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Studio Muratori&Zanon
Studio Muratori&Zanon
Sommario
Oggetti di arredo
Edifcio plurifamiliare con negozi e piazza, Mortise Apartment building with shops and a square in Mortise
Caserma dei Carabinieri, progetto, Battaglia Terme Carabinieri barracks, project, Battaglia Terme
30 Scuole Elementari a Cartura Primary school in Cartura
UNICEF Liguria, oggetto simbolico per le Colombiadi Fiera di Genova
UNICEF Liguria, symbolic object For Colombiadi Genua Fair
40 Rifunzionalizzazione di Palazzo Gaudio, Padova Refunctionalisation of Palazzo Gaudio Palace, Padua
46 Ristrutturazione Palazzo Vittoria, Padova Renovation of Palazzo Vittoria, Padua
54 Casa in via Palermo, Padova
A house in via Palermo, Padua
Rifunzionalizzazione Corte Benedettina di Legnaro Refunctionalisation of Benedectine Court of Legnaro
68 Nuovo Centro di Produzione Radiotelevisivo, Padova New Radio and Television Production Centre, Padua
78 Sede B.M.B. Service, Padova
Headquarters B.M.B. Service, Padua
84 Punto Informazioni APT, Piazza del Santo (Padova)
APT Information Point, Piazza del Santo (Padua)
Concorso Nazionale di Idee per il nuovo avancorpo del Museo Eremitani a Padova
National Ideas Competition for the New Front Section of the Eremitani Museum in Padua
92 Concorso internazionale di idee per il lungolago di Lugano
International ideas competition for the lakeside of Lugano
Nuovo Intercentro Servizi e ristrutturazione edifci esistenti Noventa Padovana
New Services Centre and renovation of old buildings in Noventa Padovana
Stazione capolinea Linea 1 del Metrobus a Padova Line 1 metrobus terminal station in Padua
112 Ampliamento di reparto di degenza dozzinanti della Casa di Cura Parco dei Tigli a Teolo
Extension to the treatment wards of Casa di Cura Parco dei Tigli in Teolo
118 Concorso ampliamento scuola a Santa Lucia di Piave Competition to extend the school in Santa Lucia di Piave
122 Progetto Esecutivo nuovo edifcio destinato ad alloggi per studenti – Residenza Carli a Padova
Executive design of New Student Accommodation Building – Carli Residences in Padua
128 Progetto ampliamento Hotel Cason, Padova
132
Project to extend Hotel Cason, Padua
Edifcio plurifamiliare a Tramonte, Padova
Multi-family building in Tramonte, Padua
140 Rifunzionalizzazione della barchessa di Villa Cesarotti Centro Giovanile a Selvazzano
Conversion of Villa Cesarotti’s “barchessa” into Youth Centre in Selvazzano
146 Villino in via Chioggia a Padova Small house in via Chioggia in Padua
154 Monumento agli Alpini nel Parco della Meridiana a Bresseo di Teolo
Monument to Alpine troops in Meridiana Park in Bresseo di Teolo
156 Centro culturale a Torreglia, Padova Cultural Centre in Torreglia, Padua
164 Ampliamento del reparto di Oncoematologia Pediatrica Seconda presso Azienda Ospedaliera di Padova Extension to the Second Children’s Oncology Department at Padua Hospital
170 Progetto di un impianto per telecomunicazioni, Santa Colomba di Lonigo
Project for a telecommunications plant in Santa Colomba di Lonigo
174
Progetto di un complesso ad uso didattico, laboratori e uffci nel Campus Universitario di Via Gradenigo a Padova Project for a new complex of teaching facilities, laboratories and offces on the University Campus in Via Gradenigo in Padua
178 Maneggio “La Fortezza” per allevamento e addestramento cavalli ad Abano Terme “La Fortezza” stables for breeding and training horses in Abano Terme
184 Nuova sede di Casa Priscilla ODV a Padova Casa Priscilla ODV’s new home in Padua
190 Progetto di Nuovo Studentato a Padova Project for new student accommodation in Padua
196 Progetto di auditorium all’aperto nel parco della Casa del Petrarca ad Arquà Petrarca (Padova) Project for an open-air auditorium in the park around Casa del Petrarca (Petrarch’s House) in Arquà Petrarca
200 Finale
Final Thoughts
Premessa Foreword
Da sinistra in piedi (from the left, standing): Oscar Zanon, Luigi Cerantola, Giulio Muratori, Federico Gomiero, Tony Zaccaria, Giampaolo Furlan, Lorenza Bertin Zanon, Lucia e Olivo Isatti. Seduti (squatting): Lorenzo Zanon, Tobia Zanon, Luisa Biagioni Muratori, Stefano Zanon.
La morte improvvisa di Pierino Zanon per una rovinosa caduta in un dirupo lungo un sentiero nei Colli Euganei, da lui tanto amati, lasciò sgomenti tutti e ispirò Luigi Cerantola, poeta e amico, che gli dedicò una poesia a futura memoria.
ARMONIE
Pierino, le armonie dei dolci colli – Richiami di sirene / ombre del verde –Ti tradirono sì ma te lo invidio: non ti vinse vecchiezza, e te nel vasto regno d’aure e di pollini chiamò la primavera e l’efemeride luce / miraggio oltre l’umano eccidio pianurante la breve nostra d’un giorno età, fssa al tramonto, e più che al tuo maestro bello ti fu il cader, bello il confronto – intatto ultimo regno l’erba fevole
E le foglie del marzo / occhio cilestro
A cielo tuo benevolo, a procrastino.
A Pierino Zanon tra i Colli Euganei caduto 23.03.2014
La poesia è stata incisa in una lapide di trachite e collocata sul Monte Grande, nel cuore dei Colli Euganei e ogni anno, la prima domenica dopo il 16 giugno, data della sua nascita, si ritrovano amici ed estimatori per ricordarlo, brindando idealmente anche con lui.
Nota: Nel testo si cita un “maestro”: è riferito a Carlo Scarpa, suo relatore di tesi di laurea, che morì battendo il capo per una tragica caduta scendendo le scale dell’albergo a Sendai, in Giappone, analogamente a quanto accadde a Pierino Zanon 35 anni dopo.
Pierino Zanon’s sudden death after falling down a cliff while walking along a path in the Euganean Hills that he loved so much left us all quite dismayed and inspired Luigi Cerantola, a poet and friend, to dedicate a poem to his memory.
ARMONIE
Pierino, le armonie dei dolci colli – Richiami di sirene / ombre del verde –Ti tradirono sì ma te lo invidio: non ti vinse vecchiezza, e te nel vasto regno d’aure e di pollini chiamò la primavera e l’efemeride luce / miraggio oltre l’umano eccidio pianurante la breve nostra d’un giorno età, fssa al tramonto, e più che al tuo maestro bello ti fu il cader, bello il confronto – intatto ultimo regno l’erba fevole E le foglie del marzo / occhio cilestro A cielo tuo benevolo, a procrastino.
To Pierino Zanon Who fell up in the Euganean Hills on 23.03.2014
The poem was engraved on a trachyte plaque and placed on Monte Grande in the heart of the Euganean Hills, and every year, on the frst Sunday after 16th June, the date of his birth, friends and admirers gather to remember him, toasting him as if he were still with them.
Note: The text mentions a “master“: this refers to Carlo Scarpa, his thesis advisor, who died after banging his head falling down the stairs of his hotel in Sendai, Japan, something similar to what happened to Pierino Zanon 35 years later.
Tutto quel che diventiamo, anche solo di passaggio, è stato predisposto. In me, c’era un architetto che le circostanze non hanno fnito di portare a termine.
P. Valéry, Eupalinos, ou l’Architecte
Aneddoto 1 – Fin da piccolo lo studio è stato per me una seconda casa. Mi capitava di passare intere giornate tra i tavoli da disegno e gli strani odori della carta, dei pennarelli e della china. Ogni architetto aveva la sua stanza e quella di Giulio mi incuriosiva più di tutte perché aveva una bellezza diversa da quella di mio padre. Meno design e più calore… Giulio, peraltro, sembrava non esserci mai e quindi non poteva rimproverarmi per essere lì. E così un giorno – avrò avuto non più di sei anni – ho chiesto a mio padre perché lo studio si chiamava Muratori&Zanon, visto che Giulio non faceva niente… non lo vedevo mai disegnare! Immagino fosse un modo infantile di fargli un complimento, ma mio padre si arrabbiò tantissimo e mi fece una lavata di capo. Eppure, aveva ragione lui: non solo Giulio disegnava, ma era parte essenziale dello studio; senza Giulio, Pierino non avrebbe potuto essere l’architetto che è stato.
Aneddoto 2 – Non saprei collocare il ricordo in un anno preciso. Probabilmente ero ancora più piccolo. Mio padre mi prese da parte e mi disse: “Se dovesse succedere qualcosa a me e a tua madre, andrai a vivere con Giulio. Probabilmente non mangerai tutti i giorni, ma quando mangerai, mangerai benissimo“. La stranezza della considerazione servì a distrarmi dall’idea di poter diventare orfano. Ma come? Mi lasci con uno che nemmeno mi dà da mangiare tutti i giorni?
Crescendo, poi, ho capito che si trattava di altro. È diffcile immaginare due persone più diverse di mio padre e Giulio, praticamente in ogni aspetto della vita. E forse proprio per questo è diffcile trovare due persone tanto vicine; complementari fno alla simbiosi. Per questo Pierino avrebbe voluto che Giulio si occupasse di me: perché Giulio era la cosa più vicina a lui, tanto da volerlo come socio di uno studio di architettura (e chi lo ha conosciuto sa che per Pierino l’architettura era la cosa più importante). Questo secondo aneddoto, infne, racconta anche un’altra cosa. Mio padre, ne sono sicuro, era fermamente e genuinamente convinto che la sua idea sarebbe andata in porto, che nessun giudice o istituzione avrebbe avuto a ridire sul fatto che io andassi – naturalmente! – a vivere con Giulio e non con una nonna o una zia. C’è sempre stato nel loro modo di vivere la loro vita, anche quella professionale, questa magnifca, spontanea (e anche un po’ sfacciata) ingenuità, che mi pare la cifra più bella del loro rapporto. In questo senso – è una banalità, lo so, ma alle volte anche le cose banali possono essere signifcative – ho sempre trovato particolarmente “giusto” che lo studio si chiamasse Muratori&Zanon, così, “tuttoattaccato”.
Sono cresciuto in uno studio di architettura anche perché mio padre avrebbe voluto che facessi l’architetto; ma, come il Socrate di Valéry, le circostanze hanno voluto diversamente e Pierino ha dovuto “accontentarsi” di un’altra famiglia architettonica: le “ragazze” e i “ragazzi” dello studio (Simone, Emanuele, Leonardo, Matteo, Nadia, Elena, Enrico, Claudio…) e, in fondo, proprio per quell’essere “una cosa sola”, Federico, il fglio di Giulio. Non c’è più nessuno Zanon nello studio Muratori&Zanon, eppure c’è sempre, perché c’è Giulio.
Tobia Zanon
father took me aside...»
Everything we become, even if only in passing, has been ordained. There was an architect in me that circumstances prevented from becoming one.
P. Valéry, Eupalinos, ou l’Architecte
Anecdote 1 - From an early age, the frm was a second home for me. I used to spend entire days at the drawing boards amidst the strange smells of paper, marker pens and Indian ink. Every architect had their own room and Giulio’s intrigued me the most because it had a different kind of beauty from my father’s. Less design and more warmth... Giulio, moreover, never seemed to be there and therefore could not reproach me for being in his offce. And so, one day - I must have been no more than six years old - I asked my father why the frm was called Muratori&Zanon, since Giulio did not do anything... I never saw him sketching! I suppose it was a childish way of paying him a compliment, but my father got very angry and gave me an earful. Still, he was right: not only did Giulio work at the drawing board, he was also an essential part of the frm; without Giulio, Pierino would never have been the architect he was.
Anecdote 2 - I cannot remember exactly which year it was. I was probably even younger. My father took me aside and said: “If anything happens to me and your mother, you will go and live with Giulio. You probably won’t eat every day, but when you do eat, you will eat really well“. The strangeness of the remark distracted me from the idea of becoming an orphan. What do you mean? You are going to leave me with someone who won’t even feed me every day?
As I grew up, I realised he meant something else. It is hard to imagine two more different people than my father and Giulio, in practically every aspect of life. And maybe that’s precisely why it’s hard to fnd two people who were so close; complementary to the point of symbiosis. That is why Pierino would have wanted Giulio to take care of me: because Giulio was the most similar person to him in so many ways, so much so that he chose him to be his partner in the architectural frm (and anyone who knew him knows that architecture was the most important thing of all to Pierino).
This second anecdote also tells something else. My father, I’m sure, frmly and genuinely believed his plan would go through, that no judge or institution would object to my going - of course! - to live with Giulio and not with a grandmother or an aunt. There has always been something wonderfully and spontaneously (and even a bit shamelessly) naïve about their way of living their lives, even their professional lives, which seems to me the most beautiful thing about their relationship. In this sense - it is trivial, I know, but sometimes even trivial things can be signifcant - I have always found it particularly “appropriate“ that the frm was called Muratori&Zanon, one word “all attached“.
I grew up in an architecture frm partly because my father wanted me to be an architect, but, like Valéry’s Socrates, circumstances dictated otherwise and Pierino had to “make do“ with a different architectural family: the “girls“ and “boys“ at the frm (Simone, Emanuele, Leonardo, Matteo, Nadia, Elena, Enrico, Claudio...) and, in the end, precisely because of the two of them were “one and the same thing“, Giulio’s son, Federico. There are no Zanons at Muratori&Zanon anymore, but in a way there is because Giulio is there.
Tobia Zanon
«Il mio ricordo
di Pierino...»
Il mio ricordo di Pierino comincia nella sua grande casa nei Colli Euganei, dove spesso la domenica passavamo pomeriggi primaverili e autunnali nel grande giardino, noi a giocare e gli adulti a conversare.
Da bambino mi piaceva passeggiare nell’erba, facendo il giro intorno a quella casa che trovavo affascinante e misteriosa, moderna ma con suggestioni remote.
La sistemazione dell’esterno con le bocche di aerazione del piano interrato, coperte da grandi sassi da cui sbucavano le lucertole, mi sembravano ingressi di strane grotte.
Un’altra cosa che trovavo curiosa era che per me quella casa era stranamente familiare.
La percezione degli ambienti, dei colori, dei materiali era così simile all’abitazione in cui ero cresciuto, che sembravano progettate quasi dalle stesse mani, dalla stessa persona.
Ed era proprio così, non c’era davvero molta differenza tra i pensieri e l’architettura dei due architetti a capo dello Studio Muratori&Zanon.
Sicuramente la differenza tra loro era la personalità, l’una più rifessiva e silenziosa mentre l’altra più esuberante ed espressiva, che si integravano in una simbiosi assolutamente fuori dal normale.
Come più volte mio padre diceva di loro due: facciamo tutto molto seriamente ma non potremmo mai prenderci sul serio. Questa è la chiave di lettura del loro sodalizio, riuscivano a divertirsi lavorando seriamente e prendendosi in giro continuamente.
Negli anni, crescendo, i ricordi di Pierino mi hanno formato culturalmente, per lo più sotto forma di cose concrete, essendo una persona di profonde rifessioni ma di poche parole.
Ma i suoi doni non erano mai banali, ricordo il regalo della sedia/albero verde del mio primo compleanno con le casine da incastrare per creare un villaggio, poi crescendo a dodici anni la collezione di tutti i flm in DVD di Stanley Kubrick o Sergio Leone, oppure il dizionario del cinema Mereghetti, doni che non ci si aspetta di ricevere a quell’età.
Molta della mia passione per il cinema deriva proprio da questi suoi regali.
In seguito alla mia decisione di iscrivermi all’università di architettura mi ha cominciato a donare libri, ogni occasione era buona per ricevere gigantesche monografe sugli architetti che lui riteneva importanti da studiare.
Grazie al suo stimolo ho continuato la ricerca, andando nelle librerie specializzate a cercare monografe, libri e pubblicazioni, delle architetture del passato e del presente, continuando a studiare, come anche lui faceva.
Le lezioni personali di Pierino mi sono arrivate non dalle sue parole ma dai suoi riferimenti e anche dai suoi disegni.
Le tavole disegnate a mano di dettagli costruttivi o di elementi d’arredo sono una fonte di ispirazione oltre che delle piccole opere d’arte in sé per l’accuratezza del tratto e del contenuto.
La fortuna di chi crea è che le sue opere sopravvivono oltre il tempo della persona, ed è sicuramente così per Pierino, che nel suo essere una persona rispettosa e riservata ha sicuramente ispirato chi gli era vicino, non tanto con le parole ma con i fatti che nascevano da pensieri sempre rivolti al nuovo, all’inedito.
Federico Muratori
«My recollection of Pierino...»
My recollection of Pierino goes back to his large house in the Euganean Hills, where we would often spend Sunday afternoons in spring and autumn out in its big garden, us playing and the adults conversing. As a child, I loved walking in the grass, going around that house, which I found fascinating and mysterious, modern but full of echoes of the past. The layout of the exterior with the vents in the basement covered with large stones with lizards peeped out of them looked like entrances to strange caves to me.
Another thing I found curious was that the house seemed strangely familiar to me.
The feel of the rooms, the colours and the materials were all so similar to the house I had grown up in that it almost seemed to have been designed by the same hands, by the same person.
And that was indeed the case, there was really not much difference between the thinking and architectural design of the two architects in charge of Studio Muratori&Zanon.
The difference between them was unquestionably their personality, one more refective and quieter, while the other was more exuberant and expressive, complementing each other in a symbiosis that was absolutely out of the ordinary.
