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STORIE SEGNATE, SCELTE CHE SEGNANO

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DEL RICORDO

DEL RICORDO

Con l’annessione dell’Alto Adige al Regno d’Italia, si avviò la campagna di italianizzazione. Per non rinunciare alla propria identità, molte famiglie di cultura tedesca scelsero di emigrare nel Terzo Reich, mentre altre scelsero di non lasciare la propria terra e di resistere.

Di Ilenia Dellai E Anna Zamperetti

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Le guerre da sempre segnano i tempi, qualcosa avviene prima e qualcosa dopo. Segnano le persone, chi le vive in prima persona e chi le ascolta, chi le studia e chi le osserva intimorito da lontano. Le guerre da sempre segnano le storie. Poco più di 5 anni fa ho conosciuto una signora con una storia segnata indelebilmente dalla guerra. Una storia che sarebbe potuta essere diversa, ma a cui la guerra ha fatto percorrere binari che altrimenti non avrebbe seguito. Ha dovuto fare i conti con una scelta presa da altri.

Marina, nata in Veneto ed abbandonata dalla madre, venne affidata fin da piccola ad una famiglia di Lana. Lì crebbe con loro e il tedesco diventò la sua prima lingua. La sua vita era scandita tra il gioco con i bambini e le bambine che la circondavano e l’aiuto a casa, portava infatti spesso il pranzo al padre affidatario che lavorava alla miniera. Tutto ciò fino a quando la politica sovranazionale giunse nella sua, ancora agli inizi, storia. A partire dagli anni ‘20 del 900, con l’annessione dell’Alto Adige al Regno d’Italia si avviò la campagna di italianizzazione della regione. Tra le misure contenute nel manifesto pubblicato da Ettore Tolomei il 15 luglio 1923, chiamato “Provvedimenti per l’Alto Adige”, si parlava anche di introduzione dell’italiano come unica lingua ufficiale. Con ciò si intendeva la traduzione dal tedesco all’italiano dei toponimi, delle iscrizioni pubbliche, dei nomi delle strade e dei cognomi germanici, con contestuale divieto d’uso delle versioni di questi ultimi in lingua tedesca. Il provvedimento ha altresì previsto il parallelo sostegno alla cultura e lingua italiana, attraverso l’istituzione di scuole materne e scuole elementari e secondarie italiane. Con forza molte famiglie di cultura tedesca - perché quella terra fino a pochi anni prima tedesca lo era - non si arresero, e mantennero lingua e identità. Nacquero scuole clandestine, le Katakombenschulen (“scuole nelle catacombe”) o anche Geheimschulen (“scuole segrete”), con il fine di insegnare e mantenere la lingua e la cultura tedesca. Nel 1939 giunse il termine ultimo per prendere la propria decisione: alle famiglie venne data la possibilità di scegliere la cittadinanza italiana o tedesca. Tuttavia, per coloro che avessero scelto per quest’ultima, sarebbe stata prevista

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