YouTrade marzo 2019

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ISSN 2532 - 5671

Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene i.p.

MARZO 2019 - N°97

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ANNO 12 - NUMERO 97 MARZO 2019

Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Fiorella Angeli, Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Massimo Andriolo, Umberto Anitori, Alberto Bubbio, Leo Burnetti, Marco Buschi, Giacomo Casarin, Federico Della Puppa, Dario Imparato (fotografo), Ludovico Lucchi, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Massimo Talone, Cristiano Vassanelli Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di

Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Giovanni Pietro Grazioli • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento

Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità / Frequency of publication : mensile - 10 numeri/anno. Poste Italiane Spa - Sped. In a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Trento. Registrazione / Registration: N. 406 del 25-06-2008 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003.


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edilizia a portata di mano. Sul web. È nato Edil24.it, un portale specializzato nei servizi alle imprese del settore edile. Obiettivo: diventare una piattaforma per produttori, installatori, applicatori, professionisti, architetti, designer, ma anche per l’utente finale. Chi cercherà un prodotto legato all’edilizia, da una caldaia a un controsoffitto, dalla domotica all’arredobagno, solo per fare qualche esempio, su Edil24.it troverà un grande punto d’incontro virtuale specializzato, con un catalogo di prodotti per tutte le esigenze. La Compiuto 24 Srl, società proprietaria del portale Edil24. it, si è rivolta per questa iniziativa a fornitori di primo livello: Getrix-Immobiliare.it per lo sviluppo tecnologico e le campagne advertising, Sembox Srl per la parte Seo e indicizzazione sui motori di ricerca, Contec Ingegneria per la parte di struttura del contenuto e partner industriali. A questo scenario di grande professionalità si aggiunge ora la partnership di Virginia Gambino Editore. Grazie a questo accordo la piattaforma sarà presente anche sui siti youtradeweb.com e youbuildweb.it, in

modo da aumentare ulteriormente la visibilità. La specifica esperienza di ogni soggetto diventa quindi una garanzia di efficacia nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Il vantaggio di Edil24.it consiste nel consentire a ogni azienda di creare un catalogo dei propri prodotti, che può essere gestito in modo autonomo con immagini e descrizioni tecniche oltre che, ovviamente, alle informazioni necessarie per finalizzare l’acquisto. Ogni impresa, per esempio, avrà la possibilità di collegare ai propri prodotti i rivenditori, gli installatori e gli applicatori per ogni area geografica. Tra i servizi proposti da Edil24.it c’è anche la possibilità di delegare la gestione digitale del catalogo ai tecnici del portale, eliminando il lavoro di inserimento dati da parte dell’azienda. In un momento in cui utenti professionali e cliente finale utilizzano il web per informarsi e, sempre più spesso, procedere all’acquisto, la presenza su Edil24.it diventa un’occasione da non perdere per tutta la filiera dell’edilizia.


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XII convegno nazionale youtrade

LA DISTRIBUZIONE A UNA SVOLTA: SCEGLIERE IL PROPRIO FUTURO La distribuzione deve adeguare la propria azienda agli scenari del futuro. L’occasione per aggiornarsi è il nuovo Convegno di YouTrade. L’evento organizzato da Virginia Gambino Editore, molto atteso dagli operatori del settore edile, quest’anno si focalizza sugli scenari della distribuzione, con uno sguardo sui trend che coinvolgono le rivendite. A evolversi, però, non è solo chi acquista, ma anche lo spazio stesso della rivendita, trasformata in showroom, magari con l’ausilio di dispositivi digitali e sorprendenti soluzioni hi-tech. All’appuntamento con il XII Convegno di YouTrade non mancheranno, inoltre, due momenti particolarmente apprezzati: il punto sulla congiuntura e i numeri di previsione curati dal Centro Studi YouTrade. Infine, sono previsti tre workshop dedicati a temi specifici.


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Sommario marzo Rubriche 17 Editoriale Appalti, economia e colli di bottiglia 18 Econauta Attenti alla slowbalization 18 Chiacchiere di condominio È l’ora di riparare i balconi 19 L'avvocato Appalti, lavoratori tutelati per legge 20 I fatti nostri Alla ricerca della redditività perduta (e ritrovata) 22 Facciamo i conti L'effetto boomerang nel taglio dei costi 24 Imprese 4.0 Tecnologia per superare la selezione della specie 26 Digital News Attualità 28 Droni Come far decollare il fatturato 32 Fondi eropei Quei soldi a perdere 36 Legge fallimentare Trappole in vista per le piccole imprese 40 Assobagno Aumenta il business tra vasca e lavandino 42 Ecomed e Progetto Comfort Catania capitale della green economy 44 Cortexa Così isoleremo anche le fake news 46 50 52 56 58 62 68

Droni in cantiere: decollano le vendite

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Rivendite Bigmarket Bigmat nel segno dell'evoluzione Mollo Le nostre macchine sono su di giri Simonetti Giuseppe Dove la passione incontra l'edilizia Distribuzione Più vicini ai nostri clienti Tigullio Design Uno showroom tutto da vivere La distribuzione degli altri - Spagna Un Saltoki di qualità I ferri del mestiere Cercate nuovi trend? Beep beep!

Storia di copertina 70 Tecnasfalti-Isolmat Tutti insieme isoliamo di più

La nuova legge fallimentare nasconde delle insidie

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Imprese Proind Stop all'acqua dalle fondamenta Muoviamoci Intra e extra: non c'è una sola logistica

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Speciale tetto e accessori Edilizia Coperture senza limiti Edilizia Una pagella all'ultimo piano Rassegna Ecco le novità che stanno in cima Fakro Una finestra per due (aperture) Fibrotubi Qui i vantaggi stanno sotto Brianza plastica L'isolamento chiede asilo Terreal Italia C'è una svolta sotto il cielo Xt insulation L'isolamento senza compromessi

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Speciale malte premiscelate Edilizia L'evoluzione dei leganti Laterlite Perché puntiamo sui predosati Xella Più efficienza, meno tempo

Speciale Made Expo 126 Edilizia Un passo avanti (con tanti auguri) 136 Mapei La nuova edilizia inzia da qui 138 140 142 144

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Tutto quello che non sapete sulle malte premiscelate

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Appalti, economia e colli di bottiglia

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artiamo da un dato: solo il 7% di quanto stanziato dai diversi governi per lavori contro il dissesto idrogeologico è stato speso. Altro numero: tra il 2018 e il 2033 risultano a bilancio 150 miliardi di euro, relativi soprattutto a due aspetti: il fondo investimenti e il fondo sviluppo e coesione. A questi si aggiungono stanziamenti per la messa in sicurezza delle scuole, la mobilità sostenibile, le risorse idriche. Perché, allora, lo Stato stanzia e non spende? È un argomento che abbiamo trattato più volte sulle pagine di YouTrade, ma vale la pena di tornare sull’argomento. Uno degli scogli su cui si arena questa montagna di soldi destinata a rimanere virtuale è la scarsa capacità di focalizzare le spese. Sembra incredibile, ma è così. È come se qualcuno decidesse di cambiare auto, ma poi passasse gli anni a consultare le tabelle di Quattroruote. Poi, c’è il capitolo anticorruzione. La corruzione è un male non solo per una questione morale, ma anche economica: svantaggia le imprese che non distribuiscono mazzette, quindi altera la concorrenza. Premesso questo, le procedure per evitare (o, meglio, per tentare di evitare) che qualcuno incassi una «stecca» allungano i tempi. Anche per un motivo secondario: sono pochi gli amministratori e i tecnici degli enti pubblici che si assumono il rischio di dare il via libera agli appalti, per il timore di finire magari inconsapevolmente coinvolti in un affare poco lecito e, quindi, di perdere il posto di lavoro in attesa di sentenza. Manca, in sostanza, un’assistenza tecnica sul campo. E continuerà a mancare visto che, per esempio, i Comuni più piccoli non sono attrezzati per fornirla. Ci sono poi i famigerati ricorsi al Tar. Le aziende che ritengono di essere state escluse ingiustamente dagli appalti ricorrono alle toghe. E tutto si ferma. Abbiamo iniziato indicando come dato emblematico il misero 7% speso per combattere il dissesto idrogeologico. Gli interventi sul territorio sono demandati alle Regioni. Autonomia o meno, questi soggetti pubblici si segnalano per l’incapacità di spendere, anche per la mancanza di personale specializzato, per gli iter autorizzativi macchinosi. Perché, per esempio, non stabilire un termine certo di 30 o 60 giorni per il via libera una volta approvato il progetto? Sono argomenti solidi, concreti, e anche urgenti. Peccato che nel dibattito attorno all'autonomia delle Regioni non si sia entrati nel concreto, per lasciare posto a guerre di posizione tra favorevoli e contrari. A proposito di dibattito: la politica si è avviluppata nelle spire dell'ennesimo appuntamento elettorale, quello per le elezioni europee, che segue alle campagne per il rinnovo dei consigli regionali in Abruzzo e Sardegna. Intanto, incombe il nuovo Def, che è una specie di manifesto economico in cui il governo ogni anno deve presentare i suoi programmi e le proprie previsioni. Governo che, a dicembre, si è impegnato a far scattare aumenti dell'Iva per 23,7 miliardi nel caso non avesse raggiunto l'obiettivo programmato di crescita del Pil dell'1%. Ma anche di questo non si parla.

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E C O N A U TA

Attenti alla slowbalization

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ttenti alle abitudini. Trent’anni dopo, l’abitudine di smontare l’autoradio per non lasciarla in macchina sembra ridicola. Ma ci sono abitudini peggiori. La moda di mantenere a tutti i costi Alitalia come compagnia di bandiera, per esempio, è pesata sul portafogli degli italiani 9,5 miliardi in dieci anni (e purtroppo è una moda che dura ancora). Oggi la moda si chiama, invece, anti globalizzazione, causa di tutti i mali. Certo, fabbricare prodotti in Paesi dove il costo del lavoro è più basso incide negativamente sull’occupazione in Italia e in Europa. Nessuno si lamenta, però, quando acquista un prodotto a un prezzo più basso. Circolano falsi miti, come quello della Cina che invade i nostri mercati. Eppure le statistiche indicano che in 20 anni i Paesi Ue, compresi quelli dell’Est Europa, hanno visto salire di molto il proprio export, mentre la Cina ha diminuito le proprie esportazioni dal 2007 a oggi del 15% rispetto al Pil. Ma ci sarà qualcuno che non si fida dei numerini, ovvio. Il trend del sovranismo economico si è già tradotto in un termine: slowbalisation. Se ne è occupato anche il settimanale britannico The Economist, che non ha mancato di segnalare aspetti che potrebbero incidere profondamente sulla nostra vita. Specialmente in un Paese come l’Italia, profondamente condizionato dalla capacità di esportare. Meno globalizzazione, insomma, meno vendite all’estero e, quindi, meno Pil. I numeri, a livello mondiale, supportano la tesi che siamo di fronte a un trend potente: il flusso di capitali nel suo complesso, spie-

ga il magazine, si è ridotto del 65% dal 2007 al 2016, tenendo conto di strumenti di debito, azioni, prestiti bancari, riserve e investimenti diretti e rispetto al Pil globale è tornato simile a quello degli anni Novanta. Per fortuna un altro dato bilancia questa frenata: gli investimenti diretti, come l’apertura di una filiale all’estero o l’acquisizione di una partecipazione in un’impresa straniera, che sul totale degli investimenti esteri è aumentato rispetto al 2007. E, se parliamo di dazi, tra il 1994 e il 2006 si sono in media ridotti di oltre tre volte, rimanendo poi stabili fino al 2017. Ora, però, ci sono la Brexit e l’effetto Trump. Altro aspetto: la crescita di scambi di beni si è praticamente fermata al 2008. Ma per i servizi, in gran parte venduti attraverso il web, l’aumento è stato forte. Insomma, se a livello politico nell’area occidentale si alzano barriere, si invocano il protezionismo e la slowbalization, l’economia sembra indicare che alzare un muro non è poi così facile. Per fortuna. Federico Mombarone giornalista

CHIACCHIERE DI CONDOMINIO

È l’ora di riparare i balconi

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i avvicina la bella stagione e nei condomini si ripresenta l’opportunità di effettuare manutenzioni straordinarie anche in considerazione del fatto che fino al 31 dicembre 2021 è possibile usufruire delle detrazioni fiscali. Per esempio, negli stabili che presentano balconi in facciata è frequente vedere parti di intonaco staccate: di solito non si interviene in attesa che vengano eseguiti i lavori di ritinteggiatura della facciata. Ritengo che non sia una scelta saggia. Infatti, le spese inerenti i balconi sono sempre a carico dei rispettivi proprietari: la riparazione dell’impermeabilizzazione è a carico del condomino dalla parte in cui avviene il calpestio, mentre l’intonaco e la tinteggiatura sono a carico del proprietario sottostante. Quando avviene il distacco di parte dell’intonaco è opportuno individuare la causa, quasi sempre addebitabile a infiltrazioni di acqua. Se si interviene immediatamente si evita che il danno aumenti. Infatti, quando si è distaccata una parte di intonaco la parte rimanente è più esposta alle intemperie e verosimilmente nella stagione successiva si verificherà un ulteriore distacco. Se i due proprietari interessati si accordano possono far eseguire contemporaneamente sia l’intervento per eliminare la causa delle infiltrazioni che quello per il ripristino dell’intonaco. Salvo casi particolari, questi interventi possono essere eseguiti senza l’impiego di ponteggi esterni: al massimo sarà necessario un trabattello per raggiungere l’intonaco del soffitto del balcone, quindi anche con notevole risparmio di spesa rispetto all’intervento per tutta la facciata. Rimane comunque il vincolo delle tinteggiature che debbono essere uniformi al resto della facciata. Umberto Anitori esperto di condominio

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L’AV V O C ATO

Appalti, lavoratori tutelati per legge

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on la sentenza 834 del 15 gennaio 2019, la Corte di Cassazione è intervenuta sul tema della solidarietà, sancito dall’articolo 29 D.Lgs n. 276/2003, tra committente, appaltatore e subappaltatore riguardo i trattamenti retributivi e contributivi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto. E a conferma della sua fondamentale funzione di protezione e garanzia dei lavoratori coinvolti in operazioni di decentramento, a prescindere dallo schema negoziale utilizzato e dalla sua liceità. La Corte di Cassazione si è pronunciata dopo che un lavoratore dipendente si era visto respingere, in entrambi i gradi di giudizio di merito, le proprie istanze creditorie, formulate nei confronti della società committente, delle società appaltatrici e della società subappaltatrice sua datrice di lavoro, tutte partecipanti al rapporto di appalto all’interno del quale era inserita la prestazione lavorativa fonte dei crediti retributivi e contributivi rivendicati. I giudici di merito avevano ritenuto non sufficientemente provata la sussistenza, sotto il profilo quantitativo, dell’entità delle obbligazioni pecuniarie gravanti su ciascuna società appaltatrice convenuta in giudizio. Secondo la Cassazione, l’interpretazione dei giudici di merito era in netto contrasto con la finalità dell’articolo citato, che è quella di assicurare ai lavoratori dipendenti impiegati in rapporti commerciali di appalto, margini di tutela più ampi circa il pagamento dei trattamenti retributivi e contributivi dovuti in relazione al periodo lavorativo coinvolto nell’appalto «avendo, limitatamente ad esso, come debitore non solo il datore di lavoro, ma anche l’impresa appaltante e gli eventuali subappaltatori». La Corte di Cassazione afferma quindi che, laddove siano incontroversi sia l’intercorrenza di un rapporto di appalto e/o di

subappalto tra le società convenute in giudizio, sia lo svolgimento dell’attività lavorativa del lavoratore dipendente nell’esecuzione del le opere appaltate, durante il medesimo contratto d’appalto, «l’eventuale incertezza di attribuzione dell’opera in termini quantitativi fra le società appaltatrici, non può ridondare a carico del lavoratore, il quale correttamente si è limitato a imputare la propria attività lavorativa per l’intero periodo dedotto in lite, alle opere concesse in appalto». Dunque, la Corte risolve la questione in forza dei principi basilari in materia di vincolo solidaristico, secondo il quale ciascun co-obbligato in solido può essere chiamato a rispondere dell’intero debito, mentre ogni questione inerente la divisione fra condebitori, interessati del peso dell’adempimento, deve essere risolta nel diverso ambito dell’azione di regresso. In definitiva, secondo i giudici di legittimità, il principio di solidarietà tra committente, appaltatore e subappaltatore, che garantisce il lavoratore circa il pagamento dei trattamenti retributivi dovuti in relazioni all’appalto cui ha personalmente dedicato le proprie energie lavorative, esonera il lavoratore dall’onere di provare l’entità dei debiti gravanti su ciascuna delle società appaltatrici convenute in giudizio. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu


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I FAT T I N O S T R I

Alla ricerca della redditività perduta (e ritrovata)

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adio Mercato – la voce viva e vegeta dei rivenditori - racconta di un settore della distribuzione edile in discreta ripresa. Pare addirittura che il 2017, a conti fatti e chiusi, abbia messo in vetrina un bel +2,5%, una percentuale d’altri tempi e non per questo meno gradita. Il dato però pare che non si ripeterà per quel che riguarda il 2018, che prevede infatti una crescita inferiore, si stima intorno al punto percentuale. Ma, come mi permetto da tempo di sottolineare, il fatturato per quanto importante è un dato marginale per la distribuzione edile, che deve sempre avere fra i suoi primari obiettivi la marginalità. È più o meno dello stesso avviso la Ricerca “La creazione del valore nella distribuzione edile”, presentata dall’Università di L’Aquila in collaborazione con Gruppo Made, durante l’appena trascorsa edizione di Made Expo. Un appuntamento biennale che aggiorna la situazione relativa alla capacità delle rivendite edili di generare valore con la loro attività. Questa analisi si basa sull’elaborazione di 4.400 bilanci presi in considerazione negli ultimi undici anni e ha anche lo scopo di permettere ai singoli imprenditori di confrontare i dati generali con quelli della loro azienda, per migliorare le competenze all’interno della propria attività commerciale e gestionale. Per quante critiche si possano fare a un settore che sta indubbiamente soffrendo da più di un decennio (un po’ anche per colpa sua…) e che certamente non è aiutato da un regime fiscale semplicemente assurdo e a costi del lavoro eccessivi, per usare un eufemismo, è importante e significativo comprendere quali passi da gigante abbia fatto la stragrande maggioranza delle imprese della distribuzione edile negli ultimi anni. Un po’ per consapevolezza, un po’ per necessità, un po’ per spirito di sopravvivenza, la ricerca della marginalità sta davvero diventando un obiettivo concreto, basti pensare che, secondo i dati presentati, nel 2017 ben l’81,3% delle aziende ha chiuso con un reddito positivo.

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E, come scrivevo qualche riga più sopra, al centro dell’attenzione non ci sono i fatturati – del resto, questo mercato perde valore costantemente dal 2007 – ma i modelli di gestione d’impresa. In sostanza, un mercato che perde valore ma che ha imparato a guadagnare di più. Sempre secondo l’analisi, infatti, la marginalità delle imprese della distribuzione edile nel 2017 è stata mediamente del 30,4%, rispetto al 26,4% del 2007, quando evidente-

Uno studio realizzato dall’Università di L’Aquila analizza migliaia di bilanci della distribuzione edile e traccia un profilo incoraggiante della maggior parte delle rivendite nostrane. Migliorano i presupposti per la creazione del valore, quindi le risorse per investire nel futuro delle proprie aziende mente si fatturava di più, ma si guadagnava di meno, e soprattutto quando la congiuntura di settore era così esuberante da rendere la cultura d’impresa un optional. Negli anni, la distribuzione edile è riuscita a migliorare i tempi di incasso (sempre quando incassa, ovviamente), ha imparato a gestire al meglio le sue scorte (che rappresentano un investimento fisso) anche se questa attività è naturalmente perfettibile. Ancora, in tema di

creazione del valore emerge che chi riesce a raggiungere livelli di eccellenza non è perché vende a prezzi più convenienti (per il cliente) ma perché ha una migliore gestione della sua azienda. Essere strutturati è insomma un vantaggio, non per niente chi oggi può vantare i risultati migliori sono le strutture commerciali più grandi (quelle con un fatturato superiore ai 5 milioni). Fra i fattori premianti, migliori tempi d’incasso, migliore gestione degli approvvigionamenti, migliore ottimizzazione dei ruoli all’interno della struttura distributiva, e così via. Dalla ricerca sono emersi numerosi dati relativi alla gestione finanziaria delle imprese della distribuzione, ma due argomenti è interessante sottolinearli. Il primo riguarda i rapporti con i produttori: secondo lo studio, i fornitori, attraverso le tempistiche dei pagamenti accordate alla distribuzione edile (si parla di una media di 140 giorni) hanno realmente tenuto in piedi il settore della distribuzione edile. La seconda questione riguarda la grande distribuzione organizzata. I magazzini edili che si sono venuti a trovare nell’area della GDO hanno avuto tre ordini di problemi; perdita di fatturato, perdita di marginalità e allungamento dei tempi di incasso. Sono infatti venuti a mancare gli acquisti dei privati, clienti che pagano subito e meglio rispetto ai clienti tradizionali. Ma Radio Mercato puntualizza che, purtroppo, questo tipo di mercato ce lo siamo perso trascurandolo per anni. La ricerca della redditività prosegue con la chance del nuovo mercato, sperando che qualcuno non si porti via anche quello. di Roberto Anghinoni Giornalista M a r z o

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FA C C I A M O I C O N T I

L'effetto boomerang nel taglio dei costi

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uando si desidera recuperare redditività e i ricavi non sono più di tanto incrementabili, si pensa di dover manovrare la leva del taglio costi. Questa leva non è pericolosa da manovrare solo se si pensa di lavorare sugli sprechi per eliminarli. Diversamente, bisogna pensare che non tutti i costi hanno la stessa rilevanza e la stessa valenza strategica. Vi sono costi che riguardano i servizi offerti, che stanno attorno al prodotto, dai quali dipende la continuità nel tempo dell’impresa e questi spesso richiedono costi di manutenzione (vedi recenti gravi incidenti di «percorso» di qualcuno che ha voluto «tagliare certi costi») o, ancora, quelli di formazione e di comunicazione. Tutti questi sono costi non «tagliabili». Se si tagliano o non si sostengono in modo «adeguato», rischiano di portare l’impresa verso un’emarginazione irreversibile. Purtroppo, l’effetto della complessità più evidente, ma anche più difficile da dominare e contenere, è proprio stato l’aumento dei costi. Di tutti i costi, compresi quelli «strategici» indicati. Questo aumento è esasperante: giunge, talvolta, a vanificare gli sforzi volti a mante-

La catena di valore per le imprese della distribuzione ITS

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nere il fatturato in linea con gli obiettivi che ci si è dati e si «mangia» larga parte dei miglioramenti conseguiti, spesso con fatica, nel margine di intermediazione. Come si può cercare di operare in modo efficace in questa situazione? Ebbene si ribadisce: si sa che i costi aumentano e che alcuni di questi vanno ridotti, ma altri assolutamente no. Anzi, potrebbe essere necessario aumentarne la spesa. Per fare questo lavoro delicato, che viene anche chiamato cost management, in sostituzione del tradizionale cost control, è opportuno cambiare il paio di occhiali con i quali si è abituati a leggere i costi. Una lettura per natura della risorsa produttiva del tipo costo del personale, spese di vendita, di trasporto, telefoniche, bancarie e così via è pericolosa: si mettono insieme troppe cause diverse che hanno generato quelle uscite. Così pure non funziona più la distinzione costi variabili - costi fissi: poiché i variabili si sono ormai ridotti a pochi elementi e sono comunque variabili solo verso l'alto, mentre molti costi fissi (come quello del personale) sono diventati variabili non rispetto ai volumi, ma al grado di complessità. Bisogna andare ad analizzare le cause di un

costo. Le domande sono: «perché» si spende? Si sta spendendo per un cliente? E per quale? Si sta tenendo conto dei costi che si stanno sostenendo per servirlo? Questo nuovo «paio di occhiali» richiede che ci si muova da questa riflessione: i costi non dipendono direttamente dai prodotti o dai servizi che si offrono, ma dalle attività che si svolgono per offrirli e soprattutto da come si svolgono. Così per svolgere l’attività di visitare un cliente, un’attività che per esempio richieda di andare da Milano a Bologna, ha tanti modi per essere svolta, con tempi e costi molto diversi. Per di più, mentre la macro attività visitare un cliente il cliente la apprezza (si crea valore per il cliente), la necessaria attività di trasferimento e i suoi costi per il cliente sono del tutto irrilevanti, a meno che non vada a suo danno: se, per esempio, voi arrivate con un forte ritardo all’appuntamento. Questa esemplificazione dovrebbe aiutare a riflettere su quanto il costo di uno stesso prodotto o di un servizio possano essere molto diversi in relazione alle attività che si svolgono e soprattutto a come si svolgono tali attività, con che strumenti e con quali tempi. Così se si vogliono leggere i costi in modo nuovo, bisogna abbandonare le tradizionali impostazioni per natura del costo (esempio per il personale o gli oneri di viaggio) o per centri di spesa (come le spese dell’ufficio commerciale o degli uffici amministrativi) e concentrarsi su questa nuova ottica: costi per attività. Così ci si può, ad esempio, domandare: quanto costa gestire la relazione con i clienti, in termini di tempi dedicati da tutte le persone che entrano in contatto con il cliente, di supporti informatici e di telefonia che si YO U T R A D E

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utilizzano, di eventi o altre attività realizzate per «manutenere» queste relazioni. Si realizza così una lettura diversa delle aree di responsabilità gestionali e si rilegge l’azienda per singole attività, riaggregabili poi in macro processi gestionali. Ma quali sono queste attività e questi processi ? Il diagramma nella pagina accanto tratteggia alcune macroattività, adattando l’idea di catena del valore (value chain), proposta da Michael Porter, alle attività di un’impresa della distribuzione commerciale Its e mercato edile. Quelle riportate sono le macro-attività sulle quali si devono comporre delle decisioni strategiche. Nel farlo si deve mettere al centro delle riflessioni il cliente e le sue esigenze, in quanto sono tutte attività attraverso le quali potenzialmente si può creare valore per il cliente soddisfacendone le esigenze. Ma quali tra queste attività siano quelle più importanti dipende dal cliente e l’efficacia delle scelte aziendali è legata alla capacità di saper ascoltare il cliente e di interpretarne i bisogni. Se si è bravi in questa interpretazione si possono individuare esigenze che altri non soddisfano o attività che consentono di soddisfarle meglio. Si riesce così a essere differenti dai concorrenti, a proporre qualcosa di diverso, di differenziante. Così se si desidera effettuare una lettura strategica dei costi è necessario osservarli con riferimento alle attività che si svolgono in azienda per confezionare l’offerta com-

Una lettura per natura della risorsa produttiva del tipo costo del personale, spese di vendita, di trasporto, spese telefoniche, bancarie e così via è pericolosa: si mettono insieme troppe cause diverse plessiva con la quale ci si rivolge al cliente: perché vengono svolte e come vengono svolte. Può darsi che non tutte siano necessarie o che siano svolte male, con modalità obsolete. Queste e solo queste sono le attività sulle quali andare a «tagliare». Nell’effettuare questa rilettura si può rimanere sulle macro-attività/processi (come quelle indicate nella figura) o articolarle in attività più di dettaglio. Un esempio di questa maggior articolazione delle attività è presentata, a titolo puramente indicativo. Quando si svolge quest’analisi si parla di mappatura delle attività. Il grado di profondità al quale spingersi con questa mappatura è una decisione che deve essere

presa in relazione al grado di complessità e rilevanza delle diverse attività. Quale che sia la profondità della mappatura, sono le attività e non più i centri di costo che debbono essere considerate come il nuovo oggetto di calcolo, rispetto al quale rilevare i costi. di Alberto Bubbio Alberto Bubbio è senior professor di Economia Aziendale presso l’Università Cattaneo Liuc di Castellanza (Va), dove è titolare di due insegnamenti: Programmazione e Controllo e Sistemi di contabilità direzionale (Misurazione delle performance aziendali). Per più di quindici anni è stato docente nel corso di laurea in Economia Aziendale presso l’università Bocconi, dove ha anche svolto attività di coordinamento e di didattica presso La Scuola di Direzione Aziendale (Sda). È socio fondatore e partner di Dimensione Controllo Srl, società di consulenza direzionale che da più di 30 anni è al servizio delle imprese clienti per assisterle nella progettazione e realizzazione di efficaci sistemi di pianificazione e controllo. Da due anni è Principal Editor di Manage-mind, una piattaforma per manager attraverso la quale trovare idee e suggerimenti per una più efficace gestione di impresa.

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Tecnologia per superare la selezione della specie

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ià Charles Darwin disse che non saranno i più forti o intelligenti a sopravvivere, ma coloro che sapranno adattarsi meglio al cambiamento. Come indicato nello scorso articolo, siamo di fronte a un cambiamento epocale, che comporterà rischi per coloro che non sapranno adattarsi e opportunitá per coloro che sapranno farlo. È difficile prevedere come trend sociali (per esempio, la Y-generation, silver economy) politici (barriere commerciali), tecnologici (connettività, robotica, nuovi materiali), economici (recessione dell’economia, reddito disponibile delle famiglie) e ambientali (sostenibilità, responsabilità sociale) avranno sulle nostre vite e aziende. Ma

una cosa è certa: innovare non è solo necessario per crescere ma per sopravvivere. Nel 2017-2018 abbiamo accelerato la crescita di circa 800 Pmi e abbiamo imparato le seguenti sette regole che vedete sintetizzate nello schema in questa pagina. Rimane peró la leggendaria frase scritta da Jeff Immelt (ex Ceo di General Electric)nel suo libro Game Changers: «Innovation without a customer is nonsense» (L' innovazione senza un cliente è senza senso). Sembra scontato, ma ogni innovazione deve mirare a creare nuovo valore per il cliente, che vuole essere rispettato e coccolato. Spesso aziende adattano i loro prodotti/servizi alle loro aziende anche se dovrebbero adattare le loro imprese

a nuovi prodotti e servizi desiderati dal mercato. La digitalizzazione (big data, data analytics, deep learning) oggi puó dare un forte aiuto nel comprendere che cosa il cliente desidera e a sviluppare soluzioni che soddisfano i suoi bisogni/desideri. Erroneamente molti di noi tendono a pensare che la concorrenza arrivi solo dai soliti noti (aziende attive nello stesso settore/territorio). Aziende come Alibaba.com hanno sviluppato delle soluzioni di mass customization che fino a poco tempo fa sarebbero sembrate impossibili. In sintesi: bisogna prepararsi ad affrontare concorrenti che fino poco tempo fa non sembravano esserlo. Confine sfuocato Piú la tecnologia avanza, piú il confine tra mondo fisico e mondo digitale diventerà sfuocato. In questo mondo digital sará di crescente importanza offrire al cliente, oltre a nuovi prodotti e servizi, nuove esperienze. Invece di pensare a un’esperienza nel punto di vendita fisico, un’esperienza mobile, un’esperienza nel commercio on-line, sará importante perseguire un approccio olistico. O meglio, un’esperienza omni-channel, cioè multicanale, che deve considerare come un tutt’uno marketing, la vendita e il supporto al cliente, indipendentemente da come o da dove esso si rivolge a noi. Omni-channel è def inito come un approccio di vendita multicanale che fornisce al cliente un’esperienza univoca, sia che l’approccio avvenga attraverso lo shopping online da un dispositivo desktop o mobile, per telefono, o in un ne-

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gozio fisico. Un’azienda-rivenditore puó avere un incredibile marketing mobile supportato da campagne di social media, un sito web ben progettato e collaboratori nel punto vendita gentili. Ma se non c’è una base condivisa, un filo rosso comune, l’esperienza del cliente non sará robusta e convincente. La maggior parte delle aziende che vediamo si impegnano a sviluppare strategie di multicanalità, slegate l’una dall’altra: hanno un sito web, usano social media e hanno punti vendita ben organizzati. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, al cliente non viene offerta un’esperienza f luida e coerente. Per offrire un’esperienza distintiva e unica, ogni azienda dovrá sviluppare nuovi concetti che devono considerare: a) i bisogni e desideri del mercato (presenti e futuri); b) i prodotti/servizi/esperienze attualmente offerti e quelli offerti dalla concorrenza; c) le occasioni di vendita e i canali di distribuzione usati; d) i mezzi produttivi/tecnologie attualmente usati e quelli che potrebbero essere interessanti; e) i partner esterni che possono essere coinvolti per sviluppare nuovi concetti; f ) le strategie di prezzo. M a r z o

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La digitalizzazione (big data, data analytics, deep learning) offre un aiuto nel comprendere che cosa il cliente desidera davvero e a sviluppare soluzioni che soddisfano i suoi bisogni/desideri. E offrire una esperienza davvero multicanale Come diceva Steve Jobs Per citare Steve Jobs, quanto sopra consiste nel collect dots (cioè raccogliere informazioni). Una volta raccolte le informazioni (dots) sará possibile collegarle in

concetti di crescita completi e confrontabili (connect the dots). Quanto sopra è simile al gioco della settimana enigmistica che richiede di collegare i punti numerati per ottenere una forma. Una volta raccolti i punti (informazioni) è possibile collegarli in concetti che permettono di distinguersi dalla concorrenza. In IXLCenter abbiamo sviluppato il processo di creative problem solving chiamato Eureka! (sintetizzato nello schema in questa pagina), che permette di raccogliere informazioni di diversa natura e da diverse fonti, strutturarle e di collegarle in concetti di crescita completi e robusti. Due ultime cose importanti: 1. Se sviluppate dei concetti di crescita, andate oltre singole idee di nuovi prodotti/ servizi/esperienze, sviluppando concetti completi che partendo dai bisogni/desideri del mercato arrivano al business model. 2. Non abbiate paura del cambiamento: avete davanti a voi delle opportunitá epocali che vi aspettano.

di Massimo Andriolo direttore per il mercato europeo di IXL-Center.

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Digital news da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it

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1 CONFEDILIZIA CHIEDE LO SBLOCCO Anche Confedilizia interviene sulla possibilità di ripresa del settore delle costruzioni. Secondo l’associazione dei proprietari di immobili, ci sono almeno 20 miliardi di lavori attivabili con il recupero del patrimonio immobiliare esistente. Il calcolo si riferisce, però, a un intervento su almeno 1 milione dei circa 75 milioni di immobili presenti in Italia ed è, quindi, largamente ottimistico. Confedilizia, comunque, intende portare la cifra al tavolo tecnico che vedrà governo e sindacati confrontarsi sul provvedimento sblocca cantieri. (youtradeweb.com)

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CASE ALL’ASTA, COME DIFENDERSI Perdere la casa all’asta, su cui si è investito una parte della propria vita, a causa dell’impossibilità di ripagare un debito è un dramma. Eppure nel 2018 sono state circa 300 mila le «esecuzioni immobiliari» effettuate in Italia, di cui oltre 13 mila in Piemonte. Per aiutare chi sta per perdere la propria casa all’asta è nato il servizio di AstaStop.it, la prima piattaforma per la valutazione online del saldo e stralcio. Ma a un prezzo. (casacondominio.net)

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ANCORA A BOLZANO L’IF PRODUCT La MM Design, società di consulenza strategica con sede a Bolzano, con due prodotti si aggiudica per il quinto anno consecutivo il iF Product Design Award, premio introdotto nel 1954. Fondato nel 1991, lo studio è sinonimo di un design prezioso, affidabile e personalizzato. (youbuildweb.it)


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FATE DECOLLARE IL FATTURATO

I droni sono il nuovo trend nel settore delle costruzioni. In Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sono utilizzati sempre più spesso in cantiere per rilevamenti, controlli, rapporti sullo stato avanzamento lavori. E sono essenziali per chi utilizza il Bim. Ma per venderli ci vuole anche... di Giuseppe Rossi

E

se i rivenditori di materiali prendessero il volo? Non in senso letterale, intendiamoci. Ma, probabilmente, i distributori di materiali edili dovrebbero considerare quello che è uno dei trend emergenti nel settore delle costruzioni: la visione dall’alto. Ora, infatti, farsi un’idea dei lavori è molto più semplice: i droni sono impiegati da un sempre maggior numero di settori, dall’industria all’ambiente fino, appunto, a quello dell’edilizia. In altri Paesi, come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia i piccoli quadricotteri sono ormai entrati a far parte della filiera dell’edilizia, dalla progettazione alla realizzazione finale di un edificio. Ed è già partita la caccia agli specialisti nell’utilizzo applicato delle piccole macchine volanti. UN AMPIO SPETTRO La tecnologia del drone, noto anche come Uav (Unmanned aerial vehicle), è utilizzata nel settore delle costruzioni per molte buone ragioni (vedi box). Il drone è anche uno strumento che migliora la comunicazione, la sicurezza e il marketing, ma nel processo di costru-

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zione può offrire molti altri vantaggi, compresa la cattura di immagini in tempo reale in zone difficilmente accessibili. Per esempio, un’immagine presa dall’alto può fornire agli ingegneri e ai topografi informazioni essenziali quando si tenta di identificare e correggere i difetti dell’edificio. Non solo, un drone può essere utile per la valutazione delle condizioni del sito, per aiutare la pianificazione e il layout del cantiere, catturare foto dell’avanzamento lavori, per l’esecuzione di scansioni 3D di strutture esistenti, per la creazione di modelli di edifici virtuali, per l’assistenza alla manutenzione continua e valutazione di eventuali danni. Ci sono anche, ovviamente, molti aspetti legati all’economicità: per esempio, chi ha acquistato un immobile può ottenere una migliore comprensione del suo investimento facendo volare un drone sopra la proprietà. Un altro possibile impiego: molti siti richiedono lavori di rimozione di detriti o terra. E grazie a un software i droni possono misurare le dimensioni, rilevare i cambiamenti di quota e stimare il volume di materiale da rimuovere di un sito. Questo offre un’idea migliore di quanto materiale è necessario per riempire buchi e livellare il sito. M a r z o

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i miliardi di dollari che saranno spesi negli Usa per acquistare droni e software

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MA L’ITALIA È INDIETRO Per ora i rivenditori di materiali, almeno in Italia, non sembrano molto caldi sull’argomento droni. Ma si sbagliano. E rischiano di perdere il volo (è il caso di dirlo) del business. Per esempio, già nella scorsa primavera il principale produttore cinese di droni, DJI, ha annunciato il più grande ordine di droni: il gigante giapponese delle costruzioni Komatsu ha ordinato mille quadricotteri per aiutare a sorvegliare e monitorare i progetti. All’inizio del 2016, Clayco, appaltatore, impresa di progettazione e costruzioni con sede a Chicago, ha lanciato Uplift Data Partners. Si tratta di un sistema completo di tecnologia per drone con otto tipi di missione già predisposti: i set comprendono, per esempio, l’ispezione termica, il rilevamento e la mappatura degli immobili. La società può analizzare i dati e consegnarli per un modello Bim. Uplift è anche in grado di lavorare con i «beni condivisi» delle aziende che lo impiegano. Clayco offre anche la garanzia tecnica e un team di progettazione e costruzione virtuale. «Questo è un modello di business completo e senza problemi», ha sostenuto Suzanne El-Moursi, presidente di Uplift. L’azienda americana dispone al momento

NOVE RAGIONI PER UTILIZZARLI

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1 Supervisione La maggior parte delle analisi sugli edifici da

spesso preparate mensilmente per registrare lo stato di avanzamento

riqualificare richiede visibilità del tetto per identificare le condizioni

dei lavori. Di solito un geometra o il capo cantiere documenta la

e valutare eventuali difetti. Spesso l’accesso a un tetto è complicato

situazione scattando delle fotografie. Una visione di insieme dall’alto

e comporta un’impalcatura, l’uso di scale e la messa in conto di un

può sintetizzare meglio i lavori del cantiere.

possibile incidente. Oltre che dei costi connessi. Un piccolo drone può

6 Promozione
Non conta solo costruire o riqualificare un edificio.

far risparmiare tempo, denaro e ridurre i rischi per la sicurezza.

