YouTrade Ottobre 2018

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ISSN 2532 - 5671

Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano

OTTOBRE 2018 - N°93

T E NDE N Z E E AT T UA L I TÀ DE L L A DIS T RIBUZ IONE E DIL E

ESCLUSIVO LA CLASSIFICA DEI TOP 100 DELLA DISTRIBUZIONE EDILE XI CONVEGNO YOUTRADE NUMERI, DATI E IMMAGINI DELL’EVENTO DI VERONA

CERSAIE VOCI E NOVITÀ DEI PROTAGONISTI

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Costi


ANNO 11 - NUMERO 93 OTTOBRE 2018

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Sommario ottobre Rubriche 15 Editoriale Ora fate funzionare le leggi anti burocrazia 16 Econauta La riqualificazione poco social 16 Chiacchiere di condominio È facile dividere in due un’abitazione 17 L'avvocato L’autovelox deve tenere la destra 18 I fatti nostri To Bim or not to Bim (questa è la domanda) 20 Facciamo i conti Dopo le azioni ci vuole la verifica 22 Imprese 4.0 In cantiere mattoni e cloud 24 Colpo d'occhio Il venditore come consulente del prodotto 26 Digital News Dossier 29 Top 100 Le classifiche della distribuzione edile 30 Top 100 Cresce di più chi pensa in grande 46 I bilanci della Gdo Forza e debolezza del carissimo nemico 55

Focus XI Convegno YouTrade Atti e slide

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Chi sono i vincitori degli YouTrade Awards

Numeri, grafici, interventi dall'XI Convegno YouTrade


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I trend dell'edilizia Viaggio nel tempo delle costruzioni La società che cambia Potere grigio, edilizia verde Strategie Dove va la strada della tecnologia Talk Show Chi ha vinto il derby della distribuzione Edilizia Galleggiar m'è dolce in questo mare

82 Sorpresa: le case degli italiani sono piccole

Attualità 82 Immobili Nel 10% delle case si sta stretti 86 Professioni Il pittore si fa in sei 90 Tecnologia Tra edilizia e immobili arriva il proptech Rivendite 94 Signorelli Siamo sempre più superspecializzati 98 I ferri del mestiere Come fare un'offerta che non si può rifiutare Storia di copertina 100 Eclisse Ecco il mix giusto per la distribuzione Imprese 106 Brevetti Montolit Blockut trancia con la storia 108 Edilferro Profilio hi-tech per la luce Led 110 Boero 96 sfumature di neutro 114 Fischer L'innovazione è brevettata Speciale 118 Marmomac La leggerezza della pietra 123 128 142 148 152

YouTrade Casa Cersaie Nuovi spazi per nuove tecnologie Le interviste Voci e soluzioni dei protagonisti Rassegna Non solo ceramica Zapping Hi-tech

123 Non solo ceramica al Cersaie, ecco le novità


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E d it or i a l e

Ora fate funzionare le leggi anti burocrazia

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urante il talk show con cinque esponenti eccellenti del sistema della distribuzione di materiali edili, al recente Convegno YouTrade, uno dei punti dolenti emersi è stato quello relativo alla burocrazia. Intralci, pastoie, ostacoli: chiamateli come volete, ma la sostanza è la stessa. Le procedure, lamentavano in coro Franco Nessi, Rino Orsolini, Nicola Quartarella, Nicola Toschi e Vincenzo Zanutta, sono uno dei problemi maggiori per un settore, quello dell’edilizia, che in dieci anni ha visto dimezzare il proprio business. Ma c'è una buona notizia: la lotta alla burocrazia è uno dei temi del Contratto che ha dato vita al governo Lega-Movimento 5 Stelle. C'è, però, anche una cattiva notizia: da 30 anni tutti i governi dicono la stessa cosa. Con che risultati? Siamo onesti: qualcosa è stato fatto. Ma non basta. Per la fortuna dell’esecutivo gialloverde, però, a differenza del passato oggi gli strumenti per ridurre il peso della burocrazia ci sono, grazie a riforme varate negli anni scorsi, che adesso devono solo essere messe in pratica. Per esempio, esiste una misurazione degli oneri burocratici, in modo da poter ridurre il loro costo e avviare una vera semplificazione. Nel 2007 il Piano di azione per la semplificazione e la qualità della regolazione, che ha recepito una indicazione della Ue (che non è poi così inutile, quindi) ha preso l’impegno di diminuire del 25%, entro il 2012, gli oneri derivanti da obblighi informativi. È stato anche stabilito uno standard cost model su cui regolarsi. La legge taglia-oneri (n. 112/2008) ha successivamente previsto un programma di misurazione (2007-2012) e piani di riduzione. Il programma è stato poi integrato con l’Agenda per la semplificazione 2015-2017, aggiornata nel dicembre 2017 con l’Agenda 2018-2020. Nel 2011 è stato introdotta la legge chiamata Regulatory budget (n. 180/2011). Si può sintetizzare così: atti normativi e provvedimenti amministrativi generali non possono introdurre nuovi oneri senza ridurne o eliminarne altri per un pari importo, sempre tenendo costo delle misurazioni citate. Quindi la legge non consente l’introduzione di un nuovo onere burocratico se non ne siano soppressi due o addirittura tre. Peccato che, nella classica gestione all’italiana, questa legge sia totalmente inattuata. Al nuovo governo, quindi, basta farla funzionare. Sempre secondo la legge in vigore, prima di emanare nuove disposizioni il governo o gli enti locali devono rendere conto dei relativi impatti degli oneri introdotti o eliminati (è la 246/2005). Anche questa legge è quasi completamente dimenticata. Eppure c’è. Non è tutto: nel 2011 è stata varata una legge per scoraggiare l’imposizione di oneri eccessivi. Questa legge prevede l’obbligo della conoscenza pubblica di regolamenti e atti a valenza generale e riguarda le amministrazioni dello Stato, che devono specificare accanto ai loro provvedimenti anche gli oneri introdotti o eliminati. Spese della burocrazia che devono essere rese pubbliche, per esempio sul sito internet istituzionale. Risultato: nel 2017 solo il 27,3% dei provvedimenti che modificavano carichi burocratici è stato corredato dai relativi elenchi. Insomma, le leggi anti burocrazia ci sono. Basterebbe utilizzarle.

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E C O N A U TA

La riqualificazione poco social

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a vicenda è paradossale e, per certi versi, inquietante. Nell’abnorme decreto Milleproroghe, un unicum nel panorama legislativo mondiale, il governo ha stralciato la seconda parte del cosiddetto Piano Periferie, che prevedeva 96 progetti di riqualificazione nei quartieri popolari di diverse città italiane. Il Piano, che ha il principale torto di essere stato concepito dal precedente governo, è stato rinviato al 2020: aveva stanziato la spesa di 2,5 miliardi per riqualificare aree ex industriali oppure quartieri degradati. Soldi che, nelle intenzioni, saranno invece impiegati per finanziare i programmi specificati nel Contratto di governo. Gli effetti dello stop sono spalmati su tutti i capoluoghi italiani. Qualche esempio: Parma vedrà svanire 18 milioni di euro, necessari per sei progetti di riqualificazione previsti in città, come quello che interessa il recupero dell’area ex Bormioli, che prevede la realizzazione di un polo sportivo. A Milano sfuma la costruzione di una nuova scuola nel quartiere Adriano, per un investimento di 18 milioni. A Napoli sono saltati i 40 milioni destinati alla riqualificazione delle strade di Scampia. Ma ogni capoluogo ha messo in cantiere progetti di riqualificazione analoghi ora destinati a rimanere sulla carta. Non si tratta, quindi, di opere di «arredo urbano», come ha minimizzato un autorevole esponente dell’esecutivo. Nel Piano Periferie si trovano, invece, progetti selezionati in base a una graduatoria e lo Stato ha stipulato con tutti

gli Enti locali una convenzione che ha validità giuridica a tutti gli effetti. In un secondo tempo il governo ha poi precisato che non saranno interrotti i lavori già iniziati: «Resta fermo l’impegno del governo nel garantire il finanziamento delle spese relative agli interventi già in corso di attuazione» è stata la comunicazione di Palazzo Chigi. Resta, però, il blocco a quelli già progettati e su cui aziende e cittadini facevano conto. Inoltre, non è stato precisato in quali modalità e tempi avverrà il rifinanziamento eliminato dal decreto Milleproroghe. Insomma, il messaggio sembra chiaro: la riqualificazione delle città improvvisamente non è più un obiettivo prioritario, non eccita sui social network. E dire che il Piano Periferie è una goccia nel mare: Ance calcola che siano necessari 105 miliardi per opere strutturali di miglioramento sismico e 33,5 miliardi per la riqualificazione energetica. Non sono stati, però, punti toccati in campagna elettorale. Federico Mombarone giornalista

CHIACCHIERE DI CONDOMINIO

È facile dividere in due un’abitazione

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pesso quando un figlio si sposa e ha necessità di avere la sua autonomia, oppure anche quando per il bilancio familiare è necessario locare una parte dell’immobile, può essere necessario dividere un appartamento in modo da ricavarne due autonomi. Con il decreto legge n.133 del 2014 il frazionamento non è più considerato intervento di ristrutturazione edilizia, ma di manutenzione straordinaria. Quindi, è soggetto al Dpr 380/01 all’articolo 3 comma 1 lettera b, che regola l’accorpamento o il frazionamento di unità immobiliari che non comporta l’aumento della volumetria complessiva dell’edificio. In sostanza, è effettivamente più semplice realizzare la divisione. Verificato quanto previsto dal regolamento edilizio di ogni singolo comune, prima di procedere è necessario accertarsi che il regolamento di condominio di origine contrattuale non contenga esplicito divieto ad aumentare il numero delle unità immobiliari (precisiamo che la Cassazione con sentenza 13184/2016 ha sancito che l’indicazione del numero del numero delle unità immobiliari dello stabile non costituisce divieto ad aumentarle). Tali interventi sono regolamentati dall’articolo 1122 del Codice civile, che recita: «Nell’unità immobiliare di sua proprietà, ovvero nelle parti normalmente destinate all’uso comune, che siano state attribuite in proprietà esclusiva o destinate all’uso individuale, il condomino non può eseguire opere che rechino danno alle parti comuni ovvero determinino pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza o al decoro architettonico dell’edificio. In ogni caso è data preventiva notizia all’amministratore che ne riferisce all’assemblea». L’obbligo di darne preventiva notizia all’amministratore, che ne riferisce in assemblea, non deve essere interpretato come richiesta di autorizzazione, non necessaria, ma come comunicazione finalizzata a favorire la possibilità da parte dell’assemblea di far verificare da un tecnico di fiducia se le modifiche previste effettivamente non arrechino pregiudizio alla stabilità, sicurezza e decoro dell’edificio. Umberto Anitori esperto di condominio

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L’AV V O C ATO

L’autovelox deve tenere la destra

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a Corte di Cassazione è appena tornata su un tema sempre caro agli automobilisti: quello della legittima installazione di autovelox. Con la sentenza 23726 depositata il 1 ottobre 2018, la Suprema Corte ha affrontato la questione della legittimità dell’operato di un Comune che aveva posizionato l’autovelox sul lato opposto della carreggiata rispetto a quello per il quale era stata emanata l’autorizzazione prefettizia all’installazione di cui all’articolo 4 del decreto legge 121/2002 e successive modifiche. I giudici di legittimità hanno effettuato un’ampia ricostruzione delle disposizioni normative vigenti in tema di autovelox, sottolineando come da tale disciplina emergano una serie di oneri che l’amministrazione deve adempiere per poter correttamente installare l’apparecchiatura. In particolare, la Suprema Corte ha evidenziato come esigenze di vario tipo, non ultima quella al compimento in sicurezza delle rilevazioni di velocità dei veicoli, portino alla necessità che il Comune segnali in modo chiaro la possibile presenza degli autovelox.

Da tali premesse deriva quindi che il posizionamento di un autovelox su di un lato della carreggiata diverso da quello in ordine al quale erano state rispettate tutte le previsioni normative (ossia quello opposto) è illegittimo. A conferma dell’alternanza di pronunce e della conseguente incertezza degli automobilisti, si consideri che, nella motivazione, la Suprema Corte cita un proprio precedente del 2013 di senso opposto, nel quale affermava il principio secondo cui l’autorizzazione prefettizia che non citi il senso di marcia per il quale è autorizzata l’installazione di autovelox si interpreta estesa a entrambe le carreggiate. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu

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I FAT T I N O S T R I

To Bim or not to Bim (questa è la domanda)

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l mondo delle costruzioni cerca una via d’uscita da una situazione generale che definire deficitaria - soprattutto in rapporto alle potenzialità - è quasi un eufemismo. In certi momenti pare che non si sappia più da che parte girarsi, quale strada intraprendere, come organizzare la propria attività, una sensazione, quest’ultima, che la distribuzione edile conosce molto bene. La mia impressione è che il settore dell’edilizia si muova su binari solo fino a un certo punto paralleli, e che si stiano ormai creando mercati contrapposti, regolati in parte dalla questione prezzi, e in parte dalla ricerca di qualcosa di più, per esempio estetica, qualità dei materiali, attenzione alle normative. Parlare di ristrutturazione oggi significa quindi discorrere di tante cose diverse. Probabilmente è sempre stato così, ma la nascita di numerose soluzioni tecniche innovative, l’attenzione verso la ricerca del bello, elementi come la domotica e il risparmio energetico, per fare un paio di esempi, hanno scompigliato le carte, rimarcando una differenza di approccio alla manutenzione - ristrutturazione che è propria del nostro tempo. Sono troppo vecchio per pensare che le cose possano cambiare in tempi rapidi, forse abbastanza vecchio per essere convinto che le cose non cambieranno mai davvero completamente. In fondo, manutenzione e ristrutturazione non appartengono a un mondo avulso dalla realtà, ne sono in effetti lo specchio più fedele: chi può spende, chi non può si arrangia nel modo migliore possibile. Alcuni distributori sostengono che, alla fine, anche per il privato quel che conta è il prezzo, scrivevamo queste cose anche delle imprese edili, se non ricordo male.

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E allora, che cosa farà cambiare le cose in modo consistente? Come ci dobbiamo attrezzare per garantirci una parvenza di futuro? E soprattutto, quando inizierà questo futuro? Un dato, anzi una data, ce l’abbiamo: dal 2025 per ogni tipo di nuova opera edile entrerà in vigore l’obbligatorietà del BIM (Building Information Modeling) che rivoluzionerà la progettazione, la costruzio-

Un amletico interrogativo per tentare di ipotizzare i futuri scenari con cui la distribuzione edile si dovrà confrontare. Anche il mondo digitale può diventare un elemento di differenziazione fra un’offerta qualsiasi e un’altra altamente professionale ne e gestione delle opere e delle relative verifiche. In realtà il BIM inizierà a essere obbligatorio già da gennaio 2019, ma solo per le grandi opere per importi superiori ai 100 milioni, e ogni anno successivo l’obbligo si estenderà ad altre categorie di opere, fino a quando (nel 2025, appunto)

la cosa riguarderà tutte le nuove opere. Tenendo in debito conto che siamo in Italia e che fare previsioni a lungo termine è più che altro un azzardo, la legge parla chiaro. Ciò che dobbiamo iniziare a fare è rispondere alla domanda simil-amletica del titolo di queste note: come ci porremo di fronte all’affermazione del BIM? Sapremo ricavarci un ruolo di servizio per le piccole e medie imprese e agli artigiani? Ci saremo o non ci saremo? Diciamo e scriviamo ormai da anni che il posizionamento della distribuzione edile di un certo tipo deve e dovrà essere orientata al servizio. Lo hanno già scoperto quelle rivendite che hanno virato con convinzione al settore delle finiture, dove il servizio è molto più importante del prodotto che si vuole vendere. Con il BIM il cerchio si allarga considerevolmente e andrà a coinvolgere anche i clienti tradizionali dei punti vendita, i progettisti in modo particolare, in un processo di digitalizzazione senza precedenti che, non è difficile immaginarlo, scatenerà il panico. L’esperienza (purtroppo) maturata con il nuovo Codice degli Appalti – in questi giorni in fase di una ennesima revisione – lascia intendere che anche per il BIM i ripensamenti e qualche aggiustamento non mancheranno. Ma è evidente che il mondo sta virando verso una accanita trasformazione digitale, e in questo mondo c’è anche l’edilizia. Anche la distribuzione edile si dovrà attrezzare, per sé stessa, ma soprattutto per essere di supporto ai suoi clienti. di Roberto Anghinoni Giornalista O t t o b r e

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FA C C I A M O I C O N T I

Dopo le azioni ci vuole la verifica

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efiniti gli obiettivi e data attuazione a quanto si è deciso di fare per cercare di perseguire gli obiettivi è necessario verificare i risultati conseguiti rispetto a quelli desiderati e legati agli obiettivi che ci si è dati. Quindi, un processo direzionale che desideri essere realmente efficace è opportuno che si articoli nelle fasi indicate nello schema riportato. È quasi scontato sottolineare che questa verifica sia da effettuare prima che si concluda il periodo durante il quale si è pensato di raggiungere gli obiettivi. Questa verifica ha una grande utilità gestionale: consente di intraprendere delle azioni correttive laddove sia necessario intraprenderle, laddove i risultati non siano in linea con il perseguimento degli obiettivi desiderati. Questo controllo dovrà essere orientato al futuro (steering control), poiché è attraverso questo controllo che si cerca di capire se si deve re-indirizzare la gestione. Questa tipologia di verifica nasce

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dalla domanda: «Se si continuano le azioni sino a quel momento intraprese a quali risultati si andrà incontro nei periodi successivi?». E, poi: «Si raggiungeranno

i risultati desiderati o si rimarrà distanti dal conseguirli?» Per essere stimolati a effettuare questo controllo basterà in automatico prendere lo scostamento budget-consuntivo alla data è proiettarlo a finire. Così, per esempio, se si è al 10% in meno di ricavi di vendita rispetto a quelli di budget il controllo di gestione dovrebbe fare una previsione e segnalare, in un logica di sensore di allarme: il budget delle vendite annuale era 15 milioni, se si continua così (-10% di ricavi) il fatturato a finire potrebbe essere 13,5 milioni (Ricavi di budget 15.000.0001.500.000 il 10% in meno). Da qui, per far capire l’entità del problema, si può evidenziare anche il Risulta-

Definizione degli obiettivi Definizione di alcune azioni preordinate per raggiungere gli obiettivi Attuazione di quanto deciso

Feedback

Risultati conseguiti Confronto risultati conseguiti Obiettivi/risultati desiderati

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Tutte queste informazioni alimentano il così detto effetto di ritorno (feedback approach, linea tratteggiata, come figura nella pagina precedente) in base al quale si cerca di correggere la rotta che l’impresa sta percorrendo, correzione che si spera consenta di raggiungere gli obiettivi/risultati desiderati.

to economico, cui si andrà incontro in quest’ipotesi e che subirà probabilmente una decisa contrazione. Esiste anche un secondo tipo di analisi utile quando si tratta di svolgere la verifica suggerita, analizzando la variazione obiettivo-risultati effettivi delle azioni intraprese. Questa seconda analisi è finalizzata a capire le cause dell’eventuale differenza. Così, per esempio, le cause di una differenza nei ricavi di vendita possono essere: • maggiori o minori volumi di vendita tra budget ed effettivo • prezzi di vendita differenti sempre

tra l’ipotesi di budget e il risultato effettivo alla data • un mix prodotti/clienti diverso da quello ipotizzato a budget. Inoltre, ci si deve chiedere se la differenza dei volumi di vendita sia dovuta a un andamento del mercato diverso da quello ipotizzato o da azioni più o meno efficaci sul mercato con conseguenze sul posizionamento di mercato dell’azienda. L’individuazione delle cause è rilevante per poter decidere quale azione correttiva è meglio intraprendere a fronte di una differenza tra obiettivi e risultati.

di Alberto Bubbio Alberto Bubbio è senior professor di Economia Aziendale presso l’Università Cattaneo Liuc di Castellanza (Va), dove è titolare di due insegnamenti: Programmazione e Controllo e Sistemi di contabilità direzionale (Misurazione delle performance aziendali). Per più di quindici anni è stato docente nel corso di laurea in Economia Aziendale presso l’università Bocconi, dove ha anche svolto attività di coordinamento e di didattica presso La Scuola di Direzione Aziendale (Sda). È socio fondatore e partner di Dimensione Controllo Srl, società di consulenza direzionale che da più di 30 anni è al servizio delle imprese clienti per assisterle nella progettazione e realizzazione di efficaci sistemi di pianificazione e controllo. Da due anni è Principal Editor di Manage-mind, una piattaforma per manager attraverso la quale trovare idee e suggerimenti per una più efficace gestione di impresa.

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INDUSTRIA 4.0

In cantiere mattoni e cloud

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egli ultimi anni si sente sempre parlare molto dei presunti benefici che l’IoT (ossia l’Internet of Things) possa effettivamente apportare nella vita di tutti noi. Il dubbio, in realtà, è che si tratti più di una moda che di una reale ed effettiva rivoluzione che cambierà tutte le nostre abitudini. L’avvento di internet nella quotidianità ha sicuramente apportato dei benefici ma non ha, poi, effettivamente stravolto in maniera così radicale il modo di fare e di pensare della gente. C’è, però, un settore nel quale l’IoT sembra realmente sul punto di stravolgere la concezione del lavoro: si tratta dell’edilizia. Scopriamo insieme, allora, come l’innovazione sta impattando in uno dei settori che più è legato ad una tradizione storica di lavorazione, tecniche e materiali. L’IoT nel settore edile L’edilizia è forse uno dei settori che nell’immaginario comune più si allontana dal mondo dell’It. Si può affermare senza incorrere in errore, infatti, che il mondo delle costruzioni è abbastanza simile a se stesso da secoli e che le tecniche di costruzione siano più o meno le stesse da secoli. In realtà non c’è nulla di più sbagliato. Il mondo della tecnologia e dell’IoT in particolare, da tempo si sta interessando al settore dell’edilizia, considerato uno dei campi produttivi più faticoso in assoluto per l’uomo. Se allo stato attuale delle cose molti sono i progetti in fase di sviluppo che vedono coinvolto il mondo dell’edilizia, va però specificato che le tecnologie impiegate nascono piuttosto per venire incontro alle esigenze di altri campi. È il caso, ad esempio, di Cloi SuitBot, un esoscheletro nato per essere utilizzato dalle persone con difficoltà motoria, che però nel corso

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del tempo e delle ricerche si è dimostrato essere efficace anche nell’ambito delle costruzioni. Attualmente nel settore edile sono due le tendenze in ambito IoT che, in aperto contrasto, si muovono all’orizzonte. Da una parte, infatti, ci sono quei progetti che mirano a sostituire completamente il lavoro dell’uomo. Dall’altro, invece, ci sono progetti di IoT che vogliono essere un valido supporto per gli artigiani e i lavoratori edili, per sollevarli dalle incombenze più gravose. In attesa di capire quale sarà la tendenza che prevarrà sulle altre, ecco una piccola panoramica dei progetti più interessanti del settore.

L’internet delle cose e la robotizzazione stanno entrando nel mondo apparentemente conservatore dell’edilizia. Ecco come Robot Operating System applicati all’edilizia Un colosso come Microsoft non poteva certo lasciarsi sfuggire la possibilità di entrare nel mondo dell’IoT. Ecco, dunque, che i suoi sviluppatori hanno pensato a un complesso sistema di framework comune che contiene tools e librerie, insomma una sorta di middleware pensato per la robotica. Grazie a questo complesso di strumenti sarà possibile, per gli sviluppatori di robotica, lavorare e progettare più facilmente

sistemi che possano effettivamente essere un valido aiuto per quanto riguarda i diversi settori produttivi, edilizia compresa. A Madrid, in occasione del Roscon 2018, gli sviluppatori della Microsoft hanno voluto dimostrare praticamente l’importanza di questa innovazione di Windows presentando un prototipo di Robot Operating System. In questo prototipo sperimentale non solo era sfruttata la capacità del Visual Studio, ma il software è stato anche integrato con l’intelligenza artificiale, così da realizzare un robot che possa essere un valido supporto non solo in ambito domestico, ma anche e soprattutto produttivo. L’obiettivo, infatti, è di creare sistemi che possano sollevare l’uomo dalle incombenze fisiche più gravose, soprattutto in settori dove l’impegno fisico è notevole come appunto l’edilizia e la produzione industriale più in generale. Un altro progetto di Microsoft che sfrutterà questa stessa tecnologia è quello denominato Robotis Turtlebot 3, in collaborazione con Ros Industrial Consortium e con l’Open Robotics. Si tratta di un robot intelligente che in un ambiente di lavoro circoscritto va incontro alla persona che si trova nelle più immediate vicinanze e può trasportare pesi e carichi entro un certo limite: un valido aiuto soprattutto nel settore dell’edilizia. C’è da scommettere che la sua commercializzazione in questo settore non si farà attendere a lungo. di Umberto Bramani Direzione Nav-lab, amministratore delegato di Nekte O t t o b r e

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COLPO D'OCCHIO

Il venditore come consulente del prodotto

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er essere i numeri uno non basta solo avere il prezzo migliore, ma il retailer di successo dev’essere anche un bravo venditore. Deve essere al servizio del cliente, diventando un consulente affidabile che spieghi le caratteristiche del prodotto e del suo utilizzo. Il consumatore di oggi è letteralmente travolto dalle informazioni. Riceve moltissime comunicazioni mail o sms riguardanti promozioni, presentazione di prodotti in-store, promesse di regali qualora si vada a visitare un punto vendita fisico o una pagina e-commerce. Tutte queste informazioni non fanno altro che confondere: è una guerra di prezzo che spinge il consumatore alla ricerca estenuante del minor costo. Questa propensione a cercare un’offerta migliore diminuisce quando il venditore è altamente qualificato e riesce subito a trasmettere il valore del prodotto che sta proponendo, descrivendone la composizione, le proprietà, la funzionalità e tutte le qualità che ne giustificano il prezzo. Il prezzo finale è un argomento molto delicato: come tutti sappiamo, i grandi dell’e-commerce e i gruppi più organizzati della Gdo sono molto aggressivi su questo argomento, lasciando davvero poco spazio alla concorrenza. Fare una battaglia esclusivamente sul prezzo non garantisce il risultato, dando origine alla riduzione dei margini. Per esempio, per motivare il costo del prodotto esistono varie tecniche che aiutano nella trattativa di vendita: tecnica anticipazione, quando si presenta prima un prodotto a prezzo più alto perché ha più valore; tecnica comparativa, quando si sottopone un articolo a prezzo più alto per poi mostrare uno a prezzo più basso; tecnica di ammortamento, quando si argomenta costo e durata e tecnica d’accostamento, quando si compara il prezzo con spese di piccola entità (per esempio, per un prodotto che costa 50 euro è come un caffè al giorno per 50 giorni). Si deve lavorare per dare valore ai prodotti in assortimento attraverso l’applicazione del visual merchandising, di cui abbiamo già parlato, e

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attraverso il servizio al cliente. Un buon venditore deve saper capire le necessità del cliente e agire di conseguenza proponendogli prodotti in grado di soddisfare le sue esigenze e sollecitare quegli aspetti emozionali che portano più facilmente all’acquisto. Per questo la formazione del personale di vendita diventa sempre più importante. I clienti non hanno tutti gli stessi comportamenti, non affrontano l’acquisto tutti con le stesse modalità. Il bravo venditore deve capire che tipo di cliente ha di fronte e adeguare il suo comportamento in relazione ad esso. Sono stati condotti approfonditi studi sul comportamento d’acquisto. Già nel 1936 Dale Carnegie, studioso del comportamento umano, sosteneva che «al cliente piace avere la sensazione di stare comprando qualcosa, non che gliela stiano vendendo». Quest’affermazione conferma che il comportamento d’acquisto negli anni ha subito un’evoluzione nei modi ma non nella sostanza. Oggi compriamo in punti vendita diversi rispetto ad allora, in centri commerciali o su internet, ma il modo in cui lo facciamo e in cui ci vogliamo sentire è cambiato di poco: desideriamo essere considerati importanti, ben accolti, trovare un ambiente positivo e ottenere informazioni. Non tutti nascono bravi venditori, ma tutti possono diventarlo attraverso l’impegno ed una buona formazione. La quale prende spunto dagli studi svolti sul comportamento d’acquisto, che hanno permesso di capire come un sorriso, un atteggiamento empatico accogliente e positivo, la capacità di ascoltare e comprendere, siano alla base di una buona relazione venditore-cliente. A oggi su internet sono visibili moltissime recensioni su tutti i prodotti in commercio. Secondo le ricerche, quando si decide di acquistare un prodotto la maggior parte delle ricerche inizia da Amazon. In questo

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Nelle foto, negozi che trattano intimo uomo. Sono presenti due modalità espositive molto diverse: nella foto 2, rispetto all’immagine 1, è utilizzato il visual merchandising come supporto alla vendita. Il consumatore può approcciare il prodotto in maniera autonoma, il ruolo del venditore diventa quindi di consulente. Nellla foto 1 il cliente deve per forza attendere l’aiuto del venditore per visionare il prodotto.

