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STRUTTURE STRUCTURES
E d C a rp e n t e r P i e t ro C a ru s o D u b o s c & L a n d ow s k i D i e t m a r Fe i ch t i n g e r, R F R Zaha Hadid I n g e n h o v e n , O ve r d i e k , K a h l e n u n d P a r t n e r s C l a u d i o L u c ch i n , R o b e r t o D ' A m b r o g i o G i n o M a ro t t a M o n o l ab M a rc o P i g n a t t a i , G i ov a n n i S a n t i n i W e r n e r S o b e k , M a t h i a s Ku t t e r e r T h e S m i t h G ro u p v o n G e r k a n , M a r g + Pa r t n e r W h i t n ey M u s e u m e G u g g e n h e i m M u s e u m
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I Po n t i p e r i l G i u b i l e o / J u b i l e e B r i d g e s C o n c o r s o Pa l a z z o d e i C o n g r e s s i E u r
1999 luglio/agosto july/august
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Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicitĂ ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano
ISSN 0394-2147
ale ion n e z a ig rn inte a, des siva zine a t r ivis ttu e vi aga nd La r archite azion nal m sign a di munic rnatio e, de tion co e inte tectur unica Th archi omm of ual c vis
xt e t sh i l g en ta.it
a w.arcad w w / / : p t ht
La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva
The international magazine of architecture design and visual communication
Luglio/Agosto 1999 July/August Strutture Structures
Sommario/Summary l Arca è pubblicata da is published by l Arca Edizioni spa Via Valcava, 6 20155 Milano tel.(02)325246 facsimile (02)325481 l Arca è in Internet: http://www.arcadata.it e-mail: arca@tin.it Direzione commerciale Business Manager Titi Casati Segreteria commerciale Business Secretariat Paola Festi Comunicazione/Communication Alda Mercante Casati International Promotion Daniela Adaglio Coordinamento edizioni Book coordinator Franca Rottola Pubblicità Advertising Lombardia, Liguria, Toscana Lazio, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata l Arca Edizioni spa tel.(02)325246 facsimile (02)325481 Marcello Altamura tel. 02/6701893 Piemonte Studiokappa srl tel.(011)597180-5817300 Emilia Romagna, Marche Angelo Sozzi tel. (051)232633-(0336)558900 facsimile (051)274294 Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige Michele Tosato Studio Mitos tel. (0422) 892368 - (0348) 8732626 facsimile (0422) 892055 Distribuzione esclusiva per l Italia Messaggerie Periodici spa (Aderente ADN) Via G.Carcano, 32 - 20141Milano tel.(02)895921 facsimile(02)89500688 Distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F.Argelati,35-20143 Milano tel.(02)8375671 facsimile(02)58112324 Distributor for abroad Agenzia Italiana Esportazione A.I.E. Via Manzoni, 12-20089 Rozzano (MI) tel.(02)57512575 facsimile(02)57512606
prohibited. Direttore responsabile/Editor Cesare M.Casati Vicedirettori/Deputy Editors Mario Antonio Arnaboldi, Maurizio Vitta Comitato scientifico Scientific Committee Piero Castiglioni, Angelo Cortesi, Gillo Dorfles, Giorgetto Giugiaro, Gianpiero Jacobelli, Riccardo Mariani, Bob Noorda, Lorenzo Papi, Paolo Riani, Joseph Rykwert, Piero Sartogo, Pierluigi Spadolini, Tommaso Trini Consulenti/Consultants Carmelo Strano Redazione/Editorial Staff Elena Cardani, Carlo Paganelli, Elena Tomei English editing and translations Martyn Anderson, James Pallas, Sofia J. Teodori Corrispondenze da New York Correspondent in New York Pierantonio Giacoppo Corrispondenze da Parigi Correspondent in Paris Doriana O.Mandrelli Corrispondenze da Osaka Correspondent in Osaka Toshyuki Kita Coordinamento a Roma Coordinator in Rome Carmelo Zimatore Fotografi/Photographs Jane Lidz, Luca Pedrotti, Valentin Amministrazione Administration Maria Grazia Pellegrina Daniela Cicchinelli Ufficio abbonamenti Subscriptions Laura Ronchi Giulia Bettega Stampa/Printed by Poligrafiche Bolis, Bergamo Fotolito/Colour Separation Litofilms Italia, Bergamo Computer graphics Romilda Fassina
I disegni in formato elettronico sono stati convertiti ed elaborati con AutoCAD® R14/AUTODESK®
Undici fascicoli l anno Il fascicolo in Italia Lire 17.000/8,80 Euro in Italia (IVA assolta dall editore) Arretrati il doppio Registrata presso il Tribunale di Milano con il n.479 del 8/9/1986
Copertina/Cover Rendering della piattaforma binari,coperta da una volta in vetro, della nuova Lehrter Station di Berlino, progettata da von Gerkan, Marg + Partner. Rendering of the platform, covered with a glass vault, of the new Lehrter Station in Berlin, designed by von Gerkan, Marg + Partner.
E vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l autorizzazione dell editore. Total or partial reproduction of the magazine without previous authorization by the editor is
Questo periodico è iscritto all AIE, Associazione Italiana Editori
Cesare M.Casati
Il mondo cambia Our Changing World
1
Niccolò Baldassini
Strutturare il territorio Boundless Lightness
2
Mario Antonio Arnaboldi
Ponti effimeri For the Jubilee
4
Stefano Pavarini
La forma come funzione Holloway Road Bridge, London
14
Zaha Hadid
Niccolò Baldassini
Un segno come ponte The Bercy Footbridge in Paris
20
Dietmar Feichtinger, RFR
Maurizio Vitta
Fisico e metaforico The Flying Bridge
24
The Tsang Partnership, Ed Carpenter
Mario Pisani
Il Centro Congressi Italia a Roma Eur A Competition for Rome
26
Walter Bianchi
Piazza Fera, Cosenza A Strong Image
32
Pietro Caruso
Mario Antonio Arnaboldi
L indiosincrasia di Eiffel Lehrter Station, Berlin
36
von Gerkan, Marg + Partner
Jacopo della Fontana
Senza testa New Station in Essen
44
Ingenhoven, Overdiek, Kahlen + Partner
Carlo Paganelli
Architettura come fiction Bay Area Rapid Transit
48
The Smith Group-SMP-SHG
Carlo Paganelli
L icona conservata Battersea Power Station
52
Marco Pignattai, Giovanni Santini
Michele Bazan Giordano
Tutta introversa Bolzano Exhibition Centre
56
Claudio Lucchin, Roberto D Ambrogio
Elena Cardani
Tensostrutture da viaggio Herquelingue Toll Station
62
Dubosc et Landowski
Maurizio Vogliazzo
Sull autostrada Rotterdam Ring
68
Monolab
Werner Sobek, Mathias Kutterer
Archi e volte New Glass Techniques
76
Werner Sobek, Mathias Kutterer
Maurizio Vitta
Arte, natura, tecnologia Gino Marotta
80
Carmelo Strano
Grandi mostre a New York A Century of American Art
84
l Arca 2
89
l Arca Press
95
l Arca News
97
Agenda
107
Tecnologie & Sistemi
113
Dal 1986 l Arca ha pubblicato questi argomenti:
Nel prossimo numero In the next issue Settembre/September 1999 Linguaggi Languages
01 Il territorio dello spettacolo - 02 Lo spazio del museo - 03 Il progetto del lavoro - 04 Il progetto verticale - 05 La modernità - 06 La città - 07 Trasporti e comunicazioni - 08 Riflessioni - 09 Design 10 Sopra e sotto - 11 Lo spazio dello sport - 12 Il pubblico - 13 La comunità - 14 Lo spazio domestico - 15 Il progetto intelligente - 16 Strutture e materiali- 17 Scuola e società - 18 L effimero - 19 Superfici e strutture - 20 Il territorio disegnato - 21 Il vecchio e il nuovo - 22 Domestic Landscape - 23 Il progetto ospitale - 24 Il luogo dello studio - 25 Luce e colore - 26 L edificio integrato - 27 Architettura in URSS - 28 L architettura è ambiente - 29 Reti e servizi - 30 I grandi spazi- 31 La costruzione dell architettura -32 Il rinnovamento della città - 33 Il superamento della gravità - 34 Tecnologie - 35 L aspetto della materia - 36 Interiors - 37 Sistemi - 38 Sport - 39 Progetto e computer - 40 Ambienti urbani - 41 Il territorio delle reti - 42 Tecnologia e costruzione - 43 Il progetto della luce - 44 Qualità - 45 Texture e architettura - 46 Architettura come immagine - 47 L architettura costruita - 48 Luoghi per la cultura - 49 Lo spazio collettivo - 50 I luoghi dell abitare - 51 Strutture urbane - 52 L architettura progettata - 53 La contemporaneità - 54 Architettura e tecnologia - 55 Il progetto e il lavoro - 56 Architettura in mostra - 57 I segni nella città - 58 Il grande numero - 59 Riti, miti e altre cose - 60 Architetture francesi - 61 Architetture in Italia - 62 Architetture negli USA - 63 I nodi nella città - 64 L architettura ornata - 65 La scena della cultura - 66 La città ideale - 67 Architetture in Giappone - 68 Il mito e il culto - 69 La trasparenza - 70 Visto da dentro - 71 Porte urbane - 72 Le torri - 73 Tensostrutture - 74 I servizi per la città - 75 La competizione 76 Competizione e ricerca - 77 Visioni urbane 78 Riflessioni - 79 Oltre il muro - 80 Il progetto del terziario - 81 Lo spazio aperto - 82 America, America! - 83 Mens ludicra - 84 Formazione e ricerca - 85 La casa dell uomo 86 Tecnoarchitettura - 87 La Committenza - 88 Natura e artificio - 89 L apparenza della materia - 90 Modernità e tradizione 91 I luoghi delle arti - 92 America, America ! - 93 America Latina - 94 Architetture in concorso 95 Architetture in concorso - 96 Natura urbana - 97 Cultura e società - 98 Produzione e servizi - 99 La residenza - 100 La bellezza - 101 La nuova città 102 Cromatismi - 103 America, America! - 104 La Francia - 105 Italia - 106 Giappone - 107 La trasparenza - 108 Le infrastrutture - 109 Le torri - 110 L Europa - 111 Small - 112 Il legno - 113 Il metallo - 114 Interni - 115 Nord America - 116 Ristrutturazione - 117 La luce - 118 L immagine del futuro - 119 La Francia - 120 Tecnologie e sistemi - 121 La comunità - 122 Lo Sport - 123 I sensi e la materia - 124 Le infrastrutture - 125 L emozione - 126 Il legno - 127 Immagine USA - 128 Creatività - 129 Superfici - 130 Orizzontale/Verticale - 131 Abitabilità - 132 Il segno è colore - 133 Acqua - 134 Apparenza - 135 Luce - 136 La materia 137 La trasparenza - 138 Materia e Natura
Il mondo cambia/Our Changing World Cesare Maria Casati
ai come in questa fine secolo l'offerta di tecnologie e tecniche costruttive per l'architettura è stata così ricca. Viviamo un periodo in cui mancando una definizione e una scelta precisa di un linguaggio progettuale omologato almeno nei Paesi più ricchi, avviene che le proposte progettuali provenienti dagli attori più significativi, più che confrontarsi si ignorano andando ciascuna per la propria strada nella convinzione, forse non sempre senza malizia, di essere nel vero. Stiamo assistendo da una parte a grandi invenzioni tecniche e di conseguenza espressive, per esempio l'invenzione di Peter Rice di rendere col vetro una vera e propria struttura autoportante o l'impiego sempre più accentuato di cavi e tecniche proprie della marineria, dall'altra al camuffamento delle caratteristiche intrinseche dei materiali con l'uso sempre più spregiudicato della loro materia come pura epidermide. Palestra questa che in un certo senso si ricollega alla nobile tradizione che vede l'architettura, urbana e privata, mai disgiunta dalla scenografia e di conseguenza usare solo i "pesi" visivi dei materiali abbandonando le loro peculiarità strutturali. Ormai non troviamo più una vera muratura di mattoni o di pietra ma solo la loro parvenza. Del resto gran parte di alcuni progetti che celebriamo continuamente contengono molta parvenza di tecnologia e poca sostanza. Perdonatemi queste riflessioni che sicuramente anche voi fate spesso, ma credo sia giunto il momento di riconoscere, senza disconoscere i valori del pensiero post-razionalista legato inevitabilmente a schemi di linguaggio e di grammatica progettuale che sono stati importantissimi in questo secolo e che inevitabilmente anche se sono in chiusura continuano a contribuire definizione fisica del territorio dell'uomo. Ma occorre anche, nonostante il nuovo e la sperimentazione spaventino i committenti e non pochi progettisti, riconoscere che il progresso scientifico è inarrestabile e che costumi e culture delle nuove generazioni si adeguano immediatamente e con rapidità modificano continuamente la domanda di benessere ambientale e sociale. Non è più un fenomeno di decenni ma addirittura di mesi, i sistemi di comunicazione e di scambio di concetti e immagini in tempo reale modificano inevitabilmente le nostre possibilità di risposta. Ecco perché penso occorra frenare un attimo degli entusiasmi, riflettere, dialogare meglio con le imprese produttive ed economiche per trovare un linguaggio che anche se non sarà mai comune possa essere almeno comprensibile da tutte le parti in gioco e ripartendo dalla formazione e dalla informazione cominciare a costruire delle basi ragionate ai nuovi valori che vengono ad affermarsi in modo disordinato. Solo così si dovrebbe riuscire ad arginare l'assurdo contrasto che oggi è sotto i nostri occhi quotidianamente tra modernità espressa da strumenti, da mezzi e reti, e conservazione mistificata da antico che continua ad avviluppare forme domestiche, luoghi di memorie sconosciute e scelte in aperto contrasto con la realtà tecnologica e scientifica. Non uno stile dobbiamo realizzare ma una cultura di comuni valori essenziali necessari per consentire di vivere meglio l ambiente naturale e artificiale.
M
echnology and building techniques have never had so much to offer architecture as they do now as this cenury draws to a close. We are living at a time when the lack of any definite, widely embraced design idiom, at least in the wealthiest nations, means that there is absolutely no confrontation between the leading exponents on the contemporary scene, who prefer to just ignore each other and go their own separate ways in the not always completely unfounded belief that they are in the right. On one hand we are witnessing great technical and hence stylistic inventions, epitomised by Peter Rice's idea to create a genuine self-bearing structure out of glass or the increasing use of cables and techniques borrowed from the naval industry, while on the other the intrinsic characteristics of materials are being camouflaged by a growing tendency to use them as mere outer skins. This training ground in some way takes us back to those noble days when there was no real distinction between urban and private architecture and materials were used solely for their visual qualities, ignoring their structural features. Nowadays we only ever find the mere semblance of a brick or stone wall and many of the designs we keep on praising are more technological form than real substance. Forgive me for pointing out what you have probably already noticed yourselves, but I think the time has come to recognise (without disowning) the qualities of post-rationalist thinking linked, as they inevitably are, to design idioms and stylistic vocabularies of great importance throughout this century and still playing a key role in dictating the shape of physical space as the millennium draws to a close. But despite the fact that experimentation and the new frighten both clients and even many architects themselves, we must accept that progress cannot be stopped and that the younger generations adapt in no time, constantly altering the demand for socio-environmental well-being. These things now take months not decades, as the communication systems and real-time interaction of images and ideas obviously open up new horizons. This is why I think it is high time we put the brakes on all this enthusiasm and took time out to think and interact more effectively with our production industries and financial operators to develop what might never actually be a universal language but which will at least be comprehensible to all the parties involved, allowing us to use training and information to lay careful foundations for these new paradigms currently being set in such a disorganised manner. This is the only way of bringing to an end the absurd battle we are currently witnessing between modernity in terms of tools, techniques, and networks, and a mystical form of old-fashioned conservation working on domestic forms, long-forgotten places, and choices going right against the grain of technological-scientific progress. It is not a new style we need to create but a culture of essential common values enabling us inhabit our natural-artificial environment in a much better way.
T
l ARCA 139 1
Strutturare il territorio Boundless Lightness l mondo dell'urbanistica sembra aver poco a che fare con la scienza
Idelle costruzioni: al primo compete l'organizzazione del territorio,
l'attribuzione delle funzioni sociali, la regolamentazione dello sviluppo futuro su di una base, che bene o male, non può non prescindere da una visione politica. La seconda si occupa solo della tecnica del costruire, del definire l'ossatura portante del manufatto architettonico, garantendone la sua sussistenza. Di solito l'urbanistica richiama alla mente una visione planimetrica, come lo zoning o le mappe multicolori dei piani regolatori. L'organizzare il territorio, però, non è mai un gesto solo orizzontale, né tantomeno le sue ripercussioni in elevazione possono essere circoscritte solo alla mera definizione di prospetti e quinte urbane o di skyline, sebbene talora, tanto spettacolari da divenire simbolo di una città, quale per esempio l'attuale New York. D'altra parte quando si pensa alla struttura, la riflessione è spesso troppo involuta su se stessa, vincolata al problema specifico del numero, vero discriminante della disciplina poiché, alla fine, le azioni interne devono corrispondere alle caratteristiche di resistenza del materiale. Inoltre il consueto parallelismo fra struttura reale e schema strutturale induce una pericolosa decontestualizzabile che porta a sottovalutare l'effetto scala e quindi la maniera di relazionarsi con l'uomo e con le sue attività. Questi due mondi, apparentemente inconciliabili, in genere viaggiano su binari paralleli, ognuno condizionato dalla sua propria logica. Ma quando la struttura diventa sufficientemente grande e la funzione urbanistica sufficientemente piccola, in relazione al territorio, essi si incontrano per interagire in quella categoria di manufatti architettonici soventemente definita come infrastrutture. Sebbene "infrastruttura", "urbanistica", "funzione territoriale" siano parole moderne, la possibilità d'incontro fra le due scale è tutt'altro che recente. Che la struttura possa marcare il territorio a grande scala ce lo hanno già mostrato i Romani con i loro acquedotti: questi sono contemporaneamente segno in elevazione nel paesaggio naturale ed espressione della tecnica del costruire dell'epoca (vedi l'arco massivo). Il vero incontro fra struttura e territorio avviene comunque, molto più tardi, nell'Ottocento, a seguito della rivoluzione industriale. Il sistema dei trasporti ferroviari, infatti, cambia radicalmente la maniera di fruire del territorio, segnando indelebilmente il paesaggio a scala sovranazionale. Al tempo stesso la nuova ingegneria del ferro offre possibilità strutturali tali da permettere la realizzazione di tutte quelle grandi opere, necessarie per la gestione del nuovo network dei trasporti, che si avvalgono di strutture di ingenti dimensioni come ponti e stazioni. L'effetto dimensione fa sì che la struttura diventi preponderante sull'importanza dell'involucro e quindi altamente presente e visibile. Essa fa così il suo ingresso ufficiale nel territorio, marcando gole e valli, e nelle città, scardinando e lacerando l'usuale tessuto urbano. D'allora ai giorni d'oggi poco è cambiato in termini di categorie di edifici e manufatti architettonici. Stazioni e ponti sono rimasti gli elementi principe a cui si sono affiancate le infrastrutture autostradali, aeroporti, grandi stadi sportivi e poco più. Ciò che invece è cambiato, nel dibattito sulle grandi strutture, sono i valori connotativi, ovvero l'enfasi, il come e il perché. Nell'Ottocento l'innovazione era guidata dagli ingegneri poiché depositari del nuovo sapere e la conseguente estetica era il risultato delle leggi della necessità e non di arbitrio estetico. Ciò che noi ora consideriamo come belli, allora volevano essere soprattutto oggetti funzionali, ai limiti delle possibilità tecnologiche del tempo. Oggi vi è una diversa coscienza sociale al riguardo: i progetti per l'alta velocità, la pianificazione delle relative stazioni, i nuovi aeroporti, i ponti urbani e i grandi viadotti sono diventati momento di dibattito culturale, momento di ristrutturazione dell'immagine territoriale, fiore all'occhiello di una nuova classe politica, soprattutto all'estero, che osa allargare il proprio programma anche all'istanza architettonica. Che tali costruzioni non siano più un momento indiscriminato e anonimo dell'attività del costruire è enfatizzato, anche, dagli innumerevoli concorsi banditi su tali temi, dal dibattito che essi generano, dalle relative mostre, oggetto di generale interesse pubblico e non più solo occasione d'incontro per addetti ai lavori. In questo mutato contesto le infrastrutture superano il loro ruolo meramente funzionale per assumere una valenza connotativa; la struttura passa dal ruolo di semplice sostegno a segno urbano, ostentato consapevolmente; essa definisce il senso dello spazio collettivo, proprio come il colonnato rinascimentale portava nella piazza i nuovi valori di una spazialità che aveva scoperto la prospettiva e la misura oggettiva dello spazio.
2 l ARCA 139
La struttura esplicita visualmente un sistema di forze sconosciuto per il fruitore, poiché i moderni e leggeri manufatti architettonici non sono più determinati solo dalla forza di gravità: le condizioni di carico più severe possono essere indiscriminatamente gli "up-lift loads", le forze orizzontali generate dal vento, la pretensione o talune volte, perfino, gli effetti termici. L'orientamento e la dimensione di ogni singolo elemento danno indicazione sul percorso e sulla magnitudine delle forze, in un'allusione al carico reale che può solo essere immaginato dall'osservatore e mai constatato realmente. La struttura emana il senso delle forze, proprio come l'intensità del campo magnetico allude alla carica elettrica che lo ha generato. Analogo è il senso delle strutture in tensione - catenarie e superfici equitensionali o tensostrutture che dir si voglia - le quali, esplicitando una forma derivante da complesse equazioni differenziali, sono memori delle geometrie non-euclidee piuttosto che dell'usuale spazio cartesiano, a cui ci siamo torpidamente assuefatti negli anni. In una lettura storica diviene evidente che la struttura, ma soprattutto la grande struttura è capace di farsi portatrice e di trasporre nello spazio urbano molti di quei valori ben espressi dalla cultura dei primi del secolo e a cui l'architettura ha molto resistito dato il suo forte contesto pratico-materiale e le basse implicazioni teoriche rispetto alle altre arti e scienze. Anche la valenza strutturale, come gesto tecnico, è mutata: nella grande ingegneria dell'Ottocento la struttura era il "tutto" della costruzione, mentre ora è il "meno", ovvero il risultato di un processo di smaterializzazione teso alla ricerca della massima leggerezza visiva e della massima trasparenza, cosicché ciò che rimane è solo e unicamente sistema portante. Un'ossatura non più al limite e non più come sfida contro l'impossibile, bensì solo come valore estetico. Una struttura non più frutto univoco delle leggi della necessità, bensì come distillazione di una ricerca interdisciplinare al cui centro è l'architetto, è rientrato in possesso del processo progettuale, anche se, ora, legato biunivocamente all'imprescindibile ingegnere. Quest'ultimo porta con sé i nuovi valori del numero, dei nuovi strumenti dell'analisi matematica, sempre in continua evoluzione e sempre più sofisticati, ed è quindi capace di ampliare lo spettro del possibile suggerendo forme altrimenti impossibili da categorizzare e soprattutto da dimostrare analiticamente. Si sta assistendo quindi a un mutamento culturale a cui segue un ricambio degli attori: i migliori ponti odierni, secondo un dibattito di grande pertinenza e attualità, non sono più realizzazioni della vecchia oligarchia di ingegneri né tantomeno dei rinomati architetti High-Tech - teoricamente ben inclini verso tale tema -, bensì della nuova guardia di progettisti quali Chris Wilkinson, Marc Mimram, Cezary Berdnarski, Santiago Calatrava ecc. coadiuvati da strutturisti illuminati quali Ove Arup, Buro Happold, RFR, Jörg Schlaich, Techniker ecc. La nuova relazione che lega l'architetto all'ingegnere non è comunque, così ovvia e immediata come si potrebbe intuitivamente credere: il primo si è reso consapevole che la struttura è un potente strumento progettuale, il secondo ha compreso che questa può prescindere dagli usuali stereotipi concettuali, dall'usuale ortogonalità di stampo cartesiano e da tutte quelle convenzioni costruttive sviluppate, empiricamente dall'industria delle costruzioni. Ma ciò rappresenta solo la condizione necessaria e non sufficiente: l'abbinamento fra l'architetto e l'ingegnere non può non prescindere dalla capacità di comunicare, instaurare un dialogo e interagire - caratteristica rara anche fra professionisti di chiara fama - altrimenti le due concezioni si sovrappongono sterilmente senza arricchire il progetto. Al contrario, quando tale interazione esiste, i risultati sono immediatamente visibili. Il progetto di Dietmar Feichtinger e RFR, vincitore del concorso per la passerella di Bercy a Parigi, le passerelle per le piazze romane disegnate da Walter Grasmug, con la collaborazione di Leonhart & Andrä, e la nuova stazione di Berlino concepita da Von Gerkan and Partner, insieme a Jörg Schlaich ben mostrano il risultato di tale logica e approccio. Questi lavori denotano una leggerezza oltre ogni limite, una semplicità formale, risultante da una sapiente distillazione di contenuti e non impoverimento del progetto, una perfetta corrispondenza fra struttura e funzione, in cui l'una giustifica l'altra. In termini ultimi tale coesione aiuta la definizione di una nuova architettura a scala urbana e di una nuova sensibilità estetica che ripropone la struttura al centro dell'attività del costruire, gettando le basi per porre fine a quella scissione fra architettura e ingegneria, iniziata nell'Ottocento, con la distinzione fra l'Ecole des Beaux Art e l'Ecole Politechnique, che tanto ha nuociuto all'architettura di questo secolo. Niccolò Baldassini
own-planning would appear to have very little in common with
T building science: the former has the job of organising the land,
allocating social services, and controlling future growth on the basis (for better or worse) of some sort of political vision. The latter is merely concerned with building technique and with determining the framework of an architectural construction, making sure it is built to last. Town-planning usually calls to mind the kind of planimetric organisation associated with zoning or the multi-coloured maps of urban development schemes. Territorial organisation is never just a horizontal process, nor can its vertical repercussions be confined to merely defining elevations or skylines, even when they are spectacular enough to be genuine urban landmarks, as in the case of modern-day New York City. The problem is that structural analysis tends to be rather wrapped up in itself and confined to the specific problem of calculation, the real discriminating factor in architecture, bearing in mind that, at the end of day, interior actions must correspond to the resistive force of the materials used. The usual parallels drawn between actual structure and structural scheme run the risk of causing a dangerous form of decontextualisation, resulting in an underestimation of scale and hence of the importance of interaction with people and the activities they are involved in. These two apparently irreconcilable worlds generally move along parallel lines, each subject to its own rules of logic. But when structure is big enough and town-planning small enough in relation to the territory, they interact together to form that category of architectural constructions often described as infrastructures. Although "infrastructure", "town-planning", and "territorial function" are modern terms, interaction between these two scales is anything but recent. Roman aqueducts first showed how structure could mark boundaries on a large scale: these aqueducts are now vertical landmarks on the natural landscape, physically embodying an ancient building technique (i.e. huge arches). But the first real interaction between structure and territory came much later in the nineteenth century following the industrial revolution. The railway transport network radically changed the way in which the land was exploited, leaving an indelible trace on the landscape on a transnational scale. At the same time, new iron engineering opened up new structural horizons enabling the construction of all those major works required for running the new transport network exploiting large structures like bridges and stations. Scale meant that structure finally took precedence over shells and was suddenly brought to the fore. Structures officially burst onto the scene, marking gorges and valleys, or unhinging/tearing apart the usual urban fabric of our cities. Very little has changed since then in terms of building categories and architectural constructions. Stations and bridges are still our most important landmarks, together with motorway infrastructures, airports, large sports stadiums, and very little else. The only real change in debate on major structures is a certain change in connotations or shift in emphasis: the question now is how and why. In the nineteenth century innovation was in the hands of engineers, who had all the latest know-how. This meant that aesthetics were guided by the laws of necessity and not aesthetic whim. What we now call beautiful used to be mainly functional objects, at the very cutting-edge of the technological possibilities of that period. Nowadays, there is a different sort of social conscience governing these matters: plans for high-speed train lines, designs for their stations, new airports, inner-city bridges, and large viaducts are all at the centre of cultural debate as territorial redevelopment projects at the focus of political attention, particularly abroad, as architecture is projected onto a more influential plane. That these buildings are no longer just a rather bland and faceless part of building work is further underlined by the number of competitions organised on these issues, by the discussions they have triggered off, and the exhibitions organised around them, as the general public and not just experts has gradually got involved. In this new state of affairs, infrastructures are no longer merely functional and have progressively taken on fresh connotations; structures are now more than just supports, they are genuine landmarks shown off with great pride; they shape communal space in the same way that the Renaissance colonnade brought a new
objective sense of space and perspective into public squares. A structure visually expresses a system of forces unknown to ordinary users, because modern light-weight architectural constructions are not just subject to the force of gravity: the heaviest loads might just as easily be up-lift loads, horizontal loads due to wind, pretension or, at times, even thermal effects. The position and size of each individual element provide some idea of the path and magnitude of the forces involved, in an allusion to the real load that onlookers can only ever guess at and never actually observe. Structure gives off a sense of force, in the same way that the intensity of a magnetic field evokes the electrical charge that generated it. Tensile structures create the same sort of feeling - catenaries and equitensional surfaces or tensile structures etc. - deriving their form from complicated differential equations, they are more reminiscent of non-Euclidean geometric patterns than the kind of conventional Cartesian space we have grown so used to over the years. Tracing back through history, it can be seen that structure (and large scale structures in particular) is capable of filling our cities with plenty of those values so well expressed by the culture of the early twentieth century; a culture which architecture rejected for so long due to its strong practical-material connotations and its relatively insignificant theoretical implications compared to other arts and sciences. Structure, like technology, has changed: in the great works of engineering of the nineteenth century structure was "everything" in building, whereas it is now "less", or rather it is the result of a process of dematerialisation designed to create maximum visual lightness and maximum transparency, so that all that is left is the bearing system. The frame is no longer stretched to its limits to defy the impossible, it merely serves an aesthetic function. Structure is no longer uniquely determined by the laws of necessity, it is now the physical embodiment of interdisciplinary research focusing around the architect, who is back at the heart of the design process, although now inevitably in the company of an engineer. The latter brings with him the power of numbers and new instruments for carrying out mathematical analysis (constantly evolving and of increasing intricacy), opening up new horizons and proposing forms which would otherwise be un classifiable and, most significantly, impossible to prove analytically. This change in culture is bringing new players on the scene: according to the cutting-edge of contemporary debate, the best modern-day bridges are not built by that old oligarchy of engineers, nor by the leading exponents of the High-Tech movement - theoretically well inclined towards these issues - but by a new generation of architects like Chris Wilkinson, Marc Mimram, Cezary Berdnarski, Santiago Calatrava etc., in conjunction with enlightened structural engineers like Ove Arup, Buro Happold, RFR, Jörg Schlaich, Techniker etc. This means that the links between architects and engineers are not quite so obvious as we might first assume: architects have now realised that structure is a powerful design tool, while engineers have finally accepted that structure can do without those familiar conceptual stereotypes, the usual Cartesian-style orthogonal forms, and all those tried and trusted construction conventions empirically developed by the building industry. However, this is a necessary but not sufficient condition: the architect/engineer team needs to communicate, dialogue and interact - a rare quality even among the most experienced experts otherwise they would merely get in each other's way without contributing anything new. On the other hand, when they do interact, the results are there for all to see. Dietmar Feichtinger and RFR's winning design for the Bercy Footbridge in Paris, the walkways for Rome's squares designed by Walter Grasmug in conjunction with Leonhart & Andrä, and the new station in Berlin designed by Von Gerkan and Partner, together with Jörg Schlaich, are all fine examples of this kind of thinking and approach. These projects demonstrate almost boundless lightness and stylistic simplicity resulting from a clever concentration of contents that takes nothing way from design: a perfect harmony of structure and function that complement and vindicate each other. In the end this cohesion helps define a new type of urban-scale architecture and new aesthetic awareness projecting structure to the focus of building and laying the foundations for bridging the gap between architecture and engineering which first opened up in the nineteenth century with the distinction between the Ecole des Beaux Arts and the Ecole Politechnique, much to the detriment of this century's architecture.
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Il vincitore/The Winner
Ponti effimeri For the Jubilee er il Giubileo del 2000 a Roma è P stato bandito un Concorso, aperto a tutti gli architetti e agli
ingegneri della Comunità Europea, per preparare la Città ad accogliere il gran numero di pellegrini che l attraverseranno a piedi. Al fine di ottenere la fluidità del traffico pedonale e automobilistico al suo interno e, principalmente, nei punti di maggior attrazione e nei principali accessi viari, il Concorso invita i progettisti a ideare un prototipo per una passerella pedonale effimera e adattabile in sette luoghi differenti di Roma. Dall esame dei progetti partecipanti al Concorso è emerso, quale vincitore, lo studio di Francesco Cellini, Fabio Brancaleoni, Vita Leone ed Eugenio Cipollone di Roma, che hanno proposto una soluzione rigorosa e sofisticata, capace di fondersi con la tradizione dei luoghi romani e la loro storia. Il secondo premio è stato assegnato allo studio di Massimo d Alessandro, che si è avvalso delle qualità progettuali dello studio inglese di Ove Arup & Partners, con la collaborazione degli ingegneri Gabriele Del Mese e Maurizio Teora; e la cifra ingegneristica si legge chiaramente nell eleganza dello schema strutturale del progetto. Il terzo premio è andato allo studio inglese Cezary Marek Bednarski, anche loro in collaborazione con lo studio di Ove Arup & Partners e, in particolare, con l ingegnere Charles Walker, i quali hanno proposto una soluzione leggera e funzionale che, fra l altro, si serve, per il collegamento verticale, anche di un elevatore oleodinamico. Gli altri premi sono stati assegnati a progettisti di risonanza internazionale quali Walter Grasmug, Thomas Krahenbuhl, Leonhardt Andrà, Wolfgang Strobl, Ruggero Lenci e, infine, Michele De Lucchi, Paola Rossi, Guido Durazzo, Stefano Prina. Ciò che è veramente inquietante, scrive Heidegger, non è tanto che il mondo si stia trasformando fino a diventare un completo dominio della tecnica; di gran lunga più inquietante è che l uomo non è affatto preparato a questo rapido e radicale mutamento. Se poi si pensa che il progetto architettonico è la palestra deputata allo sviluppo dell intelligenza umana, tesa alla continua ricerca della manipolazione della materia, quella destinata a rinnovare la casa dell uomo , si rimane ancor più sbigottiti. Sbigottiti perché, purtroppo, nell uomo alberga, giustamente o no, una tendenza alla conservazione che lo distrae dal desiderio verso una innovazione travolgente. Questo Concorso per Roma Città Eterna è stato l ingrediente che ha
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spinto ad alti livelli di creatività gli artefici dei vari progetti. Uno di questi, che peraltro ha ottenuto solo un riconoscimento secondario, ha fermato la nostra attenzione in modo particolare per l uso intelligente, non solo del calcolo statico, ma anche della qualità della materia impiegata per realizzare il progetto. Lo Studio Enginius Ingegneri Associati di Faenza ha progettato un ponte pedonale formato da una struttura pneumatica ad aria compressa a una pressione di 4 atmosfere. Le fondazioni sono semplici plinti superficiali in cemento armato che collegano una minima struttura in acciaio, mentre la struttura portante vera e propria è in tessuto di fibra di vetro ricoperta in Teflon, con una sezione circolare di circa 80 cm di diametro. L impalcato di calpestio del ponte è in lastre di materiale plastico semitrasparente con uno spessore di 15 cm. Questo progetto rappresenta un forte segnale per l architettura, soprattutto perché ci conferma come l architettura sia passata dall impiego di materiali naturali come il legno e la pietra per arrivare a ritrovarsi, oggi, a essere raccontata dal vetro, dall acciaio inossidabile e, infine, dalla materia plastica gonfiata . Tutto ciò non è un degrado per il progetto architettonico, bensì rappresenta la contemporaneità raccontata con tecniche attualissime che si fondano su questi nuovi materiali naturali . L architettura usa e consuma ciò che l uomo compone, per quella unitarietà e quella forma di modernità che il disegno architettonico richiede per essere attuale. Occorre solo preparare l uomo e renderlo consapevole del dominio della tecnica. Per l architettura, a scapito di ogni pensiero romantico, il dominio della tecnica è un fatto inevitabile, nello stesso modo come è stato inevitabile il bisogno di mettersi al riparo dalla pioggia. Tutto ciò che si confronta con il campo gravitazionale impone un linguaggio matematico, è l unico modo per equilibrare la flessione, la deformazione, lo sforzo per reggere una lastra piana di copertura. Ecco che si intuisce allora come è crescente l importanza della matematica nel mondo. Tutto ciò è ben confermato dall aumento quantitativo della tecnica, come sostiene Umberto Galimberti nel suo libro Psyche e techne, cioè la determinazione di una variazione qualitativa dello scenario mondiale che, vale la pena di aggiungere, viene osservato maggiormente nella materia architettonica se è ben manipolata. Mario Antonio Arnaboldi
Progetto: Francesco Cellini, Fabio Brancaleoni, Eugenio Cipollone, Vita Leone
competition open to all architects and engineers in the A European Community has been
organised to get Rome ready to welcome the huge number of pilgrims who will be walking through the city during the Jubilee in the year 2000. The competition invites architects to design a prototype for an ephemeral pedestrian walkway adaptable to seven different places in Rome, in order to help pedestrian and road traffic run smoothly through the city, particularly near its main attractions and entrance routes. The competition was eventually won by Francesco Cellini, Fabio Brancaleoni , Vita Leone, and Eugenio Cipollone s Rome-based firm, which created a carefully constructed, sophisticated design capable of fitting in with the history and traditions of Rome s most important historical sites. Second prize was awarded to Massimo d Alessandro s firm, which also drew on the design experience of the British firm Ove Arup & Partners in conjunction with the engineers Gabriele Del Mese and Maurizio Teora; this can clearly be seen in the elegance of the project s structural layout. Third prize was awarded to the Cezary Marek Bednarski British practice, once again in conjunction with Ove Arup & Partners and, in particular, the engineer Charles Walker, who worked together to create an extremely light, practical design which, amongst other things, uses an oildynamic lift for vertical communication purposes. Other prizes were awarded to internationally famous architects, such as Walter Grasmug, Thomas Krahenbuhl, Leonhardt Andrà, Wolfgang Strobl, Ruggero Lenci and, finally, Michele De Lucchi, Paola Rossi, Guido Durazzo, and Stefano Prina. Heidegger has written that the truly disturbing fact is not that the world is gradually bowing to the dominion of technology but, much more significantly, that man is not ready for such rapid and radical changes. All this is even more astounding if we bear in mind that architectural design is a sort of testing ground for developing human intelligence through constant experimentation in the manipulation of matter: the kind used for renovating human living space . Even more astounding because, alas, whether we like it or not, people have a natural inclination towards conservation, distracting them from any form of truly drastic innovation.
This competition for the Eternal City of Rome has offered architects the chance to concoct projects of real quality and artistry. One of these designs, which actually only received secondary recognition, attracted our attention in particular for the clever way it worked with statics and for the quality of the materials used. The Enginius Ingegneri Associati firm in Faenza has designed a footbridge constructed out of a compressed-air pneumatic structure accurate to 4 atmospheres. The foundations are made of simple reinforced concrete surface plinths connected to a tiny steel structure, while the real bearing structure is made of a fibre glass fabric covered with Teflon with a circular section measuring approximately 80 cm in diameter. The frame of the footbridge is made of 15-cm-thick semi-transparent plastic sheets. The project sends out a strong signal to the world of architecture, particularly since architecture has moved on from the use of natural materials like wood and stone to now narrate its designs in glass, stainless steel, and swollen plastic. Far from harming architecture, it represents the state of the art based on these new natural materials. Architecture uses and consumes what man composes in the name of the kind of modernity destined to characterise architectural design. People just need to be informed about and prepared for the dominance of technology. Much to Romanticism s dismay, technology is inevitably destined to rule supreme, just as people are bound to take shelter from the rain. Everything forced to confront the field of gravity calls for a mathematical idiom, as the only way of balancing out the bending, deforming, and force required to hold up a flat roof surface. This explains why mathematics is so important nowadays. All this is underlined by the boom in technology, as Umberto Galimberti points out in his book Psyche e techne: a qualitative transformation on a worldwide scale which, it is worth adding, is most evident in architecture when it is handled with skill and care.
E' il progetto vincitore con la seguente motivazione della Giuria: "Il progetto si presenta con alta qualità formale. Esso risulta pensato per contesti urbani e monumentali della città di Roma; appaiono particolarmente ben risolte le parti di progetto afferenti l'accesso al ponte, studiate con evidente richiamo delle realtà presenti nel contesto storicomonumentale della città, con il che il progetto si qualifica quale soluzione valida ai fini della definizione di percorsi urbani pedonali".
Il progetto presenta una struttura a trave continua a tre luci. L'intradosso, che sarà illuminato di notte, assorbe la spina portante centrale, mentre verso l'esterno, una panca continua, rivestita in acciaio inox sabbiato, con seduta in legno e sostegni tubolari, segna il tracciato dell'estradosso. Rampe e scale di accesso sono realizzate in muratura e rivestite con materiali consoni a quelli dell'area circostante e non suprano il metro e sessanta di altezza per non ostacolare la vista panoramica.
This is how the Jury described the winning project: "This is a very stylistic design. It is carefully geared to urban-monumental contexts in the city of Rome; the parts leading onto the bridge are particularly well designed, cleverly alluding to the city's historical-monumental context to provide a valid solution to the need to create new inner-city pedestrian paths". The design features a beamed structure with three bays. The intrados, which will be lit up at
night, takes in the central bearing backbone, while an elongated bench clad in sanded stainless steel with wooden seats and tubular supports marks the path on the outside. The ramps and entrance steps are made of brick and clad with materials fitting in with the surroundings and never exceeding one metre sixty in height so as not to block the view.
nA
sinistra, planimetrie e viste prospettiche, piante, prospetti, sezioni. Sotto, particolari architettonici. In basso schizzo del progetto vincitore. n Left, site plans and perspective views, plans, elevations, sections. Below, architectural details. Bottom, sketch of the winning project.
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Il secondo classificato/Second Prize Progetto: Massimo D Alessandro, Paolo Pannocchi, Cecilia Cecchini, Ottavio Di Blasi, Antonio Luchetta, Francesca Giorgi, Roberto Cera, Andrea Flego, Filippo Flego, Gabriele Del Mese, Maurizio Teora, Ove Arup & Partners Il progetto secondo classificato è stato giudicato nel seguente modo: "Il progetto si qualifica per la qualità compositiva, interpreta in modo originale l'idea dei percorsi, realizzando esso stesso un proprio percorso, utilizzabile per lo sviluppo di nuove visioni del contesto urbano circostante attraverso il variare dei punti di osservazione. L'opera esplicitamente si qualifica quale intervento di architettura e appare coerente con alcune delle ipotesi di ubicazione formulate all'Amministrazione". L'idea è quella di una scultura leggera realizzata da un nastro sottile che sale dalla quota della strada fino al piano di calpestio,
seguendo un andamento a elica: si "svolge" sovrappassando la strada e si "arrotola" di nuovo per scendere dalla parte opposta. Due rampe di modesta pendenza consentono l'accesso al ponte senza mezzi meccanici. La struttura strallata asimmetrica consente, mutando marginalmente il dimensionamento degli elementi portanti, di variare la luce della passerella da 20 a 45 metri. La cofigurazione chiusa delle rampe e la loro indipendenza strutturale dal ponte offre la possibilità di variazioni di quota e orientamento tra le varie parti. Sono previsti punti panoramici coperti da leggere tensostrutture e con parapetti vetrati.
The second-prize project was described as follows: "This stylish design offers a highly original approach to the idea of pathways, creating its own path to be used to develop new visions of the surrounding urban context by varying the point of view. The project is distinctly architectural and could easily be set in the various contexts contemplated by the City Council . The idea is to create a lightweight sculpture made of a thin strip spiralling up from the road to the main walkway level: it "unwinds" across the road and then "rolls up" again to drop down
over on the other side. Two gently sloping ramps lead onto the bridge without the help of mechanical equipment. By slightly adjusting the size of the bearing elements, the asymmetrical stayed structure allows the span of the walkway to vary between 20-45 metres. The closed design of the ramps and the way they are structurally separate from the bridge makes it possible to vary the height and position of the different parts. Light-weight tensile structures with glass parapets will cover the observation points.
n In
queste pagine, rendering e fasi del sistema di montaggio.
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n These
pages, renderings and phases of the assembling system.
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Il terzo classificato/Third Prize Progetto: Cezary Marek Bednarski + Igor Marko-Studio E Architects, con Charles Walker-Ove Arup & Partners La motivazione della Giuria per il progetto terzo classificato è stata: "Il progettista ha affrontato con esito positivo il tema di un intervento che si qualifichi con un'immagine visiva cromatica e luminosa, volta a punteggiare il percorso e quindi a evidenziare l'intervento stesso e lo scopo per il quale è stato pensato". I concetti chiave di questo progetto sono: una occupazione minima dello spazio urbano; la qualità urbana della celebrazione (l'ispirazione visuale è quella degli antichi baldacchini sotto i quali i Papi andavano in processione); il facile accesso per i disabili; costruzione e smontaggio rapidi (la
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copertura, che può essere il alluminio o in fibra di carbonio, serve da cavalletto per il piano di calpestio in modo da non disturbare il traffico sottostante); la possibilità di riutilizzo dopo il Giubileo (copertura e colonne sono studiate per poter essere riutilizzate come pensiline della stazione degli autobus davanti alla Stazione Termini); fondazioni leggere e poco profonde che non intacchino i possibili resti archeologici sottostanti (la struttura è completamente controventata al suolo con solo due plinti di fondazione e forze verticali minime); la possibilità di inserire messaggi pubblicitari nei corpi ascensore e sotto la copertura.
The third-prize project was described as follows: "The architect has successfully created a project whose visual image, colours and lighting are all designed to bring out its underlying features and practical function". The key concepts behind this design are: the occupying of only a small amount of urban space; a commemorative function (visually inspired by the old canopies beneath which the Popes used to parade); easy access for the disabled; quick construction and dismantling (the roof, which may be made of either aluminium or carbon fibre, acts as
a support for the main walkway, so as not to interfere with the traffic below); the possibility of being used again after the Jubilee (the roof and columns are designed to be re-used as cantilevers over the bus station in front of Termini Station); lightweight foundations which are not very deep to avoid damaging any archeological remains below (the structure is completely windbraced to the ground by just two foundation plinths and minimum vertical forces); the possibility of incorporating advertising messages on the lift covers and beneath the roof.
n Nella pagina a fianco, rendering e planimetria generale. A destra, sezione trasversale. A sinistra, l antico baldacchino papale, cui si è ispirato il progetto. Sotto a sinistra, prospetto, piante del piano terreno, del piano di calpestio e della copertura; a destra, particolare del prospetto. n Opposite page, renderings and site plan. Left, the old Pope s Canopy, which inspired the design. Right, cross section. Below left, elevation, plans of the ground level, of the deck level and of the roof; right, elevation detail.
