1 minute read

SEGNANO

MARINA l’espulsione. Questo, assieme all’impossibilità di vivere secondo la propria identità culturale e tradizione, portò intere famiglie e villaggi a scegliere di emigrare nel Terzo Reich. Di preciso su una popolazione totale di 253.953 abitanti, di cui 42.936 appartenenti al gruppo etnico italiano, 179.503 optarono per la Germania; 31.514 per l’Italia. Entro il termine massimo fissato per lo sgombero (31 dicembre 1942) però, soltanto 72.749 si trasferirono nei paesi tedeschi. Chissà se tra questi la famiglia affidataria di Marina arrivò davvero nel Terzo Reich, o se semplicemente non partì. A prescindere da questo, Marina lasciò quella casa e venne spostata in un orfanotrofio a Bressanone. Di quella famiglia Marina non seppe più nulla. Sebbene molte famiglie ebbero la triste fortuna di scegliere cosa abbandonare per sempre tra casa e terra, oppure lingua e cultura, lei non scelse nulla e perse tutto. Marina in questi ultimi suoi anni cercò con brama storie simili alla sua, storie spezzate, per riuscire in qualche modo a comprendere cosa questa imposizione avesse portato nelle vite degli altri e come le persone con una storia simile alla sua avessero reagito. Per darsi delle risposte, cercò di conoscere e capire quello che accadde a livello storico e politico. Le risposte a queste domande sono molte, ma è la domanda in sé che dovrebbe essere impressa nella nostra mente e nel nostro cuore. Perché se ci chiediamo cosa può comportare nella vita di ciascuno di noi una scelta, forse la possiamo cambiare. Tutte e tutti dobbiamo tenere a mente come una nostra scelta abbia sempre delle conseguenze, in noi e in chi ci circonda. Queste storie vanno raccontate oggi più che mai per tenere sempre a mente il rispetto per le identità tutte a prescindere da tutto. Le guerre, le invasioni, le imposizioni e le scelte segnano le storie e le narrazioni delle persone.

Advertisement

This article is from: