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ZABAIONE NUMERO 1 ANNO XVIII GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006 NOVEMBRE MMXXIII


EDITORIALE

UN RUMORE CHE CI UNISCE

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Di jessica stefanini

l silenzio uccide. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto. Le parole di Elena Cecchettin, sorella dell’ennesima vittima di femminicidio, non devono rimanere inascoltate: non possiamo permettere che le 108 donne uccise siano dimenticate, non possiamo nasconderci dietro ad un superficiale minuto di silenzio in attesa della prossima vittima. Perché anche il silenzio è violenza. Non parliamo della tragica morte di una ragazza, ma di uno dei tantissimi femminicidi che si consumano sistematicamente per mano di uomini anch’essi vittime di rigurgiti culturali, dei quali, però, fatichiamo ad occuparci, in un tentativo subdolo di nascondere il marcio sotto al tappeto. Il silenzio, in questi casi, non è solo complice, ma è esso stesso assassino. È comodo per coloro che, gestori del potere, si rifugiano dietro a questa vana prassi istituzionale per non scavare a fondo, per girare le spalle a un’ovvietà che non può più essere trascurata: l’educazione che riceviamo è profondamente machista. Giulia non è stata uccisa da un indefinibile mostro, ma dal bisogno di potere che il suo carnefice necessitava di esercitare su di lei. Quale silenzio potrà mai farsi portavoce di questa verità, che sembra tanto infastidire politici e dirigenti? Si fa silenzio quando ad accadere sono incidenti: sulle ingiustizie bisogna urlare forte. Perché le istituzioni 2

sono sorde riguardo a tutto ciò tre donne prima di lei, non sia un che non riescono – e non vogliocaso isolato, ma una piaga con la no – affrontare. quale dobbiamo tutti fare i conti. Quello che, il 21 novembre, è Sono sicura che il nostro rumore successo nella nostra scuola è un continuerà finché la sordità delle fatto che ci tengo molto a menzioistituzioni non sarà demolita dalla nare: tutti noi, chi in cortile, chi veemenza delle nostre voci. dalle finestre delle proprie aule, Mi auguro, infine, che per la abbiamo realizzato quel minuto di comunità studentesca pariniana rumore che Elena Cecchettin, noil nostro minuto di rumore non nostante il lutto e la rabbia, ci ha sia stato un unicum, ma che segni lucidamente chiesto di fare. Sepl’inizio di una futura intesa che, pur ostacolati dalla dirigenza – forse, negli anni abbiamo un po’ dalla quale abbiamo poi ricevuto smarrito. delle scuse, valutate voi se in buona fede o filistee –, ci siamo collettivamente opposti a un’inaccettabile violazione del volere della famiglia di una donna ammazzata e fatta scivolare giù da un dirupo di cinquanta metri dall’ex-fidanzato. Nei miei anni al Parini, mi è capitato raramente di vedere un Colonialismo, Nazionalismo, Resistenza PAG.3 corpo studentesco così sensibile L'antifascismo eterno PAG.5 e unito. Questa manifestazione Tutte come Giulia di dissenso, stanchezza e rabbia PAG.6 verso un sistema immobile, che Sulla pelle dei migranti PAG.8 delle donne sa solo compiangere le morti quando vengono uccise, è ...E Berta filava PAG.9 stata una sorpresa quasi commoPAG.10 Acqua in bocca! vente, sicuramente toccante. Seppur spesso separati dall’esterno a PAG.11 Zabaoroscopo causa delle mura dentro le quali PAG.11 L'angolo del libertario passiamo gran parte delle nostre Zabarecensioni PAG.12 ore, ci siamo uniti nel riconosceZabaenigmistica PAG.14 re e condannare una violenza che non può più essere tollerata. Perché violenta è, soprattutto, l’ipocrita negazione consapevole della realtà delle cose, che ci dimostra, di giorno in giorno, come il femminicidio di Giulia, e di tutte le al-

SOMMARIO

novembre 2023 Anno XViII

Numero 1 ZABAIONE


ATTUALITÀ

COLONIALISMO, NAZIONALISMO, RESISTENZA

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LE ORIGINI DI UN CONFLITTO INSANABILE

di emma del duca e riccardo tajetta

l 7 ottobre 2023 le forze di Hamas hanno condotto un attacco missilistico su Israele e senza incontrare alcun ostacolo sono riusciti a colpire tutti i loro obiettivi. Il Presidente Netanyahu si è scusato con la Nazione per non aver difeso al meglio il suo territorio, giustificandosi con il mancato avviso dell’attacco da parte degli alti comandi militari Israeliani. La guerra che stiamo vivendo è iniziata così, ma il casus belli della situazione affonda le sue radici ben più indietro nel tempo: nella fondazione dello Stato di Israele. All’inizio del XIX secolo, il movimento sionista spinse molti Ebrei a emigrare e a stabilirsi nei territori palestinesi dell’epoca che, alla fine della Prima guerra mondiale, erano sotto il dominio della Corona inglese. Sotto i britannici l'emigrazione dall'Europa orientale portò la popolazione ebraica a crescere enormemente, passando dalle circa 80 000 unità registrate nel 1918 alle 175 000 nel 1931 e alle 400 000 nel 1936, causando attriti con la popolazione palestinese. Nel 1939, l'amministrazione britannica, a causa dei moti del 1929 e della grande Rivolta araba, pose forti limitazioni all'immigrazione e alla vendita di terreni a ebrei. Dopo la Seconda guerra mondiale, il nazismo e la Shoah portarono ulteriori migranti israeliani

