggi i manager chiamano skills, si sprecano. Poi, nella pratica, non è così. O, meglio, non è per tutti la priorità, perché ci sono le bolle da gestire, il materiale da caricare, i listini da aggiornare. Insomma, il tempo per diventare più bravi scarseggia. Ed è un peccato, perché la formazione è il prodotto che più distingue la distribuzione di materiali (e servizi) per l’edilizia da quella della grande distribuzione.

COINVOLGERE TUTTI

Un altro problema riguarda la pervasività che il processo di formazione deve avere all’interno dell’azienda. La vera sfida è la formazione interna, che deve coinvolgere tutte le figure presenti in negozio, in showroom o nella rivendita, per garantire un’esperienza soddisfacente lungo tutto il percorso: dal trasportatore, al montatore, all’accoglienza sul punto vendita, o a chi gestisce le bolle e le fatture. L’ultimo miglio è importante: se il cliente ha un’esperienza negativa con una delle figure a valle dell’acquisto, ricorderà questa fase e potrebbe rivolgersi altrove. Inoltre, la pandemia ha cambiato le abitudini di molti clienti: le persone sono state costrette a utilizzare la rete internet più frequentemente, anche per acquisti online di materiali come malta, colla o ceramica. E questo non vale solo per il singolo privato, ma anche per chi gestisce acquisti o vendite in un ambito aziendale. Una novità, in ogni caso, è che nelle rivendite arriva un maggior numero di privati cittadini, finora spinti dall’incentivo fiscale, ma che probabilmente continueranno a frequentare la distribuzione specializzata. Sono clienti sempre più informati, che si presentano già preparati, con le schede tecniche del prodotto in mano, dopo aver consultato internet.

L’OBIETTIVO

La formazione, insomma, è fondamentale: i venditori devono essere in grado di entrare nel dettaglio e sapere di più di quanto non conosca il cliente per mantenere il controllo della comunicazione senza lasciare alla rete e ai motori di ricerca questo compito. Atten-

ATTUALITÀ

zione, però, a come si fa formazione, perché porsi come obiettivo quello di migliorare le competenze dei propri dipendenti (ma anche le proprie) non è sempre facile. Molte aziende, per esempio, trattano l’apprendimento come una semplice formalità. Per esempio, istruiranno i nuovi addetti alle vendite e al marketing sugli aspetti più immediati di un prodotto, spiegheranno le caratteristiche, a che cosa serve, perché è la migliore opzione sul mercato, come si utilizza. Esamineranno magari tutti i dettagli amministrativi, come sottoscrivere un’assicurazione per il noleggio oppure compilare una nota spese. Se sono fortunati, i nuovi dipendenti riceveranno quindi una formazione di vendita di base. Ma è, appunto, il minimo sindacale della formazione.

LA NARRAZIONE

Si può fare meglio. Per esempio, si può aggiungere la storia di un prodotto. Oggi la cosiddetta narrazione è un valore aggiunto: ripercorrere la cronologia della categoria di prodotto e le sue evoluzioni può essere una chiave di lettura che offre al futuro cliente una dimensione del valore di ciò che acquista. Si può cominciare a immaginare un lavoro prima dell’introduzione di un determinato prodotto, e poi il valore aggiunto che lo stesso materiale offre. Formare significa anche imparare a ragionare, a raggiungere un

traguardo. Il prodotto da vendere, per esempio, non sarà utilizzato negli edifici solo perché i regolamenti edilizi lo richiedono o perché è proprio quello a cui sono tutti abituati. Un prodotto deve essere presentato come la soluzione perché soddisfa un’esigenza reale. E formazione significa utilizzare tutte le armi del marketing, oltre imparare le caratteristiche chimiche o strutturali di un materiale.

CONTESTUALIZZARE

Un altro esempio: calare un prodotto nel suo contesto generale di mercato è un’arma in più per un venditore. Non è utile dire solo «la nostra garanzia è cinque anni più lunga di quella della concorrenza», ma funziona meglio spiegare «ecco perché il nostro prodotto è importante». Ed è sorprendente il numero di architetti, appaltatori e privati che hanno perso di vista le ragioni fondamentali per cui si utilizzano determinati materiali. Dopo aver offerto una lezione sulla storia del prodotto, un altro aspetto su cui potrebbe convergere la formazione di un distributore è imparare qual è la catena distributiva su cui viaggerà il prodotto: i dipendenti devono avere una idea corretta di chi sono i veri decisori quando si tratta di scegliere gli acquisti. Devono imparare anche chi può influenzare la decisione finale. Non c’è niente di più frustrante per un nuovo venditore pensare di aver

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VESPAI AERATI, INTERCAPEDINI TECNICHE

ATTUALITÀ

effettuato la vendita solo per vederla annullata da un influencer, inteso come qualcuno che ne sa più di lui.

ESPERIENZA SUL CAMPO

Inoltre, non si può dimenticare che una buona formazione si trova, per alcune soluzioni, direttamente in cantiere. Certo, una academy è comoda e più facile da organizzare. Ma non c’è niente di meglio che l’applicazione pratica per imparare le caratteristiche di un materiale. Vedere come ciò che è sugli scaffali della rivendita è effettivamente utilizzato, installato e come funziona equivale a conquistare una laurea in distribuzione edilizia. Tra l’altro, in cantiere si possono osservare anche eventuali difetti del prodotto e capirne quando e come gestire questo aspetto al momento della vendita.

LE VERIFICHE

Infine, un aspetto che è (quasi) sempre sottovalutato è l’effettivo successo della formazione in azienda. Come scoprire se è stato tempo perso oppure il corso di aggiornamento è stato utile? La soluzione è una sola: una volta che sono stati esposti tutti gli aspetti che riguardano un prodotto, chi fa formazione deve verificare quanto le informazioni sono state recepite. Insomma, è il momento delle interrogazioni, come a scuola. Naturalmente c’è modo e modo di condurre una verifica, e nessuno va messo dietro la lavagna, ma le ore di formazione non possono essere ore di lavoro perse. La formazione deve aggiungere capacità e necessita di una partecipazione attiva di chi ne è soggetto. A patto, però, che i formatori siano a loro volta formati. E non è una formalità.

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ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

4BILD Corsi per 3.800 ore

Copyright: YouTrade

«La formazione è lo strumento più potente che abbiamo per creare valore», racconta Daniele Moretti, coordinatore generale di 4Bild, il primo franchising nella distribuzione di materiali edili e finiture per la casa in Italia. Con 22 punti vendita nelle province di Milano, Monza e Brianza e Como, il gruppo di rivendite affiliate ha fatto dell’educazione professionale un pilastro della propria strategia aziendale. Domanda. Che cosa vi ha spinto a creare la 4Bild Academy nel 2021?

Risposta. La decisione nasce dalla volontà di investire sulle persone, offrendo un percorso di crescita mirato che riflette i nostri valori aziendali e potenzia le competenze richieste dal mercato attuale. Questo progetto è stato il risultato di un importante processo di gestione del

cambiamento, che ha ridefinito le priorità del nostro business. L’aggiornamento continuo ci permette di sviluppare competenze distintive, favorendo uno sviluppo trasversale e più competitivo.

D. Quali sono i principali benefici che avete riscontrato dall’implementazione di questo programma di apprendimento?

R. I vantaggi sono molteplici. Innanzitutto, ci consente di avere una squadra altamente preparata e competitiva, sempre al passo con le nuove tecnologie. Inoltre, rafforza l’attaccamento dei collaboratori ai valori aziendali e ci permette di inserire giovani talenti con competenze specifiche. Rafforza anche i rapporti con i fornitori, che colgono più chiaramente le nostre esigenze. Non da ultimo, crea il tratto distintivo di chi lavora in 4Bild, contribuendo a rafforzare la nostra reputazione e diventando una leva importante per l’attrattività del marchio come azienda dove lavorare.

D. Il target dei vostri clienti è cambiato nel tempo?

E, in questo caso, ha inciso questo aspetto sui vostri programmi educativi?

R. Il target dei nostri clienti non è cambiato: è sempre rappresentato per la maggior parte da artigiani e imprese edili, oltre che da professionisti e privati. Questi ultimi si rivolgono soprattutto ai nostri 4Bild Casa, gli showroom di finiture per la casa. La stabilità della nostra clientela ci ha permesso di affinare e specializzare i corsi, concentrandoci sulle esigenze specifiche dei diversi gruppi di clienti.

D. Può dare un’idea del numero di corsi?

R. Nel 2022 abbiamo fatto più di 2.500 ore-uomo e l’anno scorso siamo aumentati a 3.800.

D. A che cosa è dovuto l’incremento e quali sono i corsi che riscuotono maggior interesse?

R. L’aumento è direttamente correlato alla nostra crescita aziendale. Con l’espansione, abbiamo sentito la necessità di estendere la preparazione tecnica a tutti i collaboratori. I corsi più apprezzati sono quelli dedicati allo sviluppo delle relazioni a tutto campo: con i clienti, i colleghi e i fornitori. Questo approccio ci consente di creare un linguaggio comune che unisce i diversi gruppi di lavoro e ruoli, facilitando una comprensione condivisa e l’adesione agli obiettivi e alle strategie aziendali.

D. Un consiglio da dare ai produttori?

R. Credo sia fondamentale che le attività didattiche proposte dai produttori sappiano integrare i temi tecnici legati ai prodotti con contenuti promozionali, commerciali ed esperienziali. Questo approccio multidimensionale permette di ottenere una formazione più completa e coinvolgente, che va oltre la semplice conoscenza del prodotto e abbraccia aspetti più ampi del business.

ETERNOO

Una lean production per l’edilizia

Copyright: YouTrade

«L'uso di metodologie come la cosiddetta kaizen e la lean system production, che mirano al miglioramento continuo e alla qualità totale, è un approccio insolito nella distribuzione edile, ma per noi concorre alla formazione in modo essenziale», dichiara Caterina Nessi, direttrice generale di Eternoo, il multipoint della distribuzione edile. Che sottolinea: «Questi principi sono come i dieci comandamenti: applicabili anche se non sei cattolico».

Domanda. Una scelta così inusuale per la filiera dell’edilizia merita un approfondimento.

Risposta. Oltre alle competenze tecniche e commerciali, ci concentriamo sulle soft skills. Abbiamo organizzato corsi con docenti del Politecnico di Milano sulle metodologie kaizen e lean system production per applicare le migliori pratiche di altri settori, andando oltre gli schemi tradizionali dell’edilizia. E trasliamo le conoscenze economiche nel nostro settore, fornendo ai tecnici commerciali nozioni base di finanza, essenziali nel B2B.

D. Con quale obiettivo?

R. Rendere il settore edile più attraente, soprattutto per i giovani talenti: in sede l’età media è di 33 anni, e vogliamo continuare questo trend. Applichiamo questi sistemi per modernizzare il comparto e, in generale, attrarre nuove competenze: è fondamentale per noi che i commerciali sappiano leggere i dati e valutare la solidità delle aziende clienti. Insomma, forniamo loro strumenti di business intelligence e li formiamo per utilizzarli efficacemente.

D. E questa strategia in che modo si riflette sull’approccio al mercato?

R. Stiamo effettuando un rebranding per raggiungere un target che va oltre l’impresa edile tradizionale. Vogliamo che i nostri collaboratori siano attratti dal nostro mondo e

dalla nostra azienda, e cambiare la percezione del mondo delle costruzioni come un settore arretrato e poco sicuro. D. Il progetto è sicuramente molto interessante e ambizioso, come si articola?

R. Si sviluppa su tre livelli. Internamente, il nostro amministratore delegato e direttore commerciale, mio fratello (Federico Nessi ndr) assieme agli area manager, trasmette conoscenze su tecniche di vendita, analisi e politiche commerciali. Organizziamo incontri periodici nell’Aula Academy di Modena, che può contenere 200 persone, per istruire la forza vendita anche sull’uso dei dati del nostro business intelligence, appunto. Il secondo livello coinvolge i fornitori e la nostra rete vendita sia di Eternoo, sia di Acquaceramiche. Infine, il terzo livello riguarda l’aggiornamento dei nostri clienti, come ingegneri, architetti e geometri, con eventi che offrono anche crediti formativi. In generale l’edilizia sta diventando un campo interdisciplinare, dove conoscenze tecniche, economiche e di sostenibilità si fondono.

D. Quante ore dedicate all’aggiornamento del personale?

R. In sede siamo sulle 200 ore annue, con pacchetti da 80-100 ore ogni semestre. Considerando che si tratta di 70 persone e i corsi sono per gruppi di circa 15 persone, raggiungiamo facilmente questo monte ore. Per il personale delle filiali è più complesso fare una stima precisa, data la dispersione geografica, ma organizziamo almeno due o tre eventi formativi al mese nei diversi punti vendita su tutto il territorio dove siamo presenti.

D. Avete delle priorità come contenuti?

R. Siamo estremamente attenti alla formazione sulla sicurezza interna. Consideriamo fondamentale e imprescindibile che ogni dipendente che utilizza mezzi o attrezzature sia adeguatamente preparato. Investiamo molto nei patentini per muletto, carrello elevatore, gru e simili. È motivo di orgoglio e lo facciamo da sempre, tanto che alcune aziende ci hanno usato come centro di formazione per i loro dipendenti. Chiunque entri nei nostri uffici, showroom o magazzini è assolutamente formato su questo aspetto.

D. Un consiglio da dare ai fornitori?

R. In realtà, siamo generalmente soddisfatti dell’approccio dei nostri fornitori alla formazione. Sono molto propositivi e, spesso siamo noi a dover limitare le loro proposte, poiché collaboriamo con oltre 400 fornitori e sarebbe impossibile per i nostri commerciali e clienti ricevere formazione da tutti. Satureremo completamente il tempo a disposizione. Un suggerimento che posso dare è di collaborare maggiormente sul fronte digitale: rendersi più disponibili a seguire le nostre esigenze riguardo alla gestione dei dati è propedeutico a una migliore gestione delle vendite.

ATTUALITÀ

KNAUF Professionisti per trasmettere competenze

«Da decenni Knauf ha scelto di aprirsi per condividere conoscenze e competenze investendo in un percorso di formazione aperto a tutti gli operatori del mondo dell'edilizia leggera per contribuire allo sviluppo del settore delle costruzioni a secco e più in generale dell’intero settore dell’edilizia. La nostra offerta formativa è da sempre attenta alle esigenze di mercato e alla sua evoluzione; per questo negli anni si è arricchita di nuovi temi, basti pensare a come oggi siano centrali tutte le tematiche legate alla sostenibilità ambientale, l'efficienza energetica e al benessere degli spazi che con le nostre tecnologie contribuiamo a costruire», racconta Nicole Mazzone, Brand & Communication Manager di Knauf Italia divisione della holding tedesca specializzata in sistemi costruttivi leggeri per l’edilizia. «È un fenomeno ciclico basato sulle esigenze di mercato, le novità tecnologiche legate al prodotto e al cantiere, il rinnovo del quadro normativo, così come le peculiarità territoriali, le nuove tecniche di installazione e le caratteristiche del territorio. Di conseguenza, cambiano anche le esigenze distributive delle rivendite e il tipo di aggiornamento offerto». Domanda. Come è strutturata la formazione e quali tematiche affronta?

Risposta. Da decenni ci occupiamo in prima persona nel proporre un percorso formativo e professionale a tutti i nostri principali stakeholders che contribuisca ad una crescita ed evoluzione condivisa, una missione che non è mai cambiata nel tempo: porsi accanto ai nostri partner, comprenderne le difficoltà, offrirgli gli strumenti, le conoscenze, le competenze e le abilità per superarle e per restare sempre aggiornato con tutte le novità del settore. Sono numerosi i format previsti dalla nostra offerta formativa, in particolare come non citare i corsi presso le scuole di posa Knauf e i corsi Applikando che organizziamo in collaborazione presso le rivendite: eventi dal vivo alla base dei quali c'è lo scambio prezioso di competenze e di crescita condivisa di cui stavo parlando precedentemente. Un simbolo della nostra vicinanza al territorio in cui partecipano i nostri tecnici ed istruttori Knauf che grazie alla loro esperienza pratica sono il vero fiore all'occhiello di questi momenti.

D.Quali sono i temi?

R. Novità tecnologiche di prodotto, metodi di installazione, suggerimenti per il cantiere per una posa eccellente per realizzare un lavoro dalle qualità sempre superiori, con i prodotti e le soluzioni migliori, con minor tempo, minor fatica e risultati superiori. Le tematiche affrontate durante gli incontri sono inoltre targetizzate per rispondere al meglio alle esigenze dei clienti e del territorio, mettendo a disposizione il meglio delle nostre competenze grazie a

figure tecniche specializzate.

D. Quanti professionisti avete formato finora e come è strutturato il vostro team di istruttori?

R. Considerando i 20 anni di impegno di Knauf per la formazione, possiamo stimare di aver avuto l'opportunità di formare più di 50mila professionisti che hanno trovato nei nostri istruttori un punto di riferimento e una garanzia per un insegnamento di alta qualità, concreta ed utile.

D. Prima ha menzionato la sostenibilità: come affrontate questo tema nella formazione?

R. La sostenibilità del ciclo di vita dell’intero edificio è

sicuramente un focus centrale. Ci concentriamo su soluzioni ottimali per ridurre e ottimizzare l’utilizzo dei materiali, evitare gli sprechi e favorire il recupero a fine vita. Questi temi sono affrontati in modo sempre più strutturale nei nostri corsi, sia interni che rivolti ai clienti. È uno sforzo che Knauf sta portando avanti a livello internazionale, consapevoli della loro importanza nella progettazione e nel lavoro in cantiere.

D. Quali altri cambiamenti stanno influenzando la formazione nel settore edile?

R. La tendenza principale è l’abbandono dei compartimenti stagni: si cerca una maggiore contaminazione tra figure professionali, con un approccio più consulenziale. Oggi è necessario conoscere argomenti che fino a poco tempo fa sembravano non pertinenti, per offrire soluzioni integrate e risposte rapide alle crescenti complessità del mercato. I progetti richiedono caratteristiche tecniche, tecnologiche e prestazionali sempre più avanzate. Inoltre, il consumatore finale è più informato ed esigente, richiedendo agli operatori una conoscenza più ampia e approfondita. Se inoltre consideriamo tutta l'innovazione tecnologica nell'ambito delle smart technology e dell'intelligenza artificiale, è certo che presto temi lontanissimi fino a poco tempo fa diventeranno un nuovo focus di approfondimento.

D. Insomma, non basta più semplicemente prendere nota delle quantità richieste dal cliente con il taccuino in mano.

R. Direi proprio di no: quei tempi sono finiti già da anni. Se gli strumenti e le dinamiche di gestione del cantiere si fanno più sofisticati, con l’introduzione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, inevitabilmente c’è la necessità anche di un rinnovo del tipo di competenze a tutti i livelli, dall’applicatore al rivenditore, dal progettista all’impresa.

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ATTUALITÀ

Ai distributori dico: approfittatene

«Avere una figura dedicata esclusivamente alla formazione, che non sia un tecnico o un venditore, è una rarità nel nostro settore», afferma Mariavittoria Schincariol, responsabile formazione di Eclisse, azienda trevigiana specializzata in soluzioni avanzate per porte. Domanda. Qual è l’importanza della formazione per Eclisse e come si è evoluta nel tempo?

Risposta. La formazione è parte integrante della nostra azienda da molti anni. Dal 2007, abbiamo modificato il nostro approccio per adattarci alle esigenze del mercato. Inizialmente, offrivamo corsi di 12 ore che coprivano tutti i prodotti in dettaglio. Ora, ci concentriamo su una preparazione tecnico-commerciale più mirata, fornendo strumenti concreti per la proposta dei nostri prodotti. L’investimento in questo ambito è significativo, tanto che siamo probabilmente pionieri nel settore edile per quanto riguarda un processo formativo così strutturato.

D. Avete programmi specifici per i posatori?

R. Abbiamo recentemente avviato corsi dedicati ai posatori, riconoscendo l’importanza di una corretta installazione per prodotti di alta gamma. Questi programmi, che diventeranno sempre più performanti, mirano a creare posatori specializzati. L’obiettivo è garantire ai nostri venditori la sicurezza di proporre soluzioni avanzate, come quelle filo-muro, sapendo di poter contare su una squadra di posa competente. Questo approccio riduce il rischio di contestazioni e reclami, ottimizzando l’intero processo di vendita e installazione.

D. Può fornire alcuni dati sui vostri corsi e sui risultati ottenuti?

R. Dal 2007, abbiamo tenuto circa 3 mila ore di aggiornamento professionale. Nel 2023, abbiamo formato oltre 380 venditori e 130 posatori. Un dato interessante è la differenza nelle vendite tra i clienti che hanno seguito i nostri corsi e quelli che non l’hanno fatto: nel 2023 i partecipanti hanno incrementato le vendite del 10% rispetto all’anno precedente, mentre gli altri hanno registrato un calo del 2%. Il grado di soddisfazione per i corsi è molto alto, con un punteggio medio di 4,79 su 5 nel 2023.

D. I vostri corsi non sono solo verticali, ma anche trasversali ai ruoli in azienda?

R. La formazione in Eclisse coinvolge diverse figure aziendali. Ci sono persone che tengono corsi dedicati a vari settori, a cui partecipano tutti i colleghi. La direzione ritiene importante che i dipendenti conoscano sia gli aspetti tecnici dei prodotti che quelli commerciali. Inoltre, questi incontri offrono l’opportunità di interagire con i clienti, aspetto che considero fondamentale per l’azienda. Tutti i neoassunti, inclusi i responsabili di alto livello come quelli del settore estero, partecipano ai nostri corsi di formazione. Questo permette loro non solo di apprendere gli aspetti tecnici, ma anche di comprendere come l’azienda è percepita all’esterno e come i clienti ci conoscono.

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D. Stanno cambiando gli ambiti della formazione nel settore in base alle nuove tecnologie e alle nuove sensibilità del consumatore finale?

R. Occupandomi principalmente di corsi per i clienti distributori, noto una forte richiesta nell’ambito commerciale, in particolare su come migliorare le tecniche di vendita. Abbiamo creato pillole formative online che trattano temi come la gestione delle obiezioni, delle resistenze, la conclusione dell’ordine e come emozionare il cliente. Questi argomenti suscitano grande interesse. Nel modulo di feedback che utilizzo da tempo, uno degli ambiti di interesse più segnalati per i corsi futuri riguarda proprio la gestione delle resistenze e delle vendite. Ci si rende conto che essere un venditore efficace non è una predisposizione naturale, ma richiede specializzazione. Nel settore edile, tradizionalmente focalizzato sugli aspetti tecnici, emerge la consapevolezza che per evolversi nelle vendite non basta più solo conoscere i prodotti, ma serve sviluppare competenze commerciali specifiche.

D. Che consiglio darebbe ai rivenditori nell’ambito dell’aggiornamento professionale?

R. Il mio suggerimento è di cogliere pienamente le opportunità offerte dalle aziende che investono sempre più nella formazione del personale. È fondamentale sfruttare queste risorse a tutto tondo, poiché sono strumenti preziosi: noi offriamo corsi online accessibili a chi partecipa alle sessioni in presenza, ma notiamo che non tutti ne approfittano pienamente. Come azienda impegnata nella formazione mettiamo a disposizione diversi canali per un apprendimento il più completo possibile. Il nostro configuratore, per esempio, è molto apprezzato e utilizzato. Lo consideriamo il primo alleato di vendita, e vediamo che circa il 90% dei partecipanti lo sfrutta attivamente. Certo, quando si tratta di corsi online o di esplorare nuovi prodotti attraverso risorse alternative, per l’adozione c’è ancora margine di miglioramento. Ma di sicuro l’aggiornamento continuo attraverso diverse piattaforme è essenziale per rimanere competitivi nel mercato attuale, in rapida evoluzione.

LATERLITE

Due livelli per distributori e progettisti

«L'evoluzione di Laterlite ha profondamente influenzato la nostra offerta formativa, perché siamo passati da un’azienda con prodotti per applicazioni tradizionali a un gruppo che propone soluzioni avanzate per il consolidamento strutturale e il rinforzo antisismico. E di conseguenza ci siamo dovuti adeguare», spiega Luca Beligni, direttore marketing, assistenza tecnica e Ricerca & Sviluppo di Laterlite.

Domanda. Come si applica questo cambiamento ai programmi di formazione?

Risposta. Incrementando le ore dedicate alla preparazione tecnica per allinearsi alla qualità dei prodotti. Il nostro approccio si sviluppa su due livelli, adattandosi a target differenti: un livello base rivolto al mondo della rivendita edile e un livello più avanzato per il mondo della progettazione, quindi studi tecnici e progettisti.

D. In che cosa si differenziano come contenuti?

R. In generale forniamo corsi su sottofondi, massetti, intonaci, finiture, isolamento termico e acustico, murature e tutto il catalogo dei nostri prodotti. Per la rivendita edile, utilizziamo un linguaggio e uno stile adeguati per permettere ai rivenditori di intercettare e soddisfare le richieste dei loro clienti. Organizziamo corsi di aggiornamento presso i nostri centri di formazione. Questi corsi combinano teoria e dimostrazioni pratiche dei prodotti, cercando di mantenere un buon mix tra parte teorica e applicazione. L’obiettivo è permettere al nostro interlocutore di recepire con maggiore semplicità le soluzioni e le applicazioni.

D. E per i progettisti, invece?

R. Predisponiamo sia corsi base sia programmi avanzati nei nostri centri di formazione della durata di uno o due giorni. Approfondiamo in modo dettagliato le soluzioni tecniche dei nostri prodotti, associando teoria e dimostrazione pratica. Questo approccio è particolarmente importante perché spesso il progettista è anche il direttore dei lavori. È fondamentale che, trovandosi in cantiere, possa rendersi conto della corretta posa in opera dei prodotti e abbia sempre una sorta di riferimento biunivoco tra teoria e pratica. Organizziamo i Leca smart webinar, sessioni di un’ora in cui approfondiamo verticalmente un’applicazione specifica. Questo formato ci permette di rimanere in contatto costante con il mondo della progettazione e di affrontare argomenti sempre attuali. Collaboriamo anche con provider esterni per corsi online e negli studi di progettazione, ampliando così la nostra offerta formativa. D. Nel 2023 avete organizzato un numero considerevole di eventi formativi. I vostri centri di formazione attuali sono sufficienti?

R. Effettivamente lo scorso anno abbiamo realizzato

135 eventi con oltre 12 mila partecipanti, numeri che testimoniano il nostro forte impegno nell’aggiornamento professionale. Attualmente disponiamo di centri di formazione a Trezzo d’Adda (Milano), Rubbiano (Parma) ed Enna, ma stiamo ampliando la nostra rete per rispondere alla crescente domanda. Il centro di Trezzo è relativamente recente, mentre quello di Rubbiano rappresenta la nostra struttura storica. Stiamo lavorando per sviluppare un nuovo centro nello stabilimento in provincia di Chieti. Inoltre, stiamo implementando uno spazio dedicato specificamente alla posa in opera dei prodotti nel nostro stabilimento Premix in provincia di Siracusa, di recente acquisizione.

D. Quale consiglio darebbe alle rivendite edili?

R. Consiglierei di essere sempre aperte alle proposte di aggiornamento dei produttori. Comprendo le difficoltà legate alla gestione di migliaia di articoli e ai rapporti con numerose aziende fornitrici, oltre ai pressanti impegni quotidiani. Nonostante ciò, è fondamentale dedicare tempo all’apprendimento, focalizzandosi sulle aziende fornitrici più qualificate e specializzate. Questo permette di fornire risposte sicure ed efficienti alle esigenze dei clienti. Le rivendite dovrebbero sempre indagare sulle specifiche necessità del cliente, per poter indirizzarlo verso l’azienda più adatta in termini di competenze e know-how. Oggi non bastano più solo il prodotto e il prezzo: la competenza e il servizio fanno la differenza. Il servizio rappresenta il vero valore aggiunto, essendo modellato sulle esigenze del cliente e quindi dovrebbe includere la migliore conoscenza dell'applicazione e del prodotto.

ATTUALITÀ

MAPEI

Un servizio per rivenditori e clienti

Nel settore edile la formazione ha un ruolo trasversale: se per i dipendenti l’attenzione si concentra sulle metodologie di vendita per promuovere efficacemente i prodotti dell’azienda, all’esterno l’approfondimento specifico è funzionale alla diffusione della conoscenza tecnica specifica e approfondita. «In un’epoca dominata dal digitale, non si può delegare questo compito al web o ai motori di ricerca e perciò le aziende devono assumere un ruolo proattivo, interagendo direttamente con le figure professionali che operano nel mondo», afferma Achille Carcagnì, dirigente Mapei, già direttore della filiale sud Italia e business coach. «In Mapei proponiamo un'ampia offerta di attività formative con la nostra Mapei Academy, in cui l'Assistenza Tecnica e gli specialisti Mapei mettono a disposizione la loro esperienza e competenza per formare i professionisti. I progettisti, per esempio, sono attivi fin dalle prime fasi della costruzione: oltre a realizzare il progetto, redigono il famoso elenco prezzi scegliendo nel dettaglio i materiali come piastrelle, colle, fughe, malte, pitture. Una formazione mirata non solo eleva il loro livello di competenza, ma crea anche un ecosistema di conoscenza condivisa, essenziale per l’innovazione e l’efficienza dell’intera filiera». Domanda. Quindi i progettisti sono il vostro interlocutore principale?

Risposta. I progettisti sono uno dei target insieme ad architetti, ingegneri e geometri. Ci rivolgiamo a loro con molta assiduità perché la capacità di proporre soluzioni innovative e tecnicamente valide fin dalle fasi iniziali può influenzare significativamente l’intero processo costruttivo o di recupero edilizio. Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento significativo: sono stati introdotti sul mercato materiali nuovi, anche in un'ottica di sostenibilità. Questi nuovi metodi e prodotti incidono soprattutto in termini di durabilità e di diminuzione degli interventi di manutenzione straordinaria. Allo stesso tempo, è diventato obbligatorio ottenere crediti formativi, trasformando la formazione da facoltativa a necessaria. Dal 2014 Mapei, aderendo al Regolamento per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale continuo (DPR n.137/2012), è accreditata come ente formatore riconosciuto dal Cnappc (Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori). Ogni anno, in collaborazione con gli ordini professionali, offriamo seminari e convegni che permettono di acquisire crediti formativi.

D. Nei cantieri si assiste a una iper specializzazione dei compiti, perché gli operai con lunga esperienza, capaci di svolgere bene più attività sono introvabili. Anche la formazione segue lo stesso trend, molto verticale?

R. Sì, ma dipende anche dal fatto che i prodotti sono diventati molto performanti, spesso si tratta di sistemi che, per quanto eccellenti, richiedono un’applicazione corretta per garantire i risultati promessi. Quindi, gli applicatori rappresentano la seconda categoria a cui ci rivolgiamo per la formazione. Come Mapei organizziamo corsi specifici per diverse tipologie professionali: dagli impermeabilizzatori ai posatori, agli imbianchini, che seguono ovviamente l’evoluzione della produzione in linea con la domanda del mercato. Prendiamo come esempio concreto la posa di lastre di grande formato, oggi molto diffuse. La crescita delle dimensioni delle lastre arriva fino a 160x320 centimetri, ovvero una superficie unica di oltre 5 metri quadri senza interruzioni, che richiede tecniche, attrezzature e adesivi molto più performanti rispetto a quelli utilizzati per le piastrelle tradizionali. In Mapei proponiamo anche vere e proprie scuole di posa per aiutare e formare i posatori. Un altro aspetto è la maggiore consapevolezza dei consumatori che influenza le scelte dei prodotti: l'incremento della domanda di prodotti sostenibili ad emissioni di CO2 interamente compensati, come la nostra Linea 0, ha spinto i posatori ad adeguarsi. Naturalmente la formazione coinvolge anche gli addetti alle vendite nei negozi, che devono essere in grado di consigliare le soluzioni migliori, specialmente quando non c’è un progetto con un capitolato dettagliato. L’obiettivo è quello di creare opportunità per l’intera filiera.

D. Oltre alle imprese e agli applicatori, che ruolo hanno le rivendite?

una buona liquidità aziendale. Ottima la performance sul Roa, il return on assett, che misura la redditività finanziaria lorda degli investimenti aziendale, con il 96,4% delle aziende con Roa positivo (era il 93,1% nel 2020) e con un valore indice globale pari a 9,1 contro il 3,6% del 2020. Buona anche la differenza tra Roa e Rod (profittabilità rispetto al debito), con l’85,7% di aziende con differenza positiva (era l’82,1% nel 2020), con un valore medio dell’indice molto buono, pari a 5,17, dunque in forte ripresa dopo il segno meno fatto registrare nel 2020 e dunque simbolo di un rafforzamento delle imprese.

Espansione

R. La formazione negli open house per gli addetti vendita nei negozi è il terzo target. La preparazione dei banconisti e del personale incaricato di proporre i prodotti non si limita all’aspetto commerciale, ma include una componente tecnica essenziale. Spesso, le imprese vincitrici di appalti o i privati si rivolgono direttamente alla rivendita, ed è perciò necessario che il personale abbia una preparazione adeguata per proporre prodotti durevoli ed efficaci. La formazione offerta da Mapei e altri produttori si estende anche alle figure interne alla rivendita, responsabili non solo della vendita, ma soprattutto della proposta di soluzioni ottimali. Durante i corsi di formazione si coinvolgono anche i clienti e i posatori della rivendita stessa. Gli eventi possono essere seminari in location dedicate o possono essere organizzati tramite il rivenditore. In quest’ultimo caso, offriamo un servizio completo, formando sia il personale del rivenditore che i suoi clienti.

D. Che consiglio darebbe ai rivenditori?

R. L’esperienza del superbonus ha dimostrato l’importanza di anticipare le tendenze di mercato. Dunque, il mio consiglio è orientarsi verso le opportunità offerte dal Pnrr, mi riferisco a tutti i lavori che rientrano nei 50 miliardi di investimenti

Il settore del drenaggio e del trattamento acque in questi ultimi anni, grazie alle forti esigenze di intervento, evidenzia un mercato in forte espansione, con performance che vanno migliorandosi sotto il profilo non solo economico, ma anche finanziario per le imprese coinvolte. Un dato molto interessante perché non solo indica opportunità di sviluppo per chi opera in questo ambito con i propri prodotti e soluzioni tecniche, ma mostra anche come una esigenza sempre più sentita, e in alcuni casi necessaria in base alle condizioni di rischio alle quali il nostro territorio è esposto, sia di fatto riconosciuta anche dai dati di mercato, spesso vero metro di misura delle potenzialità di un settore produttivo e distributivo e di un ambito di intervento. Evidentemente le esigenze di tutela del

destinati ai comuni. Serve un approccio proattivo di scouting sul web per individuare i cantieri locali finanziati dal piano, concentrandosi su progetti accessibili alle rivendite locali piuttosto che sulle grandi infrastrutture. In pratica, si tratta di non limitarsi ai confini del proprio showroom, ma esplorare nuove categorie merceologiche, capire le potenziali richieste e ampliare l’offerta includendo prodotti per l’arredo urbano, le piste ciclabili, il restauro delle scuole o il consolidamento di edifici pubblici. Può essere vantaggioso anche investire nella formazione di operatori specializzati capaci di comprendere le esigenze specifiche dei nuovi cantieri. Dedicarsi a questa ricerca può fare la differenza tra un rivenditore statico e uno dinamico, orientato al futuro ed è in grado di stare sul mercato.

D. Tre parole chiave che ci accompagneranno nei prossimi anni?

R. Sostenibilità, durabilità e formazione. La scelta di prodotti sostenibili è in linea con la crescente consapevolezza ambientale. La durabilità è direttamente collegata alla sostenibilità: un intervento che richiede il rifacimento dopo pochi anni vanifica qualsiasi beneficio ambientale. Infine, la formazione a tutti i livelli è essenziale per il salto di qualità del settore retail.

nostro territorio, come hanno mostrato le più recenti e alluvioni di questi ultimi anni, con il tragico caso dell’ultima drammatica alluvione in Emilia Romagna, sono così ampie e peraltro inderogabili che è di tutta evidenza la necessità di promuovere una sempre più attenta e costante azione di sviluppo e di uso di prodotti e soluzioni adeguate alle esigenze del territorio e delle nostre città, integrando soluzioni ad ampia scala, ad esempio i bacini di laminazione, con soluzioni anche a piccola scala, come l’uso di chiusini, cavidotti e reti idrauliche e fognarie sempre più performanti e, quindi, sicure.

ATTUALITÀ

L’informazione? Fa parte del prodotto

«Investire nello sviluppo delle competenze è un elemento fondamentale per la crescita dei giovani talenti in azienda: chi ricopre ruoli dirigenziali ha la responsabilità, ma anche il privilegio, di guidare questo processo. Anche perché non farlo significa privarsi della possibilità di costruire un futuro solido per l’impresa e le conseguenze di questa scelta si manifestano chiaramente quando arriva il momento del ricambio generazionale, sia a livello di proprietà che di gestione», spiega convinto Paolo D’Agostino, direttore vendite di Martoni Spa, azienda specializzata nella produzione di tubi e raccordi in plastica per l’edilizia. «Recentemente a un convegno è stato chiesto ai presenti di indicare un’attività particolarmente positiva e gratificante e solo in due non abbiamo avuto dubbi: la formazione».

Lo sottolineo, perché esistono alcune produzioni che potrebbero non avere le stesse prestazioni, ma in Italia ormai si considera standard una certa qualità minima richiesta.

D. Come coinvolgete i distributori nel vostro programma di apprendimento?

Domanda. L’aggiornamento professionale nella vostra realtà in quali ambiti viene svolto? Le tecniche di vendita sono al primo posto? Risposta. Certamente, anche se come azienda produttrice la vera sfida è a un livello superiore e abbraccia quella della sostenibilità. Che significa comprendere quali nuovi articoli progettare e quali invece modificare per soddisfare le esigenze del mercato, ma sempre in armonia con l’ambiente. Il tema fondamentale è limitare l’uso di materie prime a favore di quelle rigenerate e per farlo la tecnica è indispensabile. Questo si riflette in tutto il processo, dalla produzione, appunto, dall’impiego d’energia, fino alla gestione del territorio, inteso come suolo e aria, per lo smaltimento. L’Europa è povera di materie prime, ma ricca di prodotti trasformati, basta recuperare tutto quello che è stato introdotto nel settore delle costruzioni e rigenerarlo. Quindi, anche spiegare questi concetti all’esterno significa fare formazione.

D. A che cosa si riferisce?

R. Nel nostro caso l’aggiornamento professionale viene svolto in primo luogo con i progettisti e gli enti predisposti per la manutenzione e la realizzazione di infrastrutture, che sono coloro che definiscono e decidono l’utilizzo di determinati materiali per scopi specifici. In questo campo, c’è molta attenzione alle normative relative alle varie applicazioni. Naturalmente, diamo per scontato che la qualità dei prodotti sia eccellente, poiché qualcosa senza qualità non dura sul mercato.

R. Svolgiamo attività di aggiornamento mirate. Questo processo informativo è diventato particolarmente rilevante in seguito alla crescente richiesta di certificazioni Cam. Nel caso specifico di Martoni, una parte significativa dei nostri sistemi, in particolare quelli realizzati a tre strati con materiale rigenerato, ha ottenuto la certificazione Psv (Plastica seconda vita), che è riconosciuta dai Cam. Siamo stati tra i primi a ottenere questa certificazione verificata, e al momento siamo ancora in pochi ad averla. Questo ci permette di rispondere efficacemente alle richieste dei distributori, che sempre più spesso necessitano di prodotti con queste caratteristiche per soddisfare le richieste dei clienti, in quanto l’attenzione all’ambiente è una sensibilità ampiamente condivisa e in alcuni casi un adempimento.

D. Come si può migliorare la collaborazione tra produttori e distribuzione? E qual è l’importanza della formazione in questo contesto?

R. Considerato che la maggior parte dei rivenditori, circa l’80%, fa parte di aggregazioni come consorzi o gruppi d’acquisto, l’approccio migliore sarebbe dire: abbiamo un mercato da affrontare insieme, quali opportunità possiamo cogliere? Oltre il focus sui prodotti far seguire un approfondimento sulla relazione con i clienti, un tipo d’istruzione che riguarda aspetti comportamentali, non digitalizzati, ma analogici, che coinvolgono la parte emozionale e non solo razionale del business, senza escludere la comprensione di ciò che sta accadendo nel settore.

D. Come si comporta l’edilizia rispetto ad altri comparti in termini di adattamento al mercato?

R. A mio parere la termoidraulica e l’elettrico hanno sfruttato meglio le opportunità offerte dai prodotti e dai sistemi per il mercato in evoluzione negli ultimi 20 anni, mentre l’edilizia, pur essendo più ampia come gamma merceologica, non ha avuto la stessa crescita. Tuttavia, c’è la possibilità di recuperare, non più attraverso una politica di prezzo, quanto aumentando la capacità strategica, il che richiede un ulteriore salto culturale, ossia formazione, formazione, formazione.

ORSOLINI

Più soft skills per tutti

«In un mercato così competitivo come quello di oggi avere delle squadre sui punti vendita con un basso livello di competenze è assolutamente perdente e non ce lo possiamo permettere. Per questo facciamo tantissima formazione», sottolinea Marco Orsolini, responsabile acquisti dell’omonimo gruppo di distribuzione specializzata di materiali per la casa. L’azienda ha fatto dell’aggiornamento professionale continuo una vera e propria missione.

Domanda. Come sono strutturati i vostri corsi di aggiornamento professionale?

Risposta. Dividiamo i nostri piani annuali in due grandi blocchi: il primo riguarda i corsi tecnici di prodotto. Come rivendita generalista copriamo numerose categorie dall’edilizia pesante e leggera alla termoidraulica, dalle finiture come porte e infissi alle cucine, ceramiche e bagni. All’interno di questa vasta gamma, puntiamo a formare venditori specializzati. Certo, si tratta di un percorso che richiede studio continuo e costante di approfondimenti tecnici, da seguire in varie modalità: sul punto vendita, presso le aziende dei nostri fornitori, in sedute plenarie, spesso coinvolgendo anche i nostri clienti.

D. Come fate a convincerli a studiare?

R. Abbiamo un calendario commerciale consolidato, con iniziative mensili dedicate a specifici settori: il mese della ferramenta, dell’edilizia, della termoidraulica, delle finiture, del finanziamento, e così via. All’interno di queste promozioni, inseriamo sempre appuntamenti formativi per i nostri clienti, a cui partecipano anche i nostri venditori e responsabili. Questi eventi possono svolgersi nei negozi, prima o dopo l’orario di apertura, e assumere varie forme: aperitivi, convegni, lezioni tecniche abbinate a offerte commerciali.

D. Il secondo blocco invece in che cosa consiste?

R. Si concentra sulle competenze comportamentali trasversali, le cosiddette soft skills. Questi programmi coinvolgono tutti i ruoli aziendali, dai responsabili di punto vendita ai

magazzinieri, passando per venditori e addetti al customer care. Per le soft skills, dedichiamo circa 50 ore l’anno per persona, affrontando temi come comunicazione efficace, gestione del tempo e del personale, lavoro di squadra.

D. Tra conoscenze tecniche e abilità relazionali, come riuscite a trovare il giusto equilibrio nella formazione dei vostri collaboratori?

R. Diamo grande importanza a entrambi gli aspetti. La parte tecnica è fondamentale data la vastità della nostra offerta merceologica. Allo stesso tempo, riconosciamo che le competenze comportamentali fanno la differenza per il successo nel rapporto con i potenziali acquirenti e nella gestione interna. Collaboratori non solo tecnicamente preparati, ma anche capaci di comunicare efficacemente, gestire situazioni complesse e lavorare in team, sono in grado di trattare con il cliente di oggi che è molto informato grazie all’accesso facilitato alle informazioni, ma spesso fatica a stare al passo con le innovazioni di prodotto. E questo mix di informazione e scarsa competenza crea situazioni non sempre facili da gestire.

D. Oltre all’imprevedibile utente privato, come gestite gli altri interlocutori?

R. Per le imprese di costruzione, nostro cliente principale, abbiamo un percorso molto intenso, ma dove investiamo particolarmente è nella relazione con gli architetti. Il progetto architettura è un’iniziativa annuale che prevede un programma ricco di attività per progettisti, architetti e ingegneri ed è gestito da un team dedicato, che mira a fidelizzare i professionisti mediante l’aggiornamento. Nel reparto risorse umane, abbiamo personale focalizzato sulle competenze trasversali mentre ogni divisione commerciale cura la formazione sui prodotti specifici del proprio ambito. È un approccio multilivello per coprire le esigenze formative di tutti i nostri interlocutori nel settore delle costruzioni.

D. Un suggerimento ai produttori?

R. Investire in formazione non è un costo, anzi favorisce la crescita dell’intera filiera, con benefici per tutti: contribuisce ad aumentare il livello di conoscenze, migliorando la qualità della vendita e delle costruzioni. È importante che i produttori prevedano figure che, oltre a essere ottimi tecnici o commerciali, sappiano gestire efficacemente un’aula di formazione. Purtroppo, non sempre ho avuto esperienze positive in questo senso. Il problema non era la conoscenza della materia, ma la capacità di comunicare in pubblico, che è una competenza specifica. In pratica, dovrebbero seguire il nostro esempio e offrire una formazione trasversale e comportamentale in azienda, non solo tecnica. Se un relatore non si esprime bene o non cattura l’interesse dei partecipanti, non raggiungerà né l’obiettivo formativo, né stimolerà gli acquisti.

ATTUALITÀ

RAFFAELE

Investire su tutta la filiera

«Il mercato è in forte cambiamento, richiede sempre più un personale che abbia conoscenze e competenze in grado di dare le giuste risposte alle crescenti esigenze del cliente», afferma Michele Raffaele, imprenditore della omonima azienda calabrese che opera in tre aree di business: bricolage, canale professionale e distribuzione pura. Domanda. Come sta evolvendo il ruolo della formazione nel settore della distribuzione?

Risposta. Mai come in questi ultimi anni la formazione è diventata una leva strategica fondamentale per tutte le imprese della distribuzione. Il mercato richiede personale con competenze sempre più approfondite per rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei clienti. Investire oggi nell’istruzione dei nostri collaboratori significa gettare le basi per garantire un futuro alle nostre imprese in tutti i settori in cui operiamo.

D. I materiali sempre più performanti hanno modificato il modo di proporsi ai clienti?

R. Oggi non parliamo più di singoli prodotti, ma di sistemi interconnessi. Le nuove tecnologie richiedono una comprensione approfondita di come diversi elementi interagiscono per generare l’efficienza richiesta dal cliente finale. Acquisire le giuste competenze tecniche

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per spiegare questi sistemi al cliente sta diventando una delle nostre priorità assolute. Questo vale sia per il nostro canale di bricolage, sia per quello professionale e la distribuzione pura.

D. Come bilanciate l’apprendimento tecnico sui sistemi con quello sulle tecniche di vendita?

R. Non facciamo una distinzione netta tra queste due aree. Avere forti competenze tecniche sui sistemi senza saperle comunicare efficacemente vanificherebbe l’impegno formativo. Per questo motivo, poniamo sullo stesso piano l’addestramento sui sistemi e quello sulle tecniche di vendita. Entrambi sono essenziali per il successo in tutte le nostre aree di business, dal bricolage alla distribuzione professionale.

D. Come sono cambiati i vostri interlocutori nel tempo?

R. La filiera dei nostri clienti rimane costante in termini di importanza, ma sta cambiando rapidamente l’esigenza dell’utente finale. C’è una crescente richiesta di un interlocutore unico che offra un servizio chiavi in mano. In questo contesto, il progettista assume un ruolo chiave nel proporre e coordinare le varie fasi di un progetto, rispondendo all’esigenza principale del cliente finale. Questa tendenza si riflette in tutte le nostre aree di business, richiedendo un approccio integrato.

D. Quale ruolo giocano i produttori nel supportare la vostra attività e quali consigli darebbe loro?

R. Il supporto dei produttori è fondamentale per lo sviluppo delle nostre attività. Investono molto in ricerca e sviluppo di prodotti sempre più performanti, in linea con le nuove esigenze del mercato. Tuttavia, spesso questi sforzi non vengono pienamente compresi e valorizzati a valle. Il mio consiglio è uno solo: investite nell’istruzione tecnica dei vostri prodotti su tutta la filiera, dai nostri banconisti e venditori, ai nostri clienti, installatori, progettisti e così via. Solo attraverso una diffusione capillare della conoscenza possiamo massimizzare il valore dei prodotti innovativi e rispondere efficacemente alle esigenze del mercato in tutte le nostre aree di business.

SAINT-GOBAIN

Formazione a 360 gradi per applicatori e progettisti

Le academy aziendali sono diventate una realtà imprescindibile nel mondo delle costruzioni. E anche il Gruppo Saint-Gobain idea dopo idea, corso dopo corso, si impegna a diffondere conoscenze tecniche e pratiche in tutto il settore con i suoi dodici centri distribuiti sul territorio nazionale: «La formazione è la chiave per promuovere un’edilizia innovativa e sostenibile», sostiene Antonio Radaelli, Direttore Marketing Saint-Gobain Italia.

Domanda. Come si articola il vostro programma attraverso le Academy?

Risposta. Con l’inaugurazione a marzo di quello di Bari, abbiamo raggiunto 12 Academy, distribuite su tutto il territorio nazionale. Per noi sono molto importanti perché ci permettono di essere vicini ai nostri clienti e, al tempo stesso, di ospitare progettisti e imprese per promuovere e divulgare un’edilizia innovativa e sostenibile, grazie alle nostre soluzioni. Qui organizziamo corsi specifici rivolti a ogni attore del mercato dell’edilizia: corsi di posa per imprese, corsi teorico-dimostrativi per tecnici e applicatori, corsi teorici accreditati per architetti e ingegneri. Le nostre Academy non si limitano a essere dei luoghi di fruizione di formazione professionale, ma stanno diventando sempre più dei luoghi dove i nostri partner possono fare network con altri professionisti affermati.

D. Quanto pesa la formazione nella normale attività di vendita alla luce di materiali sempre più performanti, ma che devono essere spiegati per una corretta applicazione dei sistemi?

R. I materiali che proponiamo sono ad altissimo valore

aggiunto tecnico e di innovazione. Quindi, per orientare un professionista alla scelta delle soluzioni più performanti dal punto di vista ambientale e funzionale è fondamentale che conosca perfettamente i materiali e le loro caratteristiche più innovative. Inoltre, per garantire le alte performance tecniche dei nostri sistemi, dall’acustica alla termica, dall’estetica all’efficienza energetica, è necessario che questi siano posati in maniera ottimale e secondo una tecnica precisa. La formazione delle nostre Academy è strutturata per affrontare in modo esaustivo queste tematiche: i nostri tecnici, infatti, forniscono le nozioni corrette sia ai progettisti, sia ai direttori lavori, sia alle imprese che si occuperanno della posa in opera, con l’obiettivo di creare un dialogo tra tutte le parti.

D. Prodotti performanti ma semplificati: conta di più la formazione sul sistema o sulla vendita in generale?

R. Questi due aspetti per noi non sono per nulla slegati: le tecniche di vendita sono fondamentali, ma per quanto ci riguarda, queste non possono prescindere dal contenuto tecnico relativo ai diversi sistemi di materiali che proponiamo, per veicolarne performance e valore aggiunto. Infatti, il nostro reale punto di forza in questo senso è la connessione esistente tra servizio di formazione e assistenza tecnica che possiamo fornire assieme ai nostri materiali. Inoltre, l’approccio multimateriale che contraddistingue Saint-Gobain permette di trattare tematiche trasversali dando al cliente una visione multidisciplinare e non limitata al mondo dei sistemi opachi o trasparenti, ad esempio, senza considerare la loro interazione.

D. Chi sono i vostri interlocutori, sono cambiati nel tempo? So che i progettisti hanno sempre più rilevanza… R. La formazione di Saint-Gobain si rivolge a tutta la filiera dell’edilizia e notiamo un maggiore interesse nel qualificare le professioni e la necessità di mantenersi costantemente aggiornati. Per questo abbiamo inserito nella nostra offerta formativa corsi ed esami per ottenere la qualifica di posatore qualificato (Etics, sistema Frp e sistema a secco). Grazie alla maggiore consapevolezza dell’impatto dell’edilizia sull’ambiente e alle nuove spinte normative, i progettisti hanno sempre più rilevanza e sono sempre alla ricerca di soluzioni a basso impatto. Noi supportiamo il progettista con corsi specifici e con strumenti digitali come la Green Library presente sulla piattaforma MyPlanner, che permette di semplificare e velocizzare la scelta di un materiale basandosi su un confronto rispetto a diversi criteri di sostenibilità.

D. Un consiglio da dare ai rivenditori?

R. Suggerisco di ascoltare attentamente le esigenze che emergono dal mercato e di farsi promotori di iniziative formative con il supporto di noi fornitori. È fondamentale rimanere al passo con le evoluzioni del settore e offrire un valore aggiunto attraverso la conoscenza approfondita dei prodotti e delle soluzioni innovative.

ATTUALITÀ

XELLA PORTALE ONLINE PER LA FORMAZIONE

DEI PROFESSIONISTI

Xella punta sulla formazione dei professionisti della filiera edile, sia dal lato della progettazione (sui sistemi per l’edilizia sostenibile e ad alta efficienza energetica) sia per le imprese e gli applicatori sulla corretta posa dei sistemi Ytong e Multipor. L’aggiornamento continuo, la conoscenza delle nuove prescrizioni normative e delle soluzioni che il mercato offre, le buone pratiche di progettazione e la sempre maggiore attenzione dedicata alla sostenibilità ambientale sono alla base dell’attività formativa messa in campo da Xella. Per questo l’azienda da sempre investe capacità e risorse nella formazione dei professionisti organizzando numerosi eventi, workshop, convegni, seminari, fino ai corsi di posa. Per rendere fruibile in modo semplice al pubblico più ampio possibile questo bagaglio di conoscenza e competenze tecniche, Xella ha creato una nuova piattaforma ancora più agile, completa e semplice da consultare, dove trovare tutte le novità e gli appuntamenti formativi organizzati dall’azienda o realizzati in partnership con altri operatori, per stimolare la conoscenza tecnica dei propri sistemi e promuovere le metodologie e buone pratiche di messa in opera. Il nuovo sito https://formazione.xella-italia.it/ distingue e accoglie all’interno di due macro aree le iniziative formative dell’azienda di Grassobbio, semplificando e agevolando l’esperienza di navigazione degli utenti. Novità assoluta è la possibilità per gli utenti di creare un account personale con cui accedere all’area riservata. Il login permette di gestire con immediatezza le iscrizioni ai corsieventi di interesse e, successivamente, scaricare i materiali didattici e informativi, l’attestato di partecipazione a fine corso, oltre a visualizzare le prenotazioni e i corsi effettuati. Il sito diventa una vera e propria piattaforma di formazione, una cassetta degli attrezzi dove poter scegliere le opportunità di approfondimento, teorico e pratico, per la crescita professionale all’interno del mondo Ytong. Entrando nell’area Eventi si accede al calendario, che l’utente può navigare facilmente filtrando per data, tipologia, tematiche, rilascio di Cfp, target e area geografica per gli eventi in presenza. In questa sezione sono presenti gli appuntamenti dell’Academy on tour, i convegni, le fiere e i seminari con gli Ordini. Nell’area Academy, invece, è presente il calendario dei corsi di formazione tecnica e applicativa, articolati per tematica del corso e per target: progettisti, imprese e applicatori, rivendite.

I corsi pratici possono essere organizzati a richiesta anche presso le rivendite e le scuole edili (Academy on Tour), così come è possibile organizzare presso l’Academy di Pontenure corsi ad hoc per associazioni o gruppi di imprese. Non ultimi anche gli interventi formativi presso scuole superiori CAT e università e l’organizzazione di visite guidate allo stabilimento produttivo.

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PERFORMARE È IL RISULTATO DI INFORMARE

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Un convegno del gruppo della distribuzione si è focalizzato sulle tecniche adatte per ottenere migliori risultati sul punto vendita. Con aspetti che vanno dalla gestione del budget alla psicologia del cliente privato

obbiamo

rendere il nostro lavoro più interessante e attraente» ha esordito Thomas Kerschbaumer presidente di Deus (Distributori Edili Uniti per lo Sviluppo) in apertura del recente convegno Formare, per-formare, informare. Un tema centrale, viste le difficoltà di trovare giovani disposti a lavorare nel settore della distribuzione dei materiali edili: «Il problema non è lo stipendio, ma le prospettive future e la crescita personale», spiega Kerschbaumer, sottolineando l’importanza della formazione poiché le persone sono il vero patrimonio delle aziende in un’epoca di continuo cambiamento. Quindi, è fondamentale che si trovino gli strumenti giusti per attrarre e mantenere talenti giovani e ambiziosi. L’evento, il consueto convegno tecnico annuo, è stato l’occasione per condividere idee ed esperienze, grazie anche ai qualificati interventi di manager e professori. Insomma, cooperare per essere più competitivi perché il confronto fa parte del dna di Deus. E gli argomenti trattati sono stati anche il risultato di un sondaggio condotto dai relatori.

NESSUNO ESCLUSO

Perché un’azienda sia performante è necessario che il titolare, il banconista, l'avventore magazzino, la logistica, insomma tutte le figure che fanno parte di un'impresa, siano formate. Soprattutto in un momento di transizione come questo, che potrebbe essere il preludio di un periodo di crisi o di nuove opportunità. Edoardo Sabbadin, professore del dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali all’Università di Parma, nel suo intervento è stato molto chiaro: i dati presentati da Ance evidenziano

THOMAS KERSCHBAUMER, PRESIDENTE DI DEUS (DISTRIBUTORI EDILI UNITI PER LO SVILUPPO)

Monica Battistoni

uno scenario poco ottimistico. Come affrontarlo? «La gestione del superbonus, discutibile dal punto di vista delle misure intraprese, sta creando difficoltà finanziarie ai clienti della distribuzione edile, che si ripercuotono sul mercato. Bisogna prestare molta attenzione ai collaboratori, che devono essere coinvolti e ascoltati. La motivazione e la capacità di dialogo dell’imprenditore sono fondamentali», ha ammonito il docente. Un altro aspetto è l’importanza di analizzare i costi di gestione, organizzando verifiche periodiche e dividendo l’azienda in centro di costo e centro di ricavi. Ciò permetterà di individuare aree di miglioramento e di controllo delle spese in modo efficace: «La riduzione dei costi deve essere fatta su dati certi. Non a caso esistono dei commercialisti che offrono anche servizi di contabilità analitica» ha continuato Sabbadin.

POTERE CONTRATTUALE

Un altro problema che le aziende del settore stanno affrontando è il potere contrattuale dei fornitori, che

non solo impongono aumenti dei volumi, ma aprono anche punti espositivi diretti nei centri urbani: «Secondo l’ultima ricerca del Politecnico di Milano, uno dei settori più in crescita nella vendita diretta, intorno al 20%, è quello del design, degli elementi di arredo. Ciò significa che i fornitori stanno cambiando strategia, il consiglio è cercare di negoziare con i fornitori per arrivare ad un accordo su questo punto», è l’opinione dell’economista. Inoltre, è importante ascoltare i clienti e seguire un sistema di offerta su misura. Sabbadin sottolinea che «purtroppo, più un’azienda ha successo, più diventa grande, maggiore è il rischio di perdere quell’attenzione al contatto diretto, alla personalizzazione». Infine, il professore suggerisce di ripensare il modello di business, e cita la strategia Oceano blu, elaborata anni fa da due professori della business school francese Insead, che spiega come eliminare servizi o fattori di successo che non sono più utili. «Si tratta di una metodologia per individuare quali fattori di successo sono diventati obsoleti e quali, invece, creare

LE VOCI DEL CONVEGNO DEUS FORMARE, PERFORMARE, INFORMARE

prendendo spunto da settori vicini, da aumentare o ridurre» ha suggerito l’economista. Per concludere, quali sono gli indici da presidiare estremamente importanti? Secondo l’ultima relazione della Banca d’Italia, è il mancato aumento della produttività che sta bloccando la crescita del Paese e l’incremento delle retribuzioni. «Le tecnologie oggi sono strumento per aumentare la produttività, ma bisogna essere pronti al cambiamento costante. Alla Jannik Sinner per intendersi: puntare al miglioramento costante senza snaturarsi», ha concluso il professore.

MODELLI DI BUSINESS

Ma come si passa dalla conoscenza all’operatività?

Gabriella Simone, architetto e business designer, si è focalizzata su come si mette a punto un nuovo modello di business. Secondo la sua analisi, le aziende della distribuzione edile sono spesso a conduzione familiare, con fondatori che svolgono più attività trasversali, la gestione è molto organizzata sull’operatività quotidiana e servono un bacino territoriale perché vincolati dalla logistica. Operano in un mercato ciclico dettato da sgravi fiscali e monitorano

la concorrenza soprattutto territoriale e la grande distribuzione specializzata. Queste caratteristiche ricorrenti sono la base di partenza per comprendere come si può innovare il settore edile: «Spesso non c’è una distinzione netta tra obiettivi e strategia, ha affermato Simone. «Invece, gli obiettivi indicano i risultati da raggiungere, mentre la strategia rappresenta la costruzione delle azioni per conseguirli. Scopi chiari e definiti aiutano a compiere scelte coordinate e coerenti e il business model canvas è lo strumento principale

per costruire una visione sistemica dell’azienda, una proposta di valore riferita a un target specifico di clienti». Si tratta di un metodo che utilizza delle mappe visuali per identificare le aree strategiche di un’impresa in una sola pagina suddivisa in nove blocchi, tutti facilmente modificabili per cambiare nel tempo anche velocemente le azioni in un mercato in trasformazione. La professionista cita alcuni esempi: segmentare, ossia conoscere profondamente i clienti, è il primo passo per creare una proposta di valore, che non è solamente il grande assortimento,

EDOARDO SABBADIN, PROFESSORE DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE E AZIENDALI ALL'UNIVERSITÀ DI PARMA

ATTUALITÀ

LATO

GABRIELLA SIMONE, ARCHITETTO

ma è il beneficio che il cliente raccoglie. E, ancora, sprecare spazio per avere tutti i prodotti possibili non è sempre un vantaggio, ma al contrario incide sui flussi dei ricavi. Lo stesso vale per la consulenza tecnica: se in eccesso e non in linea con le necessità dei clienti si traduce in un dispendio di tempo e quindi un costo.

In sintesi, individuare i clienti ideali consente di avere un posizionamento differenziato rispetto anche al mercato locale: «Solo a questo punto si può lavorare sul merchandising, sul layout strutturale, distributivo, merceologico, con progetti ad hoc sui marchi per rappresentare alcuni prodotti, piuttosto che lavorare sulla profondità di gamma, sulla rotazione di prodotto, sulla redditività, sulla rotazione, sugli stock, sulle promozioni. E solo a quel punto si crea un piano di comunicazione da proporre», ha concluso.

COME CONVINCERE

Aumentare le vendite in showroom non è una frase a effetto, ma il titolo dell’intervento di Veronica Verona, founder dell’Accademia dello Showroom. Argomento scelto perché, in maniera anche prevedibile, è il tema più importante emerso dal sondaggio condotto nella sua attività. «Il tasso di conversione medio dei preventivi in ordine nel nostro Paese è di 3,7 su 10, un dato piuttosto basso. Ciò significa che gli altri sei clienti hanno acquistato da un’altra parte, e deve esserci un motivo. La disciplina del Neuromarketing studia i comportamenti d’acquisto delle persone, può aiutare a comprendere queste motivazioni perché si basa su una formula: il valore percepito, ovvero la cifra che una persona è disposta a spendere per un bene, è dato dalla qualità dell’esperienza vissuta moltiplicata per la cifra stessa. Quindi, che cos’è quel qualcosa intangibile che influenza un acquirente indipendentemente dal prezzo?», si è chiesta Verona, che suggerisce ai distributori di porsi una serie di domande. Quando si tratta di costruire esperienze e fiducia, conoscere il nome della persona che abbiamo di fronte è il primo passo. Ma quanti addetti si presentano effettivamente? E quanti s’informano sul budget del cliente? Il tema del prezzo, a parità di esperienza vissuta, diventa dirimente, eppure molte persone non chiedono questa informazione perché non sanno come farlo e temono sia scortese. «La verità è che bisogna superare questo tipo di condizionamento, perché se non si hanno le giuste informazioni non si potrà mai soddisfare il cliente», sottolinea l’esperta.

Anche il numero medio di proposte per categorie di prodotto è rilevante perché spesso alto: il cervello umano può sopportare solo un confronto di tre

SOPRA VERONICA VERONA, FOUNDER DELL'ACCADEMIA DELLO SHOWROOM. A

ATTUALITÀ

TALK PRODUTTORI E DISTRIBUTORI DEL CONVEGNO

unità, alla quarta va in sovraccarico e non sceglie. In sostanza, se non c’è una formazione tecnica per comprendere come una persona prenda le decisioni e semplificare il momento dell’acquisto, c’è il rischio di peggiorare le cose.

PREVENTIVO TRAPPOLA

Un altro ostacolo è rappresentato dal preventivo: in showroom è un tema molto delicato, che di solito è rimandato a causa della difficoltà di avere il dato corretto. I listini non sono aggiornati, oppure la quotazione deriva da accordi commerciali scritti spesso a matita sulla prima pagina del catalogo. Il risultato è che non si chiude la trattativa perché il preventivo inviato (e il tempo medio di attesa è di 15 giorni), risulta un elenco di codici che non dicono nulla e nella maggior parte dei casi il cliente non viene ricontattato. Di sicuro non è una best practice. Non solo. «L’esperienza si crea su tre pilastri molto importanti. Il primo è l’ambiente: se lo showroom è trascurato, nonostante un’offerta alto di gamma il preventivo può essere percepito come eccessivamente oneroso, perché il cliente è meno disposto a spendere», è la conclusione di Verona. Il secondo aspetto è quello di indurre al cliente a riconoscersi in uno stile: non ci si può limitare a un elenco di dati come il colore, il materiale, la lavorazione, la produzione, la stampa, che vanno argomentati valutando il gusto di chi si ha davanti. Terzo punto: la creazione di un metodo di

vendita che contraddistingua l’azienda, un cerimoniale che ne esprima i valori in tutti i punti vendita. Qualcosa che faccia dire al cliente che è entrato nel posto giusto. «Un metodo che non basta. La formazione è fondamentale perché la nuova signora Maria, che ormai ha 85 anni, si chiama Giulia, il nome più comune della generazione Z, che va dai 25 ai 45 anni. Vendere a Giulia come si faceva con la signora Maria è come chiedere a un ottantacinquenne di impostare un navigatore satellitare: non funziona, perché non sa come si fa. Ecco perché è fondamentale avere una formazione sulla vendita, per imparare a parlare un linguaggio diverso e interfacciarsi con una persona che ha esigenze differenti». In Italia, su dieci ristrutturazioni, sei riguardano la signora Giulia, mentre quattro riguardano gli over 65 che hanno esigenze diverse rispetto alla prima volta in cui hanno rifatto il bagno. Ecco l’occasione per parlare di temi che possono aumentare l’ordine medio senza fatica. Considerando una spesa che si aggira sui 4 mila euro, aggiungere al bagno elementi di sicurezza potrebbe far aumentare il conto di altri mille. «E non dimentichiamo l’importanza del cross-selling, una necessità non espressa vista sulla piantina del progetto. Per esempio, le porte da vendere: è un’opportunità da cogliere se si hanno in showroom, quando il budget non è esaurito e prima che il cliente vada da uno specialista», ha suggerito Verona. Un’astuzia che richiede informazione e formazione, appunto.

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UL’azienda specializzata in controtelai per porte scorrevoli ha individuato una strada che offre l’opportunità al distributore di aumentare i ricavi. Svelata durante i corsi della propria Academy Alice Fugazza

na formazione per i rivenditori che è utile, una formazione di qualità per poter ampliare le proprie competenze. È questo che offre Eclisse, azienda veneta leader nel settore dei controtelai a scomparsa, che ha deciso di organizzare

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MARIAVITTORIA

SCHINCARIOL DURANTE

LA FORMAZIONE, SOTTO

LO SHOWROOM DOVE

SONO STATE DESCRITTE

LE CARATTERISTICHE DEI PRODOTTI

ASSIST PER IL DISTRIBUTORE CON IL CERCAFACILE

La piattaforma CercaFacile è stata una svolta per Eclisse. Un dispositivo che è diventato maggiorenne quest’anno, perché è nato in anticipo rispetto ai tempi della digitalizzazione diffusa, ed è uno degli attori principali dell’azienda. È un sistema disponibile via web che è utile per la ricerca di abbinamenti e soluzioni ideali personalizzate e su misura, pronto a mostrare prezzi, preventivi, prodotti e suggerire le performance migliori e le infinite combinazioni con quello che si ha a catalogo. Il suo obiettivo è quello di semplificare il lavoro di tutti: si rivolge al rivenditore, al progettista, all’installatore, ma anche al cliente finale, che può già farsi un’idea in autonomia di cosa vorrebbe scegliere. Dalla proposta all’ordine, insomma. «È una piattaforma nata nel 2006 dall’esigenza del mercato: uno sguardo sul futuro», spiega Fabiana De Luca, responsabile Marketing. «Oggi, lo strumento è in continuo sviluppo ed è sempre più performante: non solo è fonte di formazione commerciale e per la vendita, ma è soprattutto un catalogo vasto, completo di tutti i prodotti con una possibilità infinita di abbinamenti. È un preventivatore, ma anche uno strumento utile per gli addetti che lo utilizzano in fase di progettazione, rilievo misure e installazione. È utilizzato quotidianamente con una media di due o tre registrazioni giornaliere. Inoltre, il CercaFacile è oggetto di diversi aggiornamenti e migliorie».

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momenti di incontro con clienti e partner, per poter trasmettere il vasto know-how acquisito in decenni di esperienza. Obiettivo: vendere di più. Anzi, meglio. Un esempio è l’evento di formazione che si è tenuto a inizio giugno nella sede di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, in una sala dedicata apposta a questo tipo di incontri.

L’AGENDA

La giornata è stata organizzata su misura per i rivenditori, con focus sull’aumento del valore medio dell’ordine, le tecniche di marketing, sul funzionamento e le caratteristiche del prodotto e, infine, sul contatto ravvicinato con le soluzioni di Eclisse, in modo che con il committente finale tutto fili liscio, proprio come una porta scorrevole. Massimizzare i propri obiettivi e acquisire competenze di elevato livello sono un connubio vincente per Eclisse, che ha richiamato molte realtà della distribuzione da tutta Italia, interessate ad assorbire conoscenza e nuove tecniche di vendita. Una ventina i distributori presenti all’incontro, che hanno lavorato per

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RIVENDITORI CON UNA MARCIA IN PIÙ

Davide Didoné, ufficio Acquisti Giesse: «L’azienda ha una storia ventennale e si rivolge a installatori, cartongessisti e privati, servendo le provincie di Treviso, Padova, Vicenza, e limitrofi. Sono stato assunto da poco e i miei colleghi mi hanno suggerito di a partecipare al corso di Eclisse, poiché collaboriamo da tempo con l’azienda. Ho visto con i miei occhi il valore aggiunto di questa realtà, ho toccato con mano i prodotti e compreso le tecniche di marketing volte al miglioramento, molto utili. Nella nostra rivendita il controtelaio Eclisse Syntesis va per la maggiore: è di semplice installazione e resistente nel tempo. Da questo corso portiamo a casa tanto, la parte fondamentale è vendere qualcosa in più del semplice telaio e trasmettere il vero valore aggiunto».

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Patrizia Vidoni, addetta vendite di Fratelli Burelli: «La nostra è una piccola realtà, una rivendita di materiali edili in provincia di Udine, che serviamo arrivando fino a Pordenone. Dalla mia azienda mi hanno chiesto di partecipare a questo corso di formazione poiché utile e completo, dato che sono stata recentemente assunta. Opinione vera, poiché ho potuto vedere con i miei occhi non solo i prodotti, ma anche lo spirito col quale si lavora: Eclisse è una realtà ben strutturata, dinamica e con una risposta immediata. Grazie al corso ho capito come mettere ordine fra i vari prodotti, la facilità nell’utilizzare il Configuratore e saper vendere meglio. Nel nostro showroom abbiamo un'Eclisse 40 e una scorrevole a vetro, ovviamente complete di pacchetto, che sono molto considerate dal cliente».

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Cristian Medina, responsabile delle vendite di Comedil: «Ci occupiamo di materiale edile a Varese, in provincia e arriviamo anche a Milano, la nostra è una realtà in forte crescita. È la prima volta che partecipo a questo corso: chi mi ha preceduto ha detto che ne sarebbe valsa la pena, ed è vero. Mi ha colpito l’attenzione alla vendita, ma anche la cura nei rapporti dell’azienda con i distributori e con il privato. Eclisse è una realtà solida e che spinge a crescere. Principalmente, del brand, rivendiamo cassonetti e siamo interessati a inserire l’Eclisse 40 in vetro».

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Mirko Picchioni, responsabile punto vendita FoG di Arezzo: «Vendiamo sistemi costruttivi a secco e in cartongesso. Anche per me è una prima volta al corso, i miei colleghi mi avevano raccomandato di partecipare. Ho apprezzato la cura del dettaglio, della produzione, del personale. Eclisse è davvero una realtà ben strutturata, specializzata e che sottolinea l’importanza di avere non solo un prodotto bello da installare, ma facile da abbinare. Il loro Syntesis, nella nostra rivendita, va per la maggiore».

Davide Perini, Soluzioni D’Interni: «Gestiamo un negozio di arredamento a Carrara, seguendo La Spezia e Forte dei Marmi. Ma abbiamo anche superfici, porte, finestre e infissi, vogliamo dare l’idea del servizio chiavi in mano. Per me è la prima volta al corso: l’ho trovato arricchente e funzionale per conoscere meglio il prodotto e per proporlo con strategie di marketing funzionali. Vendiamo molto i sistemi a scomparsa di Eclisse».

PROTAGONISTI

DEL CORSO

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una giornata intera con MariaVittoria Schincariol, responsabile di Eclisse da 17 anni per la formazione, che ha messo a disposizione le sue conoscenze sulle strategie di marketing, sulla mission aziendale, sul funzionamento dei prodotti e su come ottenere una vendita ancor più performante.

IL PROGRAMMA

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Il programma: una lezione teorica la mattina, poi una visita all’interno dello stabilimento dell’azienda trevigiana, dove i presenti hanno potuto vedere come batte il cuore di Eclisse nell’operatività. Infine, un lungo tour nello showroom, dove ogni prodotto è stato mostrato e dettagliatamente spiegato nel suo funzionamento. Una giornata speciale, che ha coinvolto anche Luigi De Faveri, il fondatore, che ha voluto salutare i presenti per ringraziarli della partecipazione. L’ultima parte del corso si è tenuta nel primo pomeriggio, dove viene spiegato il funzionamento di una delle soluzioni esclusive dell’azienda: il CercaFacile, l’innovativa e sempre aggiornata piattaforma web, utile per rendere più semplice il lavoro del distributore.

I CONTENUTI

«Eravamo partiti con corsi di formazione per i nostri clienti, poi le lezioni si sono allargate anche ai rivenditori, data la richiesta e il successo che abbiamo riscosso», spiega Schincariol con un sorriso alla fine

LA CHIAVE DEL SUCCESSO?

DIGITALIZZAZIONE E FORMAZIONE

rivenditore di capire meglio che cosa vuole il cliente e che cosa offrire con completezza. Sono necessari l’ascolto, l’accoglienza, il saper argomentare in funzione delle esigenze e della preventivazione. Da pochi mesi stiamo ricalcolando il tasso di conversione e siamo sotto al 20%, il che significa che i rivenditori stanno facendo dei tentativi. Bisogna agire, invece, con una strategia mirata, facendo uno sforzo nella formazione, che non deve essere solamente tecnica, ma anche commerciale, con una preparazione emozionale. I nostri prodotti, specialmente quelli di fascia medio alta, fanno sognare e dobbiamo aiutare il cliente a entrare nell’immaginario».

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Organizzazione e pianificazione delle vendite per migliorare un settore che genera successo e insuccesso. Per questo la formazione è al primo posto in Eclisse. Lo testimonia il progetto di lancio del nuovo format di formazione: «Si chiama Sviluppo del potenziale inespresso», spiega Fabrizio Zaccaron, direttore commerciale di Eclisse. «Abbiamo verificato che in ogni abitazione abbiamo venduto mediamente 400 euro di materiale del prodotto Eclisse, e verificato che le nostre proposte possono salire fino a 10 mila. Perché, quindi, non ci si arriva? Perché i nostri rivenditori, spesso, si accontentano di vendere esattamente ciò che il cliente chiede. E spesso il cliente non sa cosa sta chiedendo». Insomma, se il potenziale di spesa è di 10 mila euro, come arrivarci? «Con due parole chiave: digitalizzazione e formazione», continua il manager. «La prima per creare e offrire degli strumenti che consentano al rivenditore di fare una preventivazione facile e su prodotti complessi. La seconda riguarda un rito di vendita che consente al

Per ottenere questo risultato l’azienda ha introdotto l’Eclisse Academy, con l’obiettivo di fornire gli strumenti di formazione utili all'attività commerciale. «I benefici dopo i corsi di formazione sono molteplici: conoscenza tecnica del prodotto e della gamma. L’azienda è nota per la predisposizione personale nei rapporti e abbiamo capito che per alzare il fatturato dobbiamo studiare proprio tutto e portare a casa la consapevolezza che per fatturare di più bisogna studiare. I benefici dei nostri corsi sono riconosciuti proprio per la consapevolezza che si cerca di acquisire, insieme alla conoscenza del prodotto e a una vendita che diventa concreta. L’Eclisse Academy è nata l’anno scorso, anche se facciamo da anni corsi di formazione, anche online. Nel 2007 abbiamo assunto Maria Vittoria Schincariol per la formazione e negli ultimi due anni le richieste sono andate aumentando: 34 l’anno scorso, 32 nel 2022 e quest’anno 30, sempre con 15-20 persone, tra dipendenti e titolari delle rivendite. La parola d’ordine deve essere crosselling: non fermarsi alla semplice proposta di vendere una porta, ma pensare anche agli abbinati, per far crescere il fatturato».

dell’incontro. «Il corso per i rivenditori è stato pensato in funzione della strategia commerciale di Eclisse, per aumentare il valore medio di un ordine. Per farlo abbiamo creato un pacchetto di prodotti che possono essere sfruttati al meglio, con tutti gli abbinati. In sei ore ci impegniamo a spiegare la composizione degli articoli ad alto valore aggiunto e poi ci colleghiamo alla pratica, radunando tutti nel nostro showroom. Inoltre, il CercaFacile è uno strumento essenziale della nostra realtà. Solitamente a questa formazione viene abbinato

anche il corso di posa, dove mettiamo a disposizione i posatori dei nostri clienti, per mostrare come vengono montati i prodotti. Completiamo l’offerta con pillole formative sull’accessoristica e assistenza in loco per i progettisti che hanno richieste o problematiche specifiche. Insomma, siamo a disposizione a 360 gradi. È sempre entusiasmante quando ci sono tante persone che presenziano: in questa giornata, in particolare, i professionisti sono arrivati da tante zone diverse dell’Italia, sotto iniziativa di un nostro agente della Toscana.