As my father often said about the two of them: we do everything very seriously, but we could never take each other seriously; that is the key to understanding their partnership, they managed to have fun while working seriously and teasing each other constantly.
Growing up over the years, my memories of Pierino have shaped me from a cultural viewpoint, mostly in terms of concrete things, since he was a deep-thinking person but a man of few words.
But the presents he gave me were never trivial, I remember being gifted a green chair/tree on my frst birthday with little houses that needed to be ftted together to create a village. When I was older, twelve years of age, he gave me a collection of all the Stanley Kubrick and Sergio Leone flms on DVD and a Mereghetti flm dictionary, gifts you wouldn’t expect to receive at that age.
Much of my passion for flm stems from those gifts.
Following my decision to enrol in architecture at university, he started giving me books. He kept on giving me gigantic monographs on the architects he considered important to study.
Thanks to his encouragement I continued my studies, going to specialist bookshops to look for monographs, books and publications on the architecture of the past and present, continuing my studies, just like him. Pierino’s taught me so much not just thanks to what he had to say, but also through his references and also his drawings.
His hand drawings of construction details or furnishing features were a source of inspiration as well as being little works of art in their own right, due to the accuracy of the pencil strokes and content. Creative people are fortunate in that their works survive beyond their own lifetime, and that is certainly the case for Pierino, who, as a respectful and reserved person, certainly inspired those close to him, not so much by his words but through his deeds that always stemmed from his own way of thinking that was constantly focused on all things new and unprecedented.
Federico Muratori
Studio Muratori&Zanon
Giulio Muratori e Pierino Zanon si conoscono al secondo anno di scuola superiore, quando avevano 15 anni, diventando subito amici e tutta la loro vita si sviluppa su due binari che corrono paralleli, con alcune fermate che a volte non coincidono, ma il cammino comune, forte dell’affetto reciproco, riprende sempre, fnché, oltre all’amicizia che li lega, nel 1981 decidono di iniziare a lavorare in modo sistematico assieme.
Nel 1985 formano un’associazione professionale che si occupa di arredamento, edilizia, restauro, urbanistica attuativa e progettazioni
ambientali con la denominazione STUDIO MURATORI&ZANON e, per scelta etica, decidono che di ogni lavoro sono egualmente responsabili, senza distinzione di attribuzione.
Nel marzo del 2014 Pierino è mancato in modo improvviso e drammatico, per una caduta in un dirupo negli amati Colli Euganei, ma 1985 lo studio continua la propria attività con la stessa denominazione STUDIO MURATORI&ZANON.
Lo Studio opera in vari settori della progettazione, nei primi anni occupandosi principalmente di arredamento e design, ma con il tempo sempre di più di nuove costruzioni o restauri di abitazioni collettive, ville, edifci per servizi, insediamenti commerciali e/o produttivi, oltre a tematiche di recupero ambientale e da molti anni con sempre maggior attenzione all’edilizia a basso consumo energetico. Frequentemente collaborano con altri colleghi, per una scelta di condivisione e confronto nella fase progettuale, ritenuta stimolante e arricchente.
Tra le opere progettate e dirette, da soli o in gruppo, fgurano opere di restauro o rifunzionalizzazione di opere di illustri architetti del passato, quali: Giovanni Maria Falconetto, Andrea da Ponte, Giulio Romano,
Vincenzo Scamozzi, Andrea Moroni e Giuseppe Jappelli. Si occupano anche di Urbanistica ma solo nella fase attuativa e operano nel campo della progettazione ambientale e dei giardini. Loro opere sono state pubblicate su numerose riviste nazionali e nel corso dell’attività lo studio ha ricevuto alcuni premi anche internazionali.
Giulio Muratori and Pierino Zanon met in their second year at high school when they were 15 years old and immediately became friends. Their lives have run along parallel lines with the occasional break, but they have always trod a common path, always close friends and deeply fond of each other, until one day back in 1981 they decided to start working together as well as being friends.
In 1985 they set up a professional association specialising in interior design, building, renovation, executive urban planning and environmental design called STUDIO MURATORI&ZANON and, for ethical reasons, they decided they would be jointly responsible for every job, without any distinction in terms of their roles.
In March 2014, Pierino passed away suddenly and dramatically after falling off a cliff up in his beloved Euganean Hills, but the frm has carried lout working under the same name STUDIO MURATORI&ZANON.
The frm operates in various felds of design, mainly focusing on furniture and design in the early years but gradually expanding to work on new
builds or the renovation of communal buildings, houses, service buildings, commercial and/or manufacturing facilities, as well as environmental recovery projects. For a number of years now it has focused increasing attention on low-energy buildings. They frequently work with other colleagues to pool their resources and ideas during the design phase, something they consider to be both stimulating and enriching.
Among the works they have designed and directed either alone or in teams are renovations or re-functionalisation operations on works designed by illustrious architects of the past, such as: Giovanni Maria Falconetto, Andrea da Ponte, Giulio Romano, Vincenzo Scamozzi, Andrea Moroni and Giuseppe Jappelli.
They are also involved in town planning, but only in the implementation phase, and even work in the feld of environmental and garden design. Their works have been published in numerous national journals and the frm has received a number of awards, including international ones, during its time in business.
Giulio Muratori Pierino Zanon
Nasce a Padova nel 1950 da famiglia friulana, infuenzato fn da bambino dal fratello maggiore Mario, artista molto controverso, viene introdotto al mondo dell’arte e dell’estetica frequentando gallerie e mostre d’arte, partecipando a concerti e visitando opere di architettura contemporanea.
Si iscrive alla facoltà di architettura a Venezia, come studente lavoratore, perché collabora stabilmente dal 1970 fno al 1982 con il Prof. arch. Oscar Marchi, presso cui aveva già svolto giovanissimo due stage estivi negli anni precedenti. Si laurea nel marzo del 1978 con una tesi di Economia del Territorio.
Attivo in varie associazioni ambientaliste è stato membro, in qualità di Esperto, di numerose Commissioni (Beni Ambientali e Urbanistica della Provincia di Padova, Edilizie di vari comuni, della Consulta per l’Arredo Urbano di Padova e del Parco Colli Euganei).
Dal 2002 al 2017 è stato Delegato Provinciale del FAI – Fondo Ambiente Italiano ed è tra i fondatori di alcune associazioni locali che si occupano di architettura e politiche di sviluppo e salvaguardia del territorio. Sposato con Luisa Biagioni, che con la sua formazione psicologica, le sue rifessioni mai banali e la sua concretezza è da sempre un supporto stimolante nella vita. Hanno due fgli Federico, architetto e Olimpia medico.
He was born in Padua in 1950 in a family originally from Friuli. Infuenced from an early age by his older brother Mario, a very controversial artist, he was introduced to the world of art and aesthetics by frequenting galleries and art exhibitions, attending concerts and visiting contemporary works of architecture.
He enrolled in the Faculty of Architecture in Venice, as a student who also worked regularly for Prof. Oscar Marchi (architect) from 1970-82 with whom he had already done two summer internships in previous years.
He graduated in March 1978 with a thesis on Territorial Economics.
Active in various environmental associations, he has been an expert member of numerous Commissions (Environmental and Urban Planning for the Province of Padua, Building Commissions of various town councils, the Padua Council for Urban Design, and Euganean Hills Park).
From 2002 to 2017 he was Provincial Delegate of FAI – Italian Environmental Agency and is among the founders of several local associations focused on architecture and territorial development and protection policies.
He is married to Luisa Biagioni, whose training in psychology, probing insights and pragmatism have always been stimulating support in his life. They have two children, Federico, an architect, and Olimpia, a doctor.
Nasce a Padova nel 1950 ma la famiglia risiede da sempre nei Colli Euganei, a Villa di Teolo, dove impara a conoscere e amare i declivi che circondano il paese.
Nel 1969 si iscrive alla facoltà di ingegneria di Padova, ma già l’anno successivo si trasferisce ad architettura a Venezia, dove si laurea nel 1975 con una tesi di progettazione con relatore il Prof. Carlo Scarpa. Oltre alla preparazione scolastica collabora dal 1972 con vari architetti padovani, tra cui Antonio Zambusi e Camillo Bianchi, con quali ha partecipato a numerose progettazioni e realizzazioni edilizie, vantando molteplici pubblicazioni su riviste nazionali.
È tra i fondatori dei “Comitati Difesa Colli Euganei”, con la carica di Vicepresidente, attivi principalmente negli anni Settanta per fermare lo sfruttamento esagerato del territorio. Amante della natura e dei suoi adorati colli nell’escursione domenicale del 23 marzo 2014, scivola in un tratto di sentiero roccioso su dei licheni bagnati dal temporale e precipita in un dirupo, nella rovinosa caduta muore per un trauma cranico, sorte avversa che lo unisce idealmente nella morte al maestro Carlo Scarpa. Sposato con Lorenza, l’amore della sua vita fn da ragazzo, hanno avuto un fglio Tobia, professore alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova.
He was born in Padua in 1950, although his family has always lived in Villa di Teolo up in the Euganean Hills, where he got to know and love the slopes surrounding the town. In 1969, he enrolled in the Faculty of Engineering in Padua, but the following year he transferred to architecture in Venice, where he graduated in 1975 with a design thesis under the mentorship of Prof. Carlo Scarpa.
In addition to his education, he has worked for various Paduan architects since 1972, including Antonio Zambusi and Camillo Bianchi, getting involved in numerous designs and building projects and boasting numerous publications in national magazines.
He is one of the founders of the “Comitati Difesa Colli Euganei“ (Euganean Hills Defence Committees) with the position of Vice-President. He was most actively engaged in the 1970s to try and stop the over-exploitation of the local territory.
A lover of nature and his beloved hills, he slipped on some lichen wet from a rainstorm while walking along a rocky path on 23rd March 2014 and fell down a cliff. He died from the head injury he received from this terrible fall, a terrible fate he shared with the master architect Carlo Scarpa. Married to Lorenza, the love of his life since he was a boy, they had a son Tobia, who is a professor in the Faculty of Letters at Padua University.
I collaboratori The team
ARCH. MATTEO MARTIN
S i laurea in Architettura allo IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) nel 2004, durante tutto il periodo degli studi universitari ha maturato esperienze lavorative presso vari studi professionali di noti architetti.
Dal 1991 collabora, dapprima saltuariamente e poi con continuità, con lo Studio Muratori&Zanon, è stato per anni collaboratore diretto dell’arch. Pierino Zanon.
Si occupa di tutte le fasi della progettazione e sviluppo dei lavori, dai rilievi metrici alle restituzioni grafche, dalla progettazione architettonica e urbanistica alla direzione operativa dei lavori, sino alla chiusura degli stessi. Nello studio svolge anche il ruolo di responsabile delle procedure organizzative e amministrative. Sposato con due fgli, vive e lavora a Padova da sempre.
H e graduated in Architecture from the IUAV (Venice University Institute of Architecture) in 2004. Throughout his university studies, he gained work experience at various frms run by well-known architects.
Since 1991 he has, at frst occasionally and then on a more regular basis, worked at Studio Muratori&Zanon and been a close assistant to the architect Pierino Zanon.
He has expertise in every aspect of project design and development, notably including metric surveying, graphic rendering, architectural design, urban planning and the management/ completion of architectural works. He is also in charge of organisational and administrative procedures at the frm.
Married with two children, he has always lived and worked in Padua.
direzione dei lavori di opere pubbliche nel settore del restauro e della valorizzazione del patrimonio storicoarchitettonico, di piani di urbanistica attuativa e di interventi relativi ad opere civili private. Dal 2002 svolge anche l’attività di Coordinamento della sicurezza del cantiere nell’ambito sia di lavori pubblici che di lavori privati nel territorio nazionale.
Nadia graduated in Architecture from the Venice University Institute of Architecture in July 1997 writing a project thesis published in “Progetti per un margine urbano a Bayonne“ (Projects for a suburban neighbourhood of Bayonne) edited by Renato Bocchi, Department of Architectural Design, Edicom Edizioni, Monfalcone 1998. After various experiences with other professional frms, in the same year she began working for Studio Muratori&Zanon as an assistant in the fnal/executive design and supervision of public works for the renovation and enhancement of the historical-architectural heritage, implementation urban plans and projects related to private civil works. Since 2002 she has also been involved in building site safety coordination for both public and private works in Italy.
GEOM. ENRICO TRIDELLO
S i diploma presso l’Istituto Tecnico per Geometri
S i laurea in Architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel luglio del 1997 con tesi progettuale pubblicata in “Progetti per un margine urbano a Bayonne”, a cura di Renato Bocchi, Dipartimento di Progettazione Architettonica, Edicom Edizioni, Monfalcone 1998.
Dopo varie esperienze presso altri studi professionali, nello stesso anno inizia la collaborazione con lo Studio Muratori&Zanon in qualità di Assistenza alla progettazione defnitiva, esecutiva e
G.B. Belzoni nel 1983 intraprendendo negli anni successivi diverse esperienze lavorative presso vari studi professionali e presso strutture alberghiere di carattere nazionale ed internazionale, ricoprendo l’incarico di responsabile della pianifcazione della manutenzione ordinaria e straordinaria. Dal 1989 collabora, dapprima saltuariamente e poi con continuità, con lo Studio Muratori&Zanon. Dal 1994 è iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Uffcio del Tribunale di Padova, svolgendo da allora numerose pratiche legate a contenziosi civili.
Nello studio attualmente svolge il ruolo di responsabile delle procedure legate agli appalti pubblici, contabilità e direzione dei lavori, valutazioni di stima di beni immobili. Amante dello sport ricopre la carica di dirigente presso l’A.S.D. Cus Padova Rugby. Sposato con due fgli, vive e lavora a Padova da sempre.
H e graduated as surbveyor from G.B. Belzoni Technical Institute for Surveyors in 1983 and over the following years he gained a variety of experience with various frms and in national and international hotel facilities, holding the position of manager in charge of planning regular/special maintenance. Since 1989 he has worked, at frst occasionally and then on a more regular basis, with Studio Muratori&Zanon.Since 1994 he has been enrolled on the Register of Court-appointed Technical Consultants of the Court of Padua, working on numerous civil litigation cases.
He is currently in charge of procedures at the frm related to public tenders, accounting, works direction and property appraisals.
A sports fan, he is on the management staff of A.S.D. Cus Padova Rugby Club.
Married with two children, he has always lived and worked in Padua.
ARCH. FEDERICO MURATORI
S i laurea nel 2017 in Architettura alla Accademia di Architettura di Mendrisio (Università della Svizzera Italiana), durante il periodo degli studi universitari ha maturato esperienze lavorative presso lo Studio Hartzema a Rotterdam, oltre ad esperienze nel mondo cinematografco, tra cui un tirocinio con il regista Marco Bellocchio. Collabora con lo Studio Muratori&Zanon seguendo le fasi di progettazione preliminare, defnitiva ed esecutiva.
Dal 2018 si è specializzato nella modellazione 3D e render.
Dal 2019 è assistente al corso di Progettazione di Interni della professoressa Roberta Albiero allo IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) seguendo studenti della triennale e della magistrale.
Dal 2020 si applica alla progettazione elementi di arredamento progettati in collaborazione con colleghi o da solo, esposti in gallerie a vari Fuorisalone di Milano e in Belgio.
H e graduated in Architecture from the Academy of Architecture in Mendrisio (University of Italian Switzerland) in 2017. While studying at university he gained work experience at Studio Hartzema in Rotterdam, as well as experience in the flm industry, including an internship with the director Marco Bellocchio.
He works with Studio Muratori&Zanon on the preliminary, defnitive and executive design phases of projects.
He has specialised in 3D modelling and renderings since 2018. He has been an assistant on Prof. Roberta Albiero’s Interior Design course at IUAV (University Institute of Architecture of Venice) since 2019, following students on three-year and master’s degree courses. He has been designing items of furniture in partnership with colleagues or on his own since 2020. They have been exhibited in galleries at various side events to furniture shows in Milan and Belgium.
MARCIA CHAVEZ QUISPE
N ativa del Perù, ha iniziato propri studi di architettura presso Pontifcia Universidad Católica del Perù a Lima, sviluppando competenze approfondite nell’uso di diversi software di progettazione. Attualmente sta continuando il suo percorso accademico presso l’Università IUAV di Venezia, dove ha anche arricchito il proprio bagaglio di conoscenza con corsi nel campo dell’urbanistica.
La sua esperienza lavorativa in Perù si è concentrata principalmente su progetti residenziali. Attualmente collabora con lo studio Muratori&Zanon, focalizzandosi sulla progettazione e rappresentazione grafca.
Born in Peru, she began her architectural studies at Pontifcia Universidad Católica del Peru in Lima, developing advanced skills in the use of different design software. She is currently continuing her academic studies at IUAV University in Venice, where she has also taken additional courses in the feld of urban planning. Her work experience in Peru has mainly focused on residential projects. She currently works for Muratori&Zanon Studio with a focus on design and graphics.
ARCH. NADIA SCARABOTTOLO
Progetti Projects
Oggetti di arredo
Furnishing objects
Nei primi anni di attività furono disegnati una serie di elementi di arredo per varie ditte, ma la ricerca fu indirizzata sempre di più verso l’uso del marmo, materiale espressivo, poco usato per l’alto costo della materia prima e della lavorazione.
La ricerca si indirizzò nel cercare di creare oggetti di uso comune con costi non eccessivi, utilizzando degli assemblaggi di lastre a basso spessore, per evitare diffcoltà di trasporto e costi di produzione elevati, facilmente assemblabili ma che dessero il senso del grave, connaturato con le peculiarità della materia prima.
1982 La lampada da terra Gaida ha il basamento in marmo, lo stelo in acciaio inox o verniciato e il diffusore in plexiglass opalino.
Produzione Marmi & Pietre s.r.l.
1983 La libreria Menhir unisce il marmo al cristallo, i montanti sono costituiti da una seria di lastre di marmo dello spessore di 2 cm che unite tra di loro richiamano gli antichi monoliti e nello stesso tempo diventano gli appoggi per i leggeri ripiani di cristallo.
Produzione M & P
1984 Fu approfondito l’uso dell’ardesia, con cui furono disegnati alcuni complementi di arredo creando un catalogo di oggettistica. Il portacarte, nella sua semplicità, diventerà anche il logo della ditta produttrice.
Produzione ARTESIA s.c.c.
1985 Il tavolo Solone contrappone la leggerezza del piano e della lama di raccordo centrale in Plexiglass alla gravità determinata dalle gambe che apparentemente sono dei monoliti.
Produzione IMEXA
1986 Il tavolo Laio completamente in marmo è molto fessibile, la collocazione delle gambe può assumere varie posizioni, sempre restando perfettamente tutto molto stabile, sia nella versione tavolo che consolle. Produzione IMEXA
I n the frst years of activity, a series of furnishing elements were designed for various companies, but research was increasingly directed towards the use of marble, an expressive material, little used due to the high cost of raw materials and processing.
The research was aimed at trying to create objects of common use with not excessive costs, using assemblies of low thickness plates, to avoid transport diffculties and high production costs, easily assembled but which gave the sense of the serious, inherent with the peculiarities of the raw material.
1982 The Gaida foor lamp has a marble base, a stainless steel or painted stem and an opaline plexiglass diffuser.
Produzione Marmi & Pietre s.r.l.
1983 The Menhir bookcase combines marble with glass, the uprights are made of a series of marble slabs 2 cm thick, which when joined together recall the ancient monoliths and at the same time become the supports for the light crystal shelves.
M&P Production
1984 The use of slate was explored, with which some furnishing accessories were designed, creating a catalog of objects.
The card holder, in its simplicity, will also become the logo of the manufacturing company.
Production ARTESIA s.c.c.
1985 The Solone table contrasts the lightness of the top and the central connecting blade in Plexiglass with the gravity determined by the legs which are apparently monoliths.
IMEXA production
1986 The Laio table completely in marble is very fexible, the placement of the legs can assume various positions, while everything remains perfectly stable, both in the table and console versions.
IMEXA production
1982 Lampada da terra Gaida
1983 Libreria Menhir ed esploso
1984 Artesia
Piatti concentrici
Completo da scrivania
Portacarte
1985 Tavolo Solone e schizzo
Edifcio plurifamiliare con negozi e piazza, Mortise (Padova)
Apartment building with shops and a square in Mortise (Padua)
La periferia di Padova negli anni Ottanta fu invasa da un’intensa edifcazione di anonimi fabbricati di grandi dimensioni, per soddisfare le esigenze della crescente popolazione a reddito basso che continuava ad inurbarsi. Le amministrazioni predisposero dei Piani per l’Edilizia Economica e Popolare (PEEP), questo complesso prevedeva la costruzione di 93 alloggi di varie dimensioni (dai 70 ai 96 metri quadrati), di 10 negozi, di un interrato per autorimesse e cantine con un volume totale dentro e fuori terra di 55.000 mc. La ricerca fu di rendere meno impattante l’enorme fabbricato che ne sarebbe derivato, rifuggendo dai macroedifci fuori scala che era consuetudine costruire, riportando il tutto a una scala più umana. Per questo all’interno dell’area si realizzò una piazza pubblica su cui si affacciavano due blocchi di edifci distinti e collegati da passerelle, i quali erano a loro volta articolati su due allineamenti con tipologie differenziate, ben distinguibili sia per la forma che per cromatismi, cercando in questo modo di ricreare una scenografa urbana a scala dell’uomo. Scomposto in questo modo si provò a umanizzare una porzione della grande espansione che investì la città in quegli anni, cercando anche degli elementi stilistici inconsueti, come la sostituzione delle colonne che avrebbero dovuto reggere il timpano dell’edifcio con il tetto a capanna, con delle corone circolari, che caratterizzarono sin da subito il nuovo complesso (defnito “l’edifcio con le polo’“ perché ricordano le famose caramelle col buco), rendendolo così facilmente riconoscibile, diventando un elemento identitario per i residenti. L’idea nacque sovrapponendo alle colonne pensate inizialmente negli schizzi le puntine da disegno che allora si usavano per fssare i disegni nel tecnigrafo (come si può vedere nello schizzo originale).
The suburbs of Padua were invaded by intense construction of anonymous large buildings in the 1980s to meet the needs of growing low-income population that continued to urbanise.
Administrations drew up Plans for Economic and Popular Housing (PEEP) and this complex involved the construction of 93 dwellings of various sizes (from 70 to 96 square metres), 10 shops and a basement for garages and cellars covering a total built volume (inside and above ground) of 55,000 cubic metres.
The aim was to make the enormous resulting building less impactful by breaking with the customary practice of constructing out-of-scale macro-buildings and brining everything down to a more peoplefriendly scale.
So, a public square was created in the area overlooked by two separate blocks of buildings connected by walkways, which were, in turn, arranged into two rows of different types of buildings, clearly distinguishable both in terms of their design and colour scheme, thereby attempting to recreate an urban setting on a less imposing scale.
This was an attempt to humanise part of the major expansion plans being carried out in the city back then, also exploring unusual stylistic features, such as replacing the columns supporting the building’s gable roof with circular crowns to make the complex more immediately recognisable (it was known as the “the polo building“, because the crowns looked like the mints with a hole in them), an authentic landmark for the local residents. The idea came from superimposing designer pins (used back then in drafting machines) over the columns.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Piergiorgio Tombolan
Works management: Arch. Giulio Muratori
Structural computations: Ing. Luigi Nulli
Plant-engineering: Prof. Ing. Mauro Strada
Building contractors: Eredi di Girolamo Minozzi srl and Siderbeton srl
Carabinieri barracks, project, Battaglia Terme (Padua)
I progetto è di una stazione periferica dell’arma dei Carabinieri, l’idea progettuale generale fu di produrre un senso di rigore e robustezza, che si è cercato di interpretare attraverso una pianta centrale rispettosa di una assialità fortemente voluta, memore delle discussioni fatte sulla forma aulica rappresentativa dell’autorità che Pierino Zanon ebbe Carlo Scarpa, relatore della sua tesi di laurea nel 1975 (progetto di una caserma dei Carabinieri a Teolo).
L’edifcio si presenta con un doppio fronte principale sulle vie su cui si affaccia, con tre ingressi distinti per il loro tipo di fruizione diversifcato.
Le funzioni sono complesse, perché prevedono al primo livello la zona aperta agli utenti, con l’atrio e l’attesa per i frequentatori, gli uffci con relativi servizi, le celle e l’autorimessa.
Al secondo livello gli alloggi della truppa, a cui si accede con un percorso riservato, collegato anche all’area operativa del piano terra, con le camere, la sala comune, la mensa, l’armeria e il passaggio indipendente dell’altra scala che serve a collegare il terzo livello, dove vi sono i due alloggi per gli uffciali e le loro famiglie, che hanno un proprio ingresso autonomo.
L’articolazione è quindi un misto di funzioni differenziate tra il pubblico e il privato.
Il tutto fu racchiuso entro un parallelepipedo rigido determinato dal lotto, scandito in facciata da un modulo regolare di 1,50x1,50 m, evidenziato da una fugatura incisa nelle superfcie delle pareti intonacate e dipinte, che ritma tutte le facciate sia nei pieni sia nei vuoti, che sono incavati nella massa compatta, sia nelle varie forature, salvo le eccezioni dei fori tondi, quali fuori regola.
The project is for a peripheral station of the Carabinieri, the general design idea was to produce a sense of rigor and robustness, which we tried to interpret through a central plan respectful of a strongly desired axiality, mindful of the discussions made on the courtly form representative of the authority that Pierino Zanon had Carlo Scarpa, supervisor of his degree thesis in 1975 (project of a Carabinieri barracks in Teolo).
The building has a double main front on the streets it overlooks, with three distinct entrances for their diversifed type of use.
The functions are complex, because they include the area open to users on the frst level, with the atrium and waiting area for visitors, the offces with related services, the cells and the garage.
On the second level the troops’ quarters, which can be accessed via a private path, also connected to the operational area on the ground foor, with the rooms, the common room, the canteen, the armory and the independent passage of the other staircase which it serves to connect the third level, where there are the two accommodations for the offcers and their families, which have their own independent entrance.
The structure is therefore a mix of functions differentiated between the public and private sectors.
Everything was enclosed within a rigid parallelepiped determined by the lot, marked on the facade by a regular module of 1.50x1.50 m, highlighted by a joint engraved in the surface of the plastered and painted walls, which gives rhythm to all the facades both in , both in the voids, which are hollowed out in the compact mass and in the various perforations, except for the exceptions of round holes, which are out of the rule
Structural computations: Ing. Pierluigi Nulli
Plant-engineering: Prof. Ing. Mauro Strada
Client: Comune di Battaglia Terme (PD)
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Piergiorgio Tombolan
Scuole Elementari a Cartura (Padova)
Primary school in Cartura (Padua)
I progetto concepisce la scuola come una grande elica, le cui braccia sono i quattro corpi di fabbrica che si innestano su uno spazio centrale aperto, un cortile che raddoppia l’altezza e si conclude con un tetto a padiglione, completamente vetrato che inonda di luce la sala centrale, connettivo e spazio polifunzionale.
I volumi che compongono l’edifcio sono improntati ad estrema semplicità: parallelepipedi, piramidi, cilindri, quadrati, cerchi, ecc., volumi e geometrie pure, accostati l’uno all’altro come in un gioco di costruzioni per bambini, sviluppato a grande scala.
Il grande volume centrale – la piazza – è lo spazio attorno a quale si articola l’insieme scolastico formato da tre blocchi con le aule disposte su due livelli e il quarto dove si collocano la biblioteca, i servizi e le segreterie, tagliato a 45 gradi come invito a entrare. Il vuoto centrale, destinato alle attività collettive, dove anche la comunità cittadina si ritrova per attività extrascolastiche, è a doppia altezza con l’affaccio del piano superiore a ballatoio, coperto da una struttura piramidale vetrata che lo slancia verso la luce, di fatto la vera cerniera su cui ruota tutto l’insieme.
Un cilindro funge da porticato, con copertura vetrata a sezione circolare, permette l’accesso alla scuola ed è uno riparo per l’attesa dell’orario di ingresso degli scolari, a fare da contrappeso a quest’asta, c’è nel fronte contrapposto l’elevatore e la scala di sicurezza per l’eventuale esodo dal piano superiore.
I colori sono primari, cromaticamente ben defniti con gli interni in colori neutri, per non infuenzare la creatività degli alunni e permettere loro di proiettare sulle pareti bianche i colori della loro fantasia
The project conceives the school as a large helix, whose arms are the four buildings that are grafted onto an open central space, a courtyard that doubles in height and ends with a pavilion roof, completely glazed that foods with light the central hall, connective and multifunctional space.
The volumes that make up the building are characterized by extreme simplicity: parallelepipeds, pyramids, cylinders, squares, circles, etc., pure volumes and geometries, placed next to each other as in a construction game for children, developed to a large extent stairs.
The large central volume - the square - is the space around which the school complex is divided, made up of three blocks with the classrooms arranged on two levels and the fourth where the library, services and secretariats are located, cut at 45 degrees as an invitation to enter.
The central void is intended for collective activities, where the city community also meets for extracurricular activities, it is double height with the upper foor overlooking the gallery, covered by a pyramidal glass structure which hurls it towards the light, in fact the real hinge on which the whole assembly rotates.
A cylinder acts as a portico, with a circular section glass roof, allows access to the school and is a shelter for waiting for the pupils to enter, acting as a counterweight to this rod, there is on the opposite front the elevator and the safety ladder for any escape from the upper foor.
The colors are primary, chromatically well defned with the interiors in neutral colours, so as not to infuence the creativity of the pupils and allow them to project the colors of their imagination onto the white walls.
Works
Structural
Plant-engineering: Ing. Dario Andrian
Building contractors: CPM – Cooperativa Padovana Muratori
Client: Comune di Cartura (PD)
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Oscar Zanon
management: Arch. Giulio Muratori
calculations: Ing. Fabio Bonfà
UNICEF Liguria, oggetto simbolico per le Colombiadi Fiera di Genova
UNICEF Liguria, symbolic object For Colombiadi Genua Fair
Nell’approssimarsi delle Colombiadi venne bandito un concorso dalla Regione Liguria, per mezzo dell’Uffcio Fiere, dedicato all’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, che contribuisce alla sopravvivenza, alla protezione e allo sviluppo delle potenzialità di ogni bambino e bambina.
L’oggetto doveva comunicare la stretta connessione tra la missione dell’UNICEF e la Regione Liguria.
Il progetto da noi sviluppato, risultato vincitore, univa tre elementi simbolici legati alla Liguria e all’UNICEF:
• il cerchio a simboleggiare il girotondo dei bambini nel mondo,
• l’arco della conformazione geomorfologica della regione,
• la vela come rappresentazione del mare, elemento che unisce tutti i continenti, •l’uso dell’ardesia, materiale esclusivamente presente solo in Liguria. La traduzione di questi simboli in forme geometriche primarie era un ulteriore elemento simbolico.
Il concorso prevedeva la costruzione dell’elemento simbolico, alto 3 metri, realizzato in ardesia, pietra locale di colore nero e collocato nell’area a verde prossima al padiglione centrale della Fiera di Genova, purtroppo oggi non è più esistente a causa delle trasformazioni in atto degli spazi espositivi.
Successivamente fu riprodotto in scala 1/10 e presentato nel catalogo di oggettistica in ardesia disegnata dallo studio, venduto assieme a una poesia del poeta Luigi Cerantola.
As the Colombiadi approached, a competition was announced by the Liguria Region, through the Fairs Offce, dedicated to UNICEF, the United Nations Children’s Fund, which contributes to the survival, protection and development of the potential of every child and little girl.
The object had to communicate the close connection between UNICEF’s mission and the Liguria Region.
The winning project we developed combined three symbolic elements linked to Liguria and UNICEF:
• the circle to symbolize the merry-go-round of children in the world,
• the arc of the geomorphological conformation of the region,
• sailing as a representation of the sea, an element that unites all continents,
• the use of slate, a material exclusively present only in Liguria.
The translation of these symbols into primary geometric shapes was a further symbolic element.
The competition involved the construction of the symbolic element, 3 meters high, made of slate, a local black stone and located in the green area next to the central pavilion of the Genoa Fair, unfortunately today it no longer exists due to the transformations in act of the exhibition spaces.
It was subsequently reproduced in 1/10 scale and presented in the catalog of slate objects designed by the studio, sold together with a poem by the poet Luigi Cerantola
Rifunzionalizzazione di Palazzo Gaudio (Padova)
Refunctionalisation of Palazzo Gaudio (Padua)
L’edifcio esisteva già nel 1500 e dopo vari passaggi di proprietà nel maggio del 1775 fu acquistato dai conti Gaudio, che lo trasformarono dando all’edifcio una chiara forma di palazzo nobiliare.
A sud, su via Belzoni fu posta una facciata del tutto nuova, sulla cui sommità venne ricavata una terrazza coronata con 6 statue, che caratterizzano l’edifcio.
Il complesso fu sottoposto a un ulteriore generale intervento nel 1815, fnalizzato a unifcare stilisticamente il palazzo e corpi annessi al nuovo stile neoclassico.
L’intervento di maggior levatura riguardò gli interni creando l’apparato decorativo ad affresco che interessò il Piano Nobile a cura Giovanni Demin e di Davide Rossi.
L’intervento del 1934 interessò la costruzione del grande scalone in sostituzione delle primitive scale.
Negli anni Settanta subì un incendio al piano terreno che compromise la statica, rimase lungamente disabitato e solo verso la fne degli anni Ottanta si iniziò un processo di recupero trasformando il palazzo da abitazione a uffci direzionali, con l’obiettivo di ripristinare la forma originaria dell’immobile, eliminando tutti gli elementi superfetativi.
L’immobile aveva mantenuto integre le pareti del piano nobile, quasi tutte affrescate, anche se realizzate in tralicciato di legno e arelle intonacate, mentre erano completamente compromessi i solai in legno e le pareti di partizione del piano terra. La grande terrazza su strada era stata coperta per utilizzarla quale magazzino. Si dovette intervenire massicciamente sulle strutture, creando degli elementi strutturali passanti i vari piani posizionati esternamente alle pareti su cui poggiare i nuovi solai.
Tali elementi per nostra scelta dovevano essere quasi invisibili, nel piano nobile si optò per la soluzione delle colonnine binate in ferro riempite di c.a., dipinte di color verde rame, che sfuggono alla vista nella grande sala affrescata centrale, integrandosi senza contrasto apparente, pur se riconoscibili come intervento contemporaneo. Con lo stesso criterio ogni elemento innovativo risponde al linguaggio contemporaneo, rifuggendo a falsi stilistici, ma cercando un rapporto di estrema semplicità formale.
The building was already standing in 500 and, after passing through various hands, it was purchased by the Counts of Gaudio in May 1775, who converted it into a distinctively noble-looking palace.
A brand new façade was constructed along Via Belzoni to the south with a terrace at the top crowned by six eye-catching statues.
The complex underwent a further major renovation in 1815 aimed at stylistically unifying the palace and outbuildings in the new Neoclassical style.
The most important work was carried out on the interiors, creating the decorative frescoes on the main foor designed by Giovanni Demin and Davide Rossi.
The 1934 project involved the construction of the main staircase to replace the old stairs.
A fre in the 1970s compromised the ground-foor statics and it was left uninhabited for a long period. It was only towards the end of the 1980s that a renovation process was set under way to convert the building from a residence into business offces, with the aim of restoring the building's original form by eliminating all its superfcial features.
The building’s ground foor walls were left intact, almost all of which were frescoed, even though they were made of wooden trusses and plaster wattling, while the wooden foors and partition walls on the ground foor were completely compromised.
The large terrace overlooking the street had been covered over for use as a warehouse.
Considerable work had to be done on the structures, creating structural features outside the walls on the various levels for supporting the new foors.
We decided to make these features almost invisible; on the main foor we opted for twin iron columns flled with reinforced concrete painted copper green, which are concealed in the large central frescoed hall, carefully blending in without catching the eye, although they are clearly modern add-ons.
Working along the same lines, each innovative feature is designed in a contemporary stylistic idiom, eschewing stylistic fakery while interacting with extreme formal simplicity.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON in conjunction with Ing. Maria Grazia Veronese
Structural calculations: Ing. Maria Grazia Veronese
Plant-engineering: Studio Bonsembiante
Art direction: Arch. Giulio Muratori
Works management: Ing. Maria Grazia Veronese
Building contractors: Bareato Costruzioni snc
Client: Immobiliare Gaudio srl
Ristrutturazione Palazzo Vittoria (Padova)
Renovation of Palazzo Vittoria (Padua)
La ristrutturazione di un edifcio industriale, sito in pieno centro storico, presentò il problema della sua trasformazione a uffci a causa delle dimensioni, perché misurava in pianta circa 34x32 m e anche occupando la parte centrale con gli snodi verticali e i servizi, il solo affaccio verso l’esterno avrebbe creato locali troppo profondi e male illuminati.
Si pensò di creare perciò una piazza interna a tutt’altezza, con la copertura trasparente a forma piramidale, che proietta nel nucleo centrale una calata di luce e consente il doppio affaccio dei vani, ben illuminati e di profondità accettabili.
Nel grande vuoto ai piani superiori c’è la distribuzione alle varie unità con passerelle aeree, che frammentano orizzontalmente il grande vuoto, recuperando il necessario connettivo.
L’ingresso dalla strada, per una corretta distribuzione, ha scala che presenta il retro, a questo si è ovviato rivestendola con una parete in vetrocemento trasparente a tutta altezza, sulla quale scorre una lama di acqua, una cascatella continua, che con il suono scaturente interrompe il rumore del traffco cittadino e immette in una realtà rasserenante, al centro della piazza con verde si trova una fontana, per estendere il benefco relax creato dall’acqua.
Il coronamento dell’edifcio è formato da una gloriette realizzata con dei cilindri che reggono la trave continua, il tutto rivestito di porfdo, similmente al basamento del fabbricato, con il resto delle facciate a intonachino di color arancio e ampie vetrate nere. Nel piano interrato ci sono i parcheggi, nella copertura locali tecnici sono posti a perimetro della piramide di vetro, rendendola meno impattante verso l’esterno.
Nel 1994 è risultato primo classifcato ex-aequo al Concorso Nazionale di Architettura di Trento, indetto dall’Ente Sviluppo Premio Porfdo.
The renovation of an industrial building, located in the historic center, presented the problem of its transformation into offces due to its size, because it measured approximately 34x32 meters in plan and also occupying the central part with the vertical junctions and services, the only facing outwards would have created rooms that were too deep and poorly lit.
It was therefore decided to create a full-height internal square, with a transparent pyramid-shaped roof, which projects a drop of light into the central core and allows for a double view of the rooms, which are well lit and of acceptable depth.
In the large void on the upper foors there is distribution to the various units with aerial walkways, which horizontally fragment the large void, recovering the necessary connective tissue.
The entrance from the street, for correct distribution, has a staircase that presents the back, this was remedied by covering it with a fullheight transparent glass block wall, on which a blade of water fows, a continuous waterfall, which with the sound springing interrupts the noise of city traffc and introduces you to a soothing reality, in the center of the green square there is a fountain, to extend the benefcial relaxation created by the water.
The crowning of the building is formed by a gloriette made with cylinders that support the continuous beam, all covered in porphyry, similar to the base of the building, with the rest of the facades in orange plaster and large black windows.
In the basement there are parking spaces, in the roof the technical rooms are placed around the perimeter of the glass pyramid, making it less impactful towards the outside. In 1994 he came frst place exaequo at the National Architecture Competition of Trento, organized by the Porfdo Prize Development Agency.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Giulio Muratori
Structural computations: Prof. Ing. Giancarlo Turrini
Plant-engineering: Ing. Massimo Massaro
Building contractors: ATP CEAP – S.V.E.C. Società Veneta Edil Costruzioni spa
Parpajola Costruzioni Edili spa
Client: Bigest srl
Photo: Matteo Danesin
Casa in via Palermo (Padova)
A house in via Palermo (Padua)
La pianta dell’edifcio è rigorosamente rettangolare, determinata nella sua forma dalla confgurazione del lotto, data la obbligata conformazione si è lavorato sulla matericità dell’epidermide, che nelle intenzioni doveva essere particolarmente vibrante per attenuare l’effetto delle ampie superfci piane delle facciate.
È tutta rivestita in mattoni a faccia vista, intervallati da corsi orizzontali in pietra serena, che modulano un ritmo verticale.
Le testate più corte sono caratterizzate da ampie terrazze racchiuse da gloriette realizzate con gli stessi materiali delle facciate, con l’introduzione nella facciata est di due grandi portali intonacati e dipinti di colore blu e lo spazio retrostante è ornato dagli aggetti dei due caminetti triangolari e dalla copertura con la volta a botte della zona pranzo.
Il coronamento racchiude in una forma geometrica rettangolare sia le parti chiuse che le ampie terrazze con il cornicione caratterizzato da un intenso colore lilla.
I vani di accesso alle abitazioni sono rientranti con le pareti inclinate scandite dalla posa di mattoni a scalare.
Nell’abitazione principale il vano dedicato alla zona pranzo gode di una doppia altezza con la copertura a botte in formelle di vetrocemento che creano delle particolari suggestioni di luce interna. Gli interni sono caratterizzati da soluzioni cromatiche decisamente intense, al punto che l’edifcio ha ottenuto il primo Premio Generale e il primo Premio nella sezione “Uso del Colore” al Primo Festival dell’Architettura d’Interni dell’Accademia di Mosca nel marzo del 1999. Nel 2012 la seconda unità è stata completamente ristrutturata, con un gioco di vani passanti tra i vari livelli, usando colori meno accesi.
The plan of the building is strictly rectangular, determined in its shape by the confguration of the lot, given the obligatory conformation we worked on the materiality of the epidermis, which the intention was to be particularly vibrant to attenuate the effect of the large fat surfaces of the facades.
It is entirely covered in exposed bricks, interspersed with horizontal courses in pietra serena, which modulate a vertical rhythm.
The shorter ends are characterized by large terraces enclosed by gloriettes made with the same materials as the facades, with the introduction on the east facade of two large portals plastered and painted in blue and the space behind is adorned with the projections of the two triangular freplaces and from the barrel-vaulted roof of the dining area.
The crowning encloses both the closed parts and the large terraces in a rectangular geometric shape with the cornice characterized by an intense lilac color.
The access rooms to the homes are recessed with inclined walls marked by the laying of graduated bricks.
In the main house, the room dedicated to the dining area has a double height with a barrel-shaped roof made of glass block tiles which create particular suggestions of internal light.
The interiors are characterized by decidedly intense chromatic solutions, to the point that the building obtained the frst General Prize and the frst Prize in the “Use of Color“ section at the First Interior Architecture Festival of the Moscow Academy in March 1999 .
The second unit was completely refurbished in 2012 with an interplay of passages between the various levels using less bright colours.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Pierino Zanon
Structural computations: Studio Ing. Giuseppe Tranchida
Plant-engineering: Ing. Dario Andrian
Building contractors: Costruzioni Bareato di Sanbruson (VE) 1993, Siderbeton srl 2012
Client: Luisa e Claudio Mandruzzato
Rifunzionalizzazione Corte Benedettina di Legnaro (PD)
Refunctionalisation of Benedectine Court of Legnaro (PD)
Con una imponente opera di bonifca iniziata nell’800, durata secoli, i monaci benedettini di Santa Giustina riuscirono a fare del territorio padovano un modello di paesaggio agricolo unico nel suo genere, organizzandolo in Corti, come elemento di riferimento territoriale. La Corte Benedettina di Legnaro affonda le sue origini nell’Alto Medioevo, comprendeva: residenza dei monaci, locali per l’amministrazione, la cappella, cantine, granai, scuderie e stalle. Anche se con vari passaggi di proprietà fu sempre destinata a uso agricolo, l’attuale complesso è il frutto di varie ristrutturazioni ed ampliamenti che si sono susseguiti nel corso dei secoli. Nel 1978 passò in proprietà alla Regione Veneto, che nel rispetto dello spirito benedettino del riuso, la destinò nei primi anni Novanta a uffci di Veneto Agricoltura e parte al Comune di Legnaro per attività culturali. Nel 1997 ebbe inizio una rifunzionalizzazione generale che si concluse nel 1999. Lo studio redasse il progetto esecutivo delle porzioni medioevali sui fronti nord ed est che prevedeva una totale riorganizzazione funzionale con la dotazione dei servizi necessari. Dal 2019 l’Università di Padova è subentrata a Veneto Agricoltura. Lo studio si è quindi nuovamente occupato del progetto preliminare della nuova rifunzionalizzazione, conseguenza di questi nuovi utilizzi, che comporteranno ovviamente dei lavori di adattamento dei locali a uso della didattica con servizi necessari a complemento della destinazione universitaria.
Il problema analizzato nel primo intervento fu principalmente di natura statica, perché le colonne dei porticati non tolleravano carichi accidentali eccessivi, a questo si è ovviato creando un telaio di putrelle di ferro in corrispondenza delle colonne, che entravano nella scansione dei serramenti con cui sono stati chiusi i portici per una corretta distribuzione. Altro importante intervento innovativo strutturale riguardò il rinforzo delle capriate della copertura con una luce netta tra gli appoggi di 16,50 m, con la catena formata da un trave unico di castagno a sezione regolare, su cui si intervenne con dei rinforzi di controventatura formati da barre di acciaio inox.
La complessità della recente progettazione è determinata dal dover far coesistere, nei vari corpi di fabbrica della Corte, le varie funzioni richieste dai due utilizzatori: l’Università e il Comune di Legnaro, che per gli usi e le destinazioni devono mantenere una totale autonomia, ricavando dei percorsi dedicati in modo da non creare commistioni inopportune, con delle parti comuni di utilizzo comune aperte al pubblico.
1994 Executive project: STUDIO MURATORI&ZANON
Structural computations: Ing. Giulio Siena
2021 Preliminary project: STUDIO MURATORI&ZANON
Arch. Giulio Muratori
Arch. Federico Muratori
Thanks to an impressive reclamation project that began in the 9th century and lasted for centuries, the Benedictine monks of Santa Giustina succeeded in making the land around Padua a model agricultural landscape organising it into Courts as local landmarks.
The Corte Benedettina di Legnaro - Benedictine Court of Legnaro dates back to the early Middle Ages and included the monks’ residential quarters, administration rooms, a chapel, cellars, barns and stables. Despite various changes in ownership, the complex was always used for agricultural purposes and has undergone numerous renovations and extensions over the centuries.
In 1978 it was taken over by the Veneto Region, which, in keeping with the Benedictine spirit of reuse, decided in the early 1990s to turn part of it into the Veneto Agricoltura offces and hand over the rest to the municipality of Legnaro for cultural activities.
In 1997 it was given an overall revamp that was completed in 1999.
The study carried out drew up an executive project for the medieval sections along the north and east fronts, which called for total functional reorganisation and the incorporating of all the necessary utilities.
The University of Padua took over control from Veneto Agricoltura in 2019
A further study was carried out to create a preliminary re-functional design to adapt it to its new uses, which obviously involved work to convert the premises into teaching facilities with all the necessary amenities to complement its university function.
The frst project was focused on mainly static issues, since the portico columns could not handle excessive random loads; this was remedied by creating a frame of iron girders around the columns which helped distributed the loads properly around the porticoes.
Another important structural innovation concerned the reinforcement of the roof trusses with a net span between the supports of 16.50 m by means of a chain formed by one single chestnut beam with a regular cross-section braced with the aid of stainless steel bars.
The complexity of the recent design is due to the need to simultaneously serve the various functions required by both users: the University and the Municipality of Legnaro, whose functions and purposes must be kept completely separate so as not to create any inappropriate intermingling, while ensuring certain communal parts are open to the public.
Nuovo Centro di Produzione Radiotelevisivo (Padova)
New Radio and Television Production Centre (Padua)
L’area del complesso in Zona Industriale è caratterizzata dalla presenza di alte alberature secolari, che non volevamo abbattere, inoltre in un unico complesso dovevano essere distribuite varie funzioni, tra cui reti televisive e radiofoniche, con i vari uffci operativi e direzionali, le redazioni, le sale di regia e le sale di posa, oltre a tutti i servizi e l’antenna per la messa in onda.
Nell’edifcio, oltre a due emittenti televisive e tre radiofoniche, ci sono sedi di società di raccolta pubblicitaria e il ricovero delle costose regie mobili.
L’organizzazione delle varie funzioni ha caratterizzato l’edifcio, prevedendo un grande atrio a tutt’altezza come fulcro distributivo che collega tutto l’insieme.
I teatri di posa e ricoveri delle regie mobili sono nel retro, realizzati con edilizia prettamente industriale prefabbricata in pianta di forma quadrata, con il centro occupato dalle regie, la messa in onda e nei fronti principali tutte le altre funzioni di supporto.
Partendo dall’edifcio prefabbricato, abbiamo intersecato varie forme geometriche regolari:
• il triangolo passante quale elemento di unione,
• il trapezio con le redazioni e messa in onda radiofonica,
• il semicerchio con gli uffci amministrativi e le direzioni, che si affacciano sul vuoto centrale.
Su tutto si erge l’antenna alta 64 m, scandita da piattaforme circolari per facilitarne le manutenzioni.
I linguaggi utilizzati caratterizzano i vari corpi di fabbrica, sia per le altezze e sia per l’epidermide nelle facciate.
L’ingresso è caratterizzato dal taglio inclinato della facciata vetrata che dialoga con il grande atrio interno.
Nel 2001 l’edifcio ricevette il premio speciale ALA – Assoarchitetti al Premio Internazionale Dedalo & Minosse di Vicenza e nel 2006 venne segnalata tra le dieci migliori opere costruite nei primi 50 anni della ZIP di Padova.
The area where the complex is located in the Industrial Zone is characterised by the presence of tall, centuries-old trees, which we did not want to cut down. The plan was to build several television and radio stations in this one single complex including all the various operating/management offces, editorial offces, control rooms and studios, as well as all the utilities and the antenna for broadcasting.
In addition to two television and three radio stations, the building also holds the offces of advertising companies and storage facilities for the costly outside broadcasting vans. The building reorganises the various functions and has a large, full-height lobby acting as a distribution hub linking everything together.
The studios and storage spaces for the outside broadcasting vans are located at the rear and feature a prefabricated industrial construction design with a square base. The director’s directors and broadcasting units are in the middle with all the other ancillary services set along the main fronts.
Starting with the prefabricated building, we created a pattern of intersecting regular geometric shapes:
- a triangle as the joining element;
- a trapezoid with the editorial and radio broadcasting offces;
- a semicircle accommodating the administration/executive offces facing the central space.
The 64-metre-tall antenna towers above the entire building with its circular platforms to facilitate maintenance operations.
The various building structures feature a very distinct deign idiom in terms of both their heights and the cladding of the various façades. The entrance stands out for the sloping cut across the glazed façade that dialogues with the large interior lobby.
In 2001 the building was awarded the special ALA – Assoarchitetti Prize at the Dedalo & Minosse International Awards in Vicenza, and in 2006 it was listed as one of the ten best buildings constructed in Padua in the frst ffty years after its new Industrial Zone was created.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works Management: Arch. Pierino Zanon
Structural computations: Studio Ing. Giuseppe Tranchida
Plant-engineering: Studio Termotecnico Bonsembiante srl
Building contractors: Prearo Costruzioni srl
Client: Telepadova spa
Photo: Matteo Danesin
Sede B.M.B. Service (Padova)
Headquarters B.M.B. Service (Padua)
L’edifcio è un tipico “capannone” presente e oramai caratterizzante il paesaggio di gran parte del Veneto, predeterminato nella sua conformazione dalle dimensioni del lotto, da utilizzare al massimo della sua capacità edifcatoria.
La proposta progettuale realizzata è stata di non saturare tutta l’area ai limiti del possibile, ma di lasciare una parte fronte strada a giardino e di caratterizzare l’insieme per mezzo di un porticato a tutta altezza sul fronte strada, coperto da una tettoia aggettante curva a sbalzo, che coincide con tutto il fronte dell’edifcio e che di fatto diventa l’elemento contraddistinguente tutto l’insieme.
Il portone di accesso alla parte produttiva è in ulteriore ritiro dalla facciata per consentire lo scarico delle macchine al riparo delle intemperie e ad aumentare la percezione di leggerezza del fronte l’accesso agli uffci che avviene attraverso una porta ruotata di 45 gradi rispetto al fronte principale, frammentandolo ulteriormente il fronte.
Si contrappone alla facciata su cui si affacciano gli uffci e le sale per il ricevimento, alleggerita, grazie allo svuotamento e alla grande vetrata che occupa tutto il fronte, la massiccia sagoma del capannone, scandita da una fugatura orizzontale che ne accentua l’orizzontalità, All’interno la scala di collegamento è stata realizzata in vetro e acciaio e permette di avere una calata di luce in una zona di connettivo che sarebbe stata buia.