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in Palestina rendendo la popolazione ebraica un terzo dell’intera popolazione locale. Il 15 maggio 1947 fu fondato quindi il Comitato Speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina (UNSCOP), che comprendeva undici Paesi, esclusi quelli "maggiori", per permettere più neutralità. Sette di questi votarono a favore di una soluzione con due Stati divisi e Gerusalemme sotto controllo internazionale, tre per un unico Stato federale e uno si astenne. Il 29 novembre 1947 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò quindi la risoluzione n. 181. Il mandato britannico deliberò di dividere in due Stati il territorio: uno ebraico, l'altro arabo, con Gerusalemme internazionale. Votarono a favore 33 Stati, 13 contrari; vi furono 10 astenuti, e un assente alla votazione - la Thailandia. Le Nazioni arabe fecero a questo punto ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia, sostenendo la non competenza dell'Assemblea delle Nazioni Unite - che erano andate contro la volontà della maggioranza dei residenti - nel decidere la ripartizione di un territorio; il ricorso fu però respinto. Per evitare possibili rappresaglie ci fu la necessità di radunare nel futuro Stato tutte le zone dove i coloni ebrei erano presenti in numero significativo, ovvero il 56,4% del territorio. Tra il dicembre del 1947 e la

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prima metà di maggio del 1948 vi furono cruente azioni di guerra civile da ambo le parti. Il piano Dalet, messo a punto dalle autorità ebraiche, aveva come scopo la difesa e il controllo del territorio del quasi neonato Stato ebraico e degli insediamenti ebraici a rischio posti al di là del confine dello Stato; ma prevedeva anche la possibilità di occupare basi nemiche poste oltre il confine, e in alcuni casi la distruzione di villaggi palestinesi e l'espulsione degli abitanti. Diversi storici hanno considerato il piano stesso indirettamente responsabile di massacri e azioni violente contro il popolo palestinese, in un tentativo di pulizia etnica. Il 14 maggio del 1948 venne dichiarata unilateralmente la nascita dello Stato di Israele e il giorno seguente le truppe Britanniche si ritirarono definitivamente dai territori del mandato. Lo stesso 15 maggio 1948 gli eserciti di Egitto, Siria, Libano, Iraq e Giordania attaccarono il neonato Stato di Israele. L'offensiva venne bloccata dall'esercito israeliano, e le forze arabe furono costrette ad arretrare. Israele conquistò centinaia di città e villaggi palestinesi. Centinaia di migliaia di arabi abbandonarono il territorio in quello che divenne l'Esodo palestinese del 1948. La Guerra Arabo-Israeliana si concluse poi con l'Armistizio di Rodi: la Giordania an3


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nesse la Cisgiordania, l’Egitto, la Striscia di Gaza e Israele i territori a maggioranza araba conquistati nella guerra. Nel 1956 l’Egitto nazionalizzò il Canale di Suez bloccando le navi commerciali israeliane: il Paese reagì con un attacco preventivo occupando la Striscia di Gaza e la penisola del Sinai. La crisi di Suez si risolse tuttavia grazie a una trattativa tra Stati Uniti d'America e Unione Sovietica. Nel 1967 scoppiò la Guerra dei sei giorni, quando Israele decise nuovamente di optare per un attacco preventivo, conquistando la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza, la penisola del Sinai e le alture del Golan. Dopo la Guerra dei sei giorni però, le Nazioni Unite emanarono la risoluzione n. 242 che, ribadiva nel preambolo uno dei principi chiave del diritto internazionale moderno: l'impossibilità dell'acquisizione territoriale in conseguenza dell'uso della forza. Stabiliva inoltre due condizioni necessarie per il raggiungimento di una pace "giusta e duratura" nella regione del Vicino Oriente: il ritiro militare israeliano e il reciproco riconoscimento tra gli Stati. Dopo la Guerra dello Yom Kippur, la Guerra d’attrito con l’Egitto e la Guerra del Golfo, i confini israeliani tornarono quelli della risoluzione n. 181. Molti territori palestinesi però restano tutt'ora in mano israeliana, violando così i termini della risoluzione n. 242. Analizzando dunque la storia dello Stato di Israele possiamo notare che la popolazione palestinese è stata sottoposta per molti anni alle conquiste israliane, fino al suo esodo. In questi anni la situazione non è purtroppo cambiata: migliaia di civili palestinesi muoiono di fame, i bambini non 4

hanno un futuro essendo in costante pericolo di vita. “Abbiamo attaccato Israele per liberare la Palestina dall'oppressione": così si giustificano i capi di Hamas, che però nel farlo hanno ucciso 826 civili israeliani e ne hanno presi in ostaggio 239: un massacro che non può essere giustificato in alcun modo. Tuttavia, da quando Israele ha iniziato il contrattacco a Gaza sono stati uccisi più di 8.300 palestinesi, tra cui più di 3.400 bambini, con oltre 6.300 bambini feriti. Un numero di vittime civili enorme tanto da spingere lo stesso presidente americano Joe Biden ad ammonire Netanyahu e i suoi collaboratori, intimando loro di non fare “il nostro stesso errore dopo l’11 settembre”, riferendosi alle vittime civili arabe causate dall’esercito americano in risposta all’attentato delle Torri gemelle. Per i motivi elencati in precedenza, da molti Hamas è visto come un movimento partigiano che difende le terre palestinesi e i suoi connazionali dall’invasore israeliano, punto di vista sostenuto inoltre dal presidente Turco Recep Tayyip Erdoğan. La risposta israeliana nei confronti di Erdoğan è stata molto dura e ha ribadito la volontà di estirpare Hamas dalla Palestina in quanto rappresentante dei “nuovi nazisti dei giorni nostri’’. Altra dichiarazione importante è stata quella del Presidente dell’ONU che ricordava a Israele i termini della risoluzione n. 242. L’ONU sta provvedendo a mandare aiuti umanitari a Gaza, dove l’elettricità è stata interrotta da Israele e dove gli ospedali, non possono più curare i feriti per la mancanza di medicine e di elettricità, a causa di generatori ormai senza rifornimento. Israele ha dato il via ad

alcuni convogli di aiuti umanitari che però non potevano contenere benzina, essenziale per i generatori degli ospedali ma utilizzabili anche come rifornimento bellico per le truppe di Hamas. Nel mentre si temono anche le minacce dello Yemen e della Siria, che potrebbero causare una possibile espansione del conflitto, ma l’offensiva via terra israeliana ha già raggiunto Gaza City e continuano i bombardamenti su campi profughi palestinesi che causano ogni giorno centinaia di vittime. L’ONU ha avanzato l’ipotesi di crimine di guerra. Grazie all’aiuto del Qatar e degli USA sono stati creati dei corridoi umanitari per far evacuare la popolazione, soprattutto con passaporto straniero, dalla Striscia di Gaza, tra cui anche 4 nostri connazionali. Gli occhi del mondo sono fissi su questo conflitto: non gli è mai stata data tanta attenzione mediatica come ora.