L'AZIENDA DI PIEVE DI SOLIGO, IN PROVINCIA DI TREVISO
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IL CUORE PULSANTE DELL'AZIENDA: L'IMPIANTO PRODUTTIVO
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Sono state presenti persone che non conoscevano bene il nostro prodotto, quindi questo ci ha permesso di essere molto più specifici»

Una grande soddisfazione, sintomo di crescita aziendale. «L’azienda è in espansione, al momento non vediamo segni di cedimento sul nostro mercato. Tutta

la linea sta andando bene, in crescita la soluzione filomuro e abbiamo fatto uscire recentemente diverse novità. Per quanto riguarda i corsi, la richiesta c’è sempre e stiamo lavorando con il marketing per realizzare un nuovo format dedicato agli installatori in una sala apposita », conclude la manager.

BRIANZA PLASTICA

PROFESSIONISTI A SCUOLA CON ISOTEC

La Academy dell’azienda propone un'offerta integrata di eventi formativi online e live focalizzati sul risparmio energetico, sulla corretta progettazione e posa dell'isolamento ventilato

BPaolo Caliari

rianza Plastica da sempre

valorizza l’importanza della formazione, impegnandosi come soggetto promotore della diffusione della cultura, intesa come percorso continuo e progressivo.

L’azienda, infatti, si distingue per una forte vocazione

formativa rivolta sia agli operatori specializzati nella posa del prodotto sia al mondo della progettazione con Isotec Academy. Si tratta della piattaforma integrata per eventi formativi online e live, creata da Brianza Plastica per i professionisti e progettisti interessati alle tematiche del risparmio energetico, sostenibilità edilizia, riqualificazione ed efficienza degli edifici. L’offerta formativa dei seminari, tenuti da esperti aziendali e docenti universitari, si concentra e approfondisce, di volta in volta, temi che riguardano materiali e soluzioni innovative per l’efficientamento dell’involucro, le certificazioni di sostenibilità e conformità ambientale dei prodotti, gli aggiornamenti normativi, la corretta progettazione dell’isolamento termoventilato per coperture e facciate, i dettagli di realizzazione per l’esecuzione a regola d’arte.

SCUOLE DI POSA

Proprio per formare alla corretta installazione, Brianza Plastica ha creato scuole di posa, svolte in collaborazione e presso le scuole edili sull’intero territorio italiano. I corsi hanno l’obiettivo di avvicinare gli operatori del settore e gli applicatori al mondo Isotec e alla sua estrema semplicità e versatilità di applicazione. Tutti gli eventi sono a partecipazione gratuita e, quando previsto, rilasciano crediti formativi professionali. «È importante ricordare che Brianza Plastica da sempre offre servizi di assistenza tecnica pre e post vendita», spiega Simone Pruneri, sales manager Insulation Building di Brianza Plastica. «Sia ai progettisti che ai tecnici di cantiere, affiancando i professionisti nelle fasi più delicate del lavoro. Per esempio, siamo presenti nella partenza del cantiere e nella formazione alle imprese che non conoscono il sistema Isotec. Un valore aggiunto che Brianza Plastica da sempre offre ai clienti».

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ATTUALITÀ

OCCUPAZIONE

NEI CANTIERI MANCA TROPPO

PERSONALE

Un report di Argenta Soa rivela che per il 37% delle imprese reperire addetti è un problema. E nei prossimi cinque anni 165 mila specialisti andranno in pensione. Per fortuna c’è il Pnrr a spingere il settore

Alessandro Buonvicino

Il settore delle costruzioni soffre di un’endemica scarsità di manodopera qualificata. È un concetto noto, ma che ora è supportato dal report annuale di Argenta Soa, società di certificazione (opera con autorizzazione ufficiale dal 2007), con base legale a Bologna e operativa Matera. L’azienda ha messo a punto un report sul mercato delle costruzioni in cui analizza le dinamiche, le prospettive e gli ostacoli del settore. Tra cui risulta in primo piano la mancanza di candidati. L’analisi, condotta sulle stime Excelsior dal Centro Studi Argenta Soa e su dati Anpal-Unioncamere è chiara: per il 37% delle imprese delle costruzioni il personale è difficile da reperire, e in parte questo avviene perché la preparazione risulta inadeguata (18%). Inoltre, sempre secondo la stessa ricerca Excelsior, l’età media nel comparto è piuttosto elevata: quasi il 9% degli addetti nel settore ha più di 60 anni e il 45% ha un’anzianità compresa tra i 45 e i 59 anni.

ETÀ MEDIA

Legato all’elevata età media si aggiunge un altro problema: entro i prossimi cinque anni usciranno per pensionamento circa 165 mila addetti delle costruzioni, che dovranno essere sostituiti. Un ostacolo non da poco, visto che è

in uscita soprattutto il personale più specializzato, che ha maturato nel settore un’esperienza significativa. La soluzione, secondo Argenta Soa sarebbe ovvia: bisogna favorire una cultura del lavoro presso i giovani, che faccia comprendere il valore del sacrificio (parola forse ignota a molti under 21) e dell’impegno, l’importanza del lavoro per la dignità personale. Concetti che, però, non sembrano di presa immediata per chi ha ambizioni professionali meno impegnative. Inoltre, nota il report della società di certificazione, «il Reddito di Cittadinanza rappresenta, purtroppo, un forte disincentivo a lavorare, specie in alcuni settori, e genera presso i giovani aspettative di sopravvivenza e rassegnazione senza alcun impegno concreto».

LE PROSPETTIVE

Anche se per quanto riguarda l’apporto professionale delle nuove generazioni le prospettive sono grigie, la situazione occupazionale al momento indica un periodo felice, grazie soprattutto all’effetto superbonus. Nonostante il rallentamento dell’ultimo anno, aggiunge l’analisi, «è opportuno comunque evidenziare come l’aumento dell’occupazione nel settore delle costruzioni sia stata straordinaria e abbia permesso la creazione di oltre 200 mila nuovi posti di lavoro, contribuendo in misura sostanziale ad alleviare il disagio economico di molte famiglie che, anche in un periodo di forte crisi economica, hanno potuto accedere a un lavoro e ottenere una retribuzione». Nonostante la fine del 110%, in ogni caso, l’occupazione non dovrebbe perdere troppi colpi, perché in prospettiva dal punto di

GIOVANNI PELAZZI, PRESIDENTE DI ARGENTA SOA

ATTUALITÀ

LE NOTE STONATE SUL PIANO

Alcune preoccupazioni sul Pnrr sono state rilevate dalla survey condotta da Argenta Soa a inizio anno. Secondo le imprese intervistate l’attuazione del Pnrr presenta alcune criticità all’orizzonte: una quota elevata di rispondenti (48%) dichiara che sono elevati i rischi che non si possano realizzare i lavori infrastrutturali e di costruzioni previsti, mentre solo il 39% si dichiara ottimista (il 13% non ha dichiarato una preferenza).

La survey è stata condotta ad ottobre 2023 dal Centro Studi della società su un campione di imprese con attestazione Soa, composto da una maggioranza (il 73%) che ha partecipato a gare pubbliche negli ultimi mesi. Va ricordato che Soa è l’acronimo di Società organismo di attestazione. Si tratta di enti certificatori autorizzati dall’Anac (l’Autorità anticorruzione che ha sostituito nel 2014 l’organismo di vigilanza sui lavori pubblici) a rilasciare l’attestazione che serve alle imprese per dimostrare il possesso di taluni requisiti economici e di organizzazione. L’attestazione è obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto di lavori pubblici di un certo rilievo e certifica la capacità della società di eseguire opere nelle gare d’appalto con importo a base d’asta superiore a 150 mila euro.

vista occupazionale ci sono alcuni fattori che spingono a un aumento, anche se ce ne sono altri che, invece, tendono a frenare la crescita.

INVESTIMENTI IN VISTA

Tra i fattori positivi, è scontato, ci sono gli investimenti dedicati dal Pnrr al settore delle costruzioni. Sono fondi ingenti e valgono circa il 50% del totale del Piano. «Ciò comporta per i prossimi anni un’ulteriore domanda di lavoro che, però, a causa di alcune criticità, rischia di soffocare il settore, che potrebbe non essere in grado di rispondere adeguatamente», nota il centro studi della società di attestazione. «Secondo Banca d’Italia, l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrà determinare un aumento consistente della domanda di lavoro in numerosi settori di attività economica. Il comparto delle costruzioni, che include sia l’edilizia sia l’ingegneria specializzata, è il destinatario principale dei fondi del Piano e registrerebbe la variazione dell’occupazione più elevata in termini assoluti. I risultati mostrano che l’impulso alla domanda di lavoro nel settore delle costruzioni generato dal Pnrr sarà nel complesso significativo e di intensità eterogenea sul territorio».

FONDI EUROPEI

Il fattore Pnrr, insomma, continuerà a estendere benefici effetti sul settore: sulla base delle risorse già assegnate per l’attuazione di nuovi progetti e che si valuta siano destinate al settore (43,5 miliardi), l’occupazione

attivata dal Pnrr è stimata in circa 62 mila addetti su base annua nella media del periodo 2023-26, pari al 6,5% dei dipendenti e al 4,0% degli occupati totali delle costruzioni del 2019. Prosegue l’analisi della Banca d’Italia: «Le regioni per le quali queste incidenze sono più elevate si trovano prevalentemente nel Mezzogiorno (Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania). Tenuto conto dell’allocazione delle risorse tra i diversi comparti delle costruzioni e delle tipologie professionali in essi più presenti, ci si può attendere un’accentuata richiesta di operai, in particolare specializzati. Nelle regioni dove assumono un peso maggiore gli interventi di ingegneria civile, come Liguria, Abruzzo e Marche, sarebbero invece relativamente più richieste professioni tecniche e a elevata specializzazione».

NE MANCANO 160 MILA

In ogni caso, riprende Argenta Soa, nonostante la forte ripresa dell’occupazione, secondo le stime Excelsior sul fabbisogno occupazionale in Italia, mancano nel settore delle costruzioni circa 160 mila occupati. E, come accennato all’inizio, le imprese segnalano gravi difficoltà nel reperire la manodopera necessaria a fare fronte a una domanda di lavoro elevata. Se si osserva l’analisi svolta dall’Anpal con riferimento alla difficoltà di reperimento di giovani, emerge come nel settore delle costruzioni risulta introvabile circa il 70% dei giovani da assumere. Eppure, le costruzioni sono «un settore che continua ad essere centrale, in termini di occupazione creata e di supporto alla crescita, pur in un contesto di allentamento del supporto degli investimenti», nota Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta Soa.

FATTORE TASSI

E le prospettive? Secondo Argenta Soa le ombre per l’edilizia sono legate soprattutto al fattore tassi. La crescita del costo di finanziamento (per un mutuo a tasso fisso oggi siamo al 4-5%) e nei mesi scorsi l’impatto dell’inflazione in un contesto di economia fredda, portano le famiglie a rinviare le scelte di acquisto delle abitazioni (nel quarto trimestre 2023 il calo è stato del 3,3%, dopo -10,3% nel trimestre precedente). «Questa situazione potrebbe avere effetti significativi per le imprese del comparto che, con un calo di domanda, potranno essere costrette a ridurre i prezzi e sacrificare margini e profitti, in un contesto di liquidità che risulta in progressivo ridimensionamento», ammonisce il centro studi della società. «Questo contesto spiega anche il recente peggioramento delle aspettative degli imprenditori del settore a causa delle prospettive meno favorevoli, anche alla luce del contesto economico interno e internazionale che risulta caratterizzato da estrema incertezza. Nonostante l’indebolimento registrato nel 2023, il comparto edile ha dimostrato comunque di essere in discreta salute».

ATTUALITÀ IL SALVACASA PUÒ AIUTARE L’EDILIZIA?

Il governo ha approvato un decreto (ancora da convertire in legge) che sana le piccole irregolarità. Riguarda il pregresso, ma potrebbe essere utile anche per compravendite e riqualificazioni

Non sarà di sicuro una manna come il superbonus. Però qualche cosa di buono il decreto Salvacasa, da poco varato dal governo, al netto delle modifiche che il Parlamento può aggiungere al testo approvato dal Consiglio dei ministri, lo può fare. Certo, il provvedimento si riferisce a ciò che è stato già fatto alla data del 24 maggio. Ma il decreto legge 69/2024 ha anche l’obiettivo di sbloccare «lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali». I dati sono noti: il 2023 ha registrato 709 mila rogiti, con un calo del 9,5% annuo. Le compravendite sono calate essenzialmente per il rincaro

dei tassi, e di conseguenza dei mutui. Inoltre, bisogna tenere conto che negli utili dieci anni la media delle compravendite è stata i 600 mila contratti l’anno. Detto questo, le piccole irregolarità all’interno delle abitazioni sono un ostacolo in più alle compravendite. Il Salvacasa, insomma, non potrà incidere molto, ma qualcosa farà. Potrebbe, per esempio, favorire un aumento dell’offerta delle abitazioni regolarizzate. E un aumento dei rogiti significa anche più opportunità per iniziare lavori di ristrutturazione. Secondo il ministero delle Infrastrutture, le piccole difformità e le irregolarità strutturali interessano quasi l’80% del patrimonio immobiliare. La percentuale è frutto di una stima del Consiglio nazionale degli ingegneri di tre anni fa.

LAVORI ANCORA DA ESEGUIRE

Un altro aspetto che può interessare la filiera dell’edilizia, anche se si parla di piccoli lavori, riguarda le irregolarità che potrebbero rivelarsi non condonabili. Per esempio, un soppalco che non rispetta le altezze minime e i rapporti aero-illuminanti, oppure abusi per verande e sottotetti. In questo caso sarebbe interesse del proprietario far rientrare la irregolarità nei limiti consentiti dalla legge, se il lavoro da fare è semplice: si tratterebbe di una procedura ai limiti dell’illecito, è vero, ma pochi resisterebbero alla tentazione.

Un esempio può essere quello di una mansarda in una casa unifamiliare, di modesta altezza e attrezzata con una camera da letto nonostante il titolo abilitativo e le risultanze catastali la riportino come ripostiglio (categoria catastale C/2), senza abitabilità. Se il sottotetto può rientrare nei requisiti di igiene e salubrità richiesti dalla normativa il locale può essere condonato. A quel punto, però, il proprietario può renderla pienamente godibile alla luce del sole con una riqualificazione che la renda più comfortevole.

Premesso questo, vediamo che cosa prevede il decreto, articolato in tre parti, studiato per gestire le piccole irregolarità presenti nelle case che, in effetti, se non comunicate al Comune diventano un problema in caso di vendita dell’immobile.

PICCOLE DIFFORMITÀ FORMALI

Con il decreto è più semplice provare lo stato legittimo di un immobile, perché non bisognerà più ricostruire tutta la catena di titoli edilizi che si sono susseguiti nei decenni. Lo stato legittimo è importante quando c’è necessità di istruire qualche pratica, come in caso di ristrutturazione. L’attestato necessario riguarda lo status dell’immobile: va certificato che quanto era previsto nel progetto è in sintonia con quello che, negli anni, è stato dichiarato in Comune. Senza questi documenti una ristrutturazione (se è legata alla richiesta di bonus) si può bloccare. Il decreto mette una pietra sopra il passato e stabilisce che

ATTUALITÀ

sarà possibile considerare solo l’ultimo titolo edilizio. La giustificazione ufficiale è che così si valorizza l’affidamento del privato verso quanto hanno già verificato gli uffici tecnici comunali. Insomma, se le modifiche all’appartamento sono poco rilevanti, non possono essere contestate.

MODIFICHE ALL’IMMOBILE

Con il decreto le cosiddette difformità interne sono più tollerate. Il riferimento è alle differenze tra quello che è in realtà l’immobile rispetto ai progetti presentati in Comune. Con il provvedimento è ora tollerato il minore dimensionamento degli elementi presenti negli immobili e gli errori di esecuzione. Per esempio, pareti in una posizione differente o con una forma diversa rispetto a quanto autorizzato. Ci sono però ancora degli interrogativi: per esempio, potrebbero avere il via libera anche le finestre collocate in una posizione diversa o magari leggermente più grandi. Un punto ancora da chiarire. Attenzione: le irregolarità finora sono state già tollerate se rimangono entro il 2% delle misure indicate nei titoli edilizi. Adesso, però, si allargano le maglie:

il 2% è incrementato, a patto che riguardi interventi realizzati entro il 24 maggio 2024. I limiti diventano ora inversamente proporzionali alla dimensione dell’immobile. Dipende, insomma, se l’appartamento è grande o piccolo. La tolleranza resta del 2% sopra i 500 metri quadrati di superficie, sale al 3% tra i 300 e i 500 metri, passa al 4% delle misure previste nel titolo abilitativo tra i 100 e i 300 metri quadrati. Per bilocali o trilocali e, più in generale, per gli immobili sotto i 100 metri quadrati, la tolleranza sale al 5%. Chi ha ricavato un locale supplementare di 4 metri quadrati nel proprio appartamento, insomma, non dovrà temere nulla.

Tolleranze esecutive. Le difformità legate alla realizzazione materiale delle opere indicate nel progetto in molti casi non costituiscono più un illecito. Un esempio è la porta che è stata spostata in una posizione diversa rispetto al progetto iniziale. Sono tollerati il «minore dimensionamento dell’edificio», la mancata realizzazione di «elementi architettonici non strutturali», le modifiche alle finiture degli edifici di minima entità, le irregolarità

CHE COSA SI PUÒ REGOLARIZZARE

Porte e muri. Le tolleranze esecutive allargate riguardano, per esempio, le aperture interne. Anche se si trovano in una posizione diversa rispetto a quanto dichiarato, questa è considerata legittima in automatico. Il principio vale anche per le pareti: è precisato che potranno avere una forma o uno spessore differente rispetto a quanto dichiarato al Comune. Ma va aggiunto che non in realtà una diversa disposizione dei tramezzi era già regolarizzabile con una Cila in sanatoria. Verande. È una delle novità: la chiusura delle verande potrà rientrare nel nuovo accertamento di conformità ed essere sanabile a pagamento. Ma non sempre: la veranda chiusa deve essere compatibile con le regole urbanistiche del Comune, perché di fatto aumenta la cubatura dell’edificio. Inoltre, va confrontata con le norme del regolamento condominiale: un aspetto che il decreto, tanto per cambiare, ignora. L’installazione delle vetrate, già liberalizzata dal governo Draghi, vale anche per i porticati. Ma le verande devono essere realizzate in modo da garantire un costante flusso di arieggiamento e non devono chiudere stabilmente spazi esterni, creando una variazione di volumi e superfici. Insomma, non si può aggiungere una stanza dove c’era un balcone o un porticato. Le tende da sole ancorate a elementi fissi dell’edificio rientreranno, invece, in automatico nel perimetro dell’edilizia libera. Anche in questo caso è da

verificare la compatibilità con i regolamenti del condominio. Locali interni. La diversa dimensione deve rientrare nelle nuove percentuali di tolleranza (dal 2% al 4% secondo la metratura dell’appartamento). Insomma, se anche non sono quelle ufficialmente dichiarate possono ottenere il via libera, sempre che nuova cubatura sia compatibile con le regole urbanistiche dei Comuni. Nella sanatoria a pagamento rientreranno anche i soppalchi, purché rispettino le nuove regole sulla conformità.

I costi. Sanare le difformità non è gratis: il rilascio del permesso e della Scia in sanatoria sono legati a una sanzione, pari al doppio dell’aumento del valore dell’immobile in seguito alla realizzazione dei lavori. In ogni caso, anche per una piccola difformità la multa minima sarà di 1.032 euro, che può salire fino a 30.984 euro. Un terzo delle somme recuperate va ai Comuni e dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) servire per la demolizione di opere abusive, la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi e per iniziative sociali, culturali o di recupero ambientale.

I tempi. Dal momento della richiesta il proprietario dell’immobile da regolarizzare può attendersi uno stand-by di 45 giorni al massimo. Dopo questo termine la richiesta è accolta in automatico.

esecutive di muri esterni ed interni e «la difforme ubicazione delle aperture interne», gli errori progettuali corretti in cantiere e gli errori materiali «di rappresentazione progettuale delle opere».

DOPPIA CONFORMITÀ

Riguarda la dimostrazione all’amministrazione competente che l’intervento soggetto a sanatoria sia conforme alle normative urbanistico-edilizie sia al momento in cui sono stati eseguiti i lavori, sia quando presenta una richiesta di sanatoria. Oggi, in caso di irregolarità si può ricorre a una sanatoria solo quando ci sia l’allineamento sia alla normativa urbanistico-edilizia vigente al momento della realizzazione sia a quella in essere al momento della presentazione della richiesta. Con il decreto la doppia conformità è stata eliminata, ma solo per le opere realizzate in parziale difformità rispetto ai titoli depositati in Comune, come la presenza di stanze in più o la realizzazione di verande. Non saranno, quindi, sanabili gli abusi totali. Diventerà, invece, più facile regolarizzare le difformità parziali, con il pagamento di una sanzione commisurata all’aumento di valore degli immobili. Il prezzo può anche essere salato: la sanzione è in proporzione all’aumento di valore dell’immobile e può arrivare a 30.984 euro. Do-

vrebbe servire a regolarizzare le situazioni di difformità più pesante dai progetti depositati in Comune, come una stanza in più o una veranda chiusa, sempre che l’abuso sia stato compiuto prima del 24 maggio. Non riguarda, però, i casi in cui ci sia totale mancanza di titoli edilizi: in quel caso gli abusi completi non saranno sanabili. La semplificazione riguarda solo la difformità parziale rispetto al titolo depositato in Comune. Rimane, però, l’obbligo di osservare la disciplina urbanistica in vigore al momento della presentazione della domanda e a quella edilizia in atto quando è stato realizzato l’intervento. Per regolarizzarsi va presentata una Scia o aver richiesto un permesso di costruire in sanatoria, e saldata una sanzione compresa tra mille e i citati quasi 31 mila euro. La cifra si individua moltiplicando le sanzioni già previste in caso di sanatoria con doppia conformità. Sarà lo sportello unico edilizia del Comune a condizionare la regolarizzazione a interventi considerati essenziali per garantire il rispetto di norme igieniche, di sicurezza, di efficientamento energetico o di rimozione delle barriere architettoniche. Infine, il decreto comprende anche semplificazioni sui cambi di destinazione d’uso senza opere, che però dovrebbe essere contestualizzato meglio in sede di conversione parlamentare del decreto.

ATTUALITÀ

PASSAGGIO GENERAZIONALE

CARTA DI FAMIGLIA PER LA TRANSIZIONE SERENA IN AZIENDA

La Family constitution è un patto scritto che regola il cambio di guida all’interno dell’impresa tra membri dello stesso nucleo. Principi, regole e valori messi nero su bianco evitano liti e un futuro incerto

Prima o poi il momento arriva. Anche l’imprenditore più dinamico, creativo e innamorato del suo lavoro si rende conto che il tempo scorre per tutti. Ed è ora di passare la mano. Magari soavemente, lentamente, accortamente: ma gli anni in più pesano e impediscono di svolgere lo stesso ruolo di un tempo. Anche perché, ed è un motivo da non sottovalutare, spesso il capo azienda rimane ancorato alla propria visione del business. E, se tanti

Giuseppe Rossi

anni prima questa si era dimostrata un successo, non è detto che oggi risulti adeguata. L’impresa ha bisogno di rinnovarsi, di essere agganciata al futuro. Per tutti questi motivi le soluzioni sono tre: vendere, chiudere o, per i più fortunati, affidarsi ai propri discendenti. È il cosiddetto passaggio generazionale che, secondo i dati dell’Osservatorio Aub, promosso da Aidaf (Associazione italiana delle aziende familiari), Università Bocconi e Unicredit, coinvolge il 65% del totale delle imprese del nostro Paese, cioè quelle a conduzione familiare.

CHI FA CHE COSA

Ma se lasciare le redini dell’azienda può essere doloroso, constatare che il proprio figlio o figlia non gestiscono l’attività al meglio può essere peggio. La soluzione, però, c’è. L’hanno inventata gli americani, pragmatici e diretti: si chiama Family constitution.

Come indica il nome, tradotto in italiano con Carta di famiglia, si tratta di una costituzione diretta a disciplinare alcuni aspetti della gestione aziendale, come governance e accesso ai ruoli direttivi. Insomma, anche se i figli sono figli, la carta è carta, e quello che è messo nero su bianco non può essere contestato. Patti chiari, vita dell’azienda lunga. L’obiettivo della Family constitution è decidere in anticipo regole chiare e condivise da genitori e figli o nipoti, cugini, fratelli, eccetera. In questo modo, con l’aiuto di un professionista legale, si arriva a mettere i paletti a processi decisionali e all’accesso ai ruoli direttivi, chi comanda che cosa, che è uno dei punti delicati quando si affronta il momento della transizione e dei ricambi al vertice.

RESPONSABILITÀ SOCIALE

C’è, poi, un altro aspetto che non deve essere sot-

ATTUALITÀ

tovalutato: dalla salute di un’azienda dipende anche quella, economica, dei suoi dipendenti. L’imprenditore ha una responsabilità sociale, oltre che quella di generare giustamente il profitto. Per questo il passaggio generazionale va studiato e gestito bene, dato che è un momento della vita dell’impresa che segna una svolta, nel bene o nel male. Gli elementi che si sovrappongono quando c’è un passaggio di consegne generano tante variabili: di tipo culturale, naturalmente, ma anche aspetti normativi, fiscali, familiari che concorrono a creare un mix che può diventare esplosivo se non preparato a sufficienza.

I TEMPI

L’idea della Carta di famiglia inizia a farsi strada nel mondo delle imprese. Ma, anche se l’idea di stabilire prima del passaggio di potere le regole da osservare è corretta, non bisogna sottovalutare la tempistica. Secondo gli esperti dell’Aidaf, la Carta dovrebbe essere adottata il prima possibile, addirittura quando la nuova generazione è ancora in età scolare. In questo modo requisiti e criteri su ingresso in azienda, carriera, assegnazione di ruoli apicali e politiche di remunerazione sono conosciuti in largo anticipo da tutti gli interessati. Una strategia, però, che mol-

COME SI FA

• Per mettere a punto una Family constitution bisogna prima di tutto avere le idee chiare sulla storia dell’impresa, sul suo patrimonio e sulla sua attività. Insomma: ci vuole una fotografia di partenza che abbia una asseverazione obiettiva, di solito affidata a un professionista esterno. Parallelamente va chiarita la struttura famigliare e dei vincoli di parentela, in particolare quelli che hanno contribuito alla crescita dell’azienda. L’obiettivo è ottenere un quadro condiviso della situazione. Per questo è necessario un confronto con le persone che compongono la famiglia-impresa durante il percorso di definizione del perimetro aziendale e famigliare.

• La Carta di famiglia individua i valori familiari e aziendali, la governance dei componenti della famiglia coinvolti. Nel caso di realtà complesse è una buona idea istituire un consiglio di famiglia che si riunisce per prendere le decisioni più importanti. Che però vanno definite in precedenza. Questo organismo può anche essere aperto a esterni, come consulenti, manager, commercialisti.

ti considerano troppo in anticipo sui tempi, anche perché spesso le giovani generazioni sono incerte sul proprio futuro ruolo in campo lavorativo.

LE DIMENSIONI

In ogni caso, una Family constitution diventa sempre più necessaria in proporzione al fatturato aziendale: più l’impresa è grande, più il business ha necessità di essere blindato dal punto di vista gestionale. Ma che cosa deve essere scritto sulla Carta di famiglia? Secondo l’Associazione Italiana delle Aziende Familiari il testo dovrebbe essere suddiviso per due argomenti: le regole e i princìpi generali. Il primo concetto riguarda il ruolo della famiglia in quanto azionista o semplice proprietaria, con la specifica dello status societario, con i suoi diritti e i suoi limiti. In questo ambito si può inserire anche l’obbligo per cui l’azienda deve essere gestita in modo manageriale anche dai membri della famiglia, che non hanno quindi un diritto divino di fare carriera oppure di occupare un determinato ruolo in azienda ma, in sostanza, devono meritarselo. Allo stesso tempo, ovviamente, non devono essere discriminati passando da un eccesso di accondiscendenza a un rigore esagerato. La Carta di famiglia, inoltre, può stabilire regole concrete sui processi decisionali

• Un aspetto importante è definire la politica retributiva dei familiari coinvolti nella gestione. È un punto su cui spesso si accendono dispute oppure, se non definito, si risolve con un accesso alle risorse aziendali non sempre corretto. Tristemente è anche uno dei motivi per cui le aziende chiudono dopo la seconda o terza generazione.

• La Carta di famiglia definisce modi e tempi del passaggio generazionale, con la previsione delle incombenze documentali burocratiche da assolvere. Passaggio di proprietà, eventuale testamento, donazione, patto di famiglia: bisogna tenere conto degli aspetti fiscali e di quelli previsti dal Codice civile. La consulenza di un avvocato civilista è utile, così come quella di fiscalisti oltre che, ovviamente, degli stessi membri della famiglia.

• La Carta di famiglia non è scritta su pietra: può essere aggiornata o modificata in un secondo tempo. Ma, attenzione: anche le modalità con cui mettere mano al testo vanno stabilite in anticipo, onde evitare successive liti familiari, spesso rovinose.

interni, sul peso specifico di differenti rami familiari. Per esempio, nel caso di aziende di proprietà di due o più fratelli e sorelle. Ancora: la Family constitution prende in esame come individuare rappresentanti che possano gestire il confronto interno, decidere la scelta di eventuali amministratori e manager esterni. Tutte regole e condizioni che concorrono anche a definire l’accesso di nuovi componenti della famiglia a ruoli aziendali: non ci sono solo i figli da sistemare, ma anche i nipoti e occorre pensarci per tempo. Questi sono i punti principali.

PRINCÌPI GENERALI

Poi, c’è il secondo capitolo riservato ai princìpi generali, che però è meno cogente o, per dirla meglio, è facoltativo. Si tratta di definire i valori su cui si basa l’attività aziendale. Anche se non è obbligatorio farlo, questo aspetto è spesso molto considerato da chi ha fondato l’azienda, l’ha guidata e ora si appresta a lasciare ad altri il volante. Definire i princìpi può essere una buona idea prima di scegliere di andare in pensione, perché contribuisce a consolidare un po’ dello spirito dell’imprenditore all’interno della sua creatura aziendale. Ma, naturalmente, i principi non

I NUMERI

Dopo il rallentamento causato dalla pandemia, le imprese familiari hanno fatto registrare tassi molto positivi in termini di crescita dell’occupazione (+ 7,3%, nel triennio 2020-2022), aumento dei ricavi (+14,3% nel 2022) e redditività e si sono anche rafforzate dal punto di vista patrimoniale. Secondo l’Osservatorio Aub, il Covid ha determinato un’accelerazione dei ricambi al vertice che, nel triennio 2020-2022, hanno interessato ogni anno il 7% delle aziende familiari, contro il 3-4% del periodo prepandemico.

devono costituire una gabbia per il business. Perché lo scopo della Carta di famiglia non è dare lavoro ai propri discendenti, ma far prosperare l’impresa nel difficile passaggio generazionale. Non bisogna dimenticare che solo il 30% delle imprese arriva alla seconda generazione e il 13% alla terza. Forse con la Carta di Famiglia queste percentuali potrebbero essere diverse.

ATTUALITÀ

SPECIALE DRENAGGIO

EMERGENZA ACQUA ITALIA TRA SICCITÀ E ALLAGAMENTI

Con il prossimo numero un allegato a YouTrade dedicato alla gestione della risorsa idrica, tra interventi di prevenzione per il dissesto del territorio e necessità di ridurre i troppi sprechi

Alessandro Bonvicino

Un anno c’è la Romagna allagata. Sei mesi dopo la Toscana sommersa. Passano altri sei mesi e Valle d'Aosta e Piemonte sono messe alle corde con danni ingenti per smottamenti e frane. È la cronaca più recente, quella dei giorni scorsi: Cogne isolata, allagamenti nel centro di Cervinia, danni ai ponti e alcune valli tagliate fuori con maxievacuazioni nel Verbano-Cusio-Ossola. E non si tratta di allarmi esagerati per disagi legati a semplici temporali estivi. A Cogne, per esempio, la violenza delle precipitazioni è stata tale che l’acquedotto è stato portato via dal torrente.

GEOPLAST

ATTUALITÀ

NON SOLO COGNE

Ma la gestione delle acque non è un’emergenza legata solo agli eventi estremi del meteo. È un problema più generale del sistema-Paese. Un’emergenza a cui YouTrade ha deciso di dedicare un intero approfondimento, Speciale Drenaggio, che sarà allegato con il prossimo numero della rivista. Un fascicolo che ha l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sui pericoli, le necessità e gli strumenti per affrontare l’emergenza legata alla risorsa-pericolo acqua. Lo speciale conterrà informazioni su materiali, soluzioni e case history legate alla gestione idrica, che saranno affiancate da analisi sulla situazione dal punto di vista economico e idrogeologico. Due aspetti inscindibili e che, per esempio, sono legati agli investimenti del Pnrr, che ha tra i suoi obiettivi la cura del territorio. Il Pnrr fa specifico riferimento a investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, con investimenti per un importo totale pari a quasi 4 miliardi di euro. Inoltre, di recente il ministero delle Infrastrutture ha integrato risorse per 1 miliardo di euro dopo il ridimensionamento degli obiettivi del Piano di resilienza deciso dal governo. C’è, poi, il Pniissi, che è un piano più specificatamente orientato all’approvvigionamento idrico primario, con particolare riferimento alle

infrastrutture. Questo obiettivo ha raccolto richieste per un importo di oltre 13,5 miliardi di euro, ma è ancora in attesa la delibera sull’ammontare delle risorse disponibili. Insomma, sulla carta ci sarebbero anche fondi. Sulla carta, appunto.

IL TREND METEO

Ma la necessità di intervenire è impellente, non solo per evitare i disastri legati alle precipitazioni sempre più intense e concentrate nel tempo, lo indicano anche i dati relativi a un’altra emergenza, paradossalmente speculare: quella della siccità che inaridisce una parte del territorio italiano. Una carenza di acqua che è causata dalla diminuzione delle piogge in alcune aree, figlia del trend metereologico, ma anche della cattiva gestione delle risorse presenti. E le prospettive non sono per nulla positive: secondo l’European climate risk assessment, pubblicato a marzo, l’Italia sarà esposta ad alti rischi in termini di aumento delle temperature medie, frequenza delle ondate di calore e cambio del regime delle precipitazioni, che si fanno meno frequenti, più abbondanti e concentrate nello spazio, con conseguenti fenomeni emergenti di alluvione e siccità.

DISPERSO IL 40%

L’ultimo rapporto Istat lo mette in chiaro: oltre il 40%

dell’acqua immessa nella rete, cioè 3,4 miliardi di metri cubi, vengono dispersi ogni anno. Tra l’altro, l’Italia consuma parecchia acqua in assoluto: il prelievo complessivo nazionale di potabile arriva a oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno. Gli analisti del rapporto hanno reso l’idea del disastro con un semplice calcolo: è come se ogni italiano, ogni giorno, gettasse senza utilizzarli 157 litri di acqua. Un problema, quello degli sprechi, che si trascina da decenni, da sempre. Ma il problema è che è peggiorato invece di migliorare. Basti ricordare che nel 1999 la perdita di acqua dalla rete idrica era di circa il 10% inferiore. Oggi l’acqua che si perde senza essere utilizzata equivale al consumo annuo di tre quarti della popolazione italiana. È un dato che avrebbe dovuto spingere i governi, al plurale, a intervenire. Ma le risorse destinate a qualcosa che non si vede (e che non porta voti) sono state sempre troppo scarse.

SCARSA MANUTENZIONE

Eppure, la causa dell’emergenza è nota: tubature obsolete, rotture non riparate, scarsa manutenzione, senza contare impianti e allacci abusivi, a cui si deve aggiungere quella quota di perdite ineliminabili e gli errori commessi nelle misurazioni. E se la gestione dell’eccesso di precipitazioni e, dunque, di allagamenti, è la piaga che tormenta periodicamente il Nord, sono le regioni del Sud, dove piove meno, quelle che disperdono di più. Sembra un paradosso, ma dove c’è meno acqua a disposizione se ne perde di più: in testa, nella poco edificante classifica dello spreco, l’Istat ha individuato la Basilicata, dove il 65% dell’acqua scompare senza essere utilizzata. E non stupisce che nel Mezzogiorno si concentrino le maggiori lamentele degli utenti: l’8,9% dei cittadini lamenta disservizi nell’erogazione. In Calabria, per esempio, a segnalare una cattiva erogazione di acqua sono quasi il 40% delle famiglie e il 30% in Sicilia. Paradossalmente, dove l’acqua abbonda la gestione è anche più oculata: Bolzano, Emilia-Romagna e Val d’Aosta vantano dispersioni inferiori al 30%, per non parlare di Como, che ha a disposizione un intero lago, ma si lascia sfuggire solo il 9% dell’acqua.

IL SUD A SECCO

Attenzione: la cattiva gestione della risorsa non è un problema solo per i singoli cittadini, ma ha anche un riflesso pesante nell’economia. A partire dal settore agricolo, che è il maggiore utilizzatore di risorse idriche e assorbe circa il 50% di tutta l’acqua impiegata in Italia. Quest’anno, poi, la siccità al Sud è risultata particolarmente drammatica: in Sicilia decine di Comuni hanno dovuto razionare l’acqua e i bacini a uso irriguo hanno segnato deficit superiori al 70%. Idem in Sardegna, mentre in Calabria gli invasi si sono riempiti solo per la metà e in Puglia la situazione è analoga. La dispersione e la conseguente mancanza di acqua è causata dalla scarsa o nulla manutenzione ed è

utile fare qualche esempio pratico. In Italia ci sono 532 grandi dighe con sbarramento di altezza superiore a 15 metri o con volume di serbatoio superiore a 1 milione di metri cubi di acqua, che servono alla distribuzione della risorsa blu. Ma secondo la commissione Attività Produttive della Camera, per almeno 155 dighe non si fa opera di manutenzione da 60 anni. E se la Basilicata è la regione con il peggior risultato nella gestione delle acque, è il caso di citare l’invaso in terra battuta più grande d’Europa, quello di Monte Cotugno, lungo il corso del fiume Sinni, in provincia di Potenza. Qui i lavori per la realizzazione del nuovo manto bituminoso dello sbarramento sono fermi da 16 anni e impediscono alla diga di essere riempita completamente. Milioni di metri cubi di acqua del fiume sono così dispersi in mare, mentre potrebbero essere destinati all’agricoltura.

CI VUOLE UN MINISTERO

Come fare? «Nei prossimi decenni l’Italia scivolerà progressivamente, ma inesorabilmente, verso un’area climatica assai prossima a quella di Paesi come Siria, Iran, Iraq, Tunisia, che convivono stabilmente con la presenza di ampie aree desertiche e atavica scarsità della risorsa acqua», è l’allarme di Donato Berardi, Michele Tettamanzi e Samir Train, tre esperti di Ref Ricerche, una società indipendente che affianca aziende, istituzioni, organismi governativi nei processi conoscitivi e decisionali. A loro giudizio l’emergenza nella gestione della risorsa idrica è tale che l’Italia dovrebbe seguire l’esempio di Paesi come Cina o Australia, che hanno istituito un apposito ministero dell’Acqua per coordinare investimenti e interventi. Questo dicastero in Italia potrebbe disciplinare l’accesso alla risorsa blu e definirne un costo d’uso coerente con il valore dei suoi diversi impieghi. La parola costo, però, fa rizzare i capelli alla maggior parte degli italiani. Che ci sia un prezzo da pagare per avere a disposizione l’acqua cozza con l’idea che la risorsa idrica sia una risorsa gratis e guai a chi la tocca (e, soprattutto, la fa pagare). Un concetto radicato nella mente dei cittadini, ma anche alla stragrande maggioranza dei politici. Il gratis, però, come insegna il superbonus 110%, ha le gambe corte, come le bugie.