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O t t o b r e

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Le foto di Tile Collection sono la dimostrazione che anche il visual merchandising può essere applicato a tutte le merceologie. Attraverso l’uso del colore, le forme regolari delle piastrelle e i raggruppamenti delle fantasie l’occhio riesce a distinguerle più velocemente e a concentrarsi su quelle che più gli piacciono. Ogni tassello può essere toccato e confrontato con gli altri; i venditori sono sempre a disposizione per illustrare qualità e proprietà di ogni prodotto, indipendentemente dal fatto che il cliente voglia o meno acquistare. Il visual merchandising diventa al giorno d’oggi di fondamentale importanza: se non si lascia il cliente libero di provare i prodotti, si limita la sua possibilità di acquistare.

modo il consumatore finale si documenta, leggendo articoli e recensioni, guardando dei video che argomentano perché preferire un prodotto rispetto ad un altro. Quando arriva al negozio fisico è decisamente preparato, conoscendo caratteristiche e prezzi della maggior parte dei prodotti che soddisfano il suo bisogno. Il bravo venditore aiuta il cliente conquistando la sua fiducia: espone pro e contro, argomenta prezzi e porta tutta la sua conoscenza e competenza al servizio del consumatore. Il visual merchandising è uno strumento che serve a indirizzare l’acquisto e deve visivamente esprimere le potenzialità del prodotto. È il supporto al bravo venditore per aumentare le vendite e la redditività, per coinvolgere emotivamente il cliente e fidelizzarlo. Più si presentano i prodotti coi criteri di visual merchandising, più si facilita il lavoro del venditore. Ricordiamo che non si deve fare una vendita, ma si deve conquistare il cliente. di Sergio Vian esperto di retail, marketing e merchandising per Venus srl www.venusvisualmarketing.com venus@venusvisualmarketing.com Su Facebook: Venus Visual Marketing Merchandising & Retail Project Su Instagram: venusvisualmarketing

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Negozi che trattano calzature: rispetto all’immagine 1, il consumatore nel punto vendita della foto 2 può provare la scarpa in autonomia e decidere quale tipo di personalizzazione gli piace di più. Nel caso del negozio tradizionale della foto 1, invece, sarà necessario che il consumatore sia seguito dal venditore.


Digital news da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it

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1 IMMOBILI, CRESCONO I SERVIZI Si costruisce meno, ma i servizi per il comparto immobiliare aumentano. Anzi, con una crescita del 5,6%, l’Italia è il Paese europeo dove il peso di attività immobiliari, costruzioni e sviluppo immobiliare sul Pil nazionale è aumentato di più tra il 2013 e il 2017. Il dato scaturisce dal quarto Rapporto su I servizi immobiliari in Italia e in Europa realizzato da Scenari Immobiliari. (youtradeweb.com)

2 INCENTIVI FISCALI CONGELATI I bonus casa nella legge di Bilancio rimangono identici a quelli del 2018. Nulla cambia per le ristrutturazioni: è stata prorogata al 31 dicembre 2019 la detrazione al 50%, da scontare sulle tasse in dieci quote annuali. Resta identica la detrazione al 65% per gli interventi di efficienza energetica. (casacondominio.net)

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3 GRATTACIELI IN GIARDINO Una nuova concezione di parco per arricchire il paesaggio urbano di Milano. Questo era l’obiettivo dello studio olandese Inside Outside per il concorso di design del 2003 per i giardini di Porta Nuova. La Biblioteca degli Alberi rappresenta infatti un’innovativa idea di spazio pubblico che espone una collezione di alberi tutti diversi con lo scopo di rappresentare una versione moderna del tradizionale Giardino Botanico. (youbuildweb.it)

3 Il parco visto da un terrazzo del Bosco Verticale © Paul Pablo

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iDOSSIER di

TOP 100

Cresce di piĂš chi pensa in grande YouTrade Awards 2018 La classifica della distribuzione La classifica per regione I bilanci della Gdo

pag. 30 pag. 31 pag. 38 pag. 44 pag. 46

Anche quest'anno YouTrade offre ai suoi lettori un dossier che ha un duplice obiettivo: offre uno spunto di riflessione su quelle che sono le dinamiche nel mondo della distribuzione e (why not?) permette di dare un'occhiata a quello che fanno gli altri. E per altri si intende qualcuno dei primi cento soggetti che operano nel mondo dei materiali per edilizia, ma anche quelli che sono i maggiori concorrenti, lo spauracchio diventato sempre piÚ temuto: la Gdo. Questo documento esclusivo, messo a punto dal Centro Studi YouTrade è la prima parte del lavoro sul mondo delle costruzioni che troverete sul prossimo numero della rivista. Buona lettura

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iDOSSI E R di TOP 100 DELLA DISTRIBUZIONE

CRESCE DI PIĂ™ CHI PENSA IN GRANDE I dati relativi ai rivenditori di materiali edili indicano un 2017 con un aumento medio del fatturato del 5,6% e con una posizione finanziaria soddisfacente. Ma sono le aziende con dimensioni maggiori, piĂš strutturate e organizzate a spuntare la performance migliore

elaborazione Centro Studi YouTrade

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IL 13 NOVEMBRE GLI YOUTRADE AWARDS 2018

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iD O SSI ER di Grafico 1. Variazione % del fatturato – Distributori di materiale edile

Fonte: elaborazioni Cresme per Youtrade fino al 2013; elaborazioni Centro Studi Youtrade dal 2014

Grafico 2. Indicatori di performance – Distributori di materiale edile (2017)

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(1) ROS superiore al 6% (valore "ideale" per il settore del commercio 4%). (2) ROE superiore al 6% (generalmente, almeno 5 punti sopra al tasso di inflazione). (3) Indice di indipendenza finanziaria superiore a 20. (4) Indice di liquidità immediata superiore a 1,2. Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

Grafico 3. Variazione del fatturato 2017/2016 e redditività 2017 – Distributori di materiale edile

Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

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Grafico 4. Dinamica del fatturato 2017/2016 e classi di fatturato (milioni di euro) - Distributori di materiale edile

A

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Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

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iDOSSI ER di Grafico 5. Dimensione e redditività 2017 – Distributori di materiale edile

Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

Grafico 6. Utile netto in % sul fatturato – Distributori di materiale edile

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Fonte: elaborazioni Cresme per Youtrade fino al 2013; elaborazioni Centro Studi Youtrade dal 2014

Grafico 7. MOL in % sul Valore della Produzione – Distributori di materiale edile

Fonte: elaborazioni Cresme per Youtrade fino al 2013; elaborazioni Centro Studi Youtrade dal 2014

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Grafico 8. ROS e utile netto sul fatturato 2017 – Distributori di materiale edile

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Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

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iDOSSIER di Grafico 9. Distributori di materiale edile con ROS % positivo e utile finanziario. Variazione della produzione e dei costi di produzione

Grafico 10. Utile netto sul fatturato: quote 2017 e 2016 a confronto

Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

Grafico 11. ROS: valori 2017 e 2016 a confronto

Grafico 12. Equilibro finanziario: valori 2017 e 2016 a confronto

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Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

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Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

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Grafico 13. Indipendenza finanziaria: valori 2017 e 2016 a confronto

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Fonte: elaborazioni Centro Studi Youtrade

«I

n un mercato che cambia bisogna cambiare», scrivevamo qualche tempo fa. Ma in un mercato che cambia bisogna anche sapere non solo come adattarsi, ma anche con quale struttura e organizzazione affrontare il mutamento. Viviamo in un’epoca che non ammette più improvvisazione e attendismo. Bisogna affrontare il mercato e le sue dinamiche attrezzandosi in modo da potersi presentare con una organizzazione in grado non solo di seguire, ma anche di anticipare i trend. E per farlo nel mondo della distribuzione edile serve una struttura di vendita che possa garantire la capacità di essere presenti sul mercato, con filiali e strutture di vendita adeguate alle caratteristiche del mercato stesso, e con una forza di vendita data dalla dimensione aziendale, che al di sotto di alcuni valori tende a essere un punto di debolezza e non di forza. Il vecchio motto del «piccolo è bello», legato alla tipicità tutta italiana dei piccoli rivenditori e delle piccole imprese non funziona più da tempo e i risultati delle nostre analisi sui bilanci dei Top 100 della distribuzione edile evidenziano proprio questo aspetto che poO t t o b r e

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iDO SSI ER| di A t t u a l i t à POSIZIONE

FATTURATO

VALORE DELLA PRODUZIONE

VALORE AGGIUNTO

AZIENDA 2017

2016

Var. %

2017

2016

Var %

2017

2016

Var %

1

ZANUTTA Spa

94.471

79.827

18,3

95.493

80.345

18,9

18.976

15.380

23,4

2

CARBONI Spa CON UNICO SOCIO

90.332

83.465

8,2

91.326

84.500

8,1

15.132

14.341

5,5

3

ORSOLINI AMEDEO Spa

84.787

75.347

12,5

86.746

77.293

12,2

12.977

11.435

13,5

S

L O

P O

R E

(1) Bilancio al 30/06/2016 - (2) Bilancio al 31/07/2016 - (3) Bilancio al 30/09/2016

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I BILANCI DEI DISTRIBUT O t t o b r e

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A

UTILE NETTO

TASSO DI CAPITALE INDEBITAMENDI RISCHIO (MEZZI PROPRI) TO

ROS

ROE

INDICE DI IN- INDICE DI LIQUIDIPENDENZA DITÀ IMMEDIAFINANZIARIA TA (ACID TEST)

CASH-FLOW

2017

2016

2017

2016

2017

2017

2016

2017

2016

2017

2017

2017

2017

2016

POSIZIONE

MOL

4.363

2.778

1.745

903

8.985

6,0

6,2

3,04

2,13

19,42

14,35

0,76

3.233

1.982

1

4.524

4.078

2.424

1.947

14.037

3,2

3,4

3,69

3,58

17,27

23,74

0,97

3.618

3.034

2

2.324

2.379

290

209

23.558

2,7

2,5

1,66

2,01

1,23

27,35

0,69

1.208

1.076

3

B B

N O

I T A

TO R I D I M AT E R I A L I E D I L I O t t o b r e

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iDOSSIER di POSIZIONE

FATTURATO

VALORE DELLA PRODUZIONE

VALORE AGGIUNTO

AZIENDA 2017

2016

Var. %

2017

2016

Var %

2017

2016

SO

Var %

O L

R E P

(1) Bilancio al 30/06/2016 - (2) Bilancio al 31/07/2016 - (3) Bilancio al 30/09/2016

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I BILANCI DEI DISTRIBUT O t t o b r e

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2017

UTILE NETTO

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B B

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N O

2016

TASSO DI CAPITALE INDEBITAMENDI RISCHIO (MEZZI PROPRI) TO 2017

2017

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ROS

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ROE

2016

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INDICE DI IN- INDICE DI LIQUIDIPENDENZA DITÀ IMMEDIAFINANZIARIA TA (ACID TEST) 2017

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CASH-FLOW

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POSIZIONE

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POSIZIONE

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VALORE DELLA PRODUZIONE

VALORE AGGIUNTO

AZIENDA 2017

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Var. %

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Var %

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(1) Bilancio al 30/06/2016 - (2) Bilancio al 31/07/2016 - (3) Bilancio al 30/09/2016

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I BILANCI DEI DISTRIBUT O t t o b r e

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A R

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TASSO DI CAPITALE INDEBITAMENDI RISCHIO (MEZZI PROPRI) TO 2017

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INDICE DI IN- INDICE DI LIQUIDIPENDENZA DITÀ IMMEDIAFINANZIARIA TA (ACID TEST) 2017

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CASH-FLOW

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POSIZIONE

MOL


iDO SSI E R| di A t t u a l i t Ã

REGIONE

N. AZIENDE

LA CLASSIFICA PER REGIONE FATTURATO

2017

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VALORE DELLA PRODUZIONE

Var. %

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2016

Var %

VALORE AGGIUNTO

2017

2016

REGIONE

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N. AZIENDE

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2017

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VALORE DELLA PRODUZIONE

Var. %

2017

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Var %

Var %

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VALORE AGGIUNTO

2017

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Var %

I BILANCI DEI DISTRIBUT O t t o b r e

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MOL

2017

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UTILE NETTO

2016

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B A MOL

2017

2016

O B

2017

2017

A N

UTILE NETTO

2016

CAPITALE DI RISCHIO (MEZZI PROPRI)

2016

TASSO DI INDEBITAMENTO 2017

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ROS

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ROE

INDICE DI INDIPENDENZA FINANZIARIA

INDICE DI LIQUIDITÀ IMMEDIATA (ACID TEST)

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ROE

INDICE DI INDIPENDENZA FINANZIARIA

INDICE DI LIQUIDITÀ IMMEDIATA (ACID TEST)

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CAPITALE DI RISCHIO (MEZZI PROPRI) 2017

TASSO DI INDEBITAMENTO 2017

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CASH-FLOW

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iDOSSI ER| di A t t u a l i t à I BILANCI DELLA GDO

FORZA E DEBOLEZZA

DEL CARISSIMO NEMICO L’analisi della grande distribuzione mette in evidenza il rapporto tra fatturato e numeri di addetti. Nel 2017 le sei insegne maggiori hanno aumentato i ricavi di quasi il 10%. Svettano Ottimax e Bricofer, anche se c’è chi, come Bricocenter, accusa una flessione

di Federico Della Puppa

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ANDAMENTO DEL FATTURATO DI ALCUNE INSEGNE DELLA GDO IN ITALIA (VALORI IN EURO)

L’incremento percentuale medio di fatturato delle sei principali insegne della Gdo

Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati camerali

ANDAMENTO DELL'UTILE/PERDITA DI ESERCIZIO PER ALCUNE INSEGNE DELLA GDO IN ITALIA (VALORI IN EURO)

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Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati camerali

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iDO SS IE R di

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ANDAMENTO DELL'UTILE/PERDITA DI ESERCIZIO IN % SUL FATTURATO PER ALCUNE INSEGNE DELLA GDO IN ITALIA

i miliardi di fatturato di Leroy Merlin Italia, che fa parte di Groupe Adeo

Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati camerali

ANDAMENTO DEL ROI PER ALCUNE INSEGNE DELLA GDO IN ITALIA

Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati camerali

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ANDAMENTO DEL ROE PER ALCUNE INSEGNE DELLA GDO IN ITALIA

Il numero complessivo di addetti delle sei principali insegne della Gdo

Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati camerali

ANDAMENTO DI ALCUNI INDICATORI DI PERFORMANCE DELLA GDP IN ITALIA

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Nota: per Bricoman Italia e Obi Italia il valore è calcolato sul numero di addetti 2016. Fonte: elaborazioni Centro Studi YouTrade su dati camerali

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XI Convegno Nazionale Youtrade

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Massimo Andriolo Roberto Di Lellis

Federico Della Puppa Virginia Gambino

lei e lui?????

Giorgio Pierantoni

Alberto Bubbio

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XI Convegno Nazionale Youtrade

I TREND DELL’EDILIZIA

VIAGGIO NEL TEMPO DELLE COSTRUZIONI Dal futuro al presente, passando per l’analisi dei primi mesi del 2018: l’appuntamento organizzato a Verona da Virginia Gambino Editore ha fatto il pieno, con il coinvolgimento dell’intera filiera della distribuzione

di Giuseppe Rossi

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iaggio nel tempo per le costruzioni. Ma a ritroso: partenza dal futuro, atterraggio nel presente. Il Convegno YouTrade numero 11, come leggerete nella sintesi degli interventi che si sono succeduti, ha scelto come location il grande salone all’interno della Fiera del Condominio, organizzata a Verona da Virginia Gambino Editore. Come sempre, non è mancato il pubblico interessato a seguire i lavori. Anche perché il programma messo a punto era di particolare interesse. A partire, appunto, da uno sguardo sugli scenari del futuro. Trend, macrotrend, tecnologia, nuove abitudini, mutate esigenze dei consumatori: tutto questo è stato il campo di inchiesta del primo relatore, Massimo Andriolo, partner di IXL-Center Innovation, Boston, una società di consulenza internazionale che lavora con i grandi gruppi proprio per individuare i trend di consumo e di cambiamento sociale. Capire dove sta andando il mercato è, infatti, un vantaggio competitivo assoluto per un’azienda, specialmente in un momento come questo in cui i rivolgimenti tecnologici e sociali sono sempre più veloci, sempre più frequenti, sempre più travolgenti. La rivoluzione digitale è ormai compresa da tutti, ma pochi ancora ne traggono le conseguenze. Anche la spinta verso la sostenibilità è, a parole, un valore comune. Eppure poche aziende hanno strutturato il proprio busi-

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ness, almeno in parte, secondo la richiesta green del mercato. Ancora: i giovani manifestano desideri di consumo differenti e per questo non bisogna ignorarli. Insomma, una relazione avvincente, con una vision di ampio respiro. Da un quadro globale, futuristico (ma non troppo), il convegno è passato alla realtà del settore. L’edilizia vista con i numeri della congiuntura, attraverso il primo fotogramma che riporta l’immagine della distribuzione, con i divergenti cammini di piccola, media e grande distribuzione. Ma il coordinatore del Centro Studi YouTrade, Federico Della Puppa, ha parlato anche di altro. Per esempio, di come la distribuzione di materiali per l’edilizia si è evoluta all’estero: un’indagine che potete leggere di seguito su questo numero di YouTrade. Infine, lo zoom si è ristretto ancora di più: dai temi generali della distribuzione il convegno ha messo a fuoco quella che è la realtà della rivendita in Italia. Con la partecipazione eccezionali di alcuni dei protagonisti del settore: Franco Nessi (presidente di Eternedile), Rino Orsolini (presidente della Orsolini), Nicola Quartarella (presidente di BigMat Centro Edile Quartarella), Nicola Toschi (direttore commerciale di Ottimax Italia) e Vincenzo Zanutta (ad di Zanutta). Un talk show che ha toccato temi caldi: le maglie della burocrazia, la parcellizzazione, le politiche per le infrastrutture. E la discussione, in chiusura del convegno, non ha mancato di coinvolgere anche la platea.

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L A S O C I E TÀ C H E C A M B I A

POTERE GRIGIO EDILIZIA IN VERDE Le statistiche sono chiare: il numero di over 60 supera quello dei trentenni. E nei prossimi anni il trend indica che la vita si allungherà ancora di più. Cambiano di conseguenza le esigenze e il concept delle abitazioni. Che devono anche diventare sempre più compatibili con l’ambiente di Federico Della Puppa

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on è per fare i catastrofisti, ma questo articolo dovrebbe intitolarsi «Anziani di fronte a siccità e inondazioni». Siamo una società che invecchia rapidamente e viviamo in un Paese che da qualche anno ha scoperto che cosa significano i cambiamenti climatici. Per la prima volta nella storia dell’Italia le persone con più di 60 anni di età hanno superato il numero di persone con meno di

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556,4 incremento percentuale di persone tra 65 e 74 anni che utilizza internet

30 anni. Dunque, siamo una società che invecchia e la questione non è solo economica, riguardo alla sostenibilità dei sistemi previdenziali e di supporto per le persone anziane, ma è anche sociale. Riguarda il sistema residenziale e dei servizi, ovvero di welfare che, in generale, deve creare condizioni di benessere per gli abitanti. Essere una nazione che invecchia pone dei quesiti non solo in termini di salute e sanità, ma anche di modalità più adeguate ad accompagnare gli anziani, la terza e la quarta età, nelle cose della vita. Si tratta di pensare, peraltro, che chi entra oggi nella fase di prima anzianità, raggiungendo la soglia dei 65 anni, in realtà è un soggetto, un cittadino, un residente molto diverso dall’anziano di venti o trent’anni fa. L’osservatorio Istat sugli anziani ricorda che «l’invecchiamento demografico ha inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro, la spesa pubblica, i servizi sociali e, quindi, sull’andamento economico e l’evoluzione sociale, sanitaria e culturale del nostro Paese». LA VITA COMINCIA A 60 ANNI Per questo motivo l’Istituto nazionale di statistica ha messo a punto un osservatorio organizzato in sei aree tematiche, accessibili a tutti, nelle quali si trovano molte informazioni sulle persone anziane, su quanto sono e soprattutto come vivono. E una delle

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prime sorprese è non solo apprendere che proprio nel mese di ottobre 2018 il numero delle persone con oltre 60 anni di età supera per la prima volta quello dei cittadini che hanno meno di 30 anni, ma emerge anche un profilo dell’anziano che è molto diverso da quello di dieci anni fa e lascia aperti molti interrogativi sull’evoluzione stessa del nostro approccio ad una migliore qualità della vita. Scrive Istat che «per le persone anziane, nello specifico, la robustezza e la qualità delle reti relazionali, la partecipazione a gruppi politici, ad associazioni sociali e ricreative, la condivisione spirituale, favoriscono l’interazione sociale, concorrono all’emersione di sentimenti di appartenenza e di riconoscimento, contribuiscono all’equilibrio identitario e affettivo del proprio quotidiano, tutelano da meccanismi psicologici e comportamentali di isolamento e ripiegamento e incidono su senso di soddisfazione e di fiducia». RETI RELAZIONALI Dunque, più la società invecchia più sono necessarie le reti relazionali, collaborative e i contatti con le altre persone, la vita sociale in sostanza, vita che si realizza oggi anche attraverso la diffusione della cultura e della tecnologia, che influenza le nostre vite molto più di quanto non avessero mai fatto prima. La struttura e la dinamica della domanda

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e dell’offerta di cultura è strettamente legata alle caratteristiche socio-demografiche delle persone. E le persone anziane rappresentano un interessante e specifico gruppo di fruitori e di produttori del poliedrico universo della cultura, con preferenze, gusti, comportamenti di consumo culturale caratterizzanti rispetto ad altre fasce di età. Secondo la più recente analisi dell’Istat, dal 2005 a oggi vi sono stati molti cambiamenti in questo ambito riferiti alle persone anziane. Ecco le principali tendenze riferite alle persone con età da 65 a 74 anni: • il 44,9% ascolta la radio, valore in calo del -2,6% rispetto al 2005; • il 57,4% legge quotidiani almeno una volta a settimana (+3,2%); • il 96,5% guarda la tv (+0,3%); • il 22,6% ha visitato musei o mostre almeno una volta nell’ultimo anno (+49,7%); • il 22,4% è andato al cinema negli ultimi 12 mesi (+40,0%); • il 17,0% a teatro negli ultimi 12 mesi (+37,1); • il 24,4% usa il computer (+343,6%); • il 25,6% usa internet (+556,4). Le persone che si avviano alla terza età, dunque, sono sempre più attente agli elementi culturali e soprattutto usano la tecnologia, computer e internet, i social network. Alcuni altri dati di approfondimento, sempre dell’Istat, evidenziano il cambiamento sociale e culturale degli italiani, dalle due attività predilette dagli «utenti forti» con 55 anni e più. Sono la posta elettronica (spedire/ricevere e-mail: 94,7% degli utenti fra i 55 e i 64 anni e 93,3% dei 65+) e la lettura di giornali, riviste, informazioni online (79,3% nella classe d’età 55-64 e 82,1% nella classe d’età 65+), ma una significativa quota di persone anziane consulta Wikipedia e altre enciclopedie online per ottenere informazioni (60,7% fra i 5564 e 59,4% fra i 65+). Inoltre, cerca informazioni su prodotti e servizi (71,9% fra i 55-64 e 66,1% fra i 65+), ricerca attivamente informazioni sanitarie (69,9% fra i 55-64 e 70,0% fra i 65+), soprattutto utilizza servizi bancari (53,2% fra i 55-64 e 56,6% fra i 65+) e, infine, partecipa a social network (35,3% fra i 55-64 e 26,6% fra i 65+). DIVERSAMENTE ANZIANI I numeri qui descritti evidenziano che le persone che oggi sono in fase di maturità e di avvio alla terza età sono persone diverse dagli stessi anziani di dieci o venti anni fa e dunque nel futuro, quando raggiungeranno prima la terza e poi la quarta età, saranno anziani abituati a relazionarsi in modo diverso con il mondo e saranno anche portati a vivere in modo diverso il loro tempo. È un cambiamento che si riO t t o b r e

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Percentuale di persone sopra i 65 anni che cerca informazioni su internet prima di un acquisto

fletterà anche sulle esigenze abitative e sui modi stessi di relazione e di abitazione. Non per nulla stanno incrementandosi sempre più le forme di coabitazione e le nuove modalità di condivisione, se non di spazi residenziali, perlomeno di servizi, dalla biblioteca di condominio alla badante comune, dalle banche del tempo ai nuovi servizi sanitari e non sanitari diffusi e presenti capillarmente dove ce n’è bisogno. CAMBIA LO SPAZIO Per i condomini e per le logiche condominiali è un cambiamento che si riflette anche nella necessità di prospettare a queste persone sistemi abitativi più efficienti e in grado di erogare maggiore comfort, benessere e sicurezza rispetto agli standard attuali, comfort e benessere che possono derivare da una migliore efficienza energetica degli edifici, e sicurezza che può derivare, per esempio, dall’uso di tecnologie utili a favorire il controllo e l’uso delle parti comuni in piena sicurezza. TEMPO DI CATASTROFI Ma l’efficientamento degli edifici ha anche un risvolto nel cambiamento climatico. L’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, un ente sovranazionale che conduce a livello mondiale gli studi sui cambiamenti del clima, di recente ha prodotto

