YouTrade Settembre 2018

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ISSN 2532 - 5671

Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano

SETTEMBRE 2018 - N°92

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ANNO 11 - NUMERO 92 SETTEMBRE 2018

Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Umberto Anitori, Umberto Bramani, Marco Buschi, Giacomo Casarin, Federico Della Puppa, Dario Imparato (fotografo), Ludovico Lucchi, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Sergio Vian Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di

Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Giovanni Pietro Grazioli • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento

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Sommario settembre Rubriche 11 Editoriale Edilizia e bonus casa le vere sfide per il governo 12 Econauta Troppi nani in Italia 12 Chiacchiere di condominio Quanti anni hanno le nostre case? 13 L'avvocato Vietato il video dei dipendenti 14 I fatti nostri Siate bonus 16 Imprese 4.0 Come scegliere un nuovo gestionale 20 Colpo d'occhio Best seller better buying AttualitĂ 22 DigitalNews 24 Fiera del Condominio La tre giorni dell'edilizia 26 Trend Le nuove regole dle nuovo gioco 34 Mercato immobiliare Crowdfunding per riqualificare 36 Energie Rinnovabili Il pannello si fa in 4.0 Dossier 41 Inchiesta Rivendite estere, le ricette degli altri 42 Inchiesta Il nuovo risiko della distribuzione

Germania

Rep. Ceca Austria

Francia

Spagna

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La Fiera del Condominio di Verona: tre giorni dedicati all'edilizia

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Viaggio in Europa alla scoperta delle rivendite oltrefrontiera


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Spagna Iberici verso la multicanalità Francia Maxi investimenti per l'edilizia Germania Con la spinta dell'economia Austria Edilizia felix con la crescita Repubblica Ceca Niente libero servizio

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Rivendite Zampini Ci ampliamo in bagno I ferri del mestiere Il rivenditore visto da Stephen Hawking

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Imprese Brevetti Montolit 18 nuovi modi per tagliare Faraone Salire le scale con 40 candeline Edilizia Tutti i vantaggi della leggerezza

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Speciale Fiera Marmomac Le mille facce della pietra

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YouTrade Casa Cersaie Si è allargata la ceramica Cersaie Tutti gli appuntamenti Cersa Savorani: la nuova sfida Cersaie Le novità della fiera

108 Luxury goods in showroom 110 Zapping 112 Hi-tech

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Marmomac, il business è di pietre

Cersaie: appuntamenti, novità e prodotti

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E d it or i a l e

Edilizia e bonus casa le vere sfide per il governo

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a domanda non è scontata: c’è ancora, in Italia, chi si preoccupa di far crescere l’economia, cioè il reddito delle imprese e di chi lavora? Senza entrare nelle polemiche che dividono le forze politiche, contrapposte tra loro e spesso divise al loro stesso interno, è lecito chiedersi perché ci sia tanto disinteresse per quella che è la base per la redistribuzione del reddito: la produzione di ricchezza. Che, poi, la ricchezza prodotta sia redistribuita attraverso l’abbassamento delle tasse oppure/anche con un reddito garantito per chi non lavora è una scelta che spetta al governo e al Parlamento. Ma in tutti e due i casi servono soldi. E qui si torna la domanda iniziale: la ricchezza bisogna crearla per poterla poi redistribuire. Certo, c’è anche la strada dei tagli nel bilancio statale, compresa la pericolosa tentazione di eliminare o ridurre i bonus legati alle ristrutturazioni e riqualificazioni del patrimonio edilizio. Ma questo significa togliere risorse, non creare ricchezza. Anche perché quello dei bonus casa è un circolo virtuoso: è vero che lo Stato si impegna a scalare dalle tasse dei cittadini dal 50% all’85%, ma è altrettanto vero che la maggior parte di quegli interventi non sarebbero eseguiti senza lo sconto fiscale. La riqualificazione significa anche minore spesa per l’energia, che pesa negativamente sulla bilancia commerciale del Paese, oltre a tanta Iva pagata sui lavori, che altrimenti non sarebbe stata incassata dallo Stato. Senda dimenticare i contributi previdenziali versarti all’Inps dalle imprese, risorse che sono necessarie a sostenere il sistema del welfare. Insomma, i bonus casa non sono un semplice sconto a chi si può permettere i lavori, come ha scritto tempo fa in modo superficiale il Corriere della Sera, ma in buona parte un volano di cui beneficia anche lo Stato, cioè tutta la comunità. E questo senza considerare i benefici che derivano da minori emissioni di Co2 nell’aria e da edifici più sicuri, in un Paese dove il rischio idrogeologico è terribilmente costsante. Perché, allora, c’è chi li ha messi in discussione? E perché l’edilizia sembra essere finita in coda alle priorità (tranne quando avviene qualche terribile crollo)? Questo settore negletto ha perso 600mila posti di lavoro in dieci anni. Cioè oltre mezzo milione di stipendi e, quindi, di acquisti, di consumi (a parte il dramma personale e famigliare della disoccupazione). Non sarebbe il caso, quindi, di occuparsi di edilizia? Secondo il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, investire sull’edilizia potrebbe far crescere il Pil fino al 2%. Ma non c’è tempo da perdere, tanto che il presidente dell’associazione dei costruttori si è spinto a chiedere al governo un Piano Marshall per rilanciare il settore. Che però, ammettiamolo, ha una colpa: non aver fatto sentire abbastanza la propria voce. Ora è il caso di rimediare. Un contributo non secondario, per esempio, è quello che è arrivato dalla Fiera del Condominio organizzata da Virginia Gambino Editore e di cui scriviamo nelle pagine di questo numero. Ed è un esempio di quanto si puà fare.

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E C O N A U TA

Troppi nani in Italia

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iccolo è bello, così così. Parafrasare Ligabue calza a pennello per quello che riguarda il sistema delle piccole e medie imprese italiane. Non a caso tempo fa un articolo del Financial Times indicava la bassa produttività italiana come la maggiore sfida per il nuovo governo. E, si potrebbe aggiungere, anche per quelli successivi. Più produttività significa creare reddito, ricchezza, Pil. E scacciare, con la crescita felice del Prodotto interno lordo lo spettro di un default del nostro Paese: se la ricchezza aumenta, il rapporto con il mastodontico debito pubblico si ridimensiona. Insomma, meglio lasciare perdere la teoria della decrescita (infelice), che porterebbe l’Italia a trasformarsi in Argentina. Ma per arrivarci bisogna, appunto, aumentare la produttività delle imprese, specialmente quelle medio piccole. Secondo molti analisti questo deficit rispetto agli altri Paesi dipende in gran parte dalla frammentazione dimensionale del sistema produttivo. Imprese piccole, sotto dimensionate, senza sinergie e, quindi, con costi più alti. Quindi fragili. Secondo una ricerca dell’Ocse sulle differenze di produttività tra diversi Paesi, il divario che frena l’Italia si focalizza soprattutto nella dimensione media delle imprese se confrontate con quelle di settori analoghi di Paesi più produttivi. In sintesi: quando le aziende italiane lavorano lo sanno fare bene, ma sono troppo piccole per competere. La dimensione, infatti, è parecchio inferiore alla media dei Paesi europei presenti nel campione preso in esame dall’Ocse. Per esempio, tra le imprese manifatturiere

più produttive, quelle italiane impiegano solo un terzo degli addetti di quelle degli altri concorrenti esteri. Nei «servizi di mercato» la differenza dimensionale delle imprese italiane è più ampia nella fascia più bassa di produttività e si assottiglia in corrispondenza delle unità più produttive. Peggio ancora, secondo lo studio le imprese con meno di 50 addetti e, ancora più giù, quelle con meno di dieci dipendenti, sono molto meno produttive che negli altri Paesi europei. Se si considera che le micro aziende costituiscono l’82% di tutte quelle del manifatturiero (67% la media in Europa) e addirittura il 97% dei servizi di mercato (85% nella Ue), si capisce perché il problema della produttività legato alla dimensione delle imprese è centrale. E visto che quasi nessun piccolo imprenditore desidera rinunciare al proprio piccolo impero, l’unica soluzione è studiare incentivi e agevolazioni per chi decide di continuare a lavorare in gruppo. Il governo dovrebbe pensarci. Federico Mombarone giornalista

CHIACCHIERE DI CONDOMINIO

Quanti anni hanno le nostre case?

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l recente tragico crollo del ponte Morandi a Genova ha evidenzato le incognite sulla durata e sulla resistenza delle strutture in cemento armato. Non solo: ha creato molti dubbi nelle coscienze degli amministratori di condominio, che nella quasi totalità dei casi si trovano a gestire immobili la cui struttura portante è realizzata in cemento armato. Il nocciolo della questione è rappresentato dal dover stabilire fino a che punto gli amministratori di condominio sono responsabili della manutenzione della struttura portante dell’edificio amministrato e quali mezzi hanno a disposizione per effettuare gli opportuni controlli. È fuor di dubbio che la responsabilità sulla manutenzione dell’immobile sia in capo all’amministratore di condominio. Ma è spontaneo, poi, accertare quali in effetti siano le azioni che lo stesso può porre in essere autonomamente. La risposta è automatica e semplice: nessuna. Infatti, l’amministratore non ha il potere di decidere spese anche se necessarie. Deve sempre sottoporle all’assemblea, che valuterà se i controlli da effettuare e i relativi costi sono spesa necessaria o meno. A questo punto ci sentiamo di consigliare nel caso di situazioni preoccupanti (in base a quali elementi è possibile valutare preoccupante la struttura di un edificio?) di chiamare i Vigili del Fuoco, in modo da avere una certificazione affidabile dello stato delle strutture. Nel raccomandare di intervenire con particolare attenzione negli eventuali ammaloramenti del cemento armato, segnaliamo ancora una volta le opportunità della istituzione del Libretto di fabbricato. Umberto Anitori esperto di condominio

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L’AV V O C ATO

Vietato il video dei dipendenti

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on la sentenza 38882/2018, la Terza sezione penale della Corte di Cassazione ha affermato che è sempre vietato riprendere con un video i dipendenti al lavoro, persino in presenza del consenso espresso degli stessi. Secondo la Corte di Cassazione, pur in presenza delle esigenze prescritte dall’articolo 4 della Legge n. 300/70 (esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro), il consenso manifestato dai dipendenti non vale a escludere la condotta illecita del datore di lavoro. Richiamando un precedente e consolidato orientamento, i Giudici hanno osservato che l’installazione di qualsiasi apparecchiatura dalla quale possa derivare un controllo dell’attività dei dipendenti, richiede il preventivo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o un provvedimento autorizzativo da parte della Direzione Territoriale del Lavoro (oggi Ispettorato Territoriale del Lavoro), come prescritto dall’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori. In assenza di tali requisiti è irrilevante l’eventuale consenso rilasciato da parte dei lavoratori: esso non può essere pertanto ritenuto una scriminante rispetto al reato configurato dall’articolo di legge citato. Il legislatore ha scelto di attribuire alle rappresentanze sindacali aziendali, o in mancanza di accordo, all’Ispettorato del Lavoro, il compito di valutare l’esistenza effettiva delle esigenze aziendali previste

dalla citata disposizione, al fine di garantire un controllo da parte di soggetti competenti e dotati di una maggiore forza economico sociale rispetto ai singoli dipendenti, i quali, nel rapporto contrattuale con il datore di lavoro, rappresentano evidentemente la parte debole e facilmente condizionabile. Nel caso concreto, la Corte di Cassazione ha ritenuto illegittima la ripresa dei lavoratori, i quali non solo erano stati informati, ma avevano altresì aderito all’installazione delle telecamere all’interno di un pubblico esercizio, nel quale il titolare aveva installato alcune telecamere connesse a uno schermo e a un apparato informatico, dalle quali era possibile osservare costantemente i dipendenti nello svolgimento delle proprie mansioni. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu

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I FAT T I N O S T R I

Siate bonus

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bastato anche solo accennare alla possibilità che alcuni bonus fiscali vengano eliminati dal nuovo governo (che ormai nuovo non è più) che si è immediatamente diffuso il panico. In particolare, il bonus ristrutturazioni è in testa agli incentivi da salvare, e la Distribuzione Edile Unita farebbe bene a marciare compatta con striscioni e bandiere insieme a tutto il popolo dell’edilizia, perché se i benefit, o parte di essi, dovessero davvero essere accantonati, ne vedremmo delle brutte. È sempre complesso entrare nelle dinamiche della politica, capire che cosa frulli nella testa di un ministro e della sua corte. Però, e con un po’ di intelligenza, consultarsi, informarsi e farsi consigliare non sarebbe una cattiva cosa. Nessuno può pretendere, per stare nell’attualità (ma tengo a ripetere che è sempre stato più o meno così dall’avvento della Repubblica) che un avvocato conosca i problemi del mondo delle costruzioni. Da un eletto o designato ci si deve attendere che svolga al meglio il suo compito di coordinare e decidere, e ciò vale per qualsiasi ministero, utilizzando serietà e buonsenso (che possono essere le sue qualità, peraltro ammirevoli e non scontate) unitamente alla capacità di circondarsi di collaboratori all’altezza della situazione. Pensare di penalizzare gli incentivi fiscali che da anni ormai stanno tenendo in piedi il settore (e anche l’Erario, vorrei aggiungere), conclamare una sostenuta ripresa delle grandi opere – cosa assolutamente necessaria e proba – ben sapendo (o forse non è stato comunicato) che soldi non ce ne sono e che anche ci fossero ci penserebbe la Pubblica amministrazione a renderli indisponibili, vuol dire che il ministro ha scelto pessimi collaboratori. Tra l’altro, i dati del mercato della ristrutturazione non sono certo un segreto, e non lo è neppure

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il fatto che questo settore della nostra congiuntura edilizia sia l’unico che cresce ogni anno da oltre dieci anni, a differenza di tutti gli altri, e qualche “vecchio” del ministero queste cose dovrebbe saperle. Gli sgravi fiscali, in questo ultimo decennio, hanno svolto un ruolo determinante. Milioni (milioni veri) di domande per interventi di varia natura e genere non si sarebbero mai materializzate senza la possibilità per il privato di ottenere vantaggi in termini di tassazione. Per il settore delle

L’idea di ridimensionare i benefici fiscali legati agli interventi di ristrutturazione ha scatenato il panico, dalla progettazione alla distribuzione. In tempi di crisi, salvare il buono che c’è dovrebbe essere una priorità energie alternative, poi, saremmo ancora nell’età del carbone, più che a quella degli impianti fotovoltaici. Ma la convinzione che si passi alla storia solo con iniziative eclatanti (per esempio ricorderete la bufala del ponte sullo Stretto) continua a mantenere il suo fascino. Eppure, il tempo delle sparate dovrebbe essere terminato. Un occhio alla realtà del quotidiano, magari anche un occhio ai conti e al debito pub-

blico, dovrebbero non solo invitare al mantenimento degli incentivi fiscali esistenti, ma stimolare viepiù il loro miglioramento e magari far funzionare la fantasia perché se ne generino di nuovi. Si parla tanto di migliorare la qualità della vita, poi si bloccano i fondi per la ristrutturazione delle periferie. Mi sono perso qualcosa? Poiché è con il “piccolo” (e numeroso) che tiriamo avanti, iniziamo a salvaguardare quel che c’è di buono. Come scrivevo all’inizio, la distribuzione edile nazionale dovrebbe prendere una posizione. È il suo mercato quello che potrebbe essere più o meno ridimensionato. E da qual che si sente in giro, la cosa sarebbe davvero preoccupante, vista la ripresa troppo debole del settore delle nuove costruzioni, e soprattutto pensando che il nostro comparto non vive certo delle grandi opere. Farsi ascoltare – ammesso che qualcuno si impegni a parlare – è sempre difficile, ma a mio avviso sarebbe doveroso provarci. Oltre alla ristrutturazione tradizionale, c’è oggi una grande necessità di manutenzione del territorio, a cominciare da ponti e viadotti, ma l’elenco potrebbe continuare, e in questo caso un ruolo decisivo lo svolgono gli enti locali. Come fare per diventare un punto di consultazione permanente per chi naviga (e magari naufraga) nel mare della consulenza tecnica non sempre specializzata? Questo sì che sarebbe un bel colpo di vita, un eccellente riposizionamento collettivo, tanto per dimenticare la politica e i politici e tornare a parlare di cose concrete. di Roberto Anghinoni Giornalista S e t t e m b r e

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INDUSTRIA 4.0

Come scegliere il nuovo gestionale

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cegliere una piattaforma tecnologica moderna è più semplice e conveniente di quanto il titolare di un’azienda possa pensare, in particolare se decide di usufruire di soluzioni che permettono alla propria impresa di aumentarne l’efficienza. Di questo argomento si è dibattuto a lungo all’interno del Centro di Consulenza Aziendale Nav-lab e molte delle considerazioni sono state riassunte in un e-book disponibile proprio sul sito di Nav-lab. Ma quando è il momento di cambiare il software gestionale? E quanto conviene? Ecco alcuni dei segnali che possono aiutare a capire che è arrivato il momento della scelta. Si ponga il caso che la propria azienda stia crescendo in dimensioni, che tutto sia diventato più complesso e che i clienti si aspettino un servizio migliore. Innanzitutto, è necessario valutare le esigenze che i clienti esprimono. Se i clienti si sono evoluti ed esigono risposte in tempi più brevi rispetto a quelli che si forniscono solitamente, se spesso non si è in grado di essere precisi e puntuali nelle risposte, se succede di aver intuito che era possibile offrire qualcosa di diverso e fare nuovo business, ma oramai il cliente si è rivolto ad altri… Se ci si ritrova in almeno una di queste problematiche significa che non si è al passo con le aspettative della propria clientela, o meglio, che il sistema informativo non è al passo con le richieste dei clienti. I dipendenti corrono per avere e fornire risposte veloci raccogliendo informazioni ai vari livelli dei processi aziendali? Vi è un continuo spreco di tempo per gestire sistemi diversi che non comunicano tra di loro? Malgrado ciò, e malgrado sia stato assunto nuovo personale, le risposte arrivano tardi, non sono aggiornate in tempo reale e spesso contengono errori? Capita che le risposte non siano immediatamente disponibili alle

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persone a vari livelli in modo che possano operare velocemente in modo preciso? Nonostante i continui controlli è possibile ritrovarsi con scorte di articoli in eccesso mentre altri, invece, mancano e si perde troppo tempo per ordinarli? Significa che la propria raccolta informazioni e le relative analisi non sono adeguate, che il sistema gestionale non integra automaticamente sistemi e processi. È difficile avere un’idea a 360 gradi della propria azienda? Quanti e quali dati mancano e, soprattutto, dove occorrono e in quali momenti? Se non è possibile visualizzarli ovunque ci si trovi, con qualsiasi dispositivo e in tempo reale, significa che il sistema è obsoleto.

Sono molti i segnali che indicano la necessità di rinnovare con urgenza il sistema software attorno a cui ruota il business dell’azienda. Per esempio, vi capita mai di trovarvi a corto di scorte? Oppure di averne in eccesso? È importante essere rapidamente operativi quando si decide di attivare un cambiamento nei propri processi aziendali? Se i tempi sembrano troppo lenti, se comportano ostacoli alle attività quotidiane, creando intoppi che fanno perdere business, allora il proprio sistema gestionale è da aggiornare. Esistono tantissimi dati, ma sparsi in diverse

applicazioni e non è possibile avere le risposte che ci si aspetta? Manca uno strumento di BI tecnologicamente avanzato che raccolga i dati da un sistema integrato. Esiste il bisogno di aumentare il proprio business, ma la produttività cala a causa del tempo sprecato nel passaggio tra svariate applicazioni e molteplici sistemi disconnessi? Restare ancorati ad un sistema che non è più all’altezza delle proprie necessità può costare caro. Non aggiornare la tecnologia porta infatti a un reale calo nelle vendite, all’insoddisfazione dei clienti o a rischi di mancata conformità. È mai stato calcolato quanto tutto questo può incidere economicamente? È importante non mettere a rischio il proprio business: è il momento perfetto per aggiornare i sistemi. Oggi si hanno a disposizione molteplici possibilità ed il cloud può dare una grande mano. Il cloud ha aperto, infatti, una serie di possibilità per aziende di ogni grandezza: finalmente è possibile ampliare le proprie capacità, creare maggiore efficienza, mobilità e prepararsi a fronteggiare condizioni di mercato in costante evoluzione. Si può alleggerire la propria azienda dalla gestione dell’infrastruttura, risparmiare sulle risorse ad essa dedicate, diminuire il consumo di energia e lavorare in tutta sicurezza e con qualsiasi dispositivo. Si ha così la possibilità di aumentare l’efficienza grazie all’automatizzazione dei processi, e all’integrazione con gli strumenti già familiari alle risorse, utilizzare facilmente tecnologie molte avanzate, come gli strumenti di Intelligenza artificiale. I dati interconnessi fanno scaturire analisi S e t t e m b r e

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avanzate sul business aziendale, aiutando le persone a prendere decisioni intelligenti e ad aumentare le vendite.

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Quale soluzione gestionale scegliere? Innanzitutto, deve essere integrata: è importante scegliere una sola soluzione che gestisca in modo completo tutte le aree aziendali, dalla gestione finanziaria e contabilità, alla supply chain, produzione e magazzino, alla vendita e assistenza, al project management, alla business intelligence e reporting, che sia integrata con applicazioni di Crm e che sia facile da personalizzare. Poi, è necessario avere un’azienda connessa: sistemi e processi siano collegati automaticamente, evitando che questa responsabilità ricada sui dipendenti. Deve offrire processi aziendali automatizzati e protetti: la produttività migliora e aumenta grazie a workflow, tracciabilità dei dati e funzionalità di sicurezza interaziendali semplici da creare.

forza lavoro ovunque questa si trovi. In più deve essere una soluzione facile da utilizzare, ed estremamente intuitiva. Se poi si decide di scegliere una piattaforma in cloud è possibile usufruire del massimo della flessibilità in tempo reale al variare del business, seguendo le esigenze di espansione dell’azienda. La scalabilità della soluzione permette infatti di attivare (o disattivare) utenti e/o nuove aziende di un gruppo in Italia e/o all’estero nel momento in cui si presenta la necessità. Il canone del servizio comprende tutto, anche il continuo aggiornamento del prodotto: si avrà sempre a disposizione una soluzione dotata delle ultime tecnologie e funzionalità. Per ultimo, è necessario scegliere un fornitore di tecnologie affidabile, e avere una solution house che aiuti a sfruttare al meglio le applicazioni, per ampliarle e crearne di nuove con semplicità e convenienza in base alle proprie esigenze specifiche.

Il gestionale deve offrire una panoramica a 360 gradi. Tutti i dati inerenti la contabilità, le vendite, gli acquisti, il magazzino e le interazioni con i clienti, sono centralizzati per offrire una panoramica completa dell’azienda. I dati, poi, sono sempre aggiornati per consentire di identificare le tendenze, prevenire i problemi e offrire ai clienti esperienze ottimali. È necessario poter godere della mobilità: l’esperienza d’uso deve essere identica su ogni dispositivo, per offrire reale mobilità alla

Come scegliere il fornitore giusto? Quando ci si troverà a dover scegliere ci si dovrà chiedere: la soluzione è facile da imparare e utilizzare? Quanto facile? Come s’integrerà con i sistemi e le applicazioni preesistenti? Se utilizza il cloud, sarà possibile avere ancora il controllo sui dati? Una volta scaduto il contratto iniziale, quale sarà il costo? È facile aggiungere o eliminare utenti? E questo in che modo si riflette sui prezzi della propria azienda? Con che frequenza saranno aggiornati i prodotti? È possibile

controllare l’implementazione degli aggiornamenti? Il fornitore quanto è affidabile nel post-vendita? La solution house è vicina territorialmente e può con l’implementazione offrire assistenza? In quanto tempo avviene l’attivazione del nuovo sistema? La scelta giusta È quella che consentirà di avere una panoramica completa, con dati centralizzati, dalla gestione finanziaria e contabile alle vendite, passando dai servizi post-vendita e dalla produzione. Sarà più facile identificare le tendenze, prevedere i problemi e offrire ai clienti esperienze ottimali grazie ad informazioni sempre aggiornate. Miglioramento delle vendite e l’assistenza clienti grazie a dashboard configurabili e report multidimensionali che aiuteranno ad analizzare gli indicatori essenziali di prestazione (Kpi) e lo stato di scorte, vendite e ordini. Sarà possibile monitorare la prestazione delle vendite in corso e sfruttamento delle informazioni per agire e puntare sui clienti con il massimo potenziale per la crescita a lungo termine. Una panoramica completa sui servizi, carichi di lavoro e competenze dei dipendenti permetteranno di distribuire efficacemente le risorse e accelerare la risoluzione dei casi. Si potrà utilizzare il sistema per prevedere cosa e quando rifornire, in modo da garantire il mantenimento di livelli adeguati del magazzino. Si potranno sfruttare le previsioni di vendita per generare automaticamente piani di produzione e creare ordini di acquisto. Non succederà più di rimanere senza scorte in magazzino e di aver perso vendite: sarà possibile offrire automaticamente degli articoli alternativi se quelli richiesti non sono disponibili. Si riceveranno consigli automatici sul momento giusto per pagare i fornitori in modo da ottenere degli sconti o evitare penali di mora. Sarà possibile gestire i budget e monitorare i progressi con dati sulle risorse disponibili in tempo reale. È facile iniziare, è facile crescere. È tempo di cominciare con ciò che occorre e poi crescere al ritmo giusto! di Umberto Bramani Direzione Nav-lab, amministratore delegato di Nekte S e t t e m b r e

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COLPO D'OCCHIO

Best seller better buying

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n questa rubrica parleremo d’acquisti. Vi starete senz’altro chiedendo quale relazione ci sia tra il visual merchandising e gli acquisti, attività svolte da due figure professionali che presiedono reparti differenti, ma che non sono nient’altro che due facce della stessa medaglia. Pensiamo per un attimo agli acquisti: sono generalmente svolti da un buyer che ne valuta tutta una serie di fattori prima di procedere o meno a lanciare gli ordini. I parametri considerati sono soprattutto monetari: stipulazione di contratti con le aziende fornitrici che vincolano a obiettivi di budget annuali o semestrali, mantenendo prezzi al pubblico concorrenziali senza ridurre la marginalità. Un bravo buyer riceve le offerte di tutti i prodotti valutandone la qualità e il valore, cercando di contrattare i prezzi migliori.

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Non dobbiamo, inoltre, dimenticare le difficoltà che si presentano nell’acquisto: quando un nuovo prodotto viene lanciato sul mercato diventa fondamentale averlo nel punto vendita e presentarlo con il giusto focus. L’incaricato degli acquisti è spinto a comprarlo e lo sceglie tra le molte versioni disponibili. Appena arrivato nel punto vendita, il prodotto deve essere esposto in modo tale da esser notato: viene inserito un prezzo di lancio che attiri l’attenzione del consumatore. Il lavoro del buyer è, quindi, un vero Tetris: tanti parametri, poco tempo a disposizione e pressioni di ogni genere, tutti fattori che condizionano la programmazione degli acquisti anche da parte dei professionisti più esperti. Analizziamo ora la situazione dal punto di vista del visual merchandiser: il nuovo prodotto deve essere collocato in zona di «alto traffico» nello store, è necessario creare un display di richiamo. Si tratta di operazioni che permettono di attrarre il consumatore sulla novità presente nel punto vendita. Ma questo prodotto non è arrivato solo: ci sono altre nuove referenze da posizionare, tutte con la stessa priorità di sell out. Non avendo a disposizione un negozio di superficie illimitata, il visual merchandiser deve fare una scelta, decidendo

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che cosa esporre primo, per secondo 3 e a seguire, verso una logica che lo porterà a una rotazione della merce nel punto vendita. Questo è un problema ricorrente: nel caso si esponesse subito tutta la merce nuova ordinata dal buyer arrivata con un’unica consegna, il consumatore non avrebbe una visione chiara delle novità. Come ormai ben sapete da questa rubrica, non c’è niente che scoraggi il cliente finale più di un allestimento senza un focus (troppi prodotti esposti e quindi indistinguibili). Se non c’è chiarezza nell’esposizione, non ci saranno nemmeno le vendite previste e i clienti preferiranno acquistare da un competitor con un’esposizione più chiara, o dal web. Non è solo una questione personale: è semplicemente più facile per i clienti trovare quello che cercano. Per questo motivo è importante che il lavoro del buyer e quello del visual merchandiser vadano di pari passo nella gestione degli assortimenti: una buona pianificazione congiunta rende più semplice l’esposizione, migliora le vendite, la rotazione dei prodotti e la marginalità, quindi la redditività delle superfici di vendita. Per incrementare ulteriormente la sinergia tra acquisti ed esposizione, un’idea è quella di limitare gli assortimenti. Una grande catena inglese, simile alla nostra Autogrill, ha recentemente deciso di tagliare del 20% il numero di referenze che aveva in assortimento, in modo da ricavare più spazio per l’esposizione dei prodotti che voleva spingere per un sell out più aggressivo. Tramite questa semplice pulizia delle referenze meno alto rotanti gli incassi sono aumentati del 10%. Il mix migliore per una perfetta esposizione richiederebbe dunque un taglio del numero di referenze. Non sto suggerendo un ritorno all’assortimento minimale, ma di offrire al consumatore una scelta che non gli confonda le idee. Non possiamo tenere lo stesso prodotto, di tre marche diverse, che ha le stesse caratteristiche e che rientri nella stessa fascia di prezzo. Vediamo insieme alcuni esempi per capire come la collaborazio-

ne buyer e visual merchandiser crei un buon risultato. Nella foto 1 vediamo come l’esposizione chiara dei rulli per dipingere inviti a scegliere solo la grandezza e la rifinitura del rullo in base al finish che vogliamo ottenere su nostro muro: il tempo che intercorre tra decisione d’acquisto e scelta di quale prodotto sia meglio è davvero molto breve. Nella foto 2, invece, c’è tutt’altra situazione: si tratta di prodotti per la cura della persona e, sebbene sembrino davvero molti e tutti diversi, dopo un’attenta analisi dell’immagine risulta come questi siano ripetuti e come ogni mensola esponga una o massimo due referenze. Nella foto 3, invece, è rafforzato un solo prodotto declinato in diversi colori: se il buyer avesse comprato le penne rosse, blu e nere da tre aziende differenti, l’impatto visivo della presentazione non sarebbe stato così efficace. La foto 4 è il classico esempio d’acquisto indirizzato dal colore: se buyer e visual merchandiser non avessero lavorato in sintonia decidendo spazi, misure e quantità per ogni referenza/colore, avremmo un’esposizione più simile a quella della foto 5. Voi da quale parete preferireste comprare? Io da quella della foto 4, senza dubbi. «Less is more» per il visual merchandising significa proprio questo: organizzare gli acquisti in base all’esposizione delle merci nel punto vendita, comprare meno per vendere meglio. Buon visual merchandising e buon lavoro! di Sergio Vian esperto di retail, marketing e merchandising per Venus srl www.venusvisualmarketing.com venus@venusvisualmarketing.com Su Facebook: Venus Visual Marketing Merchandising & Retail Project Su Instagram: venusvisualmarketing

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Digital news 1

da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it

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APPELLO DI ANIE E PROFESSIONISTI È arrivata una formale richiesta al governo di non rinunciare ai bonus casa. Anzi, di migliorarli. L’Ance si è mossa assieme agli Ordini professionali di Ingegneri e Architetti con un testo condiviso. La richiesta contiene «proposte per la qualità delle costruzioni e per la rigenerazione urbana», miglioramenti su eco-bonus e sisma-bonus, incentivi per i lavori edilizi incentrati sull’efficientamento energetico e sulla tutela dal terremoto che in parte scadono il 31 dicembre. (youtradeweb.com)

2 INFISSI A CARICO DEI PROPRIETARI Gli infissi in mansarda devono essere considerati come finestre o abbaini e, quindi, come tali, di proprietà esclusiva dei proprietari degli appartamenti cui sono asserviti, pur permanendo il vincolo estetico (non possono essere sostituiti da modelli diversi da quelli esistenti). La spesa per la loro sostituzione è a esclusivo carico dei proprietari. (casacondominio.net)

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3 MATTONI ITALIANI IN SVIZZERA

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Nel Malcantone svizzero è sorto un complesso architettonico composto da tre volumi fuoriterra. È la nuova scuola media di Caslano, interamente rivestita da mattoni SanMarco-Terreal, e incarnazione di un importante e storico traguardo: dotare il territorio di una nuova sede scolastica, in grado di sgravare le sedi limitrofe già affollate. (youbuildweb.it)

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FIERA DEL CONDOMINIO

LA TRE GIORNI DELL’EDILIZIA Conclusa a Verona la prima Fiera dedicata alla riqualificazione delle abitazioni. Workshop, relazioni e molti interventi per focalizzare le strade che portano a case meno energivore. Sul prossimo numero interventi e slide del Convegno YouTrade di Franco Saro

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ostruzioni, edilizia, infrastrutture, riqualificazione, invecchiamento della popolazione, digitale, fisco... Che cosa può tenere insieme tutte queste parole, queste idee, queste proposte? La risposta è: un evento straordinario. Nel senso pieno della parola: fuori dagli schemi. E un evento straordinario è quello che si è svolto per tre giorni alla Fiera di Verona, organizzato da Virginia Gambino Editore e dall’Ordine degli Ingegneri della città scaligera. Un’impresa che non era facile, per le ambizioni e per la stessa formula adottata: tre giorni dedicati alla casa, al condominio, alla riqualificazione. Tre

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parole dietro le quali si trovano interi mondi: da quello degli utenti finali a quello delle realtà produttive e professionali, fino a quello della distribuzione di materiali. E proprio qui stava la sfida: mettere a confronto mondi e metodi diversi, con obiettivi e proposte da far convergere. Insomma, un esperimento, una strada inesplorata, un traguardo impervio. Ma per una finalità giusta. CONVEGNI E INTERVENTI Seguendo questa premessa, la Fiera del Condominio Sostenibile organizzata a Verona da Virginia Gambino Editore con la collaborazione dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, ha raggiunto lo scopo. «Da S e t t e m b r e

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sempre la nostra casa editrice è impegnata non solo nel trattare i temi specifici legati all’edilizia, ma anche a fare cultura: un’azione necessaria se vogliamo che la necessità di riqualificare abitazioni e condomini si diffonda», ha spiegato nei saluti iniziali Virginia Gambino. I tre giorni della Fiera, infatti, sono stati densi di interventi, di workshop, di dibattiti, spesso anche con la partecipazione del pubblico. Dopo l’appuntamento iniziale di domenica, che è servito per rompere il ghiaccio, con i saluti di organizzatori e alcuni relatori, le due giornate calde sono state quelle che hanno visto i convegni di YouBuild, lunedì mattina, e il roadshow Condominio Ok, martedì pomeriggio. Due eventi che hanno centrato l’attenzione dei partecipanti rispettivamente sulla necessità e sugli strumenti per riqualificare il territorio e il patrimonio edilizio, e sulle eccezionali opportunità concesse dagli sgravi fiscali, compresa la possibilità di cedere a terzi il bonus. Il convegno YouBuild, in

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più, ha registrato le proposte sulla riqualificazione di interi complessi abitativi e riflettuto sugli aspetti legati al finanziamento delle opere, in partnership tra pubblico e privato. Condominio Ok, tra l’altro, è entrato nel dettaglio con una case history sulla cessione del credito d’imposta, argomento affrontato anche nel workshop che ne è seguito. Martedì, invece, il Convegno YouTrade numero 11 ha fatto il pieno non solo per i contenuti proposti dai relatori, dagli scenari futuri alla congiuntura dell’edilizia, ma anche per la discussione che ha coinvolto alcuni dei principali distributori. Tre workshop nel pomeriggio hanno concluso i lavori. Sul numero di ottobre di YouTrade, YouBuild e Condominio Sostenibile e Certificato saranno pubblicati gli abstract e le slide dei principali interventi dei convegni.

Alcune immagini della Fiera del Condominio che si è svolta a Verona dal 16 al 18 settembre. Accanto agli stand, workshop e tre convegni sul tema della riqualificazione del residenziale

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TREND DELL’EDILIZIA

LE NUOVE REGOLE DEL NUOVO GIOCO La crescita impetuosa è finita. Ma l’obsoleto patrimonio edilizio italiano apre spazi inediti per le imprese di costruzione e di distribuzione. È l’oceano blu delle ristrutturazioni: un mercato diverso, ma quasi infinito. A patto di saperlo cogliere

di Federico Della Puppa

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no dei film più di successo, il film di animazione Toy Story, racconta la storia di alcuni giocattoli, uno dei quali, Buzz Lightyear, pronuncia spesso una frase che nel film è il classico tormentone. La frase è «verso l’infinito e oltre» ed esprime un concetto molto interessante dal punto di vista della speranza che ciascuno di noi ha di raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel senso che la frase ci ricorda che non c’è limite alla fantasia, ai sogni e alle speranze, ma anche che oltre quei sogni e quegli obiettivi ve ne saranno altri. L’infinito ha sempre un oltre, perché per sua stessa definizione non termina mai. Il paragone con il mercato delle costruzioni potrebbe sembrare forzato, ma non lo è, perché anche se sembra esattamente il contrario, lo spazio di crescita per il settore è praticamente infinito. Solo che le direzioni sono cambiate e la velocità con la quale stiamo procedendo è diversa rispetto a quella di un tempo. Dunque, serve pazienza ma soprattutto serve comprendere che il «mercato finito è finito», definitivamente. Non è un gioco di parole, è sancire definitivamente che se un tempo l’edilizia poteva contare su mercato pressoché infinito, a parole, perché basato sulla malsana ed errata convinzione che l’espansione costruttiva, urbana, periurbana e dei territori diffusi, potesse procedere all’infinito, oggi quel mercato è finito, secondo tutti i punti di vista, quelli economici, della domanda e quelli territoriali e urbanistici.

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milioni gli edifici residenziali censiti in Italia dall’Istat

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TERRITORIO STOP Perché se c’è qualcosa di finito, in termini di risorsa, quasi fosse una materia prima, questo è proprio il territorio. E nel territorio ci sono le città e c’è, o c’era come diceva un tempo Adriano Celentano, la campagna. Che quell’epoca sia finita perché è finito non solo il modello di sviluppo, ma soprattutto il territorio dove svilupparla, lo hanno sancito le numerose leggi regionali che nell’ultimo biennio hanno iniziato a mettere un freno al dilagare del consumo di suolo. Stop al consumo di suolo significa stop a un modello di espansione edilizia che aveva puntato tutte le sue carte sul nuovo, sull’urbanizzazione di terreni un tempo agricoli o naturali. Stop, dunque, al presunto infinito, anche perché non c’è un oltre dove andare. Era un infinito finto, ce lo hanno raccontato come infinito, ci abbiamo creduto perché era conveniente crederci, ma non vedevamo la sua finitezza. Serviva una disruption, una distruzione creativa per dirla con l’economista Joseph Schumpeter, metterla in evidenza, per metterci tutti di fronte al limite di quel modello. La crisi è stata quella disruption e alcune voci, noi tra quelle, hanno provato ad avvertire per tempo, ma sono state ritenute cassandre e non è stato prestato loro ascolto. La crisi ha colpito l’edilizia con una forza dirompente perché l’edilizia è un mondo fragile anche per questo motivo, ci si fida troppo dell’istinto in un gioco fino a qualche anno fa tutto sommato semplice. NUOVO GIOCO Ma le nuove regole del gioco sono diverse e curiosamente dentro queste regole il nuovo gioco si chiama «verso l’infinito e oltre», solo che non lo abbiamo ancora ben compreso. Qual è questo gioco? Ovviamente è quello delle ristrutturazioni, del recupero edilizio e urbano, ma anche territoriale e ambientale. Solo che il gioco è così diverso che non possiamo usare gli stessi dadi e le

stesse pedine. Il tavolo da gioco è cambiato. Prima era il tavolo del Monopoli, oggi è quello del Risiko. Ieri l’obiettivo era uno solo e uguale per tutti, conquistare terreni e costruirci e diventare il più ricco, sconfiggendo gli altri, gettandoli sul lastrico. Un unico obiettivo per tutti e tutti a passare per il via, secondo il giro del tabellone di gioco. Risiko, al contrario, ci dice qual è il nostro obiettivo prima di iniziare a giocare: è diverso da quello degli altri e sta a noi fare le scelte giuste. A volte può essere conveniente perfino non tirare i dadi al nostro turno, senza attaccare nessuno, solo per consolidare le nostre posizioni e aspettare. Ma soprattutto non c’è un ordine di gioco predeterminato, non c’è un percorso fisso e immutabile. A Risiko non si passa dal via, si attende solo il proprio turno per giocare o si scende in campo se chiamati in causa. Altrimenti si deve attendere con pazienza il turno e nel frattempo seguire che cosa fanno gli altri, prevenirne le mosse cercando di intuire quali obiettivi hanno. E tutto ciò dipende dal nostro obiettivo, dai territori che possediamo e da quelli che dobbiamo possedere e conquistare, dalle nostre forze, da come le abbiamo disposte in campo, dai dadi anche, ma non in misura determinante, come la statistica insegna e come chi gioca sa bene. Non è fortuna, mai, è sempre strategia. LINEA CIRCOLARE Tutto questo che c’entra con l’edilizia? C’entra molto, veramente molto. Perché oggi le scelte che le imprese si trovano a fare non sono più lineari, ma circolari. Non sono più scelte che si muovono su strade e percorsi ben noti, non c’è la casella del Via dove passare, non c’è più l’urbanistica espansiva dei retini e delle nuove aree da urbanizzare e sulle quali costruire nuovi edifici. Oggi ci si deve affidare a strategie precise, a specifiche scelte e a specifiche azioni, dove nulla è improvvisato, ma

COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEL PATRIMONIO RESIDENZILE OCCUPATO DA FAMIGLIE RESIDENTI PER TIPOLOGIA ABITATIVA ED EPOCA DI COSTRUZIONE ABITAZIONI

1918 E PRECEDENTI

1919 1945

1946 1960

1961 1970

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1991 2000

2001 2005

2006 2006 E SUCCESSIVI E SUCCESSIVI

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2,8

2,2

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3,2

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2,3

1,5

0,8

0,6

19,5

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1,9

1,5

2,3

3,3

3,4

2,1

1,2

0,6

0,4

16,6

3-4

1,9

1,3

1,9

2,7

2,8

1,9

1,1

0,6

0,5

14,6

5-8

1,7

1,2

1,8

2,4

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1,8

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0,7

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1,0

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16 e più

0,9

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3,4

6,0

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3,0

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0,9

0,8

22,3

10,2

8,4

14,1

20,1

18,7

12,7

7,8

4,6

3,6

100,0

totale

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

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dove tutto deve essere pianificato. Come in guerra. Ed è per questo che oggi il gioco non è più Monopoli, ma Risiko, nel quale dove dobbiamo mettere in pratica al nostro livello gli insegnamenti di quel grande stratega, Sun Tzu, e di ciò che ha scritto nel suo famosissimo libro L’arte della guerra, vera bibbia strategica valida non solo per le guerre militari ma anche per quelle economiche e di mercato. Se in guerra c’è un nemico, chi è oggi il nemico in edilizia, nel mondo delle costruzioni? Il primo nemico sono le imprese stesse, il loro modo di affrontare il mercato con gli stessi strumenti e approcci del passato. Come se a Risiko si potessero utilizzare le pedine e i soldi del Monopoli. Niente di più sbagliato. Ci sono altri nemici, i competitor certamente, per i rivenditori edili, per esempio la Gds e la Gdo. Ma c’è un altro nemico, ed è forse quello più pericoloso, ovvero ritenere che sia tutto finito e che non ci sia più possibilità di espansione. MERCATO DI MERCATI Il nemico è pensare ai prodotti e non ai processi, a cosa facciamo e non a come lo facciamo, il nemico in sostanza è continuare ad agire e gestire le imprese con le logiche del passato. Il vero nemico in qualche modo siamo noi, sono le nostre convinzioni. La crisi ci ha insegnato che il mercato dell’edilizia non è un mercato unico, ma è un mercato di mercati, che l’edilizia è un S e t t e m b r e

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prodotto di prodotti, che le costruzioni prosperano se la filiera è ottimizzata, ben organizzata e soprattutto che per affrontare il cambiamento dobbiamo trasformare le nostre imprese riorganizzando i processi, i flussi, guardando in modo diverso al mercato stesso, smettendo di cercare di pescare nello stesso mare, ma cercando altri oceani. Ci sono? La teoria dell’oceano blu ci dice che ci sono, solo che non li vediamo perché siamo ancora legati all’oceano rosso nel quale navighiamo, nel quale cerchiamo di pescare il poco pesce rimasto con barche non più adatte, usando esche sbagliate in un mare ormai non più pescoso, avvinghiati ai ricordi di quando il pesce saltava nella rete da solo. Eppure l’oceano blu c’è e molti lo hanno già individuato e hanno iniziato a utilizzare le giuste esche e le giuste barche. L’oceano blu si chiama ristrutturazioni e riguarda due voci, la prima è quella del mercato delle ristrutturazioni, la seconda è la ristrutturazione delle strategie di impresa e la revisione dei modelli di gestione. C’è molto da pescare in entrambi i mari. USATO SICURO Partiamo dal mercato delle ristrutturazioni. Ristrutturare significa mettere mano a quanto costruito rinnovandolo, dando una nuova forma e nuove funzioni a prodotti ormai non più in grado di svolgere in modo

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| Circa 17 milioni di abitazioni occupate hanno già raggiunto la soglia dei 40 anni di età. Cioè il 74,1% degli edifici residenziali e il 71,4% delle abitazioni occupate

A t t u a l it à EDIFICI RESIDENZIALI PER TIPO DI MATERIALE, STATO DI CONSERVAZIONE ED EPOCA DI COSTRUZIONE (VALORI ASSOLUTI) NUMERO DI EDIFICI RESIDENZIALI (VALORI ASSOLUTI) MURATURA

OTTIMO

BUONO

MEDIOCRE

PESSIMO

TOTALE

Fino al 1918

389.953

843.401

420.680

71.452

1.725.486

Dal 1919 al 1945

212.377

580.008

309.021

47.676

1.149.082

Dal 1946 al 1960

231.790

664.732

286.532

29.225

1.212.279

Dal 1961 al 1970

245.888

636.015

192.797

12.728

1.087.428

Dal 1971 al 1980

242.096

514.223

101.708

5.641

863.668

Dal 1981 al 1990

168.935

259.185

37.653

2.048

467.821

Dal 1991 al 2000

141.078

100.644

9.324

675

251.721

Dal 2001 al 2005

90.076

32.800

2.635

208

125.719

Dal 2006 in poi

76.141

14.809

1.606

217

92.773

1.798.334

3.645.817

1.361.956

169.870

6.975.977

TOTALE

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

efficiente ed efficace quanto loro richiesto. Per i prodotti di consumo è semplice, perché li sostituiamo. Quando un’auto o uno smartphone non è più adeguato alle nostre esigenze, li cambiamo. E la filiera industriale si è organizzata per darci prodotti sempre migliori, recuperando dai prodotti usati tutto il recuperabile. L’industria ha capito da tempo che la linearità dei processi non è conveniente. C’è business nel riciclo, nel recupero, nel riuso. In edilizia i prodotti non sono prodotti di consumo, non li abbiamo mai considerati tali, perché il loro ciclo di vita è estremamente lungo. Ma proviamo a usare la disruption e a ragionare in modo diverso. Questa concezione del prodotto dipende dal tempo e se il tempo è quello finito dell’uso del prodotto edilizio da parte dei singoli utilizzatori è evidente che diventa difficile uscire dalla logica del bene di investimento. Eppure nessuno investe in un’auto. Ormai paghiamo l’uso dei mezzi, non solo nel mercato business, ma anche in quello privato. Le formule di acquisto con pagamenti dilazionati e potenziale riscatto o cambio dell’auto dopo tre anni oggi sono in pratica dei noleggi a lungo termine, dove si spende per l’uso del prodotto, non tanto del suo possesso. E, infatti, il noleggio vero e proprio sta acquisendo quote anche nel mercato privato. CONSUMO DI CASE Se ragioniamo in termini di tempi molto più lunghi, non proprio infiniti ma quasi, anche l’edilizia diventa un prodotto di consumo e non potrebbe essere altrimenti, visto che a livello di territorio parliamo a tutti gli effetti di consumo di suolo. Dunque se il territorio è un bene

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consumabile, ciò che abbiamo costruito sopra di esso lo è per lo stesso motivo. La vera disruption è entrare in una logica dove l’azione di mercato oggi si svolge su prodotti già costruiti, in territori già consumati, in quartieri già edificati, in città che non pianificano più l’espansione, ma il riuso degli spazi. In un mercato così strutturato, in questo oceano che cosa c’è da pescare? Se ragionassimo con le vecchie logiche e categorie del passato dovremmo rispondere «poco o niente». Invece, questo mare, questo oceano è molto pescoso, solo che appunto vanno usate le giuste esche, le giuste reti, le giuste barche. Di cosa è fatto questo oceano? Quali specie lo popolano? È l’oceano infinito delle ristrutturazioni residenziali, non residenziali, degli edifici pubblici e delle stesse opere pubbliche. Il punto di partenza per disegnarne la mappa è sempre lo stesso, il tempo, ovvero quando abbiamo costruito cosa, in che modo e dove. OCEANO BLU Se guardiamo al mercato residenziale, i segmenti sono quelli che si possono leggere nel censimento Istat e riguardano il grande patrimonio di edifici e abitazioni realizzati in Italia a oggi. Si tratta dei 14,4 milioni di edifici, 12,2 milioni dei quali residenziali, che sommano quasi 31 milioni di abitazioni delle quali 24 milioni occupate da famiglie residenti. Come è strutturato questo mercato di edifici e abitazioni potenzialmente ristrutturabili? Si tratta di un mercato nel quale il 36% delle abitazioni si trova in edifici mono e bifamiliari. Il 29% è in piccole palazzine da tre a otto alloggi e il restante 35% in palazzine con nove e più alloggi. In soS e t t e m b r e

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stanza, un mercato costituito, per la sola quota occupata (quindi, senza considerare le abitazioni non utilizzate e quelle relative al mercato delle seconde case turistiche), composto da 8,7 milioni di alloggi mono e bifamiliari, 7 milioni in palazzine da tre a otto alloggi e 8,4 milioni sono in edifici condominiali. Ma il punto non è solo di che tipo sono, quanto soprattutto di che epoca sono. Ovvero, quando sono state costruite. In termini di edifici, dei 12,2 milioni di edifici residenziali il 15% (1,8 milioni di edifici) appartiene all’edilizia storica edificata prima del 1919, che conta oltre 2,4 milioni di alloggi. Segue il segmento rappresentato dagli edifici costruiti tra il 1919 e il 1945, che somma 1,3 milioni di unità e 2 milioni di alloggi. Ci sono, poi, il primo periodo di ricostruzione post bellica, con 1,7 milioni di edifici e 3,4 milioni di abitazioni, il periodo del boom economico con oltre 2 milioni di edifici e 4,8 milioni di alloggi, al quale segue il decennio contrassegnato dall’austerity (dei consumi, ma non certo dell’edilizia), con 2,1 milioni di edifici e 4,5 milioni di alloggi. Infine, si arriva ai periodi più recenti della ripresa economica dei «favolosi anni Ottanta», con 1,5 milioni di edifici e 3 milioni di abitazioni, al decennio di chiusura del millennio con 870 mila edifici e 1,9 milioni di alloggi e al primo decennio del nuovo millennio, nel quale si sono costruiti 825 mila edifici e circa 2 milioni di alloggi. UN MARE PESCOSO Questi numeri rappresentano già così un vero e proprio oceano di potenziali interventi, perché le epoche di costruzione ci raccontano che 9 milioni di edifici

e ben 17 milioni di abitazioni occupate hanno già raggiunto la soglia dei 40 anni di età. Stiamo parlando del 74,1% degli edifici residenziali e del 71,4% delle abitazioni occupate, dunque le case abitate e vissute dalle famiglie italiane. Di che cosa sono fatti questi edifici, queste case e con quali materiali sono state realizzate è presto detto. Istat ha censito anche le tipologie costruttive, oltre alle dotazioni di ogni alloggio. Per quanto attiene alle tipologie costruttive, 7 milioni di edifici sono costruiti in muratura, 3,6 milioni in cemento armato e 1,6 milioni con altri materiali strutturali. MENO MURATURA Ma, a ben guardare i dati, emerge anche come i sistemi in muratura sono andati via via progressivamente diminuendo in peso e importanza, scendendo dagli 1,7 milioni di edifici storici ai 92 mila dell’ultimo decennio. Al contrario, sono saliti di importanza gli edifici realizzati in cemento armato e progressivamente, anche se con valori assoluti inferiori, quelli in altri sistemi costruttivi. Ma il dato ancora più rilevante è che a oggi 6 milioni di edifici in muratura (pari all’86,6% del totale di quelli realizzati in muratura) hanno raggiunto i 40 anni di età e poco meno di 470 mila sono entrati nella soglia di quelli che hanno oltre 30 anni. Per quanto riguarda gli edifici in cemento armato le statistiche indicano che 2 milioni di edifici ad oggi hanno oltre 40 anni ma altri 740 mila sono entrati nella soglia oltre i 30 anni. In sostanza, nei prossimi anni oltre un quinto di quanto ad oggi edi-

EDIFICI RESIDENZIALI PER TIPO DI MATERIALE, STATO DI CONSERVAZIONE ED EPOCA DI COSTRUZIONE (VAL. ASSOLUTI) NUMERO DI EDIFICI RESIDENZIALI (VALORI ASSOLUTI) CLS ARMATO

OTTIMO

BUONO

MEDIOCRE

PESSIMO

TOTALE

-

-

-

-

-

Dal 1919 al 1945

17.559

40.895

16.543

2.125

77.122

Dal 1946 al 1960

73.978

172.264

53.481

4.180

303.903

Dal 1961 al 1970

177.721

406.112

87.474

4.935

676.242

Dal 1971 al 1980

277.982

539.598

85.320

4.146

907.046

Dal 1981 al 1990

285.036

402.437

47.947

2.212

737.632

Dal 1991 al 2000

270.774

172.626

11.867

639

455.906

Dal 2001 al 2005

189.537

55.032

2.761

186

247.516

Dal 2006 in poi

164.955

22.439

1.688

246

189.328

1.457.542

1.811.403

307.081

18.669

3.594.695

Fino al 1918

TOTALE

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

S e t t e m b r e

2 0 1 8

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2

i milioni di edifici in pessimo o mediocre stato di conservazione

A t t u a l it à ficato in cemento armato nel segmento residenziale entrerà in una prima fase di obsolescenza. ITALIA OBSOLETA Infine, un altro milione di edifici ha già oggi oltre 40 anni ed è stato edificato con altri sistemi costruttivi e altri 260 mila edifici già oggi hanno quasi superato la soglia dei 30 anni, iniziando la loro prima obsolescenza. Dei 12,2 milioni di edifici in totale, ben 2 milioni sono in mediocre o pessimo stato di conservazione. Insomma, se non è un oceano questo… Le potenzialità del mercato delle ristrutturazioni nel residenziale possono essere descritte incrociando questi dati con il numero di ristrutturazioni già realizzate in Italia dall’inizio dell’avvio delle defiscalizzazioni, che tanto impulso hanno dato al mercato. Dal 1998 al 2017 sono stati eseguiti in Italia 16 milioni di interventi di ristrutturazione che hanno beneficiato di incentivi fiscali. Usando il metodo trilussiano delle medie, significherebbe ipotizzare che il 62% delle famiglie italiane ha ristrutturato il proprio alloggio e significherebbe anche che appena il 38% del mercato sarebbe ancora «il mare dove pescare». In realtà, non è così perché leggendo bene i dati emerge come dei 264 miliardi fino a oggi spesi per ristrutturare e recuperare, meno di 35 sono stati spesi per la riqualificazione energetica, mentre 229 sono stati utilizzati per recupero edilizio. In sostanza, e semplificando, ma al fine di rendere l’idea, è come se a ogni impianto fotovoltaico installato siano corrisposte sette ristrutturazioni di bagni. È una estrema semplificazione, ovviamente, ma rende l’idea dell’ancora

ampia e non proprio infinita, ma quasi potenzialità del mercato residenziale. Che va affrontato in termini non solo di singoli interventi negli alloggi, ma in termini di edifici e di condomini, intervenendo soprattutto sui sistemi impiantistici e sugli investimenti strutturali, antisismici in particolare. Ecco che, guardando i numeri con attenzione, si inizia a intravedere l’orizzonte dell’oceano blu, che non riguarda solo chi opera nelle ristrutturazioni di interni e nelle finiture. E GLI UFFICI? Ma non vi sono solo le abitazioni, c’è anche tutto il sistema del recupero e della riqualificazione delle città, dei quartieri, con programmi nazionali che solo oggi iniziano a mostrare le loro potenzialità vere, anche se con sistemi che non premiano le singole progettualità ma distribuiscono a pioggia i fondi disponibili. È il caso del piano delle periferie, la cui dotazione (peraltro già dimezzata dal nuovo governo con il decreto Milleproroghe) è stata suddivisa in singoli interventi di circa 5 milioni di euro ciascuno. Dal punto di vista politico la scelta non è stata molto lungimirante in termini di capacità di attivare veri processi di rigenerazione urbana, così come sono stati attivati in tutti gli altri Paesi europei, dove si preferisce concentrare le risorse. Ma dal punto di vista del mercato in senso stretto, i finanziamenti a pioggia dovevano garantire una sorta di democraticità dell’investimento. Un po’ per tutti, non troppo, ma dappertutto. Inoltre, non vanno dimenticate le altre forme di finanziamento nazionale che, a valere sui

EDIFICI RESIDENZIALI PER TIPO DI MATERIALE, STATO DI CONSERVAZIONE ED EPOCA DI COSTRUZIONE (VAL. ASSOLUTI) NUMERO DI EDIFICI RESIDENZIALI (VALORI ASSOLUTI) ALTRE TIPOLOGIE

OTTIMO

BUONO

MEDIOCRE

PESSIMO

TOTALE

Fino al 1918

30.057

52.795

21.057

3.109

107.018

Dal 1919 al 1945

22.375

51.868

23.202

3.358

100.803

Dal 1946 al 1960

42.586

103.923

35.161

2.984

184.654

Dal 1961 al 1970

77.376

167.489

39.835

2.463

287.163

Dal 1971 al 1980

110.350

200.724

34.117

1.746

346.937

Dal 1981 al 1990

98.323

139.164

18.665

1.162

257.314

Dal 1991 al 2000

96.534

61.722

4.705

429

163.390

Dal 2001 al 2005

69.561

20.838

1.322

148

91.869

Dal 2006 in poi

67.566

9.543

666

103

77.878

614.728

808.066

178.730

15.502

1.617.026

TOTALE

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

32

S e t t e m b r e

2 0 1 8


EDIFICI RESIDENZIALI PER TIPO DI MATERIALE, STATO DI CONSERVAZIONE E EPOCA DI COSTRUZIONE (VAL. ASSOLUTI) NUMERO DI EDIFICI RESIDENZIALI (VALORI ASSOLUTI) TOTALE

OTTIMO

BUONO

MEDIOCRE

PESSIMO

TOTALE

Fino al 1918

420.010

896.196

441.737

74.561

1.832.504

Dal 1919 al 1945

252.311

672.771

348.766

53.159

1.327.007

Dal 1946 al 1960

348.354

940.919

375.174

36.389

1.700.836

Dal 1961 al 1970

500.985

1.209.616

320.106

20.126

2.050.833

Dal 1971 al 1980

630.428

1.254.545

221.145

11.533

2.117.651

Dal 1981 al 1990

552.294

800.786

104.265

5.422

1.462.767

Dal 1991 al 2000

508.386

334.992

25.896

1.743

871.017

Dal 2001 al 2005

349.174

108.670

6.718

542

465.104

Dal 2006 in poi

308.662

46.791

3.960

566

359.979

3.870.604

6.265.286

1.847.767

204.041

12.187.698

TOTALE

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

fondi europei, sta interessando sempre più il nostro paese, man mano che si avvicina la scadenza del 2020, ultimo anno del periodo di programmazione 20142020, dagli investimenti per le smart city, veicolati dal Pon Metro (Programma operativo nazionale Città Metropolitane 2014 – 2020, adottato dalla Commissione europea) ai finanziamenti voluti dal precedente Governo per scuole ed edifici pubblici. Ma c’è anche un altro aspetto sul quale spesso non ci si sofferma e che va tuttavia affrontato, perché in termini di potenzialità è una delle più rilevanti risorse che abbiamo a disposizione, e si tratta del recupero e della reimmissione nel mercato dei tanti edifici produttivi dismessi, delle aree un tempo ex industriali e artigianali che con cambi di destinazione d’uso e grazie anche alle opportunità che in alcune regioni si sono aperte sugli usi temporanei, oggi possono rappresentare interessanti opzioni di investimento e recupero, dove servono competenze specifiche e tecnologie adeguate. Infine, non va dimenticato il grande patrimonio che è costituito dai sistemi infrastrutturali, dove anche in quel caso è sempre il tempo che determina le necessità, come i crolli di viadotti e ponti stanno dimostrando in tutta la loro tragicità. PESCARE OPPORTUNITÀ In sintesi, il mercato delle ristrutturazioni, del recupero e della rigenerazione urbana, energetica e strutturale del nostro patrimonio costruito, sia esso residenziale, non residenziale e delle opere pubbliche, è veramente quel grande oceano blu dove portare le nostre barche. Solo che per pescare in questo nuovo S e t t e m b r e

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oceano dobbiamo essere attrezzati, dobbiamo usare le reti giuste e in questo caso si chiamano reti di comunicazione. E anche le esche giuste e in questo caso si chiamano capacità e opportunità finanziarie. Il mercato da solo non si muove, se non attirato e stimolato in modo adeguato. E i pesci grossi nuotano come sempre sul fondo, per andare a prenderli bisogna essere molto ben attrezzati. Purtroppo il nostro sistema imprenditoriale delle costruzioni è fatto di piccole barche adatte a certi tipi di pesca, ma quella stagione è finita. Se vogliamo affrontare il mercato con il motto di Buzz Lightyear, dobbiamo pensare a strutturarci, a metterci assieme, esattamente come i giocattoli di Toy Story. E POI TRA 30 ANNI... Agire insieme, organizzarsi, strutturarsi, perché così come l’industria della pesca (quella vera) è cambiata e non usa più il ghiaccio per conservare il pescato, ma si è dotata di abbattitori di ultima generazione ad alta efficienza, anche l’edilizia deve dotarsi di nuovi approcci, nuove modalità di gestione. L’oceano blu si chiama ristrutturazioni. Riguarda due voci: la prima è quella del mercato delle ristrutturazioni, la seconda è la ristrutturazione delle strategie di impresa e la revisione dei modelli di gestione. C’è molto da pescare in entrambi i mari, verso l’infinito e oltre, perché ciò che ristrutturiamo oggi tra 30-40 anni andrà di nuovo ristrutturato. La vera economia circolare è proprio questa. La linea è tracciata e non è una retta ma un cerchio. È il nostro salvagente. Immergiamoci.

Non bisogna dimenticare recupero e reimmissione nel mercato dei tanti edifici produttivi dismessi, delle aree un tempo ex industriali e artigianali 33


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A t t u a l it Ă

M E R C ATO I M M O B I L I A R E

UN CROWDFUNDING PER RIQUALIFICARE La Consob ha dato il via libera a Concrete, una piattaforma che raccoglie gli investimenti destinati agli interventi di edilizia su grandi edifici o aree da trasformare. Le quote dei progetti si potranno acquistare online in base al proprio profilo di rischio. AvrĂ successo? di Giuseppe Rossi

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S e t t e m b r e

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L

a Consob è l’organismo pubblico che controlla le società quotate in Borsa. Lo sanno tutti. Ma la Consob non si occupa solo di quello. Più in generale, infatti, la Commissione nazionale per le società è la Borsa si occupa di pubblico risparmio. Cioè interviene e controlla che chi batte pubblicamente cassa, cioè chiede ai risparmiatori di sottoscrivere titoli, azionari o obbligazionari, segua delle regole trasparenti e non proponga una truffa. Insomma, una qualsiasi azienda non può finanziarsi semplicemente andando a chiedere quattrini in prestito alla gente. Se lo vuole fare, deve prima informare la Consob che chiederà lumi: avete spiegato bene quali sono i pericoli che comporta questo investimento? Come pensate di fare fronte alle richieste? È sostenibile la vostra operazione? In questo modo la «sollecitazione di pubblico risparmio», come si definisce tecnicamente questa attività, segue i binari giusti e non si configura come truffa. O, almeno, quasi sempre avviene così (nessuna legge eliminerà mai completamente truffe e ladri e i controllori non sempre sono attenti). COME INVESTIRE Questa premessa serve a spiegare perché il bollino blu della Consob a un’operazione finanziaria è importante, oltre che necessario. E, quindi, è importante che il via libera della Commissione arrivi anche per le operazioni di riqualificazione degli edifici, sotto forma di investimento. Con settembre, infatti, può partire una operazione di crowdfunding (finanziamento sollecitato al pubblico per il completamento di un obiettivo) attraverso Concrete, una piattaforma di raccolta fondi che ha l’obiettivo di fornire agli operatori immobiliari un’alternativa al finanziamento bancario. Anche se, per la verità, l’operazione è supportata proprio da una banca, la Sella, storico istituto biellese. Allo stesso tempo, chi deciderà di investire nella piattaforma lo farà per diversificare il proprio patrimonio. Insomma, un’idea innovativa: cercare soldi per riqualificare edifici obsoleti attraverso una sottoscrizione che permette a chi investe di partecipare agli utili che scaturiranno dall’operazione. GRANDI OPERAZIONE Non si tratta, com’è facilmente intuibile, di ristrutturazioni di un appartamento e neppure di una operazione di riqualificazione di un singolo condominio. Le operazioni immobiliari di cui si occuperà la piattaforma sono quelle di grandi immobili, se non di interi quartieri o edifici di pregio. La piattaforma Concrete si propone, quindi, di mettere a disposizione di chi vuole finanziarli progetti immobiliari fino a oggi

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sono stati riservati a un numero limitato di grandi investitori. Secondo quanto prevede il regolamento della piattaforma, però, non tutti potranno investire su tutto. Le offerte, invece, saranno selezionate secondo diversi profili di rischio-rendimento in aree ad alto interesse commerciale. Chi vuole investire nella riqualificazione di un’area, insomma, si regolerà nella scelta in base al profilo di rischio del suo investimento. I progetti, infatti, saranno preventivamente sottoposti a una due diligence per valutare pro e contro, necessità finanziarie e, ovviamente, i termini di redditività: il tutto, spiega una nota, è affidato a un comitato di valutazione formato da professionisti del settore, «secondo rigorosi criteri di analisi quantitativa e qualitativa». TUTTO IN RETE La novità vera, quindi, è che ora si potrà investire in un progetto senza muoversi da casa, tutto online. Sul sito della piattaforma sarà pubblicata la documentazione e, assicurano a Concrete, «il processo di investimento è facile ed intuitivo». Chi decide di affidare parte dei propri risparmi a un progetto di riqualificazione, potrà decidere di investire importi tra le diverse offerte presenti sulla piattaforma, ognuno con uno suo proprio profilo di rischio rendimento. In questo modo potrà anche ottimizzare la composizione del proprio portafoglio, per esempio puntando una minima parte in operazioni con rendimento atteso maggiore, ma più rischiose e più risorse, invece, in quelle più tranquille anche se (sulla carta) meno redditizie. VIGILA IL MINISTERO Ma dove andranno a finire i soldi? Le quote sottoscritte dagli investitori saranno intestate a una società fiduciaria vigilata da Mise (ministero dell’Economia) che garantisce privacy e gestione contabile dell’investimento, compresa la gestione fiscale. Tradotto: come avviene per chi investe in azioni scegliendo il sistema forfettario, lo Stato preleva direttamente la quota destinata alle tasse per conto dell’investitore. Già, ma se uno si pente oppure ha necessità di rientrare dal proprio investimento prima che l’operazione di riqualificazione sia portata a termine? In questo caso c’è la possibilità per gli investitori, «in maniera riservata», di mettere in vendita o acquistare le quote attraverso un marketplace dedicato all’interno della piattaforma (a partire dal 2019). Questa, però, è bene precisarlo, non è una garanzia assoluta: presuppone che la piattaforma attiri abbastanza investitori da creare un mercato e, quindi, che ci siano altri investitori interessati a rilevare le quote. Ma si tratta comunque di una opportunità.

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A t t u a l it à

ENERGIE RINNOVABILI

IL PANNELLO SI FA IN 4.0 In California le case di nuova costruzione dovranno installare impianti fotovoltaici. E in Italia? La produzione di energia solare e fonti sostenibili, anche per gli edifici, è in aumento. Ma l’Anie rilancia: il nuovo governo deve promuovere un piano per implementare digitale e sostenibilità

di Giuseppe Rossi

S

e volete costruire una casa a San Francisco non scordate di ordinare un numero sufficiente di pannelli solari. La California, infatti, è diventata il primo Stato americano a imporre il vincolo fotovoltaico nei nuovi edifici. L’obbligo di dotare di pannelli solari le case di nuova costruzione è stato deciso lo scorso 9 maggio dalla Commissione energetica californiana. I costruttori, però, avranno circa un anno e mezzo per adeguarsi: la norma, infatti, entrerà in vigore a partire dal 2020. Il vincolo riguarderà le abitazioni unifamiliari, appartamenti e condomini fino a tre piani. Ci sono poche eccezioni: non sarà obbligatorio installare i pannelli su abitazioni ombreggiate dal verde circostante o con tetti molto piccoli. C’è chi ha già fatto due conti: C.R. Herro, vice presidente degli affari ambientali del gruppo Heritage Homes, sostiene che l’obbligo del fotovoltaico nei nuovi edifici dovrebbe aggiungere un costo di almeno 30 mila dollari, «ma farà risparmiare fino a 60 mila dollari in termini di spese energetiche». Insomma, oltre a ridurre l’inquinamento farà anche risparmiare i cittadini americani. La decisione della California potrebbe influire sul trend degli investimenti mondiali in energie verdi, che per il 2017 hanno segnato il passo. Secondo il report World Energy Investment 2018, nello scorso anno nel mondo si sono investiti 1,8 trilioni di dollari in infrastrutture e risorse del settore energetico rinnovabile. Tanto, ma in calo del 2% rispetto all’anno precedente.

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COSE DA FARE PER RIQUALIFICARE Per installare un impianto fotovoltaico sul tetto (con la stessa angolazione, senza modificarne la sagoma dell’edificio), non c’è necessità di Scia. Bisogna però comunicare l’intervento al Comune di pertinenza: in questo modo si eliminano i costi della Scia e si riducono i tempi per l’avvio dei lavori in cantiere. La legge non stabilisce limiti di potenza installabili, ma esclude gli immobili con vincoli culturali e paesaggistici, inclusi i centri storici. Prima di procedere, insomma, è meglio verificare in Comune eventuali altri ambiti di esclusione. Se per qualche ragione non è possibile procedere con la semplice comunicazione al Comune, occorre l’elaborazione della Segnalazione Certificata redatta da un tecnico e, nel caso di vincolo paesaggistico, il parere firmato dalla Soprintendenza. Se arriva l’ok, allora si può procedere con la Scia. Attenzione: va tutto liscio se si installa un pannello sul tetto. Vietato, invece, installare un impianto fotovoltaico sul balcone, terrazzo o, addirittura, su facciate e nelle balaustre nei centri storici e/o in edifici che presentano vincoli paesaggistici.

RINNOVABILI IN CRESCITA Anche se del fotovoltaico si parla meno, l’International Energy Agency (Iea) ha calcolato che questa fonte di energia rinnovabile, il solare, continua a crescere ed è sempre più impiegata nell’edilizia. Più in generale, il 2016 ha segnato un record di produzione di energia green e il boom dovrebbe proseguire fino al 2022. Per quell’anno, infatti, si dovrebbe arrivare a quota 2,2 mila GWh (gigawattora) prodotti dalle rinnovabili: 321 GWh dall’eolico, 438 GWh dal fotovoltaico, 119 GWh dall’idroelettrico e 252 GWh dovuti alla crescita accelerata nella capacità elettrica da altre fonti rinnovabili. Secondo l’agenzia, nel 2022 saremo vicini a colmare il gap con le fonti fossili. Fra cinque anni la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili globali dovrebbe aumentare di oltre un terzo fino a raggiungere quota 8.000 TeraWatt orari, pari al consumo odierno di energia di Cina, India e Germania messe insieme.
 QUANTO CONSUMANO LE CASE Eppure l’obiettivo ideale è ancora lontano. I due nodi più grossi restano i trasporti e il riscaldamento domestico: qui le fonti rinnovabili, nonostante gli incentivi, sono ancora al palo. Secondo le stime della Iea, tra cinque anni il mercato dell’energia sostenibile non peserà per oltre il 4,5% del totale: una percentuale che rappresenta solo lo 0,5% in più rispetto al 2016%. E, nonostante i proclami dei costruttori di auto (e dei sindaci che improvvidamente aggiungono limiti precoci alla circolazione), nel 2022 solo il 2% delle auto in circolazione nel mondo saranno elettriche. Ma veniamo al riscaldamento degli edifici. Con una nuova direttiva del giugno scorso, la Ue ha stabilito S e t t e m b r e

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A t t u a l it à

IL PANNELLO VA A PENNELLO CON LA POMPA DI CALORE Qual è il rapporto delle famiglie italiane con la possibilità di ridurre i

giorno». Le prime elaborazioni compiute sui dati relativi ai clienti che

consumi delle proprie abitazioni con l’utilizzo delle tecnologie verdi?

avevano aderito al progetto fino al 15 ottobre 2016 hanno consentito

Nella sua ultima relazione il presidente dell’Authority per l’energia,

di evidenziare alcune caratteristiche: più del 60% degli impianti è stato

Guido Bordoni, offre una parziale risposta con la descrizione della

installato nel triennio 2014-2016 e, dunque, nel corso del periodo in

sperimentazione tariffaria per i clienti domestici che utilizzano pompe

cui era attiva la possibilità di aderire alla sperimentazione. Inoltre, il

di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento per la propria

70% degli impianti risulta installato nelle zone climatiche più fredde (E

abitazione di residenza. «L’iniziativa ha riscosso un discreto interesse

ed F) e più del 60% nelle regioni del Nord Italia. «Poco meno del 60%

tra le famiglie italiane», ha spiegato Bordoni. «Al 15 ottobre 2016,

dei clienti aderenti ha dichiarato di avere installato in casa anche un

dopo circa 28 mesi dall’avvio, le adesioni sono state oltre 10mila,

impianto fotovoltaico, che contribuisce, quindi, ad alimentare la pompa

evidenziando dunque un trend medio di circa 11 nuove adesioni al

di calore», ha precisato Bordoni.

17,5%

La precentuale di energia prodotta in Italia da fonti rinnovabili

che entro i prossimi due anni (10 marzo 2020), gli Stati membri dell’Unione europea dovranno recepire un nuovo traguardo attraverso le leggi nazionali. Il 19 giugno, infatti, la Ue ha imposto ai Paesi aderenti di elaborare una strategia a lungo termine per sostenere la ristrutturazione degli edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati. Obiettivo: riqualificare gli immobili e raggiungere un’alta efficienza energetica entro il 2050, oltre che facilitare la trasformazione degli edifici esistenti in costruzioni a energia quasi zero. È un obiettivo raggiungibile? ITALIA A DUE FACCE Secondo Eurostat (l’agenzia statistica europea) l’Italia non è messa male per quanto riguarda la produzione di energia pulita e nel riciclaggio, anche se potremmo fare meglio. Per esempio, dal 2004 al 2016 la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili in Italia (che comprende solare, eolico, geotermico) è aumentata di più rispetto al resto dell’Europa. Abbiamo recuperato alla grande: dieci anni fa eravamo sotto la media europea, oggi siamo sopra la media, con il 17,5% di energia verde prodotta sul totale. E il trend è in crescita specie per il fotovoltaico. Nel 2022 l’International Energy Agency prevede che in Italia il 15% dell’energia arriverà solo da pale eoliche o pannelli solari. Ma non bisogna montarsi la testa: se consideriamo le tonnellate di Co2 equivalente per unità di energia prodotte e consumate siamo al di sotto della media Ue. È vero, l’energia da fotovoltaico è aumentata, ma in compenso è salita anche la produzione di gas serra. EFFETTO BONUS Anche secondo Anie la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili marcia bene. «Nel 2017 l’industria italiana fornitrice di tecnologie per le rinnovabili», si legge nell’ultimo resoconto dell’associazione, «ha mostrato

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un incremento del fatturato totale pari al 4,3% a prezzi correnti. Questo andamento ha beneficiato del positivo contributo della domanda interna (+3,2 per cento)». Più nel dettaglio, l’andamento è risultato positivo grazie alle tendenze emerse nei segmenti fotovoltaico, idroelettrico ed eolico, mentre solo le bioenergie hanno registrato un calo. In particolare, «il segmento del fotovoltaico ha beneficiato delle detrazioni fiscali in ambito residenziale e del Superammortamento per le imprese». Con la pubblicazione a febbraio delle procedure Gse per la gestione degli impianti fotovoltaici in esercizio, nota Anie, si è aperto un nuovo mercato del revamping e repowering su un parco installato di 19 GW. EDIFICI 4.0 Ma per quanto riguarda l’edilizia, il fotovoltaico, secondo l’associazione, va inquadrato in un contesto più integrato. «Dopo Industria, l’edificio non potrà che essere il prossimo banco di prova del processo di digitalizzazione nel nostro Paese e proprio per questo siamo convinti che andrebbe definito un piano Edifici Sostenibili 4.0, mutuando l’esperienza positiva vissuta lato Industria», è il pensiero del presidente dell’Anie, Giuliano Busetto. «Il piano Edifici Sostenibili 4.0 è una proposta che vorremmo avanzare al nuovo esecutivo. Potrebbe essere uno dei primi piani attuativi della Sen (Strategia energetica nazionale), anche alla luce della recente revisione della direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici (pubblicata il 19 giugno 2018), che non solo impegna tutti gli Stati europei alla riqualificazione energetica e alla ristrutturazione del patrimonio esistente (l’80% del quale è stato costruito nel nostro Paese prima degli anni Novanta), ma riconosce nell’elemento digitale (Smart readness indicator) una caratteristica che dovrebbe contraddistinguere l’Edificio, congiuntamente al valore energetico dello stesso». Chissà se l’idea sarà recepita. S e t t e m b r e

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IDOSSIER di

Rivendite estere ecco le ricette degli altri L’Italia e il grande risiko Spagna Francia Germania Austria Repubblica Ceca

Germania

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Rep. Ceca Austria

Francia

Spagna

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D OSS IER RIV E NDIT E E ST E R E

I N C H I E S TA

IL NUOVO RISIKO DELLA DISTRIBUZIONE Come si evolve il mondo delle rivendite di materiali edili fuori dai confini italiani? Ci sono modelli da copiare? Gli italiani sono indietro? Quali strategie adottano in Spagna, Francia, Austria, Germania, Repubblica Ceca? YouTrade è andata a vedere. E ha scoperto che… di Federico Della Puppa

A

maggio la produzione nel settore delle costruzioni in Italia è cresciuta dello 0%. Sembra un paradosso, ma dopo una perdita del -1,6% a febbraio e del -5,1% a marzo, nonostante la ripresa di aprile del +3,2%, anche uno zero è sempre meglio di qualsiasi segno meno. Negli ultimi 12 mesi, secondo i dati Istat, i segni negativi sono stati cinque, quelli positivi altri cinque. E per due volte si sono registrati due zeri, a novembre 2017 e a maggio 2018. Certo, le dinamiche positive sembrano in qualche modo maggiori di quelle negative, ma la tendenza al mancato consolidamento della crescita permane e l’andamento altalenante evidenzia una difficoltà tutta italiana di non costruire vere condizioni di sviluppo. Il problema, più che micro è macroeconomico. Il Pil negli ultimi 12 mesi ha fatto registrare andamenti positivi, che si speravano tendenzialmente in aumento, ma che nell’ultimo trimestre hanno evidenziato un rallentamento consistente. Certo, il rallentamento c’è in tutta Europa, ma come al solito i nostri numeri sono sempre

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inferiori e mettono la nostra economia in uno stato di incertezza. Dove trovare dunque margini di crescita e di certezza? Affidarsi oggi, nella parte finale dell’anno, alle attese normative è quanto mai pericoloso. Soprattutto per quanto annunciato dal nuovo governo in tema di incentivi e sostegno alle attività edili, in primis la defiscalizzazione legata ai bonus. La certezza, una certezza, può essere trovata soprattutto a livello micro, ovvero ottimizzando e organizzando i sistemi di vendita e di distribuzione in funzione della domanda esistente. Che non è poi così scarsa, ma è diffusa, frammentata e frastagliata e sempre più mossa de investimenti privati di riqualificazione e rigenerazione sui quali la concorrenza di alcuni grandi player dalla Gdo in alcune aree inizia a farsi sentire. Se fossimo poeti, invece di trasumanar e organizzar dovremmo scrivere una raccolta di poesie intitolata Ottimizzar e organizzar, perché è lì il vero nodo della questione, un nodo che affonda le sue radici nel sistema produttivo complessivo dell’edilizia e nella sua scarsa produttività ed efficienza.

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MIGLIORAMENTO (MA LENTO) Attenzione, non tutti i distributori italiani sono disorganizzati. Anzi, nel complesso i margini di miglioramento delle performance aziendali sono molti e qualche spunto, qualche idea, qualche suggerimento può essere preso osservando come succede negli altri paesi europei e come affrontano il mercato alcuni punti vendita e catene distributive dei prodotti edilizi. Si può costatare, per esempio, come la logistica oggi sia la vera sfida, l’organizzazione degli spazi, l’ottimizzazione dei tempi di consegna anche in funzione degli ordini che in molti casi sono fatti online. Si scopre, per esempio, che in Germania su un mercato di oltre 14 miliardi di euro 3,3 miliardi vengono dalle vendite online. Ma questo sistema di vendita utilizza piattaforme logistiche, reti di impresa e sistemi di marketing fortemente innovativi. Possiamo innovare anche in Italia? Certamente sì, è la prima strada da affrontare, è la strada che da più certezze e soprattutto è una strada che dipende solo da noi e non dal legislatore di turno. E di questi tempi non è poca cosa. S e t t e m b r e

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D OSS IE R RIVE NDIT E E ST E R E SPAGNA IBERICI VERSO LA MULTICANALITÀ Il mercato delle costruzioni in Spagna sta riprendendosi in questi ultimi anni dopo la crisi che lo ha segnato tra il 2010 e il 2013. Infatti, dopo una dinamica negativa che in quel periodo ha fatto segnare complessivamente una perdita del -12,4% del numero di imprese e del -44% del volume di investimenti, tra il 2013 e il 2016 c’è stata una crescita significativa che i dati Eurostat misurano al +16,9% per il numero di imprese e al +17,6% per gli investimenti. Nel 2016, secondo l’osservatorio Ecso di Eurostat, il mercato spagnolo delle costruzioni, che conta complessivamente 653 mila imprese nel settore di riferimento, ha attivato complessivamente investimenti per 182,7 miliardi di euro (comprendendo in questo valore le attività di progettazione, i trasferimenti di proprietà e le altre attività connesse), mentre gli investimenti specifici riferiti al settore della nuova costruzione sommano circa 108 miliardi di euro (45% residenziali e 55% non residenziali e opere di ingegneria civile), con il rinnovo residenziale che vale, a seconda delle stime, dai 16 ai 19 miliardi di euro. Il settore complessivamente genera 66,5 miliardi di euro di valore aggiunto e considerando il valore del giro d’affari del settore allargato, a fronte di un Pil spagnolo valutato 1.102,85 miliardi di euro, rappresenta dunque un importante asset economico del paese, con un peso complessivamente pari al 16,6% del Pil. Nel 2017, sempre secondo dati Eurostat, si è registrata una leggera flessione della produzione, nell’ordine del -1,7%, dovuta soprattutto a un calo molto significativo nel mese di dicembre 2017 (-13,5%). Tuttavia, l’attività nel 2018 è ripartita, con incrementi anche molto consistenti, che indicano come il mercato si sia complessivamente ripreso. L’osservazione degli andamenti mensili della produzione, infatti, evidenzia la prevalenza di dinamiche positive, che si ritrovano anche in quelle relative al valore degli investimenti, che si devono soprattutto a una dinamica positiva soprattutto sul fronte residenziale, beneficiato dalla riduzione dei prezzi delle abitazioni, che tra il 2010 e il 2016 sono scesi del 22,2%. Queste dinamiche, associate alla crescita del Pil nel 2016 del 3,2% e ai positivi effetti delle politiche economiche e sociali degli ultimi governi, compresa la riduzione dei tassi di interesse sui mutui che ha portato ad un aumento del 13,6% nel 2017 delle compravendite, hanno contribuito a creare un ambiente particolarmente favorevole alla ripresa economica e soprattutto a quella legata agli scambi immobiliari, con la conseguente ripresa degli investimenti. Sul mercato residenziale e della riqualificazione inoltre un significativo apporto è dato dalla rilevante quota percentuale di proprietà, pari al 78,8%. La domanda futura è stimata pari a 140 mila nuovi alloggi per anno fino al 2024, per i quali vanno considerate le abitazioni nuove ad oggi invendute e valutate dal ministerio de Fomento (equivalente al ministero dello Sviluppo) pari a circa 500 mila, per le quali viene stimata la possibilità di rientro nel mercato nell’arco di circa sei-sette anni.

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SISTEMA DISTRIBUTIVO In questo scenario complessivo si colloca il sistema distributivo dei materiali da costruzione spagnolo, un sistema nel quale sono presenti circa 8 mila punti vendita per la maggior parte di piccola dimensione, molti dei quali tuttavia inseriti in gruppi di acquisto e di vendita con marchio e brand unico, oltre alla presenza di grandi gruppi multinazionali del settore. Per oltre 5 mila imprese è possibile ricavare informazioni dettagliate a livello di fatturato, struttura e andamenti di mercato grazie alle statistiche pubblicate dal sistema camerale spagnolo. Nel 2016 il fatturato delle oltre 5 mila imprese monitorate è stato superiore a 10 miliardi di euro. Le tendenze generali attuali vendono una costante e continua espansione delle marche e dei gruppi, oggi presenti in forma sempre più orientata alla multicanalità, con particolare riferimento all’attenzione al mercato della riqualificazione e della ristrutturazione, in forte crescita (+7% la stima nel 2017) anche per le dinamiche legate al rinnovo e al risparmio energetico. Le principali insegne relative ai gruppi di acquisto si stanno trasformando in gruppi di vendita, anche per contrastare la grande distribuzione che è sempre più presente e che per ora è ancora concentrata sul Diy (do it yourself, cioè il fai-da-te) e non sul segmento professionale. Tuttavia, il settore della distribuzione edile, nonostante la frammentazione e polverizzazione, sta modificando in linea generale l’approccio al mercato, soprattutto da parte dei distributori più organizzati e affermati. In particolare, i gruppi aumentano la propria offerta con nuove linee di prodotto e si

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SPAGNA, VAR. % DEL PIL Fonte Ine

SPAGNA, VAR. % DELLA PRODUZIONE NELLE COSTRUZIONI Fonte Eurostat

Saltoki a Vitoria, l'entrata del punto vendita con al piano terra il magazzino professionale

trasformano lentamente in veri e propri aggregatori e integratori per la domanda. Queste strategie dipendono dalla crescita della domanda anche privata legata al recupero e al rinnovo, ma dipendono anche dal nuovo mercato dell’efficienza energetica. LA TRASFORMAZIONE DIGITALE Queste dinamiche stanno spostando le insegne più innovative verso la multicanalità, un tempo opzione utilizzata da alcuni grandi gruppi e oggi perseguita anche da singoli rivenditori, con una differenza sostanziale tra chi si rivolge prevalentemente al mercato professionale, nel quale la multicanalità si esprime in una gamma di prodotti e di settori ampia, e al mercato misto privato e professionale, nel quale le insegne più importanti associano servizi di vario genere alle attività di vendita, cercando dunque di offrire non solo prodotti ma anche servizi a 360° ai propri clienti, dalla progettazione all’acquisto online. Una delle principali azioni oggi messe in campo soprattutto dai grandi gruppi è proprio la presenza online e l’attività di servizio a supporto nel pre-vendita, nella vendita e anche nel post-vendita. Le analisi dei principali osservatori di mercato spagnoli concordano nell’individuare il commercio online una azione necessaria a innovare la presenza sul mercato e mantenere i volumi di affari, seguendo l’evoluzione positiva del mercato stesso ma stando al passo con i tempi dei cambiamenti sociali ed economici, nei quali il digitale e il commercio online rappresentano non più una opzione ma un segmento nel quale essere presenti in modo strategico. Da questo punto di vista i siti web dei principali distributori e rivenditori sono molto accurati e tendono a offrire una integrazione di immagine e

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D OSS IE R RIVE NDIT E E ST E R E SPAGNA opzioni di scelta allineate a quelle della qualità dell’offerta, che punta prioritariamente sulla specializzazione nella multicanalità. È ben presente infatti la convinzione che per affrontare il mercato futuro, in particolare quello della ristrutturazione e dell’efficienza energetica, si deve essere in grado di intercettare le famiglie, le persone anziane tanto quanto i millennials e che quindi servano sistemi e strumenti adatti a rispondere alle diverse domande ed esigenze. Così come nel mercato professionale, dove i servizi nelle diverse fasi di vendita, sono essenziali per interagire con un sistema di imprese fortemente polverizzato e che esce da una crisi molto grave dal punto di vista della competitività del settore e dove la produttività può diventare un atout strategico per chi opera nel mercato. UN SALTOKI IN AVANTI La conseguenza dell’aumento della segmentazione del mercato si rileva nella tendenza per i grandi distributori e per i rivenditori più innovativi nel costruire spazi espositivi diversi, adattandoli ai diversi segmenti della clientela, organizzandosi dunque nella multicanalità con una forte specializzazione sui singoli segmenti. È il caso, per esempio, del gruppo che più di altri esprime questa tendenza e che attraverso le proprie strategie sta acquisendo ampie quote di mercato grazie all’apertura di nuovi punti vendita e l’acquisizione di punti esistenti sotto la propria insegna. Si tratta di Saltoki, un gruppo di vendita che somma oltre 50 negozi presenti soprattutto nella metà

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più settentrionale della Spagna e distribuita in tutto il territorio, e che per ottimizzare la propria azione ha costruito quattro centri logistici che servono il territorio dal punto di vista delle consegne e dell’approvvigionamento dei singoli magazzini. Il fatturato complessivo del gruppo supera i 400 milioni di euro e l’organizzazione di vendita è strutturata per rispondere ai diversi segmenti della

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Saltoki a Vitoria, magazzino di materiali elettrici. Sopra, o showroom dedicato alla clientela privata

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domanda, professionale e non professionale, con aree commerciali e di servizio dedicate. Una delle ultime e più innovative aperture di Saltoki si trova a Vitoria-Gasteiz, città di 230 mila abitanti nei Paesi Baschi, che negli ultimi due decenni ha avuto forti incrementi di popolazione e che ha risposto alla nuova domanda abitativa con l’urbanizzazione di ampie aree periferiche al centro storico e che per la qualità delle politiche urbane nel 2012 è stata Capitale Green Europea. Parlare di punto vendita nel caso di Saltoki a Vitoria-Gasteiz è riduttivo, in quanto la distribuzione delle superfici di vendita è molto ampia e differentemente targetizzata e organizzata per rispondere alle diverse tipologie di clientela. Si va dunque dal magazzino dedicato ai materiali da costruzione, con superficie coperta e sistema di carico adatto ai camion, dunque destinato alle imprese di costruzione, all’area dedicata ai materiali elettrici, con show room per clienti non solo professionali, e banco di vendita, con area destinata al libero servizio e uffici dedicati al supporto tecnico, all’area principale di vendita, che si sviluppa su una superficie di 3 mila metri quadri e vede al piano terra il banco di vendita e gli scaffali per i professionisti e al primo piano una show room dedicata al clienti privati con postazioni progettuali nelle quali operano vari architetti e progettisti al servizio della clientela. In linea generale ciò che si coglie, al primo impatto, è la corrispondenza tra l’immagine generale dell’insegna e la pulizia e ordine dei reparti di vendita e di servizio, nei quali ogni segmento di clientela può trovare ciò che gli serve. È un sistema che punta molto non solo sulla presenza e cura anche estetica dei luoghi, ma dove l’integrazione tra organizzazione dei punti vendita, servizi disponibili e presenza web con un sito dedicato al mercato professionale e uno al mercato privato, evidenzia la grande cura nella scelta di accudire il cliente e di puntare alla multicanalità nella specializzazione.

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NOLEGGIO IN MAUSA Molte insegne, anche non appartenenti a gruppi, hanno scelto comunque questa strada. È il caso di Mausa, il primo rivenditore di materiali per fatturato non aggregato a gruppi, che nel 2016 ha avuto un volume d’affari pari a 34,6 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente e del 21% rispetto al 2014. Il sistema di vendita di Mausa utilizza la multicanalità nella specializzazione, per-

È IL DISPOSITIVO CAPACE DI FERMARE LA RISALITA DI CATTIVI ODORI ED INSETTI INFESTANTI DALLA RETE FOGNARIA ALL’INTERNO DELL’ABITAZIONE

Il punto distributivo dei materiali per edilizia

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D OSS IE R RIVE NDIT E E ST E R E SPAGNA ché orientato a soddisfare una domanda prettamente professionale, ma con un sito web ben integrato e orientato anche alle vendite e agli ordini online e soprattutto allargandosi in epoca recente al mercato del noleggio, con la creazione di Mausa Rent, attività specifica che affianca la distribuzione vera e propria. L’integrazione tra fornitura e servizi a supporto delle imprese, compresi servizi di progettazione e di assistenza non solo alla vendita ma anche alla realizzazione dei lavori, rende il modello estremamente interessante, con particolare riferimento non solo ad esempio ai laboratori di falegnameria e di carpenteria presenti nei tre punti vendita e presto presenti anche nel quarto punto vendita in corso di apertura, ma soprattutto alla esplicitazione della disponibilità costante e continua di tutti i materiali presenti nel catalogo. Il sistema di stoccaggio, sia nell’area al coperto che in quella scoperta, è un esempio di organizzazione e di efficienza che dimostra come la gestione delle commesse possa diventare strumento non solo di efficacia verso i clienti, ma migliorando l’efficienza aziendale renda l’impresa più competitiva e performante sul mercato. AFFARI IN AUMENTO In generale, tutte le insegne della distribuzione edile spagnola, sia quelle legate ai gruppi, sia quelle che operano in autonomia, hanno avuto un trend in crescita. Le prime 130 aziende spagnole di distribuzione di materiali edili in senso stretto, che sommano oltre 1 miliardo di giro d’affari e vanno da Mausa ai piccoli rivenditori associati a gruppi come BigMat, IberGroup, Gamma, Bcc, Ibricks, GruMat, mat.decò, BdB, hanno avuto in ogni caso crescite significative, comprese tra il 10% e il 14% annuo negli ultimi due anni, segno che le strutture organizzate e inserite in gruppi di acquisto e di vendita, oppure le aziende più strutturate non inserite in gruppi (sono circa 25 quelle più rilevante e in grado di muovere da sole giri d’affari superiori ai 7-8 milioni di euro), grazie alla loro capacità Distriplac, uno dei piccoli magazzini di distribuzione specializzati

Madrid, La Plataforma de Construccion, a destra, l'interno

organizzativa e alla strutturazione di un sistema di erogazione dei servizi e di modalità di fornitura dei materiali, sono in gradi di recuperare competitività e mercato, in un settore che non cresce complessivamente con le stesse dinamiche. Un esempio in questo senso è certamente Saint Gobain Distribucion Construccion, che presenta un fatturato nel 2016 di 196 milioni di euro e una struttura di vendita basata su 17 punti vendita e oltre 1.100 addetti e ha una presenza molto particolare nel mercato con la Plataforma de la construccion, un sistema di vendita dedicato esclusivamente al settore professionale e che integra l’offerta organizzata su punti di vendita fortemente rappresentativi del marchio con un sitio web dedicato ai professionisti dove trovare informazioni, servizi, un catalogo molto accurato e servizi di vendita online. La focalizzazione sul mercato professionale è il caso anche per altre insegne molto interessanti dal punto di vista del format di offerta. Distriplac/DP Materiales, sempre del gruppo Saint Gobain, ha un sistema di 37 punti vendita distribuiti in tutto il territorio spagnolo più altri tre in territorio portoghese, organizzati in sette aree di vendita con 165 agenti e oltre 120 mila metri quadrati di superfici di vendita. Il format è destinato esclusivamente al mercato professionale e opera con strutture nelle quali la parte di vendita è separata da quella della gestione dei materiali, con i magazzini nei quali i materiali sono organizzati sulle singole forniture e poi consegnati nel piazzale antistante sui mezzi dei clienti o nelle parti retrostanti al magazzino, dove vi sono piattaforme logistiche di carico e scarico ottimizzate per ridurre i tempi delle operazioni e migliorare il servizio.

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INTEGRAZIONE DEI DUE MONDI L’osservazione del mercato spagnolo della distribuzione edile evidenzia che le imprese più innovative e performanti integrano da un lato una organizzazione del punto vendita e dell’offerta sia fisica che online in una immagine complessiva che è strutturale all’offerta stessa. Sia che si tratti di clienti privati che soprattutto dei clienti professionali ai quali il sistema resta comunque legato in modo indissolubile, al di là delle diversità nei singoli modelli si evidenzia in generale una focalizzazione molto spinta sul servizio informativo di prevendita, sull’esperienza di vendita che è l’elemento di qualità sul quale insistono tutti i distributori e sui servizi post vendita, in

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particolare quelli legati alla consegna dei materiali, all’eventuale installazione di alcune tipologie di prodotto e al noleggio, senza dimenticare i servizi di progettazione a servizio sia dei clienti privati che di quelli professionali. La digitalizzazione dei processi, l’organizzazione del catalogo e la sua offerta online, completa di prezziari e immagini dei singoli prodotti, rende in qualche modo l’idea che un moderno ed efficiente sistema distributivo delle costruzioni non è molto diverso da un moderno ed efficiente sistema distributivo di mobili o altre forniture domestiche, ovviamente con i distinguo del caso. L’impressione è che alla base della buona organizzazione del sistema di vendita ci sia soprattutto, in tutti i casi analizzati, un sistema logistico di indubbia efficienza, articolato su piattaforme territoriali targetizzate sui potenziali di mercato delle diverse aree, che per essere raggiunte e servite sono ben rappresentate anche nelle

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piattaforme online, con una integrazione dunque molto spinta del digitale, oggi fattore imprescindibile per tutti gli operatori.

Mausa, il fronte strada. Sopra, il piazzale di carico retrostante

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D OSS IER RIV E NDIT E E ST E R E FRANCIA MAXI INVESTIMENTI A SOSTEGNO DELL’EDILIZIA Il mercato delle costruzioni in Francia nel primo semestre 2018 è in forte rallentamento, dopo un periodo di ripresa che aveva fatto ipotizzare la chiusura della lunga crisi che ha colpito il settore a partire dal 2008 e che ha avuto, tuttavia, una dinamica negativa meno accentuata di quella italiana. Tra il 2010 e il 2016 la produzione nelle costruzioni è diminuita del -12,9%, quella relativa al settore degli edifici del -13,9%, mentre i lavori legati all’ingegneria civile del -8,7%. Il settore allargato delle costruzioni, considerando dunque anche i servizi di progettazione e il mercato immobiliare, ha prodotto nel 2016 un volume d’affari pari a 446 miliardi di euro, con un valore aggiunto valutato pari a 155,4 miliardi di euro, il 55,8% dei quali prodotti dal settore edilizio in senso stretto, mentre il settore immobiliare (real estate) ha prodotti il 23,7%, i servizi di architettura e ingegneria il 13,7% e infine il segmento manufacturing il 6,8%. Complessivamente nel settore allargato delle costruzioni in Francia sono presenti quasi 835 mila imprese, delle quali poco

più di 500 mila legate al settore costruttivo in senso stretto. Anche in Francia dunque il sistema imprenditoriale è molto polverizzato e si è polverizzato ulteriormente negli ultimi anni. A fronte di un numero di addetti rimasto pressoché costante, nonostante il calo di fatturato, il numero delle imprese tra il 2010 e il 2016 è aumentato del 19,6%. È un segno inequivocabile di un cambiamento anche in Francia delle prospettive di lavoro, con il recupero e il rinnovo edilizio che diventano i principali trend del settore. Va evidenziato, infatti, che a fronte di un numero molto consistente di nuove abitazioni previsto per il 2017 (497 mila permessi di costruire e 418 900 nuove abitazioni in cantiere), le transazioni immobiliari,

FRANCIA, VAR. % DEL PIL Fonte Insee

Francia, var. % della produzione nelle costruzioni

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Fonte Insee

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Tanguy, il sito per le vendite online. A sinsitra, Tanguy materiaux a Brest, entrata della showroom

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ovvero le compravendite, nei soli primi dieci mesi del 2017 sono state praticamente il doppio, 958 mila. La domanda residenziale, in costante aumento, fa riferimento a un sistema abitativo nel quale la proprietà immobiliare privata è percentualmente tra le più basse di tutta l’Unione Europea e ben 1,7 milioni di residenti oggi sono in attesa di accedere a un alloggio sociale.

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GLI INVESTIMENTI DI MACRON Per favorire il mercato e superare le impasse degli ultimi anni il nuovo governo francese guidato da Edouard Philippe si incarico di Emmanuel Macron, ha messo in atto una serie di azioni tra le quali l’abbattimento degli interessi sui mutui e un grande piano di investimenti (Grand Plan d’Investissement) tarato sui prossimi cinque anni, che metterà a disposizione oltre 57 miliardi di euro, dei quali ben 20 saranno destinati al settore delle costruzioni. A questi investimenti pubblici si associano i piani di intervento supportati dalla Bei, sia per la modernizzazione del sistema dei trasporti che per le azioni relative al Building Digital Transition Plan, i programmi per la ricerca e lo sviluppo destinati a incrementare la qualità edilizia e l’efficienza energetica e soprattutto il recentissimo Plan de Renovation Énergétique des Bâtiments, giudicato dalla Fnbm, l’associazione nazionale dei rivenditori di materiali da costruzione, un piano molto importante che vedrà nella distribuzione dei materiali un attore fondamentale delle azioni di rinnovo urbano ed edilizio. Questi programmi di investimento daranno certamente un notevole impulso in futuro a un settore che in questi anni ha subito come in altri paesi europei una crisi che non ha seguito gli andamenti economici, dato che il Pil francese ha iniziato a tornare positivo già nel 2010, con crescite S e t t e m b r e

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medie annue del 2% che a gennaio 2018 hanno raggiunto la soglia del 2,8%. Dunque in Francia l’economia esprime indicatori solidi di crescita ma il settore delle costruzioni non è così reattivo come nel periodo precrisi e oggi viene sostenuto da programmi straordinari di intervento, basati sull’innovazione e sulla qualità delle costruzioni e degli interventi stessi, con una particolare attenzione allo sviluppo del mercato delle ristrutturazioni e dell’ammodernamento del parco edilizio esistente. GRUPPI E RETI È in questo quadro economico e strategico che si inserisce il sistema distributivo dei prodotti per le costruzioni, un sistema molto organizzato e moderno che all’interno dell’associazione nazionale Fnbm, conta complessivamente 1.193 aziende con 5.500 punti vendita, quasi 79 mila addetti (dei quali il 16,3% con meno di 29 anni e il 12,2% con più di 55 anni) e un giro d’affari complessivo di 19 miliardi di euro. Si tratta di un sistema strutturato che nonostante il rallentamento degli investimenti ha saputo mantenere l’occupazione e si presenta oggi con un insieme di sette gruppi di vendita (Bois et Materiaux, Chausson, Denis Materiaux, Frams Bonhomme, Partedis Bois et Materiaux, Saint Gobain Distribution Batiment France, Sig France), 16 reti di vendita (Alteral, Aubern, Batiland, Batiman, Bigmat France, France Materiaux, Gedex Gedibois, Gedex Gedimat, Groupamat, Lababois, Mat+, Matnor, Mcd, Nebopan, Starmat, Tout Faire), due gruppi di acquisto molti simili ad organizzazioni della Gdo (Gedinor e Gediralp) e poi tutte le altre insegne, la maggior parte delle quali organizzate su molti punti vendita distribuiti su varie aree di mercato. Il punto chiave, dell’analisi del sistema distributivo francese,

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D OSS IE R RIVE NDIT E E ST E R E FRANCIA è che tutte le imprese sono orientate a organizzare la vendita in modo professionale ed efficiente, in base alle indicazioni che Fnbm propone all’interno dei sistemi di formazione e supporto all’attività delle imprese stesse, dalla definizione dei contratti di lavoro con gli enti dello Stato fino alla organizzazione del punto vendita. CONCENTRATI SUL RICICLAGGIO Un tema di attualità che in questi mesi le imprese distributive francesi si trovano ad affrontare deriva dall’adozione del sistema di gestione dei rifiuti che, ispirandosi all’economia circolare, interviene in modo significativo nel rivedere il ruolo e le azioni del distributore di materiali nei confronti delle imprese di costruzione e nella gestione dei materiali stessi. Una ricerca di Fnbm su un campione di 3.195 punti vendita ha indicato come le aziende si stiano approcciando e affrontando il recupero dei rifiuti da parte dei clienti professionali che sono tenuti per legge a conferire ai punti distributivi. Il 44% dei distributori ha fatto un accordo con un soggetto privato specializzato al quale conferire i materiali, il 25% ha fatto un accordo con un soggetto pubblico in grado di trattare i materiali, ma ben il 30% ha disposto sui propri piazzali strumenti di raccolta dei materiali per poi conferirli presso i centri specializzati. Il 5%, una percentuale non irrisoria, se rapportata all’universo dei punti vendita, ha realizzato in proprio un sistema di raccolta e smaltimento, individuando dunque nella raccolta dei rifiuti e nel loro trattamento, una nuova attività di business.

informativa e di supporto che il sistema nel suo insieme attua. Non solo a livello di associazione nazionale, che attraverso il sito di Fnbm fornisce anche informazioni di dettaglio su tutti gli associati e i loro punti vendita e dunque non solo sulle attività svolte dall’associazione, ma anche dai singoli rivenditori e insegne, dove la parola d’ordine sembra essere proprio quella della trasparenza e dell’informazione al cliente, che avviene soprattutto attraverso un uso molto spinto del web. Lo è per i grandi gruppi così come per i piccoli gruppi e per le singole insegne, che spesso associano al loro interno più soggetti in grado di svolgere funzioni diverse e dunque individuando anche in questo caso come la multicanalità e la specializzazione oggi siano due elementi imprescindibili per competere nel mercato, che acquistano ancora maggiore forza dall’uso degli strumenti digitali, del web ma anche delle app a supporto della vendita e dei servizi che accompagnano l’attività costruttiva. Ma un altro elemento interviene a rafforzare le strategie dei più interessanti distributori edili francesi, la dimensione. Lo scenario di evoluzione evidenzia, infatti, come la dimensione delle imprese, in termini non solo di rete territoriale ma anche di spazi espositivi, magazzini, piazzali e aree di stoccaggio sia una delle leve principali della competizione, utilizzata per evidenziare come le 20 mila referenze medie di un qualsiasi punto vendita siano tutte sempre a disposizione.

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TRASPARENZA INFORMATIVA È molto interessante analizzare il settore francese della distribuzione edile perché il primo elemento che si rileva è l’assoluta trasparenza Poudry, entrata dello showroom a Nantes. Sopra, il grande piazzale di carico a Nantes

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Point P, entrata del punto vendita. Sotto, area espositiva all'aperto

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Interno del magazzino nell'area a libero servizio. Sotto,il sito per le vendite online

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IL CASO DI TANGUY MATERIAUX La multispecializzazione francese è ben raccontata da un caso molto interessante e innovativo, se rapportato non solo alla realtà francese, ma anche a quella italiana. È il caso di Tanguy Materiaux, una società con 90 anni di storia, che nel corso della sua evoluzione ha acquisito punti vendita, aperto nuove filiali e agenzie sul territorio della Francia del Nord Ovest ed è oggi presente in nove dipartimenti francesi con 63 punti vendita dedicati sia alla clientela professionale che privata e che fa parte della rete Alteral, una rete che comprende sei distributori distribuiti in aree specifiche della Francia: Chavigny Groupe nel Centro, Chretien Materiaux al Nord, Costamagna Distribution nel Sud-Est, Union Materiaux nelle aree del Languedoc Roussillon e del Paca, Pillaud Bataille presente nello Champagne, nelle Ardenne e in Picardie e Tanguy Materiaux presente in Bretagna, Pays de Loire e Normandia. Complessivamente la rete Alteral ha fatturato oltre 575 milioni di euro nel 2017 in 126 punti vendita occupando 2.155 addetti. La rete, nata nel 2008, ha l’obiettivo di ottimizzare le relazioni e favorire le attività degli aderenti, agendo sia a livello di politiche di acquisto, sia verso le azioni commerciali e di comunicazione, oltre che nel miglioramento continuo e costante delle proprie politiche sociali e delle risorse umane, soprattutto in termini di formazione. All’interno di questa rete Tanguy

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DOSS IER RIVE NDIT E E ST E R E FRANCIA Materiaux rappresenta un caso interessante e innovativo perché è una impresa famigliare, ed essa stessa una piccola rete di altre imprese. Un gruppo di imprese, in sostanza, che ha sviluppato e allargato la propria rete di vendita con acquisizioni di vari rivenditori (che continuano a mantenere la propria insegna all’interno della logica di gruppo, da Poudry a Le Dorè, da ADN a Ouest Carrelage, solo per citarne alcuni) e che nel tempo ha allargato la sua azione sia alle attività di importazione diretta di legno, nella produzione di elementi per le coperture, nella produzione di pannelli, ma anche di calcestruzzo. Le attività produttive oggi rappresentano per il gruppo Tanguy Materiaux il 15% del fatturato e affiancano e integrano il vero core business, che rimane la vendita assieme alle nuove azioni di servizio e supporto alla clientela, sia quella professionale che privata, con servizi anche di progettazione e di supporto, nonché con una forte azione verso la presenza online e le vendite su web. Il gruppo Tanguy nel 2017 ha rappresentato un giro d’affari di oltre 220 milioni di euro, con una presenza territoriale basata su 63 punti vendita multispecialisti e 900 addetti. Come tutte le rivendite e in particolare le catene distributive francesi, Tanguy Materiaux presenta i propri prodotti non solo su un sito web molto curato ed efficiente, ma anche attraverso cataloghi cartacei dedicati ai diversi tipi di prodotti, che sommano ogni anno circa 380 pagine di supporto alle scelte dei clienti. Inoltre, colpisce il mantenimento dei marchi locali delle insegne acquisite, al fine di mantenere l’identità locale, ma portando al contempo un sistema organizzativo unico, ottimizzato a livello centrale per tutti gli elementi legati alla gestione delle vendite, così come l’uniformazione anche dell’immagine del gruppo, una immagine molto forte ed esteticamente molto ben riconoscibile, anche nella stessa architettura e immagine dei punti vendita.

SHOWROOM E GRANDEUR Molto interessante e innovativo da questo punto di vista è il nuovo punto vendita multispecialista di Nantes, che sotto insegna Poudry Materiaux presenta una superficie di vendita coperta di 11 mila metri quadri ed è strutturata con una grande showroom dedicata ai prodotti di finitura, con una superficie di vendita a libero servizio e con un magazzino ottimizzato per ricevere e consegnare la merce ai clienti professionali, attraverso una organizzazione nella quale la logistica assume un ruolo strategico nell’efficienza del punto vendita e nell’efficacia del rapporto con il cliente. Altro caso notevole, nell’ampio panorama di reti di vendita francesi, è Point P, una rete di 851 punti vendita dedicati soprattutto al mercato professionale ma anche che a quello privato, il cui motto è «a 30 minuti dai vostri cantieri». La rete fa parte del più grande universo di vendita di Saint-Gobain Distribution Bâtiment France, che quest’anno celebra i 20 anni di un altro format innovativo che ha avuto grande successo in Francia. Si chiama La Plateforme du Bâtiments e presenta 60 punti vendita dedicati esclusivamente al mercato professionale. Complessivamente l’universo distributivo di Saint-Gobain Distribution Bâtiment France in Francia conta 23 mila addetti ed è di fatto la prima rete di vendita francese con 7,7 miliardi di euro di giro d’affari nel 2017, il 29% derivante da nuove costruzioni, il 10% da infrastrutture e ben il 61% dal mercato della ristrutturazione. L’azione strategica, sia nei Point P che nella La Plateforme du Bâtiments è puntare su prodotti di qualità di marche conosciute gestite a stock durante tutto l’anno, con delle équipe di esperti disponibili, prezzi fissi e garantiti per un anno e orari di apertura che vanno dalle 6,30 alle 20, dal lunedì al venerdì, con apertura anche il sabato dalle 6,30 alle 18, sempre in orario continuato. Altro punto di forza è il sito internet dedicato alle singole reti di vendita, unite dalla filosofia del servizio di supporto alla vendita compresa ad esempio la progettazione, il sistema di supporto anche alla individuazione eventuale (soprattutto per i clienti privati) di una

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Saint Gobain, servizi online per i clienti

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impresa, installatore o professionista in grado di svolgere il lavoro con qualità e competenza, sito internet dove si possono fare ordini h24 e 7 giorni su 7. Il web e il servizio di supporto alla clientela sono strategici anche nel terzo tassello che Saint-Gobain Distribution Bâtiment France ha messo in campo per la clientela privata e che consiste nell’accompagnare il cliente non solo nella scelta dei materiali, ma anche nella progettazione e realizzazione dei lavori grazie al supporto di imprese e progettisti qualificati, che possono essere contattati direttamente attraverso il sito web, che contiene 11 macro categorie, ognuna delle quali contiene altre sottocategorie che riguardano nel dettaglio i lavori di nuova realizzazione o manutenzione o altro relativi alla macrocategoria. Attraverso il sito si invia una richiesta descrivendo il lavoro da fare e richiedendo eventuali consigli ai 3 mila professionisti selezionati in tutta la Francia, che ricevono a fine lavoro una recensione da parte dei committenti. Homly You è, in pratica, il primo sito web integrato da una esperienza social, perché l’obiettivo è offrire servizi di qualità, dato che i professionisti devono essere certificati (per esempio, Rge), ma fornisce anche una app per aiutare gli artigiani a seguire i loro cantieri e crearsi una propria vetrina sulla piattaforma per farsi conoscere, presentando foto dei propri cantieri, qualifiche e certificazioni.

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D OSS IE R RIVE NDIT E E ST E R E FRANCIA TRA BRICOLAGE E COSTRUZIONI Un terzo caso interessante, per tipologia di vendita, è quello delle insegne del Groupe Samse, un gruppo che complessivamente nel 2017 ha avuto un giro d’affari di 1,34 miliardi di euro, per il 64% derivante dalle attività dei negozi multispecialisti e per il 21% dalle attività legate al bricolage, mentre il restante 15% si divide tra attività diretta di lavori pubblici e di attività di produzione di prodotti in legno e altre tipologie di prodotti per l’edilizia. Samse conta 343 punti vendita distribuiti in 55 dipartimenti prevalentemente nelle regioni dell’Est e del Sud della Francia e 5.580 addetti. Il punto di forza del gruppo sta nella catena logistica che governa i processi di acquisizione e distribuzione dei prodotti, una catena logistica che utilizza proprie aziende di trasporti e proprie piattaforme di stoccaggio con quattro tipi di flussi: consegna diretta in cantiere, cross docking (con una durata della rotazione da due a cinque giorni), il semplice transito dei materiali (con una rotazione da cinque a dieci giorni) e l’approvvigionamento standard, che ha mediamente tempi di rotazione di 60 giorni. Le piattaforme servono sia le rivendite che i negozi di minore dimensione, con consegne in 24/48 ore dall’ordine, consegne effettuate sempre da una impresa del gruppo, e con due aziende che svolgono la consegna fisica al cliente in cantiere. Il gruppo è composto da Samse (la capofila del gruppo con 81 punti vendita con 1501 collaboratori e un giro d’affari di 439 milioni di euro), Doras (48 punti vendita con 660 addetti e un giro d’affari di 180 milioni di euro), M+ Materiaux (47 punti vendita con 507 addetti e 175 milioni di euro di giro d’affari), Simc (27 punti vendita e 4 grandi strutture dedicate al bricolage con 570 collaboratori per un giro d’affari di 158 milioni di euro), Plattard (32 punti vendita con 475 addetti e 161 milioni di euro di giro d’affari), Christaud (11 punti vendita, 54 addetti e 23 milioni di euro di giro d’affari), Celestin (11 punti vendita, 55 addetti e 25 milioni di euro di giro d’affari), BTP Distribution (5 punti vendita con 70 collaboratori e 39 milioni di euro di giro d’affari), Leader Carrelages (1 punto vendita con 17 addetti e 3,3 milioni di euro di giro d’affari), Careo (21 punti vendita, 86 addetti e 23 milioni di euro di giro d’affari) e poi le aziende

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L'universo del Gruppo Samse. Sotto, il sito per le vendite online

produttrici di materiali Henry Timber (66 addetti e 66 milioni di euro di giro d’affari), Mauris (117 addetti e 40 milioni di euro di giro d’affari), Ollier Bois (40 addetti, 19 milioni di euro di giro d’affari), Comptoirs du Bois (45 addetti e 13 milioni di euro di giro d’affari), Socobois (87 addetti e 25 milioni di euro di giro d’affari), Remat (28 addetti e 7,3 milioni di euro di giro d’affari), Cléau (60 addetti e 15 milioni di euro di giro d’affari), per chiudere con i 36 punti vendita legati al bricolage, sotto l’insegna L’Entrepôt du Bricolage, con oltre 2 mila collaboratori e 385 milioni di euro di giro d’affari. La forza del gruppo si basa su un parco clienti di 110 mila imprese e su un patrimonio di 1,7 milioni di visite sul sito web del gruppo, sito web attraverso il quale si svolge parte dell’attività di supporto e di servizio pre e post vendita, compresa la ormai irrinunciabile presenza della possibilità di acquistare e ordinare i materiali online, gestendo propri conti specifici e dunque facilitando anche la tenuta della contabilità di cantiere per le imprese.

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GERMANIA CON LA SPINTA DELL’ECONOMIA La Germania è uno dei Paesi che in Europa è entrato brevemente in crisi. Ma ha anche saputo adottare politiche intensive di rivitalizzazione dell’economia e di stimolo agli investimenti che hanno consentito già nel 2010, a poco più di un anno dai primi dati macroeconomico negativi, di invertire il trend e di riprendere la crescita che, in media, si attesa sempre in linea con quella media europea e in alcuni casi la supera in percentuale. Dopo un periodo di forte ripresa, solo nel 2013 l’economia tedesca ha indicato un momento di rallentamento, al quale è proseguito tuttavia per i cinque anni successivi un incremento del Pil mediamente superiore al 2%, con punte del 2,8%. Anche in Germania, tuttavia, come in tutta Europa, la dinamica recente riflette un rallentamento, con valori di crescita media annua comunque ancora tarati sul 2%. In questo scenario le politiche anticongiunturali dei governi Merkel hanno prodotto anche nel settore delle costruzioni andamenti che possono essere considerati, al netto di alcune fasi di debole rallentamento, in controtendenza rispetto alla crisi di molti altri

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Paesi europei, Italia per prima. Ciò si deve non solo ai grandi piani infrastrutturali che la Germania ha messo in campo, per esempio, con il cambio deciso del passaggio dalla logica nucleare a quella delle fonti rinnovabili. Ma anche con analisi molto approfondite e previsionali in perfetto stile tedesco sull’impatto dell’immigrazione, sulle dinamiche demografiche e sulla crescita della popolazione e della domanda di alloggi, che rimane molto elevata ed è in costante aumento. L’andamento della produzione nelle costruzioni nell’ultimo anno, in particolare, ha seguito l’evoluzione economica generale, con crescita medie annue superiori al 3%, con uno stop relativo solo nei primi mesi del 2018, dopo tuttavia un boom molto rilevante segnato a gennaio 2018, come indicato dalle statistiche di Eurostat. EDILIZIA AI PIANI ALTI Sono questi, e non solo questi, i principali motivi per cui tra il 2010 e il 2016 il settore delle costruzioni in Germania ha avuto una crescita del 10,4% in termini di produzione e del 9,5% in termini di investimenti. È una crescita spinta soprattutto dalla nuova domanda abitativa e dalla forte politica di decarbonizzazione (Energiewende), che ha prodotto forti investimenti nella riconversione energetica degli edifici. Tra il 2006 e il 2016, circa 4,6 milioni di alloggi sono stati costruiti o riqualificati puntando sulla efficienza energetica, a un ritmo medio di 460 mila all’anno. La cifra presume che il sistema delle costruzioni tedesco sia in

GERMANIA, VAR. % DEL PIL Fonte Federal Statistical Office

GERMANIA, var. % della produzione nelle costruzioni Fonte Federal Statistical Office

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D OSS IE R RIVE NDIT E E ST E R E GERMANIA grado di rispondere ogni anno non solo alla domanda quantitativa, ma anche a quella qualitativa. Ovvero, alla competenza e capacità degli addetti di rispondere alle esigenze del mercato in termini di soluzioni, prodotti e tecniche di costruzione e rinnovo abitativo. In Germania sono attive 650 mila imprese nel settore allargato delle costruzioni, delle quali circa il 55% sono imprese di costruzioni in senso stretto. Il numero di imprese tra il 2010 e il 2016 è cresciuto del 21,2%, segno di una vitalità del mercato molto rilevante, che complessivamente genera secondo i dati Eurostat un valore aggiunto di 233,6 miliardi di euro dei quali il 43,7%, pari a 102,2 miliardi di valore aggiunto del settore delle costruzioni in senso stretto. A fronte di un Pil tedesco di 2.843 miliardi di euro il settore allargato delle costruzioni produce un giro d’affari di 514 miliardi, per il 51% determinato dalle costruzioni in senso stretto. È dunque un settore solido, economicamente rilevante, nel quale le attività immobiliari e quelle legati alla progettazione architettonica e ingegneristica trovano un ampio spazio di lavoro, anche in ragione delle norme e delle regole che facilitano in questo senso le azioni di nuova costruzione come quelle di rinnovo. Non va dimenticato, inoltre, che in termini di produttività il settore delle costruzioni tedesco è cresciuto del 3,9% tra il 2010 e il 2016 ma si vedono ampi margini di crescita con l’avvento del digitale e dell’economia circolare, in un settore che nel 2010 occupava 2,9 milioni di addetti, saliti a 3,8 milioni nel 2016, segno della vitalità del mercato e della domanda, ma segno anche della necessità di rispondere in modo qualificato ad un mercato tecnologicamente molto avanzato e molto esigente in termini di performance energetiche degli edifici. DISTRIBUZIONE ÜBER ALLES Lo scenario positivo del settore delle costruzioni si riflette in quello della distribuzione dei materiali, che è molto concentrato. Conta 877 aziende con 2285 punti vendita, al netto delle superfici e dei Hagebau - Baustoff Union a Norimberga. Sopra, l'entrata del piazzale di carico

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punti di vendita dedicati al fai-da-te, che in Germania contano le più grandi catene europee del settore e che rappresentano, per le tipologie costruttive tedesche, un segmento di mercato molto vicino a quello edilizio, grazie alla standardizzazione di alcune tipologie di prodotti, ad esempio le finestre e gli infissi, che si trovano a libero servizio nelle grandi catene del fai-da-te, una cosa impensabile in Italia. Complessivamente il settore delle rivendite edili professionali associate in Bdb (l’associazione federale degli specialisti tedeschi dei materiali da costruzione) genera un fatturato di 14,3 miliardi di euro. Di questi, 3,1 miliardi sono realizzati con i privati e 11,2 con i clienti professionali. Le vendite realizzate a magazzino sommano 7,8 miliardi, mentre 6,4 miliardi di euro sono vendite gestite attraverso la catena logistica e i servizi online. Il settore occupa oltre 37 mila dipendenti e circa 3.200 apprendisti. Nel mercato sono presenti marchi multinazionali come Saint-Gobain, che in Germania è presente come Saint-Gobain Building Distribution Deutschland. Dal 2008 ha assorbito il marchio Raab Karcher, brand storico della distribuzione edile tedesca nato nel 1848, che da solo produce un fatturato di 2 miliardi di euro con 220 punti vendita (dei quali 125 a marchio Raab Karcher) e 14 piattaforme

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logistiche per un totale di 5.500 dipendenti su tutto il territorio nazionale. Altro marchio storico presente nel sistema distributivo delle costruzioni tedesco è BayWa, impresa multinazionale quotata in Borsa che opera in molti campi, dal core business più specifico legato all’agricoltura all’energia e fino all’edilizia, e che per il solo settore delle costruzioni nel 2017 ha generato un fatturato di 1,6 miliardi di euro con 199 punti vendita distribuiti sia in Germania che in Austria. Tuttavia, il business model di BayWa è molto ampio e non si ferma alla vendita e consegna di materiali da costruzione, ma fornisce soluzioni costruttive complete, come le facciate, oltre a servizi di consulenza energetica, di fornitura di imprese specializzate e costruzione diretta con propri partner che operano in franchising sul territorio nazionale ed estero. È evidentemente un modello interessante ma molto lontano da quello delle altre catene di rivenditori, più vicini in qualche modo alla filosofia italiana (BayWa è presente in Italia con il marchio Cefetra, legato però alla filiera agricola).

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GRUPPI DI ACQUISTO Vi sono invece altri gruppi di acquisto e di vendita che assumono una importanza rilevante in Germania, per distribuzione e organizzazione, come Hagebau (il cui nome completo è Hagebau Handelsgesellschaft für Baustoffe mbH & Co. KG), attivo nei segmenti ferramenta, bricolage e giardino, ma con servizi specializzati anche per l’edilizia e il segmento professionale e che fornisce materiali non solo attraverso i punti vendita ma soprattutto attraverso la propria piattaforma online (garantendo uno sconto immediato del 3% se si utilizza la piattaforma web) ed è a S e t t e m b r e

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D OSS IER RIV E NDIT E E ST E R E GERMANIA Hagebau - Baustoff Union, punto vendita di Norimberga. Sotto, il sito online per le vendite e gli ordini diretti

tutti gli effetti potrebbe essere scambiato per un generalista, ma in realtà è un rivenditore multispecializzato, che opera in Germania e in altri paesi europei (Austria, Svizzera, Lussemburgo, Francia , Belgio, Spagna e Paesi Bassi) unendo sotto la stessa insegna 365 rivenditori di medie dimensioni per un totale di oltre 1.700 punti vendita dei quali 900 specializzati in prodotti da costruzione e un giro d’affari di 6,26 miliardi di euro. Fondata nel 1964 da 34 rivenditori edili, la rete si è progressivamente sviluppata raggiungendo cento associati a soli sette anni dalla fondazione e opera online dal 2007 attraverso un accordo con Otto Group, società specializzata

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in servizi di vendita e trading online. Hagebau gestisce direttamente il sistema delle rivendite, mentre la catena Hagebaumarkt, dedicata ai prodotti fai-da-te, ferramenta e giardino, è organizzata con un sistema di franchising al quale Hagebau fornisce servizi e prodotti. Come nel caso di Baustoff Union (sigla BU) che è un rivenditore specializzato in materiali edili che opera dal 1974 nell’area di Monaco di Baviera e che oggi gestisce direttamente quattro punti vendita diretti e sei filiali della rete Hagebau, compresi sei Hagebaumarkt per un totale di 330 addetti. Una delle particolarità di Baustoff Union è la presenza presso i punti vendita integrati di

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BU Forum, ovvero showroom specializzate nei prodotti di finitura, separate dal punto vendita professionale e a tutti gli effetti gestite come punti vendita a se stanti, che su una superficie di 2000 metri quadri mettono a disposizione esempi e materiali per le scelte legate ai prodotti di finitura per la nuova costruzione o al recupero e da un servizio di logistica ottimizzato sui diversi canali di vendita, che condivide aree e strutture ma tiene ben separate le linee di vendita. In sostanza, una multicanalità specializzata e targetizzata sul cliente finale, professionale e privato. Diverso invece il caso di Eurobaustoff, rete di 477 rivenditori specializzati di medie dimensioni che sommano complessivamente 1784 punti vendita e rappresentano forse la rete di vendita più importante a livello tedesco, con 15 miliardi di euro di fatturato dei quali 6,1 miliardi in Germania (rappresentando in questo modo la più importante rete di rivenditori sul territorio tedesco), con oltre 22 milioni di metri quadrati di spazi commerciali, 312 mila metri quadrati di spazi espositivi, 42 mila addetti in totale e oltre 2 mila apprendisti, una rete distributiva e logistica con 3.500 mezzi di autotrasporto al fine di garantire consegne ottimizzate direttamente nei cantieri. Nel primo semestre 2018 le vendite del gruppo in Germania sono cresciute del 4%, toccando quota 3,1 miliardi di euro. Al fine di ottimizzare le capacità di vendita e strutturare l’offerta in modo adeguato, Eurobaustoff gestisce centralmente il sistema logistico, mentre a livello locale e regionale segue le indicazioni dei partner, in modo tale da essere costantemente in sintonia con le diverse esigenze delle diverse aree di mercato, dal punto di vista della domanda e dell’offerta, dunque ottimizzando i servizi ma non impostando lo stesso uguale format per tutti i punti vendita. Inoltre sono stati creati otto sottogruppi specializzati di prodotti (fachgruppe) nei quali i singoli rivenditori posso inserirsi in base a specifiche clausole quantitative (vendite per assortimento, ecc.) e cooperare in vari ambiti, dalla formazione dei dipendenti, all’organizzazione di workshop per lo scambio di informazioni, agli acquisti congiunti utili a definire qualità dei prodotti e assortimenti, marketing e gestire direttamente le relazioni tecniche con i fornitori al fine di trasferire le informazioni al mercato e agli operatori.

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FAI-DA-TE? JA Infine, non va dimenticato che in Germania la rete del bricolage e del fai-da-te è molto estesa e può contare su operatori molto affermati quali Obi (Tengelmann Group), leader in Germania e in Europa, Bauhaus fondata da Heinz-Georg Baus e dalla catena di negozi Toom DIY di Rewe. Insieme le tre insegne detengono in Germania una quota di mercato di oltre il 20% del totale del mercato DIY, che per le statistiche economiche tedesche comprende non solo i prodotti da bricolage, ovvero i classici negozi di fai-da-te, ma anche i negozi al dettaglio, le piccole imprese e le insegne di vendita a distanza. Il mercato complessivamente è stimato per il 2018 pari a 50 miliardi di euro, dei quali circa la metà è riferito ai negozi per la casa e alle forniture domestiche della GDO, un altro terzo nei negozi specializzati e il restante fatturato nelle forme di piccole imprese e nelle vendite a distanza. Complessivamente in Germania attraverso il commercio online il settore del fai-da-te ha prodotto nel 2017 vendite per 3,3 miliardi di euro, con un tasS e t t e m b r e

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Baustoff Union a Monaco di Baviera. Sotto, interno dell'area ferramenta

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Showroom. Sopra, interno del punto vendita a libero servizio. Sotto, piazzale di carico dei materiali edili

so di crescita molto consistente, pari al 7% annuo. Ovviamente, data la struttura e le organizzazioni di vendita dei distributori di materiali edili e della Gdo, in Germania non vi è una concorrenza esasperata tra i due ambiti, anche se vi sono sovrapposizioni che tendono a definire alcune aree particolarmente competitive, come ad esempio il segmento dei prodotti per il giardino. Tuttavia la differenza stessa nei modelli di vendita, ad esempio i punti vendita Obi sono spesso in franchising mentre le filiali Bauhaus sono tutte di proprietà del gruppo, evidenzia che vi è spazio ancora per una evoluzione del settore che non può in ogni caso discostarsi dalla specializzazione e dalla ricerca di multicanalità, che sono i due punti di forza della distribuzione specializzata edile in Germania e che ne rappresentano le più solide basi per il futuro.

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CONTATTACI Distributori Edili Consorziati S e t t e m b r e

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DOSS IE R RIV E NDIT E E ST E R E AUSTRIA EDILIZIA FELIX CON LA CRESCITA L’economia austriaca vive da due anni una forte crescita, con incrementi del Pil sempre superiori al 3%, nella dinamica annuale valutata mese per mese. E l’unico segno di rallentamento si riflette nell’ultimo mese monitorato, luglio 2018, con una crescita comunque del 2,3%, segno di una buona economia e di una solidità generale del sistema economico austriaco. La crisi economica ha colpito anche l’Austria nel 2009, come tutti i Paesi europei, ma le azioni di ripresa si sono fatte sentire immediatamente, con incrementi molto consistenti già nel 2011, un rallentamento nel 2013 e poi la lunga fase positiva culminata con i valori molto significativi del 2017 e del primo semestre 2018. Dal punto di vista del settore delle costruzioni queste dinamiche sono simili, anche se con andamenti che riflettono la specificità del settore e le sue difficoltà soprattutto nel primo periodo della crisi. BOOM DELLE COSTRUZIONI Infatti, i dati Eurostat traguardati tra il 2010 e il 2016 indicano un

incremento della produzione dell’1,2% con un aumento molto significativo del fatturato del settore (inteso in senso allargato) pari a +13,2%, raggiungendo la quota di 80,4 miliardi di euro nel 2016, il 55% dei quali legata al settore costruttivo in senso stretto. Il numero degli addetti nel periodo è cresciuto dell’8,9%, ma quello dei lavoratori autonomi solo del 7,3%, segno che il sistema imprenditoriale si sta strutturando su forme di offerta più articolate, grazie alla crescita del mercato della nuova costruzione e del recupero. Sono mercati legati soprattutto all’edilizia residenziale, dovuta sia al programma straordinario finanziato dalla Bei, con 5,75 miliardi di euro per 30 mila nuovi alloggi, che ai forti investimenti pubblici in infrastrutture, in particolare la rete ferroviaria, che beneficia fino al 2022 di finanziamenti straordinari per oltre 15 miliardi di euro. Nell’ultimo anno l’output della produzione nelle costruzioni in Austria è stato particolarmente positivo, con incrementi anche a due cifre e una media di crescita del 6%, in una linea dinamica positiva che prosegue ormai da due anni e che si consoliderà in futuro grazie alle politiche messe in atto anche sul fronte della rigenerazione energetica e della sostenibilità. Il sistema distributivo dei materiali da costruzione in Austria fa riferimento a un insieme di imprese diffuso i cui più importanti competitor sono imprese associate in Vbo, l’associazione nazionale dei rivenditori di materiali da costruzione, che conta 120 soci, un giro d’affari di circa 2 miliardi di euro per un totale di 4.500

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AUSTRIA, VAR. % DEL PIL Fonte Oesterreichische Nationalbank

AUSTRIA, var. % della produzione nelle costruzioni Fonte Statistik Austria

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Bauhaus, l'ingresso principale del punto vendita. Sotto, area illuminazione e l'esterno della Drive In Arena

addetti e rappresenta un sistema di vendita distribuito in tutto il territorio nazionale. Tuttavia, a differenza del sistema tedesco, al quale l’Austria è comunque fortemente legata anche per la presenza di alcune insegne della grande distribuzione organizzata e specializzata, i rivenditori di materiali da costruzione operano attraverso sedi nelle quali vi sono forniture di materiali da costruzione assieme a negozi di bricolage. Non per niente marchi multinazionali del do it yourself in Austria hanno una forte penetrazione in termini di presenza di punti vendita. Basti pensare che Obi ha circa 80 filiali sul territorio austriaco e Bauhaus ha 21 sedi dedicate sia al mercato privato, ma con aree specializzate destinate al mercato professionale denominate Profi Depot e la presenza di un’area chiamata drive in arena, nella quale caricare agevolmente tutti i materiali. Sicché la disposizione dei magazzini, che operano in tutto e per tutto come un grande centro della Gdo stile Ikea, nel quale attraverso un sistema a scaffali simile a quello al quale il cliente privato è abituato a servirsi, può agevolmente entrare con il proprio mezzo (auto con rimorchio, furgone, camion) e caricare direttamente i materiali da costruzione posizionati a scaffale. Il sistema, ovviamente, è orientato a soddisfare tutte le richieste legate ai sistemi a secco, ma nei piazzali è possibile anche caricare materiali da costruzione tradizionali. Altri marchi presenti sono Öbau, una sussidiaria indipendente di Hagebau, Bez (Baustoff-Einkaufs-Zentrale), una sussidiaria di Eurobastoff e altre insegne presenti nei principali parchi commerciali delle varie città austriache, da Lagerhaus, specializzata più sul mercato privato, a Baustoff & Metall (B + M), per il mercato professionale, con particolare riferimento ai sistemi costruttivi a secco a per citare quelli con il maggior numero di punti vendita S e t t e m b r e

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DOSS IE R RIV E NDIT E E ST E R E AUSTRIA

Baustoffe + Metall, uno dei punti vendita di Vienna. Sotto, organizzazione del magazzino

e presenza territoriale. Quest’ultimo in particolare ha una struttura di 98 punti vendita in 14 Paesi europei e sette siti di produzione, con i quali fornisce servizi completi legati al cartongesso e ai prodotti isolanti per tetti e facciate, costruzione di strutture in legno, massetti e altri elementi di costruzione. In Austria, Baustoff & Metall è il principale fornitore di rivenditori specializzati nel settore del cartongesso e ha una struttura che occupa complessivamente oltre 1890 dipendenti. Il fatturato complessivo di Baustoff & Metall è di circa 600 milioni di euro, con una quota rilevante di esportazioni ed è presente con propri punti vendita oltre che in Austria anche in Belgio, Olanda, Lussemburgo, Germania, Slovenia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Croazia, Serbia, Romania e Bulgaria, dimostrando così di cercare di penetrare in mercati nei quali le dinamiche sono ancora molto vivaci e nelle quali i sistemi costruttivi prodotti e proposti possono adattarsi alle condizioni economiche ed edilizie locali. Baustoff & Metall è presente anche in Italia con quattro filiali (Milano, Verona, Bolzano e Brunico). La strategia di Baustoff & Metall è puntare essenzialmente sulla specializzazione e

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Bauhaus, area giardino. A destra, non solo edilizia, anche una panetteria interna.

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Baustoffe + Metall, distribuzione dei punti vendita in Europa

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su un sistema logistico in grado di servire i clienti direttamente in cantiere con la massima flessibilità le categorie di prodotti trattate (sistemi costruttivi interni, controsoffitti modulari, protezione antincendio, pavimenti, isolamento, cappotto, soffitti radianti). Inoltre Baustoff & Metall offre servizi di consulenza in affiancamento alle azioni di progettazione e realizzazione, nonché nelle fasi di scelta dei materiali e delle soluzioni. I piani di sviluppo del produttore-rivenditore austriaco sono di miglioramento ulteriore del posizionamento e crescita di fatturato a 1 miliardo di euro al 2023, secondo il piano programmatico aziendale a lungo termine.

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DOSS IE R RIV E NDIT E E ST E R E REPUBBLICA CECA NIENTE LIBERO SERVIZIO L’ultimo caso che analizziamo, sia in senso di mercato che dei modelli distributivi innovativi, è relativo alla Repubblica Ceca. Il Paese sta vivendo una fase economica di ripresa molto consistente, con alcuni driver importanti come il mercato turistico legato soprattutto alla capitale e alle altre realtà più importanti del territorio (da Bron a Plzen). La Repubblica Ceca presenta un andamento del Pil in crescita, con picchi mensili anno su anno che in alcuni trimestri hanno toccato e superato il +5,5%. Ma presenta un andamento del settore delle costruzioni, analizzato nel lungo periodo, piuttosto negativo fino al 2014, con picchi anche del -20%, una ripresa consistente tra il 2014 e il 2016, un nuovo stop nell’ordine del -10% nel 2017 e una ripresa attuale con picchi mensili anche a due cifre. È molto particolare l’andamento altalenante dei primi sei mesi del 2018, ma con dati tutti positivi e molto solidi proprio negli ultimi quattro mesi (dal +6,6% di aprile al +15,8% di luglio). Se si osserva il settore nella dinamica 2010-2016, analogamente a quelle degli altri Paesi analizzati, emerge una decrescita del settore del 7,5% in termini di produzione e dell’8,9% in termini REP. CECA, VAR. % DEL PIL Fonte Czech Statistical Office

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Fonte Czech Statistical Office

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DEK, punto vendita di Praga. Sotto, il grande magazzino coperto

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di investimenti. A fronte di un Pil pari a 169 miliardi di euro, le costruzioni rappresentano circa il 15% del totale, per un valore del giro d’affari di circa 24 miliardi di euro e un valore aggiunto pari a 13 miliardi di euro. In Repubblica Ceca il numero di imprese del settore allargato delle costruzioni è pari a 285 mila, delle quali 165 mila relative all’edilizia. La domanda complessiva di mercato è in crescita grazie ai bassi tassi di inflazione e di interesse e alla domanda elevata di abitazioni. La richiesta ha contribuito ad aumentare del 12,5% il prezzo degli immobili tra il 2010 e il 2016. Oggi è anche supportata da un programma specifico di housing tarato al 2020, con una crescita stimata di circa 40 mila nuovi alloggi ogni anno. Prosegue, dunque, nel trend che è stato rilevato in questi ultimi anni. Associato a questa strategia, vi è il programma di sviluppo infrastrutturale nazionale, che ha un budget di 2 miliardi di euro circa per anno e che sta portando a realizzare e completare, dove già avviate, opere infrastrutturali importanti, come ad esempio

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D OSS IER RIV E NDIT E E ST E R E REPUBBLICA CECA alcuni collegamenti autostradali mancanti con Austria e Germania. In questo quadro si sviluppa il mercato della distribuzione del materiali edili in Repubblica Ceca, per il quale non vi sono dati e statistiche ufficiali in termini di valore e si può ipotizzare, in base a semplici stime parametriche, che valga circa 3,5 miliardi di euro. Anche in Repubblica Ceca si assiste a una forte presenza di insegne straniere, come Bauhaus, ma l’azienda più innovativa e performante è sicuramente il Gruppo Dek, una realtà fortemente innovativa sotto il profilo commerciale e strategico, che sta fortemente crescendo sia in Repubblica Ceca che in Slovacchia, con 76 punti vendita distribuiti sul territorio ceco e altri 16 in Slovacchia. Il fatturato del gruppo al 2017 è stato di 640 milioni di euro e corrisponderebbe a una quota del 15% circa del giro d’affari complessivo del mercato della distribuzione edile in Repubblica Ceca, ovviamente assumendo che le stime del mercato siano corrette. La crescita di Dek, che è avvenuta attraverso apertura di punti vendita specializzati e soprattutto attraverso la costruzione di sistemi logistici e a servizio delle filiali che garantiscono di poter servire i clienti su segmenti differenti. Dunque, con una logica specializzata e multicanale dove la strategia è ottimizzare la fornitura dei materiali attraverso una ottima organizzazione del punto vendita. Colpisce, infatti, la razionalità gestionale dei punti vendita che presentano sia aree espositive esterne, che aree nelle quali Dek mette a disposizione dei clienti strutture e attrezzi, compresi carrelli per trasportare materiali, il tutto organizzato secondo un percorso che ottimizza il flusso della clientela in entrata e in uscita, clientela che viene separata tra piccoli carichi (furgoni) e grandi carichi (camion), che hanno piste di entrate differenziate e che nella parte dedicata ai piccoli carichi presenta numeri collegati alle piazzole di parcheggio che consentono di servire e caricare i materiali richiesti in modo razionale ma soprattutto veloce. Il punto chiave, anche negli spazi interni dei magazzini, è l’assenza del libero servizio, presente

in altre realtà estere. Per esempio, in altri modelli della grande distribuzione. Tutto, invece, è gestito da commessi e personale specializzato che, una volta caricato l’ordine, procede a organizzare i materiali per la consegna. Il grande magazzino interno e i grandi piazzali esterni, ben strutturati e organizzati dal punto di vista logistico, consentono di svolgere le operazioni di fornitura e carico in tempi rapidi e con forte soddisfazione dei clienti, una soddisfazione che nasce anche dall’ottimo sistema di prenotazione online, attraverso il sito web del gruppo. A febbraio 2016 l’e-shop di Dek ha ottenuto il certificato Gold Certified Customer presso Heureka.cz. E-shop Building e Dek è risultato consigliato dal 97% dei clienti. A livello nazionale nel 2017 ha raggiunto il 52esimo posto tra le più grandi aziende ceche, entrando dunque nella top 100. A novembre dello scorso il Gruppo Dek è entrato a far parte dell’Associazione europea dei distributori di materiali da costruzione Euro-Mat, una associazione che conta 20 aderenti presenti in 22 paesi con un numero complessivo di 7.900 punti vendita e un giro d’affari totale di 35 miliardi di euro. Nel 2017 le strategie del gruppo hanno proseguito nel consolidamento e nel posizionamento di mercato, con l’apertura di nuovi punti vendita e soprattutto di punti noleggio, attività in forte crescita. Oggi il gruppo presenta 76 punti vendita in Repubblica Ceca alla quale si

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Dek, organizzazione interna del punto vendita. A destra, l'area accoglienza

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Il grande piazzale esterno visto dal retro. A sinistra, distribuzione dei punti vendita in Repubblica Ceca. Sotto, organizzazione dei flussi dei mezzi nel punto vendita

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Isolamento e protezione al fuoco di solai, piani pilotis e autorimesse

affiancano 57 punti noleggio, 26 impianti di miscelazione di gesso e vernice, 38 officine idrauliche e quattro centri destinati alla lattoneria. Tra le realtà del mercato europeo della rivendita edile certamente il Gruppo Dek è ad oggi una delle più interessanti, come illustra il sito web aziendale, come dimostrano le visite e i sopralluoghi svolti in alcuni punti vendita del gruppo e come dimostrano anche i dati di bilancio che assieme ai risultati aziendali sono liberamente scaricabili dal sito web del gruppo e indicano ancora una volta come la trasparenza anche informativa, già notata per le imprese degli altri paesi illustrati, è un elemento di forza della presenza delle aziende nel mercato e indica anche ai propri azionisti dove e in che modo sta andando la strategia dell’impresa, come ci si relaziona con il mercato e quali siano le vere sfide competitive. Dek oggi dimostra che in un mercato delle costruzioni come quelle ceco, dove la presenza di grandi gruppi multinazionali specializzati e della Gdo potrebbe rappresentare un freno concorrenziale, in realtà una corretta e strategica focalizzazione sull’organizzazione aziendale, sulla standardizzazione dei tempi di consegna, sulla garanzia della disponibilità dei materiali e sull’integrazione degli strumenti digitali nella gestione degli ordini e delle commesse, oltre ad una immagine curata anche dal punto di vista estetico, produce una presenza che diventa riconoscibile e soprattutto vincente.

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ZAMPINI

PROMUOVIAMO L’INNOVAZIONE La storica rivendita veronese introduce nuove aree commerciali, come quella dedicata a Gasstop, innovativo prodotto distribuito da Bildex per la soluzione dei cattivi odori provenienti dagli scarichi che è stato subito accolto con favore dai privati e che promette di riservare soddisfazioni Di Veronica Monaco

«U I titolari della Zampini e alcuni membri della famiglia. Sopra, Massimo Zampini

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no dei nostri segreti è avere una proposta ad ampio spettro, che spazia dai materiali edili alla ferramenta, dal materiale elettrico a quello idraulico, fino agli articoli per la casa». Così Massimo Zampini, responsabile acquisti della Zampini Giuseppe di Balconi di Pescantina (Verona), spiega gli ingredienti alla base di un’azienda famigliare con oltre cinquant’anni di esperienza nel mondo della distribuzione, a cui non manca la voglia di innovare. «Uno dei nostri punti di forza è anche guardare costantemente alle novità, introducendo prodotti in grado di rispondere alle nuove esigenze del mercato». Come testimonia l’introduzione in catalogo di Gasstop, sistema di Bildex per la corretta aerazione del bagno: consiste in una molla metallica da inserire nella testa del prodotto dopo averlo posizionato nella condotta per mezzo di una comune pinza. Il sistema è in grado d’esercitare una notevole forza meccanica, assicurando Gasstop alla posizione voluta e impedendo qualsiasi tipo di ostruzione o danneggiamento della condotta e chi sta a valle. Domanda. Quando è nata la rivendita Zampini Giuseppe? Risposta. Nel 1967, come rivendita di materiali edili pesanti. In particolare, eravamo specializzati in prodotti come cemento, laterizi, sabbia. L’edilizia si è poi evoluta e abbiamo avuto la necessità di espanderci e dotarci di un magazzino più grande. Nel 1978 abbiamo quindi cambiato sede e aperto un’area dedicata alla ferramenta. Purtroppo, nel 1981 un incendio ha distrutto il punto vendita, costringendoci a cominciare tutto ex novo. Ora abbiamo una posizione stabile sul mercato con una proposta evoluta che comprende i settori della ferramenta, dei materiali S e t t e m b r e

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La Zampini Giuseppe di Balconi di Pescantina (Verona)

edili e dell’idraulica. D. Qual è il segreto della vostra proposta? R. Uno dei nostri segreti è avere una proposta ad ampio spettro, che spazia dai materiali edili alla ferramenta, dal materiale elettrico a quello idraulico, fino agli articoli per la casa. Uno dei nostri punti di forza è anche quello di guardare costantemente alle novità, introducendo prodotti in grado di rispondere alle nuove esigenze del mercato. D. Quali sono i prodotti che vanno di più al momento? R. Sono molto richiesti i prodotti per il risanamento, in grado di risolvere problemi di umidità come muffe e condensa. Poi, vanno molto anche i sistemi per la ventilazione meccanica controllata e i colori. D. La Zampini Giuseppe ha anche un’area per il libero servizio? R. Non si tratta di un’area di libero servizio vera e propria. I prodotti sono esposti con le indicazioni di prezzo, ma la vendita viene comunque gestita da un nostro addetto. I clienti non possono prendere direttamente la merce e andare in cassa. In questo modo abbiamo modo di garantire sempre un servizio di consulenza e seguire il cliente in tutte le sue richieste. D. Quanti prodotti avete a magazzino? R. È difficile indicare la cifra esatta, ma più o meno saremo introno ai 100 mila articoli. D. Quali sono i principali marchi che trattate? R. Fassa Bortolo e Kerakoll sono i due brand con cui realizziamo maggior fatturato. Il mercato però è composto da tante nicchie di prodotto, ed è l’insieme di quello che facciamo che ci caratterizza. Tutti i nostri fornitori sono ugualmente importanti. D. Come scegliete i fornitori? S e t t e m b r e

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Piazzale materiali della rivendita. A sinistra, l’interno

R. Il mercato ci obbliga a controllare il prezzo, ma è il servizio a fare la vera differenza. Ed è per questi motivi che il sodalizio commerciale con Bildex si consolida di anno in anno. Infatti Bildex oltre ad avere un servizio di primo livello è sempre attenta a presentarci soluzioni e prodotti innovativi. D. La crisi dell’edilizia ha portato dei cambiamenti nell’attività? R. Non abbiamo mai avuto problemi con le vendite, siamo sempre cresciuti di fatturato a piccoli passi. Il segreto è quello di interessarsi sempre di prodotti nuovi. D. Tra questi prodotti c’è Gasstop, distribuito da Bildex. Che cosa vi ha spinto a inserire questo prodotto nella vostra proposta commerciale? R. Gasstop è un dispositivo che permette di risolvere il problema della risalita di cattivi odori e insetti infestanti dalla rete fognaria. Mi è sembrato subito un prodotto interessante, che mancava sul mercato, e abbiamo deciso di inserirlo nella nostra proposta. Soprattutto per i prodotti nuovi, promozione e comunicazione sono molto importanti: per adesso notiamo molto interesse, le vendite arriveranno. Come si dice: «prima si semina, poi si raccoglie». D. C’è più interesse tra i privati o tra gli idraulici?

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R. Tra i privati. Gli idraulici sono poco propositivi sui nuovi prodotti. D. Questo prodotto è facilmente installabile anche dai privati? R. Dipende. Se l’utente è dotato di un certa manualità, può farlo senza problemi. In caso contrario, meglio farlo installare a un professionista. D. Attualmente com’è composta la vostra clientela? R. Imprese e professionisti compongono l’80% della clientela, mentre il 20% sono privati. Negli anni della crisi abbiamo selezionato attentamente i nostri clienti, facendo grande pulizia per sopperire al problema dei pagamenti. Sicuramente negli ultimi anni il cliente privato è molto più attento e consapevole delle sue scelte di acquisto, ma poi è l’impresa a comprare il materiale. D. Quali sono i servizi più richiesti? R. Forniamo una consulenza a 360 gradi, con sopralluoghi in cantiere e consulenze sui capitolati. A volte offriamo anche servizi di progettazione. Non abbiamo una vera e propria specializzazione, ma è l’insieme di ciò che facciamo a fare la differenza. D. Avete qualche nuovo progetto in cantiere per il futuro? R. Entro un anno vorremmo completare la rivendita con un centro colore più completo e rinnovare le facciate del punto vendita.

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I FERRI DEL MESTIERE

Il rivenditore visto da Stephen Hawking

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l condominio è un universo osservato da tutti gli addetti ai lavori, anche se rimane in larga parte sconosciuto per via del caos che lo circonda. Il processo decisionale, la ricerca dei prezzi più bassi, la gestione dei pagamenti e dei condòmini morosi, sono le cause principali che allontanano molti operatori da questo tipo di target, alimentando il luogo comune che il condominio è un mercato difficile, da cui è meglio stare alla larga. Ma è davvero tutto qui? Scopriamolo insieme, iniziando a osservare questo universo come avrebbe fatto Stephen Hawking se fosse stato un rivenditore. Scienziati del calibro di Hawking, Einstein, Newton o Galileo, quando osservano fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti, prima immaginano quali possono essere le leggi teoriche che li governano e poi lavorano per dimostrarle matematicamente, conti alla mano. A differenza di noi comuni mortali, che partiamo dai conti, dai prezzi e dai pagamenti, per spiegare un mercato e le sue leggi. È per questa ragione che riusciamo a vedere il nuovo solo quando lo adotta la maggioranza. Quando ormai è troppo tardi per sfruttarne i vantaggi, anche se ci è passato sotto il naso più volte. Hawking, come Einstein prima di lui, era ossessionato dall’idea di dimostrare che la teoria della relatività generale e la fisica quantistica sono regolate dalle stessi leggi. È la famosa «teoria del tutto», che spiegherebbe sia i fenomeni dello spazio infinitamente grande, che quelli del mondo infinitamente piccolo. Unificando in pratica, l’astrofisica e la fisica subatomica. Se Hawking fosse stato un rivenditore, sarebbe stato ossessionato dall’idea di mettere

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in relazione le leggi del macrocosmo edilizio con quelle del condominio. Quel microcosmo che sta proprio di fronte al cancello della sua rivendita. Avrebbe voluto capire il rapporto che lega la trasformazione urbana, alla micro riqualificazione di un appartamento di quello stesso condominio. Parafrasando la fisica e chi la studia, vorrebbe dimostrare che la «relatività edile» e la «meccanica condominiale», seguono le stesse leggi di mercato.

Molti pensano che si tratti di vendere i prodotti e i loro servizi accessori. Dimenticando, spesso, l’unico vero brand da valorizzare: il proprio marchio A questo punto, il rivenditore Hawking si accorgerebbe che la sua conoscenza dell’universo condominio è troppo limitata e superficiale. Perché ha sempre considerato il condominio solo come un involucro e il mercato dei condomini come la manutenzione degli involucri e delle loro parti comuni. Un mercato in una parola Per capire meglio che cos’è un condominio, partiamo dal suo significato originale, lasciando da parte quello acquisito nel tempo.

Apriamo un vocabolario etimologico e scopriamo che la parola condominio significa dominio comune. Quindi, un condominio esercita un diritto di dominio comune che deriva dalla proprietà o dall’uso di un diritto privato. Ma che cosa succede se alziamo l’involucro dell’universo condominio, come fosse un sipario immaginario? Succede che ci ritroviamo catapultati in un mondo più complesso di quanto appare. Sbalzati in una scena piena di protagonisti, in un’ambientazione tutta da scoprire. Perché un condominio è molto di più della somma delle sue parti comuni e delle singole unità immobiliari. Un condominio è il mercato dei bisogni e dei problemi delle persone che lo abitano. Un mercato a tutto tondo, con le stesse dinamiche dei mercati sovrastanti o paralleli, anche se qualcuno vorrebbe farci credere, che mercati diversi, seguono leggi diverse. Come quando parliamo del digitale o del web, i quali non sono affatto mercati diversi dalle loro controparti tradizionali, sono solo canali differenti. Alla base devi avere sempre un prodotto/servizio, un brand, un posizionamento e un motivo per farti preferire alla concorrenza o al non fare niente. Queste sono le vere leggi del mercato. Quelle che valgono sempre e per tutti. Le uniche capaci di dimostrare la teoria del tutto dei mercati. Il resto sono solo chiacchiere, il più delle volte neanche a buon mercato. Giunti a questo punto, come affronterebbe il «rivenditore» Hawking il mercato dell’universo condominio? Il rivenditore che migliora la vita Per prima cosa definiamo il vero ruolo del rivenditore. Molti pensano, banalmente, che S e t t e m b r e

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si tratti di vendere i prodotti e i loro servizi accessori. È per questo che i rivenditori sono sempre alla ricerca della marca leader per ogni categoria di prodotto. Dimenticando, spesso, l’unico vero brand da valorizzare: il proprio marchio. Il portabandiera ideale per aggiungere valore ai brand dei suoi fornitori. Il fatto è che i rivenditori non producono niente. Di conseguenza, l’unico vero prodotto della rivendita è il servizio, senza il quale non sarebbe giustificata la sua presenza sul mercato. Ma che significa servizio? Sul vocabolario etimologico troviamo che servizio deriva dal latino servitium e significa stato di schiavitù, il quale a sua volta deriva da servo, ovvero schiavo. Buffo vero? Da una parte abbiamo un dominatore, il condominio e dall’altra uno schiavo, il rivenditore. Di chi è schiavo il rivenditore? Quando è troppo concentrato su quello che fa, sui prodotti, sulle proprie abitudini e su quello che sente dire, allora è schiavo di se stesso. Ma se si concentra su ciò che serve ai clienti, andando oltre a quello che gli chiedono, allora diventa schiavo di tutti quei servizi che possono migliorare il lavoro e la vita delle persone. I servizi che non c’erano I servizi di cui può aver bisogno un condominio possono essere infiniti. Il rivenditore potrebbe diventare il collettore della miriade di lavori di cui ogni singolo con-

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dòmino ha bisogno. Fornendo un servizio di manutenzione, potrebbe coinvolgere le imprese e gli artigiani suoi clienti, diventandone l’intermediario. Magari in società o in accordo con i colleghi specializzati in idraulica o elettricità. Potrebbe aiutare i condòmini nel fai da te, facendo dei corsi in negozio, oppure mettendo a disposizione un tutor per supportarli nei lavori più difficili, impostare il lavoro o correggere gli errori. Sono momenti in cui potrebbe parlare di sicurezza e di quanto siano importanti tutti i dispositivi e gli accessori delle linee vita, dell’abbigliamento e delle procedure che insegnano a lavorare senza farsi male. Potrebbe noleggiare le attrezzature necessarie. Oppure offrire una membership che abilita alla condivisione degli attrezzi, pagando una piccola quota mensile. Un modo molto efficace per fidelizzare i clienti. Potrebbe fare dei corsi di arredamento di bagni e cucine, iniziando a fornire anche gli arredi, oltre a tutti i materiali e i lavori edili necessari, in caso di ristrutturazione di questi ambienti. Come qualche rivenditore illuminato ha iniziato a fare. Prima o poi i condomini potrebbero aver bisogno di servizi legati alla mobilità, alla ricarica dei veicoli elettrici e alla produzione di energia rinnovabile, attraverso impianti condominiali. Inoltre, il rivenditore potrebbe erogare un servizio di stampa 3D per realizzare oggetti e accessori per la casa. Oppure ricambi per riparare qualsiasi cosa

e farla durare più a lungo, risparmiando in perfetto stile economia circolare. L’importante è entrare nel condominio dalla porta principale, con l’invito scritto di pugno dai condòmini e sigillato con la cera lacca. Così il rivenditore inizia a costruire un rapporto con loro, accompagnandoli, passo dopo passo, fino al momento in cui dovranno decidere come e con chi effettuare un intervento di manutenzione straordinaria. Molto diverso dal presentare un preventivo quando tutto o quasi è già stato deciso. Magari il singolo rivenditore, il gruppo o il consorzio a cui appartiene potrebbero anche fornire il finanziamento e il credito di imposta dei vari bonus statali. Direttamente, in accordo con le banche loro fornitrici o con le Esco della zona. A tutto questo si somma l’effetto dirompente del passaparola, sia da parte degli amministratori che gestiscono più di un condominio, che da parte dei condòmini che lavorano o che hanno parenti e amici in altri condomini. Un effetto domino in grado di spingere in alto il valore del brand del rivenditore. Uno «schiavo», di cui non sarà più possibile fare a meno. di Marco Buschi Marco Buschi, si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale.

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BREVETTI MONTOLIT

18 NUOVI MODI PER TAGLIARE

L’azienda varesina presenta al Cersaie una raffica di novità destinate a rendere più semplice e più veloce il lavoro dei posatori. Per esempio, il trinciablocchi Blockut, le tecnologiche tenaglie per gres e mosaico, i dischi diamantati supersottili, la ventosa battente per piastrelle e lastre. Frutti degli investimenti in ricerca e sviluppo di Veronica Monaco

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iciotto novità per Brevetti Montolit, che si presenta al Cersaie 2018 (Pad. 31 - Stand B48) con una vasta proposta di macchine e utensili per il taglio e la posa di materiali ceramici e lapidei. Dalla nuova trinciablocchi Blockut alle tecnologiche tenaglie per gres e mosaico, dai dischi diamantati supersottili alla ventosa battente per piastrelle e lastre: il ventaglio di novità dell’azienda di Cantello (Varese) punta su innovazione e specializzazione, con un’attenzione particolare alle esigenze dei posatori professionisti. Ne parliamo con l’amministratore delegato Vichi Montoli. Domanda. Quali sono le novità che Brevetti Montolit presenta al Cersaie 2018? Risposta. Concentriamo la presentazione delle novità in concomitanza con il Cersaie, che tuttora rimane la fiera più importante a livello internazionale per il nostro settore. Quest’anno abbiamo molte new entry, che riguardano sia il mondo della posa che quello dei grandi formati. Alcune sono già disponibili, altre invece saranno sul mercato

nei prossimi mesi. D. Quali sono le più importanti? R. Tutti i nostri prodotti sono pensati per risolvere i problemi dei posatori, a partire dalla nuova tranciablocchi Blockut per pavimentazioni esterne. Si tratta di una macchina che rivisita i nostri modelli storici, più complessi da utilizzare, e li unisce in un unico modello, ottimizzato a livello tecnologico. È una macchina irrinunciabile, che permette di risolvere la maggior parte dei problemi di posa di masselli autobloccanti, cemento o lastre per esterno. Totalmente manuale, non necessita di allacciamento elettrico, non fa rumore né polvere. D. E per le piastrelle ceramiche quali sono le novità? R. In particolare, per il settore delle piastrelle ceramiche presentiamo una svariata gamma di prodotti novità, dai sollevatori manuali di grandi formati ai trolley per la loro movimentazione, dai tavoli per aiutare i posatori a lavorare questo particolare tipo di lastre ai profilatori professionali. Sempre per i grandi formati abbiamo ideato anche la ventosa battitore Battile, un utensile totalmente nuovo che permette di prendere, spostare e vibrare le piastrelle, operazione che finora viene eseguita con strumenti rudimentali, come mazzette e battitori. D. A che cosa serve la vibrazione? R. A eliminare le bolle d’aria che si possono creare tra la piastrella e il collante in fase di posa. Questa ventosa permette di portare verso l’esterno le bolle d’aria, che non sono visibili nel sottostrato, e a eliminare eventuali instabilità nel materiale, causa di quella sensazione di vuoto sotto la pavimentazione. D. Ci sono altri nuovi prodotti a catalogo? R. Sì, abbiamo lanciato una nuova serie di tenaglie pensate espressamente per i piastrellisti e i mosaicisti professionisti, adatte alle esigenze dei nuovi materiali, che richiedono molta più precisione. Poi abbiamo la nuova taglierina elettrica ad acqua F2, una macchina compatta, portatile, pratica, ideale per tagliare piastrelle anche di spessore importante. Questa macchina mantiene il know how storico dell’azienda, ma mostra una maggiore attenzione al design, una tendenza che sta coinvolgendo un po’ tutti i nostri prodotti. E poi ci sono i nuovi dischi diamantati: si tratta di dischi con 1 millimetro di spessore, che garantiscono performance di velocità

L’amministratore delegato di Brevetti Montolit, Vichi Montoli. A destra, la nuova tranciablocchi Blockut per pavimentazioni esterne

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I mpr e s e

TENAGLIE AD ALTE PRESTAZIONI Le tenaglie da piastrellista rappresentano da sempre un must nella

tenaci, fino a spessori di 15 millimetri. La rotazione di una delle due

produzione Brevetti Montolit, dal primo modello degli anni 60

rotelle permette incisioni sulla superficie semplificando la successiva

ai due nuovi modelli 33W e 55W2 forgiati con le più moderne

fase di taglio, operazione facilitata da un apposito appoggio per

tecniche in acciaio legato al carbonio. Caratterizzate da taglienti in

il pollice che permette di esercitare la necessaria pressione. Il

carburo di tungsteno con rivestimento in nitruro di titanio, le due

modello 55W2 è invece ideato per favorire tagli e lavorazioni di

tenaglie possono affrontare senza problemi i materiali più duri e,

estrema precisione su tesserine di mosaico ceramico o vetroso. La

grazie alla precisione dei taglienti, fornire un’ottima finitura anche su

disposizione inclinata e disassata dei taglienti e la conformazione

materiali particolarmente delicati, come le tesserine di mosaico e il

delle teste consente il passaggio senza interferenze tra le tessere del

vetro. Pensato per il posatore di ceramica professionista, il modello

foglio di mosaico, permettendo tagli e sagomature degli spigoli con

33W con taglienti frontali affronta anche i gres porcellanati più

estrema disinvoltura e precisione.

33W

e precisione di taglio inarrivabili con i dischi tradizionali sulle lastre sottili. Questi dischi necessitano di precauzioni particolari per evitare ondeggiamenti durante la fase di taglio. A questo proposito, sui dischi da utilizzare a mano con la classica smerigliatrice, Brevetti Montolit ha ideato TutorCut, elemento di guida assistita per tagli perfetti, mentre per i dischi più grandi, la nostra Moto Flash è già munita di una speciale guida lineare che consente di evitare qualsiasi tipo di oscillazione. Oltre ai dischi diamantati, abbiamo anche nuovi perforatori diamantati per lastre sottili, con granulometrie e spessori tali da permettere forature senza sbeccature. Sono prodotti totalmente innovativi, che sfruttano le ultime tecnologie dell’utilizzo della grana di diamante. D. E per il taglio del vetro? R. Da qualche anno siamo partner tecnici della Crystalexe, azienda che ha ideato un processo tecnologico innovativo che permette la stampa

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55W2

ad altissima definizione su lastre di vetro. Tramite questo processo il vetro acquisisce prestazioni tali da renderne possibile l’utilizzo come rivestimento, sia a parete che a pavimento. La collaborazione con Crystalexe ci permette di sviluppare nuovi prodotti e migliorare la nostra gamma di macchine per il taglio sempre più precise e senza imprecisioni e sbeccature. D. Quali sono i principali plus che contraddistinguono i prodotti Brevetti Montolit? R. La nostra missione è pensare a soluzioni che trasformino la complessità del lavoro in cantiere in operazioni semplici e professionalmente attuali, adatte alle esigenze sempre più definite di architetti e progettisti. Storicamente abbiamo sempre privilegiato innovazione, robustezza e semplicità. Questi sono gli ingredienti che mettiamo in ogni prodotto. D. Quali sono oggi i vostri principali clienti? S e t t e m b r e

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PAVIMENTI: VIA LE BOLLE D’ARIA Molte risorse sono state dedicate allo sviluppo della rivoluzionaria ventosa vibrante Battile, alimentata con batterie agli ioni di litio. Compatta e leggera, Battile permette, nel caso di piastrelle di piccolemedie dimensioni, il posizionamento delle stesse tramite ventosa; la successiva vibrazione libera eventuali bolle d’aria che, se intrappolate tra l’adesivo e la piastrella, potrebbero causare rotture. Nel caso di lastre di grandi dimensioni, il suo utilizzo risulta indispensabile per garantire la perfetta aderenza del collante ed evitare pericolosi vuoti. L’intensità della vibrazione è regolabile da 5.000 a 18.000 vibrazioni/minuto tramite un potenziometro posto in prossimità dell’impugnatura.

SMUSSI E TAGLI PERFETTI Novità anche riguardo le attrezzature per la lavorazione delle lastre: a Flash Line e Moto Flash Line, Brevetti Montolit aggiunge il profilatore Toprofile per la realizzazione di smussi e raggiature. Il range delle mole diamantate è completo e spazia da quelle per la realizzazione di smussi/ Jolly (sino a 15 mm di spessore) disponibile a seconda dei materiali con

Tutor-Cut

Slim Cut

grana diamantata media o fine, a quelle per i biselli (3 e 5 mm) fino a utensili per la creazione di raggiature (3,5-10 mm). Nell’ambito degli

poggia su piedini in gomma antivibranti; il piano di lavoro in acciaio

utensili diamantati fanno la loro comparsa il kit di frese diamantate (FSS-

inox su cui scorrono le squadrette di posizionamento per taglio diritto

KIT) e i dischi da taglio Slim Cut, espressamente sviluppati per lastre

e a 45° è inclinabile per la realizzazione del taglio jolly. Il motore da

sottili. Realizzati esclusivamente nei diametri 100 e 150 mm, i dischi

450W e 2800 g/min permette al disco diamantato a corona continua

sono da utilizzarsi esclusivamente con Tutor-Cut (Ø100), il sistema di

da 180 mm di affrontare senza alcun problema materiali duri come

guida brevettato per ottenere tagli perfetti, e su Moto Flash- Line (Ø

il gres porcellanato o delicati come il vetro fino a spessori di 35

150 mm). Dall’esperienza di oltre 70 anni nel settore del taglio delle

millimetri, garantendo tagli accurati e privi di sbeccature. Il consumo

piastrelle, Brevetti Montolit mette a punto anche un’altra novità: F2, la

di acqua è minimo grazie allo speciale carter di protezione della lama

taglierina ad acqua portatile dal design accurato e dalle linee moderne,

che riconduce il liquido nella apposita vaschetta di raccolta situata nel

robusta e facile da usare. Il basamento è realizzato in ABS antiurto e

telaio stesso.

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SOLUZIONI PER GRANDI LASTRE

Goal Evo

Brevetti Montolit risponde alle esigenze dei posatori con nuovi prodotti studiati appositamente per le grandi lastre. Come Superlift, telaio totalmente modulare in acciaio per il sollevamento e il posizionamento di piastrelle giganti, ideato per garantire massima sicurezza e stabilità. Il telaio è dotato di ventose di grande diametro (200 mm) con vuotometro di sicurezza e del nuovo sistema di clamps di fissaggio che rendono ogni regolazione più rapida e sicura. Goal Evo invece è la nuova versione del trolley per la movimentazione su ruote di lastre, più grande e irrobustito per incrementarne la portata sino a 260 kg. Per lavorazioni come taglio, smussatura, foratura, Brevetti Montolit ha messo a punto Table-one, supporto modulare con struttura composita alluminio/ acciaio completamente smontabile e modellabile, in grado di fornire pieno appoggio alle piastrelle in tutte le configurazioni, fino ad una dimensione massima di 240x150 cm.

Superlift

Table-one

R. Spaziamo dall’utente fai-da-te tecnicamente evoluto, che vuole acquistare un prodotto che gli possa garantire qualità e semplicità d’uso, fino alle squadre di posa più organizzate per progetti ben definiti. Non facciamo però vendita diretta, arriviamo all’utente finale sempre attraverso i rivenditori. D. Notate un’evoluzione nella cultura tecnica e imprenditoriale delle rivendite? R. L’evoluzione è molto lenta. Da anni i trend ormai sono molto chiari: viviamo in un mondo che viaggia velocemente, in cui la distribuzione è attaccata dalle vendite online e dalla Gdo, e dove l’utente finale è molto più informato del rivenditore. Per questo le novità vanno anticipate, sfruttate come uno stimolo per migliorare l’offerta e attirare il cliente, e non come una minaccia perché in magazzino ci sono altri prodotti ancora da vendere. L’utente ricerca l’ultima novità, non guarda al passato. Difficilmente però i distributori sono precursori e proattivi. Dobbiamo essere bravi a

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coinvolgere la distribuzione a cambiare mentalità. D. Qual è la situazione attuale del mercato? R. Il settore edile è stato pesantemente colpito nel 2008, poi di nuovo nel 2012, una doppia W drammatica. Dal 2012 il nostro settore si è cominciato a riprendere, trascinato dalla ristrutturazione. L’anno scorso c’è stato un moto positivo, che però non si è consolidato. Siamo caduti di nuovo nella calma piatta e le previsioni non sono molto positive. Anche all’estero la situazione non è tranquilla: ci sono troppe variabili in gioco e l’edilizia ne soffre maggiormente. D. E Brevetti Montolit, come sta affrontando questo momento? R. Trascinati dalla velocità degli eventi, siamo orientati a mantenere il passo con prodotti sempre nuovi, e grazie a questa spinta Brevetti Montolit sta crescendo. Troviamo poi una distribuzione un po’ riluttante alle novità e l’entusiasmo viene un po’ meno, ma noi continuiamo a puntare sulla specializzazione e l’innovazione, le uniche carte vincenti per rimanere in gioco. S e t t e m b r e

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I mpr e s e

FARAONE

SALIRE LE SCALE CON 40 CANDELINE L’azienda ha festeggiato i quattro decenni di attività con un open day che sottolinea anche la crescita (+15%) dell’attività all’insegna della ricerca e degli investimenti: il 2018 ha segnato anche l’ingresso nella schiera delle industrie 4.0 di Franco Saro

F

esteggiamenti in famiglia per Faraone Scale, azienda da quarant’anni fiore all’occhiello dell’imprenditorialità abruzzese con la produzione di scale professionali. L’impresa ha aperto le porte alle famiglie di 90 dipendenti e partner per un giorno di festeggiamenti a cavallo tra tradizione ed innovazione. L’appuntamento, organizzato nella sede di Tortoreto (Teramo) è stato l’occasione per ricordare i principi attorno a cui è attiva Faraone: sicurezza dei luoghi di lavoro, e lo ha fatto senza dimenticare il benessere di tutti: dipendenti, consumatori, partner di

L’open day organizzato da Faraone

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I mpr e s e

business e comunità locali. Questi valori positivi hanno permesso all’azienda di registrare il 15% di incremento in un momento in cui il mercato globale registra una forte flessione. Innovazione, sviluppo, lungimiranza, spirito di squadra, valorizzazione del territorio e delle risorse umane sono i valori portanti che hanno permesso all’azienda di crescere nel tempo e sono i concetti cardine dell’open day. Le tappe degli ultimi cinque anni testimoniano l’impegno dell’azienda. Nel 2013 il lancio di Elevah di Faraone, con la campagna La tua azienda non e’ un circo, che è arrivata prima al premio Parola d’impresa, bandito da Confindustria e Sole 24Ore. Parola d’impresa è il premio al miglior progetto di comunicazione pubblicitaria su carta stampata e web per le Pmi. Nel 2015 è la volta di Elevah 40 move di Faraone Industrie, che vince il primo premio come migliore macchina dell’anno nel settore delle piccole altezze. Il premio Iapa, dato da una giuria internazionale, è organizzato dall’Ipaf (International Powered Access Federation e promuove in tutto il mondo e nel modo più ampio l’uso sicuro ed efficace dei mezzi mobili di accesso aereo) e premia ogni anno per i vari settori di competenza le macchine per lavoro in quota ritenute più sicure ed innovative. Il 2016 ha visto l’apertura di un nuovo stabilimento Faraone in Spagna, a Siviglia. E il 2018 segna l’ingresso di Faraone tra le industrie 4.0 implementando una serie di innovazioni tra cui una macchina per il taglio laser, una macchina per la piegatura automatica ed il magazzino automatizzato. Tutto questo con uno sguardo attento nel sociale grazie ai progetti realizzati in collaborazione con scuole ed associazioni e un’apertura al futuro, assegnando borse di studio a studenti universitari.

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I mpr e s e

EDILIZIA

TUTTI I VANTAGGI DELLA LEGGEREZZA Il sistema Icf-Saad è un modo nuovo di costruire con l’Eps. Con una struttura a setti portanti in cemento armato, isolati con «casseri a rimanere» in polistirene espanso, si possono coniugare la resistenza meccanica del calcestruzzo con la capacità di isolamento termico di Giuseppe Rossi PARETI CON CASSERI ISOLANTI A RIMANERE IN EPS CON ARMATURA DIFFUSA: STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO MONOLITICHE AD ALTA RESISTENZA, LEGGERE E COIBENTATE

SOLAI IN EPS ARMATI E GETTATI IN OPERA: ISOLANTI, LEGGERI, SICURI

A

ffrontare un terremoto con la leggerezza. Che non significa prenderla alla leggera, ma usare un materiale notoriamente leggero, l’Eps, per rendere più performanti le strutture di un edificio capace di affrontare anche le scosse di un sisma. Ma non solo. Tra le applicazioni dell’Eps, Polistirene espanso sinterizzato, infatti, c’è l’innovativo sistema Icf-Saad (Insulated Concrete Foam - Sistemi Ad Armatura Diffusa). Si tratta di sistemi

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costruttivi caratterizzati da una struttura a setti portanti in cemento armato, isolati con «casseri a rimanere» in polistirene espanso. In questo modo si possono coniugare la resistenza meccanica del calcestruzzo gettato in opera con la capacità di isolamento termico dell’Eps, posto sia sulla faccia interna che su quella esterna del fabbricato. In sintesi, con questo sistema costruttivo a casseri in polistirene si realizzano pareti portanti in cemento armato per edifici antisismici, a basso consumo energetico e dall’elevato isolamento acustico. S e t t e m b r e

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DOVE SERVE Il sistema è costituito da due tipologie di elementi, verticali e orizzontali. I primi sono utilizzati per la realizzazione di pareti portanti, tamponamenti esterni e tramezzi interni. I secondi per creare i primi solai, i solai intermedi e quelli di copertura. I Sistemi Icf-Saad rispondono a molteplici esigenze. La prima è quella della sicurezza e affidabilità: un tema di attualità. Il sistema Icf-Saad, infatti, permette di realizzare strutture monolitiche altamente performanti grazie alla sinergia tra la resistenza alla compressione del calcestruzzo e alla trazione dell’acciaio. Questo garantisce una grande affidabilità strutturale anche in condizioni limite, come le sollecitazioni improvvise, violente e imprevedibili che si sviluppano durante il sisma. TEMPI VELOCI Gli edifici realizzati con questo sistema, infatti, rispondono adeguatamente alla legislazione nazionale vigente in materia. La struttura e la modalità costruttiva del sistema fa sì che il suo utilizzo riduca sia i tempi di realizzazione degli edifici (non è necessario attendere la maturazione del calcestruzzo per rimuovere le opere previsionali di contenimento) che i costi connessi, grazie alla facilità di mobilitazione e stoccaggio dei componenti, la semplicità di posa, la riduzione dei macchinari e del personale necessari in cantiere. Aspetto non trascurabile, l’impiego di questa soluzione garantisce una maggiore sicurezza sul cantiere, a vantaggio degli operatori. Il sistema è costruito da elementi per realizzare pareti e solai. L’utilizzo di Eps per la realizzazione di questi manufatti conferisce al solaio alcune caratteristiche peculiari: leggerezza, maneggevolezza in cantiere, isolamento termico e resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Per tutti questi motivi l’utilizzo dei sistemi in Eps ad armatura diffusa può essere considerato uno strumento utile per costruire (e dove necessario ricostruire) edifici pubblici e privati con un elevato grado di sicurezza.

UNA PRASSI PER I SOLAI Nel 2017 è stata pubblicata una prassi di riferimento riguardante i Solai con casseri isolanti in Eps. Il documento è nato dalla collaborazione tra Uni e Aipe, Associazione Italiana Polistirene Espanso Sinterizzato, per conto del Gruppo Icf-Saad. La prassi definisce i criteri prestazionali dei casseri realizzati con polistirene espanso sinterizzato utilizzati per la costruzione di solai da armare in opera con strutture mono, bidirezionali e monolitica, specifica i requisiti del materiale, del prodotto finito e i metodi di prova relativi ai criteri specificati. Questa prassi, destinata a essere trasformata in un documento normativo, rappresenta idealmente un primo passo di un percorso che potrebbe, nel tempo, portare a regolamentare per intero questo sistema costruttivo. Per quanto riguarda l’Eps la norma indica i valori di riferimento per caratteristiche quali l’assorbimento all’acqua, la permeabilità al vapore acqueo, la reazione al fuoco, la conducibilità e resistenza termica e la presenza di sostanze pericolose. I casseri non devono presentare difetti che danneggino le loro prestazioni meccaniche e termiche e, una volta accostati, non devono prevedere formazione di fessure che permettano la fuoriuscita di calcestruzzo, devono resistere alla pedonabilità e avere durabilità coerente con gli altri materiali utilizzati per la costruzione del solaio.

LA FORZA DELL’ARIA L’Eps è composto da aria (al 98%), il resto è idrogeno e carbonio. Il

diverse le caratteristiche che spiegano il vasto impiego di polistirene

polistirene è atossico, inerte, non contiene clorofluorocarburi (Cfc),

in edilizia. La sua composizione lo rende un materiale estremamente

né idroclorofluorocarburi (Hcfc). Non è attaccato da funghi, batteri

leggero (e quindi agevole da movimentare anche nei cantieri) e con

o altri organismi. Le analisi svolte sull’influenza dei fattori ambientali

un rapporto costo-beneficio molto vantaggioso. Ma soprattutto, la

(temperatura, umidità) o delle sollecitazioni da lavoro sulle sue

presenza di aria lo rende un ottimo isolante termico: la struttura a

caratteristiche, dimostrano che può garantire le prestazioni richieste

celle chiuse ne garantisce una conducibilità termica molto bassa, con

per un periodo illimitato. Le prove, infatti, sono state eseguite su Eps in

valori medi compresi tra 0,039 e 0,033 W/mK a seconda della massa

posa da decenni. Per questo trova largo impiego nell’edilizia. Secondo

volumica. Nelle versioni a migliorata conducibilità termica può arrivare

una ricerca commissionata da Aipe, Associazione Italiana Polistirene

anche a 0,031/0,030 W/mK. Grazie a queste caratteristiche, l’Eps trova

Espanso a Plastic Consult relativa al 2017, delle 123mila tonnellate

diversi impieghi in edilizia, da solo o combinato con altri materiali. Tutto

che costituiscono il mercato dell’Eps nel suo complesso, oltre la metà

questo senza ridurre il comfort abitativo degli edifici: l’Eps, infatti, è

è impiegata in edilizia, in cui sono state usate 67.500 tonnellate di

permeabile al vapore acqueo, ma impermeabile all’acqua. Questo fa sì

prodotto tra blocchi (74%), stampati (22%) e perle sfuse (4%). Sono

che negli ambienti isolati con Eps non si formino muffe.

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SPECIAL E

Fi er a

MARMOMAC

LE MILLE FACCE DELLA PIETRA Il presidente di Veronafiere, Massimo Danese, riassume i numeri di mercato e traccia una previsione di quelli che saranno gli obiettivi del futuro. Per un settore che ha trovato il suo posto all’estero, con 3,18 miliardi di euro di export, grazie a un valore del prodotto lavorato che è quasi doppio rispetto ai competitor di Giacomo Casarin

Mostra Liquido Solido Litico, progetto Gumdesign

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M

armomac è la fiera leader del settore mondiale della pietra. Settore in cui l’eccellenza italiana spicca al primo posto nei prodotti lavorati/semilavorati e moltiplica il suo valore grazie al design made in Italy. Grandi studi internazionali sono attratti dalla potenzialità espressiva che si concretizza nel padiglione The Italian Stone Theatre, dove sono presentate le più moderne tecnologie di lavorazione della pietra. «Una proposta che, quest’anno, si arricchisce con percorsi dedicati all’arte e al mondo del luxury, proponendo per la prima volta opere di interior design di brand di alta gamma», commenta il presidente di Veronafiere, Massimo Danese. Domanda. Quali sono i numeri degli espositori e dei visitatori che prevedete a Marmomac 2018? Risposta. Marmomac per la sua 53esima edizione si presenta con 1.600 espositori, di cui il 62% esteri da 55 nazioni. Lo scorso anno la manifestazione si è chiusa con oltre 68mila operatori di cui quasi due terzi stranieri, da 150 Paesi. Ci aspettiamo di confermare questo dato, anche grazie ai continui investimenti in termini di promozione e incoming di operatori, che sono circa 300 già accreditati tra top buyer e progettisti, selezionati insieme al Ministero per lo Sviluppo economico Mise e Ice-Italian Trade agency. D. Marmomac si conferma un evento di riferimento a livello mondiale per l’intero settore lapideo. Quali sono i numeri del comparto nel mercato italiano relativamente ai prodotti lavorati e quelli grezzi? R. L’eccellenza italiana è al primo posto nel campo della lavorazione dei materiali e nella realizzazione di tecnologie dedicate, con un valore complessivo di 4,2 miliardi di euro nel 2017 e un saldo commerciale attivo di oltre 2,8 miliardi di euro. Quella lapidea, infatti, è un’industria orientata più all’export che al mercato nazionale dove rimane soltanto il 24% della produzione. A contribuire a questa situazione è stata sicuramente la grande crisi che a partire dal 2008 ha colpito duramente il settore delle costruzioni in Italia, con un ridimensionamento superiore al 70%. Senza investimenti in nuovi edifici e finiture, ovviamente il marmo italiano ha trovato sbocchi alternativi all’estero. Ora con i segnali

di una ripresa economica, confidiamo che anche il mercato interno della pietra naturale si riprenda. D. Quanto si esporta invece all’estero? R. L’industria lapidea italiana nel 2017 ha raggiunto 3,18 miliardi di euro di export, per la maggior parte realizzati con prodotti lavorati e semilavorati (1,5 miliardi di euro) e macchinari e attrezzature (1,3 miliardi di euro). Il marmo italiano è oggi una vera griffe mondiale, grazie a un valore del prodotto lavorato che è quasi doppio rispetto ai competitor. Tra i maggiori clienti ci sono gli Usa con 414 milioni di euro nel 2017, la Germania con 128,2, seguiti da Svizzera, Regno Unito, Francia, Emirati Arabi e Cina per i prodotti lavorati o semilavorati. Mentre la Cina con 201 milioni di euro e l’India con 81 sono i top buyer per la domanda di grezzo, comparto cresciuto nell’ultimo anno del 24%. D. Quanto è importante il design nel comparto lapideo? R. Italia nel mondo è sinonimo di bellezza e lusso, e il design made in Italy è un indiscusso moltiplicatore di valore. Marmomac con il Ministero dello Sviluppo Economico, Ice-Agenzia e Confindustria Marmomacchine, dal 2015 si fa interprete della grande potenzialità espressiva della pietra nel design e nell’architettura con The Italian Stone Theatre: un intero padiglione che racconta l’interazione delle più moderne tecnologie di lavorazione attraverso i progetti di grandi studi internazionali. Per il 2018 è l’acqua in rapporto con la solidità della pietra a rappresentare il filo rosso delle mostre. Una proposta che, quest’anno, si arricchisce con percorsi dedicati all’arte e al mondo del luxury, proponendo per la prima volta opere di interior design di brand di alta gamma. D. Come si sviluppa il rapporto delle aziende produttrici con il mondo della distribuzione? Si potrebbe migliorare? R. Penso che il mondo del marmo debba risolvere pienamente un problema di comunicazione e posizionamento del prodotto. Ancora oggi la pietra viene percepita da molti come austera, di nicchia, costosa ed esclusiva, di difficile cura e manutenzione. Si tratta purtroppo di vecchi pregiudizi duri da scalzare, quando in realtà la marmi e graniti sono prodotti naturali con infinite varietà, qualità e con una Mostra Architetture Per l'Acqua, progetto A.c.M.e. studio

Massimo Danese

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SPECIAL E

G jf p e

Mostra Brand & Stone, progetto Qeeboo Milano

lavorazione più sostenibile rispetto a quella delle altre finiture. Le ultime tecnologie di lavorazione, poi, ne fanno un materiale versatile e dalle mille possibilità. Sono questi i valori che tutto il settore deve imparare a comunicare. È una strada che Marmomac ha intrapreso con decisione da molti anni: essere una guida non solo per il business, ma anche per la promozione e la diffusione della cultura litica. Credo sia questa la via da seguire per sviluppare una conoscenza adeguata del prodotto lapideo e una maggiore diffusione sul mercato. D. Infine, come si prepara Marmomac alle sfide del futuro? R. Puntando sempre sull’innovazione costante e sull’internazionalizzazione del proprio format che supera il mezzo secolo di storia.

Come già detto, negli anni abbiamo creato un link sempre maggiore tra business, design, cultura e formazione professionale, realizzando una vera e propria community globale del marmo che non si esaurisce nei quattro giorni di fiera ma può contare sugli eventi negli Stati Uniti e in Sudamerica, in Nordafrica e in Medio Oriente. Ma siamo attenti anche all’evoluzione tecnologica che diventa strumento facilitatore di relazioni e affari. Penso ad alcune novità di questa edizione come il catalogo online Marmomac Plus, con ulteriori funzionalità per le aziende, o il portale web dedicato agli architetti e alle iniziative di matching 4.0 che danno seguito al percorso di digital transformation intrapreso da Veronafiere con le proprie manifestazioni. 6 zzata nddonali Pers 285.i 230xdd slim_74.in ER-IV paris COV ADV YT

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YO U T R A D E

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Casa TANTA CERAMICA MOLTA CULTURA

di Veronica Monaco

«Luogo culturale, oltre che realtà prettamente economica». Così il presidente della commissione Attività Promozionali e Fiere di Confindustria Ceramica, Emilio Mussini, definisce Cersaie (Fiera di Bologna 24-28 settembre). La manifestazione, leader a livello internazionale del settore della ceramica, delle superfici per l’architettura e dell’arredobagno ha registrato 112 mila presenze nel 2017 e, probabilmente, il numero è destinato ad aumentare. Anche perché quest’anno tre nuovi padiglioni sostituiranno le vecchie hall 29 e 30, nell’ottica del progetto di ampliamento del quartiere fieristico

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bolognese. In occasione della presentazione dell’evento, Mussini ha spiegato che si è lavorato molto per organizzare confronti con il mondo dell’architettura e del design. A provarlo la serie di conferenze di Costruire, Abitare, Pensare, che ospitano architetti di fama internazionale e sono un punto di riferimento per professionisti e progettisti. Quest’anno è presente anche il Premio Pritzker Richard Rogers con una lectio magistralis, martedì 25 settembre alle 11, presso il Palazzo dei Congressi. Ma il Cersaie non è solo architettura.

Torna, infatti, la Lezione alla Rovescia, che nelle scorse edizioni aveva visto protagonisti una serie di designer. Quest’anno per la prima volta c’è una donna, la fotografa Silvia Camporesi: la sua lezione è in programma venerdì 28 settembre, alle 10 all'Europauditorium, all'interno del Palazzo dei Congressi. Riconfermato anche il Caffè della Stampa, iniziativa che prevede conversazioni informali tra giornalisti ed espositori. E in più continua la collaborazione tra Cersaie e la Design Week di Bologna, che coinvolge la città stimolando un momento sociale per visitatori e residenti.

YO U T R A D E

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gli appuntamenti LUNEDÌ 24 SETTEMBRE

Ore 11.00 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Convegno economico - Sostenibilità e salubrità: la ceramica Made in Italy nella competizione internazionale Ore 12.00 -– Café della Stampa - Centro Servizi La Repubblica Café - Il duro e il tenero - Ceramica e design, non solo un flirt Con Aurelio Magistà e Ferruccio Laviani Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Evento di benvenuto per architetti, durante il quale viene illustrato il salone e fornita una guida alla visita della manifestazione La partecipazione, con contestuale firma del registro presenze, conferisce un credito formativo professionale Ore 15.00 – Café della Stampa - Centro Servizi Marie Claire Maison Café - Edonismo: segni d’acqua Conversazione con Patrizia Piccinini, Giampaolo Benedini, Diego Gabasio, Francesco Lucchese Ore 18.30 - Palazzo Re Enzo - Piazza del Nettuno, 1 - Bologna Conferenza Stampa Internazionale Ceramics of Italy e Journalism Award Evento riservato ai giornalisti

MARTEDÌ 25 SETTEMBRE

Ore 10.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Domus Café - Musica ceramica - Strumenti musicali in ceramica dal mondo Con Simona Bordone, Stefano Zenni, Dudù Kouate Ore 11.00 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Lectio Magistralis - Richard Rogers Con Richard Rogers (Premio Pritzker 2007) e Francesco Dal Co. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 3 CFP Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi DDN Café - Le superfici del design tra decoro e ornamento Conversazione con Francesca Russo e Cinzia Pagni Ore 13.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 15.00 - Café della Stampa - Centro Servizi The Plan Café - I materiali dell’architettura Conversazione con Nicola Leonardi, Giovanni Multari, Benedetto Camerana Ore 16.00 - Mostra The Sound of Design (Hall 30 - Stand B76-E77) Houzz & Home 2018: le tendenze nel mercato delle ristrutturazioni Indagine annuale sulle ristrutturazioni residenziali: dal budget, alle motivazioni, dalle sfide dei progetti completati e di quelli in divenire, con particolare focus sulla stanza da bagno.

MERCOLEDÌ 26 SETTEMBRE

Ore 10.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Suite Café - Future Boutique Hotel - Nascita, sviluppo e scenari futuri del boutique hotel Conversazione con Fiorella Baserga e Armando Bruno Ore 10.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Camilo Rebelo Con Camilo Rebelo (architetto portoghese recentemente premiato con il Baku UIA International Award per la Ktima House in Greece) e Francesco Dal Co. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP. Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Interni Café - La ceramica nel progetto sostenibile Conversazione con Gilda Bojardi, Mario Cucinella, Massimo Imparato Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 14.30 - Mostra The Sound of Design (Hall 30 - Stand B76-E77) ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2018 Ore 15.00 - Café della Stampa - Centro Servizi AD Café - Dai grandi formati ai dettagli decorativi: come la ceramica sta cambiando l’interior design Conversazione con Ettore Mocchetti, Roberto Palomba, Massimo Iosa Ghini, Alessandro Ubertazzi Ore 16.00 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Carla Juaçaba Con Carla Juaçaba (progettista brasiliana, vincitrice della prima edizione del premio internazionale ArcVision Women and Architecture) e Francesco Dal Co. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP.

GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE

Ore 10.00 - Café della Stampa - Centro Servizi L’Arca International Café - L’architettura degli interni e il design Conversazione con Cesare Maria Casati, Sebastiano Raneri, Dante O. Benini Ore 10.00 - Palazzo dei Congressi Ceramica tra le righe presenta Ceramica 4.0: dall’automazione al design

In collaborazione con Its Maker e Its Tonito Emiliani Ore 10.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 L’architettura della tolleranza Con Sandra Barclay, Jean Pierre Crousse,Vincenzo Latina, Fulvio Irace. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP Ore 10.30 - Sala Ouverture - Centro Servizi Blocco D WATTer Skills InfoDay Workshop ABITARE Café - Planetary Boundaries - l’ultima frontiera del progetto Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Tra innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, il futuro della professione Conversazione con Silvia Botti, Gian Carlo Magnoli Bocchi, Alvise Simondetti Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 14.00 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Photoshop e la stampa digitale Ore 15.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Il bagno oggi e domani Café - Re-concept: un nuovo design per un nuovo abitare Conversazione con Cristina Mandrini, Giulia Ceriani, Davide e Gabriele Adriano Ore 16.00 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Mario Botta, Guido Canali Con Mario Botta, Guido Canali e Fulvio Irace. La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP.

VENERDÌ 28 SETTEMBRE

Ore 10.00 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Silvia Camporesi - Lezione alla rovescia La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP. Ore 11.00 - Café della Stampa - Centro Servizi MonitorImmobiliare Café - I grandi progetti immobiliari in Italia Conversazione con Maurizio Cannone, Giuseppe Bonomi, Davide Albertini Pedroni, Cesare Ferrero Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Chiesa Oggi Café - Chiese dismesse: un patrimonio da valorizzare Conversazione con Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, Caterina Parrello, Erna Corbetta, Franco Pistocco, Luca Zen Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 14.00 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Design applicato al prodotto ceramico

CITTÀ DELLA POSA Tutti i giorni presso la Città della Posa (Hall 31 A) i maestri posatori di Assoposa mostrano e spiegano come risolvere i problemi di taglio e posa su superfici curve, ad angolo e su piani diversi. In più question time con gli esperti su tecniche di taglio, logistica e collaborazione tra progettisti, rivenditori e piastrellisti, oltre che su movimentazione e attrezzature per grandi formati, abbattimento delle polveri e buone pratiche per il taglio in sicurezza.

MOSTRA THE SOUND OF DESIGN The Sound of Design è il nome della mostra collettiva di Cersaie 2018, ispirata alla musica degli anni dal 1976 al 1983. La mostra illustra come il design può attraversare il tempo adattandosi alle mode attraverso diversi set, ognuno con un’ambientazione differente in ambito contract (Hall 30 - Stand B76-E77). La mostra ospita inoltre un ricco calendario di appuntamenti: Lunedì 24 settembre Dalle 12.00 alle 14.00 - Diretta radio Capital con Doris Daily Ore 14.30 - Inaugurazione della mostra Ore 18.00 - Le aziende si presentano Martedì 25 settembre Ore 11.30 - Degustazione vini Dalle 12.00 alle 14.00 - Diretta radio Capital con Doris Daily Ore 16.00 - Houzz & Home 2018: le tendenze nel mercato delle ristrutturazioni Ore 17.00 - Matrix4Design @ Cersaie2018. Quali novità cercano gli architetti nel contract? Teresa Sapey e Matteo Nunziati dialogano con le aziende Mercoledì 26 settembre Ore 11.30 - Degustazione vini Dalle 12.00 alle 14.00 - Diretta radio Capital con Doris Daily Ore 14.30 - ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2018 Ore 19.00 - Inaugurazione mostra Galleria Cavour Giovedì 27 settembre Ore 13.00 - Degustazione vini Ore 14.30 - Julia Marmi: Premiazione Concorso di Design Fifty Ore 19.00 - Aperitivo in mostra con DJ set di radio Capital con Prezioso DJ Venerdì 28 settembre Ore 13.00 - Degustazione vini


Casa LA NUOVA SFIDA DELLA CERAMICA La nuova edizione del Cersaie presenta molte novità, tra cui due padiglioni dedicati al mondo dell’arredobagno. Non solo: sono attesi gli interventi di archistar come Richard Rogers. Ma, spiega il presidente della manifestazione, Giovanni Savorani, per il futuro le imprese dovranno convivere con l’incertezza geopolitica

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ue padiglioni nuovi di zecca con spazi destinati all’arredobagno, un ricco calendario di iniziative e conferenze di alto profilo, e un’edizione sold out già sei mesi prima dell’apertura. La 36esima edizione di Cersaie si preannuncia un successo per Fiera di Bologna, che dal 24 al 28 settembre apre le porte del Salone Internazionale della Ceramica per l'Architettura e dell'Arredobagno. Ne parliamo con Giovanni Savorani, che con Cersaie 2018 inaugura la sua presidenza in Confindustria

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Ceramica. Domanda. Tra le principali novità di Cersaie 2018 c’è l’inaugurazione di due nuovi padiglioni. Che cosa vi troveranno i visitatori? Risposta. I nuovi padiglioni 29 e 30, che avviano il percorso di completa riqualificazione dell’intero quartiere fieristico che terminerà nel 2024, sono destinati al mondo dell’arredobagno, a riprova della centralità che il comparto riveste nell’offerta espositiva di Cersaie. Si tratta di padiglioni innovativi, sia in termini espositivi che di spazi di servizio, tali da qualificare la permanenza di espositori e visitatori. A questi si aggiunge anche il padiglione 28, dedicato agli aspetti tecnici connessi all’arredobagno, che assieme al padiglione 21 completa l’offerta espositiva del comparto. D. Il programma culturale Costruire Abitare Pensare di Cersaie è sempre molto ricco di iniziative ed eventi. Chi sono i protagonisti di quest’anno? R. L’alto profilo dei relatori e la completezza dei format sono due peculiarità di Cersaie. Accanto a Richard Rogers, il nono premio Pritzker che salirà sul palco del Palazzo dei Congressi e punta di diamante di Costruire Abitare Pensare, il programma si completa con altri architetti di fama internazionale quali Camilo Rebelo, Sandra Barcley, Jean Pierre Crousse, Carla Juacaba. Con un taglio più conversazionale si terranno invece i Cafè della Stampa, dialoghi sui temi del design, della sostenibilità e degli edifici, mentre alla Città della Posa il format utilizzato è quello dei seminari tecnici e del workshop. Per i privati abbiamo pensato a una attività di consulenza progettuale gratuita con “Cersaie Disegna la tua casa”, evento che si tiene gli ultimi due giorni. D. Ogni edizione di Cersaie ospita una mostra tematica. Dopo aver trattato i temi della riqualificazione delle marine, dei luoghi del trasporti e della luce, nel 2018 la mostra tocca l’argomento musica. In che modo si declina il rapporto tra ceramica e musica? R. Il decennio che inizia alla metà degli anni settanta è stato, da un punto di vista musicale e del design, tra i più prolifici in assoluto. La grande vivacità intellettuale diede vita a molteplici generi musicali, ma anche a diverse tendenze estetiche e di design che marcarono in modo importante quel periodo e quelli successivi. Prendendo spunto da quella vivacità e creatività, la mostra ricrea dieci set che riproducono, tra gli altri, un teatro, una camera spa, un lounge bar e un wine shop, dove la versatilità della ceramica caratterizzerà al meglio gli spazi. In più delle clip video musicali ricreeranno quella atmosfera. Y O U YT OR UA TDREA D S e E t tGei m u gb nr o e

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IL MERCATO DELLA CERAMICA Secondo le ultime indagini statistiche di Confindustria Ceramica, nel 2017 erano 145 le industrie italiane di piastrelle di ceramica attive sul suolo italiano, per un totale di 19.515 addetti (+2,9%, dal 2006), e una produzione di 422 milioni di metri quadrati (+1,6%). Le vendite in Italia crescono dell’1,1% per un totale di 83,7 milioni di metri quadrati, che rappresentano però meno della metà del mercato interno pre-crisi. In aumento anche i volumi esportati, ora pari a 338,2 milioni di metri quadrati (+1,9%). Il fatturato totale delle aziende ceramiche che producono in Italia raggiunge così i 5,5 miliardi di euro (+2,4%), derivante per 4,7 miliardi dalle

D. Quali sono i trend di prodotto del settore ceramico che si stanno imponendo sul mercato? In fiera c’è qualche novità che vi ha colpiti particolarmente? R. La forza e peculiarità di Cersaie, che deriva dall’eccellenza dei suoi espositori e dalla loro internazionalità, risiede anche nella versatilità delle soluzioni offerte, che abbracciano tutte le tendenze. Se i grandi formati per l’edilizia e per l’arredo, grazie ai top per bagni e cucine, saranno tra i protagonisti in esposizione, va ricordato che la decorazione digitale consente di ottenere qualsiasi soluzione grafica e cromatica. In modo analogo anche per l’arredoagno, dove a Cersaie espongono tutti i diversi comparti, sono rintracciabili tutti i più innovativi prodotti. D. Dagli ultimi dati di mercato emerge un quadro positivo per il settore ceramico. Quali sono gli scenari di sviluppo a medio termine sia sul fronte interno che sul mercato estero? R. L’unica certezza che abbiamo sul futuro è… l’incertezza! La grande interconnessione tra le economie di tutto il mondo e le diverse situazioni rendono difficile fare previsioni. Un esempio tra tutti sono i dazi di tutela del mercato interno, che possono entrare in vigore in pochi giorni e cambiare radicalmente lo scenario. Credo occorra prestare attenzione, tra le altre cose, a due aspetti: i tassi di interesse e la congiuntura del mercato immobiliare. Nel primo caso la Fed sta progressivamente alzando i tassi anche per raffreddare l’economia statunitense, mentre in Europa dovrebbero rimanere fermi per buona parte del 2019. L’industria immobiliare si presenta invece particolarmente articolata, sia per Paesi che per segmenti di mercato. Come ceramica italiana cercheremo di cogliere tutte le opportunità laddove queste si presentino. D. Con il Cersaie 2018 si inaugura anche la sua presidenza in Confindustria Ceramica. Quali saranno le linee guida del suo mandato? R. Il primo obiettivo è quello di mantenere e dare continuità alle numerose iniziative positive portate avanti dai miei predecessori, tra cui il rinnovo dei dazi antidumping e la riduzione degli oneri sull’energia elettrica. L’Italia della ceramica è il primo esportatore al mondo per valore ed è indispensabile che questa leadership venga mantenuta, coinvolgendo tutti gli interlocutori interessati. Riusciremo in questo intento solo se, ciascuno per la sua parte e tutti assieme, ci porremo l’obiettivo di mantenere alta la competitività delle nostre aziende, avendo cura di evitare che nel mondo o in Europa possano nascere altri distretti dove sia più conveniente e competitivo produrre ceramica. S e t t e m b r e

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esportazioni (+2,5%), una quota dell’85 % sul fatturato, e da 842 milioni di euro in Italia. Per il quarto anno consecutivo gli investimenti sono in crescita: nel 2017 hanno raggiunto i 514,9 milioni di euro (+28,6% sul 2016; 1,8 miliardi nel quinquennio), con una quota sul fatturato annuo pari al 9,3%, ai vertici dei settori manifatturieri nazionali. La ceramica sanitaria vede invece 33 aziende produttrici attive, 30 delle quali localizzate nel distretto di Civita Castellana (Viterbo). L’occupazione nel comparto è pari a 3.118 dipendenti, che ha realizzato una produzione pari a 4,27 milioni di pezzi (+4,5%). Il fatturato è di 353,3 milioni di euro (+6,1%), con vendite sui diversi mercati esteri pari a 159 milioni di euro (45% del totale, in crescita costante rispetto agli ultimi anni).