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ATTUALITÀ

L'ANTIFASCISMO ETERNO

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CINQUANT'ANNI DAL PROCESSO A ORDINE NUOVO

di viola pilo e giulia praderio

l Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. […] Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo. Sono queste le parole che usa Umberto Eco nel suo saggio Il fascismo eterno. Sono parole che fanno paura, perché dipingono un’immagine che è difficile da accettare. Ci strappano bruscamente dalla visione di un fascismo confinato a un periodo storico ben definito, e soprattutto passato, quel fascismo che è morto con Mussolini, e che si è chiuso insieme al capitolo della Seconda guerra mondiale. Troppo spesso ci lasciamo cullare da quest’idea, che pare tanto allettante, ma da cui Eco ci mette in guardia sollecitandoci a guardarci sempre intorno con sguardo attivo, e a leggere la nostra storia in funzione del presente. Proprio per quest'ultimo motivo ritieniamo importante ricordare ciò che accadde cinquant'anni fa, quando il 22 novembre del 1973 venne decretato lo scoglimento del Movimento Politico Ordine Nuovo, una delle più pericolose organizzazioni neo-fasciste di quegli anni, considerata responsabile di diversi attentati e atti violenti. Il gruppo nacque nel 1954 come centro studi all’interno del Movimento Sociale Italiano (MSI), un partito politico di ispi-

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razione neofascista fondato nel 1946 da reduci della Repubblica Sociale Italiana, dal quale però si scisse due anni dopo, ritenendo la sua nuova linea troppo moderata. Assunse come simbolo l’ascia bipenne e come motto “il nostro onore si chiama fedeltà”, traduzione letterale di quello delle SS naziste. Pur avendo inizialmente scarsa rilevanza sul piano politico, dalla metà degli anni Sessanta si rafforzò e si diffuse su tutto il territorio. Raggiunse un’influenza tale che nel 1969, quando il suo fondatore Pino Rauti decise di rientrare nell’MSI, alcuni dirigenti di spicco rifiutarono questa scelta e fecero diventare il gruppo un vero e proprio movimento politico, appunto il Movimento Politico Ordine Nuovo (MPON). Fu allora che l’organizzazione si dedicò all'attività terroristica, diventando uno tra i principali artefici della stagione stragista: sebbene postuma, l’attribuzione della strage di piazza Fontana, attentato terroristico avvenuto a Milano nel dicembre del ’69, ritenuto l’inizio degli anni di piombo e “madre di tutte le stragi”, è proprio di Ordine Nuovo. Tuttavia la Cassazione ha dovuto assolvere i tre Ordinovisti ritenuti responsabili nel 1987. Processo ben diverso fu invece quello del novembre del ‘73, il cui cinquantennale ci ricorda una condanna esplicita del neofascismo. La corte di Roma condannò infatti trenta dirigenti del

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movimento per “ricostituzione del Partito Nazionale Fascista”, azione che costituisce reato secondo la legge Scelba del 1952. Fu dunque decretato lo scioglimento dell'organizzazione, che però venne definitivamente smantellata solo quattro anni dopo, con l'arresto del nuovo capo, il neofascista siciliano Pierluigi Concutelli. Anche se, purtroppo, tale provvedimento legislativo non segnò la fine del movimento, ci ricorda il principio, sia morale che legislativo, che "il fascismo non è un’opinione, ma un crimine". Commette reato non solo chi cerca di ricostituire il partito fascista, ma secondo la legge n. 645/1952 "chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. Potrebbe sembrare scontato, ma nella nostra epoca, in cui il Presidente del Senato in occasione del 25 aprile ha ritenuto opportuno affermare che “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”, è più importante che mai richiamare alla memoria questo processo. Si tenga a mente, nelle parole di Sandro Pertini: La Costituzione è un buon documento; ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la Resistenza continua.

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ATTUALITÀ

TUTTE COME GIULIA

IN MEMORIA DELLE 108 VITTIME

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l femminicidio di Giulia Cecchettin ha avuto un impatto mediatico che, purtroppo, la maggior parte delle donne uccise non ha raggiunto. Scrivendo i loro nomi, ci impegniamo nel tentativo di ricordare ognuna di loro. Teresa Spanò, 2 Gennaio Giulia Donato, 4 Gennaio Martina Scialdone, 13 Gennaio Oriana Brunelli, 14 Gennaio Teresa Di Tondo, 15 Gennaio Alina Cristina Cozac, 22 Gennaio Giuseppina Faiella, 28 Gennaio Yana Malayko, 1 Febbraio Margherita Margani, 4 Febbraio Antonia Vacchelli, 6 Febbraio Melina Marino, 11 Febbraio Santa Castorina, 11 Febbraio Cesina Bambina Damiani, 12 Febbraio Rosina Rossi, 16 Febbraio Chiara Carta, 18 Febbraio Sigrid Grober, 19 Febbraio Maria Luisa Sassoli, 23 Febbraio Giuseppina Traini, 25 Febbraio Caterina Martucci, 1 Marzo Rosalba Dell’Albani, 4 Marzo Iolanda Pierazzo, 6 Marzo Iulia Astafieya, 7 Marzo Rossella Maggi, 8 Marzo Petronilla De Santis, 9 Marzo Rubina Kousar, 9 Marzo Maria Febronia Buttò, 10 Marzo Pinuccia Contin, 16 Marzo Francesca Giornelli, 28 Marzo Agnese Oliva, 29 Marzo Zenepe Uruci, 30 Marzo Carla Pasqua, 31 Marzo Alessandra Vicentini, 31 Marzo