Poi, bisogna vendere l’immobile. Un video girato da un drone in alta

2 Ispezione del cantiere 
Se il cantiere è occupato da macchinari

definizione o 4k ha un forte impatto di comunicazione, perfetto per il

e murature in fase di realizzazione, una ispezione generale può essere

marketing.

complicata. Un piccolo veivolo può effettuare un’ispezione visiva

7 Visione in soggettiva
Si chiama visione in soggettiva il movimento

delle aree, magari quelle con maggiori rischi, oltre che far risparmiare

di una telecamera che mostra virtualmente quello che vedrebbe in prima

tempo. Inoltre, le ispezioni sul sito possono essere intraprese con

persona lo spettatore o, in questo caso, a chi si occupa dell’immobile: il

maggiore regolarità e coprire aree più ampie.

cliente, oppure il proprietario, l’architetto, eccetera.

3 Salute e sicurezza
L’utilizzo di un drone per sorvolare un sito può

8 Scansione laser
Per il Bim occorre avere a disposizione dati precisi.

mostrare i rischi nascosti in un cantiere (nel 2018 la media è stata di tre

Spesso per un geometra può essere difficile ottenere l’accesso a

morti al giorno sui luoghi di lavoro). E consentire, quindi, di rimuovere i

una posizione adatta per la scansione laser nelle aree più estreme

problemi prima che avvengano incidenti.

di un edificio. Questa difficoltà si traduce spesso nella mancanza di

4 Manutenzione
Le ispezioni per la manutenzione di ponti, torri, tetti

informazioni vitali. La scansione laser dai droni è diventata un metodo

e impalcature, può spesso comportare costose modalità di accesso,

per catturare i dettagli esatti di topografia, edifici e paesaggi urbani.

con il personale del cantiere che lavora in quota. I droni sono in grado di

9 Immagini termografiche
I droni possono essere utilizzati per

fornire in modo più rapido e più semplice una visione con filmati in alta

effettuare registrazioni di immagini termiche per valutare potenziali

definizione riducendo costi e rischio.

punti freddi negli edifici o punti di calore nelle aree in cui sono presenti

5 Avanzamento dei lavori
Le relazioni sui progressi costruttivi sono

componenti elettrici.

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Il volo di un drone di 30 minuti su 20 ettari può produrre circa 20 milioni di punti di dati (rispetto ai 500-1000 usando metodi tradizionali di rilevamento)

spektra.it

di 144 piloti-operatori in grado di utilizzare i droni in cantiere e prevede di raddoppiare i propri sistemi di velivoli senza pilota. La banca d’affari Goldman Sachs stima che entro il 2020 il solo settore dell’edilizia statunitense potrebbe spendere 1,3 miliardi di dollari per acquistare 44.300 droni e supportare apparecchiature e software. La spesa globale per i droni durante questo periodo potrebbe superare gli 11 miliardi di dollari per 372.120 unità. Insomma, il business è dietro l’angolo.

ESEMPI PRATICI Uno studio di architettura, Harley Ellis Devereaux, ha lavorato a un progetto per la costruzione di sei edifici contemporaneamente. La tecnologia del drone è stata «estremamente utile» per generare rapporti sui progressi, ha commentato Jason Rostar, manager per l’hi-tech dello studio. «Da un punto di vista puramente documentale e di marketing sul campo stiamo riscontrando un uso frequente dei droni». A Birmingham la società di costruzioni Brasfield & Gorrie è stata una delle prime aziende di costruzioni a gestire i droni per mappare oltre 600 ettari su 29 siti. E secondo Dick Zhang, fondatore e Ceo di Identified Technologies, un fornitore di servizi con sede a Pittsburgh che gestisce ogni aspetto del f lusso di lavoro, dai piani di volo all’analisi dei dati, un singolo drone può ispezionare un cantiere di 40 ettari in soli nove minuti. A giudizio degli esperti, il volo di un drone di 30 minuti su 20 ettari può produrre circa 20 milioni di punti di dati rispetto ai 500-1000 usando metodi tradizionali di rilevamento del terreno. I dati possono poi essere «cuciti» insieme attraverso la fotogrammetria per creare immagini 3D entro 12 ore. Insomma, il business ha una rotta precisa. Ma per vendere i quadricotteri i rivenditori italiani dovranno attrezzarsi anche dal punto di vista delle competenze tecniche necessarie: oltre alla scelta degli apparecchi volanti (con prezzi al pubblico che vanno da circa 150 per quelli non professionali a oltre mille euro per i dispositivi più avanzati), è necessario assicurare anche assistenza tecnica. Tutti aspetti che, se non curati, invece di far decollare il business potrebbero lasciarlo a terra.

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FONDI EUROPEI

QUEI SOLDI A PERDERE La Ue ha reso disponibili all’Italia oltre 127 miliardi, in gran parte per finanziare opere pubbliche, a cominciare dalla riqualificazione del patrimonio abitativo. Risultato: il nostro Paese ne ha spesi poco più della metà, per l’incapacità delle amministrazioni locali di impegnare le risorse. E per i prossimi anni… di Federico Della Puppa

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n una vecchia trasmissione televisiva di molti anni fa, Maurizio Costanzo alla fine di ogni intervista poneva sempre la stessa domanda a ogni ospite: «Che cosa c’è dietro l’angolo?». La domanda è quanto mai attuale, perché riguarda il nostro futuro, ciò che ci attende, ma di cui non abbiamo conoscenza. Lo scenario socioeconomico e politico mondiale ed europeo è fortemente cambiato negli ultimi anni, non solo per la crisi economica, ma soprattutto per molti cambiamenti politici che hanno inciso e stanno incidendo sugli scenari geopolitici, i quali hanno riflessi diretti non solo sulle attività imprenditoriali, ma soprattutto sugli investimenti e sulle aspettative dei consumatori. Senza guardare al mondo nel suo insieme, in Europa lo scenario attuale vede crescere molte forze cosiddette euroscettiche, che oggi sono in qualche modo poste di fronte all’incapacità della Gran Bretagna di uscire dall’Europa e di portare a termine la cosiddetta Brexit, e per contro forze che potremmo definire euroconvinte e che supportano l’azione complessiva delle politiche europee, soprattutto sul fronte dell’innovazione, della sostenibilità e dell’inclusività sociale, i tre pilastri complessivi su cui si poggiano le politiche dell’Europa e dei Paesi aderenti. Ma, al di là delle posizioni, il punto chiave è se come Paese siamo stati capaci in questi anni di promuovere efficacemente queste politiche e di utilizzare pienamente tutti i fondi messi a disposizione. Perché le politiche europee vivono del contributo che gli stati

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mettono a disposizione, e l’Italia come Paese fondatore della Ue contribuisce in modo significativo al bilancio europeo, ma riceve anche moltissimi finanziamenti che, purtroppo, spesso non vengono utilizzati e spesi. INCAPACITÀ AMMINISTRATIVA Il nostro paese è storicamente debole e in forte deficit sul tema della capacità amministrativa, che si traduce automaticamente in una bassa capacità di spesa dei fondi, soprattutto da parte di alcune regioni e di alcuni ministeri. Il punto chiave è che la nostra amministrazione pubblica, abituata da decenni a ridurre la spesa, contenere i costi e realizzare opere al massimo ribasso, si trova in difficoltà quando deve agire senza ribassi, ma al contrario deve utilizzare tutto quanto messo a disposizione. L’Italia attualmente ha un costo pubblico monitorato, incluse le risorse attratte, per i progetti finanziati dalle politiche di coesione europea per gli ultimi due periodi di programmazione (2007-2013 e 2014-2020) di 127,2 miliardi di euro. Ma siamo nel 2019 e la fase di programmazione politica e attuativa ormai è quasi finita: il settennato di programmazione è quello riferito al periodo 20142020. A oggi i pagamenti complessivi monitorati dal sito opencoesione.gov.it sono pari a 69,3 miliardi per un totale di 1.183.365 progetti monitorati. Il dato già evidenzia che a poco più di un anno dalla fine del periodo di programmazione abbiamo impegnato poco meno del 54,4% dei fondi. I progetti conclusi sono solo il 30% del totale e la quota di quelli liquidati, dunque non solo interamente rendicontati ma anche pagati, è pari al 5%. Il restante 65% si compone del 59% di progetti in corso e del 6% di quelli non avviati. Siamo, dunque, in deficit di spesa, di programmazione e anche di attuazione. Un vero peccato, perché ciò rischia di mettere a repentaglio i futuri finanziamenti: se un Paese non è in grado di spendere tutte le cifre messe a disposizione spesso, nella fase di programmazione successiva, le quote non utilizzate sono detratte. DARE E AVERE Durante le fasi preliminari di programmazione, infatti, vi sono dei negoziati prima con i singoli Paesi e poi con le Regioni, che sono le principali strutture di attuazione locale dei programmi, per definire obiettivi e risorse. Ma se queste risorse messe a disposizione poi in parte non vengono spese l’Europa (e noi che ne facciamo parte) non può che prendere in considerazione che probabilmente i fondi erano eccessivi rispetto ai bisogni effettivi. Semplicemente perché non li abbiamo spesi tutti. Questo rischio, sempre presente, oggi è ancora più evidente nel momento in cui si sta per aprire la fase di discussione e negoziazione del futuro periodo di programmazione 2021-2027, i cui obiettivi con le loro «alte priorità» sono già delineati e per i quali è già stabilito che, al netto del fondo per M a r z o

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Fondi europei: la distribuzione su base provinciale

Fonte: OpenCoesione

lo sviluppo rurale, la dotazione per investimenti Fesr e Fse il nostro paese sarà di almeno 38,5 miliardi. Sono risorse che saranno destinate a sviluppare ricerca e innovazione, aumentare l’efficienza energetica, contrastare il cambiamento climatico, prevenire i rischi idrogeologici e aumentare la resilienza del territorio e delle città alle calamità naturali, aumentare la connettività digitale, migliorare la mobilità urbana sostenibile, incrementare l’accesso al mercato del lavoro, investendo sul sistema scolastico e della formazione e combattendo la povertà. INNOVAZIONE Molte di queste azioni interessano direttamente e indirettamente il settore delle costruzioni e tutta la filiera coinvolta, dalla progettazione alla realizzazione, passando per i sistemi produttivi e le diverse filiere di attori coinvolti, con particolare riferimento alle imprese e ai sistemi di innovazione per i quali la Ue chiederà all’Italia di «far crescere il numero e le dimensioni delle imprese innovative nei settori ad alta intensità di conoscenza e con altissimo potenziale di crescita; favorire gli scambi di conoscenze tra enti di ricerca e i settori produttivi, in particolare le Pmi, attraverso partnership

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Fondi europei: andamento degli impegni e dei finanziamenti complessivi

Fonte: OpenCoesione

e formazione», come si legge nel documento intitolato Orientamenti in materia di investimenti finanziati dalla politica di coesione 2021-2027 per l’Italia e disponibile presso la Commissione Europea. Una delle priorità indicata dal documento è migliorare l’efficienza energetica e la resilienza al cambiamento climatico, al dissesto idrogeologico e ai disastri naturali come i terremoti, un punto chiave nel quale si suggerisce di puntare su una vasta opera di ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico, dagli alloggi sociali alle scuole e agli ospedali. La vera sfida di riduzione dei consumi, della Co2 prodotta e della rigenerazione urbana si gioca e si vince non solo e non tanto sul patrimonio privato, ma anche e soprattutto sul patrimonio pubblico. Altro tema, rilevante, è quello dello sviluppo della rete a banda ultralarga senza escludere le aree cosiddette a fallimento di mercato (cioè non remunerative per le aziende), per ridurre il gap tra aree urbane e rurali. E, poi, gli investimenti in trasporti multimodali, a basso impatto ambientale e sull’elettrico, sia nelle aree urbane che a livello nazionale, con particolare riferimento alla Rete di trasporto trans-europea, della quale peraltro

Fondi europei: tipologia di spesa

Fonte: OpenCoesione

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la Tav Torino-Lione è uno dei nodi di collegamento strategici. Sui temi sociali, del lavoro e della formazione si è già detto e i futuri fondi Fse metteranno a disposizione come al solito risorse per incrementare in questi ambiti la nostra capacità, compresa quella delle nostre aziende e dei loro collaboratori. MESSI IN UN ANGOLO Per tornare a Costanzo e alla sua domanda: che cosa c’è dietro l’angolo, dunque? Certamente ci sono risorse pronte a essere spese, ma per le quali dobbiamo attrezzarci soprattutto in termini di capacità amministrativa e di fluidificazione dei processi di gestione delle azioni, dalle fasi di programmazione a quelle di esecuzione, realizzazione e rendicontazione dei progetti. Siamo bravissimi a progettare, meno a realizzare. La nostra storia è piena di buoni propositi, ultimo e non poco rilevante quello relativo alla ricostruzione del ponte Morandi, ma i propositi da soli non bastano. Dietro l’angolo ci sono risorse e soprattutto obiettivi e azioni, molte delle quali ormai sono parte stabile del Dna delle costruzioni. Temi quali l’efficienza energetica, la riqualificazione e la rigenerazione urbana, il cambiamento climatico e il contrasto agli eventi catastrofici, con le tante soluzioni proposte da aziende produttrici di materiali e imprese in grado di realizzare interventi efficaci, sono già al centro dell’agenda della filiera delle costruzioni, ma forse non possiamo dire lo stesso dell’agenda politica. SENSIBILI ALLE FOGLIE La manifestazione mondiale del 15 marzo, mobilitata da una giovane attivista svedese di 16 anni, Greta Thunberg, ha dimostrato che la sensibilità anche delle future generazioni si questi temi è molto alta e la politica non può più ignorare questi temi, messi al centro della nostra agenda di cittadini con grande lucidità e capacità da papa Francesco con la sua enciclica Laudato si’. La tabella di marcia europea per impostare le politiche del futuro, e rispondere anche alle richieste delle future generazioni, cioè dei nostri figli, è già tracciata. Abbiamo di fronte poco meno di due anni di negoziati tra la Commissione Ue e gli Stati membri, per arrivare all’adozione di buona parte dei Programmi operativi sulla base dei quali saranno spesi i fondi strutturali europei 2021-2027. È anche questo un passo importante verso il futuro, un futuro che ha un angolo che si chiama Europa, un angolo che a maggio vedrà un passo importante con le elezioni europee. Ma la risposta vera e ineluttabile è che dietro l’angolo ci sono e ci devono essere politiche di innovazione e sostenibilità, le stesse sulle quali sono impegnate da anni le imprese più competitive del nostro settore. E ci sono soprattutto finanziamenti, e sarebbe un vero peccato perderli. M a r z o

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TRAPPOLE IN VISTA PER LE PICCOLE IMPRESE Il patrimonio sociale dovrà essere preservato a garanzia soprattutto dei terzi creditori. Le società commerciali non potranno più essere gestite come quelle artigiane. E dovranno dotare l’azienda di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati. Ecco che cosa cambia per le Pmi

A cura di Massimo Talone*

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on la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del d.lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019 diventa parzialmente operativo (dal 16 febbraio 2019) per tutte le imprese il nuovo Codice sulla crisi d’impresa e l’insolvenza. In verità, ai sensi dell’articolo 389 del decreto, l’entrata in vigore del provvedimento è postergata di 18 mesi dalla sua pubblicazione (quindi, al 16 agosto 2020). Ma attenzione, con due importanti eccezioni. Lo stesso articolo 389 prevede l’ordinaria entrata in vigore (quindi, al trentesimo giorno successivo dalla pubblicazione) per alcuni fondamentali articoli del Codice, in particolare meritano attenzione: gli articoli 375, 377, 378, 379 della Parte Seconda del Codice intitolata, un po’ riduttivamente vista la portata epocale del cambiamento paradigmatico che essa comporterà per le imprese, Modifiche al codice civile, e gli articoli 385, 386, 387, 388 della Terza Parte del Codice intitolata Garanzie a favore di immobili da costruire, dedicata espressamente alle imprese del comparto edile e che, presumibilmente, cambierà radicalmente il modo di fare impresa nel settore delle costruzioni. RIVOLUZIONE TOTALE Da ultimo, ma non per ultimo come importanza, il terzo comma dell’articolo 379 (che, come abbiamo detto, entra in vigore da subito stante il disposto dell’articolo 389) contiene una parziale deroga all’entrata in vigore. Infatti, «le società a responsabilità limitata e le cooperative costituite all’entrata in vigore del presente articolo (quindi, attenzione, non quelle costituite dopo l’entrata in vigore per il quale si presume l’obbligo scatti da subito, ndr) (…) devono provvedere a nominare gli organi di controllo o il revisore (quindi, come si evince dalla congiunzione o anche in alternativa, ndr) e, se necessario [e potrebbe non esserlo quando lo statuto rinvia genericamente all’articolo 2477 del codice civile, ndr], a uniformare l’atto costitutivo e lo statuto alle disposizioni di cui al predetto comma entro nove mesi (quindi, entro il 16 dicembre 2019, ndr) dalla predetta data». Ma in concreto, alla luce delle nuove stringenti disposizioni contenute nel nuovo Codice sulla crisi d’impresa e l’insolvenza, cosa cambia in concreto per le imprese italiane ed in particolare per quelle del comparto edile? Verrebbe da dire: «tutto». Ma andiamo con ordine.

tutelato e salvaguardato indipendentemente dalle sorti dell’imprenditore che l’ha costituita e gestita. Tradotto: il patrimonio sociale dovrà essere preservato a garanzia soprattutto dei terzi creditori che sopportano direttamente il rischio d’insolvenza e non saranno più tollerate forme più o meno elusive di commistione tra patrimonio personale e patrimonio aziendale (non raramente, accompagnate a vere e proprie distrazioni di risorse finanziarie e non solo per finalità personali).

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Anno in cui entra in vigore la nuova legge fallimentare

PIENA RESPONSABILITÀ È un passaggio epocale, che implica un profondo cambiamento culturale da parte di tutta la classe imprenditoriale italiana che, per lo più, ha mantenuto connotazioni artigianali e non manageriali nella gestione delle proprie imprese. Come noto, ai sensi dell’articolo 2 e 3 della L.443/1985 è artigiano colui che: «(...) esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare l’impresa artigiana, assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi attinenti alla sua direzione e gestione e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo». Il problema sorge quando l’artigiano, grazie al suo lavoro e alle sue capacità professionali, espande la sua attività costituendo una società commerciale (e quello che in prevalenza stoicamente è accaduto in Italia a partire dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri). In questo caso, si costituiscono realtà imprenditoriali anche di significativa dimensione operativa e organizzativa, ma con la testa, cioè il centro decisionale e direzionale, da artigiano.

PARADIGMA CULTURALE Innanzitutto, il nuovo Codice, impropriamente definito Riforma delle legge fallimentare, introduce un nuovo paradigma culturale nel fare impresa finora valido (e con ampie eccezioni) solo per le aziende di maggiori dimensioni costituite in forma di spa. La sopravvivenza dell’impresa è un obiettivo di interesse pubblico e va M a r z o

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Quando un cantiere si ferma per insolvenza dell’impresa di costruzione, chi ci rimette sono banche, Erario, fornitori e clienti. Con il nuovo Codice questo non sarà più possibile

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NO ALLA COMMISTIONE L’artigiano, di norma, ricava dal frutto della sua attività quanto necessario per le sue necessità personali (il sostentamento suo e della sua famiglia) con un'evidente e fisiologica commistione tra patrimonio d’impresa e patrimonio personale. Ma quando questo accade nell’impresa commerciale costituita in forma societaria di capitale (spa, srl, società cooperative), e in Italia la storia insegna che questo è successo troppo spesso ed anche di recente, i risultati possono essere disastrosi portando inevitabilmente alla crisi d’impresa e spesso all’insolvenza. Fatta questa purtroppo incresciosa premessa, che cosa impongono le nuove regole del gioco? Proviamo a evidenziare le principali due novità introdotte dal Legislatore. In primis, deve cambiare il paradigma culturale aziendale. L’attività d’impresa è soggetta sempre a fattori di rischio, sia specifici o, come si suole dire, idiosincratici (di settore, strategici, economico-finanziari ed operativi) che sistemici (congiuntura economica generale). In particolare, le imprese di costruzioni operano in un settore merceologico soggetto ad elevati rischi, per lo più trasferiti a terzi (banche, fornitori, clienti ed Erario). Di norma, un cantiere ha una durata media di tre anni e gli impegni finanziari (cash outflow certi) relativi al capitale investito sono strutturalmente anticipati rispetto all’incasso dei ricavi dei Sal (cash inflow incerti). Tale sfasamento temporale produce un ingente fabbisogno finanziario che di norma è coperto ricorrendo al credito (di fornitura, bancario o anticipi da clienti). GARANZIE CAUZIONALI Quando un cantiere si ferma per insolvenza dell’impresa di costruzione, chi ci rimette sono i soliti noti: banche, Erario, fornitori e clienti. Con l’entrata in vigore del nuovo Codice questo non sarà più possibile (o lo sarà molto meno) poiché l’impresa di costruzione sarà costretta a

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operare con maggiori mezzi propri (non a caso definiti capitali di rischio, per connotare la caratteristica di essere destinati esclusivamente a garanzia degli impegni dei terzi creditori). Inoltre, per effetto del combinato disposto degli articoli 385, 386, 387, 388 della Terza Parte del Codice intitolata Garanzie a favore di immobili da costruire, dovrà necessariamente precostituire forme di garanzia cauzionale (fideiussioni bancarie o polizze assicurative) che possano intervenire, a integrazione del capitale proprio, a coperture delle perdite inattese derivanti dal rischio d’impresa (è il così detto capitale economico) a salvaguardia degli interessi dei terzi creditori. E questo sembra già un bel cambiamento. In secundis, le società commerciali non potranno più essere gestite come imprese artigiane, con l’imprenditore e i suoi familiari che dirigono e controllano al tempo stesso l’azienda. Anche nelle srl gli amministratori dovranno possedere, come già oggi accade nelle spa, adeguate competenze professionali e sufficiente capacità decisionale e dovranno essere affiancati da adeguate risorse umane (interne o esterne) dotate di sufficiente autonomia operativa e indipendenza di giudizio. Si pensi, per esempio, al ruolo svolto dal sindaco quando presente, figura che dovrà cambiare radicalmente il suo rapporto con gli amministratori-imprenditori (oggi per lo più scarsamente incisivo e indipendente), svolgendo un vero e proprio ruolo di garanzia nei confronti di tutte le terze parti potatrici di interessi nei confronti dell’impresa e di tempestivo segnalatore degli indicatori di crisi aziendale. GESTIONE DEI RISCHI Inoltre, dovranno dotare l’impresa di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati (secondo comma dell’articolo 2086 del codice civile, così come riformulato dall’articolo 375 dello stesso) alla natura e dimensione aziendale e adottare un sistema di gestione dei rischi d’impresa (Risk Governance) che consenta tra l’altro di intercettare tempestivamente e in via preventiva i primi sintomi delle crisi d’impresa (adeguata verifica), diagnosticarne le cause (diagnosi del rischio a breve e medio termine), pianificare in tempo le azioni correttive e negoziali con le controparti (recovery plan) e conseguentemente adottare prontamente azioni correttive di riequilibrio economico-finanziario (recovery action). In caso di inosservanza delle nuove regole essi, stante il disposto dell’articolo 378, incorreranno in rilevanti responsabilità personali (patrimoniali ma anche penali) nei confronti (e qui forse sta la novità più rilevante) di tutti i terzi (banche, fornitori, clienti ed Erario) che potranno agire nei loro confronti anche prima della dichiarazione d’insolvenza. * Odcec di Milano, Associato Aidc – Associazione Italiana Dottori Commercialisti e socio Aifirm, Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers M a r z o

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Le previsioni per il 2019 del settore arredobagno restano positive, nonostante il rallentamento dell’economia italiana. Stabile anche l’export, che lo scorso anno ha registrato un’impennata per le chiusure doccia (+4,8%) e i mobili (+4,5%)

© YouTrade

di Veronica Monaco

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na sostanziale stabilità ha caratterizzato l’arredobagno italiano nel 2018. Secondo i dati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo, la produzione ha segnato un lieve incremento rispetto al 2017 (+0,5%) per un valore totale di 2,7 miliardi di euro. L’export incide ancora in maniera rilevante, seppur in calo dello 0,8% rispetto al 2017, con una quota del 47%, pari a circa 1,3 miliardi di euro, e performance differenti sui vari comparti. Particolarmente positivi nel periodo gennaio-ottobre 2018 le chiusure doccia con +4,8%, e i mobili per il bagno con +4,5%. Crescono le importazioni (+7,1%, pari a 429 milioni di euro) e i consumi interni (+2,9%, pari a 1,9 miliardi di euro), nonostante la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie. E per il 2019? Le rilevazione trimestrale del Centro Studi di FederlegnoArredo rispetto alle attese degli associati Assobagno parlano di un generale sentiment positivo, con una previsione di andamento stabile o in crescita sia sul mercato nazionale sia su quelli esteri. M a r z o

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rubinetti con +3,1%, le chiusure doccia e le vasche da bagno con +1,5% e i termoarredi (+1,4%). In calo invece gli accessori da bagno che registrano -8,7%. Seguono la Francia con un valore di 171,24 milioni euro, nonostante il -1%, e il Regno Unito che segna +16,2%, pari a 80,13 milioni euro, nonostante i rischi legati alla Brexit. Fuori dall’eurozona, segnali positivi anche per gli Stati Uniti con +8,8% e un valore di 47,91 milioni euro, e la Cina, con +2% e un valore 23,62 milioni, entra tra i primi dieci paesi di destinazione. Permane invece il segno negativo per la Russia con -8,4% pari a 30,23 milioni di euro.

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La quota percentuale delle esportazioni del settore arredobagno

DESIGN ITALIA A ISH L’arredobagno made in Italy è stato protagonista anche della mostra Design Italia all’ISH 2019, una delle più importanti manifestazioni internazionali dedicate al settore,

CRESCE IL MADE IN ITALY Nonostante le grandi oscillazioni del commercio globale, cresce in generale il made in Italy. A confermare il trend la rilevazione del Centro Studi di Federlegno Arredo Eventi relativamente al periodo gennaio-dicembre 2018. Le imprese del Sistema Legno-Arredo nel 2018 hanno segnato un trend positivo (+1,9%), grazie soprattutto al mercato italiano, più consistente (53% delle vendite totali) e più dinamico (+2,8%), anche se in rallentamento rispetto al trimestre precedente. Bene anche l’estero (+1,0%), seppur in maniera più modesta per effetto del rallentamento soprattutto dei mercati europei. Per le esportazioni del Sistema Arredobagno Italiano, tra i principali mercati di destinazione c’è la Germania, che mantiene forte attrattività nei confronti delle nostre imprese produttrici. Secondo i dati provvisori del Centro Studi di Federlegno Arredo Eventi su dati Istat, nel periodo gennaio-novembre 2018, le esportazioni dell’arredobagno italiano verso il mercato tedesco sono cresciute dello 0,3%, pari a 193,24 milioni euro, rispetto allo scorso anno. In pole position i mobili da bagno con +3,7%, seguiti dai M a r z o

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che si è tenuta dall’11 al 15 marzo a Francoforte. «Questa terza edizione di Design Italia, grazie alla collaborazione con Messe Frankfurt Italia, rappresenta per le aziende partecipanti, una grande opportunità di approccio diretto con il mercato tedesco e i tanti operatori provenienti dal Nord Europa, dai Paesi asiatici e dagli Usa», commenta Paolo Pastorino, presidente Assobagno di FederlegnoArredo. «Le sfide non finiscono mai. Soprattutto nella competizione internazionale dove è in crescita la fiducia nelle imprese e nei prodotti di arredobagno made in Italy, preferiti per qualità, design, creatività e perché in linea con gli standard di sostenibilità, riciclabilità e normativi richiesti dai player internazionali. Per questo come associazione abbiamo scelto di agevolare il processo d’internazionalizzazione delle nostre imprese, per la maggior parte di piccole e medie dimensioni, con strumenti e attività specifiche». Alla collettiva Design Italia hanno partecipato A.eT. Italia, Arbi Arredobagno, Brandoni-B. Thermal Solutions, Demm Rubinetterie, Effepi, Geda, Glass Design, Goman, Lineabeta, Novello, Puntotre Ravani Sifoni e Rubinetteria Giulini Giovanni.

Sopra, la mostra Design Italia all’ISH di Francoforte. Nella pagina accanto, Paolo Pastorino, presidente di Assobagno di FederlegnoArredo

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ECOMED E PROGETTO COMFORT

CATANIA CAPITALE

DELLA GREEN ECONOMY Per tre giorni due eventi eleggono la città siciliana a centro di innovazione per l’ambiente e la riqualificazione degli edifici. Accanto agli espositori sono previsti seminari e convegni, oltre a un appuntamento con YouTrade Academy focalizzato su sostenibilità e sicurezza di Franco Saro nienti da tutta l’area del Mediterraneo. Obiettivo: mettere al centro la gestione dell’ambiente, la riqualificazione degli edifici, riciclaggio dei rifiuti, gestione dell’acqua, energia, mobilità sostenibile, bonifiche. Senza dimenticare la sicurezza, specialmente dopo che Catania è tornata a respirare la paura del sisma. Mentre Progetto Comfort mette l’accento sulla riqualificazione degli edifici, EcoMed vuole approfondire gli aspetti legati all’ambiente e l’economia circolare.

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embra una nemesi storica: là dove scaturiva fumo inquinante ora si espandono idee verdi. Una specie di giustizia compensativa accoglie Eco-Med e, in contemporanea, Progetto Comfort, nel centro espositivo Le Ciminiere di Catania (1113 aprile). Al posto delle officine, infatti, ci saranno seminari tematici e convegni, spazio a idee innovative, tra soluzioni e prodotti di oltre 200 espositori prove-

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TECNOLOGIA VERDE I due aspetti, quelli affrontati da Progetto Comfort e da EcoMed, sono comunque legati. Per affrontare i temi più caldi, accanto agli spazi dedicati alle imprese sono previsti incontri a cui parteciperanno ricercatori, professionisti, imprese e rappresentanti delle istituzioni in convegno, workshop. L’obiettivo, infatti, è quello di unire l’aspetto commerciale a quello formativo e culturale, con uno sguardo all’intera area del Mediterraneo. Ricostruire, mettere in sicurezza, aggiungere comfort al patrimonio abitativo sono, insomma, tra le sfide che la Sicilia è chiamata a intraprendere. E saranno proprio questi i temi al centro di YouTrade Academy del 12 aprile, evento organizzato da Virginia Gambino Editore, nell’ambito di Progetto Comfort. I dati della provincia di Catania sono indicativi: la città conta circa 277 mila edifici (il 2% del totale nazionale) dei quali circa 229 mila sono residenziali. Complessivamente si contano oltre 542 mila abitazioni, delle quali quasi 131 mila non occupate, inutilizzate o utilizzate come seconde case. Le abitazioni occupate sono oltre 411 mila, delle quali 116 mila nella sola Catania. Ma sul totale delle abitazioni presenti in provincia, il 49,6% è stato costruito prima del 1970 e dunque presenta M a r z o

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UN ECO-PONTE SUL MEDITERRANEO EcoMed si propone di riunire, in un’unica piattaforma, tutti i settori dell’economia circolare: dal riuso, al riutilizzo, al recupero di materia ed energia, in una logica olistica di piena sostenibilità. In quest’ottica, l’evento punta a rappresentare un ponte tra il Sud Italia e la fascia dei Paesi mediterranei, sollevando nuovi interessi e possibili collaborazioni sugli aspetti della green e circular economy, con lo specifico obiettivo di amplificare l’interesse di questi settori nelle aree più meridionali del Paese, mettendo in rete istituzioni e imprese locali con autorevoli interlocutori delle comunità mediterranee e dell’Africa Nord Sahariana, promuovendo incontri fra gli operatori del settore e le istituzioni pubbliche e private interessate ai loro servizi.

caratteristiche di scarsa o nulla rispondenza alle normative antisismiche ed energetiche. CAMBIAMENTO E OPPORTUNITÀ «Ecomed aspira a essere motore del cambiamento green, big bang della transizione energetica, propulsore della sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Offrendo un punto di vista nuovo che guardi a Sud, verso i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. We have a dream: restituire alla Sicilia la sua vocazione di naturale porta tra il Nord Africa e l’Europa per costruire insieme

un futuro più verde», è il commento del presidente di Progetto Comfort, Salvatore Peci. Anche perché la Sicilia sembra in buona posizione riguardo le iniziative di economia green: i due eventi in programma, infatti, si propongono di dare spazio alle start up e gli spin off attivi nei vari settori dell’economia verde, con l’obiettivo di presentare al grande pubblico le idee più innovative e offrire ai giovani talenti un’opportunità di promozione e crescita. Città e regione sono, assieme alla Campania, tra le aree più attive al Sud nell’innovazione tecnologica. La conferma, fanno notare gli organizzatori, arriva dai dati dell’ultimo rapporto trimestrale del ministero dello Sviluppo Economico e InfoCamere: con 474 imprese, a fine 2018 la Sicilia risultava la settima regione per numero di start up registrate, la prima tra le regioni del sud in rapporto al totale di nuove società di capitali (2,06%). E da qui Ecomed vuole partire per disegnare il futuro della green economy dell’area mediterranea.

«Siamo molto soddisfatti della risposta ricevuta alla sfida lanciata da Ecomed. Avere raccolto l’adesione di oltre 200 aziende e riunito un parterre di relatori di primo livello provenienti da quasi tutti i paesi del Mediterraneo non era affatto un traguardo scontato per una green expo alla sua prima edizione». Giusy Giacone, direttrice marketing

L’EDILIZIA? È COMFORTEVOLE Il Salone Internazionale Progetto Comfort, giunto alla undicesima edizione, è considerato l’evento più qualificato del Sud Italia in materia di smart city. Offre proposte e soluzioni innovative sui temi di: Bioedilizia, Comfort, Impianti HVAC+R, Salute, Termoidraulica. L’edizione 2019 sarà prevalentemente indirizzata all’ambiente urbano, con focus su: servizi tecnologici, innovazioni di prodotto per il miglioramento del comfort abitativo, componentistica per impianti, dispositivi di controllo, nuove tecnologie e materiali per la costruzione, infrastrutture e territorio, recupero e protezione sismica, sistemi impiantistici d’avanguardia e controllo domotico del sistema edificio in piena ottica di smart city. In campo igienico l’impiantistica per la veicolazione dell’aria nelle zone di sterilizzazione, nelle sale operatorie di medicina generale, chirurgia ambulatoriale, ecc. deve rispettare i più alti standard di qualità di pulizia delle apparecchiature.