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uno studio che indica che per evitare una catastrofe ecologica, che significa in questo caso economica e sociale, serve mantenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi contro i 2 previsti dagli Accordi di Parigi, per limitare gli effetti negativi sul clima che in Italia hanno di fatto cambiato il corso delle stagioni e prodotto, per la prima volta da secoli, alternanze tra lunghi periodi di siccità e piogge e temporali di elevatissima intensità che, con ormai abbiamo imparato a chiamare bombe d’acqua. Piogge e inondazioni in particolare sono l’esito di decenni di consumo di suolo eccessivo e di impermeabilizzazione dei terreni e delle nostre città e dovremmo agire con soluzioni adeguate, limitando il riscaldamento globale, dunque agendo sui consumi energetici e riducendo la produzione di Co2, decarbonizzando l’economia e cambiando il modo di produrre energia e le modalità di trasporto di persone e cose. L’efficientamento del patrimonio immobiliare è una delle principali azioni sulle quali investire. Gli edifici sono responsabili del 45% del consumo di energia e del 45% della CO2 prodotta, la quale contribuisce a produrre l’effetto serra e dunque alimenta il riscaldamento globale. CITTÀ E STILI DI VITA I problemi da affrontare non sono pochi e riguardano O t t o b r e

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i chilogrammi di rifiuti che produce, in media, ogni cittadino all’anno

vari aspetti legati all’uso delle città e del territorio e al nostro sistema di vita, da quella sociale a quella economico-produttiva. Oltre agli interventi di risparmio energetico, peraltro defiscalizzati per i condomini fino al 2021 (e oggi ancora più accessibili grazie alla cessione del credito di imposta), un tema che sarà una delle sfide future per tutti, compresi i condomini, sarà la gestione dell’acqua e del ciclo dell’acqua. Ma non solo, anche la gestione dei rifiuti è un tema che può riguardare una buona organizzazione di un condominio. Si pensi che la produzione di rifiuti urbani è in crescita e ogni cittadino produce in media quasi 500 chili di rifiuti l’anno, con la raccolta differenziata che si attesta intorno al 52,5%. Un dato ancora lontano dagli obiettivi di legge, mentre lo smaltimento in discarica interessa ancora una percentuale molto elevata, pari al 25% dei rifiuti urbani, a fronte del limite del 10% massimo imposto dalle direttive europee. RIDURRE GLI IMPATTI Ci sono città europee, Amsterdam su tutte, che sul ciclo dell’acqua e dei rifiuti hanno costruito politiche di riduzione degli impatti di lungo periodo. La città olandese, per esempio, ha un piano tarato al 2040 basato sull’implementazione dell’economia O t t o b r e

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circolare a partire proprio dalla sua gestione efficiente ed efficace, riutilizzando quella consumata e soprattutto rendendo idonea quella da utilizzare. Ma affiancando anche a queste scelte strategiche, dal punto di vista politico ed economico, oltre che ambientale, anche una forte campagna di sensibilizzazione culturale nell’uso dell’acqua da parte dei cittadini, tutti coinvolti e incentivati a ridurre gli sprechi e a contrastare i cambiamenti climatici modificando il proprio stile di vita. Lo slogan utilizzato da Amsterdam è Ogni goccia conta. Uno slogan ormai entrato nel gergo comune e largamente utilizzato in molte campagne di comunicazione, sia istituzionali che private, dove al centro dell’attenzione c’è l’acqua e la sua scarsità. In Italia prima di arrivare a questi risultati va fatta una forte e diffusa campagna di sensibilizzazione orientata a coinvolgere tutti i cittadini nel pensare che con interventi strutturali e comportamentali possiamo dare un contributo positivo a queste evoluzioni, sociali e climatiche, non positive. Parafrasando il motto di Amsterdam, potremmo dire che in Italia «ogni anziano conta». Perché, paradossalmente, è proprio sugli anziani, sulle loro aspettative di vita e di qualità della stessa che possiamo costruire anche un nuovo ruolo e nuovi obiettivi per le giovani generazioni.

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S T R AT E G I E

DOVE VA LA STRADA DELLA TECNOLOGIA In un panorama segnato da maggiore competitività e complessità, le aziende devono saper utilizzare gli strumenti capaci di guidarle verso catene di produzione di valore più strutturate. Digitalizzazione e robotizzazione indicano che il percorso da seguire è quello di organizzare al meglio la creatività. Gli esempi non mancano di Massimo Andriolo

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ucas (Volatilit y, Unvertaint y, Complexit y, Ambig uit y and Speed) è ciò che stiamo vivendo e che caratterizzerà il nostro futuro. Se questo scenario destasse preoccupazione in voi, non siete soli: diversi studi mostrano che oltre il 90% degli imprenditori vede il proprio business model sotto attacco o, meglio, prevede forze che imporranno loro di cambiare all’orizzonte. Oltre il 70% degli imprenditori e manager sono preoccupati, inoltre, di non riuscire ad adattarsi a causa della mancanza della giusta leadership, di risorse e modelli di business che si possono adattare velocemente ed eff icientemente. Ov viamente, in tutto questo, la digitalizzazione avrà un ruolo preponderante, ma non basterà.

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CUSTOMIZZAZIONE Nonostante la tecnologia stia crescendo a ritmi esponenziali, la produttività del lavoro in Europa, Canada e Usa non aumenta. Perché? Perché per riuscire a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla tecnologia non basta applicarla, ma bisogna imparare a calarla nella realtà aziendale e adattare i business models aziendali a essa. Questo vale sia per piattaforme di commercio elettronico sia per l’utilizzo di big data per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. A proposito della distribuzione di prodotti e servizi, pensiamo che il futuro sarà caratterizzato da catene di produzione sempre più strutturate (ci saranno sempre meno intermediari). La customizzazione di massa di prodotti e servizi, attraverso big data e connettività, offre la possibilità di anticipare i bisogni/desideri del mercato. Come faranno imprese medio piccole a sopravvivere in un mondo dominato da giganti come Alibaba o Amazon e piattaforme che facilitano il noleggio di beni di qualsiasi genere? Siamo convinti che, essendo praticamente impossibile competere sul prezzo, la risposta sia l’esperienza. Se un cliente ha un’esperienza particolare, con alta probabilità sarà disposto a pagare il prezzo giusto. La connettività ovviamente avrà effetti anche sulla smart-home (la O t t o b r e

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Per riuscire a sfruttare le informazioni ed esperienze interne ed esterne è necessario introdurre meccanismi di strutturazione della creatività che permettano di identificare, strutturare e priorizzare nuove opportunità di crescita e di accelerare la commercializzazione di nuovi prodotti e servizi

casa connessa) e su nuovi tipi di sensori che saranno inseriti in tutti i tipi di materiali (anche calcestruzzo) e che comunicheranno sia con noi che tra di loro, facilitando la manutenzione preventiva. CAMBIAMENTO EPOCALE Oltre alla digitalizzazione (connettività) pensiamo che in un orizzonte temporale più lungo vedremo emergere un fenomeno che oggi sembra ancora fantascienza. I robot. Già oggi esistono prototipi di robot che sostituiscono muratori e macchine da lavoro. Come detto, sembra fantascienza, ma questo fenomeno arriverà prima di quanto pensiamo (l’aspirapolvere Roomba è un esempio). Come può la vostra azienda o come potete aiutare la vostra azienda ad adattarsi a questo cambiamento epocale? Lavorando a centinaia di casi di innovazione (successi e insuccessi) in tutti i settori e in tutto il mondo (per esempio, Cemex, Argos, Alibaba, Fincantieri, Ibm, Samsung, Hyundai ecc.) abbiamo imparato che i campioni dell’innovazione hanno in comune due comportamenti: (A) Hanno dei meccanismi di collaborazione su quattro livelli. Tra collaboratori dello stesso reparto; tra quelli di reparti diversi; di collaborazione con la gestione dell’azienda; tra l’azienda ed enti esterni (in particolare clienti e fornitori). Tutte queste collaborazioni permettono di raccogliere continuamente informazioni, o come diceva Steve Jobs (dots). (B) Usano processi di strutturazione della creatività semplici e concreti. Per riuscire a sfruttare le informazioni ed esperienze interne ed esterne è necessario introdurre meccanismi di strutturazione della creatività che permettano di identificare, strutturare e priorizzare nuove opportunità di crescita e di accelerare la commercializzazione di nuovi prodotti e servizi. Il tutto riducendo il rischio di sviluppo di nuove idee e aumentando il ritorno sull’investimento fatto in innovazione. In IXL-Center abbiamo sviluppato un processo di soluzione creativa di sfide legate all’innovazione e alla crescita che Forbes Magazine ha definito tra i 20 migliori al mondo. Il seguente link vi permetterà di vedere il funzionamento di questo processo: https://bit.ly/2NEyN2B. Non abbiate paura del cambiamento epocale all’orizzonte: vedetelo come opportunità epocale.

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I L TA L K S H O W

CHI HA VINTO IL DERBY DELLA DISTRIBUZIONE In campo a Verona è scesa una formazione da Campionato di Serie A del commercio edile: Franco Nessi, Rino Orsolini, Nicola Quartarella, Vincenzo Zanutta. E sul fronte opposto Nicola Toschi, come rappresentante della Gdo. Ecco come è andata la partita di Giuseppe Rossi

Da sinistra, Nicola Quartarella, Franco Nessi, Rino Orsolini, Nicola Toschi, Vincenzo Zanutta

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Verona, nell’ambito del Convegno YouTrade, si è svolto l’atteso derby del commercio edile. In campo si sono confrontate due formazioni. Da una parte si è schierata la nazionale della distribuzione edile, forte di una squadra da Serie A della rivendita. Dall’altra, un team rappresentato da un solo giocatore, ma con alle spalle un gruppo che da qualche anno fa collezione di scudetti (no, non è la squadra

che pensate). Con questa premessa, il convegno organizzato nell’ambito della Fiera del Condominio ha visto in campo Franco Nessi, presidente di Eternedile, Rino Orsolini, presidente della Orsolini, Nicola Quartarella, presidente di BigMat Centro Edile Quartarella e Vincenzo Zanutta, ad di Zanutta: sono stati loro i protagonisti della formazione titolare della distribuzione edile. Di fronte, solo ma senza timore, si è schierato Nicola Toschi, direttore commerciale di Ottimax Italia, un gruppo della Gdo che ha l’oO t t o b r e

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«È difficile fare impresa quando ci si trova invischiati in procedure che durano mesi, se non anni» biettivo di unire le formule di vendita all’ingrosso e al dettaglio sotto un unico marchio, attivo nei settori di edilizia, elettricità, termoidraulica, piastrelle, vernici, ferramenta, falegnameria e giardino. «Ma, anche se il prezzo competitivo è il nostro punto di partenza, non sottovalutiamo le competenze e la capacità di relazionarsi con il cliente della distribuzione tradizionale», ha spiegato Toschi, con un contropiede che non ha sorpreso, però, la squadra avversaria. Che ha rilanciato: «Il problema principale non è la concorrenza con la grande distribuzione, ma il grande intralcio della burocrazia che frena chi vuole fare edilizia», ha puntualizzato Nessi. «È difficile fare impresa quando ci si trova invischiati in procedure che durano mesi, se non anni». D’accordo anche Orsolini: «Purtroppo la semplificazione non sembra essere un argomento all’ordine del giorno del legislatore, mentre dovrebbe essere messa al primo posto». A raffreddare il clima di competizione, per virare su un confronto con un tasso agonistico più moderato, anche Zanutta: «Quella con la Gdo non è una vera competizione se non in alcuni casi. Piuttosto, la distribuzione tradizionale deve imparare a utilizzare le armi del marketing e a individuare i segmenti di mercato in crescita», ha aggiunto l’imprenditore, che ha ricordato anche come l’apertura dello showroom dell’azienda friulana a Parigi sia stato un esperimento che ha pochi riscontri nel panorama delle rivendite in Italia. Un caso diverso è quello di Quartarella, che ha indicato la strada della sinergia con un grande gruppo sia stata efficace: «Fare parte di una realtà come BigMat è stata senza dubbio O t t o b r e

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Il dibattito con il pubblico al termine del talk show

una decisione giusta. Ma, accanto a questo, abbiamo saputo interpretare la realtà locale con la proposta di uno showroom di qualità, apprezzato non solo dagli utenti professionali». LE PREVISIONI Pareggio tra grande e media distribuzione anche per quanto riguarda il primo bilancio relativo al 2018: in leggera crescita o stabile un po’ per tutti, «con i primi mesi dell’anno partiti meglio e un rallentamento nel secondo trimestre», ha precisato Nessi. Ma per il 2019 le aspettative non sono affatto cupe. A patto, però, che il governo riproponga con convinzione i bonus casa. Anche perché il caso del ponte di Genova, ma anche di molte altre strutture, indicano un’Italia che ha urgente necessità di essere ricostruita. «Un incentivo non può essere eterno, ma eliminarlo per il 2019 sarebbe nefasto», ha sintetizzato Zanutta. D’accordo con lui anche Toschi: «Non credo che sarebbe una buona idea». Secondo Orsolini, «al contrario, la legge dovrebbe spingere ulteriormente i proprietari di immobili a riqualificare». «Sarebbe saggio prorogare i bonus, un’occasione che non si può perdere», ha concluso Quartarella.

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siste la normalità in economia? La risposta ovviamente è no. L’economia non è una scienza esatta e, soprattutto, impone delle scelte. E, dunque, deve considerare molti fattori. Alcuni sono ormai codificati negli indicatori tipici con i quali rappresentiamo gli andamenti economici, altri sono indicati nelle aspettative imprenditoriali. Altri ancora sono mediati da studi, indagini, ricerche, interpretazioni. Ma una delle missioni che ha l’economia non è solo studiare ciò che è avvenuto e spiegare il perché di alcuni fenomeni. Dovrebbe essere, invece, la capacità di anticipare i fenomeni, individuare i trend e indirizzare le scelte imprenditoriali verso azioni in grado di migliorare le performance, siano esse produttive, economiche o finanziarie. L’economia è una scienza recente e per come l’abbiamo conosciuta nel passato e, per come l’abbiamo studiata prima all’università e poi frequentata nel nostro lavoro quotidiano, possiamo dire con certezza che O t t o b r e

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facile e intuitivo, predittivo e aperto all ’integrazione con le innovazioni tecnologiche. I numeri del gruppo NAV-lab: + 600 progetti Dynamics realizzati + 350 risorse dedicate + 13% quota del mercato NAV in Italia + 60 mil di € di fatturato + 17 sedi Nord Centro e Sud Italia 75


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le sue teorie e le sue interpretazioni hanno seguito lo sviluppo industriale e produttivo dalla rivoluzione industriale in poi. E di quella evoluzione è anche figlia, in quanto i lunghi trend economici e produttivi, con le varie ricadute sociali, dalla fine del Settecento a oggi hanno seguito l’andamento lineare della produzione industriale. Quella linearità che oggi è stata non solo messa in discussione dal nuovo approccio che deriva dall’adozione dell’economia circolare come nuovo paradigma produttivo e, soprattutto, come nuova modalità di gestione dei flussi risorse-prodotti-consumi-rifiuti. Ma che è stata anche una delle cause della lunga crisi economica, una crisi che ha fatto comprendere come i vecchi modelli produttivi non fossero più in linea con i tempi e con le evoluzioni, oltre alle esigenze, della società. PAROLA D’ORDINE: ADATTAMENTO L’economia, dunque, non solo non è una scienza esatta, ma è anche uno strumento che deve adattarsi alle mutate condizioni ambientali, economiche e sociali. I cambiamenti climatici, il consumo di suolo, le variabili legate all’invecchiamento della popolazione, il mutamento dei modelli di consumo, l’esplosione del digitale e la nuova economia della sostenibilità sono tutti fattori che incidono direttamente sulle previsioni e con i quali l’economia deve confrontarsi in uno scenario che è diverso. Non è più quello dell’economia lineare della produzione industriale, ma è quello dell’economia circolare e della produzione digitale. Da lineare a circolare, da industriale a digitale, il cambiamento dei paradigmi modifica anche le analisi. Soprattutto, se nell’economia lineare i cicli produttivi e quelli delle crisi erano dominati da lunghi periodi di crescita, brevi crisi e poi riprese, nella nuova normalità il ciclo non si è ancora avviato e molto probabilmente non si avvierà, ma dovrà basarsi su andamenti molto diversificati tra crescite di brevissimo periodo e immediati rallentamenti e stagnazioni. È questo lo scenario attuale delle costruzioni, che si inserisce in una dinamica complessiva dell’economia italiana in rallentamento. Il tasso di crescita del Pil in Italia nel secondo trimestre è stato dello 0,2%, che segue il +0,3% del trimestre precedente e che ha portato la previsione annua a +1,2% e a solo +0,8% con il dato del terzo trimestre, un valore inferiore a quello stimato all’inizio dell’anno dal Governo e dai principali osservatori di settore. RESIDENZIALE IN LEGGERO AUMENTO Il contributo alla crescita del Pil, ed è una notizia positiva, si deve soprattutto alla crescita degli in-

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vestimenti fissi lordi (+2,9% nel secondo trimestre contro la diminuzione del -1,1% nel trimestre precedente), con incrementi dovuti soprattutto alla spesa per attrezzature di trasporto (9,2% contro 5% nel primo trimestre), impianti, macchinari e armamenti (7,5% contro -2,4%) e edilizia residenziale (+0,3 %). La produzione industriale è aumentata dello 0,3% e quella in costruzioni, secondo i dati Istat, è cresciuta dello 0,2%. Nella lettura della dinamica di lungo periodo il secondo trimestre 2018 è stato il trimestre con il ritmo più lento di espansione dal quarto trimestre del 2016. Questo rallentamento si deve certamente a fattori congiunturali non solo nazionali, ma anche internazionali. Compreso la frenata generale dell’economia europea, all’interno della quale, tuttavia, il settore delle costruzioni sta facendo segnare un trend positivo, in crescita del +2,6%. La crescita media del settore in Italia nell’ultimo periodo è stata però dello 0,8%, con una tendenza leggera al miglioramento nella seconda metà dell’anno, ma che difficilmente supererà la previsione già elaborata dal Centro Studi YouTrade di una crescita del settore fino a un massimo del +1,2% nel 2018. SU E GIÙ I segnali positivi dunque ci sono, ma sono discontinui, come testimoniano i dati sul clima di fiducia delle imprese di costruzioni, in crescita, mentre gli andamenti gli ordini, anch’essi in miglioramento, non hanno ancora raggiunto la soglia dello zero

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psicologico, ovvero l’equilibrio tra chi indica ordini negativi e chi indica valori positivi. Per questo motivo i dati riferiti ai giudizi sulle attività delle imprese, prossimi allo zero, hanno subito una flessione negli ultimi mesi, con andamenti molto altalenanti mese per mese. Sono andamenti che si riflettono nell’andamento mensile del valore della produzione, e con i prezzi utilizzati come fattori anticongiunturali per mitigare le variazioni mese su mese. Complessivamente, lo scenario della produzione nel settore evidenzia una rotta di galleggiamento stabile, così come l’abbiamo definita nel recente Convegno nazionale YouTrade. Ma il segnale positivo della crescita delle ore lavorate non deve indurre a facili considerazioni. Tutto il settore delle costruzioni è in un forte deficit di produttività, uno dei temi rilevanti e strategici sui quali porre l’attenzione per il futuro. Le previsioni per il futuro, a breve termine, vedono una crescita che nell’anno si consoliderà tra lo 0,8% e il +1,2%, ma molto dipenderà dai segnali e dalle decisioni del Governo in tema di proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e le rigenerazioni energetiche e per l’antisismica. INSTABILITÀ PERMANENTE Ma ciò che va sottolineato è che in questo scenario complessivo non si può più affrontare la lettura del mercato con i vecchi strumenti legati ai soli investimenti fissi lordi o alla dinamica occupazionale e delle imprese. Per esempio, i cambiamenti repentini dell’output complessivo del settore indicano che le dinamiche e i trend sono molto più instabili e meno predeterminabili rispetto al passato. Nel 2018 c’è stata una crescita mensile del +7,9% a gennaio, una diminuzione del -1.6% a febbraio e una ulteriore

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diminuzione del -5,1% a marzo, una ripresa del 3,2% ad aprile e uno stop con un -0,2% a maggio, per poi vedere due mesi di crescita (+3,9% e +2,6%) a giugno e luglio, due mesi nei quali giocoforza l’attività edilizia è tra le più presenti economicamente per questioni legate al tempo. IMPARARE A INTERPRETARE Tutto è cambiato e dunque tutto deve cambiare, compreso il nostro modo di leggere i dati. Come affrontare dunque questo cambiamento che abbiamo chiamato normalità e che qualcuno chiama nuova normalità? Analizzando i mercati potenziali e convincendoci che in realtà c’è ancora molto da fare. Per esempio, con riferimento al mercato residenziale, 9 milioni di edifici e 17 milioni di abitazioni occupate

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hanno già raggiunto la soglia dei 40 anni di età. Stiamo parlando del 74,1% degli edifici residenziali e del 71,4% delle abitazioni occupate, dunque le case abitate e vissute dalle famiglie italiane. Di che cosa sono fatti questi edifici, queste case e con quali materiali sono state realizzate? Come intervenire e con quali tecniche? Per rispondere alla prima domanda basta analizzare i dati Istat, che ci raccontano che 7 milioni di edifici sono costruiti in muratura, 3,6 milioni in cemento armato e 1,6 milioni con altri materiali strutturali. A oggi 6 milioni di edifici in muratura (pari all’86,6% del totale di quelli realizzati in muratura) hanno raggiunto i 40 anni di età e poco meno di 470 mila sono entrati nella soglia di quelli che hanno oltre 30 anni. Per quanto riguarda gli edifici in cemento armato le statistiche indicano che 2 milioni oggi hanno oltre 40 anni, ma altri 740 mila sono entrati nella soglia oltre i 30 anni. In sostanza, nei prossimi anni oltre un quinto di quanto edificato in cemento armato nel segmento residenziale entrerà in una prima fase di obsolescenza. Infine, un altro milione di edifici ha già oggi oltre 40 anni ed è stato edificato con altri sistemi costruttivi e altri 260 mila edifici già oggi hanno quasi superato la soglia dei 30 anni, iniziando la loro prima obsolescenza. Dei 12,2 milioni di edifici in totale, ben 2 milioni sono in mediocre o pessimo stato di conservazione. CI VOGLIONO STIMOLI Questo è il nostro patrimonio residenziale edificato, ma poi dovremmo considerare tutto il non

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residenziale e le opere pubbliche già costruite, sulle quali andrebbero fatte azioni di riqualificazione urgenti. Un mercato potenzialmente enorme che tuttavia ha bisogno di essere stimolato. Ecco il punto vero. Nel nuovo scenario il mercato va affrontato in modo diverso, attraverso azioni di promozione di interventi in grado di evidenziare le convenienze alla riqualificazione, alla rigenerazione, al riuso, al

recupero. Nel mercato della nuova normalità non si vendono più case o metri quadrati, ma si deve vendere benessere e convenienze economiche, che si traducono anche in convenienze ambientali. Di conseguenza anche i prodotti e i servizi vanno tarati a tutti i livelli su questa nuova normalità che le nostre imprese devono imparare a conoscere con la quale dobbiamo convivere.

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inQ uadra Soluzione progettata per abbinare le spalle coibentate alle varie soluzioni di tende tecniche presenti nel mercato. Il cassonetto in EPS viene realizzato a disegno in base alle necessità di ingombro della tenda tecnica e può essere opportunamente sagomato in caso di travi o altri ostacoli architettonici. Il 4° lato è realizzato a vaschetta per contenere il davanzale o soglia, isolando così tutti i lati a contatto con la muratura. Viene realizzato con pendenza 1%.

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IMMOBILI

NEL 10% DELLE CASE SI STA TROPPO STRETTI

In Italia ci sono ville o appartamenti vuoti, invenduti o non abitati. Eppure una parte della popolazione vive in locali sovraffollati e a volte malsani. Una contraddizione messa in luce dalle statistiche che può essere ridotta solo con la radicale riqualificazione del patrimonio residenziale di Giuseppe Rossi

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n Italia c’è il mare e ci sono i monti. C’è un Nord produttivo come la Baviera e un Sud più vicino ai ritmi del Peloponneso. Ci sono 487 tipi di formaggio e deteniamo il record della pizza più grande del mondo: è stata preparata nel 2012 a Roma, aveva una superficie di 1.261 metri quadri. Questo per dire che l’Italia è il Paese dove la varietà è di casa. E, con la varietà, sono di casa (è proprio la definizione appropriata) anche le contraddizioni. Per esempio, per quanto riguarda il patrimonio immobiliare. Ce è una statistica, per esempio,

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che stride: l’Italia registra un record di case vuote, eppure parte della popolazione vive in ambienti sovraffollati. E diminuire questa incongruenza è possibile solo con un bel po’ di lavori di riqualificazione o semplicemente di ristrutturazione. STANZE DESERTE L’ultimo censimento dell’Istat è servito, tra l’altro, a stabilire quante abitazioni non abitate ci sono in Italia. Tante. Per un motivo o per l’altro dalla Val d’Aosta alla Sicilia, passando per Veneto e Sardegna, ci sono in tutto oltre 31 milioni di abitazioni, ma

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A t t u a l it à osta (50,1%), Calabria (38,8%), seguita da Molise e Provincia di Trento (37,1%). Insomma, a guardare i dati dell’Istituto di statistica anche nella regione con più abitazioni occupate, la Lombardia, ce ne sono comunque circa il 15% vuote. E non tutte sono seconde case. In un Paese votato al turismo come l’Italia, non stupisce, quindi, che Airbnb faccia affari d’oro: parte di quelle case vuote sono impiegate in affitti temporanei, complice il facile utilizzo della piattaforma internet, che agevola questo tipo di attività.

DISAGIO ABITATIVO

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2015 not available. Source: Eurostat (online datacode: ilc_mdho06a)

15%

percentuale della popolazione che vive in case molto più ampie di quanto servirebbe

solo poco più di 24 milioni sono occupate. Le altre, 7 milioni, non sono abitate. Bisogna aggiungere, però, che parte di queste abitazioni non occupate sono seconde case e, pertanto, abitate saltuariamente. Ne restano, comunque, ancora parecchie che sono o nuove e fanno parte dell’invenduto ormai storico, frutto del boom degli anni Novanta e primi anni Duemila, oppure sono semplicemente eredità familiari. 
I dati dell’Istat, tra l’altro, hanno anche messo a fuoco proprio la bolla dell’edilizia: nel corso del decennio tra il 2001 e il 2011 risultano censite oltre 3,9 milioni di abitazioni in più. Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, il numero di case occupate è maggiore in Lombardia (84,5%), Campania (quasi l’83%) e Lazio (82,2%). Il maggior numero di case vuote si trova, invece, in Valle d’A-

DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE PER TIPOLOGIA DI ABITAZIONE, 2015 (% DELLA POPOLAZIONE)

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Provisional data. (2) 2014. Source: Eurostat (online datacode: ilc_lvho01)

LA CLASSIFICA DEL DISAGIO Eppure c’è anche un’altra verità, meno nota e, forse più scomoda. Accanto a palazzi d’epoca, abitazioni di charme e villette al mare, c’è anche una emergenza: il sovraffollamento. Possibile? Ebbene sì: anche in questo caso sono i numeri a certificare che l’Italia è uno dei Paesi in Europa con i tassi più elevati di affollamento delle residenze. Un eccesso che si traduce in disagio abitativo. È il termine, questo, che indica il numero di persone che vivono in case con problemi strutturali (per esempio soffitti o infissi fuori norma). Oppure che abitano in appartamenti che non hanno bagno o doccia con acqua corrente, che sono bui e malsani. A misurare il grado di disagio abitativo è stato Eurostat, l’istituto di statistica europeo. A scanso equivoci: è un ente tecnico, non politico. Risultato: quasi il 10% degli italiani vive in case sovraffollate, mentre la media europea è del 16,5%. Sembra un buon risultato, ma non lo è. La media, infatti, è rovinata da otto Paesi in cui l’emergenza abitativa è davvero emergenza: Romania, Polonia, Croazia, Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Slovacchia e Grecia. Ma c’è di più: se consideriamo solo chi è a rischio povertà, la percentuale di chi vive condizioni di sovraffollamento sale al 43%, facendoci superare anche la Grecia. Un altro dato riguarda, invece, la differenza tra chi vive in affitto e chi in appartamento di proprietà. Questi ultimi tendono, come era prevedibile, a migliorare di più la qualità dell’immobile. Tra chi vive in locazione la quota di chi abita in un’abitazione di bassa qualità è quindi quasi tre volte quella rilevata tra chi vive in una di proprietà (il 14% contro il 5%). Così una casa disagevole o, perlomeno, non in condizioni adeguate, nel 2015 in Italia riguardava un affittuario su tre, una percentuale leggermente superiore alla media europea, mentre meno del 5% i proprietari. Tra l’altro, molti degli italiani che stanno pagando un affitto, ma anche, in misura minore, chi ha acceso un mutuo, spende per la casa più del 40% del proprio reddito disponibile equivalente. Insomma, i numeri indicano che nonostante ci siano molte case vuote è urgente O t t o b r e

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riqualificare quelle esistenti. Per dare un’idea, in Francia, Regno Unito, Germania e Spagna vive disagio abitativo grave solo il 2% della popolazione. DIVARIO CRESCENTE Come mai c’è questo divario tra case vuote e appartamenti sovraffollati o in cattivo stato di manutenzione? La crisi economica dell’ultimo decennio ha accentuato un disagio che, però, esisteva anche prima. Uno dei motivi può essere invece ricondotto al numero crescente delle famiglie. Anche se la natalità è piatta, i dati Istat indicano un totale di 25,81 milioni di famiglie nel 2014, 25,85 milioni nel 2015 e 25,93 milioni nel 2016. Famiglie, cioè quasi sempre giovani, che non possono permettersi un’abitazione a un prezzo accettabile per la loro situazione economica. E questo porta a un altro paradosso: nonostante tutto, l’Italia è tra i Paesi in cui è minore la percentuale di popolazione che vive in case molto più ampie di quanto servirebbe. Per la precisione, vive in ambienti sovradimensionati il 15% degli italiani, mentre la media europea è del 34%. Altro dato interessante: da noi ci sono meno villette e più condomini che altrove. Sempre Eurostat certifica che siamo fra i Paesi con il numero più basso di persone che vivono in case indipendenti: solo due italiani su dieci godono di questa libertà, mentre oltre la metà vive in appartamento. Il resto, il 30%, vive in case semi indipendenti. Se pensate che i dati di Eurostat dipingano una situazione non veritiera, leggete il rapporto Bes, sigla che sta per Benessere Economico e Sostenibile. Questo indice è misurato dall’Istat ed è stato aggiornato al 2016. Anche per il nostro istituto di statistica l’Italia non può fare i salti di gioia: si colloca, infatti, al 21esimo posto tra i 28 Paesi della Ue per quanto riguarda la qualità delle abitazioni. Sempre secondo l’Istat, però, c’è stato un leggero miglioramento: dal 2015 al 2016 la quota di persone che vive in abitazioni di bassa qualità è leggermente scesa dal 9,6% al 7,6%. LA CLASSIFICA DEL DISAGIO L’Istat è andato anche oltre: ha chiesto agli italiani di descrivere quali sono i problemi o i deficit di abitabilità. Risultato: diminuisce, ma di poco, chi ha problemi di infiltrazioni, umidità e simili in muri, soffitti o infissi di casa (dal 24,1% al 21%). Percentuale che, comunque, rimane alta. Altro problema molto sentito è la scarsa luminosità dell’abitazione, anche in questo caso in leggero calo dal 7% al 5,5%. In conclusione: dipingere l’Italia come il felice Paese delle seconde case è profondamente sbagliato. Lo indicano i numeri: una numerosa fetta della popolazione vive in abitazioni inadeguate, in alcuni casi malsane. Una ragione in più per sottolineare l’urgenza di riqualificare il patrimonio abitativo O t t o b r e

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Nasce Ruregold: innovazione e sicurezza nel suo codice genetico.

INNOVATION & SAFETY FOR BUILDING

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Dal prestigio del marchio Ruredil è nata la nuova società Ruregold. Nel proprio DNA possiede una profonda conoscenza del mercato della ricostruzione edile e un rilevante know-how delle soluzioni per il rinforzo strutturale. La nuova realtà Ruregold concentra le proprie energie nell’evoluzione di nuovi sistemi per il rinforzo delle strutture in calcestruzzo e muratura con materiali compositi d’eccellenza, in particolare la gamma FRCM che per prima al mondo ha ottenuto la certificazione di validazione a INNOVATION & SAFETY FOR BUILDING livello internazionale. Questo significa offrire un accurato supporto ai progettisti che intendono affidarsi alle innovative tecnologie di Ruregold, le quali hanno già dimostrato, con referenze provate, la loro validità antisismica e l’incremento della sicurezza nei rinforzi delle strutture.

Ruregold ha acquisito anche il brand Rurmec che, con la propria linea di elettroutensili e sistemi per il fissaggio, è storicamente riconosciuto sul mercato grazie ai suoi prodotti da sempre apprezzati dagli operatori nel settore dell’edilizia.

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PROFESSIONI

IL PITTORE SI FA IN SEI Entra in vigore la norma Uni 11704, che qualifica la figura del professionista, con il supporto di Anvides, Avisa e Assovernici. L’operatore, dopo un esame, potrà ottenere la certificazione che ne attesta la capacità. Non solo: la norma specifica anche qual è la sua specializzazione

di Valentina Anghinoni

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a norma Uni 11704, pubblicata a marzo di quest’anno, entra nel vivo attraverso l’assegnamento delle prime certificazioni di conformità di pittore edile, valide a livello nazionale. La norma e la certificazione sono il frutto di anni di intenso lavoro e della sinergia tra Anvides (Associazione Nazionale Imprese di Verniciatura e Decorazioni), Avisa e Assovernici, e degli altri enti partner, tra i quali Federlegnoarredo. La norma è stata ufficialmente presentata vicino a Como durante il Primo convegno Nazionale Certificazione delle competenze in conformità alla Uni 11704, intitolato Il futuro del pittore edile, organizzato da Colorfree in qualità di punto di riferimento Anvides per le provincie di Sondrio, Lecco e Alto Lario. Antonio Maglia, amministratore di Colorfree spiega l’importanza di questa novità: «Se fino a un paio di anni fa sembrava folle parlare della creazione di una norma per distinguere la figura professionale del pittore edile, oggi la norma è stata pubblicata e l’Uni la prende a esempio per altre categorie, perché l’abbiamo fatta bene. Il nostro augurio è che la certificazione delle competenze in conformità alla norma Uni 11704 rappresenti il futuro del pittore edile e che ottenga l’interesse del mondo della progettazione». UN VANTAGGIO TRASVERSALE Presenti all’evento i pittori edili, i veri protagonisti della discussione, ma anche architetti, progettisti e imprese. Tutti, infatti, possono trarre un grande beneficio da questa opportunità, perché la certificazione può rappresentare una garanzia di professionalità e competenza, elementi indispensabili in un mercato dell’edilizia sempre più specializzato e attento alla qualità. Quello del pittore edile,

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infatti, è un ruolo tutt’altro che secondario all’interno di un progetto costruttivo, visto che è quello che più salta all’occhio del committente. Come ha sottolineato Ugo Parolo, deputato e membro della Commissione Ambiente Lavori Pubblici alla Camera: «Se il lavoro del pittore edile è svolto a regola d’arte, valorizza tutto il sistema casa, in caso contrario può invece vanificare tutti i passaggi precedenti anche se ben realizzati». Un altro merito indiscutibile della norma e della relativa certificazione è che «offre al mercato un’ulteriore trasparenza nel settore dell’edilizia, come è già avvenuto per altri comparti, che è assolutamente necessaria». LA NORMA NEL DETTAGLIO La norma è valida su tutto il territorio nazionale e individua le caratteristiche del pittore edile e lo distingue indirettamente dall’imbianchino (che in inglese è definito, infatti, comunemente whitewasher, colui che lava con il bianco). Al suo interno sono descritte le competenze che verranno esaminate per l’ottenimento della certificazione e gli aspetti deontologici della professione. La certificazione è uno strumento di carattere volontario e qualifica la persona, che può accedervi sia in qualità di lavoratore dipendente che di artigiano autonomo. L’Uni ha scritto la norma, ma la certificazione è rilasciata da un ente terzo, indipendente, e a sua volta accreditato: Cepas. Si tratta di un organismo di certificazione professionale in accordo con la normativa internazionale di natura volontaria Iso17024, attivo a livello nazionale e internazionale. L’organo di certificazione ha avuto il compito di definire il cosidetto schema, cioè la metrica della valutazione delle competenze professionali, lavorando a stretto contatto con le parti interessate. «Ci stiamo O t t o b r e

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Colori p

www.ard-raccanello.it O t t o b r e

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Antonio Maglia, amministratore di Colorfree. Marco Brignoli, consigliere di Anvides

impegnando tutti insieme per elevare la nostra professione, per farci riconoscere il valore tecnico del nostro lavoro», commenta Giovanni Napolitano, pittore edile da tanti anni attivo in Anvides. A conferma del fatto che il pittore edile non è un semplice whitewasher, la norma distingue sei figure specializzate correlate, ognuna delle quali è contraddistinta da specifiche competenze: il decoratore edile, l’installatore di sistemi di isolamento termico a cappotto, l’applicatore di sistemi di protezione passiva dal fuoco, l’applicatore di sistemi o rivestimenti resinosi per pavimentazioni, lo specialista di interventi di restauro per calcestruzzo armato e l’applicatore di sistemi anticorrosione per edilizia. COME OTTENERE LA CERTIFICAZIONE Per ottenere la certificazione che attesta la conformità alla norma Uni 11704, occorre per prima cosa soddisfare dei requisiti di accesso, cioè aver lavorato in questo ambito o aver svolto praticantato (documentabile) per almeno quattro anni. Inoltre, è necessario conoscere la lingua italiana per la comprensione delle schede tecniche. La certificazione viene rilasciata in seguito al superamento di un esame, coordinato da Cepas e che potrà avvenire presso una delle sedi Anvides. L’esame mira a verificare se sono rispettati il livello di abilità, le conoscenze e le competenze indicate dalla norma, attraverso lo studio del curriculum del candidato, l’esecuzione di una prova scritta (composta da venti domande a risposta chiusa) e di una

Giovanni Napolitano, pittore edile membro Anvides

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Ugo Parolo, deputato e membro della Commissione Ambiente Lavori Pubblici alla Camera

pratica accompagnata da una parte orale. Tutto è stato pensato per venire incontro alle peculiarità del mestiere, quindi in maniera molto pratica e diretta, perché «l’obiettivo della certificazione è la valorizzazione dell’attività professionale» ha concluso Anna Favorito, rappresentante Cepas. Alla fine del percorso il professionista in possesso della certificazione risulterà iscritto a un registro ufficiale presso l’ente di certificazione. FORMAZIONE CONTINUA La certificazione ha un periodo di mantenimento per tre anni di fila, mentre al quinto anno scatta il rinnovo. L’idea di Anvides è quella di accompagnare il professionista nel suo lavoro e in un’ottica di formazione continua, a garanzia della qualità del lavoro come categoria professionale. A questo proposito, Marco Brignoli, in qualità di consigliere Anvides, ribadisce gli obiettivi della associazione: «Attraverso i suoi punti sul territorio, Anvides vuole essere vicina a tutti gli operatori nel processo di crescita, riconoscimento e tutela. Siamo un’associazione di categoria che racchiude al suo interno le tre figure del mondo del colore, le imprese, i distributori e i pittori, perchè pensiamo che sia importante avvicinare gli operatori e parlare tutti in un’unica lingua, per migliorare il nostro settore dal punto di vista della qualità, a beneficio di tutti. Con la certificazione vogliamo coinvolgere i migliori del nostro settore per far parte di questa idea di categoria, quasi come un’élite all’interno del comparto». Anna Favorito, rappresentante Cepas

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TECNOLOGICAMENTE UNICHE

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I BILANCI DELLE COSTRUZIONI 2017

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TECNOLOGIA

TRA EDILIZIA E IMMOBILI ARRIVA IL PROPTECH È la nuova frontiera per le compravendite, per la riqualificazione, per la progettazione: dal matrimonio tra soluzioni hi-tech e settore del real estate nasce un nuovo universo di servizi. E dopo il boom negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ecco il primo esempio anche in Italia

di Giuseppe Rossi

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vete un immobile da vendere? Pensate di ristrutturare un appartamento per metterlo a reddito? Volete riqualificare una palazzina? In ognuno di questi casi segnatevi questa parola: proptech. È la formula magica che sempre di più farà da ponte tra mercato delle costruzioni e settore immobiliare. Spiegare che cosa significa è semplice: è un acronimo che indica l’unione di due fattori, la proprietà di un immobile e la tecnologia digitale. È un termine ampio, che include diversi aspetti. Per esempio, una semplice piattaforma web per fare incontrare domanda e offerta, oppure fornire servizi legati al settore immobiliare, come propone un sito come zoopla. co.uk. Ma non solo: nel proptech trovano posto anche la gestione dei sensori da inserire durante la costruzione di una casa. Come è avvenuto per le automobili, infatti, anche per l’edilizia e l’immobiliare aumenterà sempre di più il numero di sensori installati diret-

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tamente nell’edificio. Per esempio, per controllarne la stabilità, l’umidità, la temperatura. Rientrano nel proptech anche le tegole-fotovoltaiche proposte da Elon Musk, oppure le stampanti 3D dedicate all’edilizia, i robot capaci di impilare mattoni. Ma, ancora, si possono utilizzare per il proptech tecnologie come la blockchain, l’intelligenza artificiale, il machine learning, il deep learning, i big data analytics, l’internet delle cose. Tutte tecnologie che non sono, in apparenza, a disposizione delle piccole imprese. In apparenza, però. Perché, al di là delle definizioni e delle sigle care ai tecnici, la più raffinata tecnologia si infila orami ovunque. Basta guidare un’auto di nuova generazione, per esempio, per scoprire che gran parte delle applicazioni citate sono già utili per facilitare e rendere più sicura la guida, con il traguardo ormai vicino di vetture completamente autonome. E la stessa cosa sta per avvenire anche nel settore dell’edilizia e dell’immobiliare, seppure con tempi più rallentati. O t t o b r e

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LA RICHIESTA DEL MERCATO A spingere per il proptech, inoltre, saranno presto anche i clienti, cioè gli acquirenti di immobili. Una delle spinte, che negli Usa è già molto forte, mentre in Italia si fa strada adesso, è quella che deriva dagli assistenti virtuali. Apple, Microsoft e Amazon hanno proposto questi dispositivi che tendono a trasformarsi sempre più in maggiordomi domestici, capaci di dialogare con i più insospettabili servizi di casa. Alexa di Amazon, per esempio, tra questi assistenti digitali è il più diffuso negli Stati Uniti. Questi piccoli cilindri capaci di dialogare a voce con le persone sono uno dei possibili impieghi dell’internet delle cose, «umanizzato» per rendere facile l’utilizzo. Con loro Alexa e i suoi fratelli saranno in grado sempre di più di regolare sicurezza, clima, elettrodomestici e universo digitale della casa. A patto che l’abitazione sia studiata in modo da accogliere questo fitto scambio di informazioni invisibili. O t t o b r e

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CONDOMINIO TECH Il proptech, inoltre, ha anche la funzione di rendere l’abitazione (ma anche l’ufficio), un hub collegato con il resto del mondo. Magari semplicemente collegato con le altre abitazioni del condominio, in modo da far funzionare al meglio i servizi e risparmiare energia. Connessione in rete, riscaldamento, luci, acqua, persino i posti macchina: tutto può essere razionalizzato in modo efficiente. Tra l’altro, il proptech potrà anche eliminare la causa di un sacco di liti condominiali grazie all’implementazione dell’intelligenza artificiale. Perché, se è capace di gestire le partite alla Playstation di Fifa 2018 (con una quantità infinita di combinazioni) l’intelligenza artificiale può più facilmente regolare i servizi di un condominio. I PERICOLI I vantaggi del protech sono evidenti. E l’implementazione sempre più stretta della tecnologia nella filiera che va dall’edilizia all’immobiliare è inarrestabile.

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i miliardi di dollari investiti nel 2017in Usa per sviluppare aziende proptech

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Ma siamo sicuri che sia una marcia trionfale? Inutile nascondere che c’è anche il rovescio della medaglia. Innanzitutto, la tecnologia non sempre è semplice e accessibile a tutti. Anche se ora gli anziani utilizzano internet e smartphone, un assistente virtuale o la gestione dei sensori è, probabilmente, qualcosa alla quale molti non sono abituati. Accanto a qualche prevedibile ostacolo, però, si cela anche un pericolo: è quello che deriva dalla incerta sicurezza del mondo digitale, come la gestione dei dati relativi alla privacy. Negli Usa, per esempio, è successo che Alexa inviasse all’esterno per errore informazioni personali. C’è, inoltre, il pericolo di furti di dati da parte di malintenzionati: al posto del grimaldello o del piede di porco, insomma, per accedere a un appartamento sarà utilizzato sempre di più un computer portatile. Naturalmente, questo è un problema noto e le chiavi di accesso oppure la cifratura dei dati dei software che regolano l’internet delle cose casalinga è sempre più raffinata.

PRIMI PASSI IN ITALIA Se il fenomeno del proptech è esploso nei Paesi dove la tecnologia è più diffusa, ora si sta diffondendo anche in Italia. Il primo esempio, applicato al settore immobiliare, è Casavo, società attiva a Milano e Roma. L’obiettivo della start-up è velocizzare le vendite di immobili nelle grandi città. A promuovere questo esempio pratico di proptech è stato un ex consulente di Boston Consulting Group, Giorgio Tinacci, 27 anni. Nei primi sei mesi Casavo ha raccolto 9,5 milioni dagli investitori che hanno scommesso sul valore dell’innovazione. Casavo utilizza un insieme di algoritmi per determinare con maggiore precisione il valore di una proprietà. E permettere, quindi, di venderla prima. Con un’altra novità importante: fissato il valore dell’immobile, Casavo si impegna ad acquistare in un tempo che non va oltre i 30 giorni. «Va da sé che l’immobile acquisito potrebbe essere venduto a un valore più elevato, ma questa certezza non è data e, soprattutto, noi eliminiamo al venditore lo stress dell’attesa», ha spiegato Tinacci. Che si è alleato alle agenzie immobiliari: «Ne abbiamo già 200 convenzionate perché siamo una risorsa anche per loro», aggiunge. Il vantaggio reclamato da questa soluzione proptech, insomma, è il risparmio di tempo, che in alcuni casi può valere molto, anche perché nelle compravendite immobiliari e sulle valutazioni di una abitazione c’è poca trasparenza e i tempi di vendita sono più elevati di quelli della media Ue. Grazie alla tecnologia, quindi, per stabilire un primo prezzo a Casavo bastano 24 ore e una sola visita all’immobile. Il business? Sta tutto nello sconto richiesto, valutato dall’8 al 10%. Se va tutto bene in 30 giorni c’è l’appuntamento dal notaio per il rogito. NON SONO FANTASIE In ogni caso, se pensate che il proptech sia qualcosa di ancora molto lontano hi-tech, vi sbagliate. Lo scorso anno gli investimenti di venture capital in proptech hanno superato i 12 miliardi di dollari. E le imprese proptech sono passate da 72 a 235. La maggior parte ha sede negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma il proptech si sta diffondendo anche nel resto dell’Europa. Insomma, l’unione tra tecnologia e mercato dell’edilizia e dell’immobiliare è la nuova frontiera. Ma perché questo settore attira tanti investimenti? Semplice: perché il proptech è considerato un vantaggio competitivo. Per esempio, negli investimenti in edilizia residenziale i guadagni prevedono la massimizzazione del fatturato, raggiunta grazie ai risparmi (migliore utilizzo dello spazio, minori costi di marketing, spese più basse per l’energia), che sono proprio l’obiettivo del proptech. E l’esempio di Casavo lo dimostra. O t t o b r e

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SIGNORELLI

SIAMO SEMPRE PIÙ SUPERSPECIALIZZATI La rivendita di materiali edili di Calcinate (Bergamo) ha scelto di concentrarsi su clienti professionali. E di allargare il business con prodotti validi, come Gasstop, innovativo prodotto distribuito da Bildex per la soluzione dei cattivi odori provenienti dagli scarichi di Veronica Monaco

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ommercio di materiali edili, noleggio e autotrasporto conto terzi: questi gli ingredienti della formula della Signorelli Edoardo e C. di Calcinate (Bergamo). Nata nel 1992 dalla trasformazione della ditta individuale Signorelli Edoardo, fondata negli anni Settanta, l’azienda si caratterizza per un vastissimo assortimento su una superficie totale di 4 mila metri quadri, un parco macchine diversificato per ogni esigenza di cantiere e un servizio veloce e puntuale. Sempre attenta alle novità disponibili sul mercato, la rivendita ha da poco introdotto Gasstop,

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Signorelli Edoardo e C. di Calcinate (Bergamo). A sinistra, la famiglia Signorelli; in alto, a destra, Lisa Signorelli con il prodotto novità Gasstop

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il dispositivo contro i cattivi odori nei bagni e gli insetti infestanti, distribuito in Italia da Bildex. «Ho pensato subito che fosse un prodotto all’avanguardia», spiega Lisa Signorelli, socia insieme ai tre fratelli dell’attività di famiglia. Domanda. In un momento così complicato per il settore non sempre le rivendite hanno la lungimiranza di inserire prodotti nuovi… Risposta. La Signorelli Edoardo è sempre stata molto diversificata al suo interno. Non vendiamo solo materiali edili, ma operiamo anche nel noleggio di macchine e attrezzature e nel trasporto in conto terzi. Certo, la ferramenta è il nostro punto forte, dove raggiungiamo le marginalità più alte, mentre la vendita di materiali edili è il settore che ci dà più fatturato, ma con marginalità minori. Il punto, però, rimane l’offerta: se il prodotto è subito a disposizione del cliente, che spesso ha urgenza, si riesce a vendere bene nonostante possa costare anche di più. D. Quali sono i settori che stanno andando meglio?

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R. Il noleggio e, ultimamente, anche il trasporto conto terzi. Ci siamo resi conto che il più delle volte non è necessario fare tanti chilometri, ma offrire la prestazione giusta al momento giusto. Bisogna essere preparati e competenti, diversificando e sapendo come farlo. Per esempio, lo scorso anno abbiamo prestato servizio di trasporto notturno per tre mesi per la messa in opera di vetrate in una zona piuttosto inagibile. Un lavoro a regola d’arte, che ha soddisfatto sia noi che il committente. D. Come si compone la vostra clientela? R. Si tratta di imprese, artigiani e professionisti. Il privato non è il nostro principale interlocutore vista la mancanza di una vera sala mostra con esposizione ceramiche. D. Come mai questa scelta? R. Per questo genere di prodotti servono addetti dotati della giusta

formazione. Al momento nessuno all’interno della nostra attività possiede questo tipo di competenze. In più si tratta di un settore molto vivace, molto più dinamico rispetto a quello dei materiali edili. Abbiamo deciso di investire in altre cose. D. Quali sono i principali marchi che trattate? R. Siamo molto fidelizzati nei confronti dei nostri fornitori, crediamo nelle partnership con le aziende con cui lavoriamo e siamo contenti di mantenere rapporti continuativi. Tra i marchi più conosciuti abbiamo Mapei, Italcementi, Latercom, Tegolaia, Pica, Soprema, Eclisse e ovviamente Bildex. D. Parliamo di Bildex: quando e perché avete deciso di inserire in rivendita il Gasstop? R. Mi fido molto di questa azienda. Quando ci hanno proposto il Gasstop, dispositivo che permette di eliminare la risalita di insetti e

Gli interni della rivendita

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di cattivi odori dal sifone, ho pensato subito fosse un prodotto all’avanguardia, una soluzione valida a cui nessuno aveva mai pensato. Tra l’altro proprio in quel periodo avevo avuto un problema del genere nel mio bagno di casa: con Gasstop ho risolto l’inconveniente e sono diventata la sua prima promotrice. D. A quale tipologia di cliente vi rivolgete con questo prodotto? R. L’artigiano più accorto, competente nel rifacimento del bagno e delle tubazioni. Ho tanti clienti interessati, ma siamo ancora in una fase di presentazione. Prima che venga giustamente recepito, deve passare ancora un po’ di tempo. In ogni caso il problema del reflusso è generale, e ci auguriamo che Gasstop diventi un articolo di uso comune sia nelle nuove costruzioni che negli edifici esistenti. D. Come sta andando il 2018 per la Signorelli Edoardo? R. L’inizio dell’anno è andato bene, si è tranquillizzato verso aprile.

