YouTrade maggio 2019

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ISSN 2532 - 5671

Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano

MAGGIO 2019 - N°99

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Gabriele Favero

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ANNO 12 - NUMERO 99 MAGGIO 2019

Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Fiorella Angeli, Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Umberto Anitori, Alberto Bubbio, Marco Buschi, Giacomo Casarin, Federico Della Puppa, Dario Imparato (fotografo), Ludovico Lucchi, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Cristiano Vassanelli Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di

Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Giovanni Pietro Grazioli • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento

Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità / Frequency of publication : mensile - 10 numeri/anno. Poste Italiane Spa - Sped. In a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Trento. Registrazione / Registration: N. 406 del 25-06-2008 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003.


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edilizia a portata di mano. Sul web. È nato Edil24.it, un portale specializzato nei servizi alle imprese del settore edile. Obiettivo: diventare una piattaforma per produttori, installatori, applicatori, professionisti, architetti, designer, ma anche per l’utente finale. Chi cercherà un prodotto legato all’edilizia, da una caldaia a un controsoffitto, dalla domotica all’arredobagno, solo per fare qualche esempio, su Edil24.it troverà un grande punto d’incontro virtuale specializzato, con un catalogo di prodotti per tutte le esigenze. La Compiuto 24 Srl, società proprietaria del portale Edil24. it, si è rivolta per questa iniziativa a fornitori di primo livello: Getrix-Immobiliare.it per lo sviluppo tecnologico e le campagne advertising, Sembox Srl per la parte Seo e indicizzazione sui motori di ricerca, Contec Ingegneria per la parte di struttura del contenuto e partner industriali. A questo scenario di grande professionalità si aggiunge ora la partnership di Virginia Gambino Editore. Grazie a questo accordo la piattaforma sarà presente anche sui siti youtradeweb.com e youbuildweb.it, in

modo da aumentare ulteriormente la visibilità. La specifica esperienza di ogni soggetto diventa quindi una garanzia di efficacia nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Il vantaggio di Edil24.it consiste nel consentire a ogni azienda di creare un catalogo dei propri prodotti, che può essere gestito in modo autonomo con immagini e descrizioni tecniche oltre che, ovviamente, alle informazioni necessarie per finalizzare l’acquisto. Ogni impresa, per esempio, avrà la possibilità di collegare ai propri prodotti i rivenditori, gli installatori e gli applicatori per ogni area geografica. Tra i servizi proposti da Edil24.it c’è anche la possibilità di delegare la gestione digitale del catalogo ai tecnici del portale, eliminando il lavoro di inserimento dati da parte dell’azienda. In un momento in cui utenti professionali e cliente finale utilizzano il web per informarsi e, sempre più spesso, procedere all’acquisto, la presenza su Edil24.it diventa un’occasione da non perdere per tutta la filiera dell’edilizia.


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XII convegno nazionale youtrade

LA DISTRIBUZIONE A UNA SVOLTA: SCEGLIERE IL PROPRIO FUTURO La distribuzione deve adeguare la propria azienda agli scenari del futuro. L’occasione per aggiornarsi è il nuovo Convegno di YouTrade. L’evento organizzato da Virginia Gambino Editore, molto atteso dagli operatori del settore edile, quest’anno si focalizza sugli scenari della distribuzione, con uno sguardo sui trend che coinvolgono le rivendite. A evolversi, però, non è solo chi acquista, ma anche lo spazio stesso della rivendita, trasformata in showroom, magari con l’ausilio di dispositivi digitali e sorprendenti soluzioni hi-tech. All’appuntamento con il XII Convegno di YouTrade non mancheranno, inoltre, due momenti particolarmente apprezzati: il punto sulla congiuntura e i numeri di previsione curati dal Centro Studi YouTrade. Infine, sono previsti tre workshop dedicati a temi specifici.


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Sommario maggio Rubriche 17 Editoriale Preparatevi a modificare la vostra organizzazione 18 Econauta Attenti al buco 18 Chiacchiere di condominio Come eliminare le barriere architettoniche 19 L'avvocato Niente imposta sui ruderi 20 I fatti nostri La perfezione è di questo mondo 22 Facciamo i conti Perché oggi è così difficile gestire un’azienda? 24 Digital News Attualità 26 Edilizia Bonus demolizione, imprese a un bivio 30 Tecnologia La realtà aumentata diminuisce i costi Rivendite 34 Rivass In Calabria l'unione che fa la forza 38 Edil Logistica I tanti vantaggi di un magazzino in più 40 Colormax La via giusta per crescere 42 Repubblica Ceca Tutte le strade portano a Praga 46 I ferri del mestiere Domanda e offerta fanno affari in rivendita

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Bonus demolizioni, che cosa sono

30 Siate realisti, utilizzate la realtà aumentata

Nella Repubblica Ceca un'eccellenza della rivendita edile

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Storia di copertina Eterno Ivica Crescita rapida con l'innovazione

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Imprese Itw construction Arriva Trider l'invincibile Senini Crescita a due cifre con la bioedilizia

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Speciale cartongesso Tecniche La frontiera della nuova edilizia Saint-Gobain Una casa vestita con Habito Forte Vanoncini Le due anime del sistema a secco Fibrotubi Fa sbocciare Orchidea Redi Libertà sotto la doccia

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Speciale isolamento Edilizia La nuova arte di coibentare Edilizia I guardiani del muro San Marco Cinque soluzioni per un cappotto Brianza Plastica Coibentazione da Formula 1 Xt Insulation Questo cappotto vi starà a pannello Tecniche di costruzione La casa Kampa sulla sostenibilità

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Luxury goods in showroom Hi-tech Zapping Libri

Speciale antisismica Edilizia Datevi una scossa contro la scossa Consolidamento Una terrazza con vista Mapei Fischer Fissiamo anche il terremoto

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I nuovi sistemi anti terremoto

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Le regole da seguire per un isolamento perfetto

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Preparatevi a modificare la vostra organizzazione

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on è elegante vantarsi, ma facciamo un’eccezione: tra i tanti pregi di YouTrade c’è quello di mettere, ogni tanto, il dito nella piaga. Per esempio, sottolineando la scarsa produttività di un settore come l’edilizia e il letargo di alcune aree della distribuzione. Senza nascondere che parte dei problemi o dei venti di crisi deriva (anche) dalla incapacità di molti imprenditori nel saper cogliere le novità e abbandonare le vecchie abitudini alle ragnatele del tempo. Un esempio è quello della rivoluzione tecnologica, che si manifesta in un caleidoscopio di effetti: dalla arcinota industria 4.0 (un eco sistema in cui l’automazione è al massimo livello), fino alla omnicanalità (la distribuzione attraverso dispositivi elettronici così come nel tradizionale punto vendita). Quello di cui, però, pochi si rendono conto è che questa rivoluzione non investe le imprese solo da un punto di vista tecnico, ma anche da quello organizzativo. Nuove funzioni ne cancellano altre, nuove attività rimpiazzano quelle tradizionali. Risultato: chi ha un’azienda farà meglio a prepararsi. Di fronte, nel medio termine, ha due strade: continuare a fare come se nulla fosse e rassegnarsi al proprio declino, oppure omologarsi ai concorrenti. Perché, anche se lentamente, tutti si dovranno adeguare alla tecnologia, così come oggi nessuno trasporta la propria merce con un carro trainato da cavalli, ma utilizza camion e furgoni. Non sarà una passeggiata: uno degli aspetti più impattanti della tecnologia, soprattutto sotto il profilo umano, è infatti quello legato all’aspetto occupazionale. Inutile negarlo: quello che oggi fa un uomo con carrello elevatore ieri era eseguito da dieci uomini. E domani sarà eseguito da un robot. Un recente studio del World Economic Forum, intitolato Future of job, fa il punto della situazione attraverso l'analisi del rapporto tra sviluppo delle figure professionali e diffusione tecnologica. L’analisi ha indagato settori di industria che occupano circa 15 milioni di persone, con un questionario centrato su quali saranno le principali trasformazioni nel settore di appartenenza. Risultato: praticamente prevedono sviluppo di servizi per tecnologie mobile, impatto dell’intelligenza artificiale, analisi big data (per esempio, delle informazioni relative ai clienti) e tecnologia cloud. Ma circa la metà delle aziende prevede anche una riduzione della forza lavoro full time a partire dal 2022. D’accordo, il 38% delle aziende assicura che estenderà posizioni per nuove funzioni integrate con le tecnologie di automazione. Ma, a parte che questa è una previsione «buonista» che sarà tutta da verificare, il saldo rimarrebbe comunque negativo. Nelle imprese analizzate, per esempio, nel 2018, il 71% del lavoro era gestito da persone fisiche e il 29% per cento a carico di sistemi automatici. Per il 2022, invece, le previsioni indicano il 58% del lavoro assolto da persone e il 42% da macchine, percentuale che sale al 57% se si calcola il totale ore lavorate. Pensate che questo cambiamento non investa anche i produttori di materiali per edilizia e la distribuzione? Siete pronti ad assumere programmatori o sistemisti e a licenziare segretarie e contabili?

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E C O N A U TA

Attenti al buco

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agare il conto degli altri. È lo sport più diffuso d’Italia, prima ancora del calcio, ed è praticato inconsapevolmente da milioni di cittadini e aziende. Gli altri sono quelli che non pagano, ma utilizzano i servizi, oppure quelli che spendono soldi non loro, ma dei cittadini e lasciano agli altri il saldo del conto. È la filosofia che hanno adottato buona parte degli amministratori locali: alcuni Comuni, per la verità, si sono trovati in difficoltà dopo il taglio dei trasferimenti dallo Stato agli enti, decisi dai diversi governi (ognuno dei quali ha scaricato la colpa su quelli precedenti). Ma molti altri, invece, hanno semplicemente accumulato debiti per inefficienza o per spese fuori bilancio, in cambio di voti. La ricerca di consenso è una malattia che solo gli amministratori con forti anticorpi sanno combattere. Anche chi ha alle spalle una voragine nei conti non sa resistere alla demagogica promessa di spesa. Per esempio, ci sono comuni come Catania che hanno accumulato debiti per 1,8 miliardi e sono stati costretti a dichiarare il dissesto. Questo non impedisce, però, che gli amministratori continuino a promettere nuovi interventi di spesa. Eppure circa la metà dei cittadini della città siciliana non paga la tassa sui rifiuti. Quindi, chi pagherà i creditori del Comune di Catania, le imprese che erogano servizi, lavorano nei cantieri, forniscono beni (la città etnea è un esempio, il discorso vale anche per tante altri centri)? Il Centro studi di Ca’ Foscari ha calcolato che in Italia il mancato versamento di

Imu e Tari pesa sui conti degli enti locali per circa 5 miliardi. Così Reggio Calabria e Messina sono in pre dissesto, Napoli ha un rosso da 2,5 miliardi (cifra aggiornata al 2016): sono circa 2.500 euro di debiti per abitante. Ma non è solo il Sud il problema. Sono in difficoltà Comuni del Nord come Segrate, alle porte di Milano, Sant’Angelo Lodigiano, Sesto San Giovanni. In Lombardia viene evaso circa il 25% della tassa sui rifiuti, 26 euro per abitante. E, in tutto il Paese, l’indice medio di riscossione delle multe è del 36%. Poco? Sempre meglio che in Campania, dove scende al 21%. Perché un conto è istituire una tassa, un altro è avere i mezzi per ottenerne il versamento. Chi pagherà, quindi, i conti di circa 500 Comuni italiani in dissesto? Chi coprirà il buco lasciato da quelli non pagano? Semplice: i cittadini che il fisco conosce bene, a cominciare dalle aziende. Federico Mombarone giornalista

CHIACCHIERE DI CONDOMINIO

Come eliminare le barriere architettoniche

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on il prolungarsi delle aspettative di vita e, di fatto, con la sempre maggiore presenza di anziani all’interno dei condomini, il problema della eliminazione delle barriere architettoniche è sempre più attuale. L’anzianità stessa e le difficoltà di deambulazione connesse costituiscono di per sé motivo sufficiente e valido per richiedere l’abbattimento delle barriere. Che cosa si deve fare per ottenerlo? L’interessato o chi per lui deve inviare all’amministratore la richiesta di porre all’ordine del giorno la proposta di eliminazione di barriere architettoniche, specificando gli interventi di rimozione eventualmente necessari e le modalità di esecuzione delle opere. Qualora la richiesta fosse incompleta l’amministratore deve immediatamente invitare il condomino interessato a fornire le necessarie integrazioni. A questo punto l’amministratore è obbligato a indire l’assemblea entro 30 giorni. L’assemblea, con la maggioranza dei condomini intervenuti che rappresentino almeno 500 millesimi, può accogliere la richiesta e approvare di eseguire i lavori a spese del condominio, ovvero autorizzare gli interventi a spese del condomino richiedente. Qualora l’assemblea non assuma alcuna decisione, entro tre mesi dalla richiesta scritta avanzata dal portatore di handicap, lo stesso potrà installare a proprie spese servoscala o strutture mobili rimovibili e potrà anche, se necessario, modificare l’ampiezza delle porte di accesso agli edifici, agli ascensori e alle rampe di eventuali garage. Comunque, tutte le opere realizzate con o senza l’approvazione preventiva dell’assemblea non devono in nessun modo recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza dell’edificio o alterarne il decoro architettonico e non devono nemmeno rendere le parti comuni dell’edificio inservibili all’uso o al godimento degli altri condomini. Umberto Anitori esperto di condominio

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L’AV V O C ATO

Niente imposta sui ruderi

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sizione dell’Ici/Imu, con la differenza che il valore della base imponibile risulta azzerato per l’incapacità di produrre reddito, non essendo inquadrabile tra le aree edificabili posto che il fabbricato è già stato edificato e la legge non prevede l’imposizione sull’area già edificata. Dunque, i principi dettati dalla Cassazione sono i seguenti: a) il fabbricato collabente inscritto in conforme categoria catastale F2 si sottrae a imposizione Ici, e ciò non per assenza del presupposto dell’imposta, ma per azzeramento della base imponibile, stante la mancata attribuzione di rendita e l’incapacità di produrre ordinariamente un reddito proprio; b) la mancata imposizione Ici del fabbricato collabente non può essere recuperata dall’amministrazione comunale prendendo a riferimento la base imponibile costituita dal valore venale dell’area sulla quale esso insiste, posto che la legge prevede l’imposizione Ici (oltre che dei fabbricati e dei terreni agricoli) dell’area edificabile, non anche di quella già edificata; c) anche ai fini Ici, come in materia di plusvalenze reddituali da cessione di area edificabile, non può essere considerata tale l’area inserita dallo strumento urbanistico in zona di risanamento conservativo per la quale la normativa comunale preveda solo interventi edilizi di recupero e risanamento delle costruzioni già esistenti, senza possibilità di incrementi volumetrici. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu

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on la sentenza 8620 del 28 marzo 2019, la Corte di Cassazione ha affermato che per i cosiddetti «fabbricati collabenti» (immobili che, in ragione del loro stato di dissesto, non sono produttivi di reddito) non deve essere versata l’imposta Ici, in quanto non si può tassare l’area eventualmente edificabile sulla quale poggiano, né possono essere considerati beni utilizzabili in mancanza di lavori di ristrutturazione; trovandosi in una situazione non prevista dalla legge, non possono essere assoggettati a Ici. La Corte ha affermato tale principio al termine di una controversia che aveva per oggetto non già il valore commerciale ipoteticamente attribuibile al terreno nella prospettiva della sua futura valorizzazione edilizia e urbanistica, ma soltanto i presupposti dell’imposizione Ici relativi a una determinata annualità. In ordine a detta annualità, si discuteva esclusivamente di un fabbricato collabente fatto oggetto di conforme e incontestata iscrizione catastale, senza che siano stati dedotti interventi o demolizioni in corso, convenzioni o pratiche amministrative pendenti di recupero e valorizzazione edilizia ai sensi dell’articolo 5, comma, del D.lgs. 504/1992. È opportuno ricordare che le norme contenute in questo decreto legislativo trovano applicazione anche per l’Imu. La Corte ha quindi confermato la propria posizione già espressa con la sentenza 17815 del 19 Luglio 2017, con la quale aveva fissato alcuni principi in materia di applicazione dell’Imposta comunale sugli immobili, in lettura di norme del decreto legislativo citato, che trovano applicazione anche per l’Imu in virtù del richiamo diretto da parte dell’articolo 13 del dl 201/2011. Il caso trattato in entrambi i giudizi riguarda i fabbricati di una acciaieria dismessa, iscritti al catasto con categoria F2, con possibilità di recuperare gli edifici esistenti come da previsione del piano urbanistico. Con le citate sentenze, la Cassazione aveva affermato che nessun dubbio vi è sul fatto che anche il fabbricato F2 rientri nel presupposto di impo-

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I FAT T I N O S T R I

La perfezione è di questo mondo

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nche solo pensare che la distribuzione edile sia un mercato perfetto, come qualcuno in passato si era sbilanciato a profetizzare, comprivendi-guadagni era l'idilliaco assioma che oggi fa tristemente sorridere. Se solo pensiamo come il verbo guadagnare sia complicato da declinare (quasi impossibile la prima persona singolare in caso di edilizia tradizionale) e se solo ci lasciamo prendere dallo sconforto pensando a quanti danni ha fatto la globalizzazione (i grandi gruppi che vendono qui e pagano le tasse all'estero, generando un deprecabile vantaggio competitivo su chi le tasse ha la sfiga di pagarle in Italia, ovvero quasi tutti) e il commercio elettronico che, per fortuna, nel nostro settore non è così invadente, ma lo sarà, allora comprendiamo che siamo ben lontani dal citato mercato perfetto. In effetti, le variabili sono troppe per tenere tutto completamente sotto controllo. L'imprenditore della distribuzione edile è un rallista cui ogni minuto della giornata può riservare un inghippo, un imprevisto, un problema. La fortuna vuole che, per le caratteristiche intrinseche della professione, i motivi di pena siano essenzialmente legati agli aspetti economici, in primis, e successivamente a quelli tecnici. Una mia rapida ricerca fra alcuni rivenditori di chiara fama e di nobile lignaggio commerciale (ovviamente, si dice il peccato, eccetera) mi ha fatto registrare che una prima metà del tempo viene trascorso a cercare di capire come vendono i produttori (prezzi), mentre la seconda metà viene trascorsa cercando di capire come cavolo fanno gli operatori a posare i materiali, visto che non va mai bene niente, e la contestazione è diventato uno sport nazionale, al momento secondo solo al football. Quindi, nulla di nuovo. La perfezione del mercato della distri-

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buzione edile sembra sempre dietro l'angolo, ma è realmente inafferrabile. Tutto sommato, cercarla a tutti i costi è una fatica inutile. Però, visto che i due summenzionati problemi sono sempre quelli da decenni, vien da chiedersi perché sia così difficile trovare un modo per affrontarli con successo. Forse perché lo sconto è l'anima del commercio, e se non si dovesse litigare con i fornitori un giorno sì e uno anche, quello della distribuzione edile sarebbe un mer-

In particolare, due ordini di problemi, in un ideale di mercato cui siamo in fondo realmente affezionati. Un comparto produttivo fatto di tante piccole imperfezioni, con un'anima distratta e spesso litigiosa che perpetua se stesso, nei secoli dei secoli (amen) cato senz'anima, e Dio ce ne scampi. Vien fatto di pensare che, tutto sommato, i rapporti turbolenti siano indispensabili per favorire la relazione. Che siano, a tutti gli effetti, il sale della relazione fra cliente e fornitore. Inoltre, le schermaglie muovono i flussi delle forniture da un produttore all'altro, fino a quando nuovi incontri (e nuovi sconti solo per questa volta) riportano la pace e l'armonia. Il discorso tecnico è un filino più complesso, perché le dispute sono generate da

concorsi di colpa (ma vedrete che il finale somiglia molto al primo caso). In sostanza, questa è la sceneggiatura: il cliente acquista un prodotto, magari un po' tecnico, sollecitato dal prodigo rivenditore, che gli spiega come va applicato, magari non proprio con profusione di dettagli. Il cliente va in cantiere e posa, a modo suo. Il prodotto non funziona e torna dal rivenditore, il quale (ovviamente senza approfondire) chiama il produttore e gli dice che il suo prodotto non funziona, e vuole essere risarcito. Da un lato, quindi, il rivenditore vuole fare bella figura con il suo cliente, il produttore (che ha capito che il prodotto non è stato utilizzato in modo corretto) deve giustamente tutelare il suo buon nome e la qualità del suo prodotto, ma anche proteggere il suo rapporto con il rivenditore. Indi, il produttore manda un tecnico in cantiere e mostra al cliente del rivenditore come si fa ad applicare correttamente quel dato prodotto (e, ciò rappresenta un costo per la produzione). Ma il rivenditore non rinuncia ai suoi motivi di risentimento (?) e chiede al produttore uno sconto sulla fornitura riparatrice. Se tutto ciò non avviene dai tempi dell'invenzione della malta, correggetemi. Se fra cent'anni la situazione sarà la medesima, come è molto probabile che sarà, spero che questo foglio venga ibernato per lasciare traccia ai posteri, anche loro al lavoro per fare della distribuzione edile un mercato perfetto. Ma noi sappiamo che il nostro mercato è già perfetto, con le sue contraddizioni e i suoi giochi di ruolo. È perfetto e ci piace così. di Roberto Anghinoni Giornalista M a g g i o

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FA C C I A M O I C O N T I

Perché oggi è così difficile gestire un’azienda ?

avevano neanche lontanamente immaginato i tempi di manifestazione e l’intensità. Ma nel settembre 2008 abbiamo assistito alla crisi dei mercati finanziari durante la quale ha pagato per tutti Lehnam Brothers.

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i fronte a fatturati che crescono, ma a utili che calano, molti si chiedono che cosa stia succedendo. La difficoltà di realizzare dei risultati economici positivi pur in presenza di una crescita ha purtroppo una spiegazione semplice: oggi le imprese lavorano in un ambiente economico che è molto diverso da quanto si poteva prevedere ed è, per certi aspetti, inquietante. Così diverso che con alcuni colleghi abbiamo sentito la necessità di coniare un nuovo termine e parlare di ipercompetizione. Il risultato di questo nuovo contesto sono le forti pressioni competitive che le imprese devono sopportare. Per rispondere in modo efficace il vero problema è individuarne le cause. Le tre cause Ebbene l’ipercompetizione ha tre cause che si combinano tra di loro, creando una miscela esplosiva. La prima causa è la turbolenza ambientale che dalla metà degli anni settanta (prima crisi petrolifera) caratterizza l’andamento dell’economia e dell’ambiente osservato nelle sue dinamiche socio-politiche. Ma non mancano di caratterizzare la turbolenza anche eventi naturali con impatti devastanti sulle dinamiche sopra ricordate. Un esempio

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lampante è rappresentato dallo tsunami che nel dicembre 2004 ha sconvolto l’oceano e l’economia di tutte quelle aziende che operano nel business system del turismo con mete nell’oriente del mondo. Proprio quest’esempio consente anche di chiarire che cosa sia la turbolenza ambientale. Si è in presenza di turbolenza ambientale quando i fenomeni che si verificano sono: • difficilmente prevedibili • di rapida manifestazione • ma anche di rara intensità Negli ultimi trent’anni dalla fatidica prima crisi petrolifera del 1975, si sono verificati molti fenomeni dei quali si temeva il verificarsi, anche se si sperava in un loro non manifestarsi, vi era una certa probabilità che il temuto fenomeno fosse solo teorico. Purtroppo, non è stato sempre così: dagli andamenti incredibili dei mercati mobiliari alle vittorie politiche di chi avrebbe dovuto perdere, per finire con la nascita di libere economie di mercato laddove esistevano economie pianificate centralmente. Così come è fin troppo facile, ma necessario ricordare come esempio di evento turbolento e sconvolgente, l’11 settembre 2001. Un attentato terroristico, purtroppo, molti lo avevano previsto anche se non ne

Turbolenze ambientali Proprio la rapidità di manifestazione dei fenomeni e la loro intensità, come si è evidenziato, sono le altre due peculiarità della turbolenza ambientale. Per anni si è stati abituati a dinamiche che, pur nelle loro accelerazioni, erano distanti da quelle che si stanno manifestando oggi, fra l’altro in crescendo. Inoltre, più che per salti (in alcuni casi anche grandi salti) si procedeva in modo lineare, ancorché esponenziale. Il secondo ingrediente che tende a qualificare l’ipercompetizione è un fenomeno economico non previsto da molti studiosi di economia industriale. La teoria affermava che nel passare dalle fasi di sviluppo a quella di maturità nei business si sarebbero verificati dei fenomeni di concentrazione delle imprese, tali per cui il numero delle imprese si sarebbe drasticamente ridotto. Quanto si è verificato, in alcuni casi, è stato esattamente il contrario. Raggiunta la maturità in molti business il numero dei concorrenti è aumentato. Si pensi a quanto è successo in business come quelli dei personal computer o dei cellulari. Ma non sono mancate sorprese in business ancora più datati come quelli delle autovetture o alcuni comparti dell’alimentare. E l’elenco potrebbe continuare. Nuovi clienti Il terzo, e forse più critico, elemento qualificante l’ipercompetizione è l’evoluzione del cliente. E’ un dato di fatto facilmente rileYO U T R A D E

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vabile quanto i clienti siano cambiati nelle loro richieste alle imprese fornitrici. È stato un cambiamento culturale e, in quanto tale, irreversibile. Quest’evoluzione, nei principali Paesi industrializzati, è iniziata nella seconda metà degli anni Ottanta, quando si è ricercata con sempre maggior insistenza una coerenza nella combinazione prezzo/qualità. Ma qualità più alta non significava automaticamente la possibilità di praticare prezzi maggiori ma, anzi, spesso si abbinava a una richiesta di prezzi più bassi. La qualità da qualcuno percepita come «una moda» è diventata invece un imperativo, una condizione per continuare ad esistere sul mercato. I giapponesi in quegli anni conquistavano i mercati proprio perché offrivano prodotti di qualità a prezzi competitivi. È stato il primo attacco di imprese del Far East ai mercati occidentali. Nel decennio successivo si sono verificati altri due significativi cambiamenti nei bisogni dei clienti. Il primo è stato il fatto di poter disporre dei prodotti e dei servizi in tempi sempre più rapidi. Si inizia a parlare di Time based competition, dove l’impresa vincente è quella che riesce a soddisfare tempestivamente e comunque prima dei concorrenti le richieste del cliente. Varietà di gamma Il secondo mutamento nei bisogni è da col-

L’ipercompetizione è un fenomeno economico non previsto da molti studiosi di economia industriale legare alla ricerca da parte dei clienti di una varietà e una gamma sempre maggiore di prodotti e di servizi. È l’esplosione di un consumismo di massa che iniziava a cercare elementi di distinzione. Questa ricerca della distinzione, di un prodotto/servizio unico, si chiude con la richiesta da parte del cliente di un prodotto/servizio personalizzato. Ci si trova così all’inizio del nuovo millennio. Ma il nuovo millennio sta riservando ancora nuove elementi evolutivi: la ricerca di un’offerta dai contenuti emozionali, in grado di suscitare nel cliente emozioni sempre più intense. In sintesi, questi tre aspetti, dal miscelarsi dei quali nasce l’ipercompetizione, richiedono al management e al controllo di gestione risposte molto diverse da quelle tradizionali. Il controllo dovrebbe essere prevalentemente rivolto all’esterno più che su fatti, aree e prodotti osservati all’interno dell’impresa. Pertanto sarebbe, per esempio, opportuno che

il controllo effettuasse una sistematica analisi dello scenario, finalizzata a coglierne prima i segnali deboli e poi i megatrend; i primi per capire che probabilità hanno di trasformarsi in «segnali forti», fatti concreti; i secondi in quanto in grado di indicare dove probabilmente andrà il mondo. di Alberto Bubbio Alberto Bubbio è senior professor di Economia Aziendale presso l’Università Cattaneo Liuc di Castellanza (Va), dove è titolare di due insegnamenti: Programmazione e Controllo e Sistemi di contabilità direzionale (Misurazione delle performance aziendali). Per più di quindici anni è stato docente nel corso di laurea in Economia Aziendale presso l’università Bocconi, dove ha anche svolto attività di coordinamento e di didattica presso La Scuola di Direzione Aziendale (Sda). È socio fondatore e partner di Dimensione Controllo Srl, società di consulenza direzionale che da più di 30 anni è al servizio delle imprese clienti per assisterle nella progettazione e realizzazione di efficaci sistemi di pianificazione e controllo. Da due anni è Principal Editor di Manage-mind, una piattaforma per manager attraverso la quale trovare idee e suggerimenti per una più efficace gestione di impresa.

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La proposta per lo scalo Farini. Courtesy of Oma + Laboratorio Permanente

A MILANO AL VIA DUE MAXI PROGETTI

3 La proposta per lo scalo San Cristoforo. Courtesy of Oma + Laboratorio Permanente

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È stata la proposta Agenti climatici ad aggiudicarsi il concorso per la riqualificazione degli Scali Farini e San Cristoforo a Milano. Lo studio Oma di Rem Koohlas ha guidato il team vincitore composto dai milanesi di Laboratorio Permanente, i paesaggisti dello studio Vogt e l’architetto Philippe Rahm. Coadiuvati da esperti italiani sul tema della rigenerazione urbana, tra cui Arcadis Italia che nell’ambito del masterplan ha curato gli aspetti legati alla sostenibilità. Verde e sostenibilità rappresentano il cuore del masterplan di Scalo Farini che è stato concepito come integrazione tra componenti naturali e urbane, equilibrato con apporti energetici attivi e passivi, a impatto zero. (youbuildweb.it)


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BONUS E DEMOLIZIONI IMPRESE A UN BIVIO Il governo incentiva la demolizione e ricostruzione di un edificio, che può essere eseguita seguendo la Segnalazione certificata di inizio attività. Ma la delega alle Regioni di fissare alcuni paletti rischia di complicare tutto. Con gli sconti (teorici) per gli interventi anti sisma di Giuseppe Rossi

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inora l'atto di demolire aveva musica e parole di una canzone di Claudio Baglioni: «Non sappiamo poi se sia / arrivederci o addio». Quando entrava in ballo la demolizione di un edificio, insomma, il dubbio se sarebbe mai più risorto era forte, spesso più simile alla parola fine, un addio più che un arrivederci. Ora, però, la musica potrebbe cambiare con un’altra canzone: «E per chiudere il discorso / voglio dirti amore mio / questo è un arrivederci / e non è certo un addio». Parole di Umberto Balsamo e, almeno nelle intenzioni, con le note del decreto Sblocca Cantieri, unito al Decreto crescita. Dal 19 aprile, infatti, è entrato in vigore un testo di legge (articolo 5) che potrebbe (il condizionale è d’obbligo perché tutto dipende dal testo definitivo, che deve essere approvato dal Parlamento) rendere più facili demolizioni e ricostruzioni. La sostanza del decreto, comunque, prevede che sia più facile demolire e ricostruire. Il processo non potrà più essere bloccato a patto di rispettare i criteri quadro, cioè il mantenimento delle distanze dagli altri immobili o strutture già esistenti dell’edificio, della superficie piana del terreno su cui poggiano le fondazioni, il volume e le altezze. Insomma, ricostruire sì, ma senza alterare le geometrie complessive dell’immobile.