HEIDELBERG MATERIALS - 1

IL NUOVO CEMENTO TRA DISTRIBUZIONE E SOSTENIBILITÀ

Il roadshow del gruppo cementiero per confrontarsi con i rivenditori di materiali edili ha fatto tappa a Castrovillari (Cosenza), dove sorge un impianto dell’azienda. Focus su sviluppo al Sud e sostenibilità

Le dinamiche dell’edilizia al Sud, la trasformazione green dell’industria del cemento, le opportunità per la distribuzione edile: Heidelberg Materials, con la collaborazione di YouTrade , ha deciso di affrontare questi temi in un roadshow che tocca i siti produttivi italiani del gruppo. Un’occasione per comprendere e migliorare il rapporto tra produttore e distributore, ma anche un’opportunità

I PARTECIPANTI DEL ROADSHOW IN VISITA ALLA CAVA DI CASTROVILLARI

per aggiornare le competenze e la propria crescita professionale. Ed è quanto avvenuto a Castrovillari, vicino a Cosenza, dove sorge un impianto del gruppo cementiero. Attorno a un tavolo si sono trovati Massimo De Tomaso, Plant production coordinator dell’impianto di Heidelberg Materials a Castrovil-

Copyright: YouTrade

Copyright: YouTrade

lari; Francesca Proietti, Marketing Analyst; Michele Vassallo, Sales Area manager Sicily and Calabria; Luigi Esposito, Product Specialist; Vincenzo Gallo, Sales Representatives Calabria, tutti di Heidelberg Materials, assieme a un panel di distributori composto da Massimo D’Ingianna, titolare Edilgarden di Castrovillari; Massimo Fontana, titolare di Fontana a Cetrara (Cosenza); Rocco Alfano, ad di Alfano ad Amantea (Cosenza); Massimiliano Margiotta, presidente Consorzio Rivass di Catanzaro; Paolo Coschignano, titolare di Crt di Corigliano (Cosenza), Virginia Gambino, editore di YouTrade, e Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi della rivista leader per la distribuzione edile.

NUMERI E PROPOSTE

L’evento è stato denso di numeri, prospettive, previsioni dell’edilizia, ma anche un’opportunità per un aggiornamento sulla politica di investimenti di Heidelberg Materials, che sta spingendo verso la sostenibilità dei propri impianti produttivi e dei prodotti. Il confronto è risultato utile e il roadshow di Heidelberg Materials con i distributori proseguirà con altre tappe in Sicilia, Lombardia, Sardegna e Lazio. Obiettivo: dare voce alle rivendite. Insomma, cercare strategie comuni, capire come trasmettere al cliente il valore aggiunto di Heidelberg Materials, presentando prodotti sempre più sostenibili. Ma questo traguardo convince i rivenditori e, soprattutto, il cliente finale? Secondo i presenti alla tavola rotonda,

LA TAVOLA ROTONDA
NELLO STABILIMENTO DI CASTROVILLARI

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ARRIVA EVOZERO, A BILANCIO ZERO DI CO2

Arriva evoZero, il primo cemento a bilancio zero di emissioni di Co₂: è stato presentato in anteprima ai rivenditori durante l’evento di Castrovillari e successivamente ai principali attori della filiera. È un prodotto rivoluzionario al quale Heidelberg Materials ha lavorato è su cui ha investito moltissimo, 3 miliardi di euro, nell’ottica di raggiungere quanto prima la decarbonizzazione nell’industria del cemento. Per arrivare all’obiettivo zero Co₂ è stata scelta una tecnologia pionieristica come la Carbon Capture and Storage (Ccs), che cattura l’anidride carbonica dal processo produttivo per stoccarla nel sottosuolo, oppure la riutilizza mettendola a disposizione di altre lavorazioni industriali. Il risultato concreto di questo impegno è evoZero, che sarà disponibile sul mercato italiano a metà 2025. Per produrre il cemento saranno utilizzati i crediti green maturati dall’impianto di Brevik in Norvegia, dove avverrà la vera e propria cattura dell’anidride carbonica. Grazie a un sistema di certificazione che sfrutta le potenzialità della blockchain il prodotto sarà venduto in Italia. La soluzione caratterizza il prodotto come net-zero carbon alla consegna: chi acquisita evoZero potrà in questo modo sfruttare i vantaggi portati dalle migliori performance di sostenibilità, assumendo un ruolo di leadership nel settore e raggiungendo alcuni degli obiettivi misurati da protocolli riconosciuti, come il Science Based Targets Initiative. Una soluzione che i rivenditori riuniti a Castrovillari hanno accolto con vivo interesse.

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ci sarebbero azioni da mettere in atto e la prima è proprio iniziare a fare una formazione ficcante. Guidati dalla moderazione di Virginia Gambino, i rivenditori presenti a Castrovillari, hanno parlato con chiarezza e sincerità ai rappresentanti del colosso della produzione di cemento: il valore aggiunto viene percepito, ma bisogna insistere a livello di conoscenza e di formazione culturale.

INVESTIMENTI E IMPEGNO

La sostenibilità non è solo uno slogan, ma un impegno concreto che si è tradotto con investimenti, studi e ricerche, per cambiare rotta, per essere diversi e compatibili con l’ambiente. Un’esigenza sociale che il colosso del cemento ha ben compreso. L’obiettivo di Heidelberg Materials è ambizioso: dopo il rebranding (da Italcementi a Heidelberg Materials), il traguardo è abbattere le emissioni di CO2 entro il 2050, anche grazie alla digitalizzazione. La gamma dei prodotti e dei servizi di Heidelberg Materials si sta evolvendo per guidare la trasformazione del settore. Il nuovo marchio, rappresentativo, incisivo e globale, vuole dare un volto e un punto di riferimento a questo cambiamento radicale. La struttura industriale dell’azienda in Italia è formata da dieci impianti per la produzione del cemento. Quattro, invece, sono i centri di macinazione, tra cui Castrovillari, e oltre 120 gli impianti di produzione di calcestruzzo in grado di servire i clienti sull’intero territorio nazionale. Quello che conta al momento è che i siti produttivi hanno

COME FUNZIONA LA PARTNERSHIP CON I RIVENDITORI

Massimiliano Margiotta, presidente del consorzio Rivass (Catanzaro). «Il consorzio Rivass è nato cinque anni fa con 15 associati, oggi ne conta 39: si tratta di una sinergia commerciale che riunisce le rivendite edili presenti sul mercato e che si sta espandendo in tutta Italia, non solo in Calabria. Nell’ultimo anno abbiamo acquisito soci, otto per la precisione, dopo aver chiuso un vantaggioso accordo con Idronext, gruppo nazionale che lavora in particolare nel settore della termoidraulica. I nostri punti di forza sono dinamicità, servizi e gioco di squadra con gli associati, fra tutti vogliamo creare una sinergia perfetta. I prodotti e la loro qualità sul territorio contano tantissimo, siamo dei grandi sostenitori dell’economia circolare, noi e Heidelberg Materials siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Il nostro rapporto con l’azienda è molto stretto: è stata una delle prime società che ha dato fiducia al nostro consorzio e sapere che sono molto attenti all’impatto ambientale non solo con slogan, ma con prodotti certificati, per noi è motivo non solo di vanto, ma rende sempre più salda la partnership. Noi e gli associati siamo in perfetta sintonia».

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Massimo Fontana, titolare della Fontana SrlGruppo Made di Cetrara (Cosenza) «Lavoriamo principalmente a Cosenza e in provincia, l’edilizia pesante per noi vale il 30% del nostro fatturato, che si aggira attorno a 1,8 milioni di euro. I prodotti di Heidelberg Materials sono molto richiesti, specialmente il Tecnocem, il cemento bianco, il rapido, Plastocem, Murace e 3.25. Quest’ultimo va per la maggiore. Heidelberg Materials per noi

rappresenta non solo tradizione, ma anche qualità, quindi una garanzia per i nostri clienti. Ci troviamo molto bene». L’azienda è nata nel 1973 come impresa artigiana di lavorazione marmi, grazie alla tenacia di Michele Fontana e Giovannina Occhiuzzi. Un anno dopo è diventata rivendita di materiale idraulico e di finiture. Oggi l’azienda è guidata dai tre figli, la seconda generazione, ed esercita la propria attività nel settore della lavorazione di marmi, graniti nazionali ed esteri e nella vendita di materiale edile. Nel 2010 è entrata nel gruppo Made come socio.

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Rocco Alfano, titolare Alfano spa Amantea (Cosenza) «Se si vuole dare valore al prodotto è importante conoscerlo. Heidelberg Materials è un’azienda di valore, una garanzia sul nostro territorio che dà sicurezza e che si cura dell’ambiente, insieme alla qualità di quello che vendono e dei propri clienti. Lo hanno dimostrato con le scelte ambiziose e rivoluzionarie recenti, tra cambio di nome e l’aver sposato appieno l’economia circolare, non facendo mai mancare l’impegno. Purtroppo, non tutti i nostri clienti sono sensibili alle certificazioni del prodotto e alla sostenibilità e il prezzo può essere una discriminante: è necessario formare e informare, oltre che motivare, perché negli anni il cemento è rimasto povero di valore. Ultimamente registriamo un calo nei laterizi e nell’isolante, mentre sono in aumento i sistemi a secco, il colore e i premiscelati. Con il Pnrr penso che la richiesta di cemento rimarrà stabile». Da decenni presenti sul mercato per la commercializzazione di materiale edile, l’azienda di Amantea (socio BigMat) è un pilastro in Calabria nel settore, attiva in due importanti e strutturati punti vendita. Con Heidelberg Materials la collaborazione è attiva da anni, senza ripensamenti.

MASSIMILIANO MARGIOTTA
MASSIMO FONTANA

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Paolo Coschiniano, titolare di Crt di Corigliano (Cosenza) «Il cemento più richiesto da noi è quello di Heidelberg Materials. Collaboriamo da cinque anni, il marchio è molto richiesto e prestigioso e abbiamo deciso di avviare la partnership per la serietà che li contraddistingue, la motivazione soprattutto per la qualità dei prodotti e l’attenzione alla salute. Il rebranding dell’azienda ha stupito sia noi sia i

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clienti, ma se si tratta di green, specialmente nei fatti, siamo favorevoli». Crt si occupa di materiali edili e alla commercializzazione di tre marchi registrati: Bricasa (edilizia e bricolage), Futurcasa (importazione e distribuzione casalinghi) e Evo Energetica (importazione e distribuzione fotovoltaico). Vicini al porto di Corigliano, sono degli specialisti sul territorio dell’edilizia pesante.

Massimo d’Ingianna, titolare di Edilgarden «Siamo clienti storici di Heidelberg Materials, già all'epoca di Italcementi: ci troviamo a soli 2 chilometri dallo stabilimento. Per noi è un pezzo della nostra quotidianità, un pilastro anche del nostro tessuto sociale: io ho iniziato a caricare i sacchi di cemento che rifornivano all’azienda di mio padre quando ero solo un bambino. Il rebranding e l’impegno verso l’economia circolare sono stati d’impatto, con i clienti bisogna lavorare per far percepire l’importanza di questa operazione. Bisogna far conoscere la realtà, l’azienda e il prodotto, per far comprendere gli investimenti e l’impegno, oltre che la qualità dei prodotti, sempre impeccabili. Da noi, il più richiesto è il 3.25». Edilgarden è un’azienda di Castrovillari, proprio il luogo dove si è tenuta la tavola rotonda, e si occupa da molti anni della vendita di materiale edile, tratta colori, ferramenta, cartongesso, arredo giardino e servizio gru. L’azienda è guidata dalla seconda generazione e nella cittadella calabrese è un punto di riferimento.

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ROCCO ALFANO
PAOLO COSCHINIANO
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MASSIMO D’INGIANNA

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LO STABILIMENTO DI CASTROVILLARI

ottenuto la certificazione ambientale Iso 14001 a cui si aggiunge, in alcune aree geografiche, la certificazione Csc, che certifica il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione, secondo i principi base della sostenibilità.

LE TAPPE

Questo, però, è solo l’inizio. «L’industria del cemento è chiamata a investimenti enormi per raggiungere nei prossimi anni la neutralità carbonica dei propri processi produttivi. Un obiettivo che richiede di sviluppare e adottare tecnologie pionieristiche come la Carbon Capture and Storage (Ccs), che cattura la CO2 prodotta negli impianti per stoccarla a grandi profondità, oppure per riutilizzarla mettendola a disposizione di altri processi industriali», spiega Michele Vassallo, Sales Area Manager Sicily and Calabria. «Tali soluzioni richiedono capacità e investimenti importanti che l’azienda ha già messo in campo: Heidelberg Materials ha annunciato target chiari e ambiziosi in merito, come il dimezzamento delle proprie emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento dell’obiettivo net-zero entro il 2050. Questa rivoluzione riguarda i processi, ma anche gli

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AMBIENTE PIÙ TUTELATO

CON IL CONSORZIO REC

All’insegna della circolarità e della sostenibilità, sempre. Questo il motto di Heidelberg Materials, che ha deciso di fare un ulteriore passo verso l’economia circolare. L’azienda ha deciso di aderire al Consorzio Rec (Recupero Edilizia Circolare). L’iniziativa, che ha suscitato interesse da parte di tutti gli attori della filiera delle costruzioni, offre possibilità ai punti vendita di materiali edili associati di poter ritirare i rifiuti da costruzione e demolizione all’interno dei propri store. In questo modo gli artigiani e le piccole imprese hanno a disposizione molti punti, distribuiti sul territorio, a cui conferire gli scarti delle attività di demolizione e costruzione. Dopo una attenta valutazione e un opportuno trattamento, questi materiali possono essere riutilizzati da Heidelberg Materials come materie prime seconde nel ciclo di produzione del cemento o del calcestruzzo, attivando così un processo virtuoso di economia circolare.

stessi prodotti e servizi: saranno sviluppati e realizzati sempre più materiali che innoveranno radicalmente il cemento, imprimendo a questa risorsa il più grande cambiamento dell’ultimo secolo e mezzo. Grazie all’utilizzo di risorse provenienti dall’economia circolare e alle innovazioni di processo si avranno infatti prodotti carbon neutral: di qui la scelta di andare oltre la parola cemento. Oggi l’impronta carbonica dell’azienda è di 750 chili ogni tonnellata, entro il 2030 dobbiamo arrivare alla metà. E farlo solo con prodotti sostenibili. Il sito produttivo di Castrovillari è uno dei siti più all’a-

vanguardia in materia: il 30% del prodotto è consegnato in sacco. E' una base solida dove si svolgono incontri e riunioni strategiche, rifornisce rivendite di tutto il Sud, con particolare attenzione ai prodotti speciali per Campania e Sicilia. I cementi sono in sacchi, speciali e alla loppa, dove riusciamo ad arrivare sotto al 50% del clinker emesso in atmosfera. E anche qua si promuove, ovviamente, il nostro ultimo nato: evoZero. Non solo parole, soprattutto fatti»

Il sostegno ai rivenditori e l’innovazione sono palpabili. Lo ha testimoniato Luigi Esposito, Product specialist, che ha illustrato il prodotto i.idro Drain e i.build, business unit per pavimentazioni. «Una gamma di soluzioni per ogni tipologia di pavimentazione a cui si aggiunge un nuovo approccio: dalla collaborazione nella fase progettuale alla scelta dei materiali, dalla finitura superficiale sino alla posa in opera in cantiere. Il calcestruzzo rappresenta il materiale ideale per realizzare una vastissima gamma di pavimentazioni. Resistenza alla compressione, resistenza all’usura, lavorabilità, durabilità, possibilità di lavorazioni superficiali sono solo alcune delle proprietà che ne consentono l’impiego in pavimentazioni con differente destinazione d’uso: industriali, estetiche, architettoniche e molto altro. Pavimentazioni ben progettate e realizzate hanno una lunga vita utile e bassi costi di gestione. Le pavimentazioni in calcestruzzo, inoltre, essendo per loro natura chiare, hanno una maggiore luminanza rispetto all’asfalto dunque, soprattutto in ambiente urbano, consentono di ridurre le spese di illuminazione sia per i costi di installazione (meno punti luce) sia per i costi di gestione (lampade meno potenti). Soprattutto nelle grandi città questa scelta

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comporterebbe in poco tempo significativi risparmi”. Fra questi anche i.idro Drain, un’innovativa formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni continue con un’altissima capacità drenante. Un’accurata selezione degli aggregati e l’azione del legante cementizio gli permettono di raggiungere una capacità drenante 100 volte superiore a quella di un normale terreno», specifica Esposito.

L’OPINIONE

DEI RIVENDITORI

«Vogliamo dare voce al cliente, la sua opinione è fondamentale e influente: la tavola rotonda itinerante è il posto giusto per avere un momento di confronto in questa fase, di rebranding e investimenti in materia di sostenibilità», ha aggiunto Francesca Proietti. «La visita in questo stabilimento, la spiegazione sul ciclo produttivo e il dialogo ci hanno resi ancora più consapevoli dell’impegno di Heidelberg Materials nell’investire sulla sostenibilità e sulla sicurezza del prodotto. Un enorme valore aggiunto che permette di distinguersi nella filiera, e che noi dobbiamo trasferire ai nostri clienti: abbiamo bisogno di far conoscere loro il funzionamento della catena produttiva, far toccare con mano una realtà che sul territorio nazionale è un fiore all’occhiello», è stata, in sintesi, l’opinione di Alfano, Margiotta, Fontana e D’Ingianna. «Siamo influenti sulla scelta d’acquisto dei nostri clienti: spieghiamo loro che cementi e calcestruzzi Heidelberg Materials sono una garanzia, esaltiamo la qualità, la resistenza, la durabilità del prodotto, sottolineiamo le caratteristiche eccezionali di quello che vendiamo loro. Ma si può fare di più, per questo chiediamo aiuto per arrivare dove non riusciamo. Abbiamo per-

cepito la necessità di dover essere più performanti nell’imprimere a fondo il messaggio: per esempio, facendo conoscere l’impianto di Castrovillari anche fuori dai confini regionali. È vero che il sito è molto all’avanguardia, e tutti lo conoscono in Calabria, ma è necessario sottolineare anche fuori dai confini l’importanza di avere questo presidio, per diffondere le potenzialità», è il messaggio arrivato dai rivenditori.

CI VUOLE SUPPORTO

«Abbiamo bisogno di corsi di formazione, non solo con i clienti, ma anche con i diretti operatori, concentrati sulla pratica: come trattare i prodotti nel concreto e quali vantaggi trarne. Per esempio, sarebbe utile per il legante Plastocem: chi già utilizza questo prodotto non lo cambia, ma chi non lo conosce dovrebbe provare nel concreto l’applicazione. Anche gli open day negli impianti possono essere d’appeal: nei luoghi dedicati alla produzione si spiega la sicurezza e la valenza di ciò che si acquista La nostra funzione è quella di spingere i prodotti, ma avremmo bisogno di più supporto», hanno sottolineato all’unisono Margiotta, Fontana, Alfano e D’Ingianna. «Tuttavia, spiegare perché conviene acquistare questi prodotti al posto di altri è difficile, la questione della sostenibilità e delle linee dedicate è stata presa in considerazione, ma bisogna ancora lavorare per rendere il concetto affermato, bisogna insistere molto di più». Esigenze che sono state recepite dai rappresentanti Heidelberg Materials, in prima persona da Francesca Proietti e Michele Vassallo: «Sensibilizzazione, digital marketing e formule che trasmettano il valore: si può fare», hanno commentato.

LA VISITA ALLA SALA CENTRALIZZATA DELL'IMPIANTO

HEIDELBERG MATERIALS - 2

UNA CALABRIA A DUE FACCE TRA BONUS E PNRR

I dati sul mercato dell’edilizia nella regione indicano un andamento lento negli ultimi decenni, con un’accelerazione recente legata al super incentivo. Anche le province segnano differenti velocità. Ora gli occhi sono puntati sul Piano di resilienza

A cura del Centro Studi YouTrade

Se si osservassero i numeri puri della distribuzione edile in Calabria, si potrebbe scoprire che questa regione è la quarta in Italia, dopo Sicilia, Campania e Lazio, per numero di aziende: 1.100 per la precisione. Ma con una media di addetti per punto vendita, assieme alla Campania, che è la più bassa d’Italia, pari a 1,6 addetti. Praticamente un valore che è la metà della media che si trova in Umbria e un terzo di quella del Trentino Alto-Adige, territori anch’essi con forte presenza di colline e montagne e con una distribuzione dei nuclei abitati in piccoli comuni e in piccole frazioni. Questa struttura distributiva, dove peraltro sono comunque presenti alcune aziende più strutturate e con fatturati molto interessanti anche a livello nazionale, è uno dei punti deboli di una regione che, dal punto di vista edilizio e delle costruzioni, ha avuto un forte impulso negli ultimi anni dagli incentivi legati al superbonus 110%, anche se con effetti meno importanti nella dinamica dei fatturati, rispetto ad altre regioni, ai quali si affiancano oggi gli investimenti attesi in termini di Pnrr.

I NUMERI DEL 110%

Sono quasi 3,5 miliardi gli investimenti, dei quali oltre 3,4 ammessi a detrazione, realizzati con il superbonus 110% in questi tre anni e mezzo di validità. Di questi, 230 milioni sono ancora da spendere per concludere i lavori asseverati. In totale gli edifici interessati erano a quota 15.891 al 30 aprile 2024. Di queste asseverazioni, quelle dei condomini sono 4.125, pari al 26% degli edifici, ma al 60,9% della spesa, per un totale di 2,1 miliardi di euro ammessi a detrazione. Gli unifamiliari sono, invece, 8.510 pari al 53,6% degli edifici, ma al 29,4% della spesa, per un totale di 1 miliardo di euro ammesso a detrazione. Ci sono, inoltre, anche 3.256 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, pari al 9,7% della spesa per un totale di 334 milioni di euro ammessi a detrazione.

LE PROSPETTIVE

Anche in Calabria la fine del superbonus, che in realtà appunto non è ancora finito del tutto, avendo ancora alcuni soggetti la possibilità di utilizzarlo con un residuo di investimenti (i citati 230 milioni), apre alla nuova stagione del Pnrr, che in questa regione finora ha impiegato solo il 14% dei fondi previsti a livello regionale. Sono quasi 11 mila i progetti avviati

VALORE AGGIUNTO DELLE COSTRUZIONI IN ITALIA, SUD E CALABRIA A CONFRONTO (NUMERO INDICE 1995 = 100)

VALORE AGGIUNTO NELLE COSTRUZIONI NELLE PROVINCE CALABRESIANNI 2000-2021 (NUMERO INDICE 2000 = 100)

CONFRONTO TRA ANDAMENTO DEL PIL E DEL VALORE AGGIUNTO DELLE COSTRUZIONI IN CALABRIA (VALORE INDICE 1995=100)

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

In Calabria ancora 230 milioni da spendere

IN CALABRIA ANCORA 230 MILIONI DA SPENDERE

In Calabria ancora 230 milioni da spendere

Fonte: Enea

Fonte: Enea

in Calabria, dei quali ad oggi (ovvero alla data del 30 novembre 2023, ultimo dato ufficiale disponibile) solo 6.465 erano stati validati, mentre altri 4.454 erano e sono in corso di validazione. Complessivamente, il Pnrr in Calabria vale oltre 5,5 miliardi di euro, in pratica 2 miliardi in più di quanto a oggi si è speso per il superbonus 110%, anche se solo un terzo di questi fondi andranno all’edilizia. Dell’importo

complessivo, solo 1,4 miliardi riguardano progetti effettivamente avviati, dei quali circa la metà, 772 milioni di euro, effettivamente appaltati e aggiudicati. La percentuale di aggiudicazione è dunque del 14%, un valore di poco superiore a quello medio nazionale. Ovviamente, a questa cifra mancano gli investimenti previsti su più regioni e gestiti a livello centrale, la cui spesa è la più bassa a livello nazionale, pari al 4,5%.

Il quadro del Pnrr in Italia e in Calabria

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su datiOpenPnrr, ReGiS e Open data ANAC
PNRR (al 30 novembre 2023)

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LE POTENZIALITÀ

Questi dati, ancorché rappresentare un problema nel raggiungimento della spesa complessiva entro il mese di giugno 2026, evidenziano anche una grande potenzialità, perché significa che in Calabria nei prossimi due anni oltre alle attività ordinarie legate all’edilizia e alle costruzioni, si riverseranno buona parte di queste risorse. Circa un terzo dei fondi Pnrr sono destinati all’edilizia e alle costruzioni e, dunque, in assenza di dati certi, si può ragionevolmente stimare che poco meno di 1,5 miliardi di euro arriveranno sui mercati calabresi dell’edilizia nel prossimi due anni, un valore inferiore alla spinta del superbonus registrata tra il 2021 e il 2023, ma utile a costruire una sorta di atterraggio morbido per il settore e le sue imprese dopo questi tre anni straordinari a tutti i livelli, sia per i produttori di materiali che per i distributori, per le aziende di costruzione, artigiane e non, e i progettisti e i vari tecnici impegnati nelle asseverazioni e nelle altre incombenze burocratiche che il superbonus ha attivato.

CROTONE SPRINT

Analizzando l’andamento della produzione del settore delle costruzioni in Calabria, valutato in base al valore aggiunto, e mettendola a confronto con la media nazionale e delle altre regioni del Sud, emerge come a partire dal Duemila le regioni del Sud abbiano avuto un andamento più lento rispetto a quello del resto d’Italia, con la Calabria in dinamica ancora più lenta. In entrambi i casi la ripresa post 2020 è stata molto significativa, anche se la Calabria mostra comunque un andamento più lento anche in questa fase. Ma non in tutte le province calabresi si legge questo andamento lento. Mettendo a confronto i dati Istat sul valore aggiunto delle costruzioni a livello provinciale, disponibili nella successione 2000-2021, emerge come rispetto alla media calabrese (rappresentata dalla linea tratteggiata nel grafico) vi

siano due province molto lente, come Vibo Valentia e Cosenza, ma con due dinamiche distinte. Vibo Valentia è più sonnacchiosa già dai primi anni del nuovo secolo, mentre Cosenza è stata più vivace fino al 2007, anno di inizio della crisi, che poi sconta fino agli anni più recenti, con una ripresa solo nel 2021. Stesse dinamiche, ma con valori migliori rispetto alla media regionale, sono rilevati per le province di Catanzaro e Reggio di Calabria, con andamenti pressoché simili, mentre Crotone più di tutte si stacca dalle altre e mostra i dati più rilevanti, unica a crescere anche in anni meno recenti e a superare di 40 punti percentuali nel 2021 il livello di valore aggiunto prodotto vent’anni prima.

PIÙ VELOCITÀ

Queste dinamiche evidenziano come il mercato edile in Calabria abbia sofferto più di altri, con l’eccezione della provincia di Crotone, della lunga crisi delle costruzioni, ma anche di come la ripresa post 2020 abbia avuto esiti diversificati e significativi solo per tre province, con Catanzaro e Reggio di Calabria, che grazie all’avvio del superbonus sono state in grado di superare il valore indice del Duemila, mentre Cosenza e Vibo Valentia mostra segnali di ripresa, ma non sufficienti a ritornare sui livelli produttivi del passato. La Calabria, dunque, è una regione a più velocità, nella quale le costruzioni hanno giocato un ruolo rilevante nella crescita economica fino al 2008, anno in cui grazie alla crisi inizia un percorso di riduzione della capacità di generare valore aggiunto nel settore, mentre l’economia regionale soffre la crisi ma in misura minore. Il Pil regionale, infatti, ha segnato un forte picco negativo nel 2014 e poi ancora nel 2020, per poi riprendere in modo significativo la crescita nel 2021 e nel 2022. Tra il 2008 e il 2020, invece, il settore delle costruzioni calabrese mostra una dinamica di costante riduzione della produzione di valore aggiunto, a eccezione degli ultimi due anni per i quali si hanno a disposizione i dati che mostrano una ripresa vigorosa, con una crescita e soprattutto una velocità della crescita molto più rilevanti di quella del Pil, segno di una ritrovata vitalità di questo settore, che tuttavia va differenziata come abbiamo visto a livello provinciale.

NUOVE OPPORTUNITÀ

Questi dati, associati alle prospettive di sviluppo che il Pnrr potrà sostenere in questa prossima fase biennale, permettono di asserire che la Calabria oggi può ritrovare nuovi stimoli e nuove opportunità prima dagli investimenti che metterà in campo il Pnrr, e soprattutto dalle opportunità delle nuove normative europee in termini di case green, che potranno rappresentare un ulteriore stimolo, con dinamiche meno rilevanti e pronunciate di quelle del superbonus, per il settore delle costruzioni e l’edilizia in generale.

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CRESCITA SPRINT CON L’EDILIZIA

DELLA SICILIA

L’azienda di Terrasini (Palermo), nata alla vigilia della pandemia, ha superato il momento critico e ha toccato i 3 milioni di fatturato, conquistando il primo posto negli YouTrade Awards Sud per Best Performance e Best Double Performance

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Èproprio vero che il fiore più bello nasce durante le avversità: è questa la storia dei D’Amore. Di papà Vito, che insieme ai figli Agostino e Isacco, ha deciso di non mollare l’edilizia, settore nel quale aveva una discreta esperienza e di coltivare quanto appreso, tramandandolo alla generazione futura. Nonostante l’azienda di Terrasini, in provincia di Palermo, abbia visto la luce il 20 gennaio del 2020, proprio poco prima dell’esplosione della pandemia e del lockdown. D’Amore non è una semplice rivendita, ma è un nucleo familiare con il core business centrato sull’edilizia pesante, sulle finiture, sui tetti in legno e sulle partnership con i grandi marchi della filiera. A dispetto della partenza frenata dal covid, in poco più di tre anni la rivendita è è cresciuta col fatturato ed è passata da tre a 13 dipendenti, ognuno con un ruolo ben definito e un rapporto consolidato per far funzionare la macchina commerciale. Si tratta di un risultato notevole, che non è sfuggito alle analisi del Centro Studi YouTrade che, a Lamezia Terme, nella cornice del Secondo Convegno YouTrade Sud, ha premiato l’azienda nella categoria Best Performance e Best Double Performance. Un risultato che è giustamente mostrato con orgoglio dal capo azienda, Vito D’Amore. Domanda. Vi aspettavate di vincere lo YouTrade Awards a Lamezia Terme? Risposta. Assolutamente no, siamo una piccola realtà e non pensavamo nemmeno di essere presi in considerazione. La nostra storia aziendale è iniziata in un momento delicato, il gennaio 2020. Inizialmente eravamo io e i miei figli, assieme ad altri due dipendenti. Avevamo investito in questa attività, credendoci fortemente. Poi, è arrivato il lockdown e non nascondo che durante la pandemia abbiamo avuto paura: avevamo appena aperto, investito abbondantemente e ci trovavamo, dopo solo due mesi, completamente bloccati. Dal 4 maggio dello stesso anno però, con la riapertura, abbiamo spiccato il volo. Quest’azienda è stata ed è curata come un figlio: più presti attenzione e rispondi alle sue esigenze, meglio cresce. E così continua ad essere.

D. Quali sono stati gli strumenti utilizzati per arrivare così in alto?

R. Abbiamo lavorato duramente, studiato i particolari, ascoltato le esigenze del territorio e del mercato, cercando di essere quanto più esperti, professionali

Alice Fugazza
VITO D'AMORE INSIEME AL FIGLIO AGOSTINO NELLA RIVENDITA DI TERRASINI, IN PROVINCIA DI PALERMO

e puntuali. Non è stato semplice: siamo collocati in un paesino con dieci rivendite, ma stiamo crescendo, espandendoci di giorno in giorno. Sicuramente il nostro plus sta nell’assortimento: lavoriamo con marchi importanti e di qualità. E durante il periodo del superbonus siamo riusciti ad avere di tutto in magazzino, servendo i clienti nei periodi più duri, specialmente quando la merce mancava. Questo ci ha premiati, tanto

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che abbiamo continuato ad avere una vasta gamma di articoli, anche i più particolari. Il 2021 è stata un’annata da incorniciare, abbiamo ingranato davvero. Molto bene anche il 2022 e il 2023. Per il 2024 siamo sulla buona strada per crescere ancora.

D. Che cosa vi differenzia?

R. La nostra gestione: è molto accurata e rimaniamo umili, cercando di instaurare rapporti umani e dall’impronta familiare con i dipendenti e con i clienti. Inoltre siamo partner di brand molto importanti come Mapei e tanti altri. Proponiamo un assortimento ampio, che conta oltre 10 mila articoli, tra ferramenta, idraulica ed edilizia.

D. La logistica come è organizzata?

R. Consegniamo tutto in cantiere e a domicilio. Abbiamo una decina di mezzi: piccoli, grandi e articolati.

D. La digitalizzazione è un tema cruciale in questo periodo: come la state affrontando?

R. Ci stiamo lavorando. L’idea dell’innovazione ci piace, cerchiamo di fare il possibile, ma ovviamente dobbiamo ancora studiare bene un progetto definito per migliorarla nella nostra gestione quotidiana.

D. E per quanto riguarda la formazione?

R. I momenti in presenza sono il nostro forte: meeting, aggiornamenti, giornate dedicate. Lì riusciamo sempre a organizzare focus partecipatissimi, che riscuotono molto successo. Nessuno declina i nostri inviti, anche perché sono momenti di condivisione per scambiarsi le informazioni molto importanti

per la filiera.

D. Legno, ceramica, ferramenta, colore: quali gli ambiti più importanti?

R. L’edilizia: partiamo dalla struttura e poi andiamo a completare con facciate, malte e pitture. Sono in crescita i lavori con i prodotti a secco. Trattiamo anche finiture, sanitari e arredobagno: abbiamo uno showroom che al momento però, è passato in secondo piano. Stiamo cercando una persona competente che se ne occupi, facciamo molta fatica a trovare personale, ma soprattutto personale qualificato.

D. Tetti in legno: in cosa consiste la vostra offerta?

R. Lavoriamo principalmente sulla realizzazione

GLI SPAZI ESPOSITIVI
DELLA RIVENDITA, DOVE MAPEI OCCUPA UN RUOLO DA PROTAGONISTA
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IL MAGAZZINO EDILE

ALL'ESTERNO, FORNITO

DI OGNI TIPOLOGIA DI PRODOTTO

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delle verande in legno, facciamo anche qualche prefabbricato e pochi magazzini. Il nostro fornitore è Tutto Legnami, azienda austriaca che mette a disposizione legno lamellare e di carpenteria. Nella nostra zona c’è richiesta per questo tipo di opere, lavoriamo discretamente bene e siamo presenti nel settore.

D. L’attività del colore è legata alla partnership con Mapei: quando è nata?

R. Nel 2021, quando abbiamo incontrato Rosario Conisgliaro e successivamente abbiamo conosciuto il capo area di Mapei, Rocco Briglia. Inizialmente gli ordini erano di poche centinaia di euro, ora sono molto più rilevanti. Abbiamo superato anche i premi di budget stanziati. La sinergia con Mapei funziona perché è un’ottima azienda, da parte loro c’è una risposta sempre pronta e una grande preparazione tecnica. Il livello dei prodotti poi, è molto alto.

D. Quali sono i prodotti più richiesti?

R. Quelli che riguardano il settore grezzo: lavoriamo sui premiscelati, le colle, le malte e le facciate.

D. Come gestite il rapporto con i progettisti?

R. Ci confrontiamo spesso e offriamo una consulenza completa quando serve.

D. La sostenibilità dei prodotti è un aspetto che interessa i vostri clienti?

R. Non sempre. Tutti cercano la certificazione, ma sulla sostenibilità c’è poca informazione, si lavora più sul prezzo, anche se ovviamente si preferisce la qualità.

D. Si sente l’effetto di stop al superbonus? E che cosa vi aspettate dal Pnrr?

R. Abbiamo registrato un rallentamento, specialmente nel settore degli isolanti, poi una ripresa. C’è fermento per quanto riguarda il Pnrr che dovrebbe portare una buona mole di lavoro. L’anno scorso abbiamo vinto una gara d’appalto per la ristrutturazione di una scuola, sembra che all’orizzonte si stiano aprendo diversi cantieri importanti, ma bisogna capire cosa accadrà nel concreto.

D. Da chi è composta la vostra clientela?

R. Imprese di costruzioni medio grandi, artigiani e privati.

D. Quali sono i prodotti che hanno maggiore rotazione in magazzino?

R. Si ruota di continuo, non abbiamo un prodotto più richiesto. Il cemento ovviamente è indispensabile.

D. Quali sono le vostre previsioni per il 2024?

R. Sono buone, abbiamo avuto i primi cinque mesi in crescita.

D. C’è qualche progetto nel cassetto?

R. Sicuramente strutturare meglio lo showroom. Ma ce ne sono anche tanti altri ai quali stiamo lavorando.

FORTE LOGISTICA PER CONQUISTARE SPAZIO IN CALABRIA

La rivendita con sede a Melicucco (Reggio) ha investito sulla capacità di distribuzione dei prodotti legati all’edilizia. Dopo lo stop al superbonus cala la richiesta di isolanti, decollano i materiali a secco

Alice Fugazza

Nata negli anni Novanta come una piccola ferramenta, ora è una rivendita solida e ben strutturata. Edil Mercuri non teme la concorrenza a Melicucco, dove ha sede, e in provincia di Reggio Calabria. Magazzino edile, ferramenta, edilizia, legnami, laterizi, pittura, ma anche forma-

zione e logistica, con quattro camion con la gru per la consegna immediata grazie a un magazzino efficiente sono cavalli di battaglia per tenere testa ai competitor. «Nel territorio siamo un punto di riferimento, abbiamo un magazzino ricco di articoli con marchi importanti come Heidelberg, Fassa, Mapei, Isotec, Brianza Plastica, ma anche rivendite spagnole e austriache, delle quali offriamo marchi molto importanti», spiega Francesco Mercuri, titolare assieme ai genitori Vincenzo e Domenica Mercuri. « Grazie al nostro duro lavoro e alla voglia di ampliarci e aggiornarci abbiamo fatto crescere il nostro fatturato, mentre sei mesi fa abbiamo deciso di entrare nel gruppo Rivass, dove abbiamo instaurato una bella collaborazione. Voglia-

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DA SINISTRA FRANCESCO MERCURI CON DOMENICA, VINCENZO E VALENTINO
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mo avere relazioni con altri magazzini, fornitori, e usufruire di un servizio di formazione sponsorizzato come eccellente. Nonostante il nostro ingresso sia recente abbiamo già visto i primi benefici, sia con i fornitori sia riguardo ai prezzi, rivelatisi interessanti».

IL NUOVO TREND

La clientela della rivendita è composta prevalentemente da imprese edili, circa l’80%, seguite da progettisti, ingegneri e privati. E ora, con la fine del superbonus, inevitabilmente gli occhi sono puntati sull’andamento del mercato. «Dopo la fine del 110% c’è stato un calo nella fornitura dei materiali isolanti, circa del 30%. Poche le richieste per cappotti, pannelli, laterizi e tutto quello che riguarda il mondo degli isolanti. Adesso la richiesta è in aumento sui prodotti a secco. Anche se devo dire che c’è trepidazione per il Pnrr: ho visto che alcuni dei miei clienti stanno

I DETTAGLI
DELLA RIVENDITA
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partendo con alcuni progetti. Il nostro core business si concentra sulla finitura, sulla ristrutturazione e sulla ferramenta, poiché abbiamo un punto vendita molto fornito».

LE PROSPETTIVE

Il 2023 è andato bene, anche se il 2024 si è aperto con un lieve calo: risultati che hanno spinto gli investimenti. « Abbiamo potenziato l’esposizione e il pacchetto dei mezzi di trasporto, con nuovi mezzi, per poter essere ovunque e più tempestivi nelle consegne. Speriamo in una ripresa, ma siamo ottimisti, dato che i prezzi sono scesi: aspettiamo di completare i lavori iniziati e avviare nuove strutture. Prevediamo un anno sulla falsa riga del 2023 ».

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NUOVE FRONTIERE PER LA DISTRIBUZIONE MA ANCHE PERICOLI

Valorizzare la filiera dell’edilizia: esperti e operatori si sono trovati a Milano per discutere delle opportunità, in un settore che continua a trasformarsi. Le sfide non mancano

Alice Fugazza

«V

alore edilizia,

come portare in alto il valore del prodotto edile ». È stato questo il tema del convegno promosso da Sercomated, centro servizi per le imprese della distribuzione edile, a fine maggio. Il decimo appuntamento è stato realizzato in simbiosi con Federcomated e ospitato da Confcommercio a Milano, dove i principali attori della filiera hanno parlato, affrontato temi, si sono confrontati, hanno tratto conclusioni e poi hanno messo in discussione il panorama che si sta delineando in questo 2024 nel settore. Un panorama frastagliato, incerto, tra conflitti mondiali e taglio dei bonus e agevolazioni poco chiare. Un presente che, comunque, non scalfisce la forza d’animo di imprenditori, produttori e rivenditori, che si sono detti pronti a rimboccarsi le maniche e mettersi di nuovo in discussione per creare, appunto, valore nell’edilizia.

ITS ED ELETTRICO

Come valorizzare e rinnovare l’immagine della filiera? Sercomated ha proposto ai protagonisti del comparto, rivenditori e produttori di materiali edili, un approfondimento sulle diverse e nuove leve che consentono di portare in alto il valore del prodotto edile: dal sempre più importante ruolo dello store fisico ai nuovi modelli di offerta delle altre filiere, idrotermosanitario (Its) ed elettrico, che si intrecciano con la distribuzione, dai servizi digital alla sostenibilità e circolarità alle innovazioni dei materiali, fino alle partnership con i produttori. Quali sono le dinamiche e trend del comparto e quali sono le aree di sviluppo e i servizi imprescindibili per una distribuzione moderna ed evoluta? Con l’estinzione dei bonus e la direttiva europea Case Green come sta cambiando il mercato e come si possono cogliere le nuove opportunità di business?

Ad affrontare queste tematiche sono stati relatori ed esperti, che hanno saputo raccontare i cambiamenti del settore e come la distribuzione edile può accrescere il proprio valore. A fare gli onori di casa Giuseppe Freri, presidente di Fercomated, che ha parlato delle grandi opportunità di crescita sia nell’associazione che nell’intero settore in generale. A seguire, il presidente Luca Berardo, tranchant nel far sentire la sua voce portando i dati del patrimonio edilizio italiano: « Un immobile in Europa in media ha una vita di 35 anni, in Italia 85. Quasi il 70%

LUCA BERARDO. SOPRA, GIUSEPPE FRERI, PRESIDENTE FERCOMATED

degli edifici nel nostro Paese (solo 21% in Francia) è in classe F e G e l’80% delle famiglie italiane è proprietaria dell’abitazione. Questo significa che ci sono 13 miliardi di metri quadri di abitazioni da ristrutturare. Chiunque sia al corrente di questi numeri deve capire che è un dovere riattivare le misure per poter fare questi interventi. Ridurre il bonus ristrutturazione dal 50 al 30% è un atto criminale. Spero che ciò venga derubricato e che ci sia una posizione forte di tutte le associazioni di categorie in merito. In Italia siamo troppo legati al passato, ma innovazione e creatività cambieranno approccio».

I RELATORI

Tra i relatori al convegno anche Armando Branchini (economista ed executive chairman di InterCorporate), Marco Squinzi (Mapei) Paola De Micheli (deputata Pd, vicepresidente della commissione Attività Produttive della Camera), Luca Delle Femine (Immobiliare.it Insights). Come creare valore lo ha spiegato Branchini, che è stato presidente dell’associazione europea che rappresenta 580 imprese di lusso europee: «Il settore dell’edilizia è vitale, in continuo sviluppo e dentro convivono diverse realtà tra multipoint, consorzi, gruppi di acquisto. Come poter aumentare il proprio valore? Come mantenerlo, sopravvivere e avanzare? È fondamentale mantenere il proprio vantaggio competitivo, aumentando il valore e differenziandosi: l’impresa è competitiva solo se mantiene il vantaggio attraverso una strategia che le permetta di diversificarsi, innovando, imitando e avvicinandosi ai leader, fino a farne parte. L’obiettivo è passare dagli imitatori agli imitati. Bisogna essere innovatori, riorganizzando di continuo e al meglio la propria struttura produttiva, fondamentale la comunicazione, attraverso la quale è necessario trasmettere il proprio spirito, che è quella passione che passa attraverso gli occhi dei clienti, nei rapporti e anche nei punti vendita, dove si deve far vivere una vera esperienza emozionale ». Secondo l’esperto, uno dei nodi cruciali è appunto questo, specie per le rivendite: il magazzino deve diventare un luogo d’incontro, dove anche l’occhio vuole la sua parte. «Meglio se abbinato a uno showroom: deve essere un posto dove ci si incontra, dove si vendono e si vedono materiali e prodotti, dove si offrono consigli tecnici ai clienti e i servizi vengono selezionati sulla base della conoscenza tecnologica. Sono appassionato del concetto di un’edilizia tecnologica e innovativa, un modo contemporaneo di avanzare e produrre. Quelli che ancora non sono allineati devono portarsi avanti», ha aggiunto Branchini. «Il rivenditore deve diventare partner del proprio cliente, del proprio fornitore. Fare politica di marca e offrire sempre

ARMANDO

I NUOVI MODELLI BUSINESS

Quali sono le sfide della distribuzione al giorno d’oggi? All’evento di Sercomated ne hanno parlato Andrea Da Re, direttore della business unit sustanability di Sonepar Italia, Stefano Pizzato, direttore del Gruppo Mecstore, Gianluca Zanutta, ad dell’omonimo gruppo della distribuzione, Sandro Scarpari, direttore vendite di Itw e Ferdinando Napoli, Ceo Edilportale. «I clienti sono più preparati, hanno più consapevolezza delle proprie esigenze e le piattaforme online creano in loro aspettative elevate», ha esordito Da Re. «Bisogna agire con preparazione e strategia: la disintermediazione tramite i canali digitali permette di raggiungere l’utente finale in maniera più diretta e completa, più spersonalizzata, ma gli antidoti sono preparazione ed efficienza. E l’arma vincente è consulenza e supporto personale». Secondo Pizzato è importante anche l’aggregazione.: «Un hub logistico dove si distribuiscono articoli come in un grande supermercato, marketing centralizzato e investimenti sulla digitalizzazione sono i nostri capisaldi. Ci poniamo sul mercato come unico

marchio, servendo più di 70 aziende. Per diversificarci abbiamo inserito recentemente il segmento dell’elettrico. Questa è la strada». D’accordo anche Zanutta: «Dobbiamo essere specializzati e intersettoriali, noi lo facciamo dal 2001: se rimaniamo ancorati a una sola specializzazione si rischia l’estinzione, come i dinosauri. Il segreto per sopravvivere? Stare di più dietro al bancone, ascoltando le esigenze dei clienti». «Bisogna riflettere sulla progressiva integrazione, che è molto più evidente e marcata di come potrebbe sembrare. Noi come produttori e fornitori abbiamo un certo peso e notiamo lo spostamento delle merceologie nei vari settori: determinati lavori che faceva l’elettricista, oggi sono a carico dell’impresa edile, il committente ormai chiede un servizio unico», ha puntualizzato Scarpari. «Elettrico e Its hanno più sinergie, ma l’edile sarà più integrato di quello che può sembrare. Bisogna andare verso un facility management: gestione integrata degli edifici, dal cambiare la lampadina a buttare la spazzatura».

DA SINISTRA, ANDREA DA RE, STEFANO PIZZATO, GIANLUCA ZANUTTA, FERDINANDO NAPOLI E SANDRO SCARPARI

più contenuti dal valore aggiunto, con una politica seria di marketing e comunicazione, continuando a distinguersi e a differenziarsi»

LE PROSPETTIVE

Un altro aspetto è quello della strategia, perché bisogna considerare anche le prospettive economiche a medio e lungo periodo. « La direttiva Case Green rappresenterà per l’industria italiana delle costruzioni quello che il boom del mercato cinese ha rappresentato per il settore lusso», ha aggiunto Branchini. «Per aumentare la propria competitività e contribuire alla grande evoluzione del settore dell’edilizia, la distribuzione dei materiali può fare tesoro delle strategie e della cultura d’impresa che parecchie filiere italiane hanno sviluppato negli

DAGLI SCARTI ALL’ECONOMIA CIRCOLARE

Il ruolo dell’edilizia nell’economia circolare è un tema ricorrente, interessante e quanto mai attuale. Il consorzio Rec (raccolta e riciclo di materiali per l’edilizia) lo sa bene. Ma come sarà possibile riciclare in futuro e che percorso

si intravede? Il tema è stato affrontato da Francesco Freri, presidente del consorzio Rec, Viola Turini, responsabile commerciale EdilViola di Firenze, Claudio Fantinato, presidente di Epiù, Luca Maestri Head of circular economy and platform Circularity Società Benefit. Freri si è mostrato ottimista: «Rec è acronimo di Recupero di edilizia circolare. Le piattaforme di raccolta e per il riciclo sono sempre meno simili a una discarica, ma assomigliano sempre più a uno showroom di materiale. Questo è un mercato che non ci si aspettava, ma che sta incalzando. Nel 2018 abbiamo raggiunto il primo obiettivo di creare un deposito preliminare nelle aziende e sono stati diversi gli imprenditori che hanno voluto allestire le piattaforme nei loro centri. Un’innovazione di processo importantissima, date le direttive green che siamo stati tutti chiamati a seguire. E in arrivo ci sono telecamere programmate con l’intelligenza artificiale, per facilitare l’individuazione dei volumi dei rifiuti, determinandone il peso e dove conferirli. Il goal finale che ci siamo prefissati è fare in modo che gli scarti arrivino ad acquistare valore: sono tante le aziende

PAOLA DE MICHELI
DA SINSITRA, LUCA MAESTRI, FRANCECO FRERI, VIOLA TURINI E CLAUDIO FANTINATO

BUSINESS A NOLEGGIO

Connesso al tema della sostenibilità, a chiusura del convegno, è stato affrontato il tema del noleggio: un’area di business sempre più importante, che passa esclusivamente attraverso la rivendita edile. Il noleggio è in forte crescita grazie ai lavori collegati al Superbonus e al Pnrr e al nuovo stile di utilizzo e di consumo condiviso di macchine e attrezzature. Lo ha spiegato Lorenzo Moretti (nella foto), responsabile comunicazione Assodimi-Assonolo: «Il noleggio professionale rappresenta un’importante opportunità per la rivendita edile, che può così aggiungere un servizio al cliente a fianco delle proprie attività aziendali. La crescita del renting comporta un’espansione anche a settori in cui precedentemente si ricorreva esclusivamente alla vendita. Molte sono le aziende clienti che ne fanno uso come scelta strategica e sempre di più sono le aziende che decidono di inserire il noleggio tra i propri servizi sfruttando punti di forza e marginalità».

che ci stanno seguendo in questa direzione. Come gruppo vogliamo crescere, conviene a tutti».

A sostegno della tesi è intervenuta Turini, che è anche presidente Federcomated Arezzo e che con la sua azienda ha aderito al consorzio Rec, inaugurando una piattaforma di raccolta, fra le prime a sposare il progetto: «Con questa mossa abbiamo avuto riconoscimenti importanti anche con le tassazioni. Siamo convinti di proseguire su questa linea, l’impatto sulla rivendita funziona», ha confermato. Una testimonianza l’ha portata anche Fantinato, di Epiù, azienda di distribuzione di materiali, attrezzature e servizi per il mondo delle costruzioni in Veneto: «Da sempre eroghiamo il servizio di ritiro delle macerie, abbiamo iniziato negli anni Ottanta, anche se lo scopo era diverso da quello di adesso: ora ci siamo adeguati a un nuovo sistema, maturando la consapevolezza che quello che rimaneva sul territorio sarebbe stata un’eredità per chi veniva dopo di noi. Non è stato facile entrare in un rinnovato business a causa della burocrazia, delle restrizioni e del genericismo, poiché spesso i rifiuti sono considerati tutti nella stessa maniera, anche quelli più pericolosi. Con l’ingresso nel consorzio Rec vedo una notevole semplificazione di questa attività: ci stiamo spingendo verso un’economia circolare, adeguando le nostre filiali in centri di raccolta e stoccaggio autorizzati per poter convogliare quanto raccolto ai centri di trasformazione per il successivo recupero. Sarà il futuro, le rivendite devono prendere coraggio». Inevitabile, anche in questo campo, l’utilizzo della tecnologia, come ha spiegato Maestri. Circularity è una start up che è diventata società benefit e che supporta le

imprese per integrare i principi dell’economia circolare nel proprio modello di business, trasformandolo in sostenibile. «Nel 2018 abbiamo sviluppato Circularity Platform, un sistema digitale pensato per le aziende e che raggruppa in un unico ambiente tutti gli strumenti utili ad integrare la sostenibilità e l’economia circolare nel proprio modello di business», ha raccontato Maestri. «La digitalizzazione dei servizi mediante la piattaforma permette alle aziende registrate di monitorare il proprio percorso nella transizione verso l’economia circolare, misurare agevolmente il proprio livello di sostenibilità, utilizzare un unico strumento per tutti i servizi. Abbiamo istituito anche un’area di simbiosi industriale, per valorizzare i propri scarti di produzione, utilizzare materie prime e seconde, e misurare il proprio impatto ambientale. È una piattaforma rivolta a produttori, trasportatori, impianti, imprese. Nel corso del nostro sviluppo siamo diventati partner tecnologici di Rec e abbiamo costruito una piattaforma digitale che permette ai centri preliminari di raccolta il monitoraggio e l’avvio al recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione. I benefici sono la costruzione di un network, distribuito in tutta Italia che permette di ottimizzare la raccolta e incentivare l’economia circolare nel settore dell’edilizia in tutta trasparenza. La vera innovazione è rappresentata dall’integrazione della piattaforma Rec con quella di Circularity, estendendo quindi il network a diversi partner: tutti avranno a disposizione un motore di ricerca, generando incontri e match fra i vari anelli della catena. Si potranno monitorare anche tutti i benefici, dando vita a una catena virtuosa e di risparmio. È fondamentale cooperare per competere».

TRA PNRR E DIRETTIVA CASE GREEN

Nel corso del convegno Marco Squinzi (a sinistra), amministratore delegato di Mapei e Stefano Roncan (a destra), direttore commerciale di Heidelberg Materials, sono stati chiamati a commentare le prospettive di Pnrr

e della direttiva Casa Green: due grandi chance per l’edilizia. «Si aprono sicuramente nuove opportunità nel settore, ci sono tanti obiettivi fissati dalla Comunità europea. Sicuramente troppo, alcuni irraggiungibili, ma sicuramente grandi. Ci aspettiamo grosse opere dal Pnrr e dal Green Deal. Una cosa, però, in questo mondo di incertezze, è certa: le rivendite che si organizzano possono andare avanti. Organizzarsi significa cambiare il modo di lavorare: oggi bisogna progettare, vendere il lavoro in maniera diversa, ristrutturare con un’ottica (quella della sensibilità) differente e saper scegliere pianificando con attenzione e qualità, non facendo mancare i servizi», ha spiegato Squinzi. E Roncan è stato diretto: «Il senso di urgenza che stiamo vivendo deve essere pressante: in Europa c’è una crisi a doppia cifra, il residenziale è crollato, l’organizzazione non esiste, gli anticipatori di acquisto hanno chiuso negativamente, dovremo fare i conti con un calo dei volumi. Per l’Italia il Pnrr può essere molto positivo, perché consente di frenare una caduta con l’impatto sulle infrastrutture. Quello che ci siamo detti oggi, dopo tre anni positivi, è importante e va portato avanti». Luca delle Femine, head of strategy Immobiliare.it Insights, ha fotografato lo stato del patrimonio immobiliare, tra classi energetiche basse, banche, tassi e statistiche: «Sono 15 milioni le unità immobiliari su cui lavorare, è stato previsto tutto, ma bisogna capire dove trovare i soldi».

ultimi 50 anni: non solo moda e lusso, design e arredamento, ma anche farmaceutica, cantieristica, vini e alimentare. A livello di singole imprese è indispensabile il salto da rivendita a retail, aggiungendo ai prodotti presentati, pacchetti di offerta costituiti da consigli e istruzioni, conoscenza tecnologica, ricerca di nuovi prodotti e servizi. Sarà fondamentale diventare partner del proprio cliente e, insieme, partner del proprio fornitore. In questo modo la distribuzione edile potrà anche diventare parte attiva nell’integrazione, che è imminente, con la distribuzione Its e del materiale elettrico. Un’opportunità, non una minaccia. È il momento giusto quindi per impegnarsi a diventare più competitivi: le uniche certezze per vivere in un mondo incerto non possono che venire dalla mente e dal cuore di un imprenditore ».

LA IRRESISTIBILE CRESCITA DEL FATTORE K

In Finlandia il gruppo che distribuisce materiali per edilizia, ma anche alimentari e automobili, è arrivato a toccare un fatturato di oltre 11 miliardi. E continua a espandersi in Europa

La Finlandia, si sa, è il Paese più felice del mondo, e non da oggi. Sono esattamente sette anni di seguito infatti che è al vertice del World Happiness Report, uno studio prodotto dal prestigioso centro di ricerca sul benessere dell’Università di Oxford, che stila ogni anno, tra le altre cose, la classifica dei Paesi in cui la popolazione è più felice. Lo studio analizza 130 Paesi ponendo domande agli intervistati sulla qualità della vita in base alla Scala Cantril. A queste rilevazioni il centro di ricerca associa dati relativi al Pil pro capite, all’assistenza sociale,

LA SEDE PRINCIPALE

K-KAMPUS A KALASATAMA

A HELSINKI.

SOPRA, ENTRATA

DI UNO DEI MAGAZZINI

DI RIVENDITA

DI MATERIALI EDILI

all’aspettativa di vita sana, alla libertà, alla generosità e alla corruzione. L’Italia è al 41esimo posto in questa classifica, mentre la Finlandia da sette anni si posiziona al primo posto, fattore che qualunque finlandese ci ricorda quando lo incontriamo, quasi a testimoniare che essere felici non è solo una categoria dello spirito: è anche un modo di approcciarsi non solo alla vita, ma anche al mercato, all’economia, alle responsabilità ambientali e sociali che oggi riguardano anche le imprese, nelle loro azioni strategiche e di sviluppo. Abbiamo dunque molto da imparare dal paese di Babbo Natale e dell’aurora boreale, non solo riguardo la felicità, ma anche per come si possono costruire modelli di business vincenti nel settore della distribuzione di materiali edili, capaci al contempo di operare in Borsa e di agire a livello locale attraverso il coinvolgimento di rivenditori locali associati al gruppo, superando anche i confini merceologici e allargando le proprie capacità di vendita a settori come l’alimentare e quello delle auto.

SOSTENIBILITÀ

Il gruppo Kesko rappresenta un’eccellenza in questo ambito. È un gruppo che la rivista Time ha inserito tra le 500 aziende più sostenibili e responsabili al mondo, posizionandola al decimo posto nel settore Retail (dove peraltro anche l’Italia è ben rappresentata, con il marchio Moncler in prima posizione). Questo riconoscimento esprime «l’eccellente posizionamento delle aziende finlandesi nelle valutazioni di responsabilità internazionale e mostra l’alto livello del lavoro di responsabilità delle nostre aziende. Per esempio, noi del gruppo K stiamo riducendo le emissioni delle nostre attività e dei prodotti che vendiamo, aggiungendo opzioni salutari alla selezione dei nostri negozi di alimentari, offrendo prodotti che promuovono la transizione verde nel settore delle costruzioni e della tecnologia edilizia, e stiamo ampliando costantemente la nostra rete di ricarica per auto elettriche », ha affermato Matti Kalervo, direttore della sostenibilità di Kesko. Potremmo dire che esiste dunque un fattore K, che non ha nulla a che vedere con il vecchio fattore K di roncheyana memoria. Ma è un fattore che esprime prima ancora dei risultati aziendali in termini di vendite e redditività per l’azienda e i suoi azionisti, un approccio globale alle strategie di espansione e consolidamento delle attività, che si basano su una forte attenzione alla mission aziendale, su un approccio che basa tutte le scelte sui temi della responsabilità ambientale e sociale, su una forte trasparenza verso gli investitori, su una decisa comunicazione e relazione con i media e con i social (l’azienda è presente su tutte le reti e nel proprio sito mette a disposizione tutte le informazioni

INSEGNE E PAESI DOVE OPERA KESKO. SOPRA, INTERNO DELLA SEDE DI KESKO

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AL CENTRO DEL PROCESSO DI VENDITA

anche finanziarie relative alla propria attività), e su una qualità del lavoro che si esprime anche nelle modalità di reclutamento e offerta di lavoro. Anch’esse, come tutte le altre informazioni, disponibili nel sito web del gruppo, dove tutte le immagini rimandano, e non potrebbe essere altrimenti nel Paese più felice del mondo, a persone che sorridono.

I FONDATORI

La storia di Kesko è iniziata nell’ottobre 1940, quando quattro grossisti regionali (Savo-Karjalan Tukkuliike, Keski-Suomen Tukkukauppa Oy, Kauppiaitten Oy e Maakauppiaitten Oy) si sono uniti per formare l’insegna che ancora oggi porta il nome del gruppo, avviando poi l’attività nel 1941, basata su attività commerciali in negozi generali. Gli anni Cinquanta sono stati quelli della crescita, grazie anche alla riduzione alle importazioni e alle restrizioni al commercio post bellico, e la rete di rivendite si è allargata grazie alla creazione di negozi specializzati, con la creazione di una rete (K-rautakauppa) che ha iniziato a gestire la logistica del gruppo. Con la crescita economica post bellica, le aree di commercio del gruppo si sono allargate anche alle macchine agricole e alle auto. Negli anni Sessanta le aree commerciali hanno iniziato non solo a specializzarsi, ma anche a differenziarsi. Per esempio, con l’introduzione dei prodotti freschi nei negozi alimentari. Negli anni Settanta è proseguita la crescita del gruppo con l’espansione verso anche altri settori retail, come la catena Kesport, e allargando l’offerta ad altri beni di consumo e al settore delle ferramenta. Gli anni Ottanta sono stati un decennio di grandi investimenti per Kesko. A Turku e Oulu sono state realizzate nuove strutture per i magazzini centrali regionali, e realizzato un nuovo deposito centrale. Per finanziare gli investimenti è stato deciso un aumento del capitale sociale, portando il numero degli azionisti a 20 mila.

CENTRALIZZAZIONE

Gli anni Novanta hanno rappresentato la riorganizzazione e la centralizzazione delle operazioni, aziendalizzando numerose funzioni al fine di creare un modo di lavorare sempre più orientato al cliente e ai risultati. I primi anni Duemila sono stati per Kesko gli anni dell’espansione internazionale verso il mercato svedese e in tutta l’area del baltico. Vera punta di diamante di questa strategia è stata l’espansione della rete di rivendite di materiali edili e delle ferramenta, con le tipologie di negozi che vanno sotto l’insegna K-rauta. L’internazionalizzazione ha potuto giocare anche sulla progressiva espansione di internet

e del mercato digitale, che già nel primo decennio del nuovo secolo ha portato al gruppo notevoli miglioramenti dal punto di vista sia della relazione con i clienti, sia nel proseguimento dell’espansione nei paesi baltici. Dal 2019 Kesko si è trasferita nella sede principale a Kalasatama, cittadina vicino Helsinki, in un edificio chiamato, ovviamente con il fattore K ben in vista, K-Kampus.

IN OTTO PAESI

Oggi la divisione rivendita di materiali edili di Kesko è presente in otto Paesi (Finlandia, Svezia, Norvegia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Danimarca)

L'AREA DI RIVENDITA DELLE PIASTRELLE. SOTTO, ATTENZIONE AL LAVORO E ALLA QUALITÀ DELL'OFFERTA PER I DIPENDENTI E COLLABORATORI

ANDAMENTO DEL FATTURATO E RISULTATI ECONOMICI E FINANZIARI NEL BILANCIO DI KESKO.

SOTTO, IL SISTEMA DI CONSEGNE ORGANIZZATO SULLA LOGISTICA

PROPRIETARIA E CONSULENZA E SERVIZIO AL CLIENTE COME STRATEGIE DI VENDITA

con diverse insegne (Byggmakker, Davidsen, K-Bygg, K-Rauta, K-Senukai, Oma, Onninen), ognuna specializzata e orientata a una specifica tipologia di clientela e area territoriale. Per esempio, Onninen serve clienti commerciali nel commercio all’ingrosso ed è leader di mercato nel suo settore in Finlandia, offrendo una selezione completa di prodotti e pacchetti di servizi per appaltatori, industria, operatori del settore delle infrastrutture e clienti al dettaglio. Attraverso la rete di negozi Onninen Express fornisce anche soluzioni logistiche efficienti e attraverso anche transazioni multicanale. Obiettivo strategico del gruppo è raggiungere un posizionamento ancora più forte nel Nord Europa, soprattutto nelle attività rivolte ai clienti professionisti. L’attività di rivendita si suddivide in due ambiti, i materiali edili e i negozi tecnici. I clienti delle rivendite edili sono per lo più professionisti tecnici e costruttori, ma anche i consumatori svolgono, come in tutti i Paesi del Nord, un ruolo molto importante nella scelta e acquisto dei materiali. La quota dei clienti commerciali del commercio tecnico e del commercio dei clienti commerciali del negozio di materiali edili ammonta a oltre l’80% del fatturato totale del commercio delle costruzioni e della tecnologia per l’edilizia. La rete di vendita è organizzata su un totale di oltre 500 negozi, che offrono anche un servizio completo di shopping online.

I CONTI

Dal punto di vista dei risultati economici e finanziari Kesko nel 2023 ha prodotto un fatturato di 11,78

SERVIZIO

miliardi di euro. L’utile operativo del gruppo è stato pari 712 milioni di euro, pari al 6% dei ricavi e con un flusso di cassa operativo superiore a 1 miliardo di euro. Nel 2023 Kesko ha operato investimenti per 679 milioni di euro, pari al 5,7 del fatturato. Il Roe nel 2023 è stato del 13,4%. Nel settore delle costruzioni e delle tecnologie per l’edilizia la redditività nel 2023 è rimasta su un buon livello, anche se si è indebolita rispetto all’anno precedente a causa della flessione dell’attività edilizia e del rallentamento del ciclo produttivo. Innalzamento dell’inflazione e dei tassi di interesse hanno frenato il settore, che tuttavia ha comunque garantito una buona redditività. Il fatturato di Kesko nel settore dei materiali edili è stato di 4,2 miliardi di euro, in diminuzione dell’8,7% rispetto al 2022, con un utile operativo di 212,5 milioni di euro, pari al 5,0%. Le prospettive positive a lungo termine nel commercio di materiali

per le costruzioni nei paesi nei quali opera Kesko sostengono in ogni caso le strategie del gruppo, che anche nell’ultimo anno ha percorso la strada delle acquisizioni, per espandersi ulteriormente sui mercati internazionali, acquisendo Elektroskand in Norvegia ed estendendo le operazioni in Danimarca con l’acquisizione di Davidsen. Consolidamento ed espansione sono dunque le due strategie del fattore K di Kesko, alle quali vanno associate l’estrema attenzione alla responsabilità ambientale e sociale dell’azienda, vero bollino di qualità e che esemplifica come, attraverso una sempre maggiore focalizzazione su questi temi, i benefici per l’azienda non sono solo di immagine, ma hanno una diretta e positiva conseguenza anche e soprattutto sui risultati finanziari per i propri azionisti, e i dividendi che la Kesko distribuisce ogni anno sono la riprova di un modello vincente.

TRASPARENZA

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E INVESTITORI.

SOPRA, LA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE DI KESKO ILLUSTRATA

NEL LORO SITO WEB

ZZANUTTA

SALE A SETTE NEL NORDOVEST

anutta ha acquistato nel 2022 dalla Amoruso il punto vendita di San Maurizio Canevese (Torino). Ma è stato inaugurato sabato 15 giugno dopo un minuzioso lavoro di restyling e ammodernamento della struttura e un riassortimento dei prodotti offerti. Zanutta in pochi anni nel Nordovest ha già creato una rete costituita da sette punti vendita forniti di tutti i settori merceologici che tratta l’azienda friulana. «Abbiamo realizzato quello che era nei nostri progetti nel giorno della prima acquisizione in questa regione», spiega con orgoglio l’ad Vincenzo Zanutta. «Ovvero, creare una diffusione capillare sul territorio di punti vendita in grado di coprire tutti i settori legati alla casa, spaziando dall’edilizia al colore, dalla termoidraulica alle finiture, dall’arredamento ai serramenti toccando tutto ciò che riguarda la casa a 360 gradi». Il punto vendita è cresciuto di fatturato, dipendenti e offerta al pubblico: «In due anni abbiamo effettuato investimenti importanti sulla sala mostra e rivisitato il magazzino. Ora il cliente trova un panorama completo di prodotti di

Mtermoidraulica, ceramiche, arredo bagno e serramenti», ha spiegato l’imprenditore. «Il primo punto vendita Zanutta in Piemonte è stato un magazzino di sistemi a secco e utensileria a Orbassano, incluso in un’acquisizione ad ampio spettro da Internmake, e aperto nel 2020, in piena era covid», aggiunge l’ad Gianluca Zanutta. «Pensare che, partendo da qui, in soli quattro anni abbiamo creato una piccola flotta di filiali ci riempie di orgoglio, ma non ci fermiamo al presente perché siamo sempre proiettati al futuro. E sono già in cantiere progetti di sviluppo in tutto l’arco alpino e in particolare nel Nordovest».

MADE CON MALATESTA IN CAMPANIA

alatesta entra nel Gruppo Made. Presente nel mercato dal 1998, Malatesta è una consolidata e apprezzata realtà territoriale che negli anni ha saputo diversificare la sua offerta merceologica affiancando all’edilizia tradizionale la termoidraulica, la lavorazione del ferro e del legno, il colore con due tintometri e il noleggio a caldo di piattafirme e gru, oltre a muletti e betoniere da città. È inoltre attiva una sezione dedicata alle ferramenta e al brico, che attira oltre agli operatori professionali anche il privato. La tipologia della clientela è per la maggior parte rappresentata da artigiani e imprese piccole medie che nel punto vendita di San Clemente (Caserta) trovano i prodotti e tutta l’assistenza tecnica di cui hanno bisogno. Nicola Malatesta, il titolare, ha anche aperto una società (Agma) specializzata nel recupero e nella lavorazione degli inerti non pericolosi. La vendita e la messa in opera degli inerti ottenuti dal reciclaggio è uno dei principi cardine dell’economia circolare, cui si aggiunge il recupero ambientale degli ambienti degradati, il noleggio di cas -

soni scarrabili e del frantoio mobile di riciclaggio compatto, oltre ai lavori di scavo e di demolizione. Prossimo obiettivo, l’apertura di una show-room finiture. Nicola Malatesta ha scelto di entrare a far parte di Gruppo Made per avere un confronto diretto con tanti colleghi che operano in diverse parti d’Italia. Soprattutto, vuole investire nella formazione per i suoi collaboratori (sono oggi 25, fra personale interno ed esterno) per migliorare le prestazioni professionali e le procedure organizzative interne.

VIDA FA SHOPPING A SALÒ

Vida diventa più grande e acquista un altro magazzino a San Felice del Benaco, sopra al golfo di Salò (Brescia). Un’altra bandierina che completa il presidio della Valtenesi e Michele Labellottini, a capo della rivendita Vida, è molto soddisfatto: «Abbiamo acquisito il magazzino sopra al Golfo di Salò e ora possiamo dire che abbiamo completato il presidio in Valtenesi. Si tratta dell’ex Castellini, che era di proprietà di Ms Edilizia. Lo inaugureremo ristrutturato a settembre, ora partiamo con i lavori di aggiustamento: dobbiamo livellare terreno e piazzali, svilupperemo uno stoccaggio verso l’alto, dato che lo spazio non è moltissimo e ospiteremo premiscelati, secco, prodotti speciali, con una zona dedicata alla manutenzione del verde. Ovviamente avremo un occhio di riguardo per i prodotti ecosostenibili e certificati Cam».

Grazie a uno studio, frutto di una convenzione tra OFFICINE RASERA srl e Consorzio Futuro in Ricerca, condotto presso i laboratori dell’Università di Ferrara, si è potuto constatare come il “SISTEMA ARIA” di Officine Rasera offra le migliori condizioni in fatto di risparmio energetico con un minimo del 24% garantito sulla bolletta

Lo studio ha messo in evidenza l’alta capacità ventilante in ingresso e soprattutto in falda, grazie al listello universale “UNO”, e in uscita con il nuovo “COLMOWINGS”.

Il “SISTEMA ARIA” dispone di una vasta gamma di accessori per la posa a secco e l’ancoraggio di coppi e tegole

1) VENTILAZIONE PIÙ EFFICIENTE

2) BENEFICI IN OGNI STAGIONE

3) MINOR COSTO COMPLESSIVO

4) TETTO ASCIUTTO E SANO

5) SISTEMA DI POSA A SECCO

6) STABILITÀ DEGLI ELEMENTI

7) POSA SEMPLICE E RAPIDA

8) FACILE MANUTENZIONE

OFFICINE RASERA srl Via Degli Artigiani, 35 - CROCETTA del MONTELLO - TV tel +39.0423.639823 info@rasera.com - www.accessorirasera.com

MICHELE LABELLOTTINI

1Lea Ceramiche è un brand di Panariagroup, che propone alcune tra le sue collezioni più profonde in termini di gamma, declinate in cromie, formati e decori per ogni esigenza progettuale: Masterpiece by Ferruccio Laviani, Waterfall, Bio Select

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Jysk si impegna costantemente ad aumentare l’uso di materiali riciclati e sostenibili e a ridurre la sua impronta di carbonio. Per questo, all’interno della sua gamma di mobili da giardino si trovano prodotti in legno e in teak riciclato certificati Fsc

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3 FontanaArte firma il design dal 1932. Nell’anno del 90esimo anniversario dalla nascita dell’azienda, Fontana entra a far parte del Registro speciale dei Marchi storici di interesse nazionale, elenco istituito dal ministero dello Sviluppo Economico, creato per tutelare e valorizzare le imprese produttive di eccellenza. Le loro opere sono delle vere e proprie icone. 4 Fantini Mosaici: un capolavoro per l’esclusivo hotel Chopard nella piazza più celebre di Parigi. È ispirato alla collezione di Alta Gioielleria Animal World la spettacolare realizzazione bespoke di Fantini Mosaici per il boutique hotel 1, Place Vendôme, recentemente inaugurato da Chopard. L’hotel è ospitato nei piani superiori del palazzo settecentesco dove ha sede la storica boutique della Maison. 5 Moonshine è la collezione bagno Tonino Lamborghini, prodotta e distribuita in esclusiva mondiale da Glass Design, che pone l’accento sull’alluminio come materiale identificativo. I lavabi da appoggio, di forma semisferica, presentano un’eleganza innata nelle loro varianti cromatiche Blue, Grey, Rosa Sahara e Copper. 6 D180, la porta a prova di ladro, con serratura a prova di scasso, isolamento termo-acustico e accessori hi-tech, il tutto racchiuso in un design

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Valli presenta le maniglie H427 Arabella e H428 Lear. I nuovi modelli della collezione Lab coniugano un’estetica essenziale e contemporanea a soluzioni progettuali all’avanguardia, che ne valorizzano l’aspetto ergonomico e funzionale.

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minimale che facilita l’installazione in ogni contesto architettonico: sono le caratteristiche che contraddistinguono la porta blindata filotelaio D180 Dierre, equipaggiata con cerniere a scomparsa di nuova concezione che consentono un’apertura a 180 gradi e una doppia battuta di chiusura che, in combinazione con il kit soglia mobile, impedisce l’ingresso a spifferi e rumori. 7 Nel settantesimo anniversario dal primo Compasso d’Oro, la collezione Blu Ponti, disegnata nel 1960 da Gio Ponti e negli anni fedelmente rieditata dalla storica manifattura Ceramica Francesco De Maio, ha ricevuto nel corso della Cerimonia tenutasi a Milano giovedì 20 giugno il prestigioso Premio Compasso d’Oro alla carriera al prodotto, il più autorevole riconoscimento nell’ambito del design a livello mondiale nato nel 1954 da un’idea dello stesso Gio Ponti e oggi alla sua XXVIII edizione. 8 Le collezioni di Cotto d’Este, che si ispirano ai metalli o che si integrano armoniosamente con le finiture metalliche, sono studiate per progetti di interior design dal sapore metropolitano. Un look urbano, moderno e concettuale che Cotto d’Este interpreta ai massimi livelli grazie alla continua ricerca estetica, superfici seducenti e alte prestazioni tecniche.

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Trevi, la novità di Ceramiche Keope, s’ispira al fascino del travertino, pietra che intreccia le origini con quelle dell’architettura classica. Il travertino è una pietra caratterizzata da delicate sfumature, che le conferiscono un aspetto elegante e distintivo.

TO BUILD

ROOFTILE, PIASTRELLA A PROVA DI FUOCO

L’innovativa piastrella termoisolante modulare Rooftile di Ravago Building Solutions ha recentemente ottenuto la massima classificazione per il comportamento al fuoco (classificazione Broof t2) nei tetti piani e nelle terrazze. Facile da posare, leggera, funzionale e prestazionale, perfetta in combinazione con l’installazione di pannelli solari: la piastrella termoisolante Rooftile di Ravago Building Solutions è una soluzione multita-

sking dalle eccezionali prestazioni, perfetta per l’isolamento di terrazzi e coperture piane: abbina l’efficienza termica di Ravatherm XPS X, l’unico Xps in commercio additivato con particelle di Carbon Pure, all’efficacia massiva del cemento superficiale che attenua l’onda termica e protegge l’impermeabilizzazione. È studiata per coperture che richiedono una copertura isolante leggera e una pedonabilità saltuaria.

NUOVO BETONROAD GRIGIO PER PAVIMENTI E CHIUSINI STRADALI

L’innovativa piastrella termoisolante modulare Rooftile di Ravago Building Solutions ha recentemente ottenuto la massima classificazione per il comportamento al fuoco (classificazione Broof t2) nei tetti piani e nelle terrazze. Facile da posare, leggera, funzionale e prestazionale, perfetta in combinazione con l’installazione di pannelli solari: la piastrella termoisolante Rooftile di Ravago Building Solutions è una soluzione multitasking dalle eccezionali prestazioni, perfetta per l’isolamento di terrazzi e coperture piane: abbina l’efficienza termica di Ravatherm XPS X, l’unico Xps in commercio additivato con particelle di Carbon Pure, all’efficacia massiva del cemento superficiale che attenua l’onda termica e protegge l’impermeabilizzazione. È studiata per coperture che richiedono una copertura isolante leggera e una pedonabilità saltuaria.