Credo che chiuderemo in pari rispetto allo scorso anno. D. Sentite la concorrenza della Gdo? R. Sì, ma non per questo abbiamo cambiato la nostra offerta. La Gdo forse pecca in un vero e proprio servizio di consulenza, mentre invece noi cerchiamo di rispondere alle esigenze del cliente in tutti i modi, così da farlo sentire sempre coccolato e soddisfatto. D. Come vedete il futuro della vostra rivendita, e della distribuzione edile in generale? R. C'è tanto da fare: nel prossimo decennio vorremmo inserire sempre più articoli per poter diventare ed essere "superspecializzati" soprattutto sul fronte della ristrutturazione. Ci daremo da fare per essere sempre più competenti e competitivi in questo ambito. Se vogliamo rimanere sul mercato dobbiamo adeguarci ai cambiamenti. Non tutti saranno capaci di fare questo mestiere. Il piazzale esterno; a sinistra macchinari e attrezzature a noleggio

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I FERRI DEL MESTIERE

Come fare un’offerta che non si può rifiutare

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l Padrino di Francis Ford Coppola è un film capace di tenerti incollato allo schermo per ore, completamente assorbito dalla storia della famiglia Corleone e della mafia italo americana del novecento. Anche chi non ama il cinema e non ha mai visto questo capolavoro, sa intonare il suo famoso tema musicale e sicuramente ha sentito parlare delle famigerate offerte che non si possono rifiutare. Sono delle micro storie nella storia, disseminate in tutto il film e usate dalla famiglia Corleone per sbloccare situazioni complicate e affari importanti. Sono anche dei capolavori di strategia di marketing, che ci svelano i tre segreti per formulare un’offerta che non si può rifiutare. Prima di tutto mettiamoci d’accordo sui termini della questione. Offerta deriva dal latino e signif ica letteralmente, «portare verso». Quindi, a differenza di quello che facciamo di solito quando elaboriamo un’offerta, è inutile decidere cosa offrire, se prima non decidiamo verso chi vogliamo andare. La prima domanda a cui rispondere è: quale tipo di cliente voglio attrarre? Un'offerta che non si può rif iutare è, per def inizione, irresistibile. Qualcosa che scavalca le nostre difese e arriva dritto a quella parte di noi che non possiamo controllare. Tanto per fare degli esempi, sono irresistibili le ciambelle per Homer Simpson, la pizza per le Tartarughe Ninja e sf ido chiunque a resistere dal ridere, guardando un f ilm di Stanlio e Olio. Come diceva Oscar Wild: «Posso resistere a tutto, tranne alle…», è una frase che si completa da sola nella nostra mente. La seconda domanda a cui trovare una ri-

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sposta è: che cosa può spezzare qualsiasi resistenza del mio cliente ideale? Scopriamolo insieme analizzando l’offerta che non si può rifiutare più famosa della storia del cinema. Si trova nella prima parte del film, è quella che Corleone fa a Woltz, un noto produttore cinematografico, per convincerlo a dare la parte di protagonista di un film al suo figlioccio, l’attore e cantante Johnny Fontane.

Dal film «il Padrino» tre segreti per rendere irresistibile una proposta commerciale al proprio cliente.

Per recapitare l’offerta, il Padrino invia il suo avvocato e consigliere personale Tom Hagen, interpretato dal premio Oscar Robert Duvall. Hagen parla per la prima volta con Woltz mentre stava lavorando sul set di un film. Si presenta come avvocato di un fantomatico cliente, chiedendogli subito di assegnare la parte a Fontane, in cambio della risoluzione dei suoi problemi sindacali e dei guai che gli stava creando una attrice tossicodipendente. In prima battuta Woltz risponde per le rime, ma quando capisce con chi ha a che fare, invita a cena Hagen a casa sua, per scusarsi e redimere la questione. Mostrando anche di essere inte-

ressato all’offerta. Segreto 1: Conosci il tuo cliente. Quando Hagen arriva nella mega villa del suo ospite, Woltz gli mostra la sua proprietà sfoggiando tutto il suo potere. Alla fine del giro si ritrovano nelle stalle, dove Woltz parla a Hagen di Cartoon, un purosangue pagato 680 mila dollari (niente male per gli anni Quaranta), che dopo il ritiro dalle corse è destinato alla carriera di cavallo da monta. Woltz fa capire a Hagen che tiene parecchio al suo cavallo, dicendogli testualmente: «La sua razza non deve finire!». È come se affidasse la sua eternità ai discendenti di Cartoon. Probabilmente, l’unica vera cosa, capace di scardinare le sue difese. Per scoprire a che cosa tenesse di più il suo cliente, ad Hagen era bastato stare ad ascoltare. Tu quanto conosci il tuo cliente? Sai a che cosa tiene di più? Glielo hai mai chiesto? Segreto 2: Capisci il tuo cliente. A cena Hagen spiega le ragioni del Padrino. Il produttore risponde che Corleone può chiedergli qualsiasi favore, ma non questo. Perché Fontane gli ha fatto un torto, soffiandogli sotto il naso una giovane attrice, di cui era innamorato. A questo punto Hagen si congeda senza finire la cena, lasciando di stucco Woltz. Non gli serve altro, ora sa come riformulare l’offerta, in maniera che non possa essere rifiutata. La scena successiva si svolge all’alba del giorno dopo, magicamente introdotta dalle suggestive note del tema musicale della saga. Woltz si sveglia tutto sporco di sangue. Il sangue del suo amato Cartoon, di cui trova la testa sotto le sue lenzuola. Ovviamente Fontane ottiene la parte. Molto spesso i clienti hanno bisogno di essere capiti, che li aiutiamo a decidere opO t t o b r e

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pure che decidiamo per loro. Ovviamente non in maniera macabra e violenta, come ha fatto Hagen. Noi lo facciamo solo se siamo consapevoli che stiamo facendo il bene del cliente, perché ce lo ha dichiarato durante la trattativa e lo vediamo indeciso. Quante volte ci succede di non sapere quale prodotto scegliere e poi decidiamo rassicurati dalle parole di un commesso? Al quale basta dirci: «Compri questo, è quello che fa per lei». Segreto 3: Penetra l’ambiente. Nella finzione cinematografica, Coppola passa direttamente dalla fine della serata tra Hagen e Woltz, all’epilogo dell’offerta irrifiutabile del mattino successivo. Ma se ci soffermiamo a riflettere su come sia stato organizzato il tutto, riusciamo a capire quanto profondamente il Padrino era penetrato nella vita e nella casa di Woltz. Non è né semplice, né immediato, entrare nella casa super sorvegliata di un milionario californiano, tagliare la testa a un cavallo e infilarla sotto le lenzuola del padrone di casa, mentre sta dormendo, senza che nessuno se ne accorga. Ci sono stati sicuramente dei complici e il coinvolgimento di molte persone. Probabilmente gli uomini della famiglia Corleone erano già dentro la villa, al servizio di Woltz, prima che Hagen arrivasse. Tra tutti i segreti, forse, questo è il più importante. Se vogliamo fare un’offerta che non si può rifiutare, il nostro marketing deve penetrare l’ambiente del potenziale cliente, prima che l’offerta giunga a destinazione. Dobbiamo «corrompere» chi lavora con lui con le idee, coinvolgendolo e convincendolo con le nostre informazioni, le newsletter, le brochure, le lettere di vendita e i report tecnici. Educare l’ambiente con le nostre argomentazioni, per aiutare il capo a prendere la decisione giusta. Infine, ricorda: affinché i tre segreti di marketing del Padrino abbiano effetto, è necessario pronunciare al cliente la formula magica di Don Vito Corleone: «Ti faccio un'offerta che non puoi rifiutare»! di Marco Buschi Marco Buschi, si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale. O t t o b r e

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ECLISSE

ECCO IL MIX GIUSTO PER LA DISTRIBUZIONE La partnership con i rivenditori dell’impresa veneta specializzata in telai e infissi a scomparsa si gioca su un insieme di marketing, competenza e formazione, come nel caso della Ikonos di Roma. Anche per il 2019 in arrivo una raffica di novità di Franco Saro

U Fabrizio Zaccaron, direttore commerciale Italia Eclisse

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n’eclisse lunare avviene quando l’ombra della Terra oscura il suo satellite. In edilizia, invece, si ripete tutte le volte che una porta scompare magicamente all’interno di una parete. Si tratta però, in questo caso, di un’opera di Eclisse, con la E maiuscola. Perché è grazie all’azienda di Pieve di Soligo (Treviso) che si compie questo miracolo, frutto di un’innovazione continua: «E il 2018 è stato un anno ricco di novità di prodotto», anticipa a YouTrade Fabrizio Zaccaron, direttore commerciale dell’azienda. Che in questa intervista spiega anche qual è il particolare filo che lega Eclisse con il mondo della distribuzione. Domanda. Qual è, in generale, il rapporto di Eclisse con i rivenditori? Risposta. Il rivenditore è in primis partner dell’azienda, nonché l’unico canale distributivo di Eclisse. Tradizionalmente i rivenditori sono i magazzini edili, le ferramenta e le rivendite di porte. In Italia la rete distributiva conta più di 2 mila rivenditori. Rimane sempre valida O t t o b r e

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I mpr e s e

Lo spazio espositivo Ikonos Roma in Via Gregorio VII

la frase «Eclisse non scavalca il rivenditore». Continuiamo su questa strada perché siamo fermamente convinti che la professionalità sia un valore e l’alto contenuto tecnico del nostro prodotto abbia bisogno di essere spiegato da personale specializzato che aiuti chi acquista a percepirne le caratteristiche distintive e i vantaggi nella posa in opera. D. Qual è il prodotto che è più compreso dalla distribuzione? R. Il controtelaio per porta a scomparsa è una tipologia di prodotto presente sul mercato italiano da decenni e, quindi, ampiamente compreso, consolidato e accettato anche dal privato. Se guardo al canale distributivo potrei dire che i nostri prodotti Eclisse Syntesis Collection (controtelai per porte a scomparsa senza finiture e telai per porte e sportelli filo muro) sono la tipologia di prodotto che più interessa e coinvolge il rivenditore. Questo perché la gamma è percepita come un mezzo che permette al distributore di dare un valore aggiunto alla propria rivendita. D. I rivenditori sono sufficientemente preparati a spiegare le caratteristiche dei vostri prodotti? O t t o b r e

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A MILANO UNO SHOWROOM BEAUTIFUL Wenzel Jamnitzer è stato un orafo, artista e incisore del Cinquecento attivo

che contraddistinguono, accomunano e uniscono entrambe le realtà.

a Norimberga. E a lui o, meglio, alle sue ipnotiche geometrie, è ispirato il

«Per me era fondamentale rendere un prodotto prettamente tecnico

nuovo allestimento dello showroom Eclisse a Milano. Perché il senso dei

anche elegante. Il mio negozio e lo showroom Eclisse, pur avendo due

volumi, la disposizione di un ambiente e, naturalmente, le superfici che

identità distinte sono qui strettamente interconnessi e accomunati da

si aprono e si chiudono per accedere da un locale all’altro, sono un’arte

un unico gusto» è il commento di Sean Livraghi, art director e titolare di

antica. Situato in Via Molino delle Armi, nel cuore del distretto milanese

Livraghi Progetto Casa. L’esposizione milanese in via Molino delle Armi

del design, lo spazio è studiato nei minimi particolari, in collaborazione

accoglie e mette in risalto in una cornice rinnovata le principali collezioni

con aziende di arredamento e illuminotecnica, come Livraghi Spazio

e novità Eclisse di quest’anno. In ogni prodotto coesistono funzionalità

Casa e Ceriani Luce. Eclisse, azienda specializzata nel mondo di infissi e

e design, come nelle soluzioni che migliorano il comfort acustico, nelle

telai, mette così in risalto non solo la capacità tecnica della sua offerta, ma

soluzioni tagliafuoco che rispondono a precisi requisiti normativi e di

anche il contesto in cui i controtelai possono essere inseriti. Non a caso

sicurezza, in quelle che offrono nuovi stimoli a progettisti e designer.

il progetto estetico dello spazio è stato battezzato Beautiful Technique,

In questo laboratorio di sperimentazione, la componente più tecnica

per sottolineare il connubio tra esperienza artigianale e ricerca tecnica

dialoga con il colore e le finiture, aprendo l’immaginazione a nuovi

che si sintetizza nella offerta di Eclisse. I controtelai, insomma, ricevono

spazi di espressione e suggestione tra porte, illuminazione e arredo che

un palcoscenico commisurato alla loro qualità. Il progetto Beautiful

interpretano le esigenze del vivere moderno.

Technique nasce dalla collaborazione con aziende di arredamento

«In questo spazio didattico tecnica e bellezza dialogano insieme: basta

e dell’illuminotecnica sinonimo di made in Italy e di una produzione

aprire una porta per scoprire la tecnica costruttiva dei nostri prodotti che

completamente italiana. Prodotti capaci di adattarsi a diverse soluzioni

si cela all’interno della parete. L’obiettivo dello showroom è raccontare

e composizioni, dove la componente tecnica della progettazione e

proprio quei dettagli che rendono unici i sistemi Eclisse e che in quasi 30

la precisione del dettaglio stilistico si uniscono alla ricercatezza e alla

anni di storia ci hanno permesso di diventare il riferimento del settore»,

sapienza della produzione artigiana, diventando gli ingredienti e i valori

aggiunge Fabiana De Luca, responsabile Marketing di Eclisse.

R. Difficile dare una risposta univoca. Ci possono essere grosse Eclisse sono inserite all’interno della sezione rete vendita del sito. differenze tra un rivenditore e un altro. In linea di massima potrei Un vantaggio per il privato che può conoscere online dove può non solo acquistare, ma anche toccare con mano, le soluzioni Eclisse. dire che si può ancora fare e lavorare molto sulla formazione. Per il rivenditore questa possibilità diventa anche un’ottima vetrina. D. Qual è il rivenditore che ha interpretato meglio il suo ruolo con i prodotti di Eclisse? D. Proponete anche strumenti ad hoc? R. Il nostro configuratore Cerca Facile Eclisse può diventare un valido R. Volendo citare un esempio, direi Ikonos di Roma. La limitata strumento di marketing perché può essere utilizzato anche come cogamma di brand proposti fa sì che ci sia un’elevata specializzaziomodo assistente di vendita nel momento in cui ne e concentrazione sulla vendita dei nostri prodotti. Un’esposizione delle soluzioni il privato visita il punto vendita. Anche senza «Il nostro configuratore Eclisse estremamente curata è sicuramenconoscere i prodotti nel dettaglio, inserendo te un altro valore aggiunto. All’interno del solo la luce di passaggio oppure la misura di Cerca Facile Eclisse punto vendita, poi, è presente una persona massimo ingombro, il configuratore è in grado può diventare un valido molto competente, che è determinante per di mostrare tutte le soluzioni disponibili. Per strumento di marketing trasformare un preventivo in una vendita. ogni modello è possibile poi scaricare la scheda perché può essere utilizzato tecnica e conoscere tutti gli accessori, le porte, Specializzazione, professionalità ed esposizione sono sicuramente un ottimo mix di gli stipiti, i coprifili e le tipologie di chiusure anche come comodo ingredienti per vendere i prodotti Eclisse. di cui può essere dotato. Inoltre, Cerca Facile assistente di vendita» D. Avete studiato iniziative di marketing Eclisse aiuta a formulare preventivi rapidaparticolari sul punto vendita? mente e ordini complessi, in modo rapido e R. Le iniziative di marketing sul punto vensenza il timore di commettere errori. dita sono diverse. Sicuramente le sale mostre e i corner espositivi. D. Ci sono regioni d’Italia dove la distribuzione sa ricoprire A fronte di un investimento contenuto, un rivenditore che decide di meglio il suo ruolo? dedicare uno spazio espositivo con prodotti Eclisse può contare sul R. In Trentino Alto Adige la cultura generale chiarisce perfetnostro aiuto per la progettazione, l'allestimento e tutti i materiali tamente quelli che sono i ruoli della rivendita, dell’impresa e del Pop e display. In più, tutte le rivendite che ospitano una sala mostra progettista. Chi ha bisogno di materiali edili sa esattamente dove

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Alcuni esempi dei materiali POP destinati al punto vendita

può trovarli e dove può ricevere anche un’ottima consulenza e assistenza. Nessuno prova a saltare o aggirare il rivenditore, un modus operandi trasparente e lineare che aiuta tutti a lavorare molto bene. D. Avete rapporti anche con la Gdo? R. No, per il momento non ne abbiamo mai avuti, anche se è un canale che stiamo osservando con attenzione. D. Fate formazione destinata alla distribuzione? R. Sulla base anche di quanto detto prima, la formazione in Eclisse è fondamentale. Dal 2007 una persona interna all’azienda si occupa dei corsi a tempo pieno. Proprio quest’anno abbiamo predisposto un catalogo dei corsi che abbiamo denominato come il «menù formativo». Le tipologie di corsi destinati ai rivenditori sono diverse: si va dal più completo e approfondito che si svolge presso la sede Eclisse nell’arco di due giornate per un totale di dieci ore, ad una versione ridotta di sei ore che può tenersi all'interno di strutture convenzionate, può anche essere svolta all’interno di strutture convenzionate o nei nostri showroom a Milano, Perugia e Pescara. In entrambi i casi l’obiettivo del corso è diventare dei consulenti Eclisse, fornendo le nozioni tecniche necessarie sulla gamma Eclisse per consentire di gestire le trattative di vendita, utilizzando il software Cerca Facile come strumento di assistenza alla vendita. In più negli ultimi anni, uno dei format più apprezzati riguarda le tecniche di vendita, con esercizi ed esempi pratici che offrono spunti e suggerimenti su come proporre e vendere i prodotti a più alto valore aggiunto. Uno dei prossimi obiettivi è proporre dei webinar di 2 ore in modo da O t t o b r e

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poter comodamente seguire i corsi da casa o dall’ufficio, in diretta o differita, senza spostamenti e nessuna perdita di tempo. D. In Italia i distributori di materiali sono troppo frammentati? Sarebbe meglio una maggiore concentrazione? R. Ci sono pro e contro in entrambi i casi. Una maggiore frammentazione riduce il margine di rischio dell’azienda ma diventa più difficile la gestione di un portafoglio clienti molto frazionato. Dall’altro lato, la concentrazione aumenta il rischio finanziario ma allo stesso tempo semplifica il lato organizzativo generale. Un punto vendita singolo se è organizzato semplifica la fase di relazione e rapporto con il cliente e quindi la possibilità di implementazione delle strategie con successo. Se, invece, si ha a che fare con i consorzi, questo significa lavorare attraverso la stipulazione di accordi generali. È vero che possono tradursi in maggiori possibilità e volumi di vendita, ma di fatto costituiscono un passaggio in più per poi attuare le strategie sul campo. Anche in questo caso non è comunque possibile una generalizzazione poiché vi sono consorzi più predisposti e altri meno. D. Qual è la vostra sensazione riguardo al mercato edile: è fermo o ci sono segnali incoraggianti? R. Fino ad agosto mi sentivo più ottimista perché vedevo che il mercato stava dando segnali di una moderata ripresa. Purtroppo le incertezze del sistema politico stanno provocando un clima di instabilità e timori. «L’oggetto casa», invece, ha estremo bisogno dell’esatto contrario: fiducia e finanziamento. Se un privato ha

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c op er t i n a

necessità di fare un investimento di 100 mila euro per ristrutturare la casa, per esempio, deve essere tranquillo sul proprio futuro, vuole stabilità. Prestiti e mutui diventano più costosi. Me le tensioni sui mercati generano ripercussioni negative anche sulle banche, che poi si ripercuotono direttamente sulle imprese. Se il sistema creditizio subisce una riduzione del proprio patrimonio a causa della svalutazione dei molti titoli di Stato che hanno «in pancia» sarà costretto a sua volta a ridurre il credito alle imprese. E ciò è particolarmente grave per un settore come il nostro che vive di finanziamenti. È una storia già vista, che rischia ancora una volta di generare una spirale negativa dalla quale diventa difficile uscire. D. Quali sono le vostre novità di prodotto? R. Il 2018 è stato un anno ricco di novità di prodotto. Abbiamo presentato nell’ordine Eclisse Acoustic, la nostra prima porta a scomparsa che migliora il comfort acustico riducendo il rumore tra le stanze, Eclisse Syntesis Vetro, una porta completamente in vetro pensata per essere installata sui nostri telai per porte filo muro e che può essere armoniosamente abbinata anche ad un’altra porta in vetro

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a scomparsa e, infine, Eclisse Syntesis EI30, gamma di soluzioni per porte scorrevoli e battenti filo muro in grado di resistere al fumo e al fuoco per 30 minuti. Anche il 2019, anno in cui festeggeremo il 30esimo anno di attività, si annuncia molto promettente, ma per saperne di più bisognerà ancora pazientare qualche mese. D. Quali sono le caratteristiche del prodotto più richieste? R. Sicuramente la semplicità di posa è un fattore chiave e la caratteristica più richiesta. Per questo ancora oggi facciamo tanta attenzione alle esigenze di chi poi si trova ad installare i nostri prodotti. Da quasi 30 anni studiamo accorgimenti e dettagli costruttivi esclusivi e tecnici che rendono i nostri prodotti unici. Questo perché vogliamo risolvere tutti i problemi legati all’installazione dei nostri prodotti. Sono proprio queste soluzioni tecniche che contraddistinguono la nostra produzione e ci hanno fatto diventare brand di riferimento del settore. Una posa in opera più semplice riduce il margine di errore, fa risparmiare tempo ed è un requisito fondamentale per una resa finale perfetta. Ancora una volta, insomma, sono i dettagli a fare la differenza. O t t o b r e

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BLOCKUT TRANCIA CON LA STORIA Dopo 50 anni di servizio va in pensione la classica tranciablocchetti dell’azienda. Al suo posto arriva una nuova macchina ad azionamento manuale e caratteristiche innovative: è in grado di «spaccare» autobloccanti in cemento precompresso sino a 11 centimetri di Franco Saro

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no dei prodotti che ha fatto conoscere Brevetti Montolit al mondo intero è la tranciablocchetti, presente da oltre 50 anni nel programma commerciale dell’azienda di Cantello (Varese) e riconosciuta come la Rolls Royce delle trance da cantiere per la qualità costruttiva e la sua indistruttibilità. La tranciablocchetti viene oggi messa a riposo e sostituita da un prodotto totalmente innovativo: Blockut. SISTEMA BREVETTATO Si tratta di una macchina sempre ad azionamento manuale che, grazie a un innovativo e brevettato cinematismo riesce a sviluppare una forza di diverse tonnellate in grado di «spaccare» autobloccanti in cemento precompresso con spessori sino a 11 centimetri. Il telaio realizzato in acciaio legato al carbonio e sagomato con Blockut riesce a sviluppare una forza di diverse tonnellate in grado di «spaccare» autobloccanti in cemento precompresso con spessori sino a 11 centimetri

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tecnologia laser garantisce robustezza e leggerezza mantenendo il peso complessivo della macchina in soli 28 chilogrammi, le lame che restano il cuore della macchina, come nella migliore tradizione Montolit sono fabbricate con uno speciale acciaio sottoposto poi a trattamento termico per incrementarne la durezza. La nuova macchina si contraddistingue immediatamente per la tecnologia costruttiva che prevede la struttura di base non più saldata ma totalmente imbullonata a garanzia di pari robustezza ma maggiore elasticità. RAPIDITÀ ASSICURATA La regolazione dell’apertura delle lame in funzione dello spessore del materiale si effettua rapidamente azionando un pomolo filettato e lo speciale cinematismo permette il taglio a ripetizione di pezzi della stessa serie anche se presentano leggere differenze di spessore. Le robuste ruote tassellate sono progettate per lo spostamento su tutti i terreni anche accidentati mentre la particolare sagoma del manico ne consente il sollevamento con gru o paranchi in totale sicurezza. Queste nuove tranciablocchi sono verniciate con polveri in epossi-poliestere resistenti agli agenti chimici e fisici che oltre a garantire una resistenza prolungata nel tempo garantiscono un look più curato e moderno. Anche l’imballo è stato riprogettato e studiato per proteggere le nuove nate nelle condizioni più gravose. Le dimensioni di taglio prevedono una lunghezza massima di 33 centimetri, altezza da 1 a 11 centimetri. Per ulteriori informazioni: www.montolit.com.

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EDILFERRO

PROFILO HI-TECH PER LA LUCE LED L’azienda ha presentato il brevetto di un prodotto dedicato ai cartongessisti. Ha il vantaggio di essere semplice e facile da installare e si adatta a diverse situazioni applicative. Può essere utilizzato sia a parete che nelle zoccolature del battiscopa, sulle scale e per creare disegni luminosi di Veronica Monaco

D Franco Modena, AD Edilferro. Sopra, il nuovo profilo per l'illuminazione led

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a più di trent’anni presente nel settore dei profili leggeri per edilizia, Edilferro amplia la sua gamma con una novità per i cartongessisti. Il brevetto è già stato depositato ed è pronto per essere lanciato sul mercato il nuovo profilo per l’illuminazione led, un prodotto versatile utilizzabile per creare suggestivi effetti luminosi negli ambienti interni. Come racconta a YouTrade Franco Modena, amministratore dell’azienda di Sabbionara di Avio (Trento): «Con questo prodotto vogliamo rispondere alle esigenze dell’architettura contemporanea che vede un sempre più largo impiego delle strisce led all’interno degli ambienti», spiega il titolare. «Non è l’unico profilo di questo tipo presente sul mercato. Per esempio, in Francia sono già prodotti in alluminio estruso, in Germania si tratta di due profili assemblati in lamiera zincata preverniciata. Ma, e qui sta la vera novità, siamo riusciti a semplificare il prodotto, creando un profilo unico e versatile, adatto alle più svariate situazioni applicative. Ed è molto più competitivo anche a livello economico perché ha un prezzo sensibilmente inferiore rispetto agli altri prodotti presenti sul mercato». Il nuovo profilo per illuminazione led di Edilferro può essere utilizzato sia a soffitto che a parete, nelle zoccolature del battiscopa, sulle scale e anche per creare disegni di luce a metà parete. «Il prodotto si rivolge ai cartongessisti e sarà distribuito attraverso i rivenditori di materiali edili», spiega Modena. «Abbiamo curato molto bene anche il packaging: il profilo sarà distribuito in tubi di cartone, in modo da essere maggiormente protetto, in confezioni da sei pezzi, nelle misure standard di 2 e 3 metri». O t t o b r e

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BOERO

96 SFUMATURE DI NEUTRO L’azienda presenta I Contemporanei, una linea di colori a bassa saturazione organizzata in quattro percorsi per incontrare le esigenze di progettisti e interior designer. Sono destinati alla decorazione di supporti murali, ferro e legno, e comprendono idropitture, smalti murali, all’acqua e a solvente

di Veronica Monaco

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uasi cento cromie che esprimono i gusti e le ultime tendenze nel mondo del colore e del design. Boero presenta I Contemporanei, una nuova proposta fatta di tinte neutre, a bassa saturazione, che si sposano con ogni stile e tipologia d’ambiente e incontrano le esigenze di progettisti e interior designer nazionali e internazionali. Visto sempre più come componente d’arredo, l’elemento cromatico è uno degli elementi alla base delle scelte dei professionisti del settore, che sfruttano questo strumento cercando di coglierne tutte le potenzialità, sia nell’utilizzo singolo sia nello studio dei suoi accostamenti.