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CORTEXA

COSÌ ISOLEREMO ANCHE LE FAKE NEWS Obiettivo del consorzio: diffondere la cultura della coibentazione termica di qualità. A partire dalla lotta alle notizie errate, che ostacolano lo sviluppo del sistema cappotto. Le armi in campo? I manuali di applicazione e una collana dedicata ai falsi miti di Valentina Anghinoni

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l Consorzio che riunisce le più importanti aziende del settore dell’isolamento a cappotto in Italia ha definito un nuovo piano d’azione per i prossimi tre anni. L’obiettivo è quello di sempre: diffondere la cultura dell’isolamento termico di qualità. Il 2019, infatti, ha inaugurato una nuova fase per il Consorzio Cortexa. Se il primo decennio di lavori è servito soprattutto per colmare una lacuna normativa del nostro Paese rispetto al tema del cappotto, per esempio, attraverso la

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creazione del Manuale di Posa del Sistema a Cappotto, ora il Consorzio ha intrapreso un percorso volto a diffondere le conoscenze acquisite. L’isolamento termico degli edifici, infatti, ha ancora un grande potenziale di sviluppo, sia per le nuove costruzioni, sia soprattutto per le ristrutturazioni. Secondo i dati Enea riferiti al 2018, il 50% del patrimonio abitativo italiano è stato edificato tra il 1946 e il 1981 e corrisponde alla parte più energivora delle abitazioni. Riqualificare questa parte del costruito significa rendere le città più salubri e ci avvicina al raggiungimento degli obiettivi europei per il 2030 sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico, anche perché l’efficienza energetica degli edifici è un tema caldissimo, una vera e propria emergenza. Siamo più che mai consapevoli del pericolo che l’inquinamento costituisce per la qualità della nostra vita. Ma quando si tratta di prendere delle scelte per far fronte al problema manca spesso la concretezza e la conoscenza. Problemi ai quali Cortexa risponde con precise strategie: una, di carattere tecnico, prende forma nelle norme Uni/ TR 11715:2018 e Uni 11716:2018. L’altra, di carattere più squisitamente commerciale, si esplica attraverso un ampliamento dei media e dei target di comunicazione. LE NORME A giugno 2018 sono state pubblicate le due norme nazionali Uni/TR 11715:2018, relativa alla progettazione e posa del sistema a cappotto, e Uni 11716:2018, dedicata alla qualificazione professionale degli applicatori. Entrambe sono state promosse da Cortexa con lo scopo di massimizzare la qualità dei risultati offerti dal sistema a cappotto, anche attraverso la formazione di una categoria professionale che lavori seguendo il principio della regola d’arte. Solo con la dovuta attenzione alla qualità, dal progetto ai materiali, e anche alle competenze per la posa corretta dei prodotti si possono raggiungere adeguati livelli di confort e risparmio energetico durevoli nel tempo. Un intervento di risparmio energetico deve resistere al passare degli anni per essere veramente sostenibile per l’ambiente. Queste norme rappresentano una grande opportunità per gli applicatori, che grazie alla certificazione possono distinguersi qualitativamente dalla concorrenza più improvvisata, ma anche per i privati e le imprese edili, che dispongono così di uno strumento in più per tutelarsi ed essere sicuri di aver affidato i loro progetti nelle mani di professionisti.

Diego Marcucci, presidente di Cortexa

individuato due nuove tipologie di interlocutori ai quali rivolgersi con appropriati strumenti e linguaggi: gli applicatori e gli utenti finali. L’attività di informazione e formazione tecnica del consorzio, a partire dalla sua fondazione nel 2007, ha già creato una community di oltre 30 mila progettisti registrati che seguono Cortexa per aggiornarsi sui principi del costruire con qualità. Nel prossimo triennio anche gli applicatori e i privati potranno contare su strumenti pensati per rispondere specificamente alle loro esigenze e ai loro quesiti, soprattutto grazie al digitale. Come un nuovo sito internet, un blog e aree dedicate ai diversi tipi di utenti. LOTTA ALLE BUFALE Anche il mondo dell’isolamento termico deve fare i conti con le cosiddette «bufale», che se trovano spazio per diffondersi rischiano di compromettere ingiustamente la reputazione del sistema a cappotto. Per questo Cortexa ha sviluppato la Collana Stop ai falsi miti sull’isolamento termico a cappotto, a disposizione di chiunque voglia districarsi nella nebbia dei luoghi comuni. Per esempio, le pitture isolanti sono un’alternativa al cappotto? I muri di casa smettono di respirare una volta applicato il sistema di isolamento termico? O, ancora, il cappotto serve solo d’inverno? A tutte queste perplessità, Cortexa risponde impiegando le proprie conoscenze, con un approccio scientifico e professionale.

30.000 I progettisti registrati che seguono Cortexa

NUOVI INTERLOCUTORI L’obiettivo sul fronte della comunicazione è chiaro: diventare il principale punto di riferimento per tutti quelli che intendono informarsi correttamente sui sistemi di isolamento termico a cappotto. La nuova strategia di comunicazione prevede l’utilizzo di strumenti innovativi al servizio dei progettisti, ma non solo. Cortexa ha M a r z o

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R i vend it e

BIGMARKET

BIGMAT NEL SEGNO DELL’EVOLUZIONE La quinta edizione dell’appuntamento a Firenze con produttori e rivenditori organizzata dal Gruppo della distribuzione ha presentato ai 790 partecipanti un nuovo stile di vendita e di allestimento degli showroom d’interni: Habimat di Franco Saro

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rasformazione, evoluzione, sono da sempre le nostre parole d’ordine», spiega il direttore di BigMat Italia e BigMat International, Matteo Camillini. Un programma che ha trovato un riscontro nella quinta edizione di BigMarket, la fiera commerciale di BigMat organizzata a Firenze e che è un format già presente in altri Paesi come Belgio, Francia e Spagna. Obiettivo dell’evento: rafforzare la partnership tra produttori

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e Punti Vendita. «Interpretiamo i cambiamenti con coraggio e anche per questo al BigMarket abbiamo presentato in anteprima ai nostri soci un nuovo stile di vendita e di allestimento degli showroom d’interni sotto il cappello Habimat, un progetto che si diffonderà gradualmente», aggiunge Camillini. L’edizione numero cinque in Italia di BigMarket ha confermato gli esiti positivi e i risultati delle passate edizioni (in crescita): 790 in totale i partecipanti tra titolari, responsabili acquisti di 104 soci BigMat, che rappresentano la quasi totalità dei punti M a r z o

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Matteo Camillini al BigMarket

vendita del Gruppo, e 99 fornitori partner leader nel loro settore. I negozi BigMat sono «il fulcro delle nostre attività, pensate sempre in un’accezione locale per adeguarsi al mercato dove operano, e andare incontro alle esigenze del socio. Sappiamo bene che le competenze umane sono la chiave di tutto: in quest’ottica ogni anno BigMat propone percorsi formativi di alto livello come quest’anno

sarà l’Academy Rovesciata che punta i riflettori sull’intelligenza collettiva partendo dal saper fare dei nostri soci che portano in aula testimonianze d’esperienza d’azienda», prosegue Camillini. BigMarket, come di consueto, si è svolto alla Fortezza da Basso a Firenze nella prima metà di marzo. L’edizione ha avuto un occhio di riguardo anche per il mondo dell’architettura con la presen-

Fabrizio Fontana ha animato la serata

Da sinistra Michelangelo Pesciarelli, Francesca Negri e Matteo Camillini

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R i vend it e A sinistra, Lucia Guglielmina e, a destra, Matteo Camillini durante il riconoscimento a Italcementi. Al centro il premio a Novellini. Sotto, il premio a Poron

tazione, tra l’altro, della quarta edizione del Bmiaa, il Premio Internazionale di Architettura BigMat che ogni due anni punta i riflettori sulle migliori opere per sostenibilità e creatività: le iscrizioni sono aperte fino al 26 aprile (regolamento e iscrizioni su www.architectureaward.bigmat.com) e i vincitori saranno svelati il prossimo novembre a Bordeaux in Francia. Shop in shop, branding, vendita online, grandi ospiti e momenti social sono stati gli altri ingredienti dell’edizione 2019. Un momento di importante aggregazione tra i soci e il mondo della produzione: «Alla base di BigMarket c’è la convergenza di intenti fra i soci del Gruppo e i partner fornitori, una coesione che è importante sviluppare in ottica di lavoro di squadra, anche a livello locale, per andare insieme sul mercato», ha affermato durante la cena di gala Michelangelo Pesciarelli, membro del cda di BigMat Italia, portando i saluti del presidente Rocco Alfano. «Per noi è fondamentale il rapporto con tutti i fornitori partner che hanno aderito a BigMarket: il loro apporto è fondamentale per contribuire a realizzare un appuntamento che unisce la tradizionale fiera con l’evento, al quale i nostri titolari e i loro collaboratori hanno risposto con un tasso di fidelizzazione enorme, anche grazie alle promozioni mirate che i produttori hanno elaborato in sinergia con il nostro ufficio commerciale», ha aggiunto Camillini. Proprio per dimostrare con un gesto concreto l’importanza che BigMat attribuisce al rapporto con i propri fornitori, nel corso dell’ormai tradizionale cena di gala, animata quest’anno dal comico di Striscia la notizia Fabrizio Fontana, sono stati assegnati tre riconoscimenti simbolici ad altrettanti partner ai quali è stata consegnata una targa personalizzata: a Italcementi come riconoscimento per collaborazione e storicità con BigMat, a Novellini come Miglior commitment nella collaborazione con Habimat, nel supporto ai soci e alla Centrale nello sviluppo del progetto e a Poron come Miglior collaborazione per la diffusione di prodotti a marchio BigMat 2018.

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MOLLO

LE NOSTRE MACCHINE SONO SU DI GIRI I risultati positivi dell’impresa piemontese specializzata nel noleggio di attrezzature per l’edilizia: incremento del 25%, investimenti per 110 milioni e apertura di tre nuove filiali. Ma anche tecnologie avanzate: la firma digitale è applicata al 64% dei contratti di Valentina Anghinoni

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Mauro Mollo, Ceo dell’azienda piemontese, presenta i risultati dell’attività

numeri del 2018 del Gruppo Mollo, realtà specializzata nel noleggio di macchine e attrezzature per edilizia, sorprendono, considerando l'andamento incerto dell’edilizia: il fatturato è aumentato del 20,4% rispetto all’anno precedente. Con un incremento del 25% registrato solo sul fronte del noleggio, che rappresenta il core business dell’azienda e che anche a livello di congiuntura sta vivendo una fase espansiva. Secondo Mauro Mollo, Ceo dell’azienda, la crescita però non deve essere fine a se stessa, ma «gestita, seguita e guidata», perché ciò che conta ancora di più è il valore trasmesso dalla

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società. Nel caso della Mollo, questo valore lo si può evincere, per esempio, dall’età media del parco macchine, di 4,2 anni, cifra che lo annovera tra quelli più innovativi e giovani d’Italia. Ma anche tra i più completi, perché entro la fine di quest’anno raggiungerà le 7.900 unità, a seguito di 1.400 nuovi acquisti. GRANDI INVESTIMENTI Sempre con quest’ottica negli ultimi cinque anni il Gruppo ha investito 110 milioni di euro per offrire sempre più servizi ed efficienza ai propri clienti. Investimenti che permetteranno all’azienda di M a r z o

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contare entro la fine di quest’anno 33 centri noleggio e cinque centri vendita. Infatti, il Gruppo Mollo, presente in maniera capillare in sei regioni (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Veneto) ha già recentemente festeggiato l’apertura di tre nuove filiali dedicate al noleggio, a Codogno (Lodi), Livorno e Modena e nei prossimi mesi si aggiungeranno quattro nuovi centri nolo a Massa, Lucca, Rezzato e Verona. «Ci tengo a sottolineare che questo sviluppo è avvenuto per crescita diretta e non tramite acquisizioni e la scelta di ogni location è fortemente voluta e non lasciata al caso», ha sottolineato Mollo in occasione dell’ultimo evento organizzato dal Gruppo presso la sede storica di Alba. CRESCITA TRASVERSALE La crescita ha attraversato trasversalmente anche le altre divisioni della società: il cosiddetto noleggio a caldo (con operatore) che nel 2018 ha contato 1.560 interventi, comparto trainato anche dalla presenza di normative sempre più stringenti, che spingono le imprese di costruzioni ad affidarsi a professionisti in possesso di certificazioni e mezzi affidabili per questioni di sicurezza e di qualità del lavoro. Per questa divisione la Mollo dispone di due hub con pertinenza territoriale: uno

in termini di incremento di fatturato, sono arrivati dalla divisione del noleggio di bagni chimici (+31%). FORMAZIONE AL CENTRO Una menzione particolare va fatta per la Mollo Formazione: la divisione aziendale dedicata a questo importante aspetto della professione, ha erogato nel 2018 142 tipologie di corsi. Tutti rigorosamente conformi alla normativa vigente, e con rilascio di patentini per gli operatori di attrezzature da lavoro. Nel 2018 sono stati formati 3.489 operatori, che hanno aderito ai 654 corsi erogati dall’azienda. Anche i dipendenti sono costantemente aggiornati, soprattutto grazie ai corsi offerti dai fornitori, il cui apporto nel successo del business è rilevante, come ha spiegato l’imprenditore: «Nel 2018 abbiamo fatto fare 120 corsi di formazione ai nostri dipendenti e i nostri meccanici sono spesso in tour presso le aziende. Siamo convinti che il rapporto tra noi e i nostri fornitori sia strategico, perché aiuta entrambi a crescere». Dulcis in fundo, la Mollo dal 2018 ha avviato un processo di riorganizzazione interna e di digitalizzazione, che a oggi ha portato alla firma digitale del 64% dei contratti. «La digitalizzazione è un passaggio obbligato, e nel corso del 2019 è in programma l’arrivo di un

La sede di Alba del gruppo Mollo

per Piemonte e Valle D’Aosta e uno per la Lombardia. Buone notizie anche per la vendita, che ha registrato una crescita del 5%, dato positivo dopo anni di fermo. La Mollo Edilizia è il comparto storico dell’azienda, nata nel 1971 come deposito all’ingrosso di materiali e attrezzature edili. Da qualche anno questa divisione è affiancata anche dal canale e-commerce, Mollo Store, anch’esso in crescita e che nel 2018 ha registrato circa 6 mila spedizioni. Bene anche per la Mollo Acciai, (+28% sul fatturato). Anche in questo caso è la qualità della materia prima a fare la differenza, perché gli acciai sono tutti certificati. Ottimi risultati, M a r z o

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nuovo software per tutte le nostre filiali», ha anticipato l’amministratore delegato del Gruppo. Aggiungendo che «per poter continuare a creare valore, noi come lavoratori dobbiamo chiederci come possiamo migliorare il nostro lavoro. Perché le domande poi diventano idee. Se in passato le idee erano valide per anni e i metodi rimanevano gli stessi per lunghi periodi tempo ed era difficile cambiarli, ora è fondamentale essere disposti a cambiare la strategia in base alle necessità del mercato. Serve elasticità mentale, essere aperti alle novità e togliersi le abitudini consolidate anche se sono più comode. Insomma, dobbiamo riflettere su che cosa abbiamo fatto finora e trovare il modo di farlo ancora meglio».

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SIMONETTI GIUSEPPE

DOVE LA PASSIONE INCONTRA L’EDILIZIA

La storica rivendita di Motta di Livenza (Treviso) si espande con una nuova sede che occupa uno spazio di 16 mila metri quadri. Con un occhio alla sostenibilità grazie a numerosi pannelli fotovoltaici, e con l’aumento dei prodotti disponibili di Veronica Monaco

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uova sede per la rivendita Simonetti Giuseppe, che inaugura un nuovo spazio moderno e funzionale di circa 16 mila metri quadrati nella zona industriale di Motta di Livenza (Treviso). Chiuso il magazzino storico in Via IV Novembre, ha riaperto dopo tre giorni in Via Cadamure 2, nello stesso comune dove l’azienda è presente dall’anno della sua fondazione, il 1953. «Per me è la realizzazione di un sogno. È stata dura, ma sono felice del risultato perché questa realizzazione mi rappresenta», ha affermato durante la cerimonia di inaugurazione il titolare, Cesare Simonetti, che è anche presidente del

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consorzio Game. «L’acquisizione di questo edificio, dismesso ormai da oltre dieci anni, ci ha permesso di rivalutare una porzione importante di questa area industriale, riconvertendo vecchi capannoni e dando lustro a una zona dove sono presenti molteplici e importanti attività. La ristrutturazione è stata fatta con attenzione alla eco-sostenibilità, rimuovendo il vecchio eternit, investendo in produzione fotovoltaica che dovrebbe essere sufficiente ai consumi del magazzino, avvalendosi di muletti elettrici e installando una torretta di ricarica per auto elettriche». Sulla stessa area industriale, è attualmente in fase di realizzazione anche il nuovo deposito centralizzato del consorzio Game, che vedrà M a r z o

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la luce tra un paio di mesi. «Insieme saremo il più grande magazzino di edilizia nel Nord Italia», dichiara soddisfatto a YouTrade Simonetti. Domanda. Questa sede rappresenta una nuova sfida: quali sono i pilastri alla base della sua realizzazione? Risposta. Questa nuova sede ci permetterà di lavorare in modo più efficiente e diventare un punto di riferimento sempre più competitivo per i nostri clienti. Dalla disposizione degli spazi alla possibilità di stoccare tutto il materiale necessario, l’avere il materiale al coperto, pulito e in ordine, tutto è stato fatto con questo obiettivo. Alla base della nuova sede c’è innanzitutto la qualità. In questo magazzino, i clienti troveranno il meglio dei prodotti esistenti sul mercato, la gamma più completa possibile con tutti gli accessori che rendono più facile e completa la realizzazione di un’opera. Poi la professionalità di una squadra di persone giovani ma di esperienza, supportata dal circuito di un consorzio, il Game, che funziona. Infine la convenienza, che vuol dire il prodotto giusto, al momento in cui serve, al prezzo più competitivo possibile. D. Quanto è grande la nuova sede? R. Siamo intorno ai 16 mila metri quadri totali. La rivendita Simonetti Giuseppe si sviluppa su una superficie di circa 6 mila metri quadri coperti, mille metri quadri dedicati al libero servizio, 600 metri quadri di sala mostra e 8.500 metri quadri di scoperto. Di fianco, su un’area altrettanto grande, è in fase di realizzazione il nuovo deposito centralizzato del consorzio Game. Secondo me insieme saremo il più grande magazzino di edilizia nel Nord Italia. D. Che tipo di prodotti possono trovare i clienti nel nuovo magazzino? R. Tutti i prodotti di edilizia tradizionale, non le finiture. Come dicevo prima, abbiamo completato tutte le gamme per avere il materiale subito disponibile a magazzino. Se prima avevamo spazio per dieci tipologie di pannelli in lana di roccia, per esempio, oggi abbiamo posto per tenerne 20, con tutti gli spessori e le densità che potrebbero servire. D. Come mai avete scelto di non ospitare le finiture? R. Vendo solo quello che conosco, non ci si può inventare un mestiere. Anche perché bisogna aggiornarsi tutti i giorni, le cono-

La rivendita Simonetti Giuseppe si sviluppa su una superficie di circa 6 mila metri quadri coperti, mille metri quadri dedicati al libero servizio, 600 metri quadri di sala mostra e 8.500 metri quadri di scoperto. In alto, il team della rivendita: al centro, Cesare Simonetti

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Da sinistra, esposizione esterna e il magazzino. Sotto, la sala mostra dedicata alle finestre Velux e l'inaugurazione della nuova sede.

scenze vengono da lontano. Ho sempre lavorato sull’edilizia tradizionale, non mi serve fare fatturato da un settore che non conosco. D. Che tipo di prodotti sono presenti in sala mostra? R. La sala mostra ospita quei prodotti che hanno bisogno di essere spiegati ai clienti, completati con tutti i loro accessori. Un modo diverso di fare magazzino che permette anche all’occhio di avere la sua parte. Anche se l’obiettivo principale rimane quello di supportare il cliente e dargli tutte le informazioni di cui ha bisogno in modo semplice e immediato. L’aspetto estetico e di design è un plus che rende piacevole la visita. D. Quindi vi rivolgete solo al target dei professionisti?

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R. Sì, ci rivolgiamo al target professionale. Il privato per noi è meno importante, a meno che non ci faccia visita in qualità di committente insieme all’architetto o al progettista. D. Che cosa vi aspettate per il futuro? R. Vogliamo dare più valore alla rivendita edile, un volto più professionale, più completo, più facile, più usufruibile. Perché l’edilizia è una cosa seria, è il motore dell’economia, e il ruolo della rivendita come intermediario tra produttore e impresa è secondo me importantissimo. In questa nuova sede ci abbiamo messo tanta passione e il risultato finale è fonte di grande soddisfazione.

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DISTRIBUZIONE

PIÙ VICINI AI NOSTRI CLIENTI L’industria giudica le piattaforme distributive di Edil Logistica, i due centri di stoccaggio e distribuzione, a Pero (Milano) e a Moncalieri (Torino), già utilizzati con successo da centinaia di magazzini edili, mentre anche il numero dei produttori e delle referenze è in continuo aumento di Leo Burnetti

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l valore della logistica all’interno delle dinamiche della distribuzione edile è oggi determinante. In una situazione congiunturale particolarmente delicata e complessa, con le oggettive difficoltà da parte delle rivendite edili di investire in un magazzino che pare destinato a diventare sempre più show-room e area tecnica, più che contenitore di prodotti, ecco che una sponda esterna su cui appoggiarsi in caso di bisogno è molto più di una opportunità, è una precisa scelta strategica. Se una logistica esterna è nella logica dell’approvvigionamento dei materiali a bassa rotazione anche per i punti vendita strutturati, le piccole realtà distributive, che rappresentano ancora una grande percentuale del mercato, trovano nel magazzino esterno un punto di riferimento formidabile. Lo è per le rivendite, ma lo è altrettanto per la produzione, che grazie a queste strutture riesce a ottenere una serie di vantaggi sul territorio non indifferenti, soprattutto nei casi in cui non sia presente con depositi propri, oppure, come nel caso dei produttori di materiali pesanti, quando molti possibili clienti sono troppo lontani dalle zone di produzione per giustificare spostamenti lunghi e onerosi da parte dei clienti stessi. L’attualità e la validità della proposta di Edil Logistica, attiva nell’area milanese (Pero) e in quella torinese (Moncalieri) con una superficie totale di circa 15 mila metri quadrati di magazzino che ospitano circa un migliaio di referenze dei marchi commerciali più qualificati, è quindi molto apprezzata dai fornitori, come testimoniano le opinioni che seguono, da parte dei rappresentanti di alcuni fra i marchi più prestigiosi presenti oggi in Edil Logistica.

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MARCO PAOLINI – XELLA Secondo Marco Paolini, general manager di Xella – Ytong, Edil Logistica è importante in un mercato che non cresce ma nel quale anche le piccole rivendite hanno bisogno di acquistare materiali seppure in misura ridotta. Edil Logistica permette di ritirare qualsiasi quantitativo e quindi svolge egregiamente questa funzione. Un altro vantaggio è che avere un deposito vicino permette di limitare le spese. Quindi, Edil Logistica è una risposta ai tempi in cui viviamo, quelli di una congiuntura che privilegia i piccoli interventi e non i grandi lavori. Xella-Ytong ha scelto e selezionato le referenze disponibili nei centri di Edil Logistica sulla base del mercato della

distribuzione

edile. Ciò che serve ai clienti di questo mercato è presente in entrambi i Centri, quindi sia a Pero (Milano) che a Moncalieri (Torino).

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STEFANO GUIDOTTI – COGI SRL Per

Stefano

direttore

Guidotti,

commerciale

di Cogi, Edil Logistica è decisamente una buona idea, soprattutto per poter contare sulla copertura di un territorio dove magari un’azienda non è presente. "Edil

Logistica

ci

ha

permesso di sviluppare la penetrazione in numerose rivendite edili, perché la presenza di un prodotto in un centro di Logistica è sempre una promozione interessante, infatti i fatturati sono in aumento. La nostra tipologia di prodotti (sistemi per edilizia a secco) è destinata a un operatore specializzato e la possibilità da parte del rivenditore di ritirare in logistica il quantitativo che gli serve è senza dubbio un vantaggio". L’80% delle referenze di Cogi è oggi in

CARLO PALOMBI – INDEX Il giudizio su Edil Logistica di Carlo Palombi, direttore vendite Italia di Index, è positivo. Gli spazi e la

struttura

sono

perfettamente

adeguati alle necessità del mercato attuale. Anche Index grazie ai centri di Edil Logistica ha incrementato il suo fatturato, una iniezione di fiducia che ha spinto l’azienda ad aumentare la presenza dei prodotti sia con l’incremento dei volumi, sia come

Edil Logistica.

numero di nuovi prodotti.

GIANCARLO ZANINI PROJECT FOR BUILDING

LUCIO GRECO – HOLCIM Anche per Lucio Greco, direttore commerciale e amministratore

Il presidente di Project

delegato di Holcim, Edil Logistica è un servizio molto utile, «perché ci

For Building Giancarlo

permette di arrivare a clienti molto piccoli che, soprattutto in Piemonte,

Zanini ha affermato

operano lontano dalle nostre cementerie, con un livello di servizio

che

ha

elevato». Holcim Italia sta anche introducendo nuove referenze oltre

sua

ai cementi, così da arrivare a offrire la gamma completa delle sue

distributiva

proposte. Come è anche emerso dalle dichiarazioni di alcuni altri

l’azienda

impostato politica

la

sui depositi, quindi

produttori, Edil Logistica

il

è un punto di riferimento

giudizio

servizio

sul

proposto

di

approvvigionamento

da Edil Logistica è

al servizio delle rivendite

decisamente positivo.

e dei loro fornitori, dove

Anche per Zanini il

i

discorso è interessante

rimangono esclusivamente

perché avere la merce in logistica è anche una forma di promozione:

fra produttore e cliente.

«chi va a caricare, infatti, vede anche i nostri prodotti». La presenza

Un servizio quindi molto

delle referenze Project For Building ha generato un interessante

apprezzato

incremento dei volumi di vendita, «e a ciò è importante aggiungere

Holcim che grazie a questa

la grande comodità di mandare il cliente a caricare ciò che gli serve,

piattaforma

mentre i contatti sono comunque sempre fra noi e lui. Davvero una

consolida la sua presenza

comodità per tutti».

sul mercato.

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rapporti

commerciali

anche aumenta

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TIGULLIO DESIGN

LO SHOWROOM TUTTO DA VIVERE

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Si trova a Genova il primo e unico negozio di finestre e porte in Italia in cui le soluzioni offerte si possono sperimentare e toccare con mano. Grazie anche a una confortevole ambientazione domestica concepita per coinvolgere il cliente al 100%. Con la possibilità di prolungare la visita e soggiornare per una notte di Giacomo Casarin

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on chiamatela rivendita. Mix tra showroom e appartamento, Studio Tigullio Design stravolge il classico concetto di punto vendita per diventare uno spazio abitativo dove poter «vivere» i prodotti prima dell’acquisto. Il concept ideato da Tigullio Design è il terzo showroom genovese dell’azienda e permette al cliente di sperimentare i prodotti in prima persona, prima di acquistarli. «Lo spazio vuole essere anche un punto di riferimento importante per i progettisti, i quali hanno la possibilità di entrare autonomamente con i loro clienti», ha spiegato Mauro Semonella, titolare di Tigullio Design. «Anche per questo è curato nei minimi dettagli: a livello impiantistico presenta i prodotti più moderni sul mercato, come ventilazione controllata, riscaldamento a pavimento, pompe di calore. Perché siamo sicuri che in un ambiente bello e funzionale tutto diventa più bello, anche la singola porta che il cliente sperimenta». Domanda. Qual è la storia di Tigullio Design? Risposta. L’azienda è nata nel 1991. Prima di Tigullio Design, personalmente ho lavorato nove anni in un’azienda costruttrice, ma nel momento in cui mi sono messo in proprio ho capito che mi A sinistra, Mauro Semonella, titolare di Tigullio Design. Sotto, gli interni

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sarei potuto distinguere aprendo una rivendita di serramenti e porte, quando ancora esistevano poche realtà del genere. Così, abbiamo aperto nel Golfo del Tigullio, tra Rapallo e Recco, vicino a Genova, per poi spostarci nella Val Fontanabuona e iniziare a crescere: da 2 dipendenti siamo arrivati a 5. Infine, siamo approdati con un nuovo showroom in centro a Genova e abbiamo raggiunto i 15 dipendenti, oltre a me e al mio socio. D. Tigullio Design, perché avete capito subito l’importanza dello stile? R. Certo, crediamo nella grande qualità del prodotto e quindi nel

suo design. Fin da subito abbiamo contattato i progettisti perché pensiamo che siano loro i primi a fare in modo che il cliente giusto venga da noi. D. Quali sono stati i passi successivi dell’azienda? R. Abbiamo aperto una nuova rivendita cinque anni fa in un’altra parte di Genova. Mentre per il terzo showroom in città abbiamo voluto distinguerci da tutti gli altri: si tratta infatti del primo e unico in Italia in cui il cliente può vivere i prodotti prima di acquistarli. In pratica, abbiamo ristrutturato un appartamento per farlo diventare un ambiente domestico a tutti gli effetti dove il cliente può

Clienti nell’appartamento showroom, con ventilazione controllata, riscaldamento a pavimento, pompa di calore

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sperimentare al 100% quello che desidera acquistare. Per esempio, è possibile capire come funziona il serramento acustico, visto che lo showroom si trova in una strada molto trafficata. Lo spazio è anche adibito ai progettisti, che possono entrare autonomamente con i loro clienti. Anche grazie alla porta d’ingresso con apertura biometrica, apribile con impronta digitale. D. Che cosa si trova dentro questo innovativo spazio espositivo? R. L’appartamento, innanzitutto, è stato ristrutturato completamente a livello impiantistico con i prodotti più moderni sul mercato: ventilazione controllata, riscaldamento a pavimento, pompe di

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calore. Perché siamo sicuri che in un ambiente bello e funzionale tutto diventa più bello, anche la singola porta che il cliente sperimenta. Uno spazio esterno di 60 metri quadri con tenda a pergola ospita un tavolo per possibili riunioni tra progettisti, clienti e tecnici. All’interno invece c’è un grande schermo dove sono proiettati tutti i progetti di Tigullio Design, realizzati e futuri. D. Questa sensibilità da dove viene? R. Quello che facciamo noi è quello che dovrebbero fare tutti. Ovvero un lavoro ben fatto. Lo showroom di Genova Studio Tigullio Design rappresenta la summa dei nostri principi, in cui il cliente può anche dormire e rilassarsi in un ambiente di estremo comfort per sperimentare al 100% le soluzioni anti rumore e tutti gli altri prodotti di qualità. D. Quali sono i principali marchi trattati? R. I marchi sono Finstral per le finestre, Gasperotti Porte Blindate per le porte blindate, FerreroLegno per le porte interne, Erreci Sicurezza per le grate, Palagina per le zanzariere e le tende tecniche, Markilux per le tende da sole, Somfy per l’automazione. Per le porte blindate e per il settore dell’acustica abbiamo due nostri brand: Ariete Porte Blindate e Finestre Antirumore, che vogliono focalizzarsi su due problemi importanti di oggi come sicurezza e inquinamento acustico. D. La vostra è un’azienda in continua crescita. Quali sono i vostri progetti futuri? R. Vogliamo esportare lo spirito del «try before buy» a Milano e a Napoli, con l’apertura di due nuovi showroom, il primo in viale Romagna 46 e il secondo in Calata Ospedaletto 22. Due città molto importanti, una protagonista del business e una che rappresenta una scommessa avvenuta quasi per caso. Quest’estate, infatti, ero in vacanza in Costiera Amalfitana e tornando verso Napoli per prendere l’aereo mi sono imbattuto in un negozio con sopra il cartello «affittasi». Una volta entrato, me ne sono innamorato. Ed eccoci qui: ora stiamo ristrutturando l’intero locale, con la previsione di inaugurarlo a giugno. All’interno è presente una grotta di tufo di 30 metri quadri, una cosa difficile da vedere in uno showroom di serramenti.

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L A D I S T R I B U Z I O N E D E G L I A LT R I - S PA G N A

UN SALTOKI DI QUALITÀ Il gruppo somma 58 punti vendita dei settori idrotermosanitario, elettrico e dei materiali edili, ai quali si aggiungono 16 store dedicati all’utente finale, sette rivendite specializzate e quattro centri logistici. Il segreto? Segmentare l’offerta e coltivare l’omnicanalità

di Federico Della Puppa

Esposizione area arredo

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nteragire tra impresa e clienti è sempre più uno dei campi di sviluppo delle azioni di innovazione dei brand distributivi, soprattutto laddove si costruiscono sistemi di offerta fra loro integrati e in particolar modo dove le tipologie di offerta sono ampie e diversificate. All’aumento dell’offerta di prodotti e servizi, e dunque della complessità stessa dei sistemi di offerta, uno dei temi principali è come preservare le caratteristiche di specializzazione dei singoli comparti di vendita. Ma anche di come ampliare strategicamente il rapporto con il cliente, utilizzando gli strumenti della multicanalità, grazie anche ai nuovi strumenti digitali. È necessario puntare sempre più su questa strategia, perché offre al cliente la possibilità di utilizzare il canale o i canali a lui più congeniali, siano materiali (fisici) o immateriali (web e digitale). Ma senza modificare la relazione impresa-cliente e, dunque, salvaguardando il valore del brand. La specializzazione sempre più spinta sui singoli comparti e la costruzione di una multicanalità integrata al modello di offerta garantiscono migliori condizioni operative negli ambiti strategici della consulenza, della vendita e dell’assistenza,

Area espositiva dedicata all'arredo per la casa. Sopra, il grande magazzino per le forniture di cantiere

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Una vista dell'esposizione interna dedicata alla casa

laddove la comunicazione svolge un ruolo fondamentale nel far percepire la vicinanza delle soluzioni alla clientela. A CIASCUNO IL SUO NEGOZIO Ma la multicanalità associata alla specializzazione è la conseguenza dell’aumento della segmentazione del mercato, che si rileva nella tendenza per i grandi distributori e per i rivenditori più innovativi nel costruire spazi espositivi diversi, adattandoli ai diversi segmenti della clientela e integrando il tutto con una comunicazione, soprattutto via web, in grado di affiancare le scelte del cliente, che in questo modo è accudito e accompagnato nel percorso di scelta. Ma non vale solo per i privati, quanto anche per il mercato professionale, oggi sempre più alla ricerca di ottimizzazione dei tempi e non solo dei costi. In questo ambito è interessante guardare non solo al nostro mercato, ma anche ai modelli esteri che in qualche modo possono essere utili per suggerire idee, strategie e soprattutto per verificare come le scelte possano rivelarsi in alcuni casi vincenti e magari anche adattabili ai casi nazionali. Uno di questi esempi è una buona pratica spagnola e arriva da un gruppo tra i più innovativi e importanti del mondo della distribuzione di materiali da costruzione, alla quale ha affiancato altri segmenti strategici come vedremo. Si tratta del gruppo Saltoki, che somma 58 punti vendita dei settori idrotermosanitario, elettrico e dei materiali edili, ai quali si aggiungono 16 Saltoki Home, specializzati e rivolti all’utente finale con prodotti anche per l’arredo della casa. Inoltre, ne fanno parte sette punti vendita specializzati in materiali da costruzione per grandi opere e interventi edilizi e, soprattutto, quattro centri logistici in grado di rifornire e servire gli store distribuiti

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nella metà più settentrionale della Spagna. Saltoki è un gruppo che più di altri esprime la tendenza alla crescita dimensionale, puntando alla logistica come fattore di efficienza, alla distribuzione capillare e all’efficienza del sistema distributivo basato su un rapporto privilegiato con il cliente, sia nel punto vendita che attraverso il portale online del gruppo (www.saltoki.com). RETE INTERNAZIONALE Il fatturato complessivo del gruppo supera i 400 milioni di euro e l’organizzazione di vendita è strutturata per rispondere ai diversi segmenti della domanda, professionale e non professionale, con aree di vendita e di servizio dedicate. Saltoki inoltre dal 2011 è entrato a far parte della rete internazionale del gruppo di acquisto VGH International, che somma 19 insegne presenti in 15 diversi Paesi (e non presente in Italia) per un totale di oltre 400 punti vendita e un fatturato complessivo di poco superiore ai 3,6 miliardi di euro. Una delle ultime e più innovative aperture di Saltoki (che YouTrade ha visitato di recente), si trova a Vitoria (nome basco Gasteiz), città di 230 mila abitanti dei Paesi Baschi, che negli ultimi due decenni ha avuto forti incrementi di popolazione e che ha risposto alla nuova domanda abitativa con l’urbanizzazione di ampie aree periferiche al centro storico e che per la qualità delle politiche urbane nel 2012 è stata Capitale Green Europea. La strategia di posizionamento di Saltoki a Vitoria è un esempio di come un gruppo si differenzia nella specializzazione di segmento, ma come sia in grado di offrire la più ampia gamma non solo di prodotti ma anche di servizi alla clientela. Parlare di punto vendita nel caso di M a r z o

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Un'immagine dell'esposizione interna. Sopra, un'immagine dell'esposizione e sullo sfondo le postazioni degli architetti a disposizione dei clienti

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Le postazioni dei progettisti interni. A sinistra, un dettaglio dell'esposizione interna. A destra, localizzazione dei punti vendita di Saltoki in Spagna

Saltoki a Vitoria è riduttivo: la distribuzione delle superfici è molto ampia e differentemente targetizzata e organizzata per rispondere alle diverse tipologie di clientela. POSIZIONAMENTO I punti vendita (perché in realtà sono più store specializzati, ma posizionati tutti lungo la doppia strada Portal de Zurbano nella zona a Nordest di Vitoria) si trovano in edifici separati e dunque l’offerta presenta un posizionamento specializzato già nella tipologia di prodotti. Si va dunque dal magazzino dedicato ai materiali da costruzione hard, con particolare riferimento ai grandi cantieri, con deposito coperto e all’aperto su superficie dedicata e, per quanto riguarda le azioni di carico e scarico dei camion, con sistemi adatti a ottimizzare il carico e lo scarico dei materiali, agevolando le operazioni destinate alle imprese di costruzione. Vi è poi un punto di vendita esclusivamente dedicato ai materiali elettrici, con show room per clienti non solo professionali, e banco di vendita, con area destinata al libero servizio e uffici dedicati al supporto tecnico. Infine, vi è l’edificio di maggiori dimensioni, con un’area principale di vendita che si sviluppa su una superficie di 3 mila metri quadri e vede al piano terra il banco di vendita e gli scaffali per i professionisti e al primo piano una show room dedicata ai clienti privati, con sette postazioni progettuali nelle quali operano vari architetti e progettisti al servizio della clientela. La grande show room al primo piano in questo caso non è dedicata solo ai materiali idrotermosanitari, ma integra anche un reparto cucine e mobili per la casa, compresi accessori d’arredamento di design. IMMAGINE OMOGENEA In linea generale ciò che si coglie, al primo impatto, è la corrispondenza tra l’immagine generale dell’insegna che si deduce dal web, ovvero una pulizia e ordine dei reparti di vendita e di servizio, nei quali ogni segmento di clientela può trovare ciò che gli serve. È un sistema che punta molto non solo sulla presenza e cura anche este-

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tica dei luoghi, ma dove l’integrazione tra organizzazione dei punti vendita, servizi disponibili e la presenza web, con un sito dedicato al mercato professionale e uno al mercato privato con possibilità di accesso a un’area riservata ai clienti per ordini e consulenze online, che evidenzia la grande cura nella scelta di accudire il cliente e di puntare alla multicanalità nella specializzazione. Le strategie di Saltoki si integrano perfettamente nello sviluppo attuale del mercato delle costruzioni in Spagna, Paese che si sta riprendendo dalla crisi che lo ha segnato tra il 2010 e il 2013 e che oggi vede una crescita significativa degli investimenti, con particolare riferimento al nuovo mercato della ristrutturazione, dove incide in modo rilevante, come in Italia, la quota percentuale di proprietà, il 78,8%. In questo scenario complessivo il sistema distributivo dei materiali da costruzione spagnolo presenta circa 8 mila punti vendita, per la maggior parte di

piccola dimensione, ed è dunque un sistema di mercato molto simile a quello italiano. Tuttavia, la progressiva concentrazione di alcuni rivenditori sotto l’insegna di alcuni marchi, uno dei quali è proprio Saltoki, evidenzia un cambiamento in atto molto interessante, perché le grandi insegne sono sempre più orientate alla specializzazione e alla multicanalità, che si traduce soprattutto in una elevata presenza online, con attività di servizio a supporto nel pre-vendita, nella vendita e nel post-vendita. Da questo punto di vista il sito web di Saltoki è un esempio di buona pratica comunicativa, di organizzazione funzionale dei contenuti e di modalità di interrelazione tra impresa e cliente. Una buona pratica dunque, un esempio interessante che permette di evidenziare come l’innovazione nella rivendita oggi passi attraverso l’aumento dei servizi e una scelta decisa verso la multicanalità nei confronti dei propri clienti. Entrata dello spazio di vendita dedicato ai materiali elettrici. A sinistra, l'area carico-scarico per le forniture di cantiere

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I FERRI DEL MESTIERE

Cercate i nuovi trend? Beep Beep!

