137
Arte-Charpentier, RFR Atelier 13 CBCR Dubus_Richez Zainul Foster & Partners Christian Girard Nicholas Grimshaw & Partners Zaha Hadid Lichtblau.Wagner MCA Renzo Piano Building Workshop Studio Zenoni Weiss/Manfredi Chris Wilkinson Architects
In Italia Lire 17.000/8,80 Euro
Iva assolta dallÂ’editore
maggio may
137
Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicitĂ ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano
ISSN 0394-2147
ale ion n e z a ig rn inte a, des siva zine a t r ivis ttu e vi aga nd La r archite azion nal m sign a di munic rnatio e, de tion co e inte tectur unica Th archi omm of ual c vis
xt e t h s i l eng ta.it
a w.arcad w w / / : p t ht
La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva
The international magazine of architecture design and visual communication
Maggio 1999 May La trasparenza Transparency
Sommario/Summary l Arca è pubblicata da is published by l Arca Edizioni spa Via Valcava, 6 20155 Milano tel.(02)325246 facsimile (02)325481 l Arca è in Internet: http://www.arcadata.it e-mail: arca@tin.it. Direzione commerciale Business Manager Titi Casati Segreteria commerciale Business Secretariat Paola Festi Comunicazione/Communication Alda Mercante Casati International Promotion Daniela Adaglio Coordinamento edizioni Book coordinator Franca Rottola Pubblicità Advertising Lombardia, Liguria, Toscana Lazio, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata l Arca Edizioni spa tel.(02)325246 facsimile (02)325481 Marcello Altamura tel. 02/6701893 Piemonte Studiokappa srl tel.(011)597180-5817300 Emilia Romagna, Marche Angelo Sozzi tel. (051)232633-(0336)558900 facsimile (051)274294 Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige Michele Tosato Studio Mitos tel. (0422) 892368 - (0348) 8732626 facsimile (0422) 892055 Distribuzione esclusiva per l Italia Messaggerie Periodici spa (Aderente ADN) Via G.Carcano, 32 - 20141Milano tel.(02)895921 facsimile(02)89500688 Distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F.Argelati,35-20143 Milano tel.(02)8375671 facsimile(02)58112324 Distributor for abroad Agenzia Italiana Esportazione A.I.E. Via Manzoni, 12-20089 Rozzano (MI) tel.(02)57512575 facsimile(02)57512606 Undici fascicoli l anno Il fascicolo in Italia Lire 17.000/8,80 Euro in Italia (IVA assolta dall editore) Arretrati il doppio Registrata presso il Tribunale di Milano con il n.479 del 8/9/1986 E vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l autorizzazione dell editore. Total or partial reproduction of the magazine without previous autorization by the editor is prohibited.
Direttore responsabile/Editor Cesare M.Casati Vicedirettori/Deputy Editors Mario Antonio Arnaboldi, Maurizio Vitta Comitato scientifico Scientific Committee Piero Castiglioni, Angelo Cortesi, Gillo Dorfles, Giorgetto Giugiaro, Gianpiero Jacobelli, Riccardo Mariani, Bob Noorda, Lorenzo Papi, Paolo Riani, Joseph Rykwert, Piero Sartogo, Pierluigi Spadolini, Tommaso Trini Consulenti/Consultants Carmelo Strano Redazione/Editorial Staff Elena Cardani, Carlo Paganelli, Elena Tomei English editing and translations Martyn Anderson, James Pallas, Sofia Teodori Corrispondenze da New York Correspondent in New York Pierantonio Giacoppo Corrispondenze da Parigi Correspondent in Paris Doriana O.Mandrelli Corrispondenze da Osaka Correspondent in Osaka Toshyuki Kita Coordinamento a Roma Coordinator in Rome Carmelo Zimatore
Cesare M.Casati
La realtà dell’utopia The Reality of Utopia
1
Carmelo Strano
Fino alla trasparenza virtuale Approaching Virtual Transparency
2
Maurizio Vogliazzo
La ricerca sottovetro Glasshouses in Poitiers
4
Mario Antonio Arnaboldi
Le tecniche diventano arte Conference Centre in Toulouse
10
Atelier 13
Elena Cardani
Serre flottanti Malaysia Airlines in Kuala Lumpur
16
Dubus_Richez, Zaini Zainul
Niccolò Baldassini
Rotondità anticlassiche Lentille Saint-Lazare in Paris
20
Arte-Charpentier, RFR
Mario Antonio Arnaboldi
Il senso della fine Aspire National Training Centre, Stanmore
24
Foster and Partners
Maurizio Vitta
Utilità della tecnologia iGuzzini Headquarters, Recanati
32
MCA
Michele Bazan Giordano
Il vecchio, il nuovo e la memoria Banca Popolare di Lodi
40
Renzo Piano Building Workshop
Gabriele Szaniszlò
Nuove plasticità Offices in Gleisdorf
48
Lichtblau.Wagner
Remo Dorigati
Diaframmi di paesaggio Dyson Appliances, Wiltshire
54
Chris Wilkinson Architects
Stefano Pavarini
Anti-retorica Women’s Memorial Center, Arlington
58
Weiss/Manfredi
Carlo Paganelli
Audi in mostra New Headquarters in Milan
64
Studio Zenoni con Studio CBCR
Jacopo della Fontana
Dal vincolo all’espressione Ludwig Erhard Haus, Berlin
70
Nicholas Grimshaw
Alessandro Gubitosi
Dinamismo interattivo Contemporary Arts Center, Cincinnati
76
Zaha Hadid
Stampa/Printed by Poligrafiche Bolis, Bergamo Fotolito/Colour Separation Litofilms Italia, Bergamo Computer graphics: Romilda Fassina
Maurizio Vitta
Artefatti e natura For Energy Transmission
80
Maurizio Vitta
C’è ma non c’è There is but there is not
84
I disegni in formato elettronico sono stati convertiti ed elaborati con AutoCAD® R14/AUTODESK®
Carmelo Strano
Tocca il mio edificio, tocca la mia città Art in the City
86
l’Arca 2
89
l’Arca Press
95
l’Arca News
97
Fotografi/Photographs Berengo Gardin, Marie-Claire Bordaz, E.Cano, R.César, Richard Davies, Juhani Eskelinen, Dennis Gilbert, Jeff Goldberg/Esto, S.Ishida, Esa Kurkikangas, Matteo Piazza, Margherita Spiluttini, Jens Willebrand, Edward Woodman, Nigel Young Amministrazione Administration Maria Grazia Pellegrina Daniela Cicchinelli Segreteria generale General Secretariat Daniela Adaglio Ufficio abbonamenti Subscriptions Laura Ronchi Giulia Bettega
Copertina/Cover Particolare della piazza coperta da una struttura in vetro e acciaio della nuova Banca Popolare di Lodi, progettata da Renzo Piano Building Workshop (foto: E.Cano). Detail of the courtyard, covered by a glass-and-steel structure, of the new Banca Popolare di Lodi, designed by Renzo Piano Building Workshop.
Questo periodico è iscritto all AIE, Associazione Italiana Editori
Nel prossimo numero In the next issue Giugno 1999 June Naturale Nature
Agenda
Christian Girard
105
Dal 1986 l Arca ha pubblicato questi argomenti: 01 Il territorio dello spettacolo - 02 Lo spazio del museo - 03 Il progetto del lavoro - 04 Il progetto verticale - 05 La modernità - 06 La città - 07 Trasporti e comunicazioni - 08 Riflessioni - 09 Design 10 Sopra e sotto - 11 Lo spazio dello sport - 12 Il pubblico - 13 La comunità - 14 Lo spazio domestico - 15 Il progetto intelligente - 16 Strutture e materiali- 17 Scuola e società - 18 L’effimero - 19 Superfici e strutture - 20 Il territorio disegnato - 21 Il vecchio e il nuovo - 22 Domestic Landscape - 23 Il progetto ospitale - 24 Il luogo dello studio - 25 Luce e colore - 26 L’edificio integrato - 27 Architettura in URSS - 28 L’architettura è ambiente - 29 Reti e servizi - 30 I grandi spazi- 31 La costruzione dell’architettura -32 Il rinnovamento della città - 33 Il superamento della gravità - 34 Tecnologie - 35 L’aspetto della materia - 36 Interiors - 37 Sistemi - 38 Sport - 39 Progetto e computer - 40 Ambienti urbani - 41 Il territorio delle reti - 42 Tecnologia e costruzione - 43 Il progetto della luce - 44 Qualità - 45 Texture e architettura - 46 Architettura come immagine - 47 L’architettura costruita - 48 Luoghi per la cultura - 49 Lo spazio collettivo - 50 I luoghi dell’abitare - 51 Strutture urbane - 52 L’architettura progettata - 53 La contemporaneità - 54 Architettura e tecnologia - 55 Il progetto e il lavoro - 56 Architettura in mostra - 57 I segni nella città - 58 Il grande numero - 59 Riti, miti e altre cose - 60 Architetture francesi - 61 Architetture in Italia - 62 Architetture negli USA - 63 I nodi nella città - 64 L’architettura ornata - 65 La scena della cultura - 66 La città ideale - 67 Architetture in Giappone - 68 Il mito e il culto - 69 La trasparenza - 70 Visto da dentro - 71 Porte urbane - 72 Le torri - 73 Tensostrutture - 74 I servizi per la città - 75 La competizione 76 Competizione e ricerca - 77 Visioni urbane - 78 Riflessioni - 79 Oltre il muro - 80 Il progetto del terziario - 81 Lo spazio aperto - 82 America, America! - 83 Mens ludicra - 84 Formazione e ricerca - 85 La casa dell’uomo 86 Tecnoarchitettura - 87 La Committenza - 88 Natura e artificio - 89 L’apparenza della materia - 90 Modernità e tradizione - 91 I luoghi delle arti - 92 America, America ! - 93 America Latina - 94 Architetture in concorso 95 Architetture in concorso - 96 Natura urbana - 97 Cultura e società - 98 Produzione e servizi - 99 La residenza - 100 La bellezza - 101 La nuova città 102 Cromatismi - 103 America, America! - 104 La Francia - 105 Italia - 106 Giappone - 107 La trasparenza - 108 Le infrastrutture - 109 Le torri - 110 L’Europa - 111 Small - 112 Il legno - 113 Il metallo - 114 Interni - 115 Nord America - 116 Ristrutturazione - 117 La luce - 118 L’immagine del futuro - 119 La Francia - 120 Tecnologie e sistemi - 121 La comunità - 122 Lo Sport - 123 I sensi e la materia - 124 Le infrastrutture - 125 L’emozione - 126 Il legno - 127 Immagine USA - 128 Creatività - 129 Superfici - 130 Orizzontale/Verticale - 131 Abitabilità - 132 Il segno è colore - 133 Acqua - 134 Apparenza - 135 Luce - 136 La materia
La realtà dell utopia/The Reality of Utopia Cesare Maria Casati
utopia, ecco una parola che per i progettisti ha sempre avuto un fascino particolare e che nel passato molte volte è servita per etichettare gli architetti come visionari o peggio. Ma che fine ha fatto in questi ultimi decenni la ricerca concettuale formale e strutturale nel progetto d architettura? E dalla fine degli anni Sessanta che, tranne poche e formidabili eccezioni, in redazione non arrivano più progetti che diano da pensare e da discutere sui probabili o improbabili scenari che l architettura prima o poi potrebbe aprire. La carenza di proposte utopiche, di cui ci lamentiamo, non riguarda l impiego delle nuove tecnologie o di materiali artificiali, ma di pensieri e concetti programmatici del progetto, soprattutto quello urbano, che mettano definitivamente in crisi le mai superate, e sempre mitizzate, proposte razionalistiche o, e qui si è proprio nel peggio, gli schemi e le norme urbanistiche attuali tutte orientate nella salvaguardia di sistemi di aggregazione per attività e di trasporto inquinanti e obsoleti. Per incontrare utopie futuribili, ma non tanto, ci si deve riferire solo al vecchio maestro e coraggioso ricercatore, John Johansen, che continua a proiettare la sua creatività e immaginazione alcuni secoli avanti a noi. Le sue riflessioni, su strutture elastiche, flessibili e modificabili secondo necessità, l impiego di campi magnetici per reggere membrane e la riflessione che all uomo, per dimorare nel pianeta, occorra solo la padronanza di diaframmi opachi o trasparenti e protettivi alle temperature e ai suoni, indipendentemente da forme statiche, mi sembrano molto eccitanti. Mi rivolgo ai giovani, e a quelli non più tanto giovani, perché, come nel passato, facciano conoscere come dedicano parte della loro sapienza alla ricerca positiva e fortemente profetica che lo studio dell architettura consente. Vogliamo invitarli e stimolarli a pensare come si possano progettare degli organismi, modificabili per forma e colore e piacevolmente abitabili, aggregabili in quantità a prescindere dal tracciare sempre e solo le strade come elementi connettivi esterni di comunicazione, oppure a scandagliare le possibilità di robotizzazione e di movimento che la casa dell uomo potrà possedere, sempre se, per la nostra felicità, come sembra ormai annunciato dalle numerose protesi elettroqualchecosa , di cui ormai ci circondiamo e strumentalmente e piacevolmente usiamo, non ne venga negativamente condizionata.
L
topia is a word that has always had a special ring for architects, often serving in the past to label them as visionaries or worse still. But what has happened to formal-structural research into architectural design over the last few decades? Except for a few notable exceptions, no new projects giving food for thought or discussion into the likely or unlikely scenarios that might, sooner or later, characterise architecture have been coming into our publishing offices since the late Sixties. The lack of utopian ideas we are complaining about does not just concern the use of new technology or man-made materials, it also refers to programmatic design concepts and theories, particularly for the urban environment, capable of finally putting an end to those die-hard rationalist designs that have always been idealised to a mythological status, or, and this is probably where we hit rock-bottom, to current town-planning schemes and regulations aimed at safeguarding congregation systems and the transportation of polluting or obsolete substances. We need only mention that great old master and brave experimenter John Johansen, whose creative imagination is still centuries ahead of the rest of us, to come across utopias that may or may not be feasible in the future. His thoughts, his flexible, elastic structures that adapt to requirements, the use of magnetic fields to hold up membranes, and the idea that man can inhabit this planet just by manipulating opaque or transparent diaphragms providing shelter against high temperatures and sounds, regardless of static forms, seem to me to be most exciting prospects. I am directing my thoughts towards both the young and not-so-young in the hope that, as in the past, they will let us known that they dedicate part of their knowledge and understanding to the kind of positive, powerfully prophetic research that architectural study requires. We want to invite and encourage them to consider how they might design organisms whose colour and shape changes and which are pleasant to live in and can be combined together without necessarily tracing roads as the only external communication links; or we might even persuade them to investigate the range of possibilities opened up by the kind of robotics and motion that could be incorporated in people s houses, provided of course, as happily seems to be the case judging by the proliferation of electro-something extensions by which we are now surrounded and are so happy to make use of, all this does not have negative repercussions.
U
l ARCA 137 1
Fino alla trasparenza virtuale Approaching Virtual Transparency a trasparenza semiologicamente, se non empiricamente, si contra
L contrappone alla corposità, al pesante. Si connette, per contro, al
leggero, al visibile, all apparizione, al disvelamento. Sul piano simbolico, rimanda anche alla rivelazione (della verità). La trasparenza si avvicina anche al denudamento, all abbandono del mistero e dell enigma. Questi rapidi rilievi possono essere condensati, in epoca di navigazione internet, nell attitudine a comunicare ad ampio raggio. D altronde, come tutte le cose di questo mondo, anche la trasparenza sottintende il rapporto, la messa in relazione. Il nostro passato classico, greco e romano, di tale principio caricava il mondo degli dei (antropomorfismo); ma anche le religioni orientali confermano questa esigenza. In fondo, questa funzione di polo dialettico, di alterità, avevano le donne che circondavano ierogamicamente l egizio dio Amon. Tuttavia, a mano a mano che si arriva a tempi recenti (quelli connessi con il superamento delle tre dimensioni e con l avvento della relatività e della frammentazione e quindi dell informatica), la comunicazione e la trasparenza (nel senso prima evidenziato) si fanno imperiose, stringenti, invasive, aggressive. Il comunicare dilaga, fino a incidere in ogni aspetto, anche riservato, della vita sociale e individuale. Soprattutto, comunichiamo in un modo ampiamente eccedente il campo dell esigenza o del bisogno di trasmettere un messaggio. E utile sottolineare in proposito come questa trasformazione corra in parallelo con il mutare del pensiero filosofico: non più sistematico ma aforistico, comportamentale. Il pensiero fenomenologico in questo senso è assai significativo. Su questa via, Heidegger antropomorfizza , laicizzandolo fortemente, il comportamento del dio universale divenuto, fenomenologicamente, l Esserci. Non è per caso, allora, che proprio Heidegger ci offre una nozione affatto nuova di trasparenza. Per il filosofo tedesco essa è l intuizione che l Esserci ha di se stesso. Tale esperienza è possibile in quanto l Esserci è diventato originariamente trasparente in conseguenza del suo essere nel mondo, con gli altri. Ecco una lezione attuale, peraltro connessa, anche se involontariamente, con la (nuova) sensibilità provocata dall informatica. Trasparenza come fenomenologia, come presa di coscienza di sé e del mondo, attraverso la caduta dei veli, delle coperture, dei narcisismi esasperati e tautologici sul piano della comunicazione; attraverso la possibilità di vedere oltre l ostacolo. Come sappiamo bene, questo è infatti il principio fisico della trasparenza: vedere oltre a dispetto di un diaframma o impedimento di un corpo qualsiasi. Ai fini della migliore trasparenza, occorre inoltre che tale corpo-ostacolo sia il più possibile pulito, sicché, per ricordare Dante, Quali per vetri trasparenti e tersi...Tornan di nostri visi le postille . Ma l odierna pratica della trasparenza è diventata un Moloch inarrestabile, una forza oscura alla stessa maniera della marcia inesorabile del capitale. Come quest ultimo, la trasparenza, per quanto determinata da individui, diventa un entità superiore, cieca, anche se ben definito è il suo obiettivo. Ma qual è l obiettivo? O, se si vuole, cosa determina la trasparenza di oggi e quali sono le conseguenze, in ogni direzione, del fenomeno? Si è fatto cenno a talune connessioni con l informatica. Le nuove tecnologie ci sospingono in effetti verso l immateriale (è utile ricordare la mostra Gli Immateriali realizzata al Beaubourg, agli inizi degli anni Ottanta, per la cura di Jean-François Lyotard, da poco scomparso). Andiamo in modo sempre più deciso verso l immaterialità e, di conseguenza, verso il superamento della prossimità spaziale o del contatto diretto. Immaterialità e telecomunicazione: non solo comunichiamo a distanza, ma collaboriamo a distanza, siamo protagonisti del gioco o di un équipe, interagiamo, lavoriamo gomito a gomito , pur essendo fisicamente lontanissimi (telelavoro, ecc.). Questa dimensione immateriale spinge la trasparenza a livelli altissimi, fino alla rarefazione e persino sparizione. Con ciò non perdiamo lo stimolo alla trasparenza. Semplicemente, l ostacolo si è tramutato in teleostacolo. La nostra curiosità continua a fissarsi vero il nostro deuteragonista, anche se egli è per noi impalpabile. Come impalpabile è ciò che sta dietro di lui o che l attornia e che tuttavia vogliamo cogliere visivamente. E non sarebbe un esperienza monca, perché le dimensioni dell immateriale affinano la nostra percezione sinestesica, sicché, provocati dal dato visivo, tutti gli altri sensi si mobilitano. Ne segue che, per quanto surrettizia sia questa esperienza, essa non avrà minor valore effettivo di quella reale. Eccoci così alla trasparenza virtuale. Con essa ormai dovremo fare i conti. E si tratterà di un eccesso di trasparenza, e forse qualche volta con ritorni non graditi, come quando, per inganno ottico, picchiamo contro un ostacolo eccessivamente trasparente. Ma ormai la nostra sensibilità informatizzata coglie che tra virtuale e reale si attua confusione, senza soluzione di continuità. La dimensione del come se ci prende proprio al livello della sensibilità. La qual cosa ha una valenza
2 l ARCA 137
non meno forte e non meno incisiva di quella dell esperienza reale. Causa di ciò, il come se per così dire è . Siamo andati oltre, oltre l ostacolo. Vediamo oltre. Nella realtà. La realtà d ora in poi annette ciò che è e il come se e - questa è la cosa importante - con pari dignità. Sul piano dell immagine urbana, un grosso contributo ci viene dall architettura trasparente. L uso ormai datato di questa tipologia ci ha dato il brivido della suspense con le immagini della città riflesse, anche in modo cinetico, sulla facciata. Ma spesso siamo stati tentati di andare oltre questo effetto convesso . Tale esperienza ha provocato quella opposta: del veder dentro, al di là della facciata. E poi sono arrivati gli uffici aperti , trasparenti, senza porte né pareti di isolamento. E poi la trasparenza completa verso l esterno: l occhio sul mondo, l evasione, un voyeurismo consentito, un richiamo soggettivo tra il dentro e il fuori. La trasparenza come veder attraverso si traduce in un vedere dentro. E qui si attua una trasmutazione (proprio in senso alchemico) del fenomeno. Ma non siamo in possesso della pietra filosofale, non stiamo trasformando il vile metallo in oro né abbiamo aperto la strada per l elisir di lunga vita. Al contrario, l alterazione del senso della trasparenza (che, a questo modo, avrebbe messo da parte il proprio significato logico e naturale di vedere oltre l ostacolo) provoca una serie di problemi a ogni livello della vita di relazione. Soprattutto se si mettono insieme trasparenza e immaterialità, e, di conseguenza, si arriva, come si è visto, alla trasparenza virtuale. Inoltre, ciò vale ancora di più se si tiene presente il fatto - sopra rilevato - che ormai tra il reale e il virtuale non c è soluzione di continuità, almeno al livello della sensibilità. In queste circostanze il vedere dentro può tradursi in indiscrezione, in aggressione, in violazione della privacy. Le banche-dati accumulano informazioni, che sono materiale potenziale per messaggi strumentali, di dominio, di esercizio del potere: basta vedere dentro , e combinare la visione indiscreta con i dati a cui si può attingere senza incorrere nell accusa di indiscrezione. Si tratta di una vera minaccia alla riservatezza? Lo si ribadisce: realtà e virtualità si confondono. E un dato di fatto. L unica cosa che possiamo fare è prendere atto, renderci conto dell evoluzione delle cose come se i protagonisti non fossimo noi. Il computer ci ha resi tutti speculari. Bisogna trovare nuovi ambiti, o recessi, per la riservatezza. Bisogna rendersi conto che questo gesto è inevitabile, Occorre vestire in modo nuovo le nostre pieghe personali, affidando alle trasparenze inevitabili parte di quelle informazioni che una volta erano materia privata. In ogni caso, va da sé che avremo ceduto zone di riservatezza, ma facendo di necessità virtù, ossia vivendo questa esperienza come una sorta di psicodramma collettivo. D altronde siamo parte (sarebbe osato, forse, dire subiamo) di un processo di cibernetizzazione: i rapporti sociali sono più asciutti, meno umani , più asettici, i colori che vi si innestano sono più plumbei, (può aiutarci rivedere talune figure meccaniche di Fernand Léger con i loro grigi metallici). Dobbiamo prepararci allora a una nuova sociologia dei rapporti interpersonali. E anche a una nuova percezione e produzione dei fatti visivi e comunicazionali (tra l altro, questi ultimi, come sappiamo bene, oggi sono eminentemente visivi). La produzione e la fruizione dell immagine, in dipendenza della pratica della trasparenza, e delle sue implicazioni semantiche, mutano i propri statuti. E ciò vale per l architettura, per il design, per l arte, ecc. Per quanto riguarda l architettura, non credo che siamo destinati a visioni strenuamente euclidee o bauhausiane, a causa del binomio trasparenza-informatica. La natura vuole le sue compensazioni. Tanto più asciutta è la formalizzazione in un periodo storico tanto più forti risulteranno le impennate di stridore e di devianza. Anche la trasparenza potrà essere giocata stilisticamente in modo meno asciutto e più capriccioso, persino con andamenti neobarocchi, come avvertivo in un saggio del 1985. Ciò vale anche per l arte figurativa. Essa si annuncia sempre più trasparente nel senso che sarà sempre più collettiva , consumata in spazi di tutti e davanti a tutti. Ciò non significa che non avremo più momenti di feticismo riservato o che gli autori cesseranno di dare sfogo ai propri umori riversandoli in un oggetto pur sempre richiesto dal mercato. Semplicemente, è destinato ad ampliarsi il campo dell opera commissionata e funzionale (lavoro ambientale, allestimenti, ecc.) alla quale l artista non mancherà di aggiungere il proprio plusvalore espressivo. Un plusvalore (più) trasparente. E con questo aggettivo si mette in evidenza un altra angolazione del concetto di trasparenza, quella di transitività. Assieme al suo nuovo connotato di veder dentro , la trasparenza offre anche l idea di trasmissibilità diretta, di messaggio transitivo. Si tratta di un aspetto meno asettico della trasparenza. Finalmente, in questa nuova condizione della trasparenza, anche il messaggio espressivo o creativo, al di là cioè di quello meramente referenziale, traspare . Il binomio trasparenza-informatica richiede messaggi decifrabili. Tanto, al mistero dell opera ci penserà pur sempre il demone, a dispetto della trasparenza. Carmelo Strano
emiologically, if not empirically, transparency is in contrast with
S body, or heaviness. Transparency is linked to lightness, visibility,
apparition, disclosure. On a symbolic level, it also recalls revelation (of the truth). Transparency approaches denudation, as well; the departure from mystery and enigmas. In our era of Internet navigation, this quick survey can be further summarized: transparency is the tendency to communicate on a large scale. After all, just like everything in this world, transparency, too, implies the principle of relationships, or relativity. Our Greek and Roman classic past filled its world of gods with this principle (anthropomorphism); but even oriental religions conferm this need. This anthropomorphic role, constituting a dialectic pole, a kind of otherness, was covered by the women who, in a hierogamic way surrounded the Egyptian god Amon. Nevertheless, as we ve reached recent times (with the assessment of three-dimensionality and the advent of relativity and fragmentation, and therefore of computer science), communication and transparency (in the sense we have pointed out formerly) have become imperious, urgent, invasive, aggressive. There is now a flood of communication that affects every aspect of social and individual life, overflowing into private life, as well. We are communicating in a way that amply exceeds our necessity or need of conveying a message. We should point out how this transformation runs parallel to the change in philosophical attitude, which from systematic has turned aphoristic, or behavioral. The phenomenological attitude is very significant in this sense, and along this line, Heidegger anthropomorphizes the behavior - which he strongly secularizes - of the universal god, who, phenomenologically, becomes Existing , or Being there . It is not by chance, therefore, that Heidegger himself should offer us quite a new notion of transparency. According to the German philosopher, transparency is the realization that Existing has of itself. This experience is made possible by the fact that Existing has become transparent at its origins , as a consequence of its being in the world, with everyone else. This is a lesson of topical interest, linked, although unintentionally, to the (new) sensibility brought about by computer science. Transparency as a phenomenology, as a newfound awareness of oneself and the world, achieved through the shedding of the veils, the coverings, of the exasperated and tautological narcissism on the level of communication; through the possibility of seeing beyond impediments. As we well know, this is, in fact, the physical principle of transparency: seeing beyond in spite of the presence of a screen or any kind of barring body. And for further transparency, this obstacle-body has to be as clean as possible, so that, to quote Dante, Quali per vetri trasparenti e tersi... Tornan di nostri visi le postille . But today s practice of transparency has become an unrestrainable Moloch, a dark force similar to the inexorable progress of capital. Just like the latter, transparency, although brought about by individuals, becomes a superior, blind entity, even though its objective is well defined. But what is its objective? Or what does today s transparency give rise to and what are the consequences of this phenomenon in every direction? We ve mentioned some links to computer science. New technologies, in fact, are driving us towards the immaterial (we might recall the exhibition entitled The Immaterials , organized at the Beaubourg at the beginning of the 80 s by Jean-François Lyotard, who has recently left this world). We re going more and more surely towards immateriality, and consequently towards the overcoming of spatial closeness or direct contact. Immateriality and telecommunication: we don t only communicate from afar, but we cooperate from afar, we are the protagonists of a game, or team leaders, we interact, we work elbow to elbow , although we are physically very far apart (telecommuting, etc.). This immaterial dimension drives transparency to very high levels, we are reaching rarefaction or even disappearance. This doesn t mean we are losing the stimulus for transparency. The obstacle has simply become a tele-obstacle. Our curiosity is continually aroused by our deuteragonist, even if he is impalpable. And what s in him or around him is also intangible, and we d like to be able to visualize him. And this wouldn t be an ineffective experience, since the dimensions of the immaterial sharpen our synesthetic perception, so that with the challenge constituted by the visual factor, all our other senses are alerted. It follows that however surreptitious this experience may be, it will not have any less effective value than the actual experience that we are living. So here we come to virtual transparency. We will now have to deal with that. And there will be too much transparency, sometimes with unwanted feedback. Like when, through optical deception, we bump against something that is too transparent. But we ve come to a point where our computerized sensibility is getting confused between virtuality and reality, where there is no interruption. The as if dimension touches our sensibility. Something there is not
any weaker or less incisive than real experience. This is why the as if dimension actually exists . We ve gone way beyond the obstacle. We see beyond. In reality. From now on, reality incorporates what is there, or exists , into the as if - they have the same dignity, and that s what s fundamental. On the level of urban images, a great contribution comes to us from transparent architecture, now a dated practice. Those transparent buildings have filled us with suspense, with cities reflected - kinetically, as well - on their facades. But often we have been tempted to go beyond this convex effect, and this has given rise to the opposite, or seeing inside, beyond the facade. Thus we came to open , transparent offices, without any doors or partitions. And then total transparency towards the outside: our eyes on the world, escape, a consented voyeurism , a subjective attraction between the inside and the outside. Transparency, or seeing through, is translated into seeing into. And here a transmutation of the phenomenon occurs (in an actual alchemical sense). But we don t possess the philosopher s stone, and we re not transforming base metal into gold, nor have we found the way to the elixir of life. On the contrary, this change in the very meaning of transparency (which, in this way has set aside its logical and natural trait of seeing beyond the obstacle) gives rise to a series of problems in any kind of relationship. Especially if we put together transparency and immateriality, and, consequently, we reach, as we have seen, virtual transparency. Even more so if we keep in mind the above-mentioned fact that at this point there is no interruption between reality and virtuality, at least at the level of sensibility. In this circumstance, seeing into can be translated into indiscretion, aggression, violation of privacy. The data banks accumulate information, which is potential material for instrumental messages of dominion, for exerting power; it s enough to see inside and combine indiscrete vision with the data, which we can gain access to without being accused of indiscretion. Is this really a threat to privacy? Again, reality and virtuality are merging. It s a fact. The only thing we can do is record the fact, realizing the evolution of things as though we were not a part of them. We have to find new places, or new recesses for privacy. We must realize that this is inevitable. We need to dress our personal depths in a new way, giving the inevitable transparencies a part of the information that used to be private. In any case, it goes without saying that we would have given up some of our privacy, by living this experience as a sort of collective psychodrama. After all, we are part of (it would be too daring to say we are suffering) a cybernetical process; social relationships are drier, less human , more aseptic, colors are more leaden (it may help to see certain mechanical figures by Fernand Léger again, with their metallic grays). We thus have to be prepared for a new sociology of interpersonal relationships. And also for a new perception and production of visual and communicational facts (the latter, as we well know, are principally visual). Production and fruition of images, depending on the practice of transparency and its semantic implications, change their statuses. And this is true of architecture, design, art, etc. As far as architecture is concerned, I don t think that due to the binomial transparency-computers we are necessarily going towards extremely Euclidean or Bauhaus-like visions. Nature wants its compensations. The drier the formalization in a given historical period, the stronger the upsurge of jarring behavior and deviance. Transparency itself may be changed stylistically to become less dry, more mercurial. It may even pick up neo-baroque trends, as I pointed out in an essay of mine, dated 1985. This is also true of figurative art. The latter is getting more and more transparent, in the sense that it is becoming more and more collective , being created in everybody s space, in front of everyone. This doesn t mean that we won t have any more moments of private fetishism, or that artists will stop giving vent to their moods by pouring them into an object that the market is still asking for. The fact is, simply, that the field of commissioned and functional work where artists can add their own, extra expressive value is destined to widen (environmental work, staging, etc.). They can add a (more) transparent surplus value. And with this adjective we highlight another viewpoint of the concept of transparency transitivity. Together with its new characteristic - seeing into transparency also offers the idea of direct transmissibility, of a transitive message. This is a less aseptic aspect of transparency. Finally, in this new condition of transparency, the expressive or creative message appears as well, beyond the merely referential message. The binomial transparency-computers needs decipherable messages. Because at any rate, genius will take care of the mystery in art, in spite of transparency.
l ARCA 137 3
La ricerca sottovetro Glasshouses in Poitiers
u ella delle serre è vicenda
Q garbata e interessante, tutta
interna all architettura. Per trattarla bene si impongono un paio di precisazioni. Da un lato si potrà notare la enorme diffusione, nell ultimo quarto di secolo e in ogni parte del mondo, di spazi pubblici con coperture vetrate: shopping mall, plaza, hotel con gallerie commerciali, e subito appresso anche sedi di società, enti, uffici, banche. La ripresa di consuetudini consolidatesi verso gli ultimi anni dell Ottocento, e poi cadute in disuso e anche proprio osteggiate coll avvento del razionalfunzionalismo di marca tedesca, è evidente. Come altrettanto evidenti sono, e non potrebbe essere diversamente trattandosi di strutture comunque metalliche e in qualche modo modulari, gli echi delle serre botaniche che in quel secolo avevano preceduto e molto influenzato le applicazioni civili, con funzioni scientifiche e di diffusione della conoscenza, in perfetta sintonia con le parti avanzate dello Zeitgeist di allora. Di mezzo c è perfino l episodio del Crystal Palace, opera proprio di un architetto-giardiniere, Joseph Paxton, dove al posto delle piante e in una scala un pochino monumentale, se vogliamo, si esponevano merci e macchine; quasi potessero anche loro proliferare felicemente, in un clima così specialmente protetto. E noto anche come su queste vicende si sia sviluppato un notevole birignao storiografico, non privo di spunti fondati, ma oggi poco interessante: l architettura del ferro come materiale della modernità, la ripresa del gotico come portatore di valori etici, e così via; per non parlare di
4 l ARCA 137
tentativi reiterati di proporre modularità e componentistica prodotta più o meno industrialmente come destino unico dell architettura. Più utile sarà ora notare come questo rinnovato e generale interesse nei confronti degli spazi coperti d incontro (interamente sotto il segno dello scambio delle merci - come potrebbe essere d altra parte altrimenti?) si ricolleghi direttamente alle Parigi capitali del XIX secolo, agli spazi interstiziali e fittissimi del flâneur, insomma alla cultura della congestione metropolitana come continua generatrice di esperienza e quindi di vita. Dove poi si potranno intravvedere, o sognare, riletture benjaminiane aggiornate alla luce della percezione dell isotropia della metropoli contemporanea, questa volta sì come vero destino. (Al solito, en passant, si rileva ancora una volta come prospettive per l architettura si aprano esclusivamente nei servizi, nelle infrastrutture). Se invece si volesse, da un altro lato, trattare la cosa con più understatement, in questo caso poi quasi d obbligo, si vedrebbe subito che le serre, pur diffondendo generosamente esperienze costruttive e saper fare tecnici, hanno sempre avuto una loro storia coerente, che rimane abbastanza autonoma e piuttosto di punta. Questo aspetto è stato considerato meno, quasi per nulla anzi; se si eccettuano alcuni settori anche estesi dei grandi movimenti in liberazione dei comportamenti del Nordamerica degli anni Sessanta: traboccanti di entusiasmi sperimentali, costellati da sinceri penchant di raffinato bricolage. Interessi genuini ed esperienze talvolta folgoranti, poi
generalmente assorbiti male dalla vague che poi è seguita del risparmio energetico e delle costruzioni energyconscious, molto ideologica, dove serre e loro pezzi hanno raramente portato a esiti architettonici apprezzabili. Eppure Neimann duecentotrent anni fa aveva scritto un apposito trattato di progettazione, ricco di accorgimenti energetici e di dispositivi atti a trasformare questi luoghi speciali in ambienti propri per la vita vegetale, dando minuziose indicazioni di schemi compositivi e costruttivi. Per coltivare ananas a nord di Parigi ! Ma anche Benton e Turner ottant anni dopo avevano, in insiemi perfino un po monumentali e importanti, già previsto e inserito la scala piccola e gli spazi dei dettagli. E se proprio non si vuole uno specialista del settore, ecco Pierre Charreau che cinquant anni fa costruisce (si può dire con le proprie mani!) la straordinaria casa per l amico astrattista Robert Motherwell a East Hampton, intersecando segmenti di baraccamento militare metallico Quonset con una serra standard a intelaiatura di legno. Un caso che più sofisticato e straziatamente semplice non si può, prodotto abile di una intelligenza raffinatissima che rimane, per di più, una delle architetture più straordinarie mai fatte in anni remoti. Anche questa serra di Christian Girard all Università di Poitiers è interessante: anche perché dà il punto di come, nel frattempo, le cose siano divenute sempre più complesse. E una serra per la ricerca biotecnologica avanzata: il bricolage qui ha cambiato strumenti; forse anche natura. E divenuto elettronico, si è informatizzato: ogni
Progetto: Christian Girard
dettaglio delle condizioni climatiche, ambientali, vegetative, e ogni dispositivo corrispondente, è monitorizzato senza interruzione, e le attrezzature entrano in funzione di conseguenza per gli interventi volta a volta necessari. Due delle sei sezioni rispondono ai requisiti delle norme transgeniche. Alcune frontiere sono state passate, o si è in procinto di farlo, e non sono possibili errori o approssimazioni. Alcuni aspetti, da sempre fondamentali, interessano perciò meno. L esposizione, per esempio, o l ampiezza delle superfici disperdenti. Qui nel complesso a nord c è parecchio vetro; e verso il sud l inclinazione della facciata non è esattamente quella canonica. Ma non si tratta di una serra per coltivazioni protette orticole o ornamentali; si coltivano esperimenti la cui scala fisica e di requisiti è diversa, un altra. Anche se poi ci sono giustamente molti controlli, automatici o manuali, come nel caso degli schermi di rete protettiva per l ombra. Se poi si vede l insieme, appare serresco quanto mai, per profili e sezioni impiegate nella carpenteria, e anche per la larghezza dei vetri temperati, che si direbbe quella standard; e nitidamente, e semplicemente, composto come sempre nei casi consapevoli. Prismi di luce variamente aggettanti su di una base oscura in cemento armato (che contiene vari servizi), con perfino uno scarto birichino e sapiente in corrispondenza della scala. Tutto è anche costato poco, come si vede, si può fare, senza perdere nulla in raffinatezza scientifica. Un benvenuto a questo nuovo personaggio di un mondo architettonico gentile. Maurizio Vogliazzo
Nella pagina a fianco, prospetto est, e a sinistra, pianta del piano tipo della Serra per la Ricerca Biotecnologica della Facoltà di Scienze dell Università di Poitiers. n Opposite page, east elevation and, left, plan of a standard floor of the Glasshouse used for Biotechnological Research in the Science Faculty of Poitiers University. n
lasshouses are an intriguingly elegant part of architecture. But G a couple of points need clarifying
before we go any further. On one hand, it is worth pointing out just how popular public spaces with glass roofs have become worldwide over the last quarter of a century: shopping malls, plazas, hotels with their own shopping arcades, as well as business offices, associations, offices, and banks. We are obviously witnessing a revival of habits first established back in the late nineteenth century, but gradually abandoned and even taken hostage by German-style rational-functionalism. All this is as clear as the echoes of those old botanical greenhouses (modular, metal structures in their own right) designed to serve scientific purposes and spread knowledge which strongly influenced the cutting edge of the civil engineering of the day. As a sort of in-between case we might mention Crystal Palace designed by the architect-gardener Joseph Paxton, where goods and machines took the place of plants on a rather monumental scale, almost as if such inanimate objects might even blossom in such a sheltered environment. It is a well known fact that a sort of historiographic drawl has grown up around these issues, not without a certain interest but now rather outmoded: architecture made of iron as a material of architectural modernity, the revival of the Gothic style as the embodiment of moral values, and so on; not to mention repeated efforts to try and project the future of architecture into more or less industrially manufactured sections and components. It might actually be more useful to see
how this general revival in interest in covered meeting spaces (entirely in the name of trade - what else?) might be connected to Paris in its various guises as the capital of the XIXth century, with all its alleys and passage ways full of drifters and loners, or in other words how it might be related to the idea of innercity congestion as a constant source of experiences and hence life. This will also allow us to re-read Benjamin in light of how we perceive the isotropy of the modern city, here indeed very much pervaded by a sense of destiny. (Generally speaking, it can be seen, en passant, that new prospects are only opening up for architecture in the services and infrastructures sector). If, on the other hand, we approach the entire issue on a lighter note (almost inevitable in a case like this), it would immediately be clear that glasshouses, although offering plenty of opportunity for building experiments and technical know-how, have always had their own story to tell, written in their own special idiom of great innovative force. Little or no attention whatsoever has been paid to this side of matters; except for certain (at times even extensive) sectors of major movements fighting for new codes of behaviour in North America in the nineteen-sixties: bursting with experimental enthusiasm and resulting in genuinely elegant works of bricolage. Real interests and at times startling experiments, generally poorly absorbed by the subsequent wave of energy saving and highly ideological energy-conscious constructions, whose glasshouses and their components rarely led to interesting architectural results. But let s not forget
that two hundred years ago Neimann wrote a special treatise of design full of energy-saving tips and devices designed to convert these special places into environments suitable for vegetable life, providing detailed analyses in the form of construction/design schemes. Actually explaining how to grow pineapples to the north of Paris! But even eighty years later Benson and Turner provided for and incorporated smallscales and detailed spaces in their rather monumental, important-looking complexes. But if we are looking for someone who was not actually an expert in this field, then we might mention Pierre Charier, who built (we can even say with his own hands) an extraordinary house for his abstract artist friend Robert Montherwell in East Hampton fifty years ago, inserting bits of Quonset metal military hutment in a standard wooden-framed glasshouse. There could not be a more agonisingly simple and sophisticated design, cleverly constructed with such elegant intelligence that it is actually one of the most incredible works of architecture constructed for years. The glasshouse designed by Christian Girard for Poitiers University is also extremely interesting, partly because it clearly shows how much more complicated things have become in the meantime. This glasshouse is in fact designed for cutting-edge biotechnological research: bricolage has changed its tools, or perhaps even its very nature. It is now electronic, computerised: every single detail of the climatic, environmental and vegetation conditions (and all the devices they involve) is constantly monitored and the relative appliances only come
into operation when they are required. Two of the six sections meet transgenetic standards and regulations. Certain barriers have already been (or are about to be)broken, so there is no room for mistakes or inaccuracies. This means that certain factors once of vital importance are no longer that relevant. Exposure, for instance, or the dimensions of certain surfaces. There is plenty of glass in the north section of the construction and a rather unusual type of sloping facade to the south. But this glasshouse is not designed for growing horticultural or ornamental crops; the real crop being cultivated here is experimentation on various physical scales and levels. Of course there are plenty of automatic or manual controls, such as the protective screens for creating shade. The entire complex is distinctly greenhouselooking when viewed in its entirety, both as regards the profiles and sections used in its framework and the width of its apparently standard reinforced glass panes. Like all well-constructed works or architecture it is designed with great simplicity and clarity. Prisms of light project out to various degrees over a dark reinforced concrete base (holding various utilities) and there is an intriguing little gap near the stairs. The relatively low cost of this complex is further proof of how e can work effectively without losing anything in terms of scientific elegance. Let s give a friendly welcome to this new face on our architectural scene.
l ARCA 137 5
A destra e nella pagina a fianco viste esterne delle Serre, realizzate sopra un edificio esistente. n Right and opposite page, outside views of the Glasshouses built over an old building.
Marie-Claire Bordaz
n
6 lÂ’ARCA 137
l ARCA 137 7
8 l ARCA 137
L interno di una delle serre. Nella pagina a fianco, particolare della facciata est e, sotto, la passerella trasparente che unisce le serre all edificio esistente. n The inside of one of the glasshouses. Opposite page, detail of the east facade and, below, the transparent corridor joining together the glasshouses and old building. n
Credits Project: Christian Girard Assistant: Christophe Herbert Engineering: Scop ing Control: Apave Main Contractor: TAM Frameworks and Furnishing: Courilleau & Soulisse Glasses: GTC-CMF Plumbing: Turpin Air-Conditioning: Deschamp-Lathus Electricity: Spie-Trindel Painting: Société Poitevine de Peinture Client: Académie de Poitiers-RectoratDicosu
l ARCA 137 9
Le tecniche diventano arte Conference Centre in Toulouse n una posizione strategica della città di Toulouse, in prossimità Idella Place Capitole, è stato di recente
realizzato un nuovo Centro Congressi progettato dallo studio d architettura Atelier 13, che fa capo a Jean Philippe Loupiac ez Nicole Roux-Loupiac. L opera appare composta con maestria, porta i segnali dell applicazione di una nuova tecnica costruttiva ormai emergente nei progetti internazionali. La grande vetrata alta 24 metri, che si affaccia sulla piazza, riprende l idea del palazzo serra del giardiniere Joseph Paxton a Chatsworth; facciata che permette, dall interno della balconata che corre lungo la fronte dell edificio, un affaccio sul parco Compans-Cafarelli. Il contrasto con gli altri edifici che compongono la piazza, l hotel Atria per esempio, lascia trasparire la decisa volontà dei progettisti che hanno voluto comporre un edificio all interno di un racconto decisamente contemporaneo. La contemporaneità è rappresentata soprattutto dalla scelta costruttiva, dal modo con cui gli elementi tecnologici sono stati usati, proprio quegli elementi che fanno ormai parte di un comune modo di costruire, specie quando ci si serve della produzione industriale. Gli elementi costruttivi dominanti, che
10 l ARCA 137
compongono l edificio nella sua parte principale, sono il vetro e l acciaio che segnano la facciata, costruita con una tecnica che oggi tende a sostituire la tamponatura tradizionale di mattoni e di intonaco. L articolazione degli spazi interni, unitamente ai materiali che li compongono, come il cemento a vista, lo zinco e il legno, descrivono un edificio dall aspetto minimalista ma da cui emerge, in modo deciso, la sua monumentalità. Ancora una volta, nell osservare questo progetto, ripetiamo che le tecniche del costruire diventano oggi vera arte. In questo come in altri progetti che l Arca ha pubblicato si nota come stia emergendo, in modo sempre più trasparente, una nuova arte . Infatti, se fossimo interrogati sul repertorio delle arti maggiori, quasi tutti sarebbero portati a elencare la pittura, la scultura, l architettura, la poesia e la musica, come le arti per antonomasia. Oggi, però, si cominciano a riconoscere, nella componentistica dell architettura, dei segnali di alti valori formali e compositivi, segnali che meritano, in modo sempre più definito, di essere considerati una nuova arte . Sono le parti che, analizzate singolarmente, costituiscono e compongono i monu-
menti della nostra era. Il disegnatore industriale, attraverso l applicazione di una tecnica costruttiva avanzatissima e computerizzata, è in grado di usare un linguaggio progettuale che esprime l intelligenza dell uomo nella manipolazione della materia. E quel design che una volta era nel cucchiaio e che oggi è in grado di sottolineare le città ; sono proprio queste le piccole cose necessarie per comporre i grandi eventi, come soleva ripetere Walter Benjiamin. Si sta formando un nuovo repertorio delle arti, l arte ritorna al suo originario significato. Anticamente arte era sinonimo di tecnica e si riferiva in senso lato a tutte le attività umane, contrapposte alla trasformazione della natura. Oggi si assiste, in questi piccoli dettagli costruttivi, alla trasformazione della natura dell architettura. Natura di linguaggio, natura di descrizione del volume abitato, natura della nascita del nuovo stile. Lo stile della nostra contemporaneità tecnologica non può più essere semplicemente descritto come architettura high-tech , ma occorre distinguere le differenze. L architettura, proprio attraverso questi nuovi impulsi, sta decidendo oggi il suo
Progetto: Atelier 13
destino operando il sorpasso sulle altre espressioni artistiche dell uomo. Se si pensa che, in tempi non lontani, la scultura, la pittura e l architettura erano considerate arti minori o comunque espressioni artistiche molto inferiori, ci si rende conto come solo oggi l architettura, espressa attraverso i suoi minimi elementi, più facilmente leggibili dall uomo comune, si rende più comprensibile. Ecco come il Centro Congressi di Toulouse realizzato da Atelier 13, induce a soffermarci sulle nuove qualità che oggi appartengono al progetto architettonico e ai suoi derivati. Oggi lo spirito celebrativo non si esprime più in favore dell eternità ma per quelle cose più affascinanti che fanno il mondo diverso, più eccitante, più carico di segreti, di bello e di giusto. Accadrà così che una nuova arte, basata sulla sensorialità fisica, perderà i suoi requisiti e concentrerà i suoi valori non più sul conosciuto ma sullo sconosciuto teso a nuove scoperte. Per meglio capire il segno di questo progetto non ci si può più basare sul gusto in quanto abbiamo di fronte una realtà molto più complessa e non di immediata lettura. Mario Antonio Arnaboldi
Nella pagina a fianco, la facciata laterale, addossata al volume realizzato in rame, e, sotto, la facciata principale del nuovo Centro Congressi Pierre Baudis, realizzato in Boulevard Lascrosses a Toulouse.
n
Opposite page, the side facade, resting against the copper structure and, below, main facade of the Pierre Baudis Conference Centre in Boulevard Lascrosses in Toulouse.
n
new Conference Centre, designed A by the Atelier 13 architectural firm under the guidance of Jean
Philippe Loupiac and Nicole RouxLoupiac, is strategically located in the city of Toulouse near Capitole Square. This skilfully designed work of architecture bears all the signs of a new building technique now widely applied on the international scene. The large 24-metre-tall glass window facing the square draws on the gardener Joseph Paxton s idea of a palace/greenhouse in Chatsworth; this facade affords a view across CompansCafarelli Park from inside the balcony running along the front of the building. The contrast with the other buildings in the square Hotel Atria for instance - shows how the architects set out to compose a building designed to fit into a distinctly modern-day narrative. The highly up-to-date nature of this design is brought out most effectively by the building technique, the way the kind of new technological developments characterising the building trade have been put to use, particularly those involved in industrial production.
Most of the building is made of glass and steel, notably the facade that draws on this popular new building technique instead of conventional curtain walling made of bricks and plaster. The layout of interior space, together with the materials out of which it is constructed such as exposed concrete, zinc and wood, create a minimalist building design of distinctly monumental proportions. As we examine this project more closely, we cannot help noticing once again how building techniques have been developed into a real art. Like other projects that l Arca has published, this design clearly epitomises the gradual emergence of this new art . If, in the past, we had taken a survey of all the most important forms of art, most people would have listed painting, sculpture, architecture, poetry and music as the epitome of art. Nowadays, however, there is a growing awareness that even the various components combining to form architecture are beginning to show signs of notable stylisticformal qualities, signs that now deserve to be treated as a new art form . These are the parts which, when analysed separately, com-
bine to form the monuments and landmarks of the age in which we live. Industrial designers can now draw on state-of-the-art, computerised building technology to create a design idiom embodying human intelligence in manipulating matter. Design, which was once confined to spoons , can now be applied to our cities; these are the little things required to create great events, as Walter Benjamin was fond of pointing out. As this new repertory of art forms gradually takes shape, art is rediscovering its original meaning. Long ago, art used to mean technique and embraced all human activities capable of transforming nature. We are currently witnessing the transformation of the very nature of architecture by means of these minor construction details. The nature of language, the nature of how building structures are described, the nature of the birth of a new style. The style of the technological age in which we live cannot simply be described as high-tech architecture, we need to make certain distinctions. This fresh input is helping dictate the future of archi-
tecture as it overtakes and moves beyond other forms of human artistry. If we bear in mind that, not so long ago, sculpture, painting and architecture were considered to be inferior art forms, then we can see why architecture has only just become easily comprehensible thanks to this attention to the kind of detail that ordinary people can really understand. Atelier 13 s Conference Centre in Toulouse forces us to reflect on the new qualities inherent in modern-day architectural design and all that it entails. Nowadays, there is a growing tendency towards those intriguing things that make for a more exciting world full of diversity, secrets, beauty and justice, rather than that passion for the eternal that used to characterise our commemorative spirit. This explains why a new art form based around the physical senses will shift its attention from the known to the unknown in the name of discovery. The complexity of this intricate state of affairs means that taste is no longer the key to grasping the underlying spirit of this kind of design.
l ARCA 137 11
Sopra e nella pagina a fianco, particolari della serra che domina il parco Compans-Cafarelli, realizzata alle spalle dellÂ’anfiteatro. Sotto, planimetria generale; a sinistra, dal basso in alto, pianta del piano terra, pianta del secondo piano e del quarto piano, sezione longitudinale dellÂ’anfiteatro.
n
12 lÂ’ARCA 137
Above and opposite page, details of the glasshouse overlooking Compans-Cafarelli Park built at the back of the amphitheatre. Below, site plan; left, from bottom up, plans of the ground floor, second floor and fourth floor, and longitudinal section of the amphitheatre.
n
l ARCA 137 13
14 l ARCA 137
Sopra, particolare della hall in cui la luce cade zenitalmente sulle scale giocando con le ombre oblique delle travi. Sotto, interno dellÂ’anfiteatro in grado di ospitare cinquecento persone. Nella
n
pagina a fianco, particolare della facciata nord che affaccia sugli alloggi con la rampa luminosa che conduce alla sala convegni al seminterrato.
Above, detail of the hall where zenith light shines down on the stairs in interaction with the oblique shadows of the beams. Below, inside of the amphitheatre capable of holding five-hundred
n
people. Opposite page, detail of the north facade facing the premises with a luminous ramp leading down to the conference centre in the basement.
Credits Project: Atelier 13: Jean Philippe Loupiac, Nicole Roux Loupiac Assistants: B. Laffray, M. Laurens, R. Bphain, F. Lavarenne Associated Architects: M. Commissaire, S, Markovic Engeneering: OTH Sud-Ouest Acoustics: Jean-Luc Lecoq/CIAL
Scenography: Jacques Tourane/Scenarchie Facades Consultant: URAA Quality Surveyor: Veritas-Apave Security: Ifecc Coordination: 3S Client: Ville de Toulouse, Setomip (Delegated)
lÂ’ARCA 137 15
Serre flottanti Malaysia Airlines in Kuala Lumpur onostante le recenti cadute che N hanno incrinato l accelerazione economica dei Paesi orientali, con i
fin troppo noti disagi sull andamento delle borse mondiali, l architettura europea d esportazione continua a trovare in terra asiatica un fertile terreno di sviluppo, sulla scia di quell ondata di rinnovamento e di rivalsa di una cultura ormai proiettata verso orizzonti sempre più competitivi rispetto a quelli occidentali. Tra gli studi che hanno intravisto con particolare intuito e perspicacia le molteplici alternative offerte da una domanda in forte crescita, a fronte anche di una grave crisi attraversata dall edilizia francese, i francesi Bernard Dubus e Thomas Richez, tra i progettisti coinvolti nella coraggiosa operazione di Euralille come autori delle torri degli uffici Eurocity. Forti di un concorso vinto nel 1993 per la sede dell ambasciata francese a Singapore, attualmente in cantiere, hanno investito nel mercato asiatico aprendo una nuova sede a Kuala Lumpur con Zaini Zainul, architetto di origini malesiane rientrato in terra d origine, dopo esperienze americane e francesi. L incarico per la nuova sede della Malaysia Airlines nel centro di Kuala Lumpur ha proiettato il lavoro dello studio nella sfera della storia contemporanea ponendo a confronto i progettisti con una realtà particolarmente complessa, in cui la qualità e la forza espressiva degli attuali avvenimenti architettonici hanno innescato un sostanziale processo di trasformazione in direzione della nascita di una nuova identità urbana. Segnali concreti e indiscussi di questa ondata di rinnovamento, le Petronas Tower di Cesar Pelli - le torri gemelle che spiccano altissime sul panorama della capitale (l Arca 109) e la prestigiosa opera di Kisho Kurokawa realizzata per l aeroporto internazionale (l Arca 130), entrambi lavori che trascrivono in chiave contemporanea un profondo legame alla tradizione malese. Conseguenti soprattutto al forte sviluppo del nuovo aeroporto, le ambizioni e la voglia di affermazione della compagnia aerea nazionale nel novero delle grandi compagnie asiatiche, un esigenza che trova nell immagine e nella forza simbolica della sede di rappresentanza l espressione tangibile e dichiarata della propria ascesa. Il progetto si costruisce sulla sede esistente della compagnia aerea, un edificio degli anni Ottanta situato sulla via principale di Kuala Lumpur moderna, non lontano dalla Petronas Tower. Conservata una torre centrale di
16 l ARCA 137
trentesei piani, vengono demoliti un podio frontale e un volume retrostante, per sviluppare una struttura aerea e trasparente che si erge a nuovo simbolo della società attraverso una tecnologia raffinata. La sagoma sinuosa di un volume formato da tre ampolle di vetro, tre serre flottanti, incapsulate su una struttura metallica alta 140 metri traducono il complesso programma inglobando le diverse funzioni previste dalla società Il tutto immerso in un giardino tropicale che si offre alla fruizione pubblica dei cittadini arricchendo parte dell area esterna e penetrando all interno del nuovo edificio per definire i servizi comuni, come bar, ristorante ecc. Un oasi di quiete e di verde che assorbe le suggestioni della magica natura del Paese trasferendole all interno di una frenetica realtà metropolitana. Tecnologia e natura, internazionalità e tradizione si fondono in un raffinato disegno progettuale concepito all insegna della smaterializzazione dei volumi, della leggerezza delle superfici, della morbidezza delle forme. Il programma funzionale viene suddiviso all interno dei tre volumi sovrapposti e di un quarto edificio più basso, nella parte retrostante della torre esistente. A piano terreno, un ampio atrio d ingresso ospita, circondati da una foresta tropicale, il centro biglietteria, una sala di preghiera, un ristorante, il bar e i principali sistemi di circolazione; nei volumi superiori sono invece organizzati un museo interattivo, un centro per la ricerca e lo studio di tecnologie avanzate e infine un centro di scambio e dibattito dedicato allo sviluppo progetti. La conoscenza e trasmissione delle attività svolte nelle ampolle vetrate vengono veicolate al pubblico nello spazio individuato dal volume retrostante che, come una sorta di ciottolo levigato dalle acque del mar Cinese Meridionale, viene come scavato al suo interno per ricavare un auditorium di circa 700 posti. La forza simbolica di questo progetto, che coniuga alla creatività dell idea il rigore della ricerca tecnologica e il controllo economico delle metodologie costruttive, troverà la sua compiuta manifestazione nella messa punto realizzativa della struttura metallica a sostegno degli involucri vetrati che rappresenta sicuramente una sfida nel campo dell ingegneria strutturale contemporanea. Elena Cardani
espite recent hiccups that have slowed down economic D growth in Eastern countries and
all the well-known repercussions this has had on international stock-exchanges, European architecture is still being exported to Asia, fertile ground for building development in the wake of that wave of innovation and boom in culture and the arts that has enabled the East to compete on almost even terms with the West. Bernard Dubos and Thomas Richez, the team of French architects involved in the daring Eurolille project as the designers of the Eurocity office blocks, were among the firms that first sensed, with great perspicacity and intuition, the wide range of opportunities being opened up by this boom in demand (also bearing in mind the serious crisis in the French building industry). Heartened by the competition they won in 1993 to design the French Embassy in Singapore, currently still under construction, they decided to invest in the Asian market by opening up new offices in Kuala Lumpur in conjunction with Zaini Zainul, a Malaysianborn architect who has now returned home after working in the United States and France. The commission to design the new headquarters of Malaysia Airlines in the middle of Kuala Lumpur has projected the firm s work into the realms of contemporary history, forcing the architects to confront a particularly tricky setting, whose stylistically powerful high-quality works of architecture currently under construction have triggered off a real process of change towards the creation of a new identity. Real signs of this wave of renewal include Cesar Pelli s Petronas Tower - twin towers looming up over the capital (l Arca 109) - and Kisho Kurokawa s prestigious design for an international airport (l Arca 130), both modern-day renderings of Malaysian tradition. Following the notable development of the new airport, the national airline s will and desire to become one of the leading Asian companies has been physically embodied in its own headquarters, a tangible expression of its own meteoric rise. The project stands on the airline s old home, a 1980s building along modern Kuala Lumpur s main high street, not far from Petronas Tower. Leaving a 36-storey central tower intact, a front podium and rear
Progetto: Dubus Richez Zainul
construction were knocked down to create a transparent, overhead structure designed to symbolise modern society through elegant technology. The sinuous outline of a building constructed out of three glass bulbs , three floating glass houses enclosed inside a 140-metre-tall metal frame, are a physical embodiment of an intricate functional brief. Everything is buried in a tropical garden open to the public that embellishes part of the outside environment and penetrates inside the new building to add landscaping to communal services such as the bar and restaurant etc. An oasis of tranquillity and greenery drawing on the country s magical nature and projecting it inside a frenetic modern city. Technology and nature, internationalism and tradition blend into a project designed in the name of dematerialised structures, light surfaces, and soft forms. The functional brief is divided between the interiors of the three superimposed volumes and a fourth lower-level building at the back of the old tower. A large ground-floor entrance lobby, surrounded by a tropical forest , contains the ticket office, a prayer room, restaurant, bar, and the main circulation systems; the upper structures are arranged into an interactive museum, a centre for research and experimentation into advanced technology, and, lastly, a congregation and meeting centre used for project development purposes. Information about the activities carried out inside the bulbs is passed onto the public in a space in the rear construction which, like a sort of pebble smoothed away by the waters of the South China Sea, has been scraped out into an approximately 700-seat auditorium. The symbolic force of this design, combining creative thinking with the rigour of technological experimentation and costs control over building techniques, will be fully expressed in the design and construction of the metal frame holding up the glass shells, a real challenge for cutting-edge structural engineering.
A sinistra, rendering del giardino tropicale all interno della nuova sede della Malaysia Airlines a Kuala Lumpur. Il progetto prevede la trasformazione di 6.500 mq di terreno in un giardino pubblico verticale contenuto in tre volumi trasparenti. A destra, sezione longitudinale, con la definizione delle diverse funzioni tra cui una sala polifunzionale, il museo multimediale, un Centro di produzione tecnologica creativa, un Centro per lo sviluppo di progetti speciali. Sotto, pianta del quinto livello. n Left, rendering of the tropical garden inside the new headquarters of Malaysia Airlines in Kuala Lumpur. The project involves converting 6,500 sq.m of land into a vertical public garden housed inside three transparent structures. Right, longitudinal section showing the various functions, including a multipurpose room, multi-media museum, creative technololgy manufacturing unit, and special projects development unit. Below, plan of the fifth level. n
l ARCA 137 17
18 l ARCA 137
In queste pagine, rendering della nuova torre della Malaysia Airlines che si pone nel paesaggio urbano come un’oasi in cui il pubblico può interagire con la natura e la tecnologia allo stesso tempo. n These pages, renderings of the new tower belonging to Malaysian Airlines that blends into the cityscape like an oasis where people can simultaneously interact with nature and technology. n
Credits Project: Dubus_Richez, Zaini Zainul Client: Malaysia Airlines
lÂ’ARCA 137 19
rasparenza e struttura rappresenT tano i tre leit-motiv della futura Lentille Saint-Lazare, un piccolo
padiglione vetrato, a forma di bolla, quale entrata per la nuova linea metropolitana Météor a Parigi. Tutti e tre i temi non sono inediti, ma è interessante come il progettista Arte-Charpentier, coadiuvato da RFR per la concezione strutturale, li abbia rilegati secondo una nuova logica e una nuova sensibilità portatrice di un differente senso dello spazio. Il tema della forma, ovvero della costruzione della cupola, è stato spinto oltre il senso della spazialità statica (di matrice classica) o retorica (di matrice neoclassica) e gli usuali archetipi del cerchio e della sfera sono stati abbandonati a favore di linee tese e piatte che non entrano in contraddizione con il luogo e in particolare con l orizzontalità permeante della piazza. La negazione del rigore geometrico e la volontà di esplorare un vocabolario più libero hanno un riscontro anche nello sfalsamento della bolla rispetto all usuale sistema di riferimento cartesiano. La leggera inclinazione verso il basso, che avvia il passeggero nella sua discesa verso il mondo dei trasporti sotterranei, dinamizza inoltre la percezione visiva della Lentille Saint-Lazare in perfetta
assonanza alla sua funzione di luogo di solo transito e mai di sosta. La ricerca geometrica è abbinata a un uso della trasparenza che esula daì tradizionali stereotipi storici de La Villette e della Piramide del Louvre: nella Lentille Saint-Lazare viene esaltato il senso della superficie vetrata la cui rotondità prende riflessi locali e puntiformi sempre cangianti e scintillanti, quasi fosse un metallo o un gioiello prezioso a scala urbana. Essendo però questa una superficie non-opaca, essa non diventa mai una presenza solida e ingombrante e a ogni singolo riflesso si contrappone la trasparenza dei pannelli vetrati circostanti che lasciano sempre filtrare la vista delle quinte urbane della piazza. Il problema ideale si confronta poi con tutte quelle tematiche tecnologiche connesse al momento costruttivo: in questo caso si tratta di rendere possibile l integrazione del vetro a doppia curvatura nella concezione architettonica globale. La forma morbida a goccia appiattita della Lentille e la relativa complessità di una geometria casuale e informale è solo apparentemente tale, poiché essa è definita come l unione di due primitive forme geometriche: una calotta sferica, per la copertura, e un toroide di rivoluzione per i fianchi.
Una standardizzazione questa necessaria per tenere sotto controllo i raggi di curvatura e così ridurre le differenze tra pannello e pannello, ora limitate solo allo sviluppo perimetrale di ciascun vetro. Dal punto di vista percettivo, essendo le due superfici tangenzialmente connesse l una con l altra, è impossibile individuare la linea di discontinuità geometrica e quindi idealizzare la bolla come qualcosa di differente rispetto a quella che vuole essere la sua natura di oggetto informale. La variazione di curvatura, insieme alla forte rotondità del toroide perimetrale, ostenta la potenzialità del vetro bombato e fa ben capire come la Lentille SaintLazare sia un manufatto architettonico altamente sofisticato al leading edge del costruire in vetro. Infine vi è la componente strutturale, aspetto fondamentale per un architettura ricondotta solo a ossatura portante. Il processo di smaterializzazione, come condizione indispensabile per il perseguimento della trasparenza, non è regolato esclusivamente dalle leggi della scienza delle costruzioni, né ha fatto della Lentille un mero oggetto tecnico, bensì lo ha relazionato ai principi compositivi di base. A livello spaziale la griglia di riferimento
Rotondità anticlassiche Lentille Saint-Lazare in Paris
ransparency and structure are T the foundations of the three leitmotifs of the Lentille Saint-Lazare
project for a small bubble-shaped glass pavilion that will act as an entrance to the new Météor underground station in Paris. Although there is nothing particularly unusual about these three themes, it is interesting to note how the architect Arte-Charpentier, in conjunction with RFR for the structural engineering, has brought them together in his own logical way, showing his own particular sense of space. The question of form, or in other words of how the dome is to be constructed, has been taken beyond either a strictly static (of a classical nature) or rhetorical (of a neo-classical nature) sense of space, and the usual archetypal forms of the circle and sphere have been abandoned in favour of flat, taught lines that do not clash with the surrounding setting and in particular with the horizontality of the town square. The negation of geometric precision and desire to explore a freer design vocabulary are evident in the way the bubble has been displaced in relation to the usual Cartesian system of co-ordinates. The gentle
20 l ARCA 137
downward slope leading passengers into the world of underground transport injects visual life into our perception of Lentille, in perfect harmony with its function as a place of transit not rest. Geometric experimentation is matched here with a use of transparency that differs from the usual historical stereotypes of La Villette and the Pyramid at the Louvre: the project for Lentille Saint-Lazare exalts a sense of rounded glass surface that draws on flickering, scintillating, local reflections, as if it were a metal or precious jewel on an urban scale. But since this is a non-opaque surface, it never takes on a solid, cumbersome form and each separate reflection is contrasted by the surrounding glass panels opening up views of the town square. Theory then inevitably comes up against all those technological issues related to actual building practice: in this case the problem is how to incorporate double-curved glass into the overall architectural design. The soft, flat, pendent form of Lentille Saint-Lazare and the relative intricacy of a random, informal geometric layout is only apparently such, since it is actually pro-
duced by bringing together two primitive geometric forms: a spherical segment for the roof and a rotating toroid for the flanks. This standardisation is designed to keep the radiuses of curvature under control and thereby reduce the differences between the separate panels, now confined to the perimeter of each pane of glass. It is impossible to perceive the line of geometric discontinuity, since the two surfaces are tangentially connected to each other, which means that the bubble cannot be idealised as being anything other than an informal object. The variation in curvature and notable rotundity of the perimeter toroid highlights the potential of convex glass and underlines the fact that Lentille Saint-Lazare is a cutting-edge example of glass architecture. Finally, structural engineering is a crucial feature of a work of architecture that has been stripped down to its bearing structure. This process of dematerialisation, as a necessary condition for achieving transparency, is not just governed by the laws of building science and has not reduced the Lentille Saint-Lazare to a mere technological
strutturale è stata svincolata dall usuale spazio ortogonale per essere proiettata e plasmata sulla bolla, essa diventa così un segno primario che rende la superficie vetrata perfettamente leggibile, proprio come i meridiani e i paralleli scandiscono e definiscono la superficie del nostro pianeta. A partire da questa caratterizzazione spaziale, esili cavi di controventamento diagonale, quasi impercettibili alla vista, trasformano la griglia discontinua in un guscio virtuale a tutto vantaggio di un dimensionamento minimale degli archi. La percezione di questi è ridotta ulteriormente dalla particolare sezione a V, orientata verso il basso, cosicché, quando visti dalla scala mobile in salita verso la superficie, essi mostrano l impronta minimale, trasformandosi in esile segno stagliato sul cielo, quasi a ricordare che il sistema di trasporti sotterranei ci lascia fruire di un ultimo spazio interno coperto e protetto. Non ci resta ora che attendere le futura inaugurazione della Lentille Saint-Lazare, prevista per il 2003, e così avere una conferma delle impressioni che le immagini digitali suscitano con le loro suggestive anticipazioni. Niccolò Baldassini
Progetto: Arte-Charpentier, RFR
object, since it is also closely related to the building s underlying design principles. Spatially speaking, the structural grid abandons conventional orthogonal space to be projected and shaped over the bubble; it is a primary sign making the glass surface easy to interpret, in the same way that meridians and parallels mark and define the surface of our planet. Working around this spatial layout, thin diagonal windbracing cables, almost invisible to the human eye, turn the uneven grid into a virtual shell to reduce the size of the arches to a minimum. The arches are even further diminished by a special downward-facing V -section that makes them look like little more than a gentle sign on the skyline when viewed from the escalator up to its surface, as if to point out that the underground transport system exploits one of our last remaining covered, protected, interior spaces. We now need only wait until Lentille Saint-Lazare opens in the year 2003 to confirm the impressions conjured up by highly evocative digital images.
Sopra, rendering e, sotto, sezione della Lentille SaintLazare, un piccolo padiglione vetrato a forma di bolla che segnerà l entrata per la nuova linea metropolitana Météor a
n
Parigi. Nelle pagine seguenti, rendering degli interni nel sottosuolo e sezioni di particolari costruttivi del sistema di aggancio dei pannelli vetrati della cupola.
Above, rendering and, below, section of the Lentille Saint-Lazare, a small bubble-shaped glass pavilion which will mark the entrance to the new Météor underground line in Paris.
n
Following pages, rendering of the underground interiors and sections of construction details of the system for hooking panels onto the dome.
l ARCA 137 21
22 l ARCA 137
l ARCA 137 23
Il senso della fine Aspire National Training Centre, Stanmore
architettura è sempre fonte di L grandi sorprese. La logica che racchiude è spesso espressione di
semplici e intelligenti atti dell uomo che si basano su gesti e intenzioni così naturali da strabiliare. Questo progetto di Norman Foster, ideato nello studio Foster and Partners di Londra, rappresenta un investimento di cinque milioni di sterline, sterline destinate all ampliamento della sede dell Aspire National Training Centre a Stanmore nel Middlesex, associazione per disabili affetti da malattie alla colonna vertebrale. La sede è allo stesso tempo un centro di ricerca, di riabilitazione e di reintegrazione dei malati che opera, principalmente, attraverso le attività sportive. Il nuovo ampliamento riguarda, appunto il centro sportivo; i fondi sono stati offerti per lo più dall ente fondatore, cioè l Allied Dunbar Foundation; altre risorse sono state messe a disposizione dalla Sports Council Lottery e dalla Arts Council Lottery per mezzo della compagnia di ballo CandoCo e della Dance Studio. Primo grande segno è la lotteria, la scommessa basata sullo sport, che devolve soldi per la ricerca medica; in secondo luogo la costruzione di un impianto sportivo come luogo di cura. L architettura di Foster, anche in questo caso, è di una trasparenza e di
24 l ARCA 137
una semplicità essenziale, tanto da apparire come un intervento di un minimalismo inquietante. In effetti sottolinea, in modo dominante, un analogia col corpo umano, che descrive con una chiarezza solare. La struttura portante è il racconto che geometrizza l intero impianto ed è la circostanza che rispecchia il pensiero dominante di Foster: l architettura espressa da una raffinata tecnica strutturale. In effetti è vero che la struttura dello spazio è ciò che non si dissolve mai, come le ossa del corpo umano, non solo, ma è ciò che realmente genera lo spazio dell uom ed è in grado di mutarlo. Compare, così, una sorta di dialogo tra architettura e tecnologia, simile a quello di Claude Allègre fra Dio e impresa scientifica, fra un Dio inteso come la tradizione più forte dell architettura del passato e la scientificità contemporanea. Il progetto lascia trapelare una certa dose di sciovinismo, il che non toglie nulla all acutezza della sua analisi e alla sua attualità, in tempi di risorgenti attriti tra i romantici e i tecnologi più avanzati dell architettura. Da molto tempo, ormai, il razionalismo è considerato un ostacolo al progresso dell architettura, ma purtroppo, ancora, si è letto sui giornali come sedicenti sapienti dell architettura nostrana insistano
sull importanza della tradizione razionalista. Errori di pensiero imperdonabili e di grande pericolo per il divenire della nostra cultura progettuale, errori destinati solo a consolidare un integralismo ormai dilagante. E come se noi contemporanei fossimo destinati a una secolarizzazione totale; o torneranno a prevalere i fondamentalismi? Sono le domande che si pone anche Foster in questo progetto. A quando la decisione di vedere nell architettura quella divinità che si identifica con l ingegno comune a tutti gli uomini ? Ricordiamoci del connubio tra i due fisici, i fratelli Bogdanov e il teologo Jean Guitton che ha portato a quel bellissimo best seller , pieno di spunti e di riferimenti anche per l architettura, intitolato Dio e la scienza. Vi si dice, fra l altro, che i nuovi traguardi della cosmologia e della scienza non smentiscono le Sacre Scritture. Ciò avviene anche nella storia dell arte, John Polkinghorne, fisico di Cambridge, afferma che le teorie del caos e i paradoss50i della meccanica quantistica sono altrettante conferme della presenza di Dio. Nell essenzialità e nella funzionalità di questo progetto, Foster ci sorprende nel dimostrarci come nell arte del
Progetto: Foster & Partners
costruire vi è una verità sempre riconosciuta, cioè non vi è negazione né limiti all azzardo. In questo caso Foster tenta un azzardo minimalista , un azzardo in grado di sottolineare come la fine del secolo rischia di farci cadere nella superbia. Chissà se la fine di questo millennio riuscirà a far trionfare un architettura veramente universale in grado di poter spiegare tutto. Tutto ciò che è implicato nella materia, dalla teoria dei quanti alla relatività delle masse, fino a quella intramontabile spiritualità dell uomo che, con tanta ansia e tanta inquietudine, egli cerca nell equilibrio delle sue intelligenti forme. Norman Foster continua a stupirci per il modo sereno con cui n5on si cura degli altri processi e continua indisturbato a formulare i suoi racconti incisivi. E un maestro contemporaneo di grande monito per i giovani ma, soprattutto, rappresenta una lezione storica per i vecchi tromboni che faticano a cedere. Il critico Frank Kermode afferma che una delle maggiori attrazioni di ogni tipo d arte è l offerta del senso della fine . Mario Antonio Arnaboldi
Schizzi preliminari per l Aspire (Association for Spinal Injury Research Rehabilitation and Reintegration) National Training Centre realizzato da Foster and Partners a Stanmore. Questo Centro di
n
rchitecture is always full of surA prises. It is often designed around simple yet smart acts of
human intelligence based on gestures and intentions which are actually bewilderingly natural. This project bearing Norman Foster s signature and designed by Foster & Partners in London is a 5 million pound investment to extend the headquarters of the Aspire National Training Centre in Stanmore, Middlesex, an association for disabled people suffering from spinal injuries. The headquarters is also a research and rehabilitation centre designed to reintegrate patients into ordinary life that focuses much of its attention on sports activities. The new extension is to the sports centre; most of the financing came from the founding body or in other words the Allied Dunbar Foundation; other grants came from the Sports Council Lottery and Arts Council Lottery through CandoCo and Dance Studio. The two main keys to the project are, firstly, the sports-based lottery providing money for medical research and, secondly, the construction of a sports facility for health care reasons. Once again Foster s architecture is of great transparency and simplicity, so much so that it looks like a
disturbing work of minimalism. It mainly works around an analogy with the human body, described with utmost clarity. The bearing structure dictates the geometric layout of the entire building, reflecting Foster s own design philosophy: architecture as the physical embodiment of elegant structural engineering. The structure of space is as solid as the bones of a human skeleton, it is also the real source of human space and even capable of altering it. This creates the kind of dialogue between architecture and technology that Claude Allègre composed between God and scientific knowledge, between God as the most powerful form of traditional architecture and modern-day scientific enterprise. The project is certainly rather chauvinistic, but this takes nothing away from the analytic precision with which it expresses the age in which we live, as old grievances gradually re-emerge between romantics and leading exponents of technology-oriented architecture. For a long time now rationalism has been seen as an obstacle to architectural progress, but, unfortunately, we have read in the papers that so-called experts on Italian architecture are still insisting on the
riabilititazione è un progetto pionieristico in quanto offre una vasta gamma di servizi olistici ai disabili in un ambiente integrato con una completa accessibilità a tutti i suoi spazi. n Preliminary sketches for
Aspire (Association for Spinal Injury Research Rehabilitation and Reintegration) National Training Centre, designed by Foster and Partners in Stanmore. This
importance of the rationalist tradition. Unforgivable intellectual mistakes that are a real menace to contemporary design, errors that will only reinforce the kind of fundamentalism that is already rampant. It is as if we were about to be totally swamped by secular thought; or will various forms of fundamentalism raise their ugly head? These are the same questions Foster has posed in this project. When will architecture finally be associated with the kind of divine inspiration found in ordinary human ingenuity? Let s not forget that joint project between two physicists, the Bogdanov brothers, and the theologian, Jean Guitton, which led to that wonderful best seller called God and Science, full of interesting points and references even for architecture. Among other things, the authors claim that the findings of cosmology and science do not contradict the Holy Scriptures. The same is true in the history of art: John Polkinghorne, a Cambridge physicist, claims that chaos theory and the paradoxes of quantum mechanics are actually proof of the existence of God. The simplicity and functionality of this project have not prevented Foster from pointing out that there is a
rehabilitation centre is a pioneering project in that it offers a wide range of holistic services for the disabled in an integrated environment whose facilities are all easily accessible.
widely accepted truth underpinning the art of building or, more specifically, there is no such thing as negation and no limits to the random chance involved. In this case Foster has interpreted this idea of chance in minimalist terms to emphasise the danger of our committing the sin of pride as this century draws to a close. Who knows whether a truly universal form of architecture capable of explaining everything will finally triumph at the end of the millennium? In other words, everything implicit in matter, from quantum theory and the relativity of masses to the invincible spirituality of mankind which is being sought with such worry and anxiety in the balance of intelligent forms. Norman Foster is continuing to astound us by the casual way in which he ignores other processes as he constructs his own intriguing narratives. This great master of contemporary architecture warns the young and gives a lesson in architectural history to the old windbags who continue to hold sway. The critic Frank Kermode claims that one of the main attractions of any art form is the sense of the end it transmits.
l ARCA 137 25
Pianta del piano terra. Sotto, la facciata ovest dellÂ’edificio di due piani, realizzato in acciaio, vetro e legno, che contiene una piscina, una palestra, un bar, uffici amministrativi, aule per lo studio e una sala per la danza utilizzata in prevalenza dalla compagnia CandoCo, formata da danzatori in parte disabili. n Ground floor plan. Below, the west facade of the two-storey building made of steel, wood and glass holding a swimming pool, gym, bar, administration offices, study rooms, and a dance hall mainly used by the CandoCo company, a troup including some disabled members.
Nigel Young
n
26 lÂ’ARCA 137
Sezione parziale dellÂ’edificio. n Partial section of the building. n
lÂ’ARCA 137 27
La fronte nord con le rampe per l’uscita di emergenza. Sotto, vista notturna della facciata ovest che è completamente vetrata nella parte antistante la piscina e protetta da frangisole in lamelle di metallo. n The north front showing the emergency exit ramps. Below, nighttime view of the west facade which is all-glass in the part in front of the swimming pool and protected behind metal shutters.
Dennis Gilbert
n
28 lÂ’ARCA 137
LÂ’interno della piscina di dimensioni omologate per le competizioni. n The inside of the galasize swimming pool.
Nigel Young
n
lÂ’ARCA 137 29
30 l ARCA 137
Viste degli interni, in cui i colori e la segnaletica sono stati realizzati con il contributo dellÂ’artista grafico Per Arnoldi e con il Royal National Institute for the Blind. n View of the interiors, whose colours and signs were designed in conjunction with the graphic artist Per Arnoldi and the Royal National Institute for the Blind. n
Credits Project: Foster and Partners Project Team: Sir Norman Foster, John Silver, Nina Berkowitz, Arthur Branthwaite, Angus Campbell, Mark Grady, Ricardo Mateu, Ivan Margolius, Alan Marten, Patricia Pires Neves, Danielle Tinero, Juan Vieira Cost Consultant: Davis Langdon and Everest Mechanical and Electrical Services: Roger Preston and Partners Structural Engineer: Waterman Partnership Colour Consultant: Per Arnoldi Acoustic Consultant: Sandy Brown and Associates Lighting Consultant: Claude Engle Dance Studio Consultant: Techplan International Construction Manager: Laing Management Client: Association for Spinal Injury Research Rehabilitation and Reintegration
lÂ’ARCA 137 31
ambiente è diventato l orizzonte L progettuale dell architettura contemporanea e del suo futuro. Lo
scenario che esso configura è per il momento confuso e incerto; e oltretutto la cultura architettonica appare ancora impreparata a comprenderne la portata, le motivazioni profonde e la struttura logica. Tuttavia l ultima generazione di progettisti dimostra in misura crescente una spiccata sensibilità per i problemi che tale sviluppo solleva. Di questa tendenza il lavoro di Mario Cucinella è una dimostrazione. Il passaggio dallo spazio all ambiente è un segno del tramonto del pensiero moderno. La modernità ha sempre visto la natura come altro : fondata sulla cartesiana centralità dell io, essa ha collocato il mondo fisico in posizione periferica, come territorio da controllare attraverso il calcolo e la misura. In termini architettonici, ciò ha comportato un diverso modo di intendere il rapporto tra esterno e interno . Non più difesa rispetto a un nemico da tenere lontano, il confine perimetrale degli edifici e delle città ha segnato il limite tra l artificiale e lo spontaneo, ossia tra lo spazio disegnato dalla scienza e quello informe della natura. Nel lavoro di Mario Cucinella il trapasso dallo spazio architettonico moderno alla sua dimensione ambientale è stato realizzato grazie a una sorta di continuità fisiologica tra interno ed esterno . La preoccupazione che traspare nei suoi progetti di edifici è quella della circolazione dell aria, del basso consumo energetico, delle condizioni di vivibilità, di una illuminazione che pareggi i conti tra luce artificiale e luce naturale. Le sue costruzioni non si pongono più come blocchi compatti e autosufficienti, ma sfruttano tutte le risorse esterne per convogliarle al loro interno. In certo modo questi edifici respirano e autoregolano le loro energie: nella loro sofisticata struttura si fanno corpo vivo e pulsante. Il modello non è più l uomo, ma la natura. E così che lo spazio diventa ambiente. Nel momento in cui le geometrie architettoniche si aprono all esterno in modo che l edificio viva come un organismo, esse non saranno più misurabili come pure entità discontinue, legittimate dal calcolo e dalla funzione, ma si porranno come momenti di una processualità i cui ritmi sono in sintonia con la natura. Questo progetto per la sede de iGuzzini Illuminazione a Recanati si inserisce in un programma di riorganizzazione generale e di ampliamento dell area industriale recentemente intrapreso dall azienda. L edificio, che copre 3.000 metri quarati su un sedime di 800 metri quadrati, accoglie gli uffici amministrativi e commerciali su tre piani, mentre il quarto è occupato dalla
32 l ARCA 137
direzione. Gli uffici sono disposti attorno a un atrio centrale a tutta altezza, che porta la luce naturale all interno e contiene la distribuzione verticale costituita da un ascensore e da una scala in struttura metallica e vetro. Le facciate meridionale e settentrionale, interamente trasparenti, hanno un aggetto di 60 cm rispetto al piano in cemento. La protezione dall irraggiamento solare diretto nei mesi estivi è assicurata dalla copertura in struttura metallica e lamelle frangisole. Le tende veneziane interne permettono di controllare l abbagliamento, e una mensola interna (light-shelf), riflettendo la luce verso il soffitto, distribuisce in modo costante l intensità luminosa in tutta la profondità degli spazi. L edificio è stato concepito per ottenere una elevata qualità ambientale interna minimizzando i consumi energetici. Particolare cura è stata prestata all illuminazione naturale e alle prestazioni termiche. Simulazioni fatte al computer mostrano che la ventilazione naturale è efficace per il 55% delle ore di occupazione dell edificio, mentre per il 35% è necessario il riscaldamento e per il restante 10% il rinfrescamento meccanico. Il lavoro di Cucinella si fonda dunque sulla tecnologia, che egli però non sfrutta solo sul piano formale, ma utilizza al massimo delle sue risorse proprio per ottenere quel rapporto tra architettura e natura che consente il passaggio dallo spazio all ambiente. L obiettivo progettuale non è qui la messa in forma di una costruzione la cui vivibilità è garantita da impianti di ventilazione e illuminazione efficienti. Al contrario, il progetto si organizza intorno a soluzioni tecniche che consentono all edificio di vivere in un aria e in una luce la cui naturalità è assicurata da tecnologie particolarmente sofisticate e da soluzioni strutturali appropriate. Il punto in cui questa impostazione progettuale rivela con chiarezza le sue motivazioni di fondo è il modo in cui Cucinella affronta il problema dell illuminazione interna. Le preoccupazioni più evidenti riguardano i consumi energetici, lo sfruttamento della luce solare e la qualità di quella artificiale. Ma l obiettivo principale resta la continuità tra un concetto di illuminazione e l altro: la naturalità della luce deve essere comunque garantita, e ciò è possibile solo se quella artificiale viene studiata non come semplice tecnica di illuminazione di singoli spazi, ma come elemento ambientale che contribuisca a rendere il più possibile naturale l esperienza del corpo architettonico. Maurizio Vitta
he environment has become the T planning horizon of contemporary architecture and its future. The scenar-
io that it conjures up is for the moment confused and uncertain; and, apart from this, architectonic culture does not seem to be prepared to appreciate its full significance, its more profound motivations, and its logical structure. Nevertheless, more and more, the latest generation of planners is beginning to show considerable sensibility in dealing with the problems raised by this development. A clear demonstration of this is the work of Mario Cucinella. The passage from the concept of space to that of environment is a sign of the twilight of modern thought. Modernity has always regarded nature as something else : based on the Cartesian centrality of the ego , it has relegated the physical world to a peripheral position, as a territory to control through calculation and measurement. In architectonic terms this has involved a different way of looking at the relationship between exterior and interior . No longer considered a defence against an enemy to keep at a distance, the peripheral confines of buildings and cities have marked the limit between the artificial and the spontaneous - that is, between the space designed by science and the formless space of nature. In Mario Cucinella s work the passage from modern architectonic space to its environmental dimension has been achieved thanks to a sort of physiological continuity between the interior and exterior . The main concerns evident in his projects for buildings are the circulation of air, low energy consumption, the livability of a place, and an illumination that equalizes the change from natural to artificial light. His constructions are no longer presented as compact and self-sufficient blocks, but utilize all external resources and channel them into their interior. In a certain way these buildings breathe and self-regulate their energy: with their sophisticated structure they become living and pulsating bodies. The model is no longer man but nature. This is how space becomes environment. As soon as architectonic geometry opens to the outside so that the building becomes an organism, it is no longer measurable as a pure discontinuous entity, legitimized by calculation and function, but presents itself as a moment in a process whose rhythms are in harmony with nature. This project for the headquarters of iGuzzini Illumminazione in Recanati (Rimini) is part of a programme of general reorganization and expansion of the industrial area recently undertaken by the firm. The building, which covers 3,000 square metres on an area of 800 square metres, contains the sales and admin-
istration offices on three floors, while the fourth is occupied by the head office. The offices are arranged around a high-ceilinged central entrance hall which lets in the daylight and contains the vertical distribution, consisting of a lift and a metal-and-glass stairway. The southern and northern facades are fully transparent and have an overhang of 60 cm with respect to the cement floor. Protection against direct sun rays in the summer months is ensured by the metal structure of the roofing and by the lamellated sunbreakers. The interior Venetian blinds serve to control the dazzle, and an interior light-shelf, which reflects the light towards the ceiling, constantly distributes the intensity of the light throughout the furthest reaches of the room. The building was designed to obtain a high level of quality in the interior, while minimizing power consumption. Special care was taken in the provision of natural illumination and thermic control. Computer simulations realized by Ove Arup & Partners have demonstrated that natural ventilation is effective for 55% of working hours in the building, while for 35% heating is needed, and for the remaining 10% mechanical cooling is required. Actually, Cucinella s work is based on technology, which he does not exploit on a formal plane, fully utilizing his resources, instead, precisely in order to obtain the kind of relationship between architecture and nature that admits the passage from space to the environment. The objective of the project is not simply to put up a construction whose livability is guaranteed by ventilation systems and efficient illumination. On the contrary, the project is organized around technical solutions that allow the building to live in an air and a light whose naturalness is ensured by sophisticated technologies or, in any case, by appropriate structural solutions. The point where this planning approach clearly reveals its basic motivations is the way in which Cucinella addresses the problem of the interior illumination of his buildings. His most obvious concerns regard power consumption, the exploitation of sunlight and the quality of artificial light. But the main objective remains the continuity between one concept of illumination and the other: the naturalness of the light must in any case be guaranteed, and that is possible only if the artificial light is studied not as a simple lighting technique to use in single spaces, but as an environmental element that contributes to making the experience of the architectonic body as natural as possible. Jean de Calan
Utilità della tecnologia iGuzzini Headquarters, Recanati
Progetto: MCA
l ARCA 137 33
Nella pagina precedente, il portico con lamelle metalliche in copertura, realizzato per proteggere dallÂ’irraggiamento diretto del sole le facciate meridionale e stettentrionale, completamente trasparenti, della nuova sede centrale della iGuzzini Illuminazione a Recanati. A destra, pianta del piano terra e, sotto, pianta di un piano tipo. Nella pagina a fianco, la facciata sud con il giardino esterno e la struttura di protezione dei parcheggi. n Previous page, the portico covered by metal lamellated sunscreens, realized to protect from the sunlight the completly transparent southern and northern facades of the new headquarters of iGuzzini Illuminazione in Recanati. Right, plan of the ground floor and, bottom, plan of a standard floor. Opposite page, the south facade with the garden outside the structure covering the parking. n
34 lÂ’ARCA 137
35 l ARCA 137
Sezione longitudinale e particolare delle lamelle frangisole che proteggono la copertura e fungono da regolatori dellÂ’ingresso della luce naturale. Nella pagina a fianco, il grande atrio/giardino centrale a tutta altezza, illuminato naturalmente dal lucernario in copertura e dalle ampie porzioni vetrate laterali. n Longitudinal section and detail of the sunscreens protecting the roof and controlling the in-flow of natural light. Opposite page, the large full-height central lobby/garden naturally lit by the skylight in the roof and wide side windows. n
36 lÂ’ARCA 137
Sopra, particolare delle scale di emergenza sulla facciata est e schema del principio di ventilazione naturale.
n
38 lÂ’ARCA 137
Above, detail of the emergency staircases on the east facade and diagram of the natural ventilation system.
n
Sopra, diagramma della massa termica e studio delle posizioni del sole rispetto allÂ’edificio.
n
Above, diagram of the heat mass and study into the sunÂ’s positions in the relation at the building.
n
Sezioni e studi per la regolazione dellÂ’irraggiamento solare. Sotto, la facciata est con le scale di emergenza. n Sections and studies for controlling sunlight. Below, the east facade with the emergency staircases. n
Credits Project: Mario Cucinella Architects Design Team: Mario Cucinella, Edoardo Badano, Elizabeth Francis with Simona Agabio, Lilly Trezzani, Francesco Bombardi Natural Ventilation Study: Ove Arup and Partners London - Steven Jolly Preliminary Study for Environmental Strategies: Energy Design Advice Scheme, Brian Ford Natural Light Study: Elizabeth Francis (MCA) Concrete Structures: Ing. Sabbatini Plants Structures: Luigi Domenella, Franco Domenella Site Management: Arch.Biti Metal Framework, Facades, Skylights: Promo Reinforced Concrete: GM Thermal Plants: General Plants Control System: Johnson Control Interior Garden: MCA, Paccamiccio Client: iGuzzini Illuminazione
39 lÂ’ARCA 137
Il vecchio, il nuovo e la memoria Banca Popolare di Lodi
l primo impatto di chi, giunto a Idalla Lodi in treno, metta il naso fuori stazione, è con due macchie
rosa salmone che inquadrano il lungo viale alberato che conduce in centro: a destra il piccolo, modesto hotel Ferrovia, a sinistra la immensa facciata da 20.000 metri quadri della neo-ultimata sede della Banca Popolare di Lodi ideata da Renzo Piano Building Workshop confinante, almeno sul piano visivo, con una dignitosa quanto fatiscente villetta goticheggiante la cui vista è quasi completamente oscurata, quasi per un crudele destino, da una grande conifera. A questi tre elementi (il vecchio, il nuovo, la memoria storica morente) ne va aggiunto un quarto: i treni merci in deposito, anch essi macchia rossiccia, un rossiccio reso scuro e farraginoso dal tempo e risparmiato dai graffiti metropolitani. Qua e là i grigi del Consorzio agrario provinciale e del Molino Ernesto Sordelli sottolineano l ex ruolo granario della zona un tempo dominata dal complesso caseario della Polenghi Lombardo. Si trattava, per il progettista, di inserirsi con un simile manufatto in un contesto del genere, fondamentalmente fin-de-siècle, senza stravolgere vocazioni del sito e sky-line. Piano c è riuscito con un trasferimento di concetto : un tempo la ricchezza della popolazione era il
40 l ARCA 137
grano che veniva gelosamente conservato nei silos, oggi, all alba del Nuovo Millennio, sono quattrini, obbligazioni e fondi d investimento la risorsa principe e vengono, altrettanto gelosamente, custoditi in banca. E la banca assume quindi le fattezze di un assemblaggio di silos (non a caso in due di questi silos bancari , a sottolinearne la funzione simbolica, sono stati collocati addirittura i caveaux). Più è forte il concetto che sta alla base di un progetto, più è difficile che l architettura lo tradisca. In questo caso, a dispetto della dimensione dell edificio (250 metri la facciata principale), il tutto si colloca persino con una certa dolcezza, come un immenso elefante buono da cartoon disneyano, in quest area così tipicamente lombarda. I silos, è vero, denunciano reminiscenze più genovesi che padane (il rapporto di Piano con la sua città ogni tanto viene fuori a sorpresa) ma - questa è la riprova - chi guarda per la prima volta l edificio senza conoscerne la destinazione d uso, difficilmente è portato a pensare che si tratti di una banca. E ciò avviene anche grazie all uso del colore, particolarmente riuscito attraverso l utilizzazione del cotto che ricopre, sorretto da telai metallici, l intero corpo dell edificio. Un uso molto particolare del mattone che, privo di funzioni statiche, assume quella di protezione
cromatica del manufatto. L altro aspetto interessante del progetto è quello di carattere urbanistico. L imponenza dell insieme (dal 1993 a oggi quello della BPL si è caratterizzato come il più grande cantiere privato d Italia) era effettivamente un fattore a rischio , il rischio di trasformare l insediamento (che di fatto diviene, anche in rapporto alle dimensioni del comune, un vero e proprio quartiere) in una sorta di invalicabile Fort Apache. Onde evitare, dunque, l effettomuraglia, che avrebbe portato all esclusione della città (e dei cittadini), i progettisti (Piano è stato affiancato da Giorgio Grandi e Vittorio di Turi) hanno previsto linee di penetrazione che convergono nella grande piazza interna, coperta da una tensostruttura in vetro e cavi d acciaio segnando il marchio di fabbrica dell autore. Sulla piazza si affacciano gli ingressi alla banca e all auditorium da ottocento posti, finalizzato anche (ma non solo) alle riunioni degli azionisti dell istituto di credito, sorta di conclave dove i manager in doppiopetto sostituiscono i notabili medioevali della Lodi comunarda. L idea dell ambiente della corte interna - scrivono i progettisti - è quella di uno spazio molto urbano nel quale la presenza del verde si integra a bassi volumi, parzialmente
ricoperti, come in un bastione, della presenza vegetale . L immagine del bastione, così tipicamente lombardo, è infatti, un altra reminiscenza medioevale che si fa elemento caratterizzante del progetto. Lungo lo skyline dell insieme gli elementi di stacco col passato, di modernità apertamente denunciata restano le tensostrutture che sostengono alcune delle coperture, divenute qui emergenze caratterizzanti, e che suscitano immagini di immense antenne paraboliche e quindi, per estensione del concetto, di grande comunicazione col mondo. E, perché no, con altri mondi: dischi volanti che si poggiano sull edificio e che evocano un futuro ormai prossimo. Ed è proprio questo contrasto fra la antica Lodi dei carrocci e la sua proiezione nel futuro a rendere affascinante il progetto, un ossimoro linguistico (nel senso del linguaggio architettonico) di grande potenza ed efficacia. Del resto, un progetto diviene affascinante quando ogni cittadino può leggervi dentro una parte della propria cultura: come avveniva in un vecchio (e bellissimo) film di Tinto Brass, Il disco volante (1964), quando un contadino veneto così commentava la presunta visione di un astronave: Me parea na scodea de fasioi . Michele Bazan Giordano
E.Cano
Progetto: Renzo Piano Building Workshop
l ARCA 137 41
rriving in Lodi by train, the first A thing you notice when leaving the station are two salmon-pink
patches on either side of the treelined boulevard leading into the town centre: on the right a small hotel called the Ferrovia and, on the left, the huge 20,000-squaremetre facade of the recently completed headquarters of the Banca Popolare di Lodi designed by the Renzo Piano Building Workshop alongside what, at least visually speaking, seems to be an intriguingly dignified Gothic-style house, cruely almost completely blocked out of view by a huge conifer. To these three elements (the old, the new, and fading memories of the past)a fourth needs to be added: goods trains in the depot, also forming a pinkish patch, a pink colour which has gradually turned dark and faded, but which is not covered with the kind of graffiti found in our cities. Here and there the greys of the Consorzio Agrario Provincia- le and Molino Ernesto Sordelli remind us that the area used to be a sort of granary when it was dominated by the Polenghi Dairy. The architectural problem was to blend into this basically turn-of-thecentury industrial setting without disturbing the site and its skyline. Piano succeeded in this intent by means of a shift in concept : once upon a time, the local inhabitants wealth lay in grain stored away jealously in silos, nowadays at the dawning of a New Millennium, cash, bonds and investment funds are their main resource, stored away just as jealously in local banks. So banks now look like blocks of silos (it is no coincidence that the caveaux have actually been placed in two of these bank silos to underline their symbolic function). The more powerful the concept underpinning a project, the less likely it is to be betrayed by the architecture. In this particular case, despite the size of the building (the main facade measures 250 metres), the whole thing fits rather gently, like a huge Walt Disney cartoon elephant, into this typical Lombardy setting. It is true that the silos are more reminiscent of the Genoa region than the Po Valley (Piano s bonds with his home town suddenly emerge from time to time) but - as this shows nobody viewing the building for the first time without knowing what it is used for is likely to think it is a bank. This is mainly due to the use of colour, notably by the way the entire building volume, held up by metal frames, has been covered with bricks. Using bricks in this special way (not for static purposes) creates what
Nelle pagine precedenti, planimetria generale, schizzo preliminare, vista della piazza coperta dalla grande vetrata della nuova sede della Banca Popolare di Lodi, realizzata nell area dove sorgeva il complesso della Polenghi Lombardo. A destra, particolare della facciata sud.
n
42 l ARCA 137
might be described as chromatic protection. The other interesting thing about the project is its urbanistic connotations. The sheer size of the complex (from 1993 to the present day, the BPL has been the biggest private building site in Italy) constituted a genuine risk , the risk of turning the site (which is actually transformed into a sort of neighbourhood, bearing in mind the size of the local town) into a sort of impenetrable Fort Apache. In order to avoid this wallingeffect that would have kept out the city (and its inhabitants), the architects (Piano worked with Georgio Grandi and Vittorio di Turi) designed its lines to converge into the large internal plaza covered with a tensile structure of glass and steel cables as a sort of designer trademark . The plaza is surrounded by the entrances to the bank and 800-seat auditorium, also (but not only) designed for hosing meetings of the bank s shareholders, a sort of conclave where executives in doublebreasted suits take the place of the Medieval Notables in Communard Lodi. The idea of the internal courtyard - so the designers write is to create a distinctly urban space in which landscaping blends in with low structures partly covered by greenery like a bastion . This typically Lombardy image of a bastion is another Medieval recollection characterising the design. The building outline breaks with the past and declares its openlyoverted modernity through its tensile structures holding up some of the roofs that looks rather like huge parabolic aerials and, as a natural extension of the concept, means of communicating with the rest of the world. And, why not, with other worlds: flying saucers resting on the building and evoking a not too distant future. It is this contrast between the ancient city of Lodi with its carroccios and the way it is now projected into the future that gives the project its characteristic feel, an extremely powerful and effective linguistic oxymoron (in terms of architectural idiom). After all, a project is only interesting if local inhabitants can see part of their culture in it: like in that old (and wonderful) film by Tinto Brass, The Flying Saucer (1964), when a Venetian peasant made the following remark about what seemed to be a space ship: Me parea na scodea de fasioi (It looks like a pan of beans). Michele Bazan Giordano
Previous pages, site plan, preliminary sketch, view of the large glass covered courtyard of the new headquarters of the Banca Popolare di Lodi built on the site where the Polenghi Lombardo complex used to stand. Right, the south facade.
n
l ARCA 137 43
Sopra, sezione, pianta del piano terra e pianta del primo piano. Nella pagina a fianco, in alto, sezione e prospetto della copertura, e sotto, sezione e prospetto tipo degli spazi porticati. A fianco, particolare degli spazi ufficio. n Above, section, plan of the ground floor of the first floor. opposite page, top, section and elevation of the roof, and bottom, standard section and elevation of the porticos. Right, detail of an office space. n
44 lÂ’ARCA 137
l ARCA 137 45
Particolari della tensostruttura in vetro e cavi di acciaio che copre della piazza interna, su cui si affacciano gli accessi alla banca e a un nuovo auditorium da 800 posti caratterizzato da corpi cilindrici di altezza e diametri differenti rivestiti in terracotta. Nella pagina a fianco, particolare del rivestimento esterno in mattoni e vista della facciata sud la cui omogeneità è resa permeabile da fenditure e dalle diverse tessiture del cotto.
n
Credits Project Phase 1991-1992 Project: Renzo Piano Building Workshop Design Team: G.Grandi (architect in charge), A. Aborghetti, V. Di Turi, G. Fascioli, E. Fitzgerlad, C. Hayes, P. Maggiora, C. Manfreddo, V. Tolu, A. Sacchi,S. Schäfer AutoCAD: S.D Atri, G. Langasco Construction Phase 1992-1998 Project: Renzo Piano Building Workshop Design Team: G.Grandi (architect in charge), A. Aborghetti, V. Di Turi with J. Breshears, C. Brizzolara, M. Howard, H. Peñaranda, F. Santolini AutoCAD: S.D Atri, G. Langasco Consultants: MSC (structures), Manens Intertecnica (mechanical engineering), Müller Bbm (acoustics), Piero Castiglioni (lighitng project), P. Cerri
(graphics) General Contractor: Colombo Costruzioni Special Steel Structures: Eiffel Exterior Cladding: Gruppo Bodino, Il Palagio Curtain Walls: Focchi Special Glasses: Sunglass False Ceilings and Elevated Floors: Sadi Lighting: iGuzzini, Ing. Castaldi Furnishing: Unifor Floors: Interface Air Conditioning: FDS Lifts: Maspero Elevatori, Sabiem Clietn: Banca Popolare di Lodi
46 l ARCA 137
Details of the tensile structure made of glass and steel cables covering the internal courtyard, which is surrounded by bank entrances and a new 800seat auditorium made of cylindircal structures of different heights and diameters clad with terracotta. Opposite page, detail of the outside brick cladding and view of the south facade permeated by slats and by the different textures of the bricks.
S.Ishida
n
lÂ’ARCA 137 47
Berengo Gardin
E.Cano
Nuove plasticità Offices in Gleisdorf Progetto: Lichtblau.Wagner
ampliamento della sede di una L società di consulenza finanziaria che ha deciso di
ristrutturare i suoi vecchi uffici e realizzare un nuovo corpo di fabbrica è un recente lavoro dello studio austriaco Lichtblau.Wagner. Ancora una volta è la trama urbana a svelarci le matrici dell insediamento: una giustapposizione di lotti stretti e lunghi scansisce le parti che compongono questo moderno isolato di Gleisdorf, e, segnando nell incastro delle geometrie dei terreni la successione dei confini, traccia i limiti alla costruzione. Si accede in un lotto, il più interno, dallo spigolo smussato dell isolato. Al centro, un anonimo edificio di muratura si innalza di traverso: uno dei lati corti è addossato al confine, l altro, alla distanza giusta di rispetto della norma edilizia, lascia margine per un percorso stretto che collega le due aree in cui la profondità del terreno è stata divisa. Sicché sul davanti uno spazio aperto sistemato a verde accompagna verso il vecchio edificio, sul retro, isolato da quest ultimo, sta il giardino. E qui, nella parte più intima, che il prisma trasparente si fonda nella terra parallelo al prisma opaco preesistente. Il vuoto della loro reciproca distanza come la stessa porzione di giardino che resta alle spalle è uguale allo spessore dei due corpi di fabbrica. Il volume del vecchio edificio, pur anonimo, modula quindi il ritmo della composizione delle parti edificate e delle parti libere suddividendo la superficie destinata al nuovo intervento in quattro rettangoli uguali, che ripetendo le sue stesse misure di base scandiscono ritmicamente un vuoto, una sorta di patio, un pieno, la nuova costruzione, e ancora un vuoto, il giardino che resta in fondo alla proprietà. La ragione prima di questo monolite di vetro sta proprio nel volersi porre, sul tracciato regolato da maglie uguali, come in un gioco dei contrari, una specie di ossimoro architettonico: un volume dalle stesse identiche misure del preesitente, ma altro , vuoto, opposto al primo, pieno, in muratura. Ma pur opposti vivono una simbiosi che è prima di tutto funzionale per essere il secondo il complemento distributivo del primo e una simbiosi emozionale laddove le due contrapposte e grandi pareti di vetro sono gli strumenti che rafforzano a scala topologica il fascino dell intervento proposto. La trasparenza ha infatti in questo esempio una duplice valenza: da una parte di essere la concretizzazione seducente dell architetto-voyeur che fonde
48 l ARCA 137
mondo esterno e mondo interno attraverso il filtro dell intelaiatura vetrata che come un gigantesco display mostra e diffonde all intorno gli accadimenti dell abitare, comunicando invece all interno gli infiniti sguardi sull ambiente circostante; dall altra parte la trasparenza consente a chi lavora nel vecchio edificio di attraversare con lo sguardo i pan de verre e con un solo colpo d occhio percepire la continuità visiva su tutta la profondità del giardino. Non siamo in presenza di cascate di vetro di sofisticata, ma ormai più che vista, tecnologia, o di voler mostrare a tutti costi i sensi della leggerezza con superfici vetrate a soluzione continua o rivelare con le loro forme sempre più flessuose e inaspettate nuove tipologie volumetriche, nuove plasticità. Due semplici pareti vetrate chiudono i lati lunghi del prisma rettangolare. Sostiene Le Corbusier nel suo Verso un architettura: Un volume è avvolto in una superficie, superficie che è divisa secondo le linee generatrici e direttrici del volume, mettendo in risalto l individualità di questo volume..... Lasciare a un volume lo splendore della sua forma nella luce, ma d altra parte adattare la superficie a bisogni spesso utilitari, è obbligarsi a trovare, nella divisione imposta dalla superficie, gli elementi che evidenziano e generano la forma. E il gioco sapiente dei volumi puri sotto la luce, che più volte nella storia di questo secolo, le architetture essenziali e laiche di un Austria mitteleuropea hanno contribuito ad affermare indicando una strada precisa per la costruzione del senso moderno dello spazio: a partire dalla intellettuale casa di Ludwig Wittgenstein per la sorella Margaret, alle ricerche loosiane che impostano le basi del purismo in architettura, alle realizzazioni del primo Peichl, fino a questo stesso ultimo esempio. Se l uso del vetro si è venuto a proporre nelle architetture contemporanee come rappresentazione della leggerezza, della trasparenza e del superamento del limite tra esterno e interno, questo caso rappresenta nella sua chiarezza ed essenzialità compositiva l intenzione di smaterializzazione della massa-parete per favorire il rafforzamento del binomio compositivo tra edificio vecchio e nuovo e per rappresentare, quest ultimo, tramite la trasparenza, la continuità con il luogo. Dall osservazione della pianta del piano terra risalta la semplice regola distributiva dettata dall ossatura in muratura dell anonimo edificio presistente, che viene assunta nel nuovo come tracciato dei
lÂ’ARCA 137 49
Margherita Spiluttini
n Nella
pagina precedente, la facciata vetrata dell edificio per uffici della Pilz & Rath a Gleisdorf, una cittadina a est di Graz. A sinistra, pianta del piano terra. Sotto, uno dei corridoi interni. Nella pagina a fianco, uno degli uffici visti dal giardino che circonda l edificio.
pilastri portanti in tubolari di ferro. La loro snellezza è la condizione primaria con la quale si raggiunge la leggerezza e la possibilità di far respirare l edificio con le due grandi pareti vetrate poste sui lati lunghi. La loro tessitura segue i rapporti delle campate dei pilastri stessi. Tutto, fin nei minimi dettagli, esalta la leggerezza ai fini della trasparenza. Gli stessi setti di conglomerato cementizio, che fanno da divisori e controventature, assecondano, con la loro sagoma lenticolare, l attraversamento dello sguardo da una parete all altra fino all esterno. Una permeabilità raggiunta anche dall uso attento di colori chiari, come lo stucco spatolato bianco che riveste gli stessi setti, la scelta di un pavimento in parquet di legno chiaro, l attintatura bianca delle opere in ferro. Tutto è luce, trasparenza, tutto è così perché infine, ma non in ultimo, sia soprattutto la natura esterna nei giardini a fare con i suoi colori stagionali da scenario principale su cui affacciarsi . Gabriele Szaniszlò his is the extension to the headT quarters of a firm of financial consultants that has decided to mod-
ernise its old offices and construct a new building commissioning the project to the firm Lichtblau and Wagner. Once again the matrixes of this new construction are dictated by the urban layout: a juxtaposition of long, narrow lots sets the pattern of parts forming this modern block in Gleisdorf, marking its boundaries through a geometric criss-cross of successive pieces of land. A rounded corner of the block leads through to a more internal lot. A faceless brick building rises up across the middle: one of the shorter sides backs onto the boundary, the other (respecting the distances set in the building regulations), leaves room for a narrow path connecting the two areas into which the ground has been divided. Seeing as a landscaped open space leads through to the old building at the front, the garden has been placed separately at the back. This most intimate part of the construction is where the transparent prism is entrenched in the ground parallel to an old opaque prism. The void created by the distance between them (corresponding to the portion of garden behind them) is the same size as the breadth of the two building blocks. Despite its rather anonymous presence, the old building sets the rhythmic pattern of built and free parts, dividing the surface allocated to the new project into four equal rectangles, whose regular base
50 l ARCA 137
measurements form respectively an empty space, a sort of patio, a solid structure, the new construction, and another empty space, the garden at the very back of the property. The main reason for this glass monolith is an attempt to set up a sort of architectural oxymoron in this regular layout of even webs, like a sort of play on opposites: a structure of exactly the same dimensions as the old volume, but different , empty, the opposite to the other solid structure made of brick. Yet despite their conflicting characteristics, they co-exist in a state of symbiosis, primarily functional so that the second structure complements the first in distributional terms, but also an emotional symbiosis since the two large opposing glass walls are a means of injecting more topological charm into the project design. In this case transparency serves two purposes: it is the seductive realisa-
n Previous
page, the glass facade of the Pilz & Rath office block in Gleisdorf, a town to the east of Graz. Left, ground floor plan. Below, one of the inside corridors. Opposite page, one of the offices viewed from the garden around the building.
tion of the architect-voyeur that filters together the inside and outside world through a glass framework which, like a huge monitor, displays and diffuses the goings-on inside to the outside world, at the same time drawing inside an infinite array of perspectives across the surrounding environment; on the other hand, transparency allows people working in the old building to glance through the panes of glass and instantly perceive (as was the case before the new building was constructed) an unblocked view down the garden. This is not just a cascade of now rather familiar high-tech glass or a desperate desire to project a sense of lightness through curtain glass surfaces or even an attempt to use their increasingly sinuous and unexpected forms to reveal new structural types or sculptural forms. Two simple glass walls close off the ends
of the rectangular prism. In Towards Architecture, Le Corbusier claimed that: A volume is enveloped by a surface, a surface divided up along the volume s generative and directional lines, highlighting the individual nature of this volume...... Leaving a volume the splendour of its form in the light, while on the other hand adapting the surface to what are often utilitarian needs, means having to find elements that bring out and generate form through the division imposed by the surface. This is a clever interplay of pure volumes beneath the light, which simple, secular works of architecture in Central European Austria have, throughout the course of this century, often clearly pointed the way towards the construction of a modern sense of space: from Ludwig Wittgenstein s intellectual house designed for his sister Margaret to Loos s experimental research laying the foundations of architectural purism, Peichl s early designs, and even this latest work of architecture. Whereas glass has been incorporated in contemporary architecture as a sign of lightness, transparency, and the breaking down of the boundaries between interior and exterior, here we have a clear and simple case of how a mass-wall can be dematerialised to enhance the bonds between an old and new building, using the latter s transparency to create a sense of continuity with the surrounding environment. Examining the ground floor plan, we can see how the brick framework of the faceless old building has dictated a simple layout that the new building reproduces in its pattern of tubular iron bearing columns. The slenderness of these columns is the key to creating a sense of lightness and the possibility of letting the building breathe through two large glass walls placed along the sides. These walls follow the same pattern as the bays between the columns themselves. Everything right down to the most minute detail exploits lightness in the name of transparency. Even the stanchions made of a cement mix, which act as partitions and wind braces, draw on their lenticular form to help us glance across from one wall to another until we reach outside. This permeability is also created by the careful use of clear colours, like the white plaster covering the stanchions, by the choice of a parquet floor made of clear wood, and by the layer of white paint over the iron structures. Everything is lightness and transparency because, in the end, the project is really staged in the seasonal colours of outside nature in the gardens.
l ARCA 137 51
nA
sinistra e nella pagina a fianco, viste della scala interna che collega i due piani dell’edificio, che è stato concepito in modo da ottimizzare la propria efficienza energetica ottenuta grazie a un calcolato ombreggiamento delle facciate vetrate con la piantumazione di alberi d’alto fusto nel giardino e una studiata divisione degli interni con sottili cortine murarie. n Left and opposite page, views of the inside stairs connecting the two building levels. The building is designed for optimum energy efficiency thanks to carefully gauged shading of the glass facades by planting tall trees in the garden and a carefully devised separation of interior space by means of thin curtain walls.
52 lÂ’ARCA 137
Credits Project: Lichtblau.Wagner: Andreras Lichtblau, Susanne Wagner Artists: Helmut Margreiter, Gilbert Brettebauer, Hartmut Skerbish Client: Pilz & Rath
lÂ’ARCA 137 53
Diaframmi di paesaggio Dyson Appliances, Wiltshire l progetto prevede la sistemazione di Iesistente una vasta area attorno a una fabbrica del Wiltshire, che la ditta
Dyson Appliances si propone di trasformare in un centro di produzione, vendita e ricerca. Una sinergia di attività il cui scopo è quello di un riscontro anche sul piano dell immagine commerciale che deve trasmettere messaggi allusivi di capacità imprenditoriali, efficienza, innovazione tecnologica e rigore produttivo. L architetto Chris Wilkinson, in collaborazione con l ingegnere Anthony Hunt, disegna tutta l area destinata al nuovo insediamento come si trattasse del progetto per un parco tecnologico. Il verde che circonda l insieme è disegnato con cura, i percorsi carrabili ridotti al minimo essenziale e rigorosamente divisi tra utenti e addetti alla produzione. Il nuovo edificio prende l ordine dall edificio esistente, si allinea parallelo lasciando a un giardino disegnato a parterre il compito di evidenziare la differente storia. Una striscia di verde che non si riduce a un semplice spazio distanziatore ma vuole essere, al contrario, elemento centrale nella definizione del concetto di paesaggio come fatto di primaria importanza per la qualità dell opera. Boschi, viali e giardini non sono semplici cinture che isolano l edificio dall intorno. Il loro ruolo è essenziale all esaltazione del manufatto architettonico.
54 l ARCA 137
Il piano su cui esso giace e lo sfondo sono gli elementi entro i quali l edificio assume la propria identità di artefatto che, nei confronti della natura, esalta la sua geometria e le regolari scansioni ritmiche dei materiali. Acciaio, lamiere di rivestimento, vetro e guaine plastiche di copertura entrano in dialettica con la natura in virtù delle loro proprietà che qui si manifestano in tutta la loro evidenza. Uno zoccolo di cemento armato, che fuoriesce da terra di pochi centimetri, accenna appena al grande basamento su cui appoggia l edificio. Una maglia regolare di pilastri in acciaio è racchiusa da una membrana di lamiera ondulata e, verso l entrata sul lato nord, da una estesa facciata modulata da lastre di vetro strutturale agganciate alla struttura metallica e giuntate fra loro da leganti siliconici. Travi sinusoidali in acciaio producono l effetto ondulato del tetto rivestito da una semplice membrana polimerica rinforzata. L orditura secondaria in acciaio consente l inserimento di nastri vetrati che corrono regolari in direzione nord-sud ma con diversa frequenza in relazione alle differenti funzioni. L altezza della costruzione di circa sette metri consente l introduzione di un mezzanino destinato all amministrazione, nella parte superiore, e alla ricerca, nella parte inferiore. Un grande patio coperto, illuminato dall alto dalle lame di luce incise nella copertura, restituisce unità
allo spazio interno demandando alla ricerca il ruolo centrale attorno a cui si sviluppano le altre funzioni terziarie e rappresentative. La parte sud, a tutta altezza, si presenta come uno spazio indifferenziato e modulato dal ritmo regolare dei pilastri che è destinato a magazzino. La luce non è solo diffusa dai lucernari a tetto, ma anche dalle lunette prodotte dall ondulazione della copertura. L edificio preesistente e il nuovo edificio sono collegati da un ponte in acciaio e vetro sospeso sopra il giardino lineare che, per accentuare la distanza tra i due corpi, assume la forma di un piccolo bacino concavo. Sul fronte di ingresso, un vestibolo funziona da cerniera distributiva. Anch esso si presenta come un puro volume di vetro strutturale che riceve l ospite in una reception a doppia altezza in cui sono esposti, in teche di cristallo, i prodotti della ditta. Persino il pavimento perde consistenza e, sotto la superficie trasparente, appaiono altri oggetti come se lo spettatore-cliente entrasse in uno spazio surreale alimentato dagli oggetti della tecnologia più avanzata che producono un reale effetto di straniamento entro lo sfondo del paesaggio che le volute trasparenze contrappongono come una presenza inquietante. Ancora il tema ossessivo dell annullamento dei diaframmi materici che suddividono lo spazio appare in un elegante scala di acciaio che si eleva
Progetto: Chris Wilkinson Architects
con pedate di vetro e diventa evanescente sotto la luce filtrata che proviene da una sovrastante apertura nel tetto. Solo una porzione del basamento su cui essa poggia è disegnata da una pietra calcarea di un giallo caldo che rinvia alla terra e alla sua solida presenza. All esterno, il vestibolo è preceduto da una sorta di tenda-baldacchino che, sostenuta da puntoni di acciaio, sembra voler proporre, con eccessivo realismo, l archetipo della leggerezza che regge il senso di tutto il progetto. La copertura fluttuante sospesa sopra il parallelepipedo della costruzione è già un astrazione convincente dell impalpabile movimento del vento che increspa la superficie plasmando l atto del movimento. Per questo la tenda che vuole segnare enfaticamente l entrata è un atto non necessario. La ricerca dell evanescenza è certamente ben rappresentata, invece, dalle sculture luminose di Diana Edmunds che partecipano del dominio del vento: canne acriliche con fibre ottiche che escono dallo stagno d acqua, mosse come giunchi leggeri dalla brezza che proviene dai boschi circostanti. Il disegno del paesaggio dimostra qui tutta la sua felicità per l attenta e sensibile relazione con il progetto di architettura fatta di corrispondenze e contrappunti. Remo Dorigati
n Nella
pagina a fianco, vista generale e, sotto, particolare della nuova sede amministrativa, per la ricerca e produttiva della Dyson Appliances nel Wiltshire.
his project involves the redevelT opment of a huge area around an old factory in Wiltshire that Dyson
Appliances plans to convert into a manufacturing, sales, and research plant. A synergy of activities designed mainly for company image purposes, sending out allusive messages about business skills, efficiency, technological innovation, and manufacturing precision. The architect Chris Wilkinson, in conjunction with the engineer Anthony Hunt, has designed the entire area for the new plant as if it were a project for a technological complex. The landscaping around the plant has been designed with great care, roads for vehicles have been reduced to a minimum and carefully divided up between users and manufacturing staff. The new building has been constructed parallel to the old building, leaving a grade-level garden the job of bringing out its own particular history. This small strip of greenery is not just a dividing space, on the contrary it is the defining feature in creating a concept of landscaping as a key factor in the design of a high-quality project. The woods, paths and gardens are not just belts separating the building from its surroundings. They play an important role in embellishing the architectural structure.
The artefact s identity derives from the plane on which it stands and its background setting, confronting nature with its geometric forms and rhythmic patterns of materials. Steel, iron cladding, glass, and plastic roofing sheaths, all interact dialectically with nature through their basic properties(which are brought out here with great force). A reinforced concrete block rising up a few centimetres above the ground gently evokes the huge base on which the building stands. A regular pattern of steel columns is closed behind a membrane of undulating steel and (over by the entrance on the north side) by a wide facade constructed out of sheets of structural glass hooked onto the metal structure and joined together by silicone bonding agents. Sinusoidal steel girders create an undulating effect on the roof, which is clad with a simple reinforced polymer membrane. A secondary steel structure allows strips of glass to be inserted in a north-south direction in different patterns according to function. The fact that the construction is about 7 metres high means that a mezzanine can be incorporated, serving administration purposes on the upper level and research purposes on the lower level. A large covered patio, lit from above by a blade of light cutting through the
roof, restores a sense of unity to the interior space, making research the central hub around which all the other service-representational functions are organised. The full-height south section is a uniform space shaped by a regular pattern of columns and designed to act as a warehouse. Light is diffused by both the skylights in the roof and also the lunettes created by the undulating roof design. The old and new buildings are joined together by a steel and glass bridge suspended over a linear garden which takes on the form of a small concave garden to accentuate the distance between the two constructions. A hall over on the entrance side serves distributional purposes. This is also a pure volume of structural glass leading visitors into a double-height reception where company products are displayed in glass showcases. Even the floor seems to dissolve away and other objects appear through the transparent surface as if the spectators-customers were entering a surreal space served by the latest hightech products creating a real sense of defamiliarisation with the outside landscape in the background, which is turned into a disturbing presence by the building s transparent forms. Once again an almost obsessive insistence on breaking down materi-
n Opposite
page, general view and, below, detail of the new administration offices for the research and manufacturing of Dyson Appliances in Wiltshire.
al barriers dividing up space reoccurs in an elegant steel stairway with glass steps that seems to fade away in the light filtering through an opening in the roof. Only a section of the base on which it rests is constructed out of warm yellow calcareous stone, evoking the solidity of the ground. On the outside, there is a sort of tent-canopy, held up by steel rafters, in front of the entrance hall which seems to be a sort of overrealistic archetypal representation of the lightness running through the entire design. The fluctuating roof suspended above the structural parallelepiped is a convincing abstract allusion to the swirling wind shaping the rippled roof surface. The tent marking the entrance is a redundant feature that adds nothing to the design. The quest for immateriality is certainly well represented by Diana Edmunds s luminous sculptures that evoke the dominion of wind: acrylic canes fitted with optic fibres emerging from a pond, blown about like rushes in the breeze from the surrounding woods. The landscape is brought happily into interaction with this carefully designed work of architecture constructed around correspondences and counterpoints.
l ARCA 137 55
n In
alto, planimetria generale e particolare costruttivo. Sopra, vista notturna del volume vetrato dell ingresso, coperto da una tensostruttura. A destra, esploso assonometrico Nella pagina a fianco, il ponte di acciaio e vetro che conduce all ingresso soprapassando un bacino artificiale da cui emerge l installazione del canneto in fibre ottiche realizzato da Diana Edmunds.
n Top of page, site plan and construction detail. Above, nighttime view of the glass entrance structure covered by a tensile structure. Right, axonometric blow-up. Opposite page, the steel and glass bridge leading to the entrance over the artificial basin from which a cane-brake made of optic fibres designed by Diana Edmunds emerges.
Credits Project: Chris Wilkinson Architects Project Managers: CPC Engineering: Anthony Hunt Associates Building Services: Hoare Lea and Partners Quantity Surveyor: Leeson Associates Traffic Engineers: Peter Finlayson Associates Planning Supervisors: Stride Management Client: Dyson Appliances Ltd.
56 l ARCA 137
l ARCA 137 57
Anti-retorica Women s Memorial Center, Arlington l valore della memoria non è stato Inonostante certo cancellato dalla modernità: la voglia di ricominciare
Jeff Goldberg/Esto
tutto da capo, di rimuovere, di far tabula rasa, oggi permane in noi il desiderio di riappropriarci del significato dei momenti della vita di chi ci ha preceduto, di ricordarci il perché degli avvenimenti umani. L architettura può essere un aiuto a questa tensione, a questa spinta di comprensione dell oggi, attraverso uno sguardo attento alla storia. Ma il rischio è sempre quello del cammino a ritroso, quasi che per scavare nel passato sia obbligatorio utilizzare forme accademiche, o dall altra parte, il rischio di slanciarsi verso un futuro virtuale, allucinatorio, inventare forme gratuite, prive di un riferimento, senza alcuna radice. Due estremi di un unico atteggiamento: architettura che serve se stessa. Dentro a un ipotetica terza via, che stiamo cercando di identificare, in
58 l ARCA 137
equilibrio (anche se) precario tra i due poli, troviamo invece una serie di architetture che potremmo definire di servizio , evitando la caratteristica deteriore della parola; forse meglio dire architetture al servizio , ovvero spazi destinati a evocare, senza un protagonismo eccessivo delle forme, ma con un uso meditato e ragionato dei materiali del progetto. Così lo studio Weiss/Manfredi di New York propone una soluzione sicuramente anti-retorica e moderna a un tema molto particolare: celebrare il contributo delle donne nelle forze armate americane, attraverso un memoriale nel cimitero di Arlington. La soluzione che ha fatto vincere il concorso a Marion Weiss e Michael Manfredi, voluto dalla Women in Military Service for America Memorial Foundation, è stata quella di andare a scavare, andare a ritrovare nel sottosuolo queste storie di donne dimenticate. Il contributo femminile
nell esercito è qualcosa di scarsamente conosciuto e valutato; la loro presenza spesso è mal sopportata o derisa. Le storie delle donne sono sepolte, atti di eroismo dimenticati nel delirio e nel dolore della guerra. Allora occorre andare a ritrovare i segni delle vite perdute, per raccontarle a chi vive oggi: si compie un operazione di archeologia creativa. Il memoriale è un segno di discrezione, si nasconde doppiamente: sotto il terreno e dietro a quello che c è già, ovvero il colossale emiciclo di granito che venne progettato nel 1927 da Kim, Mead & White. Questo esempio revivalistico viene conservato, più che per un effettivo valore figurale, come connessione strutturale all asse visivo dei maggiori monumenti di Washington. La distribuzione degli spazi ipogei è semplice e segue il profilo dell emiciclo in superficie. Scale vetrate portano sottoterra: una spina
Progetto: Weiss/Manfredi
centrale di distribuzione connette gli spazi di accoglienza, il teatro, gli uffici per il personale, ventidue spazialcove di esposizione, la sala conferenze, uno spazio dove la memoria del computer permette di documentarsi sulle storie delle donne nell esercito; non manca la Sala di Onore, dove si completa il rituale della celebrazione. Tutto è dedicato alle donne che furono prigioniere di guerra o che ricevettero gli onori militari, o morirono in guerra. Ma il memoriale si ridurrebbe a una grande (e un po fredda) galleria interrata, se non ci fosse l idea chiave del progetto: la vetrata. Questa ha la funzione di copertura, angolata come l emiciclo, ma ben maggiormente serve a dare un senso psicologico (oltre che fisico) di illuminazione, di speranza, a portare un segno del cielo sotto la terra. Questo progetto è intriso di metafore, metafore leggere, suggerite
Planimetria generale e vista della terrazza superiore del Women s Memorial and Education Center del Cimitero Nazionale di Arlington, Virginia. Il progetto, vincitore di un concorso indetto per la realizzazione
n
come ipotesi di lettura e non come imposizioni al fruitore. Si tratta di connettere i segni della materia, quali pietra, vetro, con i segni della memoria, il dolore, la morte, il servizio a un idea di patria, l identità negata. Sarebbe certo stato facile proporre immagini femminili retoriche, commoventi, grondanti melodramma, invece Weiss/Manfredi giocano sul valore a-temporale della parola scritta. Sulle lastre vetrate della copertura, 138 per la precisione, vengono incise le testimonianze, le citazioni, le parole delle donne in guerra, quasi una sorta di diario in pubblico, frammenti di vite dimenticate che diventano il corpo stesso dell architettura e il monumento di un epoca. La tessitura dei testi viene proiettata dalla luce naturale dentro la galleria, sul muro curvo di marmo bianco, come su uno schermo di pietra. Un ombra di parole,
di un centro commemorativo del sacrificio delle donne americane al servizio della patria, ha compreso anche la ristrutturazione dell emiciclo di ingresso al cimitero risalente agli anni Trenta.
n Site plan and view of the upper terrce of the Women s Memorial and Education Center at Arlington Cemetery, Virginia. The project, which won an international competition to design a
memorial for women who died while serving their country, also involved the restructuring of the hemicycle at the cemetery entrance dating back to the 1930s.
senza forma fissata, ma con la mutevolezza del disegno, ordinato dalle stagioni e dalla luce, che penetra e disegna i muri. Un architettura minimale, ridotta all osso, priva di compiacimenti. Quanta distanza tra la monumentalità vuota e formalistica dell emiciclo esistente e la semplice forza della parola attraversata dalla luce! Sembra quasi che Weiss e Manfredi abbiano voluto restringere il proprio vocabolario per affermare, in detrazione, la forza di un azione di cultura, lo scavo nella storia sociale e nella terra, come atti inscindibili per il progetto. Così la cifra definitiva per la comprensione di questo lavoro ci appare la continuità: tra fattori architettonici, culturali e sociali. Tutto è connesso, nella trasparenza della memoria. Stefano Pavarini
l ARCA 137 59
odernity certainly has not M wiped out the past: despite a certain desire to begin again from
scratch, remove the past and create a sort of tabula rasa, we are still interested in grasping the sense of certain key moments in the lives of those who went before us and in remembering why certain things happened. Architecture can provide a helping hand in deciphering the present by looking back over the past. But there is always a danger that this might be like walking backwards - as if delving into the past necessarily involves the use of academic forms - or on the other hand the risk of being projected into a virtual, hallucinatory future, inventing gratuitous forms lacking any real roots or grounding in the past. Opposite poles of the same basic attitude: architecture serving its own purposes. A hypothetical third way we are
60 l ARCA 137
trying to find, precariously balanced between these two extremes, encompasses a range of works of what we might describe as service architecture or spaces designed to evoke without over-resorting to forms, but rather drawing with great measure and precision on design materials. The Weiss/Manfredi firm based in New York has opted for a distinctly anti-rhetorical, modern design for a memorial in Arlington National Cemetery to commemorate the role of women in the US armed forces. The reason why Marion Weiss and Michael Manfredi won the competition commissioned by the Women in Military Service for America Memorial Foundation was the way they have dug down into the ground to unearth stories of forgotten women. Very little attention or recognition is ever given to women s contribution to the army; their presence is often rather unwelcome or even
sneered upon. Stories about women s heroics have been buried away and forgotten in the madness and suffering of war. This means we must uncover signs of lost lives so that their stories can be re-told to the living: it is really a work of creative archeology. The memorial discretely hides away in two ways: underground and behind a huge granite hemicycle designed in 1927 by Kim, Mead & White. This revivalist landmark has been conserved less for its stylistic qualities than as a structural link with the visual line through Washington s most important monuments. The layout of underground spaces is simple and follows the outline of the hemicycle above grade level. Glass steps lead underground: a central backbone joins together the reception spaces, theatre, staff offices, twenty-two exhibition spaces-alcoves,
conference hall, and a facility with a computer memory full of stories about women serving in the armed forces; there is also a Hall of Honour where the commemoration ends. Everything is dedicated to women who were prisoners of war, received military honours or died in war. Nevertheless, the memorial would be nothing but a large (and rather cold) underground gallery without the real leit-motif of the entire project: its glass surface. This acts as a roof inclined at the same angle as the hemicycle that is specifically designed to create a psychological (as well as physical) sense of light and hope, drawing the heavens down underground. This project is rich in metaphor, gentle metaphors pointing towards possible interpretations rather than imposing specific readings. The idea is to bring the force of materials, such as stone and glass, in
Sezioni e prospettiva dell emiciclo con l illuminazione che mette in primo piano la nuova copertura trasparente del Centro.
n
contact with memory, pain, death, serving one s country, and negated identity. It would have been easy enough to exploit rhetorically moving female images of a rather melodramatic nature, but Weiss/Manfredi have chosen to play on the timeless force of the written word. The 138 glass sheets forming the roof are engraved with testimonies, quotations and words of women at war, almost a sort of public diary, fragments of forgotten lives that become the very body of this architectural shrine to the age in which we live. The weaving together of the texts is projected by natural light onto the curved white marble wall in the gallery, as if it were a stone screen. A shadow of words, with no fixed form, but varying with the seasons and light as it penetrates and shapes the walls.
Sections and perspective view of the hemicycle showing the lighting focusing on the Center s new transparent roof.
n
The architecture is reduced to a bare minimum, leaving no room for excesses. The empty, formalistic monumentality of the old hemicycle is poles apart from the simple force of words shot through with light! Weiss and Manfredi almost seem to have held back their own stylistic idiom to leave as much room as possible for the power of culture, digging into both social history and the ground as indispensable acts of architectural design. The real key to interpreting this project seems to be continuity: between architectural, cultural and social considerations. All this connected together through the transparency of memory. Stefano Pavarini
l ARCA 137 61
62 l ARCA 137
Nella pagina a fianco, l interno dell emiciclo coperto con 138 pannelli di vetro in cui sono incise frasi delle e sulle donne, che si riflettono sulle pareti interne. A sinistra, l esterno dell emiciclo. L Education Center ha una superficie complessiva di circa 3.700 mq e comprende la Sala d Onore, un teatro da 200 posti, una galleria espositiva e un archivio computerizzato con un database di fotografie, nomi e ricordi delle donne che hanno servito la Patria. Sotto, alcune postazioni dell archivio computerizzato. n Opposite page, the inside of the hemicycle covered with 180 glass panels engraved with quotes by and about the women, reflected on the inside walls. Left, the outside of the hemicycle. The Education Center covers an overall surface area of approximately 3,700 square metres and includes a Hall of Honour, 200-seat theatre, exhibition gallery, and computer archives containing a data base of photographs, names and recollections of women who served their country. Below, entries from the computer archives. n
Credits Project: Weiss/Manfredi Architects Marion Weiss, Michael A. Manfredi Project Architect: Charles Wahl Project Team: Christopher Ballentine, Jennifer Graessle, Karl Lehrke, Stephen Moser Landscape Architect: EDAW Engineers: Weidlinger Associates (structural), Cosentini Associates (mechanical), Wiles Mensch (civil), Mueser Rutledge Consulting Engineers (geotechnical) Consultants: Staples & Charles (exhibit design), H.M. Brandston & Partners (lighting), R.A. Heintges Consultants (glazing), Shen Milsom & Wilke (audiovisual, acoustics),Oehrlein & Associates (preservation), AMIS (cost), Rolf Jensen & Associates (codes), Lehrer McGovern Bovis (program manager) General Contractor: Clark Construction Client: Women in Military Service for America Foundation - Brigadier General Wilma Vaught (president), John Carr (project director)
l ARCA 137 63
Audi in mostra New Headquarters in Milan a lavorazione dell alluminio in L casa Audi è vecchia di quasi cent anni (da Audi magazine n. 1,
aprile 1998). Dall auto all architettura, l alluminio si riconferma materiale simbolo di Audi. E la recente realizzazione a Milano della nuova sede C. A. R. Comauto indica come il ferro morbido sia già proiettato verso il Terzo millennio all interno dell immagine dell azienda di Ingölstadt. Il complesso è formato da tre corpi principali: quello destinato all esposizione delle auto, di un solo piano più il mezzanino; il corpo laboratori, allungato su due piani fronteggiante la strada di accesso all edificio e la torre circolare, alta sei piani. Il tutto distribuito su un area di oltre quattromila metri quadrati, su cui è stata edificata una volumetria fuori terra di oltre diciassettemila metri cubi. Due piani interrati, di tredicimila metri cubi, con destinazione a parcheggi, cantine e locali di servizio, completano la nuova sede pilota nel capoluogo lombardo. I volumi tecnici, comprendenti gli impianti di climatizzazione, sono invece collocati sulla copertura. Le facciate dei tre corpi sono rivestite in curtain wall di alluminio grecato. L alluminio grecato naturale riveste inoltre i volumi tecnici, le zone corrispondenti gli uffici, la copertura
64 l ARCA 137
dell hangar e quella della torre circolare. Ampie vetrature, in taluni casi trasparenti, in altri opache, si alternano a seconda delle destinazioni strutturali o in base all esposizione solare. Incastonato nella periferia nordovest di Milano, il nuovo complesso d alluminio e vetro fa pensare a un embrione, a una struttura in grado di generare ordine teutonico attraverso volumetrie articolate e matericamente omogenee. Tra svincoli stradali, sopraelevate ed edifici anonimi (ma visivamente ingombranti), l hangar Audi è una presenza di forte impatto, destinata a mitigare la cacofonica disposizione urbanistica della zona. I tre corpi di fabbrica formano un complesso caratterizzato da un orizzontalismo che richiama gli edifici industriali dei primi anni del Novecento. Ciò dimostra come il mito industriale sia ancora radicato nella cultura architettonica occidentale. La ville, espace mutant è dunque solo un astrazione cara a Paul Virilio, un obiettivo affascinante ma irraggiungibile? Difficile sostenere il contrario quando il terreno è lastricato di stereotipi. In questo caso quelli riferibili al concentrato tecnologico dell immaginario aeronautico. Esigenze di corporate-identity
identificano nell hangar il massimo di rappresentatività simbolica cui demandare la comunicazione del prodotto auto al massimo dell enfatizzazione tecnologica. Disposto obliquamente rispetto all ortogonalità del reticolo stradale, lo showroom-hangar è già nella disposizione planimetrica elemento forte dell insieme. La sua eccentricità rispetto al tutto, la raffinata fattura costruttiva lo rendono protagonista della scena urbana. Nel ruolo di comprimario, la torre circolare si ritaglia uno spazio significativo, non solo come unico elemento puntato verso il cielo, ma anche a rivendicare la sua identità geometrica, la purezza euclidea di solido elementare. A un attenta analisi lo showroom si rivela non solo teatro di suggestioni e di aeronautiche visioni, ma anche tema progettuale complesso. Sia sotto il profilo strutturale sia sotto quello impiantistico. La compresenza di strutture leggere e flessibili e di ampie superfici vetrate, quindi alquanto rigide, è stata oggetto di soluzioni particolari rendendo scorrevoli alcune sezioni delle facciate. Le notevoli superfici in alluminio e vetro hanno inoltre comportato una puntuale progettazione dell impianto di climatizzazione. Il tutto è stato integrato all interno delle contro-
Progetto: Studio Zenoni con CBCR
soffittature, assicurando così il costante mantenimento in sovrapressione dell intradosso dell hangar. Lo strato d aria a temperatura media collocato sotto la volta metallica preme verso il basso l aria a temperatura ambiente, mantenendo così costante la quota ottimale di esercizio. Fenomeni di condensa, frequenti in ambienti con grandi superfici vetrate, sono stati neutralizzati grazie a un sistema di emissione di lame d aria radente che assicura trasparenza alle facciate, in tutte le stagioni. Trasparenza come comunicazione tra architettura e città soprattutto nelle ore notturne, l hangar proietta le sue intime strutture sulla metropoli. Il doppio livello del volume è attraversato dal movimento dell ascensore cilindrico e le auto, come sospese nello spazio, danno vita a un insolita scena urbana. Progettato succesivamente, l hangar è collegato al corpo dei laboratori ed è caratterizzato da una struttura a portale in cemento armato e da sei pilastri tubolari, che sostengono la leggera copertura in alluminio grecato. Un terzo della copertura, per tutta la sua lunghezza, circa cinque metri, è tagliato da un lucernario provvisto di un sistema di oscuramento con protezioni filtranti con movimento motorizzato. Carlo Paganelli
n Nella
pagina a fianco, la nuova sede C.A.R. Comauto di Milano composta da un corpo esposizione, un corpo laboratori e una torre circolare. In basso, lo showroom. Il complesso sorge nella periferia nordovest della città
udi has been working with A aluminium for almost one hundred years (from Audi maga-
zine no.1, April 1998). From cars to architecture, aluminium is certainly Audi s trademark. And the recent construction of the new C.A.R. Comauto headquarters in Milan shows that soft iron is already projected towards the Third Millennium in Ingölstadt s company image. The complex is constructed out of three main buildings: a single-storey car showroom with a mezzanine, the laboratories blocks built over two levels facing the entrance road to the building, and a six-storey circular tower. The whole lot is spread over an area of over four thousand square metres, featuring over seventeen thousand cubic metres of overground built space. The new pilot plant in Milan is completed by two underground levels, filling thirteen thousand square metres, designed to hold car parks, cellars, and utility rooms. The technical facilities, including the airconditioning systems, are located on the roof. The three building facades are clad with Greek-fret curtain walling. Natural Greek-fret aluminium also
clads the utility services, the office areas, hangar roof, and roof over the circular tower. Wide glass surfaces - some transparent, others opaque - alternate according to structural purposes or exposure to the sun. Wedged in the north-west suburbs of Milan, the new aluminium and glass complex is reminiscent of an embryo, a structure capable of creating Teutonic order by means of metrically homogenous, intricate building volumes. Amidst an array road turn-offs, flyovers and bland (but visually oppressive) buildings, the Audi hangar is a powerful landmark that plays down the area s cacophonic urban layout. The three buildings form a complex whose horizontal forms evoke industrial buildings from early this century. This proves that the myth of industry is still deeply entrenched in Western architectural culture. Does this mean that La ville, espace mutant is just one of Paul Virillo s favourite abstractions, an intriguing but unattainable goal? It is hard to claim otherwise, seeing how the ground is littered with stereotypes. In this case referring to the melting pot of technological imagery offered by the aeronautics industry. Corporate-identity requirements
caratterizzata da grandi complessi residenziali ed edifici industriali. Al fine di dare maggior consistenza visiva al nuovo insediamento, il complesso è stato frazionato in più corpi in modo che ciascuno fosse ben visibile e identificabile.
n Opposite
page, the new C.A.R. Comauto headquarters in Milan, featuring a showroom, workshop area, and circular tower. Bottom of page, the showroom. The building is located in the north-west suburbs of the city, which is full of large housing blocks and industrial
mean the hangar is symbolically designed to project the car-product s image with as much technological force as possible. Placed obliquely in relation to the orthogonal layout of the road network, the hangar-showroom has a highly powerful site plan. Its eccentric relations to everything else and the elegant way it has been constructed make it stand out on the cityscape. The circular tower, too, cuts its own fine figure, not just as the only upward-thrusting element but also due to its Euclidean geometric purity as a simple solid. Upon closer scrutiny the showroom turns out to be an intricate design in both structural and plantengineering terms, and not just a melting pot of aeronautical visions and allusions. The simultaneous presence of light-weight flexible structures and wide glass (and therefore rigid) surfaces resulted in the design of some sliding facade sections. The wide aluminium and glass surfaces also called for a carefully designed air-conditioning system. The entire system was incorporated in the double-ceilings to ensure the entredos of the hangar is kept overpressurised. The layer of average-
buildings. The complex has been split into several separate units, each clearly visible and easily identified, to a create greater visual impact.
temperature air placed beneath the metal vault pushes down the ambient-temperature air, thereby maintaining an optimum operating level. The kind of condensation associated with wide glass surfaces has been neutralised by a system of radiant air ejection, keeping the facades clear at all times of year. The hangar projects its intimate structures out towards the city through transparency and interaction between architecture and the built environment, particularly at nighttime. The double-level structure is run through by a cylindrical lift and cars, as if they were suspended in space, creating an unusual urban setting. Designed at a later date, the hangar is located in the laboratories block and features a portal structure made of a reinforced concrete and six tubular columns holding up a light-weight aluminium roof. A third of the roof, over its entire length of approximately five metres, is cut through by a skylight fitted with a darkening system of motor-driven filtered projections.
l ARCA 137 65
66 l ARCA 137
nA
sinistra, il complesso visto dal lato dello showroom. Sopra, dallÂ’alto in basso, planimetria generale, pianta del piano terra, pianta del secondo piano e sezione longitudinale.
n Left,
the complex viewed from the showroom side. Above, from top of page down, site plan, plan of the ground floor, plan of the second floor, and longitudinal section.
lÂ’ARCA 137 67
n In questa pagina, lÂ’interno dello showroom e un dettaglio della scala. Nella pagina a fianco, il soppalco dello showroom e un disegno in 3D della struttura portante. n This page, inside of the showroom and detail of the stairs. Opposite page, the showroom entresol and a 3D rendering of the bearing structure.
68 lÂ’ARCA 137
Credits General Project: Studio Zenoni Architetti Associati: Gianni Zenoni, Francesco Zenoni Project for Audi: Studio Zenoni e CBCR (Catani, Belotti, Catani) Interior Design: Studio CBCR Site Management: Sudio Zenoni General Contractor: Coima Structures: Studio Introzzi Electromechanical Plants: Studio Pozzi Electrical Plants: As-Ing Greenery: Lorenzini General Contractor: Coima Metalwork: Zambetti Lumina
Facade Systems: Alusuisse/SAVOgi Glasses: Glaverbel Lighting: Bega, Zumtobel, Erco Exterior Flooring: Lecabeton Doors: Lualdi Lifts: Neulift Climatisations: Carrier Furniture: Vitra Roofing: Grekor Waterproofing and Insulation: Sarnafil/Geoteco Client: Armoi s.r.l. Client Audi: C.A.R. Comauto s.p.a.
l ARCA 137 69
Dal vincolo all espressione Ludwig Erhard Haus, Berlin
iorganizzare le zone abbandonate, R obsolete o distrutte dalla guerra è stata più che mai un esigenza
imperativa per Berlino. I criteri di costruzione urbana e di composizione dello spazio pubblico hanno decisamente privilegiato il recupero dell imprinting della città storica; in questo processo sono stati realizzati alcuni interessanti esempi di aggiornamento e rielaborazione dei criteri tipologici e di programma edilizio tramite l esperienza IBA, ma hanno visto la luce anche molti pachidermi, piazzati pesantemente a ricalcare un tracciato urbano di ottocentesca memoria (in pianta e alzato) oggi non più riattualizzabile in modo così automatico. La recente operazione di densificazione commerciale della Friedrichstrasse ne rappresenta un caso eclatante. L omologazione al sistema del megaisolato discende in buona parte dai vincoli tipologico-normativi imposti dal piano, tra cui ad esempio quello dei 22 metri dell altezza massima della linea di gronda e quello dell occultamento delle falde del tetto alla vista dal marciapiede contrapposto, che tendono a definire in modo quasi esatto il profilo finale dell edificio. Quasi, perché come Nicholas Grimshaw & Partners hanno dimostrato con la costruzione della Ludwig Erhard Haus, anche il più monotono dei vincoli può essere trasfor-
70 l ARCA 137
mato nello spunto per un progetto diverso ed efficace. Alla radice del progetto sono 15 archi ellittici in acciaio, di ampiezza via via differente, i cui piedi sono disposti in modo rettilineo a una base e spostati in modo da formare un linea sinuosa all altra estremità, andando così a calpestare la forma irregolare del lotto. La corda massima da terra varia di conseguenza e rispetta i limiti di altezza massima imposti. Questi costoloni sono più che un semplice scheletro strutturale a cui sono sospese le solette dei piani sottostanti; definiscono, con il loro profilo inconfondibile e con il loro rivestimento in acciaio inossidabile, la sagoma stessa dell edificio. I volumi giocano con il vincolo imposto del regolamento edilizio sul profilo ammissibile; la parte piena entra ed esce dal limite degli archi: da un lato, quello rettilineo, ne fuoriesce, allineandosi verticalmente fino ai fatidici 22 metri; dall altra invece ne rimane inviluppato, assecondando il profilo curvilineo. Il disegno delle basi degli archi, unito all inusuale sagoma arrotondata, entrambi decisamente zoomorfi, hanno meritato all edificio il nomignolo di Armadillo . L analogia con il recente progetto per il terminal di Waterloo a Londra può spingere la riflessione un po oltre il mero richiamo visivo; in quel caso si trattava di dare
una copertura e una testa a una pura infrastruttura ; qui l intreccio tra necessità funzionali e volontà rappresentativa sembra ulteriormente saldato, richiamando il respiro dei progetti a cavallo degli anni Venti e tra l espressionismo e le avanguardie sovietiche, in cui la convinzione in un progetto inteso come programma, faceva superare, in souplesse, quelli che da lì a poco sarebbero diventati i dogmi formali modernisti. Il lotto a disposizione per questo progetto, non lontano dal famoso zoo di Berlino e da quello che fino a un decennio fa era il cuore commerciale della città occidentale, si presentava con una forma piuttosto complessa; il mix di funzioni richieste esigeva un integrazione efficace tra la funzione più piccola, ma più rappresentativa, la Borsa Valori della città, e gli spazi commerciali e per uffici; Il brief iniziale, sottolineava la necessità di dar vita a un Communication Centre , un luogo dove tutti gli attori economici della città potessero essere rappresentati o incontrarsi, includendo quindi uffici temporanei, auditorium e ristoranti. Nei primi due piani lo spazio è molto fluido e permeabile e si snoda in un lungo foyer aperto a doppia o tripla altezza e ricco di luce naturale, in cui si attestano gli ingressi e le diverse funzioni pubbliche
Progetto: Nicholas Grimshaw & Partners
ospitate all interno, tra cui spicca la sala vetrata del ristorante. La tipologia strutturale dei grandi archi rende libera la pianta e fa sì che non ci siano restrizioni particolari nell uso della superficie; la lettura della planimetria evidenzia questo alto grado di indipendenza. A partire dal secondo piano in poi, l assetto degli spazi si orienta in modo subordinato ai due grossi atrii che, infilandosi perpendicolarmente al lato lungo del lotto e penetrando in profondità nel corpo dell edificato, si sostituiscono a due doppie campate, irrorando di luce gli open space dei piani superiori. Dal fondo di uno dei due atrii sbuca una forma ellittica il cui top trasparente rappresenta il Cielo sopra la Borsa di Berlino . Il grado di flessibilità con cui sono concepiti gli spazi è tanto più apprezzabile quanto più ci si rende conto del ciclo temporale sempre più corto e mutante delle funzioni pubbliche o commerciali, che tendono ad alternarsi in modo ravvicinato, richiedendo layout a volte radicalmente differenti. In questo modo, cioè con un elevato grado di flessibilità potenziale perseguito in fase di progetto iniziale, anche la vita potenziale dell edificio, inteso come involucro, si allunga, specie se la città si affeziona a esso, come sembra stia accadendo per questo progetto. Jacopo della Fontana
n Viste
notturne della Ludwig Erhard Haus a Berlino che ospita la Camera di Commercio. La struttura dell edificio è costituita da 15 archi ellittici di acciaio con luci di ampiezza differente. La copertura è in pannelli di acciaio, mentre le facciate laterali sono completamente vetrate.
edeveloping abandoned, obsolete R areas destroyed during the war has been a real imperative for the city
of Berlin. Urban construction and the design of public space have certainly focused around a sort of imprinting of the old city; this process has involved some interesting examples of updating and re-elaborating typological and building programme criteria drawing on IBA experience, but a lot of rather rough-and-ready constructions have also been planted in the ground to try and re-trace a sort of nineteenthcentury urban layout that is not such an automatic success nowadays. The recent boom in retail facilities in Friedrichstrasse is emblematic in this respect. Standardised use of the mega-block system largely derives from stylisticnormative constraints in the building brief - such as the restriction of a maximum of 22 metres above the eaves height and stipulation that the roof pitches must not be visible from the other side of the road - which tend to almost precisely determine the final building profile. Almost, because as Nicholas Grimshaw & Partners have shown through the construction of Ludwig Erhard Haus, even the most monotonous of constraints can be transformed into a guideline for a quite different sort of functionally efficient pro-
ject. The design is constructed around 15 steel elliptical arches of different widths, the feet of which are arranged into a rectilinear base and dislocated to form a sinuous line at the end, thereby infringing on the irregular layout of the building lot. This varies the maximum chord from the ground and keeps within the maximum height limits. These huge ribs are more than just a simple structural skeleton to which the floors of the levels below are attached; their unmistakable profile and stainless steel cladding both shape and structure the final building design. The structures play with the construction constraint on the building profile; the full part, the real built section, fits inside and projects beyond the arches: it juts out beyond them over on the straight side, fitting in vertically with the 22-metre limit; on the other side it is enveloped inside them, knitting into the curved profile. The zoomorphological design of the foot of the arches and of the unusual rounded profile explain why the building has been nicknamed the Armadillo . Comparing it with the recent project for Waterloo Station in London takes us beyond mere visual analogies; the Waterloo project was designed to give a roof and head to a mere infrastructure; here there is an even tighter bond
between functional constraints and symbolic force, reminiscent of designs dating back to around the early 1920s and of both expressionism and the Soviet avant-gardes, when programmatic considerations made it possible to move beyond what were shortly to become the stylistic dogmas of modernism. The project lot, not far from the famous Berlin Zoo and what until about ten years ago was the shopping centre of West Berlin, was rather intricately shaped; the mix of functions specified in the project brief called for a smoothly knit union between the smallest but most symbolically important of functions, the city s Stock Exchange, and the shopping-office facilities; all this without wasting a square centimetre of building space. The initial project brief, drawn up in a wave of post-unification enthusiasm, emphasised the need to create a Communication Centre , a place where all the city s business operators might be represented or where they could interact, including temporary offices, auditoriums, and restaurants. The fluid, permeable space of the first two floors winds into a long open doubleor triple-height foyer flooded with natural light holding the entrances and various public functions, notably the glass restaurant. The structural design
n Nighttime
views of Ludwig Erhard Haus in Berlin where the Chamber of Commerce is located. The building structure is made of 15 steel elliptical arches of differing spans. The roof is made of steel panels and the side facades are all-glass.
of the large arches opens up the site plan and ensures there are no particular constraints on the use of surface; the degree of independence is evident in the site plan. From the second floor onwards, the layout of spaces is subordinated to the two large lobbies which, slipping in perpendicular to the long side of the lot and penetrating deep into the building complex, take the place of two double bays, bathing the open-plan spaces on the upper floors in light. An elliptical-shaped form with a transparent top representing the Sky above the Berlin Stock Exchange springs out of the floor of one of the two lobbies. The flexibility with which the spaces are designed is all the more remarkable bearing in mind the increasingly short and changing life spans of public-business functions, which tend to swap around and take each other s place at a startling rate, calling for at times radically different layouts. This high degree of potential flexibility incorporated in the initial project brief means that even the building s potential life span (in the form of its shell) can be lengthened, particularly if the city takes a liking to it, as appears to be the case with this project.
l ARCA 137 71
72 l ARCA 137
n
Planimetria generale.
n
Site plan.
n
Pianta del nono piano.
n
Ninth floor plan.
n
Pianta del secondo piano.
n
Second floor plan.
n
Pianta dell ottavo piano.
n
Eighth floor plan.
n
Pianta del primo piano.
n
First floor plan.
n
Pianta del sesto piano.
n
Sixth floor plan.
n
Pianta del piano terra.
n
Ground floor plan.
n
Sezione. Nella pagina a fianco, il grande atrio al cui centro una lanterna trasparente permette di assistere all attività della Borsa.
n
Section. Opposite page, the large lobby whose transparent central lantern makes it possible to watch Stock Exchange activities.
l ARCA 137 73
n A destra e nella pagina a fianco, i volumi vetrati che contengono gli ascensori nell atrio centrale. Sopra, esploso assonometrico e, sotto, vista aerea dell edificio situato tra il Tiergarten, il quartiere del Governo e la Potsdamer Platz.
74 l ARCA 137
n Right and opposite page, the glass structures holding the lifts in the central lobby. Above, axonometric blowup and, below, aerial view of the building situated between the Tiergarten, Government headquarters, and Potsdamer Platz.
Credits Project: Nicholas Grimshaw & Partners Design Directors (London): Nicholas Grimshaw, Neven Sidor Project Director (Berlin): Michael Pross Associate in Charge (London): Ingrid Bille Design Team (London): Rowena Bate, Martin Bauer, Stefan Camenzind, Gary Colligan,
Gavin Finnan, Kai Flender, Paul Grayshon, Andrew Hall, William Horgan, Ewan Jones, Matt Keeler, David Kirkland, Angelika Kovacic, John Lee, Benedict O Looney, Stuart N. Piercy, Will Stevens, Dorothee Strauss Design Team (Berlin): Andre Burmann, Thomas Deuble, Philip Engelbrecht, Raphael Forny, Birgit Greulich, Jens Hardvendel, Markus Hetzel, Carsten Kromschröder, Beate Müller, Susanne Raynor,
Helle Schröder, Simon Wacker Project Managers: Buro 4/SMV, Coopers and Lybrand Structural Engineers: Whitby and Bird, Specht Kalleja and Partners, Krupp Stahlbau Service Engineers: RP+K Sozietät Quantity Surveyor: Davis Langdon & Everest, Mott Green & Wall Site Manager:
Michael Weiss & Partner Cladding: Emmer, Pfenninger and Partners Acoustics: Müller BBM VBKI Furnishings: Wiegand Hoffman Cleaning Machine: Thomas Weisse Client: Berlin Chamber of Commerce and Industry
l ARCA 137 75
Dinamismo interattivo Contemporary Arts Center, Cincinnati l Contemporary Arts Center (CAC) Isionato di Cincinnati, Ohio, ha commisa Zaha Hadid il progetto per
la propria nuova sede. Il sito per la realizzazione di questa nuova sede è situato in un ambiente urbano molto frequentato e occupa un lotto d angolo. Il programma prevede una serie di spazi espositivi per mostre temporanee, un centro di documentazione, uffici, officine, negozio e ristorazione. Scopo del CAC, e dell autore di origine irachena, è di rivoluzionare il rapporto del proprio quartier generale con le opere che si avvicendano negli spazi attualmente a disposizione. Di più, incoraggiare la produzione di nuove opere attraverso un sistema museale capace di amplificare la possibilità per il pubblico di fruire dell arte. Infine, coinvolgere sempre più la città e il mondo nella vita del Centro. Il primo punto riguarda il tipo di sistemazione in opera nel museo. Il rapporto con l arte e le modalità del suo dispiegamento è il nodo cruciale di ogni progetto museale. In alcuni casi, la sacralità dell arte può irrigidire al mantenimento di una certa distanza dell architettura dal materiale esposto. In questo caso, lunghi e alti muri bianchi e vasti spazi di circolazione tentano di mantenere un profilo basso privilegiando la scansione degli oggetti d arte. Lo sfondo neutro aiuta a delineare nette le forme di sculture e installazioni, facendole stagliare su tela o intonaco bianco. L arte viene isolata e quindi classificata e se ne offre un analisi del tutto decontestualizzata, il che è quasi sempre inevitabile per l arte antica. Lo schema dinamico del progetto di Hadid incoraggia invece una visione mediata e più ambigua, problematica, dell opera d arte. L arte contemporanea - e probabilmente gran parte dell arte moderna - si presta perfettamente a una contestualizzazione . L immersione in un ambiente fluido e interattivo, che contribuisce al distacco delle opere dalla figura del proprio autore, e a mitigarne i contorni netti, è un tema contemporaneo. Per alcune forme d arte, per esempio, il rapporto con il contrasto è fondamentale: performance art, arte concettuale, installazioni. La stessa Hadid suggerisce che un altro aspetto di questo atteggiamento è la rottura o l allentamento della relazione che collega l oggetto d arte alla sua mercificazione e alle collezioni. La tendenza di molte opere contemporanee a trovarsi senza un corpo oggettuale preciso, come è definito il corpo di un dipinto o una scultura, è un aspetto di cui Hadid ha dovuto tener conto in questo progetto.
76 l ARCA 137
Il secondo aspetto importante del progetto è la possibilità che una serie di opere vengano addirittura generate del museo, che funzionerà come un telaio per l installazione delle forme d arte espressamente concepite per i suoi spazi. Hadid introduce un progetto capace di instaurare un rapporto singolarissimo fra contenitore e contenuti, fra vita e arte. All oggetto d arte posto in un contesto neutro Hadid non riconosce comunque la neutralità del bianco o delle forme elementari - viene sostituito un sistema espositivo dinamico. Le opere possono essere osservate dall alto e dal basso e da molti altri punti di vista. Questa opportunità spingerà molti artisti a progettare le proprie opere proprio in funzione della disponibilità di questa nuova dimensione di fruizione. In uno spazio di questo tipo, l interazione con l architettura moltiplica le possibilità evocative di un oggetto d arte e le installazioni individuali possono configurarsi in alcuni casi come estensione degli spunti e delle provocazioni offerte dall architettura dell edificio. Lo spazio museale non è più una cornice neutra come sfondo per le opere esposte. Queste ultime sono infatti destinate a essere progettate per integrarsi profondamente con la sua architettura. Allo scopo è stato pubblicato uno specifico bando per gli artisti a collaborare all allestimento di mostre e installazioni esclusivamente temporanee. Infine il rapporto del nuovo Centro per l Arte Contemporanea con la città. Quest ultimo è descritto da Hadid con la nozione di Tappeto Urbano . tappeto magico o tappeto mobile, la superficie della strada, caratterizzata da un forte traffico pedonale, sfila all interno del museo, deformando con questa azione una porzione della griglia dell impianto urbano. Questo gesto determina la continuità superficiale del marciapiede esterno con l atrio d ingresso, che incurva dolcemente verso l alto e sospinge il visitatore a un mezzanino di accesso alle gallerie. Il dispositivo esaurisce la sua attrazione dinamica ritrovandosi a costituire la parete verticale di fondo dell atrio. Il museo interagisce con le strade circostanti attraverso la diversa qualità delle due facciate principali che presentano all esterno la vita del museo attraverso superfici traslucide in grado di rivelare l attività dell interno, oppure segnano con masse aggettanti la posizione critica del Centro nella città per la quale è stato generato. Alessandro Gubitosi
he Contemporary Arts Center (CAC) in Cincinnati, Ohio, comT missioned Zaha Hadid to design
its new home. The new site is located in a corner plot of a busy urban neighbourhood. The building programme included a series of display spaces for temporary exhibitions, a documentation and records center, offices, workshops, a shop and eating place. The architect (of Iranian descent) wanted the CAC to revolutionise the way the works of art on display in the exhibition spaces currently available interact with their surroundings. The idea was also to encourage the creation of new works through a museum facility capable of both providing more opportunities for the general public to enjoy art and of basically getting the city and entire world more closely involved in the general running of the Center. The first point concerns the general layout of the museum. The way art is actually displayed is really the key to any museum project. In some cases the sacred nature of art tends to distance architecture from the works on display inside it. In this particular case, tall long white walls and spacious corridors keep a low profile, favouring the way art objects are arranged and set out. The neutral background clearly brings out the forms of sculpture and installations, making them stand out against white plaster or cloth. The art is isolated and hence placed in its own particular category, allowing it to be analysed in a decontextualised environment, which is almost inevitable in the case of old art. The dynamism of Hadid s project encourages a mediated and problematic, more ambiguous vision of works of art. Contemporary art and probably most of modern art lends itself perfectly to contextualisation . Submerging in a fluid, interactive environment, which helps separate the works from the artists that created them, and playing down the idea of sharply cut surroundings, is a very topical theme. For instance, certain forms of art rely heavily on contrast: performance art, conceptual art, installations. Hadid herself has also pointed out that another aspect of this approach is breaking down or easing off the pressure on art as a product or collector s item. Hadid s project also had to take into account the fact that many works of contemporary art tend to lack any real objective body, unlike paintings or sculptures. The second important aspect of the project is the way the museum
Progetto: Zaha Hadid
can actually create its own works of art by acting as a sort of frame in which to insert forms of art custom-made for its spaces. Hadid s project sets up very unusual relations between the container and what it contains, between life and art. The idea of placing works of art in a neutral context - Hadid does not take the colour white or simple forms to be neutral - has been replaced by a more dynamic exhibition system. The works can be viewed from above, below, and various other points of view. This will encourage many artists to design their works in relation to this different way of displaying them. In a space like this, interaction with architecture multiplies the evocative force of a work of art and, in certain cases, individual installations can actually become extensions of the opportunities and provocations deriving from the building s architecture. The museum is no longer just a neutral frame providing a background for the works on display. Works will inevitably be designed to blend in perfectly with the architecture. This is why a special tender was launched to encourage artists to get actively involved in organising strictly temporary exhibitions and installations. Lastly we have the way the new Contemporary Arts Center interacts with the city. Hadid describes the city as an Urban Carpet . Like a magic or moving carpet, the road surface (trampled over by lots of pedestrians) winds through the museum deforming a portion of the urban grid. This extends the surface of the outside pavement into the entrance lobby, that slopes up gently and takes visitors into a mezzanine leading into the galleries. The magnetic force of this structural device continues into the vertical back wall of the lobby. The museum interacts with the surrounding roads through the differing quality of the two main facades projecting life inside the museum out towards the external world through translucent surfaces revealing the goings-on inside and drawing on overhanging masses to mark the Center s critical position in the city for which it was designed.
Fotomontagggio del modello del nuovo Contemporary Arts Center che verrà realizzato su un lotto di circa 1.200 mq nel centro di Cincinnati, Ohio. Oltre a circa 2.000 mq di
n
spazi espositivi, il nuovo Centro conterrà anche un auditorium da 200 posti, una libreria, un bar e un Centro educativo interattivo e multimediale chiamato UnMuseum.
n Photomontage of the model of the new Contempoary Arts Center planned to be built on a lot measuring approximately 1,200 sq.m. in downtown
Cincinnati, Ohio. In addition to about 2,000 sq.m of exhibition spaces, the new Center will also have a 200seat auditorium, bookshop, bar, and multi-media interactive Education Facility called UnMuseum.
l ARCA 137 77
A destra, prospettiva aerea. Sotto, spaccato assonometrico. Nella pagina a fianco, viste del modello del Museo, la cui inaugurazione è prevista nell autunno 2001. n Right, aerial perspective. Below, axonometric cutaway. Opposite page, views of the model of the Museum which is planned to open in Autumn 2001. n
Credits Project: Zaha Hadid Associate Architect: KZF Incorporated, Donald L.Cornett, Scott Preston, Jim Cheng Competition Design team: Zaha Hadid, Shumon Basar, Oliver Domeisen, Jee-Eun Lee, Terence Koh, Marco Guarnieri, Stephane Hof, Woody K.T. Yao, Ivan Pajares, Wasim Halabi, Nan Atichapong, Graham Modlen Design Team: Zaha Hadid, Markus Dochantschi, Shumon Basar, Jee-Eun Lee, Oliver Domeisen, Sonia Villaseca, Stephane Hof, Christos Passas, David Gomersall Design Consultants: Michael Wolfson, Patrick Schumacker Construction Manager: Turner Construction Company Acoustic Consultant: Ove Arup and Partners, Andrew Nicol, Richard Cowell Model: Ademir Volic, Helmut Kinzler, Florian Migsch, Sara Klomps Client: The Contemporary Arts Center (director: Charles Desmarais)
78 l ARCA 137
l ARCA 137 79
Artefatti e natura For Energy Transmission
rasparente come l aria : questa espressione
T eminentemente naturalistica, che richiama visioni di
ambienti incontaminati, trova oggi paradossalmente nella tecnologia più avanzata la sua attuazione. I nuovi composti prodotti dalla chimica molecolare assicurano infatti alcune proprietà di base - leggerezza, flessibilità, stabilità - che garantiscono un impatto ambientale minimo, come se la concretezza della materia vi fosse ridotta al punto da fare di ogni artefatto una vaga sagoma destinata a inserirsi spontaneamente nel paesaggio. Questo sviluppo è particolarmente avvertibile in quelle strutture che, come i sistemi di illuminazione metropolitani, i tralicci che sorreggono i cavi elettrici nelle sottostazioni e nelle lunghe distanze o gli impianti per l energia eolica, si confrontano direttamente con l aria, l orizzonte o i panorami naturali. Essi impongono al design compiti diversi da quelli, per così dire, istituzionali. Se volessimo fare un confronto con l arte, potremmo azzardare l ipotesi di un design en plein air inteso a cogliere la realtà delle cose senza gli schermi architettonici della civiltà urbana. In ogni caso, esigono dalla filosofia progettuale di porsi la questione di un impatto ambientale da superare proprio grazie alla loro capacità di sciogliersi, per così dire, nella natura, di divenirvi quasi trasparenti, pur svolgendo appieno le funzioni tecniche loro affidate. Gli esempi in tal senso vanno moltiplicandosi, a dimostrazione che il problema del rapporto artefatto/natura si è posto nella giusta prospettiva. In Finlandia il sistema Fingrid, progettato dallo studio Nurmesniemi per la trasmissione di energia ha puntato su un design delle strutture che, sfruttando la plasticità e la duttilità dei nuovi materiali, si confronta alla pari con l ambiente, senza illusori tentativi di mimesi né arroganti imposizioni di immagine. Le forme e i colori dei tralicci esprimono i valori culturali del nostro tempo; eppure essi riescono a dialogare con il paesaggio circostante di cui non contraddicono, ma sottolineano le peculiarità. In Francia è invece Jean de Giacinto a impegnarsi in una ricerca progettuale capace di coniugare le possibilità offerte dalla tecnologia più avanzata con la prioritaria esigenza di armonizzare il manufatto artificiale con l elemento naturale. De Giacinto sfrutta appieno la trasparenza dei materiali polimerici per inserire le sue strutture nell ambiente facendo in modo che esso le trapassi visivamente pur lasciandone intatta l identità architettonica. Si tratti di edifici o di tralicci per l energia eolica, il principio non cambia: l aria, la luce, il paesaggio vi filtrano liberamente, e la loro presenza, che pure è segnata da un disegno tecnicamente rigoroso ed esteticamente raffinato, vi si impone, sia pure, in certo modo, in controluce. Queste ricerche progettuali non hanno però solo il merito di risolvere il problema dell impatto ambientale. Esse in realtà allargano l intero orizzonte dell architettura e del design disvelandone le nuove frontiere. Le soluzioni che vi troviamo investono la cultura progettuale nella sua interezza, giacché mettono in gioco scienza, tecnica, estetica e funzionalità in una miscela culturale in cui si rispecchiano vividamente i valori primari del nostro tempo. E a esse, perciò, che occorre guardare per individuare i modelli della futura progettazione. L orizzonte verso cui tendiamo sembra infatti definito non dalla pesante opacità degli antichi materiali, ma dalla levità e dalla trasparenza dei nuovi, gli unici, forse, in grado di salvaguardare davvero la natura e la storia. Maurizio Vitta s transparent as air : this eminently nature-related
uncontaminated environments is now strangely realised in modern technology. The latest compounds produced by molecular chemistry provide certain basic properties lightness, flexibility, stability - that guarantee the least possible environmental impact, as if the physical nature of matter could be reduced to such an extent to make artefacts nothing more than vague outlines smoothly blending into the landscape. These new developments are particularly notable in those facilities, such as street lighting systems, pylons holding up electric cables in sub-stations or out in the country, and wind-powered energy-generation systems, which interact directly with the air, horizon or natural
80 l ARCA 137
Juhani Eskelinen
A metaphor calling to mind the idea of
Esa Kurkikangas
environment. These structures call for what we might describe as unconventional design. Making a comparison with art, we could call it design en plein air attempting to grasp the true nature of things without the architectural screens of urban society. In any case, they force the philosophy of design to broach the issue of environmental impact in terms of their capacity to dissolve, so to speak, into nature, to become almost transparent while carrying out their basic technical functions in full. There are a growing number of examples of this, showing that the question of the relationship between artifice and nature has been tackled in the right perspective. The Fingrid energy transmission system in Finland, designed by the Nurmesniemi firm works around a structural design which, exploiting the sculptural qualities and flexibility of new materials, interacts with the environment on an even standing, without either trying to camouflage itself or arrogantly impose its own image. The colours and shapes of the pylons physically embody the cultural values of the age in which we live; but they also manage to interact with the surrounding landscape by exalting, rather then contrasting with, its peculiar features. In France, it is Jean de Giacinto who is carrying out design research into combining the possibilities opened up by new technology with the need to bring artifice into line with nature. De Giacinto fully exploits the transparency of polymers to insert his structures into the environment in such a way that it seems to pass through them without interfering with their architectural identity. The principle is the same for either buildings or wind-energy pylons: air, light and the landscape filter through freely, so that their technically rigorous and aesthetically elegant designs seem to stand out against the light. This research into design does not just solve the problem of environmental impact. It widens the horizons of architecture and design in general, unveiling the cutting-edge of both. The solutions discovered involve the whole of design, bringing into play science, technology, aesthetics, and functionality, in a cultural melting-pot vividly mirroring the basic values of the age in which we live. This is where we need to look to see where design is heading. The general direction is not towards the kind of heavy opacity of old materials, but the lightness and transparency of unique types of new materials, which might really be capable of safeguarding both nature and history.
Nella pagina a fianco e in alto, un traliccio (alto 50 m) a Laukaa, e, sopra, una fase di montaggio per i tralicci multilivello (alti 34 m) di Espoo, in Finlandia. Realizzati dallo studio Nurmesniemi (Antti Nurmesniemi, Jorma Valkama, Björn Selenius) per conto della Fingrid, l azienda che controlla l 80% della trasmissione energetica del Paese, questi tralicci fanno parte di un programma di sviluppo di nuove linee ambientalmente compatibili per le aree densamente popolate e per le aree protette.
n
Opposite page and top, a (50 m tall) pylon in Laukaa and, above, a stage in the assembly of multi-level (34 m tall) Espoo pylons in Finland. Designed by the Nurmesniemi firm (Antti Nurmesniemi, Jorma Valkama, Björn Selenius) for Fingrid, the company that controls 80% of the nation s energy supply services, these pylons are part of a plan to develop new eco-compatible lines for densely populated and protected areas.
n
l ARCA 137 81
82 l ARCA 137
In queste pagine, i lampioni progettati da Jean de Giacinto per l’illuminazione della Rocade de Bordeaux nella sezione del Ponte François Mitterrand/A63. I lampioni, realizzati in acciaio e materiali polimerici, hanno una geometria variabile che permette una gestione controllata del flusso di luce sulla strada. n These pages, the lampposts designed by Jean de Giacinto to illuminate the Rocade de Bordeaux along the Ponte Francois Mitterrand/A63 section. The lampposts, made of steel and polymers, have variable geometric forms to control the amount of light projected onto the road. n
lÂ’ARCA 137 83
C é ma non c é There is but there is not
l disegno industriale contemporaneo fronteggia la
I sfida della immaterialità o, se si preferisce, della
virtualità senza abdicare alle sue prerogative, ma anzi forzandone al massimo le potenzialità. Il risultato è molte volte quello di una progressiva tendenza alla immaterialità di prodotti che pure hanno una loro specifica concretezza; il che consente addirittura di andar oltre il concetto di virtualità (per il quale la cosa non c è, eppure c è), per arrivare a una sorta di virtualità virtuale , in cui il rapporto si capovolge e la cosa c è, ma non c è. Sembra un giochetto di parole. Viceversa si tratta di una situazione che i progettisti devono affrontare sempre più spesso grazie ai materiali e alle tecniche che lo sviluppo contemporaneo mette loro a disposizione. Il caso della Siedle, che ora la Bitron presenta sul mercato italiano, è indicativo a tale riguardo. Specializzata in prodotti per la comunicazione all interno di strutture architettoniche di alto livello (dai videocitofoni alle pulsantiere dei condomini e delle villette, dai display di comunicazione fino agli impianti Intercom), l azienda tedesca ha disegnato i suoi oggetti riducendone al minimo l ingombro, modellandoli secondo forme svelte e discrete, e utilizzando materiali che li rendono leggeri e quasi evanescenti, pur garantendone l assoluta funzionalità. Questo modello progettuale, che la Siedle qui esemplifica e che è tipico di una robusta tendenza attuale di cui non è difficile preconizzare la diffusione nei prossimi anni, mira a configurare un design di servizio (quale è appunto quello per le componenti
informatiche e telematiche dell architettura) capace di non imporre una presenza ingombrante, quantunque esteticamente accettabile, ma di fissare ciò nonostante l oggetto in una identità pienamente affiorante nel momento in cui esso è chiamato a svolgere le sue funzioni. In pratica, l artefatto si integra perfettamente nell ambiente architettonico circostante, si lascia assorbire dalla luce e dallo spazio, ma è sempre pronto a rivelarsi nella sua corposità tecnica e percettiva allorché è sollecitato al servizio. In questo caso, ciò che prevale è il disegno della comunicazione: quando si progettano strutture destinate a costituire l interfaccia comunicativo tra esterno e interno in un artefatto architettonico, è evidente che occorre ideare soluzioni che non interferiscano con l architettura, ma che siano comunque in grado di garantire una perfetta funzionalità (facilità d uso, semplicità di gestione, immediata comprensibilità delle opzioni e così via). Il che ci riporta al discorso da cui siamo partiti. Nel design di servizio, l oggetto deve esserci senza comparire, deve avere un buon livello estetico senza aspirare al protagonismo e deve comunicare senza comunicarsi. Che ciò sia possibile, lo dimostrano i risultati fin qui ottenuti da aziende e progettisti. Quel che resta ancora da fare, invece, è riflettere globalmente su queste nuove realtà, in modo che esse non restino confinate a singoli episodi, ma compongano un panorama sufficientemente strutturato per diventare la base di una filosofia progettuale più avanzata. Maurizio Vitta
n Alcuni
dei pannelli disponibili con varie funzioni: tasti chiamata, tasto luce, serrature a codice, rilevatore di presenza, scheda per Electronic Key.
n Il
nuovo sistema di citofonia Siedle-Vario che si basa sul principio della modularità, del minimo ingombro, della leggerezza e della possibilità di personalizzazione.
84 l ARCA 137
n The
new Siedle-Vario intercom system designed along the lines of modularity, compactness, lightness, and personalisation.
n Some
of the panels available serving various functions: call keys, light key, coded locks, person indicator, Electronic Key card.
ontemporary industrial design is facing the
C challenge of immateriality or, if you prefer,
virtuality, without forgetting its basic prerogatives, indeed it is actually bringing out their true potential to the full. This usually means a general move in the direction of dematerialising products which have their own specific concrete form; this allows us to move beyond virtuality (according to which something is both not there and, at the same time, there) to achieve a sort of virtual virtuality that turns this concept on its head: something is both there and not there. This seems like a mere play on words, but it is actually the kind of situation that designers will be faced with more and more frequently, thanks to the materials technological innovation has now made available. This is the case with the Siedle company that Bitron is now launching on the Italian market. This German company specialising in communications products inside high-quality architectural structures (from video-intercoms and push-button bell panels for blocks of flats and houses to communication displays and intercom systems) has made its products as small as possible, designing them in neat, unobtrusive forms using materials that make them light and almost invisible, without interfering with their functional properties. The approach to design adopted here by Siedle, which is now highly in vogue and likely to become even more popular over coming years, aims at creating design for the service sector (like the kind used for computer/telematic components for architecture)
geared to creating objects which are functionally efficient and aesthetically pleasing without being physically overwhelming. In practice, these artefacts fit neatly into their architectural surroundings, allowing themselves be absorbed in space and light, while being ready to reveal their technical-perceptual presence when called upon to perform a certain function. In this particular case design is geared to communication: when structures are designed to form a communicative interface between the inside and outside of an architectural artefact, these structures must not interfere with the architecture, but must be perfectly functional (easy to use, easy to manage, easy to use etc.). This takes us back to where we began. In the realms of service design the object must be there without appearing, it must be aesthetically pleasing without dominating the scene, and must communicate without communicating with itself. That such pretensions can actually be met is shown by the results already achieved by certain firms and designers. What remains to be done, however, is to reflect on these new states of affairs in general, so that they are not confined to isolated episodes, but combine to form a carefully structured whole providing the basis for a new philosophy of cutting-edge design.
n Alcune
tipologie di colonna portante per i citofoni Siedle-Vario con varie componenti disponibili: modulo Info, altoparlante e modulo tasto di chiamata, telecamera, faretto alogeno, proiettore per luce diffusa, targhetta o quadro informativo, rilevatore di presenza.
n Some
of the types of bearing column available for Siedle-Vario intercoms incorporating various different functions: Info chart, loudspeaker and call key chart, video camera, halogenous lamp, light projector, information panel or plate, person indicator.
l ARCA 137 85
Tocca il mio edificio, tocca la mia città Art in the City n Nella pagina a fianco, la facciata della Nations Bank a Charlotte (North Carolina) su cui Christopher Janney ha realizzato il proprio intervento visivoperformativo Touch my building. Sopra, uno dei 10 pannelli colorati toccando i quali la facciata dell edificio suona. n Opposite page, the facade of Nations Bank in Charlotte (North Carolina) on which Christopher Janney created his Touch my building design. Above, one of the 10 coloured panels which, when touched, make the facade ring.
86 l ARCA 137
rte-città, arte nella città, arte con vocazione
A architettonica. Gli interventi che gli artisti fanno negli
spazi urbani sono quasi sempre inglobati in queste definizioni. Si tratta di cambiare, o stravolgere addirittura, l immagine o il contesto trovati. L artista si misura ad ogni modo con la situazione trovata, nel senso che verso di essa ha inevitabilmente un rapporto di soggezione. Ma c è una tipologia operativa affine a questa, e che dunque si configura pur sempre come arte nella città, e che è dotata di una maggiore autonomia, pur dovendo, anch essa, fare i conti con la situazione trovata se non vuole risultare arbitraria o abusiva. E il caso degli ambienti ex-novo progettati dall artista con una attitudine ideativa più vicina a quella degli architetti che non a quella degli artisti, anche se di questi ultimi mantiene lo spirito libertario o più liberamente inventivo. Ad ogni modo il discrimine tra arte e architettura, particolarmente nella fattispecie, non è nella maggiore o minore artisticità (come oggi, una volta per tutte, dimostrano la scultura-architettura di Frank O. Gehry e l architettura-scultura di Shin Takamatsu). Esso risiede piuttosto nella maggiore o minore soggezione alla funzionalità. Di conseguenza, un ambiente creato ex-novo da un artista, che abbia, certo, particolare dimestichezza con i volumi reali, costituisce un lavoro architettonico o pararchitettonico. Vero è che il discrimine della funzionalità impegna l artista a cose a cui non è abituato o è abituato in misura irrilevante, come la precisa conoscenza dei materiali. Tuttavia, essendo la dimensione prevalente quella dell artista e non quella dell architetto (i due ruoli non si confondono, anche se non per virtù di laurea specifica), l Opera Ambientale, come ho avuto modo di definirla nel 1983, rappresenta un momento di capriccio funzionale negli spazi pubblici (vale la pena ricordare artisti che in questa direzione hanno una lunga pratica, come Dani Karavan, Merkado, Giò Pomodoro o la più giovane italo-americana Jole Alessandrini). Attitudini analoghe ad ogni modo vanno riconosciute anche agli interventi negli spazi urbani, appunto l arte nella città. Un recente, vistoso motivo di divertimento nella città è stato offerto da Christopher Janney, specialista da circa venti anni in questo tipo di espressività, forte di una formazione di architetto e di musicista jazz. I suoi interventi inglobano anche la performance nel senso di azione parateatrale. L ultima sua opera l ha realizzata a Charlotte (North Carolina). Su coordinamento di The Lamb Group , ha realizzato sulla facciata della NationsBank un intervento visivo-performativo di notevoli proporzioni e di forte suggestione. Titolo è chiarissimo: Touch my building. Intervenendo con dieci pannelli colorati ha fatto della facciata un gigantesco music box . Infatti, è andato oltre la decorazione, avendo stabilito di coinvolgere, col suono e col tatto, il pubblico, risvegliando il bambino che è in ognuno di noi, come ha dichiarato Jennifer Murphy, coordinatrice della Public Art for the Charlotte Arts . Il ritmo sincopato dei pannelli che corrono dall alto della facciata ha un interessante contrappunto in una serie (sono 36) di strisce leggere, ciascuna lunga poco più di un metro. Esse corrono tutt intorno all edificio e invitano il passante a toccarle. Questo gesto produce dei toni melodici. Analoga reazione si ha a livello della luce, sicché in poco tempo tutto l edifico può cambiare totalmente aspetto e anche il senso della propria presenza nel contesto. Il tocco è un po magico, ci vuole la chiave giusta (un codice) perché la costruzione reagisca con una sorta di propria danza. E Janney offre al passante le istruzioni per l uso. Ed ecco l edificio diventare un Urban Musical Instrument , come recita il titolo di queste ricorrenti operazioni dell artista. In rapporto all arte nella città merita ricordare l iniziativa avviata nella città di Torino per abbellire la zona del passante ferroviario il cui progetto è stato affidato allo Studio Gregotti Associati. Rudi Fuchs, direttore Stedelijk Museum di Amsterdam, ha chiamato 11 artisti perché progettassero altrettanti lavori di intervento nella città. Ognuno ha risposto adeguatamente alle esigenze degli spazi assegnatigli e nel contempo ha rispettato pienamente il proprio segno poetico e ideologico. Ciò si coglie in pieno nello Scarabocchio di Luigi Mainolfi o nel Dilemma di Giulio Paolini o nei Passanti di Michelangelo Pistoletto. Maquettes, disegni, foto, e altri materiali, sono stati oggetto di una mostra alla Galleria Civica d Arte Moderna e Contemporanea di Torino. E stato possibile così valutare preventivamente l impegno di arte-città , anche da parte di Giovanni Anselmo, Per Kirkeby, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giuseppe Penone, Walter Pichler, Ulrich Ruckriem, Gilberto Zorio. Carmelo Strano
ity-art, art in the city, art with an architectural vocation.
C These are the definitions that are almost always given to
what artists do in urban areas. They change - sometimes even radically - the image or context they find. At any rate, artists have to measure themselves with the situation they find, in the sense that they are inevitably awestruck when faced with the city. Yet, there is a similar way of operating that takes the shape of art in the city, but still has to face up to the found situation to avoid being arbitrary or abusive. This is the case with new environments planned by artists. Here, the latter are ideationally closer to architects than to artists, even though they maintain their own libertarian or more freely inventive spirit. In any case, the distinction between art and architecture, particularly in the matter at hand, doesn t lie in the higher or lower artistic achievement (as shown today, once and for all, by the architecturesculpture produced by Frank O. Gehry and the sculpturearchitecture by Shin Takamatsu). The distinction lies in the amount of care put into functionality. Therefore, an environment totally created by an artist - that is familiar, of course, with the real volumes he has to deal with - constitutes an architectonic or paraarchitectonic work. It s true that in considering functionality, artists need to concentrate on things they aren t accustomed to, or to which they are irrelevantly accustomed to - they need to acquire a precise knowledge of different materials, for instance. Nevertheless, since the prevailing dimension, in this case, is that of the artist, and not that of the architect (the two roles do not mingle, and not because of the different specific schooling involved), the Opera Ambientale , or Environmental Work, as I defined it in 1983, is a moment of functional whimsicality within public areas. (We should recall artists who have had a lot of experience in this field, such as Dani Karavan, Merkado, Giò Pomodoro or the younger Italo-American Jole Alessandrini). Similar attitudes are to be found in the work carried out in urban areas, as well, and precisely in city art. Christopher Janney, who studied both architecture and jazz, has been a specialist in this kind of expressivity for about twenty years, and has recently offered a showy instance of amusement in the city. His work includes performance art, in the sense of para-theatrical actions, the last of which was realized in Charlotte, North Carolina. With the coordination of The Lamb Group he created a great, strongly suggestive piece of visual-performance art on the facade of the Nations Bank (precisely on the new, 10storied parking area). The title is very clear: Touch my building. With ten colored panels he made a giant music box out of the facade. In fact, he went beyond decoration. He resolved to involve the public in the work with sound and touch, awakening the child within each of us, as Jennifer Murphy, the coordinator of Public Art for the Charlotte Arts , said. The panels run down from the top of the facade; their syncopated rhythm has an interesting counterpoint in a series (36) of light stripes, each slightly over a meter long. They run all around the building and seem to invite the passerby to touch them. When they are touched, they play melodious tunes. An analogous reaction is produced by light, so that the entire building can look totally different in no time, and our own presence within the context feels different, as well. The touch is magical, the right key must be found (a code) for the building to react with a sort of special dance. And Janney offers passersby directions. This is when the construction becomes an Urban Musical Instrument , under the general title of similar works by the same artist. As far as art in the city is concerned, we might recall the initiative set up in Turin to adorn the railway link area. The plan for this was entrusted to the Studio Gregotti Associati. Rudi Fuchs, the director of the Stedelijk Museum in Amsterdam, called upon eleven artists for eleven different plans to be implemented in the city. Each answered the demands of his allotted area adequately, and at the same time fully respected his own poetic and ideological sign. This is very plain in Luigi Mainolfi s Scarabocchio or in Giulio Paolini s Dilemma, or in Michelangelo Pistoletto s Passanti. Maquettes, drawings, photographs and other material were shown at an exhibition in Turin, at the Galleria Civica d Arte Moderna e Contemporanea. It was thus possible to evaluate city-art , also with Giovanni Anselmo, Per Kirkeby, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giuseppe Penone, Walter Pichler, Ulrich Ruckriem, Gilberto Zorio.
l ARCA 137 87
n Simulazioni
di alcune delle opere progettate da 11 artisti per la zona del passante ferroviario di Torino, la cui riqualificazione è stata affidata allo Studio gregotti Associati. In alto, Dilemma di Giulio Paolini; sotto, Passanti di Michelangelo Pistoletto; a sinistra, l intervento di Mario Merz e, a fianco, quello di Giuseppe Penone.
88 l ARCA 137
n Simulations
of some of the works designed by 11 artists for the Turin railway loop, which was redeveloped by Studio Gregotti Associati. Top of page, Dilemma by Giulio Paolini; below Passanti by Michelangelo Pistoletto; left, Mario Merz s project and, opposite, Giuseppe Penone s.
Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Uffici come una città British Airways at Waterside Progetto: Niels Torp
Il nuovo complesso per uffici della British Airways è stato realizzato a Waterside su un area di 280 acri, per la quale la compagnia britannica, in collaborazione con il London Borough of Hillingdon, si è impegnata anche a curare il recupero globale in termini paesaggistici. Il nuovo complesso, nonostante le notevoli dimensioni, si colloca con rispetto nel paesaggio naturale relazionandosi a esso grazie a un ampio utilizzo di porzioni trasparenti e di inserimenti di elementi verdi al suo interno. Il progetto, affidato allo studio norvegese guidato da Niels Torp, si fonda sulla volontà di mantenere una scala umana all interno degli uffici. L impianto del complesso si sviluppa intorno all idea di realizzare una sorta di piccolo villaggio . Torp ha infatti diviso i vari uffici in diversi edifici allineati lungo una strada coperta centrale lunga 175 metri e alta 17 metri, interamente vetrata e punteggiata da postazioni di carattere pubblico come caffè, chioschi, piazzette, piccoli giardini, aree espositive e anche, nella piazza centrale, uno speakers corner . I vari edifici (tutti di quattro piani e con superfici utili che vanno dai 7.000 ai 10.000 metri quadrati) sono a forma di U e racchiudono nei rispettivi cortili, aperti verso la campagna, vari servizi, tra cui il ristorante, l auditorium da 470 posti e il centro medico. L interno degli uffici, divisi in privati, semi-privati e ad alta interazione tramite elementi di partizione verticale e l utilizzo di diversi materiali che ne connotano la funzione, beneficia di ampie panoramiche sulla strada o sulla campagna e della
luce naturale proveniente da entrambe queste direzioni. La divisione in edifici separati esprime da un lato la flessibilità e la dinamica dell azienda committente e, dall altro, la necessità di potersi adattare a futuri sviluppi della stessa British Airways o a un eventuale riutilizzo come sede di aziende diverse. The new office complex for British Airways was constructed at Waterside over an area of 280 acres. The British company, in collaboration with the London Borough of Hillingdon, has committed itself to the reclamation and landscaping of the whole area. Despite its considerable dimensions, the new complex respects its natural environment and is well integrated with it, thanks to the wide use made of transparent parts and the inclusion of green elements inside the area. Entrusted to the Norwegian studio headed by Niels Torp, the project is founded on a resolve to maintain a human scale inside the offices. The layout of the complex develops around the idea
of creating a sort of little village . In fact, Torp has divided the various offices among different buildings aligned along a central roofed street 175 metres long and 17 metres high. The whole construction is glass-walled and punctuated by public facilities such as coffee bars, newsstands, small squares, small gardens, exhibition areas and also, in the central square , a speaker s corner . The various buildings (all of them four storeys high with usable surfaces ranging from 7,000 to 10,000 sq.m.) are all U-shaped and, in their respective courtyards, open to the countryside, accommodate various facilities, among which a restaurant, a 400-seat auditorium and a medical centre. The office interiors, divided into private, semi-private and highly interactive spaces by means of vertical partitions and the use of different materials indicating their function, enjoy the benefits of wide panoramic views of the street or countryside, and the advantage of the daylight filtering in from both these directions. This division of the project into separate buildings expresses on the one hand the flexibility and dynamic spirit of the client company and, on the other, the requirement that it should be possible to adapt it to the future developments of British Airways itself or to its possible use as the main office of other firms. In alto, planimetria generale della nuova sede della British Airways a Waterside. Sotto, il grande atrio-piazza coperto e l ingresso del complesso.
(Foto: Peter Cook)
Top of page, site plan of the new headquarters of British Airways in Waterside. Below, the large covered plazalobby and entrance to the complex.
l ARCA 137 89
Qualità e discrezione Progetto: Antonio Lazzaretto con Maurizio Garassi
Una nuova piazza qualificherà il centro storico di Galliate, cittadina alle porte di Novara che conserva le tracce di un impianto romano e di un passato aristocratico, antica residenza degli Sforza testimoniata dalla nobile presenza del castello. Alle spalle del futuro intervento, che interessa principalmente le piazze Vittorio Veneto, Martiri e Mercato, un concorso bandito nel 1996 e un interessante progetto vincitore firmato da Antonio Lazzaretto (Capogruppo) con Maurizio Garassi, due giovani professionisti con studio a Milano che hanno trovato nella sinergia tra due scuole e formazioni diverse - veneziana, il primo, e milanese, il secondo - il giusto equilibrio. Calibrando presenze storiche, elementi paesaggistici e risposte funzionali, l intervento di risistemazione urbana è declinato con mano raffinata che coniuga al gusto quasi artigianale dei dettagli e delle finiture, una sensibilità particolarmente
attenta all uso dei materiali. Il tutto tracciato attraverso un linguaggio immediato e facilmente riconoscibile, che arricchisce lo spazio di una poetica urbana costruita sulla dimensione, sulle atmosfere e sulla caratterizzazione di alcuni luoghi, come i percorsi, le isole ombreggiate dagli alberi o i passaggi. L aspetto peculiare del progetto è costituito dalla pavimentazione di piazza Vittorio Veneto che ricalca l antico impianto del terraggio attraverso un manto in calcestruzzo arricchito da una miscela di inerti di ghiaia accuratamente selezionati dall alveo del Ticino. La texture della pavimentazione è poi definita dal disegno di una griglia irregolare tracciata in superficie da file di cubetti di porfido che riprendono la conformazione naturale delle crepe delle pavimentazioni in terra battuta e ghiaia compatta presente nella piazza fino al dopoguerra. Il gioco elegante e discreto di
Assonometria, planimetria generale e prospettiva del progetto di riqualificazione del centro storico di Galliate (Novara).
90 l ARCA 137
Axonometry, site plan and perspective view of the project to redevelop the old town centre in Galliate (Novara).
questo disegno fa da sfondo a pochi e significativi eventi isolati che partecipano alla rivitalizzazione dello spazio urbano come momento aggregatore della vita cittadina. Le fronde di una fila di meli piantati nel fossato del Castello Sforzesco emergono a livello del suolo formando un soffice tappeto, a continuazione del castello, e delimitando una passeggiata in granito che rende omaggio a una balaustra ottocentesca risolvendone il raccordo, e ancora un magico boschetto di nove sofore enfatizza l ingresso alla piazza dal prezioso passaggio dello Scurolo delimitando un area protetta sulla quale affaccia un piccolo padiglione di rame e vetro previsto per l uscita del parcheggio sotterraneo e dove troverà spazio anche un bar. L armonia dell insieme si completa con la proposta di illuminazione che integra quella tradizionale a lampioni con un sistema puntiforme di lampade interrate a luce radente che permettono un suggestivo orientamento notturno facendo da indicatori per il posizionamento diurno del mercato settimanale. Le due piazze Martiri e Mercato, che per dimensione e posizione intervengono a completamento del sistema principale, sono interessate da interventi minimi che privilegiano il porfido e il granito, materiali attualmente presenti negli spazi pubblici della cittadina, come materiali di definizione dei percorsi. Elena Cardani
Una sfida vinta Progetto: Graphik, Giacomo Ghilardini, Claudio Capelli, Maurizio Nodari, Giuseppe Maffeis
La nuova sede Acerbis, resasi indispensabile dopo il notevole sviluppo della ditta specializzata in componenti per motocicli, è stata realizzata in Val Seriana per una precisa scelta logistica: si voleva mantenere il personale residente sul luogo, così da evitare lunghi trasferimenti su un sistema di viabilità già altamente congestionato. La sfida non era semplice, dal momento che in questa stretta valle le zone edificabili sono poche ed è difficile reperire un terreno sufficientemente grande e morfologicamente adatto. La progettazione del nuovo edificio doveva peraltro soddisfare precise condizioni: l assoluta funzionalità degli spazi esterni in relazione al loro uso e la massima vivibilità degli ambienti sia per i dipendenti interni sia per i fornitori, garantendo il massimo grado di comfort. I progettisti (Giacomo Ghilardini, Claudio Capelli, Maurizio Nodari, Giuseppe Maffeis) della nuova sede Acerbis hanno lavorato sull equilibrio tra luce naturale e artificiale individuando soluzioni distributive e funzionali particolar-
mente innovative rispetto alla tradizione degli edifici a tipologia industriale. L articolazione degli spazi di lavoro si arricchisce quindi della presenza della luce e del verde che contribuiscono all organizzazione dell impianto distributivo creando delle isole comuni che vedono nel patio alberato al primo piano e nel piccolo giardino alberato con una cascata d acqua racchiuso dalla grande parete vetrata nella hall d ingresso una felice interpretazione dei concetti di pausa, incontro e relax. Il complesso si articola su tre piani per un totale di 7000 metri quadrati. Il piano interrato è adibito esclusivamente a magazzino, mentre il primo piano - costituito da uffici, da un alloggio per il custode e da un parcheggio - è raggiungibile dal lato sud attraverso una rampa sorretta da tiranti in acciaio ancorati a un grande arco in calcestruzzo armato; questa rampa funge anche da copertura alla sottostante zona di carico-scarico. Chi percorre la strada provinciale è colpito dalla grande A che
disegna nel paesaggio un segno chiaramente individuabile. Il disegno della lettera, che trova nel logo dell azienda un suo diretto riferimento, viene ritagliato nel prospetto ovest dallo sviluppo di una grande parete curva che incontra all altezza dell atrio la verticale della parete est. La dinamica dell edificio è sottolineata dalla tecnologia del rivestimento esterno interamente realizzato in alluminio, materiale che si è dimostrato particolarmente
indicato per questo tipo di realizzazione. La sua leggerezza e malleabilità hanno, infatti, consentito di realizzare forme diverse garantendo la precisione delle finiture a costi contenuti. Inoltre, al di là dell aspetto formale, una particolare attenzione è stata rivolta al problema del risparmio energetico che ha trovato in un opportuno isolamento del rivestimento in alluminio una corretta soluzione al fine di assicurare le prestazioni dell edificio a livello di coibentazione termica. In alto, la facciata ovest della nuova sede della Acerbis in Val Seriana, il cui rivestimento è in pannelli di allumino. A sinistra, la scala che caratterizza l atrio di ingresso. Top of page, west facade of the new headquarters of Acerbis in Val Seriana clad with aluminium panels. Left, the stairs in the entrance lobby.
A sinistra, l arco che segna la facciata est. A destra, pianta del primo piano. Left, the arch marking the east facade. Right, first floor plan.
l ARCA 137 91
Osservazione al ponte di Messina Progetto: Vittorio Giorgini con la collaborazione di: Nicola Bellofatto, Andrea Bianchi, Marco Del Francia, Angelo Gotti, Anna Guerriero Alcuni schizzi per lo studio della tensostruttura tetraedrica con gli sviluppi della maglia per la distribuzione delle forze nel supporto del tensitrave octatetraedrico.
Il governo italiano, fra le mille difficoltà e impegni che si trova a dover affrontare, ne ha uno particolarmente gravoso e che riguarda quello di invertire una squalificante tendenza che è divenuta la prassi corrente di un particolare operato. Ci riferiamo alla questione degli investimenti nelle grandi opere pubbliche i cui progetti hanno rappresentato o un pretesto per la spartizione di ingenti finanziamenti oppure sono stati (e continuano a esserlo) sistematicamente bloccati da una vera e propria dittatura burocratica, figlia di una mancanza di educazione civica e di professionismo. Quello che manca, crediamo, è soprattutto una presa di coscienza verso tutto ciò che riguarda l ambiente (compreso quello costruito). La grave colpa, cioè, di non aver considerato l importanza dell Architettura e dell Urbanistica quali fattori fondamentali di ordine ed educazione sociale. Due discipline che sono servite soprattutto come strumento per dei fini personali e non come mezzo per migliorare le condizioni di vita nostre e dell ambiente in cui viviamo. Così, mentre in Italia si è continuato a costruire cattedrali nel deserto , praticando una noncultura, in Europa (vedi Francia, Germania e Inghilterra, per esempio), si è concretizzato materialmente, tramite i risultati che il cammino della tecnica offre, spesso proprio con l apporto di architetti, ingegneri e scienziati italiani, le cui professionalità vengono a tutt oggi incredibilmente sprecate nel nostro Paese. Parlare di grandi opere pubbliche, attualmente, fa storcere la bocca a molti, consci di quello che esse hanno rappresentato per molti anni: spreco di denaro pubblico, cementificazione selvaggia, appalti truccati, collusioni mafiose. Senza contare l ottusa arroganza burocratica che ha fatto finire molti progetti nel dimenticatoio. Proprio al sud, oggi, capita l opportunità per invertire questa attitudine suicida che paralizza lo sviluppo di un paese democratico quale quello che dovrebbe essere l Italia, indietro di decenni rispetto alle consorelle europee. E di attualità il dibattito sull utilità o meno della costruzione del Ponte di Messina,
92 l ARCA 137
un progetto che da almeno trent anni impegna tecnici, amministrazioni e varie burocrazie, peraltro senza mai essere giunti a nulla. Ora che la possibilità di essere realizzato rappresenta più di una semplice ipotesi, sorgono interrogativi sulla utilità data dalla sua eventuale costruzione e le opposizioni più forti sono poste dagli ambientalisti. Perché costruirlo? Il Ponte sullo Stretto di Messina ha nella sua realizzazione il seme dello sviluppo del mezzogiorno. Collegamento vitale e, nel contempo, opera di eccezionale importanza, il ponte presenta tutte le capacità di dare impulso allo sviluppo che sono insite nelle grandi infrastrutture e nelle grandi opere. Non si propone come intervento eccezionale e isolato, ma si colloca in modo funzionale e organico in una logica complessiva di riqualificazione complessiva delle strutture portanti del mezzogiorno; esso, anzi, richiede il completamento delle attuali reti stradali e ferroviarie, povere o mancanti, perché si sviluppi un efficace rinnovo di attività e iniziative. Il Ponte sullo Stretto è, prima di tutto, infrastruttura di trasporto che risponde a una domanda reale, osservabile e quantificabile, di spostamenti di passeggeri e merci. E un occasione di rivitalizzazione dello stretto e di riordino e riqualificazione delle sue città. Costituisce un potente stimolo alla creazione di un area metropolitana nel mediterraneo e un incentivo per lo sviluppo del turismo. Determina nuovi spazi economici saldando le regioni italiane e ha un elevata valenza nelle grandi comunicazioni europee. E anche un opera di alto contenuto tecnologico con riflessi immediati e futuri su molti settori produttivi ed effetti immediati sull occupazione. Il Ponte può autofinanziarsi. (Società Stretto di Messina, in La Città del Sole , 9 settembre 1996). A questi punti possiamo aggiungerne altri a nostro avviso non meno importanti. Nelle polemiche di questi giorni si parla dell impatto che il ponte può avere sull ambiente, ma non si parla degli effetti che il traffico marittimo ha sulla fauna marina, ne dell inquinamento causato dai
Sketches for analysing the tetrahedric tensile structure, showing the distributions of force of the web holding up the octatetrahedric tensile beams.
veicoli in sosta in attesa di imbarco. Senza contare che gli stessi traghetti rappresentano un ostacolo materiale a quei principi di sviluppo sin qui elencati, in quanto sistema obsoleto per la società contemporanea che investe sull alta velocità e sulla dinamica dei movimenti. Fatte queste doverose premesse vogliamo porre l attenzione, ora, sugli aspetti più squisitamente tecnici relativi a una nostra proposta di Ponte. Storicamente, nel campo della progettazione dei ponti a grandi luci, le alternative progettuali hanno riguardato unicamente l evoluzione dello schema classico del ponte, e cioè un impalcato appeso a due cavi portanti contenute in due piani verticali paralleli, mediante pendini verticali di lunghezza variabile. Nonostante l esperienza del crollo del ponte di Tacoma (1940), avvenuto per effetto di instabilità aerolastica su di una campata lunga meno di novecento metri, la ricerca teorico-sperimentale è stata indirizzata principalmente verso la determinazione di impalcati aerodinamicamente efficienti, senza provare a ripensare un sistema strutturale basato su principi alternativi. L impalcato rigido del ponte sospeso soddisfa la resistenza e la stabilità aerodinamica, portando però all incremento dei pesi propri e quindi dei costi; inoltre offre sì una maggiore resistenza alle azioni orizzontali del vento, ma non le elimina completamente. Senza contare il problema della onerosa manutenzione. Inoltre, anche riducendo la sezione dell impalcato giocando esclusivamente sulla forma del profilo, pur se ridotte, le azioni trasversali dei drag permangono. La nostra proposta, pertanto, non concentra l attenzione sulle prestazioni aerodinamiche dell impalcato, ma si basa su un principio che introduce ulteriori risorse strutturali e che sono quelle proprie della tensostruttura. L impalcato tradizionale diventa, in questo caso, un sistema reticolare composto da elementi di tensione. Tale sistema è sospeso su di una maglia di tre cavi disegnata in modo da equilibrare le forze laterali e da ridurre, fin quasi a eliminarle, quelle assiali lungo il trave (così impropriamente chiamato). I tre cavi sono
agganciati a piloni poggianti su quattro piedi (ma possono essere anche solamente tre) che, nel loro sviluppo verticale, raggiungono un altezza superiore ai piloni tradizionali. Il sistema di tenso-elementi si presenta di forma triangolare, con una larghezza ridotta rispetto all impalcato classico, il che permette di eliminare una o più sedi viarie per recuperarle superiormente con un sistema analogo di cavi. Così facendo si separano completamente le sedi stradali dal sistema primario della struttura portante. La sede ferroviaria potrà essere facilmente sostituita (corretta) da un sistema di trasporti su monorotaia. La differenza fondamentale con il ponte tradizionale sospeso è che l impalcato tradizionale, in quel caso, è solo di sostegno, mentre nel nostro caso la struttura tetraedrica di forma triangolare, oltre al sostegno, produce la stabilità che l altra non ha. Una maggiore efficienza, dunque, dai significativi risvolti. La tensostruttura, più in generale, permette di dosare lo sforzo e la rigidezza dei cavi, equilibrando la struttura di quanto serve da un punto di vista della stabilità aerolastica (tale stabilità può essere consolidata dalla dotazione dei cavi di smorzatori di tipo meccanico). Mentre nello schema classico lo sforzo nella fune è imposto dalle condizioni di equilibrio ed è assegnato, non appena siano assegnati la geometria e il carico, la tensostruttura consente un parametro progettuale di controllo in più su cui si può agevolmente intervenire. L intero ponte, concepito con l impiego di elementi modulari e seriali, permette di avere una struttura notevolmente più leggera e quindi più economica (grazie anche alla facilità di manutenzione che ne abbassa ulteriormente i costi), conferendogli una morfologia trasparente , viva e dinamica che si inserisce in maniera quasi naturale nell ambiente. Una struttura non calata e imposta dall alto, dunque, come le cose a cui ci hanno abituato fino a ora, ma una geometria che vuole essere anche un invito a uscire dalle abitudini tradizionali, una risposta alla consuetudine, un auspicio, quasi, affinché nasca un nuovo tipo di coscienza. Vittorio Giorgini
Committenza in primo piano Progetto: Paolo Bandiera
E il committente il protagonista del Premio Dedalo alla Committenza 1999 bandito, nella sua seconda edizione, dal Consiglio Regionale della Confederazione Sindacale Italiana delle Libere Professioni, con il patrocinio de l Arca. Meglio ancora, a essere in primo piano è la qualità del rapporto tra la committenza e il progettista. L obiettivo del premio è quello di trasferire alle occasioni progettuali di tutti i giorni , sia nelle grandi città sia nella provincia, quello spirito innovatore e quell unione di intenti tra lungimiranti committenti, dalla Snam a Benetton agli amministratori di Parigi o Berlino, e architetti pronti a raccogliere sfide che hanno portato alla realizzazione di opere architettoniche di grande qualità. Nella prima edizione (limitata al Spaccato assonometrico, sezione e particolare del supporto della copertura vetrata del ristorante ricavato nel Complesso delle ex Carceri di Oderzo (TV), il cui progetto ha vinto la prima edizione del Premio Dedalo alla Committenza 1998 .
Axonometric cut-away, section and detail of the support for the glass roof on the restaurant in the complex where Oderzo Prison used to stand (Treviso). This project won the first edition of the 1998 Dedalo Prize for Clients .