LA PROPOSTA La nuova proposta di Boero si compone di una selezione di 96 cromie desaturate, classiche e urbane, per la decorazione di supporti murali, ferro e legno, indicati per idropitture, smalti murali, smalti all’acqua e a solvente. La collezione si presenta in quattro percorsi orizzontali, con un posizionamento di tinte accuratamente definito: La nuova proposta di Boero si compone di una selezione di 96 cromie desaturate, classiche e urbane, per la decorazione di supporti murali, ferro e legno

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le sfumature più raffinate del bianco con I Chiari Contemporanei; l’essenza della materia prima con I Minimali; l'ordine e la precisione con Gli Architettonici; gli echi cromatici profondi ed eleganti con Gli Urbani. Nella cartella colore ogni sezione alterna le colonne di tonalità chiare e poco sature a quelle neutre più scure. Lo scopo è identificare meglio le sfumature e orientarsi all’interno dello spazio cromatico. Ogni colonna rappresenta un piano di tinta con sei colori in nuance fra loro: scegliendo due tonalità della stessa colonna, saltando almeno una riga, si trova il giusto abbinamento tono su tono. Accostando, invece, i colori della stessa riga, saltando almeno due colonne, si ottiene un abbinamento armonico. SCELTA SOFT Ispirati al mondo naturale, le cromie scelte per I Contemporanei si caratterizzano per i toni non troppo accesi, né troppo decisi, che trasmettono equilibrio e tranquillità. La specificità di questi colori è di cambiare la propria percezione cromatica a seconda della luce e degli accostamenti. È quindi importante sapere come abbinarli al fine di potenziarne le caratteristiche. Abbinati a colori accesi e decisi diventano ottime quinte, accompagnando i colori più forti e rendendo gli spazi più armonici e accoglienti. Accostati invece fra loro, tono su tono, diventano protagonisti assoluti, conferendo agli ambienti modernità ed eleganza, senza tralasciare sensazioni di accoglienza e familiarità.

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Nella cartella colore ogni sezione alterna le colonne di tonalità chiare e poco sature a quelle neutre più scure

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LA NOSTRA INNOVAZIONE È DI ALTO PROFILO Il profilo brevettato, semplice da installare (e costa meno)

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PROFILO PER ILLUMINAZIONE LED ARTICOLO: DESCRIZIONE: MATERIALE: IMBALLO: MISURA:

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FISCHER

L’INNOVAZIONE È BREVETTATA Il gruppo è conosciuto sul mercato soprattutto per la produzione di tasselli e sistemi di ancoraggio. Ma in realtà non è solo questo. YouTrade ha visitato l’headquarter dell’azienda tedesca in occasione di un tour dedicato alla stampa, e ha scoperto che... di Valentina Anghinoni

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arcel Proust ha scritto che per viaggiare non serve cercare nuove terre, bensì la capacità di guardare con nuovi occhi. Il principio vale anche per le aziende come fischer, verso cui è necessario rivolgere un nuovo sguardo per esplorare un’offerta di prodotti e soluzioni incredibilmente vasta, e scoprire la filosofia che sottende la loro produzione, altrettanto articolata. La fischer è un’azienda globale con quartier generale a WaldachtalTumlingen, nella Foresta Nera settentrionale, in Germania. Fondata nel 1948 da Artur Fischer, nel corso degli anni è cresciuta grazie al suo storico focus sull’innovazione, attitudine che contraddistingue l’intera area del Baden-Württenberg, considerata tra i cosiddetti «quattro motori d’europa». Nel 2017 il gruppo ha raggiunto un fatturato di 812 milioni di euro. Conta circa 5 mila impiegati nel mondo ed è presente in 34 Paesi, con 46 filiali. Alla guida del gruppo c’è da quasi quarant’anni Klaus Fischer, in qualità di presidente e Ceo.

DUOTEC

DUOLINE DUOPOWER e Fischer DUOTEC rappresentano la massima innovazione a due componenti. DUOPOWER assicura le migliori prestazioni su una molteplicità di supporti grazie alle diverse modalità di espansione in funzione del materiale di supporto. Fischer DUOTEC è il fissaggio in nylon per carichi elevati in lastre e pannelli in cartongesso. Disponibile in Ø 10 e Ø 12 mm grazie al diametro del foro ridotto e all’elemento basculante che consente una facile installazione in cavità strette e isolate, garantisce una resa estetica eccellente e un fissaggio sicuro su materiali tradizionalmente difficili.

DUOPOWER

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Da sinistra, Stefano Marzolla, direttore generale fischer italia e Massimo Fioraso, direttore marketing e prodotto fischer italia

SOLUZIONI INNOVATIVE La parola innovazione è il primo dei tre capisaldi del codice etico fischer, assieme ad autoresponsabilità e serietà. E non si tratta di un caso: l’azienda detiene oltre 1.500 brevetti (con un rapporto brevetto per dipendente 20 volte superiore rispetto alla media dell’economia tedesca), proprio grazie alla partecipazione attiva dei propri collaboratori, che sono spronati a offrire il loro contributo e sostenuti con una formazione continua. Interessante, in questo senso, è il sistema di inserimento delle nuove leve: i tirocinanti, attraverso il sistema dell’università duale (che permette loro di stipulare un contratto con l’azienda a inizio corso universitario e di trascorrere sei mesi in azienda e altri sei nella rispettiva facoltà), possono essere assunti già in possesso di una formazione avanzata e di un fresco bagaglio di conoscenze. L’espressione «soluzioni innovative» riflette l’impegno del Gruppo di offrire ai propri clienti «la migliore soluzione e il miglior prodotto», non solo sotto il profilo delle prestazioni ma anche per il rapporto qualità/prezzo e la responsabilità ambientale.

FISCHER IN ITALIA La seconda consociata del Gruppo per fatturato è fischer Italia.

essenziale. Per questo fischer supporta i clienti con molteplici

La sede centrale della branch è situata a Padova, e dall’apertura

attività e strumenti. A partire dalla rivendita stessa, dove viene

nel 1963 a oggi ha conosciuto uno sviluppo costante. E' attivo un

messo a disposizione il materiale informativo per le promozioni, ma

centro di ricerca e sviluppo che si occupa di tradurre in prodotto

anche tecnici e esperti di merchandising per valorizzare i prodotti

le innovazioni sviluppate secondo le più recenti normative e che

e dunque accrescere il fatturato. Il sito web, poi, fornisce schede

opera in nuovi settori anche grazie a progetti di ricerca condotti in

tecniche aggiornate scaricabili e video tutorial sull’utilizzo dei

collaborazione con l'Università di Padova. L'attenzione alla sicurezza

singoli tasselli. Il supporto tecnico è garantito, attraverso soluzioni

è al primo posto, perché, sottolinea Stefano Marzolla, «si tratta di

di calcolo, liste materiali e il servizio engineering. Scegliere fischer

prodotti di piccole dimensioni, ma che rivestono un’importanza

come partner significa avere una copertura sul fissaggio completa

enorme nella sicurezza». La sede fischer di Padova dispone anche di

e disporre di una vasta gamma di fissaggi in nylon, meccanici e

un’area dedicata alla formazione, la fischer Academy. Dotata di aule

ancoranti chimici, ancoranti ad alte prestazioni per la messa in

per la formazione e di una palestra per la parte pratica, accoglie più di

sicurezza in zona sismica, fissaggi per applicazioni strutturali su

4 mila partecipanti ogni anno tra rivenditori, progettisti e installatori.

legno, per idrotermosanitaria, linee vita, isolamento, sistemi per

Il successo dell’azienda è anche dovuto alla forza distributiva, per cui

impiantistica e aeraulica, sistemi per involucro edilizio, sistemi per

grande importanza è rivolta al supporto della rivendita. La tecnologia

fotovoltaico su coperture, tetti piani e facciate. Prodotti che sono

dei tasselli fischer, specie se per alte prestazioni, è elevata e la corretta

pensati sia per le nuove costruzioni sia per il restauro, il recupero e la

conoscenza lungo tutta la filiera, dalla Rivendita all’installatore,

messa in sicurezza del patrimonio esistente.

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FISSAGGI MECCANICI E CHIMICI. SICUREZZA IN ZONA SISMICA Gli ancoranti meccanici FAZ II, FH II, le viti FBS II Ultracut e i fissaggi chimici FIS SB, FIS EM e FISV sono i prodotti fischer per la messa in sicurezza sismica. Specializzati per supporto e applicazione, sono in grado di garantire prestazioni sismiche C1 e C2, riprese di getto per calcestruzzo fessurato e non fessurato, ancoraggio in muratura e connessioni di barre di armatura post – installate. Ciascun fissaggio ha caratteristiche uniche per la miglior rispondenza alle specifiche applicazioni cui è destinato.

FAZ II

FH II

FBS II

I CINQUE UNIVERSI DEL GRUPPO FISCHER 1.

fischer innovative systems si occupa del fissaggio: dai

sistemi chimici e gli ancoranti in acciaio ai fissaggi in nylon. Si tratta della divisione principale, che incide per l’80% sul fatturato del Gruppo. La produzione è concentrata principalmente in Germania. Ogni giorno sono venduti circa 15,5 milioni di elementi di fissaggio fischer, 11 mila al minuto e 180 al secondo. Sia per fissaggi per edilizia pesante o a livello professionale, che per tasselli per pareti e intercapedini per gli appassionati del faida-te, fischer offre una soluzione. La gamma di prodotti comprende oltre 15 mila referenze. Anche la gamma di servizi al cliente è completa: dal software gratuito di progettazione alla fischer

garantita dall’affidabilità del marchio Made in Germany. Dal fischerTip, materiale creativo a base di fecola di patate, per i più piccini, ai set di costruzione fischertechnik, che hanno il pregio di fornire una base tecnica e scientifica chiara e tangibile. Proprio per questo motivo negli anni si è affermato come strumento educativo nelle scuole, negli istituti professionali e nelle università. Anche in questo ambito è attivo il motore dell’innovazione: nel 2016 è stata lanciata sul mercato la prima stampante 3D da assemblare. Dal 2018 l’azienda utilizza il set Robotics Txt Smart Home per spiegare al mondo l’Internet of Things (IoT).

Akademie per la formazione, fino allo sviluppo di soluzioni speciali

4.

personalizzate. Della divisione fanno parte tre sottogruppi, ognuno

delle aziende il know-how del miglioramento continuo, per

dei quali specializzato in un diverso ambito del fissaggio: SaMontec

accompagnarle nel cambiamento culturale verso un’organizzazione

fischer Consulting dal 2004 mette a disposizione

(impiantistica e aeraulica), Act (involucro edilizio) e SolarFix

snella e lungimirante, partendo dall’ottimizzazione dei loro

(fotovoltaico su coperture, tetti piani e facciate). Completano la

processi. Attraverso la Lean Academy i clienti possono affinare

gamma di prodotti la Linea IdroTermoSanitaria e Linee Vita S-Line.

le loro competenze in ambito di lean management, e di change

2.

management (disciplina che permette di accompagnare i processi

fischer automotive systems è la seconda divisione del

Gruppo in ordine di grandezza. Si occupa della progettazione e produzione di componenti di altissima qualità e tecnologia per il settore automobilistico. L’introduzione, nel 1982, del brevetto Cbox (il sistema per riporre le musicassette nelle auto), pose la pietra miliare per l’ingresso come partner nell’industria automobilistica. Oggi la gamma di prodotti comprende bocchette di aerazione, portabevande, vani portaoggetti o componenti multifunzione, che assicurano ordine e comfort a bordo dell’auto. Non a caso, fischer

di cambiamento ritenuti necessari in una impresa e la loro gestione), apprendendo soft skills importanti per il successo di un’azienda, come la gestione dei conflitti e la comunicazione. La fischer Consulting ha consociate anche a Padova e in Cina; oltre ai progetti di ottimizzazione dei processi, assiste le aziende nei trasferimenti e nei consolidamenti su scala internazionale.

5.

Lnt Automation produce e sviluppa soluzioni elettroniche

specializzate. Di rilievo lo sviluppo, la produzione e la vendita di sistemi

automotive systems è partner e fornitore di alcune fra le più importanti

touch personalizzati e capacitativi (per esempio, soluzioni vetro multi-

case automobilistiche, molte delle quali ovviamente tedesche.

touch e le unità di controllo corrispondenti). Tutte le parti elettroniche

3.

fischertechnik è nata dalla passione di Artur Fischer, e

da più di 50 anni permette ai bambini di tutte le età di acquisire

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competenze tecniche attraverso il gioco, nella massima sicurezza,

sono di propria produzione. Un comparto destinato a svolgere un ruolo sempre più importante all’interno del Gruppo fischer.

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FISV

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ATTENZIONE ALL’AMBIENTE La sostenibilità è un driver dell’azienda, perché è vista in chiave strategica: fischer ha inserito nella sua compagine un team di sustainability management (gestione della sostenibilità). Il team ha l’obiettivo di aumentarne costantemente l’impatto nelle pratiche aziendali, nei diversi ambiti che la coinvolgono: protezione dell’ambiente, tecnologia, successo commerciale e sostenibilità sociale. La Fischer Green Line, linea di prodotti eco-compatibili composti da oltre il 50% di materie prime rinnovabili, principalmente utilizzata nell’ambito della bio-edilizia, è figlia di questa sensibilità. La base per le componenti sintetiche è l’olio di ricino estratto dai semi della pianta. L’aspetto che l’azienda tiene più a

Fischer supporta i clienti con molteplici attività e strumenti. A partire dalla rivendita stessa, dove viene messo a disposizione il materiale informativo per le promozioni, ma anche tecnici e esperti di merchandising per valorizzare i prodotti

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sottolineare è che i prodotti green hanno le stesse prestazioni di quelli standard, compresa la capacità di resistenza ai carichi e la durabilità nel tempo. Un altro esempio che testimonia l' attenzione all’ambiente e alla salute è lo sforzo intrapreso nella ricerca, già nel lontano 1996, per creare i primi sistemi chimici senza stirene, sostanza ai tempi largamente utilizzata per questa tipologia di prodotti. L’azienda tedesca è riuscita così a portare sul mercato questa tendenza, anche se l’assenza di stirene negli ancoranti chimici ancora oggi non è cosa scontata. Le resine chimiche fischer, invece, rientrano nella categoria A+, che garantisce basse emissioni di Voc nell’ambiente. AFFIDABILITÀ TEDESCA, FILOSOFIA GIAPPONESE Vero è che il mercato dei fissaggi (e non solo) è caratterizzato da una forte competitività, spesso giocata sul prezzo offerto. Per offrire prodotti innovativi e di qualità, in modo competitivo, fischer ha sviluppato una propria strategia, sintetizzata dalla sigla Fps (Sistemi di processo fischer). Utilizzati in ogni ambito e in ogni consociata del Gruppo, mirano a creare valore aggiunto riducendo gli sprechi, creando un modello snello ed efficiente e perciò sostenibile a lungo termine. Eliminare gli errori nei processi, rendere trasparente ogni passaggio anche per il lavoratore (che è coinvolto nell’obiettivo di costante miglioramento), saper gestire i cambiamenti: sono tutte caratteristiche che derivano dal principio giapponese kaizen, termine che tradotto letteralmente significa «cambiare in meglio» o cambiamento continuo, un processo introdotto negli anni Sessanta dalla Toyota. Questo approccio spinge verso il continuo miglioramento, all’interno di un percorso virtuoso in cui anche gli scarti di produzione sono minimizzati, permettendo un minore spreco di materie prime. Alla continua ricerca del valore per il cliente.

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MARMOMACC

LA LEGGEREZZA DELLA PIETRA Il mercato lapideo vola con l’export e la manifestazione alla Fiera di Verona conferma la leadership, con un’accresciuta affluenza degli operatori di altri Paesi. Non solo: dopo il successo dell'edizione 2018 l’ente organizzatore studia come esportare il format all’estero di Franco Saro

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l successo è leggero come una pietra. Non è una contraddizione: l’edizione 2018 di Marmomacc ha sollevato gli animi degli operatori del settore lapideo. Ma il bilancio positivo non è stata una sorpresa. Si era capito già in primavera che Marmomacc avrebbe fatto l’en plein, quando si è saputo che per la prima volta in 53 anni la fiera veronese aveva una lista di attesa. E se c’erano espositori in attesa di trovare posto, poteva significare solo che la rassegna programmata dal 26 al 29 settembre sarebbe stata un successo. E così è andata.

© Foto Ennevi

I NUMERI Marmomacc lo scorso anno aveva ha avuto circa 1650 aziende espositrici, di cui il 64% estere provenienti da 56 paesi, e quasi 64mila visitatori, di cui il 60% stranieri. Ecco, invece, i numeri del 2018: oltre il 60% delle 1.600 aziende espositrici è arrivato dall’estero. Dei 68mila visitatori giunti a Verona il 62% erano stranieri, contro una quota del 60%. Nuovo record anche sul fronte delle nazioni rappresentate, che hanno toccato le 150, rispetto alle 147 dell’edizione precedente. Anche i Paesi delle delegazioni commerciali di top buyer e architetti hanno segnato un incremento, passando dai 55 del 2017 ai 65 di quest’anno.
 IL BUSINESS Secondo gli organizzatori, oltre alle presenze non sono mancati gli affari. Gli esiti degli incontri b2b a Marmomac hanno restituito una fotografia del comparto che vede dominare il made in Italy per valore aggiunto, sia per materiali lavorati che tecnologie. I mercati di riferimento indicati dalle aziende italiane restano Nordamerica, Cina, India e Russia, ma quest’anno viene segnalato un maggiore interesse anche in termini di contatti con operatori specializzati da Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Malesia e Indocina. All’in-

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© Foto Ennevi © Foto Ennevi

È IL DISPOSITIVO CAPACE DI FERMARE LA RISALITA DI CATTIVI ODORI ED INSETTI INFESTANTI DALLA RETE FOGNARIA ALL’INTERNO DELL’ABITAZIONE

Progetto Marangoni Maretti

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© Foto Ennevi

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SPECIAL E

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terno dell’Europa l’interscambio lapideo resta stabile, mentre si rafforza quello verso i paesi arabi del Medio Oriente, Israele, Sudafrica, Brasile e Messico.
Riguardo invece agli espositori esteri, quelli iraniani hanno segnalato un sold out dei blocchi grezzi e semilavorati esposti, comprati in particolare da buyer italiani e tedeschi. Soddisfatte anche le aziende dell’area dei Balcani e della Turchia (aumentate in tutto del 20%), quest’ultima presente in forze nonostante la crisi della lira turca.

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I COMMENTI «Questa è una rassegna strepitosa, con il 65% delle 1.600 aziende espositrici che vengono da 55 Paesi stranieri. La riprova, se ancora ce ne fosse bisogno, che il Veneto e Verona sono leader indiscussi del settore in Italia e dell’export italiano nel mondo», è stato il commento del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Non è un caso che Marmomacc nasca e prosperi qui, nel più grande contesto nazionale del settore, con 1.200 imprese sulle 3 mila italiane, 541 delle quali veronesi, e il 30% di export per un valore di 420 milioni. È un distretto industriale che funziona bene in un contesto distrettuale regionale al quale dobbiamo garantire la valorizzazione dei prodotti tenendo il più lontano possibile dalle imprese l’ufficio pubblico complicazione cose semplici». Il governatore se l’è presa anche con le burocrazie, ree di rallentare il lavoro delle aziende. «L’iper regolamentazione toglie ossigeno alle attività che poi, magari, donano alla collettività opere che restano nel tempo. Lo dico perché nel settore lapideo e del marmo queste situazioni esistono, e spesso si vedono bocciati progetti con un approccio pesante delle amministrazioni statali nei confronti dell’innovazione. Penso ad esempio ai grandi progetti di O t t o b r e

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rigenerazione urbana e di recupero di archeologia industriale che, se trovassero maglie un po’ più larghe nella burocrazia, potrebbero essere realizzati più velocemente», ha concluso. Soddisfatto Maurizio Danese, presidente di Veronafiere: «Anche questa edizione di Marmomac ha raggiunto l’obiettivo di fornire alla filiera della pietra naturale mondiale lo strumento più efficace per il proprio sviluppo», ha spiegato al termine della rassegna. «Merito della capacità di una fiera leader internazionale come Veronafiere nel promuovere un comparto manifatturiero attraverso creatività, cultura e innovazione. In questo è stata fondamentale la collaborazione con le Istituzioni e le associazioni di categoria, in particolare il ministero per lo Sviluppo Economico, l’Agenzia Ice e Confindustria Marmomacchine». GLI EVENTI Ma non è stato solo il business, che pure è centrale, a decretare il successo dell’evento veronese. A contribuire all’interesse per Marmomacc è stata anche l’idea di coinvolgere il mondo dell’architettura, del design, dell’arte e dei brand del lusso. Il concept è stato chiamato The Italian Stone Theatre: un padiglione destinato a raccontare l’interazione tra pietra naturale e tecnologie di lavorazione italiane, grazie a installazioni d’avanguardia di famosi progettisti internazionali. «Marmomac è il vero centro della community internazionale del settore lapideo e termometro dei mercati. In questi quattro giorni di manifestazione abbiamo recuperato dalle aziende e dai buyer presenti un sentiment molto positivo sul fronte del business, che ci fa essere ottimisti per il consuntivo degli interscambi globali di fine anno», chiosa Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. «Questa edizione 2018 ha visto una ulteriore crescita sul fronte della qualità degli operatori, così come degli arrivi dall’estero, aumentati del 2% sul totale dei visitatori. Stiamo già pensando, inoltre, al consolidamento della rete di eventi fieristici collegati all’estero: oltre a Vitória Stone Fair- Marmomac Latin America, in Brasile, stiamo lavorando a un ulteriore sviluppo negli Stati Uniti, con Tise-StoneExpo Marmomac a Las Vegas, d’accordo con il partner americano di Informa Group».

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Casa Cersaie 2018

TUTTO QUELLO CHE NON AVETE VISTO CERAMICA & C. NUOVI SPAZI, NUOVE TECNOLOGIE LE NOVITÀ PROTAGONISTI SOTTO LA LENTE O t t o b r e

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Casa

CERSAIE, NUOVI SPAZI PER NUOVE TECNOLOGIE La manifestazione di Bologna conferma la crescita, con un incremento dei visitatori, specie quelli internazionali (+1,6%), su una superficie di 5 mila metri quadri in più rispetto al 2017. Le piastrelle hanno fatto la parte del leone seguite dall’arredobagno. Boom di materiali e soluzioni 12 4

di Giacomo Casarin

C

ersaie 2018 si è confermato teatro sempre più scenografico per la ceramica e l’arredobagno, con 112.104 presenze registrate: un piccolo, ma sensibile incremento di ingressi rispetto al 2017 (+0,4%) In aumento del +1,6% i visitatori internazionali, presenti in 54.025, e lieve flessione di quelli italiani (-0,6%). Gli espositori totali sono stati 840, con 314 aziende, di cui un terzo del totale, provenienti da 40 Paesi. Il comparto più rappresentato sono state le piastrelle di ceramica con 452 imprese, seguito dall’arredobagno con 181 espositori. YO U T R A D E

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Ma il dato forse più interessante è che la superficie espositiva continua a crescere. In questa edizione ha raggiunto i 161 mila metri quadrati, con un incremento di 5 mila metri quadrati dovuto ai nuovi padiglioni 28-2930. Che sono sorti in un batter d’occhio, forse anche troppo velocemente, visti alcuni ambienti non finiti, ai quali gli italiani sono ormai abituati (la dimostrazione più famosa è stata Expo 2015). D’altronde, questi spazi rappresentano i primi padiglioni di un piano di sviluppo che nei prossimi anni cambierà il volto del 60% del quartiere fieristico. E alla prova dei fatti hanno dimostrato la loro piena funzionalità, in un’occasione internazionale come quella di Cersaie 2018. HI-TECH BELLO PERCHÉ È VARIO Nei sempre più scenografici ambienti espositivi del Cersaie le nuove tecnologie hanno offerto possibilità infinite. I cataloghi delle aziende hanno proposto una grande varietà di formati, colori e finiture, dove i materiali si fondono per diventare qualcos’altro rispetto alla ceramica. L’incontro di vetri e polimeri crea effetti pittorici bellissimi, ben più apprezzabili su un grande formato. Dove si diffondono soprattutto i pigmenti di metallo, per generare un particolare effetto cromato. Tecnologia vuol dire anche sostenibilità, e per questo si moltiplicano gli esperimenti con materiali riciclati, soprattutto pasta vetrosa, che viene movimentata in 3D: il segno grafico si concretizza sempre più in texture con pizzi tattili ed elementi decorativi in rilievo. L’effetto

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materico è ovunque. La stampa digitale restituisce alla ceramica l’aspetto metallico, marmoreo, ligneo, tessile, in soluzioni di forte impatto architettonico. È una rivoluzione ormai assodata, che si affianca alle evergreen tinte pastello. ECCELLENZE PROGETTUALI La quinta edizione dell’Adi Ceramics & Bathroom Design Award, segnale dei prodotti italiani più innovativi, ha premiato, per quanto riguarda la ceramica, aziende come Fondovalle con il prodotto 20Pure, Mosaico+ con Nuova Gamma, e Decoratori Bassanesi con il prodotto Segments. Mentre per l’arredobagno sono stati premiati Stella Rubinetterie con Simple, Arblu con Sistema Pietrablu e Duka con Natura 4000. In più, sono state assegnate due menzioni speciali per settore: 41zero42 per la ceramica e Pba per l’arredobagno, con il prodotto Ausili a scomparsa. I design individuati rappresentano una preselezione per l’ADI Design Index 2019, pubblicazione annuale in cui Adi (Associazione per il Disegno Industriale) raccoglie il migliori prodotti italiani in produzione, selezionati dall’Osservatorio permanente del Design Adi. IL BAGNO IN CIMA Durante il Cersaie Disegna La Tua Casa, i visitatori intenzionati a ristrutturare casa hanno potuto richiedere una consulenza di progettazione gratuita ai periodici di architettura e interior design italiani presenti. YO U T R A D E

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Premiazione Gruppobea nell'ambito del Confindustria Ceramica Distributor Awards. A destra, Vincitori ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2018

C’eravamo anche noi di YouTrade, nell’Agorà dei Media, dove ci siamo segnati alcuni dati interessanti sul mondo delle ristrutturazioni in Italia, grazie all’indagine annuale Houzz&Home 2018. Nel 2017 la spesa mediana destinata a ristrutturare si è aggirata intorno ai 20 mila euro, dove i proprietari che hanno avuto più di una casa hanno investito una somma significativamente maggiore (50 mila euro) rispetto alle altre categorie. Mentre i neo-proprietari di prima casa e chi è proprietario da lungo tempo hanno speso rispettivamente 35 mila e 10 mila euro. Tra questi, chi compra la sua prima casa è più propenso a ristrutturare il bagno, che è la stanza in cima alla lista delle ristrutturazioni di interni per frequenza di rinnovo. Primo nella classifica che vede succedergli, in ordine,

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cucina, living e camera da letto: ben un quarto dei proprietari di casa concentra i lavori sul bagno (25%), con una spesa mediana di 5 mila euro per i bagni grandi (oltre i 5 metri quadri) e 4.300 euro per quelli più piccoli. Se i miglioramenti in termini di estetica (63%) e funzionalità (58%) restano le principali motivazioni della ristrutturazione, anche l’aumento del valore della casa per una futura vendita è un importante incentivo al cambiamento per quasi un proprietario su sei (15%). Il dato significativo si legge infatti in quel 70% dei casi in cui la ristrutturazione ha avuto un impatto positivo sul valore della casa, dove il 18% dei proprietari afferma inoltre che l’aumento del valore della casa è pari all’intero costo del progetto o addirittura maggiore.