In un successivo ampliamento del 2007, nel retro sono stati ricavati altri uffci e la sala mensa.
Nel 2006 l’edifcio è stato segnalato tra le dieci migliori opere costruite nei primi 50 anni nella area della ZIP di Padova
The building is a typical "shed" of the kind characterising the landscape of much of the Veneto region, whose design is dictated by the size of the lot that is exploited to the maximum of its building capacity.
The idea behind the proposed design was not to saturate the entire area to the limits of what was possible, but to leave part of the street front as a garden and add character to the entire project by means of a full-height portico along the street front to be covered by a curved overhanging roof, which coincides with the entire front of the building and turns into the most distinctive feature of the whole building.
The entrance gate to the manufacturing part is further set back from the façade to provide shelter from the weather when unloading machine and to heighten a sense of lightness along the front. Access to the offces is through a door rotated 45 degrees in relation to the main facade, further fragmenting the building front.
It contrasts with the façade onto which the offces and reception rooms face and is lightened up by a hollowed-out section and a large window taking up the entire façade. The gigantic outline of the warehouse with its distinctive horizontal groove accentuates its horizontality.
The connecting staircase on the inside is made of glass and steel and allows light to enter a connective area that would otherwise have been in the dark.
Additional offces and a canteen were created in the rear by a further extension added on in 2007.
In 2006, the building was listed as one of the ten best works built in the frst 50 years after the creation of the Padua Industrial Zone.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Pierino Zanon
Structural computations: Studio Ing. Giuseppe Tranchida Plant-engineering: Studio Termotecnico Bonsembiante srl
Building contractors: Prearo Costruzioni Srl 1998; Vettorazzo Costruzioni Srl 2007
Client: B.M.B. Service S.r.l.
Photo: Matteo Danesin
Punto Informazioni APT, Piazza del Santo (Padova)
APT Information Point, Piazza del Santo (Padua)
I tema progettuale è stato quello di dotare Padova di un punto di Informazione e Assistenza Turistica “visibile” nella Piazza del Santo, fulcro del turismo devozionale, in occasione del Giubileo2000, che avrebbe certamente riversato milioni di pellegrini da tutto il mondo nella Basilica.
Uno degli obbiettivi è stato quello di evitare forme di mimetizzazione storicizzanti, si è utilizzato invece un linguaggio coerente con la contemporaneità, nella forma e nell’uso dei materiali. Tenendo conto della necessaria visibilità e riconoscibilità: il Punto Informazioni si doveva collocare nel punto centrale della piazza. L’oggetto, molto rigoroso nella sua composizione formale, doveva essere facilmente rimovibile quando fosse terminato il periodo dedicato al Giubileo, per questo si è scelto di utilizzare l’acciaio inox sia per la struttura sia per le fniture.
La forma è racchiusa in un parallelepipedo in pianta quadrata, determinata da quattro elementi d’angolo in lamiera satinata piegata, che defniscono l’ingombro generale del volume e internamente fungono da scaffalature.
Gli sportelli aperti su tre lati sono formati da vetrate con il sottopiano in acciaio inclinato, con sovrapposte quattro leggere pensiline per proteggere i visitatori, nel quarto lato c’è l’accesso degli operatori con due spazi espositivi laterali.
Sul tetto una grigliatura metallica funge da frangisole, su cui svetta l’elemento simbolico che rappresenta la Azienda di Promozione Turistica.
Si è evitata qualsiasi forzatura cromatica, lavorando solo con l’acciaio inox satinato e vetro stratifcato il che lo rende un oggetto astratto, permettendone la chiara identifcazione della funzione.
The idea behind the design was to provide Padua with a “visible“ Tourist Information and Assistance Point in Piazza del Santo, the focus of ‘religious’ tourism, in conjunction with the 2000 Jubilee that would inevitably attract millions of pilgrims from all over the world to the Basilica.
One of the aims was to avoid historical forms of camoufaging; instead, it was decided to opt for a very contemporary design idiom in terms of both the building’s form and the use of materials.
Taking into account the need for visibility and recognisability: the Information Point was to be located at the central point of the square.
The very carefully composed design had to be easily removable when the Jubilee period was over, which is why stainless steel was chosen for both the structure and the fnish.
The building form is enclosed in a parallelepiped with a square base deriving from four corner elements made of satin-fnished bent sheet metal that set the overall dimensions of the main structure and serve as racking on the inside.
The doors open on three sides and are made out of glass panes with a sloping steel underside superimposed by four light canopies to protect visitors; the operators’ entrance and two side exhibition spaces are located over on the fourth side.
Metal grating on the roof acts as a sunshade where there is also a symbolic feature presenting the Tourist Board.
The colour scheme was kept simple, working only with satin-fnished stainless steel and laminated glass to make it an abstract object with a clearly defned function.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Pierino Zanon
Building contractor: R.F. S.n.c. di Campodarsego (PD)
Client: Azienda di Promozione Turistica di Padova
Photo: Matteo Danesin
Concorso Nazionale di Idee per il Nuovo Avancorpo del Museo Eremitani a Padova
National Ideas Competition for the New Front Section of the Eremitani Museum in Padua
Il fabbricato dovrà contenere i servizi del museo ed è una quinta scenografca tra la facciata della Chiesa degli Eremitani e i resti dell’antica arena romana.
In fregio c’è un buon esempio di inserimento di un edifcio contemporaneo progettato da Gio Ponti nel 1961, quale ampliamento della sede della CaRiPaRo, progettata da Donghi nel 1913.
La composizione si è espressa per elementi murari massicci, spezzati da rotture su piani inclinati e forature a tutta altezza sui vuoti interni, usando volutamente un linguaggio di rottura.
La costruzione si articola in un corpo di fabbrica a L e si sviluppa su quattro livelli, di cui uno interrato, con vari servizi contenuti nell’ala perpendicolare alla facciata della chiesa e l’altra contenente la distribuzione verticale esterna, creando un cortile interno.
Il fronte verso il sagrato è modellato da piani inclinati che attenuano la massa parietale, tagliata da un unico grande foro e da una rampa.
Il primo livello ipogeo comprende uno spazio espositivo, una piccola sala polifunzionale, un deposito e il blocco servizi per il pubblico.
Il secondo livello a quota strada contiene l’atrio generale, la biglietteria, il guardaroba, la vendita di libri e il vuoto con gli snodi verticali tra i vari livelli.
Il terzo livello è destinato al punto informativo e multimediale, con installazioni fsse con un blocco servizi.
Nel quarto livello c’è il punto ristoro con terrazza panoramica, parzialmente coperta, che permetterà la visione dell’insieme circostante a 360 gradi, il blocco servizi e gli spazi vuoti che collegano verticalmente tutti i livelli inferiori.
La copertura è formata da una struttura metallica che contrasta con la sua leggerezza il massiccio edifco intonacato e dipinto, che risulta monolitico e austero, solcato dalle grandi fenditure che ne attuenuano la massa.
The building is designed to hold the museum’s utilities and is a scenic backdrop set between the façade of Eremitani Church and the remains of the ancient Roman arena.
Nearby there is a fne example of how to incorporate a more contemporary building designed by Gio Ponti in 1961 as an extension to the headquarters of CaRiPaRo designed by Donghi in 1913.
The composition features some notably sized walls broken down by interruptions along inclined planes and full-height perforations across internal spaces deliberately using a language of rupture.
The building is constructed in the form in an L-shaped structure and extends over four levels, one of which is underground, with the various utilities housed in the wing perpendicular to the church façade, while the other wing holds the external means of vertical distribution to create an inner courtyard.
The front facing the churchyard is shaped by sloping planes that attenuate the wall mass, cut through by one single large hole and a ramp.
The frst underground level includes an exhibition space, a small multi-purpose hall, a storage room and the public utilities block.
The second foor at street level holds the main lobby, ticket offce, cloakroom, bookshop and a space holding the vertical links between the various levels.
The third level is designed to accommodate an information and multimedia point with fxed installations and a utilities block.
The fourth level holds the refreshments area with a partially covered panoramic terrace affording a 360-degree view of the surroundings, the utilities block and empty spaces vertically connecting all the lower levels. The roof is made of a metal structure, whose lightness contrasts with the large plastered and painted building, which is monolithic, austere and furrowed by large cracks to attenuate its mass.
South Elevation
Concorso internazionale di idee per il lungolago di Lugano (Svizzera)
International ideas competition for the lakeside of Lugano (Switzerland)
La proposta considerò alcuni elementi fondanti nati da valutazioni preliminari alla riorganizzazione del lungolago:
• tra città e lago non c’è una vera connessione, ovvero la città vive la quotidianità e la propria forma a prescindere dalla presenza dell’acqua;
• il lungolago è determinato da una serie di funzioni anche contrastanti tra di loro;
• manca negli spazi pubblici un elemento di forte caratterizzazione, se escludiamo le alberature del lungolago.
La proposta colse l’esigenza di ripulire il più possibile gli spazi pubblici, togliendo ogni elemento di disturbo visivo e funzionale, provando a connettere la città con il lago, accentuandone la presenza.
Si pensò di creare, in prossimità delle due fontane esistenti, due “fordi” che permettessero l’entrata in città dell’acqua.
La viabilità andava modifcata restringendo le carreggiate e ripavimentata similmente alle zone pedonali.
I due ponti arcuati sui fordi diventavano un elemento di rallentamento della velocità dei veicoli, dando la percezione che il pedone fosse centrale del sistema della mobilità.
L’altro elemento di grande impatto era la galleria vetrata che partendo da due poli del lungolago entrava nello stesso, defnendo un nuovo bacino connesso alla città.
Questa galleria di dimesioni variabili, in parte emergente e in parte sotto il livello dell’acqua, per permettere la comunicazione diretta con il lago, poteva avere funzioni di tipo culturale e sociale ospitando mostre e spazi di incontro.
Due gallerie subacquee lo collegavano alla terraferma, trasparenti per permettere la visione del mondo acquatico.
L’elemento architettonico emergente, con forme di tipo organico, poteva rifettere la luce diurna e notturna, diventando un forte segnale e allo stesso tempo la forma sinuosa lo rendeva plasticamente inserito nel contesto naturale.
The project focused on a number of grounding features arising from preliminary assessments of the reorganisation of the lakefront:
• there is no real connection between the city and lake, i.e. the city goes about its daily business and follows its own course regardless of the presence of the water,
• the lakefront works around a series of seemingly conficting functions,
• the public spaces lack any powerful, distinctive feature, if we exclude the lakefront trees.
The project focused on the need to clean up the public spaces as far as possible, removing any visual or functional impediments in an attempt to connect the city to the lake, accentuating its presence.
The idea was to create two “fjords“ near the two existing fountains to allow water to enter the city.
The road system was to be modifed by narrowing the carriageways and repaving the road surfaces in a similar way to the pedestrian areas.
The two arched bridges over the fjords provided a means of slowing down the vehicles, creating a feeling that pedestrians were the focus of the transport system.
The other high-impact feature was a glass gallery entering the lakefront from two ends to form a new basin connected to the city.
This gallery of variable dimensions, partly above and partly below the water level to allow direct interaction with the lake, could serve cultural/social purposes by hosting exhibitions and meeting spaces.
Two underwater galleries connect it to the mainland. They are transparent to provide views of the water.
This emerging architectural feature with its organic forms could refect both daytime and nighttime, forming a powerful landmark, whose sinuous shape allows it to sculpturally blend into its natural setting.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with the artist Giampaolo Babetto
Nuovo Intercentro Servizi e ristrutturazione edifci esistenti Noventa Padovana (PD)
New Services Centre and renovation of old buildings in Noventa Padovana (PD)
I tema fu rigenerare dei fabbricati industriali realizzati negli anni Sessanta, edifcati a cortina sui vari fronti strada, con un’ampia corte all’interno del lotto.
Per maggior parte degli edifci si trattò di una ricomposizione funzionale interna e formale delle facciate con rivestimenti che li resero maggiormente effcienti da un punto di vista energetico. L’edifcio principale, posto sul fronte strada fu demolito e sul suo sedime eretto un edifcio ad uso commerciale e direzionale.
L’elemento che caratterizza il nuovo fabbricato è dato dalla continuità della cornice aggettante con la parete inclinata, rivestita in metallo, che si sviluppa sulla facciata principale, completamente vetrata lungo il fronte strada, defnendone oltre che il volume architettonico anche l’ingresso principale.
L’edifcio si sviluppa su quattro piani fuori terra primi tre destinati esclusivamente a negozi, bar, uffci e sale riunioni e nell’ultimo piano i vani tecnici.
La facciata posteriore è in c.a. a vista, completamente forata da aperture a nastro continuo che sono fnestrate internamente nei locali abitabili e completamente aperte nei tratti dove ci sono le scale di sicurezza.
Le varie unità dei piani superiori sono disimpegnate da un grande vano a tutt’altezza da cui si accede alle varie unità, con una grande superfcie vetrata che rende luminoso il cuore dell’edifcio.
Le ampie fnestrature a lucernario poste in verticale garantiscono l’ottimale illuminazione naturale dei vuoti presenti sui negozi determinando nel prospetto ovest l’elemento triangolare vetrato. L’opera è stata inserita tra le migliori opere al Concorso Internazionale di Architettura Barbara Cappochin 2005.
The project was focused on regenerating industrial buildings built in the 1960s constructed in the form of a curtain wall along the various street fronts with a large courtyard inside the lot.
For most of the buildings it was a question of functionally-formally redesigning the inside of the façades including claddings to make them more energy effcient.
The main building along the street front was knocked down and a commercial/offce building built in its place.
The most distinctive feature of the new building is the sense of continuity between the projecting frame and sloping wall clad in metal that extends across the main façade and is fully glazed along the street front to form the basic architectural structure and main entrance.
The building has four above-ground foors The frst three levels are used exclusively for shops, bars, offces and meeting rooms and the top foor houses technical rooms.
The rear façade is made of exposed reinforced concrete that is completely perforated by curtain strip openings that are internally windowed in the inhabitable rooms and completely open across their sections by the emergency exit stairways.
The various units on the upper foors are served by a large full-height hall leading to the various units. There is also a large, glazed area that brightens up the middle of the building.
The large vertically placed skylight windows ensure optimal natural lighting of the spaces in the shops, resulting in the creation of triangular glazed element on the west elevation.
The work was included among the best entries in the 2005 Barbara Cappochin International Architecture Competition.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Giulio Muratori
Structural computationsi: Ing. Giuseppe Tranchida Plant-engineeringi: Riabita Progettazioni sas
Building contractorsi: Siderbeton srl
Client: Alabarda Finanziaria spa
Photo: Matteo Danesin
Stazione capolinea Linea 1 del Metrobus a Padova
Line 1 metrobus terminal station in Padua
I dibattito sulle nuove modalità di trasporto pubblico, durato quasi 20 anni, portò nel 2000 la Giunta Comunale ad approvare il progetto di un “Sistema di trasporto intermedio“ a rete a via guidata sulla tratta Pontevigodarzere–Guizza. Nel 2002 fu assegnata la gara al R.T.I. De Simon, che presentò il sistema della Translhor.
Il Metrobus di Padova (SIR) fu un progetto di trasporto “integrato”, per ridurre gli impatti sulla circolazione del traffco veicolare e massimizzare le potenzialità di accesso al nuovo servizio, grazie ai parcheggi scambiatori posti nelle stazioni di testa. Nel 2003 dalla concessionaria ci fu affdato l’incarico di sviluppare gli aspetti architettonici dei manufatti posti lungo il percorso e della stazione del terminale sud alla Guizza.
Il progetto prevedeva un’ampia pensilina per l’attesa degli utenti al riparo delle inemperie, oltre a un edifcio sottostante contenente una serie di altri servizi quali le biglietterie, il bar, l’edicola, l’uffcio controllo, gli spogliatoi e vari altri locali di servizio per i dipendenti La stazione era caratterizzata dalla pensilina metallica in pianta quadrata di circa 1.000 metri quadrati poggiata su pilastri metallici posta sopra l’edifcio, che si sviluppava leggera e sinuosa grazie ad un andamento determinato da una doppia curvatura. L’edifcio sottostante aveva due fronti chiusi in muratura e si completava con una grande vetrata circolare, rivolta ai binari. Il gioco architettonico consisteva nel contrasto tra le partizioni murarie chiuse e la leggerezza di tutte le altre componenti costruttive da realizzarsi in acciaio e vetro, sino a diventare un oggetto di grande astrazione formale. Purtoppo con il cambio dell’amministrazione alle elezioni comunali non fu realizzata, optando per una costruzione più tradizionale.
The debate on new modes of public transport, which lasted almost 20 years, led the City Council in 2000 to approve the project for an “Intermediate transport system“ with a guided route network on the Pontevigodarzere–Guizza route. 2002 the tender was awarded to R.T.I. De Simon, which put forward the Translhor system.
The Padua Metrobus (SIR) was an ‘integrated’ transport project designed to reduce impact on road traffc and maximise the potential for accessing the new service, thanks to park-and-ride car parks at the terminal stations.
In 2003, the contractor commissioned us to develop the architectural aspects of the buildings along the route and at the south terminal station in Guizza.
The project involved the construction of a large canopy to provide shelter from bad weather for people waiting to use the system, as well as a building beneath it containing a range of other services such as ticket offces, a bar, newsstand, control offce, locker rooms and various other staff utility rooms.
The station was designed with a square metal canopy of about 1,000 square metres resting on metal pillars above the building that gently extended around a double curve.
The building below the station had two enclosed brick fronts and was completed by a large circular glass window facing the tracks.
The architectural designed played on the contrast between the enclosed brick partitions and the lightness of all the other building components made of steel and glass to create a stylistically hihgly abstract object.
Unfortunately, a change in administration in the municipal elections meant a more convention construction was built in its place.
Ampliamento di reparto di degenza dozzinanti della Casa di Cura Parco dei Tigli a Teolo
Extension to the treatment wards of Casa di Cura Parco dei Tigli in Teolo
I progetto prevede l’ampliamento della clinica privata che si occupa di pazienti affetti da disturbi mentali con la sopraelevazione del terzo piano del corpo di fabbrica posto a sud-est, dedicato a degenze e terapie.
Venne demolita la copertura esistente a capanna di legno, con la ricostruzione di una struttura metallica con andamento curvilineo che contiene al proprio interno il nuovo reparto senza aumentare l’impatto visivo.
Cambiando la tipologia della copertura si è ampliato l’edifcio di un intero piano, senza stravolgere le proporzioni volumetriche del fabbricato esistente che sorge su un rilievo all’interno del Parco dei Colli Euganei.
Le testate del corpo di fabbrica sono state contenenute entro due setti murari che delimitano chiaramente la zona di intervento. Si è realizzato anche un ampliamento del piano secondo ed il passaggio parzialmente interrato tra la clinica e la zona servizi (bar, sale soggiorno ecc.) con la realizzazione di ulteriori sale terapie. Il collegamento verticale esistente è stato modifcato introducendo un nuovo corpo scala esterno sul lato Sud, con un volume indipendente e disassato rispetto al corpo di fabbrica principale, che consente ai vari piani di raggiungere il passaggio coperto verso la zona servizi parzialmente interrato.
La soluzione prospettica che ne deriva ben si inserisce in una visione d’insieme della Casa di Cura, caratterizzata da corpi di fabbrica distinti tra loro e delineati da scelte compositive differenti; pertanto la volontà di realizzare una copertura ad andamento curvilineo contribuisce a caratterizzare fortemente questo blocco della Casa di Cura e risulta coerente con la decisione di legittimare in maniera ben visibile il nuovo intervento progettuale che si completa con il blocco scala ruotato rispetto all’asse principale. Tutte le fniture interne sono pensate in modo da essere le più semplici e senza cromatismi eccessivi, in quanto deve essere il più lineare e rassicurante possibile dato il particolare tipo di utenza.
The project involved raising the third foor of the building to the south-east used for accommodating wards and treatment rooms.
The existing gabled wooden roof was knocked down and a curved metal structure was reconstructed to hold the new ward without causing any additional visual impact.
By changing the type of roofng, the building was extended by an entire foor without changing the structural proportions of the existing building.
The ends of the building were enclosed inside two wall partitions that clearly mark where the work was carried out.
An extension to the second foor and a partially underground passageway between the clinic and service area (bar, lounge, etc.) were also constructed along with additional treatment rooms.
The existing vertical connection was modifed by introducing a new external staircase on the south side with a separate structure offset from the main building to allow the various foors to be connected to the covered passageway leading to the partially underground service area.
The resulting perspective fts in well with the overall vision of the Treatment Centre based around distinct buildings in a range of different stylistic designs; the decision to build a curvilinear roof adds plenty of character to this block of the Treatment Centre and conforms with the idea of creating an eye-catching design for a project completed by a new stairwell.
All the interior fnishes are designed to be as simple as possible without any glaring colours to make everything as linear and reassuring as possible for its users.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Malvina Borgherini
Works management: Arch. Giulio Murator
Structural computations: Ing. Mario Fiscon
Plant-engineering: STEAM S.r.l. - Prof. Ing. Mauro Strada
Client: Casa Di Cura Parco dei Tigl
Building contractors: Impresa Sanvido snc – Coges srl
Concorso ampliamento scuola Primaria a Santa Lucia di Piave (Treviso)
Competition to extend the primary school in Santa Lucia di Piave (Treviso)
NNel 2008 il Comune di Santa Lucia di Piave promosse un concorso per l’ampliamento della scuola Primaria, prevedendo due nuove sezioni complete (per un totale di dieci aule) con la relativa palestrina per svolgere attività ludico-ginniche, un laboratorio di informatica e i vari servizi, con un collegamento coperto tra due piani degli edifci il nuovo e l’esistente.
La richiesta era chiara dato la presenza delle scuole attuali, una struttura che per la sua peculiare caratterizzazione storica nel centro del paese sono un elemento identitario per la comunità, promuovere soluzioni tecniche innovative e alternative che possano soddisfare non solamente sotto un proflo tecnico strutturale ma anche sotto un più ampio proflo urbanistico e architettonico.
L’idea progettuale fu di collocare le due sezioni su due livelli, creando un fulcro nell’atrio ingresso da cui partiva un corridoio di disimpegno che si articolava su due diversi allineamenti, per evitare un lungo percorso uniforme, lungo i quali si allineavano le aule divise in due blocchi di 2 e 3 aule contigue. I blocchi servizi li prevedevamo isolati e facilmente raggiungibili da tutti.
La palestrina, dove si potevano svolgere anche attività di varia natura, era stata collocata al primo piano a ridosso della passerella aerea di collegamento, avanzando rispetto al resto del fabbricato, sino a creare un ampio porticato che permetteva la sosta degli alunni al riparo, in attesa di entrare e che immetteva nell’atrio, il quale era completamente vetrato con un doppio affaccio, verso i percorsi di arrivo dalla pubblica strada e verso il giardino posto nel retro, dove ci sarebbe stato anche un auditorium all’aperto.
Santa Lucia di Piave Cicy Council launched a competition in 2008 to extend local primary school
The main aim was to construct two complete new sections (for a total of ten classrooms) with a Gym for play and gymnastics, a computer lab and various other facilities, complete with a covered connection between the two foors of the new and old buildings.
The commission was very clear given the school’s role as a historical landmark for the entire community right in the middle of the town: provide innovative and alternative technical solutions that not only served their technical purpose but also enhanced the building’s broader urban/architectural profle.
The design concept was to place the two sections on two levels, creating a fulcrum in the entrance hall, where a corridor began (aligned in two different ways to avoid creating one long pathway) lined with classrooms divided into two blocks of 2 and 3 adjoining classrooms. The utility blocks were designed to be separate and easily accessible to everyone. The gymnasium, where various other activities could also be carried out, was located on the frst foor next to the overhead walkway, set forward in relation to the rest of the building to create a large portico where the pupils could take cover, while waiting to enter the gym. The portico led into the atrium that was completely glazed with a double façade over by the entrance from the local street and exit towards the garden at the rear furnished with an open-air auditorium.
Progetto
Esecutivo Nuovo
edifcio destinato ad alloggi per studenti – Residenza Carli a Padova
Executive design of New Student Accommodation Building –Carli Residences in Padua
L’intervento prevedeva la manutenzione straordinaria degli alloggi esistenti e l’edifcazione di un nuovo corpo di fabbrica di sette livelli contenente nuovi alloggi.
Alla fne, è stata realizzata solo la ristrutturazione e il nuovo edifcio non è più stato costruito.
Le dimensioni del corpo di fabbrica erano limitate dalle esigenze di rispettare a est le distanze dai confni di proprietà e a ovest dal mantenimento del campo di gioco, ciò ha comportato un impianto distributivo condizionato da due affacci preferenziali, con un corridoio centrale di distribuzione.
La maglia strutturale era prevista in modo da organizzare le unità composte da due camere con un gruppo intermedio di servizi (docce e cucina) e il vano scale e ascensori collocato all’estremità sud. Le camere disimpegnate da un locale anticamera e dotate di loggia privata, erano entrambe comunicanti con un locale cucina e un bagno comune, posti in posizione intermedia, tra le due camere. In ciascun piano, dal primo al sesto, la disposizione dei minialloggi è replicata con la previsione di otto alloggi di cui uno accessibile a disabili.
Al piano terra era previsto il deposito delle biciclette coperto e altri quattro nuclei abitativi, oltre agli snodi verticali e a locali tecnici. Sulla copertura piana si dovevano installare dei pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione dell’energia necessaria, oltre a ospitare la lavanderia, un ripostiglio e un locale tecnico.
Le facciate sono caratterizzate dalle logge parzialmente aggettanti che, alternandosi con la proiezione delle cucine, ritmano la facciata in un gioco di chiaro scuri di prismi triangolari, le fniture esterne erano state pensate con intonaci dipinti e logge vetrate.
The project involved special maintenance work on the old accommodation and the construction of a new seven-storey building housing new accommodation.
In the end, only the renovation work was completed and the new building was never actually constructed.
The size of the building body was constrained by the need to respect the distances to the property boundaries to the east and the west so as not to interfere with the playing feld. This meant the layout was constructed around two fronts with a central corridor.
The structural grid was designed to set out the two-room units served by an intermediate set of facilities (showers and kitchen) with the staircase and lift shaft located at the south end.
The rooms were served by a small hall and private loggia and were both connected to a communal kitchen and bathroom set between the two rooms.
The layout of the mini-apartments was the same on all foors from the frst to the sixth to provide eight apartments, one of which was wheelchair accessible. A covered bicycle storage room and four additional living quarters were planned to be built on the ground foor, as well as vertical links and technical rooms.
Photovoltaic panels were to be installed on the fat roof for the selfproduction of its energy needs, as well as a laundry room, storage room and technical room.
The façades are characterised by partially projecting loggias which, alternating with the projecting sections of the kitchens, adds rhythm to the façade in an interplay of chiaroscuro triangular prisms; the external fnishes were designed out of painted plaster with glazed loggias.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Structural computations: Ing. Giuseppe Tranchida
Plant engineering: Studio Termotecnico Bonsembiante srl
Client: ESU di Padova -
Progetto ampliamento Hotel Cason (Padova)
Project to extend Hotel Cason (Padua)
L’albergo è sito ai margini della cinta muraria del ‘500, sulla nuova direttrice di accesso alla città, collocato nelle vicinanze della stazione ferroviaria e degli autobus, a pochissima distanza dal polo museale cittadino, frequentato sia per ragioni di lavoro che per turismo culturale.
Alla fne degli anni ‘60 venne ricostruito sul sedime del precedente e negli anni successuvi subì una serie di adeguamenti puntuali, senza però che gli stessi fossero articolati in maniera organica.
Vi erano quindi varie incongruenze di tipo funzionale a cui il progetto cercava di dare un’adeguata risposta.
La proprietà ritenne di incaricare lo Studio di formulare un progetto di ristrutturazione globale, per rispondere alle esigenze della clientela e in funzione anche di un’ottimizzazione delle risorse energetiche.
Le scelte progettuali che ne derivarono, prevedevano di migliorare la fruibilità degli spazi interni dell’albergo ed esterni, con l’obiettivo di incrementare le camere da 48 a 66.
Altra azione importante era la riqualifcazione degli spazi esterni caratterizzando esteticamente i prospetti con un intervento che utilizzava nella facciata principale ed in alcune altre parti dei pannelli in alluminio coibentato e per le altre si prevedeva l’applicazione di un cappotto termoisolante dipinto.
Era prevista la riorganizzazione delle sale interne e del ristorante con la creazione di un nuovo collegamento diretto dall’esterno, utilizzabile perciò anche dai clienti esterni.
Si pensò di creare una sala per le colazioni completa di preparazione e servizi igienici, situata all’ultimo piano affacciato sulla grande terrazza panoramica da cui si gode la vista della cinta muraria, utilizzabile anche come roof garden per eventi.
The hotel located alongside the 16th-century city walls on the new entrance way to the city near the railway and bus station, just a short distance from the city's museum centre that is used for both business and cultural tourism purposes.
It was rebuilt at the end of the 1960s on the site where the old hotel once stood and underwent a series of adaptations over subsequent years organised in a rather makeshift way.
This resulted in various functional inconsistencies that the project attempted to resolve.
The owners decided to instruct the frm to design an overall renovation project to meet the needs of the clientele and to optimise energy resources.
The resulting design involved making better use of the hotel's interior and exterior spaces, with a view to increasing the number of rooms from 48 to 66.
Another important undertaking was the redevelopment of the exterior spaces, enhancing the appearance of the façades by means of insulated aluminium panels on the main front and certain other parts and also adding a painted coating of thermal insulation on the other fronts.
The plan was also to rearrange the inside rooms and restaurant by creating a new direct link from outside that which could also be used by outside customers.
The idea was to create a breakfast room complete with preparation and toilet facilities up on the top foor overlooking the large panoramic terrace offering a view of the city walls that could also be used as a roof garden for events.
Edifcio plurifamiliare a Tramonte (Padova)
Multi-family building in Tramonte (Padua)
L’edifcio, inserito nel Piano di Recupero “Ex Fornace Tramonte”, è un elemento simbolico carico di suggestioni, tale da assumere il ruolo identitario del nuovo quartiere, interamente progettato dallo studio, qualifcando di fatto anche l’intorno.
L’articolazione del fabbricato abbraccia tutta la piazza pubblica, defnendone i confni con una cortina a sviluppo curvilineo che crea verso la strada un vero confne tra il quartiere e l’intorno, con la particolare fnitura a “brise soleil” delle parti murarie, trattate e tessute con un sistema alternato di pieni e vuoti.
Il piano Interrato è occupato dalle autorimesse e da locali di servizio. Al piano terra vi sono negozi di varie dimensioni con dei percorsi pedonali coperti che si ricollegano direttamente al circondario.
Le unità residenziali, progettate con il sistema a ballatoio, sono di tipo passante con doppio affaccio al primo piano, mentre quelle del secondo sono duplex, disposte su due piani, con i servizi collocati nel fronte a ballatoio e le stanze abitabili affacciate sulle logge, le quali sono racchiuse da un sistema di pilastri di ordine gigante, che contribuiscono a rendere la massa edifcata più leggera. Ai vari piani vi sono degli attraversamenti che intervengono a rendere permeabile l’insieme.
Agli estremi sono collocati gli snodi verticali, dotati di ascensori, le cui torrette sono i punti di cerniera del complesso.
Le due testate in aggetto che si affacciano sulla Piazza sono distinte dalla fnitura a intonaco che le evidenziano rispetto alla massa dall’edifcio.
I materiali di fnitura rispecchiano da un punto di vista materico le tipicità della zona.
Il complesso realizzato con una struttura portante di pannelli XLAM mista a strutture in ferro, in gran parte rivestite con mattoni faccia vista. L’immobile è dotato di tutti gli accorgimenti per ottenere l’autosuffcienza energetica, con gli impianti che utilizzano la geotermia con pompe di calore.
The building, part of the “Ex Fornace Tramonte“ Redevelopment Plan, is a highly striking landmark that characterises this new neighbourhood, entirely designed by the frm, which also enhances its surroundings.
The building layout embraces the whole of the public square, marking its boundaries through a curved curtain wall that creates an authentic boundary over by the road between the neighbourhood and its surroundings. The brick sections feature a distinctive “sunscreen“ fnish that has been carefully treated and incorporates a combination of solids and voids.
The basement foor is taken up by garages and utility rooms. There are shops of various sizes on the ground foor with covered walkways directly connected to the surroundings.
The housing units, designed according to a balcony system, are of the walk-through type with double facing on the frst foor. The second foor accommodates duplexes constructed over two levels with the utilities near the balcony front and the living rooms facing the loggias, which are enclosed by a system of large columns that help making the building look lighter.
There are crossings on the various levels to make the entire construction permeable.
There are also vertical shafts at the ends of the buildings ftted with lifts, whose columns are the lynch pin of the overall complex. The two overhanging ends of the building facing the square feature a plasterwork fnish that makes them stand out from the resto of the building.
The fnishing materials refect the distinctive features of the area in terms of materials.
The complex is built out of a load-bearing structure of XLAM panels mixed with iron structures, largely covered with exposed bricks. The building is equipped with all the necessary features to guarantee energy self-suffciency, including systems using geothermal energy by means of heat pumps.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Pierino Zanon
Structural computations: Armalam srl
Plant-engineering: Studio Tresoldi
Client: mmobiliare Tramonte srl
Building contractors: Menato Costruzioni – For. Ma.
Photo: Matteo Danesin
Rifunzionalizzazione della barchessa di Villa Cesarotti
Centro Giovanile a Selvazzano (Padova)
Conversion of Villa Cesarotti’s “barchessa” into Youth Centre in Selvazzano (Padua)
I complesso architettonico si articola in diversi volumi eretti nel corso di più secoli (XVII - XIX), su una preesistenza documentata sin dal tardo medioevo, il corpo principale è costituito dal palazzo padronale. Separato lungo il perimetro ovest del palazzo si sviluppa un edifcio all’epoca destinato utilizzato a ricovero carrozze e abitazione del personale di servizio, la “barchessa” Il progetto ha di trasformato la barchessa in Centro Culturale Comunale Giovanile, con varie funzioni di tipo aggregativo.
Per garantire maggiore fessibilità di gestione si provveduto a creare un nuovo accesso da via Cesarotti, dotato di rampa per disabili con una copertura di acciaio corten che serve anche da elemento totemico, per un immediato riconoscimento dell’ingresso del nuovo centro giovanile. L’ingresso immette in un atrio e attraverso il connettivo si collega allo snodo verticale con un elevatore per motulesi.
Al piano terra sono state create varie sale di dimensioni diverse, destinate a punto di accoglienza turistica territoriale, saletta per incontri, aula studio e una zona ristoro.
Al piano primo è stata ricavata creata una saletta conferenze e una sala prove, fonicamente corretta, con un abbattimento di 70 dB. Le fniture interne ed esterne saranno particolarmente connesse a un concetto di utilizzo di materiali storicamente diffusi nel territorio, con gli interni caratterizzati da un uso cromatico con colori primari forti. A sud dell’edifcio c’è il giardino di tipo romantico creato dal letterato padovano Melchiorre Cesarotti (1730-1808), reso praticabile attraverso dei percorsi pedonali arredati e illuminati, con diffusione sonora e lo si è ampliato nella parte lasciata incolta coinvolgendo tutta l’area scoperta.
Cercando di coniugare il concetto delle “stanze” del giardino romantico, creando un lungo viale, che immette alla zona con la scacchiera, la zona per eventi culturali estivi e la zona del pensiero, più intima.
This architectural complex features several structures built over various centuries (17th - 19th) on a pre-existing construction documented since the late Middle Ages, the main body being the manor house. Separated along the western perimeter of the building, there is a construction that was once used as a coach house and living quarters for staff, the so-called “barchessa“.
The project transformed the barchessa into a Municipal Youth Cultural Centre serving various functions of a congregational nature.
To ensure greater management fexibility, a new entrance was created along Via Cesarotti ftted with a ramp for the disabled with a corten steel roof that also acts as a sort of landmark feature to attract attention to the entrance to the new youth centre.
The entrance leads into an atrium and then connects up to a vertical link with a motorized lift.
There are several ground foor rooms of various sizes designed to provide a tourist reception point, meeting room, study room and refreshment area. A conference room and rehearsal room have been built on the frst foor that have been soundproofed up to 70 dB.
The interior and exterior fnishes are closely connected to the idea of using materials historically widespread in the area, with the interiors characterised by the use of strong primary colours.
To the south of the building there is the romantic-style garden created by the Paduan man of letters Melchiorre Cesarotti (1730-1808), which has been refurbished with illuminated pedestrian paths with sound diffusion. The area left unfarmed has been enlarged, including all the uncovered area.
Working on the “rooms“ concept characterising the romantic garden to create a long avenue leading to the area equipped with an over-sized chessboard, an area for hosting summer cultural events and a more intimate zone for contemplation have also been created.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Elena Pesavento
Structural computations: Ing. Giuseppe Tranchida
Plant-engineering: Studio Bonsembiante
Works management: Arch. Matteo Martin
Building contractor: Atheste Costruzioni srl
Villino in via Chioggia a Padova
Small house in via Chioggia in Padua
Nel lembo estremo della periferia sud della città è stato realizzato un villino, l’orientamento e la posizione del sito, con a ovest la ferrovia e a est delle abitazioni, ci ha indotti a privilegiare la maggior parte delle forature nel fronte aperto verso sud nell’ampio giardino. Lo schema distributivo del fabbricato prevede una compenetrazione di due volumi geometricamente semplici a pianta trapezoidale, con la parte centrale, destinata alla residenza, su due livelli, ad andamento est-ovest, che richiama le tipologie tipiche della campagna veneta, mentre la zona servizi è un corpo di fabbrica a un solo livello trapezoidale, con andamento nord sud, che idealmente trapassa perpendicolarmente il parallelipedo della parte abitabile, concludendosi a sud con un portico.
Il corpo dei servizi che si affaccia sul fronte strada, è caratterizzato dal grande basculante dell’autorimessa sormontato da una pensilina triangolare, in sequenza poi ci sono gli altri locali di servizio, sino all’interferenza con il corpo abitazione nell’atrio a cui si accede da ovest attraverso una pensilina formata da un corpetto staccato realizzata in lamiera di ferro verniciata. Dall’atrio si accede ai locali della zona giorno e alla scala che attraverso un ballatoio aperto consente l’accesso alla zona notte.
Al centro della sala verso sud vi è a una grande fnestratura che conduce al portico che idealmente è la prosecuzione del corpetto dei servizi. Le forature dell’edifcio residenziale, a citazione della tipologia tradizionale, sono quasi tutte aperte sul fronte sud, con il portico sud che si affaccia sul grande prato, mentre l’altro corpo di fabbrica ha pochissime ed essenziali aperture. I corpi di fabbrica sono caratterizzati da coloriture diverse in toni di grigio, che accentuano le masse dei due volumi.
A small house was built on the very southern edge of the city’s outskirts, whose site location and position near a railway line to the west and housing to the east led us to place most of the apertures on the south front opening onto a large garden.
The building layout is a clever twist on simple geometric forms, with the residential section built over two levels running east-west, reminiscent of typical Veneto country house designs, while the utilities area is a single-level trapezoidal building extending from north-south, which ideally pierces the parallelepiped of the residential section perpendicularly before terminating in a portico to the south.
The service building, which faces the street front, features a large garage overhang surmounted by a triangular canopy. This is followed by a sequence of other service rooms right up to the living quarters with a hall that can be accessed from the west through a detached structure made of painted sheet iron.
The hall leads through to the rooms in the living quarters and a staircase extending through an open gallery to the sleeping quarters. In the centre of the south-facing hall there is a large window leading to the portico, which is an ideal continuation of the utilities structure.
The building’s openings are almost all on the south front as is characteristic of this kind of traditional building design with a large lawn out in front, while the other section of the building has just a few essential openings.
The building structures feature different shades of grey accentuating the masses of the two volumes.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Giulio Muratori
Structural computations: Ing. Giuseppe Tranchida
Plant-engineering: Studio Termotecnico Bonsembiante srl
Monumento agli Alpini nel Parco della Meridiana a Bresseo di Teolo (Padova)
Monument to Alpine troops in Meridiana Park in Bresseo di Teolo (Padua)
La progettazione è stata guidata da relazioni di natura simbolica e dalla volontà di sottolineare l’appartenenza, fortemente radicata, degli Alpini col territorio, unendo al tutto un criterio di economicità e un linguaggio di estrema semplicità.
L’elemento simbolico che più di altri contraddistingue il corpo degli alpini è la “Penna Nera”, che svetta sul cappello e la natura del loro agire nella montagna, terreno aspro su cui migliaia degli Alpini hanno lasciato la loro vita, bagnando col sangue le pietre delle nostre montagne a difesa del paese. Questi elementi sono stati stilizzati in forme che trascendessero la realtà ma che la simboleggiassero in maniera chiara ed evidente, infatti il monumento si compone di una base quadrata di 1,2x1,2 m su cui ci sono 15 prismi a base quadrata di marmo ed uno al centro in acciaio corten a simboleggiare la penna degli alpini, che svetterà sopra le 15 ftte steli, memoria delle montagne geometricamente stilizzate. Per essere duraturo il monumento è stato costruito con materiali duraturi, ed in natura il materiale che più si presta è la pietra, che nel nostro caso assume anche un doppio valore simbolico: il basamento in trachite euganea simboleggia la matrice delle truppe alpine locali, prismi che hanno altezze, tagli ed inclinazioni diverse, sino a ricordare le vette delle nostre Alpi, sono formati tutti con i marmi delle Alpi venete.
Tutto il monumento è un richiamo a simbolismi forti, legati alla missione degli Alpini ed alla natura del territorio, con l’iscrizione che sarà riportata ai piedi del monumento che ricorderà la loro straordinaria funzione nei momenti di pace e di quella eroica dei momenti di guerra, nella speranza che le future generazioni non abbiano mai più temere questa tremenda minaccia.
The design was guided by relations of a symbolic nature and the desire to emphasise the Alpini’s close ties with their land combined with other guidelines like economising and extreme simplicity.
The most distinctive symbol of the Alpine corps is the “Black Feather“ that decorates their hats, as well as their military operations up in the rugged mountains, where thousands of Alpine soldiers have given their lives. The mountains rocks are literally stained with the blood they have spilt in defence of their country.
These elements have been stylised into forms that transcend reality on a clearly symbolic level. The monument has a square base measuring 1.2x1.2 metres with 15 square marble prisms constructed over it, plus one in the middle made of Corten steel symbolising the Alpine troops’ feather that rises above the 15 other stanchions in a geometrically stylised reference to the mountains.
Long-lasting materials have been used to ensure the monument endures through time. Stone is the most obvious natural material, which here also takes on a twin symbolic value: the base made of Euganean trachyte evokes the most distinctive symbol of the local Alpine troops, while the prisms, which have different heights, cuts and angles of inclination, are designed to evoke the Alpine peaks and made from all the different types of marble found in the Veneto Alps.
The entire monument makes reference to powerful symbols linked to the mission of Alpine troops and the nature of the territory. An inscription will be placed at the foot of the monument recalling their extraordinary work in times of peace and their heroics in times of war in the hope that future generations will never again have to endure the hardships of the past.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON
Works management: Arch. Giulio Muratori
Building contractors: Quagliato Rino - Valcomet di Valdisolo Luciano & Csnc
Client: A.N.A. Sezione di Teolo
Ampliamento del reparto di Oncoematologia Pediatrica Seconda presso Azienda Ospedaliera di Padova
Extension to the Second Children’s Oncology Department at Padua Hospital
L’Associazione Team For Children Onlus ha fnanziato la struttura che ospita al piano terra gli spazi ludici, di relax e della didattica, necessari ai ragazzi che trascorrono le giornate nel day hospital per le terapie e al piano superiore vari studi e uffci per medici.
Le linee guida del progetto furono defnite dalle condizioni preesistenti, perché il nuovo corpo di fabbrica è la prosecuzione di quello esistente, condizionandone l’andamento e il sedime, e dalla presenza della cinta muraria del Cinquecento, che ha infuenzato l’altezza, come i cromatismi per armonizzarsi con i materiali dei bastioni.
Determinato l’ingombro, la soluzione formale nacque dall’idea che non ci fossero ambienti conclusi ma che ogni spazio in uso ai ragazzi ricoverati non fosse legato alla parete a fanco e che ci fosse tra i setti un taglio verticale fnestrato.
Lo spazio non concluso sottolinea la continuità con l’esterno catturandone la luce solare, riverberandola all’interno, luce che si carica di colore grazie alle pareti esterne dipinte con tinte solari, nei toni dal giallo al rosso, in modo da dinamicizzare lo stato d’animo dei bambini. I setti sono posti a raggiera del fulcro centrale, di forma trapezoidale in modo da slanciare la parte esterna del setto verso il cielo, marcando ancor più il senso di libertà e di solarità che si vuole indurre con questo edifcio.
Le forature principali sono dei bay-window, interamente vetrati e aggettanti dalla facciata, in modo che diventino degli spazi vivibili proiettati verso l’esterno.
La struttura è realizzata con pannelli di legno lamellare tipo XLAM, per garantire un ottimo confort ambientale e poterlo realizzare in tempi ridotti, per arrecare con il cantiere il minimo disagio alle attività ospedaliere contigue.
The “Onlus Team for Children Association“ fnanced this facility, whose ground foor space accommodates the play, relaxation and educational spaces needed by children visiting the day hospital for treatment whose upper foor hosts various studios and offces for the doctors.
The guidelines for the project were dictated by the existing conditions (with the new building actually being a continuation of the old one, infuencing its layout) and the old 16th-century city walls that determined its height and colour scheme designed to blend in with the materials out of which the ramparts are built.
Having determined the overall footprint, the stylistic design came from the idea that there were should be no enclosed rooms. Each space used by the inmates is not connected to the wall next to it and there is a vertical window cut between the stanchions.
The spatial design emphasises continuity with the outdoors by capturing the sunlight and reverberating it inside. Everything is vibrant with colour thanks to the external walls painted in sunny shades ranging from yellow to red, so as to boost the children’s mood.
The dividing walls extend radially from the central core that is trapezoidal in shape so that their outer sections taper upwards to instil the building with an even greater sense of freedom and brightness.
The main openings are bay windows, entirely glazed and jutting out from the façade, forming inhabitable spaces projecting outwards.
The structure is built out of XLAM-style glulam panels to guarantee excellent environmental comfort and speed of construction, so as to cause minimal inconvenience to adjacent hospital activities.
Progetto di un impianto per telecomunicazioni, Santa Colomba di Lonigo (Vicenza)
Project for a telecommunications plant in Santa Colomba di Lonigo (Vicenza)
L’intervento, in fase di realizzazione, prevede la reinstallazione di un’antenna per la trasmissione di segnali radio, formata da un palo in acciaio zincato a caldo con trattamento antirifettente, con un diametro alla base di circa 80 cm e in sommità di 30 cm con un’altezza di 18 m, posto sulla sommità di una collina.
Abbiamo studiato un possibile metodo di mascheramento delle antenne, che per loro natura hanno una congerie di elementi tecnologici appesi lungo il pilone metallico principale, che le rendono esteticamente incontrollabili, con l’impossibilità di poterle ordinare in forma geometrica per non alterare le frequenze della messa in onda. Si è ricorsi a una sovrastruttura metallica in acciaio, posta in modo da non interferire con le onde radio, rivestita con dei teli microforati in PVC fssati su cerchiature di metallo, tali da creare una forma assolutamente astratta, che si presenterà alla vista del territorio come un oggetto a reazione poetica, di grande suggestione, ma che permetterà grazie alle microforature di non subire l’azione della spinta del vento. Il colore dei teli è il grigio chiaro, perché nel tempo è destinato a minor degrado cromatico, inoltre il contrasto con il cielo (unico sfondo su cui svetterà), sarà quindi in rapporto armonico nelle giornate soleggiate, perché non rifetterà la luce solare e di tipo mimetico nelle giornate uggiose. Le forme curve e morbide creeranno degli effetti particolari di chiaroscuro sulla sua superfcie, mutevoli durante l’arco della giornata. Sarà illuminato nel suo interno con delle lampade a LED dimmerabili a colore variabile, sino a poter diventare un elemento di valore formale suggestivo per l’intorno anche nelle ore notturne. Con tale ipotesi si è trasformato un oggetto che deturperebbe il paesaggio in un elemento funzionale e tecnologicamente corretto che arricchirà di suggestioni il circondario.
The project, currently underway, involves the reinstallation of an antenna for transmitting radio signals with a hot-galvanised steel pole with an anti-refective coating measuring approximately 80 cm in diameter at the base and 30 cm at the top. It is 18 metres high and set on the top of a hill.
We studied a possible method of masking the antennas, which, by their very nature, have a bundle of technological elements hanging along the main metal pylon making them aesthetically uncontrollable, since they cannot be set in a geometric pattern without altering the broadcasting frequencies.
We resorted to a steel metal superstructure, placed in such a way as not to interfere with the radio waves, covered with micro-perforated PVC sheets fxed on metal hoops to create an absolutely abstract form, which onlookers perceive as a stylish, highly striking object whose micro-perforations are not affected by gusts of wind.
The sheets are light-grey coloured to minimise colour degradation over time. Moreover, the contrast with the sky (the only backdrop against it stands out against) blends in harmoniously on sunny days, since it does not refect sunlight, and is camoufaged on cloudy days.
The curved, soft shapes create special chiaroscuro effects on its surface, changing throughout the course of the day. It is illuminated inside by colour-changing LED dimmer lamps, so that it stands out from its surroundings even at night.
This underlying concept has enabled an object that would otherwise have disfgured the landscape to be transformed into a functional and technologically correct feature that will notably enhance its surroundings.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Federico Muratori and Geom. Paolo Brandalise
Client: Associazione S. M. M. Kolbe
Progetto di un nuovo complesso ad uso didattico, laboratori e uffci nel Campus Universitario di Via Gradenigo a Padova
Project for a new complex of teaching facilities, laboratories and offces on the University Campus in Via Gradenigo in Padua
I complesso inserito in un contesto ampiamente edifcato in varie epoche, doveva essere fessibile e adattabile per adeguarsi a future esigenze diverse, perciò si è cercato di avere il minor numero di punti resistenti, individuati nel vano scale e i blocchi servizi, con un sistema strutturale ad ampia campata.
Al piano terra a ovest c’è l’ingresso e l’ampio atrio, che immetterà allo snodo verticale centrale che disimpegnerà l’edifcio destinato alla didattica e laboratori.
Il secondo livello, sul lato sud-ovest, subirà un signifcativo arretramento, per essere meno impattante nei confronti dell’edifcio storico fronteggiante a ovest. La terrazza che si creerà sarà un giardino pensile con una parte a porticato, collegato con la sala ristoro-incontro. Il resto del piano ospiterà i laboratori, gli uffci e una sala riunioni, completando il piano primo con una serie di servizi e una passerella coperta di collegamento con l’edifcio in fregio a est. Nel terzo livello, attorno al nucleo del blocco scala e servizi, ci sarà uno spazio ampio di connettivo per la sosta e l’incontro tra persone, oltre a una chiostrina a cielo aperto.
Vi è poi una sala riunioni comunicante su due lati e a perimetro dell’edifcio troveranno posto una seconda sala riunioni, uffci con dimensioni variabili e la passerella di collegamento che a questo livello sarà senza copertura.
Il quarto livello sarà simile a quello inferiore, senza la chiostrina praticabile e la passerella. Il piano copertura sarà occupato dai pannelli fotovoltaici, che creeranno l’autonomia energetica e vari locali tecnici, a coronamento perimetrale ci sarà una gloriette realizzata con colonnine e una cornice in aggetto.
Le fniture saranno semplici, ispirate al contesto urbano storicizzato in cui si inserisce l’edifcio.
The complex, located in a setting that has been extensively built-up over the years, needed to be fexible and adaptable to comply with various future requirements, so as few resistant points as possible were incorporated, just the stairwell and utility blocks drawing on a wide-span structural system.
The entrance and large lobby are on the ground foor to the west and lead through to the central vertical landing area serves the building used for teaching and laboratory purposes.
The second level on the south-west side will be setback considerably to make less of an impact on the historic building opposite it. The resulting terrace will act as a roof garden with a portico connected to the dining-meeting room.
The rest of the foor will house workshops, offces and a meeting room completing the frst foor with a series of utilities and a covered walkway connected to the building in front.
There will be a large connective space for people to rest and congregate on the third level around the hub formed by the staircase block and utilities, as well as an open-air cloister.