Veneto), del 1998, il Premio Dedalo alla Committenza ha visto vincitore il binomio Paolo Bandiera (progettista) e FE.ST srl di Genesio Setten e Roberto Migotto (committente) per la ristrutturazione del Complesso delle ex Carceri di Oderzo (Treviso). Il complesso edilizio, già proprietà del Comune di Oderzo, era stato acquisito tramite un asta con un progetto esecutivo, preventivamente predisposto e concordato con la Soprintendenza ai Monumenti Architettonici, che prevedeva nuove destinazioni dell edificio ad attività commerciali e di ristorazione. Durante gli scavi iniziali sono emerse presenze di insediamenti romani, medievali, rinascimentali ed è quindi intervenuta la Soprintendenza Archeologica del Veneto, determinando un adeguamento del progetto alle nuove esigenze archeologiche. Il progetto iniziale è così cambiato
sostanzialmente: via via che emergevano reperti, il progettista variava piante, ubicazioni dei collegamenti, volumi, soluzioni strutturali, l Amministrazione Comunale approvava le varianti, il committente adeguava il budget, dando dimostrazione dell importanza dell accordo e della collaborazione tra pubblico e privato, tra competenza progettuale e coraggio imprenditoriale. Nell edificio rinnovato sono stati realizzati alloggi e un ristorante, che presentano un forte rapporto dialogico con il contesto archeologico, determinato da un attento uso di materiali e soluzioni volumetriche e distributive. Il ristorante, in particolare, è stato realizzato nello scavo del terrapieno del bastione (circa 7 metri) attorno ai reperti della strada e della porta romane. Per la copertura semitrasparente, che consente l ingresso zenitale della luce naturale e la vista della
sovrastante torre medievale, si è adottata una struttura di sostegno in ferro che ruota come un ventaglio attorno a un unico punto generatore in cui confluiscono i raggi delle curve del bastione esistente. L auspicio è che il successo e la qualità dei progetti presentati all edizione del 1998 si ripetano in quella del 1999, per la quale la presentazione delle domande di partecipazione scade il 30 luglio prossimo. Oltre a un primo premio assoluto, che riceverà una targa in argento realizzata su bozzetto di Bob Noorda, verranno assegnati anche premi ex-aequo ad altri tre
partecipanti, un premio a un committente che abbia conferito l incarico a un architetto di età non superiore ai 40 anni e due premi regionali a committenti che abbiano conferito l incarico ad architetti con studio nelle Venezie o nel Lazio. La cerimonia di premiazione avverrà il 12 novembre durante la Fiera di Vicenza. Ulteriori informazioni si possono avere dalla Segreteria Organizzativa del Premio Dedalo alla Committenza 1999 , Proservizi srl, Via Leonardo da Vinci 14, 36100 Vicenza, tel. 0444914236, fax 0444913358, e-mail: info@proservizi.it.
l ARCA 137 93
Il livre d artiste di Ferrari su Mollino
Presso la Galleria Carla Sozzani è esposto, fino al 2 maggio, il libro di Fulvio Ferrari Carlo Mollino. Polaroid. Si tratta del testo realizzato da Ferrari, in solo diciotto copie, sulle Polaroid erotiche scattate da Mollino a modelle non professioniste negli anni 60- 70. Mollino (1905-1973), uno dei più interessanti architetti italiani, ha affiancato alla sua professione di architetto una grande passione per la fotografia; Ferrari, dal canto suo, ha pubblicato tre libri sull argomento. Il libro è costituito da una raccolta di diciotto cartelle al cui interno sono riprodotte le fotografie originali scattate da Mollino e, a fronte, sono inserite riproduzioni di particolari delle Polaroid, stampate a pieno formato. Le cartelle sono racchiuse da una custodia che riproduce un progetto di Polaroid originariamente disegnato da Mollino.
Una delle fotografie di Carlo Mollino, pubblicate nel libro a lui dedicato da Fulvio Ferrari.
One of the photographs of Carlo Mollino published in the book Fulvio Ferrari wrote about him.
Premio a Maldonado Un pubblico gremito ha applaudito, il febbraio scorso al Politecnico di Milano, Tomás Maldonado a cui sono stati conferiti la Medaglia d oro e il Diploma di Prima Classe di Benemerito della Scienza e della Cultura nel corso di un incontro a cui hanno partecipato il Rettore Adriano De Maio, il Preside della Facoltà di Architettura Cesare Stevan, Alberto Seassaro, Giovanni Anceschi e Medardo Chiapponi, docenti del Corso di Laurea in Disegno industriale. Questo ambito riconoscimento, assegnato dal Presidente della Repubblica su richiesta del Politecnico, rende omaggio all intensa attività svolta da Maldonado nel campo dell arte, dell architettura e del disegno industriale contribuendo all evoluzione del processo culturale e scientifico del nostro Paese. Alle spalle del professore di origini argentine (Buenos Aires 1922), gli studi all Accademia delle Belle Arti di Buenos Aires,
Arte e design E stato inaugurato lo scorso febbraio, a Parigi, il nuovo distributore di bevande Fountain 1997 commissionato dalla Délégation aux arts plastiques che vuole così promuovere lo sviluppo del patrimonio artistico nazionale, impiantando negli spazi pubblici opere che arricchiscano e migliorino la vita dei cittadini. Per fare ciò, Fountain 1997 è stato progettato in modo tale che lo sportello di apertura sia amovibile così da essere sostituito, ogni sei mesi, da una nuova placca commissionata a un artista diverso. La prima opera è stata realizzata da Claude Closky che privilegia, nelle proprie creazioni, le immagini e i codici della produzione dei beni di consumo; ha così scelto di creare per Fountain 1997 un pannello che riporta alcune parole che si riferiscono alle bevande, senza tuttavia lasciare apparire alcun prodotto. Très frais, questo il nome della creazione di Claude Closky, suggerisce il contenuto della macchina ma si disinteressa dei prodotti referenti, avvalendosi di una grafica neutra in aperto contrasto con le tecniche pubblicitare solitamente utilizzate. Si è voluto così fare del distributore un opera unica, trasformando uno spazio di solito riservato all immagine decorativa in un supporto d esposizione, dimostrando, allo stesso tempo, che è possibile, anche attraverso oggetti prodotti in serie, sensibilizzare il pubblico all arte contemporanea.
94 l ARCA 137
Tomàs Maldonado. A sinistra, il distributore di bevande Fountain 1997, con il panello Très frais, disegnato da
Claude Closky/left, the Fountain 1997 drinks vending machine with the Très frais panel designed by Claude Closky.
un lungo periodo in Germania come docente, prima, e poi rettore, presso la Hochschule für Gestaltung di Hulm, un incarico alla facoltà di Lettere e Filosofia dell Università di Bologna, la direzione di Casabella dal 1977 al 1981 e dal 1984 il trasferimento al Politecnico di Milano dove è promotore del Corso di Disegno Industriale. Una carriera e un impegno costante in direzione di un unico obiettivo cercare di avvicinare la cultura tecnico-scientifica alla cultura umanistica e viceversa . Una convergenza auspicabile per l evoluzione del nostro pensiero progettuale in cui la creazione di oggetti tecnici, la pratica, non sia un atto riduttivo di coloro che rinunciano a pensare ma un atto di speranza, di fiduciosa attesa , un contributo al miglioramento della nostra vita.
Rassegna d informazione sull editoria dell architettura, del design e della comunicazione visiva. Information about publications in the architecture, design and visual communication fields.
La potenzialità della geometria
Manfredi Nicoletti Architettura simbolo contesto Gangemi Editore, Roma 1998, ill. col. e b/n, 279 pp Manfredi Nicoletti presenta il suo lavoro in un volume, corredato da un ricco repertorio di illustrazioni a colori, piante, disegni di progetto e schizzi, che fornisce preziose chiavi di lettura per la comprensione della sua affascinante e complessa poetica. Nicoletti, senz altro dotato di uno spiccato intuito per la scienza, mostra una costante attenzione per la struttura matematica dell architettura servendosi della geometria come strumento privilegiato per accostarsi al reale e coglierne le
Sopra, modello della Torre della Calabria a Reggio Calabria. A destra,rendering e sotto, schizzo preliminare per la Torre Veliero di Mestre, entrambe progettate da Manfredi Nicoletti. Above, model of Calabria Tower in Reggio Calabria. Right, rendering and, below, preliminary sketch for Veliero Tower in Mestre, both designed by Manfredi Nicoletti.
straordinarie variazioni. La potenzialità della geometria nasce dal fatto che Manfredi Nicoletti non la intende come un elemento che controlla e imbriglia le forme, ma, al contrario, come qualcosa in grado di liberarle e di farle esprimere al meglio. La forma ha connessione diretta con la natura, con cui arriva quasi a identificarsi e tale identificazione rende il linguaggio architettonico di Nicoletti forte e riconoscibile. Egli si ispira, pertanto, alla natura da cui desume forme che vengono poi reinterpretate alla luce delle esigenze tecnologiche dell architettura contemporanea. Il lavoro che egli conduce è senz altro interessante; l ingegneria genetica, in particolar modo i modelli molecolari desunti dalla scoperta del DNA, gli suggeriscono quella semplicità strutturale che è
propria della geometria razionale. Un altro elemento di ispirazione è costituito dall antichità, con cui Manfredi Nicoletti è in continuo dialogo, senza tuttavia rinunciare alle funzioni e ai materiali dei nostri tempi, vista la costante attenzione che egli manifesta nei confronti di tecnica e tecnologia, dal momento che l oggetto architettonico deve porsi, nel miglior modo possibile, sulla terra e sotto il cielo. E tuttavia, scopo dell architettura non è certo quello di mostrare l abilità tecnologica e la perfezione funzionale, quanto piuttosto di portare alla luce il racconto meraviglioso racchiuso, ma ancora inespresso, in ogni tema. L architettura ha quindi il compito di dar voce alle molteplici forme che caratterizzano il reale, raccontandole in un linguaggio che non ne snaturi la complessità e che, al contempo, dia ragione della loro bellezza.
l ARCA 137 95
Segnalazioni
Jean-Yves Andrieux, Frédéric Seitz Pratiques architecturales et enjeux politiques - France 19451995 Editions Picard, Paris 1998, 416 pp I rapporti tra città, architettura e politica sono spesso presentati attraverso il filtro del sospetto e dell affarismo. Per superare queste apparenze, i due autori incontrano alcuni tra i principali attori della vita politica francese e raccolgono le loro testimonianze sotto forma di intervista. L insieme contribuisce a spiegare le pratiche dei politici e a delucidare i meccanismi di evoluzione sottesi all architettura e all urbanismo, in Francia, negli ultimi cinquant anni. Architettura - Prima forma di comunicazione di impresa a cura di Mario Vigiak Introduzione di Giorgio Lago Vianello Libri, Ponzano 1998, ill. col., 222 pp Servendosi del supporto fotografico, in questo testo si analizzano quindici architetture realizzate in provincia di Treviso, sia concepite in epoca attuale, sia sedimentate nel tempo. Altre imprese vengono presentate nella parte introduttiva; l intento è di evidenziare la funzione comunicativa delle relative strutture, tentativo che sottolinea il ruolo dell architettura come fattore originario della comunicazione d impresa. Gianni Berengo Gardin Fotopiano Testi di Giovanna Calvenzi Peliti Associati, Roma 1998, ill. b/n, 96 pp Gianni Berengo Gardin ha fotografato i cantieri di Renzo Piano per quasi vent anni, servendosi del reportage come strumento fotografico per testimoniare l evoluzione quotidiana sia dei lavori in corso, sia quella delle architetture vissute. Le opere dell autore scorrono nelle varie fasi della loro crescita davanti all obbiettivo del
Case di architetti Private Homes fotografo; si susseguono immagini dell aeroporto di Osaka, del Lingotto di Torino, del Beaubourg di Parigi e del porto di Genova. Florent Champy Les architectes et la commande publique P.U.F., Parigi, 1998,397 pp A partire dagli anni 80, la committenza pubblica in architettura si è notevolmente modificata; per la prima volta, uno studio di sociologia si interessa sia a questi cambiamenti, sia alle loro conseguenze rispetto alla creazione architettonica e alla figura dell architetto. Sono pertanto esaminati l utilizzo dell architettura come strumento di comunicazione, il costo dei progetti, la divisione del lavoro tra gli attori implicati, la gestione della mano d opera e il ruolo degli architetti francesi nella competizione europea. L analisi sistematica dei risultati dei concorsi e le interviste con gli architetti offrono interessanti spunti di riflessione. Tamara Del Bel Belluz Giorgio Ranieri architetto Celid, Torino 1998, ill. col. e b/n, 323 pp Il testo è una monografia dedicata a uno degli ormai riconosciuti artisti piemontesi dell epoca contemporanea. Sviluppando le ricerche che aveva condotto per la propria tesi di laurea, l autrice affronta i nodi problematici della poetica di Ranieri, la cui opera architettonica e il cui atteggiamento hanno talvolta creato delle difficoltà interpretative. Dopo cinquant anni di attività, è possibile trarre qualche conclusione avvalendosi anche delle chiavi di lettura fornite dallo stesso Ranieri, a cui l autrice ha fatto numerose interviste. Il libro affianca al racconto una sezione in cui sono raccolti schizzi, disegni, fotografie, integrando così le informazioni biografiche con una dettagliata documentazione grafica .
Joël Cariou Maison d architectes. Tome III Éditions Alternatives, Parigi, 1998, 200 ill. a col. e disegni tecnici, 160 pp E stato recentemente pubblicato, da Éditions Alternatives, il terzo volume di Maisons d architectes in cui Joël Cariou presenta ventiquattro progetti recenti, di altrettanti architetti francesi, che forniscono soluzioni interessanti e innovative all importante tematica dell abitare. Questo testo, corredato da un ricco repertorio di illustrazioni a colori, piante e disegni di progetto, testimonia la straordinaria vitalità dell architettura contemporanea; il tema dell abitazione privata viene sviluppato in modi diversi che rivisitano le soluzioni tradizionali prospettate solitamente o che, in alcuni casi, se ne discostano nettamente, elaborando un linguaggio architettonico nuovo. In tale tentativo si inscrive sia l utilizzo di materiali innovativi, sia lo sforzo, più o meno diffuso, di utilizzare in maniera innovativa i materiali tradizionali. Le ricerche condotte da questi architetti si concretizzano nel tentativo di sfruttare al meglio superfici, volumi e materiali; il che significa, in ultima analisi, che ciascuno di essi ha realizzato uno spazio abitabile estremamente personale e personalizzato al cui interno si disegna un nuovo e più libero rapporto con la committenza. Secondo Eric Gouesnard l architetto, per costruire, ha bisogno di un partner con cui dialogare e riflettere, ha bisogno di qualcuno che si fidi di lui; è questo rapporto dialettico tra architetto e committente che consente la realizzazione di progetti perfettamente integrati nello spazio in cui sono realizzati e in tutto rispondenti alle esigenze di chi vi dovrà abitare. Il testo di Cariou è, pertanto, un utile strumento per avere il polso della situazione degli sviluppi e delle innovazioni dell architettura contemporanea.
In alto, la Maison Soulié-Bertho a Sarzeau, progettata da Eric Gouesnard.
Innovativo, riformista, eclettico Giuseppe Gori, l insegnamento dell architettura Edizioni della Meridiana, Firenze 1999, 120 pp Questo libro fa parte di una serie di iniziative organizzate a Firenze per ricordare Giuseppe Giorgio Gori (1906-1969), una delle figure più rappresentative della Facoltà di Architettura di Firenze degli anni Sessanta. Nato a Parigi, Gori si trasferì nel
96 l ARCA 137
1924 a Firenze, dove si laureò presso l Istituto Superiore di Architettura nel 1934. Come collaboratore nello studio e assistente universitario (19351944) di Michelucci, apprese non solo il linguaggio toscano , ma anche ad applicare la ricerca scientifica alla professione come base per produrre un architettura di qualità. Dal padre, maestro falegname,
Recently published, is the third volume of Joël Cariou s Maisons d architectes, in which the author presents twenty-four recent plans, by as many French architects, which provide interesting and innovative solutions to the question of homes. The text, which is accompanied by a rich repertory of coloured illustrations, plans and drawings of projects, bears witness the extraordinary vitality of contemporary architecture. The theme of private homes is developed in various ways which reflect the usual solutions suggested or which, in a few cases, sharply differ from them and work out a new architectonic idiom. Included among these attempts are not only the use of innovative materials but also the more or less widespread effort to utilize traditional materials in an innovative way. The research conducted by these architects can be seen in the attempt to make the best use of surfaces, volumes and materials; which, in the last analysis, means that each of them has created an extremely personal and personalized habitable space in the interior of which a new and freer relationship with the client is established. According to Eric Gouesnard, to build, the architect needs a partner with whom he can discuss things and think them over; he needs someone who trusts him. And it is this dialectical relationship between the architect and the client that makes it possible for him to create projects which are perfectly integrated with the space in which they are realized and which fully meet the requirements of the person who is to live there. Cariou s book, therefore, is a useful instrument for checking the present state of developments and innovations in contemporary architecture.
aveva ereditato l idea della bottega artigiana, l amore e la competenza per l arredamento e le relative tecnologie e tecniche per la costruzione dei mobili. Libero docente dal 1944 nella facoltà di Architettura di Firenze, si affermò come insegnante innovativo e riformista (partecipò all inizio degli anni Sessanta, alla stesura di un piano di riforma purtroppo mai attuato -
Top of page, Maison Soulié-Bertho in Sarzeau designed by Eric Gouesnard.
dell insegnamento dell architettura teso a far diventare la Facoltà un centro di riferimento culturale e di sperimentazione) e, contemporaneamente, come architetto-arredatore eclettico, con influssi di maestri quali Le Corbusier, Michelucci, Aalto, Maillart, Frei Otto, Nervi e Morandi. Alberto Donti
Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on current events in Italy and abroad.
Multimediale, astrazione e design At the Fondation Cartier in Paris Un iniziativa articolata e stimolante alla Fondation Cartier pour l Art Contemporain visitabile per tutto questo mese. Un giovane multimediale, Stan Douglas, un maestro dell astrazione geometrica, Gottfried Honegger, un nuovo gruppo di progettisti, i Radi Designers. Al piano terra dello Spazio di Boulevard Raspail, Honegger (Zurigo, 1917, residente a Cannes) presenta, in un ambiente appositamente progettato da Jean Nouvel, una ventina di sculture inedite. Esse sono risolte per larghe bande variamente colorate e testimoniano di un aggiornamento del geometrismo già esperimentato nell ambito del movimento Art Concret . L accostamento dei timbri è infatti giocato all insegna di una vivacità persino un po civettuola, senza che ciò intacchi il rigore della vecchia scuola di appartenenza. Inoltre, accade talvolta che i volumi acquistino un dinamismo tortile oppure si evolvano in andamenti svolazzanti. I dipinti la fanno comunque da protagonisti. Sono opere degli ultimi cinquanta anni relative al periodo zurighese, a quello americano (dal 1957, con la nota prevalenza del monocromo, spesso rosso, e teso ai giochi di luce), al periodo seguente al ritorno del maestro in Europa (1960). Gli ultimi dipinti, analogamente alle soluzioni volumetriche, sono più esplicitamente impegnati nel problema spaziale (elementi modulari, tela frammentata ecc.) I Radi Designers insistono su oggetti banali esasperandone tale qualifica in virtù di soluzioni formali al confine tra funzionalità e a-funzionalità e con civetterie talvolta goliardiche. Forse, a questo modo (si veda Whippet Bench o Biscuit) hanno inteso ridurre a semplice eco i vecchi rumori postmoderni. Il quarantenne canadese Stan Douglas, già protagonista a Documenta 1997 , presenta Pursuit, Fear, Catastrophe: un incontro tra film in bianco e nero (ispirato ai muti degli anni
Trenta) e un pezzo per piano di Schoenberg, Accompagnamento di una scena cinematografica (1929-30). Il teorico della dodecafonia in realtà ispira tutto il progetto di Douglas. Tra l altro quella partitura era destinata ad accompagnare un immaginario film muto in tre fasi: Pursuit, Fear, Catastrophe, proprio come il titolo di questo lavoro di Douglas. Il quale miscela con arguzia e scioltezza multimedialità e interdisciplinarità (fotografia, letteratura, a cominciare da Beckett ecc.). Non manca la riflessione sul linguaggio stesso e sul rapporto opera-spettatore, secondo una precisa tendenza di Vancouver alla quale Douglas si collega. Carmelo Strano Here we have a well-constructed and stimulating undertaking, proposed by the Fondation Cartier pour l Art Contemporain, which can be visited all this month. On view are works by a young multimedia man, Stan Douglas; a master of geometric abstraction, Gottfried Honegger; and a new group of planners, the Radi Designers. At ground floor of the space in Boulevard Raspail, in a small area purposely designed by Jean Nouvel, Honegger (born in Zurich, 1917, now residing in Cannes) presents about twenty hitherto unexhibited sculptures. Figures which are worked out in wide variously coloured bands, testifying to an updating of the geometricism already experimented within the Art Concret movement. The matching of colour styles, in fact, is played out with a vivacity which borders on the flirtatious, but without undermining the rigour of the old school it comes from. Moreover, it sometimes happens that the volumes take on a spinning dynamism or they evolve into fluttering movement. The paintings, however, are the most important parts of his exhibit. These are the works of the last fifty years from his Zurich period, his American period (since 1957, with the known prevalence of monochrome, often red, and
tending to plays of light), and from the period following the master s return to Europe (1960). The last paintings, like his volumetrical solutions, are more explicitly committed to the problem of space (modular elements, fragmented canvas, etc.). The Radi Designers insistently work on everyday objects , carrying this quality to the extreme in terms of formal solutions on the borderline between functionality and afunctionality and often with the teasing playfulness of students. Perhaps, in this way (see their Whippet Bench or Biscuit) they meant to reduce the old postmodern noises to a mere echo. Stan Douglas, a forty-year-old Canadian, who was already a leading figure at the 1997 Documenta, is presenting his Pursuit, Fear, Catastrophe: a meeting of black and white films (inspired by the silent films of the thirties) and a piano piece by Schoenberg, Accompaniment for a Movie Scene (1929-30). Actually, the theorist of dodecaphony inspired Douglas s whole project, which is a clever and loose mixture of multimedia and interdisciplinary elements (Photography, literature, beginning with Beckett, etc.). Nor does it fail to reflect on the idiom itself and on the work and viewer relationship, after a precise Vancouver tendency with which Douglas is connected.
Top of page, Gottfried Honegger, Pliage 10 and 11, 1998. Below, the staging of Expo Fiamh for the Fashion and Textiles Fair in Paris, 1998,
designed by Radi Designers. Left, Stan Douglas, a photogram from the short film entitled Pursuit, Fear, Catastrophe: Ruskin, B.C., 1993.
In alto, Gottfried Honegger, Pliage 10 et 11, 1998 (foto: Claude Germain). A destra, la scenografia dell expo Fiamh per il Museo della Moda e del Tessile di Parigi, 1998, progettata da Radi Designers A sinistra, Stan Douglas, un fotogramma del cortometraggio Pursuit, Fear, Catastrophe: Ruskin, B.C., 1993.
l ARCA 137 97
A sinistra, modello del progetto di Ishimoto Archotectural and Engineering Firm. Sotto, modello del progetto di Architecture StudioSerete ConstructionStudio Associato Brusa pasqué-Antea. Left, model of the project designed by Ishimoto Archictectural and Engineering Firm. Below, model of the project designed by Architecture StudioSerete ConstructionStudio Associato Brusa Pasqué-Antea.
Il progetto Bovisa alla Triennale È stata allestita alla Triennale di Milano la mostra Politecnico Bovisa, progetti per l area dei gasometri che presenta i risultati del concorso internazionale per il progetto del nuovo insediamento del Politecnico di Milano, di una nuova sede operativa dell AEM S.p.A., di una zona residenziale, di una biblioteca e di un parco. La mostra si articola in quattro sezioni; la prima è dedicata al concorso e ai due vincitori, gli italo-francesi Serete Italia con Architecture Studio - Serete Constructions - Studio Associato Brusa Pasqué - Antea e i giapponesi Ishimoto Architectural & Engineering Firm (l Arca 134, febbraio 1999). Sono esposti planimetrie, prospettive, plastici e la scheda del progetto di sintesi realizzato
dai due vincitori. La seconda sezione, chiamata Archivio, presenta la storia della Bovisa e del Politecnico dall Ottocento a oggi ed è accompagnata da una serie di disegni inediti del pittore realista Ampelio Tettamanti. La terza parte à dedicata all Archivio dell Immagine in cui vengono proiettati film e immagini che presentano il Politecnico-Rete, vale a dire le varie sedi del Politecnico, da quella storica di piazzale Leonardo a Milano Bovisa, Como, Lecco, Mantova e Cremona. Per concludere, l ultima sezione è interamente dedicata all esposizione degli altri otto progetti che hanno partecipato al Concorso, accompagnata da planimetrie e plastici. La mostra si conclude il 13 giugno.
Seigneur a l IFA Continua fino al 29 maggio all Institut Français d Architecture di Parigi la personale di François Seigneur Pour ne pas mourir je ne finirai jamais ma maison. Pourquoi finir celle des autres. Questa esposizione riunisce un serie di progetti, fino a oggi inediti, concepiti dopo il 1992, anno in cui
Progetti per Venezia Seigneur decide di consacrarsi interamente all architettura. L artista ha un percorso molto particolare: dopo il diploma in arti plastiche, si è occupato di architettura, arti, scenografia, pittura, scultura - sempre ossessionato dall idea di fuggire a qualsiasi classificazione precisa, iscrivendosi deliberatamente nella fluidità del tempo . In questa personale, Seigneur mostra come sia possibile riscrivere il nostro patrimonio nella continuità del nostro tempo, come - giocando con le materie, le forme, le trasparenze - sia possibile far rivivere delle architetture che, senza interventi mirati, si cristallizzerebbero in una morte annunciata e senza speranza. Il filo conduttore della mostra, e di tutta l opera di Seigneur, è la continua ricerca di un mondo aperto, sensibile e generoso. François Seigneur, ampliamento del Musée des Beaux-Arts ad Angers, 1997.
François Seigneur, extension to the Fine Arts Museum in Angers, 1997.
98 l ARCA 137
privati della città, e che hanno contribuito alla soluzione dei più cruciali problemi di Venezia. L esposizione è accompagnata da un catalogo ampiamente illustrato e corredato da molti saggi. Boris Podrecca, sezione prospettica del Museo d Arte
Moderna. Boris Podrecca, perspective section of the Modern Art Museum.
Ettore Sottsass, Casa Wolf, Ridgway, Colorado, 1987-1989.
Sottsass a Prato
Prosegue fino al 30 maggio al Centro per l arte contemporanea Luigi Pecci di Prato la grande mostra antologica dedicata a Ettore Sottsass, architetto, grafico e designer di fama mondiale. Il percorso espositivo, curato dallo stesso Sottsass in collaborazione con Milco Carboni, si sviluppa lungo le dieci sale del Museo ed è incentrato sull arredo
Continua fino al 13 giugno, alla Fondazione Gregorio Cini, la mostra Venezia. La Nuova Architettura che si propone di presentare gli episodi più significativi di un importante stagione progettuale, nella quale si è modificato - evolvendo - il rapporto tra la conservazione del patrimonio culturale della città e la creazione di nuove architetture. Sono esposti i singoli progetti, ma è anche illustrato il complesso di trasformazioni in atto a Venezia e nel suo territorio. Tre fotografi veneziani sono stati incaricati di realizzare un vasto reportage fotografico sui luoghi della città, cui si accompagnano plastici, disegni, piante collocati in un percorso espositivo appositamente disegnato da Pier Luigi Cerri. La mostra costituisce un interessante panoramica di tutti i più importanti architetti, italiani e stranieri, che hanno partecipato ai concorsi di progettazione, promossi dai principali soggetti pubblici e
urbano, l architettura, gli interni, gli allestimenti, il design, la grafica, la fotografia, la ceramica attraverso i progetti realizzati da Sottsass e dai suoi giovani collaboratori e associati (Johanna Grawunder, James Irvine, Mario Milizia, Mike Ryan e Marco Zanini) nel periodo che va dal 1980 al 1999.
Ritorna il SIA In Paris
internet sites L Esplanade de la Défense a Parigi, con la Grande Arche che sarà sede del SIA 1999. The Esplanade de la Défense in Paris, showing the Grande Arche which will house SIA 1999.
Un importante evento è atteso per il mese di ottobre alla Grande Arche de La Défense, nel quartiere degli affari a Parigi. Dal 2 al 7 ottobre si rinnova, infatti, l appuntamento con il SIA, il Salone Internazionale dell Architettura - a cui, tra l altro, nelle passate edizioni ha collaborato anche la nostra rivista - che si distingue per l unicità e l ampiezza dell idea espositiva che va a coinvolgere non solo i progettisti e i loro edifici, ma anche e, soprattutto, i Maîtres d ouvrages, cioè i vari personaggi, privati o enti, che promuovono e sostengono come committenti la realizzazione di un architettura o di un intervento urbano. Il panorama testimoniato dai più significativi progetti dell attualità è quindi visto come il frutto di una riuscita e intelligente sinergia tra committenti, architetti e imprese che seppure con ruoli e competenze diverse intervengono in egual misura alla trasformazione del territorio, della città o di un entità locale. Con il SIA, nato nel 1988 da un idea di Jacques Lichnerowicz e Jean-Jacques Bravo - quest anno in veste di commissari della sesta edizione organizzata da France Conventions -, vengono così evidenziati i rapporti, le relazioni e le sintonie tra esigenze espresse dalla committenza, valori plastici dell architettura e nuovi mezzi resi disponibili dalle odierne tecnologie. La portata di questa manifestazione si proietta a livello internazionale presentando una selezione di circa duecento progetti che coprono le più diverse tipologie: sedi sociali, uffici, musei, scuole, università, aeroporti, ristrutturazioni, e così via, affrontando il tema dell architettura come un vasto cantiere d attualità e in continuo divenire. Con una previsione di oltre 40.000 visitatori il Salone Internazionale dell Architettura si propone come un evento ad ampio raggio affiancando al momento espositivo un ricco programma di mostre tematiche e monografiche, dibattiti, tavole rotonde di interesse sia professionale, sia rivolto al grande pubblico. Next October an important event
www.iaarc.com L International Association for Automation and Robotics in Construction è una associazione che si occupa della diffusione dei sistemi automatizzati e robotizzati nei vari campi della costruzione e della manutenzione, incluse le strutture nucleari, i sistemi di trasporto e stradali e le costruzioni per lo spazio. Il sito IAARC è inteso a favorire la conoscenza delle attività dell associazione, a promuovere la coordinazione tra le varie will be taking place at the Grand figure di professionisti a Arche de la Défense in the business diffondere le pubblicazioni e i centre of Paris. risultati degli studi scientifici in In fact, from October 2 to 7 there is questo campo e a incoraggiare gli to be another appointment with the sviluppi nella ricerca. SIA, The International Architecture Show, an event with www.progettocmr.com which our review has collaborated Progetto CMR Engineering in the past. The SIA is outstanding Integrated Services, è una for the singularity and breadth of società di consulenza the idea underlying the exhibit, specializzata nella pianificazione which involves not only the e progettazione integrata degli planners and their buildings but spazi di lavoro per il terziario. also, and especially, the Maîtres Si propone come unico d ouvrages - that is, the various interlucutore per i progetti di bodies, whether private persons or trasformazione e ottimizzazione public authorities, that promote dell uso dello spazio, oltre che per and support the construction of a lo sviluppo impiantistico, di work of architecture or of any other sicurezza e project management. urban operation. The range of Oggi conta sessanta work evidenced by the more collaboratori, e nuovi uffici significant current projects, operativi a Brescia e Roma, e in therefore, is seen as the fruit of a Europa con gli Studi Associati di successful and intelligent synergy Atene, Londra, Madrid e Parigi of clients, architects, and offre i propri servizi progettuali companies which, with different in modo sempre più innovativo e roles and competences, all specializzato. contribute equally to the transformation of the territory, the web.culture.fr city, or of local bodies. The SIA Molto articolato, questo sito was created in 1988 after an idea offre una panoramica sulle by Jacques Lichnerowicz and attività del Ministero della Jean-Jacques Bravo, who this year Cultura francese. Suddiviso per will be serving as commissioners of settori (arte, architettura, the sixth edition organized by letteratura, musica), per ognuno France Conventions. The show will dei quali è presentata una lista therefore highlight the relations, di collegamenti a siti correlati, connections, and harmony existing una serie di mostre virtuali , between the un elenco delle istituzioni requirements expressed by the e degli istituti scolastici di client, the plastic values of the riferimento, degli enti work of architecture, and the new governativi di supporto ecc. means made available by today s technology. www.labiennale.com The range of this event is Ancora in via di aggiornamento international in scope, presenting per le prossime edizioni a selection of about 200 plans della Biennale di Venezia covering a great variety of building (Cinema, Arte, Architettura), types: social centres, office il sito presenta al momento buildings, museums, schools, un excursus su tutte le universities, airports, precedenti edizioni. Per quanto reconstructions, etc., with which it riguarda l architettura, viene addresses the theme of architecture presentato integralmente il as a vast building yard of the catalogo della scorsa edizione. present and the future. With more È in previsione anche un utilizzo than 40,000 visitors expected, the come canale di scambio di SIA presents itself as a wideinformazioni e proposte ranging event offering not only the per l allestimento della prossima main exhibit itself but also a rich edizione (che si terrà nel 2000), programme of thematic and che per la prima volta si presenta specialized shows, debates, and come uno strumento interattivo round-table discussions of subjects per lo scambio di idee e opinioni, of interest to both professional aperto anche ai giovani. workers and the public at large. Segnalate i vostri siti, le vostre scoperte, le vostre idee al nostro E-mail: arca@tin.it
www.iaarc.com The International Association for Automation and Robotics in Construction is an associaton concerned with the diffusion of automatized and robotized systems in the various fields of construction and maintenance, including nuclear structures, transport and road systems and space constructions. The IAARC site aims to further knowledge of the association s activities, to promote coordination among various professinal workers, to spread publications and the results of scientific studies in this field, and to encourage developments in research. www.progettocmr.com CMR Engineering Integrated Services is a consulting company specialized in the integrated planning and designing of work spaces in service industries. It offers its services for transformation projects and for optimizing the use of space, not only regarding architecture but also for plants designing, security and project management. Today there are sixty collaborators and new operational offices in Brescia and Rome, and in Europe, and with its Associated Studios in Athens, London, Madrid and Paris it offers its planning services in an ever more innovative and specialized way. web.culture.fr Well organized, this site offers a panoramic view of the activities of the French Ministry of Culture. It is subdivided into sectors (art, architecture, and music), for each of which a list of connections to correlated sites is given, as well as a series of virtual shows, a list of reference institutions and scholastic institutes, government bodies offering support, etc. www.labiennale.com Now in the process of updating in anticipation of the next editions of the Venice Biennial (Cinema, Art, Architecture), this site is now presenting a rapid survey of all the previous editions. In architecture it offers the complete catalogue of the last edition. Also scheduled is its use as a channel for exchanges of information and proposals for the staging of the next edition (to be held in 2000). And for the first time the site will present itself as an interactive instrument for exchanges of ideas and opinions, in which also young people can take part. Send us your site address, your discoveries, and your ideas to our E-mail address: arca@tin.it
l ARCA 137 99
Maurizio Nannucci, installazione di scritte al neon/installation of neon writings.
Scrittura e segno Words of Light Vengono presentate fino al 10 giugno al Rupertinum Salzburger Landesmuseum due installazioni di luci neon, intitolate How it sound it is, realizzate da Maurizio Nannucci nei locali di accesso e di passaggio del museo. Nella prima, l artista scandisce la sequenza dell Arkadenhalle - che si affaccia sul giardino - costruendo tre divisioni, dalle quali emergono i segni luminosi Zeit, Bild, Text. La seconda installazione riguarda il foyer interno, una specie di chiostro che Nannucci immerge nella luce blu di scritte monocrome: Open to undefined meaning, What to say what not to say, Another notion of possibility e altre, posizionate sulle pareti. A Ginevra, al Cabinet des Estampes fino al 20 maggio è proposta una personale dell artista in cui è esposta tutta la produzione editoriale di Nannucci, i libri, le riviste, i dischi, le ephemera... E prevista una contemporanea presentazione di una scelta di opere nelle sale del MAMCO. A Monaco, l artista presenta dal 15 aprile al 30 settembre un installazione esterna sempre con scritte al neon che si sviluppa
sull edificio del European Patent Office in occasione del XXV anniversario della sua istituzione. Si tratta di sette testi luminosi, in differenti lingue e colori, che avvolgono l edificio, creando una virtuale linea di frattura. On view until June 10 at the Rupertinum Salzburger Landesmuseum are two installations made of neon light, entitled How it sounds it is, mounted by Maurizio Nannucci in the museum s entrance and passage halls. In the first installation, the artist reproduces the rhythmic sequence of the Arkadenhalle - facing the garden - realizing three sections from which the luminous signs Zeit, Bild, Text emerge. The second installation is in the interior foyer, a kind of cloister which Nannucci dips into blue light monochrome writings such as
Open to undefined meaning, What to say what not to say, Another notion of possibility, attached to the walls. In Geneva, at the Cabinet des Estampes, until May 20, a oneman exhibit of this artist will be staged, in which Nannucci s complete editorial production will be on view: books, reviews, disks, ephemera... Also upcoming is a contemporary presentation of a selection of his works in the halls of the MAMCO. In Munich the artist will be staging an outdoor installation of writings which will be developed on the building of the European Patent Office on the occasion of the 25th anniversary of its institution. The installation is constituted by seven luminous texts, translated in different languages and lighted in various colours, which wrap the building creating a virtual gap line.
Daniel Bonnal, una delle installazioni a commento delle opere di/one of the
Al Centro d Arte Contemporanea di Castres continua, fino al 28 maggio, l esposizione Deuxième livre des fleurs di Daniel Bonnal. L idea della mostra è nata dalla casualità di un incontro, quello fra Maria Sybilla Merian, un incisore del XVII secolo, appassionata di entomologia e di botanica, e l Hôtel di Vivès che ospita il Centro di Arte Contemporanea. Bonnal, ispirandosi alle opere di Maria Sybilla Merian, ha realizzato un primo catalogo in cui ha tradotto
di notizie, disegni, immagini gli serve, successivamente, per elaborare al computer il Catalogue Beaumaux . L artista arricchisce continuamente questi dati e utilizza il computer per modificare i suoi progetti, avvicinando così ogni idea a una nuova realtà. Al Centro d Arte Contemporanea sono presentate otto installazioni in cui delle copie di studi naturalistici dialogano con oggetti contemporanei.
Giovannino, penna e inchiostro/pen and ink, 1590-1591.
Cinque secoli di disegno a Bellinzona
Annibale Carracci, Madonna con il Bambino e San
Continua, fino al 24 maggio, alla Civica galleria d arte Villa dei Cedri di Bellinzona, l esposizione Cinque secoli di disegno nella collezione del Musée Jenisch di Vevey , il cui nucleo centrale è rappresentato dalla raccolta Cérenville, costituita dal medico Edouard de Cérenville (nell ultimo trentennio del XIX secolo) e continuata dal figlio René. La raccolta fu donata al museo di Vevey che, in occasione del centenario della propria fondazione e per celebrare il trentennale della donazione, ne
ha promosso lo studio e la pubblicazione. Il Musée Jenisch propone un ampia selezione dei suoi disegni, privilegiando per il disegno antico (dal XVI al XVIII secolo) le opere di area italiana e per l Ottocento la produzione di scuola svizzera; l esposizione si conclude con un carrellata di carte di autori moderni. La mostra è corredata da un catalogo, in francese, e da un Quaderno di Villa dei Cedri con la riproduzione di una parte delle opere e la versione italiana di alcuni testi.
100 l ARCA 137
In cartellone per il 1999 una serie di manifestazioni e di avvenimenti, organizzati dall Ecole di Nancy. Fino al 26 luglio, è allestita alle Galeries Poirel l esposizione L Ecole de Nancy 1889-1909 , dove verranno esposte circa quattrocento opere, organizzate secondo due differenti percorsi - cronologico e tematico - che permettono il confronto tra capolavori e produzione seriale. Nello stesso periodo, presso il Museo de l Ecole de Nancy, è organizzata la mostra Ma racine est au fond des bois , dove vengono esposti disegni, fotografie e oggetti d arte decorativa. L esposizione prosegue nei giardini, con la visita dell acquario e dell atelier d Emile Gallé. Per concludere, presso il Museo des Beaux Arts di Nancy, sempre nelle stesse date, si organizzerà l esposizione intitolata Peinture et art nouveau nella quale verrà ritracciato il percorso, tra naturalismo e simbolismo, di due artisti di Nancy: Emile Friant e Victor Prouvé. Daum, vasi e coppe/vases and cups
1892, 1900, 1909, 1920.
installations commenting on the work of Maria Sybilla Merian.
Daniel Bonnal a Castres
letteralmente i nomi di fiori e piante - scritti originariamente in inglese - e, giocando con il potere evocatore delle parole, ha successivamente sostituito a questa lista di nomi la descrizione di opere d arte. Questo repertorio
Déco francese Ecole de Nancy
On the bill for 1999 exhibits is a series of shows and events organized by the Ecole de Nancy. From April 24 to July 26 the L Ecole de Nancy 1889-1909 exhibition will be staged at the Galeries Poirel, where about four hundred works will be on view, organized along two different corridors - chronological and thematic - which enables visitors to compare masterpieces and mass-produced works. During the same period, at the Museum of the Ecole de Nancy an exhibition will be staged entitled Ma racine est au fond des bois , in which drawings, photographs and objects of decorative art will be on view. The exhibit continues in the gardens, with a visit to the aquarium and to Emile Gallé s studio. To conclude, at the Musée des Beaux Arts de Nancy, on the same date, there will be an exhibit entitled Peinture et l Art Nouveau , retracing the progress of two artists of Nancy, Emile Frieant and Victor Prouvé, from maturalism to symbolism.
Riccardo Dalisi tra scultura e design
Modigliani a Lugano
Continua fino al 16 maggio, alla Schola di Morosolo (Varese), la personale di Dalisi intitolata Riccardo Dalisi: Morosolo. Il cuore e lo spazio . Sono esposte le statue realizzate da Dalisi, importante designer del nostro tempo - è stato, tra l altro, premiato nel 1981 con il Compasso d Oro per gli studi compiuti sulla caffettiera realizzate in rame e ferro, materiali cui l artista guarda con grande interesse e di cui si avvale spesso per creare le proprie opere. Egli riesce a ritrarre, nella grafica ma anche nelle sculture, l intrecciarsi dei moti dell animo umano con quelli della natura. Ne scaturiscono figure simboliche, quasi archetipiche, che si collocano tra sogno e realtà.
Dopo il successo riscosso dall antologica di Munch, il Museo d Arte Moderna di Lugano dedica la sua attenzione all opera di Amedeo Modigliani, organizzando una mostra che si svolge fino al 27 giugno. Il percorso artistico di Modigliani è illustrato attraverso uno settantina di opere realizzate tra il 1906-1907 e il 1919, scelte da collezioni private e da musei di tutto il mondo. La rassegna si inserisce nella linea espositiva che da anni connota la proposta
del museo, configurandosi come una delle più importanti retrospettive fatte su Modigliani degli ultimi anni. La personale è accompagnata da un ampio catalogo monografico che comprende saggi di Marc Restellini, Luciano Caprile, Rudy Chiappini e Maurizio Fagiolo dell Arco, una sezione di apparati curati da Barbara Paltenghi, la pubblicazione a colori di tutti i dipinti presenti alla mostra e schede tecniche di commento a cura di Marie-Christine Decrocq.
Amedeo Modigliani, Ritratto di Jeanne Hébuterne, olio su tela/oil on canvas, 46x29 cm, 1918. In basso/bottom, Quinto Martini, Donna che si asciuga i piedi, marmo/Woman drying her feet, marble, 50x34x21 cm, 1940.