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Casa - le interviste AL CENTRO LA CERAMICA

ALESSANDRA PETTENON AMMINISTRATORE DELEGATO FILA «Abbiamo deciso di mettere al centro la ceramica con l’Instant Solution Kit, tre prodotti dedicati ai posatori per un lavoro a regola d’arte nel rispetto della normativa. Instant Remover, pulitore istantaneo per stucco cementizio fresco; Epoxy Pro, per stucco epossidico fresco; e Silicon Refiner, lisciante per la finitura del silicone fresco sono i tre prodotti presentati al Cersaie. Tutti questi prodotti sono caratterizzati dalla tecnologia RapiDry, che consente un’asciugatura superveloce, senza schiuma e senza risciacquo. Sappiamo che i tempi in cantiere sono sempre molto stretti: i nostri prodotti, oltre a essere semplici da usare ed ergonomici, consentono di accelerare le operazioni di pulizia durante le fasi di posa. I prodotti sono accompagnati da tre nuove spatole per la stesura e lavorazione professionale dei sigillanti, studiate in collaborazione con il comitato tecnico di Assoposa. Nel 2018 c’è stato molto fermento: l'azienda ha investito tempo e risorse nella ricerca e sviluppo di prodotti innovativi per un mercato, quello della ceramica, che è in continua evoluzione. Siamo convinti che la soluzione composta dai tre prodotti avrà molto successo: si tratta di assolute innovazioni aderenti alle esigenze specifiche dei posatori, da cui ci aspettiamo buoni risultati».

SOLUZIONE SIMPLE PER RUBINETTERIA STELLA

FEDERICA NOBILI DIRETTORE COMMERCIALE E MARKETING RUBINETTERIA STELLA «Abbiamo mostrato Simple, il primo configuratore di rubinetteria nato dalla collaborazione con l’architetto Giampaolo Benedini. Si tratta di una piattaforma digitale che permette di scegliere in maniera modulare tra decine di migliaia di possibili soluzioni per forme e finiture. Il configuratore ha vinto il premio ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2018. Rispetto all’anno passato il 2018 sta andando molto bene, con un trend di crescita maggiore nei primi mesi dell’anno e in estate. La ripresa è più visibile sul mercato estero, anche se il trend è positivo anche in Italia. Siamo molto ottimisti e stiamo già lavorando su alcuni progetti innovativi per il prossimo anno».

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TRE NEW ENTRY PER ETERNO IVICA ELISABETTA BALZANI, RESPONSABILE MARKETING E COMUNICAZIONE ETERNO IVICA

Elisabetta Balzani e Andrea Ceretta, responsabile commerciale italia

«Tre grandi novità. La prima è Inside, la linea di supporti e pannelli per la realizzazione di pavimenti sopraelevati da interni. I supporti sono in acciaio regolabili in altezza da 19 a 298 mm, mentre i pannelli hanno un rivestimento in acciaio zincato in grado di supportare carichi di notevole importanza. Eterno Ivica ha inoltre rivisto il suo sistema antivento per il pavimento sopraelevato da esterno, rispondendo a una richiesta sollecitata dai mercati esteri. Questo sistema è studiato apposta per risolvere il problema del sollevamento delle piastre causato dal vento. Una clip metallica viene inserita all’interno di una speciale aletta distanziatrice della testa del supporto e àncora la testa alla piastra senza l’utilizzo di collanti o viti. Infine, la terza novità riguarda il sistema antirottura, un dispositivo di 2 millimetri di spessore, che si applica tra il supporto e la piastra, e offre un sistema di sicurezza nel caso di un’eventuale rottura della stessa. Eterno Ivica sta crescendo oltre il 20% e il 2018 è stato superiore alle aspettative, un po’ perché il settore si sta riprendendo, un po’ perché il mercato sta rispondendo bene alla nostra costante ricerca di innovazione. Puntiamo a continuare il trend positivo e nel 2019 ci saranno sicuramente ulteriori novità».

DUE SERIE PER CRISTINA RUBINETTERIE

DANIELE MAZZON DIRETTORE GENERALE CRISTINA RUBINETTERIE «CRISTINA Rubinetterie presenta due novità. La prima è SX in acciao inox, disegnata dallo studio Makio Hasuike & Co., dalle linee sinuose ed eleganti, che si amplia con nuove soluzioni per lavabo, doccia e vasca, per una proposta di design completa e sempre più articolata, per privati e contract. L’altra collezione si chiama Profilo ed è disegnata da Giampiero Castagnoli: il corpo richiama forme triangolari, ma la bocca di erogazione sottile e la leva di azionamento affusolata, donano un tocco di leggerezza. Il 2018 è ancora un anno di transizione, comunque ci sta dando molte soddisfazioni. Rispetto allo scorso anno, abbiamo registrato una leggera accelerazione sul mercato estero mentre, su quello italiano, abbiamo riconfermato i risultati. Per il 2019 le previsioni sono positive. Miriamo a una presenza più forte sul mercato italiano con professionalità e prodotti sempre all’altezza: proprio per questo abbiamo appena inserito in azienda Sergio Occhi, nuovo direttore commerciale per l’Italia».

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Casa - le interviste CON DURAL IN TOTALE SICUREZZA

GIUSEPPE GUERRA DIRETTORE COMMERCIALE DURAL

Giuseppe Guerra, con Sabrina Campailla (International Sales) e Michael Demeter (Managing Director)

«Tra i prodotti novità abbiamo presentato Durabase Fgt, materassino d’armatura e di disaccoppiamento con tecnologia in fibra di vetro, che permette il miglioramento del sottofondo, aumentando la resistenza e la stabilità di rottura. È idoneo a qualsiasi tipologia di rivestimento, anche alle piastrelle di grandi dimensioni che possono essere posate in totale sicurezza. Nel 2018 Dural Italia ha sorpassato i suoi obiettivi grazie al lavoro della casa madre tedesca, che ha aumentato l’attenzione non solo sul fatturato ma anche sul team italiano che ha avuto la possibilità di intensificare il proprio apprendimento tecnico. Sul mercato nazionale percepisco una piccola ripresa, più solida rispetto agli anni bui della crisi. Il prossimo anno miriamo a crescere, puntando sul potenziamento della forza vendita come supporto tecnico ai clienti. Dopo le cose verranno da sé».

EMILGROUP SI FA IN 12

DEBORA LATERZA, DIRETTORE MARKETING EMILGROUP «Abbiamo introdotto 12 nuove collezioni per i nostri quattro marchi commerciali: Emilceramica, Ergon, Provenza e Viva. Puntiamo molto sulle grandi lastre nel formato 160x320, in vari spessori, per realizzare oggetti d’arredo e superfici continue nelle abitazioni e in ambienti pubblici, e su nuovi processi produttivi per la realizzazione in linea di decorazioni prima realizzate in terzo fuoco o in maniera artigianale. Per esempio, Vulcanika, la collezione di pietra vulcanica naturale o smaltata con effetti Raku, l’antica tecnica giapponese di ossidazione della ceramica, e un ricco apparato decorativo. Per il settore ceramico il 2018 è stato un anno difficile, che ha risentito molto la concorrenza dei produttori spagnoli, soprattutto negli Stati Uniti. Tuttavia, la nostra produzione di eccellenza, soprattutto le grandi lastre, ci sta dando grandi risultati, permettendoci di acquisire una fetta di mercato che prima non riuscivamo a soddisfare. Per affrontare la concorrenza stiamo inoltre sviluppando nuove tecnologie e prodotti in grado di rispondere ai principi del green building e della sostenibilità ambientale. Anche il mercato italiano è in ripresa, le strategie che avevamo messo a punto anni fa per supportare le piccole medie imprese ci stanno dando soddisfazione. Per il 2019 abbiamo in serbo progetti sui grandi formati e le facciate ventilate, su cui stiamo concentrando la maggior parte dei nostri investimenti».

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SAXA GRES RIPARTE DA GRESTONE

FRANCESCO BORGOMEO, PRESIDENTE SAXA GRES «Saxa Gres è un’azienda specializzata nella produzione conto terzi. Il nostro core business è la produzione di piastrelle in gres porcellanato spessorato da 1 a 3 cm. A Cersaie 2018 siamo però andati oltre, presentando la linea Grestone di piastrelle e sanpietrini da 4,5 cm a 6,5 cm di spessore, che schiudono per la prima volta la strada all’utilizzo del gres nei più svariati contesti di pavimentazione e arredo urbano. Questi prodotti hanno un’altra particolarità, legata al tema dell’economia circolare: all’interno degli impasti sono infatti inseriti fino al 30% di materiali da rifiuti urbani, materiali riciclati provenienti da inceneritori della zona in cui si trova la fabbrica. In questo modo favoriamo il recupero e riciclo dei materiali, garantendoci la massima premialità negli appalti pubblici secondo i principi del Green Public Procurement. Inoltre, Grestone si pone come sostituto alle pietre e ad altri materiali naturali, sempre più difficili utilizzare sia per i costi elevati, sia per la crescente scarsità che in alcuni Paesi ha già portato al divieto totale di estrazione per finalità di salvaguardia ambientale e contro lo sfruttamento del suolo. Il gruppo imprenditoriale Saxa Gres nasce dal recupero della storica fabbrica Marazzi di Anagni Sud, che ora abbiamo riconvertito in una green factory, e dello stabilimento ex Ideal Standard di Roccasecca. Recentemente abbiamo anche rilevato il marchio Tagina di Gualdo Tadino, uscito dal concordato e in fase di ripresa. Si tratta di società storiche di grande valore, che recuperiamo e riconvertiamo verso una nuova mission basata su una forte spinta all’innovazione e al prodotto. Ogni riconversione deve partire dal know how e dalle competenze del suo capitale umano: stiamo riassumendo gli operai, e a regime l’azienda avrà circa 450 persone al lavoro. Siamo indicati come esempio positivo rispetto alla situazione di generale dismissione che c’è in Italia, ma senza un progetto realmente innovativo non ci sarebbero stati investimenti. Il 2018 è stato il primo anno di produzione a regime della ex Marazzi e abbiamo doppiato il fatturato. Nel 2019 vogliamo andare a regime con l’industrializzazione del sanpietrino per arrivare a chiudere il 2020 a 100 milioni di fatturato».

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Casa - le interviste CERAMICA RONDINE CON EFFETTO OSSIDATO

DAVIDE RAGAZZI PROJECT MANAGER CERAMICA RONDINE «A Cersaie presentiamo diverse serie nuove, tra cui Oxyd, rivestimenti e pavimenti in ceramica, disponibili in diversi formati, che si ispirano alla lamiera ossidata e corrosa dal tempo attraverso tecniche di stampa digitale. Abbiamo creato, inoltre, il nuovo formato 6,1 x 37 cm per la serie Le Lacche, un brick a spigolo vivo molto elegante sviluppato in sei colori differenti, e Aurelia, un sanpietrino 60x60 a 2 cm di spessore, caratterizzato come una sorta di porfido naturale stonalizzato. Il 2018 non è andato male come vendite, nonostante l’export sia calato del 5-6% soprattutto a causa della concorrenza spagnola che ha guadagnato quote di mercato. Il mercato italiano rappresenta per noi il 20% del fatturato, una quota comunque importante, che al momento rimane abbastanza stabile. Nel 2019 abbiamo aspettative di crescita intorno al 2-3%».

MOSAICO+ CAMBIA IDENTITY

MARCO BADANO, DIRETTORE GENERALE MOSAICO+ «Mosaico+ si è presentata con una nuova brand identity, che rappresenta un nuovo modo di intendere il concetto stesso di rivestimento mosaico. Non più tessere quadrate, non più solo decorazione e realizzazione di elementi figurativi, ma uno strumento di progettazione nelle mani di architetti e interior designer, grazie al quale costruire un nuovo linguaggio, fatto di texture raffinate, campiture sofisticate, superfici esclusive. A questo proposito abbiamo presentato le due nuove collezioni Jointed e Diamond, che hanno vinto il premio ADI Ceramics & Bathroom Award 2018. Per Mosaico+ il 2018 sta andando bene, l’acquisizione di importanti progetti in Medio Oriente ha dato una notevole spinta alle nostre vendite. In Italia, a parte qualche area come il wellness, la domanda di mosaico è in calo:il nostro tourover è realizzato per circa il 70% in paesi esteri. In Italia, a parte qualche area come il wellness, la domanda di mosaico è in calo: per questo motivo ci siamo rivolti al 70% all’estero, soprattutto nei Paesi arabi e negli Stati Uniti dove invece questo prodotto ha ancora molto successo. Con le nuove collezioni, ispirate a una nuova idea di mosaico, speriamo di acquisire nuove quote di mercato e tornare crescere anche in Italia».

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INNOVAZIONE NELLA CABINA DOCCIA

ALAN CENTOFANTE, RESPONSABILE VENDITE ITALIA DUKA «Duka propone innovazioni stilistiche come la nuova finitura in acciaio inox per i profili di acqua R 5000, acqua 5000 e libero 5000, serie di punta dell’azienda, la serigrafia in stile industrial per il walk-in libero 3000, anche con profili neri, e il vetro a specchio cromato per i modelli libero 4000 e natura 4000 fase 2. Inoltre abbiamo presentato il prototipo dell’evoluzione del modello gallery 3000, una delle serie più vendute sul mercato italiano da duka. Si tratta di un miglioramento tecnico ed estetico che prevede l’incollaggio UV degli elementi sul vetro, senza l’impiego di viti che ne compromettano la resistenza, nuove maniglie ergonomiche con inserti in silicone e numerosi elementi regolabili. Il prodotto risponde alle esigenze del mercato, e il riscontro è molto positivo. Il 2018 sta andando bene, siamo in crescita rispetto allo scorso anno. Per il 2019 abbiamo allo studio numerose novità di prodotto e l’apertura della nuova sede con showroom per coinvolgere ancora di più i clienti, rafforzando la posizione di duka sul mercato. In più anche quest’anno siamo stati premiati nell’ambito del premio Adi Ceramics & Bathroom Design Award per le nuove soluzioni della linea di modello natura 4000, che reinterpreta il tema vetro grazie alla mirata diminuzione dei profili e al punto di rotazione delle porte spostato verso l’interno. Un’innovazione tecnica nella cabina doccia, con un occhio all’estetica».

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Casa - le interviste LA TEGOLA TRASPIRANTE DI COTTO POSSAGNO GIOVANNI VARDANEGA, EXPORT MANAGER E RESPONSABILE COMMERCIALE INDUSTRIE COTTO POSSAGNO

«Al Cersaie Industrie Cotto Possagno ha esposto il prodotto Lustri Veneziani, ma allo stesso tempo presenta in anteprima la tegola Aerotile, derivante da un progetto di ricerca europeo che ha studiato una tegola performante capace di aiutare l’ambiente. Una tegola traspirante, Aerotile, che aiuta la ventilazione del tetto in maniera naturale, in grado di abbassare la temperatura del sottotegola e favorire la riduzione dell’energia elettrica necessaria per l’aria condizionata. Che a sua volta contribuisce al risparmio energetico e riduce l’inquinamento atmosferico. Lustri Veneziani è invece il prodotto di punta per il Cersaie: un cotto fatto a mano lavorato artisticamente con l’utilizzo di ossidi e di notevoli quantità di smalto. La nuova linea Variety, in nero opaco e rame, unisce il rigore geometrico del disegno di ogni singola mattonella alla flessibilità di posa, dove i moduli variano alla ricerca di ritmo e simmetrie di colori. Il mercato di questo nuovo prodotto è in crescita, mentre per quanto riguarda quello delle tegole non si vede ancora la ripresa attesa dal mondo dei produttori e del commercio. Qui al Cersaie abbiamo avuto numerosi contatti con operatori professionali; c’è stato molto interesse e i contatti registrati sono stati maggiori di quelli dello scorso anno».

CERAMICA FLAMINIA, REINTERPRETAZIONE CLASSICA

AUGUSTO CIARROCCHI PRESIDENTE CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE CERAMICA FLAMINIA

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«Ceramica Flaminia presenta quest’anno Madre, una nuova interpretazione della serie classica, che non ha mai finito di essere protagonista dell’ambiente bagno. L’azienda, che è impegnata nella ricerca cromatica fin dalle origini, presenta tre nuove tonalità di colore sul versante del prodotto non lucido (mat): rosso rubens, verde petrolio e beige argilla. Il mercato di Ceramica Flaminia, che incide il 65% in Italia e il 35% all’estero, si sta confermando con uno standard di crescita costante. Per il 2019 l’azienda sta lavorando soprattutto sull’innovazione tecnologica della produzione, con nuovi sistemi robotizzati che aiutano a mantenere bassi i costi di produzione. Infine, Cersaie è stata una soddisfazione, sia grazie a una personale presentazione dei prodotti fuori dagli schemi, sia soprattutto alla grande attenzione dei visitatori e degli operatori specializzati rivolta verso i nostri prodotti».


SUCCESSO ITALIANO PER PORCELANOSA

FABIO MARTINO DIRETTORE COMMERCIALE DISTRIBUZIONE E RETAIL ITALIA PORCELANOSA «Le novità di Porcelanosa seguono il trend delle grandi lastre, con attenzione alla customer experience del consumatore finale. Il mercato 2018 è in crescita, e l’Italia è uno dei paesi di export dove il Gruppo Porcelanosa mantiene buone posizioni. Soprattutto lavora su una crescita culturale e professionale dei dealer, e quindi sul valore del prodotto, piuttosto che sulla quantità. Per il 2019 l’obiettivo è quello di continuare con il programma triennale di obiettivi aziendali, con focus su clienti selezionati con cui Porcelanosa investe in crescita culturale, in un mercato di settore fortemente contaminato dal mondo dell’arredo. La strategia aziendale cerca di far percepire la piastrella non più come un semplice prodotto, ma come un elemento di arredo combinabile con una moltitudine di altri elementi, comprese le luci, per creare un contesto unico e completo. Che si concretizza bene negli spazi Porcelanosa, dove si riescono a captare i bisogni dei clienti finali e presentare ambienti coordinati che possano incontrare i loro desideri».

GEROMIN IN TOTAL LIVING

GIANLUCA TOMASI, DIRETTORE COMMERCIALE GRUPPO GEROMIN «Il 70% del fatturato del Gruppo Geromin è concentrato sul mercato domestico, ma l’estero cresce e l’aspettativa è quella di aumentare la quota percentuale al 40% entro l’anno prossimo. L’azienda sta vivendo un anno positivo, ma il mercato domestico, molto competitivo, risente anche della situazione politica, piuttosta nervosa. Le novità di Geromin riguardano il Total Living Bathroom, una proposta per il bagno coordinata e completa che sviluppa l’offerta del mobile, con materiali nuovi e forme originali, e della vasca idromassaggio, oggetto di culto che l’azienda vuole rilanciare attraverso l’uso di Tecnotek, solid surface simile al Corian in grado di plasmarsi in molteplici forme particolari. Ma l’innovazione è anche tecnologica: legata alla vasca idromassaggio, l’azienda presenta anche un nuovo tipo di pompa super silenziosa, Silent Ultra Whirlpool, grazie alla quale l’unico rumore percepibile è quello dell’acqua. Dal punto di vista del prodotto le novità riguardano i mobili, e nello specifico qui al Cersaie sono state presentate due nuove collezioni: Fratino, che ricorda la forma di un tavolo da artigiani, e Suite, con un sistema di librerie che si combina al mobile e permette di posizionare gli scaffali a qualsiasi livello. Un elemento di design che può spostarsi anche nel resto della casa e diventare un elemento di living. Lo stand è andato bene e il Cersaie si conferma un evento di rilievo, che registra un afflusso più basso rispetto agli anni d’oro, ma dove gli appuntamenti sono più qualitativi, con obiettivi precisi da parte degli operatori».

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Casa - le interviste PIEMME COME DI MARMO

DAVIDE COLLI COO DI CERAMICHE PIEMME «La novità di Cersaie è stata la collezione Majestic, una selezione di lastre effetto marmo con un look forte. Disegnata dai ricercatori Valentino by Ceramiche Piemme, è ispirata alle texture arabescate di marmi come Carrara, Grigio Verona, Nero Levanto, Onice, Nero Marquinia e Bianco Arabescato. Sono sei le tonalità, con oltre 150 grafiche diverse per simulare l'eterogeneità dei materiali naturali e dare vita a superfici identiche a quelle marmoree. Ai numerosi formati e finiture si abbinano decorazioni, mosaici e rivestimenti in finissima pasta bianca. Quest’anno alcuni mercati importanti come gli Stati Uniti hanno sofferto, ma la flessione dei primi mesi del 2018 si sta riducendo e qui in fiera si sta osservando un grande riscontro per le novità. Nel mercato italiano, sempre molto frammentato e competitivo, i prezzi tendono a scendere: Piemme ha deciso così di realizzare prodotti di altissima gamma per specializzarsi nella qualità, offrendo un valore aggiunto con il brand Valentino. Se la tendenza rimane quella di una generale crescita, le prospettive per il 2019 sono sicuramente ottimistiche, anche visti i risultati del Cersaie».

LAPITEC MORBIDA CON VELVET

DAVIDE FERRACIN, MARKETING MANAGER LAPITEC «A Cersaie la vera novità è stata la collezione Velvet, una finitura dedicata al mondo dell’interior, che si presenta nello stand di Lapitec come una pavimentazione nel colore London, dalla superficie fumosa ma dal tono caldo. La nuova linea è disponibile in quattro colorazioni differenti, ognuna associata al nome di una città emblematica. Dove le cromie richiamano i differenti paesaggi: Cor-Ten per Brooklyn, bianco-crema per Casablanca, grigio fumé per Berlin, oltre al già citato London. Le lastre in pietra sinterizzata di grandi dimensioni (3,65 per 1,5 metri), possono essere applicate praticamente ovunque, dalle pavimentazioni alle coperture, dalle piscine fino ai rivestimenti di facciate ventilate. Sia interno che esterno, quindi, visto che sono anche resistenti ai raggi ultravioletti. Il prodotto sta riscuotendo grande interesse, in un mercato che nel 2018 è in crescita, soprattutto in Italia. A livello tecnologico il materiale, brevettato dall’azienda, è una novità dalle possibilità infinite, anche grazie all’ampia gamma di cromie e finiture. Che i distributori stanno percependo come una grande novità e una proposta interessante qui al Cersaie. Questo 2018 è un anno positivo soprattutto nel mercato italiano, che è in crescita. Per il futuro la divisione architettura dell’azienda sta cercando di focalizzarsi verso alcuni paesi campione in cui la crescita che si prevede è esponenziale, per proporre le grandi lastre in grandissimi progetti, grazie a un dialogo con gli interlocutori giusti».

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STON FA PAN.DAN

ARIANNA COZZANI, DIRETTRICE ARTISTICA STON «La novità di quest’anno è stata un’evoluzione del progetto di elementi coordinabili Pan.Dan, concepito in chiave più decorativa rispetto alla versione molto minimale presentata l’anno scorso, per ampliare la proposta a quella fascia di interesse che richiede prodotti un po’ più ricchi e opulenti. Pan.Dan si ricollega al termine francese nato nel mondo della gioielleria e utilizzato per quelle cose che stanno bene insieme: nessuno oggetto e nessun colore può essere bello o brutto, ma tutto dipende dal modo in cui viene impiegato e dal contesto in cui viene inserito. In questo senso Ston cerca di seguire un determinato filone di colori selezionati, a cui aggiungere materiali ed elementi diversi in grado di essere compatibili e coordinati, per facilitare le scelte ai progettisti e creare un ambiente finale confortevole. Il 2018 ha dato soddisfazioni soprattutto nei mercati esteri, mentre in Italia la situazione è più stazionaria. In particolare sono arrivati molti risultati positivi dal Nord Europa, dove l’azienda sta lavorando su progetti nuovi con materiali di gamma medio-alta, attraverso la possibilità di incrementare il progetto Pan.Dan e poterlo sviluppare successivamente in altri mercati. Intanto, qui al Cersaie c’è un ottimo riscontro sia dai clienti che da nuovi contatti».

LE ICÔNE DI ITALGRANITI

ELISA GIACOBAZZI MARKETING & RESEARCH MANAGER ITALGRANITI GROUP «Italgraniti ha presentato diverse novità che interpretano in maniera innovativa prodotti classici, creando inedite combinazioni con pietre bellissime. Per esempio, Icône Bleu, nuova collezione di piastrelle che rilegge la Pietra Blu del Belgio, uno dei migliori materiali lapidei di tutta Europa, secondo le linee industrial che caratterizzano sempre più le superfici architettoniche moderne. Sempre calcando questa tendenza lo scorso anno abbiamo lanciato una linea che sta andando benissimo, Metaline Wall, che unisce gli effetti del metallo a una ricercata palette cromatica, e Loft che interpreta fedelmente l’aspetto vintage del legno recuperato. Una novità molto interessante è rappresentata anche dalle superfici matt dei marmi, una tendenza che sta invadendo l’Europa e che esprime gusti più moderni. È difficile prendere posizione sul 2018: veniamo da un anno di soddisfazioni, stiamo mantenendo le posizioni, sul mercato italiano siamo un po’ in crescita. Ciò che succederà da qui all’anno prossimo non sappiamo dirlo, ma siamo fiduciosi».

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Casa - le interviste NUOVE SUPERFICI DI PREGIO GIANNI TANINI FONDATORE DEVON&DEVON

«Quest’anno siamo tornati al Cersaie dopo un’assenza di quattro anni per presentare le nuove superfici ceramiche di arredamento. In particolare con tre collezioni: Flora Tiles, i rivestimenti in gres porcellanato ispirati alla bellezza materica e decorativa di antichi materiali, Sicily Tiles, rilettura delle tradizionali cementine 20x20 cm, e Decor Slabs, lastre di grandi dimensioni che, grazie alla tecnica della stampa digitale inkjet, consentono di riprodurre ogni tipo di grafica. Decor Slabs è disponibile in diverse varianti, tra cui l’elegante Black&Gold. È la prima volta che ci avviciniamo a questo tipo di lavorazioni, ma crediamo che si possa unire tecnologia e decorazione con efficienza e grandi performance. Il 2018 non è stato un anno facile, abbiamo avuto qualche difficoltà nei mercati mondiali a causa di situazioni geopolitiche poco serene, e il lavoro si è spostato su progetti importanti che hanno tempi di realizzazione più lunghi. I conti li faremo comunque a fine anno. Per il 2019 ci vorrebbe invece la sfera di cristallo: nell’immediato nel settore ceramico non si vede un futuro roseo, c’è da lavorare sodo, abbiamo possibilità di crescere anche se la competizione è davvero dura. Siamo positivi anche perché dal 2017 l’azienda è diventata socia della capogruppo Italcer, aderendo a un progetto in cui crediamo fortemente. Si stanno sviluppando sinergie interessanti, e con un po’ di tempo e organizzazione riteniamo ci possano essere degli sviluppi significativi».