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Sara Ruschi, 13 Aprile Brunetta Ridolf, 13 Aprile Rosa Gigante, 18 Aprile Anila Ruci, 19 Aprile Stefania Rota, 21 Aprile Barbara Capovani, 23 Aprile Wilma Vezzaro, 25 Aprile Antonella Lopardo, 2 Maggio Rosanna Trento, 3 Maggio Danjela Neza, 6 Maggio Jessica Malaj, 7 Maggio Anica Panfile, 21 Maggio Yirel Natividad Peña Santana, 27 Maggio Ottavina Maestripieri, 1 Giugno Giulia Tramontano, 1 Giugno Pierpaola Romano, 1 Giugno Giuseppina De Francesco, 8 Giugno Maria Brigida Pesacane, 8 Giugno Floriana Floris, 9 Giugno Cettina De Bormida, 10 Giugno Rosa Moscatiello, 12 Giugno Svetlana Ghenciu ,19 Giugno Margherita Ceschin, 24 Giugno Laura Pin, 28 Giugno Maria Michelle Causo, 28 Giugno Ilenia Bonanno, 6 Luglio Benita Gasparini, 19 Luglio Mariella Marino, 20 Luglio Norma, 22 Luglio Vera Maria Icardi, 24 Luglio Marina Luzi, 25 Luglio Angela Gioiello, 28 Luglio Mara Fait, 28 Luglio Sofia Castelli, 29 Luglio Iris Setti, 6 Agosto Maria Costantini, 9 Agosto Celine Frei Matzohl, 13 Agosto Anna Scala, 17 Agosto Vera Schiopu, 19 Agosto

Francesca Renata Marasco, 28 Agosto Rossella Nappini, 4 Settembre Marisa Leo, 6 Settembre Nerina Fontana, 16 Settembre Cosima D’Amato, 20 Settembre Maria Rosa Troisi, 20 Settembre Rosaria Di Marino, 20 Settembre Liliana Cojita, 21 Settembre Manuela Bittante, 25 Settembre Anna Elisa Fontana, 25 Settembre Carla Schiffo, 27 Settembre Monica Berta, 27 Settembre Klodiana Vefa, 28 Settembre Egidia Barberio, 30 Settembre Anna Malmusi, 1 Ottobre Piera Paganelli, 4 Ottobre Eleonora Moruzzi, 5 Ottobre Silvana Aru, 13 Ottobre Concetta Marruocco, 14 Ottobre Marta Di Nardo, 20 Ottobre Antonella Iaccarino, 21 Ottobre Giuseppina Lamarina, 24 Ottobre Pinuccia Anselmino, 25 Ottobre Annalisa D’Auria, 28 Ottobre Etleva Kanolija, 29 Ottobre Michele Faiers Dawn, 1 Novembre Patrizia Vella Lombardi, 14 Novembre Francesca Romeo, 18 Novembre Giulia Cecchettin, 18 Novembre Rita Talamelli, 21 Novembre

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ATTUALITÀ

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ATTUALITÀ

SULLA PELLE DEI MIGRANTI

L'ILLEGITTIMITÀ DEL NUOVO PATTO ROMA - TIRANA Di jessica stefanini

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o scorso 6 novembre, la Presidente del Consiglio Meloni ha firmato un controverso accordo con Edi Rama, suo corrispettivo albanese, relativamente al non poco dibattuto tema dell’immigrazione. Il memorandum prevede il trasferimento – o, de facto, la deportazione – dei migranti salvati da navi italiane verso il suolo albanese. Il maschile non è usato per caso: il trasferimento non avverrà infatti per donne e minori, andando probabilmente a causare una serie di disagi dovuta alla separazione delle famiglie migranti. Tuttavia, questo è solo il primo dei tanti nei che l’accordo presenta: innanzitutto, è ancora da chiarire a quali navi saranno effettivamente permessi la messa in salvo e il respingimento collettivo delle persone che fuggono. Le numerose sanzioni alle quali sono state recentemente sottoposte le ONG, con con l’“accusa” di aver sottratto alla morte migliaia di persone in fuga nel Mediterraneo, ci fanno ipotizzare un’ulteriore condanna di queste azioni salvifiche, le quali, nonostante le continue ostruzioni delle istituzioni – che hanno causato un calo preoccupante dell’11% dei salvataggi nel biennio 2022/23 – rappresentano una delle principali realtà alla quale i migranti possono fare affidamento. Curioso, nonché allarmante, è come Meloni sia riuscita ad

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aggirare il Parlamento e la Commissione Europea, stringendo con Rama un patto di cui nessuno era anticipatamente stato informato: bypassare in questo modo istituzioni fondamentali come il nostro Parlamento è nientemeno che una grave violazione del principio democratico di cui l’Italia, almeno in apparenza, è solita farsi paladina. Non è però astruso il motivo per cui la manovra è stata svolta in maniera quasi segreta: il trattato Roma - Tirana è evidentemente una violazione non solo della nostra Costituzione, ma anche del diritto internazionale e delle normative europee – che, ricordiamo, si pongono al di sopra di quelle interne. Non c’è una giustificazione giuridica a questa detenzione, tra l’altro in un Paese extra europeo: l’obiettivo iniziale di scoraggiare le partenze si è trasformato in un impegno attivo per la proibizione di un accesso sicuro al territorio europeo. Altro punto ambiguo – e di conseguenza pericoloso – è la mancanza di un testo ufficiale: è consultabile una versione ufficiosa, ma non risulta che sia stata data una comunicazione formale dalle Camere. Secondo le dichiarazioni di Meloni, i migranti trattenuti saranno sottoposti a “giurisdizione italiana”, e di autorità albanese saranno solo le guardie al di fuori dei centri di detenzione. Appare comunque parecchio confuso:

secondo la sentenza n.105/2001 della Corte Costituzionale, qualunque procedura di allontanamento forzato attuata da autorità italiane attraverso il trattenimento in un centro di detenzione deve essere convalidata dalla decisione di un giudice. Come sarà possibile realizzare queste garanzie in territorio albanese? Tirana metterà a disposizione due spazi in cui verranno costruiti i centri: uno al porto di Shengjin, che si occuperà delle procedure di sbarco e di identificazione, l’altro nella zona di Gjader, dove sarà realizzata una struttura su modello CPR. La somma che l’Italia dovrà versare è di 16 milioni e mezzo di euro, oltre ad altri 100 milioni che la Banca Nazionale d’Albania riceverà come garanzia. Una cifra non indifferente per un accordo che fa acqua da tutte le parti: secondo il diritto internazionale del mare, le persone soccorse dovrebbero essere fatte sbarcare in un porto sicuro nel Paese che ha coordinato le attività di salvataggio. Al contrario, il trattato vedrebbe la necessità delle navi italiane di fare da spola tra Mediterraneo centrale e Albania. Questo tentativo disperato di esternalizzazione dei migranti, ormai gradito a più Stati europei, non fa altro che ricercare una soluzione superficiale ad un problema complesso, andando ad incidere sul benessere dei migranti, trattati di fatto come merci.