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n Nella
pagina a fianco, planimetrie generali, prospettive e pianta e del piano calpestio.
Il quarto classificato/Fourth Prize Progetto: Walter Grasmug con Alfred Thomas Krahenbuhl, Frederic Carrasco, Wolfgang Strobl Il progetto quarto classificato ha ricevuto la seguente motivazione: "Il disegno appare particolarmente valido, la soluzione è pensata quale parte di un percorso pedonale arricchito da punti di visione con una scelta grafica lineare e una netta scelta per un materiale dominante". Il principio della passerella è quello di una lama in legno che, piegata per dare forma a un arco, cerca di ritrovare la propria planarità. Alle estremità, la lama viene incisa e si sdoppia. Le parti così liberate da ogni vincolo formano delle
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piattaforme sopraelevate e parallele al suolo che permettono ai pellegrini di godere di una vista inusuale della città. Le passerelle sono formate da pannelli modulari in legno e metallo che consentono di realizzare una lastra di soli 38 cm di spessore con una campata di 20 m sopra alle auto. I pannelli sono sostenuti da pilasti in acciaio che poggiano su basamenti a forma di disco in cemento rinforzati con fibra di vetro. I parapetti sono costituiti da una maglia metallica in cavi di acciaio inox agganciati a montanti in acciaio massiccio.
The fourth-prize project was judged as follows: "The design is a particularly clever way of creating a pedestrian path embellished with points of view and featuring linear graphics designed out of one main material". The walkway is designed around a blade of wood, bent into an arch, which seems to be trying to straighten itself out. The blade splits in two at the ends. These totally free parts form raised platforms, parallel to the ground, allowing pedestrians to
enjoy an unusual view of the city. The walkways are made of wood and metal modular panels creating a sheet which is only 38 cm thick spanning out 20 metres above the traffic. The panels are held up by steel columns resting on disk-shaped bases made of concrete reinforced with glass fibre. The parapets are made of a metal web of stainless steel cables hooked onto hard steel stanchions.
n Opposte
page, site plans, perspective views and plan and of the deck.
n Sotto
a sinistra, sezioni longitudinale e trasversale, prospetto e pianta dell elemento di appoggio. A destra, sezione trasversale e pianta del basamento. In basso, a sinistra, prospetto e, a destra, vista della testa del ponte e sezioni tipo all'estremità e al centro
del ponte. n Top left, longitudinal and cross sections, elevation and plan of the base element. Right, cross section and plan of the base. Bottom left, elevation; right, view of the end of the bridge and tipical sections of the end and middle part of the bridge.
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nA
Menzionato/Mention Progetto: Enginus Ingegneri Associati: Marco Peroni, Stefano Collina, Claudio Obrizzi L'idea portante del progetto è quella di una struttura pneumatica (posata su plinti di fondazione in c.a. sui quali vengono fissate le tensostrutture di ancoraggio in acciaio), una camera d'aria che riduca al minimo i tempi di assemblaggio, restringendoli al semplice gonfiaggio della struttura e al successivo montaggio dell'impalcato superiore. I materiali scelti hanno il più basso carico permanente possibile: inpratica è l'aria compressa che funge da elemento strutturale portante insieme alla camera d'aria che la confina e all'impalcato superiore
pensati in materiale plastico semitrasparente. Anche gli elementi reticolari sui quali poggia il percorso pedonale sono pneumatici e gonfiati assieme ai due archi parabolici principali. Si realizza così una tensostruttura leggera che sfrutta il materiale in tutta la sua potenzialità a trazione e la pressione dell'aria per scaricare le compressioni dell'arco parabolico principale. L'accesso al ponte è attraverso due rampe di scale laterali; per l'accesso dei disabili si prevede una piattaforma elevatrice in corrispondenza delle testate del ponte.
The idea behind this project is to create a pneumatic structure (resting on reinforced concrete foundation plinths attached to steel tensile structures) and air chamber to speed up assembly by reducing it to the mere inflating of a structure and assembly of the upper frame. The materials chosen have the lowest permanent load possible: in actual fact it is the compressed air that provides support together with the air chamber around it and the upper frame designed out of semitransparent plastic. The reticular
elements supporting the pedestrian path are also pneumatic and inflated by the two main parabolic arches. This creates a light-weight tensile structure exploiting all the material's tractive potential and air pressure to decompress the main parabolic arch. The entrance to the bridge is up two flights of side steps; an elevator by the bridge heads provides access for the disabled.
sinistra, vista dall'alto della struttura senza impalcato, sezione longitudinale e particolari dei moduli gonfiabili. Sotto, rendering e sezione trasversale in mezzaria della struttura pneumatica.
Left, aerial view of the structure without deck, longitudinal section and details of the inflatable modules. Below, rendering and cross section of the pneumatic structure.
n
n Fasi
di montaggio del ponte; dall'alto in basso: realizzazione delle strutture di ancoraggio e trasporto della struttura pneumatica, posa in opera e opere di completamento. n Phases of the assemblage of the footbridge; from top to bottom: realization of the anchorage structures, transport of the pneumatic structure, installation and finishing phase.
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La forma come funzione Holloway Road Bridge, London
he cosa succede quando una C donna irachena/londinese studia matematica, poi architettura, si mette
a progettare, e quindi diventa un personaggio nello star system architetturale? Ci aspettiamo, da questo essere speciale, perlomeno un grande segnale di diversità, che riscatti la scarsità del genere femminile nell architettura di oggi. Qualcosa che dia il segno di una differenza, di una capacità diversa di affrontare lo spazio. Spazio non come neutrale contenitore di oggetti o di persone, o come luogo di controllo, di potere, ma come qualcosa in più: qualcosa prima intuito che teorizzato; amato, prima che posseduto. Zaha Hadid ci parla di sé come di qualcuno che non crede agli assoluti della professione, soprattutto non crede alle ricette valide una volta per tutte. Lo spazio è colorato dalla memoria individuale e dall esperienza , ebbe a dire del suo progetto per il Cincinnati Arts Center, ma questo può valere per tutta la sua produzione, improntata nel segno della leggerezza, come a volersi ritagliare uno spazio di alterità sulla scena. Così i suoi progetti sono stati notati, inizialmente soprattutto, per una originalità nella rappresentazione: prospettive spericolate, come fossero viste da un aereo che precipita, sguardi imprevedibili, scorci inaspettati, visioni frammentarie provenienti da un futuro
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anteriore, dove i Jetsons incontrano Malevich, dove l assoluto della forma spirituale incontra il caos digitale delle autostrade informatiche. Gli spazi colorati e siderali di Zaha Hadid sono i sensori del nostro tempo, paradossali e vitali come non mai, sprofondati nel domani, oppure proiettati nella Babilonia di 5000 anni fa. Il suo disegno rimanda all incanto di una Modernità assoluta, depurata di ogni asprezza, di ogni violenza polemica; un ideale di bellezza e di godimento del progetto, un architettura sensuale, destinata al piacere, all inaspettato, verso una nuova gravitazione, una fluttuazione atemporale. Nel ponte pedonale per l Università di North London, il tempo sembra sospeso nell incanto della forma, che si congela per lo sguardo di un istante: l architettura fotografa quel millesimo di secondo e blocca il flusso vibrante delle lastre, dei piani, delle spirali, delle cuspidi, dei cunei, dei vettori obliqui, elementi del vocabolario usuale di Zaha Hadid. Il suo percorso di ricerca è mosso da una inesauribile voglia di cambiamento: così anche il suo stile si è modificato, abbandonando una certa estetica del casuale, il piacere erotico dell affastellarsi di volumi. La pratica della costruzione depura il disegno e l evoluzione del mestiere porta Zaha Hadid verso forme
morbide, fluide, come nel progetto per il Centro per le Arti in Roma. Sulla stessa lunghezza d onda si muove il progetto vincitore della consultazione per il ponte pedonale della Università della North London, che parla un linguaggio di connessione. Il ponte si pone come punto di raccolta di tutti i flussi umani di un campus universitario frammentato, scomposto in vari edifici. Il suo intento è legare, porsi come servizio flessibile alle esigenze della vita universitaria. Vengono immaginate tre fasi di successivi ampliamenti/biforcazioni della struttura, che diventa nel tempo una vera e propria strada aerea. Il progetto prevede una spesa di un milione di sterline per un ponte di 65 metri di estensione, che connetterà prima gli edifici principali dell università con gli spazi su Holloway Road, mentre in una seconda fase si biforcherà verso Stapleton House, per poi divenire, in una nuova mutazione, un edificio ad atrio tra Eden Grove e Stapleton House. Ma non si pensi a qualcosa di anonimo o meramente funzionale, quasi che Zaha Hadid abbia voluto abdicare alla volontà di forma. Tutt altro. Il ponte comprende dentro di sé la sua possibile trasformazione nel tempo, ma già sin d ora si connota come spazio vitale, denso di messaggi dentro e fuori di sé: uno spazio di
n Nella
pagina a fianco, planimetria della prima fase dell intervento con la connessione a Eden Grove e, sotto, programmazione delle fasi per la realizzazione del ponte pedonale di collegamento tra i percorsi esistenti all interno del complesso della University of North London e Holloway Road.
Progetto: Zaha M. Hadid
informazioni digitali, proiezioni, immagini, sia per gli studenti che lo percorrono all interno tra una lezione e l altra, sia per la città, che vedrà Holloway Road come lo spazio di un evento mediatico. La struttura portante metallica è pensata per creare inaspettati effetti di luce e ombra sulle superfici del ponte, così da rendere anche l architettura parte del gioco visivo generato dalle immagini virtuali. Il ponte pedonale conserva l aura magica del passato, come violazione dell ordine naturale attraverso l artificio, ma si arricchisce di un senso attuale, diventando parte del flusso di informazioni contemporaneo, come fosse un fascio di fibre ottiche. La connessione che permette è a doppio senso: unisce i luoghi e al contempo facilita la disponibilità delle informazioni, riorganizza la funzionalità dei percorsi interni dell università e si pone in rapporto vitale con la città. Luogo della sospensione, della separazione dal suolo e del dinamismo: figura doppia, ambigua, che vuole creare una tessitura armonica tra gli edifici esistenti, e al contempo riesce a esprimere una propria identità, una propria differenza, un desiderio di scoprire un architettura che ancora non esiste. Così, da antica babilonese, Zaha Hadid guarda ancora al futuro. Stefano Pavarini
hat happens when an Iraqi/ W London woman studies mathematics, then architectures, starts
to design and ends up becoming a real star of the architectural scene? The least we expect from a woman like this is a sign of her diversity to make up for the lack of female work in contemporary architecture. Something that shows her difference and her alternative way of handling space. Space no longer treated as a neutral container of objects and people or as a place of power and control, but something more: something which is first sensed then worked out; loved rather than possessed. Zaha Hadid talks about herself as a person who does not believe there are absolute truths in architecture or recipes that work all the time. Space is coloured by our own memories and experiences , was the comment she made about her project for the Cincinnati Arts Center, but the same could be said about all her designs that use lightness to create their own individual sense of space. Her projects first caught the eye for the originality of their designs: daring perspectives as if seen from a plane about to crash, unexpected glimpses and views, fragmentary visions of a future yet to come, when the Jetsons meet Malevich and abso-
lute spiritual form encounters the digital chaos of information highways. Zaha Hadid s coloured, sidereal spaces are like sensors of the age in which we live, full of life and more paradoxical than ever, projected forward into the future and back 5000 years into Babylon. Their design is reminiscent of a rather charming form of absolute Modernity, bereft of all harshness or polemical anger; an ideal of stylistic beauty and pleasure, sensual architecture designed to please and surprise through a new form of gravity and timeless fluctuation. Time seems to be suspended in form and frozen in a glance in the footbridge for the University of North London: architecture photographs that thousandth of a second, blocking the vibrant flow of sheets, planes, spirals, cusps, wedges, oblique vectors and all the other features of Zaha Hadid s design idiom. Her whole career has developed around a relentless desire for change: even her style has altered, abandoning a certain random aesthetics, the erotic pleasure of bundled structures. Construction practice purifies design as Zaha Hadid s growing experience takes her towards soft, fluid forms as exemplified in the project for a Centre for the Arts in Rome.
The winning project for a bridge at the University of North London is on the same wave length, drawing on the design concept of connection. The footbridge draws together all the pedestrian flows through a fragmentary university campus spit into various different buildings. The underlying intention is to join together and provide a service geared to the demands of university life. The idea is to create three phases of successive structural bifurcations/extensions, eventually developing into an authentic overhead road. The project involves spending one million pounds on a 65-metre-long footbridge initially connecting the main university buildings to the premises on Holloway Road, subsequently biforking towards Stapleton House during the second phase, and then finally transforming into a foyer building between Eden Grove and Stapleton House. But do not be fooled into thinking this is a bland, strictly anonymous design, as if Zaha Hadid had decided to give up on form. Quite the contrary. The bridge incorporates the possibility of changing through time, although it is actually already a space full of life and messages on both the inside and outside: a space brimming with digital information,
n Opposite
page, site plan of the first stage of the project involving the connection to Eden Grove and, below, programming of the various phases in the construction of the footbridge connecting the paths on the campus of the University of North London and Holloway Road.
projections and images, both for students walking across it as they move from one lecture to another, and for the city itself which will have its own space for a mediatic event in Holloway Road. The metal bearing structure is designed to create unexpected light and shadow effects on the bridge surfaces, making the architecture part of the visual interplay of virtual images. This bridge has the magical aura of the past, as a sort of violation of natural order by artifice, but it is also injected with a sense of modernity by forming part of the contemporary information web, as if it were a strip of optic fibres. It allows a two-way connection: it joins places together and, at the same time, makes information more freely available, reorganising the layout of interior spaces on the campus, and interacting positively with the city. A place of separation, of separation from the ground and of dynamism: its ambiguous double figure harmoniously weaves together the old buildings and, at the same time, manages to express its own identity, its peculiar difference, and a desire to discover a form of architecture that does not yet exist. The old Babylonian Zaha Hadid is still looking ahead to the future.
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pagina a fianco, il modello con la prospettiva dal Tower Building. Sotto, il modello visto da Stapleton House e, in basso, dal livello della strada lungo Holloway Road. Nella prima fase, il ponte collegherà l esistente
Technology Tower, la piazza e l Eden Grove. Il progetto è pensato per diventare un corridoio tecnologico con informazioni digitali per gli studenti e immagini e suoni che animano la facciata lungo Holloway Road.
n Opposite
page, the model showing a perspective view of Tower Building. Below, the model seen from Stapleton House and, bottom of page, from the road level along Holloway Road. During the first stage, the bridge will join together
Technology Tower, the square and Eden Grove. The project is designed to create a technological corridor providing digital information for students and sounds and images livening up the facade along Holloway Road.
Edward Woodman
n Nella
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n Vista del modello verso la connessione la Stapleton House e, in basso, vista interna verso Eden Grove e la Stapleton House. Nella seconda fase, verrà realizzato un ampliamento per connettere anche la Stapleton House agli altri elementi dell università.
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n View
of the model towards the link with Stapleton House and, bottom of page, an internal view towards Eden Grove and Stapleton House. The second phase will include the construction of an extension connecting Stapleton House to other university facilities.
n Vista
delle scale dalla caffetteria e, in basso, vista da sotto la passerella. Lungo il percorso del ponte sono previsti spazi di sosta con servizi illuminati da lucernari, che andranno a formare una rete di parti interconnesse.
n View
of the cafeteria steps and, bottom of page, view from below. The bridge will be furnished with rest areas fitted with skylights forming part of a network of interconnected parts.
Credits Project: Zaha Hadid with Ali Mangera, Christos Passas, Patrick Schumacher, Woody Yao, Sonia Villaseca, Edie Can, Jorge Ortega, Helmut Kinzer Structural Engineer: Jane Wernick Associates Quantity Surveyor: James Woorough, Davis Langdon & Everest Building Services: Simon Hancock-Ove Arup and Partners
Transport and Flow Capacities: Fiona Green-Ove Arup and Partners Construction Program: Harry Saradjain-Ove Arup and Partners Client: University of North London
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Un segno come ponte The Bercy Footbridge in Paris empre più spesso ponti e S passerelle sono oggetto di concorsi e ciò in virtù della loro
rilevanza architettonica, intesa sia come gesto strutturale a grande scala sia come elemento di connotazione del paesaggio. Se poi il concorso in questione è una passerella sopra la Senna, in piena Parigi e proprio di fronte alla Bibliothèque Nationale di Dominique Perrault, ecco che tutta l operazione va oltre il mero contesto
assicurano la stabilità complessiva della passerella. Inoltre, essendo i due sistemi mutuamente collegati verticalmente, ognuno di essi interagisce con l altro dando all insieme quella rigidità di cui i sistemi funicolari sono di per sé privi. La divisione in arco e funicolare scaturisce anche dalla gestione dei flussi e dalla volontà architettonica di duplicare i percorsi sul fiume in
specifico per diventare un indicatore dell odierno dibattito strutturalearchitettonico. Tale concorso si è da poco concluso con la vittoria di Dietmar Feichtinger, associato allo studio di ingegneria RFR: insieme essi hanno battuto un agguerrita concorrenza internazionale, fra cui figuravano specialisti in ponti del calibro di Chris Wilkinson e Marc Mimram e architetti eminenti come Tadao Ando e Dominique Perrault. Ciò che contraddistingue il progetto di Feichtinger/RFR è la felice interazione che in esso si realizza fra architettura e struttura, ben espressa dall inusuale levità con cui la passerella, sfidando quasi le leggi del possibile, scavalca la Senna con un unico e rapido balzo di ben centonovanta metri. La logica progettuale non usa qui l architettura per dare forma a uno schema strutturale precostituito e neanche l ingegneria per rendere possibili forme compositive arbitrarie. I due sistemi non sono da intendersi come complementari: la relazione che li lega è, infatti, di carattere dialettico in quanto ciascuno di loro è ragione d essere dell altro e viceversa. L inusuale silhouette lenticolare cela un funzionamento strutturale articolato ma assai semplice ed efficace. Essa è la ricomposizione di un arco (l archetipo del ponte per eccellenza) e di una funicolare (il primordiale ponte di corda); ciascuno di essi contribuisce pariteticamente alla funzione strutturale e assieme
modo da collegare fra loro non solo la Bibliothèque Nationale de France con il Parco di Bercy (il percorso associato alla catenaria), ma anche le due rive opposte (il percorso lungo l arco). Questi camminamenti, inoltre, si intersecano reciprocamente, permettendo al passante di muoversi da e verso qualsiasi meta. Tale complessità funzionale nonché strutturale, svincola la passerella dall usuale immagine piatta, in prospetto, e la trasforma in un oggetto tridimensionale sempre diverso a seconda della posizione del fruitore. Anche la vista varia in relazione al percorso prescelto e tutto ciò fa sì che l attraversare sia sempre un esperienza diversa. Così come la passerella è leggera sul fiume, altrettanto morbido e gentile risulta anche il suo approccio con il suolo in corrispondenza delle due sponde. L arco in compressione bilancia la tensione indotta dalla catenaria, le forze orizzontali sono risolte interamente: ciò rende possibili supporti sufficientemente esili da lasciare quasi inalterate le due rive che oggi sono sempre più usate come spazi pubblici e non più come degradato luogo di lavoro. La Passerella di Bercy si caratterizza, quindi, come un pensiero forte per un gesto gentile, destinato a caratterizzare, negli anni a venire, la futura iconografia della città proprio come altre architetture moderne hanno segnato la Parigi dei nostri giorni. Niccolò Baldassini
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Progetto: Dietmar Feichtinger, RFR
ore and more competitions are M being organised to design bridges and footbridges due to the
large-scale structural impact on the landscape of architecture of this type. Of course a competition to design a footbridge across the River Seine in the heart of Paris, just opposite Dominique Perrault s Bibliothèque Nationale, has much greater implications than just its own specific context, touching on current debate on structure-architecture. This particular competition was actually won by Dietmar Feichtinger in conjunction with the RFR firm: together they warded off tough international competition, including experts in bridge-building of the calibre of Chris Wilkinson and Marc Mimram and leading architects like Tadao Ando and Dominique Perrault. Feichtinger/RFR s project stands out for the way architecture and structure interact, perfectly epitomised by the unusual lightness with which the footbridge spans right across the Seine in one single onehundred-and-ninety-metre bay, almost defying the laws of gravity. The design does not just draw on architecture to give shape to a predefined structural form, neither does it exploit engineering to make certain random compositions actually feasible. The two systems are not to be taken as complementing each other: they are dialectically related by the
extent and together they ensure the overall stability of the footbridge. Moreover, since the two systems are mutually connected vertically, each interacts with the other to create the kind of stability that funicular systems do not have on their own. The combination of arch and funicular is partly due to user-flow considerations and the architectural desire to double the paths across the river to connect together not just the National Library and Bercy Park (the curved path), but also the two opposing river banks (the arched path). These paths also intersect, allowing pedestrians to move to and fro between any destination. This kind of both functional and structural complexity means the footbridge does not have the kind of flat elevation associated with this kind of bridge, but is actually transformed into a three-dimensional object that looks quite different according to where it is seen from. Even the views vary according to the path chosen, making each crossing an experience in its own right. The lightness of this footbridge across the water is matched by the soft and gentle way it nears the ground on both banks. The compressed arch balances out the tension due to the catenary curve, thereby handling all the horizontal forces: this makes it possible to use supports slender enough not to alter the river banks, which
way the one is the actual reason for being of the other and vice-versa. The unusual lenticular profile hides an elaborate yet simple and effective structural function. It is composed out of an arch (the archetype par excellence of a bridge) and a funicular (the primeval rope bridge); each of these contributes to structural functioning to the same
are now popular public spaces rather than just dilapidated work places. The Bercy Footbridge is a powerful way of making a simple gesture and destined to be one of the city s most important landmarks over coming years, on a par with other important works of modern architecture in Paris.
n Schizzi
di progetto e rendering della nuova passerella sulla Senna che collegherà i quartieri di Tolbiac, dove si trova la Bibliothèque Nationale, e Bercy. Il progetto, vincitore del concorso bandito dalla Ville de Paris, traduce
l esigenza di coniugare architettura e tecnica. Con una portata libera di 190 metri esso è costituito da due elementi sinergici, un arco molto slanciato e una funicolare, che collaborano e si equilibrano.
n Project
sketches and rendering of the new Seine footbridge connecting Tolbiac, where the Bibliothèque Nationale stands, and Bercy. The project, which won a competition organised by the Paris City Council,
shows how architecture and technology can be brought together. Its 190-metre free span is constructed out of two synergic elements, a streamlined arch and a funicular that work together in harmony.
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n Dall alto
in basso, schizzi dei metodi costruttivi relativi all uso della catenaria, prospetto e sezione tra il patio della BNF e il giardino di Bercy, pianta e sezione longitudinale sulla riva destra della Senna.
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n From
the top of the page down, sketches of the building methods concerning the use of the catenary, elevation and section between the BNF patio and Bercy Garden, plan and longitudinal section along the right bank of the Seine.
n Pianta
e sezione della piazza centrale a due livelli adibita a istallazioni temporanee. Sotto, rendering della passerella che si sdoppia nei percorsi sul fiume con un sistema di passaggi che si intersecano reciprocamente permettendo al passante di muoversi da e verso qualsiasi meta. In basso, schematizzazione dei diversi ponti realizzati sulla Senna.
n Plan
and section of the two levels of the central plaza used for exhibition purposes. Below, rendering of the footbridge as it spits in two across the river through a system of mutually intersecting paths allowing pedestrians to move to and from any destination. Bottom of page, diagram of the various bridges across the Seine.
Credits Project : Dietmar Feichtinger/RFR Client : Ville de Paris
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Progetto: The Tsang Partnership, Ed Carpenter
Fisico e metaforico The Flying Bridge
o abbiamo scritto altre volte (l Arca L n.128 e n.132): nel lavoro di Ed Carpenter il gioco tra l idea e la cosa,
tra il concetto e la materia, tra l astrattezza della concezione e la concretezza dell artefatto sintetizza con vivida eloquenza il problema cruciale della nostra epoca - quello cioè dell immissione delle energie progettuali in una materia artificiale che moltiplica indefinitamente le potenzialità di quella naturale. Resta però da definire un aspetto cruciale del suo lavoro, e cioè il rapporto dell opera con la struttura che l accoglie. Aspetto arduo da definire, giacché al termine struttura sono molti i significati attribuiti. Se ne assumiamo il senso più debole, ossia quello funzionale di ossatura portante dell edificio, è evidente che il rapporto tra la struttura architettonica e l opera estetica è di semplice rinvio semantico o tutt al più di rispecchiamento. Se lo intendiamo - sull onda del vecchio strutturalismo - come sinonimo di sistema nel quale ogni particolare è coerente all insieme, è chiaro che l inserimento del pezzo artistico presuppone una relazione organica con il complesso architettonico. Se infine vediamo nella struttura un modello , tecnico non meno che concettuale, dovremo concluderne che il rapporto si esaurisce tutto in un confronto nel quale la reciproca negazione (l arte annulla l architettura e viceversa) ribadisce l autenticità dell una e dell altra. Nel lavoro di Ed Carpenter questo problema si presenta spesso, per non dire addirittura sempre. L intervento che qui presentiamo, il Flying Bridge realizzato nel Dean Science Building
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della Central Washington University di Ellensburg (Washington) ne è la dimostrazione. Eseguito nel 1998, esso crea un collegamento - fisico e metaforico , precisa l autore - tra vari settori disciplinari. Si tratta di una costruzione in alluminio e pannelli in vetro dicroico, che s innalza nell atrio per ottanta piedi (circa ventisette metri) di altezza. La sua trasparenza consente un complesso e raffinato gioco diurno di luci e ombre, che con l oscurità della notte viene esaltato da speciali dipinti luminosi inseriti nelle superfici architettoniche. E palese, da questa descrizione e dalle immagini, che la scultura di Carpenter, inserita come è in un blocco scale e recante in se stessa una passerella di collegamento tra i due versanti dell edificio, ingloba in sé tutta la molteplicità del concetto di struttura più sopra accennato. La sua funzionalità è indiscutibile; il suo carattere sistematico, sia interno, sia nei confronti della costruzione che lo ospita è testimoniato dai rapporti geometrici che ne regolano la presenza nello spazio architettonico; e infine il suo rifarsi a un modello crea spontaneamente la contrapposizione tra arte e architettura, sulla cui insanabile differenza linguistica si istituiscono le differenti identità, tendenti a escludersi reciprocamente. Così, ancora una volta, il lavoro di Ed Carpenter si pone sull incerto confine tra la pura esteticità e il calcolo progettuale, tra la funzione strumentale e la funzione estetica, ribadendo, in questa fine di secolo, il progressivo dissolversi delle antiche categorie, in nome di nuovi concetti e impensati terreni di ricerca. Maurizio Vitta
issues of l Arca (nos. 128 Iideanandprevious 132), the interplay between an and a thing, between a concept
and matter, and between the abstractness of conception and the concreteness of artifice has been described, in relation to Ed Carpenter s work, as an eloquent synthesis of the most crucial issue of the age in which we live the way the energy of design can be injected into an artificial material holding infinitely more potential than its natural counterpart. But we still need to define a crucial aspect of his work or in other words the interactive relations between any given work and the structure holding it. This is no easy business, since the word structure has several meanings. If we take its simplest meaning (its function as the bearing structure of a building), then the relation between architectural structure and aesthetics is obviously just a semantic allusion or at most a sort of mirroring. If, on the other hand, we take it - in the wake of good old structuralism - as a synonym for system , in which every individual element is part of a whole, then there is no doubt that the incorporating of artistry presupposes some sort of structural interaction with the architectural complex. Finally, if we take structure as both a technical and conceptual model , then we must conclude that interaction is entirely confined to a confrontation in which reciprocal negation (art cancels out architecture and vice-versa) confirms the authenticity of both. This problem is often (if not always) a feature of Ed Carpenter s work. The project outlined here, the Flying Bridge designed for the Dean Science Building in Central Washington
University, Ellensburg (Washington), is a fine example. Designed in 1998, it creates a link - both physical and metaphorical , as Carpenter himself points out - between various separate departments. This aluminium building made of dichroitic glass panels rises up in the lobby to a height of eighty feet (about twenty seven metres). Its transparency allows an intricate and elaborate daytime interplay between light and shadow, exalted in the darkness of the night by special luminous paintings inserted in the architectural surfaces. From this description and these pictures, it is obvious that Carpenter s sculpture - incorporated in a stairwell and holding a walkway joining together both sides of the building - encompasses all the various connotations of the concept of structure referred to above. There is no questioning its functionality; its systematic qualities, both on the inside and in relation to the building holding it, are epitomised in the geometric relations governing its presence in architectural space; and, last but not least, the way it constitutes a model creates a spontaneous contrast between art and architecture, whose irremediable linguistic difference is the grounding force behind its different identities, each tending to exclude the other. Once again, Ed Carpenter s work lies on the border line between pure aesthetics and scientific calculation, between practical function and aesthetic function, reinforcing as this century draws to a close the gradual break down in old-fashioned categories in the name of new concepts and research into previously unthinkable realms of discovery.
Nella pagina a fianco e sopra, viste del Flying Bridge, la passerellascultura in alluminio, acciaio inossidabile e vetri dicroici realizzata nell'atrio del Dean Science Building della Central Washington University.
n
Opposite page and above, views of the Flying Bridge, the aluminium, stainless steel and laminated dichroic glass footbridge-sculpture realized in the atrium of the Dean Science Building at the Central Washington University.
n
Credits Project: The Tsang Partnership Engineering: Peterson Structural Metal Fabrication: Albina Pipe Bending Glass Fabrication: Ed Carpenter Client: Central Washington University
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Il Centro Congressi Italia a Roma Eur A Competition for Rome ra i progettisti che hanno T superato la prima prova e attendono con impazienza le modalità
per elaborare la seconda: quella definitiva, che vedrà premiato un solo concorrente, si va diffondendo un senso di sconforto. Aleggia nell aria la notizia che preconizza, anche in questo caso, dopo il cimitero delle occasioni perdute che per la Capitale è particolarmente esteso, un nulla di fatto. Per sgombrare il campo da tali preoccupazioni e rilanciare la Spa che avrà in dote gli ettari dove costruire la futura struttura, i DS hanno rilanciato l iniziativa chiedendo un incontro al Presidente del Consiglio e ottenere il via definitivo, superando le pastoie burocratiche. Se ciò avviene si rimette in moto una macchina in grado di spendere i 240 miliardi messi in bilancio per far sì che anche Roma riesca a entrare nel flusso del turismo congressuale. Quel grande business che attualmente muove 70 milioni di persone in tutto il mondo, ma è facile prevedere un incremento legato alla formazione permanente. Ciò che il Comune vorrebbe edificare, su un area di 27.000 metri quadrati attualmente utilizzata a parcheggio, è una struttura polivalente che può estendersi fino a colmare una volumetria di 323.000 metri cubi. All interno di questa devono trovare posto un auditorio per 2.500 posti, utilizzabile anche per eventi culturali come spettacoli musicali, teatrali e proiezioni cinematografiche, insieme a una serie di salette secondarie di piccola e media dimensione. Le prime tra i 30 e i 50 posti, le altre tra i 100 e i 300 in modo da ospitare conferenze e sessioni parallele alle attività principale. E infine un vasto spazio che all occorrenza può giungere a ricevere fino a 10.000 congressisti. Il tutto ovviamente accompagnato dalle strutture di servizio, garage e ristoranti nonché uno spazio commerciale con negozi e boutique affacciati su una piazza utilizzabile anche dagli abitanti del quartiere. L area in questione si trova nei pressi del laghetto su cui troneggia il Palazzo dello Sport di Pier Luigi Nervi e dell intramontabile Marcello Piacentini, tra il Ministero delle Finanze (Cafiero, Ligini, Marinucci e Venturi) di cui si ventila una totale trasformazione in complesso alberghiero - appunto per ospitare i convegnisti - e l ex palazzo dell Alitalia, già ceduto all Ibm e ridisegnato da Gino Valle, ora sede dell INAIL. La giuria internazionale, presieduta dal prestigioso Sir Norman Foster, ha selezionato sette progetti sui quali accenneremo alcune parziali riflessioni derivate dal fatto che gli elaborati sono rimasti in mostra per breve tempo e senza il
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minimo allestimento. Cartelle con i disegni e brevi note appese al muro, che ognuno poteva divertirsi a sfogliare con la comodità che si può immaginare. Non sono stati richiesti modelli, che pur per la spesa prevista sarebbero stati utili nella comprensione delle proposte. Quanto al sito Internet del Comune (www.comune.roma.it/dipterritorio/c oncorso.centrocongressi/home.htm) vi invito a visitarlo. Vi troverete unicamente i nomi dei segnalati e una immagine del progetto. Non si è ritenuto di dover stampare un catalogo con i disegni più significativi e le motivazioni teoriche dell ipotesi. Il che va bene, al di là della trasparenza nelle scelte, perché nell esperienza del concorso per il Parco nell Area dell ex aeroporto di Centocelle quel libricino messo a disposizione era di pessima qualità e risultava assolutamente incomprensibile persino per gli addetti ai lavori. Tra gli italiani - alludo in particolare a Franco Purini e Laura Thermes, per l occasione associati con lo studio Transit (Ascarelli, Maciocchi, Parisio); a Massimo Carmassi (associato a Pierluigi Spadolini Capogruppo, Sergio Petruccioli e Renato Guidi) e persino a Massimiliano Fuksas, che ha corso da solo nonostante il suo essere nomade e cittadino del mondo risulta forte la memoria del luogo e in particolare la presenza del mito di Roma, in tutte le sue diverse stratificazioni, persino della Roma fascista, aulica e monumentale. Oltre che della forte muratura messa a punto da Adalberto Libera: il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, il suo capolavoro. Forse persino inconsciamente se ne è tenuto conto ed è stato proprio il confronto o il dialogo con questo manufatto che ha finito per rappresentare uno dei motivi principali delle nuove elaborazioni. Nel primo caso si tratta di un prisma rettangolare con la struttura d acciaio appoggiato a un basamento in calcestruzzo armato; un volume trasparente che si protende a sbalzo sulla nuova piazza che lo fronteggia mentre dalla parte opposta rispetto alla grande aula la scatola trasparente si poggia su due volumi leggermente divergenti che definiscono l ingresso principale ed evocano la proposta di Terragni per il palazzo del Littorio. In un angolo una torre si arrampica nel cielo evocando Tatlin o piuttosto il più recente elemento plastico pensato da Arata Isozaki per il Mito Art Tower di Tokyo. Per Fuksas la grande scatola di 170x70x30 metri diviene traslucida mentre un forte taglio nel terreno, come nella cattedrale di Oscar Niemeyer per Brasilia, permette
l accesso attraverso una rampa direttamente al foyer dell area convegni. La rigidità del grande blocco è messa in discussione, secondo una logica tipica del moderno: quella di far scontrare ipotesi diverse, da una sorta di ameba, di corpo informe che sembra galleggiare nel vuoto e che in realtà contiene le diverse sale. Proprio la sua pelle cangiante, da alieno mutante, rappresenta la capacità da parte del progettista di captare immagini da riproporre nelle sue opere da altri media: in questo caso da un film di fantascienza come Abyss , ma anche un omaggio a John Johansen, il noto architetto americano che ha dedicato la propria ricerca progettuale alle tecnologie più avanzate, studiate nella loro funzione espressiva. Quattro muraglie tra loro parallele con all interno il sistema delle comunicazioni connotano il progetto di Carmassi e denunciano una matrice archeologica che proprio ora, mentre si sbanca via dei Fori Imperiali, per confermare il primato dell antico sul nuovo, sarebbe tempo di superare. Sono state selezionate anche le proposte di Richard Rogers con Ove Arup (Capogruppo l italiano Gabriele Del Mese), che hanno ideato una grande lente rovesciata appesa a un ponte a proteggere la piazza sottostante; di Silvio D Ascia, che ha collaborato con il gruppo francese AREP, a cui di recente l editrice Diagonale ha dedicato un catalogo di S. Tebroke e del giovane outsider Efisio Pitzalis, che fa pensare quando era possibile che il giovanissimo e sconosciuto Sacconi, -ma il padre era pur sempre maestro di disegno del revinceva il concorso per il Monumento a Vittorio Emanuele II. In questi casi l oggetto proposto, attento unicamente alle logiche interne e alla morfologia della composizione, potrebbe insediarsi in qualunque luogo: a Osaka come a Dublino. Probabilmente, come sostiene Adolfo Natalini a proposito delle architetture di Richard Meier, una Ferrari è ugualmente affascinante sia che si esibisca a via Veneto che in una strada di Madrid. Ma è passata troppa acqua sotto i ponti dai tempi in cui si riteneva che l architettura potesse essere una macchina per abitare e nonostante si subisca ancora il fascino delle automobili, e quella di Rogers si prefigura davvero come tale, pensando a ciò che non convince: dal consumo, alla difficile manutenzione, alla deperibilità connessa con gli apparati tecnologici, si auspica che la giuria finisca per preferire una soluzione più attenta alle necessità di Roma cogliendo in essa la memoria del passato connessa con lo slancio verso il futuro. Mario Pisani
here is a growing feeling of unease among the architects T who have successfully negotiated
the first part of the competition and are eagerly awaiting further instructions for the second and final part (which will have only one winner). Everybody is expecting yet another let-down after all the chances that have already gone begging for the city of Rome. To dispel all these worries and relaunch the company that will be assigned the land for building the new facility, the DS Party (LeftWing Democrats) has decided to get things moving by asking to meet with the Prime Minister to get the official go-ahead and break free from all the usual bureaucratic shackles. If the plan is successful, the wheels will start turning again on a 240 billion lira project to furbish Rome with its own new conference centre. At the moment 70 million people are involved in this business worldwide, but this number is likely to increase in the future with the current boom in permanent training schemes. The City Council wants to build a multi-purpose facility occupying 323,000 cubic metres of space on a 27,000-square-metre plot of land currently holding a car park. The facility will also have to cater for a 2,500-seat auditorium, suitable for hosting cultural events, such as concerts, theatrical performances and film projections, as well as a number of other small/medium-size rooms. The small rooms will have seating capacities of 30-50 and the larger rooms 100-300, so as to be able to host conferences and other side events. There will also be another large facility catering for up to 10,000 conference-goers. The whole complex will obviously also be furbished with utilities, garage and refreshment facilities, as well as a shopping mall facing onto a plaza, also open to people in the local neighbourhood. The site in question is near the small lake towered over by the Sports Arena designed by Luigi Nervi and the ageless Marcello Piacentini, between the Ministry of Finance (Califero, Ligini, Marinucci and Venturi) which is planned to be converted into a hotel complex (to accommodate the conference-goers) - and what used to be the Alitalia building, first taken over by IBM and redesigned by Gino Valle and now the headquarters of INAIL. The international panel of judges, chaired by such an important name as Sir Norman Foster, has selected seven projects. We will be giving a brief outline of these designs, bearing in mind that the project designs were only put on display for a short
time without any real support materials. Just boards showing the designs and a few explanatory notes on the wall, there for anyone to glance through at their leisure soto-speak! Models were not requested, event though they would have helped clarify the projects and could certainly have been accommodated within the budget constraints. As regards the Council s Internet Site (www.comune.roma.it/dipterritorio/concorso.centrocongressi/home.htm), I suggest you look for yourselves. All you will find is a list of the names selected and a picture of each of the designs. It was decided that there was no need to print a catalogue showing the most important designs and theoretical groundings underlying them. Questions of transparency aside, this is not perhaps such a bad idea, bearing in mind the awful quality of the handbook provided for the competition to design a Park on the old site of Centocelle Airport, which was totally incomprehensible even for experts. As far as the Italian contestants are concerned - I am mainly referring to Franco Purini and Laura Thermes, in conjunction in this case with the Transit team (Ascarelli, Maciocchi, Parisio); Massimo Carmassi (in conjunction with Pierluigi Spadolini, the team leader, Sergio Petruccioli and Renato Guidi) and even Massimiliano Fuksas (who entered on his own), despite continuing his usual globetrotting life style as a real citizen of the world - attention was mainly focused on the contextual considerations and, most notably, Rome s legendary past, even during its Fascist, aulic, monumental period. Adalberto Libera s masterly design for a Conference and Reception Building was clearly drawn on quite heavily; indeed interaction and confrontation with this construction ended up (at least on a subconscious level) being one of the leit-motifs of all the designs. The first design was for a rectangular prism with a steel frame resting on a reinforced concrete base; a transparent structure jutting out over the new square in front of it, while over on the opposite side to the main hall a transparent box rests on two slightly divergent structures marking the main entrance and calling to mind Terragni s design for the Littorio Building. Over in a corner, a tower projects up into the sky, reminiscent of Tatlin or rather a sculptural volume more recently designed by Arata Isozaki for the Mito Art Tower in Tokyo. Fuksas s large 170x70x30-metre box turns translucent as a deep cut in the ground, like Oscar Niemeyer s cathedral in Brasilia, provides direct
access into the conference centre foyer via a ramp. The rigidity of this large block is called into question in a typically modern manner: various possible interpretations are set off against each other by a sort of amoeba, a formless body that seems to float in space, but which actually holds various different rooms. Its shimmering shell, like a mutant alien, represents the architect s ability to capture images to be re-represented in the project through different media: in this particular case a science fiction film like the Abyss, but it is also a homage to John Johansen, the famous American architect who dedicated much of his research to advanced technology, studying its various stylistic connotations. Four parallel walls holding a communications system characterise Carmassi s project, bringing into play archeological factors which, as the old continues to dominate the new as we enter Via dei Fori Imperiali, ought now to be a thing of the past. Other designs selected were: Richard Rogers project in conjunction with Ove Arup (with the Italian Gabriele Del Mese heading the team), a large upturned lens hanging from a bridge to protect the square below; Silvio D Ascia s project designed in conjunction with the French team AREP (recently, Diagonale Publishing House has printed a special catalogue edited by S. Tebroke) and the project devised by the young outsider Efisio Pitzalis, reminding us of the days when a young and unknown architect like Sacconi (although his father was in fact the king s art teacher) actually won the competition to design the Shrine to Vittorio Emanuele IInd. In each of these cases, the object in question, working around the internal rules and morphology of its own design, could be located anywhere: just as easily in Osaka or Dublin. As Adolfo Natalini has said of Richard Meier s works of architecture, a Ferrari is probably just as much an attraction in Via Veneto as in a street in Madrid, but a lot of water has flown under the bridges of time since the days when architecture was treated as a machine for living in, and even though we are still rather dazzled by cars (and Rogers design works along these very lines), if we think about its less convincing features: from consumption to maintenance problems and wear-andtear on its technological apparatus, it is to be hoped the panel of judges eventually opts for a design more closely geared to Rome s real requirements, drawing on the way the city s historical past can be projected into the future.
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Progetto: Massimiliano Fuksas Una scatola trasparente traslucida di 170x170x30 metri contiene un volume informe sospeso nel vuoto, dove sono riuniti l'auditorium, le sale riunioni, gli spazi commerciali, la caffetteria e il ristorante. L'accesso all'area convegni, ai foyer e agli spazi di servizio avviene da un grande taglio nel terreno che immette a una rampa d'accesso.
Progetto: Silvio D'Ascia/AREP A 170x170x30-metre translucent prism holds a shapeless structure suspended in space containing the auditorium, meeting rooms, shopping facilities, cafeteria, and restaurant. A large cut in the ground leads to an entrance ramp providing access to the conference facility, foyers, and service spaces.
Il progetto è individuato da una griglia di elementi slanciati verticali che sostengono un'ampia copertura trasparente in vetro e lamiera microforata a protezione di una piazza sospesa. I volumi dell'auditorium e del centro commerciale connotati da un involucro in rame ossidato circondato da schermi a cristalli liquidi emergono dal piano della piazza che come una sorta di lastra trasparente lascia filtrare la luce negli spazi sottostanti delle sale convegni e riunioni.
This project features a grid of vertically projecting elements supporting a wide transparent roof made of glass and microperforated steel sheltering a suspended plaza. The structural engineering of the auditorium and shopping centre features an oxidised copper shell surrounded by liquid crystal screens emerging from the plaza level which, like a sort of transparent sheet, lets light filter into the spaces beneath the conference-meeting rooms.
Credits Project: Silvio D'Ascia (team leader), G.Ranaulo, E.Tricaud-AREP, L.Colin-AREP
Progetto: Efisio Pitzalis Tre volumi autonomi e ben differenziati si articolano all'interno di un insieme comune che elabora una forma quasi cubica. Lo schema funzionale è giocato sulla successione e concatenazione del blocco dell'auditorium, sviluppato in verticale e individuato da una grande superficie in vetro che delimita una zona di transito tra esterno e interno, di quello del centro congressi, al centro, e, per ultimo, del centro commerciale.
Three independent and clearly distinguished structures are combined together into an almost cube-shaped form inside the same complex. The functional scheme plays on a concatenated combination of the auditorium block, projecting upwards and featuring a large glass surface marking the borderline between interior and exterior, the conference centre and, in the middle, the shopping centre.
Credits Project: Efisio Pitzalis (team leader), Manuela Raitano Structural Engineering: L.Bala Consultants: M.Roncati, P.Sabatini, S.Raggi, G.Hanssen, G.Andreoletti, F.De Leonardis, M.Raitano
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Progetto: Francesco Purini Un prisma rettangolare con struttura d'acciaio si protende a sbalzo verso la nuova piazza che lo fronteggia. Il volume che ospita l'auditorium poggia su un basamento in calcestruzzo armato mentre dalla parte opposta rispetto alla grande sala il basamento si apre in due volumi leggermente divergenti che definiscono l'ingresso principale.
Progetto: Pierluigi Spadolini A rectangular prism with a steel frame juts out over the new square facing it. The auditorium block rests on a reinforced concrete base while, over on the opposite side to the main hall, the basement opens up into two gently diverging structures marking the main entrance.
Imponente e monumentale, questo progetto è descritto dagli ordini delle quattro muraglie tra loro parallele che contengono i sistemi di circolazione e gli impianti. L'insieme trova respiro nelle ampie aperture dei volumi trasparenti di connessione che individuano gli spazi per le attività congressuali, nel corpo principale largo 60 m, la galleria-piazza pubblica coperta e, nel corpo più stretto alto cinque piani, le attività commerciali, i ristoranti
Credits Project: Franco Purini (team leader), LauraThermes, Giovanni Ascarelli, Maurizio Maciocchi, Danilo Parisio
Credits Project: Pierluigi Spadolini (team leader), G.L.Spadolini (Hydea S.r.l.), M.Bonistalli (DAM S.p.a.), M.Carmassi, G.Ioli, R.Guidi, S.Petruccioli, M.M.Cupelloni, E.Benazzi, G.Caputi, P.Giuria, G.Parisse, T.D'Atria Collaborators: C.Evans, D.Mount
Consultants: P.Mauro, A.Pistolesi, F.Mirri, G.Fiore Collaborators: M.Pintore, S.Tonucci, S.De Giuli, L.Paglialunga
Progetto: Richard Rogers/Ove Arup Partners
Progetto: S. Tebroke
Il progetto di Richard Rogers, Gabriele Del Mese (capogruppo) supportati dalla consulenza ingegneristica di Ove Arup è completamente autosufficiente a livello energetico. La grande sala dell'auditorium è individuata da una grande lente sospesa a una sorta di ponte altamente tecnologico che lascia spazio a una piazza sottostante dove sono riuniti i sistemi di circolazione, gli spazi commerciali e i servizi.