TOC TOC, È PERMESSO? Tutto avviene tramite la Scia: già ora seguendo la Segnalazione certificata di inizio attività, e in ogni caso sempre rispettando la volumetria esistente, si può demolire e rendere efficace l’adeguamento antisismico. Anche se l’immobile è vincolato come bene culturale, per esempio nei centri storici oppure perché è un edificio storico, come è facilmente immaginabile è necessario non solo rispettare in astratto il volume, ma anche riprodurre la sagoma originaria preesistente. Insomma, ovvio che in quest’ultimo caso per andare avanti con la Scia bisognerà rispettare esattamente l’aspetto e l’impatto originario, oltre che la volumetria, ma neppure mutamenti della destinazione d’uso oltre che della sagoma dell’edificio. Accanto a questi criteri più ampi, però, se ne aggiungeranno altri, che saranno introdotti dalle Regioni. Il decreto, infatti, prevede che siano gli enti locali regionali a introdurre elementi di deroga. Per i costruttori, quindi, si riproporrà il puzzle di norme variabili a distanza di pochi chilometri: quello che va bene in Piemonte non va in Lombardia e tantomeno in Emilia, e così via. Magie dell’autonomia regionale. SCORCIATOIE Ma questo è un altro discorso. Il decreto, in ogni caso, rende semplice il processo di demolizione e ricostruzio-


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19.200 La quota massima di euro detraibili all'anno per ogni unità immobiliare

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ne di un edificio, che potrà avvenire appunto in regime di Scia, sempre tenendo conto delle prerogative sopra esposte. E se le regole per la ristrutturazione degli edifici esistenti sono rigide, per le ricostruzioni con annesso permesso di costruire le nuove norme sembrano più flessibili, tanto da permettere maggiore possibilità di modifiche per altezze e distanze preesistenti, ma anche in alcuni casi per la destinazione d’uso. Sempre se i regolamenti delle Regioni lo permetteranno: saranno gli enti locali a stabilire i veri confini dell’applicabilità, per esempio tenendo conto dei piani urbanistici comunali. Un aspetto che rischia di trasformare in rebus quella che nelle intenzioni del legislatore è un incentivo ad abbattere e ricostruire. SCIVOLI ANTI TERREMOTO Altre novità sono invece contenute nel Decreto Crescita, anche questo (al momento della stesura di questo articolo) ancora al vaglio dalle Camere, che possono cambiarne il testo nel processo di trasformazione in legge, che deve essere portato a termine entro 60 giorni, pena la decadenza del provvedimento. Tra le novità del decreto c’è la possibilità di cessione del credito per i lavori di riqualificazione e consolidamento (cioè ecobonus e sismabonus, vedi YouTrade di aprile), ma non solo. Il decreto, infatti, prevede lo sconto fiscale fino all’85% per l’acquisto di immobili

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che fanno parte di edifici demoliti e ricostruiti con criteri antisismici nelle zone 1, 2 e 3 in cui è suddivisa l’Italia secondo il rischio di eventi tellurici. È una zona ampia dell’Italia, visto che comprende perfino città come Milano (classificata area rischio 3). In sostanza, chi acquista un appartamento in un edificio ricostruito che vanta questo identikit otterrà il beneficio di uno sconto fiscale spalmato su cinque anni. E non sarà neppure obbligato a mettere troppo mano al portafogli, perché potrà cedere un sostanzioso credito di imposta alle imprese, oppure ad altri soggetti privati, con esclusione di banche e intermediari finanziari. Attenzione, però, le imprese potranno utilizzare questo credito di imposta esclusivamente a compensazione, sempre in cinque quote annuali di pari importo, fino a un massimo di 96 mila euro per unità immobiliare. In sostanza, secondo il testo approvato dal governo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ma, ripetiamo, ancora da trasformare in legge definitiva, un’impresa che demolisce un vecchio stabile e lo ricostruisce con criteri antisismici potrà vendere gli appartamenti con uno sconto dell’85% su un massimo di 96 mila euro per unità scontando poi l’importo dalle tasse. Per esempio, potrà detrarre 19.200 euro all’anno (96.000 : 5) per cinque anni, per ogni unità immobiliare. A patto, però, che l’azienda abbia un imponibile sufficiente per avere tasse da detrarre… M a g g i o

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TECNOLOGIA & EDILIZIA

LA REALTÀ AUMENTATA

DIMINUISCE I COSTI

Si fa strada l’utilizzo dell’augmented reality anche per applicazioni utili per il settore delle costruzioni, della manutenzione o installazione di impianti. Per esempio, per evitare di far viaggiare un tecnico esperto fino sul luogo di una riparazione, per non causare danni duranti gli scavi e… di Giuseppe Rossi

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iPhone ha appena compiuto dieci anni. Insomma, è relativamente recente. Eppure questo rettangolo di silicio, vetro e rame ha rivoluzionato il modo di vivere della maggior parte delle persone. Chi avrebbe immaginato, dieci anni fa, di poter fare la spesa, eseguire un bonifico, o guardarsi un film mentre è sul treno, a letto o sul picco di una montagna? Dieci anni sono pochi, eppure già si affacciano i foldphone, cioè i telefoni pieghevoli che si trasformano in tablet. La verità è che la tecnologia, quando centra bisogni reali o sempliM a g g i o

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R i vend it e Livemote, un’app per iPhone o smartphone Android pensata per fornire assistenza a distanza alle imprese. E che ha il vantaggio di essere un’innovazione tutta italiana, toscana per la precisione. L’idea è quella di applicare la realtà aumentata per rendere più semplice il lavoro di chi opera sul campo e, nello stesso tempo, tagliare i costi. Gli economisti la definirebbero una strategia win-win, dove si vince due volte. Il claim di Livemote è, infatti, «Move your expertise, not your experts». Cioè, fai muovere la tua esperienza, non i tuoi esperti. Nel caso specifico, a muoversi possono essere gli esperti di manutenzione e riparazione di apparecchiature industriali o impianti. Caldaie, dispositivi elettronici che oramai sono parte integrante di un edificio, ascensori, impianti elettrici: riparare sistemi complessi si traduce in un costo che, negli Stati Uniti è stato calcolato in 50 miliardi. Senza arrivare a un simile livello, ogni impresa sa che spedire un tecnico esperto in cantiere o comunque in loco è un costo e, spesso, un problema se il tecnico deve recarsi in sequenza in due luoghi distanti tra loro. Ecco perché spesso a eseguire una riparazione o una installazione è spedito personale non all’altezza, che dopo aver constatato il problema contatta la casa madre per ottenere indicazioni.

cemente inespressi, si diffonde con la velocità delle polemiche sulla Tav. Morale: bisogna guardare avanti. Quello che sembra lontano oggi, domani diventerà abitudine. LAVORARE A DISTANZA Un esempio di innovazione incombente è quello della realtà aumentata. Sembra qualcosa di astratto, forse applicabile ai videogiochi. Invece le applicazioni di realtà aumentata per ambienti di lavoro, compreso il mondo dell’edilizia, sono già una realtà (non aumentata, proprio quella di tutti i giorni). Se siete dubbiosi ecco qualche esempio: il primo riguarda M a g g i o

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SUPERARE WHATSAPP La soluzione di chi ha più dimestichezza con la tecnologia finora è stata ricorrere a Whatsapp o a un video streaming via Skype. Ma sono scelte incompatibili con le crescenti necessità di riservatezza e tracciabilità dell’intervento. La realtà aumentata, in effetti, arriva in aiuto: la app Livemote consente al tecnico di ricevere le informazioni utili. Come? Semplice: deve solo accendere la videocamera dello smartphone o il tablet su cui è installata la app e inquadrare l’apparecchio o la struttura su cui deve operare. A quel punto riceverà in sovrapposizione sul flusso video della fotocamera le indicazioni visive, «ancorate» come fossero reali. In più, gli interventi effettuati tramite Livemote sono archiviati e consultabili in ogni momento, in modo da costituire una knowledge base aziendale, che tramite algoritmi di intelligenza artificiale suggerirà le modalità di intervento più appropriate per gli interventi successivi: un piccolo capitale cognitivo che si accumula in azienda. Bticino (Gruppo Legrand) specializzato nelle infrastrutture elettriche e digitali dell’edificio, sta testando Livemote, con il riscontro di risultati tangibili in termini di aumento di efficienza nelle operazioni di manutenzione e supporto. «Il nostro team è una delle poche realtà sul mercato a poter vantare oltre dieci anni di esperienza nello sviluppo di soluzioni di realtà aumentata e virtuale per i più grandi brand mondiali», commenta Fran-

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cesco Marcantoni, co-fondatore e Ceo di Livemote. «Questa importante conoscenza della tecnologia ci ha permesso di attrarre da subito investimenti che ci hanno consentito il rilascio dell’applicazione in tempi rapidissimi, laddove molti dei nostri competitor sono ancora in stallo sulle attività di ricerca. La capacità di essere già oggi sul mercato con una soluzione è probabilmente il motivo principale che ha convinto aziende di calibro internazionale ad implementare la nostra soluzione nei propri processi di assistenza». RIDURRE I TEMPI Lo stesso obiettivo, cioè ridurre i tempi di intervento ed evitare viaggi grazie alla realtà aumentata, è quello Tikaway, soluzione promossa da una start-up

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che offre assistenza in tempo reale e a mani libere. Questa volta, invece dello smartphone ci sono un paio di occhiali speciali. Con questi occhiali il tecnico, una volta arrivato in loco, si collega in una sorta di videoconferenza e si trasforma lui stesso nel «braccio operativo», perché Tikaway «teletrasporta» virtualmente gli esperti della casa madre sul campo e consente di assistere i propri tecnici passo dopo passo. Con questo sistema il tecnico più esperto, che può trovarsi in ufficio o anche lui in mobilità, vede attraverso lo schermo del computer o un tablet quello che ha di fronte l’operatore in loco, grazie alla micro videocamera incorporata negli occhiali. Grazie a questi «occhi a distanza» potrà guidare la riparazione o l’installazione nel migliore dei modi.

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Già, cara tecnologia, ma quanto mi costi? Per dare un’idea, gli «occhiali magici» di Tikaway sono proposti oggi a circa 82 euro al mese, cioè 990 euro all’anno, compreso il supporto tecnico. Certo, è una spesa inutile se fossero utilizzati poche volte, ma potrebbe essere conveniente per aziende specializzate in riparazioni e installazioni che richiedono spesso l’intervento di un tecnico esperto. TUBI VIRTUALI Altro esempio: la realtà aumentata a prova di tubo. Chi costruisce, edifici o infrastrutture, ha l’incubo di causare danni alle tubazioni o ai cavi che spesso sono interrati proprio dove si deve scavare. Una app per Android e iOs che si chiama vGIS consente di trasformare i dati Gis, acronimo di geographic information system (sistema informativo geografico o anche sistema informativo territoriale), con i quali visualizzare i dettagli relativi al terreno, semplificando la possibilità di localizzare e valutare l’impatto di un lavoro su infrastrutture nascoste in una determinata area. Con la realtà virtuale utilizzata da questa app, le condutture idriche, i sistemi fognari, linee elettriche e tubature del gas sono riprodotte e sovrapposte come un’estensione naturale del mondo reale. Insomma, si inquadra con lo smartphone o un tablet un’area e si «vedono» i tubi che sono nascosti nel terreno. L’app, secondo gli sviluppatori, consente di rendersi conto immediatamente di ciò che nasconde il terreno circostante: permette quindi di risparmiare tempo e di evitare danneggiamenti ed è utilizzata da amministrazioni comunali, enti e fornitori di servizi come supporto per i lavoratori, specialisti in sistemi informativi territoriali, responsabili di progetto, ingegneri o supervisori sul campo. Con l’app, insomma, impossibile trinciare cavi o bucare tubi. Insomma, la realtà è aumentata, ma i danni sono diminuiti. M a g g i o

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RIVASS

IN CALABRIA L’UNIONE CHE FA LA FORZA Nasce un gruppo di acquisto formato da 18 rivenditori. Non solo per ottenere condizioni economiche migliori: il progetto prevede anche l’espansione al di fuori dei confini regionali e la condivisione di strategie, competenze, proposte commerciali e approvvigionamento

di Veronica Monaco

«U Massimiliano Margiotta, presidente Rivass

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na singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme», recita un proverbio giapponese. E proprio per centrare meglio l’obiettivo che in Calabria ha preso vita Rivass (Rivenditori Associati), il nuovo gruppo d’acquisto fondato da Massimiliano Margiotta, agente di commercio e presidente della neonata realtà associativa, insieme a Vincenzo Cutrullà (responsabile marketing), Antonio Megna (responsabile convenzioni) e Andrea Ianni (responsabile associati). Il gruppo in poco meno di un anno ha già raccolto 18 adesioni e mira ad allargarsi in tutta Italia. Domanda. Quando e perché avete deciso di fondare questo nuovo gruppo? Risposta. Il gruppo Rivass è nato a dicembre 2018, il primo incontro ufficiale degli associati è avvenuto il 4 gennaio. Attualmente il gruppo conta 18 rivenditori in Calabria, ma l’obiettivo è quello di arrivare a 22 associati entro l’anno. E poi espanderci oltre la Calabria: prima in Meridione per un discorso di vicinanza, poi in tutta Italia. Obiettivo di Rivass è incentivare il lavoro di squadra tra i rivenditori di materiali edili della Calabria, condividendo strategie, competenze, proposte commerciali e politiche di approvvigionamento. D. Lei è un agente di commercio, come le è venuto in mente di M a g g i o

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Il gruppo dei 18 rivenditori associati Rivass. A sinistra, lo store Edilgierre di Brancaleone (Reggio Calabria)

fondare un’associazione di rivenditori? R. Lavoro come agente di commercio in edilizia da 27 anni e ho deciso di fondare Rivass per due ragioni principali: aiutare i rivenditori del territorio ad avere maggiore potere d’acquisto presso i produttori e sopperire alla scarsa presenza in Meridione di realtà associative di questo tipo. Ho voluto così dare un senso ai miei anni di lavoro e ho deciso di creare questo gruppo come un punto d’incontro nella regione. Rivass è il primo gruppo nato in Calabria: si condivide la stessa realtà territoriale, gli stessi problemi e abitudini d’acquisto, lo stesso mercato. D. Quali sono le principali esigenze che i soci hanno espresso nella prima riunione del gruppo? R. La principale esigenza è la voglia di fare rete: alcuni si aiutano già con l’approvvigionamento dei prodotti. Ho notato che molti hanno bisogno di sfruttare al massimo il marketing per far conoscere di più le loro attività, e formare al meglio il personale interno sui prodotti e le tecniche di vendita. D. Che obiettivi si è data dunque l’associazione? R. Oltre a condizioni d’acquisto e politiche di approvvigionamento più favorevoli, il vero obiettivo di Rivass è valorizzare il gioco

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di squadra, facendo sinergia ed elaborando strategie di marketing condivise per la promozione dei punti vendita e dei prodotti, anche con la pubblicazione di un house organ per supportare i rivenditori. All’interno del gruppo è disponibile un architetto per chi ha necessità di ristrutturare e riorganizzare lo showroom. In un prossimo futuro vorremmo anche implementare la logistica, creando un centro deposito unico. D. Quale sarà il prossimo passo? R. Ci saranno incontri trimestrali, a partire da fine maggio, affinché ogni associato possa condividere la sua opinione e sviluppare insieme strategie organizzative. Inoltre abbiamo già tre produttori che stanno lavorando per realizzare in esclusiva prodotti a marchio Rivass. D. Come sta andando il mercato dell’edilizia in Calabria? R. La Calabria ha sempre rappresentato una situazione un po’ estrema rispetto al Nord Italia in termini di fatturato. La situazione varia da zona a zona, in ogni caso la scarsità di cantieri limita non poco l’andamento generale. Tuttavia, in linea di massima possiamo dire che il mercato va avanti, con qualche lieve miglioramento o in sostanziale pareggio rispetto al passato.

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I TANTI VANTAGGI

DI UN MAGAZZINO IN PIÙ

Anche i rivenditori che utilizzano il servizio nelle piattaforme di Pero (Milano) e Moncalieri (Torino) sono concordi nel ritenere la piattaforma di grande utilità per una gestione migliore e più razionale dei magazzini e dell’attività di vendita di Franco Saro

P

oter disporre di un magazzino in più, una struttura che preveda solo vantaggi e niente costi di gestione, è un'ambizione di molti imprenditori della distribuzione edile. Un desiderio realizzabile facilmente grazie alla piattaforma di Edil Logistica che grazie ai suoi oltre 15 mila metri quadrati di magazzino dei due poli di Pero (Milano) e di Moncalieri (Torino) e a circa un migliaio di referenze disponibili, prodotti dei marchi commerciali più prestigiosi e qualificati di articoli per l’edilizia e le show-room di finiture, riesce a soddisfare le esigenze di centinaia di clienti, con un servizio rapido ed efficiente. Su queste pagine abbiamo già avuto la possibilità di ospitare le opinioni dei produttori che hanno scelto Edil Logistica per distribuire capillarmente i loro prodotti nei territori di riferimento, utilizzando quindi le strutture di Pero e Moncalieri come depositi per la loro offerta merceologica. In questa occasione, possiamo ascoltare le opinioni di alcuni clienti rivenditori che hanno trovato in Edil Logistica un punto di riferimento per il rifornimento dei loro punti vendita. LA FORMULA Ricordiamo che la formula di Edil Logistica è puramente di servizio: le rivendite mantengono i loro rapporti diretti con i produttori sia per quanto riguarda i prezzi, sia per le condizioni generali di acquisto. Infatti, la fatturazione avviene da parte del fornitore direttamente al suo cliente.

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OMBRETTA GIANNUBILO CMV – LISSONE (MILANO) Con Edil Logistica ci troviamo molto bene, sfruttiamo molto questo servizio perché ci permette di fare carichi misti e frequenti, e avere così le scorte di magazzino ideali. Inoltre, è uno strumento prezioso anche per le urgenze, visti i tempi rapidissimi dei ritiri. Per colmare il gap della distanza, abbiamo imparato a gestire al meglio le fasce orarie, e tutto funziona perfettamente. Visitando la struttura, abbiamo potuto vedere tutto ciò che è a nostra disposizione, e quando ci serve un prodotto particolare la nostra ricerca parte sempre da Edil Logistica. È indubbio che avere a disposizione un magazzino in più ci consente una migliore gestione dei nostri spazi, e questo è sicuramente un vantaggio.

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GIANMARIO BLANCHET

DAVIDE MERONI, MERONI

GB BLANCHET CESANA TORINESE (TORINO)

OSPIATE (MILANO)

Edil

Logistica

ci

aiuta

sensibilmente ad alleggerire il magazzino ed è sicuramente una delle qualità maggiori di questo servizio: si scelgono i prodotti che servono sul sito Internet, si prenotano e si passa a ritirarli. Io personalmente acquisto sia i prodotti a bassa rotazione, sia quelli ad alta, secondo le necessità. Spero che

le

sempre

referenze

possano

aumentare,

perché

più il mix è elevato e migliore è la mediazione di magazzino. Come tutti, anche io cerco di soddisfare pienamente il mio cliente, e in Edil

Con Edil Logistica mi trovo molto bene. Il materiale è quasi sempre tutto disponibile e comunque arriva in tempi brevissimi. E frequentando questo servizio trovo tutta l’assistenza di cui ho bisogno. Praticamente, ritiro il materiale dei fornitori con i quali siamo convenzionati e che hanno il loro deposito presso Edil Logistica, e frequentando questa

struttura

ho

scoperto anche molti altri prodotti. Ho chiesto quindi espressamente l’elenco dei marchi distribuiti per poter all’occorrenza

allargare

la gamma dei prodotti da acquistare.

Un’esperienza

senz’altro positiva.

Logistica mi rifornisco di prodotti anche se non sono dei miei fornitori tradizionali: la gente ormai non aspetta più e dobbiamo dare risposte immediate. Tutto ciò, per noi rivenditori, rende Edil Logistica un

PIERCARLO QUAGLIOTTI

valido vantaggio competitivo.

CHIERI (TORINO)

PAOLO BAJ, C.EDIL ABBIATEGRASSO (MILANO) Per noi il servizio di Edil Logistica è comodissimo, trovo tutto ciò che mi serve e grazie al sito internet so sempre se il materiale è disponibile e lo posso prenotare con facilità. Poi, anche quando ho qualche problema, il servizio di assistenza mi risponde subito, quindi è un

Utilizzo il servizio di Edil Logistica un po’ per tutti i materiali che mi servono, non solo per i prodotti a bassa rotazione, quindi anche per esempio per il cemento, che ha un consumo quotidiano. La possibilità di caricare un mix di prodotti senza alcun quantitativo obbligatorio mi permette di combinare al meglio i trasporti e poi, ed è un fattore molto interessante, Edil Logistica mi ha permesso di conoscere nuovi prodotti e oggi posso accedere a diverse referenze utili per la mia attività. Un servizio davvero utile.

servizio molto efficiente. Frequentando Edil Logistica ho scoperto anche nuovi prodotti. Il giorno della mia prima visita, ricordo che mi hanno fatto visitare tutto il

PAOLO PIUMATTI

deposito e ho potuto vedere

TUTTOCASA – CARMAGNOLA (TORINO)

tutto ciò che era disponibile. Edil Logistica per me è utile

Con il servizio di Edil Logistica mi trovo molto bene, grazie anche alla

anche perché posso acquistare

possibilità di verificare in ogni momento la disponibilità dei materiali

solo ciò che mi serve realmente,

attraverso il sito Internet. Un’altra qualità di questa piattaforma è che il

e quindi penso che alla fine sia

mix dell’offerta è ampio, e se si verificheranno le condizioni sicuramente

anche un importante vantaggio

aumenterò il numero delle referenze di acquisto. Sono oltremodo

competitivo,

ho

convinto che avere a disposizione un magazzino in più - perché Edil

eliminato la necessità di avere

Logistica per noi imprenditori della distribuzione è soprattutto questo

grandi scorte di materiali nel

- possa realmente rappresentare un vantaggio competitivo, sia per la

mio magazzino.

varietà dell’offerta, sia per la rapidità della fornitura.

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perché

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COLORMAX

LA VIA GIUSTA PER CRESCERE Il rivenditore abruzzese specializzato in vernici e prodotti per edilizia, industria, falegnameria e carrozzeria, partner di XT Insulation, ha aggiunto uno showroom strategico a Giulianova (Teramo), proprio a 500 metri dall’uscita dell’Autostrada Adriatica di Veronica Monaco aggiungersi agli altri cinque punti vendita presenti nella regione. All’inaugurazione hanno partecipato circa 400 persone tra imprese e professionisti. Quello di Giulianova è inoltre il primo Herbol Zentrum d’Italia. D. Quando è nata Colormax e qual è la sua specializzazione? R. Colormax è stata fondata nel 1969 dal papà di Matteo Picciotti, Carmine. In azienda è poi subentrato Matteo e nel 2012 abbiamo deciso di fondere la società con la mia azienda, diventando entrambi amministratori. All’interno di Colormax abbiamo tre divisioni: edilizia, industria e carrozzeria. Tra i nostri principali marchi ci sono Sikkens Wood, Sikkens Carrozzeria, International, Salcomix, Sika, Graco, Knauf, Gyproc, Cebos e Rockwool con XT Insulation.

N

uova apertura per Colormax, rivenditore abruzzese specializzato in vernici e prodotti per edilizia, industria, falegnameria e carrozzeria. Ai punti vendita di Atessa, Altino, Chieti Scalo, L’Aquila e Moscufo si è aggiunto a metà maggio il nuovo showroom di Giulianova (Teramo). A 500 metri dall’uscita dell’Autostrada Adriatica in direzione di Giulianova Lido, il sesto punto vendita Colormax ospita tutti i principali marchi del settore vernici ed attrezzature, oltre a sistemi costruttivi per edilizia, cartongesso e isolanti termici. Come i prodotti in lana minerale di XT Insulation, di cui la rivendita è distributrice esclusiva per l’Abruzzo. Andrea Buccella, contitolare di Colormax insieme a Matteo Picciotti, racconta a YouTrade i punti di forza e le strategie portate avanti dall’azienda. Domanda. Perché questo nuovo punto vendita è per voi strategico? Risposta. Si trova a Giulianova, una posizione strategica perché è a 500 metri dall’uscita del casello autostradale. In più, ci permette di presidiare ancora meglio il territorio abruzzese, andando ad

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Corner all'interno dello store. Sopra, Andrea Buccella

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XT INSULATION: ACCORDO PER LE LANE MINERALI Un’intesa immediata e una partnership radicata sul territorio. Andrea

territorio. Abbiamo iniziato questo percorso da un anno e grazie alla

Baldo, direttore commerciale di XT Insulation descrive l’accordo messo

nuova filiale di Giulianova potremo consolidare ulteriormente questa

a punto con Colormax.

partnership, con la possibilità di fare grandi cose.

Domanda. Quale è stato lo spunto che vi ha portato a siglare

D. Quindi in cosa consiste questa partnership?

l’accordo con Colormax?

R. A oggi Colormax è il nostro distributore esclusivo in Abruzzo: questo

Risposta. Io e Andrea Buccella ci siamo conosciuti quasi per caso, ma

però non è un punto di arrivo, ma di partenza per crescere insieme. La

l’intesa è stata immediata. Colormax voleva sviluppare concretamente

rivendita tratta tutta la gamma XT Insulation, quindi i prodotti a marchio

il mercato delle lane minerali in Abruzzo, XT Insulation stava cercando,

Rockwool e Isover, e tutta la parte edilizia. Avendo poi contatti con il

non un semplice cliente, ma un partner vero sul territorio. In Colormax

settore industriale, non escludiamo di collaborare in progetti significativi.

abbiamo trovato una realtà giovane e flessibile con una forte spinta verso

D. Quali sono i primi risultati di questo percorso fatto insieme?

il cliente, interessata a radicarsi sul territorio, e una mission molto simile

R. I risultati sono positivi e i numeri ci stanno dando ragione. Il nostro

alla nostra. XT Insulation è in fase di sviluppo in tutta Italia e Colormax

obiettivo è quello di fare in modo che Colormax e Xt Insulation diventino

è sicuramente la società più dinamica che abbia incontrato su questo

il punto di riferimento delle lane minerali in Abruzzo.

Ogni punto vendita tratta gli stessi prodotti, andando a soddisfare a 360 gradi tutti i fabbisogni della clientela. D. Com’è composta la vostra clientela e quali sono i servizi più richiesti? R. Lavoriamo con architetti e ingegneri, imprese di costruzione e artigiani, ma anche privati. La richiesta maggiore riguarda la consulenza sui prodotti più idonei per risolvere determinate problematiche. Noi supportiamo il cliente in tutto e per tutto, dal suo ingresso in negozio fino al post-vendita, mettendo a disposizione anche un architetto interno. Offriamo un servizio di consegna anche in loco sia per l’impresa che per il privato. Infine

sviluppiamo delle partnership per rendere ancora più capillare la divulgazione dei prodotti nella regione, tipo quella messa a punto con Xt Insulation per la quale siamo distributori esclusivi in tutto l’Abruzzo. D. Fate anche e-commerce? R. Al momento no, ma è tra i nostri progetti. D. Com’è andato il 2018 e come sta andando il 2019? R. Il 2018 si è confermato in crescita, come i cinque anni precedenti. Il 2019 è iniziato in modo positivo, e grazie anche al nuovo showroom di Giulianova, prevediamo di mantenere il trend in positivo. A fianco, l'ingresso del nuovo store di Colormax. Sotto, i titolari Colormax: Andrea Buccella con Matteo Picciotti

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REPUBBLICA CECA

TUTTE LE STRADE PORTANO A PRAGA Efficienza, tempi di consegna rapidi e organizzati come all’Ikea, nessuna focalizzazione sul prezzo. Così nell’ex Paese dell’est il Gruppo Dek è riuscito a conquistare un’ampia fetta del mercato della distribuzione di materiali, fino a superare i 640 milioni di euro di fatturato

di Federico Della Puppa

L'area accoglienza con i monitor che indicano i tempi di attesa

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B

isogna essere competitivi. Quante volte abbiamo sentito questa frase, spesso utilizzata come monito nelle nostre imprese. Frasi che spesso ripetiamo come dei mantra ma che nel nostro Paese, troppo spesso in passato, ma anche oggi, si traducono in un modo molto semplice: abbassare il prezzo. La competizione sul mercato, soprattutto nella crisi, ma anche prima e si può dire da sempre nel settore delle costruzioni, è basata sul prezzo, variabile strategica di marketing ma non l’unica. Eppure, nelle costruzioni il prezzo è l’elemento chiave della comparazione dei prodotti e spesso su questo elemento si giocano anche le qualità delle aziende in termini di percezione, soprattutto nel settore della distribuzione e della rivendita. Eppure molti casi, italiani ed esteri, insegnano che non è così. Insegnano soprattutto che il prezzo è uno dei fattori competitivi, ma che la competizione vera si può giocare su altri elementi, su altre qualità, soprattutto su una gestione ottimale dei servizi al cliente, che significa soprattutto definizione delle esigenze del cliente, targetizzazione del servizio, ottimizzazione dei processi di approvvigionamento e gestione dei materiali, organizzazione interna ed esterna, azioni di promozione e marketing e tutto ciò che garantisce al cliente di poter percepire un valore aggiunto tangibile che metta la variabile prezzo in una condizione di non dominanza. ALTRI ELEMENTI Un caso estero, tra quelli che mensilmente raccontiamo e racconteremo su queste pagine, indica e suggerisce molti spunti in questo senso, soprattutto perché è non solo molto innovativo, ma arriva da un Paese, la Repubblica Ceca, dove gli andamenti economici e le disponibilità economiche stesse delle famiglie inducono a pensare che il prezzo possa essere anche in quel luogo una delle principali variabili di scelta. È vero che la Repubblica Ceca sta vivendo una fase economica di ripresa, con alcuni driver importanti come il mercato turistico, legato soprattutto a Praga e alle altre realtà più importanti del territorio (come Plzen, città dove è nata una delle birre più famose al mondo). Ma è anche vero che fino al 2014 l’economia ha avuto picchi negativi anche del 20%, con dinamiche di ripresa comunque interrotte con il -10% del 2017, anno nel quale il Pil ha

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superato i 191 miliardi di euro. In questo quadro le costruzioni in Repubblica Ceca rappresentano una percentuale significativa, pari a circa il 15% del totale, ed è dunque un settore oggi strategico per l’economia e per il rilancio economico. PESO SIGNIFICATIVO Nel Paese sono attive 285 mila imprese, 165 mila delle quali relative al settore specifico dell’edilizia, le quali possono contare su un programma specifico di housing che prevede per il 2020 con una crescita stimata di Punto vendita di Praga. Sopra, organizzazione interna del punto vendita

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R i vend it e progettazione di dettagli e composizioni, e con consulenze e azioni di formazione sui prodotti. La strategia aziendale è interamente concentrata sull’elevata professionalità e competenza del proprio personale e sulla ottimizzazione dei servizi di gestione e vendita dei prodotti che consentono di poter servire i propri clienti in tot minuti, come si legge sul sito web dell’azienda, dove vengono spiegati i cinque passi fondamentali per essere serviti. Spicca soprattutto il sistema di pannelli informativi che, esattamente come all’Ikea, illustrano l’avanzamento del proprio ordine e i minuti di attesa per il ritiro, che avviene direttamente nel parcheggio contrassegnato dal proprio numero.

circa 40 mila nuovi alloggi ogni anno, e una strategia di sviluppo infrastrutturale nazionale che ha un budget di 2 miliardi di euro circa ogni 12 mesi e che sta portando a realizzare e completare, dove già avviate, opere infrastrutturali importanti, come alcuni collegamenti autostradali mancanti con Austria e Germania. In questo quadro si sviluppa il mercato della distribuzione dei materiali edili in Repubblica Ceca, per il quale non vi sono dati e statistiche ufficiali in termini di valore, ma si può ipotizzare, in base a stime parametriche, che possa valere circa 3,5 miliardi di euro. Un mercato nel quale vi è una forte presenza di insegne straniere, da quelle specializzate come Bauhaus a quelle più generaliste come Obi. PIÙ INNOVAZIONE L’insegna a nostro avviso più innovativa è tuttavia il Gruppo Dek, di cui Stavebniny Dek (www.dek.cz) è la società più grande del gruppo, fondato con il nome Dektrade nel 1993. Dalla fondazione a oggi il core business e la mission globale del gruppo è fornire esclusivamente materiali da costruzione. Nel 2003 la società è stata trasformata in una società per azioni e dal 2015 opera con il marchio Stavebniny Dek, il cui business model è strutturato geograficamente in base a rivendite posizionate in modo da coprire l’intero territorio della Repubblica Ceca. Oltre alle attività commerciali, Dek offre anche supporto tecnico alle imprese con il marchio Atelier Dek in tutte le regioni della Repubblica Ceca, con un programma di supporto tecnico per i professionisti, aiutandoli nella

BUSINESS IN CRESCENDO Il Gruppo Dek è una realtà fortemente innovativa sotto il profilo commerciale e strategico e sta fortemente crescendo sia in Repubblica Ceca che in Slovacchia, con 76 punti vendita distribuiti sul territorio ceco e altri 16 in Slovacchia. Il fatturato del gruppo al 2017 è stato di 640 milioni di euro e corrisponde ad una quota pari al 15% circa del giro d’affari complessivo del mercato della distribuzione edile in Repubblica Ceca (ovviamente assumendo che le stime del mercato siano corrette). La crescita di Dek, che è avvenuta attraverso apertura di punti vendita specializzati e soprattutto attraverso la costruzione di sistemi logistici e a servizio delle filiali che garantiscono di poter servire i clienti su segmenti differenti e dunque con una logica specializzata e multicanale dove la strategia è ottimizzare la fornitura dei materiali attraverso una ottima organizzazione del punto vendita. Colpisce, infatti, la razionalità gestionale dei punti vendita che presentano sia aree espositive esterne, che aree nelle quali Dek mette a disposizione dei clienti strutture e attrezzi, compresi carrelli per trasportare materiali, il tutto organizzato secondo un percorso che ottimizza il flusso della clientela in entrata e in uscita, clientela che viene separata tra piccoli carichi (furgoni) e grandi carichi (camion e Tir), che hanno piste di entrata differenziate e che nella parte dedicata ai piccoli carichi presenta numeri collegati alle piazzole di parcheggio che consentono di servire e caricare i materiali richiesti in modo razionale ma soprattutto veloce, anche grazie all’ottimo sistema di prenotazione online, attraverso il sito web del gruppo. Il grande piazzale esterno visto dal retro. Sopra, il grande magazzino coperto.

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E-COMMERCE A febbraio 2016 l’e-shop di Dek ha ottenuto il certificato Gold Certified Customer, con l’azienda consigliata dal 97% dei clienti. A livello nazionale Dek nel 2017 ha raggiunto il 52esimo posto nel rank delle più grandi aziende ceche, entrando dunque nella top 100 e a novembre dello scorso anno il Gruppo DEK è entrato a far parte dell’Associazione europea dei distributori di materiali da costruzione Euro-Mat, una associazione che conta 20 aderenti presenti in 22 Paesi con un numero complessivo di 7.900 punti vendita e un giro d’affari totale di 35 miliardi di euro. Nel 2017 le strategie del Gruppo Dek hanno proseguito nel consolidamento e nel posizionamento di mercato, con l’apertura di nuovi punti vendita e soprattutto di punti noleggio, attività in forte crescita. Oggi il gruppo presenta 76 punti vendita in Repubblica Ceca alla quale si affiancano 57 punti noleggio, 26 impianti di miscelazione di gesso e vernice, 38 officine idrauliche e quattro centri destinati alla lattoneria. PUNTI DI FORZA Tra le realtà del mercato europeo della rivendita edile certamente il Gruppo Dek è una delle più interessanti, come dimostrano le visite e i sopralluoghi che abbiamo svolto in alcuni punti vendita e i dati di bilancio, che assieme ai risultati aziendali sono liberamente scaricabili dal sito. La trasparenza anche informativa, già notata per le imprese degli altri Paesi illustrati, è un elemento di forza della presenza delle aziende nel mercato e indica anche ai propri azionisti dove e in che modo sta andando la strategia dell’impresa, come ci si relaziona con il mercato e quali siano le vere sfide competitive. Altro elemento distintivo, che avvicina Dek alla Gdo, è la sfida sul prezzo dato che il sito del gruppo riporta che «il fattore più importante per alcuni prodotti è il prezzo dei prodotti». Su alcuni prodotti contrassegnati nel sito web o nel catalogo con l’icona di una moneta il gruppo Dek attua una strategia di allineamento dei prezzi della concorrenza. Il gruppo riconosce dunque l’esistenza di «prodotti civetta» sui quali la variabile prezzo è strategica, dando due giorni di tempo al cliente per esercitare il diritto al rimborso dell’eventuale parte eccedente,

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Distribuzione dei punti vendita in Repubblica Ceca

ovviamente a fronte di una prova di acquisto (ricevuta o fattura). Ciò non si applica alle vendite o ad altri prodotti scontati e non può includere sconti per club o offerte speciali. Inoltre, Dek ricorda che in ogni caso le merci non possono essere vendute al di sotto del loro prezzo di acquisto, in base alla legge sulla tutela della concorrenza, e dunque non è possibile il cosiddetto sottocosto. PRESENZA RICONOSCIBILE Da tutti i punti di vista Dek oggi dimostra che in un mercato delle costruzioni come quello ceco, dove la presenza di grandi gruppi multinazionali specializzati e della Gdo potrebbe rappresentare un freno concorrenziale, in realtà una corretta e strategica focalizzazione sull’organizzazione aziendale, sulla standardizzazione dei tempi di consegna, sulla garanzia della disponibilità dei materiali e sull’integrazione degli strumenti digitali nella gestione degli ordini e delle commesse, oltre a una immagine curata anche dal punto di vista estetico, produce una presenza che diventa riconoscibile e soprattutto vincente. Una immagine che esprime efficienza e capacità, dunque qualità e competitività, proprio quella che chiede il mercato.

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I FERRI DEL MESTIERE

Domanda e offerta fanno affari in rivendita

È

finalmente possibile promuovere nuovi servizi per attrarre più clienti in rivendita? Vediamo come, con un esempio pratico. La rivendita è un luogo di passaggio di persone, prima ancora che di materiali. I macro target sono i soliti noti: imprese, applicatori, progettisti e privati. Hanno esigenze diverse e due cose in comune, tutti sono clienti della rivendita e tutti interagiscono tra loro grazie a quello che acquistano in rivendita, anche se nessuno lo fa dentro la rivendita. In realtà non sempre è così: molti rivenditori mettono in relazione i clienti, ma senza un sistema di marketing pensato a questo scopo. Il risultato dipende dalla loro bravura nelle pubbliche relazioni. Come farlo al meglio, invece, dipende dalle specifiche caratteristiche della rivendita, in quale contesto si trova e quanto pesa ogni gruppo omogeneo di clienti. Diversificare il messaggio La regola aurea del marketing impone di

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non comunicare a tutti lo stesso messaggio, è necessario scegliere chi è il nostro cliente ideale, identificarlo in maniera precisa, per comunicare in maniera a lui comprensibile. Supponiamo che i clienti a cui vogliamo parlare siano i privati. Come possiamo fare per portarli in rivendita prima che loro stessi o gli specialisti a cui si affidano, scelgano cosa e dove acquistare? Normalmente il rivenditore organizza incontri in negozio con le aziende produttrici, le quali spiegano i loro prodotti con un bla bla bla che assopisce più velocemente del Roipnol. Questo tipo di incontri, funzionano bene solo se i contenuti rispondono alle domande che si fanno i clienti quando decidono. È veramente quello che fa per me? Come faccio a evitare fregature? Come posso capire se un preventivo è ben fatto? Qualcuno sarà in grado di garantire il lavoro, senza ulteriori spese? Non gliene frega niente a nessuno delle caratteristiche dei prodotti. La maggior parte delle persone non è in grado di valutare se un prodotto è idoneo

oppure no. Infatti scelgono sempre il brand più conosciuto o quello che costa meno. Una scelta che spiazza anche il rivenditore, perché il brand più forte e il prodotto di prezzo ce l’hanno anche i concorrenti. Ma se il rivenditore risponde alle paure e ai dubbi dei clienti, allora il prezzo passa in secondo piano e la rivendita diventa il suo angelo custode, unico e insostituibile. Come fare? Scegliere la nicchia Prima di tutto è necessario individuare una nicchia di persone sufficientemente numerosa a cui comunicare. Per esempio, possiamo rivolgerci ai privati che posseggono delle ville, oppure che abitano case a schiera, piuttosto che piccoli condomini. Dipende quale tipologia abitativa è sufficientemente numerosa nella zona intorno alla rivendita. Una volta scelto il target, è necessario conoscere quali sono le principali problema-

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tiche edilizie e quali dubbi o paure possono condizionare le scelte. Per esempio, se il nostro target abita ville costruite nel secolo scorso, da un punto di vista costruttivo questi edifici hanno bisogno di efficientamento energetico e riqualificazione sismica, mentre da un punto di vista immobiliare, hanno metrature troppo grandi per le attuali esigenze abitative e il loro valore di mercato è, probabilmente, in calo. Allo stesso tempo i proprietari potrebbero essere intimoriti dagli investimenti necessari, anche se lo spettro di una casa che si svaluta non li fa dormire di notte. In questo modo abbiamo disegnato un quadro molto specifico su cui focalizzare le nostre iniziative. Abbiamo gli elementi per organizzare incontri informali, dove domanda e offerta si incontrano per fare affari. Imprese e progettisti selezionati, coordinati dal rivenditore, illustreranno ai privati come riqualificare una vecchia villa senza spendere 1 euro: sfruttando i bonus fiscali e ricavando una porzione da mettere a reddito per pagare il mutuo. Le imprese potrebbero proporre dei pacchetti garantiti, preventivi trasparenti, con tempi e costi certi. Concertazione Potrebbe essere coinvolta anche un’agenzia immobiliare per fare una valutazione dell’immobile prima e dopo la cura, inserendo le ville ristrutturate in uno speciale portafoglio, sia per l’eventuale vendita che per l’affitto della parte da mettere a reddito. L’importante è supportare il servizio con un’azione di marketing strutturata e continuativa, fino a quando la rivendita sarà percepita come esperta in questo tipo di interventi. A questo scopo basteranno una manciata di clienti soddisfatti per innescare un passa parola che porterà in rivendita anche i proprietari di ville fuori zona e perfino quelli di case a schiera o piccoli condomini. Tutti desiderosi di valorizzare la loro casa, senza brutte sorprese, grazie al ruolo fondamentale del rivenditore che fornisce questo servizio. di Marco Buschi Marco Buschi, si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale. M a g g i o

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Blocco Ytong SismiClima

Murature portanti antisismiche ad elevata efficienza energetica Il Blocco Ytong SismiClima è la soluzione ideale per la costruzione di murature portanti ordinarie soggette ad azioni sismiche, combina la resistenza meccanica del blocco alle sue ottime caratteristiche di leggerezza, resistenza al fuoco, isolamento termico e acustico. Leggerezza non è fragilità. Il blocco SismiClima in calcestruzzo cellulare offre buone prestazioni a livello strutturale, anche in caso di sisma. La leggerezza dei blocchi in AAC comporta una notevole riduzione delle masse sismiche in gioco rispetto ai sistemi tradizionali in laterizio o in calcestruzzo. Il peso estremamente ridotto dei blocchi in calcestruzzo cellulare limita le forze orizzontali sollecitanti l’edificio in caso di sisma e comporta un limitato sovraccarico gravante sui solai e sulle fondazioni o sull’edificio esistente in caso di realizzazione di sopraelevazioni. Le caratteristiche fisiche e meccaniche del calcestruzzo cellulare lo rendono adatto alla realizzazione di villette monofamiliari o ville a schiera di 1 o 2 piani in muratura portante e in generale per edifici regolari e compatti in pianta e in alzato.

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Blocco muratura portante

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Spessore blocco 40cm

Densità 350kg/m3

Conduttività termica λ=0,084W/mK

Trasmittanza termica 0,20 W=m2K

Reazione al fuoco EuroclasseA1

Resistenza al fuoco EI 240 REI 240

Xella Italia S.r.l. - Ytong Sistema costruttivo Xella: Ytong e Multipor per la miglior qualità costruttiva. Leggero e solido, termoisolante e fonoisolante, ignifugo e ecologico, omogeneo e compatto, facile da lavorare e semplice da posare. Queste eccellenti caratteristiche declinate in una gamma di prodotti versatile e completa, fanno del sistema costruttivo Xella la soluzione ideale in ogni applicazione edilizia: dalla realizzazione dell’involucro, alle murature interne, dai solai alle coperture. Un unico materiale con prestazioni uniformi in tutte le sue componenti, per la massima efficienza energetica, sicurezza e comfort abitativo. www.ytong.it

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St or i a

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c op er t i n a

ETERNO IVICA

CRESCITA RAPIDA CON L’INNOVAZIONE Vola il fatturato dell’azienda veneta, grazie agli investimenti su nuovi prodotti. Come il nuovo pannello fonoassorbente Phonolook, che è in grado di purificare l'aria interna degli ambienti. Ma non è finita, perché per il 2019 sono in arrivo novità per impermeabilizzazioni e per le pavimentazioni sopraelevate

di Valentina Anghinoni

I

l nuovissimo pannello Phonolook, integrato con la tecnologia TheBreath, è in grado di purificare l’aria interna degli ambienti. È l’ultima innovazione targata Eterno Ivica, azienda di Padova nata nel 1955. Ivica, acronimo di Industria Veneta Idrofughi Catrami ed Affini ha iniziato la sua attività, centrata su prodotti destinati all’impermeabilizzazione. Negli anni, l’azienda è riuscita a crescere specializzandosi e depositando una moltitudine di brevetti in più ambiti: dalle realizzazione del primo bocchettone di scarico Eterno, nel 1972, destinato al drenaggio delle acque pluviali, alla creazione

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del primo supporto in Italia per le pavimentazioni sopraelevate esterne, regolabile in altezza, fino all’introduzione della nuova linea Acustica, che ha aperto le porte al mercato dell’isolamento degli edifici alle onde sonore. Ogni tappa è scandita dall’attenzione all’innovazione, come dimostrano anche le ultime novità di prodotto, sempre più orientate all’estetica, l’interior design e il comfort abitativo, come spiega a YouTrade Gabriele Favero, titolare e amministratore delegato di Eterno Ivica. Domanda. Quali sono le tappe che hanno segnato la storia di Eterno Ivica? Risposta. La storia di Eterno Ivica inizia nel 1955, con l’avvio dell’attività del fondatore, Ruggero Favero, nell’ambito delle impermeabilizzazioni di tetti piani e terrazze. Nel 1973 l’attività ha portato alla nascita della linea di prodotti accessori alle impermeabilizzazioni denominata Eterno, in seguito al deposito del primo brevetto di un bocchettone di scarico in gomma. A quei tempi, i nostri principali clienti erano gli applicatori e i produttori di membrane impermeabilizzanti, e i rivenditori di materiali edili. D. Poi, l’azienda è cresciuta... R. Nel 1988 Eterno Ivica ha presentato il primo supporto per pavimentazioni sopraelevate per esterno regolabile in altezza, una innovazione di grande rilevanza per il settore. Da quel momento in poi Eterno Ivica ha offerto una serie di novità di prodotto rivolte al mercato dei pavimenti sopraelevati per esterno, grazie alla quali è diventata leader di questo specifico mercato. Per esempio, nel

2009 abbiamo depositato il brevetto della testa basculante, nel 2010 quello dalla testa in bi-materiale (PP+gomma) e nel 2018 il patent del sistema antivento. Oggi Eterno Ivica propone dieci linee di prodotti nell’ambito dell’edilizia, con produzione al 100% in Italia e un export che vale il 70% del fatturato, realizzato in oltre 60 paesi nel mondo. D. Come è nata l’idea di sopraelevare le pavimentazioni? R. È nata proprio dall’attività di impermeabilizzazione: occupandoci anche di realizzare terrazze, gli stessi clienti ci chiedevano di

Sopra, la sede dell'azienda. Sotto, il nuovo showroom. Di fianco, Gabriele Favero, titolare e amministratore delegato di Eterno Ivica, con il supporto per pavimenti sopraelevati da esterno Pedestal

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St or i a

d i

c op er t i n a

pavimentare queste superfici. All’epoca esisteva solo il sistema del massetto con le piastrelle incollate. Le aziende avevano cominciato a produrre lastre quadrate in cemento da 50 x 50 centimetri e da lì è nata l’idea di creare un supporto per appoggiare queste lastre ai quattro angoli. Con notevoli vantaggi: il pavimento non va così a gravare al 100% sul manto impermeabile e in questo modo lo preserva nel tempo. Poi, rende facile la manutenzione, perché il pavimento sopraelevato è facilmente removibile. E un altro plus è dato dalla possibilità di queste pavimentazioni di ospitare impianti di vario tipo al di sotto delle lastre. D. Dal 2013 Eterno Ivica ha iniziato a operare anche nel mon-

do dell’isolamento acustico. Come siete approdati a questo comparto? R. Il settore dell’isolamento acustico ha da sempre richiamato il mio interesse, per questo motivo abbiamo colto al volo l’opportunità di acquistare il marchio Acustica Sistemi, inserendo così questo comparto nell’azienda. Devo dire che ne siamo molto contenti perché questo settore ci sta dando tante soddisfazioni, e ci dedichiamo con passione alla realizzazione di prodotti innovativi sia nell’ambito dell’isolamento acustico, sia in quello dell’assorbimento delle onde sonore. Il primo riguarda l’isolamento tra le pareti, sotto i pavimenti e sopra i soffitti: sono prodotti che non Possibili composizioni con il sistema di pavimentazione sopraelevata

Il supporto per pavimenti sopraelevati da esterno Pedestal

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si vedono perché sono nascosti dalle strutture che vanno a isolare, però fanno la differenza dal punto di vista del comfort. Per quanto riguarda la linea dedicata al fonoassorbimento, penso che sia la più innovativa, e si compone di una serie di pannelli che vengono applicati a pareti e a soffitti con lo scopo di ridurre il riverbero negli ambienti. Per esempio, la Linea Phonolook si distingue perché si sposa con l’interior design, ovvero si contraddistingue grazie all’attenzione all’estetica. Questi pannelli si possono considerare dei veri e propri elementi di design. D. Attualmente quali sono i prodotti di punta dell’azienda e quali problematiche risolvono? R. I prodotti principali per Eterno Ivica restano comunque quelli dedicati alle pavimentazioni sopraelevate per esterno, declinati nelle linee Pedestal e Woodeck. La posa dei pavimenti sopraelevati all’esterno degli edifici, come già accennato, è una tecnologia vincente, sicura e veloce, che risolve tutte le classiche problematiche dei pavimenti incollati come i possibili ristagni d’acqua, garantisce l’ispezionabilità del piano di posa senza dover demolire la pavimentazione, con notevoli vantaggi in termini economici e ambientali. Eterno Ivica è leader di questo mercato e offre una gamma di soluzioni e di prodotti innovativi e all’avanguardia, con caratteristiche uniche, come il supporto con la testa basculante autolivellante, con la testa in bimateriale (PP+gomma), il

supporto antivento, il supporto Silent e tutta una serie di accessori indispensabili alla realizzazione di un lavoro a regola d’arte. Devo dire che purtroppo i concorrenti cercano di copiare i nostri prodotti, ma il nostro know-how e l’attenzione alla qualità fanno sicuramente la differenza. D. Quindi a suo avviso, quali sono nello specifico i plus dei vostri prodotti rispetto a quelli di altre aziende concorrenti? R. Direi proprio la qualità. Questa è la parola chiave che da sempre ha contraddistinto i prodotti Eterno Ivica e questa voce si compone di molti fattori che insieme elevano i nostri prodotti rispetto ad altri. Innanzitutto, operiamo a stretto contatto con progettisti, produttori, applicatori e rivenditori, e questo ci permette di capire in anticipo quali siano le esigenze del mercato, consentendoci di progettare e realizzare per primi dei prodotti innovativi, dando risposte veloci e concrete, nel rispetto delle normative internazionali e dell’ambiente. Inoltre, tutto il processo di prodotto si svolge all’interno di Eterno Ivica, dalla progettazione alla produzione e alla logistica, seguendo le linee dettate dal sistema di Gestione integrato, cioè qualità, ambiente, sicurezza e responsabilità sociale. I prodotti Eterno Ivica non solo risolvono le esigenze dei progettisti, ma aiutano anche gli applicatori perché sono realizzati pensando alla semplicità e velocità della posa in opera, hanno un packaging speciale rivolto al minimo ingombro al fine di ottimizzare i costi

Produzione - automazione

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St or i a

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c op er t i n a

La linea Pedestal offre una gamma di supporti fissi e regolabili per garantire una pavimentazione sopraelevata da esterno versatile e di facile installazione

di trasporto, soddisfacendo così anche le esigenze dei rivenditori di materiali edili. D. A proposito dei rivenditori di materiali edili, qual è il vostro rapporto? Avete dei servizi dedicati alle rivendite? R. La categoria dei rivenditori è sempre stata importante per Eterno Ivica, e cerchiamo di soddisfare le loro più importanti esigenze. Per esempio, quella di servire i prodotti in tempi strettissimi e fornire confezioni personalizzate, campionature, cataloghi e schede tecniche dei prodotti per supportarli nella fase di vendita. Inoltre, mettiamo a loro disposizione una fitta rete di agenti che giornalmente collaborano a stretto contatto con i rivenditori per venire incontro a qualsiasi necessità legata ai nostri prodotti. D. Può fare qualche considerazione sul mercato dei prodotti dedicati al drenaggio e all’impermeabilizzazione? R. Dagli anni della crisi questo mercato è calato molto e, pur riprendendosi negli anni a seguire, bisogna constatare che non ha ancora raggiunto i livelli pre-crisi. I nostri accessori seguono l’evoluzione del mercato delle impermeabilizzazioni, il quale non ha avuto particolari cambiamenti legati all’introduzione di prodotti innovativi, se non con le membrane liquide. Gli accessori per le impermeabilizzazioni sono i prodotti storici: infatti Eterno è la linea dedicata a questa specifica applicazione. Nel 2011 abbiamo aumentato l’offerta in questo mercato con la presentazione della linea Liquid, che giustamente offre soluzioni nell’ambito delle impermeabilizzazioni con prodotti liquidi. D. E invece, per quanto riguarda il mercato dell’acustica nel nostro Paese?

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R. Il mercato dell’acustica in Italia sta confermando un interesse crescente verso il concetto del comfort acustico interno degli ambienti. Non è più sufficiente ottenere il rispetto della normativa in merito ai requisiti acustici passivi. La richiesta si sta spostando anche verso il comfort degli ambienti destinati alla parola e allo sport (aule scolastiche, refettori, palestre, piscine, palazzetti dello sport). Questo rinnovato interesse per l’acustica architettonica è stato favorito dal recente decreto ministeriale sui Criteri ambientali minimi, che impone la regolazione della riverberazione interna di tutti gli ambienti pubblici. Poi, per quanto riguarda l’isolamento acustico, si sta sviluppando un nuovo e interessante settore, ovvero quello delle costruzioni in legno. Molte Università si stanno attrezzando per approfondire la ricerca sul comportamento acustico dei fabbricati in legno e anche diverse aziende stanno ampliando la loro gamma prodotti per affrontare questo mercato. Infatti, la vasta progettazione di edifici multipiano realizzati completamente in legno sta facendo emergere le problematiche relative all’isolamento acustico tipico delle strutture leggere e sicuramente si tratta di una novità tecnologica rilevante per il mercato italiano. D. Eterno Ivica opera anche a livello internazionale? Con quali prodotti in particolare? R. Oltre il 70% della nostra produzione è venduta all’estero, principalmente in tutta Europa, a partire da Germania, Francia e Svizzera, ma anche oltre i confini europei, principalmente negli Stati Uniti, in Australia, in Nuova Zelanda e negli Emirati Arabi. Per il futuro vogliamo aumentare la presenza in Asia e in Africa dove, per esempio, abbiamo già avviato importanti collaborazioni con M a g g i o

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EVOLUZIONE E SOSTENIBILITÁ L’evoluzione tecnologica sarà sicuramente legata all’economia circolare:

moltissimo lo scenario delle aziende che sono riuscite ad affermarsi

il recente decreto ministeriale sui Criteri Ambientali Minimi ha imposto

in un mercato molto contratto, per cui spesso sono state premiate

l’obbligo di affrontare la sfida dell’economia circolare per tutti i progetti

proprio quelle realtà che hanno investito in qualità e innovazione.

e lavori relativi alla nuova realizzazione e alla ristrutturazione degli edifici

«L’edilizia in questi ultimi dieci anni ha subito una rivoluzione che è

pubblici. Ed è solo questione di tempo che anche il mercato privato si

tuttora in atto, i nuovi sistemi costruttivi hanno imposto alle aziende

allinei a queste direttive. Spiega Gabriele Favero, titolare e amministratore

come la nostra lo studio e la realizzazione di prodotti innovativi e

delegato di Eterno Ivica: «È ormai matura la sensibilità di progettisti

sempre di più ha assunto importanza la qualità. Personalmente vedo

e committenti circa la necessità di utilizzare prodotti provenienti da

il futuro in modo positivo, perché tutti i nostri prodotti sono al passo

materia prima riciclata. Inoltre, i prodotti devono essere riciclabili a fine

con le richieste del mercato: giornalmente il nostro Ufficio Tecnico

vita del fabbricato, garantendo già in fase progettuale la possibilità di

lavora per progettare nuove soluzioni e nuovi prodotti innovativi, in

disassemblare i prodotti stessi nel momento della demolizione». Ma

tutti i settori dove operiamo, dalle impermeabilizzazioni, ai pavimenti

anche la durabilità dei prodotti è un elemento imprescindibile dell’edilizia

sopraelevati, all’acustica. Eterno Ivica sta inoltre finanziando

sostenibile. Secondo Favero infatti, «le aziende dovranno impegnarsi a

un’importante ricerca triennale dell’Università di Trieste, nell’intento

proporre sul mercato materiali certificati, per i quali è garantita la durabilità

di poter concretamente applicare la tecnologia dell’elettronica e

nel tempo. Nel nostro caso, penso per esempio, alla performance nel

dell’informatica all’isolamento acustico delle pareti e dei solai. In

tempo degli anticalpestio sotto il carico del massetto, certificabile in

più, poiché il 70% del nostro fatturato è sviluppato all’estero, quando

laboratorio con il test del compressive creep».

progettiamo un nuovo prodotto dobbiamo essere certi che soddisfi

L’innovazione, dunque, riceve una spinta importante dalla richiesta di

tutte le normative le regole a livello internazionale. È un lavoro molto

prodotti sostenibili. Ma non solo: gli anni della crisi hanno cambiato

impegnativo, ma questa è la strada vincente».

Tunisia e Sud Africa. I prodotti per i pavimenti sopraelevati la fanno da padrone all’estero, visto che sono un nostro prodotto storico, e anche i prodotti da impermeabilizzazione. Per quanto riguarda gli articoli dedicati al comfort acustico siamo invece adesso agli inizi. D. Per concludere, come è andato il 2018? E quali risultati vi aspettate dall’anno in corso? R. Il 2018 si è chiuso positivamente, con un aumento del 13% rispetto l’anno precedente e un fatturato di 22 milioni di euro, un risultato estremamente positivo considerando che solo cinque anni fa il nostro fatturato era di poco superiore agli 8 milioni. Per quanto riguarda il 2019, nonostante il periodo presenti delle

incertezze, per noi è cominciato in modo positivo, e ci siamo profilati un budget di crescita del 15%. D. Quali sono le ultime novità? R. Abbiamo presentato importanti novità alle recenti fiere di Bolzano (Klimahouse) e di Milano (Made Expo). Si tratta del pannello fonoassorbente Phonolook 3D e della tecnologia The Breath: si tratta di un tessuto in grado di purificare l’aria di un ambiente, che è applicato ai nostri pannelli fonoassorbenti. Altre importanti novità saranno presentate nel corso dell’anno, sia per quanto riguarda i prodotti per le impermeabilizzazioni che per le pavimentazioni sopraelevate.

Testa XL autolivellante basculante

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ITW CONSTRUCTION

ARRIVA TRIDER L’INVICIBILE Il tassello con il nome di un cartone giapponese prodotto da Elematic è il primo ancorante meccanico in grado di sostenere carichi pesanti su vari materiali da costruzione, anche forati. La parte in tecnopolimero è mobile e cambia dimensione e aspetto una volta installata

di Veronica Monaco

I

nnovazione, affidabilità e servizio costante al cliente. Sono i pilastri di Elematic, la società veneta controllata dal gruppo americano Itw, specializzata nella produzione di sistemi di cablaggio, fissaggio e utensileria manuale. Impegnata in maniera costante sul fronte della certificazione di prodotto e della ricerca e sviluppo, l’azienda fornisce soluzioni tecniche efficienti e tecnologicamente avanzate. Come Trider, il nuovo tassello meccanico pesante studiato anche per l’ancoraggio su forato. Sandro Scarpari e Massimiliano Borgato, rispettivamente sales manager e marketing specialist di Itw Construction Products Italy, introducono YouTrade alla scoperta del mondo Elematic e di questa pionieristica novità. L’IMPORTANZA DELLA CERTIFICAZIONE Domanda. Quando è nata Elematic e come si è sviluppato il vostro business? Sandro Scarpari. Elematic Cabling Systems è nata nel 1977, come azienda di produzione di sistemi di cablaggio, ovvero fascette e sistemi di collegamento nel campo elettrico, per poi allargarsi allo stampaggio di materiali plastici. Oggi siamo in grado di offrire una gamma completa di prodotti legati al fissaggio, protezione e connessione cavi, ancoranti leggeri, pesanti e chimici. Nel 1998 l’azienda è stata acquisita dal gruppo Itw, acronimo che sta per Illinois Tool Works, operazione che ha rafforzato tutta la produzione di Elematic portando i nostri prodotti anche al di fuori del mercato italiano: oggi fatturiamo circa 80 milioni di dollari, di cui più della metà all’estero. Il gruppo Itw è composto da sette segmenti per 90 unità di business, che generano circa 15 miliardi A sinistra, Sandro Scarpari, a destra, Massimiliano Borgato

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di dollari di fatturato. La nostra azienda si inserisce all’interno di una delle divisioni più importanti del gruppo, quella dedicata ai Construction Products, e la nostra produzione si divide principalmente in tre grandi famiglie: cablaggio, ancoranti chimici e fissaggio diretto. Massimiliano Borgato. All’interno della divisione Itw Construction Products possediamo tre marchi: Elematic e Spit, conosciuti anche sul mercato italiano, e Paslode, che invece è presente prevalentemente all’estero. Specializzata in soluzioni di cablaggio, Elematic è uno dei principali produttori mondiali di fascette, con una produzione concentrata soprattutto in Italia. Sempre in Italia distribuiamo gli elettroutensili e gli ancoranti chimici a marchio Spit, con l'headquarter in Francia. Per i brand Elematic e Spit realizziamo il 90% del fatturato in Italia, mentre per il marchio Paslode è esattamente il contrario. Quest’ultimo comprende, infatti, tutti i prodotti per il fissaggio diretto per il legno che, proprio per il loro diverso retaggio culturale e costruttivo, trovano altrove il loro mercato. D. Parliamo di Elematic: quali sono i prodotti di punta dell’azienda? Sandro Scarpari. Cartongesso, installazioni elettriche e carpenteria metallica sono i nostri principali ambiti di interesse. Proponiamo una vasta gamma di soluzioni, con prodotti commodities affidabili, standardizzati e competitivi, e articoli premium versatili e dalle elevate prestazioni, in grado di sopperire anche a eventuali errori dell’installatore. Spesso infatti l’operatore, soprattutto nelle ristrutturazioni, non sa cosa si nasconde sotto l’intonaco. Poter ridurre il numero delle lunghezze e delle misure necessarie per realizzare un lavoro è sicuramente un punto di forza. D. In questo settore è molte forte la concorrenza cinese. Come ci si difende? Sandro Scarpari. Con la qualità. E le certificazioni in questo senso giocano un ruolo chiave, soprattutto nel settore del cablaggio elettrico dove l’attenzione su questo aspetto è fortissima. Sembra banale, ma non è così. Anche una semplice fascetta deve resistere alle sollecitazioni, agli agenti atmosferici, alle vibrazioni e alle tensioni. È su questo che il prodotto certificato fa la differenza rispetto a quello di importazione, che non ha prestazioni costanti e pertanto non è affidabile. I posizionamenti dei prezzi sono consistenti, ma la differenza si misura rispetto al valore dell’opera complessiva. Sui tasselli e le fascette piccole, invece, è più una questione di marginalità del rivenditore, perché le variazioni di prezzo sono minime. Ma anche qui a fare la differenza subentrano la costanza e affidabilità del prodotto. D. Com’è andato il 2018 e che cosa vi aspettate per il 2019? Sandro Scarpari. Nel 2018 abbiamo apportato decisivi cambiamenti M a g g i o

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alla nostra organizzazione. Abbiamo ridotto i canali di vendita da tre (edilizia, ferramenta ed elettrico) a due, unendo edilizia e ferramenta in un unico mercato che abbiamo chiamato Pro. Abbiamo riposizionato i brand Elematic e Spit razionalizzando la gamma dei prodotti e abbiamo dato un forte indirizzo ai prodotti certificati e alle soluzioni antisismiche. Abbiamo poi deciso di selezionare la clientela, prestando massima attenzione ai distributori che fanno la differenza e riducendo in maniera drastica i clienti con cui avevamo sofferenze dal punto di vista del credito. Il 2018 è stato un anno di forte transizione, i risultati raggiunti vedono una crescita di qualche punto percentuale rispetto all’anno precedente e non ci possiamo che dichiarare soddisfatti. Contrariamente al mercato che è partito piuttosto lentamente, il 2019 è piuttosto incoraggiante. UNA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA D. Tra le ultime novità di Elematic c’è Trider. Di che cosa si tratta e perché avete messo a punto questo tipo di prodotto? Massimiliano Borgato. Trider è un prodotto rivoluzionario. Si tratta del primo ancorante meccanico in grado di sostenere carichi pesanti su vari materiali da costruzione, anche forati, grazie all’azione combinata delle alette in metallo e in tecnopolimero. Finora non c’era un’alternativa agli ancoranti chimici per installazioni medio-pesanti su muratura vuota. Con Trider abbiamo risposto a un’esigenza sia in termini di tenuta che di applicazione, mettendo in campo uno dei nostri capisaldi: la customer back innovation, cioè la capacità di rispondere alle esigenze dei nostri clienti cercando di studiare e sviluppare sempre soluzioni innovative. Ci abbiamo lavorato per qualche tempo e lo abbiamo lanciato sul mercato lo scorso anno. È un prodotto completamente innovativo e ora stiamo collaborando con il Politecnico di Milano per creare una certificazione ad hoc. Sandro Scarpari. La vera rivoluzione sta proprio nel fare lavorare insieme il tecnopolimero e il metallo per offrire altissime prestazioni nei carichi di taglio ed evitare la rottura del supporto. Trider è stato lanciato a metà ottobre 2018 in due misure M6 e M8, cioè con diametro di foratura di 10 e 12 millimetri. Ora abbiamo ampliato la gamma con le misure M5 e M10, cioè da 8 e 15 millimetri di diametro, nelle versioni solo corpo o con vite a testa esagonale. Contiamo di completare la gamma entro l’anno con le versioni a gancio, occhiolo e un tassello allungato che permetterà di lavorare anche sugli spessori elevati. Arriveremo così a una decina di articoli che andranno a coprire tutti gli interventi di impiantistica industriale, carpenteria metallica e costruzioni in generale. Grazie all’estrema versatilità del Trider, infatti, non ci sarà bisogno di tutta la profondità di assortimento necessaria

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invece per altri prodotti. D. Il nome Trider ha una storia curiosa… Massimiliano Borgato. Il nome è ispirato al concetto di trasformazione ed è una citazione dal mondo dei manga anime. Trider G7 è infatti un personaggio dei cartoni animati giapponesi degli anni Ottanta che, al momento del combattimento, da navetta si trasformava in pochi istanti in un robot antropomorfo. Anche nell’immagine scelta per l’advertising l’ombra creata dal tassello sul muro richiama proprio un robot. Ispirandoci a questo soggetto abbiamo voluto evocare l’idea di trasformazione meccanica intelligente, che è anche la tag-line scelta per il prodotto. La parte in tecnopolimero del tassello è infatti mobile e si trasforma cambiando dimensione e aspetto una volta installato l’ancorante. D. Com’è stato recepito finora il prodotto? Massimiliano Borgato. Trider è un prodotto particolarmente innovativo, per questo abbiamo deciso di procedere passo dopo passo, partendo con una gamma ristretta di articoli e con distributori e installatori selezionati. Non volevamo inondare il mercato, ma avevamo bisogno di creare la domanda e far capire in maniera concreta all’utilizzatore finale i vantaggi derivanti dall’utilizzo di

RICAVI IN CRESCITA •

80 milioni di dollari di fatturato nel 2018 per Itw Construction Products Italy

136 dipendenti + 60 agenzie in tutta Italia

2 unità produttive a Cadoneghe e Camin, in provincia di Padova

13 stazioni di lavoro con elettroerosioni a filo e a tufo, frese ad alta velocità e macchine a controllo numerico

questo prodotto. Anche per questo motivo abbiamo studiato un packaging originale: non la classica scatola, ma un pro-pack da 16 pezzi con un’ampia finestra in grado di mostrare il prodotto. Il tutto corredato da altri strumenti di lancio, come display da banco e da terra. Finora Trider ha riscosso molto successo, stiamo ricevendo feedback entusiasti. Ora passeremo al secondo step, estendendo la gamma. Sandro Scarpari. Sappiamo che servirà un po’ di tempo per creare la

Il team di Elematic

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domanda e far in modo che si possa trovare Trider nei punti vendita in maniera sistematica. Per ora ci basta che gli applicatori lo conoscano e i rivenditori ne propongano l’acquisto. Il modo migliore per avere successo è provarlo con mano. LA DISTRIBUZIONE CHE FA LA DIFFERENZA D. Secondo voi i rivenditori stanno rispondendo in modo adeguato al cambiamento del mercato delle costruzioni? Sandro Scarpari. Assistiamo a situazioni diametralmente opposte. Ci sono realtà che cercano di anticipare il mercato e creare dei trend, altre che si chiedono ancora come mai il mercato non è più quello di una volta. Chi è rimasto ancorato ai prodotti tradizionali soffre di più, mentre le aziende che investono nell’innovazione stanno crescendo e sono più predisposte ai cambiamenti e nuovi modi di lavorare. Guardando alle dinamiche delle centinaia di rivenditori nostri clienti, il mondo dei sistemi a secco e dell’isolamento è oggi quello più vivace. D. Quali servizi offrite ai rivenditori di materiali edili? Sandro Scarpari. Il primo punto di forza è la logistica. Cerchiamo di portare in banchina tutti gli ordini che arrivano entro mezzogiorno per essere consegnati il giorno successivo. Grazie alla capacità di programmazione del centro produttivo siamo inoltre in grado di dare seguito alle richieste più disparate, anche in termini di quantitativi, in modo da rendere disponibile la consegna per il giorno seguente. Il nostro servizio tecnico si occupa delle richieste di dimensionamento e della valutazione con il distributore delle soluzioni migliori in base al tipo di applicazione. Per l’attività di consulenza lavoriamo in tutta Italia con agenzie che ci permettono di misurare il sell-out e i trend di vendita di determinate linee di prodotto. Da un paio di anni abbiamo messo in piedi un sistema di segmentazione della clientela che ci permette di dare priorità ai rivenditori intenzionati a lavorare con noi in maniera continuativa, anche se questo comporta un sistema di distribuzione più selezionato. Ma lavorare con i distributori giusti fa la vera differenza in un mercato che non regala niente. M a g g i o

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SENINI

CRESCITA A DUE CIFRE CON LA BIOEDILIZIA La nuova linea Tecnocanapa di manufatti in calce e canapa si aggiunge ai pavimenti fotocatalitici Ecotop e alla gamma di superfici fotoluminescenti Sassi di Luce. Così l’azienda ha messo a frutto gli investimenti in ricerca e innovazione degli anni passati

di Veronica Monaco

S

pecializzata da oltre cinquant’anni in pavimenti autobloccanti, cordoli e blocchi per murature, Senini ha fatto della ricerca, innovazione e sensibilità ambientale il fulcro della sua più recente produzione, che comprende la nuova linea Tecnocanapa di manufatti in calce e canapa, i pavimenti fotocatalitici Ecotop e l’innovativa gamma di superfici fotoluminescenti Sassi di Luce. Ne parliamo con il titolare Massimo Senini. Domanda. Come si è sviluppata l’azienda nell’ultimo anno? Risposta. Siamo molto contenti. Dopo la crisi del settore nel 2012-13, Il Blocco Ambiente in canapa e calce. A fianco, titolare Massimo Senini

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che ha colpito anche la nostra azienda, possiamo dire che oggi il lavoro sta andando molto bene. Il mercato ci sta dando ragione sugli investimenti fatti: nel 2018 abbiamo registrato una crescita a due cifre, intorno al 25%, e anche i primi tre mesi di quest’anno stanno proseguendo con lo stesso trend. D. Questa crescita è legata a una tipologia di prodotto specifica? R. In realtà stanno andando bene un po’ tutti i prodotti. In particolar modo dà grandi soddisfazioni il mercato della bioedilizia, con prodotti di qualità e innovativi come i pavimenti fotocatalitici e i blocchi in canapa e calce. La nostra azienda ha sempre puntato su prodotti che contribuiscono a migliorare la qualità della vita e alla salvaguardia dell’ambiente. Senini dal 2000 è in possesso della certificazione Iso 14001, che attesta il nostro sistema di gestione ambientale. Oltre a dare grandi soddisfazioni, aver deciso di puntare ancora di più su questo tipo di prodotti ci ha permesso anche di uscire vincenti dalla crisi. D. Il mercato, quindi, sta iniziando a recepire positivamente questo tipo di prodotti? R. Per sviluppare questi nuovi prodotti abbiamo speso molte energie in termini di tempo e di investimenti economico-finanziari. Con il Blocco Ambiente in canapa e calce siamo partiti nel 2015: oggi, dopo quattro

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La nuova linea di pavimentazioni fotocatalitiche per esterni Ecotop Superior realizzata con quarzi e inerti molto fini

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Esempio di costruzione in bioedilizia

anni di lavoro, stiamo iniziando a vedere buoni risultati. D. Come si è sviluppato l’accordo con Equilibrium? R. Equilibrium, già nostro cliente e partner dal 2015, è un’azienda specializzata nella produzione di biomattone in calce e legno di canapa. Poiché stava crescendo molto rapidamente, e trovando la sua attività in linea con le nostre politiche strategiche di sviluppo sostenibile, a novembre 2018 abbiamo deciso di rilevarne il ramo di azienda. L’unione dei rispettivi punti di forza ha permesso di moltiplicare i risultati positivi: ora abbiamo vari cantieri aperti e molte richieste di preventivo. D. Quali sono le principali difficoltà che avete dovuto superare nell’introduzione di questi prodotti sul mercato? R. In realtà non ci sono state grosse difficoltà. In ogni caso il principale scoglio è stato proprio quello di far conoscere questi prodotti ai progettisti. Per divulgare le nuove tecniche di costruzione di bioedilizia con canapa e calce abbiamo dei promoter attivi sul territorio, e organizziamo numerosi convegni in collaborazione con gli ordini professionali. Al termine di questi incontri, quando chiediamo ai partecipanti quale prodotto utilizzerebbero per la propria casa, la risposta unanime è il Blocco Ambiente in canapa e calce: per noi è la nostra più grande soddisfazione. D. Quali sono i vantaggi del blocco in canapa e calce? R. Il Blocco Ambiente in canapa e calce della linea Tecnocanapa possiede un’elevata capacità isolante, è permeabile al vapore acqueo ed è

igroscopico. Quest’ultima caratteristica consente di mantenere il livello perfetto per l'uomo di umidità nell’aria, assorbendola se in eccesso e rilasciandola se in presenza di un ambiente secco. In più è in grado di assorbire la CO2 presente nell’atmosfera. D. Quali altre novità ha presentato Senini sul mercato? R. Abbiamo messo a punto la nuova linea di pavimentazioni fotocatalitiche per esterni Ecotop Superior realizzata con quarzi e inerti molto fini che rendono la superficie particolarmente bella e brillante, con colorazioni naturali. Al momento abbiamo nove colorazioni standard, ma possono essere prodotte soluzioni anche su richiesta degli architetti. Il pavimento fotocatalitico Ecotop, contenente il principio attivo TX Active di Italcementi, permette di ridurre gli inquinanti presenti nell’aria attraverso la luce del sole. Di serie la pavimentazione è anche idrorepellente e antiscivolo, meglio della pietra. E in più ha anche un migliore rapporto qualità-prezzo. Abbiamo inoltre ottenuto il brevetto per la produzione del pavimento luminescente Sassi di Luce: grazie a un impasto particolare nella parte superficiale questi masselli catturano la luce per rilasciarla poi di notte. Sono ideali per mettere in sicurezza zone buie senza l’uso dell’illuminazione elettrica e per creare scenografie spettacolari. D. Che rapporto avete con i rivenditori di materiali edili? R. L’80% del nostro mercato si rivolge alle rivendite di materiali edili, in particolar modo quelle del Nord Italia, anche se ultimamente stiamo lavorando con la nostra rete commerciale per ampliarci ancora di più. A disposizione dei distributori offriamo anche un servizio di posa e organizziamo corsi di formazione, sia in azienda che presso i rivenditori stessi. Abbiamo una lista di clienti fidelizzati, e con alcuni di questi lavoriamo da più di trent’anni in maniera continuativa. D. Quali sono i vantaggi per il rivenditore che si affida a Senini? R. La qualità dei prodotti e l’ampiezza dell’assortimento. Senini è il primo polo industriale a livello nazionale nella produzione di pavimenti, blocchi e cordoli, con cinque impianti su un’area di circa 100 mila metri quadri. Per i manufatti di maggior pregio abbiamo inoltre cinque unità di lavorazione successiva (burattatura, anticatura, levigatura, pallinatura, splittatura) e un vasto magazzino. La nostra posizione strategica e l’efficienza che ci contraddistingue dal punto di vista logistico ci consentono di garantire un servizio in pronta consegna su tutta la nostra produzione. Siamo inoltre in grado di evadere nel giro di 15 giorni anche ordini su materiali customizzati.

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Questo mese parliamo di: √ Antisismica √ Cartongesso √ Isolamento

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Se l'Italia è a rischio sismico bisogna investire sulla sicurezza. Se si investe sulla sicurezza bisogna intervenire sulle strutture. Se si interviene sulle strutture tanto vale utilizzare le nuove tecniche costruttive, come il cartongesso e i materiali isolanti. Avete capito: sono i tre argomenti forti di questi approfondimenti. Perché nessuno, oggi, può ignorare quelle che sono le frontiere dell'edilizia pag. 64

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DATEVI UNA SCOSSA CONTRO LA SCOSSA Il sismabonus è un’opportunità per mettere in sicurezza il patrimonio abitativo dell’Italia, un Paese dove negli ultimi 30 anni sono stati registrati 351.739 terremoti di varia intensità. Ma ora l’incentivo fiscale fino all’85% è applicabile in 4.613 comuni di Federico Della Puppa

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uò un terremoto essere positivo? Certamente no, non può esserlo mai. Il carico di distruzione e di vittime è sempre troppo elevato, anche quando (e per fortuna) non si contano i morti, ma solo i feriti o, nel migliore dei casi, si commenta lo scampato pericolo. Ma anche senza vittime, il corollario di crepe e segni del sisma si traduce in impraticabilità degli edifici, in perdita di valore degli immobili e nella insicurezza per il potenziale riattivarsi di scosse. Dopo un grande terremoto vi è il lungo periodo delle scosse di assestamento, descritte come un fenomeno naturale. Ma il terremoto porta anche altri assestamenti, a partire dall’ansia e dalla preoccupazione che attiva nella popolazione colpita, una

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condizione di insicurezza che non può essere superata con le sole parole tranquillizzanti della politica e dei politici, che ogni volta recitano immediatamente il refrain «ricostruiremo tutto dov’era e com’era» senza imparare dalla storia recente, che ha già dimostrato che dov’era e com’era spesso non si può proprio più ricostruire. E soprattutto senza mai chiedersi per chi ricostruire, e non solo perché. STATISTICHE DELL’EMERGENZA Rispetto al tema dell’insicurezza, la presenza importante, anzi fondamentale e strategica, della Protezione civile è in ogni caso una presenza emergenziale, che a emergenza finita lascia sul terreno il vuoto di un sentimento di abbandono che spesso, dopo le recenti catastrofi, ritorna ogni tanto a essere raccontato da alcuni servizi giornalistici, ma che più spesso finisce nel dimenticatoio. Abbiamo già dimenticato Amatrice, e non sono neppure passati tre anni, così come ci siamo ormai dimenticati de L’Aquila o dell’Emilia Romagna, per citare quelli più gravi. Ma chi si ricorda

della Lunigiana o del recentissimo Molise? Un terremoto non è mai positivo, non lo è per queste dimenticanze, legate anche ad una abbastanza logica necessità di superare in ogni modo il trauma, locale e personale così come collettivo e nazionale, e non lo è per le conseguenze distruttive, quelle più gravi, quando gli eventi superano il quinto grado di magnitudo, ma non lo è neppure nelle forme più leggere, meno gravi ma pur sempre pericolose, degli eventi che superano il terzo grado di magnitudo Richter, ovvero quella soglia oltre la quale un terremoto può diventare pericoloso per le strutture e per la popolazione. Eppure di questa negatività collettivamente non ci facciamo mai carico prima, solo dopo che è avvenuto il sisma. L’Italia è un Paese altamente sismico, i numeri implacabilmente ce lo ricordano, ma tendiamo a dimenticarli, a non osservarli dato che portano con loro un’insicurezza e una negatività che preferiamo non affrontare. Dal gennaio 1985 a oggi, anno dal quale sono presenti le statistiche uniformate della rete sismologica nazionale dell’Ingv, aggiornate in tempo reale grazie alle numerose centraline di monitoraggio M a g g i o

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installate in Italia, sono stati registrati 351.739 terremoti, dei quali 95.079 oltre la soglia di magnitudo due, ovvero oltre il livello di avvertimento da parte della popolazione. Quelli con magnitudo tre e superiore sono stati 12.164 e quelli con magnitudo quattro e superiore, ovvero nei quali i danni per le cose e il rischio per le persone diventano tangibili, sono stati 777. NUMERI IMPIETOSI Sul totale degli eventi che superano la soglia di attenzione (magnitudo due e più) si tratta di meno dell’1% degli eventi, ma se calcoliamo la percentuale solo sui terremoti con magnitudo tre e più, la percentuale sale al 6,4%. Ogni 15 scosse pari o superiori a 3 gradi della scala Richter avviene un terremoto che mette a rischio vite umane e danneggia scuole, case, chiese, capannoni, ospedali e strade. Considerando che le scosse che superano il terzo grado di magnitudo sono il 3,5% del totale dei 351.739 eventi che dal gennaio 1985 hanno colpito il territorio nazionale, si può capire che le percentuali non sono poi così intraducibili in termini di tempo. Ogni 29 scosse una supera i 3 gradi e, di queste, una ogni 15 volte supera il quarto grado. In 34 anni e cinque mesi, ovvero in 12.560 giorni, si tratta di 28 scosse giornaliere. Ma se conside-

Le sequenze sismiche nella zona di Amatrice dal 2016 al 2018. Fonte: Ingv

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SPECIAL E

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La mappa dei terremoti nel 2018 in Italia. Fonte: Ingv

Numero di terremoti in Italia 2013-2018. Fonte: Ingv

riamo il 2018, i dati registrati alla Rete Sismica Nazionale (Rsn) dell’Ingv ha localizzato 23.180 terremoti sul territorio italiano e nelle zone limitrofe, una media di oltre 63 eventi al giorno, poco meno di 3 eventi ogni ora, uno ogni 20 minuti. Nell’ultimo anno abbiamo avuto oltre il 5% del totale delle scosse registrate dal 1° gennaio 1985 dalla Rete Sismica Nazionale. Rispetto alla media degli ultimi trentaquattro anni un valore più che doppio. Eppure non ci preoccupiamo, non pensiamo a prepararci prima e per tempo ad eventi che comunque prima o poi accadranno in territori che ormai sono sismicamente mappati. Siamo forse troppo legati al pensiero che una percentuale dello 0,05 per mille sia troppo bassa per essere perisolosa. E quindi attendiamo fiduciosi, sperando che i muri delle nostre case, delle nostre scuole, le strutture dei nostri capannoni ed ospedali, delle nostre fabbriche e degli edifici pubblici resistano alle scosse che in quei luoghi prima o poi in futuro comunque colpiranno.

MEMORIA CORTA La storia recente dovrebbe insegnarci qualcosa. Il terremoto di Amatrice non è finito nel gennaio del 2017, dopo le ultime violenti scosse che hanno colpito l’area dopo quelle devastanti di agosto e ottobre 2016. Il terremoto è continuato, imperterrito, con quelle che un tempo venivano chiamate scosse di assestamento, ma che oggi in realtà rappresentano sciami sismici continui. La mappa resa disponibile dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sul totale dei terremoti nell’area di Amatrice negli ultimi tre anni è esemplificativa di questa situazione e racconta che in realtà i terremoti non finiscono mai, finisce solo la nostra soglia di attenzione, soglia che sembra seguire la dinamica quantitativa, quasi fosse legata ai grafici che raccontano di un numero di terremoti in diminuzione negli ultimi due anni. Peccato che questi dati non si possa considerarli al pari dei trend economici e di mercato, ma solo la fotografia di una temporaneità che dobbiamo saper interpretare nella giusta prospettiva. Qualche numero indica, infatti, come non si possa abbassare la soglia di attenzione. In Italia e nelle vicinanze nel 2018 sono stati registrati tre eventi di magnitudo maggiore o uguale a 5.0, due di questi sono avvenuti in Montenegro e Albania, solo uno in Italia, nella provincia di Campobasso (a questo proposito sarebbe interessante chiedere chi se ne ricorda). Ben 20 eventi di magnitudo tra 4.0 e 4.9, di cui quattro sono avvenuti nei mari circostanti e nei Paesi limitrofi, mentre cinque sono stati registrati nell’area etnea, 214 di magnitudo tra 3.0 e 3.9 e 2475 di magnitudo maggiore o uguale a 2.0. Sul totale il 90% dei terremoti localizzati in Italia nel 2018 hanno avuto magnitudo minore di 2.0, ovvero non sono stati avvertiti dalla popolazione, a parte alcune eccezioni, cioè in quei casi nei quali gli ipocentri sono stati molto superficiali e in prossimità di aree abitate.

Il terremoto di Campobasso del 2018. Fonte INGV

CONCENTRAZIONE PREVISTA Come osserva l’Ingv, nell’eccellente servizio informativo accessibile al sito ingvterremoti.wordpress.com, nel 2018 la maggior parte degli eventi sismici si è manifestata raggruppandosi nel tempo e nello spazio. Significa che i terremoti sono stati registrati in aree

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specifiche e in tempi circoscritti. Solo 3.400, infatti, sono stati i casi isolati, mentre in tutti gli altri casi si è trattato di eventi concatenati. Come descritto dall’Istituto, «la sequenza più lunga e con il maggior numero di eventi è, come previsto, quella associata all’area di Amatrice-Visso-Norcia, che copre tutto l’anno e prosegue nel 2019, con un totale di 14.974 eventi. Il terremoto di magnitudo massima nel 2018 per questa sequenza è avvenuto il 10 aprile alle 5:11 italiane vicino Muccia (ML 4.7, Mw 4.6), preceduto il 4 aprile da un evento di magnitudo Mw 4.0 a Pieve Torina, entrambi nel settore più settentrionale della sequenza iniziata nel 2016». Sempre nel 2018 la sequenza con magnitudo maggiore (5.2) ha riguardato il Molise (Montecilfoni, in provincia di Campobasso) ed è durata un centinaio di giorni (dal 14 agosto al 23 novembre) con 596 terremoti, cioè sei scosse al giorno. Insomma, siamo un Paese altamente sismico e, soprattutto, come abbiamo sottolineato più volte in queste pagine, siamo ricchi di case vecchie, costruite per la quasi totalità in assenza di normative antisismiche e dunque esposte al rischio. Soprattutto nelle aree più pericolose. CHE COSA FARE Che fare, dunque? La tecnologia in questo senso può essere un’ottima soluzione, ma non la tecnologia del monitoraggio, dato che i terremoti non si possono prevedere, ma quella legata alla prevenzione. Gli strumenti, le tecniche, i materiali, le soluzioni ci sono, sono molte, diversificate e soprattutto applicabili con successo in tutte le tipologie di edifici, a parte quelli costruiti con sistemi costruttivi per i quali il costo dell’intervento di protezione antisismica potrebbe risultare non economico e indurre, dunque, a procedere piuttosto a demolizione e ricostruzione. Perché le soluzioni possono essere molteplici. Meglio una demolizione selettiva e una ricostruzione antisismica che interventi di messa in sicurezza che poi, come accaduto nella scuola di Amatrice, non sono in grado di offrire effettiva sicurezza. Ma sia che si tratti di demolizione e ricostruzione, sia di interventi sull’esistente, una leva oggi strategica è quella dell’utilizzo del cosiddetto sismabonus, che consente di ridurre fino all’85% il costo dell’intervento, facendolo pagare allo Stato mediante la defiscalizzazione dei costi di ristrutturazione o di demolizione e ricostruzione (dato che anche in questo caso si tratta giuridicamente di ristrutturazione, come ha sentenziato un parere dell’Agenzia delle Entrate). Significa che intervenire con sistemi antisismici oggi costa all’utente finale il 15% del costo complessivo, sia che si tratti di case singole che di condomini. E nelle pieghe della manovra del Governo legata al Decreto crescita demolizioni e ricostruzioni con sismabonus sono estese anche ai comuni a basso rischio sismico, perlomeno per quanto riguarda gli incentivi riconosciuti a chi acquista unità immobiliari all’interno di immobili demoliti e ricostruiti dalle imprese. Il provvedimento, infatti, estende l’applicazione degli sconti fiscali per il miglioramento sismico dei fabbricati (fino all’85% della spesa entro un tetto di 96 mila euro) oltre alla zona 1 di massima pericolosità sismica, che ricordiamo comprende 708 comuni, si potrà ricorrere agli incentivi anche nelle zone 2 (2.345 comuni) e 3 (1.560 comuni) lasciando fuori soltanto i 3.488 comuni compresi nella zona 4, quella a più basso indice di pericolosità sismica. M a g g i o

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SPECIAL E

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NUMERO TOTALE DEI TERREMOTI IN ITALIA PER MAGNITUDO TOTALE DAL 1/1/1985 AD OGGI

con magnitudo 2+

con magnitudo 3+

con magnitudo 4+

con magnitudo 5.5+

351.739

95.079

12.164

777

17

23.180

2.475

214

20

1

6,6%

2,6%

1,8%

2,6%

5,9%

con magnitudo 2+

con magnitudo 3+

con magnitudo 4+

con magnitudo 5.5+

NEL 2018 % ULTIMO ANNO SU TOTALE Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Ingv

DISTRIBUZIONE DEI TERREMOTI PER MAGNITUDO (X1000) TOTALE DAL 1/1/1985 AD OGGI

1.000,00

270,31

34,58

2,21

0,05

NEL 2018

1.000,00

106,77

9,23

0,86

0,04

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Ingv

LA POSSIBILE APPLICAZIONE Insomma con il nuovo provvedimento del Governo il sistema di defiscalizzazione dei costi di ristrutturazione mediante sismabonus possono essere applicati in 4.613 comuni italiani (ovvero nel 57% dei comuni italiani). Potrebbe finalmente essere questo un buon punto di partenza, associato alla possibilità di cedere il credito fiscale, per mettere mano finalmente al patrimonio costruito e dare il vero valore a quei muri, rendendoli solidi e sicuri. Se oggi il mercato non premia l’acquisto di case in classe energetica inefficiente, come illustrano le statistiche dell’Omi (l’osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate), è molto probabile che neppure case sismicamente non sicure oggi siano incol-

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locabili sul mercato. Anzi, non è probabile, è sicuro. Paradossalmente l’unica sicurezza che possiamo garantire oggi nell’antisismica è avere un patrimonio edificato non sicuro. Un terremoto, come si diceva in apertura, non è mai positivo. Ma la prevenzione invece lo è. Le imprese, i professionisti e gli attori della filiera devono attivarsi per evidenziare non solo le convenienze di vivere in un edificio sicuro, ma anche il maggior valore di mercato che tale edificio acquista grazie ai lavori eseguiti con le migliori tecnologie e tecniche oggi presenti nel mercato e soprattutto devono imparare ad evidenziare al committente le convenienze fiscali, che sono poi convenienze economiche e finanziarie. Non restiamo a guardare e soprattutto non aspettiamo. È tempo, è ora.

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RIDURRE IL RISCHIO CON LE MALTE MASTEREMACO FR Quando è necessario intervenire per rinforzare strutture esistenti, sia per problemi di durabilità nel tempo che per esigenze di miglioramento delle prestazioni strutturali, è possibile sfruttare la “collaborazione” cemento-acciaio con l’aggiunta di speciali fibre corte di materiali resistenti a trazione nella matrice cementizia. Come fa la linea MasterEmaco FR, la gamma completa di malte da ripristino strutturale di Master Builders Solutions caratterizzate da una particolare formulazione che garantisce elevate prestazioni, facilità di miscelazione e applicazione, elevata resistenza a trazione ed eccellente duttilità. La linea MasterEmaco FR di malte colabili e tixotropiche, con fibre metalliche e non, è in grado di soddisfare ogni tipo di richiesta anche per lavorazioni fino a -10°C. Con la loro armatura diffusa, possono essere strutturalmente equiparate a sistemi composti da malte ad alte prestazioni e da reti di armatura.

I vantaggi delle malte MasterEmaco FR: • • • •

assicurano un rinforzo con armatura interna diffusa senza necessità di ricorrere all’utilizzo di rete elettrosaldata; riducono gli spessori di riporto non dovendo garantire un copriferro minimo; garantiscono elevata resistenza a urti e carichi dinamici impressi dal sisma; in presenza di forti sollecitazioni, limitano l’ampiezza e l’estensione delle fessure trasformando quelle macro in micro cavillature, contribuendo a un generale miglioramento della durabilità delle opere; permettono consolidamenti strutturali /antisismici semplificando le fasi esecutive e aumentando i livelli di sicurezza; garantiscono l'assenza di corrosione delle fibre metalliche grazie all’auto protezione catodica anche in ambienti fortemente aggressivi; possiedono versatilità applicativa grazie alle fibre HPF (High Performance Fibers) non metalliche ad alta tenacità.

ISOLAMENTO IN LATERIZIO, ANCHE PER ZONE SISMICHE Una linea completa di blocchi che, posati con malta tradizionale, permettono di realizzare pareti monostrato portanti o di tamponamento adatte alle diverse zone sismiche, con elevati valori di trasmittanza termica e in grado di mantenere le prestazioni inalterate nel tempo. È Normablok Più di Fornaci Laterizi Danesi, il sistema costruttivo completo e brevettato, che comprende oltre ai blocchi Normablok Più, il Blocco Normablok S40 Sismico e le mezze. Normablok Più S40 Sismico è un monoblocco portante per murature perimetrali, realizzato con laterizio Poroton P800 totalmente iniettato di polistirene caricato con grafite autoestinguente. Abbinato alla malta termo-sismica Danesi MTM10, permette di realizzare pareti con trasmittanza U pari a 0,20 W/m2K. Un sistema vincente in tutte le zone sismiche e climatiche, secondo le prescrizioni delle normative vigenti, in grado di coniugare praticità, economia e velocità di messa in opera con alte prestazioni termoacustiche, resistenza statica, isolamento acustico e protezione dal fuoco.

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Normablok Più S40 Sismico

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SPECIAL E

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CONSOLIDAMENTO

UNA TERRAZZA CON VISTA MAPEI Il gruppo lombardo è intervenuto nella messa in sicurezza e adeguamento sismico della Ex Lidotel di Venezia, con un intervento che ha interessato la struttura in laterizio e quella portante in cemento armato. Ecco le fasi del recupero statico-funzionale di Veronica Monaco

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apei è intervenuta nella messa in sicurezza e adeguamento sismico della terrazza Ex Consorzio Lidotel di Venezia, sulla strada regionale 11 Padana Superiore. I lavori si sono resi necessari per consentire il recupero statico-funzionale della struttura attraverso un intervento di adeguamento sismico. L’intervento ha interessato nello specifico gli orizzontamenti in latero-cemento e la struttura portante in cemento armato.

rimosse tutte le porzioni incoerenti o in fase di distacco dell’intonaco intradossale e le pignatte danneggiate. Successivamente, per i travetti ammalorati, interessati da fenomeni di carbonatazione del calcestruzzo

ANTISFONDELLAMENTO La prima operazione ha riguardato la messa in sicurezza dei solai con sistema di antisfondellamento MapeWrap EQ System. Al fine di avere un supporto idoneo all’applicazione del sistema, sono state

Proprietà/Committente: Autorità di Sistema Portuale del Mare

SCHEDA PROGETTO: Progettisti: Ing. Simoncello e Pelizzaro Impresa: Coletto di San Biagio di Callalta (Treviso) Adriatico Settentrionale Per Mapei: Claudio Azzena e Umberto Rico

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ANTISFONDELLAMENTO E RIPRISTINO CALCESTRUZZO Superfice di intervento vista dall'impalcatura di cantiere

Pannelli in EPS per il recupero delle volumetrie e armature passivate con boiacca Mapefer 1K

Visione d'insieme dell'impalcato ripristinato

Visione di insieme con particolare armature travi passivate con boiacca Mapefer 1K

Fase di ripristino estradossale del solaio

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Messa in opera di fasce di Mapewrap EQ Net per l'antisfondellamento

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SPECIAL E 1 e di ossidazione delle barre di armatura, sono state eseguite le operazioni di ripristino corticale, nello specifico è stato demolito il copriferro e pulito l’acciaio con conseguente passivazione con Mapefer 1K e riprofilatura con Mapegrout T60. Attesi i tempi di stagionatura della malta, si è proceduto con il ripristino delle volumetrie delle pignatte danneggiate mediante pannelli in Eps incollati con Mapetherm AR1 GG atti a garantire la planarità necessaria per eseguire la rasatura. Su questa è stato applicato il presidio di antisfondellamento MapeWrap EQ System: applicata una prima mano di adesivo MapeWrap EQ Adhesive, è stato posato il tessuto in fibra di vetro MapeWrap EQ Net, poi ricoperto con un ulteriore strato di MapeWrap EQ Adhesive. Al fine di proteggere la struttura e garantire la durabilità contro le azioni derivanti dal degrado ambientale è stata poi eseguita una rasatura elastica utilizzando Mapelastic Guard. ADEGUAMENTO STRUTTURALE Per quanto riguarda, invece, l’intervento di adeguamento sismico della struttura in cemento armato, la scelta progettuale è ricaduta sui sistemi Frp (Fiber Reinforced Polymer). Le operazioni preliminari hanno interessato il ripristino corticale dei calcestruzzi dei pilastri e dei nodi trave-pilastro laddove presente un avanzato stato di degrado per carbonatazione o di profonda penetrazione dei cloruri. Dopo aver rimosso il copriferro deteriorato, si è proceduto con la pulizia e la passivazione delle barre d’armatura con Mapefer 1K. Il copriferro è stato poi ricostruito con la malta da ripristino strutturale classe R4 Mapegrout T60. La cerchiatura dei pilastri, con l’obiettivo di aumentarne la resistenza al taglio e il confinamento, è stata eseguita con nastri in fibra di carbonio

FASCIATURA PILASTRI

2 MapeWrap C Uni-AX assicurati al supporto con apposite resine di regolarizzazione (MapeWrap 11) e di impregnazione (MapeWrap 31). Alla base dei pilastri sono stati inseriti fiocchi tipo MapeWrap C Fiocco, fissati chimicamente con resina epossidica Mapefix EP, al fine di garantire un corretto e funzionale collegamento con la

I PRODOTTI UTILIZZATI

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Ecco i prodotti Mapei utilizzati nei lavori della terrazza “Ex Lidotel” di

MapeWrap C Uni AX System, sistema composto da un tessuto

Venezia SR11:

unidirezionale in fibra di carbonio ad alta resistenza con elevato

MapeWrap EQ System, sistema composto da una armatura

modulo elastico tipo MapeWrap C Uni AX e da un sistema di leganti

bidirezionale in fibra di vetro apprettata per il rinforzo locale di

epossidici comprendente una resina epossidica per l’impregnazione

elementi strutturali secondari e non strutturali di qualsiasi natura come

e l’incollaggio di MapeWrap 31, uno stucco epossidico per la

MapeWrap EQ Net, applicata con un adesivo monocomponente

regolarizzazione, l’incollaggio di MapeWrap 11 e un primer

pronto all’uso a base di dispersione poliuretanica all’acqua a bassissima

epossidico consolidante del supporto MapeWrap Primer 1 coperto

emissione di sostanze organiche volatili (VOC), tipo MapeWrap EQ

da Certificato di Valutazione Tecnica all’impiego 206/2019;

Adhesive;

MapeWrap C Quadri AX System, sistema composto da un tessuto

Mapefer 1K, malta cementizia anticorrosiva monocomponente per la

quadriassiale in fibra di carbonio ad alta resistenza con elevato modulo

protezione dei ferri d’armatura;

elastico tipo MapeWrap C Quadri-AX e da un sistema di leganti

Mapegrout T60, malta tissotropica fibrorinforzata a ritiro compensato

epossidici comprendente una resina epossidica per l’impregnazione e

resistente ai solfati per il risanamento del calcestruzzo;

l’incollaggio di MapeWrap 31, MapeWrap 11 e il primer MapeWrap

Mapetherm AR1 GG, malta cementizia monocomponente a grana

Primer 1;

grossa per l’incollaggio e la rasatura di pannelli termoisolanti e per

MapeWrap C Fiocco, corda in fibre di carbonio unidirezionali ad alta

sistemi di isolamento “a cappotto”;

resistenza impregnata con MapeWrap 21 e spagliata con Quarzo 1,2

Mapelastic Guard, malta cementizia bicomponente elastica per

per la realizzazione del gambo rigido;

la protezione di grandi opere in calcestruzzo, soggette ad elevate

Mapefix EP, fissaggio chimico a base di resina epossidica pura per

sollecitazioni;

carichi strutturali.

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3

4 1. Fase di realizzazione del ciclo epossidico pre-installazione dei tessuti Mapewrap C UNI-AX. 2. Particolare di applicazione dei tessuti con passaggio del rullino frangibolle. 3. Fascia di tessuto in fibra di acciaio Mapewrap S Fabric. 4. Nodo completo del ciclo di rinforzo Mapei mediante tessuti in fibra di carbonio. 5. Nodo trave-pilastro d'angolo rinforzato con FRP e particolari spinotti per successiva installazione di travi di acciaio. 6. Applicazione del tessuto in fibra di carbonio quadriassiale Mapewrap C QUADRI-AX con rullino frangibolle.

5 sottostruttura. Analogamente, il rinforzo dei nodi trave-pilastro è stato eseguito applicando un tessuto quadriassiale MapeWrap C Quadri AX sul pannello di nodo e fasciando le estremità delle travi e dei pilastri convergenti nel nodo con un tessuto uniassiale MapeWrap C Uni-AX. Le caratteristiche geometriche del nodo

6

e la configurazione delle travi convergenti in esso hanno reso necessario l’inserimento in alcuni punti di MapeWrap C Fiocco per poter garantire una perfetta aderenza tra tessuto e supporto nella eventuale condizione di tiro del tessuto (spinta a vuoto).

UMBERTO RICO: COSÌ SI È EVOLUTO IL MERCATO Da più di vent’anni Mapei si contraddistingue

c’è una evoluzione continua resa possibile anche

nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie

dall’impegno dei nostri laboratori interni e dalla

orientate al rinforzo di strutture esistenti con

curiosità e dalla passione del nostro personale.

sistemi specifici per ogni diversa problematica.

D. Quali sono oggi le tecnologie presenti

Ne parliamo con Umberto Rico, ingegnere

sul mercato?

Mapei

della

Strutturale.

R. Possiamo suddividere le tecnologie Mapei per

adeguamento

il rinforzo strutturale a disposizione sul mercato

sismico: come si sono evolute nel tempo le

in quattro macro-famiglie. La prima categoria,

soluzioni Mapei?

presente già da vent’anni, è quella degli Frp (Fiber

Risposta. Le prime tecnologie innovative Mapei

Reinforced Polymers), materiali compositi a base di

per l’adeguamento sismico sono state sviluppate

fibre di carbonio o vetro applicati mediante matrici

alla fine degli anni Novanta e sono state applicate

organiche, cioè resine, su supporti in calcestruzzo

per la prima volta in occasione del recupero

e muratura. La seconda famiglia è quella degli

funzionale della Basilica di San Francesco d’Assisi.

intonaci armati, utilizzati prevalentemente per

Da quel momento il mercato si è evoluto moltissimo

strutture in muratura. Si tratta di una tecnologia

Domanda.

Linea Parliamo

Rinforzo di

ed è cresciuta la sensibilità pubblica, anche a

che ha subito nel tempo continue evoluzioni al

causa dei violenti eventi sismici che si sono susseguiti negli ultimi anni.

fine di risultare il meno invasiva possibile e sempre più compatibile con

Mapei investe circa il 5% del suo fatturato in ricerca e sviluppo, quindi

le strutture esistenti. A questo proposito Mapei propone quattro diverse continua a pag. 74

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SPECIAL E A n t i s i s m i c a segue da pag. 73

tecnologie:

armato

sull’intonaco esistente. Un’operazione

tradizionale con rete in acciaio, il

il

betoncino

quindi che non prevede interventi

sistema Crm con rete in fibra di vetro,

invasivi sulle strutture esistenti.

il sistema Frcm con una rete di vetro,

D. I nuovi incentivi fiscali per gli

basalto o carbonio che lavora in basso

interventi di valutazione e di

spessore permettendo di ridurre

prevenzione del rischio sismico

efficacemente la massa, quindi il peso,

hanno smosso il mercato?

e la rigidezza dell’intervento; infine la

R. Assolutamente sì. Grazie agli

nuova tecnologia chiamata Planitop

incentivi

Intonaco Armato.

sensibilità pubblica riguardo a questi

e

all’aumentata

argomenti, è cresciuto l’interesse

D. In che cosa consiste Planitop

74

statali

Intonaco Armato e perché è innovativa?

nell’adeguamento sismico degli edifici. Resta il fatto che una buona parte

R. Si tratta di un intonaco fibrorinforzato di nuova generazione che

del patrimonio architettonico italiano è molto indietro. C’è parecchio

presenta al suo interno fibre microdiffuse che vanno a ricoprire il ruolo

lavoro da fare nei prossimi anni, ma il mercato sta rispondendo bene.

della rete di armatura. All’atto pratico è un semplice intonaco, ma

D. Che differenza c’è tra i vari metodi di valutazione del rischio

provvede a rinforzare la struttura senza l’ausilio di rete e connessioni

sismico di un edificio?

meccaniche.

R. Ci sono dei vincoli rispetto alla tipologia strutturale che

D. Veniamo ora alle altre due macrofamiglie: quali sono le altre

permettono l’utilizzo di un metodo piuttosto che un altro. A

tecnologie a disposizione?

determinare il metodo di valutazione del rischio sismico interviene

R. La terza categoria è quella degli Hpc (High Performance Concrete),

anche l’obiettivo che si intende raggiungere con l’intervento di

ossia malte cementizie fibrorinforzate ad elevate prestazioni. Questo tipo

adeguamento: la volontà di superare una o due classi sismiche

di prodotti possiede fibre strutturali sintetiche o d’acciaio già all’interno

infatti limita l’utilizzo di un metodo piuttosto che un altro. I metodi

della matrice cementizia e è studiata appositamente per il rinforzo di travi

semplificati permettono infatti di salire soltanto di una classe. Inoltre

e pilastri, dei nodi travi-pilastro e dei solai esistenti. Sono malte molto

cambia anche la percentuale di detrazione fiscale concessa dal

efficaci non solo a livello di prestazioni, ma anche a livello di operatività

Sismabonus: per i condomini fino al 75% se l’intervento permette il

di cantiere, fluide e autolivellanti o tissotropiche, a presa rapida, con una

miglioramento di una classe sismica, fino all’85% invece se si sale di

buona lavorabilità, e si può procedere con lavori di finitura nell’arco delle

almeno due classi.

24 ore. Mentre le prime tre soluzioni sono legate tutte a interventi di tipo

D. Sul tema del rinforzo strutturale Mapei offre un’assistenza

strutturale, l’ultima famiglia di tecnologie interviene come soluzioni di

tecnica continua ai progettisti. In che modo?

presidio di sicurezza su elementi definiti “non portanti”.

R. Mapei mette a disposizione dei progettisti software di calcolo sui

D. Di che cosa si tratta?

sistemi Frcm, Frp e Hpc che consentono di dimensionare gli interventi di

R. Nello specifico parliamo di sistemi antisfondellamento e

rinforzo e scegliere le soluzioni più idonee al lavoro specifico. Mapei è

antiribaltamento in cui utilizziamo principalmente due tecnologie: i

inoltre molto vicina alle esigenze dei professionisti e del cantiere con un

betoncini armati in basso spessore Frcm e MapeWrap EQ System, una "carta

ufficio tecnico che offre assistenza continua, dalle fasi di sopralluogo alle

da parati" antisismica che ha il vantaggio di essere applicata direttamente

relazioni tecniche fino alla verifica della corretta posa del materiale.

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www.gruppostabila.it

RISPOSTA SISMICA DI PRIMA CATEGORIA

IL SISTEMA PER ZONA SISMICA CHE NON TEME SMENTITE

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Risposta sismica di 1a Categoria

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Aumentate prestazioni meccaniche 75


SPECIAL E

G jn ft pi es i s m i c a A

FISCHER

FISSIAMO ANCHE IL TERREMOTO Il Gruppo tedesco, per garantire la sicurezza nelle zone a rischio sismico, mette a disposizione non solo prodotti certificati e testati, ma anche conoscenza ed esperienza, il software per i progettisti, l’academy per la formazione e…

di Valentina Anghinoni

Ingegner Luca Zordan, Sales Engineering Manager di fischer Italia

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Ingegner Roberto Fior, Product Manager di fischer Italia

L

e costruzioni e le ristrutturazioni in zona sismica richiedono un’adeguata progettazione e prodotti idonei, non per ultime le connessioni, che hanno l’onere di trasmettere i carichi anche per la durata di un terremoto. fischer, gruppo specializzato in sistemi di fissaggio, offre una ampia gamma di ancoranti, sia meccanici (FAZ II, FH II, FBS II) che chimici (FIS EM Plus, FIS EB, FIS SB, FIS V), certificati al sisma con prestazione C2, ovvero adatti per tutti i livelli di sismicità. In più, fischer, oltre ai singoli ancoranti, propone soluzioni complete e specifiche anche per le parti non strutturali di un edificio. Come i sistemi SaMontec, una gamma di staffaggi antisismici per impiantistica, che si integrano con i fissaggi di prestazione con classe C1 e C2. Luca Zordan, Sales Engineering Manager di fischer Italia e Roberto Fior, Product Manager di fischer Italia spiegano le soluzioni e le strategie più importanti che il Gruppo leader del fissaggio mette in campo per le esigenze, sempre più specifiche e restrittive, relative a questo delicato segmento delle costruzioni. Domanda. Il Gruppo fischer è leader nel fissaggio anche sul mercato italiano. Quali sono i prodotti e le soluzioni più importanti M a g g i o

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FBS II

FH II

FBS II A4

FBS II SK

FAZ II

che proponete per la sicurezza costruttiva in zona sismica? software di calcolo per semplificare il lavoro di progettazione. Il Roberto Fior. Tutti i nostri fissaggi, sia che si tratti di tasselli in tecnico, quando arriva a progettare il punto di fissaggio si pone nylon sia di ancoranti meccanici o chimici, offrono la garanzia di domande precise: ha funzione strutturale? La struttura da fissare massima sicurezza. Ma quando si parla di costruzioni in zona sismica si trova in una zona ad alta sismicità e ha rilevanza ai fini della sibisogna selezionare quelli che possono contare sulle certificazioni curezza delle persone o delle cose in essa contenute? In questo caso l’omologazione antisismica non può più mancare ed è necessario sismiche con classe di prestazione C1 e C2. Solo di recente l’EOscegliere il massimo, ovvero la classe di prestazione C2. TA (European Organisation for Technical Assessment) ha messo a disposizione gli strumenti che indicano D. Qual è la soluzione? quali sono le procedure da seguire per la Roberto Fior. fischer offre una ampia gamproduzione e la verifica degli ancoranti da ma di ancoranti, sia meccanici (FAZ II, FH Sono tutti prodotti facili utilizzarsi in zona sismica. I riferimenti sono II, FBS II) che chimici (FIS EM Plus, FIS da installare, contenuti nella risposta tecnica di EOTA EB, FIS SB, FIS V) certificati al sisma con che richiedono solo 045, intitolata Progettazione di tasselli metalprestazione C2. Sono tutti prodotti facili da lici per l’uso nel calcestruzzo sotto sollecitazione installare, che richiedono il rispetto delle il rispetto delle specifiche sismica. I nostri ancoranti top di gamma specifiche contenute nelle certificazioni. nelle certificazioni. soddisfano pienamente tali requisiti e sono In primis una adeguata pulizia dei fori e In primis una adeguata adatti per progettazione sotto sollecitaziol’applicazione della corretta coppia di serpulizia dei fori ne sismica. Ma non ci fermiamo al singolo raggio. Ma questo non è una specificità degli prodotto: pensiamo anche ai sistemi. Proprio ancoranti resistenti al sisma: è necessario per questo è stata presentata la nuova gamma per ogni ancorante. SaMontec Staffaggi Antisismici di Impianti, studiata sia per le D. Questo è l’aspetto principale da considerare? nuove costruzioni che per l’adeguamento del patrimonio esistente. Roberto Fior. Attenzione: in caso di sisma bisogna eliminare gli D. Quali caratteristiche e vantaggi hanno questi prodotti, sono facili effetti legati al martellamento, cioè quel particolare fenomeno che da installare o sono necessarie competenze tecniche specifiche? in caso di sollecitazioni alternate, vedrebbe la piastra sbattere contro Roberto Fior. Parliamo di ancoraggi che devono resistere a sollela barra dell’ancorante a causa dello spazio presente fra il foro e il citazioni sismiche. Non possiamo permetterci nessuna improvvisagambo della barra, con il concreto rischio di procurarne la rottura. zione. Si devono usare fissaggi metallici o chimici che godono delle La soluzione? Riempire lo spazio con resina, in modo da rendere suddette classi di prestazione C1 e C2, ma devono essere valutati, solidale il sistema barra/piastra ed eliminare ogni movimento difcalcolati e prescritti da tecnici competenti. Per questo offriamo ferenziato. La nostra soluzione? La rondella FFD, forata su un lato M a g g i o

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SPECIAL E

A nt i si sm i c a

RONDELLA FFD

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D. Siete sempre molto attenti alle certificazioni sia nel fissaggio per l’inserimento calibrato della resina dopo aver serrato il dado. chimico che meccanico? I progettisti e gli applicatori vi ripagano D. Spostando lo sguardo in maniera più ampia sul mondo del fisdei costi che queste comportano? saggio, quali sono le ultime tendenze nell’edilizia, sia per quanto riguarda l’uso degli ancoranti meccanici che di quelli chimici? Luca Zordan. fischer è oggi più che mai un sinonimo della parola Luca Zordan. Il mercato, ormai da qualche anno, si sta indirizzando tassello: questo la dice lunga sul valore che viene attribuito al marchio verso prodotti con campi di applicazione sempre più ampi e che siano al che rappresentiamo e che quindi viene riconosciuto dal mercato. Valore contempo facili e veloci da installare. Questo ovviamente senza perdere che significa sicurezza, affidabilità, qualità di prodotto, ma soprattutto nulla dal punto di vista della tenuta meccanica, della garanzia e della certezza di sapere di aver sempre qualcuno al proprio fianco. Chi sceglie certificazione del prodotto. Nel campo dei meccanici, per esempio, le viti fischer sa che quello che sta installando è un prodotto che, in funzione da calcestruzzo sono passate da fissaggio per applicazioni non strutturali dell’applicazione e delle normative specifiche, è testato nel maggior (per esempio, nell’ambito dell’impiantistica) a soluzione per applicazioni numero di combinazioni di metriche e lunghezze. Il tutto per coprire in ambito sismico, mantenendo le proprie caratteristiche sail più alto numero di applicazioni possibili. A questo si lienti come l’estrema semplicità di posa. Preforo nel supporto e affianca il servizio proprio di fischer, che sta diventando il FIS V 410 C avvitamento diretto: velocità e sicurezza di aver fissato a regola valore aggiunto a un prodotto di per sé eccellente: sempre d’arte. Circa le applicazioni in zona sismica, gli ancoranti più spesso, infatti, è richiesto supporto nelle fasi progetchimici sono da sempre un riferimento progettuale: in questo tuali e in cantiere. caso, la ricerca continua ha riguardato nuove formulazioni D. In Italia oggi si costruisce davvero in maniera più che hanno permesso di arrivare ad applicazioni certificate sicura o è l’adeguarsi a un puro obbligo normativo? con range di temperatura sempre più ampi (sia in fase di Luca Zordan. Parto dall’aspetto a mio parere più imporinstallazione, sia in fase di esercizio) e la possibilità di non tante: si inizia a costruire in maniera più sicura. La sensadover eseguire la pulizia del foro (argomento spesso dolente zione, però, è che ancora in tantissimi casi lo si faccia per un in cantiere) nel caso si utilizzino le punte aspiranti FHD. puro obbligo normativo soprattutto parlando di fissaggi, piccola parte in un intero progetto, ma non meno imporD. Come nascono i prodotti fischer? Roberto Fior. Il costante contatto con tutta la filiera delle tante visto che proprio a questa si demanda il compito di costruzioni (progettisti, installatori, rivenditori) e la coopetrasmettere carichi, a volte anche molto importanti. Le razione con molti altri player dell’edilizia e dell’impiantistica, faccio un esempio: scegliere un ancorante per applicazioni ci porta a captare e riconoscere le nuove esigenze. A volte strutturali non vuol dire solamente controllare che in questo significa adattare e migliorare prodotti esistenti, ma etichetta ci sia l’icona relativa, visto che ogni metrica può in altri casi bisogna pensare a un prodotto tutto nuovo. In avere diverse certificazioni, specie se parliamo in ambito entrambi i casi teniamo sempre in massima considerazione sismico (C1/C2). Ma questo è ciò che ancora troppo spesso le esigenze dell’utilizzatore e la sicurezza del prodotto: eseaccade. Per assicurare la massima trasparenza e sicurezza guiamo test di installazione su un gran numero di materiali ai nostri partner, progettisti, imprese e installatori, già da costruzione e nelle condizioni più avverse, completati da nel catalogo generale riportiamo la specifica performance prove di carico a supporto della validità del prodotto. Prima sismica di ogni codice presente. Per questo motivo, ma non di lanciare il prodotto, questo viene testato all’esterno dei solo, investiamo sempre più nella formazione continua in nostri laboratori da un numero significativo di installatori e sede e sul campo, con un’accademia, fischerformazione, imprese selezionate al fine di avere la conferma che quanto vero riferimento per imparare a conoscere, progettare e progettato è quanto richiesto. installare i nostri sistemi di fissaggio.

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novità

SICUREZZA SISMICA

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Danesi® è un marchio distribuito da Latercom®

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Normablok Più S40 HP e S35 HP sono i nuovi blocchi ad alte prestazioni termiche integrati con polistirene Neopor® di BASF, sviluppati dal Gruppo Danesi per la realizzazione di tamponature monostrato ad alta efficienza energetica. Sicuri sismicamente, i blocchi HP sono ideali anche per costruzioni pluripiano. www.danesilaterizi.it

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SPEC IAL E

C a r t on g e s s o

SISTEMI A SECCO

LA FRONTIERA DELLA NUOVA EDILIZIA Marco Imperadori, professore ordinario al Politecnico di Milano, spiega i segreti del metodo più versatile e non solo per la sua leggerezza, ottimo per creare divisori fonoassorbenti, riciclabili e installabili in breve tempo. Ma va utilizzato da professionisti

di Giacomo Casarin

Politecnico di Milano, Campus Bovisa. A fianco, Marco Imperadori

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n sistema resistivo è leggero e caratterizzato dallo schema massa-molla-massa, ottimo dal punto di vista acustico. Sono queste alcune proprietà del cartongesso, un sistema a secco che per sua natura si adatta bene a ogni tipo di involucro interno. Un prodotto che presenta molti vantaggi ed è sempre più richiesto. «Ma non ci si inventa dall’oggi al domani di progettare un buon sistema a secco», avverte Marco Imperadori, professore ordinario del Politecnico di Milano. «Se non si ha studiato come impresa e non si sono

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La tecnologia costruttiva utilizzata nel Campus Bovisa è il sistema S/R - Struttura e Rivestimento, con la quale sono stati realizzati l’involucro, le partizioni verticali interne e i controsoffitti

preparate efficacemente le maestranze, è meglio non cimentarsi nemmeno: sarebbe come aver sempre fatto utilitarie e decidere di costruire una Ferrari». Dalle parole di uno dei pionieri del sistema a secco in Italia si può intendere l’importanza della formazione in edilizia, che aiuta a puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. «Prima di diventare professore Ordinario a tempo pieno al Politecnico ho passato vent’anni da Associato, e all’insegnamento affiancavo l’attività di progettazione, dove ho visto la tecnologia a secco evolversi in continuazione», sottolinea Imperadori. «La soluzione non è tornare sui banchi di scuola, ma non lasciarli mai». Domanda. Innanzitutto, che cosa sono i sistemi a secco? Risposta. Per sistemi a secco si intende un modo di costruire differente da quello dei sistemi a umido, dove è necessario un legante idraulico per realizzare in cantiere i classici muri di pietra o mattoni, oppure per riempire i casseri di riempimento con cemento armato. C’è bisogno, infatti, di acqua e tempi di asciugatura, mentre nella costruzione a secco gli elementi sono fissati meccanicamente. In breve: delle lastre sono agganciate a profili strutturali e le intercapidini vengono saturate con isolanti. La differenza consiste nelle proprietà dell’involucro, perché i sistemi a secco sono resistivi, quindi leggeri e acusticamente caratterizzati dallo schema massa-molla-massa, mentre quelli a umido sono inerziali, cioè pesanti e componibili solo per gravità. Infine, a differenza della costruzione idraulica tradizionale creata in situ, il manufatto a secco è progettato e composto off-site, per poi essere portato in cantiere, pronto per essere assemblato. D. Il cartongesso fa parte dei sistemi a secco? R. Il cartongesso o, meglio, gesso rivestito, è un sistema a secco composto da lastre, profili, viti, stucchi, che rappresenta il prodotto principale per realizzare l’involucro interno dell’edificio. D. Quali sono i principali sistemi a secco presenti oggi sul mercato? R. Ne esistono di diversi tipi. Differenzierei innanzitutto la stratificazione a secco dall’assemblaggio a secco. La prima è la composizione di lastre avvitate su profili per costituire pareti, controsoffitti o pavimenti, mentre l’assemblaggio riguarda la prefabbricazione di elementi come i serramenti, che si progettano in azienda e si fissano in cantiere. È possibile assemblare a secco in cantiere anche i già citati sistemi stratificati a secco, precedentemente montati in industria, per poi rifinire il tutto in situ. D. Ci sono vantaggi delle costruzioni a secco rispetto a quelle a umido? R. I vantaggi sono multipli, quando i sistemi a secco sono ben progettati. Per prima cosa, la leggerezza di questo tipo di costruzione è vantaggiosa per un Paese a rischio sismico come l’Italia. In più, dal punto di vista acustico a parità di prestazioni si riescono a ottenere pesi molto più leggeri, così da creare divisori poco pesanti ma molto assorbenti. Altri vantaggi sono la flessibilità, la M a g g i o

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riciclabilità e i tempi di realizzazione. D. Dal punto di vista economico, costruire con i sistemi a secco rende di più? R. Sì, ma non ci si inventa dall’oggi al domani di progettare un sistema a secco. Se non si ha studiato come impresa e non si sono preparate efficacemente le maestranze è meglio non mettersi neanche: sarebbe come aver sempre fatto utilitarie e decidere di costruire una Ferrari. La preparazione è molto intensa per entrare

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SPECIAL E

C a r t on g e s s o

Nel Campus Bovisa, grazie alla tecnologia stratificata a secco è stato possibile proporre e realizzare delle soluzioni tecniche che garantissero prestazioni maggiori o uguali alle specifiche di progetto ma con un minore peso e un minore ingombro

in questo campo: bisogna investire in formazione per puntare sulla qualità e non sulla quantità. La reddittività delle imprese può aumentare solo se il settore migliora i propri processi, riduce gli sprechi e migliora la qualità. Nell’edilizia c’è stata una gran lentezza nell’equiparare le proprie tecnologie a quelle di altre filiere come i trasporti, l’aerospaziale, il navale, le telecomunicazioni. La soluzione non è tornare sui banchi di scuola, ma non lasciarli mai: la formazione in edilizia deve essere sempre presente e l’aggiornamento costante. D. Qual è stato il suo personale percorso nel mondo dei sistemi a secco? R. Quando mi laureai, andai a lavorare in Germania per uno studio di controllo di qualità strutturale e tecnologica. Fu qui che ebbi la fortuna di venire in contatto con i Trockenbau, i primi sistemi a secco tedeschi. Quando tornai in Italia il mio maestro, il professor Ettore Zambelli, mi propose il dottorato di ricerca al Politecnico e fu in questa occasione che conobbi Pietro Antonio Vanoncini, un pioniere in Italia per quanto riguarda i sistemi a secco. Insieme a loro ho scritto uno dei primi libri sull’argomento, Costruzione stratificata a secco, che adesso ho aggiornato con il titolo di Active House - Progettazione e innovazione con tecnologie di costruzione stratificata a secco. Prima di diventare professore Ordinario a tempo pieno al Politecnico, ho passato vent’anni da Associato, e all’insegnamento affiancavo l’attività di progettazione, dove ho visto la tecnologia a secco evolversi in continuazione. D. Oggi di che cosa si occupa principalmente? R. Di tutto ciò che è innovazione nella costruzione edilizia. Collaboro strettamente con Vanoncini e Knauf, ma anche con Velux per quanto riguarda illuminazione e ventilazione naturale. In generale, mi interesso di edifici ad altissima efficienza energetica.