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SVAGO

...E BERTA FILAVA

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OLDBOY COMPIE VENT'ANNI Di luca salvini

e l’inizio di Oldboy fosse ambientato nel giorno dell’uscita del film, Oh Dae-su sarebbe libero da ormai cinque anni. Infatti, il capolavoro thriller di Park Chan-wook ha compiuto vent’anni lo scorso 21 novembre. Per chi non l’avesse ancora visto (se non siete deboli di stomaco, per favore recuperatelo), Oldboy parla di un uomo coreano, Oh Dae-su, che, un giorno, viene rapito e rinchiuso in una stanza per quindici anni, finché non viene liberato, e scopre di avere cinque giorni per ottenere la sua vendetta. Nonostante la trama relativamente semplice, Oldboy riesce a stupire lo spettatore e a mantenere il suo interesse tramite colpi di scena per niente forzati e personaggi incredibili. È inoltre impressionante la regia di Chan-wook, che ci regala dei primi piani tanto inquietanti da rimanerci stampati nella memoria anche giorni dopo la visione. Una cosa che magari non tutti sanno è che Oldboy è tratto da un manga, ma ne cambia il finale, rendendolo molto più inquietante e difficile da digerire: il film è pieno di violenza, spesso difficile da guardare e piuttosto pesante. Con il suo mix di iper-violenza e sentimenti intensi, Chan-wook ci mostra come lui fosse l’unico regista in grado di girare un film del genere, come ci ha anche confermato il disastroso remake di Spike Lee del 2013 con Josh Brolin ed Elizabeth

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Olsen. Infatti, è anche grazie a scene come il piano sequenza del combattimento nel corridoio che Oldboy è ricordato come uno dei migliori film della storia del cinema, coreani e non. La leggendaria scena è stata girata ben 15 volte prima di ottenere il risultato finale, ed è una delle più famose della storia; quindi, probabilmente, ne è valsa la pena. Un’altra scena iconica è quella in cui Dae-su mangia un polpo vivo al ristorante di sushi, che è invece stata girata 4 volte senza effetti speciali. L’attore Choi Min-sik è buddhista e vegano, e prima di aver dovuto mangiare quei polpi li pregò di perdonarlo. La recitazione è un altro dei punti di forza della pellicola: il sopracitato Min-sik interpreta alla perfezione il personaggio di Dae-Su, con tutte le sue sfaccettature psicologiche e le sue follie. Ma una tra le perfomance migliori è quella di Yoo Ji-tae, il quale interpreta magistralmente il misterioso e carismatico antagonista Woo-jin Lee, che ogni volta che compare sullo schermo riesce totalmente a rubare la scena a Daesu grazie al mistero sul motivo del rapimento. Insomma, molto è cambiato dall’uscita

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di Oldboy. Al tempo, le pellicole coreane non erano molto popolari: al botteghino italiano incassò solo mezzo milione, ma dopo un paio di anni divenne un vero cult classic. Da allora i film coreani sono molto più popolari, anche grazie alla diffusione del K-Pop e dei K-Drama, tanto che solo tre anni fa Parasite di Bong Joon Ho è diventato il primo film straniero a vincere il premio come miglior film agli Oscar. Tuttavia, nonostante questo traguardo, Oldboy rimane probabilmente il film coreano più famoso di sempre, e, dopo vent’anni, possiamo senza dubbio affermare che il magnum opus di Park Chan-wook è un capolavoro che verrà ricordato in eterno.

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SVAGO

ACQUA IN BOCCA! GENIO E S...OMMELIER?

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Di francesco sciarrino e riccardo vitiello

ual è la prima immagine che vi viene in mente pensando a Sir Isaac Newton, il grande matematico e fisico, il pioniere dell’ottica, lo scopritore della legge di gravità? Studiandolo a scuola, immaginiamo spesso la figura di un tranquillo scienziato di campagna che, tra le ore trascorse fra esperimenti e passeggiate, ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca. Il manuale di Fisica, tuttavia, non é sempre lo strumento migliore per conoscere la vita dei geni. Secondo alcune dicerie, comprovate allora da fonti anche autorevoli, Newton era un personaggio molto più complesso di come tendiamo a immaginarlo oggi. Tra le varie chiacchiere sul suo conto, si dice che abbia riso una sola volta nella vita, e per giunta divertendosi sulla pelle di un suo alunno non particolarmente brillante (a detta del maestro) in Matematica. Forse vi chiederete quale fosse l’origine di questo comportamento a dir poco cinico, e una risposta, dopotutto, potrebbe esserci. Nessuno, salvo rare eccezioni, ha mai fatto gli auguri di compleanno al povero Isaac. Il nostro uomo era infatti venuto alla luce il 25 dicembre 1642, il che, fra i mancati auguri e il regalo in meno, è già una grande sventura, ma non solo. Per il resto d’Europa il malcapitato “co-scopritore” del calcolo infinitesimale era nato il 4 gennaio 1643, perché nel Regno Unito il calendario gregoriano non verrà utilizzato fino alla metà del Settecento. Immaginatevi Sir Isaac che deve esibire il proprio documento d’identità al check-in di

