english text La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva | The international magazine of architecture, design and visual communication
Allmann, Sattler and Wappner In Italia € 9,00 IVA assolta dall’editore
50a Biennale d’Arte di Venezia Davide Cristofani/Gabriele Lelli CTV Associati Gruppo Ghigos Heikkinen-Komonen Henn Architekten Ing. Renzo Piano Building Workshop Salone del Mobile/Euroluce Milano
www.arcadata.com
Peter Testa Architects
giugno | june
2003 182
Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicità ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano
Claude Vasconi
Cesare Maria Casati
L’ago e la paglia
The Needle and the Haystack
nche quest’anno, con la stessa puntualità con cui si susseguono le stagioni, Milano ha accolto il Salone Internazionale del Mobile ed Euroluce, due manifestazioni che, per numero di espositori e quantità di prodotti esposti, sono diventate certamente le più importanti al mondo, soprattutto se si vogliono comprendere gli ultimi orientamenti produttivi e progettuali nel mercato dell’arredo domestico. Ma ancora una volta molte aziende italiane ed estere, o perché non hanno trovato spazi idonei all’interno delle manifestazioni organizzate o perché hanno deciso fosse meglio una loro presenza al di fuori della Fiera, hanno scelto di occupare tutti gli spazi cittadini pubblici o privati disponibili ad accogliere oggetti o persone in mostra, organizzando autonomamente mostre, convegni e feste. Una settimana che, volente o nolente, ha coinvolto tutta la città creando situazioni mondane ed eventi multipli incredibili soprattutto in un tessuto urbano, come quello milanese, sempre più propenso al dormiveglia culturale e poco preparato a ospitare decine di migliaia di visitatori italiani e stranieri, tutti in un breve periodo. La città si era trasformata essa stessa in una grande Fiera, finalmente visitabile senza pagare un costoso biglietto e non più solo riservata ai cosiddetti operatori del settore. Evento che ha rivitalizzato quartieri e strade coinvolgendo e mischiando industriali, artigiani, architetti, operatori, studenti con la gente normale e tutti sorpresi e divertiti da tante mostre concentrate e impreviste. Una situazione fieristica urbana del tutto originale che normalmente non avviene in nessuna altra città del mondo e incredibilmente dedicata non a mercati fascinosi, come quello della moda o dell’automobile, ma ai prodotti di arredo e a migliaia di prototipi mescolati ai prodotti industriali di normale produzione. E tra le innumerevoli proposte è stato difficile farsi una idea precisa del linguaggio attuale del design. Sicuramente il superamento dei confini della Fiera è un fatto positivo che in futuro potrebbe generare un nuovo orientamento in molte fiere di settore europee che divenute talmente vaste, per spazi e per espositori, sono non solo impossibili da visitare per gli addetti del mercato ma anche ingestibili per le aziende che vedono le loro proposte sommerse e contaminate da moltitudini infinite di altri prodotti. L’immagine globale che normalmente si trae è sempre talmente confusa che diventa veramente difficile scoprire le innovazioni creative e le novità tecnologiche. Trovare l’ago della genialità nel pagliaio della produzione è diventato, ormai, una ricerca estenuante. Ogni anno, mantenendosi costante il numero dei progetti interessanti (non potrebbe essere diverso) diventa sempre più grande la paglia dei produttori, a tal punto di scoraggiare qualsiasi ricerca. In sostanza credo che non sia giusto parlare di crisi di nuove proposte ma sia più corretto parlare di crisi del sistema dei Saloni fieristici che a Milano possono mantenere una frequenza annuale proprio perché è nata questa eccezionale possibilità di trasformare spontaneamente la città in una grande vetrina aperta a tutti. Sarebbe molto più divertente se si rinunciasse tutti a esporre nei “soliti” stand della Fiera, ogni anno sempre un po’ più in competizione e sempre un po’ più opulenti e di cattivo gusto, delegando alla città, come già avviene, di ospitare proposte, aziende e designers. E’ certamente una utopia ma che ridurrebbe la paglia e renderebbe più evidenti i pochi “aghi”.
nce again this year, as punctually as the seasons follow each other, Milan hosted the International Furniture Show and Euroluce, two events which, due to the number of exhibitors and goods on display, have become the most important in the world, particularly for anybody interested in discovering the latest design/manufacturing trends on the home furnishing market. But once again, perhaps because they could not find the right space inside the shows or because they thought it best to display outside the Trade Fair, plenty of Italian and foreign firms decided to take over all the public or private spaces available in the city to host objects or people, organising their own independent exhibitions, conventions and parties. Like it or not, for a whole week the entire city got involved in all the incredible society events etc. in an urban setting like Milan that is still half-asleep culturally speaking and not yet equipped to handle thousands of visitors from Italy and abroad over such a short period of time. The city itself turned into a huge Trade Fair that could at last be visited without paying for a ticket and was not just open to the so-called operators in the sector. An event that injected fresh energy into the local streets and neighbourhoods, seeing the participation of business men, craftsmen, workers in the sector, students and just ordinary people surprised and amused by all the unexpected exhibitions put on at the same time. A quite unique urban trade fair situation that is not usually found anywhere else in the world and, most remarkably of all, was not devoted to glamorous markets like fashion or the car industry, but furnishing products and thousands of prototypes mixed with ordinary industrial products. Together with the main Shows, this certainly created quite a lot of consternation for all those people like us who struggled to grasp the precise nature of the latest design developments amidst all these products on offer. A massive show strange enough to deserve commenting on. The breaking of the usual exhibition barriers was certainly a successful experiment that might be repeated in plenty of other European fairs, whose shear size in terms of spaces and exhibitors mean they cannot really be visited by people working on the market and also create problems for the firms taking part, whose goods are lost and contaminated amidst all the endless other products. The overall image emerging is generally so confused that it really is not easy to discover any creative innovations or technological developments. Finding the needle of brilliance in the haystack of production is now an exhausting search. Bearing in mind the number of interesting projects is basically the same each year (as is inevitably the case), the haystack of manufacturers is getting so big that people are beginning to give up looking for them. I think it would be more accurate to talk about a crisis in the system of trade fairs rather than a crisis in new ideas and developments. In Milan this can only be an annual event due to the exceptional possibility of spontaneously converting the city into a huge showcase open to everybody. It would be much more interesting if we all stopped displaying in the “usual” trade fair stands, all in slightly greater competition and a bit more opulent and in bad taste as each year goes by, leaving it up to the city itself, as is already the case, to host designers, firms and new ideas. This is certainly a utopian dream that would make the haystack smaller and make the few “needles” easier to find.
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Patrick Tuttofuoco, Progetto per Brazil (rendering), 2003. Nella pagina a fianco/opposite page, Damien Hirst, Untitled, scaffale di acciaio inossidabile, e vetro con gesso, metallo e pillole di resina/stainless steel and glass cabinet, with plaster, metal and resin pills, 2001-2002.
di/by Carmelo Strano
Spettatore dittatore opo la dittatura della critica: la dittatura dello spettatore? Il direttore della Biennale Arti Visive, Francesco Bonami, in tal caso sarebbe il motore (immobile?) di questo nuovo regime forte e assoluto. “Sogni e conflitti: la dittatura dello spettatore” è infatti il titolo dato a questa cinquantesima edizione. Opportunamente il critico rileva l’impero finora consumatosi delle “grandi mostre” a tema capriccioso, rispondenti al bisogno narcisistico o estremamente soggettivo del curatore. Povero spettatore! Ha mangiato (e digerito?) idee e idee, personalismi e personalismi, anche lungo le passate-prossime edizioni, salvo quella abbastanza obiettiva di Giovanni Carandente. Forse il giovane direttore ha intuito che occorreva dare una svolta allo stracco andazzo della manifestazione lagunare. Ma ha finito col giocare di “dittatura”, per scherzare come gli piace: in rapporto al suo ruolo e anche al suo slogan circa il capovolgimento di tendenza dal critico allo spettatore. Quest’ultimo, ancora una volta, sia pure da opposta angolazione, è vittima, a dispetto della sua carica di dittatore. Non c’è molto da fare per evitare questo. Bisogna cercare di far parlare le cose, le opere. Occorre l’obiettività. Bonami ha intuito ciò. Ma non è andato a fondo, o per scelta o per foschia. “Pittura/Painting”, la rassegna da lui curata, ripropone taluni autori (40 opere) che dal 1964 sono stati invitati a Venezia. Data efficace, certo, per via della consacrazione di Robert Rauschenberg e di tutto ciò che ne segue sulla scena dell’arte internazionale (poetiche e mercato). La mostra “vuole ripercorrere in modo personale e idiosincratico il cammino della pittura alla Biennale e non solo, cercando di individuare opere attraverso le quali lo spettatore possa leggere la relazione di amore odio che l’arte contemporanea ha avuto con il soggetto pittura”. Questa avvertenza del curatore ci legittima a pensare che il fruitore (che forse è figura più attiva dello spettatore) si imbatterà in vecchie diatribe critiche sulle tendenze dell’arte contemporanea. Saprà (se sarà dittatore ben guidato) che prima di Clemente e Basquiat, c’erano Guttuso e Castellani che facevano cavalleria rusticana su questioni di strapaese (allora) e noiose (adesso). Ma non si lascia spazio a dubbi: “Allo spettatore il controllo del proprio sguardo...egli diventa il dittatore della propria esperienza di mostra”. Vogliamo cominciare a dire agli aristi di qualunque latitudine che, pur ben legittimati, essi, a produrre opere supermetaforiche, superconcettuali o superaccademiche e superfigurative, resta il fatto che la
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sensibilità del nostro tempo postula opere cariche di comunicazione ellittica, ossia non esplicitamente transitiva, ma transitiva comunque? Vuole capire la Biennale di Venezia, Presidente e Consiglieri, che solo un aggiornamento in questa direzione può rilanciare l’affaticato cammino della centenaria Istituzione? Cosa vuol dire questo in pratica? Non certo fare lezioni di estetica agli artisti. Anche perché non ne hanno bisogno, se è vero che, come dice da tempo il mio impegno teorico, è dall’attività pratica che si desume ormai il principio generale. Da alcune edizioni si sente parlare di attraversamenti, slittamenti, smottamenti e cadute di frane. Dar conto delle cose che accadono, senza poetiche né tematiche preordinate, dovrebbe essere l’obiettivo principale. Il come è altretttanto fondamentale. Perché qualora il modo fosse sbagliato (non abolendo, ad esempio, le dittature, anche se bonariamente e traslatamente concepite), verrebbe meno anche il contenuto. Ma, dato a Cesare quel che è di Cesare non si può non lodare lo sforzo e l’impegno di fresca energia profuso dal direttore nel cercare di articolare, tematicamente e territorialmente, la manifestazione, spesso con iniziative ben fondate (Sistemi individuali, Zona d’emergenza, Il quotidiano alterato, ecc. e azioni nel territorio, da Interludes a Riserva Artificiale o The snow show). La mostra “Ritardi e Rivoluzioni” presenta 40 artisti di rinomanza internazionale: manco a dirlo Cattelan, il prezzemolo italiano di questo momento che a braccetto a Warhol, Graham, Grimaldi, e gli altri, non si sa bene se attesti il ritardo o la rivoluzione. D’altronde scrive Bonami che “un evento di arte contemporanea oggi è il risultato dello scontro fra il sogno estetico e il documento del conflitto. La Biennale nasce da questo scontro”. Collaborano all’operato del direttore alcuni curatori, ognuno teso a dar conto di un proprio punto di vista, per quanto interessante. Non ho visto numeri sui contributi di critici italiani militanti o di prima linea. Ma forse è meglio così. Compensa un’artista importante mai adeguatamente curata dai curatori che è Nanda Vigo la quale, in virtù delle sue passioni personali, fa il commissario aggiunto per il Kenia. Ma se, in rapporto all’Italia, Bonami non è nazionale, sa essere però pervicamente regionale se si considera che i premi alla carriera vanno a due torinesi Carol Rama e Michelangelo Pistoletto. Appuntamento a metà giugno, allora. E se sei un critico o un addetto ai lavori, attento allo spettatore tiranno.
Dreams and Conflicts fter the dictatorship of the critics, have we come to the dictatorship of the spectator? If this is the case, the director of the Visual Arts Biennial, Francesco Bonami, is the (immobile?) engine for this new, powerful and absolute regime. “Dreams and conflicts: the spectator’s dictatorship” is, in fact, the title given to this 50th edition. Appropriately, the critic highlights the empire that the “great exhibitions” have fostered, with their extravagant topic matter that reflects the narcissistic or extremely subjective needs of the curator – whose vocation is to take up a captain’s career. Poor spectator! He has swallowed (and digested?) ideas upon ideas, personalisms upon personalisms in past editions (and will do so in the next ones), except for the fairly objective exhibition organized by Giovanni Carandente. Perhaps the young director sensed it was time to do something about the weary trend of the lagoon show. But he ended up playing with “dictatorship” and joking about it; with the term he refers to his own role and to his slogan about the reversal of tendencies from the critic to the spectator. Again, but from an opposite viewpoint, the latter is a victim despite his “position” as a dictator. Not much can be done to avoid this. As far as possible, things, works, etc. must be given a voice so they can talk. The show he organized, “Pittura/Painting”, reproposes certain authors (40 works) who have been invited to Venice since 1964. The intent of the exhibition is to “follow the Biennial’s pictorial progress in a personal, idiosyncratic way, trying to single out the works through which the spectator can read the love/hate relationship that contemporary art has had with the subject of painting”. The curator’s words lead us to think that the audience (more active than the spectator) will come across old critical disputes regarding the tendencies of contemporary art. If the audience is a well-guided dictatorship, it will know that before Clemente and Basquiat there were Guttuso and Castellani, whose patriotic interest in the rural communities of Southern Italy (then) are considered boring (today). But, doubtlessly, “Spectators control what they look at…they become the dictators of their own exhibition experience”. Why don’t we start telling artists from all over the world that although they are justified in producing work that is supermetaphorical, superconceptual or superacademic and superfigurative, the fact is that today’s sensibility expects to see artwork charged with
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elliptic communication that is transitive, but not explicitly so? Shouldn’t the Venice Biennial, the President and Advisors understand that it is only an update in this direction that can relaunch this centenary Institution’s tired progress? What does this really mean? Surely, it doesn’t mean giving artists lessons on aesthetics. Because they don’t need any lessons in the field, as my theoretical research has long proved that the general principle is now based on practical activity. In the last editions we have heard about experiencing, shifts, slides and falls. The main target should be to tell people about what’s happening, without any preordained poetics and themes. How this is done is just as important. Because if it’s done wrongly, even the content will lose significance. But, having rendered unto Caesar what is Caesar’s (here dictatorship has no say) we must praise the director’s effort and commitment, the fresh energy he’s put into articulating the show in terms of both the topics and territories, often using well-founded initiatives (Individuals systems, Emergency zone, an altered newspaper, etc: as well as actions in the territory, from Interludes to Artificial Reserve or The snow show). The exhibition “Ritardi e Rivoluzioni” (Tardiness and Revolutions) presents 40 internationally renowned artists. It goes without saying that Cattelan is among these, the Italian “bad penny” of the moment, arm in arm with Warhol, Graham, Grimaldi and the others. Who knows whether he represents tardiness or revolution. After all, Bonami writes that “today, a contemporary art event is the result of the clash between the aesthetic dream and the evidence of a conflict. The Biennial was born out of this clash”. The director can count on a number of cooperators, but each of them is bent on expounding his/her own - however interesting - point of view. I haven’t seen any numbers on militant or first-line Italian critics. Maybe that’s all for the best. This indirectly rewards an important artist who has never been treated appropriately by curators: Nanda Vigo, who, thanks to her personal passions, has been named associate member of the board for Kenya. But, although Bonami does not appear to be nationalistic about Italy as a whole, he is obstinately regional, if we consider that the two career prizes go to two Turinese artists, Carol Rama and Michelangelo Pistoletto. So the date is fixed: mid June. And if you’re a critic or part of the “authorized personnel”, beware of the tyrannical spectator. 182 l’ARCA 3
In alto/top, Gruppo A12, Progetto La Zona (rendering), 2003. Sopra/above, Robert Gober, Slides of a Changing Painting, diapositive proiettate/ color transparencies for projection, 1982-1983 (Collection Walker Art Center, Minneapolis - T.B. Walker Acquisition Fund, 1992).
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A destra/right, Carol Rama, Ivan Hurash, acquerello su carta/watercolour on paper, 1946.
In alto/top, Richard Prince, Untitled (cowboy), ektacolor photo, 2001 (Courtesy Barbara Gladstone). Sopra/above, Andy Warhol, imagine dal film/one frame from Outer and Inner Space (©2003The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, PA, a museum of Carnegie Institute). A sinistra/far left, Jennifer Pastor, The Perfect Ride, 2003. A fianco/left, Sandi Hilal/ Alessandro Petti, Stateless Nation, lavagna e tecnica mista/billboard, mixed media, 2003.
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Sopra/above, Michal Helfman, Kohav Ya’ir The Owl, installazione e tecniche miste/ installation, mixed media, 2003. A fianco/right, Dryden Goodwin, fermo-immagine da/stills from Above/Below, installazione con due schermi e colonna sonora/2 screen video installation with soundtrack, 2003 (courtesy the artist and Stephen Friedman Gallery). A desta/far right, Carolina Caycedo, imagine dal progetto/image from her project Shanty Sounds, 2003.
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In alto/top, Damian Ortega, Cosmic Thing, Beetle 83, cavo di acciaio inossidabile e Plexiglas/stainless steel wire, plexiglass, 2002. Sopra/above Doron Solomons, Father, 13 Min-Video, 2002. Sotto/below, Frank Bowling, Who’s Afraid of Barnett Newman. A sinistra/far left, Abraham Cruzvillegas, Aeropuerto Alterno, coltelli e legno/knives and wood, 2002.
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A sinistra/far left, Robert Rauschenberg, Kite, olio e seta su tela/oil and silkscreen on canvas, 1963. A fianco/left, Lucio Fontana, Concetto spaziale-attese, idropittura su tela/hydropainting on canvas, 1964 (Fondazione Lucio Fontana, Milano).
Jean Michel Basquiat, Scull, acrilico su tela/acrylic on canvas, 1982.
In alto/top, a sinistra/left, Takashi Muratami, Camouflage, acrilico su tela/acrylic on canvas, 2003, a destra/right, Sigmar Polke, Schleife Gebetbuch Maximilian, resina, pigmenti e emulsione (dispersione) su tela/resin, pigments and emulsion (dispersion) on canvas, 1986.
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Sopra/above, Margherita Manzelli, Nottem, olio su lino/oil on linen, 2000 (Courtesy Studio Guenzani, Milano). A destra/right, Roy Lichtenstein, Mirror #2, olio e ingrandimento su tela/oil and magna on canvas, 1970.
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Renzo Piano Building Workshop
Renzo Piano Building Workshop
sulla dipendenza, o sulla scissione, in atto fra arte e architettura. Una delle due è già diretta verso un futuro che deve ancora essere tracciato ma che già si sente nell’aria, come definibile. Oggi l’architettura sembra voler entrare in competizione con le arti espressive, senza opporvisi, ma usando gli stessi mezzi per sottolineare le contraddizioni intrinseche della società, che l’arte figurativa in generale, incluso il cinema, tende a decantare o, quanto meno, a rispecchiare. A Renzo Piano l’augurio di perseguire ciò che ha così ben cominciato. Mario Antonio Arnaboldi
Il contenitore “adatto” Paul Klee Museum, Berne
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Credits Project: Renzo Piano Building Workshop Collaboration: ARB Architects Consultants: Pve Arup & partners, Luco, Enercom, B+S Ingenieure, Bering, Grolimund+Partner, Hochschule für Landwirtschaft, Institut de sécurité+Hügli Client: Maurice E. and Martha Müller Foundation
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museum devoted to the abstract painter Paul Klee, born in M¸nchenbushee, a town near Berne and also the artist’s burial home, is gradually taking shape in the city of Berne in Switzerland. Renzo Piano Building Workshop has designed the museum around strong allusions to the environment and nature, whilst, at the same time, paying very careful and technically impeccable attention to the difficulties involved in displaying the artistís works, which, for conservation reasons, cannot be exposed to light. The most striking thing about this project, which is another fine example of Piano’s design skill and sensibility, is his constant research into the development of architectural design and the difficulties involved in bringing art and architecture into immediate interaction: content and form. This design strives to draw on a cutting-edge idiom whilst working with new mathematics to analyse natural forms like hills, clouds and whales. It is designed to be topical in terms of both its subject matter and sense of place. Nevertheless, it really makes us reflect on the work of Paul Klee, an abstract painter with a keen eye for reality, the evocative force of music (another of his professions) and a strong desire to mark the fourth dimension: time. His great pictorial inspiration is described in a desire to discover space through the two-dimensional nature of canvas. Time emerges from his canvases and is then channelled into an analysis of how figure and background relate through the act of perception. Klee was a follower of Franz von Stuck at the Munich Academy, just like Vasilij Vasilevic Kandinskij, a fellow teacher at the Bauhaus in Weimar, then Dessau and finally Düsseldorf. Those were the days when he discovered the value of π in flat geometrics, curved lines marking the continuum in space, a weaving of paths magnificently represented in his works entitled: Main road and side roads from 1921, the Vase from 1938, along with such specific writings as: What I lack from 1930. His in-depth analyses hinged around relations to the Factor of fine form, emerging from research and experimentation carried out with Max Wertheimer and Gaetano Kanizsa or, in other words, the kind of reality associated with Viennese Positivism as expressed by Wolfgang Kohler in Gestalt psychology. The historical period in which Paul Klee lived and worked forms a thick cluster of psychology and history of art, deep research into the psyche and perception and generally into how people feel. The design of Renzo Piano’s museum project turns into a genuine conflict, a new way of thinking as a continuation of an idea of art. Perhaps architecture is based on different laws of statics, an alternative kind of balance to the lightness of canvas that can cope with anything, but we are still in the realms of form, even though this new line of experimentation takes us through new mathematics into the world of fractals latent in the intuitions of both pure and abstract painting. Computers and new technology or perhaps quite simply a new sense of how architecture and art are related conceal the music that Renzo Piano is trying to stylistically synthesise. All this is
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Modello del Museo Paul Klee di Berna. Il museo è concepito per essere in se stesso una scultura in omaggio all’artista cui è intitolato.
Model of the Paul Klee Museum in Berne. The museum is designed to be a sculpture in its own right as a homage to the artist it is named after.
Michel Denancé
Berna, in Svizzera, sta nascendo un museo dedicato a Paul Klee, nato a Münchenbushee, cittadina nelle vicinanze di Berna, dove, fra l’altro, nello stesso intorno naturale l’artista è sepolto. Renzo Piano è l’autore dell’impianto museale, il cui progetto è impostato su forti richiami di memoria ambientali e naturali ma, allo stesso tempo, tiene conto, attraverso il suo disegno e in modo tecnicamente ineccepibile, della difficoltà di presentazione delle opere dell’artista che per motivi di conservazione non possono essere troppo esposte alla luce. Ciò che più fa riflettere osservando questo lavoro che, ancora una volta, esprime le qualità e l’intuito progettuale di Piano, è la sua continua ricerca tesa al divenire del processo architettonico e il difficile approfondimento affrontato per ottenere un immediato rapporto fra arte e architettura: il contenuto e la forma. Insomma, un disegno che tenta di seguire il linguaggio contemporaneo e che riflette, attraverso le nuove matematiche, le forme della natura, dei colli, delle nuvole, delle balene, ma che vuole anche essere attuale per il suo tema e per la sua relazione col luogo. La vera riflessione va però riferita all’opera di Paul Klee, pittore astratto sì, ma con grandi riferimenti alla realtà, agli impetuosi richiami della musica a cui pure si dedicava, uniti al suo forte desiderio di segnare la quarta dimensione: il tempo. Il suo grande afflato pittorico è descritto nel desiderio di scoprire, attraverso la bidimensionalità della tela, lo spazio. Il tempo esce dalle sue tele, poi, dal momento della percezione, viene scandito nella ricerca del rapporto fra figura e sfondo. Klee era figlio d’arte di Franz von Stuck, dell’Accademia di Monaco, così come Vasilij Vasilevic Kandinskij, col quale condivise la carriera di docente alla Bauhaus di Weimar, poi a Dessau e, infine, a Düsseldorf. In quegli anni nei quali ritrova, nella geometria del piano, il valore del π, della linea curva che nello spazio segna il continuum, l’intreccio e il tracciato che esprime poi magistralmente nelle sue tele dal titolo: Via principale e vie laterali, del 1921, e il Vaso, del 1938, unitamente ai suoi scritti, nello specifico, in: Cosa mi manca, del 1930. La sua profonda riflessione verte sul rapporto del Fattore della forma buona, frutto delle ricerche di Max Wertheimer e di Gaetano Kanizsa, insomma di quella realtà osservata dal Positivismo viennese espressa da Wolfgang Kohler nella Gestalt psychology. E’ così che il momento storico di Paul Klee rappresenta un denso accumulo di psicologia e storia dell’arte, di ricerca profonda fra psiche e percezione, nel sentire dell’uomo. Ecco che Il museo progettato da Renzo Piano diventa allora, attraverso la forma nella quale vuole apparire, un vero conflitto, un’imposizione di un nuovo pensiero a continuazione di un’idea dell’arte. Forse l’architettura ha regole statiche diverse, un equilibrio di natura alternativa alla leggerezza della tela che può accettare tutto, ma sempre di forma si parla, anche se le nuove ricerche ci portano, attraverso nuove matematiche, a precipitare in un mondo frattale, latente nelle intuizioni della pittura pura e astratta. Saranno il calcolatore o le nuove tecnologie già raggiunte o, semplicemente, una nuova intuizione del rapporto fra architettura e arte, che nasconde la musica di cui Renzo Piano cerca una sintesi espressiva. Tutto ciò è complesso da capire; è, comunque, un incontro/scontro destinato a far riflettere
hard to understand, but it is certainly an encounter/clash destined to provoke plenty of thought about the dependence or separation under way between art and architecture. One of them is already projected into a future yet to be traced but already vibrating in the air, as if it were definable. Nowadays, architecture seems to want to compete with the expressive arts without interfering with them, using the same means to bring out society’s intrinsic contradictions that figurative art in general, including film, tends to celebrate or at least reflect. Let us hope Renzo Piano can carry on with what he has started so successfully.
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Modello di studio con il sistema delle strade di accesso da ovest. Sotto, modello di studio computerizzato animato del giardino di sculture esterno al museo.
Vista del modello da est e, sotto, modello di studio dell’avvallamento in copertura attraversato da una passerella pubblica.
View of the model from the east and, below, study model of the dip in the roof incorporating a public walkway.
Dominique Ulry Michel Denancé
Michel Denancé
Dominique Ulry
Study model showing the road access system from the west. Below, computeranimated study model of the garden of sculptures outside the museum.
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Peter Testa Architects
Peter Testa Architects
Una idea per il futuro The Carbon Tower rchitetto di Santa Monica, in California, Peter Testa ripropone la ricerca pura nella composizione del progetto architettonico. Un tipo di studio che si è recentemente arrestato, un impegno che si è ormai quasi perso nel mondo del lavoro progettuale. Infatti l’architettura è oggi impostata, in modo semplicistico, a riciclare i processi di edificazione e i prodotti ormai consolidati sul mercato. Peter Testa rifiuta questo atteggiamento passivo rispetto alla produzione del progetto, produzione che tende sempre più ad articolare solo la forma; al contrario, questo progettista coinvolge il processo costruttivo dell’evento sradicandolo da una ripetitività incipiente. Nasce, così, l’attenzione a un tipo particolare di tessuto, a una regola carica di logiche matematiche, che è in grado, per esempio, di ripetere la qualità produttiva del frattale e generare delle forme complesse, fondando nuovi processi costruttivi. E’ una sorta di web in grado di regolare e ordinare l’articolato sistema del progetto architettonico e comunicarlo attraverso una rete. E’ il progetto della Carbon Tower, che propone una struttura abitativa verticale. Per avere una conferma della sua fattibilità, Testa ha coinvolto lo studio di Ove Arup & Partners, per regolare anche il numero della stabilità e dell’equilibrio di tutto il complesso. La struttura primaria della Carbon Tower è una doppia elica pre-compressa di elementi continui intessuti in una griglia trapezoidale. Questa struttura è costituita da quaranta fili di fibra di carbonio a sezione rettangolare di 30x3 cm. Questi fili sono intrecciati attorno al proprio asse e disposti sulla superficie di un cilindro che costituisce la forma base dell’edificio. Semplici equilibri sono determinati grazie a elementi contro-rotanti. L’aggiunta di diversi di tali elementi di equilibrio crea un sistema omogeneo con una distribuzione dei pesi su l’intera superficie. L’aggiunta di cavi di tensione trasversale nel tessuto in fibra di carbonio dei solai agisce insieme alla struttura di compressione primaria per rinforzare la struttura primaria e ridurre le deformazioni. La Carbon Tower non ha un nucleo centrale; non ci sono supporti verticali all’interno della pianta di quaranta metri di diametro. Un altro aspetto innovativo di questo sistema è l’uso di una doppia facciata come parte della struttura. Il sistema di circolazione è distribuito lungo il per metro consentendo agli utendi di godere sia della vista panoramica che della luce naturale. Questa membrana esterna, formata da una coppia di rampe elicoidali serve come condotto sia per la circolazione sia per i servizi. Le rampe portano le uscite di emergenza al di fuori della struttura e fungono anche da controventature rispetto ai carichi laterali, come il vento. Questo progetto rappresenta un’atipica ricerca innovativa, in grado, però, di unire il suo programma di sviluppo alla sua ingegneria. Un vero e proprio studio denso di ricerca pura, generatore di un’idea formata da un tessuto di fibre di carbonio, materiale incredibilmente forte e flessibile, assemblato in un complesso palazzo per uffici di quaranta piani. E’ come se l’edificio fosse basato su una intelligenza artificiale espressa da un materiale costruito scientificamente. Così, da questo studio, nasce un nuovo prototipo di architettura, che potrebbe influenzare il futuro dell’architettura stessa. E’ un pro-
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cesso di ricerca spinto fino all’evoluzione della tecnologia, che ci fa osservare come la straripante supremazia umana sulla terra è proprio dovuta, esclusivamente, all’uso sfrenato di questo mezzo: cioè uno strumento superiore che permette all’uomo di controllare ogni forma di vita con cui convive sul pianeta, dalle quali, però, più si distingue. Infatti, sembra che siano la sensibilità, l’arte, la coscienza, la religione, cioè tutto ciò che viene chiamato anima, a generare quei fatti che gli hanno permesso di utilizzare, a proprio beneficio, tutta una varietà di impressionanti forze di cui l’uomo, in natura, è privo, anche se ciò è tutto da dimostrare. Per esempio, dal vaccino contro l’influenza, che stermina centinaia di virus, fino ai sofisticati satelliti per dominare lo spazio, che danno l’impressione che l’uomo cerchi i prodotti di questa sua abilità per prevalere e non per vivere. Significa, allora, che l’uomo applica l’arte al servizio di una sua difesa e non per innalzare la sua qualità di vita. Rimane solo il desiderio di prevalere attraverso le armi tecnologiche di distruzione, di cui fanno le spese altri esseri viventi. Dubbi da vanificare, dubbi che portano la tecnologia in un campo percettivo complesso, solo dotato di supremazia, invece di essere una realtà tecnologica che si preoccupa degli esseri viventi e non soltanto una parte. Questa Carbon Tower nasconde i misteri del processo di crescita dell’uomo, uomo che non è in grado di sollevare un carico superiore al proprio peso come, viceversa, riesce a fare la formica, oppure smaterializzarsi su per la cappa di un camino, come fa la famiglia Weasley: eppure l’uomo sembra in grado di dominare il mondo. Peter Testa vuole guardare il progetto dei quaranta piani di uffici molto per il sottile. Ci si accorge allora che occorre saperne sempre di più della fisica, della tanto celebrata biologia moderna ma, soprattutto, chiedersi il perché del funzionamento della nostra mente, ben sapendo del mistero che ancora circonda il nostro cervello. Non è, in questo caso, un dubbio sulla qualità architettonica della Carbon Tower; nemmeno si dubita dell’intelligente impostazione di ricerca progettuale, che evita la noiosa tradizione della solita edificazione, ma dall’uso di una strada tecnologica così raffinata da sembrare più una forma di difesa che non una forma di qualità di vita. E’ proprio vero che sappiamo così poco della nostra psiche, cioè del sentimento comune che deve essere celebrato nel progetto architettonico. Sappiamo poco della ragione per cui avviene il fenomeno del progetto, quello basato sulla necessità tesa ai nuovi bisogni del vivere. E’ così che la tecnologia, se usata tout court, in modo serendipico, può sembrare semplicemente la forza dei deboli invece che un servizio per l’umanità. In fondo, ben sappiamo che la stessa civiltà umana domina su tutte le altre forme di vita, ma sappiamo anche che, forse, sopra tutte vi è la civiltà occidentale. Ciò può darci delle certezze ma, anche, ci spaventa profondamente, perché sottile è la risposta da dare, per esempio, nella guerra fra il prodotto più evoluto della civiltà occidentale ipertecnologica e il mondo Assiro-Babilonese. Ecco così simboleggiato, nemmeno troppo astrattamente, l’archetipo origine dei primi grattacieli caldaici ziqqurat esposti a sofisticate tecnologie distruttive di missili da un milione di dollari al pezzo. Mario Antonio Arnaboldi
eter Testa, an architect from Santa Monica, California, is involved in pure experimentation into the composition of architectural design. A line of research that has recently ground to a halt and been virtually lost in the design world. Generally speaking, architecture is now geared rather simplistically to recycling building processes and products that are well-established on the market. Peter Testa rejects this passive approach to design increasingly tending to work solely around form; in contrast, this designer works on constructing an event by extracting it from the kind of repetition with which it is threatened. This results in attention to a special type of fabric and the kind of logico-mathematical reasoning capable, for instance, of reiterating the productive quality of fractals and generating complex forms by grounding new building processes. It is a kind of network capable of controlling and ordering the intricate system of architectural design and communicating it by web. The Carbon Tower project features a vertical housing structure. To test out its feasibility, Testa called on the aid of the Ove Arup & Partners firm to check the stability and overall balance of the entire complex. The primary structure of the Carbon Tower is a pre-compressed double helix of continuous elements woven into a trapezoidal diagrid. This structure consists of 40 strands of carbon fiber with a rectangular section 30x3cm.These strands are twisted around their own axis and arrayed on the surface of a cylinder that is the basic building form. Simple equilibriums are created through counter-rotating elements. The addition of several of these equilibrium creates a homogeneous system with a load distribution over the entire surface. The addition of transverse tension cables within the woven carbon fiber floor plates acts with the primary compressive structure to strengthen the primary structure and reduce buckling. The Carbon Tower has no central core; there are no interior vertical supports within a 40-meter diameter floor plate. Another innovative aspect of this system is the use of a double façade as part of the structure. The circulation system is distributed to the perimeter allowing access to views and light to all building users. This outer membrane, formed by a pair of helicoidal ramps serves as a conduit for circulation and services. The ramps move emergency egress outside the primary structure and act as adaptive lateral bracing that provide an adaptive response to lateral loads such as wind. This project is an unusual instance of innovative research capable, nonetheless, of matching its development programme with its engineering. An authentic study full of pure research generating an idea formed around a carbon fibre fabric, an incredibly strong and flexible material assembled into a complex 40storey office block. It is as if the building were based on artificial intelligence embodied in a scientifically constructed material. This study has led to a new prototype of architecture that might even influence the very future of architecture. It is a process of experimentation pushing technology to new limits and proving that the staggering supremacy of mankind on Earth is due solely to the unbridled use of technology: i.e. superior
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means of controlling any form of life inhabiting the planet and of distinguishing people from other beings. In actual fact, it would seem as if sensibility, art, conscience, religion and everything known as the soul are what allow people to create those things that allow them to put a whole variety of staggering forces to their own uses; forces that man does not possess in a natural state, although this of course needs proving. For instance, everything from flu jabs killing hundreds of viruses to the most elaborate satellite systems for conquering space seem to show that man is interested in the products of his ingenuity to dominate and not just co-inhabit. This means man applies art to protect himself and not raise his quality of life. All that remains is a desire to dominate by means of technological weapons of destruction at other living entities expense. Doubts that need wiping outs, doubts taking technology into a complex perceptual domain in which supremacy reins supreme and not the technological safeguarding of all living beings. This Carbon Tower conceals the mysteries of man’s process of growth, human beings incapable (unlike ants) of carrying loads weighing more than their own body weight or of disappearing up a chimney like the Weasley family: yet man seems capable of ruling the world. Peter Testa wants to take a very subtle look at how to design a forty-storey office block. It can be seen that much more needs to be known about physics and about much talked-about modern biology, but above all we need to ask ourselves how our mind works, fully aware that our brains are still shrouded in mystery. In this case, there can be no doubting the architectural quality of the Carbon Tower; similarly, there is no doubt about the clever way in which it has been designed, ignoring boring old building methods and adopting such a refined technological approach that it seems more like a form of defence than a form of quality of life. It is true that we know very little about our own psyche or, in other words, of that common feeling that needs celebrating through architectural design. We also know very little about the origins of design, the kind of planning that serves the deepest needs of human life. This is why when technology is used in a purely serendipity-type way it seems more like the power of weaklings than a service to mankind. In the end, we are well aware that human civilisation dominates all other forms of life, but we also know that, perhaps, it is really western civilisation that takes precedence. This is reassuring in many ways, but it is also rather scary, since the answer, for instance, to the war between the most innovative products of hyper-technological western civilisation and the Assyrian-Babylonian world is very subtle indeed. Here then symbolised in a not-too-abstract form is the original archetype of the first Chaldean ziqqurat skyscrapers exposed to the sophisticated destructive technology of million-dollar missiles.
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Modelli e rendering della Carbon Tower, prototipo di una torre di 40 piani che fa parte di un progetto di ricerca e sviluppo sull’architettura e l’ingegneria di strutture composite intessute avviato da Peter Testa Architects sin dal 1997. Il progetto coniuga i progressi nelle scienze dei materiali, nell’ingegneria, nell’informatica e nella produzione industriale per creare una morfologia strutturale completamente nuova. Un aspetto chiave del progetto è l’uso di materiali compositi sintetici come la fibra di carbonio per formare ogni parte della struttura e delle componenti della torre creando un edificio di massima leggerezza, resistenza e capacità di conservare energia. Ciò implica un ripensamento dei processi costruttivi basato sull’uso estensivo della poltrusione robotizzata in loco e della tecnologia dell’attorcigliamento dei filamenti per la tessitura della struttura e della pelle dell’edificio.
Project: Peter Testa Architects Software Engineer: Simon Greenwold
Weaver – Software (2001-2003) Weaver è un esempio del set di strumenti che lo studio Peter Testa Architects (www.peter-testa.com) di Los Angeles sta sviluppando per il progetto e l’ingegneria di strutture intessute. La ricerca di intrecci e tessiture industriali ha condotto al disegno di una grammatica capace di descrivere un’ampia varietà di schemi tessuti. Weaver applica lo schema a una superficie definita dall’utente – in questo caso un tubo esploso. Le tessiture che ne derivano possono essere complesse e dipendono sia dalla descrizione dello schema di tessitura sia dalla topologia della superficie su cui il tessuto è applicato. Il software weaver è scritto in C++ con OpenGL.
Weaver is an example of the tool-set being developed by the Los Angeles firm of Peter Testa Architects (www.peter-testa.com) for the design and engineering of woven structures. Explorations of industrial braiding and weaving led to the design of a grammar capable of describing a wide variety of woven patterns. Weaver applies the pattern to a user-defined surface – in this case an exploded tube. The resulting weaves can be complex, and depend both on the description of the weave pattern and the topology of the surface o which the weave is applied. Weaver is written in C++ with OpenGL.
Model views and rendering of the Carbon Tower, a 40-story hi-rise prototype which is part of a research and development program in the architecture and engineering of woven composite structures initiated by Peter Testa Architects in 1997. The project brings together advances in material science, advanced engineering, deep computing and manufacturing to create a whole new structural morphology. A key aspect of the project is the use of composite materials – synthetics such as carbon fiber – to form every aspect of the building structure and components to create the lightest, strongest, and most energy conserving building of this type. To realize these objectives involves rethinking of the constuction process based on extensive use of on-site robotic pultrusion and filament winding technology to weave the structure and enclosure.
Credits Project: Peter Testa Architects Principals: Peter Testa, Devyn Weiser Designers: Ian ferguson, HansMichael Foeldeak Consultants: Ove Arup and Partners; Principals Mahadev Raman, Markus Schulte
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Pianta, sezione e rendering della torre; dal basso in alto: l’accesso, l’ingresso, vista di un piano e la lobby.
Plan, section and renderings of the tower; from bottom up: the approach, the entry, a floor view, and the lobby.
Rendering della base e della rampa della Carbon Tower.
Renderings of the base and of the ramp of Carbon Tower.
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Claude Vasconi
Claude Vasconi
L’immagine della scienza ISIS in Strasbourg trasburgo: campus universitario dell’Esplanade, è apparso qui, nuovo fiammante, questo Institut de Science et d’Ingénierie Supramoléculaires. Spinto dalla propulsione di una sfida lanciata all’architettura dal mondo della ricerca avanzata, ai confini delle discipline, da Jean-Marie Lehn, premio Nobel per la chimica. L’ISIS, cui si propone dunque d’essere uno dei luoghi guida dell’avanguardia scientifica, si vede affidato il destino di un avamposto. Come si trattasse di una testa di ponte sul futuro di quella ricerca più sensibile alle ricadute economiche. Progettata e costruita di gran carriera dall’atelier di Claude Vasconi – con l’aiuto, in loco, di Jean-Paul Gilch – in soli quattro anni, dai primi studi per il concorso all’inaugurazione nel dicembre 2002, secondo i tempi serrati di un vero e proprio blitz edilizio – come dire impossibile in Italia. La nuova costruzione è composta da parti variamente orientate dalle diverse sembianze, con un movimento d’insieme che vuole rispondere alle differenti inclinazioni con cui sono disposti, sui lotti irregolari tagliati dalle strade non ortogonali, gli edifici circostanti. A est, sul lato altrimenti concavo, la direzione della Rue Gaspard Monge è ripresa dalla barra retta, messa di traverso, che ospita l’ingresso, i servizi e uno dei vuoti interni, mentre il Centro Sportivo Universitario trova, per parallelismo, i suoi interlocutori nella sala conferenze trapezoidale e il blocco uffici di fronte. A ovest è invece con l’arco convesso della mezza grande ellisse che l’Istituto – naturalmente a suo agio nella pianta libera di un campus – spicca dal fondo e si acciambella attorno al suo centro cavo, in modo da stabilire, isolato e con un abbraccio, le relazioni di vicinato di buon auspicio: con i dirimpettai sul terreno, aldilà, attraverso il panorama di cattedrale, città, Vosgi. Accesso a est da una specie laica e alberata di sagrato che arretra dal filo stradale fino a incontrare i gradini e la rampa di ingresso. La circolazione interna si organizza intorno agli spazi a luce zenitale e a tutta altezza che trapassano vuoti il centro della costruzione: tra l’ala curvilinea divisa radialmente dei laboratori, la barra diagonale con ascensori, scale e servizi, il diaframma degli uffici. I passaggi staccano una dall’altra le tre diverse parti in un andirivieni considerato dal disegno quanto mai propizio alla convivialità e agli scambi informali auspicati dal programma. Un certo pathos spaziale pervade questi ambienti su cui si affacciano, tra un verde d’atmosfera, gli incontri ad angolo acuto di prospetti retti o curvi. Nel sottosuolo, la distribuzione dei ventuno posti auto, dei locali tecnici e degli altri laboratori sembra riflettere meno la logica compositiva che investe la chiara divisione dei livelli superiori. Al sesto e ultimo piano, due diverse terrazze si contendono la profondità aerea del paesaggio, la più bassa è un belvedere che gira intorno alla costruzione con un nastro continuo di vegetazione. Trattamento esuberante del volume volontariamente sorpreso dalle lusinghe della scultura da far persino pensare a un’intersezione tra le geometrie di un grande oggetto déco e le rivoluzioni di ellissi o spirali. Granito, vetro, alluminio a spartirsi – in concreto – l’universo materiale immarcescibile dell’Istituto. Chissà che simmetria esiste, a chiederselo da sofisti, nei campi di ricerca rispettivi, tra l’architettura di questo edificio e le scienze supermolecolari. Proprio il delay che ci si figura saprebbe forse corrispondere al modo che all’architettura compete di seguire, rendendolo quindi stabile, il corso delle cose. Decio Guardigli
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Credits Project: Claude Vasconi, Jean-Paul Gilch Assistants: Guy Bez (Associate), Christophe Pujdak, Simona Albracht, Thomas Schinko, Bruno Baudin Engineering: Ingerop Grand Est Photos: Philippe Ruault, Florence Schaeffer Client: Conseil Général du Bas-Rhin
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trasbourg: thie Institut de Science et d’Ingénierie Supramoléculaires has sprung up here, all shiny and new, on the Esplanade university campus. Driven along by the challenge thrown down to architecture by JeanMarie Lehn, Nobel prize winner for chemistry, and the very tip of cutting-edge research, this is designed to be one of the key places for the scientific avant-garde, a sort of outpost. It is almost a bridge head to the future of that line of research most susceptible to economic repercussions. Designed and built in great haste by the Claude Vasconi workshop – with the on-site help of Claude Vasconi – in just four years, from the first competition studies to its opening in December 2002. We are, of course, talking about the kind of tightly scheduled building blitz that would be quite impossible in Italy. The new construction is composed of variously positioned parts of different shapes and sizes combining to create an overall sense of motion geared to the different inclinations at which the surrounding buildings are set on the irregular-shaped plots of land cut through by non-orthogonal roads. Over on the otherwise concave-shaped side over to the east, the direction of Rue Gaspard Monge is reiterated in the straight bar placed crossways holding the entrance, utilities and one of the inner voids, while, as some sort of parallel, the University Sports Centre interacts with the trapezium-shaped conference hall and opposing office block. In contrast, the Institute – naturally at home on the open-plan campus - stands out sharply through the convex arch of the large half eclipse over to the west, settling gently around its hollow centre. It also enjoys pleasant relations with its surroundings in a sort of warm but isolated embrace: there is a lovely view of the cathedral, city and Vosges. Entrance from the east is through a sort of secular, tree-lined churchyard set back from the road to meet the steps and entrance ramp. The inside circulation is organised around full-height zenithlit spaces cutting through the middle of the building: between the curved wing divided radially by the laboratories, the diagonal bar holding the lifts, stairs and utilities, and the diaphragm of offices. Passage ways separate the three separate parts from each other in a sort of maze designed to encourage the type of informal interaction and exchange referred to in the programme. A certain spatial pathos pervades these premises, where straight or curved acute-angled elevations all meet in a very green atmosphere. The layout of twentyone parking spaces, technical rooms and other laboratories in the underground seems to be less clearly divided than on the upper floors. Two separate terraces up on the sixth and top floor compete for the sheer scope and breadth of the landscape, the lower terrace is actually an observation deck revolving around the construction like an unbroken band of vegetation. The exuberant way in which the structure has been treated draws on the flattering effects of sculpture to even call to mind an intersection between the geometric patterns of a large deco object and the revolving motions of ellipses or spirals. Granite, glass, aluminium actually share the Institute’s powerful material presence. Who knows what symmetry may exist (we might ask ourselves), in their relative fields of research, between this Institute’s architecture and the supermolecular sciences. Perhaps even the delay that seems on the cards might just correspond to the way architecture is expected to follow (hence making it stable) the course of things.
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Particolare della facciata est dell'ISIS, l'Istituto di Scienze e di Ingegneria Sovramolecolare dell'Università di Strasburgo.
Detail of the east facade of the ISIS building, the Institute of Supermolecular Engineering at Strasbourg University.
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Dall'alto in basso, planimetria generale, sezione trasversale e pianta del piano -1.
From top down, site plan, cross section and plan of level -1.
Dal basso in alto, piante del paino terreno, del quinto e del sesto piano. L'edificio si sviluppa su sei piani, a est si apre una piazza pedonale dove è organizzato l'ingresso principale in posizione leggermente arretrata.
From bottom up, plans of the ground, fifth and sixth floors. The building rises over six floors, opening up into a pedestrian plaza over on the east side, where the main entrance is situated in a slightly set-back position.
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Particolari delle facciate a Est dove sono organizzati gli uffici. Nella pagina a fianco, particolari del corpo curvilineo che disegna le facciate a Sud, Ovest e Nord offendo un'ampia vista panoramica sulla città e sui Vosgi.
Details of the facades over to the east, where the offices are located. Opposite page, details of the curved section marking the south, west and north facades, offering a wide panoramic view of the city and Vosges.
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Particolari delle facciate a est.
Details of the east facades.
Particolari del corpo curvilineo in vetro e granito dove sono organizzati i laboratori disposti a ventaglio.
Details of the curved glass and granite section where the fan-shaped arrangement of laboratories is located.
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L'interno del corpo a est dell'ingresso che segue uno sviluppo a forma di prua.
Inside of the entrance section to the east tracing a bow-shaped form.
Particolari dell'ambiente a tutt'altezza dell'atrio, ritmato dal sistema di corridoi e passerelle che facilitano la comunicazione e le relazioni tra gli uffici. Qui a fianco, particolare di un laboratorio.
Details of the full-height lobby set out around the system of corridors and walkways fostering communication and interactions between the offices. Opposite, detail of a laboratory.
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Prospettive dei corridoi e passerelle che si aprono sullo spazio a tutt'altezza dell'atrio.
Perspective views of the corridors and walkways opening up into the fullheight lobby.
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redo che il Gruppo Ghigos rappresenti, quasi in forma emblematica, una condizione che stanno attraversando i giovani progettisti italiani dell’ultima generazione. Non tutti, naturalmente. Ma sicuramente alcuni tra i più intelligenti e sensibili. Sono accomunati da alcune caratteristiche. La prima delle quali è una laurea rimandata. La condizione non è di certo nuova. Da sempre si tende a stare all’interno delle mura rassicuranti delle facoltà di Architettura, anche oltre il lecito. E non è raro rintracciare nelle biografie di architetti adesso ultracinquantenni o ultrasessantenni lauree conseguite a ventisette, trenta, trentatre anni. Il fenomeno ha però oggi caratteristiche diverse. Ghigos e colleghi non stanno all’interno dell’università in parcheggio in attesa di occupazione, oppure per svolgere, come avvenne ad alcuni durante il Sessantotto e il Settantasette, un impegno sociale e politico, oppure perché obbligati da un professore narciso a marcire per tre o quattro anni su una tesi con promessa di pubblicazione o di segnalazione nelle infernali graduatorie di merito sofferente, non scritte ma a tutti note, dei dottorati e post-dottorati. Se non si laureano in tempi rapid è, soprattutto, per produrre iniziative, mostre, concorsi. Molti di elevata qualità. Come per esempio il concorso Loco-emotiva o Evolutive Space o la pubblicazione del libro Diritto d’Autori che ha accompagnato una mostra all’interno del Politecnico di Milano. Attività sorprendenti ma non isolate. Penso per esempio alle tre eccellenti pubblicazioni curate da un gruppo di studenti romani – si stanno laureando solo in questi giorni – 2A+P, dedicate ai temi monografici Body, House, Landscape o al recente libro da loro stessi scritto, in collaborazione con autori più anziani, sull’ultima leva dei giovani architetti italiani: si intitola GR, la generazione della rete ed è edito da Cooper&Castelvecchi. Oppure penso al webzine fondato da Gianluigi D’Angelo, Channelbeta, che in poco tempo è diventato un utile punto di riferimento e di riflessione per studenti e architetti. Oppure alle pungenti conferenze curate a Venezia dal coraggioso Luca Guido, in un clima se non proprio ostile e sospettoso, certo prudente nei confronti della ricerca e dell’innovazione. E ancora a un memorabile workshop organizzato a Roma da Luigi Bartone o, infine, a un dovuto convegno a Firenze su Bruno Zevi inventato da Giovanni Bartolozzi. Probabilmente c’è una spiegazione sociologica per dar conto di un fenomeno che, pur con modalità e tempi diversi (pochi in fondo sono i novelli Tanguy e, in molti casi, i ritardi sono del tutto fisiologici) sta estendendosi a macchia d’olio in tutto il territorio: questi giovani hanno capito che prima si sarebbero avventurati nel mercato del lavoro e prima sarebbero stati soffocati da una committenza imbelle, da un mondo produttivo arretrato, da un apparato di controlli arcaico, da un sistema vincolistico medio-orientale. Preferiscono allora sfruttare le occasioni, i fondi, le borse di studio, i workshop messi a disposizione dalle strutture pubbliche o, in misura molto minore, dai privati. La seconda caratteristica che li accomuna è il gruppo aperto. Fatto da continui travasi di individualità ed energie e favorito dai moderni mezzi di comunicazione, in primo luogo da internet. E’ una strada che in alcuni casi, penso per esempio al gruppo UFO, con basi a Messina, Londra, Amsterdam e Seul, ha portato alla costituzione di équipe transnazionali e in altri, tra i quali gli stessi Ghigos, a collettivi di lavoro in grado di adattarsi con facilità alle singole occasioni. In un sistema in crisi è, infatti, controproducente organizzare strutture grandi e rigide. Meglio decorporeizzare e delocalizzare il gruppo per fargli assumere la consistenza e l’ubicazione che di volta in volta si ritiene più favorevole. La terza caratteristica è la volontà di confronto, soprattutto sul piano teorico, e la predilezione dello strumento del concorso in cui – credo – gioca anche la competizione e la voglia di emergere. Ghigos ha prodotto lavori eccellenti, con una intensità di sforzo che va
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Gruppo Ghigos
oltre i premi, spesso simbolici, messi in palio. E sempre con la volontà di realizzare prodotti la cui chiave di lettura non è mai formale, ma metodologica, quindi attenta al processo piuttosto che a una singola soluzione. Vi è, e non poteva essere altrimenti, visti questi presupposti, una passione, un amore consapevole e dichiarato per le ricerche degli anni Sessanta. Per un momento nella storia dell’architettura in cui le preoccupazioni disciplinari sono state messe da parte per fare spazio al mondo esterno: all’arte e alla scienza. Da un lato la Body Art, la Land Art, l’arte concettuale, il situazionismo, dall’altra le geometrie complesse, il vivente, il linguaggio. L’obiettivo è superare le dispute accademiche per ridare centralità all’uomo, alle sue esigenze, alle sue aspettative. Eteronomia, non autonomia. O meglio un’autonomia che può essere oggi possibile solo a condizione di un costante travaso di idee, problemi e metodi che vengono da altrove. Per dirla con una parola oggi di moda: di una continua ibridazione che si consuma attraverso la rottura degli steccati disciplinari. Osservando i progetti di Ghigos (www.ghigos.it) si noterà che la parola che ricorre di più è interfaccia. La troverete in tutti i suoi sinonimi: integrazione, relazione, connessione...L’obiettivo è semplice: si tratta di riunire ciò che è scisso, risolvendo all’interno del progetto le numerose contraddizioni che rendono la sintesi oggi difficile. Tra le polarità da riconnettere: ecologia e sviluppo, storia e futuro, corpo e mente, reale e virtuale. I progettisti di Ghigos sanno che scegliere unilateralmente l’una o l’altra non può che provocare disastri, fallimenti. Propongono per esempio costruzioni sotterranee che non vanno contro le esigenze di chi è soffocato da una città forse troppo cementificata. E così cercano di tutelare il verde ma senza cadere nello stupidario ambientalista. Recuperano la storia, le sue stratificazioni ma coscienti che “non occorre rivalutare solo il Passato, bensì anche Presente e Futuro ”. Recuperano il digitale, proponendo pareti intelligenti, ma a condizione che siano il presupposto per una rivalutazione del corpo, del concreto muoversi nello spazio, e, come nel progetto di Evolutive Space, si fanno promotori di una organizzazione, meno gerarchica e più liberatoria, dei comportamenti. Nessuna contrapposizione tra forme scatolari e bloboidali, tra tecnologie high e low. Ogni strumento è utile se va nella direzione giusta. Cioè l’ottenimento di un universo più disteso, più giocoso, meno alienante. In cui si sappia fare i conti con la contemporaneità e con i suoi portati. Figli della rivoluzione digitale, Davide Crippa e compagni capiscono che il mondo che ci circonda è cambiato, che è sciocco proporre soluzioni senza fare i conti con le nuove realtà, che non è pensabile fare architettura senza capire che l’inanimato, producendo feedback, si sta trasformando in animato, che i luoghi stanno perdendo il loro “qui” e il loro “ora”, che viviamo nell’epoca del simultaneo, della giustapposizione di vicino e di lontano, che, per usare un’immagine di N.J. Park “video non significa io vedo, ma io volo ”. Spazializzatore di sogni, di miti e di speranze, il Gruppo Ghigos ha il merito di indicare, in tutta la sua purezza, una direzione che chi è troppo affaccendato dietro la ricerca professionale, tende a perdere. Certo a volte manca una analisi di fattibilità tecnologica ed economica che ne sostanzi e vertebri operativamente le ipotesi e, come sempre accade dove la dimensione metodica e ideologica è prevalente, i progetti rischiano di essere di non facile e immediata realizzazione. Ma credo che sia meglio avere idee su un possibile futuro e però lasciarne la realizzazione a ricerche ulteriori, piuttosto che ostinarsi ad applicare vecchie ricette a un mondo che ti sfugge da tutte le parti. In fondo, come hanno dimostrato gli Archigram, nella lunga durata, il mondo appartiene a chi, sognandolo, prova con energia a prefigurarlo. Luigi Prestinenza Puglisi
think the Ghigos team is emblematic of the situation in which the latest generation of young Italian architectural designers often finds itself. Not all of them, of course. But certainly some of the most intelligent and sensitive. They share a number of traits. The most prominent of which is the fact they have not graduated yet. There is nothing new about this. There has always been a tendency to stay within the reassuring walls of faculties of architecture longer than need be. And reading through the biographies of architects now in their fifties or sixties, you will very often find that they graduated at the age of twenty-seven, thirty or even thirty-three. There are a number of reasons for this. Ghigos and Co. are not just hanging around university either waiting to be employed or for reasons of socio-political commitment as in 1968 or 1977, or even because they are forced to spend three or four years working on a thesis by some narcissistic professor, who has promised it will be published or pledged he will use his influence to get them onto some doctoral or post-doctoral programme. The main reason these people have not graduated that quickly is because they have been working on other projects, exhibitions, competitions. Like, for instance, the Loco-emotiva or Evolutive Space competitions or the publication of a book entitled Diritto d’Autori that illustrated an exhibition held at Milan Polytechnic. Surprising projects and certainly not just one-off events. I am also thinking, for example, of the three excellent publications handled by a group of students from Rome – graduating at the moment – 2A+P, devoted to monographic themes like the Body, House, Landscape or the recent book they themselves wrote in conjunction with older writers about the latest bunch of young Italian architects: it is called GR, la generazione della rete and is published by Cooper&Castelvecchi. I might also mention webzine set up by Gianluigi D’Angelo, and Channelbeta, that is already a real bench-mark for both students and architects alike. It is worth pointing out the daring conferences organised in Venice by brave old Luca Guido, in a setting which, if not openly hostile, is certainly very suspicious and slow to embrace research and innovation. Let us not forget the memorable workshop organised in Rome by Luigi Bartone or, lastly, a convention rightly dedicated to Zevi in Florence, the brain child of Giovanni Bartolozzi. There is most likely a sociological explanation behind a general state of affairs which, in different ways and at different times (there are not many new Tanguys and, more often than not, delays are only to be expected), is spreading like an oil slick all over the country: these young people were quick to realise that the sooner they ventured onto the work market, the sooner they would have been bogged down by faint-hearted clients, a very backward production climate, an outmoded system of checks and controls and a middleeastern system of restrictions and constraints. So they have decided to take their chances and make the most of the funds, study grants and workshops set up by public authorities or, to a lesser extent, private institutions. The second distinctive feature they share is their open-group approach, constantly exchanging energy and enthusiasm, helped along by modern means of communication, notably the Internet. In some cases this has resulted in the formation of transnational teams (I am thinking, for instance, of the UFO team based in Messina, London, Amsterdam and Seoul), in others, like Ghigos itself, work collectives have been set up capable of easily adapting to different opportunities. At a time of crisis, there is no point in setting up huge, inflexible structures. Sizing down and de-localisation are much more effective means of enabling a team to make the most of any opportunities arising. The third feature is a will to exchange views, particularly on a theoretical level, and a preference for competitions which, I believe, is due to a certain competitive edge and will to emerge. Ghigos has
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produced some excellent works, worthy of much more than the often merely symbolic prizes up for grabs. They always focus on designs which are much more method-oriented than just stylish, geared more to process than individual works. Considering these premises, there was bound to be an openly-avowed love and passion for the experimentation carried out in the 1960s. That period in the history of architecture when professional worries within the clique were put aside to leave room for the outside world: for both art and science. On one hand, Body Art, Land Art, conceptual art and situationalism; on the other, complex geometric patterns, living entities and language. The aim is to move beyond academic disputes to focus back on human beings, their needs and expectations. Heteronomy, not autonomy. Or rather a form of autonomy that is now only possible with the help of a constant flow of ideas, problems and methods coming from elsewhere. To express it in trendy terms: constant hybridisation breaking through disciplinary barriers. The most recurring word in Ghigos’s projects (www.ghigos.it) is interface. It appears in a variety of synonyms: integration, relation, connection… The idea is simple: bringing back together what has been split apart and resolving all those contradictions that make a project so difficult to synthesise. The poles that need bringing back together include: ecology and growth, history and the future, body and mind, real and virtual. The designers at Ghigos are aware that choosing one at the expense of the rest is bound to have disastrous consequences and terrible failures. They are proposing, for instance, underground constructions that do not clash with the needs of people entrapped in stifling cities overflowing with concrete. And this means an attempt to safeguard the landscape without resorting to the kind of nonsense often associated with much environmentalism. They dig through the layers of history, well aware that “it is not just the past that needs re-assessing, but also the present and future.” They work with digital technology to design intelligent walls, but only provided they are a premise for re-assessing the body and concrete movement through space and, as in the project for Evolutive Space, they are interested in a less hierarchical and much freer organisation of behavioural patterns. No counter-positioning of box-shaped and blob-like forms, high and low technology. Every tool can be useful if used in the right way. This creates a more relaxed and playful world that is less alienating. This makes it possible to come to terms with modern-day society and all it involves. Offspring of the digital revolution, Davide Crippa and Co. realise that the world around us has changed, that it is ridiculous to create designs without embracing the way reality now is and that it is pointless trying to build architecture without realising that inanimate matter (producing feedback) is turning into animate matter, places are losing their “here” and “now”, and we are living in the age of the simultaneous, the juxtaposition of near and far, in which, to borrow an image from N.J. Park, “video does not mean I see, but I fly.” Specialists in dreams, myths and hopes, the Ghigos team ought to be praised for clearly indicating a very pure direction of intent which all those people too busy in professional research tend to miss. Of course, there is occasionally a lack of analysis of technological/economic feasibility to give real substance and backbone to their ideas and, as is inevitably the case when method and ideology take precedence, their projects turn out to be extremely hard and complicated to actually build. But I think it is better to have some ideas about what the future might be like and then leave their concrete instantiation to further experimentation than to insist on the same old recipes in a world that now refuses to be pinned down. As Archigram have shown, the world belongs to those dreamers who channel all their efforts and resources into envisaging it.
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions
Gruppo Ghigos
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Schemi del comportamento di adattamento e integrazione all’ambiente e spaccati assonometrici delle strutture progettate da Ghigos per un sistema abitativo del futuro. CDQ_V3 si struttura in quattro livelli: individuale, che si manifesta attraverso la realizzazione, tramite la tecnologia delle reti Internet in un nomadismo e teletrasporto virtuale che mette in diretto contatto bisogni e desideri dell’uomo con la funzione abitativa; ecologico, che prevede strutture che si adattano e integrano all’ambiente grazie a membrane e sistemi costruttivi flessibili, e permette l’interrelazione tra edificio-contesto-tecnologia-natura; temporale, in cui si teorizza
la metafora del vuoto come libertà; sociale, in cui si sogna una democrazia virtuale che permetta il libero accesso alla rete per tutti e da qualsiasi luogo. Rendering di due scenari futuribili di CDQ_V3: una società sempre più informatizzata, basata su un sistema instabile, variabile, personalizzabile in cui l’unica certezza è il mutamento e il valore principale la diversificazione. Si definisce un sistema dell’abitare basato sull’interrelazione tra utente-oggetto-contesto in cui gli edifici sono entità sensibili e modificabili a seconda delle esigenze dell’abitante.
Top, diagrams of how the structures designed by Ghigos for a living system of the future adapt and fit into the environment, and axonometric cut-aways. CDQ_V3 is constructed around four levels: individual, embodied in how Internet technology has created a form of nomadism and virtual teleportation system bringing human needs and desires directly into relation with the act of living; ecological, envisaging structures adapting and being knitted into the environment thanks to flexible construction systems and membranes, and enables buildingcontext-technology-nature to interrelate; temporal, as the metaphor of space is
interpreted as freedom; social, involving a dream of virtual democracy allowing free access to the web for everybody and from anywhere. Rendering of two CDQ_V3 scenarios of the future: an increasingly computer-oriented society based on an unstable, variable, personalisable system, whose only certainty is change and whose main value is diversification. A living system is designed around a form of interrelation between user-object-context in which buildings are sensitive entities that can adapt to living requirements.
CDQ_V3 www.ghigos.it/index3.html Project: Gruppo Ghigos: Davide Crippa, Pier Luigi Gelosa, Emanuele Naboni, Evaristo Iori
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Evolutive Space è un nuovo tipo di aula per l’insegnamento interattiva e multisensoriale. La struttura si articola in una sequenza di archi a sezione tubolare, irrorati da distanziatori che attraverso un doppio livello di scorrimento garantiscono deformazioni spaziali. Alle micro-deformazioni, assicurate da molle elastiche montate su piastre di trasmissione, attivate dalla pressione esercitata dall’utente durante l’investigazione dello spazio si possono associare macro-deformazioni realizzate tramite movimenti calibrati e centralizzati, applicati su ciascun perno di trasmissione e attivabili tramite comandi meccanici. L’utente, posto al centro dell’esperienza sensoriale di Evolutive Space, ha la possibilità per esempio di modificare la temperatura dello spazio nella sua interfaccia tra interno ed esterno,
grazie a una schermatura superficiale accostata a cuscinetti di gel ad accumulotrasmissione termica. L’interfaccia spazio/utente è reso possibile grazie a una pelle formata da display pieghevoli con schermi LEP (realizzati da Cambridge Display Technology in seguito alle scoperte di catene polimeriche relative alle emissioni luminose) che, a differenza degli schermi LCD a quarzi liquidi, possono essere osservati da qualsiasi angolazione, modificati cromaticamente punto per punto e, realizzati con polimeri morbidi, modellati liberamente. Inoltre la Plastic Logic, in collaborazione con l’Università di Cambridge, ha individuato un nuovo processo produttivo in grado di costruire transistor flessibili che, impressi su una sottile pellicola, creano i display pieghevoli qui adottati come “abito mediatico” dell’aula.
Evolution Space is a new type of interactive, multi-sensorial classroom in which the space devoted to learning is backed up by the emergence of changing sensations. Its structure is constructed around a sequence of tube-sectioned arches sprinkled with spacers ensuring spatial deformations through a twin-flow level. The micro-deformations, ensured by elastic springs fitted on transmission plates activated by pressure exerted by the user as space is investigated, can be combined with carefully gauged and centralised macro-deformations applied to each transmission pin that can be operated by mechanical controls. The user, placed at the centre of Evolutive Space’s sensorial experience, gets the chance, for instance, to adjust the space’s temperature at the interface
between inside and outside, thanks to surface screening combined with heat accumulation-transmission gel cushions. The space/user interface is made possible by a skin formed of folding displays with LEP screens (designed by Cambridge Display Technology following discoveries of polymer chains for light emissions) which, unlike liquid quartz LCD screens, can be seen from any angle, chromatically altered point by point and freely shaped using soft polymers. Further more, Plastic Logic has worked with Cambridge University on a new manufacturing process capable of producing flexible transistors which, imprinted on a thin layer of film, create folding displays here used as the classroom’s “mediatic clothing”.
Evolutive Space http://architettura.supere va.it/inabit/20010924 Project: Gruppo Ghigos: Davide Crippa, Matteo Corno, Matteo Esposto, Evaristo Iori
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In queste pagine, le tavole che illustrano la proposta di Ghigos per il bagno: bagno “a tutte le ore” e per tutta la famiglia; un bagno “per emozionare” e in grado di “ascoltare le emozioni”… attraverso pareti-schermo sempre diverse… attraverso un albero che all’interno di un cristallo si staglia nel centro della stanza e induce un costante rapportarsi col mondo naturale… ma anche attraverso accorgimenti poetici e tecnici come la cromoterapia, cioè l’utilizzo di luci particolari, che diffondono diversi colori (e in diverse tonalità), modificando le suggestioni che questo “bagno” induce: creando di volta in volta un ambiente nuovo.
BiSogno www.bagnosenzaconfini. com/images/progetti200 2/vincitori/bisogno/bisogn o.htm Project: Gruppo Ghigos: Davide Crippa, Barbara Di Prete, Michele Di Monte
Cromoterapia utilizza l’energia presente nelle onde luminose per infondere nuova energia al corpo e alla mente. L’estetica che emerge è sensuale, fatta di superfici ondulate e flessibili, fatta di curva, spaccature, frammentazioni e gemmazioni dalla geometria morbida.
“Non c’è una verità, né la verità; di ogni cosa ci sono due verità, specie in quest’epoca straordinaria nella quale tutto si trasforma e tutto (ecco già le due verità di una realtà) resta eterno nell’eterno fluire del tempo”. There is no truth, nor the truth; there are two truths about everything, particularly in this incredible age in which everything changes and everything (here are the two truths about everything) remains eternal in the eternal flow of time.” (G.Ponti)
These pages, the tables illustrating the Ghigos bathroom design: “all-day” bathroom for all the family; a bathroom “to excite” and capable of “listening to our emotions”…. through constantly changing screen-walls……through a tree that stands out in the middle of the room inside a glass holder and fosters constant interaction with the natural world…. but also through poetic and technical touches like chromotherapy, i.e. the use of special lights projecting various colours (and in different shades), altering the feelings this “bathroom” induces: creating constantly new settings.
Chromotherapy uses the energy in light waves to inject new energy into the body and mind. The emerging aesthetics are sensual, made of wavy and flexible surfaces, curves, cuts, fragments and gemmations with soft geometric forms. “La natura liquida del digitale permette oggi di dialogare con gli aspetti più segreti e vitali della natura, per accedere alla misura frastagliata delle nuvole e delle montagne, alla natura dinamica, flessibile e sensibile del corpo come sistema vivente” “The liquid nature of digital technology now lets us dialogue with the most secret and vital aspects of nature to gain access to the fuzzy outlines of clouds and mounts, and the dynamic, flexible and sensitive nature of the body as a living system.” (L.Prestinenza Puglisi)
Uno spazio di intimità, ma anche di socializzazione o di lavoro… all’insegna della riscoperta “del sé”, “degli altri” e “del mondo” An intimate space also designed for socialising or work….. in the name of rediscovering “the self”, “others” and “the world” “E’ bellissimo che nel disordine meraviglioso della natura, sorga un’architettura rigorosa e semplice come un cristallo”
Concepire lo spazio non più come contenitore delimitato da muri, ma come teatro delle interrelazioni tra l’uomo e l’ambiente
“It is wonderful that he marvellous disorder of nature has as simple and precise an architecture as a crystal.” (G.Ponti)
Conceiving of space not as a container bordered by walls, but a theatre of interrelations between man and the environment
“Conquistare il cielo per conquistare questo diritto all’infinito” “Conquering the skies to conquer the right to infinity.” (P.Bottoni)
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Davide Cristofani e Gabriele Lelli Architetti Associati
Davide Cristofani e Gabriele Lelli Architetti Associati
Ordine e trasgressione
Particolare della struttura sanitaria “Villa Azzurra” con annesse attività poliambulatoriali a specializzazione psichiatrica. Il complesso sorge in territorio collinare a Riolo Terme, località termale del ravennate.
Villa Azzurra, Riolo Terme
Detail of the “Villa Azzurra” health centre with adjoining specialist psychiatric clinics. The centre is situated up in the hills in Riolo Terme, a spa town near Ravenna.
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uolo, orizzonte e cielo. E’ sempre vero che l’architettura quando non vuole suscitare forti emozioni si manifesta soprattutto come organizzazione spaziale, reticolo tridimensionale su cui disporre forma e funzioni? La struttura sanitaria Villa Azzurra, di Riolo Terme, nonostante la sua essenzialità compositiva, elude la regola, ponendosi in una sorta di terra di mezzo giacché è spazio destinato alle cure psichiatriche. Le alterazioni della psiche producono stati di visionarietà, la percezione dell’ambiente fisico può dunque subire forti accelerazioni, creando intense emozioni e particolari stati d’animo. Su questo dato, il progetto ha seguito la strada della correttezza compositiva, senza però trascurare una serie di considerazioni sulle potenzialità dialettiche insite nel rapporto paziente ambiente costruito. Se da un lato il paziente psichiatrico ha bisogno di vivere in un ambiente friendly, in uno spazio simile a un grande albergo, in un’atmosfera di tranquilla domesticità temporanea, non bisogna dimenticare che la follia non è solo uno stato patologico della mente ma è anche una dimensione di lacerante creatività. La follia è insita nell’esistenza di tutti ma quando attraversa la sensibilità degli artisti genera arte allo stato puro. Sono, infatti, note le sperimentazioni e i contatti fra alcuni ammalati mentali della clinica psichiatrica di Losanna e artisti appartenenti all’Art brut come Dubuffet, Forestier, Lésage. La follia è presente anche in altri ambiti espressivi, è un’energia trasversale che tocca il teatro: Shakespeare fa dire ad Amleto che nella follia c’è un significato da decifrare; dopo aver visitato Torquato Tasso durante il disperato ricovero nel manicomio di Sant’Anna a Ferrara, Michel Montaigne scrisse pagine e pagine di elogio della follia, sostenendo che essa è generata dalla più raffinata saggezza. Nel complesso di Villa Azzurra, in un impianto prettamente razionalista è stato inserito un elemento di trasgressione, un’interruzione linguistica attraverso la caffetteria in forma di cono rovesciato sorretto da pilastri inclinati come fossero i pali della tenda di una tribù nomade. Certamente un segno simbolico, un richiamo al nomadismo forzato di chi deve lasciare la propria abitazione per trasferirsi temporaneamente in un altro luogo. Il concetto di trasferimento temporaneo è, infatti, uno dei problemi centrali cui deve dare risposta il progetto di una struttura sanitaria destinata a malati mentali. La connotazione tipologica della struttura sanitaria s’identifica nella sua “distanza” dalla domesticità del paziente. Se la diversità è notevole, aumenta il senso di isolamento, se invece vi è troppa affinità si compromette l’efficacia della cura. Nel complesso rapporto fra paziente e spazio esterno vige la regola della massima apertura: mai spazi racchiusi da recinti ma delimitati da elementi paralleli, barriere visive più che ostacoli fisici. Villa Azzurra è un esempio eclatante di tale teoria: in essa prevalgono le linee orizzontali e sono totalmente evitate forme dinamiche in favore di strutture semplici e soprattutto neutrali, aspetto che si riflette anche nel rapporto con i diversi materiali. Carlo Paganelli
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round, horizon and sky. Is it inevitably the case that when architecture does not want to provoke strong feelings it mainly takes the form of spatial organisation, a three-dimensional web for holding form and functions? The Villa Azzurra health centre in Riolo Terme escapes this rule, despite its stylistic simplicity, taking its place in a sort of in-between zone as space designed for psychiatric treatment. Alterations of the psyche cause visionary states, the physical environment may be perceived as notably speeded up, creating powerful emotions and strange states of mind. In this respect, the design works along proper stylistic lines, without avoiding a number of points concerning the dialectical potential in any patient/built environment relation. If, on one hand, a psychiatric patient needs to live in a friendly environment, a space like a large hotel and a homely setting (of only for a short while), it also needs to be remembered that madness is not just a pathological state of mind, it is also a realm of devastating creativity. Madness is part of everybody’s life, but when it shoots through an artist’s sensibility it actually creates art in a pure state. It is a well-known fact that there have been plenty of experiments and contacts between mental patients from the Lausanne Psychiatric Clinic and artists belonging to the Art Brut movement, such as Dubuffet, Forestier and Lésage. Madness crops up in all kinds of art forms, its across-the-board energy even touches on the stage: Shakespeare has Hamlet say that there is meaning to madness; after visiting Torquato Tasso during his desperate stay at the San’Anna Luntic Asylum in Ferrara, Michel Montaigne wrote pages and pages in praise of folly, claiming that it is caused by the most refined wisdom. The largely rationalist-style plan of the Villa Azzurra complex incorporates a transgressive element, a linguistic break in the form of an inverted cone-shaped cafeteria held up by sloping columns, as if they were the tent poles of some nomadic tribe. Certainly a symbol representing the kind of obligatory nomadic existence of people forced to leave their homes to temporarily move on to another place. The idea of temporary transfer is actually one of the key problems that a project for a health facility for mental patients must deal with. The complicated relations between patient and outside space are governed by the rule of maximum openness: no spaces closed behind fences, just marked by parallel elements, more like visual blocks than physical barriers. Villa Azzurra is a startling example of this theory: it is full of horizontal lines and totally bereft of dynamic forms in favour of simple and, most significantly, neutral structures. Even the way the various materials interact is geared to simplicity and direct contact with just a few traditional and easily recognisable materials, so as not to create the kind of anxiety caused by recognition difficulties.
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Mario Ciampi
Credits Project and Site Management: Davide Cristofani, Gabriele Lelli Team Project: Alessandro Tabanelli, Alessandro Costa, Pierluigi Cappelli, Gianluca Zoli, Elena Caroli, Natascia Gurioli, Federica Cicognani Consultants: Geotecnica: en.ser. Gianfranco Marchi, Maurizio Merli Structures: Lorenzo Samori, Enea Berardi Thermo-hydraulic Plants: Augusto Cimatti Electrical Plants: mvd progetti, Roberto Benelli Topography: Aurelio Costa General Contractor: Cdile Carpentieri Rimini Facade Systems and Cladding: Schüco International, Mattone San Marco Laterizi Windowframes: Carcioffi Ravenna Wall Painting: Colorificio C.A.F. – prodotto murilux Adobe: V.I.C. Malta di allettamento e intonachino: M.G.N. Vicenza (Vitruvio) Lighting Systems: Viabizzuno, Prisma Floors: Ditta Levocell serie Kaolor, Klinker Sire Industrial Wood Floor: Original Parquet (fitted by Cavina Leandro, Fireproofing Treatment I.C.A.) False Ceilings: Stylcasa Forlì Partition Walls: Stylcasa Forlì Doors: Carcioffi Ravenna (frames: Metra, Ninz) Lifts: Ascensori Otis Climatisation Installation, Control and Automation Systems: Caroli Giovanni Electrical Plants: C.E.I.F. Furniture Systems: Favero Roofing and Insulation: Litobac Panels Client: Villa Azzurra s.p.a.
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Nella pagina a fianco, dall’alto, sezione trasversale, piante dei livelli quarto e primo.
Opposite page, from top, cross section, plans of the fourth and first levels.
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Il complesso si relaziona al declivio e al paesaggio circostante. I volumi più a ridosso della collina sono protetti e introversi. Diversamente, nell’edifico trasparente, posto sul terrazzo a valle, gli spazi adibiti alla vita diurna si aprono verso l’esterno.
The complex interacts with the landscape. The structures closest to the hill are sheltered and introverted. In contrast, the spaces used during the daytime in the transparent building open up towards the outside.
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Alcuni dettagli della caffetteria. La struttura sanitaria è stata progettata puntando su un ambiente simile a quello di un grande albergo, in grado di offrire accoglienza e ampia disponibilità di servizi.
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Details of the cafeteria. The health facility is designed along the lines of a large hotel offering a warm welcome and plenty of facilities.
Gli ambienti rispecchiano una domesticità che, anche se temporanea, sia il più vicino possile a quella di provenienza degli ospiti di “Villa Azzurra”.
The interiors are very homely in order to create as familiar as possible a setting for the temporary guests at “Villa Azzurra”.
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Progetto: CTV
Progetto: CTV
Industriale è tecnologico ICA, Civitanova Marche li edifici industriali sono uno dei temi più ricchi e stimolati della storia dell’architettura, ancor più ai giorni nostri, dove la ricerca tecnologica, sia nel campo strutturale, sia in quello dei materiali, ha portato a sorprendenti risultati che aprono nuove e sempre più promettenti prospettive alla definizione di una nuova grammatica del costruito. Tutto sta a saperne cogliere il senso, le potenzialità espressive, l’ampiezza di orizzonti, nonché l’infinita possibilità di sperimentazioni, a guardare con occhio positivo al futuro e lasciare una traccia, un segno indelebile e significativo, di un momento della storia, della nostra storia, che senza negare il passato, sia rappresentativa del presente e riferimento per il futuro. Più semplice a parole, nella sfera del pensiero, nell’impostazione concettuale, meno – certamente – nella pratica del progetto, della traduzione volumetrica, nelle scelte stilistiche ed espressive. Con coraggio e una convinzione senza indugi sull’importanza e sul valore della ricerca e della tecnologia, lo studio CTV Associati di Roma, composto dagli architetti Alessandra Cantarano, Rossella Turchi e Fabio Viscardi, ha risolto con estrema correttezza, dignità, e attenzione a un panorama internazionale tra i più all’avanguardia, il progetto della nuova sede dell’Ica a Civitanova Marche. Determinanti il contesto e la natura del programma. Il nuovo edificio è infatti il nuovo “anello” che si aggiunge e arricchisce il prestigio e la dinamica di una delle aziende italiane più qualificate nel settore delle vernici per legno, la cui struttura si compone di uno stabilimento di 15.000 metri quadrati e un altro di 60.000 metri quadrati. Ed è proprio in quest’area, adiacente agli stabilimenti di produzione vernici, che si inserisce con una nota di modernità il nuovo edificio dove sono riuniti il nuovo centro di ricerca e sviluppo, gli uffici tecnici e dirigenziali, gli spazi didattici per la formazione del personale e degli utilizzatori dei prodotti specifici, le sale prova e i magazzini. Una struttura che per programma di attività e gestione dei sistemi di funzionamento, completamente computerizzati, nasce e si propone con forti ambizioni, che testimoniano la propensione per la ricerca e lo sviluppo sostenuta dalla politica dell’azienda. Così anche l’architettura deve essere necessariamente un’espressione concreta e riconoscibile di questi obiettivi, e si può dire più che riuscita la proposta dei progettisti romani, il cui lavoro dimostra un’attenzione alle nuove tecnologie costruttive, alla ricerca come alla produzione industriale più all’avanguardia nel settore. La linearità del volume che, data la geometria del lotto, si articola in un corpo di fabbrica rettangolare di circa 8,50 metri di altezza suddiviso in due piani sopraelevati e uno seminterrato, è contraddetta dalla leggera rotazione del nucleo degli open space e dal volume vetrato a doppia altezza che individua l’ingresso. Le scelte tecnologiche, che governano il dettato linguistico dell’insieme, si concentrano nella descrizione del fronte principale, della grande vetrata a doppia altezza dell’ingresso e nella tessitura dei pannelli di rivestimento in zinco titanio. La compattezza del corpo principale è alleggerita dal ritmo di colonne metalliche con terminale a V che sostengono le travi reticolari di una pensilina frangisole a protezione dei fronti vetrati e definiscono al piano inferiore un percorso esterno di raccordo con tutti gli ambienti del primo piano. Lo sviluppo dell’edificio acquista dinamicità nell’arrotondamento della testata dove è collocato l’ingresso principale. L’interno dell’atrio si apre poi in un ambiente di ampio
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Project: CTV architetti associati: Alessandra Cantarano, Rosella Turchi, Fabio Viscardi; Engineering: Luigi Pecorari Collaborators: Fabio Spera, Ilaria Pergola Site management and Security project: Luigi Pecorari, G. Loretani Person in charge for works: Paolo Menichelli Consultants: P. Amabili e G. Loretani (electrical plants and informatics nets), Tecnostudio, Loretani e Morresi (climatisation and fireproofing), Promo, Gabriele Piccinini, Roberto Bevilacqua (metal works), Effetto Luce (Lighting) Client: ICA S.p.a (Industria Chimica Adriatica)
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ndustrial architecture is one of the richest and most stimulating issues in the history of architecture, even more so nowadays that technological research into structural engineering and materials has produced startling results opening up increasingly promising prospects for creating a new grammar of construction. The important thing is to grasp its basic sense, stylistic potential and scope of its horizons, not to mention the endless possibilities for experimentation, looking optimistically to the future and leaving a notable, indelible trace of a moment in history, our moment, which is emblematic of the present and a guide to the future without negating the past. Easy to say, think or even conceptualise, but more complicated – without doubt – to actually implement, translate into structures and express in stylistic forms. With great boldness and a firm belief in the importance and value of research and technology, CTV Associati based in a Rome, a team of architects composed of Alessandra Cantarano, Rosella Turchi and Fabio Viscardi, has designed its project for the new Ica headquarters in Civitanova Marche with absolute precision, dignity and attention to the cutting-edge international scene. The context and nature of the programme are crucial. The new building is actually a new “ring” adding to and enriching the fine reputation and dynamism of one of the leading Italian firms in the paints-for-wood sector. The firm has one factory covering 15,000 square metres and another measuring 60,000 square metres. This area, alongside the paint production plants, is where the new building has injected a fresh dose of modernity in the form of a new research and development centre, technical/management offices, teaching facilities for staff training and users of special products, testing rooms, and warehouses. This overall facility’s fully computerised programme of activities and operating systems management was devised and designed with real ambition, bearing witness to the propensity for research and development supported by the firm’s business policy. The architecture, too, must concretely embody these goals in a recognisable way, and it is fair to say that these Roman architects have come up trumps, showing careful attention to new building technology, experimentation and the latest cutting-edge production in this sector. The linearity of the basic structure, which, bearing in mind the layout of the plot, takes the shape of an approximately 8.50-metretall rectangular factory divided over two raised levels and a basement, contrasts with the gently rotated hub of open-space area and the double-height glass structure marking the entrance. The technological choices, dictating the overall stylistic design, focus on the main front, large double-height glass entrance partition and pattern of zinc titanium cladding panels. The compactness of the main body is lightened up by the arrangement of V-ended metal columns supporting the reticular beams of a sunscreen canopy protecting the glass fronts and marking an outside path on the lower level connected to all the premises on the upper level. The building gains dynamism in the rounding of the head section, where the main entrance is located. The inside of the lobby
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Particolare della facciata principale della nuova sede dell’Ica a Civitanova Marche, inserita all’interno del complesso industriale, adiacente agli stabilimenti di produzione vernici.
Detail of the main facade of the new Ica headquarters in Civitanova Marche, incorporated in an industrial complex by the paint manufacturing plants.
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respiro a doppia altezza caratterizzato dal disegno delle strutture reticolari interne che sostengono la vetrata strutturale e dall’andamento elicoidale della scala metallica sospesa con tiranti in acciaio che si avvolge verso l’alto attorno a un grande pilastro tondo. La distribuzione interna, che trova il suo punto di energia proprio nella forza tecnologica e scenografica di questo ambiente, segue una logica lineare regolata da un corridoio centrale che dà accesso lateralmente ai diversi ambienti: dalla sala polivalente dedicata ai corsi di formazione, al grande laboratorio per le prove applicative, agli ambienti di servizio, collocati a piano terreno, ai laboratori di sviluppo e ricerca, agli uffici dirigenziali, le sale riunioni, gli spazi tecnici, al primo piano. L’Ica segna la nascita di un nuovo paesaggio tecnologico che proietta l’architettura industriale italiana verso una prospettiva di maggiore internazionalità. Elena Cardani
opens up into a more spacious double-height environment featuring carefully designed reticular internal structures supporting the glass structural partition and the spiralling layout of the metal stairs suspended from steel tie-rods winding up around a large round column. The internal layout, whose energy lies in the technological/decorative force of this environment, follows a linear logic controlled by a central corridor providing lateral access to the various premises: ranging from the multi-purpose room devoted to training courses, the large laboratory for carrying out practical testing and utility rooms on the ground floor, to research and development laboratories, management offices, meeting rooms and technical spaces on the first floor. Ica marks the start of a new technological landscape projecting Italian industrial architecture onto a more international level.
Veduta aerea e particolari dell’articolazione volumetrica. L’edificio è caratterizzato da una facciata lineare ritmata da colonne metalliche con terminale a V, che sostengono le travi reticolari della pensilina frangisole, e da un corpo curvilineo vetrato dove si apre l’ingresso principale. Nella pagina a fianco, pianta del piano terreno, sezione trasversale sul fronte principale e particolare del volume tondo in testata.
Aerial view and details of the building’s structural layout featuring a linear facade with V-ended metal columns supporting the reticular beams of the sunscreen canopy and a curved glass section where the main entrance is located. Opposite page, plan of the ground floor, cross section of the main front and detail of the round structure at the head of the building.
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Particolari del sistema di facciata del volume curvilineo. La scala metallica sospesa con tiranti d’acciaio si sviluppa nell’atrio a doppia altezza individuato dal ritmo delle strutture reticolari interne a sostegno della vetrata strutturale.
Details of the facade system of the curved structure and suspended metal stairs suspended by steel tie-rods running through the double lobby marked by the reticular internal structures supporting the structural glass.
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Heikkinen-Komonen Architects, HENN Architekten Ingenieure
Tra natura e tecnologia Max Planck Research Centre, Dresden
C
Credits Project: Heikkinen-Komonen Architects; Mikko Heikkinen and Markku Komonen; Janne Kentala (project architect) ; HENN Architekten Ingenieure: Gunter Henn, Rudolf Röglin (project architect), Frank Gebler Construction Engineer: G. Scholz und Partner Laboratory Design: Labor- und Institutsplanung GmbH/Heinekamp Landscape Architect: Landschaftsarchitektur Petzold HPAC Engineer: Jaeger, Mornhinweg + Partner Ingenieurgesellschaft mbH Statics: PMI Peter Mutard Ingenieurgesellschaft mbH Electrical: Müller+Bleher GmbH Client: Max-Planck-Gesellschaft zur Förderung der Wissenschaften e.V.
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verybody knows that architecture always carries with it a certain mediatic force. A sign is a message, even more so if the sign in question is not just virtual but actually turns into something perceptible and livable. It is a whole different matter if the sign becomes “vital”, conveying a sense of material transformation and turning into something corresponding to the biological laws of an ordinary life cycle. That is the case with the Max Planck Research Centre into Genetics and Molecular Biology in Dresden, designed by the Finnish architects Heikkinen and Komonen with Henn Architekten Ingenieure. The rationalist basis of the building layout should not fool us: the first sign of life in the seemingly static and symmetrical building plan is the round central staircase hinging everything together, as if to allude to the way the two arms can move around it, a motion that is not just a whim but a genuine act of static desire. To confirm this, the stairway is enveloped in a steel spiral evoking the elliptical movement of strands of DNA and the repetitive nature of all life cycles, like the constant flux enveloping all life, both physical and virtual. The use of steel is not random: entrusting such a vital message to metal is part of the dichotomy characterising the project, designed around constant research into interaction between nature and technology or rather the natural and unnatural. Nature turns into a physical and cultural setting formed out of all the actions weaving the web of human life in all its complexity. Architecture turns into a somatic experience, inseparably interacting with the surrounding environment and, above all, with the person inhabiting it and carrying out activities inside it. These facilities are used for studying life in its most original form, and “life” is the key-concept informing the entire design. The grid-patterned layout reoccurs in cellular form in the oxidised copper “skin” sheltering the façade from sunlight, but also actually being altered by the sunshine and weather in general, just like any other transient material destined to complete its own life cycle. The green colour the copper turns mediates with the blue of the metal facade, a colour from which green originates and whose metamorphosis it describes. The striking external colour scheme contrasts, if only apparently, with the cool colours on the inside, deliberately minimal and designed to exalt people’s presence as the dominant form of life. Right from the start, the spatial design is simultaneously geared to the artistic touches. The tendency to give meaning to space through works of art created at the same time and remaining part of it is a leit-motif of modern-day Scandinavian architecture, particularly in Finland and Denmark. The “Metalog” work by the Swiss artist George Steinmann helps clarify the ideological foundations of the entire design. 24 sheets of anodised aluminium in the main entrance hall placed symmetrically along the two opposing walls are a sort of rendering of lichen, a symbiotic organism taken as a metaphor for the fluctuating interdependence of things, while on the outside a video clip filmed while the building was being constructed talks about form-substance-difference: a clear reference to interaction between architecture, science and art, but mainly a way of invoking greater design attention to aesthetic perception and scientific research.
E
Jussi Tianen
he all’architettura sia sempre stato dato un carico mediatico non è mistero per nessuno. Segno è messaggio, a maggior ragione se questo segno non resta virtuale ma diventa qualcosa di percepibile e di vivibile. Altro è se il segno diventa “vitale”, se trasmette un concetto di trasformazione della materia virandola in qualcosa che risponde alle leggi biologiche di un normale ciclo di vita. E’ quello che accade nel Centro di Ricerche di Genetica e Biologia Molecolare Max Planck a Dresda, progettato dagli architetti finlandesi Heikkinen e Komonen in collaborazione con Henn Architekten Ingenieure. La partenza razionalista dell’assetto dell’edificio non deve ingannare: su un impianto planimetrico apparentemente statico e simmetrico, il primo segno premonitore di vitalità è la cerniera della scala centrale tonda, quasi a promettere un movimento potenziale dei due bracci attorno a essa, che non avviene più per scelta momentanea che per effettiva volontà statica. A conferma di questo, la scala è avvolta da una spirale in acciaio che ricorda l’andamento dei filamenti di DNA, ma anche la reiterazione di ogni ciclo vitale, come un costante corso e ricorso che avvolge qualunque realtà, sia fisica che virtuale. L’uso dell’acciaio non è casuale: affidare un messaggio così vitale a un metallo fa parte dell’impostazione dicotomica di tutto il progetto, pensato sulla continua ricerca di interazione tra natura e tecnologia, o meglio tra naturale e innaturale. La natura diventa un ambito fisico e culturale che formiamo con tutte le azioni che tracciano la trama della vita umana nella sua complessità. L’architettura diventa una esperienza somatica, con una reciprocità indissolubile con l’ambiente che la circonda, ma soprattutto con l’individuo che la abita e le attività che questo vi svolge. In questi spazi si studia la vita nella sua forma più originale, e la “vita” è il concetto-chiave che informa tutto il progetto. Il reticolo a griglia della pianta si ritrova come idea cellulare nella “pelle” di rame ossidato che protegge la facciata dai raggi del sole, ma che dal sole e dal tempo si fa modificare, come una qualsiasi altra materia transeunte destinata a vivere un ciclo. Il colore verde che questo rame assume si media con il blu del metallo in facciata, colore dal quale il verde proviene, e di cui descrive una metamorfosi. La cromìa violenta degli esterni contrasta, anche qui solo in apparenza, con la acromìa algida degli interni, volutamente minimali e pensati per esaltare la presenza umana come forma di vita prevalente. Fin dall’inizio, il progetto degli spazi è stato contemporaneo a quello degli interventi artistici che vi sono presenti. La tendenza a significare uno spazio anche attraverso opere d’arte che nascano con esso e ne restino parte integrante è sempre più pressante nell’ultima architettura scandinava, soprattutto finlandese e danese. Qui l’intervento “Metalog” dell’artista svizzero George Steinmann contribuisce a esporre qual è l’impostazione ideologica di tutto il progetto. Nel grande atrio 24 lastre di alluminio anodizzato disposte simmetricamente sui due muri opposti rappresentano una interpretazione del lichene, organismo simbiotico preso come metafora della mutua interdipendenza tra le cose, mentre all’esterno un video girato durante la costruzione dell’edificio, parla di forma-sostanza-differenza: un riferimento all’interazione tra architettura, scienza e arte, ma soprattutto una invocazione a una maggiore tensione progettuale tra percezione estetica e ricerca scientifica. Isabella Goldmann
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L’edifico è rivestito esternamente con pannelli di metallo blu, mentre una griglia di rame ossidato protegge la facciata delle aree di lavoro dai raggi solari diretti. L’effetto cromatico dei pannelli blu e della griglia di rame verde varia a seconda della posizione di chi guarda.
The outside of the building is clad with blue metal panels, while a oxidised copper grille shelters the work areas from direct sunlight. The chromatic effects of the blue panels and green copper grille vary according to the position of the onlooker.
Vista della facciata principale del CBG, Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics realizzato a Dresda sulle rive del fiume Elba da cui è separato da un’area divisa in zone a verde, percorsi pedonali e percorsi per auto.
View of the main façade of the CGB, Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics, along the banks of the Rive Elba in Dresden. The centre is separated from the river by an area split into landscaped areas, pedestrian ways and roads.
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Dal basso in alto, piante del piano interrato, del primo, secondo e quarto piano.
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Dal basso verso l’alto, sezione e particolare della facciata, sezioni trasversali e sezione longitudinale e planimetria generale.
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Particolari della griglia di rame, a sua volta anticipata da una serie di tensostrutture, che protegge l’interno dall’irradiazione solare diretta. Sotto, particolare della terrazza coperta all’ultimo piano dell’edificio.
Details of the copper grille covered by a set of tensile structures protecting the interior against direct sunlight. Below, detail of the covered terrace on the top floor of the building.
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Vista dell’atrio centrale attorno al quale sono organizzati sei blocchi di laboratori autonomi, che oltre a questa area hanno in comune gli uffici amministrativi, la biblioteca, il ristorante e un auditorium.
View of the central lobby surrounded by six separate laboratory blocks also sharing the same administration offices, library and auditorium.
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Particolare del corpo cilindrico vetrato collocato nell’atrio che contiene la scala centrale.
Viste dell’atrio e, a destra, la biblioteca che ha anche la funzione di area di incontro tra gli scienziati.
Detail of the glass cylindrical block in the lobby holding the main stairway.
Views of the lobby and, right, the library that also acts as a meeting area for scientists.
A sinistra, la mensa, affacciata su un’area sistemata a verde. Sopra, uno dei corridoi di collegamento tra i diversi blocchi dei laboratori organizzati attorno all’atrio centrale. La superficie totale occupata dall’edificio è di 22.070 mq.
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Left, the canteen facing onto a landscaped area. Above, one of the corridors connecting the various laboratory blocks organised around the central lobby. The overall built-on building surface is 22,070 square metres.
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Allmann Sattler und Wappner
Allmann Sattler und Wappner
La porta del cielo Church of the Sacred Heart, Munich
a costruzione di una chiesa rappresenta un rifugio dell’anima nella ricerca del senso della vita, capace di permettere riflessioni, di stimolare emozioni e di raffigurare un luogo di contemplazione. Compito di grande difficoltà per un architetto, in quanto i sensi vengono talmente messi alla prova, da reagire infine solo a delle sensazioni. Nello stesso momento costituisce però anche il compito più ambito, poiché molto raro, potenzialmente in grado di soddisfare il desiderio di creare un “vero” spazio, realizzabile ormai quasi esclusivamente in un progetto sacrale. La regola dominante della pressoché totalità delle costruzioni di “far tornare i conti”, risulta infondata per un luogo di religione. Non sono contemplati infatti ricavi da vendita o da affitto. Allmann, Sattler und Wappner per la Chiesa del Cuore di Gesù a Monaco di Baviera hanno realizzato un grande cubo di vetro – indifferente, poiché la sua apparenza iniziale non è associabile a nessun genere costruttivo – assume le proporzioni armoniose di una scatola. Adatto sinonimo tipologico, in considerazione del fatto che la chiesa si apre come una grande scatola, nella quale, secondo il principio della babuska russa, sono inserite altre due più piccole. La più esterna, di vetro, avvolge un involucro di lamine di legno di acero che richiama la costruzione preesistente della chiesa, allusione all’aspetto effimero dell’architettura. Qui si assiste però al sovvertimento dei rapporti in quanto il legno non risulta più elemento portante ma sostenuto. Ancora all’interno è contenuta una scatola di cemento rappresentante una galleria. Tale stratificazione genera la separazione di un involucro climatico e spaziale con le opzioni di una libera scelta di materiali e di una sceneggiatura di luce differenziata. L’apparenza esterna corrisponde a un grande luminoso cristallo che cangia da una zona trasparente nella zona dell’ingresso a una zona opaca verso il lato posteriore dell’altare. Il cubo di vetro che trasporta la luce in una intensità che cambia progressivamente, simboleggia la chiusura termica e così l’involucro fisico. La costruzione di legno rende invece lo spazio mentalmente percepibile. I due involucri sono racchiusi ai capi da grandi portali. L’illuminata porta dietro l’altare, realizzata in tessuto metallico, è simbolica e virtuale. La porta gigante dell’ingresso è invece pesante, meccanica, terrestre. Quando si aprono le due ali giganti di vetro in tutta l’altezza di 14 metri, la chiesa mostra un’enfasi solenne che ci si aspetta in Germania probabilmente solo dagli edifici di un Axel Schultes. Il grande gesto dell’aprirsi – di forte pretesa simbolica – è concepito dagli architetti come interpretazione figurata del Vangelo di Matteo: “…Venite tutti a me…” ed è costruito con un notevole sforzo – contrastato però dalla realtà dell’uso che permette il passaggio dei fedeli attraverso una porticina all’interno della grande porta. Il portale d’ingresso consta di 432 lastre di vetro di colore blu, sulle quali è riprodotto in forma stilizzata con caratteri cuneiformi il testo della Passione di Giovanni. Proprio questo lato lede la omogeneità rigida
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Credits Project: Markus Allmann, Amandus Sattler, Ludwig Wappner Project Manager: Karin Hengher Collaborators: Susanne Rath, Annette Gall, Michael Frank Landscape Architects: Realgrün Structures: Ing. Hagl Facades: Ingenieurbüro für Fassadentechnik R+R Fuchs Technical Works: HL Technik Acoustic: Beneke, Daberto + Partner Lighting: George Sexton Architects Art Glass: Alexander Beleschenko Interior Art Works: Lutzenberger & Lutzenberger, Matthias Wähner, M+M Client: Katolische Pfarrkirchenstiftung Herz Jesu/Erzbischöfliche Ordinariat München
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del cubo, poiché assume il carattere più debole in quanto più pittoresco. Le facciate laterali risultano più convincenti, attribuendo al vetro una forza imponente. L’idea di base molto semplice delle “scatole” indica il rifiuto degli architetti di lavorare con uno spazio suggestivo e con un concetto stilisticamente predeterminato. Il trattamento sperimentale e astratto di grandi superfici architettoniche si differenzia dalle ripetitive facciate ornamentali di Herzog e de Meuron e da quelle mediali, “pellicolate” di Jean Nouvel, in quanto il compito di una chiesa dà la possibilità di realizzare in maggiore profondità l’idea di un materiale che reagisce con la luce. Sotto questo aspetto l’opera di Allmann, Sattler und Wappner costituisce un esperimento, punto chiave di arrivo in una delle recenti ricerche architettoniche. Appare difficile che presto un altro edificio possa superare la Chiesa del Cuore di Gesù per quanto attiene la differenziazione, il rispecchiamento, la multipla rifrazione, una trasparenza quindi leggibile in diversi modi. Dalle porte si accede a una zona cuscinetto che circonda lo spazio centrale a forma di un percorso perimetrale. Qui si prova la sensazione di dover chinare molto la testa sotto la galleria per entrare nella sala alta. Il percorso presenta la riproduzione artistica della Via Crucis. Il campanile, isolato dalla chiesa, si avvicina alla strada. Il tema del contrasto, della contemporaneità di stabilità e di cambio morfologico continua analogamente alla chiesa sotto forma di tessuti di metallo stratificati e addensati verso la cima. La parete di lamine di legno interrompe e filtra la luce. Il loro posizionamento obliquo e l’orientamento graduato fanno sì che la luminosità aumenti continuamente in direzione dell’altare. Come schermo ottico risulta però solo parzialmente utile, considerando che la vista corre non ostacolata attraverso due grandi passaggi collaterali direttamente verso le uscite d’emergenza metalliche. Una grande lastra di pietra calcarea fornisce la base della chiesa, la cui superficie cambia dall’esterno verso l’interno, modulandosi da un aspetto ruvido, assorbente nella zona della piazza antistante, in un pavimento levigato, riflettente all’interno della chiesa. Il soffitto di cartongesso serve esclusivamente come mezzo per la luce naturale e artificiale, quasi impercettibile, disgregandosi di giorno sotto la luce naturale zenitale e di notte in luce artificiale indirettamente introdotta. La Chiesa del Cuore di Gesù raffigura il modello più radicale di un’architettura sacrale moderna che vuole realizzare il vecchio sogno gotico dello spazio di luce. Essa manifesta inoltre una contrapposizione alla crisi della forma in cui versa l’architettura di oggi, rivolta forzatamente verso l’edificio sculturale. Il concetto della “tripla scatola”che suscita sicuramente scalpore, apre inevitabilmente l’interrogativo “Può una chiesa moderna essere sensazionale?” Bisogna ammettere che la maggior parte delle chiese famose lo sono di certo state. Caroline Klein
he construction of a church represents a shelter for the soul in search of the meaning of life, somewhere to stop and think that triggers off emotions and offers a place for contemplation amidst the hustle and bustle of everyday life. This is an extremely tricky task for an architect in that the senses are stretched to the point where they only react to sensations. At the same time it is also the most sought after assignment, since the chance does not present itself very often. Places of worship provide a rare opportunity to meet the desire to create a “real” space. The usual rule of “making ends meet and complying to the budget” does not apply to churches. There is no intention of making a profit from sale or rental. There is no way of measuring in monetary terms the feeling of grace and effects on the human soul deriving from an opening up to the message of faith. The large glass cube – indifferent, since its initial appearance cannot be associated with any building style – takes on the harmonious forms of a box. A fitting typological synonym, bearing in mind the fact that the church opens up like a large box holding two smaller boxes, along the lines of a Russian Babuska. The glass outer box envelops a laminated wooden shell evoking the old church building, an allusion to the transient nature of architecture. Here the relations are inverted because wood is no longer the bearing element but the supported structure. Further inside there is a concrete box representing a gallery. This layering creates a separate climatic and spatial shell allowing a free choice of materials and different lighting settings. The outside appearance corresponds to a large brightly-lit glass structure ranging from a transparent zone in the entrance area to a darker area over by the rear altar. The glass cube conveying light whose intensity gradually changes symbolises thermal closure and hence a physical shell. The wooden construction makes the space mentally perceptible. The two shells are enclosed at the ends by large doorways. The brightly-lit door behind the altar, made of a metal fabric, is symbolic and virtual. The huge entrance way is heavy, mechanical and down-to-earth. When the two huge 14-metre full-height glass wings open up, the church projects the kind of solemnity only expected of buildings designed by someone like Axel Schultes in Germany. The striking gesture of aperture – of great symbolic force – is designed by the architects as a metaphorical reading of St. Mathew’s: “…Come ye all unto me…” and is constructed with notable force – contrasting with the practical purpose it serves of letting worshippers into the main doorway through a smaller entry. The entrance door consists of 432 sheets of blue glass with St. John’s Passion written in stylised cuneiform letters.
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This side breaks down the rigid homogeneity of the cube as it takes on a weaker but more picturesque nature. The side facades are more convincing due to the way they inject force into the glass. The very simple basic idea of “boxes” epitomises the architects’ refusal to work with an evocative space and stylistically predetermined idea. The abstract, experimental treatment of wide architectural surfaces is quite different from the repetitive ornamental facades designed by Herzog and de Meuron or even Jean Nouvel’s “film-type” facades, since the role a church serves makes it possible to give more substance to the idea of a material reacting to light. From this point of view, the project designed by Allmann, Sattler und Wappner is an experiment drawing a recent line of architectural research to a significant close. It is hard to imagine another building matching or exceeding Christ’s Heart Church in terms of its differentiation, mirroring, multiple refraction and transparency open to so many readings. On the other side of the doors there is a buffer zone surrounding the central space designed like a perimeter path. Here you get the feeling of having to bow your head under the gallery in order to enter the tall chamber. The perimeter path is an artistic reproduction of the Via Crucis. The bell tower, separate from the church, draws close to the road. The theme of contrast, simultaneity of stability and morphological change continues along the same lines as the church in the form of densely-packed and stratified metal fabrics up near the top. The laminated wooden wall breaks up and filters the light. Their oblique positioning and graduated direction ensure the lighting constantly increases up towards the altar. Like an optical screen it is only partly useful, bearing mind that there is an unbroken view through two large side paths running directly to the metal emergency exits. A large limestone slab forms the base of the church, whose surface changes from the outside towards the inside, varying from a rough, absorbent look in the front plaza to smooth, reflective paving inside the church. The plaster ceiling merely serves the natural and artificial light, almost imperceptible, spraying out under the natural zenith light during the day and indirectly interrupted artificial light at nighttime. Christ’s Heart Church is a radical reading of modern-day religious architecture designed to make the old Gothic dream of spatial light come true. It also contrasts the current crisis of form that today’s architecture is currently undergoing, as it largely opts for much more sculptural buildings. The concept of a “triple box”, that will certainly cause controversy, inevitably poses the question of “whether a modern church can be sensational?” There can be no denying that most famous churches certainly have been. 182 l’ARCA 65
A sinistra, in alto, planimetria generale e, in basso, pianta del piano terra. A fianco, sezione sulla facciata in vetro e su quella più interna in legno.
Florian Holsherr
Left, top, site plan and, bottom, ground floor plan. Opposite, section of the glass façade and more inner wooden façade.
Viste della Chiesa del Sacro Cuore a Monaco di Baviera, caratterizzata dal rivestimento esterno completamente vetrato che avvolge un parallelepipedo più interno realizzato con lamelle di legno di acero.
Christian Richters
Views of Sacred Heart Church in Munich, Bavaria, featuring an allglass outside cladding enveloping a more inner parallelepiped made from laminated wood.
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Above, longitudinal section of the church and bell tower. Right, detail of the path through the two facades lined with a reproduction of the Via Crucis. The laminated wooden wall breaks down and filters the light. Their oblique position and graduated direction mean the light increases all the time as you move towards the altar. Opposite page, view of the hall showing the limestone and clear plaster ceiling letting in natural light.
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Christian Richters
Sopra, sezione longitudinale della chiesa e del campanile. A destra, particolare del percorso tra le due facciate lungo il quale vi è una riproduzione della Via Crucis. La parete di lamine di legno interrompe e filtra la luce. Il loro posizionamento obliquo e l’orientamento graduato fanno sì che la luminosità aumenti continuamente in direzione dell’altare. Nella pagina a fianco, vista dell’aula, col pavimento in pietra calcarea e il soffitto in cartongesso chiaro che lascia filtrare la luce naturale.
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In queste pagine, viste del grande portale vetrato in diverse posizioni di apertura. Esso è formato da 432 lastre di vetro blu, sulle quali è riprodotto in forma stilizzata con caratteri cuneiformi il testo della Passione di Giovanni.
These pages, views of the main glass portal in various open positions. It is formed out of 432 sheets of blue glass featuring St. John’s Passion written in coneshaped stylised letters.
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L’ingresso della chiesa col portale completamente aperto in modo da creare uno spazio continuo tra il vestibolo e la piazza antistante.
The church entrance showing the main entrance completely open to create continuous space between the hall and plaza out in front.
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architettura sta diventando sempre più dinamica. Sistemi elettronici, tecnologie comunicative, computer e di/by Bert Bongers reti formano il sistema nervoso centrale del corpo architettonico. Dotando questo sistema nervoso di organi (sensori), mani e piedi (attuatori) e cervello (computer) diventa possibile “interattivare” lo spazio. Un “Spazio Interattivato” è un ambiente che interagisce con chi lo abita e che percepisce l’attività delle persone e reagisce attraverso una varietà di informazioni: audio, visive, cinetiche. Questi ambienti sono catalogati in diversi modi: spazi ibridi, ambienti responsivi, realtà aumentata, case del futuro, a seconda che siano sviluppati da artisti, architetti, ricercatori di interattività. Uno spazio interattivato è una combinazione di uno spazio reale con oggetti reali e sistemi virtuali (generati al computer), e non uno spazio completamente generato al computer come negli ambienti di realtà virtuale. L’obiettivo è puntato sull’interazione fisica, come dimostrerò con gli esempi di progetti cui ho partecipato. L’uso del computer come strumento per il progetto ha accelerato l’adozione di forme fluide rispetto alle tradizionali linee rette. Quando i sistemi informatici, le reti, e le interfaccia umane diverranno parte integrante dell’architettura, con tutto il loro potenziale di comportamenti e interfaccia col mondo reale, si determinerà un’architettura interattiva che creerà modifiche in tempo reale grazie all’uso di materiali dinamici come la luce, il suono, l’acqua e anche lo spostamento di elementi di un edificio.
L’
Come dice Kas Oosterhuis: “l’architettura diventa selvaggia”. Per realizzare un ambiente interattivo, per interattivare uno spazio, il sistema informativo ha bisogno di comunicare con il mondo reale tramite dei trasduttori, elementi che convertono un tipo di energia in un altro. L’interattivazione è un processo a due vie, quindi ci sono due tipi di trasduttori: i sensori, che convertono l’energia fisica (luce, aria, forza) in elettricità, e gli attuatori, che convertono i segnali elettrici dall’interno del computer in energie che possono essere percepite dall’uomo (luce, suono, movimento). All’interno del sistema computer i dati sensoriali sono analizzati, i comportamenti programmati, i “mondi” generati, cosicché si viene a creare un circolo chiuso tra gli input e gli output e il sistema può interagire con gli utenti in modo multimodale. Alcune modalità sono canali di comunicazione tra umani o, come in questo caso, tra umani e computer, o tra umani attraverso il computer. Questi canali vengono solitamente descritti riflettendo i sensi e le azioni umane, per esempio ci sono modalità visive (testo, colori, immagini in movimento), sonore (parlato, musica) e tattili (tocco). All’interno di ciascuna di queste modalità sensoriali si possono individuare canali di comunicazione separati; per esempio all’interno della modalità sonora si possono distinguere le parole da altri suoni. Le modalità di input della macchina (tramite sensori) registrano le modalità di output umane (azioni), e le modalità output della macchina (video) sollecitano i sensi umani. Ciò crea appunto un circolo costante,
Strategie interattive Alcune sequenze del progetto Box01 Codex of Connections di Sonia Cillari. E’ un’applicazione di strategie informatiche evolutive per generare e sviluppare una matrice formale in risposta a criteri informativi. La relazione tra informazioni e forma deriva dall’interazione tra 11 elementi: 6 geometrie e 5 texture di colore digitale che sono le entità informative collegate per formare un codice di informazione.
A sequence of Sonia Cillari’s Box 01 Codex of Connections. It is an application of evolutionary computer strategies to generate and develop a matrix form in response to informational criteria. The relation between information and form comes from the interaction between 11 elements: 6 geometries and 5 digital color diffuse textures, which are the informative entities connected as a codex of information.
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A
rchitecture is becoming increasingly dynamic. Electronic systems, communication technologies, computers and networks form the central nervous system of the architectural body. By giving this nervous system sense organs (sensors) and hands and feet (actuators) and a brain (computer) it becomes possible to, as I call it, interactivate a space. An Interactivated Space is an environment which interacts with the people that are in it. Interactivated Spaces sense the activity of people, and (re)act through a variety of displays: auditory, visual, kinetic, haptic. These environments come under a variety of labels: hybrid spaces, responsive environments, augmented reality, houses of the future, depending on whether they are developed by groups of artists, architects, or interaction researchers. An Interactivated Space is a combination of a real space and real objects with virtual (computer generated) displays, rather then completely computer generated as in a virtual reality environment. There is a strong focus on the physical interaction, as I will show by examples of projects I have been involved in. The use of the computer as a design tool accelerated the use of fluid shapes over the traditional straight lines. When the computer systems, networks, and human interfaces become an integral part of the architecture, with its own potential behaviours and interfaces with the real world, an interactive architecture can be the result creating real-time changes by using dynamic materials such as light,
sound, water and even moving elements of the building. “Architecture Goes Wild”, as Kas Oosterhuis puts it. In order to establish an interactive environment, to interactivate a space, the computer system needs to communicate with the real world through transducers, elements that convert one type of energy into another. Interactivation is a two way process, so there are two categories of transducers relevant: sensors, that convert any physical energy (light, force, air flow) into electricity, and actuators, which convert the electrical signals from inside the computer system into energies that can be perceived by humans (light, sound, movement). Inside the computer system sensor data is analysed, behaviours are programmed, “worlds” are generated, so that a closed loop between the input of the system and the output is established, and the system can interact with the user(s) in a multimodal way. Modalities are communication channels between humans or, as in this case, between humans and computer systems, or between humans through computer systems. These channels are usually described reflecting the human senses and actions, for instance there are visual modalities (text, colours, moving images), auditory modalities (speech, music) and tactual modalities (touch). Within each of these sensory modalities separate communication channels can be described, for instance within the auditory modality we can discern speech and other sounds. Machine input modalities (through sensors) register human output modalities (actions), and machine
Interactivated Spaces Shadows Digital Scenery: un progetto di Sonia Cillari presentato al Video Dance Festival al Santa Monica Art Center di Barcellona nel 2001 con la collaborazione di Kònic Thtr per la programmazione in tempo reale e il tracciamento dei movimenti dei danzatori Mal Pelo.
Shadows Digital Scenery: a project by Sonia Cillari, presented at Video Dance Festival at Santa Monica Art Center in Barcellona in 2001 with the collaboration of Kònic Thtr for the movement capture real-time programming of the Mal Pelo dancers’ real-time performance.
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necessario per l’interazione come processo a due vie di mutua influenza. L’applicazione di modalità multiple arricchisce potenzialmente l’interazione e la rende più efficace. I movimenti di qualsiasi punto nello spazio, di un corpo o di una parte del corpo, possono essere descritti come Gradi di Libertà (GdL). Nello spazio tridimensionale ci sono sei GdL, i movimenti laterali e i movimenti rotazionali lungo e intorno ai tre assi. I parametri progettuali che ho identificato e con cui lavoro per descrivere i movimenti umani (per ciascun GdL) sono l’ampiezza, la precisione e la forza. L’ampiezza del movimento è ulteriormente suddivisa in tre aree: intima (da 0, pressione isometrica a pochi centimetri), sfera corporea (nell’ampiezza del corpo, da pochi centimetri a un metro), spaziale (posizione del corpo nello spazio architettonico, in pratica da 1 a 10 metri). Quest’ultima può essere estesa allo spazio urbano e oltre. Per percepire l’ampiezza intima del movimento umano, il sistema di uno spazio interattivato utilizza nella maggior parte dei casi (specialmente quando si misurano bio-segnali come l’EMG o il battito cardiaco) sensori on-body (sul corpo). I movimenti della sfera corporea e spaziali possono essere tracciati da sensori on-body o da sensori in-space (nello spazio) come videocamere o tracciatori di movimento che seguono la persona. Gli spazi interattivati alla cui creazione ho preso parte possono essere divisi in quattro categorie. Strumenti musicali su scala architettonica, come SensorBand’s SoundNet o Global string di Atau Tanaka e Kasper Toeplitz, che operano su una scala di dimensioni fino a dieci metri e consentono un’interazione molto fisica che coinvolge tutto il corpo. I progetti di ricerca per le Case del Futuro come il Philips Home Lab che studia il modo di vivere in tali ambienti. Si cerca di capire come gli individui possano interagire con contenuti multimediali e tecnologie di comunicazione attraverso stili di interaSonia Cillari, LightSurface Topological Landscape: una mappa 3D di forze-diagramma digitali che genera luci colorate 3D usando videocamere mobili e navigabili. La geometria descritta da questo paesaggio digitale non è costante, ma in stato di continua trasformazione, capace di assorbire o reagire con luci colorate ai cambi di posizione nell’ambiente. LightSurfaces usa file formato.wrl per la generazione di luci colorate 3D (on line: www.iua.upf.es/ ~scillari/lightsurface).
Sonia Cillari, LightSurface Topological Landscape: a 3D map of digital diagram-forces to generate 3D color lights using moving and navigable cameras. The geometri described by this topological landscape is not constant, but in a state of continual ransformation, capable of absorbing or reacing through color lights to position changes in the environment. LightSurfaces uses .wrl file format for real-time 3D color lights generation (on line: www.iua.upf.es/ ~scillari/lightsurface).
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zione come il racconto e la multimodalità. Esempi di Spazi Interattivati nel mondo delle arti sono i progetti multidisciplinari delle Performance Audiovisive che estendono dinamicamente lo spazio architettonico, come la Meta-Orchestra o il Video-Organo di Yolande Harris. Con questi progetti si cerca finalmente di creare uno “spazio-partitura”, in cui la nozione tradizionale di partitura come mezzo di comunicazione tra compositore ed esecutore si estende nello spazio tridimensionale abitabile. L’ultima categoria è quella dell’Architettura interattiva, come il Water Pavilion di Kas Oosterhuis e Lars Spuybroek, o il Neutro, descritto di seguito. Per il Water Pavilion ho messo a punto vari sistemi di sensori in-space nelle ampiezze della sfera corporea e spaziale, come input per l’architettura interattiva. L’architettura rispondeva con modifiche dei materiali dinamici, come l’acqua, i suoni, la luce, i video. Il pubblico, gli abitanti, di questo spazio interattivato poteva influenzare l’apparenza e il comportamento dell’architettura. Neutro è uno spazio interattivato, concepito dall’architetto italiano Sonia Cillari, con la collaborazione del sottoscritto (per l’interattivazione) e di Yolande Harris (per il contenuto audiovisivo). Studiando l’applicazione delle strategie dell’elettronica interattiva è stato generato un ambiente fisico come risultato spaziale di un’azione e una comunicazione collettiva. Per “vivere”, Neutro sfrutta l’interazione tra pubblico e un sistema di sensori di posizione e comportamento che determinano cambiamenti continui di luci e suoni. Il pubblico interagisce con lo spazio per analizzare le informazioni che esso contiene, in uno spazio fisico condiviso. L’architettura digitale genera strutture che sono il risultato di processi dinamici opposti ai tradizionali progetti statici. Questo approccio è particolarmente adatto alla creazione di Spazi Interattivati (rif. www.xs4all.nl/~bertbon).
output modalities (through displays) address the human senses. This creates a constant loop, necessary for interaction as a two way process of mutual influence. Applying multiple modalities potentially enriches the interaction and makes it more effective. Movements of any point in space, such as a body or parts of the body, can be described in Degrees of Freedom (DoF). In threedimensional space there are six DoF’s, the lateral movements along and the rotational movements around the three axes. The design parameters that I have identified and work with to describe human movement (for each DoF) are range, precision, and force. The range of movement is further categorised in three areas: the intimate (from 0, isometric pressure to a few centimeters), the bodysphere (within range of the body, from a few centimeters to a meter), spatial (the position of the body in architectural space, in practice from 1 - 10 meters). The latter can be extended to the urban space and beyond. In order to sense the intimate range of human movement, the system of an interactivated space uses on-body sensors in most cases (especially when measuring biosignals such as EMG or heart rate). Bodysphere and spatial movements can be tracked by on-body sensors as well as by in-space sensors, such as cameras and movement trackers that look at the people. Interactivated Spaces I have been involved in can be divided into four catagories. Musical instruments on an architectual scale, such as SensorBand’s SoundNet or the Global String of Atau Tanaka and Kasper Toeplitz, operate on a scale of up to ten meters and allow for a very physical, whole body interaction. The Houses of the Future research projects such as the Philips Home Lab address the issue of how to live in such an environment. They look at how people can interact with multimedia content and communication technologies through novel and multimodal interaction styles. Examples of
Interactivated Spaces in the arts world are multidisciplinary projects of Audiovisual Performances that dynamically extend the architectural space, such as the Meta-Orchestra or the Video-Organ with Yolande Harris. With these we eventually strive for the creation of a “Score-Space”, where the notion of a traditional score as a communication medium between composer’s and performer’s roles is extended into inhabitable threedimensional space. The final catagory is the field of Interactive Architecture, such as the Water Pavilion of Kas Oosterhuis and Lars Spuybroek, and Neutro described below. For the Water Pavilion I developed various in-space sensor systems in the bodysphere and spatial ranges, as input for the interactive architecture. The architecture responded with changes in dynamic materials such as water, sound, light, video projections and water damp. The audience or inhabitants of this interactivated space could influence the appearance and behaviour of the architecture. Neutro is an interactivated space, devised by the Italian architect Sonia Cillari, with further collaboration of the author (interactivating) and Yolande Harris (audiovisual content). By exploring the application of interactive electronic strategies a physical environment is generated as a spatial result of a collective action and communication. In order to ‘live’ Neutro uses the interaction between audience and a system of location and behaviour sensors to generate and change lights and sounds continuously. The audience will interact with the space in order to analyse the information it contains, in a shared physical environment. Digital architecture generates structures that are the result of dynamic processes as opposed to the traditional static designs. This approach is particularly well suited for the creation of Interactivated Spaces (references www.xs4all.nl/~bertbon). Sonia Cillari, Bert Bongers(ingegneria interattiva), Yolande Harris (sound design), Neutro-High Performance Integrated Sensors: il progetto studia l’applicazione di stategie elettroniche interattive per generare un ambiente fisico, risultato spaziale di azioni e comunicazioni collettive. E’ un edificio temporaneo che usa l’interazione tra pubblico e un sistema di sensori di posizione integrati per generare e trasformare continuamente luci e suoni.
Sonia Cillari, Bert Bongers (interaction engineering), Yolande Harris (sound design), Neutro-High Performance Integrated Sensors: the project explores the application of interactive electronic strategies to generate a physical environment, spatial result of a collective action and communication. It’s a temporary living building which utilizes the interaction between audience and a system of integrated locational sensors to generate and transform lights and sound continuously.
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Aurea mediocritas Nella pagina a fianco/opposite page, Wakamaru, design Toshiyuki Kita, Mitsubishi; in alto a destra/top right, Betelgeuse, design Michele De Lucchi e Gerhard Reichert, Artemide
78 l’ARCA 182
arlare del Salone del Mobile di Milano diventa sempre più difficile. La cadenza annuale della manifestazione impedisce di cogliere nelle varie proposte espositive mutamenti che non siano lentissimi; e inoltre la situazione generale del settore, irrigidita in una prospettiva globalizzante che, invece di liberare nuove energie, sembra invogliare a ripiegamenti e timorose cautele, non pare dar spazio non diciamo a clamorose trasgressioni, ma quanto meno a ragionate innovazioni. Già in queste due osservazioni sono però contenuti i temi cruciali che caratterizzano l’intera situazione del settore dell’arredamento. L’annualità del Salone mette infatti in gioco, preliminarmente, l’incidenza effettiva di una manifestazione che, nella sua attuale dilatazione, rischia di appiattire i valori progettuali diluendoli in un calderone che non premia né i designer né le aziende produttrici. La quantità rappresenta sempre un rischio per la qualità, e su ciò occorrerebbe riflettere, magari pensando a esposizioni specializzate, settoriali, che si alternino di anno in anno lasciando agli enti organizzatori il compito di assicurare continuità e coerenza alla manifestazione. Più spinosa è la questione delle strategie produttive da mettere in atto – o quanto meno da prefigurare – nella prospettiva di un futuro che appare, oggettivamente, alquanto nebuloso. La globalizzazione non è di per sé una soluzione: è semplicemente uno spazio che si apre e che va sfruttato sulla base di una pianificazione intelligente delle risorse, tra le quali quella del design rimane, che lo si voglia o no, quella prioritaria. Ciò chiama in causa un elemento che negli ultimi decenni ha acquistato sempre maggiore importanza nel settore produttivo, e cioè il marketing: parola dall’aura magica, chiamata risolvere tutti i problemi, ma che definisce un apparato che si è ormai inserito tra il design e la committenza impoverendo un rapporto che in altri momenti si è rivelato prezioso e fecondo. In un settore come quello del mobile l’orientamento del marketing frena la sperimentazione da parte dei progettisti e costringe i valori formali su un andamento mediano che non soddisfa, a conti fatti, nemmeno il mercato. La prima conseguenza è quella dell’aurea mediocritas raggiunta dal design del mobile negli ultimi anni. L’accento, nella locuzione, va posto sull’aggettivo: in effetti il livello generale della progettazione è buono; ma, per l’appunto, è medio, uniforme, conformista. La seconda conseguenza riguarda la tendenza, anch’essa ormai annosa, della riproposizione di stili del passato. Gli anni Cinquanta e Sessanta continuano a essere i più citati, e non a caso: erano gli anni del maggior fervore creativo. Ma il gioco mostra, e non da oggi, la corda. La terza, infine, discende direttamente dalle prime due e consiste nell’abitudine ormai inveterata di nascondere la pochezza delle proposte dietro una teatralità espositiva sempre più barocca, oppure dietro la risonanza dei nomi, che servono non di rado non a garantire una effettiva qualità progettuale, ma a spostare l’attenzione dai valori reali alla semplice firma. E dire che ci sarebbe tanto da fare, nel design dell’arredamento, a cominciare da un corretto rapporto con l’architettura e l’architettura d’interni, fino all’opportunità di studi approfonditi sulla cultura dell’abitare, che risulta oggi la vera protagonista della nostra esistenza collettiva quotidiana. Il Salone, da solo, non può certo affrontare tutti questi problemi. Ma tutti noi ci accontenteremmo che esso facesse la sua parte, sfruttando tutte le sue grandi e prestigiose potenzialità. Maurizio Vitta
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alking about the Milan Furniture Show is getting harder than ever. The annual nature of the event makes it impossible to grasp any but the slowest (not to say imperceptible) changes in the items on display; and the general situation in the sector, made even more inflexible by the prospects of globalisation which, instead of unleashing fresh energy, seems to be encouraging even greater caution and restraint, does not appear to leave room for even carefully thought-out innovations let alone striking transgressions. These two observations actually allude to the really crucial issues characterising the entire situation in the furnishing sector. The annual nature of the Furniture Show calls into play, at least on a preliminary basis, the actual significance of an event which is threatening to jeopardise the true values of design by lumping everything into one big melting pot, to the detriment of both designers or manufacturers. Quantity inevitably threatens quality and this needs to be taken into account, possibly by inventing specialist, sectorial shows alternating from year to year and leaving the organisers with the job of ensuring the event is smoothly run and continuous. The question of what manufacturing strategies to implement (or at least envisage) is a much trickier matter in light of what can at best be described as a rather uncertain future. Globalisation in itself is not a solution: it is just a space that opens up and needs to be exploited by making intelligent use of resources, key among which, whether we like it or not, is still design. This calls into play an aspect that has gained considerably in importance in the manufacturing sector over recent decades, viz. marketing: a word surrounded by a magic halo expected to solve all our problems, but which actually refers to something that has slotted in between design and clients, actually spoiling relations which were at times quite precious and fruitful. In a sector like furnishing, marketing puts the brakes on designer experimentation and tends to favour middle-of-the-road products which, when all is said and done, do not even suit the market. The consequences are easy to imagine. The first concerns that aurea mediocritas that furniture design has achieved over recent years. Here the accent needs to be placed on the adjective: the general standard of design is actually quite good, but it is all rather average, uniform and conformist. The second consequence is the now rather dated trend of re-proposing old styles. The 1950s and 1960s continue to be the most popular and often cited period: a time of great creative fervour. But it is all beginning to wear rather thin. Lastly, the third consequence is a direct consequence of the first two and involves the now tried-andtested habit of hiding a certain lack of substance behind an increasingly Baroque-style sheen of exhibition flair or high-sounding names, often intended not so much to guarantee design quality as to shift attention from real values to mere designer labels. And to think that there is really plenty to do in furniture design, starting with the establishing of proper relations with architecture and interior design and encompassing even in-depth studies into the art of living, now the key issue in our everyday communal existence. The Furniture Show cannot tackle all these problems on its own. But we would all settle for it just playing its part, taking advantages of all its wonderful opportunities and prestigious potential.
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Dezza design Gio Ponti, 1965, riedizione in pelle Frau 2003
Dezza design Gio Ponti, 1965, riedizione in cavallino Frau 2003
Mari design Enzo Mari, Frau
Ramo design Alexis Georgacopoulus-Emanuelle Jaques, Serralunga
Oliver design Carlo Colombo, Moroso
Dip design A. Hall & M. Kavanagh/Diplomat, Edra
The Big E design Ron Arad, Moroso
Highlands design Patricia Urquiola, Moroso
Masso design Francesco Binfarè, Edra
TavoloZero design D’Urbino e Lomazzi, con sedie/with chairs Kush design Karim Rashid, Zerodisegno
Jelly design Christophe Marchand, Ycami
Avalon design Bartoli design, Ycami
80 l’ARCA 182
Pyllon design Atelier Oï-Nicole Aebischer, B&B Italia
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Graduate design Jean Nouvel, Molteni & C
Three design Dominique Jakob & Brendan Macfarlane, Sawaya & Moroni
Colonna attrezzata design Paolo D’Arrigo, Teuco
Linea bagno design Triplan
Marais design Paola Navone, Molteni & C
Brasilia design Ross Lovegrove, Zanotta
Sistema Tela design Enzo Mari, Artemide
Romeo Louis design Philippe Starck, Flos
Spun Light design Sebastian Wrong, Flos
Coupé design Piero Lissoni, Cappellini
Gran Coupé design Piero Lissoni, Cappellini
Multi – Ar111 Victoria
Nur design Ernesto Gismondi, Artemide
Zia design Sebastian Berne, Luceplan
82 l’ARCA 182
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Premio internazionale per progetti che abbiano impiegato e integrato architettura e automazioni intelligenti. International award for works which utilize and integrate smart automatic system in architecture. Giuria/Jury: Marc Landowski, Giancarlo Rosa, Marco Imperadori, Fabrizio Bianchetti, Armando Vecchi 1°
1° Premio/1st Prize: Kiyoshi Sakurai (Capogruppo/Team Leader), Shigeru Yoshino, Toshiyuki Nakaki, Osame Kodama, Masayuki Orima, (Tokyo – Giappone) - National Museum of Emerging Science and Innovation 2° Premio/2nd Prize: Pietro Zulian (Capogruppo/Team Leader), Sandra Bussolon, Maurizio Bussolon, Franco Ghetta, Matteo Ruozi, Alessandro Tamion, Angelika Toniolli (Soraga – Trento) - Chiesa del cimitero di Canazei (TN) Italia 3° Premio/3rd Prize: Antonio Piva (Milano) - “Genova: chiesa di S. Agostino, restauro e trasformazione in Auditorium”
Giuria/Jury: Francine Houben, Giovanna Mar, Dolf Schnebli, Jan Stoermer, Otfried Weis
1°
Premio speciale edifici residenziali/Special prize for residential buildings
3a
B. Single family residence, Baar (Switzerland) Carl Frei, Zug Contractor: Gebrüder Baur AG, Baar
1°
Austria – Salzburg
A. Residential structure as garage addition, Munich Christoph Grill & Stefan Köppel, Munich Contractor: Spenglerei B. Soyter, Bad Reichenhall/Piding A
COMPETITIONS
La risposta al TECU® Architecture Award 2002, premio di architettura sponsorizzato da KM Europa Metal AG, è stata sorprendente per quantità, varietà e qualità delle opere presentate. Oltre ai premi principali, la giuria ha conferito due premi speciali per edifici residenziali, quattro premi di merito e tre premi agli studenti. The response to the TECU® Architecture Award 2002, the architecture competition sponsored by KM Europa Metal AG, was outstanding in terms of variety and quality of the work submitted. In addition to the architecture prizes the jury awarded two special prizes for residential buildings and three prizes for student projects. In addition, four merit awards were announced.
Premio DITECL’architettura automatica
1° Premio/1st Prize: Harbour control tower, Lisbon Goncalo Byrne, Lisbon Contractor: ZN – Revestimentos de Zinco, Lda. 3° Premio/3rd Prize 3a: Officers’ quarters, Netherlands Royal Navy, Den Helder Van Herk & de Kleijn Architecten b.v., Arne van Herk, Amsterdam Contractor: Bot Bouw, Heerhugowaard 3b: Motorway toll complex, Lucca Ettore Piras, Genua Contractor: Azienda Bitumi Costruzioni s.p.a., Imperia
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
TECU® Architecture Award 2002
Riqualificazione urbana: Nuovo Centro al Lehen Progetto per la riqualificazione dell’area dello stadio “Lehen” a Salisburgo. Il programma prevede un intervento su un’area di circa 3 ha. Dati dimensionali del progetto: 3.000 mq per commercio, 3.000 mq per residenze, 6.800 mq per uffici/ristorazione/servizi. Urban redevelopment: New Centre at the Lehen Project to redevelop the ‘Lehen’ Stadium area of Salzburg. The programme involves working on an area of approximately 3 hectares. Project statistics: 3,000 square metres for retail, 3,000 square metres for housing, and 6,800 square metres for offices/catering/utilities.
1° Premio/1st Prize: HALLE 1 (Salzburg) 2° Premio/2nd Prize: Duerig - Raemi (Zürich) 3° Premio/3rd Prize: Stoesslein Harle Architekten (Nürnberg)
1°
Giuria/Jury: Kalus Kada, Fritz Lorenz, Rudolphe Luscher, Hans Schaden, Johann Padutsch, Markus Sturm Committente/Client: Stadtgemeinde Salzburg
3b
Premi di merito/ Merit awards
Germania/Germany - Frankfurt
C. Bode Museum cupolas, Berlin Ellen Arnold, Gunborg Ensrud and Christoph Fischer, Berlin Contractor: Fuchs + Gierke Bau- and Denkmalpflege, Ottendorf-Okrilla, Ness Bauklempnerei, Böbing
C
D. Wine storage building, St. Sadurní d’Anoia, Spain Josep Vendrell i Raventós, D Barcelona Contractor: Constructions Tabaquista, Barcelona E. Base transceiver station, Augsburg Regina Schineis, Augsburg Contractor: Metallbau Franz Mayr, Böbing
84 l’ARCA 182
E
1°
B
F. Office and production building, Koblach (Austria) AIX Architects, Egger Klostermann Zaffignani, Feldkirch Contractor: Peter GesmbH + Co. KG, Koblach
Ampliamento della Johann Wolfgang Goethe-Universität Progetto per la realizzazione di un nuovo campus per l’università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte. Il programma prevede la creazione di una nuova città universitaria denominata: Campus Westend che sorgerà nelle immediate vicinanze della celebre edificio I.G.Farben di Hans Poelzig. Extension to the Johann Wolfgang Goethe-Universität Project to build a new campus for the Johann Wolfgang Goethe University in Frankfurt. The programme involves the creation of a new university city called: Westend Campus standing in the immediate vicinity of the famous I.G.-Farben building designed by Hans Poelzig.
1°
1° Premio/1st Prize: Ferdinand Heide, Paesaggista/Landscape: TOPOS 2° Premio/2nd Prize: SIAT, Kraus Milkovic Architekten, Paesaggista/Landscape: Eckhard Emmel 3° Premio/3rd Prize: pmp – Architekten, Paesaggista/Landscape: Atelier Bernburg 4° Premio/4th Prize: de+ Architekten, Paesaggista/Landscape: Mauro Hagel 5° Premio/5th Prize: Braun – Voigt, Paesaggista/Landscape: Sommerlad, Haase, Kuhli Progetti menzionati/Mention: - Jaspert Steffen, Watrin Drehsen, Paesaggista/Landscape: Andreas Kipar - Paul Schüler, Paesaggista/Landscape: Breimann und Bruun Landschaftsarchitekten
Giuria/Jury: Kees Christiaanse, Harald Clausen, Jörg Friedrich, Volker Götte, Verena Trojan, Dirk Zimmermann Committente/Client: Land Hessen
F
1°
182 l’ARCA 85
1°
Committente/Client: Freie und Hansestadt Hamburg
Italia/Italy - Roma Ufficio Ideale Progettazione di un ufficio ideale aperto alle professioni attente all’organizzazione e qualificazione dello spazio. Il concorso è suddiviso in 3 sezione: 1. Organizzazione dello spazio architettonico; 2. Componenti di arredo; 3. Sistemi di segnalazione e riconoscibilità. Design of an ideal office open to professions interested in organising and developing space. The competition is divided into 3 sections: 1. Layout of architectural space; 2. Furnishing components; 3. Signposting and identification features.
Riqualificazione e valorizzazione dell’area dell’Arco di Traiano Progetto per la riqualificazione dello spazio urbano circostante l’Arco di Traiano, insigne esempio dell’arte romana imperiale e monumento di eccezionale valore per il patrimonio storico architettonico della città di Benevento. Il progetto dovrà porsi come obiettivo la ricerca di un nuovo possibile rapporto tra l’area dell’Arco di Traiano e l’area del parco archeologico di Sant’Ilario, e tra questi e il centro abitato nel suo complesso. Redevelopment and enhancement of the Arco di Traiano area Project to redevelop the urban space around the Arco di Traiano, a landmark to Imperial Roman art and monument of exceptional importance for the city of Benevento’s historical/architectural heritage. The project is designed to find a new way of bringing the Arco di Traiano area into relation with Sant’Ilario archeology park and these two areas into relation with the whole city centre.
1° Premio/1st Prize: Stella Casiello (Capogruppo/Team Leader), Claudia Ambron, Alessandro Castellano, Mario Coletta, Gianluigi de Martino, Riccardo de Martino, Marco Facchini, Federica Giuliani, 1° Marco Russiello, Salvatore Solaro Cons.: Fabrizio Pesando 2° Premio/2nd Prize: Nicola Flora (Capogruppo/Team Leader) 3° Premio/3rd Prize: Giancarlo Leggio (Capogruppo/Team Leader)
Committente/Client: Comune di Ittiri
1°
86 l’ARCA 182
2°
Italia/Italy – Savona Uno spazio pubblico polifunzionale L’ente, dovendo procedere all’individuazione di un nuovo ruolo funzionale del comparto urbano di sua competenza in adiacenza al Priamar, ha deciso di ricorrere alla procedura del concorso di progettazione, quale strumento di confronto di più proposte, per avviare un processo di riqualificazione funzionale di alta qualità. Per la realizzazione dell’opera l’Amministrazione prevede un impegno di spesa pari a Euro 7.745.000. A multi-purpose public space Forced to find a new functional role for its urban department near Priamar, the association decided to organise a design competition as a means of comparing various different projects to set a high-quality functional redevelopment process under way. The Administration expects the carrying out of the work to cost 7,745,000 Euros. Giuria/Jury: Franco Lorenzani, Fabio Poggio, Luciano Campagnolo, Rodolfo Fallucca, Pierluigi Debenedetti, Roberto Manzini, Carlo Varaldo Committente/Client: Autorità Portuale di Savona
1°
Proposta progettuale per il recupero e riqualificazione dell’ex cinema Odeon. Design idea for redeveloping and enhancing the old Odeon film theatre.
Sezione/Section 2 1° Premio/1st Prize: Luca Solazzo (Capogruppo/Team Leader), Angelo Costa, Gabriele Pizzuto, Sara Sferrazza, Alessandra Spagnoli 2° Premio/2nd Prize: Paolo Cesaretti (Capogruppo/Team Leader), Cristiana Vannini, Laura Danieli, Raffaele Sabbadini, Alain Torri 3° Premio/3rd Prize: Elena Bonato (Capogruppo/Team Leader), Elisabetta Biffi, Giulia Clausetti, Sung Sook Kim, Cons.: Alessandro Anselmi, Grafica: Byung Soo Zocchi
1° Committente/Client: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Giuria/Jury: Giuliana Tocco, Giuseppina Torriero, Antonia Pasqua Recchia, Nicola Pagliara, Maria Carmela Frate, Vezio De Lucia, Bruno Dolcetta, Pasquale Palmieri, Raffaele D’Andria
Italia/Italy – Ittiri (Sassari)
1°
Giuria/Jury: Andrea Mazzoli, Aldo Colonetti, Odile Decq, Enrico Milone, Franco Purini, Maria Ripepi, Riccardo Sarfatti Committente/Client: Ordine degli architetti di Roma e provincia
1°
Italia/Italy - Benevento
Sezione/Section 1 1° Premio/1st Prize Alessandro Mascia (Capogruppo/Team Leader), Jason King, Cons.: Mark Polloch, Coll.: Brian Sweeney 2° Premio/2nd Prize: Michele Parisi (Capogruppo/Team Leader), Ivana Re, Coll.: Anna Aragosa 3° Premio/3rd Prize: Federico Remondi Menzione speciale/Mention: Claudio Andreoli (Capogruppo/Team Leader), Giuseppe Pasquali, Cons.: Umberto Menasci
COMPETITIONS
Lo spazio pubblico Visioni e proposte per una nuova interpretazione del “tessuto connettivo di una città moderna”. Progetto per la sistemazione del verde e degli spazi pubblici del nuovo quartiere urbano denominato “HafenCity” ad Amburgo. Public space Visions and ideas for a new way of reading the “connective tissue of a modern city”. Project to redevelop the landscaping and public spaces of the new urban neighbourhood called “HafenCity” in Hamburg.
1° Premio/1st Prize: Benedetta Tagliabue-EMBT Arquitects Associats (Capogruppo/Team Leader), Elena Rocchi, Karl Unglaub, Artists: Thomas Bayrle, Thomas Saraceno, Cons.: Alberto Scotti, Coll.: Adelaide Pasetti, Stefan Geenen, Nuno Torres, Elena Nedelcu, Lucía Ortiz, Beatriz Minguez , Umberto Viotto, Roberto Sforza, Giamfranco Grondona, Jorge Carvajal, Fernando Mota, Sandra Brunner, Jorge Rollán, Eugenio Cirulli Christian Molina, Nuno Rodrigues, Maria Pierres,Elizabeth Farkas, Jordi Roldán, Daniel Erfeld, Giovanni Cardone, Abelardo Gomez, Miguel Sanchez, Catalina Pinzon, Felipe Bernal, Dirk Mayer, Anna Stoppani, Nuno Almeida, Abelardo Gomez Infante, Massimo Chizzola, Beatriz Minguez, Laura Valentini, Ginfranco Grondona 2° Premio/2nd Prize: Haefner - Jimenez, Haas Partner, Artists: Hans Peter Kuhn, Edgar Schlaefle 3° Premio/3rd Prize: Topotek 1, MVRDV (Raggruppamento/Group); Progettista/Designer: Marc Feustel
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Germania/Germany HafenCity, Hamburg
1° Premio/1st prize: Alberto Breschi (Capogruppo/Team Leader), Gigi Gavini, Sandro Roggio, Gianvito Passaghe, Enrico Sini Collaboratori: Sante Maurizi, Martino Piccioli 2° Premio/2nd Prize: Pierpaolo Perra (Capogruppo/Team Leader), Maria Franca Perra, Alberto Loche 3° Premio/3rd Prize: Marco Vidotto (Capogruppo/Team Leader), Federica Ottone, Lorenzo Pignatti Morano, Carolina Vaccaro Menzioni/Mention: - Mario Marongiu - Giuseppe Cipolla (Capogruppo/Team Leader), Alberto Roccatelli Menzione speciale/Special Mention: - Nicola Ugas - Spartaco Paris (Capogruppo/Team Leader), Rafael Escobedo De La Riva, Oliva Muratore; Coll.: Valerio Bramucci, Alessandra Miquelon Pulido, Maddalenna Mameli
Italia/Italy – Venezia Un Marchio per Venezia Il Comune di Venezia intende selezionare un prestatore di servizi per la realizzazione e il posizionamento sul mercato di un marchio che esprima l’idea di Venezia, quale città unica al mondo e che possa divenire garanzia di qualità dei prodotti o dei servizi ai quali venga apposto. Il servizio consiste essenzialmente nella definizione di un marchio, nel suo posizionamento nel mercato in un piano di marketing e di comunicazione finalizzato alla affermazione del marchio stesso nei principali mercati internazionali, nella realizzazione di un manuale di immagine (cd. brand book) e nella definizione di un piano strategico per l’applicazione, la commercializzazione e l’attività di licensing del “marchio Venezia”.
Vincitore/Winner: 5+1 Architetti Associati, Studio Archea, Studio Pellegrini, Simonetta Cenci (Raggruppamento/Group) Gianluca Peluffo, Cons.: Fabrizio Feltri, Sandro Stura, Cesare Ferrero, Stefano Migliaro, Studio Eu, Plant International Property Consultants, Coll.: Gabriele Maria Pulselli, Antonio Terranova, Francesca Ameglio, Enrico Martino, Stefania Diadamo, Jordi Giralt , Anna Patti, Lorenza Barabino, Sara Traverso, Chiara Braida , Cristina Leboffe, Stefano Fragola, Luca Bonsignorio, Monica Viarengo, Daniele Marchetti, Ilaria Sisto, Luca Pozzi, Mariella Vitanza, Francesco Giordani, Valentina Martino, Samantha Patroncini, Giuseppe Pezzano, Nicola Nottoli, Sirio Lazzari, Michela Ceccarelli Gruppi finalisti/Shortlisted for Final Phase: - Giulio Fenyves (Capogruppo/Team Leader) - Mario Clemente Rossi (Capogruppo/Team Leader) - Vincenzo Ariu (Capogruppo/Team Leader) - Ettore Vadini (Capogruppo/Team Leader) - Marco Ciarlo (Capogruppo/Team Leader)
A Brand for Venice The City of Venice plans to select a provider of services to design and launch on the market a brand expressing the idea of Venice as the only city of its kind in the whole world and ensuring a sort of quality seal for the products and services it promotes. The service basically involves designing a brand, placing it on the market as part of a marketing and communication programme aimed at launching the brand on the main international markets, the creation of a brand book, and the drawing up of a strategic plan for applying, marketing and licensing the “Venice Brand”. Committente/Client: Comune di Venezia
Vincitore/Winner: Mathieu Thibaut con Philippe Starck
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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Rigenerazione di un sito storico The Morgan Library in New York
Il sentiero dell’Acropoli
Progetto: Renzo Piano Building Workshop, Beyer Blinder Belle Architects
Nel cuore di New York, non lontano dall’Empire State Building, la Morgan Library, dimora di una delle più importanti collezioni artistiche al mondo, sarà rinnovata grazie al progetto di Renzo Piano, in collaborazione con lo studio newyorkese Beyer Blinder Belle Architects, studio di architettura noto per aver ridato vita alla Grand Central Station a Manhattan. L’operazione è delicata poiché la preesistenza storica si confronta con l’energia del nuovo intervento. Obiettivo del progetto è soddisfare i seguenti punti del programma: ingrandire il magazzino delle opere rare; dare maggior spazio espositivo; sala di lettura equipaggiata con le più recenti tecnologie; auditorium per concerti e seminari; riorganizzazione della circolazione interna con accessibilità ai disabili; entrata più spaziosa e funzionale con relativi servizi sul fronte di Madison Avenue. Tutto ciò tenendo conto di collegare tre edifici storici – il McKim Building, prima sede della Morgan Library del 1906, l’Annex Building del 1928 e la dimora dei Morgan, notevole esempio di brownstone house, realizzata nel 1852 – grazie a una piazza interna che diverrà essenzialmente il punto centrale dell’intervento. La piazza ridistribuisce lo spazio organizzando tre padiglioni affacciati rispettivamente su Madison Avenue e la 36esima, cucendo lo spazio fra gli edifici esistenti e divenendo meta d’incontro di tutte le attività presenti nella biblioteca.
The Morgan Library in the heart of New York not far from the Empire State Building and home of one of the world’s most important art collections is to be redeveloped through a project designed by Renzo Piano in conjunction with Beyer Blinder Architects, a New York architectural firm famous for having injected fresh life into Grand Central Station in Manhattan. This is a delicate operation due to interaction between the revitalising energy of the new design and historical force of the old buildings. The project is designed to serve the following key purposes: extend the store rooms holding rare works of art; create more exhibition space; design a reading room furbished with the latest technology; build a concert hall; rearrange the interior circulation to cater for the disabled; and create a more spacious and functional entrance with relative services along Madison Avenue. All this while connecting three old buildings – the McKim Building, original home of Morgan Library in 1906, the Annex Building from 1928 and the Morgan family home, a notable example of a brownstone house built in 1852 – thanks to an internal plaza that will basically turn into the hub of the design. The plaza rearranges the space by creating three pavilions facing respectively onto Madison Avenue and 36th Street, stitching together the space between the old buildings and acting into a sort of lynch pin for all the gallery’s activities.
CCTV a Beijing Looping Towers Progetto: OMA-Office for Metropolitan Architecture
Sopra, viste del modello e, sotto, sezioni e planimeria generale del progetto di ampliamento e aggiornamento della Morgan Library di New York.
Above, model views and, below, sections and site plan of the project for the extension and updating of the Morgan Library in New York.
A Beijing è ormai avviato il programma di grande rinnovo urbano in vista dei Giochi Olimpici del 2008. E’ prevista la realizzazione per quella data di circa 300 grandi edifici. Tra questi, la nuova sede della Central Chinese Television, affidata, a seguito di un concorso internazionale, allo studio di Rem Koolhaas Office for Metropolitan Architecture (OMA). La nuova sede occuperà un lotto di circa dieci ettari nel quartiere degli affari della capitale cinese e sarà composto da due torri alte 230 m collegate tra loro in una sorta di nastro continuo fatto di sezioni orizzontali e verticali. La prima torre, di circa 405.000 mq, conterrà gli uffici amministrativi, e gli studi di produzione e trasmissione. La seconda, con una superficie di 116.000 mq, sarà la sede del Television Cultural Center con un albergo, un centro visitatori, un teatro pubblico e spazi espositivi. La sistemazione urbana all’esterno dell’edificio include un grande Media Park e studi per le riprese all’aperto. OMA realizzerà questo progetto in associazione con Ole Sheeren e con la collaborazione dell’East China Architecture and Design Institute di Shanghai, e di Ove Arup & Partners per la parte strutturale.
Si è conclusa la quattordicesima edizione del Premio internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, con l’assegnazione del riconoscimento ai Sentieri di Pikionis di fronte all’Acropoli di Atene. Come ogni anno il premio viene attribuito a un luogo denso di natura e di memoria, con caratteristiche esemplari nella sua concezione e nella sua gestione. La giuria internazionale, composta da Sven-Ingvar Andersson, Carmen Añòn, Domenico Lucani, Monique Mosser, Ippolito Pizzetti, Lionello Puppi, ha riconosciuto nei sentieri ateniesi che conducono all’Acropoli, disegnati e realizzati da Dimitri Pikionis (1887-1968), un caso di autentica invenzione di arte del paesaggio. I sentieri si sviluppano dalla base dei Propilei fino al belvedere di Filopappo, attraverso San Dimitris Loumbardiaris e il Colle delle Muse. Sono una sorta di “diario estetico” incompiuto, in cui i sassi e le pietre disegnano un percorso dal forte sapore mediterraneo e coniugano il linguaggio arcaico del luogo e quello delle passeggiate contemporanee in cui conoscenza e cultura si intrecciano alla salvaguardia paesaggistica e archeologica.
Beijing’s major urban redevelopment scheme in view of the 2008 Olympic Games is now in full swing. 300 large buildings are planned to be constructed by then, including the new headquarters of Central Chinese Television, commissioned to the Rem Koolhaas Office for Metropolitan Architecture (OMA) following an international competition. The new headquarters will cover an approximately ten hectare plot of land in the business district of Beijing and will be composed of two 230-metre-tall towers connected together by a sort of curtain strip of horizontal and vertical sections. The first tower, covering an area of about 405,000 square metres, will hold administration offices and the production/broadcasting studios. The other tower, covering an area of 116,000 square metres, will hold the Television Cultural Center plus a hotel, visitors centre, public theatre and exhibition facilities. The urban furbishing around the building includes a large Media Park and studios for outdoor filming. OMA will be building this project in conjunction with Ole Sheeren and the East China Architecture and Design Institute of Shanghai, and Ove Arup & Partners for the structural engineering.
In alto, rendering della Torre CCTV a Beijing di OMA. Sopra e a sinistra, viste dei Sentieri di Pikionis all’Acropoli di Atene.
Top, rendering of the CCTV Tower in Bejing by OMA. Above and left, views of the Pikionis Path at Athens Acropolis.
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Viste dell’intervento di ristrutturazione a San Frediano di Lorenzo Greppi.
Views of the restructuring project by Lorenzo Greppi in San Frediano.
Lille 2004
Progetto: Lorenzo Greppi
Nel 2004, la città di Lille è con Genova, Capitale Europea della Cultura. Ricco e articolato il programma di manifestazioni che proietteranno l’intera regione del Nord-Pas de Calais e i distaccamenti del Belgio fiammingo e francofono in una dimensione internazionale di grande vitalità. Mondi paralleli, nuove immagini, cinema, musica, danza, teatro, eventi artistici, circo e feste coinvolgeranno il prossimo anno numerosi artisti, inventori di forme, sperimentatori di tecnologie provenienti da tutto il mondo. “Metamorfosi” è il filo conduttore che dà organicità e coerenza al programma culturale, teso alla unificazione delle culture nel rispetto delle singole specificità. Non solo la città ma l’intera regione saranno punteggiate da una serie di eventi architettonici e urbani destinati a divenire simboli e momenti di una rigenerazione territoriale e paesaggistica che proprio in questa occasione trova la sua fonte di energia. E’ questo il motivo per cui al di là dell’evento culturale, Lille offre un panorama progettuale ad ampio raggio in cui creatività, ricerca e sperimentazione si confrontano con il futuro di un’intera regione. I progetti, le metamorfosi, si estendono dalle stazioni, con interventi di artisti come Patrick Jouin e Claude Lévêque, agli “incantesimi urbani”, che trasformeranno le vie principali in luoghi fiabeschi, come la “foresta sospesa” di Lucie Lomb, che inverte il piano percettivo appendendo gli alberi dalle radici a strutture metalliche a dodici metri d’altezza, oppure il “cammino delle stelle” di Jean-Claude Mézières, formato da sette archi dove vengono proiettati molteplici effetti di colori e di luci e al centro dei quali passeranno pedoni e vetture, o le “palle di neve” di Actar Arquitectura, palle gonfiabili dai 4 agli 8 metri di diametro sparsi nelle strade o in luoghi coperti. L’architettura, il progetto, la fantasia sono al centro anche di un altro tema ispiratore, le “Maisons de la folie”, che rivitalizzeranno con un carattere festoso e conviviale luoghi più o meno abbandonati, da vecchie fabbriche, come l’antica filatura Leclercq trasformata da Lars Spuybroeck dei Nox, alla brasserie des Trois Moulins ristrutturata da BL & Baron-Louget. Ma tutto ciò è solo una prima anticipazione di quello che aspetterà il pubblico dal 6 dicembre 2003, quando l’inaugurazione ufficiale darà il via a un intenso e vibrante anno di festeggiamenti. Elena Cardani
L’intervento riguarda la ristrutturazione urbanistica di un’area industriale dismessa di proprietà del comune di Firenze, con realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica e di uno spazio polifunzionale e sistemazione degli spazi di pertinenza. Il luogo è a ridosso delle mura cittadine, nella popolare e popolosa zona di San Frediano. Obiettivo del progetto di Lorenzo Greppi è di comporre un rapporto dialettico fra l’evidente impronta archeo-industriale e le mura che, proprio nel tratto in questione, presentano una delle porzioni superstiti più suggestive e di maggior pregio. L’intervento rappresenta un’occasione per rivitalizzare un brano significativo di città, aprendo cortili, ritrovando e dando respiro a vecchi e nuovi spazi offrendo visuali inedite della città e verso la città. Muovendo da queste basi, il progetto vuole ricomporre l’interno dell’isolato, dando nuova forma e nuova identità al semplice vuoto di risulta lasciato dalla preesistenza industriale ottocentesca. L’intervento quindi si propone da una parte il ridisegno di spazi dimenticati e dall’altra di ricucire assieme le diverse funzioni e le diverse scale di riferimento, guidando e filtrando tra loro i vari passaggi.
Abitare il paesaggio Progetto: Rocca Atelier
Attualmente in fase di cantiere avanzato, il complesso residenziale di Ruginello (Vimercate, Milano) oltre a porsi con una forte identità compositiva rispecchia il profilo montano dell’ambiente lombardo. Gli asimmetrici profili dei frontespizi di edifici a tre piani – tipici di quelle costruzioni a confine cresciute su se stesse dal secondo dopoguerra a oggi, preoccupate di rispondere alle esigenze di crescita dei propri nuclei familiari piuttosto che a un rigoroso programma urbanistico – fronteggiano il lotto di terreno, stretto e lungo, su cui insiste il complesso. Il lotto si è conservato libero sino a oggi poiché inserito in un vasto e tormentato piano di lottizzazione, che solo ora può finalmente decollare. L’accesso è garantito sia a nord dall’esistente via Solferino che a sud dalla nuova strada di lottizzazione. Il progetto di Rocca Atelier guidato da Beniamino e Laura Rocca (www.roccatelier.it) ha come obiettivo di risolvere con un corretto inserimento ambientale le possibilità di cubatura concesse dalla normativa vigente, prendendo come idea forza il rispetto del cannocchiale visivo che il frastagliato frontespizio del confine ovest crea in direzione del campanile della chiesa di Ruginello. Un altro spunto progettuale è venuto dal profilo delle montagne, addolcito appena dalle sinuose colline prealpine.
Planimetria generale e prospetti del complesso residenziale di Ruginello, progettato da Rocca Atelier.
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Archeologia industriale per abitare
Site plan and elevations of the Ruginello residential complex, designed by Rocca Atelier.
Passaggi sottolineati anche dall’uso articolato dei diversi materiali come, per esempio, il ferro degli elementi strutturali puntiformi, presenti nelle grandi incavallature ad arco della copertura e nelle travature reticolari dello spazio polifunzionale.
The city of Lilles will be the European Capital of Culture together with Genoa. There is a full programme of events designed to project the entire Nord-Pas de Calais region and its breakaway locations in the Flemish and French-speaking parts of Belgium onto a revitalised international level. Parallel worlds, new images, film, music, dance, drama, artistic events, the circus and parties will attract lots of artists, inventors of forms and experimenters with technology from all over the world next year. “Metamorphosis” is the leit-motif structuring the entire programme of cultural events designed to bring together different lines of thought. Not just the city but the entire region will be peppered with urban/architectural events destined to turn into landmarks symbolising the region’s territorial/landscape regeneration. This is why (leaving aside this cultural event), Lilles is offering a wide-ranging panorama of design in which creativity, research and experimentation interact with the future of an entire region. The projects or metamorphoses range from stations (with works by artists like Patrick Jouin and Claude Lévêque) to “urban charms” transforming the main roads into fairy-tale places like Lucie Lomb’s “surprise forest” that inverts the perceptual plane opening up trees with 12-metre-high metal-structured roots, or the “walk through the stars” (photo below) by Jean-Claude Mézières, constructed out of seven arches projecting multiple colour and light effects. Pedestrians and cars can both pass through these arches. Not to mention Actar Arquitectura’s “snowballs”, inflatable balls ranging from 4-8 metres in diameter spread across the streets or placed indoors. Architecture, design and imagination are at the focus of another source of inspiration, “Mad Houses” (photo above), injecting brightness and life into more or less abandoned places, such as old factories like the old Leclerq spinning mill that has been converted by Lars Spuybroeck from Nox or the Brasserie des Trois Moulins restructured by BL & Baron-Louget. But all that is only a foretaste of what the general public can expect from 6th December 2003 when the official opening will mark the start of a whole of year of bright and lively celebrations.
A fianco/left, Patrick Jouin, Métamorphose de la gare de Lille-Flandres, Lille 2002 (© Patrick Jouin); sotto/below, Lucie Lomb, La forêt suspendue, Lille 2002 (© Lucie Lomb); al centro/in the middle, Jean-Claude Mézières, Le chemin des étoiles (© Jean-Claude Mézières).
Nox/Lars Spuybroeck, Maison folie de Lille-Wazemmes, Lille 2002 (© Nox/Lars Spuybroeck)
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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
La luce di Maurer Maurer’s Light E’ senza dubbio uno degli “inventori” più geniali dei nostri anni, un maestro nel trattare, progettare, plasmare e inventare la luce: nato nell’isola di Reichenau, sul Lago di Costanza, nel 1932, Ingo Maurer da oltre quarant’anni crea e sperimenta nella sua azienda a Monaco, concetti luminosi, che sembra troppo riduttivo classificare semplicemente come lampade. Ampia e approfondita la mostra che gli viene dedicata dal Vitra Design Museum, in corso da oltre nove mesi e che si protrarrà fino al 10 agosto. Vengono qui documentate, in una scenografia di Dieter Thiel dove oltre a oggetti, prototipi, modelli, fotografie e filmati sono presentate alcune istallazioni appositamente create da Maurer per la mostra, i principali passaggi che segnano la sua ricca e diversificata produzione. Dal 1966, con la Pop Art che vede nascere la lampadina con le ali Bulb, alle lampade che traggono ispirazione dagli oggetti della vita quotidiana, come la BiBiBiBi (1982), zampe d’uccello in plastica rossa in versione lampada da tavolo, fino al fascino esercitato dalla carta con Lampampe (1980) e le abat-jour MaMo, sviluppate con Dagmar Mombacher, fino alle realizzazioni che sfruttano le tecnologie a basso voltaggio e le più recenti sperimentazioni con i DEL (diodi elettroluminescenti), viene tracciato un percorso in cui si leggono le molteplici sfaccettature della creatività, della fantasia e della sensibilità verso nuovi linguaggi del designer. Sensibilità e trasversalità che in questi ultimi anni trovano uno sviluppo e un completamento nei progetti per clienti pubblici e privati, a volte in collaborazione con Ron Arad, dall’illuminazione dell’Opera di Tel Aviv (1994), alle sfilate e allo showroom londinese di Issey Miyake, al progetto di quest’anno per l’aeroporto di Toronto. Elena Cardani
Ingo Maurer: a destra/right, Bulb, 1966; sopra/above, a sinistra/left, Birds Birds Birds, 1992; a destra/right, Yoohoodoo, 1999.
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Punti di contatto
He is unquestionably one of the most brilliant “inventors” of recent times, a master in handling, designing, shaping and inventing light: born on the Isle of Reichenau on Lake Constance in 1932, Ingo Maurer has been creating and experimenting with lighting concepts in his firm in Munich that it would be too reductive to describe as lamps. An extensive, in-depth exhibition of his work has been on display at the Vitra Design Museum for over nine months and is continuing until 10th August. Dieter Thiel has designed the setting for displaying his objects, prototypes, models, photographs and film clips, as well as installations specially designed by Maurer for the exhibition (key instances of his wide range of varied designs). Dating back to the Pop Art period around 1966, when the winged Bulb lamp was
designed, lights drawing inspiration from everyday objects like the BiBiBiBi (1982), bird’s claws made of red plastic in a table lamp design, right down to the intriguing charm of the paper and Lampampe (1980) and MaMo blinds designed with Dagmar Mombacher, and even designs drawing on low-voltage technology and more recent experiments with DELs (electro-luminescent diodes), the exhibition conveys a sense of the multi-faceted nature of the designer’s creativity, imagination and awareness of new idioms. This artistry and dexterity have been further developed and completed over recent years in various projects for both public/private clients, sometimes in conjunction with Ron Arad, as in the case of the lighting project for the Tel Aviv Opera House (1994), Issey Miyake’s London Showroom and this year’s project for Toronto Airport.
Un confronto tra arti plastiche e architettura è quello che propone l’interessante iniziativa promossa dalla città Yvetot, nell’Alta Normandia in corso fino al 13 giugno. “A come architettura”, che fa capo alla Galerie Duchamp estendendosi anche all’esterno nel raggio dell’intero dipartimento, si concentra sulle diverse pratiche e procedimenti di lavoro che accomunano diversi campi creativi. Con l’obiettivo di creare un parallelismo tra problematiche proprie dell’architettura e delle arti plastiche, la mostra presenta in una sorta di faccia a faccia, fotografie, istallazioni, video, sculture e dipinti che traggono ispirazione dal mondo dell’architettura o dell’urbanistica, con progetti o realizzazioni di architetti. La scelta dei progetti di architettura risponde
Trasgressiva Gautrand all’esigenza di mostrare, anche ai neofiti, il percorso e la metodologia di lavoro in un contesto professionale e di ricerca, dall’operazione Solaris, insieme di alloggi collettivi e spazi socio-culturali, a Rennes, di Manuelle Gautrand, alla lottizzazione REX-Pirroterie di Périphériques. L’aspetto dell’espressione plastica è invece documentato da un panorama di tecniche e di approcci diversificati con cui i vari artisti interpretano i segnali provenienti dal mondo dell’architettura, si passa così dai modelli di edifici alla rappresentazione di settori urbani, dalla pittura alla fotografia. Nella foto, Marc Hamandjn, per esempio con Egg Project, propone delle architetture immaginarie talvolta concepite partendo da oggetti del nostro quotidiano tradotti in modelli o simulazioni tridimensionali.
Tra le figure emergenti dell’architettura francese, Manuelle Gautrand, è ora al centro di un’esposizione presentata fino al 5 luglio alla Galerie d’Architecture di Parigi. “Programme:culture(s)” documenta attraverso i progetti realizzati dallo studio in questi ultimi anni, diversi approcci a quello che oggi può essere ritenuto un programma culturale, sia rispetto alle trasformazioni che può indurre in una città, sia rispetto a una nuova percezione dell’arte contemporanea e del conseguente tipo di coinvolgimento del pubblico. Dal Centro Drammatico Nazionale di Béthune, alla Fondazione Fraçois Pinault per l’Arte Contemporanea a Boulogne, al Centro di comunicazione Citroën, sugli Champs Elisée a Parigi, i progetti in mostra esprimono vari modi di interpretare un sistema culturale sperimentando forme e rapporti diversi con le specificità dei contesti: talvolta cercando di inserirsi nella città attraverso una continuità linguistica, talvolta trasgredendone le regole, altre volte cercando di produrre spazi funzionali semplici e facilmente leggibili o, al contrario, cercando di immaginare ambienti più permeabili e ambigui. Tutte le proposte, pur mantenendo una coerenza con il programma funzionale, cercano di oltrepassarlo declinando un linguaggio che traduce una certa volontà di “disobbedienza”, di rifiuto delle convenzioni, delineando la possibilità di luoghi più permissivi e sensibili, tali da sfuggire a una catalogazione troppo rigorosa. Manuelle Gautrand, rendering per Une plate-forme arts numériques, Parigi.
Mobilità in Rotterdam Fino al 7 luglio, Rotterdam ospita la sua prima Biennale di Architettura, dedicata in questa edizione inaugurale al tema della mobilità. Due le sedi principali che ospitano mostre e incontri. Il Netherlands Architecture Institute e l’ex-magazzino Las Palmas sul Kop van Zuid. Al NAI due mostre: “Holland Avenue Design Task” in cui sono esposti progetti di dodici scuole internazionali di architettura che hanno analizzato il progetto di una porzione dell’arteria che attraversa il Randstad (l’agglomerato urbano nell’Olanda occidentale che include Amsterdam, L’Aia e Rotterdam); la seconda mostra è dedicata alla storia della mobilità urbana nel XX secolo. Nello spazio Las Palmas si terranno invece gli incontri tra architetti, urbanisti e artisti e i laboratori accompagnati da una mostra sui progetti più recenti e avveniristici in materia di mobilità. Numerose altre gallerie espositive, musei e organizzazioni, sia artistiche che architettoniche, daranno spazio a iniziative legate alle biennale. (www.biennalerotterdam.nl).
Le scenografie di Pomodoro Rotterdam is hosting its first Biennial of Architecture through to7th July, focusing its first ever edition on the issue of transport and mobility. The event is being held in two main locations. The Netherlands Architecture Institute and the old Las Palmas warehouse on Kop van Zuid. The NAI is holding two exhibitions: “Holland Avenue Design Task” displaying projects by twelve international schools of architecture that have worked on a stretch of the avenue crossing Randstad (an urban agglomeration in the west Netherlands encompassing Amsterdam, The Hague and Rotterdam); the second exhibition is devoted to the history of 20th century urban mobility. The Las Palmas space will host meeting between architects, town-planners and artists. There will also be workshops accompanied by an exhibition of the latest futuristic projects concerning mobility. There are also lots of other exhibition galleries, museums and organisations on art and architecture catering for events related to the biennial (www.biennalerotterdam.nl).
Il Riva Centre R1920 di Cantù propone fino al 6 luglio la mostra “I progetti scenici di Arnaldo Pomodoro, 1972-2002”. Curata da Aldo Colonetti, Dialmo Ferrari, Franco Origoni e Anna Steiner, la mostra ripercorre il lavoro di ricerca per la progettazione scenica svolto da Arnaldo Pomodoro negli ultimi trent’anni per trenta spettacoli dalla tragedia greca al melodramma, dal teatro contemporaneo alla musica. Per Pomodoro, l’attività di scenografo costituisce una ricca fonte di ricerca nella quale trova spunti per la sperimentazione di materiali, linguaggi, tecnologie con i quali intreccia lo studio degli spazi, dei gesti, dei movimenti. Nella mostra sono presentati modelli, bozzetti e disegni insieme a costumi e oggetti di scena e a elementi e apparati di grandi dimensioni utilizzati per le diverse opere. Arnaldo Pomodoro, modello per il portale per/model for the portal of “Oedipus Rex” di Igor Strawinsky e Jean Cocteau, regia di L. Alberti, Siena 1988 (foto: Giorgio Boschetti).
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Giovani artisti premiati
Dialogo e confronto
Percorsi incrociati
Nell’ambito della 50a Biennale di Arti Visive di Venezia (15 giugno2 novembre) sono esposte al Padiglione Venezia le opere degli artisti finalisti che hanno partecipato al concorso organizzato dal Ministero per i beni e le attività culturali e dalla Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee, aperto agli artisti italiani e stranieri (residenti in Italia) nati dopo il 1/1/1967. I quattro finalisti sono: Charles Avery (1), Avish Khebreh Zadeh (2), Sara Rossi (3), Carola Spadoni (4). La giuria, guidata da Sandra Pinto ha così spiegato la propria scelta, tra le oltre quattrocento candidature pervenute: “La complessa ricerca di Charles Avery è notevole per capacità inventiva e rigore intellettuale e fa perno sull’uso sapiente del disegno, pur nella varietà delle forme espressive. Avish Kebreh Zadeh giunge a sofisticati livelli di elaborazione di un’immagine visionaria e malinconica, nella quale sono sintetizzate con grande forza poetica la sua cultura d’origine e la sua formazione italiana. Sara Rossi utilizza, con notevole padronanza, i più attuali strumenti di produzione di immagini, per esplorare la ricchezza, la complessità della grande tradizione figurativa italiana ed europea. Carola Spadoni estrae dalla cultura cinematografica la purezza e l’autonomia di una produzione di video arte che nel suo svolgimento ha profondi legami con il mondo della pittura”.
Il Museo Corrrer di Venezia propone fino al 6 luglio la mostra “Canova/Rainer”. Con oltre cinquanta opere, l’artista tedesco rende omaggio ad Antonio Canova, idolo della sua giovinezza. Si tratta di immagini ottenute da Rainer lavorando su fotografie di alcune delle più importanti sculture di Canova, che segni e colori trasformano in opere inedite di grande forza e lirismo. Al Museo Correr, che possiede una vasta collezione di sculture di Canova, sarà dunque possibile “vedere” il dialogo tra questi due autori e avere esperienza di questa singolare stratificazione di diverse forme espressive, in cui scultura, pittura e fotografia si assommano per dar vita a un’emozionante espressione artistica.
Fino al 30 giugno sono in corso tra Parigi e Ravenna due mostre che, la prima monografica, la seconda panoramica, fanno perno sulla figura di Nicolas de Staël (1014-1955), tra gli artisti più rappresentativi del secondo dopoguerra. Diversi sono i presupposti da cui partono le iniziative, il Centre Pompidou di Parigi propone un’ampia retrospettiva che riunisce circa 220 opere – tra oli, disegni, libri illustrati, stampe e materiali inediti provenienti da collezioni pubbliche e private, nonché dalla stessa collezione del Centro Pompidou – realizzate da de Staël tra il 1939 e il 1955. Sono documentate le varie tappe del suo percorso artistico nei passaggi tra astrazione e figurazione, dal primo periodo parigino, a quello in Provenza fino a quello sulla Costa Azzurra. La mostra si concentra soprattutto sulla modernità e l’attualità dell’artista, che in un continuo rinnovarsi, ha dimostrato attraverso la pittura, il disegno, l’incisione, il grande potere dell’arte di cogliere il mondo sensibile rappresentandolo attraverso la luce, lo spazio, la materia e il colore. Il Museo d’Arte della Città di Ravenna considera invece l’opera di de Staël come punto d’arrivo di una vasta rassegna che sotto il titolo “da Renoir a de Staël – Roberto Longhi e il moderno”, attraversa un secolo di storia dell’arte, dagli Impressionisti francesi fino al secondo dopoguerra inoltrato. Peculiarità della mostra è il taglio analitico, che segue le indicazioni di Roberto Longhi, tra i critici più riconosciuti della storiografia artistica contemporanea.
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Botero recente a Venezia
Vuillard a Montreal
Venticinque grandi dpinti realizzati da Botero negli ultimi cinque anni costituiscono la mostra allestita nella Sala del Piovego a Palazzo Ducale di Venezia fino al 13 luglio. Ad accompagnare questa mostra, sono esposte fino all’8 giugno in vari spazi della città e lungo il Canal Grande, una ventina di sculture, realizzate dal maestro colombiano dal 1987 a oggi. L’insieme di questo progetto espositivo consente di avere una panoramica sulla produzione matura di questo artista che, pur formatosi in ambito europeo, è sempre rimasto legato ai temi e i modi formali dell’America Latina e in particolare a quel gusto per l’iperbole e l’immaginario che hanno segnato le opere di intellettuali, artisti e scrittori come Isabel Allende o Gabriel Garcia Marques. Sotto, Botero, On the beach, olio su tela/oil on canvas, cm. 196 x 152 cm, 2002.
Edouard Vuillard, maestro del Postimpressionismo è il tema trattato dalla mostra presentata fino al 24 agosto al Museo delle Belle Arti di Montreal. E’ questa un’occasione unica per scoprire e rivalutate l’importanza e la ricchezza della produzione dell’artista francese (1868-1940), che si estende dall’ultimo decennio del XIX secolo ai primi trent’anni del XX. Protagonista del postimpressionismo in gioventù, Vuillard partecipò al rinnovamento dell’arte decorativa dopo il 1900 e poi, a suo modo, “al richiamo all’ordine” del dopoguerra 1914-1918. In mostra oltre trecento, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, testimoniano la qualità e il ruolo dell’artista nell’evoluzione del modernismo.
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Ritorna al Jeu de Paume, dopo l’esposizione organizzata nel 1998, Pierre Alechinsky (Bruxelles 1927) e questa volta in una selezione di inchiostri di china realizzati nel 2002 e riuniti sotto il titolo “Satie en miroir”. E’ facile intuire il tema ispiratore, dato il sottile e profondo legame che accomuna la poetica dei due artisti: come infatti è nota l’importanza del dato visivo, della calligrafia nel pensiero del musicista, testimoniata soprattutto dai suoi spartiti, così è altrettanto peculiare l’attenzione di Alechinsky per le parole e la calligrafia. Nella nuova serie di inchiostri presentata a Parigi, l’artista istaura un discorso immaginario con il musicista interpretandone le indicazioni in un sistema di disegno e di scrittura libero e aperto che si traduce in un linguaggio originale e digressivo. Esposti circa 65 pezzi realizzati a quattro mani da Alechinsky con scrittori, pittori, scultori e musicisti traducono lo spirito di Satie svelando una sorta di collaborazione con il compositore che si rifà ai suoi stessi procedimenti creativi.
Brescia Romana E’ aperta fino al 29 giugno la mostra “Brixia. Brescia Romana, le Domus dell’Ortaglia, l’Afrodite ritrovata”. Allestita presso il Museo Santa Giulia di Brescia, la mostra propone i raffinati mosaici e gli affreschi parietali appartenenti al ricco nucleo di abitazioni di epoca romane scoperte nel sottosuolo di quello che per secoli è stato l’orto (Ortaglia) del monastero di Santa Giulia. Per l’occasione, prima tappa verso la creazione di un grande Parco Archeologico della città lombarda, viene esposta la Vittoria, pezzo tra i più celebri custoditi nel museo bresciano, nella sua forma originale e 94 l’ARCA 182
Satie allo specchio
In alto/top, Arnulf Rainer, Piccolo dono, inchiostro di china, matita carboncino e acrilico su stampa laser/china ink, coal pencil and acrylics on print, 42x29,5 cm, 1999. A sinistra/left, Nicolas de Staël, Les Toits, 1952. Sotto/below, Alex Amann, Les falaises d’Etretat.
Pierre Alechinsky, Feuille orée, litografia con logogramma/lithography with logogra : «feuille orée de verbe d’orage et
d’éclaircie et d’arc-en-ciel de l’herbe», 58x76 cm, Atelier Clot, éditeur, Paris, con Christian Dotremont, 1972.
Amann a Nizza cioè come Afrodite. Recenti studi hanno evidenziato come la statua, realizzata nel III secolo a.C., arrivata a Roma come bottino di guerra e poi donata a Brixia sottoforma di Nike alata, raffigurasse in realtà Venere e solo successivamente fosse stata trasformata in Vittoria. In questa mostra è messa a confronto con la Venere di Capua, prestata dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli. Dopo la riapertura dell’Ortaglia e delle sue domus, l’obiettivo è ora quello di aprire al pubblico il Capitolium e poi il teatro Romano, dotando Brescia di un nuovo polo di attrazione turistica e di un esteso nucleo archeologico.
Nel quadro di una serie di esposizioni dedicate alla pittura contemporanea, è in scena fino al 23 giugno al Museo Marc Chagall di Nizza, Alex Amann. Artista di origine austriaca, ma istallatosi dal 1989 a Parigi, Amann è una figura che ha ottenuto i consensi della critica internazionale grazie a una poetica trasversale alle linee di tendenza che contraddistinguono le giovani generazioni, dall’espressionismo, che domina in Austria in questi ultimi decenni, al neoconcettuale francese, agli aspetti politici abbracciati da numerosi artisti dell’Europa dell’Est. Amann trae
piuttosto ispirazione dai grandi maestri della pittura francese, da Courbet a Manet. Nei suoi quadri si riflette un mondo, tra realtà e sogno, dove i temi raffigurati, nudi, paesaggi, nature morte, sembrano levitare in una dimensione atemporale. Questo universo fantastico si arricchisce con la complessità delle composizioni in cui l’artista convoca, come in una sorta di incontro tra mondi diversi, elementi tra loro completamente estranei, una mescolanza tra uomini, animali, paesaggi e oggetti che si proietta in una nuova idea di figurazione. 182 l’ARCA 95
Fabre a Bergamo
I sogni di Trenet
Warhol a Brescia
Non è importante il fatto che non sia citato nei volumi “Artoday” della Phaidon, “Art of the 20th Century” della Taschen o “L’aventure de l’art au xxe siècle” della Chène-Hachette. Provo piuttosto il rammarico che non sia presente nel volume “Art and Film since 1945/Hall of Mirrors”, catalogo dell’omonima mostra preparata al Museum of Contemporary Art di Los Angeles nel 1996. In fatto di plurilinguaggio, nella fattispecie arte e film, Jan Fabre, pur se relativamente giovane (Anversa, 1958), ha detto delle cose interessanti. Certo, fotogrammi che insistono nel territorio della performance. Ma essi hanno una dinamica registica e narrativa. E gioca al limite. Ad esempio, al limite del reportage. Come a proposito della ripresa del suo lavoro manualistico allorché (1990) copre il palazzo Tivoli con disegni che realizza con la biro blu. In quel caso, Fabre unisce la documentazione con un felicissimo scampolo della sua poetica (fiamminga) votata alla fenomenologia del cambiamento (per malattia o rinascita spirituale, o altro). Egli lascia che la cinepresa si faccia testimone implacabile della luce che muta lentamente verso il suo declino. Finché d’un tratto è sera. Gli insetti. E’ uno dei suoi leit motiv, dovuto al fatto è nipote dell’entomologo Jean-Henry. Evidentemente l’artista non studia quegli animali, ne fa presenza inquietante non tanto per l’aspetto, più o meno piacevole o orripilante, quanto perché fa assurgere quegli insetti al ruolo di metafora della vita e dei comportamenti umani. Circa un milione di gusci di scarabei decorano da poco, ad opera sua, il soffitto della Sala degli Specchi del palazzo reale di Bruxelles. Tra uomini e insetti Fabre stabilisce un rapporto di parallelismo analogo a quello che nel XIX secolo Haeckel fissava tra macrocosmo e microcosmo. Lo scienziato tedesco sosteneva, infatti, che l’ontogenesi (o la vita dell’individuo) poteva essere considerata come la ricapitolazione in sintesi della filogenesi (la vita della specie). Ma qui fermo il riferimento al rapporto macro e micro, senza per nulla lasciare intendere che l’uomo possa essere la filogenesi e gli insetti l’ontogenesi. La follia Fabre (lo si dice con allusione al fatto che si tratta di una topica della sua tradizione culturale fiamminga) non arriva a tanto. In lui l’ossessione si trasferisce dal microscopio al campo allargato della metafora, dall’analisi del particolare all’espansione sentimentale, ma sempre con un senso di ostinazioneossessione. Filmaker o videoartista, Fabre immette nell’animazione la sua contestuale e intensa azione di pittore, disegnatore, scenografo, scultore e autore di pièces teatrali: tutte esperienze fatte conoscere nel tempo a Kassel, Venezia, Basilea, Francoforte, San Paolo, ecc. E’ stata ben messa in evidenza la correlazione stretta tra i suoi disegni e i suoi film, sino all’osservazione ormai accettata che i suoi disegni siano tavole da “animare” e far diventare pellicola. Disegni elegantissimi, nell’impaginazione e nella tavolozza (frequente l’uso dell’inchiostro cinese). Sicché l’idea di dedicargli una mostra intonata a “Film e disegni 1977-2001” risulta felice. L’iniziativa è di Jan Hoet (Museo S.M.A.K. di Gand, in Belgio), Thierry Raspail (Musèe d’Art Contemporain di Lione), Rosa-Maria Malet (Fundaciò Joan Mirò di Barcellona) e Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC di Bergamo dove la mostra è visitabile fino al 13 luglio. Duecento opere e dieci lavori tra videoinstallazioni e film. Questi ultimi a datare dalla fine degli anni Settanta quando l’artista esaltava il minimalismo del suo comportamento, come il semplice respirare. Carmelo Strano
Con la mostra dedicata a Didier Trenet, prosegue il programma avviato dal Centre Culturel Français di Milano di presentazione dell’arte contemporanea francese. Aperta fino al 11 luglio, l’esposizione presenta una serie di disegni e un’installazione dell’artista nato a Beaune nel 1965, il cui lavoro si identifica per un approccio quasi settecentesco al disegno in uno stile rococò cui affianca e sovrappone scritti e pagine di quaderni di scuola dando vita a immagini tendenti all’astrazione e costantemente in divenire. Trenet definisce i propri disegni come “supporti per sogni” e proprio Sogno è il titolo dell’installazione che completa questa mostra allestita alla galleria del Centre Culturel Français e nell’adiacente chiostro del Palazzo delle Stelline di Milano.
A Palazzo Martinengo di Brescia è aperta fino al 29 giugno la mostra “Andy Warhol. Un mito americano”. La rassegna propone circa cento opere realizzate da Warhol dagli Sessanta agli anni Ottanta, a partire delle famose Campbell’s Soup (1969) fino ai ritratti dei miti americani come Marylin Monroe, Liz Taylor, James Dean, Superman, Mickey Mouse. La mostra bresciana è accompagnata da un catalogo, edito da Mazzotta, con testi di Achille Bonito Oliva e Ada Masoero che rende omaggio al grande vate della società dei consumi, americana e non solo. Il consumismo è il filo conduttore che unisce tra loro le immagini proposte che nella loro serialità evidenziano i meccanismi della ricezione passiva
Jan Fabre: 1. Castlekeepers, 1978; 2. On ne s’habitue pas à l’art, 2001; 3. Magician’s eyes of the pill-roller, 1978-79;
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4. Ball of my body (bloodsucking beetle), 1982. A destra/right, Giovanni Testori, senza titolo/untitled, 1944.
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Volti impressionisti e Spagna a Roma dei prodotti pubblicizzati dai mass media, mescolando nei colori vivaci stesi da Warhol, l’allegria della società ricca il senso della sottile inquietudine provocata dalla massificazione.
Nelle sale del Complesso del Vittoriano di Roma è aperta fino al 6 luglio la mostra “Ritratti e figure. Capolavori Impressionisti”. Con un’ottantina di opere, provenienti dai maggiori musei di tutto il mondo, si ripercorre attraverso i volti dei personaggi colti nel caotico quotidiano della vita parigina di fine Ottocento lo spirito della grande stagione impressionista. Si esplicita in queste tele il desiderio degli impressionisti di cogliere col pennello la fugacità del momento che proprio nella rappresentazione della figura umana, fermata nello svolgersi delle attività comuni, della riflessione, delle feste, degli incontri, sembra esprimere fino in fondo l’esplorazione curiosa e affascinata del mondo. Nella mostra romana, alle opere del gruppo “classico” degli impressionisti si affiancano quelle degli artisti italiani la cui esperienza artistica fu parallela a o influenzata da quella dei colleghi francesi, come Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi.
Ricordando Testori
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Nella ricorrenza del decimo anniversario della morte di Giovanni Testori, Villa Bernasconi di Cernobbio (Como) dedica allo scrittore, drammaturgo, critico e pittore una mostra intitolata “Giovanni Testori, parole e colori”. Aperta fino al 29 giugno, la mostra propone una serie di opere selezionate, che spaziano dagli studi su carta alle grandi tele e copre un arco temporale di quasi cinquant’anni. Testori cercò col disegno e la pittura di ampliare la sua “eloquenza”, manifestata principalmente negli scritti e nelle rappresentazioni teatrali, attraverso una poetica legata al dramma interiore dell’uomo, al rapporto con gli altri e col mondo esterno. La rassegna di Villa Bernasconi è introdotta da un ritratto di Testori eseguito da Giancarlo Vitali ed è accompagnata da un catalogo edito da Mazzotta con testi di Luigi Cavadini e Alain Toubas, curatori della mostra, di Stefano Crespi e Fulvio Panzeri.
Il Museo del corso di Roma presenta fino al 29 giugno la mostra “L’arte spagnola del XX secolo nelle Collezioni del Museo Nazionale Centro d’arte Reina Sofia di Madrid”. E’ la prima volta che si ha l’occasione di ammirare in Italia un gruppo tanto vasto ed esauriente di opere provenienti dal museo madrileno. La mostra è divisa in tre sezioni: La prima, intitolata “Picasso e le Avanguardie 1881-1939”, comprende le opere delle avanguardie internazionali come il Cubismo e il Surrealismo, e di quelle nazionali iberiche con la Generazione del ’27 e la Scuola di Vallecas; la seconda sezione è dedicata a “Arte durante e dopo la guerra 1940-1975” e presenta la Generazione Astratta (Chillida, Muñoz, Saura, Rivera, Tàpies), il realismo, la Nuova Figurazione; infine, la sezione “Nuova Generazione 1975-2002” offre una panoramica degli artisti spagnoli contemporanei tra cui Barceló, Iglesias, Susana Solano, per citarne alcuni. In totale, la mostra propone oltre sessanta opere tra dipinti, sculture, disegni e installazioni.
Fragilità umana
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Silvia Levenson presenta fino al 28 giugno alla Galleria Caterina Tognon di Bergamo, tre nuovi lavori di grande formato realizzati con parti in vetro fuso. La mostra, che prende il titolo da una delle tre opere, Piccolo Ulisse (cui si affiancano Prima le donne e i bambini e Punti d’appoggio) è una riflessione amara, impietosa e tagliente della drammaticità della cronaca attuale, resa dall’occhio dell’artista con modi poetici e ironici al contempo. Piccolo Ulisse (nella foto) è infatti
un canotto, più da piccolo scafista che da divertimento vacanziero, i cui fragili remi di vetro esprimono la difficoltà del viaggio, metafora della difficoltà di vivere. Prima le donne e i bambini, è un salvagente in vetro bello e luccicante ma ovviamente pericolosamente inutilizzabile. Infine, Punti d’appoggio, due stampelle in vetro è la metafora della fragilità umana che rimanda alla dimensione attuale della perdita delle certezze, un’allusione all’impossibilità del riposo, della sicurezza e della protezione.
In alto/top, Claude Monet, En canoe sur l’Epte, olio su tela/oil on canvas, 133x145 cm, 1887-89 A fianco/left, Pablo Picasso, Cabeza de caballo, olio su tela/oil on canvas, 65x92 cm, 1937.
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Concetto espositivo allargato
Laterizi alleggeriti
Con un nuovo intendimento di comunicazione e contatto diretto, dedicato al consumatore finale, Marazzi ha aperto a Bologna un originale e innovativo spazio espositivo e di vendita proposto secondo un’articolata e aperta concezione, che completa e amplia il repertorio dei prodotti del Gruppo Marazzi commercializzati con i marchi Marazzi, Marazzi Tecnica, Ragno e Hatria. Nell’esposizione sono presenti infatti, selezionati secondo criteri culturali ed estetici, prodotti di diversa e alternativa natura, come tessuti, tendaggi, tovaglie e spugne, complementi di arredo, divani in giunco, profumi, essenze e libri pregiati, che tengono il passo con i concetti più raffinati promossi dalla filosofia di Marazzi. Nel centro, dove è presente anche la nuova collezione di piastrelle eseguite su licenza Benetton, sono esposti mosaici, bagni e vasche di aziende leader di settore facilmente coordinabili con le linee Marazzi, un’agenzia di viaggi, una caffetteria con prodotti di ristorazione selezionatissimi, fiori, vasi e candele della linea Chistian Tortu, e, curiosamente, un bagno turco dove è consentito relax e massaggio. Il nuovo spazio, osservatorio ravvicinato per intuire tendenze e desideri del consumatore, si sviluppa in un ex edificio industriale, ristrutturato per l’occasione da Maurizio Navone, su una superficie di 2000 metri quadrati, articolandosi su due livelli.
Il Consorzio Poroton® raggruppa 17 aziende che, distribuite nel territorio nazionale, producono laterizi alleggeriti in pasta, identificabili dal marchio Poroton®, con caratteristiche ben definite e rispondenti agli standard consortili. Ottimi i risultati di vendita raggiunti dalle aziende associate nel 2002 che, con 10.848.000 quintali di blocchi prodotti, registra un incremento pari al 9,3% rispetto al pur positivo risultato dell’anno precedente. Il risultato conferma il crescente gradimento
del mercato per questo tipo di materiale. Le particolari caratteristiche termoisolanti dei blocchi Poroton® sono determinate dalla presenza, in tutta la massa del laterizio, di piccole cavità isolate (porizzazione) contenenti esclusivamente aria. Il Consorzio Poroton® Italia esercita regolari azioni di controllo presso le aziende associate, mirate alla verifica del rispetto degli standard di produzione previsti. I blocchi recano impresso marchio e nome della ditta produttrice.
Informazioni e aggiornamenti Per informare architetti e progettisti sulle novità di prodotto e sulle più innovative modalità di utilizzo, Gunnebo Italdis ha editato il periodico News che informerà inoltre, con la giusta tempistica, la partecipazione dell’azienda a fiere e manifestazioni. Per aggiornamenti sulle più recenti installazioni e sulle caratteristiche tecniche dei nuovi prodotti relativi al controllo degli accessi, realizzati da Gunnebo Italdis, basta farne richiesta via fax al numero 0461248999 riservato all’Ufficio Marketing, o per e-mail a: info@italdis.com.
Finiture d’interni Presente nel mercato per le finiture d’interni dagli anni Cinquanta, Liuni si distingue per lo studio, la realizzazione e la distribuzione, in esclusiva per l’Italia, di prodotti formalmente e tecnicamente di elevatissima qualità. Fortemente impegnata nel comparto, Liuni è particolarmente attenta a proporre linee che armonizzino con le più innovative tendenze progettuali e con la massima semplificazione applicativa, sempre considerando con cura il rapporto qualità-prezzo. La vastissima gamma di prodotti disponibili, comprende soluzioni per grandi superfici (contract) e per impiego abitativo di qualità. In occasione della mostra di Gio Ponti, organizzata lo scorso aprile alla Triennale di Milano, Liuni a messo a disposizione, unitamente alla moquette della sede, un tessuto stampato, disegnato dal maestro nel 1950. Il tessuto resta uno elemento caratterizzante di Liuni, che attualmente cerca di recuperare riferimenti e testimonianze proprio di quel periodo, straordinariamente ricco di fermenti e idee innovative in termini di design e architettura. 98 l’ARCA 182
prerogative viene utilizzato il sistema S Floor, che prevede l’accoppiamento di lastre 60x60 cm in gres porcellanato con un pannello in cemento armato, realizzando una struttura con portate elevate a garanzia delle problematiche determinate dall’umidità.
introduttiva ha espresso, attraverso il lavoro e l’impegno grafico svolto da Adelaide Acerbi, Art Director di Driade, l’immagine esclusiva e caratterizzante dell’azienda mediante libri, cataloghi, giornali, e inserti pubblicitari.
Sarà Vittorio Storaro a progettare, su invito di Cosmit, il sistema di illuminazione permanente della Piazza dei Mercanti, con la Loggia, il Palazzo della Ragione e il Palazzo dei Giureconsulti di Milano. L’occasione per presentare l’iniziativa è stata l’inaugurazione del Salone Internazionale del Mobile, di Euroluce e della mostra Immaginando Prometeo realizzata in collaborazione con il Comune. Cosmit si farà carico dei costi della progettazione artistica, mentre Assoluce, mediante il supporto di aziende produttrici di apparecchi per l’illuminazione, metterà a disposizione i materiali per la sponsorizzazione tecnica del progetto. Questo, sottoposto al vaglio della Giunta e sviluppato conformemente alle indicazioni della Sovrintendenza, interesserà un’area di particolare valore storico della città di Milano, come il quadrilatero prestigioso costituito appunto dalla Piazza dei
Earthly Paradise, mostra organizzata dalla rivista di arredamento Interni e dal Salone del Mobile nell’ambito del 42° appuntamento di Aprile presso la Fiera di Milano, si è sviluppata, su idea e allestimento generale di Alessandro e Francesco Mendini, attraverso l’impegno di nove progettisti affiancati da una serie di aziende sostanzialmente impegnate in ricerche tecnologiche e di qualità ambientale. La finalità dell’operazione richiedeva l’ideazione di atmosfere, suggestioni e illusioni legate al benessere psico-fisico, con particolare riferimento all’emozione e alla purificazione propria e indotta che l’elemento acqua riserva alla persona. La mostra si è sviluppata in percorsi caratterizzati dalle installazioni di Giampaolo Bedini, Carlo Colombo, Jacopo Foggini, Anna Gili, Massimo Iosa Ghini, Claudio La Viola con Mario Nanni, Marco Piva, Luca Scacchetti, Michael Young, Alessanndro e Francesco Mendini, con il contributo e la partecipazione di aziende impegnate nella ricerca formale e tecnologica finalizzate al benessere e alla qualità del vivere. Tra queste: Fontana Arte, Cinova Rapetti, Zuntobel Staff, Viabizzuno, Fantoni, Kartell, MDF Italia, Shsrp. La mostra ha inteso sviluppare così una serie di ambienti scenografici e suggestivi che evidenziano, con innovazioni tecnologiche e materiche, il futuro della casa e il bisogno di ecosostenibilità.
Mercanti, la Loggia degli Osii datata 1316, il palazzo dei Giureconsulti del 1560 e il Palazzo della Ragione chiamato anche Broletto Nuovo, eretto tra il 1228 e il 1233. L’iniziativa mira a ricreare, attraverso il progetto di Storaro, l’antica atmosfera del tempo, mediante una suggestione luminosa e magica ispirata alla più integra e antica zona storica della città.
Segnale di progresso Primo laminato d’alluminio massiccio verniciato a polvere in continuo, studiato e prodotto da Otefal per soddisfare le esigenze di chi lavora nel settore dell’architettura, Mirawall ha raccolto l’interesse e l’apprezzamento di un vasto e importante contesto progettuale che ne privilegia l’impiego rispetto a materiali composti e laminati plastici. Di alto valore estetico, il laminato Mirawall è resistente al fuoco e garantisce massima opposizione agli agenti atmosferici e alle deformazioni meccaniche. L’utilizzo di polveri speciali e tecnologie d’avanguardia conferiscono al materiale un preziosità esclusiva che ne decreta il successo in termini di rivestimenti di facciata, complementi di serramenti e per altre finiture architettoniche.
I giovani designer
Per esterni e interni Prodotta da CarlStahl, X-Tend è una rete che, brevettata e costituita da cavi in acciaio inox, è stata pensata per applicazioni interne ed esterne e dotata di una tecnologia innovativa che le consente massima flessibilità nel montaggio e stabilità formale.
Si è svolta lo scorso 8 aprile 2003 nei suggestivi spazi della Rotonda della Besana, la raffinata mostra “Clouds” che, voluta da Driade per festeggiare i 35 anni di attività e curata da Fulvio Irace con soluzioni grafiche di Italo Lupi, ha proposto 65 pezzi selezionati tra i tanti che meglio comunicano la filosofia e i principi formali e culturali dell’azienda. Si sono alternati, nello spazio rigoroso e intenso che si aricola sotto le campate della Rotonda, con la regia di Tokujin Yoshioka, i richiami e i riferimenti che hanno determinato la storia di Driade e la coerenza espressiva del suo progredire. La rassegna ha evidenziato suggestivamente le forme di creatività nate da personaggi come Ron Arad, Borek Sipek, Toyo Ito, Oscar Tusquets, Philippe Stark, Ross Lovegrove, Enzo Mari, Massimo Morozzi, e di tanti altri pensatori di cose. All’ingresso della mostra una sezione
Ragione di luce
Pavimenti e rivestimenti Il Gruppo costituito da Ceramica Del Conca e Ceramica Faetano, produttori di piastrelle in ceramica per pavimenti e rivestimenti, dispone della divisione “Del Conca Sistemi®” che si propone con due nuove collezioni: i pavimenti sopraelevati e le pareti ventilate. Entrambi usufruiscono pienamente delle caratteristiche tecniche ed estetiche della linea Grandi Formati (60x60 cm) di Del Conca in gres porcellanato. Il pavimento sopraelevato, studiato in funzione della massima flessibilità in relazione alle frequenti modifiche delle utenze, ha il vantaggio di una facile accessibilità in caso di trasformazioni o manutenzione, e consente di evitare ingombri su tratti a vista. Oltre a queste
Sensazioni fluide
Memorie e dintorni
X-Tend permette sia impieghi piani che tridimensionali, e mantiene la tensione originale anche se sottoposta a carichi elevati. La rete consente una molteplicità incredibile di applicazioni sia in termini di design, sia finalizzate all’architettura.
Il SaloneSatellite, organizzato nell’ambito del Salone del Mobile 2003 a Milano, iniziativa Cosmit realizzata da Fondazione Cosmit Eventi, si è proposto come vetrina per la creatività delle nuove generazioni di designer presenti nel mondo. Sono stati 400 i giovani selezionati da una giuria competente, visti in questa sede con il frutto della loro progettualità, e 20 le Scuole internazionali che hanno esposto i lavori dei propri laureandi. L’occasione, importante soprattutto per il mondo dell’industria che necessita di nuove idee e creativi di talento,
ha dato inoltre risalto alla mostra “Il Satellite in produzione: Luce”, che ha presentato prodotti per l’illuminazione precedentemente esposti solo in fase di progetto. I risultati espressi dalla progettualità dei giovani manifestano alta creatività, attenzione per il benessere dello spirito e del corpo, senso dell’ironia, attenzione per il variare veloce dei comportamenti e delle abitudini, conoscenza dei nuovi materiali e delle loro possibili combinazioni e approfondimento sulla spazialità e libertà individuale.
Per spazi flessibili e funzionali Maxparete HSP, di Oddicini, è un sistema a parete manovrabile, ad alto isolamento acustico, costituito da elementi indipendenti che scorrono, mediante carrelli, in una guida fissata al soffitto. Il sistema elimina i soliti interventi invasivi con binari sulla pavimentazione. Gli elementi, se accostati gli uni agli altri, compongono una parete continua, perfettamente complanare e isolata acusticamente. Maxparete si presta per creare spazi flessibili e funzionali relativi a soluzioni permanenti o provvisorie di alberghi, sale convegni, scuole, uffici, spazi pubblici e privati. 182 l’ARCA 99
Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Percorso nel design
Un tracciato progettuale
Nuovo trimestrale
Maurizio Vitta Il progetto della bellezza. Il design fra arte e tecnica, 1851-2001 Piccola Biblioteca Einaudi, Torino 2002, ill. in b/n, 390 pp
Marcello Sestito Architetture globali solidi fluidi o del comporre retto e curvo Gangemi Editore, Roma 2002, ill. b/e e col., 224 pp
Cul de sac 24 x 30 Diplestudio s.r.l. Milano, 2003
Anche il complesso mondo del design (complesso a causa dell’estensione acquistata) ha dovuto fare i conti con le spinte romantiche. Ne è uscito bene, mantenendosi in pieno nel territorio del progetto, senza negarsi il diritto all’inventiva o all’arte. Esso ha acquistato forza e autonomia, sia al tempo delle Arts and Crafts sia, più recentemente, nella fase acuta del postmoderno, con le sue punte di irrilevanza della funzione a favore del divertimento fine a se stesso. Per il resto, a partire dalla rivoluzione industriale, il design, come lo si intende oggi, è stato lo specchio dello stato della società, degli individui, dei gruppi, della creatività, dell’economia. Ha fatto da comune denominatore delle varie branche dell’espressività, della sociologia e della tecnologia: il design fra arte e tecnica, recita il sottotitolo di questo saggio. Il percorso che fa il lettore del libro è segnato da questa idea del design. Per di più Vitta mette a frutto i suoi consumati esercizi estetologici per inquadrare il design dal punto di vista teorico ogni volta che esso prende delle virate più o meno forti. E’ costante l’impegno dell’autore nel dare, di ogni istanza del design nel tempo, le ragioni filosofiche, estetologiche e sociologiche. Il volume diventa, per questa via, un excursus singolare della vita sociale e creativa dell’uomo, a partire dalla metà del XIX secolo a oggi. Che se poi si tiene conto delle citazioni letterarie, non retoriche ma ben pertinenti, si ha ragione di credere che la lettura diventa appassionante. E così, l’impianto rigorosamente scientifico e ben corredato di citazioni bibliografiche, si fa anche brillante. Un impianto organico anche
esaustivo in ordine sia alle tematiche connesse che all’estensione geografica in ambito europeo. Il viaggio prende l’avvio con il Crystal Palace e la Great Exhibition londinese del 1851: tra l’altro si affaccia il principio della massificazione, sicché “la bellezza perse il suo carattere di episodio eccezionale e si distese sul fitto panorama della quotidianità come una consuetudine”. Un’esperienza estetica quotidiana per la quale Vitta opportunamente richiama il concetto di “distrazione” di Walter Benjamin, concetto riferito alla fruizione allargata delle masse in rapporto dialettico con quello di “raccoglimento” connesso al principio di valutazione, qualità, ecc. Attentamente compulsati i rapporti tra natura e tecnica, natura e tecnologia e natura e informatica filigranati da un malcelato principio etico teso all’armonizzazione. Passate esaurientemente in rassegna le correnti di avanguardia, l’autore indaga la nascita del disegno industriale, con speciale e acuta attenzione alla Wiener Werkstaette, il Deutsche Werkbund e il Bauhaus.Due paragrafi particolarmente interessanti sono quelli dedicati all’Oggetto Postmoderno e alla Globalizzazione del Design. Particolarmente qui al reportage attento e scrupolosi aggiunge il commento più libero e puntiglioso, e Vitta dà ampia testimonianza del suo dominio di questi argomenti. Un volume, in sostanza, che a un tempo risulta utilissimo per gli studenti, di gustoso approccio al tema per i lettori curiosi, e che anche pizzica la riflessione degli studiosi. Carmelo Strano
Denso, irto di riferimenti, aperto su una prospettiva totalizzante, l’ultimo lavoro di Marcello Sestito affronta il tema della globalità dell’esperienza, della cultura e del pensiero, facendone lo sfondo, lo scenario o, se si preferisce, il vertiginoso punto di fuga prospettico per una progettazione architettonica che non voglia rinunciare al senso del proprio operare e, alla lunga, del proprio destino. Al fondo di questa serrata disamina, che copre spazi ed epoche disparate, ma tenute insieme da un robusto disegno logico, si collocano alcune figure elementari come la retta, la curva, il quadrato, il cerchio, la sfera, il cubo – tutte figure euclidee con illustri trascorsi architettonici, che però il modello sottilmente anamorfico del ragionamento di Sestito ci restituisce in una visuale di inquietante devianza. Sebbene sia impossibile riassumere i contenuti, a volte straripanti, dell’indagine, il volume può essere comunque presentato come una sorta di “prolegomeni a ogni progettazione futura”, vale a dire come il tracciato preliminare di una ragione progettuale che non può affidarsi solo alle pure competenze disciplinari né, tanto meno, all’invadente pretenziosità della tecnica, ma deve ogni volta ritrovare il proprio significato nell’ambito di una più generale visione culturale, fondata su solide basi e capace di alimentarsi di tutta l’energia conoscitiva che il passato mette a disposizione e di cui il futuro ha bisogno per essere davvero tale. Maurizio Vitta
Analisi di una città Italo Ferraro Napoli – Atlante della Città Storica. Centro antico Clean Edizioni, Napoli 2002, ill. a colori e b/n, 600 pp
La Clean Edizioni ha recentemente pubblicato il primo di sei volumi dedicati alla città di Napoli. Napoli, Atlante della Città Storica - Centro Antico è analizzato e scritto da un vero studioso e appassionato napoletano quale è Italo Ferraro. Architetto, ricercatore, docente, insomma, uno studioso del comporre, meglio, del comporre la fondazione della città. Il volume, di grande qualità e ponderoso impatto culturale, composto da 54 capitoli, è riferito al Centro Antico di Napoli al quale faranno 100 l’ARCA 182
poi seguito le altre zone della città: i Quartieri Bassi, i Quartieri Spagnoli e via dicendo. La parte colta del libro è, però, l’impianto letterario che si compone di immagini e disegni ma che riesce a trasmettere le analisi e il filo conduttore del formarsi della città attraverso il suo percorso greco, romano, ducale, angioino e via correndo attraverso i secoli. E’ la descrizione puntuale di una città abitata nella sua forma urbis che, da più di 2500 anni, è una bella città e non può che diventare più bella.
E’ un volume che mette in risalto l’importanza strutturale dei rapporti di percezione e di scambio all’interno del tessuto di Napoli, posti sul terreno del simbolico, che sottolineano l’importanza dei rapporti di produzione e di scambio necessari alla crescita della città, posti, questi, sul terreno dei beni materiali: i suoi eventi architettonici. Mario Antonio Arnaboldi
Un po’ scatola magica, un po’ giardino delle meraviglie, Cul de Sac 24 x 30 è un nuovo trimestrale rivolto a chi preferisce il linguaggio delle immagini al bla bla bla mediatico che imperversa nelle patinate pubblicazioni riservate al culto della bellezza e dell’arte. Cul de Sac è come un film muto (dove l’intensità del contenuto è inversamente proporzionale alla sensibilità dello spettatore), con un titolo di testa, Alice, e il classico The End, che conclude un percorso immaginifico fra memoria e futuro del linguaggio delle immagini.
Ecco alcune istruzioni per l’uso. Locandina personale per stati d’animo complessi: trasformare una pagina in manifesto autoportante da collocare ovunque; maschera atropologica: trasformare una pagina in una maschera nonsense da mettersi davanti allo specchio e fantasticare su possibili reincarnazioni; stencil moltiplicatore: trasformare una pagina in uno stencil e tracciare percorsi urbani misteriosi. Prossimamente consultabile al sito web www.culdesacmagazine.com Carlo Paganelli
Segnalazioni AA.VV. Geno(v)a: Creating New Perspectives for Harbour Cities NAI Publishers, Rotterdam 2003, ill. a colori e b/n, 280 pp A partire dal concorso internazionale per il porto di Genova, il libro illustra e analizza i vari progetti presentati e i loro architetti, tra cui il vincitore Ben van Berkel+Caroline Bos, Bernard Tschumi, Arup Associates, Dominique Perrault, FOA, MVRDV, OMA, David Chipperfield. Ne emerge un quadro più ampio che chiama in causa le ambizioni e le ragioni del rinnovamento della città ligure dal punto di vista non solo architettonico, ma anche sociale, economico e urbanistico. Architettura e cultura digitale A cura di Livio Sacchi e Maurizio Unali Skira, Milano 2003, ill. a colori e b/n, 246 pp Il volume fa il punto sulla “rivoluzione informatica” dell’architettura, mettendo a fuoco i rapporti tra il progetto e la cultura digitale, il fenomeno dell’interattività, il concetto di ipersuperficie. Vengono analizzati i cambiamenti apportati, sia nella professione che nella didattica, dall’avanzare del cyberspazio e dei nuovi possibili modelli di città ideale. Architettura paramoderna: Shuhei Endo A cura di Hiroyuki Suzuki Electa, Milano 2002, ill. a colori e b/n, 216 pp Regesto dell’opera del giovane architetto giapponese divenuto noto alla critica per le sue architetture di lamiera ricurva. Vengono qui presentati con illustrazioni e schede tutti i suoi progetti dal 1993 a oggi.
CPictures Contrasto/C.P.Company, Milano 2003 Gianni Berengo Gardin, Martin Parr, Gueorgui Pinkhassov: tre grandi fotografi per un unico soggetto, la CP Company. Questo marchio italiano dal 1975 ha rivoluzionato il concetto dell’abbigliamento informale e ora ha coinvolto questi tre noti professionisti per raccontare chi è oggi, attraverso lo spirito di reporter di fama internazionale. Guy Dauncey, Patrick Mazza Clima tempestoso – 101 Soluzioni per ridurre l’effetto serra Franco Muzzio Editore, Roma 2003, 318 pp Tra i molti testi divulgativi sul tema del riscaldamento globale e delle politiche per ridurre i gas-serra, questo volume individua a ogni livello, da quello globale a quello individuale, le diverse azioni e iniziative possibili, basandole su esempi concreti. Nel 2002, il libro ha vinto il Nautilus Award americano per la categoria “Ambiente”. Food+Architecture A cura di Karen A.Franck Wiley Academy, Londra 2002, ill. a colori, 128 pp Vengono analizzate tutte le connessioni e le derivazioni del rapporto tra cibo e architettura: dalle composizioni dei piatti, progetti effimeri per il diletto degli occhi, agli spazi dove il cibo si prepara, si vende, si consuma. Articolare attenzione è data ai ristoranti di ultima generazione realizzati nelle grandi metropoli contemporanee: New York, Londra, Tokyo, Sydney. Carlo Gasparrini Passeggeri e viaggiatori
Meltemi Editore, Roma 2003, ill. in b/n, 214 pp Partendo dalla storia, il testo illustra lo sviluppo delle reti infrastrutturali in Europa, le diverse tecniche e forme di trasporto e la qualità della loro architettura cercando di individuare prospettive condivisibili per il futuro. Modem Design International 2003 Editorial Committee, Parigi 2003, ill. a colori, 212 pp Seconda edizione della guida annuale del design collegata al sito web www.modemonline.com. Vi sono raccolti indirizzi divisi per tipologia (produttori, progettisti, fiere,gallerie, ecc.), informazioni sugli eventi, immagini di novità del settore. Saper credere in architettura-25 domande a Carlo Aymonino A cura di Maria Dolores Morelli Clean Edizioni, Napoli 2002, ill. b/n, 64 pp Per Aymonino, che da sempre affianca l’attiva di progettazione all’insegnamento e al lavoro teorico, l’architettura, intesa come fenomeno urbano, è attraversata da una vena ironica che traspare da questa intervista. Temporary Architecture: studio di Architettura Simone Micheli Alinea Editrice, Firenze 2002, ill. a colori, 129 pp Il volume presenta una raccolta di allestimenti per esposizioni, fiere e aziende progettati dallo studio di architettura Simone Micheli. L’intento è quello di mostrare uno spaccato visivo denso di suggestioni e sperimentazioni comunicative, con la volontà di far assurgere gli insiemi allestitivi a vere e proprie opere di architettura. 182 l’ARCA 101
AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
Australia Sydney RAIA Architectural Education Prize Premio per contributi significativi nel campo dell’educazione architettonica Prize for outstanding contributions in architectural education Scadenza/Deadline: 27/6 Per informazioni: RAIA Education Unit Tel. +61 2 62731548 Internet: www.raia.com.au E-mail: national@raia.com.au
Austria Salzburg Ristrutturazione e ampliamento di un istituto scolastico Progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento di un istituto scolastico. Il programma prevede l’ottimizzazione della superficie netta, nonché la ridistribuzione funzionale nei reparti delle officine, laboratori e aule, così come il miglioramento della zona d’ingresso e di quella centrale del complesso scolastico Project for the restructuring and extension of a school institute. The brief calls for the optimization of the net surface in addition to functional re-distribution of workshops, laboratories and classrooms, as well as the improvement of the entrance area and of the central area of the school complex Scadenza/Deadline: 14/8 Per informazioni: Amt der Salzburger Landesregierung; Landesbaudirektion Postfach 527 D-5010 Salzburg Tel. ++43 662 80424711 Fax ++43 662 80 424726 Internet: www.salzburg.gv.at E-mail: hochbau@salzburg.gv.at
Wolfsberg Ristrutturazione e ampliamento di un complesso ospedaliero Progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento di un complesso ospedaliero. Il programma prevede interventi presso i reparti di psichiatria, geriatria e per la clinica linfatica/Project for the restructuring and extension of a hospital complex. The brief calls for works by the mental health department, geriatrics department and lymphatic unit Scadenza/Deadline: 2/7 Per informazioni: Allgemeines öffentliches Krankenhaus Wolfsberg Paul-Hackhofer-Straße 9 A-9400 Wolfsberg Tel. ++43 4352 533-DW Fax: ++43 4352 533165 Internet: www.lkh-wo.at E-mail: office@lkh-wo.at
102 l’ARCA 182
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Belgio/Belgium
Francia/France
Bruxelles
Paris
Servizi Architettonici Invito a manifestare interesse per la prestazione di servizi architettonici, di ingegneria e di estimo per gli edifici occupati dalle delegazioni, dalle rappresentanze e dagli uffici della Commissione Europea in Paesi extracomunitari, nonché per le sue delegazioni nell’ambito di organizzazioni internazionali a Ginevra, New York, Vienna, Parigi e Roma Invitation to express interest in the offer of architecture, engineering services and surveys of the buildings occupied by all delegations, from representative offices to Europe commissions in extracommunity countries, and also in its delegations within international organizations in Geneva, New York, Wien, Paris and Rome Scadenza/Deadline: 11/7/2004
12th Ermanno Piano Scholarship Borsa di studio per neo-laureati in architettura per sei mesi di internato presso il Renzo Piano Building Workshop a Parigi Scholarship for newly graduated architects for an internship with the Renzo Piano Building Workshop in Paris Scadenza/Deadline: 30/6 Borsa/Grant: 10.000 Euro
Per informazioni: Commissione Europea, Direzione Generale RELEX - Relazioni esterne, Unità Amministrazione, Unità K.3, CHAR 08/186 Rue de la Loi/Wetstraat 200 B-1049 Bruxelles Tel. ++32 2 2957432 Fax ++32 2 2964280
Cina/China 1st China International Poster Biennial Concorso per poster su temi A. culturali, B. campagne pubblicitarie, C. commerciali Competition for posters in the sectors: A.Cultural posters. B. Public campaign posters. C. Commercial posters Scadenza/Deadline: 31/7 Giuria/Jury: Yu Bingnan, Bouvet Michel, Chen Shaohua, Ralph Schraivogel, Robert L. Peters, Wang Yuefei, Zhao Yan Per informazioni: The 1st China International Poster Biennial (CIPB) 2003 Visual Communication Design Department China Academy of Art 218 Nan Shan Road, HangZhou 310002, China Tel. ++86 571 87788073 Fax ++86 571 87788067
Danimarca/Denmark Copenhagen Ristrutturazione e ampliamento di un museo Progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento del Bornholms Museum. Il programma prevede la realizzazione di una nuova struttura di 3.500 mq e la ristrutturazione dei locali preesistenti, che misurano complessivamente 5.100 mq Project for the restructuring and the extension of Bornholms Museum. The brief calls for the construction of a 3,500 sq.m structure and the restructuring of present premises measuring 5,100 sq.m Scadenza/Deadline: 15/8 Per informazioni: DAL/AA, Konkurrencesekretariatet Strandgade 27° DK-1401 København K. Fax: ++45 32 836901 E-mail: konkurrencer@dal-aa.dk
Per informazioni: The Renzo Piano Workshop Foundation C/o RPBW 34 rue des Archives 75004 Paris Tel. ++33 01 44614900 Fax ++33 01 42780198 Internet: www.rpbw.com E-mail: rpbw@rpbw.com
Germania/Germany Berlin Lenné-Prize 2003. 3 progetti per l’architettura del verde Il concorso si articola attraverso tre categorie: 1) architettura dei giardini e del paesaggio, con il parco comunale “Wyssloch” come sito oggetto della progettazione; 2) spazi verdi urbani, il tema di questa categoria è il cimitero urbano (sito Berlin-Neukoelln); 3) pianificazione del paesaggio, categoria per la quale sono richieste proposte progettuali nell’ambito paesaggistico, urbanistico e per gli spazi aperti, da applicarsi presso il sito fluviale “Weißeritz and the Elbe”/The competition is divided in three categories: 1) gardens and landscaping architecture, being “Wyssloch” municipal park object of projecting; 2) urban green spaces, the theme of this category if the urban cemetery of Berlin-Neukoelln; 3) landscape planning, this category requires project proposals for landscapes, urban planning and open spaces, to be applied to the river area “Weißeritz and the Elbe” Scadenza/Deadline: 16/6 Per informazioni: Senatsverwaltung für Stadtentwicklung Abteilung Stadt- und Freiraumentwicklung - Lenné-Preis Köllnischen Park 3 10173 Berlin Tel. ++ 49 30 90251721 Fax ++ 49 30 90251604 Internet: www.stadtentwicklung.berlin.de/ aktuell/wettbewerbe/lenne/en/ allgemeine_informationen.shtml E-mail: Peter-Joseph-LennePreis@SenStadt.Verwalt-Berlin.de
Riqualificazione dell’area del “Müggelturm” L’ente regionale di Berlino intende vendere l’area edificata (6.150 mq) denominata “Straße zum Müggelturm 1”, sulla quale sorge il “Müggelturm”, una torre che costituisce un’attrazione della città. Pertanto l’ente banditore necessita di servizi di progettazione per la redazione di un piano di riqualificazione della zona, in grado di aumentarne l’appetibilità e farne crescere il valore The awarding authority wants to sell the built up “Straße zum Müggelturm 1” area (6,150 sq.m) where there is the Müggelturm, a tower which is a city landmark. The authority looks for design services for the refurbishment and valorisation of the area Scadenza/Deadline: 13/6
Per informazioni: Senatsverwaltung für Stadtentwicklung, Abteilung Städtebau und Projekte, Referat II D Behrenstraße 42 10117 Berlin Tel. ++49 030 90205148 Fax ++49 030 90205653 Internet: www.stadtentwicklung.berlin.de/ E-mail: bernd.hagelberg@senstadt.verwalt-berlin.de
Munich Cosa si mette sul tetto? Progettare il tetto-giardino L’ente banditore invita i partecipanti a sottoporre soluzioni innovative che integrino il tetto-giardino con l’architettura dell’edificio che li ospita/The awarding authority invite participants to send in innovative solutions integrating the roof-garden with the architecture of the entire building Scadenza/Deadline: 31/7 Per informazioni: Callwey Verlag - Thomas Schumann Streitfeldstraße 35 81673 München Internet: www.garten-landschaft.de
Cantiere della “Center-Tower” Ai partecipanti viene richiesto di fornire un progetto per la gestione economica, logistica e funzionale di un cantiere, attraverso la presentazione degli idonei strumenti di studio (Diagramma di Gant, progetto del cantiere ecc.). Massimo 4 studenti per gruppo/Based on a challenging highrise construction project, the contestants will be tackling the construction sequencing, site set-up and installation planning, formwork planning, tendering calculations and supplementary works management. Team of up to four students Scadenza/Deadline: 17/6 Per informazioni: Doka Italia S.p.A. Strada Provinicale Cerca, 23 20060 Colturano (MI) Tel. ++39 02 98276.1 Fax +39 02 98237577 Internet: www.doka.com E-mail: Wettbewerb@doka.de
Regensburg Argini fluviali L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la sistemazione tecnica, architettonica e paesaggistica degli argini fluviali. Viene richiesta particolare attenzione nei confronti dei tratti passanti per il centro storico/The awarding authority wants to collect project proposals for the technical, architectural and landscaping rearrangemnent of river banks. Particular attention should be paid to the sections passing through the historical center Scadenza/Deadline: 26/8 Per informazioni: Architekturbüro Blasch Weitoldstraße 7a D-93047 Regensburg Tel. ++49 0941 595800 Fax ++49 0941 53969
Giappone/Japan Tokyo A Library for the New Age Concorso internazionale di idee per il progetto di una biblioteca appropriata all’epoca contemporanea/International ideas competition for a library appropriate to this new epoch Scadenza/Deadline: 28/7 Monte premi/Total prize money: 3.000.000 Yen
AGENDA Giuria/Jury: Toyo Ito, Masaru Okamoto, Riken Yamamoto, Kiyoshi Sakurai, Taro Ashihara, Kengo Kuma, Norihisha Yamamoto Per informazioni: Dept. Of Central Glass International Architectural Design Competition Shinkenchiku-sha Co.Ltd. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku Tokyo 113-8501 Internet: www.cgco.co.jp/english/glass_house.html
Shinkenchiku Residential Design Competition Concorso internazionale per progetti residenziali sul tema “Architecture virus”/International competition for residential project on the theme “Architcture Virus” Scadenza/Deadline: 1/9 Per informazioni: Shinkenchiku Residential Design Competition Shinkenchiku-sha Co.Ltd. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku Tokyo 113-8501 Internet: www.japanarchitect.co.jp/english/5info/topics/sk2003. html
Gran Bretagna/Great Britain East Lancashire Strutture per un belvedere L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la realizzazione del “Panopticon”: struttura, allestimento o piattaforma, di valore architettonico e funzionale, in grado di valorizzare e potenziare la fruizione di panorami paesaggistici. Oggetto della progettazione sono 3 località prestabilite, dislocate nella regione dell’East Lancashire. La sezione “Wildcard” (concorso d’idee) consente la partecipazione anche agli studenti delle scuole di progettazione/The Panopticons will be located on six high-point sites across East Lancashire commanding stunning views. Their purpose is both aesthetic and functional - they may take the form of shelters, viewing platforms, beacons. They will be highprofile attractions for local people and visitors.Sites have been selected in Accrington, Blackburn and Wycoller. Competitors may choose to design for one or all of these sites and it is the intention of the promoter to build the winning designs. The promoter is also running a parallel “Ideas” competition seeking conceptual ideas for a Panopticon on a “Wildcard Site” Scadenza/Deadline: 17/6 Per informazioni: RIBA Competitions Office 6 Melbourne Street Leeds, LS2 7PS Tel. ++44 0113 2341335 Internet: www.panopticons.uk.net E-mail: riba.competitions@mail.riba.org
Italia/Italy Albizzate (Varese) Recupero urbanistico dell’area denominata Quadrilatero Il concorso è articolato su due fasi: la prima riguarda la presentazione di proposte di idee relative al recupero urbanistico dell’area denominata Quadrilatero; la seconda si riferisce allo sviluppo dell’idea attraverso la progettazione preliminare delle opere necessarie alla realizzazione dei nuovi uffici amministrativi comunali Two stage competition: 1st) project proposals for the urban recovery of the area called Quadrilatero; 2nd)
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development of the project idea through preliminary project of necessary works for the construction of new administrative municipal offices Scadenza/Deadline: 23/7
International competition to project spaces and/or installations for the creation of universal habitats easily frequented by any user Scadenza/Deadline: 16/12 Primo Premio/1st Prize: 5.000 Euro
Per informazioni: Comune di Albizzate, Ufficio Tecnico Via Parini 2 - 21041 Albizzate (VA) Tel. ++39 0331 995152 Fax ++39 0331 985355 Internet: www.albizzate.com
Per informazioni: Gruppo Editoriale Faenza Editrice Via Pier De Crescenzi, 44 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 670411 Fax ++39 0546 660440 Internet: www.faenza.com E-mail: concorso@faenza.com
Bolzano Nuova scuola materna e alloggi protetti per malati psichici Progettazione preliminare per la costruzione di un edificio scolastico (scuola materna) e di alloggi protetti (alloggi per anziani e alloggi per malati psichici) sull’area “ex Croce Bianca” - via Fago 46 - Bolzano Preliminary project and constructon of a school building (nursery school) and of protected living quarters (for mentally ill patients nd elderly peoples) on the area of the”former Croce Bianca” - via Fago 46 Bolzano Scadenza/Deadline: 30/6 Per informazioni: Studio d’architettura Fabio Rossa Via Altmann 17 I-39100 Bolzano Tel. ++39 0471 933710 Fax ++39 0471 922521
Camerino (Macerata) Premio di Architettura e Cultura urbana, Camerino 2003 Il premio è riservato agli iscritti al seminario “Verso un nuovo urbanesimo. Ecologia dei sistemi insediativi” che si svolgerà a Camerino nel luglio 2003. Sia le opere realizzate che i progetti dovranno contenere i principi ispiratori del seminario/The award is reserved to the people enrolled in the seminar “Towards a new city planning. Ecology of settlement systems”. Works and projects should contain the leading principles of the seminar Scadenza/Deadline: 1/7 Per informazioni: Seminario di architettura e cultura urbana, c/o Unicità Via Lili 59 - 62032 Camerino (MC)
Cantù (Como) Il materiale legno Concorso internazionale di idee per la progettazione di un ambiente cucina che impieghi e valorizzi il legno massello e preveda l’inserimento di elettrodomestici Elettrolux/Intrenational ideas competition for the design of a kitchen enhancing wood use and including Electrolux appliances Scadenza/Deadline: 30/11 Monte premi/Total prize money: 9.000 Euro Per informazioni: Riva RI1920 Simone Bellotti Direzione Comunicazione Via Borgognone 12 - 22063 Cantù (CO) Tel. ++39 031 7073353 Fax ++39 031 7073338 Internet: www.riva1920.it E-mail: simone.bellotti@riva1920.it
Faenza (Ravenna) Costruire per un’utenza reale Concorso Internazionale per la progettazione di spazi e/o attrezzature indirizzate alla creazione di ambienti con valenza universale e facilmente frequentabili da ogni utente
Firenze Targetti Art Light Concorso internazionale per artisti e designer under 35 per l’utilizzo della luce come strumento e contenuto delle loro creazioni/International competition for artists and designers under 35 years of age for using light as an instrument or content of their works Scadenza/Deadline: 6/6 Monte premi/Total prize money: 25.000 Euro Per informazioni: Targetti sankey C/o Consuelo de Gara Tel. ++39 055 3791295 Internet: www.targetti.com E-mail: c.degara@targetti.it
Milano Riqualificazione Giardini di Porta Nuova Progettazione paesaggistica dei Giardini di Porta Nuova nell’area Garibaldi - Repubblica/Landscaping project of the area called “Porta Nuova Gardens - Garibaldi Repubblica Scadenza/Deadline: 10/9 Per informazioni: Segreteria del Concorso per Ufficio Concorsi di Progettazione del Comune di Milano Studio Se/Di/Ci (Service/Design/Communication) Tel. ++39 02 89423773, 02 89423781 Fax ++39 02 83201606
Concept Room/Progetta il tuo spazio Concorso per progettisti grafici, di prodotto e di interni e gruppi di progettisti (max.3 di età media non superiore ai 30 anni) per il progetto di un concepì di uno spazio legato a una delle funzioni del vivere quotidiano dei giovani/International competition open to young graphic, product and interior designers and groups of designers (max.3 with average age of 30 years), for a concept of a room space destined to one of the everyday life function of youngs Scadenza/Deadline: 15/9 Per informazioni: Aiap Viale Col di Lana 12 20136 Milano Tel. ++39 02 58107207 Fax ++39 02 58115016 Internet: www.conceptroom.org E-mail: info@conceptroom.org
Riabita 2003 Concorso nazionale per progetti recenti di ristrutturazione di cascine, casali e masserie Scadenza: 20/9 Monte premi: 8.500 Euro Giuria: Flavio Maestrini, Amedeo Bellini, Antonio Piva, Mario Federico Roggero, Fabrizio Schiaffonati, Cesare Stevan, Domenico Taddei Per informazioni: Rima Editrice Viale Sarca 243 20126 Milano Tel./fax 02 66103539 Internet: www.rimaedit.it E-mail: rima@rimaedit.it
Mondragone (Caserta) Restauro monastero di Sant’Anna De Aquis Redazione di un progetto per recupero e restauro monastero di Sant’Anna De Aquis Vivis Mondragone/Project for the recovery and restoration of Saint Anna De Aquis Vivis Mondracone monastery Scadenza/Deadline: 6/7 Per informazioni: Comune di Mondragone Viale Margherita 93 81034 Mondragone (CE) Tel. ++39 082 3970001 ufficio capo ripartizione – 082 3774227 ufficio lavori pubblici Fax ++39 082 397481 Internet: www.mondragone.net E-mail: vincenzo.delisa@mondragone.net
Pontecagnano Faiano (Salerno) Riqualificazione ex Tabacchificio Centola: Centro Europeo per le Creatività Emergenti Realizzazione di un Centro Europeo per le Creatività Emergenti attraverso la riqualificazione del complesso dell’ex tabacchificio Centola/Construction of an European Center for Emerging Creativities through the requalification of the dismissed tobacco factory in Centola Scadenza/Deadline: 30/6 Per informazioni: Comune di Pontecagnano Faiano, Settore 8, Urbanistica, Assetto del Territorio e PRG, Attività Produttive e Sportello Unico Imprese Via M. Alfani 52 84098 Pontecagnano Faiano (SA) Tel. ++39 089 356336, 089 356311 Fax ++39 089 849935 Internet: www.comune.pontecagnanofaiano.sa.it
Reggio Calabria Tratto stradale Bovalino-Bagnara Il concorso ha lo scopo di acquisire una proposta progettuale di soluzione del collegamento viario Bovalino-Bagnara attraverso parziale adeguamento del tracciato esistente da Bovalino a Platì, attraversamento in galleria dello Zilastro, realizzazione nuovo tratto fino allo svincolo autostradale di Bagnara/The competition wants to acquire a project proposal for the solution of the road connection Bovalino-Bagnara through a partial up-dating of the present road from Bovalino to Platì, crossing the Zilastro tunnel, constructing a new road tranche up to the highway exit of Bagnara Scadenza/Deadline: 15/7 Per informazioni: Provincia di Reggio Calabria, Unità Speciale A.P.Q. Località Spirito Santo Via Sant’Anna II° tronco 89100 Reggio Calabria Tel ++39 0965 364442-5 Fax ++39 0965 897023 Internet: www.provincia.reggio-calabria.it/ E-mail: sinibaldosalerno@virgilio.it
Riccione (Rimini) Riqualificazione architettonica e paesaggistica del viale Ceccarini Ai partecipanti si richiedono delle proposte progettuali per la sistemazione, valorizzazione e la riqualificazione architettonica e paesaggistica del viale Ceccarini ipotizzando un nuovo possibile rapporto tra il sistema Porto - viale Ceccarini - Lungomare - P.le Roma e l’edificando Palazzo dei Congressi
182 l’ARCA 103
AGENDA Participants are requested to provide project proposals for the architectural and landscaping requalification of viale Ceccarini, assuming a new relashionship between the system Porto - viale Ceccarini - Lungomare p.le Roma and the new Congress Palace Scadenza/Deadline: 18/7 Per informazioni: Comune di Riccione Settore Lavori Pubblici e Qualità Urbana Viale Vittorio Emanuele II, 2 47838 Riccione (RN) Tel. ++39 0541 668745 Fax ++39 0541 668744 Internet: www.llpp-riccione.net E-mail: lavoripubblici@comune.riccione.rn.it
Roma Utilizzo innovativo del tufo Concorso Internazionale per tesi di laurea, studenti iscritti all’ultimo anno e giovani architetti e ingegneri per progetti che applichino usi innovativi del tufo/International competition for degree thesis, students of the last year and young architects and engineers for innovative applications of tufus stone Scadenza/Deadline: 7/1/2004 Monte premi/Total prize money: 5.750 Euro Giuria/Jury: Gianfranco Carrara, Carlo De Vito, Ruggero Lenci, Ruggero Martines, Roberto Palombo, Marco Petreschi, Maurizio Sciotti, Silvano Susi, un rappresentante di Cave Riunite (sponsor) Per informazioni: Segreteria Dipartimento Architettura e Urbanistica per l’Ingegneria (DAU) Via Eudossiana 18 00184 Roma Tel. ++39 06 44585916 Fax ++39 06 44585186 Internet: www.ruggerolenci.it E-mail: ruggero.lenci@uniroma1.it
San Martino Siccomario (Pavia) Recupero di via Roma Le finalità del concorso consistono nell’avviare un processo di riqualificazione urbana di alta qualità attraverso il recupero, la realizzazione di nuove attrezzature e la riorganizzazione dei servizi esistenti/The competition aims to start a high quality urban requalification process through the recovery, the construction of new facilities and the reorganization of services Scadenza/Deadline: 9/6 Per informazioni: Comune di San Martino Siccomario, Ufficio tecnico Tel. 0382/496155- 0382/496169 Internet: www.comune.sanmartino.pv.it E-mail: ufficio.tecnico@comune.sanmartino.pv.it
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Portogallo/Portugal
Svizzera/Switzerland
Coimbra
Ginevra
Facoltà di Psicologia e Scienza dell’Educazione Progetto per la costruzione dell’edificio per le facoltà di Psicologia e di Scienza dell’Educazione presso il II polo dell’Università di Coimbra/Project for the construction of a building for the Psicology and Teaching Science Faculties by the 2nd Pole of Coimbra University Scadenza/Deadline: 7/7
The Aga Khan Award for Architecture 2004 Nona edizione del premio di architettura per opere realizzate entro il 31/12/2002 progettate o utilizzate da comunità Musulmane Ninth edition of the architectural award for works realized by 31/12/2002 and designed for or used by Muslim communities Consegna/Submission: 30/6 Monte Premi/Total prize money: 500,000 US$
Per informazioni: Universidade de Coimbra, Gabinete de Apoio à Reitoria Rua Gomes Freire 22 P-3000-204 Coimbra Tel. ++351 239 484648 Fax ++351 239 482452
Per informazioni: The Aga Khan Award for Architecture 1-3 Avenue de la Paix 1202 Geneva Tel. ++41 22 9097200 Fax ++41 22 9097292 Inernet: www.akdn.org E-mail: akaa@akdn.ch
Russia Balashikha
USA
Multifunctional Complex Concorso internazionale per il progetto di un complesso culturale, affaristico, commerciale, residenziale e per il tempo libero a Balashikha, nella regione di Mosca/International competition for a cultural, business, trading, entertaining and residential complex in Balashikha, Moscow Region Scadenza/Deadline: 1/9
Chicago
Per informazioni: Antohin Oleg Vasil’evich “Teza Guarant Development” Closed Joint-Stock Company. Vernadski Avenue, 41, building 1, office 335 119991 Moscow Tel. ++7 095 4308522, 095 4308505 Fax ++7 095 4327879 Internet: www.tgdevelopment.ru E-mail: tgdevelopment@rbcmail.ru
Spagna/Spain Siviglia Ampliamento del Parco del Alamillo Progetto per l’ampliamento del Parco del Alamillo situato al confine tra Siviglia e Santiponce/Project for the extension of Alamillo Park on the border between Siviglia and Santiponce Scadenza/Deadline: 15/9 Per informazioni: Secretaría del Concurso para la Ampliación del Parque del Alamillo Cortijo del Alamillo E-41092 Sevilla Tel. ++34 954 092000 Fax ++34 954 099224 E-mail: sec-alamillo@supercable.es
International Photoreal Furniture Competition Concorso per riproduzioni originali di sedute in 3D utilizzando software di design Competition for original photoreal seating products realized in 3D using a design software Scadenza/Deadline: 15/8 Giuria/Jury: Patrick Chia, Rob Curedale, Miles Hawley, Ken Krayer, James Ludwig, Tim Power, Richard Smith, Marc Tanner, William Taylor Per informazioni: Design-engine, Inc Photoreal Furniture Competition 120 North Green St., suite 605 Chicago, IL 60607 USA Tel. Bart Brejcha ++1 312 2268339 Internet: www.designengine.com/competition/index.htm E-mail: competition@design-engine.com
Hawaii Malama Learning Center Concorso internazionale per il progetto di una struttura per la conservazione e la celebrazione della tradizione culturale delle Hawaii/International competition for the design of a structure for conservation and celebration of cultural heritage of Hawaii Scadenza/Deadline: 1/7 Monte premi/Total prize money: 40,000 US$ Giuria/Jury: Billie Tsien, Patricia Paktau, Robert Mangurian, W.H.Raymond Yeh
Norvegia/Norway
Sud Africa/South Africa
Per informazioni: The Malama Learning Center Internet: www.malamalearningcenter.org/ competition.html
Bergen
Bloemfontein
Las Vegas
Palazzo di Giustizia Progetto per la costruzione di un edificio per l’Alta Corte di Gulating, da realizzarsi presso il palazzo municipale di Bergen/International competition for planning a new building for Gulating High Court in the Town Hall block in Bergen Scadenza/Deadline: 12/6
A Writer’s Retreat Concorso internazionale per il progetto di un “rifugio” per scrittori/International competition for the design of a writer’s reatreat Scadenza/Deadline: 8/8 Monte premi/Total prize money: 1900 £
Vegas Sign Design Competition Concorso internazionale per il progetto di un nuovo segno di “Benvenuto a Las Vegas” International competition for the design of an innovative “Welcome to Las Vegas” sign Scadenza/Deadline: 1/7 Primo premio/First prize: 1000 US$ Giuria/Jury: Rudy Crisostomo, Dan Edwards, Sandra Harris, Terry Jicinsky, Vicky Richardson, Victor Rodriguez, Jerry Misko, Helga M. Watkins
Per informazioni: Norske Arkitekters Landsforbund Josefinesgt. 34 N-0351 Oslo Tel. ++47 23332500 Fax ++47 23332501 Internet: www.arkitektur.no E-mail: nal@mnal.no
104 l’ARCA 182
Per informazioni: CAA Design Competition Free State Institute of Architects Fichardt House 40 Elizabeth Street Bloemfontein 9301 South Africa Internet: www.comarchitect.org E-mail: admin@archexchange.org
Per informazioni: Joshua Abbey Desert Space Foundation 3902 Chincilla Avenue Las Vegas, Nevada 89121 Tel. ++1 702 8980511 Fax ++1 702 8988792 Internet: www.desertspace.org E-mail: JAbbey@DesertSpace.org
Palisade Mountain (California) Rifugio alpino: Palisades Glacier Mountain Hut Gli enti banditori intendono raccogliere proposte progettuali per la realizzazione di un campo base da 60-80 persone, presso il ghiacciaio della Palisades Mountain. La qualità del progetto vincitore dovrà risultare un prototipo per questa tipologia di strutture. Costo di costruzione: 1.500.000 $ International competition for the design of a 60 to 80-person wilderness base camp facility for overnight stays. The competition project site is near the trailhead leading to the Palisade Glacier in the Sierra Nevada Mountains of Central California. The winning design and its construction will have an international impact as a prototype for facilities that may be constructed in other parts of the world. In addition to the competition prize money, it is expected that the winning design team will enter into a contract offering professional compensation for this commission. The expected construction budget will be in the range of 1.5 million dollars Scadenza/Deadline: 5/12 Per informazioni: The University of California, Berkeley, College of Environmental Design Internet: www.ced.berkeley.edu/prizes_awards/ mounthut/competition_overview.htm E-mail: hut@uclink.berkeley.edu
Affidamenti
Per i bandi completi www.europaconcorsi.com
Italia/Italy Alliste (Lecce) Elenco professionisti L’ente intende procedere alla predisposizione dell’elenco dei professionisti idonei per il conferimento di incarichi (per i settori specificati entro il limite di onorari entro i 40.000 Euro, senza prevedere limiti temporali). Gli elenchi saranno composti dalle seguenti distinte e in tipologie di lavori: opere stradali e infrastrutturali; edilizia civile; restauro beni architettonici; progettazione strutturale; progettazione impiantistica, ambiente (parchi, recupero ambientale, impianti depurativi, ecc.) Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Alliste Piazza Municipio 73040 Alliste (LE) Internet: http://web.tiscalinet.it/comunealliste
AGENDA Brescia Elenco professionisti: indagini geognostiche L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di indagini geognostiche relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760
Elenco professionisti: progettazione degli impianti L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n.109/1994, gli incarichi di progettazione degli impianti relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760
Elenco professionisti: pratiche catastali L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di pratiche catastali relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760
Elenco professionisti: progettazione delle strutture portanti L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di progettazione delle strutture portanti relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica referente: Sig.ra Romelli Tel. 030 2117760
Elenco professionisti: coordinamento in materia di sicurezza L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di coordinamento in materia di sicurezza e di salute durante la progettazione dell’opera (CSP) e la realizzazione dell’opera (CSE) relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica referente: Sig.ra Romelli Tel. 030 2117760
Calenzano (Firenze) 3 Opere in project financing L’ente ha inserito nel bilancio di competenza per l’anno 2003 opere per le quali i promotori possono presentare proposte per la realizzazione: 1)sistemazione, ampliamento e gestione zona sportiva La Fogliaia; 2)manutenzione straordinaria, completamento e adeguamento di tutti i cimiteri comunali; 3)realizzazione e gestione garages e parcheggi Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Calenzano Piazza Vittorio Veneto 12 50041 Calenzano (FI) Tel. 055 88331 Fax 055 8833232 Internet: www.comune.calenzano.fi.it
+ europaconcorsi
Caserta Collegamento in galleria È intenzione di questa Amministrazione indire (ai sensi art. 37/bis L. 109/94, una esplorazione di mercato, tramite procedura informale, al fine di individuare un operatore economico disponibile a progettare e realizzare un collegamento in galleria tra le opere relative al miglioramento del nodo tra la SS 264 - SS 87 nuovo svincolo autostradale di S. Maria CV e la Variante di Caserta, tramite contratto di concessione, di cui art. 19, secondo comma, L. 109/94, con risorse totalmente a carico dell’operatore stesso Scadenza: 30/6
Scadenza: 21/7 Per informazioni:
Comune di Eboli
Via M. Ripa 84025 Eboli (SA) Tel. 082 8328294 Internet: www.comune.eboli.sa.it
Faenza (Ravenna) Immobile di proprietà comunale con destinazione ristorante L’ente intende procedere all’affidamento in concessione (progettazione ed esecuzione) di immobile di proprietà comunale con destinazione ristorante. Scadenza: 30/7
Per informazioni: Provincia di Caserta Settore Viabilità 81100 Caserta
Per informazioni: Comune di Faenza 48018 Faenza (RA) Piazza del Popolo 31 Tel. 0546 691111 Fax 0546 691499 Internet: http://www.racine.ra.it/faenza
Castelfiorentino (Firenze)
Feltre (Belluno)
Elenco professionisti L’ente intende procedere alla predisposizione dell’elenco dei professionisti idonei per il conferimento di incarichi al di sotto di 40.000 Euro, per la progettazione, direzione lavori e consulenza in materia di Lavori Pubblici inseriti nel programma triennale 2001/2003 delle opere pubbliche Scadenza: 31/12
Elenco professionisti per il comune di Feltre (gestione del patrimonio) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000,00 Euro. L’elenco avrà validità per tutte le opere comprese nel piano triennale delle opere pubbliche 2003-2005 e per quanto attiene alla tipologia d) ed e) per tutte le eventuali esigenze relative alla gestione del patrimonio Scadenza: 31/12
Per informazioni: Comune di Castelfiorentino Piazza del Popolo 1 Tel.0571 6861 Internet: www.comune.castelfiorentino.fi.it E-mail: info@comune.castelfiorentino.fi.it
Castelfranco Veneto (Treviso) Nuova sede del Tribunale presso i G.S.T. Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva; direzione dei lavori; contabilità dei lavori; coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione e in fase di esecuzione, piano di sicurezza e fascicolo ex decreto legislativo n. 494/96; piano di manutenzione dell’opera; pratica c.p.i. e commissione di vigilanza per la realizzazione della Nuova sede del Tribunale presso i G.S.T. Scadenza: 12/6 Per informazioni: Comune di Castelfranco Veneto Via F. M. Preti 36 31033 Castelfranco Veneto (TV) Tel. 042 3735700 Fax 042 3735705 Internet: www.comune.castelfranco-veneto.tv.it E-mail: operepubbliche@comune. castelfranco-veneto.tv.it
Cologno al Serio (Bergamo) Impianto natatorio Impianto natatorio con sistema integrato di attività ricettive e commerciali connesse. Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Cologno al Serio Ufficio tecnico - Lavori Pubblici Manutenzioni Tel. 035 890671 Fax 035 890445 Internet: www.comune.colognoalserio.bg.it E-mail: lavoripubblici.cologno@mediacom.it
Eboli (Salerno) Programma Recupero Urbano Rione Pescara Progettazione urbanistica e architettonica e lavori riguardanti Programma Recupero Urbano Rione Pescara.
Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel.0439 8851 Fax 0439 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it
Elenco professionisti per il comune di Feltre (opere edili; restauro; arredo urbano) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000,00 Euro. L’elenco avrà validità per tutte le opere comprese nel piano triennale delle opere pubbliche 2003-2005, con riguardo alle seguenti categorie: opere edili; opere di restauro; arredo urbano; impianti tecnologici civili; impianti sportivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel.0439 8851 Fax 0439 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it/ E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it
Forlì Ricerca valutativa sulle politiche provinciali della formazione e del lavoro Progettazione, realizzazione di una ricerca valutativa sulle politiche provinciali della formazione e del lavoro ed acquisizione di servizi di consulenza gestionale. Importo a base di Asta: 94 683,77 Euro Scadenza: 23/6 Per informazioni: Provincia di Forlì-Cesena, Formazione, Orientamento e Politiche del lavoro Piazza Morgagni 9 I-47100 Forlì Tel. 0543 714111 Fax 0543 21969 E-mail: urp@provincia.forli-cesena.it
Gorgonzola (Milano) Centro del tempo libero località Molino Vecchio Intervento realizzabile con capitali privati denominato costruzione centro del tempo libero località Molino Vecchio, (attività sportive, integrative e complementari). Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Gorgonzola Via Italia 62 20064 Gorgonzola (MI) Tel. 02 95126830 Fax 02 95302489
Grosseto Nuovo parcheggio ed alloggi per ultrasessantacinquenni. Castiglione della Pescaia L’ente intende realizzare con capitali privati, ai sensi dell’art. 37-bis della Legge 109/94 e s.m. e i., le seguenti opere comprese nel programma triennale dei lavori relativo al triennio 2003/2005: realizzazione di parcheggio terrazzato in Via dell’Oliveto nel Capoluogo; costruzione di alloggi per ultrasessantacinquenni nell’area della RSA del Capoluogo Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Castiglione della Pescaia Ufficio Lavori Pubblici Tel. 0564 939723 – 0564 927411 Internet: www.col-castiglionegr.it
Legnago (Verona) Nuove funzioni residenziali, commerciali ed alberghiere nell’Area ex Belluzzo Finanza di progetto per la realizzazione di un centro per attività didattico-culturali, nuove funzioni residenziali, commerciali e alberghiere nell’Area ex Belluzzo: dello stabilimento ospedaliero di Legnago. Quantitativo o entità totale: attività residenziale - alberghiera per circa 2.300 mq, commerciali per circa 1 500 mq, didatticoculturali per circa 1.500 mq. Scadenza: 30/6 Per informazioni: Azienda ULSS 21, Dipartimento Logistica Via Carlo Gianella 1 37045 Legnago (VR) Tel. 0442 632533, 0442 632242 Fax 0442 26372 Internet: www.aulsslegnago.it
Lucca Elenco professionisti. Comune di Massarosa Progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, assistenza alla d.l., contabilità, collaudo, coordinamento per la sicurezza, consulenze calcoli in c.a., strutture, relazioni geologiche e geotecniche, rilievi,studi di impatto ambientale, e qualsiasi altra prestazione professionale tecnico-amministrativa necessaria per la realizzazione di opere pubbliche. Importo: 40.000 Euro Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Massarosa Piazza Taddei 1 55054 Massarosa (LU) Tel. 0584 979315- 979317 Fax 0584/979300 Internet: www.comune.massarosa.lu.it E-mail: info@comune.massarosa.lu.it
182 l’ARCA 105
AGENDA
+ europaconcorsi
Manziana (Roma)
Treviso
Elenco professionisti L’ente intende formare un Albo di Professionisti da utilizzare per servizi attinenti l’architettura e l’ingegneria, il cui importo stimato sia inferiore ai 100.000,00 Euro (ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 comma 12 della legge 109/94) Scadenza: 31/12
Centro servizi e un centro sportivo polivalente. San Vendemiano Le opere per le quali i promotori possono presentare proposte autonome di realizzazione sono quelle sotto elencate: 1. realizzazione di un centro servizi. L’intervento consiste nella realizzazione di un centro studi e congressuale, di salette riunioni, di spazi espositivi e commerciali, di una struttura ricettiva. 2. realizzazione di un centro sportivo polivalente. L’intervento consiste nella realizzazione di un complesso natatorio e sportivo con annessi centro benessere - relax e spazi per attività commerciali Scadenza: 30/6
Per informazioni: Comune di Manziana - Area lavori pubblici e ambiente L.go G.Fara 00066 Manziana (Roma) Tel. 06 9963672 Fax 06 99674021 Internet: www.comunedimanziana.it
Napoli Nuovo P.R.P. Progettazione, prestazioni coordinatore per la sicurezza, direzione lavori di interventi programmati nell’elenco annuale, nel programma triennale 2003-05 e nel P.O.T., nonché degli studi specialistici e dello studio di impatto ambientale del nuovo P.R.P. Importo complessivo stimato dei lavori Euro 59.058.283 Scadenza: 18/6 Per informazioni: Autorità Portuale di Napoli Piazzale Pisacane interno Porto 80133 Napoli Tel. 081 2283238 Fax 081 206888 E-mail: contratti.ufficio@tiscalinet.it
Per informazioni: Comune di San Vendemmiano Via Alcide De Gasperi 55 31020 San Vendemmiano (TV) Tel. 0438 401741 Fax 0438 401780
Verolanuova (Brescia) Impianto ludico polifunzionale e caserma carabinieri Realizzazione della nuova costruzione impianto ludico polifunzionale e caserma carabinieri Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Verolanuova Piazza Libertà 37 Verolanuova (BS) Tel. 030 9365060 Fax 030 9361821
Per informazioni: Azienda ULSS n. 15 “Alta Padovana” Via Casa di Ricovero 40 35013 Cittadella(PD) Tel. 049 9424111 Fax 049 5973550
Pioltello (Milano) Manufatti Interrati Realizzazione di opere strutturali per la collocazione dei servizi nel sottosuolo Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Pioltello, Settore Lavori Pubblici Tel. 02 92366412/417 Fax 02 92161258 Internet: www.comune.pioltello.mi.it E-mail: Occhiuto@comune.pioltello.mi.it
Pomezia (Roma)
Convegni e dibattiti Congresses and conferences
Nice
Istanbul
Forum Rudy Ricciotti “Un architect provençal” 26/6
Istanbul technical university Archiprix International Mostra, conferenza e seminario internazionale di arhitettura International architecture exhibition, conference and workshop 14/6-20/6
Per informazioni: Forum de l’urbanisme et de l’Architetcure Internet: www.nice-coteazur.org
Italia/Italy
Cile/Chile Santiago del Cile Universidad de Chile 51º Congreso Internacional de Americanistas 14/7-18/7 Per informazioni: 51 ICA - Universidad de Chile Diagonal Paraguay 265 of. 1405 Santiago de Chile Tel. ++56 2 6782061 Fax ++56 2 678212
Plea 2003 Passive and Low Eenergy Architecture: Rethinking Development. Are we producing a people oriented habitat? 9/11-12/11 Per informazioni: Internet: www.plea2003.cl E-mail: plea2003@puc.cl
Palazzo Ducale Verso un nuovo urbanesimo. Ecologia dei sistemi insediativi 27/7-31/7 Per informazioni: Università di Camerino Giovanni Marucci Internet: www.unicam.it E-mail: giovanni.marucci@unicam.it
Como Ex-chiesa San Francesco Corso Superiore di Arti Visive Visiting Professor: Richard Nonas 3/7-24/7 Per informazioni: Fondazione Antonio Ratti Lungo Lario Trento 9 22100 Como Fax ++39 031 233249 E-mail: fondazioneratti@libero.it
Chiesa di San Lodovico Architettura/Europa: Temi e protagonisti dell’architettura europea Villard 4 1/7-4/7
Auditorium Bancamonte Architettura/Europa: Temi e protagonisti dell’architettura europea Giorgio Grassi 13/10 Aimaro Isola 20/10 La qualità dell’architettura condivisa: committenza, progetto, impresa 28/10 Per informazioni: Università degli Studi di Parma Internet: www.unipr.it/arpa/cittaemi E-mail: cittaemilia@unipr.it
Palazzo Cusani Architettura/Europa: Temi e protagonisti dell’architettura europea. Scuola italiana di architettura: crisi, continuità, evoluzione. Teorici, critici e architetti a confronto 24/11-25/11 Per informazioni:
Università degli Studi di Parma
Internet: www.unipr.it/arpa/cittaemi E-mail: cittaemilia@unipr.it
Aalborg
Per informazioni: Comune di Pomezia Piazza Indipendenza 1 00040 Pomezia (RM) Tel. 06 91146251 Fax 06 91146236
Per informazioni: Aalborg University Adrian Carter Tel: 9635 9918 Internet: www.utzon.auc.dk E-mail: carter@aod.auc.dk
Danimarca/Denmark
Aalborg University International Utzon Symposium 28/8-30/8
Per informazioni: Archiprix International Internet: www.archiprix.org
Camerino (Macerata)
Per informazioni: Università degli Studi di Parma Internet: www.unipr.it/arpa/cittaemi E-mail: cittaemilia@unipr.it
Elenco di professionisti Formazione di un elenco di professionisti abilitati ai fini dell’affidamento di incarichi professionali per servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 31/12
106 l’ARCA 182
Turchia/Turkey
Parma
Padova Cittadella sede dei servizi Socio Sanitari Territoriali in Camposampiero Progetto preliminare, definitivo ed esecutivo dei lavori di “Realizzazione della cittadella sede dei servizi Socio Sanitari Territoriali in Camposampiero”. Importo stimato dell’opera: 6.000.000,00 Euro Scadenza: 24/6
Francia/France
Olanda/Holland
USA New York Pratt institute International 2003 Summer seminar on Architecture and Urban design 7/7-15/8 Per informazioni: Pratt Institute Internet: www.pratt.edu/arch/seminar
The Westin NY Innovation Conferenza sui nuovi approcci alla costruzione e al progetto Conference on new approach to construction and design 8/10-9/10 Per informazioni: Architectural Record Innovation Conference David Johnson Marketing and Business Development McGraw-Hill Construction Tel. ++1 212 9043934 Internet: www.mcgraw-hill.com E-mail: dave_johnson@mcgraw-hill.com
Orlando Gaylord Palms Resort 2003 Professional Design-Build Conference: The Magic of Integrated Services – Long term Focus, Short Term Success 8/10-10/10 Per informazini: DBIA Patrick Wilson Tel. ++1 202 4547535 Internet: www.dbia.org E-mail: pwilson@dbia.org
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Foreign Office Architects: Species-FOA’s phylogenesis 21/5-3/8 Michael Lisner/Virtual Dynamix: 3D Informational Architecture 4/6-27/7 Architektur Zentrum Jan Kotera 1871-1923: The Founder of Modern Czech Architecture 24/4-7/7
Belgio/Belgium Ghent Design Museum Gustav Beran 29/3-9/6 Ibens & Bataille 29/3-9/6
Canada Montreal CCA Traces of India 15/5-14/9
Danimarca/Denmark Copenhagen Danish Design Centre Nuove generazioni di componenti costruttive 15/6/2002-23/7
Humlebaek Louisiana Museum Renzo Piano: The Architect’s Studio 9/5-14/9
Finlandia/Finland Helsinki Museum of Finnish Architecture Drawn in Sand. Visioni irrealizzate di Alvar Aalto 13/6/2002-28/8
Francia/France Nice Forum Mon tout est la ville 19/5-27/6 Coderch, un grand architecte méditerranéen 3/7-19/9 Les étudiants et la Ville 25/9-31/10 Pierre Falocci architecte 6/11-28/1
Parigi
Austria Graz Haus der Architektur Graz Event City. La città come evento Fino al/through 27/6
Rotterdam
Vienna
Varie sedi 1st Architectural Biennial: Mobility 7/5-7/7
MAK Carlo Scarpa: The craft of architecture 9/4-14/9 Zaha Hadid 14/5-17/8
Per informazioni: Internet: www.biennalerotterdam.nl
AGENDA
VIA Design et son 23/5-21/6 VIA/Les écoles de design 4/7-24/8 VIA/Les Labels 2003 5/9-12/10 Design et Sport 26/10-31/12
Germania/Germany Berlin Vitra Design Museum Take a Seat! 200 Years of Design History from the Collection of Vitra Design Museum 25/1-22/6
+ europaconcorsi
Akademie der Kunste Gluck-Stadt-Raum. Europa 1945-2000 Fino al/through 1/12 Aedes Gallery Inclusive, the architecture of Louis Vuitton 23/5-28/6
Frankfurt am Main Schirn Kunsthalle Visions and Utopias Architectural Drawings from Moma New York 29/4-3/8
Lissone (Milano) Civica Galleria d’Arte Contemporanea Le Corbusier pittore, scultore, designer 23/3-15/6
Milano Politecnico di Milano-I Facoltà di Architettura Alberto Rosselli, architetto e designer 9/6-19/6
DAM Mud Mosques fro Mali, photographs by Sebastian schutyser 24/5-3/8 Scenes: I Campi di Venezia, 18 studies from the architectural space 24/5-3/8 Venezia Oscura: photographs by Gerhard Ullmann 24/5-3/8 Aldo Rossi 16/8-9/11 Schmitthenner 16/8-9/11
Triennale Asfalto: una passeggiata nell’urbano contemporaneo 4/3-27/7 Abitare l’abito: Nanni Strada 2/4-29/6 Piero Portaluppi 23/9-21/12
Hamburg
Spagna/Spain Barcellona
Deichtorhallen Arne Jacobsen: Absolutely Modern 23/5-31/8
Padova Palazzo Antico Ghetto Riciclando 1/10-5/10
Weil am Rhein
Ceramics Museum Pere Noguera: Lands 28/3-31/8
Vitra Design Museum Ingo Maurer - Light – Reaching for the Moon 3/10/2002-10/8
Centre de Cultura Contemporania Junk Culture: Caving through Taste 20/5-31/8
Giappone/Japan Tokyo Big Sisht Kolonihaven-The International Challenge Fino al/through 2/8
Gran Bretagna/Great Britain London Design Museum Superstudio – Life wothout objects Fino al/through 8/6 A Century of Chairs Fino al/through 26/10 The Building Centre Trust Gallery 50/50: Crowning Achievements – Future Prospects 24/6/2002-12/9 Royal Academy of Arts Summer Exhibition Fino al/through 19/8 Victoria & Albert Museum Art Deco 1910-1939 27/3-20/7 Canada House Highlights of New Landscapes: Design Transforms Canadian Furniture 28/2-26/9
Italia/Italy Cantù (Como) Riva R1920 Centre I progetti scenici di Arnaldo Pomodoro, 1972-2002 22/3-6/7
La Capella de l’Antic Hospital R-Revistes 7/5-15/6
20th Century Design: Breaking All the Rules fino al/through 31/12
Los Angeles County Museum of Art Making: Unique Art Installations Created by 5 Art Schools Fino al/through 1/9
New York New Museum Living Inside the Grid 28/2-15/6 Cooper-Hewitt Design Museum National Design Triennial: Inside Design Now 22/4-25/1/2004
San Francisco SFMoMA Roy/Design Series 1 19/4-7/9
Washington National Building Museum Do It Yourself: Home Improvement in 20th Century America 19/10/2002-10/8 Big and Green: Toward Sustainable Architecture in the 21st Century 17/1-22/6 Picture This: finestre sulle case americane 29/3-11/8
Mostre d’arte Art Exhibitions
Capella Convent dels Angels and Galeria Ras Reactive Graphics orum Laus 03 6/6-7/7 Ciruclo de Bellas Artes Oscar Tusquets Blanca. The Labyrinth, architecture, design and art 15/7-15/9
Svizzera/Switzerland Lugano Museo Cantonale d’arte La cultura architettonica italiana in Russia da Caterina II ad Alessandro I 5/10-11/1/2004
Zurich ETH Instants de ville: 10 villes sur Terre 2002 8/5-3/7 Georg Aerni. Slopes & Houses 5/6-17/7
USA Bellevue
Austria Linz Varie sedi Ars Electronica 2003: Code-The Language of Our Time 6/9-11/9
Vienna Kunsthistorisches Museum Parmigianino e il Manierismo europeo 4/6-14/9 Kunstforum Futurismus-Radikale Avantgarde 7/3-29/6 Picasso/Chagall/Jawlensky 4/9-30/11 Roy Lichtenstein 11/12-7/3/2004
Denver
MAK Mickry 3 Supermarket 23/4-8/6 Kurt Kocherscheidt: The continuing image 25/6-5/10
Art Museum US Design 1975-2000 19/6-28/9
K/haus Stadt in Sicht: New Art from Batislava 30/4-27/7
Art Museum Trespassing: Houses x Artists 29/1-27/7
182 l’ARCA 107
AGENDA KunstHaus Bernhard/Hundertwasser 12/6-31/8
Belgio/Belgium Anversa Mode Museum Patrons 25/4-10/8
Canada Montreal Museum of Fine Arts Eclectic Clay 26/2-12/10 Edouard Vuillard 15/5-24/8 Maurice Denis, Photographer 15/5-24/8 Françoise Sullivan 19/6-5/10
Danimarca/Denmark Arken Arken Museum Henry Heerup 2/2-9/6 Helmuth Newton 13/9-18/1/2004
Carlsberg Glyptotek Paul Gauguin 1849-1903 9/5-31/8
Humlebaek Louisiana Musuem Louise Bourgeois 14/2-22/6 Arnold Newman 23/5-31/8 Roy Lichtenstein 22/8-11/1/2004 Thomas Demand 10/10-14/12
Kolding Museet Koldinghus Una leggenda americana: Harley Davidson 22/2-9/6
Sophienholm Collezione Rokkedal Passione, l’arte americana più innovativa 5/7-14/9
Francia/France Avignone Collection Lambert Coollustre 25/5-28/9
+ europaconcorsi
Nantes Le Lieu Unique Actif/Réactif, la création vivante en Pays de Loire 27/6-7/9
Nice Musée d’art moderne et contemporain Noël Ravaud – Membrouille avec T-Divisé 27/2-15/6 Arte Povera: photographies de Paolo Mussat Sartor 14/6-7/9 Pier Paolo Calzolari 14/6-30/10 Margaret Michel/Bernard Venet 31/10-7/12 Galerie des Ponchettes Martin Caminiti 11/4-8/6 Seund Ja Rhee 20/6-31/8 Septembre del photo 15/9-15/10 Galerie Sainte-Reparate Sylvie Osinski, Sonia Grodvic, Muriel Grégoire: synergie dessins, 3 femmes, 3 dessins 13/5-29/6 Champollion 15/7-31/10 Musée de Paleonthologie Humaine Les femmes préhistoriques: Eves et rêves, le retour Fino al/through 24/2/2004 Musée des Beaux Arts Seund Ja Rhee, artiste coréenne 20/6-31/8 Galerie Qvadrige Uno Svensson illustre Les Chants X + XIV de Paradis dans La Divine Comédie 6/6-5/7 Musée Matisse Conservation, Restauration pour l’avenir d’une collection 4/4-15/6 Musée National Message Biblique Marc Chagall Alex Ammann 19/4-23/6
Paris Centre Pompidou Pierrette Bloch 25/9/2002-31/12 La culture pour vivre, de Georges Braque à Aurélie Nemours 25/9/2002-30/12 Grand Palais Chagall 13/3-23/6 Gauguin-Tahiti 4/10-19/1/2004 Musée du Louvre Leonardo da Vinci 9/5-14/7
Lille
Musée d’Orsay Daguerrotypes 15/5-17/8
Musée d’art moderne Lille Métropole Le ludique 11/4-23/8 Les Chemins de l’art brut 13/9-17/11 Hommage à Maurice Jardot 30/10-17/11 Robert Filliou, génie sans talent 6/12-30/3/2004
Jeu de Paume Magritte 11/2-9/6 Alecinsky: Satie en miroir et autres pièces à quatre mains 20/6-29/6 La clé des champs et Arthur Bispo do Rosario 8/7-28/9
108 l’ARCA 182
Zao Wou Ki 14/10-7/12 Nam June Paik-Kim Tschang Yeul 22/12-22/2/2004 Musée Jacquemart-André De Caillebotte à Picasso Fino al/through 15/6 Musée du Luxembourg Gauguin et Pont-Aven 2/4-22/6 Centre National de la Photographie Fables de l’identité 18/6-25/8 Valie Export Christelle Familiari 10/9-24/11 Philippe Durand 22/10-24/11 Jardin d’Acclimatation Bois de Boulogne 1er Festival d’Epouvantails 23/4-31/7 Musée Carnavalet Plantu sculpture et dessin 28/5-26/10 Maison de la Culture du Japon Scènes d’esprit-Photographie japonaise contemporaine 29/4-28/6
Saint-Denis Musée d’art et d’histoire La franc Maconnerie… de l’art royal à la citoyenneté républicaine 14/3-31/8
Saint-Germain-en-Laye Musée des Antiquités Nationales Tombes a Char – Princesses Celtes en Lorraine 4/4-29/9
Saint-Jeannet Chapelle Saint Jean-Baptiste Chersicla. Sculptures 24/5-29/6
Germania/Germany Bonn Kunst und Austellungshalle der Bundesrepulik Paul Klee in the Rhineland 7/3-9/6 Herbarium der Blicke. Selection of Works by Members of the Artists Association of Germany 4/4-29/6 Archeology in Germany. Peoples through space and time 9/5-24/8 Tony Cragg – Signs of Life 23/5-5/10 Soul and Beauty of Japan – Masterpieces from the Tokyo National Museum 29/8-26/10
Frankfurt am Main Schirn Kunsthalle Grotesque! 27/3-9/6 At Your Own Risk 27/6-7/9 Paul Klee: 1933 18/9-30/11
Karlsruhe ZKM-Center for art and media Banquete 14/5-24/8
Munchen Haus der Kunst Grotesque! 150 Years of Insolent Art 27/6-14/9 Neue Pinakothek Piloty and Historical Painting 4/4-27/7
AGENDA Centro Saint-Bénin, Aosta Felice Casorati. La strategia della composizione 19/4-7/9
Arona (Novara) Villa Ponti Splendori dell’Ottocento da Fattori a Segantini 19/4-29/6
Belluno Giappone/Japan Tokyo Mori Art Museum Meditazioni Mediteraneo 18/5-15/6
Palazzo Crepadona Da Van Gogh a Picasso. Capolavori del diseno francese del XIX e XX secolo dal County Museum of Art di Los Angeles 11/10-7/3/2004
Bergamo
ICC Gallery The Story of Experiments in Art and Technology” fino al/through 29/6
GAMeC Jan Fabre 17/4-13/7
Gran Bretagna/Great Britain Liverpool
Galleria Caterina Tognon Il piccolo Ulisse: Silvia Levenson-Maurizio Donzelli 11/4-28/6
Tate Thomas Ruff: Photographs 1979 to Present 8/2-7/7 Paul Nash 23/7-19/10
Londra Tate Modern Realism in the Twentieth Century Photograph 5/6-7/9 Tate Britain Wolfgang Tillmans 6/6-14/9 Bridget Riley 26/6-28/9 Dulwich Picture Gallery Abstraction on the Beach: John Piper in the 1930s 2/4-22/6 Victoria and Albert Museum The Adventures of Hamza 5/3-8/6 Gilbert Collection at Somerset house Silver Sparks: The Bishopsland Connection 4/6-24/8
St-Yves Tate Pier Arts Centre Collection 8/2-25/1/2004
Grecia/Greece Atene Torre della Regina/Parco della Coscienza Ambientale di Ilio Cosmos-XI Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo 6/6-15/6
Bologna Galleria Arte Moderna Il segno e il colore nell’atelier di Luigi Serra 18/4-15/6 Marco Tirelli 18/4-15/6 Text Works: Opere dalla Collezione di Museion Bolzano 22/1-29/6
Bolzano Palazzo ex-Poste Panorama 03 – Arte giovane Alto Adige 9/5-27/7 Museion Moltitudes-Solitudes, un progetto di Sergio Risaliti 6/6-31/8 Galleria Civica Piazza Domenicani Gli eredi della solitudine: un ritorno (1973-2003), foto di Flavio Faganello 21/6-5/10
Brescia Monastero Santa Giulia Brixia, Brescia Romana 2/3-29/6 Museo Ken Damy Nino Migliori: Pop Up 10/5-7/9
Caserta Reggia Segni del Novecento. La donazione Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, disegni, libri illustrati, incisioni 8/12-31/1/2004
Conegliano (Treviso) Palazzo Sarcinelli Da Corot a Monet: opere impressioniste post-impressioniste 12/10-7/3/2004
Italia/Italy Aosta
Faenza (Ravenna)
Tour Fromage Da cima a fondo 23/11/2002-7/9
Museo Internazionale della ceramica 53ª Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea 24/5-31/12
+ europaconcorsi
Il secolo d’oro della maiolica. Ceramica italiana dei secoli XV e XVI dalla Raccolta del Museo Statale dell’Ermitage 7/6-26/10
Ferrara Palazzo dei Diamanti Shakespeare nell’arte 16/2-15/6 Degas e gli Italani a Parigi 14/9-16/11
Firenze Palazzo Medici Riccardi Stanze segrete – stanze scomparse 25/3-28/9 Art Nest laboratorio per la Creatività Cicli d’Arte: Luciano Ghersi, Luca De Silve 2/6-14/6 Cicli d’Arte: Rossella Piergallini, Eva Basile 16/6-28/6 Cicli d’Arte: Giovanni e Renata Strada, Maria cristina Biagiotti 2/7-14/7
Milano
Ravenna
Palazzo della Permanente Amedeo Modigliani 20/3-6/7
Museo d’Arte della Città Da Renoir a De Stael. Roberto Longhi e il Moderno 23/2-30/6
Fondazione Mazzotta Joan Mirò. Metamorfosi delle forme 15/3-29/6 Galleria Fontana Renato Galbusera e Maria Jannelli 15/5-12/6 Fondazione Prada Andreas Slominski 10/4-13/6 Fondazione delle Stelline Marc Chagall, fiaba e destino 7/5-30/7 Galleria Forni Carlo Ferrari 6/5-14/6
Reggio Emilia Palazzo Magnani Camille Claudel 25/5-27/7 Chiostri di San Domenico Bandiera dipinta: il tricolore nell’arte italiana 1797-1947 22/3-8/6
Rivoli (Torino) Castello I Moderni/The Moderns 16/4-24/8
Roma
Galleria Fotografia Italiana Silvio Wolf 8/5-14/6
Museo del Corso Movimento arte Concreta 1948-1952 13/5-31/8
Varie sedi nel Chianti Tusciaelecta (www.tusciaelecta.it) 12/4-6/7
Galleria Blu Getting Blu 6/6-18/7
Fossombrone (Pesaro)
Spazio Biolab Vulcani, il fuoco della Terra 28/3-30/6
Palazzo Altemps Marco Polo. Michael Yamashita Un fotografo sulle tracce del passato 25/3-22/6
Quadreria Cesarini Anselmo Bucci (1887-1955) 13/4-9/11
Genova Villa Croce Avanguardia a Genova degli anni Sessanta 4/4-15/6
Gorizia Palazzo Attems e Cstelo Music 12/10-7/3/2003
Gubbio (Perugia) Palazzo Ducale Collezione Panza di Biumo Fino al/through 4/12
Legnano (Milano) Palazzo Leone da Perego Giovanni Testori: un ritratto. L’omaggio di 40 artisti contemporanei 10/5-29/6
Lissone (Milano) Civica Galleria d’arte contemporanea Le Corbusier pittore, scultore, designer 23/3-15/6
Manciano (Grosseto) Varie Sedi Quattroventi 2003 17/5-19/7
Palazzo Kramer Le chiavi del Paradiso: tesori dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Genova 28/3-27/7 Iermonti Gallery Dennis Oppenheim. Body & Land art 13/5-30/9 Galleria Eclettica Gaetano Fracassio: di cose e di sensi 15/5-30/9 Vismara Arte Andreas Brandt 3/6-12/7
Modena Palazzo Santa Margherita Paul Caponigro, le forme della natura 5/4-29/6
Napoli Chiesa dei Santi Marcellino e Festo Marco Pino. Un protagonista della “maniera moderna” a Napoli. Restauri nel centro storico 12/4-30/6
Padova Palazzo Zabarella I Macchiaioli 1848-1870. Prima dell’Impressionismo 27/9-8/2/2004
Complesso del Vittoriano Ritratti e figure: capolavori Impressionisti 7/3-6/7 San Pietroburgo e l’Italia 17501850 29/4-8/6 Galleria Nazionale d’Arte Moderna Segni del Novecento. La donazione Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, disegni, libri illustrati, incisioni 30/9-23/11 Associazione Culturale Valentina Moncada Ferdinando Scianna 22/5-15/7 Varie Sedi FotGrafia-Festival Internazionale di Roma 8/5-22/6 The British School Martin Creed e Sophy Rickett 10/6-15/7 Auditorium Sebastiao Salgado: In Principio 16/5-31/7
Rovereto (Trento) MART Fausto Melotti, l’opera in ceramica 30/5-17/8 Il racconto del filo: cucito e ricamo nell’arte contemporanea 30/5-17/8
Savona
Palazzo dell Ragione La Grande Svolta – Gli Anni ‘60 1/6-19/10
Castello Priamar Albisola Futurista 12/7-30/8
Pistoia
Torino
Museo Marini Marino Marini e il teatro 22/3-31/8
Cavallerizza Reale Luigi Stoisa, Mutazioni 11/4-8/6
Mestre (Venezia)
Prato
Centro Culturale Candiani The Romance Industry 10/5-6/7
Galleria Dryphoto Patricia Piccinini: Photo works 24/5-24/7
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo How Latitutdes Become Forms: Art in a Global Age 6/6-14/9
Merano (Bolzano) KunstMeran Oswald Oberhuber 28/5-31/8 Meta.fisica: Arte e filosofia da De Chirico all’Arte Povera 11/9-6/1/2004
182 l’ARCA 109
AGENDA
+ europaconcorsi
Trento
Olanda/Holland Rotterdam
Castello del Buonconsiglio Valentino Rovisi: nella bottega del Tiepolo 15/3-15/6 Rifiorir d’antichi suoni. Tre secoli di pianoforti 21/6-19/10
Kunsthal Isamu Noguchi sculptural design 17/5-7/9 Martin Parr Retrospective 31/5-31/8
Palazzo Geremia La città in giardino: la spiritualità e il fascino della natura d’Oriente 23/5-8/6 Il fascino della natura in Bartolomeo Bezzi 4/5-29/6
Museum Boijmans Van Beuningen The Origin of Things 10/5-27/7
Tilburg De Pont Foundation for Contemporary Art Erik Andriesse, works on paper 17/5-14/9
Treviso Casa dei Cararesi I colori del Sud da Cézanne a Bonnard 11/10-7/3/2004
Udine Galleria d’Arte Moderna Arturo Martini 5/4-29/6
Varese Scuderie di Villa Panza Nobu et Elba. I quadri neri di Giovanni Frangi 6/9-5/10 Villa Menafoglio Litta Panza Capucci 10/5-21/9
Venezia Varie Sedi 50. Biennale d’Arte: Sogni e Conflitti, la dittatura dello spettatore 15/6-2/11 Palazzo Ducale Botero 13/4-13/7 Arsenale-Chiostro San Francesco della Vigna Kuma Luce in Estremo oriente 12/6-2/11 Spazio Culturale Svizzero Dada a Zurigo, Cabaret-Voltaire 1916-1920 11/4-22/6 Museo Correr Canova/Rainer 11/4-6/7
Verona Palazzo Forti Virginio Ferrari: Full Circle 1957-2002 17/4-20/7 La creazione ansiosa: van Gogh, Schiele, Bacon, Kiefer 12/9-1171/2004
Vicenza Logge della Basilica Palladiana Mito contemporaneo: Futurismo e oltre 3/5-27/7 Palazzo Leoni Montanari Segni del Novecento. La donazione Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, disegni, libri illustrati, incisioni 29/3-15/6
110 l’ARCA 182
Principato di Monaco Monaco Principality Montecarlo Forum Grimaldi Superwarhol 15/7-31/8
Spagna/Spain Madrid Museo Reina Sofia Premio Velazquez: Ramon Gaya 29/4-25/8 Rax Rinekangas 13/5-6/7 Francesc Català Roca 20/5-8/9 Francis Alys 27/5-18/9 J.Lasker 5/6-8/9 Jesse Fernandez 10/6-22/9 La moda española 17/6-1/9 Per Barclay 17/6-1/9 Centro Cultural Conde Duque-Medialabmadrid Banquete 24/9-23/11
Valencia IVAM Alain Kirili: Hommage to Julio Gonzalez 10/4-20/6
Svizzera/Switzerland Bellinzona Museo in Erba Le scatole di colori di Leonardo: percorso-gioco dedicato a Leonardo da Vinci 20/2-11/6 Museo Villa dei Cedri Vedute di Bellinzona dalla donazione Bonetti 16/5-18/7
Ginevra Musée du Petit Palace De Caillebotte à Picasso: chefsd’oeuvre de la collection Oscar Ghez 15/10/2002-15/6
Ligornetto Museo Vela Ticino al femminile. Pittura e scultura tra ritratto e genere 16701970 12/4-9/6
Locarno Pinacoteca Casa Rusca Friedrich Dürrenmatt 4/5-17/8
Lugano Galleria Gottardo 100 anni di scatole di latta 28/5-23/8 Paesaggio spirituale – Franz Marc: un bestiario 17/9-29/11 Museo d’Arte Moderna Egon Schiele 16/3-29/6 Museo Cantonale d’Arte Jan Jedlicka. Maremma 1980-2001 16/5-13/7 Lavori in corso: la scena artistica contemporanea in Ticino 8/6-31/8
Martigny Fondation Pierre Gianadda Da Picasso a Barcelò, gli artisti spagnoli 31/1-9/6 Leonardo da Vinci, inventore 12/4-19/10 Paul Signac 18/6-23/11
Rancate Pinacoteca Cantonale Zunst Ritratti femminili (XVIII-XIX sec.) 5/4-9/6
Uruguay Montevideo Museo Nacoinal de Artes Visuales Geo-metrìas: Latin American Geometric Abstraction from the Collecciòn Cisneros 4/7-25/10
USA Bellevue Art Museum Fashion: The Greatest Show on Earth 27/4-2/9 Roy Lichtenstein: Times Square Mural 10/5-3/8 Bounce 14/6-14/9 In Through the Out Door 14/6-14/9 Clay Body 16/8-19/10
Birmingham Museum of Art Stephen Hendee: Perspectives 7 5/9/2002-6/7
Boston Museum of Fine Arts Visions and Revisions: Art on Paper since 1960 2/4-21/9
Chicago Museum of Contemporary Art Franz Ackermann: The Waterfalls Fino al/through 28/9
Cultural Center Tim Doud 17/5-13/7
Denver Art Museum Secrets from a Chinese Garden Fino al/through 28/9 Sargent and Italy 21/6-21/9
Los Angeles County Museum of Art Making: Unique Installations created by Five Art Schools Fino al/through 1/9
New York Guggenheim Kazimir Malevich: Suprematism 22/5-4/9 Dia Center for the Arts Jorge Pardo and Gerhard Richter: Refraction 5/9/2002-15/6 Jo Baer: The Minimalist Years, 1960–1975 12/9/2002-15/6 Rosemarie Trockel: Spleen 16/10/2002-15/6 Whitney Museum of American Art The Contemporary Series: Paul Sietsema: Empire 20/3-8/6 Elie Nadelman: Sculptor of Modern Life 4/4-20/7 Dario Robleto: Say Goodbye to Substance 17/4-3/7 Max Protetch Gallery Alessi Tea & Coffee Towers 1/5-28/6
Philadelphia Institute of Contemporary Art/University of pennsylvanya Polly Apfelbaum 3/5-27/7 Art History Project 3/5-27/7 Nadine Robinson: The Wedding House 3/5-27/7
San Diego Museum of Art Whiteness in Decay: Regina Frank Installation 17/5-22/6 Paintings, Prints, and Drawings by Hokusai 24/5-3/8 The Sculptures of Edgar Degas 28/6-28/9 Modern European Works on Paper 23/8-14/12 Museum of Contemporary Art (La Jolla) Looking Ahead: Andy Goldsworthy 27/4-26/8 Museum of Contemporary Art (Downtown) Mariners & Mandarins: Seafaring and the Arts of the China Trade 9/3-14/9
AGENDA San Francisco SFMOMA A Passion for Paul Klee 1/3-8/6 Treasures of Modern Art: The Legacy of Phyllis Wattis 30/1-24/6
St.Louis Contemporary Art Museum A Fiction of Authenticity: Contemporary Africa Abroad 20/9-3/1/2004
West Lafayette (Indiana) Stewart Center Gallery Sky, Blue, Heavens 1/9-12/10
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Brasile/Brazil Sao Paulo Anhembi Park Fenavem 2003 Salone internazionale dell’arredo e dell’esportazione International furniture sales and export Fair 4/8-8/8 Per informazioni: Guazzelli Feiras Messe Frankfurt Al. Rio Negro 433 - 2. Etage - Block 1 06454-904 Barueri - São Paulo Tel. ++55 11 72910440 Fax: ++55 11 72910495 Internet: www.fenavem.com.br, www.guazzelli.com.br E-mail: consumer-goods.global@messefrankfurt.com
Canada Toronto International Centre Canadian Public Works Expo Salone internazionale dell’edilizia nei lavori pubblici International trade fair of public works and building industry 3/12-4/12 Per informazioni: Lee Baker Tel. 888-253-1718, ++1 416-398-2786 Internet: www.exposition.com E-mail: leebaker@exposition.com
Finlandia/Finland Tampere Glass Processing Days Giornate mondiali del vetro e delle tecniche di lavorazione World days on glass and processing techniques 15/6-18/6 Per informazioni: Internet: www.glassprocessingdays.com
+ europaconcorsi
Francia/France Lyon Eurexpo Première Influence Salone internazionale del mobile e della decorazione International trade fair of furniture and decorations 15/6-17/6 Per informazioni: SepelCom Avenue Louis Blériot BP 87 69683 Chassieu cedex Tel. ++33 04 72223277 Fax ++33 04 72223287 E-mail: indus@sepelcom.com
Paris Paris Nord-Villepinte Maison&objet Salone internazionale della decorazione della casa e degli accessori International trade fair of home decoration and accessories 5/9- 9/9 Per informazioni: Salons Français et Internationaux (SAFI) 4 passage Roux - 75850 Paris cedex 17 Tel. ++33 01 44 29 02 00 Fax ++33 01 44 29 02 01 Internet: www.maison-objet.com E-mail: info@maison-objet.com
NOW! >Design à vivre Salone internazionale professionale del design per la casa/International professional trade fair of design for homestyle 5/9-9/9 Per informazioni: Salons Français et Internationaux (SAFI) 4 passage Roux - 75850 Paris cedex 17 Tel. ++33 01 44 29 02 00 Fax ++33 01 44 29 02 01 Internet: www.maison-objet.com E-mail: info@maison-objet.com
Pollutec Salone internazionale delle attrezzature, tecnologie e servizi per l’ambiente Intrenational trade fair of equipment, technologies and services for the environment 2/12-5/12 Per informazioni: Reed Expositions France 70 rue Rivay - 92532 Levallois-Perret Cedex Tel. ++33 01 47 56 50 00 Fax ++33 01 47 56 14 40 Internet: www.reedexpo.fr, www.pollutec.fr E-mail: info@reedexpo.fr
Germania Francoforte Messe Material Vision Salone e conferenza internazionale sui nuovi materiali per l’architettura e il design/International trade fair and conference on new materials for design and architecture 30/10-31/10 Per informazioni: Messe Frankfurt Internet: www.messefrankfurt.com
Stuttgart Messe FGM-Fenster Glas Metallbau Salone internazionale delle tecnologie per il vetro, i serramenti e le facciate International trade fair on technology for glass, frameworks and facades 19/6-21/6
Per informazioni: Messe stuttgart Am Kochenhof 16 D-70028 Stuttgart Tel. ++49 711 2589584 Fax ++49 711 2589305 Internet: www.messe-stuttgart.de E-mail: info@messe-stuttgart.de
Wiesbaden Messe Parken 2003 Salone e conferenza internazionale sul traffico e il design pubblico International trade fair and conference on traffic and public design 26/6-26/6 Per informazioni: Messe Frankfurt Ausstellungen Annette Holtmann Taunusstraße 7a 65183 Wiesbaden, Tel. ++49 611 9516643 Fax: +49 611 9516623 Internet: www.parkhausverband.de E-mail: parken@mfa.messefrankfurt.com
Giappone/Japan Tokyo International Exhibition Center Big Sight Heimtextil Japan Salone internbazionale del tessile per l’arredamento e l’edilizia International trade fair of textiles for home furniture and building 17/6-19/6 Per informazioni: Messe Frankfurt Internet: www.heimtextil.messefrankfurt.com E-mail: textile-fairs-global@messefrankfurt.com
Italia/Italy Bologna Fiera Cersaie Salone internazionale della ceramica per l’edilizia e l’arredo bagno International trade fair of ceramics for building and bath furniture 30/9-5/10 Per informazioni: Edilcer Tel. ++39 0536 804585 PROMOS P.O.Box 103 40050 Centergross - Bologna Tel. ++39 051 6646000 Fax ++39 051 862514 Internet: www.cersaie.it E-mail: pressoffice@cersaie.it, info@edicer.it
Saie Salone internazionale dell’industrializzazione edilizia International trade fair of building industry 15/10-19/10 Per informazioni: Bologna Fiere Tel. ++39 051 282111 Internet: ww.saie.bolognafiere.it E-mail: saie@bolognafiere.it
Milano Fiera Vitrum Salone internazionale specializzato delle macchine, attrezzature e impianti del vetro piano e cavo; vetro e prodotti trasformati per l’industria/International trade fair specialized in equipment and treating plants for glass working and glass industry off-products 25/6-28/6
Per informazioni: Ente Vitrum Via Petitti 16 20149 MILANO Tel. +39 02 33006099 Fax +39 02 33005630 Internet: www.vitrum-milano.it E-mail: vitrum@vitrum-milano.it
Smau Salone internazionale delle tecnologie e dell’ufficio International trade fair of technology and office equipment 2/10-6/10 Per informazioni: Smau Via Merano 18 20127 Milano Tel. ++39 02 283131 Fax ++39 02 28313213 Internet: www.smau.it E-mail: info@smau.it
La Mia Casa Salone dell’arredo e degli oggetti per la casa Trade fair of furniture and objects for homeliving 1/11-9/11 Per informazioni: Assoexpo Via Domenichino 11 20149 Milano Tel. ++39 02 4815541 Fax ++39 02 4980330 Internet: www.assoexpo.com E-mail: assoexpo@assoexpo.com
Milano Energia Salone internazionale dell’energia/International trade fair of energy 25/11-28/11 Per informazioni: Assoexpo Via Domenichino 11 20149 Milano Tel. ++39 02 4815541 Fax ++39 02 4980330 Internet: www.assoexpo.com E-mail: assoexpo@assoexpo.com
Verona Fiera Abitare il tempo Giornate internazionali dell’arredo International days dedicated to furniture 18/9-23/9 Per informazioni: Abitare il tempo Internet: www.abitareiltempo.com
Marmomacc Salone internazionale, delle tecnologie e della lavorazione del marmo e della pietra/International trade fair of technologies and working process in the sector of marble and stone 2/10-5/10 Per informazioni: Veronafiere Viale del Lavoro 8 37100 Verona Tel. ++39 045 8298111 Fax ++39 045 8298288 Internet: www.marmomacc.it, www.veronafiere.it E-mail: info@veronafiere.it
Olanda/Netherlands Rotterdam Cruise Terminal Rotterdam en Las Palmas 100% Design Salone internazionale dell’interior design contemporaneo/International trade fair on contemporary interior design 4/6-6/6 Per informazioni: Internet: www.100procentdesign.nl
182 l’ARCA 111
l’Arca in the World ARGENTINA Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar Libreria Tecnica CP 67 Florida 683, Local 18 Buenos Aires Tel. 011.43146303 Fax 011.4347135 S. Averbuj Publicaciones P.O.Box 860 5500 Mendoza Tel. 061.202857-Fax 061.380131 AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675 AUSTRIA Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz BELGIUM (l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004, Fax 02 4253022 BRAZIL Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410 CANADA Speedimpex Canada Inc. 155 Deerhide CR.1 Weston, Ontario M9M 2Z2 Tel.416.7417555 Fax 416.7414634 CHILE Editorial Contrapunto Avenida Salvador, 595 Santiago Tel.02.2233008-Fax 02.2230819 Libreria Eduardo Albers Ltda. Casilla 17 Santiago 30 Tel. 02 2185371 Fax 02 2181458 Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210
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Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567,-Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216 Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884, Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494, Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420, Fax 05 61215603 GERMANY Minerva gmbh Morgensternstrasse, 37 60596 Frankfurt Tel. 069 6031156 Fax 069 6031156 minerva@read-a-book.de Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de GREAT BRITAIN Comag Specialist Division Tavistock Works Tavistock Road West Drayton, Middl. UB7 7QX Tel. 1895 433811 Fax 1895 433801 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801 Rowecom UK Ltd Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440 GREECE Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777
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