Un opera scultorea di/a sculpture by Riccardo Dalisi.
Tra sublime e classico
Fino ai primi di luglio è visitabile a Firenze, a Palazzo Strozzi, la mostra Arte sublime dell antico Egitto basata su un consistente numero di opere di varie epoche selezionate da Mohamed Saleh Ali, direttore del Museo Egizio del Cairo. Si va dal 2700 a.C. (II dinastia) fino allo stile classico dell epoca menfita (la statua di Chefren o la Triade di Micerino), a un grande ritratto di Hatshepsut, il faraone donna rappresentato con attributi regali maschili, a un ritratto in granito nero di Ramsete II. Ci sono anche testimonianze dell arte orafa. Ma la maggiore attrattiva viene dalla cosiddetta Monna Lisa di Luxor. Grazie all intervento del ministro della cultura egiziana Farouk Hosni, questa statua della dea Iwnet del secolo XIV a.C. (rinvenuta solo pochi anni fa nel tempio di Karnak) lascia eccezionalmente il Nilo. Ma questa iniziativa fa pensare a una sorta di rinnovato dialogo tra Egitto ed Europa, e segnatamente con la Francia e l Italia. Si presta una precisa attenzione al periodo napoleonico con l esposizione delle tavole tratte dalla Description de l Egypte del potente Vivant Denon che capitanava la commissione artistica di quella famosa spedizione. Infine Firenze ripresenta i reperti egiziani conservati nel proprio Museo Archeologico. Il titolo della mostra sottolinea il sublime nel senso di valore eccelso quale è quello dell arte egizia, certamente. Secondo i canoni estetici consolidati, collegheremmo
il sublime all arte egizia (indubbiamente, con le dovute grandi distanze dal sublime della cultura germanica) e l armonia classica all arte greca. Ma quale la conseguenza dell ipotesi di una mescolanza delle due dimensioni? Risposta forse inattesa: una nuova mediterraneità. L antica mediterraneità ha avviato le due dimensioni in differenti direzioni, persino opposte. Questa nuova mediterraneità credo possa avviare una cultura e una sensibilità complesse ossia frutto di incrocio e di attraversamenti. Questo, quanto alla qualificazione di tale condizione epocale. Quanto all estensione geografica, cioè alle aree di influenza di questa condizione, ecco, qui è il segno di un esperienza straordinaria: un tempo la Grecia ha costituito la culla di tutta la cultura occidentale. Oggi la nuova cultura mediterranea, se non fonte della nuova cultura di tutte le latitudini, si pone a ogni modo come emblematica dei processi di attraversamento che in tutto il mondo si producono. In quest ottica risulta molto interessante il rapporto tra il sublime dell antico Egitto e gli artisti europei attivi tra OttoNovecento. Ad affrontare il problema in rapporto ai Gauguin, Picasso, Matisse, Giacometti, ecc. è Maria Grazia Messina in un saggio stimolante pubblicato nel catalogo dell iniziativa. Carmelo Strano
Quinto Martini: una retrospettiva Prosegue sino al 13 giugno la retrospettiva dedicata a Quinto Martini al Museo Marino Marini di Firenze. La mostra è la prima di una serie di personali dedicate
agli scultori attivi in Toscana nella seconda metà del Novecento. L intento di questo progetto è di fornire un panorama esaustivo e scientificamente controllato degli artisti che hanno partecipato alla cultura figurativa del dopoguerra, riflettendone gli aspetti più significativi. I curatori della personale hanno selezionato i lavori più significativi di Martini dagli anni Venti fino alle opere più recenti; saranno esposti bronzi, gessi, terrecotte, disegni e dipinti. Le sculture dell autore testimoniano della sua partecipazione a una più ampia vicenda culturale che coinvolge la sfera letteraria e i suoi rapporti con poeti e scrittori. La retrospettiva è corredata da una sezione in cui sono esposti disegni preparatori e alcuni dipinti poco noti.
l ARCA 137 101
La Biennale di Venezia The 48th Edition
Le mutazioni dell umanità
La 48ª Biennale di Venezia, diretta da Harald Szeemann, si svolge dal 13 giugno al 7 novembre nella tradizionale sede dei Giardini di Castello e all Arsenale. L esposizione prevede la partecipazione ufficiale dei paesi stranieri e la Mostra Internazionale, nel cui ambito figura la partecipazione degli artisti italiani. La novità di quest anno consiste nel fatto che è stata abolita la suddivisione, esistente nelle scorse edizioni, tra artisti affermati che esponevano al Padiglione Italia e artisti più giovani che invece erano collocati alle Corderie, nella sezione Aperto. Quest anno, anche la partecipazione degli artisti italiani è inserita nella Mostra Internazionale, permettendo così un confronto globale tra gli artisti. Da qui il nuovo titolo della 48ª Esposizione dAPERTutto, APERTO over ALL, APERTO par TOUT, APERTO über ALL .
L ultimo trasalimento del dipingere... o la protostoria della modernità , questo il titolo della personale di Mattia Moreni che si terrà a Faenza, presso il palazzo delle Esposizioni in Corso Mazzini fino al 20 giugno. La mostra documenta, con un centinaio di tele realizzate tra la fine del 1996 e l inizio del 1999, la riflessione dell artista sulle mutazioni antropologiche dell umanità e sul parallelo destino della pittura, in continuo confronto con l avanzata di nuove tecnologie che impongono una percezione visiva differente. La mostra si snoda in un lungo e
The 48th Biennial of Venice, directed by Harald Szeemann, will be running from June 13 to November 7 in its customary site in the Giardini di Castello and the Arsenale. The official participation of foreign countries in this International Exhibition is expected and, of course, many Italian artists will be taking part. This year the novelty consists in the fact that the director has abolished the division in force in the last few editions, between established artists who exhibited at the Italian Pavilion and younger artists who were instead relegated to the Corderie, in the Aperto section. This year, however, the contribution of Italian artists will be integrated with the International Exhibit, making possible a direct comparison of all the artists. This explains the new title of the 48th Exposition: dAPERTutto, APERTO over ALL, APERTO par TOUT, APERTO über ALL .
In quattro città italiane Fino al 30 maggio si tiene una personale di Luca Giovagnoli nei negozi Galleria del Manifesto - Art Shop a Parma, Verona, Perugia e Bolzano. Sono esposti circa trenta dipinti degli ultimi anni, destinati alla vendita, e una decina dei più recenti lavori dell artista. Giovagnoli, con pochi colori bassi, dipinge erba, architettura, paesaggi urbani, api, aquiloni, automobili da corsa. La sua pittura presenta un codice espressivo riconoscibile in un immediata coincidenza di intenzioni e di mezzo espressivo.
Zoni a Parma Palazzo Bossi Bocchi, a Parma, ha in calendario fino al 13 giugno la mostra Bruno Zoni. La figurazione emozionata. Opere dagli anni Cinquanta ai Settanta . La retrospettiva, curata da Luciano Caramel, propone l attività matura dell artista partendo da una Marina del 1954, con la quale si concludeva la mostra precedentemente realizzata dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Parma nel 1995. La nuova mostra partirà da quel dipinto per esporre le opere dal 1959-60 al 1963-64 nelle quali l artista abbraccia una pittura
102 l ARCA 137
segnica. Tra il 1964-65 e il 1968 si assiste al ritorno a immagini più costruite e forti in una serie di ritratti cui sono dedicate due sale dell esposizione. Subito dopo, Zoni persegue un progressivo rarefarsi della figurazione, sempre più dominata dalla luce, in visioni decantate che si spingono fino agli anni Settanta. Sono state selezionate 120 opere, per lo più a olio su tavola o tela, ma anche eseguite con altre tecniche e materiali, tutte riprodotte nel catalogo, accompagnate da un saggio di Luciano Caramel e da ampi registri bibliografici.
divertente racconto degli sviluppi genetici dell umanoide anormale con l elettronica sotto la pelle . Le tematiche sociali iniziano a interessare a Moreni a partire dalla prima metà degli anni Ottanta e vengono via via approfondite dall artista che insiste sul lato comico della mutazione genetica e ribadisce le improbabili modalità della programmazione del corpo postorganico secondo i dettami. Questa presa di posizione implica una nuova concezione del design e determina uno stile pittorico improntato alla facilità e alla rapidità del fare.
Mattia Moreni, Con il computer dentro la bocca per fare silenzio e mutazione antropologica dell umanoide, colori su tela/With a computer in his mouth to keep him quiet and anthropological mutation of a humanoid, colours on canvas, 250x200 cm, 1997. A sinistra/left, Luca Giovagnoli, Api 1998, tecnica mista su tela/mix technique on canvas, 60x70 cm, 1998.
Il realismo esistenziale A Palazzo Sertoli, a Sondrio, prosegue fino al 29 maggio la mostra Il Realismo Esistenziale ultima rassegna dedicata ai movimenti artistici degli anni Cinquanta a Milano, promossa dal Credito Valtellinese all interno del ciclo Arte a Milano 1946-1959 . La manifestazione, curata da Martina Corgnati, incentra la
propria attenzione sul clima culturale e artistico di Milano negli anni tra il 55 e il 59. Realismo esistenziale - termine coniato dal critico Marco Valsecchi - indica la reazione di alcuni artisti al clima sociale in cui vivono, reazione che, per un verso, assume decise posizioni di denuncia con esiti pittorici drammatici e, per un altro verso, innesca una riflessione filosofica sul tema dell identità e dell isolamento, di chiara matrice esistenzialista. Sono esposte una cinquantina di opere, tra quadri e disegni, accompagnate da documenti e carte risalenti ai fatti dell epoca. La mostra è corredata da un catalogo, contenente le riproduzioni di tutte le opere esposte e un saggio volto ad approfondire i principali aspetti del dibattito culturale dell epoca. Giuseppe Guerreschi, Hilda Lobauer,
olio su tela/oil on canvas, 1957.
Per tutelare i beni storici
Merloni-ter e appalti di lavori pubblici
Nell ambito del progetto BTicino a Regola d Arte , che riguarda un complesso sistema di ricerca, sperimentazione e formazione, mirato alla tutela non invasiva e alla valorizzazione degli edifici storici italiani, BTicino ha organizzato, lo scorso marzo al Teatro Massimo di Palermo, città dove ha sede una della cinque Università italiane prescelte dall azienda per istituire laboratori di ricerca e progettazione, un importante convegno su questi temi. L università di Palermo, come le altre cinque, sta, con il Centro Studi BTicino, dando inizio all applicazione della prima edizione della norma sperimentale CEI 64-15 , per i progetti di restauro dell impianto elettrico, e ha avuto l incarico di occuparsi di quelli relativi alla famosa Villa Niscemi . Per spiegare e approfondire questi argomenti, a Palermo è stato organizzato un dibattito sulle tematiche: Abitare il monumento ; Tecnologia tra conservazione e innovazione ; Salvaguardia e recupero dell edilizia storica . Il convegno, che ha visto la partecipazione del sindaco Leoluca Orlando, dell Assessore ai Beni Culturali e al Centro Storico del Comune di Palermo Emilio Arcuri,
Nell ambito del Convegno organizzato lo scorso febbraio da ANIE a Milano, il cui tema era Merloni-ter: il nuovo quadro normativo degli appalti di lavori pubblici , è stato specificato come questa (come del resto le precedenti versioni) sia una legge di principi - principi condivisi dalle forze economiche e culturali del paese - sui quali deve fondarsi l intera disciplina della materia. La Merloni-ter ridefinisce innanzitutto l ambito oggettivo e soggettivo di applicazione della legge n. 109/216, ampliandone a tal punto la portata da finire con l attrarre, nella disciplina degli appalti di lavori, contratti che precedentemente restavano esclusi, o meglio erano disciplinati da diversa normativa. Così, sotto il cd profilo oggettivo , la nuova legge, per rimediare ad alcune incertezze interpretative sorte nel vecchio regime con riferimento ai cd contratti misti (cioè quelle ipotesi di prestazioni complesse in cui concorrono lavori, servizi e/o forniture), elegge il criterio quantitativo quale criterio di individuazione della disciplina applicabile . Nel complesso nuovo quadro normativo degli appalti di lavori pubblici emerge chiaro l intento di fare chiarezza, garantendo il rispetto della massima trasparenza e concorrenza nelle procedure di gara, di promuovere nuove forme di dialogo con i committenti pubblici e, in generale, di rilanciare il mercato delle opere pubbliche. Particolare apprezzamento, sotto questo aspetto, merita l introduzione di una forma di finanziamento privato delle opere pubbliche: il project financing . Un ruolo importante spetta, necessariamente, alle banche e alle assicurazioni dalle quali ci si auspica una maggiore apertura e flessibilità, necessarie per valorizzare le iniziative imprenditoriali. Un altro aspetto interessante
dell Amministratore Delegato di BTicino Bruno Pavesi, del regista Roberto Andò e degli architetti Carlo Aymonino, Pasquale Culotta, Pierluigi Cervellati e di altri personaggi di spicco, ha acceso un dibattito ovviamente vivace in tema di passati interventi di restauro di monumenti antichi e in previsioni di future e indispensabili iniziative, sottolineando comunque la necessità di operare con sistemi moderni e non invasivi. Nell incontro sono emerse e si sono prese posizioni contrapposte tra i progettisti e gli storici e conservatori, poiché si è evidenziata la considerazione che, comunque, un restauro eseguito con i mezzi e le modalità dei propri tempi e del proprio momento culturale deve esprimere, anche se con studiata discrezione, la propria intelligente vitalità. In ogni caso è indispensabile che la messa a norma di edifici, riguardo all impiantistica elettrica e antincendio, specie nel caso di quei monumentali destinati a uso o funzione pubblica o museale, sia affrontata non solo con dibattiti teorici, ma anche con reali urgenze di restaurare secondo modalità non invasive, e in ottemperanza con la normativa di tutela e rispetto dell edificio in ogni sua parte.
Progettati e realizzati
La seconda edizione del Concorso Internazionale La casa degli anni 2000. Arredi fissi e mobili dei nuovi spazi domestici , promossa e realizzata da CLAC (Centro Legno Arredo Cantù) e patrocinato da ICSID e ADI (rispettivamente: International Council of Societies of Industrial Design e Associazione per il Disegno Industriale), si vale del partner svizzero DAA (dipartimento di Arte Applicata della SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana). Scopo dell iniziativa è la volontà di dare nuova vitalità al comparto produttivo del legno-mobilearredo , chiamando in causa quanti agiscono nel sistema, dal progettista, al produttore, al consumatore e alle istituzioni. Il concorso prevede, oltre alla premiazione dei progetti selezionati, anche il loro sviluppo sino alla realizzazione stessa del prototipo, per approfondire significativamente l impatto e i dettagli effettivi del progetto. I progetti che parteciperanno al Concorso dovranno esprimere i nuovi segni dell abitare attraverso studi di elementi di arredo fisso, di mobili, di
componenti o finiture di partizioni e divisori interni o esterni, anche tra loro integrati, che rappresentino qualità e innovazione. Il montepremi a disposizione della Giuria è di 50.000 Euro (96.800.000 Lire) da suddividere tra le categorie Studenti e Professionisti . Per la categoria Studenti un premio speciale di 4.000 Euro (7.750.00 Lire), verrà assegnato a un lavoro che, oltre al tema generale del concorso, risolverà in modo originale gli aspetti di presentazione e comunicazione del progetto. I progetti dovranno essere presentati entro il 30 giugno 1999 presso la segreteria di CLAC, piazza Garibaldi, 5, 22063 Cantù (Co), Italia tel.+39 031713114, fax +39 031713118. I progetti saranno esposti presso la Galleria del Design e dell Arredamento nel corrente mese di ottobre e, contemporaneamente, verrà avviata la realizzazione dei prototipi dei progetti premiati e di altri ritenuti interessanti, che verranno presentati in una mostra itinerante accompagnata da un catalogo multimediale.
della legge è il nuovo sistema di qualificazione delle imprese che segna il tramonto dell Albo Nazionale Costruttori e finalmente riconosce un ruolo fondamentale alla certificazione di qualità rilasciata da organismi privati accreditati. La Federazione ANIE in più occasioni, nel corso dell iter di approvazione della legge, aveva osservato come fosse anacronistico, oltre che antieconomico, che i committenti pubblici non riconoscessero certificazioni di qualità valide a livello internazionale, e su cui molte aziende, ormai da anni, hanno concentrato i propri sforzi e fondato il proprio successo. Un terzo importante tema, oggetto della relazione di Paolo Passoni, Magistrato del TAR Lombardia, riguarda la definizione delle controversie tra enti appaltanti e imprese, quali diritti possono far valere le imprese (per esempio il caso di illegittima esclusione dalla gara) e, conseguentemente, quale tutela viene accordata a tali diritti. Il nuovo testo della legge, a differenza della Merloni-bis, ribadisce il carattere facoltativo e non obbligatorio dell arbitrato, con ciò si eliminano le incertezze sorte precedentemente e si propone, mutuandola dall esperienza di altri Paesi, la cd. camera arbitrale. Le imprese dovranno allora valutare, di volta in volta, il mezzo più efficace di tutela tra il ricorso all arbitrato e il ricorso al giudice, anche tenuto conto dei recenti interventi legislativi (pensiamo al d.lgs. 80/98 che attribuisce al TAR la competenza in tema di risarcimento del danno che mira, da un lato, a consentire una soluzione delle controversie la più rapida possibile, dall altra un vaglio giurisdizionale più effettivo capace di comprendere, e se il caso sindacare, con nuovo strumenti processuali, le logiche e la congruenza della scelta dell amministrazione).
Per dati geospaziali Intergraph Corporation ha realizzato, con GeoMedia Viewer, un nuovo strumento basato su una piattaforma GIS aperta, che consente di visualizzare, in modo semplice e standard, dati geospaziali da stazioni desktop. GeoMedia Viewer può essere scaricato gratuitamente collegandosi all indirizzo Internet: www.intergraph.com/geomedia/vi ewer. Il Viewer permette ai professionisti di un organizzazione di testare le potenzialità di GeoMedia, utilizzando una tecnologia di data server all avanguardia, al fine di
visualizzare dati in formato nativo Microsoft Access o ArcView. Gli utenti possono inoltre vedere file GeoTIFF come dati di sfondo su mappe vettoriali, con evidenti vantaggi nella distribuzione di informazioni spaziali. Il sito sopra specificato include anche un set di dati campione per gli Stati Uniti e l Europa. Chi visita il Web di Intergraph ha la possibilità di scegliere tra 500 megabyte di dati, contenenti informazioni demografiche o relative a località d interesse.
l ARCA 137 103
Dall illuminazione alla tecnica di ventilazione/condizionamento
Più che un catalogo
La Fiera di Francoforte ha presentato, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Milano lo scorso febbraio, Light + Building : nuova Fiera Internazionale specializzata in merito a Illuminazione, Elettrotecnica e Tecnica per Edifici, che si terrà dal 19 al 23 marzo 2000 a Francoforte sul Meno. Questa manifestazione, precedentemente presente ad Hannover, si sposta per strategie fieristiche e per volontà dell Associazione nazionale dell industria elettrotecnica ed elettronica (ZVEI) tedesca, e amplia l offerta globale della tecnica di illuminazione all amministrazione degli edifici: nel solo ambito della tecnica di illuminazione è rappresentata una gamma estremamente ampia che va dall illuminazione decorativa orientata al design, fino all illuminazione tecnicofunzionale. In sostanza si verificherà, in questa nuova Fiera Internazionale di Francoforte, e diversamente dalle passate edizioni presenti ad Hannover, un integrazione che, oltre all illuminazione, comprenderà la tecnica di ventilazione/condizionamento e degli automatismi e relativi impianti che trovano applicazione in un edificio. La Light+Building costituirà quindi una piattaforma
Bellissimo il Catalogo Reggiani 1999, la copertina riproduce, con un raffinato sistema di stampa in quadricromia a oro caldo, una nota tavola del Palladio e, nell interno, è magistralmente illustrata l intera e quarantennale produzione della Reggiani, mentre gli attuali e grandi temi del settore luce sono studiati e trasformati in soluzioni illuminotecniche grazie alla geniale forza progettuale dell azienda. Il catalogo , più che il normale repertorio di tutti gli apparecchi di illuminazione sino a ora realizzati, è l accesso al sistema produttivo di Reggiani che viene svelato nelle particolarità e nell evoluzione dei servizi, come nell estensione della gamma dei prodotti, con cura, sapienza e una sorprendente misura nel descrivere dettagli e novità ai professionisti del settore. Il catalogo integra la riproduzione fotografica degli apparecchi con tutti i dati tecnici indispensabili (dimensioni, tipologie, coni di luce, curvature fotometriche e calcoli), che ne illustrano il valore funzionale e spiegano come inserirli al meglio in un progetto concreto. In apposite sezioni, cromaticamente
per gli operatori del settore, che, partendo dal committente, passano per l architetto e il progettista degli impianti per arrivare alle ditte che eseguono la messa in opera, e a quelle che prendono in gestione o in appalto gli impianti. La nuova fiera specializzata è quindi un punto di incontro ideale per ottenere tutte le informazioni sul tema Progettazione integrata , e per dare la massima assistenza e informazioni alla direzione amministrativa e ai tecnici che sovrintendono agli impianti di grandi immobili come edifici commerciali e industriali, aeroporti, quartieri fieristici, policlinici, enti culturali e altre istituzioni.
Graffiti addio
Nuovo centro termale Nel parco delle Terme della Savonarola situato sull Appennino Modenese, è stato realizzato, su progetto di Tiziano Lugli e con la partecipazione di Floor Gres, il nuovo complesso termale Centro Balnea . La struttura è dotata di tre vasche con forme e dimensioni diverse che, utilizzando le acque termali, determinano un idropercorso flebologico per la riattivazione cardio vascolare, una vasca idromassaggio a temperatura differenziata e una piscina per l acquagym dove è possibile allenarsi o fare relax. Floor Gres ha fornito i materiali
104 l ARCA 137
differenziate, sono descritte le intere famiglie di prodotti con i relativi materiali e accessori. Le sezioni sono singolarmente e opportunamente completate da testimonianze fotografiche di installazioni in importanti ed esclusivi ambienti, accompagnate da note informative di impianto, che spiegano le metodologie di Reggiani e informano sui criteri per progetti illuminotecnici destinati a speciali ambiti merceologici e sulle tecnologie di alimentazione. Ampi ed esaurienti indici delle lampadine e dei fori per l incasso concludono il catalogo. L azienda, per l impegno dedicato all editoria, è stata inoltre insignita del riconoscimento Certificate of Excellence European design Annual 1999 , in relazione al volume Phantasia, di Pino Usicco, che si rivela una vera e propria opera d arte per le immagini suggestive ed emblematiche che rimandano a un mondo di straordinari effetti plastici, quasi immateriali, tra contrasti dolcissimi di chiarori e oscurità su morbide forme, umane e non, segnate da fili intrisi di luce.
ceramici, completi di serie speciali, per i rivestimenti delle piscine, dei camminamenti esterni e degli spogliatoi, e ha inoltre completato la progettazione con disegni particolareggiati, piani di posa, computi metrici estimativi e assistenza di tecnici specializzati in cantiere. L intervento della Divisione Progetti di Floor Gres, nella fase di studio della costruzione, ha stabilito importanti sinergie con i progettisti per determinare soluzioni ottimali in merito alle esigenze architettoniche, impiantistiche e di posa.
Il sistema Wallgard, di Mapei, è, come antidoto ai segni dei graffiti urbani, uno tra i ritrovati più attesi dalla popolazione metropolitana delle grandi città italiane, che soffre gli interventi di coloro che, utilizzando una vasta tipologia di vernici spray, imbrattano indiscriminatamente pressoché tutti i muri degli edifici cittadini. Il fenomeno ha raggiunto dimensioni esasperanti, diventando una vera piccola guerra tra chi imbratta e chi subisce con impotenza e rancore le molteplici iniziative. Con Walgard, Mapei ha realizzato una linea che comprende due prodotti: il Wallgard Graffiti Barrier, un emulsione acquosa di cere polimeriche, specifica per proteggere in modo reversibile le superfici a vista dei graffiti. Il prodotto è utilizzabile su facciate di marmo, granito o pietre naturali in genere, che vengono così protette da scritte eseguite con bombolette di vernici spray convenzionali, proteggendo anche le superfici porose e non porose faccia a vista. Wallgard Graffiti Barrier crea una barriera repellente agli oli e all acqua, che impedisce ai graffiti di penetrare in profondità nel supporto, ma non ne impedisce la traspirabilità e, soprattutto, non modifica l aspetto dei materiali trattati. Si applica a pennello, rullo e
spruzzo airless su superfici pulite ed è facilmente rimovibile con idropulitrice ad acqua calda (circa 80°C). L altro prodotto del sistema Wallgard è: Wallgard Graffiti Remover Gel, gel detergente prodotto secondo una formula sviluppata nei laboratori di ricerca Mapei, in grado di rimuovere, con l aiuto di una semplice idropulitrice, ogni tipo di graffiti senza danneggiare la superficie sottostante. In virtù della consistenza gelatinosa, il prodotto permane a lungo sulla parte trattata e non veicola lo sporco all interno del supporto. Agisce in 5-10 minuti, e successivamente può essere rimosso semplicemente con acqua utilizzando una spazzola a setole dure.
Agenda Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions
Scadenza/Deadline: 13/5 Monte premi/Total prize money: 1,500,000 Yen Giudice/Judge: Oscar Niemeyer Per informazioni: Shinkenchiku Residential Design Competition 1999 Shinkenchiku-sha Co. Ltd. 31-2 Yushima 2 - chome, Bunkyo-ku, Tokyo 113-8501
Gran Bretagna/Great Britain Corea del Sud/South Korea Seoul LG Electronics International Design Competition Creating a New Age - U.S.E.R. First Design Concorso Internazionale di Design per prodotti innovativi che rispondano alle quattro esigenze seguenti: di facile utilizzo, solidi, espressivi e che rispecchino lo stile di vita del XXI secolo/International Design Competition for innovative products reflecting the followin four requirements: user friendliness, solids, expressive and reflecting the XXIst century lifestyle Iscrizione/Registration: 21/5 Scadenza/Deadline: 16/5 Giuria/Jury: Christopher Frayling, Patrick Whitney, Mark D. Dziersk, Kazuo Kimura, Chul-Ho Kim Per informazioni: LG Electronics Corporate Design Center, LGE 36 Munlae-Dong 6-Ga, Yeoungdeungpo-Gu Seoul 150-096 Korea Tel. ++82 2 6303209, fax ++82 2 6303647 Internet: www.lge.co.kr E-mail: lgecompe@lge.co.kr
Francia/France Angers Trophée de l’Ardoise d’Angers Premio internazionale per architetture realizzate dal 1990 che abbiano utilizzato l’ardesia di Anger International award for construction projects realized since 1990 which utilized Angers slate Scadenza/Deadline: 15/5 Per informazioni: CAUE de Maine et Loire Bruno Letellier Maison des Maires 9 ru du Clone - 49000 Angers Tel. ++33 2 41181000, fax ++33 2 41181010
Germania/Germany Stuttgart Academy Schloss Solitude Borsa di studio in discipline artistiche Fellowship for the artistic disciplines Primavera 2000-autunno 2001/ Spring 2000-autumn 2001 Scadenza/Deadline: 31/7 Montepremi/Total prize money: 1700 DM al mese, e alloggio gratuito 1700 DM per month and free lodging Per informazioni: Akademie Schloss Solitude Stiftung der Öffentlichen Rechts Solitude, 3 70197 Stuttgart Tel. ++49 0711 99619472 Fax ++49 071 9961950 Internet: www.akademie-solitude.de E-mail: wi@akademie-solitude.de
Giappone/Japan Tokyo Shinkenchiku Residential Design Competition 1999 Concorso internazionale per un teatro di 200 posti in una piazza urbana International competition for a theatre for 200 people in an urban square
Leeds Akzo Nobel WoodCare Competition open to students of architecture who have not yet completed their part III studying at British Schools of Architecture for the design of a multipurpose sports and leisure centre Deadline: June 1999 Total prize money: 4800 £ Information: RIBA Competitions Office 6 The Manston Business Centre Melbourne Street, Leeds LS2 7PS Tel. ++44 113 2341335, fax ++44 113 2444170
Italia/Italy Cantù (Como) Interreg Design 99. La casa degli anni 2000 Concorso internazionale di design per arredi fissi e mobili per i nuovi spazi domestici/International design competition for fixtures and furniture for new domestic environments Scadenza/Deadline: 30/6 Monte premi/Total prize money: 50.000 Euro Giuria/Jury: Augusto Morello (presidente), Sergio Asti, Federico Busnelli, Michele De Lucchi, Francesco Milani, Gianni Ottolini, Bruno Reichlin Per informazioni: Centro Legno Arredo cantù Piazza Garibaldi 5 22063 Cantù (CO) Tel. ++39 031 713114 fax ++39 031 713118 Internet: www.clac00.it E-mail: clac00@cracantu.it
Faenza (Ravenna) La maniglia per il terzo millennio Concorso internazionale di design industriale che si articola in due sezioni, la prima riservata a progettisti, architetti, industrial designer; la seconda riservata a studenti, scuole, istituti o università per architettura o disegno industriale International industrial design competition in two sections: the first open to designers, architects and industrial designers; the second open to students, schools, and institutes universities of architecture and industrial design Scadenza/Deadline: 29/10 Monte premi/Total prize money: 13.000.000 Lit. Giuria/Jury: Francesco Tabucco, Wolfgang Berger, Fabrizio Bianchetti, Pierpaolo Ghidini Per informazioni: Gruppo Editoriale Faenza S.p.A. Via Pier De Crescenzi, 44 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 663488, fax ++39 0546 660440 Internet: www.faenza.com E-mail: info@faenza.com
Genova 1999 The Ermanno Piano Scholarship Borsa di studio per architetti laureati nel 1998, prevede sei mesi di collaborazione con il Renzo Piano Workshop a Genova/Scholarship for architects graduated in 1998 for six months of collaboration at Renzo Piano Building Workshop in Genoa Scadenza/Deadline: 31/5 Selezione/Selection: 31/7
Monte premi/Total Prize money: 10,000 $ Per informazioni: Renzo Piano Workshop Foundation Via Rubens, 29 16158 Genova Tel. ++39 010 61711, fax ++39 010 6171350 E-mail: rpwfbusiness@rpwf.org
Convegni e dibattiti Congresses and conferences
Milano Premio Dedalo alla Committenza 1999 Concorso aperto a tutti i committenti che abbiano incaricato architetti italiani, in qualsiasi paese del mondo, di progettare e/o realizzare un’opera/Competition open to all cleintshaving commissioned Italian architects, in every country, to design and/or realize a work Scadenza/Deadline: 30/7 Per informazioni: Proservizio Srl Via Leonardo da Vinci, 14 -36100 Vicenza Tel. ++39 0444 914236, fax ++39 0444 913358 Internet: www.proservizi.it info@proservizi.it
Roma/Milano 2º Premio di laurea sull’architettura fortificata Concorso nazionale a premi per lo studio e la valorizzazione dell’architettura fortificata, riservato a studenti laureati in ingegneria, architettura, lettere e filosofia Scadenza: 15/5 Montepremi: 5.000.000 lit. Per informazioni: Istituto Italiano dei Castelli Via Borghese, 14 20154 Milano Tel./Fax ++39 02 347237 E-mail: castit@tin.it
Udine Concorso di Design Promosedia Concorso internazionale di idee, aperto agli studenti dell’Unione Europea, per la progettazione di una sedia europea/International ideas competition, open to students of the European Union, for the design of a new European chair Scadenza/Deadline: 14/5 Monte premi/Total prize money: 5.200 Euro Giuria/Jury: Augusto Morello, Giovanni Masarotti, Cini Boeri, Pierluigi Cerri, Konstantin Grcic Per informazioni: CALT Largo delle Grazie 7 - 33100 Udine Tel. ++39 0432 229127, fax ++39 0432 296042 E-mail: caltpr@tin.it
Spagna/Spain Barcellona Enric Bricall Grant Borsa di studio internazionale per progetti di ricerca per oggetti di design che abbiano per obiettivo il miglioramento della qualità della vita dal punto di vista sociale, culturale o ambientale/International grant for research projects in the design sphere whose aim is improving the quality of life from a social, cultural or environmental point of view Scadenza/Deadline: 31/5 Borsa/Amount: 1.500.000 Ps (9.015,18 Euro) Per informazioni: Escola Elisava C.Ample 11-13 - 08002 Barcelona Tel. ++34 933174715 E-mail: elisava@seker.es
Convegni e dibattiti Congresses
and conferences
Australia Sydney Sydney Design ‘99 Punti di vista temporali Viewpoints in Time 26/9-30/9 Per informazioni: ICMS Australasia Pty Limited GPO Box 2609 Sydney, NSW 2001 Australia Tel. ++61 2 92411478 Fax ++61 2 92413552 Internet: www.sd99.com.au E-mail: sd99@com.au
Austria Vienna Architektur Zentrum Metropolis Now! The future of global cities - Global cities of the future 7° Congresso viennese di architettura 7th Wiener Architektur Congress 5/11-7/11 Per informazioni: Architektur Zentrum Museumplatz 1 A-1070 Vienna Tel. ++43 1 5223115 Fax ++43 1 5223117 Internet: http://azw.t0.or.at E-mail: azw@t0.or.at
Cina/China Beijing L’architettura del XXI secolo Congresso mondiale de l’UIA/UIA World congress 23/6-26/6 Per informazioni: UIA 51 rue Raynouard, 75016 Paris Tel. ++33 1 45243688 Fax ++33 1 45240278 Internet: www.uia-architectes.org E-mail: uia@uia-architectes.org
Finlandia/Finland Tampere 6th Glass Processing Days 6° Incontro internazionale sulla lavorazione del vetro 13/6-16/6 Per informazioni: Tamglass Engineering FIN-33731 Tampere, Finland Tel. ++358 3 3723111 Fax ++358 3 3723190 Internet: www.glassonline.com
Francia/France Grenoble CRATerre La préservation du patrimoine architectural en terre 7/6-25/6 The low cost building construction project 6/10-29/10 Stage aperti ad architetti, ingegneri, tecnici, ricercatori/Stages open to architects, engineers, technicians and researchers Per informazioni:
l ARCA 137 105
M.me Marina Trappeniers CRATerre-EAG, BP 2636 38000 Grenoble cedex 2 Tel. ++33 4 76401439 Fax ++33 4 76227256 E-mail: creterre-eag.formation@grenoble.archi.fr
Mandelieu ECEEE 1999 Seminario sull’efficienza energetica e la riduzione di CO2/Summer workshop on energy efficiency and CO2 reduction 31/5-4/6 Per informazioni: ECEEE Summer Study c/o Ademe/Green Tel. ++33 1 43222934 Fax ++33 1 43354527 Internet: www.stem.se/iaeel, www.eceee.org E-mail: Green75@wanadoo.fr
Nice M.A.M.A.C. Les nouveaux paysages Construire des relations au paysage Rainier Odde 26/5 Les nouveaux paysages de l’Art Contemporain Xavier Girard 22/6 Per informazioni: Monsieur le Député-Maire de Nice Direction Générale de l’Aménagement, de l’Urbanisme et du Développement Economique Agence Municipale de l’Urbanisme 06346 Nice-Cedex 4 Tel. ++33 4 93132000 Fax ++33 4 93132900 Internet: www.nice-coteazur.org
Paris Maison de la Chine Viaggio a Beijing in occasione del XXº Congresso dell’UIA Journey to Beijin on the occasion of the XXth UIA Conference 23/6-26/6 Per informazioni: Maison de la Chine 76, rue Bonaparte 75006 Paris Tel. ++33 1 40519506 Fax ++33 1 40518923 Internet: www.maisondelachine.fr
Germania/Germany Berlino Incontri di architettura e design Berlino terzo millennio. Cinque giorni di visite e incontri/Berlin 3th Millennium. Fiveday visits and meetings 16/6-20/6 Per informazioni: Design Net World, Focchi Group C.P. 19 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail: info@focchi.it
Italia/Italy Camerino (MC) Palazzo Ducale IX seminario di architettura e cultura urbana Storia e modernità: disegni, materiali, tecnologia per l’architettura delle città 1/8-5/8 Per informazioni: Giovanni Marcucci Tel. ++39 0737 632558 E-mail: marcucci@camserv.unicam.it
Como Villa Olmo 1o Convegno Nazionale “Comuni per il Codice” Bilancio di un anno del network aderente al
106 l ARCA 137
“Codice per la qualità energeticoambientale di edifici e spazi aperti” 25/9-26/9 Per informazioni: Centro Nazionale Architettura BioclimaticaENEA Fax ++ 39 06 36272280 E-mail: gallo@sede.enea.it
Faenza (Ravenna) Museo Internazionale delle Ceramiche Ceramic millennium - 700 anni di maiolica faentina: XVI-XX secolo 23/7-25/7 Per informazioni: Museo Internazionale delle Ceramiche Viale Baccarini, 19 - 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 21240, fax ++39 0546 27141 Internet: www.racine.ra.it/micfaenza E-mail: micfaenza@provincia.ra.it
Firenze Università degli Studi-Dipartimento di Progettazione dell’Architettura Architettura e contesto Corso di perfezionamento 15/4-25/6 Per informazioni: Dipartimento di Progettazione dell’Architettura Via Cavour 82 50129 Firenze Tel. ++39 055 2757746, fax ++39 055 2757720 E-mail: progarch@prog.arch.unifi.it
Fondazione Studio Marangoni Workshop - Mark Power Maggio/May Per informazioni: Fondazione Studio Marangoni Via San Zanobi, 32r Firenze Tel. ++39 055 280368, fax ++39 055 215052 Internet: www.dada.it/studiomarangoni/ E-mail: studiomarangoni@dada.it
Roma Sede Acsa International La città nuova The New City 29/5-2/6 Per informazioni: ACSA International Conference 1735 New York Avenue NW Washington DC 20006, USA Tel. ++1 202 7852324 Fax ++1 202 62-0448 Internet: www.acsa-arch.org. E-mail: edwards@ acsa-arch.org
22a Conferenza Nazionale della International Association for Energy Efficient Lighting 22nd IAEE Annual International Conference 9/6-12/6 Per informazioni: E-mail: AIEE.Conference@mclink.it
Facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” La progettazione dei sistemi di ombreggiamento e dei sistemi di raffrescamento passivo 8/5 Come proteggere l’illuminazione naturale negli edifici 15/5 I sistemi solari ad aria integrati in edilizia avanzata 22/5 Convegni di Architettura e urbanistica solare/Conferences on Natural Lighting in Architecture and Urban Planning Per informazioni: ISES ITALIA Piazza Bologna, 22 00162 Roma Tel. ++39 06 44249241, fax ++39 06 44249243 Internet: www.isesitalia.it E-mail: info@isesitalia.it
Genova
Venezia
Palazzo Ducale Convegno internazionale “Agenda XXI regionale: ambiente e sviluppo sostenibile” International congress “Regional Agenda XXI: environment and sustainable development” 13/10-15/10
Fondazione Cini 16° Congresso Internazionale BIBM Convegno delle industrie produttrici di manufatti, componenti e strutture in calcestruzzo aderenti al Bureau International du Béton Manufacturé International congress of producers of concrete works, components and structures associated to the Bureau International du Béton Manufacturé 25/5-28/5
Per informazioni: Studio Viale von der Goltz Via Goito, 26/7 16122 Genova Tel. ++39 010 873106, fax ++39 010 8318246 E-mail: agenda21@mbox.ulisse.it