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nuovi trend sono come Beep Beep: nel momento in cui ti passano davanti sono già lontani e chi non li segue è solo perché ha paura di diventare come Wile E. Coyote: un continuo fallimento. Meglio mettersi da parte e vedere se quel trend è destinato a durare o è solo una moda passeggera. Eppure è proprio l’incrollabile volontà del coyote che servirebbe alla rivendita edile per cavalcare un nuovo trend. Ma non è colpa dei rivenditori, la colpa è di chi dice loro di seguire un trend, senza offrire gli strumenti necessari per farlo. È facile parlare dei nuovi trend e chi lo fa pensa che sia facile seguirli, ma non è così. Chi li addita mentre passano, ne parla in maniera troppo vaga e lontana dalla realtà della

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rivendita. Seguire un trend generico è come navigare in uno spazio infinito e sconosciuto, senza una destinazione. Che cosa dire ai clienti Ma il rivenditore ha l’esigenza di rimanere con i piedi per terra. Può guardare oltre il perimetro del suo magazzino, ma ha bisogno di qualcosa di concreto di cui parlare ai clienti. Per esempio, uno dei trend che si rinnova ogni anno da quasi trent’anni è la sostenibilità ambientale. Oggi tutti i produttori comunicano di avere a cuore le sorti dell’ambiente e i loro prodotti sono tutti sostenibili, almeno secondo quanto leggiamo sui siti internet e sulla documentazione. Il risultato è che se tutti sono sostenibili, di fatto, per il con-

sumatore nessuno lo è veramente. I clienti rimangono frastornati dalla monotonia dell’informazione, troppo tecnica e poco comprensibile. Di conseguenza la paura di prendere una fregatura spesso prevale sul bisogno di comprare. Meglio restare in attesa di tempi migliori. Adesso facciamo un esercizio, scorriamo le schede del nostro archivio mentale e contiamo le aziende che hanno cambiato il modo di produrre, di imballare o di usare le risorse naturali per essere davvero sostenibili. Non molte, vero? Seguire un trend significa essere disposti a trasformare noi stessi, il nostro modo di pensare, di agire e di comunicare. I nuovi trend sono segnali che ci ricordano che è il momento di inviare i nostri scout in avanscoperta, per

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trovare la strada più sicura sul percorso dell’evoluzione. Come fare? Un trend generico è come un contenitore vuoto. Sta ai produttori riempirlo di contenuti specifici e differenzianti da mettere a disposizione dei rivenditori, non basta più dire il mio prodotto è sostenibile solo perché è naturale, fa risparmiare energia o ha una certificazione ambientale. Misurabili & Documentabili Non basta nominarli, i nuovi trend vogliono essere raccontati in maniera speciale, con contenuti specifici e comprensibili, misurabili e documentabili. Quasi da toccare con mano. Un trend che trasforma un mercato è come un compositore che trasforma un pensiero in un’opera, ha bisogno di un’orchestra in grado di trasformare le note che escono dalla sua penna in una melodia e di interpreti in grado di trasformare una storia in un’emozione. La conseguente trasformazione dello spettatore

è la prova del miracolo dell’arte. D’altra parte niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma. Una legge della fisica che si adatta bene anche ai nuovi trend. La trasformazione che un nuovo trend porta con sé, tocca prima i produttori e poi quei rivenditori che sono disposti a trasformare parte dei loro spazi, in un’area o un percorso dedicati al nuovo trend. Un piccolo expo fatto di eventi e nuove informazioni, in grado di trasformare a sua volta l’esperienza dei clienti. Continuando a parlare di sostenibilità ambientale, possiamo raccontare i Criteri Ambientali Minimi e perché applicarli anche per l’edilizia privata. Mostrare i materiali riciclati e il processo per produrli. Illustrare le differenti certificazioni ambientali per renderle comprensibili ai meno esperti. Entrare nel dettaglio Parlare dell’impatto ambientale delle scelte sostenibili, spiegando come l’utilizzo di ma-

teriali riciclati riduce lo sfruttamento delle risorse naturali e le emissioni in atmosfera, con esempi pratici e raffigurabili: i metri quadrati di spiaggia che evitiamo di sporcare grazie all’uso di plastica riciclata; i metri quadrati di foresta che servirebbero per assorbire la Co2 non emessa; il numero di bottiglie di acqua risparmiata per produrre la stessa quantità di materiali vergini. Sono tutte informazioni che i produttori attenti all’ambiente, alla vita delle persone e del pianeta vivente, sono in grado di calcolare. Ma ora è giunto il momento di svelare un segreto. I nuovi trend non esistono. Esistono solo le trasformazioni che provano il loro passaggio. Beep Beep! di Marco Buschi Marco Buschi, si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale.

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T E C N A S FA LT I - I S O L M A N T

TUTTI INSIEME ISOLIAMO DI PIÙ L’azienda specializzata in soluzioni di isolamento acustico con altre imprese per studiare soluzioni in grado di rispondere meglio alle richieste del mercato. Risultato: un accresciuto know-how e un approccio più tecnologico, spiega l’amministratore delegato dell’azienda, Eugenio Canni Ferrari

di Veronica Monaco

Eugenio Canni Ferrari

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are sistema, soprattutto in Italia, non è semplice: nel paese delle Pmi e degli eterni campanilismi, scegliere di coltivare il proprio orticello, piuttosto che avventurarsi in gruppo verso nuovi lidi, è piuttosto frequente. Perché lavorare assieme è difficile, perché ciò che si conosce è sempre più rassicurante delle novità, perché non sempre interessi e obiettivi coincidono perfettamente. Non è questo il caso di TecnasfaltiIsolmant, azienda di Carpiano (Milano) specializzata nell’isolamento acustico e termico, che da qualche anno ha avviato un progetto di collaborazione con altri protagonisti del mercato delle costruzioni per lo sviluppo di sistemi ad alte prestazioni. «Un sistema innovativo per affrontare il mercato in maniera più efficiente», spiega l’amministratore delegato dell’azienda, Eugenio Canni Ferrari, «attraverso il quale abbiamo creato un vero e proprio “sistema pavimento” in cui la sinergia tra gli elementi componenti garantisce una performance sul mercato». Domanda. Dopo aver sottolineato l’importanza del lavoro di squadra creando un affiatato team aziendale, avete deciso di fare rete con altre aziende del settore. Quali sono e perché avete deciso di andare in questa direzione? Risposta. L’anno scorso abbiamo cominciato a porre le fondamenta di questo nuovo approccio che valorizza il lavoro di squadra. Vogliamo dare un segnale al mercato, un nuovo approccio che va nell’ottica del sistema e non del singolo prodotto. Per questo

abbiamo avviato una collaborazione con altre aziende leader per studiare e sviluppare soluzioni in grado di rispondere alle nuove opportunità del mercato e dell’evoluzione costruttiva degli ultimi anni. Tra i nostri partner ci sono Knauf, Laterlite, Uponor, Loex, Eurotherm, Röfix, Bampi e molti altri: con loro si è creata una collaborazione spontanea, una partnership più tecnica che economica, volta a dare risposte innovative per il futuro delle costruzioni. D. Alla luce di queste partnership, è cambiato qualcosa nel vostro modo di porvi sul mercato? R. Per Tecnasfalti-Isolmant non è cambiato nulla, nel senso che l’anima dell’azienda è sempre la stessa, ma da queste collaborazioni ne usciamo con un bagaglio di nozioni molto più ampio che ci permette di porci sul mercato con una marcia in più, con un know how più vasto e un approccio più tecnologico. D. Questo nuovo approccio ha già portato risultati? R. Dal 2017 il nostro approccio si è evoluto e oggi trova la sua massima espressione. Abbiamo già avuto un ritorno, anche in termini economici, anche se il primo risultato positivo è stato in termini di immagine, ponendo Tecnasfalti-Isolmant come leader nel campo dell’isolamento acustico. D. In Italia non è facile fare rete: quali sono i principali ostacoli che avete dovuto superare? R. La vera difficoltà è che non c’è l’abitudine a lavorare insieme per un fine comune, ma ognuno si occupa della propria azienda. Nel nostro caso però non abbiamo dovuto superare reali ostacoli: tutti

EFFICACE IN POCHI CENTIMETRI Uno dei problemi più frequenti che si trovano ad affrontare progettisti e applicatori è la mancanza di spessori. Sia nel mercato della ristrutturazione che nella nuova costruzione è sempre più richiesto un tipo di progettazione «sottile»: servono strutture tecnologicamente avanzate, complete e altamente prestazionali, ma con la necessità di lavorare in pochissimi centimetri. In questo contesto un buon isolante acustico ha il compito fondamentale di integrarsi all’interno della struttura ottimizzando l’efficienza degli elementi e garantendo livelli di isolamento acustico a norma di legge. Isolmant UnderSpecial Evo è la proposta di Isolmant per le strutture con spessore di massetto da 3 a 5 centimetri, il massimo della tecnologia acustica racchiuso in spessori minimi. Isolmant UnderSpecial Evo è composto da uno strato di Isolmant 1,5 mm ad alta densità accoppiato sul lato inferiore con Fibtec XF2, speciale fibra agugliata calibrata per ottenere alte prestazioni su bassi spessori. Una soluzione altamente tecnologica che unisce in un unico prodotto un’elevata prestazione acustica e la riduzione dei rischi di cavillature. Con uno spessore di soli 4 millimetri, Isolmant UnderSpecial Evo è indicato per la realizzazione di pavimenti galleggianti con massetti di spessore ridotto e per le applicazioni di sistemi di riscaldamento o raffreddamento a pavimento (a partire dai 15 millimetri sopra tubo/ bugna). Disponibile, a richiesta, anche nella versione BV con barriera

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al vapore integrata, UnderSpecial Evo si contraddistingue per un indice di isolamento di rumore al calpestio pari a 24 dB. Ma le sfide del mercato non finiscono qui: la strada più impegnativa che l’isolamento acustico oggi deve percorrere è quella tracciata dai nuovi massetti autolivellanti, per i quali si parla non più di centimetri ma di millimetri. In questo ambito la risposta di Isolmant si chiama IsolTile, un prodotto nato per il risanamento acustico sotto piastrella che negli anni ha dimostrato in laboratorio ma soprattutto in opera la sua idoneità all’inserimento come sotto massetto in strutture a basso spessore (con massetto minore di 3 centimetri). IsolTile è costituito da polipropilene reticolato fisicamente ad alta densità, rivestito sul lato superiore con speciale Fibtec XP1 (geotessile tecnico in polipropilene, di colore nero, serigrafato e calandrato) e sul lato inferiore da Fibtec XP1 per la versione IsolTile standard o da uno strato adesivo removibile per la versione IsolTile AD. Nei sistemi a basso spessore IsolTile garantisce la corretta resistenza a compressione, un’elasticità ottimale per permettere al materiale di svolgere la sua funzione di molla e una rigidità adeguata a reggere meccanicamente tutto il sistema, anche in presenza di riscaldamento a pavimento Il progettista o l’applicatore possono scegliere IsolTile standard o IsolTile Ad in base al sottofondo esistente, ottenendo dal sistema un miglioramento del confort acustico ΔLw certificato da 14 a 20 dB.

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avevano voglia di spingere questo sistema pavimento e lavorare per un fine comune, la crescita del nostro settore. La collaborazione è avvenuta molto naturalmente, noi siamo stati il catalizzatore. D. Il 2018 si è chiuso secondo le vostre aspettative? R. Dopo un biennio in cui si sentiva nell’aria un certo ottimismo, il 2018 ha rappresentato per il settore un anno non semplice. Noi però siamo cresciuti: il 2018 è stato un anno proficuo, in cui abbiamo centrato gli obiettivi sia a livello finanziario che di sviluppo. D. Il 2019 si è aperto con una frenata dell’economia a livello mondiale e con una situazione politica di incertezza per l’Italia. Questo ha cambiato le vostre aspettative o gli obiettivi che vi eravate prefissati non sono differenti? R. Il primo bimestre del 2019 non si è chiuso bene per il nostro comparto. È in atto una contrazione economica a livello mondiale che sta avendo ripercussioni anche su altri settori. In più, in Italia non c’è al momento una politica forte centrata sulla crescita. L’unico modo per affrontare questa crisi, ormai continuativa, è quello di essere molto flessibili e capaci di ascoltare le esigenze del mercato e rispondere con soluzioni adeguate. Il nostro sistema pavimento e le nostre soluzioni acustiche vanno proprio in questa direzione. La crescita del mercato delle ristrutturazioni ci ha portato a sviluppare prodotti specifici per questo tipo di interventi. Nel 2019 mi aspetto di consolidare l’enorme lavoro che stiamo facendo, sia in termini di fatturato che di leadership nel settore del comfort.

PRESTATE ORECCHIO AL COMFORT «Il rumore è un problema democratico: l’acustica è un argomento di grande attualità nel mercato delle costruzioni, ma richiede soluzioni da professionisti», spiega Marta Casiraghi, responsabile Marketing e comunicazione Tecnasfalti-Isolmant Domanda. Quali sono i temi al centro della comunicazione 2019 di Tecnasfalti-Isolmant? Risposta. Sicuramente il sistema pavimento, che è protagonista di un nuovo catalogo e di un nuovo sito Internet: www.sistemapavimento. it. Vogliamo dare visibilità a tutto il lavoro di ricerca e di sviluppo che abbiamo fatto sui nuovi sistemi costruttivi che oggi rappresentano la nuova frontiera del mercato. Intendiamo farlo mettendo in primo piano l’aspetto tecnico, ma anche utilizzando un linguaggio semplice per parlare anche all’utente privato, che è oggi uno dei nostri principali interlocutori, a cui vogliamo dare risposte sulle possibilità di comfort acustico per la propria abitazione. Siamo però attenti anche ai progettisti, approfondendo gli aspetti tecnici e strutturali, e al canale di vendita, con la proposta di soluzioni e pacchetti certificati. Accanto al sistema pavimento, la comunicazione Tecnasfalti-Isolmant pone grande attenzione anche al tema della correzione acustica nei locali pubblici e negli ambienti della vita quotidiana, sempre in ottica di promozione del benessere e del comfort. D. L’anno scorso avete partecipato alla presentazione della guida

IL SEGRETO? STUDIARE L’INTERO SISTEMA «Il mercato dell’edilizia si è spostato dalla nuova costruzione alla ristrutturazione, quindi predilige soluzioni con spessori sempre più sottili e meno invasive possibili, quasi pronte all’uso», nota Ilaria Quarantelli, ingegnere dell’ufficio tecnico Isolmant. Domanda. Come è cambiato il ruolo dell’ufficio tecnico alla luce delle nuove partnership? C’è stata un’ulteriore evoluzione della vostra professionalità? Risposta. Sì certo, con queste collaborazioni siamo in grado di offrire un supporto tecnico che va al di là del nostro prodotto. Possiamo offrire soluzioni tecniche complete partendo dall’intero pacchetto costruttivo, testate, studiate e certificate. D. Come vi siete preparati per affrontare queste nuove esigenze? R. Il mercato dell’edilizia si è spostato dalla nuova costruzione alla ristrutturazione, quindi predilige soluzioni con spessori sempre più sottili e meno invasive possibili, quasi pronte all’uso.

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Abbiamo dovuto sviluppare soluzioni che andassero incontro a queste esigenze, e in questo senso la partnership con altre aziende leader del mercato ci ha aiutato. D. Si tratta di prodotti molto più performanti rispetto al passato? R. Sì, sono prodotti studiati in maniera specifica per le ristrutturazioni, che rappresentano forse la condizione più difficile in cui lavorare. Devono impattare il meno possibile sull’esistente, offrendo comunque una soluzione al problema. In maniera quasi invisibile. D. In quanto tempo l’ufficio tecnico è in grado di rispondere alle richieste? R. Generalmente rispondiamo in un paio di giorni, prendendoci qualche giorno per i casi più particolari sui quali ci confrontiamo con i nostri partner. D. Quali sono le principali richieste dei clienti? R. Soluzioni garantite, il cliente cerca sempre più soluzioni che gli garantiscano il risultato finale, cioè il comfort. Noi siamo in grado di farlo perché studiamo l’intero sistema, e non il singolo prodotto. D. Qual è la parte più difficile del vostro lavoro? R. Interfacciarsi con tante figure diverse, quindi essere in grado di adattare la consulenza al proprio interlocutore. Ma anche passare dalla teoria alla pratica, adattando una soluzione alle condizioni specifiche in cui ci si trova a lavorare. D. E quella che vi dà maggiore soddisfazione? R. Risolvere i problemi, soprattutto nei progetti di correzione acustica in cui bisogna intervenire lavorando su ambienti esistenti con un’estetica ben precisa, offrendo soluzioni non solo tecniche, ma anche belle da vedere.

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del Touring Club Italiano Alberghi e Ristoranti d’Italia 2019, assegnando il premio al ristorante con la miglior acustica in sala. Che cosa ha rappresentato per voi questa esperienza? R. Quella del Touring Club ha rappresentato per noi un’iniziativa particolare con cui abbiamo promosso la divisione dedicata alla correzione acustica. Nell’ambito della ristorazione il comfort acustico sta diventando sempre più un elemento decisivo per l’utente finale, che nella scelta di un ristorante oltre al buon cibo si aspetta di trovare anche un ambiente confortevole. Con questo riconoscimento abbiamo voluto sottolineare l’importanza del comfort acustico e premiare i ristoratori che si sono impegnati in questo ambito. È stata un’esperienza interessante che ha dato visibilità alla tematica e che offre ai nostri distributori un’opportunità di business ad alto potenziale. D. Quali iniziative pensate di mettere in atto quest’anno per raggiungere gli operatori del mercato? R. Oltre alle iniziative citate, continueremo a girare l’Italia con Isolmant in tour, una serie di convegni dedicati al mondo della progettazione, degli applicatori e degli interior design. L’anno scorso abbiamo realizzato una trentina di convegni, quest’anno ne faremo altrettanti. A questa iniziativa abbiamo affiancato l’AperiTecnico del Venerdì, un nuovo ciclo di seminari che approfondiscono argomenti specifici dell’acustica che si chiudono con un momento conviviale. Si tratta di

incontri di un paio d’ore che si svolgono presso la sede Isolmant, aperti a piccoli gruppi, proprio per favorire lo scambio e il dibattito tra i vari attori della filiera. Il target infatti è molto variegato e va dai progettisti ai distributori. D. I rivenditori di materiali edili sono i vostri principali partner, nonché distributori dei vostri prodotti. Come stanno rispondendo alle vostre iniziative? R. Il rumore è "democratico", è un problema che riguarda tutti: l’acustica è un argomento di grande attualità nel mercato delle costruzioni, ma richiede soluzioni da professionisti. Come i produttori non possono improvvisarsi, così anche i distributori. Ci sono rivenditori che hanno scelto di specializzarsi nell’acustica, che ci seguono e crescono insieme a noi. Attraverso la sua opera di divulgazione, Tecnasfalti-Isolmant crea opportunità e dà supporto a tutti coloro che vogliono coglierle.

Il lavoro di correzione acustica in un ristorante

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PROIND

STOP ALL’ACQUA DALLE FONDAMENTA Materiale di origine vulcanica, la bentonite blocca le infiltrazioni e risulta vincente per l’impermeabilizzazione delle strutture a diretto contatto con il terreno. Come nel caso di Bentogeo Hdpe, telo geosintetico accoppiato a uno strato di polietilene ad alta densità di Veronica Monaco

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onostante la loro estrema compattezza e solidità, cemento e calcestruzzo non sono indistruttibili. Il loro nemico numero uno? L’acqua. Le infiltrazioni, soprattutto da umidità di risalita, sono spesso in agguato, e a lungo andare possono causare anche gravi danni, provocando addirittura la corrosione del materiale cementizio e dei ferri di armatura, a discapito della sicurezza dell’intera struttura. Per questo è importante agire bene fin dalle fondamenta, con materiali in grado di bloccare la penetrazione dell’acqua, come la bentonite. REVERSIBILE ED ECOLOGICA Minerale argilloso che si trova naturalmente nei terreni vulcanici (i principali depositi sono situati vicino Fort Benton, in Nord America, da cui il nome), la bentonite è in grado di trasformare la sua disposizione molecolare in presenza di acqua: da cristallo diventa, infatti, una struttura colloidale (gel) dotata di elevata impermeabilità, con un aumento di volume di 15-20 volte rispetto alla condizione iniziale. L’espansione è comunque subordinata allo spazio disponibile: pertanto è fondamentale il confinamento del sistema bentonitico in modo che l’aumento di volume sia contrastato e l’azione di espansione non sia «infinita». La sua struttura cristallina a strati sovrapposti intrappola le molecole d’acqua nello spazio fra gli interstrati, impedendo loro di attraversare la bentonite e arrivare all’esterno. Questo materiale si rivela così una scelta vincente per l’impermeabilizzazione delle opere interrate come fondazioni, gallerie, parcheggi sotterranei, vani ascensori, piscine e vasche per il contenimento acque e sostanze chimiche.

LE SOLUZIONI Proprio per l’impermeabilizzazione di strutture a diretto contatto con il terreno, Proind, azienda specializzata da più di quarant’anni in prodotti chimici per l’edilizia, ha messo a una gamma completa di soluzioni a base di bentonite dall’elevato contenuto tecnologico e dalle prestazioni elevate, inseriti all’interno della linea Pegaso dedicata ai sistemi impermeabilizzanti. Fiore all’occhiello è Bentogeo Hdpe, telo geosintetico contenente bentonite sodica accoppiato ad uno strato di polietilene ad alta densità. A questo prodotto si aggiungono i teli Bentogeo Grip Tg (rotolo 2,50m x 20m = 50 mq) e Bentogeo Grip Tg (rotolo 1,20m x 5m = 6 mq), con bentonite sodica contenuta tra due teli in tessuto non tessuto. Stabili e inattaccabili da aggressioni chimiche derivanti dal contatto con il terreno o con l’acqua, i teli Proind sono in grado di espandersi fino a 16 volte il loro volume iniziale trasformando la bentonite in un gel perfettamente impermeabile. Tutti e tre i teli sono adatti all’impermeabilizzazione sottoquota laddove esistano pressioni di acque positive e negative elevate e bassa permeabilità al vapore. L’applicazione è semplice: basta un piano di posa in calcestruzzo correttamente preparato e pulito dove inchiodare i prodotti, che sono facilmente lavorabili per adattarsi alle condizioni di cantiere, soprattutto in presenza di pali o ferri d’armatura. I teli vanno sovrapposti (almeno per il 10%) e sormontati in maniera sfalsata, inchiodati con chiodi e rondelle e infine sigillati con i prodotti accessori, come Bentopol Pf, bentonite sodica in polvere, e la pasta tixotropica spatolabile Bentopasta. Il sistema d’impermeabilizzazione con teli Bentogeo Grip e Bentogeo Hdpe non necessita di fiamme libere e non è condizionato dalle temperature esterne (-15°C ÷ +40°C).

La bentonite, grazie alla sua capacità espansiva e di autoriparazione offre il sistema più semplice per il blocco all’infiltrazione dell’acqua

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MUOVIAMOCI

Intra e Extra: non c’è una sola logistica

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na gestione efficiente della logistica si ottiene organizzando al meglio i due principali aspetti che la caratterizzano: l’intra-logistica e l’extra-logistica. Mentre quest’ultimo aspetto riguarda il trasporto, ovvero il trasferimento del prodotto da un soggetto della filiera all’altro, l’intra-logistica è la gestione dell’intero processo che ha inizio con la consegna delle materie prime all’azienda e si conclude con la spedizione del prodotto finito. Intra ed Extra non sono due entità separate e indipendenti, bensì esse devono essere valutate in modo da permettere un pieno sviluppo sinergico. Un esempio riguarda la scelta di un packaging per un prodotto. L’azienda deve essere in grado di sviluppare o adottare un imballo in modo da permettere una facile preparazione del prodotto da

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spedire, deve garantire al prodotto di essere stoccato e movimentato senza alcun rischio per la sua qualità e la sicurezza di chi lo va a movimentare, ma deve essere pensato in modo tale da ottimizzare il trasporto (per esempio, gara ntendo il numero maggiore di pezzi trasportati con il minor volume), contribuendo ad abbatterne i costi di spedizione. Se l’esempio si riferiva alla fase di uscita del materiale, argomentazioni simili si trovano anche per il ricevimento. Quando a un materiale che arriva dal fornitore è necessario cambiare l’imballo o ristampare l’etichetta, si ha l’esempio di una disgregazione tra extra e intra-logistica. Non serve citare grandi multinazionali del settore dell’arredamento per mettere in evidenza come il flusso dei materiali in arrivo sia fluente e si incanali con il minor numero di in-

terruzioni verso la spedizione; anche nel settore dell’agroalimentare esiste un caso di riferimento. Si tratta dell’ortofrutta che da alcuni anni viene movimentata e stoccata sulle cassette a sponde abbattibili. Il coltivatore riempie queste cassette con i propri prodotti, le cassette finiscono senza ulteriori manipolazioni della merce nei supermercati. Dai supermercati vengono recuperate per essere lavate e riportate all’inizio della catena logistica. Tale esempio non solo va a ridurre costi logistici interni ed esterni per i produttori, i distributori e i punti di vendita, ma ha anche un’alta valenza ambientale in quanto l’imballo viene riutilizzato infinite volte. di Andrea Payaro docente esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)

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Questo mese parliamo di: √ Tetto e accessori √ Malte premiscelate √ Made Expo

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L'ultimo strato superiore di un edificio è anche quello più importante: deve essere robusto e impermeabile, ma anche isolante, efficiente e duraturo. Senza dimenticare che un edificio non può esistere senza altri elementi strutturali che hanno bisogno di essere solidi e affidabili. Magari realizzati risparmiando tempo, grazie alle malte premiscelate. E chi per aggiornarsi sulle ultime novità non è potuto andare a Made Expo, ecco una selezione di prodotti scelti da YouTrade pag. 80

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SPECIAL E

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EDILIZIA

COPERTURE SENZA LIMITI I bonus casa permettono interventi per il tetto che possono trasformare la funzione stessa dell’elemento architettonico. Per esempio, con l’utilizzo di nuovi materiali capaci non solo di raggiungere l’obiettivo di proteggere l’edificio, ma anche di migliorare il comfort interno di Fiorella Angeli

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i sono parole che più di altre esprimono doppi e tripli significati e che spesso usiamo come sinonimi per spiegare meglio alcuni concetti che dobbiamo esporre. In economia, e soprattutto nella politica economica dello Stato, i concetti di tetto e di copertura riguardano soprattutto i limiti di spesa e le garanzie finanziarie legate a particolari provvedimenti, scelte e investimenti di carattere pubblico. Anche nel privato il termine tetto è usato economicamente per dare indicazioni rispetto ai budget disponibili o alle azioni di investimento. Tetto è un sinonimo usato per definire un limite oltre il quale è bene non andare, mentre il termine copertura è utilizzato per affermare la solidità e la sicurezza finanziaria di fronte a una spesa o a un investimento. Tutto nasce dall’etimologia della parola tetto, dal latino tēctum, che deriva dal verbo tēgĕre, ovvero coprire. Il gesto di coprire, qualcuno o qualcosa, è un gesto amorevole che facciamo con i nostri cari («copri il bambino») e perfino con le cose, con gli

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oggetti. Quando, per esempio, copriamo qualche oggetto perché non prenda polvere o non si rovini. Il fine ultimo della copertura è quello della cura, di sé, degli altri, delle cose. Coprire la nostra casa, così come gli edifici nei quali lavoriamo o esercitiamo qualche altra nostra azione quotidiana o saltuaria, è dunque pensare a come curare in primo luogo noi stessi, proteggerci dalle avversità del tempo, degli agenti atmosferici, dal freddo e dal caldo, dalla pioggia e dalla neve, dal sole e dal vento. PROTEGGERE LA PROTEZIONE Il tetto dunque copre e protegge e perché lo possa fare in modo efficiente ed efficace dobbiamo sapere che essendo la nostra protezione dobbiamo paradossalmente proteggerlo a nostra volta. In primo luogo realizzandolo in modo che si possa intervenire in modo adeguato per gli interventi di manutenzione ordinaria. In secondo luogo, con sistemi costruttivi o interventi di rifacimento che utilizzino le più moderne tecnologie, materiali e soluzioni per far esercitare al tetto non solo una

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funzione protettiva ma anche una funzione di risparmio energetico e, perché no? una funzione produttiva. Utilizzandolo, per esempio, come supporto strutturale o superfici da integrare ai sistemi fotovoltaici o agli altri sistemi capaci di utilizzare la luce del sole producendo energia o calore. Questi elementi aggiuntivi, un tempo non presenti nel mercato ma ormai sempre più al centro delle proposte innovative di molte aziende di produzione e di imprese specializzate di installazione, sono anche fattori che oggi permettono di guardare a un tetto con un tetto di spesa diversa. Al di là del gioco di parole, il punto chiave è che il tetto è uno dei sistemi al centro dei benefici fiscali per le ristrutturazioni, secondo l’elenco degli interventi agevolabili dalle detrazioni fiscali previste dalla Legge di stabilità e riportate nel dossier operativo elaborato dall’Agenzia delle Entrate.

agevolabili comprendono le sostituzioni delle travi stesse con eventuali modifiche o la sostituzione totale delle stesse per formazione di un nuovo tetto. Non va dimenticato, inoltre, che le detrazioni fiscali spettano anche per sostituzione delle tegole con altre anche di altro materiale ed eventualmente di forma anche diversa da quelle preesistenti e senza dimenticare anche gli interventi sulle grondaie, spesso integrate al sistema tetto, o alla eventuale presenza di lucernari, sia di nuova formazione o in sostituzione di quelli esistenti con altri aventi caratteri (sagoma e colori) diversi da quelli preesistenti. Le stesse agevolazioni spettano per le parti comuni dei fabbricati condominiali, con particolare riferimento al tetto e gli interventi di riparazione con sostituzione di parte della struttura e dei materiali di copertura, conservando le caratteristiche preesistenti, e per la eventuale sostituzione delle travi di sostegno.

CHE COSA SI FA Dal punto di vista delle singole unità abitative gli interventi agevolabili sul tetto riguardano già i sottotetti e il loro recupero, con lavori di riparazione, modificando la posizione preesistente, la sostituzione di apparecchi sanitari, le innovazioni con caratteristiche diverse da quelle preesistenti, con modifiche interne ed esterne con varie opere edilizie senza modificarne la destinazione d’uso, fino alla formazione di una unità immobiliare abitabile nel sottotetto mediante l’esecuzione di opere edilizie varie. Per quanto riguarda il tetto propriamente detto, gli interventi agevolabili riguardano la sostituzione dell’intera copertura e la modifica della pendenza delle falde con o senza aumento di volume. Per la struttura che sorregge il tetto, in particolare le travi, gli interventi

STATE BONUS Gli interventi possono godere di una detrazione Irpef del 50% per le spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio (manutenzioni straordinarie, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazioni edilizie) fino al 31 dicembre 2019, con un massimo di spesa di 96 mila euro (per le parti comuni del condominio rientrano tra le spese detraibili anche le manutenzioni ordinarie). La detrazione sale al 75% per le parti comuni se gli interventi prevedono un passaggio di una classe di rischio sismico inferiore, per arrivare fino all’85% se gli interventi comportano il passaggio di due classi di rischio sismico inferiori. In questo caso la spesa massima è pari a 96 mila euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari dell’edificio. Per gli interventi antisismici la scadenza della

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detrazione è prevista per il 31 dicembre 2021. Infine, è prevista una detrazione Irpef del 65% per interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti relativamente alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2019 con importo fino a 100 mila euro per la riqualificazione energetica globale (che può dunque comprendere un tetto particolarmente performante sotto il profilo della coibentazione. Per le parti comuni dell’edifico condominiale la detrazione sale al 70% per interventi sull’involucro con un’incidenza superiore del 25% della superficie dell’edificio e al 75% per il miglioramento della prestazione sia invernale che estiva. L’incentivo per le parti comuni è usufruibile fino al 31 dicembre 2021. L’importo massimo di spesa previsto è pari a 40 mila euro per alloggio. TRASFORMISTA Il tetto può assumere molte forme e ogni soluzione deve essere pensata in modo specifico, dai tetti spioventi a superfici inclinate a quelli integrati a mansarde o soffitte (per esempio, nei casi condominiali), piani o a terrazza a quelli di forme più inusuali. Le coperture sono tra i sistemi edilizi più complessi tra quelli esistenti e l’innovazione

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ogni anno propone nuove soluzioni, sotto la spinta crescente della ricerca di prestazioni funzionali. Un esempio in questo senso riguarda la recente introduzione delle più sofisticate nanotecnologie, che permettono lo sviluppo dei cosiddetti manti sintetici microforati, impermeabili all’acqua, ma permeabili al vapore, la cui ulteriore evoluzione riguarda le coperture a giunti aperti, ovvero coperture microventilate in grado di occultare i canali di gronda e i pluviali. Ma al di là delle questioni architettoniche, estetiche e soprattutto prestazionali, il punto saliente degli interventi sui tetti oggi è soprattutto quello relativo al consolidamento strutturale, al risparmio energetico e soprattutto alla defiscalizzazione degli interventi, fermo restando che deve essere verificata la conformità alle normative edilizie locali. Certamente, per restare nella metafora, oggi «il tetto non ha quasi un tetto», nel senso che in alcuni casi il famoso livello massimo di spesa può aumentare proprio in ragione della convenienza economica al rifacimento, grazie alle detrazioni fiscali, le quali permettono dunque anche, in virtù dei risparmi previsti, di trovare le adeguate, per restare sempre in metafora, coperture finanziarie.

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UNA PAGELLA ALL’ULTMO PIANO Il tetto si è evoluto: da semplice copertura necessaria a riparare dal clima è diventato un sistema che serve anche a risparmiare energia o, addirittura, a produrla. E perfino luogo dove passare il tempo. A patto di rispettare gli aspetti tecnici di Cristiano Vassanelli

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ra tutti gli elementi costruttivi la copertura è con ogni probabilità quella preposta a subire la quasi totalità delle sollecitazioni esterne e dovrà essere in grado di rispondere positivamente a problematiche relative all’isolamento termico e acustico, all’impermeabilità del manufatto, oltre a dover resistere sotto l’aspetto strutturale e all’aggressione degli agenti atmosferici più severi. La copertura di un edificio, che fino agli anni Cinquanta è stata relegata a fornire una prestazione con la sola funzione di ombrello, deve essere invece rivista e intesa come un’interessante opportunità di rendere fruibile uno spazio multifunzionale aggiuntivo e distintivo per una costruzione. Una copertura piana, per esempio, oltre a essere progettata per ottemperare le varie richieste normative e legislative, può essere destinata ad altre importanti funzioni. CLIMA ED ESTETICA La copertura può essere destinata a giardino, con notevole resa estetica, comfort termico e di regolazione degli eventi meteorici, può contribuire alla limitazione del fabbisogno energetico della costruzione ed essere sede di produzione di energia elettrica grazie agli impianti solari o fotovoltaici e può infine essere adibita a parcheggio o a terrazza e diventare un nuovo spazio dove trascorrere il tempo libero. Affinché questi spazi siano usufruibili nel tempo e siano dotati delle giuste garanzie di durata, si deve assistere a una presa di coscienza da parte di tutti gli attori del processo di edificazione, a partire dai committenti per procedere con i progettisti e finire con i fruitori finali. La complessità e le molteplici declinazioni e destinazioni del sistema tetto, devono essere oggetto di un’approfondita analisi preliminare da

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parte dei progettisti e una conseguente attenzione sia nella scelta delle tipologie di materiali e delle scelte costruttive, che per le modalità applicative. Le coperture dovranno essere in grado di garantire livelli di qualità adeguati sotto svariati aspetti prestazionali, per non incorrere nelle classiche patologie da infiltrazione che oggi mettono spesso in ginocchio il sistema tetto e l’economia edile nazionale. LE SOLUZIONI TECNICHE Negli ultimi trent’anni di storia dell’edilizia nazionale il panorama relativo ai sistemi di impermeabilizzazione si è enormemente arricchito sotto il profilo delle soluzioni tecniche e dei materiali proposti sul mercato. Alle tradizionali membrane bituminose prefabbricate in rotoli, conosciute dagli anni Sessanta si sono aggiunte molteplici soluzioni tecniche d’intervento con diverse tipologie di materiali e modalità applicative che potremmo così suddividere: • i teli sintetici a base di Pvc (poli vinil cloruro), Tpo (poliolefine), Hdpe (polietilene ad alta densità), Epdm (gomma vulcanizzata) ed Eva (etil vinil acetato); • la bentonite (derivato dell’argilla che si espande naturalmente a contatto con l’acqua e diventa impermeabile); • la poliurea (rivestimento elastomerico nato da una miscela di diisocianato e diammina) e altro. • gli impermeabilizzanti liquidi, bi-componenti a base cementizia o mono-componenti a base di polimeri elastici mescolati a bitume o resine sintetiche, in dispersione acquosa o a solvente. OPPORTUNITÀ E LIMITI Tale fermento produttivo ha arricchito il mercato dell’impermeabilizM a r z o

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zazione di opportunità tecnologiche, ma al contempo è stato possibile registrare un deciso impoverimento, quasi una dicotomia, in merito alla preparazione e alla competenza degli operatori preposti alla progettazione dei sistemi impermeabili e degli specialisti impegnati nella posa in opera dei materiali, al punto da raggiungere un desolante primato: nel nostro Paese il numero dei contenziosi civili in materia di infiltrazioni d’acqua copre il 60% del totale delle cause in materia di edilizia e l’ammontare dei costi per il ripristino e il risanamento di tali problematiche, ha raggiunto il 30-40% di tutti gli investimenti effettuati in manutenzione degli immobili, toccando livelli di grandezza assimilabili a una legge di Bilancio. MENO OPERATORI Le vicissitudini di mercato annesse al decremento dei volumi d’affari e le altre difficoltà legate alla riscossione dei crediti, hanno portato le varie società specializzate nell’applicazione di sistemi impermeabili verso un periodo di profonda recessione. Con il risultato finale che sul panorama nazionale il numero degli applicatori preparati e affidabili, si è ridotto in maniera sensibile, lasciando il campo libero ad operatori volenterosi, ma privi delle conoscenze e dell’esperienza necessaria per portare a termine una lavorazione che rispetti la regola d’arte, ma sempre pronti a concedere uno sconto per aggiudicarsi il lavoro. Tali premesse, unite alla necessità di praticare prezzi sempre più bassi per aggiudicarsi un lavoro, portano a un risultato che mina gravemente la qualità e la durabilità dell’intervento, sacrificando per necessità o per poca conoscenza, una serie di norme di buona pratica nella determinazione e nella progettazione del sistema tetto. M a r z o

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GLI ERRORI Tale situazione comporta una lunga serie di errori esecutivi immediatamente visibili a un occhio esperto e a una notevole quantità di patologie con «periodi di incubazione» più dilatati nel tempo, che traggono fondamentalmente origine da tre cause che in qualche sfortunatissimo caso agiscono in modo simultaneo: • mancanza di una progettazione o scarsa competenza dei progettisti in materia di coordinamento e controllo delle lavorazioni che vengono svolte in copertura; • scarse conoscenze delle tecniche di posa richiesta da parte di posatori improvvisati e sotto pagati; • scelta di materiali economici indipendentemente dalla necessità dell’intervento e dalla destinazione d’uso di una struttura; • mancanza di un programma di manutenzione capace di scandire le tempistiche e le modalità di controllo volte all’analisi delle condizioni del manto impermeabile. GLI EFFETTI NEGATIVI In alcune immagini è possibile prendere visione di un fenomeno derivante dagli effetti delle sollecitazioni termiche e meccaniche a cui vengono sottoposti i manti lasciati a vista sulle coperture in casistiche dove è stata eseguita un’errata o incompleta stabilizzazione della stratigrafia. Per esempio, con i pannelli adibiti a isolamento termico di una copertura dislocati a seguito dell’errato o mancante fissaggio meccanico, causando evidenti problemi sotto l’aspetto della tenuta del manto impermeabile e dell’isolamento termico della copertura stessa. La mancanza di manutenzione programmata comporta una diminuzione della vita operativa media di un manto impermeabile, indipendente-

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a c c e s s or i dall’otturazione parziale o completa degli scarichi. Al fine di valutare compiutamente quali soluzioni adottare per l’impermeabilizzazione di una struttura edile, civile o industriale che sia, è necessaria un’approfondita conoscenza delle tipologie di sollecitazioni a cui sono sottoposti i manti di copertura per tutta la durata della loro vita operativa e quale sia la destinazione d’uso dell’elemento oggetto dell’impermeabilizzazione.

Nelle immagini è possibile prendere visione di un fenomeno derivante dagli effetti delle sollecitazioni termiche e meccaniche a cui vengono sottoposti in manti lasciati a vista sulle coperture in casistiche dove è stata eseguita un’errata o incompleta stabilizzazione della stratigrafia

Sopra, i pannelli adibiti a isolamento termico di una copertura, sono dislocati a seguito dell’errato o mancante fissaggio meccanico, causando evidenti problemi sotto l’aspetto della tenuta del manto impermeabile e dell’isolamento termico della copertura stessa

mente dalla tipologia, sintetico, bituminoso, a base di Epdm o altro. Accumulo di sporcizia, vegetazione spontanea e incuria, possono essere cause primarie di infiltrazioni da rottura del manto, oltre che derivanti

CONOSCERE I MATERIALI Abbiamo visto prima che le tecnologie e i materiali impermeabilizzanti a disposizione sono molteplici e possono coprire abbondantemente tutte le necessità d’intervento, ognuno con determinate caratteristiche distintive e modalità applicative. Approfondendo la conoscenza dei materiali ed analizzando compiutamente la destinazione d’uso e le caratteristiche dell’intervento, sarà quindi possibile determinare con correttezza quali tecniche siano più confacenti alla risoluzione di un determinato problema applicativo e secondo quali schemi di posa sarà possibile ottenere il massimo risultato. Una volta determinata la tipologia di materiale impermeabile, risulta di capitale importanza procedere a un’attenta progettazione capace di individuare quali siano le sollecitazioni a cui il manto dovrà resistere durante la sua vita operativa, effettuando una serie di valutazioni: • Il supporto su cui verrà applicato il primo strato di membrana; • L’eventuale necessità di uno strato di controllo della migrazione del vapore a tipologia e lo spessore di isolante termico ed i metodi di fissaggio; • La tipologia di manto impermeabile; • La protezione del manto impermeabile; • Sviluppo di eventuali dettagli (raccordi, scarichi, corpi emergenti, carichi in copertura…); • Eventuali opere accessorie (profili metallici, scossaline, opere di lattoneria…); Nel caso di coperture piane con manti impermeabili a vista ed isolamento termico, il progettista dovrà scegliere tra due filosofie d’intervento in merito al posizionamento dello strato adibito ad isolamento termico, tra: • Il tetto caldo, cioè composto da uno strato di controllo del vapore, l’isolante termico e uno o due strati di manto impermeabile. • Il tetto freddo, in questo caso l’impermeabilizzazione funge anche da controllo del vapore e l’isolante e verso l’esterno, solitamente protetto da una zavorra (ghiaia, cemento, pavimenti galleggianti…). La prima tecnica è oggi la tipologia regina per le membrane, mentre la seconda è più sfruttata per la posa dei teli sintetici, a base di Pvc (polivinil cloruro), Tpo (poliolefine), Eva (etil vinil acetato), Epdm (Gomma vulcanizzata). Come per tutte le cose, anche in questo caso i vantaggi e gli svantaggi si spartiscono. Se per la tecnica del tetto caldo si schierano in molti grazie alla facilità di ricerca del potenziale guasto (nel caso della totale aderenza), alla leggerezza (non necessita zavorra), alla facilità di manutenzione e riparazione (non si deve spostare la zavorra) ed alla capacità di mantenere l’isolante protetto dagli agenti atmosferici, ad appannaggio del tetto freddo avremmo costi più contenuti (si risparmia uno strato). I PASSI SUCCESSIVI Una volta determinata la stratigrafia di copertura, la scelta della tipologia di isolante termico riveste un ruolo centrale nella prestazione del tetto,

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sia sotto l’aspetto della limitazione delle dispersioni termiche, che sotto il profilo dell’isolamento acustico e della stabilità del manto di tenuta impermeabile. Se, per esempio, la copertura è stata pensata per essere destinata a parcheggio al di sopra di ambienti riscaldati, l’isolante dovrà avere elevate caratteristiche di resistenza alla compressione per riuscire a sopportare i carichi previsti. Saranno quindi da privilegiare nelle scelte isolanti come il vetro cellulare, la perlite espansa, l’Xps e il poliuretano ad alta densità. Se, invece, la copertura fosse per esempio con struttura in legno, la scelta dell’isolante termico dovrà considerare il basso valore di sfasamento termico estivo e la limitata capacità isolante acustica della struttura e compensare tale mancanza con isolanti dotati di alti valori di calore specifico e saranno quindi preferibili isolanti di costituzione fibrosa a elevata densità come le lane minerali, le fibre naturali e quelle sintetiche. Nei casi di coperture con manti impermeabili a vista (quindi senza nessuna ulteriore zavorra) la tipologia di isolante termico prescelto andrà inoltre a influire sulle modalità e le quantità dei fissaggi meccanici necessari per garantire la coesione dei vari strati del pacchetto, vero segreto per l’ottenimento di un pacchetto di copertura stabile, efficiente e duraturo.

Esempio di tetto caldo, con membrana per il controllo del vapore, isolamento termico e doppio strato di membrana bitume-polimero e di tetto freddo, con finitura in ghiaia posata su isolante termico e membrana sintetica

ANALIZZARE I DETTAGLI Stabiliti i materiali e la stratigrafia del pacchetto di copertura, al progettista è richiesto di analizzare e indicare i dettagli esecutivi riguardanti le tecniche di fissaggio dei pannelli isolanti e la metodologia di posa dell’impermeabilizzazione, al fine di poter esercitare un coordinamento dell’intervento ed un corretto controllo dell’avanzamento delle lavorazioni. Se, infine, la copertura dovrà avere destinazioni specifiche, quali i tetti verdi o adibiti a impianto fotovoltaico, sarà necessario effettuare alcune considerazioni e scelte relativamente alla tipologia di membrana impermeabile che verrà posata come ultimo strato. Per le coperture a giardino sarà infatti necessario prevedere un materiale impermeabile certificato con capacità di resistere all’aggressione delle radici, così come nei casi di impianti fotovoltaici

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in copertura di determinate potenze, sarà necessario prevedere un ultimo strato capace di rispondere alla certificazione BRoof T2, come richiesto dalla Nota dei Vigili del Fuoco prot. N. 1324 del 7 febbraio 2012, in materia di resistenza al fuoco in presenza di impianti fotovoltaici.

sul territorio nazionale grazie alla loro efficacia. In materia di limitazione del fabbisogno energetico per la stagione estiva, è possibile registrare tra le ultime tendenze, un avvicinamento ad una tecnica di raffrescamento passivo molto diffusa negli Stati Uniti: i Cool Roof.

IMPATTO AMBIENTALE Un processo di valutazione preventiva, dettagliata progettazione e corretta posa in opera, porta alla costituzione di coperture funzionali e di lunga durata, limitando di conseguenza anche l’impatto ambientale causato da frequenti e inaspettati rifacimenti e sancisce l’effettivo passaggio dal concetto di tetto a quello di sistema tetto. La copertura di un edifico, diversamente dal passato, in cui la sua unica funzione era di mantenere l’impermeabilità del manufatto edilizio, oggi può essere un elemento di grande rilievo per partecipare a risolvere le attuali problematiche di limitazione del fabbisogno energetico, oltre a diventare uno spazio usufruibile dagli utilizzatori. Coperture isolate, tetti a giardino e coperture sfruttate per la produzione di energie rinnovabili sono ad oggi sempre più sfruttate per la limitazione del fabbisogno energetico e sempre più diffuse

I COOL ROOF Il termine anglosassone Cool Roof identifica una classe di prodotti per l’efficienza energetica in edilizia in regime estivo caratterizzati da elevata rilfettanza solare ed elevata emissività termica all’infrarosso. La riflettanza solare è il parametro che quantifica la capacità di una superfice di riflettere l’energia della radiazione solare che incide su di essa. Una superficie che riflette molto si scalda poco, una che riflette poco si scalda molto. Materiali con buon effetto antisolare hanno riflettanza al di sopra del 70%, materiali con ottime proprietà antisolari hanno riflettanza sopra l’80%. L’emissività termica è la proprietà che quantifica l’attitudine di una superficie a emettere energia sotto forma di onde elettromagnetiche nello spettro della radiazione infrarossa termica. Un tipico materiale basso emissivo è una lamina metallica lucida.

Risvolto verticale in doppio strato

Giunto strutturale verticale con manto in mono strato

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Dettaglio del sistema di posa su coperture con FV

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Anche se essa è riflettente, sotto il sole si scalda molto, perché è poco emissiva e perciò trattiene tutto il calore che non ha riflesso. In genere, materiali che non presentano una superficie metallica lucida hanno una elevata emissività, prossima al 90%. Superfici metalliche lucide possono avere emissività molto basse, circa 5%. Per essere classificato come cool roof un materiale deve avere riflettanza ed emissività certificate da un laboratorio accreditato. I cool roof sono particolarmente efficaci nel favorire l’efficienza energetica degli edifici in regime estivo perché risolvono il problema ancora prima che si crei, impedendo cioè che l’energia del sole surriscaldi

gli edifici e comprometta il comfort delle persone al loro interno. Quando ciò accade, infatti, la temperatura percepita dagli esseri viventi contenuti nelle strutture è maggiore di quella dell’aria che li circonda a causa del così detto «effetto testa calda», ovvero la sensazione di disagio termico che si prova a vista di una parete o di un soffitto surriscaldato. Il principio è lo stesso che verifichiamo in scala maggiore tutte le volte che ci scaldiamo davanti al caminetto. Ciò che scalda non è l’aria, ma l’irraggiamento che proviene dal focolare. Il problema è sentito tanto negli edifici dotati di aria condizionata, come in quelli senza. Negli edifici sprovvisti di

DAL TETTO DEGLI ANTENATI A QUELLO DEI PRONIPOTI Fin dai primi insediamenti umani del Pleistocene, l’uomo ha sentito

cambiato il concetto di abitazione negli ultimi 2 mila anni.

la necessità di trovare un rifugio che lo mettesse nella condizione di

L’architettura attuale si fonda ancora su principi del tutto simili a quelli

essere riparato dagli agenti atmosferici e difeso dai potenziali pericoli

romani, per quanto riguarda la funzionalità e la distribuzione degli spazi,

provenienti dall’esterno. Le necessità dei nostri antenati in termini di

ma con opportunità esecutive e materiali di nuova concezione, in grado

sopravvivenza, hanno poi reso necessari altri repentini cambiamenti

di allargare il concetto di comfort e toccare altri nobili obiettivi tra cui il

del modus vivendi e da esistenze separate, quasi nascoste, si è passati

contenimento del fabbisogno energetico, la salubrità e il contenimento

velocemente a forme organizzative che prevedevano la creazione

dell’impatto ambientale.

di piccoli contesti proto-urbani dove l’unione di più persone e lo sfruttamento di territori sempre più vasti e lontani, portarono nuovi

La funzione principale

bisogni che fecero da traino alle prime rudimentali costruzioni edili civili

Per raggiungere questi obiettivi, tutti gli elementi costruttivi devono

e alla costituzione dei primi villaggi.

essere valutati e pensati non solo per la loro funzione principale, ma anche per contribuire a risolvere problematiche relative all’isolamento

I primordi

termico ed acustico, all’impermeabilità del manufatto ed alla sua capacità

Queste prime realizzazioni effettuate in paglia, legna, pietre o altro

di resistere dal punto di vista sismico o altro.

materiale di facile reperimento, erano composte da due soli elementi

Le fondazioni, le pareti perimetrali e la copertura degli edifici rivestono

costruttivi, le pareti esterne ed il tetto, sufficienti a fornire la risposta a due

oggi un ruolo cardine per l’ottenimento dei livelli di comfort voluti dal

prioritarie necessità che non si sono mai modificate nel tempo: il riparo

mercato e per l’adeguamento alle varie richieste normative e legislative e

dalle intemperie e la protezione della proprietà privata. L’evoluzione

devono essere progettati con una nuova filosofia multi disciplinare, capace

delle modalità costruttive è stata lenta ma inesorabile e da manufatti

di pensare i vari elementi non più come un mero componente strutturale

rudimentali si è passati in epoca romana, a una «rivoluzione edilizia» che

di una costruzione, bensì come un importante ingranaggio di un sistema

introdusse il concetto di edificio, grazie alla scoperta di nuovi materiali e

complesso, mutuamente interconnesso e proteso all’ottenimento di una

possibilità architettoniche senza precedenti.

serie di prestazioni. Le fondazioni, oltre ad essere il basamento delle

Il concetto di casa ha subito notevoli cambiamenti di concerto con

costruzioni, dovranno garantire adeguate risposte in caso di sisma, un

l’evoluzione umana ed è passato dal dover soddisfare la sola funzione

corretto livello di isolamento termico per evitare dispersioni energetiche

di mero rifugio temporaneo ad abbracciare altre prerogative come

verso il terreno e dovranno essere sede di importanti interventi atti

la solidità, la durabilità, il comfort e la resa estetica, tutti aspetti che

a garantire l’impermeabilità del manufatto, lavorazione che riveste

ritroviamo riassunti nella domus romana.

notevole influenza in termini di durabilità e conservazione della costruzione. Le pareti perimetrali e i loro componenti costituenti, come

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Spazi e tecniche

le parti opache (murature), quelle trasparenti (serramenti) e gli eventuali

Osservando la razionale distribuzione degli spazi, le tecniche costruttive,

piccoli elementi di foratura come le bocchette per la ventilazione

la ricerca dei materiali e l’architettura pulita e funzionale della domus

meccanica controllata ed i cassonetti degli avvolgibili, sono preposti a

romana, risulta immediato provare un profondo senso di ammirazione

fornire un adeguato livello di isolamento termico, isolamento dai rumori

per i professionisti dell’epoca e prendere coscienza di quanto poco sia

esterni e protezione all’acqua.

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aria condizionata le persone sono esposte alla radiazione diretta proveniente dal tetto surriscaldato dal sole. GLI EFFETTI L’effetto del rivestimento Cool è immediato ed estremamente significativo sia sotto l’aspetto della temperatura superficiale del manto impermeabilizzante (in estate le finiture scure possono arrivare a sfiorare anche gli 80 gradi, il trattamento con pitture anti solari può ridurre tale temperatura di 32-35 gradi) che per quanto riguarda la

Copertura piana di edificio civile impermeabilizzata con membrane bitumepolimero e trattata con pitture anti-solare bianche ad elevata riflettenza solare ed emissività all’infrarosso

limitazione della temperatura interna che può essere decrementata di 3-5 gradi nei locali posti a contatto diretto con la copertura stessa. Negli Stati Uniti hanno avuto un notevole successo (basti pensare che negli Stati maggiormente esposti al problema del surriscaldamento estivo, come la Florida e la California, la presenza di rivestimenti bianchissimi è sfruttata per il 35% delle coperture piane) e sono una soluzione facile ed efficace al surriscaldamento estivo degli edifici: sempre più progettisti raccomandano questo intervento di grande impatto e di costo contenuto, sia per quanto riguarda l’edilizia civile (condomini o abitazioni) che per quanto concerne l’ambito industriale dove è richiesta una temperatura confortevole o dove, al di sotto della copertura, la temperatura deve essere controllata per conservare alimenti, medicinali oppure ospitare animali. L’applicazione di materiali e pitture riflettenti sulle coperture e sulle pareti esterne degli edifici porta una serie di importanti vantaggi sulla durabilità e l’efficienza degli elementi edilizi, senza alcun impatto sull’uomo e sull’ambiente: • Riduzione della necessità di climatizzazione estiva e conseguente incremento del comfort degli occupanti e limitazione dei costi energetici. • Incremento della durata dei materiali da costruzione grazie alla diminuzione del gradiente di temperatura d’esercizio e la limitazione degli shock termici. • Miglioramento delle prestazioni dei materiali adibiti a isolamento termico (uno dei coefficienti di correzione per la valutazione della conduttività di progetto riguarda proprio il gradiente di temperatura d’esercizio a cui viene sottoposto l’isolante). • Incremento, nell’ordine del 4-6 %, della produzione di energia elettrica da sistemi fotovoltaici, grazie ad un duplice effetto: una

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limitazione della temperatura superficiale dei manti a vista che aumenta il rendimento energetico dei pannelli e la possibilità di ricevere energia solare per riflessione diretta sulla copertura stessa. LA DURATA Una copertura che potenzialmente può avere una vita operativa di 25-30 anni ha bisogno di precise scelte progettuali nell’individuazione dei materiali, ottime capacità applicative ed un sistema chiaro di manutenzione programmata nel tempo; solo l’insieme di questi tre fattori può garantire la prestazione e la durata. La tendenza imposta dal futuro sovraffollamento globale e la salvaguardia dei territori incontaminati porterà a un sempre maggiore sfruttamento delle superfici esistenti, limitando di fatto l’espansione edilizia orizzontale nei grandi centri urbani. Giardini idroponici sui balconi, impianti di produzione di energia sulle coperture, giardini pensili come luoghi di svago e ritrovo, sono le prime avvisaglie che ci proiettano nel futuro dell’edilizia, un futuro a dire degli esperti, che vedrà una popolazione meno attaccata al mattone e più volatile, che cerca soluzioni abitative non più legate solo all’acquisto ma sempre più portato alle proposte di smart living. Ristrutturazione, riqualificazione, risanamento e ricondizionamento saranno con ogni probabilità le parole a cui dovrà legare il suo destino l’edilizia nazionale. Un prodotto immobiliare solido e sicuro, duraturo, salubre e di impatto ambientale limitato, capace di auto produrre l’energia di cui abbisogna, è quanto il mercato attende di ricevere.

Copertura piana industriale a shed trattata con vernice riflettente

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edizione

EXPOTORRE UN EVENTO UNICO 4 SETTORI MERCEOLOGICI

Giunto alla sua 10° edizione Expotorre un evento unico, dedicato al professionista ed al grande pubblico, alla casa, all’azienda, all’agricoltura, all’industria, all’idraulica, al riscaldamento, all’isolamento, alle energie alternative, all’ecologia, al tetto, al clima, alle fontane, alle piscine, al recupero acqua, ai materiali per l’edilizia. Oltre 250 espositori, 15.000 mq di superficie espositiva per un evento straordinario, che presenta soluzioni uniche nel loro genere per i 4 settori merceologici che vi permetterà di scoprire le ultime novità, acquisire crediti formativi, partecipare a corsi di aggiornamento e formazione, workshop e laboratori. ORARI: Venerdì dalle 10.00 alle 20.00 Sabato dalle 10.00 alle 20.00 Domenica dalle 10.00 alle 18.00

numero verde

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RASSEGNA

ECCO LE NOVITÀ CHE STANNO IN CIMA Il sistema tetto è composto da una serie sempre più vasta di soluzioni, da quelle legate al mondo della lattoneria, fino all’isolamento termico o all’impermeabilizzazione. Senza dimenticare che anche il laterizio si evolve con il miglioramento della tecnica edile di Veronica Monaco

BMI GROUP

ESPERTI IN COPERTURE Aldo Barbaglia, customer training manager BMI Group «Monier, insieme a Braas e Icopal, fa parte del gruppo Bmi, e sono leader nella produzione di sistemi per le coperture, sia a falda che per i tetti piani. BMI Group è leader in Europa sia per la produzione di tegole e coppi in laterizio sia di tegole minerali e di tutto ciò che riguarda il sistema tetto, dagli impermeabilizzanti agli isolanti, e poi guarnizioni, nastri, impianti fotovoltaici, sistemi anti-caduta. Tra le ultime innovazioni di prodotto l’azienda presenta la superficie Protector per le tegole, una superficie multistrato in grado di garantire una notevole resistenza agli agenti atmosferici e migliorare le prestazioni estetiche nel tempo, mantenendo i colori vivi nel corso del tempo. In Italia per l’edilizia sono stati anni difficili, con volumi molto alti in alcuni brevi periodi e momenti di relativa quiete. Anche le coperture hanno sofferto, ma noi non ci possiamo lamentare. Abbiamo chiuso il 2018 con numeri record che premiano la nostra capacità di innovazione e la ricerca di soluzioni per il comfort, l’efficienza energetica e il benessere domestico, non solo per le coperture, ma per l’intero involucro. Il riscontro ricevuto dal mercato è stato soddisfacente, anche dal punto di vista qualitativo: non possiamo più pensare ai volumi degli anni passati, ma dobbiamo puntare alla qualità delle realizzazioni e del servizio, per essere accanto ai clienti in fase di prevendita, vendita e postvendita.

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Tra i servizi di prevendita è stato sviluppato Tetto Expert Design, un servizio di progettazione gratuito rivolto sia alle imprese che al progettista con cui siamo in grado di fornire, in base alla dimensione della copertura e delle caratteristiche della struttura, un’analisi stratigrafica completa e un fascicolo tecnico con una proposta di copertura realizzata a regola d’arte secondo le indicazioni del Decreto Ministeriale del 26/06/2015. Con questo servizio prevendita e i corsi di formazione della Bmi Academy intendiamo offrire un servizio completo per aiutare il cliente nella scelta dei prodotti e invitarlo a specializzarsi nelle coperture. Proprio a questo proposito abbiamo lanciato il servizio Tetto Expert, una rete di specialisti della posa con corsi di formazione dedicati, in grado di essere punti di riferimento non solo nella posa, ma anche nella manutenzione ordinaria e straordinaria. Anche con i rivenditori abbiamo avviato relazioni di partnership sempre più interessanti, per andare al di là del singolo prodotto e proporre servizi in grado di rispondere alle esigenze dei clienti con sale mostra dedicate al sistema tetto, supporto progettuale e assistenza post-vendita. Per questo invitiamo i rivenditori, progettisti, imprese e clienti a scriverci a tettoexpertdesign@bmigroup.com per avere una progettazione dedicata alla loro copertura e seguirci sui social BMI Italia».

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FBM

NON SOLO TEGOLE Gianni Meneghini, vicepresidente Fbm «Fbm ha cinque sistemi tra i più utilizzati in edilizia per ottenere un’adeguata ventilazione e isolamento termico del tetto. Il più venduto è il sistema con pannelli in Eps con aggiunta di grafite, che favorisce un’idonea ventilazione e impermeabilizzazione nei tetti in latero-cemento. C’è poi il sistema con pannelli in poliuretano, che va bene per qualsiasi applicazione: a parità di spessore, garantisce un migliore isolamento termico ma offre una minore ventilazione, e necessita di nastri sigillanti per una idonea protezione impermeabile. Tra le soluzioni Fbm c’è anche il sistema con Osb, pannello con lana di roccia adatto ai tetti in legno: questo sistema fornisce massa supplementare, ventilazione, isolamento. Su tutti i sistemi offriamo la garanzia di legge di dieci anni e offriamo un prodotto di qualità, tra i più performanti come resistenza e durata, pari solo ai produttori del Nord Europa. Oggi in Italia una tegola in laterizio su tre è Fbm, esportiamo anche all’estero, dai paesi arabi agli Stati Uniti, dall’Australia a Cipro. Siamo molto interessati anche ai mercati europei, soprattutto Germania e Francia, dove vogliamo arrivare con una produzione di tegole di qualità superiore, dagli standard elevati. A questo proposito abbiamo lanciato la nuova tegola Enzo, la prima e unica in Italia a essere realizzata con stampi in gesso, una tecnologia che

permette di avere una tegola più definita, con una pressatura superiore, perfetta sia nelle forme che negli incastri: una tegola in classe A, molto più resistente al gelo, impermeabile, a maggiore tenuta e durata nel tempo. Negli ultimi sette anni Fbm ha investito moltissimo in ricerca e sviluppo: l’Italia è uno dei principali produttori di laterizi, quindi è importante che si mantenga al passo con gli investimenti, anche nelle tegole. Oggi il tetto sta diventando sempre di più un elemento d’arredo: non è più solo una copertura dagli agenti atmosferici, ma c’è anche una ricerca dal punto di vista estetico. Per questo si stanno diffondendo colori diversi dal classico rosso: ora vanno di moda i colori invecchiati e a tinta unita, come grigio cemento o nero ardesia. Nel campo della distribuzione è importante fidelizzare sempre più la rivendita: negli ultimi cinque anni abbiamo associato alla gamma dei laterizi, la più completa d’Italia, dei prodotti a marchio Fbm come guaine isolanti, malte e colle. In questo modo con un unico trasporto riusciamo a dare al rivenditore una gamma completa di prodotti, consentendo al rivenditore di tenere al minimo le scorte a magazzino. Abbiamo nove depositi logistici in tutta Italia e un ufficio logistico in grado di fare fronte in ogni momento alle richieste del cliente in maniera tempestiva».

DÖRKEN

INNOVAZIONE CONTINUA Roberto Gerotto, country manager Dörken Italia «Dörken propone una gamma completa e tecnologicamente avanzata di schermi e membrane traspiranti e impermeabili in grado di migliorare la gestione dell’isolamento in tutte le tipologie costruttive di tetto. Oltre alle prestazioni dei nostri prodotti, offriamo al mercato la professionalità e l’esperienza di un’azienda tedesca tra le prime in Europa, con 125 anni di storia, un impegno costante nella ricerca nell’innovazione continua, la garanzia di soluzioni certificate. Le nostre membrane altamente traspiranti e impermeabilizzanti assicurano i più alti livelli di protezione, affidabilità e risparmio energetico, oltre a velocità e praticità di posa.

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Tra i prodotti di punta dell’azienda c’è Delta(R)-Foxx Plus: membrana impermeabile con un rivestimento acrilico di ultima generazione e altamente traspirante aperta alla diffusione del vapore acqueo, e la nuova famiglia prodotti Delta(R) Maxx, innovative membrane traspiranti caratterizzate da un robusto e stabile strato portante a base di fibre in poliestere, che sta avendo grande successo in Germania. Ai rivenditori mettiamo a disposizione consulenti tecnici sul territorio sempre pronti a dare assistenza e supporto alla nostra clientela, oltre a tutti gli strumenti di marketing e comunicazione necessari».

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EUROPROFIL

LA GRONDA FAI-DA-TE Francesco Borzumati, direttore commerciale Europrofil «Europrofil ha un’idea precisa: semplificare il più possibile il mondo della lattoneria, dando al rivenditore la possibilità di fare business in questo settore, finora monopolio dei lattonieri. A questo proposito abbiamo recentemente messo a punto Kit Facile Gronda, che contiene tutto il necessario per realizzare un sistema di gronda in autonomia. Si tratta di un sistema che può essere utilizzato per piccoli lavori anche dal singolo privato in maniera semplice e flessibile. Il prodotto non necessita dell’utilizzo di forbici da taglio, perché si può allungare e accorciare in base alle necessità, ed è disponibile sia in lamiera che in alluminio, materiale più adatto alle zone marine perché più resistente alla corrosione e agli agenti atmosferici. Il sistema ha riscosso subito grande successo, incuriosendo tutti gli operatori del settore. Sono articoli che vanno esposti nella maniera adeguata, vicino alle aree di libero servizio e fai da te, che però non hanno bisogno di una particolare formazione: comunque prossimamente caricheremo su YouTube un video tutorial, accessibile tramite QR Code direttamente dalla confezione. Vogliamo aiutare il rivenditore a diventare fornitore di lattoneria, un settore che sta diventando sempre più importante, anche grazie all’incremento delle ristrutturazioni. Negli ultimi anni le coperture in metallo hanno valicato sempre più i confini tra industriale e residenziale, mentre il mercato del tetto tradizionale sta subendo una battuta d’arresto. In primo luogo la lamiera è l’unico elemento di copertura in grado di sostituire l’eternit: un intervento che non necessita di verifiche statiche, perché dal punto di vista dei carichi non cambia nulla, al contrario di un tetto tradizionale. Questa necessità tecnica nel tempo è diventata un’abitudine consolidata, entrando nelle abitudini costruttive delle imprese. Un altro elemento che ha influenzato la crescita delle copertura in lamiera è legato ai fenomeni sismici che hanno interessato il nostro Paese. A torto o a ragione il peso delle coperture è stato considerato il principale responsabile del collasso delle strutture; questo ha innescato un incremento della scelta di sistemi di copertura più leggeri di quelli tradizionali negli interventi di rifacimento degli edifici. Oggi quindi di fatto l’utilizzo della lamiera in copertura è diventato un trend molto interessante. Il settore sta vivendo un momento di crescita importante e i prodotti stanno diventando sempre più sofisticati, sia dal punto di vista tecnico che estetico. La lattoneria è poi utilizzata anche nel caso di coperture piane, di tetti in legno, di sostituzione di gronde e pluviali. Europrofil trova spazio in tutti questi settori, segnando una crescita nel mercato dei metalli dell’11%».

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EDILTEC

ISOLAMENTO A 360 GRADI Paolo Lusuardi, dirigente Ediltec «Ediltec ha una gamma molto vasta di soluzioni per il tetto, sia piano che a falde, per risolvere qualsiasi problema di isolamento. La gamma si compone di tre macrofamiglie: i pannelli in schiuma polyiso (poliuretano espanso) con diversi rivestimenti, i pannelli in polistirene estruso della gamma X-Foam, e i prodotti speciali, cioè pannelli compositi preassemblati o lavorati con particolari fresature che vanno a facilitare la posa in opera. Come ad esempio Poliiso Tegola, pannello strutturale e portante per l’isolamento termico sottotegola costituito da poliuretano espanso fra due supporti di alluminio goffrato, che è in grado di offrire prestazioni termiche con un valore λD pari a 0,022 W/ mK, una resistenza alla compressione ≥ 150 kPa e reazione al fuoco in classe E. Facile da applicare, favorisce la microventilazione del tetto grazie al listello metallico preassemblato, disponibile anche con propfilo XL per garantire una ventilazione ancora maggiore. Molto successo hanno anche i pannelli in polistirene estruso X-Foam che, grazie alla loro estrema versatilità, sono utilizzabili in molte applicazioni. Dotati di buona resistenza alla compressione e scarso assorbimento d’acqua, sono leggeri, facili da lavorare e trasportare in cantiere, e possono essere stoccati anche all’aperto. Tutti i nostri prodotti sono testati e certificati. Non è necessaria una particolare preparazione tecnica, comunque l’ufficio tecnico di Ediltec è disponibile per consigliare il progettista e la rivendita sui prodotti più idonei a risolvere qualsiasi problematica di isolamento termico. Offriamo anche un’estrema flessibilità logistica: i prodotti partono un unico polo produttivo, quindi possiamo garantire trasporti con servizio di groupage, con rapidi tempi di consegna in tutta Italia».

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ASPIRATORI PER CAMINI Gemi offre aspiratori elettrici in grado di eliminare completamente i fumi che fuoriescono dal camino e abbattere del 70% l’accumulo di fuliggine nella canna fumaria. Disponibili ni due modelli, base e professionale, gli aspiratori Gemi hanno un basso consumo elettrico, sono silenziosi e dotati di sei regolatori di velocità. L’aspiratore modello base ha una garanzia di otto anni e resiste fino a 300 gradi. Il modello professionale ha una garanzia di 15 anni e resiste fino a 700 gradi, quindi anche in caso di incendio di canna fumaria, ed è consigliato se si ha una canna fumaria inferiore ai tre metri. Interamente verniciato esternamente, anche alla base, è adatto per chi è alla ricerca di una maggiore resa estetica.

Sottocoppo metallico impermeabile per l’ancoraggio dei coppi Sottocoppo è un sistema brevettato di lastre metalliche più correntini progettato per l’ancoraggio del coppo in tutte le condizioni di posa. Il sottocoppo Fibrotubi ha una superficie solida ed impermeabile, adatta in ogni tipologia d’utilizzo, trattato con vernice antiossidante è una sicurezza anche nel tempo.