LE FINITURE DOC DI SAN MARCO

Le finiture minerali a base di calce (Antica Calce, Intonachino Minerale, Marmo d’Autore, Marmorino Classico, Marmorino Fine e Marmo Antico) di San Marco si ispirano alla ricca tradizione degli intonaci veneziani, reinterpretandola in chiave moderna. Queste proposte consentono di realizzare superfici dall’aspetto raffinato e materico, altamente traspiranti e resistenti agli agenti atmosferici. Sono quindi adatte per il restauro di edifici storici, ma anche per nuove costruzioni dal fascino senza tempo. San Marco ha poi sviluppato finiture specifiche per la decorazione su sistemi a cappotto:

Concret_Art, Velature e Acrisyl Decora.

NUOVI MARTELLI DEMOLITORI MECALAC

Mecalac (progettazione, produzione e distribuzione di macchine compatte per i cantieri urbani), presenta la sua gamma di martelli demolitori idraulici: MB30, MB40, MB50 e MB80 (MB, Mecalac Breaker). La gamma Mecalac di quattro martelli di diverso calibro è una risposta a una moltitudine di esigenze. Infatti, abbinando il modello di martello alle dimensioni della macchina, siamo in grado di rispondere adeguatamente a tutti i livelli di utilizzo, occasionale o intensivo. Gli MB30, MB40 e

MB50, progettati per escavatori da 5 a 12 tonnellate, sono compatti e leggeri, con un sistema di protezione dai colpi a vuoto per una maggiore durata. Offrono inoltre un comfort operativo superiore grazie alle sospensioni che contribuiscono a ridurre l’inquinamento acustico.

MULTIPRESA CON USB DI ARTELETA

Arteleta presenta una nuova multipresa da tavolo con morsetto: è stata progettata per offrire una soluzione pratica e funzionale per migliorare la praticità

e la sicurezza in un ambiente di lavoro, fornendo un accesso comodo e organizzato alle prese di corrente siano esse di tipo tradizionale, che le nuove Usb. L’innovazione sta nel potente morsetto con ritorno a molla, che consente un fissaggio forte e sicuro della multipresa a qualsiasi scrivania. Sarà così facile l’inserzione delle spine nelle prese, evitando di avere scomode e pericolose ciabatte posizionate a terra. Dotata di due prese universali Schuko e bipasso 10/16A con alveoli protetti, una presa Usb-A da 5V-2,4A e una presa Usb-c da 5V-3A, la multipresa da tavolo con morsetto di Arteleta, con una portata di 3600W assicura la flessibilità necessaria per alimentare una vasta gamma di dispositivi contemporaneamente.

L’inclusione sia di prese univer sali che porte USB garantisce la compatibili tà con compu ter, smartphone e molto altro; inoltre, la pre senza degli alve oli riduce i rischi di contatti acci dentali, fornen do un utilizzo più sicuro.

STORIA

SUPERPAN BUILD: SOSTENIBILE

Il pannello è un prodotto innovativo, composto da fibre e particelle di legno. Si presta a molteplici applicazioni, come elemento strutturale controventante, rinforzo per pareti a secco, divisorie e controplaccaggi. Può anche essere abbinato ad altri materiali, è ecocompatibile e riciclabile

uperpan Build è un pannello strutturale innovativo realizzato in fibre e particelle di legno la cui distribuzione sul mercato italiano, a partire da gennaio 2024, è stata affidata in esclusiva a Xt Insulation. Un prodotto, progettato dalla spagnola Finsa, che coniuga efficienza e sostenibilità: i due aspetti che sono i più richiesti nel mondo dell’edilizia e che, in prospettiva, lo saranno sempre di più. «Superpan Build ha caratteristiche uniche che lo distinguono da tutti gli altri prodotti presenti sul mercato», conferma Andrea Menozzi, presidente di Xt Insulation. Domanda. Com’è nata la partnership con Finsa? Risposta. Superpan Build è frutto di un brevetto sviluppato in molti anni di ricerca e messa a punto da Finsa, una grandissima realtà produttiva con sede in Spagna e con una storia secolare nel settore della lavorazione industriale del legno. È una azienda molto

DA SINISTRA IL PRESIDENTE

ANDREA MENOZZI, L'AMMINISTRATORE FRANCESCA

MENOZZI E ANDREA BALDO, DIRETTORE COMMERCIALE

L'INGRESSO

DELL’HEADQUARTER DI XT INSULATION

conosciuta nel settore del mobile e dell’arredo di alta qualità grazie al suo know-how tecnologico, che le ha permesso di posizionarsi ai primissimi posti nell’offerta mondiale. I continui investimenti in ricerca l’hanno poi portata a crescere oltre il mercato dell’arredo, proponendo soluzioni innovative ed esclusive anche nel settore delle costruzioni. Per la proposta di Superpan Build al mercato italiano Finsa ha scelto di dar vita ad una partnership con la nostra azienda, fortemente radicata nel settore dei materiali da costruzioni, per valorizzare il grande potenziale di questo prodotto. Quindi, facendo leva sulla nostra esperienza e profonda competenza nel settore, abbiamo creato all’interno di Xt Insulation una struttura commerciale nuova, esclusivamente dedicata a questo progetto.

D. Che cosa vi ha convinto di Superpan Build?

R. Il prodotto ci ha entusiasmato fin dal primo momento: è una soluzione versatile, polivalente e unica sul mercato, ancor più un’assoluta novità per l’Italia, poiché è in grado di rispondere a una varietà di esigenze tecniche estremamente ampia. Siamo estremamente orgogliosi di aver dato vita a questa prestigiosa sinergia, che ci vede distributori in esclusiva per l’Italia di Superpan Build.

D. Superpan Build è stato presentato ufficialmente al mercato in occasione della fiera Klimahouse di Bolzano lo scorso gennaio. In questi mesi che feedback avete avuto?

R. Il prodotto piace molto, abbiamo avuto da subito

Copyright: YouTrade

riscontri positivi sia da parte degli operatori e applicatori, sia dai professionisti. C’è molto interesse proprio per le caratteristiche uniche del pannello, sia in termini di prestazioni che di versatilità di utilizzo. Il pannello è coperto da brevetto produttivo, aspetto che testimonia l’innovazione e la particolarità della sua composizione.

D. Com'è realizzato?

R. È un pannello composito formato da cinque strati di materiale derivato da differenti lavorazioni del legno e ricomposto mediante un processo di pressatura in continuo. Esternamente si compone di due facce di Hdf, fibra di legno ad alta densità e gli strati intermedi sono costituiti da particelle fini e grosse dello stesso materiale: si ottiene così un manufatto che consente di avere numerosi vantaggi. Superpan Build presenta elevate prestazioni meccaniche, di alta resistenza alla flessione, è facilmente lavorabile e ha un ottimo comportamento di adesione per eventuali rivestimenti. La produzione in linea, inoltre, offre una costanza di performance del pannello e di tutte le sue parti.

D. Quali sono i principali ambiti di applicazione del pannello?

R. Superpan Build si presta a molteplici applicazioni e offre un contributo prezioso e altamente performante: può essere utilizzato come elemento strutturale controventante nella realizzazione di pareti, solai e coperture, oppure come elemento di rinforzo per pareti a secco, pareti divisorie e controplaccaggi. Inoltre, è ottimale per

essere abbinato ad altri materiali costruttivi complementari, in primis gli isolanti e i sistemi costruttivi a secco. L’ottimo comportamento di adesione rende semplice l’eventuale rivestimento, per esempio in copertura, con guaine o altri prodotti. Superpan Build presenta una superfice piana a basso assorbimento, oltre a risultare semplice da tagliare, in maniera precisa, e resistente agli urti. Pur essendo disponibile nel formato standard che segue le misure dei pannelli a secco, per altre applicazioni può essere prodotto in formati su misura con minimi produttivi estremamente ridotti.

D. In questa fase iniziale di proposta al mercato dove avete trovato maggiore apertura?

R. Devo dire che il prodotto è piaciuto e piace a tutti gli interlocutori con cui ci siamo interfacciati. È nuovo, è innovativo e desta sempre grande curiosità e apprezzamento. Superpan Build è distribuito attraverso le rivendite di materiali edili, che possono così rispondere alle richieste degli applicatori, e i nostri consulenti stimolano anche la domanda dei progettisti, a cui Superpan Build apre un ventaglio davvero ampio di possibilità costruttive. Va inoltre sottolineato che il pannello ha un’alta valenza in tema di sostenibilità: possiede le più importanti certificazioni sulla filiera di produzione, come le certificazioni forestali Pefc e Fsc, che certificano la catena di custodia del legno e la sua riciclabilità, Eutr (che garantisce l’origine legale del legno), il Cradle to Cradle collegato direttamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile e, non ultima, l’Epd, che attesta il basso impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Infine, Superpan Build è conforme ai requisiti Cam, indispensabili per l’utilizzo negli appalti pubblici e nell’edilizia più evoluta e contribuisce a soddisfare i requisiti per l’edilizia sostenibile secondo i protocolli Breeam, Leed, Iwbi. Un altro aspetto sicuramente significativo è legato allo smaltimento: Superpan Build può essere smaltito seguendo la filiera del legno, non costituisce un rifiuto speciale, ed è riciclabile.

D. Nell’applicazione in ambito strutturale la sicurezza è un parametro fondamentale. Il pannello possiede certificazioni in tema di antisismica e di resistenza al fuoco?

R. Ci stiamo lavorando. Al momento sono state fatte diverse prove della resistenza sismica. Il pannello ha ottimi valori in questa prospettiva, ma stiamo ultimando il processo di certificazione. Stesso discorso vale per il fuoco. Ci sono già delle certificazioni in abbinamento ad altri prodotti.

D. Quali sono i vantaggi principali del prodotto che lo rendono essenziale per la rivendita?

R. Il pannello è estremamente versatile, quindi si presta a essere impiegato in diverse applicazioni, in copertura con funzione portante, come elemento strutturale in aderenza alla travatura in legno, come strato intermedio

o finale, per realizzare controtelai di finestre. Ancora: può essere un elemento strutturale controventante a parete, oppure essere impiegato come elemento di servizio in contropareti nelle applicazioni a secco, che al momento è il nostro punto di partenza. Infine, è ideale anche per realizzare massetti a secco a basso spessore, veloci e pratici da posare, che offrono grandi doti di resistenza a trazione.

D. Qual è il suo punto di forza più evidente?

R. Il plus più evidente è la tenuta ai fissaggi: il pannello si presta a qualsiasi tipo di ancoraggio. Questo fa la differenza sia in applicazioni di copertura, dove il pannello si dimostra in grado di resistere in maniera notevole alla forza di estrazione del vento ed è ottimale per il fissaggio di elementi quali le staffe del fotovoltaico, per esempio, senza necessità di cercare la corrispondenza con la trave. Anche in parete, ad esempio in abbinamento ai sistemi a secco, Superpan Build può essere usato come elemento di rinforzo in grado di sopportare carichi di massa elevata, grazie alla tenuta delle viti elevatissima. Non dimentichiamoci inoltre che, grazie alla sua massa e all’elasticità del materiale, apporta benefici anche a livello acustico, andando a coadiuvare gli altri materiali con cui Superpan Build si trova a collaborare.

D. Come si applica?

R. La posa del pannello è molto semplice, non richiede abilità particolari, se non l’accortezza di rispettare le indicazioni di posa fornite dal produttore e la distanza e frequenza dei fissaggi determinati dai calcoli dello

COMPOSIZIONE DEL PANNELLO SUPERPAN BUILD

STORIA DI COPERTINA

IL PANNELLO

SUPERPAN BUILD

IMPIEGATO

COME RINFORZO

STRUTTURALE PER

PARETI A SECCO

strutturista, nel caso delle strutture portanti. Il taglio si esegue con utensili comunemente presenti in cantiere.

Inoltre, il pannello è utilizzabile anche in eventuali ritagli, poiché anche tagliato non perde le sue qualità ed eventuali sfridi possono essere impiegati in tante situazioni nello stesso cantiere. In questo momento sul mercato sono tre gli spessori richiesti: 12, 15 e 18 millimetri. Quindi, con pochi articoli è possibile soddisfare una vasta gamma di esigenze dei clienti.

D. Avete sviluppato una linea d’offerta in tutta Italia?

R. Siamo partiti da pochi mesi e quello che abbiamo fatto in meno di metà anno è già un successo di rilievo, perché siamo presenti in modo organico in tutto il Centronord. Il prossimo obiettivo è consolidare l’offerta del prodotto nelle rivendite delle regioni del Sud. Inoltre, per noi è prioritario investire in divulgazione, verso i progettisti e le imprese, sia realizzando progetti ad hoc con agenzie

formative sia creando eventi presso le rivendite. Quello che ci riempie di orgoglio è che ogni volta che ci confrontiamo con professionisti e operatori del mercato abbiamo sempre feedback molto positivi, poiché il pannello presenta caratteristiche il cui valore viene immediatamente percepito. È un prodotto di fascia alta come qualità e prestazioni, ma al tempo stesso riesce a mantenere un ottimale equilibrio fra costi e benefici, per tutti i tratti di complementarietà e di versatilità che dimostra.

D. È importante la sostenibilità del prodotto?

R. Sicuramente è perfettamente adeguato a soddisfare le esigenze dell’edilizia del futuro, poiché si presenta come una soluzione altamente sostenibile, riciclabile, con un percorso di circolarità documentato, una compatibilità ambientale attestata dalle più prestigiose certificazioni internazionali e concorre all’ottenimento dei crediti all’interno dei protocolli ambientali più diffusi.

idea unica, risultato rivoluzionario

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LATERLITE

NUOVI INVESTIMENTI DAL SUPERGRUPPO DELLA LEGGEREZZA

L’azienda inaugura in Abruzzo un nuovo impianto di predosati

Gras Calce e festeggia 60 anni di attività

Cinque divisioni, un’unica realtà: Laterlite ha una lunga storia, basata specialmente sui successi. La nascita negli anni Sessanta, nel 1964, da un gruppo di imprenditori impegnati nei laterizi, che portarono in Italia la tecnologia di produzione Leca dalla Scandinavia per dare il via alla cultura di isolamento termico nelle costruzioni. Poi la propensione all’innovazione, che ha guidato lo sviluppo: blocchi isolanti per murature, l’utilizzo dell’argilla espansa per infrastrutture, rilevati e calcestruzzi leggeri, per passare poi allo studio e alla progettazione dei primi premiscelati, isolanti per massetti, sottofondi e calcestruzzi, seguiti dai primi sistemi integrati per il consolidamento di solai di edifici storici. Un’importante espansione che non si è fermata al raggiungimento del secolo, ma che va avanti ancora, dopo 60 anni compiuti proprio quest’anno. Come racconta a YouTrade Gian Domenico Giovannini, amministratore

Alice Fugazza

delegato da più di 20 anni di Laterlite, che di pagine da scrivere, nel diario della storia dell’azienda, ne ha ancora parecchie.

Domanda. Laterlite ha completato tre anni fa l’acquisto di Gras Calce, come è stata integrata nel gruppo? Risposta. L’avvicinamento si è svolto in tre passaggi: nel 2016 Laterlite è entrata con percentuale di minoranza nell’azienda, nel 2021 ha completato l’acquisizione con il 100% delle quote e dal primo gennaio 2022 Gras Calce è stata fusa con Laterlite, assieme alle altre società che sono diventate divisioni, quali Leca sistemi e Ruregold. Dal primo gennaio 2022, Laterlite è un’unica entità legale.

D. Qual è stata la logica dell’acquisto?

R. Si è basata su due grandi punti di forza di Gras Calce: il predosato e lo stabilimento di Trezzo sull’Adda. Gras Calce vendeva oltre il 90% del proprio fatturato a Nord del Po, quindi una direttrice di sviluppo è stata portare Gras Calce in tutta Italia, prima con lo stabilimento di Parma e quello di Lentella in Abruzzo, oggi. La seconda direttrice è stata fare di Trezzo un polo logistico per la Lombardia, quindi portare sia la produzione di una serie di prodotti Leca, che la produzione di Ruregold.

D. Quali sono le specificità di Gras Calce?

R. Come molti sanno, il predosato è stato un brevetto Gras Calce. Seppur negli anni si siano sviluppati molti concorrenti, oggi Gras Calce è leader italiana nella produzione dei predosati con i tre prodotti base: malta bastarda, calcestruzzo e supersabbia in cemento. Ma anche altri prodotti speciali predosati. Inoltre, da sempre Gras Calce presta grande attenzione alle esigenze dell’artigiano che

lavora in prima persona il prodotto, quindi negli anni ha sviluppato altri prodotti premiscelati e altre soluzioni sempre focus artigiano.

D. Che ruolo svolge lo stabilimento di Lentella per la strategia di espansione nel mercato del Centro Sud Italia?

R. Partendo dalla grandissima quota di mercato che il predosato ha in Lombardia, abbiamo fatto in questi otto anni un grande lavoro di sviluppo. Prima commerciale nel Centro Italia, poi industriale con la produzione nello stabilimento di Parma e, a stretto giro, prima commerciale in tutto il Centro Sud, adesso con lo stabilimento di Lentella. I predosati sono prodotti di base, quindi è importante avere la produzione più vicino possibile a dove sono utilizzati. Il sito in Abruzzo ci consentirà di concretizzare il lavoro di spinta promozionale fatto nei mercati del Centro Sud.

D. Quanto avete investito per costruire il nuovo impianto?

R. Il nuovo impianto all’interno dello stabilimento produttivo Leca di Lentella è costato 5 milioni di euro, ai quali si aggiungerà un altro investimento per la parte dei pannelli fotovoltaici sulla copertura, che consentiranno una produzione più sostenibile.

D. Qual è il ruolo dello stabilimento nello sviluppo e nella crescita di Laterlite?

R. Negli ultimi anni abbiamo investito a livello industriale e logistico soprattutto al Nord con un impianto di predosati a Parma e un grande sito produttivo di premiscelati a Trezzo. Nel 2023 e nel 2024 abbiamo invece investito per

GIAN DOMENICO GIOVANNINI, AMMINISTRATORE DELEGATO E LO STABILIMENTO DI LENTELLA

PRODUZIONE

LO STABILIMENTO

DI LENTELLA E LA FESTA PER I 60 ANNI DI VITA DELL'AZIENDA

potenziare la capacità industriale e logistica nel Centro Sud con l’impianto a Lentella e con l’acquisizione di Premix, società di premiscelati in Sicilia, in provincia di Siracusa. Con questi due nuovi impianti riusciamo a essere più efficienti ed efficaci, sia con minori costi di trasporto, che con una migliore integrazione della

logistica nelle cinque divisioni di Laterlite.

D. Qual è la strategia complessiva che ha portato all’investimento nel nuovo impianto?

R. Rendere Gras Calce un marchio nazionale. A Roma questo nome era sconosciuto, ora non è più così: devo dire che siamo molto soddisfatti dell’andamento dell’impianto, contiamo di portare molto in alto i prodotti nel Centro Sud.

D. Che tipo di prodotti tratta?

R. Inizialmente ci siamo concentrati sul lancio dei tre prodotti base: un calcestruzzo predosato, un massetto e una malta per posa e intonaco. Sicuramente il calcestruzzo ci ha dato da subito ottimi feedback poiché è sempre più richiesto in sostituzione del tradizionale sacco di cemento, sabbia e ghiaia impastati in cantiere. Per tutti i lavori di taglia medio piccola, dove la centrale di betonaggio non arriva.

D. Un aspetto importante è quello che riguarda l’impatto ambientale: come vi siete regolati?

R. Gli investimenti principali fatti da Laterlite negli ultimi anni sono volti all’energia rinnovabile e quindi con l’installazione di pannelli fotovoltaici. Sia nello stabilimento di Parma dove abbiamo un importantissimo progetto di agrivoltaico, tecnologia che consente il mantenimento dei campi coltivati con l’aggiunta di pannelli fotovoltaici, ma anche a Lentella, come già detto. Stiamo anche lavorando sull’utilizzo di inerti riciclati, sia nello spirito della circular economy sia per le certificazioni

Cam. È anche in corso di sviluppo un progetto pilota con il consorzio Rec per il recupero e il riciclo dei sacchi plastica post consumer del predosato.

D. Laterlite ha costituito in poco tempo un polo integrato per l’edilizia, qual è la strategia?

R. Dopo aver ultimato una strategia di potenziamento e focalizzazione sull’argilla espansa con l’acquisizione di un competitor nel 2008, Laterlite ha iniziato a cercare in altre direzioni il proprio sviluppo. È nata la voglia di diversificare rispetto alla produzione di argilla espansa e di premiscelati leggeri. Il primo step è stato Gras Calce, a seguire i rinforzi strutturali di Ruregold, e l’ultima arrivata, a luglio 2023, è stata Premix, azienda siciliana leader nella produzione di premiscelati con malte, intonaci e prodotti tecnici. Riteniamo che il nostro percorso di diversificazione non sia ancora concluso e ci guardiamo intorno per potenziare ulteriormente l’offerta integrata dei prodotti nei prossimi anni, magari attraverso qualche altra acquisizione. Forti della nostra struttura industriale, logistica e commerciale e forti della preferenza che i tanti rivenditori italiani ci assicurano ogni anno. Abbiamo avuto un esempio lampante anche con Ruregold, nel mondo dei rinforzi: una buona collaborazione con la distribuzione è stata di grande successo e abbiamo acquisito un’azienda che distribuiva solo il 10-20 % attraverso le rivendite di materiali edili trasformandola in un’attività più focalizzata sulla distribuzione nel giro di pochi anni, anche grazie al bonus 110%. E a molto lavoro di forma-

zione e collaborazione.

D. Qual è la dimensione del gruppo?

R. L’ultimo bilancio appena chiuso vede il passaggio del fatturato da 155 milioni a sfiorare i 170 milioni. Siamo in 300 dipendenti, più una rete di oltre cento venditori esterni in gran parte agenti mono mandatari e pluri mandatari.

D. Che cosa è cambiato per i clienti?

R. L’offerta è sempre più integrata, sia di prodotti che di servizi. Oggi conta sempre di più il servizio: non solo la logistica, ma anche la promozione tecnica commerciale, gli studi di progettazione tecnica (attività su cui puntiamo da anni), il customer service tecnico che supporta i rivenditori nelle consulenze in cantiere, il nostro ufficio calcoli, sicuramente il più esperto a livello nazionale nel consolidamento dei vecchi solai, in legno acciaio e calcestruzzo e nella tecnologia Frcm, e tutti i servizi di formazione e comunicazione legati al marketing.

D. L’offerta integrata di prodotto in che modo si è concretizzata?

R. Sempre in molte regioni d’Italia abbiamo integrato anche le reti di agenti e, quindi, formato personale in grado di dare servizi ai rivenditori su tutte e cinque le divisioni di Laterlite, quali Leca, Lecablocco, Gras Calce, Ruregold e Premix. Lavoriamo sempre più su soluzioni e sistemi costruttivi, creando capitolati e quindi, un’offerta integrata tra le varie divisioni. E tanta formazione.

FILA SOLUTIONS

SUPERFICI A CINQUE STELLE IN HOTEL

L’azienda specializzata nel trattamento delle superfici ha lavorato al prestigioso San Pietro nella cittadina campana con un completo servizio di ripristino, che comprende anche la formazione del personale della struttura

L’hotel a cinque stelle San Pietro di Positano (Salerno) e Fila Service, due sinonimi di qualità italiana, accomunati dalla ricerca dell’eccellenza e della bellezza. Il San Pietro non è una struttura ricettiva in senso classico, ma un luogo molto speciale che ispira incanto e suggestione. È uno degli alberghi più amati e desiderati al mondo, una delle icone dell’ospitalità italiana. Anche la bellezza della Costiera Amalfitana fa la sua parte, con l’eccezionalità della posizione che l’albergo occupa, su uno sperone meravigliosamente proteso sul mare. Sono tanti gli hotel che godono di una posizione privilegiata e con viste altrettanto spettacolari, eppure

Alice Fugazza

non tutti riescono a esercitare un’attrazione così potente in chi li visita. La struttura di lusso, prima dell’apertura primaverile, ha deciso di rifarsi il look per soddisfare al meglio le esigenze dei suoi ospiti.

FORMAZIONE

E qui è entrata in gioco Fila Service, che con la propria équipe di tecnici ha affiancato e formato le maestranze dell’hotel. La società sviluppa sia in Italia sia all’estero l’attività di fornitura di servizi di trattamento, pulizia, posa in opera, levigatura e lucidatura delle superfici. Propone anche il servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria in ambito pubblico e privato per i rivestimenti, interni

o esterni: dal residenziale al commerciale, dal turistico all’alberghiero, dal sanitario al nautico e ai centri sportivi, per arrivare ai beni di interesse storico e artistico. Ma il trait d’union con Il San Pietro è soprattutto nel servizio e nella formazione che Fila Service ha proposto.

CHIAVI IN MANO

Uno dei plus aggiuntivi che contraddistingue la società è poter offrire un servizio chiavi in mano, con la sicurezza di una gestione consolidata nel tempo, che attinge le proprie risorse da un team di professionisti, di cui Fila ha seguito personalmente la formazione. Il San Pietro e Fila sono accomunati anche dalla storia delle due famiglie che hanno creato e portato avanti le due realtà sin dall’origine: da oltre 50 anni il San Pietro e da oltre 80 anni Fila. Due eccellenze che si sono incontrate per presentare insieme il meglio del Paese, anche se con sfaccettature differenti. La manutenzione ordinaria e straordinaria delle superfici (cotto, pietra, marmo, cemento) grazie a Fila è stata accelerata e semplificata, creando insieme al team dell’hotel degli standard in una modalità learning by doing, ovvero formando il personale e lavorando insieme. Oltre a ciò, Fila Service ha rinvigorito le già cortissime procedure di manutenzione ordinaria dell’albergo, attuate nei mesi di apertura, che richiedono soluzioni snelle e veloci, ma sempre dai risultati impeccabili.

L'HOTEL A CINQUE

STELLE DI SAN PIETRO A POSITANO

COTTO POSSAGNO

IL COPPO DI PIÙ CHE RESISTE ALLA GRANDINE

L’impresa di laterizi ha messo a punto un materiale in grado di sopportare ghiaccio fino a 4 centimetri che cade a 100 chilometri l’ora. E, inoltre, si adatta ai tetti di edifici storici

L’Italia è sempre stata un paese soggetto a temporali e grandinate. Quello a cui stiamo assistendo ora è che fenomeni che un tempo avvenivano solo d’estate accadono anche nelle altre stagioni, dovuti al fatto che il riscaldamento globale, in Italia e nel Mediterraneo, sta procedendo a un ritmo accelerato. Per questo Industrie Cotto Possagno, costantemente documentata sui cambiamenti climatici e orientata al miglioramento delle soluzioni da proporre al mercato, sviluppa prodotti sempre più performanti rispetto agli eventi atmosferici attuali. La grandine, che avuto una escalation di frequenza e intensità in tutta l’Europa, è sicuramente il fenomeno che impatta maggiormente sui danni provocati ad abitazioni ed in particolare ai tetti.

IL COPPO DI PIU', UNO DEI BEST SELLER DELLE INDUSTRIE COTTO POSSAGNO, RESISTENTE ALLE INTEMPERIE

TEST DI LABORATORIO

Qui entra in gioco il Coppo di più, uno dei best seller di Industrie Cotto Possagno. Il materiale è in grado di resistere all’urto di proiettili di ghiaccio del diametro di 4 centimetri, anche se lo colpiscono alla velocità di 100 chilometri ora. Questa resistenza è stata ottenuta grazie ai test svolti da p+f expert - Prüfer und Fachberater fürs Bauen, laboratorio svizzero qualificato e indipendente, che ha certificato risultati eccellenti su un’ampia gamma di prodotti Cotto Possagno.

LE CARATTERISTICHE

I Coppi di più della Linea Tradizione Antica sono prodotti da Cotto Possagno con miscele di argilla e processi produttivi che li rendono performanti sotto molti aspetti (tra cui, appunto, la resistenza alla grandine), ma assecondano, con i loro cromatismi, i vincoli costruttivi di centri e dimore storiche, dove è importante tutelare l’impatto visivo del panorama architettonico. Ogni coppo riproduce un particolare effetto antico, che si armonizza con le coperture preesistenti ed entra in sintonia con le peculiari caratteristiche dei borghi storici, rendendolo adatto per restauri e recuperi che rispettino il contesto in cui sono inseriti. Sono disponibili in diverse varianti di colore: Antica Possagno Scuro, Coppo d’Autore, Vecchio Chiaro, Vecchio Scuro, Veneto Antico.

MATERIALLY

METTIAMO IN CIRCOLO IL CUORE DELLE COSTRUZIONI

La società con sede a Milano è focalizzata sulla ricerca dei materiali innovativi e sostenibili per la realizzazione dei più svariati oggetti, anche nel settore dell’edilizia. Dove il focus ora è l’economia circolare

Conoscenza, consulenza, capacità di ispirare e di fare rete sono, oggi più che mai, qualità indispensabili per chi si occupa di innovazione. Lo sa bene Materially, azienda partner della statunitense Material ConneXion, che dal 2002 nella sua sede di Milano è un punto di riferimento per chi, come i tanti lettori di YouTrade, opera nel business dei materiali ed è attento alle tecnologie che ne hanno reso possibile la creazione e alle loro possibili evoluzioni. Grazie a una

molteplicità di iniziative e servizi, oltre alla Material Library Mcx, la materioteca di Material ConneXion, che include 10 mila materiali da 7.500 produttori internazionali: dai rivestimenti alle materie plastiche, dai metalli ai tessuti, dalla manifattura additiva agli smart material. Anna Pellizzari, Head of Advisory di Materially, approfondisce l’attività dell’azienda e svela quali sono i trend previsti per l’edilizia del futuro. Domanda. Quando nasce Materially e di che cosa si occupa?

Risposta. Materially nasce nel 2020, ma affonda le sue radici in un passato più lontano avendo ereditato competenze e conoscenza da Material ConneXion Italia, licenziataria dello storico brand statunitense Material ConneXion (MCX) e attiva a Milano dal 2002. Material ConneXion è stata tra le prime a realizzare una materioteca, fisica e digitale, in un momento storico in cui questo tipo di supporto era ancora ben lontano dall’essere uno strumento conosciuto e diffuso come oggi. La partnership tra Materially e Material ConneXion è tuttora attiva, per questo presso i nostri uffici di Milano ospitiamo la Material Library Mcx. Accanto alla materioteca, il core business di Materially è la consulenza, volta a supportare imprese nella loro ricerca di innovazione e sostenibilità a partire dai materiali. I driver più importanti che guidano le nostre attività sono innovazione, sostenibilità e rispetto dei principi di circolarità.

D. Rispetto ai suoi inizi, come si è evoluta negli ultimi anni l’attività di Materially?

R . Inizialmente gli abbonamenti alla materioteca Material ConneXion costituivano il principale servizio offerto. Alle attività di consulenza rivolte ad aziende in cerca di soluzioni materiali innovative si sono presto affiancate l’organizzazione e la curatela di mostre dedicate al design e ai materiali. Nella consulenza verso utilizzatori di materiali, l’evoluzione più significativa riguarda il tipo di esigenze che ci viene chiesto di soddisfare. Se nei primi anni Duemila la ricerca di nuovi materiali era finalizzata a rendere il prodotto unicamente più innovativo, ora il materiale è una leva per costruire una strategia di prodotto che miri al raggiungimento concreto di obiettivi di circolarità e sostenibilità. Abbiamo poi iniziato a notare esigenze che accomunano le aziende produttrici di materiali innovativi. Per questo abbiamo ampliato i nostri servizi rivolgendoci anche a questo target. Alle aziende che producono materiali dedichiamo servizi di networking finalizzati a dare o espandere la visibilità a un pubblico in target: organizziamo eventi di disseminazione tecnologica rivolti ad aziende utilizzatrici di materiali e curiamo una vetrina virtuale non commerciale che si chiama M Selection, dove segnaliamo aziende particolarmente innovative. L’evento più importante

PRODUZIONE

di disseminazione e networking che curiamo annualmente si svolge nel contesto del Fuorisalone durante la Milano Design Week. Queste mostre collettive, spesso arricchite da occasioni di confronto con gli attori del settore, sono diventate un punto di riferimento autorevole e globale per progettisti e aziende interessate a materiali innovativi.

D. Quali sono i vostri clienti tipo e quali le richieste principali di chi si rivolge a voi?

su queste tematiche.

D. Parlando di costruzioni, quali sono le ultime tendenze che avete evidenziato in questo ambito?

UNO SCORCIO

DELLA MATERIOTECA

MCX OSPITATA DA MATERIALLY

R. Difficile delineare con precisione un profilo di cliente tipo. Collaboriamo potenzialmente con tutte le aziende che hanno a che fare con materiali. I nostri clienti spaziano in tutti i settori: dall’automotive, al beauty, al fashion e, in generale, al mondo garment (abbigliamento), fino all’arredamento, del retail, del product design e delle finiture. Le figure aziendali con cui abbiamo più a che fare provengono dai reparti R&D, design, sustainability, innovation, Csr e marketing. Le richieste più frequenti riguardano la ricerca di un materiale alternativo che riduca a vario titolo l’impatto ambientale o renda il prodotto o un business più circolare. È difficile che le aziende abbiano competenze in house così specifiche e verticali nel mondo dei materiali, dunque si rivolgono a noi. Notiamo, inoltre, che c’è una richiesta crescente di formazione e aggiornamento interno rispetto alle tematiche legate alla sostenibilità, circolarità e innovazione. Ecco perché tra i nostri servizi offriamo percorsi di formazione più o meno customizzabili e workshop aziendali che mirano a gettare le basi o a espandere le conoscenze

R. Nel settore delle costruzioni le ultime tendenze riguardano materiali sempre più leggeri e performanti, a spessore ridotto, dal contenuto almeno parzialmente riciclato e caratterizzati da una semplice manutenzione e riparabilità. Dal punto di vista dei sistemi costruttivi, nuove soluzioni si presentano sul mercato nel tentativo di offrire un’alternativa ai metodi basati sull’impiego di calcestruzzo che siano meno impattanti dal punto di vista ambientale: si tratta di sistemi modulari, replicabili e facilmente trasportabili, in grado di ridurre i costi e i tempi di gestione e di cantiere, le cui strutture portanti, che possono anche essere in legno, ospitano materiali di riempimento idonei alla coibentazione dell’edificio. Tali sistemi sono naturalmente pensati per essere rivestiti in interno tramite pannellature e in esterno, eventualmente, tramite ulteriori sistemi per cappotto termico. Il ritorno all’impiego di materiali tradizionali e naturali, come intonaci a calce, all’argilla e similari, contenenti vari tipi di inclusioni di diversa granulometria, compresi scarti vegetali e minerali di origine del territorio, è sostenuto da una maggior attenzione nei confronti della salubrità degli ambienti interni e nei confronti del benessere percepito in termini di vivibilità e comfort termico degli spazi. Le tendenze più recenti includono inoltre continue sperimentazioni con materiali di nuova generazione ottenuti grazie agli avanzamenti nel settore biotech, tra cui i materiali accresciuti come il micelio. Ne esistono esempi già disponibili a livello commerciale, per esempio, in forma di sistemi fonoassorbenti o di pavimentazioni resilienti.

D. Quali sono le principali esigenze richieste in ottica del raggiungimento di una maggiore sostenibilità?

R. Senza dubbio l’accessibilità a materiali e soluzioni pensate per l’efficientamento e l’alleggerimento degli edifici. Non si tratta solo di avere rapidamente accesso a dettagli relativi alle singole performance tecniche o alla composizione del materiale, ma anche e soprattutto a informazioni che siano verificate e indicazioni puntuali circa la compatibilità di ciascuna soluzione con i diversi sistemi disponibili e/o già in essere. La facilità di manutenzione e l’elevata durabilità possono rappresentare elementi premianti soprattutto se legati alla possibilità di re-impiego o riutilizzo. L’impiego di materiali naturali come legno, bambù e derivati, sempre apprezzati per le loro caratteristiche intrinseche, rispondono ancora meglio a queste esigenze, soprattutto se applicati tramite sistemi di posa a secco. Materiali di rivestimento come intonaci e pitture privi di composti organici volatili contribuiscono a una migliorata sostenibilità complessiva, che ricordiamo

essere un concetto ampio che include anche la salute di chi produce o opera con il materiale.

D. Oltre ai materiali, qual è il ruolo del design e in che modo è possibile creare una migliore sinergia tra questi aspetti?

R. Il ruolo del design è essenziale nell’unire tutti i concetti sopracitati attraverso lo studio ponderato di estetica e funzionalità. Il design diventa ancora più fondamentale nel momento in cui la progettazione stessa avvenga a partire dal materiale. Ciò permette di realizzare progetti finiti in cui ogni elemento lavora in sinergia con il resto, rapportandosi in termini di potenzialità o eventualmente limiti con ciascun altro componente. Ogni elemento, ovvero ogni materiale, dovrebbe essere selezionato e impiegato non solo per le sue proprietà e la sua specifica funzione, ma anche in base al suo funzionamento in relazione al resto degli elementi progettuali.

D. Parlando invece di packaging, qual è il suo impatto e quali soluzioni si stanno affacciando per ridurne l’impronta ecologica, considerando anche l’aspetto dei costi di produzione e smaltimento?

R. Il tema del packaging rappresenta un argomento sempre più rilevante per diverse realtà industriali, dal tessile all’alimentare, dall’arredo ai beni di consumo. Nel settore delle costruzioni, la sfida principale, nonché strategia più efficace, consiste nell’accertare che ogni componente sia conferita nel corretto ciclo di smaltimento. Sappiamo che, dal punto di vista della quotidianità del cantiere, questo rischia di non avvenire e materiali che potrebbero essere facilmente riciclati grazie all’esistenza di filiere consolidate, molto spesso finiscono in discarica o, al massimo, alla termovalorizzazione. Miglioramenti da questo punto di vista possono essere implementati direttamente dalle aziende manifatturiere. Per esempio, riducendo o recuperando il materiale utilizzato per il trasporto all’interno del sito produttivo stesso. Un’altra strategia efficace può essere quella di preferire materiali il cui formato preveda la miscelazione con una fase liquida direttamente disponibile in cantiere, evitando durante il trasporto l’aggiunta del peso corrispondente a quella stessa componente e massimizzando la capacità di carico di materiale per ciascun trasporto.

D. Perché è così difficile coinvolgere gli operatori del settore edile verso un modo di costruire più attento all’ambiente? È solo questione di costi o è semplicemente un problema culturale?

R. Sono diversi i fattori che limitano l’accesso a metodi costruttivi più attenti all’ambiente, e quello economico poteva essere uno dei principali fino a qualche anno fa. In realtà attualmente si tratta più di una semplice questione di approccio e conoscenza dei materiali, e soprattutto della prevedibilità del loro comportamento.

Con materiali tradizionali tutti questi aspetti sono dati per assodati. Un altro argomento che è necessario approfondire è il tema della compatibilità tra i diversi materiali: un fattore essenziale che, come nel passato, per le nuove soluzioni necessita di una collaborazione e una comunicazione efficace lungo tutta la catena di approvvigionamento. Inoltre, fornire formazione e informazioni sulle pratiche sostenibili permette agli operatori in prima linea di conoscere le opzioni disponibili e i benefici associati non solo a favore del progetto, ma anche in termini dell’impatto sull’attività lavorativa.