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Al momento mi occupo molto di cognitive building, ovvero di edifici sensorizzati che sono in grado di comunicare con l’utente, per esempio avvertendolo sulla concentrazione di CO2 all’interno dell’abitazione e altro. D. Secondo lei come sarà la casa del futuro? R. Uno spazio semplice, ma in grado di interagire con l’utente, come dicevo. In grado di raccontare le situazioni che l’uomo non riesce a vedere. Come la CO2, per esempio, invisibile ai nostri occhi, oppure le polveri sottili. Tutte queste informazioni, che nelle automobili sono già presenti sotto forma di spie luminose o segnali acustici, potrebbero essere comunicate anche all’abitante di un edificio. Questo tipo di sensoristica costa sempre meno e può essere di grande aiuto: si tratta di sistemi ausiliari all’uomo. Ciò che invece vuole sostituire in toto l’uomo, lo lascio alla fantascienza. D. Il ruolo degli operatori nella filiera delle costruzioni sta cambiando? R. Non sono i più forti o i più intelligenti che sopravvivono, ma i più disponibili al cambiamento. Mi piace citare Darwin per spiegare che, "quando c’è una difficoltà, chi riesce a riorganizzarsi e a investire va avanti, mentre chi si ferma si estingue". D. Potrebbe dare un consiglio ai nostri lettori su che cosa fare per rimanere nel mercato con soddisfazione finanziaria? R. Devono riuscire a vendere dei prodotti di grande qualità e certificati, in grado di entrare in una filiera di alto livello. Non è interessante vendere tanto per avere poco margine, quanto vendere il giusto con il giusto margine. Bisogna continuare a studiare il mercato per comprendere cosa richiede maggiormente, senza sperare troppo nell’incentivo statale, per prepararsi al momento in cui non ci sarà più. Il fotovoltaico, per esempio, è andato fortissimo solo nel periodo in cui era incentivato, poi è stato un flop. M a g g i o

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S PEC IA L E

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SAINT-GOBAIN

UNA CASA VESTITA CON HABITO FORTE Una villa privata a Vignola (Modena) si contraddistingue per l’intreccio di due diversi volumi sfalsati tra loro. Che generano all’interno grandi superfici, con la massima libertà progettuale. Anche grazie alle caratteristiche tecniche del cartongesso Gyproc di Giacomo Casarin

Gli esterni della casa a Vignola (Modena)

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n volume pieno al centro di una casa a Vignola (Modena) è l’elemento architettonico che caratterizza il progetto: si tratta della massa del vano scale, alleggerita da una boiserie in legno con finitura metallica. «La boiserie integra lo spazio della cucina con la zona dell’atrio e sbocca su un doppio volume pensato come un grande open space, in relazione diretta con l’esterno», spiega Enrico Guazzi, progettista dell’edificio. «Questo spazio centrale viene diviso da una parete attrezzata che separa il living e la zona del camino, caratterizzate da un suggestivo gioco di led che simula un cielo stellato». SISTEMI A SECCO I divisori tra i diversi ambienti, le contropareti perimetrali e i controsoffitti Saint-Gobain Gyproc assicurano flessibilità di utilizzo e resistenza meccanica, grazie all’accostamento di lastre standard con lastre performanti Habito Forte, contraddistinte da solidità e capacità di carico. «Il cliente ha capito gli enormi vantaggi applicativi della nuova lastra Gyproc Habito Forte», raccontano i tecnici di Spaziosei, l’azienda che ha applicato i sistemi a secco. «Il prodotto consente una maggiore libertà progettuale proprio per le sue caratteristiche tecniche, in grado di assicurare prestazioni meccaniche nettamente superiori alle lastre di tipo tradizionale».

CONTROSOFFITTI FLESSIBILI Per facilitare il passaggio degli impianti e contenere gli apparecchi illuminanti, sono stati utilizzati controsoffitti continui in lastre, composti da strutture metalliche Gyprofile e una lastra standard Wallboard. Una scelta in grado di assicurare velocità di esecuzione e pulizia nella posa in opera. La grande flessibilità di utilizzo dei controsoffitti ha permesso di realizzare incassi per l’illuminazione artificiale e realizzare disegni architettonici di particolare impatto visivo che personalizzano gli spazi interni, come gli scenografici tagli luminosi verticali e orizzontali nel corridoio della zona notte al piano superiore della villa.

I divisori tra i diversi ambienti, le contropareti perimetrali e i controsoffitti Saint-Gobain Gyproc assicurano flessibilità di utilizzo e resistenza meccanica, grazie all’accostamento di lastre standard con lastre performanti Habito Forte

PARETI RESISTENTI La richiesta di compartizioni che garantissero ottime prestazioni meccaniche e un’elevata capacità di carico è stata soddisfatta grazie alla soluzione di pareti e contropareti interne a secco. Nello specifico, grazie ai sistemi costituiti da strutture metalliche Gyprofile, da pannelli isolanti e da una doppia lastra per lato: una di tipo standard Wallboard e una Habito Forte. Quest’ultima è un prodotto speciale ideale per l’edilizia residenziale, perché contraddistinto da un eccezionale grado di durezza superficiale, resistenza meccanica e portata ai carichi. La speciale carta bianca che caratterizza le lastre e l’utilizzo dello stucco Habito Premium agevola notevolmente le operazioni di finitura e tinteggiatura delle pareti Habito Forte. Infine, nelle compartimentazioni verticali dei bagni e nella controparete della cucina, le lastre Hydro H1 con bassissimo assorbimento d’acqua garantiscono un’eccellente tenuta all’umidità.

LA SCHEDA Committente: privato Progetto: Enrico Guazzi, Modena Luogo: Vignola (Modena) Prodotti: sistemi a secco Saint-Gobain Gyproc Applicatore: Spaziosei, Bologna

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SPECIAL E

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VANONCINI

LE DUE ANIME DEL SISTEMA A SECCO L'azienda in provincia di Bergamo è impresa edile e rivendita specializzata nella tecnologia costruttiva a secco. Tecnologia di cui è pioniera e attorno a cui ha costruito e propone una serie di servizi. Che divulga anche attraverso momenti di formazione specifica di Giacomo Casarin

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ll'inizio l'azienda è nata come impresa di costruzioni», spiega Valerio Rubin, responsabile marketing e comunicazione di Vanoncini. «Il passaggio a rivendita è stato il più naturale possibile. Nel nostro magazzino di impresa di costruzione, infatti, venivano ogni tanto a trovarci alcuni artigiani o rappresentanti di aziende per acquistare materiale: è stata questa continua richiesta a permetterci di strutturarci e organizzarci in rivenditori specifici di sistemi a secco». D. Come mai avete puntato fin da subito sui sistemi a secco? R. In origine l’azienda era una realtà artigiana di famiglia e il nostro attuale presidente, Antonio Vanoncini, da esperto metallurgista, ha da subito introdotto nell’azienda una mentalità tipica delle industrie europee Valerio Rubin, responsabile marketing e comunicazione di Vanoncini

e un approccio scientifico di fisica tecnica applicata alle costruzioni. Inoltre, i collegamenti professionali con i Paesi europei di Antonio Vanoncini, soprattutto con la Germania, hanno creato l’opportunità di dialogare con i grandi produttori come Knauf, per importare e impostare in Italia un mercato incentrato sui sistemi a secco per l’edilizia. D. Quali sono stati i principali ostacoli che ha dovuto superare l’azienda per introdurre questo sistema in Italia? R. All’epoca c’era assoluta mancanza di informazioni riguardo al sistema. E non esistevano nemmeno le schede tecniche dei prodotti in italiano, ma solo in tedesco. Il percorso è partito veramente dal nulla, con pochissime conoscenze in merito: questo è stato anche lo stimolo per impostare l’attività di ricerca con il Politecnico di Milano, con lo scopo di rendere la tecnologia a secco la più strutturata possibile, creando un sistema da divulgare nella maniera corretta. D. Con il Politecnico di Milano che cosa avete fatto nello specifico? R. Tantissima ricerca e sviluppo in termini di prodotti e soluzioni. Soprattutto per quanto riguarda la compatibilità delle svariate tipologie di materiali che le aziende produttrici mettono a disposizione. In modo Corso di formazione

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da definire diversi pacchetti ottimali in funzione della prestazione da raggiungere, da quella acustica a quella termica. D. Siete stati i primi in Italia a contattare il Politecnico su questo fronte? R. I primi corsi incentrati sul sistema costruttivo a secco sono nati grazie alla collaborazione tra Antonio Vanoncini, che è stato docente al Politecnico per diversi anni, il professor Zambelli e un allora giovane studente di nome Marco Imperadori, ora docente a sua volta. Proprio loro tre hanno scritto quello che è stato il primo libro sulla tecnologia costruttiva a secco, punto di riferimento per molti anni in Italia per studenti e professionisti. D. Quali sono i principali prodotti e sistemi trattati oggi dalla vostra azienda? R. Tutte le componenti del sistema a secco. Quindi, le orditure metalliche, le lastre, le viti, gli stucchi, insieme a tutti i materiali isolanti che vanno a colmare quelle naturali intercapedini create appositamente dal pacchetto tecnico. Oggi con questi sistemi si può realizzare un edificio per intero: la continua ricerca da parte delle multinazionali rende disponibili prodotti altamente performanti ideali per realizzare l’edificio, dalla pelle esterna fino agli interni. D. Quali sono i principali servizi che offrite? R. Dobbiamo prima di tutto distinguere le nostre due anime di costruttori e di rivenditori, e poi rispondere con le parole che gli stessi nostri clienti ci hanno riferito, rispondendo a un sondaggio che abbiamo svolto nei mesi scorsi, dove abbiamo posto a loro, più o meno la stessa domanda, ovvero: «Quali sono i servizi di Vanoncini che maggiormente apprezzate?». Le risposte ci hanno fatto sapere che in qualità di costruttori, è particolarmente apprezzato il nostro servizio di progettazione: grazie all’ufficio tecnico disegniamo dettagli costruttivi fino alla scala 1:5. Oltre a questo, risulta sempre molto efficace un’organizzazione di grande forza, fatta di oltre 250 collaboratori, in grado di offrire assistenza a ogni richiesta. In qualità di rivenditori, invece, i nostri servizi più apprezzati sono la consulenza per ogni tipo di materiale da parte dello staff tecnico e commerciale, la disponibilità e la completezza di gamma di prodotti nei magazzini, la flessibilità dell’organizzazione con possibilità di gestire modifiche dell’ultimo secondo e infine la consulenza telefonica garantita in ogni momento. D. L’utilizzatore finale è un vostro cliente? E che vantaggi ha

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nel rivolgersi a voi? R. È un nostro cliente quando capita un committente che deve realizzare la propria abitazione. Il suo vantaggio è che si rivolge a un’impresa seria ed esperta, presente sul mercato da 40 anni e in grado di dialogare su qualsiasi obiettivo. D. Come è stata l’evoluzione del vostro mercato di riferimento negli ultimi cinque anni? R. La tendenza più significativa consiste nella consapevolezza, da parte di tutti i protagonisti della filiera dell’edilizia, della necessità di specializzarsi per rimanere sul mercato. Non c’è più spazio per l’improvvisazione e bisogna essere preparati: questo ci ha aperto l’opportunità di poter trasferire le nostre conoscenze a imprese, artigiani e progettisti che desiderano una formazione specifica per realizzare un lavoro ben eseguito. È interessante evidenziare, come le richieste di formazione e di consulenza che riceviamo dai nostri clienti, non riguardano più solo tecnologia costruttiva e materiali ma anche temi relativi alla gestione d’impresa, alla gestione e alla motivazione delle persone, alla gestione del credito e quella finanziaria, alla gestione del marketing e delle trattative commerciali. I clienti, o meglio le persone, con cui ci relazioniamo quotidianamente, sanno che la rivoluzione tecnologica in atto già da alcuni anni, cambierà completamente lo scenario in cui molte aziende italiane si troveranno a competere. L’intelligenza artificiale renderà inutili intere professioni, la caduta delle barriere al commercio aprirà interi settori alla concorrenza mondiale, le nuove generazioni, con il loro nuovo approccio al marketing e agli acquisti renderanno obsoleta più di un’impresa. D. Qual è la soluzione a tutto questo? R. Serve un punto di svolta. Un punto di svolta per incrementare l’efficienza. Un punto di svolta per cavalcare per primi le nuove tendenze, per interrogarsi sui propri valori e sui propri scopi e ripensare la propria impresa e il suo modo di generare ricchezza. Per questi motivi, abbiamo deciso di dedicare tempo e risorse a un importante lavoro di ricerca, selezione e analisi, di aziende di consulenza e formazione, arrivando a siglare un accordo di partnership con chi ci ha particolarmente entusiasmato, dimostrandoci da subito l’efficacia dei loro programmi formativi e del loro metodo di studio. Il dialogo e il confronto con i vertici dell’azienda, hanno consentito di avviare la progettazione di un corso speciale per imprenditori del settore edile, e oggi siamo particolarmente orgogliosi e felici di annunciare che il prossimo 20 Giugno, c/o la nostra sede di Mapello, prenderà il via la prima «MasterClass» dedicata proprio a chi ha fatto dell’edilizia il proprio core business. Il programma, prevede 4 giornate di studio in cui verranno affrontati i seguenti temi: Come strutturare un’organizzazione che funziona e delegare con efficacia; Come trovare e gestire persone capaci; Come costruire una Proposta di Valore e differenziarsi sul mercato; Come condurre con efficacia le trattative; Contrattualistica con la clientela; Come gestire il credito: dalla concessione al recupero efficace... e non solo. Al link, www.vanoncini.it/ formazione/academy/corso-imprenditore-edile, sono disponibili ulteriori informazioni e approfondimenti. D. Infine, come è andato il vostro business l’anno scorso e come sta andando il 2019? R. Il 2018 si è chiuso con un segno positivo che, sta continuando anche nel 2019. Inoltre, possiamo contare su un interessante portafoglio ordini acquisiti che ci consentono di pensare a un trend positivo per l’intero anno in corso.

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SPECIAL E

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CASE HISTORY

STUDIO PEDROLI VENIER & ASSOCIATI

Rimodernamento e riorganizzazione degli spazi dello Studio Pedroli Venier & Associati. Sono state realizzate pareti a secco fonoisolanti con pannelli in lana di roccia, contropareti autoportanti e controsoffitti monolitici ispezionabili. A sostegno delle pareti vetrate sono stati inseriti dei setti acustici portanti, mentre sul perimetro sono state fornite e installate delle gole luci di particolare effetto visivo. Tutti i serramenti sono stati sostituiti con porte vetrate e di legno.

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SI APRE LA PORTA È C'È UN'ORCHIDEA Il nuovo sistema a scomparsa coniuga design e sicurezza con proposte installabili sia su pareti in cartongesso sia in laterizio. I controtelai sono costituiti da pannelli di acciaio zincato con passivazione easy-film top quality, e profilati con grecatura a coda di rondine di Veronica Monaco

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oluzioni ad alta tecnologia e qualità adatte a tutti i tipi di parete: i controtelai per porte scorrevoli a scomparsa della linea Orchidea di Fibrotubi rispondono alle esigenze odierne di progettazione, coniugando design e sicurezza in un’ampia gamma di proposte installabili sia su pareti in cartongesso che in laterizio. Costituiti da pannelli di acciaio zincato con passivazione easy-film top quality, e profilati con grecatura a coda di rondine per conferire una perfetta stabilità e adesione, i controtelai Orchidea sono disponibili in varie

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versioni, spessori e modelli: ad anta singola o doppia, ad ante parallele o contrapposte, a filo muro, per punti luce e anche in kit di montaggio per il cartongesso. I controtelai della linea Orchidea sono ancora più performanti grazie a caratteristiche innovative, come la traversa in alluminio anodizzata fornita di serie con portata fino a 120 chilogrammi e il nuovo sistema di giunzione guida-montante a scatto e a incastro, che consente un montaggio semplificato senza l’utilizzo di nessun attrezzo. Sempre all’insegna della praticità è anche la nuova guida pavimento, montabile a scatto e senza viti in pochi istanti. Inoltre, il nuovo kit carrello applicato alla traversa offre una maggiore aderenza al telaio, per una migliore scorrevolezza e silenziosità nel movimento. Tutti i controtelai Orchidea sono certificati secondo le norme Iso e sono completi di relazione tecnica su determinazione della resistenza all’urto da corpo molle e da corpo duro e relazione tecnica sugli accessori. La gamma standard di Orchidea si completa con soluzioni progettuali specifiche per particolari esigenze abitative ed estetiche. Come i controtelai della linea Free privi di finiture esterne: l’assenza di stipiti e coprifili consente alla porta di fondersi con la parete, dando continuità e ampliando la visione dello spazio interno. Per coloro che invece necessitano di mantenere i punti luce vicino al passaggio porta c’è Orchidea Light, la linea di controtelai predisposti per l’inserimento d’impianti elettrici, quali interruttori, prese di corrente, applique nella parete di alloggio del cassonetto. Il telaio, sia per anta singola che doppia, è infatti predisposto con quattro aperture in cui è possibile inserire scatole elettriche per il passaggio dei cavi. Per particolari esigenze di spazio, invece, Fibrotubi è in grado di realizzare sulla linea standard di Orchidea anche telai fuori misura fino a 2 metri di lunghezza e 3 metri di altezza, per consentire la realizzazione di nuove opere con un unico prodotto, evitando abbassamenti o compensazioni.

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Il sistema Linnum Wall permette di creare un vano spazioso e privo di ostacoli, perché il punto di scarico non è a pavimento, ma a parete

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di Veronica Monaco

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a scelta del cartongesso per la realizzazione di docce si sposa con le caratteristiche tecniche di un prodotto innovativo come Linnum Wall di Redi. Questo sistema permette, infatti, di creare una doccia spaziosa e libera da ostacoli, perché il punto di scarico non è più a pavimento, ma a parete. Utilizzando lastre di cartongesso idrofugo è così possibile creare una doccia di design nella massima libertà. Veloce da installare e totalmente regolabile, sia in altezza che in profondità, anche in base allo spessore delle piastrelle, Linnum Wall è adatto anche a massetti con spessore di 10 centimetri. Dotato di telaio inox per il bloccaggio del telo geotessile impermeabilizzante, il sistema Redi ha una elevata portata di scarico di 42 litri/minuto, è completamente ispezionabile e pulibile. Il design dalle linee pulite si integra in maniera perfetta in ogni ambiente, anche grazie alla griglia disponibile in tre varianti: Abs bianco, ideale per le docce con pareti chiare o realizzate in marmo dal colore brillante; acciaio inox satinato, che si integra con i rivestimenti più scuri, conferendo un tocco di eleganza e ricercatezza; acciaio inox piastrellabile, che offre una soluzione di continuità totale con le piastrelle utilizzate per le pareti o per il pavimento del bagno. M a g g i o

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SPECIAL E

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EDILIZIA

LA NUOVA ARTE DI COIBENTARE Cappotto esterno, interno, isolamento a cassetta, con blocchi. E, poi, attenzione ai cassonetti degli avvolgibili, ai ponti termici causati dai telai, ai materiali non idonei‌ Un esperto analizza le opzioni a disposizione per diminuire la bolletta e combattere la dispersione di Cristiano Vassanelli

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e consideriamo gli edifici adibiti a condominio, la parte preponderante del parco immobiliare nazionale è stata edificata tra il Dopoguerra e gli anni Ottanta, molto prima dell’entrata in vigore della famosa Legge 10 del 1991, impianto normativo all’avanguardia che ha posto la giusta attenzione all’isolamento termico degli edifici, imponendo limiti e indicando metodi di calcolo per la determinazione degli indici di dispersione delle costruzioni. Dal 1991 fino al 2006, le tematiche relative all’isolamento termico degli

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edifici sono cadute nell’oblio e l’Italia si è trovata a dover rincorrere affannosamente gli altri Paesi europei impegnati in una continua revisione e aggiornamento dei limiti minimi di isolamento imposti dalle sempre più preoccupanti variazioni climatiche del nostro meraviglioso pianeta. Il decreto Legislativo 311 del 2006, sospinto da una presa di coscienza planetaria in tema di surriscaldamento globale, ha imposto nuovi limiti di isolamento e ridato nuova linfa al tema della limitazione del fabbisogno energetico indicando, inoltre, come sarebbe stata l’evoluzione dei limiti normativi, adeguati al ribasso negli anni a venire.

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SPECIAL E

I s ol a m ent o Se prendiamo in considerazione un piccolo edificio monofamiliare sorto negli anni Cinquanta o Sessanta, sprovvisto quindi di particolari attenzioni rivolte all’isolamento termico, e procediamo al calcolo delle dispersioni delle pareti perimetrali, del pavimento e della copertura, i valori che si ottengono possono raggiungere percentuali molto elevate, che si aggirano attorno al 75%, come mostrato nel diagramma a torta, esemplificativo di una casistica simile nel Comune di La Spezia.

AGGIORNAMENTI DI LEGGE Dal 2006 a oggi si sono succeduti molteplici aggiornamenti legislativi e normativi, necessari per il continuo peggiorare delle problematiche energetiche e, dal primo gennaio 2019, è entrato in vigore l’ultimo aggiornamento sui limiti di legge nazionali, rivolto sia alle prestazioni dell’involucro che al rendimento degli impianti. Le dispersioni energetiche imputabili all’involucro esterno di un edificio pesano sull’economia dei consumi energetici in modo evidente ed è per tale ragione che il comparto edile è, assieme al trasporto e l’industria uno dei tre player su cui tutti gli stati stanno ponendo grande attenzione e da cui potremmo ottenere risultati tangibili in termini di risparmio energetico e limitazione dell’impatto ambientale.

VALUTARE LA DISPERSIONE Per limitare il flusso termico negativo sarà di fondamentale importanza procedere all’isolamento dell’involucro in grado di limitare, in base alle necessità stagionali, le dispersioni energetiche verso l’esterno, mantenendo o garantendo un corretto equilibrio termoigrometrico degli ambienti. La prima fondamentale valutazione, infatti, deve essere effettuata sull’obiettivo di isolamento imposto dalle condizioni climatiche. Giusto per intenderci, Brunico e Catania non hanno le stesse necessità: la prima dovrà avere capacità di isolamento più spiccate per il regime invernale, mentre per la seconda sarà esattamente il contrario. Già questo primo assunto può portare a considerare diverse tipologie di materiali presenti sul mercato, favorendo per le problematiche estive murature massive e isolanti aventi elevati valori di potere calorifico o calore specifico. Ma andiamo per gradi: i sistemi costruttivi con cui possiamo limitare le dispersioni energetiche dell’involucro di un edificio sono molteplici e dipendono, in estrema sintesi, dalla destinazione d’uso dell’alloggio oltre che dall’impatto economico dell’intervento. A grandi linee potremmo così suddividere le varie filosofie: Isolamento dall’esterno (cappotto). Idoneo in tutti i casi di destinazione d’uso permanente (residenziale, uso ufficio, scolastico, ospedaliero), non particolarmente consigliato se la necessità è di avere ambienti caldi in poche decine di minuti.

DIAGRAMMA A TORTA DELLA DISTRIBUZIONE DELLE DISPERSIONI DELL’INVOLUCRO E DELLA VENTILAZIONE DELL’ALLOGGIO h parete = 34% h soffitto = 26% h pavimento = 16%

h vent, 4%

h soft, 26%

h par, 34%

h ing, 2%

h pont, 6% h pav, 16% h fin, 9% h gar, 3%

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Isolamento in intercapedine (muro a cassetta). Idoneo in tutti i casi di destinazione d’uso (residenziale, uso ufficio, scolastico, ospedaliero), ma devono essere corretti i ponti termici dovuti alle strutture (in cemento armato, legno o altro).

inserito all’interno degli alveoli dei blocchi) e le facciate continue con isolamento esterno (simili al cappotto).

Isolamento dall’interno (cappotto interno). Spesso utilizzato in interventi di ristrutturazione, perfetto per ambienti a destinazione d’uso saltuaria, a meno di notevoli spessori è deficitario sulla limitazione dei ponti termici.

Isolamento con blocchi specifici (laterizio, calcestruzzo areato autoclavato o cellulare, legno, paglia). Soluzioni idonee per tutte le applicazioni in muratura portante, necessitano di grande accuratezza nelle fasi di posa (per evitare ponti termici nelle sigillature). Per completare la panoramica dei sistemi costruttivi volti alla limitazione del fabbisogno energetico, è corretto segnalare anche i blocchi in calcestruzzo o laterizio con interposto l’isolante di tipo fibroso o cellulare (esistono anche versioni dove l’isolamento è

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Dall'alto, una rappresentazione di un blocco in calcestruzzo “cellulare” e un blocco (sotto) “cassero” in legno e cemento

Un’immagine di un blocco in calcestruzzo con interposto isolamento in XPS e a destra rappresentazione di un tamponamento effettuato con blocchi in calcestruzzo cellulare, correzione dei ponti termici su solai e pilastri e facciata continua


ha particolari controindicazioni tranne nei casi di ristrutturazioni Come è possibile intuire dalla panoramica, le soluzioni disponibili di edifici esistenti in cui non è possibile usufruire di extra spessori sul mercato sono molte e le possibilità di proporre soluzioni miste tra i sistemi costruttivi, sono praticamente illimitate. Prescindendo esterni per questioni legate alla distanza con altri edifici. al momento dalle problematiche legate all’impatto economico, le scelte progettuali dipenderanno da una serie di valutazioni, che CHI SCEGLIE L’INTERNO Nei casi di edifici esistenti e in tutte le situazioni in cui la richiesta è partendo dalla necessità di fornire un corretto livello di isolamento termico, allineato con le richieste di legge, non dovranno dimenticare di poter variare velocemente la temperatura interna di un ambiente, le necessità che riguardano la resistenza al sisma, l’isolamento acula soluzione più praticata è il rivestimento a cappotto interno, esestico dai rumori esterni (dove il foro finestra avrà una responsabilità guito con le medesime tecniche del cappotto esterno (avendo cura preponderante sull’economia del risultato finadi prevedere uno strato di barriera al vapore le), l’impermeabilità e la resistenza al passaggio verso il locale riscaldato) o, in alternativa, con dell’aria (misurabile con il famoso blower door La soluzione del cappotto i sistemi costruttivi a secco su telaio metallitest o test dello spiffero). co, con isolamento in intercapedine e finitura non ha particolari costituita da lastre di gesso rivestito dotate di controindicazioni, CHI VINCE LA GARA elemento di controllo del vapore. tranne nei casi Prendendo in esame il mercato delle nuove coTale tecnica costruttiva ha come unico freno struzioni, che seppure sia ancora soggetto ad una all’applicazione, la necessità di spessori che di ristrutturazioni forte contrazione dei volumi rimane il mercato vanno a limitare le superfici calpestabili interdi edifici in cui non di riferimento per molte imprese di costruzione, ne oltre a problematiche legate a specifici casi, è possibile usufruire la soluzione più sfruttata è senza ombra di dubper esempio, la presenza di mobili o arredi di spessori esterni extra su misura. Per ristrutturazioni e risanamenti bio il sistema di isolamento a capotto esterno. Tale sistema costruttivo, a fronte di un costo energetici, nei casi di pareti perimetrali doper la scarsa distanza sicuramente superiore rispetto al tradizionale tate di intercapedine, sta prendendo piede la da altre costruzioni muro a cassetta con isolamento in intercapeditecnica dell’insufflaggio di materiali isolanti ne, è in grado di fornire elevatissimi livelli di a base fibrosa, tra cui le fibre minerali e la trasmittanza termica e ottimi valori di sfasamento azzerando ogni fibra di cellulosa, dotati di buona capacità termica in grado di potenziale ponte termico, passando davanti a ogni disomogeneità incrementare l’isolamento termico senza lo svantaggio di limitare delle costruzioni (pilastri, solai o altro) e mantenendo corretti livelli le superfici calpestabili. di traspirabilità alle murature, legati alla scelta della tipologia ed alla costituzione interna dell’isolante prescelto ed ai materiali con COME SI SOFFIA cui si effettueranno le finiture. Esecutivamente la tecnica dell’insufflaggio può essere adottata A patto che l’esecuzione sia effettuata con estrema attenzione sevantaggiosamente sia per le pareti perimetrali sia per i sottotetti guendo le indicazioni dei produttori in merito al numero ed alla non abitabili (le vecchie soffitte o granai tanto per intenderci), con tipologia di fissaggi meccanici, oltre alle altre norme di buona piccole differenze in merito alla resa isolante della soluzione, depratica ormai di conoscenza comune, la soluzione a cappotto non cisamente ottima per i sottotetti, ma meno risolutiva per le pareti

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perimetrali: non può sanare le problematiche dei ponti termici dovuti alla presenza di eventuali pilastri e solai. Inoltre, l’isolamento sarà comunque sprovvisto di una regolazione della migrazione del vapore, qualora dovesse essere ritenuta necessaria. La parte muraria di una parete perimetrale termina sui contorni dei serramenti, in corrispondenza del così detto foro finestra, vera e propria zona di «frontiera di responsabilità» tra le competenze dell’impresa esecutrice e quelle del falegname o dell’appaltatore dei serramenti. Tale rimbalzo di responsabilità spesso sfugge al controllo del direttore lavori, con il desolante risultato che a fronte di importanti investimenti per l’esecuzione del sistema a cappotto e i costi per i serramenti, l’utente finale rischia di trovarsi con fastidiose muffe da condensa determinate da ponti termici più o meno evidenti, che si palesano a poca distanza dalla consegna dell’immobile.

lo spessore dell’intercapedine. Il giunto secondario tra il falso telaio e il serramento è da considerarsi ancora più delicato: è particolarmente esposto agli agenti atmosferici. Tale nodo dovrà garantire una corretta tenuta all’aria, una idonea impermeabilizzazione ed escludere la possibilità di creare disomogeneità tali da consentire un ponte termico. Il giunto dovrà quindi comprendere diverse tipologie di nastri auto espandenti, in base agli spessori massimi su cui dovrà fungere da sigillante, del tipo BG1 per piccoli spessori e dei tipi visti prima per spessori elevati, oltre ad un fondo giunto in polietilene espanso ed altri elementi accessori come mostrato nell’immagine riassuntiva sottostante.

FINESTRE E TELAI La scelta della controcassa o falso telaio del serramento, un’attenta valutazione del quarto lato (cioè il lato basso del foro finestra) e una serie di accorgimenti atti a sigillare, riempire e proteggere il giunto, diventano fondamentali per una buona riuscita dell’isolamento. Il foro finestra è composto da un giunto o nodo primario e da uno definito come secondario come indice la Norma Uni 11673-1. nodo primario nodo secondario

Affinché i due piani di tenuta possano adempiere alle loro mansioni evitando problemi di muffa da condensa, spifferi o ancora peggio, infiltrazioni, è assolutamente necessario che la progettazione venga effettuata con la massima dedizione e attenzione alla scelta dei materiali, per concludersi con lo sviluppo di dettagli esecutivi particolareggiati e chiari. Il nodo primario tra la muratura perimetrale e il falso telaio del serramento, dovrà essere riempito con materiali idonei, avendo ben presente che oltre alle problematiche relative all’isolamento termico, il nodo svolgerà un ruolo da protagonista anche per evitare il fastidioso ingresso di rumori provenienti dall’esterno. La scelta della schiuma a base poliuretanica e le modalità di posa andranno effettuate con la massima attenzione. Vanno favoriti materiali a bassa espansione, altamente adesivi e di elevata densità in alternativa alle schiume tradizionali, avendo cura di inumidire il supporto per favorire la reticolazione del materiale igroindurente e limitando gli spessori del riempimento a un massimo di 3 centimetri di larghezza. In alternativa, sarà possibile procedere con nastri autoespandenti di elevato spessore (tipo 2E o 3E) capaci di riempire completamente

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SCELTA PREVENTIVA La scelta del falso telaio dovrebbe essere effettuata dopo una progettazione e una valutazione di calcolo preventiva, capace di determinare potenziali problematiche in regime dinamico relativamente alla creazione di condensa. È possibile prendere, per esempio, che cosa scaturisce da una modellazione del nodo finestra effettuata con l’ausilio di un software agli elementi finiti, per due tipologie di controcasse, una in metallo e una in legno. Come si evince dalle temperature minime riportate nell’immagine, il telaio in legno potrebbe soffrire di problematiche di condensa invernali in zone climatiche con temperature minime invernali piuttosto rigide (per esempio, città come Trento e Bolzano) mentre il telaio in metallo potrebbe andare in crisi in zone climatiche non particolarmente rigide, come la maggioranza delle città del Centronord attorno alla pianura Padana.

