Arca 180

Page 1

english text La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva | The international magazine of architecture, design and visual communication

Architecture Studio In Italia € 9,00 IVA assolta dall’editore

Birdhouse Project Blaich+Delugan Mario Botta/Giulio Andreolli Les Jardins de Chaumont Giancarlo Marzorati Meyer/van Schooten Claude Vasconi WTC New York

aprile | april

2003 180

Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicità ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano

www.arcadata.com


Cesare Maria Casati

Il mondo cambia, noi cambiamo

The world is changing, so we are changing

on questo numero di aprile, come avrete notato, abbiamo cambiato sostanzialmente l’immagine e la struttura grafica della rivista, affidando il progetto a un grande maestro come Giancarlo Iliprandi che ha accolto il nostro invito con entusiasmo e professionalità. Il mondo, e credo sia evidente per tutti, sta cambiando e trovo naturale che anche noi dopo più di quindici anni si cambi. Cambiamento che avevamo già iniziato da qualche mese nei contenuti, ponendo maggior interesse alla ricerca e alle giovani proposte, e ora cercando di adeguare anche la struttura e l’immagine del nostro sistema di comunicare con una proposta più adeguata ai tempi. Tempi che vedono privilegiare sempre l’immagine come protagonista e come veicolo di condivisione di idee e di pensieri. L’avvento della “rete” che consente ormai di partecipare, in sincrono addirittura, al concepimento dell’idea progettuale e del suo svolgersi e di “conoscere e sapere” planetariamente tutte le mutazioni tecnologiche e formali addirittura in tempo reale, rende necessario, alla comunicazione tradizionale di carta e stampa, di tornare ad attrarre l’attenzione dando la possibilità al lettore di meditare, confrontare e analizzare le differenti idee sottoponendole almeno a un dibattito personale. Dobbiamo non rallentare la circolazione ma dare la possibilità a tutti di avere il tempo di affrontare il progetto senza correre il rischio di cadere nella facile superficialità con cui oggi spesso vengono assunte soluzioni più o meno tecnologiche, al punto di farle diventare addirittura elementi di stile. L’esperienza discutibile del postmodernismo di alcuni anni fa, per fortuna, è stata metabolizzata ma non dobbiamo dimenticare che fu generata proprio da valori puramente decorativi aggiunti epidermicamente al progetto senza essere stati mediati da analisi storiche dibattute e confrontate. La facile conseguenza è stata che il fenomeno, essendo stato identificato più come moda che stile, si è spento rapidamente sull’avvento delle nuove tecnologie costruttive che meglio si adeguavano a una contemporaneità in continua evoluzione e caratterizzata da scoperte scientifiche immediatamente consumabili. Ora dobbiamo evitare che il fascino forte e emozionante che le nuove architetture “tecnologiche” sanno esprimere non dia la possibilità di credere che basti l’impiego di alcune sovrastrutture di acciaio e cavi, oppure di strutture di vetro con “spider”, possano dare dignità di contemporaneità a progetti già deboli per loro struttura concettuale o peggio, nel caso delle ristrutturazioni, pensare che possano diventare dei puri elementi decorativi. Viviamo un periodo che diventerà certamente una grande cerniera culturale caratterizzata da grandi contrasti di culture e linguaggi che devono ancora trovare un loro equilibrio. Ecco perché crediamo sia necessario cambiare spesso per comunicare con coerenza formale ed estetica.

s you will have noticed, the April issue of our magazine has a new image and different graphic layout, thanks to a great expert like Giancarlo Iliprandi, who accepted our invitation with enthusiasm and professionalism. As ought to be obvious to us all, the world is changing, so I think the time has come for us to change, too, after over fifteen years. Changes which, from the point of view of the contents of the magazine, actually began a few months ago as we started focusing more on experimentation and young people’s work. We are now trying to update and revamp the image and layout of our communication system to keep up with the times. Times in which image is a key player and important means of sharing thoughts and ideas. The advent of the “web”, that now allows us to take part in the design of a project and follow its development and provides real-time “knowledge and information” about technological and stylistic changes right across the planet, means that conventional means of communication, like paper and print, must draw readers’ attention by providing them with the chance to reflect on, compare and analyse different ideas by discussing them at least on a personal basis. This does not mean slowing circulation down, but just giving everybody the time to study a project without running the risk of taking that rather superficial approach to more or less technological solutions that end up turning into nothing more than stylistic features. Fortunately, the rather debatable postmodern period of a few years ago has been metabolised, but we must not forget that it originated purely decorative features added onto the outside of designs without being mediated by any kind of historical analysis or confrontation. Bearing in mind that this phenomenon was treated more like a trend than a style, it soon petered out with the advent of new building technology better gauged to a constantly evolving society characterised by instantly consumable scientific discoveries. We must now make sure that the powerful and exciting charm that new “technological” works of architecture manage to transmit does not lull us into believing that it only takes a few steel superstructures and cables or glass structures fitted with “spiders” to give conceptually inadequate projects their own dignity or, worse still, we must not kid ourselves into thinking that restructuring, can serve purely decorative purposes. We are living in a period that is destined to be a sort of cultural lynch pin featuring major conflicts in styles and approaches that have yet to find their own balance. This is why we believe we need plenty of frequent change to communicate with stylistic/aesthetic coherence.

C

A

180 l’ARCA 1


arlare di architettura e di design dello spazio può sembrare ambizioso e soprattutto poco realistico a rischio di di/by Annalisa sconfinare nei vasti territori della fantascienza. Lo spazio Dominoni ha da sempre affascinato l’uomo così come l’ignoto e la curiosità di esplorare altri mondi sono state le motivazioni che hanno contribuito a far sì che oggi la nostra civiltà possa vantare una storia della conquista spaziale che, seppur ancora pionieristica e molto giovane, ha prodotto innovazione tecnologica e ricadute terrestri di grande rilievo. La Stazione Spaziale Internazionale, la cui costruzione è iniziata nel novembre del 1998, è il primo progetto che vede coinvolti oltre agli Stati Uniti e alla Russia, l’Europa, il Canada e il Giappone e rappresenta il più grande accordo di cooperazione mondiale in campo scientifico e tecnologico di tutti i tempi. Attualmente composta da due moduli russi e due americani, è abitata da un equipaggio di tre astronauti che contribuiscono a mantenerla in orbita in uno stato costante di efficienza operativa. La ISS, grazie ai laboratori di ricerca scientifica che via via si andranno configurando nei prossimi anni, darà l’opportunità di condurre ricerche ed esperimenti in condizioni di microgravità a lungo termine nei campi della medicina, dello sviluppo dei materiali e di processi produttivi altrimenti irrealizzabili sulla Terra. Per questo motivo, gli abitanti dello spazio non saranno più solo cosmonauti e astronauti professionisti addestrati secondo training strutturati a regime militare, ma faranno par-

P

posta come biennio del IV e del V anno di corso nel Laboratorio di Disegno Industriale tenuto da Francesco Trabucco e dalla sottoscritta. L’approccio scientifico che ha caratterizzato tutti gli interventi del simposio rispecchia la formazione e il background dei relatori, per la maggior parte architetti e designers operanti all’interno delle strutture della NASA, l’agenzia spaziale americana, o professori e ricercatori universitari provenienti da moltissimi Paesi oltre gli Stati Uniti, tra cui l’Europa e il Giappone. Forse non tutti sanno che l’Europa, e in particolare l’Italia, gioca un ruolo tutt’altro che marginale nella definizione dei programmi spaziali. L’Italia vanta competenze tecnologiche di altissimo livello che hanno reso il nostro Paese al primo posto nella progettazione e realizzazione delle strutture e dei moduli abitati della Stazione Spaziale Internazionale. Parallelamente al simposio, architetti e designer provenienti da sedici Paesi esperti in progettazione spaziale e voli abitati si sono riuniti in una giornata di workshop alla Glassel School of Art of the Museum of Fine Arts, per costruire insieme il primo manifesto degli architetti spaziali, “The Millennium Charter” definendo il ruolo, le motivazioni, il contributo, le conoscenze necessarie e le peculiarità di questa nuova disciplina. “L’architettura spaziale è la teoria e la pratica del progettare e costruire ambienti abitati in altri spazi. Noi rispondiamo al bisogno profondo dell’umanità di esplorare e abitare nuovi luoghi.” Partecipare è stata un’esperienza stimolante che

La nuova frontiera te dell’equipaggio anche ricercatori e scienziati non abituati a discipline rigide e tanto meno disposti a vivere in condizioni estreme e disagevoli. Tutte le problematiche legate al comfort e al benessere del vivere e lavorare nello spazio appartengono al campo dell’architettura e del disegno industriale e diventano di fondamentale importanza se applicati a un ambiente peculiare come quello spaziale. Non c’è da stupirsi quindi se questo nuovo millennio veda impegnati architetti e designer nella progettazione di scenari extra-terrestri, che siano basi per la Luna o per Marte piuttosto che navicelle orbitanti intorno alla Terra o programmate per viaggi interplanetari piuttosto che moduli di rientro, infrastrutture interne ai cilindri pressurizzati della ISS o equipaggiamenti e oggetti d’uso quotidiano. Sono architetti e designer che lavorano a stretto contatto con le agenzie e le industrie aerospaziali e che allo stesso tempo hanno come interlocutori privilegiati gli astronauti, ovvero gli utenti degli ambienti e delle attrezzature oggetto della progettazione. Il World Space Congress svoltosi a Houston, in Texas, lo scorso ottobre ha rappresentato un punto di svolta per la nascita ufficiale dell’architettura spaziale come disciplina riconosciuta dalla comunità scientifica aerospaziale. Il WSC è l’evento più importante del settore spazio che si svolge una volta ogni dieci anni e raccoglie conferenze, simposi, sessioni tecniche e scientifiche di discipline e di Paesi diversi che concorrono a ridefinire lo stato dell’arte della tecnica e della scienza spaziale. All’interno del World Space Congress ha avuto luogo il primo simposio internazionale di architettura spaziale, AIAA Space Architecture Symposium, www.aiaa.org, con l’obiettivo di raccogliere la comunità di progettisti spaziali da tutto il mondo e sviluppare analisi, metodi e teorie presentando esempi di progetti e configurazioni possibili, sia a livello di sole proposte che di realizzazioni effettive. Per maggiori approfondimenti si consulti il sito www.spacearchitect.org. Le tematiche hanno spaziato dal campo della ricerca a quello della progettazione con particolare attenzione rivolta anche all’area dell’educational e quindi alla definizione degli strumenti più idonei per l’insegnamento dell’architettura e del disegno industriale per lo spazio. Da sottolineare come il nostro Paese possa vantare il primo indirizzo di laurea in Space Design, un’offerta didattica della III Facoltà di Architettura – Design del Politecnico di Milano che è stata pro2 l’ARCA 180

Immagini di alcuni elementi del progetto BEAMS (Behaviour and Evaluation of Architectural Materials in Space) condotto da Astrocourier (Ireland/USA) che sperimenta materiali per la costruzione di habitat spaziali. I materiali peri test sono trasportati nello spazio dall’Integrated Cargo Carrier, un contenitore modulare collocato al centro dello Shuttle Cargo Bay (foto a sinistra, courtesy NASA) e saranno esposti allo spazio per 14 giorni, mentre lo shuttle è ancorato alla stazione Spaziale. I materiali sono montati su un sostegno rigido, l’Astroplate (foto sotto a sinistra). Sotto, le cartucce per equalizzare la pressione e la temperatura dei materiali con quella dell’ambiente e dell’esposizione solare attraverso un pannello di vetro e servono anche ad assicurare che i materiali non si muovano e non contaminino la stiva dello Shuttle.

Pictures of parts of the BEAMS project (Behaviour and Evaluation of Architectural Materials in Space) carried out by Astrocourier (Ireland/USA) designed to experiment on certain materials for building space habitats. The materials being tested are take into space by the Integrated Cargo Carrier, a modular container placed in the middle of the Shuttle Cargo Bay (photo, left, courtesy of NASA) and will be exposed to space for 14 days while the shuttle is anchored to the Space Station. Experimental materials are fitted onto a rigid support, the Astroplate (photo, below left). Below, the cartridges designed to equalize out the pressure and temperature between the materials, environment and exposure to the sun by means of a glass panel. They also ensure the materials do not move around and do not contaminate the Shuttle’s bay.

Space Architecture

ha permesso a studiosi e professionisti di diverse provenienze culturali di confrontarsi e portare ciascuno il proprio contributo nella definizione di un nuovo scenario che vede architetti e designer coinvolti nel processo di costruzione dei fondamenti costitutivi dell’architettura spaziale. L’approccio scientifico nell’affrontare queste tematiche è fondamentale per evitare il rischio di progettare scenari immaginari senza avere il riscontro con la realtà, con i problemi che derivano dalle peculiarità dell’ambiente e con i requisiti necessari per migliorare effettivamente le condizioni di vita nello spazio. Progettare per lo spazio richiede conoscenze specifiche di meccanica del volo, ingegneria aerospaziale, scienza dei materiali, propulsione, leggerezza, vuoto etc. ma anche di medicina, fisiologia umana in microgravità, psicologia in ambienti confinati… disclipline che il progettista dovrà integrare con il suo background di architettura, disegno industriale, ergonomia, estetica, qualità d’uso degli ambienti e dei prodotti etc. Ma soprattutto, disegnare per lo spazio significa ricominciare a riprogettare da capo, con nuovi parametri di riferimento – come l’ambiente confinato, la microgravità, le radiazioni cosmiche – immaginando un ambiente sconosciuto e impossibile da riprodurre sulla Terra – senza un sopra e un sotto, in cui gli oggetti galleggiano ed è difficile ancorarsi - ipotizzando nuovi usi e gestualità in relazione agli ambienti e agli oggetti progettati. Definire i gesti del “come” usare, per esempio, un contenitore di attrezzi per la manutenzione ordinaria a bordo – come riconoscere gli utensili necessari a una determinata operazione, come sfilarli dal contenitore, come ancorarli al corpo o alla struttura dello spazio abitativo in microgravità, come riposizionarli nel contenitore ecc. – e progettare la forma degli stessi oggetti – in relazione agli aspetti fisiologici, percettivi, ergonomici, psicologici e motori dell’operatore, ma anche a quelli strutturali, materici, meccanici e funzionali degli strumenti a bordo – sono azioni interpretative di un unico processo progettuale dove teoria e prassi si sovrappongono e in cui il valore d’uso di un oggetto è strettamente legato al valore intrinseco del medesimo oggetto. In questo contesto, la grande sfida per l’architetto e il designer è contribuire al processo di miglioramento della vita e del lavoro nello spazio considerando, nella progettazione, tutti quei fattori umani indispensabili per creare un ambiente a misura d’uomo confortevole, piacevole ed efficiente. 180 l’ARCA 3


alk of architecture and design in space might seem rather ambitious and, quite frankly, fairly unrealistic and even in danger of slipping into the boundless realms of science fiction. Space has always fascinated man, and the unknown in general and a certain curiosity to explore other worlds are the main reasons why mankind can boast a history of space exploration which, although pioneering and still in its early days, has resulted in technological innovation and notable repercussions for us down here on Earth. The International Space Station, whose construction began back in November 1998, is the first project involving not only the United States and Russia, but also Europe, Canada and Japan, and is most important world co-operation programme in science and technology of all time. Currently composed of two Russian and two American modules, it is inhabited by a crew of three astronauts helping keep it in orbit in a smoothly working state. Thanks to scientific research laboratories planned to be set up over coming years, the ISS will provide the chance to carry out research and experimentation into medicine, new materials and manufacturing processes in a long-term state of micro-gravity that could not be re-created here on Earth. For this reason there will not be just astronauts and cosmonauts with military-style training living out in space, but also researchers and scientists unaccustomed to rigid discipline and even less willing to live in uncomfortable, Spartan conditions. All the problems linked with comfortable living and working conditions out in space belong to the fields of architecture and industrial design and take on fundamental importance when applied to a special environment like space. It is hardly surprising that the new millennium has seen architects and designers wor-

T

Immagini del progetto VEST dello SpaceLab del Politecnico di Milano. Il progetto, commissionato dall’ASI, ha sviluppato un sistema di abbigliamento per astronauti per attività intraveicolari da utilizzare all’interno della Stazione Spaziale Internazionale ISS, già sperimentato nell’aprile 2002 a bordo della Soyuz dall’astronauta Alberto Vittori durante la missione “Marco Polo”.

king on extra-terrestrial scenarios, whether they be bases on the Moon or Mars, space ships orbiting around Earth or programmed to make interplanetary voyages, re-entry modules, infrastructures for inside the ISS’s pressurised cabins or just everyday objects. These are architects and designers operating in close contact with aerospace agencies and industries and with privileged working relations with astronauts or, in other words, the people using the facilities and equipment they design. The World Space Congress held in Houston, Texas, last October was a real turning-point with the official recognition of space architecture as part of the scientific aerospace industry. The WSC is the most important event in the space sector held every ten years and encompassing conferences, symposiums and technical/scientific sessions in different fields and involving a number different nations all working together to re-define the state of art of the space science and technology. This time the World Space Congress also included the first ever international symposium on space architecture, the AIAA Space Architecture Symposium, www.aiaa.org, designed to bring together designers in this field from all over the world and develop analyses, methods and theories presenting examples of possible designs and layouts (both projects and actual constructions). For further information take a look at the site: www.spacearchitect.org. The issues ranged from research to design with special attention to educational considerations and hence to creating the right tools for teaching space architecture and industrial design. It is worth pointing out that Italy can boast the first degree in Space Design at the 3rd Faculty of Architecture - Design at Milan Polytechnic, a two-year course for 4th-5th year students in the Laboratory of Industrial Design jointly run by Francesco Trabucco and the writer of this article.

Pictures of the Vest project designed by Milan Polytechnic’s SpaceLab. The project, commissioned by the ASI, has developed a clothing system for astronauts for intra-vehicle activities to be used inside the ISS International Space Station, already experimented with in April 2002 on board the Soyuz by the astronaut Alberto Vittori during the “Marco Polo” mission.

The scientific approach characterising all the papers presented at the symposium reflects the training and background of the speakers, mainly architects and designers working for NASA (North American Space Agency) or university professors and researchers from lots of other countries as well as the United States, including Europe and Japan. Perhaps not everybody is aware that Europe, and Italy in particular, plays a prominent role in devising space programmes. Italy can claim cutting-edge technological expertise that has made it a real leader in designing and constructing living modules and structures for the International Space Station. In conjunction with the symposium, architects and designers from sixteen countries all experts in space design and manned space flights gathered for a day’s workshop at the Glassel School of Art at the Museum of Fine Arts to compose the first manifesto of space architects, “The Millennium Charter”, defining the role, reasons, function, necessary know-how and peculiar features of this new field of learning. “Space architecture is the theory and practice of designing and building inhabited environments in other spaces. We meet mankind’s profoundly felt need to explore and inhabit new places.” Taking part was an exciting experience enabling scholars and experts from different cultural backgrounds to come face-to-face and each provide their own contribution to creating a new working environment seeing architects and designers involved in the process of laying the foundations of space architecture. The scientific approach to these issues is vital for avoiding the risk of designing imaginary scenarios that fail to come to terms with concrete reality and problems deriving from the peculiar features of this environment or meet the necessary requisites for actually improving living conditions in space.

Designing for space requires specific knowledge of the dynamics of flight, aerospace engineering, materials science, propulsion, lightness, vacuums etc., as well as medicine, human physiology in micro-gravity, psychology in confined spaces....all disciples that the designer must factor into his background in architecture, industrial design, ergonomics, aesthetics, the practical quality of spaces and products etc. But most importantly, designing for space means starting from scratch in accordance with new guidelines - such as confined space, micro-gravity, cosmic radiation imagining an unknown environment that cannot be recreated on Earth - with no above or below and where objects float and are hard to pin down - envisaging new uses and gestures in relation to designer objects and environments. Designing “ways” of using, for instance, a holder for tools used for carrying out standard on-board maintenance operations how to recognise the tools required for a given operation, how to remove them from the holder, how to attach them to one’s body or to the frame of the living space in a state of micro-gravity, how to put them back in the holder etc. - and how to design the objects themselves - in relation to physiological, perceptual, ergonomic, psychological and motor-related aspects of the operator, not to mention the structural, material, mechanical and functional features of the on-board instruments - all part of one single design process in which theory and practice overlap and in which the practical worth of an object is closely linked to the object’s intrinsic value. In this context, the great challenge facing architects and designers is to help improve living and working conditions in space, taking into account during the design work all those human factors so vital for creating a human-friendly environment that is comfortable, pleasant and efficient.

Sotto, modello e sezione longitudinale della mensa del modulo abitativo per la ISS messo a punto dalla University of Technology Munich sotto la guida di Andreas Vogler e Richard Horden.

Below, model and longitudinal section of the canteen in the living unit for the ISS developed by Munich University of Technology under the supervision of Andreas Vogler and Richard Horden.

Sezioni dell’Habitat Interplanetario studiato da Marc M.Cohen dal 1997. La caratteristica più innovativa è uno scudo d’acqua interno, spesso 30 cm, che protegge dalle radiazioni solari, basato sull’ottaedro tronco di Archimede, che è l’unico solido regolare a due frequenze appropriato in quanto non ha angoli interni acuti.

Sections of the Interplanetary Habitat that Marc M.Cohen has been studying since 1997. The most innovative feature is an internal water shield, 30 cm thick, which provides shelter against solar radiation based on Archimedean truncated octahedron, which is the only regular solid with two frequencies that is really suitable because it has no internal acute angles.

4 l’ARCA 180

180 l’ARCA 5


Claude Vasconi

Claude Vasconi

La forma non è estranea

L’angolo sud del nuovo Palazzo di Giustizia di Grenoble. Ultimato nell’agosto scorso, si estende su una superficie di oltre 24.000 mq in cui si articolano Corte d’Appello, Corte d’Assise, Tribunale di Grande Istanza, Tribunale di Istanza, di Commercio e Consiglio dei Probiviri con 16 sale d’udienza e uffici dei magistrati.

Grenoble Law Courts

G

6 l’ARCA 180

renoble is busy knitting its urban fabric back together and, significantly, it is gearing its image to architectural events closely related to Europe as it is conceived today. Dialectical relations set up in a desire to create a new urban neighbourhood focused on Europe. The district called Europole has recently been developed with these ideas in mind. A new building has recently been constructed: the Law Courts designed by Claude Vasconi. Topos, as usual, has generated architectural form and quality, providing Vasconi with the idea of designing the Law Courts around road toponymy in a sort of triangular form. The building plan is based around a highly distinctive sign, a perfect Isosceles triangle, a geometric image that is so symbolic of Justice. This means the building has a highly unusual position in Europole, using its form to give greater substance to Rue Pierre Semard; at the same time, it actually marks the start of Rue d’Armenie over on the other side, also interacting with the patch of greenery over on the north side. The main entrance to the building is constructed around its south corner by Place Schuman and the SNCF railway station, drawing on the space out in front. By working at street level, the project gathers even greater expressive force from the imposing way it knits into the city. It is also worth underlining the quality of the design intentions, once again highlighting Vasconi’s skill at handling structures, notably the way he designs architectural space in such a way as to express a carefully gauged form of rationalism and elegant architectural composition. Qualities that have always characterised Claude Vasconi’s work. But there is another key point worth pointing out: the form of the project, closely related to its function as a Law Court, is never extraneous. Its form is solid looking, solid in the way it embodies justice’s relation to the rest of the community, solid in terms of tradition and the balance of justice for all people, and solid also, not surprisingly, because it must cope with the area’s seismic characteristics. Obviously the very concept of justice must be solid in a society that needs a carefully defined and impartial legal system. These are the powerful assumptions connecting design to its stylistic implementation; these issues usually suffocate architectural designers because they create a desire to building architecture in a constant quest to represent the modern-day society in which we live. But we cannot dwell here on issues lying at the very foundations of our history, inviting readers instead to take a more careful look at Vasconi’s work. We would just like to make a few comments of fundamental importance in designing an architectural project. Vasconi’s work is, generally speaking, more aphoristic than systematic, featuring what are very often sudden variations on the same basic theme, like for instance the Forum des Halles. This explains why his own brand of rationalism is more cultural than stylistic. Nevertheless, Vasconi’s works also include projects in which rationalism is celebrated as a crucial formal moment in architecture and its process of merging with other styles. This discontinuity needs to be brought out and given a political reading, since it is connected to the social functions of his buildings, which, incidentally, always seem to hit their mark. The expressive force emerging from Grenoble Law Court, is almost a summary of all the experimentation carried out by an architect who has never separated architecture from its social role and function.

G

The south corner of the new Grenoble Law Court. Completed last August, it covers a surface area of 24,000 square metres incorporating the Court of Appeal, Assize Court, Trial Court, Plea Court, Commercial Court and Council Chambers with 16 presence chambers and magistrates offices.

Georges Fessy

renoble sta rigenerando il suo tessuto urbano e, non a caso, si impone un’immagine internazionale creando, all’interno dei suoi eventi architettonici, una forte relazione con la nuova Europa. Una dialettica, questa, svolta nel desiderio di ottenere un nuovo quartiere della città teso a questo scopo. Il quartiere denominato Europole è di recente sviluppo ed è imperniato su queste idee. Infatti, ultimamente, si è arricchito di un nuovo edificio: il Palazzo di Giustizia, disegnato da Claude Vasconi. Il topos che, come sempre, è generatore della forma e della qualità architettonica, ha suggerito a Vasconi di imporre la presenza del Palazzo di Giustizia proprio attraverso la toponomastica stradale, che ha permesso di generare una sorta di pianta triangolare. L’impianto del palazzo nasce su un segno di forte definizione, un preciso triangolo isoscele, immagine geometrica, questa, altamente simbolica della Giustizia. L’edificio occupa, così, una posizione singolare nel contesto di Europole, in quanto la sua forma ha consolidato la rue Pierre Semard, dando evidenza a questo asse urbano; contemporaneamente, dall’altro lato genera la rue d’Armenie, relazionandosi con la macchia di verde situata sul lato Nord. L’angolo a sud dell’edificio, quello, cioè, più vicino alla Place Schuman e alla stazione ferroviaria SNCF, determina, attraverso lo spazio antistante, l’accesso principale all’edificio. In questa logica, articolata al livello del piano stradale, il progetto acquista una notevole forza espressiva per il modo imponente col quale si inserisce nella città. Inoltre va anche sottolineata la qualità degli intenti progettuali, che mette ancora una volta in evidenza la capacità di Vasconi di trattare i volumi, soprattutto di disegnare lo spazio architettonico in modo tale da esprimere un rigoroso razionalismo e una raffinata composizione architettonica. Qualità, queste, con le quali Claude Vasconi ha sempre caratterizzato i suoi lavori. Vi è però un secondo punto determinante: la forma del progetto, strettamente legata alla funzione di Palazzo di Giustizia, non può essere considerata come un fatto estraneo. La forma che appare solida nel suo aspetto, solida per il tema della Giustizia nel rapporto con la comunità, solida per la tradizione e l’equilibrio della Giustizia fra gli uomini, solida anche, e non a caso, perché deve rispondere alla sollecitazione sismica presente nella zona. Così questo progetto appare, come un solido totem destinato a inchiodare il principio moderno di equilibrio della nostra società. Tutti i lavori di Claude Vasconi non hanno, com’è noto, una struttura sistematica, bensì, per lo più, aforistica, con variazioni spesso brusche su uno stesso argomento, come ad esempio il Forum des Halles. Così, non solo il suo razionalismo non è stato mai formale, ma sempre culturale. Tuttavia non mancano tra le opere di Vasconi, progetti in cui il razionalismo viene celebrato come un momento formale e essenziale dell’architettura e del suo processo di fusione con altri stili. Occorre dare adeguato rilievo a questa discontinuità che va anche interpretata in chiave politica in quanto legata alle funzioni sociali dei suoi palazzi che, fra l’altro, riescono sempre ad essere convincenti. La forza d’espressione che emana dal Palazzo di Giustizia di Grenoble, è quasi un riassunto della continua ricerca svolta da un professionista che non ha mai scisso l’architettura dalla sua funzione e dal suo servizio sociale. Mario Antonio Arnaboldi

Credits Project: Claude Vasconi Assistants: G. Bez, E. Concordet, B. Baudin, J. Van Overbeke, B. Ollier, F. Gallet, C. Pujdak, G. Turin, J.-L. Beltran, J.-P. Leterreur, V. Kuhn Consultan: André Izoard Structural Engineering: Betrec Hydraulic Plants: Cet, Cotib, JP Gassemann Structure Consultant: Green & Hunt Ass. Acoustic Consultant: Yaying XU – XU Acoustic Climatic façade concept: Oasiis Computer: Derbi – Groupe Oth OPC: Societé 3S Client: Ministère de la Justice, Agence et Maîtrise d’Ouvrage des Travaux du Ministère de la Justice (AMOTMJ)

180 l’ARCA 7


Dal basso in alto, pianta del piano terreno, del secondo piano e planimetria generale. L’edificio è caratterizzato da una pianta a triangolo isoscele che si adatta perfettamente al terreno su cui insiste. Nella pagina a fianco, in basso, piante, sezioni e pianta del soffitto della sala della Corte d’Assise; in alto, piante, sezioni e pianta del soffitto della Corte d’Appello.

From bottom up, plans of the ground floor and second floor, and site plan. The building has a base shaped like an Isosceles triangle fitting in perfectly with the lie of the land. Opposite page, bottom, plans, sections and plan of the ceiling of the Assize Court chamber; top, plants, sections and plan of the ceiling of the Appeal Court.

8 l’ARCA 180

180 l’ARCA 9


Vista della facciata ovest dove sono riuniti gli uffici delle differenti giurisdizioni e che culmina a otto piani dominando il panorama sulla città e sul paesaggio.

Philippe Ruault

View of the west facade where the offices of the various jurisdictions are located and which rises up to the eighth storey to offer a panoramic view across the city and local countryside.

Particolari dell’edificio caratterizzato da un imponente basamento minerale in granito da cui si eleva un blocco a struttura in acciaio, particolarmente idonea alle zone sismiche, rivestito in vetro.

10 l’ARCA 180

Georges Fessy

Georges Fessy

Georges Fessy

Details of the building featuring an imposing granite base with a steel-framed glass-clad block above it, particularly suitable for seismic areas.

180 l’ARCA 11


In basso, piante del blocco scale; in alto, piante, sezioni e pianta del soffitto di una sala di udienza. Nella pagina a fianco, in basso, sezione

12 l’ARCA 180

e particolare delle scale e in alto piante e sezione delle passerelle che collegano i due corpi dell’edificio.

Bottom, plans of the stairwell; top, plans, sections and plan of the ceiling of a presence chamber. Opposite page, bottom, section and detail

of the stairs and, top, plans and section of the walkways connecting the two building blocks.

180 l’ARCA 13


Philippe Ruault

Georges Fessy

Philippe Ruault Georges Fessy

Particolari degli ambienti comuni, il cui rivestimento riprende quello utilizzato per le facciate esterne, granito e acciaio alternati alle superfici vetrate.

14 l’ARCA 180

Philippe Ruault

Philippe Ruault

Details of the common rooms, whose cladding is the same as that used for the outside facades: granite and steel alternating with glass surfaces.

180 l’ARCA 15


Philippe Ruault

Georges Fessy

Particolari delle aule penali, che si caratterizzano per il rivestimento in legno che garantisce il confort acustico, e delle aule d’udienza dove i rivestimenti in metallo sono posati su un tessuto in metallo microforato, per una migliori correzione acustica.

16 l’ARCA 180

Georges Fessy

Georges Fessy

Georges Fessy

Details of the courtrooms, featuring a wooden cladding assuring good acoustics and presence chambers, where the metal claddings feature a microperforated metal fabric to improve the acoustics.

180 l’ARCA 17


Una risposta troppo rapida? WTC New York e Twin Towers di Yamasaki e Roth erano, già all’epoca della loro costruzione, viste generalmente come un po’ inutilmente eccessive, un tantino fuori tempo. Assurte con gli anni a icona popolare, simbolo della metropoli mito del Novecento, con la Statua della Libertà e i ben più raffinati Empire e soprattutto Chrysler Building. Inimmaginabilmente e repentinamente sovraccaricate di significati simbolici, emotivi, culturali, politici, trasformate in un condensato survoltato di identità collettive dai criminali dell’11 settembre, la loro sostituzione, un dovere, una necessità impellente, e al medesimo tempo, come sempre, un’opportunità economica di carattere e dimensioni smisurate, apre problemi e orizzonti di progetto nuovissimi, mai fino a ora visitato o affrontati. Fare un grattacielo d’ora in poi non sarà più come prima, a meno di limitarsi a operazioni di bassa macelleria. La cosa qui è particolarmente difficile non soltanto perché si tratta del primo caso (speriamo l’ultimo, almeno come eziologia), ma per la violentissima pressione ideologica, parte integrante, se non la principale, almeno all’apparenza, del programma di LMDC (Lower Manhattan Development Corporation). E l’ideologia, come è noto, risulta più spesso di aggravio più che di aiuto e stimolo realmente utile per la buona architettura. Sotto questo profilo, il progetto vincitore (Daniel Libeskind) e l’altro selezionato (THINK: Shigeru Ban, Frederick Schwartz, Ken Smith, Rafael Viñoly) lo mostrano con apprezzabile chiarezza. Libeskind si dimostra lucidamente consapevole di questo non facile enjeu e svolge con maestria il suo progetto. Fin dal suo nome (o dal suo logo?): Memory Foundation. La padronanza della comunicazione, la sottigliezza mediatica è veramente considerevole. La relazione, le note al margine, le sottolineature attente di elementi chiave sotto l’aspetto delle destinazioni d’uso e delle parole utilizzate per descriverli, il richiamo ai luoghi dovuti della topica fondativa della più grande delle democrazie occidentali rispondono esaurientemente alle istanze emozionali, liberando, se così si può dire il terreno per una composizione complessa, tesa, sfaccettata, dotata di una certa voluta instabilità, nel complesso insieme drammatica e però controllata. A fare i conti con la Statua della Libertà e con lo skyline di poco tempo fa ci pensa l’antenna con i giardini del mondo verticali incastonati. Mentre un insieme di scisti d’architettura fa corona al leggendario bathtub, abisso di memorie per panorami émouvant. Ma nel medesimo tempo il tutto ha i piedi ben saldi: la realizzazione prevede tempi scalati e modulabili, la distribuzione è flessibile e le volumetrie e superfici sono interessanti per quantità. Questo è molto giusto: che senso avrebbero i 1776 piedi (586 metri) di altezza (l’anno della Dichiarazione di indipendenza), e il resto delle dotazioni culturali e di loisir ad altissimo livello senza la base solida di una ragionevole credibilità economica? Denota, al confronto, ricercata fragilità l’altro progetto selezionato, quello di Think Design, fin dalla scelta del motto, o meglio del tema: World Cultural Center, al posto del vecchio WTC. Notevole perché coraggiosa come scelta di chiave compositiva, a fronte del sopradescritto overpressing. Qualcosa rimane impigliato fra le maglie vuote di un’altissima torre binata di raffinata e sottile struttura: un memoriale, un museo interpretativo, un centro di conferenze, una biblioteca con scuola, un centro per le arti performing, varie piattaforme panoramiche, un anfiteatro a cielo aperto. A varie altezza, con diverse forme: tutto collegato da impianti di risalita e distribuzione verticale iperveloci e ultrasicuri. La parte oscura, le quantità dure, gli uffici, il WTC,

L

18 l’ARCA 180

gli alberghi, si raggruppano ai piedi, attorno, in edifici di consistenza e altezza considerevoli, per ora senza volto. Questo rende l’insieme al medesimo tempo un po’ fra il celebrativo tecnologico (il riferimento alla Tour Eiffel è dichiarato) e il celebrativo scultoreo, anche se illeggiadrito dagli inserti sospesi. Talvolta, forse, il desiderio di delicatezza si tramuta in una complessiva debolezza. Cosa si lascia per ultimo? Il progetto più bello, naturalmente. Purtroppo scartato, come sempre avviene quando si è parecchio più avanti degli altri, più in là, sia della cultura del milieu, sia delle attese della committenza, legate piuttosto a standard correnti, sia dell’audience (qui poi, in questa sorta di progettazione partecipata che a dire il vero suona più che altro di copertura, dotata però di peso notevole, e sfavorevole per dichiarata incomprensione, come evidenziano i dati della consultazione-referendum). United Architects è una formazione giovane, montata appositamente e per affinità, FOA e Lynn già più noti, Imaginary Forces NYC, Kennon, Reiser + Umemoto, UN Studio. L’approccio è originale e forse l’unico a rispondere a tutto campo all’assoluta novità posta dal caso. Con intelligente understatement il peso dell’ideologia suggerita da LMDC viene smorzato, analizzato, e i suoi input più alti vengono raccolti e tramutati in termini propriamente architettonici, con ammirevole nitore, senso poetico, maestria compositiva, consapevolezza delle fattibilità. Una radura in una foresta di torri, uno spazio sacro di luce filtrata, un memoriale nel cielo. Guardare laggiù nel ricordo. E anche: infrastruttura come monumento. City in the sky. E un piccolo, esemplare abrégé della trasformazione urbana: edificazione omogenea = social city; torri individuali = capital city; united towers = città del capitale sociale. Un segnale per un nuovo inizio. Una cortina di torri unite, collegate tra di loro lungo due piani soltanto, attorno al sessantesimo, duecentomila piedi quadrati di spazio pubblico. Destinazioni d’uso, quelle richieste e qualcosa in più, non scorporate in edifici separati per non incomodare la parte celebrativa, ma spalmate in altezza ovunque, fra di loro conviventi. Superfici di contatto: perfino un poco di housing (dopo tutto le vecchie politiche dei City Councils qualcosa hanno insegnato). Un memoriale non sovraccarico e alla fin fine iperturistico come poi va sempre a finire, ma civilmente trattato, sotto la quota della terra e poi snodato in sorprendente e commovente promenade architecturale lungo i fianchi e sulle cienge delle torri. Cinque fasi previste per la costruzione, cinque torri strutturalmente autonome e nel 2010 tutto diventa un unico edificio. Anche, volendo, una versione ridotta: ottanta piani invece di centododici, senza alterazioni delle impostazioni di progetto. Un’accuratissima progettazione della sicurezza, gli unici a occuparsene dettagliatamente: in questa sorta di enorme singolo edificio contiguo, 1620 piedi di altezza (534 metri), 10,5 milioni di piedi quadrati (circa un milione di metri quadrati), ventinove gabbie di scale separate e quarantatre aree di rifugio. Restituire orgoglio e fierezza al luogo. Anche uno skyline potente e nuovo per Manhattan, isola dai tanti successivi skylines. Piante e distribuzioni dettagliatissime. Maquette come si devono fare, giuste nel rapporto con questa architettura. E al cinquantasettesimo livello, questo forse è passato inosservato, un health spa. Raffinatezze? Dopo tutto oltre che densità culturale ed economica, metropoli non è anche dolcezza concentrata dello stare? Qualcosa il Downtown Manhattan Athletic Club insegna ancora. Maurizio Vogliazzo

he Twin Towers designed by Yamasaki and Roth were considered rather over-the-top and slightly outmoded even back when they were originally built. Although they gradually turned into a popular icon or symbol of the 20th century’s most legendary city, together with the Statue of Liberty and the much more elegant Empire State Building and, most markedly, the Chrysler Building. The criminal acts of the 11th September suddenly and unexpectedly injected them with symbolic, emotional, cultural and politic meaning and charged them with an overload of collective identity, so that replacing them became a duty, an imperative and, at the same time, inevitably an economic opportunity of staggering proportions opening up hitherto unknown and unexplored design prospects and problems. Designing a skyscraper will never be the same, unless it is decided to settle for some sort of makeshift operation. It is particularly difficult in this case (let’s hope it is the last of its kind, at least in terms of aetiology), due to the overwhelming ideological pressure that is an integral (or even the main) part, at least apparently so, of the LMDC’s programme (Lower Manhattan Development Corporation). And, as is well known, ideology tends to be more of a hinder than a help in designing fine architecture. Both the winning project (Daniel Libeskind) and the runner-up (THINK: Shigeru Ban, Frederick Schwartz, Ken Smith, Rafael Viñoly) bring this out with great clarity. Libeskind is well aware that this is no easy business and has created a masterly design. Evident even its name (of perhaps logo?): Memory Foundation. The mastery of communication and subtlety of its media message are truly remarkable. The report, notes in the margin, underlining of certain key features in terms of its purposes and the words used to describe them, the reference to all the right places characterising this greatest western democracy satisfy all the appropriate emotional needs, freeing the ground (if we might say so) for an elaborate, multi-faceted design with its own carefully gauged stability that is both dramatic and controlled. The huge antenna with the socalled vertical gardens of the world incorporated even manages to confront the Statue of Liberty and old skyline. A group of schists crowns the legendary bathtub, an abyss of old memories of touching sights and sounds. But at the same time it has its feet firmly planted on the ground: it is carefully scheduled to be built in various steps and phases, it has a flexible layout, and its structures and surfaces are interesting from a quantitative viewpoint. All this is most appropriate: what would be the point of a building measuring 1776 feet (the year of the Declaration of Independence) and the rest of its high-quality cultural and leisure facilities without a solid base of carefully gauged economic feasibility? In comparison, the other chosen design (by Think Design) has a certain measured fragility about it, evident even in its own name or rather theme: the World Cultural Centre instead of the old WTC. It is outstanding for the bravery of its design compared to the rather overpowering project described above. Something is trapped inside the hollow webs of an extremely tall tower with a subtly elegant structure: a memorial, an interpretative museum, a conference centre, a library and school, a centre for the performing arts, various observation decks, and an outdoor amphitheatre. At various heights in various shapes and forms: all connected by super-

T

fast and super-safe lifts and vertical links. The dark side, the hard stuff, the offices, the WTC and the hotels are all gathered around the base in notably tall and sturdy buildings with no clear appearance yet. This makes the entire design somewhere between a celebration of technology (there is a clear allusion to the Eiffel Tour) and a sculptural commemoration, although all rather lightened up by the hanging inserts. So what have we left until last? The best project of course. Discarded, unfortunately, as is inevitably the fate of anything so far ahead of the rest, too advanced for the general cultural climate, the client’s rather mainstream expectations, and the main audience (particularly with this kind of mass participation, which actually sounds rather more like a cover-up, as is brought out in the figures of the referendum-consultation). United Architects is a young team that was formed specially and by some sort of elective affinity, FOA and Lynn already well-known, Imaginary Forces NYC, Kennon, Reiser + Umemoto, and UN Studio. The approach is original and perhaps the only one that really comes to terms with every aspect of this novel situation. The weight of ideology inserted by the LMDC has been played down with clever understatement, all carefully analysed so that its most significant input is taken in and turned into the most admirably clear-cut architecture, poetic artistry and awareness of feasibility factors. A clearing amidst a forest of towers, a sacred space of filtered light and memorial up in the heavens. Looking down in memory. It is also an infrastructure acting as a monument. A city in the sky. It is a sort of abridged version of urban redevelopment: smooth building = social city; individual towers = capital city; united towers = social capital in the sky. A sign of a fresh start. A curtain of united towers interconnected over just two levels around the sixtieth floor, two-hundred thousand square feet of public space. It serves the required purposes and more still, and has not been divided up across separate buildings for fear of interfering with its commemorative function, but rather spread right across them all. Touching surfaces: even a bit of housing (after all old City Council policies have taught us something). In the end this not-too-overcharged memorial is hyper-touristic as is inevitably the case, but it is neatly handled below ground level, winding along a surprisingly emotional architectural promenade along both flanks and up on top of the towers. Five planned buildings stages, five structurally self-contained towers destined to form one single building in 2010. Or, if need be, a smaller version: eighty floors instead of one-hundred and twelve, without altering the basic project layout. The only project that even pays very careful attention to safety and security requirements: in this sort of one single huge contiguous building measuring 1620 feet in height, 10.5 million square metres, with twenty-nine separate stairwells and forty-three shelter areas. Restoring pride in the place. A powerful new skyline for Manhattan. Carefully detailed plans and layouts. Just the right kind of scale models for this kind of architecture. And, as perhaps went unnoticed, even a health spa up on the fifty-seventh floor. What about refinery? After all, as well as all its hectic cultural and economic life, is not a huge city also a gentle melting-pot of community life? The Downtown Manhattan Athletic Club still has something to teach us. 180 l’ARCA 19


Daniel Libeskind

Schizzi preliminari del progetto con le linee e le aree concettuali che ne hanno guidato la stesura. Sotto, planimetria generale.

Preliminary sketches of the project showing the conceptual areas and lines around which it was designed. Below, site plan.

Credits Daniel Libeskind Urban Planner: Gary Hack, Landscape Architect: Hargreaves Associates Traffic Engineer: Jeff Zupan

Engineers: Arup Ltd., Irwin Cantor, Slurry Wall Consultant, Colin Williams, RWDI Website: www.daniel-libeskind.com

Daniel Libeskind

Schizzi preliminari e, sotto, vista zenitale dell’area centrale del progetto costituita da un museo per ricordare l’11 settembre. Per commemorare le vittime, Libeskind ha pensato inoltre di creare due grandi spazi pubblici: il Parco degli Eroi e la Lama di Luce che ogni 11 settembre all’ora dell’impatto dei due aerei sulle Torri Gemelle, saranno inondati dalla luce del sole. Un altro elemento del progetto è un percorso aereo semicircolare da cui poter guardare il memoriale sottostante e tutti i nuovi elementi architettonici che verranno realizzati: la stazione Lower Manhattan, uffici, ristoranti, bar, percorsi stradali. Infine, una torre che si conclude con una struttura aperta contenente un giardino verticale.

Preliminary sketches and, below, zenith view of the central project area composed of a museum commemorating 11th September. To remember the victims, Liebeskind also decided to create two large public spaces: the Park of Heroes and Wedge of Light which will be flooded with sunlight ever 11th September at the time when the two planes crashed into the Twin Towers. Another feature of the project is a semi-circular overhead pathway affording views of the memorial below and all the new architectural features planned to be built: Lower Manhattan Station, offices, restaurants, bars, and roadways. Finally, a tower terminating in an open structure containing a vertical garden.

20 l’ARCA 180

180 l’ARCA 21


Daniel Libeskind

Daniel Libeskind

Sezione del museo che segnerà l’ingresso all’area del Ground Zero come memoriale delle vittime. Sotto, rendering dello spazio pubblico “La Lama di Luce” e modello della torre.

Section of the museum marking the entrance to Ground Zero as a memorial shrine to the victims. Below, rendering of the “Wedge of Light” public space and model of the tower.

Modello della torre che sarà alta circa 500 m e culminerà con “I Giardini del Mondo”, un giardino verticale, simbolo della continuità e della riaffermazione della vita.

Model of the tower that will be about 500 metres tall and terminate in “The Gardens of the World”, a vertical garden symbolising the continuation and reassertion of life.

22 l’ARCA 180

180 l’ARCA 23


THINK

Credits Project: THINK Design: Shigeru Ban, Frederic Schwartz, Ken Smith, Rafael Viñoly

Contributors: William Morrish, David Rockwell, Janet Marie Smith Engineers: Arup, Buro Happold, Jorge Schlaich Website: www.rvapc

Nella pagina a fianco, modello delle “Torri della Cultura”. Costruite sopra e intorno all’impronta delle Torri Gemelle, ma senza toccarla, queste due strutture a griglia creano il sito per lo sviluppo del nuovo complesso. All’interno

di queste due strutture saranno inseriti edifici progettati da diversi architetti: il Memorial, il 9/11 Interpetative Museum, un centro per le arti, un centro convegni, un anfiteatro, piattaforme e passerelle panoramiche.

Opposite page, model of the “Towers of Cultures”. Built above and around the scars left by the Twin Towers but without touching them, these two grid structures create a site for developing the new complex. Buildings

THINK

designed by various architects will be built inside these two structures: the Memorial, the 9/11 Interpretative Museum, a centre for the arts, a conference centre, an amphitheatre, platforms and panoramic walkways.

Sezioni delle torri, che emergono da una base vetrata che permette l’illuminazione naturale alla porzione interrata contenente negozi e l’accesso alla stazione della metropolitana.

Sections of the towers that emerge from a glass base letting natural lighting into the underground section holding the shops and entrance to the underground station.

24 l’ARCA 180

180 l’ARCA 25


THINK

THINK

Rendering dell’ingresso della stazione a livello della strada. Questo spazio pubblico è caratterizzato da un’impostazione a parco urbano, con piantumazioni e percorsi pedonali.

Rendering of the entrance to the station at ground level. This public space is designed like an urban park with landscaping and pedestrian ways.

26 l’ARCA 180

Rendering del livello stradale antistante le torri. Nella parte perimetrale dell’area sono previsti spazi commerciali e otto edifici indipendenti di media altezza destinati a uffici. Il sistema degli ascensori dell’intero complesso riceverà energia da due grandi turbine eoliche posizionate nelle torri.

Rendering of the roadway in front of the towers. The perimeter of the area is planned to hold retail spaces and eight medium-height independent buildings designed for office purposes. The entire complex’s lift system will be driven by two large wind-powered turbines placed inside the towers.

180 l’ARCA 27


United Architects

Credits Project: United Architects: Foreign Office Architects, Greg Lynn FORM, Imaginary Forces, Kevin Kennon Architect, Reiser+Umemoto, RUR Architecture,

UN Studio Ben van Berkel & Caroline Bos Engineering: Thornton Tomasetti Engineers, Arup, Edwards and Kelsey Engineers Inc. Website: www.unitedarch.com

United Architects

L’intera area è trasformata da questo progetto in un monumento alla tragedia dell’11 settembre, costituito da una serie di cinque edifici interconnessi che creano una sorta di cattedrale di torri. Le torri si collegano circa al sessantesimo piano dando forma a una “Città del cielo” con spazi commerciali, giardini, centro conferenze, spazi educativi.

Rendering e modello del progetto. La torre più alta è di 112 piani (circa 530 m). Il complesso di torri è attraversato da giardini verticali che si alternano agli spazi funzionali ogni cinque piani. Alla base delle torri è organizzata la piazza pubblica con il memoriale per le vittime, la nuova stazione della metropolitana e le connessioni multimodali dei trasporti.

The project transforms the entire area into a monument to the tragic events of the 11th September composed of a set of five interconnected buildings creating a sort of cathedral of towers. The towers are connected around about the sixtieth floor to form a sort of “City in the Sky” with retail spaces, gardens, a conference centre and education facilities.

Rendering and model of the project. The tallest tower has 112 stories (about 530 m). The complex of towers is shot through by vertical gardens alternating with functional spaces ever five floors. At the foot of the towers there is a public square with a memorial to the victims, the new underground station, and multi-modal transport links.

28 l’ARCA 180

180 l’ARCA 29


Meyer and van Schooten Architects

Meyer and van Schooten Architects

Evoluzione della specie ING Group HQ, Amsterdam ibridazione fra architettura e simulacri industrialisti, emersa con forza negli anni Settanta con il Centre Pompidou di Piano e Rogers, può essere ancora un percorso possibile? La complessità della realtà urbana, le nuove relazioni fra architettura e cultura contemporanea mettono in campo alcuni fattori cui tener conto. Insomma, è necessario indagare a tutto campo sul rapporto fra immagine altra e sua rappresentazione spaziale. Con le sue ragguardevoli dimensioni (128 metri di lunghezza, 28 metri di larghezza e 48 metri di altezza) e l’inusuale configurazione, la nuova sede del Ing Group realizzata ad Amsterdam entra a pieno titolo a far parte di quelle “cose mai viste” di cui la cultura di massa si alimenta con voracità per controbilanciare un globalismo mediatico sempre più omologante. Architettura progettata e architettura simulata. La differenza fra ciò che anticipa il futuro e ciò che fa ormai parte del passato sta nella consapevolezza del cambiamento dei modelli della visione che ha evidenziato condizioni strutturali inedite e ineludibili per il progetto della città. Il tessuto urbano indifferenziato cresciuto intorno ai centri storici, le sconfinate periferie della metropoli contemporanea suggeriscono nuovi atteggiamenti progettuali: occorre creare forti emergenze che salvaguardino l’identità dello spazio urbano. Meyer e van Schooten dimostrano come la fusion fra diversi linguaggi potrebbe essere un percorso possibile per un’architettura liberata dal conformismo. Il loro “scarpone post-industriale” gioca, infatti, su un disequilibrante rapporto fra linguaggio e immagine con assonanze vicine al sorprendente surrealismo di René Magritte: “Ceci n’est pas une pipe” potrebbe, infatti, mutare in “questa non è un’architettura”, riproponendo così con sottile ironia il rapporto fra linguaggio e immagine, vale a dire fra rappresentazione logica e analogica, fra realtà e rappresentazione. La facilità di configurare complesse strutture architettoniche attraverso sofisticate tecnologie informatiche ha contribuito non poco al rinnovamento radicale delle procedure progettuali. Sorprendenti compenetrazioni fra volumi e piani ma anche inedite variazioni strutturali hanno dato vita ad architetture straordinarie, accomunate da un alto grado di visionarietà ma anche evidenziando l’unicità insita in ogni progetto. Per sua stessa definizione, l’unicità dovrebbe escludere il concetto di serialità, in realtà tutto sembra invece andare in altra direzione. Ogni nuova realizzazione, compresa la nuova sede Ing Group, è storia a parte, a cominciare dalle relazioni con l’intorno; ma riferimenti formali diversificati ed eterogeneità di materiali non escludono nuove tipologie seriali. Ogni progetto potrebbe, infatti, configurarsi come prototipo di una serie possibile. In un paesaggio urbano vitale e diversificato come quello di Amsterdam, la nuova sede Ing Group è un tassello di un puzzle che, una volta completato, candiderà la capitale olandese a diventare una delle metropoli del futuro più interessanti. Ciò anche grazie all’intelligente programma di recupero dei docks, che ha dato il via a sperimentazioni di grande interesse, puntando, per esempio, a non modificare troppo le caratteristiche costruttive dei magazzini portuali senza però uniformare fra loro spazi residenziali ed edifici destinati al terziario. Un po’ scafo in costruzione ma anche un

L’

30 l’ARCA 180

s the kind of hybridisation of architecture and industrialist simulacra, that emerged with such force in the 1970s through the Pompidou Centre designed by Piano and Rogers, still a feasible option? The complexity of urban reality and new relations between architecture and contemporary culture are bringing new factors into play. The question of how image and spatial representation are related needs to be examined right across the board. The sheer size (128 metres long, 28 metres wide and 48 metres tall) and unusual design of the Ing Group’s new headquarters in Amsterdam make it an integral part of those “things yet to be seen” that mass culture feeds on so voraciously to counteract the way media globalisation tends to be making everything look alike. Designed architecture and simulated architecture. The difference between what is projected into the future and what is already part of the past lies in an awareness of the changes that have taken place in how things are viewed, resulting in new and seemingly inevitable ways of designing our cities. The seamless urban tissue that spread around old city centres and the boundless suburbs of the modern-day city point towards new approaches to design: powerful new projects must be constructed to safeguard our urban identity. Meyer and van Schooten show how a fusion of various vocabularies might produce a new anti-conformist way of designing architecture. Their “post-industrial boot” actually plays on disconcerting relations between idiom and image with assonances quite similar to the startling surrealism of René Magritte: “Ceci n’est pas une pipe”, might be turned into “this is not architecture”, injecting a subtle vein of irony into how idiom relates to image, viz. between logical and analogical representation, between reality and representation. The ease with which intricate architectural structures can be designed using sophisticated computer technology has played a considerable part in bringing about radical innovations in design procedures. Startling interactions between structures and planes, as well as novel structural variations have resulted in extraordinary works of architecture sharing the same visionary scope but all featuring their unique design. By definition uniqueness ought to exclude any idea of mass production, but in actual fact things seem to be moving in the opposite direction. Each new construction, including the new Ing Group headquarters, tells its own tale, starting with how it relates to its surroundings; but distinct stylistic allusions and differences in building materials do not exclude new stylistic types. Each project actually ought to be a sort of prototype for a reproducible stylistic type. In a lively and varied urban setting like Amsterdam, the new Ing Group headquarters is a piece in a puzzle, which, when it is finished, will make the city a candidate to be one of the most interesting big cities of the future. Thanks also to an intelligent docks redevelopment programme, which set some extremely interesting experiments under way, focusing for instance on not altering the construction features of dock warehouses too much while holding onto certain differences between housing facilities and services buildings. Somewhere between a ship under construction and an

I

Nella pagina a fianco, particolare della nuova sede Ing Group, società di servizi finanziari, bancari e assicurativi on line.

Opposite page, detail of the new headquarters of the Ing Group, a financial services, banking and on-line insurance firm.

Credits Project: Meyer and van Schooten Architects Construction Consultants: Aronshon Consulting Engineers Installation Consultants: Consulting Technical Agency van Heugten Interior Architects: Design Group Trude Hooykaas/ Meyer and van Schooten Architects, Project Management: IPMMC Vastgoed Landscape Architect: Michael R. van Gessel, Association of Dutch Landscape Architects, Association of Dutch Town Planners, Amsterdam Glass Facade: Glaverbel Client: Development Consortium ING Blauwhoed v.o.f. Rotterdam

180 l’ARCA 31


Rendering dell’edificio, costituito da otto piani tutti di metratura diversa. Una delle caratteristiche è l’auditorium sul lato ovest, con una capacità di 250 posti e attrezzature ad alta tecnologia, che con la sua facciata di alluminio forma il “naso” dell’edificio. L’edificio ha una facciata doppia che presta attenzione agli aspetti ambientali quali il risparmio energetico: lo strato interno è di vetro isolante, quello esterno di vetro temperato.

Rendering of the building constituted by eight floors which are all different in size. A striking feature is the auditorium on the western side, with a seating capacity of 250 and state-of-the-art equipment, which, with its smooth aluminium facade forms the “nose” of the building. The building has a double facade which pays attention to environmental aspects such as low energy use: the inner layer is made of insulating glass and the outer layer of hardened glass.

po’ oggetto nato dallo strano connubio fra un gigantesco scarpone e una carrozzeria d’auto in fase di riscontro dimensionale, il quartier generale Ing Group evita la retorica propria dei grandi gruppi finanziari orientati all’autoritratto ricorrendo al rassicurante grattacielo tutto vetro e acciaio, quale simbolo di consolidata potenza. L’unità ridotta a frammenti. La presenza di piccoli giardini interni, come nel caso dell’edificio di Amsterdam, oltre a decorare l’ambiente fa anche parte dell’atavico bisogno di contatto con la Natura, poiché rappresenta una sorta di assicurazione per la continuità della specie ma è anche segno di una tendenza a ricreare microambienti autonomi dove diversificare le funzioni. Tanto più autonomi se posti all’interno di strutture i cui grandi spazi possono risultare dispersivi e privi di identità. Attraverso la sua forma così particolare, la sede Ing Group parrebbe porre problemi di relazione contestuale in realtà è invece in sintonia con altre strutture sparse nel mondo, fra loro geograficamente lontanissime ma intensamente interconnesse nel cyberspace, oggi forse la forma di contesto di più forte riferimento fra architetture di ultima generazione. La rivoluzione informatica e telematica sembra davvero aver messo fuorigioco il contestualismo, relegandolo a vecchio arnese del passato. Il contesto su cui misurarsi è sempre più orientato verso la metamorfosi delle relazioni con un altrove linguisticamente ambiguo, mobile, a volte anche casuale, come può avvenire negli infiniti incroci delle reti, dove la bellezza non s’identifica più nel rispecchiamento con modelli presi dal mondo della Natura ma con quelli suggeriti dalle apparenti idiosincrasie fra realtà e virtualità. Carlo Paganelli

object designed out of a strange combination of a huge boot and a car frame being sized up, the headquarters of the Ing Group avoids the usual rhetoric of major financial groups focusing on self-portrayal and resorting to a reassuring all glass and steel skyscraper as a powerful symbol of corporate power. A unit broken down into bits. The presence of small internal gardens, as in the case of the Amsterdam building, serves decorative purposes and, at the same time, is part of that atavistic need to be in touch with nature, because it represents a sort of guarantee for the continuity of the species and also a sign of a tendency to recreate autonomous micro-environments in which functions can be diversified. All the more independent if placed inside structures whose spaces might seem rather dispersive and lacking in identity. The unusual form of the Ing Group’s headquarters would seem to complicate interaction with its context. But in actual fact it falls in line with other geographically distant structures, nevertheless tightly interconnected in cyberspace, perhaps now the most distinctive type of context for the latest generation of works of architecture. The computer and telematic revolution seems to have relegated contextualism to the realms of the past. The context with which buildings now need to interact is increasingly directed towards a metamorphosis of relations with a linguistically ambiguous, mobile and at times even random elsewhere, as is likely to be the case in that endless criss-cross of networks, in which beauty no longer corresponds to a mirroring of models borrowed from Nature but rather guidelines deriving from apparent idiosyncrasies between reality and virtuality.

La spaziosità della nuova sede del ING Group è evidente negli atrii e nelle aree aperte che offrono agli occupanti viste sugli altri piani e su altre aree del proprio piano. Oltre alla facciata, anche molti degl ascensori, dei corpi scala, dei soffitti e dei pavimenti sono realizzati in vetro, accentuando la trasparenza degli interni.

The spaciousness of ING Group new headquarters is manifested by the atriums and open areas which offer the occupants a view on other floors and other areas on their own floor. In addition to the facade, several elevators, ceilings, stairs and floors are also made of glass, accentuating the transparency of he interior.

Per le finiture degli ambienti interni sono stati usati principalmente acciaio inossidabile satinato e legni chiari.

Brushed stainless steel and light-coloured wood have been used for interior spaces.

32 l’ARCA 180

180 l’ARCA 33


Dettaglio e, in basso, piante di due differenti livelli. L’edificio è costruito come una tavola posata su sedici gambe di acciaio accoppiate ancorate su grandi blocchi di acciaio a terra, con una tecnica usata nella costruzione di ponti.

Dettaglio del sistema di pilastri e veduta di scorcio. Dimensioni dell’edificio: lunghezza 128 m, larghezza 28 m, altezza 48 m.

34 l’ARCA 180

Detail and, bottom, plans of two different levels. The building is constructed like a table on sixteen steel legs which stand freely on pins in large blocks of steel in the ground, with a technique used in the construction of bridges.

Detail of the tiles system and partial view. Building dimensions: length 128 m, width 28 m, height 48 m.

180 l’ARCA 35


In queste pagine, alcuni dettagli degli esterni e degli interni e sezione longitudinale. Si è prestata molta attenzione alla piacevolezza degli ambienti di lavoro, creando ai diversi piani giardini interni con molte varietà di piante.

These pages, some details of the exteriors and interiors and longitudinal section. Much attention has been paid to a pleasant working environment, so inner gardens and plants play an important role and are located at different floors.

36 l’ARCA 180

180 l’ARCA 37


Il design del nido Birdhouses Project 2003

idi di volatili e intelligenza artificiale: un binomio che sembrerebbe presupporre una distanza incalcolabile tra i due termini, tale da non evocare nemmeno la contraddizione o la conflittualità. Come si potrebbe dunque pensare al progetto di un nido affidato a cibernetici e matematici? Ciò nonostante, il Birdhouse Project ha accettato la sfida, e ha invitato Luc Steel, Chris Langton, Silvano Colombano, Jin Matsubara, Rebecca Flanders, A. Scott Howe, sei tra i massimi esperti mondiali nel campo dell’Intelligenza Artificiale, a ideare, nella sua ultima edizione, una “casa per gli uccelli”. Come abbiamo riportato in varie occasioni su queste pagine (l’Arca n. 123, l’Arca febbraio 1998; l’Arca 134, febbraio 1999; n. 151, settembre 2000), il Birdhouse Project, istituito nel 1992 dalla Koizumi – una delle maggiori case giapponesi produttrici di apparecchi illuminanti – e fatto proprio, dal 1996, dal comune di Osaka, propone periodicamente il tema del progetto di “case per uccelli” a progettisti di varia specializzazione, come industrial designers, progettisti spaziali, architetti specialisti in aeroporti, car designers e yacht designers. Ciò che contraddistingue il Birdhouse Project è la sua sublime gratuità. I progetti proposti non mirano alla realizzazione di artefatti – sebbene in qualche modo li disegnino nello spazio – né alla produzione di modelli, sia pure archetipici, ma operano come nuclei di relazioni concettuali, intrecci di tensioni culturali, diagrammi di energie propositive che mettono in gioco non solo il risultato finale, ma tutto il contesto che con esso interagisce. Non c’è, in queste immagini, alcunché di tecnologico né di naturalistico: la problematica che vi è sottesa non riguarda il tema dell’ambiente o quello della sopravvivenza della vita. Tutto quanto sa di ideologia ambientalista si mantiene lontano da queste immagini. Eppure, il loro valore propositivo è dirompente: la fulminea e rovente tangenza delle più raffinate tendenze tecnologiche e scientifiche con l’idea, lieve e poetica, del nido, riassume infatti in sé tutte le più feconde contraddizioni della nostra storia, e le esprime sinteticamente con la schiacciante potenza del simbolo, se non proprio del mito. In qualche modo, è la carica semantica dell’espressione metaforica a esplodere in un turbinio di significati che si moltiplicano all’infinito. Nell’ultima edizione questo ardito confronto si è fatto ancora più serrato, giacché ha chiamato in causa un campo del sapere altamente sofisticato, nel quale oltretutto si giocano le più ardite ipotesi sulla configurazione del nostro futuro. Gli studi sull’Intelligenza Artificiale partono, come è noto, dall’analisi del funzionamento del cervello umano, ma interessano settori come la robotica, la linguistica, la vita artificiale, la biologia computazionale, la robotica medica, i linguaggi dinamici, la percezione visiva delle immagini computerizzate e i modelli di apprendimento configurabili per i sistemi meccanici automatizzati. Il pensiero umano acquista, in tale prospettiva, il valore di paradigma di una intelligenza che pare destinata a estendere il domi-

N

38 l’ARCA 180

nio di quella naturale interpretandone gli schemi e le modalità. Naturalmente, nelle “case degli uccelli” progettate dagli esperti in IA questi elementi restano nello sfondo. Ma a contare è per l’appunto la metafora. Luc Steel, per esempio, osserva che la “complessità” di un nido nasce da princìpi semplicissimi, che egli adotta utilizzando, per la sua realizzazione, materiali di sfrido per la costruzione di robot. In più, nel suo nido, ha inserito un piccolo schermo nel quale proiettare immagini di altri nidi riprese da Internet. Chris Langton ha invece optato per un libro a forma di nido, o per un nido a forma di libro: il libro è difatti un “artefatto” tanto quanto un nido, visto che “il nostro sapere ha modellato la natura, e la natura ha modellato il nostro sapere”. Silvano Colombano ha dal canto suo puntato a una soluzione, per così dire, high-tech, con una struttura che trae energia da cellule fotovoltaiche capaci di registrare i mutamenti ambientali. Anche Jin Mastubara si è orientato verso un progetto tecnologico, con involucri dotati di sensori che registrano l’entrata e l’uscita degli uccelli, nel tentativo di pareggiare i conti tra scienza e natura. Rebecca Flanders ha scelto per il suo nido la metafora del seme, come principio di moltiplicazione e diffusione. E infine A. Scott Howe si è richiamato alla sua “Kit-of-parts Theory”, che si riferisce alla costruzione di sistemi ottenuta aggregando componenti già pronte, e ha realizzato un “sistema costruttivo robotico” che potrebbe essere montato anche da macchine. In tutte queste soluzioni la matrice scientifica propria dell’IA – e quindi di natura, oseremmo dire, postmoderna, e cioè caratterizzata da una estrema flessibilità, fluidità e multiformità delle ipotesi, dei sistemi logici e delle strutture concettuali – assume la sua forma più convincente, che è quella vicina alle modalità dell’intelligenza umana. Posta a confronto con un problema progettuale elementare, consistente nell’ideazione del prototipo di tutte le “case” possibili, questa matrice ha sfruttato appieno la sua aderenza ai modelli di funzionamento della nostra natura per indicare soluzioni basilari ed estreme, abbandonandosi felicemente alla tentazione di risalire alle scaturigini stesse dell’umanità. Il pensiero si trasforma, in tale prospettiva, in comportamento antropologico: esso risulta frutto di sensibilità, oltre che di calcolo, e si incanala quindi nell’alveo dell’esperienza estetica, più che affidarsi alle indicazioni della sequenzialità logica. Perfino la tecnologia, quantunque giocata sul piano dell’ironia e del divertimento, assume qui valore metaforico: le strutture “high-tech” da qualcuno proposte rammentano che la gestione del dominio resta all’intelligenza umana, la quale peraltro si nutre dei suoi stessi risultati. Tra gioco, metafora e riflessione, il Birdhouse Project si ripresenta quindi a ogni appuntamento come stimolo a riconsiderare il progetto nella sua luce più autentica. La creatività pura che si innesta sul rigore scientifico costituisce una non banale allegoria della nostra cultura attuale, ricca di fermenti come un bruco che sente fremere in sé la farfalla. Maurizio Vitta

ird’s nests and artificial intelligence: the difference and distance between the two would seem to be so great that the contradictions or contrasts between them would not even occur to us. How could we possibly think of a project for a bird’s nest in the hands of experts in cybernetics and mathematicians? Nevertheless, the Birdhouse Project took on the challenge and invited Luc Steel, Chris Langton, Silvano Colombano, Jin Matsubara, Rebecca Flanders and A. Scott Howe, six of the world’s leading experts in Artificial Intelligence, to design a “birdhouse” for the latest edition of the event. As we have often mentioned in this magazine (l’Arca 123, February 1998; l’Arca 134, February 1999; l’Arca 151, September 2000), the Birdhouse Project, first launched in 1992 by Koizumi – one of the leading Japanese manufacturers of lighting appliances – and then taken on Osaka City Council since 1996, occasionally sets designers from all kinds of fields, such as industrial designers, spatial designers, architects specialising in airports and car/yacht designers, the design theme of “birdhouses”. The most distinctive feature of the Birdhouse Project is its sublime gratuity. The proposed projects are not supposed to create artefacts - even though, in a certain sense, they design them in space - or even produce archetypal models, but rather work as hubs of conceptual relations, interwoven cultural forces and diagrams of positive energy bringing into play not just the end result but the entire context interacting with it. There is nothing technological or naturalistic about these images: the problems involve do not concern the environment or the survival of life. Anything associated with environmentalist ideology is kept well away. Yet it is a truly striking project: the latest and most elegant technological and scientific trends meeting the gently poetic idea of a nest at a dazzling tangent, encompassing all the most fertile contradictions of our own history and synthetically expressing them with the quashing power of symbolism, not to say mythology. In a certain sense, it can be said that it is the semantic force of metaphor exploding into a whirlpool of meanings that multiply to infinity. The confrontation was even more gripping than ever in this latest edition, since it called into play a highly sophisticated field of learning in which the boldest theories about how are future will take shape are called into question. As we know, studies into Artificial Intelligence start with an analysis of how the human brain works, also touching on sectors like robotics, linguistics, artificial life, computational biology, medical robots, dynamic languages, the visual perception of computerised images and learning models created for automated mechanical systems. In this light, human thought gains the value of being a paradigm of intelligence apparently destined to extend the realms of natural intelligence by interpreting its schemes and methods.

B

Of course these elements are kept in the background in the “birdhouses” designed by experts in Artificial Intelligence. But it is metaphor that counts. Luc Steel, for example, notes that the “complexity” of a nest derives from very simple principles that he adopts using scrap materials for constructing robots. His nest is also furbished with a little screen for projecting images of others nests taken from the Internet. Chris Langton, on the contrary, opted for a nest-shaped book or book-shaped nest: a book is just as much an artefact as a nest, seeing as “our knowledge has shaped nature and nature has shaped our knowledge”. Silvano Colombano, for his part, went for a so-called high-tech design with a structure drawing energy from photovoltaic cells capable of recording environmental changes. Jin Mastubara also opted for a technological project with shells fitted with sensors recording the comings and goings of birds in an attempt to balance out science and nature. Rebecca Flanders chose the metaphor of the seed, as the principle of multiplying and spreading. Finally, A. Scott Howe made references to his own “Kit-of-parts Theory” for the construction of systems created by combining ready-made components and designed a “robotic construction system” that could even be assembled by machines. In all these designs, the scientific matrix of Artificial Intelligence - and hence of nature, we might even describe as postmodern or, in other words, featuring extreme flexibility, fluidity and multiform ideas, logical systems and conceptual structures - takes on its most persuasive form, the closest to how human intelligence works. Compared to a simple design problem consisting in designing a prototype for every imaginable “house”, this matrix takes full advantage of models of how human nature operates to indicate basic and extreme solutions, happily letting itself be tempted by the idea of delving back to the origins of man. In this light, thinking turns into anthropological behaviour: it turns out to be the result of awareness and computation, and is therefore channelled into the bedrock of aesthetic experience rather than just trusting in guidelines from logical sequences. Even technology playing on irony and entertainment takes on a metaphorical meaning here: “high-tech” structures in any design point out how control is still in the hands of human intelligence, which actually feeds off its own results. Somewhere between play, metaphor and reflection, every edition of the Birdhouse Project provokes us to rethink design in its most authentic light. Pure creativity dovetailing with scientific precision is an interesting allegory for contemporary culture full of fermentation like a chrysalis that can feel a butterfly fluttering inside it. 180 l’ARCA 39


Silvano Colombano

New Partnership

Rebecca Flanders

The Seeds of Community


Chris Langton

The Book and the Birdhouse

Jim Mastubara

New Wave Birdhouse


Luc Steels

New Wave Birdhouse

A. Scott Howe

Birdhouse Condo


46 l’ARCA 180

uantunque si tenda a ignorarlo, il rapporto tra giardino e architettura è strettissimo, non solo perché in entrambi i casi è sottinteso un progetto, ma anche perché l’uno e l’altro suggellano la definizione delle loro rispettive identità proprio nel reciproco confronto, ossia nel prolungarsi dell’artefatto nella natura e nel rispecchiarsi della natura nell’artefatto. Tutta la storia del giardino – dalla sua accezione utilitaristica di “hortus” fino alla sua sublimazione romantica in un concetto di bellezza naturale assoluta – è scandita dal parallelo sviluppo dell’architettura, in una costante dialettica formale e funzionale. Beninteso, ciò non implica affatto una diminuzione dell’autonomia storica e concettuale del giardino, né tanto meno la sua riduzione a semplice tipologia architettonica. Più propriamente, si tratta di inscrivere entrambi i campi progettuali nel medesimo modello culturale, proiettandoli sul comune orizzonte di una Raumgestaltung, o “configurazione dello spazio”, che rappresenta un momento cruciale nelle scaturigini stesse della civiltà umana. Non per nulla le origini dell’architettura coincidono con una modellazione dello spazio naturale in cui è già implicito il concetto di “ambiente”disegnato secondo precise strategie di orientamento e significazione. Ma anche se ci si pone oltre la fase della saturazione mitologica dello spazio, e ulteriormente si procede al di là della semplice figura del pagus – il campo coltivato le cui tecniche di delimitazione e calcolo segnarono la nascita della geometria – è facile individuare nel giardino il fondamento formale e, in pari tempo, funzionale, in cui si compie la saldatura con i princìpi che, parallelamente, istituiscono la cultura del progetto architettonico. Allorché il giardino si riassume in immagine e diviene paesaggio, la sua percezione visiva esige gli stessi modelli di posizionamento e dispiegamento che fin dall’inizio si posero a fondamento dell’architettura; e mentre per un verso la sua configurazione dovrà rifarsi ai modelli funzionali e formali dell’artefatto architettonico, per un altro sarà quest’ultimo a definirsi sulla base paesaggistica in cui il disegno del giardino troverà il suo nucleo creativo. Che tale saldatura costituisca l’intima sostanza concettuale del giardino è indicato dalla sua oggettiva persistenza nell’età contemporanea, come dimostrano il proliferare di corsi di “landscape design” e, non ultimo, oltre che particolarissimo, il concorso ormai decennale curato dal Conservatoire international des Parcs et Jardins et du Paysage, creato nel 1992 a Chaumont-sur-Loire. Il Festival International des Jardins, istituito dal Conservatoire nel 1993, raccoglie annualmente circa trecento progetti provenienti da ogni parte del mondo, e ha dato vita a più di duecento giardini concepiti come “prototipi” per interventi richiesti dalle pubbliche amministrazioni. Nel parco disegnato da Jacques Wirtz, trenta lotti di circa 240 metri quadrati ciascuno sono destinati alla realizzazione di giardini affidati alla libera creatività individuale, vincolata solo dal budget (12.196 euro ciascuno) e dal tema dell’anno, che nell’ultima edizione era dedicato all’“Erotismo”; e in questa puntuale ricerca si definiscono i modelli che nel tempo troveranno applicazione nelle più svariate situazioni urbane o extra urbane in tutto il mondo. Chaumont-sur-Loire si presenta come un laboratorio progettuale o, se si preferisce, metaprogettuale, in cui la spontaneità della natura vegetale viene modellata secondo le regole dell’artificio. Nel suo parco, la prassi dell’esperimento formale punta alla definizione di un concetto, più che di un progetto. L’artificio introdotto nella natura vi appare non come violenza, ma come accordo con essa e, soprattutto, intelligente impiego delle potenzialità implicite nella materia; e perfino il rapporto tra giardino e stato d’animo, che fece fremere gli spiriti romantici e commuove tuttora, con dignitosa discrezione, il frigido neoromanticismo attuale, è evocato con appena una punta di nostalgia o come pura opzione. Ciò che conta è il modello, vale a dire la formulazione razionale del problema, la risposta più acconcia agli interrogativi progettuali. In questa prospettiva, l’architettura del giar-

Q

Les Jardins de Chaumont

dino ripropone, nella specificità di quella che è divenuta ormai una vera e propria disciplina, le modalità di progettazione dell’artefatto architettonico. La storia si ripete: ciò che un tempo fu il giardino arabo gelosamente racchiuso all’interno dei palazzi, l’hortus dei chiostri monastici europei, il giardino delle ville rinascimentali, il parco delle magioni regali e il verde urbano nelle città-giardino e nelle metropoli contemporanee (ossia il continuo e serrato confronto tra artificio e natura sul comune terreno di una continua Raumgestaltung), si ripresenta oggi, nel confuso panorama che s’intravede nel declino della modernità, come ricerca concettuale combaciante con quella, parallela e contigua, dell’architettura, in una condivisa tensione verso la formulazione di nuovi significati culturali e sociali. Nell’esperienza di Chaumont-sur-Loire, tuttavia, altri segnali vanno colti e analizzati. Proprio all’interno di una logica architettonica sostanzialmente unitaria, il giardino reclama la propria autonomia progettuale in quanto esperienza non riducibile alla semplice fruizione dello spazio, ma al contrario occasione per un dirompente moltiplicarsi di percezioni, emozioni, conoscenze, la cui natura non può essere che estetica. Sebbene oggi si parli molto di “estetica del giardino”, non si è ancora riflettuto abbastanza sul reale valore da assegnare a questa formula. Quel che dovrebbe essere chiaro è il fatto che l’intima essenza estetica del giardino consiste non nel suo darsi alla pura contemplazione, bensì nel suo appellarsi alla nostra corporeità globale, che mette in gioco tutti i sensi e apre la strada a vertiginose sinestesie. Nel giardino noi non “ritroviamo” la natura, ma la viviamo, vi ci immergiamo fino a dissolverci in essa con la vista, l’udito, il tatto, l’odorato e perfino, non di rado, il gusto. Nel momento in cui vi entriamo, ne seguiamo i percorsi, ci addentriamo nei suoi meandri, sono le pure sensazioni a guidarci, e la naturalità dell’ambiente trapassa in quella del nostro corpo senza soluzioni di continuità. Si potrebbe pensare che lo stesso accade nell’esperienza dell’architettura come “interno”, spazio funzionale nel quale ci muoviamo secondo modalità di natura squisitamente ergonomica. Ma a ben vedere, nell’interno architettonico il senso della vista prevale in modo pressoché assoluto su tutti gli altri: Kisho Kurokawa ama ricordarci che l’unico rapporto tattile che possiamo avere con l’architettura è quello con la maniglia delle porte; e quantunque qualche autore, come Gaston Bachelard, abbia insistito sulle sensazioni fisiche che l’abitare suscita, le situazioni evocate rivelano ogni volta il loro fondamento esistenziale, più che estetico. In generale, ciò che nel giardino è esperienza totalizzante, nell’interno architettonico è sequenza selettiva; e per quanto entrambe possano rivendicare un’identica matrice estetica, le differenze esigono piuttosto criteri di distinzione. La ricerca condotta nel Conservatoire di Chaumont-sur-Loire assume questa complessa materia come sfondo per una riflessione che, come abbiamo visto, è di carattere essenzialmente metaprogettuale. In essa l’architettura si pone come interlocutore indiretto, costantemente evocato, ma mai davvero presente. E’ il giardino ad affermarvisi per se stesso, con la sua intatta e fascinosa peculiarità, la magia dei suoi colori, il gioco cangiante delle luci e delle ombre, l’alternarsi di abbandoni e sorprese, impennate vitalistiche e languide soste. Al di là della maestria architettonica e della sapienza scientifica (la botanica si presenta qui come materia viva e pulsante), è il modello a proporsi come filo conduttore dell’attività di questo singolare laboratorio. Le categorie formali vi vengono incessantemente rielaborate e redistribuite secondo strategie variabili; e ciò che distingue questa attività rispetto alle analoghe ricerche condotte in architettura è la possibilità di controllare empiricamente i risultati della pura ideazione. Quello che è negato all’architettura – formulare i propri archetipi su scala sperimentale – appare privilegio del giardino, che può trovare nella zolla di terra e nel singolo seme tutte le potenzialità delle grandi estensioni di terreno. Maurizio Vitta

owever much we try to ignore it, gardening and architecture are very closely related, not just because both involve planning and design, but because both define their own identities through mutual interaction, viz. through the extending of artifice into nature and the reflecting of nature in artifice. The whole history of gardening from its original utilitarian interpretation as “hortus” to its romantic sublimation into a concept of absolute natural beauty – has unfolded in unison with architecture in a constant state of dialectic stylistic and functional relations. Of course this does not in any way detract from the historical or conceptual autonomy of gardening, nor does it reduce it to a mere architectural type. More specifically, both need to be inscribed in the same cultural realms, projecting them into a Raumgestaltung or “spatial configuration”, which represents a crucial moment in the very roots of human civilisation. Not surprisingly, the origins of architecture coincide with a shaping of natural space implicitly incorporating the concept of “environment” based on specific guidelines and meanings. But even if we move beyond the mythological saturation of space and even surpass the simple image of a pagus – a cultivated field in which the setting of bounds and calculations marked the beginning of geometry – gardening can easily provide the stylistic and, at the same time, functional foundations in which the underlying principles of architectural design are also grounded. As a garden takes on an image and turns into landscape, its visual perception calls for calls for the same kind of positioning and layout that have always underpinned architecture; and whereas in some respects its layout will have to draw on the functional/stylistic guidelines of an architectural design, in others it is architecture that will be defined on a landscape basis in which garden design finds its own creative core. That these bonds form the intimate conceptual core of gardening is indicated by its objective continuation into modern times, as can be seen from all the courses in “landscape design”, not to mention the highly innovative and really quite unusual competition organised by the Conservatoire International des Parcs et Jardins et du Paysage, originally set up in 1992 in Chaumontsur-Loire. The Festival International des Jardins, set up by the Conservatoire in 1993, brings together about three-hundred projects from all over the world and has resulted in the creation of over two-hundred gardens designed as “prototypes” for projects commissioned by city councils. The park designed by Jacques Wirtz contains thirty plots of land, each of about 240 square metres, to be turned into imaginatively designed gardens with no restraints other than a budget (12195 Euros each) and an annual theme (the last edition theme was “Eroticism”); this special experiment will set the guidelines which will eventually be applied to all kinds of urban or non-urban settings all over the world. Chaumont-sur-Loire is a sort of design or, if you prefer, metadesign workshop, where the spontaneity of natural vegetation is shaped along the lines of artifice. Inside the park, the practice of stylistic experimentation is more aimed at defining a concept than designing a project. There is nothing violent about the way artifice is introduced into nature, it is a harmonious process involving the clever use of the implicit potential of the raw materials at hand; and even the close bonds between gardening and states of mind, that set romantic spirits burning and still move the cold neo-romanticism of the present day with dignified discretion, are only evoked with just a touch of nostalgia or even as an optional extra. What counts are the guidelines or the rational formulation of the problem, the most fitting solution to teasing design issues.

H

In this light, garden design re-works the methods of architectural design along its own very specific lines as a proper discipline in its own right. History repeats itself: what used to be an Arabian garden jealously shut away inside buildings, the hortus of European monastic cloisters, the garden of Renaissance villas, the park of regal abodes and the inner-city landscaping of the garden-city and modern-day metropolis (viz. constant, close confrontation between artifice and nature on the common ground of a constant Raumgestaltung), is now represented in the confused setting of the twilight of modernity as conceptual research working alongside and in conjunction with experimentation in architecture, as they jointly strive to set new socio-cultural guidelines. Nevertheless, other signals emerging from the Chaumont-sur-Loire experiment need to be captured and analysed. Within a general framework of substantially unitary architectural design, the garden claims its own stylistic independence as an experiment that cannot be reduced to the mere exploitation of space, but on the contrary provides the chance to multiply perceptions, emotions and knowledge, whose nature is inevitably aesthetic. Although, nowadays, there is plenty of talk of “garden aesthetics”, not enough thought has really gone into the actual validity of this claim. What ought to be clear, though, is that the innermost aesthetic essence of a garden does not lie in the way it lends itself to pure contemplation but in the way it appeals to our overall sense of body, calling into play all the senses and opening up the way to dazzling synaesthesias. We do not “rediscover” nature in a garden, we experience it, burying ourselves in it with our eyes, ears, fingers, noses and, occasionally, even our tongues. As we enter a garden, we follow its paths, enter into its meandering ways guided by pure sensations, and the naturalness of the setting smoothly penetrates into our bodies. It might be thought that the same thing happens with architecture as an “interior”, a functional space we move through in a strictly ergonomic ways. But, upon closer inspection, it turns out that vision takes almost absolute precedence over the other senses inside a work of architecture: Kisho Kurokawa is fond of pointing out that the only tactile relations we can have with architecture are through door handles; and despite certain writers’ (such as Gaston Bachelard) insistence on the physical sensations triggered off by dwelling, the situations invoked inevitably reveal their existential rather than aesthetic foundations. Generally speaking, what might be described as a totalising experience in a garden is a selective sequence inside a work of architecture; and despite the fact that both can claim exactly the same aesthetic matrix, the differences need to be clearly distinguished. Experimentation carried out at the Conservatoire de Chaumont-sur-Loire takes all these complicated issues as the backdrop for what, as we have seen, is an essentially meta-stylistic analysis. It takes architecture as an indirect referent, constantly evoked but never really there. The garden exerts itself for what it is, losing none of its own distinctively charming features, the magic of its colours, the twinkling interplay of light and shade, an alternating combination of rejections and surprises, lively leaps and quite rests. Apart from architectural mastery and scientific know-how (botany here takes on the form of living, pulsating matter), it is the general guidelines that act as a leit-motif for this highly unusual workshop. Stylistic categories are constantly re-worked and rearranged through varying strategies; and what makes this project so different from other similar experiments carried out in architecture is the possibility of empirically controlling the results of pure invention. What architecture is denied – the formulating of its own archetypes on an experimental scale – actually takes precedence in gardening, where a piece of turf or ordinary seed are potentially huge expanses of land.

Agora Dreams and Visions

Agora Dreams and Visions

Les Jardins de Chaumont

180 l’ARCA 47


Erotomania - Erotomachia

... Et Vice et versa ...

Progetto/project: Céline Orsingher, architetto paesaggista/ Landscaping e Laurent Bailly, artista/artist

Progetto/project: Christophe Ponceau et Bertrand Houin Eden o inferno, giardino platonico o giardino pornografico, labirinto ludico o paravento intrigante, ognuno deciderà seguendo il proprio umore. L’entrata del giardino è nascosta da un velo d’acqua, delle tende di perle sono calate da un tunnel vegetale. Un universo onirico dove la bruma, la luce e la presenza dell’acqua ravvivano i sensi con l’incognita di fare incontri inaspettati.

Manifesti pubblicitari, immagini seducenti, “l’erotomania” è ovunque, nelle strade, nei musei, nelle vetrine e nei cinema, il corpo si espone senza pudore, come un oggetto pubblico. Che cos’è il corpo umano? Un fantasma o una merce? I progettisti pongono questi interrogativi in diverse installazioni in cui il corpo si offre e poi scompare, si umanizza e poi si congela, si distrugge e si ricrea.

Eden or hell, a platonic garden or pornographic garden, playful labyrinth or intriguing windbreak, everyone will decide for themselves according to the mood they are in. The garden entrance is hidden behind a veil of water, pearl curtains concealed in a landscaped tunnel. An oneiric world in which mist, light and the presence of water enliven the senses with the surprise of unexpected meetings.

Yann Monnel

Billboards, seductive pictures, “erotomania” is everywhere, in the streets, museums, shop windows and cinemas. Bodies exposed without pudism as a public object. But what is a human body? A ghost or a product? This is what designers have thought about in various installations in which the body offers itself up and then disappears, takes on human form and is then congealed, is destroyed and then recreated.

48 l’ARCA 180

180 l’ARCA 49


Jardin d’ivresses

Le Nid du marsupilami

Progetto/project: Ecole Supérieure d’Art et de Design de Reims

Progetto/project: Stagiaires du Conservatoire

L’uva è paragonabile al seno, un frutto che evoca passione e desiderio carnale. I seni, proprio come il vino, inebriano il corpo e lo spirito. Lungo il percorso, attraverso i vigneti della Champagne trasportati in questo giardino, si scoprono dei grappoli di seni con denominazioni evocatrici e debitamente controllate.

Abitanti delle foreste colombiane, i marsupilamis sono degli esperti specialisti nell’intreccio di vegetali e nella costruzione di nidi sospesi che garantiscono ai loro giochi intimità e confort. Se sognate di rifugiarvi in una capanna protettrice istallata tra gli alberi, come il Barone Rampante di Calvino, questo nido è fatto per voi.

A grape is like a breast, a fruit that evokes passion and carnal desire. Women’s breasts, like wine, inebriate the body and spirit. Along the way through the vineyards of Champagne, that have been transported into this garden, you come across bunches of breasts with evocative but deliberately controlled names.

Inhabitants of Colombian forests, marsupilamis are experts in weaving vegetation and building hanging nests so that they can play secretly and in complete comfort. If you dream of taking shelter in a protective cabin hidden away in the trees like Calvino’s Climbing Baron, this is the nest for you.

La Déclaration d’Amour

Green Phantasy Landscape

Progetto/project: Jardiniers du Conservatoire Un bacino circondato da un mare di dalie e dature bianche, gialle, albicocca, arancio. L’acqua è coperta da rare ninfee, rigorosamente identiche. Una piccola gabbia in legno sembra in stato di levitazione su questo mare bianco. All’interno, un’antica statuetta cinese raffigura una donna distesa, sorridente, con la testa appoggiata a una mano, mentre l’altra trattiene un piede. Il regalo per l’uomo che amava.

A basin surrounded by a sea of white, yellow, apricot and orange dahlias and datures. The water is covered with rare water lilies, all identical. A small wooden cage seems to be hovering above this white sea. Inside, an old Chinese statue shows a woman lying down and smiling with her head resting on one hand and the other holding her foot. A gift to the man she loved.

50 l’ARCA 180

Progetto/project: Philippe Dutertre, Grégorie Reynès-Dutertre, Arnauld Delacroix et Patrick de Bruyn Questo giardino è la trasposizione vegetale dell’opera di Verner Panton, Phantasy Landscape, del 1970. Questa composizione esalta la femminilità e avvolge in un’atmosfera erotica grazie all’originalità delle sue forme, l’intimità delle curve e la texture dei vegetali. Il percorso sensuale invita ad assumere numerose posizioni, più o meno sedute o allungate in un luogo intimo in cui la luce filtrata è propizia a ogni tipo di incontro galante.

This garden is a vegetable rendering of Verner Panton’s Phantasy Landscape from 1970. This composition exalts femininity and provides an erotically enveloping atmosphere, thanks to the originality of its forms, intimacy of its curves and textures of the vegetation. This sensual pathway invites us to take up all kinds of positions, either more or less sitting down or lying down in a cosy place where filtered light is ideal for all kinds of close encounters.

180 l’ARCA 51


Entrelacés

Le Jardin flou

Progetto/project: Ecole des Beaux Arts d’Angers; Charline Pipard, Anne Levillain, Pierre Gragnic

Progetto/project: Jérôme Galland / Aleph Luis Bisbe, Sara Dauge, Alex Giménez Imirizaldu, Pernilla Magnusson, Arola Tous et Silvia Vespasiani

Una pergola sensuale, che evoca un corsetto buttato distrattamente al suolo, è qui il luogo di incontro intenso, dove i corpi si accarezzano, si mescolano e si intrecciano. Il rosso affiora sul nero che si allaccia al rosso, in movimenti di flessione e poi di riposo.

A sensuous pergola reminiscent of a corset carelessly thrown to the ground, this is an intense meeting place, where bodies caress and blend and weave together. The red emerges from the black that grips onto the red in heaves and lulls.

52 l’ARCA 180

Un labirinto soffice che divora i limiti della parcella e si lascia visitare come i petali chiusi di un fiore semi trasparente. Nasconde e offre immagini talvolta appena visibili, talvolta parzialmente nette. Penetrare e scivolare tra i veli e le piante dalle forme e dai profumi sorprendenti non porterà da nessuna parte, come se la perdita di senso fosse necessaria per capire l’erotismo, cioè la ricerca del desiderio e la promessa del piacere.

A gentle labyrinth eating away at the edges of the plot of land and allowing itself to be visited like the closed petals of a semitransparent flower. It both conceals and offers up images sometimes hardly visible, other times partly clear. Entering into and sliding over the veils and plants with their startling forms and scents will get you nowhere, as if all meaning had to be lost in order to grasp the eroticism or, in other words, the quest for desire and promise of pleasure.

180 l’ARCA 53


Erotomania - Erotomachia Progetto/project: Céline Orsingher, architetto paesaggista/ Landscaping e Laurent Bailly, artista/artist

Les Pétales du désir

Les Pétales du désir

Progetto/project: Eric-Pierre Ménard, Chantal Dugave, Franck Franjou et Aude Franjou

Progetto/project: Eric-Pierre Ménard, Chantal Dugave, Franck Franjou et Aude Franjou

L’universo dei fiori riporta direttamente al lessico dell’erotismo. Penetrare il labirinto dei petali è come scoprire un erotismo nascosto…perseguire il desiderio e assaporare il piacere. Ecco l’invito di questa istallazione. Il fiore posato al suo interno è gigantesco, i suoi petali sono di canapa tessuta, per capirne la natura bisogna toccarli, palparli, annusarli, vi trascineranno nella loro danza sensuale accogliendo la vostra estasi.

The world of flowers takes us right into the language of eroticism. Entering into the labyrinth of petals is like discovering hidden eroticism.....hunting down desire. This is the invitation coming from this installation. There is a huge flower resting inside, its petals are made of woven hemp, to see what it is like, it needs to be touched, handled and smelt. They draw us into their sensual dance to feel your ecstasy.

54 l’ARCA 180

180 l’ARCA 55


Mario Botta/Giulio Andreolli

Vista della grande piazza che caratterizza l’ingresso al nuovo MART di Rovereto. La piazza ha una copertura in vetro e acciaio che sviluppa una superficie di 1.300 mq con un’altezza massima di 25 m,

un diametro di 40 m e un foro alla sommità in corrispondenza della fontana al centro della piazza.

View of the large covered plaza characterising the entrance to the new MART in Rovereto.

Mario Botta/Giulio Andreolli

The square has a glass and steel roof covering a surface area of 1,300 square metres with a maximum height of 25 m and a diameter of 40 m, as well as a hole at the top near the fountain in the middle of the square.

L’Italia dell’arte MART, Rovereto iamo poco abituati a considerare “facciata” qualcosa che si discosti dal concetto classico di prospetto. Questo solitamente veste il perimetro di una costruzione, è il viso verso il mondo esterno, la chiave del dialogo che essa instaura con l’ambiente circostante. Un edificio come il MART, non visibile subito dalla strada, incastonato tra altre preesistenze storicamente importanti, al quale accedere solo attraverso un corridoio tra queste, si relaziona in modo diverso con l’intorno: deve calamitare, attirare con forza centripeta, quasi ingoiando il visitatore fino al cuore pulsante del suo impianto. E’ infatti dalla corte centrale che inizia il viaggio all’interno del MART di Rovereto, uno dei più sofferti e ambiziosi progetti, finalmente a buon fine, che riguardano l’Italia dell’arte. Sarà uno dei punti di riferimento nel mondo per l’arte moderna e contemporanea, con nulla da invidiare, come edificio e collezioni permanenti, ai più famosi musei degli Stati Uniti e d’Europa. Nell’antica Roma i templi tondi si dedicavano al culto del focolare, sia domestico che dello Stato. Aedes Vestae nel Foro era dove le vestali tenevano sempre acceso il fuoco, simbolo della centralità dei valori più preziosi. Non poteva che essere tondo il fulcro del nuovo focolare italiano per la cultura internazionale, in una città con antichissime tradizioni museali e culturali, che è stata culla di Depero, del Futurismo, del Razionalismo Architettonico. L’impluvio al centro della corte tonda sottolinea il luogo in cui è idealmente affondata la punta del compasso per informare tutto lo spazio circostante: ogni ambiente, sia di esposizione che di studio, è distribuito attorno ad essa. Le alte pareti, graffiate con il bugnato dei palazzi circostanti, sono percorse in verticale da feritoie che le danno una solennità da rocca federiciana, ma anche la mobilità di un paravento in legno, che potrebbe muoversi e cambiare forma all’improvviso, come se il cerchio sia solo la forma primaria di partenza di un organismo profondamente vitale. Questa sensazione di movimento intracellulare della pelle e della struttura della corte, tipico dell’architettura di Botta, è qui particolarmente forte per effetto della luce che proviene dall’alto filtrata dalla griglia di ombre di una cupola a ragnatela, a cui manca curiosamente uno spicchio. Non è un caso: Botta è sempre molto attento agli snodi ed alle soluzioni in pianta di angoli e incastri. Il concetto di settore mancante alla chiusura del cerchio è stato territorio di studio approfondito nei disegni di Louis Kahn, maestro di Botta assieme a Scarpa e Le Corbusier. Lo spicchio è un vuoto che assume corpo e diventa un segno aereo che giustifica e completa l’inserimento del corridoio di accesso nel cerchio della corte. La stessa attenzione è posta sulla qualità della luce, che determina sempre la vera qualità del segno. Il largo uso del vetro, nelle coperture sia della corte che del secondo piano, dà alla luce una morbidezza diffusa che regala allo spazio una natura astratto-concreta necessaria ad ospitare opere d’arte, mentre l’assetto planimetrico, ricco di cambi di ritmo e di velocità, di alternanze tra spazi estesi e percorsi ristretti, sottolinea la componente molto tattile di un’architettura leggibile non solo con la vista ma con anche gli altri sensi, e in cui lo spazio evochi un sentimento di “vicinanza” tra il vissuto e le emozioni che ne scaturiscono. Isabella Goldmann

Pino Musi

S

56 l’ARCA 180

e are not very accustomed to treating a “facade” as anything other than a conventional elevation. Usually running around the outside of a building, it faces out onto the outside world, the key to interaction with the surrounding environment. A building like the MART, that cannot be seen directly from the road, since it is wedged away between other important old buildings and can only be reached down a corridor running between them, relates quite differently to its surroundings: it has to exert a magnetic attraction or centripetal force, almost swallowing up visitors into the pulsating heart of its site plan. The central courtyard marks the start of a journey into the Rovereto MART, one of the most tricky and ambitious projects involving Italian Art that has actually been followed through to completion. It will be a real landmark for the modern and contemporary art world, with nothing to envy as either a building or for its collection of the most famous museums in the United States and Europe. In ancient Rome round-shaped temples were devoted to the cult of the family or State. Aedes Vestae in the Roman Forum was the place were the vestal virgins kept the flame burning as a symbol of the central importance of the most deeply cherished values. The new Italian home for international culture was bound to be round-shaped in a city with ancient traditions for museums and the arts, which was once the cradle of Depero, Futurism and Architectural Rationalism. The impluvium in the middle of the round courtyard emphasises the place where the needle of the compass for setting out all the surrounding space is ideally situated: each separate exhibition and study area is constructed around it. The tall walls, decorated with the same ashlar-work as the surrounding buildings, have slits running up them making them as austere as a Federican fortress and as mobile as a wooden windbreak, which might suddenly move or change shape as if a circle were only the initial primary form of an organism full of life. This feeling of intracellular movement of the courtyard’s skin and structure, typical of Botta’s architecture, is here particularly evident due to the effect of the light coming from above filtered through the grid of shadow cast by a web-shaped dome, which, strangely, has a segment missing. This is hardly surprising: Botta has always been attentive to joints and angles/junctures in site plans. The idea of a section missing from a complete circle was studied and analysed in great depth in Louis Kahn’s designs, one of Botta’s sources of inspiration together with Scarpa and Le Corbusier. The segment is a space that takes shape and turns into an “airy” sign justifying and completing the incorporating of the entrance corridor in the circular courtyard. The same attention has also been paid to the lighting, the real key to the quality of this design. The use of so much glass in the roofs of both the courtyard and second floor brings out a certain sense of softness giving space the kind of abstract-concrete nature required to host works of art, while the site plan, which is full of changes of speed and pace in an alternating combination of wide spaces and narrow paths, focuses on the markedly tactile side of a work of architecture, which, as well as being viewed, can also be experienced through all the other senses, and whose space evokes a feeling of “nearness” between past experience and the emotions it conjures up.

W

Credits Project: Mario Botta, Giulio Andreolli Collaborators: Studio Mario Botta: Marco Bovini, Maurizio Pelli, Nicola Pfister, Carlo Falconi, Lorenza Boschetti, Ugo Früh; Studio Andreolli: Camilla Gazzini, Giorgio Vergot Site Management and Structures: Contec Ingegneria Furniture and Interior Installations: Mario Botta, Giorgio Orsini Plants: Manens Intertecnica Main Contractor: Lamaro Appalti (site manager: Stefano Cucco) Metalwork: Bit Facade Systems: Edilmontaggi – GS Engineering Vicenza Yellow Stone: Laboratorio Morseletto Glass and Frameworks: Officine Lino Tosoni Sunscreens: Model System Italia Wall Painting: Color System – Lollobrigida Lighting: Siteco, Grisenti, Erco, iGuzzini Floors: Edilteco, Porfitalia, Internazionale Graniti, Fin.La False Ceilings: Ausystem, Devoto Arredamenti Mobile Partitions: Permasteelisa Doors: Fin.La, Ausystem, Officine Lino Tosoni Lifts: Schindler Climatization: F.lli Panzeri Security: Grisenti, Sieci Fireproofing: Santino e Mario Beraud Electrical Plants: Grisenti Library Furniture: Tecnocoop, Magnus Olesen Auditorium and Congress Hall Furniture: Habitat Italiana Roof (dome): Bit Insulation and Waterproofing: Sarnafil, Dal Canal Client: Provincia Autonoma di Trento, Comune di Rovereto

180 l’ARCA 57


Il polo culturale di Rovereto è inserito in un’area della città settecentesca tra Corso Bettini e la zona collinare. Il rivestimento dell’edificio è in pietra gialla di Vicenza e riprende il marcato assetto orizzontale e le modularità dei vicini palazzi storici. La posa della pietra è stata effettuata con la tecnica della parete ventilata che permette il contenimento della dispersione termica ed economia di manutenzione; il sistema di montaggio studiato appositamente per questo progetto rende possibile la rimozione di ogni singola pietra indipendentemente dalle altre.

The Rovereto arts centre is knit into an area of the eighteenth-century city between Corso Bettini and the hillside. The building is clad with yellow Vicenza stone and features the same horizontal layout and modular design as the old buildings nearby. The stone was set in place using the so-called ventilated wall method that prevents too much heat loss and makes maintenance cheaper; the specially designed assembly system for this project means each stone can be removed separately from the rest.

Nella pagina a fianco, viste di due sale espositive al secondo piano. La collezione permanente del museo occupa un’area di 4.000 mq, illuminata naturalmente da 183 lucernari a tre livelli di protezione (vetro, lamelle di oscuramento orientabili elettricamente, involucri di gesso), studiati per modulare la luce e ottimizzare le condizioni microclimatiche.

Opposite page, views of two second-floor exhibition rooms. The museum’s permanent collection covers an area of 4,000 square metres naturally lit through 183 skylights with three levels of protection (glass, electrically adjustable shutters, plaster shells) designed to modulate the light and optimise the micro-climatic conditions.

58 l’ARCA 180

180 l’ARCA 59


A sinistra dal basso, pianta del piano interrato, schizzo della pianta, pianta del piano terra. A destra dal basso, pianta del primo piano, schizzo preliminare, pianta del secondo piano.

Viste della grande piazza centrale con la copertura che riprende le dimensioni del Pantheon romano e può ospitare fino a 1.200 persone sedute in occasione di eventi speciali.

Left, from bottom, plans of the basement, sketch of the plan, and plan of the ground floor. Right, from bottom, plan of the first floor, preliminary sketch, and plan of the second floor.

Views of the large central square whose roof draws on the same dimensions as the Roman Pantheon and has seating room for 1,200 for special events.

Piano interrato/ Basement plan 1. Foyer 2. Archivio del ‘900 e Biblioteca/20th-century archives and Library 3a. Diateca/Slide library 3b. Videoteca/Video library 4a. Deposito Libri/Book store 4b. Deposito Archivi/Archives store 5. Caveau/Vault 6. Gabinetto di Grafica/ Graphics Cabinet 7. Deposito Opere/Storeroom 8. Biblioteca Civica G.Tartarotti/G. Tartarotti Civic Library 9. Auditorium Piano terra/Ground floor 1. Foyer 2. Libreria/Book shop 3. Guardaroba/Servizi Cloakroom/Rest Rooms 4. Sala Conferenze/Conference Hall 5. Caffetteria/Cafeteria 6. Area carico e scarico/ Loading and Unloading Area 7. Biblioteca Civica G.Tartarotti/G. Tartarotti Civic Library 8. Auditorium Primo piano/First floor 1. Foyer 2. Aree espositive temporanee/Temporary Exhibition Areas 3. Direzione e uffici/Management and Offices 4. Didattica/Teaching Facilities Secondo piano/ Second floor 1. Foyer 2. Area espositiva permanente/Permanent Exhibition Area

60 l’ARCA 180

180 l’ARCA 61


Giancarlo Marzorati

Giancarlo Marzorati

Servizio a 360 gradi

Il salone espositivo della nuova sede della Concessionaria Audi realizzata a Sesto San Giovanni (Milano) riutilizzando parzialmente l’ex stabilimento Marelli.

Audi Showroom

The showroom of the new Audi sales outlet in Sesto San Giovanni (Milan), partly constructed around the old Marelli works.

osa si richiede oggi a una concessionaria auto? Soprattutto di vendere macchine, è chiaro, ma non solo. Quella, recentissima, della Audi, a Sesto San Giovanni, hinterland nord di Milano, ideata dall’architetto Giancarlo Marzorati, punta tutto sull’accoglienza, sul sentimento del sentirsi a proprio agio da parte del pubblico, ma anche sul concetto di “servizio” a 360 gradi. Il cliente viene ricevuto, coccolato, informato nell’area che chiameremo Uno, quella prospiciente la strada di grande comunicazione, la stessa che diviene anche vetrina della casa automobilistica. E una volta che l’auto diviene un oggetto acquisito, il cliente ha a sua disposizione la zona Due, quella più arretrata, dove uno staff in camice bianco è in grado di offrire ogni tipo di servizio tecnico, anche quel “quick service” che spesso manca in casi del genere. L’area Uno offre leggerezza, trasparenza ma anche calore, mentre l’area Due è sede di alta tecnologia, ricerca ecologica oltre che memoria storica del vecchio capannone industriale lombardo. I quattro cerchi del logo Audi, le cui origini storiche risalgono a un’associazione fra altrettante case automobilistiche, sono, semanticamente parlando, le quattro ruote dell’automobile e l’effetto “catena” è il meccanismo, più o meno subliminale, che induce il consumatore a pensieri di affidabilità e sicurezza. Incaricato di progettare la più grande concessionaria italiana Audi (e la terza in Europa), Marzorati ha pensato bene di far suoi i significati più profondi di quei cerchi e di tradurli anche dal punto di vista della forma. L’edificio era un capannone industriale per vagoni ferroviari che Marzorati ha trasformato in un moderno oggetto commerciale e produttivo. Il corpo principale che, come s’è detto, si affaccia sulla via d’alto scorrimento, è accompagnato da due fasce d’aiuole verdi che rivestono anche un’importante funzione cromatica. Tale corpo è in definitiva una sorta di mezzaluna aggettante sulla facciata vetrata principale (realizzata, come le altre, da Seralwall) e l’angolazione di una quindicina di gradi in funzione antiriflesso, sottolinea l’importanza dell’aspetto espositivo. La forma concava della copertura crea inoltre un effetto-protezione che il cliente recepisce epidermicamente anche grazie all’uso del legno nella zona interna, legno che, con la sua cromaticità bicolore, faggio e acero, riprende il logo della casa autombilistica tedesca. Si viene conseguentemente a creare un forte contrasto con la struttura a vista, quella che sostiene la copertura (aste con sagome di estradosso curvilinee ricoperte da lamiere ad alta costolatura). L’effetto finale ricorda la struttura di un ragno mentre al primo piano ostentano la propria grezza potenza le colonne in acciaio a base circolare memorizzando ulteriormente l’elemento circolare del logo. Stesso discorso stilistico per le finestre laterali delle officine e dei magazzini: esternamente ricoperti in lamiera ondulata grigia, onde non creare contrasti troppo forti con il panorama industriale circostante, rivestono, esternamente, forme circolari. Michele Bazan Giordano

Enrico Cano

C

62 l’ARCA 180

hat is expected of a car showroom nowadays? To sell cars, obviously, but that is not all. The recently built Audi Showroom in Sesto San Giovanni in the northern suburbs of Milan, designed by Giancarlo Marzorati, focuses entirely on welcoming people onto its premises and making them feel at home, as well as providing a full range of “services”. Customers are taken in, pampered and welcomed into what we will call area One facing onto the main road, which is also the main car showroom. And once customers have bought a car, they are taken through to area Two at the rear, where white-collar staff can provide all sorts of technical support, even the kind of “quick service” that is very often lacking places like this. Architecturally speaking, area One is light and transparent, but also warm and welcoming, whereas area Two is characterised by high technology, ecological research and historical recollections of this old industrial premises in Lombardy. The four circles forming the Audi logo, whose historical roots lie in an association of four car manufacturers, are, semantically speaking, the four wheels of a car and the “chain” effect is a more or less subliminal device for encouraging consumers to think of reliability and safety. Commissioned to design the largest Italian Audi showroom (and third biggest in Europe), Marzorati decided to draw on the underlying meanings of those circles and give them his own stylistic reading. This building used to be a huge industrial warehouse for manufacturing carriages for trains. Marzorati set out to turn it into a modern business/production place, without interfering with the local skyline composed of a row of warehouses stretching along a busy road. As has already been mentioned, the main block faces along a busy road and is lined with two flower beds serving important chromatic purposes. This unit is really a sort of half-moon projecting out of the main glass facade (manufactured, like the rest, by Seralwall), and the fact that is set at an angle of about fifteen degrees to avoid glinting underlines the importance of display factors. The roof’s concave form also creates a protective effect that customers instantly sense thanks also to the use of wood in the interiors, wood whose two shades of colour (beech and maple) evoke the logo of the German car manufacturer. This creates a powerful contrast with the exposed structure holding up the roof (uprights with curved extrados profiles clad with tightly ribbed sheets of metal). The net effect is reminiscent of a spider, while the circular-based steel columns flaunt their rugged power up on the first floor, once again evoking the circular nature of the logo. The same stylistic considerations apply to the side windows of the workshops and warehouses: clad with grey corrugated sheet metal on the outside to avoid excessive contrasts with the surrounding industrial setting, they take on circular forms on the outside. In other words, a project in which the circle is the basic common denominator of all the forms.

W

Credits Project: Giancarlo Marzorati Engineering: Stefano Rossi Plants: Aerre Consulting Main Contractor: Crea Ceramics Floors: Ariostea, Negrini Wooden Floors: Fast Wood Mobile Partitions: Interby Electrical Plants: Simel Lighting: Philips, Disano Hydro-thermal Plants: Ferrario Structures, Curtain Walls, Frameworks: Seralwall Client: Sesto AutoveicoliConcessionaria Audi

180 l’ARCA 63


Viste degli interni della Concessionaria. L’area di esposizione delle auto è caratterizzata dalla grande vetrata inclinata verso la strada principale che consente una visione dall’esterno non impedita dal riflesso dei raggi

64 l’ARCA 180

solari; la struttura è in ferro reticolare con copertura curvilinea, sostenuta verso l’interno da piloni i ferro. Nel soppalco sono stati realizzati gli uffici direzionali che si affacciano sul salone.

Views of the interiors of the Showroom. The car display area features a large sloping glass window facing the main road, letting people look inside without being blinded by glinting sunlight; the reticular

iron structure with a curved roof is held up inside by iron stanchions. The executive offices are built up in the attic overlooking the showroom.

180 l’ARCA 65


Affacciata su via Edison, arteria di grande importanza anche intercomunale qualificata come “ring” nel piano regolatore cittadino, la nuova concessionaria, che supera i 10,000 mq complessivi di superficie utilizzata, è tra le più grandi d’Europa e contiene elementi innovativi sia dal punto di vista funzionale e di gestione e accoglienza dei clienti, che da quello tecnologico e dell’immagine aziendale.

Facing Via Edison, described as a busy ring road in the municipal town plan and running between various towns and villages, the new showroom, covering a total of over 10,000 square metres of occupied space, is one of the biggest in Europe and contains innovative functional, management and customer-reception facilities and cutting-edge technological corporate branding features.

66 l’ARCA 180

180 l’ARCA 67


Architecture-Studio

Architecture-Studio

Oltre l’Esposizione Shanghai Expo 2010

Architecture Studio

Site plan of the 2010 World Fair planned to be held in Shanghai. The project, designed by Architecture Studio, covers an area of 310 hectares serving exhibition purposes and 126 hectares for the entrance areas, utilities and Expo village right in the heart of this huge Chinese city.

68 l’ARCA 180

na città migliore, una vita migliore, con questo tema Shanghai si prepara per accogliere l’Expo Universale del 2010, che seguirà quella del 2005 ospitata in Giappone. Un progetto fortemente voluto che si iscrive in un programma di ridisegno urbano della metropoli cinese volto allo scioglimento di quei nodi drammatici, quali la concentrazione urbana, di circolazione, densità di popolazione e inquinamento, che ne caratterizzano l’attuale realtà. Un nuovo sistema di flussi costituito da percorsi d’acqua, ponti, canali e zone a verde, sono le coordinate da cui muove la proposta vincitrice, che porta la firma di Architecture Studio. Il loro progetto ha in sé quel coraggio e quella sicurezza necessari a un evento “rivoluzionario” che si pone come momento catalizzatore di nuove e promettenti energie. Il tutto senza negare alcunché della storia e della cultura della città orientale, ma prendendo spunto proprio dai suoi principali elementi costituivi in cui convivono aspetti di forte modernità, legati prevalentemente a un tipo di economia a terziario avanzato, con realtà ancora profondamente radicate alla tradizione più antica, come il percorso del fiume Huangpu punto di riferimento di Shanghai e del suo sistema dei flussi. E’ quindi sulla tensione tra tradizione e modernità che si fonda il progetto di Architecture Studio, tensione che ruota attorno a un’idea di città coerente a un processo di sviluppo sostenibile in cui sia resa possibile la coabitazione tra uomini ed elementi della natura. “La nostra proposta urbana tende a tessere nuovi legami e a ridare alla natura il proprio ruolo di elemento costitutivo del paesaggio nel lungo periodo”. Situata nel cuore di Shanghai, a cavallo dello Huangpu, l’area di intervento – di cui 310 ettari destinati alla zona espositiva e 126 alle zone di accesso, ai servizi e al villaggio dell’Expo – diviene il volano per una nuova strutturazione della città in grado di proiettarsi oltre i tempi dell’esposizione. Tre gli elementi principali dai quali si generano le condizioni per una “infrastruttura ambientale” in cui sono garantite le condizioni necessarie per l’iscrizione della natura all’interno dello spazio urbano, come elemento permanente. Una rete di canali costituisce il sistema di demarcazione dello spazio durante il periodo espositivo senza ostacolare l’evoluzione urbana, un canale principale a forma ellittica, che si sviluppa da una parte all’altre del fiume Huangpu, costituisce la matrice da cui si origina il tracciato degli altri canali. Facendo da filtro tra città e fiume, questo tessuto permeabile e flessibile a nuove condizioni, ritma i percorsi e l’orientamento dei visitatori. Il secondo elemento è rappresentato dai corridoi vegetali che irrigano il cuore della città con una trama irregolare introducendo una dinamica di nastri a verde favorevoli alla biodiversità, in cui possano svilupparsi la flora e la fauna. Terzo costituente il nuovo assetto urbano è un “ponte di fiori” concepito come un vasto piazzale che, unendo le due rive del fiume, facilita il passaggio tra i quartiere di Pudong, sulla riva destra, e l’altra parte della città, senza alcun condizionamento per i tradizionali sistemi di trasporto, a piedi, in bicicletta o con i roller. E’ questo l’elemento simbolico più forte dell’Esposizione, un ponte trattato come uno spazio urbano strutturante la città, un ponte abitato che si erge al centro di Shanghai come un nastro fiorito lanciato nell’aria per unificare il progetto di una nuova realtà in cui si incontrano le due parti della metropoli, come le diverse culture che saranno accolte dalla Cina nel periodo dell’Esposizione Universale. Elena Cardani

U

Planimetria generale dell’Esposizione Universale del 2010 che sarà organizzata a Shanghai. Il progetto, firmato da Architecture Studio, si estende su un’area di 310 ettari destinati alla zona espositiva e 126 ettari, destinati alle zone di accesso, ai servizi e al villaggio dell’Expo, nel cuore della metropoli cinese.

etter city, better life: this is the theme behind the 2010 World Fair in Shanghai planned to take place after the 2005 edition in Japan. An eagerly awaited event, which is part of an urban redevelopment programme for this big Chinese city designed to unravel dramatic problems, such as urban density, traffic congestion, population overflow and pollution, characterising the city at the moment. A new system of flows composed of waterways, bridges, canals and landscaping are the guidelines behind the winning project bearing Architecture Studio’s signature. Their project is brave and secure enough to handle a “revolutionary” event designed to catalyse dynamic new forces. All this without denying anything of this Eastern city’s history and culture, but drawing on its most important constituent elements in which aspects of striking modernity mainly connected with a cutting-edge services economy co-exist with more deeply entrenched aspects of ancient tradition, such as the River Huangpu, the real key to the structure of Shanghai’s cityscape and system of flows. Architecture Studio’s project is grounded in the deep tension revolving around a vision of a city geared to a process of sustainable growth in which people and aspects of nature intertwine. “Our urban design tends to weave new bonds and restore nature to its role as a constituent feature of the cityscape in the long run.” The project area, including 310 hectares designed for the exhibition zone and 126 for the entrances, utilities and Expo village, is situated right in the heart of Shanghai, straddling the River Huangpu. The project will trigger off a re-structuring of the city that will continue well after the world fair. The project designed by these French architects is gauged around three main elements generating the conditions for an “environmental infrastructure” providing a means of inscribing nature inside an urban space as a permanent feature. A network of canals marks the borders of the exhibition space during the world fair without harnessing the city’s growth. An elliptical-shaped main canal , stretching from one part of the River Huangpu to the other, forms the matrix co-ordinating the rest of the canals. Acting as a filter between the city and river, this permeable fabric adapting to new conditions dictates the pattern of pathways and guides visitors through easily interpretable sequences of spaces. The second infrastructural feature is represented by landscaped corridors irrigating the heart of the city with an irregular pattern of dynamic strips of greenery open to bio-diversity and all kinds of flora and fauna. The third constituent of the new cityscape is a “bridge of flowers” designed like a huge square, which , by joining the two river banks, makes it easier to move between the Pudong neighbourhood on the right bank and the rest of the city, without in any way interfering with traditional transport systems on foot, by bike or wearing roller-skates. This is the World Fair’s most striking symbolic feature, a bridge treated like an urban space structuring the city, an inhabited bridge rising up in downtown Shanghai like a ribbon of flowers thrown in the air to bind together a new place where both sides of the city come together, like the different cultures China will accommodate during the World Fair.

B

180 l’ARCA 69


Dall’alto in basso, vista di Shanghai; prospettiva del ponte dei fiori che come un nastro lasciato sul fiume Huangpu, unirà il quartiere Pudong, sulla riva destra, al resto della città che si sviluppa sulla riva sinistra; modello dell’intervento. From top down, view of Shanghai; perspective view of the bridge of flowers that will connect the Pudong district on the right bank to the rest of the city over on the left bank like a ribbon floating on Huangpu River; project model.

70 l’ARCA 180

Fotomontaggio del ponte dei fiori e assonometria generale. Il progetto si struttura su tre elementi fondamentali, oltre al ponte dei fiori, una rete di canali che innerva l’area da un anello ellittico che ne definisce i confini e un sistema di corridoi vegetali che tessono una trama continua di fasce di verde nel cuore della città.

Photo-montage of the bridge of flowers and main axonometry. The project is structured around three key features: the bridge of flowers, a network of canals reinforcing the area with an elliptical ring marking its boundaries and a system of landscaped corridors weaving a constant web of greenery in the heart of the city.

180 l’ARCA 71


Blaich+Delugan

Blaich+Delugan

Torre domestica Simmering Development, Vienna

erito delle infrastrutture o merito dell’architettura se la città riesce a crescere e svilupparsi in modo coerente e interessante? Per un risultato duraturo entrambe debbono poter contare sulla presenza dell’altra. In questo caso l’opportunità di segnare simbolicamente il connubio tra la realizzazione dell’ultima stazione della terza linea della metropolitana e quella della rivitalizzazione di un’area periferica viennese è stata affidata (tramite concorso, naturalmente) all’architettura dello studio Blaich + Delugan. Il lotto si trova nel quartiere Simmering all’incrocio di due importanti assi stradali, dove avviene un intenso interscambio tra le linee di trasporto sub-urbano, i mezzi pubblici e il nuovo metrò. Il terreno disponibile risultava scomposto in due lotti intervallati da un edificio esistente inserito in un contesto degli anni ’40, prevalentemente costituito da edilizia anonima a tre piani corredata da una piccola chiesetta. La realizzazione ha avuto il merito di riuscire a legare a sé il tessuto urbano, pur con piena autonomia formale, anziché disgregarlo, come spesso accade con la realizzazione di tipologie a torre. Il senso del progetto può essere riassunto in due aspetti: il primo di carattere plani-volumetrico e il secondo di carattere materico-formale. A partire dall’innesto con la cortina esistente, si sviluppa un corpo basso di cinque piani, costituito da un basamento a doppio livello, leggermente arretrato, occupato da esercizi commerciali e dai tre piani sovrastanti, occupati dagli uffici. Un unico concetto di rivestimento, realizzato in elementi orizzontali di alluminio rivettato, fascia l’intero prospetto, come fosse una quinta ribaltata in senso della longitudinale: arricchisce di generose logge l’edificio esistente, inquadra con un ampio squarcio il giardino pubblico retrostante e arriva fino all’angolo opposto oltrepassandolo con un importante aggetto. Qui, dopo la cesura segnata da un piano arretrato, si imposta la torre, che riprende il motivo dei pannelli in alluminio, ne varia a tratti il tono cromatico e cresce di altri diciotto piani offrendo agli appartamenti ampie vedute sulla città. Il volume della torre è scomposto a sua volta in due parti abbracciate una nell’altra; la prima termina al ventesimo piano, offrendo agli inquilini di tutto il palazzo una magnifica terrazza, mentre l’altra la scavalca e prosegue oltre per altri due piani. I due lati affacciati a sud dei semicorpi, seppur leggermente sfalsati, sono entrambi caratterizzati dalla scansione orizzontale delle logge. Il lato prospiciente l’altro asse viario principale riceve un trattamento cromatico, materico e formale completamente differente, impostato sulla ripetizione seriale e sfalsata di piccole finestre rettangolari. Questa azione combinata di piani verticali che si vestono di materiali differenti, che creano e disfano i volumi interrompendosi per lasciare il campo alle vetrate o ai vuoti delle logge, definisce un’interessante proposta compositiva a metà tra la tra l’approccio neoplastico olandese e quello più scultoreo viennese. Jacopo della Fontana

Gerald Zugmann

M

72 l’ARCA 180

s it thanks to the infrastructures or the architecture if a city manages to grow and expand in a smooth and interesting manner? In all truth, they actually need to be able to count on each other if the result is to be lasting. It may very well be debatable whether Vienna should or should not let too many skyscrapers be knitted into its urban fabric, but there can be no doubt that, with or without towers, a neighbourhood would be a lot less efficient and interesting without proper transport infrastructures to link it to the rest of the territory. In this case, the chance to symbolically mark how the design for a new station on the third underground line fits in with the redeveloping of the Vienna suburb of Simmering has been assigned (by means of a competition, needless to say) to the architecture of the Blaich + Delugan firm. The site is located at the crossroads of two important thoroughfares, where there is a busy intersection of suburban transport lines, public transport and the new underground line. The land available was divided into two lots separated by an old building and incorporated in a 1940s-style setting, mainly consisting of bland three-storey buildings embellished with a little church. The design is notable for the way it stitches the urban fabric back together in complete stylistic autonomy, instead of ripping it apart, as is often the case with new tower blocks. The project can be summed up along two lines: in terms of its planes and structures or its materials and styles. Starting with the old building front, there is a low five-storey block composed of a slightly set-back double-level base occupied by shops and three higher levels holding offices. A single cladding design made of riveted horizontal aluminium elements wraps around the entire elevation, as if it were a curtain turned over horizontally: it embellishes the old building with spacious loggias, frames a wide view of the public garden at the rear and reaches as far as the opposite corner of the lot, even projecting out over it. Just beyond the gap created by a set-back level, the tower suddenly rises up in a pattern of aluminium panels, at times varying its colours and extending up a further eighteen floors so that the flats afford wonderful views across the city. The tower block is, in turn, divided into two parts that seem to be embracing each other; the first ends on the twentieth floor, ensuring all the residents have wonderful balconies, while the other rises up an extra two levels beyond it. The two sides facing to the south of the semi-structures are slightly set back and both feature horizontally positioned loggias. The side facing the other main road is a totally different colour and style and made of a different material; it is based on repetition and staggered into small rectangular windows. This combination of vertical planes made of different materials, that form and un-form the structures, stopping to leave room for glass windows or gaps for the loggias, creates an interesting design mid-way between a Dutch neo-plastic approach and Viennese sculptural style.

I

Nella pagina a fianco, vista laterale dell’edificio realizzato nel quartiere di Simmering a Vienna, come parte della riqualificazione dell’area, divenuta, con la costruzione della stazione terminale della nuova linea metropolitana U3, un nuovo nodo di interscambio.

Opposite page, side view of the building constructed in the Simmering neighbourhood of Vienna, as part of a redevelopment project for the area also involving the creation of a new terminal station for the U3 underground line, a new junction.

Credits Project: Blaich+Delugan Architekten Assistnats: Martin Waldner, Maria Langthaller Structural Consultant: E+P – MEM Bauwesen ZT, Mishek Ziviltechniker Main Contractor: Mishek Bau Facade: Drascher, Mishek Bau Windows: Semo, Ars Doors: Holzer Electrical Services: Kamo Glass Parapets: Matec HVAC: Siegl Elevators: Otis Client: Gesellschaft für Stadtentwicklung und Stadterneurung Gemeinnützige, Beteiligungsmanagement

180 l’ARCA 73


Modello del nuovo complesso residenziale costituito dalla torre di 23 piani e da un edificio di due piani. Sotto, vista dei primi piani della torre, con la parte terminale del volume parallelepipedo che congiunge le due parti del complesso.

Model of the new housing complex composed of a 23-storey tower and a two-storey building. Below, view of the first few stories of the tower with the final part of the parallelepiped structure connecting the two parts of the complex.

74 l’ARCA 180

Planimetria generale. Sotto da sinistra, piante dei piani dal secondo al quarto e del ventesimo piano con la terrazza comune. In basso da sinistra, piante del primo piano, del piano tipo e sezione trasversale.

Site plan. Below, from left, plans of the second to fourth floors, and the twentieth floor with its communal terrace. Bottom, from left, plans of the first floor, standard floor and cross section.

180 l’ARCA 75


Viste generali della torre alta 67 m e divisa in due “strati” verticali. Sotto, particolari delle terrazze vetrate che conferiscono leggerezza alle facciate. Nella pagina a fianco, particolare della facciata con il rivestimento in pannelli di acciaio e le ampie logge vetrate.

General views of the 67-metre-tall-metre and divided into two vertical “layers”. Below, details of the glass terraces instilling lightness to the facades. Opposite page, detail of the facade showing the cladding of steel panels and wide glass loggias.

76 l’ARCA 180

180 l’ARCA 77


attuale Amministrazione Pubblica di Milano sembra indirizzata a disfare delle opere della città pensando, di/by Mario Antonio con piccoli interventi di distruzione, di risolvere i Arnaboldi grossi temi di pianificazione e di traffico che da troppo tempo incancreniscono il nostro spazio pubblico. Ma non è demolendo un pezzo incompiuto del pregevole progetto di Vittoriano Viganò per l’area del Parco Sempione che si può arrivare a sanare il Piano di Milano pensando, magari, di rendere la città più accogliente. Un detto milanese dice: Strasà e buttà la roba ai ortigh, per vanzass de cattà la pell di figh (Sciupare e buttare le cose alle ortiche è ridursi a raccogliere le bucce dei fichi). Infatti, non è possibile pensare di demolire un brano di città, fra l’altro solo una parte di un progetto non completato (come è accaduto per l’opera di Ian Ritchie), pretendendo che una decisione così affrettata possa dare dei risultati. Un modello di lampione mai realizzato prima, soprattutto a Milano, il primo tentativo in Europa di pedonalizzazione di un’area in un disegno che prevede il ricupero dell’area del Parco Sempione. Inoltre, la sua qualificazione mediante il restauro delle zone verdi, con l’eliminazione del traffico di attraversamento, rimane, purtroppo, solo sulla carta. Proprio la mano felice e l’alta professionalità di Vittoriano Viganò ha proposto un nuovo schema della viabilità, prevedendo l’utilizzo e l’eventuale potenziamento, tramite sottovie, di assi di scorrimento esterni come le vie Paolo

L’

Sarpi e Giulio Cesare Procaccini. Viganò, di fatto, aveva previsto nel progetto anche l’interramento delle Ferrovie Nord, che costituiscono la vera frattura tra la zona di via XX Settembre e il Parco vero e proprio con l’intera zona antistante il Castello Sforzesco fino a Largo Cairoli. Tutto ciò non sembra poca cosa, anzi, appare un intervento che avrebbe potuto far fare un grande salto di qualità alla città se, invece di mutilarlo, fosse stato perseguito nei suoi intenti che erano comunque pervasi da una visione di città destinata a innalzarsi a livelli internazionali. La tradizione ci vorrebbe i continuatori delle preveggenze leonardesche ma, purtroppo, il talebanesimo sta imperversando anche a Milano. Il piano di Viganò è stato formalmente adottato dall’Amministrazione Comunale nel 1962. Tra il 1980 e 1986, ne viene realizzato solo una parte, cioè la ridefinizione e l’arredo della Piazza Sempione e del primo tratto del corso. L’abilità professionale di Viganò, in questo frangente, è stata in grado di organizzare un sistema di illuminazione a candelabri, parte della ristrutturazione illuminotecnica, che da Corso Sempione si snoda fino al Castello e all’asse di via Dante e piazza Cordusio. Occorre sottolineare due cose fondamentali: il rispetto e la tradizione culturale. Rispetto delle Istituzioni, di chi ci ha preceduto e ha segnato un preciso momento storico; il rispetto dovuto a un professionista, profondamente milanese e progettista di indiscussa qualità, che ben sapeva creare l’immagine della città. Fà e desfà l’è semper un lavorà (fare e disfare è sempre un lavorare).

Fare e disfare

he present Milan City Council seems to be bent on undoing works built in the city, believing that these little destructive acts will help solve such key issues as townplanning and traffic control, which have been eating away at our public space for too long now. But knocking down an unfinished piece of the delightful project Vittoriano Viganò designed for Parco Sempione certainly is not the way to stitch Milan’s urban fabric back together, in the mistaken belief that this will make the city more welcoming. There is an old Milanese saying: Strasà e buttà la roba ai ortigh, per vanzass de cattà la pell di figh (Wasting and throwing things away will leave you picking up fig skins). Indeed, it is ridiculous to even think of knocking down a fragment of the city, even just part of an unfinished project (as in the case of Ian Ritchie’s design), expecting this kind of hasty decision to bear fruits. A lamppost design unique of its kind, unheard of in Milan, the first attempt in Europe to pedestrianise an area as part of a project involving the redevelopment of the Parco Sempione area. Unfortunately, this re-landscaping project, also designed to remove any passing traffic, is destined to be left at the drawing board. This is one of the architect’s best designs. Vittoriano Viganò has used his dexterity and expertise to design a new road layout, envisaging the use (and, if need be, reinforcement with subways) of external thoroughfares such as Via Paolo Sarpi and Via Giulio Cesare Procaccini. Viganò’s

T

project also involved diverting the Ferrovie Nord railway line underground, which currently causes a fracture between the Via XX Settembre and park area proper and the entire zone in front of Castello Sforzesco stretching through to Largo Cairoli. This is certainly no mean feat, indeed it would have really enhanced the cityscape if, instead of mutilating it, the project had been allowed to follow its course encompassing a vision of a city raised up to the highest international standards. According to tradition, we ought to be Leonardo’s rightful successors, but in actual fact it is as if Milan were in the hands of the Talebans. In 1962, Viganò was officially commissioned by the City Council. But only part of the project was built between 1980-86: Piazza Sempione was redesigned and refurbished and the first part of the road was built. Viganò’s professional expertise at this point resulted in the design of a candelabra lighting system (part of a more complete lighting refurbishing project), running from Corso Sempione to the Castle and along Via Dante to Piazza Cordusio. Two important things need pointing out: respect and cultural heritage. Respect for Institutions, for our predecessors and for specific moments from the past; respect for a real professional, deeply entrenched in his own Milanese roots, and a designer of undisputed quality, who had a clear vision of the city embodied in his important architectural events and, above all, knew how to set his own urban heritage in stone. Fà e desfà l’è semper un lavorà (doing and undoing is hard work all the same).

Doing and Undoing

Aerial view and details of the pedestrian area of Corso Sempione.

Elena Tomei

Vista aerea e particolari dell’area pedonale di Corso Sempione.

Disegni di Vittoriano Viganò per l’area del Sempione a Milano. Da sinistra: proposta di ridisegno illuminotecnico del sistema Sempione; l’unità operativa realizzata della piazza e del Corso Sempione; sezione stradale realizzata per la pedonalizzazione.

Drawings by Vittoriano Viganò for Sempione area in Milan. From the left: proposed redesign of the Sempione lighting system; the completed units of Piazza and Corso Sempione; section of the road for pedestrian use.

78 l’ARCA 180

Da sinistra: proposte di assetto viabilistico; planimetria generale del piano di valorizzazione del sistema Sempione.

From the left: proposed traffic layout; site plan of the enhancement project.

180 l’ARCA 79






Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Architettura di idee Nelson Corner, New York Progetto: Macrae-Gibson Architects

Lo studio di architettura newyorkerse guidato e fondato nel 1982 da Gavin Macrae-Gibson (www.m-ga.com) ha fino a oggi realizzato circa duecento progetti principalmente nell’area di Manhattan. Tra questi figurano soprattutto ristrutturazioni residenziali, progetti istituzionali e commerciali e nuove costruzioni. Tra i progetti recenti di Macrae-Gibson è il nuovo edificio Nelson Corner, all’angolo tra la 34th Street e la 7th Avenue a New York. L’edificio, una torre di 17 piani, è pensato come completamento dell’isolato occupato dalla Nelson Tower di 45 piani. Il progetto di Macrae-Gibson, che unificherà e amplierà l’area di pertinenza della Nelson Tower, ospiterà nella sua parte inferiore, accessibile dalla strada, una serie di spazi commerciali, mentre ai piani superiori conterrà uffici privati che saranno collegati a quelli della contigua torre. La caratteristica principale del Nelson Corner Building sarà il suo aspetto esterno, destinato a porsi come elemento di richiamo dell’area. Le facciate infatti saranno percorse da una banda continua di segnali LED con immagini che scorreranno a nastro per tutta la sua altezza e la avvolgeranno sui due lati. La porzione superiore dell’edificio è progettata in due strati sfalsati che ne

88 l’ARCA 180

enfatizzano l’andamento verticale e che saranno rivestiti con diversi materiali in contrasto con la severa pelle di mattoni della Nelson Tower. Rigore e idee innovative confluiscono in questo come negli altri progetti dello studio Macrae-Gibson, da sempre impegnato nella realizzazione di architetture che si integrino all’ambiente circostante lasciando un segno ogni volta nuovo e significativo e alla ricerca di soluzioni architettoniche originali e intelligenti che esprimano la propria filosofia progettuale fondata su un idealismo pragmatico e su quella che essi stessi definiscono l’“architettura delle idee”.

The New York architecture firm set up in 1982 and run by Gavin Macrae-Gibson (www.m-ga.com) has so far carried out about two-hundred projects mainly in Manhattan, including housing redevelopments, institutional designs, commercial buildings and new constructions. Macrae-Gibson’s recent projects include the new Nelson Corner

building at the corner between 34th Street and 7th Avenue in New York. This 17-storey tower is designed to complete the block where the 45-storey Nelson Tower stands. The Macrae-Gibson project, which will knit together and extend the Nelson Tower area, will have a number of retail facilities in its lower section, accessible from the road, while the upper levels will hold private offices to be connected to those in the adjacent tower. The most distinctive feature of the Nelson Corner Building will be its outside appearance designed to form a sort of local landmark. The facades, infact, will be covered with a curtain strip of LED signals projecting a strip of images right up the entire building and around two sides. The upper part of the building is designed in two staggered layers to bring out its vertical thrust. The layers will be clad with different materials in contrast with Nelson Tower’s rugged-looking brick skin. Precision and innovative ideas all feature in this and other projects designed by the Macrae-Gibson firm, that has always designed works of architecture blending into and leaving a significant trace on their surroundings. It is constantly in search of smart and original architectural designs that express its own philosophy of design based on a pragmatic form of idealism and what they call an “architecture of ideas”.

Nuovo PalaRiccione

Passerella per la nuova logistica

Progetto: Alessandro Anselmi, Carlo e Piero Gandolfi, Studio Passarelli

Progetto: Gianmaria De Stavola-Idroesse Ingegneria

E’ stata avviata lo scorso novembre la costruzione del nuovo PalaRiccione. Il Palazzo dei Congressi della città adriatica è collocato nell’area centrale a ridosso dei principali assi commerciali, i viali Ceccarini e Dante. Si è voluto infatti privilegiare la caratteristica della walking distance, cioè dare la possibilità ai congressisti di poter raggiungere l’edificio senza dover prendere mezzi di trasporto. L’esterno del Palazzo dei Congressi è un grande volume parallelepipedo con l’intero perimetro vetrato e arricchito sui lati lunghi da una struttura aerea costituita da una rete tridimensionale di profili tubolari quadrati in acciaio entro la quale scorrono le scale di sicurezza. A caratterizzare ulteriormente l’esterno è il “nastro” che svolge la duplice funzione di elemento estetico e di frangisole ombreggiante sia la terrazza superiore sia la piazzetta sottostante. Su parte di questo nastro sono alloggiati pannelli fotovoltaici che trasformano i raggi solari in energia elettrica. Uno scalone d’onore, sul fronte principale,

dà accesso diretto alle lobby del centro congressi al primo livello. All’interno, trovano spazio al piano terra, oltre all’atrio principale, 2.000 metri quadrati di negozi posizionati lungo una galleria che collega l’edificio alla piazza esterna. Ai due livelli superiori sono previste sei sale cinematografiche con una capienza totale di 1.108 posti. Al terzo e quarto livello sono organizzate le funzioni congressuali ed espositive con quattro sale principali di cui la maggiore composta da un’unica gradinata con un numero massimo di 1.466 posti a sedere. Infine, al quinto livello si apre una grande terrazza per manifestazioni e incontri all’aperto, con servizio di ristorazione per 800 persone, oltre al magazzino per le attrezzature congressuali e agli impianti tecnologici. Due piani interrati ospitano parcheggi per 320 auto. Questo progetto, destinato a rivitalizzare Riccione anche nel “fuori stagione”, coniuga funzionalità e versatilità, gusto estetico e alta tecnologia, vivibilità e forte immagine urbana.

Uno stabilimento siderurgico presso Vicenza Ovest ha riorganizzato la propria logistica aziendale in occasione dell’acquisizione di una nuova area oltre il fiume Retrone, nella quale ha spostato l’ingresso principale e i parcheggi per i dipendenti e per gli automezzi pesanti. Si è resa perciò necessaria una nuova viabilità interna, ferroviaria, stradale e pedonale. Sul Retrone sono stati infatti progettati due ponti (uno già realizzato), ognuno dei quali con un settore dedicato al traffico stradale e uno al traffico ferroviario, ed è stata costruita la passerella pedonale qui presentata, baricentrica rispetto all’area di proprietà, contenente anche la dorsale tubazioni e cavidotti, che collega il parcheggio dei dipendenti in destra fiume con la zona uffici e spogliatoi posta in sinistra. L’ambizione della passerella nell’acciaieria è di diventare il fulcro, non solo geometrico, dello stabilimento, per cui la sua forma deve essere immediatamente riconoscibile, caratterizzando il paesaggio, ma deve essere contemporaneamente garantita la funzionalità del manufatto nei suoi vari aspetti. Le principali funzioni richieste erano: l’accessibilità, facilitata dall’assenza di rampe; la sicurezza del percorso anche notturno, dato che lo stabilimento funziona 24 ore al giorno, ottenuta con la copertura e l’illuminazione del camminamento; l’economicità della costruzione e la facilità di montaggio; il piano calpestabile largo 3 metri, protetto da parapetti; le ampie mensole porta tubazioni e cavi; la vista sull’acqua e sulle rive, ottenuta attraverso la trasparenza degli elementi posti sopra il piano calpestabile; la massima durabilità della struttura, a fronte di una manutenzione ridotta. Il progettista ha scelto una struttura originale interamente in acciaio, inserita in un prisma a sezione triangolare, adagiato su una faccia laterale, che ha le basi sghembe, dato che due spigoli hanno lunghezza 27 metri e il terzo 31 metri (riferite agli assi). Il triangolo è isoscele, con il lato maggiore orizzontale pari a 8 metri, sul quale è appoggiato il camminamento coperto e la dorsale servizi, e altezza pari a 4,425 metri. La sezione triangolare si presta all’utilizzo dei settori laterali di altezza ridotta per accogliere cavi e tubazioni. Il reticolo viene mantenuto stabile nella sezione trasversale da stelle, pure in acciaio tubolare, poste nel piano dei montanti dei tralicci. La passerella, che copre la luce netta di 27 metri, è caratterizzata inoltre dalla colorazione in grigio e rosso tipici dell’azienda committente.

180 l’ARCA 89


Emozione e globalità Brigantine House, Atlantic City

Lincoln Cinema In Miami

Progetto: Leopoldo Rosati

Progetto: Zyscovich Inc.

La Brigantine House, progettata dall’architetto Leopoldo Rosati, italiano che da oltre dieci anni ha un proprio studio a New York (www.leopoldorosati.com), si inserisce nel contesto di Brigantine, una piccola isola dell’Atlantico di fronte ad Atlantic City e a essa collegata tramite un lungo ponte carrabile. Il lotto di costruzione è alla testata di una schiera residenziale suburbana prospiciente la spiaggia e affacciata sul luccicante skyline della città dei casinò. Per rispondere alle richieste della committenza, una famiglia di origini italiane, Rosati ha impostato il progetto su una rivisitazione formale dell’architettura mediterranea conformando l’edificio, suddiviso su tre livelli, in base a un articolato gioco di volumi lineari disposti e sfalsati tra loro in modo da catturare grandi quantità di luce naturale e ampie porzioni di paesaggio. L’intersecarsi di luci e volumi conferisce all’insieme dei volumi una notevole dinamicità cui corrisponde all’interno la creazione di una serie di spazi multifunzione adatti al relax e alla meditazione. Un movimento continuo di percorsi e ambienti intimi costituisce un sistema complesso di episodi abitativi primari e secondari che, pur sottolineando il valore privato dell’abitare, lo collegano idealmente al più contemporaneo mondo delle reti di informazione. Rosati con questo progetto pare voler aggiornare il concetto di “architettura emozionale” caro a Barragán aggiungendo al valore meditativo e poetico delle forme come “recinti di emozioni” quello di comunicazione e apertura alla globalità e complessità del mondo di oggi.

Lo studio Zyscovich Inc. (www.zyscovich.com) di Miami, guidato da Bernard Zyscovich ha realizzato nell’area di Lincoln Road a Miami un nuovo complesso multisala nell’ambito della rivitalizzazione di tutta questa area centrale della metropoli della Florida. Con 18 sale cinematografiche, questo progetto rende omaggio al passato della città e, allo stesso tempo, ne celebra la grandeur e il ruolo di primo piano nella storia dei grandi palazzi dedicati al cinema. Il complesso è stato realizzato con una struttura di acciaio rivestita da una pannellatura di vetri colorati che lo rendono, anche per le sue imponenti dimensioni, il nuovo landmark del quartiere sia di giorno che di notte. Al piano terra, oltre al grande atrio pubblico, sono stati organizzati ristoranti e negozi che rendono il complesso una struttura vivibile e funzionale a vari livelli, conferendole il carattere di attrattore sociale e luogo di scambio e di incontro. Dal punto di vista architettonico, l’elemento più caratteristico è la grande facciata continua vetrata, alta circa 15 metri (realizzata dalla Miller & Solomon), che si inclina, quasi a invitare all’interno i passanti, sulla Lincoln Road. Dall’atrio pubblico al piano terra si accede tramite scale mobili che, addossate alle pareti trasparenti, appaiono come sospese nel vuoto, all’atrio a doppia altezza che introduce alle sale di proiezione. Al terzo livello è stata realizzata una terrazza panoramica che si affaccia sulla vivace arteria commerciale sottostante. Il Lincoln Cinema si pone, dunque, come la porta di ingresso di questa area, esprimendone e sintetizzandone nelle sue forme e nell’uso della tecnologia la forte personalità nel rispetto della sua storia ma con lo sguardo attento all’architettura di oggi e di domani.

Brigantine House, designed by the architect Leopoldo Rosati, an Italian who has been running his own firm in New York for over ten years (www.leopoldorosati.com), knits into the fabric of Brigantine, a small Atlantic island opposite Atlantic City connected by a long vehicle bridge. The building plot is at the head of a suburban housing estate facing the beach and sparkling skyline of this gambolling city. To meet the client’s demands (an Italian family), Rosati has designed his project around a stylistic re-reading of Mediterranean architecture. The three-storey building is shaped around an elaborate interplay of linear structures set out in a staggered arrangement, so as to capture plenty of natural light and sizeable portions of landscape. The intersecting light and structures create an overall feeling of dynamism, matched on the inside by a carefully created series of multi-purpose spaces designed for relaxation and meditation purposes. A constant movement of intimate pathways and premises constructing an intricate system of primary and secondary living episodes which, while bringing out the private nature of dwelling, also ideally connect the building to the cutting-edge world of information networks. Rosati’s project seems to be an attempt to update the concept of “emotional architecture” so important for Barragán, adding to the meditative and poetic value of forms as “emotional enclosures”, a sense of interaction with and openness to the global nature and complexity of modern-day life.

90 l’ARCA 180

Rendering della residenza privata progettata da Leopoldo Rosati a Brigantine.

Renderings of the private residence at Brigantine, designed by Leopoldi Rosati.

Zyscovich Inc. (www.zyscovich.com), based in Miami and run by Bernard Zyscovich, has designed a new multi-screen film theatre in the Lincoln Road area of Miami, as part of a project to revitalise the whole of this downtown neighbourhood of Florida. The project’s 18 film halls are a homage to the city’s past and, at the same time, a way of celebrating its grandness and leading role in the history of major film theatres. The complex has a steel structure clad with coloured glass panels, whose dimensions make it a new landmark in the area both during the day and at night. In addition to the large public lobby, the ground floor also hosts restaurants and shops making the complex a functional facility that it is actually pleasant to be in, attracting people and providing them with somewhere to meet and socialise. Architecturally speaking, the most distinctive feature is the large glass curtain facade, approximately 15 metres high (designed by Miller & Solomon) and gently inclined as if to draw in passers-by walking along Lincoln Road. The ground-floor public lobby is furbished with escalators, which, resting against the transparent walls and appearing to be suspended in space, lead through to a double-height lobby providing access to the projection rooms. The third level has a panoramic terrace facing onto the busy shopping street below. The Lincoln Cinema acts as a sort of entrance gate to the neighbourhood, embodying and summing up its strong personality in its forms and in the use of technology, all with respect for its past and an eye for the architecture of the present and future. 180 l’ARCA 91


Per il museo di Lille Modernising Lille Museum

Superfici digitali The Surface Beyond

Dalla Francia ci arriva un altro esempio di committenza pubblica attenta e sensibile alla architettura contemporanea, come traccia tangibile e proiezione nel futuro del nostro momento storico. Questa volta è la municipalità di Lille che lo scorso anno si fa promotrice di un concorso per l’ampliamento del proprio museo, un edificio degli anni Ottanta opera dell’architetto Roland Simounet, che si è arricchito di una nuova donazione d’art brut. Ai circa 2.000 metri quadrati destinati alle nuove opere, il programma concorsuale associa l’ammodernamento del museo esistente, dove è conservata la collezione d’arte moderna e contemporanea della città, con una previsione di fine lavori entro il 2006. Tutti di alto livello i cinque progetti arrivati alla selezione finale, Hérault & Arnod, Fabre/Speller, Manuelle Gautrand, Xaveer de Geyter e X-TU, che ha visto la rigorosa freschezza della Gautrand aver la meglio sulle altre équipes. Il progetto vincitore declina una raffinata interpretazione del rapporto con una moderna preesistenza attraverso un morbido dispiegamento di volumi che alleggeriscono l’ortogonalità marcata dell’architettura di Simounet disegnando nel contempo degli spazi inediti e ideali per accogliere le opere di art brut. Il rapporto con l’edificio esistente è stato, d’altronde, tra le principali preoccupazioni degli architetti partecipanti: dal complesso e colorato volume vetrato di Hérault & Arnod che si appoggia all’esistente rinfrescandolo con giochi di trasparenze e traslucidità, alla galleria a doppia navata in mattoni a vista di Fabre/Speller che prende una posizione di rispettosa distanza rispetto all’esistente, fino all’essenzialità di una forma geometrica semplice come il trapezio che nel progetto di Xaveer de Geyter trova una dinamica interna quasi labirintica dall’articolazione di diverse componenti che utilizzano le risorse della smaterializzazione del vetro.

Ispirata dall’attuale dibattito sulla capacità dell’architettura contemporanea di espandere le dicotomie interno/esterno, struttura/superficie, effimero/materiale, funzione/ornamento, la mostra “Super-ficial: The Surfaces of Architecture in a Digital Age”, aperta al New Museum (www.newmuseum.org) di New York fino al 6 aprile, offre una serie di esempi di come la tecnologia stia spingendo la ricerca architettonica su terreni tutti da esplorare. I progetti e i prototipi esposti propongono soluzioni nuove nel campo delle superfici di architettura, realizzate con l’uso di software come il Maya o l’Alias o anche con programmi appositamente messi a punto dai progettisti. E’ questo il caso del progetto Carbon Tower, per il quale Peter Testa e Devyn Weiser hanno prodotto il software Weaver, scritto specificamente per permettere la “tessitura” di metalli compositi ultraleggeri in una sorta di membrana che consente di evitare la posa di fondazioni strutturali. Peter Testa Architects hanno così sviluppato quella che definiscono una “morfologia strutturale” in cui il guscio esterno è anche struttura. Tra gli altri progetti esposti, Liquid Red, realizzato per la Shiseido dallo studio di New York dbox (Matthew Bannister, James Gibbs, Charles D’Autremont): una scultura a grande scala in cui la superficie, realizzata utilizzando vari programmi computerizzati tridimensionali, indaga le possibilità di trasferire le possibilità sensoriali delle superfici dalla semplice visione e tatto all’interno corpo. Ancora in mostra il prototipo di Michael Silver’ Liquid Crystal Glass House, progettata per Malibu. Silver ha sviluppato un sistema strutturale di pannelli triangolari di vetro a cristalli liquidi in grado di interagire con l’utente e con l’ambiente sia esterno che interno.

France has given us another example of how public patronage can be attentive and sensitive to modern-day architecture, as tangible traces of our own period in history already projected into the future. This time it is the city of Lille that organised an architectural competition last year to build an extension to its museum, a 1980s building designed by the architect Roland Simounet that has recently been denoted a new collection of art brut. The competition brief encompasses 2,000 square metres of space for new works and the modernising of the old museum holding the city’s collection of modern and contemporary art. Work is planned to be completed by 2006. The five projects that won through to the final stage of the competition, designed by Hérault & Arnod, Fabre/Speller, Manuelle Gautrand, Xaveer de Geyter and X-TU , were all of the highest possible standard. In the end, the precision and brightness of Gautrand’s design got the better of the other five teams. The winning project is an elegant reading of how to interact with an existing work of modern design. The soft layout of structures lighten up the marked orthogonality of Simounet’s architecture, simultaneously designing ideal, new spaces for hosting works of art brut. Interaction with the old building was one of the main worries of the architects taking part: ranging from Hérault & Arnod’s fancy coloured glass structure resting on the old construction and injecting it with plays on transparency and translucency, to Fabre/Speller’s exposed brick twin-aisled gallery taking a respectful step back from the old museum, and the simplicity of a basic geometric form like a trapezium, which has an almost maze-like internal dynamism in its arrangement of different components drawing on the dematerialising resources of glass. 92 l’ARCA 180

Sopra da sinistra/above from left: Peter Testa/Devyn Weiser, Carbon Tower; dbox, Liquid Red. A sinistra/left, Michael Silver, Liquid Crystal Glass House.

Sopra, modello e rendering del progetto di Manuelle Gautrand vincitore del concorso per il Museo di Lille. A sinistra dall’alto, modelli delle proposte di: Hérault & Arnod, Fabre/Speller, Xaveer de Geyter.

Above, model and rendering of Manuelle Gautrand’s winning project for Lille Museum. Left from top, models of the proposals by: Hérault & Arnod, Fabre/Speller, Xaveer de Geyter.

Millenium Trade Center a Rovereto: i credits Nella pubblicazione del Millenium Trade Center, realizzato a Rovereto (l’Arca 179, marzo 2003), l’indicazione degli autori del progetto era errata – ce ne scusiamo con gli interessati – e si deve considerare corretta con la seguente indicazione: Project: Ruffo Wolf con Enrica Conventi e Marcello Lubian Collaborators: Barbara Galvagni, Francesca Battistini, Gioia d’Argenio Structures: RW Assoprogetti, Planning srl Facades Icras srl Plants: Gianni Benuzzi, Cesare De Oliva

Rendering: Virtual Design Contractor: Santoni Costruzioni S.p.A. Client: Sarca Costruzioni srl.

Design in diretta sulla rete Per la prima volta il Salone del Mobile e gli Eventi Fuori Salone che si svolgono quest’anno dal 9 al 13 aprile a Milano hanno a disposizione una trasmissione televisiva sul web. E’ stato messo a punto un palinsesto di programmi su un canale tematico dedicato che dà la possibilità agli addetti al settore di vedere, informarsi, comunicare e interagire 24 ore su 24 col Salone.

Le trasmissioni avvengono in diretta nella sede della Magia New Media Agency in Via Montenapoleone 6/A e possono essere viste via computer al sito www.magiachannel.org. Con la supervisione scientifica de l’Arca Edizioni, Magia New Media Agency punta con questa iniziativa, incentrata sulla tecnologia dei new meda a realizzare l’incontro tra web, televisione e design.

Inspired by current debate over modern-day architecture’s capacity to work on dichotomies like inside/outside, structure/surface, ephemeral/material, and function/decoration, the exhibition entitled “Super-ficial: The Surfaces of Architecture in a Digital Age”, running at the New Museum (www.newmuseum.org) in New York through to 6th April, provides a number of examples of how technology is pushing architectural experimentation onto previously unexplored terrain. The projects and prototypes on show display new designs in the field of architectural surfaces using software packages, like Maya or Alias or programmes specially developed by designers. This is the case with the Carbon Tower project for which Peter Testa and Devyn Weiser have devised the Weaver software programme specially written to allow ultra-light composite metals to be “woven” into a sort of membrane that does not require the laying of structural foundations. Peter Testa Architects have developed what they describe as a “structural morphology”, whose outside shell is also a structure. Other projects on display include Liquid Red, designed for Shiseido by the New York firm dbox (Matthew Bannister, James Gibbs, Charles D’Autremont): a large-scale structure whose surface, made using various three-dimensional computer programmes, investigates the possibility of transferring the sensorial possibilities of surfaces from just sight and touch to the entire body. The exhibition also displays the prototype of the Michael Silver Liquid Crystal Glass House designed for Malibu. Silver has designed a structural system of liquid crystal triangular glass panels capable of interacting with the user and both the inside and outside environment. 180 l’ARCA 93


Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on current events in Italy and abroad. A fianco/left, Abraham Zabludovsky, Auditorium Nacional, Tuxtla Gutierrez, Messico, 1995 (foto: Timothy Hursley, Luis Gordoa); a sinistra/far left, Felipe Leal, Residence, Acapulco 2000 (foto: Alberto Moreno Guzmàn).

Messico contemporaneo

Egocentrico inventore Starck in Paris

In alto, Philippe Starck ritratto da Jean-Baptiste Mondino e la collezione Miam Miam di Driade. A destra, M.I.S.S., Cassina & Sony.

Top, Philippe Starck’s Portrait by Jean-Baptiste Modino, and the Miam Miam Driade series. Right, M.I.S.S. sofa, Cassina & Sony.

94 l’ARCA 180

“Per vent’anni sono sempre stato contrario all’idea che fosse organizzata un’esposizione su di me. Ne ho scoraggiata più di una. Con l’età mi sono detto che sarebbe stato più divertente vederne una da vivo che da morto”. E così Philippe Starck, alla soglia dei 54 anni esordisce alla grande in una delle più prestigiose istituzioni museali: il Centre Pompidou di Parigi che gli dedica appunto una mostra fino al 12 maggio lasciando al designer carta libera per allestirsi uno spazio a sua immagine. Più che a una mostra infatti, Starck invita il pubblico a uno spettacolo facendolo partecipe delle proprie emozioni, delle proprie passioni e riflessioni sul mondo degli oggetti e delle forme, la cui presenza è veicolata non dall’oggetto concreto ma da immagini proiettate in un ambiente che si ispira a una arena o un circo. Suggestivo l’allestimento che si svolge attorno a una grande ellisse di 800 metri quadrati, circondata da alti tendoni di velluto color talpa. In questo spazio volutamente sobrio e denudato si ergono undici imponenti stele di bronzo da cui le videoproiezioni di Starck commentano immagini delle diverse realizzazioni, visibili dagli schermi al plasma poggiati al disopra delle stele. Un atto di coraggioso egocentrismo che non smentisce la personalità eccentrica e geniale del designer il cui progetto espositivo, teatrale e magico, si corona nell’Ombra, una forma indistinta in bronzo, sorta di materializzazione dell’inconscio, che occupa lo spazio centrale dell’arena dove il pubblico è accompagnato nel percorso di visita dalle note di Laurie Anderson. Elena Cardani

“For twenty years I was against the idea of organising an exhibition about me. I discouraged more than one. As I got older, I decided it would be more amusing to see one while I was still alive and not dead.” So at the age of almost 54, Philippe Starck is making his debut in a big way at one of the most prestigious museums of all: the Pompidou Centre in Paris that is devoting an exhibition to him through to 12th May, giving him a free hand to set it out as he sees fit. In actual fact, more than an exhibition, Starck is inviting people to a show and getting them involved in his own emotions, passions and thoughts about the world of objects and forms, whose presence is not determined by the objects themselves but by images projected in a setting that looks

rather like an arena or circus. This evocative setting revolves around a large eclipse measuring 800 square metres, surrounded by tall moleskincoloured velvet curtains. This deliberately austere and bare space is furbished with eleven imposing bronze stelas from which Starck’s video projections comment on pictures of various different designs visible on the plasma screens placed above the stelas. A brave egocentric act confirming the eccentric personality of this brilliant designer, whose magically theatrical exhibition project is crowned in the Shadow, an indistinct bronze form, a sort of material representation of the subconscious filling the middle of the arena where the general public is guided through to the sound of Laurie Anderson’s music.

Con la mostra “I costruttori della luce” lo Spazio EDF Electra di Parigi presenta fino al 27 aprile una mostra dedicata all’architettura contemporanea messicana. L’iniziativa si inserisce nella serie di manifestazioni organizzate in occasione del centenario della nascita di Luis Barragán, presentando una ristretta rosa di architetti del panorama degli ultimi dieci anni il cui percorso risente, nella continuità come nella rottura, dell’influenza di questo maestro del modernismo. Vengono individuati tre criteri di lettura relativi ad altrettante generazioni di architetti: gli “antichi” nati attorno agli anni Venti e Trenta con Teodoro Gonzáles de Léon, Ricardo Legorreta e Abraham Zabludovsky; la “generazione della maturità professionale”, nata negli anni Quaranta e Cinquanta con Francisco Serrano, Alfonso López Baz, TEN Arquitectos, Javier Sordo Madaleno, Javier Calleja, Felipe Leal, José de Yturbe; i “giovani”, nati alla fine degli anni Sessanta con Alberto Kalach e Javier Sánchez; e a tre principali correnti: “l’espressionismo”, influenzato dall’architettura precolombiana

e dall’opera di Le Corbusier; la “metafisica del colore”, ispirata, con gli anni Cinquanta, all’opera di Barragán e alla tradizione popolare e coloniale dell’architettura messicana, “l’internazionalismo” che dichiara dopo gli inizi degli anni Novanta la volontà di entrare in connessione con il resto del mondo.

Gio Ponti e il suo mondo “Gio Ponti: A Word” è il titolo di un’importante esposizione monografica - allestita alla Triennale sino al 27 aprile dedicata al grande architetto milanese. In mostra più di quattrocento oggetti fra mobili, disegni, dipinti, libri e quant’altro ha fatto parte del mondo di Gio Ponti. Voluta dalla Regione Lombardia, la mostra, segna l’inizio del progetto di recupero del Grattacielo Pirelli. Nella mostra, l’opera pontiana è tratteggiata nella sua interezza e complessità attraverso la continua giustapposizione fra architettura, arredamento, design e arti decorative,

cui si aggiunge la costante attività di critico e di creatore di riviste come, per esempio, “Domus” fondata nel 1928. La mostra presenta un corpus notevole di opere originali e di disegni autografi provenienti in parte dagli archivi della famiglia Ponti e in parte da prestigiose collezioni private e pubbliche europee. Nelle foto sotto, Gio Ponti, Casa Marmont in via Gustavo Modena, Milano (1934) e la Sedia 699, detta “Superleggera” ancora prodotta da Cassina (1957).

Adalberto Libera e Cagliari Nel centenario delle nascita di Adalbero Libera, importante figura del razionalismo italiano, la città di Cagliari gli dedica una mostra fino al 15 maggio tracciando un approfondimento dell’attività dell’architetto trentino nel periodo del dopoguerra (tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Sessanta) che pur essendo il più prolifico e tra i meno conosciuti. Di grande importanza il contributo del Centre Pompidou proprietario degli archivi Libera, che ha fornito un parte importante delle opere presentate, sopratutto disegni, fotografie e film d’epoca. La città di Cagliari, a cui Libera era legato dalle origini della moglie e da due realizzazioni fondamentali nel suo percorso progettuale: Il Padiglione della Cassa per il Mezzogiorno alla Fiera (1953, nella foto) e le palazzine I.E.E.P. (1950-1953), offre un’interessante e rara occasione per conoscere la poetica e il credo il questo grande professionista, la cui ricerca offrì spunti ed esempi importanti alla definizione e allo sviluppo della sperimentazione nazionale in campo architettonico.

Architettura e globalizzazione Dal 29 aprile al 3 maggio si svolge a Rio de Janeiro il XII Congresso Brasiliano degli Architetti. Promosso dall’Istituto degli Architetti del Brasile (IAB) il congresso affronta quest’anno il tema “Architettura e urbanistica di fronte alla globalizzazione”. Interverranno al dibattito oltre 130 progettisti di tutto il mondo su cinque temi principali: Cultura e ideologia, Formazione e Professione, Tecnologia, Politiche pubbliche, Analisi critica della produzione architettonica e urbanistica. Parallelamente al concorso, in varie sedi della città è aperta la prima Mostra Internacional Rio Arquitectura che propone un’ampia selezione della produzione contemporanea nel mondo. 180 l’ARCA 95


Vanvitelli al Correr

Egizi a Venezia, Milano e Torino

Il Museo Correr di Venezia, fino al 18 maggio, è sede della mostra “Gaspare Vanvitelli e le origini del Vedutismo”. Il pittore olandese Gaspar van Wittel (1652–1736) è indicato dalla critica storico-artistica come il precursore del vedutismo settecentesco che ha nel Canaletto il suo più noto rappresentante. La mostra si propone di ricostruire attraverso una settantina di dipinti e una ventina di disegni gli aspetti più importanti della sua produzione; opere inedite o mai esposte in precedenza consentono di ripercorrere i suoi itinerari italiani tra Sei e Settecento attraverso panorami urbani oggi spariti o profondamente mutati, che le sue vedute ci restituiscono così come apparivano ai primi viaggiatori del “Grand Tour”. Soggetto principale delle vedute di Van Wittel fu senza dubbio Roma, dove l’artista si stabilì in occasione del Giubileo del 1675, negli anni cioè in cui la città assumeva la veste urbanistica e architettonica che conserverà, quasi invariata, fino alla fine dell’Ottocento. I viaggi che negli ultimi due decenni del Seicento condussero l’artista in Lombardia e a Venezia, passando per Firenze e Bologna, sono ricostruiti attraverso tredici dipinti, tra cui sei vedute di Venezia con le quali Van Wittel inaugura il vedutismo di soggetto veneziano con sensibile anticipo su Luca Carlevarijs e sul più giovane Canaletto. Il soggiorno a Napoli, dove l’artista lavorò tra il 1699 e il 1702 al servizio del Viceré spagnolo, il Duca di Medinaceli, e il viaggio a Messina intorno al 1711 sono infine documentati da una decina di opere. Conclude la rassegna un piccolo gruppo di vedute d’invenzione.

Tre grandi mostre ravvivano l’interesse verso il mondo e l’arte degli antichi Egizi. La prima è la grande mostra “I Faraoni” allestita fino al 25 maggio a Palazzo Grassi di Venezia. In questa rassegna la figura centrale dei monarchi egizi è sviscerata attraverso oltre trecento pezzi provenienti dalle principali collezioni mondiali e ripercorre le tappe della storia egizia attraverso il racconto delle diverse sfaccettature della funzione regale come l’amministrazione, la religione, le relazioni estere, ma anche la vita e la morte dei faraoni. A Milano, presso la Fondazione Biblioteca di Via Senato, è invece aperta fino al 18 maggio la mostra “Egitto, dalle piramidi ad Alessandro Magno”. Divisa nelle sezioni archeologica e bibliografica, l’esposizione percorre i tre millenni della storia egizia attraverso materiali che illustrano l’evoluzione culturale, artistica e sociale del popolo del Nilo. Infine, a Palazzo Bricherasio di Torino fino al 18 maggio, si può visitare

“Gli artisti del Faraone”. Il visitatore è condotto, grazie a oltre trecento reperti artistici, sulla sponda ovest del Nilo, in una valle vicino a Tebe, nel villaggio di Deir el Medina, abitato dalla comunità di artisti che lavorarono durante il Nuovo Regno (1500-1050 a.C.) agli scavi e alle decorazioni delle tombe della Valle dei Re e della Valle delle Regine.

Nefertiti Head, New Empire, 17th Dinasty, Akhenaton, from Tell el-Amarna.

La molteplicità di Noguchi

Lo spazio espositivo Officina-Arte al Borghetto di Roma presenta fino al 20 aprile la mostra “Casematte”, dedicata a una serie di 220 formelle realizzate da Giosetta Fioroni. La Fioroni è stata una delle protagoniste della pop art romana negli anni Sessanta, mantenendo un solido legame col mondo favolistico e infantile attraverso l’illustrazione di numerosi libri di letteratura e poesie. Molteplici le tecniche che ha utilizzato durante la sua ricerca artistica dai pastelli agli oli, dagli objets trouvés alla ceramica. E proprio in ceramica sono queste formelle, realizzate nella Bottega d’arte Gatti di Faenza in cui raffigura sagome di case ispirate a una casa vera, appartenente a suoi amici nella laguna di Orbetello, che Giosetta Fioroni popola di una moltitudine di immagine creative e sorprendenti.

Il rinnovato MART di Rovereto dedica fino al 4 maggio una mostra all’arte di Isamu Noguchi. “Sculptural Design” sottolinea la poliedricità di Noguchi. Isamu Noguchi ha passato tutta la sua vita artistica a realizzare forme d’arte che travalicassero i limiti tradizionali imposti dalle singole discipline, trovando relazioni nuove tra arte e design e tra le culture orientale e occidentale.

96 l’ARCA 180

E’ “Inventario 2003” il titolo della mostra che Ludovico Muratori presenta, dal 1° al 24 aprile presso la Galleria Schubert di Milano, con l’idea di proporre le opere realizzate negli ultimi anni. Si tratta di una serie di composizioni connotate da una spazialità leggera, evidenziata da segni rigorosi contrapposti a una poliedrica libertà materica. Tra le opere esposte molte le figurazioni sviluppate con rigori delicati, sia nel caso di estemporanee “sculture” sia come preziosi “monili”, che si articolano in composizioni verticalizzate o di impianto più orizzontale e dotati, talora, di una struttura basculante (culle). I materiali inseriti nelle varie opere comprendono la pietra, il legno, il vetro, l’ambra, la tartaruga, il corallo nero e rosso, il cristallo di rocca e altro. Gli elementi più preziosi vengono assemblati, nel caso dei monili, con una straordinaria perizia orafa che ne conferisce e sottolinea la qualità creativa e decorativa unita al fascino del talismano.

Ludovico Muratori, Culla 2001, legno di betulla tinto e vetroresina/birch wood and fibreglass, 70x54x25 cm. Sotto/below, Pedro Cano, Castillo.

Testa di Nefertiti, Nuovo Impero, XVII dinastia, Akhenaton, provenienza: Tell el-Amarna (foto di Jürgen Liepe).

Case su ceramica

Inventario d’artista

Nella mostra di Rovereto si possono vedere arredi, scenografie, architetture di paesaggio, sculture. L’allestimento è curato da Robert Wilson, l’artista e regista che condivideva con Noguchi la passione per il teatro e la scultura, che presenta l’opera sotto una luce nuova, creando atmosfere e ambienti in cui l’accostamento delle diverse opere e progetti enfatizza la “molteplicità” dell’artista giapponese.

Dedicato a Blanca

Minimalista e concettuale

La Galleria Giulia di Roma presenta fino al 23 aprile una raccolta di oltre trenta opere che il pittore neorealista spagnolo Pedro Cano ha dedicato al suo paese natale, Blanca. Sono acquerelli di grandi dimensioni, realizzati negli ultimi tre anni in cui il piccolo villaggio della Murcia trova la dimensione del rifugio, dell’eremo, del luogo dell’ispirazione e della tranquillità. Nei tratti di Pedro Cano, le ombre delle luci riescono a evocare le sensazioni si stagliano sulle case e sulle rovine che si celano nella nostalgia del castello arabo che domina il paese; la concentrazione dei colori e la dilatazione dell’artista per le sue radici.

“Viaggiando la luce” è il titolo della mostra dedicata alle opere dell’ultimo decennio di Nakis Panayotidis aperta fino al 21 aprile negli spazi della Loggia degli Abati al Palazzo Ducale di Genova. Nato ad Atene nel 1947, attivo e residente a Berna, formatosi a Torino nei primi anni Settanta, nel clima estetico e socialmente motivato dell’Arte Povera, Panayotidis tratta nelle sue opere la tematica del viaggio come metafora della conoscenza, come condizione nostalgica di un ritorno a un’origine fisica e metafisica attraverso la rivisitazione del ricordo. C’è un viaggio sognato, in ogni lavoro di Panayotidis, che inizia con la macchina fotografica in esterni per arrivare poi a luoghi reinventati dalla sua percezione. Dando spazio alla pratica del dépaysement, l’artista fa scorrere il fiume Aare di Berna tra le pietre della sua amata Serifos, fa esalare nei vapori del sole greco i ghiacciai azzurri dell’ Oberland bernese. Negli anni Novanta, una lampadina accesa su fondi di tela catramata illumina debolmente sagome di tavoli, sedie, letti, ritagliate in lamine di piombo, ricreando, in modo emotivamente pregnante, con un minimalismo tuttavia di carattere concettuale, gli ambienti spogli, ma densi di odori e di umori, delle basse case del Pireo. Nelle sue mega foto-costruzioni sono le sequenze intermittenti di tubi al neon, vagamente spettrali, che riattivano il vissuto di vecchie miniere, l’archeologia industriale di fabbriche disattivate, scorci su fiumi, vedute di città portuali, tra cui Genova, Salonicco, Barcellona, Marsiglia.

Montagne rovesciate Nell’ambito della rassegna “Da cima a fondo”, serie di mostre che si susseguono alla Tour Fromage di Aosta, è aperta fino al 1 maggio “La montagna disincantata”. Curata da Lucia Minunno, la mostra è focalizzata su come alcuni artisti contemporanei abbiano usato l’immagine della montagna per rovesciarne gli stereotipi. Le opere in mostra documentano la decadenza della magia della montagna e la riduzione di quell’aspetto “sublime” che ne aveva caratterizzato la raffigurazione in epoche precedenti. Si trovano così esposte opere di Wim Delvoye, Kosmo Minovich, Corrado Sassi, Massimo Vitali, Luigi Ghirri, Paul McCarthy, Mike Kelly in cui i clichés riferiti alla montagna nei suoi vari aspetti vengono semplificati, annullati, dissacrati, con immagini di paesaggi in cui il contesto naturalistico viene contraddetto da azioni e presenze, umane e non, da esso dissociate.

Le ultime due mostre della rassegna saranno “Vette d’astrazione” (31 maggio-13 luglio) e “La montagna ricreata” (19 luglio-7 settembre).

Kosmo Minovich, Ansia di finito 1, stampa fotografica/photo print, 20x30 cm. A destra/right, Nakis Panayotidis, Luce 2002, foto su tela/ photo on canvas.

180 l’ARCA 97


Condizioni di umanità

Sistemi di fissaggio

Conoscere il rame

Kim Sooja è un’artista coreana trapiantata a New York il cui lavoro è profondamente intriso della cultura delle sue origini. Fino al 20 aprile è possibile avvicinarsi al percorso di questa artista visitando l’ampia esposizione che le viene dedicata dal Museo d’Arte Contemporanea di Lione. A Laundry Woman, un’istallazione del 2000, occupa il terzo piano del museo testimoniando il mezzo espressivo privilegiato dalla Sooja, i bojaghi, tessuti tradizionali coreano dai colori vivacissimi che l’artista piega e spiega, trasforma o lacera creando opere di grande plasticità. Nell’istallazione di Lione i bojaghi sono stesi in giganteschi teli multicolori come della biancheria che si mette ad asciugare creando un opera altamente suggestiva in cui si mescolano rito ed eternità. Al secondo piano del museo sono invece proiettate delle performance filmate tra il 1998 e il 2001 che hanno come oggetto il corpo umano e la sua posizione nel mondo, dallo spostamento al nomadismo. Le performance realizzate dalla Sooja parlano della solitudine e dell’eternità e si interrogano sulla nostra relazione con il mondo.

Fischer, specializzata in sistemi di fissaggio, ha organizzato lo scorso dicembre a Padova il convegno “Progettare a regola d’arte” per evidenziare, in due aree specifiche dedicate al mondo dell’ingegneria e a quello dell’architettura, la qualità di servizio relativamente al supporto e alle soluzioni progettuali garantite e certificate con l’impiego dei sistemi di fissaggio più evoluti. Il convegno ha visto la collaborazione e il supporto della facoltà di ingegneria dell’Università di Padova e dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Gli interventi, condotti da illustri ed esperti relatori, hanno affrontato tematiche riguardanti: il problema di connessione strutturale di differenti strati di calcestruzzo

Il nuovo portale internet “The Copper Link” (www.thecopperlink.com) ha il fine di determinare la struttura chiara e omogenea della presenza di KME sulla rete, e funge da cancello d’ingresso finalizzato alla maggior comprensione della complessa struttura del Gruppo e allo sviluppo dell’interesse generale per il rame. Tra i maggiori produttori al mondo di semilavorati in rame e leghe di rame, KME ha deciso di fare riferimento, nel nuovo portale, proprio a questo materiale piuttosto che al nome stesso della società, a conferma della volontà di ribadire la propria leadership all’interno dell’industria del rame. Comunque i domini www.kme.com e www.kme.de condurranno direttamente gli utenti a “The Copper Link”, mentre gli altri siti appartenenti al mondo interattivo di KME continueranno a essere raggiungibili attraverso gli indirizzi abituali. Il nuovo portale, disponibile in cinque lingue, è dedicato a quanti sono interessati al rame in tutti i suoi aspetti e particolarmente nei vari processi realizzativi, della lavorazione e del riciclaggio.

Kim Sooja, una foto dalla mostra/a photo from the current exhibition “Conditions of Humanity”. Sotto/below, Marta De Menezes, Nature.

Il coraggio di esporre Biotecnologia e arte, è questo il tema dell’esposizione presentata a Le lieu unique di Nantes fino al 4 maggio. Un’occasione unica in cui vengono riuniti per la prima volta degli artisti che utilizzano il laboratorio di ricerca come un atelier procedendo alla manipolazione del mondo vivente. Ciò che viene esposto non sono quindi né rappresentazioni ne immagini simboliche, bensì opere realizzate a partire dalle culture tessutali del maiale o delle rana fino alla

Il bestiario di Flanagan Continuando la stagione espositiva dedicata alla scultura inglese del XX secolo, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Nizza presenta fino al 15 maggio un mostra dedicata a Barry Flanagan, artista gallese, classe 1941, tra i rappresentati più significativi del panorama attuale e di cui la città possiede dal 1992 l’opera Hare and Bell, una lepre che cavalca una campana, istallata sul piazzale del Museo. Flanagan si distingue per le inedite declinazioni della scultura classica. Dopo aver trattato il legno, il tessuto, le corde, la sabbia e la pietra, nel 1979 lo scultore sposa la poetica del bronzo, trovando in questo materiale nobile le potenzialità per sperimentare tutto ciò che non era stato ancora detto e attraverso cui coniare ancora una nuova storia. Un universo unico e singolare descritto dalle circa 97 opere esposte al Mamac in una mostra che si concentra sopratutto sulla produzione degli anni Ottanta e Novanta presentando oltre ai bronzi un’ampia selezione di opere su carta.

Da sinistra/from the left: Barry Flanagan, Left Handed Drummer, bronzo/bronze, 275x175,3x94 cm, 1997; The Handshakers, bronzo/bronze, 275x173,4x104,2 cm, 1995; Derek Boshier, England’s Glory, olio su tela/oil on canvas, 126x101 cm,1962.

98 l’ARCA 180

Sistemi e strutture prefabbricate stessa pelle umana, manipolazioni genetiche di conigli o di topi, risultati di mutazioni di batteri sottoposti a radiazioni UV, ibridazioni di piante, di DNA come emulsione fotografica. Il tutto veicolato attraverso laboratori, bireattori, cappe sterilizzanti, microscopi, acquari principali media dell’esposizione. Un evento coraggioso che mette in primo piano uno dei temi più scottanti della nostra epoca e merita forse un viaggio fino a Nantes.

Arte britannica del Novecento Il Centro per l’arte Contemporanea Les Abattoirs (www.lesabattoirs.org) di Toulouse presenta fino all’11 maggio la mostra “Blast to Freeze: L’art Britannique au XXe siècle”. L’esposizione copre il periodo denominato dallo storico inglese Eric Hobsbawm come “il secolo breve” e cioè dalla prima guerra mondiale (1914) alla fine della guerra fredda (1990) e illustra lo sviluppo delle avanguardie britanniche e il loro contributo all’arte del Novecento. Il titolo si rifà al nome di una rivista d’avanguardia pubblicata nel 1914 (blast=raffica) e alla parola freeze (ghiacciato) che era il titolo di una spettacolare mostra di Damien Hirst del 1988. Nel periodo preso in considerazione, l’arte britannica oscilla tra la tradizione nazionale e la modernità internazionale, tra una forte più coscienza di sé e la dipendenza dalle influenze esterne. Momenti di ribellione, tra gli anni Sessanta e Settanta si sono alternati alle correnti moderne delle decadi precedenti dei neo-romantici e del pittoresco. La mostra presenta oltre 350 opere di più di cento artisti, illustrando in modo esteso

al comportamento termomeccanico dei sistemi di fissaggio nei tunnel in caso di incendio; la direttiva CE sui prodotti da costruzione relativamente ai sistemi di fissaggio; l’architettura delle facciate ventilate; la tutela e salvaguardia degli edifici storici. L’intento era di proporre soluzioni progettuali innovative, anche mediante il sito web www.fischeritalia.it.

il tema. Tanti i nomi noti da Damien Hirst al verticismo di Jacob Epstein, dal surrealismo di Roland Penrose alla Pop-Art di Peter Blake e David Hokney; e ancora Henry Moore, Barry Flanagan, Gilbert & Gorge, Francio Bacon, Stanley Spencer, Tony Cragg, Richard Long, tutti protagonisti di momenti fondamentali dell’arte del secolo scorso.

Fondato da oltre 90 anni, RDB è il più importante Gruppo italiano impegnato nella progettazione, produzione e installazione di sistemi e strutture prefabbricate, ed è tra i maggiori produttori nazionali di componenti per l’edilizia. Il Gruppo, articolato in una complessa e organica struttura, persegue da sempre la finalità di industrializzare i processi produttivi e le attività costruttive, per proporre anticipatamente al mondo della progettazione architettonica soluzioni ad alta specializzazione e servizi di consulenza personalizzati. RDB, fornitrice di un vasto comparto di aziende importanti e grossi gruppi internazionali come Auchan, Ferrari, Ikea, Rinascente, Galbani e altri, sviluppa con successo la propria attività su cinque elementi distintivi: la costante capacità di innovazione di prodotto e processo per assicurare un’offerta integrata di prodotti e servizi con caratteristiche tecnologiche e prestazionali di elevata qualità; l’organizzazione tecnico-produttiva-commerciale presente su tutto il territorio nazionale;

il servizio personalizzato di progettazione e consulenza; la capacità di coinvolgere nei propri progetti imprenditoriali importanti partner industriali, finanziari e tecnologici; la diversificazione sostanziale della propria attività in due settori che hanno cicli economici non sovrapposti relativamente alla “progettazione e realizzazione di sistemi e strutture prefabbricate per l’edilizia non residenziale (ASA Prefabbricati)” e “alla produzione e vendita di componenti per edilizia prevalentemente residenziale (ASA Edilizia)”.

E’ da considerarsi straordinario e innovativo il sistema StarClean adottato da Samo, su licenza dell’americana DFI – DiamoneFusion International, che, applicato su box doccia, determina un “trattamento di bellezza” per il vetro (sino ad oggi utilizzato nel settore navale e automobilistico) in grado di impedire il deposito di calcare e di rendere straordinariamente semplici e pratiche le operazioni di pulizia. Proprio questo trattamento, nel 2001, ha ricevuto negli Usa il riconoscimento di “Prodotto innovativo dell’Anno”. Caratteristica fondamentale del prodotto è la durata permanente del trattamento, poiché agisce direttamente sulle molecole di silicio del vetro e, inoltre, i vetri acquistano una maggiore resistenza a urti e graffi aumentando la propria durata e la sicurezza. Il trattamento viene integrato direttamente nel processo produttivo di Samo ed è effettuato su entrambe le superfici: sia l’interna che l’esterna.

Italia-Giappone

A sostegno della progettazione Il nuovo sito di Iris Fabbrica Marmi e Graniti® con indirizzo www.irisfmg.com., consente, oltre alla visione e alla spiegazione accurata e dettagliata dei propri materiali, una serie importante di servizi aggiuntivi. Attualmente la finestra on line di Iris FMG, dedicata al mondo della progettazione architettonica e a quant’altri si muovono nel settore, dedica, con Kreo e KreoNET, due software di supporto alla creatività destinati rispettivamente: il primo all’utenza privata, e il secondo agli operatori di settore come un vero e proprio archivio professionale

Pratico ed efficiente

CAD 2D per la progettazione di superfici. Entrambi i software sono completamente gratuiti: Kreo mediante richiesta diretta del CD a Iris Fabbrica Marmi e Graniti®; CreoNET scaricando direttamente il programma dal sito dopo opportuna registrazione.

Finalizzato a evidenziare il “prodotto” nella sua funzione di centralità e organizzato dal 9 al 14 aprile, su progetto di Marco Poletti e Gabriele Radice (art director Ente Mostre di Monza e Brianza), il Fuori Salone “Eco-Arredare tra Artigianato e Design” è concomitante al Salone del Mobile di Milano. Allestito presso gli East End Studios di Milano, l’evento, che costituisce una rassegna comparativa tra Italia-Giappone, evidenzia il prodotto artigianale italiano attraverso uno scambio di esperienze e confronti con la tradizione giapponese, e, per la prima volta in Italia, vengono proposti manufatti in legno naturale trattato con lacca urushi. Anche il prodotto industriale, tra eco-sostenibilità e design, è stato protagonista con una selezione di oggetti valutati sia in merito al valore estetico, funzionale e di creatività, sia per il rispetto e l’attenzione all’ambiente e alla bio-compatibilità. Nell’ambito della manifestazione è presente anche la mostra “1974 – 2003: trent’anni di comunicazione per l’ambiente bagno” che, a cura de Il Bagno Oggi e Domani – Reed Business Information, mette in evidenza l’Anno Europeo del Disabile attraverso un esempio di casa domotica studiata per assicurare vivibilità ai portatori di handicap. Questo progetto è stato promosso da Regione Lombardia, Assessorato Artigiano, New Economy, Ricerca e Innovazione Tecnologica – Union Camere Lombardia e con il patrocinio di Japan Foundation. 180 l’ARCA 99


Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Fiera d’Aprile

Sugli estrusi in alluminio

Presenti dal 9 al 14 aprile 2003 a Fiera Milano, i Saloni 2003, costituiti dal Salone Internazionale del Mobile, dal Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, dal Salone Satellite e da Euroluce (evento biennale), evidenziano in questa nuova edizione una serie di iniziative che culminano con l’introduzione di due settori dedicati rispettivamente al Bagno e ai suoi complementi e al Tessile per la casa. L’allargamento settoriale implica un completamento di quanto crea abitabilità in termini di un sistema progettuale e risolutivo più globale. Relativamente al nuovo settore del bagno introdotto in Fiera, si inaugura anche, come evento Fuori Salone, la mostra Earthly Paradise che, organizzata dalla rivista Interni unitamente al Salone Internazionale del Mobile, sviluppa, in un festoso e brillante percorso ideato da Alessandro Mendini, una serie di installazioni studiate da 9 architetti-designer che creano ambientazioni e riferimenti intesi a evidenziare il bagno secondo valori innovativi e formali più attuali, e in merito all’importanza del relax e del benessere raggiungibile. Con Euroluce si sviluppano parallelamente eventi collaterali relativi alla luce come “Immaginando Prometeo” che, con la direzione artistica di Franco Laerta e con un palcoscenico particolare come il Palazzo della Ragione, la piazza antistante, la loggia e la via dei Mercanti prospiciente al Duomo, propone interventi di artisti internazionali famosi che si cimentano con visioni e linguaggi legati alle varie espressività artistiche volte alle arti visive, alla musica e al teatro, evidenziandole con interpretazioni sulla luce. Altro evento è la mostra beLight che, a cura di Enrico Morteo e con l’allestimento dello Studio Cerri & Associati, evidenzia l’aspetto evocativo e rituale della luce attraverso un’indagine formale e culturale dedicata al rapporto società e ambiente. All’apertura della Fiera il convegno internazionale onLight, che ha indagato sugli aspetti della luce attraverso analisi e considerazioni poste da personaggi famosi, ha preceduto una serie di seminari dedicati alle problematiche sulla luce.

Pubblicato dalla Divisione Edilizia del Gruppo Metra, il quadrimestrale “All Metra”, giunto al decimo numero, illustra e aggiorna sulle nuove iniziative e attività svolte nel 2002 e dedicate a studenti, progettisti e a quanti altri svolgono attività interessate al mondo dei profilati di alluminio e delle sue leghe visti nell’ottica del settore edile e industriale. Vengono inoltre evidenziati esemplari interventi di ristrutturazione che, come quella di

Premio europeo Si è svolta il 25 marzo 2003, in occasione dell’inaugurazione di ISH – Fiera Specializzata Internazionale della Tecnologia per Edifici, della Tecnica Energetica e del Mondo del Bagno -, l’assegnazione del premio Architecture & Technology Award, conferito quest’anno per la prima volta da Messe Frankfurt. Due i progetti vincitori a pari merito: la fabbrica Solvis, struttura produttiva studiata e realizzata con emissioni zero su progetto di Banz+Riecks di Bochum con la collaborazione della società ingegneristica per la pianificazione energetica di Friburgo Solares Bauen Ingenieurgesellschaft für Energieplanung ; gli uffici dell’amministrazione centrale di dvg ad Hannover nati dalla collaborazione progettuale di Hascher+Jehle, Wischer e Partner con la consulenza ingegneristica di Stoccarda Weischede, Hermann e Partner. Contemporaneamente a questa premiazione è stato assegnato anche il premio New Talents Award allo studio di architettura olandese Micha de Haas per il progetto The aluminium forest.

Illuminazione decorativa E’ presente a Francoforte sul Meno, dal 26 al 29 aprile 2000, Lightstyle, Fiera specializzata Internazionale dell’Illuminazione Decorativa, che si prefigge di ispirare e incoraggiare il mondo della vendita diretta a realizzare ambientazioni suggestive per stimolare l’interesse dell’acquirente finale. La tematica di Lightstyle si esplica per l’appunto nel suggerimento “come si vendono gli oggetti d’illuminazione per la casa e per il giardino?”. Tra i molti eventi presenti in fiera, ancora una volta è stata allestita, a cura di Gunnar Frank, la mostra sulle “tendenze”: fiore all’occhiello di Lightstyle. 100 l’ARCA 180

Tecnologia costruttiva un edificio residenziale nella zona centrale di Milano e trasformato, con l’intervento di Franco Biondi, in sede dell’Istituto di Credito Monte dei Paschi di Siena, impiegano tipologie di serramenti in alluminio che si integrano perfettamente con le esigenze strutturali e formali dell’edificio. Anche la campagna pubblicitaria Metra nel quadrimestrale è illustrata nei suoi molteplici aspetti presentando vari e articolati sistemi Metra.

Design e Tecnologia Presente alla Fiera di Bologna dal 19 al 23 marzo, la ventiduesima edizione di Saiedue Living ha evidenziato quanto di più rappresentativo costituisca l’attuale produzione relativa all’architettura di interni, al recupero e alle finiture per l’edilizia. Molte le novità a iniziare dalla “casetta-logo”che ha voluto creare un’immagine di riferimento per una moderna abitabilità, in termini di tecnologia, componibilità e sviluppo sostenibile. Saiedue Living ha proposto, in ambito internazionale, quanto di più evoluto in tema di porte, finestre, scale, pavimenti e rivestimenti, serramenti, tecnologie, sistemi e accessori per porte e finestre, tecnologie per il recupero e la manutenzione degli edifici, architettura e finiture d’interni, finitura per esterni, apparecchi e sistemi di illuminazione, marmo, facciate continue, tende e sistemi per tende. La rassegna si è articolata in aree merceologiche affini, consentendo una visione omogenea dell’intera produzione ai fini di verifiche e aggiornamenti. Con Sates, salone biennale delle tecnologie e dei sistemi per l’involucro edilizio, è stata inoltre allestita una straordinaria panoramica mondiale sulle innovazioni tecnologiche

preposte alla definizione delle “membrane” esterne delle costruzioni. Sono inoltre stati presentati: Floor Expo; il Salone del Pavimento; Naturopolis, rassegna dedicata alla bio-architettura; On-Off , salone dell’impiantistica intelligente; Living Stone, salone tematico riservato al marmo e alle pietre naturali; Sunweek la rassegna delle energie rinnovabili; Decor & Color Show, esposizione biennale della decorazione e del colore. Inoltre La Falegnameria di Saiedue ha presentato un’ampia gamma di macchinari e attrezzature legati alla produzione di porte e infissi, che hanno consentito all’operatore professionale di assistere al ciclo completo di lavorazione del manufatto. In termini di ricognizione e ricerca circa il futuro dell’architettura di interni, è stato inoltre organizzato Focus Emotional Living – Osservatorio sull’Architectural Design, programma di proto-modelli presentato in diverse tipologie abitative.

Oltre 100.000 pagine Light Scout, nuovo sito Internet di Erco Leuchten GmbH, si distingue per la straordinaria disponibilità di dati e informazioni, consultabili all’indirizzo www.erco.com, in un repertorio di oltre 100.000 pagine sul tema dalla luce dedicate ad architetti e progettisti illuminotecnici. Il sito, che da vetrina virtuale si trasforma in una piattaforma di informazioni, dispone di una documentazione completa di tutti i prodotti Erco in più lingue, e risponde alle caratteristiche specifiche e agli standard tecnici dei singoli mercati mondiali. Al centro del sito vi sono i tre ambiti: Prodotti, Progetti, Guida, strettamente collegati tra loro tramite

rimandi incrociati contestuali. L’ambito Prodotti si articola nei programmi Apparecchi per Interni, Apparecchi per Esterni e Controls. E’ possibile richiamare i singoli prodotti con i relativi dettagli scegliendo la famiglia dei prodotti, oppure inserendo direttamente il codice dell’articolo. Grazie ai sistematici rimandi incrociati, per ogni prodotto si possono richiamare, col mause, esempi di applicazione, progetti referenziali e vari suggerimenti e consigli illuminotecnici. La Guida, manuale on line della luce, mette a disposizione informazioni approfondite di concetti basilari sulla fisica illuminotecnica e soluzioni per situazioni concrete d’illuminazione.

Massimiliano Nastri Technìtes. Elaborazioni didattiche sul progetto esecutivo, Libreria Clup, Milano 2003, ill. in b/n, 166 pp

E’ stato pubblicato, dalla Libreria Clup, un nuovo libro universitario che segna un momento delicato della storia della Facoltà d’Architettura del Politecnico di Milano. Il libro è stato scritto dall’architetto e dottore di ricerca Massimiliano Nastri. L’approfondimento della tecnologia costruttiva dell’architettura ha il suo avvio all’interno del Dipartimento di Tecnologia del Politecnico, sotto la direzione del Professore Guido Nardi, Vicepreside della Facoltà, recentemente scomparso. La pubblicazione offre l’occasione per soffermarci sul ricordo di un amico non più fra noi e, allo stesso tempo, rende omaggio all’assiduo lavoro, svolto con grande dedizione, da Guido Nardi.

E’ un’ammirata testimonianza per l’improvvisa intuizione, che è dato di scoprire proprio attraverso il libro, dell’umanità e dello spessore culturale col quale si è svolta per anni la ricerca sulla tecnologia in Facoltà. Abbiamo da tempo disimparato le forme corrette e ci rifiutiamo di associarci, nel momento della perdita di un amico e di un docente, a una condoglianza di generica solidarietà: non servirebbe a molto. Del resto rifiutiamo la morte sia come soluzione che come risoluzione. E’, semmai, uno stato di sublimazione cui perviene la vita quando i termini della questione si fanno scoperti, l’involucro si lacera perché il contenuto del sapere, che è in noi, riprenda a crescere.

E’ ciò che con raffinata qualità il libro rappresenta. Esso appare come una nascita nuovamente ricca, interiore e stupefatta. Il lavoro svolto attorno al libro lascia intravedere lo sforzo didattico di Guido Nardi ed è emanazione della creazione progettuale interiore che contiene la dimensione del sapere architettonico, le sue tensioni, la tradizione e l’omaggio, l’affetto e il culto, l’eredità e la vocazione. Pensiamo che Massimiliano Nastri vorrà e potrà ancora lavorare a questa edificazione, con la serena determinazione di rendere testimonianza a un amore per l’architettura che solo così potrà continuare a vivere in ogni opera. Mario Antonio Arnaboldi

Evaristo Nicolao e Danilo Parisio. Gli interventi presentati indagano non solo i temi tradizionali del residenziale e dei servizi direzionali e commerciali, ma anche operazioni di rinnovo urbano integrate a sistemi di trasporto e circolazione.

significativi della sua esistenza, la propria simbiosi con la testata. Ne esce il profilo di donna impegnata, attiva e preziosa, innamorata della cultura del suo tempo e delle testimonianze più rappresentative legate al mondo della progettazione architettonica e dell’interior design.

Segnalazioni Attilio Gigli Passanti/Passerby Edizioni Charta, Milano 2002, 44 ill. in b/n, 64 pp Con testi di Roberta Valtorta, questo libro si inserisce nella tradizione della fotografia documentaria. Le fotografie di Gigli cercano un rapporto immediato con la realtà e in questa serie egli si è concentrato su passanti, soprattutto donne, in luoghi urbani e suburbani. Peter Hoffmann L’era dell’idrogeno. Energia per un pianeta più pulito Presentazione di Edo Ronchi Franco Muzzio Editore, Roma 2002, 352 pp Approfondimento di uno dei temi cruciali dell’attuale economia: quello dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Il volume presenta dati e informazioni sulle tecnologie per la produzione dell’idrogeno e sui suoi possibili impieghi. In appendice, un quadro riassuntivo delle iniziative e delle ricerche in atto in Italia. James Stirling, Michael Wilford A cura di Robert Maxwell Zanichelli, Bologna 2002, ill. in b/n, 208 pp Per la “Serie di architettura”, il volume presenta il regesto delle principali opere realizzate dai due maestri britannici dell’architettura. A chiusura del libro una ricca sezione bibliografica. Giorgio Muratore Studio Transit Architetture Gangemi Editore, Roma 2002, ill. in b/n, 112 pp Il volume registra l’attività degli ultimi anni dello Studio Transit, fondato a Roma 1972 da Gianni Ascarelli, Maurizio Macciocchi,

Nuova Architettura di pietra in Italia Gruppo Editoriale Faenza Editrice e Veronafiere, Verona 2002, ill. a colori, 134 pp Catalogo della mostra omonima presentata in occasione del 37° Marmomacc di Verona per la cura di Vincenzo Pavan. Vengono illustrate 18 realizzazioni recenti in cui prevale l’utilizzo della pietra. Tra gli architetti coinvolti: Aldo Rossi, Boris Podrecca, Mario Botta, Studio Archea, Alvaro Siza Vieira. Progettare nella città contemporanea. Progetti e opere per Siena A cura di Fabrizio Valacchi, Riccardo Roda, Enrica Burroni Alinea Editrice, Firenze 2002, ill. a colori, 96 pp Il libro riassume i contenuti dell’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale di Siena nel maggio 2002, incentrata sul tema del progetto della città contemporanea. In tale occasione sono state raccolte esperienze, riflessioni critiche e testimonianze sul ruolo dell’architettura nei processi di trasformazione urbana, con particolare riferimento a Siena. Franca Santi Gualteri Design in redazione Maurizio Corraini Edizioni Edicon Il volume percorre le fasi e le trasformazioni vissute in prima persona dall’autrice, come protagonista attiva della rivista Abitare, in un lungo percorso di lavoro e di amicizia che, dal 1963 al 1991, intreccia, con gli eventi più

Una città che si riscopre, una città che si rinnova. Opere pubbliche a Pisa 1998/2002 Saggio di Emilio Tolaini Comune di Pisa, Pisa 2002, ill. a colori, 212 pp Il libro presenta una serie di progetti di edifici nuovi o ristrutturazioni realizzati negli ultimi anni nel Comune di Pisa. Vuole essere un momento di riflessione e di spinta alla conoscenza di un lustro di iniziative architettoniche che nel loro insieme stanno dando un nuovo volto alla città toscana e che si pongono come punto di partenza per meglio comprendere e sviluppare le potenzialità future. Makoto Sei Watanabe Induction Design. A Method for Evolutionary Design Birkhauser, Basilea 2002, ill. a colori e in b/n, 96 pp Libro di piccolo formato ma denso di contenuti teorici ed esempi pratici attraverso cui l’architetto giapponese illustra la propria filosofia progettuale e definisce i propri obiettivi professionali. L’immaginazione e la creatività umana, affiancate a un uso mirato della tecnologia e del computer, sono alla base di un nuovo metodo in cui il paradigma di base è determinato dalla capacità di liberarsi dagli schemi precostituiti e, allo stesso tempo, mettere le proprie capacità progettuali al servizio della soluzione dei problemi. 180 l’ARCA 101


AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com

Austria Linz Impianti climatici e di sicurezza Progettazione e direzione dei lavori presso l’ospedale regionale di Freistadt per la realizzazione di: a) impianti climatici, sanitari e del gas; b) impianti elettrici e di sicurezza. Inoltre è prevista la costruzione di nuovi locali per il miglioramento complessivo della struttura sanitaria Project and site management at regional hospital in Freistadt for the realization of: a) climatization, services and gas plants; b) security and electrical plants Scadenza/Deadline: 16/4 Per informazioni: Oö. Gesundheits- und Spitals-AG Hafenstraße 47-51 A-4020 Linz Tel. ++43 05 0554-60-202 21 Fax: ++43 05 0554-60-402 21 E-mail: karl.mueller@gespag.at

Salzburg Ristrutturazione e ampliamento del HTBLA Hallein Progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’istituto tecnico Hallein Project for the restructuring and extension of HTBLA Hallein technical institute Scadenza/Deadline: 7/4 Per informazioni: Bundesimmobiliengesellschaft Naumanngasse 33 A-5020 Salzburg Tel. +43 662 622362 Internet: www.biggesmbh.at E-mail: archinova@aon.at

Vienna Ristrutturazione e ampliamento di un museo Progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento del Museo del XX secolo/Competition for the project for the restructuring and extension of the XXcentury Museum Scadenza/Deadline: 5/5 Per informazioni: Architekt DI Helmut Kunze Pfarrwiesengasse 18/2/10 A-1190 Wien Tel. ++43 1 3205323, Fax ++43 1 3205395

Belgio/Belgium Bruxelles Servizi Architettonici Invito a manifestare interesse per la prestazione di servizi architettonici, di ingegneria e di estimo per gli edifici occupati dalle delegazioni, dalle rappresentanze e dagli uffici della Commissione Europea in Paesi extracomunitari, nonché per le sue delegazioni nell’ambito di organizzazioni internazionali a Ginevra, New York, Vienna, Parigi e Roma

102 l’ARCA 180

+ europaconcorsi

Invitation to express interest in the offer of architecture, engineering services and surveys of the buildings occupied by all delegations, from representative offices to Europe commissions in extracommunity countries, and also in its delegations within international organizations in Geneva, New York, Wien, Paris and Rome Scadenza/Deadline: 11/7/2004 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione Generale RELEX - Relazioni esterne, Unità Amministrazione, Unità K.3, CHAR 08/186 Rue de la Loi/Wetstraat 200 B-1049 Bruxelles Tel. ++32 2 2957432 Fax ++32 2 2964280

Danimarca/Denmark Aarlus Architettura sostenibile: padiglione espositivo Alle soglie della terza generazione dell’architettura sostenibile, l’ente banditore intende esortare gli studenti delle facoltà di progettazione europee ad una maggiore attenzione nei confronti del ruolo dell’architetto quale catalizzatore tra il committente e l’ecologista. Il progetto per il padiglione espositivo verrà effettivamente realizzato durante il workshop estivo organizzato dall’Easa 003/At the beginning of third generation of sustainable architecture, the awarding authority wants to encourage students of European design faculties to a keener attention to the architect role as catalyser between the client and the ecologist. The exhibition pavillon will be built during the summer workshop organized by Easa 003 Scadenza/Deadline: 18/4 Per informazioni: Econ Competition - EASA003 Nørreport 20 8000 Aarhus C Internet: www.easa003.dk E-mail: econ@easa003.dk

Francia/France Caen Sala per musica contemporanea Progetto per la costruzione di una sala per musica contemporanea. Il programma prevede la realizzazione di una struttura comprensiva di una sala da 1.000 posti (250 a sedere, 750 in piedi), sei studi di prova, un jazz-club (100 posti a sedere), nonché tutti i locali tecnici e amministrativi necessari al funzionamento del complesso. Superficie complessiva: 2.000 mq. Costo di costruzione: 2.700.000 Euro/Project for the construction of a contemporary music auditorium. The brief calls for the construction of a structure including a hall for 1,000 people (250 seated, 750 standing), six rehersal studios, a jazz-club (100 seats), and all necessary spaces for technical and administrative activities. Total surface 2,000 sq m, estimated cost: 2,700,000 Euro Scadenza/Deadline: 24/4 Per informazioni: Mairie de Caen - Service Conduite d’Opérations Esplanade Jean-Marie Louvel F-14027 Caen Cedex 4 Tel. ++33 02.31 304531 Fax ++33 02 31304122 E-mail: bburnel@ville-caen.fr

Germania/Germany Berlin Sistemazione della sede centrale dell’università “Johann Wolfgang Goethe” Progetto per sistemazione della sede centrale dell’università “Johann Wolfgang Goethe” Project for the renovation of “Johann Wolfgang Goethe” university central premises Scadenza/Deadline: 17/4 Per informazioni: Achatzi hossbach & lehmhaus Cuxhavener Straße 12-13 D-10555 Berlin Tel. ++49-30 315931-0 Fax ++49-30 3121000 Internet: www.phase1.de/bockenheim E-mail: bockenheim@phase1.de

Ampliamento di un complesso scolastico Progetto per l’ampliamento di un complesso scolastico. Il programma prevede la realizzazione di aule e laboratori nuovi, nonché la realizzazione di una palestra doppia. I lavori devono consentire il normale svolgimento delle lezioni Project for the extension of a school complex. The brief asks for the realization of new classrooms and labs and of a double gymnasium. During the works it must be guaranteed the normal school activities Scadenza/Deadline: 9/4 Per informazioni: Landratsamt Deggendorf Sachgebiet 61, Zimmer Nr. 301 Herrenstraße 18 D-94469 Deggendorf Tel. ++49 0991 3100-322

Frankfurt Internationaler Walter-KolbStädtebaupreis L’aspetto futuro del centro di Francoforte per celebrare il centenario della nascita di Walter Kolb, sindaco famoso per aver plasmato negli anni ‘50 il centro di Francoforte, la fondazione a lui dedicata, insieme alla “Fondazione Albert Speer”, ha indetto un concorso d’idee atto a raccogliere proposte progettuali, senza vincoli di sorta, per lo sviluppo futuro del centro della città To celebrate the centenary of the birth of Walter Kolb, the mayor of Frankfurt famous for having transformed the city centre in the 1950s, the Walter Kolb and Albert Speer Foundations have announced an ideas competition for its future development Scadenza/Deadline: 28/5 Per informazioni: Professor Albert Speer-Stiftung Vorstand, Hedderichstraße 108-110 60596 Frankfurt/Main Tel. ++49 069 605011-0 Fax ++49 069 605011-500 E-mail: d.meurer@as-p.de

Koln IOC/IAKS Award Premio internazionale per impianti sportivi realizzati e operativi tra il 1/1/1995 e il 31/12/2000 International award for sports facilities which were erected and went into operation between 1/1/1995 and 31/12/2000 Scadenza/Deadline: 9/5

Giuria/Jury: Jorge Ehlers, Gilbert Felli, Takazumi Fukuoka, Peter Gattermann, Heinz-Willi Hallmann, Frieder Roskam, Erhard Trankner, Carlos Vera Guardia, Ching-Kuo Wu, Pino Zoppini Per informazioni: Internationale Vereinigung Sport- und Freizeiteinrichtungen (IAKS) Carl-Diem-Weg 3 50933 Koln Tel. ++49 0221 4912991 Fax ++49 0221 4971280 Internet: www.iaks.info E-mail: iaks@iaks.info

Munich Cantiere della “Center-Tower” Ai partecipanti viene richiesto di fornire un progetto per la gestione economica, logistica e funzionale di un cantiere, attraverso la presentazione degli idonei strumenti di studio (Diagramma di Gant, progetto del cantiere ecc.). Massimo 4 studenti per gruppo Based on a challenging high-rise construction project, the contestants will be tackling the construction sequencing, site set-up and installation planning, formwork planning, tendering calculations and supplementary works management. Team of up to four students Scadenza/Deadline: 1/6 Per informazioni: Doka Internet: www.doka.com E-mail: Wettbewerb@doka.de

Regensburg Argini fluviali L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la sistemazione tecnica, architettonica e paesaggistica degli argini fluviali. Viene richiesta particolare attenzione nei confronti dei tratti passanti per il centro storico The awarding autority wants to collect project proposals for the technical, architectureal and landscaping rearrangemnent of river banks. Particular attention should be paid to the sections passing through the historical center Scadenza/Deadline: 26/8 Per informazioni: Architekturbüro Blasch Weitoldstraße 7a D-93047 Regensburg Tel. ++49 0941 595800 Fax ++49 0941 53969

Gran Bretagna/Great Britain Coalville “World Habitat Awards 2003”. Edilizia residenziale innovativa I due premi vengono conferiti ai progetti o alle realizzazioni di unità abitative, che si distinguono per praticità e innovazione nell’ambito della risoluzione delle necessità e dei problemi legati all’edilizia residenziale, con possibilità di applicazione su larga scala/These awards are given annually to human settlements projects that provide practical and innovative solutions to current housing needs and problems, in both developed and developing countries and which are capable of replication Scadenza/Deadline: 1/6

AGENDA

+ europaconcorsi

Per informazioni: Building and Social Housing Foundation Memorial Square Coalville, Leicestershire LE67 3TU Tel. ++44 01530 510444 Fax ++44 01530 510332 Internet: www.bshf.org E-mail: wha@bshf.org

Per informazioni: Targetti sankey C/o Consuelo de Gara Tel. ++39 055 3791295 Internet: www.targetti.com E-mail: c.degara@targetti.it

Oxford

Gardone Riviera (Brescia)

Architectural Press/Teachers in Architecture 2003 Design Competition for an Ecohouse Concorso internazionale per studenti per il progetto di una Ecohouse International competition open to students for the design of an Ecohouse Scadenza/Deadline: 1/6 Primo premio/First Prize: 500 £

Valorizzazione e lo sviluppo sostenibile del lago di Garda Lo scopo del concorso è di premiare tesi di laurea e progetti didattici di particolare interesse per quanto riguarda la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo del lago di Garda, con interesse a territorio e ambiente, turismo e cultura, e che tengano in considerazione l’identità del luogo e valutino i problemi in un’ottica globale The aim of the competition is to prize degree thesis or school projects of particular interest regarding the improvement and the development of lake Garda as far as territory, environment, tourism, culture are concerned Scadenza/Deadline: 30/4

Per informazioni: Susan Roaf School of Architecture Oxford Brookes University Oxford OX3 OBP, UK Fax: ++44 1865 483298 E-mail: tia@brookes.ac.uk

Italia/Italy Bolzano Sistemazione della strada della Pusteria Progettazione preliminare per la sistemazione della strada della Pusteria SS 49 dal km 0,00 al km 29,00 compreso collegamento con statale Val Badia. Importo massimo costi di costruzione 69.230.000 Euro Preliminary project for the rearrangement of SS 49 Pusteria road from km 0,00 to km 29,00 including junction with state road Val Badia. Estimated maximun budget 69,230,000 Euro Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio appalti Via Crispi 2 I-39100 Bolzano Tel. ++39 0471 412514/412504 Fax ++39 0471 412519

Cesena Riqualificazione piazza della Libertà Il tema del concorso è la riqualificazione di tutta la piazza della Libertà per farne un polo di attrazione dell’interesse cittadino. La sistemazione a raso deve raccordarsi con l’uso del sottosuolo destinato alla realizzazione di un parcheggio interrato/The competition theme is the refurbishment of the entire area of piazza della Libertà so to create an attraction pole of the city interest. The ground project has to take into account the creation of an underground parking lot Scadenza/Deadline: 11/4 Per informazioni: Comune di Cesena - Settore Edilizia Pubblica Piazza del Popolo, 10 47023 Cesena (FC) Tel. ++39 0547 356387, Fax ++39 0547 356457 Internet: www.comune.cesena.fc.it

Firenze Targetti Art Light Concorso internazionale per artisti e designer under 35 per l’utilizzo della luce come strumento e contenuto delle loro creazioni/International competition for artists and designers under 35 years of age for using light as an instrument or content of their works Scadenza/Deadline: 6/6 Monte premi/Total prize money: 25.000 Euro

Per informazioni: Comunità del Garda Via Roma 8 25083 Gardone Riviera (BS)

Genova Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica Selezione di progetto preliminare e piano di fattibilità correlato per un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica Selection of a preliminary project and feasibility study for an electrical energy plant from eolian sources Scadenza/Deadline: 22/4 Per informazioni: Comune di Genova Salita S.Francesco 4 16124 Genova Tel. ++39 010 5573231 Fax ++39 010 5577150 Internet: www.comune.genova.it

Gorizia Riqualificazione architettonica e urbanistica di Piazza Vittorio Veneto Ai partecipanti si richiede un progetto per la riqualificazione di un ambito particolarmente pregevole del centro storico, comprendente la Piazza Vittorio Veneto e il sistema degli spazi pubblici centrali Participants are requested to provide a project for a particularly valid requalification of the historical center including Piazza Vittorio Veneto and its central public spaces Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: Comune di Talmassons, ufficio protocollo Internet: www.architetti.gorizia.it

Milano Concept Room/Progetta il tuo spazio Concorso per progettisti grafici, di prodotto e di interni e gruppi di progettisti (max.3 di età media non superiore ai 30 anni) per il progetto di un concepì di uno spazio legato a una delle funzioni del vivere quotidiano dei giovani

International competition open to young graphic, product and interior designers and groups of designers (max.3 with average age of 30 yeras), for a concepì of a room space destined to one of the everyday life function of youngs Scadenza/Deadline: 15/9 Per informazioni: Aiap Viale Col di Lana 12 20136 Milano Tel. ++39 02 58107207 Fax ++39 02 58115016 Internet: www.conceptroom.org E-mail: info@conceptroom.org

Disegno urbano della parte di città situata oltre l’Adda Ai partecipanti si richiedono proposte progettuali per il disegno urbano della parte di città situata oltre l’Adda/Competition for a new urban plan for the part of the city beyond Adda River Scadenza/Deadline: 18/4 Per informazioni: IN/ARCH Sezione provinciale di Milano Via S. Maurilio 23 20123 Milano Tel. ++39 348 0303683 Fax ++39 02 86984701 Internet: www.inarch.lom.it

Montalto di Castro (Viterbo) Teatro Polivalente Concorso per la progettazione di una struttura teatrale polivalente Competition for a multifunctional theatre complex Scadenza/Deadline: 20/5 Per informazioni: Comune di Montalto di Castro C/a Massimo Fordini Sonni Via Panisperna 2 Montalto di Castro (VT) Tel. ++39 0766898383 Fax ++39 0766 879625 E-mail: llpp@comune.montaltodicastro.vt.it

Napoli Riqualificazione urbana nei comuni della provincia di Napoli Idee per la riqualificazione urbana di infrastrutture ricadenti nei comuni della provincia di Napoli. Ai concorrenti è lasciata piena libertà nella progettazione delle opere nel rispetto delle normative urbanistiche ed edilizie inerenti l’area ed il tema oggetto della sezione del Premio. Le proposte progettuali dovranno essere definite al livello di idea e rappresentate in scala libera. Saranno premiate le migliori proposte relative a ciascuna sezione del Premio, una per ciascun Comune aderente all’iniziativa Competition for the urban refurbishment of infrastructures in Naples Province Scadenza/Deadline: 8/4 Per informazioni: Ordine degli Architetti Via Medina 63 80133 Napoli Tel. ++39 081 4202117 - 081 4202358 Internet: www.na.archiworld.it/premiogiovani

Riccione (Rimini) Riqualificazione architettonica e paesaggistica del viale Ceccarini Ai partecipanti si richiedono delle proposte progettuali per la sistemazione, valorizzazione e la riqualificazione architettonica e paesaggistica del viale Ceccarini ipotizzando un nuovo possibile rapporto tra il sistema Porto - viale Ceccarini - Lungomare - P.le Roma e l’edificando Palazzo dei Congressi

Participants are requested to provide project proposals for the architectural and landscaping requalification of viale Ceccarini, assuming a new relashionship between the systsem Porto - viale Ceccarini - Lungomare p.le Roma and thenew building Congress Palace Scadenza/Deadline: 18/7 Per informazioni: Comune di Riccione Settore Lavori Pubblici e Qualità Urbana Viale Vittorio Emanuele II, 2 47838 Riccoine (RN) Tel. ++39 0541 668745 Fax ++39 0541 668744 Internet: www.llpp-riccione.net E-mail: lavoripubblici@comune.riccione.rn.it

Roma Utilizzo innovativo del tufo Concorso Internazionale per tesi di laurea, studenti iscritti all’ultimo anno e giovani architetti e ingegneri per progetti che applichino usi innovativi del tufo/International competition for degree thesis, students of the last year and young architects and engineers for innovative applications of tufus stone Scadenza/Deadline: 7/1/2004 Monte premi/Total prize money: 5.750 Euro Giuria/Jury: Gianfranco Carrara, Carlo De Vito, Ruggero Lenci, Ruggero Martines, Roberto Palombo, Marco Petreschi, Maurizio Sciotti, Silvano Susi, un rappresentante di Cave Riunite (sponsor) Per informazioni: Segreteria Dipartimento Architettura e Urbanistica per l’Ingegneria (DAU) Via Eudossiana 18 00184 Roma Tel. ++39 06 44585916, Fax ++39 06 44585186 Internet: www.ruggerolenci.it E-mail: ruggero.lenci@uniroma1.it

Sulmona (L’Aquila) Sistemazione della viabilità nell’area Japasseri Ai partecipanti si richiedono idee progettuali per la sistemazione della viabilità nell’area Japasseri. Inquadramento urbanistico e progetto planoaltimetrico dell’area, intesa dall’intersezione di viale della Repubblica con, via Lainaccio fino all’intersezione di via Japasseri con via Circ.ne Orientale, passando per via Papa Giovanni XXIII, e riqualificazione ambientale della Fontana Japasseri/Participants are requested project proposals for the road system rearrangement of Japasseri area, form the intersection of viale della Repubblica with via Lainaccio up to the intersection of via Japasseri with via East Ring Road, passing through via Papa Giovanni XXIII and environmental requalification of Japasseri Fountain Scadenza/Deadline: 17/4 Per informazioni: Comunale di Sulmona via P. Mazara 21 Sulmona (AQ) Tel. ++39 0864 242268-242220 Fax ++39 0864 210040-51719 E-mail: sestaripartizione@comune.sulmona.aq.it

Teramo Tercas Architettura Concorso nazionale per il recupero e riqualificazione di un isolato del borgo storico di Castelbasso nel Comune di Castellalto (Teramo) Scadenza: 12/4 Monte premi: 38.750 Euro Per informazioni: Tetraktis Via San Marino 7 64100 Teramo Tel. 0861 211310, Fax 0861 212065 Internet: www.tetraktis.it E-mail: tetraktis@virgilio.it

180 l’ARCA 103


AGENDA Torsanlorenzo (Roma) Premio Vivai Torsanlorenzo Premio con la finalità di promuovere progetti realizzati e la qualità del verde urbano e forestale. Le sezioni sono le seguenti: 1) la progettazione paesaggistica nella trasformazione del territorio - Interventi di restauro, ripristino e recupero ambientale; 2) la cultura del verde urbano - La qualità degli interventi nella città:la piazza, il verde di quartiere, il parco urbano; 3) giardini e parchi privati urbani e suburbani Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: Vivai Torsanlorenzo s.s. Via Campo di Carne 51 00040 Tor San Lorenzo - Ardea (Roma) Tel. 06 91019005, Fax 06 91011602

Olanda/Holland Kellen “Better and smart” Centri industriali del futuro L’ente banditore intende raccogliere idee innovative per il futuro sviluppo di centri industriali. Il tema del concorso è la progettazione di un centro industriale alla periferia di Kellen. Area di progetto: 200 ettari/Business parks filled up very rapidly and have been areas of ugliness for decades. This is a problem that touches all of us. Business parks are a forgotten design challenge. This is also acknowledged by the Dutch government. Participants in the competition will be expressly invited to devise a scintillating plan. Show us the future, nothing is ruled out, the sky’s the limit! The specific challenge being issued to students as follows. Devise something new for Kellen, an established 200 hectare business park close to Tiel Scadenza/Deadline: 1/5 Per informazioni: Province of Gelderland - Business Park Competition Economic Affairs Department P.O.Box 9090 6800 GX Arnhem Internet: www.gelderland.nl/competition E-mail: competition@prv.gelderland.nl

Portogallo/Portugal Coimbra Facoltà di Psicologia e Scienza dell’Educazione Progetto per la costruzione dell’edificio per le facoltà di Psicologia e di Scienza dell’Educazione presso il II polo dell’Università di Coimbra. Superficie lorda: 9.600 mq Project for the construction of a building for the Psycology and Teaching Science Faculties by the 2nd Pole of Coimbra University, gross surface: 9,600 sq.m Scadenza/Deadline: 7/7 Per informazioni: Universidade de Coimbra, Gabinete de Apoio à Reitoria Rua Gomes Freire 22 P-3000-204 Coimbra Tel. ++351 239 484648, Fax ++351 239 482452

Valongo Palazzo di Giustizia Progetto per la realizzazione del Palazzo di Giustizia di Valongo Project for the construction of the Justice Palace in Justice Palace in Valongo Scadenza/Deadline: 15/4

104 l’ARCA 180

+ europaconcorsi

Per informazioni: Instituto de Gestão Financeira e Patrimonial da Justiça (IGFPJ) Avenida 5 de Outubro 124 P-Lisboa Tel. ++351 21 7907700, Fax ++351 21 7933442

Spagna/Spain Santa Cruz de Tenerife Parco “Las Mesas” Progetto per la realizzazione del parco “Las Mesas” a Santa Cruz de Tenerife/Project for the construction of “Las Mesas” park in Santa Cruz de Tenerife Scadenza/Deadline: 13/4 Per informazioni: Excelentisimo Cabildo Insular de Tenerife Plaza de Espana Santa Cruz de Tenerife Tel. ++34 922 239660 - 922 239704 Internet: www.cabtfe.es/

Svizzera/Switzerland Founex Complesso per servizi intercomunali Progetto per la realizzazione di un complesso per servizi intercomunali per “fuoco e acqua”/Project for the construction of a complex for intermunicipal services “fire and water” Scadenza/Deadline: 2/5 Per informazioni: SIDAC C.P 33 1297 Founex Tel. ++41 022 7792370 Fax ++41 022 7792371 E-mail: mailto:pkilchherr@sidac.ch

Ginevra The Aga Khan Award for Architecture 2004 Nona edizione del premio di architettura per opere realizzate entro il 31/12/2002 progettate o utilizzate da comunità Musulmane Ninth edition of the arhcitectural award for works realized by 31/12/2002 and designed for or used by Muslim communities Consegna/Submission: Luglio/July Monte remi/Total prize money: 500,000 US$ Per informazioni: The Aga Khan Award for Architecture 1-3 Avenue de la Paix 1202 Geneva Tel. ++41 22 9097200, Fax ++41 22 9097292 Inernet: www.akdn.org E-mail: akaa@akdn.ch

USA Las Vegas Vegas Sign Design Competition Concorso internazionale per il progetto di un nuovo segno di “benvenuto a Las Vegas” International competition for the design of an innovative “Welcome to Las Vegas” sign Scadenza/Deadline: 1/7 Primo premio/First prize: 1000 US$ Giuria/Jury: Rudy Crisostomo, Dan Edwards, Sandra Harris, Terry Jicinsky, Vicky Richardson, Victor Rodriguez, Jerry Misko, Helga M. Watkins Per informazioni: Joshua Abbey Desert Space Foundation 3902 Chincilla Avenue Las Vegas, Nevada 89121 Tel. ++1 702 8980511, Fax ++1 702 8988792 Internet: www.desertspace.org E-mail: JAbbey@DesertSpace.org

Memphis Shaping the New Waterfront Concorso internazionale per il progetto di un’area pubblica per eventi e un attracco sul fiume Mississippi collegato al centro di Memphis/International competition for the design of a 5 acre urban event site and a riverboat docking facility linking downtown Memphis to the Mississippi River Scadenza/Deadline: 23/4 Monte premi/Total prize money: 50.000 US$ Giuria/Jury: Toni L.Griffin, William Morrish, Stanley Saitowitz, Martha Schwartz Per informazioni: Memphis River Front Internet: www.memphiswaterfront.com/designcompetition

DuPont-Corian for a food and coffee bar Concorso internazionale on-line per lo sviluppo di concetti di design per applicazioni del superfici solide Corian della DuPont per interior design globale o per un bar (banconi, tavoli, display/International on-line competition to develop design concepts on applications of Corian(r) solid surfaces - an exclusive product of DuPont - for distinctive interior design applications and/or provide a global vision of ‘interior’ and/or ‘bar -furniture’ such as innovative worktops, tables, displays ... Iscrizione/Registration: 25/4 Consegna/Submission: 20/5 Monte premi/Total prize money: 5.000 Euro Giuria/Jury: Asymptote, El Ultimo Grito, Luca Trazzi, Michael Young, Birgit Lohmann, Claudio Greco, Massimo Fucci Per informazioni: Internet: www.designboom.com

Web Europan 7 Concorso internazionale online sul tema “La sfida della periferia” International online competition on the theme “Suburban Challenge” Iscrizione/Registration: 2/5 Consegna/Submission: 2/6 Per informazioni: Stichting Europan Nederland (Emmie Vos and Sandra Mellaart) P.O. Box 2182 3000 CD Rotterdam The Netherlands Telephone +31 (0)10 440 12 38 Fax +31 (0)10 436 00 90 Visitors’ address: Museumpark 25 in Rotterdam E-mail: office@europan.nl Internet: www.europan-europe.com

E-Motion in Motion Concorso internazionale online per studenti e professionisti sul tema “Sicurezza ProtoFunctional in Viaggio” per concetti di design che esplorano le creatività e le innovazioni rese possibili dall’uso delle tecnologie aggiuntive/International online competition open to students and professional designers on the theme “ProtoFunctional Safety in Travel”, inviting to submit new design concepts searching for new creativity and solutions made possible by the use of additional technologies Iscrizione/Registration: 30/4 Consegna/Submission: 20/6 Per informazioni: DSM Somos Michelle Wyatt 2 Penn’s Way, Suite 401 New Castle, DE 19720, USA Tel. ++1 302 3268100 E-mail: Americas@dsmsomos.info Melisa Lasell Via della Stazione 7F 00042 Anzio (Roma), Italia Tel. ++39 06 9865179, Fax ++39 06 9871694 E-mail: Europe@dsmsomos.info Internet: www.dsmsomos.com/e-motion

The High Line Competition Concorso internazionale per il riutilizzo della High Line, la linea ferroviaria metropolitana sopraelevata tra Gansevoort Market e il Jacob Javits Convention Center a Manhattan International competition for the reuse of the High Line is a 1.5 milelong elevated rail line that runs from the Gansevoort Market to the Jacob Javits Convention Center along Manhattan’s West Side Scadenza/Deadline: 5/5 Per informazioni: Internet: www.thehighline.org/competition

Design Your Dream Ducati Concorso internazionale per il progetto di una Ducati, per opere d’arte e oggetti di design ispirati alla tradizione Ducati/International competition for the design of a Ducati motorcycle, for artworks or design objects inspired by Ducati tradition Scadenza/Deadline: 31/5 Per informazioni: Ducati Internet: www.ducati.com/design/index.jhtml

Utopia 1.0 Concorso internazionale per progettiu legati al tema “Comunicare in un mondo sostenibile”/International competition for projects concerning the theme “Communicating in a Sustainable World” Scadenza/Deadline: 30/4 Monte premi/Total prize money: 8.000 Euro in travel vouchers Per informazioni: Internet: www.saint-etienneconcours.com/utopia1.0

Affidamenti

Per i bandi completi www.europaconcorsi.com

Italia/Italy

AGENDA

+ europaconcorsi

Brescia

Castelfiorentino (Firenze)

Grosseto

Pomezia (Roma)

Elenco professionisti: indagini geognostiche L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di indagini geognostiche relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12

Elenco professionisti L’ente intende procedere alla predisposizione dell’elenco dei professionisti idonei per il conferimento di incarichi al di sotto di 40.000 Euro, per la progettazione, direzione lavori e consulenza in materia di Lavori Pubblici inseriti nel programma triennale 2001/2003 del delle opere pubbliche Scadenza: 31/12

Nuovo parcheggio ed alloggi per ultrasessantacinquenni. Castiglione della Pescaia L’ente intende realizzare con capitali privati, ai sensi dell’art. 37-bis della Legge 109/94 e s.m. e i. le seguenti opere comprese nel programma triennale dei lavori relativo al triennio 2003/2005: realizzazione di parcheggio terrazzato in Via dell’Oliveto nel Capoluogo; costruzione di alloggi per ultrasessantacinquenni nell’area della RSA del Capoluogo Scadenza: 30/6

Elenco di professionisti Formazione di un elenco di professionisti abilitati ai fini dell’affidamento di incarichi professionali per servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 31/12

Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760

Elenco professionisti: progettazione degli impianti L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di progettazione degli impianti relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760

Elenco professionisti: pratiche catastali L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di pratiche catastali relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760

Elenco professionisti: progettazione delle strutture portanti L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di progettazione delle strutture portanti relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica referente: Sig.ra Romelli Tel. 030 2117760

Elenco professionisti: coordinamento in materia di sicurezza L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di coordinamento in materia di sicurezza e di salute durante la progettazione dell’opera (CSP) e la realizzazione dell’opera (CSE) relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica referente: Sig.ra Romelli Tel. 030 2117760

Per informazioni: Comune di Castelfiorentino Piazza del Popolo 1 Tel.0571 6861 Internet: www.comune.castelfiorentino.fi.it E-mail: info@comune.castelfiorentino.fi.it

Ercolano (Napoli) Completamento rete fognaria Direzione lavori, coordinatore sicurezza per il completamento rete fognaria comune di Ercolano. Importo complessivo stimato dell’intervento: Euro 6.516.273,53 Scadenza: 17/4 Per informazioni: Comune di Ercolano C.so Resina 39 Ercolano (NA) Tel. 081 7881111 Fax 081 7881252 E-mail: Ercol@rcm.napoli.it

Formigine (Modena) 5 opere da realizzare in Project Financing Studio di inquadramento territoriale ambientale, studio di fattibilità, progetto preliminare, bozza di convenzione per la realizzazione delle seguenti opere: gestione della Nuova sede per gli uffici comunali di Formigine, nuova scuola elementare del capoluogo; nuova scuola materna del capoluogo; realizzazione centro pasti; riqualificazione area ed edificio Ca’ Bella a Colombaro Scadenza: 30/4 Per informazioni: Comune di Formigine Area 3 - Pianificazione Programmazione e Sviluppo del Territorio Via Mazzini 12 41043 Formigine (MO) Tel. 059 416111, 059 416321 Fax 059 416300

Alliste (Lecce)

Caserta

Genova

Elenco professionisti L’ente intende procedere alla predisposizione dell’elenco dei professionisti idonei per il conferimento di incarichi (per i settori appresso specificati entro il limite di onorari entro i 40.000 Euro, senza prevedere limiti temporali). Gli elenchi saranno composti dalle seguenti distinte e in tipologie di lavori: - opere stradali e infrastrutturali ; - edilizia civile; restauro beni architettonici; progettazione strutturale; progettazione impiantistica, - ambiente (parchi, recupero ambientale, impianti depurativi, ecc.) Scadenza: 31/12

Collegamento in galleria È intenzione di questa Amministrazione indire (ai sensi art. 37/bis L. 109/94 una esplorazione di mercato), tramite procedura informale, al fine di individuare un operatore economico disponibile a progettare e realizzare un collegamento in galleria tra le opere relative al miglioramento del nodo tra la SS 264 - SS 87 nuovo svincolo autostradale di S. Maria CV e la Variante di Caserta, tramite contratto di concessione, di cui art. 19, secondo comma, L. 109/94, con risorse totalmente a carico dell’operatore stesso. Scadenza: 30/6

Complesso industriale nell’area di Genova Campi Proposta di Project Financing (studio di inquadramento territoriale e ambientale; b) studio di fattibilità dell’opera; c) progetto preliminare dell’opera; d) bozza di convenzione) per la realizzazione di un complesso industriale nell’area di Genova Campi, (ai sensi dell’art. 37 bis e ss. Legge 109/94 e s.m.i.). Costo dei lavori: 40.000.000,00 Euro Scadenza: 24/4

Per informazioni: Comune di Alliste Piazza Municipio 73040 Alliste (LE) Internet: http://web.tiscalinet.it/comunealliste

Per informazioni: Provincia di Caserta Settore Viabilità 81100 Caserta

Per informazioni: Azienda Mobilità e Trasporti SpA, Direzione Impianti Via L. Montaldo 2 16137 Genova Tel. 010 5582460 Fax 010 5582400 Internet: www.amt.genova.it

Per informazioni: Comune di Castiglione della Pescaia Ufficio Lavori Pubblici Tel. 0564 939723 - 0564 927411 Internet: www.col-castiglionegr.it

Imperia Nuovo edificio ad uso servizi presso il presidio ospedaliero di Imperia Redazione della progettazione, prestazioni professionali accessorie compreso il Coordinamento sicurezza in fase di esecuzione, indagini geologiche e direzione lavori assistenza, misure contabilità per la Costruzione di nuovo edificio ad uso servizi e degenze presso il presidio ospedaliero di Imperia. Quantitativo o entità totale: 6.366.867,75 Euro Scadenza: 18/4 Per informazioni: Azienda ULS n. 1 Imperiese, UO Gestione Tecnica, UO Gare Va Aurelia 97 I-18032 Bussana di Sanremo (IM) Tel. 0184 536581, Fax 0184 536588

Lucca Elenco professionisti. Comune di Massarosa Progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, assistenza alla d.l., contabilità, collaudo, coordinamento per la sicurezza, consulenze calcoli in c.a., strutture, relazioni geologiche e geotecniche, rilievi,studi di impatto ambientale, e qualsiasi altra prestazione professionale tecnicoamministrativa necessaria per la realizzazione di opere pubbliche. Importo: 40.000 Euro Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Massarosa Piazza Taddei 1 55054 Massarosa (LU) Tel. 0584 979315- 979317 Fax 0584/979300 Internet: www.comune.massarosa.lu.it E-mail: info@comune.massarosa.lu.it

Messina Riqualificazione urbana e funzionale del Villaggio Torre Faro (rettifica) Progettazione definitiva ed esecutiva. Coordinamento della sicurezza in fase progettuale ed esecutiva e direzione lavori inerente interventi di Riqualificazione urbana e funzionale del Villaggio Torre Faro e adeguamento funzionale della Piazza di Torre Faro. Importo complessivo stimato del lotto: 2.680.000 Euro Scadenza: 15/4 Per informazioni: Comune di Messina Piazza Unione Europea I-98100 Messina Tel. 090 7721 Fax 090 716886

Per informazioni: Comune di Pomezia Piazza Indipendenza 1 00040 Pomezia (RM) Tel. 06 91146251, Fax 06 91146236

Roma Pratiche in materia di vigilanza e controllo degli interventi finanziati attraverso il FSE Trasferimento di buone pratiche in materia di vigilanza e controllo degli interventi finanziati attraverso il FSE - diffusione, supporto tecnico, implementazione modello integrato dei controlli delle attività finanziate attraverso il Fondo Sociale Europeo Scadenza: 15/4 Per informazioni: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Ufficio Centrale Orientamento e Formazione Professionale - Div. III Via Fornovo 8 I-00195 Roma Tel. 06 43587843, 06 46835324, 06 46835326 Fax 06 46835332

Prolungamento della linea B della Metropolitana: tratta RebibbiaG.R.A. (rettifica) Progettazione preliminare e definitiva del prolungamento della linea B della Metropolitana di Roma, tratta Rebibbia-G.R.A., e per la individuazione di un sistema di trasporto pubblico, e successiva progettazione preliminare, sulla tratta G.R.A. SettecaminiSetteville. L’importo stimato a base di asta dei servizi oggetto del presente appalto e’ di Euro 3.054.559,87 Scadenza: 14/4 Per informazioni: Comune di Roma Dipartimento VII, Politiche della Mobilità, U.O. Sistemi di Mobilità Via Capitan Bavastro 94 I-00154 Roma Tel. 06 57902150/2232 Fax 06 5740033

Treviso Centro servizi ed un centro sportivo polivalente. San Vendemiano Le opere per le quali i promotori possono presentare proposte autonome di realizzazione sono quelle sotto elencate: 1. realizzazione di un centro servizi. L’intervento consiste nella realizzazione di un centro studi e congressuale, di salette riunioni, di spazi espositivi e commerciali, di una struttura ricettiva. Costo presunto dell’investimento Euro 14.000.000,00; 2. realizzazione di un centro sportivo polivalente. L’intervento consiste nella realizzazione di un complesso natatorio e sportivo con annessi centro benessere - relax e spazi per attività commerciali. Costo presunto dell’investimento Euro 7.000.000,00 Scadenza: 30/6

180 l’ARCA 105


AGENDA Per informazioni: Comune di San Vendemmiano Via Alcide De Gasperi 55 31020 San Vendemmiano (TV) Tel. 0438 401741 Fax 0438 401780

Varese Elenco di professionisti e società: mappatura su ampia scala del registro fondiario (catasto). Ispra Formazione di un elenco di professionisti e società per: Studi intesi a valutare la messa in opera di programmi di mappatura su ampia scala e programmi del registro fondiario (catasto) nell’Unione europea e nei paesi candidati Scadenza: 11/4/2005 Per informazioni: Commissione europea, Direzione generale Centro comune di ricerca Sede di Ispra, Istituto per la protezione e la sicurezza dei cittadini, unità Supporto di gestione Att: F. Graham 21020 Ispra (VA) Tel. 0332 789154 Fax 0332 786243

Verolanuova (Brescia) Impianto ludico polifunzionale e caserma carabinieri Realizzazione della nuova costruzione impianto ludico polifunzionale e caserma carabinieri per un importo di Euro 5.000.000,00 compreso I.V.A., finanziati con Euro 2.000.000,00 mediante cessione di immobili e con Euro 3.000.000,00 a carico di operatori privati, da individuarsi secondo lo strumento del project financing previsto dall’art. 37-bis e seguenti della legge n. 109/1994 e s.m.i. Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Verolanuova Piazza Libertà 37 Verolanuova (BS) Tel. 030 9365060 Fax 030 9361821

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

+ europaconcorsi

Urbino “La città ideale” e altri progetti di Giancarlo De Carlo 29/4 Per informazioni: Forum d’Urbanisme et d’Architecture 1 place Pierre Gautier, Nice Tel. ++33 04 97133151 Fax ++33 04 97132002 Internet: www.nicecoteazur.org/francais/tourisme/environne ment/architecture/index.html E-mail: forum@nice-coteazur.org

Toulouse Centre Méridional de l’Architecture et de la Ville Francesco Rius I Camps. Architetto 15/4 Per informazioni: Centre Méridional de l’Architecture et de la ville 5, Rue Saint-Pantaléon Toulouse Tel. ++33 05 61216119 Fax ++033 05 61219053 Internet: http://cmav.free.fr/prog.htm E-mail: poiesisar@aol.com

Italia/Italy Busto Arsizio (Varese) CentroExpo Ediltek Clima. La climatizzazione residenziale 19/4 Per informazioni: Cee-Europromoter Piazza Garibaldi, 1/bis Busto Arsizio (VA) Tel. ++39 0331 679815 Fax ++39 0331 632638 Internet: www.bustofiere.com/ediltek/convegni.asp? offset=8 E-mail: ediltek@bustofiere.com

Orta S. Giulio (Novara) Orta S. Giulio Restauro dei monumenti e degli edifici antichi Per informazioni: Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Vercelli Corso Garibaldi, 53 Vercelli Tel. ++39 0161 256525 Fax ++39 0161 266191 Internet: www.vc.archiworld.it/novita.htm E-mail: convegno.orta@tiscali.it

Roma Cile/Chile Santiago del Cile Universidad de Chile 51º Congreso Internacional de Americanistas 14/7 -18/7 Per informazioni: 51 ICA - Universidad de Chile Diagonal Paraguay 265 of. 1405 Santiago de Chile Tel. ++56 2 6782061 Fax ++56 2 678212

Francia/France

The Studium Urbis Giambattista Nolli, Imago Urbis, and Rome Conferenza internazionale International conference 31/5 -2/6 Per informazioni: The Studium Urbis Via di Montoro 24 00186 Rome Tel. ++39 06 6861191 Internet: www.studiumurbis,org E-mail: info@studiumurbis.org

Messico/Mexico

Per informazioni: Centro Nacional de Conservación, Restauración y Museología Calle Cuba, 610 e/ Sol y Luz - La Habana Vieja Cuba Tel. ++53 7 861 3775, Fax ++53 7 33 5696 Internet: www.cnpc.cult.cu/cnpc/cencrem/VI%20Co ngreso/web%20congreso/ E-mail: congreso6@cencrem.cult.cu

Olanda/Holland Rotterdam Varie sedi 1st Architectural Biennial: Mobility 7/5-7/7 Per informazioni: Internet: www.biennalerotterdam.nl

Spagna/Spain Barcellona FAD Auditorium Pasado Mañana: Design, Culture and Society 24/4-26/4 Techné Design Wisdom: 5th European Academy of Design Conference 28/4-30/4 Per informazioni: Barcelona Year of Design 2003 FAD Plaça dels Angels 5-6 08001 Barcelona Tel. ++34 93 4437520 Fax ++34 93 3296079 Internet: www.designyear2003.org E-mail: press@designyear2003.org

Honolulu School of Architecture The 5th International Symposium on Asia Pacific Architecture. Creating livable communities 9/4-11/4 Per informazioni: School of Architecture 2410 Campus Road Honolulu Tel. ++1 808 9563469 Fax ++1 808 956-7778 Internet: http://web1.arch.hawaii.edu/ soa_alt1/events/symposium5/ E-mail: archsymp@hawaii.edu

Ithaca Cornell University/Sibley Hall Spring Lectures: Srdjan Jovanovic Weiss & Sabine von Fischer: Interactive Normalization 8/4 Alessandra Ponte: The Archive of the Planet: Type, Photography and Memory in French Human Geography 15/4 Michael Webb: Rented... 22/4 Per informazioni: Cornell University Department of Architecture 143 East Sibley Hall Ithaca, New York 14853 Internet: www.architecture.cornell.edu

Marina del Rey Svizzera/Switzerland Mendrisio Accademia di Architettura Quali fini per l’innovazione tecnologica? 9/4 Pensare gli 8 miliardi di esseri umani nel 2020. Le nuove regole della casa 30/4 Per informazioni: Cristiana Spinedi Largo Bernasconi, 2 Mendrisio Tel. ++41 91 6404861, Cell. 0041 76 3926067 Fax ++41 91 6404813 Internet: www.unisi.ch/eventi E-mail: info@unisi.ch

Turchia/Turkey

Marina Beach Marriott 2003 Design-Build Transportation Conference, “Streamlining Delivery - Keeping the Wheels Moving” 2/4-4/4 Per informazioni: Design-Build Institute of America 1010 Massachusetts Avenue, NW, Third Floor Washington, DC 20001-5402 Tel. ++1 202 6820110 Fax ++1 202 6825877 Internet: www.dbia.org E-mail: dbia@dbia.org

San Diego Convention Center AIA National Convention 8/5-10/5 Per informazioni: AIA Convention 2003 Internet: www.aiaconvention.com E-mail: infocentral@aia.com, aiaexpo@mccomm.com

Istanbul Istanbul technical university Archiprix International Mostra, conferenza e seminario internazionale di arhitettura International architecture exhibition, conference and workshop 14/6-20/6

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

Per informazioni: Archiprix International Internet: www.archiprix.org

USA

Nice

Campeche

Cambridge (Massachussetts)

Auditorium du MAMAC Urbino La città ideale del Rinascimento 16/4

Convento de Santa Clara de Asís VI° Congreso Patrimonio Cultural: Contexto y Conservación 14/4-18/4

Harvard University-Graduate School of Design Large Parks: New Perspectives 10/4-12/4

106 l’ARCA 180

Per informazioni: Harvard University Graduate School of Design George Gund Hall 48 Quincy Street Cambridge, MA 02138 Tel. ++1 617 4950647 Internet: www.gsd.harvard.edu/largeparks

Austria Graz Haus der Architektur Graz Event City. La città come evento Fino al/through 27/6

AGENDA

+ europaconcorsi

Vienna

Parigi

Architekturzentrum Just Build It! The Buiildings of Rural Studio 6/3-2/6

VIA Yamo 14/3-11/5 Design et son 23/5-21/6 VIA/Les écoles de design 4/7-24/8 VIA/Les Labels 2003 5/9-12/10 Design et Sport 26/10-31/12

MAK Gerald Zugmann: Blue universe, transforming models into pictures. Architectural projects by Coop Himmelb(l)au 5/2-21/4 Aichwalder und Strobl design 29/1-27/4 Carlo Scarpa: The craft of architecture 9/4-14/9 Zaha Hadid 14/5-17/8 Foreign Office Architects: Species-FOA’s phylogenesis 21/5-3/8 Michael Lisner/Virtual Dynamix: 3D Informational Architecture 4/6-27/7

Belgio/Belgium Bruxelles Musée d’Architecture Paul Emile Vincent: sguardo su un architetto contemporaneo Fino al/through 27/4 Antoine Courtens, créateur Art Deco 19/11/2002-27/4

Montreal CCA La luce artificiale: Hal Ingberg Fino al/through 1/6

Espace EDF Electra Les bâtisseurs de lumière, architectures mexicaines contemporaines 27/2-27/4

Royal Academy of Arts Summer Exhibition Fino al/through 19/8

La Galerie d’Architecture In Senso Industriale: Michele De Lucchi 18/3-19/4

Toulouse Centre Méridional de l’Architecture et de la Ville Silence et couleurs. Le langage des murs 15/3-17/5

Berlino Vitra Design Museum Take a Seat! 200 Years of Design History from the Collection of Vitra Design Museum 25/1-22/6

Framework Die Stadt als Bühne-La città come qiunta 14/3-17/4

Humlebaek

Frankfurt am Main

Louisiana Museum Renzo Piano: The Architect’s Studio 9/5-14/9

Schirn Kunsthalle Visions and Utopias Architectural Drawings from Moma New York 29/4-3/8

Museum of Finnish Architecture Drawn in Sand. Visioni irrealizzate di Alvar Aalto 13/6/2002-28/8

Francia/France

London

The Building Centre Trust Gallery 50/50: Crowning Achievements Future Prospects 24/6/2002-12/9

Danish Design Centre Nuove generazioni di componenti costruttive 15/6/2002-23/7

Helsinki

Gran Bretagna/Great Britain

Centre Pompidou Philippe Starck 26/2-12/5

Copenhagen

Finlandia/Finland

Big Sisht Kolonihaven-The International Challenge Fino al/through 2/8

Design Museum Designer of the Year 2/3-29/5

Akademie der Kunste Gluck-Stadt-Raum. Europa 1945-2000 Fino al/through 1/12

Danimarca/Denmark

Tokyo

Site Odéon 5 Christian Robert-Tissot 29/1-19/4

Germania/Germany Canada

Giappone/Japan

DAM Oscar Niemeyer, una leggenda del Moderno 28/2-11/5

Koln Museum für Angewandte Kunst Ettore Sottsass & Associati 13/1-25/5

Bordeaux

Weil am Rhein

Arc en rêve New Trends of Architecture in Europe and Japan 2002 6/2-20/4

Vitra Design Museum Ingo Maurer - Light - Reaching for the Moon 3/10/2002-10/8

RIBA Ephemeral Structures in the City of Athens 22/4-24/5 Victoria & Albert Museum Art Deco 1910-1939 27/3-20/7

Italia/Italy Cagliari Centro d’Arte e Cultura Exma Adalberto Libera 15/2-15/5

Milano

Five design disciplines on the edge of reality: Reality Machines 7/2-20/4

Spagna/Spain Barcellona Museum of Decorative Arts Living in Motion: Design and Architecture for flexible living 14/2-25/5 MACBA Richard Hamilton: In Perspective 7/3-1/6 Capella Convent dels Angels Objecting: Memory and Innovation 15/3-31/5 Ceramics Museum Pere Noguera: Lands 28/3-31/8 Centre d’Art Santa Monica Ron Arad: Taking Liberties 27/3-12/5 Centre de Cultura Contemporania Junk Culture: Caving through Taste 20/5-31/8 Guild of Architectural Engineers and Technical Architects New Glassware 24/4-23/5 La Capella de l’Antic Hospital R-Revistes 7/5-15/6 Barcelo Sants Hotel Biennale delle città e degli urbanisti in Europa: Connecting the City: Connecting citizens 10/4-12/4

Artopia Real Window 25/2-18/4

Vitoria-Gasteiz

Nave (Brescia)

Artium L’opera di Charles and Ray Eames. L’eredità dell’invenzione 22/1-4/5

Galleria Giuseppe Rivadossi Officina Marek Nester Piotrowski-Teoria e pratica nell’architettura fieristica 18/1-12/4

Svizzera/Switzerland Films Dorf

Roma Accademia di San Luca Mario Ridolfi: Sessant’anni di architetture in sessanta disegni, 1924-1984 13/3-19/4 Casa di Goethe Ernst Willers, paesaggi italiani 12/2-5/5

Verona Mobilia International Lavorando con la luce 14/2-26/4

Olanda/Holland

Das Gelbe Haus Schön & Gut. Design aus der Schweiz Fino al/through 27/4

Lugano Museo Cantonale d’arte La cultura architettonica italiana in Russia da Caterina II ad Alessandro I 5/10-11/1/2004

Taiwan Taipei Fine Arts Museum Archigram. Experimental Architecture 1961-1974 15/3-8/6

Rotterdam NAI IN Progress 14/2-16/4 Tatirama: Architecture and film of Jacques Tati 16/1-27/4

USA Bellevue Art Museum Trespassing: Houses x Artists 29/1-27/7

180 l’ARCA 107


AGENDA

+ europaconcorsi

Cambridge (Massachussetts)

Yale

Harvard University-Graduate School of Design Large Parks: New Perspectives 31/3-26/5

Yale School of Architecture Work of Tod Williams and Billie Tsien 17/2-4/5

Chicago

Washington

The Art Institute David Adler, Architect: The Elements of Style Fino al/through 18/5

National Building Museum Do It Yourself: Home Improvement in 20th Century America 19/10/2002-10/8 Big and Green: Toward Sustainable Architecture in the 21st Century 17/1 -22/6 Picture This: finestre sulle case americane 29/3-11/8

Archicenter Tadao Ando’s Pulitzer Foundation for the Arts, St. Louis 26/2-1/6

Denver Art Museum 20th Century Design: Breaking All the Rules fino al/through 31/12

Houston The Menil Collection Donald Judd. Early Work 1955-1968 31/1-27/4

Williamstown (Massachussetts) Clark Art Instute Tadao Ando 28/9/2002-27/4

Mostre d’arte Art Exhibitions

Ithaca

County Museum of Art Making: Unique Art Installations Created by 5 Art Schools Fino al/through 19/4 MAK L.A. Trespassing: Houses x Artists 29/1-13/4

New Haven Architecture allery Matter: Work of Tod Williams and Billie Tsien 18/2-9/5

New York New Museum Super-ficial: The Surfaces in a Digital Age 31/1-13/4 Living Inside the Grid 28/2-15/6 Whitney Museum of American Art Scanning: the aberrant achitectures of Diller+Scofidio 2/3-1/6 Grand Central Terminal 100% Catalan Design 7/4-18/4

Pittsburgh The Heinz Architectural Center Windshield: Richard Neutra’s House for the John Nicholas Brown Family 2/3-11/5

108 l’ARCA 180

Humlebaek Louisiana Musuem Wolfgang Tillmans: View from Above 15/1-21/4 Louise Bourgeois 14/2-22/6 Arnold Newman 23/5-31/8 Roy Lichtenstein 22/8-11/1/2004 Thomas Demand 10/10-14/12

Francia/France Avignone Collection Lambert Rendez vous 4 25/1-27/4 Coollustre 25/5-28/9

Musée Condé Abd El-Kader et l’Algérie au XIXe siècle 22/2-21/4

Long Beach

Los Angeles

Danimarca/Denmark

Chantilly

Cornell University/Sibley Dome Michael Webb 20/4-30/4

University Art Museum Under Construction: The Architecture of Marmol+Associates 28/1-20/4

Edouard Vuillard 15/5-24/8 Maurice Denis, Photographer 15/5-24/8 Françoise Sullivan 19/6-5/10

Austria Vienna Kunsthaus Daniel Spoerri. Chance as master 20/2-1/6 Kunsthistorisches Museum Parmigianino e il Manierismo europeo 4/6-14/9 Kunstforum Futurismus-Radikale Avantgarde 7/3-29/6 Picasso/Chagall/Jawlensky 4/9-30/11 Roy Lichtenstein 11/12-7/3/2004 MAK Dorothee Redelsteiner: Taki-To children’s fashion 9/4-25/5 Mickry 3 Supermarket 23/4-8/6 Kurt Kocherscheidt: The continuing image 25/6-5/10

Canada Montreal Museum of Fine Arts Voyage into Myth: The French Avangarde from Gauguin to Matisse 4/2-20/4 Rolph Scarlett-Art, Design and Jewellery 13/2-13/4 Carl Poul Petersen, Silversmith 13/2-13/4 Eclectic Clay 26/2-12/10

Grenoble Musée de Grenoble La Nouvelle Objectivité. Œuvres graphiques, Allemagne Années 20 15/2-11/5 Magasin Andreas Dobler 16/3-1/6

Lille Musée d’art moderne Le ludique 11/4-23/8 Les Chemins de l’art brut 13/9-17/11 Hommage à Maurice Jardot 30/10-17/11 Robert Filliou, génie sans talent 6/12-30/3/2004

Lyon Musée des Beaux Arts Chefs-d’œuvre de la Collection Winthorpe 14/3-16/5 Musée d’art contemporain Kim Sooja - Conditions d’Humanité 5/2-20/4

Nantes Le Lieu Unique L’art biotech 14/3-4/5 Actif/Réactif, la création vivante en Pays de Loire 27/6-7/9

Bloum 28/2-1/6 Arte Povera: photographies de Paolo Mussat Sartor 14/6-79 Pier Paolo Calzolari 14/6-30/10 Margaret Michel/Bernard Venet 31/10-7/12 Galerie des Ponchettes Martin Caminiti 11/4-8/6 Seund Ja Rhee 20/6-31/8 Septembre del photo 15/9-15/10 Galerie Sainte-Reparate Arts populaires et festifs Méditerranéens 12/2-27/4 Sylvie Osinski, Sonia Grodvic, Muriel Grégoire : synergie dessins, 3 femmes, 3 dessins 13/5-29/6 Champollion 15/7-31/10 Musée de Paleonthologie Humaine Les femmes préhistoriques : Eves et rêves, le retour Fino al/through 24/2/2004 Musée des Beaux Arts Jules Cheret et les Pastels 7/3-1/6 Seund Ja Rhee, artiste coréenne 20/6-31/8 Galerie Qvadrige William Xerra Performance Io Mento 12/4 Norbert Hartmann 18/4-24/5 Uno Svensson illustre Les Chants X + XIV de Paradis dans La Divine Comédie 6/6-5/7

Paris Centre Pompidou Le Portrait Atelier Brancusi 25/9/2002-7/4 Pierrette Bloch 25/9/2002-31/12 La culture pour vivre, de Georges Braque à Aurélie Nemours 25/9/2002-30/12 Ugo Rondinone : Roundelay 5/3-28/4 Grand Palais Chagall 13/3-23/6 Le Parvis de Notre-Dame Archéologie et histoire 11/10/200-27/4 Musée du Louvre Memoires du visible 17/1-14/4 Leonardo da Vinci 9/5-14/7 Musée d’Orsay Daguerrotypes 15/5-17/8 Jeu de Paume Magritte 11/2-9/6

Nice

Musée Jacquemart-André De Caillebotte à Picasso Fino al/through 15/6

Musée d’art moderne et contemporain Barry Flanagan 6/12/2002-25/5

Musée du Luxembourg Gauguin et Pont-Aven 2/4-22/6

AGENDA Centre National de la Photographie Kyoichi Tsuzuki Federico Patellani Moly Sabata 12/3-1/6 Jean-Pierre Khazem 30/4-1/6 Fables de l’identité 18/6-25/8 Valie Export Christelle Familiari 10/9-24/11 Philippe Durand 22/10-24/11 Maison de la Culture du Japon Blackout : Photographie japonaise contemporaine 4/2-12/4 Site Odéon Christian Robert-Tissot : Accept Nothing Less 29/1-19/4 Maison de la Lorraine Yan Ker 28/4-10/5

+ europaconcorsi

Estorick Collection Giorgio De Chirico and the Myth of Ariadne 22/1-13/4 Purdy Hicks Gallery Andrzej Jackowski Drawings 19632003 21/3-26/4 Victoria and Albert Museum The Adventures of Hamza 5/3-8/6

Manchester

Toulouse Les Abattoris Blast to Freeze: L’art Britannique au XXe siècle Fino al/through 11/5

Germania/Germany Frankfurt am Main Schirn Kunsthalle Grotesque! 27/3-9/6 At Your Own Risk 27/6-7/9 Paul Klee: 1933 18/9-30/11

Liverpool Tate Thomas Ruff: Photographs 1979 to Present 8/2-7/7 Paul Nash 23/7-19/10

Londra Tate Modern Max Beckmann 12/2-5/5 Realism in the Twentieth Century Photograph 5/6-7/9 Tate Britain Marcus Gheeraerts II: Elizabethan Artist fino al/through 20/4 Days Like These: Tate Triennial of Contemporary British Art 2003 26/2-26/5 Wolfgang Tillmans 6/6-14/9 Bridget Riley 26/6-28/9 Dulwich Picture Gallery Abstraction on the Beach: John Piper in the 1930s 2/4-22/6

Firenze Palazzo Medici Riccardi Stanze segrete - stanze scomparse 25/3-28/9

Cube Alsop&McLean: Two Chairs 28/2-8/5

St-Yves

Genova

Tate Painting Not Painting 8/2-11/5 Pier Arts Centre Collection 8/2-25/1/2004

Villa Croce Avanguardia a Genova degli anni Sessanta 4/4-15/6

Gubbio (Perugia) Grecia/Greece Atene Torre della Regina/Parco della Coscienza Ambientale di Ilio Cosmos-XI Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo 6/6-15/6

Italia/Italy Aosta Tour Fromage Da cima a fondo 23/11/2002-7/9 Museo Archeologico Il gioco nell’arte: da Klee a Boetti 20/12/2002-13/5

Bologna Gran Bretagna/Great Britain

Palazzo dei Diamanti Degas e gli italiani a Parigi 16/2-18/5 Shakespeare nell’arte 16/2-15/6

Palazzo Vecchio Domenica Regazzoni: Dal Legno al suono 28/3-3/5

Saint-Jeannet Chapelle Saint Jean-Baptiste Chersicla. Sculptures 24/5-29/6

Ferrara

Galleria Arte Moderna Text Works: Opere dalla Collezione di Museion Bolzano 22/1-29/6

Palazzo Ducale Collezione Panza di Biumo Fino al/through 4/12

Lissone (Milano) Civica Galleria d’arte contemporanea Le Corbusier pittore, scultore, designer 23/3-15/6

Lucca

Fondazione Barbera ABC: Alfabeti per il nuovo millennio, lettere figure, scritture 2/3-19/4

Mogliano Veneto (Treviso) Brolo Henri de Toulouse-Lautrec. Lo sguardo e il segno 16/2 -16/5

Parma Galleria Nazionale Parmigianino e il Manierismo europeo 8/2-15/5

Pistoia Museo Marini Marino Marini e il teatro 22/3-31/8

Ravenna

Reggio Emilia

KunstMeran L’idea letteraria: l’origine dei testi 26/3-18/5 Oswald Oberhuber 28/5-31/8 Meta.fisica: Arte e filosofia da De Chirico all’Arte Povera 11/9-6/1/2004

Palazzo Magnani Maria Helena Vieira da Silva 23/3-18/5 Camille Claudel 25/5-27/7

Milano

Fondazione Mazzotta Joan Mirò. Metamorfosi delle forme 15/3-29/6

Busto Arsizio (Varese)

Fondazione Prada Andreas Slominski 104-13/6

Merano (Bolzano)

Bolzano

Monastero Santa Giulia Brixia, Brescia Romana 2/3-29/6

Palazzo della Permanente Fine Art & Antiques Show 7/5-11/5

Museo d’Arte della Città Da Renoir a De Stael. Roberto Longhi e il Moderno 23/2-30/6

Palazzo della Permanente Amedeo Modigliani 20/3-6/7

Brescia

Fiera Miart-Fiera Internazionale di arte moderna e contemporanea 9/5-12/5

Fondazione Ragghianti Gio’ Pomodoro 8/3-11/5

Accademia di Belle Arti Leonardo Cremonini 15/2-21/4

Museion Raymond Pettibon: Drawings 1979-2003 31/1-18/5

Galleria Blu Out of the Blue: Picasso, Nicholson e oltre Fino al/through 12/4

Galleria Fontana Giorgio Mizzi 2/4-22/4 Natale Addamiano 1/5-22/5 Renato Galbusera 29/5-19/6 Spazio Oberdan Il “Novecento” milanese 1923-1932 19/2-15/5

Cremona

Fondazione Biblioteca di Via Senato Egitto: dalle Piramidi ad Alessandro Magno 5/12/2002-18/5

Museo Ala Ponzone Picasso. Mirò, Dalì e la pittura catalana del primo ‘900 15/2-4/5

Musei di Porta Romana Milano 1706-1848: il laboratorio della modernità 12/3-25/5

Roma Palazzo Altemps Marco Polo. Michael Yamashita. Un fotografo sulle tracce del passato 25/3-22/6 Complesso del Vittoriano Ritratti e figure: capolavori Impressionisti 7/3-6/7 Museo d’arte contemporanea Chinart 14/2-27/4 Carlo Benvenuto Christian Jankowski 14/2-27/4 Galleria Giulia “Blanca” di Pedro Cano 19/3-23/4

Torino Palazzo Cavour Arte in due 14/3-1/6 Palazzo Bricherasio Gli artisti del Faraone 14/2-18/5 Cavallerizza Reale Luigi Stoisa, Mutazioni 11/4-8/6

180 l’ARCA 109


AGENDA Accademia Albertina Gino Gorza 1923-2001 27/2-4/5 Sala Bolaffi Marcolino Gandini 28/3-11/5 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo New Ocean 28/2-18/5 How Latitutdes Become Forms: Art in a Global Age 6/6-14/9

Trento Castello del Buonconsiglio Valentino Rovisi: nella bottega del Tiepolo 15/3-15/6 Palazzo Geremia Il fascino della natura in Bartolomeo Bezzi 4/5-29/6

Trieste Museo Revoltella Dudovich. Oltre il manifesto Fino al/through 30/4

Varese Scuderie di Villa Panza Nobu et Elba. I quadri neri di Giovanni Frangi 6/9-5/10

Venezia Varie Sedi 50. Biennale d’Arte: Sogni e Conflitti, la dittatura dello spettatore 15/6-2/11 Palazzo Grassi I Faraoni 9/9/2002-25/5 Museo Correr Gaspare Vanvitelli e le origini del Vedutismo 2/3-18/5 Arsenale-Chiostro San rancesco della Vigna Kuma Luce in Estremo oriente 12/6-2/11

Messico/Mexico Mexico City Museo de Arte Moderno Il ritorno dei giganti: Pittori in Germania 1975-1985 dalla Deutsche Bank 15/2-15/5

Olanda/Holland Rotterdam Kunsthal Kees van Dongen, Elegant Lines Fino al/through 27/4 Impressionism: The Miracle of Colour Masterpieces from the Fondation Corboud 25/1-25/5

+ europaconcorsi

Museo Reina Sofia José Jorge Oramas 16/1-14/4 Olafur Eliasson 30/1-19/5 Guillermo Kuitca 6/2-28/4 Libros Rusos del MOMA 11/2-5/5 Zobel 18/2-28/4 Nedko Solakov 11/3-27/4 Premio Velazquez: Ramon Gaya 29/4-25/8 Rax Rinekangas 13/5-6/7 Francesc Català Roca 20/5-8/9 Francis Alys 27/5-18/9

Valencia IVAM History and Nature: The Giuliano Gori Collection 16/1-4/5

Svizzera/Switzerland

Fondation Pierre Gianadda Da Picasso a Barcelò, gli artisti spagnoli 31/1-9/6 Leonardo da Vinci, inventore 12/4-19/10 Paul Signac 18/6-23/11

Rancate Pinacoteca Cantonale Zunst Ritratti femminili (XVIII-XIX sec.) 5/4-9/6

USA Birmingham

Museo Comunale d’Arte Moderna Marianne Werefkin a Murnau. Arte e teoria, amici e maestri 2/3-1/6

Museum of Art Stephen Hendee: Perspectives 7 5/9/2002-6/7

Bellinzona Museo in Erba Le scatole di colori di Leonardo: percorso-gioco dedicato a Leonardo da Vinci 20/2-11/6 Museo Villa dei Cedri Vedute di Bellinzona dalla donazione Bonetti 16/5-18/7

Campione d’Italia Civica Galleria d’Arte Isidoro Bianchi (1581-1662) 22/3-19/5

Ginevra Musée du Petit Palace De Caillebotte à Picasso: chefsd’oeuvre de la collection Oscar Ghez 15/10/2002-15/6

Locarno Pinacoteca Casa Rusca Hans e Jean Arp astrazione e figurazione 9/3-21/4 Carl Walter Liner, il colore diventa forma 9/3-21/4 Friedrich Dürrenmatt 4/5-17/8

Lugano

Madrid Museo del Prado Vermeer and the Dutch Interior 18/2-18/5

Museo d’Arte Moderna Egon Schiele 16/3-29/6

110 l’ARCA 180

Martigny

Ascona

Galleria Gottardo Fotografie di Francesco Radino 5/2-3/5 100 anni di scatole di latta 28/5-23/8 Paesaggio spirituale - Franz Marc: un bestiario 17/9-29/11

Spagna/Spain

Museo Cantonale d’Arte Carlo Cotti e la sua città 8/2-27/4 Not Vital. Fat es Fat 21/2-27/4 Jan Jedlicka. Maremma 1980-2001 16/5-13/7 Lavori in corso: lascena artistica contemporanea in Ticino 8/6-31/8

Boston Museum of Fine Arts Visions and Revisions: Art on Paper since 1960 2/4-21/9

Chicago Museum of Contemporary Art Franz Ackermann: The Waterfalls Fino al/through 28/9 The Art Institute The Human Form Divine: The Body as Seen by the Camera 8/2-1/6

Denver Art Museum African Renaissance: New Forms, Old Images Fino al/through 27/4 Fabulous Floral Fabrics Fino al/through 4/5 Secrets from a ChineseGarden Fino al/through 28/9 Sargent and Italy 21/6-21/9

Los Angeles County Museum of Art Ansel Adams at 100 2/2-11/5 Making: Unique Installations created by Five Art Schools Fino al/through 1/9

Minneapolis Institute of Art Up to Nile: Egypt in 19th century photographs 16/11/2002-13/4

New York Guggenheim Pierre Huyghe (Hugo Boss Prize 2002) 24/1-4/5

Boccioni’s Materia: A Futurist Masterpiece and the Parisian Avantgarde 30/1-27/4 Matthew Barney: The CREMASTER Cycle 14/2-11/5 Kazimir Malevich: Suprematism 22/5-4/9 Dia Center for the Arts Jorge Pardo and Gerhard Richter: Refraction 5/9/2002-15/6 Jo Baer: The Minimalist Years, 1960-1975 12/9/2002-15/6 Rosemarie Trockel: Spleen 16/10/2002-15/6

AGENDA Andreas Gursky 15/2-1/6 A Passion for Paul Klee 1/3-8/6

St.Louis Contemporary Art Museum A Fiction of Authenticity: Contemporary Africa Abroad 20/9-3/1/2004

Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

San Diego Museum of Art Painting Women: ragonard to Bouguereau Fino al/through 4/5 The Magician and the Mechanic: Tamarind Lithography Workshop, the Early Years 8/2-4/5 Art Alive 2003 2/5-4/5 Splendors of Viceregal Mexico: Three Centuries of Treasures from Museo Franz Mayer 8/3-18/5 Whiteness in Decay: Regina Frank Installation 17/5-22/6 Paintings, Prints, and Drawings by Hokusai 24/5-3/8 The Sculptures of Edgar Degas 28/6-28/9 Modern European Works on Paper 23/8-14/12 Museum of Contemporary Art (La Jolla) Ellsworth Kelly: Red Green Blue 19/1-13/4 Collectors XVIII 26/1-13/4 Looking Ahead: Andy Goldsworthy 27/4-26/8 Museum of Contemporary Art (Downtown) Cerca Series: Céleste BoursierMougenot 6/3-28/4 Mariners & Mandarins: Seafaring and the Arts of the China Trade 9/3-14/9

San Francisco SFMOMA Treasures of Modern Art: The Legacy of Phyllis Wattis 30/1-24/6

International trade fair of materials and technologies for public works and building industry 13/5-17/5 Per informazioni: Exposium 1 rue du Parc 92593 Levallois-Perret Cedex Tel. ++33 01 49 68 51 00 Fax ++33 01 49 68 54 49 Internet: www.exposium.fr, www.intermat.fr E-mail: infos@exposium.fr, intermat@intermat.fr

Maison&objet Salone internazionale della decorazione della casa e degli accessori/International trade fair of home decoration and accessories 5/9- 9/9 Per informazioni: Salons Français et Internationaux (SAFI) 4 passage Roux - 75850 Paris cedex 17 Tel. ++33 01 44 29 02 00 Fax ++33 01 44 29 02 01 Internet: www.maison-objet.com E-mail: info@maison-objet.com

Max Protetch Gallery Betty Woodman: Souvenirs 15/3-26/4 Whitney Museum of American Art First Exposure, The Kids Are Alright: Photographs by Ryan McGinley 2/2-18/5 Approaching Objects 11/1-1/6 The Contemporary Series: Paul Sietsema: Empire 20/3-8/6 Elie Nadelman: Sculptor of Modern Life 4/4-20/7 Dario Robleto: Say Goodbye to Substance 17/4-3/7

+ europaconcorsi

Barhain Manama International Exhibition Center Home Style 2003 Salone internazionale della casa International trade fair for home life products 15/4-18/4 Per informazioni: Home Style PO Box 20377 Manama Kingdom of Barhain Tel. ++973 553211 Fax ++973 556433 Internet: www.homestyle.com.bh E-mail: info@homestyle.com.bh

Canada Toronto International Centre Canadian Public Works Expo Salone internazionale dell’edilizia nei lavori pubblici International trade fair of public works and building industry 3/12-4/12 Per informazioni: Lee Baker Tel. 888-253-1718, ++1 416-398-2786 Internet: www.exposition.com E-mail: leebaker@exposition.com

Francia/France Lyon Eurexpo Première Influence Salone internazionale del mobile e della decorazione International trade fair of furniture and decorations 15/6-17/6 Per informazioni: SepelCom Avenue Louis Blériot BP 87 69683 Chassieu cedex Tel. ++33 04 72223277 Fax ++33 04 72223287 E-mail: indus@sepelcom.com

Paris Paris Nord-Villepinte Intermat Salone internazionale dei materiali e delle tecnologie per i lavori pubblici e l’edilizia

NOW! >Design à vivre Salone internazionale professionale del design per la casa/International professional trade fair of design for homestyle 5/9-9/9

Per informazioni: Messe Frankfurt Ina Wiesberger Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. ++49 6975756144 Fax ++49 69 75756758 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: ina.wiesberger@messefrankfurt.com

Gran Bretagna/Great Britain Birmingham NEC Birmingham Traffex Mostra internazionale sull’ingegneria del traffico, la sicurezza e la manutenzione stradale/International trade fair on traffic engineering, safety and roads maintenance 8/4-10/4 Per informazioni: Brintex Ltd. Vauxhall Bridge Road, 32 London Tel. ++44 20 79736401 Fax ++44 20 72335054 Internet: www.traffex.com E-mail: brintex@hemming-group.co.uk

CentroExpo Ediltek 10/4-13/4

Pollutec Salone internazionale delle attrezzature, tecnologie e servizi per l’ambiente/International trade fair of equipment, technologies and services for the environment 2/12-5/12

Milano

Germania/Germany Berlin Messe Wasser Berlin 2003 Salone internazionale dell’industria dell’acqua/International trade fair of water industry 7/4-11/4 Per informazioni: Internet: www.wasser-berlin.com

Frankfurt Messe Techtextil Salone internazionale del tessile per la casa e l’architettura International trade fair of textiles for home and architecture 8/4-10/4 Per informazioni: Messe Frankfurt Julia Brinek Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. ++49 6975755822, Fax ++49 69 75756950 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: julia.brinek@messefrankfurt.com

Lightstyle Salone internazionale dell’illuminazione d’interni International trade fair of interior lighting 26/4-29/4

Parma Fiera di Parma Trattamenti & Finiture. Le tecnologie per il trattamento dei materiali 9/4-12/4 Per informazioni: Senaf Via Eritrea, 21/a Milano Tel. ++39 02 3320391, Fax ++39 02 39005289 Internet: www.senaf.it/ E-mail: tf@senaf.it

Siracusa Fiera del Sud Edilsud. Salone dell’edilizia 9/4-13/4 Per informazioni: Fiera del Sud Viale Epipoli, 250 Siracusa Tel. ++39 0931 740888 Internet: www.fieradelsud.it E-mail: fieradelsud@fieradelsud.it

Italia/Italy

Per informazioni: Salons Français et Internationaux (SAFI) 4 passage Roux - 75850 Paris cedex 17 Tel. ++33 01 44 29 02 00 Fax ++33 01 44 29 02 01 Internet: www.maison-objet.com E-mail: info@maison-objet.com

Per informazioni: Reed Expositions France 70 rue Rivay - 92532 Levallois-Perret Cedex Tel. ++33 01 47 56 50 00 Fax ++33 01 47 56 14 40 Internet: www.reedexpo.fr, www.pollutec.fr E-mail: info@reedexpo.fr

Per informazioni: Medicomfort Barbara Magni Tel. ++39 02 48550482 E-mail: medicomfort@fmi.it

Busto Arsizio (Varese)

Per informazioni: Cee-Europromoter piazza Garibaldi, 1/bis Busto Arsizio (Varese) Tel. ++39 0331 679815, Fax ++39 0331 632638 Internet: www.bustofiere.com/ediltek/ E-mail: ediltek@bustofiere.com

Fiera Salone Internazionale del Mobile Euroluce Saloni internazionali del mobile, complemento d’arredo, illuminazione/International trade fairs of furniture, home complements and lighting 9/4-14/4 Per informazioni: Cosmit Foro Buonaparte 65 20121 Milano Tel. ++39 02 725941, Fax ++39 02 89011563 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it

Intel Salone internazionale di elettrotecnica, elettronica, illuminazione, automazione industriale e componentistica International trade fair of electrotechnics, electronics, lighting, industrial automation and components 20/5-24/5 Per informazioni: Intel Via Gattamelata 34 20149 Milano Tel. ++39 02 3264393, Fax ++39 02 3264284 Internet: www.intelshow.com E-mail: comunicazione@intel.anie.it

Palermo Fiera del Mediterraneo Medicomfort Salone internazionale di prodotti e servizi per il settore idrotermosanitario e l’arredo bagno International trade fair of products and services for the HVAC and bath furniture sectors 10/4-13/4

Libano/Lebanon Beirut International Exhibition & Leisure Center Elecon Middle East Project Lebanon 2003 Saloni internazionali dell’elettricità, ingegneria elettronica, illuminazione e condizionamento d’aria e del progetto di architettura International trade fairs of electricity, electronic engineering, lighting, air conditioning and architecture project 13/5-17/5 Per informazioni: Elecon Tel. ++961 1 263421 Fax ++961 1 261212 Internet: www.ifpexpo/elecon03 E-mail: elecon@ifpexpo.com

Singapore Singapore Parc des Expositions ISH Light+Building Asia Salone internazionale dell’illuminazione e dell’edilizia International trade fair of lighting and building 19/11-21/11 Per informazioni: Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. ++49 69 75756477 Fax ++49 69 75756758 Internet: www.lightbuilding.messefrankfurt.com, www.ish.messefrankfurt.com E-mail: iris.jeglitza-moshage@messefrankfurt.com

Spagna/Spain Barcelona Fiera Construmat Salone internazionale dell’edilizia International Building Exhibition 26/5-31/5 Per informazioni: Fiera di Barcellona Internet: www.firabcn.es

180 l’ARCA 111


l’Arca in the World ARGENTINA Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar Libreria Tecnica CP 67 Florida 683, Local 18 Buenos Aires Tel. 011.43146303 Fax 011.4347135 S. Averbuj Publicaciones P.O.Box 860 5500 Mendoza Tel. 061.202857-Fax 061.380131 AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675 AUSTRIA Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz BELGIUM (l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004, Fax 02 4253022 BRAZIL Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410 CANADA Speedimpex Canada Inc. 155 Deerhide CR.1 Weston, Ontario M9M 2Z2 Tel.416.7417555 Fax 416.7414634 CHILE Editorial Contrapunto Avenida Salvador, 595 Santiago Tel.02.2233008-Fax 02.2230819 Libreria Eduardo Albers Ltda. Casilla 17 Santiago 30 Tel. 02 2185371 Fax 02 2181458 Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210

CYPRUS Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P. O. Box 24508 Tel. 2.878500 Fax 2.489131 COLOMBIA Descala Distribudora Calle 30, n.17-92 Bogotà Tel. 1.2457689 Fax 1.2325148 DENMARK Arnold Busck Intern. Boghandel 49, Kobmargergade 1150 Copenhagen FINLAND Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330 FRANCE (l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617, Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607, Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585, Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233, Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380, Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858, Fax 01 40518598 Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313 Bordeaux La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387, Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./Fax 05 57859147

Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567,-Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216 Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884, Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494, Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420, Fax 05 61215603 GERMANY Minerva gmbh Morgensternstrasse, 37 60596 Frankfurt Tel. 069 6031156 Fax 069 6031156 minerva@read-a-book.de Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de GREAT BRITAIN Comag Specialist Division Tavistock Works Tavistock Road West Drayton, Middl. UB7 7QX Tel. 1895 433811 Fax 1895 433801 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801 Rowecom UK Ltd Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440 GREECE Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777

HOLLAND Bruil & Van De Staaij P.O.Box 75 07940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 Swets Blackwell BV P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111 HONG KONG T.Watson Distributors Ltd 43 G, Happy View Terrace, 3rd Floor Happy Valley - P.O.Box 956 Hong Kong Tel. 2.5768730 Fax 2.776467 ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579, Fax 03 5794567 JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp The Tokodo Shote Ltd Ooks-Journals Div. Nakauchi Bldg. 1-7-6 Nihonbashi Chuo 103-0027 Tokyo Tel. 3 32721966 Fax 3 32788249 bk_jnl@tokodo.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308 KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028

Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./fax 05 6592050 POLAND Pol-Perfect SP Z.O.O. Ul. Wladyslawa Lakietka 7 PL 03-590 Warszawa Tel. 22 6772844 Fax 22 6772764 Gambit Ai Pokoju 29/B/22-24 31-564 Krakow Tel. 012 42155911 Fax 012 4227321 informacja@gambit.krakow.pl PORTUGAL Epul Edições e Publicações Lda Rua José Falcão, 57, 4° Esq. 1000-184 Lisboa Tel. ++351 1 316 1192 Fax ++351 1 316 1194 PRINCIPALITY OF MONACO (l’Arca International) Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492 SAUDI ARABIA Studio 65 P.O.Box 2763 Jeddah Tel./fax 02.6518296 SINGAPORE Leng Peng Fashion Book Centre 10 Ubi Crescent, #05-26 Singapore 408564 Tel. 7461551 Fax 7424686 SLOVENIA Editoriale Stampa Triestina Via dei Montecchi 6 Trieste (Italia) Tel. 040 7796666 Fax 040 7796402

MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314 Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799

SPAIN Diaz de Santo, S.A. Calle Lagasca, 95 28006 Madrid Tel. 91.4312482 Libreria Camara SL Euskalduna, 6 48008 Bilbao Tel. 4.4321945 Comercial Atheneum SA Joventut,19 08830 Sant Boi de Llobregat Tel. 93.6544061 Fax. 93.6401343 Promotora de Prensa Internacional SA Disputaciòn, 410 08013 Barcelona Tel. 93.2653452

MEXICO Publicaciones Sayrols SA Mier y Pesado, 126 Colonia del Vallo 03100 Mexico D.F. Tel. 05.1472320 Fax 05.5237045

SWITZERLAND NLDA-Nouvelle Librairie d’Architecture 1, Place de l’Ile CH-1204 Génève Tel. 022.3115750

The books of l’Arca Edizioni in the world are distributed by: In France: Alterna - 5, rue du Marchal Lellerc, F 28600 Luisant - Tel. ++33 237305703, fax ++33 237305707 In Germany, Austria, Belgium, Holland, Luxembourg: Wasmuth Verlag - Fürststrasse 133, D-72072 Tübingen, Tel. ++49 7 07133658, fax ++49 7 07135776 In Great Britain: Art Books International - Unit 14, Groves Business Centre, Shipton Road , Milton-under-Wiychwood, Chipping Norton, Oxon, OX7 6JP - Tel. ++44 1993 830000, fax ++ 44 1993 830007 In Spain: Publicaciones de Arquitectura y Arte, S.L. -C/. General Rodrigo, 1 -28003 Madrid - Tel. ++34 91 554 61 06, fax ++34 91 554 88 96 - 34 91 554 76 58, E-mail: publiarq@publiarq.com In Portugal: Epul Edições e Publicações Lda - rua José Falcão, 57, 4° Esq. - 1000-184 Lisboa - Tel. ++351 1 316 1192, fax ++351 1 316 1194 In Korea Republic and Singapore: MGH Co. - Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2-Ka, Chong Ro, Seoul 110-062, Korea Republic - Tel.++82 2 7328105, fax ++82 2 7354028 In USA and Canada: National Book Network - 15200 NBN Way - Blue Ridge Summit - Pennsylvania 17214 - Tel.++1 717 7943800, fax ++1 717 7943803 In Rest of the World: l’Arca Edizioni spa - Via Valcava 6, 20155 Milano - Tel. ++39 02 325246, fax ++39 02 325481, E-mail: arca@tin.it

TAIWAN Jen Sean and Wellcharm Enterprise Co. Ltd. N.3, Lane 33, sec. 6 Hsin Yi Rd. Taipei Tel. 02 27590715 Fax 02 27590592 Don Ching Trading Co.Ltd. 43, Tzu Chih Street Taichung City Taiwan 40304 Tel. 2.27510156 Fax 2.27510155 Super Teem Technology Co. Ltd. IF., No.13, Alley 21. Lang 200 Yung Chi d. Taipei Tel. 02 27684617 Fax 02 27654993 THAILAND Central Books Distribution 306, Silom Road Bangkok Tel. 2.2336930-9 Fax 2.2378321 TURKEY Arti Perspektif Yayincilik Kiziltoprak Bagdat Cumhur Sadiklar 12/1 81030 Kadikoy/Istanbul Tel. 0216 4189943 Fax 0216 4492529 arti.perspektif@bnet.net.tr Bilimsel Eserler San.Ve Tic. Ltd. Siraselviler Cad. 101/2 80060 Taksim-Istanbul Tel. 212 2434173 Fax 212 2494787 Yab-Yay Yayimcilik Sanay Ltd. Bsiktas Barbaros Bulvari Petek Apt.61, Kat:3 D:3 Besiktas/Istanbul Tel. 212.2583913-2598863 Fax 212.2598863 UNITED ARABIAN EMIRATES Dar Al Hikmah P.D. Box 2007 Dubai Tel. 04.665394 Fax 04.669627 USA & CANADA Faxon A Rowecom Co. 15, Southwest Park Westwood, MA 02090 Tel. 800.2897740 Fax 617.4611862 Speedimpex USA, Inc. 35-02 48th Avenue Lon Island City, NY 11101 Tel. 718 3927477 Fax 718 3610815 VENEZUELA Edital C.A. Calle Negrin Ed. Davolca Planta Baja Ap. 50683 Caracas Tel. 212 7632149 Fax 212 7621648


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.