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ACQUA IN BOCCA!

THE DARK SIDE OF THE ONION Di martina lombardo

Correva un anno non meglio specificato quando Agariste, una nipote di Clistene (sì quello delle riforme), come tutte le madri di grandi uomini del mondo antico puntualmente sognò di partorire una maestosa bestia, in questo caso un leone.

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Qualche giorno dopo da lei invece nacque (guarda un po’) un normalissimo essere umano – Pericle.

Fu un grande statista, un eroico condottiero, padre e protettore della sua Atene durante i quarant’anni in cui la governò (e la chiamavano democrazia…), certamente. Ma andiamo un poco oltre la cortina di perfezione che talvolta ci viene restituita dai libri di storia del ginnasio: scopriamo innanzitutto che Plutarco ci tiene a trasmetterci, tra i dati davvero importanti della vita di Pericle riportati per dare al lettore un’idea ben precisa di chi fosse questo grand’uomo, che si dice lo chiamassero schinocefalo… testa di cipolla.

Ce lo dice subito dopo aver delineato lo strano sogno della madre di cui sopra (forse le aveva mangiate lei le cipolle prima di andare a dormire), riportando che il bambino partorito da Agariste non aveva alcun tratto ferino, ma era perfetto in quasi tutte le sue parti, meno che la testa dalla bizzarra forma schinoide, e fu proprio per volontà di nasconderla che tutti i ritratti di Pericle lo raffigurano con l’elmo.

Il nostro caro Plutarco però peccava talvolta di credulità, e gli storici sono adesso piuttosto convinti che l’onnipresenza dell’elmo indichi piuttosto lo status di Pericle quale strategos

Sempre sulla testa fece commenti Aristofane, il geniale e dissacrante commediografo, a cui proprio Pericle – come del resto la stragrande maggioranza dei politici ateniesi – non andava giù.

In effetti è comprensibile che un uomo che ha avuto tanto potere – e tanto a lungo – potesse attirare antipatie… ma Pericle probabilmente aveva anche un certo caratterino che poteva causargli inimicizie; sempre il nostro Daily Mail imperiale (Plutarco) ci trasmette un episodio alquanto significativo a riguardo, che vede come protagonista uno dei principali oppositori politici di Pericle, Tucidide di Melesia (non lo storico!).

Ebbene, un re spartano chiese a Tucidide chi, tra lui e

Pericle, fosse migliore nella lotta; Tucidide rispose che quando riusciva a buttare Pericle a terra questi sosteneva fermamente di non essere caduto, al punto da averla vinta, convincendo persino quelli che con i propri occhi lo avevano visto cadere!

Tucidide, che fu uno dei leader della fazione conservatrice (opposta a Pericle), mi dà la possibilità di menzionare anche personaggi che danno un colore più umano al nostro eroe: infatti i conservatori, dopo la guerra di Samo, intentarono vari processi contro quello che gli storici chiamano il “Circolo di Pericle”.

Il nome fa venire in mente una potente setta segreta, ma in realtà si parla semplicemente dei tre confidenti di Pericle: l’amico Fidia (quello dell’Acropoli), il mentore Anassagora (sì, il filosofo del Nous divino), e la compagna Aspasia.

Lei è il personaggio più enigmatico della vicenda di Pericle, principalmente perché non abbiamo informazioni certe sulla sua vita, ed ogni ipotesi a riguardo può essere prontamente smentita. Fu filosofa? Forse insegnò a Pericle a parlare. O forse questa è una battuta delle commedie che abbiamo preso per dato storico!

Sappiamo però che fu al fianco di Pericle fino alla morte, che gli diede il famoso figlio illegittimo cui gli Ateniesi concessero la cittadinanza nonostante lei fosse di Mileto, e che al suo processo Pericle stesso la difese strenuamente, versando lacrime senza ritegno a detta della nostra fonte.

Salutiamolo su una nota di dolcezza, con un quadretto di quotidianità lasciatoci da Plutarco: si dice che ogni giorno, quando

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