Il progetto ripropone una sorta di nuova unità urbana sviluppata al di sotto di un'unica copertura. Il livello principale è occupato dal volume dell'auditorium, sollevato di 10 m rispetto al suolo, e dalla sala congressi risolta come una grande piazza circondata da edifici alti 6 m. La zona destinata alle mostre è caratterizzata da una copertura a volte sostenuta da pilastri ad albero e si sviluppa al di sotto della hall.
The project designed by Richard Rogers and Gabriele Del Mese (team leader), in conjunction with Ove Arup, is completely self-sufficient in energy terms. The large auditorium hall features a large lens suspended from a sort of high-tech bridge leaving room for a plaza below holding all the circulation systems, shopping facilities, and utilities.
Credits Project: Gabriele Del Mese (team leader), R. Rogers, G. Stirk (Architectural Project) Engineering: Ove Arup, G. Del Mese, C. Wise Consultants: Richard Rogers: L. Abbot, R. Paul (Architecture), Ove Arup: M. Zikri, R.Harris, A.Gardiner, D.Johnston, F.Lam (Engineering)
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e gli uffici. This imposing project of monumental proportions is constructed around four parallel walls holding the circulation systems and utilities. The whole complex opens up through the wide apertures of the transparent connection structures hosting conference activities, through the 60-metre-wide main building, the covered public plaza-arcade, and through the narrower five-storey section, shopping facilities, restaurants and offices.
The project is designed to provide a sort of new urban unit constructed beneath one single roof. The main level holds the auditorium, raised 10 metres above the ground, and the conference hall designed in the form of a large plaza surrounded by 6metre-tall buildings. The exhibition area has a vaulted roof held up by tree-style columns and extends beneath the hall.
Credits Project: S. Tebroke (team leader), B.Vennes, P.Busmann, G.Haberer, A.Bohl Consultants: D.Lewis Collaborators: S.Hauers, J.Köler, A.Wossnik
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Progetto: Pietro Caruso
Piazza Fera, Cosenza A Strong Image l progetto di Piazza Fera si inserisce Irisuona in quel tipo di interventi il cui peso su una scala molto più ampia
rispetto alla dimensione topografica del luogo. Infatti, il sito è di notevole importanza per tutto l assetto urbano del centro di Cosenza, soprattutto per la sua storia ricca di interessi e funzioni che continuamente si intrecciano e si esprimono. Tale contenuto ha stimolato nel progettista Pietro Caruso, architetto quarantenne che ha alle spalle un esperienza con lo studio di Massimiliano Fuksas e attualmente è titolare di uno studio a Vienna, l idea di un architettura libera da qualsiasi riferimento storico che ambisse a realizzare un nuovo paesaggio, una nuova identità urbana che, pur conservando la funzione ormai consolidata del parcheggio, riuscisse a dare spazio alle nuove esigenze che Piazza Fera ha creato da tempo. L immagine intorno alla quale si è costruito il progetto è stata quella di un grande spazio pedonale pavimentato in legno, attorno al quale si formano nuovi luoghi per la città. Lo spazio pensato, se pur semplice nell idea che lo sostiene, in realtà si configura come qualcosa di molto articolato e denso di stratificazioni che possono contenere svariate funzioni. La forma per un desiderio di voluta conflittualità con l intorno si libera da qualsiasi archetipo lasciandosi modellare dalle possibilità strutturali del materiale. L immagine diventa forte perché innovativa nella sua espressione, inaspettata nella sua geometria. Il contenuto si arricchisce di nuove possibilità di funzione, proponendosi in modo dialettico tra passato e futuro. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova geografia urbana di land art, che si costituisce attorno a un grande spazio centrale (Piazza Alta), due piazze laterali, una piazza in parte coperta (Piazza Bassa), due arterie veicolari (Strade), due livelli per attività commerciali di interesse comunale, un piano destinato a parcheggio, la ridefinizione del giardino di Viale Medaglie d Oro. La Piazza Alta è il nuovo spazio pedonale di Piazza Fera che, con la sua forma curvilinea e la pavimentazione in legno, interviene sulla struttura del paesaggio modificandolo. E sicuramente il segno notevole del progetto, di grande eleganza ed espressività, che permette di godere il vuoto urbano in un modo nuovo e in maniera mai statica. Le Piazze Laterali sono invece pensate in senso classico, in continuità con gli spazi del corso urbano, in cui è possibile la sosta rilassata all ombra dei filari alberati, oppure ai tavoli di caffè, diventando meta privilegiata delle passeggiate cittadine. Le strade sono state pensate come elementi che interagiscono con gli spazi
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progettati in maniera attiva attraverso percorsi con diverse pendenze che entrano in uno spazio scenografico di grande effetto visivo. La Piazza Bassa è sicuramente lo spazio più suggestivo, delimitata dalle due strade laterali, contribuisce a conferire all intero intervento il segno della multifunzionalità. I due livelli destinati al commercio e all attività terziaria rappresentato il corpus dell intero progetto, creando uno scenario decisamente inusuale, utilizzabile per grandi superfici o in modo più tradizionale per un commercio qualificato. Il piano parcheggi permette di proseguire una funzione ormai consolidata per Piazza Fera, ma è inteso qui e riproposto in una concezione moderna e dinamica. Infatti, pur trovandosi nel piano interrato, attraverso una serie di squarci, da esso si può godere della
he Piazza Fera project is one of those designs that reverberates T on a much vaster scale than the
visione della galleria del piano adibito al commercio e porzioni del cielo. E un progetto che ha trovato nella complessa distribuzione degli spazi, nell innovazione delle funzioni e nell espressività della sua struttura le proprie linee di generazione. La forte integrazione tra ingegneria e architettura ha permesso di scoprire nuovi spazi dagli antichi contenuti ma dalla moderna fruibilità, aprendoli a nuove possibilità interpretative e di uso. E un progetto nel quale si riconoscono le garndi capacità di sviluppo delle strutture e dei materiali, che sembrano avere qui un bagaglio di forme infinito e senza limiti. Fatto, quest ultimo, che contiene la potenzialità di stravolgere un luogo e farlo rinascere con un nuovo carattere, pronto a soddisfare il sempre crescente desiderio di affermazione della città. Walter Bianchi
out interfering with the old car park function of this square. The entire project is developed around the image of a large pedestrian space paved in wood acting as a hub for new urban locations. Although this space is designed around a relatively simple idea, it is actually quite intricately articulated and layered to cater for a variety of functions. To contrast with its surroundings, form abandons any kind of archetype to allow itself to be shaped by the structural potential of the materials used. A powerful image is created by a combination of stylistic innovation and unexpected geometric forms. Dialectical interaction between the past and future opens up a
topographic size of its site location. Its site is actually of key importance to the urban layout of Cosenza City Centre, mainly due to the intricate web of functions and interests literally woven into its history. The city s historical background gave the designer Pietro Caruso a young architect who has a background experience in Massimiliano Fuksas studio in Rome and who has now his own studio in Vienna - the idea of creating architecture free from historical connotations to produce a new landscape and new urban identity, allocating space to more recently emerging needs associated with Piazza Fera with-
n Nella pagina a fianco, rendering di progetto per il nuovo assetto di piazza Fera a Cosenza. In questa pagina, schema distributivo delle funzioni e piante ai vari livelli. Il progetto prevede la realizzazione di un grande spazio centrale, due piazze laterali, una piazza in parte coperta e varie arterie veicolari.
Opposite page, rendering of the project to redevelop Piazza Fera in Cosenza. This page, layout of functions and plans at various levels. The project involves the construction of a large central space, two lateral squares, a partly covered square, and various roads.
n
new range of practical functions. The project uses a form of landart to depict a new urban geography constructed around a large central space (Piazza Alta), two squares at the sides, a partly covered square (Piazza Bassa), two thoroughfares (roads), two levels for local business activities, a car park level, and a re-landscaping of the garden in Viale Medaglie d Oro. Piazza Alta is a new pedestrian space for Piazza Fera, whose curved form and wooden paving actually transform the landscape structure. This is certainly a highly elegant and stylistically expressive work of architecture opening up new, dynamic perspectives on the urban void. The squares at the sides are designed along classic lines to fit in with the cityscape, providing people with somewhere to relax in the shade of rows of trees, a key part of any walk through the city. The roads are designed to interact with the rest of the spaces through paths sloping to different degrees that form part of a visually striking overall setting. Piazza Bassa is certainly the most picturesque space, bounded by two side streets, adding a sense of multi-functionality to the entire design. The two Business/Activity levels form the corpus of the entire project, creating a distinctly picturesque setting that may be used for either large-scale projects or more conventional business activities. The car park level is a familiar feature of Piazza Fera, but it has now been redesigned with great modernity and dynamism. In fact, despite being situated below ground level, it offers, through a series of openings in its ceiling, a views of the shopping arcade and sky above. The entire project really stems from an intricate layout of space, an innovational arrangement of different functions, and a stylish sense of structural artistry. Knitting together engineering and architecture has opened up new spaces to be used for old purposes in modern ways. The project exploits structures and materials to the full, drawing on a seemingly boundless array of forms. This explains how it manages to quite literally transform its site location, injecting it with a fresh identity ready to meet the growing demands of a city with great ambitions.
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Assonometria generale e sezioni ai vari livelli dove sono evidenziate le funzioni cui è destinata la nuova piazza: parcheggi, spazi pedonali e commerciali e ridefinizione del giardino di viale Medaglie d'Oro.
n
Axonometric view and sections at various levels showing the functions served by the new square: car parks, pedestrian/shopping areas, and rearrangement of the garden in Viale Medaglie d'Oro.
n
n Rendering, schizzo di progetto e particolare del modello raffigurante il piano di copertura della piazza ipogea. n Rendering, project sketch and detail of the model depicting the roof over the underground square.
Credits Project: Pietro Caruso Project Team: Lotte Drevermann, Maurizio De Luca, Marco Gigliotti, Kilian Mattitsch, Anna Jeschke Client: Città di Cosenza
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L idiosincrasia di Eiffel Lehrter Station, Berlin Progetto: von Gerkan, Marg + Partner
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U
n Nelle pagine precedenti, schizzo preliminare, planimetria generale, sezione longitudinale e rendering della nuova stazione Lehrter di Berlino in costruzione nell area a ovest dell Humboldthafen, che costituirà il nodo tra le direttrici ferroviarie nordsud ed est-ovest. Sopra, sezione trasversale. A destra, particolare costruttivo.
n Previous
n Sezioni trasversali e particolare costruttivo. La copertura vetrata della piattaforma dei binari sulla direttrice est-ovest è lunga 430 m e si inserisce nelle stecche contenenti l atrio principale, largo 50 m e lungo 170 m, e la stazione sotterranea, sulla direttrice nord-sud.
n Cross
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pages, preliminary sketch, site plan, longitudinal section and rendering of the new Lehrter station in Berlin, currently under construction in an area to the west of Humboldthafen, which will form a junction between the north-south and east-west railway lines. Above, cross section. Right, construction detail.
sections and construction detail. The glass roof of the plaform over the east-west track is 430 m long and fits into the blocks holding the main lobby, which is 50 metres wide and 170 metres long, and the underground station on the north.-south line.
na fra le più importanti stazioni ferroviarie progettate di recente è quella situata nello storico luogo della Lehrter Station, a est di Humboldthafen, a Berlino che verrà realizzata entro il 2002 dallo studio GMP formato dagli architetti von Gerkan, Marg + Partner. Lo studio di progettazione di von Gerkan ha avuto modo, in passato, di dimostrare una capacità specifica a progettare interventi di grande impatto territoriale e, soprattutto, è sempre stato in grado di generare, sul territorio, segni di uno specifico significato strutturale . Strutturale inteso in due modi, sia come strutturazione del tessuto urbano tramite impianti nodali sia per il modo sapiente con cui viene ingegnerizzata la struttura portante dell edificio. Ecco i due numeri fondamentali che regolano la geometria e la distribuzione della materia portante. Queste sono principalmente le caratteristiche dei progetti di von Gerkan che spiccano, quasi sempre, per le caratteristiche dei numeri sapienti che contengono. Sono numeri di progetto che posseggono essenzialmente due valenze significative: la prima è la capacità di esprimere strutture di una raffinata avanguardia e, la seconda, di generare una distribuzione innovativa della materia. Così, per esempio, l arco a quattro cerniere dell impalcato ferroviario superiore è una soluzione di avanguardia progettuale sia per calcolo che per estensione. Vediamo innanzitutto i numeri geometrici, cioè le dimensioni di questo progetto. Il complesso è formato da 164.000 metri quadrati di superficie coperta di cui 75.000 metri quadrati destinati alle attività commerciali; 4.300 metri quadrati sono per i servizi ferroviari, 19.500 metri quadrati comprendono i trasporti e le zone di distribuzione e, infine, 35.000 metri quadrati destinati alle piattaforme ferroviarie vere e proprie. Numeri apparentemente astronomici per una stazione ferroviaria impostata su semplici regole ma, se si osserva la sua articolazione, appare in realtà una complessa distribuzione tridimensionale dello spazio. Una vera e propria implosione dello spazio urbano e un articolata aggregazione di molteplici funzioni, anche cittadine. Proprio nel punto baricentrico della stazione si sviluppano, su due
livelli, un tunnel inferiore, a 15 metri di profondità, rispetto al piano della stazione, che contiene il piano del ferro dell ICE - treno ad alta velocità, treno, fra l altro, che corre sul territorio tedesco da est a ovest; inoltre un impalcato ferroviario, disposto normalmente al precedente, destinato alla linea ferroviaria UBahn, anche questa ad alta velocità, che corre da nord a sud, disposta a 10 metri dal livello stradale. Insomma un vero e proprio incrocio ferroviario di importanza internazionale che von Gerkan è stato capace di trasformare in un articolato centro urbano di grande risonanza. Sono questi mega progetti che, non più in relazione con le dimensioni tradizionali della città, sono destinati a trasformare la città stessa in una articolata aggregazione territoriale. Ai progettisti non è sfuggita l importanza di un uso appropriato del progetto, cioè delle capacità del progetto che, se trattato con intelligenza e maestria, è in grado di programmare e di comprendere tutti i significati del costruire. Primo fra tutti è capire che la struttura portante è lo scheletro di un corpo , come tale è l ultimo a morire ed è l ultimo ad abbandonare il significato della forma . Lo scheletro è, inoltre, il solo in grado di definire le caratteristiche di un corpo . Il divenire dell architettura, la trasformazione dello spazio dell uomo deve passare di qui. E impensabile continuare a credere che possa passare dallo scimmiottamento delle architetture del passato. Lo sforzo delle nuove generazioni di progettisti deve essere teso per lo più allo studio approfondito delle scienze strutturali, dei numeri capaci di distribuire la struttura portante secondo le nuove regole dei calcolatori, secondo le regole tridimensionali degli algoritmi che vedono e prevedono le nuove articolazioni spaziali nel rispetto degli equilibri della materia. E inutile bendare gli occhi ai giovani con la cantilena della tradizione e della storia dell architettura, pensando di ottenere una blanda copiatura di un passato ormai morto. Gustave-Alexandre Eiffel, con la sua idiosincrasia per la filosofia e per la storia, ci ha dimostrato, da tempo, che è la tecnica quella che organizza la vita. Mario Antonio Arnaboldi
O
ne of the most important railway stations to be built over recent times is located where Lehrter Station used to stand, to the east of Humboldthafen in Berlin. The station was designed by the GMP team of architects comprised of von Gerkan, Marg + Partner. The von Gerkan practice has already proven its worth at designing works of great territorial impact and, most notably, has always shown great skill at leaving traces of notable structural significance on the landscape. Structural is here to be taken as meaning both the structuring of the urban fabric through nodal constructions and the clever way in which the bearing structure of a building is engineered. These are the two key features governing the geometric form and distribution of bearing material. Von Gerkan s projects almost always stand out for the clever numerical foundations underpinning their design. Their main characteristics might be described as: first and foremost, the ability to create cutting-edge structures and, secondly, the way material is put to such innovative use. This is epitomised, for instance, by the four-hinged arch of the upper framework of the railway, which is at the cutting-edge of design in terms of both engineering and extension. So let s begin by taking a look at the geometric proportions or, in other words, the sheer scale of this project. The complex features 164,000 square metres of covered surface. 75,000 square metres are designed for commercial activities, 4,300 for railway services, 19,500 for transport and distribution purposes, and the remaining 35,000 for the railway platforms themselves. Seemingly astronomical figures for a railway station designed along quite simple lines, but, analysing its complete layout, actually featuring an elaborate threedimensional arrangement of space. A genuine implosion of urban space and intricate combination of multiple functions (including inner-city services). The barycentre of the station develops over two levels into a 15-metre-deep lower tunnel beneath the station level, where
the ICE lines are located (a highspeed train running east-west across Germany) and a railway framework designed for the UBahn railway line (another highspeed line) that runs north-south 10 metres below road level. Van Gerkan has shown great skill in converting this international railway junction into an intricate urban centre of striking impact. These mega projects are quite out-of-step with the traditional scale of cities, managing to transform the city into an elaborate combination of territorial events. The architects realised just how it important it was to use this project properly, or in other words to draw on the qualities of a design capable, if handled with skill and intelligence, of planning for and incorporating every aspect of building. First and foremost, an awareness that a bearing structure is the skeleton of a body and as such it is the last to die and the last to give up the idea of form . A skeleton is also the only thing truly capable of shaping the features of a body . The future of architecture, the transformation of human space must not lose sight of this. There is no sense in pretending that the way ahead lies in copying the architecture of the past. Our architects of the future must study the structural sciences in-depth, working out the calculations allowing bearing structure to be arranged as stipulated by the latest laws of computer science, based on the three-dimensional rules of algorithms that open up the way to and actually envisage new spatial arrangements carefully geared to matter. There is no use in blindfolding youngsters eyes by telling that same old story about the history and heritage of architecture, in the hope that they will end up blandly imitating a past that no longer exists. Gustave-Alexandre Eiffel s philosophical-historical leanings taught us, long ago, that life is actually organised around technology.
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n Rendering
della piattaforma, che ha una superficie totale di 35.000 mq, con la copertura a volta vetrata, realizzata su una griglia di acciaio con moduli di 1,2x1,2 m. n Rendering of the platform, covering a total surface area of 35,000 square metres, with a glass vult constructed over a steel grid of 1.2x1.2 m sections.
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lÂ’ARCA 139 41
Credits Project: Von Gerkan, Marg + Partner, Meinhard von Gerkan Collaborators: Jens Kalkbrenner, Manfred Stanek Project Partner: Jürgen Hillmer Project Management: Susanne Winter, Klaus Hoyer, Hans-Joachim Glahn Project Team: S.Bachmann, P.Bucher, M.Carlsen, C.Dumas, A.Ebner, S.Geiger, W.Höhl, P.Karn, C.Kreusler, B.Kreuzheck, A.Lucks, E.Mittelsdorf, H.Münchhalfen, T.Nowack, H.Pieper, R.Preuss, V.Römer, M.Sallowsky, L.Scharpe, W.Schmidt, M.Scholz, M.Siegel, A.Sternberg, G.v.Stülpnagel, C.TimmSchwarz, T.Weiser, S.Yazici Engineering: Schlaich, Bergermann+Partner, IVZ/Emsch+Berger Lighting: Andres Konzeptlicht in Arge mit Angerer Technical Plants: Ingenieurgesellschaft Höpfner Client: Deutsche Bahn AG (DB Projektknoten Berlin, delegated client)
n Rendering dell interno e dell esterno del punto di congiunzione tra la piattaforma dei binari sull asse est-ovest e l edificio di ingresso sull asse nord-sud. La ferrovia sotterranea è a una profondità di 15 m, mentre quella est-ovest è sopraelevata di 10 m. n Renderings of the inside and outside of the intersection between the platform by the east-west tracks and the entrance building on the north-south axis. The underground railway is 15 metres deep, while the east-west line is 10 metres above ground level.
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n Rendering
della copertura vetrata e dell ingresso della stazione. E stato calcolato che il flusso medio di passeggeri in questo nodo di interscambio sarà di circa trenta milioni all anno. n Renderings of the glass roof and station entrance. It has been calculated that the flow of passengers at this junction will be about thirty million-a-year.
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Senza testa New Station in Essen
Modello della stazione di Essen. La particolare conformazione della stazione cerca di fondere in un unica struttura edificio viaggiatori e grande hall a copertura dei binari.
n
Below, zenithal view of the model, plans and, bottom of page, cross section.
n
Model of the Essen Station. The station is designed to combine the passenger building and main hall over the tracks into one single construction.
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e grandi stazioni del XIX e XX L secolo sono sempre state formate da due elementi formalm-
ente antitetici e funzionalmente complementari: l edificio passeggeri, costruzione in muratura che veniva di norma affidata a un architetto, e la grande hall a copertura dei binari, in genere metallica che veniva usualmente progettata da un ingegnere. Mentre il primo si ostinava a riproporre varianti di improbabili tipi monumentali e stili neo-resuscitati che mal si adattavano al dinamismo della nuova funzione, il secondo, pur alimentando il fondamentale passaggio verso la manifestazione della cultura della rivoluzione industriale, perdeva via via la capacità di sedurre il pubblico, moltiplicando, in modo indifferente alle circostanze, il verbo della volta in ferro e vetro. L integrazione tra le due parti è storia recente e stenta
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n Qui sotto, vista zenitale del modello, piante e, in basso, ¤sezione trasversale.
Progetto: Ingenhoven, Overdiek, Kahlen und Partners
ancora a decollare (o per meglio dire a partire). Interessanti in questa direzione, ma senza esito, alcuni progetti innovatori di Mendelsohn (Schizzo per una stazione, 1914) dove binari e spazi per viaggiatori si fondevano in un unico involucro, e di Le Corbusier (Progetto per la Ville Nouvelle, 1922) dove la stazione, pur rimanendo il fulcro della città, finiva sottoterra, per non essere d impiccio, senza rimorsi di lesa maestà. Queste due possibilità sono quelle oggi più in voga e il progetto di Ingenhoven, Overdiek, Kahlen und Partners per Essen propone una soluzione che, pur non potendo interrare la ferrovia, le coniuga entrambe. La volontà della municipalità era quella di superare la frattura oggi esistente tra le due parti della città, operata dalla stazione e dalla superstrada urbana; il progetto ne è espressione efficace con un enorme
volta lanciata per 90 metri a coprire i binari e a fungere da ponte verso il distretto commerciale. La forma è volutamente acefala, non solo perché non si tratta di una stazione di testa , ma anche per non creare una gerarchia tra i due opposti ingressi. Mentre i treni la attraversano perforando la vetrata che taglia verticalmente il volume, gli accessi si collocano sulla pelle curva in alluminio e vetro, là dove questa squarciandosi si apre a far percepire il brulichìo delle attività all interno. Sembra quasi trattarsi dell emergere della rarefatta parte superiore di una volta di stazione d altri tempi. Pur lasciando intatta la sensazione di grande spazialità, all interno sono ospitate una serie di funzioni complementari che oggi sono parte integrante del sistema stazione; a partire dai luoghi di interscambio con la mobilità urbana e regionale su gomma, pubblica e
privata, con le banchine per gli autobus e i mille posti auto, agli spazi di gestione tecnica e amministrazione, fino alla immancabile presenza degli spazi commerciali, vero e proprio traino al funzionamento continuo della stazione. L interscambio tra i livelli è suggerito dalla possibilità di traguardare visivamente i diversi punti nello spazio e gravita sull area centrale di reception e attesa collocata sopra i binari. Pur trattandosi di uno spazio coperto, ma aperto, sono stati previsti alcuni schermi per ridurre l impatto delle correnti d aria nei punti potenzialmente fastidiosi per i passeggeri. Lo scopo del progetto di ricucire, razionalizzare e facilitare l uso di questa parte di città e dei suoi mezzi di trasporto sembra essere ben simboleggiato da quest idea semplice ma forte e chiara. Jacopo della Fontana
he great stations of the XIXth T and XXth centuries have always been constructed around two stylis-
tically antithetical and functionally complementary features: a passenger building made of brick walling, usually placed in the hands of an architect, and a large hall over the tracks, usually made of metal and designed by an engineer. The architect would generally insist on proposing variations on rather unlikely monumental archetypes and newly resuscitated styles that were hardly suitable for such a dynamic new function, while the engineer, as he strove to physically embody the industrial revolution, gradually lost hold of the public s interest as he relentlessly adapted the familiar vocabulary of iron and glass to every possible circumstance. The idea of integrating both these approaches is recent history and is still struggling
to take off (or perhaps depart would be a more appropriate word). Interesting in this respect, despite their relative lack of success, are certain innovative designs by Mendelsohn (sketch for a station, 1914), in which tracks and passenger facilities are blended into one single shell, and by Le Corbusier (Project for a New Town, 1922), in which the station actually ended up underground (although still the hub of the city) so as not to interfere or to make its presence too strongly felt. Nowadays, these are the two solutions most in vogue and Ingenhoven, Overdieck, Kahlen and Partners project for Essen is designed to fall mid-way between these two extremes (the railway is not actually buried away below ground). The city council wanted to heal the wound that the station and city highway have opened up between the
two parts of the city; and this is perfectly embodied in the design that features a high roof spanning 90 metres over the tracks and acting as a bridge over the shopping district. The form is deliberately headless, not just because this is not a head station, but also so as not to create any hierarchical ordering between the entrances at either end. Whereas the trains actually pass through this form, perforating the glass partition cutting vertically across the main structure, the entrances are situated on the curved aluminium and glass skin where a rent opens up to reveal the hive of activity on the side. It is almost like the surfacing of the rarefied upper section of an old-fashioned station vault. While maintaining that feeling of spaciousness, the inside caters for a series of complementary functions that are now an integral part of any station; these
functions range from junctions with inner-city/urban public and private road networks (including bus shelters and a thousand-space car park) to the inevitable shopping facilities, the real driving force behind the smooth-running of the station. The interaction between the two levels is suggested by the possibility of catching sight of the various points in space and focuses around the central reception/waiting area above the tracks. Despite being a covered yet open space, a number of screens have been installed to provide shelter against those powerful currents of air which, in certain places, would annoy the passengers. The design s intention to knit back together, rationalise and facilitate the use of this part of the city and its means of transport is cleverly represented in this simple but clear-cut and powerful idea.
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Vedute del modello e rendering della stazione vista ad altezza d'uomo. Il complesso accoglie funzioni complementari come punti d'interscambio intermodali, parcheggi e spazi commerciali.
n
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Views of the model and rendering of the station at eye level. The complex caters for complementary functions, such as transport junctions, car parks, and shopping facilities.
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Architettura come fiction Bay Area Rapid Transit arà un fossile del futuro, uno S scheletro tecnologico . Così scrivono nella relazione di progetto
gli architetti di SMP-SHG. Nell era dell immagine l architettura paga così il suo tributo alla cultura visionaria del cinema degli effetti speciali. E così anche una struttura tecnica come una stazione intermodale a Pleasanton, California, nasce già carica di significati oltre la sua funzione. La nuova struttura è stata pensata come un icona, come un immagine ricca di suggestioni visive. Alla ricerca di nuovi territori espressivi, il mondo del progetto adotta particolari strategie linguistiche. Si percorrono trasversalmente mondi prima lontani anni luce dalla disciplina, si ricorre persino a quello colorato e ingenuo del B-movie: l architettura entra nell universo dell exploitation film. Ovvero, in una
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metodologia di percorsi inversi. Exploitation significa infatti progettare un film partendo dall immagine della locandina, dal montaggio del trailer. Nel B-movie, non è tanto importante la storia ma tutto quel concentrato di situazioni, dialoghi e tipi umani fuori dalle righe che popolano il fantastico mondo dell horror e del comico a buon mercato. Se però il B-movie è un genere di spettacolo molto popolare, l architettura exploitation risulta invece rivitalizzata non solo nella forma ma anche nei suoi contenuti. La Bay Area Transit Station con la sua ambiguità semantica di oggetto sospeso tra passato e futuro va oltre la sua funzione poiché è una sorta di seme primario che farà germinare altre architetture di eguale segno. La forte caratterizzazione formale di BART (Bay Area Rapid Transit) nasce anche dalla sua ubicazione rispetto il centro urbano. BART è
insomma una porta di accesso alla città, e la sua sagoma sinusoidale, simile a un frammento di gigantesca vertebra di animale preistorico, è un segno forte in un territorio vastissimo ma tutto sommato poco antropizzato. Quasi a controbilanciare un esterno figurativamente carico di allusioni, gli interni di BART sono quanto di più convenzionale ci si possa aspettare. Acciaio inox ovunque: dalle barriere di accesso alla guardiola dei controllori, dalle lampade alle scale mobili. L acciaio nella sua forma più nobile è simbolo di efficienza è igienicità. E il materiale industriale per eccellenza, è una pelle tecnologica rassicurante, avvolgente, protettiva. BART sembra insomma proporsi attraverso una doppia identità, in grado di rappresentare due mondi paralleli e nello stesso tempo in opposizione: da una parte quello dell astrazione pura dall altra quello
Progetto: SMP-SHG
concreto e tangibile della realtà. Il profilo sinusoidale di BART può infatti suggerire più relazioni: oltre a simulare un reperto tecnologico lanciato nel futuro rimanda anche a un onda sonora, in questo caso alle sonorità del rock californiano che, grazie a BART, pare materializzarsi in straordinarie strutture architettoniche. BART va dunque letto anche come entità in grado di proiettare suoni e visioni tra le pieghe del reale, laddove l inconscio è aperto a linguaggi ibridi, inaccessibili alla dimensione del conscio. Nella splendida condizione di architettura davvero on the road, BART è un mezzo di comunicazione subliminale, un esercizio di memoria cosmica facilmente accessibile poiché incluso nel prezzo di un semplice ticket della metropolitana che unisce l Interstate 580 a Pleasanton, California. Carlo Paganelli
n In
queste pagine, struttura di superficie di BART (Bay Area Rapid Transit), stazione intermodale realizzata a Pleasanton, nello Stato di California.
t will be a fossil of the future, I a technological skeleton. This is what the architects of SMP-SHG
wrote in the project brief. In the age of image, this is how architecture has chosen to pay tribute to the visionary film industry s special effects. A technical facility like a transport junction in Pleasanton, California, is immediately charged with meanings that go way beyond mere function. The new facility is designed to be an icon, an image brimming with visual force. The world of architectural design has adopted certain linguistic techniques in its quest for new forms of artistic expression. It now embraces realms that used to be light years away, even drawing inspiration from the colourful and ingenious world of B-Movies: architecture has burst into the realms of the so-called exploitation
film. In other words, it has quite literally started working backwards: Exploitation means creating a film from its bill-board. In a B-Movie, the important thing is not the story but a combination of the situations, dialogues and weird characters populating the imaginary world of low-budget comic and horror films. B-Movies are certainly a popular form of entertainment and exploitation architecture has been injected with fresh form and content. The Bay Area Transit Station, featuring the semantic ambiguity of an object suspended between the past and future, moves beyond its basic function to become a sort of seed from which a number of similar works of architecture will eventually germinate. The stylistic force of BART (Bay Area Rapid Transit) also derives from its position in relation to the
city centre. BART is actually an entrance gate to the city and its sinuous outline, like a piece of backbone of a huge prehistoric animal, is a powerful landmark on a vast, but relatively non-anthropised landscape. The interiors of BART are as conventional as possible to counterbalance the exteriors which are charged with allusions. Stainless steel everywhere: from the entrance barriers to the inspectors huts, from the lights to the moving stairways. In its most noble form, steel symbolises efficiency and hygiene. It is the most industrial of all materials, providing a reassuringly enveloping protective technological skin. BART seems to have a double identity capable of representing two parallel worlds which seems to be in conflict with each other: the world of
n These
pages, the surface structure of BART (Bay Area Rapid Transit), the junction station realized in Pleasanton, California.
abstraction and reality itself. BART s sinuous profile suggests a variety of relations: as well as simulating a technological remnant launched into the future, it also evokes a sound wave reverberating to the rhythms of California rock, physically embodied in BART s architectural structures. BART can also be read as an entity capable of projecting sounds and images into the folds of reality, where our subconscious is open to hybrid languages that escape our conscious mind. In the wonderful realms of genuine on-the-road architecture, BART is a means of subliminal communication, a cosmic exercising of the memory now available at the price of an ordinary ticket for the underground line connecting Interstate 580 to Pleasanton, California.
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n Prospetto sud e sezione longitudinale; qui sotto, la struttura di superficie di BART. La stazione funge da punto d'interscambio fra traffico autostradale e trasporto pubblico.
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n South elevation and longitudinal section; below, the structure of the BART Station. This station is the junction between the highway traffic and the public railway transport.
n Planimetria
generale e, sotto, l'interno della stazione.
n Site
plan and, below, the interior of the station.
Credits Project: SMP-SHG: W. L. Diefenbach, RD. Roger Hay, J. Pribyil Mechanical/Plumbing: Gayner Engineers Electrical Engineers: PGH Wong Engineers Inc.
Structural Engineers: Rruthford & Chekene Lanscape Architects: Haygood & Associates Cost Estimator: Kal Krishman Consulting Contractor: Walsh Pacific Construction
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e accettiamo la metafora della S metropoli come organismo biologico composto di sistema
L icona conservata Battersea Power Station Progetto: Marco Pignattai e Giovanni Santini In alto, quadrante della pianta di Londra dove sorge il Battersea Power Station e planimetria generale. A destra, prospetto. In basso, sezione trasversale. Nella pagina a fianco, sezione longitudinale dove sono evidenziati le fronti interne con gli affacci sulla piazza.
n
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Top of page, quadrant of a plan of London showing the Battersea Power Station and site plan. Right, elevation. Bottom of page, cross section. Opposite page, longitudinal section showing the interior fronts overlooking the square.
n
circolatorio, cicli metabolici e quant altro, il Battersea Power Station (in quanto originariamente produttore di energia elettrica) era organo fondamentale nel processo vitale di una metropoli come Londra. Protrarne troppo a lungo l inattività - il B.P.S. è chiuso da oltre vent anni - potrebbe dunque innescare una sorta di necrosi nel tessuto urbano circostante. Il divenire metropolitano della città si misura anche nel recupero di strutture dismesse. L innesto di nuove funzioni in edifici esistenti produce complessità, crea strutture plasmate attraverso linguaggi eterogenei, stratificazioni, dando spesso vita ad architetture di grande interesse. In tal senso si colloca il progetto di riuso del Battersea Power Station. Realizzato tra la fine degli anni Venti e la prima metà dei Quaranta, su progetto di J. T. Halliday, il B.P.S. fu al centro di forti controversie: per il fumo prodotto dalla combustione del carbone ma anche per l impostazione progettuale generale, tanto da indurre la committenza ad affidare - a cantiere avviato - l incarico di portare a termine la costruzione all architetto Giles Gilbert Scott (noto per la Biblioteca della Cambridge University e il disegno delle cabine telefoniche londinesi). Scott intervenne realizzando un accettabile compromesso, accontentando tradizionalisti e modernisti, ma anche per una diversa scelta di materiali, per esempio utilizzando i famosi bricks dello Worcestershire, poi largamente impiegati in alcuni successivi edifici. Il B.P.S. occupa una vasta area sulle rive del Tamigi, le sue quattro cimi-
niere, alte oltre cento metri, sono un punto di riferimento ormai storico del paesaggio urbano londinese. L alto grado di riconoscibilità del complesso è stato fondamentale nella scelta delle funzioni. Insomma, la nuova struttura diverrebbe una nuova icona del loisir e della cultura massmediatica contemporanei. Il riuso del B.P.S. prevede infatti studi cinematografici, uffici per produzioni televisive, strutture commerciali, due teatri, un arena di 1500 posti, padiglioni espositivi e strutture ricettive di vario tipo. Il criterio d intervento generale è stato di rispettare la struttura nella sua impostazione basilicale con la navata centrale, quelle laterali, più altre due navate sui lati verso l esterno. Sono così presenti tutti gli elementi per creare un luogo ad alto tasso emozionale: la navata centrale, trasformata in piazza coperta da una grande volta vetrata, diverrebbe uno spettacolare giardino d inverno con alberi, rose dei parchi londinesi e uccelli lasciati liberi di volare. L armonioso rapporto con la natura vedrebbe inoltre coinvolte le quattro ciminiere - un tempo simbolo di inquinamento - come parte integrante del sistema di raffrescamento naturale dell aria calda d estate attraverso il circuito di canalizzazioni esistente sotto il Tamigi. Il progetto elaborato da Pignattai e Santini non si è tuttavia limitato a prevedere copertura vetrata dello spazio centrale o a ridefinire superfici e finiture. La grande scatola conserva sì i suoi quattro angoli, ma si confronta con una complessa distribuzione di altre scatole , altri spazi, altre visioni, dando vita a un organismo molto articolato ma non labirintico, ovvero leggibile sempre e comunque nella sua globalità. Carlo Paganelli
etaphorically speaking, if we M were to compare a city like London with a biological oganism
composed of a circulatory system, metabolic cycles, etc., we d realize that the Battersea Power Station (which was originally a producer of electric power) used to be a fundamental organ in the vital process of such a metropolis. The B.P.S. ceased operations over twenty years ago - if its inactivity were to be prolonged further, it could lead to a sort of necrosis in the fabric of its immediate surroundings. The rehabilitation of disused structures is one of the factors that affects cities and their metropolitan growth. The insertion of new functions into old buildings produces complexity, creates structures that are molded through mixed languages and stratification, often giving life to extremely interesting architecture. This is the case with the Battersea Power Station. The plan for the B.P.S., which was built between the end of the twenties and the beginning of the forties, was laid out by J.T. Halliday. Heated disputes followed the construction, not only because of the smoke caused by coal burning, but also due to the general layout of the plan. The question reached a point where the assigners finally decided to entrust the completion of the work - which had already been started - to the architect Giles Gilbert Scott (who was well known for the Cambridge University Library and for the design of the London phone booths). Scott managed to achieve an acceptable compromise, satisfying both traditionalists and modernists. He chose different materials, such as the famous Worcestershire bricks which were subsequently used extensively for other buildings.
The B.P.S. takes up a vast area along the banks of the Thames. Its four smokestacks, soaring over one hundred meters, are by now a historical point of reference in London s cityscape. The high recognizability of the complex was fundamental in the choice of the functions to insert therein. And... behold! The new structure can become a new symbol of contemporary loisir and multimedial culture. In fact, the rehabilitated B.P.S. will hold studios for filmmaking and broadcasting, business and shopping areas, two theaters, an arena holding 1500 seats, exhibition pavilions, and various kinds of facilities. The general criteria for the work was to respect the basilican layout of the structure, with its central nave, side aisles and other two aisles towards the outer sides; all the ingredients for a place which can afford a high emotional impact. The broad aisle, which is transformed into an open square covered by a wide glazed vault, becomes a spectacular winter garden with trees, roses from London parks and birds, left free to fly. The four smokestacks take part in this harmonious relationship with nature. Whilst they once were a symbol of pollution, now, through a circuit of canals which exists under the Thames, they become an integral part of a natural system for cooling hot summer air. The plan by Pignattai and Santini doesn t stop at the glazed vault for the nave, or at renewing surfaces and finishes. The great box retains its four corners, but a complex distribution of other boxes is added to it. Other spaces, other visions which give life to a very articulated but not labyrinthine organism. In other words, an organism that can always be interpreted as a whole.
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In alto, pianta del piano terra con gli accessi principali all'arena centrale, ai due teatri e agli spazi commerciali. n Top of page, groundfloor plan showing the main entrances to the central arena, two theatres, and shopping facilities. n
n Qui sopra, schemi bioclimatici secondo periodi dell'anno climaticamente opposti. A destra, sezione sulla navata laterale dei teatri. Nella pagina a fianco, pianta del primo livello a quota 6,50; sezione sulla piazza, ideata come spazio flessibile, destinato a varie manifestazioni. n Above, bioclimatic schemes at climatically conflicting times of year. Right, section through the side of the two theatres. Opposite page, plan of the first level at quote 6,50; below, section of the square, designed as a flexible space for holding different events.
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Credits Project: Marco Pignattai, Giovanni Santini
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Tutta introversa Bolzano Exhibition Centre n architettura silenziosa . Così U Claudio Lucchin e Roberto D Ambrogio, autori del nuovo centro
della zona non sono solo la sottolineatura di una tradizione storica locale ma anche la materializzazione formale di uno stato di arroccamento e di una ricercata garanzia di intimità. Affermare la propria identità individuale , insistono Lucchin e D Ambrogio, fa sì che si possa sviluppare all interno dell edificio la complessità di una struttura viva; dove il muro svolge il ruolo di interfaccia tra due realtà: una esterna a scala urbana [...]; e una interna, accogliente, luogo di incontro con gli altri e con se stessi . Ecco dunque il muro-contenitore, i ponti di collegamento, i portali, i tagli riservati delle finestre, persino il fossato-separatore. E solo se rivoltiamo il guanto troviamo le corti interne, le balconate (citazioni della Bolzano medioevale). In effetti i criteri urbanistici che caratterizzano questo progetto in un tessuto , premono ancora gli architetti, relativamente povero di
planimetria generale della nuova Fiera di Bolzano; in basso, la corte interna del Centro Servizi. Nella pagina a fianco, dettaglio dello spazio esterno tra il Centro Servizi e i padiglioni espositivi.
valori e qualità , puntano in alto: fare della nuova fiera un simbolo non solo della città, ma di tutta l economia regionale . Insomma, creare una città altra . Per di più il committente imponeva il minimo spreco e un uso intensivo dello spazio, attuabile solo attraverso forme e volumi essenziali . Il rapporto con la città sta dunque nel porsi del manufatto come un simbolo ma anche un costante segnale di riferimento . All introversione dell esterno corrisponde una compiaciuta vitalità dell interno, ossimoro formale esplicitato dall uso oculato dei materiali: pesanti fuori (pietra rurale e calcestruzzo a vista) e leggeri dentro (legno lamellare sbiancato, fibrocemento, metallo). L ingresso al pubblico di questa cittadella-nella-città è affidato a una grande piazza che si scappella e si inchina come un paggio di corte fornendo il benvenuto all utentevisitatore. Il primo impatto è con
l albergo, poi il centro servizi dal quale si accede al padiglione espositivo e, come in un gioco di scatole cinesi, ecco il palazzo del ghiaccio (realizzato in vista dei campionati mondiali di hockey). Milletrecento posti auto sono suddivisi fra due garage collocati il primo sulla copertura del padiglione (con accessi funzionali alle varie aree operative) e il secondo sotto il livello terra: le auto, che sono parte integrante (e quanto!) della città, vengono dunque, anch esse, visivamente e concretamente escluse dai percorsi della cittadella. Un progetto, questo di Lucchin e D Ambrogio, che, nato da un concorso di idee del 1991, si è via via sviluppato e ingigantito in funzione delle crescenti esigenze del committente, fino a trasformarsi in un intervento urbanistico a larga scala. E la compattezza formale del costruito corrisponde a una compattezza ideale dell insieme: uno degli obiettivi degli autori
n Below,
site plan of the new Bolzano Trade Fair; bottom of page, the interior courtyard of the Services Centre. Opposite page, detail of the outside spce between the Services Centre and exhibition pavilions.
A. Piazza Fiera/Fair Plaza B. Fermata Ferroviaria/ Railway Station C. Centro Servizi Fiera/ Fair Services Centre D. Hotel E. Padiglioni espositivi/ Exhibition pavilions F. Garage interrato/ Underground garage G. Pista pedo-ciclabile/ Cycle-pedestrian path H. Palazzo del Ghiaccio/Ice Rink
era infatti quello di poter avere un controllo progettuale unitario che evitasse, come spesso accade per vaste lottizzazioni assai dilazionate nel tempo, interventi singoli che altrimenti si sarebbero persi nell insieme caotico delle realizzazioni vicine , in sintesi ciò che Lucchin e D Ambrogio definiscono il segno urbano dei vuoti . L impatto iconografico globale dell intervento, quasi uno zoccolo a valle delle retrostanti montagne innevate, sottolinea ancor più un che di mistico che pervade il tutto. Un misticismo, però, denso di pressante attualità, gelidamente tecnologico, funzionale alla religione della realtà contemporanea ovvero l attività commerciale: laico, in definitiva, il solo oggi possibile. Il che - paradosso conclusivo - fa del polo fieristico di Bolzano un ottimo esempio di chiesa del Duemila. Michele Bazan Giordano
Luca Pedrotti
espositivo di Bolzano, battezzano il loro intervento. Una definizione religiosa e vagamente inquietante che fa comunque pensare. Anche perché, è ovvio, chi è silenzioso non parla. Non parla, infatti, alla città, almeno apparentemente, osservata dall esterno, questa imponente fortificazione che, sviluppandosi senza incertezze su linee rigide che non concedono deroghe (orizzontali toutcourt in alcuni edifici e verticali toutcourt in altri), diviene a tutti gli effetti un bastione o un castello. I progettisti, però, vanno oltre: affermano infatti che la nuova fiera, collocata su di un area di circa cinque ettari nella zona sud del centro altoatesino, si difende dal contesto urbano, portandoci a immaginare, dunque, una città aggressiva, temibile, vagamente mostruosa. Proprio quella
Bolzano che nel 1995 fu dichiarata dalle statistiche città più vivibile d Italia! Ma cos è successo lassù negli ultimi quattro anni? , vien da chiedersi. La possibilità di parlare alla città è invero più che contemplata ma non si sviluppa attraverso il linguaggio architettonico, oggettivamente chiuso, quasi muto: il colloquio con l esterno è mediato, al contrario, dalla funzione che si prefigge l intervento stesso che si sviluppa formalmente per mezzo di una dichiarata autonomia degli schemi interni. Una scelta quanto meno coraggiosa da parte dei due architetti, laddove oggi tutti o quasi ricercano un dialogo , parola assai abusata, con il contesto , termine ancor più abusato. Abbiamo voluto estremizzare un concetto per coglierne meglio il nocciolo. Ma neppure poi tanto, appurato che i richiami lessicali alle fortificazioni e ai castelli medioevali
n Sotto,
Progetto: Claudio Lucchin, Roberto D Ambrogio
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n Sotto, pianta del livello - 4.60 e, in basso, pianta del livello +/- 0.00 del Centro Servizi.
n Below, plan at level - 4.60 and, bottom of page, plan at level +/- 0.00 of the Services Centre.
silent work of architecture. That is how Claudio Lucchin and A Roberto D Ambrogio, the designers of
the new Bolzano Exhibition Centre, describe their project. A religious and even vaguely disturbing definition that provides plenty of food for thought, bearing in mind, of course, that silence literally has nothing to say. When viewed from the outside, this imposing fortification apparently has nothing to say to the city, as it boldly develops along rigid lines without making the slightest concession (exclusively horizontal in some buildings, exclusively vertical in others), gradually transforming to all extents and purposes into a bastion or castle. But the designers go even further: they actually claim that this new trade fair, extending over an area of approximately five hectares in the southern part of this city in Upper Adige, defends itself against its urban surroundings, evoking the idea of an aggressive, formid-
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1. Cucina, bar, self service/ Kitchen, bar self-service restaurant 2. Magazzini/Warehouses 3. Impianti/Systems 4. Servizi per il pubblico (Polizia, Vigili del Fuoco, Pronto Soccorso)/Public services (Police, Fire Brigade, First Aid) 5. Casse/Booths 6. Negozi/Shops 7. Centro Congressi/ Conference Centre
able and even remotely monstrous city. The city of Bolzano which, in a recent survey, turned out to be the most pleasant place to live in the whole of Italy! So what s been going on up there over the last four years? , we might ask ourselves. In actual fact, the possibility of talking to the city certainly has not been excluded, it just is not part of this closed, almost silent, architectural idiom: on the contrary, interaction with the outside is mediated by the basic function of the project, stylistically expressed through the openly avowed independence of the interior layouts. A brave choice on the part of the two architects to say the least, considering that nowadays everyone or almost everyone is trying to dialogue (an over-used expression) with the context (an even more over-used term). We decided to rather over-emphasise this concept to bring out its true sig-
n Sotto,
dettaglio delle travi in legno lamellare della copertura interna del Centro Servizi. In basso, piante del livello + 4.60 e del livello + 9.20 del Centro Servizi.
nificance. But not that much to tell the truth, bearing in mind that lexical references to ramparts and Medieval castles in the area are not just a way of underlining local historical tradition, they are also the physical embodiment of a state of protection and an attempt to guarantee privacy. Lucchin and D Ambrogio point out that making your own identity felt means that the inside of the building can develop the complexity of a living structure; where walls act as an interface between two different realities: the city on the outside (...); and a warm and welcoming interior environment where people can gather together . The result is a container-wall, connecting bridges, portals, private window apertures, and even a dividing ditch. And we have to turn the glove inside out to find the interior courtyards and balconies (allusions to the Medieval city of Bolzano). The architects also point out that,
despite the relatively poor quality of this urban fabric , the project is designed along highly ambitious townplanning lines, setting out to: make the new trade fair a symbol for the region s entire economy and not just the city itself . The idea was to create another city. The client also called for as little waste as possible and intensive use of space through simple forms and structures alone . Interaction with the city results from the way the building acts as a landmark and, at the same time, a constant reference point . The introversion of the outside stands in stark contrast to the rather smug vitality of the inside, a stylistic oxymoron based on careful use of materials: heavy on the outside (rural stone and exposed concrete) and light inside (whitened laminated wood, concrete-framed glass, and metal). The public entrance to this citadel-in-the-city is through a large
plaza that tips its hat and bows like a pageboy welcoming the user-visitor into court. The hotel is the first thing to catch the eye, followed by the services centre leading through to the exhibition pavilion and then, like a set of Chinese boxes, the ice rink suddenly appears (built ready for the World Ice Hockey Championships). One thousand three-hundred parking spaces in two garages, one on the roof of the pavilion (with entrances to the various business areas) and the other below ground level: the cars, which really are an integral part of the city, are both visually and physically separated from the pathways through the citadel. Lucchin and D Ambrogio s project, designed for an ideas competition in 1991, gradually grew up and developed around the client s needs, until it reached the scale of a town-planning scheme. The stylistic compactness of the design is matched by the ideal compactness of the overall complex: one
n Below,
detail of the laminated wooden beams on the inside roof of the Services Centre. Bottom of page, plans of level + 4.60 and level + 9.20 of the Services Centre.