Temperatura minima accettabile 4,95°C

Temperatura minima accettabile 7,97°C

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PRESTARE ORECCHIO In ambito di ristrutturazioni esiste, infine, la problematica dei cassonetti degli avvolgibili, spesso costruiti con qualche tavola di legno e quindi affetti da dispersioni puntuali. Anche per queste casistiche esistono soluzioni al limite del fai-da-te, in grado di limitare il danno sia sotto il profilo dell’isolamento termico che acustico. L’intervento è basato sull’inserimento di strati di materiale isolante autoportante fibroso o a celle chiuse, ricoperto verso l’interno con lamine a base polimerica ad alta densità, preposte alla difesa dai rumori. In tema di isolamento termico il mercato sta registrando continue novità, alcune assolutamente interessanti e innovative, come gli isolanti di derivazione aerospaziale e quelli a cambiamento di fase, altre più fondate sulla fantasia e l’emozione che su solide basi scientifiche, come i rivestimenti «miracolosi», che a dire dei loro promotori in pochi millimetri di spessore riescono a fornire le stesse prestazioni di un cappotto. CI VUOLE COMPETENZA In tale contesto diventa fondamentale acquisire le competenze necessarie per evitare amare sorprese. Attenzione, quindi, a come sono dichiarati i valori della conduttività termica ʎ dei materiali isolanti, che dovrebbe essere sempre riferita a una norma tecnica di riferimento e presentare caratteristiche di ripetibilità. Il valore dichiarato dal produttore indicato con ʎd dovrebbe essere l’espressione di una campionatura di produzione anche indicato con il simbolo ʎ90/90. Non dimentichiamo, infine, che per passare dalla conduttività dichiarata ʎd o ʎ90/90 a quella che dovremmo ritenere corretta per le valutazioni di calcolo, detta conduttività di progetto ʎp, sarà sempre necessario effettuare un’indagine per prevedere l’effettiva destinazione d’uso considerando i tre coefficienti di correzione riportati all’interno della Norma Iso 10456, che considerano l’invecchiamento, la presenza di umidità e il gradiente di temperatura. Attenzione e conoscenza della destinazione d’uso, esperienza e pragmaticità nella scelta delle soluzioni, sono alla base di ogni buona progettazione, cura dei dettagli e professionalità i mezzi per raggiungere risultati in linea con le aspettative della clientela ed una necessaria limitazione del fabbisogno energetico di cui il nostro pianeta non può più fare a meno. M a g g i o

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accontare le fiabe ai bambini non è solo un passatempo, un modo per farli addormentare o per far loro compagnia, ma è sempre stato un utile sistema per alcuni insegnamenti morali e di buon senso rispetto a quello che può capitare nella vita. Le favole hanno sempre messo in guardia rispetto ai pericoli, dagli incontri di sconosciuti lupi cattivi da evitare come in Cappuccetto Rosso, fino ai regali che possono sembrare gratuiti, ma che a volte possono nascondere trabocchetti, come nella mela avvelenata di Biancaneve. Le favole sono metafore soprattutto di come affrontare i casi della vita e una di queste, in particolare, ha sempre messo in guardia rispetto a come costruire in modo solido una casa, per combattere tutte le intemperie, compreso il lupo cattivo. Nella famosa favola, infatti, solo il terzo porcellino, con la sua casa fatta di mattoni, era in grado di resistere al soffio potente del lupo che abbatteva i muri di paglia e di legno degli altri due fratelli. Costruire case solide è stato da sempre un insegnamento che abbiamo tradotto in muri resistenti, fatti di mattoni e tenuti assieme dalla malta e dal cemento. Ai muri abbiamo sempre dato un significato di protezione dall’esterno. Ma chi difende i muri? La domanda è tutt’altro che un paradosso. Nel tempo i materiali

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cambiano: siamo passati dai mattoni pieni ai forati e, poi, ai nuovi sistemi costruttivi a secco, in grado di coniugare resistenza meccanica e antisismica all’isolamento termico e acustico. MANTENERE IL BENESSERE Ma se nella nuova costruzione cambiare e mantenere solide le mura è un percorso facile e fattibile, sul patrimonio già costruito ed edificato in passato oggi è utile in molti casi intervenire per proteggere e dare nuovo valore alle pareti. Proteggere chi ci protegge è un investimento che ha notevoli benefici sotto molti aspetti, in particolare rispetto agli agenti atmosferici esterni e soprattutto per fornire migliori prestazioni isolanti, esterne ma anche interne, con l’obiettivo di ridurre, per esempio, lo scambio termico e dunque la bolletta energetica. Sono molti gli interventi che possono creare e rendere effettivamente reale il risparmio nelle spese per il riscaldamento o raffrescamento in un edificio, sia una singola abitazione, una villetta, come in un condominio. Uno degli interventi principali è, appunto, rappresentato dall’applicazione di un adeguato isolamento termico all’edificio. L’isolamento, infatti, ha lo scopo non solo di mantenere, ma di aumentare il benessere proteggendo gli spazi interni dalle variazioni climatiche stagionali e giornaliere.

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TRE POSSIBILITÀ Negli edifici esistenti, indipendentemente dal modo attraverso il quale sono stati costruiti, le possibilità di migliorare le prestazioni termiche sono sostanzialmente tre. La prima si riferisce all’applicazione di materiale isolante sulle superfici esterne, ovvero il classico isolamento a cappotto

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esterno. Isolando le pareti dall’esterno si ottiene l’eliminazione di tutti i punti freddi e aumenta la capacità di accumulo termico dell’edificio. I muri si scaldano, accumulano calore e poi lo restituiscono all’ambiente. È il tipo di isolamento relativamente più costoso, ma più efficiente: è capace di eliminare tutti i ponti termici. La seconda possibilità è applicare sulle superfici interne dei vani dell’edificio un isolamento interno. In questo caso si utilizzano pannelli isolanti nei vani e nelle pareti interne dell’edificio. Questo tipo di isolamento permette di mantenere inalterate le caratteristiche architettoniche esterne, è più economico perché non necessita di ponteggi ed è più facilmente attuabile, oltre al fatto che nel caso dei condomini non è richiesto il parere degli altri proprietari se l’isolamento è interno al proprio appartamento. Di contro, è ovviamente meno efficiente rispetto al cappotto esterno e non del tutto adatto a eliminare completamente i ponti termici. Infine, la terza possibilità è intervenire mediante lo sfruttamento delle intercapedini all’interno della muratura. In questo caso l’isolamento avviene mediante il posizionamento, che in alcuni sistemi innovativi si spinge fino all’insufflamento, di particolari prodotti isolanti nelle intercapedini già esistenti, ovvero tra la parete di tamponamento esterna di maggior dimensione e la parete interna di sezione minore, tra le quali viene interposto il materiale isolante. L’isolamento così posizionato aumenta l’inerzia termica dell’edificio, ma non elimina in ogni caso i ponti termici. VIVA LA CONCERTAZIONE Oltre a questi tre tipi di interventi che agiscono sull’involucro dell’edificio, risultano utili al fine del miglioramento dell’isolamento termico anche altri tipi di interventi per il tetto o il soffitto dell’ultimo piano

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e, inoltre, quelli sui serramenti esistenti. Quest’ultimo intervento rappresenta la pratica più diffusa poiché, nonostante dia luogo a risparmi medi ridotti rispetto agli altri interventi sull’involucro, rientra nell’attività edilizia libera, cioè non richiede un titolo abilitativo per essere effettuata. In ogni caso, l’isolamento migliore è quello studiato e realizzato integrando diverse modalità di intervento. Quindi, per isolarsi bene è bene non farlo con una sola azione, ovvero pensare che un solo intervento possa risolvere tutti i problemi.

deve verificare preventivamente la fattibilità dell’opera in relazione allo specifico immobile sul quale interverrà, pena possibili contestazioni. L’installazione di pannelli isolanti all’interno delle singole unità immobiliari, invece, rimane opera che ogni condomino può realizzare con il rispetto delle normative urbanistico-edilizie e delle norme relative alle innovazioni sopracitate. In particolare, risulta vincolante per la realizzazione dell’opera che l’intervento non arrechi nessun tipo di danno o modifica alle parti comuni del condominio.

VINCOLI DA RISPETTARE Mentre per le azioni di isolamento su singoli immobili le problematiche sono limitate alle sole esigenze tecniche e alle decisioni del committente, nel caso di intervento su edifici condominiali bisogna considerare alcuni vincoli. Gli interventi di isolamento termico sono inseriti, secondo la normativa condominiale, nel ramo delle innovazioni e devono per tale motivo rispettarne la normativa che le disciplina. La fattibilità dell’intervento è quindi legata al soddisfacimento di tre requisiti, ovvero l’intervento di isolamento non deve arrecare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato, non deve alterare il decoro architettonico e non deve arrecare danno alle parti comuni dell’edificio. In ragione del secondo punto, l’isolamento esterno non potrà quindi essere utilizzato in edifici sottoposti a vincoli architettonici o in complessi di particolare pregio, (particolare tessitura, murature vincolate, presenza di affreschi, presenza di particolari elementi decorativi eccetera). In ogni caso il condominio, tramite analisi propedeutiche, prima di assumere la decisione di procedere all’installazione dei materiali isolanti e deliberare i lavori,

PROBLEMA COMUNE Perché il tema dell’isolamento del condominio è così importante? Innanzitutto perché i condomini in Italia rappresentano 1 milione 200 mila edifici su un totale di 14,4 milioni, ma sommano il 60% della popolazione residente. Dunque l’isolamento degli edifici condominiali è un segmento e mercato che non ha ancora attivato tutte le sue potenzialità, ma che grazie ai benefici fiscali delle detrazioni, che per le parti comuni sono valide fino a dicembre 2021, con una quota di detrazione fino al 65% della spesa, su un tetto massimo di 96 mila euro per singola unità abitativa, da scontarsi in dieci rete annuali. È una grande opportunità soprattutto se collegata anche agli altri interventi che oggi beneficiano di sconti fiscali, in particolare quelli antisismici. L’integrazione tra interventi di consolidamento strutturale antisismico e l’isolamento delle pareti esterne e interne, può essere una delle chiavi più innovative per intervenire oggi sul patrimonio esistente, unendo dunque il beneficio strutturale a quello energetico. Isolare dunque, ma senza isolarsi in un solo obiettivo.

UNA MATERIA PRIMA, TANTE APPLICAZIONI Il territorio italiano è costituito da aree caratterizzate da condizioni climatiche estremamente diversificate e il progettista è vincolato al rispetto di specifiche performance energetiche per ciascuna zona climatica (sono sei, dalla A alla F) in cui viene costruito l’edificio. Il DPR 59/09 ha introdotto un ulteriore parametro indice del clima legato al gravoso carico energetico per il raffrescamento degli edifici durante la stagione estiva: anche in questo caso il progettista deve assicurare il rispetto dei valori delle trasmittanze per le chiusure verticali e opache. In tutto questo la scelta del materiale isolante svolge un passaggio fondamentale, sia nella progettazione di nuove costruzioni che in quella di riqualificazione degli edifici esistenti. Grazie alle particelle di grafite contenute al suo interno, il polistirene espandibile Neopor di BASF offre una capacità isolante maggiore di quasi il 20% rispetto al tradizionale EPS. Le particelle di grafite, infatti, assorbono e riflettono la radiazione infrarossa, riducendo sensibilmente il passaggio di calore dovuto all’irraggiamento che influenza negativamente la conducibilità termica. L'estrema versatilità della materia prima Neopor permette di ottenere un portfolio di isolanti termici ideali a tutte le applicazioni edilizie: coibentazione esterna di pareti (cappotto); coibentazione in intercapedine; coibentazione di coperture piane e a falda; coibentazione interna di pareti.

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SPECIAL E

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SAN MARCO

CINQUE SOLUZIONI PER UN CAPPOTTO L’azienda propone il sistema Marcotherm: fa risparmiare dal 20% al 40% già dalla prima bolletta energetica, proteggendo dal freddo, dal caldo e dalle infiltrazioni e assicura l’eliminazione di condense interne e di muffa. Ed è disponibile in diverse configurazioni di Veronica Monaco

Fabio Stefanini

Rendering edificio con applicazione del cappotto Marcotherm

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a spesa energetica è una delle più importanti voci del bilancio delle famiglie, con una spesa che si aggira tra i 1.500 e i 2 mila euro all’anno. Un costo che incide parecchio nelle tasche degli italiani, ma che può essere abbattuto significativamente con interventi di riqualificazione energetica, che migliorano anche la qualità della vita e il comfort abitativo. Una serie di benefici che San Marco propone attraverso il sistema a cappotto Marcotherm, con una riduzione dei consumi energetici prevista nella misura del 20-40% e, inoltre, contribuendo alla diminuzione delle emissioni di sostanze nocive nell’atmosfera. Ne parliamo con Fabio Stefanini, Technical Support Manager di San Marco. Domanda. Quali soluzioni propone San Marco per l’isolamento

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Supporto Murale

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Collante MARCOTHERM ADESIVO GG (grana grossa) in polvere fibrorinforzato Pannello MARCOTHERM PU isolante in poliuretano espanso, conforme UNI EN 13165

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Fissaggio MARCOTHERM TASSELLI chiodi di fissaggio

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Rasante MARCOTHERM ADESIVO GG (grana grossa) in polvere fibrorinforzato

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Armatura MARCOTHERM RETE in fibra di vetro con trattamento antialcali Rasante MARCOTHERM ADESIVO GG (grana grossa) in polvere fibrorinforzato

Rendering edificio finito

termico degli edifici? Risposta. Proponiamo il sistema a cappotto Marcotherm: è una soluzione per l’isolamento termico degli edifici che aumenta il benessere e riduce i consumi. Attraverso il rivestimento delle pareti tramite pannelli isolanti, che riducono drasticamente il passaggio di calore tra l’esterno e l’interno, Marcotherm garantisce un migliore comfort abitativo e limita i consumi di energia necessaria per il riscaldamento e il raffrescamento. Il sistema fa risparmiare dal 20% al 40% già dalla prima bolletta energetica, proteggendo dal freddo, dal caldo e dalle infiltrazioni e assicura l’eliminazione di condense interne e di muffa. D. Il sistema prevede diverse possibilità: quali sono le configurazioni disponibili? R. Esistono ben cinque diverse soluzioni d’isolamento termico a cappotto, M a g g i o

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Finitura MARCOTHERM-SYL acril-silossanica in varie granulometrie Primer MARCOTHERM PRIMER fissativo murale pigmentato

comprensive di tutti i componenti necessari al perfetto funzionamento del sistema. Marcotherm PU impiega lastre isolanti in poliuretano espanso, materiale schiumogeno rigido con elevate prestazioni di isolamento termico. Lo spessore contenuto del materiale isolante consente di intervenire più facilmente nei cantieri con vincoli dimensionali e architettonici. Marcotherm EPS utilizza un materiale versatile e leggero realizzato attraverso la polimerizzazione dello stirene, costituito per il 87% da aria contenuta in celle chiuse, una caratteristica che gli conferisce un grande potere isolante e semplicità di gestione in cantiere. Le lastre del sistema Marcotherm Color, invece, oltre a possedere i pregi dell’ EPS tradizionale, contengono speciali additivi atermani che intervengono sul calore che si propaga per irraggiamento, garantendo una maggiore efficienza termica. Nella soluzione Marcotherm Rock, la lana di roccia è ottenuta dalla fusione di rocce vulcaniche a temperature di oltre 1200 gradi. Successivamente, il materiale è trasformato in fibre e pannelli che combinano elevate prestazioni di isolamento termico, acustico e di comportamento al fuoco. Infine, Marcotherm Sughero utilizza un pannello in sughero espanso autocollato puro che ha subito un processo termico di tostatura. Questa operazione comporta l’aggregazione dei diversi trucioli, favorendo le caratteristiche di coibenza del sughero, materiale di origine naturale che combina prestazioni termiche e acustiche. D. Quali certificazioni possiede il sistema? R. San Marco è la prima azienda in Italia ad aver ottenuto una certificazione Epd (Environmental Product Declaration, cioè Dichiarazione Ambientale di Prodotto) per i sistemi a cappotto. L’ Epd è una dichiarazione ambientale, definita dalla norma Iso 14025, contenente la quantificazione delle prestazioni ambientali di un prodotto con parametri calcolati tramite l’analisi del ciclo di vita e seguendo gli standard della serie Iso 14040. I sistemi Marcotherm inoltre, per interventi che seguono protocolli di qualificazione energetica ambientale, ad esempio Leed, Breeam, Itaca, Dgnb, Hqe, Casaclima Nature, concorrono

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SPECIAL E

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Marcotherm Color

Marcotherm EPS

Marcotherm Rock

Marcotherm PU

all’incremento del punteggio complessivo assegnabile. In più l’intero sistema Marcotherm San Marco ha ottenuto la marcatura CE, che certifica la conformità del sistema rispetto a determinate specificazioni tecniche. A godere di questa certificazione sono due configurazioni del sistema quali Marcotherm EPS, marcato CE secondo ETA 07/0015, e Marcotherm Rock, marcato CE secondo Eta 12/0219. D. Avete affrontato casi di intervento su cappotti degradati o con problemi? R. Durante molti anni di attività i professionisti San Marco hanno affrontato le più disparate problematiche sui sistemi a cappotto. Inoltre, grazie al coinvolgimento diretto di Anit (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico) e la Scuola Edile di Bergamo, sono stati condotti numerosi studi in cui, su strutture realizzate al vero sono stati creati i difetti di degrado che vengono riscontrati più frequentemente: muffe e alghe, cavillature lievi e fessurazioni. Ripristinati con le soluzioni tecniche San Marco, gli interventi sono stati poi monitorati scientificamente da Anit per più cicli termici e si è valutata l’efficacia delle prestazioni energetiche delle strutture a seguito dei lavori. D. In che cosa differiscono le vostre soluzioni di intervento? R. Le soluzioni di intervento San Marco differiscono in funzione del grado di difetto di degrado. In presenza di alghe e muffe si consiglia ad esempio la pulizia e igienizzazione iniziali con i prodotti del Sistema Combat. Poi si può consolidare le superfici con il fissativo micronizzato Atomo e, a essiccazione avvenuta, applicare una finitura acril-silossanica antimuffa e antialga della linea Acrisyl insieme all’igienizzante Combat HP, o in alternativa uno dei rivestimenti murali acril-silossanici Marcotherm-Syl Intonachino o Rustico. Per cavillature lievi fino a 0,25 mm in corrispondenza di spigoli o nelle rientranze dei fori finestra, le fasi di ripristino prevedono il consolidamento della superficie con il fissativo Atomo, la preparazione del fondo con l’acrilico riempitivo uniformante Elastomarc Grip e infine l’applicazione dei prodotti di finitura della linea Elastomarc, che garantisce un’ottima resistenza all’intero sistema. Per incrementare le prestazioni antimuffaantialga viene aggiunto l’additivo igienizzante Combat HP. Le fessurazioni da 0,25 a 0,60 mm, invece, corrispondono al livello “Degrado 3”, imputabili alla posa errata del sistema a cappotto. Presenti in piena facciata o in corrispondenza della giunzione dei pannelli isolanti o dei fori finestra, questi difetti sono ripristinati procedendo con la rasatura armata della superficie con Eurocap Light, interponendo tra i due strati la rete antialcali Marcotherm Rete. Si procede poi con il consolidamento con il fissativo ad alta penetrazione Marcotherm Primer e, una volta essiccato, viene applicato uno dei prodotti di finitura della linea Acrisyl con Combat HP oppure uno dei rivestimenti murali acril-silossanici Marcotherm-Syl Intonachino o Rustico. D. E in caso di lesioni significative? R. In presenza di lesioni significative e su sistemi di isolamento fortemente compromessi è necessaria una valutazione singola del caso e la diagnostica dello stato di fatto dell’edificio, poiché vari fattori e problematiche possono influire sulle prestazioni energetiche dell’edificio in questione. D. La posa in opera è dunque fondamentale e San Marco offre un programma di formazione: come si sviluppa?

Marcotherm Sughero

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R. San Marco crede fortemente nella formazione e le attività il corso Aggiornamento normativa isolamento termico è pensato Lab For Pro rivolte ad applicatori e rivenditori sono innovative per gli applicatori già certificati Icmq e li aggiorna sulle norme nella loro formulazione, e sempre aggiornate nei contenuti e nelle Uni 11716 e Uni Tr 11715, preparandoli all’esame orale per conmodalità di erogazione. Sul tema dei sistemi di seguire la certificazione nazionale. I corsi LAB FOR PRO dal 2019 permettono agli applicatori isolamento termico a cappotto ci sono quattro San Marco crede corsi dedicati: Marcotherm Base, dedicato alle di certificarsi secondo l’ultimo aggiornamento nella formazione: nozioni di fondo, in cui vengono affrontate le normativo Uni 11716:2018. diverse fasi di cantiere mettendo in evidenza le attività Lab For Pro D. Mettete a disposizione anche un servizio gli errori da evitare per una corretta posa dei gratuito di assistenza tecnica per i sopralluosono rivolte sistemi; il corso Marcotherm Avanzato è invece ghi in cantiere: di che cosa si tratta? ad applicatori focalizzato sulle novità e la cura del particolare, R. L’azienda mette a disposizione un tecnico dee rivenditori, ed è prevista una parte teorica e una formazione dicato, sul territorio interessato, per consulenze pratica. Questo corso è valido come aggiornapre e post-vendita, mentre il numero verde di sono innovative e mento professionale per il mantenimento della assistenza tecnica è lo strumento istantaneo per sempre aggiornate certificazione Icmq. L’esame sulla certificazione ottenere risposte e/o risoluzioni in merito a quedella posa in opera del sistema cappotto è un esasiti di carattere tecnico su prodotti, sistemi e cicli me per i professionisti che vogliono conseguire una certificazione di applicazione. In aggiunta, è prevista la consulenza e gestione personale secondo la normativa Uni Cei En Iso/Iec 17024. Questo delle pratiche assicurative per il rilascio dei certificati assicurativi esame rappresenta uno strumento per entrare in un ristretto albo e un continuo aggiornamento legislativo e normativo in materia di incentivi fiscali. Dal punto di vista più tecnico i progettisti di professionisti accreditati e usufruire di esclusive garanzie sulla messa in opera del sistema a cappotto offerte dalle polizze assicurahanno la possibilità di chiedere assistenza nell’elaborazione dei tive di San Marco. Infine, a seguito dell’introduzione della norma capitolati tecnici, la possibilità di richiedere calcoli dimensionali Uni 11716:2018 sulle nuove opportunità per un riconoscimento di trasmittanza, attenuazione e sfasamento per la progettazione di professionale dell’attività dell’applicatore di sistemi a cappotto, superfici da isolare, oltre alle analisi termografiche e igrometriche.

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SPECIAL E I s o l a m e n t o BRIANZA PLASTICA

COIBENTAZIONE DA FORMULA 1 Sono state necessarie solo due settimane con il lavoro di tre addetti per realizzare l'isolamento ventilato delle facciate di una villa a Cisterna di Latina. Elevate prestazioni e velocità di posa grazie all’utilizzo di Isotec Parete: ecco le fasi del lavoro di Franco Saro

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i sono volute solo due settimane e tre persone all’opera per realizzare una facciata ventilata con isolamento allo stato dell’arte. È quanto avvenuto in Lazio, per la realizzazione di una originale casa unifamiliare indipendente su un lotto a L, progettata dagli architetti Enrico Giammatteo e Massimo Bellardini. L’edificio sorge a Cisterna di Latina (Latina) al posto di una precedente costruzione, già demolita, e reinterpreta gli spazi abitativi dei proprietari in modo originale ed elegante. Il nuovo edificio si caratterizza per un’architettura geometrica, dalle superfici lineari che alternano chiusure opache in travertino e pareti vetrate di grande impatto estetico, creando un’osmosi dell’insieme degli ambienti con il giardino e le costruzioni vicine. Lo sviluppo altimetrico e planimetrico interpreta geometrie articolate che ne definiscono pieni, vuoti, traslazioni e rotazioni, oltre a configurarsi funzionalmente per sfruttare l’ottimizzazione dell’irraggiamento solare e della ventilazione naturale nelle stagioni più calde. STRUTTURE PORTANTI La casa è circondata da uno spazio verde di pertinenza, in cui trova collocazione una vegetazione variegata oltre alla piscina e una serie di locali e aree attrezzate esterne, studiate per offrire un'ottimale impostazione organizzativa degli spazi. La distribuzione degli spazi interni dell’edificio si rifà allo stesso principio di preservazione dell’indipendenza dagli altri organismi abitativi confinanti, per un rapporto intimo e funzionale fra interno ed esterno, con la collocazione della zona giorno al piano terreno e primo, mentre la zona notte è raccolta al secondo piano. Il piano interrato accoglie locali di servizio oltre all’autorimessa, mentre il solaio di copertura ospita i locali tecnici.

L’edificio a Cisterna di Latina (Latina), progettato dagli architetti Enrico Giammatteo e Massimo Bellardini

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Le strutture portanti sono realizzate in cemento armato e acciaio, mentre le tamponature esterne sono costituite da blocchi in laterizio rivestite all’intradosso da pannelli di cartongesso. Per l’isolamento dell’involucro dall’esterno è stato scelto dai progettisti il sistema per facciate ventilate Isotec Parete di Brianza Plastica, rivestito con lastre di travertino, per un risultato eccellente in termini di isolamento termico e acustico, oltre che per un effetto estetico davvero ricercato. LA TECNOLOGIA UTILIZZATA Per la realizzazione della facciata ventilata, il sistema Isotec Parete, scelto nello spessore 80 millimetri e passo 73 centimetri, è stato installato in verticale. Il sistema termoisolante è fissato a secco al supporto mediante tasselli. La sua leggerezza e manovrabilità si fanno apprezzare molto durante l’applicazione, mentre la conformazione perimetrale a battenti contrapposti semplifica la posa e annulla il rischio di formazione di ponti termici, offrendo un isolamento continuo e performante, con una conduttività termica dichiarata lD che raggiunge il valore di 0,022 W/mK. Isotec Parete è un sistema isolante continuo e portante, con anima isolante in poliuretano rigido ad alte prestazioni, rivestito su entrambe le facce da una lamina di alluminio e dotato di un correntino asolato in acciaio integrato nel pannello. Il correntino svolge una doppia funzione:

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assicura in primo luogo l’attivazione della ventilazione naturale fra il rivestimento e il pannello, mentre dal punto di vista statico costituisce il supporto ottimale e versatile per tutti i tipi di rivestimento per facciata, sia leggeri che pesanti. In questo caso, le lastre in travertino sono state ancorate al correntino di Isotec Parete mediante morsetti in acciaio. La ventilazione, che si attiva naturalmente dietro il rivestimento, migliora le condizioni di benessere e comfort abitativo in tutte le stagioni dell’anno poiché, nella stagione estiva favorisce lo smaltimento del calore trasmesso alle superfici esterne irradiate e, durante la stagione invernale, permette il rapido smaltimento dell’umidità, evitando così la formazione di muffe e fenomeni di condensa. RISPARMIO ENERGETICO Contestualmente all’isolamento ventilato delle pareti è stata prevista l’installazione di infissi a taglio termico in legno-alluminio, corredati di vetri-camera realizzati con cristalli a controllo solare e bassa emissività, per massimizzare l’efficienza energetica dell’involucro. Il rivestimento sfaccettato dalle forme articolate del volume tecnico in copertura è stato in parte realizzato con pannelli fotovoltaici e pannelli solari, in linea con quanto previsto dalle norme in materia di contenimento e risparmio dei consumi energetici, principi che hanno ispirato anche la realizzazione di M a g g i o

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Per la realizzazione della facciata ventilata, il sistema Isotec Parete, scelto nello spessore 80 millimetri e passo 73 centimetri, è stato installato in verticale. Il sistema termoisolante è fissato a secco al supporto mediante tasselli, mentre il rivestimento in lastre di travertino è stato ancorato al correntino di Isotec Parete mediante morsetti in acciaio.

una vasca per la raccolta e il riutilizzo delle acque meteoriche. L’edificio, dall’architettura spiccatamente moderna e realizzato con tecnologie costruttive all’avanguardia, offre prestazioni energetiche davvero interessanti che assicurano un elevato comfort abitativo e contenuti costi di esercizio, mentre l’originale rivestimento in lastre di travertino dona un’estetica elegante al volume geometrico del manufatto. La possibilità offerta dal sistema Isotec Parete di realizzare, con la posa di un unico prodotto, un efficiente strato di isolamento termico, la camera di ventilazione e la struttura di supporto per il rivestimento, ha semplificato in maniera sensibile la gestione del cantiere, ottimizzando le tempistiche di lavorazione. «Abbiamo accolto subito con entusiasmo la possibilità di realizzare qualcosa di diverso e innovativo, che si differenzia anche dagli standard costruttivi con i quali finora ci eravamo cimentati», è il commento di Domenico Antonini, titolare dell’impresa Edil Artedil di Priverno (Latina). «La posa del sistema Isotec Parete, che abbiamo installato in questo cantiere per la prima volta, si è rivelata molto semplice e veloce, anche grazie alla preziosa assistenza svolta in cantiere dall’architetto Luca Furia, funzionario tecnico commerciale di Brianza Plastica. Per la posa dei 500 metri quadri di sistema isolante è stato necessario il lavoro di tre persone per sole due settimane». M a g g i o

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LA SCHEDA Tipologia: Demolizione e ricostruzione edificio unifamiliare Ubicazione: Cisterna di Latina (Latina) Intervento: Isolamento termico dell’involucro con facciata ventilata e posa rivestimento esterno Progetto: Architetto Enrico Giammatteo – Architetto Massimo Bellardini Isolamento: Sistema Isotec Parete di Brianza Plastica – spessore 80 mm, passo 73 cm Superficie pareti isolate: 530 m2 Rivestimento: Lastre di travertino fibrorinforzato all’intradosso spessore 20 mm Impresa costruttrice: Edil Artedil sas – Priverno (Latina)

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SPEC IAL E

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X T I N S U L AT I O N

QUESTO CAPPOTTO VI STARÀ A PANNELLO L’azienda specializzata in lana di roccia e di vetro spiega i vantaggi di questo modello per l'isolamento termico e acustico degli edifici: è un materiale ad alte prestazioni, di facile installazione, non infiammabile, inattaccabile dalle muffe, traspirabile, impermeabile e… di Veronica Monaco

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razie al know how di un’azienda con 50 anni di esperienza nel settore dei materiali isolanti come XT Insulation, le fibre minerali diventano l’anima di un sistema a cappotto dalle elevate prestazioni, in grado di proteggere la casa sia termicamente che dai rumori. «Ci occupiamo di cappotto da sempre, fornendo ai nostri clienti pannelli in lana minerale specificamente concepiti per questa tipologia di isolamento», commenta Andrea Baldo, direttore commerciale di XT Insulation, che spiega a YouTrade perché preferire l’uso delle lane minerali rispetto a isolanti di altra natura e l’importanza della certificazione. Domanda. Quali soluzioni propone XT Insulation per l’isolamento delle pareti di un edificio? Risposta. Siamo lo specialista italiano delle lane minerali. Proponiamo una gamma completa in lana di roccia e lana di vetro in grado di soddisfare le richieste di isolamento per tutte le applicazioni della moderna edilizia, pareti divisorie e perimetrali comprese. I

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nostri prodotti sono particolarmente indicati per queste tipologie di applicazione in virtù delle loro ottime capacità di isolamento termico, isolamento acustico, traspirabilità e resistenza al fuoco. D. Per quanto riguarda le pareti esterne, il cappotto è una delle tecnologie più utilizzate per la protezione termica. Che cosa propone la vostra azienda? R. Ci occupiamo di cappotto da sempre fornendo ai nostri clienti pannelli in lana minerale specificamente concepiti per questa tipologia di isolamento. Grazie alla partnership con Rockwool oggi siamo in grado di offrire ai nostri clienti RedArt, un ciclo completo di prodotti adatto alla realizzazione dell’isolamento con sistema a cappotto per ogni tipologia di edificio. RedArt è un sistema completo, certificato che combina l’aspetto estetico delle finiture con le ottime proprietà della lana di roccia. D. Quali sono i vantaggi delle lane minerali in questo tipo di applicazioni? R. Riteniamo che il sistema a cappotto rappresenti la miglior soM a g g i o

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luzione per l’isolamento termico della facciata di un edificio, soprattutto in caso di ristrutturazione edilizia. Il sistema a cappotto consente, infatti, di ottenere risultati tecnici eccellenti, rinnovando totalmente l’aspetto dell’immobile e permettendo agli inquilini di continuare a occupare le proprie abitazioni anche durante i lavori. L’uso delle lane minerali, rispetto a isolanti di altra natura come quelli plastici, consente di aumentare la sicurezza in caso di incendio: la lana di roccia infatti è un materiale completamente incombustibile utilizzato per la protezione al fuoco. Soprattutto negli edifici di elevata altezza utilizzare in facciata isolanti che minimizzino e anzi rallentino la propagazione degli incendi è di vitale importanza. Tra i vantaggi derivanti dall’utilizzo della lana di roccia odlaB aerdnA c’è anche il miglioramento dell’isolamento acustico della parete, l’elevata traspirabilità, e soprattutto per le costruzioni in legno minimizzare i fenomeni di condensa interstiziale è fondamentale, oltre a una maggiore stabilità dimensionale. La lana di roccia ha infatti un coefficiente di dilatazione trascurabile, per cui variazioni di temperatura molto elevate sia in fase di posa sia dopo sono ininfluenti. D. Come si comporta dal punto di vista dell’aggressione degli agenti atmosferici e della reazione al fuoco? R. La lana di roccia è traspirante, impermeabile, dimensionalmente stabile, inattaccabile dalle muffe essendo di natura inorganica e incombustibile.

D. Oltre alla qualità del prodotto, alle prestazioni del sistema cappotto concorrono anche una corretta progettazione e la posa in opera. Quali sono le caratteristiche per un’applicazione a regola d’arte? R. I vantaggi e la buona riuscita del sistema di isolamento a cappotto dipendono principalmente dalla qualità dei componenti scelti per la sua realizzazione e da una posa in opera accurata. L’installazione di un sistema a cappotto deve essere affidata a operatori correttamente formati che utilizzino materiali testati e certificati. D. È fondamentale inoltre che i singoli materiali che compongono il sistema risultino compatibili: come riuscite a garantirlo? R. Il sistema a cappotto RedArt è omologato secondo la Etag 004 e ha ricevuto il benestare tecnico europeo Eta. Questo garantisce che il sistema di isolamento termico a cappotto non sia stato assemblato casualmente, ma che i suoi componenti siano stati testati per lavorare al meglio in combinazione tra loro. Un cappotto termico con certificazione Eta del cappotto mette al riparo committente, progettista e impresa da moltissimi rischi. D. I vostri prodotti possiedono certificazioni? R. Il ciclo a cappotto RedArt possiede la certificazione Eta sia su supporto tradizionale in muratura che su legno. In particolare è il primo sistema a cappotto ad aver ottenuto la certificazione sui sistemi Xlam.

Rendering cappotto su legno

Rendering cappotto su laterizio

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S SPECIAL PEC IA L E

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TECNICHE DI COSTRUZIONE

LA CASA KAMPA PER LA SOSTENIBILITÀ

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Il gruppo tedesco specializzato nella realizzazione di case ecologiche in legno è approdato in Italia con la nuova sede K2 a Merano. Propone un sistema di pareti prefabbricate abbinato a materiale isolante, privo di polistirolo con facciata ventilata personalizzabile

di Valentina Anghinoni

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l miglior amico dell’uomo sulla terra è l’albero: quando usiamo un albero con rispetto e parsimonia, siamo di fronte a una delle più grandi risorse della terra», scriveva Frank Lloyd Wright, uno degli architetti più influenti del XX secolo, nonché il primo teorico dell’architettura organica. Che con queste parole ha anche reso omaggio a uno dei materiali da costruzione più antichi nella storia dell’umanità: il legno. Un materiale che negli ultimi anni sta tornando a far parlare di sé, grazie alla rinnovata sensibilità nei confronti della sostenibilità ambientale, anche nel settore delle costruzioni. In questo contesto si inserisce il Gruppo Kampa, azienda tedesca specializzata nella realizzazione di case ecologiche in legno, già presente in Europa con sedi in Austria e Ungheria, recentemente approdata anche in Edificio realizzarto con il Sistema Parete MultiTec

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SPEC IA L E

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UNA PROVA DEL FUOCO PER MULTITEC Il legno è il protagonista delle abitazioni Kampa, al centro della tecnologia del Sistema Parete MultiTec, composto da pareti prefabbricate in legno coibentate con materiale isolante completamente privo di polistirolo, dotate verso l’esterno di facciata ventilata personalizzabile. Ma quali prestazioni riesce a garantire il legno? Non è soltanto una materia prima naturale e rinnovabile, che si presta facilmente al raggiungimento di un bilancio ecologico positivo ma, da un punto di vista costruttivo, assicura ottime performance isolanti e velocità di edificazione, sposandosi alla perfezione con la filosofia dei sistemi costruttivi a secco. Il Sistema Parete MultiTec unisce le peculiarità del legno alle prestazioni del materiale isolante, garantendo un coefficiente di trasmittanza termica U=0,115 W/ m²K in uno spessore molto ristretto (42,3 cm), che conferisce alla parete finita un peso di 70 kg al m², compresi gli infissi e i serramenti. Isolamento termico Il legno è il materiale costruttivo che presenta la migliore resistenza termica. Se si osservano le mappe di temperatura di un’abitazione Kampa, i valori rilevati risultano omogenei, segno della quasi assenza di scambio di calore tra l’interno e l’esterno della casa. In più, ogni casa Kampa deve passare il test della tenuta all’aria, che permette di verificare i punti deboli (in particolare in prossimità dei serramenti), che vengono sigillati. Questo tipo di isolamento, unito alla ventilazione meccanica controllata, fa sì che la casa a consumo quasi zero non necessiti di un generatore di calore, perché l’edificio si riscalda con la sua normale attività. La definizione di casa Passiva o Passivhouse, prevede

infatti che il carico termico specifico di questa abitazione sia inferiore ai 15 KW/h. Insomma, le persone all’interno della casa sono già dei generatori di calore sufficienti a riscaldarla. Caratteristica che rende questo tipo di edifici particolarmente adatti all’uso di impianti che ricavano energia da fonti rinnovabili, che producono energia a bassa potenza. Isolamento acustico Il legno può sembrare svantaggiato, a causa della sua leggerezza. Ma in ambito acustico, non è solo la legge della massa che conta: il Sistema Parete MultiTec sfutta il principio fisico della massa-molla-massa, per il quale la stratificazione dei materiali permette di disaccoppiare le masse, che funzionano come delle molle, dissipando i rumori. Costruzioni antisismiche Non è un caso che i sistemi a secco a base di legno e gesso siano stati utilizzati in misura consistente per la ricostruzione post-terremoto nelle zone a rischio sismico: questi sistemi garantiscono delle prestazioni di resistenza molto elevate. Il terremoto, per prima cosa, è una forza, dovuta al fatto che il terreno comincia a muoversi con delle accelerazioni. L’accelerazione che la casa subisce non è la stessa del terreno, ma può essere maggiore, uguale o minore a essa. Per sapere quanta accelerazione prenderà il nostro edificio, dunque, dovremo consultare lo spettro di progetto: se questo presenta il cosiddetto fattore di comportamento q = 5, allora significa che la performance di resistenza sarà la migliore. Questo accade con le abitazioni realizzate con il sistema MultiTec. In questo

Italia con la nuova sede K2 a Merano, in provincia di Bolzano. Una scelta non dettata dal caso, perché l’Alto Adige è un territorio ricettivo dal punto di vista della sostenibilità, anche sul fronte dell’edilizia. La nascita di Kampa Italia coincide con l’acquisizione, avvenuta nel 2017, di Haus Idea, impresa già attiva da diversi anni e con la quale Kampa aveva da tempo instaurato un rapporto collaborativo che ha prodotto come risultato la realizzazione di circa 400 case in Italia attraverso MultiTec, un sistema di pareti prefabbricate in legno abbinato a materiale isolante, completamente privo di polistirolo, che per l’involucro esterno vengono dotate di facciata ventilata personalizzabile.

Marco Manoli, direttore marketing e vendite Kampa in Italia

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ABITAZIONI PER IL FUTURO La domanda che sta alla base di Kampa è: come deve essere l’abitazione del futuro? L’Europa ha già approvato linee guida che a partire dal 2020 diventeranno imprescindibili, almeno per quanto riguarda le nuove costruzioni. E che, ha spiegato Marco Manoli, direttore marketing e vendite di Kampa Italia in occasione di un seminario organizzato presso la sede K2, costituiscono la base del lavoro del Gruppo. Si tratta delle direttive europee Ue 2018/844 e Ue 2010/31, che forniscono indicazioni al settore delle costruzioni per limitare il proprio impatto ambientale. « Per prima cosa l’uso di energia pulita: l’Europa indica che la via è l’energia elettrica, in particolare quella proveniente da fonti rinnovabili. Poi, l’efficienza energetica: non solo l’involucro, ma anche una progettazione archiM a g g i o

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caso, il merito non è solamente del materiale-legno, ma della moltitudine di connessioni che questo sistema necessita, ovvero viti e tasselli, che funzionano da dissipatori delle accelerazioni che un’abitazione subisce a causa del sisma. Il legno, da parte sua, concede più facilmente la deformazione di questi elementi, che trasformano l’energia ricevuta in calore. Secondariamente, la forza che il terremoto esercita su una casa non dipende solo dalle accelerazioni, ma anche dalla massa (come enuncia la seconda legge della dinamica), il che permette a un’abitazione così leggera di subire meno intensamente la potenza di un evento sismico. Resistenza al fuoco Anche se questo ambito può sembrare sfavorevole in partenza, si possono fare delle osservazioni: il legno, da un punto di vista fisico, brucia, sicuramente, ma con un andamento lineare e prevedibile, e persino ritardato rispetto a quello di alcuni metalli. In più, in questo tipo di pareti il legno è racchiuso da lastre di cartongesso, che invece presentano una buona resistenza al fuoco. Le prove incendio hanno dimostrato che dopo più di un’ora all’interno della camera di prova, dove sono stati raggiunti i 1000 gradi di temperatura, la parete ha resistito. La parte esterna della parete, ovvero quella non a contatto diretto con il fuoco, ha mostrato i segni dell’incendio, ma i sensori applicati non hanno rilevato temperature superiori ai 60-70°, a fronte di temperature interne di gran lunga più elevate.

tettonica coerente con questo progetto», spiega il manager. «Colpisce molto positivamente l’attenzione al benessere: gli edifici devono contribuire a migliorare la salute delle persone, con conseguenti vantaggi a livello anche economico per gli Stati. A partire dal 2021 in Europa tutte le nuove abitazioni dovranno essere a consumo quasi zero, cioè praticamente autosufficienti dal punto di vista energetico, e noi siamo già proiettati in questo scenario. Casa Zero Kampa è la nostra proposta per rispondere alle esigenze del futuro: una tipologia di casa in legno efficiente e sostenibile». PERSONALIZZAZIONE Grazie al sistema d’avanguardia MyKampa, il Gruppo riesce a realizzare da zero un’abitazione secondo i desideri del cliente. «Costruiamo case per il benessere dei nostri clienti, per questo ci sediamo a un tavolo con loro e iniziamo a sviluppare insieme il progetto, tenendo conto di ogni esigenza particolare. Infatti, ogni casa Kampa è diversa dalle altre. Per ogni peculiarità attingiamo il know-how dagli altri centri Kampa europei, che lavorano tutti con lo stesso software di pianificazione: siamo una vera e propria impresa edile del legno 4.0 e grazie alla digitalizzazione abbiamo sotto controllo tutti i processi costruttivi», chiosa Manoli. «Quando arriva la famiglia, a volte già con il progetto, collaboriamo stabilendo vari aspetti, tra i quali sicuramente anche il livello di efficienza energetica che si intende raggiungere. Ci occupiamo anche della consulenza sul piano economico e finanziario, e persino sul piano assicurativo, grazie ad alcune partnership con importanti agenzie che hanno recepito la qualità delle nostre abitazioni. Anche per quanto riguarda la scelta del terreno, facciamo da trait d’union tra il cliente e i nostri partner».

Josef Haas, amministratore delegato di Kampa

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Il legno è il protagonista delle abitazioni Kampa

ASSIEME AL PROGETTISTA Dopo, aggiunge Manoli, è la volta del disegno: «Chiediamo all’architetto di preparare il progetto e, quando serve, possiamo attingere know-how da tutte le altre nostre sedi europee. Dopo aver definito l’involucro e i progetti strutturali, è il turno delle finiture, che vengono selezionate nei nostri centri campionatura, come al Centro K2 di Merano. Per uno, due o tre giorni accogliamo il cliente presso le nostre sedi, per fargli toccare con mano gli elementi che troverà poi nella sua casa. Queste componenti sono fornite da aziende selezionate che sono nostre partner, a garanzia di ricevere un’assistenza completa. Abbiamo fornitori specializzati per ogni ambito, dai sanitari e l’arredobagno, passando per piastrelle, parquet, radiatori, serramenti (adatti per case passive) e, ovviamente, l’impiantistica: impianti fotovoltaici e batterie di accumulo per l’energia fotovoltaica, pompa di calore, ventilazione meccanica controllata fino ai camini e alle canne fumarie dove necessario». Una parte della casa al centro dell’attenzione è la cucina, il secondo punto più energivoro della casa dopo l’impiantistica: fornire la cucina e gli elettrodomestici annessi permette, infatti, di tenere sotto controllo i consumi finali dell’abitazione, per arrivare a quota quasi zero. TUTTI ALL’ASSEMBLAGGIO Quando tutti gli elementi, dall’involucro esterno, gli impianti, i serramenti e le finiture sono stati definiti e approvati dal cliente, comincia la fase della produzione. Kampa dispone di tre stabilimenti produttivi, tutti in Germania, a Bad Salgau, Freiwalde e Werder, che garantiscono il marchio di qualità Made in Germany. Questa avviene nell’arco di una settimana, massimo dieci giorni. Alla fase produttiva segue il cantiere: si inizia a montare la casa sul terreno

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prescelto e i lavori sono ultimati nel giro di una settimana. Ogni elemento - parete, quando è assemblato in cantiere è già completo degli spazi per gli impianti e dei serramenti. Bisogna solo seguire con attenzione il progetto. «A fine realizzazione viene fornito un manuale di utilizzo della casa, perché è un sistema e bisogna saperla utilizzare per garantire il raggiungimento delle prestazioni attese», precisa Manoli. UN GRATTACIELO SOSTENIBILE Il Centro di Innovazione del Costruire Kampa K2 di Merano dispone di un’area espositiva di 1.200 metri quadri, realizzata secondo la filosofia Casa Zero Kampa, così come la sede centrale del Gruppo: il cosiddetto K8, situato ad Aalen, in Germania. Con una superficie di 3.500 metri quadri distribuiti su otto piani, è un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo prodotti, l’innovazione e la formazione, oltre a essere un vero e proprio modello di sostenibilità. Per realizzarlo sono stati utilizzati 1.350 metri cubi di legno da boschi austriaci, il cui tempo di ricrescita è stimato in 36 minuti e presenta un bilancio ecologico positivo, grazie a un’elevata efficienza energetica. Josef Haas, proprietario del Gruppo Kampa, è assolutamente convinto che il futuro dell’edilizia risieda nella sostenibilità e, di conseguenza, nel ruolo sempre più da protagonista del legno nei sistemi costruttivi: «Costruiamo case unifamiliari e edifici funzionali in legno, a bilancio energetico positivo, curando ogni singolo aspetto ed esigenza del cliente: è questa la leva vincente del successo dell’azienda, sia in Italia che a livello internazionale. Siamo soddisfatti di questi risultati, ma manteniamo i piedi per terra per garantire una crescita costante con obiettivi sempre più ambiziosi». M a g g i o

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LUXURY GOODS 1

1. Da un’idea creativa del designer olandese Piet

Billekens nasce Incorniciati, la nuova collezione di specchi di LaProgetto caratterizzata da sottili decori satinati e retroilluminabili, realizzati tramite incisione al laser. 2. Victoria + Albert amplia il catalogo con diverse collezioni di mobili colorati realizzati utilizzando come base principale il poliuretano. Come Synergy che, oltre alla gamma cromatica di Fiora, dispone di esclusivi toni di tendenza frutto di un apposito studio cromatico: Ultramar, Kermes e Tuile. 3. Eccelsa, collezione storica di Rubinetterie Stella nata in pieno periodo cubista, celebra il suo novantesimo anniversario, attraversando indenne lo scorrere del tempo. Le maniglie sono decorate con placchette colorate a lavorazione guilloché, ispirata alle tecniche della gioielleria, e possono essere arricchite anche con pietre dure. 4. Uspa presenta Hygea, wc con bidet elettronico integrato. Il modulo elettronico, installato o sostituito facilmente come una cartuccia, viene inserito nel sanitario dall’alto ed è completamente scollegato dal suo involucro e dal sedile. Il modulo può essere acquistato separatamente permettendo così un semplice upgrade a versioni future. 5. Si chiama La stanza che non c’è la proposta de Il Giardino di Corten per l’outdoor. La struttura, realizzata in acciaio corten, può assumere diverse destinazioni d’uso, dalla serra alla sauna, dalla sala lettura a deposito. Componibile e facile da installare, è realizzabile in diverse dimensioni. Può essere posizionata direttamente a terra, su pavimento predisposto,

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IN SHOW 6

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7 7 8 8 o fornita con pavimento in doppia lamiera e coibentazione. Non necessita di permesso di costruzione. 6. Ispirata ai pregiati marmi italiani, Calacatta Light è la più recente texture della collezione di top in grès porcellanato di SapienStone. Il fondo bianco luminoso è solcato da tenui venature grigio-taupe, fedelmente riprodotte anche nello spessore. Disponibile nelle finiture lucidato e silky, in formato 320x150 cm con spessore di 12 o 20 cm. 7. Senza ricorrere a soluzioni su misura, si può arredare un bagno di piccole dimensioni, scegliendo soluzioni salvaspazio come quelle di Arbi Arredobagno. Elementi compatti e di misura ridotta, che assicurano un ottimo comfort d’uso. 8. La cabina doccia princess 4000 di duka è la soluzione per chi ama mettere in risalto i dettagli. I profili in alluminio lungo i lati verticali del vetro slanciano visivamente verso l’alto la struttura, mentre le cerniere riempiono gli angoli e conferiscono volume e simmetria. 9. Ernestomeda sceglie di connotare i tavoli presenti in alcuni dei suoi più famosi modelli di cucina con una forte dose di dinamicità, movimento e versatilità. Rotazioni, aperture e chiusure, elementi componibili ed estraibili caratterizzano infatti Cyclos, Evolution e SteadyTable, protagonisti dei modelli Soul e Icon, quest’ultimo recentemente rivisitato nella versione IconColor. 10. Pratic presenta nuove proposte di pergole di design e tende da sole, tutte accomunate da un denominatore comune: il colore.

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HIGH TECH

AL COMPUTER PER GIOCARE IN CANTIERE In cantiere, ma per gioco. D’accordo, non sarà come utilizzare quei simulatori di volo che servono per addestrare i piloti di aereo, ma Construction Simulator 3, gioco elettronico della tedesca Astragon Entertainment, può mettere alla prova le vostre capacità di lavoro. Nel gioco l’utente si trova a guidare i mezzi di movimento terra come Caterpillar, Liebherr, Case, Bobcat, Palfinger, Still, Man, Atlas, Bell, Bomag, Wirtgen, Jospeph Vögele, Hamm e Meiller Kipper. Con queste attrezzature bisogna costruire e riparare strade e abitazioni, modificando città ed espandendo il proprio parco mezzi, per sbloccare nuovi appalti (oltre 70 dispo-

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nibili) e mezzi da utilizzare. Il gioco permette anche di avere la visualedall’interno di ogni mezzo per avere un’esperienza in prima persona di che cosa si prova a controllare le varie macchine a disposizione.

GUIDARE UNA FORD IN NEGOZIO

Si chiama Self-Braking Trolley ed è progettato da Ford. Ma non circolerà per strada. Si tratta invece di un innovativo carrello della spesa che applica il know-how automotive per garantire la sicurezza tra i corridori dei supermercati o dove si utilizza il libero servizio. E funziona proprio come le auto a guida autonoma disponibile a bordo dei modelli di auto Ford. In sostanza, il carrello utiliza la tecnologia Pre-Collison Assist, quella che è in grado di rilevare pedoni e ciclisti presenti sulla strada o che potrebbero attraversare nella traiettoria del veicolo. In caso di potenziale collisione e di una mancata risposta da parte del

conducente, il sistema attiva automaticamente i freni. Il Self-Braking Trolley di Ford utilizza un sensore che permette di riconoscere persone e oggetti presenti sulla corsia del supermercato o che potrebbero attraversare nella traiettoria del carrello e applicare automaticamente i freni quando viene rilevata una potenziale collisione. Sarà davvero utile?

LA CLASSIFICA DEL SUPPORTO TECNICO Si rompe il vostro pc portatile, urge una riparazione. Quale marca offre il migliore supporto tecnico? Ha provato a rispondere Razez, azienda di hardware specializzata in computer e dispositivi per il gioco online. L’indagine è stata resa nota per un motivo: Razer figura al secondo posto nel test di supporto tecnico, che vede al primo posto Apple e a seguire Dell e tutti i principali costruttori di portatili Pc Windows. Il test prevedeva il ricorso al supporto tecnico delle diverse aziende sottoponendo problemi di diversa natura, non sempre semplici. La capacità di supporto è stata poi ulteriormente provata sul campo sul canale web o attraverso una chiamata vocale diretta.

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ZAPPING WIENERBERGER, 200 ANNI E RECORD DI RICAVI

Wienerberger compie 200 anni. Il gruppo austriaco, specializzato nella produzione di soluzioni in laterizio per materiali edili e infrastrutture, e presente con circa 200 stabilimenti in Europa, America e Asia, celebra questo importante anniversario raggiungendo un nuovo record di 3,3 miliardi di euro di ricavi e un Ebitda di 470 milioni di euro (nel 2018). «Siamo orgogliosi di compiere 200 anni, un anniversario che dimostra come Wienerberger rappresenti un’azienda moderna e innovativa che guarda sempre al futuro e ha saputo trasformarsi per restare al passo con i tempi, passando dall’essere un produttore di laterizi fino a diventare un fornitore di sistemi», afferma l’amministratore delegato di Wienerberger Italia, Atila Gülnaz. In Italia l’azienda è presente con quattro stabilimenti: Feltre, Gattinara, Terni e Bubano. E proprio le fornaci Brunori di Bubano si accingono a tagliare un altro importante traguardo: fondate da Antonio Brunori nel 1870 e acquistate nel 1999 da Wienerberger, nel 2020 spegneranno 150 candeline.

DELL’AZIENDA TRENTINA. VENTI APPUNTAMENTI PRESSO RIVENDITE SELEZIONATE DURANTE I QUALI VERRANNO PRESENTATE LE ULTIME NOVITÀ, DAI SISTEMI D’ISOLAMENTO A CAPPOTTO AI RIVESTIMENTI DECORATIVI, DAL RESTAURO ALLA BIOEDILIZIA, DAI CALCESTRUZZI AI MASSETTI. IL ROADSHOW È ANCHE OCCASIONE DI SCAMBIO INFORMALE CHE PERMETTE DI COGLIERE AL MEGLIO LE DIVERSE SITUAZIONI DELLE REALTÀ LOCALI E L’EVOLVERSI DEL LAVORO DI CANTIERE.

BIANCHI (CROMOLOGY ITALIA) PRESIDENTE DI ASSOVERNICI

RÖFIX IN ROADSHOW CON IL CAPPOTTO È INIZIATO CON MAGGIO IL RO ADSHOW RÖFIX, CHE PORTA IN TUTTA ITALIA CONTENUTI TEORICI, DIMOSTRAZIONI PRATICHE E I MATERIALI AD ALTE PRESTAZIONI

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Massimiliano Bianchi, amministratore delegato di Cromology Italia, è il nuovo presidente di Assovernici, l’associazione italiana dei produttori di vernici per edilizia e industria: «Il nostro piano di azione per il prossimo triennio si basa su tre obiettivi principali: consolidare le relazioni e le collaborazioni con enti e istituzioni che giocano un ruolo strategico nello sviluppo dell’industria delle vernici; rafforzare la governance dell’Associazione con l’inserimento di nuove figure manageriali; divulgare in modo ancora più capillare la nostra iniziativa Colore Sicuro, volta a garantire la massima qualità e sicurezza delle soluzioni vernicianti proposte dai nostri associati. Nel suo nuovo ruolo il neopresidente si avvarrà della collaborazione del rinnovato consiglio direttivo: Giovanni Marsili (vicepresidente, San Marco Group), Andrea Codecasa (Akzo Nobel-Interpon), Luca Faifer (Daw Italia), Giampaolo Iacone (Gruppo Boero), Pierangelo Zobbio (Franchi & Kim), Silla Giusti (PPG Univer), Federico Marchi (Inver-Sherwin) e Benedetta Masi (Colorificio Sammarinese).

LAVORO «NON POSSA MAI ESSERE SEPARATO DALL’ARTE E DALLA PASSIONE», E SI MISURA ANCHE ATTRAVERSO GLI INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE REALIZZATI NEI LUOGHI DELLA GRANDE MUSICA E DELL’ARTE, DAL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO ALL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA DI ROMA, SEDE DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA. FONDATA NEL 1937 A MILANO, MAPEI OGGI CONTA 87 CONSOCIATE, INCLUSA LA CAPOGRUPPO, E 81 STABILIMENTI PRODUTTIVI IN 35 PAESI NEI CINQUE CONTINENTI CON UN FATTURATO PRESUNTO 2018 DI 2,5 MILIARDI DI EURO E OLTRE 10 MILA DIPENDENTI NEL MONDO.

STILE E SICUREZZA SECONDO FAKRO

MAPEI IN CONCERTO CON SANTA CECILIA MAPEI RINNOVA IL SOSTEGNO ALL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA, TRA LE PIÙ ANTICHE E ACCREDITATE ISTITUZIONI MUSICALI AL MONDO, PER LA STAGIONE MUSICALE 2019/2020. NELL’AMBITO DI QUESTA COLLABORAZIONE L’AZIENDA SOSTIENE IN QUALITÀ DI PARTNER UNICO IL CONCERTO DIRETTO DAL MAESTRO ANTONIO PAPPANO. IL SOSTEGNO DI MAPEI ALL’ARTE E ALLA CULTURA NASCE DALLA CONVINZIONE DEL FONDATORE RODOLFO SQUINZI CHE IL

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Estetica contemporanea e una resistenza antiscasso estremamente elevata (RC 2 N) per il modello FTU-V P2 Secure di Fakro, che ha anche ottenuto il certificato di sicurezza della polizia olandese. Le cerniere sono rinforzate e montate in modo da proteggerle dallo strappo e dallo sfondamento del battente con calci e salti. Il serramento è protetto anche da tentativi di forzatura con piede di porco o altri attrezzi da scasso, grazie all’inserimento di una barra metallica e della maniglia con blocco. La finestra è dotata inoltre di un sistema di sicurezza che impedisce lo smontaggio e la rimozione del vetro. FTU-V P2 Secure è fornita di serie di vetro laminato in classe antieffrazione classe P2A, sistema di ventilazione V40, che permette un ottimale ricambio d’aria anche a finestra chiusa, e tecnologia thermoPro per il miglioramento dell’efficienza energetica. Disponibile in differenti dimensioni, dalla più piccola di 48x78 cm alla più ampia di 134x140 cm, è realizzata in legno di pino rifinito con tre mani di vernice poliuretanica di colore bianco.

FASTWEB, NUOVA SEDE SOSTENIBILE CON LATERLITE INSERITA NEL BUSINESS DISTRICT ECOSOSTENIBILE E IPERTECNOLOGICO SYMBIOSIS, NELL’EX AREA INDUSTRIALE ADIACENTE LA FONDAZIONE PRADA DI MILANO, LA NUOVA SEDE FASTWEB SI DISTINGUE PER LA QUALITÀ E LA SOSTENIBILITÀ DELL’INTERO PROGETTO. LATERLITE HA PARTECIPATO CON PARIS SLIM, IL MASSETTO AUTOLIVELLANTE PER APPLICAZIONI A BASSO SPESSORE CHE HA ASSICURATO LA PLANARITÀ ALLE NUOVE SUPERFICI, CHE NECESSARIAMENTE DOVEVANO ESSERE SOPRAELEVATI PER CONSENTIRE IL CABLAGGIO E IL PASSAGGIO DEI CAVI. PARIS SLIM CONSENTE DI LIVELLARE E LISCIARE FONDI NON COMPLANARI IN AMBIENTI INTERNI DA 5 A 50 MILLIMETRI DI SPESSORE E DI ESSERE UTILIZZATO COME MASSETTO RADIANTE CON SOLI 5 MM SOPRA TUBO/BUGNA, SENZA L’INSERIMENTO DELLA RETE DI RINFORZO NÉ L’AGGIUNTA DI ADDITIVI FLUIDIFICANTI. LA POSA IN AGGRAPPO È STATA FACILITATA DALLA STESURA DEL LATTICE CENTROSTORICO, LATTICE D’AGGRAPPO A PRIMER FISSATIVO SUPERFICIALE A BASE DI RESINE SINTETICHE.

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LIBRI LE NUOVE VIE DELLA SETA. Presente e futuro del mondo

Perché: una guida alla ricerca delle cause e delle possibili conseguenze di questo epocale cambiamento

d’Abruzzo sul tema della ricostruzione “selvaggia” dei luoghi a seguito di calamità naturali.

IL PERTURBANTE NELL’ESPANSIONE URBANA. Elementi di psicologia dei luoghi

Perché: una riflessione su come le idee dominanti di sviluppo e progresso della nostra epoca abbiano influenzato, e snaturato, i luoghi in cui viviamo

di Enrico Perilli

PIACERE E COLPIRE. La società della seduzione

MAGI EDIZIONI COLLANA: IMMAGINI DALL’INCOSCIO 2019; pp. 97, 15 euro

di Peter Frankopan

MONDADORI – COLLANA: ORIZZONTI 2019; pp. 245, 19 euro Può un docente di storia bizantina essere stimolante per una riflessione sull’attualità? Sì se il suo nome è Peter Frankopan, già autore del fortunato Le Vie della Seta che rilegge la storia con occhi diversi riconsiderando il ruolo svolto da popoli e luoghi finora ignorati o relegati sullo sfondo. L’autore dà oggi alle stampe una nuova dettagliata istantanea storica, dedicata questa volta alla contemporaneità, partendo dalla constatazione di un dato di fatto: il centro di gravità della politica e della finanza globale si sta spostando sempre più verso nuove vie della seta, aree del pianeta che vantano immense risorse naturali e le materie prime su cui si fonda tutta la tecnologia digitale. Un cambio di rotta che sta facendo vacillare il dominio politico, militare ed economico dell’Occidente.

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Nella loro smisurata crescita le città hanno finito per perdere forma e identità, trasformandosi in non-luoghi altamente popolati e alienanti, in cui sono all’ordine del giorno episodi che testimoniano il degrado delle periferie, situazioni di abbandono e miseria, assenza di servizi. Con quali conseguenze sul piano psicologico delle persone? A questa domanda risponde il libro di Enrico Perilli, docente di psicologia dinamica e psicoanalisi presso l’Università degli Studi di L’Aquila, nato da quattro anni di lavoro congiunto tra l’Ordine degli psicologi e l’Ordine degli architetti

di Gilles Lipovetsky

CORTINA – COLLANA: SCIENZA E IDEE 2019; pp. 418, 29 euro In questo volume il sociologo francese, professore all’Università di Grenoble, chiarisce i punti di forza dell’ipermoderna società della seduzione e perché sarebbe deleterio tornare ai modelli opprimenti del passato. Attenzione però: esistono anche controindicazioni che l’autore non manca di sottolineare, delineando però anche i modi per nobilitare questo fenomeno, senza sacrificarlo. Perché: piacere e colpire sembrano oggi le parole d’ordine, in economia, in pubblicità, in politica. Fino a quando? YO U T R A D E

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