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SICURPAL

A PROVA DI LAMIERA Giampiero Morandi, titolare Sicurpal «Sicurlam è la linea vita ideale per le lamiere grecate, certificata per l’utilizzo fino a quattro operatori. Negli anni il dispositivo si è evoluto ed è stato ottimizzato per ridurre i carichi, riuscendo a garantire una resistenza ottimale anche su lamiere di spessore ridotto fino a 0,5 millimetri. Le dimensioni della piastra coinvolgono una superficie molto ampia, permettendo così di distribuire meglio i carichi, senza danneggiare la copertura in caso di caduta dell’operatore, e garantire una tenuta anche su strutture molto deboli come le lamiere grecate, che di per sé hanno resistenze molto ridotte e sono deteriorabili nel tempo. Sicurlam è realizzato completamente in acciaio inox Aisi 304/316 al fine di garantire la durabilità del supporto. Il sistema è composto da piastre d’ancoraggio fissate alla lamiera con 24 rivetti a strappo in alluminio/acciaio. L’ancoraggio è un elemento molto delicato che richiede particolare attenzione: per questo è indispensabile

una corretta progettazione e il coinvolgimento di un tecnico strutturista abilitato per verificare attentamente tutte le parti strutturali in gioco. Normalmente nelle lamiere di 0,5 millimetri viene ancorata con l’ausilio di due lamiere di rinforzo opportunamente sagomate che servono per distribuire il carico su più fogli di lamiera e irrigidire la struttura di fissaggio della piastra. A fine lavori Sicurpal rilascia una certificazione per il montaggio, un progetto e un elaborato tecnico che va a garantire al committente la perfetta tenuta del sistema di ancoraggio. Non è richiesta una manutenzione particolare, ma quella prevista dalla normativa Uni 11560:2014 che stabilisce un’ispezione periodica visiva dopo due anni e un’ispezione periodica strumentale dopo quattro anni. Sicurlam è un prodotto indicato soprattutto per il settore industriale, dove le coperture sono molte ampie e sono necessarie linee vita di lunghezze elevate».

POLYGLASS

MENO PESO, PIÙ SICUREZZA Alessandro Raggio, direttore vendite Italia Polyglass «Per le coperture Polyglass offre una gamma completa di prodotti in grado di soddisfare tutte le esigenze di impermeabilizzazione del tetto. Tra le novità presentiamo Polyleaf, la prima linea di membrane bituminose che, grazie al suo peso di 25 kg, permette di ridurre il rischio di infortuni causati dalla movimentazione di carichi pesanti, come richiesto dal decreto 81/2008 in materia di sicurezza in cantiere. Il compound, specificatamente sviluppato per avere un’ottima durabilità, è costituito da una matrice con elevato contenuto di polimeri e stabilizzatori Uv. La bassa percentuale di filler permette di raggiungere più velocemente la temperatura ottimale per l’applicazione, garantendo una maggior velocità di posa. Grazie ai 25 kg del suo rotolo, alleggerisce il tuo lavoro, riducendo di oltre il 50% gli sforzi durante l’applicazione. Tra le altre novità Polyglass c’è anche un manto con preseminato in sedum, che consente di realizzare tetti verdi in maniera pratica e veloce, e membrane resistenti al fuoco classificazione B roof adatte ad applicazioni sotto i pannelli fotovoltaici. Oltre all’assistenza tecnica sui nostri prodotti, offriamo anche un programma di formazione dedicato sia ai rivenditori che agli applicatori, con sessioni anche di e-learning».

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www.gruppostabila.it

RISPOSTA SISMICA DI PRIMA CATEGORIA

IL SISTEMA PER ZONA SISMICA CHE NON TEME SMENTITE

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Risposta sismica di 1a Categoria

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FAKRO

UNA FINESTRA PER DUE (APERTURE) Il nuovo infisso Fpu-V preSelect Max è caratterizzato da una doppia opzione: la modalità a bilico e quella a vasistas, in cui l’anta si apre fino a 45 gradi, e permette una ventilazione maggiore all’interno della mansarda, oltre che una visuale migliore sull’orizzonte di Veronica Monaco

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n comodo accesso al tetto e una visuale migliore sull’orizzonte: sono i vantaggi di Fpu-v preSelect Max, la nuova finestra Fakro studiata per implementare il comfort, l’estetica, la salubrità e la sicurezza delle mansarde. Con questo modello il gruppo, secondo player mondiale nelle finestre da tetto, mira a rispondere in modo sempre più efficace alle esigenze del mercato che richiede soluzioni più prestazionali, efficienti e sicure. DOPPIA APERTURA La nuova finestra Fpu-v preSelect Max di Fakro è caratterizzata da una doppia apertura: la modalità a bilico e quella a vasistas, in cui l’anta può comodamente aprirsi da zero a 45 gradi, permettendo una ventilazione maggiore all’interno della mansarda e una visuale migliore sull’orizzonte. Lo switch è estremamente semplice: basta premere il pulsante preSelect, montato nella parte inferiore del telaio e invisibile a finestra chiusa, per passare dalla versione a bilico a quella a vasistas. In entrambe le versioni di apertura, il nuovo sistema di cerniere brevettato garantisce assoluta stabilità al battente. Proprio grazie all’ampio angolo di apertura fino a 45 gradi, FPU-V preSelect Max può essere utilizzato, in caso di necessità, anche come accesso al tetto.

TECNOLOGIE INNOVATIVE Adatta per l’installazione su tetti con falde di pendenza comprese fra 15 e 55 gradi, Fpu-v preSelect Max presenta anche una serie di tecnologie innovative, come il sistema topSafe per una maggiore resistenza contro l’effrazione. La ventilazione V40 permette un ottimale ricambio d’aria anche a finestra chiusa, conferendo maggior salubrità agli ambienti anche durante la stagione invernale o in caso di mal tempo. Infine, il

Fpu-V preSelect Max presenta anche una serie di tecnologie innovative, come il sistema topSafe per una maggiore resistenza contro l’effrazione

sistema thermoPro è in grado non solo di abbassare la trasmittanza termica, migliorando l’efficienza energetica della finestra, ma anche di aumentare l’impermeabilità del serramento all’aria e di assicurare infine un migliore scarico della condensa. FINITURE E ACCESSORI La nuova finestra Fpu-v preSelect Max di Fakro è disponibile in differenti misure, fino a 134x160 centimetri, con telaio in legno di pino accuratamente selezionato, impregnato sottovuoto - metodologia che rende il legno resistente anche alle muffe più insidiose - e rifinito con tre mani di vernice poliuretanica di colore bianco, in grado di creare una superficie duratura e perfettamente liscia. Fakro mette inoltre a disposizione una vasta gamma di accessori, come tende parasole, tende plissettate, zanzariere, utili a rendere più accattivante l’ambiente sottotetto e a schermare l’irraggiamento solare trattenendo il calore all’esterno.

AL MODELLO DXW IL GERMAN DESIGN AWARD 2019 La finestra calpestabile per tetti piatti Dxw di Fakro conquista il German

contesto internazionale, possano davvero rappresentare un valore

Design Award 2019, importante riconoscimento assegnato dal German

aggiunto ineguagliabile», ha affermato Sławomir Gawlik, marketing

Design Council alle tecnologie e ai prodotti considerati pionieristici nel

director del Gruppo Fakro.

mondo del design. Dotato di un’elevata robustezza, il modello Dxw è la soluzione ideale per tetti piatti che vengano utilizzati anche come terrazze: grazie alla sua costruzione rinforzata, al rivestimento antiscivolo e al vetro esterno laminato, questo serramento permette di camminare liberamente e in totale sicurezza. In più offre una luminosità d’eccezione grazie alla superficie vetrata molto ampia e garantisce elevati parametri termoisolanti, con un coefficiente di trasmittanza termica pari a 0,70W/ m². Nel contesto del German Design Award 2019, hanno ricevuto una menzione speciale anche altre due soluzioni Fakro: la finestra per tetti piatti tipo G e i serramenti verticali Innoview. «Siamo molto orgogliosi che i nostri prodotti vengano apprezzati non solo per la loro qualità e funzionalità, ma anche per le loro caratteristiche innovative in termini di estetica e design. Prestiamo grande attenzione a questi aspetti nella progettazione dei nostri prodotti in quanto pensiamo che, in un

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FAKRO

«LA DISTRIBUZIONE? IN ITALIA È UN’OPPORTUNITÀ» delle finestre verticali, ha iniziato a produrre portoni da garage e

Slawomir Gawlik, marketing director di Fakro Group, e Bruno

porte di ingresso. Abbiamo oltre 100 ingegneri impiegati in ricerca

Pernpruner, direttore di Fakro Italia. Con YouTrade hanno parlato di

e sviluppo, siamo detentori di oltre 170 tra brevetti e domande di

mercato internazionale e italiano, sostenibilità e strategie per il futuro.

brevetto, portiamo avanti sempre nuove idee. Questo ci riempie di

Domanda. La sede della casa madre Fakro è in Polonia, ma il

orgoglio e ci dà serenità per il futuro.

gruppo ha filiali in tutto il mondo, anche in Italia. Da questa

D. Quali sono i prodotti Fakro più richiesti?

prospettiva privilegiata, come vedete la situazione di mercato

Slawomir Gawlik. All’interno della nostra gamma di finestre per

delle costruzioni?

tetti possiamo individuare due prodotti in continua crescita: per il

Slawomir Gawlik. Non ci sono ricette uniche, il mercato cambia molto

tradizionale tetto a falda le finestre preSelect, dotate di doppia apertura

da Paese a Paese. Ci sono però dei trend generali che possono essere

a vasistas e a bilico, ampie aperture e comandi elettrici; per i tetti piani

riscontrati un po’ ovunque. Innanzitutto, la richiesta di grandi vetrate,

invece abbiamo una gamma molto ampia, tra cui l’innovativa finestra

per dare più spazio alla luce naturale e al benessere. Poi, l’esigenza

calpestabile Dxw. Quello dei tetti piani è un trend progettuale che si

di maggiore sicurezza all’interno della propria abitazione. Infine, la

sta sviluppando sempre di più e che stiamo cercando di cavalcare nel

connettività, con lo sviluppo di dispositivi Iot e per la casa intelligente.

miglior modo possibile.

Tra i macrotrend c’è anche quello dell’efficienza energetica: l’Europa

D. Su quali prodotti punterete di più nel 2019?

ha posto degli obiettivi entro il 2020, ma il dubbio rimane sempre

Bruno Pernpruner. Presentiamo il nuovo modello PreSelect Max,

la sostenibilità economica. Le aziende sono già in grado di offrire al

un’evoluzione della soluzione già presente in gamma, dotata di

mercato prodotti top dal punto di vista dell’isolamento, ma a livello di

un’apertura più ampia che consente di avere vetrate ancora più grandi

costi hanno poco spazio sul mercato. Bisogna trovare un equilibrio.

e con performance di isolamento ancora migliori per rispondere alle

D. E in Italia, qual è la situazione del mercato?

esigenze di maggiore efficienza energetica. E poi continueremo a

Bruno Pernpruner. Il mercato italiano è abbastanza stabile. Fakro

puntare sulla nostra gamma di finestre per tetti piani.

sta comunque crescendo, sostenuta anche dai contribuiti per la

D. Il mercato è sempre più attento alla sostenibilità: quali progetti

ristrutturazione. Siamo abbastanza soddisfatti.

state sviluppando in questa direzione?

D. Nel nostro Paese la crisi dell’edilizia è stata più pesante che

Slawomir Gawlik. La sostenibilità è molto importante per noi e lo

altrove. Perché?

dimostriamo in ogni nostra attività e prodotto. Per certi aspetti siamo

Slawomir Gawlik. Ogni nazione ha avuto le sue difficoltà. Per quanto

stati anche dei precursori: la prima chiesa di tipo Passivhouse è stata

riguarda il mercato italiano il problema principale è stato l’eccesso di

costruita in Polonia con prodotti Fakro. In Francia abbiamo installato

costruzioni, che ha portato a un enorme invenduto, diventato in breve

le nostre finestre anche in hotel vicino agli aeroporti, prestando molta

obsoleto. Questo ha messo in crisi tutto il settore.

attenzione non solo all’isolamento termico ma anche acustico. Si

D. Come è andato il 2018 per Fakro e che cosa vi aspettate dal

lavora sempre tenendo conto di più requisiti: tutto deve concorrere alla

2019?

sostenibilità globale dell’edificio, anche gli accessori esterni e interni.

© YouTrade

All’ultima edizione del Made Expo di Milano, erano presenti anche

Bruno Pernpruner, direttore di Fakro Italia

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Slawomir

Gawlik.

L’anno

si

è

Ad esempio le tende ombreggianti esterne tolgono molto calore

chiuso molto bene, il 2018 ci ha

d’estate, contribuendo moltissimo alla sostenibilità.

dato grandi soddisfazioni con ottimi

D. Gli italiani sono attenti al risparmio energetico?

risultati di crescita. Tutte le filiali

Bruno Pernpruner. Sì, ma non troppo! Nelle zone climatiche estreme

hanno contribuito al raggiungimento

c’è attenzione a queste tematiche, in altre zone meno. In ogni caso si

di questo risultato. Al momento i

pensa sempre all’isolamento termico e a come proteggersi dal freddo,

prodotti che stanno avendo maggiore

non alla gestione del calore. Tuttavia è necessario proteggersi anche

successo sono le finestre per tetti piani.

dal troppo calore. Si può farlo con dei vetri appositi, ma è piuttosto

Per l’anno prossimo ci aspettiamo di

complesso, oppure semplicemente utilizzare tende parasole esterne.

proseguire su questa strada. Siamo

Ma viene fatto molto poco, manca proprio come cultura diffusa non solo

impegnati in un’evoluzione continua

in Italia, anche all’estero. Per il futuro dobbiamo incentivare l’utilizzo di

che ci porta a sviluppare sempre nuovi

questi accessori e educare all’equilibrio energetico.

prodotti e gamme. In alcune nazioni

D. E dal punto di vista dell’economia circolare?

d’Europa Fakro è entrata nel mondo

Slawomir Gawlik. Per Fakro la sostenibilità è molto importante anche

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DRAIN-TECH a livello di economia circolare.

Le

Slawomir Gawlik, marketing director di Fakro Group

nostre

finestre sono realizzate con legname proveniente da foreste sostenibili e da altre fonti controllate, e abbiamo anche finestre con Pvc riciclato. Tutte le procedure di produzione sono attente al rispetto dell’ambiente e tutto il sistema di riscaldamento della sede centrale avviene tramite gli scarti di lavorazione del legno adeguatamente trattato, senza sprechi. D. Per il cliente conta di più la manovrabilità o la sicurezza? Slawomir Gawlik. Ovviamente dipende dal cliente: mentre per l’architetto è più importante la funzionalità, per il cliente finale forse

+ DESIGN - INGOMBRO

di più la sicurezza. Comunque noi dobbiamo considerare tutti gli aspetti, muovendoci su tutti i fronti. C’è poi un altro aspetto da tenere da conto: il design. Offriamo una gamma davvero ampia di finiture e colori, per venire incontro anche a qualsiasi richiesta di tipo estetico. D. In Italia c’è attenzione al design? Bruno Pernpruner. L’Italia è famosa per la sua attenzione al design, ma si tratta di un trend di mercato che accomuna tutta l’Europa. La progettazione e la produzione di Fakro stanno dando molta attenzione a questo aspetto e stiamo dimostrando di essere all’altezza di questo compito. A questo proposito abbiamo vinto numerosi premi, tra cui il Red Dot Design Award 2016 per la finestra per tetti piatti Def Du6 e il German Design Award Winner 2019 per la finestra per tetti piatti Dxw. D. La distribuzione in Italia è molto frammentata: questo rappresenta un problema per voi?

DRAIN-TECH: H83/H133 DRAIN-TECH è la soluzione di drenaggio di design, semplice ed efficiente. In alluminio estruso, il canale a fessura concepito da Grigliati Baldassar coniuga il fattore estetico a un’installazione veloce e ottimale, grazie al sistema pre-assemblato. La tecnologia di allineamento automatico di DRAIN-TECH garantisce un montaggio estremamente facile, per un prodotto di alta qualità e impermeabile. Disponibile in due altezze, H 83 mm e H 133 mm, il canale di drenaggio a fessura è composto da un profilo completamente anodizzato che impedisce l’ossidazione nelle giunture di taglio o di fresatura. La linea elegante e minimale di DRAIN-TECH permette di adattarsi con facilità a qualsiasi ambiente di prestigio grazie anche alla gamma completa di accessori complementari: - Angolare interno / esterno - Chiusino d’ispezione - Chiusino d’ispezione con scarico laterale - Chiusino d’ispezione con scarico verticale - Terminale con scarico dx/sx - Terminale chiuso dx/sx - Giunto

Bruno Pernpruner. Più che un problema per noi rappresenta un’opportunità. Negli anni la distribuzione è cambiata molto, si è esasperata la frammentazione, i rivenditori stoccano sempre meno prodotti in magazzino e pretendono di avere la merce in pronta consegna. Questo crea una bella sfida per tutti i produttori e in futuro sarà uno degli elementi che farà la differenza. Dobbiamo attrezzarci

esploso del chiusino d’ispezione con scarico laterale

per essere estremamente flessibili e performanti dal punto di vista logistico. Per quanto riguarda Fakro abbiamo due assi nella manica: la sede logistica di Verona, che ci consente di essere operativi sul territorio, e la casa madre in Polonia con un magazzino di 400 mila metri quadri, a cui possiamo attingere in qualunque momento per i prodotti che non abbiamo fisicamente in magazzino. In questo modo in un paio di giorni i prodotti possono arrivare in qualunque parte d’Europa.

Grigliati Baldassar S.r.l. M a r z o

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Via E. Maiorana, 13 - 31025 - Santa Lucia di Piave (Tv) - Italy Tel. (+39) 0438 450850 - Fax (+39) 0438 450811 info@grigliatibaldassar.com - www.GrigliatiBaldassar.com

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S PECIAL E

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FIBROTUBI

QUI I VANTAGGI STANNO SOTTO L’azienda presenta due novità per rendere più efficienti le coperture e, allo stesso tempo, per ridurre i tempi di installazione: un sistema composto da una lastra grecata con correntini per bloccare i coppi e pannelli isolanti di ultima generazione. Ecco le loro caratteristiche di Franco Saro

Fibrotek, pannello termoisolante ventilato sottotegola. A sinistra, sistema Sottocoppo metallico impermeabile

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l tetto è un sistema complesso. E più la tecnologia evolve, gli elementi che lo compongono devono presentare determinate caratteristiche, con una sintesi tra qualità e duttilità, cioè devono anche sapersi adattare a diverse situazioni. In questo contesto le aziende si attrezzano per presentare al mercato prodotti sempre più evoluti, come nel caso delle ultime novità presentate da Fibrotubi. Sottocoppo Metallico. È un sistema composto di una lastra metallica grecata in acciaio da sottocopertura color rosso, completo di correntini sagomati (quattro per lastra). I correntini sono installati sulla greca alta della lastra per il facile e stabile ancoraggio dei coppi tradizionali. Il coppo ancora oggi rappresenta

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il tipo di copertura più diffusa in Italia, sia nelle ristrutturazioni che in edifici di nuova costruzione per quella sua aria di antica eleganza. Il coppo ha però l’inconveniente di tendere nel tempo a scivolare verso il basso. Fibrotubi ha sviluppato un sistema che definisce «rivoluzionario», che abbatte tutti i limiti delle sottocoperture sul mercato. Il nuovo sistema SottoCoppo Fibrotubi + correntini sfrutta tutta la tecnologia dei metalli proponendo questa soluzione che risolve completamente i problemi fino a oggi imposti al progettista dai materiali in commercio, cioè il peso, la fragilità e le dimensioni dei sottocoppi tradizionali. Ogni lastra di sottocoppo utilizza quattro correntini già preforati per l’ancoraggio dei coppi e il fissaggio. Il correntino è sempre più M a r z o

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Sottocoppo metallico in recupero di vecchi coppi e a copertura ultimata

corto della lastra e va installato sull’onda alta in modo da lasciare vuota una parte, in base all’installazione e al sormonto. I punti di forza di questo sistema sono molti: è brevettato impermeabile anche a bassa pendenza (minimo per installazione 15%), è pedonabile e resistente senza rischi di rottura, è ventilato con ancoraggio sicuro dei coppi grazie ai correntini, è una soluzione leggera rispetto al classico sottocoppo in laterizio infatti pesa solo 6,24 chilogrammi per metro quadro, c’è la possibilità di inserire nelle greche della lastra le staffe per installazione del fotovoltaico, la vernice è a tenuta d’ossidazione. Fibrotek e Fibrotek Plus. Fibrotek è il pannello termoisolante ventilato sottotegola ideato da Fibrotubi per le coperture a falda. È utilizzato in abbinamento sia a coppi, tegole marsigliesi, tegole portoghesi che con le coperture metalliche di Fibrotubi (lastra Coppo/Corinzio e Tek 28). Fibrotek Plus, a due correntini, riduce fissaggio e spese consentendo un minor numero di fissaggi nella posa e una riduzione di consumo del materiale,

con notevoli economie di costo. Dimezza i tempi d’installazione ed è indicato per la posa di tegole in ardesia e coperture a passo corto/ridotto da 300 a 710 millimetri. Il sistema di posa prevede sempre nell’installazione in partenza un pannello a passo più corto di 280 millimetri (definito come passo unico) con un solo correntino. Seguono poi gli altri pannelli a doppio correntino Plus con il passo in base alla sovrastruttura da installare, tegole, coppi. Il corpo isolante di Fibrotek è costituito da poliuretano espanso rigido ad alta densità, con conduttività termica di solo λ 0,020 W/mk: rientra quindi nei requisiti richiesti per ottenere gli sgravi fiscali. La pellicola centesimale in alluminio goffrato che avvolge il pannello ha inoltre una funzione protettiva dell’isolante e costituisce un manto impermeabilizzante fungendo da barriera al vapore. Il correntino in Aluzinc, progettato per il corretto appoggio al manto di copertura, garantisce un'ottima ventilazione grazie alla foratura ricavata nel profilo stesso. La posa prevede un montaggio estremamente rapido.

New! Fibrotek Plus a due correntini, riduce fissaggi e spese

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SPEC IA L E

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BRIANZA PLASTICA

L’ISOLAMENTO CHIEDE ASILO Una scuola materna ha adottato Isotec per rendere efficiente il vecchio tetto. In due settimane tre operatori hanno così coibentato la superficie con un sistema ventilato che aumenta il comfort e taglia il costo della bolletta energetica

di Veronica Monaco

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nello spessore di 100 millimetri. Costituito da un’anima di poliuretano espanso rigido autoestinguente a elevate prestazioni isolanti, il pannello isolante Isotec è rivestito con una lamina di alluminio goffrato su entrambe le facce, che lo rende inattaccabile dall’umidità e protegge le strutture sottostanti da eventuali infiltrazioni che possono occorrere in caso di spostamenti o rotture accidentali delle tegole. Inoltre, il correntino metallico asolato, integrato nel pannello in fase produttiva, rende il sistema portante e funzionale all’appoggio delle tegole. Per l’intervento di isolamento termico ventilato è stato scelto un pannello nel passo di 440 millimetri, ideale per accogliere le tegole recuperate dalla copertura esistente.

L’INTERVENTO Per realizzare l’isolamento termico ventilato dei quasi 500 metri quadri di copertura dell’asilo si è optato per una variante migliorativa al progetto iniziale con l’adozione del sistema Isotec di Brianza Plastica,

IN DUE SETTIMANE Oltre che per le sue prestazioni isolanti, Isotec di Brianza Plastica è stato scelto anche in virtù della semplicità e velocità di posa, possibile grazie alla conformazione battentata che agevola la disposizione e il perfetto accostamento delle lastre, eliminando i ponti termici. Per l’esecuzione dei lavori nell’asilo di Valli del Pasubio sono state necessarie solo due settimane di lavoro, con una squadra di tre operatori dell’impresa Corte Costruzioni. La posa del sistema Isotec è avvenuta direttamente sulla

n ambiente confortevole e protetto per la scuola materna e l’asilo parrocchiale di Valli del Pasubio, comune della provincia di Vicenza. L’istituto ha deciso di dotare l’edificio in cui sono ospitate le due strutture di una nuova copertura all’insegna dell’efficientamento energetico e del comfort. Il tetto a doppia falda del complesso, realizzato negli anni Ottanta, presentava diverse criticità derivate dalla completa assenza di isolamento termico della copertura e della guaina per la protezione impermeabile sottotegola, che comportavano elevate dispersioni energetiche e un basso livello di comfort termico, soprattutto nelle stagioni invernali. I valori di trasmittanza termica raggiunti attraverso l’intervento di ristrutturazione hanno consentito all’edificio di rientrare pienamente nei limiti indicati dalla normativa vigente e generare un risparmio importante sulle bollette energetiche.

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SCHEDA PROGETTO Tipologia: ristrutturazione copertura edificio scolastico Ubicazione: Valli del Pasubio (Vicenza) Progetto: Scuola dell’infanzia e asilo nido integrato Valli del Pasubio Isolamento coperture: sistema Isotec di Brianza Plastica (spessore 100 mm) Superficie di copertura isolata: 500 metri quadri Impresa realizzatrice: Corte Costruzioni Intervento di ristrutturazione della copertura della scuola dell’infanzia e asilo nido integrato di Valli del Pasubio (Vicenza)

struttura in cemento con posa completamente a secco: una metodologia che ha reso possibile la lavorazione nella stagione invernale, anche in presenza di basse temperature. ACCESSORI DI COMPLETAMENTO Il sistema di coibentazione Isotec si compone anche di numerosi accessori. Per il rifacimento del tetto dell’asilo veneto sono stati utilizzati diversi accessori di completamento: i giunti laterali dei pannelli, per esempio, sono stati sigillati con silicone monocomponente prima del loro accostamento e successivamente impermeabilizzati superficialmente con l’apposito nastro di alluminio butilico. Inoltre, per la chiusura dei punti di giunzione fra le lastre perimetrali e le pareti, oltre che in prossimità del colmo, è stata impiegata la schiuma poliuretanica come sigillante.

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Rivestimento copertura: tegole

I lati esterni delle falde sono stati completati e rifiniti con scossaline laterali metalliche opportunamente sagomate. Accurato è stato anche il raccordo dei corpi emergenti ai pannelli Isotec, sempre con la sigillatura con schiuma poliuretanica e l’inserimento di appositi dettagli di lattoneria a protezione. I VANTAGGI DELLA VENTILAZIONE Con Isotec si attiva la ventilazione della copertura sotto le tegole, assicurando molteplici vantaggi: la rapida asciugatura dell’umidità sottotegola nella stagione invernale, per esempio, preserva la funzionalità del manto di copertura nel tempo, mentre nelle stagioni più calde il tetto ventilato consente di smaltire velocemente il calore in eccesso dovuto all’irraggiamento solare.

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SPECIAL E T e t t o

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T E R R E A L I TA L I A

C’È UNA SVOLTA SOTTO IL CIELO Maggiore attenzione agli aspetti della sostenibilità, all’efficienza e alla corretta applicazione di tegole e coppi. Così il grande gruppo specializzato in laterizi si prepara alla sfida dei prossimi anni. Anche grazie a un rapporto speciale con i rivenditori di materiali edili di Valentina Anghinoni

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uove tendenze e sfide devono animare il mercato», spiega Davide Desiderio, Corporate Image & Communication Manager di Terreal Italia. «L’utilizzatore finale si aspetta un prodotto sempre più green, sia nei suoi aspetti produttivi, sia nelle sue caratteristiche intrinseche e prestazionali». Domanda. Qual è, oggi, la situazione del mercato? Risposta. La crisi del mercato per il nostro comparto non è finita, sicu-

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ramente sono passati gli anni peggiori, ma per cominciare ad agganciare una consistente ripresa è necessario attendere ancora. E certamente non si ritornerà alle crescite a due cifre percentuali, che hanno caratterizzato gli anni d’oro dal 2000 al 2006. Tra l’altro, il nostro settore pare avere una crescita più rallentata rispetto ad altri settori che trainano la ripresa. D. Chi riesce a sopravvivere in questo contesto? R. Sicuramente sono più trainanti quelle aziende come Terreal Italia, che sanno investire su ricerca e innovazione e che sanno cercare nuovi mercati nelle economie emergenti. M a r z o

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D. Ma in che modo? R. Nella evoluzione del settore delle coperture Terreal Italia ha contribuito a compiere passaggi significativi che hanno segnato l’evoluzione del settore negli ultimi vent’anni. Per esempio, ha segnato una tappa fondamentale nell’evoluzione del settore delle coperture il passaggio da tegole da 14 pezzi al metro quadro, utilizzate da sempre nelle coperture in argilla, a tegole più grandi, ossia da 12 pezzi al metro quadro, sino alle nostre tegole da dieci pezzi al metro quadro. Grande importanza ha avuto anche la finitura superficiale, non più liscia ma lavorata, che bene si accoppia alle nuove colorazioni sviluppate nel corso dell’ultimo ventennio. D. Il processo di innovazione, però, non è terminato. R. Ora per il settore coperture la nostra sfida, oltre al prodotto vero e proprio, con tutti valori intrinseci di qualità ed eco-compatibilità (in particolar modo siamo attenti ai temi del risparmio energetico mettendo in produzione tegole performanti per indice di riflettanza e trasmittanza termica) si proietta sul servizio e sulle soluzioni che le aziende produttrici sapranno offrire. È infatti necessario cercare di soddisfare un mercato dormiente e creare al suo interno nuovi segmenti.

Membrane sottotegola per la protezione dalle precipitazioni e dal vento. A sinistra, Davide Desiderio Corporate Image & Communication Manager di Terreal Italia

D. Che cosa aspettarsi nel futuro? R. Il mercato, e quindi l’utilizzatore finale, si aspettano un prodotto sempre più green, sia nei suoi aspetti produttivi, sia nelle sue caratteristiche intrinseche e prestazionali. Inoltre, che abbia un design che sia innovativo, ma che non si discosti troppo dal tradizionale e, infine, che mantenga inalterati i parametri di qualità e naturalità che hanno contraddistinto, da sempre, la copertura in argilla rispetto agli altri materiali.

LA PERFEZIONE? È DEI DETTAGLI La nuova sfida commerciale di Terreal Italia è particolarmente interessante

per il manto di copertura (tegole e coppi) si affianca una serie di accessori

per il mondo della distribuzione: si tratta di un insieme di prodotti ed

necessari al completamento, in grado di garantire ventilazione ottimale,

accessori completi per il sistema tetto. L’azienda è specializzata nella

alta resistenza a qualsiasi condizione atmosferica e rispetto dei più

produzione di sistemi e soluzioni d’involucro in terracotta: Terreal è leader

severi standard di sicurezza. Per questo Terreal Italia ha selezionato per

mondiale nell’industria dei laterizi con stabilimenti in tutto il mondo, ed

i suoi clienti una gamma completa di accessori funzionali per migliorare

è da sempre al fianco dei distributori di materiali da costruzione che

protezione, ventilazione, stabilità e finiture estetiche, oltre ad aggiungere

assorbono oltre il 90% della sua produzione. Dopo l’acquisizione del

nuove funzionalità. L’offerta si integra con una serie di accessori in laterizio

brand Pica, azienda storica nella produzione e commercializzazione

riguardanti la linea di colmo, la linea di gronda, le finiture laterali per un

di tegole antichizzate, oltre al brand SanMarco, Terreal ha intrapreso

inserimento armonioso in un tetto realizzato con tegole o coppi laterizi.

un percorso di evoluzione della proposta commerciale puntando in

Per i sistemi di copertura e per qualsiasi tipo di stratigrafia sono disponibili

maniera decisa sul servizio al cliente e proponendo differenti pacchetti

membrane sottotegola per la protezione dalle precipitazioni e dal vento,

di fornitura composti da più prodotti e completi sotto il profilo tecnico-

isolanti in eps con preinseriti i listelli metallici per la ventilazione, finestre e

operativo. La strategia di base consiste nell’offrire un insieme di prodotti

lucernari, pannelli fotovoltaici adatti all’integrazione architettonica, oltre

coordinati e versatili in grado di soddisfare le esigenze più diverse: di

una vasta scelta di ganci e fissaggi per i manti di copertura e ai kit per

conseguenza, il rinnovamento e l’ampliamento della gamma è continuo

l’installazione di linee vita. Per quest’ultima gamma di prodotto Terreal

e procede compatibilmente con la capacità dal mercato di recepire le

offre anche un servizio di progettazione, preventivazione e posa in opera

innovazioni. Nel settore delle coperture, inoltre, agli elementi in laterizio

con squadre di operatori certificate.

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SPEC IA L E

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X T I N S U L AT I O N

L’ISOLAMENTO SENZA COMPROMESSI L’azienda specializzata in soluzioni in lana minerale, spiega perché nel rapporto con il rivenditore conta prima l’aspetto tecnico rispetto a quello commerciale. E perché la consulenza diventa centrale nella scelta della soluzione giusta per ogni edificio

di Veronica Monaco

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solare correttamente la copertura di un edificio è essenziale per ottenere efficienza energetica e comfort per gli occupanti. Gli isolanti in fibre minerali di XT insulation sono in grado di soddisfare tutte le esigenze tecniche per le coperture in ambito residenziale e industriale, sia nel caso di edifici nuovi sia nel caso di riqualificazioni, garantendo isolamento termico invernale ed estivo, isolamento acustico, sicurezza in caso di incendio, idrorepellenza e sostenibilità ambientale. Ne parliamo con Andrea Baldo, direttore commerciale di Xt Insulation, azienda di Bibbiano (Reggio Emilia), specializzata nella consulenza e fornitura di prodotti isolanti in lana di roccia e lana di vetro per l’isolamento termico acustico e per la protezione al fuoco. A sinistra, Andrea Baldo, direttore commerciale di XT insulation. Sotto, rendering di sezioni di copertura industriale. L’isolamento termico e acustico può essere realizzato con IBR N, IBR K o EVO in lana di vetro 4+, prodotto con almeno l’80% di vetro riciclato e un esclusivo legante brevettato di origine naturale, che garantisce la massima qualità dell’aria

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Rendering di tetto in legno con applicazione del pannello in lana di roccia Durock Energy Plus. L’elevata resistenza a compressione del pannello lo rende un solido appoggio per l’orditura di supporto del manto di copertura e permette di realizzare l’isolamento con continuità

Domanda. Quali soluzioni offre XT insulation per il sistema tetto? Risposta. Oltre agli isolanti in fibre minerali, cioè lana di roccia e lana di vetro, XT insulation è in grado di fornire consulenza e supporto per tutto ciò che riguarda la parte di calcolo preventivo sia per l’apetto termico che acustico di una copertura. D. Quali sono i vantaggi derivanti dall’utilizzo di isolanti in lana di roccia e lana di vetro? R. I vantaggi sono propri del materiale stesso. Entrambi possono vantare ottime prestazioni dal punto di vista termico, acustico, e soprattutto dal punto di vista della resistenza al fuoco. A seconda della tipologia di prodotto utilizzato per la realizzazione di un pacchetto isolante si possono avere prestazioni diverse ma, in ogni caso tutti i prodotti garantiscono la miglior classe di reazione al fuoco. D. Come sta andando il settore delle lane minerali? R. È un mercato in crescita che andrà sempre più forte. Le nuove normative, già recepite a livello europeo, con un po’ di ritardo si stanno imponendo anche in Italia, e apriranno per le lane minerali per un’ulteriore fase di sviluppo. Crediamo molto in questo settore nel quale continueremo a investire per crescere ancora di più. D. Quali sono i vostri principali partner? R. I nostri partner sono le principali aziende internazionali leader nel mondo della produzione degli isolanti in lana minerale. Per le coperture civili lavoriamo soprattutto con prodotti in lana di roccia, distribuiti a marchio Rockwool. Per le coperture industriali utilizM a r z o

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ziamo maggiormente la lana di vetro distribuita a marchio Isover. D. Ci sono degli spessori di riferimento? R. Dipende dal tipo di copertura, in ogni caso negli ultimi anni sono cresciuti in modo importante. Oggi, per rientrare nel quadro normativo, una copertura che applica pannelli in lana di roccia vede spessori che vanno da 10 a 30 centimetri nelle zone climaticamente più estreme. Diciamo che la media si attesta tra 12-16 centimetri. Per la lana di vetro, utilizzata in particolare nelle coperture industriali, si attestano spessori medi ancora più elevati, tra i 18-20 centimetri. A seconda delle prestazioni dei prodotti, gli spessori possono variare. D. Oltre alle prestazioni dei pannelli isolanti e al servizio di progettazione, quali altri plus può vantare XT insulation? R. XT insulation offre una consulenza a 360 gradi per aiutare il cliente a costruire il pacchetto isolante più adatto alle sue esigenze. Inoltre i nostri tecnici sono in grado di supportare il professionista nella progettazione del tetto e nella scelta della soluzione migliore per ogni tipo di copertura. Un altro nostro valore aggiunto è la logistica. XT insulation offre la garanzia di materiale sempre disponibile su tutto il territorio, grazie anche alle consociate XT insulation lombardia e XT insulation nordest, nate proprio per permetterci di essere ancora più vicini ai nostri clienti e alle loro esigenze. D. Come si articola invece il rapporto con il rivenditore? R. Ci sono molti rivenditori che apprezzano questo tipo di valore aggiunto. La competenza tecnica dei nostri funzionari e della rete vendita è ciò che fa la differenza. Prima aiutiamo il cliente a risolvere la parte tecnica; una volta fatto ciò, possiamo passare alla parte commerciale.