1. Self service/ Self-service restaurant 7. Centro Congressi/ Conference Centre 8. Showroom 9. Uffici Fiera/Fair Offices 10. Alloggi di servizio/ Service quarters
of the designers objectives was to have unitary control over the project to avoid, as is often the case with longterm undertakings like this, individual projects that would inevitably be lost in the chaotic array of surrounding buildings , what Lucchin and D Ambrogio describe as an urban landmark of empty spaces . The overall iconographic impact of the design, almost like a sort of block down behind the snow-capped mountains, brings out that something mystical enshrouding the entire project. A form of mysticism at the very cuttingedge of design, technologically cold and practically geared to our own modern-day religion or, in other words, business: the only kind of secular religion now acceptable. As a final paradox, Lucchin and D Ambrogio s complex might be described as a fine example of a church for the year 2000. Michele Bazan Giordano
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n Sopra, sezioni sul percorso centrale dei padiglioni espositivi. Sotto, l'asse attrezzato dei padiglioni espositivi piano quota parcheggio.
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n Above, sections of the central path through the exhibition pavilions. Below, fully-furbished axis through the exhibition pavilions at car park level.
n Nella
pagina a fianco, sopra, l'interno del ponte di collegamento che conduce dal Centro Servizi agli spazi espositivi attraverso l'asse attrezzato; sotto, l'atrio di ingresso del Centro Congressi.
n Opposite
page, above, inside of the connecting bridge leading from the Services Centre to the exhibition spaces along the furbished axis; below, entrance lobby to the Conference Centre.
Credits Project and Coordination: Claudio Lucchin, Roberto D'Ambrogio Collaborators: Lorenzo Piovesan, Angelo Rinaldo, Angelo Stagnoli, Adriano Tomasini, Daniela Varnier, Barbara Vendramin Engineering: Herbert Mayer, Guglielmo Concer Technical Plants: Intertecno - Pierluigi Cattaneo Site Management: Florian Trafojer, Graziano Dolzan Main Contractors: Adanti, Schiavina, Pontello Suppliers: Busi (plants), iGuzzini (lighting), Ninz (fireproof doors), Estfeller (movable doors), Estel (partition walls), Lasamarmo (marble flooring), De Simone, Larentis (frameworks), Falegnameria Plank (custommade furniture), Coopglas, Fidenzavetroarredo (glassbricks), Ganthaler (serial furniture), Holzbau (laminated wood roofing), Sicc (folding main doors), Tosoni (metalworks), Unipre (prefabricated panels), Cresèi (floating floors), Pancaldi (metal false ceilings), Società Italiana Lastre (fibre-concrete cladding), Promat (wooden false ceilings), Noselli Grandimpianti (self-service and kitchen furniture), Innerbichler (paintings), Otis (lifts, escalators, hoists) Client: Ente Autonomo Fiera di Bolzano
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Tensostrutture da viaggio Herquelingue Toll Station
truttura e paesaggio convivono in S modo armonioso e coerente nella nuova barriera d Herquelingue
realizzata nel Nord della Francia sull autostrada A 16, vicino a Boulogne sur Mer. Gli autori di quest interessante operazione sono la coppia formata da Dubosc & Landowski coadiuvati dalla consulenza ingegneristica dello studio Arcora. Un binomio vincente, forte della vasta e comprovata esperienza in campo tecnologico propria degli architetti di Issy les Moulineaux e delle profonde conoscenze nel settore delle tensostrutture degli ingegneri parigini. L intervento dichiara con un linguaggio composto e articolato la sua appartenenza al luogo dove si inscrive fluidamente accompagnando gli andamenti topografici della regione. La dinamica dell insieme traduce l esigenza di strutturare attraverso un segno forte e identificabile un nuovo paesaggio architettonico in grado di contrastare l immagine tradizionamente associata alle autostrade, dove la velocità e il rapporto quantità di kilometri/minor tempo di percorrenza divengono gli unici elementi di scelta nella determinazione del viaggio.
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La logica sposata dai progettisti si muove in direzione di una valorizzazione della vocazione turistica e vacanziera propria di questa regione dove si coniugano luoghi ricchi di storia (da Crécy en Ponthieu a Le Crotois), aspetti ecologici e le attrazioni delle coste e delle stazioni balneari. L autostrada, da bretella veloce, diviene momento del viaggio, arteria di attraversamento che facilita la scoperta dei luoghi, dei paesaggi e delle regioni, successione ricca e stimolante di immagini che si susseguono ricomponendo i tasselli di una specifica realtà geografica. Anche le barriere fanno parte di questo racconto, ne scandiscono il ritmo, i passaggi, le pause, sono parentesi che danno la dimensione dello scorrere del tempo. La loro immagine, la loro struttura, il loro sviluppo divengono quindi parte integrante del contesto. Dubosc e Landowski hanno colto appieno questo messaggio e ne hanno offerto un interpretazione convincente e personale. Coniugando tecnologia e paesaggio i progettisti hanno sfruttato le potenzialità espressive dell ingegneria delle tensostrutture per disegnare forme morbide e aeree che si sposano
con gli elementi naturali e nel contempo fanno da eco al carisma delle imponenti strutture dei viadotti presenti della zona. I punti forti del progetto sono descritti da grandi archi in acciaio laccato che dichiarano con immediatezza la loro funzione portante facendo da supporto alle diverse attrezzature della barriera. Lo sviluppo di questi elementi saldamente ancorati al terreno si segnala per l ampio abbraccio che sostiene una passerella pedonale area a disposizione dei viaggiatori, dove poter camminare interrompendo il viaggio in auto per raggiungere le aree verdi ai bordi dell autostrada. La fluidità e la leggerezza dell intervento vengono arricchite da una membrana strutturale in tessuto poliestere che fa da filtro protettivo della barriera lasciando penetrare luce e aria e assicurando un elevato livello prestazionale con una resistenza alla rottura di circa 9 tonnellate per metro lineare. L immagine solare e accogliente dell insieme è supportata dall intelligenza di un ingegneria ben calibrata che riesce a fondere il proprio vocabolario tecnico alla poetica del paesaggio e alle suggestioni del viaggio.
n La
nuova barriera d Herquelingue situata sull autostrada A16 vicino a Boulogne sur Mer, in Francia. La struttura aerea verniciata in bianco composta da tre ordini di archi e le vele in tensostruttra disegnano un insieme dalle evidenti caratteristiche marine e vacanziere tipiche della vocazione turistica della regione.
Progetto: Dubosc & Landowski/Arcora
La struttura in acciaio è formata da tre ordini di archi: principali con portata variabile da 14,50 a 33,2 metri e intervalli di 20 metri, secondari inferiori e superiori con intervalli di 6,60 metri, i primi, e 3,30 metri i secondi. La composizione si definisce con lo sviluppo di tre passerelle strutturali a forma di trave reticolare di cui una superiore prevista per il passaggio pubblico e due inferiori posizionate alle estremità e adibite alla manutenzione. Il tutto è avvolto da una membrana a doppia curvatura inversa calcolata da Arcora e E.S.I. che consente di trasmettere gli sforzi di trazione dovuti sia alle sollecitazioni causate dal montaggio, sia ai sovraccarichi climatici. L intervento si completa con gli edifici della sorveglianza e della gendarmeria che si inscrivono nel terreno ondulato ai bordi della barriera individuando un arco di cerchio. Il segno nervoso della struttura e del rivestimento in alluminio prelaccato bianco accompagna con discrezione lo slancio della costruzione principale concludendo con una segno calmo e rassicurante un brano di architettura brillantemente orchestrato.
Elena Cardani
tructure and landscape smoS othly co-exist in the new A 16 motorway junction at
Herquelingue, near Boulogne sur Mer, in northern France. The architects of this interesting project are Dubosc & Landowski in conjunction with the Arcora engineering firm. A winning team drawing on the extensive technological experience of this architectural duo from Issy les Moulineaux and in-depth knowledge of tensile structures of the Parisian engineering firm. The project s intricately composed architectural idiom fits in smoothly with its site location, following the topographical lie of the land. Its overall dynamism creates a structure in the form of a powerful landmark designed to architecturally contrast with the traditional kind of image associated with motorways, where speed and the ratio between distance covered and time taken are the only factors taken into consideration when planning a journey.
These designers, however, have focused on the tourist/holidaymaking vocation of a region which can boast places of great historical interest (e.g. Crécy en Ponthieu and Le Crotois), ecological features, and coastal/seaside attractions. The high-speed motorway becomes an integral part of the journey, a thoroughfare allowing travellers to discover new places, landscapes and regions, a rich sequence of evocative images that create their own peculiar geographical mosaic. Even motorway junctions are part of this narrative, dictating its pace, passages and pauses, architectural brackets creating a sense of passing time. Their image, structure and extension blend into the context. Dubosc and Landowski have taken up this message and given it their own very personal reading. The architects have combined technology and landscape to exploit the artistic potential of tensile-structure engineering to design soft, airy forms that blend in with nature and, at the same
time, evoke the charismatic force of the awesome viaducts in the area. The strengths of the design are large enamelled steel arches openly avowing their bearing function and supporting the various junction facilities. These elements, which are firmly anchored to the ground, seem to embrace a pedestrian area serving travellers, who can take a break from their car journey and stretch their legs in the countryside by the motorway. The smoothness and lightness of the project are enhanced by a structural membrane made of polyester that protects the junction-barrier, letting through air and light and guaranteeing a high-level resistance to breakage of approximately 9 tons per metre length. The warm and welcoming image of the overall design is also the fruit of carefully gauged engineering, whose technical idiom is inspired by both the natural artistry of the landscape and evocative imagery associated with travel.
n The
new A16 motorway junction at Herquelingue near Boulogne sur Mer in France. The white-painted overhead structure constructed out of three rows of arches and sails made of tensile structures create an overall design with distinctly seasideholiday connotations typical of the region s tourist vocation.
The steel structure is made of three rows of arches: a main row spanning between 14.50-33.2 metres, placed at 20-metre intervals, and upper/lower secondary arches placed, respectively at intervals of 6.60 and 3.30 metres. The design also includes three structural walkways shaped like reticular beams. The top walkway is designed to serve the public and the two lower walkways at the ends are for maintenance purposes. The entire structure is wrapped in an inverted double-curved membrane, designed by Arcora and E.S.I., distributing tractive forces due to either assembly or climatic overloads. The design is completed by surveillance and security buildings that blend into the undulating land alongside the junction to create the arc of a circle. The structure and its white enamelled steel coating discretely follow the general thrust of the main building, calmly and reassuringly concluding a piece of superbly orchestrated architecture. l ARCA 139 63
nA
destra planimetria generale; sotto, prospetto e sezione della barriera e piante sopra e sotto alla copertura. Sopra, particolare costruttivo dell arco principale. In alto a sinistra, particolari costruttivi dell arco principale, e dell arco intermediario; a destra, particolare dello snodo. Nella pagina a fianco, viste della passerella pedonale e dei pedaggi autostradali.
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n Right, site plan; below, elevation and section of the junction and plans avove and below the roof. Above, construction detail of the main arch. Top left, construction details of the main arch, and intermediate building; right, detail of the junction. Opposite page, views of the foot path and motorway toll booths.
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nA
sinistra, l edificio della sorveglianza e della gendarmeria rivestito in alluminio prelaccato bianco. Sotto, particolare costruttivo della struttura dell edificio e, in basso, vista da una delle passerelle laterali dell edificio della gendarmeria iscritto in un arco di cerchio. Nella pagina a fianco, particolare del sistema di brise soleil in alluminio che corrono lungo il perimetro dell edificio della gendarmeria.
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n Left,
the surveillance and police building clad with white pre-enamelled aluminium. Below, construction detail of the building structure and, bottom of page, view of one of the side paths serving the police building enscribed in a circular arch. Opposite page, detail of the system of aluminium shutters running along the perimeter of the police building.
Credits Project: Dubosc & Landowski Project Manager : Jean-Pierre Conqui Engineering : Arcora, Jean-Pierre Coeur Quality Surveyor : C.E.P / Veritas General Contractor : Norpac
Metal Work : Joseph Paris Textile Membrane : Esmery-Caron Fabrics: Ferrari Client : Sanef, Scetauroute
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urante tutti gli anni Sessanta di D questo secolo che, assieme al secondo millennio, sta per combina-
zione finendo proprio in questi giorni, e ancora nella prima metà degli anni Settanta, le punte più avanzate della cultura architettonica, quelle più attente e tese a esplorare nuove possibili relazioni fra società e tecnologia in cambiamento rapidissimo e architettura (senza rinunciare in partenza all identità formale di quest ultima), produssero decine e decine di progetti generosi e affascinanti, ipotesi intelligenti di possibili adeguati assetti fisici. Questo avveniva in diversi Paesi del mondo; percorsi autonomi, in qualche modo sottile collegati, non una competizione, ma una specie di sfida sottintesa: Metabolismo in Giappone, Friedman e altri in Francia, soprattutto Archigram in Inghilterra. Tutti impegnati a risolvere in fondo il medesimo arduo problema: processi di urbanizzazione dirompenti e planetari, tassi di
accrescimento demografico fino ad allora sconosciuti, agglomerati metropolitani indistinti e sempre più indistinguibili, debordanti da ogni possibile confine. Utilizzando quello che allora veniva considerato il massimo possibile della tecnologia di settore: cellule prefabbricate industrialmente, e così via; impiantistica modulare e altro (la miniaturizzazione del trattamento automatico dei dati era una cosa ancora molto lontana). Accomunati dall intendimento di trattare in maniera unitaria funzioni dell abitare, dei servizi e in generale delle infrastrutture; giungendo a mettere a punto architetture e dispositivi del tutto originali, spesso entusiasmanti. Non certamente spaventati dalle questioni di scala: molto spesso grande e anche grandissima, altre volte piccola, perfino minuta. Occupata come era, e come in larga misura è ancora, da questioni di carattere storicistico e da quelle, spesso melmose, dei possibili rapporti con i
contesti, la cultura architettonica italiana trovò una sua espressione, in questo viluppo di fermenti, soltanto in un secondo momento, sviluppando quella che potrebbe essere chiamata un architettura critica, consapevole dei grandi problemi socio-politici posti dallo sviluppo. Quell ala, più tardi, sarebbe stata chiamata radicale (mettendo insieme forse un po troppe cose). Superstudio, Strum, Archizoom: proposte-progetto come disvelamento di futuri possibili, anche se negativi o paradossali; approccio disincantato e maturo alla tecnologia, già rivolta verso aspetti ambientali e sensoriali; uso sofisticato delle forme, segnate da importanti esperienze artistiche abbastanza parallele, l arte povera, quella concettuale, la minimale. Ci vorrà ancora qualche annetto per rendersi definitivamente conto dell importanza di queste linee di pensiero, e di progetto, per lunghi anni, e in parte tuttora, osteggiate dai côté paludati della pubblicistica e dell ac-
n Area d'intervento del progetto relativa alla parte nord del Rotterdam Ring, comprendente strutture definite "interscambio", "turbina urbana", "città inclinata", "colonizzazione verticale", "suoli paralleli" e "non costruzione".
in the 1960s and even the early 1970s, the cutting-edge of architectural design, all those interested in exploring possible new relations between society-technology in a state of rapid change and architecture (without giving up in advance on the stylistic identity of the latter), produced dozens and dozens of generous, fascinating designs, intelligent ideas for feasible new proposals for our physical environment. This happened in various parts of the world; all working independently but apparently joined together by a thin thread, more an unavowed challenge than a competition: Metabolism in Japan, Friedman and others in France, and Archigram in particular in the United Kingdom. All trying to find an answer to the same basic problem: hectic urbanisation
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n The
project area involving the north part of the Rotterdam Ring, containing structures described as a "junction", "urban turbine", "sloping city", "vertical column", "parallel grounds", and "non-construction".
on a planetary scale, previously unheard-of population growth rates, indistinct and increasingly indistinguishable metropolises breaking beyond every imaginable bound. Drawing on what was then taken to be the most technology had to offer: industrially prefabricated cells etc.; modular engineering systems and so forth (the miniaturisation of automatic data processing was still just a pipe dream). But they all shared the same desire to treat housing, services and infrastructures in general in the same way; and they managed to design quite original works of architecture and others devices, often of quite dazzling brilliance. They certainly were not afraid of questions of scale: some of their projects were large or even huge, others were small or even tiny. Concerned as it was, and as it largely still is, with such issues as historicism or the even more murky business of possible
fittissima di onde diverse che ormai avvolge la totalità della crosta terrestre; mentre i tessuti sfatti delle metropoli si sono espansi per conto loro, ben poco segnati dal progresso delle tecnologie, occupando indistintamente territori diversissimi; qua e là punteggiati da concentrazioni di servizi, talvolta anche smisurate per conto loro. E accaduto, cioè, proprio quello che i progetti generosi di cui sopra avevano cercato di evitare, dimostrandone la non ineluttabilità per mezzo dell illustrazione paziente di architetture originali, vaste e integrate, adeguate di scala ai fenomeni affrontati, raffinate e disarmanti nella loro logicità, talvolta anche poetica. Così ora le infrastrutture custodiscono il più delle volte ferite, solchi invalicabili e incomprensibili, fatti percepibili soltanto come alieni anche se non dovrebbe esservene il minimo motivo, generatori di problemi delicati e sovente insolubili. I servizi addensati, terziario e post, sono cittadelle ben poco
permeabili, altri buchi neri nella trama martoriata della metropoli. Ora, manipoli di architetti curiosi e coraggiosi - degli speleologi, né più né meno - stanno qua e là calandosi nelle pieghe, negli interstizi, nei reliquati, nelle fessure generate da queste immani operazioni di dissezione territoriale. Nell infra: per vedere come è fatto, cosa eventualmente si potrebbe fare, anzi, progettare. Un lavoro non semplice. A dirty job. Monolab, per esempio, ha isolato (anche l uso di termini di ricerca di laboratorio è, in casi come questo, d obbligo) la parte nord del Rotterdam Ring, l autostrada A20, basandosi sul parametro della massima compressione diffusa. Il procedimento va seguito, è interessante. Facendo ricorso all elaborazione di diagrammi apparentemente semplici, in realtà sofisticati, viene ricostruito il DNA dell infrastruttura; poi, appoggiandosi a una specie di sequenza di operazioni concettuali da un lato (Ring x
Compressione = Hyperring; Hyperring + programma = Infrabody; e così via) e dall altro a una sequenza di percorso simulato ad altissima velocità, vengono collocati in una manciata di chilometri, in corrispondenza di alcuni nodi e situazioni territoriali e ambientali, sei episodi di concrezioni architettoniche indissolubilmente intrecciate all infrastruttura stessa. Gli Infrabodies, appunto. L interscambio, 100.000 metri quadrati; la turbina urbana, 150.000 metri quadrati; la città inclinata, 380.000 metri quadrati; la colonizzazione verticale, 300.000 metri quadrati; i suoli paralleli, 550.000 metri quadrati; la non-costruzione, 5.000 metri quadrati. Per ognuno di essi vengono sviluppati esempi di possibili programmi, all interno di un quadro architettonico nel complesso molto determinato sotto il profilo fisico e formale. Al di là del montaggio complessivo, comprensibilmente piuttosto up-to-
date, e di una certa enfasi metaforica, risulta chiarissima la quasi totale specularità di questo procedimento di progettazione rispetto agli ardimentosi degli anni Sessanta. E al tempo stesso, la stretta affinità. Assumendo senza timore e senza nostalgie di sorta il dato di fatto, lo stato delle cose, l aleatorietà dei programmi, la sterilità apparente delle infrastrutture viene rovesciata e se ne dimostra invece la sorprendente fertilità, per crescite di architetture incessanti nel tempo; ove la densità, la congestione, l intensità e, nel medesimo tempo, la genericità, l aspecificità e l indifferenza, vengano assunti come valori fondativi e positivi della condizione metropolitana contemporanea. Come si vede, gli spazi per la ricerca e per il progetto, per l architettura, sono davvero tanti e nuovi. Entusiasmanti. A saperli scorgere, come Monolab. Come, davvero molto tempo fa, Le Corbusier con il suo Plan Obus per Algeri. Ma lui, si sa, aveva una marcia in più. Maurizio Vogliazzo
Progetto: Monolab
Sull autostrada Rotterdam Ring
s this century and, coincidentalA ly, the millennium both draw to a close, it is worth pointing out that
cademia nostrana. Peccato, perché anche questo ha favorito provincialismo, emarginazione nostra - quasi definitiva - e gran danni: una specie di versione più aggiornata e dolorosa dell Italian Retreat - dopo tutto, Banham, così tanti anni fa, stava vedendo giusto. E pensare che il pensiero e l opera di Koolhaas-OMA, che stanno innegabilmente innervando la ricerca architettonica contemporanea e il dibattito che l accompagna, a buon diritto e fra tante invidie affondano proprio qui parecchie radici non secondarie. Come è probabilmente destino che avvenga, nel corso degli anni che si sono susseguiti, il pianeta sempre più densamente popolato e urbanizzato è stato solcato da una rete sempre più fitta di infrastrutture, cercando di tamponare via via le falle più gravi circolazione terrestre e aerea, energia, comunicazioni di varia natura, irregimentazione delle acque e così via, senza ovviamente parlare della coltre
relations with contexts, Italian architecture only really made its own presence felt at a later stage, developing what might be described as critical architecture conscious of the major socio-cultural problems associated with growth. This fringe came to be referred to as radical (perhaps grouping together too many separate things). Superstudio, Strum, Archizoom: project-proposals pointing towards possible scenarios of the future, however negative or paradoxical they might be; a rather disenchanted yet mature approach to technology, already focusing on environmental and sensorial aspects; the sophisticated use of forms, marked by important artistic experiences running along almost parallel lines, art povera, conceptual art, and minimalism. It will be a few years before people finally realise just how important this line of thinking and designing really is, after
being held for many years in the bombastic grips of media-manipulators and academics in Italy. A real pity, because this has rather pushed Italy into the background - almost permanently - and at great expense: a sort of more up-to-date and painful version of the Italian Retreat - so Banham was right after all, all those years ago. And to think that the philosophy and work of Koolhaas-OMA, who are certainly making a great impact on contemporary architectural experimentation and all the debate surrounding it (and quite rightly so and to many people s envy), are deeply entrenched in this kind of approach. As fate would have it, our increasingly densely-populated and urbanised planet has gradually been covered with a thick web of infrastructures to plug up its biggest holes land/air transport, energy, different means of communication, water
n Schema
dell'infrastruttura su cui sono distribuite le funzioni urbane.
control systems etc., without of course mentioning the thick blanket of waves enveloping the Earth s entire crust; whereas the rather dishevelled fabrics of our cities have spread rather randomly across a wide range of different territories (without much help from technological progress), occasionally benefiting here and there from a rather uncontrolled concentration of services. In the end, what has happened is exactly what the projects mentioned above were trying to avoid, showing that this was anything but inevitable through patient works of integrated architecture carefully scaled to their surroundings, designed with startling elegance, and at times even genuinely artistic. This means that infrastructures carry their own wounds, deep cuts, perceived as a sort of aliens, even though there is no reason why this needs to be the case, generating delicate problems to which there is
n Diagram
of the infrastructure distributing the urban functions.
often no solution. Service facilities are almost impenetrable citadels, more black holes in our tortured cities. Now a handful of curious and courageous architects - speleologists, no more and no less - are entering these folds and cavities, fissures created by the way our land has been torn asunder. In the infra: to see how it is done, what we might eventually be able to do or rather design. No easy job. A dirty job. Monolab, for instance, has isolated (in cases like this we cannot help using terms borrowed from the research laboratory) the northern part of the Rotterdam Ring, the A20 Motorway, working along the lines of maximum widespread compression. This is an interesting process that is certainly worth following. Resorting to drawing up apparently simple diagrams (which are actually highly sophisticated), the DNA of an infra-
structure is reconstructed; then, relying on a sort of sequence of conceptual operations on one hand (Ring x Compression = Hyperring; Hyperring + programme = Infrabody; and so forth) and a high-speed simulated sequence on the other, six episodes of architectural concretions (closely woven into the infrastructure itself) have been built in the space of a few kilometres near certain territorialenvironmental nodes and situations. These are the Infrabodies. A 100,000-square-metre junction; 150,000-square-metre urban turbine; 380,000-square-metre sloping city; 300,000-square-metre vertical colonisation; 550,000 square metres of parallel land; and 5,000 square metres of non-construction. Examples of possible programmes have been developed for each of these, as part of a largely physically-stylistically determined architectural scenario. Apart from a predictably up-to-
date overall assembly programme and a certain emphasis on metaphorical connotations, this design procedure is clearly inspired by the bold designs of the 1960s. The affinities are there for all to see. Bravely accepting the state of things as they are without the slightest hint of nostalgia for the past, the apparent sterility of the infrastructures has been turned on its head to bring out the surprising fertility of constantly developing works of architecture; density, congestion, intensity and, at the same time, generality, non-specificness and indifference are taken as the grounding features of contemporary city life. As we can see, there is plenty of fresh room for research, design, and architecture. Wonderful stuff. If only there were more projects like Monolab. Just like Le Corbusier s old Plan Obus for Algiers. But, as we all know, he had that something extra.
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n In alto, schema del nodo d'interscambio di 100.000 mq. A fianco, veduta zenitale dell'area d'intervento. n Top of page, diagram of the 100,000 sq.m junction. Opposite, zenith view of the project area.
70 lÂ’ARCA 139
n Nella
pagina a fianco, particolare di un interno e veduta esterna del nodo d'interscambio. n Opposite page, detail of the interior and outside view of the junction.
lÂ’ARCA 139 71
n In
questa pagina, alcuni dettagli e localizzazione della città inclinata di 280.000 mq. n This page, details and location of the 280,000 sq.m sloping city.
72 l ARCA 139
n Nella
pagina a fianco, possibili ambientazioni relative alla città inclinata. n Opposite page, possible settings for the sloping city.
l ARCA 139 73
n Schema
planimetrico, programmatico e infrastrutturale dei suoli paralleli. n Site, programme and infrastructural plans of the parallel grounds.
n In
questa pagina, veduta generale e in dettaglio dei suoli paralleli di 550.000 mq.
74 lÂ’ARCA 139
n This
page, general view and detailed view of the 550,000 sq.m parallel grounds.
lÂ’ARCA 139 75
Archi e volte New Glass Techniques I
l principio costruttivo della volta trova origine nelle costruzioni in muratura - mattoni posati a secco o in un letto di malta. Un altra applicazione di questo principio è offerta da sottili superfici in cemento armato o a fibra che possono funzionare come una volta, ma in modo più omogeneo e continuo, senza le discontinuità tipiche delle murature. Il materiale che contraddistingue queste costruzioni è di tipo minerale, suscettibile agli sforzi di trazione e molto resistente alla compressione, come del resto avviene per il vetro. Questa analogia con le volte soggette a compressione è stata sfruttata solo raramente per le costruzioni in vetro. I nuovi sviluppi in questo settore si rifanno troppo spesso ai principi additivi delle costruzioni metalliche. In alcuni progetti del passato è possibile riscontrare lo sviluppo di tentativi riusciti e promettenti per integrare le funzioni strutturali e di tenuta simultaneamente in un solo materiale, il vetro. Queste antiche tecniche, come le cupole a maglia metallica irrigidite con piccoli quadrati in vetro o, ancora, le cupole in muratura con vetro mattone sono state abbandonate a causa dell impiego elevato di lavoro manuale e della complessità del funzionamento strutturale. Oggi le condizioni tecniche non sono più le stesse - disponiamo di mezzi analitici avanzati e di nuovi tipi di vetro resistente, sicuro e calcolabile. La riscoperta di questo antico principio e la sua traduzione in un nuovo contesto tecnologico dovrebbe portare alla definizione di strutture sorprendenti. Le loro caratteristiche architettoniche, tecniche ed economiche restano da scoprire. Le volte in vetro, costruite dall Institut für Leichte Flächentragwerke (Istituto di Strutture Leggere) dell Università di Stoccarda sono forse un primo passo in questa direzione. Gli esempi illustrati sono il risultato delle sperimentazioni sviluppate all interno dell Istituto sulle possibilità di queste strutture. L Institut für Leichte Flächentragwerke dell Università di Stoccarda sotto la direzione di Werner Sobek ha attivato dal 1995 un dipartimento di ricerca sul vetro che studia il comportamento meccanico del vetro e i problemi relativi alla sua
76 l ARCA 139
trasformazione e all adattabilità climatica. I progetti di archi in vetro sono il frutto di studi approfonditi e di prove preliminari sul vetro come elemento strutturale soggetto a compressione, sul comportamento del vetro laminato, sulla deformazione dei pannelli sandwich ecc. Il prototipo Glasbogen 1 fu presentato al pubblico per la prima volta in aprile 1998, durante l esposizione GlasKon 98 a Monaco. Si tratta di un arco composto da semplici pannelli di vetro, con circa 10 metri di portata libera. La stabilizzazione e la compressione sono effettuate con una maglia in filigrana, saldata in un cerchio di acciaio inossidabile. Dopo il grande successo di questo esperimento, l Istituto ipotizzò una nuova costruzione a doppia scala e con un livello di sicurezza più elevato e meglio definito. Questo secondo progetto, il Glasbogen 2 veniva presentato all esposizione Glasstec di Düsseldorf nel settembre 1998. Questo nuovo arco in vetro, che misura 4 metri in larghezza, 5 metri in altezza con una portata di 20 metri è composto da 14 elementi di vetro laminato rinforzato ai bordi da tre fasce in vetro irridigidito. I bordi così rinforzati sono muniti di angolari e assemblati con piastre curvate aventi funzione di chiave di volta. La stabilizzazione è ottenuta tramite raggi disposti in cerchio e precompressi. La geometria segue quella di un poligono circolare di 25 metri di diametro. Tutti gli elementi e i nodi sono identici. Gli elementi in vetro, ancorati agli appoggi, sono stati posati e agganciati successivamente ai pilastri ausiliari. Ogni fase di montaggio costituiva un sistema isostatico e solido. Gli elementi, di circa 350 kg ciascuno, sono stati sospesi al centro di gravità, messi in posizione, posati a un lato degli appoggi e collegati ai pilastri ausiliari. Questi pilastri ausiliari sono rimasti in posa durante l esposizione. Questa misura di sicurezza è parsa adeguata malgrado l alto livello di sicurezza teorica ma è indicativa di una mancanza quasi totale di ogni esperienza con le strutture in vetro di queste dimensioni. Dopo l esposizione, i pilastri sono stati smontati per ottenere staticamente il funzionamento
Nella pagina a fianco, in alto, un esempio di cupola in vetro e acciaio che rispetta gli antichi equilibri della volta. Inoltre lo sposalizio tra vetro e ferro è sapientemente progettato in modo da contenere le sollecitazioni unitarie dei due materiali nei limiti del possibile. In basso e qui sotto, il primo prototipo Glasbogen 1 presentato nel 1998 a
n
della ruota della bicicletta. Il cambiamento tra le fasi di funzionamento strutturale faceva aumentare lo sforzo di compressione da 1,4 a 5,4 tonnellate nell elemento inferiore. Per questo motivo, i pilastri sono sono stati abbassati lentamente e uniformemente. Il comportamento di volta è stato così attivato, i giunti si chiudevano e i pilastri si scaricavano. La fase intermediaria deve essere controllata perfettamente, sono i momenti in cui i casseri devono permanere in posizione assolutamente esatta dopo la disarmatura. Il sistema si trova in questo momento in uno stato isostatico, può assumere liberamente la configurazione di equilibrio ed essere sottoposto a compressione. Sotto la sollecitazione dei raggi, la spinta di volta aumenta nell elemento inferiore da 5,4 tonnellate fino a 7 tonnellate, ciò significa 3,5 tonnellate (35 kN) in ogni bordo rinforzato. Vista l evidente mancanza di esperienza con una struttura di questa dimensione completamente in vetro, è sembrato utile verificare la struttura rispetto a una prova di scala superiore. Questo esperimento ha avuto luogo nella sala espositiva una volta svuotata dopo l esposizione. Il collaudo è stato condotto, osservato e registrato dal Zentralabor des Kons t r u k t i v e n Ingenieurbaus dell Università di Stoccarda. All inizio l elemento inferiore era stato danneggiato volontariamente ai bordi. I due pannelli del laminato presentavano delle fessure senza deformarsi. Lo stesso elemento era poi sottoposto in quattro riprese a un urto elevato per mezzo di una barra di circa 15 kg. La fessurazione, tipica del vetro irrigidito, aumentava successivamente e le deformazioni aumentavano fino a 15 cm circa al centro della campata.
Monaco. Si tratta di un arco formato da semplici pannelli in vetro con una luce libera di 10 m che lavora a compressione. In basso, particolare del prototipo Glasbogen 2, presentato nel settembre 1998 a Düsseldorf, composto da 14 elementi in vetro laminato e rinforzato ai bordi con tre lastre in vetro irrigidito.
n Opposite page, top, an example of a steel-andglass dome where the traditional balance of the vault is respected. Besides, the union between glass and iron is wisely designed in such a way that they can contain the global stresses of the two materials as much as possible. Bottom and here below, the first Glasbogen 1 prototype, presented in Munich in
1998. It is an arch formed by simple glass panels spanning 10 m and functioning under compression. Bottom, detail of the Glasbogen 2 prototype, presented in September 1998 in Düsseldorf. It is composed by 14 laminated glass reinforced at the edges with three sheets of strengthened glass.
Ora, le parti rinforzate ai bordi restavano praticamente diritte e insensibili a questi attacchi. Non sono stati osservati incurvature o indebolimenti dell insieme della struttura. Successivamente i bordi sono stati colpiti direttamente per fessurare le fasce di rinforzo esterne e per introdurre una spaccatura geometrica. In questa fase, la resistenza elastica era sempre impressionante, circa 30 minuti dopo il primo urto. Ora, la resistenza alle deformazioni non dipendeva che dalle due fasce in vetro ancora intatte. Al secondo urto, sembrava che la penultima delle fasce di rinforzo fosse distrutta. Apparentemente la resistenza elastica si era esaurita, la risposta sembrava sorda e senza rimbombo. Qualche secondo dopo, il bordo di vetro in questione collassò. La deformazione dall altro lato si realizzava quasi nello stesso momento e i dettagli del collasso potrebbero essere osservati su video solo dopo il colpo registrato al rallentatore. Valutazioni sulla sicurezza. Per le grandi strutture in vetro è evidente che il problema della sicurezza e il carattere fragile del materiale risultano fondamentali. Il problema contrasta con ogni limitazione dovuta a qualsiasi tipo di costrizione. La giustificazione appropriata a una tale struttura è possibile solo con una certa padronanza degli stati alterati per fessurazione del vetro e con una conoscenza degli effetti d urto sulla struttura. In ogni caso, gli esperimenti hanno dimostrato che il vetro laminato e rinforzato può sviluppare una resistenza notevole, al di là dello stato indenne del vetro. Werner Sobek, Mathias Kutterer
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Particolari costruttivi, vista dell arco in vetro e particolare degli appoggi. La stabilizzazione è ottenuta tramite raggi disposti a cerchio e precompressi. n Constructional details, view of the glass arch and detail of the bearings. The stabilisation is obtained thanks to precompressed rays setted in a circle. n
T
he construction principle behind vaults lies in walls bricks laid dry or in a bed of mortar. Thin reinforced concrete or fibre surfaces can also act as vaults, but in a smoother, more homogeneous manner without the kind of breaks found in walls. Buildings like this are made of mineraltype materials susceptible to tractive forces and highly resistant to compression, just like glass. Glass constructions rarely exploit this similarity with compressed vaults. New developments in this sector generally work around the additive principles of metal constructions. Certain old projects have more or less successfully attempted to combine structural/support functions in one single material: glass. These old-fashioned techniques, like domes with metal grids reinforced with small glass squares or brick domes made of glass bricks, are no longer used because they are so labourintensive and because of the intricacy of their structural functioning. The technical situation has changed - we are now equipped with high-tech analytical tools and new types of tough, safe glass whose properties can be carefully calculated. The rediscovery of this old method and its application in a new technological context should result in the creation of some startling new structures. Their financial, technical and architectural properties are still partly unknown. The glass vaults designed by the Institut für Leichte Flächentragwerke (Institute for Light-Weight Structures) at Stuttgart University are perhaps a first step in this direction. The examples illustrated are the result of experiments carried out on these structures at the institute. The Institut Für Flächentragwerke run by Werner Sobek at Stuttgart University set up a research department studying the
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mechanical properties of glass and the problems involved in working it and adapting it to different climatic conditions. The glass arch designs are the result of in-depth studies and preliminary tests on glass as a structural element subject to compression, the properties of laminated glass, and the deforming of sandwich panels etc. The Glasbogen 1 prototype was first displayed to the public in April 1998 at the GlasKon '98 Exhibition in Munich. It is actually an arch made of simple glass panels with about a 10metre free span. Stabilising and compressing are taken care of by a filigree web welded to a stainless steel ring. After the great success of this experiment, the Institute planned to build a new construction, twice the size, with higher and more clearly defined safety standards. This second project - Glasbogen 2 - was displayed at the Glasstec Exhibition in Düsseldorf in September 1998. This new glass arch, measuring 4 metres in width and 5 metres in height with a span of 20 metres, is constructed out of 14 laminated glass sections reinforced at the edges by three strips of stiffened glass. These reinforced edges are fitted with angle irons and assembled with cone-shaped plates acting as keystones. Precompressed spokes arranged in a circle are also designed for stabilising purposes. The geometric layout is a circular polygon measuring 25 metres in diameter. All the sections and nodes are identical. The glass sections anchored to the supports were set in place and hooked on after the auxiliary columns. Each stage in assembly took the form of a solid, isostatic system. The various sections, each weighing about 350 kg, were suspended from the centre of gravity, placed in position, installed at the side of the supports, and connected to the auxiliary columns. These auxiliary columns were left in place during the
Particolari delle piastre di giunzione delle lastre in vetro e dei raggi di curvatura. Il Glasbogen 2 forma un arco poligonale su un cerchio di 25 m di diametro e si sviluppa con una lunghezza di 20 m, larghezza 4 m e altezza 5 m.
n
exhibition. This safety measure seemed to be adequate - even bearing in mind the theoretically high safety standards - but it shows an almost total lack of experience with glass structures of this size. After the exhibition, the columns were removed to create a static bicycle wheel ef f ect . The cha ng e between the various structural operating phases increased the compressive force in each lower section from 1.4 to 5.4 tons. This is why the columns were all slowly lowered to exactly the same degree. This crea t es a va ul t i ng effect, as the joints are closed and columns unloaded. The intermediate stage must be controlled to perfection, since this is the moment when the moulds must be placed in perfect position after removing the supports. The system is now in an isostatic state and can assume the balanced position ready for compression. The force exerted on the lower section by the vault increases from 5.4 tons to 7 tons, which means 3.5 tons (35 kN) on each reinforced edge. It was decided to carry out a larger scale test on the structure, bearing in mind the obvious lack of experience with a construction of this size. This experiment was carried out in the exhibition room after it had been emptied. The test was performed, observed and recorded by the Zentralabor des Konstruktiven Ingenieurbaus at Stuttgart University. At first the lower section was deliberately damaged at the edges. The two panels of the laminated section cracked without losing shape. The same section was then struck hard four times with a bar weighing approximately 15 kg. This cracking, which is typical
Details of the junction plates of the glass sheets and the curvature rays. Glasbogen 2 forms a polygonal arch on a circle of 25 m of diameter and is 20 m long, 4 m large and 5 m high.
n
Credits Project: Werner Sobek, Mathias Kutterer Contractors and Assemblage: Fachverband Knostruktiver Glasbau Bischoff Glastechnik, Klaus Fischer, HERO-Glas, UPAT, Zentrallabor des Konstruktiven Ingenieurbaus.
of reinforced glass, gradually increased and so did the deforming, until it reached about 15 cm at the centre of the load. The reinforced parts at the edges showed almost no signs of bending. The structure itself showed no signs of bending or weakening. The edges were then struck directly to crack the outside support strips and create a geometric fracture. During this stage (about 30 minutes after the first blow) there was an incredible amount of elastic resistance. The resistance to def o r m i n g n o w d epended solely on the two intact strips of glass. These sections were then struck twice more from the outside. The p e n u l t i m a t e reinforced strip appeared to have been destroyed by the second blow. There seemed to be no more elastic resistance left, judging by the dull thud without the s l i g h t e s t reverberation. A few seconds later the glass edge in question collapsed. The same thing happened over on the other side at almost the same time; the details of the collapse could be watched on video after recording the blow in slow motion. Safety Assessments The safety and fragility of the material in question are clearly problems with large glass structures. The problem stands in sharp contrast with any limitations due to various types of constriction. The right analysis of this type of structure is only possible after gaining a certain familiarity with the effects of cracking on glass and a knowledge of the effects of blows to the structure. In any case, experiments have shown that laminated, reinforced glass can be highly resistant. Werner Sobek, Mathias Kutterer
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Arte, natura, tecnologia Gino Marotta n Gino
Marotta, Il richiamo dei rinoceronti, metacrilato colorato trasparente/transp arent, coloured metacrylate, 94x70x19,5 cm, 1999.
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un pezzo di storia, questa mostra di Gino Marotta
E a Macerata: storia di un progetto culturale, oltre
che di una proposta artistica, di un clima culturale oltre che di una ricerca personale. Lo testimoniano i pezzi esposti, in gran parte realizzati negli anni Sessanta e nella prima metà dei Settanta; e lo confermano gli scritti a essi contemporanei, che di quel fervore di sperimentazione seppero cogliere con singolare penetrazione i non epidermici significati. Già in occasione della mostra romana del 1998 avevamo segnalato il valore rappresentativo di queste riproposizioni (l Arca 122); e ora ritroviamo, in quelle sagome traslucide, in quelle laboriose ri-creazioni di una natura sfidata dalla tecnologia, in quell entusiasmo per una materia progettata nella sua anima più segreta e piegata a plasmare il mondo sulla base di nuovi modelli concettuali, il senso di tutto un periodo. Ha dunque ragione Marotta a riflettere sui risultati della sua intensa sperimentazione, uscita da tempo dalle infide sabbie della cronaca per entrare nel più affidabile terreno della storia; e ancor più ha avuto ragione a richiamare il senso di una bella stagione della nostra vita, fatta anche di astronavi, di approdi lunari, di Beatles, di India e di luci psichedeliche,
nuovo teatro, nuovi scrittori e tanti poeti e scienziati amici che ci hanno riempiti di orgoglio e di dolcezze impagabili . Ma soprattutto ha visto giusto quando ha legato il restauro di alcuni pezzi d epoca alla realizzazione di nuove opere che di quelli, come afferma egli stesso, costituiscono in qualche modo il prolungamento. Servendomi come per distrazione di materie e modalità che hanno conservato la memoria di storie che ancora oggi mi occupano e mi attraggono, spero di essermi procurato un nuovo, ulteriore varco per continuare a entrare e uscire da questo mio privatissimo paese delle delizie . Ben detto - e non solo perché la dichiarazione aiuta a intendere la matrice segreta del suo lavoro, ma anche perché essa segnala un pericolo sempre in agguato in questo genere di operazioni e da Marotta opportunamente schivato proprio in virtù di quel varco lasciato aperto. La nostalgia , la memoria che si fa rimpianto, la rilettura del passato come bilancio esistenziale sono infatti le trappole in cui è facile, in certe occasioni, cadere. Trappole mortali, come si sa, giacché l arte non s alimenta di storia più di quel tanto che è lecito e giusto. Rivolgersi perciò al lavoro di Marotta chiedendo
a esso di rappresentarci il modello di ricerca dominante negli anni Sessanta del XX secolo (con il suo intenso rapporto tra arte, scienza, filosofia, tecnologia e progetto, stretti in un miracoloso equilibrio ormai irripetibile, legato come era a obiettive convergenze ideologiche e d intenti) significherebbe relegarlo in una sterile dimensione museale. Occorre viceversa cogliere la sostanza dei problemi che esso sollevava trent anni fa e capire come essa si sia oggi fatta ancor più drammatica: per esempio, il rapporto tra creatività e tecnologia è rimasto irrisolto (nel senso che la prima non riesce tuttora a sfruttare appieno le potenzialità della seconda); l orizzonte comune tra arte, progetto e ideologia non si è ricostituito; l equilibrio tra ideazione e produzione è rimasto instabile se non inesistente. Il varco di cui parla Marotta è dunque quello contenuto nella mostra e in ogni singola opera in essa esposta - che dovrà consentire a lui e a tutti noi di uscire dagli steccati della paralizzante nostalgia, per proseguire il cammino iniziato trent anni fa, consapevoli del valore di ciò allora che fu fatto, ma anche del nuovo impegno che l oggi, e soprattutto il domani, ci richiedono. Maurizio Vitta
he exhibition in Macerata dedicated to Gino
T Marotta is a piece of history: the history of a
cultural project as well as of an artistic proposal, of a cultural climate as well as of a personal pursuit. The pieces on exhibition - largely created between the sixties and the early seventies - are witness to this; and the writings contemporary to those pieces are a confirmation. These writings knew how to catch the deeper significance of that experimental fervor with singular insight. Already on the occasion of the 1998 exhibition in Rome, we had pointed out the representative value of these works, proposed again today (l Arca 122). Now we find the sense of an entire period in those translucent outlines, those industrious recreations of a nature that is challenged by technology, that enthusiasm for a material scanned in the most secret recesses of its soul, a material which molds the world on the basis of new conceptual models. Therefore, Marotta is right in reflecting upon the results of his intense experimentation, which has long departed from the world of current events to take part in the more reliable field of history. He was even righter in recalling the sense of a beautiful season of our life, made of spaceships, moon landings, the Beatles, India
n Gino
Marotta, Il grande alone, metacrilato colorato trasparente fluorescente/fluore scent, transparent, coloured metacrylate, 115x106x40 cm, 1998.