D. Come immaginate i materiali da costruzione nel futuro, considerando il traguardo della decarbonizzazione del settore?

R. Immaginiamo i materiali del futuro sempre più leggeri, con importanti quantità di contenuto di recupero all’interno o con una modularità tale da poter essere facilmente reimpiegati, prodotti per mezzo di processi produttivi meno impattanti, efficienti dal punto di vista meccanico e resistenti a eventi naturali estremi. Immaginiamo inoltre evoluzioni nelle formulazioni proprietarie di materiali pensati per la stampa 3D in larga scala e in sinergia con le tecniche di progettazione computazionale, nonché sviluppati per sfruttare sempre di più elementi quali radiazioni luminose, vento, umidità relativa per funzioni specifiche di adattamento ed efficientamento rispetto al contesto territoriale.

PRODUZIONE

FINESTRE ISOLATE CON IL MONOBLOCCO TIQUADRA

TiQuadra è un monoblocco, realizzato in Eps, conforme ai Cam, che aumenta le performance degli infissi esistenti senza necessità, per i residenti, di lasciare l’abitazione per eseguire i lavori. Grazie ai suoi materiali isolanti e al design all’avanguardia, il monoblocco coibenta efficacemente il foro finestra e concorre al miglioramento della classe energetica. Nello specifico, è dotato di profilo in Pvc idoneo alla sigillatura tra monoblocco e serramento, mediante guarnizione autoespandente. La soluzione crea un ambiente domestico confortevole al riparo da condense e muffa, e il grande vantaggio è quello di poterla applicare con semplicità senza alterare l’architettura dell’edificio. Il sistema non necessita di opere murarie, si monta dall’esterno andando in appoggio alla finestra e viene applicato mediante il fissaggio di opportune staffe. È disponibile in diverse soluzioni: per solo infisso, scuro e tapparelle. TiQuadra può essere abbinato a prodotti complementari, quali il cassonetto coibentato SalvaCaldo e il copri davanzale Cover, entrambi in Eps, quest’ultimo rivestito in alluminio verniciato, disponibile su misura. Il risultato finale è, quindi, un lavoro di riqualificazione del foro finestra semplice ed efficace.

DeFaveri

RUBRICHE

MUOVIAMOCI

ANDREA

PAYARO

Docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)

NL’E-COMMERCE? È NEL DARK STORE

el commercio elettronico il punto di vendita ha rappresentato fin dagli inizi uno degli spazi da cui far partire l’esecuzione dell’ordine verso il cliente. Nel tempo però questa strategia ha dimostrato una serie di punti di debolezza e di criticità che hanno messo in discussione questo modello distributivo. Tra i principali problemi emersi, la difficoltà di combinare le esigenze del pubblico che frequenta il punto di vendita con le necessità dell’operatore di magazzino addetto alla preparazione degli ordini. Si pensi, per esempio, che chi fa commercio elettronico utilizzando il negozio come base di spedizione deve dedicare il proprio personale alla vendita a preparare gli ordini, a confezionare il bene (cosa che per un cliente fisico non accade), a finalizzare l’ordine attraverso la stampa dei documenti. Queste attività delegate al commesso potrebbero ridurre il livello di servizio offerto al cliente del negozio, sia attraverso una minore assistenza alla persona, sia con un mancato rifornimento dello scaffale e con un incremento delle mancate vendite.

Per evitare una scomoda coesistenza nello stesso luogo della gestione di più canali di vendita sono stati realizzati i dark store. Questo termine descrive un magazzino dedicato esclusivamente alla preparazione e alla spedizione degli ordini online, non accessibile al pubblico per lo shopping tradizionale. Questi spazi sono ottimizzati per l’efficienza nella gestione degli ordini online, permettendo una raccolta e una spedizione più rapide rispetto a un negozio al dettaglio tradizionale.

I dark store possono variare in dimensioni e in com-

plessità operativa, ma il loro scopo principale è di fungere da centro logistico. Essi sono solitamente situati in aree urbane o periurbane per garantire tempi di consegna rapidi. I principali vantaggi sono prevalentemente un aumento dell’efficienza operativa, dal momento che vengono progettati come veri e propri magazzini, ottimizzati per facilitare il picking e il packing, riducendo così i tempi di preparazione degli ordini. Il dark store non necessita di ambienti curati, il materiale può essere contenuto negli imballi originali, possono essere fisicamente ubicati in aree con costi immobiliari più bassi rispetto ai negozi tradizionali. La gestione della merce è migliore grazie a un maggiore controllo delle giacenze. L’uso di un dark store presenta anche alcuni punti di debolezza che devono essere considerati, come:

• costi iniziali, per la costruzione o la conversione di uno spazio, oltre a infrastrutture, tecnologia e formazione del personale

• distanza dal cliente: se i dark store non sono baricentrici rispetto ai mercati di consumo, i tempi di consegna potrebbero essere più lunghi rispetto ai negozi tradizionali

• bilanciamento del carico di lavoro: i siti di ecommerce possono subire alti picchi di domanda, come le festività o eventi speciali (per esempio, il black friday), seguiti da periodi più tranquilli Per concludere, rimane da sottolineare che tanto più elevato è il livello di servizio che si vuole garantire al cliente in termini di velocità e precisione della consegna, tanto più la strategia del dark store deve essere implementata.

ALESSANDRO BONVICINO REGOLIAMOCI

LLE REGOLE PER LA NUOVA ZES

a nuova Zes, Zona economica speciale, è un’opportunità per le imprese che operano nell’area incentivata del Mezzogiorno. Attenzione, però, ai tempi e alle condizioni da rispettare: le imprese che operano o si insedieranno nella nuova Zona economica speciale unica potranno beneficiare di un credito d’imposta per gli investimenti effettuati dal gennaio scorso, ma le domande devono essere presentate all’agenzia delle Entrate entro il 12 luglio 2024 (la finestra prevista era di un mese), senza click day. Il credito d’imposta è commisurato alla quota del costo totale degli investimenti, con un tetto massimo di 100 milioni per ogni progetto. L’incentivo fiscale è calcolato per le grandi imprese in maniera diversa. In sostanza, alcune regioni sono più incentivate di altre. Il credito è del 40% sui costi sostenuti in relazione agli investimenti ammissibili nelle regioni previste, e cioè Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, mentre scende al 30% dei costi sostenuti in relazione agli investimenti ammissibili in Basilicata, Molise e Sardegna. Migliore è la condizione prevista per le Piccole e medie imprese, che hanno percentuali maggiori. In questo caso la misura massima arriva al 50% o 40%, come specificato nella Carta degli aiuti a finalità regionale, per gli investimenti realizzati nei territori individuati ai fini del sostegno del Fondo per una transizione giusta in

Puglia e Sardegna e applicato nella misura del 15% dei costi in relazione agli investimenti ammissibili nelle zone assistite dell’Abruzzo (indicate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027).

Va ricordato anche che il credito d’imposta Zes unica è cumulabile con il tax credit 4.0. Anche in questo caso l’incentivo è riservato alle imprese, indipendentemente da forma giuridica e regime contabile, che sono già attive o che si insediano nella Zes. Il cumulo, invece, non è previsto con gli incentivi (ma ancora in standby) di Industria 5.0, che prevede aiuti per le imprese che investono sulla transizione green. È importante specificare che le imprese che decidono di utilizzare i vantaggi della Zes devono impegnarsi a mantenere l’attività per almeno cinque anni dopo il completamento dell’investimento, pena la revoca del credito. Sempre che il business prosegua come previsto. Non solo: i beni oggetto di agevolazione, cioè quelli a cui si applica la detrazione fiscale, devono entrare in funzione entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello dell’acquisizione o ultimazione. Insomma, chi investe deve anche dimostrare che gli strumenti o i beni acquistati siano utili alla propria impresa e non una spesa inutile. Se ciò non avviene entro il termine previsto il credito viene rideterminato, escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni non utilizzati.

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Nuovo marchio per Vetraria Pescini

Novità da Vetraria Pescini di Orzinuovi (Brescia), lo specialista dei vetri funzionali, riferimento nel panorama dei serramenti e operatori del settore, progettisti, general contractor e imprese, e tutti coloro che operano nel settore del vetro, alla ricerca di prodotti altamente performanti. L’azienda presenta il nuovo marchio, un significativo cambiamento di immagine frutto della recente operazione di restyling, che identifica l’esigenza dell’azienda bresciana di creare un posizionamento distintivo sempre più marcato: nuovo nome, in continuità con il precedente, nuovo logo, nuovo carattere e l’aggiunta di un pay off: «La trasparenza che meriti». Oltre a essere un messaggio fortemente caratterizzante, la frase racchiude e riassume l’intero universo dell’azienda, del prodotto e soprattutto dell’approccio al cliente: diventa fondamentale offrire

1. Mapei per la conservazione del sito archeologico di Hegra

Prosegue con una seconda fase di ricerca presso i laboratori Mapei di Milano il progetto per la conservazione del sito archeologico di Hegra in Arabia Saudita, lanciato da Royal Commission for AlUla (Rcu) in collaborazione con Estia, società italiana con oltre trent’anni di esperienza nel campo del restauro dei beni culturali. Dopo un primo studio sul campo dello stato di conservazione delle tombe monumentali nabatee scavate nella roccia, il gruppo di lavoro è attualmente impegnato nella seconda fase di ricerca incentrata sull’analisi diagnostica dei campioni raccolti in loco. Oltre al sito archeologico di Hegra, il lavoro di analisi presso i laboratori Mapei risulta utile e indispensabile anche per lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di soddisfare le esigenze di futuri restauri. «Ci troviamo in un contesto che crea un forte degrado in materiali lapidei non conosciuti e non studiati in precedenza. Da qui la necessità di approcciare uno studio scientifico nuovo. Per questo è stata richiesta anche la collaborazione preziosa di Mapei che, con il suo bagaglio di esperienze su materiali particolari, è abituata a fare ricerca per fornire soluzioni a problemi che via via si pongono a noi progettisti. Mapei ci assiste su tutte le fasi fino alla messa a punto delle soluzioni finali e sarà quindi una presenza costante lungo tutta l’attività di ricerca», commenta l’architetto Paolo Pecorelli, amministratore unico di Estia.

2. Certificazione green per Vinavil (Mapei)

Lo stabilimento a Villadossola (Verbania) di Vinavil, società del gruppo Mapei, ha ottenuto la prestigiosa

tutta l’assistenza possibile su ciò che è collegato al prodotto e che ruota intorno a esso. Concept grafico e lettering dalla forte identità visiva, moderni, formalmente puliti e legati ai colori istituzionali che dal 1986 caratterizzano il logo. Vetraria Pescini diventa solo Pescini, a sottolineare la capacità imprenditoriale della famiglia, alla guida del Gruppo dal 1972, capace oggi di presentarsi in un mercato fortemente competitivo come quello delle vetrate isolanti, con una promessa innovativa orientata ancora di più ai clienti.

certificazione Iscc Plus (International Sustainability & Carbon Certification), un riconoscimento che attesta l’impegno dell’azienda per l’economia circolare e per una produzione sempre più sostenibile. Iscc Plus è uno standard globale che verifica la gestione sostenibile delle materie prime e dei processi produttivi, promuove la trasparenza nella catena di approvvigionamento, estendendo l’attenzione non solo ai biocarburanti e alle energie rinnovabili, ma anche a numerose altre categorie di materiali. Questo attestato consente

all’azienda di offrire prodotti bio-attributed, che utilizzano materie prime sostenibili come: materiali bio, derivati da biomassa vergine, circular, ottenuti dal riciclo meccanico o chimico di prodotti non biologici, bio-circular, provenienti da rifiuti e residui di origine biologica, e renewable, ottenuti da processi che utilizzano fonti di energia rinnovabili. Tutti questi prodotti hanno caratteristiche di sostenibilità dichiarate e garantite attraverso un Bilancio di Massa certificato, che permette di tracciare contabilmente i materiali lungo tutta la filiera produttiva.

3. Bilancio di Sostenibilità per il Gruppo Grigolin

Magnetti Building, azienda del Gruppo Grigolin, specializzata nella prefabbricazione e nella fornitura di soluzioni complete e a ridotto impatto ambientale, ha presentato il suo primo Bilancio di Sostenibilità. Il documento, volto a garantire la massima trasparenza

verso tutti gli stakeholder, testimonia l’impegno costante dell’azienda verso un approccio responsabile e segna un punto di partenza di un percorso preciso che detta gli obiettivi di breve, medio e lungo periodo che la storica impresa di Carvico (Bergamo) è determinata a realizzare. Una testimonianza dell’impegno verso le persone (i dipendenti sono tutti assunti a tempo indeterminato), l’ambiente, con il modello fabbrica a ciclo chiuso e le ricadute sociali sul territorio, estendendo la propria rete di iniziative anche fuori dal campo aziendale.

4. Scrigno apre la porta a Rintal

Scrigno Group, specializzata nei sistemi di apertura per interni, annuncia l’acquisizione di Rintal, impresa che produce scale. L’acquisizione della maggioranza delle quote di Rintal da parte di Scrigno porta così alla creazione di un nuovo gruppo industriale con un fatturato consolidato di oltre 130 milioni di euro. L’attuale proprietà di Rintal continuerà a partecipare come socio di minoranza, assicurando così continuità nello sviluppo strategico dell’azienda. Questa nuova acquisizione permette un significativo ampliamento dell’offerta assortimentale di Scrigno Group, offrendo soluzioni sempre più complete e innovative per progetti di architettura, design ed edilizia. «L’acquisizione di Rintal rappresenta un passo significativo nel nostro percorso verso l’eccellenza nel design e nel comfort abitativo», afferma Fabrizio Campanella, Ceo di Scrigno Group. «Unendo le forze con Rintal, siamo entusiasti di poter offrire soluzioni integrate e innovative che possano soddisfare in maniera crescente le esigenze sempre più sofisticate dei nostri clienti».

PUCCI & PUCCI

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FOCUS CONTROSOFFITTI PRESTAZIONALI

Il boom del fotovoltaico trascina i fatturati

180 FOCUS ENERGIE RINNOVABILI

NELLA RIVENDITA EDILE

La superficie al top che offre comfort

160 SPECIALE TERMOIDRAULICA NELLA RIVENDITA EDILE

Impianti e climatizzazione: le nuove proposte in un mercato che corre

176 FOCUS VMC

Le soluzioni per far respirare le abitazioni

CRESCITA BOLLENTE PER IL SETTORE IDROTERMOSANITARIO

La distribuzione specializzata di teromidraulica ha inanellato una serie di record, con aumenti esponenziali del fatturato. Non solo: anche la redditività viaggia a ritmi da record. Ma la parte del leone la fa chi supera i 100 milioni di ricavi

a cura del Centro Studi YouTrade

Il settore della distribuzione di materiali idrotermosanitari in questi ultimi due anni ha fatto segnare vari record. Primo fra tutti, quello della crescita del giro d’affari, che nel 2021 ha visto incrementare il fatturato del 33,0% e nel 2022 produrre un ulteriore aumento del 25,3%. In attesa dei dati relativi ai bilanci 2023, che saranno disponibili solo verso la fine dell’anno, si può comunque fare una prima analisi su un campione di aziende della distribuzione idrotermosanitaria che a oggi ha già depositato il budget 2023, reso disponibile dal registro camerale. Il campione di 15 aziende, che vale 1,25 miliardi di euro di fatturato nel 2023, mostra complessivamente un andamento variabile tra -1,5% e +12% rispetto al 2022, con una media di crescita complessiva pari a +2,9%. Dunque, in consolidamento e rafforzamento dei risultati raggiunti nel 2022. Il settore, a parte lo stop del 2020, aveva fatto segnare crescite interessanti anche

negli anni precedenti, grazie allo sfruttamento dei bonus ordinari per ristrutturazioni e alla ripresa del mercato delle costruzioni dopo la lunga crisi 2008-2014. Già nel 2015 la dinamica è stata positiva con +3,6% sull’anno precedente, seguita nel 2016 da +7,9%, nel 2017 da +4,0%, nel 2018 da +5,5% e nel 2019 da +5,1%.

ULTERIORE RAFFORZAMENTO

Ma al di là di questi dati, per il 2023, ovviamente da verificare e confutare con le consuete analisi di fine anno della nostra pubblicazione i Bilanci delle Costruzioni, il quadro che emerge dal settore della distribuzione idrotermosanitaria è estremamente positivo, che evidenza non solo una dinamica di forte crescita, ma soprattutto strategie di progressivo e ulteriore consolidamento e rafforzamento delle dimensioni di impresa. Il tema, ormai sotto la lente di ingrandimento da anni, è importante e rilevante, perché è nella dimensione di impresa che si possono realizzare le economie di scala, e le ottimizzazioni a livello di gestione aziendale, che consentono di raggiungere risultati che per altri settori della distribuzione nell’ambito del settore delle costruzioni sono ancora difficilmente raggiungibili. Certamente le tipologie di prodotti trattati, spesso ad alto valore aggiunto, permettono performance gestionali di ottimo livello

ma, per esempio, i valori medi di fatturato per dipendente in questo settore sono molto elevati, pari a circa 500 mila euro per addetto, molto più elevati di quelli della Gds e segno di una specializzazione che giova alla competitività delle aziende nel mercato, e in particolare di quelle di grande dimensione.

CLASSI DIMENSIONALI

Nel settore della distribuzione di materiali idrotermosanitari la crescita di fatturato del 2022 nelle diverse classi dimensionali di impresa evidenzia che sono le imprese di maggiore dimensione a presentare le performance migliori. La classe oltre 100 milioni di fatturato, infatti, cresce del 29,3%, mentre le altre seguono a scalare con percentuali sempre molto positive, ma via via minori, con la dimensione tra 50 e 100 milioni con +24,0%, quella tra 30 e 50 milioni con +22,7%, quella tra 10 e 30 milioni con +18,4%, per scendere a +12,7% del comparto inferiore. Molto rilevanti i dati riguardanti le performance di redditività del settore della distribuzione Its. Rimane pressoché stabile nel 2022 la percentuale di imprese con fatturato in aumento, raggiungendo la soglia del 96,0% (a titolo di confronto era il 23,3% nel 2020 e il 70,5% nel 2019). E cresce anche la percentuale di imprese con bilancio in utile, il 96,0% del campione (era

il 95,3% nel 2021, l’80% nel 2020 e l’86,6% nel 2019), con un rapporto di utili sul fatturato in crescita di oltre 2 punti percentuali sul 2021, salendo all’8,1, un valore più che doppio rispetto al 3,5% del 2020 e triplo rispetto al 2,7% del 2019.

I PROFITTI

Dal punto di vista della redditività, sulla scia del 2021, i dati generali rimangono molto positivi e dimostrano che la struttura delle aziende e la capacità organizzativa e gestionale ha mostrato capacità di incrementare le performance. Per quanto riguarda il Ros (ritorno sulle vendite) si rilevano performance positive per il 95,2% delle imprese e per il 61,3% il valore è buono o ottimo (era il 44% nel 2021, il 20% nel 2020 e il 17,9% nel 2019), con una media in aumento al 10,6% (era il 7,7% nel 2021 e il 4,4 nel 2020). Per quanto riguarda il Roe (profitto sul patrimonio netto) il 95,2% delle imprese ha fatto registrare un ritorno positivo sul capitale proprio con una redditività media del 24,1% (era il 18,5% nel 2021), con l’80,6% di imprese con valori buoni oppure ottimi (per fare un confronto era il 50,0% nel 2020). Il Roa (redditività delle attività) è positivo per il 95,2% delle aziende, con un valore

SPECIALE TERMOIDRAULICA

DISTRIBUTORI DI MATERIALI ITS. VARIAZIONI % DEL FATTURATO SU ANNO PRECEDENTE (IN VALORI CORRENTI)

DISTRIBUTORI DI MATERIALI ITS. VARIAZIONE % DEL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE (IN MILIONI DI EURO). ANNO 2022 SU 2021

medio pari al 12,9% (era il 9,2% nel 2021 e il 4,6% del 2020), mentre sono molto poche le aziende con problemi di cash flow, il cui valore in percentuale sul fatturato è superiore a quello della distribuzione edile e pari al 9,4%.

I COMPARTI

Mettendo a confronto i dati di crescita del settore della distribuzione idrotermosanitaria con quelli della produzione di materiali sanitari, delle piastrelle e della climatizzazione, ovvero settori produttori con merceologie afferenti al settore idrotermosanitario, emerge come la crescita

nel 2021 e 2022 sia stata, anche se con valori leggermente differenziati, molto positiva per tutti, mentre negli anni precedenti le dinamiche mettono comunque in luce una reattività e una capacità di crescita delle aziende, monitorate annualmente nella nostra pubblicazione sui bilanci delle costruzioni, più consistente di quella della produzione. Questa differenza si deve proprio al fatto che la dinamica di crescita dei fatturati è data non solo dalle dinamiche di mercato, ma soprattutto dalle crescite delle dimensioni aziendali, avvenute negli anni per lo più tramite fusioni e soprattutto acquisizioni, che hanno portato il settore oggi ad avere una top 100 che va sempre più rafforzandosi, sia dal punto di vista

Fonte: Centro Studi YouTrade, I bilanci delle costruzioni (edizione 2024)
Fonte: Centro Studi YouTrade, I bilanci delle costruzioni (edizione 2024)

VARIAZIONE % DEL FATTURATO SULL’ANNO PRECEDENTE PER LA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI MATERIALI E IMPIANTI PER L’EDILIZIA. ANNI 2014-2022 (IN VALORI CORRENTI)

VARIAZIONI PERCENTUALI DEL FATTURATO DELLE IMPRESE DEL SETTORE ITS (PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE)

margini e utili in crescita, passati dal 3,5% del 2020 all’8,1% del 2021, e soprattutto con una crescita del cash flow sul fatturato, indicatore che è passato dal 5,2% del 2020 al 7,6% del 2021 fino al 9,4% del 2022, il valore più alto del settore della distribuzione di materiali per costruzioni, essendo i valori medi della distribuzione di materiali elettrici all’8,5% e quelli della distribuzione di materiali edili al 7,7%.

I

BIG

delle dimensioni di mercato, sia dal punto di vista dei punti vendita delle imprese. La crescita complessiva della top 100 qui presentata, e desunta dalla nostra pubblicazione annuale sui Bilanci delle Costruzioni, mostra una crescita nei due anni di ripresa post lockdown del 67%, con

La top 100 somma complessivamente oltre 6 miliardi di fatturato, quasi 6,2 miliardi di valore della produzione, 1,34 miliardi di valore aggiunto, 752 milioni di margini operativi lordi e 509 milioni di euro di utili netti sul fatturato, con indicatori di crescita particolarmente interessanti per alcune insegne. Leader di settore è Cambielli, con 878 milioni di euro di fatturato, e che presenta utili pari all’11,8% del fatturato, ovvero utili per oltre 98 milioni di euro. In pratica, solo gli utili realizzati da Cambielli nel 2022 superano il fatturato della 16esima azienda inserita nella classifica. Tra i big, chi fa meglio in termini percentuali di utili sul fatturato è Idras, che realizza il 13,1%, anche se ottime performance troviamo per Pressiani e Aris. Molto interessante analizzare la colonna del cash flow sul fatturato, che evidenzia come al crescere della dimensione di impresa aumenta mediamente la percentuale. Come noto, il cash flow rappresenta la liquidità dell’azienda e più le aziende sono strutturate e più questo indicatore è elevato, più sono pronte ad affrontare non solo le scelte strategiche di sviluppo, ma anche i possibili cambiamenti nelle dinamiche stesse di mercato, avendo sostanzialmente spalle più grosse e dunque più adeguate ad affrontare, in tutti i sensi, le sfide. Sfide che nel dopo superbonus saranno concentrate nel consolidare gli ambiti di mercato e la redditività, senza il traino degli incentivi straordinari e dunque dovendo contare maggiormente sulla propria capacità. E la dimensione aziendale in questo senso fornisce, come i dati dimostrano, un ottimo atout per giocare una partita vincente anche nei prossimi anni.

INDICATORI DI PERFORMANCE PER I DISTRIBUTORI DI MATERIALI ITS. ANNO 2022

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

SPECIALE TERMOIDRAULICA

SPECIALE TERMOIDRAULICA

SPECIALE TERMOIDRAULICA

CORDIVARI

CALDO E FREDDO PER IL COMFORT PIÙ TANTO DESIGN

La ampia gamma di ventilconvettori per riscaldamento e raffreddamento Ventanacomprende quattrodifferenti soluzioni di installazione e modelli personalizzabili fino a 80 colori

Funzionalità, ma anche attenzione per l’estetica: sono le due caratteristiche che contraddistinguono la gamma di ventilconvettori per riscaldamento e raffreddamento Ventana. I ventilconvettori caldo e freddo di Cordivari si rinnovano e trovano posto nel catalogo dell’azienda (Ventilconvettori e radiatori per pompe di calore). Questi ventilconvettori rappresentano la soluzione Cordivari più completa per avere il massimo comfort in ogni condizione e in ogni stagione.

La gamma Ventana comprende quattro differenti soluzioni di in-

Paolo Caliari

VENTANA, DAL DESIGN ELEGANTE E ULTRASOTTILE

stallazione: Ventana Regular, da parete standard, Ventana Low, dal design compatto e ribassato, Ventana High Wall, per il montaggio alto su parete, Ventana Incasso, per installazioni incassate su pareti verticali. Tutte le soluzioni si distinguono per un design elegante e ultrasottile, con una profondità di soli 129 millimetri. Le versioni Regular e Low, inoltre, sono predisposte con attacchi reversibili di serie, per una massima flessibilità di installazione senza la necessità di acquistare componenti aggiuntivi.

ANCHE

IN VERSIONE SMART

Ventana è personalizzabile con gli oltre 80 colori della cartella Color System Cordivari, tra tinte lucide, opache e materiche, per il massimo dello stile e dell’efficienza in ogni ambiente della casa o dell’ufficio. Inoltre, l’eleganza incontra tecnologia e connettività, con diverse soluzioni di gestione dei dispositivi. Con la gestione Stand-Alone tutti modelli Ventana possono essere gestiti in modalità autonoma attraverso uno dei termostati di comando disponibili. Ciascun terminale può essere comandato, gestito e programmato singolarmente, in maniera indipendente da tutti gli altri terminali eventualmente presenti nell’impianto. La gestione Master-Slave consente alla gamma Ventana di avere più unità connesse allo stesso termostato, che funge da gestore principale delle impostazioni, creando una rete di ventilconvettori è di tipo wired. Infine, c’è la gestione IoT: è la configurazione più avanzata e smart per utilizzo domestico. Con

l’impiego del termostato di comando wi-fi, i modelli possono essere gestiti in modalità IoT comodamente attraverso la app Smart Life, con la possibilità di gestire tutte le funzionalità e la programmazione da remoto, sia in logica stand-alone che in gruppi o livelli.

LE CARATTERISTICHE TECNICHE

• Motori Dc Inverter a grande efficienza energetica

• Quattro taglie di potenza disponibili, per soddisfare ogni esigenza di climatizzazione

• Display di controllo touch con comandi a sfioramento

• Modulazione del flusso di velocità dell’aria per il massimo comfort

• Massima silenziosità, grazie alla tecnologia di motori e ventilatori

LE SOLUZIONI DELLA GAMMA

SPECIALE TERMOIDRAULICA

CASSETTA E PLACCA PUCCI,

INTERAZIONE PERFETTA

La cassetta e la placca Pucci sono fatte una per l’altra, lavorano sempre in perfetta simbiosi per garantire la funzionalità e la massima igiene del bagno, giorno dopo giorno nel tempo. Innovazione e tradizione, funzionalità ed estetica sono in costante dialogo nella lunga storia di un’azienda orgogliosa di essere al 100% italiana. La prima cassetta a doppio tasto, la Pucci Eco del 1990, ha aperto la strada al risparmio dell’acqua. Oggi tutte le cassette Pucci sono disponibili anche in versione Eco a doppio tasto: il risparmio idrico è infatti diventato un dovere etico ed economico. Tra le cassette Eco, dal 1995 Pucci propone anche la 6-3 litri a corpo ridotto, quella che permette il maggior risparmio idrico possibile. La 6-3 litri è diventata prepotentemente d’attualità in quanto è la cassetta che interpreta al meglio le recenti normative europee e nazionali in tema di risparmio idrico nei bagni di nuova ristrutturazione, sia in ambito pubblico sia privato. Per ogni cassetta Pucci c’è una placca su misura, impreziosita dalle linee ultramoderne del design contemporaneo e declinata in tante variazioni di colori e finiture diverse, in modo da offrire a ogni utente la possibilità di scegliere quella più consona al proprio gusto estetico e allo stile del proprio bagno. Tutte le placche sono dotate di aggancio diretto allo sportello che rende l’installazione ancora più facile e veloce. Ogni cassetta Pucci e la relativa placca sono pensate tenendo presenti la sostenibilità ambientale, il design contemporaneo, le esigenze degli installatori e del pubblico.

FITT

FOGLIA VERDE EVO: INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Fitt Foglia Verde Evo è l’ultima innovazione in film da copertura in polietilene rigenerato, perfetta per applicazioni professionali e hobbistiche. Con uno spessore di 0,12 millimetri, offre una superficie superiore dell’80% rispetto ai film tradizionali e riduce le emissioni di CO2e del 30%.

La sua resistenza e durata, potenziata dalla formulazione anti-Uv, garantisce almeno 12 mesi di protezione. Ideale per chi cerca efficienza e sostenibilità, Fitt Foglia Verde Evo rappresenta un passo avanti verso un futuro più sostenibile.

SPECIALE CONTROSOFFITTI

BILDEX PRESENTA IL PROGETTO DRYLINE

Dryline è un progetto che ha preso forma grazie all’esperienza maturata da Bildex, con il supporto dato da importanti collaborazioni di soli partner italiani ed europei.

Dryline intende essere uno dei principali interlocutori del settore della distribuzione di accessori per le costruzioni a secco, con particolare attenzione riservata alla nuova linea di botole di ispezione quadrate rettangolari o su misura, accessori metallici per controsoffitti, pareti contro, pareti, testati e certificati, con relativi sistemi di fissaggio.

SAINT-GOBAIN

L’AULA DEL FUTURO HA CONTROSOFFITTI CON PRESTAZIONI TOP

Nel Milano Innovation District, polo italiano di eccellenza scientifica, è stato allestito un ambiente per la formazione applicando Gyproc Gyptone Quattro 20

Activ’Air ed Eurocoustic Tonga A22 nei soffitti e lastre Big Quattro 41

Activ’Air nelle contropareti

Franco Saro

Il progetto Piscopia Corner-Augmented Education Lab è intitolato alla prima donna laureata al mondo. È nato dalla collaborazione tra diverse realtà che si sono poste l’obiettivo di proporre una nuova idea di spazio educativo che fa leva sulla connettività, sull’intelligenza artificiale e sulla sensoristica diffusa, per rendere le aule non solo più sostenibili, inclusive e sicure per studenti e docenti, ma anche più flessibili, con la possibilità di essere usate per meeting e convegni. L’aula del futuro è stata allestita presso la sede di Valore Italia in Mind-Milano Innovation District, polo italiano di eccellenza scientifica che si trova nella ex area Expo.

IL PROGETTO

Il progetto ha visto la partecipazione nello sviluppo e nella ricerca di Valore Italia, Saint-Gobain Italia, Schneider Electric, Elt Elettronica Group, Windtre e Cisco. Ogni azienda ha portato all’interno del progetto (o ha messo a disposizione) le proprie competenze e la propria offerta specializzata di prodotti e servizi. In particolare, Saint-Gobain ha contribuito con soluzioni tecniche per il comfort e la sicurezza che garantiscono elevate prestazioni acustiche, antisismiche e di protezione attraverso la realizzazione di controsoffitti e rivestimenti a parete opportunamente progettati. Dal 2020 è in vigore la normativa sulla qualità acustica degli spazi scolastici (Uni 11532-2), resa cogente dai Cam, che definisce per ciascuna destinazione d’uso criteri acustici ad hoc. Il Piscopia Corner è stato

LE FASI DEL PROGETTO

PISCOPIA CORNERAUGMENTED

EDUCATION LAB

progettato con i requisiti, fortemente stringenti, della categoria A4 della norma, destinata ad ambienti per uso multimediale.

I MATERIALI

Saint-Gobain è intervenuta applicando i controsoffitti Gyproc Gyptone Quattro 20 Activ’Air ed Eurocoustic Tonga A22 nei controsoffitti, e le lastre Big Quattro 41 Activ’Air nelle contropareti. La linea di controsoffitti in gesso rivestito Gyproc Gyptone è costituita da lastre e pannelli, forati o lisci, ed è pensata per un’ottimale regolazione acustica di ambienti nell’edilizia non residenziale, in particolare aule scolastiche, ma anche uffici, sale conferenze, ristoranti. I pannelli Eurocoustic Tonga A22, assieme ad altri pannelli del marchio, hanno recentemente ottenuto l’importante certificazione Cradle to Cradle (C2C) Bronze (versione 4.0).

Dal punto di vista dell’applicabilità, questo tipo di intervento può essere scalato in tanti ambienti diversi, sia di nuova costruzione sia di ristrutturazione, visto l’incremento delle attività di multimedialità all’interno delle aule. Si tratta di una soluzione che ben rappresenta una visione del futuro ed è la dimostrazione di come l’acustica possa far coesistere attività didattica, attenzione agli studenti e sensoristica intelligente. Il controsoffitto fornisce inoltre all’aula i più alti standard di sicurezza antisismica e di comportamento al fuoco.

SPECIALE VMC

NUOVA ESTETICA E PIÙ PORTATA CON VENTIZA HP

L’unità di ventilazione meccanica controllata si presenta con l’intera scocca bianca e nuovo logo, ma anche con l’introduzione di una nuova taglia con capacità massima dell’aria fino a 400 metri cubi ora

WAVIN ITALIA
Paolo Caliari

Ventiza Hp, tra le linee di unità di ventilazione meccanica controllata per l’edilizia residenziale di maggior successo di Wavin Italia, si presenta con una serie di novità. L’aggiornamento riguarda la parte estetica, con l’intera scocca che diventa bianca e con nuovo logo in evidenza, ma anche e soprattutto l’introduzione di una nuova taglia con portata massima dell’aria fino a 400 metri cubi ora. Restano inalterate, invece, le sue peculiarità, che hanno permesso al prodotto di imporsi sul mercato nel corso degli ultimi anni, in termini di prestazioni, silenziosità e versatilità. La nuova versione di Ventiza Hp è già disponibile sul mercato in tre differenti taglie, che si differenziano in base alla portata massima dell’aria erogata: 180 m3/h per quella più piccola, 280 m3/h per quella intermedia e 400 m 3/h per la taglia maggiore.

CARATTERISTICHE

Compatta e silenziosa, Ventiza Hp è un’unità di ventilazione meccanica controllata a doppio flusso con recuperatore di calore a elevata efficienza caratterizzata da una struttura autoportante in Eps, rivestita in lamiera pre-verniciata di colore bianco (Ral9003). La macchina garantisce quattro diverse configurazioni: può essere installata a soffitto o a parete, sia in verticale, con distribuzione interna verso il pavimento oppure verso il soffitto, che in orizzontale, con distribuzione interna verso sinistra. Il suo pannello inferiore è apribile, in modo da assicurare una facile manutenzione ordinaria e straordinaria. L’unità è dotata di uno scambiatore di calore di tipo sensibile o entalpico, a seconda della scelta, in controcorrente in polipropilene, di scarichi in pressione che agevolano l’espulsione della condensa e impediscono la risalita nell’unità e, di conseguenza, di cattivi odori nell’impianto, e di serranda di by-pass automatico per il free-heating e per il free-cooling a seconda della stagione. La scelta dell’utilizzo di un ventilatore a portata costante di tipo centrifugo a pale avanti

con motore elettronico EC brushless, che opera a frequenze più elevate rispetto ai classici plug fan, garantisce a Ventiza Hp ottime performance sul piano della silenziosità.

FILTRAZIONE ELETTRONICA

Progettata per garantire il ricambio dell’aria in ambienti residenziali e non residenziali dalle ridotte dimensioni, assicurare la rimozione degli inquinanti indoor e prevenire problemi di condensa e muffa, Ventiza Hp è provvista di un doppio filtro per l’aria di rinnovo, ovvero un pre-filtro Coarse 60% (ex G4) e un filtro Iso ePm1 60% (ex F7) a basse perdite di carico, e di un filtro Coarse 60% (ex G4) per l’aria di estrazione. L’unità è impreziosita con un comando utente con sensore di temperatura di serie che permette di selezionare, manualmente o attraverso un programma di tempo orario/ settimanale, tre diversi livelli di velocità preimpostate (modificabili in cantiere). Il suo software include inoltre la gestione automatica della velocità in funzione dell’umidità relativa rilevata nell’ambiente, mentre l’elettronica è interfacciabile con Sentio, la soluzione smart di Wavin che permette di gestire il sistema da remoto tramite App.

VENTIZA HP PER GARANTIRE UN’ELEVATA QUALITA’ DELL'ARIA
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FIV

SISTEMA RADIANTE CON MENO CO2 MA PIÙ COMFORT

Con la tecnologia messa a punto dall’azienda una temperatura di mandata a 35 gradi fa risparmiare 0,46 tonnellate all’anno di anidride carbonica. E un’ulteriore potenziale riduzione si ottiene con il controllo della climatizzazione ambiente

Riscaldare la casa, ottenere più comfort e ridurre il consumo energetico: un obiettivo possibile grazie alla nuova tecnologia costruttiva a sistema radiante. Nella Ue, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico totale e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il sistema di riscaldamento e raffreddamento offre una grande opportunità per ridurre la nostra impronta di carbonio sul pianeta. Quando bruciamo combustibili fossili per riscaldare e raffreddare i nostri edifici, produciamo emissioni di carbonio. Insieme ad altri gas serra, le emissioni di anidride carbonica sono la causa primaria del riscaldamento globale, che a sua volta ha un impatto distruttivo sul nostro pianeta. Per rallentare il cambiamento climatico e minimizzarne gli effetti, dobbiamo ridurre le emissioni di carbonio. E per ridurre le emissioni di carbonio, oltre a scegliere il miglior generatore di energia, è necessaria una corretta progettazione di un sistema radiante, come Fivpav.

I VANTAGGI

Impostando la temperatura di mandata a 35 gradi è possibile risparmiare altre 0,46 tonnellate all’anno di CO2 . Un ulteriore potenziale risparmio di CO2 , pari a 0,29 tonnellate all’anno, è offerto dal controllo della temperatura ambiente, ancora più efficiente con la possibilità di avere un controllo remoto con il Fiv Touch wi-fi.

Complessivamente, l’intero sistema di riscaldamento ha un potenziale risparmio di CO2 fino a 3,45 tonnellate all’anno. Il risparmio di CO2 non deve precludere il comfort all’interno dell’abitazione.

GESTIRE L’UMIDITÀ

Un parametro fondamentale di cui va tenuto conto è l’umidità. L’umidità relativa raccomandata all’interno di un edificio dovrebbe essere compresa tra il 50% e il 60% e riuscire a mantenerla all’interno di questi limiti diventa essenziale per la qualità dell’aria interna. È importante anche immettere aria fresca dall’esterno, in maniera controllata, per eliminare l’aria umida, specialmente da bagni e cucine. Questo vale anche per edifici moderni con finestre ermetiche o senza finestre, dove una buona ventilazione rimane cruciale. Una corretta ventilazione è essenziale per minimizzare l’umidità negli edifici.

