1 minute read

AD ARENDT

di obbedire”. Una frase formulata durante il processo contro il criminale nazista Adolf Eichmann che, come scrive Arendt ne “La banalità del male”: «improvvisamente dichiarò con gran foga di aver sempre vissuto secondo i principi dell’etica kantiana, e in particolare conformemente a una definizione kantiana del dovere». Una definizione evidentemente distorta che, come prosegue Arendt, «Kant non si era mai sognato di dire».

Advertisement

Calamandrei e il camerata

Kesserling

Siamo negli anni ‘50 quando Albert Kesserling, comandante delle forze di occupazione tedesche in Italia, viene scarcerato nonostante la condanna all’ergastolo e fa ritorno in Germania, dove, pubblicamente, dichiara che gli italiani avrebbero dovuto dedicargli un monumento. «Lo avrai / camerata

Kesserling / il monumento che pretendi da noi italiani / ma con che pietra si costruirà / a deciderlo tocca a noi [...] Su queste strade se vorrai tornare / ai nostri posti ci ritroverai / morti e vivi collo stesso impegno / popolo serrato intorno al monumento / che si chiama / ora e sempre / RESISTENZA». È su questa epigrafe scritta da Piero Calamandreiaccademico italiano nonché uno dei padri della Costituzione - in risposta all’affermazionedi Kesserling che ha riflettuto il Professor Sergio Bononi nella serata del 15 novembre. “Il secondo appuntamento – sottolinea Fornari - ha previsto l’esecuzione di musiche composte nei campi di sterminio nazisti, come i brani di Schulhoff, Klein, Ullmann, e quelle in ricordo di quei momenti tragici dell’umanità, come quelli di Messiaen”.

I rapporti con la memoria “Sono nata in una famiglia con un nonno paterno perseguitato dai fascisti che è stato costretto a lasciare la propria casa e la propria terra e a venire a vivere in Alto Adige proprio durante il processo di italianizzazione coatta voluta dal regime di Mussolini. Mio padre –racconta Sonya Beretta – si sarebbe dovuto chiamare Walter, ma i nomi ‘stranieri’ non potevano essere attribuiti. Il nome Walter ha potuto darlo poi in seguito a suo figlio, mio fratello. Il mio rapporto con la Memoria mi coinvolge innanzitutto con questo episodio basato su un diritto fondamentale: il diritto al nome”. E sul valore della memoria, Fornari ha concluso: “Credo che la Memoria sia necessaria e indispensabile; una società senza passato è una società senza futuro”.

This article is from: