Arca 138

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MATERIA E NATURA MATTER AND NATURE

Paul Andreu/ADP BBG Architects B&M Architects Devecon Eller+Eller Future Systems Manuelle Gautrand Wilhelm Holzbauer Paolo Piva Roberto Sordina Kengo Kuma Kisho Kurokawa LABFAC-Finn Geipel Nicolas Michelin Wolf-Eckart Lüps Peter Megele Michael Klose Rogers Marvel Snøhetta

In Italia Lire 17.000/8,80 Euro

Iva assolta dall editore

1999 giugno june

138

Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicità ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano

en

ISSN 0394-2147

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La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva

The international magazine of architecture design and visual communication

Giugno 1999 June Materia e natura Matter and Nature

Sommario/Summary l Arca è pubblicata da is published by l Arca Edizioni spa Via Valcava, 6 20155 Milano tel.(02)325246 facsimile (02)325481 l Arca è in Internet: http://www.arcadata.it e-mail: arca@tin.it. Direzione commerciale Business Manager Titi Casati Segreteria commerciale Business Secretariat Paola Festi Comunicazione/Communication Alda Mercante Casati International Promotion Daniela Adaglio Coordinamento edizioni Book coordinator Franca Rottola Pubblicità Advertising Lombardia, Liguria, Toscana Lazio, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata l Arca Edizioni spa tel.(02)325246 facsimile (02)325481 Marcello Altamura tel. 02/6701893 Piemonte Studiokappa srl tel.(011)597180-5817300 Emilia Romagna, Marche Angelo Sozzi tel. (051)232633-(0336)558900 facsimile (051)274294 Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige Michele Tosato Studio Mitos tel. (0422) 892368 - (0348) 8732626 facsimile (0422) 892055 Distribuzione esclusiva per l Italia Messaggerie Periodici spa (Aderente ADN) Via G.Carcano, 32 - 20141Milano tel.(02)895921 facsimile(02)89500688 Distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F.Argelati,35-20143 Milano tel.(02)8375671 facsimile(02)58112324 Distributor for abroad Agenzia Italiana Esportazione A.I.E. Via Manzoni, 12-20089 Rozzano (MI) tel.(02)57512575 facsimile(02)57512606 Undici fascicoli l anno Il fascicolo in Italia Lire 17.000/8,80 Euro in Italia (IVA assolta dall editore) Arretrati il doppio Registrata presso il Tribunale di Milano con il n.479 del 8/9/1986 E vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l autorizzazione dell editore. Total or partial reproduction of the magazine without previous autorization by the editor is prohibited.

Direttore responsabile/Editor Cesare M.Casati Vicedirettori/Deputy Editors Mario Antonio Arnaboldi, Maurizio Vitta Comitato scientifico Scientific Committee Piero Castiglioni, Angelo Cortesi, Gillo Dorfles, Giorgetto Giugiaro, Gianpiero Jacobelli, Riccardo Mariani, Bob Noorda, Lorenzo Papi, Paolo Riani, Joseph Rykwert, Piero Sartogo, Pierluigi Spadolini, Tommaso Trini Consulenti/Consultants Carmelo Strano Redazione/Editorial Staff Elena Cardani, Carlo Paganelli, Elena Tomei English editing and translations Martyn Anderson, James Pallas, Sofia J. Teodori Corrispondenze da New York Correspondent in New York Pierantonio Giacoppo Corrispondenze da Parigi Correspondent in Paris Doriana O.Mandrelli Corrispondenze da Osaka Correspondent in Osaka Toshyuki Kita Coordinamento a Roma Coordinator in Rome Carmelo Zimatore

Cesare M.Casati

Un buon salone A Good Furniture Exhibition

1

Gillo Dorfles

Architettura e Natura Natural Basis

2

Elena Cardani

Addizione e connessione SoFo Natural Hstory Museum, Long Island

4

Rogers Marvel Architects

Mario Antonio Arnaboldi

L ultimo dei Moicani Mohegan Tribal Government Center

8

BBG Architects

Maurizio Vogliazzo

Corridoio ecologico Shenzen Eco-Media City

14

Kisho Kurokawa

Jacopo della Fontana

Organico e continuo Sports Complex in Canton

20

Paul Andreu/ADP

Stefano Pavarini

Una vera farfalla Tha Ark, Doncaster

24

Future Systems

Stefano Pavarini

L orizzonte d acqua Glass/Water Villa, Shizuoka

28

Kengo Kuma

Remo Dorigati

Cemento fertilizzato Karmøy Fishing Museum

36

Snøhetta

Carlo Paganelli

Archeologia creativa Revitalizing Marghera

42

Wilhelm Holzbauer, Paolo Piva, Roberto Sordina

Fotografi/Photographs Hervé Abbadie, Hans Engels, Jiri Havran, Werner Hennies/FMG, Hiro Ihara, Fujitsuka Mitsumasa, Luka Mjeda, Tomio Ohashi, Michael Reisch, Philippe Reault, Jussi Tiainen

Alessandro Gubitosi

Nel cuore del deserto Al Jufrah Administration Centre

48

B&M Architects, Devecon

Carlo Paganelli

Dualismo concettuale Théâtre de Cornouaille

56

LABFAC Finn Geipel Nicolas Michelin

Amministrazione Administration Maria Grazia Pellegrina Daniela Cicchinelli Segreteria generale General Secretariat Daniela Adaglio Ufficio abbonamenti Subscriptions Laura Ronchi Giulia Bettega

Elena Cardani

Nuovi paesaggi Infrastructural Landscapes

62

Manuelle Gautrand

Mario Antonio Arnaboldi

Arte e scienza Ludwig Galerie, Oberhausen

66

Eller+Eller

Rossella Mombelli

Sotto il prato Nursery School in Munich

70

Wolf-Eckart Lüps, Peter Megele, Michael Klose

Maurizio Vitta

Al servizio della città Gantry Plaza State Park at Queens West

76

Thomas Balsley Associates and Sowinski Sullivan Architect with Lee Trumb

Maurizio Vitta

L oggetto globale Kita s Design

80

Carmelo Strano

Biennale di Venezia Interview with Harald Szeeman

84

Rossella Mombelli

Spirale di terra An Island in Time

88

l Arca 2

89

l Arca Press

95

l Arca News

97

Stampa/Printed by Poligrafiche Bolis, Bergamo Fotolito/Colour Separation Litofilms Italia, Bergamo Computer graphics: Romilda Fassina I disegni in formato elettronico sono stati convertiti ed elaborati con AutoCAD® R14/AUTODESK®

Copertina/Cover Schizzo preliminare dell atrio di ingresso degli uffici amministrativi del Mohegan Tribal Government Center a Uncasville, progettato da BBG Architects. Preliminary sketch of the entrance of the administrative office building of the Mohegan Tribal Government Center at Uncasville, designed by BBG Architects.

Agenda

106

Tecnologie & Sistemi

113

Dal 1986 l Arca ha pubblicato questi argomenti: Questo periodico è iscritto all AIE, Associazione Italiana Editori

Nel prossimo numero In the next issue Luglio/Agosto 1999 July/August Strutture Structures

01 Il territorio dello spettacolo - 02 Lo spazio del museo - 03 Il progetto del lavoro - 04 Il progetto verticale - 05 La modernità - 06 La città - 07 Trasporti e comunicazioni - 08 Riflessioni - 09 Design 10 Sopra e sotto - 11 Lo spazio dello sport - 12 Il pubblico - 13 La comunità - 14 Lo spazio domestico - 15 Il progetto intelligente - 16 Strutture e materiali- 17 Scuola e società - 18 L effimero - 19 Superfici e strutture - 20 Il territorio disegnato - 21 Il vecchio e il nuovo - 22 Domestic Landscape - 23 Il progetto ospitale - 24 Il luogo dello studio - 25 Luce e colore - 26 L edificio integrato - 27 Architettura in URSS - 28 L architettura è ambiente - 29 Reti e servizi - 30 I grandi spazi- 31 La costruzione dell architettura -32 Il rinnovamento della città - 33 Il superamento della gravità - 34 Tecnologie - 35 L aspetto della materia - 36 Interiors - 37 Sistemi - 38 Sport - 39 Progetto e computer - 40 Ambienti urbani - 41 Il territorio delle reti - 42 Tecnologia e costruzione - 43 Il progetto della luce - 44 Qualità - 45 Texture e architettura - 46 Architettura come immagine - 47 L architettura costruita - 48 Luoghi per la cultura - 49 Lo spazio collettivo - 50 I luoghi dell abitare - 51 Strutture urbane - 52 L architettura progettata - 53 La contemporaneità - 54 Architettura e tecnologia - 55 Il progetto e il lavoro - 56 Architettura in mostra - 57 I segni nella città - 58 Il grande numero - 59 Riti, miti e altre cose - 60 Architetture francesi - 61 Architetture in Italia - 62 Architetture negli USA - 63 I nodi nella città - 64 L architettura ornata - 65 La scena della cultura - 66 La città ideale - 67 Architetture in Giappone - 68 Il mito e il culto - 69 La trasparenza - 70 Visto da dentro - 71 Porte urbane - 72 Le torri - 73 Tensostrutture - 74 I servizi per la città - 75 La competizione 76 Competizione e ricerca - 77 Visioni urbane - 78 Riflessioni - 79 Oltre il muro - 80 Il progetto del terziario - 81 Lo spazio aperto - 82 America, America! - 83 Mens ludicra - 84 Formazione e ricerca - 85 La casa dell uomo 86 Tecnoarchitettura - 87 La Committenza - 88 Natura e artificio - 89 L apparenza della materia 90 Modernità e tradizione - 91 I luoghi delle arti - 92 America, America ! - 93 America Latina - 94 Architetture in concorso 95 Architetture in concorso - 96 Natura urbana - 97 Cultura e società - 98 Produzione e servizi - 99 La residenza - 100 La bellezza - 101 La nuova città 102 Cromatismi - 103 America, America! - 104 La Francia - 105 Italia - 106 Giappone - 107 La trasparenza - 108 Le infrastrutture - 109 Le torri - 110 L Europa - 111 Small - 112 Il legno - 113 Il metallo - 114 Interni - 115 Nord America - 116 Ristrutturazione - 117 La luce - 118 L immagine del futuro - 119 La Francia 120 Tecnologie e sistemi - 121 La comunità - 122 Lo Sport - 123 I sensi e la materia - 124 Le infrastrutture - 125 L emozione - 126 Il legno - 127 Immagine USA - 128 Creatività - 129 Superfici - 130 Orizzontale/Verticale - 131 Abitabilità - 132 Il segno è colore - 133 Acqua - 134 Apparenza - 135 Luce - 136 La materia -137 La Trasparenza


l Arca in the World ARGENTINA Libreria Tecnica CP 67 Florida 683, Local 18 Buenos Aires Tel. 01.3146303 Fax 01.3147135 S. Averbuj Publicaciones P.O.Box 860 5500 Mendoza Tel. 061.202857-Fax 061.380131 York Agency sa Alsina 739 1087 Buenos Aires Tel. 01.3315051-Fax 01.3315324 AUSTRIA Amos Press Breitenseerstrasse, 24 A-1141 Wien Tel. 01.9822455-11 Morawa & Co. Wollzeile 11 Wien 1 Tel. 01.51562-Fax 01.5125778 BELGIUM (l Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 B-1080 Bruxelles Fax 02.4253022 NAOS diffusion SA Rue des Glands, 85 B-1190 Bruxelles tel. 02.3435338 Fax 02.3461258 BRAZIL Livraria Leonardo da Vinci Avenida Ibijau, 204 Sao Paulo Tel. 011.53163992 Fax 011.55611311 CANADA Speedimpex Canada Inc. 155 Deerhide CR.1 Weston, Ontario M9M 2Z2 Tel.416.7417555 Fax 416.7414634 CHILE Editorial Contrapunto Avenida Salvador, 595 Santiago Tel.2.2233008-Fax 2.2230819 Libreria Edoardo Albers Ltda. Vitacura 5648 Santiago Tel. 2.2181458 Fax 2.2185371 Libro s Soc.Ltda. Clasificador 115-Correo Central Santiago Tel. 2.2357737 Fax 2.2357859 COLOMBIA Descala Distribudora Calle 30, n.17-92 Bogotà Tel. 1.2457689 Fax 1.2325148

CYPRUS Hellenic Distribution Agency Cyprus Chr.Sozou, 2E-P.O.Box 4508 Nicosia Tel. 02 444488-Fax 02473662 DOMINICAN REPUBLIC L & L Constructores y Asesor. SA Prolongacion Mexico 79 El Vergel Santo Domingo Tel. 0809.5636214 Fax 0809.5673837 FINLAND Akateeminen Kirjakauppa-The Academic Bookstore P.O.Box 218 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330 FRANCE (l Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617, Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607, Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585, Fax 01 454444987 L arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233, Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d Uzès, 75002 Tél. 01 40133380, Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l Odéon, 75006 Tél. 01 43254858, Fax 01 40518598 Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 -Fax 1.45515313 Bordeaux La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387, Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./F,ax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 - Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567,-Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 - Fax 04 78520216

Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884, Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494, Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420, Fax 05 61215603 GERMANY W.E. Saarbach GmbH Hans Böcklerstrasse, 19 D-50354 Hörth-Hermülheim Tel. 0233.3.799610-3.799634 Fax 0233.3.799680 DG Media Service GMBH Salinenstrasse 11 D-55543 Bad Kreuznach Tel. 0671.31020 Fax 0671.31016 GREAT BRITAIN Blackwell s Hythe Bridge Street Oxford OX1ZEU Tel. 0865.792792 Collets Denington Road Wellingborough, Northamptonshire, NN8 2QT Tel. 0933.224351 Fax 0933.276402 Dawson UK Ltd Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440 USM Distribution Ltd 86 Newman Street London W1P 3LD Tel. 171.3968000 Fax 171.3968002 GREECE Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9936043 GUATEMALA Arnel Books P.O.Box 2179 Guatemala City HOLLAND Bruil & Van De Staaij P.O.Box 75 07940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 Swets & Zeitlinger BV P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111 Van Gelderen Import bv Burg Krollaan 14 5126 Gilze Tel. 0161.457300 Fax 0161.453232

HONG KONG T.Watson Distributors Ltd 43 G, Happy View Terrace, 3rd Floor Happy Valley - P.O.Box 956 Hong Kong Tel. 2.5768730 Fax 2.776467 ISRAEL Literary Transactions Inc. c/o Steimatzky Ltd 11, Rehov Hakishon Bnei-Brack 51114 Tel. 03.5794567 JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd-Journal Division P.O.Box 5050 Tokyo 100-31 Tel. 03.32758591 Fax 03.32781937 KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2-Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028 LEBANON (l Arca International) Georges B.Tabet Antelias-Centre Michel Abou Jaoudé P.O.Box 70-690 Beyrouth Tel./Fax 01.405954-414319 MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314 Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799

PRINCIPALITY OF MONACO (l Arca International) Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492 SAUDI ARABIA Studio 65 P.O.Box 2763 Jeddah Tel./fax 02.6518296 SOUTH AFRICA Mico l Edicola Pty Ltd. 68, Grant Avenue Norwood-2192 Tel. 011.4831960 fax 011.7283217 Mico l Edicola Pty Ltd Fanora House 41, Kerk Street Johannesburg 2001 Tel. 011.8367168 SPAIN Diaz de Santo, S.A. Calle Lagasca, 95 28006 Madrid Tel. 431.2482 Libreria Camara SL Euskalduna, 6 48008 Bilbao Tel. 4.4321945 Libreria Cervantes Dr Casal, 3-9 Concercion Quiros Suarez 33001 Oviedo Comercial Atheneum SA Calle Andalucia, 1 08830 Sant Boi de Llobregat Tel. 03.6544061 Promotora de Prensa Internacional SA Disputaciòn, 410 08013 Barcelona Tel. 03.2653452 SWITZERLAND NLDA-Nouvelle Librairie d Architecture 1, Place de l Ile CH-1204 Génève Tel. 022.3115750

NEW ZELAND Propaganda C.P.O.Box 582 Auckland Tel. 09.763078 The Fashion Bookery P.O. Box 35-621 Browns Bay Awkland 10

TAIWAN Chii Maw Enterprise Co.Ltd. P.O.Box 24-710 Taipei Tel. 02.7064267 Fax 02.7206713 Jean Sean and Wellcharm Enterprise Co.Ltd. P.O.Box 48-141 Taipei Tel. 02.7590592 Fax 02.7590582 Don Ching Trading Co.Ltd. 43, Tzu Chih Street Taichung City Taiwan 40304 Tel. 04.3729932 Fax 04.3710310

PORTUGAL Loureiro Pereira Rua Rodrigo da Fonseca, 135- 5Esq 1000 Lisboa Tel. 01.3885716 Fax 01.3876921

THAILAND Central Books Distribution 306, Silom Road Bangkok Tel. 2.2336930-9 Fax 2.2378321

MEXICO Publicaciones Sayrols SA Mier y Pesado, 126 Colonia del Vallo 03100 Mexico D.F. Tel. 05.5434991 Fax 05.5237045

The books of l Arca Edizioni in the world are distributed by: In France: Sarl MDO France - 2, rue du Roule, 75001 Paris, France - Tel. ++33 1 42218800, fax ++33 1 42218801 In Germany, Austria, Belgium, Holland, Luxembourg: Wasmuth Verlag - Fürststrasse 133, D-72072 Tübingen, Tel. ++49 07 07133658, fax ++49 0707135776 In Great Britain: Art Data - 12 Bell Industrial Estate, 50 Cunnington Street, London W4 5HB - Tel. ++44 81 7471061, fax ++44 81 7422319 In Spain: Ediciones Erola s.l. - Gran de Sant Andreu, 343, 08030 Barcelona - Tel. ++34 93 2742845, fax ++34 93 3118855 In Portugal: Distrubuidora Bertrand - Rua Terras dos Vales, 4A, 2700 Amadora - Tel. ++ 351 1 4959050, fax ++351 1 4960255 In Japan: Yohan - 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 - Tel. ++81 3 32080181, fax ++81 3 32090288/32085308 In Korea Republic and Singapore: MGH Co. - Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2-Ka, Chong Ro, Seoul 110-062, Korea Republic - Tel.++82 2 7328105, fax ++82 2 7354028 In USA and Canada: National Book Network - 15200 NBN Way - Blue Ridge Summit - Pennsylvania 17214 - Tel.++1 717 7943800, fax ++1 717 7943803 In Rest of the World: l Arca Edizioni spa - Via Valcava 6, 20155 Milano - Tel. ++39 02 325246, fax ++39 02 325481, E-mail: arca@tin.it

TURKEY Görönüm Hatboyu Cad. No:20/6 Pendik/Istanbul Tel. (0216) 3751365 Fax (0216) 3751453 Artisan Yayincilik Dis Ticaret ve Pazariama Ltd.Sti. Bestekar Sokak 41/2 Kavaklidere 06680 Ankara Tel. 312.4675482 Fax 312.4281353 Yab-Yay Yayimcilik Sanay Ltd. Bsiktas Barbaros Bulvari Petek Apt.61, Kat:3 D:3 Besiktas/Istanbul Tel. 2583913-2598863 Fax 2598863 Tasarim Publishing Group Hüsrev Gerede Cad. 77/1, TesvikiyeIstambul Tel. 0090-212.2608132.2617174 Fax 0090-212.2615837 Literatür Head Office Çukuryurt Sok 6/3 80310 Mecidiyeköy Istanbul Tel. 212.2742259 Fax 212.2742263 Literatür Izmir Branch Cumhuriyet Bulvari 38 Gümrük Ishani Kat 1 D.107 35250 Konak-Izmir Tel. 232.4645150 Fax 232.4643746 Literatür Ankara Branch Mithatpasa Cad.30/B 06420 Kizilay Ankara Tel. 312.4313152 Fax 312.4324869 UNITED ARABIAN EMIRATES Dar Al Hikmah P.D. Box 2007 Dubai Tel. 04.665394 Fax 04.669627 USA & CANADA Ebsco Industries Inc. P.O.Box 1943 Birmingham AL 35201-1943 Tel. 205.9916600 Fax 205.9951586 The Faxon Company 15, Southwest Park Westwood MA 02090 Tel. 800.2897740 Fax 617.4611862 Worldwide Distribution Services 30, Montgomery Street Jersey City, NJ 07302 Tel. 201.3327100 Fax 201.3321655 Newstand information: 1.800.3456478


Un buon Salone/A Good Furniture Exhibition Cesare Maria Casati

nche quest'anno il Salone Internazionale del Mobile si è aperto a Milano con il solito successo di visitatori da tutto il mondo, diventando sempre più un vero e proprio avvenimento culturale e mondano della città. Fatte queste constatazioni banali e d'obbligo verso la formidabile macchina organizzativa del Cosmit, occorre anche per noi, che normalmente ci occupiamo più di architettura che di progetto del prodotto industriale, fare delle considerazioni e promettere maggior impegno futuro della rivista nel seguire l'evoluzione di questo settore. Il design dei prodotti che andranno ad arredare e completare gli interni nella storia dell'architettura ha sempre avuto una posizione importante, e alle volte determinante, nel definire e stimolare il linguaggio architettonico. Basti pensare a Mies van der Rohe o a Le Corbusier per capire come il linguaggio progettuale sia unico e indivisibile. Purtroppo negli ultimi due decenni sono avvenuti dei turbamenti formali nell'architettura e nell'interior design, dovuti per lo più a posizioni ideologiche e politiche, tutte informate alla rilettura del passato e alla rinuncia a dar vita a nuovi esperimenti estetici e tecnologici, che hanno separato per un certo tempo i due àmbiti progettuali. Mentre l'architettura, conscia dei progressi tecnici, dei sistemi costruttivi e scientifici, dei materiali artificiali e industriali, proseguiva e prosegue per una sua strada tutta strutturale e di apparenza, dall'altro lato (e i passati Saloni lo hanno documentato molto bene) il design dell'ambiente domestico e dei suoi corredi si rifugiava nella ricerca del dettaglio, nella riproposizione di prodotti passati e nell'accostamento di colori sobri e poco emozionanti. Quest'anno, finalmente, abbiamo potuto constatare che molte aziende, anche tra le non più blasonate, si sono impegnate in ricerche costruttive e formali di grande rischio, come succedeva negli antichi anni Sessanta. Abbiamo visto l'impiego straordinario di metalli, fibre e materiali plastici finalmente espressi in proposte adeguate e appartenenti, per estetica e per cultura, ai volumi architettonici che dovranno accoglierli. Per le normali abitazioni, nuove o ristrutturate - e il sistema distributivo Ikea insegna -, finalmente proposte leggere di peso e di prezzo ben costruite e senza alcuna provocazione di uso. Parallelamente al Salone destinato alle industrie, vi era un nuovo salone aperto ai giovani produttori e ai giovani designer, che senza fanfare, cocktail e cataloghi di grande editoria, presentavano idee. Alcune costruite, altre costruibili e altre ancora impossibili, ma fortemente poetiche, come il prato in soggiorno. Ma idee. In conclusione, un Salone che doveva essere visitato soprattutto dagli architetti e che comunque preconizza una prossima edizione formidabile.

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he International Furniture Exhibition in Milan was just as popular as ever this year, attracting a huge number of visitors from all over the world to what is now one of the city's most important society-cultural events. Having duly acknowledged the wonderful organisational work carried out by Cosmit, it is high time this magazine, which usually focuses more on architecture than industrial design, paid more attention to developments in this particular sector. Products designed for interior furnishing and furbishing have always played a crucial and at times even vital role in dictating and promoting the course of architectural idiom. We need only mention Mies van der Rohe or Le Corbusier to grasp the unique importance of design. Unfortunately, there has been a stylistic upheaval in architecture and interior design over the last twenty years, mainly due to ideological-political prejudices, all directed more at re-reading the past than creating new aesthetictechnological experiments; an upheaval that has kept these two realms apart for a period of time. While architecture has followed and still follows its own entirely structural-superficial approach based on technical progress, construction-scientific systems, and artificialindustrial materials, home design and furnishing on the other hand have opted to focus on research into details, the revival of old products, and combinations of rather austere and unexciting colours (as previous Furniture Exhibitions have clearly shown). This year we were delighted to notice that a number of companies (and not just the most well known) had concentrated on cutting-edge construction/stylistic experimentation reminiscent of the Sixties. We noted unusual uses of metals, fibres and plastics to create products of great aesthetic and cultural pertinence for the architectural designs in which they will be incorporated. As Ikea has pointed out to such great effect, simple, well-made, light-weight products at affordable prices are ideal for new or restructured homes. Alongside the Exhibition aimed at industry, there was another show designed for young manufacturers and designers whose ideas were presented without any great fuss, cocktail parties or catalogues by leading publishers. Some of these ideas had actually been built, some could be constructed, and others were quite unfeasible but of great artistic flair, such as the lawn for the living room. But all ideas. In conclusion this was a Furniture Exhibition that architects ought to have attended and which certainly augers well for the next edition.

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Architettura e natura Natural Basis di/by Gillo Dorfles

l rapporto dell'architettura con la natura dovrebbe essere quasi naturale. E, invece, da quando l'uomo ha soffocato, Icontaminato, esautorato la natura anche le sue opere hanno

subìto un processo di denaturalizzazione e spesso si sono rivelate nemiche dell'umanità. Sono lontani i tempi in cui Frank Lloyd Wright poteva immergere nel deserto dell'Arizona il suo (lussuoso) romitaggio di Taliesin West; o quando Le Corbusier poteva fantasticare di grattacieli su pilotis sotto i quali continuassero a verdeggiare i prati; e ancora più lontane le Garden Cities del patetico Ebenezer Howard, o le postulazioni romantiche delle Arts & Crafts. Eppure anche nelle nostre città più martoriate da pessima e disordinata edilizia (come Milano) è tutto un germogliare di edifici irti di giardini pensili, spesso addirittura a livello di boschetti di conifere o di frutteti aerei. Ecco, allora, che dovremmo avere un po' più di coerenza e di coscienza ambientale già nella pianificazione delle nostre città, delle nostre coste, delle residenze turistiche alpine e marittime. E non basta che si verifichino solo a lunghi intervalli alcuni tentativi di reinserire l'architettura nel paesaggio ricreando un'osmosi tra i prodotti dell'uomo e della natura. Penso ad esempio ad alcuni recenti progetti di Gabetti e Isola, di Emilio Ambasz, di Renzo Piano, per fare il nome solo di qualche raro architetto che ha affrontato direttamente questo problema. E potrei ricordare quei tentativi, più sperimentali che funzionali, di Martin Krampen con la vegetazione che si infiltra nelle abitazioni; o quelle della nota banca di Amsterdam, la NMB Bank di Tony Alberts, costruita con l'intenzione di utilizzare l'energia solare, l'atmosfera creata dalla vegetazione interna, e altre un po' utopiche ricerche ambientalistiche. In un recente fascicolo della Architectural Review - certo una delle poche riviste sensibili non solo alle novità architettoniche ma anche alle motivazioni socio-estetiche delle stesse - si parla di greening architecture (architettura verdeggiante, potremmo tradurre) con l'esempio della Exhibition Tower di Hamzah & Yeang a Singapore, dove tutti i piani del grattacielo bioclimatico sono ricoperti dalla vegetazione abbarbicata ad apposite strutture. Ma non è questa, a mio avviso, la giusta maniera di risolvere il quesito del rapporto tra architettura e natura. In certo senso - anzi - è logico e indispensabile che l'architettura, tanto Emilio Ambasz, modello del Mycal Cultural Centre a Shin-Sanda, Giappone, 1988-1993.

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quella di oggi come quella di ieri, sia alcunché di autonomo e a sé stante, capace però di integrarsi con la natura circostante, talvolta persino dominandola, ma non assoggettandola e immiserendola a livello di ornamentazione vegetale. E', insomma, ben altro il problema che si pone a chi consideri oggi questo rapporto, perché alla sua base sta tutto un ragionamento che riguarda l'effettiva interdipendenza tra natura e artificio. Un problema di sempre, ma che oggi è diventato più assillante proprio per le metamorfosi subite dalle stesse connotazioni dei due termini ora citati. L'artificio di ieri, infatti, era soltanto quello costruito con le proprie mani dall'uomo - erano artificio le Piramidi, gli ziggurat, le opere di canalizzazione come gli attrezzi del lavoro manuale. Oggi, l'artificio è offerto, più che dalle costruzioni realizzate direttamente dall'uomo, da quelle ottenute dall'intervento di meccanismi meccanici o elettronici: insomma, da robot che, pur non avendo l'aspetto antropomorfo con cui la fantascienza li aveva descritti, costituiscono tuttavia una potenza e valenza di artificiosità che va ben al di là dei vecchi attrezzi o delle antiche costruzioni (trilitiche o meccaniche). E' questo genere di artificio che, se da un lato ha reso possibile la costruzione di incredibili organismi - dai jet ai terminal aerei, dagli stadi ai ponti, dai gadget elettronici alle navicelle spaziali... - dall'altra parte ha invaso il nostro panorama urbano (e territoriale) con una diffusa artificializzazione dove la natura non può che soccombere. Non basta appellarsi alla scienza per replicare che l'uomo è in grado di rendere vivibile persino l'atmosfera lunare o marziana; quello che importa è rendersi conto del fatto che un'architettura di oggi e di domani che voglia davvero essere a misura d'uomo non può allontanarsi troppo dall'habitat naturale, non può tollerare un'atmosfera totalmente inquinata, i raggi di un sole sempre più velato... e, insomma, che, per poter progredire e scoprire forme nuove - proprio con l'aiuto dei nuovi straordinari mezzi scientifici offertici dall'elettronica, dall'informatica ecc. - occorre che la natura torni a essere in sintonia con l'artificio e che sia l'uomo a dover contrastare l'eccessiva prepotenza della natura (come avveniva in passato) e non la natura a dover lottare contro un artificio che ha già quasi totalmente spento quel mondo che, a suo tempo, ci è stato regalato da una divinità o, meglio, dalla Dea natura, e di cui abbiamo fatto scempio. Emilio Ambasz, model of the Mycal Cultural Centre at Shin-Sanda, Japan, 19881993.

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rchitecture ought to interact with nature on an almost A natural basis, but now that man has strangled, contaminated and deprived it of all power, its works have

been "denaturalised", even turning into a potential threat to mankind. Gone are the days when Frank Lloyd Wright managed to bury his (luxurious) Taliesin West hideaway in the Arizona desert; or when Le Corbusier used to dream of skyscrapers on stilts (pilotis) beneath which the grass could carry on growing. Even more time has passed since the rather pathetic Ebenezer Howard designed his Garden Cities or the Arts & Crafts Movement made its Romantic postulates. Yet even in our cities which have quite literally been torn asunder by terribly dishevelled building speculation (as in the case of Milan), there is certainly no lack of buildings peppered with hanging gardens, in some cases quite literally landscaped with small woods of fir or fruit trees. It is high time we showed a little environmental conscience and coherence in planning our cities, coastlines, and tourist resorts in the mountains or at the seaside. But it is no good making occasional attempts to reincorporate architecture in the landscape, recreating an osmosis between human artefacts and the works of nature. I am thinking, for instance, of certain recent projects designed by Gabetti and Isola, Emilio Ambasz, and Renzo Piano, just to mention the names of those few architects who have actually dared take on this issue. And I might also mention Martin Krampen's more experimental than practical attempts to introduce landscaping into the home environment; or even Tony Alberts' famous design for NMB Bank in Amsterdam, built to exploit solar energy, the atmosphere created by inside vegetation, and other rather utopian eco-research experiments. A recent issue of Architectural Review - certainly one of the few magazines interested in the socio-aesthetic considerations underpinning architectural "novelties" talked about greening architecture , actually quoting the example of Hamzah & Yeang's Exhibition Tower in Singapore, a bio-climatic skyscraper whose every storey is covered with vegetation rooted to special structures. But in my opinion this is not the right way to bring together architecture and nature. Gabetti e Isola, schizzo preliminare per il Quinto Palazzo Eni a San Donato Milanese (Milano), 1992.

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In a certain sense - to say the least - it is only logical and vitally important that the architecture of the past and present should be autonomous and self-contained, while at the same time showing a capacity to fit in with surrounding nature and even dominate it in some cases, but without bringing it down to the level of mere green ornamentation. The problem now facing anyone interested in this kind of interaction basically concerns the extent to which nature and artifice actually depend on each other. A familiar problem, but one which is now more pressing than ever before due to changes in the connotations of the two terms mentioned above. In the past, the only existing forms of artifice were those built by human hands - artefacts like the Pyramids, ziggurats, canals, and tools for manual labour. Nowadays most artifices are made by mechanical or electronic machinery, not human hands: built by robots which, despite not looking like real people as they were depicted in science fiction, are much more artificial than those old-fashioned tools and buildings (either trilithic or mechanical). Artifice like this has, on the one hand, made it possible to build incredible constructions ranging from jets to airport terminals, stadiums, bridges, electronic gadgets, and space ships - but, on the other, has invaded our cities (and landscape in general) by introducing artifice at nature's expense. It is no use invoking science to explain how man can now even make the Moon or Mars inhabitable; what we must realise is that if the architecture of the present or the near future is really going to be human-friendly, it must not stray too far from our natural habitat and cannot cope with a totally polluted atmosphere, sunlight shining through an ever thicker veil of mist... and, if further progress is to be made into new forms - thanks to the help of the incredible scientific tools provided by electronics, computer technology etc. - nature must fall back into harmony with artifice, leaving it up to man to combat the overpowering force of nature (as it used to be in the past) rather than forcing nature to battle against a form of artifice which has already almost completely wiped out a world which, once upon a time, was given to us by some divinity or, better still, by the Goddess Nature, and which we have now ruined. Gabetti e Isola, preliminary sketch for the Quinto Eni building at San Donato Milanese (Milan), 1992.

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Addizione e connessione SoFo Natural HIstory Museum, Long Island uesto progetto dello studio Q newyorkese Rogers Marvel Architects è ricco di interessanti spun-

ti linguistici che dimostrano come sia possibile declinare attraverso un segno contemporaneo la rinascita di un edificio esistente senza snaturarne il radicamento alle tradizioni locali. Ci troviamo nella dolce campagna che costeggia l oceano nei pressi di Long Island (New York) dove nella parte orientale del South Fork, a Bridgehampton, sorge un Museo di storia naturale della regione ospitato in due vecchi edifici. L importanza della funzione educativa che riveste una simile struttura nello stimolare la sensibilizzazione verso i valori ambientali e la storia antropologica propria di questo territorio sono confluiti in un programma di ampliamento e rinnovamento degli spazi esistenti. Quindi oltre alle tradizionali funzioni di raccolta, la conservazione, la documentazione ed esposizione del materiale relativo alla storia della regione, sono previsti nel nuovo progetto spazi da destinarsi all attività educativa, incentrata principalmente sull insegnamento delle bio-diversità e delle tematiche ambientali. E indicativo anche il budget di spesa previsto, 4 milioni di dollari (circa 6 miliardi di lire), che dimostra l impegno di una committenza particolarmente attenta alla valorizzazione delle risorse e delle ricchezze di una regione per metterle a disposizione del pubblico. Ma veniamo al progetto di Rogers e Marvel. Si tratta di un intervento di raffinata sutura tra due edifici. Abbiamo già avuto modo di apprezzare lo spessore del lavoro di questi architetti nel progetto dello Studio Museum ad Harlem (l Arca 127), dove si trattava di risolvere un vuoto urbano allungato tra due Strade. La complessità metropolitana ha trovato una significativa trasposizione in una struttura luminosa e vetrata che ricuce con un segno di ampio respiro un brano di città creando nuove opportunità di relazioni sociali e culturali. La dimensione paesaggistica, il rapporto con l ambiente e l invito alla scoperta del luogo sono invece le

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coordinate sui cui si è costruita l idea del nuovo museo di South Fork. La dotazione di nuovi spazi e l ampliamento di quelli esistenti sono stati risolti con un gesto agile e deciso sfruttando il vuoto tra i due vecchi edifici. Il leggero sfalsamento dei due corpi ha consentito di articolare un volume di connessione dando una nuova dinamica all insieme. Lo sviluppo del nuovo blocco, che con un movimento secco si piega in corrispondenza dell edificio a sud, concentra al suo interno il sistema di circolazione tra le varie parti del museo distribuendo i percorsi di visita sia all interno del museo, sia verso l ambiente circostante. Il suo aggetto e la proiezione nel paesaggio, la sopraelevazione rispetto al livello del suolo e l abbraccio formato dall elemento di connessione con l edificio a nord che diviene terrazza panoramica, disegnano un nuovo segno nel territorio dando un senso e una dignità architettonica a un programma educativo, di approfondimento e di scoperta di un luogo. Si coniugano in questo progetto la centralità del ruolo che il museo riveste, non solo a livello di conservazione ma anche di conoscenza e trasmissione del sapere, e la funzione dell architettura come media di un messaggio, come momento di identificazione culturale di un gruppo. Anche il linguaggio declinato dai progettisti è un raffinata interpretazione tecnologica delle tradizioni locali. Gli archetipi della casa in legno e del fienile, propri dell intera regione, vengono nuovamente trascritti sia nell inclinazione degli ampi tetti spioventi che continuano l andamento di quelli esistenti, sia nella scelta dei materiali, di minimo impatto ambientale e di massima durata. Il gesto contenuto e discreto del rinnovamento viene inoltre ribadito dalla soluzione della lunga parete vetrata sul lato nord che delimita la nuova sala espositiva. Qui, i progettisti, intervengono quasi in punta di piedi, proteggendo con un gentile brise soleil l ampia vetrata per mettere in guardia gli uccelli che abitano la riserva dalla presenza della barriera trasparente. Elena Cardani

ith a plan full of interesting linguistic cues, the New York studio W Rogers Marvel Architects has proved

that the rebirth of an existing building can be carried out through the use of a contemporary sign without altering its adherence to local traditions. We are in the mild countryside near the Long Island (New York) waterfront. Here, on the eastern side of South Fork, and precisely in Bridgehampton, stands the region s Museum of natural history, housed in two old buildings. Since such a structure serves to awaken the public to the environmental questions and anthropological history of this territory, it is extremely important from an educational point of view. Therefore, a program for the broadening and renovation of the existing spaces was devised. Hence, in addition to the traditional functions this kind of museum implies, such as the collection, conservation, research and exhibition of the material concerning the area s history, the new plan provides for spaces destined to educational activity. The latter is mainly centered on instruction regarding biodiversities and environmental questions which interest the local community. The forecast budget is quite significant in itself - 4 million US dollars. This shows the effort put into an assignment which is especially attentive to the development of the resources and riches of an area, so as to put them at people s disposal. But let s concentrate on the plan by Rogers and Marvel. They have contrived a very refined way of suturing the two buildings. We already have been able to appreciate these architects work in a recent plan of theirs for the Studio Museum in Harlem (l Arca 127), where an empty urban space needed to be filled in, this time between two streets. The scenic dimension, the relationship with the environment, the incentive to discover the place and get acquainted with it are the coordinates on which the ideas for the new museum of South Fork have been founded. By using the empty space between the two old buildings, new spaces were

Progetto: Rogers Marvel Architects

created and already existing spaces were broadened with an agile and confident stroke. The slight offset of the two buildings consented enough space for a volume serving as a connection between the bodies, thus endowing the ensemble with a new dynamics. The new construction - which bends sharply to harmonize with the building lying southwards - concentrates within the circulation between the various parts of the museum, distributing the different places to visit both inside the museum and in the surrounding area. The construction is overhanging, projected into the landscape, and raised above ground level; the embrace formed by the element that connects the structure with the building bearing due north is transformed into a terrace with a panoramic view. All of this gives sense and architectural dignity to an educational program that aims at discovering and deepening the roots of an area. In this plan, there is a link between the important role played by the museum - not only as a means for conservation but also as a conveyer of knowledge - and the function of architecture as a medium, as a moment of a group s cultural identification. The designers sloping language, as well, constitutes a refined technological interpretation of local traditions. The archetypes of wooden houses and haylofts, which are typical of the area, are described again both through the inclination of the wide sloping roofs and in the choice of the materials to be used. The former continue the progress of the buildings roofing, without contradicting their attachment to the area s architecture, while the latter are materials that do not affect the environment and are extremely durable. The contained, discrete process of renovation is taken up again in the solution found for the long glazed wall facing north, which marks off the new exhibition hall. The designers have put much care into this feature, protecting the wide glazed surface from the birds that inhabit the reserve with a discrete brise-soleil system, thus safeguarding the transparent barrier.


n Nella

pagina a fianco, prospettiva del South Fork Natural History Museum a Bridgehampton (New York). In questa pagina, planimetria generale, mappa geologica e vista

aerea della zona vicino a Long Island, NY, dove è ubicato il museo e particolari delle diverse specificità paesaggistiche e faunistiche del luogo. n Opposite page,

perspective view of the South Fork Natural History Museum in Bridgehampton (New York). This page, site plan, geological map, and aerial view of the area near Long Island, NY, where the

museum stands, and details of the various local landscape features and wild life.

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1. Sala espositiva/Exhibition 2. Uffici/Offices 3. Informazioni/Information 4. Auditorium 5. Magazzino/Storage

1. Biblioteca/Library 2. Magazzini/Storage 3. Sala espositiva/Exhibition 4. Sala espositiva/Exhibition 5. Uffici/Offices 6. Portico panoramico/ Viewing Porch

n In

alto, piante del primo e del secondo piano. A sinistra, modifiche e ampliamenti tipici di una costruzione tradizionale. A destra e sotto, studi dei diversi tipi di connessione tra i due edifici esistenti. Il programma di ampliamento del museo prevede la costruzione di un nuovo volume che conterrà una grande sala espositiva al secondo piano e il negozio del museo, il banco informazioni e i servizi al primo piano.

n Diagramma del nuovo percorso che accede al museo. Il nodo più critico del progetto è rappresentato l elemento di connessione in quanto deve costituire sia l area di organizzazione della circolazione tra tutte le parti del museo sia l area comune dei due edifici. Questo nuovo volume deve inoltre guidare i percorsi di visita sia interni al museo, sia nell area circostante.

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n Diagram

of the new pathway into the museum. The key feature of the project is the connection area designed as the hub of the circulation system between all the various parts of the museum and as a special area shared by both buildings. This new construction is also supposed to help guide visitors both inside and around the museum.

n Top

of page, plans of the first and second floors. Left, alterations and extensions typical of a conventional building. Right and below, studies of the various kinds of connections between the two old buildings. The museum extension programme involves the construction of a new building designed to hold a large second-floor exhibition room and museum shop, information desk, and toilets on the first floor.


n Prospettive

interna ed esterna della sala espositiva delimitata da una lunga vetrata protetta da brise soleil. Al centro, diagrammi dei sistemi di corcolazione al primo e secondo piano e assonometria dellÂ’incastro dei volumi a livello delle coperture. In basso modelli della configurazione volumetrica del nuovo insieme: a sinistra, vista del

lato ovest verso la nuova sala espositiva, a destra, vista del lato est verso il porticato panoramico. n Interior and exterior perspective views of the exhibition room bordered by a long glass partition sheltered behind shutters. Centre page, diagrams of the first and seocnd floor circulation systems and axonometry of the

structural intersection at roof level. Bottom of page, models of one of the new complexÂ’s structural layouts: left, view of the west side facing towards the new exhibition room and, right, view of the east side facing towards the panoramic colonnade.

Credits Project: Rogers Marvel Architects Owner: South Fork Natural History Museum

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li Indiani d America costituiscono una popolazione dalla pelle color G rame, differente da tutte le altre

razze. Questa popolazione dell America del Nord sta cercando di consolidare le proprie origini e le proprie tradizioni. La Mohegan Tribe, nel 1998, indice un concorso di architettura per un progetto destinato ad accogliere un centro di funzioni pubbliche per la tribù degli Uncas - quella protagonista di The Last of the Mohicans. Il concorso è vinto dallo studio di progettazione BBG Architects di New York, fondato da Brennan Beer Gorman & Brennan Beer Gorman Monk ai quali, nel 1990, si è unito come partner Yann André Leroy, architetto di origine francese, con alle spalle una solida esperienza progettuale svolta, fra l altro, nello studio del giapponese Azuma Takamitsu e con una partecipazione a due master di progettazione a Parigi. L incontro di due esperienze culturali così diverse e particolari può spiegare che cosa ha spinto i progettisti a una attenzione così rigorosa al segno e alla tradizione. Il progetto prende corpo e ha un forte collegamento con l intorno e con tutto il territorio. Il Centro, situato su una collina a Uncasville, è costituito da 10.000 metri quadrati di edifici e si imposta su una corte centrale, tipica delle tendopoli indiane, con una serie

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di edifici al suo intorno destinati a rappresentare alcune funzioni pubbliche. Un edificio governativo, una tribal meeting room collegata con uno spazio destinato a un tribunale, il Muckachuck Daycare Center che contiene una scuola per bambini e adolescenti dove si insegnano i modi di vita e i costumi della tribù Uncas, un Community Center progettato con forti riferimenti all artigianato tradizionale della tribù stessa. L ambiente ha segni forti e tipici che mirano a far emergere la presenza della tribù Uncas sul territorio, in particolare questi sono legati alla città di Mohega, dove, in effetti, è ubicato il progetto. La città è situata tra Norwich e New London, nel Connecticut meridionale, vicino al fiume Thames. Nomi della vecchia Inghilterra trasferiti in queste terre abitate dagli Indiani, forme architettoniche dell antica Inghilterra che si distribuiscono su questo territorio quasi a voler cancellare il segno delle tribù Pellirossa. Riprendersi il passato originario e legarsi alle profonde matrici dei Pellirossa è il compito di questa architettura, compito difficile che avrebbe potuto avvitarsi in una sorta di profanazione fine a se stessa. Ecco quindi che l analisi di questo popolo, con le sue tradizioni e modi di vita, diventa lo strumento di

riferimento progettuale. I Pellirossa si dividevano un tempo in moltissime tribù, parlanti differenti linguaggi. Irochesi, Algonchiani, Delaware, Foxes, Sioux, Pueblos, Apaches e infine i Moicani dai quali nasce l appartenenza degli Uncas. Il loro abbigliamento è costituito da una clamide di lino bianco, tessuta a mano e ornata di strisce a vivaci colori. Le donne, in particolare, vestono con tessuti diagonali di produzione domestica, bordati di colori vivaci, tra cui predominano il rosso e il blu, e portano ornamenti d argento; calzano mocassini di daino. La loro occupazione principale è quella di esporre al sole i prodotti della terra, curarne l essiccazione e trattarli col mortaio e con il pestello. Ecco l ispirazione formale e tradizionale di questi strumenti per il Community Center. Non a caso oggi anche la musica pellirossa, in particolare quella rivisitata da Peter Kater, suscita grande interesse, così da far sentire un forte riferimento con la nostra contemporaneità. L elemento conduttore di tutto il racconto progettuale nel Mohegan Government Center, è senza dubbio la luce. Il sole che illuminava la manualità Uncas nel lavorare la terracotta, la luce che descriveva i loro visi di terracotta così intensi che si potevano dire pitturati di fresco,

come al tempo in cui, dal colore che i guerrieri usavano, si poteva capire se questi erano messaggeri di buone nuove o se partivano sul sentiero di guerra; il sole, con la sua luce, è il filo conduttore per la lettura di questa architettura. La luce diventa l energia che trasforma il linguaggio di questo progetto in una sorta di rievocazione della spiritualità indiana. La scelta delle superfici curve, la cadenza dei frangisole che intagliano le superfici, l uso di materiali naturali che si appoggiano sulla trasparenza del vetro, sono il riassunto formale di questa architettura. Einstein ha ben descritto che la luce si snoda in onde elettromagnetiche e queste infrangono ogni ostacolo sul loro cammino. Questo progetto sembra infrangere l ultimo sbarramento di quel razionalismo di altri tempi e, allo stesso tempo, sembra permetterci di ragionare in termini apertamente spaziali . Lo studio BBG Architects, col partner incaricato Yann André Leroy, esprime con questo progetto una profonda conoscenza dell uso della tecnica costruttiva e la esprime nel suo significato più profondo, cioè come infinito trascendimento di ogni forma di potenza espressiva, dunque come forma suprema dell immaginazione. Mario Antonio Arnaboldi


L ultimo dei Moicani Mohegan Tribal Government Center Progetto: BBG Architects

hen he reached the shores of America, Cristopher Columbus W called the population he found there

Indians . The copper-skinned American Indians constitute a race of their own, and are now trying to consolidate their origins and their own traditions. In 1998, the Mohegan Tribe announced an architectural competition for a center of public facilities for the Uncas tribe - the main Indian character of The Last of the Mohicans. The competition was won by the architectural studio BBG Architects of New York, founded by Brennan Beer Gorman & Brennan Beer Gorman Monk. In 1990, they were joined, as a partner, by Yann André Leroy, an architect of French origins. His experience includes working with the Japanese studio Azuma Takamitsu and his participation in two master designing courses in Paris. The merging of two such different and special cultural experiences can explain what drove the architects to place such rigorous attention on signs and tradition. The project takes shape, finding a strong connection with its surroundings and all the territory. The Center, which is located on a hill in Uncasville, takes up 100,000 square feet, and is positioned on a central court, which is typical of

Indian tent camps. A series of buildings for a number of public facilities surround the court: a government building, a tribal meeting room linked to a space destined to a court of law, the Muckachuck Daycare Center , that houses a school for children and adolescents - and where the ways of life and the customs of the Uncas tribe are taught - and a Community Center with strong references to the traditional handicrafts of the tribe itself. The environment has powerful, typical signs that aim at highlighting the presence of the Uncas tribe on the territory. The Uncas are especially attached to the city of Mohega, which is, in fact, the site of the plan. The city is located between Norwich and New London, in south Connecticut, near the Thames river. Old English names transferred into these lands inhabited by the Indians, architectural forms of ancient England that are distributed on this territory, as though they were meant to erase the mark left by American Indian tribes. This architecture goes back to the origins, to the past, and connects itself to the deep matrices of the American Indians. A difficult task, since the work could have fallen into a sort of profanation as an

end in itself. So the study of this population, with its traditions and ways of life, became the instrument for architectural reference. The North American Indians used to be divided into many tribes that spoke different languages: the Iroquoians, the Algonquins, the Delaware, the Foxes, the Sioux, the Pueblos, the Apaches and, finally, the Mohegans, or Mohicans, to which the Uncas are related. The latter typically wear a long, loose, handwoven white linen garment, decorated with colorful stripes. The women wear hand-made twill garments hemmed with bright colors especially red and blue - silver jewelry and buckskin mocassins. Their main occupation consists in yielding sun-dried products, and treating them with pestle and mortar. So this is the formal and traditional inspiration for the Community Center. Today, even American Indian music is exciting great interest, especially the music arranged by Peter Kater; this tunes the American Indians in with our contemporariness. Light is undoubtedly the main theme in the plan for the Mohegan Government Center. The sun, shining on the handcrafted terra cotta objects worked by the Uncas, the

light showing the Indians intense terra cotta countenances, their painted faces. From the colors that Indian warriors used to wear, it was possible to find out whether they were bringers of good news or whether they were departing on a warpath. This architecture s main theme is thus sunlight. Light becomes the energy that transforms this project s language into a sort of evocation of the Indians spirituality. The formal aspect of this architecture can be summarized into curving surfaces, the rhythm of the brise-soleils that cut into the surfaces, the use of natural materials that lean upon the transparency of glass. Einstein himself explained how light turns into electromagnetic waves which break into any obstacle they find on their way. This plan seems to transgress the last bounds of a rationalism belonging to other times, and at the same time seems to allow us to reason in openly spatial terms. With this project, the BBG Architects studio, along with its partner Yann André Leroy, expresses a deep knowledge of structural technique, revealing its deepest significance: going infinitely beyond any form of expressive power, as a supreme form of the imagination.