SISTEMA FIVPAV FIV

SPECIALE FOTOVOLTAICO

PANNELLI SOLARI IN CORSIA DI SORPASSO

A maggio la produzione di energia rinnovabile ha superato quella da fonti fossili. Merito soprattutto della diffusione del fotovoltaico, che continua a essere gettonato anche dopo la fine del superbonus

IL MERCATO
a cura del Centro Studi YouTrade

Produrre sempre più energia rinnovabile, fino all’idilliaco e per alcuni aspetti utopico, autosostentamento energetico con energia solare: dovrebbe essere non solo una volontà ambientalista, per il minor ricorso alle energie fossili, ma una vera e propria rivoluzione collettiva che abbraccia tutti, dalle famiglie alle imprese e fino alle istituzioni. In realtà, a guardare i dati recentemente pubblicati da Terna sulla produzione fotovoltaica e da altre energie rinnovabili, questa rivoluzione è già in atto nel nostro Paese. Ed è una rivoluzione destinata a proseguire, con numeri che fino a qualche anno fa potevano sembrare, appunto, idilliaci o utopici. Il mese di maggio di quest’anno sarà a questo proposito da ricordare: secondo Terna, è stato il periodo nel quale si è registrato il sorpasso della produzione da fonti rinnovabili su quelle fossili, principalmente gas e carbone. La produzione da energie rinnovabili ha coperto oltre metà della domanda di elettricità, pari al 52,5%. I dati di Terna evidenziano che questo valore è il più alto di sempre. Ma si sa che i record esistono per essere battuti e valgono fino a quando sono superati, e nel caso del fotovoltaico sembrerebbe che nel prossimo futuro potrà essere così. Basti considerare che nei primi cinque mesi del 2024 sono stati installati 3 Gigawatt di nuova potenza rinnovabile e l’anno scorso ne erano stati installati 6, quando a favorire l’installazione c’era il superbonus del 110%, che poteva trainare la spesa in pannelli fotovoltaici. Eppure, allo stato attuale il target del Governo, fissato a 8 Gigawatt, sembra raggiungibile per la fine dell’anno, anche in assenza di superbonus. Le famiglie e le imprese, ma anche gli enti pubblici, ormai hanno compreso la convenienza dell’installazione del fotovoltaico, anche in ragione della nascita delle comunità energetiche, e dunque la possibilità di utilizzare ulteriori incentivi a supporto.

UN AUMENTO DEL 36,3%

Il fotovoltaico a maggio 2024 ha aumentato la produzione in Italia, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, del 36,3%, con l’idroelettrico a +34,7% e l’eolico +10,5%. Tra le fonti rinnovabili la solare è quella che cresce di più in capacità produttiva che in valore assoluto vale +1.062 GWh, con un aumento della capacità in

SPECIALE FOTOVOLTAICO

IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN ITALIA. FONTE GSE

esercizio di +669 GWh e una maggiore produzione per maggiore irraggiamento di +393 GWh. Nei primi cinque mesi del 2024 si è registrato un boom delle rinnovabili, che ha fatto diminuire la produzione termoelettrica da gas e carbone del 14,6%. Nel mese di maggio il carbone ha coperto appena l’1% della domanda di elettricità. A tal proposito ricordiamo che il Pniec, il piano nazionale dell’energia, prevede la cessazione della produzione elettrica da questa fonte fossile nel 2025, con una deroga per la Sardegna fino al 2027. Sempre Terna fa sapere che la capacità di produzione da fonti rinnovabili in esercizio in Italia nei primi cinque mesi del 2024 è aumentata di 3,015 Gigawatt, il 42% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. È di tutta evidenza l’impatto positivo del superbonus 110% in questo ambito, ma è merito anche dello sblocco delle procedure autorizzative avviato dal governo Draghi e poi proseguito con l’attuale governo Meloni.

PIÙ RESIDENZIALE

Uno studio dell’Enea, peraltro, ha fotografato un altro aspetto potenzialmente rilevante per il futuro energetico dell’Italia. Secondo questo studio, curato da Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio Enea di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, e da Domenico Palladino, ricercatore dello stesso laboratorio, per soddisfare l’intero fabbisogno elettrico del settore residenziale nazionale basterebbe installare pannelli fotovoltaici sul 30% circa della superficie complessiva dei tetti degli edifici a uso abitativo. In pratica, la quasi totalità delle superfici a tetto idonee all’installazione di questi dispositivi. Lo studio, pubblicato lo scorso anno sulla rivista Open Access Energies , dimostra che senza

EVOLUZIONE DELLA

POTENZA E DELLA NUMEROSITÀ DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI. FONTE GSE

SPECIALE FOTOVOLTAICO

NUMEROSITÀ E POTENZA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI INSTALLATI IN ITALIA. FONTE GSE

consumare suolo (per esempio, installando fotovoltaico direttamente sul terreno) le superfici dei tetti potrebbero rappresentare la vera sfida verso la quale tendere per un futuro più sostenibile ed economicamente conveniente. Basta considerare che gli edifici a uso residenziale in Italia sono oltre 12 milioni e che contano una superficie complessiva dei tetti di circa 1.490 chilometri quadrati. Di questa superficie, 450 chilometri quadrati, pari al 30% circa, ha caratteristiche adeguate all’installazione di pannelli fotovoltaici. Utilizzando questa superficie si potrebbero generare oltre 79 mila GWh di energia elettrica, per una potenza complessiva installata di 72 GW. Secondo i ricercatori, anche se si riuscisse a occupare una superficie inferiore (indicativamente circa 310 chilometri quadrati), l’energia prodotta sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico del settore residenziale pari a un consumo medio annuo di circa 65,5 mila GWh.

DINAMICA DI CRESCITA DEL FOTOVOLTAICO NEL 2023 IN ITALIA. FONTE GSE

LA

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SPECIALE FOTOVOLTAICO

I CONSUMI

Sempre con riferimento a Terna, per integrare il quadro informativo, i più recenti dati statistici dicono che nel 2023 i consumi elettrici italiani si sono attestati a 306,1 miliardi di kWh. Positivo il dato relativo alle fonti rinnovabili, che lo scorso anno hanno coperto complessivamente il 36,8% della domanda, rispetto al 31% del 2022. Il valore è in aumento grazie al contributo tendenziale positivo di tutte le fonti e, in particolare, della produzione idroelettrica, tornata in linea con i valori storici. Relativamente all’offerta, nel 2023 si è registrata una crescita rilevante della produzione rinnovabile (+15,4%). Considerando tutte le fonti rinnovabili, nel 2023 ci sono state nuove attivazioni per circa 5,8 GW, valore superiore di circa 2,7 GW rispetto al 2022. Il dato sottolinea l’accelerazione nello sviluppo delle rinnovabili: infatti si è passati dalle nuove attivazioni pari a 1 GW nel 2021, ai circa 3 GW del 2022. In aggiunta, secondo i dati Terna aggiornati al 31 dicembre 2023, risultano circa 6 GW che hanno ottenuto la Soluzione Tecnica Minima Definitiva di connessione alla rete elettrica nazionale.

L’INSTALLATO

Con riferimento specifico al fotovoltaico, secondo i dati del Gse nel 2023 in Italia erano installati 1,6 milioni di impianti fotovoltaici, con una potenza superiore a 30,3 Gigawatt e con una produzione lorda annua di oltre 30,7 Twh. Nel corso del 2023 sono entrati in esercizio in Italia circa 371.500 impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva poco superiore a 5.200 Mw. Alla fine dell’anno la potenza installata complessiva in esercizio ammontava a 30.319 MW, in aumento del 21% rispetto al 2022. La produzione registrata nell’anno è stata pari invece a 30.711 GWh; in questo caso, l’aumento rispetto al 2022 è pari a +9,2%. Al 31 dicembre 2023 risultavano in esercizio in Italia 1.597.447 impianti fotovoltaici,

per una potenza complessiva pari a 30.319 MW. Gli impianti di potenza inferiore o uguale a 20 kW costituiscono il 94% del totale in termini di numerosità e il 29% in termini di potenza; la taglia media degli impianti è pari a 19 kW. Nel corso del 2023 sono entrati in esercizio sul territorio nazionale 371.442 impianti fotovoltaici (in grande maggioranza di taglia inferiore a 20 kW) per una potenza complessiva di 5.209 MW2; oltre il 21% della potenza installata nel 2023 è costituita da impianti di taglia superiore a 1 MW.

RIVOLUZIONE INARRESTABILE

Le dinamiche di crescita del fotovoltaico in Italia evidenziano la forte crescita che questi impianti hanno avuto nel nostro Paese e sono la fotografia non solo di una rivoluzione inarrestabile in atto, favorita nella sua crescita iniziale dai meccanismi di incentivazione pubblici (in particolare il Conto Energia) alla quale è seguita più recentemente una nuova accelerazione a partire dal 2022 grazie al superbonus. Tuttavia, osservando il grafico dell’evoluzione della potenza e della numerosità degli impianti fotovoltaici, secondo i dati del Gse, emerge come in una fase di riduzione degli incentivi, a partire dal 2013, si sia comunque rilevata una fase di sviluppo, graduale, ma comunque progressivo. È di tutta evidenza che il sogno dell’autosostentamento energetico mediante produzione da fonti rinnovabili, energia pulita prodotta dal trittico idroelettrico-fotovoltaico-eolico, non può che passare da una strategia di utilizzazione delle superfici edificate esistenti, non solo residenziali, ma anche non residenziali, che per essere efficace deve poter contare ancora sull’uso di incentivi, anch’essi ovviamente sostenibili dal punto di vista della defiscalizzazione da parte dello Stato, perché le rivoluzioni non vanno solo fatte, ma anche accompagnate in modo coerente per renderle strutturali ed efficaci in termini di risultati.

AL LAVORO CON YOUBUILD

Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori...YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica informazioni utili, pratiche e aggiornate sul mondo dell’architettura contemporanea e della riqualificazione, ponendo particolare attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, ai prodotti innovativi e ai processi produttivi e di cantiere, alla progettazione in dettaglio e all’ingegnerizzazione dell’architettura, all’innovazione e al cambiamento della professione. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.

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FISCHER

PANNELLI FISSATI SU TETTI E FACCIATE

I sistemi per l’installazione di impianti fotovoltaici rispondono a tutte le esigenze di applicazione. E arriva anche un software ad hoc

Da oltre 60 anni uno dei principali produttori mondiali di sistemi di fissaggio, la consociata italiana del Gruppo fischer ha messo il proprio know-how a servizio dello sviluppo di soluzioni innovative per l’installazione di impianti fotovoltaici. I sistemi fischer per il solare rispondono alle esigenze di progettazione e sono pensati per diverse tipologie di applicazione su coperture e facciate. Le soluzioni per tetti inclinati in tegole o coppi, comuni in ambito residenziale, prevedono ganci regolabili installabili su strutture con o senza ventilazione. I morsetti universali pressofusi sono compatibili con la gran parte dei pannelli presenti sul mercato. I profili in alluminio ad alte prestazioni sono disponibili in diverse altezze e sezioni per installazioni su tegole e lamiera. I sistemi per coperture piane di fabbricati commerciali e industriali permettono di scegliere l’inclinazione del pannello per massimizzarne l’esposizione e sono compatibili anche con moduli di grandi dimensioni.

FISSAGGI SU COPERTURE E FACCIATE

I ganci in alluminio Rh Al offrono da due a quattro regolazioni per garantire la massima flessibilità in fase di installazione su tutti i tipi di tetti inclinati in tegole, con e senza ventilazione. La loro elevata caricabilità permette di aumentare gli interassi e ridurre il numero di fissaggi necessari. Inoltre, fischer lancerà a breve Pv Clip, un innovativo sistema per facciate fotovoltaiche che prevede il fissaggio direttamente a muro o, a scelta, con l’ausilio di un solo profilo verticale, in grado di semplificare e velocizzare notevolmente l’installazione in facciata grazie alla semplice connessione di una staffa e di uno speciale dado.

SOLARPANEL-FIX

Oltre a un’assistenza tecnica qualificata, per supportare i propri clienti fischer mette a disposizione gratuitamente Solarpanel-fix, un software per il dimensionamento degli impianti fotovoltaici: la funzionalità Bill of Materials è pensata per aiutare i rivenditori a individuare in modo veloce e immediato i prodotti necessari all’installazione del sistema fotovoltaico.

Franco Saro

Fibrotubi NUOVA LINEA S, DESIGN PER LA BIOMASSA

Fibrotubi propone con la nuova Linea S, complementi dedicati a stufe e caminetti. I nuovi prodotti nascono dalla specializzazione dell’azienda nella lavorazione dei metalli e dalle conoscenze tecniche sull’evacuazione dei fumi, al cliente viene così offerto un servizio personalizzato in base al suo gusto estetico. Forgiati nel metallo prendono forma dai rivestimenti di caminetti, alle cornici per inserti, dai portalegna, alle griglie per la canalizzazione dell’aria, alle piastre salvapavimento.

LA CANNA FUMARIA È ANCHE BELLA

Scegliere la canna fumaria giusta per evitare problemi di evacuazione fumi è essenziale. Per questo, in campo, c’è An Camini, con sistemi di produzione calore che oggi sul mercato puntano all’efficienza e al risparmio energetico. Di conseguenza, per supportare questi obiettivi, la necessità è di avere un sistema di espulsione fumi idoneo. Occuparsi di produzione canne fumarie, oggi più di ieri, significa per l’azienda ottimizzare il sistema termico installato, che sia una caldaia, una stufa a pellet o un camino. An Camini propone in vendita canne fumarie di varie tipologie, semplici, in acciaio di rame e anche canali da fumo, per l’evacuazione dei fumi dalle elevate caratteristiche qualitative. L’ultima uscita sono i canali da fumo dalle tonalità nero extra opaco: un colore esteticamente gradevole che si integra perfettamente in qualsiasi tipo di ambiente. Sono progettati per l’interior design di contesti

moderni e raffinati, specifici per le stufe a legna e curati nei dettagli. Possono raggiungere i due metri di lunghezza senza giunzioni.

Sined

AMIAT, CAMINETTO ELETTRICO DA INCASSO

Sined presenta il caminetto Amiat: una soluzione funzionale per l’inverno, elettrico, da incasso e appoggio. Il grande caminetto elettrico da incasso e appoggio modello Amiata ha 180 centimetri di lunghezza, effetto fiamma realizzato mediante Led, regolabile come intensità. Presenta due step di potenza, 750 o 1500 Watt, con la possibilità di comandarlo manualmente o con il telecomando incluso e di usare il solo

effetto fiamma senza la funzione riscaldamento. È fornito di certificato Erp di risparmio energetico. Il motore ceramico è montato all’interno di una cassa, che evita il riscaldamento delle pareti del caminetto, con l’uscita del calore dalla parte frontale, mentre la struttura metallica è realizzata con pannelli laminati a freddo. Il caminetto Amiat è adatto a grandi ambienti, installabile fino a 30 metri quadrati e può essere incassato in mobili, cartongesso e pareti attrezzate. È indicato per la casa, gli hotel, i centri commerciali, le esposizioni, le hall degli alberghi, sale riunioni e grandi stanze. È adatto per essere incassato in mobili, cartongesso e pareti attrezzate grazie alla realizzazione degli appositi piedini. Oltre a questo, presenta spiccate caratteristiche di comfort: ha bassi costi operativi, è di facile installazione, un design moderno e pulito, è sicuro e telecomandabile, ed è possibile programmare accensione e spegnimento con un timer giornaliero o settimanale. Dotato di sensori, con allarme tramite cicalino, non ha canna fumaria e non ha bisogno di manutenzione. L’effetto fiamma è ultra realistico ed è regolabile su sei livelli di intensità, regala atmosfera nell’abitazione, ed è anche facile da pulire. Il corpo del caminetto si pulisce con un panno morbido lievemente inumidito. Non si devono usare assolutamente prodotti chimici.

casa

UN FUOCO CON TANTA TECNOLOGIA

Caminetti Montegrappa è sulla cresta dell’onda per quanto riguarda i prodotti all’avanguardia. Oggi presenta

Light 02V E: un caminetto a legna tecnologico dal design unico. Light 02V E è un caminetto a legna ad aria calda ventilata, certificato a cinque stelle, che si caratterizza per la larghezza della porta, interamente in vetro ceramico con apertura saliscendi e a ribalta per la pulizia. È dotato di camera di combustione rivestita in CMtech, refrattario realizzato con spessori importanti; nella parte superiore il catalizzatore-frangiframma. Il pezzo monoblocco comprende diverse dotazioni come gli utensili per la regolamentazione dell’aria comburente e per l’apertura della porta, una paletta raccogli cenere.

COMFORT A CINQUE STELLE

EdilKamin presenta Body, la stufa a legna canalizzabile con Ecodesign, in classe A+ e a cinque stelle, che consente di usufruire dell'incentivo Conto Termico e dei coincentivi regionali. È una stufa a legna dal design rettangolare con profondità ridotta di 40 centimetri. Presenta porta e top in ghisa con griglia di ventilazione integrata, piano fuoco in ghisa e ampio focolare in vermiculite (focolare in ghisa optional) che ospita ciocchi di legna fino a 33 centimetri orizzontali. L'uscita fumi può essere superiore o posteriore in base alle

esigenze di installazione. È dotata di un pratico cassetto cenere con maniglia fissa in acciaio e impugnatura in silicone. Body è disponibile in versione N (convezione naturale) ed è predisposta per la ventilazione integrata (kit optional con radiocomando). In assenza di kit, lo spazio disponibile diventa un vano porta oggetti con apertura push-pull. L'aria calda è canalizzabile tramite kit Air Diffuser e bocchette ventilate. Body è disponibile con fianchi in acciaio nero, grigio, bronzo oppure in ceramica bianco opaco e nero opaco.

EdilKamin

MASSIMO RENDIMENTO, MINIME EMISSIONI

La stufa E 530 T Steel di Piazzetta ha ottenuto la certificazione ambientale 5 stelle. Consente di ottenere massimi rendimenti e minime emissioni, prolungata autonomia e può riscaldare fino a 245 metri cubi. L’elevato rendimento permette un significativo risparmio. Ma i vantaggi non finiscono qui: la certificazione 5 stelle garantisce un calore ancora più ecologico, riducendo al minimo le emissioni. Grazie a queste caratteristiche, i modelli con questa garanzia possono accedere a tutti gli incentivi: dal Conto termico alle detrazioni fiscali. La stufa riscalda per irraggiamento e convezione naturale, ma è possibile anche installare il sistema a ventilazione forzata Multifuoco Piazzetta. Il meccanismo permette un riscaldamento a ventilazione forzata dal basso, canalizzabile anche in altri ambienti, per un calore uniforme dal pavimento al tetto per un ottimo comfort.

MCZ

IL PELLET BRUCIA ANCHE VIA APP CON FEEL

Mcz presenta Feel, stufa a pellet canalizzata progettata appositamente per offrire prestazioni ottimali anche in ambienti dagli spazi ridotti. Questa stufa si distingue per la sua profondità contenuta e la possibilità di essere installata a ridosso della parete. Grazie alla flessibilità dell’uscita dei fumi, che può essere posizionata superiormente o posteriormente, Feel si adatta facilmente alle varie esigenze progettuali, garantendo un’efficace distribuzione del calore in più ambienti anche non comunicanti. La stufa è dotata dell’innovativa tecnologia di combustione Core, che garantisce performance inedite sul mercato in termini di sostenibilità ambientale, di praticità e di estetica. Il design brevettato del focolare Core risulta particolarmente bello anche da spento. Questa tecnologia permette una combustione più pulita e sostenibile rispetto alle normali stufe, con un abbattimento del 40% delle emissioni rispetto ai limiti europei più severi (5 Stelle ariaPulita) e del 55% rispetto ai limiti europei di Ecodesign. Grazie all’ottimizzazione della combustione, inoltre, la pulizia del focolare diventa un’operazione rapida e semplice, il vetro rimane pulito molto più a lungo, mentre la fiamma risulta spettacolare, paragonabile al fuoco di legna. Inoltre, grazie alla tecnologia Maestro+, è possibile gestire la stufa direttamente da smartphone, tramite un’app dedicata, che ne permette il controllo anche a distanza, o dal telecomando freestanding (optional) con termostato ambiente e sensore umidità. Di serie è anche disponibile un pannello di controllo digitale a scomparsa, montato sul top. Il braciere autopulente riduce

drasticamente la necessità di pulizia della stufa richiedendo uno svuotamento cenere meno frequente, anche a intervalli settimanali. Feel è dotata di tre ventilatori regolabili in modo indipendente: la ventilazione ambiente più due canalizzazioni posteriori, grazie alle quali la stufa può riscaldare più ambienti, anche non comunicanti. È disponibile in una varietà di finiture, tra cui il nuovo rivestimento Materia nei colori Corten, Piombo e Tortora, oltre al metallo Black. Per coloro che desiderano un tocco di personalità, è disponibile anche la versione custom, che consente di personalizzare completamente il frontale della stufa con un rivestimento in gres a proprio piacimento (spessore max 3,5 millimetri). Il top è realizzato in alluminio verniciato nero.

Piazzetta

LUXURYgoods

1. Tubes presenta JJ, il nuovo accessorio di calore pensato per accompagnare il rito della cura di sé nella stanza da bagno. JJ è un oggetto che fonde iconicit à e funzionalit à e che segna un ulteriore passo in avanti nel percorso di ricerca di natura tipologica di Tubes. Minimalista, elegante e dalle linee definite e pulite, quando è spento JJ è una mensola per appoggiare e tenere in ordine le salviette o riporre piccoli oggetti del bagno. 2. Irsap propone una gamma completa di radiatori composti da elementi a sezione ellittica di 30 millimetri, in cui il design rigoroso ed essenziale sposa i contesti contemporanei e soddisfa gli spazi più ridotti garantendo sempre una resa ottimale per qualsiasi ambiente. Eleganza e modularità a sezione ridotta, quindi. Ellipsis 30, termoarredo che nasce dall’esperienza Irsap, riassume in un’unica soluzione la capacità di adattarsi a qualsiasi impianto di riscaldamento e una presenza estetica discreta e sofisticata.3. Acceso, profondo, scuro o pastello, il colore verde richiama nelle sue sfumature la natura ma è anche simbolo di rispetto per il pianeta, di una filosofia

sostenibile e gree: Antrax It ha 16 nuance di verde a catalogo, tra finiture opache, lucide e goffrate, con cui è possibile personalizzare i radiatori in alluminio 100% riciclabile e a bassi consumi, come Serie T, Waffle, Teso e Loft, disegnati rispettivamente da Matteo Thun & Antonio Rodriguez, Piero Lissoni, Dante O. Benini & Luca Gonzo e Andrea Crosetta. 4. Window è il nuovo termoarredo Cordivari Design, nato dalla collaborazione con l’Università Europea del Design di Pescara, attiva nei settori creativi della moda, della grafica e del design. La partnership, nata dalla volontà di promuovere la creatività e le idee di giovani designer, ha visto impegnati gli studenti sul tema del calorifero e dell’interazione tra uomo e sistema domestico. Il termoarredo Window (concept by Beatrice De Sanctis) è stato premiato per la fruibilità e versatilità del prodotto e quindi per aver colto la possibilità di realizzare un prodotto capace di continuare a valorizzare e innovare una gamma di radiatori a piastra attraverso un progetto dalla concreta producibilità.

ECLISSE

SI VIVE MEGLIO SE CI ABITANO I MICRORGANISMI

La Casa Probiotica è un esperimento che replica la funzione dei ceppi batterici nel corpo umano e vuole aumentare la salubrità dell’ambiente. Con il contributo di una porta scomparsa

Il termine probiotici indica diversi ceppi batterici attivi all’interno del corpo umano e ai quali è attribuito un potenziale effetto di protezione per l’organismo. Il concetto è trasmigrato ora anche nell’ambito della progettazione e dell’edilizia: ProbioHouse, La Casa Probiotica, è un progetto di Ssk Studio e ProbioArKs, presentato in occasione del Fuorisalone 2024. Una casa probiotica è un esempio sull’utilizzo di microrganismi nell’architettura e nella manutenzione degli ambienti abitativi. Lo scopo è quello di costituire un’oasi urbana confortevole, salutare e viva, dove poter sperimentare il benessere ambientale e respirare aria pulita. Il progetto ha coinvolto Eclisse, azienda storica nel campo delle soluzioni per porte a scomparsa e sistemi di chiusura.

Paolo Caliari

L’INTERNO DELL’ABITAZIONE IN

IL PROGETTO

Per dimostrare come un’architettura possa essere viva e integrarsi armoniosamente nel design e nel budget dei progetti abitativi, è stato riqualificato un appartamento degli anni Trenta di circa 65 metri quadrati in via Edolo 9, nel quartiere Isola, a Milano. Il progetto si basa sull’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, l’applicazione di probiotici, un approccio circolare all’edilizia, ridotti tempi di realizzazione, il contenimento dei rifiuti ed un rapporto qualità-prezzo accessibile. ProbioHouse utilizza materiali compatibili con il benessere, creando un habitat ideale per la colonizzazione da parte di batteri buoni, simili a quelli conosciuti come integratori per la salute del microbiota intestinale umano. Il

ALVISE SILENZI
VIA EDOLO, NEL QUARTIERE ISOLA, A MILANO

CASA green

tema, oggetto di numerosi studi in ambito medico scientifico, è la scoperta dell’esistenza di un microbiota ambientale caratteristico di ciascuno spazio abitato. Il benessere si basa su una progettazione a scala umana, dove spazio luce e colore creano un ambiente confortevole per l’esistenza umana e anche il substrato ideale per il proliferare dei microrganismi buoni. La Casa Probiotica concepita a Milano vuole essere un luogo dove parlare dei microrganismi in tutti gli aspetti della loro convivenza con l’uomo ed in concomitanza con la Milano Design Week è stato presentato un programma ricco ed interessante con conferenze e appuntamenti sul tema.

I PRODOTTI

I materiali selezionati per questo progetto sono stati forniti da aziende partner, che hanno collaborato in qualità di sponsor, selezionate per caratteristiche di biocompatibilità, facile smaltimento e rispetto di standard di ecosostenibilità generali. Tutte le porte originali in legno sono state restaurate, compresa quella della cucina, trasformata in superficie a scomparsa mediante l’installazione di un controtelaio Eclisse Luce. Grazie a questo, gli interruttori sono stati posizionati in corrispondenza del vano scorrevole, unica zona rimasta disponibile per una comoda accensione dall’ingresso. Il sistema per porta a scomparsa permette il posizionamento dei punti luce direttamente sulla parete dove è installato, in modo tale da avere interruttori e punti luce vicino al foro porta. «Penso che l’unica via per la sopravvivenza della nostra specie risieda nell’economia circolare. Il recupero dei materiali a fine e vita e la loro durata sono la chiave per ridurre le emissioni del comparto edilizia, uno dei più inquinanti. In questo progetto l’inserimento di questa tipologia di controtelaio ha consentito il recupero di una porta degli anni Venti, con le sue imperfezioni e rugosità che le conferiscono un gran fascino. L’inserimento dei probiotici è fortemente legato alla circolarità perché i microrganismi possono avere un forte impatto risolutivo nello smaltimento dei rifiuti», spiega Simona Kemenater, architetto di Studio Ssk .

OBIETTIVO COMFORT

I lavori di Simona Kemenater hanno come obiettivo il comfort ambientale, strettamente connesso alla salute personale, e si basano sul progetto del colore funzionale e dell’illuminazione, elementi fondamentali, insieme alla distribuzione spaziale, per raggiungere il benessere dei fruitori. La passione per l’interazione tra architettura e biotecnologie ha portato alla sperimentazione nei materiali e nella cura del verde, anche a seguito di una serie di esperienze

documentate in Giappone da parte dell’agronomo e microbiologo Teruo Higa negli anni Novanta. L’uso di microrganismi è stato sperimentato con successo per la ricostruzione di centri abitati dopo il disastro nucleare di Fukushima al fine di ridurre l’inquinamento radioattivo, e poi ripetuto a seguito di altri incidenti ambientali. Il sistema costruttivo della ProbioHouse è già stato applicato da Ssk Studio in altri interventi di ristrutturazione, anche nei centri storici. ProbioArKs si pone l’obiettivo di diffondere questo nuovo concetto dell’abitare.

SOSTENIBILMENTE

TRA LE PMI SI FA STRADA IL GREEN

PAOLO CALIARI

Nonostante sia il prezzo, in molti casi, a determinare le scelte del cliente-consumatore, sia professionale sia privato (come sanno bene i rivenditori di materiali edili), nelle imprese italiane si fa strada la necessità di una maggiore attenzione al tema della sostenibilità. Questa volta a sostenerlo non è l’opinione di un commentatore, ma una ricerca sul campo. L’ha condotta l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano, secondo cui oltre tre quarti (76%) delle stesse piccole e medie imprese italiane indica la transizione green come un obiettivo prioritario per l’azienda. Insomma, il concetto di green si fa strada non solo in edilizia.

Tutto bene? Solo in parte. Perché il problema riguarda la coerenza. Insomma, tra le parole e i fatti corre un fiume. La stessa ricerca indica che solamente una ridotta percentuale del campione ha individuato una figura di coordinamento, interna o esterna, su come gestire o introdurre elementi di sostenibilità nel business aziendale. Anche se bisogna ammettere che già introdurre il concetto e aspirare a un business più verde è un passo in avanti. D’altro canto, spesso l’ambizione a essere considerate sostenibili non è dettata dalla convinzione che occorre uno sforzo

per non inquinare aria, terra e acqua, ma soprattutto per la ricerca di un miglioramento della reputazione aziendale, dall’incremento dell’efficienza operativa e dalla necessità di rispondere a obblighi normativi e/o contrattuali con i propri clienti. Insomma, il rispetto per l’ambiente è a volte vissuto più come un obbligo che come una opportunità e un traguardo ideale. Per esempio, sempre secondo la ricerca, tra le imprese che dichiarano di ritenere la sostenibilità ambientale una priorità, il 34%, mostrando uno scollamento tra le dichiarazioni di intenti e l’effettiva attuazione. Tra l’altro, va segnalato che le imprese considerano sempre più spesso la transizione verde come strettamente legata a quella digitale, tanto che si parla di twin transition, transizioni gemelle. Perché il green è anche un’opportunità per migliorare l’impatto ambientale delle tecnologie digitali e, al tempo stesso, queste ultime possono costituire un fattore abilitante per la transizione verde, per esempio fornendo alle imprese strumenti per monitorare i consumi energetici o tracciare le materie prime. Per questo la piccola e media impresa italiana crede nel tema della twin transition: il 57% delle Pmi impiega già strumenti digitali che consentono di perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale.

HOME AUTOMATION

VIDEOCAMERE DI SORVEGLIANZA A PROVA DI SICUREZZA

Sono sempre di più le famiglie italiane che installano in casa una o più videocamere di sicurezza wireless. Tenere d’occhio il proprio appartamento mentre si è lontani, pronti a dare l’allarme automaticamente se un ladro si avventura tra le pareti domestiche, è un’esigenza molto sentita. Inoltre, il costo di questo elemento ormai essenziale in un ambito domotico è alla portata di tutti. Quindi, perché non installare una videocamera di sorveglianza? Il problema è che molto spesso l’applicazione di questi dispositivi non è effettuata correttamente. E, addirittura, un congegno elettronico di questo tipo potrebbe essere utilizzato contro gli stessi proprietari. Insomma, automatizzare va bene, ma con giudizio.

La software house Karspersky, per esempio, ha messo nero su bianco alcune indicazioni per chi vuole installare le videocamere. Per esempio, è necessario proteggersi dalle interruzioni di corrente o delle comunicazioni. Perché le videocamere di sicurezza sono tipicamente connesse via wi-fi. Ma se la connessione non funziona il dispositivo diventa del tutto inutile. E una delle prime cose che i ladri più aggiornati fanno prima di entrare in casa è disattivare la linea elettrica. Se l’interruzione dell’alimentazione mette fuori uso l’occhio digitale di casa i ladri hanno via libera. Uno dei consigli è, quindi, quello di acquistare un piccolo gruppo di continuità, che consente di intervenire in caso di mancanza della corrente di rete. Un’alternativa è utilizzare videocamere collegate con mini celle fotovoltaiche e relativa batteria che consentano al dispositivo di funzionare anche di notte. Meglio ancora se la videocamera è dotata di sim che si connette con la rete radiomobile, quella per gli smartphone, e non quella domestica wi-fi. In questo modo un’interruzione della connessione è impossibile. Infine, non va sottovalutato un buon livello di protezione meccanica e la conformità a standard di sicurezza. Con la tecnologia Power over Ethernet (PoE) dati e alimentazione sono trasmessi con un unico cavo. E con un router abilitato per PoE o un convertitore PoE separato da collegare alla rete elettrica e un gruppo di continuità si raggiunge la certezza di far funzionare videocamera e connessione a prova di ladro.

Giuseppe Rossi

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CANCELLO SMART

CON I MUSCOLI DI ROBUS

L’azienda veneta introduce nuovi motori per chiusure scorrevoli dedicati agli edifici residenziali. Si connettono via wi-fi per gestire un’automazione veloce e più sicura

Nice presenta la nuova generazione di Robus, l’ultima serie di motori per cancelli scorrevoli. Robus evolve ulteriormente grazie a tecnologia e design innovativo, pensato per le applicazioni di cancelli residenziali. Con numerose nuove funzionalità, tra cui una centrale ridisegnata per la massima integrazione con i sistemi smart home, i motori si distinguono per la loro versatilità, adatta a cancelli da 400 a 600 chilogrammi. L’operatività è semplificata grazie all’integrazione con l’app MyNice Pro, che consente agli installatori di connettersi in modalità wireless alla centrale per modificare impostazioni, effettuare regolazioni e diagnosticare problemi, tutto comodamente da remoto. Le principali novità includono l’adattabilità universale: Robus si distingue per la sua durabilità e il suo valore, fondati su una piattaforma universale che garantisce un’integrazione fluida e versatile. Questo approccio permette di soddisfare al meglio e con precisione le diverse necessità degli utenti finali in tutto il mondo. Robus assicura anche manovre di apertura rapida di cancelli. In soli 10 secondi apre senza sforzo cancelli larghi fino a 4 metri di larghezza, migliorando sia la sicurezza sia l’ottimizzazione dei tempi di attesa. Robus è compatibile con l’ecosistema Yubii Home: il wi-fi integrato garantisce un’integrazione perfetta, consentendo agli utenti di gestire tutte le automazioni desiderate e di creare facilmente scenari personalizzati. Robus così reagisce ai comandi vocali che migliorano l’esperienza di utilizzo dell’utente, rendendo il controllo del cancello fluido ed efficiente.

Per rendere il feedback visivo ancora più intuitivo e facile da usare, Robus è dotato di una luce Led integrata rossa o verde, il Sistema Eye Check, che fornisce aggiornamenti in tempo reale sullo stato di esecuzione dei comandi e assicura un aggiornamento agevolato dai modelli Nice precedenti, mantenendo la compatibilità. L’unità di controllo espande le sue funzionalità tramite nuove schede di espansione I/O, garantendo una transizione fluida e semplice. Infine, usa oltre il 50% di plastica riciclata, ed è compatibile con i pannelli solari, con e una riduzione significativa del 90% del consumo energetico quando in modalità stand-by.

Stefano Lavori

La rivista

Nuova edizione nell’era del superbonus: nuove schede, nuovi suggerimenti, nuovi commenti: l’edizione 2023 della Guida ha sempre il comodo formato tascabile (cm. 15 X 21) e rappresenta un indispensabile strumento di consultazione sulle novità normative, su tutti gli incentivi fiscali e, attraverso schede sintetiche, fornisce informazioni sui principali interventi per l’efficientamento e la manutenzione dei condomini.

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Attraverso l’esclusivo contributo di importanti esperti, la Guida affronta i problemi del condominio partendo dalle soluzioni tecnicamente ed economicamente più valide per migliorare la qualità della vita nei condomini. L’abbonamento a CONDOMINIO Sostenibile e Certificato comprende anche l’edizione digitale per sfogliare in anteprima tutto quanto c’è di più nuovo nel mercato e avere sempre a portata di clic la rivista.

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HIGH TECH

LA CHIAVE DIGITALE DIVENTA STANDARD

Il Car Connectivity Consortium, organizzazione internazionale per la creazione di standard digitali in ambito automotive, ha annunciato che il profilo di protezione applet Ccc Digital Key è conforme agli standard dell’Ufficio federale tedesco per la sicurezza informatica. Lo standard è così la sola applicazione di chiave digitale a ricevere tale certificazione di sicurezza. Significa che questo componente della più ampia architettura Ccc soddisfa la soglia più alta richiesta, per cui i produttori che realizzano dispositivi e veicoli possono garantire che i loro utenti siano in grado di accedere in sicurezza al proprio veicolo, creare ed eliminare chiavi digitali, condividere chiavi digitali e avviare il veicolo stesso.

I DOCUMENTI UFFICIALI NELLO SMARTPHONE

I documenti di identità non solo diventano sempre più elettronici, ma tendono a scomparire. O, meglio a essere integrati nel proprio smartphone. Prima Stati Uniti e poi il Giappone hanno deciso che sarà possibile salvare in modo sicuro i documenti d’identità come patente, carta d’identità o passaporto nel Wallet di iPhone oppure in Apple Watch. Il Giappone sarà il primo Paese al di fuori dei confini nordamericani dove sarà possibile usare questa funzionalità, grazie all’imminente digitalizzazione della MyNumber, sistema identificazione attivo da ottobre 2015,

utilizzabile in vari ambiti della pubblica amministrazione nipponica, che prevede l’utilizzo di un codice univoco a 12 cifre. La possibilità di mostrare i documenti di identità nel Wallet di iPhone o Apple Watch, è collegata a funzionalità di autenticazione basate sulla biometria (Touch ID o Face ID).

IL WEB È PIENO DI BUCHI

Non è vero che il digitale è per sempre. Secondo una ricerca del Pew Research Center, il 38% delle pagine web che esistevano nel 2013, dieci anni dopo non sono più accessibili. E l’8% delle pagine pubblicate nel 2023 già 12 mesi dopo non sono già più online. Il 23% delle pagine contenenti delle news, pubblicate da giornali e altre organizzazioni giornalistiche, contengono almeno un link inutilizzabile e quindi fanno riferimento a qualcosa che non esiste più, mentre il 21% delle pagine della pubblica amministrazione hanno link verso l’esterno che non funzionano. Ancora: quasi un tweet su cinque non è più visibile pubblicamente sul sito pochi mesi dopo essere stato pubblicato. La maggior parte dei tweet rimossi dal sito tende a scomparire poco dopo la pubblicazione. Il fenomeno è chiamato decadimento digitale.

IKEA MONITORA L’ENERGIA VIA APP

Ikea vuole per integrare Energy Insights, all’interno dell’app Ikea Home Smart, con funzioni che permetteranno all’utente di monitorare il consumo di

energia, tenere d’occhio tariffe orarie e prezzi, confrontare i propri consumi con abitazioni simili, ottenere consigli e suggerimenti da mettere subito in pratica per ridurre consumi e costi. La nuova sezione Energy Insights per il momento è disponibile solo nella versione per la Svezia, ma arriverà presto anche in altri Paesi. L’accesso al servizio sarà possibile tramite app Home Smart con un account Ikea Family. Monitorando il consumo di energia e confrontandolo con famiglie simili, Energy Insights permette all’utente di usare in modo più efficiente apparecchi ed elettrodomestici ad alto consumo, riuscendo così a risparmiare nel lungo periodo.

TIM SPEGNE IL DOPPINO DI RAME

Tim ha ceduto la rete fissa agli americani di Kkr. Intanto, ha avviato il processo di dismissione delle prime 62 centrali interamente in rame. Il piano di switch off della tradizionale rete di accesso in rame che prevede il progressivo spegnimento di oltre 6.700 centrali, sulle circa 10.500 esistenti, entro il 2028. Le 62 centrali oggetto del primo intervento sono collocate in 54 comuni distribuiti su 11 regioni: Basilicata, Campania, Calabria, EmiliaRomagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Lo spegnimento comporta il passaggio dei collegamenti attestati su queste centrali (Adsl, Isdn e linee telefoniche Rtg) sulla rete Tim di nuova generazione, già disponibile totalmente o in parte in fibra.

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