english text La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva | The international magazine of architecture, design and visual communication
AMA Group-Alfonso Mercurio Associati In Italia € 9,00 IVA assolta dall’editore
Auer+Weber+Architekten BonD-Brand on Design Busby+Associates Architects Ugo Cantone, Gaudenzio Occhipinti, Mario Rizza Capolei-Cavalli Architetti Associati Festival des Jardins, Chaumont MCA Integrated Design
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Dominique Perrault RTKL Associates Ufficio Tecnico Sogaer
ottobre | october
2003 185
Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicità ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano
von Gerkan, Marg und partners
di/by Luigi Centola
a Direzione per l’Architettura e il Patrimonio del Ministero della Cultura e della Comunicazione, l’Istituto Francese di Architettura, il Ministero degli Affari Esteri e l’Éditions du Moniteur hanno co-prodotto la prima edizione dei “Nuovi Album dei Giovani Architetti”. Un qualificato gruppo di esperti composto da progettisti, committenti pubblici e critici, ha selezionato 16 studi con componenti tutti al di sotto dei 35 anni tra le 289 candidature proposte da 450 partecipanti (il 30% donne). L’obiettivo è semplice: favorire l’accesso dei giovani progettisti di talento agli incarichi pubblici (e privati). Dal 1980 al 1994 era già stata realizzata una prima serie degli Album ma il progetto era stato sospeso per la crisi di risorse. Illuminati promotori della ripresa in grande stile dei Nuovi Album, che avranno cadenza biennale, sono il Ministro della Cultura e della Comunicazione Jean-Jacques Aillagon e il direttore dell’Ifa JeanLouis Cohen che delineano con estrema chiarezza lo scopo politico e le modalità attuative dell’ambizioso programma statale. Prima di analizzare in dettaglio l’evento vorrei offrire una breve panoramica sullo stato dell’educazione e dell’occupazione dei giovani architetti francesi per avere il giusto quadro di riferimento in una situazione alquanto dissimile da quella italiana. Un monitoraggio del 2002 sulle 20 scuole di architettura sotto la tutela del Ministero della Cultura e della Comunicazione indica 16.832 studenti dei quali 46,4%
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questo la qualità dei loro progetti risulta inferiore al resto dei colleghi. Il Ministero della Cultura e della Comunicazione e la Direzione per l’Architettura sono perfettamente consapevoli dell’apporto qualitativo dei giovani e riconoscono in essi un patrimonio da sostenere con forza per ricercare quei progetti che possono elevare il benessere della collettività. Ogni paragone con la sensibilità e l’impegno politico italiano è a questo proposito improponibile. Le seguenti azioni generali sono previste dal programma statale per invertire la tendenza: aiutare i giovani di talento, senza o con poche referenze, ad accedere alle commesse pubbliche e contemporaneamente far evolvere i comportamenti in favore di un ricorso più frequente della committenza alla giovane generazione; ampliare la scelta della committenza facendo conoscere, con regolarità, i nuovi architetti che si sono segnalati per la qualità del loro lavoro; inscrivere la giovane architettura in un contesto differente da quello degli anni Ottanta promovendo la decentralizzazione e l’evoluzione delle commesse pubbliche; promuovere le idee e il savoir-faire dei giovani specialmente in taluni settori poco interessati dalla professione; sottolineare la qualità di progetti, spesso modesti per dimensioni, ma esemplari per la realizzazione e la pertinenza di risposte rispetto alle esigenze della committenza; contribuire a creare uno spirito di emulazione tra i giovani architetti, con le generazioni precedenti e gli studenti.
Giovani architetti donne e 11% stranieri. Nel 2000 si sono diplomati 2.948 giovani con un’età media di 29 anni e un curriculum di studi di circa 8 anni. Al primo gennaio 2001 risultavano registrati agli Ordini 2.973 architetti con meno di 35 anni dei quali 779 donne (il 26% della fascia d’età). Il 65% di questi accede alla prima attività in meno di tre mesi mentre poco più del 34% prosegue un’attività già intrapresa nel corso degli studi. Dai dati forniti si può constatare, tra l’altro, che in Francia l’occupazione per la categoria è mediamente buona e che le condizioni strutturali, soprattutto se comparate con l’Italia, non sono poi così difficili. A una prima analisi non si comprende perché lo Stato abbia deciso di investire per aiutare i più promettenti giovani che operano sul territorio nazionale. Ma, da un’indagine più approfondita sui fatturati del 1998, emerge che gli architetti con meno di 35 anni sono l’11% degli iscritti all’Ordine e il 9% degli iscritti alla Cassa mentre il loro importo lavori non rappresenta che il 4% del totale dell’attività dei liberi professionisti e solo il 2,6% se si analizzano esclusivamente gli studi di architettura. Gli under 35 hanno realizzato in media 350.000 Euro di lavori all’anno contro 1,2 milioni di Euro del resto dei professionisti e il 63% della loro attività riguarda cantieri di importo inferiore a 1,5 milioni di Euro. Si desume quindi che la fascia d’età in esame costruisce e fattura molto meno rispetto ai colleghi più anziani e, soprattutto, non riesce ad accedere a commesse di rilievo come quelle pubbliche. Non per A sinistra/left, Benjamin Avignon-Saweta Closet, Una Città Virtuale del Cinema, 2002. A destra/right, RMDM Architects (Anthony Roubaud, Alexandre de Muizond, Eric Dolent, Philippe Maillols), Opera di Oslo, 2000.
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La democratica selezione per essere inclusi nei Nuovi Album è aperta a tutti gli under 35 che abbiano, in Francia, realizzato un progetto o partecipato almeno a due concorsi; sono dunque ammessi anche gli architetti dell’unione europea e gli stranieri che operano sul territorio nazionale. La scelta dei gruppi (di numero variabile ogni biennio a seconda della qualità dei dossier ricevuti) si basa essenzialmente sull’analisi di una lettera di motivazioni, un curriculum vitae individuale e un portfolio di 30 pagine contenente al massimo 3 progetti e/o realizzazioni e si fonda su: qualità della concezione o della realizzazione dei progetti presentati; modo in cui i candidati, per questi progetti, hanno risposto alle esigenze del cliente ed eventualmente al rapporto con la committenza pubblica; motivazione per l’accesso alle commesse di architettura, urbanistica e landscape rispetto alla capacità, oggi o in un avvenire prossimo, di assumere la responsabilità in operazioni di costruzione e management; interesse e risposta alle attuali problematiche disciplinari, capacità d’innovazione, individuazione dei nuovi ambiti di lavoro per gli architetti; diversità e ricchezza di formazione ed esperienza professionale. Ai gruppi selezionati sono subito offerte 4 iniziative: una esposizione itinerante a cura dell’Istituto Francese di Architettura; una catalogo in tre lingue edito da AMC/Le Moniteur architecture; un cortometraggio in formato VHS di 26 minuti con opinioni e interviste; un sito internet con schede e progetti: www.nouveaux-albums.culture.fr.
Nel corso del 2003, tralasciando le varie tappe della mostra itinerante che sarà ospitata da università, istituzioni e gallerie di prestigio in Francia, Spagna, Germania, Austria e Danimarca (l’Italia è giustamente ignorata poiché non offre garanzie minime nel reperimento delle commesse), gli sponsor istituzionali adotteranno una serie di calibrate mosse per attuare la loro agenda: incontro-dibattito presso l’Ifa alla presenza di Wanda Diebolt, Direttrice dell’architettura e del patrimonio; tavola rotonda presso la casa dell’architettura di Marsiglia alla presenza di alcuni rappresentanti della committenza pubblica; conferenza presso la casa dell’architettura di Isère in partenariato con la scuola di architettura di Grenoble; incontro-dibattito presso il CAUE Bas-Rhin dal tema: “l’accesso dei giovani architetti agli incarichi pubblici” alla presenza di rappresentanti della MIQCP (Commissione Interministeriale per la Qualità delle Costruzioni Pubbliche) e del Consiglio d’Europa; tavola rotonda presso il centro d’architettura Arc en Rêve di Bordeaux; incontro-dibattito presso il CAUE Rhône alla presenza di partner e rappresentanti della committenza pubblica della regione; evento allo SDAP di Parigi e nei giardini del Palazzo Reale; tavola rotonda presso la scuola di architettura di Nancy. L’elenco è lungo ma sicuramente incompleto poiché l’iniziativa, in continua evoluzione, ambisce a collegarsi a numerose manifestazioni ancora in programmazione. L’unico intento della lista era di sottolineare la lucida operatività di questa politica a favore dei giovani
diversificata rispetto agli anni Ottanta e Novanta. Lo testimoniano il gran numero di concorsi vinti dai rampolli transalpini e la visibilità che viene loro riservata nelle mostre internazionali. Il Ministro Aillagon, per completare l’opera, ha istituito un “Circolo di Patrocinio” dei Nuovi Album che raccoglierà coloro che potranno apportare ulteriore aiuto ai selezionati per agevolare l’accesso alle commesse. Michel Delebarre, già presidente dell’Union sociale pour l’habitat, è stato nominato presidente del Circolo che conta circa 50 membri e che dovrà diventare un luogo di riflessione e di confronto sulla situazione e la produzione della nuova generazione in Francia. Il Circolo seguirà e aiuterà in maniera costante i “giovani ambasciatori” e li responsabilizzerà conducendo dei resoconti dettagliati sulla capacità di portare a termine le sospirate commesse. Incontri europei riuniranno vecchi e nuovi selezionati, rappresentanti della committenza pubblica, amministratori e delegati europei. La Direzione per l’Architettura e l’Ifa appoggeranno i giovani nell’eventuale domanda di borse; il loro coinvolgimento nel programma di studi e ricerca dell’Ifa sarà favorito e incentivato. Così articolati i Nuovi Album hanno la potenzialità per portare, in breve tempo, un supporto determinante all’insieme della professione e coinvolgere i politici, la committenza pubblica e gli imprenditori alla ricerca di risposte di qualità. Contribuiranno inoltre a responsabilizzare tutti i Francesi rispetto alle scelte che concorrono al
In France che non ha eguali nel mondo dell’architettura. Lo sforzo coordinato delle Istituzioni in favore della migliore espressione di una composita generazione di “nuovi impertinenti” come li hanno definiti Pascale Blin e Frédéric Mialet “per aver osato bandire la riflessione sul passato e affermarsi liberi di intervenire in ogni contesto”, mostra quanto la Francia sia, ancora una volta, all’avanguardia nell’elaborazione di leggi per la promozione del talento e dell’architettura di qualità (ricorre quest’anno il 25° della Commissione Interministeriale per la Qualità delle Costruzioni Pubbliche). Come osserva Cohen nella premessa scientifica ai Nuovi Album “la pratica degli architetti resta funzione di una attività ciclica” soprattutto in periodi di recessione quali quelli che l’Europa sta vivendo. Durante questi momenti di crisi economica “è difficile, anche per chi è dotato di indubbie capacità, affermarsi e accedere alle commesse pubbliche”. Le vecchie generazioni e coloro che hanno avuto la fortuna di operare in periodi di maggiore sviluppo, tentano con ogni mezzo di mantenere l’egemonia raggiunta. Compito dello Stato è riequilibrare il mercato attraverso l’esercizio di una “missione regolatrice” cioè partecipare con la critica al fatto che “ogni generazione possa avere il giusto posto e apportare la sua visione al dibattito contemporaneo”. Perciò è opportuna e dovuta questa difesa della categoria anche se in Francia la scena dei giovani d’oggi è, per fortuna (o per abilità dei governanti e dei tecnici), particolarmente vitale e
miglioramento delle loro città, del loro paesaggio e della loro vita. Rispetto a tanta lungimiranza e concretezza… Chapeau! E l’Italia? Quanto sarebbe difficile traslare la politica francese adattando alle diverse condizioni strutturali e legislative i Nuovi Album? Quante le risorse da impiegare? Quali gli interlocutori da coinvolgere? Potremmo trovarci in presenza di una soluzione per ovviare drasticamente alle riconosciute carenze dell’Università italiana? Ma soprattutto, è matura la situazione politica e culturale nel nostro Paese per riconoscere alla qualità dell’architettura e alla cura del “vivaio” la dovuta attenzione? Segnali positivi purtroppo ce ne sono pochi e vengono quasi sempre da operazioni isolate. O si riusciranno a integrare sforzi e iniziative complementari per creare eventi nazionali che soddisfino le esigenze dei partner all’interno di un coordinamento generale super partes, oppure i finanziamenti statali, impiegati poco e male, dovranno essere orientati in maniera drasticamente diversa. Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Ordini Professionali, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Istituti Nazionali di Architettura e di Urbanistica, Associazione Nazionale Costruttori, Fondazioni e, soprattutto, Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee (nata a precisa imitazione del modello francese), potrebbero finalmente mettere da parte i tipici individualismi nostrani per lavorare a un programma comune in applicazione di un modello sperimentato e vincente. A sinistra/left, Karine Charter-Thomas Corbasson, 20 Logements Villa Moderna Paris 14e, 2000. A destra/right, Djamel Klouche-l’AUC, studio per il quartiere/study for Baud-Chardonnet, Rennes, 2001.
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A sinistra/left, Bureau des Mésarchitectures (Didier Fiuza Faustino, Pascal Mazoyer), Arteplage Mobile du Jura, Expo Suisse 2002. A destra/right, Rémy Marciano, Complesso Sportivo Ruffi, Marsiglia, 2002.
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he Administration for Architecture and Patronage of the Ministry for Culture and Communication, the French Architecture Institute, the Foreign Office and the Éditions du Moniteur jointly produced the “New Albums of Young Architects”. An experienced team of experts made up of designers, public clients and critics chose 16 firms of under 35-year-olds from the 289 entries put forward by 450 participants (30% women). The idea was quite simply to help talented young architects gain public (and private) commissions. A first series of Albums was produced between 1980-1994, but the project was sidelined due a lack of resources. The enlightened promoters of the revival in grand style of the New Albums, which is destined to be a two-yearly event, are the Minister of Culture and Communication, Jean-Jaques Aillagon, and the Director of the Ifa, JeanLouis Cohen, who have clearly outlined the political purpose and means of implementing this ambitious government programme. Before analysing the event in detail, I would like to provide an outline of the current state of training and employment of young French architects to give you a proper idea of just how different things are in Italy. A survey carried out in 2002 involving 20 schools of architecture under the supervision of the Ministry of Culture and Communication indicated a total of 16,832 students (46.4% women and 11% foreigners). 2,948 young people graduated in 2000 at an average
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munication and Administration for Architecture are well aware of the standards achieved by young architects and realise they must be given the strongest possible backing to help them design the kind of projects that will raise the community’s quality of life. It would be ridiculous to try and make any kind of comparisons with the political will and awareness in Italy. The following basic actions are included in the Government programme to invert this trend: help talented youngsters, with few or any references, to gain access to public tenders and, at the same time, encourage clients to opt more often for the younger generation; offer clients a wider choice by regularly informing them about new architects who have caught the eye for the quality of their work; inscribe the architecture of young people in a different context from that of the 1980s, encouraging decentralisation and the use of public tenders; promote the ideas and expertise of youngsters, particularly in certain relatively uninteresting sectors of the profession; underline the quality of projects, often relatively small in size, but exemplary in terms of their design and how they meet clients’ demands; contribute to encouraging young architects to try and emulate their predecessors and other students. Anyone under the age of 35 is entitled to be included in the New Albums, provided they have designed a project in France or taken part in at least two competitions; this means architects from the
us now take a closer look at the more interesting and concrete side of the promotional programme. Ignoring the various stops on the travelling exhibition to be hosted by universities, institutions and prestigious galleries in France, Spain, Germany, Austria and Denmark (Italy has rightly been left off the list because it cannot offer even the slightest guarantee of finding commissions), the official sponsors will be taking a series of carefully gauged steps to carry out their 2003 agenda: meeting/debate at the Ifa in the presence of Wanda Diebolt, Chief Commissioner for architecture and heritage; a round table at the house of architecture in Marseilles in the presence of a number of representatives of public commissioning bodies; a conference to be held at the house of architecture in Isère in conjunction with the Grenoble School of Architecture; meeting/debate at the CAUE BasRhin on the subject of: “young architects gaining access to public commissions” attended by representatives of the MIQCP (Interministerial Commission for the Quality of Public Constructions) and Council of Europe; round table at the Arc en Rêve architecture centre in Bordeaux; meeting/debate at the CAUE Rhône attended by partners and representatives of the region’s public commissioning bodies; event held at the SDAP in Paris and gardens of the Royal Palace; round table at the school of architecture in Nancy. The list is long but incomplete, because this constantly evolving
the category is only right, although in actual fact the situation for young architects in France is, fortunately (or thanks to the skills of those in power and other experts), particularly vibrant and diversified compared to the 1980s and 1990s. This is shown by the number of competitions won by up-and-coming French architects and the publicity they get at international exhibitions. The Minister, Mr. Aillagon, has completed operations by setting up a “Patronage Club” for the New Albums welcoming anyone providing further help for young architects in their quest for job commissions. Michel Delebarre, already chairman of the Union social pour l’habitat, was made chairman of the Club, which has about 50 members and is supposed to provide the chance to examine the general state of affairs and work of the latest generation of architects in France. The Club will follow and constantly help the “young ambassadors” and keep tabs on their ability to follow through their responsibilities in actually completing the commissions they are so anxious to obtain. European-level meetings will bring together new and old architects, representatives of public commissioning bodies, administrators and European delegates. The Administration for Architecture and the Ifa will help youngsters aspiring for grants and help them get involved in Ifa study and research programmes. Organised in this way, the New Albums could potentially provide vital support for all architects and get politicians, public clients and
age of 29 and about 8 years’ education behind them. On 1st January 2001 there were 2,973 registered architects under the age of 35, including 779 women (26% of the age bracket). 65% of these people got their first job in less than three months while just over 34% were carrying on with work they had started while studying. The statistics show that, amongst other things, employment in the profession for this category is good on average and the general state of affairs, particularly compared to Italy, is not too bad. At first it is hard to see why the Government has decided to invest in helping the most promising youngsters working in France. But, taking a closer look at the figures for 1998, it emerges that architects under the age of 35 account for 11% of those enrolled with the Association and 9% of those receiving financial backing, while they are only responsible for 4% of the total work carried out by freelancers and only 2.6% if we confine ourselves to architecture firms. Under 35s have been responsible for 350,000 Euros of work-a-year against 1.2 million Euros for the rest of architects and 63% of their work is on building projects worth less than 1.5 million Euros. It follows that this age bracket builds much less and with much lower financial resources than their older colleagues and, most significantly, they cannot win important tenders, notably in the public sector. But this does not mean that the quality of their work is lower than the rest of their colleagues. The Ministry of Culture and Com-
European Union and other overseas countries working in France are also included. The choice of the groups (varying in number every two years depending on the quality of the dossiers coming in) is essentially based on examining an application letter, personal curriculum vitae and a 30-page portfolio containing at most 3 projects and/or built works and is based on: the quality of the design or construction of the projects entered; the way in which, for these projects, the candidates have catered for the client’s demands and, if the case may be, how they have worked with public commissioning bodies; motivation for gaining access to architecture, town-planning and landscaping tenders in relation to their current capacity (or ability in the near future) to take on responsibility for building and management operations; interest in and response to current problems in the profession, skill at innovation, identifying of new fields of work for architects; range and scope of training and professional experience. The chosen groups were offered four opportunities: a travelling exhibition organised by the French Institute of Architecture; a catalogue in three languages published by AMC/Le Moniteur architecture; a 26-minute short film in VHS format expressing giving views and interviews; an Internet site with charts and projects: www.nouveaux-albums.culture.fr. So far this is probably all in the realms of general information, let
project aims to join up with lots of other events being planned. The only real purpose of the list was to emphasise this unrivalled policy anywhere in the world in favour of young architects. The Institutions’ co-ordinated efforts to draw attention to this composite generation of “young impertinents” as they were described by Pascale Blin and Frédéric Mialet “for having dared to ignore looking back on the past and claim to be free to work in any context”, shows once again that France is once again at the cutting-edge in terms of laws designed to promote talent and quality architecture (this year is the twenty-fifth anniversary of the setting up of the Interministerial Commission for the Quality of Public Constructions). As Cohen points out in the scientific introduction to the New Albums, “the practice of architects is still geared to cycles” particularly during the kind of recession that Europe is currently experiencing. During these periods of economic crisis “even the most skilled and expert find it hard to win public commissions”. The older generations and those fortunate to work during more fortunate periods are doing everything they can to hold onto the hegemony they have attained. It is the Government’s job to re-balance the market by exercising its “regulating mission” or, in other words, actively work to ensure that “each generation can gain its rightful place and bring its own vision to modern-day debate”. This form of protectionism towards
business men involved in finding quality designs. They will also help make the whole of France responsible for decisions taken aimed at improving their cities, landscape and life in general. Hats off to such long-term thinking and concrete action! So what about Italy? How difficult would it be to adopt this kind of French policy and adapt the New Albums to different working and legal conditions? What kind of resources would it take? Who would have to be involved? Might this be a drastic solution to the acknowledged shortcomings of Italian universities? But, most importantly, are our cultural/political institutions ready to pay the right kind of attention to high-quality architecture and our “nursery” of young talent? Unfortunately, there are very few positive signs and they are almost always random events. Either complementary efforts and enterprises will be co-ordinated to create national events geared to meet our partners’ requirements within a more general super partes framework or government funding (put to very little and poor use) will have to be employed in drastically new ways. The National Council of Architects, Planners, Landscape Designers and Conservationists, Professional Associations, the Venice Biennial, Builders, Foundations and, above all, the General Administration for Architecture and Contemporary Art (set up to copy its French equivalent) might finally put aside their differences and work together on a joint programme for enforcing a tried and tested winning model. A sinistra/left, Block (Denis Brillet, Benoît Fillon, Pascal Riffaud, installazione “Urban Shifting/Camouflage urbain et produits dérivés”, Nantes, 2002. A destra/right, dZ0 architectures (David Serero, Antoine Regnault, Arnaud Descombes, Elena Fernandez), Centro Filarmonica di Sarajevo, 1999.
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Dominique Perrault
Schizzo concettuale per il progetto vincitore del concorso per la sistemazione della spiaggia Las Teresitas e per la costruzione di un albergo adiacente nella località di San Andres a Santa Cruz de Tenerife.
Conceptual sketch for the winning project in the competition to redevelop Las Teresitas beach and build a hotel near the resort of San Andres in Santa Cruz, Tenerife.
Dominique Perrault
Vibrazioni metalliche In Tenerife
a dovizia di dettagli che corredavano gli studi sulle superfici nel progetto per la Très Grande Bibliothèque di Parigi, come lo straordinario disco in maglia metallica del velodromo di Berlino fino ai lucenti riflessi della sede dell’Aplix di Nantes, ci suggeriscono gli strumenti di lettura più adeguati per capire e apprezzare il lavoro sviluppato da Dominique Perrault, sin dagli inizi della sua precoce carriera professionale. La ricerca sui materiali, sulle superfici, sulle texture come elementi determinanti il linguaggio architettonico e come momenti fondamentali dell’evoluzione espressiva è una delle principali caratteristiche del lavoro del progettista che si può affermare a ragione costituisce un punto forte della sua poetica, della riconoscibilità del suo stile e del suo successo. La proposta vincitrice del concorso per un insediamento urbano e architettonico a La Ciudadela, sulla spiaggia di Las Teresitas a Tenerife, di cui si prevede l’ultimazione per il 2006, è forse una delle opere più recenti ed emblematiche della ricerca perseguita dall’architetto sull’involucro, sulla pelle dell’edificio come oggetto del dialogo tra natura, paesaggio, contesto e architettura. A Tenerife molti e complessi erano i fattori che condizionavano il progetto di una mega struttura turistica affacciata sulla bella baia de Las Teresitas, una spiaggia lunga 1.200 metri formata da sabbia dorata proveniente per lo più dal deserto del Sahara, una collina desertica, povera di costruzioni come di vegetazione e precedentemente occupata da un insediamento militare. ‘Insidioso’ per dimensioni il programma concorsuale: un hotel di lusso, circa 20.000 metri quadrati per 500 camere, 10.000 metri quadrati per spazi pubblici e commerci e un parcheggio di 1.000 posti in 30.000 metri quadrati. Grosse cifre quindi che nel progetto di Perrault trovano un’espressione morbida e naturalmente inserita nel paesaggio di Las Teresitas; un’architettura che rispecchia un’idea di ‘città balneare’ dove nuovo ed esistente si mescolano in un insieme poetico e calibrato che nulla ha a che fare con lo scempio edilizio e paesaggistico delle moderne strutture ricettive, il cui sviluppo insensato e speculativo, ma non è solo il caso dell’isola di Tenerife, ha inghiottito buona parte della costa. La dualità tra architettura e natura è il binomio che regge l’intero
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Credits Project: Dominique Perrault Associated Architect: AIA Juan Carlos Navarro and Alberto Salazar Art Direction: Gaelle Lauriot Prevost Technical Direction: Guy Morriseau Design Team: Juan Fernandez Andrino, Shigeki Maeda, Mitsuru Hamada, Frederic Charter, Iballa Naranjo Henriquez, Cedric Niesser, Tatsu Hamada, Yves Moreau, Gilles Delalex Competition Architects: Natalie Plagaro-Cowee, Cyrill Lancelin, Yoel Karaso, Kristian de Solaun, Anne Speicher Client: Ayuntamento de Santa Cruz de Tenerife
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impianto concettuale del progetto e sono le stesse parole di Perrault a definirlo in una logica conseguenza di passaggi. “Per il progetto della Ciudadela è stata innanzitutto definita, piuttosto che un atto architettonico, una presenza architettonica con la creazione di una nuova ‘geografia’: la Ciudadela è pensata come un tessuto che avvolgerà l’attuale topografia con una nuovo spessore offrendo un nuovo paesaggio. Questo paesaggio, soffice si definisce in superficie attraverso un velo metallico vibrante, come un organismo vivente, al ritmo delle luci interne ed esterne. L’edificio propriamente detto, di circa 60.000 metri quadrati, si inserisce nei terreni, addossato alla collina ed è definito principalmente da due facciate. Una lungo la spiaggia, il cui basamento è costituito dalla collina stessa, una terra nera, piantumata, dove serpeggiano dei percorsi d’accesso alla cresta, a un futuro giardino botanico ma anche alla principale piattaforma del progetto: la ‘piattaforma del paesaggio’. Si tratta di uno spazio elevato, supporto di diverse attività, che rappresenta la base per l’accumulazione dei cubi dell’hotel richiamandosi alla scala e alle proporzioni del vecchio villaggio. L’altra all’interno dei terreni, verso la futura area sportiva, le nuove zone di urbanizzazione e infine verso la montagna. Una facciata più urbana, maggiormente imponente che richiama la funzione di ‘rotula’ tra i differenti quartieri della città: il vecchio centro, la spiaggia, il futuro sviluppo della zona sportiva, le nuove urbanizzazioni. Una piazza a livello inferiore, piattaforma verticale di scambi commerciali, ludici e dei servizi (entrate principali dell’hotel, del parcheggio, palestra, piscina, negozi, ristoranti ecc.) distribuita su uno spazio urbano, dissimula il voluminoso parcheggio”. Natura e architettura sono dunque i due momenti che, propri dell’ambiente, vengono riaffermati nell’intero progetto: la maglia metallica in acciaio inox abbraccerà in una dimensione vibrante e spettacolare un nuovo universo sensibile, irrigato da percorsi pratici e visuali, da luoghi discreti o animati delineando un nuovo concetto di complesso urbano, complementare alla città vecchia e nel contempo fruibile in modo attivo e partecipato. Elena Cardani
he meticulous attention to detail characterising the surface studies for the project for the Très Grande Bibliothèque in Paris, the incredible mesh-metal disk on the Berlin Cycling Arena and the glittering reflections of the Aplix headquarters in Nantes are the best means of reading, understanding and appreciating Dominique Perrault’s work, right from the start of his precocious professional career. Experimentation with materials, surfaces and textures as key features of architectural idiom and fundamental ingredients in developing style are amongst the main characteristics of Perrault’s work, rightly considered to be the real strength of his artistry and easily identifiable style, the secret behind his success. The winning entry in the competition to design an urban/architectural settlement in La Ciudadela, on Las Teresitas beach in Tenerife, planned to be completed by 2006, is perhaps one of the most recent and emblematic works in the architect’s experimentation into building shells or skins as a means of bringing together nature, landscape, context and architecture. A number of complicated factors influenced the design of this mega tourist facility in the picturesque Las Teresitas Bay in Tenerife. There is 1,200-metre-long beach made of golden sand mainly from the Sahara Desert and desert hill with very few buildings and vegetation that used to be an old military barracks. The sheer scope and size of the competition brief makes it ‘insidious’: a luxury hotel covering about 20,000 square metres with 500 rooms, 10,000 square metres for public/retail spaces, and a 1000-space car park covering 30,000 square metres. These imposing figures are neatly and naturally knit into the Las Teresitas landscape in Perrault’s project; architecture mirroring an idea of a ‘seaside resort’, in which new and old blend into a carefully gauged stylistic whole that is a far cry from the building/landscape desolation of those modern tourist facilities, which have swallowed up most of the coastline through thoughtless, speculative designs, and not just on the island of Tenerife. The dualism between architecture and nature is at the very foundations of the project’s entire conceptual design, and Perrault has indeed put this very effectively into words himself.
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“More than just an architectural act, an architectural presence involving the creation of a new ‘geography’ has been devised for the Ciudadela project: Ciudadela is treated like a fabric to be wrapped around the current topographical layout with a depth and breadth that creates a new landscape. This gentle landscape is defined on a surface level by a metal veil that vibrates, like a living organism, to the rhythm of inside and outside lights. The building proper, covering approximately 60,000 square metres, slots into the grounds by the hill and mainly features two facades. One along the beach, whose base is formed by the hill itself, black plantation land full of pathways up to both the crest and a future botanical garden and main project platform: the ‘landscape platform’. This is a raised space supporting various activities, acting as a base for gathering the hotel cubes and evoking the scale and proportions of the old village. The other façade is inside the grounds, near the future sports area, new urbanisation areas and, last but not least, mountains. This is a more urban and imposing façade acting like a sort of knee-cap between the various neighbourhoods of the city: the old town centre, beach, future sports area and new areas of urbanisation. It is a lower-level square or vertical platform of commercial, play and service areas (main entrances to the hotel, car park, gym, swimming pool, shops, restaurants etc.) spread across an urban space, dissimulating the spacious car park”. Hence nature and architecture are the two key features of the entire design: the stainless steel meshing grasps a new form of awareness in a more vibrantly spectacular dimension, irrigated by practical and visual pathways, discrete/animated places outlining a new concept of an urban complex complementary to the old city and, at the same time, open to active new uses.
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Sequenza di fotomontaggi per la concezione dell’albergo adagiato su una collina dove si ergeva la Ciudadela, una postazione militare. Il complesso turistico comprenderà circa 20.000 mq per attività alberghiere (500 camere), 30.000 mq di parcheggio (1000 posti auto), e 10.000 mq per altri usi, quali palestra, ristoranti, negozi, piscina.
Sequence of photomontages for designing the hotel up on a hill where the Ciudadela, a military garrison, used to stand. The tourist facility will cover about 20,000 square metres for hotel activities (500 rooms), 30,000 square metres for parking (1000 spaces) and 10,000 square metres for other uses, such as a gym, restaurants, shops and a pool.
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Dal basso in alto, planimetrie del sito, schizzo preliminare e modello dell’albergo. L’edificio sarà completamente integrato alla collina e mimetizzato grazie a un completo rivestimento di rete metallica, vibrante come un organismo vivente e capace di filtrare la luce in un costante gioco di iridescenze.
From bottom up, site plans, preliminary sketch and model of the hotel. The building will be fully integrated in the hillside and camouflaged by brand new metallic cladding that vibrates like a living organism and can filter in light through a constant interplay of iridescence.
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Rendering dell’interno del complesso turistico e, a destra, vista della nuova passeggiata sulla spiaggia che forma un perfetto arco di cerchio. Rendering of the inside of the tourist complex and, right, view of the new promenade along the beach that forms a perfect arc of a circle.
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In alto, rendering della piscina e dell’ingresso dell’albergo. Sopra, la parte terminale della “copertura” di maglia metallica che davanti alla spiaggia forma una sorta di portico. A sinistra, particolare dei palmizi che verranno piantati lungo la nuova passeggiata della spiaggia, che, per il suo carattere “urbano” sarà vissuta sia di giorno sia di notte.
Top, rendering of the pool and entrance to the hotel. Above, the end of the mesh metal “roof” forming a sort of portico in front of the beach. Left, details of the palm trees to be planted along the new beach promenade, which, due to its “urban” nature, will be lively both day and night.
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RTKL Associates
RTKL Associates
La metafora del mondo Museum of Science and Technology, Shanghai
ecentemente la storia dell’architettura ci sta abituando a modelli di opifici in grado di raccontare un linguaggio ormai diffuso. Infatti, ecco strutture basate su travi in ferro e sulle trasparenze, sulle strutture reticolari e su parti portanti sottili, generalmente in acciaio, che ci portano a una uniformità linguistica dentro la quale è difficile, a volte, capire le differenze fra le varie funzioni. Non si vuole ammettere che l’economia e il calcolo strutturale spesso portano a questi risultati, cioè a immagini di forme architettoniche abbastanza simili le une alle altre. Forse, però, non è il caso del Museo di Scienze e di Tecnologia, recentemente costruito a Shanghai, il cui progetto è stato vinto, su concorso, da RTKL studio di Los Angeles. Non vi è, in realtà in questo esempio, il desiderio spontaneo di generalizzare sia la forma che la funzione, non vi è motivo di ridurre questo progetto a un semplice fenomeno generale se, però, non si passa dalla percezione, cioè dal suo impatto visivo. Con tutto l’insistere sul ruolo centrale della psicologia della percezione nello studio dell’architettura, Ernst Gombrich in Arte e illusione, non è stato, forse, abbastanza audace da difendere una tesi così forte, specialmente quando pensa di applicare direttamente i risultati allo studio degli artefatti artistici, cioè alle architetture già consolidate nella storia attraverso il loro linguaggio. E’ la condizione di operare modi di funzionamento del sistema visivo in condizioni impoverite da vere e proprie operazioni precedenti, che sono ormai in vitro per la psicologia della percezione. Per esempio, i progettisti hanno scoperto che il sistema di riconoscimento delle architetture riesce a funzionare anche se, invece di aver di fronte l’architettura in carne e ossa, c’è un insieme di linee. Infatti da che cosa si misura l’architettura e la sua illusione? Senza dubbio dal numero delle pubblicazioni e dalla quantità delle controversie che ha ispirato. Infatti non esiste un Dipartimento di Scienza dell’Arte. Sul versante psicologico, poi, non esiste una scienza normale della cognizione artistica e i pochi testi critici sono ormai vecchi, non raccontano dell’architettura contemporanea, non fanno che utilizzare opere architettoniche come esempi di fatti conoscitivi. Ecco come dopo un’attenta analisi del Museum of Science and Technology di Shanghai, degli RTKL, appare alla nostra attenzione. Lo sforzo è quello di superare un impatto epidermico e superficiale per intendere a fondo lo sforzo del calcolo statico e della modellazione della materia, che permette di osservare, con somma attenzione, la complessa articolazione del geode centrale.
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Questo, infatti, è l’involucro che più caratterizza l’intero complesso ed è, e rimane, ciò che più scosta l’intervento dalla ripetitività noiosa di un linguaggio tout-court. E’ vero che occorre utilizzare tutte le potenzialità del presente, a partire da quelle tecnologiche, ma è necessario anche ricercare, nelle pieghe dell’apparenza, nuove modalità che innalzino la qualità dell’architettura. Importante è usare la tecnica senza esibizionismi e, in questo, è coerente l’intervento che gli RTKL sono stati capaci di produrre, cioè un’immagine dell’architettura come fosse un amplificatore in grado di captare le emozioni della società e di trasmetterle più forti. In altre parole, lo studio RKTL di Los Angeles ha recitato, nel museo di Shanghai, come un metteur en scène abile nel gestire le sequenze visive di un edificio e la sua progressione nel tempo. Proprio questo è l’aspetto più sorprendente dell’intero impianto architettonico; ciò che del resto appare anche in una retrospettiva delle opere di RTKL, che altre volte ha dimostrato di seguire questi intenti. Ecco come appaiono le serie dei grandi schermi di vetro, inseriti tra i corpi di fabbrica e il fronte stradale, insieme ad alcuni elementi strutturali e a finissime legature metalliche, che sono in grado di produrre un gioco evanescente di riflessi, che cambia in continuazione a seconda delle condizioni della luce e del cielo. Simili giochi di luce sono gli ingredienti principali per sottolineare la forma pura geometrica del geode di vetro, dove il mondo e il mappamondo si fondono, per contenere ciò che il sapere scientifico è in grado di trasmettere. Forma e funzione, infinito e finito, forza della trasparenza e della tensione strutturale sono il motivo della differenza, sono l’arte del comporre, espressa in toni alti e altisonanti per confermare la scientificità dell’edificazione. E’ così che la tecnologia in senso lato, tanto spesso usata come chiave riduttiva di lettura dell’architettura, riesce, viceversa, in questo progetto a essere piegata fino al raggiungimento di un effetto spaziale di poesia totale, paragonabile a un’asciutta prosa di Italo Calvino. E’ la messa in luce della semplicità sublime del quasi nulla come l’elemento emergente di un lavoro implacabile, insomma, è un modello serrato sulla verifica di effetti possibili, dai minimi spessori delle lastre di vetro fino alle forme fondamentali dominanti. Il Museo di Shanghai appare così come un’architettura peculiarmente evidente, malgrado le dottrine che vogliono vedere nei percètti un caos di vortici disordinati e nei sentimenti un guazzabuglio indipanabile. Mario Antonio Arnaboldi
ver recent times, the history of architecture is making us increasingly familiar with factories designed in what is now an extremely popular idiom. All these structures based on iron beams and transparencies, reticular frames and slender bearing parts, generally made of steel, feature the same basic stylistic vocabulary making it hard, at times, to distinguish the differences between their various functions. We are reluctant to admit that economic considerations and structural engineering often lead to these results, viz. to images of architectural forms that are all very similar. But this is not, perhaps, the case with the Museum of Science and Technology recently built in Shanghai, designed by the Los Angeles-based RTKL firm after winning a competition. To tell the truth, this example does not show any spontaneous desire to generalise either form or function and there is no reason to reduce this design to a simple general phenomenon, unless, of course, we move into the realms of perception or, in other words, visual impact. With all this attention to the key role of the psychology of perception in studying architecture, Ernst Gombrich’s Art and Illusion has not perhaps gone far enough in defending such a powerful theory, particularly when he decides to directly apply the results to the study of artistic artefacts or, in other words, works of architecture already firmly rooted in history through their stylistic idiom. All this is supposed to explain how the visual system works in situations compromised by previous operations, which are now so in vitro in the psychology of perception. For instance, architects have discovered that the system for recognising architecture manages to work even if real works of architecture are replaced by mere patterns of lines. So how do we judge architecture and its illusion? Unquestionably by the number of publications they appear in and the amount of controversy they cause. After all, there is no such thing as a Department of the Science of Art. From the point of view of psychology, there is no such thing as an ordinary science of artistic cognition, and the few relevant textbooks available are already out-of-date; they do not actually talk about modern-day architecture, they just take works of architecture as examples of cognitive facts. So this is the impression we get after a careful study of the Shanghai Museum of Science & Technology designed by RTKL. The idea is to move beyond superficial, skin-deep impact to really get to grips with its static computation and the shaping of
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matter that lets us very carefully observe the intricate layout of its central geode. This naturally takes us on to the building shell, its most distinctive feature and what makes it stand out from the boring repetitiveness of a very basic idiom. It is true that the present’s full potential (notably technology) ought to be exploited to the maximum, but it is equally important to search amongst the folds of appearance to try and find means of raising the standards of architecture. The important thing is to use technology without being flashy, and RTKL have managed to do this in creating a work of architecture that is almost like an amplifier capable of capturing the emotions flowing through society and projecting them on with even greater force. In other words, the Los Angeles-based RTKL firm acted like a set director for the Shanghai Museum, showing great skill at handling the building’s visual sequences and progression through time. This is really the most surprising feature of the entire architectural design; and what emerges most strongly from a review of RTKL’s works, several of which were already designed along these very same lines. This is how we ought to view the sets of large glass screens slotted between the main building and road front, as well as certain structural elements and extremely light metal links, capable of creating a faint interplay of reflections that constantly change according to the light and cloud coverage. Similar plays on light are the main ingredients in bringing out the pure geometric form of the glass geode, where the world and a map of it merge together to hold everything scientific knowledge has to offer. Form and function, infinite and finite, the power of transparency and structural tension are what make the difference and create the art of composition embodied in the highest and most high-sounding of keys to confirm the scientific nature of building. This is how technology as a whole, so often used as a reductive means of reading architecture, manages on the contrary in this design to be stretched until it attains a spatial effect of absolute beauty, comparable to Italo Calvino’s concise prose. It highlights the sublime simplicity of the “almost nothing” as an emerging force in this relentless work; in brief, it verifies a whole series of possible effects ranging from the minimum thicknesses of the sheets of glass to the main basic forms. The Shanghai Museum is really quite a clear work of architecture, despite those doctrines claiming that percepts are a chaotic whirl of disordered vortexes and feelings just a confused jumble.
Credits Project: RTKL Associate Architect: Shanghai Modern Design Group, Duan Shifeng (project manger) Structural Engineer: Ove Arup & Partners Los Angels Museum Exhibit Consultant DMCD Incorporated Lighting Design Consultant: Theo Kondos Associates Geodesic Structure: Temcor Main Contractor: Shanghai No.4 Construction Co. Principal-in-Charge: Richard Yuan Design VP: Bart Chambers, formerly David J.Brotman Design Coordinator: Daut St.Amand Project Designer: Xiaoguang Liu Lead Designers: Grace Cheng, Elaine Chen Project Manager: Ching Hung Key Design Team Members: Eric Chen, Benjamin Damron, Wendy Lin, Edward Liu, You Kun Nie, José Rodriguez, Christopher Schmidt, Kevin So, Hui Teng, Vincent Zawodny Graphics: Catherine Sprague (vice president), Kevin Horn, Xavier Garaud, Amy Haupl Computer Animation: Michael Potts (technical director), Anthony Stone, Grace Cheng, Joseph Tiu Client: Shanghai Science Land Development
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curvilinea del complesso apre una nuova piazza pubblica nel centro urbano.
The Shanghai Museum of Science and Technology’s 96,000 square metres of
exhibition space make it one of this great Chinese city’s latest cultural/tourist attractions. The complex’s curved façade opens up a new public square in the city centre.
Tim Griffith
Il Museum of Science and Technology di Shanghai costituisce con i suoi 96.000 mq di superficie espositiva un nuovo polo di attrazione culturale e turistica della metropoli cinese. La facciata
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Particolare della sommità del volume ovoidale vetrato che contiene l’atrio principale e connette le due ali espositive con la biblioteca e gli uffici amministrativi.
Detail of the top of the egg-shaped glass structure holding the main lobby and connecting the two exhibition wings to the library and administration offices.
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Planimetria generale e sezioni trasversali. L’edificio principale, diviso in due ali curve, si sviluppa su quattro livelli che contengono le gallerie espositive, ciascuna con ingresso indipendente, che sono dedicate a temi specifici: il Cielo, la Terra, la Vita, la Saggezza, la Creatività e il Futuro.
Site plan and cross sections. The main building, split into two curved wings, extends over four levels holding the exhibition galleries, each with its own entrance, devoted to specific themes: the Sky, Earth, Wisdom, Creativity and the Future.
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La parte concava della facciata e, sotto, l’interno dell’atrio nel volume ovoidale che ha un diametro di 20 m e simbolizza la creazione dell’universo: al suo interno sono esposti, fianco a fianco, resti fossili di dinosauri e robot.
The concave part of the façade and, below, inside of the egg-shaped structure with a diameter of 20 metres symbolising how the universe was created: the fossil remains of dinosaurs and robots are on display inside.
La struttura futuristica e asimmetrica del museo vuole riflettere la relazione tra uomo, natura, scienza e tecnologia e incorpora i cinque elementi essenziali della cultura cinese: metallo, legno, acqua, fuoco e terra.
The museum’s futuristic, asymmetric structure is designed to reflect relations between man, nature, science and technology, and incorporates the five basic elements of Chinese culture: metal, wood, water, fire and earth.
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Von Gerkan, Marg und partners
Credits Project: Von Gerkan, Marg und partners Design: Meinhard von gerkan Project Leader: Stephan Schütz Project Team: Nicolas Pomränke, Ulrike Bruttloff, Matthias Wiegelmann,
Simbolismo e contesto
Wilfried Schoo, Helga Reimund, Doris Schäffler, Kristian Ute-Spencker Structural Engineers Steel Construction: Krupp Stahlbau Structural Engineers Socle Building: Ingenieurbüro Krentel Consultants: Schlaich Bergermann
und Partner Mechanical Services: Energie System Technik Acoustics: BeSB Schalltechnisches Büro Lighting Design: Conceptlicht Helmut Angerer Client: Stiftung Neues Tempodrom
Von Gerkan, Marg und partners
Tempodrom and Liquidrom in Berlin a storia del Tempodrom è un particolare itinerario dentro la vita culturale di una grande metropoli quale Berlino. Una cattedrale della cultura nata dal basso. L’edificio di Von Gerkan che emerge oggi nel “cielo sopra Berlino” è solo il punto terminale di un lungo percorso nel tempo e nelle vie urbane. Quello che nasce come tendone da circo “alternativo” diventa nel secondo millennio una istituzione stabile in cemento e ferro, calata come un grande tempio pagano sulla città. Per certi versi ricorda certe chiese assembleari del post-Concilio, spazi provvisori, che poi la comunità ha voluto far permanere nella costruzione defintiva. La “leggenda metropolitana” (che poi è vera) racconta che l’infermiera Irene Moessinger avesse ereditato qualche milione di marchi. Conformemente al clima culturale dell’epoca (primi anni Ottanta) si comprò un tendone da circo per portare avanti attività culturali con i suoi compagni di avventura: teatro, musica, varietà ecc. Quest’avventura iniziò in Potsdammerplatz e divenne in breve tempo un crocevia, punto di incontro e di cultura per migliaia di persone. Ma la storia era destinata a non finire così e una seconda tenda venne comprata e trasferita in Tiergarten nel 1984. Poi i finanziamenti pubblici iniziarono ad arrivare e anche gli eventi culturali assunsero via via spessore e rinomanza internazionale. Vennero coinvolti artisti del calibro di Bob Dylan, Johnny Cash, Lou Reed. Nel 1995 infine venne decisa la costruzione di una struttura per-
può ospitare fino a 3800 persone. Il grande tetto a pieghe è costituito da elementi portanti di metallo con lastre di cemento prefabbricate. La struttura appoggia su 12 cilindri metallici che trasferiscono il peso sul basamento. Dalla sommità del tetto piove una grande luce zenitale che illumina tutta l’Arena. La luce penetra anche dai lati, dai lembi delle grandi vetrate, che mantengono vivo il rapporto con il parco circostante. La forma espressiva del tetto crea un punto fisso visivo nel campo urbanistico eterogeneo e comunica attraverso la differenza un senso di orientamento. Tutto rientra nella tematica fondamentale dell’accoglienza che von Gerkan e i suoi hanno studiato a fondo, nel progettare grandi stazioni e grandi spazi espositivi, dove il controllo del grande numero è fondamentale. Esiste poi una piccola Arena, per eventi fino a 400 persone, che può divenire a sua volta foyer della grande Arena. In tutte le strutture interne domina la percezione del cemento a vista, per mantenere il carattere di semplicità del Tempodrom . Un terzo ambiente è il Liquidrom con una piscina di 13 metri di diametro che è sovrastata una cupola di cemento. Luce e suono determinano l’atmosfera del Liquidrom, con la possibilità per 50 visitatori di fare il bagno tiepido nell’acqua salata e partecipare a eventi musicali con altoparlanti sottacqua e installazioni luminose di vario tipo. Sicuramente un’esperienza unica! Stefano Pavarini
he story of Tempodrom is an unusual trip through the cultural life of a major city like Berlin. A cathedral of culture whose origins are distinctly low-brow. Von Gerkan’s building that now emerges on the “sky above Berlin” is just the end point of a long path through both time and the city streets. What was originally an “alternative” circus tent became a stable institution built out of iron and concrete in the second millennium, setting its foundations in the city like a huge pagan temple. In some respects, it looks like one of those post-Council assembly halls, temporary spaces that the local community decided to make more permanent. “Metropolitan legend” (which happens to be rue) has it that the nurse Irene Moessinger inherited a few million marks. In line with the cultural climate at the time (early 1980s), she bought a circus tent for hosting cultural events with her fellow artists: theatre, music, variety shows etc. All this began in Potsdammerplatz, which soon turned into a crossroads and cultural melting-pot for thousands of people. But this is not how the story was supposed to end, and a second tent was bought and moved to Tiergarten in 1984. Then public funding started to come in, and even the cultural events started to take on greater importance and international renown. Artists of the calibre of Bob Dylan, Johnny Cash and Lou Reed even got involved. Finally, in 1995 it was decided to build a permanent facility
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Nella pagina a fianco e sotto, l’esterno e l’interno della copertura scultoria del nuovo Tempodrom, il polo culturale realizzato sul terreno della ex Anhalter Banhof a Berlino. La copertura, alta 37 m, e aperta alla luce naturale da una vetrata zenitale, sovrasta un’arena che può ospitare 3.800 spettatori, per concerti, eventi sportivi, incontri culturali.
Opposite page and below, the inside and outside of the sculptural roof of the new Tempodrom, a centre for the arts built where the old Anhalter Bahnof used to stand in Berlin. The roof, which is 37 metres high and open to natural light through a zenith glass window, looms over an arena which can hold an audience of 3,800 for concerts, sports events and cultural meetings.
Christian Gahl
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manente Tempodrom vicino alla stazione ferroviaria dismessa Anhalter. La sede provvisoria durante il tempo di costruzione sarebbe stata vicino alla Ostbanhof. Nel 1999 altro cambio di indirizzo: la vecchia Postbahnof, grazie alla mediazione del Senato di Berlino. Insomma una sorta di nomadismo culturale all’interno della città. Il Tempodrom si è modificato, muovendosi nella città fino a divenire una intrapresa economica dotata di capitali pubblici e dotata di edificio ad alto tasso di rappresentatività. Von Gerkan, Marg e partners consegnano il nuovo Tempodrom alla città nel 2001. La ristrutturazione della stazione dismessa conserva ancora oggi delle tracce del passato, per cui è possibile vedere frammenti dei binari e del portale. L’obiettivo era di ricreare le condizioni di appartenenza sociale del luogo, senza dimenticare storia e contesto. Il concetto urbanistico di Von Gerkan è stato quello di pensare l’edificio stesso, non più solo come oggetto puntuale, ma quale spazio pubblico praticabile anche all’esterno a livello pedonale, con la grande scalinata a nord che porta al Biergarten estivo. Come in tutti i progetti di von Gerkan c’è un’attenzione alla semplice fruibilità e all’uso concreto che dell’architettura può fare la gente. Il grande tetto scultoreo è l’elemento principale di simbolismo e rappresentazione. Tenda di pietra, tempio della cultura, duomo dell’incontro collettivo. E’ una celebrazione della gioia di stare insieme. Copre con i suoi 37 metri di altezza la grande Arena centrale, che
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called Tempodrom near the abandoned Ostbanhof railway station. The temporary site during construction work was actually near Ostbanhof. Then there was another change of address in 1999: the old Postbahnhof was taken over with the approval of the Berlin Senate. This was a sort of cultural nomadic wandering through the city. As it moved through the city Tempodrom gradually altered until it became a financial enterprise backed by public funding and furbished with a highly distinctive landmark building. Von Gerkan, Marg and Partners handed over the new Tempodrom to the city in 2001. The redeveloped old abandoned station still shows signs of the past in the form of bits of track and old entrance gate. The idea was to recreate the same old social conditions without overlooking history and context. Von Gerkan’s master plan works around treating the building not just as a single object but as a public space also projecting outside into the pedestrian area through a big stairway to the north leading through to the summer Beer Garden. As with all von Gerkan’s projects, there is careful attention to how people can make practical use of the architecture. The large sculptural roof is the most distinctive, symbolic feature. A stone tent, temple of culture and cathedral of community life. It celebrates the joy of being together. Towering up to a height of 37 metres, it covers the Main Arena holding up to 3800 people. The
large, folded roof is made of metal bearing elements and sheets of prefabricated concrete. The structure rests on 12 metal cylinders transferring its weight onto the base. Plenty of zenith light floods in from the top of the roof to light up the entire Arena. Light also enters from the sides through large glass windows, maintaining interaction with the neighbouring park. The roof design creates a visual focal point on the heterogeneous cityscape and transmits a sense of direction by the way it stands out. All this is part of that key theme of welcoming warmth that von Gerkan and his colleagues have studied in depth in designing big stations and large exhibition spaces, where it is vital to harness scope and scale. There is also a small Arena for events attended by up to 400 people. This Arena can in turn act as a foyer for the Main Arena. All the internal structures feature exposed concrete to keep the Tempodrom as simple as possible. The Liquidrom provides a third setting in the form of a swimming pool measuring 13 metres in diameter with a concrete dome over it. Light and sound create the Liquidrom’s atmosphere, where up to 50 visitors can bathe in its warm salty waters and take part in musical events through underwater loud speakers and all kinds of light installations. This is certainly a unique experience! Stefano Pavarini
Da sinistra, piante del piano interrato, del piano terra e del primo piano. Sotto, vista generale del Tempodrom.
From left, plans of the basement, ground floor and first floor. Below, main view of the Tempodrom. Sopra, il corridoio di collegamento tra la grande arena e la piccola, sulla sinistra, che può contenere 400 spettatori. Sotto, scorcio di uno dei collegamenti interni, le cui finiture sono in cemento a vista con i pavimenti di asfalto levigato.
Above, the connecting corridor between the large and small arenas on the left holding 400 spectators. Below, view of one of the internal links, whose finishing touches are made of exposed concrete with smooth asphalt floors.
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L’ingresso al bacino d’acqua salata del liquidrom, che può ospitare fino a 50 visitatori.
The entrance to the Liquidrom’s salt water pool holding up to 50 visitors. Viste del Liquidrom, uno spazio di relax inserito nel complesso del Tempodrom, con un bacino d’acqua salata di 13 m di diametro e una copertura a volta in cemento. Al suo interno, luci e suoni determinan un’atmosfera sospesa e affascinante.
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Views of the Liquidrom, a relaxation area inside the Tempodrom complex with its own salt water pool measuring 13 m in diameter and a vaulted concrete roof. Inside, light and sound create a suspenseful, intriguing atmosphere.
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Busby + Associates Architects
Qualità urbane Brentwood Station, Vancouver
Nella pagina a fianco, vista aerea della Stazione Brentwood della ferrovia leggera, nel sobborgo di Burnaby, vicino a Vancouver.
Opposite page, aerial view of Brentwood Station along the light railway line in the suburbs of Burnaby, near Vancouver.
Credits Project: Busby+Associates Architects Design team: B.Billingsley, M.Bonaventura, P.Busby, S.Edwards, T.Mulock, M.Nielsen (associate-in-charge), R.Peck, A.Slawinski Structural Engineer: Fast e Epp Partners Mecanical Engineer: Klohn Crippen Electrical Engineer: Agra Simons Landscape Architect: Durante Kreuk Public Artist: Jill Anholt Client: Rapid Transit Project Office
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urnaby è un piccolo centro nella regione metropolitana di Vancouver, interessato da un progetto di riqualificazione urbana che ne sta trasformando rapidamente il carattere. Elemento centrale di questo processo è la costruzione della Millenium Line, una metropolitana leggera soprelevata che collega i vari centri dell’hinterland con 14 nuove stazioni. Quella di Brentwood, progettata dallo studio Busby + Associates Architects è situata nelle vicinanze di un centro commerciale, interseca le principali linee di trasporto pubblico regionale e si colloca in un’area caratterizzata dall’abbondanza di parcheggi a raso e dalla carenza di spazi di aggregazione connaturati al concetto stesso di periferia. In questo contesto il nuovo edificio assume il ruolo di landmark, una nuova centralità urbana per gli abitanti di questa parte di città. Grazie all’ottima accessibilità pedonale la stazione arricchisce infatti il carente sistema di spazi pubblici del quartiere, con un ponte pedonale lungo 65 metri e alto 18 metri dal piano strada e con gli spazi da esso collegati. La stazione si compone di due parti distinte e complementari: un mezzanino costituito dalla piastra pedonale che collega i due lati della highway, come una piazza che si astrae dal contesto per reinterpretarlo da un altro punto di vista, e dal soprastante fabbricato viaggiatori, carenato da una forma dinamica e avvolgente che lo identifica, costituendo anche un richiamo all’uso del trasporto pubblico. I due livelli sono naturalmente collegati da scale e ascensori, ma lo sono soprattutto visivamente, grazie a volumi a doppia altezza che, come un grande foyer all’aperto, sono destinati a ospitare opere d’arte e istallazioni luminose. La realizzazione di un nodo infrastrutturale viene colta come l’occasione per la creazione di un nuovo spazio urbano che fa da volano alla trasformazione del suo intorno. Il guscio in legno e vetro è sostenuto da travi in legno e acciaio a geometria e sezione variabile. Le costole di questa cassa toracica cambiano forma e orientamento lungo gli 80 metri della piattaforma permettendo di ottenere una forma sinuosa con l’impiego di vetri di misure standardizzate. Le lastre seguono una doppia curvatura grazie al sistema di fissaggio puntuale ai correnti sostenuti dalle costole della struttura primaria. Conoscenza delle caratteristiche dei materiali, analisi dei costi e processi di produzione, sperimentazione strutturale e ricerca estetica hanno trovato nella modellazione tridimensionale computerizzata lo strumento più efficace per giungere in tempi ragionevoli a questo risultato che coniuga economia, ecologia e immagine in una architettura di grande qualità sia espressiva che razionale. Antonio Borghi
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urnaby is a small town in the metropolitan borough of Vancouver, whose character is rapidly being changed by an urban redevelopment project. The key feature of this process is the construction of the Millennium Line, a light overhead tube line connecting various suburban neighbourhoods through 14 new stations. The Brentwood Station, designed by Busby + Associates Architects is located in the vicinity of a shopping mall, intersects the main regional public transport lines, and is built in an area full of sprawling car parks and lacking in the kind of congregation areas associated with the very nature of suburbs. In this context, the new building acts as a landmark, a new central urban focal point for the inhabitants of this part of the city. Thanks to how easy it is to reach on foot, the station enhances the rather inadequate system of public spaces in the neighbourhood through a footbridge, which is 65 metres long and rises up 18 metres high above street level, and other adjoining spaces. The station is made of two separate, complementary parts: a mezzanine formed out of the pedestrian platform connecting the two sides of the highway, like a square that withdraws from its context to review it from a different perspective, and the passenger building above it with an enveloping, dynamic form to make it stand out and attract people to the public transport system. The two levels are naturally connected together by steps and lifts, but most significantly they are visually linked by double-height structures, which, like a large outdoor foyer, are designed to hold works of art and luminous installations. The construction of an infrastructural junction is taken as a chance to create a new urban space as a hub in the transformation of its surroundings. The glass and wood shell is held up by wood and steel beams with varying sections and geometric forms. The ribs of this rib cage change shape and position along the 80-metre platform to create a sinuous form made of standard-size glass panels. The panels follow a double curve thanks to the system for attaching them to the battens held up in turn by the ribs forming the main structure. Knowledge of the properties of materials, an analysis of costs and manufacturing processes, structural experimentation and aesthetic research, drew on three-dimensional computer-based modelling as the best means of hitting reasonably scheduled targets combining economic factors, ecology and image in a work of architecture of great expressive and rational quality.
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Vista zenitale e, sotto, assonometria della stazione. Nella pagina a fianco, planimetria generale.
Zenith view and, below, axonometry view of the station. Opposite page, site plan.
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In queste pagine, particolari delle piattaforme di accesso ai treni. La copertura è costituita di pannelli di vetro sovrapposti con una struttura di cemento e acciaio.
These pages, details of the entrance platforms to the trains. The roof is made of overlapping glass panels with a steel and concrete structure.
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l tema del Festival International des Jardins del 2003, dodicesimo appuntamento annuale presso il Conservatoire International des Parcs et des Jardins et du Paisage a Chaumont-surLoire, è stato dedicato alle “Mauvaise herbes”, ovvero alle erbacce. Un tema insolito, ma significativo: le erbe “cattive” sono da sempre l’esatto opposto dei fiori e degli ortaggi, nemiche di ogni sana e produttiva coltivazione, presenze continuamente ricorrenti e sempre combattute, scacciate, esorcizzate come cagione di rovina e dispiacere. L’“erba cattiva” presuppone un giudizio di valore: il suo referente immediato è infatti il campo coltivato e, ancor più precisamente, il giardino, luoghi nei quali la fecondità diventa razionale e la spontaneità soggiace a inflessibili leggi di profitto. La scelta è fra l’utile e l’inutile, e solo al suo interno si può definire una varietà di fini e di criteri valutativi – estetici, alimentari o medicinali. Una volta stabilito il carattere delimitato, chiuso, difeso del giardino o del campo, tramutando l’indifferenziato disordine della natura nei nitidi schemi intellettuali dell’hortus conclusus, la divisione si fa implacabile. In questa selezione si affaccia, a causa della sua stessa inappellabilità, un elemento etico. In effetti, nella tradizione agricola l’“erba cattiva” ha assunto i caratteri del male, laddove tutte le coltivazioni utili sono rientrate nella categoria del bene. Non si tratta solo di un giudizio tecnico. In realtà, la natura “maligna” delle cosiddette erbacce è divenuta metafora di una cattiveria dai contorni distintamente umani. E’ radicato il timore che le erbacce, insinuanti e invasive, robuste e vitali, abbiano la meglio sui vegetali virtuosi, e questa preoccupazione rispecchia quella, ben più profonda, del male sempre pronto a infiltrarsi nel corpo sano della società, del gruppo o della famiglia. Non per nulla, a intendersi delle piante ritenute pericolose furono le streghe, accusate di una malefica sapienza che apprezzava gli intrugli gonfi di erbacce. La tradizione resta comunque forte, anche e forse soprattutto nei nostri tempi ipermoderni, che esaltano la selezione e il profitto in tutte le loro accezioni. Il Festival di Chaumont-sur-Loire prova a ribaltare il giudizio. Proponendo il tema dell’“erba cattiva”, esso ricorda anzitutto che la valutazione – tecnica o etica che sia – rimane soggettiva. Ciò che si definisce erbaccia non è altro, in realtà, che una pianta indigena che tende potentemente a tornare nell’ambiente da cui il giardiniere l’ha cacciata, magari per far posto a piante nuove o addirittura esotiche. Il conflitto è dunque, semmai, tra un rigido e astratto ordine della ragione e la irruenta fecondità della natura, indifferente ai modelli razionali dell’essere umano e ciecamente impegnata in quel suo ciclo di “produzione e distruzione” che Giacomo Leopardi contemplò lucidamente. Fu del resto, come si sa, proprio il Romanticismo a porsi per primo il problema, che Goethe delineò con appassionata analisi nelle sue Affinità elettive. Oggi, in tempi di travagliata fede ecologica, la questione si ripresenta in termini più banali, ma non meno pressanti. “Chi è l’invasore”, si sono chiesti gli organizzatori del Festival, “l’erba cattiva che approfitta di un attimo di disattenzione del giardiniere per riconquistare il giardino o la pianta straniera che sopraffà quelle indigene?” La domanda è tutt’altro che retorica, e si riappropria di colpo di tutte le sue implicazioni etiche, sociali e politiche che il concetto di “erbaccia” ha sempre preso su di sé. Ed ecco allora i progettisti, che hanno partecipato all’iniziativa in buon numero e da tutte le parti del mondo, impegnarsi a fondo sul tema, combattuti tra il desiderio di rivendicare la libertà della natura e quello di ribadire la sostanza culturale del giardino, il suo darsi come segnale di civiltà e di armonia. Soprattutto, però bisognava rammentare che le erbacce non sono necessariamente cattive e anzi possiedono molte virtù, curative o alimentari, e proteggono dall’erosione e dall’inaridimento i terreni abbandonati. Senza dire che, sotto il profilo estetico, possono anche indicare nuovi modelli di giardinaggio, magari più rispettosi dei caratteri innati
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Chaumont-sur-Loire
del suolo e dell’ambiente. Le soluzioni proposte si sono così soffermate sul contrasto tra naturale e artificiale, con l’identificazione della ”cattiveria” per un verso negli organismi geneticamente modificati e per un altro nella disseminazione degli artefatti umani che impoveriscono e degradano la natura; oppure hanno insistito sulla segregazione delle erbacce come violenza – al limite dell’apartheited – nei confronti della vegetazione spontanea, lasciando trasparire una sorta di edenica nostalgia per il fresco disordine della natura, in continua lotta contro l’iniquo ordine del dominio e della sopraffazione. Una vena di romantico anarchismo scorre in effetti tra i progetti presentati e realizzati secondo le modalità del concorso (della cui precedente edizione abbiamo dato conto ne l’Arca 180, aprile 2003). Ma il giudizio non è mai radicale e definitivo, bensì resta in qualche modo sospeso tra le ragioni etiche e sociali dell’agricoltura e l’insofferenza per le sue estreme conseguenze. Restiamo sempre nell’ambito del giardino, senza però dimenticare che esso è certamente luogo di esperienza estetica, ma anche premessa a ogni possibile approccio con la natura, compreso quello, utilitaristico, della coltivazione dei campi e della produzione di derrate alimentari. Sicché non è difficile intravedere, al di là dell’hortus conclusus, le drammatiche implicazioni della dialettica tra ordine e disordine, spontaneità e progetto, libertà incontrollata e funzionale costrizione. Dai piccoli appezzamenti simbolici di Chaumont-sur-Loire non possono venire che stimoli, accenni, suggerimenti e suggestioni, non certo le indicazioni ideologiche che da anni attendiamo dai grandi consessi internazionali, tanto spettacolari quanto inefficaci. Ciò nonostante, gli interrogativi sollevati dal Festival fanno presto a diventare totalizzanti: a cosa si deve esattamente rinunciare, e in nome di che cosa? Il riformismo illuministico del XVIII secolo non esitò ad affidare alla Ragione il compito di ridisegnare la natura in nome della felicità universale; l’ottimistico positivismo industriale del XIX non arretrò dinanzi allo sconvolgimento funzionale del pianeta in nome della società industriale; e la modernità trionfante nel XX ha fatto del consumo di massa il paradigma di un nuovo rapporto col mondo. Il disegno del giardino fu in ogni circostanza, per gli architetti, l’occasione per affermare quella che di volta in volta appariva come la verità trionfante sull’ignoranza: verità ogni volta rivoluzionaria e progressista, e dunque ancor più convincente. Le “erbacce” erano ben identificate, e la lotta contro di esse aveva il carisma della crociata. Nel XXI secolo le cose non godono della stessa solare evidenza, il che spiega come mai nel Festival di Chaumont siano prevalsi gli interrogativi, e le soluzioni proposte siano apparse sommesse e discrete. E come poteva essere altrimenti? Il tema proposto non era di quelli da giocarsi con l’arma dell’ironia, del paradosso o della provocazione. Non consentiva vie di fuga nel puro divertissement. Non autorizzava atteggiamenti ludici o scanzonati. Infine,non richiedeva nemmeno una precisa scelta di campo. Esigeva invece la consapevolezza che gli avversari in gioco – l’erba “cattiva” e quella “buona” – continuavano a scambiarsi le parti, ad assumere fisionomie speculari, a mantenere un equilibrio stabile tra i torti e le ragioni reciproche. La soluzione del dilemma era destinata così a sfuggire di continuo, a negarsi nel momento stesso dell’affermazione, a contraddirsi nell’atto della conclusione. Il tema, però, resta. Complesso, intricato, ambiguo, contrastante e infido quanto si vuole, esso è in realtà il vero problema del nostro tempo, a onta – o forse proprio in virtù – di questi suoi scombinati caratteri. Così il giardino torna, come degli antichi tempi del paradeisos arcaico, un motivo centrale della nostra cultura. Ciò dovrebbe rallegrarci: non solo per questa ciclica curvatura del tempo storico, ma anche perché in esso possiamo ritrovare buona parte della nostra essenza umana – per quel che vale. Maurizio Vitta
he twelfth annual Festival International des Jardins held in 2003 at the Conservatoire International des Parcs et des Jardins et du Paisage in Chaumont-surLoire was devoted to Mauvaise herbes or, in other words, weeds. An unusual but poignant theme: weeds have always been the exact opposite of flowers and vegetables, the enemies of all healthy and productive plants, always there and inevitably battled against, struck down and cast out as the cause of ruin and displeasure. The Festival organisers rightly pointed out that it is embarrassing to use the term weeds, because they inevitably defy being placed in a botanical category and are usually referred to in terms of how people try to select, control and guide the workings of nature. Calling something a weed involves passing judgement and differentiating: it immediately evokes a cultivated field or, more specifically, a garden, places where fertility is rationalised and even spontaneity is subject to strict laws of profit. The choice is between what is useful and useless, and it is only within the category that a variety of purposes and distinctions can be drawn – aesthetic, food-related and medicinal. Once the bounded, closed and protective nature of a garden or field has been established, turning the indistinct disorder of nature into the clear-cut intellectual schemes of the hortus conclusus, the separation of the two realms inevitably follows. An ethical element is inevitably drawn into this distinction. Indeed, in farm tradition “weeds” have taken on an evil nature, whereas all useful plants are classed as good. This is not just a technical judgement. In actual fact, the “evil” nature of so-called weeds has become a metaphor for evil with distinctly human connotations. There is a deep fear that the strength, vitality and invasive presence of weeds might get the better of virtuous vegetables, and this worry mirrors deeper fears of evil penetrating into the healthy body of society, communal life or the family. It is no coincidence that it was once witches that knew all about those plants classed as bad. Witches were accused of mysterious knowledge of evil concoctions full of weeds. The Chaumont-sur-Loire Festival is trying to turn this distinction on its head. By taking “weeds” as its theme, it is above all pointing out that any evaluation – whether it be technical or ethical – is inevitably subjective. What we class as weeds are nothing more than native plants striving to return to the environment from which gardeners have driven them out, possibly to make way for new or even exotic plants. If anything, the conflict is between the rigorous, abstract order of reason and blind fertility of nature, that pays no heed to rational models of human beings is it blindly sets about its own cycle of “production and destruction” as Giacomo Leopardi noted with such clarity. Of course, as we all well know, it was the Romantic Movement that first posed the problem, analysed with such deep fervour by Goethe in his Elective Affinities. Now, in this age of strident faith in ecology, the question is being posed in much blander but no less urgent terms. “Who is the invader”, was the question the Festival organisers asked themselves, “the weeds that take advantage of a moment’s distraction on the gardener’s part to regain control of the garden or the “foreign” plants that overwhelm their native counterparts?” This is certainly no rhetorical question, and it suddenly takes on all the ethical, social and political implications that “weeds” have always shouldered. And so all the architects from all over the world – garden designers – who took part in this project really got to grips with the theme, torn between the desire to claim nature’s freedom on one hand and underline the cultural value of gardens as signs of civilisation and harmony on the other. It needed to be pointed out that weeds are not necessarily bad and, on the contrary, have many virtues (healing properties and culinary qualities) and help protect abandoned
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land from eroding or drying up. Without mentioning that, on an aesthetic level, they can also point to new styles of gardening, possibly more concerned about the innate features of the ground and environment. The proposed designs focused on the contrast between nature and artifice, associating “badness” with either genetically modified organisms or the spread of human artefacts that impoverish and denigrate nature; or alternatively they insisted on the segregation of weeds as violence – on the verge of apartheid – against spontaneous vegetation, revealing a sort of paradisiacal nostalgia for the bright disorder of nature constantly battling against the unfair order of dominion and oppression. Indeed, a vein of Romantic anarchy ran through all the projects designed and constructed in line with the competition rules (which we mentioned in relation to the past edition in l’Arca 180, April 2003). But there is nothing radical and definitive about these evaluations, as judgement somehow hovers between the ethical-social demands of farming and a certain intolerance for its extreme consequences. We are of course talking about gardens, but without forgetting that they are both places for aesthetic experience and necessary premises for any approach to nature, including the utilitarian farming of fields and cultivation of foodstuffs. Leaving aside the idea of the hortus conclusus, it is not hard to spot the dramatic implications of the dialectics of order and disorder, spontaneity and design, unbridled freedom and functional constraint. The minor symbolic gestures emerging from Chaumont-sur-Loire can only provide us with the odd clue, hint, suggestion and proposal, and certainly not the ideological guidelines which we have been waiting for years to get from major international conferences, as spectacular as they are ineffectual. Nevertheless, the issues raised by the Festival soon take on much broader implications: what exactly must we give up and in the name of what? The enlightened reformism of the 18 th century did not hesitate to give Reason the task of redesigning nature in the name of universal happiness; the optimistic industrial positivism of the 19 th century did not shy away from the functional upheaval of the planet in the name of industrial society; and the triumphant modernity of the 20 th century has taken mass consumerism as the paradigm for new relations with the world. Garden design always provided architects with the chance to underline whatever was emerging as truth triumphing over ignorance: inevitably progressive, revolutionary truth, and hence even more persuasive. The “weeds” were clearly identified, and the battle against them was as charismatic as a crusade. In the 20 th century things are not so clear-cut, which explains why the Chaumont Festival posed more questions than anything else, and the answers put forward seemed rather subdued and unobtrusive. But how could it have been otherwise? The theme in play left no room for irony, paradox and provocation. There could be no flights of fancy, and playfulness was certainly off the agenda. Last but not least, there could be no taking sides. It required an awareness that the conflicting parties – “bad” weeds against “good” grass – kept on switching sides, taking on mirror positions, and maintaining a balance between reciprocal rights and wrongs. The solution to the dilemma was destined to constantly escape everybody’s grasp, denying itself just as it emerged, contradicting its own conclusion. But the issue has not gone away. However complicated, intricate, insidious and conflictual it might be, it is really the main problem of the age in which we live, despite – or perhaps even in virtue of – its many-faceted nature. So, just like in the ancient days of the old paradeisos, gardens are back at the hub of our culture. This ought to be a relief: not just for the cyclic nature of this curving of historical time, but also because it encapsulates much of what being a human being means – for whatever it is worth.
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions
Chaumont-sur-Loire
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Bio Weeds
Le Cabaret des Oiseaux
Progetto/project: Paola Falcone, Enrico Tommaso de Paris, Massimo Lunardon, Riccardo Mazza
Progetto/project: Amandine Séguy-Houël
Una pianta, dotata dalla biotecnologia di un gene di resistenza a un erbicida può trasmetterlo alle specie della sua stessa famiglia. Nel maggio 2002, alcuni ricercatori messicani hanno confermato la contaminazione del mais locale con OGM. Insolite sculture di vetro racchiudono in un erbaio sonoro in tre dimensioni delle specie nocive contaminate geneticamente da OGM.
A plant with the biotechnological features of a gene resistant to herbicide can pass them on to other species belonging to the same family. In May 2002, Mexican researchers confirmed that local corn had been contaminated with OGM. Unusual glass sculptures envelop a three-dimensional grassy sound space of the noxious species genetically contaminated with OGM.
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In un giardino formato da gabbie di uccelli e di erbe, un grande cardo raccoglie la rugiada del mattino in cui gli uccelli si possono dissetare. L’uccello prigioniero della sua gabbia spiccherà il volo? E l’erba velenosa, anch’essa ingabbiata, riuscirà a spingere le griglie della gabbia per sollevarla? Al visitatore la libera interpretazione di questo spazio scolpito dalla erbe e dalle allegorie dei fiori dalle forme invasive.
A large thistle in a garden made of bird cages and grass collects the morning dew so that the birds can quench their thirst. Will the bird imprisoned in its cage take flight? And will the poisonous grass, also imprisoned, manage to raise the cages off the ground? Visitors are free to make their own interpretations of this space sculpted out of grass and allegories of flowers with invasive forms.
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Les Kuijers Progetto/project: Julien Mizermont, Cécile Califano Un semplice cucchiaio abbandonato dopo un pic-nic si è moltiplicato in migliaia di cucchiai fino a provocare il disseccamento del terreno sollevandone delle parti intere. Tutt’intorno si distende una grande tovaglia a quadrati rossi e bianchi formata da piante perenni e annuali.
An ordinary spoon discarded after a picnic has multiplied into thousands of spoons until the ground is dried up and even raised in parts. All around there is a large red-and-white chequered tea towel made of evergreen and seasonal plants.
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Le Pénitencier des mauvaises herbes Progetto/project: Sylvestre Lieutier, Mathieu Lacreuse, Cesario Carena Un penitenziario si innalza attraversato da erbe velenose, solo i percorsi sono liberi. Questo giardino propone una soluzione utopica per sbarazzarsi da queste cattive erbe; contrasto tra soluzione umana radicale del penitenziario e l’erba velenosa che obbedisce alle leggi del vento e del caso.
A prison stands covered with poisonous grass, only its corridors are left free. This garden provides a utopian solution to getting rid of all the horrible grass and weeds; this is a contrast between the radical human solution of a prison and the poisonous grass bending to both the wind and chance.
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Le Sarcloir
Paradis artificiel
Progetto/project: Lodewijk Baljon
Progetto/project: Catherine Baas, Jean-François Delhay
Dall’estreno si percepisce solo una foresta con alte erbe. Uno stretto percorso consente di attraversarne lo spessore per scoprire un’armata di sarchi dalle lame lucenti. L’armata ha fatto grande pulizia... Quali sono le cattive erbe invasive? Il giardino sarà il luogo di dimostrazione di una battaglia senza fine tra pieno e vuoto? Lotta delle piante contro le zappette.
All that can be seen on the outside is a forest of tall grass. A narrow path provides a way through to discover an army of hoes with brightly shining blades. The army has cleaned up… What kind of invasive grass is all this? Will the garden be a show place for the endless battle between fullness and emptiness. A battle between the plants and hoes.
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Il visitatore è invitato a camminare nell’incavo di un cucchiaio gigante. Nel fondo scopre scopre 25 specie di cattive erbe commestibili separate da bande rosse di PVC traslucido, belle da guardare, buone da assaggiare. L’erba cattiva, sorta di vagabondo, scivola anche tra i campi, pungente, voluttuosa e colorata. Ci riporta al disordine. Meglio lavorare con l’indisciplina e incanaglirsi.
Visitors are invited to walk around the hollow of a giant spoon. At the bottom there are 25 species of edible weeds separated by red bands of translucent PVC, nice to look at and tasty to eat. The weeds, rather like vagrants, wander in their own voluptuouslycoloured but stinging way through the fields. This leads to confusion. We might as well work in an undisciplined way and be one of the rabble.
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Abandonment
Au Fil du Jardin
Progetto/project: Tal Lancman, Maurizio Galante, Lauri Macmillan Johnson, Hili Sonia Mann, Cécile Dalladié
Progetto/project: Peleszko & Bigault
A prima vista un’antica prateria abbandonata e invasa da piante selvagge. Stesi su un’elegante struttura di corde da biancheria, si allineano vestiti multicolori. Poco a poco, pioggia e raggi del sole li trasformano in sorte di fantasmi abbandonati, alla mercé del vento. Una vegetazione spontanea occupa allora progressivamente gli anfratti creando nuove forme di vita, un nuovo paesaggio, una speranza.
At first sight this looks like a desolate field full of wild plants. Multicoloured clothes are hung along an elegant structure of washing lines. The rain and sunshine slowly turn them into ghosts left to the whim of the wind. Spontaneous vegetation slows fills the ravines to create new forms of life, a new landscape and fresh hope.
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Dapprima una tenda formata da mollette che si animano a seconda del vento e filtrano lo sguardo. Sembra di essere in un giardino abbandonato dove sono sopravvissute solo le corde da biancheria. Il visitatore continua in un percorso che lo conduce a uno stenditoio invaso da piante lussureggianti. Le cattive erbe dopo aver “mangiato” un campo di cereali si sono attaccate agli stenditoi. Per finire, un luogo intimo, di distensione dove assaporare l’ombra e accomodarsi. Giocare con ciò che è nascosto, creare avvenimenti, sviare gli oggetti dal loro uso, è favorire l’immaginario. Forse allora potrete anche vederci delle stupefacenti cattive erbe?
This is initially a tent made of pegs that are shaped by the wind and direct our eyes. We feel as if we are in a desolate garden where only the washing lines have survived. Visitors follow a path taking them through to a drying room full of luscious, invasive plants. After “eating up” a field of cereals, the weeds have attacked the drying room. Finally, there is a private, relaxing place where settle down in the shade. Playing with what is hidden away, creating happenings and putting objects to unconventional uses means stimulating the imagination. Perhaps you will even catch sight of some startling weeds?
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A.M.A. Group – Alfonso Mercurio Architetti
Credits Project: A.M.A. Group – Alfonso Mercurio Architetti Project Principal: Alfonso Mercurio Project Manager: Valerio Ratiglia Design Manager: Luigi Romito Project Team: Andrea Carvelli, Simone Coppola, Carlo Corsini, Susanna Gervasio, Anke Jager, Danilo Maglio, Manuela Mattarrese, Emanuela Orlandi, Donatella Schisano, Claudia Tauro, Simonetta Tenna Construction Management: Francesca Onorati Site Architect: Laura Ronchi Computer Modeling: Michele Angeletti, Enrico Petti Collaborators for submission: Lepori and Prati Associated Architects Local Consultant: Karl Steiner SA Engineering Structural Engineering: Andrea Cinuzzi, Alan Fyfe – A.M.A. Structures (A.M.A. Group) HVAC and Plumbing Engineering: S.V.A. Electrical Engineering and General Contractor: Losinger Construction Interior Finishing: Copeco Engineering Facade System: Permasteelisa Exterior Frameworks: Alu Design Concrete Panels: Prelco Metalworks: Morand Constructions metalliques / Atelier Carouge Interior Floating Floors: Edil Beton Perugia Rubber Floors: Artigo Pirelli Granite Floors: Mardeco Resin Floors: Multisol Upholstery: Liuni False Ceilings: Armstrong, Building products Glass Walls and Doors: PM Design Permasteelisa Wooden Cladding: Topakustik, Gruppo Fantoni Interior Lighting Systems: Techne, Zumtobel Staff Photovoltaic Panels: A.N.I.T. Kitchen Equipment: Grandimpianti Climatisation Plants: Aerovent Electrical Plants: Sedelec Audiovisual: Lemanvisio Exterior Fittings: Vivaio Esotico Pallanca, Pro Jardin Furniture Systems: Haworth, Poltrona Frau Curtains: Solaris tendaggi Client: STMicroelectronics
Efficienza e sensibilità STMicroelectronics in Geneva
Opposite page, detail of the heads of two of the four buildings forming the complex holding the world headquarters of STMicroelectronics in Geneva.
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opera porta la firma del gruppo AMA, Alfonso Mercurio Associati, uno studio di progettazione che interviene in tutto il mondo all’insegna di una tecnologia avanzata, particolarmente studiata per essere efficiente e sensibile alle problematiche ambientali. A esso si deve, tra le numerosissime realizzazioni – dagli uffici alle fabbriche, dalle residenze ai centri commerciali – la ristrutturazione dell’edificio per la Borsa a Milano. L’architettura appena terminata è caratterizzata da un’immagine generale intensa e capace di sedimentare nell’immaginario, e insieme ben equilibrata per il modo in cui si inserisce nel paesaggio, con elementi di dettaglio: le scale e le passerelle che collegano i vari blocchi, di rara seduzione per il design. Il complesso sorge non lontano dai confini tra la Svizzera e la Francia, in una zona industriale di espansione chiamata Plan les Ouates, nei pressi di Ginevra. Il luogo ha imposto una particolare attenzione alla problematica acustica, per la vicinanza dell’autostrada diretta in Francia. La legge svizzera impone infatti che, a quella particolare distanza, la facciata debba garantire un abbattimento acustico pari a 43db, norma che ha determinato l’uso di vetri dallo spessore maggiorato rispetto a soluzioni analoghe. La committenza, la STMicroelectronics, si è posta l’obiettivo di realizzare la sua sede mondiale, dotata di circa 15.000 metri quadrati di uffici, 20.000 metri quadrati fuori terra, per disporre di un unico complesso adeguato all’immagine di un colosso della microelettronica. Nasce così l’ipotesi di un complesso che si sviluppa su più volumi, disposti a ventaglio in modo da rispondere in maniera “sensibile” alla forma del lotto e alla presenza dell’autostrada. La sequenza dei volumi, insediati a scalare mentre i blocchi vetrati degli uffici poggiano su un basamento in pannelli di calcestruzzo, mette in mostra la gerarchia delle diverse attività e le destinazioni d’uso: uffici, caffetteria e Design Center al piano terra, uffici al primo, Corporate al secondo, Sale riunioni e Caffetteria Corporate al terzo. L’orientamento degli edifici vetrati evidenzia la scelta di aprire i volumi verso sud, a partire dal piazzale, posto a nord, che coincide con l’ingresso principale del complesso e rappresenta il fulcro delle rotazioni planimetriche. I volumi sono interrotti al confine del lotto con l’autostrada tramite piani di sezione ideali che rafforzano l’immagine di cristalli leggeri, sfaccettati che si generano al di sopra di una base pesante, ben ancorata al terreno, mentre la direzione dei tagli delle facciate vetrate verso l’autostrada denuncia la volontà di relazionare l’impianto planimetrico generale con l’ambiente circostante. I due atri vetrati a tutta altezza separano i primi tre blocchi uffici per creare degli spazi comuni dove la luce, filtrata da pannelli fotovoltaici disposti in copertura, penetra negli uffici e nelle sale riunioni. Le passerelle metalliche di connessione tra i blocchi collaborano al sostegno delle vetrate strutturali. L’opera mostra anche una particolare attenzione alle questioni termiche. Infatti i valori d’isolamento sono stati calibrati su quelli complessivi del consumo energetico in estate e inverno. Prima ancora di procedere alla produzione dei pannelli della facciata il progettista ha simulato il consumo totale di energia dell’edificio con i carichi massimi estivi e invernali per verificare se l’intero sistema, e non solo un pannello testato in laboratorio, fosse in linea con le previsioni di consumo della città. Mario Pisani
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his project is designed by the AMA team, Alfonso Mercurio Associati, an architectural firm working all over the world using cutting-edge technology to be as effective and eco-conscientious as possible. Its numerous works range from offices, factories, housing and shopping malls to the renovation of the Milan Stock Exchange, recently published in l’Arca. The architecture it has just completed features an intense overall image that really gets engraved in the imagination and, at the same time, is carefully balanced in the way it fits into the landscape through its details: stairs and walkways designed with rare elegance and enticing beauty are used to connect the various blocks. The complex stands not far from the Swiss and French borders in an expanding industrial area called Plan le Ouates, near Geneva, whose winter climate is reminiscent of Scandinavian countries but where the temperature rises considerably in summer. The site location called for special attention to acoustics due to how close the motorway to France is. Swiss law actually states that any façade at that distance must ensure soundprrofing of 43db, a regulation that required the use of thicker glass than usual for this sort of building. The clients, STMicroelectronics, set themselves the task of designing their own world headquarters furbished with 15,000 square metres of office space (20,000 above ground) to create a complex geared to the image of a huge micro-electronics industry with offices worldwide. This led to the creation of a complex divided into several constructions arranged in a fan formation to fit in as “sensitively” as possible with the shape of the lot and vicinity of the motorway. The staggered sequence of structures and glass office blocks resting on a solid base of concrete panels emphasise the hierarchy of different activities and purposes: offices, a cafeteria and Design Center on the ground floor, offices on the first floor, the Corporate sector on the second floor, and meeting rooms and Corporte Cafeteria on the third floor. The layout of glass buildings highlights the decision to open up the structures to the south, starting at the plaza to the north that also happens to be the main entrance to the complex and hub of all the planimetric rotations. The structures are suddenly broken up where the lot borders on the motorway by planes with ideal sections that enhance the image of light crystals of faceted glass rising above a heavy base, carefully anchored to the ground, while the direction of the cuts in the glass facades over towards the motorway show a desire to bring the overall site plan into relation with the surrounding environment. The two full-height glass lobbies separate the first three office blocks to create communal spaces, where light filtered through photovoltaic panels in the roof flows into the offices and meeting rooms. The metallic walkways connecting the blocks help support the strongly soundproofed structural glass windows designed to cope with the nearby motorway. The project also shows special attention to heat factors. The insulation ratings are actually gauged to overall electricity consumption in summer and winter. Before designing the façade panels, the architect simulated the building’s overall energy consumption with maximum summer and winter loads to check whether the entire system, and not just one panel tested in a lab, was in line with the city’s expected consumption levels.
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Matteo Piazza
Nella pagina a fianco, particolare delle testate di due dei quattro edifici che formano il complesso ospitante la sede mondiale della STMicroelectronics a Ginevra.
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Viste del complesso che occupa 20.000 mq articolati in una serie di volumi a ventaglio con una disposizione a scalare che evidenzia la gerarchia delle diverse attività e destinazioni d’uso.
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Le vetrate esterne sono state realizzate con Interactive Wall della Permasteelisa che utilizza la Blue Technology, ossia tutti quegli accorgimenti tecnologici, quali la ventilazione forzata o l’azionamento automatico
di frangisole, che garantiscono una forte riduzione del consumo energetico legato sia alla climatizzazione sia all’illuminazione interne.
Views of the complex covering 20,000 square
metres arranged in a set of fan-shaped structures placed in a staggered formation to highlight the hierarchy of different activities and purposes. The outside glass panels are made using Permasteelisa’s
Interactive Wall based on Blue Technology, viz. technological features like forced ventilation and automatic shutters enabling notable savings on energy consumption for air-conditioning and inside lighting.
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Pianta del primo piano e, in basso, pianta del piano terra.
First floor plan and, bottom, first floor plan.
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Vista notturna della facciata vetrata. Ogni pannello di vetro è munito dei dispositivi elettronici che consentono di gestire la ventilazione e la regolazione dei frangisole
in alluminio, in risposta alle sollecitazioni climatiche e di luminosità esterne.
Nighttime view of the glass façade. Each glass
panel is fitted with electronic devices to control the ventilation and adjust the aluminium shutters to handle weather conditions and outside lighting.
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I due atri vetrati a tutta altezza separano i primi tre blocchi di uffici, creando spazi comuni dove filtra la luce naturale, attraverso pannelli fotovoltaici disposti in copertura. Passerelle metalliche di connessione tra i blocchi così separati sostengono le vetrate strutturali ad alto abbattimento acustico (43db) utilizzate per isolare dal traffico della vicina autostrada.
The two full-height glass lobbies separate the three office blocks, creating communal spaces letting in natural light through photovoltaic panels set on the roof. Metal walkways connecting the blocks support the structural glass windows with notable soundproofing qualities (43db) used to provide sound insulate from traffic on the nearby motorway.
Viste degli interni in cui è stato particolarmente curato ogni aspetto legato al confort ambientale e climatico.
Views of the interiors featuring special attention to overall comfort.
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Ufficio Tecnico Sogaer
Immagine e funzionalità The New Cagliari Terminal Airport Nella pagina a fianco, pianta a quota 0.00 della nuova Aerostazione Passeggeri CagliariElmas.
Opposite page, plant at height 0.00 of the new Cagliari-Elmas Airport Passenger Terminal.
Credits Project: Ufficio Tecnico So.G.Aer (Società Gestione Aeroporto M.Mameli Cagliari-Elmas) Technical Direction and Architect-in-Charge: Alessio Grazietti Project Coordinator and Site Manager: Enrico Manca Design Consultants: Giovanni Maciocco, Lorenzo Bellu Structures: Barbara De Nicolo, Giancarlo Pusceddu, Franco Dessì, Antonio Delitala, Sandro Portoghese, Umberto Di Nardo Planning and Control: Mario Orrù Chief Engineer: Cristiano Siclari Main Contractor: Consorzio Elmas 2K (Adanti, T&T, Busi Impianti) Roofing: Hedar Metal Structures: C.F.M., Cordioli Ventilated Walls: Officine Tosoni Safety: Honeywell Lighting: Siteco, Grechi, Disano, iGuzzini Lifts: Otis False Ceilings: Sadi Partition Walls: AMS Electrical Plants: Siemens Financing Body: ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile)
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e infrastrutture aeroportuali non sono più deputate alle sole funzioni connesse al transito dei passeggeri e delle merci; oltre che favorire l’uscita dall’isolamento fisico sono ormai giunte a collaborare in maniera decisiva alla formazione dell’immagine del territorio servito. Allo stesso tempo l’evoluzione dell’industria aeronautica e le problematiche riguardanti comfort e sicurezza dei voli subiscono continue modificazioni tali da rendere le infrastrutture a essi destinate rapidamente obsolete. L’aeroporto di Cagliari, strategico per tutta la parte meridionale della Sardegna, non è sfuggito a questi processi evolutivi. I collegamenti regolari con la penisola furono tra i primissimi in Italia: i voli da e per l’idroscalo di Ostia furono operativi dal 1928 (idrovolanti Savoia Marchetti S55) e occorrevano circa tre ore e mezzo, con uno scalo intermedio. Il primo nucleo dell’aeroporto civile fu inaugurato, nelle vicinanze delle infrastrutture militari, nel 1937 sulle sponde dello stagno di Santa Gilla nel margine occidentale della città: lo specchio d’acqua era stato già utilizzato con successo da De Pinedo e Balbo per le loro imprese aviatorie. Nel dopoguerra, sul lato opposto della pista, fu realizzata una piccola aerostazione sostituita, a metà degli anni Settanta, da un nuovo scalo (entrambi ora demoliti). L’attuale terminal cagliaritano è impostato su una forma quadrangolare di circa 180 metri di lato e presenta una pianta a forma di grande T con la pista di volo che è disposta secondo la direzione del vento dominante (il maestrale). La superficie coperta ottenuta è di circa 37.000 metri quadrati di cui oltre il 65 % destinati alla hall. Le diverse funzioni sono distribuite sui due livelli principali: alla quota della pista si trovano gli arrivi e le aree per il trattamento dei bagagli mentre i check-in e le partenze sono alla quota 5.60; nei due piani ulteriori sono localizzati spazi adibiti essenzialmente alla gestione. Genius loci e tecnologia macchinistico - aeronautica sono state alla base dei riferimenti linguistici del progetto. Il richiamo dei luoghi è percepibile nell’uso dei materiali per la finitura dell’involucro nella ormai classica distinzione in land side e air side. Il land side che si offre ai passeggeri in partenza ha viste in cui predominano le scure superfici metalliche in lega di zinco titanio mentre l’air side, visibile all’arrivo, alterna superfici trasparenti e traslucide a campiture lapidee ispirate ai principali monumenti cittadini. Tutto l’intervento è basato su controllati cromatismi: grigio scuro dei carter di copertura, bianco delle strutture reticolari a vista, blu cobalto delle superfici in cristallo non trasparenti e il colore naturale delle superfici di marmo. Il riferimento formale agli aspetti aeronautici e tecnologici è evidente nelle grandi coperture curve, richiamo alle superfici alari, e nell’uso delle strutture reticolari metalliche tipo Vierendel lasciate in vista. Le tre aree a copertura curva: il finger, la hall e il viadotto di accesso presentano lo stesso schema strutturale (coppie incrociate di archi a tre cerniere) ma interpretato, nella forma e nelle dimensioni, in maniera diversificata. La geometria delle sezioni varia dall’arco rampante della hall all’arco ribassato del finger, al puntone ad arco della copertura del viadotto; nello stesso ordine le luci libere sono, rispettivamente, comprese tra 50, 34 e 19 metri. Il terminal è dimensionato per soddisfare le previsioni di incremento del traffico che dovrebbe portare il numero di transiti dagli attuali 2.100.000 a 4.000.000 entro il 2010 garantendo uno standard classificato A/B dall’ICAO. Gianraffaele Loddo
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irport infrastructures no longer merely serve transit purposes for passengers and goods; as well as providing a way of handling physical isolation issues, they now also play a key part in shaping the image of the area served by the airport. At the same time, developments in the aeronautics industry and problems connected with transport safety and comfort (most notably flights) are happening at a breathtaking pace, so that old infrastructures are soon obsolete. Cagliari Airport, of strategic importance for the whole of the south of Sardinia, is caught up in these developments. Regular links with the mainland were some of the first to be set up in Italy: flights to and from Ostia began back in 1928 (Savoia Marchetti S55 seaplanes) and took about three and a half hours with a stop on the way. The first facilities belonging to the civil airport opened in the immediate vicinity of the military barracks in 1937, along the banks of Santa Gilla pond on the western outskirts of the city, already been used with great success by De Pinedo and Balbo for their own flying exploits. A small airport was built over on the other side of the landing strip just after the war, eventually replaced by a new one built in the mid-1960s (both now knocked down). The present terminal in Cagliari is constructed around a quadrangular form measuring about 180 m along the side and featuring a large T-shaped base with one side parallel to the take-off strip (built in the direction of the prevailing north-westerly wind) and the other perpendicular to it. This creates a covered area of about 37,000 square metres, 65% of which is taken up by the main hall. The various functions are spread over two main levels: at ground level we have the arrivals and baggage handling areas, while the check-ins and departures areas are at a height of 5.60; the other two floors mainly serve administration purposes. Genius loci and mechanical-aeronautical engineering underpin the basic stylistic design of the entire project. The allusion to site location emerges in the use of materials for finishing the shell as part of the now classic distinction between land and air sides. The land side embracing departing passengers features views of predominantly dark metallic surfaces made of zinc-titanium alloy, while the air side, visible to people landing, is an alternating combination of transparent and translucent surfaces made of stone like most of the local city monuments. The entire project is designed in a carefully gauged colour scheme: dark grey for the roof carters, white for the exposed reticular structures, cobalt blue for the non-transparent glass surfaces, and a natural shade for the marble surfaces. The stylistic allusion to aeronautical and technological features is evident in the wide curving roofs, evoking wing surfaces, and the use of Vierendel-style metallic structures left exposed. The three curved roof areas – the finger, hall and entrance viaduct - feature the same design (criss-cross pairs of triple-hinged arches) interpreted in different ways in terms of both shape and size. The geometric form of the sections varies from the entrance hall’s rampant arch to the finger’s lowered arch and viaduct roof’s strut and arch; similarly, the open bays span between 50, 34 and 19 metres respectively. The size of the terminal is designed to cater for expected increases in traffic from the current figure of 2,100,000 transit pasengers to 4,000,000 by the year 2010, and has been assigned A/B status by the ICAO.
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Dal basso in alto, piante dei livelli +3.00 e, a destra, +10.65; piante del livello +5.65 e, a destra, delle coperture; planimetria generale. Nella pagina a fianco, viste del salone check-in. Il nuovo terminal è dimensionato per un numero di transiti, previsto per il 2010, di circa quattro milioni di passeggeri.
From bottom up, plans at levels +3.00 and, right, +10.65; plans at level +5.65 and, right, of the roofs; site plan. Opposite page, views of the check-in lounge. The new terminal is designed to be big enough to handle an expected figure of about four million transit passengers by 2010.
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Viste del viadotto di accesso esterno al terminal. Il riferimento formale all’industria aeronautica è evidente nelle grandi coperture curve e nell’uso di strutture reticolari metalliche a vista.
Views of the entrance viaduct outside the terminal. The stylistic reference to the aeronautical industry can be seen in the large curved roofs and use of exposed reticular metal structures.
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di/by Nicoletta Trasi
l Premio Mies van der Rohe per l’Architettura contemporanea latino-americana, si affianca nel 1987 il Premio per l’Architettura Europea, nato su iniziativa comune della Commissione europea e della Fundació Mies van der Rohe. Con cadenza biennale sono state premiate opere realizzate da architetti di fama internazionale come Siza, Foster Bonell/Rius, Grimshaw, Perrault, Zumthor, Moneo e Hadid nel 2003; successivamente viene inserita la menzione speciale destinata ai “giovani architetti” che ha premiato Florian Nagler nel 2001 e Jurgen Mayer H. quest’anno. Il Mies van der Rohe Award viene attribuito a opere realizzate da meno di due anni nei Paesi della UE, con l’obiettivo di evidenziare la creatività moderna e di sensibilizzare il pubblico al radicamento sociale e culturale dell’architettura contemporanea nelle città europee. La giuria del 2003, composta da David Chipperfield (presidente), Aaron Betsky, Eduard Bru, Ingeborg Flagge, Shane O’ Toole, Matthias Sauerbruch, Kazuyo Sejima, Deyan Sudjic, Alejandro ZaeraPolo, Lluis Hortet (segretario) ha selezionato cinque opere – su 41 prescelte tra le 269 presentatesi al Premio – e tra questi cinque finalisti (De Geyter, Hadid, Lacaton/Vassal, Mecanoo, Mayer) ha premiato il Terminus Hoenheim North a Strasburgo di Zaha Hadid e il Scharnhauser Park Town Hall a Ostfildern in Germania di Jurgen Mayer H. Malgrado il suo evidente potere grafico e scenografico, la gìuria ha
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tutte queste linee, come dei vettori tridimensionali, creano uno spazio definito in termini di circolazione e movimento: il movimento generato dalle automobili, dai tram, dalle biciclette e dai pedoni. Fra le peculiarità che caratterizzano gli edifici di Zaha Hadid e questa Stazione in particolar modo, evidente è il senso di leggerezza che essi trasmettono: qui la pensilina viene poggiata su esili sostegni che sembrano sfidare le leggi della statica, è azzerata qualunque idea di basamento inteso come elemento che leghi il manufatto al suolo; ne consegue che l’opera sembra esplodere dalle viscere della terra per poi svilupparsi secondo linee di fuga, forze e moti centrifughi. In una sintesi tra piani, luci e spazi il progetto articola i momenti di transizione tra lo spazio aperto del paesaggio circostante e lo spazio pubblico interno cercando di sfumare i limiti tra ambiente naturale e artificiale. La menzione speciale destinata ai “giovani architetti” vede vincitore il tedesco Jurgen Mayer H. (Stoccarda 1965) con il progetto della Scharnhauser Park Town Hall a Ostfildern, in cui il municipio viene trasformato in un edificio pubblico multifunzionale con uffici, impianti sportivi, saloni per matrimoni, biblioteca, galleria d’arte, sale per musica. L’apprezzamento della giuria è dato alla alta qualità e sofisticazione nell’uso dei materiali e nella manipolazione degli spazi. Ubicato al centro del Parco Scharnhauser, in una ex base militare, vicino
apprezzato la fisicità dell’edificio e l’economia del progetto vincitore che col minimo dei mezzi ha saputo realizzare non solo la stazione, ma anche il parcheggio adiacente progettato con grande originalità ed intensità. La Stazione Hoenheim North si trova al capolinea dei tram della linea B che percorre Strasburgo da nord a sud, e prevede un parcheggio di scambio, diviso in due parti, con 700 posti per chi lascia l’automobile o la bicicletta e prende il servizio pubblico. Comprende sale di attesa, deposito di biciclette, toilettes e negozi. Realizzata interamente in cemento armato e priva di ogni accenno di ornamentazione, delinea un linguaggio asciutto che esalta la manipolazione spaziale tesa a creare cavità dinamiche. Il manufatto rifiuta ogni lettura statica e va letto e percepito attraverso il tempo del movimento. L’opera è mirata a risemantizzare l’area: come un nucleo di forze dinamiche essa si inserisce per dare al sito espressività formale e organicità. Dalla forma slanciata della pensilina che partendo dal suolo si proietta con leggerezza verso il vuoto, per poi riappiattirsi a quota zero disegnata sul terreno, fino alle originali traiettorie bianche disegnate sull’asfalto nero del parcheggio, che funzionalmente servono a delimitare i posti auto e metaforicamente richiamano la direzione nord-sud della Linea B; dalle fenditure che la Hadid apre nella pensilina per catturare luce e aria, alle linee inclinate delle luci poste nel parcheggio, che ricordano il Lightning Field di Walter de Maria,
all’aeroporto di Stoccarda, Mayer è riuscito a ben utilizzare la sua immaginazione per trasformare tali spazi in luoghi accoglienti e sorprendenti. La “sorpresa” è la prima sensazione che potrebbe avere il visitatore che percorre la nuova Town Hall: dal muro di pioggia creata artificialmente col computer, che cade dalla pensilina dell’entrata principale, fino al E-gram ovvero il modello che rappresenta emissione dati delle istituzioni pubbliche e che è realizzato come una mappa tridimensionale non materiale dell’attuale edificio, incassata in un cubo di vetro. All’aspetto esterno dell’edificio, monolitico, cartesiano, si contrappone lo spazio interno fortemente articolato: qui Mayer con materiali semplici (cemento e vetro) è riuscito a creare una spazialità molto sofisticata dove nei vuoti sembrano galleggiare i volumi pieni delle box che circondano il layout dell’edificio. Un uso sapiente dell’illuminazione rende lo spazio interno ancora più suggestivo. Sulla copertura una terrazza panoramica, accessibile anche dopo gli orari di apertura, crea un interessante nuovo spazio pubblico e fa dialogare l’edificio con il suo contesto. Animazioni create con luci e acqua mettono in scena una sottile relazione tra natura e tecnologia come a esempio nello spazio esterno l’installazione Wind-Light, realizzata da elementi illuminanti che proiettano luce sul suolo e animata dai movimenti del vento o ancora il movimento del Pitter-Patterns che rende il prospetto dell’entrata una pelle effimera.
Awards 2003
Mies van der Rohe Vista aerea della Stazione Hoenheim North a Strasburgo, realizzata da Zaha Hadid.
Particolari del terminal ferroviario, in cui predomina l’idea di leggerezza con la pensilina appoggiata su esili sostegni e l’abbandono del concetto di basamento inteso come elemento che lega l’edificio al suolo.
Aerial view of Hoenheim North Station in Strasbourg designed by Zaha Hadid.
Airdiasol-Rothan
Héléne Binet
Details of the railway terminal designed around lightness with a cantilever roof resting on thin supports and no sense of a basement acting as a means of connecting the building to the ground.
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he Mies van der Rohe Award for Contemporary LatinAmerican ‘Architecture was flanked by the corresponding award for European architecture in 1987, as part of a joint-venture between the European Commission and the Fundació Mies van der Rohe. The two-yearly prize has been awarded to works designed by architects of international fame such as Siza, Foster Bonell/Rius, Grimshaw, Perrault, Zumthor, Moneo and Hadid in 2003; it was then decided to allocate special mentions for “young architects” awarded to Florian Nagler in 2001 and Jurgen Mayer H. this year. The Mies van der Rohe Award goes to works built over the previous two years in EU nations, in order to attract attention to modern creativity and make people more aware of the socio-cultural roots of contemporary architecture in European cities. The 2003 jury, composed of David Chipperfield (head), Aaron Betsky, Eduard Bru, Ingeborg Flagge, Shane o' Toole, Matthias Sauerbruch, Kazuyo Sejima, Deyan Sudjic, Alejandro Zaera-Polo and Lluis Hortet (secretary), selected five works - out of 41 preselected from the 269 original entrants for the Award - and from these five finalists (De Geyter, Hadid, Lacaton/Vassal, Mecanoo, Mayer) eventually awarded the prize to Zaha Hadid’s Terminus Hoenheim North in Strasbourg and Jurgen Mayer H’s Scharnhauser Park Town Hall in Ostfildern, Germany.
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L’esterno della Scharnhauser Park Town Hall a Ostfildern, realizzata da Jurgen Mayer H. Il Municipio è qui concepito come edificio pubblico multifunzionale con uffici, impianti sportivi, saloni per matrimoni, biblioteca, galleria d’arte, sale per musica.
Despite its obvious graphic-stylistic force, what the jury really liked was the physicality of the building and way the project managed to include both a station and also adjacent car park designed with great originality and intensity with a minimum of resources. The Hoenheim North Station is located at the end of the B tram line running north-south across Strasbourg and actually envisages the construction of a 700-space junction car park split into two parts for people leaving their cars or bikes to use the public service. It includes a waiting room, bicycle stand, toilets and shops. Built entirely out of concrete without the slightest touch of ornamentation, it works around a terse style focusing on spatial manipulation aimed at creating dynamic cavities. The building cannot be read on a static basis and can only really be interpreted and perceived in terms of motion. The work is designed to inject fresh meaning into the area: like a nucleus of dynamic forces it slots in to give the site organicity and style. The streamlined cantilever roof starts at ground level and then gently rises up into space before dropping back down again to grade level; the black asphalt of the car park is painted with original white lines functionally designed to mark the parking spaces but metaphorically evoking the north-south direction of Line B; Hadid has also designed slats in the cantilever roof to capture light and air, and the car park lights are slanting to evoke Walter de Maria’s Light-
ning Field. All these lines, reminiscent of three-dimensional vectors create a space defined in terms of movement and circulation: the motion of cars, trams, bicycles and pedestrians. One of the peculiar features of all Zaha Hadid’s work, and this station in particular, is the obvious sense of lightness they transmit: here the cantilever roof rests on thin supports that appear to defy the laws of statics, and any idea of a basement viewed as a means of connecting the building to the ground is missing altogether. This means the work appears to explode from the depths of the earth before developing along the lines of flight, force and centrifugal motion. As it brings together planes, lights and spaces, the project creates a sense of transition from the open space of the surrounding landscape to the public space inside, striving to blur the boundaries between nature and artifice. The special mention for “young architects” was awarded to the German contestant Jurgen Mayer H. (Stuttgart, 1965) for his project for the Scharnhauser Park Town Hall in Ostfildern. The old town hall has been converted into a multi-purpose public building with offices, sports facilities, wedding reception halls, a library, art gallery, and music rooms. The jury appreciated the high quality of the materials and sophisticated use to which they were put, as well as the manipulation of spaces. Situated in the middle of Scharnhauser Park in an
old military barracks near Stuttgart Airport, Mayer put his imagination to good use in turning these spaces into welcoming places with quite surprising qualities. “Surprise” is the first feeling visitors get when running across the Town Hall: there is a computer-designed retaining wall dropping down from the cantilever roof to the main entrance, and an Egram or model representing the emission of data from public institutions designed like a non-material three-dimensional map of the new building encased in a glass cube. The building’s monolithic Cartesian outside appearance contrasts with the highly elaborate inside space: here Mayer has used simple materials (concrete and glass) to create an extremely elaborate spatial layout, where the solid box structures surrounding the building layout seem to float in empty spaces. Clever use of lighting makes the inside space even more evocative. A panoramic deck up on the roof, which can only be used after opening hours, creates an interesting new public space and makes the building interact with its setting. Animation created using water and light sets up subtle relations between nature and technology, like for instance the Wind-Light installation in the outside space made from luminous elements projecting light on the ground and animated by the wind’s motion or the movement of Pitter-Patterns that turn the entrance elevation into a transient skin.
Particolare della scala interna. Gli interni presentano una spazialità sofisticata, dove nei vuoti sembrano galleggiare i volumi pieni delle “scatole” che perimetrano la pianta dell’edificio.
Detail of the inside steps. The interiors have an intricate spatial design, with the solid “box” structures running around the outside of the building seemingly floating through the open spaces.
David Franck
The outside of Scharnhauser Park Town Hall in Ostfildern designed by Jurgen Mayer H. The Town Hall is designed like a multi-purpose public building with offices, sports facilities, wedding reception rooms, a library, art gallery and music rooms.
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Capolei-Cavalli Architetti Associati
Pensare per immagini Cruise Terminal, Civitavecchia Nella pagina a fianco, rendering della struttura del nuovo Terminal Crocieristico del Porto di Civitavecchia. Il nuovo edificio, lungo 170 m, sarà ubicato lungo il molo Antemurale Colombo, a fianco del terminal esistente, parallelamente alla banchina.
Opposite page, rendering of the structure of the new Cruise Ship Terminal in Civitavecchia Harbour. The new building, measuring 170 me in length, will be situated along Antemurale Colombo Pier alongside the old terminal and parallel to the prom.
Credits Project: Studio Capolei-Cavalli Architetti Associati Hydraulics and Marine Project: Modimar, Acquatecno Electrical and Mechanical Plants Project: Studio Mattiucci Hydric and Sewing Plants Project: Tecnica Traffic Plan: Dam Structural Consultant: Proges Engineering Client: Autorità Portuale di Civitavecchia
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i è in questo progetto, un po’ come in tutte le cose intriganti, una sorta di ambiguità: quella che non consente di distinguere, a colpo d’occhio, se quell’oggetto affusolato posto sul colmo d’un molo del porto di Civitavecchia sia pronto per essere imbarcato per chissà quale destinazione oppure se costituisca, esso stesso, un’attrezzatura per l’imbarco delle cose e delle persone o, ancora, se possa, dopo essere stato calato in acqua con un apposito paranco, resistere e superare la prova di galleggiamento. Certo è che la prima funzione del nuovo terminal crocieristico del porto di Civitavecchia, progettato dagli architetti associati Capolei-Cavalli, è quella di essere visto, per suscitare in chi guarda una curiosità, una suggestione, una domanda, un proposito. L’imperturbabile ieraticità della silhouette, indifferente a qualunque inquadratura o zoomata, pone il manufatto quasi in una dimensione di estraneità rispetto alle sequenze di attrezzature marittime che disegnano il paesaggio portuale, confermando quanto assolutezza e particolarità della forma di un oggetto non dipendano tanto dai caratteri oggettivi che lo costituiscono ma piuttosto dalla collocazione in un contesto di altri oggetti e forme. La nave accosta con le lente manovre riservate ai transiti in acque interne, e a poco a poco quell’oggetto che in lontananza pareva galleggiare, luccicando, entro la darsena interna, si avvicina sempre più, fino a tradire una indubbia fissità rispetto a un basamento monolitico di pietra scura, che relega l’ipotesi sulla capacità traslatoria del fuso in acciaio e vetro a curioso gioco di fantasia: a certa architettura chiediamo non tanto di addurre nuove immagini alla nostra mente, quanto piuttosto di disporre la nostra mente a recepire entro sé una pluralità di immagini generate da una occasione. Il progetto, plasmato più secondo un processo intuitivo che compositivo, si presta a questa nostra libertà interpretativa e lo fa tantopiù quanto, immaginando di entrarvi, cogliamo lo spazio sviluppato tutt’attorno a noi come un grande vuoto limitato da una pelle trasparente distesa su una ossatura metallica, una specie di ventre della balena, entro cui si organizzano liberamente piani e percorsi avanzando lungo i quali percepiamo, all’esterno, la banchina, le navi, il cielo, e il mare che, aspiranti argonauti, pregustiamo di solcare partendo proprio da lì. L’apparente antinomia di questo manufatto, sta proprio nel sovrapporre la sua mal celata impermeabilità in entrata e in uscita alla sua effettiva funzione, che è quella del luogo provvisorio del passaggio fra terra e mare, dando l’idea che i fruitori, entrando, siano sottoposti a una sorta di prova generale d’imbarco. Le luci del tramonto tirrenico cambiano il colore del mare e anche i raggi del sole possono entrare fino all’ultimo nel grande ventre trasparente, mai radenti rispetto agli spicchi della ciclica convessità, fino a che, dopo il crepuscolo, le ombre, invertendosi come nei quadri di Magritte, concedono un’ultima sorpresa, lasciando intravvedere all’interno del fuso una complessa macchina brulicante di attività entro una linea di attrezzature portuali di notte statiche e appena percepibili attraverso le luci rosse delle sommità. “Pensare per immagini”, splendida occasione regalataci da certa architettura, vuol dire essere in condizione di poter “mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, permettendo che le immagini si cristallizzino in una forma ben definita, memorabile, autosufficiente, ‘icastica’”. (Italo Calvino) Ruffo Wolf
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ike all intriguing things, this project has something ambiguous about it: something that prevents you from knowing at a glance whether that streamlined object on top of the pier in the port of Civitavecchia is ready to be boarded for some destination or other, whether it is in itself a means of loading people or objects or, alternatively, whether, after being lowered into the water by a special hoist, it will even pass the floating test. But there can be no doubt that the main purpose of the new cruise ship terminal in the port of Civitavecchia, designed by the associated architects Capolei Cavalli, is to actually be seen, to catch people’s eye and make them think, wonder and surmise. The solemn stateliness of its outline, indifferent to how it is zoomed in on or focused on, shift the construction onto a quite different plane from the sequences of maritime props and equipment describing the harbourscape, underlining the fact that the peculiarity and characteristic form of an object do not so much depend on its objective, constituent features as its position within a context of other objects and forms of a quite distinct and different nature. As the ship sails slowly into the harbour, the object that from a distance seemed to be floating and glittering in the dock gradually gets nearer and nearer until its static nature becomes quite clear against its dark stone base. The steel and glass cast has set our imaginations working: certain works of architecture are not so much expected to conjure up new images in our heads as to enable our minds to take in a number of images at one time. This project, shaped more along intuitive than design lines, lends itself to our own free interpretation, and all the more so if, as we imagine entering it, we grasp the space developed all around us, like a huge void enclosed within a transparent skin stretched over a metal skeleton, a sort of whale’s belly inside which planes and pathways are freely set out. As we move through it we can see on the outside the dock, ships, sky and sea which, as aspiring argonauts, we get ready to sail departing from this very point. The construction’s apparent antinomy lies in superimposing its poorly-hidden impermeability over its actual function, which is to act as a transit area between the land and sea, creating the idea that all those using it are undergoing a sort of dress rehearsal before boarding proper. The twilight over the Tyrrhenian Sea changes the colour of the gently rippling water and even the sun’s rays can flow through the large transparent belly right until it sets, when the shadows then invert like in Magritte’s paintings, offering one last surprise as you catch sight of a fancy machine buzzing with activity within a row of port equipment standing still in the night and only just visible through the red lights on top. “Thinking in images”, a wonderful opportunity provided by certain works of architecture means being in a position to “focus on visions with your eyes closed, letting images take shape in definite, memorable, self-contained and “pictorial” forms.” (Italo Calvino)
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Nella pagina a fianco, pianta, sezione longitudinale, planimetria generale e prospetto. Sinistra, planimetria e, sotto, rendering. L’immagine esterna dell’ellissoide allungato prevede un lato opaco e uno trasparente, verso le navi; la scocca opaca è realizzata con un pacchetto di copertura con un rivestimento in lastre di rame centinate tipo TECU-patina; il lato trasparente è formato da una serie di vetri centinati montati sovrapposti che ricordano le squame dei pesci, con una sottostruttura in elementi scatolari di alluminio.
Opposite page, plan, longitudinal section, site plan and elevation. Left, site plan and, below, rendering. The outside image of the elongated ellipsoid features an opaque side and a transparent side by the ships; the opaque shell comes with a roof with a cladding of TECU-glaze style sheets of curved copper; the transparent side is made of a set of overlapping curved glass panels that look rather like fish scales, with a sub-structure of aluminium box-shaped elements.
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Auer + Weber + Architekten
Immaterialità e trasparenza Petuel Tunnel, Munich
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Credits Project: Auer+Weber+Architekten with Stephan Suxdorf (from 1997) and Thomas Bittcher-Zeitz (to 1989) in joint venture with Mayr+Ludescher, Sebastian Slapnicar, Robert Vogl Structural Planning: Mayr+Ludescher Glass Expert: Omer Buçak Glass Statics: Delta-X 3D Workshop Planning: Elsner Planning Company for Steel Construction Fire Protection Expertise Kersken+Kirchner Landscape Planning: Jühling+Bertram Traffic Planning: Dorsch Consult Main Contractors: Loharens Ing.-Bau (steel), Vetrotech Saint Gobain (glass), Arge Max Bögl/Ed. Züblin (concrete) Project Management: Baureferat Tiefbau, Abtgl. Wasser- und Brüruckenbau Client: City of Munich
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oggi, uno dei materiali più fortemente caratterizzanti la contemporaneità e la sperimentazione. La questione del vetro nello spirito dell’architettura moderna e contemporanea continua a essere connotata da un’aurea di utopia. Il desiderio di accedere a cristalli realmente utilizzabili come materiale strutturale caratterizza la ricerca sul vetro da parte dei principali produttori, università, realtà professionali. Alcuni recenti progetti, come il Ponte di vetro sul Tevere, le passerelle in vetro strutturale nella cattedrale di Aquileia, alcune avanzate integrazioni di pellicole fotovoltaiche in sistemi vetrati, e alcuni aspetti figurativi di progetti come gli uffici SNAM di San Donato Milanese di Gabetti e Isola, nonché i sempre più diffusi progetti per “biosfere artificiali” o serre abitate, rappresentano le punte avanzate di un’intenzione architettonica che punta sull’esplorazione delle qualità del vetro, generando un gruppo consistente di ricercatori in questo campo. In questo gruppo può essere annoverato il lavoro di Auer + Weber + Architekten per il Petuel Tunnel a Monaco di Baviera, nel quale il vetro – pur non essendolo completamente – è organizzato a costituire visualmente e concettualmente un sistema assoluto e portante, offrendo in un unico gesto un rivestimento di protezione al rumore, un’efficace membrana antincendio e una entusiasmante espressione urbana. Alessandro Gubitosi
gio entusiasmante e a trasformarlo in proposte concrete, introducendolo con forza nel dibattito del Movimento Moderno, dal quale non sarà mai più separato. Le sue proposte per il grattacielo sulla Friederich Strasse, in due versioni, raccontano di una concezione del tutto inedita per l’epoca di utilizzare il vetro in architettura, a testimonianza del grande impegno del maestro tedesco verso l’innovazione dei materiali e teoria compositiva. In questi progetti viene delineata per la prima volta la modalità di utilizzazione del vetro come superficie continua di un involucro, non più semplicemente a tamponamento di una bucatura. Mies mostra anche di aver compreso alcuni degli aspetti fondamentali che l’uso del vetro implica nella composizione architettonica. Parlando delle sue proposte rivela di aver compreso che con le superfici vetrate non si tratta più di controllare il gioco di chiaroscuro che aveva caratterizzato le facciate tradizionali, ma l’attenzione è posta sulla serie di riflessi e riverberi che il materiale siliceo innesca ineffabilmente nel gioco della composizione. Al fine di controllare questi aspetti, Mies dichiara di agire sull’angolazione dei piani verticali tenendo presente l’interazione delle pareti che risultano così definire una sorta di forma a stella in una delle proposte, e una forma fluida sinuosa in un’altra. Il vetro strutturale e la nozione di facciata continua passa così definitivamente nella sfera dei materiali dell’architettura moderna e della composizione, fino a rappresentare, ancora
lass has been the material of the future for about the last 100 years. Its vocation as a utopian element of unfulfilled potential was first introduced into debate on the newly emerging modern movement by Paul Scheerbart, who wrote about its use for inspiring new lines of avant-garde architectural experimentation in Bruno Taut’s magazine Früchlicht. The term Früchlicht, meaning glass architecture, was used by Scheerbart to refer to a broader architectural concept than just a simple re-working of how glass might be used in architecture or the kind of intensive/modular use made of it by Paxton for his Crystal Palace design dating back to the previous century. The term was supposed to evoke a new overall attitude aimed at changing reality, partly drawing on a new philosophy of architecture to create a positive, open world described using adjectives associated with glass: transparent, luminous, gleaming. Far from posing technical problems in making actual use of glass in architecture, the drawings and writings created to describe this new aspiration were fairy-tale glass castles slotted in rocky Alps or iron houses with glass walls. The designs were really images designed to set new politicalsocial goals through architecture, which rarely ever took concrete form in real designs.
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Nella pagina a fianco, l’imbocco del nuovo tunnel realizzato lungo il Petuel Ring a Monaco di Baviera per proteggere le abitazioni a ridosso dell’anello stradale dal rumore del traffico. Sotto, planimetria generale dell’intervento.
Opposite page, the entrance to the new tunnel built along the Petuel Ring in Munich, Bavaria, to protect the houses near the ring road from noisy traffic. Below, site plan of project.
Stefan Müller-Naumann
l vetro è il materiale del futuro da circa 100 anni. La sua vocazione di componente utopico dalle promesse non mantenute fu introdotta nel dibattito del nascente movimento moderno da Paul Scheerbart, che sulle pagine di “Früchlicht”, la rivista di Bruno Taut, lo utilizzò per ispirare nuove strade per la ricerca architettonica d’avanguardia. Il termine Glasarchitektur, l’architettura di vetro, era stato introdotto da Scheerbart per indicare un concetto architettonico più ampio della semplice riconsiderazione dell’uso del vetro in architettura, o dello studio del suo uso intensivo e modulare offerto nel secolo precedente dall’esperienza di Paxton ed il Christal Palace. Il termine intendeva evocare un nuovo atteggiamento globale di trasformazione della realtà, che poteva tendere, anche grazie a una nuova filosofia architettonica, verso un mondo positivo e aperto descritto attraverso gli aggettivi propri del vetro: trasparente, luminoso, splendente. I disegni e i testi creati per descrivere questa nuova aspirazione, lungi dal porre problematiche tecniche per una concreta utilizzazione del vetro in architettura, rappresentano castelli da favola in cristallo incastonati sulle rocce alpine, oppure case in fil di ferro dalle pareti vetrate. Le proposte consistevano in immagini create per definire una nuova aspirazione politica e sociale attraverso l’architettura, ma raramente erano concretizzate in una reale proposta tecnica. Mies van der Rohe fu uno dei primi a raccogliere questo messag-
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Vista prospettica dei 240 metri del tunnel. La vetrata di copertura è stata appositamente studiata per un’alta resistenza al fuoco: in caso di incendio, i pannelli dello strato inferiore, rivestiti da un riflettente termico, si abbassano di un paio di centimetri poggiando su delle piastre di sostegno e vanno così a costituire uno strato isolante di aria che protegge i pannelli di vetro portanti per oltre trenta minuti.
Particolari della struttura in vetro e acciaio che racchiude l’intero percorso del tunnel. Sotto, sezione all’ingresso.
Details of the glass and steel structure enveloping the entire tunnel. Below, section of entrance.
Perspective view of the 240 metre long tunnel. The glass roof is specially designed to be highly fireproof: in case of fire, the panels on the lower layer clad with a heat reflector are lowered a couple of centimetres to rest on the support plates and thereby create an insulating layer of air protecting the bearing glass panels for over thirty minutes.
Mies van der Rohe was one of the first to take up this exciting challenge and use it to produce genuine works of architecture, projecting it right into the heart of Modernist debate, where it has always remained. His two separate designs for a skyscraper along Friederich Strasse show a radically different way of using glass in architecture, illustrating the German master’s great efforts to introduce innovations in both materials and stylistic theory. These projects showed for the first time how glass could be used as a curtain surface for a shell, and not just to fill in a hole. Mies also showed he had grasped some of the key implications arising from the use of glass in architectural design. Talking about his designs, he showed he had understood that glass surfaces were no longer just a means of controlling chiaroscuro interplay as is the case with conventional facades, attention was now being focused on the series of reflections and reverberations that this silicone material inevitably triggers off in any stylistic design. Mies controlled these effects by acting on the angles of the vertical planes, paying due heed to interaction between walls that created a sort of stele shape in one of his designs and a winding fluid form in the other. This finally took structural glass and the idea of the curtain façade into the realm of the materials of modern architecture 66 l’ARCA 185
and design, and of course glass is still one of the most distinctive materials in modern-day composition and experimentation. The question of glass in modern and modern-day architecture is still treated along utopian lines. The desire to find crystals that can really be used as a structural material is the most distinctive feature of research into glass by both leading manufacturers and university professors. Some recent projects, like the glass bridge of the Tiber, the structural glass walkways in Aquileia Cathedral, and certain figurative features of projects like those for the SNAM offices in S. Donato Milanese designed by Gabetti and Isola, as well as popular projects for “artificial biospheres” or inhabitable glass houses, are at the very cutting of architecture aimed at exploring the qualities of glass, resulting in a considerable group of researchers in this field. This includes the work of Auer + Weber + Architekten for Petuel Tunnel in Munich, Bavaria, where glass – although only part of the construction – is designed to visually and conceptually create an absolute, bearing system, providing one sweeping protective cladding against noise, a genuinely effective fireproof membrane and striking urban landmark. Alessandro Gubitosi
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Ugo Cantone, Gaudenzio Occhipinti, Mario Rizza
Il risveglio di Siracusa New Cultural Centre ssieme ad Atene, Siracusa è, agli occhi del mondo, il simbolo dell’antichità classica cristallizzata, il luogo dove si respira l’atmosfera di quella gloriosa cultura. Per ciò stesso: il luogo dell’immutabile, come è anche del carattere e del comportamento quieto ed estatico dei suoi abitanti. L’isoletta di Ortigia, non priva di assonanze tipologiche e toponomastiche con la Laguna, costituisce uno dei due grandi poli di questo senso di eterno che plana nel placido incresparsi delle acque del grandissimo porto e che si annida fra le strettissime “calli” e i piccolissimi “campi”. L’altro polo è la zona archeologica, al di là del ponte, con l’orecchio di Dionisio e il teatro antico. Negli ultimi anni la situazione è cambiata non poco, e come d’un tratto. Oltre a pensare ai turisti di passaggio, un gran numero, la città ha iniziato a organizzarsi in senso strutturale e dell’attivismo, a beneficio dei propri consociati, e con nuovi richiami per il turista. Cultura e formazione, alla base. Un nuovo indirizzo nel cartellone dell’Inda (Dramma Antico), succose manifestazioni spettacolari di prima mano, un piccolo spazio per l’arte contemporanea, accademie d’arte private, un centro americano di formazione con attenzione al Mediterraneo, artisti che prendono studio in Ortigia, senza tuttavia prospettive facili di sopravvivenza, il parcheggio Talete (ogni nome a Siracusa suona greco) di fronte al vecchio carcere vicino al vivacissimo mercato all’aperto che finisce con l’addossarsi al tempio di Apollo. Vecchi, gloriosi alberghi ristrutturati e lucidati a nuovo nel cuore di Ortigia, dove comunque proliferano i bread & breakfast, spazi disponibili al riuso, come l’ex caserma Abela, luoghi ambientali che scopri inaspettatamente nei piccoli cortili, silos svettanti sul porto su cui in qualche modo si interverrà (abbatterli? abbassarli? ripensarli come contenitori per iniziative espositive effimere?). Ma a dare nuovo slancio alla città è la Facoltà di Architettura dell’Università di Catania che ha sede proprio in Ortigia, e a cui recentemente la Facoltà di Lettere della città etnea ha fatto seguire un corso di laurea in Beni Culturali. E’ in questo clima di rilancio culturale ed educativo e infrastrutturale (in questo periodo si sta costruendo un altro ponte di collegamento con l’isola) che si inquadra il progetto per un Centro Polifunzionale Culturale voluto dal Comune. Attività di congressi, mostre, musica, danza, teatro sono previste in uno spazio un tempo sede dell’Enel, in via Malta, vicino al ponte in costruzione e ai citati silos. Progetto ambizioso per la sua sfida a inglobare in un involucro nuovo, anche per materiali, il preesistente, ossia due capannoni. Lo firma Ugo Cantone con la collaborazione di Mario Rizza, Gaudenzio Occhipinti e la partecipazione di Giancarlo La Rosa. L’impegno profuso da Cantone è frutto della confluenza di varie circostanze: l’annosa frequentazione di questa area geografica, la dimestichezza con la storia locale, non solo architettonica e urbanistica (fra i materiali, il progetto tiene conto della pietra calcarea di Comiso e della pietra asfalto di Ragusa); e ancora: la sensibilità speciale per gli eventi culturali, l’amore per Ortigia che non poco peso ha avuto nell’individuazione della sede per la Facoltà di Architettura che egli tuttora presiede. Insomma, è un progetto pensato per Siracusa e non per Syracuse, per come gioca fortemente con la trasparenza e con una comunicazione visiva reale tra dentro e fuori, e addirittura tra invaso e intorno, e ancora per come tiene conto del substrato strutturale, formale e urbanistico del preesistente. Guardando i capannoni da sud, c’è, attiguo, alla loro sinistra, un
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Credits Project: Ugo Cantone, Gaudenzio Occhipinti, Mario Rizza Collaborator: Giancarlo La Rosa Client: Comune di Siracusa, Provincia di Siracusa
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edificio a due piani, dismesso e in attesa di riuso. Due ipotesi: annetterlo nel progetto, oppure farlo rivivere autonomamente. Decisioni del committente che si avvale di questa elasticità del progetto. Due grandi capannoni in muratura in un contesto di edifici di periodi differenti, comunque Novecento, e delimitati a nord da una struttura progettata in epoca fascista da Rosario Leone e destinata alla gioventù littoria. Partendo da questi dati essenziali e sostanzialmente minimali, il progettista si giova di due idee di fondo che finiscono col conferire piena originalità al Centro: una forte caratterizzazione che, per il contrasto con le soluzioni strutturali e formali contemporanee piuttosto tradizionali dell’intero tessuto urbanistico, può far pensare al contrasto tra il Centro Pompidou e l’intorno in cui esso ha fortemente interferito alla metà degli anni Settanta. Ma è chiaro che oggi abbiamo una maggiore disponibilità al nuovo, anche quando, come in questo caso, esso si impone fortemente sulle abitudini. Quali queste idee? Intanto un involucro trasparente che ingloba i capannoni. Trasparente e quasi filiforme sicché arrivi sinestesicamente alla tattilità. Un prisma, in ossequio al quale sono state eliminate, del preesistente, tutte le superfetazioni, allo scopo di semplificarlo e armonizzarlo. Semplificarlo: in rapporto alla forte primarietà del prisma che determina il complesso gioco volumetrico interno. Armonizzarlo: con le linee di tensione che sono numerose verso l’alto e verso il basso, dritte e inclinate, e che richiamano il sistema delle spinte e delle controspinte materiate in strutture reticolari di acciaio a sezioni triangolari. Una struttura inglobante ma indipendente da quella preesistente, e che presenta colonne di acciaio. L’altra idea fondamentale è una piramide giocata, rovesciata, al centro dell’intero invaso la cui punta mira al centro dell’androne, al piano terra, dove si apre si sviluppa una sala per convegni capace di quasi 200 posti. Il prisma e la piramide determinano una spazialità che sovverte il rapporto centro-periferia di origine romana: al posto del principio per cui l’altezza aumenta andando dal perimetro verso il centro, due movimenti in contraddittorio, uno centrifugo e l’altro rotatorio. Il rapporto spaziale e funzionale tra i due livelli è pensato con un’articolazione ricca e chiara nello stesso tempo, certamente complicata dalla trasparenza in cui entra in gioco anche l’esterno. Al piano terra, giardinetti di ingresso e di sosta, vegetazione (già presente), un grande atrio che può fungere da auditorium dall’ampiezza elastica. Sul lato est viene inglobato un marciapiede a portico (dà sulla via Malta, in questo tratto sprovvista di marciapiede). Sei scale portano al piano superiore, a quota +3.40. Vi si trova una piattaforma connettiva che affaccia sull’androne sottostante; quattro vomitori che danno l’accesso alla piastra centrale polifunzionale: congressi, spettacoli ecc. Le scale attigue ai vomitori presentano spalliere di sicurezza in metilmetacrilato il cui spessore misura 6 centimetri. Un contenitore (polifunzionale) che è anche un oggetto artistico grazie alla complessità volumetrica del rilevato gioco tra prisma e piramide. Sarebbe il secondo edificio a rimanere nel ricordo del turista e nel senso estetico dei concittadini dello scrittore Elio Vittorini. Il primo, il Santuario della Madonna delle Lacrime, con la cupola in corsa vertiginosa verso il cielo; questo, mondano in forza della sua destinazione, ma ricco di provocazioni diversamente spirituali, ossia sensoriali e mentali. Carmelo Strano
Dal basso in alto, piante del piano terra, del livello a quota +3.40, pianta del livello a quota +6.40 del progetto per la trasformazione dei locali ex Enel in Via Malta a Siracusa in Centro Polifunzionale Culturale.
From the bottom, plans of the ground floor, of the +3.40 level, of the +6.40 level, of the project for the transformation of the former Enel complex in Via Malta, Siracusa, in a Multifunctional Cultural Centre.
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n the world’s eyes, along with Athens, Siracusa is the symbol of crystallized classic antiquity, the place where you can breathe in the atmosphere of that glorious culture. Due to this, it is immutable, just like the character and the quiet, ecstatic behavior of the people who live there. The small island of Ortigia, which both from a typological and toponymical viewpoint resembles the Lagoon in some ways, constitutes one of the two great attractions of this eternal glory. The other attraction is constituted by the archeological area, beyond the bridge, with Dionysus’s ear and the ancient theater. But all of a sudden, in the past few years things have changed quite a lot. In addition to a great number of passing tourists, the city has become more active, and has started getting organized from a structural point of view, to the benefit of its own inhabitants and with new attractions for tourists. A new address on the bill of the Inda (Ancient drama), enticing, spectacular original performances, a small space for contemporary art, private art academies, an American training center featuring the Mediterranean, artists that open up their own studios in Ortigia. But what is really giving a fresh impetus to the city is the Faculty of Architecture, a part of the University of Catania which is actually based in Ortigia. Recently, the Etnean city’s Faculty of Arts has held a graduate course there. It is within this setting of cultural, educational and infrastructur-
I
al revival (during this period, another bridge is being built as a link to the island) that the Town Administration is encouraging the realization of a project for a Polyfunctional Cultural Center. In via Malta, near the bridge which is under construction a complex that was once the Enel premises will be used for conferences, exhibitions, dancing and drama. This is an ambitious, challenging project, as it involves incorporating two preexisting sheds into a new shell made of new materials. The design is by Ugo Cantone, with the cooperation of Mario Rizza and Gaudenzio Occhipinti, and the participation of Giancarlo La Rosa. Cantone’s commitment to the project is due to a series of circumstances: he has been frequenting this area for years and is familiar with the local history concerning more than the architecture and town planning (for this project, some of the materials to be used are limestone from Comiso and asphalt Stone from Ragusa). Furthermore, he is deeply interested in cultural events, and he loves Ortigia, which is one of the reasons why it was singled out as the best location for the Faculty of Architecture, which he himself presides. There’s a lively play with transparence and between a real internal and external visual communication, and even between the constructed area and its surroundings. And what’s more, the project keeps the preexisting structural and formal substratum and plan in consideration. Viewing the two sheds from a southern angle, on the
left there is an abandoned two-story building that could be utilized. At the north, they are bounded by a structure that was designed by Rosario Leone during Fascist times for the Fascist youth movement. Starting from these essential and basically minimal features, the designer made use of two fundamental ideas that endow the Center with real originality and strong character, also due to the contrast with the rather traditional contemporary structural and formal solutions of the entire fabric of the city. A transparent covering that envelopes the sheds: so transparent and almost filiform that it leads to tactility by synesthesia. A prism; in tribute to this prism, all of the additions upon additions of what preexisted have been eliminated, so as to simplify and harmonize the whole. Simplification arises from the prism’s dominating position, as it determines the complex internal volumetric play. A harmonic whole is achieved through the multiform straight and bent lines of tension running upwards and downwards, suggesting the system of thrusts and counterthrusts in triangular steel grid structures. A construction that covers the existant structure but is independent from it, with steel columns visible from the exterior. Another fundamental idea is an upside-down pyramid at the center of the entire complex; its point is placed in the center of the lobby on the ground floor, where a 200-seat conference hall opens up. The prism and the pyramid bring about a spatiality that overturns the center-outskirts rela-
tionship of Roman origins: instead of the principle by which height increases from the perimeter towards the center, we have two contradictory movements, one centrifugal and one rotatory. The spatial and functional relationship between the two levels is richly yet clearly structured, and is undoubtedly rendered more intricate by the transparence of the exterior, as well. On the ground floor there are small gardens at the entrance, greenery (naturally present), a great entrance that can also be used as an auditorium due to its elastic spaciousness. A porticoed sidewalk is incorporated on the east side (overlooking via Malta, which is not provided with a sidewalk on this side). Six flights of stairs lead to the top floor. From here, a connecting platform rises over the underlying lobby; 4 interior entrances that give access to the polyfunctional central slab for conferences, performances, etc. The staircases adjacent to these entrances have 6centimeter-thick safety bars in methyl methacrylate. A (polyfunctional) container which is also an artistic object thanks to its volumetric complexity. This could be the second building to be stamped in the memory of tourists and – in an esthetic sense – in the memory of the writer Elio Vittorini’s fellow citizens. The first is the Sanctuary of the Madonna delle Lacrime, with its cupola rising giddily to the sky; this structure may be mundane for its purpose, but it arouses the spirit in a different way, touching the senses and the mind. Carmelo Strano
Rendering dell’arena per gli eventi culturali di maggiore portata, in cui il prisma trasparente esterno è penetrato da una struttura a piramide rovesciata di acciaio, determinando una dinamica spazialità del volume centrale.
Rendering of the main arena for the most crowded events. Here the exterior transparent prism is entered by a inverted pyramidal structure made of steel, which determines a dynamic space of the central volume.
Rendering della facciata trasparente che ingloba due capannoni preesistenti. Sotto, sezione trasversale e sezione longitudinale.
Rendering of the transparent facade wrapping two existing buildings. Below, cross and longitudinal sections.
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BonD-Brand on Design
BonD
Spazio di rappresentazione New Alfa Romeo Stands a tendenza è ormai a tal punto evidente che non solo non ha più bisogno di essere dimostrata, ma va assunta come premessa all’analisi di ogni evento: tutti ormai sanno, infatti, che nella dinamica dell’economia di oggi il fulcro non è più da ricercare nel prodotto, bensì nel modello di comunicazione che lo propone, lo definisce e, in definitiva, lo fa vivere. In tale prospettiva, perfino il vecchio concetto di “immagine” appare obsoleto, sostituito da altre configurazioni linguistiche, da altre strutture rappresentative: l’oggetto deve essere inserito, per imporsi nella fluidità del mercato e nelle oscillazioni dei consumi, in un universo narrativo coerente e robustamente strutturato, nel quale i paradigmi della pura spettacolarità si convertono in atmosfere più seducenti, che hanno sempre più nel teatro il loro punto di riferimento privilegiato. I Saloni dell’automobile che si svolgono annualmente in varie sedi internazionali sono di ciò una chiara dimostrazione. Lo stand dell’Alfa Romeo disegnato per il Salone di Ginevra del 2003 da BonD – Brand on Design – è di ciò un esempio significativo. BonD è stato incaricato dall’Alfa Romeo di disegnare tutti i nuovi stand, a partire dal Motorshow di Bologna del 2002. A Ginevra il problema è stati affrontato però in una prospettiva nuova. “Lo stand diventa lo spazio per la rappresentazione di uno spettacolo”, affermano i progettisti. “Il suo cuore è l’area spettacolo: uno spazio ampio, raccolto tra gradonate destinate al pubblico degli appassionati o ai visitatori di passaggio”. L’organizzazione dello spazio espositivo obbedisce dunque a una logica che è propria dello spazio teatrale, con la visione focalizzata su una “scena” nella quale gli attori sono gli oggetti, i prodotti (l’Alfa 147 GTA, l’Alfa Romeo Brera e la 156 GTA) e dunque, in definitiva, la tecnica sublimata nel design. A partire da questa impostazione generale, che converte l’esposizione in rappresentazione, e definisce il modello comunicativo di base, la metodologia progettuale assume una fisionomia più decisamente architettonica. “Il sistema a cellule”, precisano ancora i progettisti, “permette, con gli altri elementi modulari, di assemblare lo stand secondo innumerevoli varianti”. Il criterio del montaggio, e quindi della riproducibilità continuamente modificata, emerge dunque come rispecchiamento del design che costituisce, incarnato qui nella sua specificazione di car design, l’oggetto stesso dell’esposizione. Lo spazio espositivo e il prodotto esposto si fronteggiano così in un equilibrio delicato, ma convincente. Di qui in avanti, l’architettura dell’allestimento si distende in singoli episodi, imperniati sulle tre auto che costituiscono il punto focale dell’allestimento: una postazione radio per le interviste, la playstation con un gioco che ha per protagonista la 147 GTA, l’area De Adamich Centro Internazionale di Guida Sicura, nella quale il pubblico si cimenta in gare interattive con la 147 Selespeed, la cabina di regia. L’insieme risulta mosso in sequenze articolate, che raccontano eventi cristallizzati nei manufatti e invitano lo spettatore a farsi attore esso stesso della rappresentazione, pur lasciando tutta la scena – per esprimerci in termini apertamente teatrali – ai veri protagonisti, e cioè alle automobili e al marchio aziendale che le identifica globalmente. Questa filosofia progettuale apre insomma nuovi scenari, non solo alla tecnica degli allestimenti, ma anche al design, che non può ormai non essere consapevole della “parte” che il prodotto dovrà interpretare sul palcoscenico dei consumi. Maurizio Vitta
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Credits Project: BonD-Brand on Design: Benedetto Camerana, Luisella Italia
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his is now such an evident trend that not only does it no longer need to be pointed out, it must actually be taken as a premise for analysing anything new: everybody knows that the hub of modern-day economics is no longer to be sought after in the product itself but in the way it is communicated, defined and, at the end of the day, actually brought to life. With this in mind, even the old idea of “image” is now obsolete, replaced by other linguistic configurations and other forms of representation: to make an impact on the market and oscillating consumer patterns, objects must be slotted into a coherent and well-structured narrative universe, in which the paradigms of pure spectacle are converted into more seductive feelings increasingly influenced by the theatre. The Car Shows held annually in various international settings provide a fine example; but the same can be said about the various exhibitions of furniture, lighting or objects, confirming the fact that industrial design is now part of a complex strategy in which graphic and furbishing design play a much more fundamental role than in the past (treated almost on a par). The Alfa Romeo stand designed by BonD – Brand on Design – for the Geneva Show is a notable example. BonD was commissioned by Alfa Romeo to design all its new stands, starting with the 2002 Bologna Motorshow. In Geneva, the problem was tackled from a new angle. “The stand is treated like a place for hosting a show,” so the designers told us. “Its heart is the show area itself: a spacious area enclosed between seating for both fans and passing visitors.” The space is actually set out along theatrical lines with a “stage” as the focus of attention, where the actors are objects or products (the Alfa 147 GTA, the Alfa Romeo Brera and the 156 GTA), and technology is truly sublimated into design. Working around this general layout that turns exhibition into representation and dictates the basic means of communication, the design method takes on a more distinctly architectural guise. “The cell system,” as the designers point out, “combines with other modular elements so that the stand can be assembled in various different ways.” The means of assembly, and hence of constantly variable reproducibility, emerges as a mirroring of design, which, here embodied in the specific form of a car design, is the very object of the exhibition. This means the exhibition space and product on display interact in a delicate but effective balance. The furbishing design then extends into a sequence of separate episodes hinging around the three cars at centre stage: a radio position for interviews, a playstation with a game about the 147 GTA, the De Adamich International Centre for Safe Driving area, where visitors can take part in interactive races with the 147 Selespeed, and the director’s cabin. The whole design is smoothly set out to host events taking the form of actual objects and inviting visitors to be the real players in the representation, while leaving the entire stage – to borrow a term from the theatre – to the real stars of the show: the cars and the company brand identifying them on a global basis. This philosophy of design opens up fresh prospects, not just in terms of actual furbishing but also design in general, which can no longer ignore the “part” that products are destined to play on the consumer scene.
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Particolari costruttivi delle cellule-vetrina e, sotto, due configurazioni della pianta dello stand Alfa Romeo progettato e costruito da BonD (Brand on Design) per il Motorshow Bologna 2002.
Construction details of the glass window-cells and, below, two configurations of the plan of the Alfa Romeo stand designed and built by BonD (Brand on Design) for the 2002 Bologna Motorshow.
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Particolari dello stand che è costituito da uno spazio ampio, raccolto tra gradinate per far sedere il pubblico; all’interno sono disposte una serie di “cellule”, che sono contenitori dal design curvilineo in cui sono
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organizzate le diverse funzioni dello stand e una grande struttura sopraelevata in alluminio, vetro e aste di elevazione di acciaio destinata a sala stampa e sala VIP. La gamma delle auto Alfa Romeo è esposta in una
“galleria di luce”, mentre i motori sono alloggiati in cellule-vetrine in alluminio, vetro e plexiglas.
Details of the stand made of a spacious area between the seating facilities where the
general public is accommodated; there are a number of “cells” on the inside, which are actually curved-shaped containers housing the various stand functions and a large raised structure made of aluminium, glass and steel
elevation rods serving the press room and VIP lounge. The range of Alfa Romeo cars is on display inside a “gallery of light”, while the engines are lodged in window-cells made of aluminium, glass and Plexiglas.
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MCA-Integrated Design
Urbanità dell’immagine Urban Centre, Bologna Nella pagina a fianco, l’ingresso di eBOesposizione Bologna, il nuovo padiglione informativo sui progetti per la città realizzato davanti a Palazzo Re Enzo.
Opposite page, entrance to the eBO-Bologna exhibition, the new information pavilion about projects for the city built in front of Palazzo Re Enzo.
Credits Project: MCA Mario Cucinella Architects/Bologna: Mario Cucinella (Chief Architect), Elena Lavezzo (architect-in-charge), Eva Cantwell, David Hirsch, Filippo Taidelli, Davide Paolini, with Fabio Andreetti, Andrea Lardosi, Matteo Lucchi Lighting Project: Viabizzuno/Bologna: Mario Nanni Mechanical Plants: ISOCLIMA/Cremona Electrical Plants: ATSystem/Cremona Site Management: Enrico Iascone Main Contractor: Adanti/Bologna Metal and Glass Structures: Vetreria Longianese/Cesena Metal Structure Design: MEW - Manfroni Engineering Workshop Executive Management: Finanziaria Bologna Metropolitana Client: Comune di Bologna
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informazione e la comunicazione sono problemi quanto mai attuali nelle città contemporanee, e il Comune di Bologna, sulla scorta di quanto realizzato in altri centri, ha deciso di dotarsi di un “Urban center” per portare a conoscenza della cittadinanza i suoi programmi e le realizzazioni di interesse collettivo. L’ubicazione di questo nuovo servizio è Piazza Re Enzo, dove in corrispondenza di un vecchio sottopassaggio è stata creata una struttura di accesso e, in sotterraneo, uno spazio destinato al percorso espositivo, ordinato su tre aree rispettivamente dedicate alla mobilità, al territorio e all’architettura. Il progetto dell’opera è stato affidato all’architetto Mario Cucinella, il quale ha accettato la sfida dei due livelli dell’opera – quello esterno, segnale incisivo e punto di riferimento spaziale per l’intero tessuto circostante, e quello sotterraneo, di circa 1000 metri quadrati, legato a precisi schemi funzionali di comunicazione visiva – operando per sovrapposizione e contrapposizione. Così, mentre gli ambienti ipogei espositivi tagliano in orizzontale la prospettiva, scandita da un colonnato centrale e da un grande lucernario che esalta e puntualizza la visuale del materiale informativo, la parte superiore tende alla verticalizzazione e all’impatto visivo, che fornisce una distinta identità tanto alle strutture quanto alle funzioni dell’opera. L’accesso è concepito nella forma di due “gocce” vetrate, che si impongono nel vetusto ambiente circostante ed entrano in leale concorrenza con esso: da una parte il richiamo al passato del duecentesco Palazzo del Re Enzo, amato dal Carducci, ma la cui anima gotica ha subìto drastiche interpretazioni moderne, dall’altra le forme e i materiali di una contemporaneità irrequieta e tesa alla ricerca di linguaggi sempre più avanzati. Il risultato, dal punto di vista architettonico, mira volutamente alla dissonanza, ma recupera l’equilibrio a un livello di confronto più alto, quello che considera la città come organismo vivente, in continua trasformazione, la cui identità è garantita non dalla stasi, ma al contrario dallo sviluppo, con tutte le contraddizioni, le forzature o perfino le lacerazioni che questo comporta. Per situarsi in questa prospettiva occorrono oggi, almeno in Italia, coraggio e coerenza culturale. Va dato quindi atto all’Amministrazione comunale di Bologna di aver fatto scelte precise e all’altezza dei tempi, affidandosi a un architetto che ha il suo studio in città, ma che è noto dovunque per il suo lavoro sperimentale e di ricerca, e accettando di uscire dallo scivoloso terreno della mimetizzazione del nuovo nell’antico per lasciare all’uno e all’altro quell’autonomia sulla quale si regge l’evoluzione culturale delle città. Non per nulla una delle tre aree espositive è dedicata all’architettura, con l’illustrazione delle opere realizzate o progettate dal Comune: segno di un arricchimento della città che potremmo definire “urbano” non solo per il suo carattere cittadino, ma anche per il suo richiamo a una cultura fondata sull’intelligenza, sulle relazioni civili, sul confronto intellettuale e costruttivo. Il che fa di quest’opera nel suo complesso per un verso una dimostrazione del fatto che, come voleva Gio Ponti, l’architettura è figlia della committenza non meno che del progettista, e per un altro un ulteriore esempio (giacché per il mondo se ne trovano assai di più) di come la città possa rinnovarsi senza perdere la propria identità e anzi rafforzandola. Maurizio Vitta
L’
nformation and communication are highly topical issues in modern-day cities, and in the wake of what has happened in other places, the Bologna City Council has decided to furbish itself with an “Urban Center” to inform the community about its plans and other events of communal interest. This new facility is situated in Piazza Re Enzo, where (near an old subway) an entrance has been constructed and an underground space created specially for exhibition purposes arranged in three areas devoted respectively to mobility, the territory and architecture. The design of the project has been placed in the hands of Mario Cucinella, who took up the challenge of working on different levels – an outside design focusing on creating a striking landmark for the entire surrounding fabric, and an approximately 1000square-metre underground design based on precise functional schemes for visual communication – working in terms of overlap and counterpoint. So, whereas the underground exhibition facilities cut horizontally across the perspective through a central colonnade and large skylight in order to focus on and highlight the information material, the upper part tends towards verticality and visual impact, creating a distinct identity for both the structure itself and the function it serves. The entrance is designed in the form of two glass “drops”, that slot into its ancient surroundings and enter into fair competition with them: on one hand there is an allusion to the old thirteenthcentury Palace of King Enzo, that Carducci was so fond of, but whose Gothic core has been submitted to drastic modern renderings, and on the other the forms and materials of a rather disturbing sense of modern-day design focusing on the quest for increasingly cutting-edge idioms. Architecturally speaking, the result is deliberately intended to create dissonance, but it also finds a fresh balance on a higher plane that treats the city as a living organism undergoing constant change, whose identity is not guaranteed by staticness but, on the contrary, by growth and all the contradictions, stress and even rupture it entails. It takes real courage and artistic consistency to adopt this kind of approach in Italy today, so the Bologna City Council deserves praise for making very definite choices right up with the times, working with an architect who is based in the city but is known everywhere for his experimental/research work. The project also dares to wander off the slippery terrain of camouflaging the new in the old, so that both are here free to help the city grow and develop culturally. It is no coincidence that one of the three exhibition areas is devoted to architecture, illustrating the works designed or built by the City Council: a sign of how the place has developed along what we might describe as “urban” lines, not just because it is indeed a city, but also due to the way it has focused on intelligence, civil relations and constructive, intellectual confrontation. This means that, viewed in its entirety, this work shows that, as Gio Ponti was so keen to point out, architecture is just as much the product of clients as designers and, at the same time, is another fine example (since the world is actually full of them) of how a city can update without losing its identity, actually managing to strengthen it.
I
185 l’ARCA 77
Schizzo preliminare e, sotto, gli interni dell’urban center che si sviluppa in sotterranea nell’ex sottopassaggio pedonale di Via Rizzoli. Lungo il percorso espositivo l’allestimento illustra con pannelli esplicativi, fotografie, video, modelli i nuovi progetti per la città e viene periodicamente aggiornato e arricchito dai nuovi interventi e iniziative.
Preliminary sketch and, below, interiors of the urban center built underground in the old pedestrian subway in Via Rizzoli. The exhibition path displays explanatory panels, photographs, video clips and models of new projects for the city and is regularly updated and extended with new projects and ideas.
Particolari interni ed esterni delle “gocce” a doppia pelle: quella esterna di vetro laminato curvato, quella interna di tubi verticali di plexiglas trasparenti di 12 cm di diametro. Una goccia ospita un video di presentazione, mentre la seconda
78 l’ARCA 185
contiene la reception e ingloba la scala esistente di accesso agli spazi sottostanti.
Inside and outside details of the double-skinned “drops”: the outside skin made of curved laminated glass and the inside skin made of
transparent, vertical tubes measuring 12 cm in diameter. One drop holds a presentation video and a second contains the reception and encompasses the old entrance steps leading down to the spaces below.
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Merijn Bolink, Untitled, legno e vernice/ wood and paint, 50x85x145 cm, 2002 (tutte le immagini/all images courtesy of Galerie Fons Welters, Amsterdam).
Quando l’arte è utile When art is useful
C
80 l’ARCA 185
fter many years of work, Merijn Bolink (one of his monographs dates back to 1967) still represents an oasis of full and unconditioned vitality, emblem of essential energy, just like Tony Cragg and only a few other artists. Each of his works is different from the preceding one, but his works are all related if we stop to consider the foundations of his poetics. The latter, in fact, is not far from daily or existential life. Full and decisive dryness without any kind of self-gratification. He wanted to be an industrial designer, but he went to the art academy in Enschede (although he didn’t complete his studies there) and he unhesitatingly set out as a sculptor. He began modeling and painting, and he even taught himself different techniques. What really guided him was his philosophy. He didn’t see art as a form of immediate self-satisfaction, but as research work. Not formal research work (after all, his formalistic commitment would have led him to insist on surpassing himself continuously). He opened up a different kind of laboratory. A lab that did not neglect linguistic tension, but made language a means of serving semantic requirements. The meaning, the message. But Bolink is not driven by ethical or Calvinistic beliefs. In fact, the artist’s semantic proposal is spurred by the material or materials he uses. “Highlighting the hidden fetishistic content of the material is what interests me”. There’s something of the biologist in his logic, almost a memory of “Poverismo”, adhering to the physiology or emulation of this current. In any case, he shows a fierce attention to the phenomenology of objects, which, like everything else, are subject to the life-death process, condensing and transmitting their molecular history into the matter that substantiate them. It’s inevitable that the artist’s nature has been consolidated in the artistic form of installations, which are objects that elude the canons of contemplation. Are we entering Duchamp’s idea of the beauty within indifference? It’s not as simple as it seems, despite the fact that in 2000 Bolink presented “Open Door”, a common wooden door, its two panels opened at a right angle. In fact, I believe that Bolink has been affected by Dadaism, and by Duchamp in particular and then, in the past few years, he has kept a general categorical feel of those experiences, not a direct and active relationship with them. We might call it a sense of behavior. His installations are laid out in a sort of collusion with behaviorism: the latter is not an attitude connected with gestural expressiveness but with a well-considered action. This is why the artist uses every kind of material in the economy of his own expressiveness. But whatever material he uses, he uses it intentionally, even if he comes upon it by chance. Because in any case, the material he uses has to be able to stir up semantic consideration again and again, so that the author can play with reality and non-reality, between how things appear (the single object or the setting of various objects) and how they could be. So his omnivorous eye can fix upon personal belongings or on antiques. But also on musical scores. In this field, he has worked on scores by Bach (he comes from a family of restorers of musical instruments), contracting the tempo to the maximum. What Bolink probably had in mind was that he did not want to find himself being conditioned by thinking he might have to confide in an empty mind. It is the exasperated hope of who is condemned to thinking and making others think, of who lifts art above mere esthetic pleasure.
A
Gert-Jan van Rooij
on Tony Cragg e pochi altri, Merijn Bolink rappresenta ancora adesso, dopo tanti anni di lavoro (una sua monografia è del 1967), un’oasi di vitalità piena e incondizionata. Ogni sua opera è diversa dalle precedenti, ma consanguinea ad esse appare subito se si considerano i fondamenti della sua poetica. La quale non è disgiunta dalla vita quotidiana o esistenziale. Asciuttezza piena e decisa, senza compiacimenti di alcun genere. Voleva fare l’industrial designer, ma la frequentazione dell’accademia delle arti di Enschede, neanche portata a termine, gli fa prendere senza esitazione la strada della scultura. Modella e dipinge, si impadronisce, anche autodidatticamente, di varie tecniche. Lo guida il pensiero, però. L’arte per lui non si configura mai come autoremunerazione immediata, ma come ricerca. Non ricerca formale (d’altra parte l’impegno formalista lo avrebbe portato a insistere in un laboratorio di continuo superamento di se stesso). Apre un laboratorio di diverso impianto. Un laboratorio che, senza trascurare la tensione linguistica, fa del linguaggio un mezzo al servizio delle urgenze semantiche. Il significato, il messaggio. Ma, attenzione, Bolink non è mosso da spinte etiche o calviniste. Lo si evince dal fatto che la sua proposta semantica aderisce alle sollecitazioni e alle suggestioni del materiale o dei materiali. “Mettere in evidenza il contenuto feticistico nascosto del materiale è ciò che mi interessa molto”. C’è del biologico nella sua logica, quasi una memoria di Poverismo, un’aderenza alla fisiologia o all’emulazione di essa. Comunque sia, si tratta di un’attenzione feroce alla fenomenologia degli oggetti che, come tutte le cose, sono soggetti al processo vita-morte e che condensano e trasmettono la loro storia molecolare nella materia che li sostanzia. E’ inevitabile che tali spinte si consolidino nella tipologia artistica dell’installazione, e comunque in un oggetto che sfugge ai canoni della contemplazione. Si passa alla duchampiana bellezza dell’indifferenza? Non mi sembra così semplice la situazione, a dispetto del fatto che nel 2000 presenta “Open Door”, una normale porta di legno le cui due ante sono divaricate ad angolo retto. In realtà, mi pare che Bolink abbia attraversato le influenze Dada e di Duchamp in specie, e che poi, in anni più recenti, abbia mantenuto, di quelle esperienze, un senso categoriale, generale e non diretto e attivo. Le sue installazioni si dispiegano in collusione con il comportamentismo: un atteggiamento non legato alla gestualità ma all’azione pensata. Ecco la ragione per cui l’artista assume, nell’economia della propria espressività, ogni tipo di materiale, anche “trovato”, ma innanzitutto voluto. In ogni caso questo materiale deve essere capace di provocare semantizzazione e risemantizzazione, perché l’autore possa giocare tra realtà e non realtà, tra il modo in cui le cose (il singolo oggetto o la messa in situazione di più cose) appaiono e il modo in cui potrebbero ancora essere. Il suo occhio onnivoro può fissarsi anche su effetti personali o su pezzi di antiquariato. Ma anche su brani musicali. A questo proposito egli interviene, come ha fatto con brani di partiture bachiane (proviene da una famiglia di riparatori di strumenti), contraendo massimamente il tempo. Si è augurato, Bolink, di trovarsi nella condizione di non essere condizionato dal pensare e di confidare nella mente svuotata. E’ l’augurio esasperato di chi sa di essere forse condannato a pensare e far pensare, ossia di portare l’arte oltre il mero godimento estetico. Carmelo Strano
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Merijn Bolink, Untitled (Dog), cane impagliato, poliestere, vernice/stuffed dog, polyester, paint, 20x32x7 cm (cani piccoli/small dogs), 1995; in basso a sinistra/bottom left,
Untitled (baby buggies), 14 materiali diversi/different materials, 5-50 cm h, 1992; in basso a destra/bottom right, Untitled (Appleorange), mela e arancia/apple and orange, 3x16x7 cm, 1996.
Edo Kuipers
Merijn Bolink, Schrödingers kittens exploring the doors of perception, tecnica mista/ mixed media, 210x290x160 cm, 2003.
Merijn Bolink, Untitled (Self portrait machine), tecnica mista/mixed media, 120x380x180 cm, 2003; a destra/far right, Pure Idea, legno/wood, 55x100 cm, 2003.
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7 jardins contemporains - Jardin Ibérique Progetto per la realizzazione di 7 Giardini contemporanei di comunità a Lille. L’iniziativa è nata nell’ambito delle manifestazioni previste per Lille capitale della cultura 2004. I lotti di progetto hanno un’estensione di circa 5.000 mq. Costo di costruzione previsto per ciascun lotto: 45 000 Euro Project to design 7 modern-day community gardens in Lille, as part of the events being organised for Lille’s turn to be the capital of culture in 2004. The project lots cover approximately 5,000 square metres
1°
Committente/Client: Espace Naturel Métropolitain
1°
Francia/France – Saint-Etienne
1° Premio/1st Prize Emmanuel Gallina “Tête à tête” 2° Premio/2nd Prize Pedro Luis Diaz Rodriguez “Waste” Menzioni/Mentions Lionel Boutault Claudio Divizia
Utopia 1.0 Online Design Contest “Communiquer dans un monde durable” Concorso internazionale di design sul tema “Comunicare in un mondo sostenibile” International design competition on the theme “Communicating in a Sustainable World” Committente/Client: Saint-Etienne Métropole
Gran Bretagna/Great Britain – London ar+d award 2002 Inaugurato nel 1999 il «ar+d award» si è presto affermato come il più prestigioso riconoscimento per design e architettura «emergenti». Il tema del premio è estremamente aperto; sarà compito della giuria individuare, a consegna eseguita, le categorie nelle quali suddividere il materiale progettuale pervenuto. Le categorie della passata edizione sono state le seguenti: edifici, interni, progettazione urbana, product design, arredo urbano, progettazione ambientale, ponti, architetture temporanee o mobili etc. The “ar+d award”, set up in 1999, soon turned out to be the most prestigious prize for “up-and-coming” design and architecture. The award is open to a wide range of themes and it will be up to the jury to decide into what categories to divide the designs entered. Last edition’s categories were as follows: buildings, interiors, urban design, product design, urban furbishing, environmental design, bridges, temporary or mobile architecture etc. Giuria/Jury: Stefan Behnisch, Margrét Hardardottir, Rick Joy, Carme Pinós, Hin L. Tan, Peter Davey Committente/Client: The Architectural Review in collaborazione/in collaboration with Buro Happold
Aggiudicatari/Winners A - Marlon Blackwell: HoneyHouse Cashiers, North Carolina, USA B - 3LHD: Memorial bridge Rijeka, Croatia C - Archipro Architects: Cemetery for the unknown Mirasaka Sousa, Hiroshima, Japan D - J. Mayer H.: Stylepark lounge, UIA Congress 02 Berlin, Germany E - Sean Godsell Architects: Peninsula House Victoria, Australia
A
COMPETITIONS
1° Premio/1stPrize Alessandra Cianchetta (capogruppo/team leader), Rita Almada Negreiros, Rosario Salema, Marc Armengaud, Matthias Armengaud
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Francia/France – Lille
B
1° C
2°
D
Francia/France Tremblay-en-France Strutture sportive per il ginnasio «Maurice Thorez» Progetto per la ricostruzione del complesso polifunzionale Maurice Thorez e la costruzione degli uffici della sezione sportiva comunale. Il programma prevede la costruzione di una palestra polifunzionale del tipo «omnisports» di 1000 posti. Superficie: 3900 mq. Costo di costruzione: 4 150 000 Euro Sports facilities for the “Maurice Thorez” gymnasium Project to rebuild the Maurice Thorez multi-purpose complex and construct offices for community sports section. The programme envisages the construction of a 1000-seat “omnisports”style multi-purpose gym. Surface area: 3900 square metres Committente/Client: SAGE
84 l’ARCA 185
Gruppo vincitore/Winner group B+C architectes (mandante/mandatary), Fabrice Bougon, BET BERIM Progettisti invitati/Invited Architects - Quintet Architecture - Agence Morris et Renaud - Agence Lebard
1°
Italia/Italy Bagno a Ripoli (Firenze) Nuova Scuola elementare e materna Elaborazione di un progetto preliminare per la realizzazione di un edificio scolastico, comprendente quattro sezioni di scuola materna e due sezioni di scuola elementare, oltre refettori, palestra, e parcheggi New Primary and Infants School Drawing up of a preliminary project to design a school building, including four primary and two infants sections, as well as canteens, a gym and car parks
1°
E 1° Premio/1st Prize Marco Arrigoni, Fabrizio Arrigoni, Cecilia Musetti, Studio Technè 2° Premio/2nd Prize Anna Pescarolo, Francesco Stolzuoli, Paola Gallo, Sebastiano Giannuzzi 3° Premio/3rd Prize Luciano Calza, Michele Albano, Alberto Migliori, Andrea Zinchiri 4° Premio/4th Prize Filippo Mantovani (capogruppo/team leader), Luca Bonsignorio, Jordi Giralt, Enrico Martino, Andrea Nichelini
Giuria/Jury: Adolfo Natalini; Attilio Pizzigoni, Giorgio Pappagallo, Guido Spezza, Claudia Zolezzi, Stefano Dogliani, Donata Bigazzi Committente/Client: Comune di Bagno a Ripoli 1°
185 l’ARCA 85
1°
Italia/Italy – Costa Volpino (Bergamo) Nuovo plesso scolastico Ai partecipanti si richiedono idee progettuali per la realizzazione di un nuovo plesso scolastico nel Comune di Costa Volpino, che comprenda una scuola materna, una scuola elementare, una scuola media, una palestra e tutti i necessari servizi complementari New School Complex Entrants are asked to send in design ideas for a new school facility in the town of Costa Volpino, including a primary school, middle school, gym and all the various utilities serving them
1° Premio/1st Prize Lorenzo Noè (capogruppo/team leader), Marco Valentino, Coll.: Simona Bodria 2° Premio/2nd Prize Giuseppe Gandolfi (capogruppo/team leader) Ombretta Mura 3° Premio/3rd Prize Francesco Migliorini
1°
Giuria/Jury: Laura Cavalieri, Gian Pietro Martinelli, Francesco Bettoni, Vittorio Zaniboni, Pierfranco Castellani, Giuseppe Bianchi, Giuseppe Sermisoni, Sergio Ravasio, Achille Bonari Committente/Client: Comune di Costa Volpino
Giuria/Jury: Armando Serra, Luigi Sansò, Nicola Sannicandro, Antonio Monestiroli, Mauro Mezzina Committente/Client: Regione Puglia
COMPETITIONS
Nuova sede della Regione Puglia Idee per la redazione del progetto preliminare (ai sensi dell’art. 16, co. 3 della L. 109/94 e s.m.i.) della nuova sede del Consiglio Regionale e relative sistemazioni esterne da inserire architettonicamente ed urbanisticamente nell’ambito di un area già parzialmente edificata, in Bari alla Via Gentile New headquarters for the Puglia Regional Council Ideas to design a preliminary project (in accordance with art. 16, para. 3 of Law 109/94 and s.m.i.) for the new headquarters of the Regional Council and relative outside furbishing to be architecturally/urbanistically incorporated in a partly built-on area in Via Gentile, Bari
1° Premio/1st Prize A.T.I: Studio Valle (capogruppo/team leader), Mirizzi Architetti Associati, Pro.Sal. Progettazioni Salentine Srl, Sylos Labini Ingegneri associati, Paesaggista/Landscape: Studio A&P Architettura del Paesaggio: Flavio Trinca, Emanuele Von Normann 2° Premio/2nd Prize Favero - Milan Ingegneria (capogruppo/team leader), Foschi - Mijic Architetti, Studio T.I.F.S., Gueltrini & Stignani, Studio Modugno-Pepe, Plastico/Model: Stefano Rossi 3° Premio/3rd Prize A.T.P. Norma: Studio Vitone e Associati (mandatario/mandatary), SMN studio di architettura, Ingegneria e Servizi s.r.l.
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Italia/Italy – Bari
1°
1°
Italia/Italy - Bologna
1° Premio/1st Prize (ex-aequo) A - Ilaria Bizzo, Stefano Cornacchini B - Federico Sensi, Flaminia Vitale 2° Premio/2nd Prize Nicola Rovere 3° Premio/3rd Prize Stefania Forti, Stefano Nenci
L’abitare dell’anziano Premio nazionale di idee sul tema L’abitare dell’anziano. Il premio nasce come realizzazione concreta del tema distrettuale di studio dei Lions Club del Distretto 108 TB nell’anno sociale 20022003. Tale modello di edificio, per un massimo di otto nuclei familiari dovrà auspicabilmente andare al di là dei tradizionali schemi della casa di riposo e dell’albergo per anziani Housing for the Elderly National award for ideas on the issue of Housing for the Elderly. The prize is designed to physically embody the study them devised by the Lions Club in District 108 TB for 2002-2003. This building model for a maximum of eight family units will hopefully move beyond conventional designs for old people’s homes and hostels
A
Giuria/Jury: Pierluigi Cervellati; Raffaele Malaguti, Marzio Barbagli, Sergio Bedini, Ornella Ventura Committente/Client: Lions Club e l’Associazione Profutura con la consulenza dell’Ordine degli Architetti di Bologna
B
86 l’ARCA 185
Riqualificazione area del Centro Storico Progettazione definitiva, progettazione esecutiva ed esecuzione lavori riqualificazione area del Centro Storico compresa tra piazzale Azzolino e via S. Anna nel comune di Fermo. Lavori in oggetto: realizzazione piazze, realizzazione nuovo mercato, realizzazione nuove aree commerciali, realizzazione aree uffici e multisala, sale polifunzionali, realizzazione oltre 500 posti auto Redevelopment of old City Centre Final project, executive design and completion of works on redeveloping the old city centre between Piazzale Azzolino and Via S. Anna in the town of Fermo. Works in question: construction of square, construction of new market, construction of new shopping facilities, construction of offices and a multi-screen film theatre, construction of over 500 parking spaces
Vincitore/Winner Impresa Ing. Sparaco Spartaco S.P.A. Progettista/Project: 3c+T Capolei Cavalli Architetti
1°
Committente/Client: Comune di Fermo
1° Giuria/Jury: Aurelio Galfetti, Franco Oregioni, Gianni Cesari, Alberto Conceicao, José Qintela, Mark Guarney, Luigi Mirizzi Committente/Client: Basileus Spa
Italia/Italy – Brescia Riuso del «Comparto Milano» a Brescia. Torri 11 & 15 Progetto per la realizzazione di un centro commerciale da 36mila mq all’interno nell’ex area industriale «Comparto Milano» compresa tra le vie Cassala, Folonari, Somalia e Italia. Il programma prevede la realizzazione di un centro che comprenderà 18.000 mq di attrezzature ricreative e 18.000 mq destinati al commercio. La struttura sarà formata da circa 80 esercizi diversi, di gamma medio-alta, compresa una multisala e un supermercato alimentare Re-use of the “Comparto Milano” in Brescia. Towers 11 & 15 Project to design a 36 thousand square metre shopping mall inside the old “Comparto Milano” works between Via Cassala, Via Folonari, Via Somalia and Via Italia. The brief envisages the construction of a mall encompassing 18 thousand square metres of recreation facilities and 18 thousand metres of business space. The mall will be home to about 80 businesses in the upper-middle bracket, as well as a multi-screen film theatre and small food market
Italia/Italy – Fermo (Ascoli Piceno)
1° Premio/1st Prize Metrogramma studio, Ettore Gregorelli 2° Premio/2nd Prize Antonio Monestiroli (capogruppo/team leader) Menzione/Mention Eugenio Sagliocca 1°
Spagna/Spain - Isole Canarie Ampliamento del Museo Canario Progetto per la realizzazione di una nuova ala della attuale sede del Museo Canario situato nel centro storico di Las Palmas de Gran Canaria nel Barrio de Vegueta. Superficie di progetto: 3.000 mq Extension to the Canario Museum Project to design a new wing for the current home of the Canario Museum in the old city centre of Las Palmas de Gran Canaria in the Barrio de Vegueta. Project area: 3,000 sq.m.
1° Premio/1st Prize Nieto-Sobejano 2° Premio/2nd Prize Juan Miguel Otxotorena 3° Premio/3rd Prize David Negrín Gens, Daniel Negrín Gens, Isabel Saavedra Guerra, Ruth Marrero Negrín
1°
Giuria/Jury: Juan José Cardona González; José Setién Tamés, Víctor Montelongo Parada, Ana Kursón Ghatttas, Juan Carlos Ojeda González, José Morales Sánchez, Manuel de Las Casas Committente/Client: Sociedad Científica El Museo Canario
1°
2°
185 l’ARCA 87
Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Una Biblioteca tra le rovine Progetto: Sebastiano Olivotto
Sofitel New York Progetto: Brennan Beer Gorman/Architects
Il progetto per il Sofitel New York ha rappresentato per Brennan Beer Gorman/Architects una sfida: realizzare un albergo con tutti gli standard richiesti da Sofitel e dal linguaggio contemporaneo dell’architettura, restando in armonia con un quartiere storico di Manhattan come quello compreso tra West 44th Street e Fifth Avenue, in un lotto di terreno di circa 1500 metri quadrati a forma di T. Traendo ispirazione dallo stile Moderno parigino (casa madre della Sofitel), la soluzione di BBG è stata quella di sovrapporre a una base di quattro piani in pietra calcare levigata, disposta in bande orizzontali, una torre di 20 piani con facciate curve in vetro. Ai livelli inferiori, i pannelli di vetro sono più chiari e vanno via via scurendosi verso l’alto. Subito al di sopra del blocco della base, è stata realizzata una sala per feste e incontri di circa 250 metri quadrati con facciate vetrate a doppia altezza, che può ospitare fino a 180 persone. Ai piani superiori sono organizzate le 398 camere, di cui 52 sono suite di lusso, e sette sale per riunioni, capaci di ospitare ciascuna 75 persone e contenenti tutti i dispositivi tecnologici più avanzati. L’intero edificio, già divenuto nuovo segno distintivo del quartiere, equilibra con intelligenza la contemporaneità con l’atmosfera Art Déco degli anni Quaranta dell’ambiente circostante.
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The project for the Sofitel New York has been a challenge for Brennan Beer Gorman/Architects: building a hotel with all the standards required by Sofitel and the contemporary language of architecture, harmonizing with a historical district of Manhattan, between West 44th Street and Fifth Avenue on a T-shaped, ca 1,500-sqare-meter building site. Drawing inspiration from the Modern Parisian style (Sofitel headquarters), BBG’s solution was to build a twenty-story tower on a four-story base in dressed limestone arranged in horizontal bands. The glass panes are lighter at the lower levels, and become darker and darker as they reach the top. Just above the block at the base, a 250-meter hall with double-height glazed windows has been created for parties and receptions, and can hold up to 180 people. The 398 rooms – of which 52 are high-class - are at the top floors, as well as seven rooms for meetings, which can accommodate 75 people each and are equipped with all the latest technological devices. The entire building, which has already become a distinguishing feature of the neighborhood, cleverly balances contemporaneity with its surroundings, which are set in the Art Deco atmosphere of the forties.
Una delle distruzioni più gravi, che si sono verificate durante l’assedio della città, è stato l’incendio della Biblioteca di Sarajevo, che era ospitata all’interno di un edificio in stile moresco della fine dell’Ottocento, che fino ai primi anni dello scorso secolo era stato utilizzato anche come municipio della città. Tale edificio è stato scelto come il “luogo” in cui elaborare il progetto per una Biblioteca Nazionale del nuovo stato della Bosnia-Herzegovina. Il progetto di tale biblioteca è il risultato di una ricerca architettonica che si è evoluta nell’arco di due anni in modo complesso.Tale complessità è il risultato delle più questioni che il tema poneva. Infatti il progetto per una Nuova Biblioteca Nazionale a Sarajevo porta con sé la sovrapposizione di due questioni fondamentali. La prima è la reinterpretazione della Biblioteca alla luce dei recenti cambiamenti tecnologici, la seconda è la relazione che il progetto doveva avere con la città e i suoi recenti avvenimenti drammatici. L’intersezione tematica di questi due aspetti ha portato allo sviluppo di due realtà architettoniche all’interno di un progetto unitario. Queste realtà riflettono a loro volta i due mezzi contemporanei attraverso i quali si ha accesso all’informazione e si forma la conoscenza: quello “cartaceo” e quello “telematico”. Invece di fondere questi due mezzi (rischiando di stingere le loro diverse potenzialità), il progetto si sviluppa in due principali sfere, che riassumono separatamente questi due strumenti. Il progetto propone pertanto una “mediateca” oltre a una biblioteca originaria. La città e in particolare l’architettura danneggiata rappresentano quindi il confine e allo stesso tempo lo spazio di unione tra le due parti nuove. La corte centrale della biblioteca antica è infatti il luogo dove è stata situata la “torre”, connessione verticale tra la parte sotterranea e quella aerea. Nel passaggio tra le due parti si ha quindi la visione del rudere, visione che porta con sè l’essenza esperita della Storia. Il luogo del “dramma” è pertanto lo spazio del cambiamento e della metamorfosi. L’intenzione è stata pertanto quella di raggiungere una sovrapposizione di momenti e immagini architettoniche, che emergono in particolar modo da una lettura in sezione del progetto. La difficoltà e stata quella di individuare due linguaggi architettonici che fossero in grado di esprimere le due diverse realtà: quella contemporanea, e quella tradizionale. Lo sviluppo verticale del progetto è stato suggerito dal fatto che la biblioteca originaria, dopo la distruzione, appariva come uno spaio vuoto privo di elementi orizzontali. Tale distruzione ha evidenziato
inoltre la questione del ruolo stesso della biblioteca, cioè quello di salvaguardia della conoscenza. La biblioteca deve avere non solo un ruolo organizzativo, ma anche un ruolo protettivo. E’ infatti probabile che nel futuro i libri, essendo sostituiti da altri e diversi supporti mediatici, acquistino sempre più una maggiore sacralità. Pertanto la parte sotterranea della biblioteca nasce dal concetto di Bunker, e si propone come un’architettura chiusa e forte, difficilmente espandibile. E’ uno spazio organico in cui è posto l’Archivio, che è reso accessibile da un sistema meccanico; qui la Macchina e l’Hardware sono ancora i protagonisti. Al contrario, nella parte aerea il protagonista è il Software; la “Mediateca” è immersa in flussi digitali e telematici, ed è un frammento espandibile di un sistema più ampio e in crescita, che come una rete si espande sopra la città. La Mediateca, che deriva e allo stesso tempo si differenzia dalla parte sotterranea, è un’architettura che si duplica e si spezza nelle sue forme, rompendo il suo andamento lineare per riconnettersi al tessuto urbano e alla parte sottostante, completando quindi un sistema circolare di percorsi che ci riporta continuamente sopra e sottoterra. Sebastiano Olivotto Supervision Franco Purini Lebbeus Woods Paolo Colosso 3D Model Sebastiano Olivotto Giovanni Scalcino Rendering & Animation Sebastiano Testoni Special thanks Ivan Straus Sead Golos DOM Engineering National and UniversityLibrary of Bosnia-Herzegovina Enes Kujundzic Zlatko Disdarevic Giorgia Salmaso
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Estetica e fruizione pubblica
Flussi e tempi TES La Plata Progetto: Oliveiro Najmias, Luis Maria Etchegorry
Presentato inizialmente a un concorso nazionale per la città argentina di La Plata, il progetto per il Transportation Exchange System dei giovani arcitetti Najmias-Etchegorry (www.arqnajmias.com.ar) è stato successivamente invitato alla Prima Biennale di architettura di Rotterdam dedicata ai sistemi di trasporto. Il TES incentra il proprio programma sullo studio e la soluzione della sempre maggiore complessità nel settore del movimento e dello scambio dei trasporti nella mobilità urbana.Tutte le funzioni e i servizi della stazione, che integra una nuova struttura su quella di un edificio esistente risalente al XIX secolo, sono conglobate in un unico volume articolato. Per migliorare l’efficienza delle relazioni tra la mobilità delle persone e i diversi mezzi i trasporto (treni e autobus, nello specifico), si è pensato a una reinterpretazione delle funzioni principali del programma in forma di una sistema di circolazione continuo e circolare, che consente agli autobus di percorrere canali a una sola direzione. Il terminal è organizzato in uno spazio flessibile e “mobile” contenuto sotto un’unica copertura in cui è incorporato il sistema di ascensori e scale tramite cui i passeggeri si spostano tra le diverse aree funzionali, disposte su più livelli. Il progetto di Najmias-Etchegorry propone dunque una nuova fluidità, puntando soprattutto allo studio concettuale dei tempi e dei modi in cui i flussi degli spostamenti incidono sull’efficienza e sulla funzionalità dei nodi di interscambio.
The project for the Transportation Exchange System, designed for the city of La Plata in Argentina by the young architects NajmiasEtchegarry (www.arqnajmias.com.ar), who initially presented their work to a national competition, was later invited to the First Biennial of architecture in Rotterdam dedicated to transport networks. The TES concentrates its program on studying and working out solutions for the greater and greater complexity of circulation and the exchange of transportation in city systems. All the functions and services of the station, which integrates a new structure into that of a nineteenth-century building, are combined in a sole articulated volume. So as to improve the efficiency of the relationships between the mobility of people and the different means of transport (specifically trains and buses), the architects reinterpreted the main functions of the program as a continuous and circular system of circulation, allowing buses to cross one-way channels. The terminal is organized on a flexible and “mobile” area covered with a sole roofing. A system of elevators and stairways is incorporated here, so passengers can reach the various functional areas (check-in, ticket office, baggage lockers, departure and arrival platforms, entrance), laid out on different levels. The NajmiasEtchegorry project thus proposes a new kind of fluidity, especially focusing on the conceptual study of the ways in which transfer flows affect the efficiency and functionality of interchange networks. 90 l’ARCA 185
Alla fine dello scorso maggio, a Roma, è stato inaugurato il nuovo Parco delle sculture Casilino Labicano. L’intervento artistico ha coinvolto l’area verde tra l’antica Via Casilina e Via dei Giordani, conosciuta come Torpignattara (nome derivante dalle pignatte utilizzate per costruire la volta del Mausoleo di Sant’Elena nel cuore del quartiere Casilino). In questa zona, la Roma archeologica si fonde con quella dell’urbanistica popolare del secondo dopoguerra. Gli artisti chiamati a realizzare le loro opere si sono quindi dovuti confrontare con questa delicata stratigrafia storica. E’ stato loro chiesto di utilizzare per le sculture cinque diversi materiali: Anna Ajò per Freeze, ha usato la vetroresina; Immacolata Datti la terracotta per Porta Magica; per Porta, Giuliano Giuliani ha scelto il travertino; di corten è Romana di Carlo Lorenzetti; infine, Luna di Costas Varostos è in vetro. Questa iniziativa del Comune di Roma-Assessorato alle Politiche Culturali,
Sovrintendenza Beni Culturali e Assessorato Politiche Ambientali si è avvalsa di un progetto dell’Associazione Culturale ARTE facto e rappresenta un’opportunità per i cittadini di confrontarsi con la scultura contemporanea in un contesto in cui natura e città convivono da sempre.
A La Défense Progetto: Valode et Pistre
Un intervento delicato e complesso quello che ha visto l’inaugurazione all’inizio di quest’anno del polo terziario Initiale Défense, nelle vicinanze di Port Maillot nel quartiere La Défense a Parigi. Due professionisti di fama internazionale, Denis Valode e Jean Pistre, con le società Sari e Tertial, hanno risolto con eleganza e soluzioni d’avanguardia il progetto di ristrutturazione dell’ex Torre Nobel, un edificio degli anni Sessanta costruito dagli architetti Jean de Mailly e Jacques Depussé, in stretta collaborazione con Jean Prouvé. La nuova torre, ora adeguata alle nuove esigenze economiche dei futuri fruitori, si sviluppa su 109 metri di altezza con 30 piani adibiti a uffici e tre livelli sotterranei di parcheggi e locali di servizio. Flessibilità delle suddivisioni interne, che consentono sia la formula a open-space sia moduli individuali, attrezzature tecniche avanzate e la non trascurabile posizione facilmente raggiungibile e con una vista unica, fanno di questo edificio una delle principali strutture terziarie presenti sul mercato europeo.
Mito e progetto Si chiama Hidra come la mostruosa creatura mitologica i cui tentacoli erano assolutamente da evitare, mentre quelli del collare disegnato dai brasiliani Adriano Mol e Fernando Maculan hanno vinto addirittura il primo premio del concorso Antwerp Diamond High Council Award 2003. Il tema progettuale era “Movements” interpretato magistralmente da Mol e Maculan attraverso un’immagine di grande efficacia, sedimentata in un immaginario collettivo diffuso a livello planetario. Composto di 56 tentacoli con diamanti incastonati, Hidra è realizzato in materiale polimerico morbido e traslucido che ben rappresenta l’attuale tendenza della gioelleria, che punta su materiali alternativi “poveri” ma supportati
da un alto valore aggiunto basato su progetti di grande raffinatezza formale. C.P.
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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
Omaggio a Rosselli
Arte contemporanea a Lione Contemporary art in Lyons
Il Politecnico di Milano ha organizzato lo scorso giugno una mostra che ha ripercorso l’opera di Alberto Rosselli, architetto e designer milanese che ha segnato profondamente la cultura progettuale del Dopoguerra, pur nel modo silenzioso e riservato che lo ha sempre connotato. Alberto Rosselli, promotore-fondatore dell’ADI, direttore di “Stile Industria”, docente universitario, teorico innovativo, è stato determinante nella fondazione dell’Area Tecnologica della Facoltà di Architettura del capoluogo lombardo, impostando la didattica su rigorosi criteri di metodo e introducendo il concetto di progettazione come processo decisionale. Le sue realizzazioni sono caratterizzate da una forte impronta sociale, in cui le reali esigenze dell’utente venivano tradotte in soluzioni tecnologiche e materiche mirate e di grande semplicità. La ricostruzione e la documentazione della sua opera svolta in occasione di questa mostra, allestita prima al Campus Leonardo e poi in Bovisa dallo studio Ghigos, ha colmato un lungo periodo di silenzio su questo professionista che ha testimoniato durante tutta la sua carriera e attività professionale il valore della ricerca costante accompagnata alla flessibilità e all’apertura verso le innovazioni, nel tentativo metodico di perseguire “l’incertezza come valore progettuale”.
Si è aperta a Lione il mese scorso e prosegue fino al 4 gennaio 2004 la settima edizione della Biennale d’arte contemporanea che quest’anno porta il titolo di un film del 1944 realizzato da René Clair a Hollywood “C’est arrivé demain”. Le scelte di percorso e di contenuto, che privilegiano e ruotano attorno al concetto di “esposizione”, sono il frutto della stretta collaborazione tra Thierry Raspail, il direttore artistico, nonché direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lione, i Xavier Douroux, Franck Gautherot e Eric Troncy, direttori del centro d’arte contemporanea Consortium e Robert Nickas (New York) e Anne Pontégnie (Bruxelles). Un nuovo dispositivo organizzativo ha optato quest’anno per una diversificazione delle commissioni; i cinque luoghi deputati alla manifestazione, da quello centrale dello Zuccherificio, un edifico industriale di 6000 metri quadrati, al Museo d’Arte Contemporanea, l’Istituto d’Arte Contemporanea di Villeurbanne, il Museo delle Belle Arti e il Rettangolo, sono stati quindi affidati a diversi commissari che hanno lavorato su allestimenti coerenti alle identità dei singoli luoghi. Il panorama artistico proposto in questa edizione disegna un quadro comune a diverse generazioni di artisti che, al di là della loro provenienza o di problemi di ordine sociologico o di documentaristico, si trovano tutti a operare nella realtà attuale. Un’esperienza molteplice per lo spettatore che si trova a confronto con soggettività ed espressioni eterogenee unite in un evento collettivo: da quelle di Carsten Höller, a Larry Clark, Robert Grosvenor, Olivier Mosset fino a Catherine Sullivan, Bridget Riley, Mark Handforth e altri. Elena Cardani
Interpretare il ponte Il 4 ottobre a Biella, presso il Lanificio Pria, si terrà una tavola rotonda sul tema “Il ponte, metafora tra passato e presente”, nel quale storici, urbanisti e amministratori dibatteranno le peculiarità storicoambientali dell’area a cavallo del torrente Cervo, devastata dall’alluvione del 2002, che distrusse il ponte in pietra vicino a quello della Maddalena, chiamato il “Ponte delle Signore” per la sua vicinanza a un antichissimo convento di clausura. In quella occasione verrà anche presentato il concorso di idee intitolato per l’appunto al “Ponte delle Signore”, ideato da Maria Teresa Chirico e progettato e coordinato
da Anty Pansera e dalla stessa Chirico, al quale sono state invitate dieci architetti donne, che presenteranno altrettanti progetti di un nuovo ponte che sostituisca quello crollato. Il 5 giugno del prossimo anno, una apposita giuria selezionerà tra i progetti presentati i due ritenuti più originali e innovativi. Accanto al concorso, cinque artiste/designer sono state chiamate a presentare una loro personale interpretazione del tema. In occasione della tavola rotonda, Chiara Baldacci accenderà un ponte di luce sul posto di quello crollato.
Izumi al Taboo
Iran Oil HQ Building, Teheran
Fino al 25 Ottobre, alla spazio polifunzionale Taboo di Milano, è possibile ammirare le opere dell’artista giapponese Oki Izumi in un’esposizione completa di tutta la sua arte, celebrata in Italia per le sue trasparenze, estrose e razionali allo stesso tempo. La scultrice, nata a Tokyo ma diplomata alla Accademia delle Belle Arti di Brera grazie a una borsa di studio ottenuta dal Governo italiano, ha concentrato la propria espressività nelle trasparenze del vetro. Materiale principale con cui crea la proprie opere, rappresenta per lei un costante stimolo: rigido e monocromatico ma duttile ed evanescente, freno e stimolo allo stesso tempo. E’ infatti attraverso lastre trasparenti disposte in svariate combinazioni che prendono vita le sue opere sottoforma di semplici superfici, elementi poliedrici o vaste e complesse costruzioni.
In relazione all’articolo pubblicato ne l’Arca 181 (maggio 2003) a pagina 68 col titolo “Due lingue, due linguaggi/Iran Oil Industry HQ, Teheran”, precisiamo che il vincitore del concorso Iranian Oil Ministry Competition per il progetto della nuova sede è stato lo studio The Kirkland Partnership Inc. Architects di Toronto.
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Concernina the article published in l’Arca 181 (May 2003), page 68, entitled “Due lingue, due linguaggi/Iran Oil Industry HQ, Teheran”, we would like to precise that the winner of the Iranian Oil Ministry Competition for the design of the new headquarters has been the Torontobased architectural firm The Kirkland Partnership Inc. Architects.
The Biennial of contemporary art in Lyons opened its seventh edition last month, and can be visited up to January 4th 2004. This year, the show has been named after a Hollywood film by René Claire dating back to 1944, “C’est arrivé demain”. Both the setting and content of the Biennial, which favor and focus on the concept of “exposition”, result from the cooperation between Thierry Raspail, the artistic director – who is also the director of the Museum of Contemporary Art in Lyons – and Xavier Douroux, Franck Gautherot and Eric Troncy, the directors of the Consortium center of contemporary art, as well as Robert Nickas (New York) and Anne Pontégnie (Brussels). This year the organizers have chosen different commissions for each of the five areas appointed for the show. Thus, the central area of the sugar refinery, a 6000sqare-meter industrial building, the Museum of Contemporay Art, The Institute of Contemporary Art of Villeurbanne, the Fine Arts Museum and the Rectangle have all been entrusted to different commissioners who have worked on the various settings according to the identity of each single place. This edition’s artistic panorama features a picture that is common to different generations of artists that find themselves working in today’s reality, whatever their origins, and whatever sociological problems - or problems concerning documentation - they may be encountering. What ensues is a multifold experience for the spectator, who is faced with subjectivity and heterogeneous expressions that come together to form a collective event: from works by Carsten Höller to Larry Clark, Robert Grosvenor or Olivier Mosset, Catherine Sullivan, Bridget Riley, Mark Handforth and others. In alto, il manifesto della/top, the poster of Biennale d’Art Contemporain Lyon 2003. Sopra/above, Pierre Huyghe, L’expédition scintillante, acte 2: sans titre, 2002. A fianco/left, Jeong Hwa Choi, Flower tree, 2003. A sinistra/far left, Yayoi Kusama, Dots Obsession Room, 2002.
Ufficio ideale Riportiamo di seguito i nomi esatti del team di progettisti vincitore della “Sezione 2 - Componenti di arredo” del concorso “Ufficio Ideale”, pubblicati in maniera erronea a p.72 nell’articolo “Ambiente e
produttività/The Ideal Office” ne l’Arca 183 di Luglio-Agosto 2003: Luca Solazzo (capogruppo), Angelo Costa, Gabriele Pizzuto, Sara Sferrazza, Alessandra Spagnoli. 185 l’ARCA 93
Arte in movimento
Non solo tramway
Giovedì 16 ottobre 2003, si inaugura presso il Teatro Augusteo di Napoli, la VIII edizione del Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea Artecinema (www.artecinema.com). Curato da Laura Trisorio e organizzato dall’Associazione Culturale Trisorio, il festival ha come obiettivo di presentare al grande pubblico l’arte contemporanea degli ultimi cinquant’anni attraverso filmati provenienti da grandi musei nazionali e internazionali, videoteche, archivi cinematografici. Quest’anno sono in programma, fra gli altri, documentari su artisti quali Andy Warhol (nella foto), Alex Katz, David Hockney, George Siegal; architetti quali Daniel Libeskind, Alvaro Siza e fotografi quali Robert Capa, Mario Testino e Spencer Tunick.
Come può trasformarsi una città assumendo un nuovo volto, rivitalizzandosi in una prospettiva di maggiore efficienza e qualità di vita? Ce lo dimostra concretamente la politica di sviluppo urbano avviata da Bordeaux e che trova uno dei suoi principali punti forza nel Progetto del “tramway”; un’operazione voluta dalla Comunità urbana di Bordeaux con un concorso partito nel 1998 e destinata a concludersi nel 2006 con una previsione di costi di un miliardo di euro. Grosse cifre certo che però sono giustificate dall’ampiezza del progetto di cui sono già stati avviati i cantieri. Tramway, infatti, non significa solo mezzo di trasporto, ma vettore di rinnovamento urbano, elemento di coesione tra centro e periferia, elemento di affermazione di una nuova urbanità basta su
Art brut a Lille valori di scambio e di relazione, con i contesto, con la storia, la politica e la contemporaneità del sociale. Il tutto è documentato dall’ampia esposizione organizzata ad arc en rêve centre d’architecture fino al 9 novembre che mette in giusto rilievo l’intero lavoro realizzato dai diversi attori di questo grande progetto, negli specifici settori di intervento. Dal progetto di sistemazione urbana di Brochet, Lajus e Pueyo, associati ai paesaggisti di Signes e a Elisabeth de Portzamparc per l’arredo delle stazioni, a quello vero e proprio del design del sistema e dei mezzi su rotaia firmato da Lanoire & Courrian, associati ad Absolut Design, fino all’elegante e leggera struttura dei depositi dei tramway opera di Jacques Ferrier. Elena Cardani
Ancora una interessante e abbastanza unica occasione di sondare i labirinti mentali dell’art brut ci viene offerta dal Musée d’art moderne Lille Métropole a Villeneuve d’Ascq che fino al 17 novembre presenta una seconda edizione dei “Percorsi dell’art brut”. A far da interpreti principali questa volta sono tre artisti dalle storie ed espressioni differenti: dagli ingegnosi e complessi labirinti meccanici e architettonici di A.C.M. ad Aloïse Corbaz, con i suoi universi trasfigurati per mezzo dell’opera e del teatro, fino ai disegni di Theo che ci parlano della sua storia legata alla Germania del nazismo, sovrapponendola a illustrazioni tratte dal Nuovo Testamento e a favole per bambini (nella foto il suo Disses bilt beteudet hinttenburg, 1989). Parallelamente vengono presentate due mostre tematiche sulle recenti acquisizioni del Museo nel campo dell’art brut: un parallelo tra le opere di Séraphine Louis, acquistate nel 2002, e opere naïf pone il tema del rapporto tra art brut e naïf mentre la storia dell’art brut viene ampiamente documentata dalla collezione di André
Ceroli a Bari Breton, che, quando nel 1910 iniziò a interessarsi dell’“arte dei folli”, facendola poi scoprire a Dubuffet creatore del termine “art brut”, acquistò opere di numerosi artisti,, tra cui in particolare Pascal-Désir Maisonneuve.
Fino al 30 novembre, Il Castello Svevo di Bari ospita la mostra antologica di Mario Ceroli, riconosciuto come uno dei principali esponenti del fenomeno tutto italiano dei primi anni Settanta denominato “Arte Povera”. La selezione di opere ripercorre l’itinerario creativo compiuto dall’artista e da cui emerge l’audace sperimentazione sulla materia compiuta nel corso di quarant’anni di carriera. Legno, vetro, lamiera e stracci acquistano i valori plastici della pittura del Novecento e generano un gioco molteplice attraverso articolate proposizioni di figure, scritte e oggetti. Negli spazi esterni e in quelli dei due piani del Castello, saranno disposte le istallazioni ormai storiche che hanno segnato l’affermazione dello scultore, attraverso un percorso di forte impatto d’immaginario scenico. Nella foto, Ritratto di Guerriero.
Ospiti a Ivry-sur-Seine
Autori per la Pace
Tre giovani artisti in mostra a Ivry-sur-Seine fino al 26 ottobre. Al Credac Olivier Dollinger (Strasburgo 1967), realizza un dispositivo videografico e sonoro inedito e appositamente concepito per questo spazio (nella foto). Il lavoro di Dollinger si fonda sulla spazio sociale e i tentativi individuali per appropriarsi di un’identità contemporanea. Le sue fotografie e i suoi video, anch’essi presentati al Crédac, mettono in luce l’intensità e la violenza interne sviluppate dall’individuo per rispondere al desiderio di affermazione sociale. Altro artista ospitato è Toshinari Sato (Hokkaido, 1964, attualmente a Parigi) che in seguito a un periodo di permanenza nel 2002 al Crédac ha realizzato una serie
Il Museo Nazionale dell’Architettura (MusArc), che ha sede presso Casa Biagio Rossetti di Ferrara, propone fino al 2 novembre la rassegna di prove d’autore sulla pace “Insieme/Together”. Il MusArc ha proposto ad architetti, artisti e designer un’occasione di riflessione su questo tema, in una visione che vuole superare la dicotomia pace/guerra per porre invece la pace come condizione primaria dell’umanità. Tra i partecipanti all’iniziativa Achille Castiglioni (foto sotto), Dominique Perrault, Sebastiao Salgado, Toyo Ito, David Chipperfield, Richard Meier, Sol LeWitt, Bob Noorda, Tennis Oppenheim, Mario Merz, Richard Long, Christo & Jeanne Claude, per citare solo alcuni dei maestri che sotto l’insegna di “Tutti i Diritti dell’Uomo per Tutti” hanno espresso messaggi diversi che riconducono al comune senso di umanità.
di fotografie prive di un’immagine identificabile. La loro qualità plastica provoca quindi un dubbio sulla natura stessa del medium percependosi come l’immagine di una pittura astratta. In contemporanea, ma alla Galerie Fernand Léger, l’artista greca Elefthérios Amilitos (Atene 1962) presenta in una delle sale del centro d’arte un Wall Drawing formato da nastri adesivi. Un’opera dalla concezione minuziosa che si iscrive sulla totalità dei muri ripetendo all’infinito un unico motivo esagonale, una testimonianza emblematica del lavoro della Amilitos che sviluppa una riflessione sulla dualità esistente tra lo sguardo e lo spazio di presentazione.
Emozioni di vetro soffiato Al Caffè Florian di Piazza San Marco a Venezia è allestita fino al 10 novembre la mostra “Gelatina Lux”, che propone i lavori, frutto della ricerca più recente, di Maria Grazia Rosin. L’artista presenta in questa occasione la sua serie intitolata I Medusiani, oggetti luminosi a sospensione ispirati alle meduse, realizzati in vetro soffiato. Sono affascinanti sculture luminescenti color opalino sorrette da un “sistema nervoso” fatto di fibre ottiche e illuminate da Led sui multiformi tentacoli. Nel progetto espositivo Maria Grazia Rosin, inesauribile ricercatrice di emozioni ed estetiche innovative da conferire all’antica arte del vetro soffiato, presenta inoltre il nuovo lampadario Polpo, i cui tentacoli luminosi a sfumature variabili distribuiscono una luce calda e avvolgente, e la serie di sculture dalle sensuali forme vegetali, intitolate I Venussiani (nella foto).
Il pianoforte tra musica e suggestioni In questo caso, oltre che godere del suo magico suono, il pianoforte si può osservare e conoscere nelle sue più straordinarie forme. Al Castello del Bounconsiglio di Trento, fino al 19 ottobre, è aperta la mostra “Rifiorir d’antichi suoni”, occasione unica per ammirare, nelle creazioni dei più grandi artigiani europei del ‘700 e ‘800, il simbolo della civiltà musicale occidentale e per ascoltare concerti tenuti dai massimi 94 l’ARCA 185
esponenti europei della prassi esecutiva. Sono cinquanta i pianoforti in mostra, a cui sono affiancati dipinti e incisioni raffiguranti compositori e pianisti celebri, nonché partiture, disegni di meccaniche, metodi originali, lettere autografe. Il tutto per poter offrire una visione di insieme sulla storia di questo affascinante strumento, documentandone l’evoluzione tecnologica, stilistica e di gusto. 185 l’ARCA 95
In mostra a Nizza
Amazzonia a Parigi
Una mostra sul tema del ritratto è quella proposta dal Musée d’Art Naïf Anatole Jakovsky a Nizza fino al 3 novembre. “Têtes à têtes”, questo il titolo della mostra, si inscrive nel quadro delle esposizioni temporanee presentate dal Museo tendenti a integrare Art Naïf e Art Brut nelle correnti di rinnovamento delle arti plastiche nel XXI secolo. Tutto parte da una recente acquisizione del Museo, un ritratto di Frumence Biche firmato da Henri Rousseau (nella foto) che viene accostata a opere di André Bauchant, Camille Bombois, Antonio Ligabue, Jean Dubuffet, Karel Appel, Enrico Baj e altri. Viene così tracciato un percorso sulle diverse interpretazioni attorno a questo tema partendo da quelle legate all’arte Naïf fino alle più marginali senza trascurare le opere di artisti che rivendicando una liberazione da ogni forma estetica, ci offrono un visione del ritratto in ogni sua espressione: da personaggi strampalati, visi mascherati, teste-paesaggio, marionette a variazioni della figura umana per portarne allo scoperto le molteplici e diverse varianti. Sempre a Nizza, al Museo d’Arte Moderna e d’Arte Contemporanea fino al 16 novembre è in corso una mostra dedicata a Pier Paolo Calzolari, nato a Bologna nel 1943 ma formatosi nel clima culturale veneziano di cui ha assorbito la vivacità artistica delle Biennali, ma anche la luminosità della laguna e dei mosaici bizantini. La sua è una poetica basata sull’intensità e le vibrazioni della luce che egli traduce attraverso materiali diversi legati al registro dell’effimero e della fragilità, dal fuoco, ai metalli ai vegetali. In mostra una trentina di sculture e istallazioni storiche che testimoniano il percorso dell’artista.
La mostra “Yanomami, Spirit of the Forest” è stata oraganizzata a Parigi dalla Fundation Cartier per l’arte contemporanea in collaborazione con la Survival International France and Brazilian Commisão Prò-Yanomami NGO (CCPY) ed è aperta fino al 12 ottobre. L’iniziativa è nata con lo scopo di capire, conoscere e confrontarsi con la cultura degli Yanomami, popolazione della foresta Amazzonica che, ormai ridotta a 12.500 individui, abita 185 villaggi ai confini tra Brasile e Venezuela. Questa mostra non vuole essere né etnologica né sociale, ma un’occasione di scambio di idee cosmologiche e valori visionari trasmessi soprattutto dall’arte
A destra/right, Piet Mondrian, Summer, Dune in Zeeland, ca.1910.
Orizzonti a Firenze sciamanica. Attraverso film, fotografie, installazioni video, dipinti e sculture, si crea un’atmosfera che permette di scoprire le corrispondenze tra le culture, apparentemente così diverse tra loro. Noti sono gli artisti che partecipano con le loro opere alla mostra, tra cui Claudia Andujar, Gary Hill, Raymond Depardon (nella foto) e Tony Oursler.
Paesaggi e spiritualità Dalla collaborazione tra la Galleria Gottardo di Lugano e la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, la mostra “The Spiritual Landascape”, opitata a Lugano fino al 22 novembre e in seguito proposta a Venezia alla Peggy Guggenheim, presenta una selezione di opere provenienti dalla collezione permanente del Solomon R. Guggenheim
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esclusivamente da collezionisti privati del Piemonte e della Lombardia. In contemporanea, è stata inoltre allestita l’esposizione “Omaggio a Felice Casorati” che ripercorre l’iter dell’artista dal 1907 al 1960 attraverso trentatré opere. La mostra è dedicata a Giuseppe Bertasso, titolare della Galleria “La Bussola” di Torino, al quale il Comune di Arona ha conferito, alla memoria, il Premio San Carlo-Città di Arona 2003.
Rinascimento, cristallizzata nella sua precisione. Anche la fotografia partecipa all’evento. Nella palazzina del Forte è prevista infatti una mostra in cui l’orizzonte è quello del tempo frantumato della cronaca americana dalla depressione degli anni Trenta all’11 Settembre. Tra gli scatti dei noti fotografi che saranno esposti, per la prima volta in Europa, sarà possibile osservare quarantacinque ritratti realizzati da Andres Serrano all’indomani del tragico attentato.
Georges Braque, Le lierre (etude), olio su carta/ oil on paper, 32x25 cm, 1953.
Il patrimonio della collezione ceramica dell’Ermitage si sposta dalla Russia per farsi ammirare, per la prima volta in Italia, fino al 26 ottobre, al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (MIC) nella mostra “Il Secolo d’oro della maiolica- ceramica italiana dei secoli XV- XVI dalla raccolta del museo statale dell’Ermitage”. In occasione dei trecento anni della fondazione di San Pietroburgo, vengono esposte 125 opere di altissimo valore artistico che spiccano per i loro intensi colori. Le maioliche sono originarie dei più celebri centri italiani di produzione di ceramica del Rinascimento ma, nel corso dell’Ottocento, avevano abbandonato il nostro Paese per seguire caparbi collezionisti Russi che le hanno rese uno dei tesori dell’Ermitage. Ad accompagnare la mostra, a Faenza ci saranno alcune iniziative come concerti, proiezioni cinematografiche, laboratori per famiglie e bambini per poter gustare a pieno la vicina collina romagnola.
Nancy Rubin, Chas’ Stainless Steel, Mark Thompson’s Airplane Park, 2001. A sinistra/far left, Andres Serrano, America (Wunmi Fadipe), 2002.
Museum. Si tratta di capolavori di alcuni dei maggiori artisti dell’avanguardia europea, Albert Gleizes, Vasily Kandinsky, Franz Marc, Piet Mondrian, Gabriele Münter ed Emil Nolde, mettendone in luce i modi in cui, nella fase che ha preceduto l’astrazione delle loro opere, questi pittori hanno messo in relazione il tema della natura al senso e ai valori della spiritualità.
Privato Novecento Ad Arona, cittadina turistica sul Lago Maggiore, fino al 2 Novembre, è ospitata la mostra “Fantastico Novecento ad Arona- da Picasso a Kandinsky”. Tra le sale di Villa Ponti è possibile percorrere un viaggio attraverso l’arte del Novecento, ammirando dipinti e sculture dei maggiori artisti del secolo passato: da Picasso a Warhol, da Kandinsky a Fontana passando per Klee, Mirò, De Chirico, Munch e molti altri. Le opere sono suddivise per movimenti artistici e sono tutte per lo più inedite e rarissime, essendo messe a disposizione
Firenze Mostre S.p.a. ha prodotto e realizzato la mostra triennale “Belvedere dell’Arte”, promossa anche dal Comune del capoluogo toscano. Durante i tre anni verranno messe a confronto opere di autori del Novecento con alcune appositamente create dai maggiori protagonisti dell’arte contemporanea internazionale. Ad aprire quest’anno “Belvedere dell’Arte” è la mostra “Orizzonti” che, al Forte Belvedere di Firenze fino al 26 ottobre, ha come obiettivo un confronto con la storia riguardo a questa linea immaginaria intesa come fulcro e soglia. Per affrontare il tema, artisti contemporanei, tra cui Tony Cragg, Anish Kapoor, Mario Merz, Giuliano Paolini e Giuseppe Penone, confrontano la propria concezione dell’orizzonte con quella del
Le maioliche tornano a casa
Audiolaboratori al Pompidou
Arte nella Russia di Stalin
Audiolab 2 è un progetto espositivo che fa parte del programma “a sostegno della produzione” della Caisse des Dépôt et Consignation e che promuove la realizzazione di opere musicali e sonore commissionandole ad artisti di discipline diverse. Non solo quindi musicisti, ma anche artisti plastici o DJ tutti accomunati da una ricerca sul suono elettronico, la citazione, la narrazione e la nozione di ambiente sonoro. Dopo una prima fase presentata nei principali centri europei, Audiolab 2, presentato per la prima volta in occasione dell’apertura del Palais de Tokyo a Parigi lo scorso anno, è ospitato fino al 1 novembre al Centro Pompidou/Museo Nazionale d’Arte Moderna. Il concetto espositivo si fonda sull’allestimento di un modulo architettonico nel quale vengono
La Schirn Kunsthalle di Francoforte, in concomitanza con l’annuale Salone Internazionale del Libro, dedicato quest’anno alla Russia, ha organizzato la mostra “Dream Factory Communism – The Visual Culture of the Stalin Era”. Aperta fino al prossimo 4 gennaio, l’esposizione cerca di dare la più ampia panoramica delle arti visive dell’era staliniana attraverso opere pittoriche, manifesti, immagini di propaganda, progetti architettonici, sculture, film. Molte delle opere in mostra escono per la prima volta, dalla morte di Stalin nel 1953, dalle Gallerie e dai Musei statali russi. La cultura sovietica, centralistica e di massa, si presenta in questa occasione come un fenomeno estetico omogeneo che ha attraversato tutti i mezzi di espressione, rivelandosi come un potente meccanismo di influenza collettiva teso a una trasformazione estetico-politica della vita quotidiana.
diffusi ambienti o pezzi sonori che il visitatore può ascoltare nel modo il più possibile confortevole. Ronan & Erwan Bouroullec sono i designer che hanno progettato questi spazi d’ascolto, si tratta di moduli composti da un triplo ombrellone e attrezzati con sedie e un tappeto per permettere agli ascoltatori di sedersi o stendersi al suolo. La parte interna dei tre ombrelloni in resina è rivestita con un tessuto nero che richiama il materiale usato per le casse acustiche, mentre il sistema sonoro, concepito da Rolad Cahen, è diffuso “a doccia”. Gli artisti invitati in quest’occasione sono Lætitia Bénat (Francia), To Rococo Rot (Germania), Xavier Veilhan & David Artaud (Francia), AGF (Germania), Carmeron Jamie (USA), Doug Aitken & Steve Roden (USA).
Walentina Kulagina, Working Women-Shock Workers, Strengthen Shock Workers Brigades, poster, 100,5x71,5 cm, 1931.
185 l’ARCA 97
A Milano l’arte ospita l’arte
Collezioni grafiche a Roma
Fino a novembre 2003 sarà attiva l’iniziativa “In alto. Arte sui ponteggi”: gli edifici storici in restauro, avvolti da ponteggi, prestano la loro struttura imponente a un altro tipo di arte, quella contemporanea. In sostituzione dei pannelli pubblicitari, considerati troppo invasivi, sulle impalcature di alcuni monumenti di Milano, sono ospitate opere che dialogano con la realtà architettonicourbanistica del paesaggio urbano. Carla Accardi ha ideato per la Chiesa di San Fedele “Ricompense tinte”: un segno blu ripetuto ritmicamente; Giuseppe Depreto propone “Geyger”, immagini digitali che scandiscono il ritmo della metropoli, per il ponteggio del Teatro alla Scala; Sarah Ciracì per Porta Nuova presenta “Peace”, un campo di grano e un ufo che proietta il simbolo della pace; e, infine, Marcello Maloberti ha ideato per Villa Reale “A Milano piove da dio” in cui due preti osservano i passanti con sguardo interrogativo.
La galleria Nazionale d’arte moderna di Roma ospita, fino al 23 novembre, la mostra “Segni del Novecento- La donazione Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini- Disegni, libri illustrati, incisioni”: un percorso ritmato da oltre duecento opere e articolato in tre sezioni. Nella parte dedicata ai “Disegni” si trovano schizzi di alcuni maestri del Novecento tra cui De Pisis, Morandi, Rosai e Guttuso. Nella sezione “Libri di pregio moderni” si trova una collezione di dimensione europea che rivela un amore particolare per l’intima connessione tra narrazione e illustrazione. In “Incisioni” si possono ammirare le acqueforti di Barbisan, Bartolini, Castellani, Zancanaro, oltre alle A sinistra/left, Sarah Ciraci, Peace, Milano Porta Nuova, 2003.
Nuovo stabilimento puntesecche e i linoleum di Maccari. L’origine asistematica della mostra è strettamente legata alla ricca e sfaccettata personalità del collezionista Neri Pozza (1912-1988) che fu un uomo del Novecento tanto immerso nello spirito del suo secolo da diventare lui stesso scultore, incisore, poeta e scrittore.
Volti del secolo scorso
L’associazione culturale Mirada ha organizzato al Museo d’Arte della Città di Ravenna la mostra “Il velo di Maia- Marjane Satrapi o dell’ironia dell’Iran”, aperta fino al 2 novembre. Vengono qui presentate 80 tavole originali della fumettista iraniana Marjane Satrapi, tratte da “Persepolis”, l’opera autobiografica che l’ha resa celebre, e un ampio apparato didascalico dedicato alla storia contemporanea dell’Iran. Marjane Satrapi, nata nel 1969, è la prima fumettista del suo Paese. Trasferitasi a Parigi, è diventata un’autrice di fama grazie al suo romanzo autobiografico a fumetti, in cui racconta la storia dell’Iran attraverso gli occhi di una bambina curiosa e per nulla disincantata, e in cui emerge la malinconia dell’autrice per la sua terra.
Il Comune di Crespina (Pisa) ha organizzato a Villa Il Poggio, fino al 2 novembre, la mostra “Il ritratto storico del Novecento. 1902-1952” in cui sono esposte ottanta opere che ripercorrono l’evoluzione della ritrattistica tradizionale. L’esposizione si suddivide in sei sezioni dedicate ad alcuni protagonisti della storia istituzionale, ai ritratti del Duce, ai combattenti e agli eroi fino alla
dell’argilla proveniente dalla nuova cava adiacente l’impianto.
Visibilità stradale
A destra/right, Arturo Martini, Donna seduta, olio monocromo su carta avorio/monocrome oil on ivory paper, 38,5x30 cm.
Iran a fumetti
Con il nuovo stabilimento situato a Dunarobba, in provincia di Terni, FBM dispone di un insuperabile centro produttivo, dotato di tecnologie d’avanguardia, studiato per produrre blocchi in laterizio portanti e da tamponamento, forati e blocchi da solaio. Un silos di argilla da 15.000 metri cubi di capacità consentirà, se a pieno regime, una produzione giornaliera di oltre 1200 tonnellate, cotta in un forno largo 10 metri e lungo oltre 180. I risultati qualitativi raggiunti assicurano standard molto elevati e costanti, garantiti dall’alta qualità
In crescita l’illuminazione
Liberazione, alla donna nella storia, agli inediti di Marco Sironi e agli intellettuali del Novecento. Da questa mostra emerge una concezione del ritratto non solo come elemento figurativo, ma anche come testimonianza della fortuna iconografica di alcuni personaggi della civiltà storica e culturale del Novecento e della straordinaria evoluzione del rapporto tra personaggio e pubblico.
Nel corso del convegno “Brighter and Safer”, svoltosi a Bologna lo scorso giugno 2003, sono state presentate le nuove proposte tecnologiche di 3M studiate per aumentare la visibilità sulle strade europee. Tra le varie e numerosissime soluzioni progettuali realizzate, le nuove tecnologie 3M consentono, qualora applicate, una maggiore sicurezza sulle strade, limitandone gli incidenti e le relative conseguenze. Le proposte innovative trattate comprendono: lo straordinario tubo luminoso in grado di trasportare la luce diurna all’interno dei tunnel; i rivestimenti fluororiflettenti che rendono i segnali
stradali più luminosi e visibili; i profili luminosi per veicoli che rivelano con precisione dimensione e velocità dei veicoli; i dissuasori elettronici di velocità che suggeriscono rallentamenti nel caso si superino i limiti previsti. Il tema della sicurezza stradale è particolarmente curato da 3M che ha recentemente costituito una fondazione dotata di un Centro Studi e Documentazione, nel quale opera il Centro Studi per la Sicurezza Stradale. E’ possibile aggiornarsi sulle iniziative del Centro Studi 3M per la Sicurezza Stradale, e sulle varie normative e tecnologie, collegandosi al sito www.ufficiostrade.net .
Isolamento termico
A sinistra/left, Gerardo Dottori, La Famiglia Marinetti.
Arredamento + elettronica di consumo Tra Royal Philips Electronics e Cappellini è stato stipulato un accordo di partnership per costituire una esclusiva gamma di mobili particolari, integrati alle apparecchiature Philips dedicate all’home entertainment. La nuova produzione, chiamata Paesaggi Fluidi, si sviluppa quindi in una combinazione innovativa che coniuga design e tecnologia per creare nuovi sistemi di arredamento uniti all’elettronica di consumo. Il progetto si 98 l’ARCA 185
Pur in contrazione, il settore dell’elettronica e dell’elettrotecnica, che nel corso del 2002, evidenzia una flessione sul fatturato complessivo (54.875 milioni di euro) del 5,3%, con particolare riferimento al calo del 7,4% delle esportazioni, registra variazioni positive nei comparti dell’Elettrotecnica relativi l’Illuminazione (+8%), i Componenti e Sistemi per Impianti (+4,2%) e i Trasporti Ferroviari ed Elettrificati (+6%). Le flessioni più significative riguardano comunque i comparti dell’elettronica che registrano però un incremento positivo in merito a Sicurezza e Automazione Edifici (+1,8%) e agli Elettromedicali (+7,2%), mentre il calo più consistente concerne gli Apparati e Sistemi di Telecomunicazioni (-20%). In merito al 2003, le rilevazioni della prima metà dell’anno in corso indicano un lieve miglioramento della dinamica produttiva su base tendenziale, ossia nel confronto con i corrispondenti mesi dello scorso anno. Nel corso dell’Assemblea di ANIE, tenutasi lo scorso luglio a Milano, è stato proclamato nuovo Presidente della Federazione Gian Francesco Imperiali, Presidente e Amministratore delegato di ABB.
Con Marchio CE apposto sulla propria gamma di prodotti Styrofoam dedicati all’isolamento termico in edilizia, Dow assolve all’obbligo della Dir. 89/106/CEE, relativa ai prodotti da costruzione. La marcatura CE assicura che il prodotto impiegato per la costruzione è idoneo al suo impiego e risponde a tutte le disposizioni comunitarie. Con questa premessa ogni produttore dichiara le caratteristiche dei propri prodotti che, successivamente, devono essere confermate dalla Valutazione di Conformità alla Norma di Prodotto, condotta in accordo con la norma EN 13172 e basata sul controllo della produzione e su prove effettuate in campioni prelevati presso lo stabilimento. Il marchio è utilizzabile solo da chi è in regola con le normative.
basa sull’applicazione di tecnologie specifiche dell’industria di consumo in grado di creare prodotti altamente ergonomici e di ridotte dimensioni. La collezione comprede un divano multisezione, un sistema DVD integrato connesso a un proiettore LCD montato al soffitto, il Philips 42 – Inch FlatTV e un sistema DVD incorporati in una libreria di acciaio inossidabile costruita su uno stand rotante. 185 l’ARCA 99
Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Successo annunciato e conseguito
Tramezza indistruttibile
Veramente strepitoso il successo di Somec che ha chiuso il 2002 registrando il 50% di aumento del fatturato rispetto l’anno precedente, con un incremento dell’utile pari al 35%, e prevedendo gli stessi risultati positivi anche per il 2003. Riconosciuta come leader mondiale nel settore navale, Somec amplia l’offerta di vetrate strutturali tagliafuoco e non, affiancando, ai serramenti scorrevoli o a battente standard e tagliafuoco, coperture vetrate retrattili, balaustre, paraventi e divisori per balconi, nonché i finestrini saldati o incollati a tenuta e gli oblò standard o tagliafuoco apribili o fissi. L’espansione e sviluppo di Somec, evidenti anche nel settore edile e confermatisi prevalentemente grazie a Grip-O-Glass, gamma completa di involucri per esterni, dispone oggi della una nuova soluzione tecnologica Avant Grip, studiata per facciate a doppia pelle e bio-climatiche a recupero energetico.
Prodotte con spessori da 8 a 12 cm, le tramezze Poroton® presentano una contenuta percentuale di foratura e una speciale tramatura (4 cartelle nello spessore con fori di piccola dimensione) che le conferiscono una particolare robustezza. La compattezza dell’elemento risulta inoltre compensata dall’alleggerimento dell’impasto cotto, conseguendo così un elemento di massa superiore rispetto all’elemento forato in laterizio normale, senza eccedere
Competizione internazionale Si è svolta lo scorso maggio a Bruxelles la prima edizione di Design Competition “Alluminium Window of the XXI century” che, promossa da EAA – The European Aluminium Association, ha visto la partecipazione numerosa di esponenti di spicco del mondo dell’alluminio per l’edilizia e di rappresentanti delle principali facoltà europee di ingegneria e architettura, e assegnato i premi ai progetti vincitori. Alla competizione internazionale hanno partecipato sei università europee con dodici progetti, tra i quali l’italiano [E] STRO, presentato dal Building Envelope Group afferente al Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito (Best) del Politecnico di Milano, ha vinto il terzo premio e numerosi encomi per le soluzioni tecnologiche e l’innovazione presenti nel progetto, ricevendo 15.000 €. Mentre il primo premio è stato assegnato al progetto “The Wing”, presentato dall’università di Dortmund.
Segnali di contemporaneità vistosamente in peso. La particolare struttura delle tramezze Poroton®, le dimensioni, la posa a fori verticali e la notevole massa, assicurano alla parete elevata rigidezza e resistenza, garantendo un sicuro fissaggio per mensole, ganci e altro, facilitando e velocizzando particolarmente la posa in opera e, grazie a particolari accorgimenti come l’incastro e le scanalature laterali, assicurando una migliore sigillatura dei giunti orizzontali e ottime prestazioni acustiche.
Nuovo catalogo E’ disponibile il nuovo catalogo generale di Trilux “Illuminazione e design – Luce e spazio”, che, in 448 pagine, raccoglie l’intera gamma di prodotti tecnici di alta qualità per l’illuminazione di interni, raggruppati in 14 diversi ambiti di applicazione per una più rapida
selezione dei prodotti. Il catalogo, dedicato a tutti gli esperti che si occupano di luce, è di notevole aiuto grazie a un orientamento chiaro, alla precisione dei dati iluminotecnici ed elettrotecnici e alle fotografie dimostrative.
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L’opera architettonica di Sergio Lenci appare, ben descritta e densa di informazioni nelle pagine di un recente volume per i tipi della Casa Editrice Diagonale di Roma. Il libro è curato, in modo attento, da Ruggero Lenci, con prefazioni di Lucio Valerio Barbera e di Marcello Rebecchini. La rappresentazione e la descrizione dei lavori realizzati da Lenci dal 1950 al 2000 appaiono non come un regesto di opere di un particolare autore, ma come una vera e propria testimonianza di un brano fervido di razionalismo italiano. Finalmente un chiaro racconto progettuale di un architetto che è stato capace di emettere un vero e proprio segnale di contemporaneità. L’architetto Sergio Lenci per diversi anni ha dato vita a uno studio di progettazione capace di non ascoltare le voci dell’architettura romantica, cioè
quella raccontata dai Soloni del nostro tempo, ma ha sempre misurato i suoi progetti, con vero successo, in un racconto architettonico denso di segnali nuovi, sfoggiando una padronanza linguistica inusitata nel solco del racconto razionalista. Professionalità e passione per l’architettura hanno permesso a Lenci di costruire quartieri, edifici pubblici, scuole, impianti sportivi, biblioteche, palazzi di giustizia e via dicendo, con una rigorosa e semplice logica progettuale. Tutte le opere si basano su una limpida e trasparente scelta di materiali che rendono l’architettura capace di fruire della forza geometrica del razionale, senza farli apparire come interventi razionalisti. Un volume che vuole informare ma che, in realtà, è soprattutto formativo. Mario Antonio Arnaboldi
Segnalazioni Friedrich Achleitner, Paolo Biadene, Edoardo Gellner, Michele Merlo Edoardo Gellner – Corte di Cadore Skira, Milano 2002, in esclusiva MI.NO.TER, 190 ill. a colori e 65 b/n, 264 pp Il volume, ricco di immagini, racconta la storia del villaggio vacanze per circa seimila abitanti su un’area di duecento ettari di Corte di Cadore, voluto da Enrico Mattei e progettato nel 1958 da Edoardo Gellner. Un’esperienza di architettura rimasta unica in Italia. Ora il cambio di proprietà apre nuove prospettive per questa struttura turistica.
Progettare la luce Si terrà, presso la Lighting Academy - La Sfacciata, dal 26 al 29 novembre 2003, il nuovo corso base di illuminazione di ambienti interni impostato per fornire, a quanti lo richiedano per motivi professionali, le nozioni fondamentali per una corretta illuminazione degli stessi. Verranno esposte e approfondite le conoscenze tecnologiche necessarie e sarà stabilito un contatto tra i partecipanti con professionisti di fama che esporranno e metteranno a disposizione le proprie esperienze. Il programma, intensivo, si svolge in 32 ore suddivise in quattro giorni, per 8 ore al giorno, dalle 9:00 alle 18:00. Al termine del corso viene rilasciato ai partecipanti l’attestato di partecipazione. Il corso, tenuto da docenti universitari, ricercatori dell’Istituto Nazionale di Ottica Applicata, doti esperti nel settore del lighting designer e da personalità provenienti dal mondo delle industrie d’illuminazione nazionali ed estere, comprende lezioni teoriche, laboratori applicativi e casistiche relative a studi di progettazione. Il costo è di 585 euro + IVA e include materiale didattico, colazioni di lavoro e servizi si spostamenti vari. Attualmente Targetti ha promosso un’iniziativa particolare che prevede l’assegnazione di 2 borse di studio, sotto forma di partecipazioni gratuite, a 2 fra gli iscritti (entro il 15 ottobre 2003) che avranno inoltrato esplicita richiesta all’indirizzo e.baldanzi@targetti.it. Saranno ammessi alla selezione per la borsa di studio coloro che risponderanno ai seguenti parametri: età inferiore ai 40 anni, laurea in architettura, ingegneria o design industriale e comprovata esperienza nell’ambito della progettazione.
Sergio Lenci L’opera architettonica 1950-2000 A cura di Ruggero Lenci Prefazioni di Lucio Valerio Barbera, Marcello Rebecchini Diagonale, Roma 2000, ill. a colori e b/n, 286 pp
Integra i sistemi Per dare soluzione alle crescenti esigenze in termini di sicurezza, provenienti dal mondo dell’industria per il relativo comparto, Siemens ha sviluppato una soluzione completamente integrata unendo i concetti di Totally Integrated Automation e di Safety Integrated. In questo modo il settore Automation and Driver (A&D) supera la distinzione tra i sistemi di sicurezza e quelli di automazione, con una proposta tecnologica standardizzata, dalle soluzioni personalizzate nel campo del comando, del rilevamento, dell’elaborazione e della protezione.
Il sistema Safety Integrated di Siemens comprende e unisce una gamma completa di prodotti e sistemi come i controlli numerici e gli azionamenti (Sinumerik e Simodrive), i controllori Simatic, i dispositivi di sicurezza Siguard, passando per le reti AS-Interface e Profibus. Sono proprio le reti come ASInterface Safety at Work e PROFIsafe a consentire di gestire, con un unico bus di campo, i segnali standard e quelli di sicurezza.
Alan Balfour, Zheng Shiling World Cities, Shanghai Wiley, London 2002 Il volume presenta un’analisi dettagliata dello stato di una delle più prominenti città e della sua visione del futuro, esaminando non solo lo sviluppo sociale e la storia dell’edilizia della città, ma anche i progetti che non sono mai stati realizzati. Una collezione di progetti e illustrazioni che rappresentano una serie di stili architettonici che ha dato a Shanghai il suo particolare aspetto. John Berger Sul Guardare Bruno Mondadori, Milano 2003, 288 pp L’attenzione e le aspettative dei nostri sguardi cambiano costantemente; si intreccia con il vissuto, la “storia” e la
memoria dell’uomo determinando un concetto di visione molo ampio “dove non esistono regole” e dove “vedere significa essere costantemente sorpresi” da qualcosa. In questo testo Berger propone strade interpretative originali, lontane dai canoni della critica d’arte nel tentativo di risolvere, mai definitivamente, il significato della visibilità e con il valore dell’immagine nella Storia. Giuseppe Candarelli Vademecum per gli appalti EPC Libri, Roma 2002, 448 pp Guida pratica e di facile consultazione per poter reperire sempre e in maniera veloce tutte le informazioni necessarie in materia di lavori pubblici. Il volume, utilizzando schede riepilogative ed esempi pratici, offre in modo semplice ed efficace un panorama completo di tutti gli istituti giuridici che caratterizzano la materia. Italic 1.0 – Il disegno di caratteri contemporaneo in Italia A cura di Paola Lenarduzzi, Mario Piazza, Silvia Sfligiotti Aiap Edizioni, Milano 2002, ill. a colori, 118 pp Storia illustrata dei caratteri tipografici italiani in questo secolo. Con una grafica accattivante e un ricco panorama di esempi visivi, il libro racconta questo aspetto assai interessante del mondo della carta stampata.
La cultura architettonica nell’età della restaurazione A cura di Giuliana Ricci, Giovanna D’Amia Mimesis, Milano 2002, ill. b/n, 606 pp Raccoglie gli atti del convegno internazionale “La cultura architettonica nell’età della restaurazione” che costituisce l’atto conclusivo di una ricerca interuniversitaria di durata biennale. I saggi presentati definiscono un’immagine meno convenzionale della cultura architettonica nell’età della Restaurazione, che si configura come periodo di transizione in cui prendono piede temi e problematiche che saranno centrali nel secondo Ottocento. Vittorio Mazzucconi La Piramide del Palatino Fondazione Vittorio Mazzucconi, Milano 2003, 48 pp Il progetto descritto in questo testo ha l’intento di evocare gli antichi palazzi di Roma e la stessa Roma quadrata che fu fondata sul Palatino, per proporne una nuova forma di vita centrata su un edificio risolutamente contemporaneo: una Piramide “rovesciata”. Emergono qui le tematiche da sempre caratteristiche del lavoro dell’architetto V. Mazzocchi: il rapporto con l’antico, la rifondazione della città, il “rovesciamento”; elementi che lo hanno portato a cercare nei suoi progetti le profonde radici della storia. 185 l’ARCA 101
AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
Belgio/Belgium Bruxelles Servizi Architettonici Invito a manifestare interesse per la prestazione di servizi architettonici, di ingegneria e di estimo per gli edifici occupati dalle delegazioni, dalle rappresentanze e dagli uffici della Commissione Europea in Paesi extracomunitari, nonché per le sue delegazioni nell'ambito di organizzazioni internazionali a Ginevra, New York, Vienna, Parigi e Roma/Invitation to express interest in the offer of architecture, engineering services and surveys of the buildings occupied by all delegations, from representative offices to Europe commissions in extracommunity countries, and also in its delegations within international organizations in Geneva, New York, Wien, Paris and Rome Scadenza/Deadline: 11/7/2004 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione Generale RELEX - Relazioni esterne, Unità Amministrazione, Unità K.3, CHAR 08/186 Rue de la Loi/Wetstraat 200 B-1049 Bruxelles Tel. ++32 2 2957432 Fax ++32 2 2964280
Francia/France Paris Mini Maousse-L’éloge du petit Concorso internazionale per studenti per il progetto di microarchitetture/International competition open to students for the project of micro-architectures Scadenza/Deadline: 9/12 Per informazioni: IFA c/a Delphine Dollfus Tel. ++33 01 46339023 Internet: www.archi.fr/minimausse E-mail: delphine.dollfus@ifa-chaillot.asso.fr
Germania/Germany Berlin 6th Architektur-Internet-Preis: Architettura e luce naturale L’ente banditore intende presentare una lista di 12 edifici, tutti progettati per sviluppare una notevole relazione con la luce naturale. Il programma prevede che i partecipanti selezionino un edificio dalla lista e lo modifichino secondo i criteri del “reverse light planning”, intensificando e articolando ulteriormente il rapporto con la luce, al fine di ottenere giochi d'ombra più intensi e complessi/Twelve buildings will be presented that have one feature in common: they have been designed with the purpose of staging natural lighting in a very impressive manner. The competition brief calls on participants to select one building from the list and modify it by means of “reverse light planning”. The building is to be staged in light so
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+ europaconcorsi
that the influences of existing (day) light paths and the resulting shadows are intensified, reversed or made to overlap Scadenza/Deadline: 20/10 Per informazioni: Architektur-Internet-Preis 2003 BauNetz Online-Dienst Schlüterstr. 42 D-10707 Berlin Tel. ++49 030 88726300 Fax ++49 030 88726319 E-mail: preis@BauNetz.de
Hamburg Living in the City. Soluzioni innovative per la vita in città Il crescente desiderio di vivere ai margini della città piuttosto che al suo interno, porta alla progressiva liberazione di diversi spazi del centro urbano. L’ente banditore intende così sollecitare giovani (diplomati dopo il 1-1-2001) e futuri architetti allo sviluppo di soluzioni progettuali innovative per la riqualificazione di questi spazi, ponendo particolare riguardo ai desideri di giovani famiglie con bambini/The increasing desire to live on the outskirts rather than inside of towns has freed progressively many spaces in the urban center. The awarding authority wants then solicit youngsters (graduated after January 1st 2001) and future architects to develop innovative project proposals for the requalification of these spaces, with particular attention for young families with children Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Redaktion Häuser Stichwort Innovationspreis 2004 20444 Hamburg Internet: www.livingathome.de/planen_bauen/ specials/haeuser_award/studenten.jsp
Munchen ArchiCAD-Preis. Applicazioni innovative del vetro L’ente banditore intende premiare gli studenti che si sono distinti per composizioni progettuali caratterizzate da un utilizzo innovativo del vetro, realizzate attraverso il programma di disegno ArchiCAD/The awarding authority wants to prize students who have distinguished themselves for project compositions characterized by the innovative use of glass, realized through the design program ArchiCAD Scadenza/Deadline: 15/11/2004 Per informazioni: Graphisoft Deutschland GmbH Lindwurmstr. 129e D-80337 München Tel. ++49 089 74643-0 Fax ++49 089 74643299 Internet: www.graphisoft.de/ archicad-preis.de
Giappone/Japan Tokyo 6th International Design Resource Awards Competition Premio Internazionale dal titolo “Progettare con la memoria” per la creazione di progetti attraverso l’utilizzo di materiali riciclati e ambientalmente consapevoli International award on the theme “Design with Memory” for the creation of products through the use of recycled and environmentally conscious materials Scadenza/Deadline: 5/11
Per informazioni: US Bureau: Design Resource Institute Tom Johnson 7406A Greenwood Ave. N. Seattle, Wa. 98103 US Japan Bureau: Amita Corporation Kaori Hamazaki Shuwa Sanbancho Bldg., 28 Sanban-cho Chioda-ku Tokyo, 102-0075 Japan Fax ++81 3 5215 8256 Internet: www.amita-net.co.jp/dwn/english/e2.html
Gran Bretagna/Great Britain Manchester Soluzioni per comunità urbane sostenibili L’ente banditore invita studenti e professionisti della progettazione a elaborare una soluzione progettuale per lo sviluppo di un’area di 2,2 ha alla periferia di Manchester. Il programma prevede la realizzazione di abitazioni, servizi e uffici, il cui impatto sul consumo energetico rientri nei criteri della sostenibilità, nonché un’articolazione urbana che stimoli un approccio cooperativo all’interno della comunità residente Submissions are invited for an Open Design Competition based on a 2.2 hectare brownfield site on the edge of Manchester's city centre. The objective for competitors will be to design a mixed-use scheme which is sustainable in its use of energy, urban in character and which promotes co-operative lifestyles Scadenza/Deadline: 16/1/2004 Per informazioni: RIBA Competitions Office 6 Melbourne Street Leeds LS2 7PS Tel. ++44 0113 2341335 Fax ++44 0113 2460744 Internet: www.inreb.org E-mail: riba.competitions@mail.riba.org
Italia/Italy Albiano (Trento) Città Architettura e Porfido Il Premio ha la finalità di premiare progetti e nuove realizzazioni dove l'impiego del porfido del Trentino risulti significativo sul piano creativo, tecnologico e soprattutto innovativo in applicazioni che coinvolgono spazi urbani, nuovi complessi edilizi, restauri finalizzati alla conservazione, ripristino di opere esistenti, sistemazioni esterne e arredo urbano/Award for realizations and new uses of Porfido of trentino in urban planning, restorations, restructuring etc. Scadenza/Deadline: 31/5/2004 Per informazioni: E.S.PO. Ente Sviluppo Porfido Via S. Antonio 36 38041 Albiano (TN) Internet: www.xfaf.it E-mail: info@Xfaf.it
Aquileia (Udine) Riqualificazione dell’area del complesso monumentale della basilica di Aquileia Ai partecipanti si richiedono delle proposte progettuali per la riqualificazione dell’area del complesso monumentale della basilica di Aquileia e in particolare delle piazze Capitolo e del Patriarcato. L’importo complessivo dei lavori per Piazza Capitolo e per tutti gli altri lotti non dovrà superare la somma di Euro 2.325.000,00 così suddivisi: Euro 774.685,00 per il primo lotto di Piazza Capitolo. Euro 1.550.315,00 per gli altri lotti
Participants are requested to provide project proposals for the requalification of the area of the monumental complex of Aquileia Basilica and in details for the squares: Capitolo and Patriarcato. The total amount of works for the Capitolo square and for all other lots should not exceed the amount of Euro 2,325,000, so divided: Euro 774,685 for the first lot of Capitolo square, Euro 1,550,315 for all other lots Scadenza/Deadline: 3/12 Per informazioni: Comune di Aquileia Piazza Garibaldi 7 33051 Aquileia (UD) Tel. ++39 0431 916900 Fax ++39 0431 91044 l Internet: www.comune.aquileia.ud.it E-mail: lavori.pubblici@com-aquileia.regione.fvg.it
Cantù (Como) Il materiale legno Concorso internazionale di idee per la progettazione di un ambiente cucina che impieghi e valorizzi il legno massello e preveda l’inserimento di elettrodomestici Electrolux/International ideas competition for the design of a kitchen enhancing wood use and including Electrolux appliances Scadenza/Deadline: 30/11 Monte premi/Total prize money: 9.000 Euro Per informazioni: Riva RI1920 Simone Bellotti Direzione Comunicazione Via Borgognone 12 22063 Cantù (CO) Tel. ++39 031 7073353 Fax ++39 031 7073338 Internet: www.riva1920.it E-mail: simone.bellotti@riva1920.it
Casalgrande (Reggio Emilia) Grand Prix Ceramica Concorso internazionale di architettura che seleziona e premia quei professionisti che, attraverso la loro opera, meglio hanno saputo utilizzare e valorizzare le proprietà tecniche e le potenzialità espressive degli elementi in grès porcellanato Granitogres, Marmogres e Pietre Native/International architecture competition selecting and prizing those professionals who, through their work, have better utilized and improved the technical properties and the expression potentials of elements in Granitogres, Marmogres and Pietre Native porcelain grès Scadenza/Deadline: 31/12/2004 Per informazioni: Ceramica Casalgrande-Padana Via Statale 467, 73 42013 Casalgrande (RE) Tel. ++39 0522 9901 (30 linee) Fax ++39 0522 996121 Fax export ++39 0522 841630 Internet: www.casalgrandepadana.it/ grandprix_quarta.asp E-mail: giullari@casalgrandepadana.it
Cornaredo (Milano) Riqualificazione di piazza della Libertà Il concorso ha per oggetto la riqualificazione della parte centrale della città, dal mantenimento della funzione storico-culturale alla prospettiva di immaginare un nuovo paese. In particolare le proposte progettuali dovranno fornire soluzioni per lo spazio antistante e di accesso all’edificio ex-Filanda, per la Piazza della Libertà e per le vie del centro storico
AGENDA The competition aims to the requalification of the central part of the city, from the keeping of the historical-cultural function to the perspective to imagine a new city. In details project proposals should furnish solutions for the space in front of the ex-Filanda building, for Piazza della Libertà and the streets of the historical center Scadenza/Deadline: 1/12 Per informazioni: Comune di Cornaredo Piazza Libertà 24 20010 Cornaredo (MI) Tel. ++39 02 932631 Fax ++39 02 93263213 E-mail: urbanistica@comune.cornaredo.mi.it
Faenza (Ravenna) Costruire per un’utenza reale Concorso internazionale per la progettazione di spazi e/o attrezzature indirizzate alla creazione di ambienti con valenza universale e facilmente frequentabili da ogni utente/International competition to project spaces and/or installations for the creation of universal habitats easily frequented by any user Scadenza/Deadline: 16/12 Primo Premio/1st Prize: 5.000 Euro Per informazioni: Gruppo Editoriale Faenza Editrice Via Pier De Crescenzi, 44 48018 Faenza (RA) Tel ++39 0546 670411 Fax ++39 0546 660440 Internet: www.faenza.com E-mail: concorso@faenza.com
Ferrara Premio “Architettura Sostenibile” Fassa Bortolo Il Premio “Architettura Sostenibile”, ideato e promosso dalla Facoltà di Architettura di Ferrara in occasione del Decennale della fondazione e da Fassa Bortolo, nasce dalla volontà di premiare e far conoscere a un ampio pubblico architetture che sappiano rapportarsi in maniera equilibrata con l’ambiente, che siano pensate per le necessità dell’uomo e che siano capaci di soddisfare i bisogni delle nostre generazioni senza limitare, con il consumo indiscriminato di risorse e l’inquinamento prodotto, quelli delle generazioni future/The award “Sustainable Architecture”, created and promoted by the Architecture faculty of Ferrara for the 10th anniversary of foundation and by Fassa Bortolo, wants to prize and to make known to the public architectures well related to the environment, created for man’s needs and capable to satisfy the needs of our generations without limiting, with indiscriminate consumption of resources and pollution, those of future generations Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Segreteria del Premio Via Quartieri 8 44100 Ferrara Tel. ++39 339 4979209 Fax ++39 0546 665150 Internet: www.premioarchitettura.it E-mail: segreteria@xfaf.it
Gallarate (Varese) Premio Nazionale Arti Visive Concorso nazionale per la realizzazione di un corridoio dell’arte nel centro urbano di Gallarate e per la progettazione grafica e comunicativa della XXI/XXII edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate
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Scadenza: 18/10 Monte premi: 25.000 Euro Giuria: Alberto Abruzzese, Marco Meneguzzo, Roberto Pinto, Giulio Zanella, Marina Bianchi Guenzani, Emma Zanella Per informazioni: Ufficio Concorsi di Progettazione XXI/XXII Edizione del premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate C/o Metamusa arte ed eventi culturali Via C.Battisti 9 21013 Gallarate (VA) Tel. ++39 0331 783630 Fax ++39 0331 777472 Internet: www.premiogallarate.it E-mail: info@premiogallarate.it
Martina Franca (Taranto) Valorizzazione delle aree verdi nel contesto urbano e nelle sue immediate vicinanze Realizzare un intervento di valorizzazione delle aree verdi nel contesto urbano e nelle sue immediate vicinanze, mediante l’elaborazione di proposte progettuali e linee guida dirette a soddisfare, diverse esigenze del Comune. Riferimento generale per tali aree è quello di creare, veri e propri organismi polarizzanti per l’intera cittadina, perfettamente inseriti nel tessuto urbano circostante mediante un sistema di relazioni con la viabilità carrabile, i percorsi pedonali, le volumetrie ed il verde esistenti/Competition for the improvement of the green areas in the urban context and in the suburbs through the drafting of project proposals and guide lines directed to satisfy the different needs of the Municipality Scadenza/Deadline: 28/10 Per informazioni: Comune di Martina Franca Piazza Roma 32 74015 Martina Franca (TA) Tel. ++39 080 4836111 Fax ++39 080 4805706
Modena Premio Oscar Goldoni 2003 Premio per il miglior libro di argomento fotografico edito in Italia dal 1 gennaio 2002 al 31 ottobre 2003/Award for the best photographic book published in Italy between January 1st, 2002, and October 31st, 2003 Scadenza/Deadline: 30/11 Monte Premi/Total prize money: 3.500 Euro Giuria/Jury: Walter Guadagnino, Filippo Maggia, Franco Fontana, Chiara Coronelli, Rocco Moliterni Per informazioni: Galleria Civica Premio Oscar Goldoni Corso Canalgrande 103 41100 Modena Tel. ++39 059 206890 Fax ++39 059 206932 Internet: www.comune.modena.it/galleria E-mail: galcivmo@comune.modena.it
Monfalcone (Gorizia) Riqualificazione dell’area di piazza della Repubblica Ai partecipanti si richiedono proposte progettuali per la riqualificazione dell’area di piazza della Repubblica. Obiettivi primari: 1) ricomposizione del tessuto storico attorno ad uno spazio riconoscibile come: a) immagine di una nuova identità urbana della città di Monfalcone; b) centro di aggregazione, per la cultura, lo svago ed il tempo libero; 2) realizzazione degli interventi di riqualificazione per fasi successive, individuando come prioritario quello relativo alla Piazza della Repubblica
Participants are required to provide project porposals for the requalification of the area of Piazza della repubblica. Main objectives are: 1) rearrangement of the historical tissue around a space recognizeable as: a) image of a new urban identity of Monfalcone; b) aggregation center for culture, recreation and free time; 2) construction to be made in various stages Scadenza/Deadline: 31/10 Per informazioni: Comune di Monfalcone Piazza della Repubblica 8 Monfalcone (GO) Tel. ++39 0481 4941 Fax ++39 0481 494485 Internet: www.comune.monfalcone.go.it E-mail: garecontratti@comune.monfalcone.go.it
Omegna (Verbania) Nuovo ospedale di 400 posti letto Redazione del progetto preliminare, in località Piedimulera, del nuovo ospedale dell’Azienda, dotato di 400 posti letto. Costo massimo di realizzazione Euro 103.000.000,00. Importo presunto per predisposizione progetto preliminare Euro 377.000,00/Competition for the preliminary project for the construction in Piedimura, of the new Firm hospital with 400 beds. Total cost: Euro 103,000,000 Estimated amount of preliminary project: Euro 377,000 Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Azienda Sanitaria Locale 14 VCO Via Mazzini 117 28887 Omegna (VB) Tel. ++39 0323 868111 Fax ++39 0323 643020 Internet: www.asl14piemonte.it E-mail: ced@asl14piemonte.it
Palazzolo sull’Oglio (Brescia) Parco fluviale sulle rive del fiume Oglio Progetto preliminare di recupero ambientale-paesistico del parco fluviale situato sulle rive del fiume Oglio. Il concorso di progettazione ha ad oggetto la redazione di un progetto con livello di approfondimento pari a quello del progetto preliminare. Il costo massimo di realizzazione dell’intervento da progettare è determinato in Euro 900.000,00/Competition for the preliminary project for the environmental-landscaping recovery of the fluvial park on the banks of the Oglio river. The object of the project competition is to obtain a detailed project, maximum estimated amount Euro 900,000 Scadenza/Deadline: 17/11
esistente sia alle nuove costruzioni e devono altresì essere concepite nella considerazione che una migliore fruibilità di un immobile costituisce un vantaggio irrinunciabile per tutti i componenti della collettività poiché tutti possono avere momenti più o meno prolungati di impedimento/The board, within the project “Welfare politics in favour of the Elderlies” announces a competition for pleasant and safe living quarters, without internal barriers, easy to reach from the outside and integrated with its surroundings. The project ideas should applied both to the existing real estate patrimony as well as to new constructions Scadenza/Deadline: 9/10 Per informazioni: Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica Via Aldo Ballarin 42 00142 Roma Tel. ++39 06 51019259-8833 Fax ++39 06 51017048-88932; numero verde 800.10.5000 Internet: www.inpdap.it E-mail: prontoinpdap@inpdap.gov.it
Utilizzo innovativo del tufo Concorso Internazionale per tesi di laurea, studenti iscritti all’ultimo anno e giovani architetti e ingegneri per progetti che applichino usi innovativi del tufo/International competition for degree thesis, students of the last year and young architects and engineers for innovative applications of tufus stone Scadenza/Deadline: 7/1/2004 Monte premi/Total prize money: 5.750 Euro Giuria/Jury: Gianfranco Carrara, Carlo De Vito, Ruggero Lenci, Ruggero Martines, Roberto Palombo, Marco Petreschi, Maurizio Sciotti, Silvano Susi, un rappresentante di Cave Riunite (sponsor) Per informazioni: Segreteria Dipartimento Architettura e Urbanistica per l’Ingegneria (DAU) Via Eudossiana 18 00184 Roma Tel. ++39 06 44585916 Fax ++39 06 44585186 Internet: www.ruggerolenci.it E-mail: ruggero.lenci@uniroma1.it
Premi per tesi di laurea in Architettura/Legno e Architettura Due concorsi a premi da assegnare a progetti presentati in tesi di laurea relativi a: impiego innovativo del legno nell’architettura strutturale e decorativa; Arte e geometrie dei pavimenti in legno nella storia/Two competitions for degree thesis about: the innovative use of wood in structural and decorative architecture; art and geography of wood pavements in history Scadenza/Deadline: 31/7/2004
Per informazioni: Comune di Palazzolo sull’Oglio Via Torre del Popolo 2 25036 Palazzolo sull’Oglio (BS) Tel. ++39 030 7405550 Fax ++39 030 7405566 E-mail: lavori.pubblici@palazzoloweb.it
Per informazioni: Rocco Sinisgalli Premio “Legno e architettura” Facoltà di Architettura Valle Giulia Via Gramsci 53 000197 Roma Tel. ++39 06 49919291/2 Fax ++39 06 49919290 E-mail: rocco.sinisgalli@uniroma1.it
Roma
Suzzara (Mantova)
L’abitazione gradevole e sicura L’ente, nell’ambito del progetto “Politiche sociali in favore degli Anziani”, bandisce il presente concorso per rendere l’abitazione gradevole e sicura, priva il più possibile di impedimenti al suo interno, modificabile, di facile raggiungibilità dall’esterno e integrata al suo intorno. Le idee presentate per la residenza devono essere quindi applicabili sia al patrimonio edilizio
43° Premio Suzzara Premio internazionale d’arte International awards for the arts Scadenza/Deadline: 2/11 Premio/Award: 5.000 Euro Per informazioni: Associazione Galleria del Premio Suzzara Via Don Bosco 2/A 46029 Suzzara (MN) Tel. ++39 0376 535596 Fax ++39 0376 535576 Internet: www.premiosuzzara.it E-mail: galleriacivica.suzzara@polirone.mn.it
185 l’ARCA 103
AGENDA Trento Senior Residence Il tema, oggetto di progettazione, è costituito da una residenza per 60 anziani, all’interno di un aggregato urbano, dotata delle necessarie infrastrutture e ubicata su planimetria, terreno e lotto forniti da Nemetschek in formato Allplan. Sono ammessi solo progetti eseguiti con Allplan FT v16 o successive/The project theme consists of designing a residence for 60 elderly people situated in an urban area and with the necessary infrastructures and based on a site plan provided by Nemetschek in Allplan format. Only projects made using Allplan FT v16 or newer will be accepted Scadenza/Deadline: 31/1/2004 Per informazioni: Nemetschek Italia Via Brennero 322 38100 Trento Internet: www.nemetschek-academy.com
Lichtenstein Vaduz Ristrutturazione e ampliamento di una casa di riposo L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la realizzazione dell’ampliamento e la ristrutturazione della casa di riposo per anziani Haus St. Florin-Vaduz. Inoltre, il programma prevede la costruzione di un centro sociale/The awarding authority is seeking project proposals for the extension and restructuring of the rest home for elderly people Haus St. Florin-Vaduz, the brief calls for the construction of a welfare and social center Scadenza/Deadline: 9/12 Per informazioni: Stiftung Liecht. Alters- und Krankenhilfe Landstra§e 105 LI-9490 Vaduz Tel. ++423 3923050 Fax ++423 3923054 E-mail: office@lak.li
Norvegia/Norway Stavanger Auditorium nell’area di Bjergsted L’ente banditore è alla ricerca di soluzioni progettuali di elevata qualità architettonica e acustica per la costruzione di un auditorium nell’area di Bjergsted. Il programma prevede la realizzazione di una struttura con una superficie lorda di 12.800 mq, in grado di ospitare 2 sale: una da concerto per 1.400 posti e l’altra polifunzionale con una capienza variabile da 500 a 1.400 posti/Stavanger municipality shall construct a concert hall in the Bjergsted area near to the centre of Stavanger. The concert hall shall have a gross area framework of approximately 12 800 sq.m and shall house 2 different halls: 1 orchestra hall with 1,400 seating places and 1 multi purpose hall with varying capacity from 500-1,400 seating places. It is the municipality’s ambition to have a building of high international standard both architecturally and acoustically Scadenza/Deadline: 17/10 Per informazioni: Norske Arkitekters Landsforbund, konkurransefunksjonær Josefinesgate 34 N-0351 Oslo Tel. ++47 23 33 25 00 Internet: www.arkitektur.no E-mail: per@arkitektur.no
104 l’ARCA 185
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Spagna/Spain Madrid Spazio pubblico urbano Il distretto della capitale spagnola invita i giovani e futuri architetti ad elaborare una soluzione urbanistica e paesaggistica per l’area compresa tra l’avenida de Betanzos e calle Santiago de Compostela. Il programma prevede la realizzazione di una zona verde di 3.435 mq e di uno spazio pubblico urbano di complessivi 2.382 mq, tali da sollecitare la vita sociale dei residenti The Spanish capital district invited young and future architects to elaborate an urban and landscaping solution for the area included between avenida de Betanzos and calle Santiago de Compostela. The brief calls for the construction of a 3,435 sq.m green area and a public urban space of 2,382 sq.m Scadenza/Deadline: 31/10 Per informazioni: Junta Municipal del Distrito Fuencarral El Pardo del Ayuntamiento de Madrid Avenida Monforte de Lemos 40 28029 Madrid Tel. ++34 91 5886815 Fax ++34 91 5886821 E-mail: cultufuencarral@munimadrid.es
Oviedo Riqualificazione della Plaza de Toros di Buenavista Progetto per la riqualificazione, sistemazione e ampliamento della Plaza de Toros di Buenavista Project for the requalification of Plaza de Toros in Buenavista Scadenza/Deadline: 18/11 Per informazioni: Secciòn de Contrataciòn Plaza de la Constituciòn 33071 Oviedo Tel. ++34 98 5981800 Fax ++34 98 5204371 E-mail: Proyecto@Mores.es
Pamplona Stazione Ferroviaria per l’Alta Velocità Progetto per la sistemazione urbanistica per l’area della Stazione Ferroviaria per l’Alta Velocità Project for the urban rearrangement of the area of the High Speed Railways Station Scadenza/Deadline: 15/10 Per informazioni: Departamento de Obras Pùblicas, Transportes y Comunicaciones Avenida San Ignacio, 3 5° Planta de Pamplona Tel. ++34 948 427736 Internet: www.cfnavarra.es/obraspublicas/
USA Palisade Mountain (California) Rifugio alpino: Palisades Glacier Mountain Hut Gli enti banditori intendono raccogliere proposte progettuali per la realizzazione di un campo base da 60-80 persone, presso il ghiacciaio della Palisades Mountain. La qualità del progetto vincitore dovrà risultare un prototipo per questa tipologia di strutture. Costo di costruzione: 1.500.000 $
International competition for the design of a 60 to 80-person wilderness base camp facility for overnight stays. The competition project site is near the trailhead leading to the Palisade Glacier in the Sierra Nevada Mountains of Central California. The winning design and its construction will have an international impact as a prototype for facilities that may be constructed in other parts of the world. In addition to the competition prize money, it is expected that the winning design team will enter into a contract offering professional compensation for this commission. The expected construction budget will be in the range of 1.5 million dollars Scadenza/Deadline: 5/12 Per informazioni: The University of California, Berkeley, College of Environmental Design Internet: www.ced.berkeley.edu/prizes_awards/mou nthut/competition_overview.htm E-mail: hut@uclink.berkeley.edu
Per informazioni: Designtope competition secretariat Internet: http://designtope.net E-mail: compe@designtope.net
Concorso di industrial design 2003-04 DuPont Imagineering Awards Tema del concorso/theme of the competition: “Comfort and functionality at home” Dedicato alla progettazione con i tecnopolimeri/Dedicated to projects made with tecnopolymers Scadenza/Deadline: 31/3/2004 Consegna/Submission: 31/5/2004 Monte premi/Total prize money: 10,000 Euro Per informazioni: Dupont Internet: www.dupont-imagineering.com Fax ++39 02 27300558 Chiara Pellegrini E-mail: chiara.pellegrini@dupont.com
Affidamenti
San Francisco Interfaith Sacred Space. Luoghi di culto confortevoli, sicuri, rispettati Attraverso questa manifestazione l’ente banditore intende raccogliere delle proposte progettuali per la realizzazione di un luogo per il culto religioso, che sia confortevole, sicuro e rispettato, e intende altresì intavolare sulla base del concorso, un discorso al livello globale sull’approccio compositivo nei confronti dello spazio sacro Through this competition the awarding authority wants to collects project proposals for the construction of a religious cult site, confortable, safe and respected Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: AIA San Francisco Chapter 130 Sutter Street, Suite 600 San Francisco CA 94104 Internet: www.uri.org/designcomp E-mail: InterfaithComp@aol.com
Wilmington DuPont Plunkett Awards Concorso internazionale per innovazioni e miglioramenti di prodotti già esistenti che incorporano componenti critici con i fluoropolimeri DuPont/International competition for innovation or improvement of existing products incorporating critical components realized with DuPont fluoropolymers Scadenza/Deadline: 1/12 Monte premi/Total prize money: 28,500 US$ Per informazioni: DuPont Plunkett Awards Chestnut Run Plaza 702-1274A Wilmington, DE 19880-0702 Internet: www.Plunkett.Teflon.com
Web 3° Concorso di design Designtope/Gate and Fences Concorso che raccoglie proposte che contengano l’essenza della funzione di cancelli e recinzioni come “l’interazione umana”, “stile di vita” e “ambiente”/The expectation of the competition are for the proposal incorporating the essence behind gates and fences, such as “human interaction”, “lifestyle”, and “environment”. Scadenza/Deadline: 20/10 Monte premi/Total prize money: 600,000 yen
Per i bandi completi www.europaconcorsi.com
Italia/Italy Alliste (Lecce) Elenco professionisti L’ente intende procedere alla predisposizione dell’elenco dei professionisti idonei per il conferimento di incarichi (per i settori specificati entro il limite di onorari entro i 40.000 Euro, senza prevedere limiti temporali). Gli elenchi saranno composti dalle seguenti distinte e in tipologie di lavori: opere stradali e infrastrutturali; edilizia civile; restauro beni architettonici; progettazione strutturale; progettazione impiantistica, ambiente (parchi, recupero ambientale, impianti depurativi, ecc.) Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Alliste Piazza Municipio 73040 Alliste (LE) Internet: http://web.tiscalinet.it/comunealliste
Brescia Elenco professionisti: indagini geognostiche L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di indagini geognostiche relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760
Elenco professionisti: progettazione degli impianti L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n.109/1994, gli incarichi di progettazione degli impianti relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760
AGENDA Elenco professionisti: pratiche catastali L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di pratiche catastali relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica Tel. 030 2117760
Elenco professionisti: progettazione delle strutture portanti L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di progettazione delle strutture portanti relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica referente: Sig.ra Romelli Tel. 030 2117760
Elenco professionisti: coordinamento in materia di sicurezza L’ente intende affidare a soggetti, di cui all’art. 17 comma 1 lettere d), e), della legge n. 109/1994, gli incarichi di coordinamento in materia di sicurezza e di salute durante la progettazione dell’opera (CSP) e la realizzazione dell’opera (CSE) relativamente ai propri interventi costruttivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Aler di Brescia - Segreteria tecnica referente: Sig.ra Romelli Tel. 030 2117760
Castelfiorentino (Firenze) Elenco professionisti L’ente intende procedere alla predisposizione dell’elenco dei professionisti idonei per il conferimento di incarichi al di sotto di 40.000 Euro, per la progettazione, direzione lavori e consulenza in materia di Lavori Pubblici inseriti nel programma triennale 2001/2003 delle opere pubbliche Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Castelfiorentino Piazza del Popolo 1 Tel.0571 6861 Internet: www.comune.castelfiorentino.fi.it E-mail: info@comune.castelfiorentino.fi.it
Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l'affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica; etc. Scadenza: 11/2/2006 Per informazioni: Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com
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Feltre (Belluno) Elenco professionisti per il comune di Feltre (gestione del patrimonio) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000,00 Euro. L’elenco avrà validità per tutte le opere comprese nel piano triennale delle opere pubbliche 2003-2005 e per quanto attiene alla tipologia d) ed e) per tutte le eventuali esigenze relative alla gestione del patrimonio Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel.0439 8851 Fax 0439 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it
Elenco professionisti per il comune di Feltre (opere edili; restauro; arredo urbano) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000,00 Euro. L’elenco avrà validità per tutte le opere comprese nel piano triennale delle opere pubbliche 2003-2005, con riguardo alle seguenti categorie: opere edili; opere di restauro; arredo urbano; impianti tecnologici civili; impianti sportivi Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel. 0439 8851, Fax 0439 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it/ E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it
Manziana (Roma) Elenco professionisti L’ente intende formare un Albo di Professionisti da utilizzare per servizi attinenti l’architettura e l’ingegneria, il cui importo stimato sia inferiore ai 100.000,00 Euro (ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 comma 12 della legge 109/94) Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Manziana - Area lavori pubblici e ambiente L.go G.Fara - 00066 Manziana (Roma) Tel. 06 9963672, Fax 06 99674021 Internet: www.comunedimanziana.it
Perugia Elenco professionisti L’Aur istituirà una Banca dati di tipo aperto per consulenti e collaboratori (persone fisiche) all’interno della quale individuare i soggetti ai quali conferire, in relazione al manifestarsi di specifiche necessità, incarichi di consulenza e collaborazione in varie forme contrattuali Scadenza: 29/4/2005 Per informazioni: Agenzia Umbria Ricerche Via M.Angeloni, 78 - 06124 Perugia Tel. 075 5045805
Pomezia (Roma) Elenco di professionisti Formazione di un elenco di professionisti abilitati ai fini dell’affidamento di incarichi professionali per servizi attinenti all'architettura e all’ingegneria di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Pomezia Piazza Indipendenza 1 00040 Pomezia (RM) Tel. 06 91146251, Fax 06 91146236
Convegni e dibattiti Congresses and conferences
Argentina Rosario Universidad Nacional Sigradi 2003 Settimo congresso internazionale di grafica digitale/7th International congress of digital graphics 5/11-7/11 Per informazioni: Universidad Nacional de Rosario Sonia Carmena Internet: www.unr.edu.ar/sigradi2003 E-mail: sigradi2003@unr.edu.ar
Cile/Chile Santiago del Cile Universidad de Chile Plea 2003 Passive and Low Eenergy Architecture: Rethinking Development. Are we producing a people oriented habitat? 9/11-12/11 Per informazioni: Internet: www.plea2003.cl E-mail: plea2003@puc.cl
Emirati Arabi Uniti/UAE Dubai Grand Hyatt Cityscape 2003 18/10-20/10 Per informazioni: Registration hotline Tel. ++971 4 3352437 Internet: www.cityscape-online.com
Germania/Germany Koln Congress Centrum Ost Kolnmesse 18th IAKS Congress Congresso internazionale sul progetto, costruzione, modernizzazione e gestione degli impianti sportivi e del divertimento International congress for the design, construction, modernization and management of sports and leisure facilities 5/11-7/11 Per informazioni: Koelnmesse GmbH Messeplatz 1 50679 Köln Tel. ++49 0221 821-0 Fax ++49 0221 8212574 Internet: www.koelnmesse.de, www.koelnkongress.de E-mail: info@koelnmesse.de
Giappone/Japan Tsukuba International Congress Center 6th Asian International Conference “Integration of Knowledge, Kansei and Industrial Power” 14/10-17/10 Per informazioni: Internet: www.6thadc.com E-mail: info@6thadc
Italia/Italy Bologna Palazzo dei Congressi Una scelta estetica per la durabilità nel tempo: Vernest, l’acciaio inossidabile colorato 17/10 Per informazioni: Thyssen Krupp Acciai Speciali Terni Viale Brin 218 05100 Terni Tel. ++39 0744 490282 Fax ++39 0744 490946 Internet: www.acciaiterni.it E-mail: info@acciaiterni.it
Aluminium Days 6/11-7/11 Per informazioni: Segreteria Aluminium Days Orga.Pro Tel. ++39 051 6646624 Fax ++39 051 6646424 Internet: www.aluminiumdays.com E-mail: segreteria@on-nike.it
Firenze Università di Firenze-TAED Master Abita Master di secondo livello di Architettura Bioecologica e Innovazione Tecnologica Settembre/Luglio 2004September/July 2004 Per informazioni: Università di Firenze Dipartimento di Tecnologia e Design TAED-Centro Abita Via San Niccolò 89/a 50125 Firenze Tel. ++39 055 2491559055 5048394 Fax ++39 055 2347152 Internet: www.unifi.it/unifi/abita/master.htm E-mail: abita@taed.unifi.it, marco_sala@unifi.it
Image e Ospedale degli Innocenti Intimacy/7° Festival internazionale dell’architettura in video Incontri internazionali (2/10-5/10) e workshop 7/10-26/10 Per informazioni: Image Via Scipionie Ammirato 82 50136 Firenze Tel. ++39 055 666316 Fax ++39 055 6241253 Internet: www.architettura.it/image E-mail: image@architettura.it
Milano Politecnico di Milano-Bovisa Un architetto e il suo luogo: Tomaso Buzzi e l’idea delle “follie” nel giardino europeo 30/10 Per informazioni: Grandi Giardini Italiani c/a Oreste Petilli Piazza Cavour 6 22060 Cabiate (CO) Tel. ++39 031 756211 Fax ++39 031 756768 E-mail: grandigiardini@tiscalinet.it
Centro Inox L’acciaio inossidabile nelle costruzioni: proprietà ed esemi applicativi 26/11 Per informazioni: Centro Inox Piazza Velasca 10 20122 Milano Tel. ++39 02 86450559 Fax ++39 02 860986 Internet: www.centroinox.it E-mail: eventi@centroinox.it
185 l’ARCA 105
AGENDA
+ europaconcorsi
Parma
New York
Chaumont sur Loire
Auditorium Bancamonte Architettura/Europa: Temi e protagonisti dell’architettura europea Giorgio Grassi 13/10 Aimaro Isola 20/10 La qualità dell’architettura condivisa: committenza, progetto, impresa 28/10
The Westin NY Innovation Conferenza sui nuovi approcci alla costruzione e al progetto Conference on new approach to construction and design 8/10-9/10
Festival International des Jardins: Mauvaise Herbe! 23/5-19/10
Per informazioni: Università degli Studi di Parma Internet: www.unipr.it/arpa/cittaemi E-mail: cittaemilia@unipr.it
Palazzo Cusani Architettura/Europa: Temi e protagonisti dell’architettura europea. Scuola italiana di architettura: crisi, continuità, evoluzione. Teorici, critici e architetti a confronto 24/11-25/11 Per informazioni: Università degli Studi di Parma Internet: www.unipr.it/arpa/cittaemi E-mail: cittaemilia@unipr.it
Per informazioni: Architectural Record Innovation Conference David Johnson Marketing and Business Development McGraw-Hill Construction Tel. ++1 212 9043934 Internet: www.mcgraw-hill.com E-mail: dave_johnson@mcgraw-hill.com
Orlando Gaylord Palms Resort 2003 Professional Design-Build Conference: The Magic of Integrated Services – Long Term Focus, Short Term Success 8/10-10/10 Per informazioni: DBIA Patrick Wilson Tel. ++1 202 4547535 Internet: www.dbia.org E-mail: pwilson@dbia.org
Pescara Progetto Montesquieu-Rete di osservatori del paesaggio della Provincia di Pescara Seminario Internazionale di progettazione 18/10-25/10 Per informazioni: ACMA Centro Italiano di Architettura Via Antonio Grossich, 16 20131 Milano Tel. +39 02 70639293 Fax +39 02 70639761 Internet: www.acmaweb.com E-mail: acma@acmaweb.com
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Austria
Centro Incontri Regione Piemonte Un Arts & Sciences Center come Museo del Futuro 10/10-11/10
Helmut-list-halle Frische Fische aus dem Architektenpool 26/9-25/10
Eindhoven Entr’Act Building Introducing Time in Design: 24-hour Conference 16/10-17/10 Per informazioni: Eternelly Yours Time in Design P.O.Box 13169 2501 The Hague Tel. ++31 070 3620577 Fax ++31 070 3620576 Internet: www.eternally-yours.nl E-mail: info@eternally-yours.nl
USA Los Angeles
Orléans Site de Subsistances Militaires Archilab 2003. Architectures Expérimentales 1950-2000 11/6-12/10 Frac Italie Radicale: Superstudio, Achizoom, UFO, Gianni Pettena, Franco Raggi, Andrea Branzi 11/6-12/10
Parigi VIA VIA/Les Labels 2003 5/9-12/10 Design et Sport 26/10-31/12 Forum des Images Portraits de Téhéran 10/9-21/10
Berlin
Graz
Olanda/Netherlands
Forum Les étudiants et la Ville 25/9-31/10 Pierre Falocci architecte 6/11-28/1/2004
Germania/Germany
Torino
Per informazioni: Associazione ORSA Via Botero 15 10122 Torino Tel. ++39 011 531868 Fax ++39 011 5617235 E-mail: orsato@tin.it
Nice
Vienna MAK Greg Lynn, Intricate Surface 10/9-16/11 Martin Ernegg/Zelloform, Visions of new natural materials 24/9-26/10 Gilbert Bretterbauer, Textile World 5/11-10/1/2004
Akademie der Kunste Gluck-Stadt-Raum. Europa 1945-2000 Fino al/through 1/12 Aedes East Metamorphose einer chinesischen Stadt 5/9-26/10 Mirrored Metropolis, Neue Architektur und Stadtplanung in Indien 12/10-26/10
Dessau Bauhaus Dessau Bauhausstil: Zwischen International Style und Lifestyle 23/5-16/11
Frankfurt am Main Belgio Ghent Design Museum 100th Anniversary of the Museum 15/12-29/2/2004
Canada Montreal CCA Tangente - Alain Paiement 23/4-9/11
DAM Aldo Rossi 16/8-9/11 Schmitthenner 16/8-9/11 Leicht Weit light structures, Jeorg Schlaich Rudolf Bergermann 2/11-15/2/2004
Weil am Rhein Vitra Design Museum Marcel Breuer – Design and Architecture 13/9-25/4/2004
LACMA Tadao Ando: Architecture, Dreams and Challenges 18/11
Francia/France
Giappone/Japan
Bordeaux
Tokyo
Per informazioni: AIA Los Angeles Tel. ++1 213 6390777 E-mail: info@aialosangeles.org
Arc en rêve Tramway 3/7-9/11
Odaiba Island Designer’s Week 9/10-13/10
106 l’ARCA 185
Big Sight Design Festa 15/11-16/11
Gran Bretagna/Great Britain London Design Museum A Century of Chairs Fino al/through 26/10 Hella Jongerius 5/7-26/10 When Flaminio Drove to France Flaminio Bertoni’s Designs for Citroen 1/8-12/10 Somewhere Totally Else European Design Biennial 26/9-11/1/2004 The Royal Academy Craigie Aitchison 9/10-9/11 Illuminating the Renaissance 28/11-22/2/2004 Victoria and Albert Museum Zoomorphic (Architecture) 18/9-4/1/2004
Italia/Italy Aosta Biblioteca Regionale Architettura moderna alpina: la Valle d’Aosta da Gio Ponti a Carlo Mollino 11/7-12/10
Bologna Quartiere Fieristico Alumotive, l’alluminio nei trasporti 6/11-8/11
Ceggia (Venezia) Galleria Progetto Contemporaneo Werner Tscholl: architetture 1993-2002 20/10-6/12
Ferrara Casa Biagio Rossetti/Musarc Together/Insieme: prove d’autore per la pace 27/6-23/11
Firenze Image Intimacy/Beyond Media7° Festival internazionale di architettura in video 3/10-26/10
Genova Palazzo Ducale Bilbao a Genova, La cultura cambia le città 11/10-11/1/2004
Milano Triennale Periferie e nuove urbanità 19/6-26/10 Piero Portaluppi 23/9-21/12 Quotidiano sostenibile. Scenari di vita urbana 23/9-21/12
AGENDA Colore 30/9-21/12 Acqua da bere 30/9-11/1/2004
Roma MACRO Vik Muniz Domenico Bianchi Odile Decq Paola Pivi Jun Hatsushiba 27/9-7/1/2004
Vicenza Palazzo Barbaran da Porto Vincenzo Scamozzi intellettuale architetto (1548-1616) 7/9-11/1/2004
Olanda/Holland Dordrecht CBK Exhibition on design of Michael Young 21/6-2/11
Groningen Groninger Museum Adco Pottery 21/6-1/2/2004
Rotterdam NAI At Home in Rotterdam City Models 30/8-17/11 Close to the Future: The Asymptote Experience 27/9-18/1/2004
Svizzera/Switzerland Lugano Museo Cantonale d’arte La cultura architettonica italiana in Russia da Caterina II ad Alessandro I 5/10-11/1/2004 Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia Neoclassica 5/10-2/2/2004
+ europaconcorsi
Denver Art Museum 20th Century Design: Breaking All the Rules Fino al/through 31/12
New York Cooper-Hewitt Design Museum National Design Triennial: Inside Design Now 22/4-25/1/2004 The Museum of the City of New York Harlem Lost and Found 3/5-4/1/2004 The Metropolitan Museum of Modern Art Significant Objects from the Modern Design Collection Fino al/through 25/4/2004 Van Alen Institute Open: New Designs for Public Spaces 12/6-31/10 Pratt Manhattan Gallery Acconci Studio: Slipping into the 21st Century 10/9-8/11
USA Boston MFA The Maker’s Hand, American Studio Furniture, 1940-1990 12/11-8/2/2004
Chicago Art Institute Aerospace Design: The Art of Engineering from NASA’s Aeronautical Research 2/8–8/2/2004
Vienna Kunstforum Picasso/Chagall/Jawlensky 4/9-30/11 Roy Lichtenstein 11/12-7/3/2004 KunstHausWien Arik Brauer, don’t shoot the flowers...! 11/9-18/1/2004
Nevada Museum of Art Contemporary Architecture by Will Bruder 24/5-26/10
Washington National Building Museum Of Our Time: 2002 GSA Design Awards Fino al/through 19/10 Up, Down, Across: Elevators, Escalators, and Moving Sidewalks 12/9-18/4/2004 Installation in Masonry 18/10-4/4/2004
Mostre d’arte Art Exhibitions
Landesmuseum Joanneus Natur Im Bild - Landschaftsmalerei des 19. Jhds. aus der Sammlung der Neuen Galerie 7/4-16/11 Kopfreisen-Jules Verne, Karl May und Andere Grenzgänger in der Kunst 12/4-31/10 Galleria Rotor Sarajevo 26/9-15/11 Grazer Kunstverein, Filzentrum im Rechbauerkino Vom Horror der Kunst 27/9-30/11
Lyon Biennale d’art contemporain de Lyon: C’est arrivé demain 18/9-4/1/2004
Kunsthaus Arik Brauer, “Don’t shoot the blue flowers…!” 11/9-18/1/2004
Musée des Civilisations de l’Europe et de la Mediterranée Parlez-moi d’Alger: Alger-Marseille, sept siècles de magnétisme 7/11-15/3/2004
BA-CA Kunstforum Im Bann der Moderne: Picasso, Chagall-Jawlensky 4/9-30/11
Canada Montreal Museum of Fine Arts Eclectic Clay 26/2-12/10 Gabor Osz: The Liquid Horizon 11/9-30/11 Global Village: The 60s 2/10-18/1/2004 James Wilson Morrice and His Approach to the European Landscape 23/10-29/2/2004 Renaissance to Rococo 30/9-19/12
Danimarca/Denmark Arken
Humlebaek
Graz
Musée d’art moderne Lille Métropole Les Chemins de l’art brut 13/9-17/11 Hommage à Maurice Jardot 30/10-17/11
Malmaison
Arken Museum Helmuth Newton 13/9-18/1/2004
Austria
Lille
MAK The Adventures of Hamza 28/6-21/10 Hermann Kosel, The Holy Everyday 1/10-11/1/2004 Skip Arnold,835 North Kings Road 16/10-4/1/2004 Otto Muehl, Life’s a work of art 26/11-4/1/2004
Reno
Mendrisio Archivio del Moderno Accademia di Architettura Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia Neoclassica 5/10-2/2/2004
Kunsthaus Graz Einbildung, Das Wahrnehmen in der Kunst 24/10-20/1/2004
Louisiana Musuem Roy Lichtenstein 22/8-11/1/2004 Thomas Demand 10/10-14/12
Francia/France Avignone Palais des Papes Esprits des lieux 27/6-12/10
Fontainebleau Musée du château Animaux d’Oudry. Collection des princes de Mecklembourg- Schwerin 8/10-5/1/2004
Musée du château Les peintres de l’impératrice Joséphine 15/10-26/1/2004
Marseilles
Nantes Musée des Beaux Arts L’état des choses 28/6-12/10 Chapelle de l’Oratoire Christian Boltanski. Les Ombres 1984 28/6-12/10 Château des Ducs de Bretagne Un tableau dans le décor. Peintutres 1970-2000 28/6-12/10 Daniel Buren. Chemin faisant 28/6-12/10
Nice Musée d’art moderne et contemporain Pier Paolo Calzolari 14/6-30/10 Margaret Michel/Bernard Venet 31/10-7/12 Galerie des Ponchettes Septembre del photo 15/9-15/10 Galerie Sainte-Reparate Champollion 15/7-31/10 Musée de Paleonthologie Humaine Les femmes préhistoriques: Eves et rêves, le retour Fino al/through 24/2/2004 Musée International d’Art Naïf Anatole-Jakovsky Têtes à Têtes 25/6-3//11 Musée National Picasso La Guerre et la Paix Sarkis 14/6-10/11
Paris Centre Pompidou Pierrette Bloch 25/9/2002-31/12 La culture pour vivre, de Georges Braque à Aurélie Nemours 25/9/2002-30/12
185 l’ARCA 107
AGENDA Robert et Sonia Delaunay, Donation Sonia et Charles Delaunay 1/10-5/1/2004 Sophie Calle. M’as-tu vue L’invention du Monde 22/10-8/3/2004 Grand Palais Gauguin-Tahiti 4/10-19/1/2004 Edouard Vuillard 25/9-5/1/2004 Musée du Louvre Tanagra 19/9-5/1/2004 L’esprit créateur de Pigalle à Canova: terres cuites européennes 1740-1840 19/9-5/1/2004 Musée National Picasso “On est ce que l’on garde!” Les Archives Picasso 21/10-19/1/2004 Jeu de Paume Zao Wou Ki 14/10-7/12 Centre National de la Photographie Valie Export Christelle Familiari 10/9-24/11 Philippe Durand 22/10-24/11 Musée Carnavalet Plantu sculpture et dessin 28/5-26/10 Fondation Cartier Yanomani Spirit of the Forest 14/5-12/10 Othoniel : Crystal Palace 31/10-11/1/2004 Musée d’Orsay Les origines de l’abstraction 3/11-23/2/2004 Maison de La Culture du Japon Hommes et Robots : de l’utopie à la realité 28/10-31/1/2004 Musée National des Arts AsiatiquesGuimet Confucius 28/10-9/2/2004 Musée message biblique Marc Chagall Un musèe, une collection 3/6-10/11 Musée du Luxembourg Botticelli, da Lorenzo il Magnifico e savonarola 1/10-22/2/2004
Strasbourg Musée d’art contemporain Bandes à part: le cinéma dans l’art contemporain 27/6-12/10 Villa Geiner Du côté de chez soi 27/6-12/10 La Chaufferie Absalom. Dispositions 27/6-12/10 CEAAC Paysages 27/6-12/10
108 l’ARCA 185
+ europaconcorsi
Germania/Germany Bonn Kunst und Austellungshalle der Bundesrepulik Soul and Beauty of Japan – Masterpieces from the Tokyo National Museum 29/8-26/10
Frankfurt am Main Schirn Kunsthalle Paul Klee: 1933 18/9-30/11 Dream Factory Communism: The visual culture of the Stalin Era 24/9-4/1/2004
Gran Bretagna/Great Britain Liverpool Tate Paul Nash 23/7-19/10
London National Galery Bill Viola: Tha Passions 22/10-4/1/2004 Tate Modern Paul McCarthy 19/5-26/10 Estorik Collection Cinema Italia Classic Italian Film Posters 17/10-25/1/2004 Victorian and Albert Museum Gothic: Art for England 1400-1547 9/10-18/1/2004
Portsmouth Aspex Visual Arts Trust/Gallery Nick Crowe & Ian Rawlison 6/9-18/10
St-Yves Tate Pier Arts Centre Collection 8/2-25/1/2004
Israele/Israel Jerusalem The Israel Museum M.C.Escher: Prints and Drawings 15/7-31/10
Italia/Italy Alba (Cuneo) Fondazione Ferrero Tesori dal Marchesato Paleologo 19/10-8/12
Aosta Museo Archeologico egionale Marino Marini. Sculture e dipinti 20/6-26/10 Divisionismo piemontese. Da Pellizza a Balla 20/6-26/10 Castello di Ussel di Châtillion Joà, giochi tradizionali della Valle d’Aosta 4/7-19/10
AGENDA
+ europaconcorsi
Bari
Cerano San Marco (Treviso)
Legnano (Milano)
Palazzo delle Stelline Un viaggio…oltre 19/9-11/10
Castello Svevo Mario Ceroli 13/9-30/11
Villa Benzi Zecchini Mille e una notte 4/10-26/10/
Palazzo Leone da Perego Federica Galli: 50 anni di incisione 19/10-14/12
Modena
Belluno
Conegliano (Treviso)
Lucca
Palazzo Crepadona Da Van Gogh a Picasso. Capolavori del diseno francese del XIX e XX secolo dal County Museum of Art di Los Angeles 11/10-7/3/2004
Palazzo Sarcinelli Da Corot a Monet: opere impressioniste e post-impressioniste 12/10-7/3/2004
Fondazione Ragghianti La scena di Puccini – L’immaginario visuale e l’opera 20/9-11/1/2004
Bergamo Complesso Sant’Agostino Jacovitti, 1939-1997 21/9-9/11 Accademia Carrara Fra’ Galgario. Le seduzioni del ritratto nel ‘700 europeo 2/10-11/1/2004
Bologna Galleria d’Arte Moderna Friedrich Dürrenmatt, dipinti e disegni 11/9-2/11 Flor Garduño: Testimoni del tempo – Flor 11/9-26/10 Pasquale Martini: Pneuma 11/9-26/10 Bruno Pinto: Dopo il silenzio 18/9-26/10 Josef Sudek (1896-1976), nature morte 20/9-16/11 Collaudi 25/9-9/11
Bolzano Museion Eija-Liisa Ahtila 21/9-4/1/2004
Brescia Palazzo Martinengo Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra 19/7-16/11
Cantù (Como) Galleria del design e dell’arredamento Lucio Fontana e il mosaico di cantù 26/10-26/1/2004 Omaggio a Gegia e Marisa Bronzini 26/10-26/1/2004
Caraglio (Cuneo) Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee India: Grecia dell’Asia. Tesori del Subcontinente indiano dal III millennio a.C. al XIX secolo d.C. 28/6-2/11
Castiglioncello (Livorno) Castello Pasquini Silvestro lega, da Bellariva al Gabbro 19/7-19/10
Corciano (Perugia) Chiesa di San Francesco Le stanze del notaio: dalle raccolte di Francesco Duranti, Perugino 2/8-15/10
Crespina (Pisa) Villa il Poggio Il ritratto storico nel Novecento 18/9-2/11
Gallarate (Varese) Civica Galleria d’Arte Moderna La lettura poetica del mondo nell’arte in divenire di Giovanni Campus: antologica dal 1964 al 2003 12/10-16/11
Faenza (Ravenna) Museo Internazionale della ceramica 53ª Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea 24/5-31/12 Il secolo d’oro della maiolica. Ceramica italiana dei secoli XV e XVI dalla Raccolta del Museo Statale dell’Ermitage 7/6-26/10
Ferrara Palazzo dei Diamanti Degas e gli Italani a Parigi 14/9-16/11
Firenze Forte Belvedere Orizzonti 3/7-26/10 Galleria Moretti Da Ambrogio Lorenzetti a Sandro Botticelli 27/9-29/11 Casa Buonarroti Daniele da Volterra amico di Michelangelo 30/9-12/1/2004
Marsala (Trapani) Convento del Carmine Gli anni del Pro e il Contro 21/7-31/10
Merano (Bolzano) KunstMeran Meta.fisica: Arte e filosofia da De Chirico all’Arte Povera 11/9-6/1/2004
Milano Galleria Maria Cilena Adele Prosdocimi 16/10-28/11 Museo della Permanente Frida Kahlo 9/10-9/2/2004 Galleria Monica De Cardenas Antje Majewski, Watergames 25/9-15/11 Palazzo Brivio Sforza Fra’ Galgario nelle collezioni private milanesi 8/10-8/11 Palazzo Reale Guercino. La poetica e il teatro degli affetti 26/9-18/1/2004 Le ali di Icaro, Il futurismo e la cultura italiana nel primo centenario del volo 5/9-4/11 Il gran teatro del mondo 30/10-28/3/2004 PAC Laurie Anderson. The Record of the Time 11/11-31/1/2004 Centre Culturel Français Anne Marie Jugnet et Alain Clairet: F.W.J. Chiara Camoni: Sopra, sotto, davanti, dietro 16/9-25/10 Società Umanitaria Un lavoro a regola d’arte 30/9-13/10
Palazzo Santa Margherita La vita delle forme: Fotografie, disegni e grafiche da Ricasso a Warhol 19/9-9/11
Monza (Milano) Serrone di Villa Reale Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento 26/10-6/1/2004
Napoli Castel sant’Elmo Paul Gaugin e la Bretagna 16/10-8/1/2004
Orvieto (Terni) Palazzo dei Sette Filippo Marignoli, Paesaggi Verticali 11/10-16/11
Padova Palazzo Zabarella I Macchiaioli 1848-1870. Prima dell’Impressionismo 27/9-8/2/2004 Palazzo dell Ragione La Grande Svolta – Gli Anni ‘60 1/6-19/10
Palermo Albergo delle Povere Da Tiziano a De Chirico-La ricerca dell’identità 11/10-11/1/2004
Parma Galleria Nazionale Voltoni del Guazzatoio Il Medioevo Europeo di Jacque LeGoff 27/9-6/1/2004
Pergine Valsugana (Trento) Castelpergine Idee nello spazio. Eduard Habicher 13/4-3/11
Pisa Arsenali Medicei Pisa e il Mediterraneo, Uomini, merci, idee dagli Etruschi ai Medici 13/9-9/12
Fossombrone (Pesaro)
Spazio Oberdan 1903: Palazzo Castiglioni e il Liberty a Milano 8/10-8/12
Quadreria Cesarini Anselmo Bucci (1887-1955) 13/4-9/11
Galleria Blu Lynn Chadwick 14/10-9/1/2004
Gipsoteca e Casa Canova Canova 22/11-12/4/2004
Genova
Galleria Pisacaneantiquaria Animalier 3/10-11/10
Prato
Palazzo Ducale Bilbao a Genova-Genova a Bilbao 11/10-11/1/2004
Gubbio (Perugia) Palazzo Ducale Collezione Panza di Biumo Fino al/through 4/12
Taboo Oki Izumi 25/9-25/10 Museo Diocesano L’Annunciazione di Domenico Beccafumi 1/10-30/11
Possagno (Treviso)
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Wim Delvoye 25/10-6/1/2004 Massimo Bartolini 25/10-20/6/2004 Letizia Cariello: Hallenbad Project 25/10-7/12
Opere storiche 25/10-1/8/2004 Artisti toscani 25/10-7/3/2004 Verso un nuovo Centro: idee e riflessioni sul rogetto di ampliamento 25/10-22/2/2004
Ravenna Museo d’Arte Il velo di Maia-Marjane Satrapi o dell’ironia dell’Iran 3/10-2/11
Reggio Emilia Palazzo Magnani Arnold Newman 13/9-16/11 Davide Benati 13/9-16/11
Rimini Castel Sismondo La Sistina e Michelangelo: storia fortuna di un capolavoro 24/8-16/11
Rivoli (Torino) Castello Vanessa Beecroft, performances 1993-2003 8/10-25/1/2004
Roma Galleria Nazionale d’Arte Moderna Segni del Novecento. La donazione Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, disegni, libri illustrati, incisioni 30/9-23/11 Braccio Carlo Magno Visioni ed Estasi nella pittura del Seicento europeo 4/10-20/1/2004 Anfiteatro Flavio Nike. Il gioco e la vittoria 4/7-7/1/2004 Castel Sant’Angelo Europa e Cina alla Corte dei Ming 23/10-11/1/2004 Museo Vittoriano La Roma di Fellini 4/10-5/12 Tolouse Lautrec. Uno sguardo dentro la vita 10/10-8/2/2004 Villa Poniatowsky La committenza borghese tra ‘700 e ‘800 2/10-18/1/2004 Album di famiglia, i romani a Villa Borghese 2/10-18/1/2004 Associazione Culturale Valentina Moncada New York – The Golden Years 8/10-19/11
Rovereto (Trento) MART Scultura lingua morta 28/10-14/12 Skin-deep, il corpo come luogo del segno artistico 28/10-14/12 Situazione Trentino Arte 2003 19/9-19/10
Sarmede (Treviso) XXI Mostra internazionale dell’illustrazione per l’infanzia 25/10-21/12
Sassuolo (Modena) Palazzo Ducale Maurizio Mochetti, un protagonista dell’arte italiana 19/9-30/11
Scandiano (Reggio Emilia) Castello Aldo Spoldi 6/9-16/11
Spilimbergo (Pordenone) CRAF Spilimbergo Fotografia 19/7-26/10 Palazzo Tadea Luigi Crocenzi, un racconto per immagini, Fotografie della provincia italiana nel secondo dopoguerra 19/7-26/10
Suzzara (Mantova) Ex Casa del Popolo 43° Premio Suzzara 21/9-23/11
Torino Galleria di Arte Moderna Africa. 1000 anni d’arte 1/10-22/2/2004 Pinacoteca Agnelli L’attimo fuggente tra fotografia e cinema 15/10-6/1/2004 Museo Cinema La fotografia vista da Renzo Piano 15/10-6/1/2004 Palazzo Cavour L’officina del mago, l’artista nel suo atelier 1900-1950 31/10-8/2/2004 Sala Bolaffi Marco Silombra, FisicaMente 25/9-9/11 Lingotto Fiere Artissima: 10. Internazionale d’arte contemporanea 6/11-9/11
Trento Castello del Buonconsiglio Rifiorir d’antichi suoni. Tre secoli di pianoforti 21/6-19/10
Treviso Casa dei Cararesi I colori del Sud da Cézanne a Bonnard 11/10-7/3/2004
Varese Villa Litta Panza di Biumo Giorgio de Chirico. I gladiatori 1927-30 4/10-14/12
185 l’ARCA 109
AGENDA Venezia Varie Sedi 50. Biennale d’Arte: Sogni e Conflitti, la dittatura dello spettatore 15/6-2/11 Arsenale-Chiostro San Francesco della Vigna Kuma Luce in Estremo Oriente 12/6-2/11 Museo Correr Pittura/Painting: Da Rauschenberg a Murakami, 1964-2003 16/6-2/11 Museo di Sant’Apollonia Robert W.Firestone: Adventure of Images 2003 12/6-2/11 Ca’ Pesaro Balest, opere 1971-2003-08-28 13/9-2/11
+ europaconcorsi
Svizzera/Switzerland Bellinzona Museo Villa dei Cedri Serge Brignoni (1903-2002) 2/10-6/1/2004
Ligornetto Museo Vela Petra Weiss 7/9-23/11
Locarno Pinacoteca Casa Rusca Italo Valenti (1912-1995) – Antologica 14/9-21/12
Lugano
Caffè Florian Maria Gazia Rosin: Gelatina Lux 1/10-10/11
Galleria Gottardo Paesaggio spirituale – Franz Marc: un bestiario 17/9-29/11
Verona
Martigny
Palazzo Forti La creazione ansiosa: van Gogh, Schiele, Bacon, Kiefer 12/9-11/1/2004
Fondation Pierre Gianadda Leonardo da Vinci, inventore 12/4-19/10 Paul Signac 18/6-23/11
Museo di Castelvecchio Louis Dorigny (1654-1742), un pittore della corte francese a Verona 28/6-2/11
Rancate Pinacoteca Züst Luigi Chialiva 1842-1914, tra pittura di paese e pittura animalista 19/9-30/11
Repubblica di San Marino San Marino Antico Monastero Santa Chiara Libertatis Fundator. Il Santo Marino. Iconografia, arte, storia 21/8-30/11
Spagna/Spain Barcellona MACBA HiCat, Hipercatalunya: Territories of research 18/7-26/10
Bilbao Guggenheim Museum Bilbao Alexander Calder Fino al/through 1/11
Madrid Museo Reina Sofia Rafael Alberti 16/9-24/11 Jeremy Blake 18/9-2/11 Martin Parr 22/9-8/12 Joan Rebull 29/9-19/1/2004 Burle Marx 2/10-15/12 Le Tan 14/10-19/1/2004 Uslé 16/10-12/12004 Centro Cultural Conde DuqueMedialabmadrid Banquete 24/9-23/11
110 l’ARCA 185
Zurigo Museum für Gestaltung Gottfried Semper (1803-1879) 1/11-25/1/2004
Uruguay Montevideo Museo Nacoinal de Artes Visuales Geo-metrìas: Latin American Geometric Abstraction from the Collecciòn Cisneros 4/7-25/10
USA Bellevue Art Museum Clay Body 16/8-19/10
Boston Museum of Fine Arts John Currin Selects 14/5-4/1/2004 Callot and His World: Princess, Paupers, and Pageants 23/7-25/1/2004 Rembrandt’s Journey: Painter, Draftsman, Etcher 26/10-18/1/2004
Chicago Chicago Art Institute On or Off the Wall: An International Selection of Tapestries and Carpets, 1920s–1970s 14/5-8/2/2004
The Wilds of the West 16/6–13/10 Window on the West: Chicago and the Art of the New Frontier, 1890–1940 28/6–13/10 Edward Weston’s Last Years in Carmel 2/6-28/10
Houston MFA The Stars Come Out: The Heroic Century, The museum of Modern Art Masterpieces 21/9-14/1/2004
Las Vegas Guggenheim American Pop Icons 15/5-2/11
Los Angeles County Museum of Art Old Masters, Impressionists, and Moderns: French Masterworks from the Pushkin Museum, Moscow 27/7–13/10
Miami Miami Beach Art Basel 4/12-7/12 The Wolfsonian–Florida International University Weapons of Mass Dissemination: The Propaganda of War 13/9–21/3/2004
New York New Museum Trisha Brown: Dance and Art in Dialogue, 1961-2001 10/10-25/1/2004 Whitney Museum of American Art The American Effect 3/7-12/10 Ellsworth Kelly: Red Green Blue 2/8-2/11 De Kooning to Today: Highlights from the Permanent Collection 17/10-2/11 Mark Bradford: Very Powerful Lords 24/7-24/10 Katie Grinnan: Adventures in Delusional Idealism 24/7-4/1/2004 Ellsworth Kelly: Red Green Blue 14/8-2/11 The Metropolitan Museum of Art Roy Lichtenstein on the roof 2/5-2/11
San Diego Museum of Art Modern European Works on Paper 23/8-14/12 African Art of the Baule 23/8-4/1/2004 Mingei International Museum Heirlooms of the Future: Art of Contemporary American Designer Craftsmen 10/6-19/10 Mingei of Japan - The Legacy of Its Founders: Soetsu Yanagi, Shoji Hamada and Kanjiro Kawai 29/6-25/1/2004 Origami Masterworks: Innovative Forms in the Art of Paper Folding 28/9-25/1/2004
San Francisco San Francisco Museum of Modern Art (SFMoMA) Marc Chagall 26/7-4/11 Diane Arbus retrospective 25/10-8/2/2004 The Photographs of Reagan Louie: Sex Work in Asia 4/9-7/12
St.Louis
Per informazioni: Messe Frankfurt Katrin Klepsch Tel. ++49 69 75755822 Fax ++49 69 75756950 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: katrin.klepsch@messefrankfurt.com
Canada Toronto International Centre Canadian Public Works Expo Salone internazionale dell’edilizia nei lavori pubblici/International trade fair of public works and building industry 3/12-4/12 Per informazioni: Lee Baker Tel. 888-253-1718, ++1 416-398-2786 Internet: www.exposition.com E-mail: leebaker@exposition.com
Francia/France Paris Paris Expo-Porte de Versailles FIAC Salone internazionale dell’arte contemporanea/International trade fair of contemporary art 9/10-13/10
Contemporary Art Museum A Fiction of Authenticity: Contemporary Africa Abroad 20/9-3/1/2004
Per informazioni: Reed Expositions France 70 rue Rivay - 92532 Levallois Perret Tel. ++33 1 47565102 Fax ++33 1 47560818
West Lafayette (Indiana)
Batimat Salone internazionale dell’edilizia/International building exhibition 3/11-8/11
Stewart Center Gallery Sky, Blue, Heavens 1/9-12/10
West Palm Beach Norton Museum of Art A Brush with Nature: The Gere Collection of Landscape Oil Sketches 11/10-4/1/2004 Cross Currents: Neuberger Berman Collection 18/10-28/12 Hollywood Glamour Photography: Ruth Harriet Louise at MGM 3/11-18/1/2004
Svizzera Rancate Pinacoteca cantonale “Giovanni Züst” 19/9-30/11
Per informazioni: Batimat Reed Expositions France 70 rue Rivay - 92532 Levallois Perret Tel. ++33 1 47565102 Fax ++33 1 47560818 Internet: www.batimat.com E-mail: info@batimat.com
Paris Nord-Villepinte Pollutec Salone internazionale delle attrezzature, tecnologie e servizi per l’ambiente/International trade fair of equipment, technologies and services for the environment 2/12-5/12 Per informazioni: Reed Expositions France 70 rue Rivay - 92532 Levallois-Perret Cedex Tel. ++33 01 47 56 50 00 Fax ++33 01 47 56 14 40 Internet: www.reedexpo.fr, www.pollutec.fr E-mail: info@reedexpo.fr
Germania/Germany
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Guggenheim James Rosenquist: A Retrospective 17/10-25/1/2004
Phoenix Art Museum Seven 28/6-2/11 Friends of Mexican Art Celebrates 40 Years: Gifts to Valley Museums 20/9-14/12 38th Annual Cowboy Artists of America Exhibition& Sale 18/10-16/11
AGENDA
Brasile/Brazil Sao Paulo Feira Techtextil South America Salone internazionale del tessile tecnologico/International trade fair of technological textiles 11/11-13/11
Francoforte Messe Material Vision Salone e conferenza internazionale sui nuovi materiali per l’architettura e il design/International trade fair and conference on new materials for design and architecture 30/10-31/10 Per informazioni: Messe Frankfurt GmbH Tel. ++49 69 7575 6477 Fax ++49 69 7575 6758 Internet: www.ish.messefrankfurt.com E-mail: iris.jeglitzamoshage@messefrankfurt.com
Light and Building/LonWorks Salone e conferenze internazionali sulla luce e tecnologia elettronica
+ europaconcorsi
International fair and conferences about lightning and electrical technology 18/4/2004-22/4/2004 Per informazioni: Tel. ++49 69 7575 6599 www.light-building.messefrankfurt.com
Koln
Bologna
Pordenone
Fiera Saie Salone internazionale dell’industrializzazione edilizia International trade fair of building industry 15/10-19/10
Fiera Zow Salone internazionale dei componenti semilavorati e accessori per l’industria del mobile/International trade fair of components, halfprocessed parts and accessories for the forniture industry 15/10-18/10
Messe Art Cologne Salone internazionale dell'arte/International art fair 29/10-2/11
Per informazioni: Bologna Fiere Tel. ++39 051 282111 Internet: www.saie.bolognafiere.it E-mail: saie@bolognafiere.it
Per informazioni: www.artcologne.de
Europolis Salone delle tecnologie per vivere la città/Exhibition of technologies for a liveable city 4/2/2004-7/2/2004
Home Tech Cologne Salone internazionale degli apparecchi domestici/International fair of the domestic appliances 25/2/2004-29/5/2004 Per informazioni: Mario Bernards Tel. ++49 221 821 2368 Faw. ++49 221 821 2153 E-mail: m.bernards@koelnmesse.de www.hometech-cologne.de
FSB Salone internazionale degli impianti sportivi, dei luoghi di divertimento e delle piscine/International trade fair for amenity areas, sports and pool facilities 5/11-7/11 Per informazioni: www.fsb-cologne.de
imm cologne Salone internazionale del mobile International furniture fair 19/1/2004-25/12004 Per informazioni: www.imm-cologne.de
Munchen Messe LonWorld 2003 Salone internazionale delle reti di controllo negli edifici, nell’industria e per il traffico/International trade fair of control networks in buildings, traffic and industry 15/10-16/10 Per informazioni: Internet: www.lonworldexpo.com
Gran Bretagna/Great Britain London ExCel Conference Centre Docklands Waterfront Expo 2003 22/10-23/10 Per informazioni: Media Generation Events Hammerain House Hookstone Avenue Harrogate HG2 8ER Tel. ++44 2380 262931 Internet: www.waterfrontexpo.com E-mail: markbeaumont@mediageneration.co.uk
Italia/Italy
Per informazioni: ON Ognanizzazione Nike Viale della Mercanzia 138, Blocco 2B, Gall.B - 40050 Funo Centergross (BO) Tel. ++39 051 6646624 Fax 051 ++39 051 6646424 E-mail: segreteria@on-nike.it
Milano Fiera La Mia Casa Salone dell’arredo e degli oggetti per la casa/Trade fair of furniture and objects for homeliving 1/11-9/11 Per informazioni: Assoexpo Via Domenichino 11 - 20149 Milano Tel. ++39 02 4815541 Fax ++39 02 4980330 Internet: www.assoexpo.com E-mail: assoexpo@assoexpo.com
Mostra mercato antiquari Milanesi Trade fair of Milanese antiques 15/11-23/11 Per informazioni: Cristina Pariset Tel. ++39 02 4812584 Fax ++39 02 4812486 E-mail: pariset@planet.it
Milano Energia Salone internazionale dell’energia/International trade fair of energy 25/11-28/11 Per informazioni: Assoexpo Via Domenichino 11 20149 Milano Tel. ++39 02 4815541 Fax ++39 02 4980330 Internet: www.assoexpo.com E-mail: assoexpo@assoexpo.com
Xylexpo/Sasmil Fiera dedicata alla tecnologia per la trasformazione del legno e agli accessori, ai materiali e ai semilavorati per l’industria del mobile/Fair dedicated to the tecnology for the transformation of wood, accessories, materials halffinished for the industry of furniture 26/5/2004-30/5/2004 Per informazioni: Cosmit eventi Tel. ++39 02 8065141 Fax ++39 02 86996221 E-mail: info@cosmit.it
Bari
Torino
Fiera del Levante Sicurezza Mediterranea Salone internazionale dell’impiantistica/International trade fair of technological plants 14/11-16/11
Lingotto Fiere Restructura 2003 Salone dei professionisti dell’edilizia e dei loro clienti/Trade fair for the professionists of costruction and their clients 27/11-30/11
Per informazioni: Intel Via Gattamelata 34 - 20149 Milano Tel. ++39 02 3264282 Fax ++39 02 3264284 E-mail: segreteria@intel.anie.it Internet: www.intelshow.com
Per informazioni: Luigi Pellister Tel. ++39 011 6644209/6644203 Fax ++39 011 6644395 Internet: www.restructura.com E-mail: press@lingottofiere.it
Per informazioni: Business International Via Carducci 12 - 20123 Milano Tel. ++39 02 86995712 Fax ++39 02 86913226 Internet: www.zow.it E-mail: info@zow.it
Verona Fiera Marmomacc Salone internazionale,delle tecnologie e della lavorazione del marmo e della pietra/International trade fair of technologies and working process in the sector of marble and stone 2/10-5/10 Per informazioni: Veronafiere Viale del Lavoro 8 - 37100 Verona Tel. ++39 045 8298111 Fax ++39 045 8298288 Internet: www.marmomacc.it, www.veronafiere.it E-mail: info@veronafiere.it
Kuwait Mishref International Fair Grounds Rebuild Iraq 19/1/2004-23/1/2004 Per informazioni: Fadi Kaddoura P.O.Box 56010 Riyadh 11554, Saudi Arabia Tel. ++966 1 4541448 ext 212 Fax ++966 1 454 4846 Internet: www.rebuild-irak-expo.com E-mail: fkaddoura@recexpo.com
Singapore Singapore Parc des Expositions ISH Light+Building Asia Salone internazionale dell’illuminazione e dell’edilizia International trade fair of lighting and building 19/11-21/11 Per informazioni: Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. ++49 69 75756477 Fax ++49 69 75756758 Internet: www.lightbuilding.messefrankfurt.com, www.ish.messefrankfurt.com E-mail: iris.jeglitzamoshage@messefrankfurt.com
Svizzera/Switzerland Basilea Fiera The World of Inspiration Salone internazionale del design per l’accoglienza e la ristorazione International trade show of design for hotels and restaurants 21/11-25/11 Per informazioni: MCH Fiera di Basilea Meret Peter Tel. ++41 58 2062215 Fax ++41 58 2062191 Internet: www.messe.ch, www.igeho.ch E-mail: meret.peter@messe.ch, info@igeho.ch
185 l’ARCA 111
l’Arca in the World ARGENTINA Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar S. Averbuj Publicaciones P.O.Box 860 5500 Mendoza Tel. 061.202857 Fax 061.380131 ALBANIA Adrion LTD Sh. 1, Ap. 8 Sami Frasheri Str. P. 20/1 Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242 AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675 AUSTRIA Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz BELGIUM (l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004 Fax 02 4253022 BRAZIL Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410 CHILE Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350-Fax 02 3338210 CYPRUS Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P. O. Box 24508 Tel. 2.878500, Fax 2.489131
FINLAND Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330 FRANCE (l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607, Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585, Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598 Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313 Bordeaux La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717, Fax 04 78520216 Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880
Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494, Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603 GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801 Rowecom UK Ltd Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440 GREECE Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383, Fax 01.9948777 HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111 ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579, Fax 03 5794567 JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91
Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308 KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028 MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314 Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799 MEXICO Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050 POLAND Pol-Perfect SP Z.O.O. Ul. Wladyslawa Lakietka 7 PL 03-590 Warszawa Tel. 22 6772844 Fax 22 6772764 Gambit Ai Pokoju 29/B/22-24 31-564 Krakow Tel. 012 42155911 Fax 012 4227321 informacja@gambit.krakow.pl PORTUGAL Epul Edições e Publicações Lda Rua José Falcão, 57, 4° Esq. 1000-184 Lisboa Tel. ++351 1 316 1192 Fax ++351 1 316 1194 PRINCIPALITY OF MONACO (l’Arca International) Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727, Fax 92052492 SAUDI ARABIA Studio 65 P.O.Box 2763 Jeddah Tel./Fax 02.6518296
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