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n Gino
Marotta, Oasi, sculture in metacrilato colorato insieme/coloured metacrylate sculptures, 138x125x80 cm. Nella pagina a fianco, sopra/opposite page, top, Gino Marotta, Sotto le mimose, lungo il fiume, metacrilato colorato trasparente assemblato/assembled, transparent, coloured metacrylate, 91x71x20 cm, 1999; sotto/bottom, Gino Marotta, Oasi, metacrilato colorato insieme/ transparent, coloured metacrylate, 150x135x90cm.
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and psychedelic lights, new drama, new writers and a great number of friendly poets and scientists that have filled us with pride and invaluable sweetness. Mainly, however, he was right when he connected the restoration of old masterpieces with the realization of new works which - as he himself says - are somehow a continuation of the former. By almost absent-mindedly using materials and manners that have guarded the memory of histories which still today interest and attract me, I hope to have achieved a new, ulterior opening that will allow me to continue stepping into and out of this very private wonderland of mine. This is very well said - and not only because the statement helps us understand the secret matrix of Marotta s work, but also because it warns of danger, always lying in wait in this kind of concept. But Marotta appropriately manages to avoid this danger due to his opening . Nostalgia, memory that turns into regret, the reinterpretation of the past as an existential balance are, in fact, traps in which it is sometimes easy to fall. Mortal traps as we know, since art doesn t feed upon history any more than it should. Therefore, interpreting Marotta s work as a sort of representation of the main trends in vogue in the sixties of the
twentieth century (with those years intense relationship between art, science, philosophy, technology and planning, all closed in a miraculous balance that is now unrepeatable, since it was tied to objective ideological convergences, as well as accord in intent) would be like banishing him to a sterile museum dimension. We should instead grasp the essence of the problems he brought up thirty years ago and try to understand how today it is even more dramatic: for instance, the relationship between creativity and technology has remained unresolved (in the sense that the former still can t fully use the potentials of the latter). Furthermore, the common horizon between art, design and ideology has not been recomposed; the balance between conception and production has stayed unstable, if not nonexistent. The opening Marotta refers to - which can be seen in the exhibition and in every work on display - is what will allow him and all of us to close all the gates of paralizing nostalgia behind us, so as to continue the journey we started thirty years ago. We must be aware of the value of what was done then, but also of the new commitment demanded by today, and especially by tomorrow. Maurizio Vitta
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Grandi mostre a New York A Century of American Art i vuole tracciare la storia mondiale dell arte di
S questo secolo? Basterà occuparsi degli artisti e degli
autori americani. O perché promotori di situazioni nuove o perché attori protagonisti di tendenze importate dall Europa, gli americani hanno finito col rappresentare il fulcro, ideologico e mercantile, di cento anni. Segnatamente a cominciare dal 1913, data della famosa mostra Armory Show nella quale oltreoceano arrivarono le novità europee, anche se si potrebbe dire più semplicemente parigine, essendo allora la capitale francese davvero Ville Lumière. Ma a spostare l epicentro dell arte da Parigi a New York contribuirono non poco Picabia, Duchamp e i coniugi Arensberg, grandi mecenati. Storia dell America uguale storia del mondo? Non è poi così esagerato dirlo. Salvo talune aree geografiche contrassegnate da un forte attaccamento alle proprie radici autoctone (L Indonesia o la Cina; ma è stato solo un problema di tempo, di ritardo nell adeguamento alla situazione generale), quasi tutti i Paesi via via si sono americanizzati: in via diretta o indiretta. Il secondo caso vale per quelle zone che hanno subito influenze di varie nazioni europee (si veda l Africa) e, quindi, indirettamente, degli Stati Uniti. La riflessione è provocata dalla grande e complessa mostra newyorkese The American Century: Art and Culture 1900-2000 . Se ne occupa il Whitney Museum con l obiettivo di mettere in luce il carattere della creatività americana di questo secolo. L arte è il contenuto principale, ma in connessione costante con altre discipline espressive, come danza, musica, letteratura, cinema, ecc. Una tale impresa richiedeva un progetto particolare, ben diverso da quello delle mostre abituali. Anche perché si tratta di 1400 opere. Intanto, due fasi espositive. L intera iniziativa si è inaugurata la scorsa primavera con la prima fase che dura fino a tutto agosto 1999. La seconda si svolge dal settembre di quest anno al gennaio del prossimo. Vi collaborano una quarantina di esperti delle varie discipline che fanno capo a Barbara Haskell (curatrice presso il Whitney e, prima, presso il San Francisco Museum of Art) e a Lisa Phillips (direttore aggiunto del New Museum of Contemporary Art di New York). Due curatori donna: una specie di riscatto femminista contro un secolo di arte su cui ha imperato il sesso maschile non senza la mediazione del gioco androgino di Marcel Duchamp, dal 1915 fissatosi a New York. La prima parte, firmata dalla Haskell, comprende le seguenti sezioni: L America nell epoca della fiducia (1900-1919) , L America al tempo del Jazz (1920-1929) , L America in crisi (1930-1939) , L America degli anni
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40 . Inevitabilmente infinito il numero dagli artisti. Superfluo fare citazioni. Sul piano politico-sociale non vi è dubbio che un momento cruciale è quello degli anni Quaranta: la guerra in Europa (ci sono, ovviamente, i contributi documemtaristici di Frank Capra), l arrivo degli intellettuali europei. Nascono i problemi dell identità. Si va formando una nuova identità americana. E giustamente uno degli obiettivi in sottofondo di questa grande iniziativa è quello di esplorare il mutamento caratteriale degli americani. La seconda parte del secolo, coordinata da Lisa Phillips, tocca gli antecedenti delle neoavanguardie e quindi queste ultime direttamente fino a giungere ai nostri giorni (parte di questo stesso periodo è oggetto di un altra mostra, aperta fino all 11 luglio presso la Schrin Kunsthalle di Francoforte, dal titolo Arte Americana dall Espressionismo alla Pop Art. Between Art and Life , che riunisce, dietro la cura di Thomas Messer, 51 dipinti di 22 artisti). L allestimento è senza dubbio vivacizzato dalla indisciplinata e variegata tipologia della produzione artistica. Fino ad arrivare alla vivacità delle nuove tecnologie e alla grande installazione video di Nam June Paik composto di 40 schermi. E poi ambienti, virtualità, ecc. Ma l iniziativa estende i suoi effetti ben oltre l arco temporale della mostra. Essa costituisce in un certo senso l avvio per una ricerca continua sul tema. In collaborazione con la Intel Corporation e le alte tecnologie da questa messe a disposizione, si è inteso allargare il numero delle reti perché ognuno dalla propria casa possa conoscere le opere proposte. A titolo di strumento educativo, il sito consente, per esempio, ai professori da Omaha a Helsinki a Tokyo di inglobare virtualmente la mostra nelle proprie esplorazioni virtuali. David A.Ross, direttore del Moma di San Francisco sottolinea infatti che mentre il secolo americano ci riporta indietro lungo cento anni, la collaborazione con Intel ci proietta verso il futuro . New York è in fermento anche per una mostra di eccezionale importanza dedicata al surrealismo e basata sulla collezione di Nesuhi Ertegun e di Daniel Filipacchi. E la prima volta che le due collezioni vengono riunite. E la curiosità si fa più forte se si considera che i due collezionisti hanno raccolto sulla base di una lunga amicizia. Si espongono anche opere mai viste di alcuni dei maestri del surrealismo. Ma non si vedrà mai un opera che sia fedele ancoraggio al padre della psicanalisi a cui quegli autori, a cominciare da Breton, volevano rifarsi. Freud negò sempre questa paternità. Ma le opere in questa mostra aperta fino al 12 settembre sono eccezionali. Carmelo Strano
n Nella
pagina precedente/previous page, Edward Hopper, Early Sunday Morning, olio su tela/oil on canvas, 1930.
Sopra/above, René Magritte, La race blanche (The White Race), olio su tela/oil on canvas, 40x30 cm, 1937.
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n Frida
Kahlo, El sueño (or La cama) The Dream (or The Bed), olio su tela/oil on canvas, 74x98,5 cm, 1940. Nella pagina a fianco/opposite page, Joseph Cornell, Untitled (Chinese Bottle), costruzione dentro a una bottiglia/construction in a bottle, 20,8x8,9x5,7 cm, 1933.
o outline this century s history of art around the world
T it s enough to concentrate on American artists and
authors. Either because they are promoters of new situations or because they are the chief protagonists of European trends, Americans have ended up representing the ideological and commercial mainstay of about one hundred years of art. It all started precisely in 1913, the date of the famous Armory Show , when new European forms traveled across the ocean to New York; or we might say new Parisian forms, since in those years the French capital was the true Ville Lumière. But those who really contributed to shifting the epicenter of art from Paris to New York were Picabia, Duchamp and the Arensburg couple, all great patrons of artistic activity. Does this mean that the history of America is equivalent to the history of the world? It wouldn t be exaggerated to say so. Except for a few geographical areas marked by a strong attachment to their own native roots (Indonesia or China - but it was only a matter of time, of a delay in adapting to the general situation), all countries have slowly been Americanized, either directly or indirectly. In the second case we re referring to those areas that have been influenced by various European nations (such as Africa) , and thus indirectly by the United States. What has given rise to these considerations is the great, complex exhibition in New York, The American Century: Art and Culture 1900-2000. The show was organized by the Whitney Museum with the aim of highlighting the character of this century s American creativity. Art is the main subject, but it is constantly linked to other expressive disciplines, such as dance, music, literature, the cinema, etc. Such an undertaking needed special planning, quite different from what is done for regular exhibitions. This is also due to the fact that we re dealing with 1,400 works. There are two cycles of display. The entire initiative was inaugurated last spring with the first cycle, that will last until the end of August 1999. The second will begin next September and end in January next year. About forty experts from various fields are taking part in the initiative, which is headed by Barbara Haskell (Now the curator of the Whitney Museum and formerly of the San Francisco Museum of Art) and Lisa Phillips (assistant curator of the New Museum of Contemporary Art in New York). Two women curators: a sort of feminist liberation against a century of art in which men have predominated, with the help of the androgynous mediation carried out by Marcel Duchamp, who settled in New York in1915. The first part of the exhibition, organized by Haskell, includes the following sections: America in the era of confidence (1900-1919) , America in the time of Jazz (1920-1929), America during recession (1930-1939) ,
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America in the forties . Inevitably, an infinite number of artists belong to these periods; there is no point in mentioning any one of them in particular. Undoubtedly, the forties were crucial years from a sociopolitical point of view: the war in Europe (of course we have Frank Capra s documentary contributions), the arrival of European intellectuals. Problems of identity arose. A new American identity was formed. And of course, one of the objectives that are implied by this great initiative is the exploration of the changing American character. The second part of the century, coordinated by Lisa Phillips, deals with the precursors of the neo-avantgardes, and the period that goes from the latter directly to our times (the art of part of this period is on display in another exhibition, open until July 11th at the Schrin Kunsthalle of Frankfurt, entitled American Art from Expressionism to Pop Art. Between Art and Life . This exhibition, which is organized by Thomas Messer, puts together 51 paintings created by 22 artists). The preparation of the show is undoubtedly enlivened by the undisciplined and varied character of the artistic production. We then get to the liveliness of new technologies and Nam June Paik s great video installation, made up of 40 screens. Plus environments, virtuality, etc. But the effects of the initiative will be felt long after the end of the exhibition. In a certain sense, it is the beginning of a new, continuous pursuit of the subject. In cooperation with the Intel Corporation and the high technologies made available thereby, the number of networks was increased so that anyone can become acquainted with the artistic works from his/her own home. As an educational instrument, for instance, the site allows professors from Omaha to Helsinki to Tokyo to include the exhibition virtually in their own virtual explorations. In fact, David A. Ross, director of the Moma in San Francisco, points out that while the American century takes us back one hundred years, the cooperation with Intel casts us into the future . New York is in a state of ferment also due to another, extremely important exhibition dedicated to surrealism and based on Nesuhi Ertegun s and Daliel Filipacchi s collection. It s the first time that two collections are combined. And if we consider that the two collectors have a long friendship behind them, our curiosity is further sharpened. New works by a number of the masters of surrealism are also on display. But not one of the works can be considered faithfully anchored to the father of psychoanalysis whom those authors, beginning with Breton, wanted to follow. Freud always denied this paternity. But the works displayed in this exhibition, which will be open until the 12th of September, are extraordinary. Carmelo Strano
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n Sopra/above,
Edward Hopper, Chop Suey, olio su tela/oil on canvas, 1929. A destra/right, André Breton, Le surréalisme et la peinture(Surrealism and Painting), pelle e materiali misti/leather and mixed media, 24,8x20,3x4 cm, 1928.
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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Trasparenze sulla Senna Caisse des Dépôts et Consignations Progetto: Christian Hauvette
Parigi Rive Gauche, il lungo Senna e la futura Avenue de France - destinata a divenire l equivalente dei Champs nell est parigino -, è attualmente tra i settori privilegiati, con Bercy, per le attività terziarie direzionali. La Caisse des Dépôts et Consignations, una delle principali istituzioni francesi nei settori della finanza e della pianificazione, ha deciso di costruire proprio qui, nel quartiere Austerliz, alle spalle della omonima stazione e all altezza del ponte Charles de Gaulle, la propria nuova sede facendosi sostenitrice di un programma urbanistico volto al potenziamento della qualità di vita e alla valorizzazione di questo futuro quartiere. Un committente prestigioso e un programma altrettanto complesso - 22.000 metri quadrati, 150 metri di facciata lungo la Senna e un sostenuto stanziamento di spesa, 180 milioni di Franchi (circa 54 miliardi di lire) confluito in un concorso internazionale che ha visto vincitore Chistian Hauvette. Il progetto di Hauvette è esplicito e immediato. E un progetto urbano, razionale e contemporaneo che fa proprie le suggestioni del luogo e le traduce in un ottica rinnovata dove vengono privilegiati gli elementi umani, i rapporti di relazione con la città, il paesaggio, la storia. Inscritto in un lotto triangolare tra le rive della Senna e l avenue de France, il nuovo edificio non si fa condizionare dagli allineamenti perimetrali e rompe con scontati rapporti di simmetria proponendo una forma slanciata e dinamica che si proietta verso l esterno strutturando un nuovo paesaggio urbano. Lo sviluppo del volume è scandito dalla differenziazione degli orizzontamenti che affermano la dimensione lungitudinale del lotto. Uno zoccolo in cemento che individua il settore occupato dagli spazi comuni e di sevizio, risolve il dislivello tra lungo fiume e viale; una fascia intermedia di sei piani, destinata agli spazi uffici, che si sviluppa a U attorno a un atrio centrale a tutt altezza e infine un prisma monolitico e astratto di due piani a coronamento dell insieme. Il blocco degli uffici è l elemento cardine del progetto da cui si genera l insieme di forze che strutturano la nuova maglia urbana e regolano il rapporto con gli edifici limitrofi. Tagliata di sbieco e completamente vetrata, la facciata sulla Senna traduce il rapporto con la storia e la geografia del luogo attraverso una grande finestra larga 38 metri e alta 23 che conclude la via interna, cuore del progetto, attorno al quale si distribuiscono le diverse funzioni. Lungo avenue de France, orientato a sud-est, il fronte è scandito da una maglia
metallica che si apre in ampie vetrate in corrispondenza dei saloni distribuiti ai piani. L angolo del lotto viene tracciato dallo sviluppo arrotondato di un terzo elemento di facciata che elude l effetto di prua attraverso il trattamento dissimetrico delle due facciate. Il progetto di Hauvette si erge così a simbolo, convincente e avvincente, di una politica urbana di vasta portata che coinvolge il potenziamento qualitativo e lo sviluppo urbanistico di un nuovo quartiere. Elena Cardani The Left Bank in Paris, the Seine embankment, and the future Avenue de France - destined to become the equivalent of the Champs in the eastern part of the city - is now among the most privileged sectors, along with Bercy, for business and commercial activities. La Caisse des Dépôts et Consignations, one of the main French institutions in the finance and planning sectors, has decided to build its new main office building precisely here in the Austerliz quarter, to the rear of the station of the same name and at the level of the Charles de Gaulle bridge, thereby making itself the supporter of a town plan aimed at improving the quality of life in this future quarter and increasing its value. A prestigious client and a rather complex programme - 22,000 sq.m., 150 m of façade along the Seine and a steady allocation of funds, 180 million FF. - all of which flowed into an international competition won by Christian Hauvette. Hauvette s plan is explicit and immediate. It is a functional and contemporary town plan that absorbs the suggestions emanating from the place and
conveys them from quite a new point of view, in which hunan elements are emphasized, as well as relations with the city, the countryside, and history. Inscribed in a triangular lot between the bank of the Seine and l Avenue de France, the new building refuses to be conditioned by the surrounding alignments and, breaking with the usual symmetrical relations, proposes a soaring and dynamic form that projects outwards and structures a new cityscape. The development of the volume is punctuated by the differentiated orientation that determines the longitudinal dimension of the lot. A cement base which indicates the sector occupied by common and service spaces resolves the difference in level between the river embankment and the avenue; an intermediate strip of six storeys to be used for office spaces, which makes a U turn round the central entrance hall up to its full height, and lastly a monolithic and abstract twostorey prism which crowns the whole. The office block, the cardinal element of the project, generates the totality of the forces structuring the new urban grid and regulates the relation with the neighbouring buildings. Cut at a slant and completely glazed, the façade overlooking the Seine conveys its relationship with the history and geography of the place through a large window, 38 m. long and 23 m. high, which ends the inner corridor, the heart of the plan, around which all the various functions are arranged. Along l Avenue de France, which moves south-west, the front is punctuated by a metal grid which opens in ample windows corresponding to the large halls distributed on the various floors. The corner of the lot is marked by the rounded development of a third element of the façade which avoids the effect of a prow through the unsymmetrical treatment of the two façades. Hauvette s plan, then, becomes a convincing and attractive symbol of a far-reaching urban policy which involves the qualitative strengthening and urbanistic development of a new quarter. Pianta del piano terra e rendering della nuova sede parigina della Caisse de Dépôts et Consignations. Plan of the ground floor and renderings of the new headquarters of the Caisse de Dépôts et Consignations in Paris.
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Scuola materna in Aspromonte Progetto: Marcello Sestito
Rifiuto della linea retta, piani inclinati, superfici concave come vele gonfie di vento ma anche come senso di accoglienza per i bambini che frequenteranno la nuova struttura. Il progetto di Marcello Sestito per la scuola materna di Cardeto sud, in Aspromonte, è stata anche occasione di riflessione generale sul rapporto fra architettura e fruitore. Stabilire insomma quando sia il caso di modulare una nuova struttura sulla conformazione del luogo, del contesto urbano, oppure seguire più le funzioni e il tipo di
persone cui l edificio è destinato. In questo caso il contesto suggeriva ben poche linee guida: il luogo non presenta caratteri forti. L area è inoltre piuttosto distante da altri insediamenti, per cui è assente anche un minimo rapporto visivo con altre realtà urbane. La soluzione adottata dai progettisti è stata impostata sulla tipologia dell edificio. L impianto della scuola materna si sviluppa su tre corpi orientati nord-sud. Comprende rampa, locali mensa, cucina e relativi servizi. La mensa accoglie al piano
Sezioni longitudinale e trasversale, piante del piano terra e del primo piano e schizzo
dell asilo progettato da Marcello Sestito in Aspromonte.
superiore una piccola sala di lettura, da cui si accede a un terrazzino progettato come spazio di prolungamento di un sistema che congiunge il nuovo edificio alla scuola elementare esistente. Il complesso è caratterizzato da volumi compenetrati fra loro e da un corpo aggettante simile a una grande vela. La parete aggettante si prolunga fino a determinare sul lato nordsud l ingresso della rampa, a sua volte elemento di connessione fra scuola e nuovo centro polifunzionale. Configurato
Longitudinal and cross sections, plans of the ground floor and of the first floor and sketch of
the nursery school in Aspromonte designed by Marcello Sestito.
secondo un accentuata articolazione volumetrica fino ad apparire compositivamente sgrammaticato , l edificio ricerca in realtà un suo equilibrio, evitando di cadere nel banale attraverso assialità, ritmi, simmetrie e ribaltamenti propri di un lessico allineato alla più ossequiosa ortodossia scolastica, contaminandosi invece con il mondo della linea curva, dell obliquo, così simile al ritmo vitalistico e imprevedibile dell esistenza. Carlo Paganelli Rendering dell asilo con i percorsi esterni e il cortile interno. Renderings of the nursery school showing the interior paths and the interior courtyard.
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Gli italiani di Europan European Residences Europan, il programma di ricerche per nuove architetture è giunto alla sua quinta edizione. Anche quest anno la formula di questo concorso biennale prevedeva la partecipazione di architetti di tredici Paesi Europei di età inferiore ai quaranta anni. L obiettivo generale di Europan è di raccogliere nuove idee su temi comuni alle città europee, facilitare il conferimento di incarichi professionali a giovani progettisti e animare il dibattito fra le reti di professionisti e le Amministrazioni locali. Europan 5 ha scelto come campo di indagine gli spazi urbani abbandonati e il loro intersecarsi con le reti di trasporto dando come titolo al concorso Spostamenti e prossimità, i nuovi paesaggi residenziali . Negli ultimi cinquanta anni le città europee si sono sviluppate consumando ampie zone periferiche a partire dagli assi principali di spostamento e dai frammenti edificati tra cui tuttora sopravvivono spazi privi di destinazione d uso. Inoltre, le città hanno lasciato improduttive aree di proprietà pubblica, le cui funzioni sono ormai divenute obsolete. Si pone ora il problema di recuperare questi spazi interstiziali per trasformarli in luoghi da abitare. In questo contesto Europan, che tende, oltre allo stimolo di idee alla concretizzazione dei progetti, promuove i progetti premiati mettendo in contatto i vincitori con gli operatori, pubblici e privati, che hanno proposto i casi di studio per il concorso e offre la propria assistenza anche in fase di realizzazione. Europan è coordinato da una Associazione costituita dalle
Associazioni nazionali dei tredici Paesi che vi hanno aderito. Queste riuniscono rappresentanti del mondo dell architettura, dei poteri pubblici, dei ricercatori con cui, nel corso di questa quinta edizione sono stati organizzati incontri e dibattiti. La giurie nazionali di Europan 5 hanno esaminato oltre 1600 progetti su un insieme di 67 aree di città europee presentate come aree di studio. La conclusione dei lavori ha visto 50 vincitori e 63 segnalati tra i partecipanti di tutti i Paesi. I giovani architetti hanno largamente sfruttato l opportunità di potersi confrontare con nuovi contesti urbani: infatti, circa il 40% dei gruppi ha presentato un progetto per Paese diverso dal proprio. In Italia, i casi di studio proposti dalle Amministrazioni di Ancona, Catania, Collegno, Palermo, Roma, Savona (Enel) e Torino sono stati oggetto di 130 progetti con sei vincitori, otto segnalati e cinque menzionati. I vincitori sono stati i gruppi capitanati da: Cherubino Gambardella (sito di Ancona), Francesco Nicita (sito di Catania), Andreina Mandara (sito di Collegno), Elisa Palazzo (sito di Palermo), Birgit Schlieps (sito di Roma), Giovanni Pogliani (sito di Savona). Europan 5 si concluderà con un Forum, che accompagna la premiazione dei progetti vincitori, ospitato a Ginevra il 5 settembre prossimo. Informazioni sulle pubblicazioni, sulle manifestazioni e attività promosse da Europan e su tutto ciò che riguarda i concorsi si possono consultare nel sito web www.archiworld.it. A sinistra, il progetto di Cherubino Gambardella vincitore per l area di Ancona. A destra, dall alto in basso, i progetti di Fabio Scarpicino (segnalato per Catania), di Giovanni Pogliani vincitore per l area di Savona, e di Gabriele Cigliutti (segnalato per Torino). Left, the project by Cherubino Gambardella, winner for the Ancona area. Right from top to bottom, the projects by: Fabio Scarpicino (signalled for Catania), Giovanni Pogliani winner for the Savona area, and Gabriele Cigliutti (signalled for Torino).
Europan, which is a research programme for new works of architecture, is now at its fifth edition. This year, too, the formula adopted for this biennial competition provides for the participation of architects under forty years of age from thirteen European countries. The general objective of Europan is to gather new ideas on themes common to European cities, to facilitate the conferment of commissions on young planners for professional work, and to stimulate debate between professional networks and local administrations. As a field of research Europan has chosen abandoned urban spaces and how they intersect with transport networks, and it has given the competition the title Transfers and Proximities, the new residential landscapes . In the last fifty years European cities have developed by consuming large zones on the outskirts, beginning with the main axes of movement and with structural fragments, of which there still survive spaces without any specific destination. Moreover, the cities have left unproductive some areas of public property whose functions have now become obsolete. The problem now is how to recover these interstitial spaces and transform them into residential areas. In this context Europan, which besides acting as a stimulus to the concrete elaboration of ideas for projects, also promotes prizewinning projects by putting into contact winners and public and private operators who have not only proposed the themes for the competition but have offered their assistance also in the phases of their realization. Europan is coordinated by an Association consisting of the national associations of the thirteen countries participating. The associations bring together representatives from the world of architecture, public affairs, and research, participants with whom meetings and debates have been organized for this fifth edition. The national juries of Europan have examed more than 1600 projects out of a total of 67 areas of European cities presented as study areas. Their work was concluded with the naming of 50 winners and with 63 honourable mentions among all the countries participating. These young architects have all taken advantage of the opportunity to engage with the problems of new urban contexts: in fact, about 40% of the groups presented projects for countries other than their own. In Italy, the themes proposed by the Administrations of Ancona, Catania, Collegno, Palermo, Rome, Savona (Enel) and Turin were the object of 130 projects, with six winners, eight runnersup, and five honourable mentions.
The winners were the groups headed by: Cherubino Gambardella (for the area of Ancona), Francesco Nicita (for the area of Catania), Andreina Mandara (for the area of Collegno), Elisa Palazzo (for the area of Palermo), Birgit Schlieps (for the area of Rome), and Giovanni Pogliani (for the area of Savona). Europan 5 will end with a Forum, which will accompany the prizewinning ceremony to be held in Geneva next September 5. Information on publications, events, and activities promoted by Europan and on everything concerning the competitions can be found the website: www.archiworld.it.
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Sezione e pianta del piano terra del polo scientifico e di ricerca dell Isle d Abeau.
Scuola e cantiere In Isle d Abeau
Section and plan of the ground floor of the scientific and research pole in Isle d Abeau.
Progetto: Lipsky et Rollet
Il programma è particolarmente innovativo, gli obiettivi ambiziosi: creare un polo di ricerca scientifica, di sperimentazione e pratica di cantiere, un atelier d arte e uno spazio espositivo aperto al pubblico. Unico nel suo genere, il progetto per i nuovi atelier della ville nouvelle de l Isle d Abeau, vicino a Lione, traduce la portata di un concetto pedagogico attivo che si allinea a una cultura del costruire intesa come insieme di pratiche e modelli utilizzabili per mettere in forma la materia . Un tema progettuale stimolante che Lipsky e Rollet hanno interpretato in modo convincente mettendo a punto una sorta di griglia funzionale dove spazi esterni e interni, attività creative, di studio e di produzione si incrociano e compenetrano dando origine a un sistema di flussi continuamente relazionati e continuamente interagenti. L architettura diviene uno sfondo quasi neutro, che si struttura sulla base di un percorso funzionale direttore privilegiando uno schema organizzativo e distributivo razionale che garantisce la flessibilità del programma. Il complesso è individuato da una grande copertura traslucida e trasparente realizzata in elementi di policarbonato sostenuti da un ossatura in legno. Tutte le funzioni e gli spazi di attività sono distribuiti sotto questo manto continuo sviluppato, a 9 metri dal suolo, al di sopra di una piattaforma generale. Questo elemento è la base strutturale sulla quale si compone l insieme degli spazi interni ed esterni, ne assicura la continuità e rende agevole il trasporto degli elementi e dei
materiali da costruzione. Il cuore del progetto è rappresentato da uno spazio coperto rettangolare, la grande halle, lungo 30 metri con lato di 15 e altezza di 8 metri che consente lo svolgimento delle attività di cantiere e il montaggio dei prototipi di grandi dimensioni. Questo padiglione, formato da una struttura metallica scandita da campate regolari e rivestito da un involucro trasparente in policarbonato ondulato, si prolunga verso l esterno attraverso delle piattaforme di sperimentazione. Una spina centrale a sezione quadrata che riunisce i sistemi di distribuzione separa il volume della grande halle da un blocco in muratura isolato acusticamente verso l esterno e adibito alle strutture di supporto per l attività di cantiere e agli spazi destinati alla parte teorica e di vita scolastica. Al suo interno si trovano, infatti, distribuiti a piano terreno, i laboratori per la lavorazione dei materiali utilizzati nel cantiere, gli spogliatoi per gli studenti, i locali tecnici e la caffetteria mentre il primo piano ospita l amministrazione, gli uffici degli insegnanti e due grandi aule. Il problema dello stoccaggio del materiale è infine risolto da una serie di contenitori in struttura d acciaio, collocati alle spalle del blocco in muratura, che come vere e proprie scaffalature permettono di immagazzinare il materiale necessario alla sperimentazione su più livelli assicurando la protezione e la sicurezza
indispensabili alla lavorazione. Altro atout del progetto è un concetto di gestione dei consumi attento al risparmio di energia e alla possibilità di riciclaggio dei materiali di scarto. Sposando una logica razionale e coerente alla funzionalità di un programma pedagogico sperimentale, Lipsky e Rollet hanno trovato nella immediatezza e nella semplicità del messaggio un mezzo efficace per esprimere una poetica del costruire che si fa interprete di un nuovo modo di intendere il futuro del nostro paesaggio. Elena Cardani A particularly innovative programme, this, and one rather ambitious in its objectives: to create a pole of scientific research, of experimentation and practice in the work of the building yard, as well as an art studio and exhibition space open to the public. Unique in its kind, the project for the new studio of the Ville Nouvelle de l Isle d Abeau, not far from Lyons, conveys the significance of an active pedagogical concept in line with an approach to construction understood as a range of practices and models utilizable in the shaping of materials . Lipsky et Rollet interpret this stimulating project convincingly, setting up a sort of functional grid in which exterior and interior spaces, and creative, study, and production activities cross and intertwine, giving rise to a system of continually related Sopra, planimetria generale e a sinistra, rendering. Above, site plan and, left, rendering.
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and continually interactive flux. Architecture becomes an almost neutral backdrop structured on the basis of a functional directional path giving precedence to a rational and distributional scheme that guarantees the flexibility of the programme. The complex is marked by a large translucent and transparent roofing consisting of polycarbonate elements underpinned by a wooden framework. All the functions and spaces for activities are distributed under this continuous covering, constructed 9 metres above the ground, over a general platform. This is the structural base on which all the interior and exterior spaces have been built, ensuring their continuity and facilitating the transposing of building elements and materials. The heart of the project is represented by a roofed rectangular space, the great hall, 30 metres long, 15 metres wide, and 8 metres high, which provides room for building yard activities and the assembling of large-scale prototypes. Consisting of a metal structure punctuated by regularly spaced spans and covered with a transparent corrugated polycarbonate shell, the pavilion extends towards the outside across testing platforms. A central square section cotter joining the distribution systems separates the volume of the great hall by means of a wall block acoustically isolated from the outside and used for the supporting structures in building yard activities and for the rooms reserved for theory and teaching. In fact, in the interior, distributed along the ground floor, one finds the workshops for the working of the materials utilized in the building yard, the students changing rooms, the technical rooms, and the coffee bar, while the first floor accommodates the administration, the teachers offices and two large halls. Lastly, the problem of stockpiling materials is solved by a series of steel-structured containers situated to the rear of the wall block, which can be used as shelves for the storing on various levels of materials needed for testing and which also ensure the protection and safety indispensable for working them. Another strong point of the project is a concept of administering consumption aimed at saving energy and recycling rejected materials, wherever possible. Marrying a rational and coherent logic with the functionality of an experimental pedagogical programme, Lipsky et Rollet have found in the immediacy and simplicity of their message an effective means of expressing a poetics of construction that conveys a new way of interpreting the future of our countryside.
Philip Johnson a Venezia Children s World
In occasione della XLVIII Biennale di Venezia, l organizzazione non profit Art in the World (fondata nel 1995 da Adelina von Fürstenberg e impegnata nel patrocinio dell arte contemporanea e nel sostegno umanitario) ha organizzato una mostra, aperta fino all 11 luglio, dedicata a Philip Johnson. Allestita a Palazzo Zenobio di Venezia, la mostra è incentrata sull opera più recente del padre dei tre movimenti più significativi dell architettura degli ultimi sessant anni: l International Style, il Post Moderno e il Decostruttivismo. Si tratta del progetto per il Museo dell Infanzia a Guadalajara in Messico, che fa parte di un ampio Centro Commerciale e Culturale progettato dall architetto Enrique Norten per conto di Omnilife. Come racconta lo stesso Johnson in un intervista con Hilary Lewis Ciò che sto creando in realtà è un mondo dei bambini, che è perfettamente adeguato al fatto che a 92 anni sono entrato nella mia seconda infanzia . Con questo spirito di ricerca e meraviglia, che da sempre contraddistingue la sua opera, Johnson si è avvicinato a questo progetto cercando idee e forme nuove. Così, invece di progettare un unico edificio ne ha progettati quattro, vagamente ispirati al cubo (padiglione per lo studio dell arte), al cono (destinato alla musica), al cilindro (che conterrà un aula) e alla piramide (per lo studio dell artigianato e della scultura). Ma le forme platoniche primarie sono deformate: così il cilindro diventa una sorta di rotolo, i coni sono rastremati e rovesciati, le piramidi sono inclinate e collidono l una con l altra, i cubi sono affusolati e schiacciati insieme. Il tutto è collocato su un isola artificiale di circa 4.000 metri quadrati, situata al termine di un percorso pedonale rialzato lungo circa
cinque chilometri e pensato come un avventuroso ponte di corda, che costituisce il vero e proprio ingresso al museo. Grazie al clima secco di Guadalajara, infatti, le strutture saranno aperte e senza porte. Il progetto prevede inoltre che nell isola siano piantate palme a formare un reticolo cartesiano in cui gli oggetti-edifici saranno disposti secondo uno schema irregolare. Altro aspetto importante sarà il colore: il calcestruzzo di cui saranno costituiti gli edifici sarà dipinto sul lato esterno con terra colorata; per contrasto gli interni avranno tinte luminose e violente, quali rosa, viola arancione brillante per dare all insieme un tocco della tradizione messicana. I modelli dei padiglioni sono presentati in questa mostra veneziana insieme a una linea di piatti disegnata da Philip Johnson per FrancisFrancis!, una nuova serie di prodotti promossa da Francesco Illy e ispirata anch essa allo spirito di emozione e scoperta dell infanzia. On the occasion of the 48th Biennial of Venice, the non-profit organization Art in the World (founded in 1995 by Adelina von Fürstenberg and committed to the sponsorship of contemporary art and humanitarian support) has organized a Philip Johnson exhibit which will be open to the
Sotto, il padiglione contente l aula di insegnamento del Museo di Bambini a
Guadalajara, progettato da Philip Johnson.
public until July 11. Mounted in the Palazzo Zenobio in Venice, the show concentrates on the most recent work of the father of the three most significant movements in the architecture of the last sixty years: the International Style, Post-Modern, and Deconstructionism. The work in question is Johnson s project for the Children s Museum in Guadalajara, Mexico, which is part of an extensive Cultural and Commercial Centre planned by architect Enrique Norten for Omnilife. As Johnson himself remarked during an interview with Hilary Lewis, Actually, what I m creating here is a children s world, which fits in perfectly with the fact that at 92 I am now in my second childhood . It is in this spirit of quest and wonder, which has always marked his work, that Johnson has approached this project,
Below, the classroom pavilion of the Children s Museum in
Guadalajara, designed by Philip Johnson.
seeking ideas and new forms. Accordingly, instead of planning a single building, he has planned four, vaguely inspired by a cube (a pavilion for the study of art), a cone (for music), a cylinder (which will contain a hall) and a pyramid (for the study of handicrafts and sculpture). But the primary Platonic forms have been deformed: with the cylinder becoming a sort of roll, the cones being tapered and overturned, the cubes sloping and colliding with one another, and the cubes both tapering and crushed together. All of this placed on an artificial island of about 4,000 sq.m. situated at the end of a raised pedestrian walk about 5 km long conceived as a sort of adventurous rope bridge constituting the real entrance to the museum. Owing to the dry climate of Guadalajara, in fact, the structures will be left open and without doors. The project also provides for the island being planted with palm trees so positioned as to form a Cartesian grid in which the building-objects are arranged according to an irregular scheme. Another important aspect is to be colour: the concrete used in making the buildings will be painted with coloured clay on the exterior; in contrast, the interiors will have luminous strong hues, such as pink and a bright orangecoloured purple, in order to give the whole a touch of the Mexican tradition. The models of these pavilions are presented in this Venice show together with a line of plates designed by Philip Johnson for FrancisFrancis!, a new series of products promoted by Francesco Illy and also inspired by the spirit of emotion and discovery of childhood. A sinistra, il padiglione per lo studio dell arte. Sotto, quello per per lo studio dell artigianato e della scultura e, a destra, quello per lo studio della musica. Left, art pavillion. Below, the sculpture and craftmanship pavilion and, right, the music pavillion.
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Incontro d arte Lille-Milano
Sensibili alle foglie Progetto: Maria Cristina Tullio (Capogruppo)
La Galleria d arte Fac Simile di Milano ha ospitato, fino al 20 giugno, le opere di Jean-Claude Desmergès, un pittore nato à Valenciennes, nel 1957, che vive e lavora tra Lille, Roubaix et Parigi. Nel tentativo di liberarsi dall idea convenzionale della pittura, l artista ha voluto dare un taglio filosofico alla sua opera per elaborare una nuova immagine mentale , approfondendo le teorie di Merleau Ponty, Bachelard e altri pensatori che si sono interessati al tema della percezione. In presenza di un oggetto - in questo caso, una sedia in bilico o una giacca appesa a un chiodo - Desmergès evita ogni narrazione in quanto non è la rappresentazione che lo interessa ma piuttosto la finzione dell atto di dipingere. Assorto in uno stato di contemplazione, anzi di nonessere, aspetta che sia l oggetto ad assorbirlo e che lo spazio diventi attivo. E in questo stato di rêverie bachelardienne che si attiva il processo di creazione e commincia il rituale: disponendo le tele in circolo, percepisce, grazie a questo dispositivo, punti di vista sempre differenti che traspone sulle tele, alla ricerca di una unità. Tenta con la via poietica e lo studio del suo comportamento in rapporto all opera di ritrovarsi in quanto individuo poiché, dice, io dipingo in una sorta di oblio di me stesso per liberarmi dall idea convenzionale della pittura . Rimette in discussione la pittura e si interroga sul perché del fare pittura. Ricerca di identità, liberazione per
mezzo della pittura sono i temi esistenziali che assillano la mente del pittore. E sarà la parola a venirle in aiuto per chiarire il suo pensiero pittorico. Così, dopo ogni seduta di lavoro, affida al suo journal de bord ogni evento che partecipa del suo metodo consistente nel dire e ridire l involontarietà dello sguardo, della mano e del corpo. Con il materiale della sua esistenza, mette in atto i suoi fantasmi scaturiti dal suo inconscio tormentato. Se è vero che uno degli aspetti più interessanti del lavoro dell artista è di rispecchiare le problematiche del suo tempo, dobbiamo ammettere che Desmergès si fa l interprete lucido della rimessa in discussione dell io psicanalitico nel tentativo di liberazione dal dubbio che da sempre assale l uomo contemporaneo.
Sensibilità pura e simmetrica C è modo, oggi, di realizzare dipinti sul grande terreno culturale dei Rothko o dei Klein, senza imitare questi grandi riferimenti? Pare di sì, a giudicare dagli ultimi lavori recenti di Silvana D Amaro
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recentemente presentati allo Spazio Vitale di Catania. Il titolo si ispira a un verso di Paul Eluard: Entre tes yeux et les images . Una tecnica mista, anche acquerello, incide, dentro e sulla superficie, di una carta fatta a mano ricca di rugosità le quali nel racconto pittorico diventano elemento connotativo. La trama non è solo cromatica. Essa si complica con bande geometriche orizzontali che sembrano dare il ritmo alla sensibilità affidata al puro colore. E il ritmo varia, non solamente in forza dello stato d animo dell autrice -che è cosa ovvia- ma anche in dipendenza della trama naturale della carta e delle suggestioni che arrivano dalla prima stesura complessiva di colore, quasi fondale monocromatico. E a queste circostanze che si deve il fatto che le bande hanno spessore variabile e ritmi di accostamento differenziati, ma in ogni caso senza trasgredire una tendenziale simmetria.
L intervento riguarda la sistemazione dei Giardini Diaz a Macerata. Realizzati nel 1905, i giardini avevano subito manomissioni che ne avevano alterato la forma originaria. La superficie dei riquadri era invasa dai viali centrali; siepi di bosso, piantate alla fine degli anni Sessanta, impedivano una fluida fruizione degli spazi e alcune piante arbustive erano sistemate senza nessun criterio tematico. L intervento (che ha visto riunito un team di progettisti, guidato da Maria Cristina Tullio e composto da D.Dallari, F.Mariano, S.Polci, N.Ricci, A.Pazzi, G.Ruffini, A.Birrozzi, F.Bortolotti, F.Cefalo, P.Pietrangeli e M.T.Rinaldi) ha rafforzato l impianto planimetrico storico dei viali e dell ellisse perimetrale e introdotto innovazioni come la tematicità dei riquadri e un sistema di fasce curvilinee di ciottolato, creando così relazioni dinamiche fra i quattro riquadri tematici: il giardino d acqua , il giardino delle rose e delle acidofile , il giardino dei cinque sensi e il giardino dei giochi e degli animali . Particolarmente suggestivo, il giardino d acqua si sviluppa
intorno al ricostruito laghetto, realizzato nella seconda metà degli anni Cinquanta. Lungo i suoi bordi e nel laghetto stesso vi sono piante igrofile che attirano l avifauna. E presente inoltre una bambusaia composta da alcune varietà di bambù dalle particolari proprietà cromatiche, tattili e da variopinte striature del fogliame. Il giardino dei cinque sensi è caratterizzato invece dalla percezione sensoriale attraverso una raccolta di piante da frutto, piante officinali connesse all olfatto, l udito è soddisfatto da alcune specie che attirano uccelli, il tatto è rappresentato da varietà di fogliame, in parte ruvido in parte liscio. Imponenti fioriture dagli spettacolari colori soddisfano invece il senso della vista.
Sopra, schizzo e situazione prima dell intervento ai Giardini Diaz di Macerata; sotto, pianta dell intervento progettato da M.C.Tullio. Above, sketch and plan of the existing situation at Giardini Diaz in Macerata; below, plan of the intervention designed by M.C.Tullio.
In alto a sinistra/top left, Jean-Claude Desmergès, Mix au clou I, tecnica
mista su tela/mixed techniques on canvas, 92x75 cm.
A sinistra/left, Silvana technique on paper of the D Amaro, tecnica mista su series Entre tes yeux et carta a mano dal ciclo/mix les images , 1999.
Rassegna d informazione sull editoria dell architettura, del design e della comunicazione visiva. Information about publications in the architecture, design and visual communication fields.