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Nelle pagine precedenti, planimetria generale e rappresentazione simbolica dei diversi volumi del Mohegan Tribal Government Center di Uncasville, Connecticut. Il progetto, che si sviluppa su circa 10.000 mq, comprende gli uffici amministrativi della tribù, una sala riunioni pubblica da 300 posti, un tribunale, una scuola per bambini e un centro comunitario. Sopra e a destra, schizzi preliminari dell atrio dell edificio degli uffici amministrativi. In alto, prospettiva della facciata di ingresso e vista verso ovest del complesso con in primo piano l edificio del tribunale con la roccia che rappresenta il luogo di incontro della tribù e le fondamenta della legge.

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Previous pages, site plan and symbolic representation of the various buildings of the Mohegan Tribal Government Center in Uncasville, Connecticut. The project, covering about 10,000 sq.m, includes the government tribal offices, a tribal meeting room seating 300, a Tribal Court, a daycare center for children and a Community Center. Above and right, preliminary sketches of the atrium of the office building. Top, perspective view of the entry facade and view toward west of the complex with on the foreground the Tribal Court with the rock representing the tribal meeting ground and the foundation of law.

n


n Sopra, prospettiva dell ingresso. A sinistra, pianta del quarto piano e sotto, pianta del piano terra dell edificio per uffici.

Above, perspective view of the atrium. Left, plan of the fourth floor and, below, plan of the ground floor of the administrative building.

n

1. Atrio/Lobby Atrium 2. Caffetteria/Cafeteria 3. Biblioteca/Library 4. Stampa Moicana/ Mohegan Press 5. Servizi sanitari e sociali/ Health and Human Services 6. Clinica della salute/Health Clinic 7. Circolazione/Circulation 8. Impianti e magazzino/ Mechanical and Storage

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Sopra e a destra, prospetto della sala di riunione e del tribunale della tribĂš. A sinistra, in alto, pianta del primo piano e, sotto, pianta del piano terra. n Above and right, elevation of the meeting room and of the Tribal Court. Left, top, plan of the first floor and, below, plan of the ground floor. n

1. Atrio di ingresso/Entry foyer 2. Tribunale/Court room 3. Giudice dispute di caccia/ Gaming disputes chief judge 4. Ufficio/Clerk 5. Sala copie/Copy room 6. Camera di giudizio/ Judicial Chamber 7. Giudice di Pace/ Peacekeeping Court 8. Sale rionine/Meeting rooms 9. Aula della giuria/Jury room 10. GDC Archivi/Filing room 11. MTC Archivi/Filing room 12. Vendita/Vending 1. Atrio di ingresso/Entry foyer 2. Sala riunione tribale e Camere del Consiglio/Tribal meeting room and Council Chambers 3. Sala conferenze esecutivo/ Executive Conference room 4. Magazzino/Storage 5. Sala proiezioni/Projection room 6. Terrazza/Terrace

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1. Atrio/Lobby 2. Direttore/Daycare Director 3. Aule nido/ Infant and toddler classrooms 4. Aule prescolari/ Preschool classrooms 5. Aula pre- e dopo scuola/ Before and after school classroom 6. Aula asilo/Kindergarten classroom 7. Sala giochi chiusa/ Rainy day playroom

8. Biblioteca/Library 9. Mensa/Dining 10. Cucina/Kitchen 11. Lavanderia/Laundry 12. Magazzino/Storage 13. Sala visita genitori/ Parental visitation room 14. Sala professori/Staff lounge 15. Stanza maestri/ Nurse s station 16. Terrazze/Terraces

n Sopra, prospettiva; a sinistra, pianta e, sotto, pianta delle copertura del Muckachuck Daycare Center. n Above, perspective view; left, plan and, below, roof plan of the Muckachuck Daycare Center.

Credits Project: BBG Architects Partner in Charge of design: Yann André Leroy Collaborators: Shawn Basler, Scott Dergance, Matthew Mueller, Mariusz Pieczka Client: Mohegan Tribe

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Corridoio ecologico Shenzen Eco-Media City Progetto: Kisho Kurokawa

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ttenzione alle distanze: sono A divenute abissali. Ci sono parti non trascurabili del mondo - l Italia

fra queste in prima linea - in cui l urbanistica, gli urbanisti, in decenni di lavorio paziente, hanno ormai coronato il sogno folle di ricoprire via via città e territori con reti fittissime di norme e prescrizioni. I piani. Quanti piani. Che dibattiti. Quanti libri. Che sventolio di bandiere al vento. E alla fine questa corazza giuridico-formale, quest imbozzolatura inestricabile di porzioni anche estese di crosta terrestre, ovatta appiccicosa incollata sui mondi che cambiano incessantemente, trasformazioni sociali, evoluzioni tecnologiche mai più viste, tensioni, modernizzazioni, mercati irriconoscibili, modi di produzione sconvolti, culture in mutazione, ricerca e scienza che (qua e là) camminano veloci. Ipostatizzazione della procedura burocratica, desiderio delirante di controllare la vita, le mille vite, attraverso sue ferree applicazioni. Ineffettualità ovviamente totale, e sostanziale autoreferenzialità del procedimento. Che non per questo però cessa di pesare come un macigno. E di dar luogo a sterminate pratiche transattive e mediatorie, come sempre avviene in questi casi; con miserevole conseguente decadimento degli standard etici e culturali della vita comune, dei profili professionali e delle deontologie a essi collegate, della qualità politica e fisica della società. Non si può fare a meno di notare come, ancora una volta, ci si trovi di fronte a una forma degenerativa di quelle ideologie che costituivano il nucleo del razionalfunzionalismo tedesco, le malefatte del quale abbiamo già avuto più volte modo di rilevare, anche nelle colonne di questa rivista; e la cui spietata egemonia è come si vede ben lungi dall esser giunta al termine (almeno in periferia, cioè in Italia). Che bella compagnia: Existenz-minimum e Siedlungen, e i Piani Regolatori come vessillo del progresso; un notevole progetto repressivo, con ambizioni di globalità. Per carità: le cose non sono mai così semplici, ma non fa male, ogni tanto, riportarle all osso. Un aspetto molto doloroso, ma del tutto ineluttabile, della questione è stata la totale sottovalutazione, e infine la rimozione tout court, dello spazio o, meglio, del senso dello spazio e delle forme in esso contenute. La ricostruzione postbellica delle città tedesche (a ovest e a est!), tanto per fare un esempio, coronata perfettamente dalla tanto strombazzata IBA della riunificazione, veramente disastrosa. I quartieri residenziali dell edilizia pubblica (e di quella privata) in Italia, fino a quando si sono fatti, e anche quando venati di mal riposte simpatie verso formazioni comunitarie scandinave, così remote. E così via, senza poi grandi differenze fra i grandi Paesi europei. Non è neanche tanto difficile registrare una specie di complementarietà fra pianistica sempre più diffusa, articolata e capillare, e rovinio e scempi speculativi vari delle città e dei paesaggi; ma qui si finirebbe troppo lontano. In anni tutto sommato abbastanza recenti è stato sovente rivendicato il primato dell architettura sull urbanistica o, per lo meno, una loro stretta unitarietà. Ecco allora affermarsi locuzioni nelle intenzioni

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n Sezione

parziale estovest e pianta del piano terra del progetto urbano per un sistema di spazi

pubblici lungo l asse centrale della città giapponese di Shenzen.

n Partial

east-west section and plan of the ground level of the urban design of public spaces system along

the central axis of Shenzen, Japan.


n Sezione

parziale estovest e pianta del secondo livello.

n Partial east-west section and plan of the second level.

grintose e in realtà piuttosto generiche, come progettazione urbana, et similia, cui corrispondono progetti in scale molto grandi, quando non territoriali, con volontà di forma marcate, legati tuttavia il più delle volte a riproporre, e ricomporre, quadri urbani sicuramente ormai irriproducibili, se non sul piano meramente quantitativo: dove poi prevalgono ovviamente altre logiche, non entusiasmanti. Anche sul versante urbanistico ci sono fermenti. Frange più agguerrite sul piano epistemologico hanno aperto diverse nuove vie: alcune di carattere più analitico, piuttosto sofisticate, quasi sempre aprogettuali o, per meglio dire, aspaziali: un peccato. Altre molto attente a nuove diffuse consapevolezze e domande di qualità ambientale e di vita in senso lato. Così, mentre più prosaicamente si sono rapidamente moltiplicati i livelli della pianistica di fatto ineffettuale (paesaggio, impatto ambientale ecc.), nuove direzioni di ricerca tentano di affrontare temi e problemi dell oggi con strumenti appositi: istantaneamente rimpiangendo l inevitabile retaggio della aspazialità. Non sono rose e fiori. Non qui in Italia, alla cui situazione inevitabilmente stiamo ora principalmente riferendoci (dispiace di più quando le cose vanno male a casa propria). Adesso c è qui, sotto i nostri occhi, questo progetto di Kisho Kurokawa, per una Eco Media City a Shenzen. Attanagliati ancora dalla tetraggine della situazione fino a ora descritta, la sorpresa è a dire poco grande. Esistono altre vie (non siamo ingenui. Questo lo si sapeva. Ma fa piacere e fa sperare trovarlo ogni tanto confermato). Illustrato con tecniche grafiche e décor molto alla Olmsted, con correttezza doverosa e astuta, quello che vediamo è un macchinario o, meglio, un organismo potentissimo e originale. Non avrebbe senso tentare di applicare qui gli schemi consueti: la città, l architettura, i loro vicendevoli rapporti. O cercare di rintracciare legami o parentele con le (tuttora) interessantissime previsioni fisicamente determinate di possibili mondi futuri, come quelle degli Archigram degli anni Sessanta e quelle più fredde e lucidamente apodittiche prodotte immediatamente dopo da alcuni dei Radicals. Far d ogni erba un fascio non porta mai lontano: che affinità, per esempio, si potrebbero mai trovare davvero tra le sunnominate Siedlungen e, poniamo, il Projet-Obus di Le Corbusier per Algeri, o le sue proposte immediatamente precedenti per San Paolo, Rio de Janeiro, Montevideo? La sostanziale diversità di Le Corbusier dagli altri non viene qui riaffermata per caso: è forse l unica cosa che si possa richiamare con qualche buona ragione, fra tutto quello che è avvenuto nel nostro campo in questo secolo, per capire un po la traiettoria intellettuale di Kurokawa, puntualmente tradotta in centinaia di progetti sempre in progress. Una tensione ininterrotta e fortissima volta a trovare e dare forma fisica al mondo che cambia: conformazioni solide di vita, tracce riconoscibili, ma mai occlusive, dell intelletto, disseminate nel cambiamento incessante. Dietro c è un idea potente, una strumentazione logica coerente che dal Metabolismo di quarant anni fa inanella passaggi non

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facili, giungendo ora alla Simbiosi. Idea, non ideologia; i concetti servono per interpretare e incorporare il mutamento, sociale, tecnologico, produttivo, economico, ambientale, per aderirvi con forme adatte, un po forse anche, e giustamente, per pilotarlo, indirizzarlo verso direzioni migliori, nei limiti del possibile. La Eco Media City di Shenzen è una infrastruttura complessa, trattata e risolta in termini architettonici straordinariamente dettagliati, che danno forma ben composta e riconoscibile a input di natura svariatissima (quelli appunto che, accorpati in categorie generiche e morte, trovano, nell urbanistica cui siamo abituati, la loro unica esistenza labile e bidimensionale nei retini che campiscono cartografie scialbe, anzi, morte anch esse). Il suo programma originale, interamente progettato, identificando e risolvendo con cura funzioni per niente affatto già codificate, necessità e comportamenti magari diffusi ma ancora latenti, modi di lavorare, produrre, comunicare certamente in via di affermazione ma ancora magmatici. Caratteri della composizione sociale e della cultura già notevolmente consolidati, ma sociologicamente poco e distrattamente percepiti. Progetto quindi nell unico possibile senso compiuto del termine: del programma e delle forme fisiche. Dopo tutto, oggi più che mai la distinzione netta fra architettura valorosa e opaca edilizia planivolumetrica passa proprio per di qua: c è chi (pochi) si impegna in questa operazione semplice e chi (molti) non lo fa (anche perché non viene quasi mai insegnato: in quelle scuole appunto, di matrice pedagogica razionalfunzionalista). E poi evidente che l unica sostenibilità possibile, in termini fisici, è questa; inutile sperare che suggerimenti o pratiche di un qualche rilievo scivolino fuori dalle pagine delle centinaia di libri sull argomento (ecologia e ambiente compresi): da lì potranno uscire soltanto norme, indici, standard, per ulteriori pianificazioni spaziali. A modo suo, d altra parte e non a caso, questo EcoCorridor di Kurokawa, architettura che ne ingloba altre, semisepolte, con destinazioni d uso raffinate e vegetazione orga-nizzata e no, ha un gran numero di affinità con l autostrada a quota +100 con sotto incorporata la città (Le Corbusier, Algeri). La percezione nitida dell infrarazzialità come destino e come mutazione sociale e culturale già ampiamente in atto, della natura ibrida delle forme produttive, da considerarsi un dato di fatto malgrado l arretratezza analitica di settore, della sovrapposizione e dell intreccio delle reti di comunicazione in viluppi materiali e immateriali, incessantemente traversati da disturbi intermittenti; della differenza come struttura base, inviolabile, conflittuale, fisica e concettuale, del mondo sociale e fisico che va rapidamente configurandosi, nel quale dunque vivremo e già parecchio viviamo; tutto ciò insieme viene coniugato da Kurokawa a Shenzen in una composizione straordinariamente fluida, con una incredibile dilatazione delle superfici di contatto e uno spazio adeguato per forme a reazione poetica. Maurizio Vogliazzo

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an eye on distances - they KIneep really are opening up these days. certain important parts of the

world - notably Italy - town-planning and town-planners have worked away for decades at trying to crown their mad dream of gradually covering the city and countryside with a thick coat of rules and regulations. Plans and then more plans. Discussions and books. A fit of banner-waving. And all this has created a legal-formal armoury that stretches like a tangled web across large areas of the Earth s crust, like tacky cotton wool stuck all over worlds that never stop changing in a melee of social upheavals, technological developments of the likes we have never seen before, tension, modernisation, strange markets, transformations in means of production, changes in culture, and science/research (here and there) on the move. A hypostatisation of bureaucratic procedures, a mad desire to control life, thousands of lives, by applying these procedures to the letter. Of course they inevitably turn out to be quite ineffective, more self-referential than anything else. But this does not make them any less of a burden. And as usual in cases like this, it all leads to a seemingly endless array of paper work, consequently lowering the ethical-cultural standards of everyday life, professional profiles, and the deontological ethics they entail, as well as the general physical-political standards of our society. We cannot help noting that, once again, we are faced with a rather degraded form of the ideological thinking that lies behind German rationalism-functionalism, whose disastrous consequences have already been mentioned on more than one occasion in this magazine; and, as we can see, it has no intention of loosening its hegemonic grip (at least in the suburbs or in other words in Italy). What a happy band: Existenzminimum and Siedlungen, together with Urban Development Schemes as a vehicle for progress; plans for repression on a global scale. Needless to say, things are never quite that simple, but there is no harm in stripping it all down to the bone from time to time. An extremely painful yet quite inevitable aspect of the entire issue was the way space (or rather a sense of space and the forms it contains) was initially completely underrated and then just wiped off the agenda. Take for instance the reconstruction of German cities (in the west and east!) after the war, perfectly epitomised by the much talked about and truly disastrous IBA of reunification. Then we had all those public (and private) building estates in Italy for a while, drawing rather unfortunately on Scandinavian-style communities belonging to a quite different and distant culture. The same kind of thing has happened in most major European countries. Indeed, it is easy enough to find certain correspondences between widescale, carefully designed town-planning schemes and the horrendous effects of disastrous building speculation both in our cities and out in the countryside; but we are digressing rather too far. Over recent years architecture has tended to either take precedence over town-planning or, at least, to work with it in close uni-

son. This has led to bold claims (which are actually rather generic) expressed in terms of urban design and the likes, resulting in large-scale projects (often on even a territorial scale) based on distinctive forms often intended to either piece back together or restore urban states of affairs which are now quite unfeasible, if only in merely quantitative terms (and constructed along anything but exhilarating lines). Things are also starting to bubble in the field of urbanism. The epistemological vanguards are opening up new roads: some of them of more analytical and rather sophisticated leanings, but unfortunately quite oblivious to design or, we might say, lacking in any real sense of space. Others are more conscious of growing awareness and demands in terms of environmental quality and the quality of life in general. So, as a boom in rather ineffectual town-planning tools (landscaping, environmental impact etc.) has gradually taken place, alternative lines of research are trying to tackle topical issues in the appropriate way: immediately regretting the aforementioned lack of spatial acumen. It is not all coming up roses. Not here in Italy, whose current state of affairs is inevitably our main focus of attention in this article (it is even more disappointing when things are not working out in your own back yard). But now we have Kisho Kurokawa s project for an Eco Media City in Shenzen. We have actually grown so accustomed to the situation described above that this new work comes as a real surprise. There are indeed other ways of facing the problem (we knew that all along, but it is nice to be reassured by this kind of inspiring design). Illustrated by distinctly Olmsted-style graphic techniques with just the right smart precision, what we have here is a machine or rather an extremely powerful and original organism. There would be no sense in trying to apply the usual schemes to this project: the city, architecture, and the way they interact. It would be just as pointless trying to trace back links or relations with the (still)extremely interesting physically determined forecasts of possible worlds in the future, like those depicted by Archigram in the Sixties or the rather cooler and clinically apodeictic counterparts designed in their wake by certain Radicals. Generalising is never very useful: for instance, what could the Siedlungen we mentioned above possibly have in common with Le Corbusier s Projet-Obus for Algiers or his previous designs for San Paolo, Rio de Janeiro, and Montevideo? The basic difference between Le Corbusier and the rest is not being pointed out here again just by chance: it is perhaps the only real way, bearing in mind everything that has happened this century in the world of architecture, of getting to grips with Kurokawa s intellectual trajectory, carefully embodied in hundreds of rapidly developing projects. A constant striving to find and give physical shape to a changing world: solid signs of life, recognisable traces of an open intellect spread through incessant change. All this is underpinned by a powerful idea, a logical pathway stretching not without great difficulties from his Metabolism of

forty years ago to his new theory of Symbiosis. An idea, not an ideology; concepts are used to read and incorporate social, technological, production, economic, and environmental change through just the right architectural forms; perhaps partly with a justified desire to try and guide it in better directions as far as possible. Eco Media City in Shenzen is an elaborate infrastructure designed and constructed in incredibly detailed architectural terms, giving carefully gauged and clearly identifiable form to a variety of input (the kind of input which, grouped together in rather generic and lifeless categories, find in town-planning their only possible fleeting, two-dimensional existence reflected in the eyes that map out dull or rather dead charts). His highly original, meticulously designed programme carefully identifies and fulfils functions which are anything but coded; needs and behavioural patterns which are still latent despite perhaps already being widespread, and ways of working, manufacturing and communicating which are gradually making their presence felt but are actually still in a state of flux. Features of social structure and culture which are now deeply entrenched but only vaguely and rather inattentively perceived. A project 0in the only real sense of the word, encompassing both a programme and physical forms. After all, nowadays, this is the best way of distinguishing quality architecture from opaque structural engineering: some (only very few) people work along these simple lines, while others (the vast majority) certainly do not (partly because this approach is never taught: in those schools adopting rationalist-functional teaching methods). In physical terms, this is clearly the only sustainable approach; there is no point in hoping to glean any important hints or practices from the hundreds of books on this issue (including both ecology and the environment): at best they might give us regulations, indexes and standards for further spatial planning. In its own way, hardly surprisingly, this Eco-Corridor of architecture enveloping other types of semiunderground architecture designed for elegant uses and both landscaped and un-landscaped vegetation has a large number of affinities with the +100 motorway incorporating the city below (Le Corbusier, Algiers). A clear grasp of the inevitability of racial integration as epitomised by the kind of socio-cultural changes already under way, a sense of the hybrid nature of manufacturing forms (already a reality despite the analytical backwardness of this sector),and a knowledge of the superimposing and weaving together of communication networks in material-immaterial loops, constantly shot through with intermittent interference; difference as a conflictual and conceptual-physical basis of the socio-physical world as it rapidly takes shape - where we are destined to live and where we have already lived for some time now; from Kurokawa to Shenzen all this is brought together in an incredibly fluid composition, whose surfaces are dilated to extraordinary lengths and whose forms leave plenty of room for poetic reaction .


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Organico e continuo Sports Complex in Canton

Progetto: Paul Andreu/ADP

ovendo realizzare tre spazi adiacenti, dedicati a funzioni D simili, la prima tentazione sarebbe

quella di replicarli fianco a fianco utilizzando lo stesso schema e adattandolo alla diversa scala richiesta. A prima vista sembrerebbe questo anche l approccio utilizzato da Paul Andreu e ADP per il progetto del Complesso omnisportivo di Canton. Si tratta della parte centrale di un piano di sviluppo di un area di transizione tra la zona urbana (il nuovo

quartiere che si svilupperà con la chiusura dell attuale aeroporto) e le colline retrostanti, inglobate in un parco naturale. Il progetto si estende per 70.000 metri quadrati su 18 ettari e diverrà uno dei punti di attrazione principale per la riqualificazione della crescita della città; dovrà essere pronto entro il giugno del 2001, quando vi saranno inaugurati i giochi nazionali della Repubblica cinese. L insieme del sito prevede la realizzazione di tre sale per attività indoor, di funzione e

capacità differenti, degli spazi di servizio e gestione e del villaggio degli atleti. Nel progetto un unico zoccolo ospita la circolazione e i servizi al coperto e supporta lo sviluppo delle tre sale, disposte una in fila all altra, in ordine decrescente a partire dalla grande piazza che funge da perno sull angolo del lotto all ingresso del sito. I tre edifici dichiarano espressamente il loro rapporto di parentela, manifestandosi come tre gusci traslucidi che emergono dalla sinuosa massa orizzontale del

basamento. Il maggiore è un vero e proprio palazzetto dello sport che può ospitare da 7.000 a 13.000 posti a

l ampia copertura inonda di luce il volume sottostante. Sembra crearsi una voluta ambiguità tra la funzione protettrice del tetto e quella di strumento di conquista per l invasione della luce. Il contrasto, evidente di giorno, sarà ancora più drammatico nelle ore di utilizzo serale, quando i gusci dichiareranno la loro consistenza quasi immateriale. La trama della struttura reticolare che sorregge la volta a doppia valva, crea a sua volta una sorta di tessuto filtrante virtuale, ottenuto dalla vibrazione della luce attraverso la struttura stessa. La consapevolezza che sia la luce a permettere la comprensione dello spazio, dei volumi e dei materiali, sembra essere una costante del lavoro di Paul Andreu; ne discende un atteggiamento progettuale che non attribuisce alla materia caratteristiche cromatiche, ma puramente visuali a seconda della mo-

dalità con cui si rapporta alla luce, quando viene illuminata, riflessa o attraversata. Una combinazione di cemento e acciaio scandisce qui come in molti altri suoi progetti la struttura. Dei due materiali, il primo è usato per la sua caratteristica di adattabilità alle predilette forme architettoniche incurvate, il secondo per la leggerezza e precisione che favorisce i voli pindarici dell ingegneria. Ogniqualvolta nei progetti affidati a ADP si manifesta la necessità di un programma comune che relaziona due o più spazi - le tre sale nella circostanza - questo si manifesta per eccellenza nel fluire del movimento da uno spazio all altro, nella possibilità di un passaggio senza soluzione di continuità. In questo tutti i progetti di Andreu sono figli del capostipite, il nome stesso della società ADP (Aéroports de Paris) lo dichiara e la similitudine formale

con Roissy 2 è esplicita. La seconda e la terza sala del complesso sono in cascata alla prima, la loro forma diventa tanto più lanceolata e affusolata quanto più diminuiscono le dimensioni complessive; il basamento comune su cui si innestano si incurva come fosse un ramo. Ospiteranno rispettivamente un area di allenamento con piscina e un insieme di spazi per tutte le altre attività sportive minori. La metafora organica è lo strumento che ci permette di spiegare perché, nonostante l apparente ripetizione dello schema formale e strutturale tra le tre sale, anche qui come in molti degli altri progetti di Andreu, rimanga la sensazione di un architettura appropriata alla scala umana anche quando coinvolge superfici e volumi ragguardevoli. Non si tratta infatti di una crescita o di una ripetizione meccanicistica, otte-

nuta per moltiplicazione seriale, propria di un pensiero architettonico e urbanistico astratto; ci si avvicina a un concetto simile alla crescita nel tempo (anche se il tempo si è magicamente sviluppato istantaneamente), o alla crescita naturale dove ciascuna parte si adatta, si stringe o si sviluppa per far fronte al diffondersi di mutate esigenze senza perdere traccia del proprio DNA. In questo interessante quadro progettuale stupisce l incoerenza con cui, in questo progetto per Canton, è sviluppato il villaggio degli atleti, che non riesce a esprimere una sua identità, ma viene semplicisticamente innestato secondo un astratto modello geometrico semicircolare a un punto del ramo che supporta le tre sale; d altronde anche in botanica non sempre tutti gli innesti riescono. Jacopo della Fontana

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seconda delle configurazioni. L arena affaccia perimetralmente sullo spazio vuoto centrale ed è parzialmente incassata nel terreno e nella struttura continua di base, da cui avviene l accesso; di qui si sale o si scende verso la gradinata. Lo spazio interno vive del contrasto tra luce e ombra che si crea nel vuoto centrale, dove


Nella pagina a fianco, sezioni trasversali del Centro sportivo di Canton che fa parte delle attrezzature previste per i IX Giochi Nazionali della Repubblica Cinese nel 2001. In questa pagina, prospetto e sezione longitudinale del complesso costituito da tre edifici collegati da un unico

n

basamento in cemento, dove sono organizzati i sistemi di circolazione e le attività, sormontato da una struttura metallica leggera e da un complesso di copertura traslucida che consente un apporto di luce naturale omogenea. n Opposite page, cross

sections of the Canton Sports Centre, part of the facilities planned for the IXth Chinese National Games in the year 2001. This page, perspective and longitudinal section of the complex constructed out of three buildings connected to one single concrete

base, where the the circulation systems and activities are located, beneath a light metal structure and complex of translucent roofs drawing in a smooth flow of natural light.

f we were faced with three adjoinIfunctions, ing spaces destined to similar we would be tempted to

repeat the same scheme for each, side by side, adapting each space to the required scale. At first sight this seems to be the approach chosen by Paul Andreu and ADP in the plan for the Canton sports complex. We re referring to the main part of a plan for the growth of a transitional zone between an urban area (the

new district that will be built after the closure of the current airport) and the hills lying behind it, which are part of a natural park. The area extends over 70,000 sq.m. on 18 hectares. It will become one of the main attractions for the advancement of city growth, and must be ready by June 2001, for the inauguration of the Republic of China s national games. The plan includes the construction of three buildings

for indoor activities with different functions and capacities; areas for services and management, and an athletes village. A sole base accomodates indoor circulation and services, and supports the development of the three buildings, which are laid out in a row on a diminishing scale, starting from the great square which acts as a mainstay on the corner of the lot, at the entrance of the site.

The three buildings explicitly declare their relationship, appearing like three translucent shells that rise from the winding horizontal mass of the base. The largest is an actual indoor stadium that can hold from 7,000 to 13,000 seats, which can be arranged according to the structure. The arena faces the empty central space perimetrically, and is partially embedded in the ground and in the continuous

structure of the base, from which access is possible; from here we can go up or down the flight of steps. The interior lives in a contrast between the light and shade that is created in the empty central space, where the great roofing floods the underlying area with light. A deliberate ambiguity seems to be formed between the protective function of the roof and its role as an instrument for the admission of light. Although the contrast is clearly visible by day, it will be even more dramatic at night, when the shells will display their almost immaterial consistency. The pattern of the reticular structure that supports the double-valved vault creates, in turn, a sort of virtual filtering material, achieved from the vibration of light through the structure itself. The awareness that light allows for the comprehension of space, volumes and materials, seems to be a constant of Paul Andreu s work.

The architect has a planning attitude that shows he doesn t attach chromatic characteristics to matter, but purely visual features, according to the way in which matter is related to light, when it is illuminated, reflected or crossed through. A combination of cement and steel beats out the rhythm of the structure, like it does for other of Paul Andreu s projects. The architect uses cement for its reknown adaptability to the curving architectural forms he prefers, and steel for its lightness and precision, thus favoring the Pindaric flights of engineering. Whenever ADP has been entrusted with a multiple program in which two or more spaces are united - the three buildings, in this case - the group manages to achieve a fluidity of movement from one area to another. This makes it possible to pass from one building another without interruptions. In this sense,

all of Andreu s plans are the offspring of their progenitor - ADP (Aéroports de Paris) - the name itself implies this relationship, and the formal similarity with Roissy 2 is explicit. The second and third buildings of the complex slope down from the first - their shape becomes more and more pointed and tapered as the overall dimensions decrease. The common base on which they are built bends like a branch. The second building will house a training area with a swimming pool, and the third a number of spaces for all the other minor sports activities. Just like in many other of Andreu s plans, the organic metaphor is the means which allows us to explain why - despite the apparent repetition of the formal and structural scheme among the three buildings - we feel that in this work, as well, his architecture fits the human scale, even when it

involves very large surfaces and volumes. In fact, we re not dealing with the growth or mechanistic repetition achieved through serial multiplication, which belongs to an abstract architectural and city planning concept. With Andreu, we are approaching a concept similar to growth through time (although time, in this case, has magically developed instantly), or to natural growth, where each part adapts, becomes thinner or grows to face up to different needs, without losing its own DNA. What is amazing about this interesting plan for Canton is the apparent inconsistency with which the athletes village is developed. It doesn t seem to express its identity, but is superficially set into the whole as an abstract semicircular geometrical model, at a point of the branch that supports the three buildings. After all, in botany, as well, not all grafts work.

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Rendering del complesso e piante delle quote +13,80 e +17,50/18,00. I tre edifici-conchiglia sono immersi in un parco di 18 ettari e costituiscono una transizione tra la zona urbana di un nuovo quartiere che sorgerà dopo la chiusura dell aeroporto e le colline di Baiyun, un area naturale protetta.

n

Rendering of the complex and plans of levels +18,30 and +17,50/18,00. The three shell-buildings are buried in an 18-hectare park and provide the transition between a new urban neighbourhood (planned to be built after the airport closes down) and the Baiyun hills, a natural area under special protection.

n

Credits Project: Paul Andreu with François Tamisier (ADP), and Michel Adment, Hervé Langlais Management: Alain Le Pajolec, Felipe Starling Project Manager: Philippe Delaplace (ADP) Coordinator: Caroline Desombes Structural Enginnering: Christian Ausseur (ADP) Air Conditioning: Pierre Therm (ADP) Electrical Plants: Alain Villeneuve (EDI) Acoustics: Bruno Pujes (A.C.V.SA) Client: Ville de Guangzhou et Pearl River Entreprise

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Il complesso esteso su una superficie di 70.000 mq è costituito da un padiglione per le competizioni che può assumere diverse configurazioni variando da 7.200 a 13.000 posti, una palestra per gli allenamenti e il riscaldamento con una piscina, una palestra aperta al pubblico, un villaggio degli atleti e parcheggi organizzati in prossimità dei tre edifici. n The complex, covering an area of 70,000 square metres, is constructed out of a pavilion for competitions that can take on various different layouts with seating room for 7,200-13,000, a training/warm-up gym with a swimming pool, a gym open to the public, and a village for the athletes and car park near the three buildings. n

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Progetto: Future Systems

Una vera farfalla The Ark in Doncaster annuncio della stampa è uno dei migliori: The Ark di Future L Systems verrà costruito e ultimato

entro il 2001. Il grande museo sarà parte dell Earth Centre a Doncaster nel Regno Unito. In effetti dopo tanti concorsi, dopo tanto dispendio di immaginazione e di lavoro da parte di Jan Kaplicky e Amanda Levete arriva il momento di costruire un opera di dimensioni estremamente ragguardevoli (10.000 mq) nella migliore tradizione visionaria (ma sicuramente non troppo British). In effetti la loro immagine di architettura si basa da sempre su una visione positiva, costruttiva, non-utopista, della tecnologia, che deriva in particolar modo dalla forte personalità di Kaplicky, progettista in passato con Rogers, Foster, Lasdun e anche con la NASA. Uno sguardo fiducioso verso il futuro, un sognatore pragmatico, che deriva la sua forza dalla genialità personale, così come da una tormentata storia di un Paese fatta di radicali cambiamenti nella politica e nella cultura, in un altalena drammatica tra libertà di pensiero e schiavitù ideologica. Dentro Future Systems c è tutta una filosofia dinamica del progetto, scarsa teorizzazione, non c è un sistema di pensiero fisso e rigido, quello del teorizzatore è forse stato

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più il ruolo di David Nixon ai tempi di Constructing the Future; quanto invece al loro destino è di operare su un grumo di idee, disegnate con precisione tecnica o visualizzate con fotomontaggi: immagini che rendono plausibili le visioni, immergono nella quotidianità del nostro sguardo le loro basi lunari, come se fossero sempre esistite; manifestano un amore alla tecnologia, quale amica dell architettura, ci rendono più vicini alla precisione delle macchine, alla leggerezza degli aeroplani, alla compattezza dell automobile, al cosmo delle astronavi, come un mondo di oggetti che si evolve in parallelo ai nuovi sistemi costruttivi (mentre l architettura troppo spesso resta al palo con i soliti mattoni e finestre e calcestruzzo ecc.). C è tutta una storia di sofferenza e incomprensione, per far capire i vantaggi di un architettura soffice, forse già appartenente a un altra storia, parallela . Un hi-tech organico, dove il volo della farfalla incontra le cellule fotovoltaiche e dal connubio nasce un tetto: questo è il tema di The Ark. Anche solo nella veste grafica sembrano disegni rubati da qualche base spaziale segreta. L hi-tech di Future Systems non è mai oppressivo o freddo, ma è sempre legato alla fantasia umana, alle immagini semplici di una fanciullezza che convive con l intelligenza

artificiale. Cabine sospese sul fiume, casenoccioline su braccio idraulico, case per piloti di elicotteri, abitacoli/veicoli, bolle sospese, elementi abitabili per nascondersi nella natura, caravan ovoidali, stazioni spaziali orbitanti, , case/ciambelle sotterranee, abitacoli di astronavi, ragni/tendoni, case/goccia a picco sul mare, uccelli di alluminio, tende per musei retrattili, bolle/uffici nella City, le valve di una conchiglia che diventano Biblioteca di Parigi, un ameba gigante per il museo dell Acropoli: questo un rapido catalogo delle ibridazioni, delle strane creature ambigue, le soft machines che interagiscono prima nella natura, come rifugi per una fuga nel paesaggio, per poi infiltrarsi oggi nella città, a rappresentare le sue grandi funzioni, le istituzioni pubbliche. Tutti edifici innocenti , come fossero progetti per un altro mondo. La peanut house degli inizi di Future Systems è il manifesto originario di una libertà, libertà di essere puri e diversi, libertà di non appartenere alla città con le sue regole scritte una volta per tutte nelle sacre lapidi (tombali) della storia. Così The Ark, il grande museo del XXI secolo, è il passo definitivo di questa storia alternativa. Si posa su un terreno inquinato dalle lavorazioni del carbone, tipiche della zona, e propone

un altro modello di vita, innanzitutto con la sua forma che rappresenta un continuum tra edificio e paesaggio e poi con tutto il resto: recupero dell energia solare, attraverso la grande copertura, che vista da lontano ricorda gli occhi di un mosca, tutta ricoperta di cellule fotovoltaiche, con regolazione dell introduzione di luce naturale, in modo da utilizzare al minimo energia elettrica; il grande muro di sostegno che viene costruito con l utilizzo della terra di riporto della costruzione; il sistema strutturale che consente di avere tre piani di esposizione totalmente liberi da colonne, spazi privi di angoli, quindi completamente elastico e sfruttabile con libertà dagli exhibition designers; una forma organica presiede anche il movimento fluido all interno della struttura per i visitatori, attraverso il sistema delle rampe, disegnate in forme curve come spazi di esperienza dell architettura e non solo come sistema di smistamento di migliaia di persone. Tutto il museo viene concepito come uno spazio leggero, pervaso dalla luce di giorno e brillante di notte di luce colorata, come una pelle che respira, dopo una giornata passata al sole. Anche questa volta, Future Systems ci fanno respirare con poesia e tecnologia, come già nel 1972, con quell immagine del Volkswagen Beetle che si posava sul tetto di un palazzo. Stefano Pavarini


he press has announced a very good piece of news: The Ark, by T Future Systems, will be built and

ready by the year 2001. The great museum will be a part of the Earth Centre in Doncaster, in the United Kingdom. In fact, after so many competitions, after so much waste of Jan Kaplicky s and Amanda Levete s imagination and work, the time has come to build something of extremely large dimensions (10,000 sq.m.), in the best visionary tradition (but surely not too British). In fact, their concept of architecture has always been founded upon a positive, constructive, non-utopian view of technology that mainly comes from Kaplicky s strong personality. Kaplicky used to work with Rogers, Foster, Lasdun and also with the NASA. A trusting look at the future, a pragmatic dreamer that draws his strength from his own genius as well as from the tormented history of a country, a history made of radical changes in politics and culture. And all of this in a dramatic wavering between freedom of thought and ideological slavery. In Future Systems there is a dynamic planning philosophy, but little theorization; there is no system of set, rigid thought. Perhaps David Nixon could have been called a theorizer, at the times of Constructing

the Future; but Future Systems works on a cluster of ideas that are designed with technical precision or visualized with photomontages. The images make visions plausible, they plunge their moon bases into our everyday thoughts, as though they had always existed. They show a love for technology, which is seen as architecture s friend. They bring us closer to the precision of machinery, to the lightness of airplanes, to the compactness of cars, to the universe of spaceships, like a world of objects that evolves parallelly with the new constructional systems (while architecture usually stays behind, with its usual bricks and windows and concrete, etc.). A whole history of suffering and incomprehension should help us see the advantages of a soft architecture which maybe already belongs to another, parallel history. An organic hi-tech, where the flight of the butterfly meets photovoltaic cells, and from this encounter a roof is spawned. This is The Ark s theme. The drawings themselves, although only showing the construction on paper, seem to have been stolen from some secret base in space . Future Systems hi-tech has never been oppressive or cold, but has always been tied to human imagination, to simple pictures of a childhood that lives together with artificial intelligence.

Rooms suspended above the river, peanut-houses on hydraulic bends, houses for helicopter pilots, cabinvehicles, suspended bubbles, habitable elements used to hide from nature. Egg-shaped caravans, orbiting space stations, underground houses, spaceship cabins, spider-tents, drop-houses that lean sheerly over the sea, aluminum birds, retractile tents for museums, bubble-offices in the City. The valves of a shell that turn into the Library of Paris, a giant ameba for the museum of the Acropolis. This is a short catalog of the hybridizations, of the strange, ambiguous creatures, or soft machines that interact first in nature - providing shelter for an escape through the landscape - and then, today, permeate the city, to represent its important roles, its public institutions. All innocent buildings, as though they were plans for another world. Future System s peanut houses, which go back to the group s beginnings, are an original instance of freedom, the freedom of being pure and different. The freedom of not belonging to the city, its rules written once and for all on the sacred tombstones of history. So The Ark, the great 21st century museum, is this alternative history s ultimate stride forward. The building rests upon grounds polluted by coal working - which is typical of the area - and offers a different model

of life, especially due to its shape, which represents a continuum between the structure and the landscape, as well as with everything else. The building s wide roofing is capable of using solar energy. When seen from a distance, this roof reminds us of the eyes of a fly. It is entirely covered with photovoltaic cells that control the intensity of natural light, so as to use as little electric energy as possible. The structure s great bearing wall is built with the material used for the construction; the structural system allows for three display floors that have no columns and no corners, and are therefore totally elastic and can be freely used by the exhibition designers. An organic shape also pervades the interior of the structure, making it easy for visitors to circulate thanks to the bending flights of stairs, which are to be seen as places of architectural experience and not only as a way of organizing the flow of thousands of people. The whole museum gives an impression of lightness. During the day it is indundated with daylight, and at night it sparkles with colored lighting, like skin that breathes after a day spent in the sun. This time, too, Future Systems makes us breathe in both poetry and technology, which reminds us of 1972, when resting on a rooftop we found nothing less than a Volkswagen Beetle!

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Nelle pagine precedenti, modello e planimetria generale di TheArk, a Doncaster, lo spazio espositivo multimediale dedicato al rapporto tra uomo e natura. Sopra, schizzo preliminare. Sotto, vista aerea del modello con

n

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la copertura che richiama una farfalla e la texture dellÂ’occhio della mosca. Nella pagina a fianco, particolari dei pannelli fotovoltaici modulari, che consentono lo sfruttamento dellÂ’energia passiva, e spaccato del modello.

n Previous pages, model and site plan of The Ark, a central element at the Earth Centre in Doncaster, a mulimedia exhibition space dedicated to man/nature relationship. Above, preliminary skecth. Below, aerial view of the

model showing the roof inspired in form and colours to a butterfly and to the eyes of a fly. Opposite page, detail of the modular photovoltaic panels of the roof for the exploitation of passive energy, and interior of the model.

Credits Project: Future Systems Design Team: Dominic Harris, Matthew Heywood, Jan Kaplicky, Nicola Kirkham, Amanda Levete, David

Miller, Angus Pond, Rachel Stevenson Engineering: Ove Arup & Partners: David Glover, Andrew Sedgwick Client: The Earth Centre


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L orizzonte d acqua Water/Glass Villa in Shizuoka engo Kuma ci invita ad ascoltare e

K a guardare, a utilizzare i nostri

sensi nella pienezza e nel controllo, riscoprendo radici profonde. Occorre eliminare la distrazione, la superficialità e abbandonarsi alla lettura di un fenomeno organico: due entità che si compenetrano, si incontrano, pur rimanendo distinte e identificate. Stiamo parlando dell ambiente e dell architettura, o meglio della

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natura e della geometria. Le due realtà non vivono un conflitto insanabile, ma l una interroga l altra, alla ricerca dell intima essenza delle cose del mondo. Siamo distanti sia dal contestualismo, dal mimetismo, quanto dall arroganza dell artificio che violenta il paesaggio: Kengo Kuma guarda con una istintiva spiritualità alla struttura profonda delle cose, che si manifesta nella

costruzione di una casa, come strumento per capire la natura, leggerne i motivi strutturali, carpirne il segreto: non per dominarla, ma per servirla. Non a caso questa villa presso Shizuoka viene identificata con la coppia dialettica acqua/vetro. Tutta la costruzione vive di una serie di rimandi, sia filosofici che storici: innanzitutto il riconoscimento di uno dei padri fondatori del Moderno, forse uno dei

Progetto: Kengo Kuma

meno celebrati dalle storiografie, Bruno Taut. La sua riscoperta dell architettura giapponese risale agli anni 30: Taut ebbe la capacità di rilevarne la valenza universale, architettura come momento supremo di un arte della risonanza, tra costruzione dell uomo e Creazione. Natura come sorgente inesauribile di forme, che si propongono a chi vuole ascoltare. Una sorta di trasporto mistico per le forme


n Vista

del grande salone vetrato che si allunga sull Oceano Pacifico della villa realizzata da Kengo Kuma a Shizuoka, Giappone.

sorgive, primordiali del Bello e l ammirazione per i monumenti dell architettura tradizionale giapponese fecero esclamare a Taut di essere stato lui stesso lo scopritore della villa di Katsura, uno dei palazzi imperiali a Kyoto, del XVII secolo. A questa seguiranno le intense riletture di Gropius, Tange e fino a oggi, Isozaki. Taut aiutò il Giappone a capire se stesso. Il Movimento Moderno lesse nella

tradizione giapponese l importanza del telaio, gli elementi strutturali messi a vista, come momenti di verità morale della costruzione, ma Taut per primo indagò il rapporto tra geometria e natura e, dentro a quest ultima, il sottile confine tra caos e ordine. La villa imperiale di Katsura è l emblema dell eterno connubio tra natura e cultura, dove l elemento di mediazione tra dentro e fuori è il più significativo:

la veranda che inquadra il paesaggio. Un piccolo progetto di Taut adiacente al sito di progetto di Kengo Kuma è stata l occasione di un rapporto tra epoche diverse, che va oltre la coincidenza e assume i colori del destino. Kengo Kuma riprende in pieno la valenza strutturale del tema di Katsura nella cifra di Taut e trasforma il bamboo della veranda in un velo d acqua, che va a congiungersi

n View

of the great glazed lounge stretching on the Pacific Ocean of the villa realized by Kengo Kuma at Shizuoka, Japan.

con l Oceano Pacifico. La copertura della veranda diventa una sequenza ritmica di lame di acciaio inossidabile, che filtrano la luce e mediano il rapporto col cielo. Al centro di questa scena, la scatola di vetro a base ellissoidale, come luogo di infinite rifrazioni e rimandi tra luce, acqua, metallo, vetro. Un giardino dei segni dove le cose ascoltano se stesse. Stefano Pavarini

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engo Kuma asks us to listen and K look, to fully use and control our senses, thus rediscovering deep roots.

We have to get rid of distraction and superficiality and let ourselves into the interpretation of an organic phenomenon: two entities that meet and permeate each other, yet different, each with its own identity. We re referring to the environment and architecture, or, better yet, to nature and geometry. The two realities don t live an implacable conflict; they examine each other, looking for the intimate essence of the things of the world. We are far from contextualism and mimetism, as well as from the arrogance of the artifice that rapes the landscape; with instinctive spirituality, Kengo Kuma looks into the deep structure of things. This is revealed in the building of a house, as an instrument designed for

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understanding nature and interpreting its structural patterns, for perceiving its secret: not for dominating, but for serving nature. It is not by chance that this villa near Shizuoka is identified with the binomial term water/glass. The entire building lives upon a series of both philosophical and historical references: first of all, the recognition of one of the fathers of modernism Bruno Taut. His rediscovery of Japanese architecture dates back to the thirties: Taut was able to point out its universal value, architecture as a supreme instance of a resonant art, between man s buildings and Creation. Nature as an inexhaustible source of forms that offer themselves to who wants to listen. A sort of mystical transport/rapture for the original, primordial shapes of Beauty, and an admiration for the monuments of tra-

ditional Japanese architecture led Taut to claim that he himself had been the discoverer of the Katsura villa, one of Kyoto s seventeenth-century imperial palaces. After that came Gropius, Tange and until today, Isozaki, with their intense reinterpretations. Taut helped Japan to understand itself. The Modern Movement interpreted the importance of the frame, of the clearly visible structural elements in Japanese tradition as instances of moral truth in construction, but Taut was the first to study the relationship between geometry and nature, and in the latter, the subtle boundary between chaos and order. The imperial villa of Katsura is the emblem of the eternal alliance between nature and culture, where the most significant element is the one that mediates between the inside and out-

side: the porch that frames the landscape. One of Taut s small buildings, adjoining Kengo Kuma s project site, constituted the opportunity of a relationship between different eras, a relationship that goes beyond coincidence and takes on the colors of destiny. Kengo Kuma fully draws on the structural value of Katsura s theme in Taut s line, and transforms the bamboo used for the porch in a veil of water that flows down to meet the Pacific Ocean. The porch roofing becomes a rhythmical sequence of stainless steel blades that filter light and mediate the relationship with the sky. And in the center of this setting, the elillipsoid-based glass box, a place of infinite refractions and reflections of light, water, metal, glass. A garden of signs where things listen to themselves. Stefano Pavarini


1. Stanza tatami/Tatami room 2. Bagno/Bath room 3. Salone/Lounge 4. Stanza per gli ospiti/Guest room 5. Parcheggio/Parking 6. Corte/Court

n

Pianta del primo piano

n

Plan of the first floor

n

Pianta del secondo.

n

Plan of the second floor.

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n Nella pagina precedente, la terrazza, coperta da una tettoia di vetro con frangisole di acciaio inossidabile. Sopra, pianta del terzo piano e particolare costruttivo della scala. n Previous page, the terrace, protected by a glass canopy and stainless steel sun-breakers. Above, plan of the third floor and constructional detail of the stairs.

1. Stanza tatami/Tatami room 2. Bagno/Bath room 3. Salone/Lounge 4. Stanza per gli ospiti/Guest room 5. Parcheggio/Parking 6. Corte/Court

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n Vista

della scala interna e particolare del sistema costruttivo. Sotto, la terrazza panoramica affacciata sul mare. n View on the interior stairs and detail of the construction system. Below, the panoramic terrace looking on the sea.

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n Particolare

della sezione a livello del terzo piano.

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n Detail

of the section at third level.


n Particolari

del salone vetrato realizzato su un velo di acqua protetto da uno strato di lamelle di acciaio inossidabile che sembra fondersi con il mare antistante in un gioco di molteplici riflessi creati dai diversi strati di vetro della villa.

n Details

of the glazed lounge which being built over a layer of water protected by a layer of stainless steel strips seems to meerge with the sea in a play of diverse reflections created by the different layers of glass panels the villa is constructed with.

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Il cemento fertilizzato Karmøy Fishing Museum Progetto: Snøhetta

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a piccola comunità di Karmoy, un villaggio collocato fra i fiordi L norvegesi, decide di costruire un

museo come luogo in cui poter collocare la memoria di una cultura rurale fortemente integrata con la pesca. Oggi, la grande industria estrattiva del petrolio, con tutto il suo apparato burocratico-amministrativo che tende a omologare le ricche diversità culturali della costa, ha sostituito le precedenti economie lacerando quel tessuto tradizionale che costituiva non solo un modo di lavorare ma anche la base degli stessi valori su cui viveva l intera comunità. Il desiderio di tramandare alcune immagini e alcuni manufatti del proprio passato, la possibilità di poterlo esplorare non è una semplice nostalgia così come il museo non è un semplice magazzino di vecchie cartoline: gli abitanti di Karmoy guardano al loro futuro con la preoccupazione di chi vuole ripensare quelle lacerazioni fra mondo industriale e territorio, fra ricchezza economica e risorse ambientali che certamente rappresentano, oggi, una delle più importanti sfide alla nostra civiltà. La pesca ha rappresentato l attività economica più importante e oggi, pur non essendo del tutto scomparsa, è già quasi un ricordo cosicché il bisogno di un museo è il segnale più evidente di un processo irreversibile. Tuttavia quello cui non si vuole rinunciare è la conoscenza della creatività di un popolo che ha dovuto sopravvivere in presenza di una natura dura e dotata di poche risorse. Qui, l uomo, non vuole preservare manufatti e generiche memorie del passato ma l intelligenza dei propri padri nel saper convivere con le modeste risorse di un luogo. L architetto Craig Dykers con il suo gruppo affronta il tema in modo esemplare. Con coerenza al tema, le risorse economiche sono assai limitate cosicché l essenzialità non è solo struttura del linguaggio architettonico ma è necessità che si misura con lo scopo più intimo della manifestazione museale che è quella di raccontare una cultura materiale e spirituale che si era sviluppata in un rapporto di quotidiana lotta con gli elementi della natura. Lo stesso paesaggio, in cui si situa il museo, è lo sfondo degli avvenimenti raccontati: piccole abitazioni bianche, come è assai comune al nord della Norvegia, che si articolano per modesti gruppi sparpagliati. Il villaggio non assume l aspetto della materia densa e compatta, proprietà che invece è specifica del singolo manufatto, ma si estende e si frammenta nello spazio. Forse, questo è dovuto a un principio più individuale dell abitare o forse, più semplicemente alla salutare norma per cui il vuoto e la distanza fra i singoli manufatti garantiva maggior sicurezza n Dall alto in basso, planimetria generale, pianta, sezione longitudinale e vista dalla vetrata che conclude il corpo aggettante sul mare del Museo della Pesca di Karmøy, in Norvegia.

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rispetto al pericolo del fuoco. Anche il museo si presenta come un elemento autonomo nel paesaggio. Esso non cerca, come alcuni dei committenti vorrebbero, una relazione formale con i preesistenti edifici ma nasce da un analogia strutturale che produce corrispondenze con il modo con cui entra in relazione, con il paesaggio e la natura. Non è il pittoresco né l immagine stereotipata della casetta appoggiata agli scogli che regge l idea basilare del progetto. Rispetto alle tradizionali giaciture dei manufatti che si appoggiano lungo le curve di livello, che è una buona e naturale ragione costruttiva, il museo si dispone contro, come a segnare un ribaltamento di ruolo dovuto al suo essere evento eccezionale e unico. Ricorda un po casa Malaparte e quel suo essere animale appoggiato allo scoglio come pronto al balzo nel vuoto. La tensione verso il mare e il suo dialogo con la terra che qui è roccia e licheni è sintesi fra i due grandi elementi naturali che sono le polarità entro cui si svolge l esibizione museale: lo spazio del movimento e della lotta da una parte e lo spazio della permanenza e della casa dall altra. La grande sala è tutta protesa verso il mare tramite un ampia vetrata. Tuttavia, il carattere compatto del volume prevede anche aperture laterali così da consentire possibili addizioni nel tempo. Tali vetrate sono protette da pannelli di legno stratificato che naturalmente, essendo esposti agli agenti atmosferici, cambiano natura con il passare del tempo. Allo stesso modo, la grande apertura vicino all entrata principale è filtrata da una tessitura di felci che è una tecnica tradizionalmente assai utilizzata per isolare termicamente gli edifici. Intrecciate come in un cestino, le felci fungevano da eccellente barriera contro il vento. Così il cemento a vista delle facciate laterali è stato trattato con fertilizzanti chimici che favoriscono la crescita di muschio e licheni sulla superficie esterna donandole i colori del tempo che l umida aria del mare estende su tutte le rocce. Atti semplici, essenziali che riflettono sul principio della natura come materia del progetto. Qui la natura non è semplice sfondo al manufatto dell uomo ma è materia da cui il progettista estrae i principi del progetto che non derivano dai caratteri e dai tipi dei manufatti tradizionali quanto piuttosto dalle immutate leggi naturali e dal modo con cui l uomo si è misurato con esse. E un punto di vista assai importante che segnala un attitudine a interpretare il luogo non solo tramite l artificio dell uomo ma soprattutto leggendo le tracce che la natura, alleata del tempo, ha trascritto sulla pietra e che spesso non sappiamo più vedere, perché troppo evidenti. Remo Dorigati

n From top down, site plan, plan, longitudinal section and view of the glass wall closing the overhanging volume of the Karmøy Fishing Museum along the Norwegian coastline.


n Il

nuovo museo, che ha una superficie di 500 mq, è collocato perpendicolarmente alla costa contrariamente alla tradizionale disposizione degli edifici dei fiordi norvegesi. n The new museum, having a surface of 500 sq.m, is situated perpendicularly to the coastline, differently from the traditional orientation of the buildings of the Norwegian fiords.

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he tiny community of Karmoy, a T village buried amidst the Norwegian fjords, decided to build a mu-

seum to safeguard its cultural heritage closely linked with fishing. Nowadays, the oil business, whose bureaucraticadministrative apparatus tends to wipe out cultural diversity in the coastal environment, is unquestionably the dominant economic force, tearing apart that traditional fabric of relations that used to underpin a very characteristic way of working and form the grounding principles of the entire community s system of values. This desire to pass on images and constructions from its past and the possibility of actually exploring this past is not just a case of nostalgia, in the same way that the museum is not just a warehouse of old postcards: Karmoy s inhabitants look to the future with the kind of concern associated with a desire to re-examine this split between industry and the land, economic wealth and environmental resources, which certainly now represents one of the most important challenges facing modern-day society. Fishing has always been the most important economic activity and, even though it has not disappeared altogether, it is now little more than a memory, as the need for a museum clearly illustrates. Of course nobody wants the creativity of people, who, just to survive, had to combat the rigours of nature and a substantial lack of resources, to be lost to posterity. The idea here is not just to hang onto certain buildings and rather vague memories from the past, but to pass on knowledge of the strikingly intelligent way in which the villagers ancestors managed to get by with the place s modest resources. The architect Craig Dykers and his team tackled the problem in exemplary fashion. In line with the issues in play, financial resources were kept down so that the simplicity of the design does not just derive from the architectural vocabulary but from other necessities that fit in neatly with the real purpose of this museum, or in other words to narrate a material-spiritual heritage that developed against the backdrop of a daily battle against the natural elements. The landscape in which the museum is located provides the background for the events being related: the kind of little white houses found all over northern Norway in small groups strewn here and there. The village as a whole does not look as dense and compact as the individual units out of which it is composed, but actually extends and fragments into space. This might be due to the individual nature of habitation or perhaps, more simply, to the healthy guidelines dictating the gap and distance to be

n In

alto, il nuovo museo che si inserisce nel paesaggio circostante come un elemento scultorio neutro. Sotto, particolari delle facciate esterne realizzate in cemento trattato con fertilizzanti chimici che permettono la crescita di

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kept between separate buildings for fire safety reasons. The museum also seems to have its own independent status on the landscape. Going against the wishes of certain clients, it does not attempt to set up formal relations with old buildings, but derives from a structural analogy creating correspondences with the way it interacts with nature and the landscape. The project is not based on an aesthetic sense of the picturesque or a stereotyped image of a little house resting against the cliffs. Unlike all those conventional-style buildings that follow the contours of the ground (a most reasonable way of building), the museum goes against the grain, as if to mark a change in roles due to the fact that it is itself an exceptional, unique event. It is rather reminiscent of Malaparte House and the way it rests on a rock like an animal ready to spring into the air. Tension towards the sea and interaction with the land, which here takes the form of rocks and lichens, is a synthesis of two natural elements forming the poles between which the museum is designed: on one hand a space characterised by motion and struggle, on the other a space of permanence and home. The large hall is totally projected towards the sea through a wide glass window. But the compact building form also features side openings to allow for additions at a later date. These glass partitions are protected by stratified wooden panels which, being exposed to the weather, naturally change nature as time goes by. Similarly, the large opening near the main entrance is filtered through a tissue of ferns, a traditionally popular way of thermally insulating buildings. Woven together like a basket, the ferns form an excellent wind screen. The exposed concrete on the side facades has been treated with chemical fertilisers to encourage moss and lichens to grow on the outside surface in same colour as that with which the damp sea air coats the rocks. Simple acts reflecting on the idea of nature as a design material. Here nature is not just a background for human building work, it is the material from which the architect extracts the principles underlying his design; principles which do not derive from the types and styles of traditional buildings but rather from the unchanging laws of nature and the way man has measured up to them. This is an extremely important point of view marking a tendency to interpret places in terms of both human artifice and the traces that nature has gradually engraved in stone and which we often fail to notice because they are simply all too obvious. Remo Dorigati

vegetazione. Nella pagina a fianco, la sala principale del museo che si conclude con una grande vetrata affacciata sul mare. n Top, the new museum is placed in the surrounding landscape as a neutral, sculptural element. Below, details of the exterior

facades are made of concrete whcih has been treated with a fertilizing chemical that will allow the growth of vegetation. Opposite page, the main exhibition hall of the museum, closed by the great window looking on the sea.

Credits Project: Snøhetta Principals: Craug Dykers, Christopher Kapeller, Kjetil Thorsen Partner-in-Charge: Kjetil Thorsen Design Team: Lisbeth Funk, Knut Tronstad Landscape Architects: Snøhetta: Ragnhild Momrak, Rainer Stabge

Engineering, Project Administration, Construction Management: Peter Rasmussen General Contractor: Einar Tangjerd, Kåløy, Kopervik Client/Owner/Developer: Stiftelsen Karmøy Kiskerimuseum


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Progetto: Wilhelm Holzbauer, Paolo Piva, Roberto Sordina

Archeologia creativa Revitalizing Marghera ostruire è anche un po demolire. E de-costruire la stratificazione C storico-culturale di un sito. Qualsiasi

progetto nasce dall azzeramento, dalla demolizione (teorica) di uno spazio per cogliere essenza e potenzialità del luogo e avviare un nuovo processo insediativo. Anche quando si tratta di recuperare ad altre funzioni strutture preesistenti. Come, per esempio, quelle presenti a Marghera, la zona industriale di Venezia dove è in fase attuativa un impegnativo intervento di riuso di grandi strutture industriali dismesse: il PST, ovvero il Parco Scientifico Tecnologico di Venezia. Marghera sorge in area lagunare, in cui naturalità e artificio convivono, magari lasciando sul campo morti e feriti, ma anche dando vita a scenari di grande fascino, in cui si fondono, in spericolato equilibrio, memoria geologica e modificazione dell ambiente, attuata dall uomo nel corso dei secoli. Un ambiente piatto, assoluto, separato dal cielo dal caotico skyline di ciminiere, serbatoi e quant altro forma l immaginario industriale dell alterego di ferro e fuoco di Venezia, come alcuni ottimisti a oltranza definiscono il luogo. Da anni area dismessa, con questo intervento, attuato all interno di uno dei più colossali insediamenti industriali della costa adriatica - nato nei primi anni del Novecento, grazie

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all interessamento della famiglia dei conti Volpi, la stessa cui si deve anche la creazione della Mostra del Cinema di Venezia -, Marghera può così incominciare a rinascere a nuova vita, reintrecciando un nuovo rapporto sperando sia dialettico - con la città. Un rapporto che supera quello ormai scontato di porta di accesso al territorio urbano, ritagliandosi invece quello più globale e significativo di soglia concettuale , di luogo di riflessione sul divenire della ricerca avanzata e delle nuove tecnologie produttive. L intervento fa parte del Piano di Recupero di iniziativa pubblica, predisposto per l ambito urbano compreso tra via della Libertà, via Pacinotti e via delle Industrie. Gli edifici recuperati sono ciò che rimane della quasi totalità di strutture industriali oggi esistenti in un area totalmente bonificata dell intero ambito urbano. Nell intorno poche altre preesistenze, rimaste fuori dal programma di demolizione - il Magazzino polveri di pirite, Magazzino Fertilizzanti, Torre di raffreddamento Hammon e Mensa aziendale Complessi - attendono anch esse di essere recuperate a nuove destinazioni. Il complesso, denominato Incubatore, oggetto dell intervento in questione, è costituito da più corpi di fabbrica che si susseguono per oltre trecento-

quaranta metri ed è divenuto elemento rilevante di un sito avvolto nel più fitto e importante fascio infrastrutturale di immissione a Venezia. La forma allungata dell Incubatore rivela inequivocabilmente la sua estraneità al concetto di porta urbana, che rimanda a un qualcosa di statico quale elemento separatore tra flussi dinamici di ogni genere; la mimesi tra edificio e territorio con la scia di strade e percorsi ferroviari rivela il carattere transitorio dell insieme. Transitorio ma non senza forza segnica, l Incubatore comunica infatti una forte tensione dinamica. Non che il luogo sia privo di energia, almeno potenzialmente, poiché già carico di novità architettoniche cui l Incubatore dovrà confrontarsi a breve scadenza. Non molto lontano sorgerà infatti il nuovo complesso del terminal e servizi aeroportuali progettato da Frank O. Gehry & Associates. L intervento, viste le ragguardevoli dimensioni (circa trentamila metri quadrati) e l assoluta gehrycità del progetto, sarà un fulmine a ciel sereno e anche un forte motore di rinnovamento per la città più statica del mondo. Per la nota capacità polarizzante dell architettura, il fulmine parrebbe già aver scaricato da qualche parte alcune scheggine a basso voltaggio. Per esempio, nella testata rivolta

verso est dell Incubatore, dove ai progettisti è piaciuto citare, attraverso il rivestimento in acciaio inox, le morbide superfici al titanio con cui Gehry suole rivestire le sue acrobatiche architetture. A far da contrappunto all acciaio, materiale che caratterizza un po tutto il complesso, vi sono ampie superfici di cristallo e di pietra. Una grande superficie vetrata di lastre strutturali sospese contribuisce ad alleggerire il lungo muro rivestito in beola chiara, lasciando così trasparire l attività all interno dell Incubatore dove scorre la galleria pedonale. Il percorso è caratterizzato come strada urbana privata, finalizzata a mettere in comunicazione le diverse aree del complesso con la Porta dell Innovazione La maggior parte del prospetto sud è invece tagliato dal brise-soleil che riveste tutte le superfici vetrate degli uffici. L aspetto compositivo di maggior impatto è rappresentato dalla grande terrazza e dal sovrastante portale, predisposti per consentire il passaggio del viadotto stradale destinato a congiungere la zona universitaria di via Torino con il Parco scientifico, dove sono ubicati spazi espositivi e i locali dei laboratori. Carlo Paganelli


n Nella

pagina a fianco, l area d intervento a Marghera del Piano di Recupero per la realizzazione del Parco Scientifico Tecnologico di Venezia. Posto all interno del più importante fascio

infrastrutturale di accesso alla città, il futuro PST sarà luogo di produzione innovativa e di ricerca avanzata. Sopra, la testata dell edificio Incubatore, struttura rivestita in acciaio inox della lunghezza

complessiva di circa 342 m, comprendente l ex Magazzino ceneri di pirite e i nuovi corpi di fabbrica per gli uffici e i laboratori. Sotto, vista generale dell Incubatore.

n Opposite

page, the project area in Marghera for a Redevelopment Programme designed to construct a ScientificTechnological Complex in Venice. Located inside the most important belt of

infrastructures leading into the city, the PST is planned to cater for innovative production and advanced research. Above, the top of the Incubator Building, clad with stainless steel along

its overall length of 342 metres, encompassing the old ashes Warehouse and new office and laboratory blocks. Below, general view of the Incubator Building.

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n Sopra, piante dei vari livelli dell Incubatore; sotto, sezione trasversale.

n Above, plans of the various levels of the Incubator Building; below, cross section.

uilding is also a bit like demolB ishing. It is de-constructing the historical-cultural stratification of a

site. All projects begin with the flattening or (theoretical) demolition of a space in order to grasp the essence and potentiality of the place and start a new process of settlement. Even when it is a matter of converting pre-existent structures to new functions. As, for example, those in Marghera, Venice s industrial zone, where now being carried out is a demanding operation involving the reutilization of large run-down industrial structures: the PST or scientific-technological park of Venice. Marghera rises in the lagoon area, where nature and artifice cohabit,though, perhaps, leaving the field strewn with the dead and wounded, but also creating scenery of great fascination in which, joined in precarious balance, are geological memory and the modification of the environment effected by man in the course of centuries. A flat area, absolute, separated from the sky by the chaotic skyline of smokestacks, tanks, and every other conceivable industrial form in that fire-and-iron alter ego of Venice, as some extreme optimists define the place. With this operation, carried out inside one of the most colossal industrial plants on the Adriatic coast,

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built in the early years of the twentieth century, thanks to the enterprise of the Volpi family of (the same family that created the Venice Film Festival), Marghera, for many years in a dilapidated state, can now finally aspire to a rebirth and a new life, and establish a new relationship hopefully a dialectical one - with the big city. A relationship that goes beyond the familiar one of being the doorway to the urban territory and assumes the much more global and significant one of being a conceptual threshold , a place of reflection on the future of advanced research and of new production technologies. The operation is part of a public Rehabilitation Plan prepared for the rehabilitation of the urban area situated between via della Libertà, via Pacinotti and via delle Industrie. The rehabilitated buildings now existing in a completely reclaimed zone are what remains of almost all the industrial structures of the whole urban area. Around them are only a few preexistent buildings that have remained untouched by the demolition programme - The Pyrite Warehouse, the Fertilizer Warehouse, the Hammon cooling Tower and company Messroom Complex - are still waiting to be rehabilitated for other purposes. The complex, called Incubatore, which is the object of the operation in

question, consists of a line of several buildings stretching more than 340 metres. It has become the most important element of a site in the middle of the most dense and important infrastructural strip leading to Venice. The lengthy stretch of the Incubatore unmistakably demonstrates how unrelated it is to the concept of a city gate, an idea that suggests something static, such as an element separating every kind of dynamic flux; the mimetic relationship between the building and the territory with the trail of streets and railway lines reveals the transitory character of the whole. Transitory but not without a certain strength as a sign, the Incubatore in fact communicates strong dynamic tension. Not that the place is lacking in energy, at least potentially, because it is already full of architectonic novelties that the Incubatore will soon have to engage with. Under construction not very far from it, in fact, is the new complex of air terminals and services planned by Frank O. Gehry & Associates. This operation, in view of its considerable dimensions (about 30,000 sq.m.) and the absolute Gehryness of the project, will be like a bolt from the blue and also give a strong impetus to the renewal of the most static town in the world. Owing to the well-known polarizing

capacity of architecture, the bolt seems to have already discharged a few low voltage sparks. For example, in the eastward-looking head of the Incubatore in which the planners saw fit to quote, with its stainless steel lining, the soft titanium surfaces with which Gehry usually lines his acrobatic works of architecture. Serving as a counterpoint to the steel, a material that characterizes somewhat the whole operation, are wide surfaces of glass and stone. A large surface of suspended structural glass panes helps to lighten the long wall lined with bright gneiss, in this way affording a view of the activities inside the Incubatore where the pedestrian gallery runs. The corridor is very much like a private urban street designed to put the various areas of the complex in communication with the Gate of Innovation. Most of the southern prospect, however, is cut off by sun-breakers covering all the glass surfaces of the offices. The compositional aspect with the greatest impact is the large terrace and portal above, planned in such a way as to allow the passage of the road drybridge, designed to connect the university zone in via Torino with the scientific park, where the expository spaces and the laboratory rooms are situated. Carlo Paganelli


n In

questa pagina, partito architettonico lato nord e particolari costruttivi dell attacco della vetrata strutturale sospesa. Nelle pagine seguenti, l incubatore visto dal lato degli uffici e dei laboratori con le vetrate schermate dal brise-soleil; l interno dell edificio Incubatore; particolare del corpo scale dell atrio di ingresso a tripla altezza e il ballatoio al secondo livello. n This page, architectural section on the north side and construction details of the attachment for the suspended structural glass partition. Following pages, the Incubator viewed from the offices and laboratories side, showing the glass sections protected behind shutters; inside of the Incubator Building; details of the staircase in the tripleheight entrance atrium and the balcony at the second level.

Credits Poject: Wilhelm Holzbauer, Paolo Piva, Roberto Sordina Assistants: D. Carraro, A. Candiello, S. Cosmo, M. Crosato, S. DE Anna, D, Vianello, M. Zito Engineering: Studio Tecnico Associato Turrini: G. Turrini, P. Turrini, M. Piazza, M. Turrini Plants Project: STEAM s.r.l.: M. Strada Site Management and Art direction: R. Sordina Executive Development: Studio Roberto Sordina with Dario Carraro General Contractor: Bonatti SpA Metal Framework: Bonatti SpA with Nordisa Exterior Stone Cladding: Tecodue Facade Systems and Glasses: Permasteelisa SpA Glasses: Pilkington Frameworks: Permasteelisa SpA Wall Painting: Bonatti SpA Lighting Systems: C.B.S. Impianti Elettrici Civili Industriali Flooring: Bonatti SpA with Sadi and Pirelli False Ceilings: Bonatti SpA with Sadi and Eurobase Partitions Walls: Bonatti Spa with Sadi Lifts: Fiam Mechanical Plants: Tono Impianti-Impianti Civili e Industriali Informatics and Electrical Plants: C.B.S. Impianti Elettrici Civili Industriali Security Plants: C.B.S with Cerbeus Metal Railings: G.F.L. Galiazzo Roofing: Permasteelisa SpA Waterproofing: Bonatti SpA Steel Cladding: Hedar Edilizia Metallica s.r.l. Client: Parco Scientifico Tecnologico di Venezia S.C.A.R.L.

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Nel cuore del deserto Al Jufrah Administration Centre

Progetto: B&M Architects, Devecon

za formale. Tuttavia, la composizione impostata conferisce all intero insediamento una configurazione aperta e dinamica. Questo programma, dall alto valore urbano e territoriale, per la costruzione di quattordici edifici per uffici, due edifici principali, un Centro Congressi e servizi, è stato sviluppato dallo studio B&M Architects di Helsinki. I progettisti, Bruun e Murole hanno esportato in Libia soprattutto un sistema architettonico basato sulla tradizione finlandese che conciglia fondamentalmente due aspetti: quello del controllo della scala propriamente architettonica e dell aspetto oggettuale degli edifici. Il progetto è costruito sul rapporto tra queste due strategie di sviluppo: una tesa alla definizione della forma territoriale e urbana; l altra impegnata nel disegno accurato delle qualità architettoniche. Il risultato è una corte irregolare, semiaperta su un lato, definita da una serie di moduli per gli edifici commerciali. Al centro, si susseguono una serie di volumi e tracciati che, in circolo, danno origine a una corte nella corte. Questo doppio spazio semi-chiuso è organizzato secondo una formidabile e rigorosa combinazione di elementi, prodotta da una regia fantasiosa e talentata.

sfruttando soprattutto la modellazione dello spazio connettivo della circolazione. Questa si sviluppa in un sistema di scale, terrazze, ballatoi e portici, che aggiungono possibilità di fruizione molteplici. La grande corte può così essere osservata da varie quote e in maniera dinamica. A completare il senso pubblico dell intervento, Bruun e Murole hanno intrapreso un approfondito esame delle condizioni geomorfologiche, allo scopo di progettare congruamente le rilevanti sistemazioni esterne. L uso previsto di acqua, pietra, vegetazione e illuminazione ha dovuto fare i conti con il difficile sottosuolo caratterizzato da strati di gesso e privo di strati superficiali adatti a fondazioni non complesse. Tali elementi sono pertanto stati disegnati in modo da permetterne una discreta longevità e una manutenzione accettabile. Piante, arredo urbano, tracciati e canali sono stati infine impiegati per amplificare le condizioni prestazionali di base del complesso: fornire ombra, migliorare il microclima, proteggere dal vento del deserto, controllare i riflessi e l irraggiamento solari, riflettere lo spirito pubblico libico. Alessandro Gubitosi

l progetto per il Centro Iconsiste Amministrativo di Al Jufrah nell inserimento urbano e

territoriale di un centro di servizi governativo. Il requisito nasce dalla politica di decentramento amministrativo, implementata in Libia mediante il programma della National Regional Development Policy. L obiettivo è garantire un supporto di servizi omogeneo nel territorio. Al Jufrah è una moderna oasi nel deserto, sviluppatasi, come molte altre, lungo il tracciato delle strade carovaniere. Il cuore antico di Al Jufrah segna nel deserto un ben definito perimetro quadrangolare, lievemente cruciforme. Poche geometrie essenziali disegnano una struttura urbana elementare e funzionale. L impronta territoriale del nuovo insediamento basa egualmente la propria presenza su geometrie e allineamenti essenziali. La propria dimensione su quella del nucleo antico e segna il deserto con l intersezione di due griglie ortogonali indipendenti. L asse della strada principale che dal nord raggiunge il centro della città vecchia costituisce il riferimento di orientamento principale. I singoli edifici del complesso sono razionali e quadrangolari in pianta e, analizzati individualmente, sono caratterizzati da un estrema purez-

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La suddivisione gerarchica degli edifici determina gli attributi monumentali dei pochi elementi del centro. La schiettezza formale del Centro Congressi arricchisce la composizione con un elemento dal sapore suprematista. Come è normale, il progetto nel suo complesso ha origine da una composizione di tradizioni che travalica i confini nazionali e opera una mediazione tra crescente globalizzazione da un lato e tradizione locale dall altro. Entrambi gli approcci condividono naturalmente uno studio approfondito dei sistemi urbani locali, in particolare quei dispositivi basati sulla corte che definiscono gli spazi comunitari. La protezione dal forte irraggiamento solare e dal vento sabbioso inducono all adozione di elementi come i portici e la corte stessa. Al contempo, le caratteristiche sociali della corte sono amplificate dall architettura di ciascuno degli edifici principali e dei moduli ripetitivi per quelli secondari. Gli edifici sono caratterizzati, al pari di quelli della tradizione locale, da murature molto estese e moderatamente bucate. Solo all interno della grande corte, e in ciascuna di quelle minori, i volumi sono maggiormente frammentati


n Viste notturne del Centro Amministrativo di Al Jufrah, in Libia. Il complesso che offre un supporto ai servizi governativi del territorio, ricalca nel suo sviluppo planimetrico lo schema urbanistico del centro storico di Al Jufrah, una moderna oasi svliluppatasi lungo il tracciato delle strade carovaniere.

he project for the Al Jufrah Administration Centre might T be described as the urban-territo-

rial insertion of a government services complex. The need arose following Libya s decision to decentralise its administrative services through a so-called National Regional Development Policy. The idea is to secure the same standard of services right across the country. Al Jufrah is a modern oasis in the desert, which, on a par with many others like it, grew up along an old caravan route. Al Jufrah s ancient city centre forms a clearly bounded, slightly crossshaped, quadrangular perimeter. Its simple, functional, urban layout is designed around a few uncomplicated geometric forms. The new settlement leaves its own trace on the landscape through some very elementary geometric forms and alignments. It interacts with the old city centre and marks the desert through an intersecting combination of two independent orthogonal grids. The project basically develops around the main road axis running from the north into the old city centre. The complex s various separate buildings are rationally designed in a quadrangular layout and, if

examined separately, are outstanding for their stylistic purity. On the other hand, the overall design creates an open, dynamic configuration. This building programme of great urban-territorial quality, featuring the construction of fourteen office blocks, two main buildings, a Conference Centre and general utilities, was drawn up by the Helsinki-based firm, B&M Architects. Bruun and Murole have certainly exported into Libya an architectural system based on Finnish tradition, focusing on control over both architectural scaling and buildings as objects. The project is designed around interaction between these two building strategies: one aimed at defining territorial-urban form and the other working around the careful design of architectural forms. This results in the construction of an irregular courtyard, half-open on one side, featuring a set of units for commercial buildings. A circular arrangement of structures and pathways in the centre creates a courtyard within a courtyard. This double half-closed space is organised around a wonderfully well controlled combination of elements designed with great stylistic

skill and imagination. The hierarchical ordering of buildings creates a sense of monumental proportions out of the centre s few basic elements. The stylistic simplicity of the Conference Centre adds a suprematist flavour to the overall design. As is only to be expected, the overall project draws on a combination of traditions that move beyond national boundaries, mediating between the growing phenomenon of globalisation on one hand and local tradition on the other. Of course, both approaches are characterised by in-depth analyses of local urban systems, particularly the idea of the courtyard as a means of defining communal spaces. The need to provide shelter from strong sunlight and sandy winds encourages the use of features such as porticoes and, of course, courtyards. At the same time, the social connotations of a courtyard are accentuated by the architectural design of each of the main buildings and of the reiterated units characterising the secondary structures. Like traditional local constructions, the buildings feature wide slightly perforated walls. The structures are more fragmented inside the main courtyard and all the

Nighttime views of the Al Jufrah Administration Centre in Libya. The complex, providing support for regional governmental services, incorporates the old layout of Al Jufrah in its urban scheme, creating a modern-day oasis along old caravan routes.

n

minor courtyards, notably exploiting the shaping of connective space. The circulation facilities take the form of a system of stairs, terraces, galleries, and porticoes, that can all be used for a variety of purposes. The main courtyard can be seen from various levels to create an even greater sense of dynamism. B&M Architects have carried out an extensive analysis of the geomorphological conditions to give an even greater public dimension to the entire project by designing the various external features in a congruous way. The planned use of water, stone, landscaping, and lighting, had to take into account the fact that the sub-soil contains layers of chalk while the surface layers are not really suitable for ordinary foundations. These features have therefore been designed to stand the test of time and, at the same time, to facilitate adequate maintenance work. Plans, urban furbishing, pathways, and canals, have all been used to extend the complex s basic facilities: providing shade, improving the microclimate, offering shelter from the desert winds, controlling glinting and reflections of the sun s rays, and mirroring the spirit of the Libyan people.

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Planimetria generale del complesso costituito da 14 edifici per uffici, due edifici principali, un Centro Congressi e Servizi, il tutto articolato da ampie piazze pubbliche e corti interne che conferiscono all insediamento una configurazione aperta e dinamica.

n

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Site plan of the complex constructed out of 14 office blocks, two main buildings, a Conference Centre and Utilities, all embellished with wide public square and internal courtyards that create an open, dynamic layout.

n

A - D Edifici amministrativi/ Administration Buildings E Centri amministrativi principali/ Main Administration Centres F Centro Congressi/ Conference Centre 1 Piazza principale /Main Square 2 Galleria centrale/Central Arcade 3 Centro Congressi/Congress Hall 4 Biblioteca/Library

5 Auditorio esterno/ External Auditorium 6 Torre dell orologio/Clock Tower 7 Laghetto/Water Pond 8 Parking 9 Bosco di palme/Palm Forest 10 Fortezza turca/Turkish Fortess


n Planimetria generale dell area di intervento che evidenzia la struttura urbana del territorio da cui è derivato l impianto del complesso e modello del Centro amministrativo.

Site plan of the project area showing the urban layout inspiring the layout of the complex and model of the Administration Centre.

n

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Pianta del piano terra e viste del Centro Congressi.

n

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Plan of the ground floor and view of the Conference Centre.

n


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Piante del piano terra e del primo piano degli edifici amministrativi e viste d insieme dei vari blocchi che delimitano i lati del perimetro dell area d intervento. Tutti gli edifici del complesso sono

n

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caratterizzati da un estrema purezza formale, volumi squadrati ritmati dalla presenza di zone porticate che offrono una protezione al forte irraggiamento delle ore diurne.

n Plans of the ground floor and first floor of the administration buildings and general views of the various blocks marking the boundaries of the perimeter of the project area. All the buildings belonging to the

complex are stylistically extremely pure, featuring square structures incorporating porticoed zones providing shelter against the powerful daytime sunshine.

1. Ingresso principale/ Main Entrance 2. Corte interna/Interiror Atrium Court 3. Atrio/Lobby 4. Reception 5. Caffetteria/Cafeteria 6. Ascensore e scalinata principale/ Lift and main staircase 7. Sala riunioni/Meeting Room 8. Ufficio principale/Main Office 9. Ufficio/Office

10. Bagni/Toilets 11. Cucina/Kitchen 12. Servizi/Service facilities 13. Magazzino/Store 14. Ponti in vetro/Glass-Tiled Bridge 15. Portico/Arcade 16. Cortile/Courtyard 17. Terrazza/Terrazza panoramica/ Terrace/Roof Terrace 18. Locali tecnici/Technical Room 19. Lucernario/Skylight Window


1. Ingresso principale/ Main Entrance 2. Area d ingresso/Entrance Hall 3. Atrio/Lobby 4. Reception 5. Caffetteria/Cafeteria 6. Ascensore/Lift 7. Sala riunioni/Meeting room 8. Ufficio principale/Main Office 9. Uffici/Office 10. Bagni/Toilets 11. Cucine/Kitchen 12. Servizi/Service Facilities 13. Magazzini/Store 14. Sicurezza/Security 15. Portico/Arcade 16. Cortile/Courtyard 17. Locali tecnici/Terrazza/ Terrazza panoramica/ Terrace/Roof Terrace 18. Technical Room

Piante del piano terreno e del primo piano dei Centri amministrativi principali e viste d insieme. Entrambi gli edifici si affacciano su un ampia piazza pubblica la cui

n

dimensione viene amplificata dall ordine e dalla solennità dei volumi squadrati interrotti dalle strutture porticate e da forature di dimensioni controllate.

Plans of the ground floor and first floor of the main Administration Centres and overall views. Both buildings face onto a large public square, whose size

n

is further enhanced by the order and sobriety of the square structures incorporating porticoed structures and carefully gauged perforations.

Credits Project: Arkkitehtuuritoimisto B&M, Daniel Bruun, Jussi Murole/Devecon Oy, Engineers & Architetcts Design and Project management: LT-Consultants; Pentti Murole, Markku Piispanen Archietcture: Daniel Bruun, Jussi Murole Timo patomo, Jukka Lommi, Harri Koski, Timo Vienamo, Petteri Nisunen, marja MikkolaPärnanen, Pia Kilpinen, Minna Lucander, Erja Palonkoski Furnitures: SIS-ARK Oy; Hannele HelkamaRågård Acoustics: Arkkitehtitoimisto Alpo Halme Oy Infrastructure: LT-Consultants Landascape: LT-Consultants Structures: JP-Building Mechanical: JP-Building Engineering Electrical: JP - Building Engineering Main Contractors: Building B, C and E/Yashar Öskan Contracting Company, Buildings A, C, D / Baytur Contracting Company Client: National Consulting Bureau NCB; Ali Shibani

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ssenziale, elementare al limite

E della non forma, il Théâtre de

Cornouaille si confronta con la trama irregolare, storicamente stratificata e un po caotica del tessuto urbano del centro storico di Quimper, antica città fortificata del Finistère, in Bretagna. A un primo sguardo, il nuovo teatro di Geipel e Michelin parrebbe progettato in preda a uno strano culto del cubo alquanto atipico, visti i loro trascorsi progettuali. Le architetture prodotte da questo pluriennale sodalizio franco-tedesco si è sempre distinto per altri percorsi, con edifici dalle volumetrie articolate - come, per esempio, quella destinata ad attività legate alla multimedialità ( Organismo multimediale , l Arca 108) - ma anche per le turgide strutture pneumatiche (vedi, per esempio, Riutilizzo di un monumento , l Arca 30). In realtà non si tratta di un improvviso e immotivato cambio di poetica, ma di stretta coerenza al tema di progetto: l understatement formale dell edificio serve, infatti, a dare massima evidenza alla sua energia comunicazionale verso l esterno, a creare spettacolo prima ancora che all interno del teatro verso la scena urbana. L esile struttura reticolare della fronte principale funge da display per il lettering degli spettacoli in programmazione. Rivive così la me-

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moria delle sale cinematografiche americane dei primi anni del Novecento, scenografate all esterno con gigantesche immagini prese dai fotogrammi dei film. In questo caso rivive però con un altro spirito. Sì, perché Geipel e Michelin si sono tenuti lontani anni luce dagli splendori graficopittorici di quegli anni. Hanno, come dire? scritto un testo di ferro, legno e calcestruzzo. Alla francese. Ovvero, adeguandosi al linguaggio attualmente diffuso tra gli architetti d Oltralpe più cool del momento come Patrice Warnant, Francis Soler ma anche Bertrand Bonnier e Philippe Gazeau. L intervento è inserito in area ZAC (Zone d Aménagement Concerté) che prevede la formazione di una nuova piazza, con conseguente estensione della zona pedonale del centro storico della città. Inaugurato nel 1998, il teatro sorge al centro di un sito - un tempo occupato da una vecchia caserma dismessa - di particolare destinazione culturale dove sono presenti l Ecole des Beaux-Arts, il Centre d Art Contemporain e la futura mediateca, la cui costruzione è legata a un concorso bandito nel 1999. La centralità del complesso, e l obiettivo di creare un nuovo spazio d aggregazione, ha indotto i progettisti a ideare una struttura fruibile in tutti i suoi quattro lati. Il coinvol-

gimento con l intorno è totale e avviene attraverso attività integrate nell edificio stesso, che accoglie una libreria, un bar, un negozio e alcuni spazi per attività bancarie. Racchiuso nel suo costume finto povero di legno, ferro e calcestruzzo, il Théâtre de Cornouaille recita una sua parte nel contesto urbano. E un po come un attore, è insomma un organismo architettonico con più identità. L edificio è infatti caratterizzato da un accentuato dualismo concettuale - anche se perfettamente organico all insieme espresso in un nucleo centrale monolitico (la sala) attorniato da una struttura flessibile (il sistema pilastro-trave), in grado di ampliarsi o modificarsi. Al centro del complesso si erge il grande volume in calcestruzzo un parallelepipedo che misura metri venticinque per quarantacinque per venti - dove trovano posto la sala di settecento posti, la sala prove e il graticcio per la movimentazione degli elementi scenografici. Cuore del complesso, la sala (ideata secondo la concezione sei-settecentesca del teatro all italiana) è suddivisa in due parti: la platea, di cinquecentoventi posti, e la balconata di centottanta posti. La notevole apertura del boccascena (che può raggiungere i diciotto metri di luce, ma anche ridursi fino

alla dimensione per il monologo) permette al teatro di mettere in scena spettacoli di prosa ma anche musicali. Pensato come una macchina per lo spettacolo - basti pensare alla particolare cura del controllo dell acustica attuato attraverso un sistema di alette mobili, posizionato sulle pareti laterali della sala -, il nuovo teatro è stato concepito anche come una struttura urbana compatibile con il metabolismo della città. Una città che, nonostante le ridotte dimensioni (conta circa sessantamila abitanti), non è esente dalla pressione del traffico veicolare. Nel sottosuolo, proprio sotto al teatro, è stato ricavato un parcheggio, direttamente collegato con il foyer, in grado di accogliere circa quattrocentocinquanta auto. Alla ricerca di più strette connessioni con la città, anche quelle più intime, come la sua storia geologica, il Teatro è stato costruito impiegando calcestruzzo nel cui impasto sono stati inseriti frammenti di materiale locale, essenzialmente granito, evidenziato in superficie attraverso una leggera sabbiatura. Unica licenza poetica, in deroga al genius loci, il diffuso impiego di un legno tropicale come l ipé, idoneo per resistere al clima marino senza trattamenti speciali. Carlo Paganelli

Hervé Abbadie

Dualismo concettuale Théâtre de Cornouaille

Progetto: LABFAC Finn Geipel, Nicolas Michelin


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Nelle pagine precedenti, planimetria generale e veduta laterale del Théâtre de Cornouaille a Quimper, in Bretagna. Sopra, piante e sezione longitudinale. Nella pagina a fianco, la fronte principale affacciata

n

ssential, and elementary almost

E to the point of formlessness, the

Théâtre de Cornouaille contrasts with the irregular, historically stratified and somewhat chaotic scheme of the urban fabric of the old town centre of Quimper, the fortified town of Finistère, in Brittany. At first sight, the new theatre built by Geipel and Michelin would seem to have been planned under the influence of a rather unusual and strange cult of the cube , to judge from their past projects. The works of architecture produced earlier by this longstanding Franco-German collaboration were marked by quite different architectonic directions, with an articulated disposition of volumes - as for example, the building designed for multimedia-related activities (see Métafort d Aubervilliers in l Arca no.108) - but also characterized by some turgid pneumatic structures (see, for example, The Nîmes Arena for All Seasons , in l Arca no.30). Actually, however, this theatre by no means represents some sudden and inexplicable change in their poetics, but rather a close adherence to the theme of the project: their formal understatement of the building, in fact, serves to give the greatest emphasis to its communicative thrust towards the exterior, to create a show for the urban scene even before the one going on inside the theatre. The slen-

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der reticular structure of the main front, in fact, acts as a sort of display for the individual items on the programme. This brings back memories of the American motion picture theatres of the early twentieth century, with huge front-of-theatre scenes taken from photograms of the films being shown. In this case, however, they are revived in quite a different spirit, for Geipel and Michelin are light-years away from the graphic-pictorial spendours of those times. They have, so to speak, written a text of iron, wood, and concrete. With a French accent. That is, by adapting themselves to the particular idiom now widely used by the coolest transalpine architects of the moment, like Patrice Warnant, Francis Soler, but also Bertrand Bonnier and Philippe Gazeau. The operation was carried out in a ZAC area (Zone d Aménagement Concerté), which provides for the creation of a new square, with the consequent extension of the pedestrian area of the old town centre. Inaugurated in 1989, the theatre rises in the centre of a site - once occupied by an old run-down barracks - particularly given over to cultural activities, where one finds l École des Beaux-Arts, the Centre d art contemporain and the future mediathèque, whose construction

sulla piazza. Previous pages, site plan and side view of the Théâtre de Cornouaille in Quimper, Brittany. Above, plans and longitudinal section. Opposite page, the main front facing the square.

n

awaits the results of competition announced in 1999. The centrality of the complex, and the objective of creating a new point of aggregation, induced the planners to conceive a structure open to use on all four sides. Its involvement with the surroundings is total and it is achieved through activities integrated with the building itself, which accommodates a bookshop, a bar, another shop and a few spaces for banking activities. Dressed in its sham-poor costume of wood, iron and concrete, the Théâtre de Cornouvaille plays a part in the urban context. Very much like an actor, it is an architectonic organism with several identities. In fact, the building is characterized by an accentuated conceptual dualism - although it is a perfectly organic part of the whole - expressed in a monolithic central nucleus (the auditorium) surrounded with a flexible structure (the pilaster-girder system) that can be expanded and modified. Rising at the centre of the complex is a large volume of concrete - a parallelepiped measuring 25x45x20 metres - where one finds a 700-seat auditorium, a rehearsal room, and the machinery for moving stage sets. The heart of the complex, the auditorium (conceived along the lines of the seventeenth and eighteenth century concept of the Italian theatre) is divid-

ed into two parts: the stalls, with 520 seats, and the dress circle with 180. The considerable opening of the proscenium (which can provide as much as 18 metres of lighting, but can also shrink to the dimension needed for a monologue) enables the theatre to stage both plays and musical shows. Conceived of as a machine for shows - one need only consider the great care dedicated to acoustics by means of a system of mobile acoustical correction panels set on the side walls of the auditorium - the new theatre was also ideated as an urban structure compatible with the metabolism of the town. A town which, despite its modest size (about sixty thousand inhabitants), is not immune to the pressure of motorized traffic. Built underground, just below the theatre and directly connected with the foyer, is a parking area for about 450 cars. In the quest for closer connections with the town, even as close as its geological history, the Theatre was shaped with a concrete mixture including fragments of local materials, essentially granite, enhanced on the surface by light sandblasting. The only instance of poetic license, as an exception to the genius loci, is the general use of a heavy tropical wood like jiqui which offers excellent resistance to a sea climate and requires no special treatment. Carlo Paganelli


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Nella pagina a fianco, veduta laterale del complesso. Il teatro è composto da una struttura in calcestruzzo, da pannellature in legno e da griglie e strutture in acciaio inox. Sotto la sala, impostata secondo gli schemi del teatro all italiana, composta dalla platea con 520 posti e dalla balconata con 180 posti. A fianco, particolare dei percorsi interni, realizzati con una struttura in calcestruzzo. n Opposite page, side view of the complex. The theatre is constructed out of a concrete structure, wooden panelling and stainless steel grids and frames. Below the hall, which is built like an Italian theatre featuring 520 seats in the stalls and 180 in the circle. Left, detail of the interior paths realized on a concrete structure. n

Credits Project: Finn Geipel, Nicolas Michelin LABFAC Project Manager: A. Jhonson, Site Management: M. Deplace Project Team: N. Boudier, C. Trétout, M. Debreczeny Structures: Batiserf Plants Fluides: Tata et Elec (Fluides) Stage-designing: T. Guignard Acoustics: Peutz et Associés Construction Site: Sobretec Programm: ABCD General Contractor: GTB, Grand Travaux de Bretagne Main Contractors: Le Pape, Soletanche, GTB, Deky, Cruard et SEO, IPC, Serrurerie Brestoise, CFA, EPBC, Techaudio et ADB, Azur Scénique, Rineau et CSO, Sneef et ETDE Client: Ville de Quimper Direction Générale des Bâtiments, Espaces Vertes et Matériels

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Nuovi paesaggi Infrastructural Landscape

straordinario come attraverso E un intervento all apparenza semplice e strettamente funzionale,

quale la realizzazione delle barriere autostradali, si possa arrivare a risultati così ricchi di valori poetici e paesaggistici simili a quelli raggiunti da Manuelle Gautrand nel suo recente lavoro ultimato lungo l autostrada A6 nel Nord della Francia sul tratto Abbeville NordBoulogne. La precisazione del luogo è fondamentale per capire la logica dell intero progetto ma, anche, perché suggerisce un invito al viaggio in questa bella regione dove sarà possibile verificare in sito l originalità e la freschezza delle cinque barriere che ritmano il percorso autostradale. Bisogna riconoscere che nella riqualificazione del paesaggio delle infrastrutture, la Francia in questi anni recenti ha impegnato parecchie energie dando una svolta alla trasformazione dell immagine del territorio. All intelligenza ingegneristica si affianca una maggior sensibilità verso i valori plastici, poetici e paesaggistici dei vari interventi che scandiscono le tappe del viaggio con segni riconoscibili ed emblematici dell epoca contemporanea. Architettura e ingegneria trovano, per esempio, un felice connubio nella

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struttura strallata di Marc Mimram realizzata per la barriera des Eprunes a Montereau-sur-le-Jard sull autostrada A5 (l Arca 96), mentre la riuscita sinergia tra lo studio di architettura Arteo, l ingegneria di Arcora e il paesaggista Méristème, è confluita nella morbida onda in tensostruttura disegnata dalla barriera di Cabariot sull A837 (l Arca 128). Diverso è l approccio della giovane Gautrand che trasfonde in questo progetto una poetica giocata sulle suggestioni che derivano dall incontro tra la materia, la luce e i colori. Amo procedere come uno scultore poiché mi approprio della materia e dei colori cercando di dare un senso e un po di sogno al mio lavoro , e la volontà di trasgredire alla banalità e al grigiore che caratterizzano i paesaggi autostradali è stata la molla che ha indirizzato il progetto in direzione di una appropriazione del mondo delle sensazioni e delle armonie proprie del paesaggio naturale. Un paesaggio sicuramente ricco e articolato che alla campagna alterna il mare, la collina e i parchi protetti e dove la progettista si inserisce con delicatezza ed eleganza cogliendo le singole peculiarità per caratterizzare ogni intervento e infondere in ogni porzione

d autostrada uno spirito diverso, nel contempo innovatore e fuori dalle mode per restare perenne . Il comun denominatore che dà forza e unitarietà alle cinque stazioni di pedaggio è costituto da una sottile e aerea pensilina inclinata in vetro temperato, stratificato e serigrafato che, come una continuazione naturale del paesaggio, ne ricongiunge i due lembi incisi da una sorta di ferita praticata dall autostrada e riporta alla memoria del viaggiatore la natura originaria del luogo. Sorte di schermi giganti e multicolori tesi sopra all autostrada, le cinque tettoie differiscono l una dall altra diventando un tutt uno con il proprio contesto. La struttura portante si inserisce con estrema discrezione completamente sviluppata sopra le superfici di vetro per privilegiare le suggestioni dei piani serigrafati. Ai confini tra paesaggio e architettura, il progetto fa proprie le tecnologie più avanzate nella lavorazione dei materiali per trasferirle in un nuovo segno che si rapporta alle dimensioni infinite della natura. Le immagini serigrafate sulle tettoie riprendono le caratteristiche della singole realtà regionali: campi di grano e papaveri per Abbeville, foreste ispirate a quella di Crécy a Côté-Picard, paesaggi marittimi a Etaples/Le Touquet, differenti

Progetto: Manuelle Gautrandro

coltivazioni a Neuchatel/Hardelot e coloratissimi campi di colza a Boulogne Sud. Le foto dei diversi paesaggi vengono ingrandite, sovrapposte e accostate alla struttura delle tettoie e lavorate sui pannelli di vetro che viene smaltato e cotto a una temperatura di circa 1000 °C e successivamente stratificato. Le vetrate così ottenute, che assicurano proprio per l elevata temperatura a cui sono state sottoposte una completa tenuta dello smalto e quindi la quasi perennità della texture, sono sospese a una struttura secondaria tramite pinze a forma di foglia appositamente disegnate. Anche gli edifici adibiti ai servizi tecnici e di sorveglianza sono concepiti come una parte del paesaggio. Completamente ricoperti di verde, riprendono l andamento del terreno attraverso le coperture piantumate mostrando solo una facciata che alterna vetro a parti in cemento lavorato con inserti di vegetali ingranditi e poi trattato con colorazioni grigio-verde. Piccoli e tondi, colorati in modo diverso a seconda delle aree di servizio, i blocchi dei bagni danno un tocco scanzonatorio e gaio a ogni intervento senza scalfire la forza linguistica e la carica persuasiva ciascuna delle stazioni di pedaggio. Elena Cardani


La barriera autostradale di Abeville che fa parte dei cinque interventi realizzati sull autostrada A6, nel Nord della Francia sul tratto Abeville Nord - Boulogne. L immagine delle cinque barriere è declinata come una variazione percettiva di una stessa struttura di base. Le tettoie inclinate

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riportano su una superficie in vetro stratificato, le riproduzioni dei paesaggi limitrofi così da porsi come elemento di continuità con il paesaggio circostante. In questa pagina particolari della tettoia che riproduce i campi di grano e paveri tipici della regione e i corpi dei servizi.

t s extraordinary how such rich Iachieved and poetical scenic features can be through something so

apparently simple and strictly functional as the realization of expressway tollgates. In fact, this is proved by the work Manuelle Gautrand recently carried out along the A6 expressway in the North of France, on the stretch Abeville Nord Boulogne. The exact site is fundamental to understand the logic of the entire project, also because it provides an incentive to travel through this beautiful region. Here we will be able to verify the originality and freshness of the five tollgates that rhythmically follow the expressway route. We must recognize the fact that in recent years France has put a lot of effort into the requalification of the infrastructural landscape. The country has had an important role in the transformation of our idea of the territory. Engineering intelligence is coupled with an increased sensibility towards the plastic, poetic and scenic values of the various instances of architectural work that beat out the rhythm of the journey through certain areas of France, with recognizable and emblematic signs of the contemporary era. For instance, architecture and engineering find a happy coalition

The Abeville motorway barrier, one of the five projects along the A6 Motorway along the Abeville North-Boulogne section in the north of France. The five barriers are designed to look like a percpetual variation on the same basic structural theme. The sloping roofs reflect the surrounding

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in Marc Mimram s supporting structure for the tollgates des Eprunes a Montereau-sur-le-Jard on the A5 expressway (l Arca 96). Another example is the synergy achieved among the Arteo architectural studio, Arcora engineering and the landscapist Méristème, which together created a tensile structure resembling a flowing wave, designed for the Cabariot tollgate on the A 837 (l Arca 128). With her youth, Gautrand has a different approach that imbues the plan in question with a poetics which uses the suggestions coming from the union among matter, light and colors: ÒI love working like a sculptor, because I take possession of matter and colors, and try to give a meaning and a dreamlike quality to my work.Ó The designerÕs need to infringe the banality and grayness that characterize expressway landscapes led her to plan the work through an appropriation of the world of feelings and harmonies that belong to the natural scenery. A rich landscape, undoubtedly, which alternates the country with the sea, hills and protected parks, and where the designer enters delicately and with elegance, catching the single features to give a special character to each of the tollgates. She infuses a different spirit into each part of the expressway, a spir-

countryside on a layered glass surface, creating a sense of continuity with the local neighbourhood. This page, details of the roof, reproducing the corn and sedge fields typical of this region, and utilities.

it that is both innovative and far from the current trends, so that it can live forever. The common denominator that gives strength and unity to the five tollgates is constituted by a thin, ethereal, slanting canopy in tempered, laminated and screen-printed glass. Like a continuation of the natural scenery, the canopies reunite the two edges of the landscape, cut apart by a sort of wound inflicted by the expressway, and bring the original nature of the area back to the traveler s mind. They are like giant, multicolored screens stretched over the expressway. The five canopies differ from each other, becoming a part of their own context. The bearing structure is introduced very discretely, being totally built above the glass surfaces, to emphasize the effect produced by the screen-printed sheets. On the boundary between the landscape and architecture, the plan uses the most advanced technologies for working the materials; these technologies are transferred into a new sign, related to the infinite dimensions of nature. The screen-printed pictures on the canopies pick up the characteristics of the individual regional features: cornfields and poppies from Abbeville, forests inspired to the one in Crécy a Côté-Picard, seascapes

from Etaples/Le Touquet, different tillage in Neuchatel/Hardelor and multicolored rape fields from Boulogne Sud. The pictures of the various landscapes are enlarged, superimposed and drawn towards the canopy structures. They are then printed onto the glass panels, which are enameled and heated at a temperature of about 1000ºC, and subsequently laminated. Due to the high temperatures they are subject to, the glasses thus achieved ensure that the enamel used for the decorations is extremely durable, and thus guarantee an almost perennial texture. The sheets are then suspended upon a secondary structure with the aid of leaf-shaped pincers, purposely designed for the panels. The buildings for the technical and control services are also conceived as a part of the landscape. They are totally covered in greenery, and resume the trend of the land through their grass-clad roofing, showing only one face that alternates glass to cement worked with enlarged greenery and subsequently treated with greenish-grey colors. The toilet units are small and round, in different colors according to the different tollgates. They give an unconventional touch to each tollgate, without affecting the linguistic strength and the persuasive character of each work.

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La barriera in corrispondenza di Côté Picard ispirata alla foresta di Crécy contigua all austostrada. Le tettoie, sostenute da una struttura posta al di sopra della superficie vetrata per privilegiare l immagine impressa, sono realizzate con un complesso in vetro temperato e stratificato con impresse le serigrafie a smalto in tricomia.

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The barrier near Côté Picard inspired by Crécy Forest by the motorway. The roofs, held up by a structure placed above the glass surface to enhance the image, are made of a complex of reinforced, layered glass imprinted with trichrome enamel serigraphs.

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A destra e in basso, il blocco dei servizi e particolare della tettoia in corrispondenza della barriera di Etaples/Le Touquet che si ispira al paesaggio marittimo e al suo sistema di maree. In basso, a sinistra,

particolare del blocco dei servizi a Neuchatel/Hardelot e, a destra, l unità dei sanitari a Boulogne. I due moduli, uomini e donne, sono uniti da una doppia parete in cemento che racchiude i locali tecnici.

Credits Project: Manuelle Gautrand & Associés Project Manager: JF Authier Engineering glass roof: N. Green & A. Hunt Ass. Engineering Buildings: Technip TPS Photos for silk-screen printing on glass: Photothèque Sunset Office of Control: CEP Main Contractors:

Dumez EPS (Building and VRD), Construction Métalliques Tourangelles (structure glass roof) Main materials: Saint- Gobain Vitrages, Pieri, Composite Plastic de Bretagne, Everlite, Philips Client: Société des Autoroutes du Nord et de l Est de la France (SANEF), Scetauroute

Right and bottom, the utilities block and detail of the roof near the Etaples/Le Touquet barrier, inspired by the seascape and its marine system. Bottom, left, detail of the utilities block at Neuchatel/Hardelot and,

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right, the rest rooms at Boulogne. The two units (for men and women) are joined together by a double concrete wall housing the technical facilties.

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Michael Reish

Arte e scienza Ludwig Galerie, Oberhausen

Progetto: Eller+Eller Architekten

berhausen è una città della repubblica federale tedesca nella O Renania settentrionale, dove gli

architetti Eller + Eller di Düsseldorf hanno progettato e poi realizzato l ampliamento di un vecchio castello situato alla periferia della città, sulla riva sinistra del Reno, di fronte a Duisburg. Oberhausen è un importante centro commerciale con importanti industrie chimiche, fabbriche della porcellana e metallurgiche, che sfruttano le vicine miniere di carbone; questo può dare un idea della cultura del luogo tesa alla tecnologia e al processo produttivo. Fatto non trascurabile, questo, che permette di capire l influenza dei comportamenti operativi nei confronti di questo progetto. Il castello, distrutto durante la seconda guerra mondiale e ricostruito negli anni Sessanta, oggi è la sede della Ludwig Galerie , che è anche sede di mostre, di un vero e proprio museo con annessi spazi commerciali, di un ristorante, il tutto contornato da un giardino che ben si adatta per cerimonie di rappresentanza, matrimoni etc. La necessità di ampliare lo spazio è dovuta all incremento delle funzioni sociali cittadine ed è la ragione principale che ha dettato la progettazione degli architetti Eller+Eller. In effetti, il tema principale è stato anche quello di unire in modo

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continuativo il vecchio castello che ben rappresenta e racchiude elementi legati alla tradizione del luogo. Questo connubio ha condizionato in modo sostanziale la costruzione; con un racconto contemporaneo e tecnologicamente avanzato ha suggellato l unione fra modernità e storia. Arte e scienza sono il filo conduttore di questo intervento che non trascura nessun passaggio formale e funzionale relativi a uno spazio di questo tipo. Tecnica costruttiva, logiche tecnologiche, precisione nell edificazione ma, soprattutto, una grande attenzione al rispetto della tradizione tedesca. La tecnologia, la tecnica e la meticolosità della microprecisione teutonica è raccontata in questo spazio trasparente ed è descritta quasi in modo religioso . Appare immediato il modello di riferimento al Palazzo di Cristallo di Joseph Paxton per l Esposizione Universale di Londra del 1851 dove, così come nel castello di Oberhausen, ogni elemento materiale si dissolve nell atmosfera. Scienza e arte hanno lo scopo comune di leggere la realtà, sia che questa sia rappresentata dalla tradizione, sia che rappresenti l intelligenza dell uomo attraverso il suo fare. Il tecnicismo, nel suo modello meccanicistico della realtà newtoniana, è sempre stato fallace. Proprio il tecnicismo è da non

intendere come se fosse una cattiva scienza ma come una fiolosofia e, ancor meglio, come una sorta di poesia. In effetti Goethe aveva ragione nel dire che avrebbe voluto una scienza a misura d uomo. Ecco come questo progetto si misura con l uomo e con la sua etica. Ecco perché gli architetti Eller+Eller sono stati capaci di descrivere, usando proprio la trasparenza, sia la funzione che il rapporto travagliato che Oberhausen ha avuto con la sua storia. E come se il progetto fosse in grado di raccontare la diversità fra la teoria della luce di Goethe, fondata su una intensità poetica, tale da renderla persuasiva, e quella sbagliata di Newton, se considerata dal punto di vista della scienza ottica e della teoria della percezione gestaltica. Ecco come diventa persuasiva, oltre ogni tipo di politica, l architettura della Ludwig Galerie di Eller+Eller: un architettura che si pone oltre la scienza, o meglio oltre la scienza attuale, che si confronta con la tencologia moderna. Il progetto è come si allontanasse dal tradizionale modo di apparire dell architettura, sforzandosi di dimostrare che non vi è più molto di rilevante da scoprire sull attuale architettura. Il rapporto fra il nuovo volume e lo stile della vecchia costruzione è una ferma dichiarazione dell evoluzione che ha avuto lo spazio e

il suo modo di definirsi. Tecnica e qualità dei nuovi materiali hanno fornito un altro modo di esprimere il volume architettonico. La sensazione di completezza che questo progetto emana, quella staticità, quella luminescenza, quel senso di entità storica, sembra riposino nella geometria di questa costruzione e sembra, anche, che non siano reperibili altrove. Non si può, ogni volta che si progetta, ricordare tutta la storia dell architettura e tanto meno dove questa tende a dirigersi in ogni momento; questo progetto è come se esprimesse un durante che delinea lo sgangherato circo dei giorni che passano e che, però, cerca di definire in un evento capace di fissare in modo temporale le funzioni portate dalla ripetitività comportamentale. Nell architettura, e in questa in modo particolare, come nella poesia, come in un quadro, in una sonata, il cerchio si chiude e la forma trionfa. La Ludwig Galerie testimonia il continuum col quale si deve confrontare il progetto architettonico e in quale modo deve trovare delle risposte nel confrontare modernità e tradizione. Eventi forti, tematiche complesse ma, soprattutto, forme d architettura, espresse nel loro contenuto e nella loro fattura, che denunciano un atto formale: nonostante ciò, le desideriamo. Mario Antonio Arnaboldi


n Nella pagina a fianco, l ingresso e, sotto, la facciata che si apre sulla corte interna della Ludwig Galerie inserita nelle Castello di Oberhausen.

berhausen is a German city in O the northern Rhineland, where the architects Eller + Eller from

Düsseldorf have designed and subsequently built an extension to the old castle in the outskirts of the city, on the left bank of the Rhine opposite Duisburg. Oberhausen is an important business centre whose big chemical industries and porcelain-metallurgical plants exploit nearby coal mines; this is the key to local culture based on technology and manufacturing. This is also a crucial factor in understanding the influence of certain behavioural patterns on this project. The castle, which was destroyed during the IInd World War and then rebuilt in the 1960s, is now the home of the Ludwig Gallery , which also houses exhibitions in a real museum with its own shops and restaurant surrounded by a garden ideal for holding receptions, weddings and other functions. This space needs to be extended to cater for a growing number of city social functions and is the main reason behind the project devised by the architects Eller + Eller. The basic design was in fact developed around the idea of unify-

ing the entire castle that physically embodies and encloses various aspects of local tradition. Embodiment and enclosure dictated the basic design that brought together modernity and history through a technologically advanced, cutting-edge architectural narrative. Art and science run right through a design that exploits every possible formal-functional aspect of this type of space. Construction technique, technological logic, building precision and, above all, great respect for German tradition. Technology, technique, and meticulous Teutonic precision of microscopic proportions are almost religiously interwoven in this transparent space. The Crystal Palace designed by Joseph Paxton for the World Fair held in London in 1851 can instantly be recognised as the inspiration behind the project. Just like Oberhausen Castle, every single piece of the Crystal Palace seems to vanish into thin air. Science and art share the common purpose of reading reality, either as it is embodied in tradition or as a physical representation of human intelligence. Technicalism mechanistically moulded to Newtonian reality has always been

fallacious. It ought to be treated as philosophy or, better still, as a form of poetry, rather than just bad science. Goethe was quite right to talk about human-friendly science. This project is indeed geared to people and human ethics. The architects Eller + Eller have managed to use transparency for both functional purposes and to narrate Oberhausen s complicated historical background. It is almost as if this design were portraying Goethe s theory of light, based on intense poetic foundations that make it highly persuasive, and Newton s own theory, which is actually wrong if viewed in terms of optics and Gestalt theories of perception. Allegiances aside, Eller +Eller s architecture for Ludwig Gallery is most persuasive: architecture that moves beyond science, or rather present-day science, to interact with modern technology. Distancing itself from conventional architectural appearances, the project strives to point out that there is very little of any great importance to be discovered in current architecture. The way new forms relate to old building style is a powerful statement of developments in space and how it is shaped.

Opposite page, the enetrance facade and, below, the facade looking on the interior court of the Ludwig Galerie, realized at the Oberhausen Castle.

n

Technology and high-quality materials have provided an alternative way of creating architectural structure. The feeling of completeness given off by this project, its staticity, luminosity, and sense of being an historical entity, seem to lie in the building s geometrical proportions and are certainly hard to find in other designs. Of course not every new project can narrate the entire history of architecture or its general tendencies at any given moment; this project seems to create a sense of duration , bringing out the bewildering procession of passing days that it tries to condense into an event capable of giving temporal form to the functions deriving from repetitive behavioural patterns. In architecture (particularly of this kind), as in a poem, painting or sonata, the circle is eventually closed and form triumphs. Ludwig Gallery epitomises the continuum which must be used to confront architectural design in order to find a way of bringing together modernity and tradition. Powerful events, complicated issues and, above all, forms of architecture of great style and content showing evidence of formal articulation: the kind we are looking for.

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L atrio di ingresso a tutta altezza, con le strutture in metallo a vista, è completamente vetrato e mantiene così un rapporto diretto con il castello. n The full-height entrance hall, with exposed metal structure is completely galzed, maintaining in this way a direct relationship with the old castle. n

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Sotto, sezione trasversale con lo studio per il sistema di aerazione delle sale espositive. A destra, esploso assonometrico.

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Below cross section with the diagram of the airconditioning system of the exhibition halls. Right, axonometric blow out.

n

1. Raffreddamento ad acqua/ Water cooling 2. Scarico dell aria/Air drainage 3. Estrazione del calore/ Heat extraction 4. Sistema di riscaldamento delle sale espositive/Heating system of the exhibition halls 5. Sistema di riscaldamento della parte vetrata/Heating system of the glazed atrium 6. Regolazione riscaldamento delle singole sale/Heating regulation of single exhibition hall 7. Regolazione velocità ventilatore/ Regulation of fan speed 8. Raffreddamento acque sotterranee/Underground waters cooling

Credits Project: Eller+Eller Architekten: Fritz Eller, Philipp Eller, Erasmus Eller Project Manager: Ferdinand Graz Site Manager: Peter Weber Collaborators: JochenSchmitges, Eva Höffmann, Andreas Polzer Client: Schloss Oberhausen

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Sotto al prato Nursery School in Munich getazione intensiva secondo il programma di architettura del paesaggio di Adelheid Schönborn. Solo la facciata esposta a sud rimane libera: completamente vetrata, in tutta la sua lunghezza e altezza, costituisce un elemento essenziale per lo stretto volume dell asilo. La luce naturale penetra e si staglia contro gli articolati volumi interni, conferendo particolarità agli spazi comuni e lasciando più intimi quelli di collegamento che si trovano distribuiti dietro un muro che segue l andamento dei contorni dell edificio stesso e che vengono illuminati di luce riflessa e di luce proveniente dai lucernari a pozzo. I servizi e gli altri spazi tecnici sono concentrati nella parte esposta a nord dell edificio, completamente interrata. La facciata vetrata, appositamente inclinata per ricevere nel migliore dei modi i raggi del sole,

uando la Parrocchia della Chiesa della Trinità commisQ sionò la costruzione di un piccolo

asilo, ci si pose immediatamente il problema di come costruirlo senza intaccare l idilliaco giardino che circonda la chiesa. L edificio sacro, infatti, pur trovandosi in una zona urbana residenziale di Monaco di Baviera, situata tra la Ismaningerstrasse e la Merzstrasse, è circondato da un bosco con imponenti alberi. La soluzione trovata dall architetto Wolf Eckart Lüps insieme ai collaboratori Peter Megele e Michael Klose è consistita nell inserire il volume dell asilo a un livello inferiore rispetto a quello della chiesa, coprendolo con un manto verde. L edificio, la cui pianta dai contorni organici segue naturalmente la disposizione soprastante degli alberi del giardino, è completamente coperto da ve-

crea un intenso rapporto tra interno ed esterno. Dall interno, i bambini possono vedere il giardino organizzato proprio dirimpetto all asilo, con una parte a verde, un orto e una zona gioco con scivolo e vasca di sabbia. Dall esterno, si vedono le aule per il gioco e l insegnamento e l ampia sala multiuso. Gli spazi interni sono organizzati a seconda delle funzioni didattiche e ludiche e sono stati discussi e organizzati in stretta collaborazione con l organico degli insegnanti al fine di creare un ambiente che stimolasse la personalità dei bambini. Il linguaggio degli spazi interni doveva infatti distinguersi da quello degli spazi domestici come la cameretta o il soggiorno, pur mantenendo una dimensione adatta ai bambini: per questo è stato realizzato un soppalco con una scala a misura di bambino e le pareti divisorie sono state attrezzate per il gioco.

Dal punto di vista acustico, pur non essendoci strade trafficate nelle vicinanze e trovandosi in un quartiere residenziale, ogni problema di rumore è stato attutito grazie all interramento quasi totale dell edificio, alla disposizione del soppalco e di una installazione a vela al soffitto dell aula 1. All esterno, la vegetazione e gli imponenti alberi sembrano fungere da corona alla facciata sud completamente vetrata sul lato di ingresso dell asilo. Invece, i visitatori della chiesa non vedono il corpo dell edificio dell asilo né l ingresso dei bambini agli spazi interni. Dal bosco retrostante la Chiesa della Trinità si possono infatti vedere solo i lucernari a pozzo: quattro cilindri inclinati secondo le regole della ricezione solare, la cui superficie esterna è rivestita da un mosaico di ceramica colorata. Rossella Mombelli n The

green roof of the nursery school of the Trinity Parish Church in Munich, with the three skylight wells for the natural illumination of the interiors emerging from the roof/garden. Opposite page, from top to bottom, site plan, cross section and plan of the ground floor.

Hans Engels

n La copertura vegetale dell asilo della Parrocchia della Chiesa della Trinità a Monaco di Baviera con i tre pozzi per l illuminazione naturale interna che emergono nel giardino/tetto. Nella pagina a fianco, dall alto in basso, planimetria generale, sezione trasversale e pianta del piano terra.

Progetto: Wolf-Eckart Lüps, con Peter Megele e Michael Klose

hen Trinity Parish Church W commissioned the construction of a small nursery school, the

first question to be posed was how to build it without in any way spoiling the idyllic garden around the church. Despite being situated in a residential neighbourhood of Munich, Bavaria, this place of worship is surrounded by a wood of tall trees. The architect Wolf Eckart Lüps and his assistants Peter Megele and Michael Klose opted for the idea of setting the nursery school building at a lower level than the church, covering it with a layer of grass. The building, whose organically-bordered site plan naturally follows the layout of trees in the garden above, is completely covered with thick vegetation in accordance with Adelheid Schönborn s 70 l ARCA 138

landscaping scheme. Only the facade facing south is left clear: clad with glass across its entire width and length, it is an essential part of the slender nursery school building. Natural light flows in and stands out against the fancy interiors, characterising the communal spaces and creating more privacy for the corridors hidden behind a wall running along the building contours. These corridors are lit by reflected light and light coming from the skylight wells. The utilities and other technical spaces are concentrated in the part of the building facing north, which is entirely beneath ground level. The glass facade, carefully inclined to take in as much sunlight as possible, creates close bonds between the inside and outside. From the inside the children

can see the garden right opposite the nursery school. The garden features a lawn area, a vegetable plot, and a play area with a slide and sand pit. The classrooms, play rooms, and large multi-purpose hall, can all be seen from the outside. The interiors are set out according to teaching and play purposes. All this was discussed and organised in conjunction with the teaching staff, in order to create an environment designed to bring out the children s personalities. The design idiom used for the interiors had to be different than that for domestic spaces, such as the bedroom or living room, but still geared to children s needs: it was decided to construct an intermediate space with a children s ladder and dividing walls designed for play purposes.

Even though there are not any busy roads in this residential neighbourhood, acoustic problems were resolved by burying almost the entire building below the ground, carefully constructing the intermediate space, and attaching a sail installation to the ceiling of room 1. The outside landscaping and trees seem to act as a sort of crown for the all-glass south facade on the entrance side to the nursery school. Churchgoers cannot see either the nursery school building or the children s entrance to the interior spaces. The only thing that can be seen from the wood behind Trinity Church are the skylight wells: four cylinders carefully inclined to let in sunlight, whose outside surface is clad with a mosaic of coloured ceramics.


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n La grande facciata vetrata curva sul lato meridionale, inclinata in modo da ricevere al meglio i raggi solari, che segna l ingresso dell asilo sul lato meridionale. Nella pagina a fianco, la facciata completamente vetrata è l elemento essenziale per conferire spazialità agli stretti volumi dell asilo e per stabilire un forte rapporto tra le aule e il giardino. n The great curved glass facade at the entrance of the nursery school on the south side is inclined to take in as much sunlight as possible. Opposite page, the completely glazed facade is essential to give more spatiality to the slender volumes of the building and to establish a strong relationship between the classrooms and the garden.

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n In

1-10 Costruzione del tetto a verde/ Construction of the green roof 11-16 Rivestimento del corpo del lucernario con mosaico in ceramica e relativo isolamento e protezione/Skylight cladding with ceramic mosaic, insulation and protection 17-22 Isolamento e costruzione in muratura dell edificio/ Insulation and masonry of the building

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23-26 Apertura a cupola del lucernario con dispositivo elettrico di apertura e illuminazione supplementare/ Opening of the dome skylight with electric device and additional lighting

alto e sopra, particolari costruttivi della facciata vetrata e della copertura vegetale. A sinistra, particolare costruttivo del lucernario a pozzo. Nella pagina a fianco, viste degli spazi interni dell asilo. n Top and above, constructional details of the glass facade and of the green roof. Left, constructional detail of the skylight well. Opposite page, views of the interiors of the nursery school.

1-6 Vetro isolante con distanziatore/ Insulation glass with spacer 7 Lamiera di rivestimento in rame/ Copper cladding sheet 8-10 Rivestimento e isolamento cordolo in c.a./Cladding and insulating concrete strip 11-14 Elementi di isolamento e distanziatori relativi al cordolo/ Insulating and spacing elements of the strip 15-18 Aggancio della facciata alla soletta con sistema a tetto verde/ Coupling of the facade to the floor with green roof system

19-20 Facciata continua in vetro e montanti/Glass curtain wall and posts 21 Polistirolo/Polystirol 22-25 Soglia in legno multistrato con listelli distanziatori/ Plywood sole plate with spacing battens 26-27 Zoccolo in c.a. intonacato/ Plastered concrete base 28 Griglia riscaldamento/ Heating grid

1-4 Imbotte porta con montanti in legno rivestiti in rame/ Door intrados withcopper-clad wood posts 5-23 Infisso in legno con sistema di aggancio del controtelaio ai montanti della facciata continua/ Wood frame with the coupling system of the counter-frame to the facade posts 24-29 Montanti della facciata continua in lame di acciaio avvitate e/o saldate, con profilo in alluminio sul lato interno/ Posts of the curtain wall made of screwed and/or welded steel blades, with aluminium profile on the inside

Credits Project: Wolf-Eckart Lüps con Peter Megele e Michael Klose Landscape Architect: Adlheid Schönborn Engineering: Planungsgesellschaft Dittrich Client: Comunità Evangelica della Chiesa della Trinità, MünchenBogenhausen


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A servizio della città Gantry Plaza State Park at Queens West l Gantry Plaza State Park costituisce la prima fase di Ipaesaggistico un impegnativo programma di sviluppo urbano e di Queens West, nello Stato di New York,

inteso a valorizzare con zone a verde, quartieri residenziali e servizi commerciali l area fluviale dell East River finora scarsamente utilizzata. Esso prevede la realizzazione di un grande parco sul fiume, suddiviso in tre distinti interventi: il Peninsula Park, sul lungofiume dell East River, destinato soprattutto a verde; il Gantry Plaza, con servizi di ristoro e svago; il South Gantry Garden, che accentua il carattere naturalistico del progetto. I tre spazi previsti - che i progettisti definiscono rispettivamente un area interpretativa, una piazza urbana e un romantico lungofiume - sono collegati da una passeggiata che si estende per un miglio e mezzo sulla riva dell East River. Ogni operazione paesaggistica che in qualche modo abbia il compito di servire i territori metropolitani più fittamente urbanizzati (come è in questo caso l area di New York City e in particolare di Manhattan) richiama inevitabilmente il rapporto tra architettura e natura, che è assai più antico delle moderne teorie ecologistiche. Nel XVIII secolo esso si espresse nell arte del giardino come trionfo della ragione geometrica sull informe natura; nel XIX inclinò a favore della visione romantica della natura selvaggia e incontenibile; nel XX ha tentato di equilibrare questi due estremi in una concezione che

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mira a fondere l architettura nel paesaggio senza compromettere né l una né l altro. Lo studio Thomas Balsley Associates, che ha alle spalle venticinque anni di esperienza in questo campo in tutto il mondo e che attualmente sta svolgendo importanti incarichi sia negli USA sia in Giappone, ha fatto di questo equilibrio la propria filosofia progettuale, nella convinzione che quella del progettista è una professione di servizio , come esso tiene a sottolineare. Nel suo articolato intervento nel Queens West ha quindi affrontato il tema di un area fluviale da riconvertire, puntando a una diversificazione delle soluzioni che mira a rendere fruibile il territorio in parecchi modi, che vanno dal godimento della natura salvaguardata nella sua spontaneità alla creazione di spazi attrezzati, e dalla preservazione degli interventi architettonici preesistenti all armonizzazione delle costruzioni vecchie e nuove con il paesaggio. Così facendo, i progettisti hanno dimostrato di aver compreso una realtà cruciale del nostro tempo, e cioè che il rapporto attuale con la natura non è più frutto di esperienze individuali, come un tempo accadeva, ma di una società di massa i cui rituali impongono una diversa concezione dello spazio. Maurizio Vitta


Viste del Gantry Plaza State Park, che si sviluppa per oltre due chilometri nell area di Queens West, lungo le rive dell East River a New York. Il programma di progetto prevede nelle varie fasi realizzative l inserimento di elementi di arredo urbano, opere d arte e segnaletica destinati a rivitalizzare l intera area e a celebrare l eredità industriale e l ecologia del lungofiume. n Views of Gantry Plaza State Park extending over two kilometres in the Queens West district along the banks of East River, New York. The project brief involves the gradual insertion of urban furbishing features, works of art, and signposts, designed to inject fresh life into the area and to commemorate the industrial heritage and ecology of the riverside. n

he Gantry Plaza State Park constitutes the first phase

T of a demanding program concerning urban and scenic growth in Queens West, New York State. The park is meant to enhance the East River locality - of which lttle use has been made until now - with green, residential and shopping areas. The plan is for a large park around the river, divided into three different parts: the Peninsula Park, along the East River bank, which will be the green area; the Gantry Plaza, which will include refreshment and recreational services; the South Gantry Garden, which emphasizes the naturalistic character of the plan. The three spaces, which the designers respectively define an interpretive area, an urban square and a romantic riverside , are connected by a walk that follows the Hudson for a mile and a half. Every operation carried out on the landscape that is somehow meant to serve the more densely urbanized metropolitan territories (such as the New York area, and particularly Manhattan, in this case) inevitably calls to mind the relationship between architecture and nature, which is much more ancient than the modern ecological theories. In the 18th century this relationship was expressed in the art of gardening, as a triumph of geometrical reason upon shapeless nature. In the 19th century there was a tendency towards a romantic vision

of wild and uncontrollable nature, while the 20th century tried to balance these two extremes in a concept that blends architecture with the lanscape without jeopardizing either of the two. The Thomas Balsey Associates studio, which has twentyfive years of worldwide experience in this field, and which is currently engaged in important commissions both in the USA and in Japan, has made this equilibrium its own planning philosophy. The members of the studio are convinced that designing is a service profession , as Balsey himself likes to stress. In the articulate work he carried out in Queens West he therefore faced the challenge of a fluvial zone that needed to be changed, aiming at different solutions to diversify the area, so as to be able to use the territory in different ways. Nature can be enjoyed, protected in its spontaneity, public facilities are created, previous architectural works are preserved, and a harmonization of old and new structures with the landscape is achieved. The designers have thus shown that they have understood a crucial reality of our times. They have understood that the current relationship with nature is not the fruit of individual experiences, like it once used to be, but of a mass society whose patterns of behavior impose a different concept of space.

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Planimetria generale. Sopra e nella pagina a fianco, alcuni degli interventi realizzati per lÂ’arredo urbano dei quattro moli interessati dal programma. n Site plan. Above and opposite page, some of the projects designed to urbanfurbish the four piers referred to in the brief. n

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Credits Project: Thomas Balsley Associates and Sowinski Sullivan Architect with Lee Weintraub Design team: Thomas Balsley, Lee Weintraub, Richard Sullivan, Laura Auerback, William Harris Clients: Empire State Development Corporation, Queens West Development Corporation, NYC Economic Development Corporation, Port Authority of NY and NJ, New York State Office of the Park, Recreation and Historic Preservation

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L oggetto globale Kita s Design


n Nella

pagina a fianco, Dodo , progettata nel 1998. La poltrona si caratterizza per la possibiltà di cambiare forma a seconda dell uso che se ne vuole fare. Prodotta da Adele C Italia.

n Opposite page, Dodo armchair, designed in 1998. This armchair is characterized by the possibility to change its form according to the way of use. It is produced by Adele C, Italia.

oshiyuki Kita è un designer giapponese che da anni

T divide la sua instancabile attività tra Milano e Osaka.

La sua produzione consiste principalmente in oggetti d uso e pezzi d arredamento, in cui esprime una filosofia progettuale secondo la quale il designer, come egli stesso precisa, agisce come una specie di direttore d orchestra , ovvero un filtro in grado di comporre e armonizzare tutte le esigenze, spesso tra loro conflittuali, che danno vita alla produzione delle cose. Kita è convinto che gli stili di vita quotidiana sono una fonte d energia generatrice di sogni . Questo aforisma, che espone in fulminea sintesi tutti gli elementi che danno vita al suo design, aiuta a comprendere non solo la forma, ma anche il senso degli oggetti da lui progettati. Alla base di essi troviamo infatti una forte componente ludica, ovvero una divertita ironia sempre pronta a trasformare ogni cosa in un suo fantasioso analogo, pur rispettando rigorosamente l identità culturale e funzionale dell oggetto. In pratica, una poltrona disegnata da Kita rimane fino in fondo una poltrona - comoda, sicura, confortevole ed elegante -, ma richiama in pari tempo altre figurazioni concettuali, oppure moltiplica le sue funzioni, per esempio con l innesto di una radio che trasforma braccioli e poggiatesta in emittente e altoparlanti. La più recente produzione di Kita sottolinea questo rilevante aspetto del suo modello progettuale. La poltrona Dodo (1998) cambia forma a seconda dell uso che se ne vuol fare (stiracchiarsi, leggere, studiare, bere o fare un piccolo dodo ); il sistema Audio (1995) con lettore CD e per cassette prevede che gli autoparlanti siano alloggiati nel suo corpo e ne fuoriescano al momento dell uso, dando all oggetto un aria sbarazzina che ricorda quella di Mickey Mouse; il bi-orologio Two-points (1996) presenta due quadranti, uno nero e uno bianco, incorporati in un sinuoso disegno che permette di leggere all istante l ora del proprio Stato e quella del luogo del mondo in cui ci si trova; il Cha à la Carte richiama un antica tradizione di Osaka legata ai temi del tè e del sakè e così via. In questi esempi appare implicito l interesse di Kita per tutti gli aspetti che definiscono l identità di un oggetto. Egli non si concentra sulla funzione - che tuttavia riceve l attenzione che merita -, ma articola il suo percorso progettuale in modo da tener conto di ogni peculiarità oggettiva o intrinseca del prodotto. Richiesto di disegnare una poltrona per l uso del computer in ufficio o a casa, egli ha dimenticato all inizio la funzione principale dell oggetto. Sapeva che esso doveva avere a che fare con il computer; ma sapeva anche che occorreva considerare altri aspetti , ovvero proiettare l oggetto in un più ampio universo di funzioni, da quella della poltrona di teatro a quella della poltrona per persone anziane. La metamorfosi fisica presuppone l ampliamento della gamma d uso. Quel che Kita progetta non è dunque l oggetto inteso come strumento, ma l oggetto definito dalla globalità del suo essere, dalla multiformità delle sue utilizzazioni, dalla sua dinamica collocazione nel tempo e nello spazio. Quando occorre sviluppare qualcosa di nuovo , egli osserva, non basta considerare semplicemente l utilità e la maneggevolezza. L oggetto deve anche produrre dei sogni . Ma non c è alcuna astratta idealizzazione in queste considerazioni: Il sogno viene creato per l utente, poi si ha il lancio della nuova produzione e l azienda produttrice ottiene buoni risultati . Così il cerchio si chiude e il designer, dal suo podio di direttore d orchestra , guarda soddisfatto il risultato. Maurizio Vitta nA

destra, Two-points il bi-orologio progettato nel 1996 - presenta due quadranti uno nero e uno bianco, incorporati in un sinuoso disegno che consente di leggere l ora nel proprio Stato e quella del luogo in cui ci si trova.

n Right, Two-points , the double clock designed in 1996. It has two dials, one black and one white allowing for reading the time in one s country and in that in which one is staying.

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n Nella

pagina a fianco, Cha à la Carte , teiera in latta che si rifà a un antica tradizione di Osaka legata ai temi del tè e del sakè.

n Opposite page, Cha à la Carte , the tin tea pot recalling Osaka s ancient tradition of tea and sakè.

oshiyuki Kita is a Japanese designer who has divided

T his tireless activity between Milan and Osaka for years.

His production mainly consists in objects and furniture. The approach he has to his work expresses a philosophy in which the designer, as he himself says, acts as a sort of conductor, a filter able to compose and harmonize for any requirement. Often these requirements are in conflict, but they give life to the production of things. Kita is convinced that the styles of everyday life are the source of an energy that generates dreams . This aphorism, which very briefly points out all the elements that give life to his design, helps us to understand not only the shape, but also the sense of the objects he designs. These objects are fundamentally playful, and their creator shows an amused irony through them. He is always ready to transform everything into an imaginative analogue, but rigorously respects the cultural and functional identity of the object itself. Practically speaking, an armchair designed by Kita is a real armchair in every way - comfortable, safe and elegant - but at the same time it brings other concepts to mind, it represents something else or multiplies its functions. For instance, a radio may be incorporated into it, so that the headrest and the arms can be turned into a transmitter and loudspeakers. Kita s most recent production stresses this important aspect of his way of working. The shape of his Dodo (1998) armchair changes according to desire; you can stretch, read, study, drink or take a little nap or dodo . Housed in its body, the Audio system (1995) has a CD player and a tape recorder with the speakers that come out only when the device is used, thus giving the object a playful air, reminding us of Mickey Mouse. The Two-points watch has two dials, one black and one white, incorporated into a sinuous design. This double-dialled watch allows for instant reading of the time in one s own country and in that in which one is staying; the Chaà la Carte recalls one of Osaka s ancient traditions, concerning the world of tea and sakè, and so on. What appears to be implied in these examples is Kita s interest for all the aspects that define the identity of an object. He doesn t only concentrate on its function - which, nevertheless receives all the attention it deserves - but he follows his designing philosophy, working on each objective or intrinsic peculiarity of the product. When he was asked to design a chair to be used while working at the computer - at the office or at home - he initially forgot the main function of the object. He knew that it had something to do with computers, but he also knew that other aspects needed to be considered. The object had to be cast into a wider universe of functions - from that of a theater seat to an armchair for the elderly. Physical metamorphosis implies the widening of the range of use. Thus, any object Kita designs is not be seen solely as an instrument, but in the globality of its existence, the multiformity of its uses, and its dynamic role in time and space. When something new needs to be developed , he says, it s not enough to simply consider its usefulness and handiness. The object also has to produce dreams . But there is no abstract idealization in these considerations: The dream is created for the user, then there is the launch of the new product, and the manufacturer achieves good results. So the circle closes, and from his platform the conductor, or designer, looks down at the result with satisfaction. Maurizio Vitta nA

destra, il sistema Audio - prodotto da I.D.K. Design, Japan e progettato nel 1995 - prevede che gli autoparlanti fuoriescano al momento dell uso, dando all oggetto una forma divertente che ricorda quella di Mickey Mouse. n Right, the Audio system - produced by

I.D.K. Design, Japan, and designed in 1995. The speakers come out only when the device is used thus giving the object a playful air, reminding us of Mickey mouse.

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Biennale di Venezia Interview with Harald Szeeman

arald Szeemann, direttore della 48ª Biennale di Venezia

H per le Arti Visive. Si può senz altro dire che ha lavorato

con forte impegno per rinnovare un istituzione centenaria, da tempo affascinante vecchietta imbellettata prostituita al narcisismo del direttore di turno. Non era un problema di papa italiano o papa straniero o di colore. Solo un problema di papa dalla speciale sensibilità verso i recenti mutamenti espressivi e spirituali. Non un papa che si limitasse a cambiare la tonaca dei preti sulla base di trite encicliche. Habemus papam. Fumata bianca. Questo numero de l Arca chiude abbastanza in anticipo sull inaugurazione della Biennale. Dunque, non ho ancora visto la Biennale. Ma il problema non è la scelta di questo o di quell artista (sulla qualità, ovviamente non si discute). Il problema è questa o quella testa pensante, questo o quell altro tipo e grado di sensibilità, questa o quella esperienza. Forse siamo passati dall apertura verso la spregiudicatezza e lo scontaticcio all apertura verso la sensibilità estesa: mobilità tipologica e progettuale, attraversamenti culturali reali (non il pretestuoso Punti cardinali dell arte che non seppe sfruttare fino in fondo l ispirazione malcelata tratta sia dalla mostra dal sottoscritto realizzata nel 1990 sulle aree geografiche del Sud del Mondo sia dal mio saggio in catalogo su La nuova filosofia dei punti cardinali ). Sottolineo ancora: forte, macerata attenzione ai fondamenti spirituali del pensiero progettuale e dell opera e ai valori sostanziali del mutamento epocale. Le caratteristiche appena descritte credo Szeemann le abbia tutte. Dunque ho motivo per confidare pienamente in un bell inizio di svecchiamento della Biennale al punto che se dovessi ricredermi sarebbe una delusione capitale. Ma lo vedremo sul prossimo numero di settembre de l Arca. Intanto facciamo parlare direttamente Harald Szeemann sulla sua Biennale e ancora più sulle sue idee di carattere generale. Carmelo Strano: Con riferimento alla tua vecchia immagine della verità multimammellare (una sorta di dea superdotata), quante ne ha, oggi, l arte di mammelle? Harald Szeemann: Da quando ho fatto la storia del Monte Verità, e soprattutto adesso, a chiusura di secolo, la verità non è più una donna nuda che fa irruzione portando la luce in una società borghese scandalizzata. I grandi, i ricchi hanno la stessa doppia morale come in tutti i tempi. L arte, le verità e le etiche si sono moltiplicate ancora di più perché mancano gli eroi e la fede nel rapporto tra bene e male. Basta guardare intorno. C.S.: Dappertutto , sigla di questa Biennale veneziana, è da riferire innanzitutto a un idea di fruizione generalizzata o di

n Juri

Ojaver, Door, 1993.

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omologazione dei valori, o di libero attraversamento ideologico? (In quest ultimo caso, si tratterebbe di un allargamento del principio noi vogliamo rimescolare tutto...liberi da ideologie , principio da te espresso, alla Biennale di Venezia, nell occasione di Aperto 80 ?) H.S.: Avendo ideato Aperto nel 1980, mi è sembrato che potevo allargarlo - dunque rimescolare tutto - senza soggezione alle ideologie, ma convinto che tutte le molteplici sfaccettature potessero essere proposte ancora oggi in tutta la loro intensità. C.S.: Il panorama artistico dell ultima decade presenta aspetti di impegno alternativo? Se sì, quest ultimo consisterebbe in un lavoro generale di svecchiamento (che pare sia tra gli obiettivi di questa Biennale) oppure si identificherebbe tout court nelle giovani energie? H.S.: Non si tratta di svecchiare. Le giovani energie si trovano anche negli anziani. Tuttavia per la Biennale abbiamo scelto una direzione nuova: fare, di essa, nuovamente, la più grande e più giovane nello spirito rispetto a tutte le Biennali attuali; fare, di essa, una specie di manifesto attraverso le opere dei 99 artisti della Mostra Internazionale. Siamo di nuovo qui, noi, a Venezia : abbiamo spazi nuovi straordinari, proviamo l impossibile. C.S.: Una volta, in clima concettuale, i comportamenti diventavano forma, per ricordare il titolo della tua famosa mostra del 1969, a Berna; adesso che valore dai al comportamento? Si potrebbe dire che le forme diventano comportamento? H.S.: Senza comportamento non vedo che cosa possa nascere. Ma c erano già nel 69 le inversioni. Dei 69 artisti solamente 40 erano presenti con opere; gli altri con tracce o anche con modi invisibili sul piano formale. Non è cambiato nulla nella filosofia del fare o del non fare. Solo che oggi gli artisti hanno una voglia di fare anche per rovesciare i canoni abituali. Ma non si può parlare della terza rivoluzione nell arte del nostro secolo. C.S.: Tra le pratiche artistiche di oggi ve ne sono di quelle innervate da esplicita spiritualità. Di che natura sarebbe questa spiritualità? H.S.: A chiusura di tutte le mie conferenze mostro una foto relativa alla polarizzazione di un fiore. La disegnatrice e guaritrice Emma Kunz alla fine della sua vita è riuscita a far nascere da un fiore direttamente i figli che crescevano sotto


il fiore madre. Era il 1963. Le forze spirituali di questa donna erano più che arte e, se si riflette su questa manifestazione di volontà, si arriva alla conclusione che in arte tutto quello che è analisi di un fenomeno è diventato superfluo. Solamente la creazione di modelli di realtà denota una dimensione di spiritualità. In questo senso oggi ci sono molti approcci freschi, ottimisti, sensuali; mentre quelli che reclamano solo a parole la spiritualità rimangono spesso nei vecchi linguaggi dei simboli. La spiritualità se non è fluidità delle energie non è spiritualità.

n Sotto/below,

Katarzyna A.Kozyra, Animal Pyramid, 1993. In basso/bottom, Isantila Evanthia, dettaglio di/detail of Installation View, 1998.

C.S.: Il colore locale, o la tradizione locale, di cui ti sei occupato sin dagli inizi degli anni Sessanta, hanno un ruolo importante oggi in rapporto alla globalizzazione? Oppure soggiacciono a quest ultima? H.S.: In questa Biennale c è molto impegno su questa tematica del pro e contro la globalizzazione. Pro e contro, perché la globalizzazione è come Caino e Abele. Come puoi ben renderti conto, la globalizzazione non impedisce i crimini in nome della nazione, della religione, dell etnia. C.S.: Nel progettare questa Biennale veneziana ti sono affiorate immagini e idee che sono state proprie della tua Documenta del 1972? H.S.: Documenta 5 è stata un cammino di iniziazione, e le utopie dell epoca mi hanno spinto a orientarmi in quella direzione. Adesso, come allora, con le mostre voglio creare un mondo. Ma, come noi, anche il mondo in noi cambia, se siamo sensibili e aperti al mondo. C.S.: Le varie Biennali o simili che si organizzano dappertutto hanno un senso oggi? Occorre sostituirle con nuove formule o può bastare modificarle? H.S.: Fare una grande mostra ogni due anni è un buon ritmo, e per molti paesi nel mondo è una formula per iniziare un attività, un discorso artistico-culturale. Devo dire che lavorare in Giappone, Corea, avendo visto, in questi ultimi anni, Berlino, Lussemburgo, Istanbul mi ha dato molto. Anche Venezia ha cominciato così - all insegna delle esposizioni universali con i padiglioni e le ambasciate nazionali. Le nuove formule ci sono, consistono nell attività continua e assidua sul posto, localmente, regionalmente, ecc. Ma, come per ogni manifestazione, vale anche per le Biennali il principio che, se non sono fatte con amore non valgono niente e non faranno mai parte della memoria collettiva e individuale come arricchimento che non è che spirituale.

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arald Szeeman, the director of the 48th Biennial

H Exhibition for Visual Arts in Venice. We can

undoubtedly say that he has put a lot of effort into renewing a centenary institution, that glamorous, made-up old prostitute who sells herself to every new director. The question wasn t whether the pope should be Italian, foreign or black. The pope needed to be especially sensitive to the recent changes in expression and spiritual life. Not a pope who is contented with changing his priests cassocks according to stale encyclicals (the pseudo-theoretical blathering of unscrupulous curators who end up clutching at straws, or the meticulous preciosity of quiet professors). Habemus papam. White smoke. This number of l Arca is coming out before the opening of the Biennial. Therefore, I haven t had a chance to see it yet. But the question is not the choice between this artist or that (we won t call quality into question, obviously). The problem is the choice among different minds, distinct kinds and levels of sensibility, different experiences. Maybe we have shifted from open-mindedness to unscrupulousness and a sort of banality, to an openness towards wide-ranging sensibility: typological and planning mobility, real cultural adventures (not the self-serving Punti cardinali dell arte (Cardinal points of art), which didn t know how to really use the inspiration it had unconcealably drawn from an exhibition I organized in 1990 on southern geographical areas, Il Sud del Mondo (The South of the World), as well as from an essay for a catalog of mine on The new philosophy of cardinal points . I insist upon stressing the following: concentrating deeply and continuously on the spiritual foundations of the planning of the work and of the artwork itself, and considering the essential values of changing times. I think that Szeeman is blessed with all the characterisitcs mentioned so far. So I am fully confident that we will assist to a good beginning of a renewed Biennial; in fact, if I m wrong I ll be extremely disappointed. But we ll find that out in next September s number of l Arca. Meanwhile, let s see what Harald Szeeman has to say about his Biennial, and let s consider some of his ideas. Carmelo Strano: In reference to your old image of multimammillary reality (a sort of multi-breasted goddess), how many teats does art have today? Harals Szeeman: Since I went through the Monte Verità, and especially now, at the end of the century, reality cannot be represented by the irruption of a naked woman anymore, a woman who brings light to a scandalized middle-class society. The great, the rich, still have those dual morals they have always had. Art, truth and ethics have multiplied again, because heroes are missing, and we don t believe in the relationship between good and bad anymore. Just have a look around you. C.S.: This Biennial s motto is Dappertutto (Everywhere).

Does this mainly refer to the general public, or to a recognition of values, or perhaps to an ideological phase? (In the latter case, we d be dealing with a widening of the principle we want to stir everything up again - we want to be free from ideologies . This principle was expressed by you at the Biennial of Venice during Aperto 80 ). H.S.: When I conceived Aperto in 1980, I thought I could amplify the idea - and thus stir everything up again without being subject to ideologies. I was sure that the different facets of the idea could be proposed again today in all their intensity. C.S.: Does the past decade s artistic scenario offer any alternative kind of involvement? If it does, would it consist in a general effort towards modernization (which seems to be one of this Biennial s main objectives) or could it be simply identified with new, young energies? H.S.: It s not a question of renewal. We find young energy in old people, as well. But for the Biennial we have chosen a new direction: we want the current Biennial to be the greatest and youngest in spirit; it has to become a sort of manifesto, through the work of the 99 artists participating in this international exhibition. Here we are again, in Venice ; we have extraordinary new spaces, we are looking for the impossible. C.S.: Conceptually speaking, behavior formerly used to be translated into art forms - this reminds us of the title of a famous exhibition of yours in Bern dating back to 1969. What value does behavior take on today? Could we say that forms turn into behavior? H.S.: Nothing is spawned without behavior. But there were inversions already in 1969. Of the 69 artists who took part in the exhibition, only 40 showed their work; the others only showed traces or invisible styles, on a formal level. Nothing has changed in the philosophy of doing or not doing. The difference only lies in the fact that today what artists really feel like doing is to overthrow the usual canons. But this doesn t mean we re facing the third revolution of art in our century. C.S.: In today s art we often find an explicit spirituality. What s the nature of this spirituality? H.S.: At the end of all of my conferences I always show a picture representing the polarization of a flower. Towards the end of her life, the illustrator and healer Emma Kunz found the way for a flower to give birth to its offspring, which were growing directly under the mother flower. This was in 1963. The woman s spiritual strength was greater than art, and, if we consider this manifestation of n Zlatan

Vrkljan, Stol, 1999. Nella pagina a fianco, in alto/Opposite page, top, Cai Guo-Qiang, Borrowing Your Enemy s Arrows, 1998; in basso a sinistra/bottom left, Jorge

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Molder, Nox, 1999 e, a destra/right, Michel François, opera esposta alla mostra/work showed at the exhibit A Flux tendu , 1998.


willpower, we reach the conclusion that in art, anything that constitutes the analysis of a phenomenon has become superfluous. A spiritual dimension can only be revealed through the creation of models depicting reality. In this sense there are many new, optimistic and sensual approaches, while those that only use words to express spirituality often remain in the old language of symbols. If spirituality can t be translated into a fluidity of energies, then it cannot be called spirituality. C.S.: Does local color, or local tradition - which you have dealt with since the beginning of the sixties - have an important role today in connection with globalization, or is it subject to being globalized? H.S.: This Biennial is highly involved in the question of the pluses and minuses of globalization. Pluses and minuses, because globalization is like Cain and Abel. As you must realize, gobalization doesn t stop crime, whether it be perpetrated under banner of nationalism, religion or ethnic differences. C.S.: In planning this Venetian Biennial did any impressions and ideas concerning your Documenta of 1972 come to your mind? H.S.: Documenta 5 was a beginning, and the utopia of the time drove me in that direction. Now, like then, I want to create a world through exhibitions. But, like us, the world within us changes as well, if we re sensitive and open to the world.

H.S.: It s good to have an exhibition every two years, and for many countries in the world it is a way to start an activity, an artistic-cultural language. I must say I have learnt a lot by working in Japan and Korea, and by seeing Berlin, Luxembourg and Istanbul in the last years. Venice, too, started out like that - with universal exhibitions carried out in pavilions, along with national embassies. New systems or ways of working exist; they consist in a continuous and assiduous on-site activity, whether it be local, regional, etc. But the principle is the same for all exhibitions, including Biennials; if they are not created with love they re worth nothing, and they will never live in collective and individual memory, nor provide an enrichment that can be nothing but spiritual.

Hiro Ihara

C.S.: Is there any point in the various Biennials or similar exhibitions that are organized today dappertutto , or everywhere? Do we have to substitute them with something new or can it suffice to modify them?

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La spirale di terra An Island in Time

n aeroporto. Il simbolo della comunicazione veloce,

U della tecnologia perfetta, e di una nuova dimensione

temporale e spaziale. Il tempo è stato artificializzato dalla velocità: migliaia di persone ogni giorno viaggiano, si spostano da un capo all altro della terra in poche ore. Il volo aereo ha modificato il decorso naturale del tempo, ha ridotto le distanze, ha reso artificiale ciò che non lo era. Riflettendo sulla teoria goethiana dell Innaturale che sosteneva che Anche quanto c è di più innaturale è natura , si percepisce che basterebbe un sogno per trasformare o per lo meno per riscattare la dimensione tecnologica del volo aereo. Ed è proprio questo quello che si legge nei solchi o nelle creste dell interessante opera realizzata da Wilhelm Holderied insieme a Karl Schlammingen. Come tutti i disegni realizzati in passato nella terra, anche in questo caso, un semplice fascio di solchi dall andamento curvilineo che dopo una serie di onde si arrotola chiudendosi in una spirale, lasciando qualcosa di incomprensibile, emana un flusso energetico, un potere primordiale in cui si riconosce la Terra e la potenza della Natura. L idea di questa scultura nel paesaggio nacque parecchi anni fa proprio dalla sensazione da parte dello scultore di una figura fantastica Moosgeist e da alcune immagini sedimentate inconsciamente nella mente durante un viaggio aereo in Messico: il paesaggio profondamente eroso e frastagliato del territorio messicano lasciarono nella mente di Holderiod drammatiche linee e solchi scanditi da luci e ombre. Durante i suoi studi all Accademia delle Arti Visuali di Monaco di Baviera terre ocra, pietre vulcaniche, polvere e sabbia memori dell esperienza pittorica di Tapies, iniziarono a caratterizzare la sua opera. L idea si è evoluta puntando alla dimensione più astratta del segno materico, fatto di colore e di terra. E di essa ne rappresenta la potenza che scaturisce dai più reconditi angoli della natura: si tratta di una presa di coscienza della potenza della natura e della seconda dimensione del volo inteso come sfida o come messa a confronto della natura e della tecnologia; nell annoso confronto dell innaturale-tecnologico e della Terra-naturale si mette in evidenza la funzione del volo abbinato al senso di paura e di vuoto o di pienezza del Sublime. I solchi sono stati disegnati scavando nel terreno e alzando delle creste che creano luci e ombre; l opera è visibile solo dai passeggeri che partono e da quelli che atterrano: essa si trova infatti posizionata in corrispondenza delle estremità delle piste di volo, ai margini di un bosco, e ben lontana dal corpo principale dell aeroporto. E stata creata per chi vola, per chi viaggia, in modo tale da contrapporsi alla cultura prettamente tecnica dell aeroporto, macchina di voli e di viaggi veloci. I solchi sono segnati dal tempo, dalla neve e dall acqua, dal sole o dal vento, e il loro ritmo viene percepito dal viaggiatore come musicalità nuova, subito percepibile che donerebbe una calma intimità e familiarità, derivante da un senso di potere naturale primordiale. Tali sensazioni sono racchiuse anche nell opera pittorica dell artista presentata nel settembre 1998 nella mostra ... von Zeichnen zu Zeichnen ... : quadri carichi di espressione materica e talvolta anche di colori, il cui tema ricorrente è il segno della Terra. Rossella Mombelli

W. Hennies/FMG

n Wilhelm Holderied, Karl Schlammingen, Insel für die Zeit/An Island in Time, 270x170x3,40 m, 1997.

88 l ARCA 138

n airport. A symbol of high-speed communication,

A perfect technology, and a new dimension of space and

time. Speed has given an artificial dimension to time: thousands of people travel each day, moving from one end of the Earth to the other in just a few hours. Flight has changed the way we treat time, it has reduced distances and given an artificial dimension to something that never used to have such connotations. Reflecting on Goethe s theory of the Unnatural according to which Even the most unnatural of things is part of nature , it can be seen that it would only take a dream to transform or at least give a new sense to the technological side of flight. This is what can be read in the dips and rises of the interesting new work of architecture designed by Wilhelm Holderied in conjunction with Karl Schlammingen. Like every other previous design cut into the ground, here again an ordinary patch of curved-shaped furrows rolling into a spiral from a series of waves leaving behind some sort of mysterious trace gives off a flux of energy, a primeval force in which we can recognise the Earth and the power of Nature. The idea for this sculpture in the landscape was first developed a number of years ago from the sculptor s own sensation of the imaginary figure of a Moosgeist , and other images unconsciously registered in his mind during a flight to Mexico: the deeply eroded, rugged Mexican landscape left a series of dramatic lines cut out by light and shadow engraved in Holderied s mind. During his studies at the Academy of Visual Arts in Monaco, Bavaria, his work began to be influenced by the ochre soils, volcanic rocks, and dust and sand characterising Tapies s paintings. This particular idea was developed around the most abstract notion of matter made of colour and soil, bringing out all its force hidden away in the deepest crevices of nature: it was a sort of growing awareness of the power of nature and of the second dimension of flight as a challenge or confrontation between technology and nature; the age-old confrontation between the unnatural-technological and Earth-nature brings out such connotations of flight as fear and the emptiness-fullness of the Sublime. These furrows were designed by digging into the ground and raising up crests to create light and shadow. The work of architecture can only be seen by passengers taking off or coming in to land: it is actually positioned at the end of the runways near a wood, well away from the main airport building. It is designed for passengers and travellers in sharp contrast to the fundamentally technological nature of airports, planes and high-speed travel. Its furrows are marked by time, snow and rain, sunshine and wind, and travellers perceive their rhythms as a new type of instantly audible music creating a sort of intimacy and familiarity deriving from a natural sense of primeval power. These feelings are also contained in the artist s paintings displayed in an exhibition entitled ....von Zeichnen zu Zeichnen.... on show in September 1998: paintings charged with material force and, in some cases, the power of colour, whose underlying leit-motif is the Earth.


Natura protagonista At Nahuel Huapi National Park, Argentina

Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Progetto: Matti Ragaz Hitz Architects, Camera Eye Architects/Markus Roethlisberger

Il concorso internazionale per la realizzazione di un albergo a cinque stelle nei pressi di Villa La Angostura, all interno del Parco Nazionale Nahuel Huapi nella parte ovest dell Argentina, si è concluso lo scorso marzo con l assegnazione dell incarico a due studi svizzeri associati, Matti Ragaz Hitz Architects di Berna e Camera Eye Architects/Markus Roethlisberger di Zurigo. Protagonista assoluta del brief di progetto è la natura del parco che non solo è vista qui come elemento da proteggere e preservare, ma, soprattutto, come qualità primaria per l impostazione e la valorizzazione della struttura ricettiva. Il nuovo albergo sarà collocato al centro di un bosco di cipressi sulla cima di una collinetta che declina dolcemente verso le rive del Lago Espejo. La conformazione a patio dell albergo permette agli ospiti diverse soluzioni nella scelta delle camere: alcune infatti si affacciano sul lago, altre, più private affacciano sul bosco circostante. Il piano terra è completamente trasparente in modo da enfatizzare il rapporto con la natura selvaggia del luogo. Con un altezza di 5,5 metri, questa area contiene l atrio, il salone, una sala giochi, il bar e due ristoranti. Sull atrio, inoltre, si affaccia un mezzanino che contiene l area per la colazione e una spettacolare piscina flottante che aggetta verso il lago. Ai piani superiori sono organizzate le camere, realizzate in modo da poter essere accoppiate a formare dei miniappartamenti. Tutte le camere hanno una vetrata a tutta altezza con porte scorrevoli protette da lamelle frangisole in legno. A poca distanza dall edificio principale, è previsto un secondo corpo, con residenze per gruppi o famiglie, collegato al primo per

mezzo di una galleria vetrata, che inizia dal parcheggio sotterraneo come una galleria chiusa per aprirsi poi al paesaggio nella parte fuori terra. Per la scelta dei materiali, gli architetti hanno optato per la massima semplicità e coerenza con la natura, privilegiando il legno, la pietra naturale e il vetro, posati su una struttura in cemento. Grande attenzione è stata posta anche ai sistemi di riutilizzo delle acque piovane e a quelli per lo sfruttamento dell energia passiva in modo da ridurre al minimo l impatto con l ambiente. Tutto il progetto, sia dal punto di vista scenografico, curato dal paesaggista Stefan Rotzler, sia tecnologico e della disposizione degli spazi è dunque imperniato sul concetto di occupare il territorio nel modo meno invasivo possibile. Last March saw the conclusion of the international competition for the creation of a 5-star hotel in the neighbourhood of Villa La Angostura in Nahuel Huapi National Park in the western part of Argentina. The award went to two associated Swiss studios: Matti Ragaz Hitz Architects of Bern and Camera Eye Architects/Markus Roethlisberger of Zurich. The very first consideration in this brief for the plan was the nature of the park, which is seen here not only as an element to protect and preserve but, especially, as a primary quality in the planning and development of the structure in question. The new hotel will be situated at the centre of a wood of cypress trees on the top of a hill that gently slopes down to the shores of Espejo Lake. The patio conformation of the hotel offers guests various solutions in

the choice of their rooms: in fact, some rooms overlook the lake, while other more private rooms look on the surrounding wood. The completely transparent ground floor emphasizes the hotel s relationship with the undomesticated nature of the place. The area, which is 5.5 metres high, contains the entrance hall, reception room, games room, a bar and two restaurants. Overlooking all this, moreover, is a mezzanine containing the breakfast area and a spectacular floating pool which projects towards the lake. The rooms are arranged on the upper floors and have been designed in such a way that they can be combined to create mini-flats. All the rooms have a ceiling-high glass partition with sliding doors protected by wooden sun-breaker slats. Planned near the main building is a second structure with residences for groups or families, a structure which is joined to the main one by means of a glazed gallery. This starts from the underground parking area as a closed gallery which opens on the landscape above ground. In choosing their materials, the architects opted for maximum simplicity and coherence with the natural surroundings, giving first place to wood, natural stone and glass, laid on a cement structure. Great care was taken in designing the systems for the reutilization of rain water and those for the exploitation of passive energy, so as to reduce to a minimum the impact on the environment. The whole plan, both from the viewpoint of the scenic layout, designed by the landscape architect Stefan Rotzler, and from that of technology and space, therefore hinges on a determination to occupy the terrain in the least invasive way possible. Modello dell albergo che verrà realizzato nel Nahuel Huapi National Park in Argentina.

Model of the hotel that will be realized at Nahuel Huapi National Park, Argentina.

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Un progetto per Zola Predosa Progetto: Claudio Zanirato

La proposta di Claudio Zanirato è risultata vincitrice del concorso di idee indetto per la ristrutturazione e la riqualificazione urbanistica di Zola Predosa, un comune industriale della prima cintura di Bologna, che si era sviluppato in maniera incoerente lungo la strada provinciale. La recente apertura di un nuovo asse stradale a scorrimento veloce ha permesso di alleggerire il traffico all interno del comune e di procedere a una riconfigurazione urbana dell intero asse cittadino. Tema del concorso di idee è stato il recupero formale e funzionale della strada di attraversamento e la ridefinizione organica del Centro Civico del Comune - già esistente nell area, insieme a un poliambulatorio quasi ultimato e a un improvvisato piazzale. L intervento si configurava su un area triangolare, dominata dalla mole dell edificio comunale, costruito negli anni 80 e mai terminato; il bando richiedeva di completare esternamente il municipio, di destinare funzionalmente i primi due piani rimasti pressoché inutilizzati - e di recuperare il vicino caseggiato rurale. L intervento prospettato

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Sotto, vista prospettica; in basso, vista aerea della situazione attuale, planimetria generale e prospettiva della

sistemazione della piazza antistante il Centro Civico del Comune di Zola Pedrosa (Bologna).

polo culturale annesso. La lunga piazza è chiusa a valle da una continua cortina architettonica, fatta da edifici preesistenti, edifici di nuovo inserimento e tettoie che assicura una notevole permeabilità verso la campagna. Nel settore a ponente si opta per il recupero degli edifici rurali che, insieme a un braccio porticato, costituiscono la biblioteca: la progettazione di un edificio-ponte di ampliamento e riconnessione

non concerne solo la via, ma tutte le zone adiacenti e si fonda sulla convinzione che la strada possa diventare luogo di incontro con la costruzione di giardini e piazzette, di porticati e piste ciclabili in grado di ridisegnare il rapporto tra spazio pubblico e privato. Vengono quindi coinvolte tutte le aree private prospicienti la strada così da trasformare la via in un corso punteggiato da slarghi, piazzette, portici e gallerie. Si individuano, inoltre, soluzioni che agevolano alcuni passaggi critici delle varie percorrenze, soprattutto in corrispondenza del ponte sul torrente Lavino dove è stato proposto l accostamento di una passerella pedonale in ferro e legno, autoportante, a prosecuzione del porticato dell edificio attestato a ovest. Anche la piazza civica viene considerata come parte del sistema lineare della via. La creazione di un terrapieno triangolare consente l accesso alla piazza in cui l inserimento di rampe inclinate facilita il collegamento con il municipio e il

Below, perspective view; bottom, aerial view of the existing building, site plan, and perspective view of the project for the

refurbishment of the square in front of the Civic Centre of Zola Pedrosa (Bologna).

rappresenta l elemento di unione tra l edificio comunale preesistente e il caseggiato rurale. L intervento nell esistente edificio comunale si concentra nella continuazione della concavità formata dalla facciata sulla piazza risolta attraverso un colonnato che racchiude in un cerchio la piazza del municipio, il cui basamento incompleto è rivestito da una parete traforata distanziata da un intercapedine.


Il museo di Strasburgo A New Concept of Museum Progetto: Adrien Fainsilber

Arte, architettura e città sono gli elementi da cui si è generato il nuovo Museo d Arte Moderna e Contemporanea di Strasburgo, inaugurato l ottobre dello scorso anno sulle rive del fiume Ill. L edificio di Adrien Fainsilber interpreta il tema del museo oltrepassando gli aspetti puramente contenutistici, funzionali e allestitivi connessi a specifiche museologiche e museografiche, per allargare il discorso al più ampio rapporto dell edificio con la dimensione urbana e, quindi, considerando il museo come parte di un più complesso sistema di relazioni con l elemento naturale, la luce e la storia della città. Il museo si trova infatti nel punto di cerniera tra il quartiere storico della Petit France e quello della stazione, che è stato fortemente devastato dagli scempi edilizi degli anni Sessanta e Settanta. La dinamica compositiva e volumetrica dell edificio si proietta verso il fiume e la città storica in un gioco di rimandi che riscattano la qualità culturale e urbana di un area che aveva in parte perso la propria identità. L elemento cardine di questa relazione è una terrazza panoramica che degrada verso il fiume Ill attraverso un sistema di gradinate e giardini. Essa, oltre a offrire uno spazio all aperto di pausa e relax godibile durante la visita al museo, rappresenta una possibile estensione degli spazi espositivi dove allestire mostre di scultura. L organizzazione del museo è invece basata sulla nozione di percorso: dalla corte d entrata, elemento di transizione tra lo spazio pubblico del piazzale e il museo, si accede all atrio d ingresso, una vasta navata completamente vetrata lunga 10 metri, alta 25 e larga 10. Vera e propria strada interna, questo ambiente distribuisce i diversi

spazi del museo, sale espositive e servizi proposti al pubblico, suddivisi su due livelli principali. La trasparenza della vetrata, gli ampi scorci sul paesaggio e la facile assimilazione del sistema distribuivo sono le coordinate che consentono al pubblico un orientamento immediato e, quindi, un appropriazione degli spazi e dei percorsi di visita. La coerenza tra contenitore e contenuto, cioè tra l architettura e le opere d arte moderna e contemporanea ospitate, è rispecchiata e ribadita anche dal ricorso a tecnologie e sistemi costruttivi d avanguardia. La scelta dei materiali è il risultato della volontà di integrare, da un lato, il museo

Sezione longitudinale, pianta e, in alto, vista degli interni e della facciata del nuovo Museo d Arte Moderna e Contemporanea di Strasburgo. Longitudinal section, plan and, top, interior view and the facade of the new Museum of Modern and Contemporary Art in Strasbourg.

rispetto al suo intorno, e dall altro, di dare massima trasparenza alla navata. Quindi granito rosa per i volumi che circondano il corpo centrale e, per contrasto, superfici in cemento di resina bianche e lisce per i volumi più alti del corpo centrale e la terrazza, il tutto in sintonia con la compresenza di materiali, colori e texture diverse che caratterizzano la tradizione architettonica di Strasburgo. Gli stessi materiali di facciata si ritrovano negli interni della navata d ingresso dove la rugosità del granito e la plasticità del cemento bianco si rincorrono dall esterno verso l interno. L edificio diviene quindi un momento focale di identificazione urbana, monumentale e leggero esso risolve un difficile brano di città con la dignità e la freschezza di un linguaggio contemporaneo. Art, architecture, and the city are the elements that generated Strasbourg s new Museum of Modern and Contemporary Art inaugurated on the banks of the river Ill last year in October. In its interpretation of the theme of the museum, Adrien Fainsilber s building goes beyond such aspects as content, function, and staging connected with museological specifications and broadens the subject to include the much more extensive relationship of the building with the urban dimension and, therefore, considering the museum as part of a more complex system of relations with the natural element, with the light, and history of the city. In fact, the museum is situated at the junction point between the historical quarter of Petit France and that of the station, which was devastated by the ruinous housing policy of the sixties and seventies. The compositional and volumetrical dynamic of the building projects towards the river and the old town in a play of allusions that redeem the cultural and urban quality of an area that had to some extent lost its identity. The basic element of this relationship is a panoramic terrace that slopes down towards the river Ill through a system of steps and gardens. Besides offering visitors an open space for a pause to enjoy some relaxation, the terrace represents a possible

extension of the exhibition space in which to mount a show of sculptures. The organization of the museum, however, is based on the notion of a corridor; from the entrance courtyard, the element of transition between the public space of the square and the museum, one gains access to the entrance hall, a vast completely glassed-in nave 10 metres long, 25 high and 10 wide. Nothing less than an interior street, this place distributes the various spaces of the museum, exhibition halls and services offered to the public, dividing them between two main levels. The transparency of the large windows, the broad views of the landscape and the easy comprehension of the distributional system are the coordinates that enable the public to find their way around immediately and, therefore, to make the proper use of the spaces and corridors at their disposition. The coherence between the container and the content - that is, between the architecture and the works of modern and contemporary art hosted there, is also reflected and repeated in the adoption of advanced technological and constructional systems. The choice of materials is the result of a will to integrate the museum with its surroundings, on the one hand, and to give the nave the greatest possible transparency, on the other. Therefore, pink granite was chosen for the volumes surrounding the central body and, in contrast, smooth white resin-coated cement surfaces for the highest volumes of the central body and the terrace, all of it in harmony with the additional presence of the different materials, colours and textures typical of the architectonic tradition of Strasbourg. The same materials used for the façade are again used in the interiors of the entrance nave, where the roughness of the granite and the plasticity of the white cement follow one another from the exterior to the interior. The building therefore becomes a focal moment of urban identification. Monumental and light, it completes a difficult piece of the city with the dignity and freshness of a contemporary idiom.

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Prospettive in trasparenza New Chamber of Commerce, Luxembourg Progetto: Claude Vasconi

Risultato vincitore a un concorso bandito nel 1997, questo progetto di Claude Vasconi è una dimostrazione di come si possa rinnovare l immagine di un edificio esistente senza snaturarne la struttura e l aspetto originali. La nuova sede della Camera di Commercio del Gran Ducato del Lussemburgo, committente dell operazione, si inscrive fluidamente nell area d intervento risolvendo con discrezione la nuova edificazione di volumi trasparenti che si articolano in un gioco di pieni e vuoti con ampi spazi a verde. Progetto razionale e raffinato, come è nello stile del progettista, questo intervento si costruisce su criteri di compattezza e di modularità che fanno proprie le nuove esigenze funzionali del programma e i termini dei nuovi allineamenti urbani previsti dai responsabili dell urbanistica del Kirchberg. Una studiata fluidità visuale, ricavata dall elevazione delle sovrastrutture rispetto al piano mezzanino, e una ricca penetrazione dell elemento vegetale, attraverso un sistema di patii, assicurano ampio respiro e elevata fluidità all intero progetto che si fa interprete contemporaneo di un programma particolarmente complesso, di un tipo di realizzazione per fasi successive nonché di un consolidamento urbano del sito. L ampliamento sfrutta le fondazioni dell edificio esistente integrando il loro piano di sviluppo come livello di riferimento della zona destinata alla Centro di Formazione e al Centro Conferenze che viene organizzata nel settore sud. Il Centro di Formazione, accessibile direttamente dalla via Alcide De Gasperi, si articola al piano mezzanino attorno ad ampi patii dai quali penetrano abbondantemente luce naturale e vegetazione che arricchiscono il confort degli ambienti interni. La differenziazione tra aule e sale professori è tracciata da un giardino lineare dove si estende la caffetteria del centro direttamente accessibile dall atrio d ingresso. Allo stesso livello e collegato al Centro di Formazione è organizzato il Centro Conferenze. E questo un settore risolto all insegna della trasparenza e della luce; ampie superfici vetrate e pozzi di luce distribuiti a piano terreno dilatano spazialmente le sale conferenze che si

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Modello, pianta del piano interrato, pianta del piano terra e, in basso sezioni longitudinale e

trasversale del progetto di ristrutturazione della Camera di Commercio del Lussemburgo.

Model, site plan, plan of the basement, plan of the ground floor and, bottom, longitudinal and cross

sections of the refurbishment project for the Chamber of Commerce of Luxembourg.

arricchiscono di un atmosfera particolarmente nobile e luminosa. La zona nord è invece occupata da una serie di edifici, a destinazione flessibile, che si sviluppano a pettine definendo l allineamento rispetto alla strada nuova. Il duplice rapporto con la strada, da un lato, e con la vita interna del complesso, dall altro, viene tradotto dalla diversa soluzione dei fronti che si presentano chiusi e compatti verso l esterno, mentre, si aprono in un articolato sistema di trasparenze e di passerelle di collegamento verso gli altri settori della Camera di Commercio. Elena Cardani

The winner of a competition announced in 1997, this project of Clade Vasconi s is a demonstration of how the image of an existing building can be refurbished without perverting the original structure and appearance. The new main office of the Chamber of Commerce of the Duchy of Luxembourg, the client in this operation, has been

smoothly integrated with the operational area, and the architect has discreetly completed the construction with new transparent volumes articulated in a play of full and empty spaces in an extensive stretch of green. A functional and refined plan, typically in the style of this planner, this operation is based on standards of compactness and modularity which adopt the functional requirements of the programme and the terms of the new urban alignments provided for by those responsible for town planning in Kirchberg. A studied visual fluidity, obtained by the elevation of the superstructures with respect to the mezzanine, and a rich diffusion of vegetation by means of a system of patios, guarantee ample room and considerable fluidity for the whole project, which becomes a contemporary interpreter of a particularly complex programme, of a type of structure executed in successive stages, as well as an urban consolidation of the site. The enlargement utilizes the foundations of the existing building, integrating their development plan as a reference level for the zone reserved for the Training Centre and the Conference Centre being organized in the southern sector. The Training Centre, which is directly accessible by way of via Alcide De Gaspari, is laid out

along the mezzanine around ample patios providing considerable light and vegetation, which increase the comfort of the interior rooms. The differentiation of the classrooms from the teachers rooms is effected by a linear garden along which extends the Centre s cafeteria, which is directly acessible by way of the entrance hall. Organized on the same level and connected to the Training Centre is the Conference Centre. This is the sector most strongly characterized by transparency and light; ample glass surfaces and pools of light distributed on the ground floor expand the surfaces of the conference halls, which are enriched by a particularly noble and luminous atmosphere. The northern zone, instead, is occupied by a series of buildings whose destination is still to be decided, structures which unfold in a comb-like sequence, defining their alignment with respect to the new road. The double relationship with the street, on the one hand, and with the life going on inside the complex, on the other, is translated in the different solutions adopted for the fronts, which are closed and compact towards the outside, but which open in an articulated system of transparencies and bridgeways towards the other sectors of the Chamber of Commerce.


Cinque anni dopo...

Riprende quota Caproni Progetto: Nicola Gisonda

Il corso di laurea in Disegno Industriale del Politecnico di Milano - che è, a tutt oggi, il primo corso di laurea in Disegno Industriale attivato nelle università italiane - giunge per la prima volta al termine del suo ciclo didattico quinquennale; per celebrare l importante traguardo, Tomás Maldonado e Alberto Seassaro - rispettivamente decano e presidente del corso di laurea - hanno organizzato alla Triennale di Milano una mostra dal titolo Milano: design per il lavoro in cui sono stati esposti i lavori di tesi, così da ripercorrere l evoluzione didattica del corso stesso e, al contempo, evidenziare il possibile contributo progettuale del Disegno Industriale alla soluzione di problemi rilevanti per la città di Milano. I lavori di tesi sono stati organizzati intorno a tematiche generali, che fossero in grado di soddisfare le concrete domande sollevate dal retroterra produttivo e territoriale della città stessa. Sono stati quindi sviluppati un centinaio di progetti su sei grandi temi: il lavoro, l ecologia urbana, la sanità, la scuola, i beni culturali e la mobilità, permettendo così ai diversi indirizzi in cui il corso di laurea si articola - Progettazione dei prodotti industriali, Progettazione delle strategie di prodotto, Progettazione industriale degli ambienti e

Progettazione delle comunicazioni visive e multimediali - di formulare soluzioni innovative a problemi territoriali reali, la cui applicabilità non fosse circoscritta esclusivamente all ambito territoriale milanese. La presenza di molteplici indirizzi ha consentito di affrontare la progettazione da differenti angolazioni e di cooperare efficacemente con diverse aree scientifico-disciplinari. La mostra è stata affiancata da molte manifestazioni il cui intento dichiarato era di mostrare le strette connessioni esistenti tra il disegno industriale e la realtà in cui viviamo; in questo spirito è stata organizzata una giornata di lavoro sul tema Disegno industriale e sanità cui hanno partecipato le aziende sanitarie, le istituzioni, i reparti ospedalieri e le aziende per fare il punto della situazione su un tema di grande importanza e attualità. La manifestazione è stata un occasione per riflettere sulla sempre maggiore importanza che il Disegno Industriale sta assumendo dal rapporto con l architettura e, ancora prima, dal suo rapporto con la vita quotidiana dove è riuscito a conquistarsi uno spazio sempre più rilevante, grazie alla sua capacità di rispondere in maniera intelligente e funzionale ai principali problemi quotidiani.

Apertura delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari L 8 maggio scorso sono state inaugurate a Vicenza le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari , che per la prima volta aprono al pubblico le proprie sale che ospitano in esposizione permanente una delle più importanti raccolte di icone russe. Si tratta di circa cinquecento opere collezionate dal Banco Ambrosiano Veneto dalla metà degli anni Novanta, cui si aggiungono acquisti mirati a dotare di maggiore rappresentatività la collezione. Le opere vanno dal XIII secolo fino al XIX e sono state suddivise in modo da rappresentare le diverse scuole russe. L esposizione è realizzata secondo nuclei tematici: nella

prima sala sono presentati esempi di iconostasi, la parete fatta di icone che nelle chiese ortodosse separava il presbiterio dalla navata; la seconda è dedicata alle icone delle Feste dell anno liturgico; la terza ai Santi. Conclude la visita una sezione dedicata ai preziosi rivestimenti metallici che spesso ricoprivano le icone per proteggerle. Nelle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari continua a essere esposta la raccolta d arte del Settecento veneto, già ospitata da quasi venti anni, nella quale spiccano, in rappresentanza dei diversi generi, dipinti di Pietro Longhi, Canaletto, Marieschi, Guardi, Albotto e Pedon.

Un altra porzione delle ex officine aeronautiche Caproni è stata ristrutturata e destinata ad autofficina. Complesso industriale tra i più importanti d inizio secolo, le officine Caproni di via Mecenate a Milano cessarono ogni attività subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. In seguito, gli spazi di questo importante insediamento di archeologia industriale furono destinati alle più diverse attività artigianali, subendo frazionamenti e manomissioni radicali.

Negli ultimi anni sono stati realizzati alcuni interventi di ristrutturazione miranti a mantenere pressoché integre caratteristiche morfologiche e strutturali del complesso. Tra i più recenti va segnalato quello attuato dall impresa NIGECO, su progetto di Nicola Gisonda. Le condizioni estremamente compromesse dell immobile hanno permesso il solo recupero della facciata. Per la copertura si è invece proceduto al totale rifacimento, seguendo il più possibile il disegno originario.

Totem tecnologico

Wellness Machine è un strumento per vivere meglio. Crea benessere fisico e psicologico e, contemporaneamente, arreda con una nota di originalità qualsiasi ambiente. Ideato da Sebastian Kulterer, designer austriaco, Wellness Machine è realizzata in Italia da Vitrino Design, azienda con sede a Brussa di Caorle, non lontano da Venezia. Interamente costruito in acciaio cromato, Wellness Machine è una sorta di totem tecnologico che emana vibrazioni, aromi ed effetti

luminosi rilassanti. Alta circa un metro e ottanta, Wellness Machine contiene al suo interno una serie di dispositivi in grado di attivare luci particolari e acqua calda che, agendo su pietre speciali ed essenze aromatiche, producono un atmosfera di forte suggestione fisico-psicologica. Attualmente, è in fase di studio un nuovo modello da realizzare anche con materiali trasparenti, in grado di visualizzare all esterno alcune funzioni della macchina. Sopra, lo stato attuale delle/Above, the existing building of Officine Caproni in Via Mecenate a Milano. A sinistra/Left, la Wellness Machine, progettata da/designed by Sebastian Kulterer.

Precisazione In relazione alla pubblicazione ne l Arca 134, febbraio 1999 a pagina 92, dell articolo Un nuovo stadio per Los Angeles , relativo ai risultati del concorso internazionale Bigfoot , precisiamo che le due menzioni

d onore attribuite agli studi italiani sono le seguenti:Sergio Hutter, Antonio De la Pierre, Elena di Rovasenda e Mauro Garavoglia di Torino; Giacomo Manca Di Villahermosa di Roma.

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Osmar Osten, per esempio

z.B. (zum Beispiel, per esempio). Così firma i suoi dipinti Osmar Osten, sassone, classe 1959. L ironia è una delle sue qualità. Essa gli consente anche di inventare, nell ambito della sua produzione di piglio espressionistico, anche un pupazzo di neve capace di arrabbiarsi, e comunque di presentarsi in situazioni diverse. In generale il signor per esempio racconta vicende cromatiche, spesso dalla

stesura ampia, farcite di allusioni figurali. Ma, a dispetto di questa presenza di referenzialità naturalistica, protagonista del racconto rimane il colore. E una delle ragioni per cui mi guarderei bene dal parlare semplicisticamente di espressionismo a proposito di questo potenziale figlio, e comunque concittadino, di Schmitt-Rottluff. Osten ha una vena tendenzialmente naïf, quasi

fumettistica. Ma sorprende perché ti rendi conto che egli è andato oltre, quasi senza volerlo, come se lui stesso si scoprisse serio , impegnato mentalmente. E forse questa ambiguità semantica e caratteriale che cattura il fruitore. Ecco infatti, passare, dopo l attenzione prestata a Pupazzo di neve arrabbiato, alla visione di un evento cromatico dagli ottimi

registri tonali e compositivi: Un giorno come l altro, anche questo dipinto del 1997-98. Per esempio , anche questo lavoro: a rappresentare, stavolta, l arguzia di un giovane artista che, ai fini di una convincente sintonia col nostro tempo, sa cosa schivare e cosa attraversare. Molte le opere presentate recentemente a Milano alla Salvatore + Caroline Ala . Carmelo Strano

La decostruzione a Palazzo Reale

A cavallo tra la grande mostra L anima e il volto e quella dedicata a Gaetano Previati, un insolita tipologia di poetica pittorica è stata realizzata al Palazzo Reale di Milano quale collaborazione tra Comune, Associazione Asbin e Lions Club C.Porta San Babila . Protagonista Alberto Valsecchi, milanese, passato negli ultimi anni, dopo lunga militanza nell iperrealismo, al decostruzionismo. Quest ultima corrente, da anni impostasi sul piano dell architettura, recentemente ha catturato l attenzione di taluni artisti irrequieti, come appunto Valsecchi. Quindi, narrazioni per così dire compositivamente instabili sulla base di forti giochi timbrici ma in altri, in diversi momenti tendenti alla frattalità.

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Sopra/Above, L ermafrodita, 120x80 cm, e a sinistra/left, Illusione, 100x100 cm, di/by Alberto Valsecchi. In alto a sinistra/Top

left, Un giorno come l altro e, a destra/right, Pupazzo di neve arrabbiato, 1997/1998, di/by Osmar Osten.


Rassegna d informazione sull editoria dell architettura, del design e della comunicazione visiva. Information about publications in the architecture, design and visual communication fields.

I giardini d Europa A Lesson on Twelve Gardens Leçons de jardins à travers l Europe a cura de l Institut Européen des Itinéraires Culturels Éditions Alternatives, Paris 1998, ill. col., 160 pp Il volume è una delle possibili risposte al tentativo compiuto dall Institut Européen des Itinéraires Culturels di far rivivere le tematiche europee che hanno segnato le diverse comunità, così da esprimere concretamente i valori di solidarietà e di tolleranza di un Europa che cerca di riconoscersi prima di trovare la propria unità. I parchi e i giardini si prestano particolarmente a tale progetto, essendo luoghi di incontro, ma anche di frontiera, in cui è possibile tracciare una linea di separazione tra cultura e natura, tra arte, scienza e tecnica. Il parco, per la sua configurazione, si situa sempre tra : tra la preoccupazione dell architettura di stabilire un intervento preventivo e l esigenza della vegetazione che necessita di spazi e tempi adeguati per crescere; tra ciò che è vivente e l artificialità delle forme geometriche; tra la città e la campagna. Sono stati scelti dodici giardini, costruiti o risistemati

negli ultimi dieci anni, che si discostano però dall idea paradigmatica di parco; gli autori hanno voluto incentrare la propria attenzione su giardini particolarmente significativi per la vita di un uomo o per la storia di una famiglia, che fossero in grado di tradurre in modo esemplare l incontro e l amalgama, finalizzati alla costruzione dell Europa, di culture diverse. Ogni giardino è descritto nella sua peculiarità, nella sua filosofia, nei suoi legami con la tradizione e, soprattutto, nel suo carattere europeo. Il parco serve, pertanto, a illustrare il trascorrere del tempo, il cambiamento degli uomini, il movimento delle idee e la simbologia del mondo; non è un caso che lo spazio di riferimento scelto sia quello del labirinto, nel quale è possibile intuire una grammatica estremamente ricca e complessa, costituita da simboli, rimandi sacri, mitologici e, talvolta, esoterici. Dei paragrafi di accompagnamento completano le passeggiate , evocando diversi giardini che presentano dei punti in comune, come l utilizzo dell acqua, la presenza dei labirinti, le tecniche e gli strumenti utilizzati, gli

spettacoli... Questo volume ci vuole ricordare che, nel cuore delle città europee, esiste un patrimonio comune, sconosciuto e familiare al tempo stesso, che dialoga con l immaginario collettivo e con una cultura condivisa. This book is one of the possible responses to the attempt made by the Institut Européen des Itinéraires Culturels to revive European themes that have left their mark on the various communities, so as to express in concrete terms the values of solidarity and tolerance of a Europe that is trying to get to know itself before achieving unity. Parks and gardens lend themselves particularly well to such a plan, being the places of meetings, but also of borders, where one can draw a line of separation between culture and nature, and between art, science and technology. Owing to its configuration, the park is always situated between : between the concern of architecture to undertake a preventive operation, on the one hand, and the need of vegetation for space and sufficient time for growing, on the other. Between what is living and the artificial nature of geometrical forms; between town and country. Twelve gardens were chosen which had been made or reorganized in the last ten years; gardens, however, which are somewhat different from the paradigmatic idea of the park; the authors wished to concentrate their attention on gardens of particular significance for the life of a man or for the history of a family, gardens that could perfectly convey the idea of meeting and amalgamation for the purpose of building a Europe of different cultures. Every garden is described in its peculiarity, its philosophy, its bonds with tradition and, especially, in its European character. The park, therefore, is of use in illustrating the passing of time, the changes in men, the movement of ideas and the symbolic systems of the world. It is by no mere chance that the reference space chosen was that of the labyrinth, in which one can sense an extremely rich and complex grammar, consisting of symbols, as well as sacred, mythological and, sometimes, esoteric references. A number of accompanying paragraphs complete these walks , evoking various gardens that have points in common, such as the use of water, the presence of labyrinths, the techniques and instruments utilized, spectacles, etc. This book would remind us that in the heart of European cities there is a common patrimony, at once unknown and familiar, which carries on a dialogue with the collective imagination and with a shared culture.

Scorcio dei/View of Jardins de l Imaginaire a Terrasson in Francia.

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Anni Sessanta The Importance of a Decade

Segnalazioni

Lesley Jackson The Sixties Phaidon Press, New York 1998, ill. a colori, 240 pp

Anish Kapoor testi di Germano Celant ed. inglese Edizioni Charta, Milano 1998, ill. b/n e col., 328 pp Germano Celant cura una delle più complete monografie su Anish Kapoor, considerato uno dei più importanti artisti della sua generazione. Questa è l edizione aggiornata e ampliata della prima versione della monografia; l aggiornamento concerne le opere, una trentina di lavori realizzati dal 1995 al 1998 (alcune delle quali presentate alla Hayward Gallery di Londra che gli ha recentemente dedicato una personale), gli approfondimenti scientifici e il testo del curatore.

Questo libro offre uno studio esauriente del design degli anni Sessanta attraverso la crescita di importanza dell Italia e della Gran Bretagna in seno alla comunità internazionale del design. Il testo di Lesley Jackson posiziona gli USA come leader nel campo dell architettura e gli Scandinavi come dominanti nel settore delle arti applicate, illustra l esplosione della moda e della cultura pop inglese e l elettrizzante stagione dell arredamento e della plastica in Italia come promotori di una dimensione completamente nuova del design. La Jackson descrive la metà degli anni Sessanta come un periodo provocatorio e ricco di ispirazione, in cui le idee vivide proliferavano e i confini tra arte e design venivano spinti all estremo. Le teorie intorno alla Op art e alla Pop art filtrate nel design dei tessuti e dei mobili, nelle case gonfiabili, nelle minigonne, nelle sedie di plastica, nei vetri pop, nei poster psichedelici davano vita ai nuovi fenomeni del design. L autrice spiega come il terremoto giovanile del 1968 abbia innescato una seconda rivoluzione del design nel bel mezzo di un anno già scosso da inquietudini sociali. Il libro illustra come i designer abbiano iniziato a mettere in dubbio i propri principi, esplorando idee alternative sulla forma, i materiali, i colori e le texture. La Jackson, poi, identifica la nascita dell Anti-Design in Italia, il craftmovement negli USA, il movimento ergonomico in Scandinavia e il revival dell Art Nouveau e dell Art Deco in Gran Bretagna come una reazione all inquietudine sociale che circondava i designer. The Sixties cerca di interpretare il ciclo di azione e reazione che ha dominato quella decade della rivoluzione del design. Il libro inizia con una panoramica dei primi quindici anni seguiti alla Seconda Guerra Mondiale e spiega come quel periodo fu cruciale nel determinare le condizioni economiche e sociali e lo speciale clima creativo in cui il design sarebbe poi sbocciato negli anni Sessanta. Il testo continua mettendo in contrasto l umore ottimista prevalente all inizio degli anni Sessanta con il diffuso pessimismo e la preoccupazione che sono poi stati associati agli anni Settanta. Lesley Jackson è curatrice dell arte (sezione Collezioni) presso le Manchester City Galleries, per le quali ha organizzato molte esposizioni su diversi aspetti dell arte decorativa del XX secolo.

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This volume provides a comprehensive study of design in the 1960s as it traces the rise of Italy s and Britain s importance within the international design community. While Lesley Jackson s text positions the USA as a leader in architecture and the Scandinavians as the dominant figures in applied art, she illustrates how the explosion of British fashion and pop culture and the vibrancy of Italian furniture and plastics added a whole new dimension to design. Jackson describes the mid 1960s as a provocative and inspiring time, when vivid ideas proliferated and the boundaries between art and design were being pushed. The theories surrounding Op art and Pop art filtered into fabric and furniture design and paper furniture, inflatable houses, mini skirts, plastic chairs, pop glass and psychedelic posters were among the resulting new design phenomena. Jackson explains how the 1968 youthquake sparked a second design revolution in the middle of a year already marked by social unrest. The volume illustrates how designers began to question their assumptions, exploring alternative ideas about form, materials, color, and texture. Jackson then identifies the birth of the Anti-Design movement in Italy, the craft movement in the USA, the ergonomic movement in Scandinavia, and the Art Nouveau and Art Deco revival in Britain as a reaction to the social unrest that surrounded the designers. The Sixties attempts to interpret the cycle of action and reaction that predominated in this decade of design revolution. The volume starts with an overview of the fifteen years following the Second World War and explains how this period was crucial in establishing the distinctive social and economic conditions and the special creative climate in which design would flourish during the 1960s. Jackson s text goes on to contrast the special upbeat mood that prevailed during the early 1960s with the pervasive mood of pessimism and anxiety that we have come to associate with the 1970s. Lesley Jackson is Keeper of Art (Collections) at Manchester City Art Galleries, where she has organized many exhibitions on different aspects of XXth century decorative art.

Daniel Arasse Léonard De Vinci Hazan Editions, Parigi 1998, ill. b/n e col., 504 pp Daniel Arasse si occupa di Leonardo consapevole del fatto che spesso ci si avvicini al grande artista quasi intimiditi dalla sua persona e dalla sua opera. La prima parte del testo è dedicata a tracciare un ritratto dell artistafilosofo, analizzando la cultura di Leonardo, il suo modo di pensare, la sua visione del mondo e il nuovo rapporto che egli istituisce tra artista e committente. La seconda parte è consacrata ai disegni, alle pitture e ai famosi ritratti. Questo nuovo libro su Leonardo si presenta, pertanto, come una riflessione scientifica e filosofica sul grande artista. Arte città - 11 artisti per il Passante Ferroviario di Torino Hopefulmonster editore, Torino 1998, ill. col., 51 pp Questo testo illustra le soluzioni prospettate da undici artisti italiani e stranieri cui è stato chiesto di interpretare il tema della pubblica committenza. Ciascuno di essi ha fornito una diversa configurazione tipologica dell intervento da realizzare a Torino, a seguito della copertura del Passante Ferroviario che si configura come uno degli interventi più rilevanti tra quelli previsti dal Nuovo Piano Regolatore. Bernini - la scultura in San Pietro foto di Aurelio Amendola testi di Andrea Bacchi e Stefano Tumidei Federico Motta Editore, Milano 1998, ill. b/n e col., 192 pp In occasione del quarto centenario della nascita di Bernini, il Vaticano ha aperto le porte della Basilica di San Pietro al fotografo Aurelio Amendola. E nato un documento fotografico di grande intensità che ritrae il più grande monumento storico della cristianità. Gli studi di Andrea Bacchi, docente e ricercatore di storia dell arte moderna presso l Università di Trento, insieme allo splendido reportage

fotografico, fanno di questo testo un importante contributo al dibattito della storia dell arte. Henry Cartier-Bresson A proposito di Parigi Testi di Vera Feyder e André Pieyre de Mandiargues Peliti Associati, Roma 1998, ill. b/n, 168 pp Questo volume raccoglie una selezione delle più belle fotografie scattate da Cartier-Bresson a Parigi. Le immagini, sebbene accompagnate da una data che consente un loro inquadramento storico, non vengono qui presentate in ordine cronologico. Questo libro, pertanto, non vuole essere un indagine sociologica sulla città, ma mira a fornire una visione esaustiva degli istanti di umanità che animano e hanno animato una delle più belle città del mondo. Philippe Châteaureynaud Dictionnaire de l urbanisme Edition du Moniteur, Parigi 1998 L urbanismo è una materia complessa che si avvale di concetti la cui definizione non è sempre rigorosa. L obiettivo di questo dizionario consiste nel rispondere a un reale bisogno di chiarezza; vengono fornite definizioni per più di settecento parole e per espressioni normalmente utilizzate, tenendo conto del contesto giuridico all interno del quale esse si inscrivono. Le definizioni fornite dall autore prendono in considerazione ciascun aspetto dell urbanismo, giuridico, amministrativo, economico, finanziario, fiscale e di protezione dell ambiente. Colloqui d Architettura tra tecnologia e progettazione a cura di Giuseppina Foti con il coordinamento scientifico di Rosario Giuffré Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna (RN) 1998, ill. b/n, 419 pp Il testo raccoglie gli Atti del convegno nazionale dell Area Tecnologica e del seminario internazionale Verso un architettura di qualità , organizzati dai docenti di Progettazione ambientale e di Cultura tecnologica della progettazione della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. La prima parte si occupa delle problematiche disciplinari e istituzionali relative alla Facoltà di Architettura; vengono formulate soluzioni e proposte in risposta alla domanda del mercato del lavoro. La seconda parte tratta delle tematiche relative al rapporto tra contesto e qualità in architettura, cercando di contribuire all affermazione di nuovi atteggiamenti ambientali cui rapportare i temi della progettazione e della programmazione.


Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on current events in Italy and abroad.

La ricerca dell unione In Hyères Riconsiderare la situazione espressiva dopo l acme dell arte déco , innervare la creatività di connessioni col sociale per arrivare a un tipo di arte veramente sociale . Ed ecco apparire, nel 1929, vicino Parigi, l Union des Artistes Modernes . Moderno: termine abusato, fino a offrire valenze e significati anche contrastanti. Moderno indica il periodo che comincia col Rinascimento e arriva a buona parte dell Ottocento. Ma rinvia anche al termine contemporaneo, tuttavia subito qualificato come spirito e impegno nuovi. In altri casi, moderno equivale a proposta sciolta dal problema estetico della novità, sicché può trattarsi di recupero del passato o di raccordo con esso, anche in termini di una sua riformulazione. Il gruppo francese si dichiara moderno per spirito, per ricerca della novità, per sintonia con i tempi nuovi e le loro tecnologie. Lo dimostra in particolar modo la produzione di oggetti d uso quotidiano. Dell UAM, da considerare una tendenza più che un gruppo, fanno parte architetti, designer, artisti, ecc. che lavorano con la piena coscienza della correlazione necessaria tra le varie discipline. Tant è che talvolta progettano in équipe. Attorno ai fondatori (Mallet-Stevens, Herbst, Le Chevallier, Perriand, Jourdain, Puiforcat, Henry, Fouquet, Sandoz) si stringono via via nomi già prestigiosi. Epicentro, Hyères, presso Parigi, e precisamente nella Villa Noailles dove fino ai primi di settembre si tiene una mostra riassuntiva del movimento, su iniziativa di quel Comune e del Centre Pompidou. La Villa ha una sua precisa storia legata all UAM. Era stata commissionata da Charles e Marie-Laure de Noailles nel 1924 a Robert Mallet-Stevens che del

Le Corbusier, Deux Personnages, pastelli su carta, 20,8x26,8 cm, 1938. Le Corbusier, Deux Personnages, pastel on paper, 20,8x26,8 cm, 1938.

movimento fu il capitano fino al 1939. E proprio in quella villa che diversi autori erano invitati a lavorare, incontrarsi ecc.: una sorta di salotto letterario e di progettazione. Le opere di pittura e di scultura, date a prestito dal Beaubourg, sono anche di Le Corbusier, di Sonia e Robert Delaunay, Fernand Léger. Vi si espongono inoltre maquette, disegni, progetti, oggetti di arredamento e di illuminazione. Si ha modo di verificare l adesione dell UAM allo spirito razionalista del tempo ben al di là dell orpello decorativo, senza per questo rinunciare a una propria autonomia dai rigori funzionalisti. Carmelo Strano Reconsidering expressivity after the acme of art deco, charging creativity with social meanings so as to reach a sort of really social art . And in 1929, near Paris, the Union des Artistes modernes appeared. Modern: this term has been misused so often that it has acquired contrasting senses and values. Modern indicates the period ranging from the Renaissance to most of the nineteenth century. But it also recalls the term contemporary , which in turn makes us think of a new spirit, of new undertakings. In other cases, modern means being free from the esthetic problem of novelty, so it can signify recovering or going back to the past, also in terms of expressing it differently. The French group claims a

modern spirit, it looks for novelty and is in harmony with the new times and their technologies. This is shown, in particular, by the production of everyday objects. In UAM - which is to be considered a trend rather than an actual group - we find architects, designers, artists, etc., all working with the full awareness of the necessary correlation among the various disciplines. In fact, they often work as a team. More and more prestigious names are being added to UAM along with those of its founders (Mallet-Stevens, Herbst, Le Chevallier, Perriand, Jourdain, Puiforcat, Henry, Fouquet, Sandoz). UAM s focal point is in Hyères, near Paris, and precisely in the Noailles villa, where an exhibition which summarizes the movement s activity is being held until the beginning of next September, on the city s own initiative and on that of the Centre Pompidou. The Villa has its own precise history linked to UAM. It was commissioned in 1924 by Charles and Marie-Laure de Noailles to Robert Mallet-Stevens, who was the leader of the movement until 1939. It was in that villa that different authors were invited to meet, work together, etc. A sort of literary and designing salon. Amongst the exhibition s pictorial and sculptural works, lent by the Beaubourg, we also find pieces by Le Corbusier, Sonia and Robert Delaunay and Fernand Léger. Maquettes, drawings, designs, furnishing and lighting objects are on display. We can thus verify UAM s devotion to the rationalistic spirit of time, far beyond decorative frills, without the movement ever giving up its own, rigorously functionalistic autonomy.

Da sinistra a destra: Pierre Charreau, La Religieuse, lampada con piantana in ferro, martellato e patinato e lastre triangolari di alabastro montate su ottone, 1923; Jacques Les Chevallier, Chiestera, lampada da tavolo in alluminio e piombo, 1930; René Herbst, scrivania in lamiera piegata, saldata e laccata, con base cromata, pezzo unico, 1930.

From left to right: Pierre Charreau, La Religieuse, lamp with stone-axed coated iron base, and triangular alabaster elements mounted on brass, 1923; Jacques Les Chevallier, Chiestera, aluminium and lead table-lamp, 1930; René Herbst, desk made of folded, welded and lacquered metal sheet with chrome-plated base, unique piece, 1930.

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Napoli protagonista

Prosegue fino al 27 giugno, al Palazzo Reale di Napoli, la mostra L architettura a Napoli fra le due guerre che documenta l opera degli architetti che operarono nella città durante il periodo delle due guerre. Il repertorio di immagini, curate dal fotografo Luciano Romano, fa da commento ai progetti originali, molti dei quali inediti, e a sei plastici che documentano le opere più significative. Sono inoltre presentati vari piani urbanistici, illustrati dalle tavole originali, oltre cento edifici accompagnati da progetti originali e da alcune maquette. La mostra nasce come tentativo di dare una spiegazione al periodo compreso fra le due

La Tour Eiffel a Firenze Napoli, Stazione Mergellina, 1927 ca (foto: Luciano Romano).

guerre, uno dei capitoli più significativi dell architettura contemporanea. L indagine viene condotta solo su Napoli dove si ebbe un fervore costruttivo che incise notevolmente sui successivi sviluppi della città. Sebbene Napoli non fosse, in quegli anni, un centro primario della ricerca architettonica, non può neppure essere considerata come marginale nella scacchiera degli

interventi architettonici intrapresi dal regime fascista, tanto più che a Napoli l aspirazione alla modernità si trovò spesso confrontata con le problematiche di una città storica densamente stratificata nei secoli. La mostra è accompagnata da un catalogo composto da una ventina di saggi che affrontano queste problematiche da diverse angolazioni. Napoli, Fontana Esedra alla Mostra d Oltremare (foto: Luciano Romano).

Sotto a sinistra/Below left, l UFR-STAPS di Nizza, progettato da/designed by Adineau, Hannouz, Janneau; a destra, corte interna della/right, interior court of the Ecole des Maumettes di Nizza, progettata da/designed by Atelier Drouin.

Prosegue fino all 8 luglio, all Archivio di Stato di Firenze, la mostra monografica sul capolavoro dell ingegneria in ferro; sarà la Tour Eiffel, infatti, l attrazione principale di questa manifestazione che è allestita per la prima volta fuori dalla Francia. La mostra è concepita come una sorta di incontro tra archivi di architettura moderna e ospiterà anche i carteggi degli archivi personali della famiglia Eiffel e una sezione intitolata Il ferro nella tradizione architettonica toscana: il primato dell arte , ricca di documenti inediti. Il percorso espositivo parte dalla Tour Eiffel, costruita nel 1889 per celebrare nel corso dell Esposizione Internazionale il primo centenario della Rivoluzione francese, e si conclude in Toscana con la rilettura critica di una tradizione risalente al Rinascimento, evidenziando come, in questa regione, la produzione siderurgica nel XIX secolo, a differenza di quanto accade nel resto d Europa, era indirizzata verso esiti artistici: da Firenze a Livorno il ferro diviene parte della città, decorandone edifici, piazze, giardini e chiese.

Tre anni di architettura a Nizza Il Forum d Urbanisme et d Architecture, luogo di formazione e informazione, è stato recentemente inaugurato a Nizza. L edificio, destinato al grande pubblico, è un vecchio stabile dell EDF costruito negli anni Trenta, situato nel cuore della città vecchia e ristrutturato in modo tale da conservare il suo carattere industriale. Nel Forum sono ospitati il piano regolatore che disegna le grandi trasformazioni della città nei prossimi vent anni, i progetti realizzati a Nizza tra il 1995 e il 1998 e una serie di esposizioni tematiche. Viene messo a disposizione del pubblico un fondo

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documentario su architettura, urbanismo, design e paesaggio e sono in cartellone due cicli di conferenze sui nuovi paesaggi urbani. Più che un semplice strumento, il Forum si inscrive nella politica qualitativa di urbanismo e architettura condotta da Nizza a partire dal 1995, orientata verso il rispetto e l equilibrio della città, delle sue strutture, dei suoi spazi pubblici,

dei suoi quartieri e del suo patrimonio artistico e architettonico. Scopo del Forum è di divenire uno spazio di dibattito sull architettura e sui suoi legami con la cultura, di sensibilizzare e, al contempo, informare i cittadini delle trasformazioni in atto nella città e di costituire una rete di partner a livello nazionale e internazionale, per scambiare idee, riflessioni ed esperienze.

Cucina d autore a Urbino Nelle suggestive sale di Palazzo Ducale è allestita, dal 19 giugno al 4 luglio, Easy Cooker , mostra sul concorso di idee per la progettazione di nuove pentole per cuocere la pasta. Il concorso, rivolto agli studenti delle scuole europee di design, ha visto la partecipazione di oltre cento giovani designer che si sono cimentati nella progettazione e nella decorazione di pentole antiaderenti e accessori coordinati in grado di rendere la cucina un luogo piacevole, attrezzato con strumenti di facile utilizzo e di ottima qualità. I nomi dei tre vincitori, prescelti da una giuria composta da Paola Ricas, Alfonso Jaccarino, Isao Hosoe, Giancarlo Iliprandi, Eliseo Mattiacci, sono proclamati in occasione dell inaugurazione della mostra sui progetti partecipanti al concorso.


internet sites www.arquitecturaviva.com Aggiornate e arricchite le pagine del sito web della rivista spagnola Arquitectura Viva , che oltre a presentare le proprie testate e una lista dei propri punti vendita, propongono ora una pagina di notizie e immagini tratte dall ultimo numero uscito e un database su temi specifici, saggi, edifici, architetti e pubblicazioni di architettura che sono apparsi nel corso degli anni sulla rivista spagnola.

www.architettura.it/nib Si può visitare on line la mostra New Italian Blood che riunisce i progetti premiati a concorsi internazionali di architettura elaborati da progettisti italiani al di sotto dei 36 anni, singoli o in gruppi. Il sito e i progetti rappresentano una nuova esperienza italiana non più chiusa al suo interno, ma aperta a sperimentazioni, contaminazioni, idee e linee di ricerca internazionali.

www.arquitecturaviva.com Updated and enriched, the pages of the website of the Spanish review Arquitectura Viva not only present their publications and a list of their sales outlets, but now also offer a page of news and pictures taken from their latest issue and a database on specific subjects, with articles, essays, buildings, architects and the publications dealing with arcitecture that appeared in the review in the last years.

www.museuobagattivalsecchi.org Seguendo la sua vocazione di avanguardia il Museo Bagatti Valsecchi di Milano è uno dei primi in città a disporre di un sito internet autonomo. Nel sito è possibile trovare informazioni e illustrazioni relative agli ambienti, alle opere, agli oggetti che ne costituiscono il patrimonio. Il sito si sviluppa secondo tre linee di servizio: Aggiornamento sugli eventi culturali, Art Shop on line, Rete Dimore di Collezionisti divenute musei in Italia e nel mondo.

www.archined.nl Lo scopo di ArchNed è di rappresentare una piattaforma indipendente in cui si raccolgono e si collegano tra loro le varie informazioni nel campo dell architettura in Olanda. Il sito, in olandese e inglese, è diviso in due parti principali: una dedicata ai siti di architetti, istituzioni e organizzazioni e l altra dedicata a quelle attività e servizi offerti da ArchiNed.

www.museobagattivalsecchi.org In keeping with its avant-garde vocation the Museo Bagatti Valsecchi of Milan has become one of the first museums in the cityto have its own internet site. Visitors will find information and illustrations dealing with the exhibition halls, works, and objects that constitute its patrimony. The site offers three kinds of service: the latest news on cultural events, Art Shop on line, and the sites of Collectors residences that have become museums in Italy and throughout the world.

Segnalate i vostri siti, le vostre scoperte, le vostre idee al nostro E-mail: arca@tin.it

www.architettura.it/nib On line one can visit the New Italian Blood exhibit, which has a collection of international prize winning projects designed by single or group Italian architects under 36 years of age. The site and the projects represent a new Italin experience, no longer closed off in its own self-sufficient world but open to experimentation, outside influences, and lines of research. www.archined.nl The purpose of ArchNed is to represent an independent platform in which various kinds of information in the field of architecture in Holland are collected and interrelated. This site, which is in Dutch and in English, is divided into two main parts: one dedicated to the sites of architects, institutions and organizations, and the other to the activities and services offered directly by ArchiNed. Send us your site address, your discoveries, and your ideas to our E-mail address: arca@tin.it

Kiefer: natura e cultura

A costo di cadere in anacronistici concetti estetici, che odio molto, non posso fare a meno di dirlo: è un grande artista. Come pochi altri dei nostri giorni. E giacché ci sono, cito: Rauchenberg o il povero Bacon. Anche davanti ai grandi lavori di Anselm Kiefer, dunque, il cuore e la mente si dilatano, sono proiettati e provocati al di là delle dimensioni culturali ed esistenziali di routine. Ovvio, non è la grandezza fisica del lavoro - e penso agli enormi quadri esposti fino a tutto agosto alla Galleria d Arte Moderna di Bologna - a determinare il valore dell opera o del suo autore (contestualmente alcuni dipinti di discrete dimensioni sono stati esposti a Milano presso Lia Rumma). Che ci volete fare se nelle grandi misure, quelle di solito destinate ai musei, Kiefer svetta qualitativamente... Sensibilità speciale e cultura sono un magnifico binomio, come sa bene Kiefer. Ma l artista tedesco (Donaueschingen, 1945) sa bene cosa sia la tensione a formare equilibri fra le spinte più diverse e persino antitetiche propria della nostra epoca (non a caso anche con la sua opera ho potuto esemplificare questo spirito nuovoclassico o nonimplosivo ). Mettere assieme, sul terreno di una straordinaria forza espressiva e di un incessante inventiva, comportamentismo (quale l artista mutua da Beuys,

Anselm Kiefer, Stelle Cadenti.

suo maestro di accademia a Düsseldorf) e pittura, stesura di piglio o ascendenza informale e messaggio transitivo, storia e vita sociale odierna, o, ancora, razionalità e caos: ecco alcuni tratti essenziali che gli fan superare l esame per la patente di guida internazionale. Basta aver visto le antologiche dedicategli alla Neue Nationalgalerie di Berlino (1991) e al Museo Correr (Venezia, 1997) pe rendersene conto. Anche dell affascinante fusione tra natura e cultura le

quali, lungo le avanguardie storiche e i loro postumi, hanno spesso intrapreso cammini pressoché paralleli. E qui c è un altro segno della sintonia di Kiefer col nostro tempo. Ma questo è fruibile anche attraverso al sua sintonia, non importa a che grado di consapevolezza o di interesse specifico, con le dimensioni frattaliche espresse attraverso potremmo dire talune curiosità verso i modi decostruzionisti. Decostruzione o no, il senso dell architettura è

forte nelle opere di Kiefer. Proprio la mostra bolognese, con tanta passione curata dal direttore del Museo Danilo Eccher assieme all autore, presenta dipinti innervati da forza tettonica. Alludo a talune grandi forme archiettoniche, sorta di piramidi che mi hanno richiamato, con la duvuta distanza concettuale e dimensionale, le spatolate costruttive di Cézanne. Carmelo Strano

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Rubens e il suo secolo Fino al 27 giugno, il Palazzo dei Diamanti a Ferrara ospita una retrospettiva su Rubens, organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con il Museo Nacional De San Carlos e l Instituto Nacional de Bellas Artes di Città del Messico. Sono esposte un ottantina di tele, tra le quali spiccano opere celebri di Rubens, ma anche di Van Dyck e Jordaens. La mostra, che

Omaggio a Ligabue

raccoglie opere provenienti da grandi musei europei e americani e da collezioni private, si articola in sei grandi sezioni tematiche: soggetti religiosi, scene mitologiche, scene di genere, paesaggi, nature morte e ritratti. E disponibile un catalogo, a cura di Matías Díaz Padrón, composto di saggi e corredato da circa 100 tavole a colori. Peter Paul Rubens, Testa di satiro con contadina e un paniere di frutta, olio su tavola/oil on board, 106x77 cm, 1615 ca. A destra/Right, Antonio Ligabue negli anni Sessanta e il suo Il cortile, olio, 43x71 cm. Sotto/Below, Giovanni da Modena, Statuto dell Arte dei Drappieri, 1407. In basso a destra/Bottom right, Giovanni Iudice, Interno 1998, matita su carta/pencil on paper, 27x19 cm.

La Fondazione Art Museo di Busto Arsizio oragnizza, fino al 20 giugno, la personale Omaggio a Ligabue. Nel centenario della nascita . La mostra, curata da Manuela Boscolo, Andrea Occhipinti e Attilio Zammarchi, intende ripercorrere l intero iter artistico del pittore dagli anni Trenta ai Sessanta, esponendo un centinaio di opere tra dipinti, sculture, opere grafiche, disegni, fotografie e documenti. La mostra centra la propria attenzione sul carattere visionario dell opera di Ligabue che riesce, con la sua arte, a

trasformare ogni sensazione nostalgia, dolore, inquietudine e furore - in visione, creando un rapporto poetico e quasi simbiotico con i fenomeni della natura, il mondo vegetale e quello animale.

Elogio della bellezza

La miniatura a Bologna La Rocca di Vignola (MO) ospita, fino all 11 luglio, la mostra Haec sunt statuta: le corporazioni medioevali nelle miniature bolognesi in cui vengono esposti i codici miniati redatti dalle principali corporazioni laiche e religiose della città di Bologna, tra la metà del XIII secolo e gli inizi del XVI; haec sunt statuta è infatti la formula rituale che, accompagnata da una raffigurazione miniata, apre i disposti degli Statuti medievali del Libero Comune di Bologna. I

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materiali rappresentano, pertanto, un importante contributo alla comprensione dell evoluzione storica e culturale di una città europea quale era già allora Bologna e, al contempo, permettono di seguire lo sviluppo di una forma artistica, la miniatura, che ebbe in questa città uno dei più importanti centri di produzione. Le raffinate miniature rappresentano, inoltre, una sorta di particolarissima fotografia dell epoca in quanto forniscono le diverse tipologie e le caratteristiche dell arte cui gli Statuti offrono regole e dettami. La mostra di Vignola cerca di dar conto della complessa struttura sociale, economica, religiosa e politica della città di Bologna, tra il Ducento e il Cinquecento, attraverso una quarantina di codici miniati provenienti da biblioteche, collezioni pubbliche bolognesi e da importanti musei.

Il 29 aprile ha preso il via alla Galleria Appiani Arte Trentadue 2000. Elogio della bellezza una serie di mostre che si concluderà nel giugno del 2000. La manifestazione nasce come tentativo di rispondere ad alcune problematiche che gli organizzatori hanno sollevato come, per esempio, se abbia ancora senso parlare di bellezza in un secolo travagliato come

quello che sta per concludersi, se esistano ancora dei canoni di bellezza validi per tutti e quali prospettive si preannunciano alle soglie del terzo millennio. De Metaphisica , questo il titolo della prima mostra che si conclude il 30 giugno, cerca di individuare nell opera di pittori più o meno giovani il germe della rivelazione metafisica che De Chirico percepì con tanta chiarezza. Secondo Maurizio Fagiolo dell Arco, curatore della mostra e del catalogo, il XXI secolo si apre con De Chirico e l idea metafisica e, in tale contesto, il fantasma della Bellezza torna a percorrere l Europa. L esposizione presenta una serie di lavori, quasi tutti creati per l occasione, di pittori per i quali arte è sinonimo di artificio e secondo i quali è indispensabile dipingere la realtà a patto che sia irreale. La mostra è corredata da un catalogo, edito da Skira, che si articola in diverse sezioni nelle quali si cerca di dar conto dell idea di fondo dell esposizione, grazie a schede biografiche sui nove artisti scelti e a brevi interviste a nove personaggi ritenuti significativi dal curatore per suffragare la propria tesi.


Tom Wesselmann, Landscape n.4, 1965.

Arte Pop: non solo America Al chiostro del Bramante, a Roma, continua fino al 27 giugno la mostra I love POP. EuropaUSA anni 60, mitologie del quotidiano , una delle più articolate esposizioni internazionali di Pop Art mai realizzate in Italia. La mostra si articola in sezioni corrispondenti ai diversi Paesi (Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Ungheria e USA) presentando un ottantina di opere, cui si

accompagna una sezione visiva consacrata agli eventi storici, sociali, artistici e musicali degli anni Sessanta. All interno dell esposizione è stato realizzato un omaggio a Ugo Mulas con circa quaranta fotografie del periodo che ritraggono gli artisti americani ed europei al lavoro nei loro atelier e una sezione di scrittori della beat generation americana con immagini ritratte dal fotografo newyorchese McDarrah. Questa antologica

Cantiere aperto a Ferrara

vuole esplorare gli aspetti meno conosciuti della Pop Art, fenomeno artistico che si sviluppò non solo in America, ma anche in molti paesi europei, dando vita a esiti e approcci diversi. Walter Rosemblum, Boy on the roof/Ragazzo sul tetto, Pitt Street, 1950.

La fotografia di Rosemblum La Galleria Civica di Padova ospita fino al 27 giugno un antologica di Walter Rosemblum, uno dei grandi interpreti della fotografia umanistica - socialmente impegnata - che ha avuto negli Stati Uniti una storia lunga e complessa, marcata da una costante tensione tra soggettività e oggettività, tra idea e sentimento, tra la necessità di denuncia polemica e il tocco personale. Rosemblum, allievo di

Lewis Hine e di Paul Strand, è sempre riuscito a enfatizzare, nei suoi scatti, la forte carica emozionale piuttosto che l oppressione, gli aspetti umani della comunità fotografata piuttosto che la miseria. La mostra documenta il lavoro fotografico di Rosemblum dal 1938 al 1980, esponendo circa novanta fotografie suddivise in dieci sezioni. L esposizione è corredata da un catalogo in cui sono riprodotte le immagini dell artista.

Dieci anni di Arte Concreta

Mino Guerrini, Composizione, olio su tela/oil on canvas, 72x100 cm, 19481949.

All Acquario Romano è stata allestita, fino al 7 luglio, la mostra MAC/Espace. Arte concreta in Italia e Francia 1948-1958 . L esposizione ripercorre l intera vicenda del Movimento Arte Concreta, fondato a Milano nel

Espace, fondato nel 1950 da André Bloc. Da Milano, dove era nato, il MAC si diffuse rapidamente in molte città italiane e il percorso della mostra è studiato in modo tale da seguire tale evoluzione. Oltre a circa centotrenta opere, l esposizione presenta una sezione dedicata alla fotografia con opere di Veronesi, Barisani e Tetafiore e una vasta raccolta di documenti comprendente le cartelle di grafica prodotte da MAC-MAC/Espace, gli inviti, le lettere, i cataloghi e le riviste storiche. Nel corso della mostra sono programmate serate di musica concreta e di poesia concreta.

1948 da Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Bruno Munari e Anastasio Soldati che cercavano di rinnovare il linguaggio artistico in Italia, convinti che dovesse essere chiamata concreta - e non astratta - quell arte che attingeva forme, linee e colori autonomamente dalla personale immaginazione anziché dai processi di astrazione delle immagini naturali. Il MAC si aprì alle problematiche dei linguaggi europei più avanzati e, nel contempo, istituì contatti sempre più intensi con artisti di altri Paesi, fino a collaborare e a fondersi con il gruppo francese

Tre giovani pittori a Milano

Federico Gori, Scripta manent, tecnica mista/mixed technique, 80x80 cm.

La Galleria San Fedele ospita, fino al 12 giugno, le opere dei tre vincitori di Primaparete Premio giovani pittori , il concorso nazionale riservato agli allievi dell ultimo anno delle Accademie di Belle Arti di tutta Italia. Nella galleria milanese sono esposte circa una trentina di opere dei giovani artisti, Federico Gori dell Accademia di Firenze, Michele Marsilio dell Accademia di Roma e Gonzalo Veloso Rueda

come una personale dei tre vincitori, corredata da tre cataloghi distinti. La mostra intende così offrire ai giovani vincitori la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico e si conferma un importante punto di riferimento per la critica che può ravvisare nella manifestazione alcune indicazioni per comprendere l evoluzione e le tendenze del mondo artistico giovanile in Italia.

dell Accademia di Torino. Dalla premiazione - avvenuta nel giugno 1998 - a oggi, i vincitori hanno lavorato alla realizzazione della mostra che si configura, pertanto,

Arte Antica di Ferrara, insieme all Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, promuovono un iniziativa insolita ed estremamente interessante; in occasione del restauro degli affreschi del Salone dei Mesi a Palazzo Schifanoia, si offre ai visitatori la possibilità di accedere ai ponteggi dei restauratori e, quindi, di ammirare - da un punto di vista assolutamente privilegiato - le suggestive immagini dei Mesi di Giugno e Luglio, realizzate dai Maestri dell Officina Ferrarese nel 14691470. La manifestazione Schifanoia, cantiere aperto si conclude il 27 giugno, ma in autunno è prevista un iniziativa analoga incentrata sul restauro dei mesi di agosto e settembre. Il ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, costituito da dodici scomparti nei quali la narrazione si articola su tre livelli, fu per lungo tempo ricoperto da calce e venne riportato al suo antico splendore solo nel 1821, anno a partire dal quale si riorganizzarono molteplici interventi di restauro. L attuale intervento, che si configura come una grande manutenzione a più

di trent anni dall ultimo restauro, procede alla pulitura della polvere che nel corso degli anni ha offuscato la brillantezza dei brani affrescati e alla revisione del restauro pittorico. Per dare ai visitatori un idea esaustiva del lavoro, sono esposte le sinopie degli affreschi e due frammenti della parete nord raffiguranti un gruppo di cavalieri; infine, nelle altre sale dell ala quattrocentesca, è stata allestita una documentazione che consente un inquadramento storico dell opera restaurata e delle metodologie di restauro applicate. Per accedere ai ponteggi è obbligatoria la prenotazione (per informazioni e prenotazioni: 0532/47210).

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Sistema variabile per ufficio

Protagonista l industria del mobile

Sacea, azienda impegnata nella ricerca e nello sviluppo di prodotti e sistemi per l ufficio, intuendo la necessità di presentare sul mercato una linea in grado di consentire, nel tempo, le opportune modifiche e gli adattamenti che seguono le veloci trasformazioni del modo di lavorare, ha realizzato il nuovo sistema ufficio Verve . Disegnato da Isao Hosoe, Verve è stato studiato per semplificare i processi di trasformazione delle strutture e, in tutte le possibili configurazioni, crea un piacevole e

Dal 13 al 18 aprile si è svolto a Milano il Salone del Mobile 1999 che ha visto coinvolto l intero mondo del design, e manifestato quali le nuove tendenze e quali i prodotti più significativi del momento. Unitamente al Salone, nel quartiere fieristico milanese, sono stati organizzati l annuale Salone del Complemento d Arredo e le biennali SaloneCucine/Eurocucina e SaloneUfficio/Eimu, che hanno trovato collocazione nei nuovi e spaziosi padiglioni del Portello. Complessivamente le aziende espositrici, ospitate su una superficie di 482.000 metri quadrati, sono state 1809 e ciò dimostra l internazionalità, lo sviluppo e la preminenza che questa manifestazione detiene a livello mondiale. Come nella precedente edizione, anche quest anno è stato

rassicurante rapporto con il posto di lavoro. Il sistema si sviluppa in verticale, è contenuto nel perimetro del piano e consente di coordinare le diverse componenti nel modo più opportuno e pratico per l utente. Montanti impilabili permettono la verticalizzazione dei volumi di contenimento e archiviazione e il posizionamento di schermi e accessori perfettamente allineati nei confini del piano. Attualmente Herman Miller, grazie a un accordo stipulato con Sacea, distribuisce Verve in molti paesi Europei.

permanentemente aperto al pubblico il padiglione 9, che ha ospitato le retrospettive dedicate a Bruno Munari ed Ettore Sottsass jr., e, in un area raddoppiata rispetto a quella dello scorso anno, lo spazio SaloneSatellite dedicato ai giovani designer, architetti e progettisti provenienti da tutto il mondo. Sono state inoltre organizzate: una mostra sul tema dello sviluppo sostenibile applicato alle apparecchiature domestiche; un ipotetico scenario domestico con protagonista la tecnologia; uno spazio che presenta il progetto comunitario SME Woodnet voluto da Italia, Svezia e Finlandia che ha affrontato interessanti temi progettuali. Due mostre, organizzate dai gruppi di Federlegno-Arredo, hanno infine illustrato quanto sta dietro al prodotto italiano.

Omaggio alle origini del movimento moderno

Completano il manto di copertura La Linea Accessori , prodotta dalla Fornace Laterizi Vardanega Isidoro, è stata particolarmente studiata per garantire la massima conservazione e durata nel tempo del manto di copertura e comprende: griglie di partenza, cuffie e reti di colmo in grado di soddisfare le più sofisticate esigenze prestazionali. Questa griglia di partenza, realizzata in acciaio zincato, ha la posa in opera estremamente facilitata poiché viene fissata alla caldana mediante tasselli e, funzionando come fermacoppo, determina il passo per una più semplice posa dei coppi di canale. Il sistema proposto dall azienda, oltre a essere anti-passero e anti-insetto, assicura la ventilazione della linea di gronda e la circolazione dell aria nel sotto-manto a garanzia, nel tempo, delle

caratteristiche funzionali del tetto. La linea accessori comprende inoltre cuffie in rame e in lamiera pre-verniciata e reti di colmo. La posa in opera delle cuffie in abbinamento alla rete di supporto del colmo, favorisce il deflusso dell aria e impedisce l entrata di acqua e di umidità consentendo di mantenere sempre asciutta la caldana e garantendo la costante ventilazione del colmo. Le cuffie, posate sull ultimo coppo di canale e appoggiate alla rete, vengono bloccate con la posa in opera dei coppi di copertura e dei colmi che sono fissati alla rete con una vite. Adatte sia per nuove coperture che per interventi di ristrutturazione, gli accessori della Fornace Laterizi Vardanega Isidoro, sono abbinabili a qualsiasi tipologia di coppo.

Con un richiamo al modernismo del primo Novecento, e al relativo concetto costruttivo che vuole evidenziata l essenzialità della struttura presente nel progettato, la collezione Steel, disegnata da Enrico Franzolini per Moroso, si articola in una serie di poltrone, poltroncine e sedie. Tutte hanno in comune, pur se in dimensioni diverse, un telaio portante

lasciato in vista, che fissa la scocca rivestita nelle varie versioni dimensionali riservate ai molti tipi di seduta. La struttura della collezione Steel è in acciaio cromato a vista, oppure in rovere massiccio, con gli elementi di supporto in legno ricoperti con poliuretano espanso indeformabile a densità differenziata e fibra poliestere.

Anche in Italia La Webert, azienda produttrice di rubinetti da oltre trent anni, presenta due nuove linee: Artic e Pacific. Quest azienda conosciuta soprattutto all estero per la qualità dei suoi prodotti, recentemente ha deciso di inserirsi nel mercato italiano con nuove linee di rubinetti. Disegnate da Giovanni Zanzucchi, Artic e Pacific hanno un design d impatto, ergonomico, dinamico che mira alla massima funzionalità; le forme delle maniglie non presentano spigolature e svuotamenti e, le

superfici liscie, permettono una facile manutenzione. La cromatura di questi rubinetti, realizzata tramite bagni galvanici, è conforme al sistema di certificazione di qualità UNI EN ISO 9002.

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Miami: architettura e design

Qualità, tecnologia e cultura dell alluminio

Promossa dall Arango Design Foundation, si celebrerà a Miami il primo ottobre, e per la prima volta in USA, la Giornata del Design e dell Architettura , dedicata non al progettista ma ai destinatari del progetto e alla committenza. Per i giorni seguenti questa data, a Miami si organizzeranno conferenze, seminari, mostre, visite guidate alle strutture architettoniche più significative, per sensibilizzare la gente sul significato del progetto volto all architettura e

La settima edizione del concorso Sistema d Autore Metra, si è conclusa con la tradizionale premiazione delle realizzazioni più interessanti, risolte con i sistemi Metra, che hanno confermato e consolidato le insostituibili qualità estetiche e tecnologiche della cultura dell alluminio . Nell ambito di questa cerimonia, svoltasi in concomitanza del SaieDue organizzato lo scorso marzo a Bologna, è stato inoltre presentato il nuovo quadrimestrale All Metra News Forme e Colori per l Edilizia, e una serie di innovazioni tecnologiche comprese nel nuovo sistema Easysystem e in quello per facciate continue Poliedra 50 S. Easysysem presenta soluzioni integrate che, grazie ad alcune varianti, consentono l esecuzione facile e agevole di serramenti misti in alluminiolegno o in bicolore con profilati in taglio termico e non. Appartengono al sistema le tre seguenti serie: - AELLE 65 I che, realizzata in profilati alluminio-legno, è competitiva nel rapporto qualità/costo, e presenta una parte esterna con profilati in alluminio non a taglio termico e una parte interna con masselli in legno applicato all alluminio mediante tasselli. E proposta con linea estetica a sormonto o complanare; i profilati di telaio sono da 64 mm di profondità e le ante da 85 mm, mentre gli accessori, le guarnizioni e i masselli di legno sono gli stessi utilizzati per la serie termica AELLE 80 STH.

all urbanistica e dei prodotti che implicano il design, la grafica e l arredo urbano. Il Sindaco di Miami Beach, proclamando il primo ottobre Giornata del Design e dell Architettura , auspica che il ruolo della propria città divenga quello di capitale internazionale di architettura e design, e l evento, nato come celebrazione dimostrativa su scala nazionale, si coordini prossimamente con altre iniziative per raggiungere un livello internazionale.

Una crociata per la lampadina Promossa da Assil e Bologna Energia 2010, è stata inaugurata lo scorso marzo a Bologna l operazione Aprile: mese della Lampadina a basso consumo , dedicata alle famiglie e agli Enti pubblici, l iniziativa ha lo scopo di facilitare la conoscenza e la diffusione delle lampadine a basso consumo nell area del Comune e della Provincia di Bologna. Questa operazione dovrebbe portare un incremento all utilizzo dei nuovi prodotti a elevata efficienza, in particolare nell ambito dell illuminazione domestica, recando notevoli vantaggi economici e ambientali.

L uso di lampadine a basso consumo consente un risparmio di energia elettrica che raggiunge l 80% con una durata di 12.000 ore, effetti che ripagano rapidamente del costo iniziale del prodotto, mentre, sul piano ambientale, il ridotto consumo di energia si concretizza in una minore emissione di anidride carbonica nell atmosfera da parte delle centrali termoelettriche in seguito alla combustione di idrocarburi. Si calcola che l utilizzo di una lampadina a basso consumo da 20w, genera una riduzione delle immissioni di CO2 pari a 480 kg.

Ottimi risultati

Il Gruppo Targetti, operatore europeo ai massimi livelli nel settore dell illuminazione architettonica, ha chiuso molto positivamente l esercizio 1998 con un utile netto consolidato in crescita del 18%, attestandosi a 6,5 miliardi di lire (3,4 milioni di Euro) rispetto ai 5,5 miliardi di lire (2,8 milioni di Euro) del 1997. Ottimi risultati anche sul fatturato consolidato che segna 116 miliardi di lire (pari a 59,9 milioni di Euro), in crescita del 20% rispetto ai 97 miliardi di lire (50,1 milioni di Euro) dell esercizio precedente. I positivi risultati ottenuti nel 1998 sono dovuti al notevole incremento delle vendite registrato dal Gruppo, in Italia e

all estero, che presenta un ricavo pari all 89% nel settore dell illuminazione commerciale e residenziale, al 7% in quello dell illuminazione delle aree operative e per il restante 4% dalle vendite nel settore delle sorgenti luminose. Positivi anche i risultati della capogruppo Targetti Sankey che, nell esercizio 1998, ha realizzato un fatturato di 81,4 miliardi di lire (42 milioni di Euro) con una crescita del 11% rispetto ai 73,2 miliardi di lire (37,8 milioni di Euro) del 1997, e un utile netto di 5,1 miliardi di lire (2,6 milioni di Euro), in crescita del 19% rispetto ai 4,3 miliardi (2,2 milioni di Euro) dell esercizio precedente.

- NC 65 I Bicolore , serie di profilati in alluminio non a taglio termico, studiati per realizzare serramenti in bicolore con l utilizzo, per la parte esterna, degli stessi profilati del sistema Aelle 65 I e, per la parte interna, da altri profilati che riprendono esteticamente la forma dei masselli in legno dei sistemi AELLE. Questi profilati si accoppiano a scatto in maniera facile e agevole, anche a barra intera, e consentono tutte le successive lavorazioni. - NC 80 STH Bicolore , serie di profilati in alluminio a taglio termico che consentono la realizzazione di serramenti in bicolore con l utilizzo, per la parte esterna, degli stessi profilati del già affermato sistema AELLE 80, e per la parte interna di nuovi profilati non a taglio termico che riprendono esteticamente la forma dei masselli in legno dei sistemi AELLE. Questi profilati si accoppiano a scatto, in maniera facile e agevole, anche a barra intera, e consentono tutte le successive lavorazioni.

Qualità per prodotto e servizio La Fornace S. Anselmo di Loreggia, in provincia di Padova, detiene dal 1995 la certificazione del Sistema Qualità UNI EN ISO 9002 rilasciata dall ICMQ, a garanzia che il processo produttivo, che parte dalla gestione delle cave che forniscono l argilla, si vale di sistemi altamente automatizzati per ottenere la realizzazione del mattone, l essiccazione, il ciclo di cottura di 76 ore (con temperatura

dai 950 ai 1100 gradi), e arriva al controllo finale del prodotto fino all imballo, con la registrazione dei dati di qualità, per la spedizione in tutto il mondo. L area italiana di mercato include il settore residenziale privato e quello della progettazione con esigenze sofisticate in termini di misura, forma e colore, e nelle forniture di pezzi speciali sia per restauri importanti che per nuove realizzazioni.

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Integrazione e funzione

Una rassegna ai vertici

Aperti a soluzioni impiantistiche diverse e con vari livelli di integrazione funzionale, i sistemi BTicino spaziano dal controllo e gestione della singola unità abitativa ai medesimi impegni riguardanti l intero complesso residenziale, poiché un edificio ha superato il concetto di rappresentare un insieme di cellule abitative autonome, diventando un organismo con singolari e comuni necessità, unificate nell ambito dei servizi erogati alle singole unità e di quelli destinati alle aree comuni. Nella previsione di una sempre maggiore flessibilità e possibilità di trasformazione delle strutture operative, richieste attualmente agli allestimenti tecnici degli ambienti di lavoro, BTicino risponde con sistemi che rimandano ai principi delle installazioni domotiche, e che comprendono la distribuzione dell energia, dei servizi e della comunicazione. In questa ottica BTicino ha messo a punto il sistema di distribuzione integrata Interlink, una gamma completa e modulare di canali che permette di creare supporti ideali per ogni tipologia di ambiente, per portare a ogni postazione l energia necessaria all impiego degli strumenti di lavoro, le segnalazioni richieste e la luce più opportuna.

Intel 99, sedicesima edizione della rassegna internazionale di elettrotecnica, elettronica e illuminazione, è stata presente in Fiera Milano dal 18 al 22 maggio, su una superficie di oltre 100.000 metri quadri netti, ospitando 75 operatori esteri provenienti da Medio Oriente, Nord Africa, EstEuropa e America Latina. Questa iniziativa si è sviluppata grazie alla collaborazione tra Associazione Intel, organizzatore della rassegna, e l ICE, l Istituto per il Commercio Estero. Di notevole importanza si è rivelata la nuova distribuzione degli espositori secondo aree omogenee di prodotto, che si aggiungono ai padiglioni monoespositivi, e la presenza de I Padiglioni della Luce nell area del Portello. Il quartiere fieristico è stato quindi

Flessibilità di installazione e di impiego e coerenza estetica, rendono Interlink un sistema di distribuzione integrata idoneo in qualsiasi situazione. In tema di cablaggio strutturato BTicino ha messo a punto il nuovo sistema di reti dati BTNET che ha il fine di ripartire i segnali fonia/dati di ingresso in un edificio ai vari utenti della rete. Ciò avviene attraverso la comunicazione dell armadio di permutazione centralizzato, ai ripartitori collocati sui vari piani dell edificio, fino a una distribuzione orizzontale, che porta il segnale da ogni armadio di piano alle singole prese utente. La cat.5 rappresenta lo standard normativo per tutte le installazioni e offre prestazioni (larghezza di banda 100 Mhz, velocità di trasmissione 100 Mb/s) che ne garantiscono la compatibilità con tutte le principali applicazioni informatiche.

Componibilità a oltranza Paretto, disegnato da Franco Raggi per Fontana Arte, è un sistema che, composto da molteplici elementi, compreso il comune portalampada E27 opportunamente carrozzato, concorre alla realizzazione di una notevole serie di corpi illuminanti dalle varie prestazioni illuminotecniche. Il riferimento costruttivo basilare e comune è rappresentato dalle lampadine Par , compatte e potenti sorgenti luminose a fascio variabile per illuminazioni tecniche direzionate, che hanno il vantaggio, rispetto alle piccole dicroiche, di consentire l eliminazione dei trasformatori. Dall apparenza fortemente tecnica e rigorosamente elegante, questo sistema si presta a

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molteplici soluzioni e aggregazioni risolvibili con speciali giunti, bracci e snodi che permettono a due o tre lampade il collegamento intorno a un solo punto di alimentazione, per ottenere una notevole articolazione delle possibilità di illuminazione. Paretto, che utilizza un comune portalampada, può anche, oltre alle Par , alloggiare altre lampadine per le quali il sistema prevede parabole specifiche con alte rese luminose. Strutturalmente indefinito per le molte possibilità compositive concesse, Paretto, oltre che a soffitto e a parete, può essere montato in versione aerea su testata bipolare, oppure dotato di pinza.

suddiviso in tre grandi zone che hanno rispettivamente riguardato le aziende con prodotti per architetture (materiale da installazione, videocitofonia, canalizzazione, cavi ecc.), gli espositori che si rivolgono all industria e, infine, il grande spazio per l illuminazione del Portello. Altra novità è stata la contemporaneità con Domus Italia, la mostra convegno della gestione, amministrazione e conservazione del condominio, che è il risultato di un accordo tra Associazione Intel, Anaci (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari,) e Fiera Milano. Come sempre, è stato inoltre presente il Padiglione Satellite & Cavo, una delle principali rassegne italiane di settore.

Luce bianca d alta qualità Le lampade CostantColor CMH, di GE Lighting, a ioduri metallici con bruciatore ceramico, grazie all utilizzo di un tubo di scarica realizzato in tre parti, rappresentano l ultima generazione del settore e garantiscono una maggiore durata che si riflette in una migliore affidabilità. Studiate per installazioni nuove e non, queste lampade assicurano una luce bianca di elevata qualità con uniformità di colore tra le varie lampadine e stabilità dello stesso per l intera durata di utilizzo. Le ConstantColor CMH sono utilizzabili in im pianti di illuminazione per vetrine, negli apparecchi per interni ed esterni realizzati per illuminare uffici, alberghi, showroom e altri

impianti commerciali. Queste lampade sono state prodotte grazie alla combinazione della tecnologia degli ioduri metallici, e della realizzazione del tubo di scarica in materiale ceramico su allumina policristallina fusa (PCA). Le ConstantColor CMH sono prodotte in versione tubolare con attacco singolo o doppio e potenze di 70 W e 150 W.

All Accademia di Brera L Accademia di Brera ha organizzato, a partire dallo scorso maggio, un corso post laurea denominato Light Design che, progettato e organizzato dalla stessa Accademia, è finanziato dalla Comunità Europea, dalla Regione Lombardia e dal Ministero del Lavoro. Con questo corso l Accademia intende impegnarsi nella formazione della figura del Lighting Designer, personalità determinante in tutti i campi della comunicazione visiva e nell ambito di numerose professioni emergenti. Il corso è stato dedicato a venti giovani disoccupati, di età inferiore ai 27 anni, in possesso di diploma dell Accademia di Belle Arti, dell Istituto Superiore di Industria Artistica (ISIA), o di laurea in Architettura. Articolato in 700 ore di insegnamento teorico-pratico, e

in 300 ore di stage per un totale di 1000 ore, il corso è gratuito e la frequenza (8 ore al giorno) obbligatoria. Il fine è quello di fornire adeguate e aggiornate conoscenze teorico-pratiche indispensabili alla formazione del lighting designer, per affrontare e conoscere la progettazione illuminotecnica inerente alle varie e attuali tipologie culturali e di mercato (musei, scenografia urbana e teatrale, cinema, tv, allestimenti fieristici, grande distribuzione e altro). Saranno affrontate e approfondite le potenzialità consentite dalla tecnologia computerizzata. Al fine di permettere una formazione operativa e il relativo addestramento, indispensabile al completamento del corso, sono state organizzate anche 300 ore conclusive di stage.


Casa, tecnologia e tendenze socioculturali

Computer Aided Technology

Attiva dal 1994 nell indagare il futuro dell ambiente domestico, Philips Design ha metodicamente organizzato una serie di iniziative per studiare e mettere a punto prodotti e servizi strategici e estremamente innovativi, in grado di avere coerenza e capacità nel risolvere e soddisfare le necessità e le aspirazione dell uomo moderno. Nell ambito di una sofisticata e particolare metodologia di ricerca, chiamata Strategic Futures, sono state analizzate sia le tendenze socioculturali ed emotive che i progressi della tecnologia e del mercato, per evidenziare le aspirazioni e le necessità dell uomo e assistere i progettisti e i designer nello studio e realizzazione di prodotti adeguati a questa ottica e utili per il futuro. Tutti questi concetti vengono infine trasformati in prodotti di uso pratico, e presentati in contesti di primario utilizzo e di riscontro domestico. Ultimo di una serie di progetti così concepiti e studiati da Philips Design è La Casa Prossima Futura che vuole rendere rassicurante la tecnologia nei confronti delle attuali tendenze socioculturali ed emotive, e proporre una serie di prototipi prodotti e sviluppati nel corso di ricerche dedicate all ambiente domestico. Nell ambito del Salone del Mobile 1999 di Milano, il progetto La Casa Prossima Futura è stato presentato sotto forma di una mostra di notevole interesse e accurata realizzazione, che ha

Con 11 mila visitatori e 30 ore di convegni, si è svolto a Fiera Milano, dal 24 al 27 marzo scorso, SmauCADD 99. L Esposizione delle applicazioni tecniche, grafiche e di processo assistite da computer ha proposto, tra i molti eventi organizzati, una tavola rotonda che ha affiancato la cerimonia di premiazione del 31° Premio Smau Industrial Design, presentando i due progetti vincitori del concorso per il nuovo Politecnico di Milano-Bovisa, e mettendo a confronto i rispettivi progettisti: Rodo Tisnado, Architetto Associato Architetture Studio, Parigi e Michio Sugawara, Presidente Ishimoto Architectural & Engineering Firm, Tokyo. In merito a SmauCADD il Presidente Smau Enore Deotto ha affermato che questa manifestazione si è imposta all attenzione delle imprese e dei professionisti come un osservatorio strategico sul mondo delle nuove tecnologie, dimostrando di saper cogliere le spinte evolutive del mercato. L edizione di SmauCADD 1999, si è articolata in un unico padiglione su una superficie espositiva di 2.800 metri quadri, dove 195 espositori diretti e indiretti, hanno suggerito soluzioni a quattro importanti settori applicativi: industria manifatturiera, architettura ed edilizia, gestione del territorio e industrial design.

scaffale a muro che accoglie una collezione di libri elettronici, lo scaffale integra una connessione alla rete, un dispositivo di ricarica per i libri e una stampante. Ogni libro interattivo rappresenta una finestra attraverso la quale si può accedere a un area specifica d interesse, come i servizi di home banking, programmi di istruzione interattivi o il medico di famiglia . Il libro è dotato di uno schermo touchscreen, di una penna e di una video camera. Il Bookshelf , studiato per inserirsi facilmente nello spazio domestico, proposto i prototipi sviluppati è costruito con materiali nell ambito dei progetti Domestic tradizionali. Altro prodotto Media, Vision of the Future e presente è lo Story Board che, Culinary Art. La mostra consiste nella previsione di un futuro dove nell allestimento di un ambiente la tecnologia digitale sarà domestico che esprime la visione largamente impiegata nei sistemi coerente, unitaria e razionale delle home video e nella fotografia, proposte nate dai precedenti consente all utente di elaborare i progetti e tra loro comunicanti. E media digitali in modo semplice e stata insomma realizzata una intuitivo. Si compone di un proiettore a sospensione, di una smart home , una casa intelligente che presenta una serie di strumenti e di una tecnologia al servizio dei bisogni superficie che funge da display da collocare su un piano orizzontale. singoli e personali. La Casa Prossima Futura mira a Si può accedere al sistema tramite un dispositivo di archiviazione o evidenziare ed esprimere i riferimenti più tradizionali e da un server domestico. Il prodotto consente agli utenti di specifici creati dall uomo per vivere le proprie abitudini nella scegliere, elaborare e rivedere supporti contenenti immagini e casa, e la discrezione, convivenza suoni, creando una propria e coerenza di questi con la personale compilation audiovisiva. tecnologia. Tra i prototipi Lo Story Board è un modo sviluppati all interno del progetto semplice per elaborare le proprie La Casa Prossima Futura si video registrazioni o per ritoccare distingue il Bookshelf che, cuore le foto più care, utilizzando di un sistema che filtra le informazioni provenienti dal strumenti che richiamano, a mondo esterno, si compone di uno esempio, una penna o un pennello.

Il Déco a Milano

Ciottoli di luce

Dal 18 al 28 marzo 1999, a Milano, si è svolta la mostra itinerante Milano Déco . La fisionomia della città negli anni venti che, curata di Rossana Bossaglia e Valerio Terraroli, ha indicato, come riferimenti tipici di quello stile, la Sala Reale della Stazione Centrale, il Cimitero Monumentale e il Cinema Odeon. Promossa dalla Provincia di Milano, la mostra si è completata con l esposizione, allo spazio Art Center nel palazzo Marino alla Scala messo a disposizione da Trussardi, della splendida collezione di ceramiche disegnate da Gio Ponti all epoca, e di proprietà del Museo Richard Ginori della manifattura di Doccia. Milano Déco ha avuto lo scopo di evidenziare gli inizi e lo sviluppo del gusto Déco e la sua trasformazione nello stile novecentista agli inizi degli Anni Trenta, proponendo un itinerario assolutamente significativo per la realtà artistica italiana degli anni venti, che hanno evidenziato proprio in Milano i principali connotati della città moderna attraverso gli stilemi e i modelli

Ciottolo di Reggiani, è un apparecchio per illuminare gli esterni che, con dolce e suggestiva plasticità, si inserisce nell ambiente naturale quale sasso di fiume che raccoglie e genera luce. Questo studio morfologico e insolito nato per creare illuminazione, rivela la volontà e il piacere di offrire una poetica nuova ed evocatrice nella

quotidianità delle cose, e svela l eclettismo di Reggiani. La linea Ciottolo è realizzata in pressofusione di alluminio per l utilizzo di lampade PAR alogene o ad alogeni. Gli apparecchi possono essere saldamente fissati a pavimento o a parete, oppure nel terreno con un picchetto. Disegnato da Fabio Reggiani, Ciottolo ha un grado di protezione IP55.

dell Art Déco. In merito alla collezione delle ceramiche disegnate da Ponti per la Società Ceramica Richard Ginori, si risale al periodo 1923-1930 quando, Direttore Artistico della Società, Ponti impresse un linguaggio nuovo che scoprì il decoro come opera d arte di elegantissima, colta e rigorosa composizione, studiata per una prevista ripetitibilità.

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Agenda Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions

Austria Graz film+arc.graz Concorso internazionale per film, video, CD-Rom, Internet, che trattino in modo innovativo dell architettura/International competition for films, videos, CD-Roms, Internet dealing creatively with architecture Scadenza/Deadline: 30/6 Per informazioni: Centre for Film Studies Hallerschlosstrasse 21 A-8010 Graz Tel. ++43 316 356155 Fax ++43 316 366156 Internet: www.thing.at/art.image E-mail: art.image@thing.at

Canada Québec Gates of Time Concorso internazionale per la progettazione di un calendario architettonico /International competition for the design of an architectonic calendar Iscrizione/Registration: 21/6 Consegna/Submission: 21/7/2000 Per informazioni: Espace Temps Communication Le Colombier Building # 403, 125. Ste-Anne Québec, Québec GIR 3X7 Canada

Toronto Tilley Design Competition Concorso internazionale di design per lo studio di nuove soluzioni per i viaggiatori del terzo millennio e per nuovi materiali/International design competition for new solutions for the third millennium travellers and new materials Scadenza/Deadline: 19/11 Monte premi/Total prize money: Can $ 10.000.000 Per informazioni: Design Exchange 234 Bay Street, 4th Floor Toronto-Dominion Centre Toronto, ON, M5K 1B2 Canada Tel. ++1 416 2162148 Internet: www.tilley.com E-mail: programs@dx.org

Germania/Germany Stuttgart Academy Schloss Solitude Borsa di studio in discipline artistiche/Fellowship for the artistic disciplines primavera 2000-autunno 2001/spring 2000-autumn 2001 Scadenza/Deadline: 31/7 Montepremi/Total prize money: 1700 DM al mese, e alloggio gratuito/1700 DM per month and free lodging

Per informazioni: Akademie Schloss Solitude Stiftung der Öffentlichen Rechts Solitude, 3 70197 Stuttgart Tel. ++49 0711 99619472, fax ++49 0711 9961950 Internet: www.akademie-solitude.de E-mail: wi@akademie-solitude.de

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Gran Bretagna/Great Britain Leeds Akzo Nobel WoodCare Competition open to students of architecture who have not yet completed their part III studying at British Schools of Architecture for the design of a multipurpose sports and leisure centre Deadline: June 1999 Total prize money: 4800 £ Information: RIBA Competitions Office 6 The Manston Business Centre Melbourne Street, Leeds LS2 7PS Tel. ++44 113 2341335, fax ++44 113 2444170

Oxford TIA Sustainable Building Competition Concorso internazionale per studenti (AA 1999-2000) in due sezioni: 1. Riprogettazione e sistemazione di un edificio per uffici esistente; 2. Progettazione di un centro commerciale per una città del XXI secolo International student (AY 1999/2000) competition in two sections: 1. Redesigning and retrofitting of an existing office building; 2. Design of a new commercial complex for a city of the 21st century Consegna/Submission: 30/3/2000 Monte premi/Total prize money: 24.000 Euros Per informazioni: Secretary of TIA Sustainable Building Competition School of Architecture Oxford Brookes University Oxford OX3 OBP, UK Internet: www.unifi.it/project/tia/competition E-mail: tia@dpmpe.unifi.it, tia@brookes@ac@uk

Italia/Italy Cantù (Como) Interreg Design 99. La casa degli anni 2000 Concorso internazionale di design per arredi fissi e mobili per i nuovi spazi domestici/International design competition for fixtures and furniture for new domestic environments Scadenza/Deadline: 30/6 Monte premi/Total prize money: 50.000 Euro Giuria/Jury: Augusto Morello (presidente), Sergio Asti, Federico Busnelli, Michele De Lucchi, Francesco Milani, Gianni Ottolini, Bruno Reichlin Per informazioni: Centro Legno Arredo Cantù Piazza Garibaldi 5 - 22063 Cantù (CO) Tel. ++39 031 713114, fax ++39 031 713118 Internet: www.clac00.it E-mail: clac00@cracantu.it

Faenza (Ravenna) La maniglia per il terzo millennio Concorso internazionale di design industriale che si articola in due sezioni, la prima riservata a progettisti, architetti, industrial designer; la seconda riservata a studenti, scuole, istituti o università per architettura o disegno industriale/International industrial design competition in two sections: the first open to designers, architects and industrial designers; the second open to students, schools, and institutes universities of architecture and industrial design Scadenza/Deadline: 29/10 Monte premi/Total prize money: 13.000.000 Lit. Giuria/Jury: Francesco Tabucco, Wolfgang Berger, Fabrizio Bianchetti, Pierpaolo Ghidini Per informazioni: Gruppo Editoriale Faenza S.p.A.

Via Pier De Crescenzi, 44-48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 663488, fax ++39 0546 660440 Internet: www.faenza.com E-mail: info@faenza.com

Milano

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

Premio Dedalo alla Committenza 1999 Concorso aperto a tutti i committenti che abbiano incaricato architetti italiani, in qualsiasi paese del mondo, di progettare e/o realizzare un opera/Competition open to all cleints Australia having commissioned Italian architects, in every country, to design Sydney and/or realize a work Scadenza/Deadline: 30/7 Sydney Design 99 Per informazioni: Punti di vista temporali/Viewpoints in Proservizio Srl Time Via Leonardo da Vinci, 14- 36100 Vicenza 26/9-30/9 Tel. ++39 0444 914236, fax ++39 0444 913358 Internet: www.proservizi.it E-mail: info@proservizi.it

Premio Guggenheim Impresa & cultura 3ª edizione del concorso che premia le imprese che abbiano inserito i valori della cultura nelle loro strategie di comunicazione 3rd edition of the prize awarding enterpreses which have instilled new values in their communication strategies Scadenza/Deadline: 30/9 Monte premi/Total prize money: 50.000.000 Lit. Per informazioni: Bondardo Comunicazione Corso di Porta Nuova, 14 - 20121 Milano Tel. ++39 02 9005700, fax ++39 02 9005656 Internet: www.bondardo.com E-mail: premio@bondardo.com

Torino Torino incontra... l arte Premio per giovani artisti italiani per bozzetti su tematiche del mondo giovanile Consegna: 15/6 Monte premi: 25.500.000 Lit Per informazioni: Associazione Artegiovane Via Cavour 8 10123 Torino Tel. ++39 011 5188531, fax ++39 011 5184081

USA Boulder (Colorado) George E. Hardoy Memorial Prize Premio per pubblicazioni e ricerche sul miglioramento delle condizioni di vita nelle regioni in via di sviluppo Prize for best papers and researches on the improving of living conditions in the developing countries Scadenza/Deadline: 30/6 Per informazioni: Willem van Vliet College of Architecture and Planning CB 314-University of Colorado Boulder, CO 80309-0314, USA Tel. ++1 405 3304863 E-mail: edra@telepath.com

San Francisco

Per informazioni: ICMS Australasia Pty Limited GPO Box 2609 Sydney, NSW 2001 Australia Tel. ++61 2 92411478 Fax ++61 2 92413552 Internet: www.sd99.com.au E-mail: sd99@com.au

Austria Graz Centre for Film Studies film+arc.graz 1999 Graz Biennial on Architecture and Media 24/11-28/11 Per informazioni: Centre for Film Studies Hallerschlosstrasse 21 A-8010 Graz Tel. ++43 316 356155 Fax ++43 316 366156 Internet: www.thing.at/art.image E-mail: art.image@thing.at

Vienna Architektur Zentrum Metropolis Now! The future of global cities - Global cities of the future 7° Congresso viennese di architettura/7th Wiener Architektur Congress 5/11-7/11 Per informazioni: Architektur Zentrum Museumplatz 1 A-1070 Vienna Tel. ++43 1 5223115, fax ++43 1 5223117 Internet: http://azw.t0.or.at E-mail: azw@t0.or.at

Cina/China Beijing L architettura del XXI secolo Congresso mondiale de l UIA/UIA World congress 23/6-26/6

Per informazioni: UIA 51 rue Raynouard, 75016 Paris Tel. ++33 1 45243688, fax ++33 1 45240278 Internet: www.uia-architectes.org E-mail: uia@uia-architectes.org

San Francisco Gate Competition Concorso internazionale per il progetto di un nuovo ingresso al campus universitario che celebri il primo secolo Finlandia/Finland di vita della San Francisco State University Tampere International competition for the design of a new gate of the main campus of the 6th Glass Processing Days San Frencisco State University in celebration of its first century of life 6° Incontro internazionale sulla Scadenza/Deadline 15/8 lavorazione del vetro Per informazioni: 13/6-16/6 Prof. Rodger C.Birt College of Humanities-SFSU 1600 Holloway Ave., San Francisco, CA 94132 Tel.++1 415 4050371 Internet/ www.hyperbore.com/sfgate

Per informazioni: Tamglass Engineering FIN-33731 Tampere, Finland Tel. ++358 3 3723111, fax ++358 3 3723190 Internet: www.glassonline.com


Francia/France Grenoble CRATerre La préservation du patrimoine architectural en terre 7/6-25/6 The low cost building construction project 6/10-29/10 Stage aperti ad architetti, ingegneri, tecnici, ricercatori Stages open to architects, engineers, technicians and researchers Per informazioni: M.me Marina Trappeniers CRATerre-EAG, BP 2636 38000 Grenoble cedex 2 Tel. ++33 4 76401439 Fax ++33 4 76227256 E-mail: craterreeag.formation@grenoble.archi.fr

Mandelieu ECEEE 1999 Seminario sull efficienza energetica e la riduzione di CO2 Workshop on energy efficiency and CO2 reduction 31/5-4/6 Per informazioni: ECEEE Summer Study c/o Ademe/Green Tel. ++33 1 43222934 Fax ++33 1 43354527 Internet: www.stem.se/iaeel, www.eceee.org E-mail: Green75@wanadoo.fr

Nice M.A.M.A.C. Les nouveaux paysages de l Art Contemporain Xavier Girard 22/6 Per informazioni: Monsieur le Député-Maire de Nice Direction Générale de l Aménagement, de l Urbanisme et du Développement Economique - Agence Municipale de l Urbanisme 06346 Nice-Cedex 4 Tel. ++33 4 93132000 Fax ++33 4 93132900 Internet: www.nice-coteazur.org

Paris Maison de la Chine Viaggio a Beijing in occasione del XXº Congresso dell UIA Journey to Beijing on the occasion of the XXth UIA Conference 23/6-26/6 Per informazioni: Maison de la Chine 76, rue Bonaparte 75006 Paris Tel. ++33 1 40519506 Fax ++33 1 40518923 Internet: www.maisondelachine.fr

Germania/Germany Berlino Berlino terzo millennio Incontri di architettura e design. Cinque giorni di visite e incontri Berlin 3th Millennium. Five-day visits and meetings on architecture and design 16/6-20/6 Per informazioni: Design Net World, Focchi Group C.P. 19 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail: info@focchi.it

Israele/Israel Gerusalemme ISES 1999 Solar World Congress: Solar is Renewable 4/7-9/7 Per informazioni: KENES - Organizers of Congress and Tours Operators Ltd. P.O. Box 50006 Tel Aviv 61500 - Israele Tel. ++972 3 5140031 Fax ++972 3 5140031 Web: http:/ / tx.techninon.ac.il/meryzse/ises99.html E-mail: ises99@kenes.com

Italia/Italy Camerino (Macerata) Palazzo Ducale IX seminario di architettura e cultura urbana Storia e modernità: disegni, materiali, tecnologia per l architettura delle città 1/8-5/8 Per informazioni: Giovanni Marcucci Tel. ++39 0737 632558 E-mail: marcucci@camserv.unicam.it

Como Villa Olmo 1° Convegno Nazionale Comuni per il Codice Bilancio di un anno del network aderente al Codice per la qualità energetico-ambientale di edifici e spazi aperti 25/9-26/9 Per informazioni: Centro Nazionale Architettura Bioclimatica-ENEA Fax ++39 06 36272280 E-mail: gallo@sede.enea.it

Faenza (Ravenna) Museo Internazionale delle Ceramiche Ceramic millennium - 700 anni di maiolica faentina: XVI-XX secolo 23/7-25/7 Per informazioni: Museo Internazionale delle Ceramiche Viale Baccarini, 19 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 21240 Fax ++39 0546 27141 Internet: www.racine.ra.it/micfaenza E-mail: micfaenza@provincia.ra.it

Firenze Università degli Studi-Dipartimento di Progettazione dell Architettura Architettura e contesto Corso di perfezionamento 15/4-25/6 Per informazioni: Dipartimento di Progettazione dell Architettura Via Cavour 82 50129 Firenze Tel. ++39 055 2757746 Fax ++39 055 2757720 E-mail: progarch@prog.arch.unifi.it

Fondazione Studio Marangoni Workshop - Mark Power Maggio/May Per informazioni: Fondazione Studio Marangoni Via San Zanobi, 32r 50129 Firenze Tel. ++39 055 280368 Fax ++39 055 215052 Internet: www.dada.it/studiomarangoni/ E-mail: studiomarangoni@dada.it

Genova

Venezia

Palazzo Ducale Convegno internazionale Agenda XXI regionale: ambiente e sviluppo sostenibile International congress Regional Agenda XXI: environment and sustainable development 13/10-15/10

Istituto Universitario di Architettura 1ª Conferenza su Informatica e Pianificazione Urbana e Territoriale; i Modelli e la Gestione delle Trasformazioni Territoriali 1st Conference on Informatics and Urban and Regional Planning; Models and Management for Territorial Transformations 9/6-11/6

Per informazioni: Studio Viale von der Goltz Via Goito, 26/7 16122 Genova Tel. ++39 010 873106 Fax ++39 010 8318246 E-mail: agenda21@mbox.ulisse.it

Milano Fiera International Value-Added Technical Forum Wood Based Panels Forum internazionale sulle tecniche del legno 25/5/2000-27/5/2000 Per informazioni: EFIMALL Centro Direzionale Milanofiori 1a Strada - Palazzo F3, 20090 Assago (Mi) Tel. ++39 02 89210246 Fax ++39 02 8259009 Internet: www.acimall.com E-mail: xylexpo@acimall.com

Fondazione Vittorio Mazzucconi L Uomo Nuovo Workshop aprile-luglio/April-July Per informazioni: Fondazione Vittorio Mazzucconi Via Ludovico il Moro 1 20143 Milano Tel. ++39 02 8910251 Fax ++39 02 89125825 Internet: www.vittoriomazzucconi.it/foundation E-mail: fondazione@vittoriomazzucconi.it

Fast La legge 11 febbraio 94, n. 189 (legge Merloni). Attuazione della direttiva 93/97 concernente gli appalti di lavori pubblici Seminario Giugno/June Per informazioni: Fast P.le Morandi 2 20121 Milano Tel. ++39 02 76015672 Fax ++39 02 782485 E-mail: Fast@fast.mi.it

Politecnico di Milano La gestione del procedimento di lavori pubblici negli enti locali Corso di aggiornamento 8/6-2/7 Il coordinamento della sicurezza e la qualità nelle costruzioni Convegno internazionale/International Council for Research and Innovation in Building and Construction 22/6-23/6 Per informazioni: Ufficio pubblicazioni, congressi e relazioni esterne via Bonardi, 15 20123 Milano Tel. ++39 02 23996000 Fax ++39 02 23996020 E-mail: relaz@mail.polimi.it

Roma 22a Conferenza Nazionale della International Association for Energy Efficient Lighting 22nd IAEE Annual International Conference 9/6-12/6 Per informazioni: E-mail: AIEE.Conference@mclink.it

Per informazioni: Lorena Manesso, Lorena Mio Tel. ++39 041 2752102 Fax ++39 041 5240403 E-mail: input@iuav.unive.it

Istituto Universitario di Architettura Cupum 99 1ª Conferenza dell Associazione Computer in Urban Planning and Urban Management 8/9-11/9 Per informazioni: Lorena Manesso, Lorena Mio Tel. ++39 041 2752102 Fax ++39 041 5240403 E-mail: input@iuav.unive.it

Iaas-Venezia Venice 99 6º Workshop internazionale di architettura e design/6th International Architecture Design Workshop Iscrizione/Registration: 16/5 16/7-13/8 Per informazioni: Matteo Elletz Iaas Venezia Via Monte Nero, 84 - 30171 Mestre Tel./Fax ++39 041 92749

Olanda/Holland Rotterdam Nederlands Architectuurinstituut The weight of the image - The stadium 15/8-28/8 Per informazioni: Nederlands Architectuurinstituut Museumpark, 35 - 3015 CB Rotterdam Tel. ++31 10 4401253, fax ++31 10 4366975 Internet: www.nai.nl E-mail: info@nai.nl

Polonia/Poland Warsaw Institute of Technology 24th Session of the International Commission on Illumination (CIE) 24ª Sessione della Commissione Internazionale dell Illuminazione 24/6-30/6 Per informazioni: CIE Central Office Kagelgasse 27, A-1030 Vienna Tel. ++43 1 71431870, fax ++43 1 713083818 Internet: www.cie.co.at E-mail: ciecb@ping.at

Repubblica Ceca/Czech Republic Prague Hotel Hilton International Commission on Glass 5th European Society of Glass Science and Technology Commissione internazionale del vetro e 5° incontro europeo della Società per la Scienza e la Tecnologia del Vetro 21/6-24/6 Per informazioni: Agentura Carolina - 12800 Praha 2 Tel. ++420 02 298223, fax ++420 02 296983 Internet: www.glassonline.com

l ARCA 138 107


Spagna/Spain Bilbao Da capitale delle acciaierie a simbolo di rinascimento urbanistico e culturale Incontri internazionali di architettura e design/International meeting on architecture and design 23/9-26/9 Per informazioni: Design Net World/Focchi Group C.P. 19 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail: info@focchi.it

USA Aspen 49th International Design Conferenza sul design digitale/Conference on digital design 16/6-19/6 Per informazioni: IDCA Aspen Colorado, USA Tel. ++1 970 9252257 Fax ++1 970 9258495 Internet: www.idca.org E-mail: info@idca.org

Los Angeles - San Diego San Francisco Varie Sedi La grande architettura sul Pacifico Incontri internazionali di architettura e design/International meeting on architecure and design 4/11-14/11 Scadenza/Deadline: 1/8 Per informazioni: Design Net World/Focchi Group C.P. 19 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail: info@focchi.it

Montreal

Düsseldorf

Firenze

Canadian Centre for Architecture Opération Interface-5 Architectes Québecois 9/6-24/6 Carlo Scarpa, Architect: Intervening with History 21/5-31/10 Cedric Price 31/8/1999-26/3/2000 Italian Photographers: a Tribute to Phillys Lambert 21/4-15/8

NWR -Forum Kultur und Wirtscaft Düsseldorf O. M. Ungers - Intervening Spaces 8/5-8/7

Archivio di Stato Dalla Toscana all Europa di Gustave Eiffel 25/3-8/7

Frankfurt am Main

Milano

Deutsche Architektur Museum Die Architekturr von Heinz Bielefeld 1926-1995 29/3-27/6

Triennale di Milano Politecnico Bovisa - Progetti per l area dei gasometri 9/4-13/6 Verso una nuova architettura: Palladio nel Nord Europa 28/3-13/6 Marco Zanuso 24/3-30/6

Québec Musée du Québec Gioielli americani 1940-1960 15/3-15/6

Danimarca/Denmark Copenhagen Dansk Arkitektur Center, Gammel Dok Power Houses fino al/through 4/7

Francia/France Bordeaux arc en rêve Architecture en Aquitanie 10/6-12/9 Christian Hauvette. Partitions 24/6-19/9

Nantes Maison des Hommes et des Techniques Rives de la Loire. Enjeu urbain pour la Métropole fino al/through 12/6

Paris

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

Austria Linz Ars Electronica Festival 1999 4/9-9/9

Vienna Architektur Zentrum City by the Stadtbauamt: Erich Franz Leischner and the Vienna Stadtbauamt 16/6-8/8 Emerging Architecture 15/9-15/10 MAK Micro Space/Global Time. An Architectural Manifesto 2/6-11/7

Canada Kamploops Art Gallery Gioielli americani 1940-1960 16/9-28/11

108 l ARCA 138

Musée du Louvre L essence de l architecture. Déduction métaphysique 16/4-12/7 Jeu de Paume Richard Meier Marie-Jo Lafontaine 13/7-19/9 Cité des Sciences et de l Industrie La Villette Le génie du pneu fino al/through 30/6 Galerie VIA Cartes blanches, appels permanents, labels VIA 1999 12/4-24/6 IFA Opération Interface-5 Architectes Québecois 9/6-24/6

Ulm Stadt Ulm Stadthaus The Kunst-Garten. Garden designs by Joseph Furttenbach (1591-1667) 25/4-13/6

Gran Bretagna/Great Britain Glasgow Glasgow Green Homes for the Future giugno/novembre-June/November Collins Gallery Collecting Cities: Images from Patrick Geddes Cities and Town Planning Exhibition 15/5-12/6 McLellan Galleries The Architecture of Democracy 30/4-25/7 Marc Newson Retrospective 30/4-19/6 The Burrell Collection, Pollok Country Park Mies van der Rohe. Architecture and Design in Stuttgart, Barcelona, Brno 14/5-29/8

Napoli Palazzo Reale L architettura a Napoli fra le due guerre 26/3-27/6

Omegna (Verbania) Forum Omegna Mostra delle mostre. Venti anni di esposizioni Alessi 3/4-39/9

Roma Galleria Architettura Arte Moderna Architettura di Mostra 4 5/7-11/9

Venezia

IUAV - Archivio progetti, ex Cotonificio The Lighthouse Alexander Thomson. The Unknown veneziano di Santa Marta H VEN LC - Hôpital de Venise Le Genius Corbusier (Je prends Venise à 28/5-15/8 témoin) Kelvingrove Art Gallery 10/6-31/7; 30/8-9/10 Food 7/5-22/8 Fondazione Giorgio Cini Going Out in Style: Coffins from Venezia. La Nuova Architettura Africa 26/3-13/6 giugno/agosto-June/August XLVIII Biennale di Venezia Gallery of Modern Art Simone Decker Flesh and Stone: Building a 13/6-7/11 Scottish Identity 21/5-18/7 Centre for Developmental Arts Dressed Up 18/6-16/7 Paisley Museum & Art Gallery The Uncut Cloth 19/6-23/10

London Design Museum Modern Britain 1929-1939 20/1-6/6

RIBA Architecture Gallery Musée d Orsay The Inflatable Moment: Gothic Revival: architecture et art Pneumatics and Protest in 68 décoratifs de l Angleterre 14/6-14/8 victorienne Manifesto: Fifty Years of British 2/3-6/6 Radicals 5/6-28/8

Germania/Germany

Fondazione Prada Mariko Mori. Dream Temple maggio/giugno-May/June

Berlin

Italia/Italy Cuma (Napoli)

International Design Zentrum Internationales Design Jahrbuch 1999. Präsentiert vom Jaspers Morrison 7/5-27/6

Parco archeologico di Cuma e territorio confinante Scultura e architettura del Novecento 7/5-5/12

Vicenza

Palazzo Barbara da Porto Palladio nel Nord Europa. Libri, viaggiatori, architetti. 27/3-13/6

Olanda/Holland Amsterdam De Beurs van Berlage Frank Lloyd Wright: La Cité Vivant 11/6-12/9

Rotterdam Nederlans Architectuurinsituut AIR - Southbound New lanscape frontiers 1/5-8/8

Spagna/Spain Bilbao Guggenheim Museum Bilbao The Art of the Motorcycle 13/11-28/3/2000


Svizzera/Switzerland Soletta Premio Svizzero del design. I vincitori 5/11-9/1/2000

USA Chicago Chicago Art Institute At Home in Chicago 21/4-1/8 Yasuhiro Ishimoto: A Tale of Two Cities 8/5-12/9 The Pritzker Architecture Prize: 1979-1999 28/5-26/9

Cincinnati Contemporary Arts Center The American Lawn: Surface of Everyday Life 4/4-7/6

New York Cooper Hewitt National Design Museum The Work of Charles and Ray Eames: A Legacy of Invention 12/10-9/1/2000 National Design Triennial 7/3/2000-6/8/200

San Francisco Museum of Modern Art Archigram: Experimental Architecture, 1961-1974 19/3-15/6 Tiborocity: Design and Undesign, 1979-1999 16/7-19/10 Bill Viola 25/6-14/9

Washington Library of Congress The Work of Charles and Ray Eames: A Legacy of Invention 20/5-4/9 National Building Museum An Urban Experiment in Central Berlin: Planning Posterdammer Platz 23/3-19/9 Stay Cool! Air Conditioning America 1/5-2/1/2000 Titanium! 20/5/1999-18/7/2000

Mostre d arte Art Exhibitions

Vienna

Lille

Paris

Palais Ferstel Max Beckmann. Landschaft als fremde 12/3-6/6

Espace Croisé Frédéric Pollet. Les échoués 19/5-17/7

Cité des Sciences et de l Industrie-La Villette Nouvelle image, nouveaux réseaux. Passeport pour le cybermonde fino a Dicembre/through December

MAK Jannis Kounellis. Il sarcofago degli sposi 5/5-22/8 Ulrike Grossarth. red/green, grey/Subject of Study 2/6-4/7

Canada Montreal Museum of Fine Arts Goodridge Roberts 1/4-13/6 Cosmos: du romantisme à l avante-garde, 1801 à 2001 17/6-17/10 Les oiseaux du Canada: la peinture naturaliste d Audubon 9/9-7/11 Peintres mexicains du vingtième siècle, 1900-1950 11/11-27/2/2000 CCA 10 Year Anniversary Exhibition 1/12-30/4/2000

Toronto Art Gallery of Ontario Angels from the Vatican: The Invisible Made Visible

24/4-20/6

Francia/France Calais Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle de Calais Forjar el espacio. La escultura forjada en el siglo XX maggio/giugno-May/June

Céret Musée d Art Moderne et Contemporain Hantaï 20/6-27/9

Hyères Villa Noailles L union des artistes modernes 1929-1939 5/6-5/9

Issoudun Musée de l Hospice Saint-Roch Auguste Borget, peintre voyageur autour du monde 19/3-28/6

Ivry Le Crédac/Galerie Fernand Léger Vera Molnar. Solo d un trait noir 7/5-13/6 De la ligne imprimée. Un choix de multiples 7/5-13/6

Austria Salzburg Rupertinum Maurizio Nannucci: How it sounds it is, Neon installazione fino al/through 16/6

Ateliers municipaux d arts plastiques. Dessins d enfants et travaux d adultes

24/6-30/6

Le Havre Musée Malraux Georges Braque 21/3-21/6

Mouans-Sartoux Espace de l Art Concert Art au sol 20/3-13/6

Nancy Musée de l Ecole de Nancy Ma racine est au fond des bois 24/4-26/7 Galeries Poirel L Ecole de Nancy 1889-1909 24/4-26/7 Musée des Beaux-Arts Peinture et Art Nouveau 24/4-26/7 Maison du Verre et du Crystal Meisenthal, the cradle of Art Nouveau glasswork 4/4-1/11 Musée Français de la Brasserie Art Nouveau in the Brewery 15/6-15/9 Château d Haroué Art Nouveau Jewellery and Precious Metalwork 15/6-15/9 Musée Historique Lorrain Passions Lorraines: René Wiener 10/7-4/10

Nantes FRAC Wim Delvoye 8/4-13/6 Art et Architecture 6/5-30/8

Nice Musée Matisse Matisse et l Antiquité fino al/through 30/8 Musée d Art Moderne et d Art Contemporain Claude Gilli 10/4-6/6 Jacques Martinez 3/4-29/6 Palais Lascaris Les pénitents de Nice 25/3-13/6 Jacques Martinez: Venises 3/4-6/6 Les routes du Baroque 25/6-4/9 Galerie de la Marine Nice/Tourin: une nouvelle génération 21/5-27/6 Musée Internationale d Art Naïf Anatole Jakovsky Les ateliers de l Ecole Municipale d Arts Plastiques 23/6-4/7 Les trésors de la donation Fauvert: Vivin, Bombois, Peronnet, Beauchamp 18/6-17/10 Galerie Renoir Paul Pacotto 5/6-28/7 Galerie des Ponchettes Nice/Turin: une nouvelle génération 21/5-27/6

Jeu de Paume Rétrospective Gutaï 4/5-27/6 Musée Cernuschi L Age d Or de la Céramique Chinoise (VI-XIV siècles). Collection Meiyintang 4/3-27/6 Musée Carnavalet Le rues de Paris au XVIIIe siècle. Le regard de Louis Sébastien Mercier 18/3-20/6 Photos de Rome, 1850-1880 3/6-5/9 Musée d Art Moderne de la Ville de Paris La Collection du Centre Georges Pompidou, un choix fino al/through 19/9 Espace Elec Art Urbain novembre/November Louvre-Aile Sully Archéologie du Grand Louvre: Les fouilles du Carrousel (1989-1990) 10/2-28/6 Centre Georges Pompidou Robert Delaunay. De l impressionnisme à l abstraction 3/6-16/8 L union des artistes modernes 1929-1939 5/6-5/9 Petit Palais, Musée des Beaux-Arts Maroc, l occident extrême 14/4-18/6 Couvent des Cordeliers Paris-Casa, suites marocaines 27/5-25/7 Jardin des Tuileries Festival Paris Quartier d Été - Les enchanteurs marocains 16/7-18/7 Hôtel de Sully Albert Londe 2/4-6/6 EKTA 5 Vieira da Silva 3/3-13/6

Saint-Etienne Musée d Art Moderne Alberto Giacometti, la collection du Centre Georges Pompidou, Musée national d art moderne fino al/through 27/6

Villeneuve d Ascq Musée d Art Moderne Lille Métropole Les Annés Cubistes 13/3-18/7

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Germania/Germany Bregenz Kunsthaus Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 28/5-27/6

Frankfur am Main Portikus Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 24/9-7/11

München European Patent Office Maurizio Nannucci: Neon installazione 15/4-30/9

Münster Westfälisches Landesmuseum Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 18/7-19/9

Gran Bretagna Edimburgo

Busto Arsizio (Varese)

Milano

Reggio Emilia

Fondazione Art Museo Omaggio a Ligabue. Nel centennario della nascita 10/4-20/6

Palazzo Reale Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del Simbolismo Eruopeo 8/4-29/8

Palazzo Magnani Cristoforo Munari (1667-1720). Un maestro della natura morta 13/3-13/6

Casalmaggiore (Cremona)

Fondazione Stelline Wunderkammer. La nascita del Museo Galleria Architettura e Arte Moderna 9/6-6/7 Antonello Cuccu. A quel paese, Tibidaba, Soboa, Buddusò Galleria San Fedele 7/6-3/7 Primaparete - Premio giovani pittori Chiostro del Bramante 14/5-12/6 I love POP. Europa-USA anni 60: mitologie del quotidiano Galleria Vinciana 24/3-27/6 Vittorio Brevi 11/5-11/6 Museo del Risorgimento Renoir dall Italia alla Costa AccademiaBelle Arti di Brera Azzurra Museo Diocesano 13/3-4/7 Museo Teatrale Teatro della Scala Musei Vaticani - Salone Sistino PAC e Triennale Roma-Armenia Cinque mostre per il centenario di 25/3-16/7 Lucio Fontana Acquario Romano 23/4-30/6 MAC/Espace. Arte concreta in Italia e in Francia 1948-1958 Appiani Arte Trentadue 18/5-7/7 2000. Elogio della Bellezza /1. De Metaphisica Sarmede (Treviso) 29/4-30/6

Ex-Convento di S. Chiara Barocco nella bassa - Pittori del sei-settecento in una terra di confine fino al/through 20/6 Palazzo Diotti Mostra del pittore Goliardo Padova (1909-1979) 18/4-20/6

Conegliano (Treviso) Palazzo Sarcinelli Fabrizio Clerici 27/3-4/7 Morandi. I paesaggi 27/11-6/2/2000 Bendini 22/5-11/7 Lavagnino 22/5-11/7

Crema

National Galleries of Scotland-The La ragione e il metodo: immagini Dean Gallery John Coplans: a Self Portrait 1984-1997 della scienza nell arte italiana dal XVI al XIX secolo 29/5-25/7 fino al/through 27/6

London

Royal College of Art Sculpture 26/5-6/6 Fine and Applied Art 27/5-6/6 School of London Contemporany British Art from Frances Bacon to Tony Bevan 12/5-29/8

Italia/Italy Alassio (Savona) Ex chiesa anglicana Alberto Beniscelli maggio/giugno-May/June

Alessandria

Roma

Modena Varie sedi Uno sguardo sul Giappone 16/5-10/10

Cremona

Mogliano Veneto (Treviso)

Museo Civico Carlo Vittorini (1881-1943) Paesaggio e stati d animo nell arte lombarda del Novecento fino al/through 27/6

Villa Benetton Biennale della giovane scultura europea giugno/settembre-June/September

Faenza (Ravenna) Palazzo delle Esposizioni L ultimo trasalimento del dipingere... o la protostoria della modernità 11/4-20/6 Museo Internazionale delle Ceramiche Yashokichi Tokuda 13/6-18/9

Ferrara

Orvieto (Terni) Palazzo dei Sette L oro di Praga. Poesie visive 28/3-16/6

Padova Palazzo del Monte La miniatura a Padova dal Medioevo al Settecento 21/3-20/6 Galleria Civica Walter Rosemblum. Antologica 1/5-27/6

Bagheria (Palermo)

Palazzo dei Diamanti Rubens e il suo secolo 28/3-27/6 Palazzo della Ragione e altre sedi Giuseppe Mentassi Quella notte sulla luna 18/7-5/9 17/7-15/1 Venezia 1950-1959. Il rinnovamento della pittura italiana Parma 26/9-9/1/2000 Palazzo Bossi-Bocchi Bruno Zoni. La figurazione Firenze emozionata. Opere dagli anni Cinquanta ai Settanta Palazzo Strozzi 17/4-13/6 Arte sublime nell Antico Egitto. Julien de Parme 1736-1799 Capolavori dal Museo Egizio del 11/12-27/2/2000 Cairo 5/3-4/7

Villa Cattolica Salvatore Scarpitta 8/5-31/8

Museo Marino Marini Quinto Martini. Una retrospettiva 26/3-13/6

Ex Convento di San Francesco Omaggio a Pietro Morando. Opere dal 1920 al 1970 14/5-25/7

Ancona Mole Vanvitelliana Libri di pietra. Omaggio alla cattedrale di Ancona dall oriente e dall occidente. aprile/agosto-April/August

Bologna Museo Morandi Alberto Giacometti. Disegni e sculture 21/5-6/9 Galleria d arte moderna Anselm Kiefer 26/3-29/8

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Ravenna

Varie Sedi Mostra internazionale di illustrazione per l infanzia. Le immagini della fantasia: I Gatti 6/11-19/12

Sassari Palazzo della Provincia di Milano Salvatore Esposito 21/5-15/6

Torino Galleria Civica d Arte Moderna e Contemporanea Giulio Paolini maggio/giugno-May/June Le Serre di Grugliasco 1999: Ritorno alla terra maggio/giugno-May/June Varie sedi Biennale internazionale giovani Torino 2000 13/4/2000-19/4/2000 Museo Storico Nazionale dell Artiglieria Viaggio nel Tempo: Eroi e Condottieri della Storia fino al/through 30/6 Archivio di Stato Gli splendori della corte imperiale russa 5/4-20/6 Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti I templi d oro del Nilo 27/3-27/6 Museo della Fotografia Storica e Contemporanea Imagina 1950-1997.I grandi fotografi raccontano il mondo 20/5-18/7

Castello di Rivoli Andreas Gursky Salone delle Esposizioni della Loggetta 4/6-12/9 Lombardesca Museo Nazionale della Montagna Piero Gilardi Duca degli Abruzzi 23/6-30/9 Francavilla a Mare (Chieti) India: montagne di film. Montagna grande schermo Pinacoteca Comunale Museo MUMI 11/6-29/8 Francesco Paolo Michetti (1851-1929) Frammenti di un discorso musivo. Pittori e mosaico a Ravenna 26/5-30/8 Palazzo Bricherasio 21/3-13/6 Le immagini della Fiat Gallarate (Varese) 29/6-5/9 Galleria Patrizia Poggi Mattia Moreni. Opere dal 1944 al Civica Galleria d Arte Moderna Centro storico Fiat 1990 Sarri Fiat, 100 anni di industria 24/3-13/6 14/6-6/11 30/5-27/6


Trento Museo di Storia Naturale Il Diluvio Universale 8/12-25/5/2000 Galleria Civica di Arte Contemporanea Stephan Balkenhol 28/5-29/8 Palazzo delle Albere Gastone Novelli 13/5-22/9 Castello del Buonconsiglio La bellissima maniera. Alessandro Vittoria e la scultura veneta del Cinquecento 25/6-26/9

Treviso Casa dei Carraresi Da Gauguin a Mondrian. Impressionismo Espressionismo Cubismo e il paesaggio del nuovo secolo 4/9-9/1/2000

Venezia Peggy Guggenheim Collection-Palazzo Venier dei Leoni Il Surrealismo nelle Collezioni Daniele Filipacchi e Neshui Ertegun 10/6-22/8 The Timeless Eye. Opere su carta della Collezione Jean e MarieAnne Krugier-Poniatowski 4/9-12/12 Varie Sedi 48ª Biennale di Venezia 14/6-7/11 48ª Biennale di Venezia - Padiglione Francese Jean-Pierre Bertrand e Yong Ping 14/6-7/11

Verona Museo di Castelvecchio Alessandro Turchi 1578-1649 15/9-15/12

Vigevano (Pavia) Palazzo Ducale Margaret Bourke-White. Fotografa 6/3-27/6

Vignola (Modena) Rocca I libri della città miniata. Statuti e Matricole bolognesi dal XIII al XVI secolo 27/3-11/7

Olanda/Holland Amsterdam Rijksmuseum La natura morta olandese 1550-1720 19/6-19/9

Spagna/Spain Barcellona Centre de Cultura Contemporània La reconquista de Europa. Espacio público en las ciudades europeas (1980-1998) 19/3-20/6

Museo de Arte Contemporani Perejaume. Deixar de fer una exposició 22/4-20/7 Gerhard Richter. Atlas 22/4-4/7 El Lissitzky 1/7-5/9 Raymond Hains 21/9-5/12 Martha Rosler 19/10-9/1/2000 Dau al set 19/10-9/1/2000

Svizzera/Switzerland Locarno Pinacoteca Rusca Marino Marini 28/3-15/8

Lugano Museo d Arte Moderna Amedeo Modigliani 28/3-27/6 Museo Cantonale d Arte Il giovane Borromini 5/9-21/11 Miler Antichità La luce nel paesaggio tra Ottocento e Novecento 4/5-5/6

Martigny Fondation Pierre Gianadda Turner e le Alpi 5/3-6/6 Pierre Bonnard (1867-1947) 11/6-24/11

USA Berkeley University of California Berkeley Art Museum Robert Colescott 12/5-29/8

Boston Boston Museum of Fine Arts Reopening of Egyptian Funerary Arts and Ancient Near East Galleries fino al/through 15/8

Chicago Chicago Art Institute Jaspers Johns: Prints from the Permanent Collection fino al/through 22/8 The 20th-Century Textile Artist 31/3-1/8 The Ordinary made Extraordinary: African Textiles and Decorative Arts 17/4-1/8 Beyond the Photographic Frame 24/4-12/9 Land of the Winged Horsemen: Art in Poland, 1572-1764 5/6-6/9 IKAT: Splendid Silks from Central Asia 30/9-9/1/2000 Chicago Cultural Center Dancing at the Louvre: Faith Ringgold s French Collection and Other Story Quilts 7/8-10/10

Denver Denver Art Museum Forging a New Century: Modern Metalwork from the Norwest Collection, 1890-1940 fino al/through 8/8 White on White: Chinese Jades and Ceramics from the Tang through Qing Dynasties fino al/through 3/10 The Royal Academy in the Age of Queen Victoria (1837-1901) 27/2-30/5 Toulouse-Lautrec in the Metropolitan Museum of Art 11/4-3/7 Impressionism: Paintings Collected by European Museums 2/10-12/12 Museum of Contemporary Art New New Painters 29/4-3/7

Fort Worth Modern Art Museum House of Sculpture 30/5-8/8 Francis Bacon: A Retrospective Exhibition 22/8-24/10

Humlebaek Louisiana Art Museum Henri Cartier-Bresson, Europeans 29/2-6/6 Louisiana s Collections 1999, New Constellations 11/6-25/7 René Magritte 6/8-28/11 Dream and Vision 17/12-24/4/2000

Getty Center Brassaï: The Eye of Paris 13/4-4/7 Dosso Dossi, Court Painter in Renaissance Ferrara 27/4-11/7 Ercole de Roberti: the Renaissance in Ferrara 27/4-11/7

New York PS1 Gallery David Reed 20/6-31/8 Bard Graduate Center Ambiente Barocco: Life and the Arts in the Baroque Palaces of Rome 11/3-13/6 Whitney Museum of American Art The American Century: Art and Culture 1900-2000 22/4-30/8 Wall Paintings by Byron Kim 7/5-16/7 Solomon Guggenheim Museum Surrealism: Two Private Eyes the Nesuhi Ertegun and Daniel Filipacchi Collections 4/6-12/9 Life Café Outer circle 19/5-13/6 Max Protetch Gallery Scott Burton giugno/luglio-June/July Esso Gallery Maurizio Pellegrin. The Writing Room 28/4-19/6

La Jolla

San Diego

Museum of Contemporary Art A Unique American Vision: The Paintings of Gregory Gillespie 13/6-12/9

Museum of Art Liu Dan: Ink Handscroll Marco Ramirez (Erré) 11/2-18/7 Valeska Soares 25/7-17/10 Ringing Thunder: Tomb Treasures from Ancient China 12/6-29/8

Lincoln Sheldon Memorial Art Gallery and Sculpture Garden, University of Nebraska Robert Colescott 15/9-2/1/2000

Los Angeles County Museum of Art Ancestors: Art and the Afterlife 25/10-14/6 Eleanor Antin 23/5-23/8 Diego Rivera: Art and Revolution 30/5-16/8 Images from a Changing World: Kalighat Paintings of Calcutta 10/6-30/8 The Ardabil Carpet 13/6-9/8 Post-Impressionist Prints: Paris in the 1980s 1/7-13/9 Around Impressionism: French Paintings from the National Gallery of Art 15/8-29/11 The Art of Twentieth-Century Zen: Paintings and Calligraphy by Japanese Masters 29/9-2/1/2000 Lee Krasner 10/10-2/1/2000

Mingei International Museum Folk Art of Mexico 26/3-4/6

San Francisco Museum of Modern Art Mark Fox: Selections from the Permanent Collection of Architecture and Design 19/3-15/6 The Elise S. Haas Collection: Matisse and Other Modern Masters 26/3-6/7 Bill Viola 4/6- 7/9 Carleton Watkins: The Art of Perception 25/6-14/9 Full Moon: The Photography of NASA Manned Lunar Exploration, 1965-1972 20/8-4/1/2000

Wilmington First USA Riverfront Arts Center Splend ors of Meiji: Treasures from Imperial Japan 10/4-6/9

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Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Per informazioni: Fiera di Zagabria Avenija Dubrovnik 15, 10020 Zagabria, Croazia Tel. ++385 1 6503111, fax ++385 1 6550597 Internet: www.zv.hr E-mail: nbunjevac@zv.hr

Emirati Arabi Uniti/UAE Dubai

Austria Salzburg Messe OMS - Osterreichische Möbelfachmesse Salone internazionale del mobile/International furniture trade fair 14/10-17/10 Per informazioni: Reed Messe Salzburg - c/a Paul Hammerl Tel. ++43 662 4477143, fax ++43 662 4477411 E-mail: Paul.Hammerl@reedexpo.at

Brasile/Brazil Joinville Expoville Intercon 99 Salone internazionale della tecnologia, delle attrezzature, dei materiali da costruzione e delle finiture/International fair of costruction and finish technology, equipments and materials 25/8-29/8 Per informazioni: Messe Brasil - Feiras & Promoções Ltda. Rua Rolf Colin, 60 - sl 01Joinville - SC - Brasil Tel./Fax ++55 047 4227309 E-mail: messebrasil@expresso.com.br

Cina/China Beijing Beijing Exhibition Centre BuildCon China 99 Salone internazionale dei materiali di nuova concezione, dei macchinari e della tecnologia per l edilizia/International exhibition of new concept materials, equipment and technology for the building industry 25/6-28/6 Per informazioni: Worldwide Conventions and Expositions Ms Yonllia Lam Suite 611, 6/F, Telford House, 16 Wang Hoi Road, Kowloon Bay, Kowloon, Hong Kong Tel. ++852 27502868, fax ++852 23181641 E-mail: info@ww-expo.com

Shanghai Exhibition Center Furniture China Salone internazionale dell arredamento/International furniture trade fair 14/9-17/9

Per informazioni: Seint Milanofiori F1, 20009 Assago (MI) Tel. ++39 02 8253326, fax ++39 02 8255019 E-mail: seint@enter.it

Croazia Zagabria Fiera Interklima 99 15ª Fiera internazionale degli impianti di riscaldamento, refrigerazione, climatizzazione e trattamento delle acque potabili/15th International trade fair of heating, cooling, air conditioning and fresh water treatment 8/6-12/6

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International Conference and Exhibition Centre The Big 5 Show Salone internazionale dell edilizia/International building industry trade fair 17/10-21/10

Per informazioni: Secretariat 2 Churchgates, The Wilderness Berkhamsted Herst HP4 2UB, UK Tel. ++44 1442 878222, fax ++44 1442 879998 E-mail: intcex@compuserve.com In Dubai: Tel. ++9714 460498

Francia/France Paris Parc des Expositions-Porte de Versailles Batimat 99 Salone internazionale dell industria edilizia/International trade fair of building industry 8/11-13/11

Per informazioni: International Sales Nuccia Invernizzi Viale Bacchiglione 28, 20139 Milano, Italia Tel. ++39 02 57403340, fax ++39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Paris-Nord Villepinte Lumière Paris Salone internazionale della luce/International trade fair on lighting 3/9-7/9

Per informazioni: Gruppo Miller Freeman 4 Passage Roux, 75017 Tel. ++33 1 44290247, fax ++33 1 44290243 Internet: www.lumiere-paris.com E-mail: info@lumiere-paris.com

Grande Arche de Paris-La Défense SIA 99 6º Salone internazionale dell architettura/6th International Architecture Show 2/10-7/10

Per informazioni: Caroline Mondineu - Tel. ++33 1 40521800

Hannover

Milano

Messe World Light Show Salone internazionale dei sistemi di illuminazione, tecniche di installazione e attrezzature per l edilizia/International trade fair of lighting systems, installation techniques and building equipment 18/1/2000-22/1/2000

Fiera Tecnoroll 99 Mostra biennale di macchinari tecnologici e di materiali per la protezione solare, della luce, delle strutture di porte e finestre, arredamento e attrezzature da esterno/Biennal exhibition of technological machinery and materials for sun protection, light architecture, door and window frames, outdoor furnishings and fixtures 25/11-27/11

Per informazioni: Deutsche Messe Hannover Messegelände, D-30521 Hannover Tel. ++49 5511890, fax ++49 511 8932626 Internet: www.messe.de

Köln Messe FSB/IAKS Salone internazionale delle attrezzature per lo spoert e il tempo libero e le piscine/International trade fair for leisure, sports and pool facilities 27/10-29/10 Per informazioni: Messeplatz 1, D-50679 Köln Tel. ++49 221 821-0, fax ++49 221 8212574 Internet: www.koelnmesse.de/domotechnica E-mail: 220@koelnmesse.de

Kunst Messe Fiera internazionale dell arte/International trade fair of art 7/11-14/11 Per informazioni: Messeplatz 1, D-50679 Köln Tel. ++49 221 821-0, fax ++49 221 8212574 Internet: www.koelnmesse.de/domotechnica E-mail: 220@koelnmesse.de

Gran Bretagna/Great Britain Harrogate$ Harrogate International Centre Hearth and Home Exhibition Rassegna europea di stufe e focolari/European show on hearth and home heaters 13/6-15/6 Per informazioni: Heart & Home Exhibition The Old Coach House Southern Road - Thame Oxfordshire OX9 2ED Tel. ++44 01844 260960, fax ++44 01844 260267 E-mail: info@heart-and-home.co.uk

Principato di Monaco Monaco

Italia/Italy Ferrara

Fiera Ecocity Salone internazionale dei veicoli elettrici/International show of electrical vehicles 23/6-27/6

Piazze e strade del centro storico e Castello Estense 3a Borsa internazionale del turismo Arts and Events. 100 Italian Cities 17/6-20/6

Per informazioni: épi communication 11, Boulevard Albert Ier - 98000 Monaco Tel. ++33 377 97976000, fax ++33 377 97976030 Internet: www.monaco-monte-carlo.mc/VE E-mail: epi@monaco-monte-carlo.mc

Germania/Germany Düsseldorf Messe Geospectra Fiera internazionale di geotecnologia e geoscienze applicate 9/6-15/6 Per informazioni: MesseDüsseldorf Postfach 10 10 06 40001 Düsseldorf Tel. ++49 211 456001, fax ++49 211 4560668 Internet: www.tradefair.de

Per informazioni: Studio ESSECI-Sergio Campagnolo Via Rialto, 6 35122 Padova Tel. ++39 049 663499, fax ++39 049 655098 E-mail: esseci@protec.it

Genova Cotone Congressi 1ª Biennale europea delle riviste culturali 1st European biennial of cultural magazines 8/6-13/6 Per informazioni: Associazione Culturale Passaggi via Pagano Doria, 38/2 16126 Genova Tel. ++39 010 2462620, fax ++39 010 2543499 Internet: www.cso.it/berc E-mail: crghirla@tin.it

Per informazioni: Tecnoroll Viale Monza, 57 - 0125 Milano Tel. ++39 02 2871515, fax ++39 02 2610923 Internet: www. tecnoroll.com E-mail: tecnoroll@tecnoroll.com

Rimini Fiera Ricicla 99 Fiera internazionale del recupero e del riciclaggio di materie ed energia/International trade fair of re-use and recycling of materials and energy 21/10-24/10 Per informazioni: Fiera di Rimini Via della Fiera 52 - 47900 Rimini Tel. ++39 0541 71171, fax ++39 0541 786686 Internet: www.fierarimini.it E-mail: fierarimini@rn.nettuno.it

Udine Fiera Promosedia Salone internazionale della sedia/International trade fair of chairs 11/9-14/9

Per informazioni: Promosedia Via Trieste 9/66 - 33044 Manzano (UD) Tel. ++39 0432 745611, fax ++39 0432 755316

Portogallo/Portugal Porto Oporto International Fair Concreta 99 15º salone internazionale di materiali da costruzione/15th International building materials exhibition 27/10-31/10 Per informazioni: Exponor - Feira Internacional do Porto 4450-617 leça da Palmeira Tel. ++351 2 9981400, fax ++351 2 9957499 Internet: www.exponor.pt

Russia Mosca All-Russian Exhibition Center Heimtextil Rossija Fiera specializzata per i tessili d arredamento e per i tessili per la casa/International trade for textiles, Floor coverings and interior furnishings 28/9-1/10 Per informazioni: Messe Frankfurt - Oxana Ivanovskaia Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. ++49 69 75756875, fax ++49 69 75756604 E-mail: oxana.ivanovskaia@messefrankfurt.com

Spagna/Spain Lleida Fiera 10° Salon Internacional de Equipamentos Municipales 10° Salone internazionale dei servizi per la città/10th International trade fair of urban equipments 19/10-22/10

Per informazioni: Fira de Lleida Camps Elisis, Apdo. Correos 106 - 25080 Lleida Tel. ++34 97 3202000, fax ++34 97 3202112


Repertorio per chi deve scegliere un prodotto o unÂ’azienda

lÂ’ARCA 138 105


Alcoa Italia, leader mondiale del mercato e della tecnologia dell alluminio, ha scelto, per il settore dell edilizia, la qualità totale. Ciò comporta, oltre ad assicurare la qualità delle leghe e del processo di estrusione, che Alcoa Italia sia gammista , ossia che investa nella progettazione di propri sistemi per edilizia, con la collaborazione dei migliori produttori di accessori e di macchine per le lavorazioni. Infatti la qualità del manufatto non è data solo dalla somma di buoni profilati, di un buon

vetro, di buoni accessori e guarnizioni, ma dalla migliore combinazione di questi componenti fra loro e con altri fattori, e principalmente dal lavoro dell installatore che deve ricevere dal gammista tutte le informazioni e le prescrizioni. Caratteristiche tecniche L impiego di componenti originali (profilati, accessori e guarnizioni) e il rispetto delle prescrizioni (per le vetrazioni e nelle lavorazioni) assicurano che il manufatto risponda perfettamente alle caratteristiche certificate dal gammista e sia garantito nel tempo.

Alcoa Italia S.p.A. Via S. Martino, 60 20017 Rho (Mi) Tel. 02/933361 Fax 02/93500852

I nuovi posti interni Pivot (citofono e videocitofono), della gamma Terraneo, dispongono di una tale flessibilità che ne consente l impiego sia negli impianti digitali che negli analogici. Installabili a incasso, a parete e da tavolo, gli apparecchi trovano sempre la collocazione ottimale e coerente in termini di spazio e di impatto estetico. Le scatole componibili Multibox BTicino permettono inoltre l installazione di tutti i prodotti Pivot a filo muro e l inserimento degli apparecchi delle serie Light e Living International in base, con versioni che risolvono le problematiche inerenti la funzionalità e l impatto visivo. Tutti gli apparecchi Pivot, compresi quelli della serie Sprint, essendo espandibili, possono

moltiplicare le loro funzioni inserendo, ad esempio, intercomunicazione, esclusione di chiamata, suoneria melodica e altri comandi. Caratteristiche tecniche La praticità installativa dei citofoni e dei videocitofoni Pivot è attribuibile alla possibilità di collegarli e installarli senza aprirli, togliere viti e realizzare connessioni, poiché l installazione si attua sulla staffa a corredo, e le connessioni col morsetto estraibile. L integrazione in un unico impianto delle funzioni di videocitofonia, intercomunicazione e telefonia, si realizza grazie al centralino telefonico, disponibile in modulo DIN, di dimensioni ridotte e nel centralino domestico.

BTicino S.p.A. Via Messina, 38 20154 Milano Tel. 02/34801 Fax 02/3480707 www.bticino.it

Con oltre 60 anni di esperienza impegnata nello studio e nell utilizzo dei blocchi in legnocemento, Sintesi ha realizzato un progetto che prevede l impiego di elementi anche per le strutture orizzontali. La finalità è di dare soluzione, con una sola operazione, a situazioni quali l eliminazione completa di tutti i ponti termici e acustici relativi a una costruzione, la resistenza al fuoco, l isolamento termoacustico, sfruttando in questo senso la maggior inerzia di tale solaio rispetto a diverse altre soluzioni.

Caratteristiche tecniche Il solaio Sintesi consente di realizzare strutture a sbalzo, tipo cornicioni e balconi, con conseguente eliminazione del ponte termico. La struttura portante ottenuta all interno dell elemento, sommata alla sovrapposizione del solaio (3 cm) sulla parete, consente un omogeneo isolamento a completa eliminazione dei ponti termici e acustici. Resistenza al fuoco: Classe REI 180 con l intradosso del solaio privo d intonaco.

C & P Costruzioni srl Via Pasubio, 11/13 42022 Boretto (Re) Tel. 0522/965555 Fax 0522/965500 cpcostruzioni@tin.it

La gamma delle porte Giano , prodotte da CoopLegno, si distingue per la bifaccialità, poiché le due facce della porta possono diversificarsi con l applicazione di materiali diversi e coordinabili. Questa esclusiva caratteristica consente le soluzioni più idonee alle esigenze estetiche e materiche presenti in ambienti privati o pubblici.

CoopLegno scrl Via Sant Eusebio, 4/G 41014 Castelvetro di Modena (Mo) Tel. 059/702712 Fax 059/702254 cooplegno@mo.nettuno.it

Caratteristiche tecniche Le porte Giano comprendono la: finitura set; finitura pannello della facciata a tirare; finitura pannello della facciata a spingere e versione anta. I pannelli possono essere realizzati in tutti i colori della gamma RAL CoopLegno. La superficie viene successivamente testurizzata (text) per aumentare la resistenza ai graffi e agli urti.


La porta reversibile Evoglass, prodotta da Effebiquattro, si inserisce nella Collezione Evoluzione, della quale rappresenta i caratteri tecnologici. Evoglass raggiunge valori estetici notevoli grazie all impiego del cristallo a tutto cielo , che fa riscontro alla rigorosa ed elegante struttura laterale, risolta sia in faggio verniciato che nella tipologia laccata in colore opaco. La porta ha cerniere invisibili e registrabili e guarnizioni paracolpi e antipolvere, che garantiscono la massima tenuta ad anta chiusa.

Caratteristiche tecniche Evoglass prevede un telaio telescopico integrale TE&CO, brevetto esclusivo Effebiquattro, che permette di ovviare ai limiti visivi della situazione telaio/coprifilo, annullando le differenze di spessore delle pareti e prevedendo un assemblamento a incastro, veloce, senza sporcare o creare rumore.

Effebiquattro srl V.le Edison, 47 20038 Seregno (Mi) Tel. 0362/229718 Fax 0362/223696 www.effebiquattro.it info@effebiquattro.it

EIP sviluppa la sua attività aziendale nell intento di affiancare la propria esperienza e collaborazione agli studi di architettura, per raggiungere le soluzioni ottimali che consentano la realizzazione di opere a elevato standard qualitativo, tecnologico e architettonico. L acquisizione, nel 1996, degli impianti di produzione degli ipertecnologici pannelli honeycomb d alluminio, e la costante ricerca di soluzioni e progetti innovativi, consente ai professionisti dell edilizia di contare su EIP, sia per consulenze che per contributi operativi in fase di progettazione e successiva assistenza. L azienda, grazie alla propria esperienza e ricerca, ha realizzato e

brevettato un sistema di fissaggio di facciate lapidee a elevate prestazioni fisico-meccaniche. Caratteristiche tecniche Di notevole interesse è la produzione di pannelli in Honeycomb di alluminio, nella finitura in vetroresina per la nobilitazione con marmo sottile, legno o metalli e nelle finiture in alluminio PVDF. Notevole anche la realizzazione di pannelli da rivestimento nelle tipologie: compositi in alluminio con polietilene; in alluminio per facciate continue; elementi curvi e speciali su misura . Sono attive tecnologie specifiche per la lavorazione delle lamiere piane e grecate e di tutti i materiali accessori.

EIP srl S.S. 13, Km. 152 33011 Artegna (Ud) Tel. 0432/987009 Fax 0432/987918 eip@spin.it

La linea Proton di Erreti, designer Andrew Mauricides, completa la collezione di maniglie Erreti con un sistema che offre possibilità di applicazione a porte e finestre, grazie a configurazioni differenti per ambienti professionali e domestici. La forma si sviluppa plasticamente ad ala con un risultato piacevole, confortevole al tatto e di elegante geometria. Una serie di curve concave, strutturate sulla cassa e sulla leva, ne esaltano

le superfici con diversi punti di luce che rendono di conseguenza l oggetto più intrigante e prezioso. Caratteristiche tecniche La linea è composta da: cremonese a manico asportabile, cremonese con chiave, martellina, maniglia in alluminio pressofuso. Le finiture disponibili sono con verniciatura nei colori RAL, o con trattamenti galvanici.

Erreti srl Via Pilastrino, 32 48010 Bagnara di Romagna (Bo) Tel. 0545/76103 Fax 0545/76540 www.erreti.com erreti.sales@ra.nettuno.it

La nuova linea di coppi e tegole romane piane Assisi di FBM è stata realizzata in risposta alle numerose richieste di un prodotto in grado di risolvere i problemi delle ristrutturazioni di centri storici e palazzi d epoca. Questa linea ripete fedelmente le tipicità proprie presenti nei coppi e tegole romane invecchiati dal tempo, grazie a un accurato gioco di colorazioni naturali, sabbie e bugnature.

Fornaci Briziarelli Marsciano S.p.A. Via XXIV Maggio 06055 Marsciano (Pg) Tel. 075/87461 Fax 075/8748990 www.fbm.it fbm@fbm.it

Caratteristiche tecniche I prodotti ecologici impiegati nella produzione dei coppi e tegole romane Assisi favoriscono l insediamento di muffe e licheni che contraddistinguono il tipico aspetto del manufatto antico. Assisi è costituito da: Coppo Piccolo; Coppo Grande; Tegola Piana.


Il pavimento in Cotto Estense per esterni è realizzato a mano con finitura classica o lavata, presenta le tonalità irregolari proprie del prodotto antico ed è destinato a situazioni di recupero per centri storici o complessi e ambiti rustici. Vengono realizzate sagome e dimensioni anche su specifica richiesta e sono inoltre moltissime le finiture relative e i corredi di serie.

Caratteristiche tecniche Il prodotto è garantito ingelivo ed esente da efflorescenze, nei colori naturale e paglierino e con finitura classica o lavata. Le piastrelle si ottengono con impasto di argilla alluvionale estense molle, sono stampate singolarmente a mano e essiccate in modo naturale con densità pari a 1700 Kg/mc, cotte a 1070°C con permanenza in zona fuoco minima di 20 ore. Resistenza alla compressione 280 Kg/cmq.

Fornaci Molino - Coopcostruttori s.c.a.r.l. Via dei Laterizi, 2/A 44010 Filo di Argenta (Fe) Tel. 0532/802023 Fax 0532/856028 www.coopcostruttori.it fornacimolino@coopcostruttori.it

Forster norm, di Forster, azienda specializzata in sistemi per serramenti in acciaio, riguarda profili per finestre non isolate, ad anta e ad anta a ribalta, che vantano una lunga tradizione grazie alla loro struttura semplice, lineare e funzionale. Il nuovo profilo anta della serie consente il montaggio a scomparsa della ferramenta, e la geometria del profilo è stata adeguata alle profondità esistenti di montaggio di 50 o 60 mm. La nuova finestra è stata progettata in modo da accentuare i vantaggi dell acciaio. La larghezza a vista dell anta misura appena 45 mm, e la chiusura è a filo con il profilo del telaio.

Caratteristiche tecniche I tipi di apertura della serie possono essere ad anta, ad anta-ribalta, a vasistas e a parallelo. Altre possibilità di applicazione del sistema riguardano: porte, aperture fisse, porte a libro, porte scorrevoli e altro. Come tutti i sistemi, Forster norm, viene periodicamente sottoposto a severi controlli presso laboratori internazionalmente riconosciuti per le caratteristiche riguardanti: tagliafuoco, antincendio, antiscasso, antiproiettile e antiefrazione. La Forster è un azienda certificata ISO 9000.

Forster distribuito in Italia da: Tu.bi.fer Via Pian dei Resinelli, 21 22036 Erba (Co) Tel. 031/643124 Fax 031/611075 www. forster.it tubifer@forster.it

Le porte semicircolari Slimdrive SC/SCR di Geze consentono una notevole versatilità di montaggio che ne permette l utilizzo in qualsiasi tipologia di installazione, facilitandone l integrazione nelle varie situazioni strutturali che spaziano dal cemento alla muratura e dal vetro al all acciaio. Geze ha studiato, per interfacciare adeguatamente varie zone di passaggio (marciapiedi, strade, corridoi, interno/esterno ecc.), una speciale guida in acciaio nichelato rigorosa e funzionale, completata dall esclusivo sistema di profili con vetro di sicurezza Geze, che rifinisce la struttura esaltando le caratteristiche proprie del vetro, mentre l altezza, di soli 7 cm, sottolinea il passaggio della luce e facilita l incasso dell automatismo.

Caratteristiche tecniche Slimdrive SC/SCR è un sistema completamente modulare realizzato in alluminio e composto da un profilo di montaggio, binario di scorrimento e carrelli, elementi laterali e profilo di bloccaggio. Tutti i componenti sono plug-in , l unità motrice è preassemblata e il carrello di scorrimento è a più ruote montate su cuscinetti a sfere per un funzionamento silenzioso e senza attriti. La distribuzione dei carichi è perfetta e il motore, a corrente continua, è esente da manutenzione, completamente sigillato e con funzionamento silenzioso.

Geze Italia srl Via Caduti di Sabbiuno, 2 40067 Anzola Emilia (Bo) Tel. 051/6501811 Fax 051/6501833

L Ufficio Esperienze Ghidini , di Ghidini, in occasione del 70° anniversario della fondazione dell azienda, ha rivisitato e rieditato una maniglia presente fin dal 1929 nel proprio catalogo. Questo prodotto, estremamente rappresentativo per l epoca, è attualmente la maniglia Novecento , che esalta le tipicità del gusto di quel periodo e si propone particolarmente per un utilizzo nel settore delle ristrutturazioni.

Ghidini Pietro Bosco S.p.A. Via Chiesa, 42/44 25060 Brozzo Val Trompia (Bs) Tel. 030/89691 Fax 030/8960333 www.ghidini.com info@ghidini.com

Caratteristiche tecniche Realizzata con la consulenza di Fabrizio Bianchetti, Novecento è prodotta in ottone nelle finiture lucido protetto GHI.CO.TEC. e con finitura naturale e non verniciata. La serie è disponibile su rosetta o su placca lunga, particolarmente adatta nel settore delle ristrutturazioni, e nelle versioni coordinate per cremonese e DK.


Il legno lamellare di Holzbau, dal peso contenuto e di straordinaria robustezza, resiste sia ai vari agenti aggressivi che al fuoco. Affidabile e non condizionato da dilatazioni termiche e a bassa conducibilità, il lamellare influenza positivamente la climatizzazione dell ambiente e crea piacevoli atmosfere. Holzbau, forte di un esperienza ventennale, studia soluzioni personalizzate e innovative, eseguite con estrema attenzione alla qualità globale e nel pieno rispetto dell ambiente.

Caratteristiche tecniche Il legno lamellare, materiale naturale di grande qualità e modularità costruttiva, si adatta a tutte le forme e dimensioni e si accoppia perfettamente a vetro acciaio e a ogni altro materiale. Il peso contenuto e le notevoli proprietà meccaniche consentono di realizzare complessi progetti architettonici.

Holzbau S.p.A. Via A. Ammon, 12 39042 Bressanone (Bz) Tel. 0472/822666 Fax 0472/822600 info@holzbau.com

Con la nuova serie I Graniti , Italgraniti realizza un grès fine porcellanato non smaltato, che ripete le tipicità e l esclusiva bellezza del vero granito. La tecnologia innovativa e la ricerca sapiente e costante dell azienda, ha permesso di realizzare I Graniti in una vasta gamma di colori e in tre finiture superficiali: naturale, levigata e fiammata. Nei Graniti Fiammati, la tradizionale tecnica della fiammatura , tipica nella lavorazione della pietra naturale, è riprodotta fedelmente per ricreare un effetto di

naturalità, che rende il prodotto particolarmente indicato per pavimentazioni esterne ove necessitino elevate resistenze allo scivolamento. Caratteristiche tecniche I Graniti , essendo realizzati in grès fine porcellanato non smaltato, presentano prestazioni superiori al vero granito in merito a: macchiabilità, manutenzione, facilità di messa in opera e resistenza all usura anche sotto elevate sollecitazioni.

Impronta Italgraniti Ind. Ceramiche S.p.A. V.le Virgilio, 48 41100 Modena Tel. 059/888411 Fax 059/848808 www.italgraniti.it www.impronta.it impronta@italgraniti.it

Isiglass, azienda del Gruppo Finind, Finanziaria Industriale che controlla e gestisce alcune realtà produttive di valore nel settore del vetro e dei compositi trasparenti, produce vetri piani e curvi temperati termicamente. I nuovi impianti di tempera in piano, costruiti in joint-venture con alcune delle maggiori aziende del settore, consentono di realizzare prodotti di alte prestazioni e perfettamente corrispondenti agli standard qualitativi internazionali. Oltre Isiglass fanno parte del Gruppo Finind: Isoclima, azienda leader che realizza vetrazioni di sicurezza a elevata resistenza (vetro + policarbonato) e vetri speciali a trasparenza

variabile; Sps che individua le molteplici potenzialità del vetro nell ambito della sicurezza e del controllo solare; Iontech che realizza, con procedimento di tempera chimica, vetri speciali a elevatissima resistenza meccanica; Ianua che progetta e produce impianti per la trasformazione e la lavorazione delle lastre di vetro. Caratteristiche tecniche Specifici controlli selettivi, appositamente studiati per l eliminazione delle lastre imperfette, distinguono Isiglass, in ambito europeo, come azienda evoluta e qualitativamente di assoluta affidabilità.

Isiglass - Gruppo Finind Via G. Galiei, 1 35042 Este (Pd) Tel. 0429/89544 Fax 0429/899294

LEMtm 30, di Jenoptik Jena, misura le distanze senza l uso di prismi riflettori, determinando inoltre le misure di superfici e spazi 3D. Il prodotto appartiene all ultima generazione di apparecchiature Laser per la misurazione di distanze. LEMtm 30, strumento ad alta precisione corredato da un manuale di istruzioni, è dotato di un oculare spezzato a 90° che garantisce precisioni nelle misurazioni a distanza anche in presenza di luce solare intensa.

Jenoptik Laser, Optik Systeme GmbH distribuito in Italia da La Filotecnica srl Via Durando, 38 20158 Milano Tel. 02/66200477 Fax 02/66200677 posta.salmoiraghi@salmoiraghi.it

Caratteristiche tecniche Modalità Tracking per una misurazione continua e precisa della distanza. Rapida misurazione della distanza. Precisione nei vari stadi della misura. Opzione Timer per impostare un ritardo della misura dopo la pressione del tasto. Superfici e volumi misurati velocemente. Alimentazione con 4 x 1,5V batterie alcalinomanganese tipo AA (LR6, AM3, Mignon). Durata batterie per un minimo di 5000 misurazioni a 25°C. La custodia è in plastica resistente agli impatti.


Specializzata nella realizzazione di strutture in legno destinate all arredo di zone urbane e di aree verdi pubbliche e private, Legnolandia sottopone la propria produzione di elementi di copertura o rivestimento (da utilizzare anche in interni), a trattamenti specifici che ne garantiscono la resistenza ad agenti atmosferici, insetti e muffe. Le Scandole rappresentano il sistema più naturale, realizzato dall azienda, per la copertura di edifici storici, case tipiche e strutture moderne, nonché tettoie, pensiline e gazebo.

Caratteristiche tecniche Le Scandole, con una durata di decine di anni, sono prodotte in due modelli per diversificarne l utilizzo: una tipologia che guarda alla naturalità e presenta Scandole spaccate a mano; una linea più libera per Scandole segate. Entrambi i prodotti sono realizzati sia nella versione trattata in autoclave che al naturale.

Legnolandia Via Trieste, Z.I. 33024 Forni di Sopra (Ud) Tel. 0433/88307 Fax 0433/88551 legnolandia@agemont.it

I pavimenti in legno per esterni di Margaritelli, sono stati studiati per applicazioni su terrazze, bordi di piscine e giardini, e consistono in liste di legno lamellare opportunamente distanziate tra loro da anelli siliconici. Le liste vengono collegate traversalmente mediante spinotti, e poggiano su una struttura portante realizzata in legno di essenza resinosa. La notevole stabilità dimensionale, assicurata anche in difficili condizioni climatiche, è dovuta alla struttura lamellare, agli incollaggi specifici, alla cura destinata al deflusso delle acque e alla ventilazione consentita a tutte le superfici. I vari elementi subiscono un trattamento in autoclave che li impregna con sali minerali ecologici.

Caratteristiche tecniche Gli elementi per le pavimentazioni vengono realizzati assemblando una lamella in legno di rovere (spessore 4 mm) con un supporto in legno lamellare di essenza resinosa (spessore 26 mm). L incollaggio viene eseguito per mezzo di resine adesive particolarmente resistenti all invecchiamento e agli agenti atmosferici. Gli elementi di telaio sono realizzati in legno di essenza resinosa, e quelli di collegamento vengono risolti per mezzo di spinotti in legno di faggio, mentre gli elementi distanziatori sono costituiti da anelli in gomma. Le liste di pavimentazione misurano 30x70x598 mm, lo spessore degli elementi di telaio è di 30 mm, e lo spessore totale del pavimento di 60 mm.

Margaritelli Italia S.p.A. Via Adriatica, 109 06087 Ponte S. Giovanni (Pg) Tel. 075/393446 Fax 075/395348 www.margaritelli.it margaritelli.it

Le finestre Ambo di Nurith, espressione della più attuale ricerca e innovazione nel settore, rappresentano quanto di meglio in merito alla resistenza a sollecitazioni meccaniche, agli agenti atmosferici e alla durata senza impegno di manutenzione, grazie al profilo in alluminio del lato esterno e a quello in legno dell interno. Le particolari finiture e tonalità di colore e la facilità ad assumere molteplici trasformazioni, rendono le finestre in alluminio e legno Ambo, di facile adattabilità per ogni esigenza progettuale. La duttilità d impiego e la numerosa gamma di sistemi disponibili,

permettono soluzioni di carattere tecnico, funzionale ed estetico. Caratteristiche tecniche Ambo è fornita di precamera interna per facilitare l evacuazione di eventuali infiltrazioni d acqua, e le strutture portanti di anta e telaio sono realizzate con profili in alluminio design Nurith verniciati RAL con effetto satin . La copertura e finitura interna dell infisso è realizzata con profili in legno massello di essenze pregiate design Nurith , mentre lo spessore massimo consentito alla vetratura è di 20 mm.

Nurith srl Via Pascoli, 137 41043 Formigine (Mo) Tel. 059/558777 Fax 059/558777 www.nurith.it nurith@nurith.it

Parqcolor Fiber, linea di pavimenti in laminati naturali, realizzata da PL del Gruppo Abet, utilizzando fibre vegetali studiate e composte secondo avanzate ricerche tecnologiche e una attenta progettualità, fa riferimento alla naturalità nel colore, nel tatto e nell effetto estetico, pur rispettando i canoni della produzione industriale. Studiato per uffici, negozi, alberghi, spazi collettivi, luoghi di attesa e di transito, Parqcolor Fiber nasce dal riciclo delle fibre presenti nei sacchi di caffè colombiani, nei quali sopravvivono, talora, residui di caffè, che vengono lavorate e incluse nella superficie di questo particolare laminato, creando un decoro tattile e ottico mai ripetitivo. PL S.p.A. Strada per Bulgorello, 1 22070 Vertemate (Co) Tel. 031/888211 Fax 031/901053 www.parqcolor.com sales@pl.abetgroup.it

Caratteristiche tecniche Con una resistenza ottimale all urto, Parqcolor Fiber, conforme alla nuova normativa europea sui pavimenti in laminato in fase di approvazione EN 13329, è garantito contro macchie di inchiostro, vernici e solventi ed è di semplice manutenzione. Antistatico, non richiede cere lucidanti ed è prodotto con materiali resistenti ai microrganismi, che assicurano igiene totale rendendolo ideale per asili, scuole e ospedali. Il particolare supporto in fibra legnosa lo rende estremamente resistente all umidità, divenendo contemporaneamente un eccellente isolante termico. Parqcolor Fiber è omologato dal Ministero dell Interno nella classe 1 di reazione al fuoco, pertanto una sigaretta accesa, caduta o spenta sul pavimento, non lo brucia o lo annerisce.


Le finestre e le persiane Quemme, prodotte in diverse tipologie e linee di produzione, hanno la struttura portante realizzata con profilati in alluminio, lavorati allo stato grezzo, e, successivamente, protetti con un pretrattamento chimico a immersione per dieci stadi e completatati inoltre con un applicazione di polveri poliestere. L assemblaggio garantisce infine la massima uniformità del colore di finitura. La particolare cura e sapienza dedicata alla progettazione dei profilati impiegati, garantiscono finestre e persiane solide e affidabili anche su aperture di grandi

dimensioni. Caratteristiche tecniche Tipologia a battente con complanarietà interna ed esterna e con battuta tradizionale servita da guarnizioni in dutral. Interruzione del ponte termico per ridurre l effetto condensa e per abbattere il coefficiente termico dell intera abitazione. Utilizzo di accessori specifici per ottenere la massima funzionalità e durata, con l impiego di ottone placcato oro 24kt per ovviare ai problemi di manutenzione.

Quemme srl Circonvallazione TA-LE, Z.I. 74024 Manduria (Ta) Tel. 099/9738181 Fax 099/9739672 www.zenobia.clio.it/quemme quemme@mail.clio.it

La Divisione Controsoffitti di Sadi, con il nuovo soffitto radiante risolve, oltre i problemi architettonici, meccanici, acustici, di illuminazione e di smontabilità, un nuovo tipo di condizionamento per l ambiente. Il soffitto lavora quasi completamente per irraggiamento riducendo moltissimo i movimenti convettivi dell aria e rendendo l ambiente molto confortevole. Il sistema, flessibile ed efficace, consente innovative possibilità di progettazione negli uffici, open space, stabilimenti, centri

commerciali e interventi vari in gradi opere. Questo sistema, applicabile a tutta la gamma di soluzioni Sadi, lascia massima libertà alle scelte architettoniche. Caratteristiche tecniche Con il pannello attivato il sistema di circolazione del liquido raffreddato/riscaldato è controllato da una centralina elettronica di pilotaggio e rilevazione temperature. Le connessioni fra i pannelli sono realizzate con connettori flessibili ad attacco rapido.

Sadi S.p.A. Div. Controsoffitti Via Olmo, 56 36077 Altavilla Vicentina (Vi) Tel. 0444/390555 Fax 0444/390551 www.sadi.it sadi@sadi.it

Gioconda, design Pininfarina per Savio, è un programma completo di maniglie e cremonesi disponibile nelle versioni in metallo pressofuso e in tecnopolimero. La soluzione Gioconda in metallo pressofuso, studiata per finestre ad anta e ad anta-ribalta, presenta un ampia scelta di colori, la rotazione fluida del manico, con scatto di posizionamento ben definito e con manico e cassetto completamente in metallo pressofuso. La versione in tecnopolimero, gamma completa per finestre, persiane e anta-ribalta, permette ancora una notevole scelta di colori, ha a sua volta la rotazione fluida del manico, con scatto di posizionamento ben definito e il rivestimento in tecnopolimero.

Caratteristiche tecniche Gioconda in metallo pressofuso, presenta le contropiastre in acciaio per un solido fissaggio, i cursori centrati rispetto agli interassi di lavorazione di 84,5 - 98 - 92 - 104 mm e la corsa (15 mm anta, 19+19 anta-ribalta) per garantire la sicurezza in chiusura. Gioconda in tecnopolimero dispone di una vasta gamma di interassi di fissaggio, ha il meccanismo metallico e la corsa (15 mm anta, 19+19 anta-ribalta) per garantire sicurezza in chiusura.

Savio S.p.A. Via Torino, 25 10050 Chiusa San Michele (To) Tel. 011/9643464 Fax 011/9643474 savio@savio.it

Granbelvedere, nuovo controtelaio studiato e realizzato da Scrigno per esterni architettonici, completa la notevole e già confermata gamma messa a punto dall azienda in questa specifica sezione di prodotti, e risolve ampie aperture con un ingombro ridotto. Granbelvedere è insomma un controtelaio studiato per alloggiare due persiane parallele a trascinamento,

Scrigno srl Via Casale, 975 47828 S. Ermete di Santarcangelo (Rn) Tel. 0541/757711 Fax 0541/758744 www.scrigno.it scrigno@scrigno.it

scorrevoli a scomparsa, abbinate a un infisso interno a battente. Caratteristiche tecniche Disponibile nelle versioni singolo e doppio, in varie misure, ha la misura d ingombro del controtelaio che è esattamente la metà della luce architettonica.


Somfy, nel confronto con le nuove tecnologie applicate alla Home and Building Automation, è da sempre attivamente impegnata nella ricerca e sviluppo di prodotti capaci di integrare la movimentazione delle chiusure e delle protezioni solari, con altri dispositivi presenti nell edificio. Centraline Batibus, interfacce LonWorks per lo scambio dei dati in rete, unità logiche programmabili con azionamento diretto tramite PC e funzione Sun Tracking per il controllo permanente dell ombra, sono le soluzioni ottimali per una gestione più moderna e ottimale dell edificio.

Caratteristiche tecniche Gestione tecnica integrata degli apparati. Flessibilità di configurazione e controllo tramite personal computer. Semplicità di supervisione e manutenzione degli impianti. Abbattimento dei costi di riscaldamento e climatizzazione dell edificio. Adattabilità di tende e tapparelle alle esigenze architettoniche più evolute. Perfetto allineamento dei teli in facciata. Funzione Sun Tracking: sistema di controllo permanente dell ombra.

Somfy Italia srl Via Copernico, 38/40 20090 Trezzano S/Naviglio (Mi) Tel. 02/4455583 Fax 02/4455794

Sannini Impruneta e Stone Italiana, unite in una joint-venture, hanno realizzato con Cottostone , grandi lastre di cotto che ripetono l antica tradizione del coccio pesto romano, un nuovo materiale protetto da brevetto mondiale. Nato attraverso l utilizzo di tecnologie avanzatissime e di un materiale storico, Cottostone viene realizzato con l impiego del miglior cotto Sannini che, frantumato e amalgamato con quarzi e resine, viene successivamente mescolato e dosato tra due fogli di cellulosa su un nastro trasportatore, e quindi pressato e compattato in lastra non ancora solida. L indurimento si ottiene nella camera di catalisi, attrezzata con una batteria di piani riscaldati a una temperatura di

80° C, che richiede tempi di permanenza compresi tra i 20 e i 30 minuti. Le operazioni di finitura si svolgono su linee completamente automatizzate e, per merito delle tecnologie innovative e dell esperienza e conoscenza riservate alle varie fasi di lavorazione, le lastre presentano una tolleranza ridotta al minimo e sono completamente finite per la posa.

Stone Italiana S.p.A Via Lavagno, 1 37040 Zimella (Vr) Tel. 0422/85900 Fax 0422/85471 www.stoneitaliana.com stone@stoneitaliana com

Sannini Impruneta S.p.A. Via Prov. Chiantigiana, 135 50023 Impruneta (Fi) Tel. 055/207076 Fax 055/207021 www.sannini.it info@sannini.it

Le tapparelle avvolgibili Testudo presentano la corazza esterna in alluminio estruso e il profilo interno in PVC che consentono, ai vari modelli, una particolare resistenza meccanica del telo ai tentativi di scasso e all azione della grandine. Le molte soluzioni cromatiche adottate per l esterno sono state risolte impiegando vernici a polveri poliesteri, mentre la parte interna è, massimamente, proposta nel colore bianco.

Caratteristiche tecniche L alta qualità del prodotto, e l assenza di manutenzione, hanno permesso di garantire per 10 anni la tapparella Testudo, che presenta anche notevoli caratteristiche d isolamento acustico e termico.

Caratteristiche tecniche Le eccezionali misure di Cottostone raggiungono un massimo di 120x300 cm di base con uno spessore da 1,3 a 3 cm. Attualmente sono realizzate in quattro superfici: Cocciopesto, Palladiana, Tecnostone e Poggiostone.

Testudo srl Via Padana Superiore, 45 25045 Castegnato (Bs) Tel. 030/2721377 Fax 030/2721278 www.testudo.com testudo@testudo.com

Di VMP design, Ala è una porta moderna dalla forma plastica, il cui pannello esterno di finitura, elemento portante estroverso, ne evidenzia l essenzialità strutturale e l eleganza. La possibilità di personalizzarla con pannelli di varia tipologia, colore e disegno, anche differenziabili per facciata, e il contenuto tecnico evoluto, prioritario rispetto alla forma, che ne è la logica conseguenza, si aggiungono alla funzione di sicurezza favorita dall assenza

VMP Design c/o Bic Sicilia Z.I. Partano D Arci Contr. Torre Allegra 95030 Catania Tel. 095/523243 Fax 095/523244 vpresen@tin.it mp@telmedia.it$

della maniglia. Caratteristiche tecniche Ala è realizzata con componenti assemblati senza colle e smontabili, e prevede pannelli di rivestimento in laminato plastico, in lamiera d acciaio prerivestita in PVC, in lamiera di alluminio preverniciata, in multistrato di essenza in legno, in MDF per l applicazione di stoffa, carta da parati e pelle.


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