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una stazione di diligenze, salvo poi venirsi negato il viaggio in carrozza da un confuso vetturino olandese per irregolarità anagrafiche! Fantasie a parte, Newton fu un grandissimo scienziato, vera espressione di quello spirito empirista che ha reso grandi le scuole scientifiche britanniche; tuttavia in pochi sono a conoscenza di alcuni curiosi aneddoti sui suoi esperimenti, come quello del prisma, grazie al quale la luce bianca fu scomposta nei sette colori fondamentali. Altri, come il grande Cartesio, avevano tentato l’esperimento. Il filosofo del Cogito ergo sum aveva oscurato il suo laboratorio e fatto passare un raggio di luce bianca da un buco nei pannelli per colpire un prisma: il raggio si era scomposto sul prisma, per proiettarsi composto in due colori su un foglio poco distante. Ma René aveva scritto frettolosamente una breve relazione, perdendo per sempre l’occasione di scoprire lo spettro dei colori. L’esperimento di Newton sarebbe forse stato simile a quello di Cartesio, ma Isaac non mise il foglio (chissà, magari l’aveva dimenticato a casa) e fece proiettare la luce sulla parete, dove si scompose in sette colori, dimostrando ancora una volta come, anche nel campo delle scienze, molte scoperte siano spesso una questione di mera fortuna. E a Newton la fortuna non mancò di certo, sopratutto se pensiamo che avrebbe potuto vivere molto meno rispetto ai suoi egregi ottantatré anni, e in condizioni di salute non proprio ottimali. Una volta infatti il nostro scienziato, per dimostrare le proprie teorie sulla luce e ri-

spondere ad una serie di critiche che gli erano state mosse, si infilò un ago, secondo la sue parole, “tra l’osso e l’occhio”. I progressi nell’anatomia non erano avanzati come lo sono oggi, ma siamo sicuri che all’epoca fosse ormai opinione comune che infilarsi aghi nelle cavità oculari non sia una grande idea. Chissà, forse fu per questo motivo che Newton non trovò persone disposte a eseguire l’esperimento e dovette fungere lui stesso da “cavia”. Ci piacerebbe scoprire lo stato del suo povero occhio dopo l’esperimento, ma non abbiamo trovato fonti che ne descrivessero le condizioni, anche se siamo certi del fatto che la genialità di Sir Isaac non fu compromessa. Infatti continuò a registrare grandi scoperte, e il gusto dei vari elementi chimici, come il mercurio, che assaggiava di tanto in tanto; per quanto definisse questo metallo “acido, pungente e sgradevole”, pare che alla fine non gli dispiacesse troppo, visto che ne ingerì una quantità pari a quindici volte la soglia di sicurezza. Infine, dopo una vita dedicata alla ricerca e a degustare metalli di transizione, Newton morì il 20 marzo 1727, o per meglio dire, il 31 marzo 1727. Ha rivoluzionato la Fisica e la Matematica, ed è annoverato fra i grandi della Terra, tanto che, sul finire del Settecento, l’architetto francese Étienne-Louis Boullée immaginò di costruire un monumentale cenotafio sferico per ricordare il geniale scienziato. Prima di congedarci, però, ci è sorto un ultimo dubbio. Quali date dovremmo inserire, Monsieur Boullée, all’ingresso del cenotafio?

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SVAGO

L'ANGOLO DEL LIBERTARIO

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Di o. pontormo

orse non ero giunto per caso nell’atrio in cui sedevo, ancora intontito come da un colpo alla testa, che si estendeva in tutte le direzioni intorno a me almeno per un migliaio di passi. Quel luogo, grande fino all’esagerazione per essere di qualche utilità, era completamente disabitato, ad eccezione di un cantuccio della stanza che conteneva, rannicchiata su se stessa, la figura d’un vecchio cieco, che pareva fissarmi incuriosito. Impossibile, pensavo, che un cieco potesse guardarmi negli occhi; ma evidentemente mi sbagliavo, perché mi chiamò per nome a gran voce. “L’aspettavamo”, mi disse, “da molto tempo”, facen-

domi cenno di seguirlo attraverso la stanza, e per un lungo corridoio che sfociava in quella che doveva essere la stanza ricreativa. Giunti sulla soglia, trasalii: oltre una porta a vetri semiaperta, aiutati da un esiguo personale di occhialuti infermieri, un gruppo di anziani ricoverati si muoveva in ogni direzione, e ciascuno dei presenti sembrava ripetere, come in un esercizio di teatro, una serie di gesti. Due vecchi barbuti, vestiti con elmi, scudi e lance, provavano ancora coi loro corpi stanchi a gettarsi l’uno contro l’altro, in quello che un tempo aveva l’aria d’esser stato un duello mortale. Un altro anziano figurante, costret-

Di giulia acunzo e miriam petacchi

ARIETE Sapete già che il vostro cuore sta battendo per qualcuno, ma non affrettatevi, ci sono grandi cambiamenti in arrivo!

TORO

La vostra pazienza sta venendo meno? State tranquilli, novembre è finito e dicembre vi regalerà un po’ di sollievo.

GEMELLI

Per voi sono in arrivo molti eventi sociali e persone interessanti, quindi lasciatevi alle spalle il passato!

CANCRO Siete troppo chiusi in voi stessi, non farete passi avanti senza un po' di coraggio. Sfruttate dicembre per ricaricare le energie e rafforzare i legami.

LEONE

ZABAOROSCOPO

vostra generosità e il vostro altruismo, però non è il caso di accumulare così tanti debiti al bar offrendo continuamente piadine ai vostri amici!

VERGINE

Vedrete che presto il vostro film mentale in cui vi baciate sotto il vischio si avvererà, abbiate almeno la forza di aspettare ancora qualche settimana!

CAPRICORNO

Oramai tutti conoscono la vostra ossessione per l’organizzazione, ma non vi sembra un po’ eccessivo cominciare già da adesso a preparare il pranzo di Natale?

BILANCIA

Sfortunatamente per voi dicembre inizierà in modo un po’ faticoso, tra incomprensioni che sembreranno spuntare all’improvviso come le interrogazioni a sorpresa di Greco e Latino.

Assieme alla tranquillità, arriva anche il momento di riflettere sui vostri obiettivi; per fortuna non ci saranno grandi intoppi, a patto che siate gentili con i vostri compagni di classe.

Il vostro duro lavoro ha portato i suoi frutti: non fermatevi adesso, è il momento di premere l’acceleratore! E in amore qualcuno vi sta aspettando, datevi una mossa!

SCORPIONE

É il vostro mese: uscite dalla comfort zone e abbracciate nuovi inizi. Sicuramente le stelle vi saranno d’aiuto.

Nulla potrà mai ridimensionare la

ZABAIONE

FESTA D'ADDIO

to su una carrozzina, teneva nella mano sinistra un teschio, e guardandolo con malinconia, piangeva la perdita di uno dei ricoverati. Feci per voltarmi, ma ecco che apparve alle mie spalle un’elegante signora con in mano una boccetta di veleno per topi. E dietro di lei - non potevo crederci - un goffo vegliardo sellava il suo pigro ronzino. All’improvviso tutto mi fu chiaro; ma non feci in tempo a chiedere spiegazioni al vecchio cieco che le mie mani si coprirono di profonde rughe, e un improvviso torpore mi fece cadere in terra. Prima di perdere conoscenza, però, sentii ancora la sua voce: “Benvenuto, Dottore, all’Ospizio degli Eroi”.

Numero 1 Anno xviiI novembre 2023

SAGITTARIO

ACQUARIO

PESCI

Le vostre emozioni saranno in subbuglio, ma verso la fine del mese dovrebbe tornare un certo equilibrio, sempre che quelle verifiche vadano come sperato…

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SVAGO

ZABARECENSIONI

VISIONI METAFISICHE

KILLERS OF THE FLOWER MOON

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e è vero che nel mondo degli adattamenti cinematografici si sente sempre dire che il libro è meglio del film, Killers of the Flower Moon, l’ultimo, attesissimo lavoro di Martin Scorsese, potrebbe essere una delle poche eccezioni. Grazie alla sua regia impeccabile e alle incredibili performance degli attori protagonisti, l’opera riesce infatti a raggiungere altissimi livelli artistici. Scorsese ha sempre trattato il tema dei peccati capitali nelle sue pellicole, concentrandosi molto sull’avarizia, e nel film ritroviamo questa tematica al centro della trama. La storia segue la vicenda di Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio), da poco trasferitosi dallo zio William Hale (Robert De Niro), un grande proprietario terriero dell’Oklahoma che è in ottimi rapporti con la tribù Osage, alla quale però appartiene un territorio ricco di petrolio. Hale e altri imprenditori vogliono ottenere l’oro nero, e per riuscirci sarebbero disposti a tutto. Scorsese per questo film si affida ai suoi due attori preferiti: DiCaprio, che con il regista ha girato 7 film, ci regala una delle migliori interpretazioni della sua carriera, e anche De Niro, che nei film di Scorsese ha recitato ben 10 volte, nonostante abbia raggiunto recentemente gli ottant’anni, riesce ancora a sembrare terrificante. Ottima performance anche da parte di Lily Gladstone, che interpreta Mollie Burkhart, la moglie di Ernest. Martin Scorsese ha una delle filmografie più significative della storia del cinema, e questo film fa sicuramente parte dei suoi migliori, e, per quanto lungo, non annoia mai, e proponendo agli spettatori un inquietante spaccato degli Stati Uniti negli anni Venti. Se non siete ancora andati a vederlo per via della durata, e avete avuto tre ore per guardare Avengers: Endgame, non avete venti minuti in più per Scorsese?

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(Di Luca Salvini) ZABAIONE

Numero 1 Anno xviiI ottobre 2023

ono molte le riflessioni che accompagnano gli spettatori lungo la visita della mostra, allestita nella suggestiva cornice del Museo Bagatti Valsecchi, all’interno della quale settanta lavori del grande fotografo Vasco Ascolini sono esposti assieme alla collezione permanente del Museo e a opere di Canova, Thorvaldsen e de Chirico, in un dialogo silenzioso e stimolante che vede l’osservatore come terza persona, dedita all’ascolto e all’interpretazione dei soggetti esposti. Ascolini è un artista riconosciuto a livello internazionale, e da oltre quarant’anni ritrae statue con uno sguardo che è stato presto definito “metafisico”. Infatti, come la pittura metafisica mette spesso in relazione fra loro oggetti apparentemente isolati dal loro contesto originario d’appartenenza, così le statue fotografate da Ascolini dentro giardini, ville, fondazioni e musei in giro per il mondo sembrano provenire da un’altra dimensione, da un mondo “stravagante” e misterioso; attraverso l’esposizione, l’artista pone l’enigma del “vivo”, donando a quei tratti che delimitano e plasmano le immagini un’espressività capace di dominare gli spazi solitari nei quali abitano i soggetti. Le statue, apparentemente immutabili nel tempo, si animano grazie a quel soffio vitale che è lo scatto del fotografo, capace di eternare in uno spazio finito il gesto infinito e perduto nel tempo della scultura, restituita allo sguardo del visitatore nella sua essenza e nelle sue ambiguità. Ad accrescere il fascino di questi lavori è il colore nero, molto presente nelle opere di Ascolini, una tenebra che contiene la figura e la fa propria. Le fotografie dell’artista raccontano di un altrove che possiamo ricercare superando le apparenze della realtà che ci circonda; chi ha detto, dopotutto, che una statua non possa essere capace di muoversi, vedere e parlare attraverso lo sguardo dello spettatore? (Di Elena Cisco, Miriam Petacchi e Francesco Sciarrino) 12


SVAGO

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C'È ANCORA DOMANI

oma, 1946. Delia, madre e moglie, vive nel Secondo dopoguerra tra la miseria causata dal conflitto e la consueta violenza domestica del marito Ivano. Nei panni della protagonista, Paola Cortellesi ci regala un personaggio che delinea la condizione di subordinazione alla figura maschile della donna italiana in un passato relativamente recente. Dai toni neorealistici, gli stessi che hanno reso globale il cinema nazionale, la pellicola è un perfetto equilibrio tra la rappresentazione del passato che ci viene proposta e la visione moderna che vuole adottare. Ha il difetto che risponde, dice il suocero di Delia, che ha infatti l’ardire di parlare e, addirittura, di votare, desiderio che suscita grave dissenso nel marito Ivano. Al fidanzamento della figlia Marcella con il benestante Giulio, la madre non può che intravedere in questa notizia lo stesso futuro di sofferenza e umiliazione che è spettato a lei. Cortellesi, nel suo primo film in veste di regista, dà vita a un capolavoro che il cinema italiano non vedeva da tempo: nella sua comicità e sensibilità, poesia e concretezza – quasi “grossolana” grazie al brillante utilizzo del dialetto romano – racconta con uno sguardo storico la vita miserabile delle donne italiane nel momento della loro prima conquista politica – il voto –, eredità che ancora oggi rappresenta un retaggio culturale difficile da estirpare. Nella sua speranza sincera, Paola Cortellesi ci dona una pellicola sensibile e puntuale di cui avevamo disperatamente bisogno.

(Di Jessica Stefanini) ZABAIONE

Numero 1 Anno xviiI ottobre 2023

VAN GOGH PITTORE COLTO

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l nome di van Gogh probabilmente non risulta estraneo a nessuno di noi: nonostante la poca fama, se non quasi disprezzo, che riscosse in vita, oggi questo pittore olandese è tra i più apprezzati della sua epoca, noto soprattutto per il suo fascino di "artista tormentato e incompreso". Tuttavia, l'obiettivo che si pone questa mostra, in esposizione al Mudec fino al 28 gennaio, è proprio di ribaltare questo stereotipo, presentando il pittore nell'inconsueta prospettiva della sua cultura e del suo rapporto con l'arte dell'epoca. Messe in evidenza sono le opere che maggiormente influenzarono l’artista, e in questa innovativa scelta possiamo trovare sia il difetto sia il pregio di questa mostra: da una parte ci permette di conoscere un nuovo aspetto di van Gogh e di inserirlo meglio nel suo contesto storico e artistico, dall'altra parte non potrà che deludere chi si approccia per la prima volta a questo artista e si aspetta di vedere le sue opere più celebri. La maggior parte dei quadri esposti infatti sono stampe giapponesi o di contemporanei, volti però a costruire un interessante dialogo con i pochi originali. In particolare nei due quadri, Pini al tramonto e Il burrone, è evidente l’influenza della pittura giapponese, caratterizzata da una grande attenzione per la natura e da contorni netti, elementi che van Gogh integra con maestria nel suo tipico tratto drammatico ed espressivo. Molto interessanti sono anche i disegni per gli studi delle sue prime opere, come i I mangiatori di patate e Dolore. In definitiva consiglierei questa mostra a chi vuole conoscere un nuovo aspetto del pittore, ma non a tutti i curiosi, anche per il prezzo non moderato. (Di Giulia Praderio) 13


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ZABAENIGMISTICA

CRUCIVERBA di Corrado calissano

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ORIZZONTALI: 1.La struttura ad anello dell’epica – 14. L’asso dell’aviazione della Prima guerra mondiale – 15. Così dice che morirà Damiano dei Måneskin – 16. Lo fu il fire che distrusse Londra nel 1666 – 17. Lo Stato di Yitzhak Rabin – 20. Derapate automobilistiche – 23. Il fondatore di una colonia nell’antica Grecia – 24. Le ha in comune un auriga con i dinosauri – 25. Gli italiani nel Regno Unito – 28. Il pitone de “Il libro della giungla” – 29. L’autore di una celebre “Geografia” sul vocabolario – 31. Dispari negli orchi – 32. La targa rumena – 33. Spettabili nelle comunicazioni formali – 35. Se l’è procurata il bambino con un ginocchio sbucciato – 37. Finito nel paese del fish and chips – 39. Il crimine di chi oltraggia lo Stato – 42. La catena dei cannoli siciliani che spopola a Milano – 43. “Con la forza” detto da Cesare – 44. Gli anni di Cristo nella tombolata – 46. Lo è il Grand Ferret – 47. Lo è chi non vede la luce da molto tempo – 49. Sono due in Rocroi – 50. I luoghi letterari – 51. Chi porta a casa la pagnotta nella famiglia inglese VERTICALI: 1.Accurati resoconti – 2. Aspergere, bagnare – 3. La cantante italiana di “Vuoto a perdere” e “Sono solo parole” – 4. L’onomatopea del mangiare – 5. La Miss di “Scandalosa” e “Pazzeska” – 6. Al centro del foro – 7. Adesso nei dialetti italiani centro-meridionali – 8. Precede la omega nell’alfabeto greco – 9. Il cappone bollito… a testa in giù – 10. Il topo nel linguaggio regionale – 11. “Tre, bambina”, nella lingua di Cervantes – 12. Il testing system internazionale di Inglese – 13. Un laconico rifiuto – 18. L’eroe omerico che si uccise con la spada di Ettore – 19. La società statunitense di FIFA 23 – 21. Tasso Interno di Rendimento – 22. L’uomo del 2000 nei fumetti della Disney – 26. Sfruttato, eccessivo – 27. La scala di proporzioni di Le Corbusier – 29. Ingiurie, scortesie – 30. L’opera platonica sull’origine dell’universo – 32. Le ha chi indugia – 34. Ispirazione, ghiribizzo – 36. Idonea – 38. Destination Management Company – 40. La catena montuosa sudamericana del vulcano Chimborazo – 41. La fine della carne – 43. La tinozza negli USA – 45. È tenera quella dei fanciulli - 47. Overpowered per i gamers – 48. La prima metà dell’ortoTe Ching - 46. Sono più frequenti nel riccastro - 47. La seconda parte dell’atto 14 ottobre 2023 Anno XViII Numero 1 ZABAIONE


SVAGO TROVA LE 5 DIFFERENZE di lucia vercelloni

TROVA BARRELLA

di viola pilo

IN QUEST'IMMAGINE COMPARE IL NOSTRO PRESIDE 7 VOLTE, RIESCI A TROVARLO?

TRIONFO DELLA MORTE, PIETER BRUEGEL

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R I N G K O M P O S I T I O N B A R O N E R O S S O R E O 14 15 G R E A T I S R A E L E 21 S G O M M A T E E C I S T A 24 A U R I I T A L I A N S M K A A S T R A B O C I R O E G R E G I B U A E N D E D 36 L E S A M A E S T A A M MU V I T R E N T A T R E C O L 48 A O R B O D A T A N T O R O T O P O I E O E A R N E R

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