Luce e spazio Shaping Space Judith Sheine R. M. Schindler Editorial Gustavo Gili, Barcellona 1998, ill. b/n, 256 pp Schindler (1887-1953) abbandona Vienna molto giovane, per recarsi negli Stati Uniti dove inizia a collaborare con Frank Lloyd Wright. Influenzato da Loos, dall idea di modernità formulata da Otto Wagner e da Wrigth, che considera un maestro, egli riesce a sintetizzare queste idee e a farle sue, dando vita a un architettura originale e riconoscibile, un architettura di invenzione formale e di disciplina teorica. Questa presa di posizione gli consente di prendere le distanze dai seguaci dello stile internazionale che, a suo avviso, sono meri razionalisti ossessionati dall idea di perfezione; egli, al contrario, non si professa seguace di alcuno stile e ogni progetto rappresenta, per lui, un unicum che consente di approfondire e sviscerare problemi architettonici differenti. Non esistono modelli formali che si possano riproporre e utilizzare in molteplici occasioni, ogni progetto costituisce una risposta unica a un problema architettonico preciso. Egli, a differenza di molti suoi colleghi, non ha il culto dell ingegneria la cui unica funzione, a suo avviso, consiste nel fornire all architetto i mezzi per creare forme indipendenti dalle restrizioni strutturali. L architettura non può, né deve, risolvere tutti i problemi sociali avvalendosi dell industrializzazione e della produzione di massa; il suo compito consiste, piuttosto, nel modellare lo spazio, nel trasformare un mero spazio in spazio architettonico-abitabile. Nella sua riflessione diventano
centrali i concetti di luce, clima, carattere e, naturalmente, spazio che rappresentano gli elementi essenziali per rendere le abitazioni confortevoli e a misura d uomo. Non è un caso che egli sviluppi un architettura spaziale , nella quale ogni spazio è definito e valorizzato mediante l utilizzo di materiali adeguati; le esigenze spaziali si concretizzano, pertanto, attraverso la comprensione e la manipolazione delle esigenze strutturali e mai il contrario. Nonostante la modernità di questo architetto, la sua opera è stata per lungo tempo sminuita perché non allineata con le tendenze allora in vigore. L interesse che oggi suscita si deve a un cambiamento di attitudine e alla consapevolezza che alcuni temi sviluppati oggi dagli architetti californiani trovano eco nelle opere realizzate da Schindler cinquant anni prima. Schindler (1887-1953) left Vienna as a young man and headed for the United States, where he began to collaborate with Frank Lloyd Wright. Influenced by Loos, by the idea of modernity formulated by Otto Wagner and by Wright, he successfully R.M.Schindler, Casa Popenoe a Coachella (1922). Sopra, lo studio di Schindler con i mobili da lui disegnati. R.M.Schindler, Popenoe House at Coachella (1922). Above, Schindler s study with the furniture designed by himself.
synthesized these ideas and made them his own, giving life to an original and yet recognizable architecture, an architecture formal in its creativity and theoretical in its discipline. This position enabled him to distance himself from the followers of the international style who, in his view, are simply functionalists obsessed by the idea of perfection; while he, instead, denies adherence to any style, for any project, as he sees it, represents an unicum which makes it possible to explore and analyse in depth quite different architectonic problems. There are no formal models that can be reproposed and utilized in great numbers of cases; each project constitutes a unique response to a precise architectonic problem. Unlike many of his colleagues, Schindler is not obsessed by the idea of engineering, whose only function, as he sees it, is to provide the architect with the means of creating forms untrammelled by structural restrictions. Architecture cannot, nor should it, try to solve all social problems by resorting to industrialization and mass production; his duty, instead, is to shape space, to transform mere space into architectonic-habitable space. Central to his way of thinking are the concepts of light, climate, character and, of course, space which represent the essential elements for making dwellings comfortable and fit for man. It is by no mere chance that he has developed a spatial architecture, in which each space is defined and improved by the use of adequate materials. Spatial requirements, therefore, materialize through the comprehension and manipulation of structural requirements, and never the reverse. Despite the modern bent of this architect, his work has for a long time been belittled because it was not in line with the prevailing tendencies of his day. The interest that he arouses today is due to a change in attitude and to an awareness that some of the themes developed today by California architects echo the works created by Schindler fifty years ago.
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Segnalazioni
Antonio Barrese La convocazione - Romanzo visuale in nove capitoli Lupetti, Milano 1998, ill. col., 110 pp Il volume si configura come un vero e proprio romanzo visuale che, per la prima volta, intreccia il registro visivo a quello narrativo e lo fa in maniera aderente alla vita reale. Ciò che cambia è la modalità con cui i piani narrativi si connettono: il legame tra fotografie e testo non è referenziale ma poetico; il nesso e la sua configurazione fanno senso e il risultato che l autore si prefigura non è tanto di trasmettere questo senso, quanto piuttosto di incarnarlo con e nella sua opera. Breda Pininfarina. Tecnologia e design corrono insieme Testi di Mario Vernacchia Breda Pininfarina, Firenze 1998, ill. col., 135 pp Il volume ripercorre il sodalizio, più che ventennale, tra Pininfarina e Breda, evidenziando come tale connubio abbia espresso, nel corso degli anni, prodotti tecnologicamente molto avanzati. L attenzione è incentrata sulle vetture per il trasporto ferroviario e cittadino che rispondono non soltanto ai canoni estetici di una bellezza decorativa ma, ancora prima, a quelli di una bellezza coerentemente legata alla funzione del veicolo stesso.
minacciata, ma sorprendente per la capacità di adeguarsi all ambiente circostante e alla vita di chi la abita. Costantino Dardi 1936-1991 Inventario analitico dell archivio a cura di Luigi Pavan IUAV, Venezia 1997, ill. b/n, 303 pp Il volume, corredato da alcuni saggi introduttivi sulla poetica di Costantino Dardi e sulle acquisizioni dell archivio, presenta le principali realizzazioni dell architetto, tutte accompagnate da piante, disegni, schizzi. Cristoforo Munari di Francesca Baldassari Federico Motta Editore, Milano 1998, ill. b/n e col., 232 pp Le molteplici fonti d ispirazione, spesso riproposte dall artista nell arco della sua carriera, e la mancanza di testimonianze pittoriche e documentarie sul primo periodo della sua attività rappresentano un ostacolo alla ricostruzione della sua poetica, che si caratterizza da una luce cristallina, da un gusto raffinato, da un senso di fisicità che si traduce nella costante attenzione nei confronti degli oggetti. Di grande interesse quest opera che consente di cogliere gli elementi salienti dello stile del pittore.
Architecture - Comfort and Energy a cura di C. Gallo, M. Sala, A.M.M. Sayigh Pergamon/Elsevier, Amsterdam 1998, 185 pp Il volume costituisce una nuova fonte di riferimenti su temi quali il comfort termico, l architettura a bassa energia e i vari criteri progettuali necessari quando si applicano questi concetti in diverse parti del mondo. Vengono presi in considerazione anche i metodi adottati dalle precedenti generazioni per vivere in climi ostili costruendo edifici climaticamente adeguati e in armonia con la natura pur senza disporre di abbondanti risorse energetiche.
Design Italiano Compasso d oro ADI a cura di Roberto Rizzi, Anna Steiner, Franco Origoni Centro Arredo Legno Cantù 1998, ill. col e b/n, 231 pp Il libro è dedicato a tutti coloro che hanno a cuore il design italiano e si presenta come un excursus dei più interessanti progetti presentati al Compasso d Oro, la più importante manifestazione italiana di design. Il testo è interessante per molteplici ragioni; costituisce una preziosa testimonianza dell evoluzione del design dal 54 ai nostri giorni; è una guida della trasformazione del progetto e del rapporto con l impresa ed è uno stimolo per progettisti, imprese e ricercatori a continuare a progettare e a sviluppare nuove idee.
Rahim Danto Barry Portes d Afrique Éditions Norma, Paris 1999, ill. col. e b/n, 192 pp Il volume, corredato da fotografie e disegni dell autore, offre un originale panoramica dell architettura africana passando in rassegna habitat, artigianato e arte. Il filo conduttore che guida la ricerca è costituito dalle porte che raramente si limitano a svolgere il loro ruolo istituzionale, configurandosi spesso come un passaggio privilegiato tra sacro e profano in una connotazione al contempo estetica e spirituale. Quest opera permette di scoprire un architettura fragile e
Vittorio Fiore La manutenzione dell immagine urbana Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna 1998, ill. b/n, 205 pp Il testo affronta il tema della manutenzione urbana. La sempre maggior attenzione alla categoria dell esistente implica un ripensamento critico sulla conservazione di qualsiasi manufatto, sia per quel che concerne ogni elemento costitutivo, sia per la dimensione tecnica, economica, culturale, politica... La cura dell esistente prescrive dunque il mantenimento di ciò che è stato costruito in condizioni di efficienza e funzionalità. Questo testo, pur
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seguendo la vicenda della conservazione in ambito urbano, non rinuncia a una interpretazione personale, né a porre interessanti questioni metodologiche. Hild & Kaltwasser testi di Andreas Ammer Editorial Gustavo Gili, Barcellona 1998, ill. col. e b/n, 64 pp Andreas Hild e Tillmann Kaltwasser fondano il loro studio H&K a Monaco nel 1992. Questa monografia si presenta come un excursus sul lavoro svolto dai due architetti tedeschi, la cui opera spazia dalla costruzione di villette unifamiliari a navi industriali, alla progettazione di mobili da interno. Emerge chiaramente l importanza che essi attribuiscono a forme e materiali; ogni forma, infatti, necessita per la sua realizzazione di una
trasformazione tecnica, resa possibile dall utilizzo di un materiale appropriato. I limiti dei materiali non sono, pertanto, qualcosa che debba essere superato ma fonte di continua ispirazione, come dimostra il singolare gioco cui essi danno vita nelle loro opere. Studio di Architettura Simone Micheli Design Diffusion Edizioni, Milano 1999, ill. a colori, 208 pp Volume monografico sull attività di design, architettura e allestimenti dello studio fiorentino di Simone Micheli, che nei primi dieci anni della sua attività ha realizzato progetti per importanti committenze legate al mondo domestico e a quello della collettività, definendo un possibile nuovo sistema di immagine e comunicazione.
Una rassegna enciclopedica Contemporary Architecture Hugh Pearman Contemporary World Architecture Phaidon Press, New York 1998, ill. a colori, 511 pp Questo volume enciclopedico è una rassegna onnicomprensiva dell architettura internazionale. Centrata sulle moderne tipologie edilizie, fornisce illustrazioni, materiale fotografico e informazioni su oltre seicento progetti dei maggiori architetti internazionali. E diviso in tredici categorie edilizie - Arti Visive, Performance, Educazione, Religione, Consumismo, Soggiorno, Lavoro, Industria, tempo Libero, Trasporti, Sport, Centri Civici, Torri - e cerca di creare una linea temporale del pensiero architettonico che parte dagli anni Settanta e arriva al 2000. Il testo, scritto da Hugh Pearman (scrittore, critico di design e architettura, professore, uomo di televisione londinese), tratta degli edifici e delle tipologie, ma cerca anche di trovare un consenso al pluralismo che ha dominato la disciplina negli ultimi trenta anni. Pearman è convinto che il pluralismo non è uno stile, un dogma, un movimento e nemmeno una struttura sottesa. secondo lui, il pluralismo è solo il risultato della mancanza di una ortodossia di riferimento. Il libro vuole condensare il pensiero attraversando le suddette tredici categorie di edifici, considerando così l architettura da quella più radicale a quella più convenzionale. E interessante notare che alcune preoccupazioni circa il trattamento delle facciate abbracciano un campo di categorie più ampio che non i problemi di sezione o pianta.
This encyclopedic volume is a comprehensive survey of contemporary international architecture. Focusing on modern building types, it provides illustrations, photographic documentation and information on more than six hundred projects by major international architects. Divided into thirteen separate building categories - Visual Arts, Performance, Learning, Religion, Consumerism, Living, Workplace, Industry, Leisure, Transport, Sport, The Civic Realm, Towers the attempt to create a timeline architectural thinking that starts in the seventies and moves on to the year 2000. The text, written by Hugh Pearman (the London-based writer, design and architecture critique, broadcaster and lecturer), is about the buildings and their building types, but it is also an attempt at a consensus of the pluralism that has dominated architectural practice of the last thirty years. Pearman insists that pluralism is not a style, a dogma, a movement, nor an underlying structure. According to the author, pluralism is merely what happens when there is no defining orthodoxy. This volume attempts to condense thinking across thirteen broad categories of buildings as a consequence the architecture considered ranges from the radical to the conventional. Here, it is interesting to note that certain preoccupations with elevational treatment tend to span categories in a way that the plan and section generally cannot.
Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on current events in Italy and abroad.
Richard Meier a Parigi Emblematic Works L estate parigina guarda con un occhio particolarmente attento agli sviluppi dell architettura contemporanea dedicando una importante mostra all opera di Richard Meier che dal 13 luglio al 19 settembre sarà protagonista di primo livello alla Galerie Nationale du Jeu de Paume. Sicuramente tra i rappresentati più significativi degli ultimi cinquant anni, a Richard Meier è riconosciuta, già dagli anni Settanta quando faceva parte del gruppo dei Five Architectes con Peter Eisenman, Michael Graves, Charles Gwathmey e John Heiduk, una capacità di inventiva e di manipolazione dello spazio straordinaria che si traduce nel rapporto tra luce e architettura. Figura emblematica dell archittettura contemporanea, Meier è l autore di opere che hanno segnato il paesaggio costruito di città e territori: dalle residenze private, agli edifici pubblici, ai grandi musei, ogni realizzazione è la dimostrazione di una sensibilità e di una intelligenza acuta nella distribuzione complessa dei volumi come nel trattamento delle superfici, nei giochi tra trasperenze e opacità e in una suggestiva luminosità che accarezza ogni suo ambiente. Maestoso e superbo nell estesa e articolata operazione del Getty Centre di Los Angeles, le cui dimensioni sono state citate quantomento per spettacolarità nella cronaca d attualità pubblica, silenzioso e mistico in un intervento esemplare come quello della Chiesa del 2000 che verrà costruita a Roma in occasione del Anno Santo, Meier coglie l essenza di ogni specifico contesto e situazione e la traduce in lunguaggio costruito degno dei grandi dell architettura moderna. La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, invita alla scoperta e
Richard Meier, Casa Smith; in basso/below, la sede di/headquarters of Canal+, Parigi.
all approfondimento dell opera di Meier dal 1965, con Casa Smith, fino all attualità dove al progetto per la Chiesa di Roma e al Getty Center si affianca la sede di Canal+, l unico grande intervento realizzato in Francia in questi anni recenti. This summer Paris will be casting a watchful eye on recent developments in contemporary architecture in an important exhibition dedicated to Richard Meier s work. The show, which will be running from July 13 through September 19, will be the leading high-level event at the Galerie nationale du Jeu de Paume. Undoubtedly one of the most significant figures in the architecture of the last fifty years, Richard Meier has been known since the seventies, when he was part of the Five Architects group along with Peter Eisenman, Michael Graves,
Charles Gwathmey and Hohn Heiduk, for his extraordinary ability to invent and manipulate space, which is translated into the relationship between light and architecture. An emblematic figure in contemporary architecture, Meier is the author of works that have left their mark on cityscapes and landscapes: from private residences to public buildings and large museums, every one of his creations has been a demonstration of great sensibility and acute intelligence in the complex distribution of volumes and in the treatment of surfaces, in plays of transparencies and opacity, and in a suggestive luminosity that caresses all his interiors. Majestic and superb in his extensive and articulated operation on the Getty Center of Los Angeles, whose dimensions are noted at least for their spectacular character in news of public interest; silent and mystical in his exemplary operation on the Church of 2000, which will be constructed in Rome on the occasion of the Holy Year, Meier grasps the essence of each specific context and situation and translates it into an architectonic language worthy of the greatest figures in modern architecture. The show, which has been staged in collaboration with the Museum of Contemporary Art of Los Angeles, is an invitation to a discovery and deeper understanding of Meier s work since 1965, with his Smith House, and down to his current work in which, flanking his projects for the Church of Rome and the Getty Center one finds his Canal+ building, the only great architectural work created in France in recent years.
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Ambiente olandese In Rotterdam Due mostre vengono dedicate durante l estate all ambiente olandese e alla sua trasformazione dal Nederlands Architectuurinstituut di Rotterdam. La prima, che si conclude l 8 agosto è intitolata IBA Emscher Park in Rotterdam - The Transformation of a Landscape . Con dieci grandi pannelli colorati che coprono le facciate dell attivo museo di architettura olandese, l artista Uwe Loesch illustra i risultati di dieci anni di piani di ristrutturazione in senso ambientale dell alta valle della Ruhr (nel Nordrhein-Westfalen) pesantemente - industriale a parco culturale ed ecologico. La seconda mostra, intitolata Aquanaut - Architecture for Fish , aperta fino al 20 agosto, è invece ideata dall artista tedesco Stefan Grob. Affascinato dal paradosso per cui la popolazione olandese vive al di sotto del livello del mare e, quindi, allo stesso livello dei pesci, Grob ha realizzato una sorta di casa flottante per pesci , varata nelle acque che circondano il NAI, grazie alla quale le creature marine possono avventurarsi nella terra degli uomini. Si tratta di un contenitore allungato in vetro temprato, con una apertura sul fondo e con l interno sottovuoto. La conseguente pressione esterna fa sì che si riempia di acqua invitando i pesci a entrare e a trovarsi così faccia
Il Premio Pritzker To Sir Norman Foster a faccia con i terrestri. Grob, che è soffiatore di vetro diplomato, con questa opera che richiama anche la struttura del NAI con le sue ampie porzioni vetrate, esplora le possibilità dei oggetti in vetro immersi e sottoposti a pressione esterna. This summer the Nederlands Architectuurinstituut of Rotterdam will be staging two exhibits dedicated to the Dutch landscape and to its transformation. The first one, which will end on August 8, is entitled IBA Emscher Park in Rotterdam - The Transformation of a Landscape . With ten large coloured panels which cover the façades of the active museum of Dutch architecture, the artist Uwe Loesch illustrates the results of ten years of restructuring (in the sense of landscaping) the heavily industrialized valley of the Ruhr (in Nordrhein-Westfalen) into a cultural and ecological park. The second exhibit, entitled Aquanaut - Architecture for Fish , which will be open until August 20, was conceived by the German artist Stefan Grob. Intrigued by the paradox that the Dutch population lives below sea level and, therefore, at the same level as fish, Grob created a sort of floating home for fish , launched in the waters surrounding the NAI, thanks to which these marine creatures can venture into the land of men. The home consists of an elongated container of toughened glass with an opening on the bottom and a vacuum inside. The resulting pressure from the outside causes the water to pour in and fill the space, bringing with it fishes, which find themselves face to face with land-dwellers. With this work, which suggests the structure of the NAI with its wide stretches of glass, Grob, who is a chartered glass blower, has been carrying on his studies and exploring the possibilities of glass objects underwater and subjected to external pressure.
Il premio Nobel per l architettura: il Premio Pritzker è stato di recente assegnato a Sir Norman Foster. Jay A. Pritzker, fondatore insieme alla moglie Cindy del premio sponsorizzato dalla Hayatt Foundation, muore il 23 gennaio di quest anno dopo aver nominato il figlio Thomas J. Pritzker presidente dell Hayatt Foundation. Si tratta quindi di un premio voluto da una famiglia che ha sempre avuto grandi interessi e profonde relazioni con l architettura e con gli architetti soprattutto per le realizzazioni della loro catena alberghiera. La Scuola di Chicago, formata da progettisti come Sullivan, Wright e Gropius, condizionò il loro desiderio a incoraggiare con un premio gli architetti dotati di particolari qualità. Premio fuori dubbio ambito, capace di riconoscere il processo d avanguardia e l evoluzione del progetto architettonico. Vale la pena di ricordare, a questo proposito, che recentemente questo premio è stato assegnato anche a Renzo Piano. Non occorre sollecitare alcun commento alle capacità e alle qualità progettuali di Sir Norman Foster, che sono ampiamente confermate nei suoi progetti, sparsi in tutto il mondo. Vale forse un commento più ampio, cioè sapere che chi è coltamente attento alla realizzazione di valide architetture, è immediatamente cosciente di come l Architettura con la A maiuscola sia in grado di premiare, prima di ogni riconoscimento ufficiale, chi la progetta. Il premio più sofferto è conquistarsi la capacità del fare architettura e non rincorrere un riconoscimento. Questo ci stimola a esprimere i nostri più sinceri complimenti a un architetto della statura di Sir Norman Foster. Mario Antonio Arnaboldi The Nobel Prize for architecture: the Pritzker Prize was recently awarded to Sir Norman Foster. Jay A. Pritzker, the founder, together with his wife Cindy, of
the prize sponsored by the Hayat Foundation, died on January 23 this year after nominating his son Thomas J. Pritzker president of the Hayatt Fondation. The prize, therefore, was the express wish of a family that has always been greatly interested in architecture and has had close relations with architects, especially owing to their designing of the family s hotel chain. The Chicago School, which included planners like Sullivan, Wright, and Gropius influenced the family s desire to create a prize that would encourage architects endowed with special qualities. The Pritzker is indeed a much coveted prize quick to recognize advances in the avant-garde and the evolution of architectonic planning. In this regard, it is worth remembering that recently this prize was also awarded to Renzo Piano. There is no need to call for comments on the abilities and planning skills of Sir Norman Foster, which have been amply demonstrated in his projects, now scattered throughout the world. But perhaps a comment from a broader viewpoint might be in order, a comment pointing out that any architect knowledgeably conscientious in his creation of good and sound works of architecture is immediately aware that Architecture with a capital A is in itself a prize, before any official recognition, for the architect who plans it. The hardest-fought prize is mastering the ability to create such architecture and not running off in pursuit of official recognition. With this thought, we wish to express our most sincere congratulations to an architect of Sir Norman Foster s stature.
Foto italiane a Montreal Fino al 26 settembre il Canadian Centre for Architecture di Montreal presenta la mostra 32 Italian Photographers: A Tribute to Phyllis Lambert . Organizzata da Paolo Costantini, curatore del settore fotografia del museo canadese, questa mostra vuole rendere omaggio, in occasione del suo settantesimo compleanno, a Phyllis Lambert, direttrice e cofondatrice del CCA, per il suo contributo all arte della fotografia. Le fotografie danno una panoramica della cultura
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fotografica in Italia dagli anni Settanta a oggi - da Gabriele Basilico, Luca Campigotto, Guido Guidi, Marina Ballo Charmet, a Paolo Gioli, Franco Vaccari, Francesco Radino, per citare solo alcuni dei trentadue fotografi partecipanti. A partire da un immagine di Luigi Ghirri che con uso attento della luce illustra Versailles come uno spazio surreale collocato in tempo mitico e surreale, la mostra si snoda tra frammenti di paesaggi di
periferia che danno un idea intuitiva e profonda dell habitat contemporaneo. Le fotografie dense di sensibilità poetica mostrano scene e oggetti del quotidiano che assurgono in questi scatti a trame astratte permeate di luce mediterranea.
In alto/top, Sir Norman Foster: IBM Pilot Head Office, Cosham, UK (foto: K.Kirkwood). A sinistra, schizzo per/left, sketch for Aquanaut di/by Stefan Grob e la facciata
del/and the facade of NAI a Rotterdam. A destra/right, una stampa di Versailles in un immagine di/an old print in a photograph by Eridi/Luigi Ghirri
Le Corbusier per Venezia
internet sites
Dal 10 giugno al 31 luglio e dal 30 agosto al 9 ottobre, l Istituto di Architettura di Venezia organizza all Archivio Progetti (ex cotonificio veneziano di Santa Marta) la mostra H VEN LC. Hôpital de Venise Le Corbusier (Je prends Venise à témoin) , in cui sono esposti gli schizzi riguardanti il progetto per il nuovo Ospedale civile di Venezia (1964-1965). Le Corbusier viene invitato a partecipare ai dibattiti organizzati dalla città di Venezia dedicati ai problemi urbanistici della città; il vero contributo dell architetto prende la forma del progetto per la costruzione dell ospedale, cui collaborano anche Guillermo Julian de la Fuente e José Oubrerie. La mostra riunisce una ampia documentazione sul
www.nai.nl Il Netherlands Architecture Institute (NAI) di Rotterdam è un museo, ma soprattutto un istituto culturale che si propone di avvicinare il pubblico, tramite mostre, convegni e altre iniziative, alle tematiche legate al mondo dell architettura, del design e della pianificazione ambientale. Ospitato dal 1993 in un edificio progettato da Jo Coenen, dispone ora di questo sito internet in cui si trovano informazioni e riferimenti utili su tutte le attività del museo, sui contenuti degli archivi, sui servizi per la ricerca e pagine per dibattiti web.
progetto (8 schizzi, 20 tavole a colori, 123 tavole su lucido, 50 faldoni di documenti) scelta tra i documenti del fondo di proprietà dell Ospedale Civile di Venezia e tra quelli conservati alla Fondation Le Corbusier di Parigi; sono esposti i primi studi, i disegni delle varie fasi progettuali, modelli, fotografie e altri materiali significativi. Sono disponibili due cataloghi che illustrano, da un lato, la consistenza e le caratteristiche del fondo archivistico e, dall altro, raccolgono letture e testimonianze del progetto. E in programma per ottobre un convegno presso l Auditorium dell ex Cotonificio Veneziano di Santa Marta dal titolo H VEN LC: Venezia nell invenzione architettonica di Le Corbusier .
Un nuovo Museo a Gradoli
Dal dicembre 1998 è stato allestito a Palazzo Farnese di Gradoli (VT) il Museo e Centro di documentazione del Costume Farnesiano , il cui obiettivo è cercare di avvicinare il pubblico più vasto all evoluzione del costume nelle corti dei Farnesi nel periodo compreso tra il XV e il XVII secolo. Seguendo tale progetto, realizzato dall architetto fiorentino Lorenzo Greppi, il museo si snoda
attraverso una sezione espositiva con un ampia rassegna di copie moderne di costumi antichi, ripresi fedelmente dall iconografia farnesiana classica; una sezione documentaria, con spazio per audiovisivi e per postazioni multimediali interattive e una sezione didiattica con aulelaboratorio per la manutenzione, il restauro e la realizzazione dei costumi. Un interno del rinnovato/interior of the renovated Palazzo Farnese a Gradoli.
Mostra in Internet Dal 1 marzo è stata allestita su Internet da Dadart, galleria multimediale, una mostra di opere recenti fra architettura e paesaggio di Franco Zagari dal titolo Landscape Means Paesaggio vuol dire/I mezzi del paesaggio (www.art.dada.it/zagari). La ricerca di Zagari concerne il paesaggio come opera di architettura a tutto campo, dal design all urbanistica; in tale ricerca, tuttavia, i termini tradizionali di competenza e scala sono spesso invertiti, sebbene la
costruibilità rimanga un aspetto centrale e imprescindibile del modo di intendere lo spazio e l architettura. Questo lavoro si è svolto in un contesto internazionale, con un continuo scambio fra ricerca teorica e applicata, attività didattica e attività culturale. La Dadart aveva già realizzato proposte analoghe in rete con le monografiche dedicate a Helmut Newton, Massimiliano Fuksas, Liliane Lijn e Maurizio Nannucci.
www.artindex.tm.fr Questo sito raccoglie un insieme di servizi e informazioni che coprono tutti gli aspetti relativi alle arti plastiche, alle arti decorative e ai loro mercati nel mondo. E disponibile: un motore di ricerca per le oltre 4000 mostre in musei di tutto il mondo con particolare riguardo alle gallerie di arte contemporanea in Francia, Belgio e Svizzera; una guida bilingue dei mercati dell arte divisa in sei annuari, con 3000 professionisti, informazioni giuridiche e pratiche; una galleria virtuale; una biblioteca di libri d arte e cataloghi; una rubrica di aggiornamenti ultim ora .
www.nai.nl The Netherlands Architecture Institute (NAI) of Rotterdam is a museum, but especially a cultural institute which aims to put the public in touch - through shows, conventions, and other events with themes relating to the world of architecture, design and environmental planning. The NAI now has this internet site where those interested can find useful information and references on all the activities of the museum, on the contents of its archives, and on its research services, as well as pages for website debates. www.artindex.tm.fr This website carries a mass of services and information that cover all aspects of the plastic arts, decorative arts, and their markets throughout the world. It offers: a research browser for the more than 4000 exhibits in museums throughout the world, particularly in galleries of contemporary art in France, Belgium, and Switzerland; a bilingual guide to the art markets divided into six yearbooks listing 3000 professionals and providing legal and practical information; a virtual gallery; a library of art books and catalogues; and last minute updatings of the above.
www.bnf.fr Vasto sito della Bibliothèque Nationale de France di Parigi. Offre un catalogo delle opere dall antichità ai giorni nostri, denominato Gallica nell ultima versione, lanciata nell ottobre 1998, contiene e rende accessibili agli internauti 50.000 titoli e 100.000 immagini e file in cui si può ascoltare, per esempio, Apollinaire leggere le sue poesie.
www.bnf.fr The extraordinarily large site of the Bibliothèque Nationale de France in Paris. It offers a catalogue of works ranging from those of antiquity to those of our day. Its latest version, called Gallica , launched in October 1998, contains and offers web surfers access to 50,000 titles, 100,000 images, and files on which, for example, one can hear Apollinaire read his poetry.
www.archi.fr/UIA Nato da una convenzione tra il Ministero della Cultura francese, la Direzione dell Architettura e del Patrimonio e Union Internationale des Architectes, questo sito è un motore di ricerca per l indicizzazione delle URL di tutte le opere architettoniche del XX secolo, ordinate per nome, autore, luogo, tipologia, sistema costruttivo e altro.
www.archi.fr/UIA Set up following an agreement among the French Ministry of Culture, the Direction of Architecture and Heritage, and the Union Internationale des Architectes, this site is a research browser for indexing the URL of all the architectonic works of the twentieth century, in order of name, author, place, type, constructional system, etc.
www.labiennale.org Nuovo sito della Biennale di Venezia (Arte, Cinema, Architettura). Per la prima volta, le pagine dedicate all architetura possono essere utilizzate come canale di scambio di informazioni, opinioni e proposte progettuali per la prossima edizione (che si terrà nel settembre 2000) e come strumento di interazione tra gli organizzatori, guidati da Massimiliano Fuksas, e i giovani architetti di tutto il mondo.
www.labiennale.org New website of the Venice Biennial (Arts, Cinema, Architecture). For the first time, the pages dedicated to architecture can be used as a channel for exchanges of information, opinions and design proposals for the next edition (to be held in September 2000)) and as an interactive instrument between the organisers (lead by Massimiliano Fuksas), and the young architects all over the world.
Segnalate i vostri siti, le vostre scoperte, le vostre idee al nostro E-mail: arca@tin.it
Send us your site address, your discoveries, and your ideas to our E-mail address: arca@tin.it
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Antica Cina In San Diego
Drum Stand, legno laccato con copia di gong/painted lacquer
L estate del San Diego Museum of Art è caratterizzata dalla mostra Ringing Thunder: Tomb Treasures from Ancient China , aperta fino al 29 agosto e curata da Caron Smith e Sung Yu. Si tratta di un ampia rassegna di oggetti artigianali, rituali, da battaglia, strumenti musicali e gioielli, in giada, lacca e materiali preziosi ritrovati soprattutto nella
recentemente restaurato con nuove tecnologie. Tra i pezzi di maggior rilievo sono da segnalare un set di 65 campane di bronzo e una serie completa di 32 campanelli di pietra utilizzati per i riti religosi e per l intrattenimento.
tomba del Marquis Yi feudatario dello Stato di Zeng nella Provincia di Hubei, vicino al fiume Yangtze, risalente al 433 a.C. Scopo della mostra è quello di dare un idea concreta della ricchezza, dell immaginazione delle abilità tecniche e artigianali della Cina nel periodo anteriore all unificazione in Impero (avvenuta nel 221 a.C.) e corrispondente all età d oro della costruzione del Partenone in Grecia. Oltre agli oggetti trovati nella tomba di Marquis Yi (durante scavi archeologici alla fine degli anni Settanta) è esposto un modello della tomba e il sarcofago della vicina Tomba 2 di Baoshan,
over wood with replica drum, China, 400 a.C (B.C.).
This summer the San Diego Museum of Art will be featuring an exhibit, staged by Caron Smith and Sung Yu, entitled Ringing Thunder: Tomb Treasures from Ancient China , which will remain on view until August 29. Visitors will find a wide-ranging survey of artisan and ritual objects and weapons, as well as musical instruments and jewels in jade and lacquer, and precious materials mainly found in the tomb of Marquis Yi, a feudatory of the State of Zeng in the Province of Hubei, not far from the Yangtze River. The tomb dates from 433 B.C. The purpose of the exhibit is to give the public a concrete idea of the richness, the imagination and the technical and artisan skill of China in the period preceding its unification as an empire (which took place in 221 B.C.), a period that corresponds to the golden age when the Parthenon was constructed in Greece. Also on view, besides the objects found in the tomb of Marquis Yi (during archaeological digs carried out in the late seventies), is a model of the tomb and the sarcophagus of the nearby Tomb 2 of Baoshan, recently restored with new technological means. Among the more important pieces worth pointing out are a set of bronze bells and a complete series of small bells made of stone, which were utilized for both religious rites and for entertainment.
I contrasti di Kounellis a Vienna Kounellis Synthesis Fino al 22 agosto il MAK di Vienna presenta una personale di Jannis Kounellis che prende il titolo da un istallazione appositamente realizzata per l occasione dall artista Il sarcofago degli sposi. Una raccolta di circa trenta opere di Kounellis, annoverato tra i fondatori dell Arte Povera in Italia negli anni Sessanta, ripercorre il suo percorso artistico dalle prime opere sino a quelle più recenti, mettendone a fuoco l indipendenza stilistica e il linguaggio innovativo. L opera Il sarcofago degli sposi si concentra sui processi di velamento e rivelazione, esporre e nascondere. Le pareti della sala espositiva principale del Museo viennese sono coperti da pezzi di tessuto pendenti da ganci e grondaie metalliche; al centro della sala i visitatori incontrano sul pavimento oggetti amorfi, anch essi coperti da teli e colori; gli unici oggetti visibili sono sacchi di iuta appesi al soffitto. Nella sala si crea una tensione tra l esposizione degli oggetti e il loro essere nascosti. Una sintesi dell opera di Kounellis fatta di forti contrasti e di materiali e forme essenziali, di mancanza di gerarchie nella ricerca di far emergere attraverso l espressione artistica i principi fondamentali della vita: la distanza, la transitorietà, la durata, l emergenza, la sparizione. Until August 22 the MAK of Vienna will be presenting a oneman show of Jannis Kounellis s work which takes its title from an installation that the artist created for the occasion, Il Sarcofago degli Sposi A collection of about thirty works by Kounellis, considered one of the founders of Arte Povera (Poor Art) in Italy during the
sixties, retraces his artistic progress from his earliest to his most recent works, focusing on the stylistic independence of his innovative language. Il Sarcofago degli Sposi concentrates on the processes of veiling and revealing, exposing and concealing. The walls of the main exhibition hall of the Viennese Museum are covered with pieces of fabric hanging from hooks and metal tubes. In the centre of the room, on the floor, visitors will find amorphous objects also covered with fabrics and colours. The only visible objects are the jute bags hanging from the ceiling. A tension is created in the room between the exposition of the objects and their concealment. This is a synthesis of Kounellis s work, which consists of strong contrasts and essential forms, and a lack of any hierarchy, in an attempt to bring out, through artistic expression, the fundamental principles of life: distance, transience, duration, emergence, and disappearance.
Robert Delaunay al Pompidou In Paris
A sinistra/left, Robert Delaunay, L équipe de Cardiff, olio su tela/oil on canvas, 1913 (foto: P.Cox).
Il Centre Georges Pompidou ha in cartellone, fino al 16 agosto, l esposizione Robert Delaunay. De l impressionnisme à l abstraction, 1906-1914 . La personale, che si inscrive nel ciclo delle grandi manifestazioni monografiche che il Pompidou ha in programma di realizzare, traccia la straordinaria evoluzione pittorica di Delaunay che, dopo aver attraversato diversi periodi artistici (il divisionismo, il fauvismo e il cubismo), approda alla pittura pura caratterizzata dall uso esclusivo del colore. L esposizione, evidenziando le tappe fondamentali del percorso artistico di Delaunay, dà ampio spazio alle immagini che lo hanno direttamente ispirato
and cubism), arrives at a pure painting stage characterized by the exclusive use of colour. In highlighting the fundamental stages of Delaunay s artistic progress, the exhibit gives ample space to the images that have directly inspired him in choosing his subjects, presents the sources that have accompanied his exploration of the dynamics of colour, and assigns a privileged place to the meetings that have left their mark on the stages of his work (Rousseau the Customs Officer, Klee, Kandinsky, Apollinaire, etc.). Accompanying the show is a catalogue, edited by Pascal Rousseau, which gathers together essays, a critical biography, and hitherto unpublished documents concerning Delaunay.
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nella scelta dei propri soggetti, presenta le fonti che hanno accompagnato la sua ricerca sulla dinamica dei colori e assegna un posto privilegiato agli incontri che hanno segnato le tappe del suo lavoro (Rousseau il Doganiere, Klee, Kandinsky, Apollinaire...). La mostra è corredata da un catalogo, a cura di Pascal Rousseau, che riunisce saggi, una biografia critica e documenti inediti. On exhibit at the Centre Georges Pompidou until August 16 is the show Robert Delaunay. De l impressionnisme à l abstraction, 1906-1914 . This one-man show, which is part of the cycle of large monographic events which the Pompidou has
programmed, traces the remarkable pictorial evolution of Delaunay who, after passing through several different artistic periods (divisionism, fauvism,
In alto a destra/top right, Jannis Kounellis, senza titolo/untitled, 1998 (foto: M.Baboussis).
Balkenhol a Trento
Il Simbolismo di Previati
La Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento organizza, fino al 29 agosto, una personale dell artista tedesco Stephan Balkenhol in cui è esposta un ampia selezione di sculture in legno e di bassorilievi a parete. Lo scultore scolpisce un unico tronco di legno in cui plasma figure di donne, uomini e animali avvalendosi di una tecnica tradizionale, mezzo attraverso il quale egli comunica l immediatezza delle immagini del quotidiano che prima osserva e fotografa. Balkenhol unisce all immediatezza comunicativa della figura scolpita la razionalità e la sobrietà della tradizione minimalista, amalgamando così diverse tendenze dell arte contemporanea. La maggior parte delle opere esposte sono state realizzate appositamente per l occasione.
L esposizione Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del Simbolismo Europeo , organizzata dal Comune di Milano, si tiene a Palazzo Reale fino al 29 agosto 1999 e ripercorre la strepitosa carriera dell artista ferrarese dalla precoce affermazione nel 1878 al grande Concorso di Pittura all Accademia di Brera. La mostra dà giusto spazio a questa prima produzione, sino a un quadro dal singolare soggetto Le fumatrici di oppio che rappresenta la fine del gusto e dei miti dei romantici. Previati fu anche virtuoso illustratore, come testimonia la serie di disegni ispirata ai Racconti di Poe che lo impose e lo consacrò come uno dei principali
Antologica su Michetti E stata organizzata a Roma, nei saloni di Palazzo Venezia fino al maggio scorso ed è ora riproposta fino al 30 agosto nel Museo MUMI di Francavilla a Mare (CH), un ampia antologica sull opera di Francesco Paolo Michetti; la mostra presenta l identità dell artista attraverso un attenta analisi filologica delle sue opere e una ricostruzione storica che consenta di cogliere, oltre alla versatilità del personaggio, i suoi interessi connessi ai temi antropologici dell Abruzzo e i legami con l ambiente letterario e musicale dell epoca. L esposizione si articola in cinque sezioni; nella prima, Gli esordi napoletani di Michetti Pittore , sono esposte le opere del periodo giovanile, di
chiara scuola napoletana. Nella seconda, sono presentati i bozzetti o gli originali che hanno attinenza con le tradizioni popolari. Michetti artista del 900 ospita le ultime opere realizzate che, discostandosi nettamente da quelle precedenti, mostrano chiare influenze orientaleggianti. Michetti fotografo è invece un omaggio all enorme produzione fotografica dell artista. La mostra si conclude con la sezione La creatività michettiana nel Cenacolo Francavillese , resoconto di un esperienza artistica unica realizzatasi in un atelier nel quale nascevano idee spesso destinate a realizzarsi sul momento.
esponenti del Simbolismo europeo. Ma è la Maternità a consacrarlo come figura chiave di questo movimento artistico. A partire da quest opera, così come nei dipinti di carattere religioso fondamentali nella sua produzione - si verifica un decisivo mutamento nella sua tecnica pittorica che lo avvicina al Divisionismo italiano. Alla fine del secolo, egli si cimenta con una nuova impresa grafica, l illustrazione dei Promessi Sposi, qui documentata da una serie di disegni preparatori. La mostra dà particolare rilievo all attività di Previati come decoratore e illustratore, senza peraltro trascurare la pittura da cavalletto.
A sinistra/left, Stephan Balkenhol, Alfabeto, 1998. A destra/right, Gaetano Previati, La ferrovia del Pacifico, 1916. Sotto, a sinistra, un opera di/below left, a work by Francesco Paolo Michetti in mostra a Francavilla a Mare, a destra/right, Marino Marini, Ritratto di Gianni, gesso/gypsum, 31x18,5x20,5 cm, 1944 (foto: Pro Litteris).
Marini a Locarno La Pinacoteca Casa Rusca di Locarno organizza un antologica dedicata a Marino Marini che si svolge fino al 15 agosto. La rassegna presenta oltre centoventi opere, tra le quali le sculture - di varie dimensioni, di diverso materiale e di epoche differenti - i dipinti, una serie di disegni e le opere grafiche realizzate dall artista nell atelier di Nesto Jacometti e da quest ultimo collezionate. Il catalogo, con introduzione e testi a cura di Giorgio Soavi e Luigi Cavadini, riguardante gli anni trascorsi da Marini in Svizzera, presenta la riproduzione di tutte le opere esposte e una nota biografica curata da Laura Lorenzini.
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Henry Matisse, Minotauro in Pasiphaè, 1981. A destra/right, Caravaggio, Narciso,
Il Kouros di Matisse
Se Umberto Boccioni teneva sul suo comodino una copia della Nike di Samotracia, Matisse possedeva un Kouros, uno dei giovinetti esemplificativi della scultura greca preclassica. D altronde un rivoluzionario, come Brancusi, aveva come retroterra culturale l arte cicladica, gli espressionisti e Picasso cubista recuperavano l arte primitiva o negra.
Raramente è stato rilevato: le avanguardie storiche hanno spesso fondato le varie devianze su momenti del passato. Questa notazione credo sia ben appropriata a proposito della mostra che il Musée Matisse di Nizza dedica all artista francese fino al 30 agosto. Il titolo la dice chiara: Matisse et l antiquité . E il racconto espositivo va certamente ben al di là del riferimento, appena fatto, al Kouros. In senso generale l autore del famoso ed emblematico dipinto Joie de vivre ha attinto molto dalle culture antiche, a cominciare da quella ellenica. Anzi, egli rappresenta un momento di rara eleganza formale in questo incontro, praticato agli inizi di questo secolo, tra passato e presente. Da qui le sue figure o sagome danzanti, some sospese, peraltro da leggersi anche come antecedente indiretto, con la compiacenza di Hans Harp, e in virtù di una forte metabolizzazione, dei Mobiles di Calder. Ma questo rapporto di Matisse col mondo antico merita
olio su tela/oil on canvas. Sotto/below, Piero Gilardi, General Intellect, installazione
interattiva con Relatà Virtuale/interactive installation with virtual reality, 1995.
una più attenta disamina. Cosa a cui risponde egregiamente questa mostra. Essa infatti si articola in 5 sezioni che, assieme, offrono, dell artista, non solo un approfondita analisi sul tema, ma anche illuminazioni sulla figura in generale, a cominciare dalle sue idee estetiche. Infatti, la quinta sezione è intonata a L esthétique matissienne, une nouvelle harmonie . L amico André Verdet, nume tutelare, oggi, delle vicende artistiche della Costa Azzurra, così scriveva nel 1952: In una composizione ogni elemento deve essere elevato al massimo del suo irraggiamento e della sua densità . Lo stesso critico e poeta, nella sua produzione artistica, ha fatto tesoro di questa estetica matissiana . Le altre sezioni annunciano cose interessanti già nei titoli: La statuaire antique, une source précieuse , L académisme, le guide créateur , Les thèmes elléniques , Les dieux et l art des hommes . Carmelo Strano
Installazioni interattive
La Loggettta Lombarda - sede della Pinacoteca di Ravenna organizza una personale su Pietro Gilardi che si conclude il 28 agosto. Si tratta della prima grande antologica in Italia dell artista torinese che, dopo gli esordi precoci con i Tappeti natura - una sorta di trompe l il naturalistici, realizzati in poliuretano espanso -, ha fatto parte del gruppo dell Arte povera fin dai suoi esordi. Dopo una fase di grande impegno ideologico, caratterizzata dal passaggio dalla dimensione artistica all esperienza sociale, Gilardi ha incentrato la propria attenzione sul rapporto tra realtà fisica e realtà virtuale, creando
installazioni che fossero in grado di coinvolgere il pubblico interattivamente. La mostra, articolata in tre sezioni Natura/Cultura , Dall arte alla vita/dalla vita all arte , Spazio reale/Spazio virtuale - abbraccia tutto il percorso artistico di Gilardi. Sono esposti alcuni grandi tappeti natura degli anni 60,
progetti plastici, video, installazioni elettroniche e interattive volte a mostrare la relazione esistente anche fra i lavori cronologicamente più lontani e la consequenzialità delle diverse fasi operative. La mostra è corredata da un catalogo che contiene un ampia documentazione iconografica.
Nature morte ad Amsterdam Fino al 19 settembre, il Rijkmuseum di Amsterdam organizza la mostra La natura morta olandese 1550-1720 , in cui sono riuniti settanta capolavori provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo in una rassegna dedicata al genere della natura morta. Si tratta di nature morte con fiori, frutta, selvaggina, ma anche delle cosiddette colazioni e di speciali esempi di trompe-l oeil. Le nature morte dei pittori olandesi sono ancora oggi considerate capolavori insuperati non solo per
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l impressionante capacità di resa dei materiali, ma anche per la semplicità, spesso solo apparente e in realtà frutto di una raffinata tecnica. L interesse nei loro confronti nasce anche dai molteplici tentativi fatti per individuare il nucleo comune di tali rappresentazioni; se è vero, come è stato talvolta dimostrato, che esse rimandano all idea della caducità, è altrettanto vero che ogni natura morta rappresenta un opera a sé stante, in cui la molteplicità di elementi raffigurati impedisce di
individuare un unico nucleo tematico. In occasione della mostra, il Rijkmuseum ha in programma di restaurare alcune delle più importanti tele della propria collezione, quattro delle quali verranno esposte durante la rassegna. La mostra è accompagnata da un catalogo, disponibile in inglese e olandese, costituito dalle riproduzioni a colori delle opere esposte e da una serie di saggi sui vari aspetti della natura morta.
Caravaggio e i suoi seguaci Caravaggio e i suoi. Percorsi caravaggeschi da Palazzo Barberini , questo il titolo della esposizione ideata dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, allestita inizialmente a Roma e poi trasferitasi, sino al 1 agosto, a Padova nella sede della Fondazione Palazzo Zabarella. La mostra vuole evocare tutti i seguaci del Caravaggio ed è articolata in modo tale da
raggruppare i diversi pittori secondo un ordine cronologico preciso e per stili pittorici differenti. L esposizione si apre con i primi seguaci di Caravaggio - Baglione, Borgianni, Saraceni, Orazio Gentileschi e Salini - che non sempre attuano a pieno la grande portata del messaggio del maestro , sovrapponendo spesso il nuovo linguaggio a codici tardo cinquecenteschi. L esposizione prosegue con la seconda generazione di caravaggeschi, artisti in genere più giovani che assimilano direttamente la poetica e lo stile di Caravaggio, modificandolo secondo complesse e varie modalità compositive; tra i più rappresentativi, Manfredi, Ribeira, Artemisia Gentileschi e Serodine. A essi si sono accostati i caravaggeschi napoletani e meridionali, gruppo rappresentato da Novelli, Cavallino, Falcone, Giordano, Palumbo e Preti che si caratterizzano per un costante interesse al dato reale, indagato senza retorica. Nello stesso periodo operano i caravaggeschi toscani che costituiscono una corrente peculiare del caravaggismo, e anche i bolognesi e i genovesi presso i quali l adesione non è mai assoluta e convinta, ma sempre sporadica e parziale. Vengono passati in rassegna, inoltre, i seguaci stranieri del Caravaggio; si tratta per lo più di artisti arrivati a Roma nella seconda metà del Seicento, attirati dalla fama della rivoluzionaria maniera di dipingere di Caravaggio, diffusa in Europa dalle commissioni papali e da quelle delle grandi famiglie nobili che formavano in quegli anni le loro collezioni.
Morandi a Londra
La Estorick Collection of Modern Italian Arts di Londra propone fino al 19 settembre una mostra dal titolo Morandi and His Time: Paintings from the Giovanardi Collection . Incentrata su un nucleo di dipinti di Giorgio Morandi, realizzati dal 1914 agli anni Sessanta, appartenenti ad Augusto e Francesca Giovanardi, la mostra presenta anche circa quattordici opere di suoi contemporanei, tra cui Carlo Carrà,
La dolce vita di Secchiaroli
Mario Sironi, Massimo Campigli e Filippo De Pisis. Significativa la collocazione di questi capolavori appartenenti alla Collezione Giovanardi negli spazi allestiti da un altra grande famiglia di collezionisti come gli Estorick. Entrambe le collezioni, infatti, condividono gusti e scelte artistiche, completandosi a vicenda e mettendo a disposizione del pubblico opere che hanno segnato la storia dell arte italiana del Novecento.
Installazioni di arte ambientale nel Monferrato L Assessorato alla Cultura della Provincia di Alessandria organizza, in collaborazione con lo storico dell arte Tiziana Conti, la seconda edizione di Percorsi, dal titolo Frames: Presenza nel Territorio . La manifestazione, che si inaugura il 23 maggio e dura per tutta l estate, si prefigge l obiettivo di valorizzare le ricchezze paesaggistiche della zona intorno a Casale Monferrato così da far scoprire agli appassionati di arte luoghi meno noti ma ricchi di cultura e di suggestioni. Vengono realizzati degli interventi artistici
La Galleria Photology organizza, sino al 23 luglio, una personale su Tazio Secchiaroli dal titolo Fellini 8 e 1/2 che raccoglie le immagini scattate dal fotografo sul set del film di Federico Fellini. I protagonisti sono ripresi sia durante la lavorazione, sia nei momenti di pausa in immagini che raccontano con precisione l atmosfera del set e la personalità dei personaggi che si muovono sulla scena: ritratti di Federico Fellini mentre dirige gli attori e mostra loro come interpretare una scena, fotografie dei divi cui viene restituita una dimensione professionale e umana, scavalcando la dimensione del mito. Il sodalizio tra Secchiaroli e Fellini comincia
nel 1959 durante la realizzazione de La dolce vita nel quale la figura del paparazzo si ispira liberamente allo stesso Secchiaroli, celebre per aver immortalato e reso mitici gli anni d oro della dolce vita romana: sotto il suo obbiettivo sono caduti i divi, le bellissime donne, i protagonisti delle notti brave, i regnanti in esilio o in vacanza, colti di sorpresa. Come fotografo di cinema, Secchiaroli importa l esperienza del paparazzo: egli è un fotoreporter del set che è interessato alle immagini insolite e alle situazioni originali che siano in grado di raccontare quello che accade davanti e dietro la macchina da presa; la
A sinistra/left, Giorgio Morandi, Natura morta, olio su tela/oil on canvas, 26x70 cm, 1953-54. A destra/right, Tazio Secchiaroli, Federico Fellini, set di Otto e Mezzo.
tra arte e natura, appositamente creati da sei artisti di fama internazionale: Marco Bagnoli, Per Barclay, Ugo Cavenago, Trevor Gould, Thorsten Kirchhoff e Silvio Wolf, ciascuno dei quali utilizzando linguaggi e materiali diversi - elabora un progetto che resterà nel sito quale segno e documento del tempo. I sei artisti hanno lavorato una settimana, dal 16 al 22 maggio, per realizzare delle opere caratterizzate dal denominatore comune di essere imago loci , dove la memoria si sedimenta alla luce della modernità. A sinistra/left, una scultura di Marco Bagnoli. A destra/right, Alberto Giacometti, L Atelier, litografia 65x50 cm, 1955.
Segni e grafica di Giacometti Il Museo Morandi di Bologna ospita, sino al 6 settembre, la mostra Alberto Giacometti. Disegni, sculture e grafica . La personale, prima iniziativa nell ambito della manifestazione Bologna 2000 , si inscrive nel progetto Tre maestri e Morandi che porterà al Museo, nell arco di due anni, opere di Alberto Gaicometti, Paul Klee e Paul Cézanne così da verificare l affinità di questi tre pittori con l arte di Morandi. La mostra espone 120 opere, tra disegni, incisioni, acqueforti, litografie e libri e si articola in sei sezioni. I curatori hanno cercato di focalizzare la propria attenzione soprattutto sul segno e sull attività grafica dell artista, prendendo in considerazione il periodo degli anni 50 così da stabilire un parallelismo con
l opera di Morandi in quel periodo. La mostra è corredata da un catalogo, edito da Mazzotta, che riproduce tutte le opere esposte e le integra con saggi inediti e con la sezione une famille d esprit , ritratti di Alberto Giacometti e riflessioni sui principali protagonisti della cultura europea del XX secolo.
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Leader per navi da crociera
Compra e porta via
Schindler, leader mondiale nel settore delle scale e tappeti mobili, ha rafforzato la propria immagine e capacità produttiva, operando nel settore delle navi da crociera. Attualmente ha al suo attivo 258 impianti installati su navi, che comprendono ascensori, scale e tappeti mobili ed è recente l assegnazione, da parte di Fincantieri e Mariotti, di ordini
Shop Milano, presenta con Ready to buy la nuova immagine studiata da Ferruccio Laviani e risolta, sulle vetrine dello spazio, con grandi disegni di figurazioni femminili in movimento per la città a fare shopping . Portano vistosi sacchetti, l interno dei quali è misterioso sino a quando il contatto visivo non si stabilisce all interno del negozio. Comunque dalla strada si scopre che il disegno del sacchetto inquadra un prodotto Kartell esposto all interno del negozio. L idea
per le loro prossime 9 navi da crociera. Questi nuovi incarichi incrementano le già notevoli esperienze di Schindler nel settore, tra le quali spicca l intervento realizzato dall Azienda sulla Grand Princess, considerata, per le sue 109.000 tonnellate di stazza lorda, la nave da crociera più grande del mondo.
Anche in Germania
La Gewiss, società italiana impegnata nella produzione di materiale per impianti elettrici destinati a usi civili e industriali, con sede a Cenate Sotto (BG), e quotata nella Borsa di Milano, ha acquistato l azienda tedesca Schupa, operante da oltre 50 anni nella progettazione e produzione di interruttori automatici, differenziali e quadri per la distribuzione e protezione dell energia. Gewiss, già attiva in Germania con Nowaplast, ha in Francia, Spagna e Inghilterra proprie filiali commerciali, mentre controlla in Italia Dielectrix, produttrice di tubi e accessori in plastica. Schupa, che ha raggiunto nel 1998 un fatturato di circa 50 milioni di Euro, ha la sede principale a Schalksmuhle nei pressi di Dortmund, uno
comunica lo spirito del prodotto Kartell; veloce da capire, desiderare e acquistare, a un buon prezzo, coerente con la moda, la funzione e i colori più giusti. Il prodotto Kartell è stato studiato infatti per essere comprato e portato subito via, senza attese e senza complicazioni. Questo concetto dinamico e stimolante è alla base della realizzazione di tutti i Kartell Shop che sono stati progettati per esaltare una molteplicità di idee e trasversalità del gusto e delle tendenze.
stabilimento a Ottfingen specializzato nella produzione di relè, una società produttiva in Portogallo e una commerciale in Francia. Già fornitrice di Gewiss, Schupa completa e instaura importanti sinergie produttive e commerciali al fine di un sistema prodottomercato e di un etica aziendale di assoluta affidabilità. Schupa proseguirà nelle sue attività e ne verranno mantenuti i livelli occupazionali attraverso l integrazione e lo sviluppo di nuove strategie di mercato. La carica di Amministratore resta affidata a Peter Hasenberg, che sarà affiancato da Domenico e Fabio Bosatelli. L acquisizione conferma il processo di internazionalizzazione perseguito dal Gruppo Gewiss.
Pittura e narrazione Dal maggio al giugno 1999, si è tenuta, presso le sale della Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Memoria ; mostra personale di Roberto Floreani ispirata alla poetica dei Cantos di Ezra Pound. Assolutamente risolte attraverso la mediazione della pittura, le opere di Floreani generano, con una sapiente
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leggerezza formale, una narrativa simbolica e di elegante astrazione, dalla forte intensità concettuale espressa da una straordinaria e sensibile tecnica pittorica. Il progetto Memoria è stato pensato proprio per gli spazi della Galleria, e comprende una quarantina circa di lavori suddivisi in cinque sezioni.
Nuovo catalogo elettronico Il catalogo elettronico Mapei, messo a punto sul CD-Rom Mapei Global Infonet , è il multimediale, in versione italiana, di presentazione dell azienda, e comprende tutte le informazioni istituzionali e tecniche del Gruppo Mapei, comunicate con testi, immagini e filmati. I requisiti hardware consigliati per la lettura sono: Processore Pentium 166 Mhz; 32 Mb di memoria RAM; Lettore CD-Rom 8x; Scheda video 2 Mb RAM; Scheda audio 16 bit; Stampante. Mentre il software indicato é: Windows 95/98/NT; Acrobat Reader 3.0; Internet Explorer 4.0 (importante per evitare effetti grafici indesiderati creati dalla versione 3.02). Il contenuto del CD-Rom è suddiviso in cinque sezioni: Chi è Mapei , Mapei nel mondo , I prodotti Mapei , Le referenze Mapei e Mapei nello sport . La
terza parte: I prodotti Mapei , è la più rilevante poiché, oltre a presentare le quattro linee di prodotti (ceramica, resilienti, edilizia e additivi), questa sezione contiene tutte le schede tecniche; strumenti indispensabili per progettisti, imprese di costruzione e tecnici. In questo modo sarà evitata la consultazione della voluminosa documentazione cartacea, per individuare le risposte ai quesiti tecnici. Le schede dei prodotti sono state preparate in formato PDF, e sul CD è stato aggiunto il programma Adobe Acrobat Reader 3.0 che, installato, permetterà anche ai computer meno potenti di accedere alle schede e di procedere alla stampa delle stesse. Questa è la prima edizione di Mapei Global Infonet che, periodicamente, verrà aggiornata.
Arte lombarda degli anni Quaranta
Città e luce
Nello scorso maggio, nelle Sale del Museo della Permanente di Milano, si sono tenute le mostre antologiche di Franco Francese, Giovanni Paganin e Carlo Fornara, artisti di formazione lombarda, oggi scomparsi, che operarono sopattutto dagli anni
Con il Convegno promosso da Assil lo scorso aprile a Milano, si è dibattuto il tema: Illuminare la città: Passato e Futuro , che ha affrontato i vari aspetti inerenti il progetto volto all illuminazione urbana. Attualmente, come quello riservato al verde pubblico e all arredo, questo problema è considerato di primaria importanza per sviluppare una strategia unitaria e coerente d intervento, al fine di migliorare e risolvere le problematiche della comunicazione, del sociale e dei valori rappresentativi e artistici della città. Nell ottica di un progredire sociale e culturale, e dell appartenenza a un Europa unita, i cui paesi membri aspirano a esprimere al meglio le proprie identità e gli esclusivi valori, l illuminazione urbana diventa un elemento di estrema qualificazione e individuazione dell ambiente. Il Convegno ha avuto come conduttore Riccardo Valvassori, Presidente Assil, che ha illustrato il ruolo determinante delle industrie italiane, appartenenti al settore illuminazione, per l immagine del nuovo ambiente urbano e per l alto livello della qualità raggiunto attraverso ricerca e investimenti finalizzati sia alla competitività economica dei prodotti, che alla relativa compatibilità con i più avanzati orientamenti ecologici e di risparmio energetico. Sulla sicurezza e le prestazioni si è invece articolato l intervento di Giorgio Scannavacca, Presidente IMQ, che ha sottolineato il valore della certificazione e ha ribadito l importanza del valore aggiunto dei Marchi, poiché solo se il mercato approverà questo valore, l industria continuerà a credere nel sistema. Gli interventi si sono alternati con le presentazioni degli esiti di soluzioni realizzate in alcune città italiane, che hanno attuato piani di illuminazione particolarmente evoluti e in linea con la tutela dell ambiente di vita urbano. Giuseppe Nucci,
Quaranta. La mostra è una riproposta, un viaggio a ritroso che invita a indagare su autori che hanno attinto da un comune contesto culturale il proprio e personale linguaggio, e le relative ricerche in chiave di percorso e di perenne scoperta.
Contro il caldo estivo
Ariele, condizionatore portatile di Carrier, è di facile installazione e si compone di due unità: quella interna, dotata di ruote che distribuisce il fresco nell ambiente; e quella esterna, compatta e leggera, che espelle il caldo e può essere collocata sul balcone o il davanzale della finestra. Nei modelli standard il tubo flessibile, che collega le due unità, misura m 1,80, nei modelli RTC la lunghezza è di m 3,60 per permettere la posizione ideale del climatizzatore nell ambiente. Poderoso e affidabile, Ariele, nel
modello più potente, può raffrescare un ambiente di circa 40 mq con tempi brevi e rispettando il comfort sia acustico che di distribuzione dell aria. La particolare disposizione dell aletta consente di regolare la direzione del flusso d aria: una funzione che facilita l omogenea climatizzazione eliminando eventuali correnti d aria. Ariele, che può inoltre essere utilizzato per la sola ventilazione o la sola deumidificazione asportando 1,3 litri d acqua all ora, immette nell ambiente aria pulita.
Amministratore Delegato del SO.L.E., ha trattato in merito alla componente ambientale e all importanza che assume all interno di una politica di valorizzazione della qualità urbana, tesa all utilizzo razionale delle risorse. Riccardo De Corato, Vice Sindaco di Milano con delega per le problematiche inerenti l illuminazione, e Giuliano Zuccoli, Amministratore Delegato Aem di Milano, hanno illustrato le linee guida del Piano Regolatore della Luce, studiato da un Comitato Tecnico Organizzativo composto da tutti i settori comunali interessati; Vigilanza Urbana, Aem, ATM e Sovraintendenza dei Beni Architettonici Ambientali. Si tratta di un vero e proprio Piano Regolatore della Luce, elaborato con architetti e lighting designer, che utilizza le indicazioni fornite dall Amministrazione Comunale, unitamente alle proposte avanzate dall AEM, sulla base della obsolescenza degli impianti. Il nuovo progetto di illuminazione, esteso a tutta la città, ha previsto un investimento di 144 miliardi, e comprende le piazze, i monumenti, il centro, la periferia, gli edifici storici, i parchi, le basiliche e i grandi assi di uscita e di entrata della città. Fulvio Vento, Presidente Acea, ha illustrato il Piano della Luce studiato per Roma, mentre Giovanni Del Tin, Presidente di AEM Torino, ha spiegato come la città di Torino abbia ottenuto importanti risparmi energetici con aumento della luminosità, da quando, nell 86, il Comune ha incaricato l AEM di illuminare la città.
Un marchio per il marchio Granitifiandre ha voluto definire incisivamente, ed evidenziare con un nuovo marchio, le peculiarità e le caratteristiche riservate ai propri prodotti che vengono realizzati con maggiore ricercatezza. Con questo fine ha preparato la presentazione della linea Geologica che, con il messaggio pietre nobili per l architettura , si rivolge ai progettisti che
ricerchino, con la qualità tecnologica, l aspetto formale più compiuto e di valore. Geologica ne rappresenta pienamente i requisiti grazie alla selezione delle migliori materie prime e all utilizzo delle più esclusive prestazioni tecniche, che riproducono e sottolineano i valori estetici e intrinseci delle pietre, dei marmi e dei graniti più prestigiosi.
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Palladio nel Nord Europa
Nella città più italiana della Germania
Presso la nuova sede di palazzo Barbaran da Porto, importante edificio palladiano inaugurato dopo vent anni di restauro, si è tenuta sino allo scorso giugno la mostra Palladio nel Nord Europa. Libri, viaggiatori, architetti , organizzata dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. L esposizione si è proposta di illustrare, sia al grande pubblico che agli specialisti, la formazione, determinatasi tra Seicento e Settecento in Inghilterra, Olanda, Germania e Paesi Scandinavi, di una nuova architettura ispirata al classicismo razionale dell architetto veneto Andrea Palladio. La mostra indaga sui modi e le ragioni che hanno determinato questa rivoluzione architettonica, paragonabile per le conseguenze raggiunte e il carattere razionale e funzionale, alla nascita
Colonia, città che ha ospitato un doppio vertice politico di rinomanza mondiale; lo scorso giugno vi si sono riuniti infatti i capi di stato e di governo per la seduta del Consiglio dell EU e i rappresentanti degli stati del G8, si sente più che mai stimolata ad affrontare e esprimere le grandi tematiche, sia a carattere nazionale che internazionale, relative ai settori della politica, cultura, economia, ecologia e affari sociali. In questa ottica gioca un ruolo di grande rilievo la KolnMesse che, al compimento dei suoi 75 anni di vita, è attualmente un appuntamento fieristico di primaria importanza mondiale per oltre venticinque settori e attività commerciali. Piattaforma ideale per facilitare e incrementare l esportazione in mercati nuovi, la piazza fieristica di Colonia è un punto di riferimento di importanza strategica per
dell architettura moderna nel nostro secolo. Determinanti, per la comunicazione del nuovo linguaggio, furono I quattro Libri dell Architettura del Palladio pubblicati per la prima volta a Venezia nel 1570. Nella mostra sono state esposte circa 200 opere d arte tra modelli originali, disegni autografi, quadri, incisioni, libri, taccuini di architetti e viaggiatori, provenienti da 30 musei internazionali, tra i quali alcuni pezzi d eccezione, come tre disegni autografi di Palladio, la copia dei Quattro Libri postillata dall architetto inglese Inigo Jones nel 1614, il bellissimo modello ligneo della loggia di Augsburg del 1604, gli schizzi di mano del Kaiser Federico il Grande per i palazzi neopalladiani di Potsdam e la Fantasia Palladiana dipinta da Canaletto.
l industria e il commercio relativo ai vari continenti, e rappresenta la pista ideale per lo scambio di prodotti, idee, know-how e relative informazioni. Oltre 4360 le imprese espositrici italiane che espongono alla Fiera di Colonia, con particolare partecipazione all Anuga, alla Domotechnica, al Salone Internazionale della Ferramenta e al Salone Internazionale del Mobile, e 38.000 quelle provenienti da 120 Paesi con oltre 2 milioni di operatori. Il complesso fieristico comprende una superficie coperta integrata di 275.000 mq e ha una struttura congressuale in grado di ospitare manifestazioni fino a 12.000 partecipanti. In Italia la rappresentanza della Fiera è situata presso la Camera di Commercio italo-germanica, e Tulio Pascoli ne cura i rapporti e la comunicazione.
Nuova serie civile da incasso
Giugiaro Design ha studiato per Siemens la nuova serie civile da incasso Delta geo che rappresenta la continuità e coerenza nella ricerca finalizzata al design, alle soluzioni
applicative, e alle esigenze mirate al comfort e al risparmio La serie si caratterizza per i raffinati materiali delle placche, la vasta gamma di colorazioni studiate per integrarsi alle più svariate tendenze di arredo interno e per la vasta disponibilità di moduli funzionali per ogni esigenza (comando, allacciamento, controllo e regolazione delle utenze). Delta geo , progettata per essere perfettamente compatibile con l affermata serie Delta futura graphit , consente di intercambiare le placche delle due serie per soluzioni insolite.
Condizionatori portatili Facilmente trasportabile in ogni angolo della casa, Yeti, di York Italia, è un condizionatore portatile dotato di un sistema di rotelle che, all occorrenza, è possibile portare con sé per il week-end e le vacanze sia estive che invernali, poiché (a seconda del modello) il raffreddamento, in occasione di caldo, può variare tra 7000 e 14.000 Btu/h e il suo circuito di deumidificazione sottrae all aria da 1 a 2 litri d acqua all ora, e, in merito a situazioni invernali, la resistenza per il riscaldamento assorbe 1800 Watt trasformandoli in calore. Individuati i valori di temperatura e umidità dell aria per avere un ottimo comfort, è possibile programmare Yeti per consentire ogni volta il clima prescelto. Disegnato da Carlo Vietri, è disponibile in 8 modelli.
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Assopiastrelle alla Convention degli architetti americani Per la prima volta Assopiastrelle ha partecipato all AIA; la Convention annuale degli architetti americani svoltasi lo scorso maggio presso il Convention & Expo Center di Dallas. Presente nello spazio ICEAssopiastrelle, progettato da Cesare e Matteo Casati, l Associazione ha organizzato tre seminari, dedicati agli architetti partecipanti, che hanno affrontato i temi: Tipologia e principali usi delle piastrelle di ceramica italiane , L uso delle piastrelle di ceramica per le pareti ventilate esterne e L importanza dell installazione delle piastrelle di ceramica italiane . La presenza all AIA rientra nella strategia promozionale di Assopiastrelle e dell industria italiana delle piastrelle di ceramica negli Stati Uniti, poiché, dopo la cura riservata al settore della distribuzione organizzata, è ora in atto la fase di approccio al mercato
interno che passa attraverso i progettisti dell area edile. La figura dell architetto locale, impegnata in un ruolo maggiormente centralizzato rispetto a quello italiano, è preposta alla realizzazione di interi complessi edilizi e include sia la progettazione generale che il design degli interni. Questo è quindi un mercato che rappresenta ben il 29% dell intera industria delle costruzioni locali, nel quale l industria Italiana non è attualmente molto presente ma che, grazie al grès porcellanato, dimostra enormi potenzialità. Seconda novità di assoluto rilievo, presentata in concomitanza a questa edizione di AIA, è CER Architect, la nuova rivista multimediale, espressione della collaborazione tra Assopiastrelle e ICE, dedicata agli architetti americani e finalizzata a una più approfondita conoscenza del prodotto italiano.
Agenda Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions
Per informazioni: Secretary of TIA Sustainable Building Competition School of Architecture Oxford Brookes University Oxford OX3 OBP, UK Internet: www.unifi.it/project/tia/competition E-mail: tia@dpmpe.unifi.it, tia@brookes@ac@uk
Italia/Italy Canada Toronto Tilley Design Competition Concorso internazionale di design per lo studio di nuove soluzioni per i viaggiatori del terzo millennio e per nuovi materiali/International design competition for new solutions for the third millennium travellers and new materials Scadenza/Deadline: 19/11 Monte premi/Total prize: 10,000 Can $ Per informazioni: Design Exchange 234 Bay Street, 4th Floor Toronto-Dominion Centre Toronto, ON, M5K 1B2 Canada Tel. ++1 416 2162148 Internet: www.tilley.com E-mail: programs@dx.org
Francia/France Montreuil Europandom Concorso internazionale di urbanismo e architettura:costruire la città d'oltremare/International competition of town planning and architecture: building overseas towns Iscrizione/Registration: 15/9 Scadenza/Deadline: 29/10 Premio/Total prize money: 9100 Euros
Per informazioni: Secrétariat Europandom 53, rue des deux Communes, 93100 Montreuil Tel. ++33 1 55869255, fax. ++33 1 42875995 Internet: www-europan.gamsau.archi.fr E-mail: e_pandom@club-internet.fr
Germania/Germany Stuttgart Academy Schloss Solitude Borsa di studio in discipline artistiche Fellowship for the artistic disciplines primavera 2000-autunno 2001/spring 2000-autumn 2001 Scadenza/Deadline: 31/7 Montepremi/Total prize money: 1700 DM al mese, e alloggio gratuito/1700 DM per month and free lodging Per informazioni: Akademie Schloss Solitude Stiftung der Öffentlichen Rechts Solitude, 3 - 70197 Stuttgart Tel. ++49 0711 99619472, fax ++49 0711 9961950 Internet: www.akademie-solitude.de E-mail: wi@akademie-solitude.de
Gran Bretagna/Great Britain Oxford TIA Sustainable Building Competition Concorso internazionale per studenti (AA 1999-2000) in due sezioni: 1. Riprogettazione di un edificio per uffici esistente; 2. Progettazione di un centro commerciale per una città del XXI secolo/International student (AY 1999/2000) competition in two sections: 1. Redesigning of an existing office building; 2. Design of a new commercial complex for a city of the 21st century Consegna/Submission: 30/3/2000 Monte premi/Total prize: 24.000 Euros
Faenza (Ravenna) La maniglia per il terzo millennio Concorso internazionale di design industriale che si articola in due sezioni:1. progettisti, architetti, industrial designer; 2. studenti, scuole, istituti o università per architettura o disegno industriale International industrial design competition in two sections: 1. designers, architects and industrial designers; 2.students, schools, and institutes or universities of architecture and industrial design Scadenza/Deadline: 29/10 Monte premi/Total prize money: 13.000.000 Lit. Giuria/Jury: Francesco Tabucco, Wolfgang Berger, Fabrizio Bianchetti, Pierpaolo Ghidini Per informazioni: Gruppo Editoriale Faenza S.p.A. Via Pier De Crescenzi, 44 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 663488 Fax ++39 0546 660440 Internet: www.faenza.com E-mail: info@faenza.com
Milano Premio Dedalo alla Committenza 1999 Concorso aperto a tutti i committenti che abbiano incaricato architetti italiani, in qualsiasi paese del mondo, di progettare e/o realizzare un'opera/Competition open to all cleints having commissioned Italian architects, in every country, to design and/or realize a work Scadenza/Deadline: 30/7 Per informazioni: Proservizio Srl Via Leonardo da Vinci, 14 36100 Vicenza Tel. ++39 0444 914236 Fax ++39 0444 913358 Internet: www.proservizi.it E-mail: info@proservizi.it
Premio Guggenheim "Impresa & cultura" 3ª edizione del concorso che premia le imprese che abbiano inserito i valori della cultura nelle loro strategie di comunicazione 3rd edition of the prize awarding enterprises which have instilled new values in their communication strategies Scadenza/Deadline: 30/9 Monte premi/Total prize money: 50.000.000 Lit. Per informazioni: Bondardo Comunicazione Corso di Porta Nuova, 14 - 20121 Milano Tel. ++39 02 9005700, fax ++39 02 9005656 Internet: www.bondardo.com E-mail: premio@bondardo.com
USA San Francisco What is a Shelter? Concorso per il progetto di un villaggio di tende mobile/Competition for a portable tent village Scadenza/Deadline: 15/7 Monte premi/Total prize money. 10,000 US $
Per informazioni: The Valor Group, LLC c/a Shelter Resorts Competition 1592 Union Street, Suite 93 San Francisco, CA 94123 USA Internet: www.shelterresorts.com E-mail: info@shelterresorts.com
Hallerschlosstrasse 21 A-8010 Graz Tel. ++43 316 356155, fax ++43 316 366156 Internet: www.thing.at/art.image E-mail: art.image@thing.at
San Francisco Gate Competition Concorso internazionale per il progetto di un nuovo ingresso al campus universitario che celebri del primo secolo di vita della San Francisco State University International competition for the design of a new gate of the main campus of the San Francisco State University in celebration of its first century of life Scadenza/Deadline: 15/8
28th IAHR Biennal Congress 28a conferenza biennale organizzata da International Association of Hydraulic Research 22/8-27/8
Per informazioni: Prof. Rodger C.Birt, College of HumanitiesSFSU 1600 Holloway Ave., San Francisco, CA - 94132 Tel. ++1 415 4050371 Internet: www.hyperbore.com/sfgate
Washington King Memorial Competition Concorso per la realizzazione di un monumento commemorativo per la Martin Luther King Foundation Competition for a memorial site for the Martin Luther King foundation Iscrizione/Registration: 15/10 Consegna/Submission: 15/12 Per informazioni: Dr. E. Jackson Jr. Design Commitee Chair Martin Luther King Memorial Project Foundation Dept 211, Washington DC 20055-0211 Tel. ++1 410 5540040 ext 110 Internet: www.mlkmemorial.org
Intersculpt 1999 Concorso per sculture digitali "Un segnale per una nuova era artistica"/Digital sculpture competition "A Signal for a New Artistic Era" Scadenza/Deadline: 15/9 Per informazioni: Michael Rees Internet: www.toile.metisse.org/intersculpt/dsc.htm E-mail: zedand00@sound.net
Convegni e dibattiti Congresses and conferences
Australia Sydney Sydney Design '99 Punti di vista temporali Viewpoints in Time 26/9-30/9
Per informazioni: ICMS Australasia Pty Limited GPO Box 2609 Sydney, NSW - 2001 Australia Tel. ++61 2 92411478, fax ++61 2 92413552 Internet: www.sd99.com.au E-mail: sd99@com.au
Austria Graz Centre for Film Studies film+arc.graz 1999 Graz Biennial on Architecture and Media 24/11-28/11 Per informazioni: Centre for Film Studies
Messe
Per informazioni: Prof. Heinz Bergmann Technical University Graz Mandellstrasse 9 8010 Graz Tel. ++43 316 8736260 Fax ++43 316 8736264 Internet: www.joanneum.ac.at/events/iahr.htlm E-mail: bergmann@hydro.tu-graz.ac.at
Vienna Architektur Zentrum Metropolis Now! The future of global cities - Global cities of the future 7° Congresso viennese di architettura 7th Wiener Architektur Congress 5/11-7/11 Per informazioni: Architektur Zentrum Museumplatz 1 A-1070 Vienna Tel. ++43 1 5223115 Fax ++43 1 5223117 Internet: http://azw.t0.or.at E-mail: azw@t0.or.at
Canada Montreal Università di Montreal Les temps du paysage Colloquio internazionale/International meeting 23/9-24/9 Per informazioni: Université de Montreal Tel. ++1 514 3432320 Fax ++39 514 3436771 Internet: www.paysage.umontreal.ca E-mail: paysage@paysage.umontreal.ca
Francia/France Grenoble CRATerre The low cost building construction project Stage aperti ad architetti, ingegneri, tecnici, ricercatori Stages open to architects, engineers, technicians and researchers 6/10-29/10 Per informazioni: M.me Marina Trappeniers CRATerre-EAG, BP 2636 38000 Grenoble cedex 2 Tel. ++33 4 76401439 Fax ++33 4 76227256 E-mail:craterreeag.formation@grenoble.archi.f
Germania/Germany Köln Köln Messe 16° congresso IAKS sul tema "Gli impianti sportivi del futuro" 16th IAKS conference on "Sports Complexes of the Future" 27/10-29/10 Per informazioni: IAKS - Internationale Vereinigung Sportund Freizeiteinrichtungen e.V. Carl-Diem-Weg 3, 50993Colonia Tel. ++49 221 4912991 Fax ++49 221 4971280 Internet: www.sportsfacilities.worldsport.com E-mail: IAKS-@t-online.de
l ARCA 139 107
Israele/Israel Gerusalemme
Via Goito, 26/7, 16122 Genova Tel. ++39 010 873106 Fax ++39 010 8318246 E-mail: agenda21@mbox.ulisse.it
ISES 1999 Solar World Congress: Solar is Renewable 4/7-9/7
Milano
Per informazioni: KENES - Organizers of Congress and Tours Operators Ltd. P.O. Box 50006, Tel Aviv 61500 - Israele Tel. ++972 3 5140031, fax ++972 3 5140031 Web: http://tx.techninon.ac.il/meryzse/ises99.html E-mail: ises99@kenes.com
Italia/Italy Abeto-Marradi (Firenze) Il Querceto Corso di restauro e recupero di facciate storiche 25/5-30/5; 21/9-26/9
Per informazioni: Mestieri ad Arte Corso Mazzini, 122/A 48018 Faenza (Ra) Tel. ++39 0546 681717, fax ++39 0546 693539 E-mail: contact@mestieriadarte.com
Camerino (Macerata) Palazzo Ducale IX seminario di architettura e cultura urbana Storia e modernità: disegni, materiali, tecnologia per l'architettura delle città 1/8-5/8 Per informazioni: Giovanni Marcucci Tel. ++39 0737 632558 E-mail: marcucci@camserv.unicam.it
Como Ex Chiesa San Francesco Corso Superiore di Arte Visiva Visiting Professor: Haim Steinbach 1/7-22/7 Mostra fine corso 22/7-5/9
Per informazioni: Fondazione Antonio Ratti Lungo Lario Trento 9, Como Tel. ++39 031 233411, fax ++39 031 233449 Villa Olmo
1° Convegno Nazionale "Comuni per il Codice" Bilancio di un anno del network aderente al "Codice per la qualità energeticoambientale di edifici e spazi aperti" 25/9-26/9
Fiera International Value-Added Technical Forum Wood Based Panels Forum internazionale sulle tecniche del legno 25/5/2000-27/5/2000 Per informazioni: EFIMALL Centro Direzionale Milanofiori 1a Strada - Palazzo F3 20090 Assago (Mi) Tel. ++39 02 89210246 Fax ++39 02 8259009 Internet: www.acimall.com E-mail: xylexpo@acimall.com
Fondazione Vittorio Mazzucconi L'Uomo Nuovo Workshop aprile-luglio/April-July
Per informazioni: Fondazione Vittorio Mazzucconi Via Ludovico il Moro 1 20143 Milano Tel. ++39 02 8910251 Fax ++39 02 89125825 Internet: www.vittoriomazzucconi.it/foundation E-mail: fondazione@vittoriomazzucconi.it
Domus Academy Domestic Technologies Seminario di progetto con/Workshop with Andrea Branzi 12/7-23/7 Designing a new business Seminario di progetto con/Workshop whit Ampelio Bucci e Giacomo Giannini 12/7-23/7 Per informazioni: Domus Academy via Savona 97 - 20144 Milano Tel. ++39 02 47719155 Fax ++39 02 422525 Internet: www.domusacademy.com E-mail: info@domac.it
Centro Italiano di Architettura ACMA Gorizia-Nova Gorica - Progettare il confine Seminario/Workshop 20/8-30/8 Viaggio in Portogallo Settembre/September Viaggio nei Paesi Baschi Ottobre/October
Per informazioni: Centro Nazionale Architettura Bioclimatica-ENEA Fax ++39 06 36272280 E-mail: gallo@sede.enea.it
Per informazioni: Centro Italiano di Architettura ACMA Via Antonio Grossich 16 20131 Milano Tel. ++39 02 70639293 Fax ++39 02 70639761 Internet: www.mclink.it/com/acma E-mail: md4504@mclink.it
Faenza (Ravenna)
Venezia
Museo Internazionale delle Ceramiche Ceramic millennium - 700 anni di maiolica faentina: XVI-XX secolo 23/7-25/7
Istituto Universitario di Architettura Cupum '99 1ª Conferenza dell'Associazione Computer in Urban Planning and Urban Management 8/9-11/9
Per informazioni: Museo Internazionale delle Ceramiche Viale Baccarini, 19 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 21240, fax ++39 0546 27141 Internet: www.racine.ra.it/micfaenza E-mail: micfaenza@provincia.ra.it
Genova Palazzo Ducale Convegno internazionale "Agenda XXI regionale: ambiente e sviluppo sostenibile" International congress "Regional Agenda XXI: environment and sustainable development" 13/10-15/10 Per informazioni: Studio Viale von der Goltz
108 l ARCA 139
Per informazioni: Lorena Manesso, Lorena Mio Tel. ++39 041 2752102 Fax ++39 041 5240403 E-mail: input@iuav.unive.it
Iaas-Venezia Venice '99 6º Workshop internazionale di architettura e design 6th International Architecture Design Workshop 16/7-13/8 Per informazioni: Matteo Elletz Iaas Venezia Via Monte Nero, 84, 30171 Mestre Tel./Fax ++39 041 92749
Olanda/Holland Rotterdam Nederlands Architectuurinstituut The weight of the image - The stadium 4th International Summer Masterclass 15/8-28/8 Per informazioni: Nederlands Architectuurinstituut Museumpark, 35 3015 CB Rotterdam Tel. ++31 10 4401253 Fax ++31 10 4366975 Internet: www.nai.nl E-mail: info@nai.nl
Spagna/Spain Barcellona Convention Centre Winterthur Reduild-The Cities of Tomorrow 4/10-6/10 Per informazioni: EnergiaTA-Florence Alberto Douglas Scotti Piazza Savonarola 10 50132 Firenze, Italia Tel. ++39 055 5002174 Fax ++39 055 573425 Internet: www.etaflorence.it E-mail: eta.fi@etaflorence.it
Bilbao Da capitale delle acciaierie a simbolo di rinascimento urbanistico e culturale Incontri internazionali di architettura e design International meeting on architecture and design 23/9-26/9 Per informazioni: Design Net World/Focchi Group C.P. 19 - 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail: info@focchi.it
Svizzera Losanna Ecole polytechnique fédérale de Lausanne Cisbatt'99 Conferenza internazionale sullo sviluppo sostenibile, l'utilizzo dell'energia solare negli edifici e il progetto "Société à 2000 watts" International conference on the sustainable development, solar energy utilization in architecture and the "Société à 2000 watts" project 22/9-23/9 Per informazioni: EPLF - Laboratoire d'énergie solaire et de physique du bâtiment - 1015 Lausanne Tel. ++41 21 6934545, fax ++41 21 6932722 E-mail: leso@da.eplf.ch
USA Los Angeles - San Diego San Francisco Varie Sedi La grande architettura sul Pacifico Incontri internazionali di architettura e design International meeting on architecure and design 4/11-14/11 Scadenza/Deadline: 1/8 Per informazioni: Design Net World/Focchi Group C.P. 19, 47900 Rimini Tel./Fax ++39 0541 742483 E-mail:info@focchi.it
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Austria Linz Ars Electronica Festival 1999 4/9-9/9
Vienna Architektur Zentrum City by the Stadtbauamt: Erich Franz Leischner and the Vienna Stadtbauamt 16/6-2/8 Emerging Architecture 15/9-15/10 Wiener Städtische Das Haus Tugendhat. Ludwig Mies van der Rohe - Brünn 1930 26/5-16/7 MAK Micro Space/Global Time. An Architectural Manifesto 2/6-11/7
Francia/France Albi Espace départemental d'art contemporaine Jocelyne Alloucherie 5/6-29/8
Bordeaux arc en rêve Architecture en Aquitanie 10/6-12/9 Christian Hauvette. Partitions 24/6-19/9
Lyon CAUE du Rhône Les chevaliers de l'Arquebuse: histoire d'un chantier 11/5-30/9
Paris Musée du Louvre L'essence de l'architecture. Déduction métaphysique 16/4-12/7 Jeu de Paume Richard Meier 13/7-19/9 Magasin Jim Isermann 6/6-5/9
Germania/Germany Düsseldorf NWR -Forum Kultur und Wirtscaft Düsseldorf O. M. Ungers - Intervening Spaces 8/5-8/7
Gran Bretagna/Great Britain Glasgow Glasgow Green Homes for the Future Site 1/7-31/10 McLellan Galleries The Architecture of Democracy 30/4-25/7 The Burrell Collection, Pollok Country Park Mies van der Rohe. Architecture and Design in Stuttgart, Barcelona, Brno 14/5-29/8 The Lighthouse Alexander Thomson. The Unknown Genius 28/5-15/8 Kelvingrove Art Gallery Food 7/5-22/8 Going Out in Style: Coffins from Africa giugno/agosto-June/August Gallery of Modern Art Flesh and Stone: Building a Scottish Identity 21/5-18/7 Alvar Aalto in Seven Buildings 30/7-10/10 Centre for Developmental Arts Dressed Up 18/6-16/7 Paisley Museum & Art Gallery The Uncut Cloth 19/6-23/10 Glasgow School of Art Ettore Sottsass and Friends 20/7-25/10
London RIBA Architecture Gallery The Inflatable Moment: Pneumatics and Protest in '68 14/6-14/8 Manifesto: Fifty Years of British Radicals 5/6-28/8
Italia/Italy Brescia Spazio Università Álvaro Siza. Scultura, architettura 6/5-11/7
Cuma (Napoli) Parco archeologico di Cuma e territorio confinante Scultura e architettura del Novecento 7/5-5/12
Firenze Archivio di Stato Dalla Toscana all'Europa di Gustave Eiffel 25/3-8/7
Omegna (Verbania) Forum Omegna Mostra delle mostre. Venti anni di esposizioni Alessi 3/4-9/9
Roma Galleria Architettura Arte Moderna Architettura di Mostra 4 5/7-11/9
Venezia IUAV - Archivio progetti, ex Cotonificio veneziano di Santa Marta H VEN LC - Hôpital de Venise Le Corbusier (Je prends Venise à témoin) 10/6-31/7; 30/8-9/10 XLVIII Biennale di Venezia
Simone Decker 13/6-7/11 Palazzo Zenobio Philip Johnson: Children's Museum, Guadalajara 9/6-11/7
Mostre d arte Art Exhibitions
Van Gogh Museum Kisho Kurokawa, architetto. Retrospettiva 24/6-14/11
Rotterdam Nederlands Architectuurinsituut AIR - Southbound New lanscape Frontiers 1/5-8/8
Spagna/Spain Bilbao Guggenheim Museum Bilbao The Art of the Motorcycle 13/11-28/3/2000
Svezia/Sweden Stoccolma Arkitectur Museet Une ville invisible, maquettes de la collection architecture du Centre Georges Pompidou 4/6-15/8
Svizzera/Switzerland Soletta Premio Svizzero del design. I vincitori 5/11-9/1/2000
USA Chicago Chicago Art Institute At Home in Chicago 21/4-1/8 Yasuhiro Ishimoto: A Tale of Two Cities 8/5-12/9 The Pritzker Architecture Prize: 19791999 28/5-26/9
New York
Mantes-la Jolie Austria
Library of Congress The Work of Charles and Ray Eames: A Legacy of Invention 20/5-4/9 National Building Museum An Urban Experiment in Central Berlin: Planning Posterdammer Platz 23/3-19/9 Stay Cool! Air Conditioning America 1/5-2/1/2000 Titanium! 20/5/1999-18/7/2000
Musée de l'Hôtel-Dieu Rayures dans l'art textile ancien 20/6-26/9
Vienna
Nancy
MAK Jannis Kounellis. Il sarcofago degli sposi 5/5-22/8 Bruno Gironcoli. Lady Madonna. Postscript concernering a past exhibition 7/7-29/8 Lucie Rie. Fired Clay 14/7-12/9 Raymond Pettibon, Jason Rhoades, Hans Weigand. Bomb Surprise 21/7-26/9
Musée de l'Ecole de Nancy Ma racine est au fond des bois 24/4-26/7
Canada Montreal
Galeries Poirel L'Ecole de Nancy 1889-1909 24/4-26/7 Musée des Beaux-Arts Peinture et Art Nouveau 24/4-26/7 Maison du Verre et du Crystal Meisenthal, the cradle of Art Nouveau glasswork 4/4-1/11 Musée Français de la Brasserie Art Nouveau in the Brewery 15/6-15/9
Museum of Fine Arts Cosmos: du romantisme à l'avante-garde, 1801 à 2001 17/6-17/10 Les oiseaux du Canada: la peinture naturaliste d'Audubon 9/9-7/11 Peintres mexicains du vingtième siècle, 1900-1950 11/11-27/2/2000
Château d'Haroué Art Nouveau Jewellery and Precious Metalwork 15/6-15/9
CCA Opération [Interface] 9/6-11/7 10 Year Anniversary Exhibition 1/12-30/4/2000
FRAC Art et Architecture 6/5-30/8
Francia/France Avignon Palais des Papes Primitive Passion 21/5-1/11
Céret
Musée d'Art Moderne et Contemporain Cooper Hewitt National Design Museum The Work of Charles and Ray Eames: A Hantaï 20/6-27/9 Legacy of Invention 12/10-9/1/2000 National Design Triennial Dijon 7/3/2000-6/8/2000 Palais des Etats des Bourgogne San Francisco Dijon vu par 9 photographes 1999 Museum of Modern Art 20/6-19/9 Tiborocity: Design and Undesign, 19791999 Grenoble 16/7-19/10
Washington
Louviers Musée de Louviers Forêt de Bord - Le Lien 8/5-31/8
Olanda/Holland Amsterdam De Beurs van Berlage Frank Lloyd Wright: La Cité Vivant 11/6-12/9
Frédéric Pollet. Les échoués 19/5-17/7
Magasin John Miller 6/6-5/9
Hyères Villa Noailles L'union des artistes modernes 1929-1939 5/6-5/9
Lille Espace Croisé
Musée Historique Lorrain Passions Lorraines: René Wiener 10/7-4/10
Nantes
Nice Musée Matisse Matisse et l'Antiquité fino al/through 30/8 Palais Lascaris Les routes du Baroque 25/6-4/9 Musée Internationale d'Art Naïf Anatole Jakovsky Les ateliers de l'Ecole Municipale d'Arts Plastiques 23/6-4/7 Les trésors de la donation Fauvert: Vivin, Bombois, Peronnet, Beauchamp 18/6-17/10 Galerie Renoir Paul Pacotto 5/6-28/7
Paris Cité des Sciences et de l'Industrie-La Villette Nouvelle image, nouveaux réseaux. Passeport pour le cybermonde fino a Dicembre/through December Musée Carnavalet Photos de Rome, 1850-1880 3/6-5/9 Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris La Collection du Centre Georges Pompidou, un choix
l ARCA 139 109
fino al/through 19/9 La peinture après l'abstraction 19551975 20/5-19/9 Espace Elec Art Urbain novembre/November Centre Georges Pompidou Robert Delaunay. De l'impressionnisme à l'abstraction 3/6-16/8 L'union des artistes modernes 19291939 5/6-5/9 Joan Mirò 20/5-29/8 Collections parallèles 16/4-14/11 Couvent des Cordeliers Paris-Casa, suites marocaines 27/5-25/7 Jardin des Tuileries Festival Paris Quartier d'Été - Les enchanteurs marocains 16/7-18/7
Maurizio Nannucci: Neon installazione 15/4-30/9
Morandi. I paesaggi 27/11-6/2/2000
Münster
Faenza (Ravenna)
Westfälisches Landesmuseum Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 18/7-19/9
Museo Internazionale delle Ceramiche Yashokichi Tokuda 13/6-18/9
Gran Bretagna/Great Britain Edimburgo