Gianni Tanini, con la figlia Teresa, direttore marketing di Devon&Devon

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TANTE IDEE E DUE PROTOTIPI

JOLANDA MARTELLA, UFFICIO STAMPA CORDIVARI «A Cersaie abbiamo voluto mettere in luce la collaborazione sviluppata con l’Istituto Europeo di Design. Abbiamo chiesto agli studenti dell’ultimo anno di realizzare un termoarredo: il lavoro è stato piacevole e molto soddisfacente, abbiamo trovato idee originali e in fiera abbiamo voluto presentare due prototipi. Il primo va verso una maggiore funzionalità: partendo dal classico termoarredo, il designer ha aggiunto accessori come mensole e portaoggetti. Un vantaggio per l’ambiente bagno dove gli spazi sono sempre più ridotti, e che permette di andare oltre la semplice funzione di riscaldamento. L’altro prototipo ha posto, invece, più l’accento sulla valenza estetica, sviluppando una piastra con una cornice che si può aprire, fungendo da portasalvietta. Per Cordivari il 2018 è positivo, l’azienda ha investito in nuovi mercati ed è sempre pronta a proporre nuovi modelli. E anche per il 2019 siamo ottimisti».

ITALIAN STYLE IN MOSTRA

Angelo dall’Aglio, curatore della mostra «The sound of design» «La mostra, come le edizioni precedenti che si sono tenute al Cersaie, ha voluto valorizzare i prodotti presenti sotto il grande concetto dell’italian style. Ogni anno viene proposto un tema: quest’anno si è trattato di un crossover tra musica e design. Entrambi nascono da un’emozione, da un’ispirazione, sono trasversali e diventano benzina per altre idee. Gli stessi musicisti si sono ispirati a oggetti di design e viceversa, c’è sempre stata contaminazione, è una questione di gusto e armonia. La mostra si è sviluppata su una superficie di 720 mq, suddivisa in dieci set scenografici a tema, con un focus esclusivo sul mondo del contract, e ha ospitato 34 aziende espressione dell’italianità, di prodotti di qualità e senza tempo, assolutamente trasversali, come la musica. La mostra ha rappresentato anche un’importante vetrina dell’Italia sul mondo, capace di attrarre i visitatori stranieri, in particolare da Europa e America».

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Da sinistra, Angelo dall’Aglio e Davide Vercelli, curatori della mostra The sound of design

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Casa - le interviste UN BOOM DOVUTO A TANTE INNOVAZIONI DENNIS BORDIN, PRESIDENTE PROGRESS PROFILES

«Al Cersaie abbiamo presentato molteplici novità in diversi settori, a partire da Proshower System per l’ambiente doccia sia con scarico lineare che centrale, un sistema completo composto da un pannello pendenziato in XPS per realizzare piatti doccia a filo pavimento, membrana per una corretta impermeabilizzazione e profili che ne completano il perimetro. Un’altra novità è la membrana Prodeso Heat Grip, evoluzione del vecchio modello Prodeso Heat, che garantisce un aggrappo cinque volte superiore e assicura un perfetto ancoraggio del cavo scaldante. Abbiamo poi migliorato il sistema di posa Proleveling System: il tirante è ora realizzato in polietilene trasparente e provvisto di una serie di fori per permettere al posatore di verificare l’allineamento delle piastrelle e l’uniformità delle fughe. Sempre in questo ambito abbiamo brevettato Multispacer, distanziatore removibile e riutilizzabile per la realizzazione delle fughe nei pavimenti e rivestimenti ceramici che, grazie alla sua geometria, sostituisce in modo completo i distanziatori a croce e a T. Per quanto riguarda i profili abbiamo aggiunto nuove finiture in ottone brunito e acciaio sabbiato, e arricchito la già vasta gamma di finiture con effetto legno con oltre 80 nuovi colori. Da non dimenticare, infine, Prodeso Sound System, la nuova membrana desolidarizzante e fonoassorbente da applicare sotto la piastrella, che consente di abbattere di 17 Db l’onda acustica da calpestio in soli 2,5 mm di spessore. Quindi, una miriade di novità che ci permettono di dire con orgoglio che anche quest’anno Progress Profiles ha ottenuto una crescita importante a due cifre, tra il 15 e il 20%. Una crescita che corrisponde alle nostre aspettative: ci sono stati molti investimenti, facciamo molta attività di ricerca e sviluppo, siamo molto attenti alle esigenze del mercato. Soddisfatti dei risultati raggiunti quest'anno, anche per il 2019 abbiamo molti progetti in fase di sviluppo, e pensiamo di presentare altre novità già tra marzo e aprile».

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Casa - Rassegna 1. UN GIARDINO INEDITO

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PER CERAMICHE REFIN Il gres porcellanato, anche in grande formato, trova la sua collocazione in progetti contract unici e personalizzati sulle esigenze del cliente, attraverso la realizzazione di proposte Total Experience completamente coordinate. Con il progetto Giardino, Ceramiche Refin, in collaborazione con Adriani & Rossi Edizioni, propone un nuovo concept di spazio commerciale inedito nel suo genere, per offrire soluzioni chiavi in mano cucite su misura per l’ hospitality e il retail.

2. FIANDRE ARCHITECTURAL SURFACES MAGNETICA Magneto: così si chiama la nuova collezione di Fiandre Architectural Surfaces che reinterpreta il cemento nella sua versione più contemporanea contaminandolo con effetti metallici e di ossidazione. La palette colore presenta molteplici sfumature di colore, in gradazione o a contrasto, personalizzando ogni singolo pezzo in un suggestivo gioco di luci e ombre. Disponibile nei formati 120x60, 120x30, 60x30 cm. 3. IRIS CERAMICA CON EFFETTO DIAMANTATO Rivestimenti dal gusto retrò chic per Bowl di Iris Ceramica: dettagli iconici e tenui nuance naturali si esprimono in un originale gioco di volumi a effetto diamantato che regalano tridimensionalità alle pareti. Disponibile nel formato 10x20 cm e in dieci tonalità pastello, dal bianco al rosa fino al verde oliva, al grigio antracite e al moka, nelle finiture Matt e Lux.

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4. NUOVE TEXTURE PER FABBRICA MARMI E GRANITI Fmg, Fabbrica Marmi e Graniti, amplia il range della collezione MaxFine con sei nuove texture dedicate agli Onici, nel formato maxi lastra 300x150 cm e 6 mm di spessore, disponibili con finitura lucida e a macchia aperta. Una palette luminescente dai toni intensi e d’effetto che esalta i riflessi e le naturali striature del materiale.

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5. CERAMICA GLOBO, NOVITÀ SOTTO LA DOCCIA Alti solamente 3 cm, i nuovi piatti doccia in ceramica Docciatre di Ceramica Globo sono resistenti, sicuri e sempre brillanti. Lo smalto, applicato in modo omogeneo prima della cottura, contiene all’interno il grip antiscivolo Waterpaste. La palette cromatica comprende anche finiture effetto pietra e quattro tonalità ceramiche con i colori dell’autunno. Disponibili in cinque misure, sia per l’installazione da appoggio che a filo pavimento.

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6. APPIANI METTE I JEANS ALLE PARETI L’essenza del filato del jeans è rielaborata nel mosaico effetto Denim di Appiani attraverso tre decori: Striato, Ondulato, Sfilato, ognuno sviluppato con due diverse varianti, con distinti movimenti e cromie. A cambiare sono le inclinazioni, il rapporto tra trama e ordito, la regolarità del rigato e degli intrecci capaci di disegnare geometrie eleganti e decorative adatte a qualsiasi superficie residenziale o extra residenziale.

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Casa - Rassegna 7. CERAMICA VOGUE TRIDIMENSIONALE Dekorami è la nuova collezione di ceramiche in gres smaltato disegnata dallo studio Marcante – Testa per Ceramica Vogue. Il disegno tridimensionale utilizza forme geometriche elementari che evocano elementi decorativi del passato. Disponibile nel formato 25x25 cm in cinque colori in superficie lucida e tre colori in superficie satinata. Fap Ceramiche fa un Pat Microtrame che ricordano raffinati tessuti e suadenti colori pastello per Pat di Fap Ceramiche, collezione in pasta bianca per il rivestimento di ambienti contemporanei. Le ceramiche sono arricchite da pezzi speciali come l’inserto Pixel in cui piccole scintille creano sulla parete intriganti giochi on/off, il Listello Jewel costituito da segni graffianti dalla superficie riflettente che conferiscono unicità agli spazi e le bacchette in metallo nelle versioni Cromo, Silver e Orange.

8. MARAZZI ANCORA PIÙ GRANDE Grande diventa più grande: le lastre in gres porcellanato di Marazzi si ampliano con i nuovi formati 160x320 per 6 mm di spessore e 162x324 per 12 mm di spessore, disponibili con superfici cangianti effetto metallo, superfici matt effetto cemento, pietre e marmi rari satinati e lucidi.

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9. RAGNO, IL PARQUET È IN GRES

Si ispira ai classici parquet di palazzi storici Woodspace di Ragno, il nuovo gres porcellanato che restituisce il sapore autentico del tempo trascorso. La collezione è realizzata in due formati rettificati 25x150 e 20x120 cm in quattro colori: Bianco, Beige, Marrone e Tortora. Per l’uso in outdoor c’è Woodspace XT20 posato a colla o a secco su ghiaia, erba, sabbia.

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10. PANARIA IN SEI VARIANTI

Panaria rilancia la propria sensibilità all’ambito residenziale con un progetto dedicato al rivestimento. La nuova collezione Even propone molteplici soluzioni di stile attraverso sei varianti cromatiche a tinta unita nel formato 35x100 cm e un’ampia scelta di motivi decorativi. Gli sfondi a tinta unita complementari e coordinabili a tutte le proposte del catalogo dell’azienda si adattano ai diversi ambienti della casa e agli spazi commerciali, creando ambienti armoniosi e suggestivi.

11. I PUNTINI DISEGNATA DI ALESSANDRO MENDINI Ceramica Francesco De Maio presenta la nuova collezione Puntini disegnata da Alessandro Mendini: coloratissime maioliche in formato 20x20cm invase da minuscole pennellate a forma di puntini, tutte decorate a mano.

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12. SUPERFICI MORBIDE CON FLORIM Raffinata ed elegante, Étoile de Rex di Florim propone superfici morbide e luminose ispirate a marmi inediti e rari, dal forte impatto decorativo, che invitano al tatto. La serie propone sette varianti cromatiche che possono essere utilizzate singolarmente o in abbinamento tra loro, a pavimento e rivestimento. Disponibile nei formati tradizionali e nelle grandi lastre Florim Magnum Oversize.

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ANTEPRIMA PRODOTTI IN FIERA

Casa - Rassegna 13. SIMAS VA A BADEN BADEN Dall’elaborazione di una forma atipica che divaga sul trapezio, con particolari sofisticati, come il bordo dritto che racchiude la figura geometrica e la piletta anche in ceramica dello stesso colore del lavabo, prende vita Baden Baden, ultima collezione di Simas.

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14. LE PARETI SONO SCENOGRAFIE PER SICIS Vetrite Gem Glass di Sicis permettono di interpretare le pareti come tavolozze da utilizzare come scenografie. Realizzate in vetro e polimeri, le lastre imprigionano la bellezza delle pietre preziose e delle rocce laviche in tredici diverse suggestioni. Disponibili in versione Solid, Chromo e Opalescent 15. CASALGRANDE PADANA, GRANDEZZA KONTINUA Onici è la nuova collezione di Casalgrande Padana realizzata in gres porcellanato ad alte prestazioni, disponibile nelle grandi lastre Kontinua, perfette per esaltare, grazie alle dimensioni considerevoli, i cromatismi cangianti, i riflessi delicati, le sfumature e i chiaroscuri tipici della pietra naturale. 16. LA PROGETTO CON XO Si chiama Xo la nuova collezione di accessori da bagno di LaProgetto disegnata Bruna Rapisarda. La lastra di metallo è tagliata al laser e piegata per realizzare forme originali, il fissaggio è volutamente a vista. Disponibile nella finitura bianca o nera.

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17. PIXIE, LA SUPERFICIE È PURA

Pura è la linea esclusiva di pavimenti e rivestimenti antibatterici di Pixie. Ideali per tutte le tipologie di ambiente, permettono di vivere gli spazi e le superfici con libertà senza cattivi odori o effetti nocivi per l’ambiente. Disponibile anche nella nuova texture Essenza ispirata allo schema grafico creato dalle venature delle foglie.

18. RAK-CLOUD PUNTA SUL DESIGN Rak-Cloud segna l’inizio della collaborazione dell’azienda con il designer Giuseppe Maurizio Scutellà. Linee fluide ispirate a spirali geometriche combinate con forme mutevoli come nuvole producono un effetto avvolgente e funzionale. La collezione comprende sanitari a parete o sospesi, eleganti vasche da bagno e lavabi indipendenti, contenitori o soluzioni a parete a curva morbide.

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19. NIVA BAT, SPAZIO NEL RADIATORE Niva Bath si discosta dalla parete di 27 cm e crea sul retro del radiatore un pratico spazio supplementare, personalizzabile con una serie di accessori integrati come ripiani o appendiabiti per vivere lo spazio comfort con maggiore funzionalità. Disponibile in 55 colori diversi. 20. MAPEI

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Per il mondo della ceramica e materiali lapidei Mapei introduce due nuovi adesivi cementizi: Keraquick Maxi S1 per la posa rapida di ceramica, marmo e pietra naturale, anche di grande formato e spessore elevato fino a 15 mm; e Adesilex P9 Express, a presa rapida, indicato per la posa di ceramica e materiale lapideo. Le pavimentazioni sono apribili al traffico dopo solo 24 ore dalla posa.

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ZAPPING JCB TELETRUK , CINQUE MACCHINE IN UNA Versatile e performante, JCB Teletruk è in grado svolgere il lavoro di cinque macchine: oltre alle lavorazioni effettuabili con un tradizionale carrello elevatore a forche con montante, offre infatti anche le possibilità operative di una minipala, di un sollevato-

re telescopico, di una pala gommata compatta e di un carrello elevatore fuoristrada. La gamma comprende tre modelli - TLT 25, TLT 30, TLT 35 - declinati in diverse configurazioni tra modelli convenzionali, a trazione integrale 4x4, ad alta capacità di sollevamento, oppure per applicazioni heavy. Sul mercato italiano sono forniti in due tipologie di allestimento: Comfort ed Edilizia. Quest’ultimo, in particolare, offre l’omologazione stradale, permettendo di effettuare brevi spostamenti stradali con carichi fino a 2 tonnellate sulle forche.

SILENZIO, SI MANGIA CON TECNASFALTI NUOVA PARTNERSHIP TRA ISOLMANT E TOURING CLUB ITALIANO PER PROMUOVERE LA CULTURA DEL

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COMFORT ACUSTICO NEI LOCALI DEDICATI ALLA RISTORAZIONE. LA COLLABORAZIONE SI CONCRETIZZERÀ NELL’ASSEGNAZIONE DI DUE PREMI, UNO PER IL CENTRO-SUD E UNO PER IL NORD, AD ALTRETTANTI RISTORANTI INSERITI NELLA GUIDA TCI ALBERGHI & RISTORANTI D’ITALIA 2019, CHE SI SIANO PARTICOLARMENTE DISTINTI PER IL COMFORT ACUSTICO DEL LOCALE. «IL CONFORT ACUSTICO NEI RISTORANTI È RICONOSCIUTO OGGI COME UNA COMPONENTE ESSENZIALE DELL’AMBIENTE STESSO, TANTO DA DIVENTARE UN CRITERIO DI SCELTA O UN MOTIVO DI PESANTI CRITICHE NEGATIVE LADDOVE È INSUFFICIENTE. QUESTO PREMIO È L’INIZIO DI UN NUOVO PERCORSO DI COLLABORAZIONE CON IL MONDO DELLA RISTORAZIONE, PER OFFRIRE SOLUZIONI EFFICACI ED ESTETICAMENTE ACCATTIVANTI IN GRADO DI CREARE AMBIENTI ACUSTICAMENTE CONFORTEVOLI NEI QUALI POTER GODERE APPIENO L’ESPERIENZA CULINARIA», COMMENTA EUGENIO CANNI FERRARI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI TECNASFALTI ISOLMANT.

THERMAX SL 50 CON SPESSORE MAGGIORATO

La linea Antincendio di Knauf si amplia con numerose soluzioni, tra cui una gamma di attraversamenti sempre più ampia che permette di realizzare impianti capaci di togliere al fuoco ogni possibilità di propagarsi. Tra le lastre per protezione passiva Knauf presenta Thermax SL 50 in vermiculite che, grazie al suo spessore maggiorato a 50 mm, garantisce un’eccezionale resistenza al fuoco sia dal lato interno che dal lato esterno. Certificata EI120 per condotte verticali e orizzontali di evacuazione fumi e di ventilazione, ha una elevata intumescenza ed è costituita da materiale ecologico al 100%, priva di quarzo libero. Aggiornate inoltre la linea di primer dedicati alla protezione di strutture in acciaio e le pitture intumescenti Interchar, ad acqua e a solvente a rapida essiccazione, in grado di espandersi fino a 100 volte grazie alla formazione di una schiuma efficace che protegge per ore le strutture sottostanti. Novità anche negli intonaci ignifughi con Knauf Vermiplaster/MP75L Fire, ideale per la protezione degli elementi strutturali, YO U T R A D E

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che aderisce perfettamente anche in punti critici e supporti difficili come il rivestimento in lamiera grecata.

FIBRORINFORZATO, ADDITIVATO CON AGENTI PER IL CONTROLLO DEL RITIRO SIA NELLA FASE PLASTICA CHE NELLA FASE INDURITA, PER LA REALIZZAZIONE DI ZOCCOLATURE IMPERMEABILI SU MEMBRANE BITUME-POLIMERO E IMPERMEABILIZZANTI DELLA GAMMA WINKLER E PER LA REGOLARIZZAZIONE E L’IMPERMEABILIZZAZIONE DI PARETI IN CALCESTRUZZO O INTONACO. HA PERÒ ANCHE CARATTERISTICHE DI RESISTENZA ALLA SPINTA NEGATIVA E POSITIVA, QUINDI SI PUÒ APPLICARE CON SUCCESSO ANCHE SU PARETI PARTICOLARMENTE UMIDE, COME PER ESEMPIO CANTINE, SCANTINATI E BOX. MONOCOMPONENTE, PRONTO ALL’USO, SI DISTINGUE PER LA SUA VERSATILITÀ E FACILITÀ D’IMPIEGO, HA UN’OTTIMA LAVORABILITÀ ED È APPLICABILE CON SPESSORI DI 2-3 CM ANCHE IN MANO UNICA.

DA OKNOPLAST FINESTRA SALVASPAZIO PROLUX SWING È LA NUOVA FINESTRA SALVASPAZIO DI OKNOPLAST. APRENDOSI A RIBALTA VERSO IL BASSO, L’ANTA RIESCE A RUOTARE COMPLETAMENTE VERSO L’ESTERNO FINO A 170 GRADI, RENDENDO LA FINESTRA PARTICOLARMENTE ADATTA NEI CASI IN CUI LO SPAZIO INTERNO SCARSEGGIA E NELLE SITUAZIONI IN CUI NON È POSSIBILE USARE UN MODELLO TRADIZIONALE. TUTTO IL MOVIMENTO DI APERTURA DELL’ANTA SI SVILUPPA SOLAMENTE ALL’ESTERNO E PERMETTE DI ARREDARE ANCHE GLI SPAZI IMMEDIATAMENTE ADIACENTI

ALLA FINESTRA , SENZA PERICOLOSI IMPATTI CONTRO PERSONE O COSE. IN PIÙ CON PROLUX SWING SI POSSONO REALIZZARE FINESTRE FINO A 1.500X1.500MM INONDANDO DI LUCE NATURALE GLI SPAZI ABITATIVI.

NOVE VILLE ANTI TERREMOTO Un progetto a basso impatto ambientale, elevata efficienza energetica e sicurezza sismica: O t t o b r e

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è quello delle Ville Urbane di Bologna, idea immobiliare affidata e diretta da Gba Studio dell’architetto Gian Luca Brini e dall’ingegnere Federico Cinti. Prevede la costruzione di nove ville indipendenti di uno e due piani. Per la realizzazione delle villette monopiano è stato utilizzato il monoblocco portante e termoisolante Normablok Più S40 Sismico di Fornaci Laterizi Danesi, mentre per le villette a due piani sono stati utilizzati i laterizi ad alte prestazioni termiche della linea Normablok Più S40 HP, ideale per tamponature monostrato performanti e antisismiche. Solide, semplici da realizzare e durevoli, le murature in laterizio, portanti o di tamponamento, che utilizzano Normablok sommano un notevole isolamento termico grazie a un sofisticato processo produttivo, unico nel suo genere, che prevede la sinterizzazione, direttamente all’interno dei fori dei blocchi, di perle di polistirene additivato di grafite.

L'INTONACO CEMENTIZIO NON TEME L'UMIDO NATO NEI LABORATORI RICERCA E SVILUPPO DI WINKLER, WINPLASTER È IL NUOVO INTONACO CEMENTIZIO

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HIGH TECH

E-COMMERCE PIÙ FACILE NELLA UE

IL METRO ARRIVA GRATIS SULL’IPHONE Con il nuovo sistema operativo per iPhone iOs 12 gli utenti scaricano anche una nuova applicazione gratuita chiamata Metro. La app permette di effettuare le misure più disparate, semplicemente puntando il proprio smartphone verso il muro o l’oggetto da misurare, in centimetri o in pollici. È sufficiente allineare un punto bianco all’interno del cerchio che appare sul display, come un mirino, all’angolo di un oggetto. Si preme poi il pulsante + per creare un primo punto di ancoraggio. Da questo, si sposta l’inquadratura al bordo opposto dell’oggetto da misurare, premendo nuovamente + per creare un secondo punto di ancoraggio. Si venderanno meno metri tradizionali.

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Da prossimo 3 dicembre gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno adottare e applicare il nuovo regolamento sottoscritto nel febbraio scorso che ha come obiettivo «impedire i blocchi geografici ingiustificati e altre forme di discriminazione basate sulla nazionalità». In sintesi: eliminare i blocchi per l’ecommerce all’interno della Ue. È un ulteriore passo in avanti sulla strada iniziata nel 2016 con l’avvio delle discussioni sulle misure perché consumatori e aziende siano in grado di acquistare e vendere prodotti o servizi sfruttando tutte le opportunità del mondo online, senza impedimenti di natura geografica.

motica 2.0. «Vogliamo che i clienti siano in grado di utilizzare Alexa ovunque si trovino», ha spiegato il Ceo di Amazon, Jeff Bezos.

LE PMI INVESTONO IN HI-TECH Le Pmi investono di più in tecnologia. Lo rivela l’Istat, secondo cui, invece, si registra un rallentamento per le grandi. Il sondaggio dell’istituto di statistica indica infatti che la

IL MICROONDE PARLA CON VOI Amazon è determinata a portare velocemente l’intelligenza artificiale negli oggetti di uso comune. L’intenzione è rendere l’assistente virtuale Alexa presente nei luoghi e negli ambienti, come la casa e la propria auto. Per questo lancerà otto dispositivi entro fine dell’anno capaci di rispondere ai comandi vocali. Per esempio, un forno microonde capace di ricevere ordini e rispondere tramite Alexa, oppure assistenti per la guida della vettura. La capacità di interagire apre l’era della do-

propensione innovativa è in netta ripresa fra le piccole e medie aziende (+4,3% per le prime e +3,4% per le seconde), mentre è in lieve calo nelle grandi (81,8%; -1,5%) per effetto di un ridimensionamento nei servizi. Nel periodo 2014-2016 il 48,7% delle imprese industriali e dei servizi con 10 o più addetti ha introdotto innovazioni: una quota in aumento di 4 punti percentuali rispetto agli anni 2012-2014. YO U T R A D E

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LIBRI

L’ECONOMIA DELLA CIAMBELLA. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo di Roberto Dulio e Mario Lupano EDIZIONI AMBIENTE

2017; PP. 304, 22 EURO

e il mondo degli affari e per metterli al servizio delle persone. In questo modo, si può arrivare a un’economia circolare capace di rigenerare i sistemi naturali e di redistribuire le risorse, consentendo a tutti di vivere una vita dignitosa in uno spazio sicuro ed equo. Perché: un’opportunità per imparare a pensare in modo nuovo, come economisti del XXI secolo.

BRANDTELLING di Francesco Giorgino e Marco Francesco Mazzù

EGEA - COLLANA REFERENCE

internazionali che hanno anticipato con i fatti alcuni degli elementi della metodologia brandTelling. Perché: ogni marchio è una storia… è ora di raccontarla.

FREEDOM INC. Come liberare il potenziale delle persone e la performance delle imprese di Brian M. Carney e Isaac Getz GUERINI NEXT

2018; PP. 387, 34 EURO

2018; PP. 303, 39 EURO

Grazie alle straordinarie capacità della sua evoluzione culturale, l’umanità si è allontanata progressivamente dalla natura: inquinamento, cambiamenti climatici e distruzione della biodiversità si uniscono alle crisi innescate dal sistema finanziario, contribuendo al deterioramento dei sistemi naturali, depauperati sempre più delle loro risorse a causa della continua crescita della popolazione e dei crescenti livelli di consumo. L’economista della Oxford University, Kate Raworth, smonta pezzo per pezzo le teorie che stanno alla base dell’attuale paradigma economico, e presenta un nuovo approccio, l’economia della ciambella, che combina confini sociali e planetari per creare una nuova prospettiva di sviluppo sostenibile. Raworth indica poi sette passaggi chiave per liberarsi dalla dipendenza dalla crescita, riprogettare il denaro, la finanza

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Alla scoperta del brandTelling, non solo come creazione e gestione di contenuti strategici, ma anche come filosofia, logica e cultura. Nell'era digitale la narrazione della marca si è evoluta, abbracciando un quadro dinamico dal punto di vista teorico e operazionale. Il volume fornisce un supporto nel processo di creazione e gestione del valore della marca, proponendo una riflessione strutturata sul processo decisionale del consumatore, sempre più a contatto con l'impresa. Vengono inoltre presentati dieci casi di aziende

Sfiducia e controllo impediscono alle aziende di innovare, competere ed essere occasione di crescita delle persone che vi lavorano. Il giornalista Brian Carney e il professore di economia Isaac Getz analizzano decine di casi di imprese anticonformiste, che hanno invece deciso di utilizzare la libertà e la responsabilità delle persone come leva per far crescere le proprie organizzazioni. Perché: alla scoperta delle imprese «liberate», testimoni di un approccio diverso verso il cambiamento YO U T R A D E

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IL VERO PECCATO È NON ESSERCI

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