IL CETA? FA BENE ALLE PIASTRELLE Il Ceta, l’accordo commerciale di libero scambio con il Canada, che il ministro allo Sviluppo, Luigi Di Maio, non vuole ratificare, ha in realtà avuto effetti positivi sulle esportazioni di ceramica italiana. Grazie all’azzeramento dei dazi nel 2017, infatti, sono salite a 120 milioni di euro. «Il Ceta è un accordo commerciale importante, che va mantenuto e approvato dai Parlamenti dei Paesi Ue, perché in grado di sviluppare ulteriormente il commercio tra le aziende italiane e il Canada. L’industria delle piastrelle di ceramica, che esporta l’85% del fatturato, è da sempre a favore di accordi che possano aprire i mercati, una condizione necessaria per aumentare il livello di attività economica della nostra industria e della sua capacità di occupazione», puntualizza Giovanni Savorani, neopresidente di Confindustria Ceramica.

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Casa - Grandi lastre 1. LA COLLEZIONE KONTINUA La collezione grandi formati Kontinua di

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Casalgrande Padana si arricchisce con nuovi colori e finiture effetto marmo, pietra e cemento. La collezione integra grandi formati di dimensioni calibrate, leggerezza e resistenza, spessore sottile (6,5 mm) per la massima versatilità di utilizzo. La modularità dei formati moltiplica le combinazioni creative a disposizione del progettista per architetture di nuova concezione. Pad. 16, Stand B22-C21

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2. ARIANA VESTITA DI CUOIO Ariana si veste di sensazioni materiche inedite come il cuoio, elemento d’ispirazione per la collezione Worn, ideale per combinazioni stilistiche eclettiche. A questa

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novità si affianca il nuovo progetto Bath Design, con elementi realizzati su misura con le grandi lastre Wide, nello spessore

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di 7 mm, per piatti doccia, lavabi e ripiani (anche su misura) coordinati ai pavimenti e ai rivestimenti. Pad. 16, Stand C34-D31

3. WIDE, MA IN DUE MISURE L’evoluzione del grès supera i tradizionali ambiti applicativi del pavimento e del rivestimento, trasformando la materia

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ceramica in superficie d’arredo. La gamma di lastre ceramiche Wide.12 di Flaviker (160x320 cm per 12 mm di spessore) si offre per la realizzazione di mobili e piani lavoro, mentre Wide 7 mm trova nuovi spunti nell’arredobagno per un ambiente coordinato. Pad. 18 - Stand A20-B19

4. REFIN SI ALLARGA Grandi lastre da 120x278cm da 6 mm per Ceramiche Refin, proposte in abbinamento sia alle nuove collezioni sia a finiture già a catalogo, come Master Plan. Ideali per rivestimenti in ambito residenziale e contract, offrono infinite possibilità di personalizzazione. Pad. 36, Stand B32-C37/B33

5. VELVET PER QUATTRO CITTÀ Lapitec presenta Velvet, la nuova collezione da interni in pietra sinterizzata caratterizzata da lastre extralarge in tre spessori (12, 20 e 30 mm). I nomi delle nuance rendono omaggio a quattro città iconiche: sfumature delle leghe di ferro per Brooklyn; grigio cenere per London; atmosfere sui toni del beige per Berlin; finitura eburnea per Casablanca. Pad. 25, Stand A2-B3

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Casa - Ceramiche a effetto 1. NUOVE FINITURE PER LE PIETRE Nuove finiture per la collezione Le Pietre di

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Ceramica Globo. A Peperino, Travertino e

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Marmo di Carrara si aggiungono proposte ispirate alle venature delle pietre naturali più pregiate. Tra le numerose soluzioni, due finiture contrapposte, una bianca e una più scura, a cui si aggiungono un’ampia varietà di pietre granigliate. Pad. 21, Stand A87-B86

2. DESIGN IN VITRA Con la nuova collezione Clay-Cement, VitrA segue il trend dell’industrial design, cioè la ceramica effetto cemento. Un’ampia variante

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colore, dimensioni modulari e diverse opzioni di superfici caratterizza le piastrelle che uniscono il carattere del cemento con il calore naturale

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dell’argilla. Pad. 36, Stand A38 B43

3. IL GRES CANTA IN CHORUS Appeal nordico per Chorus, la collezione di pavimenti e rivestimenti in grès porcellanato di Ceramiche Keope che unisce l’eterno fascino della pietra calcarea a toni armoniosi e discreti. Le inedite variazioni grafiche, l’intensità cromatica e la grande ricchezza di dettagli

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regalano un senso sempre differente alla stessa superficie, per soluzioni progettuali uniche. Disponibile in dieci formati e cinque miscele di colore. Pad. 26, Stand A212 – B213

4.POKER PER CERAMICHE PIEMME Quattro assi nella manica per Ceramiche Piemme:

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Stone Concept e Freedom che ricreano gli effetti naturali della Borgogna bianca e della pietra di Hauteville; le piastrelle e le lastre Shades (in foto), ispirate alle maioliche classiche decorate a mano e firmate dal designer Gordon Guillaumier, che riproducono pennellate e velature dando vita a superfici di ispirazione artistica; Majestic, del brand Valentino, che si ispira ad alcuni dei più raffinati marmi italiani, in sei tonalità e oltre 150 grafiche. Pad. 20, Stand C32/D31

5.LA LEZIONE DI ABK L’universo Abk si arricchisce con Play, il

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progetto ispirato alla tradizione delle maioliche

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e delle cementine con il formato quadrato 20x20 cm e un’ampia gamma di pattern, grafiche e colori, oltre a proposte dal design moderno e ricercato. Una soluzione versatile, adatta a molteplici destinazioni d’uso, in contesti pubblici e commerciali. Pad. 16, Stand B34-C31

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6. I BAGLIORI DI VARIETY Nuova finitura per la linea Variety Lustri Veneziani, creata in collaborazione con l’architetto Isabella Breda. Opaca con sfumature in rame, la piastrella combina il fascino elegante del nero con bagliori metallici. La lavorazione artigianale, che si esprime nella superficie irregolare, dona un tocco in più alla collezione. Pad. 25 B, Stand 184

7. UN BARILE IN BAGNO CON KERASAN

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Stile industrial e gusto metropolitano per il bagno Kerasan di Civita Castellana. Tra le novità il lavabo Barrel che riproduce in ceramica la forma dei barili di stoccaggio, disponibile anche con lavorazioni metalliche nelle finiture oro, oro rosa, argento, platino bronzo e rusty.

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Pad. 29, Stand B22-C23

8. EDILGRES VA IN BIANCO Edilgres coglie l’essenza del bianco declinandolo in una materia compositiva unica a servizio di progettisti e interior designer con pavimenti in gres porcellanato e rivestimenti unici. Come le superfici effetto marmo che esaltano meglio l’anima più autentica e l’intrinseca policromia del bianco e la collezione in grès porcellanato Block60 ispirata alle usurate pavimentazioni industriali. Pad. 16, Stand A34-B31

9. FILA VERSO IL LAVAGGIO Fila Industria Chimica presenta, in anteprima mondiale, soluzioni tecniche innovative per il lavaggio, la protezione e il mantenimento delle superfici ceramiche, che agevoleranno l’efficienza lavorativa di posatori e applicatori. Pad 31A – Stand A20

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Casa - soluzioni per il bagno 1. LE ONDE DI OCEAN Ocean è la nuova collezione di lavabi in

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vetro di Glass Design dal suggestivo effetto onda. L’elegante finitura esterna liscia e monocromatica cattura l’attenzione verso la particolare lavorazione interna, caratterizzata da una texture insolita d’ispirazione marina. Disponibile in due misure (34 e 40 cm) e quattro combinazioni di colore. Pad. 30, Stand C64 – D63

2. IMPIANTI SUL TRAPEZIO BB13 è il lavabo sospeso della nuova collezione Baden Baden ispirato alla forma geometrica del trapezio che racchiude il sistema impiantistico. L’altezza importante (55 cm) e le dimensioni contenute (40 x 45 cm) si sommano a particolari

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sofisticati, come il bordo dritto e la piletta in ceramica dello stesso colore del lavabo. Disponibile in diverse nuance, per delicati giochi di contrasto. Pad. 30 – Stand D4

3. RAK-SENSATION IN BAGNO Rak-Sensation il nuovo concept di sanitari dalle forme delicate e simmetriche che sottolineano la morbida virata in maniera unica e distintiva. Una collezione eclettica, che coniuga funzionalità estetiche e innovazione, con la tecnologia rimless e i fissaggi nascosti per un’installazione user friendly. Pad. 30, Stand B52 - C51

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4. DOCCIA LIBERA CON DUKA Libero 3000 è la nuova cabina doccia walk-in di duka, con ingressi che rimangono aperti, ideali in ambienti ampi. La parete fissa, in vetro di sicurezza da 6 o 8 mm disponibile con trattamenti superficiali o finiture speciali, è proposta in qualunque dimensione, anche su misura o con tagli particolari. A reggere il vetro un profilo verticale e un braccio metallico sottile, che “pinza” la lastra garantendo

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stabilità e sicurezza anche in caso di forti urti. I componenti metallici sono disponibili anche verniciati di nero opaco.

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Pad. 21, Stand A69 - B68

5. SCAVOLINI E DIESEL ASSIEME IN BAGNO Per la prima volta la collaborazione tra Scavolini e Diesel si estende anche all’ambiente bagno, con una proposta ricca di fascino e originalità. L’industrial style è rappresentato da un importante uso del metallo, che si ritrova anche nel sistema di «scaffalature» componibili Stock Rack, che consente l’inserimento di mensole, vani a giorno, pensili e basi di diverse misure, a terra o sospese. Lavabi in appoggio di forma rotonda e rettangolare dal design esclusivo vengono proposti in Mineralmarmo bianco e in marmo in diverse finiture. Pad. 29, Stand B46-C47

6. NUOVO SOFFIONE DI FIMA CARLO

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FRATTINI Nasce Moove, il nuovo soffione di Fima Carlo Frattini, firmato da Davide Vercelli. Il telaio rettangolare ospita uno o più moduli in acciaio (soffione rain tradizionale o lama d’acqua a cascata), che è possibile combinare in maniera completamente personalizzata. Il telaio è disponibile in vetro temperato, metallo nero e bianco, acciaio Mirror e acciaio spazzolato. Pad. 30, all’interno della mostra “The Sound of Design”

7. BERTOCCI SULLA LUNA Ispirata alla Luna, Moon è la collezione di

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accessori da bagno firmata Bertocci che si contraddistingue per l’elegante equilibrio fra

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Casa - Soluzioni per il bagno 9

forme e profili (Design PCUBO). Il gioco di

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incastri e sovrapposizioni su cui domina la forma archetipica del cerchio dà leggerezza e versatilità. Disponibile in tre varianti di colore: bianco sale, nero seppia e rosso pomodoro. Pad.29, Stand C2

8. PONTE GIULIO SENZA OSTACOLI Elementi sicuri e funzionali per una zona doccia full optional per tutti. Ponte Giulio, con le sue collezioni Hug e Urban People, rimuove ogni elemento che possa creare discriminazioni, grazie a box doccia apribili, sedili ribaltabili con corpo in Abs, maniglie orizzontali e verticali che possono essere attrezzate a piacere con mensole e contenitori colorati. Pad. 30, Stand B57

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9. COLONNA D’ACQUA METAL AQUAelite presenta la nuova colonna doccia da esterno in acciaio 316L spazzolato che completa la serie Metal. Disponibile nella versione con miscelatore progressivo integrato o con miscelatore separato ad incasso, è caratterizzato da un sistema di fissaggio e alimentazione a terra. 100% made in Italy.

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Pad. 30, Stand A26

10. NUOVO DRESS PER NOBILI RUBINETTERIE Nobili Rubinetterie torna al Cersaie con tre novità: la linea Dress by Nilo Gioacchini, con sedici nuovi rivestimenti personalizzabili tra cui la raffinata decorazione Guilloché; Lira, una collezione bagno che interpreta in chiave contemporanea la classica manopola a croce; il sistema doccia Plain con soffione doccia, asta

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saliscendi e doccetta manuale a tre getti. Pad. 29, stand A6-B7

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Creatività in parete 1. ROUCHES SBOCCIA CON PIXIE

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Si ispira ai fiori la collezione di rivestimenti creativi a basso spessore Rouches di Pixie, disegnata da P_Project Lab. Disponibile nelle finiture opaca, satinata, lucida, perla è realizzata in Extreme Fibra, un materiale realizzato al 100% in fibra di vetro. Pad. 30 - Stand B57

2. IL NIAGARA IN CASA Niagara è l’ultima novità di LaProgetto, uno specchio a cascata di acqua che scorre sulla superfice e non lascia nessun tipo di alone. Ciò è permesso da una pompa situata all’interno che si arresta attraverso un telecomando per scoprire la parte riflettente. La cornice è disponibile in svariate finiture. Pad. 30 - Stand C34 D33

3. DIAMOND IN FUGA La fuga diventa protagonista con Diamond, la nuova collezione di Mosaico+ caratterizzata da forme geometriche dagli angoli acuti, con rimandi all’architettura sacra e art decò. Può

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essere colorato con tinte piene e piatte o avere una superficie stonalizzata e venata. Il design inusuale premette la stuccatura tono su tono o a contrasto. Pad. 22, Stand A50

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LUXURY GOODS 1. WallPepper H2O è la carta da parati per

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il bagno e ambienti con presenza di umidità. Totalmente idrorepellenti e resistenti al vapore, i teli (di larghezza 90 centimetri e stampati su misura) sono la riproduzione dei soggetti in altissima risoluzione. In più, con una semplice preparazione delle fughe, può essere applicata anche su superfici con piastrelle in ceramica. 2. La nuova finitura used-look di Bauwerk aggiunge un tocco vintage al parquet. Dopo essere essiccate e tagliate in lamine, le tavole di legno vengono sottoposte a un trattamento che abbina acqua e pietre di forma piramidale per produrre le tracce di usura sulla superficie. Questa speciale finitura è disponibile per le collezioni Casapark (Tabacco, Fango e Pietra), Trendpark e Unopark (Rovere Tabacco, Rovere Deserto, Rovere Argento). 3. Il design pulito, iconico e senza bordi caratterizza le vasche freestanding di Victoria + Albert. Le vasche presentano uno spazio vuoto a scomparsa sottostante, utile per montare e ispezionare il sifone di scarico senza interferire con la zona pavimento. Un vantaggio in caso di edifici storici e abitazioni appena ristrutturate, dove la soletta di legno e la struttura non permettono lavori invasivi o non contengono lo spazio necessario al sifone. 4. I piatti doccia Night di Grandform sono un vero e proprio elemento d’arredo che rende unico l’ambiente bagno grazie alle luci led posizionate lungo il perimetro che creano un effetto cromatico suggestivo. Con il telecomando in dotazione è possibile scegliere tra una gamma infinita di colori. Disponibili in finitura Ardesia Matt o Natural Stone Matt. 5. I lavabi d'arredo Ciotola firmati Kerasan si distinguono per l'essenziale forma circolare e 12 colori. Disponibili sia in versione da appoggio

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che da incasso, con altezze e tagli differenti nei diametri 35, 45 e 46 centimetri. 6. L’aspetto grezzo e austero del cemento sorprende per la versatilità e sensualità al tatto delle collezioni Diesel Living di Iris Ceramica: Grunge, Arizona e Solid Concrete permettono di rievocare con molteplici sfumature e sensazioni le venature di questo materiale, per arredare con semplice contemporaneità ambienti con una marcia in più. 7. Linee squadrate e minimaliste per la collezione LifeSteel59 di Fir Italia. La maniglia si presenta come un elemento cilindrico particolarmente proporzionato ed ergonomico, collocato in posizione laterale. Una scelta che scopre totalmente la bocca di erogazione, per un design accattivante nella sua purezza e pulizia estetica. 8. Il nuovo soffione Lumen di antoniolupi combina il benessere dell’acqua agli effetti della cromoterapia. Gli ugelli sono ospitati da una calotta semisferica dal quale esce un getto speciale. L’acqua converge verso il centro, come fosse attirata da un campo magnetico, in realtà direzionata dall’orientamento del getto. 9. Tutte le cucine Top Lops sono realizzate rispettando alti standard qualitativi. Le strutture sono atossiche grazie all’impiego di pannelli Idroleb in 100% materiale legnoso idrorepellente, che garantiscono una bassa emissione di formaldeide. Alle versioni dal design più classico, si affiancano cucine dallo stile industrial, urban, vintage e moderno.10. Uno spazio esterno confortevole e piacevole alla vista. BT Group risponde con Pergoklima R605, la pergola bioclimatica autoportante con lamelle orientabili per una perfetta gestione della luce e dell’aria. Completamente automatizzata, è realizzata totalmente in alluminio e disponibile in 59 colori.

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ZAPPING SENSAZIONI FASSA BORTOLO CON LA GAMMA FEEL Fassa Bortolo amplia la sua gamma di prodotti con Feel, la prima linea di smalti nata dopo che Impa, marchio storico del settore, è entrato a far parte del gruppo. Diciotto prodotti tra impregnanti, finiture e smalti speciali, dedicati a lavori medio-piccoli, distinti in tre categorie: Feel Wood per le superfici in legno, Feel Metal per metalli e materie plastiche e Feel Tech per superfici che necessitano di trattamenti speciali. Ogni prodotto è disponibile in confezioni da 0,75 o 2,50 litri. Oltre ai colori base si può scegliere tra un’ampia gamma di soluzioni personalizzabili in negozio con il sistema tintometrico Fassa.

DUE IN PIÙ PER TORGGLER TILE LA LINEA TORGGLER TILE SI ARRICCHISCE CON TILE 250 E TILE 350, DUE ADESIVI CEMENTIZI AD AMPIO SPETTRO PER LA POSA A PARETE E A PAVIMENTO DI ELEMENTI CERAMICI SU DIVERSI SUPPORTI. RISPETTIVAMENTE INDICATI PER IL FORMATO PICCOLO-MEDIO E MEDIO-GRANDE,

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puntale in alluminio perforato rende ancora una volta la scarpa più sicura e traspirante. Realizzate in pelle scamosciata blu, le scarpe New Age rispondono ai requisiti tecnici per i DPI di seconda categoria e sono inserite in categoria di sicurezza S1P.

CON ISOLMANT SI MANGIA IN SILENZIO SONO ADATTI ANCHE AI PAVIMENTI RISCALDATI E GARANTISCONO ALTA ADESIVITÀ E ANTISCIVOLAMENTO. DISPONIBILI SIA IN GRIGIO CHE IN BIANCO, IN SACCHI A VALVOLA DA 25KG.

NEW AGE AI PIEDI DEI SERRAMENTISTI Le sneaker New Age di Berner, pensate per i serramentisti, uniscono l’utilità di una scarpa antinfortunistica con l’estetica di una scarpa da ginnastica. La suola in PU/PU ha proprietà antiscivolo, antistatiche ed è in grado di resistere all’abrasione. La fodera interna Wing Tex, tessuta con reticolo in micro-canali, garantisce la massima traspirabilità, mentre lo shock absorber in gel posizionato in zona tallone rende la calzata ancora più confortevole e sicura. Infine, il

LA CORREZIONE ACUSTICA È FONDAM ENTALE, SO PR AT TUT TO I N AMBIENTI COME I RISTORANTI DOVE IL TROPPO RUMORE RISCHIA DI FAR SCAPPARE I CLIENTI. GRAZIE A ISOLMANT È POSSIBILE AUMENTARE LE PRESTAZIONI FONOASSORBENTI DEI LOCALI PUBBLICI, SENZA INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE INVASIVA. LA GAMMA ISOLSPACE STYLE DI ISOLMANT CONSENTE INFATTI DI CORREGGERE ACUSTICAMENTE GLI AMBIENTI GRAZIE A UN PANNELLO IN FIBRE DI POLIESTERE ISOLFIBTEC STL (TOTALMENTE ATOSSICHE E ANALLERGICHE, IDROREPELLENTI E IMPUTRESCIBILI), A DENSITÀ DIFFERENZIATA LUNGO LO SPESSORE, CHE OFFRE UN MIGLIORAMENTO

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IN PARTICOLARE DELLE FREQUENZE MEDIO-ALTE COME QUELLE DELLA VOCE UMANA. LA GAMMA DI ISOLSPACE STYLE È COMPOSTA DA TRE LINEE: STYLE BLACK&WHITE, STYLE ORIGINAL COMPLETAMENTE PERSONALIZZABILE, E STYLE COLLECTION, CON FINITURE SUPERFICIALI GIÀ STAMPATE NEI FORMATI STANDARD RETTANGOLARI E SU FIBRA BIANCA. QUATTRO LE OPZIONI DI POSA: A VELCRO (PARETE), A CORNICE (PARETE), A COLLA (PARETE E SOFFITTO), IN SOSPENSIONE (A ISOLA O A BAFFLE).

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CON LAPE IN DOPPIO STRATO Greypor HR 800 e GK 800 sono le lastre stampate in Eps di Lape specifiche per i sistemi a cappotto. Greypor HR 800 è una lastra tecnica stampata a doppio strato con spessore da 80 a 120 mm e lambda di 0,030 W/(mK), ad alta riflettanza, con dieci tagli rompitratta interni per una stabilità dimensionale eccezionale. La lastra Greypor GK 800, con spessore da 20 a 300 mm e lambda di 0,031 W/(mK), è progettata per ridurre fino al 40% le sollecitazioni termiche del sistema a cappotto grazie ai tagli rompitratta; inoltre la particolare lavorazione sulle superficie delle due facce favorisce l’adesione della malta, per ridurre gli errori di posa e i rischi di distacchi dal sottofondo. Tutta la gamma Greypor è certificata Etics. INTERNORM PRESENTA LA DOPPIA FINESTRA KV350 IN PVC/ALLUMINIO CHE RIUNISCE IN UN UNICO SERRAMENTO OTTIME PERFORMANCE E UNA QUADRUPLA PROTEZIONE. DAL DESIGN SOTTILE E SNELLO CON PROFONDITÀ DEL TELAIO DI 74 MM, LA FINESTRA KV350 È PARTICOLARMENTE UTILE NELLE RISTRUTTURAZIONI. IL NUOVO TELAIO CON PROFILO A 6 CAMERE ASSICURA UN ECCELLENTE ISOLAMENTO TERMICO, CON VALORE UW FINO A 0,79 W/(M2K), E UN EFFICACE ISOLAMENTO ACUSTICO FINO A 44 DB. A QUESTI VANTAGGI SI AFFIANCANO SISTEMI OSCURAN-

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TI GIÀ INTEGRATI ALL’INTERNO DEL VETROCAMERA, DISPONIBILI CON VENEZIANE, TENDE PLISSETTATE E DUETTE. CON LA TECNOLOGIA INTERNORM I-TEC OSCURAMENTO È ANCHE POSSIBILE APPLICARE ALLA FINESTRA UN MODULO FOTOVOLTAICO CHE PERMETTE DI COMANDARE LE REGOLAZIONI DEGLI OSCURANTI SENZA NECESSITÀ DI ALIMENTAZIONE ELETTRICA ESTERNA. DUE GLI STILI IN CUI VIENE PROPOSTA LA NUOVA KV350: HOME PURE, MODERNO E LINEARE PER AMBIENTI INONDATI DI LUCE E AMBIENTE, PER GLI AMANTI DELLA TRADIZIONE.

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HIGH TECH

ACCELERA L’ADOZIONE DI SISTEMI IOT La diffusione della Iot, l’internet delle cose, accelera. Lo indica la società di analisi Business Insider Intelligence, che ha approfondito il tema nello studio The IoT Forecast Book 2018. Secondo gli analisti, nei prossimi cinque anni, nei soli Stati Uniti, il numero di dispositivi domestici smart supererà il miliardo, con un consumo di circa 725 dollari per famiglia, per un totale di

oltre 90 miliardi di dollari in spese per soluzioni IoT. E anche nelle aziende gli investimenti continueranno, principalmente in dispositivi connessi e automazione. Entro il 2023, prevede Business Insider Intelligence, la base installata totale di sistemi robotici industriali raggiungerà i 6 milioni in tutto il mondo, mentre la spesa annuale per la produzione di soluzioni IoT raggiungerà circa 450 miliardi di dollari. Infine, anche i governi di tutto il mondo stanno introducendo sistemi IoT per spingere lo sviluppo delle smart city, con telecamere connesse e contatori in grado di fornire una visione in tempo reale del traffico, delle utility, della sicurezza. Gli investimenti annuali in questo settore raggiungeranno quasi 900 miliardi di dollari entro il 2023.

ENTRATO IN VIGORE I GDPR

dovranno essere oggetto di consultazione pubblica, per almeno 60 giorni, prima di essere approvate. Le novità principali riguardano il consenso al trattamento dei dati da parte dei minori di 14 anni, l’adozione di misure di sicurezza basate sulle tecniche di cifratura e cosiddetta «pseudonomizzazione» nonché l’eredità del dato in caso di decesso della persona.

UNA CITTÀ TEDESCA DIVENTA DIGITALE Una città industriale tedesca, Duisburg, si trasforma in smart city con la partnership della cinese Huawei. La smart city sarà orientata a servizi di smart government, smart education e smart infrastructure, servizi 5G, a banda larga e di gestione della logistica portuale, nonché per la smart home e la gestione intelligente dell’ambiente urbano. La nuova città digitale avrà una infrastruttura di e-government guidata dal cloud computing e una rete di sistemi IoT intelligenti, alimentati dal 5G e da altre tecnologie di connessione. Il colosso cinese fornirà tecnologia e infrastrutture per il passaggio della città da realtà industriale a digitale.

Sono entrate in vigore il 19 settembre le nuove regole in materia di trattamento e circolazione dei dati personali, di cruciale importanza per le aziende (il famoso Gdpr). L’Italia ha quindi recepito ufficialmente con il decreto legislativo 101 di agosto le disposizioni del regolamento Ue sulla protezione dei dati. Oltre a definire nel dettaglio che cosa si intende per comunicazione e diffusione dei dati personali, il decreto affida al Garante della Privacy il compito di promuovere l’adozione di regole deontologiche che

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