There will be a meeting room open on two sides and also a second meeting room, offces of varying sizes and the connecting walkway (that will be uncovered) all set around the perimeter of the building.
The fourth level will be similar to the lower level, without the cloister corridor and walkway.
The roof level will host photovoltaic panels to ensure energy autonomy and also various technical rooms. and on the perimeter there will be an eye-catching gloriette made of small columns and a projecting cornice.
The fnishes will be simple and inspired by the building setting.
Architectural design: STUDIO MURATORI&sZANON with Arch. Federico Muratori
Structural computatios: Ing. Giuseppe Tranchida
Plant-engineering design: Studio Termotecnico Bonsembiante srl
Client: Università degli Studi di Padova
Maneggio “La Fortezza” per allevamento e addestramento cavalli ad Abano Terme (Padova)
“La Fortezza” stables for breeding and training horses in Abano Terme (Padua)
I complesso è situato nella campagna alle porte della città termale e svolge l’attività di allevamento e addestramento di cavalli per il salto a ostacoli, articolata in una serie di strutture che nel tempo saranno immerse nelle alberature da poco piantate.
Nel comporre le varie funzioni ci si è ispirati al modello della villa veneta, che concentrava in un unico articolato edifcio le varie funzioni dell’azienda agricola.
Il blocco centrale è composto dal volume del campo pratica coperto, che forma un corpo unico con, al piano terra, la club house, gli uffci, la sala mensa con cucina, due sellerie, il locale mangimi, la stanza riposo degli stallieri, l’infermeria, due locali spogliatoio, i vari servizi necessari e una loggia interna verso il campo di pratica grazie allo slittamento verso l’interno del piano superiore che ospita gli uffci e gli spazi della club house, determinando anche una grande terrazza coperta verso il paesaggio collinare. Da questo principale corpo di fabbrica si dipartono due ali con le scuderie per contenere quaranta stalli per cavalli, quattro lavaggi e quattro preparazioni. Discosti dalle ali delle scuderie ci sono la giostra e il tondino coperti, per l’allenamento controllato dei cavalli.
Separato da un ampia aia destinata ai mezzi di lavoro in sosta, c’è l’annesso pluriuso, che si compone di una zona a rimessaggio dei mezzi d’opera, il fenile, i magazzini per lo stoccaggio, locali tecnologici e gli spazi per il compostaggio. A completamento del maneggio c’è un campo pratica scoperto e quattro paddok, di varie dimensioni. Nei pressi dell’ingresso, la casa di abitazione, per il gestore della struttura e accanto il parcheggio per i visitatori.
Particolare attenzione è stata posta nell’ubicazione dei manufatti, posizionandoli verso ovest, in modo da allontanarli dall’incrocio con la traffcata statale n. 16.
Tutte le costruzioni sono realizzate con strutture in legno e acciaio, con alcune parti lasciate a vista, altre rivestite di blocchi termici (le scuderie) o con cappotto termico (club house e uffci).
The complex is located in the countryside on the outskirts of the local spa town and is involved in breeding and training horses for show jumping through a variety of structures that over time will be immersed in recently planted trees.
Inspiration for designing the various facilities came from Venetianstyle villas whose various farm functions are grouped together in one single building.
The central block is the covered training feld, which forms one single unit with the clubhouse, offces, canteen with a kitchen, two saddlery rooms, the feeding room, stablemen’s relaxation room, infrmary, two changing rooms and the various utilities required and an internal loggia towards the practice feld thanks to the inward sliding of the upper foor that houses the offces and the spaces of the club house, also determining a large covered terrace towards the hilly landscape. From this main building two wings branch off with the stables to contain forty horse stalls, four washes and four preparations.
Set apart from the stables are the covered carousel and roundhouse used for training horses.
Separated by a large space for parking vehicles, there is also a multipurpose annex including an area for parking vehicles, a barn, storage rooms, technology rooms and composting areas.
The riding ground is competed by an uncovered riding range and four paddocks of various sizes.
There is a parking area for visitors near the entrance with a house next to it for the facility manager.
Special attention was focused on positioning the buildings to face west so they are away from the junction with busy state road no. 16.
All the constructions have wood and steel frames, some left exposed and others covered with exposed thermal blocks (the stables) or heat insulation (club house and offces).
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Nadia Sgarabottolo
Works management: Arch. Giulio Muratori
Structural computations: Studio Ing. Giuseppe Tranchida
Plant engineering: Studio Termotecnico Bonsembiante srl
Nuova sede di Casa Priscilla ODV a Padova Casa Priscilla ODV’s new home in Padua
Dal 2001 Casa Priscilla accoglie minori e mamme che stanno vivendo situazioni di violenza o abbandono familiare, in carico ai Servizi Sociali. Il nuovo edifcio, sul sedime obbligato di quello demolito, al proprio interno ha diverse attività distinte ma in continuo mutuo scambio tra loro.
Il perno di tutto il sistema ruota attorno allo spazio pluriuso centrale, che funge in parte da sala mensa e in parte da spazio ludico, che potrà essere utilizzato anche per altri scopi, pensato per eventi del territorio.
Le principali funzioni sono di ospitalità familiare, con una zona protetta per le situazioni familiari a rischio, l’asilo nido, la comunità educativa diurna per minori, gli alloggi di una comunità permanente e la custodia. I servizi con le segreterie, uffci, spogliatoi, archivi, depositi, lavanderie, la cucina professionale, depositi, magazzini, la centrale tecnologica e servizi igienici.
Gli spazi di connettivo sono stati concepiti come vie interne, di un complesso che vive per parti unite ma divise per funzioni, con dei disassamenti che creano delle prospettive non immediatamente comprensibili, simili alle quinte di una città storica.
Si accede attraverso l’ingresso principale sul lato nord, dotato di un’ampia pensilina, con un’altra entrata a sud da cui si accede direttamente a una saletta riunioni e alla cappella privata. La struttura è stata realizzata con pareti a telaio prefabbricate, composte da colonne e travi in legno di abete, coibentate con isolamento a tutto spessore e controparete interna. L’esterno è rivestito in doghe di legno massiccio, per rendere più familiare il grande edifcio, salvo gli elementi di ampliamento che sono connotati da una fnitura a intonaco dipinta su un cappotto termico. Gli interni sono caratterizzati dal pavimento verde prato, che idealmente prosegue nel prato esterno e le pareti chiare, per permettere ai bimbi di proiettarvi le proprie fantasie.
Since 2001 Casa Priscilla has been welcoming minors and mothers, who have suffered violence or been abandoned by their families, on behalf of the Social Services.
The new building, constructed on the same site where the old, now demolished structure used to stand, serves several separate purposes on the inside that all interact with each other seamlessly.
The entire system pivots around the central multipurpose space, which serves partly as a canteen and partly as a recreational space but can also accommodate other uses and is primarily designed to host local events.
The main functions are family accommodation in the form of a sheltered area with a crèche, daytime educational community for minors, accommodation serving the permanent community, and custody facilities.
The services include secretary’s offces, managerial offces, changing rooms, archives, storage rooms, laundries, a professional kitchen, warehouses, a technology centre and restrooms.
The connective spaces are designed to be the internal streets of a complex that operates as a series of simultaneously combined and divided parts, with offsets creating perspectives that are not immediately comprehensible, similar to the backdrops of a historical city.
Access is through a main north entrance with a large canopy and a south entrance leading to a meeting room and private chapel.
The structure is made of prefabricated frame walls constructed out of fr wood columns and beams, insulated with full-thickness insulation and internal double-walls.
The exterior is clad in solid wood slats to make the large building look more homely, except for the extensions, which have a painted plaster fnish over thermal coating.
The interior features a lawn green-coloured foor, which ideally continues out into the real lawn, and light-coloured walls onto which children can project their own fantasies.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Matteo Martin and Arch. Federico Muratori
Works management: Arch. Giulio Muratori
Structural systems: Ing. Guido Ometto (strutture in c.a.) and Ing. Francesco da Pont Plant engineering: Studio termotecnico Bonsembiante srl
Building contractors: Ometto Costruzioni srl – Wolf System Srl; Canella & Vigo srl – Barzon & Dainese srl
Client: Casa Priscilla ODV
Photo: Lorenzo Spinella
Progetto di Nuovo Studentato a Padova Project for new student accommodation in Padua
Si prevede di rigenerare una zona di degrado nei pressi della stazione ferroviaria con la ristrutturazione della palazzina del primo dopoguerra vincolata e di demolire, recuperandone le volumetrie, gli edifci artigianali nel retro del lotto, realizzando una struttura destinata a studentato situato nei paraggi della stazione ferroviaria e degli autobus, in fregio alla cinta muraria cinquecentesca a cinque minuti a piedi dalle facoltà di lettere e dal centro storico.
L’edifcio si svilupperà su cinque livelli, più un sesto con i locali tecnici. Si è articolato il complesso a L in 3 corpi di fabbrica distinti, fulcro del sistema è la zona d’angolo, con l’aspetto di casa/torre di colore mattone, con la copertura a giardino pensile, a cui si accosta a ovest la palazzina storica, che avrà le stesse fniture attuali e a nord l’edifcio con le camere disimpegnate da un corridoio centrale, collegato con i due snodi verticali, il principale a sud e le scale di emergenza a nord, che sarà dipinto di color grigio con locali tecnici colorati di nero rivestiti interamente da pannelli fotovoltaici verticali e orizzontali.
Al primo livello è prevista l’entrata principale con l’accoglienza, gli uffci e gli spogliatoi del personale, spazi culturali, ricreativi e didattici, con logge coperte per fumatori e i vari servizi, tra cui il parcheggio coperto per biciclette.
Ai piani superiori sono ripartite 134 stanze, tutte dotate di bagno e di blocco cucina.
Al quarto livello ci sarà un locale destinato a spazio comunitario di fronte alla terrazza esistente.
Nel quinto livello c’è un ballatoio con una struttura ombreggiante lungo tutto il fronte est, collegato con il giardino pensile nella copertura della casa/torre, spazi lasciati in uso per gli studenti, dove potranno studiare e soggiornare all’aperto.
La struttura avrà un telaio in c.a. e i tamponamenti rivestiti da un cappotto isolante intonacato, sarà a basso consumo energetico e la produzione di energia ottenuta grazie ai pannelli fotovoltaici che consentiranno l’autosuffcienza energetica.
Il criterio progettuale prevede l’uso di un linguaggio architettonico di estrema semplicità compositiva, che si deve relazionare con l’edifcio storico vincolato e con il contesto con la forte presenza della cinta muraria cinquecentesca.
The plan is to regenerate a dilapidated area near the railway station by renovating a listed early post-war building and knocking down (while keeping their basic structure) the craft buildings at the rear of the lot, creating a structure designed to hold student accommodation located near the railway and bus station in the vicinity of the sixteenth-century city walls and just a fve-minute walk from the Faculty of Arts and the old city centre.
The building will have fve levels, plus a sixth foor holding technical rooms.
The L-shaped complex has been divided into three distinct bodies, the fulcrum of the system being the corner area that looks like a brickcoloured house/tower with a roof garden standing. The historically signifcant old building, which will keep its existing fnishes, will stand alongside it to the west. On the north side there will be a building with rooms set along a central corridor connected by the two vertical junctions, the main one to the south and the emergency exits to the north, which will be painted grey with black-coloured utility rooms entirely covered with vertical/horizontal photovoltaic panels.
The frst level holds the main entrance/reception, offces and staff changing rooms, and cultural, recreational and educational spaces, with covered loggias for smokers and miscellaneous facilities, including covered bike stands.
There are 134 rooms on the upper foors, all ftted out with a bathroom and kitchen block.
The fourth level has a communal space leading out to the old terrace. There is a balcony on the ffth level with a shaded structure along the entire eastern front connected to a roof garden on top of the house/ tower, spaces left for the students to use where they can study and be outdoors.
The construction will have a reinforced concrete frame and curtain walls covered with a plastered insulating coat. It will be a low energy consumption facility that generates its own energy by means of photovoltaic panels so it is fully self-suffcient.
It is designed along the lines of the utmost architectural simplicity, ftting in appropriately with the listed historic building and surrounding setting characterised by 16th-century city walls.
Architectural design: STUDIO MURATORI&ZANON with Arch. Matteo Martin and Arch. Federico Muratori
Structural computations: Ing. Roberto Piccinato
Plant-engineering: Ing. Marco Artuso
Client: Soc. Polimar srl; Immobiliare Sarpi srl
Progetto
di auditorium all’aperto nel parco della Casa
del
Petrarca ad Arquà Petrarca (Padova)
Project for an open-air auditorium in the park around Casa del Petrarca (Petrarch’s House) in Arquà Petrarca (Padua)
La casa del Petrarca, dove il poeta visse gli ultimi anni nei Colli Euganei, è un polo d’interesse culturale internazionale. Attraverso un processo di valorizzazione si vuole incrementare le possibilità di fruizione relazionandosi con il contesto e coinvolgendo nell’offerta culturale le aree di cornice all’antica casa.
Il primo tassello di questa nuova visione si attuerà creando un piccolo auditoriun all’aperto, che potrà ospitare 250 persone per iniziative culturali di vario genere nella stagione estiva.
Il criterio principale è stato il mantenere la naturalità degli elementi compositivi all’interno di un’area oggi non utilizzata.
Il sito individuato è discosto dalla casa, su un lieve declivio che ben si sposa con la necessità di ottenere una buona visibilità per il pubblico. Lo scenario in cui si colloca si apre sulla vallata, che sarà di sfondo al palcoscenico.
VI si potrà accedere sia dalla Casa sia da un percorso carraio con rampa che porta nei pressi del futuro auditorium, attraverso un percorso, realizzato all’interno di un uliveto.
Si pensa di operare attraverso una lieve rimodellazione delle naturali curve di livello,attuali con interventi reversibili e di massima semplicità e organicità.
Le gradinate verranno realizzate con l’uso di gabbioni in acciaio corten, riempiti di materiale trachitico e rinverditi con idrosemina, unicamente poggiati sul terreno risagomato, con le sedute in legno massello, sino a creare delle sinuose fle discontinue. A maggior naturalezza i percorsi tra le fle saranno in prato rinforzato. Il palco, orientato a ovest, verrà realizzato fssando il tavolato di calpestio in legno massello su dei gabbioni e usando dei parapetti di lamiera corten stirata, che permettano la vista al paesaggio retrostante, infne l’accesso al palco si realizzerà con due rampe rinverdite.
L’orientamento permetterà di godere alle spalle del palco del magnifco panorama delle colline circostanti, con gli incantevoli tramonti sulla pianura padana.
The house where the poet Petrarch spent his last years up in the Euganean Hills is an international cultural attraction.
The idea is to make the house more usable based on a gradual enhancement process that will relate the house more effectively to its setting and make the areas around the old house part of the overall cultural package.
The frst step in this new vision will be implemented by creating a small open-air auditorium that will accommodate 250 people in cultural enterprises of various kinds throughout the summer season. The main guideline was to hold onto the naturalness of the various compositional features in an area that is no longer in use.
The chosen site is away from the house up on a gentle slope that fts in nicely with the need to make everything clearly visible to the public. The location opens up to the valley that provides a backdrop for the setting. It can be entered from either the house itself or from a driveway with a ramp leading to the planned auditorium along a path built through an olive grove.
The plan is to partially reshape the natural contours of the land while simultaneously carrying out reversible operations of the utmost simplicity and organicity.
The bleachers will be built using corten steel gabions flled with trachytic material and landscaped through hydroseeding carefully set on the reshaped ground. There will also be sinuous, discontinuous rows of solid wooden seating. To enhance the naturalness of the setting, the passageways between the rows of seats will be made of reinforced grass.
The stage facing west will be built by fxing solid wood foorboards onto gabions and using expanded corten sheet metal parapets to open up views of the landscape behind. Lastly, access to the stage will be along two landscaped ramps.
Its position will open up a magnifcent view of the surrounding hills behind the stage, so people can enjoy the enchanting sunsets over the Po Valley.
Comune di Arquà Petrarca
Finale Final Thoughts
Come non ricordare i volti di tutti i “ragazzi” che nel corso degli anni sono stati con noi per anni e che hanno contribuito a realizzare i nostri progetti, condividendo anche con loro dubbi e rifessioni, a partire da Stefania Franco, la nostra prima collaboratrice e poi Simone Barzon, Emanuele Ferronato, Leonardo Minozzi, Elisa Regazzo, Marco Girallucci, Elena Pesavento, Marco Canton, Claudio
Marchiori e tanti altri ancora che hanno frequentato lo studio per il tirocinio di qualche mese o per qualche ricerca.
Volti che non possiamo dimenticare, molti di loro oggi sono professionisti affermati che continuiamo a vedere ragazzi. Grazie, perché hanno contribuito in varia misura anche alla nostra crescita, attraverso il confronto, che continuiamo ad avere costantemente tra di noi e grazie soprattutto ai tanti
committenti privati e pubblici che si sono affdati a noi, permettendoci di materializzare il nostro pensiero.
How can we fail to remember the faces of all the “young guys“ who have been with us over the years and who have contributed to carrying out our projects. People who have shared our doubts and thoughts, starting with Stefania
Franco, the frst person to work with us, and then Simone Barzon, Emanuele Ferronato, Leonardo Minozzi, Elisa Regazzo, Marco Girallucci, Elena Pesavento, Marco Canton, Claudio
Marchiori and many others, who came to the frm for a few months’ internship or to do some research.
Faces we will never forget, many of whom are now established professionals whom we still see as ‘youngsters’.
We would like to thank them, because they have also contributed in varying degrees to our growth, partly through ongoing interaction between us and them but, above all, thanks to all those private and public clients who placed their trust in us, so we could give concrete form to our thoughts.