Milano Fiera International Value-Added Technical Forum Wood Based Panels Forum internazionale sulle tecniche del legno 25/5/2000-27/5/2000 Per informazioni: EFIMALL Centro Direzionale Milanofiori 1a Strada - Palazzo F3, 20090 Assago (Mi) Tel. ++39 02 89210246, fax ++39 02 8259009 Internet: www.acimall.com E-mail: xylexpo@acimall.com
Per informazioni: MGR Congressi Via Servio Tullio 4, 20123 Milano Tel. ++39 02 430071, fax ++39 02 48008471 E-mail: info@mgr.it
Istituto Universitario di Architettura 1a conferenza nazionale su Informatica e Pianificazione Urbana e Territoriale; i Modelli e la Gestione delle Trasformazioni Territoriali 1st International conference on Informatics and Urban and Regional Planning 9/6-11/6 Per informazioni: Lorena Manesso, Lorena Mio Tel. ++39 041 2752102 Fax ++39 041 5240403 E-mail: input@iuav.unive.it
Auditorium San Carlo Experimental Cinema: Racconto iniziatico 5/5 Dissoluzione/Materia effimera 12/5
Istituto Universitario di Architettura Cupum ‘99 1a Conferenza dell’Associazione Computer in Urban Planning and Urban Management 8/9-11/9
Per informazioni: Progetto Giovani Via Marconi 1 20123 Milano Tel. ++39 02 62083379, fax ++39 02 8605065
Per informazioni: Lorena Manesso, Lorena Mio Tel. ++39 041 2752102 Fax ++39 041 5240403 E-mail: input@iuav.unive.it
Accademia di Belle Arti di Brera Master FSE in Light Design 13/5 Per informazioni: Sergreteria Didattica Corsi FSE - aula 41 Via Brera, 28 20121 Milano Tel. ++39 02 86467358 Fax ++39 02 86911846 E-mail: Corsi.FSE@accademiadibreramilano.it
Iaas-Venezia Venice ‘99 6º Workshop internazionale di architettura e design 6th International Architecture Design Workshop Iscrizione/Registration: 16/5
16/7-13/8 Per informazioni: Matteo Elletz Iaas Venezia Via Monte Nero, 84 30171 Mestre Tel./Fax ++39 041 92749
Polonia/Poland Warsaw Institute of Technology 24th Session of the International Commission on Illumination (CIE) 24a Sessione della Commissione Internazionale dell’Illuminazione 24/6-30/6 Per informazioni: CIE Central Office Kagelgasse 27, A -1030 Vienna Tel. ++43 1 71431870 Fax ++43 1 713083818 Internet: www.cie.co.at E-mail: ciecb@ping.at
Repubblica Ceca/ Czech Republic Prague Hotel Hilton International Commission on Glass 5th European Society of Glass Science and Technology Commissione internazionale del vetro e 5° incontro europeo della Società per la Scienza e la Tecnologia del Vetro 21/6-24/6 Per informazioni: Agentura Carolina 12800 Praha 2 Tel. ++420 02 298223 Fax ++420 02 296983 Internet: www.glassonline.com
Spagna/Spain Bilbao Da capitale delle acciaierie a simbolo di rinascimento urbanistico e culturale Incontri internazionali di architettura e design International meeting on architecture and design 23/9-26/9 Per informazioni: Design Net World/Focchi Group C.P. 19 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail: info@focchi.it
USA Aspen (Colorado) 49th International Design Conferenza sul design digitale Conference on digital design 16/6-19/6 Per informazioni: IDCA Aspen Colorado, USA Tel: ++1 970 9252257 Fax ++1 970 9258495 Internet: www.idca.org E-mail: info@idca.org
Dallas
Chaumont
Dallas Convention Center AIA National Convention 6/5-9/5
Festival d’affiches Incontri internazionali di Arte Grafica 28/5-30/5
Per informazioni: AIA Convention Tel. ++1 617 8594493 Internet: www.aiaonline.com
Epinay-sur Seine
Los Angeles - San Diego - San Francisco La grande architettura sul Pacifico Incontri internazionali di architettura e design/International meeting on architecure and design 4/11-14/11 Scadenza/Deadline: 1/8 Per informazioni: Design Net World/Focchi Group C.P. 19 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail: info@focchi.it
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Austria Vienna Architektur Zentrum Manhattan Austria: Austrian Cultural Institute New York 24/3-10/5 Synworld - playwork: hyperspace 27/5-31/5 City by the Stadtbauamt: Erich Franz Leischner and the Vienna Stadtbauamt 16/6-8/8 Emerging Architecture 15/9-15/10
Canada Kamploops Art Gallery Gioielli americani 1940-1960 16/9-28/11
Montreal Canadian Centre for Architecture Opération Interface-5 Architectes Québecois 9/6-24/6
Québec Musée du Québec Gioielli americani 1940-1960 15/3-15/6
Danimarca/Denmark Copenhagen Dansk Arkitektur Center, Gammel Dok Power Houses fino al/through 4/7
Francia/France Bordeaux arc en rêve Architecture en Aquitanie 10/6-12/9 Christian Hauvette. Partitions 24/6-19/9
Epicentre L’art au centre. Sélection d’œuvres du Centre Georges Pompidou à Epinay-sur Seine 12/3-5/6
Marseilles MAC 50 espèces d’espaces fino al/thorugh 30/5
Nantes Maison des Hommes et des Techniques Rives de la Loire. Enjeu urbain pour la Métropole fino al/through 12/6
Orléans Archilab Les Futurs de l’architecture 17/4-30/5
Paris Fondation Cartier Radi Designers 2/4-30/5 Musée du Louvre L’essence de l’architecture. Déduction métaphysique 16/4-12/7 Jeu de Paume Richard Meier Marie-Jo Lafontaine 13/7-19/9 Cité des Sciences et de l’Industrie La Villette Le génie du pneu fino al/through 30/6 Galerie VIA Cartes blanches, appels permanents, labels VIA 1999 12/4-24/6 IFA François Seigneur 25/3-29/5 Opération Interface-5 Architectes Québecois 9/6-24/6 Musée d’Orsay Gothic Revival: architecture et art décoratifs de l’Angleterre victorienne 2/3-6/6
Germania/Germany Düsseldorf NWR -Forum Kultur und Wirtscaft Düsseldorf O. M. Ungers - Intervening Spaces 8/5-8/7
Gran Bretagna/Great Britain Glasgow Collins Gallery 100 Giants of chair design 7/4-8/5 Collecting Cities: Images from Patrick Geddes’ Cities and Town Planning Exhibition 15/5-12/6
McLellan Galleries The Architecture of Democracy 30/4-25/7 Glasgow School of Art Flexible Furniture 26/4-15/5 The Old Fruitmarket Vertigo: The City in the 21st Century 26/2-16/5 The Burrell Collection, Pollok Country Park Mies van der Rohe. Architecture and Design in Stuttgart, Barcelona, Brno 14/5-29/8 The Ligthouse Alexander Thomson. The Unknown Genius 28/5-15/8 Kelvingrove Art Gallery Food 7/5-22/8 Gallery of Modern Art Flesh and Stone: Building a Scottish Identity 21/5-18/7
London Designmuseum Modern Britain 1929-1939 20/1-6/6
Italia/Italy Cuma (Napoli) Parco archeologico di Cuma e territorio confinante Scultura e architettura del Novecento 7/5-5/12
Firenze Archivio di Stato Dalla Tosacna all’Europa di Gustave Eiffel 25/3-8/7
Padova Dal Palazzo della Ragione all’isola museale agli Eremitani Romano Abate - Sensori della memoria 27/3-30/5
Prato Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci Ettore Sottsass e associati 1980-1999 21/3-30/5
Roma Galleria Architettura Arte Moderna Architettura di Mostra 4 5/7-11/9
Torino Castello del Valentino - Sala delle Colonne VIRUS - Architetti a confronto 17/5-27/5
Venezia IUAV - Archivio progetti, ex Cotonificio veneziano di Santa Marta H VEN LC - Hôpital de Venise Le Corbusier (Je prends Venise à témoin) 10/6-31/7; 30/8-9/10 Fondazione Giorgio Cini Venezia. La Nuova Architettura 26/3-13/6 XLVIII Biennale di Venezia Simone Decker 13/6-7/11
Olanda/Holland Amsterdam De Beurs van Berlage Frank Lloyd Wright: La Cité Vivant 11/6-12/9
Spagna/Spain
Fondazione Studio Marangoni “The Millennium Dome”. Fotografie di Martin Parr 6/5 Premio per un progetto fotografico 1998 - Mostra del lavoro vincente e di quello selezionato 2/6
Guggenheim Museum Bilbao The Art of the Motorcycle 13/11-28/3/2000
Milano
Stoccolma
Openspace-Palazzo dell’Arengario Fusion. Giovani designer nella tradizione del vetro di Murano 16/4-9/5
Arkitektur Museet 12 + Erskine for 2000 fino al/through 16/5 Peter Zumthor. Photographs by Hélène Binet 13/4-16/5
Triennale di Milano Politecnico Bovisa - Progetti per l’area dei gasometri 9/4-13/6 Verso una nuova architettura: Palladio nel Nord Europa 28/3-13/6 Marco Zanuso 24/3-30/6 Fondazione Prada Mariko Mori. Dream Temple maggio-giugno/May-June
Napoli Palazzo Reale L’architettura a Napoli fra le due guerre 26/3-27/6
Bilbao
Svezia/Sweden
Svizzera/Switzerland Soletta Premio Svizzero del design. I vincitori 5/11-9/1/2000
USA Chicago Chicago Art Institute At Home in Chicago 21/4-1/8 Yasuhiro Ishimoto: A Tale of Two Cities
l ARCA 137 107
8/5-12/9 The Pritzker Architecture Prize: 19791999 28/5-26/9
Cincinnati Contemporary Arts Center The American Lawn: Surface of Everyday Life 4/4-7/6
New York Cooper Hewitt National Design Museum Graphic Design in the Mechanical Age: Selections from the Merrill C. Berman Collection fino al/through 23/5 The Work of Charles and Ray Eames: A Legacy of Invention 12/10-9/1/2000 National Design Triennial 7/3/2000-6/8/2000
San Francisco Museum of Modern Art Archigram: Experimental Architecture, 1961-1974 19/3-15/6 Tiborocity: Design and Undesign, 19791999 16/7-19/10
Washington Library of Congress The Work of Charles and Ray Eames: A Legacy of Invention 20/5-4/9
Canada Montreal Museum of Fine Arts Monet à Giverny: Chefs-d’oeuvre du Musée Marmottan 28/1-9/5 Goodridge Roberts 1/4-13/6 Cosmos: du romantisme à l’avantegarde, 1801 à 2001 17/6-17/10 Les oiseaux du Canada: la peinture naturaliste d’Audubon 9/9-7/11 Peintres mexicains du vingtième siècle, 1900-1950 11/11-27/2/2000 Carrefour Rêver en couleurs fino al/through 30/5 CCA 32 Italian Photographers: A Tribute to Phyllis Lambert 21/4-15/8 Intervening with History: The Architecture of Carlo Scarpa 26/5-31/10 Opération (Interface) 9/6-11/7 Cedric Price 31/8-26/3/2000 10 Year Anniversary Exhibition 1/12-30/4/2000
Toronto Art Gallery of Ontario Angels from the Vatican: The Invisible Made Visible 24/4-20/6
Francia/France Calais Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle de Calais Forjar el espacio. La escultura forjada en el siglo XX maggio-giugno/May-June
Mostre d arte Art Exhibitions
Céret Musée d’Art Moderne et Contemporain Hantaï 20/6-27/9
Hyères Villa Noailles L’union des artistes modernes 1929-1939 5/6-5/9
Austria Salzburg Rupertinum Maurizio Nannucci: How it sounds it is, Neon installazione fino al/through 16/6
Vienna Palais Ferstel Max Beckmann. Landschaft als fremde 12/3-6/6 MAK Oswald Oberhuber. Written Pictures, Up until now 28/4-24/5 Jannis Kounellis. Il sarcofago degli sposi 5/5-22/8
108 l ARCA 137
Issoudun Musée de l’Hospice Saint-Roch Auguste Borget, peintre voyageur autour du monde 19/3-28/6
Ivry Le Crédac/Galerie Fernand Léger Vera Molanr. Solo d’un trait noir 7/5-13/6 De la ligne impriméè. Un choix de multiples 7/5-13/6 Ateliers municipaux d’arts plastiques. Dessins d’enfants et travaux d’adultes 24/6-30/6
Le Havre Musée Malraux Georges Braque 21/3-21/6
Mouans-Sartoux
Paris
Espace de l’Art Concert Art au sol 20/3-13/6
Maison Européenne de la Photographie Ralph Gibson “Courant continu” 24/2-30/5 “Somnambulist”, “Déjà-Vu”, “Days at sea” 24/2-30/5 Catherine Ikman. “Portraits. Scènes virtuelles” 24/3-30/5 Touhami Ennadre. “Ennadre, lumière noire” 24/3-30/5
Nancy Musée de l’Ecole de Nancy Ma racine est au fond des bois 24/4-26/7 Galeries Poirel L’Ecole de Nancy 1889-1909 24/4-26/7 Musée des Beaux-Arts Peinture et Art Nouveau 24/4-26/7 Maison du Verre et du Crystal Meisenthal, the cradle of Art Nouveau glasswork 4/4-1/11 Musée Français de la Brasserie Art Nouveau in the Brewery 15/6-15/9 Château d’Haroué Art Nouveau Jewellery and Precious Metalwork 15/6-15/9 Musée Historique Lorrain Passions Lorraines: René Wiener 10/7-4/10
Nantes FRAC Wim Delvoye 8/4-13/6 Art et Architecture 6/5-30/8
Nice Musée Matisse Matisse et l’Antiquité fino al/through 30/8 Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain Claude Gilli 10/4-6/6 Jacques Martinez 3/4-29/6 Palais Lascaris Les pénitents de Nice 25/3-13/6 Jacques Martinez: Venises 3/4-6/6 Les routes du Baroque 25/6-4/9 Galerie de la Marine Bernard Damiano 3/4-16/5 Nice/Tourin: une nouvelle génération 21/5-27/6 Musée Internationale d’Art Naïf Anatole Jakovsky Les ateliers de l’Ecole Municipale d’Arts Plastiques 23/6-4/7 Les trésors de la donation Fauvert: Vivin, Bombois, Peronnet, Beauchamp 18/6-17/10 Galerie Renoir Paul Leyrit 10/4-30/5 Paul Pacotto 5/6-28/7 Galerie du Chateau Rivka 10/4-30/5 Galerie Sainte-Reparate Papadoperakis 10/4-30/5
Cité des Sciences et de l’Industrie-La Villette Nouvelle image, nouveaux réseaux. Passeport pour le cybermonde fino a Dicembre/through December Les sons dal/from 16/3 Jeu de Paume Rétrospective Gutaï 4/5-27/6 Musée Cernuschi L’Age d’Or de la Céramique Chinoise (VI-XIV siècles). Collection Meiyintang 4/3-27/6 Musée Carnavalet Le rues de Paris au XVIIIe siècle. Le regard de Louis Sébastien Mercier 18/3-20/6 Photos de Rome, 1850-1880 3/6-5/9 Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris La Collection du Centre Georges Pompidou, un choix fino al/through 19/9 Espace Elec Art Urbain novembre/November Louvre-Aile Richelieu Les monuments d’éternité de Ramsès II: Nouvelles fouilles thébaines 10/2-10/5 Louvre-Aile Sully Archéologie du Grand Louvre: Les fouilles du Carrousel (1989-1990) 10/2-28/6 Centre Georges Pompidou Robert Delaunay. De l’impressionnisme à l’abstraction 3/6-16/8 Musée des Arts Décoratifs Anni Albers 24/3-24/5 Petit Palais, Musée des Beaux-Arts Maroc, l’occident extrême 14/4-18/6 Couvent des Cordeliers Paris-Casa, suites marocaines 27/5-25/7 Jardin des Tuileries Festival Paris Quartier d’Été - Les enchanteurs marocains 16/7-18/7 Musée de l’Union Centrale des Arts Décoratifs Art de vivre - Art de voir fino a giugno/through June Véronique Boudier dans tous ses états 27/2-30/5 Secret de bijoux. Line Vautrin et onze créateurs d’aujourd’hui 10/3-30/5 Bijoux de lumière. Jacques Gautier 10/3-30/5 Hôtel de Sully Albert Londe 2/4-6/6
Fondation Cartier Stan Douglas 2/4-30/5 Gottfried Honegger 2/4-30/5 EKTA 5 Vieira da Silva 3/3-13/6
Rouen Musée des Beaux-Arts Duchamp-Villon, sculpteur, 1876-1918 20/2-24/5
Saint-Etienne Musée d’Art Moderne Alberto Giacometti, la collection du Centre Georges Pompidou, Musée national d’art moderne fino al/through 27/6
Strasbourg Ecole Supérieure des Arts Décoratifs Jan Fabre “Dÿe Den Nest weet Dÿe Weeten. Dÿen Roft Dÿ Heeten” 26/3-16/5
Villeneuve d Ascq Musée d’Art Moderne Lille Métropole Les Annés Cubistes 13/3-18/7
Germania/Germany Bregenz Kunsthaus Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 28/5-27/6
Frankfur am Main Portikus Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 24/9-7/11
Klagenfurt Stadtgalerie Man Ray. Retrospektive fino al/through 30/5
Italia/Italy Bolzano Galleria del Manifesto-Art Shop Luca Giovagnoli 21/5-4/6
Casalmaggiore Ex-Convento di S. Chiara Barocco nella bassa - Pittori del seisettecento in una terra di confine Fino al 20/6 Palazzo Diotti Mostra del pittore Goliardo Padova (1909-1979) 18/4-20/6
Cittadella (PD) Palazzo Pretorio Carlo Dalla Zorza. Il paesaggio e il suo ricordo 24/4-23/5
Conegliano (Treviso) Palazzo Sarcinelli Fabrizio Clerici 27/3-4/7 Morandi. I paesaggi 27/11-6/2/2000 Bendini 22/5-11/7 Lavagnino 22/5-11/7
Crema La ragione e il metodo: immagini della scienza nell’arte italiana dal XVI al XIX secolo fino al /through 27/6
Cremona Museo Civico Carlo Vittorini (1881-1943) - Paesaggio e stati d’animo nell’arte lombarda del Novecento fino al/through 27/6
Faenza (Ravenna) Palazzo delle Esposizioni L’ultimo trasalimento del dipingere... o la protostoria della modernità 11/4-20/6
München
Museo Internazionale delle Ceramiche Yashokichi Tokuda 13/6-18/9
European Patent Office Maurizio Nannucci: Neon installazione 15/4-30/9
Ferrara
Münster Westfälisches Landesmuseum Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 18/7-19/9
Gran Bretagna/Great Britain Edimburgo National Galleries of Scotland-The Dean Gallery Andreas Gursky: Photographs 19941998 27/3-16/5 John Coplans: a Self Portrait 1984-1997 29/5-25/7
Palazzo dei Diamanti Rubens e il suo secolo 28/3-27/6 Giuseppe Mentassi 18/7-5/9 Venezia 1950-1959. Il rinnovamento dela pittura italiana 26/9-9/1/2000
Firenze Palazzo Vecchio Carmassi, opere recenti 2/4-5/5 Palazzo Strozzi Arte sublime nell’Antico Egitto. Capolavori dal Museo Egizio del Cairo 5/3-4/7 Museo Marino Marini Quinto Martini. Una retrospettiva 26/3-13/6
Francavilla a Mare (CH)
Morosolo-Casiago (VA)
Museo MUMI Francesco Paolo Michetti (1851-1929) 26/5-30/8
Schola di Morosolo Riccardo Dalisi: Morosolo. Il cuore e lo spazio 17/4-16/5
Gallarate (Varese) Civica Galleria d’Arte Moderna Salvatore Lovaglio 18/4-16/5 Sarri 30/5-27/6
Napoli Città della Scienza E=mc2. Quando l’energia diventa materia 30/4-30/5
Genova
Padova
Palazzo Ducale Un museo in mostra fino al/through 16/5
Palazzo del Monte La miniatura a Padova dal Medioevo al Settecento 21/3-20/6
Giulianova (TE) Museo d’Arte dello Splendore Ruggero Savinio - opere dal 1986 al 1998 28/3-30/5
Lecco Villa Manzoni Ennio Morlotti. Retrospettiva 1936-1991 10/4-6/6
Milano Palazzo Reale Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del Simbolismo Eruopeo 8/4-29/8 Fondazione Mazzotta Gustav Klimt e le origini della Secessione Viennese 14/2-16/5
Galleria Civica Walter Rosemblum. Antologica 1/5-27/6 Palazzo della Ragione e altre sedi Quella notte sulla luna 17/7-15/10
Parma Palazzo Bossi-Bocchi Bruno Zoni. La figurazione emozionata. Opere dagli anni Cinquanta ai Settanta 17/4-13/6 Julien de Parme 1736-1799 11/12-27/2/2000
Pavia Castello Visconteo Federico Faruffini pittore 1833-1869 25/2-30/5
Perugia
Fondazione Stelline Gianfilippo Usellini 28/4-26/5 Wunderkammer. La nascita del Museo 9/6-6/7
Galleria del Manifesto-Art Shop Luca Giovagnoli 30/4-14/5
Galleria Blu Lucio Fontana. “Stasera inauguro la mia mostra da Palazzoli” 23/3-20/5
Chiesa S. Agostino e Piazza del Duomo Biörn Weckström in Pietrasanta 1/4-23/5
Biblioteca di Via Senato Sesh. Sviluppo della scrittura e della lingua nell’antico Egitto 18/2-23/5 Museo di Storia Contemporanea e Museo del Risorgimento Milano dalla Restaurazione alle Cinque Giornate 23/12-6/6 Galleria Photology Duane Michals. Salute, Walt Whitman 23/3-15/5 Galleria San Fedele Primaparete - Premio giovani pittori 14/5-12/6
Pietrasanta
Ravenna Salone delle Esposizioni della Loggetta Lombardesca Umberto Folli. Dipinti dal 1940 al 1989 29/2-23/5 Piero Gilardi 23/6-30/9
Reggio Calabria Galleria Barone Arte Contemporanea “...Unus vestrum me traditurus est...” (La parabola della cena) di Antonio Fontana fino al/through 9/5
Roma
Valeria Belvedere Beate Wassermann 18/3-8/5
Movida Cafè Opening fino al/through 19/5
Modena
Galleria Architettura e Arte Moderna Salvatore Marrone 26/4-15/5 Clytie Alexander: Europa America 17/5-5/6 Antonello Cuccu. A quel paese, Tibidaba, Soboa, Buddusò 7/6-3/7
Varie sedi Uno sguardo sul Giappone 16/5-10/10
Mogliano Veneto Villa Benetton Biennale della giovane scultura europea giugno-settembre/June-September
Palazzo Brancaccio Tra gli altri: quadri per me 26/4-15/5 Chiostro del Bramante
l ARCA 137 109
I love POP. Europa-USA anni ‘60: mitologie del quotidiano 24/3-27/6 Museo del Risorgimento Renoir dall’Italia alla Costa Azzurra 13/3-4/7
Castello del Buonconsiglio La bellissima maniera. Alessandro Vittoria e la scultura veneta del Cinquecento 25/6-26/9
Treviso
Ex-Cartiere Latina Il rebus della memoria: l’opera di Ferdinando Ambrosino nel corso degli anni ‘90 28/4-28/5
Casa dei Carraresi Da Gauguin a Mondrian. Impressionismo Espressionismo Cubismo e il paesaggio del nuovo secolo 4/9-9/1/2000
Musei Vaticani - Salone Sistino Roma-Armenia 25/3-16/7
Trieste
Sarmede (Treviso) Varie Sedi Mostra internazionale di illustrazione per l’infanzia. Le immagini della fantasia: I Gatti 6/11-19/12
Torino Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Giulio Paolini Maggio-giugno/May-June Le Serre di Grugliasco 1999: Ritorno alla terra maggio-giugno/May-June Varie sedi Biennale internazionale giovani Torino 2000 13/4/2000-19/4/2000 Fondazione Palazzo Bricherasio I Fauves e la critica. Uno scandalo annunciato 5/2-16/5 Museo Storico Nazionale dell’Artiglieria Viaggio nel Tempo: Eroi e Condottieri della Storia fino al/through 30/6 Archivio di Stato Gli splendori della corte imperiale russa 5/4-20/6 Museo Nazionale dela Montagna “Duca degli Abruzzi” Impressioni di viaggio. Quattro fotografi stanieri nelle valli torinesi 12/3-30/5 Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti I templi d’oro del Nilo 27/3-27/6 Museo della Fotografia Storica e Contemporanea Imagina 1950-1997.I grandi fotografi raccontano il mondo 20/5-18/7
Trento Museo di Storia Naturale Il Diluvio Universale 8/12-25/5/2000 Centro Servizi Culturali S. Chiara Fantascienza. Il fumetto e la grafica di fantascienza come anticipatori di visioni 31/3-9/5 Galleria Civica di Arte Contemporanea Enrico Castellani 19/3-16/5 Stephan Balkenhol 28/5-29/8 Palazzo delle Albere Gastone Novelli 13/5-22/9
110 l ARCA 137
LipanjePuntin Speculum. Giulia Caira 17/4-20/5
Venezia Palazzo Grassi I Maya 6/9-16/5 Peggy Guggenheim Collection-Palazzo Venier dei Leoni Anni Albers 24/3-24/5 Il Surrealismo nelle Collezioni Daniele Filipacchi e Neshui Ertegun 10/6-22/8 The Timeless Eye. Opere su carta della Collezione Jean e Marie-Anne KrugierPoniatowski 4/9-12/12 48ª Biennale di Venezia - Padiglione Francese Jean-Pierre Bertrand e Yong Ping 14/6-7/11
Spagna/Spain Barcellona Centre de Cultura Contemporània La reconquista de Europa. Espacio público en las ciudades europeas (19801998) 19/3-20/6 Museo de Arte Contemporani Perejaume. Deixar de fer una exposició 22/4-20/7 Gerhard Richter. Atlas 22/4-4/7 El Lissitzky 1/7-5/9 Raymond Hains 21/9-5/12 Martha Rosler 19/10-9/1/2000 Dau al set 19/10-9/1/2000
Valencia IVAM Centre Julio González Forjar el espacio. La escultura forjada en el siglo XX 9/3-28/5
Svizzera/Switzerland Bellinzona Galleria Civica Villa dei Cedri Tra Italia ed Europa. Cinque secoli di disegno, dal Museo Jenisch di Vevey 26/3-23/5
Ginevra
Boston Boston Museum of Fine Arts Mary Cassat: Modern Women 14/2-9/5 French Photography: Le Gray to Atget 21/11-23/5 Reopening of Egyptian Funerary Arts and Ancient Near East Galleries fino al/through 15/8
Chicago Chicago Art Institute Women and Culture from Kaufmann to Kollowitz fino al/through 23/5 Jaspers Johns: Prints from the Permanent Collection fino al/through 22/8 The 20th-Century Textile Artist 31/3-1/8 The Ordinary made Extraordinary: African Textiles and Decorative Arts 17/4-1/8 Beyond the Photographic Frame 24/4-12/9 Land of the Winged Horsemen: Art in Poland, 1572-1764 5/6-6/9 IKAT: Splendid Silks from Central Asia 30/9-9/1/2000 Chicago Cultural Center Dancing at the Louvre: Faith Ringgold’s French Collection and Other Story Quilts 7/8-10/10
Denver
Museo d’Arte Moderna Amedeo Modigliani 28/3-27/6
Denver Art Museum Forging a New Century: Modern Metalwork from the Norwest Collection, 1890-1940 fino al/through 8/8 White on White: Chinese Jades and Ceramics from the Tang through Qing Dynasties fino al/through 3/10 The Royal Academy in the Age of Queen Victoria (1837-1901) 27/2-30/5 Toulouse-Lautrec in the Metropolitan Museum of Art 11/4-3/7 Impressionism: Paintings Collected by European Museums 2/10-12/12
Vignola (Modena)
Museo Cantonale d’arte Il giovane Borromini 5/9-21/11
Museum of Contemporary Art New New Painters 29/4-3/7
Rocca I libri della città miniata. Statuti e Matricole bolognesi dal XIII al XVI secolo 27/3-11/7
Miler Antichità La luce nel paesaggio tra Ottocento e Novecento 4/5-5/6
Fort Worth
Verona Museo di Castelvecchio Alessandro Turchi 1578-1649 15/9-15/12 Galleria d’Arte Moderna e ContemporaneaPalazzo Forti Antonio Violetta. Opere 1994-1999 13/3-30/5 Mancino (Michele Tarasco) 13/3-30/5
Vigevano Palazzo Ducale Margaret Bourke-White. Fotografa 6/3-27/6
Olanda/Holland Amsterdam Rijksmuseum La natura morta olandese 1550-1720 19/6-19/9
Portogallo/Portugal Porto Museu de Serralves Christine Borland 10/4-23/5 Ângela Ferreira 10/4-23/5
Cabinet des Estampes Maurizio Nannucci Edizioni, artists books, multipli, dischi, ephemera... 25/3-20/5
Locarno Pinacoteca Rusca Marino Marini 28/3-15/8
Lugano
Martigny Fondation Pierre Gianadda Turner e le Alpi 5/3-6/6 Pierre Bonnard (1867-1947) 11/6-24/11
Mendrisio Museo d’Arte Eduardo Chillida 19/3-24/5
USA
Modern Art Museum House of Sculpture 30/5-8/8 Francis Bacon: A Retrospective Exhibition 22/8-24/10
Humlebaek Louisiana Art Museum Henri Cartier-Bresson, Europeans 29/2-6/6 Louisiana’s Collections 1999, New Constellations 11/6-25/7 René Magritte 6/8-28/11 Dream and Vision 17/12-24/4/2000
Berkeley
La Jolla
University of California Berkeley Art Museum Robert Colescott 12/5-29/8
Museum of Contemporary Art Selections from the Permanent Collection: The 1990s 17/1-2/6
Sacred Mirrors: The Visionary Art of Alex Grey 10/4-2/6 Contemporary Collectors 10/4-2/6 A Unique American Vision: The Paintings of Gregory Gillespie 13/6-12/9
Lincoln Sheldon Memorial Art Gallery and Sculpture Garden, University of Nebraska Robert Colescott 15/9-2/1/2000
Los Angeles County Museum of Art Ancestors: Art and the Afterlife 25/10-14/6 Nancy Picot Riegelman: Recent Works on Paper 25/3-31/5 Eleanor Antin 23/5-23/8 Diego Rivera: Art and Revolution 30/5-16/8 Images from a Changing World: Kalighat Paintings of Calcutta 10/6-30/8 The Ardabil Carpet 13/6-9/8 Post- Impressionist Prints: Paris in the 1980s 1/7-13/9 Around Impressionism: French Paintings from the National Gallery of Art 15/8-29/11 The Art of Twentieth-Century Zen: Paintings and Calligraphy by Japanese Masters 29/9-2/1/2000 Lee Krasner 10/10-2/1/2000 Getty Center The Making of a Medieval Book 17/11-30/5 Brassaï: The Eye of Paris 13/4-4/7 Dosso Dossi, Court Painter in Renaissance Ferrara 27/4-11/7 Ercole de’ Roberti: the Renaissance in Ferrara 27/4-11/7
New York PS1 Gallery David Reed 20/6-31/8 Bard Graduate Center Ambiente Barocco: Life and the Arts in the Baroque Palaces of Rome 11/3-13/6 Whitney Museum of American Art The American Century: Art and Culture 1900-2000 22/4-30/8 Solomon Guggenheim Museum Picasso and the War Years: 1937-1945 5/2-9/5 Jim Dine: Walking Memory, 1959-1969 12/2-16/5 Photography: An Expanded View. Recent Acquisitions 22/2-16/5 Surrealism: two Private Eyes the Nesuhi Ertegun and Daniel Filipacchi Collections 4/6-12/9 Life Café Heyday 21/4-16/5 Outer circle 19/5-13/6 Max Protetch Gallery
Oliver Herring aprile/April Michelangelo Pistoletto maggio/May Scott Burton giugno-luglio/June-July Museum of Modern Art Pop Impressions Europe/USA: Prints and Multiples from Tha Museum of Modern Art 18/2-18/5
San Diego Museum of Art Liu Dan: Ink Handscroll Marco Ramirez (Erré) 11/2-18/7 Lucian Freud Etchings from the Painewebber Collection 10/4-23/5 Valeska Soares 25/7-17/10 Ringing Thunder: Tomb Treasures from Ancient China 12/6-29/8
San Francisco Museum of Modern Art Inside/Out: New Chinese Art 26/2-1/6 Bill Viola 4/6- 7/9 Carleton Watkins: The Art of Perception 25/6-14/9 Mark Fox: Selections from the Permanent Collection of Architecture and Design 19/3-15/6 The Elise S. Haas Collection: Matisse and Other Modern Masters 26/3-6/7 Full Moon: The Photography of NASA Manned Lunar Exploration, 1965-1972 20/8-4/1/2000
Wilmington First USA Riverfront Arts Center Splendors of Meiji: Treasures from Imperial Japan 10/4-6/9
Argentina Buenos Aires Centro Int’l Exposiciones San Justo Fematec 99 VII Fiera internazionale dei materiali e delle tecnologie per la costruzione 7th international trade fair of building materials and technologies 3/5-8/5 Per informazioni: International Sales Nuccia Invernizzi Viale Bacchiglione, 28 20139 Milano - Italy Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it
Austria Salzburg Messe OMS - Osterreichische Möbelfachmesse Salone internazionale del mobile International furniture trade fair 14/10-17/10 Per informazioni: Reed Messe Salzburg c/a Paul Hammerl Tel. ++43 662 4477143 Fax ++43 662 4477411 E-mail: Paul.Hammerl@reedexpo.at
Bosnia Herzegovina Sarjevo Centar Skenderija Sire 99 Terzo salone della ricostruzione delle infrastrutture/Third infrastructure rebuild exhibition 1/6-4/6 Per informazioni: International Trade & Exhibitions JV Byron House 112A Shirland Road, London W9 2EQ, UK Tel. ++44 171 3060033 Fax ++44 171 3060070/67
Brasile/Brasil Joinville
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Arabia Saudita/ Saudi Arabia Riyadh Riyadh Exibition Centre Saudi Furniture & Interiors ‘99 5° Salone Internazionale della fornitura residenziale e commerciale, cucine, tessuti per la casa, illuminazione e tutti gli elementi del design d’interni The 5th International Trade exhibition for residential and commercial furniture, kitchens, home textiles, lighting, accessories and all aspects of interior design 23/5-27/5 Per informazioni: Riyadh Exibition Centre Tel. ++966 1 4541448 Fax ++966 1 4544846 E-mail: recsa@midleast.net
Expoville Intercon ‘99 Salone internazionale della tecnologia, delle attrezzature, dei materiali da costruzione e delle finiture International fair of costruction and finish technology, equipments and materials 25/8-29/8 Per informazioni: Messe Brasil - Feiras & Promoções Ltda. Rua Rolf Colin, 60 - sl 01 Joinville - SC - Brasil Tel./Fax ++55 047 4227309 E-mail: messebrasil@expresso.com.br
Cina/China Beijing Beijing Exhibition Centre BuildCon China ‘99 Salone internazionale dei materiali di nuova concezione, dei macchinari e della tecnologia per l’edilizia International exhibition of new concept materials, equipment and technology for the building industry 25/6-28/6 Per informazioni: Worldwide Conventions and Expositions Ms Yonllia Lam Suite 611, 6/F, Telford House, 16 Wang Hoi Road, Kowloon Bay, Kowloon, Hong Kong Tel. ++ 852 27502868 Fax ++852 23181641 E-mail: info@ww-expo.com
Shanghai International Exhibition Center Window & Door China Salone internazionale delle porte e delle finestre/International trade fair of doors and windows 5/5-8/5 Per informazioni: Worldwide Exhibitions Service 24/F., Xincheng Mansion, 167 Jiangning Road, Shanghai 200041, PR China Tel. ++86 21 62556311 Fax ++86 21 62557740 E-mail: wes-expo@stn.sh.cn
Batimat 99 Salone internazionale dell’industria edilizia/International trade fair of building industry 11/5-14/5 Per informazioni: International Sales Nuccia Invernizzi Viale Bacchiglione 28, 20139 Milano, Italia Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it
Ceramics, Marble & Stone China Salone internazionale della ceramica del marmo e dei materiali lapidei International trade fair of ceramics, marble and stone products 20/5-23/5 Per informazioni: Worldwide Exhibitions Service 24/F., Xincheng Mansion, 167 Jiangning Road, Shanghai 200041, PR China Tel. ++86 21 62556311 Fax ++86 21 62557740 E-mail: wes-expo@stn.sh.cn
Office & Automation China 99 Salone internazionale dell’ufficio e dell’automazione/International trade fair of office furniture and automation 27/5-30/5 Per informazioni: Worldwide Exhibitions Service 24/F., Xincheng Mansion, 167 Jiangning Road, Shanghai 200041, PR China Tel. ++86 21 62556311 Fax ++86 21 62557740 E-mail: wes-expo@stn.sh.cn
Furniture China Salone internazionale dell’arredamento International furniture trade fair 14/9-17/9 Per informazioni: Seint Milanofiori F1, 20009 Assago (MI) Tel. ++39 02 8253326 Fax ++39 02 8255019 E-mail: seint@enter.it
Exhibition Center China 99 CDHF & Hardware Salone internazionale della costruzione, della decorazione di interni e dei servizi alberghieri International construction, interior decoration and hotel facility expo 11/5-14/5 Per informazioni: International Sales Nuccia Invernizzi Viale Bacchiglione, 28 20139 Milano - Italy Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it
Croazia Zagabria Fiera Interklima 99 15a Fiera internazionale degli impianti di riscaldamento, refrigerazione, climatizzazione e trattamento delle acque potabili 15th International trade fair of heating, cooling, air conditioning and fresh water treatment 8/6-12/6
l ARCA 137 111
Per informazioni: Fiera di Zagabria Avenija Dubrovnik 15, 10020 Zagabria, Croazia Tel. ++385 1 6503111 Fax ++385 1 6550597 Internet: www.zv.hr E-mail: nbunjevac@zv.hr
Francia/France Paris Parc des Expositions-Porte de Versailles Batimat 99 Salone internazionale dell’industria edilizia/International trade fair of building industry 8/11-13/11 Per informazioni: International Sales Nuccia Invernizzi Viale Bacchiglione 28, 20139 Milano, Italia Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it
Paris-Nord Villepinte Lumière Paris Salone internazionale della luce International trade fair on lighting 3/9-7/9 Per informazioni: Gruppo Miller Freeman 4 Passage Roux, 75017 Tel. ++33 1 4429024, fax ++33 1 44290243 Internet: www.lumiere-paris.com E-mail: info@lumiere-paris.com
Grande Arche de Paris-La Défense SIA 99 6º Salone internazionale dell’architettura 6th International Architecture Show 2/10-7/10 Per informazioni: Caroline Mondineu Tel. ++33 1 40521800
ncipato di
Principality of Monaco Monaco Fiera Ecocity Salone internazionale dei veicoli elettrici International show of electrical vehicles 23/6-27/6 Per informazioni: épi communication 11, Boulevard Albert Ier 98000 Monaco Tel. ++33 377 97976000 Fax ++33 377 97976030 Internet: www.monaco-monte-carlo.mc/VE E-mail: epi@monaco-monte-carlo.mc
Germania/Germany
Tel. ++49 221 8212562 Fax ++49 221 8213417
München Messe IFAT 99 12º Salone internazionale delle tecniche di trattamento e smaltimento rifiuti/12th International trade fair of treatment techniques and waste management 4/5-8/5 Per informazioni: Messe München GmbH Messegelände, 80325 München Tel. ++49 89 5107219 Fax ++49 89 5107138 E-mail: info@messe-muenchen.de
Nürnberg Messe Fameta Fiera internazionale dei prodotti per la lavorazione del metallo International trade fair of metal working products 5/5-9/5 Per informazioni: NürnbergMesse Messezentrum, D-90471 Nürnberg Tel. ++49 09 118606-0 Fax ++49 09 118606-228 Internet: www.nuernbergmesse.de E-mail: info@nuernbergmesse.de
Per informazioni: Deutsche Messe Hannover Messegelände, D-30521 Hannover Tel. ++49 5511890 Fax ++49 511 8932626 Internet: www.messe.de
Köln Messe Interzum 99 Fiera internazionale dei trend per la costruzione dei mobili e per le rifiniture di legno/International fair on the trends in furniture making and wooden finishings 7/5-11/5 Per informazioni: Elisabeth Nürnberger
112 l ARCA 137
Per informazioni: Tecnoroll Viale Monza, 57 20125 Milano Tel. ++39 02 2871515 Fax ++39 02 2610923 Internet: www. tecnoroll.com E-mail: tecnoroll@tecnoroll.com
Rimini Fiera Ricicla ‘99 Fiera internazionale del recupero e del riciclaggio di materie ed energia International trade fair of re-use and recycling of materials and energy 21/10-24/10 Per informazioni: Fiera di Rimini Via della Fiera 52, 47900 Rimini Tel. ++39 0541 711711, fax ++39 0541 786686 Internet: www.fierarimini.it E-mail: fierarimini@rn.nettuno.it
Stuck-Putz-Trockenbau Salone internazionale dei materiali edilizi per interni, facciate e manutenzione International trade fair of interior construction materials, facades and maintenance 6/5-9/5
Torino
Per informazioni: NürnbergMesse Messezentrum, D-90471 Nürnberg Tel. ++49 09 118606-0 Fax ++49 09 118606-228 Internet: www.nuernbergmesse.de E-mail: info@nuernbergmesse.de
Per informazioni: Lingotto Fiere Tel. ++39 011 6644111, fax ++39 011 6647847 Internet: www.lingottofiere.it E-mail: info@lingottofiere.it
Stuttgart Messe Dach+Wand Salone internazionale sulle tecniche di costruzione per muri e tetti e per l’impermeabilizzazione International trade fair of building technology for wall and roofs and for waterproofing 12/5-15/5 Per informazioni: Messe Stuttgart International Postfach 103252, D-70028 Stuttgart Tel. ++49 711 2589353 Fax ++49 711 2589657 Internet: www.messe-stuttgart.de
Hannover Messe World Light Show Salone internazionale dei sistemi di illuminazione, tecniche di installazione e attrezzature per l’ediliza International trade fair of lighting systems, installation techniques and building equipment 18/1/2000-22/1/2000
Tecnoroll ‘99 Mostra biennale di macchinari tecnologici e di materiali per la protezione solare, della luce, delle strutture di porte e finestre, arredamento e attrezzature da esterno Biennal exhibition of technological machinery and materials for sun protection, light architecture, door and window frames, outdoor furnishings and fixtures 25/11-27/11
Italia/Italy Ferrara Piazze e strade del centro storico e Castello Estense 3a Borsa internazionale del turismo Arts end Events. 100 Italian Cities 17/6-20/6 Per informazioni: Studio ESSECI-Sergio Campagnolo Via Rialto, 6 - 35122 Padova Tel. ++33 049 663499, fax ++33 049 655098 E-mail: esseci@protec.it
Milano Fiera Intel 99 Salone internazionale dell’energia e dell’illuminazione/International trade fair of energy and lighting 18/5-22/5 Per informazioni: Davide Grassi Tel. ++39 02 3264393 Fax ++39 02 3264284 E-mail: davide.grassi@intel.anie.it
Lingotto Fiere Arte Antica ‘99 Rassegna biennale dell’antiquariato Biennial fair of antiquities 8/5-16/5
La Forma della luce: arte del mosaico dall’antichità al XX secolo Mostra del mosaico dal II secolo a.C. al Novecento 8/5-16/5 Per informazioni: Lingotto Fiere Tel. ++39 011 6644111 Fax ++39 011 6647847 Internet: www.lingottofiere.it E-mail: info@lingottofiere.it
Udine Fiera Promosedia Salone internazionale della sedia International trade fair of chairs 11/9-14/9 Per informazioni: Promosedia Via Trieste 9/66, 33044 Manzano (UD) Tel. ++39 0432 745611 Fax ++39 0432 755316
Venezia Fondazione Cini Expobim 99 Salone internazionale dei prodotti, attrezzature, accessori e servizi del settore cementizio/International fair of products, equipment, accessories and services of the concrete industry sector 25/5-27/5 Per informazioni: Assobeton Via G.Zanella 36, 20133 Milano Tel. ++39 02 70100168 Fax ++39 02 7490140 E-mail: assobeton@galactica.it
Libano/Lebanon Beirut ArtDeco 4° Salone internazionale dell’arredamento e della decorazione di interni 4th International trade fair of home furniture and interior decoration 17/5-22/5 Per informazioni: Madex Via Quintino Sella 15, 00187 Roma Tel. ++39 06 4885550, fax ++39 06 488527 Internet: www.madex.it E-mail: madex@madex.it
Forum di Beirut Project Lebanon99 5a Fiera internazionale delle tecnologie, attrezzature e materiali per l’edilizia/5th International trade fair of building technologies, materials and equipment 18/5-22/5 Per informazioni: FIN-MARK Via Corticella, 205 40128 Bologna - Italy Tel. ++39 051 4199911 Fax ++39 051 4199923 E-mail: linosperanza@fin-mark.com
Olanda/Holland Amsterdam Fiera Sustain ‘99 Esposizione mondiale sull’energia sostenibile/World expo on sustainable energy 25/5-27/5 Per informazioni: European Media Marketing Ltd PO Box 259 Bromley BR1 1ZR, UK Tel. ++44 181 2898989 Fax ++44 181 28988484 Internet: www. emml.com E-mail: sustain@emml.co.uk
USA Miami Heimtextil Americas Salone internazionale dei materiali tessili/International trade fair of textile materials 26/5-28/5 Per informazioni: Messe Frankfurt Deborah Green 1600 Parkwood Circle, Ste 515 Atlanta, Georgia 30339 Tel. ++1 770 9848016, fax ++1 770 9848023 Internet: www.usa.messefrankfurt.com E-mail: usa.messefrankfurt.com
New York Jacob K.Javits Convention Center ICFF Salone internazionale dell’arredo contemporaneo/International contemporary furniture fair 15/5-18/5 Per informazioni: George Little Management Ten Bank Street, White Plains, NY 10606-1954, USA Tel. ++1 914 4213200, fax ++1 914 9486180 Internet: www.glmshows.com E-mail: dmcgarvey.glm@mcimail.com
San Francisco Moscone Center Lighting Fair International Salone internazionale dell’illuminazione International trade fair of lighting 11/5-13/5 Per informazioni: Moscone Center Tel. ++1 404 2202215 Internet: www.lightfair.com