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SPECIAL E

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EDILIZIA

L’EVOLUZIONE DEI LEGANTI Le malte premiscelate sono prodotti utilizzati per i più svariati impieghi, dal rinforzo strutturale alla deumidificazione. I mix preparati dalle aziende si sono evoluti e ora offrono prestazioni un tempo impensabili. Il loro punto debole? Non sono abbastanza conosciute

di Veronica Monaco

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ronte all’uso, le malte premiscelate trovano sempre più impiego in edilizia. Facili da utilizzare e vantaggiose sia in termini di riduzione dei tempi e costi in cantiere, questo tipo di prodotto ha raggiunto nel tempo elevati standard qualitativi e formulazioni sempre più tecnologiche in grado di risolvere efficacemente problemi specifici, dalla deumidificazione al rinforzo strutturale. «Esistono segmenti di mercato in cui le malte riescono ancora a produrre interessanti margini», spiega Roberto Vavassori, direttore commerciale di Cugini, azienda storica della provincia di Bergamo, specializzata dal 1907 nella produzione di malte e intonaci di qualità. IN CONTROTENDENZA «Mentre i volumi delle malte di uso comune si stanno assottigliando, soprattutto per quanto riguarda i prodotti destinati alle nuove costruzioni, esiste tutta una gamma di malte, massetti e intonaci impiegati nella ristrutturazione, nel restauro o per interventi di bioedilizia, e di malte speciali per interventi particolari come la deumidificazione o il miglioramento sismico, che riescono ancora ad avere una buona marginalità. I volumi non sono massivi, ma permettono di sopravvivere nel mercato attuale», continua Vavassori. Dello stesso avviso Pasquale Zaffaroni, responsabile della Linea Edilizia di Mapei, tra i principali produttori mondiali di adesivi, sigillanti e prodotti chimici per le costruzioni. «Quello delle malte premiscelate è un mercato ormai consolidato. Oggi il grosso dei volumi è generato dalle malte a ritiro compensato, dotate di elevate prestazioni meccaniche, che hanno però un comportamento piuttosto fragile dal punto di vista strutturale. In questo settore non c’è nulla di nuovo, e anche i margini sono piuttosto stabili», commenta l’esperto. «Tuttavia, soprattutto nel campo

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LUCA GARANCINI E ROBERTO VAVASSORI, condirettori generali di Cugini

Esistono segmenti di mercato dove le malte tecniche trovano un impiego smepre più crescente

Da sinistra, Luca Garancini e Roberto Vavassori

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“ “ PASQUALE ZAFFARONI, responsabile della Linea Edilizia di Mapei

I volumi non sono massivi, ma permettono di sopravvivere nel mercato attuale

del risanamento, il vero punto di svolta per il futuro dell’edilizia è rappresentato dalle malte fibrorinforzate, materiali duttili che consentono elevate deformazioni mantenendo i carichi. Da questo punto di vista, esistono aziende in grado di offrire soluzioni di qualità, ad alto contenuto tecnologico. Sono prodotti che offrono enormi possibilità, ma che purtroppo le imprese conoscono poco. In qualità di produttori siamo in prima linea per fare cultura, formazione e offrire una puntuale assistenza tecnica, ma serve l’impegno di tutti gli operatori della filiera: di chi progetta per generare la domanda, dell’impresa che deve lavorare con proposte di qualità e non al massimo ribasso, e anche del rivenditore, che dovrebbe veicolare questo tipo di prodotti». MATERIA PRIMA «L’edilizia per il 70% è ormai concentrata sulla ristrutturazione, e in questo settore la fanno da padrone i prodotti confezionati, pronti all’uso, come le malte premiscelate appunto. Stare accanto ai premiscelatori ci ha insegnato tanto e permesso di sviluppare numerose sinergie», racconta Antongiulio Ceccariglia, key account manager per la distribuzione edile di Italcementi. «Siamo tra i principali fornitori di materia prima dei più grandi produttori di malte, materiali dietro i quali c’è molto know how e conoscenza tecnica. Offriamo sia la materia prima basica che cementi particolari, ma quello che i produttori M a r z o

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ANTONGIULIO CECCARIGLIA, key account manager per la distribuzione edile di Italcementi

Quello che i produttori di malta cercano da noi è la costanza prestazionale e l’affidabilità

di malta cercano da noi è prima di tutto la costanza prestazionale e l’affidabilità cromatica, che solo un’azienda che lavora con continuità, con cementerie e cave di proprietà, e un’importante presenza territoriale è in grado di offrire». Oltre a essere fornitore di materia prima, Italcementi propone anche nella sua offerta i prodotti della linea i.speed, a presa rapida creati per velocizzare i tempi di utilizzo. Si tratta del premiscelante rapido Ali Easy, e del legante idraulico a presa rapida Ali Fresh, disponibili in sacchi da 5 o 25 chili. «Sono malte per ancoraggi e fissaggi veloci, che garantiscono rapidi tempi di presa e un’elevata resistenza, mantenendo nel contempo un’ottima lavorabilità. Sono ideali per i lavori di ristrutturazione, piuttosto semplici da usare, con prestazioni garantite». IN RIVENDITA L’offerta nel campo delle malte premiscelate è ampia, ma quali sono i prodotti che proprio non devono mancare in rivendita? «Il rivenditore, anche quello più specializzato, difficilmente può tenere a magazzino una gamma completa di tutti questi materiali, per una questione di spazio, di investimenti, di stoccaggio, perché tutte le malte cementizie devono essere protette in un luogo asciutto, e di conoscenze tecniche», spiega Vavassori dell’azienda Cugini. «Il rivenditore deve trovare i prodotti che hanno più possibilità di rota-

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SPECIAL E

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“ “ RAFFAELE MACRÌ, direttore commerciale Gesteco, Gruppo Luci

Cemix San, l’unico intonaco deumidificante predosato in bisacco presente sul mercato

zione, sia singolarmente che abbinati a cicli di applicazione. Esistono ad esempio malte tecniche ideali anche per lavori ormai comuni, come il ripristino del calcestruzzo, frontalini, deumidificazioni, etc, ed hanno una discreta rotazione di utilizzo. Tutto è in funzione della tipologia di imprese clienti del rivenditore, soprattutto se operano nella ristrutturazione e restauro. È importante che il rivenditore, in sintonia con il produttore/fornitore, stabilisca le scorte idonee dei prodotti di maggior rotazione, e riceva tempestivamente i prodotti per gli interventi particolari». FORMULA TECNOLOGICA Sempre più sofisticate, le formulazioni delle malte predosate sono studiate per offrire al mercato prodotti ad alto valore aggiunto e rispondere in maniera più efficace e puntuale a problemi specifici, come l’acqua. «Abbiamo messo a punto Cemix San, l’unico intonaco deumidificante predosato in bisacco presente sul mercato italiano. Si tratta di un intonaco macroporoso adatto sia per lavori di rinzaffo che per la messa in opera di spessori fino a 5 centimetri», spiega Raffaele Macrì, direttore commerciale Gesteco, Gruppo Luci. «Cemix San svolge anche un’azione antisale, quindi rappresenta per i rivenditori una soluzione vantaggiosa perché con un unico prodotto è possi-

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MASSIMILIANO SETTILI, responsabile sviluppo e relazioni internazionali di Proind

Le malte ormai sono prodotti consumer ed è necessario puntare sulla tecnologia

bile dare una risposta a problemi connessi all’umidità di risalita. Inoltre, possiede una resistenza a compressione di 20 N/mm2, di conseguenza può essere utilizzato anche per il rinforzo strutturale delle murature, senza però rinunciare alla funzione deumidificante». ALTO GRADIMENTO Nemica dell’acqua è anche la soluzione Proind, che lavora sull’innovativa tecnologia di impermeabilizzazione tramite cristallizzazione messa a punto dalla multinazionale canadese Xypex. «Le malte ormai sono prodotti consumer ed è necessario puntare sulla tecnologia», puntualizza Massimiliano Settili, responsabile sviluppo e relazioni internazionali di Proind, specializzata dal 1978 nella produzione di malte e soluzioni per l’impermeabilizzazione. «Oltre alla nostra linea storica Sirio, proponiamo anche Xypex Concentrate, premiscelato monocomponente in polvere che contiene al suo interno la tecnologia cristallizzante. Si tratta di un prodotto ad alto valore aggiunto che, a confronto con le malte osmotiche o applicazioni similari, permette di realizzare una impermeabilizzazione permanente. Si applica ovunque ci sia la necessità di intervenire su infiltrazioni, e funziona anche in controspinta consentendo di risolvere il problema dall’interno senza fare scavi. Miscelato con acqua fino a ottenere una M a r z o

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boiacca fluida, Xypex Concentrate applicato sulla superficie consente di convogliare la molecola cristallizzante all’interno delle porosità del calcestruzzo, aumentandone resistenza e durabilità. Rispetto alla concorrenza, la tecnologia Xypex non cristallizza troppo, è certificata anche per l’acqua potabile e contribuisce all’ottenimento dei punteggi Leed». Nel campo del risanamento delle strutture in calcestruzzo spesso è fondamentale intervenire anche a livello strutturale, e le malte fibrorinforzate rispondono in maniera sempre più efficace a questa specifica esigenza. «Da qualche anno stiamo puntando su Planitop Rasa e Ripara, malta cementizia tissotropica di classe R2, fibrorinforzata a presa rapida e a ritiro compensato, che consente agli operatori di accelerare i tempi di lavoro in cantiere», racconta Zaffaroni di Mapei. «Molto importanti per noi sono anche le malte di ancoraggio della linea Mapegrout. Tra le novità, che abbiamo presentato anche al recente Made Expo di Milano, c’è Mapegrout Ancora&Ripara, una malta a ritiro compensato fibrorinforzata per il risanamento del calcestruzzo e l’ancoraggio di strutture metalliche, certificata secondo la normativa En 1504-3 e 1504.6. Con un prodotto solo è possibile fare due tipi di lavorazioni: ripristinare strutture degradate e realizzare ancoraggi, anche di precisione. Mapegrout Ancora&Ripara semplifica anche il lavoro del rivenditore, oltre a ridurre il numero dei prodotti necessari a magazzino». SENZA RETE Per ripristinare e ringrossare qualsiasi struttura in calcestruzzo, senza l’applicazione di rete elettrosaldata, Master Builders Solutions di Basf ha messo a punto MasterEmaco S 499 FR, una malta cementizia tixotropica premiscelata con fibre in poliacrilonitrile e rinforzata con fibre polimeriche ad altissima tenacità. Resistente agli agenti aggressivi dell’ambiente, MasterEmaco S 499 FR può essere applicata con macchina spruzzatrice o a cazzuola, su calcestruzzi macroscopicamente irruviditi (asperità di circa 5 mm), in spessori compresi tra 1 e 5 centimetri. Le malte duttili della linea MasterEmaco FR con la loro armatura diffusa, possono essere strutturalmente equiparate a sistemi composti da malte ad alte prestazioni e da reti di armatura.

Investimenti, sviluppo e innovazione

Inaugurazione della nuova linea produttiva di premiscelati Xella in Italia Xella continua a investire in Italia con un nuovo stabilimento, situato a Pontenure (PC) che sarà dedicato alla produzione di malte premiscelate per offrire soluzioni sempre più complete. Sistema costruttivo completo significa piena compatibilità tra i prodotti a garanzia della qualità della costruzione finale. Il nuovo polo produttivo è un impianto tecnologicamente avanzato, con elevata automazione secondo gli standard “industria 4.0” e la sua capacità produttiva è di 700 sacchi/ ora, equivalenti a circa 17,5 tonnellate di malte. In particolare l’impianto produrrà il nuovo rasante per interno Ytong RY25, soluzione estremamente versatile e vantaggiosa sia in ambito di ristrutturazione che di nuova costruzione, con una forte riduzione dei tempi di posa e asciugatura rispetto agli intonaci tradizionali.

NUOVO RASANTE PER INTERNI – RY25 •

Colore bianco

Granulometria molto fine, inferiore a 1 mm

Ottima lavorabilità e scorrevolezza

Perfetta aderenza sul calcestruzzo cellulare

Utilizzabile con spessori di pochi millimetri, riducendo costi e tempi di posa

Resistente ai solfati

Master Builders Solutions di Basf

Xella Italia S.r.l. - Ytong

M a r z o

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Il Gruppo Xella è leader mondiale nella produzione e commercializzazione di elementi in calcestruzzo cellulare e prodotti a base di silicati di calcio, presente in oltre 30 Paesi con sedi commerciali e quasi 100 stabilimenti produttivi. In Italia la produzione dei blocchi e malte Ytong avviene nello stabilimento di Pontenure (PC), che si estende su un’area di circa 100.000 m2. La mission del Gruppo Xella mette al primo posto la ricerca e l’innovazione continua con un approccio dinamico e all’avanguardia, guidando gli investimenti verso progetti che hanno portato allo sviluppo di materiali da costruzione sempre più sostenibili e ad alta efficienza energetica. www.ytong.it

|

ytong-it@xella.com

|

035 452 22 72

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SPECIAL E

M a lt e

GAMMA COMPLETA Una gamma completa è invece la risposta di Cugini che presenta una linea completa di malte ed intonaci di qualità, malte secche premiscelate, malte osmotiche, cicli di impermeabilizzazione monocomponenti e bicomponenti, cicli per risanamento di calcestruzzi e cementi armati, oltre a sistemi di isolamento a cappotto di tutte le tipologie, con rasanti e adesivi idonei. «Siamo produttori diretti di materia prima, grazie alle nostre cave di proprietà. In questo modo siamo in grado di garantire standard di produzione, con formulazioni certificate sia dal nostro laboratorio interno che da istituti terzi». L’IMPORTANZA DELLA CONSULENZA Se si guarda alle soluzioni ad alto valore aggiunto, il mercato delle malte è ricco di interessanti opportunità di business per le rivendite. Basta sapersi guardare intorno e cogliere l’occasione per specializzarsi. «Per noi il ruolo del rivenditore è fondamentale», spiega Zaffaroni. «Mapei investe più del 5% del suo fatturato in attività di ricerca e

MALTA PREMISCELATA TERMICA Adatta

a

murature

portanti

e

di

tamponamento in tutte le zone sismiche, Danesi MTM10 è la malta di allettamento di Classe M10 a prestazione garantita, con resistenza a compressione superiore a 10 MPa (100 kg/cm2). Danesi MTM10 ha una conducibilità termica certificata di 0,24 W/ mK. Il suo impiego permette di eliminare i ponti termici generati dai giunti di malta tradizionale, migliorando del 15% la prestazione termica globale della parete.

GRAS CALCE: PREDOSATE A PROVA DI ERRORE

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Come i premiscelati, offrono soluzioni pronto all’uso per semplificare

modalità di posa e di resa dell’impasto tradizionale».

il lavoro in cantiere. Ma a differenza delle prime, che sono soluzioni a

Nella fase di miscelazione, inoltre, la sabbia umida favorisce la riduzione

secco, le malte predosate prevedono l’utilizzo di sabbie silicee umide.

della polvere. «Questa è un’altra caratteristica che piace agli operatori,

Leader nella produzione di predosati e inventore del primo predosato

sempre più attenti alla salute», aggiunge Cereda. «I predosati sono

in bisacco nel lontano 1984, Gras Calce continua a guidare il mercato

pensati in particolare per l’impresa che utilizza quotidianamente le

con una gamma completa di malte, massetti e calcestruzzi ideali per

malte in piccoli cantieri di manutenzione e recupero. Ma non solo: le

qualsiasi intervento di ristrutturazione e manutenzione. «Siamo stati

malte predosate possono rappresentare l’unica alternativa anche in

la prima azienda in Italia, e sicuramente anche in Europa, a inventare

grandi interventi di ristrutturazione, ad esempio nei centri storici, dove

una confezione che permette di tenere separate nello stesso sacco

non si può installare silos». Tra i cavalli di battaglia di Gras Calce c’è la

i leganti dalla parte aggregata, cioè la sabbia», racconta Giuseppe

Malta bastarda fibrorinforzata per intonaci e murature, adatta anche

Cereda, amministratore delegato dell’azienda di Trezzo sull’Adda

in zona sismica; il massetto predosato Super Sabbia e Cemento a

(Milano). «Questa originale confezione negli anni si è tradotta in un

media-rapida asciugatura; e la famiglia dei calcestruzzi, dal betoncino

mercato che ci ha dato grandi soddisfazioni, riconoscendo il valore

predosato a rapido indurimento BetonRapid al calcestruzzo predosato

aggiunto di questo tipo di prodotto nell’ambito

fibrato per impiego strutturale, fino a Ultrabeton,

della ristrutturazione e del recupero edilizio.

calcestruzzo

Mancava una proposta diversa ai premiscelati,

cemento pozzolanico a elevata resistenza per

e l’abbiamo data con i predosati: sono due

ambienti fortemente aggressivi. «Gras Calce

mercati che non si sovrappongono, ma

è leader di mercato come volumi e qualità dei

vanno di pari passo. Il successo dei predosati

prodotti. Il mercato al momento sta andando

deriva anche dal fatto che, a differenza dei

abbastanza bene e anche quest’anno prevediamo

premiscelati, sono la soluzione che si avvicina

una lieve crescita in linea con il settore del

di più all’impasto tradizionale confezionato in

restauro e della manutenzione. C’è però ancora

cantiere. Con il vantaggio di limitare eventuali

molto da fare, soprattutto in alcune zone d’Italia

errori di preparazione perché tutti i componenti

dove siamo poco presenti. A questo proposito,

sono già all’interno del sacco, basta aggiungere

la sinergia avviata dall’accordo di partnership

l’acqua. La presenza della sabbia silicea umida

siglato due anni fa con Laterlite, ci potrà aiutare

rende il predosato facilmente comprensibile

a fare un salto di qualità e diventare ancora più

all’utente finale, che può aspettarsi la stessa

visibili», conclude Cereda.

predosato

impermeabile

M a r z o

con

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Super Rapid,

un amico fidato in cantiere.

Super Rapid è una malta cementizia a presa ed indurimento ultrarapidi e rappresenta il prodotto di riferimento sul mercato da oltre 30 anni. Rapidmix Group è il risultato di una evoluzione che trae le proprie origini nel passato con anni di esperienza acquisita nella produzione, sviluppo e commercializzazione di prodotti premiscelati e predosati per l’edilizia insieme ad una vasta gamma prodotti dedicati alla pavimentazione e superfici continue. M a r z o

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GROUP

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SPECIAL E

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RAPID MIX: PRODOTTI SEMPLICI. VELOCEMENTE «Nel settore delle malte premiscelate e predosate a mio avviso ci sono due trend», spiega Paolo Achilli, amministratore delegato di Rapid Mix. «Da una parte c’è la tendenza ad andare verso una semplificazione sempre più spinta dei prodotti. Se prima si usavano più prodotti per fare un sistema, ora la propensione è quella di sviluppare monoprodotti sempre più sofisticati. Dall’altra parte, c’è una costante ricerca da parte delle aziende e dei rivenditori di soluzioni per la risoluzione di problemi specifici». Con oltre trent’anni di esperienza nella produzione, sviluppo e commercializzazione di premiscelati e predosati per l’edilizia, Rapid Mix offre una gamma completa di prodotti in

sviluppo, ogni anno presenta nuove tecnologie, formulazioni in grado di garantire prestazioni durevoli e verificate. Tutto questo lavoro viene veicolato dal distributore: se conosce il materiale, è in grado di spiegarlo a chi lo andrà a utilizzare, molto meglio di quello che può fare il packaging del prodotto o il sito internet. Il rivenditore è un vero e proprio partner con cui condividere la nostra filosofia, fatta di innovazione e qualità». Conclude Vavassori: «Questo mercato presuppone un approccio diverso rispetto al passato. Per anni i rivenditori si sono focalizzati sul singolo prodotto, ora devono

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linea con le esigenze del mercato. «Siamo nati nel 1984 con la produzione di Super Rapid, una malta cementizia a presa e indurimento ultrarapidi, che ancora oggi è il nostro cavallo di battaglia. Negli anni l’azienda si è evoluta e ha ampliato il proprio catalogo fino a comprendere colle per piastrelle, massetti per sottofondi, autolivellanti, varie tipologie di malte per edilizia, calcestruzzo, stucchi per piastrelle, rasanti, colle per cappotto. Oggi vantiamo un catalogo di 180 prodotti, tutti formulati e prodotti in azienda», racconta Achilli. «Alla linea Rapid Mix, alla fine degli anni ’90 si è aggiunta la linea Innovamix, sistemi per pavimenti e rivestimenti decorativi in resina, che ci sta dando grandi soddisfazioni, mentre nel 2008 abbiamo messo a punto BMix, la linea di predosati per edilizia in bisacco che comprende calcestruzzi tradizionali e strutturali, malta bastarda e faccia a vista, sabbie umide e sabbia-cemento per sottofondi». «Il rivenditore più evoluto, che vuole fare un investimento non solo in termini di volumi ma di redditività, deve puntare su prodotti ad alto contenuto tecnico», aggiunge Achilli. Questo vale non solo per le rivendite, ma anche per i produttori. Al momento però vedo una sempre più crescente richiesta di prodotti con basso contenuto tecnico, caratteristica direttamente proporzionale al prezzo di vendita. È una lettura in chiaroscuro: aumentano i volumi sui prodotti a bassa marginalità, tuttavia il mercato si un po’ stabilizzato ma c’è molta incertezza per il futuro, e la situazione politica non aiuta. Per Rapid Mix il 2019 è partito bene, lavoriamo a livello nazionale e stiamo sviluppando mercati europei, in particolare in Spagna, Grecia e Germania con la linea Innovamix. Il made in Italy è un marchio che va molto forte all’estero. Cerchiamo di essere sempre più vicini ai nostri rivenditori con servizi di assistenza tecnica, supporto continuo con la nostra rete vendita presente sul territorio, e corsi di formazione presso la nostra sede o direttamente in rivendita».

spostare l’attenzione sulla risoluzione di un problema. Ci sono interessanti opportunità nei settori della deumidificazione, dei sistemi a cappotto, dell’isolamento termico e del miglioramento sismico. A fronte di margini superiori, è necessario però che i rivenditori diano una consulenza più completa ai propri clienti, affidandosi anche ai produttori. Risulterà vincente chi sarà in grado di costruire un sistema che propone consulenza su prodotti innovativi e cicli di applicazione, e formule finanziarie che consentano di mettere in opera queste soluzioni». M a r z o

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SPECIAL E M a l t e L AT E R L I T E

PERCHÉ PUNTIAMO SUI PREDOSATI A due anni dall’accordo con Gras Calce, l’azienda prepara investimenti fino a 8 milioni in un segmento di mercato che è in buona salute. E dopo un altro impianto e due linee di produzione, la società guidata da Giovannini studia anche nuove azioni di marketing di Veronica Monaco

A

due anni dalla partnership siglata con Gras Calce e a poche settimane dopo l’acquisizione di Ruregold, il gruppo Laterlite continua il suo percorso per ampliare e rafforzare la propria offerta di soluzioni tecniche al servizio dell’edilizia, come partner a 360 gradi nei progetti sostenibili di costruzione e ristrutturazione. Ne parliamo con l ’amministratore delegato Giandomenico Giovannini. Domanda. Come sta andando la partnership con Gras Calce? Risposta. Due anni sono davvero volati. Abbiamo lavorato tanto e agganciato un momento di mercato positivo per i prodotti della manutenzione e ristrutturazione. Come da nostro obiettivo abbiamo portato il marchio, l’esperienza e la cultura di Gras Calce al Centro Sud con un ottimo successo in alcune aree, e qualche difficoltà in altre. Abbiamo aperto un nuovo impianto per i prodotti predosati a Rubbiano e abbiamo aperto una nuova linea produttiva nello stabilimento di Trezzo sull’Adda, dove a breve ne aprirà un’altra. Solo per i predosati il nostro piano di investimenti prevede 7-8 milioni di euro in tre anni, e per fortuna il mercato sta andando nella direzione giusta. Con Gras Calce abbiamo messo a punto anche diverse azioni di marketing per arrivare sinergicamente alla distribuzione: per

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Giandomenico Giovannini, amministratore delegato di Laterlite. Dopo la partnership con Gras Calce per i predosati, a febbraio l’azienda ha firmato un accordo per l’acquisizione del 100% di Ruregold, ramo di azienda specializzato nel rinforzo delle strutture in calcestruzzo e muratura

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esempio, abbiamo realizzato per i clienti delle rivendite delle oasi tecniche dove è possibile provare i prodotti Gras Calce e Laterlite. Insomma, siamo molto positivi. D. Parliamo anche dell’operazione Ruregold: come si è sviluppata l’acquisizione e quali obiettivi si pone? R. A febbraio abbiamo firmato un accordo per l’acquisizione del 100% di Ruregold, ramo di azienda specializzato nel rinforzo delle strutture in calcestruzzo e muratura. L’acquisizione è stata fatta davvero in tempi record e abbiamo ancora tante cose da organizzare e definire: per noi si tratta di una nuova avventura. Per ora Ruregold rimarrà una società autonoma, ma metteremo in atto una serie di sinergie gestionali e di mercato nell’ottica di un ulteriore rafforzamento dei marchi, per offrire al rivenditore una proposta sempre più qualificata e allargata. In particolare alcuni prodotti per il rinforzo strutturale Ruregold entreranno a far parte del catalogo di Laterlite-CentroStorico, mentre Ruregold beneficerà della capillare struttura distributiva e rete commerciale di Laterlite. D. Quali sono gli sviluppi? R. Abbiamo basato il successo degli ultimi anni sui lavori di ristrutturazione, in particolare sul consolidamento dei solai, con una continua attività di supporto in cantiere e assistenza al rivenditore edile. Con l’ingresso di Ruregold nella compagine aziendale abbiamo finalmente introdotto anche soluzioni per il rinforzo strutturale di murature e per l’anti-sfondellamento. Questo porterà anche al consolidamento dei servizi di progettazione e supporto tecnico, per offrire al rivenditore sempre più soluzioni per la ristrutturazione edile e la manutenzione infrastrutturale degli edifici. D. Che riscontro state ricevendo dai distributori? R. Con il progetto Laterlite-CentroStorico, una gamma di prodotti nata esclusivamente per la rivendita edile, si è creato un ottimo gioco di squadra. A partire da questo presupposto, abbiamo intenzione di perfezionare anche il progetto commerciale di Gras Calce e Ruregold con proposte adatte alla distribuzione. Noi ci occupiamo della progettazione, portiamo i nostri capitolati in rivendita, che ci chiama per mandare in cantiere i nostri prodotti: un equo scambio che sta funzionando molto bene. M a r z o

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Porta d’ingresso ThermoSafe motivo 568 in CH 703 antracite metallizzato

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XELLA

PIÙ EFFICIENZA MENO TEMPO L’azienda apre un nuovo stabilimento dedicato ai premiscelati per calcestruzzo cellulare. Un investimento che punta a offrire un sistema costruttivo sempre più completo, a garanzia della piena compatibilità tra i propri prodotti e la qualità delle costruzioni di Valentina Anghinoni

U

n nuovo impianto produttivo per Xella Italia che nel polo di Pontenure (Piacenza) inaugura una nuova linea dedicata alla produzione di premiscelati per calcestruzzo cellulare. Tecnologicamente avanzato, con elevata automazione e una capacità produttiva di 700 sacchi/ora (equivalenti a circa 17,5 tonnellate di malte), l’impianto è stato concepito conciliando alta efficienza e il rispetto dell’ambiente. Marco Paolini, amministratore delegato di Xella Italia

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Il nuovo rasante per interni Ytong RY25 è utilizzabile in uno strato singolo o doppio

Oltre alla gamma di malte, collanti e intonaci Xella, produrrà anche il nuovo rasante per interno Ytong RY25, soluzione versatile che consente una forte riduzione dei tempi di posa e asciugatura rispetto agli intonaci tradizionali. L’impianto è dotato di dieci silos principali, dodici macro-micro dosatori, due teste di impacchettamento (carta e plastica) e un robot palletizzatore. LE STRATEGIE DEL GRUPPO All’evento di inaugurazione era presente la prima fila di management del Gruppo Xella e alcuni esperti in ambito di sostenibilità ed efficienza energetica in Italia. Thomas Bois, Ceo Business Unit Building Materials Xella, ha illustrato le strategie d’impresa del Gruppo: «Il nostro modo di operare è di essere snelli, investire e fare acquisizioni. I nostri marchi sono caratterizzati da una forte performance finanziaria che consente di effettuare investimenti sempre in crescita. Per esempio, siamo molto presenti nella distribuzione e vendita dei nostri prodotti non solo in Germania e nel nord Europa ma siamo diventati forti anche in Italia e Francia, grazie all’acquisizione di Ursa». Un tema caldo affrontato è stato quello della digitalizzazione, che deve apportare un contributo sempre più massiccio nell’ambito delle costruzioni: «Uno dei primi motivi della digitalizzazione è di natura economica e di efficienza, e la diretta conseguenza della costruzione efficiente è la costruzione sostenibile», ha spiegato Joachim Fabritius, Ceo del Gruppo Xella. «Bisognerebbe risolvere prima, in fase progettuale, i problemi che si possono presentare durante la fase esecutiva del cantiere». Ovviamente con grossi risparmi di tempi e minor spreco di materiali. Per questo Xella non è solo un produttore di materiali, ma anche un produttore di soluzioni digitali anticipate, con oltre un centinaio di addetti in questo ramo aziendale. «Vogliamo far arrivare in cantiere non solo il prodotto ma anche la parte digitale, che attualmente costituisce il 18 per cento del fatturato del Gruppo», ha aggiunto il manager. M a r z o

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NUOVO RASANTE Novità: Ytong RY25 Certificato secondo la norma Uni En 998-1, il nuovo rasante per interni Ytong RY25 è una soluzione versatile, ideale sia in ambito di ristrutturazione che di nuova costruzione, utilizzabile in uno strato singolo o doppio, di spessore complessivo da 2 a 20 millimetri. Lo spessore di pochi millimetri, la metà rispetto ai normali intonaci, permette un vantaggio sui tempi di posa, che si riducono notevolmente, e sui costi di gestione del cantiere.

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SPECIAL E

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Il polo produttivo di Xella Italia a Pontenure (Piacenza)

VOCAZIONE NATURALE Quali caratteristiche deve avere un edificio per essere realmente sostenibile? Per ricevere una risposta articolata a questo interrogativo è naturale aspettarsi una trattazione enciclopedica dei materiali edili, della loro produzione e lavorazione, del loro ciclo di vita, delle materie prime utilizzate. E, poi ancora, la questione degli impianti e delle fonti di energia, e le molte altre componenti che caratterizzano un edificio. Oppure, si può accogliere un concetto sorprendente nella sua semplicità, proprio perché è l’obiettivo più difficile da raggiungere. Ovvero: per costruire in modo sostenibile, occorre impiegare un sistema costruttivo completo che garantisca una totale compatibilità dei prodotti, ovviamente con certificazioni che ne attestino la compatibilità ambientale. Questa è senza dubbio

la mission di Xella, gruppo multinazionale presente in 20 Paesi con 99 stabilimenti produttivi e con sedi amministrative in 30 nazioni, conosciuta soprattutto per i suoi marchi Ytong e Multipor, molto apprezzati anche sul mercato italiano per le loro caratteristiche tecniche e di qualità. Quest’ultima è rinforzata dall’ottimo bilancio di sostenibilità ambientale: l’origine naturale delle materie prime impiegate, unita all’elevato standard qualitativo degli impianti di produzione, ha permesso ai prodotti Xella di essere compatibili nel campo della bioedilizia e anche nella realizzazione di edifici Nzeb (edifici a consumo energetico quasi nullo). I principali prodotti Xella sono, infatti, certificati secondo lo standard Natureplus e corredati dalla Dichiarazione ambientale di prodotto (Epd) basata sulla stima del ciclo di vita (Lca).

QUAL È LA DIFFERENZA Specifiche per il calcestruzzo cellulare, le soluzioni Ytong comprendono malte per l’incollaggio e prodotti per l’intonacatura e la rasatura di murature realizzate con i blocchi prodotti dall’azienda. «Le nostre malte sono specifiche per i blocchi Ytong e non vanno confuse con altri prodotti», spiega Marco Paolini, Ceo di Xella Italia. «Questo ci permette di garantire la completa compatibilità dei prodotti del nostro sistema costruttivo, e quindi la qualità della costruzione finale. Proponiamo un sistema completo, ideale sia per le nuove costruzioni grazie alle sue prestazioni di isolamento

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termico, sia per le ristrutturazioni, per la sua intrinseca leggerezza. Stiamo aumentando le nostre quote di mercato: stanno crescendo i blocchi e le lastre, e ancora di più i materiali di completamento, come appunto le malte. Un chiaro segnale che stiamo educando bene gli operatori a impiegare correttamente i nostri prodotti. Xella organizza a questo proposito giornate di formazione per le imprese e supporto alla progettazione per i clienti delle rivendite, per offrire un servizio a 360 gradi al committente e progettista e lavorare sempre più a stretto contatto con i distributori».

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UN PASSO AVANTI (CON TANTI AUGURI) La crisi dell’edilizia sembra essersi fermata. Così per la manifestazione biennale chiusa a Milano gli organizzatori parlano di segnali incoraggianti. Ma, oltre ai prodotti dei 900 espositori, ad attirare gli addetti ai lavori sono stati anche dibattiti e workshop

di Franco Saro

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li organizzatori del Made parlano di segnali incoraggianti. Tradotto: non proprio un trionfo, ma un piccolo passo in avanti, con qualche incognita, proprio come indica la famosa carta a sorpresa del gioco del Monopoli. Se si guarda indietro, infatti, si scorge la crisi dell’edilizia e, naturalmente, un fiera dedicata al mondo delle costruzioni, come Made Expo, non poteva essere in controtendenza. Il bilancio della manifestazione, secondo gli organizzatori, è comunque positivo: una diagnosi che

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assomiglia a quella di un malato a cui hanno bloccato l’emorragia. Il bilancio indica anche circa 900 espositori su 47.500 metri quadri di superficie netta espositiva, con oltre 90 mila presenze, di cui circa il 10% straniere. Inoltre, il consuntivo segna anche la presenza di 180 progettisti, contractor e buyer provenienti da più di 20 Paesi che, grazie al supporto strategico di Ice, hanno potuto sviluppare più di un migliaio di incontri b2b con le aziende italiane espositrici durante Made Expo. E non a caso, forse, proprio durante la manifestazione fieristica, tra l’altro, si è sviluppato il dibattito sul provvedimento sblocca cantieri.

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Giorgio Aceto, tecnico commerciale per l’Italia della Gavazzi

«

Secondo le impressioni raccolte da YouTrade, presente con una propria postazione per tutta la durata della fiera, è stata apprezzata l’idea di organizzare Made Expo secondo linee guida precise: comfort, sicurezza, sostenibilità e tecnologia. E sono linee guida che non hanno coinvolto solo la programmazione espositiva, ma anche e, soprattutto, la collaterale funzione educativa, cognitiva e formativa. Cioè quella che ha dato vita a un programma di formazione tecnica e culturale con oltre 250 tra eventi e convegni. Ma qual è stato il sentiment riguardo la fiera? Secondo Andrea Besana, di Besana Moquette, «la nostra sensazione generale è positiva. Abbiamo registrato molti visitatori nazionali, ma anche internazionali: dai Paesi Arabi e della Spagna soprattutto». Soddisfatta anche Rita Cadorin, dell’omonima azienda di parquet: «Abbiamo registrato molta affluenza. Tutte le aziende del nostro comparto dovrebbero credere di più in questa fiera. Quando si parla di design e architettura collegati all’edilizia il Made è molto importante, una manifestazione di valore. Quest’anno ci sono venuti a trovare tanti visitatori, molti italiani ma anche provenienti da altri Paesi come la Russia, o del Nord Europa». Positivo il giudizio anche di Roberto Callieri, di Calcestruzzi e Italcementi: «La fiera si è dimostrata molto positiva e l’interesse per i nostri nuovi prodotti è alto. È cresciuto anche l’interesse degli architetti per la stampa 3d. Il numero di visite è molto significativo, anche quelle internazionali. Dal punto di vista nazionale i più interessati sono gli ingegneri che si occupano di ripristino e ristrutturazione. I progettisti possono toccare con mano i prodotti per metterli a capitolato nei progetti futuri quindi per noi Made Expo è un’esperienza positiva». E per Massimo Logli, «essersi presentati per la prima volta in sinergia con la Saint-Gobain, che ci ha acquisito, è per noi un motivo per aver riportato dopo tanti anni una grande casa produttrice di vetro in una fiera che parla di edilizia e di architettura». M a r z o

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Per il rinforzo strutturale Gavazzi propone le sue reti in fibra di vetro Ar alcali resistente. Si tratta di reti realizzate con una tipologia specifica di vetro in grado di resistere in ambiente alcalino, e che quindi non temono l’aggressione degli alcali presenti nella matrice cementizia e negli impasti a base calce. Questo garantisce performance pressoché inalterate nel tempo e permette una resistenza duratura. Le reti della linea Ar Gavazzi sono progettate per interventi di consolidamento delle strutture e miglioramento sismico, dal ripristino di solai all’antiribaltamento di facciate. Secondo il tipo di intervento, si possono avere performance meccaniche differenti a seconda del tipo di malta utilizzata. Gavazzi è specializzata nella produzione di reti di rinforzo: abbiamo varie tipologie, ma la nostra caratteristica peculiare è quella di essere in grado di customizzare i prodotti in base alle esigenze specifiche dei nostri clienti. Le nostre reti sono testate dai laboratori qualificati del Politecnico di Milano, con cui c’è una collaborazione che va avanti dal 2008. Partecipiamo con i nostri prodotti sia progetti di ricerca universitari, sia a test report che ci consentono di attestare le prestazioni e di capire cosa possiamo ancora migliorare. La nostra politica è sempre stata quella di lavorare con i rivenditori, che sono il nostro principale target. Lasciamo a loro il lavoro con le imprese, anzi spesso sono gli stessi rivenditori ad aiutarci a capire le richieste delle imprese, informazioni difficili da recepire se non attraverso questo confronto continuo con la distribuzione. Possiamo dunque dire che la formazione è reciproca. Noi offriamo il massimo supporto, con materiale informativo, video, analisi di prodotto e tutto quello che serve al rivenditore per veicolare meglio i nostri prodotti, in particolare le reti per il rinforzo strutturale, che danno un grande valore aggiunto. Da poco sono state anche approvate le nuove Linea Guida per i compositi fibrorinforzati a matrice inorganica (Frcm, quindi l’argomento è particolarmente sentito e sta diventando un mercato molto importante»

INTERVISTE

I RINFORZI SONO AD HOC

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INTERVISTE

SPECIAL E

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LA NUOVA RETE È IN FIBRA DI VETRO

PRONTI AI LAVORI PESANTI

Antonio Belotti, direttore commerciale Dakota

Sandro Scarpari, sales manager di Elematic

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Dakota ha presentato in anteprima al Made Expo una nuova rete Gfrp in fibra di vetro impregnata con resina epossidica. Ci è voluto qualche anno per metterla a punto, ma ci siamo riusciti e contiamo di svilupparlo ulteriormente nei prossimi mesi. Quello delle reti in fibra di vetro è un ambito in cui crediamo tanto e su cui stiamo investendo anche in termini di ricerca e sviluppo. Proponiamo una gamma con tre diverse grammature e interassi di 40x40 millimetri, 40x80 millimetri e 80x80 millimetri, in confezioni da 20 metri lineari e 2 metri di altezza, trasportabili anche da una sola persona. Queste reti si applicano nel rinforzo strutturale, nei cicli antiribaltamento, nei sistemi anti sfondellamento, e in tutti quei contesti dove è necessario ripristinare le murature per lesioni dovute a vetustà della struttura o a infiltrazioni. Il patrimonio edilizio italiano invecchia e non essere presente in questo mercato significa rinunciare a una parte di business destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi anni. Questo vale anche per i rivenditori: alcuni sono particolarmente avanti su queste tematiche, altri stanno iniziando ora. Per supportare la distribuzione su questi argomenti proponiamo l’iniziativa Dakota Lab, una serie di incontri presso le rivendite durante i quali i nostri consulenti tecnici spiegano questi prodotti e gli ambiti di applicazione. Il servizio al rivenditore è importante quanto il prodotto stesso: il rivenditore ha bisogno di un materiale documentale, prove di laboratorio, ma anche di un referente per la consulenza tecnica in grado di attivarsi ogni volta che c’è da interfacciarsi con un professionista o la committenza lavori. Quando si parla di riqualificazione strutturale, infatti, si entra in un discorso particolarmente complesso, sul quale è necessario essere molto competenti».

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Al Made Expo abbiamo presentato Trider, un nuovo tassello meccanico adatto a carichi pesanti che può essere utilizzato anche su muratura vuota al posto dell’ancorante chimico. Un esempio di applicazione di Trider può essere il fissaggio di canalizzazioni porta cavi e canaline per l’impiantistica, guide e corrimano per le scale, staffaggi per sottostrutture metalliche, mensole metalliche e piastre in genere. Oggi per le murature vuote vengono utilizzati i tasselli di nylon, che però sono adatti per carichi piuttosto limitati, o gli ancoranti chimici, che non consentono di quantificare esattamente costi e tempi di applicazione. Questo tassello invece, una volta applicato, è subito pronto e resiste fino a 250 chilogrammi su mattoni forati. Trider è composto da acciaio e copolimero ad alta resistenza: la parte metallica permette di garantire forti resistenze al taglio, mentre la parte polimerica permette evitare la rottura in caso di tensioni elevate. Elematic si rivolge al mondo dell’edilizia e della ferramenta, e al settore elettrico. Per quello che riguarda la distribuzione edile siamo presenti da più di 30 anni e lavoriamo principalmente con i rivenditori di materiale edile pesante, sistemi a secco e attrezzature edili. Offriamo un assortimento può partire da una trentina di codici per arrivare a 300-350 codici che comprendono ancoranti di nylon leggero, ancoranti metallici pesanti, ancoranti chimici e schiume, sistemi di fissaggio a gas, a polvere o pneumatici. Sul mercato c’è sempre più bisogno di sistemi versatili, adatti alla ristrutturazione. Spesso è difficile scegliere il tipo di fissaggio proprio perché non si sa cosa c’è sotto l’intonaco: c’è quindi l’esigenza di offrire sistemi che non hanno bisogno di prescrizioni e che funzionano sempre».

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Seconda edizione

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RASSEGNA

SPECIAL E

Metropolitan Collection

Cartoon Collection

I NUOVI RIVESTIMENTI DI ALIAS

Marble Collection

Radiant Collection R111

Listen Collection

Alias mette a catalogo nuove collezioni di pannelli di rivestimento pantografati caratterizzati da disegni complessi che conferiscono eleganza e raffinatezza alle porte. Le nuove proposte della linea Contemporary sono contraddistinte da accostamenti di materiali innovativi e ricercate lavorazioni, come la collezione Metropolitan pensata per gli ingressi importanti e la collezione Cartooon con forme virtuali e immaginarie dei disegni animati degli anni 30. Gipsy rappresenta l’unione di glamour e minimalismo, mentre un’impronta contemporanea e rigorosa è la peculiarità delle nuove soluzioni della Listen Collection. Ai modelli si aggiunge oggi Pais Picture, protagonista del design dello spazio tanto quanto i complementi d’arredo. I diversi modelli di queste collezioni possono essere dotati di una serie di inserti inediti in acciaio o Mdf. Per la Linea Tradition, Alias ha creato i pannelli pantografati Radiant caratterizzati da ampie fresate asimmetriche che conferiscono eleganza e un tocco di classe, mentre la collezione Marble propone pannelli dal forte impatto decorativo con superfici luminose e le ricercate texture del gres.

Gipsy

Pais Collection

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HF410 Finestra in legno-alluminio essenza rovere grigio

INTERNORM CON ESSENZE PREGIATE Internorm ha presentato al Made Expo la nuova finestra in Pvc/alluminio KF320 e l'alzante scorrevole HS330 in legno/alluminio, modello che da quest'anno è disponibile con motorizzazione integrata per un maggiore comfort. Altra novità in casa Internorm le nuove essenze pregiate per la finestra HF410: otto nuovi rivestimenti impiallacciati realizzati con essenze rovere, noce, larice e frassino, al prezzo standard che arricchiscono la scelta tra i rivestimenti lignei senza aggravio di prezzo.

HS330 alzante scorrevole in legno-alluminio

KF320 Finestra in PVC-alluminio - angolare vista finestra aperta

SECCO SISTEMI A PROFILI RIDOTTI Molte le novità Secco Sistemi portate al Made Expo, a partire da Xt, sistema di profili ridotti all’estremo, dalle linee sottili, nitide e decise, che riduce le sezioni in vista del serramento. In esposizione anche il sistema Os2 ad alzante scorrevole, premiato con il Compasso d’Oro 2018, nella soluzione a quattro ante; la modanatura ad angolo smussato OS2 BV beveled, che conferisce una maggiore profondità al prospetto del serramento; i profili OS2 40 ancora più leggeri per la realizzazione di partizioni interne. SC è un’apertura motorizzata sali-scendi fra due ante complanari di grandi dimensioni scenografica e funzionale, che configura un nuovo modo di movimentare lo spazio.

Sistema OS2 40

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Sistema XT

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INTERVISTE

SPECIAL E

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DA FARAONE LA BALAUSTRA CHE PRODUCE ENERGIA In occasione dei 50 anni, Faraone si è presentata al Made Expo con numerose novità e una mostra dedicata ai progetti e alle innovazioni messe a punto nel mondo delle architetture trasparenti. In anteprima assoluta le nuove famiglie di parapetti Ninfa in vetro e altri materiali, il nuovo Olimpia Balaustra in alluminio e pannelli in vetro o metallici personalizzabili per disegni e colori, il sistema di facciate sospese in vetro Klima ad alto isolamento termico in versione blackstyle, le nuove proposte per porte e divisori in diverse finiture e colori di tendenza. Tra le novità anche Ninfa FV, la balaustra fotovoltaica, che permette di accogliere tutti i tipi di pannelli fotovoltaici e usare attivamente il balcone per generare energia.

AD SPINGE IL BIM AD Dal Pozzo ha presentato a Made Expo AD|House Design Project, un innovativo progetto in campo immobiliare dell’azienda di Grisignano di Zocco (Vicenza), in partnership con Manni Green Tech, il ramo di Manni Group specializzato nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per la realizzazione di soluzioni abitative sostenibili. L’obiettivo è proporre al mercato internazionale soluzioni abitative d’avanguardia, basate su un metodo di progettazione e modellazione Bim (Building Information Modeling), che sia inoltre punto di connessione tra innovazione tecnologica dei materiali, mondo del lusso e del design. Protagonista è l’acciaio: attraverso un innovativo procedimento consistente nella piegatura a freddo di sottili profili di acciaio, chiamato Cold Formed Steel, potranno essere costruiti edifici con strutture portanti flessibili, efficienti, dotate di eccezionali caratteristiche fisico-meccaniche di solidità, resistenza ed elasticità. «Con AD|House Design vogliamo proporre al mercato immobiliare soluzioni abitative moderne e tecnologiche che si avvicinino il più possibile ai desiderata del cliente», afferma Gionata Dal Pozzo, amministratore delegato di AD Dal Pozzo. «Siamo orgogliosi di poter dare nuova applicazione al nostro know-how, completando la nostra offerta nell’ambito dell’abitare moderno proponendo, anche in campo immobiliare, il gusto e lo stile che caratterizzano la nostra azienda fin dalla nascita». Tutti i componenti strutturali degli edifici progettati AD|House Design verranno prodotti industrialmente, per poi essere spediti e assemblati in cantiere. AD Dal Pozzo mette inoltre a disposizione dei propri clienti un’innovativa applicazione di rendering in Virtual Reality che permette di interagire di persona con lo spazio non ancora costruito.

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INTERVISTE

SPECIAL E

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Hi-Finity

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Concept System 77

SOLUZIONI ULTRASOTTILI Design e prestazioni è il binomio che Italserramenti ha messo in mostra a Made Expo per le soluzioni in alluminio e acciaio. Il design ultra-sottile dello scorrevole, realizzato con il sistema in alluminio Hi-Finity della Reynaers, è in grado di creare ampie superfici trasparenti ideali per l’architettura contemporanea: i contorni sono minimamente visibili e l’elevata resistenza permette di supportare grandi ante di vetro scorrevoli fino a 750 kg di peso (versione motorizzata). Tra le proposte in alluminio anche Concept System 77, adatto all’installazione del triplo vetro, che combina stabilità e sicurezza con elevate prestazioni in termini di isolamento termico (Uf =1.6 W/m²K nella versione standard); SlimLine che combina eleganza e comfort con un’estetica dai contorni sottili che richiama le finestre in acciaio; lo scorrevole Concept Patio 155, per grandi specchiature fino a 3 metri d'altezza e pannelli fino a 400 kg. Per le finestre in acciaio, Italserramenti ha portato in fiera Unico XS, caratterizzata da resistenza, isolamento, trasparenza e profili ultra sottili, con possibilità di inserimento di vetrazioni fino 60 mm. Una soluzione ideale per ristrutturare edifici antichi e storici, nonché per moderni edifici in vetro.

SlimLine

Concept Patio 155

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MINIMAL DESIGN PER AGOSTINI

Zhero

In risposta alle nuove tendenze dell’abitare, Agostini Group presenta la nuova proposta di serramenti Minimal Design. L'anta vetrata a scomparsa di Orama e le soluzioni Zhero Frame, rinunciano ai dettagli superflui, lasciando una visione incontaminata degli spazi esterni, mantenendo le massime prestazioni di isolamento termico e acustico. Orama Minimal Frames regala un’esperienza visiva unica, minimizzando il telaio e producendo una perfetta integrazione fra interno ed esterno, per un ambiente luminoso ed elegante. Per soddisfare le nuove tendenze di design minimalista Agostini propone anche Zhero Frame, che prevede un incasso quasi totale del telaio nella muratura sia nella parte esterna ma, soprattutto, nella parte interna.

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135 UNI EN ISO 9001:2015


SPEC IA L E

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MAPEI

LA NUOVA EDILIZIA COMINCIA DA QUI Il gruppo milanese ha presentato al Made Expo una raffica di novità. Dalle soluzioni per l’impermeabilizzazione al rinforzo delle strutture, dagli adesivi alla pavimentazione: ecco una rassegna delle ultime soluzioni messe a punto dall’azienda della famiglia Squinzi di Veronica Monaco

Dursilac, la nuova famiglia Mapei di smalti all’acqua

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na lunga carrellata di novità per Mapei, che al Made Expo di Milano ha presentato tutte le sue soluzioni per la qualità dell’abitare, che coniugano estetica e qualità tecnica. Durante la manifestazione biennale dedicata al mondo delle costruzioni e dell’architettura, il gruppo guidato da Giorgio Squinzi, ha messo inoltre in luce i risultati raggiunti nell’ambito della sostenibilità, con prodotti a ridotta emissione di Voc, certificati Emicode Ec1 Plus e dichiarazioni ambientali verificate e certificate dall’International Epd System. EDIFICI A PROVA D’ACQUA Per un’impermeabilizzazione a perfetta tenuta, Mapei ha introdotto la famiglia di membrane liquide Purtop Easy per coperture, dei terrazzi e balconi: monocomponenti, pronte all’uso e facili da applicare su superfici

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Mapegrout Ancora & Ripara, nuova malta per la reintegrazione strutturale dei pilastri e travi in cemento armato

orizzontali, verticali e inclinate, offrono un’eccellente adesione su molteplici tipologie di supporti e un’elevata elasticità. In evidenza Purtop Easy T, membrana poliuretanica monocomponente trasparente che garantisce un intervento di impermeabilizzazione efficace, mantenendo l’aspetto estetico. Per le strutture di fondazione, c’è invece il nuovo manto sintetico Mapeproof Fbt accoppiato a un tessuto non tessuto. Una volta eseguito il getto in calcestruzzo, il manto si lega monoliticamente al getto stesso rimanendo adeso nel tempo. Facile da posare e impermeabile fino a 7 bar e ai gas radon e metano, è resistente ai raggi Uv. MURATURE RISANATE Contro l’umidità di risalita Mapei ha invece proposto a Made Expo soluzioni specifiche per interventi diversi: Poromap Deumidificante, intonaco monoprodotto e monostrato per tutti i tipi di murature soggette a umidità; la linea Mape-Antique, completamente esente da cemento, M a r z o

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specifica per ambienti particolarmente aggressivi e muratura anche di pregio storico e artistico; la gamma Mapestop, prodotti in forma liquida e in crema per la realizzazione di barriere chimiche orizzontali contro l’umidità di risalita capillare. STRUTTURE PROTETTE E RINFORZATE A Made Expo Mapei ha presentato la nuova malta a ritiro compensato Mapegrout Ancora & Ripara, fibrorinforzata di classe R4, indicata per la reintegrazione strutturale di pilastri e travi in cemento armato, la reintegrazione dei solai scarificati delle parti ammalorate, il ripristino delle pavimentazioni in calcestruzzo, e l’ancoraggio di carpenterie metalliche o macchine utensili mediante colatura sottopiastra. Protagonista della manifestazione milanese anche Intomap, famiglia di malte cementizie per l’allettamento e la stilatura di murature portanti e faccia a vista, e intonaci a base di calce e leganti idraulici per esterni ed interni. Tra queste, in evidenza Intomap Maxi Fibro, intonaco di fondo a grana grossa, fibrorinforzato a base di calce aerea e leganti idraulici. Per il rinforzo delle murature esistenti senza l’ausilio di reti, Mapei ha presentato in fiera Planitop Intonaco Armato, innovativa malta a microarmatu-

Le membrane liquide Purtop Easy offrono un’eccelente adesione e un’elevate elasticità su molteplici tipologie di supporti

ra diffusa, totalmente esente da cemento. Questo prodotto, insieme a Mapewrap EQ System - il presidio contro lo sfondellamento dei solai e il ribaltamento dei tamponamenti e tramezze - è stato selezionato da Made Expo per la mostra “Focus” dedicata ai prodotti che si distinguono sul mercato per innovazione e performance. Per la salvaguardia delle strutture in calcestruzzo armato, Mapei ha invece un asso nella manica: Mapeshield, le soluzioni per la protezione catodica galvanica contro la corrosione delle armature metalliche. IL COLORE È PROTAGONISTA La vocazione per il colore di Mapei è declinata in tutte le linee di prodotto, dalle finiture murali - con la mazzetta Master Collection by ColorMap in oltre mille tinte originali - ai rivestimenti decorativi per superfici continue, per le quali il gruppo milanese ha presentato Ultratop Loft, la pasta cementizia spatolabile per pavimenti e pareti di forte impatto M a r z o

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materico, tattile e visivo. Grazie al nuovo sistema di colorazione Ultratop Easycolor realizzabile con ColorMap, il sistema tintometrico di Mapei, Ultratop Easycolor, Ultratop Loft è disponibile in 200 tonalità. Tra le novità anche la nuova famiglia di smalti all’acqua Dursilac, a base di pigmenti finissimi e innovative resine acril-uretaniche, per la protezione e la decorazione di supporti in legno, ferro e PVC rigido, disponibili con effetto satinato, lucido e opaco. Il colore è protagonista anche delle fughe Set the Mood, disponibili in 50 cromie, suddivise in cinque raccolte per facilitare la scelta del progettista e del committente: Serene, Traditional, Natural, Romance e Glamour. ADESIVI PER OGNI ESIGENZA Tra i maggiori produttori mondiali di adesivi per ceramica e pietra naturale, Mapei ha riproposto a Made Expo la gamma Ultralite, ideale per la posa di mosaico, pietre naturali e qualsiasi tipo di ceramica, in particolare per gres porcellanato sottile e lastre di grande formato. Grazie alle microsfere di vetro e inerti di origine naturale contenuti nella formulazione, il cui contenuto è composto per il 20% da materiale riciclato, i prodotti Ultralite agevolano l’attività di stesura e tutelano la salute degli applicatori, in quanto limitano fortemente la formazione di polvere in fase di miscelazione. Per LVT, Mapei ha di recente affiancato nuovi adesivi e soluzioni, come Ultrabond Eco V4 Evolution, nuovo adesivo universale all-in-one, particolarmente idoneo per gli Lvt modulari; Ultrabond Eco MS 4 Lvt Wall, con formula migliorata per la posa di LVT, SPC e LVT rigidi a parete, anche in ambienti umidi; il sistema Shower System 4 Lvt per l’impermeabilizzazione e la posa di LVT in bagni e ambienti umidi. Per il mondo del parquet, invece, Mapei ha presentato la linea Ultrabond Eco S, i nuovi adesivi sililati per tutti i tipi di pavimenti in legno, esenti da acqua, solventi, ammine e resine epossidiche e a bassissima emissione di Voc. Tra questi l’alleggerito Ultrabond Eco S Lite e Ultrabond Eco S Plus, esente da metanolo Tra le proposte non potevano mancare i sigillanti e adesivi elastici ibridi della gamma Mapeflex e Ultrabond Ms, caratterizzati da facilità di estrusione e lisciatura anche in climi freddi. In evidenza Mapeflex MS45, idoneo per la sigillatura anche con fondi umidi e bagnati. PAVIMENTAZIONI PER L’ARREDO URBANO Diverse sono le soluzioni Mapei per l’arredo urbano: all’avanguardia per la loro versatilità applicativa e le loro prestazioni, sono capaci di unire estetica, praticità e durata. Come Mapestone, il sistema per pavimentazioni architettoniche monolitiche in pietra, o Mapestone Joint per pavimentazioni architettoniche drenanti ed elastiche. Sono invece in calcestruzzo lavato le soluzioni Mapei Color Paving, mentre Mapecoat Tns Urban è il sistema per pavimentazioni in resina ideale per piste ciclabili, aree pedonali, parcheggi e zone a traffico carrabile. INSIEME A ELLE DECOR Ultratop Loft, Mapefloor Comfort System e i Tonachini Mapei sono stati scelti per l’Elle Decor Design Box allestita al Made Expo, dove finiture e rivestimenti sono protagonisti. Progettato dagli architetti Calvi Brambilla secondo la direzione artistica del magazine Elle Decor Italia, il “contenitore” vuole suggerire nuove ispirazioni, tendenze e chiavi di lettura per l’interior design.

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LUXURY GOODS 1

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1. KE Outdoor Design presenta Xtesa Plain, la

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pergola con tessuto ad avvolgimento anziché a pacchetto, ideale per installazioni in ambienti architettonici particolari, e in grado di raggiungere notevoli sporgenze con pendenze contenute. 2. Acquerello, la nuova collezione di lavabi Valdama dalle curve morbide, permette inediti abbinamenti cromatici e materici grazie alla possibilità di accostare differenti colori e finiture tra la parte interna e il volume del lavabo. La parte interna inoltre è lievemente convessa e sollevata rispetto al piano orizzontale. 3. Si ispira all’omonima pianta Bamboo Quadro, la versione quadrata della collezione realizzata per Rubinetterie Stella da Marco Piva. Dalla forma originale e fortemente innovativa, favorisce al contempo un’impugnatura naturale e manovrabile intuitivamente. 4. Per cucine, arredi e superfici interne ed esterne, la nuova collezione Marmo di HI-Macs riproduce in modo assolutamente fedele le venature e le irregolarità tipiche della pietra naturale. Le lastre possono essere unite eliminando i segni di giunzione alla vista, dando l’impressione che sia ricavato da un unico grande blocco di marmo. 5. Il gres porcellanato si unisce alle calde sfumature del legno in Nest, la collezione per pavimenti di Fap ceramiche in due finiture di superficie: una morbida struttura per interno e la versione Out, in finitura R11, per l’esterno. Disponibile in cinque essenze matt e due formati: il 20x120 Doga e il contemporaneo 7,5x45 Chevron. 6. Jointed di Mosaico+ supera i concetti di modularità e

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IN SHOW 6

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ripetitività del mosaico: ogni tessera è infatti incisa con un segno grafico, che permette di definire cinque diverse tipologie di decoro. I fogli, posati con uno schema ripetuto o secondo una disposizione casuale, danno vita a infinite combinazioni. E la personalizzazione continua con la possibilità di utilizzare uno stucco tono su tono o a contrasto. 7. Step-by-Step è il calorifero di Tubes capace di coniugare tecnologia e design. La superficie del modulo in alluminio è costituita da elementi ellittici plissettati, inclinati verso destra o sinistra, creando suggestivi giochi di luce ed effetti visivi. Il modulo base può essere installato singolarmente o posizionato a fianco di un altro modulo. 8. Il benessere in soli 2 mm di spessore con Relax, il soffione ultrasottile di Damast con valvole riduttrici di flusso per contenere il dispendio d’acqua.Tondo, quadrato o rettangolare, Relax è in acciaio inossidabile cromato e 11 formati. 9. Ispirazioni tartan per la porta Yncisa di FerreroLegno dalle sofisticate geometrie che si intrecciano in un motivo a griglia 3D dalla pantografatura leggera (1 mm di profondità). Disponibile con quattro diversi modelli di telaio e un’ampia palette cromatica. 10. Tre nuovi colori per la collezione in gres porcellanato Creos di Refin, da oggi disponibile anche in Bluebay, Lime e Coral. Le superfici lievemente mosse e irregolari, definite dall’alternanza di zone leggermente lucide e da campiture di colore più opache, conferiscono un appeal simile alle resine artigianali.

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HIGH TECH

vantaggio dall’era digitale e proteggersi dai pericoli. Basti dire che il nostro Paese è quart’ultimo nella classifica mondiale per l’utilizzo di Internet, con posizioni di coda anche per l’istruzione online, mentre il 90% degli italiani non ha mai utilizzato il telelavoro.

SONO 228 MILIONI LE E-FATTURE IN UN MESE E MEZZO

AUMENTANO I PAGAMENTI VIA SMARTPHONE I pagamenti via cellulare, che sostituisce la carta di credito, sono sempre più diffusi. Lo dimostra questo dato: sono quasi 1 miliardo gli utenti iPhone nel mondo e di questi il 43% ha attivato Apple Pay, il sistema di pagamento, attivo anche in Italia, che passa attraverso la app di un iPhone. Un report di Loup Ventures, una società di società di venture capital, indica una crescita anno su anno del 135%. Non solo: secondo la ricerca, il 55% delle persone che ha partecipato al sondaggio evidenzia l’uso di carte di debito in wallet come Apple Pay, Google Pay o Samsung Pay e il 53% ha registrato un aumento nel numero totale di transazioni con le carte di debito dal canale del mobile wallet.

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Quanto è utilizzata la fattura elettronica? La nuova modalità di rendicontazione è stata fotografata dall’Agenzia delle Entrate. Risultato: dal 1 gennaio al 18 febbraio sono state emesse 228 milioni fatture elettroniche da 2,3 milioni di soggetti. A livello geografico la Lombardia è la regione più attiva, con 81.180.119 milioni di documenti generati e inviati attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) preparato dal Fisco. Seguono Lazio con 51.235.686, Emilia-Romagna con 13.524.740, Veneto con 12.153.873, Piemonte con 12.009.929, Toscana con 8.048.074, Campania con 6.947.742, Sicilia con 4.696.895, Puglia con 4.344.587, Marche con 3.103.146 e Umbria con 1.792.741. Forte anche l’incremento del numero di e-fatture emesse nei primi 18 giorni di febbraio: oltre il doppio rispetto a quelle relative a tutto il mese di gennaio. Significa che in molti hanno atteso gli ultimi giorni disponibili per lo svolgimento della pratica. Numeri poco confortanti per l’Italia da uno studio dell’Ocse sui vantaggi della trasformazione digitale. L’Italia, infatti, è quasi sempre in fondo alle classifiche, assieme a Ungheria e Cile. Secondo la ricerca siamo insieme ai Paesi «più esposti ai rischi della trasformazione digitale che non a coglierne i benefici». I virtuosi sono invece Finlandia, Canada, Svizzera, Norvegia, Corea del Sud, Nuova Zelanda. In questi Paesi invece, secondo l’Ocse, gli abitanti sanno trarre

IL MISURATORE LASER DI PRECISIONE Per l’edilizia è in arrivo un distanziometro laser di precisione. Si chiama Gocomma E50 ed è un dispositivo in grado di misurare qualsiasi oggetto, da qualsiasi luogo, di qualsiasi forma anche complessa e difficile da raggiungere. Serve per creare libretti di misure di una costruzione, calcolare le dimensioni del tetto, integrare i dati nel sistema Bim o software Cad, anche per visualizzazioni 3D. Il dispositivo può anche misurare distanza e posizione tra due punti o più punti calcolando la lunghezza di vari oggetti oppure l’area e il volume di stanze, appartamenti, edifici, fabbriche, magazzini, giardini, strade. È abilitato per la misurazione fino a 50 metri di distanza, con un errore di 1,5 millimetri. Utile per architetti, geometri, facility manager, imprese di costruzioni, assicurazioni, polizia municipale, progettisti, periti, serramentisti, designer di esterni, carpentieri...

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ZAPPING FASSA BORTOLO SENZA FORMALDEIDE

NUOVA GAMMA CON CROMOLOGY

La qualità dell’aria che respiriamo all’interno degli ambienti può essere fino a dieci volte peggiore rispetto a quella fuori dalle mura di case e uffici. Tra gli elementi più pericolosi per la nostra salute ci sono i Voc, come la formaldeide, che possono causare patologie croniche come allergie, dermatiti o emicranie. Per ridurre la formaldeide negli ambienti domestici, Fassa Bortolo presenta Arya Indoor, due prodotti che attraverso la loro speciale formulazione riescono a catturare questo elemento tossico, che si trova normalmente allo stato gassoso, trasformandolo in composti stabili e innocui. Il sistema si compone di Gypsotech GypsoARYA HD, una lastra in cartongesso utilizzabile su pareti, contropareti o controsoffitti, anche in combinazione con altre lastre, e Pothos 003, idropittura per interni traspirante, inodore ed esente da solventi.

IL CEMENTO AL GRAFENE DI ITALCEMENTI

UNA GAMMA COMPLETAMENTE NUOVA DI SOLUZIONI VERNICIANTI PER OGNI TIPO DI SUPERFICIE E AMBIENTE. LO SPECIALISTA DI MISTERCOLOR, STORICO MARCHIO DI CROMOLOGY ITALIA, SI PRESENTA CON UNA NUOVA IMMAGINE E UNA STRATEGIA DI MARKETING PER GLI AMANTI DEL FAI-DATE. LA NUOVA GAMMA COMPRENDE CINQUE TIPOLOGIE DI PITTURE PER INTERNI, DI CUI UNA LINEA DISPONIBILE IN DIECI COLORAZIONI CHE ANTICIPANO I TREND DELLA MODA E DELL’INTERIOR DESIGN; SOLUZIONI SPECIFICHE ANTIMUFFA PER LE PARETI INTERNE E PER LA TINTEGGIATURA DELLE FACCIATE; 16 VARIANTI DI SMALTO ALL’AC-

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QUA PER FERRO E LEGNO, SATINATO O BRILLANTE, IN NUMEROSE COLORAZIONI E ALTRETTANTE NELLA VERSIONE A SOLVENTE PER ESTERNI; SMALTO GEL ANTIRUGGINE, SMALTO ANTICHIZZANTE E SMALTO SPECIFICO PER TERMOSIFONI; FLATTING E IMPREGNANTI PROTETTIVI PER LEGNO ALL’ACQUA, A CERA E A BASE DI SOLVENTE IN BEN 52 VARIANTI E OTTO DIVERSE COLORAZIONI; UNA GAMMA COMPLETA DI SOLUZIONI PER PREPARARE IL FONDO, STUCCARE E FISSARE. E NEL BLOG LO SPECIALISTA CONSIGLIA TANTI TRUCCHI PER SFRUTTARE AL MEGLIO LE POTENZIALITÀ DEI PRODOTTI.

Un cemento con grafene, che conduce l’elettricità e può riscaldare le case: Italcementi ha presentato al Mobile World Congress di Barcellona il prototipo di un composito cementizio che combina le proprietà conduttive del grafene con le potenzialità del calcestruzzo. Incorporando il grafene nel calcestruzzo, i ricercatori Italcementi sono riusciti a modificare il tipico comportamento

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DI VIDEO TUTORIAL E UNA GUIDA ALLE SOLUZIONI PER IL FAI DA TE, DISPONIBILE IN VERSIONE CARTACEA E DIGITALE, RAGGRUPPATE NELLE SEGUENTI CATEGORIE: COSTRUIRE CON IL CARTONGESSO, RIPARARE E LIVELLARE, POSARE RIVESTIMENTI, ISOLARE, DECORARE, SIGILLARE.

isolante dei composti cementizi, permettendo il passaggio della corrente elettrica senza comprometterne le performance. Questo smart concrete apre la strada ad applicazioni rivoluzionarie nel settore dell’edilizia e a molteplici soluzioni intelligenti per le abitazioni, le infrastrutture e la mobilità del futuro, in grado di accrescere efficienza e sicurezza nella vita quotidiana delle persone.

UN KIT DA KNAUF KNAUF METTE LA SUA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEGLI APPASSIONATI DI FAI-DA-TE CON KIT STUDIATI PER SODDISFARE LE SPECIFICHE ESIGENZE DELL’UTENTE NON PROFESSIONALE. OGNI UTENTE KIT CONTIENE TUTTO IL NECESSARIO PER REALIZZARE UN LAVORO A REGOLA D’ARTE, DAL PICCOLO INTERVENTO CONSERVATIVO ALLA COSTRUZIONE EX NOVO DI UNA STRUTTURA PIÙ COMPLETA. PER AIUTARE L’HOBBISTA A REALIZZARE IL SUO PROGETTO, KNAUF HA MESSO A PUNTO ANCHE UNA SERIE

ISOLMANT IN TOUR La cultura dell’isolamento acustico va in tour con Isolmant con un fitto calendario di convegni in tutta Italia. Durante gli incontri verranno affrontate le tematiche più attuali in materia di isolamento e comfort acustico, in partnership con gli ordini professionali e con alcuni dei più importanti protagonisti del mondo dell’edilizia. Isolmant organizza anche diversi appuntamenti in collaborazione con la rete di rivenditori partner per approfondire le novità normative e conoscere le innovazioni tecnologiche che caratterizzano il sistema acustico. Per informazioni dettagliate e aggiornate sulle date dei convegni, i programmi e le modalità basta visitare il sito web di Isolmant.

CON OLI UN ARCHISTAR IN BAGNO LA GAMMA DI PLACCHE DI COMANDO PER WC DI OLI SI ARRICCHISCE DI NUOVE PROPOSTE DALL’ALTO VALORE ESTETICO, DISPONIBILI IN NUMEROSE FINITURE E MATERIALI, TRA CUI ANCHE VETRO, ACCIAIO E CERAMICA. TRA LE PIÙ ORIGINALI TRUMPET, DISEGNATA DALL’ARCHITETTO ÁLVARO SIZA, SM15 NATA DALLA MENTE DELL’ARCHITETTO EDOUARDO SOUTO DE MORA, E INO-X DI ROMANO ADO-

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LINI, FIRMA AUTOREVOLE NEL DESIGN DEL BAGNO. «PORTIAMO MATERIALI DI DESIGN DI FASCIA MEDIO-ALTA IN SALA MOSTRA OFFRENDO AI RIVENDITORI L’OPPORTUNITÀ DI TRATTARE NUOVE TIPOLOGIE DI PRODOTTI E COGLIERE NUOVE OCCASIONI DI BUSINESS IN UN MERCATO CHE SI STA SPOSTANDO SEMPRE PIÙ VERSO LA RISTRUTTURAZIONE», AFFERMA ANGIOLINO GUERRA DI OLI, SPECIALIZZATA DAL 1954 NELLA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI E SISTEMI PER IMPIANTI IDRAULICI. «ABBIAMO CINQUANTA DIVERSE TIPOLOGIE DI PLACCHE ABBINABILI A TUTTE LE NOSTRE CASSETTE DI SCARICO A INCASSO, CHE RIMANGONO ANCORA IL NOSTRO CORE BUSINESS IN RIVENDITA. TUTTE LE CASSETTE SONO ISOLATE ACUSTICAMENTE, ANTICONDENSA, E CERTIFICATE. SI TRATTA DI ARTICOLI AD ALTO VALORE AGGIUNTO CHE OFFRONO AI RIVENDITORI UN BUON MARGINE, A PATTO PERÒ DI CONOSCERE BENE I PRODOTTI».

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LIBRI BLOCKCHAIN Guida all’ecosistema Tecnologia, business, società di Nicola Attico

GUERINI – COLLANA: NEXT

2018; pp. 219, 22 euro

Per alcuni rappresenta la nuova era di Internet, per altri il suo significato si limita al mondo delle criptovalute come i bitcoin. In realtà la blockchain, tecnologia che permette la creazione di grandi database e la gestione di transazioni condivisibili e validate dalla rete stessa, sta rivelando grandi capacità trasformative non solo in ambito digitale, ma anche sociale ed economico. Sono molte le aziende e organizzazioni impegnate a metterne a punto sempre nuove realizzazioni pratiche: piattaforme finanziarie, sistemi di vendita e distribuzione di beni e servizi, innovativi media e social media, fino a nuove governance anche politiche. In questo volume viene data una rappresentazione dell’intero ecosistema blockchain utilizzando un punto di vista concreto, analizzandone le applicazioni

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e raccontando casi reali. Infine viene analizzato l’impatto di questa tecnologia sul mondo del lavoro, sia per le aziende tradizionali che cercano di incorporare la tecnologia nel proprio modello di business sia per le organizzazioni e comunità native blockchain. Pe r ché: un ecosistema mutevole e frammentato, da comprendere nella sua complessità senza perdere di vista l’impatto sulla vita di ognuno di noi

UOMINI OLTRE LA FRONTIERA Guida pratica all’internazionalizzazione delle imprese italiane in Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Cina: andare all’estero senza farsi male di Gianluca Marano

Perché: un percorso tra bilanci aziendali, sogni imprenditoriali, mercati e storie di imprese

CIVILIZATION Immagini per il XXI secolo di William A. Ewing, Holly Roussell

EINAUDI – COLLANA: GRANDI OPERE 2018; PP. 352, 75 EURO

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Quasi 500 scatti provano a interpretare la nostra vita attuale sul pianeta Terra, tra società, politica, economia, natura, tecnologia.

Andare all’estero per le aziende oggi è più semplice, ma ci sono numerosi step che richiedono attenzione e supporto professionale per evitare spreco di tempo, risorse e denaro. Questo libro racconta le storie di successo di imprenditori italiani che hanno deciso di internazionalizzare le loro aziende, in un viaggio che tocca Svizzera, Medio Oriente e Repubblica Popolare Cinese, le aree con le maggiori possibilità di espansione per il Made in Italy. I racconti sono supportati da consigli tecnici e operativi per un’internazionalizzazione di successo.

Perché: una raccolta dei 143 fotografi fra i più bravi al mondo per lasciarsi ispirare e riflettere

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Tecnologia per il COMFORT e la SALUTE Ogni casa è unica e speciale, per questo servono prodotti in grado di assicurare il benessere in ogni circostanza. La Ricerca CAP Arreghini ha sviluppato due prodotti in grado di migliorare il comfort e salvaguardare la salute di coloro che vivono nell’ambiente: BIOCLEAN ACTIVE, pittura fotocatalitica per interno ad azione depurante e autopulente, e GRADIENTE ACTIVE, pittura termoisolante per interno antimuffa con effetto anticondensa. Tutto nel perfetto equilibrio tra prestazioni e risultato estetico finale.

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