Palazzo dei Diamanti Giuseppe Mentassi 18/7-5/9 Venezia 1950-1959. Il rinnovamento della pittura italiana 26/9-9/1/2000
National Galleries of Scotland-The Dean Gallery John Coplans: a Self Portrait 1984-1997 29/5-25/7
London School of London Contemporany British Art from Frances Bacon to Tony Bevan 12/5-29/8
Jeu de Paume Marie-Jo Lafontaine 13/7-19/9
Estorick Collection Morandi and his Time: Paintings from the Giovanardi Collection 26/5-19/9
Maison de Balzac L'artiste selon Balzac: entre la toise du savant et la vertige du fou 20/5-5/9
Italia/Italy Alessandria
Maison éuropéenne de la photographie Les plus beau plans du monde 9/6-5/9 Helmut Newton & Alice Springs. "Us and them" 9/6-5/9 Charles Matton "Rembrandt" 9/6-5/9 Topor, rit encore 9/6-5/9 Roberto Pellegrinuzzi "Les Echrochés" 9/6-5/9
Ex Convento di San Francesco Omaggio a Pietro Morando. Opere dal 1920 al 1970 14/5-25/7
Galerie Almine Rech Alex Bag 5/6-23/7
Bagheria (Palermo)
Galerie Praz-Delavallade Marnie Weber. Martin Creed 5/6-24/7
Ancona Mole Vanvitelliana Libri di pietra. Omaggio alla cattedrale di Ancona dall'oriente e dall'occidente aprile/agosto-April/August
Villa Cattolica Salvatore Scarpitta 8/5-31/8
Bergamo
Galerie Emmanuel Perrotin Jonh Waters "Director's cult" 5/6-31/7
Galleria D'arte & Divetro Richard Marquis 21/5-31/7
Air de Paris Shimabuku. Wall 6 >>> Landscape # 4 Fino a fine luglio/through July
Bologna
Art: Concept Stéphane Magnin 5/6-24/7 Galerie Kreo Mobilier et objets 1960-2000 5/6-24/7
Villeneuve d'Ascq Musée d'Art Moderne Lille Métropole Les Annés Cubistes 13/3-18/7
Germania/Germany Frankfurt am Main Portikus Ernst Strouhal/Heimo Zobering. The Catalogue 24/9-7/11
München European Patent Office
110 l ARCA 139
Museo Morandi Alberto Giacometti. Disegni e sculture 21/5-6/9 Galleria d'arte moderna Anselm Kiefer 26/3-29/8
Brescia Palazzo Martinengo Arturo Tosi. Natura ed emozione 24/4-11/7 Da Gauguin a Vallotton. Le stagioni del simbolismo francese 23/7-21/11
Conegliano (Treviso) Palazzo Sarcinelli Bendini 22/5-11/7 Lavagnino 22/5-11/7 Pizzinato. Pitture 1963-1994 22/5-11/7
Ferrara
Firenze Palazzo Strozzi Aligi Sassu 17/7-30/9 Piazza della Signoria, Piazzale degli Uffizi, Sala d'Arme di Palazzo Vecchio Botero a Piazza Signoria 24/6-28/8
Francavilla a Mare (Chieti) Museo MUMI Francesco Paolo Michetti (1851-1929) 26/5-30/8
Macerata Palazzo Ricci Adolfo de Carolis e il Liberty nelle Marche luglio/ottobre-July/October Pinacoteca Comunale Bucci e il Novecento. Un artista marchigiano fra modernità e classicità 19/6-12/9
Milano Palazzo Reale Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del Simbolismo Europeo 8/4-29/8 Photology Tazio Secchiaroli. Fellini 8 e mezzo 23/5-23/7 Biblioteca di via Senato Francesco Messina. Le opere e i libri 17/6-12/9 Galleria Raffaella Cortese Marcello Maloberti. W.A.L.K.M.A.N. 13/5-13/7 Giò Marconi Lucio Fontana. "Il disegno". Omaggio per il centenario della nascita 20/5-23/7 John Bock. Opt. APE trouvé Moving 50 diagramm 20/5-23/7 Francesco Vezzoli. An embroidered trilogy 20/5-23/7 Dinos & Jake Chapman 20/5-23/7 Spazio Oberdan L'ultimo Mirò 8/5-18/7
Modena Varie sedi
Uno sguardo sul Giappone 16/5-10/10
Mogliano Veneto (Treviso) Villa Benetton Biennale della giovane scultura europea giugno/settembre-June/September
Padova Palazzo della Ragione e altre sedi Quella notte sulla luna 17/7-15/10 Museo Civico Percorsi nel Sacro. Fiore B. Zaccarian - Opere dal 1922 al 1978 4/6-25/7
Parma Palazzo Bossi-Bocchi Julien de Parme 1736-1799 11/12-27/2/2000 Galleria Mazzocchi Alberto Gianquinto. "Gesù" 19 quadri del 1998 29/5-15/9
Pietrasanta (LU) Spirale Arte La Street Art di Keith Haring e Paolo Buggiani 26/6-22/7
Ravenna Salone delle Esposizioni della Loggetta Lombardesca Piero Gilardi 23/6-30/9
Roma Musei Vaticani - Salone Sistino Roma-Armenia 25/3-16/7 Palazzo delle Esposizioni El Greco. Identità e trasformazione 2/6-19/9
Sarmede (Treviso) Varie Sedi Mostra internazionale di illustrazione per l'infanzia. Le immagini della fantasia: I Gatti 6/11-19/12
Seravezza (Lucca) Palazzo Mediceo Alla ricerca dell'Eden. Il paesaggio della Versilia nella pittura italiana fra Otto e Novecento 10/7-26/9
Torino Varie sedi Biennale internazionale giovani Torino 2000 13/4/2000-19/4/2000 Museo della Fotografia Storica e Contemporanea Imagina 1950-1997. I grandi fotografi raccontano il mondo 20/5-18/7 Castello di Rivoli Andreas Gursky 4/6-12/9 Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi"
India: montagne di film. Montagna grande schermo 11/6-29/8 Palazzo Bricherasio Le immagini della Fiat 29/6-5/9
27/3-11/7
Centro storico Fiat Fiat, 100 anni di industria 14/6-6/11 Palazzina di caccia di Stupinigi I trionfi del Barocco 3/7-6/11
Rijksmuseum La natura morta olandese 1550-1720 19/6-19/9 Van Gogh Museum Theo Van Gogh (1857-1891), mercante d'arte, collezionista e fratello di Vincent 24/6-5/9
Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea Giulio Paolini. Da ieri a oggi 8/5-25/7
Trento Museo di Storia Naturale Il Diluvio Universale 8/12-25/5/2000 Galleria Civica di Arte Contemporanea Stephan Balkenhol 28/5-29/8 Palazzo delle Albere Gastone Novelli 13/5-22/9 Castello del Buonconsiglio La bellissima maniera. Alessandro Vittoria e la scultura veneta del Cinquecento 25/6-26/9 Castel Besano Ferro e fuoco. Le armi antiche dei castelli trentini 23/5-31/10
Treviso Casa dei Carraresi Da Gauguin a Mondrian. Impressionismo Espressionismo Cubismo e il paesaggio del nuovo secolo 4/9-9/1/2000
Venezia
Olanda/Holland Amsterdam
Spagna/Spain Barcellona Museo de Arte Contemporani Perejaume. Deixar de fer una exposició 22/4-20/7 El Lissitzky 1/7-5/9 Raymond Hains 21/9-5/12 Martha Rosler 19/10-9/1/2000 Dau al set 19/10-9/1/2000
Svizzera/Switzerland Locarno
Louisiana Art Museum Louisiana's Collections 1999, New Constellations 11/6-25/7 René Magritte 6/8-28/11 Dream and Vision 17/12-24/4/2000
La Jolla
Sheldon Memorial Art Gallery and Sculpture Garden, University of Nebraska Robert Colescott 15/9-2/1/2000
Martigny Fondation Pierre Gianadda Pierre Bonnard (1867-1947) 11/6-24/11
Chicago
Rocca I libri della città miniata. Statuti e Matricole bolognesi dal XIII al XVI secolo
Humlebaek
Lincoln
48ª Biennale di Venezia - Padiglione Francese Jean-Pierre Bertrand e Yong Ping 14/6-7/11
Vignola (Modena)
Modern Art Museum House of Sculpture 30/5-8/8 Francis Bacon: A Retrospective Exhibition 22/8-24/10
Museo Cantonale d'Arte Il giovane Borromini 5/9-21/11
Boston Museum of Fine Arts Reopening of Egyptian Funerary Arts and Ancient Near East Galleries fino al/through 15/8
Museo di Castelvecchio Alessandro Turchi 1578-1649 15/9-15/12
Fort Worth
Lugano
Varie Sedi 48ª Biennale di Venezia 14/6-7/11
Verona
Denver Art Museum Forging a New Century: Modern Metalwork from the Norwest Collection, 1890-1940 fino al/through 8/8 White on White: Chinese Jades and Ceramics from the Tang through Qing Dynasties fino al/through 3/10 Impressionism: Paintings Collected by European Museums 2/10-12/12
Museum of Contemporary Art A Unique American Vision: The Paintings of Gregory Gillespie 13/6-12/9
USA Berkeley
Fondazione Museo Francesco Borgogna Ut pictura ita visio 24/4-4/7
Denver
Pinacoteca Rusca Marino Marini 28/3-15/8
Peggy Guggenheim Collection-Palazzo Venier dei Leoni Il Surrealismo nelle Collezioni Daniele Filipacchi e Neshui Ertegun 10/6-22/8 The Timeless Eye. Opere su carta della Collezione Jean e Marie-Anne Krugier-Poniatowski 4/9-12/12
Vercelli
7/8-10/10
University of California Berkeley Art Museum Robert Colescott 12/5-29/8
Boston
Chicago Art Institute The 20th-Century Textile Artist 31/3-1/8 The Ordinary Made Extraordinary: African Textiles and Decorative Arts 17/4-1/8 Jaspers Johns: Prints from the Permanent Collection fino al/through 22/8 Beyond the Photographic Frame 24/4-12/9 Land of the Winged Horsemen: Art in Poland, 1572-1764 5/6-6/9 IKAT: Splendid Silks from Central Asia 30/9-9/1/2000 Chicago Cultural Center Dancing at the Louvre: Faith Ringgold's French Collection and Other Story Quilts
Los Angeles County Museum of Art Eleanor Antin 23/5-23/8 Diego Rivera: Art and Revolution 30/5-16/8 Images from a Changing World: Kalighat Paintings of Calcutta 10/6-30/8 The Ardabil Carpet 13/6-9/8 Post- Impressionist Prints: Paris in the 1980s 1/7-13/9 Around Impressionism: French Paintings from the National Gallery of Art 15/8-29/11 The Art of Twentieth-Century Zen: Paintings and Calligraphy by Japanese Masters 29/9-2/1/2000 Lee Krasner 10/10-2/1/2000 Getty Center Dosso Dossi, Court Painter in Renaissance Ferrara 27/4-11/7 Ercole de' Roberti: the Renaissance in Ferrara 27/4-11/7
New York PS1 Gallery David Reed 20/6-31/8 Whitney Museum of American Art The American Century: Art and Culture 1900-2000 22/4-30/8 Wall Paintings by Byron Kim 7/5-16/7
Solomon Guggenheim Museum Surrealism: Two Private Eyes the Nesuhi Ertegun and Daniel Filipacchi Collections 4/6-12/9 Max Protetch Gallery Scott Burton giugno/luglio-June/July Brooklyn Museum of Art Mariko Mori. Empty Dream 8/4-15/8 Bard Graduate Center Discovering the Secrets of Soft-Paste Porcelain at the Saint-Cloud Manufactory, c.a. 1696-1766 15/7-24/10
San Diego Museum of Art Liu Dan: Ink Handscroll Marco Ramirez (Erré) 11/2-18/7 Valeska Soares 25/7-17/10 Ringing Thunder: Tomb Treasures from Ancient China 12/6-29/8
San Francisco Museum of Modern Art Bill Viola 4/6- 7/9 Carleton Watkins: The Art of Perception 25/6-14/9 Full Moon: The Photography of NASA Manned Lunar Exploration, 1965-1972 20/8-4/1/2000
Wilmington First USA Riverfront Arts Center Splendors of Meiji: Treasures from Imperial Japan 10/4-6/9
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Arabia Saudita/Saudi Arabia Riyadh Exhibition Centre Saudi Environtech 99 3° Salone internazionale di tecnologia ambientale/3rd International exhibition of environmental technology 3/10-7/10 Per informazioni: Riyadh Exhibition Centre Tel. ++966 1 4541448 Fax ++966 1 4544846 E-mail: recsa@midleast.net
Saudi Build 99 Saudi Stone 99 11° Salone internazionale dell'edilizia, della tecnologia e dei materiali da costruzione e 2° salone internazionale della pietra e delle tecnologie di lavorazione/11th International building construction technology and building material and 2nd international stone and stone technology exhibition 24/10-28/10
l ARCA 139 111
Per informazioni: Riyadh Exhibition Centre Tel. ++966 1 4541448 Fax ++966 1 4544846 E-mail: recsa@midleast.net
Austria Salzburg Messe OMS - Osterreichische Möbelfachmesse Salone internazionale del mobile International furniture trade fair 14/10-17/10 Per informazioni: Reed Messe Salzburg c/a Paul Hammerl Tel. ++43 662 4477143 Fax ++43 662 4477411 E-mail: Paul.Hammerl@reedexpo.at
Brasile/Brazil Joinville Expoville Intercon '99 Salone internazionale della tecnologia, delle attrezzature, dei materiali da costruzione e delle finiture International fair of costruction and finish technology, equipments and materials 25/8-29/8 Per informazioni: Messe Brasil - Feiras & Promoções Ltda. Rua Rolf Colin, 60 - sl 01 Joinville - SC - Brasil Tel./Fax ++55 047 4227309 E-mail: messebrasil@expresso.com.br
8/11-13/11
Per informazioni: International Sales Nuccia Invernizzi Viale Bacchiglione 28, 20139 Milano, Italia Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it
Paris-Nord Villepinte Lumière Paris Salone internazionale della luce International trade fair on lighting 3/9-7/9 Per informazioni: Gruppo Miller Freeman 4 Passage Roux, 75017 Tel. ++33 1 44290247 Fax ++33 1 44290243 Internet: www.lumiere-paris.com E-mail: info@lumiere-paris.com
Pavillon du Parc-Paris Expo FIAC 99 Salone internazionale d'arte contemporanea International fair of contemporary art 15/9-20/9 Per informazioni: Reed-OIP 11 rue du Colonel Pierre Avia, 75726 Paris Tel. ++33 01 41904780 Fax ++33 01 41904789 Internet: http://fiac.reed-oip.fr E-mail: fiac@reed-oip.fr
Grande Arche de Paris-La Défense SIA 99 6º Salone internazionale dell'architettura 6th International Architecture Show 2/10-7/10 Per informazioni: Caroline Mondineu Tel. ++33 1 40521800
Cina/China Shanghai Exhibition Center Furniture China Salone internazionale dell'arredamento International furniture trade fair 14/9-17/9 Per informazioni: Seint Milanofiori F1, 20009 Assago (MI) Tel. ++39 02 8253326 Fax ++39 02 8255019 E-mail: seint@enter.it
Emirati Arabi Uniti/UAE Dubai International Conference and Exhibition Centre The Big 5 Show Salone internazionale dell'edilizia International building industry trade fair 17/10-21/10 Per informazioni: Secretariat 2 Churchgates, The Wilderness Berkhamsted Herst HP4 2UB, UK Tel. ++44 1442 878222 Fax ++44 1442 879998 E-mail: intcex@compuserve.com In Dubai: Tel. ++9714 460498
Francia/France Paris Parc des Expositions-Porte de Versailles Batimat 99 Salone internazionale dell'industria edilizia International trade fair of building industry
112 l ARCA 139
Germania/Germany Hannover Messe World Light Show Salone internazionale dei sistemi di illuminazione, tecniche di installazione e attrezzature per l'edilizia International trade fair of lighting systems, installation techniques and building equipment 18/1/2000-22/1/2000
Italia/Italy Cernobbio (Como) Villa Erba Decorare Salone della decorazione 3/9-5/9 Per informazioni: Villa Erba Via Regina 2, 22012 Tel. ++39 031 3491 Fax ++39 031 3270106
Firenze Fortezza da Basso Pitti Immagine Casa 17/9-19/9
Per informazioni: Pitti Immagine Via Faenza 111, 50123 Firenze Tel. ++39 055 36931, Fax ++39 055 3693200 Internet: www.pittimmagine.com
Milano Fiera Tecnoroll '99 Mostra biennale di macchinari tecnologici e di materiali per la protezione solare, della luce, delle strutture di porte e finestre, arredamento e attrezzature da esterno Biennal exhibition of technological machinery and materials for sun protection, light architecture, door and window frames, outdoor furnishings and fixtures 25/11-27/11 Per informazioni: Tecnoroll Viale Monza, 57, 20125 Milano Tel. ++39 02 2871515 fax ++39 02 2610923 Internet: www. tecnoroll.com E-mail: tecnoroll@tecnoroll.com
Rimini Fiera Ricicla '99 Fiera internazionale del recupero e del riciclaggio di materie ed energia International trade fair of re-use and recycling of materials and energy 21/10-24/10
Per informazioni: Deutsche Messe Hannover Messegelände, D-30521 Hannover Tel. ++49 5511890 Fax ++49 511 8932626 Internet: www.messe.de
Per informazioni: Fiera di Rimini Via della Fiera 52, 47900 Rimini Tel. ++39 0541 711711 Fax ++39 0541 786686 Internet: www.fierarimini.it E-mail: fierarimini@rn.nettuno.it
Köln
Udine
Messe FSB/IAKS Salone internazionale delle attrezzature per lo spoert e il tempo libero e le piscine International trade fair for leisure, sports and pool facilities 27/10-29/10
Per informazioni: Messeplatz 1, D-50679 Köln Tel. ++49 221 821-0 Fax ++49 221 8212574 Internet: www.koelnmesse.de/domotechnica E-mail: 220@koelnmesse.de
Kunst Messe Fiera internazionale dell'arte International trade fair of art 7/11-14/11
Per informazioni: Messeplatz 1, D-50679 Köln Tel. ++49 221 821-0, Fax ++49 221 8212574 Internet:www.koelnmesse.de/domotechnica E-mail: 220@koelnmesse.de
Fiera Promosedia Salone internazionale della sedia International trade fair of chairs 11/9-14/9 Per informazioni: Promosedia Via Trieste 9/66, 3044 Manzano (UD) Tel. ++39 0432 745611 Fax ++39 0432 755316
Marocco Casablanca Foire Internationale Itmam 99 Salone internazionaledi tessuti per l'edilizia e finiture International trade fair of building fabric and finishin 7/10-10/10
Per informazioni. OFEC 11 rue Boukraâ Casablanca, marocco Tel. ++212 2 268160, fax ++212 2 264949 Internet: www.ofec.co.ma E-mail: foire@ofec.co.ma
Portogallo/Portugal Porto Oporto International Fair Concreta '99 15º salone internazionale di materiali da costruzione 15th International building materials exhibition 27/10-31/10
Per informazioni: Exponor - Feira Internacional do Porto 4450-617 leça da Palmeira Tel. ++351 2 9981400 Fax ++351 2 9957499 Internet: www.exponor.pt
Russia Mosca All-Russian Exhibition Center Heimtextil Rossija Fiera specializzata per i tessili d'arredamento e per i tessili per la casa International trade for textiles, Floor coverings and interior furnishings 28/9-1/10 Per informazioni: Messe Frankfurt Oxana Ivanovskaia Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. ++49 69 75756875 Fax ++49 69 75756604 E-mail: oxana.ivanovskaia@messefrankfurt.com
Spagna/Spain Lleida Fiera 10° Salon Internacional de Equipamentos Municipales 10° Salone internazionale dei servizi per la città/10th International trade fair of urban equipments 19/10-22/10 Per informazioni: Fira de Lleida Camps Elisis, Apdo. Correos 106, 25080 Lleida Tel. ++34 97 3202000 Fax ++34 97 3202112
Taiwan Taipei Furniture & Interior Decoration & Kitchen & Bathrooms Materials Salone internazionale dell'arredamento, della decorazione di interni, della cucina e degli accessori bagno 25/11-29/11 Per informazioni: Madex Via Quintino Sella 15, 00187 Roma Tel. ++39 06 4885550, fax ++39 06 488527 Internet: www.madex.it E-mail: madex@madex.it
Taiwanstone 4° Salone internazionale di pietre, marmi e industria lapidea 04th International trade fair of stone, marble and stone industry 25/11-29/11 Per informazioni: Madex Via Quintino Sella 15, 00187 Roma Tel. ++39 06 4885550, fax ++39 06 488527 Internet: www.madex.it E-mail: madex@madex.it
Repertorio per chi deve scegliere un prodotto o un’azienda
lÂ’ARCA 138 105
Frame è il nuovo sistema di sedute imbottite polifunzionali, disegnate da Riccardo Giovanetti e prodotte da Adele C., che consente di intervenire su una base strutturale prestabilita, con una serie molto articolata di interventi che danno corpo a innumerevoli e personalizzabili figurazioni. Studiato per spazi domestici e pubblici, Frame si adatta e si adegua ottimamente a tutte le necessità e ai requisiti richiesti nei vari ambienti.
Caratteristiche tecniche Studiato con una precisa e sistematica modularità, Frame dispone di una serie di elementi di completamento che consentono la creazione di sedute in moltissime dimensioni, con varie figurazioni, e di imprevedibili soluzioni, come: schienali, braccioli, mensole, poggiapiedi, ripiani e altro.
Adele C. S.p.A. Via Barzaghi, 9 20050 Verano Brianza (Mi) Tel. 0362/992852 Fax 0362/992635 www.adelec.it adelec@adelec.it
Il tavolo Apta 9920, disegnato da Antonio Citterio per Maxalto, fa parte della collezione Apta 99 che comprende, oltre ai tavoli fissi allungabili e ai contenitori, anche un vasto assortimento di poltrone e divani. Quadrato o rettangolare, il nuovo tavolo presenta le gambe di sostegno allineate in larghezza, ciascuna lungo l estremità del proprio lato, determinando così un effetto che le rende insolitamente asimmetriche alla vista.
Caratteristiche tecniche Il tavolo Apta è realizzato in wengé, rovere decapato e rovere bianco, nelle misure di cm: 138x138, 180x90, 240x110 e 300x110.
B&B Italia S.p.A. Strada Provinciale, 32 22060 Novedrate (Co) Tel. 031/795111 Fax 031/791592 www.bebitalia.it beb@bebitalia.it
Six, collezione di elementi per la zona giorno disegnata da Franco Poli per Bernini, interpreta in chiave di attualità le note tipologie, viste tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che hanno determinato la storia del design italiano nel mondo. Priva della modularità, caratteristica del mobile di serie, questa collezione si compone di due mobili contenitori studiati per il pranzo, che, in differenti misure, poggiano su un traliccio in legno massello che ne sostiene il volume scandito da antine a ribalta. Il piano top è caratterizzato da due ribaltine orizzontali con
relativi vassoi e, più arretrati, due cassettini a giorno. Un tavolo, dal piano bitrapezoidale sostenuto, a sua volta, da una struttura a traliccio in legno massello, completa la linea Six. Caratteristiche tecniche La collezione Six è realizzata in noce americano tinto o in foglia d argento, la struttura e le parti interne sono sempre in noce americano tinto. Il piano del tavolo, nelle misure L240 P 72/93 H74 cm o L200 P67/85 H74, può essere in vetro.
Bernini S.p.A. Via Fiume, 17 20048 Carate Brianza (Mi) Tel. 0362/992022 Fax 0362/990429 www.bernini.it bernini@cosmo.it
I Fiumi, collezione di elementi studiati per lo spazio bagno da Claudio Silvestrini, vengono proposti da Boffi e, realizzati in pietra Lecce, sono costituiti dalla vasca Po, e dai lavabi Adige, Rubicone e Brenta. La linea, di estrema ed esclusiva raffinatezza, è stata realizzata da Zantedeschi, azienda artigianale nota per l'abilità nella lavorazione delle pietre.
Boffi S.p.A. Via Oberdan, 70 20030 Lentate sul Seveso (Mi) Tel. 0362/5341 Fax 0362/565077 boffimarket@boffi.it
Caratteristiche tecniche Tutti i vari elementi studiati per la collezione i Fiumi, sono ricavati singolarmente, con procedimenti artigianali, da un unico blocco di pietra e presentano pure e rigorose forme geometriche.
La poltrona di lettura Minta, disegnata da Hannes Wettstein per Cassina, esprime cura e volontà nel ricercare puri valori geometrici, che si evidenziano attraverso il raccordo tra i vari elementi che compongono la poltrona, e si integrano secondo piani decisamente identificabili. Significativa è la soluzione che vuole lo schienale e i braccioli congiunti ma separati, in base a un criterio di chiara e
rigorosa progettualità. La forma di Minta evidenzia lo studio proporzionale compiuto per ottenere una composizione ben risolta. Caratteristiche tecniche I piedini di alluminio rappresentano una sorta di elemento a ponte, sul quale si innesta il bracciolo che diventa la naturale prosecuzione verso l alto.
Cassina S.p.A. Via L. Busnelli, 1 2036 Meda (Mi) Tel. 0362/3721 Fax 0362/342246 www.cassina.it info@cassina.it
Epokè, di Elam, design Luca Scacchetti, è un sistema componibile per il contract che include divani, panche e piani di appoggio articolati in una notevole sequenza di misure e varianti per consentire numerose e personalizzabili soluzioni. Il divano poggia su una struttura in acciaio e ha il cuscino della seduta, realizzato con molle, che poggia su un ripiano rigido di legno.
Caratteristiche tecniche La struttura delle sedute viene inoltre utilizzata per panche con cuscinatura e per tavolini realizzati con ripiani in legno, cristallo o pietra. I divani, con una profondità di cm 80,5, possono essere a due, tre, o quattro posti con braccioli alti o bassi.
Elam srl Via Molino, 27 20036 Meda (Mi) Tel. 0362/79781 Fax 0362/340522 www.elam.it elam@elam.it
Disegnata da Alessandro Scarpellini Piva, per FontanaArte, Lella è una libreria autoportante, con ripiani in vetro float verniciato bianco. Di squisita eleganza e ricercato rigore, Lella è racchiusa e incorniciata da due ampi riquadri in alluminio estruso accoppiati, e tra loro collegati con quattro traversi metallici.
Fontana Arte S.p.A. Alzaia Trieste,49 20094 Corsico (Mi) Tel. 02/45121 Fax 02/4512330 www.fontaarte.it info@fontanaarte.it
Monopoli, disegnato da Sergio Giobbi e Alessandro Mazzoni Delle Stelle per Busnelli, è un sistema di sedute estremamente articolato che include la poltrona, una serie di divani (variamente corredati con uno o due braccioli e con pouf o con tavolino inserito), elementi ad angolo, una dormeuse, un pouf, una panca, tavolini e un letto matrimoniale. Completamente sfoderabile anche nella versione in pelle, ha schienali e braccioli in
Gruppo Industriale Busnelli S.p.A. Via Kennedy, 34 20020 Misinto (Mi) Tel. 02/96320221 Fax 02/96329384 www.busnelli.com/ gruppo@busnelli.it
Special Downy , poliuretano indeformabile a quote differenziate senza C.F.C. Caratteristiche tecniche La tecnologia è stata risolta dal Centro Studi & Ricerche Busnelli, la struttura del telaio è in barre di estruso in alluminio a sezione esclusiva. Le staffe per innesto schienali e braccioli sono in metallo e le parti a vista hanno la finitura in nikel satinato.
James Wines, Fondatore in New York di Site, Environmental Design, gruppo interdisciplinare di architetti, artisti e designer impegnati nel conciliare le qualità tecnologiche architettoniche a quelle ambientali, ha disegnato per Saporiti la serie Terra. Questa comprende tavoli e tavolini di diverse dimensioni e un insolita sedia. La particolarità dei tavoli è costituita da un piano, composto da
un incasellatura di tipo cellulare in legno, ricoperto da un vetro trasparente che chiude le varie celle. Queste sono riempite con materiali e oggetti in grado di prefigurare composizioni caleidoscopiche e personalissime, sempre variabili, che danno esclusività e un carattere originalissimo al piano. Caratteristiche tecniche I tavoli e le sedie della serie Terra sono realizzati in legno di ciliegio massiccio.
Gidatex srl Via Marconi, 23 21010 Besnate (Va) Tel. 0331/273333 Fax 0331/273320
Pio , design Chi Wing Lo, prodotto da Giorgetti, è un nuovo letto matrimoniale di facile ed elegante ambientazione, che viene realizzato in tre versioni: con testata senza accessori; con testata ad ante scorrevoli, costituita da pannellature laterali con comodini pensili ad ante scorrevoli a serranda; con testata illuminante, completa di pannellature laterali con comodini pensili dai piani scorrevoli e illuminazione risolta con lampade fluorescenti e diffusori in metacrilato opalino.
Caratteristiche tecniche La testata è in acero massiccio e impiallacciatura, i piedi e i longheroni giro-letto sempre in acero massiccio, l intelaiatura è in acciaio verniciato e il profilo paracolpi in PVC morbido. I particolari sono in metallo nichelato satinato, e l imbottitura delle testate è in poliuretano espanso indeformabile a quote differenziate e fibra. Il rivestimento è in tessuto o pelle sfoderabile.
Giorgetti S.p.A. Via Manzoni, 20 20036 Meda (Mi) Tel. 0362/75275 Fax 0362/75575 www.giorgetti-spa.it giorgspa@tin.it
Prodotto da Glas, designer Ennio Arosio, Star è un nuovo tavolo alto allungabile, dal piano in cristallo temperato con spessore di 12 mm, realizzato nelle versioni decorato, acidato argento o verniciato in vari colori. Rigoroso ed essenziale, Star ha la base in legno, nelle versioni ciliegio, noce o wengé, completata con inserti in cristallo coordinati al piano.
Caratteristiche tecniche Star , nelle dimensioni 150 (chiuso) / 200 (aperto)x87x72 cm, dispone di un meccanismo innovativo in alluminio, che permette l allungo centrale del piano in cristallo.
Glas Va Rivolta, 6 20050 Macherio (Mi) Tel. 039/2010251 Fax 039/2010595
BoxSet, di ICF, è un innovativo e flessibilissimo sistema ufficio che si adegua sia alle più semplici che alle più sofisticate esigenze, ed è stato studiato per rispondere alla nuova realtà che vuole aree di lavoro più dinamiche e velocemente trasformabili. BoxSet consente, con un estrema libertà di movimento e di organizzazione, la possibilità di scegliere la posizione del piano di lavoro, del piano portamonitor e degli accessori e, per facilitare la trasformabilità e gli spostamenti, è dotato di ruote e maniglione superiore. Il disegno del sistema ha innumerevoli e innovative soluzioni formali e funzionali.
ICF S.p.A. Via Cassanese, 108 20060 Vignate (Mi) Tel. 02/95080335 Fax 02/95081240 csangio@tin.it
Caratteristiche tecniche BoxSet dispone di uno schermo posteriore, di altezze differenti, che assicura privacy e illuminazione alla postazione, ed è dotato di un poggiapiedi in poliuretano integrale direttamente agganciato alla struttura tubolare. I piani di lavoro, in betulla, rovere, rovere tinto, nero e laminato stratificato nei colori bianco, grigio chiaro e sabbia, vengono montati a sbalzo sul box e sono di altezza regolabile.
Milano , di Insa, disegnato da Studio Opera Work in Progress, è un sistema di sedute imbottite composto da moduli componibili che consentono combinazioni inusuali. Il modello, dalla possente e morbida struttura, è costituito da cuscini totalmente sfoderabili, come pure lo sono le strutture nelle versioni in tessuto e Alcantara (non sfoderabili quelle in pelle). I materiali utilizzati per Milano sono certificati Oeko-Tex Standard 100, per garantirne l assenza di sostanze nocive per l uomo.
Caratteristiche tecniche La struttura, in legno massiccio di abete bianco, con i pannelli in multistrato di pioppo (18 mm), è rivestita di poliuretano a varie densità. I molleggi sono realizzati con cinghie elastiche rinforzate e incrociate ad alta portanza. I piedini, in ABS verniciato in tinta alluminio, sono regolabili in altezza.
Insa srl Località Canova 27017 Pieve Porto Morone (Pv) Tel. 0382/727411 Fax 0382/788111 www.insa.it info@insa.it
Prodotti da USM U. Scharer Sohne AG e distribuiti in Italia da Joint, i sistemi di arredamento USM comprendono i tavoli modulari USM Kitos, USM Haller e il Display USM che, pensati per ambienti di consulenza e locali per conferenze, vengono sviluppati su misura con funzione personalizzata. Il sistema di tavoli modulari USM Kitos, grazie alle sue insolite caratteristiche, è da considerare anche come elemento adatto per normali postazioni di lavoro in qualsiasi ufficio.
Caratteristiche tecniche Le funzioni, come la regolazione in altezza e l inclinazione, consentono combinazioni inedite delle strutture portanti, e l ordinamento geometrico dei singoli moduli offre soluzioni sistematiche e del tutto trasformabili.
Joint srl P.za Borromeo, 12 20123 Milano Tel. 02/72000133 Fax 02/72000756 www.usm.com
Moorea, studiata da Vico Magistretti per Kartell, è la prima poltroncina prodotta dall azienda che, pur con la struttura portante in plastica, si presenta completamente imbottita. Rigorosa ed elegante, Moorea completa il comfort procurato dall imbottitura, con la flessibilità dello schienale e si propone come elemento facilmente inseribile sia nell ambito residenziale che per il contract.
Caratteristiche tecniche L anima di Moorea, che le consente l ottima flessibilità, è una monoscocca in materiale plastico fissata su una struttura di metallo. I colori disponibili sono il rosso, il blu, il bianco e tre tonalità di grigio. Il rapporto tra qualità e prezzo è assolutamente competitivo.
Kartell S.p.A. Via delle Industrie, 1 20082 Noviglio (Mi) Tel. 02/900121 Fax 02/90091212 kartell@kartell.it
Di Lucci e Orlandini, Lolita, di Lamm, è una sedia/poltroncina impilabile e agganciabile, studiata per interni ed esterni, indicata per spazi di lavoro e ristoro, per sale d attesa, sale conferenze, bar, ristoranti e altro. Comoda e confortevole, Lolita presenta una linea plastica, elegante e di piacevolissimo impatto estetico e, economicamente conveniente e garantita per un uso prolungato, è leggera, robusta e facilmente pulibile. Le versioni prevedono: una sedia fissa a quattro gambe, con o senza braccioli; una sedia girevole con braccioli; sedute multiple su barra. Le sedie, realizzate in otto colori, se impilate sono
Lamm S.p.A. Via Verdi, 19/21 43017 San Secondo (Pr) Tel. 0521/873547 Fax 0521/872668 www.lamm.it lammpr@tin.it
facilmente trasportabili tramite uno apposito carrello su ruote, fornito di impugnatura. Caratteristiche tecniche La monoscocca sedile-schienale è in polipropilene con additivi A.U.V. e con finitura opaca antisdrucciolo. La struttura a quattro gambe è in tubo di acciaio (diametro 20 mm), cromata o verniciata; a richiesta le strutture metalliche per esterni possono essere in acciaio inox. La base girevole ha cinque razze e l elevazione della sedia è a gas. Ruote o pattini in nylon.
Il letto Asaki, disegnato da Giuseppe Viganò per Lema, rientra nella tipologia attrezzata ed è stato studiato per consentire la variazione della misura dei piani d appoggio estraibili lateralmente dal letto. Ciò consente una regolazione personalizzata per i piani che completa i vantaggi dell attrezzatura dello schienale.
Caratteristiche tecniche Le dimensioni della testata sono comprese tra i 3100 e i 4300 mm, la pediera è di 1920 mm, la profondità del letto di 2230 mm e la profondità della testata di 600 mm. Le finiture possono essere in ciliegio e rovere moro, ed è possibile avere i piedini sia in legno che in metallo colore alluminio. Gli elementi da appendere alla testata comprendono il comodino con un cassetto e con vano giorno, e mobiletti appesi a due o tre vani.
Lema S.p.A. S.S. Briantea, 2 22040 Alzate Brianza (Mi) Tel. 031/630990 Fax 031/632492 www.lemamobili.com lema@lemamobili.com
Disegnata da Roberto Lazzeroni per Levante, Ibla fa parte delle Cucine Mediterranee che vengono studiate e realizzate in una tipologia che ripropone la muratura come elemento determinante, utilizzato ai tempi delle case rurali, e che diventa oggi la nuova ed evoluta cucina piastrellabile. Ibla, di rigorosa concezione, non si compiace nel decoro e viene realizzata con elementi strutturali e una bicromia bianca e blu o, come alternativa, con la soluzione wengé. Praticamente
monomaterica, realizzata con legno di rovere sbiancato e piastrelle bianche o blu, Ibla è una cucina costruita i cui elementi possono unirsi modularmente o autonomamente. Caratteristiche tecniche Di particolare rilevanza la grande mensola che contiene cappa e scolapiatti e, tra i vari dettagli, la maniglia in legno di rovere che evidenzia il carattere monomaterico del progetto.
Levante Loc. Pian dei Peschi 53036 Poggibonsi (Si) Tel. 0577/978611 Fax 0577/979001
Eloisa , design Afra e Tobia Scarpa, è un sistema di sedute prodotto da Meritalia, che si compone di una base ovale, chiusa da un profilato metallico calandrato, sul quale si ancora lo schienale-bracciolo. Il progetto di Eloisa si destreggia liberamente tra ricerca tecnologica e reminiscenze di un vissuto legato a tempi passati.
Caratteristiche tecniche Lo schienale-bracciolo può essere formato da stecche flessibili di legno, vincolate inferiormente alla base e legate superiormente da una cinghia di cuoio mediante borchie, o da una struttura in poliuretano rivestito. Sulla cesta determinata dal primo caso, o sulla culla dal secondo, è inserito un grosso cuscinone sul sedile e dei morbidi cuscini poggiano liberi sullo schienale-bracciolo. La poltrona ha un ingombro di 90 cm, il divano di 240/210 cm, e la chaise-longue e dormeuse è di 205 cm.
Meritalia S.p.A. Via Como, 76/78 22066 Mariano Comense (Co) Tel. 031/743100 Fax 031/744460 www.meritalia.it meritalia@meritalia.it
Il sistema Pentagramma, di Misura Emme, si è ampliato e, pur restando inalterata la tipologia per la costruzione con boiserie e attrezzature appese o abbinate, si completa con una nuova serie di contenitori posizionabili a schema libero e sovrapponibili. Questi possono essere abbinati sia al sistema di pannelli, che esserne indipendenti e venire montati su telai portanti in metallo o su panche free-standing, realizzate in diverse dimensioni e tipologie. Il sistema progettuale del bussolotto consente una notevole quantità di nuove composizioni
Misura Emme S.p.A. Via IV Novembre, 72 22066 Mariano Comense (Co) Tel. 031/754111 Fax 031/744437 www.misuraemme.it info@misuraemme.it
realizzabili con Pentagramma 99, senza limiti d integrazione o modifica successive. Caratteristiche tecniche Possibilità di operare sia con pannelli a boiserie che con semplici bussolotti sospesi o freestanding. Dinamismo formale ottenibile attraverso panche e contenitori disaggregati. Nuovi telai portanti e maniglie con finitura alluminio. Possibilità di sovrapporre i contenitori in modo da ottenere una insolita libertà progettuale.
7volte7 , design Luca Meda, è un sistema di armadi e cabine armadio, prodotto da Molteni, che consente successive trasformazioni, aggiornamenti e sviluppi tecnici. Di estremo rigore formale e di ottima funzionalità, 7volte7 , risolve con eleganza i problemi logistici interni ed esterni di ambienti domestici o di lavoro, sia per l adattabilità compositiva, che per i tre tipi di apertura antipolvere: a battente, a pacchetto o scorrevoli. La nuova cabina armadio, realizzabile su misura, consente di allestire uno spogliatoio attrezzato in spazi preesistenti, senza interventi murari.
Caratteristiche tecniche Le soluzioni tecniche, costruttive e i materiali utilizzati nel sistema, ne garantiscono la durabilità. Le attrezzature interne (ripiani, vassoi, cassettiere, specchi ecc.) sono studiati con una notevole modularità, mentre i montanti metallici o cremagliere consentono il posizionamento delle attrezzature interne a qualsiasi altezza e, per le soluzioni ad angolo, le ante permettono l accesso sui due lati con risparmio di spazio. Gli armadi seguono profondità su misura, per consentire l utilizzo in angoli morti e per adattarsi a vincoli murari come pilastri o nicchie.
Molteni & C. S.p.A. Via Rossini, 50 20034 Giussano (Mi) Tel. 0362/3591 Fax 0362/355170 moltecnic@tin.it
Rigoroso ed essenziale, Jorge, nuovo divano disegnato da Ferruccio Laviani per Moroso, trae spunto dal pensiero progettuale nato negli anni Cinquanta, ed è stato studiato in funzione di una modularità molto articolata e di estrema flessibilità. Ciò permette di comporre sia in casa che nel contract, ricorrendo anche a scelte mirate in base al materiale di rivestimento, sedute che risolvono le esigenze più complesse senza i vincoli di schemi prefigurati. La struttura, completamente modulare, consente di
comporre una tipologia di seduta praticamente illimitata, grazie ai pezzi singoli che includono elementi di raccordo curvi, aperti o chiusi. Caratteristiche tecniche La struttura è in tubolare metallico e i cuscini di seduta e di schienale sono allungati ed evidenziano, nella sezione, tre ellissi di dimensioni diverse. I terminali sono opzionali, con o senza bracciolo, e un pouf singolo ne completa la funzionalità compositiva.
Moroso S.p.A. Via Nazionale, 60 33010 Cavalicco (Ud) Tel. 0432/577111 Fax 0423/570761 www.moroso.it info@moroso.it
La linea Armonia, di Frau, si compone di una serie di divani, con uno sviluppo compreso tra i due e i quattro posti, un pouf e due tavolini bassi. Questi elementi possono essere identificati come il riferimento più attendibile di quanto è stato realizzato negli ultimi anni, in termini tecnici ed estetici, in merito al mobile imbottito moderno. Studiata dal Centro Ricerche e Sviluppo Frau, la serie Armonia ha la struttura portante dei divani in faggio con imbottitura in poliuretano espanso, e il molleggio della seduta è risolto con molle greche in acciaio armonico. I cuscini, in piuma d oca, hanno un inserto stabilizzante in poliuretano espanso che riduce l affondamento
della seduta. Caratteristiche tecniche I piedini della serie Armonia sono in alluminio satinato, il rivestimento è in pelle Frau del Color System o in pelle Natural. A richiesta è realizzabile il rivestimento in pelle Safari con cuciture trapuntate e quello in tessuto completamente sfoderabile. E disponibile una trapunta da appoggiare a schienali e braccioli, e una serie di cuscini. I tavolini e i puff possono avere quattro piedini in alluminio satinati che, all occorrenza, hanno la sfera rotante. Il piano del tavolo può essere in cristallo temprato sabbiato, o in titanio lavorato.
Poltrona Frau srl S.S. 77, Km. 74,5 62029 Tolentino (Mc) Tel. 0733/90911 Fax 0733/9716000 www.poltronafrau.it frau@poltronafrau.it
Disegnato da Piero Lissoni per Porro, il sistema HT è costituito da una versatile e leggera struttura modulare in alluminio che, sia in ambienti domestici che abitativi, si presta a realizzare forme rigorose e a risolvere funzioni plurime. HT è stato studiato per costituire librerie, contenitori, armadi, cabine armadio e
Porro srl Via per Cantù, 35 22060 Montesolaro (Co) Tel. 031/780237 Fax 031/781529 info@porro.com
mobili per ufficio, sia nel caso di composizioni di piccole o notevoli dimensioni. Caratteristiche tecniche HT, oltre all alluminio, impiega il vetro, il marmo e la lacca ed è stato studiato per assicurare una straordinaria robustezza e solidità.
Siparium, di Giuseppe Bavuso per Rimadesio, è un sistema di pannelli divisori, fissi o scorrevoli, con apertura lineare, a soffietto, a battente e con scorrimento a scomparsa, i cui pannelli vengono esclusivamente realizzati nella misura richiesta e sono applicabili a parete, a soffitto e a sospensione. Interamente realizzato in alluminio, Siparium mantiene anche nei pannelli di dimensioni massime (H 330 cm L 150 cm), rigidità strutturale e qualità nel movimento. Le maniglie applicabili ai vari elementi divisori sono del tipo a incasso, ad
arco e rettangolare. La trave a soffitto, dotata di un profilo telescopico brevettato, è in grado di compensare le imperfezioni del plafone. Caratteristiche tecniche La struttura in alluminio può essere personalizzata nelle finiture alluminio naturale, noce, mogano, ciliegio, laccato bianco e laccato al campione. Il sistema prevede vetri doppi stratificati o singoli temprati (conformi alle norme UNI) in 25 varianti di colore. Siparium è un prodotto brevettato.
Rimadesio S.p.A. Via S. Di Giacomo, 12 20035 Lissone (Mi) Tel. 039/244141 Fax 039/465477 www.rimadesio.it rimadesio@rimadesio.it
Duo, design Lievore asociados, di Tisettanta, è un tavolo-consolle dalla struttura in metallo e con le gambe e il piano in legno nelle finiture in noce nazionale, in ciliegio, in betulla e in noce canaletto. Il piano fissato al muro è in legno laccato bianco opaco. Le dimensiono sono: L156xH73/78,5xP40,3/80,6 cm.
Unitec S.p.A. Via Tofane, 37 20034 Giussano (Mi) Tel. 0362/3191 Fax 0362/319300 www.tisettanta.it info@tisettanta.it
Ycami, con la premessa di produrre mobili che concedano massima libertà di funzione e collocazione, e diventino singolari protagonisti dell ambiente, ha realizzato Comò , design Jehs & Laub, un contenitore a modularità trasformabile in alluminio e laminato stratificato. Dalla linea rigorosa e plastica, e di grande eleganza, Comò è un elemento di notevole rilievo estetico e funzionale, che caratterizza fortemente l ambiente sia nel caso di spazio abitativo piuttosto che in quello destinato al lavoro.
Caratteristiche tecniche La struttura è in lastra di alluminio anodizzato opaco, con il top decorato con righe in rilievo. I cassetti hanno il fondo in vetro acidato con il frontale in laminato stratificato nei colori bianco, nero e alluminio. Le molte dimensioni dei moduli sono comprese tra i 45x43xh12 cm e i 89x43xh76 cm. Tre le dimensioni dei cassetti. Sono previste diverse possibilità di composizione di moduli e cassetti ed è possibile creare soluzioni con piedini, ruote o consolle a parete.
Ycami S.p.A. Via Provinciale, 31/33 22060 Novedrate (Co) Tel. 031/7897311 Fax 031/7897350 www.ycami.com info@ycami.com
Disegnato da Roberto Barbieri per Zanotta, Diedro è un sistema tavolo ampliabile, dalla struttura in alluminio verniciato, color alluminio o bianco, che, in ognuna delle versioni possibili, risulta assolutamente funzionale e conserva, sia chiuso che aperto, una linea elegante e rigorosa. È la struttura stessa del tavolo ad allungarsi, evitando così che le gambe creino intralcio, mentre le due prolunghe, di misure diverse, consentono di ottenere più lunghezze per un estensione totale di 80 cm.
Zanotta S.p.A. Via Vittorio Veneto, 57 20054 Nova Milanese (Mi) Tel. 0362/368330 Fax 0362/451038 www.zanotta.it zanottaspa@zanotta.it
Caratteristiche tecniche Il piano è realizzato con pannelli di particelle di legno (spessore di 16 mm), dalla laccatura goffrata antigraffio di colore bianco o placcato in laminato bianco o blu, oppure impiallacciato in faggio sbiancato o in ciliegio. Il tavolo si amplia in tre misure diverse, mediante scorrimento di una spalla e collocamento di uno o due pianetti di allungo (30 e 50 cm) situati sotto il piano.