Winterthur La MCLI di Winterthur è parrocchia personale e U. P. Oltre alle parrocchie della città ne fanno parte quelle di Elgg, Feuerthalen, Illnau-Effretikon, Kollbrunn, Pfungen, Rheinau, Seuzach, Stammheim-Andelfingen, Turbenthal e Wiesendangen. Sede St. Gallerstrasse 18, 8400 Winterthur, Telefono 052 212 41 91 Parroco Salvatore Lavorato, 052 266 01 24, salvatore.lavorato@kath-winterthur.ch Vicario Arkadius Pietrzak, 052 266 01 28, arek.pietrak@kath-winterthur.ch Ass. Sociale Gabriella Prudenza, 052 266 01 26, gabriella.prudenza@kath-winterthur.ch Segreteria Daniela de Carvalho, 052 212 41 91, sanfrancesco@kath-winterthur.ch Orari di apertura dal lunedì al giovedì ore 9.00-12.00 e lunedì, mercoledì e giovedì ore13.00-17.00
«Sine Dominico non possumus» Don Salvatore
Abbiamo appena vissuto una Pasqua «non proprio come le altre». Possiamo ripetere le stesse parole, aggiungendo: mai nella storia della Chiesa i battezzati sono stati privati, come in questi due anni, della partecipazione agli Uffici del Triduo pasquale, della confessione sacramentale e della Comunione Pasquale. Comprendiamo la vostra grande sofferenza, la condividiamo e abbiamo spesso chiesto a Gesù di venire nei vostri cuori per consolarvi e rafforzarvi. Non perdiamo la fiducia, entriamo nel mese di Maria, il mese più bello, con questa convinzione incrollabile: il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Per preparare questo trionfo, offriamo alla Vergine Maria i sacrifici di questo confinamento e il nostro saldo proposito di essere fedeli alle promesse del nostro Battesimo.
«[Senza Gesù Eucaristia] non possiamo vivere! … Sant’Ignazio di Antiochia, diceva Benedetto XVI, qualificava i cristiani come ‹coloro che sono giunti alla nuova speranza›, e li presentava come persone ‹viventi secondo la domenica›. In tale prospettiva il Vescovo antiocheno si domandava: ‹Come potremmo vivere senza di Lui, che anche i profeti hanno atteso?› (Ep. ad Magnesios, 9,1-2). Sentiamo echeggiare in queste parole di Sant’Ignazio l’affermazione dei martiri di Abitene: ‹Sine Dominico non possumus.› Proprio di qui sgorga la nostra preghiera: che anche noi cristiani di oggi ritroviamo la consapevolezza della decisiva importanza della Celebrazione domenicale e sappiamo trarre dalla partecipazione all’Eucaristia lo slancio necessario per un nuovo impegno nell’annuncio al mondo di Cristo ‹nostra pace› (Ef 2,14). Amen!» Mi ha sempre colpito la testimonianza di fede, carica di secoli, che ci proviene dai martiri di Abitene, città dell’Africa Proconsolare del III sec.: «Noi non possiamo stare senza la cena del Signore.» «Sì, sono andata all’assemblea e ho celebrato la cena del Signore con i miei fratelli, perché sono cristiana.» L’Eucaristia diventa esigenza irrinunciabile, è segno distintivo dell’essere discepoli di Gesù non perché è partecipazione ad un rito, ma perché è l’incontro con il Risorto che continua a camminare in mezzo a noi. «La Chiesa vive dell’Eucaristia… con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucaristia, 1). È questa presenza di Gesù che sola può cambiare la nostra esistenza personale e la vita delle nostre famiglie e comunità cristiane. Per questo è opportuno lasciarci plasmare dall’Eucaristia, perché non siamo più noi a vivere, ma Gesù in noi, Gesù in mezzo a noi!