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La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva | The international magazine of architecture, design and visual communication

Konyk Lab Architecture C.Y. Lee & Partners Vittorio Mazzucconi Richard Meier Manfredi Nicoletti Eugenio Corsico Piccolini realities:united Philippe Samyn Spacelab Cook/Fournier

In Italia € 9,00 IVA assolta dall’editore

2004 188

Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicità ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano

Stephen Valentine


Cesare Maria Casati

La città

The City

uello che da molti anni si paventava, che prima o poi dovesse succedere, è avvenuto il mese scorso a Milano: il blocco totale del traffico cittadino. E’ bastato uno sciopero mal annunciato dei trasporti pubblici perché tutte le automobili dei residenti uscissero per riempire completamente ogni spazio vuoto delle strade della città con il risultato di rendere totalmente immobile un amalgama incomprensibile di persone, vetture, moto e biciclette. Un inferno totale che si è protratto per tutta la giornata. Credevo che dopo un fatto così eclatante, non solo per il nostro Paese, nascesse un dibattito serio e si cominciasse a ripensare come gestire la vita dei cittadini e la loro mobilità con un minimo di buon senso e di previsione. Si è dimostrato che se il blocco temporaneo del traffico, pur normale per brevi periodi durante le ore di punta di ogni giorno, si protrae per molte ore diventa causa di immensi problemi e di nefasti avvenimenti. Ospedali senza medici, pompieri bloccati nei movimenti, uffici e scuole deserti, servizi ed emergenze sociali inesistenti. Non occorreva essere profeti per predirlo. Date queste inconfutabili premesse e dato che nessuno sembra in grado di proporre qualche rimedio, credo sia giunto veramente il momento di considerare la città come un unico organismo architettonico e progettare un ridisegno globale degli spazi vuoti per riservarne la maggior parte alle attività umane e disegnare il traffico solo negli interstizi e su piani diversi. Per fare questo tentativo di progetto è necessario che finalmente avvengano incontri periodici tra politici, amministratori e architetti. Soprattutto questi ultimi dovrebbero esercitare la loro inventiva professionale non solo nel risolvere gli spazi fisici di accoglienza di tutte le attività, residenziali e di lavoro, ma occuparsi anche del modo di concentrare in punti prestabiliti le vetture e garantire movimenti interni a territori predefiniti invalicabili da mezzi a motore con strumenti compatibili, non tanto con l’ambiente quanto soprattutto con la qualità di vita degli uomini che vi risiedono. Si dovrebbe ritrovare lo spirito che negli anni Sessanta animava proprio degli architetti come gli Archigram con Walk City e Instant City, Oscar Niemeyer con Brasilia, le New Town inglesi e Gio Ponti con Autilia. Erano tutti progetti architettonici che finalmente inglobavano al loro interno nuovi concetti urbanistici e che consideravano vuoti e pieni un unico organismo senza dimenticare di risolvere al loro interno i problemi della mobilità. Convochiamo un’assise mondiale con la presenza di tutti i responsabili e i gestori delle città – politici, scienziati, architetti – e ipotizziamo di configurare il prossimo futuro disegnando un programma idoneo alle diverse città, ma comune nel considerare come prioritarie la qualità di vita degli abitanti e non, come oggi avviene, gli spazi per le automobili. Possiamo considerare la possibilità di cambiare le norme e gli standard urbanistici attuali, improntati a designare aree più per parcheggi che per trasporti pubblici. Concentrare i rimessaggi delle vetture come a Venezia in punti definiti, studiare nuovi sistemi di movimento per i centri storici e approfittare dei nuovi investimenti di recupero delle grandi aree industriali abbandonate per realizzare progetti integrati dove i volumi abitabili, gli spazi verdi e vuoti e i sistemi di movimento individuale e collettivo facciano un tutt’uno con l’architettura… Come gli ascensori e le scale mobili garantiscono il movimento all’interno degli edifici, con principi similari si potrebbero tentare nuove urbanizzazioni e nuove tipologie architettoniche. Provochiamo gli architetti ancora una volta a proporre un nuovo e rivoluzionario disegno della città.

hat many people had been predicting would happen sooner or later actually came about last month in Milan: one huge traffic jam in the city centre. All it took was an untimely public transport strike to get everybody out in their cars totally blocking every single space in the city streets, so that everything ground to a halt one huge muddle of people, vehicles, motorbikes and bicycles. Total hell that went on all day. I thought that after such a striking event, and not just for Italy, people would finally have given some serious thought to how we run our daily lives and move around, showing a little more common sense and thoughtfulness. You do not need a crystal ball to realise that a temporary traffic jam, quite normal during the rush hours, can cause great problems and have nasty consequences if it carries on for some time. Hospitals without doctors, firemen stuck out on the road, empty schools and offices and no emergency services. Bearing in mind these undeniable assumptions and given that nobody seems to be capable of coming up with the right remedy, I really do think the time has come to treat the city like one architectural organism and totally redesign its empty spaces to leave most of the room for people and their everyday affairs, confining traffic to just the odd gap here and there on various different levels. But any attempt to achieve something like this can only happen if there are finally regular meetings between politicians, administrators and architects. Architects in particular must use their skill and craft not just to design spaces for catering for all kinds of activities (housing and work), but also design special places for traffic and make it possible to move around certain areas (where motor traffic is banned) on compatible means of transport, not so much eco-compatible as compatible with the quality of life of the people living in them. We need to rediscover that spirit which, back in the 1960s, motivated architects like Archigram with their Walk City and Instant City, Oscar Niemeyer’s Brasilia, the New Towns in England and Gio Ponti’s Autilia. These were all architectural projects which finally encompassed town-planning considerations and treated structures and empty spaces like one single organism, without overlooking problems associated with moving around them. Let’s create a global alliance between everybody responsible for the smooth-running of our cities, such as politicians, scientists and architects, and set about planning for the future, drawing up a blueprint geared to individual cities but sharing the same priority of guaranteeing the quality of life of their inhabitants and not, as is presently the case, just designing spaces for cars. We might even consider the possibility of changing existing town-planning standards and regulations, which currently do little more than allocate parking spaces and designate public transport services. Let’s group together parking facilities in certain carefully studied points, like in Venice, and devise new systems for moving around city centres, taking advantage of new investments in redeveloping large abandoned industrial areas to create integrated projects in which living structures, landscaping, empty spaces and private/public transport systems meld together with the architecture. Just as lifts and escalators cater for movement inside buildings, similar principles might be developed to try out new forms of urbanisation and new architectural designs. Lets’ once again encourage architects to come up with new and revolutionary means of urban design.

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Stephen Valentine

Stephen Valentine

Timeship The Immortality Machine

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Credits Project: Stephen Valentine Architect Consultants: Lehr & Associates (Life Support System Engineers); Ducibella, Venter & Santore (Risk and Protection Consultant Engineers); Weidlinger & Associates (Blast Engineering Design); Mike Iarocci, Brian Wowk (Cryogenics Design) Client: Stasis Foundation

imeship, un edificio di 24.000 metri quadrati progettato dall’architetto americano Stephen Valentine, sarà il maggior centro per la ricerca su anti-invecchiamento ed estensione della vita e il centro guida per la crioconservazione di persone e materiali biologici. Viviamo oggi un periodo di rivoluzioni tecnologiche che stanno modificando la nostra comprensione della natura e degli esseri umani. Nella scienza dei computer, vediamo l’intelligenza artificiale, l’impianto di chip nel corpo umano, e indicazioni di un futuro in cui potremo “scaricare” noi stessi in un computer. In chimica, assistiamo alla produzione di nuovi materiali che possono combinarsi coi tessuti umani. In biologia, assistiamo a trapianti di organi, ricombinazioni di DNA, ingegneria genetica, clonazione. Alcuni scienziati ritengono che i bambini di oggi vivranno in media oltre i 100 anni – e che i loro figli potranno raggiungere quasi l’immortalità, morendo solo per incidente. Timeship è stata concepita da persone in prima linea nella ricerca sull’estensione della vita e sull’immortalità. Per loro la domanda è: Come arrivare da ora a un futuro in cui la malattia sia eliminata e le cause genetiche dell’invecchiamento rimosse? La risposta è con un viaggio nel tempo – non in senso fantascientifico, ma pratico: con la crionica. Essere “congelati” ora e scongelati dopo decenni o secoli quando potremo essere “ricondizionati” in una vita giovane e sana che durerà indefinitamente. (Il termine “congelato” è tra virgolette in quanto i danni provocati dai cristalli di ghiaccio sono un anatema per la crioconservazione. Timeship si basa sulla nuova tecnologia della vetrificazione, in cui il materiale biologico è superraffreddato a uno stato solido senza la formazione di cristalli di ghiaccio). Oltre ai pazienti crioconservati, Timeship conserverà anche organi umani per i trapianti, sperma, ovuli, embrioni per sostenere la fertilità; DNA umano e cellule staminali per “archivi” familiari e per generare nuovi organi; DNA animale per la salvaguardia delle specie in pericolo di estinzione. Timeship conterrà inoltre i laboratori più avanzati per la ricerca su tutti gli aspetti dell’estensione della vita, dagli integratori nutritivi che attualmente rallentano l’invecchiamento alla ricerca genetica che fermerà tale processo. La ricerca comprenderà anche la crioconservazione di organi per i trapianti, la resurrezione di pazienti crioconservati, la nanotecnologia.

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imeship, a six acre building designed by American architect Stephen Valentine, will be a major center for anti-aging and life extension research, as well as the leading facility for the cryopreservation of people and friendly biological materials. We are today in the midst of technological revolutions that are changing our understanding of nature and human beings. In computer science we see artificial intelligence, the implanting of chips into the human body, and suggestions that we may eventually be able to download ourselves into computers. In chemistry we see new materials that can merge with human tissue. And in biology we see organ transplants, recombinant DNA, genetic engineering, and cloning. Some scientists feel that today’s children will live on average to well over 100 – and that their children will achieve practical immortality, dying only by accident. Timeship was conceived by people at the forefront of life extension and immortality research. For such people the question arises: How do we get from now, to a future in which disease has been eliminated and the genetic causes of aging removed? The answer is time travel – not in the sci-fi sense, but in the practical sense: Cryonics. Be “frozen” now and thawed out after decades or centuries when you can be “reconditioned” to a healthy youthful life that will last indefinitely. (“Frozen” is in quotes because the damaging ice crystals of freezing are an anathema to cryopreservation. The Timeship project is based on the new technology of vitrification, in which biological material is super-cooled to a solid state without ice crystals.) In addition to cryopreserved patients, Timeship will also store human organs for transplant; sperm, ova, and embryos to support fertility; human DNA and stem cells for family archiving and future generation of organs; and a DNA zoo of endangered and extinct species. Timeship also will house the most advanced laboratories doing research on every aspect of life extension, from nutritional supplements that slow aging now, to genetic research to eventually stop the aging process. Research will also include the cryopreservation of organs for transplant, the resuscitation of cryopreserved patients, and nanotechnology.

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A causa delle rigorose necessità della crioconservazione dei pazienti e del fatto che Timeship e tutti i suoi sistemi di supporto devono operare senza interruzioni presumibilmente per centinaia di anni, la sua localizzazione e le specifiche tecniche per tale edificio sono tra le più meticolose mai messe a punto per un’opera di architettura e lo pongono alla pari, dal punto di vista tecnologico, con la Stazione Spaziale Internazionale. Per questo, Valentine ha invitato 35 tra ingegneri e consulenti a un incontro dove essi hanno estesamente preso in considerazione il progetto preliminare. Successivamente, Valentine ha trascorso un anno lavorando con un gruppo selezionato di ingegneri producendo in 8 volumi quella che è forse la più comprensiva relazione programmatica mai realizzata per un edificio. L’approccio di Valentine si rivolge anche ai problemi ecologici e colloca l’edificio nell’ambito di un’ampia gamma di tradizioni simboliche universali. L’obiettivo è quello di dotare il progetto di un linguaggio metaforico universale che esprima non una particolare cultura, religione o filosofia, bensì le qualità trascendenti della vita comuni a tutti. Questa è, infatti, l’essenza dei simboli. Essi comunicano ciò che non può essere compiutamente articolato ma che è riconosciuto a livello intuitivo. Essi riflettono i tentativi umani di capire ciò che ci circonda e come lo sperimentiamo e, dunque, il nostro posto nell’ordine cosmico.

Because of the exacting requirements of patient cryopreservation, and because the Timeship building and all of its life support systems must operate without interruption for perhaps hundreds of years, the location of and the technical specification for the building are among the most exacting ever conceived for a work of architecture, putting it technologically on a par with the International Space Station. Therefore, Stephen Valentine invited thirty-five leading engineers and design consultants to a conference where they extensively critiqued the preliminary design. Valentine then spent twelve months working with a select group of engineers to produce perhaps the most comprehensive program report, 8-volumes, ever done for a building. Stephen Valentine’s approach also addresses ecological concerns, and places the building within a broad range of universal symbolic traditions. The goal is to endow the project with a universal metaphoric language that speaks, not of any one particular culture, religion, or philosophy, but of the transcendental qualities of life, which are common to us all. This is in fact the essence of symbols. They communicate what may not be wholly articulated, but is intuitively known. They reflect human attempts to understand our surroundings and experiences, and thus our place within a cosmic order.

Modello di Timeship, un centro importante per anti-invecchiamento e ricerca sull’estensione della vita. Timeship sarà una delle costruzioni più tecnologicamente avanzate del mondo, progettato per sostenere le potenziali minacce naturali e umane, e mantenere i tesori crioconservati sicuri per centinaia di anni.

Timeship Model, a major center for anti-aging and life extension research. Timeship will be one of the world’s most technologically advanced buildings, designed to withstand potential natural and human threats, keeping its cryopreserved treasures secure for hundreds of years.

Salvador Dalí, Persistence of Memory. A destra, la Piazza di vetro di Prometeo con i supporti vitali, i sistemi energetici e i serbatoi dell’azoto liquido. La rotazione dei piani suggerisce la progressione di tempo.

Far right, Prometheus Glass Plaza with life support and energy systems below, the liquid nitrogen tanks above. The rotation of the planes suggests progression of time.

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Courtesy of 21st Century Medicine

RESEARCH The activities at Timeship will be based on, and will provide a center for, leading-edge life extension research. For more than two decades some of the sponsors of Timeship, such asincluding the Life Extension Foundation (LEF), have supported biomedical research at major universities and in their own laboratories, such as, BioMarker Pharmaceuticals, Critical Care Research, and 21st Century Medicine, to develop therapies to reverse the effects of aging, eliminate degenerative diseases, extend human life span, and, eventually, conquer death. LEF has recently funded research that has identified genes linked to aging and life extension in order to develop therapies to slow aging and extend life span; discovered a way to suppress excess serum insulin that is a cause of age-associated diseases; introduced the first approach to slow Parkinson’s disease; showed that antioxidants can prevent and reverse some aspects of skin aging; and researched a plant extract to protect against gene mutations and neutralize carcinogens. BioMarker has a revolutionary new scientific method to discover breakthrough pharmaceuticals for aging and age-related diseases. The company is using DNA micro arrays (gene chips) to identify “biomarkers” of aging through the analysis of the expression of thousands of genes at a time. Their scientists have developed a predictive assay system based on the most established method (caloric restriction,) shown to slow aging in mammals, resulting in extension of lifespan and prevention of diabetes, cancer, cardiovascular disorders and neurodegenetive neuro degenerative diseases. Critical Care Research has developed drugs and a unique hypothermia system for use in trauma units, emergency medical vehicles, and military field hospitals after a heart attack or other

di ipotermia, utilizzabile nelle unità traumatiche, nelle ambulanze, negli ospedali da campo militari in caso di attacchi di cuore o altri traumi, che può triplicare il tempo di “non trattamento” prima che intercorrano seri danni cerebrali. Questi medicinali e il sistema di ipotermia, che pompa fluorocarburo fluido raffreddato nei polmoni per raffreddare rapidamente l’interno del corpo e il cervello, potranno anche essere usati per stabilizzare i pazienti prima della crioconservazione. 21st Century Medicine è un laboratorio all’avanguardia nello sviluppo di nuovi utilizzi delle più avanzate tecnologie a bassa temperatura. Le loro scoperte nel campo del controllo dei cristalli di ghiaccio stanno conducendo a nuovi metodi di crioconservazione di cellule, tessuti e organi per trapianti. Nei prossimi dieci o venti anni l’uso di tessuti crioconservati per il trattamento dell’invecchiamento e della degenerazione rivoluzionerà la medicina. Il loro obiettivo a lungo termine è la crioconservazione tramite vetrificazione (un processo di super-raffreddamento a uno stato simile al vetro senza la formazione di cristalli di ghiaccio) per il trasporto di pazienti in fin di vita attraverso il tempo in modo che essi possano essere curati con le nuove tecnologie mediche super-avanzate del futuro. Quando sarà possibile tentare di rianimare molti dei pazienti di Timeship, essi avranno subito danni provocati da malattie incurabili ai loro tempi e anche dal processo di crioconservazione. Per riparare questi danni e ricondizionare i pazienti a una vitalità giovanile, verrà probabilmente usata la nanotecnologia – un campo già in rapido sviluppo – per introdurre robot di grandezza molecolare nei loro corpi e “ripararli”. I laboratori di Timeship ospiteranno un centro per ulteriori ricerche e sviluppi dell’anti-invecchiamento, la crioconservazione, la nanotecnologia.

Courtesy of 21st Century Medicine

Above left, electron micrograph of brain tissue preserved by freezing with glycerol shows damage caused by ice crystalization; right, brain tissue preserved by vitrification shows little or no ice damage, and only mild cell shrinkage (which is reversed when vitrification chemicals are removed). Below, ice crystals – once weapons of mass biological destruction – have now largely been eliminated with the vitrification cryopreservation technology. Below right, natural conformations of ice blocking molecules that are believed to stop ice growth by sticking to the surface of ice (right side of figure).

RICERCA Le attività di Timeship si baseranno e forniranno una base per la ricerca più avanzata sull’estensione della vita. Per più di vent’anni, alcuni dei sostenitori di Timeship, tra cui la Life Extenion Foundation (LEF), hanno finanziato la ricerca biomedica nelle maggiori università e nei propri laboratori, quali BioMarker Pharmaceuticals, Critical Care Research, 21st Century Medicine, per sviluppare terapie in grado di invertire gli effetti dell’invecchiamento, eliminare le malattie degenerative, estendere la vita umana e, alla fine, vincere la morte. LEF ha recentemente finanziato la ricerca che ha identificato i geni collegati all’invecchiamento e all’estensione della vita per sviluppare terapie di rallentamento dell’invecchiamento ed estensione della vita; ha scoperto un metodo per eliminare l’eccesso di sieroinsulina che è la causa di malattie associate all’età; ha introdotto il primo approccio per il rallentamento del morbo di Parkinson; ha dimostrato che gli antiossidanti possono prevenire e invertire alcuni aspetti dell’invecchiamento della pelle; ha studiato l’estratto di una pianta che protegge dalle mutazioni genetiche e neutralizza i carcinogeni. BioMarker sta sviluppando principi farmaceutici rivoluzionari nel settore dell’invecchiamento e delle malattie ad esso associate. Questa azienda sta utilizzando micro-sequenze di DNA (frammenti di geni) per identificare i “biomarcatori” dell’età attraverso l’analisi dell’espressione di migliaia di geni contemporaneamente. Gli scienziati di BioMarker hanno sviluppato un test predittivo basato sulla restrizione calorica, la quale ha dimostrato di rallentare l’invecchiamento nei mammiferi, di allungare la vita, prevenire il diabete, il cancro, i disturbi cardiocircolatori e le malattie neuro degenerative. Critical Care Research ha sviluppato medicine e un sistema unico

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trauma which could triple the “no treatment time” before serious brain damage occurs. These drugs and the hypothermia system, which pumps cooled fluorocarbon fluid into the lungs to rapidly cool the body core and brain, will also be used to stabilize patients before cryopreservation. 21st Century Medicine is the leading laboratory developing new medical uses for advanced low-temperature technologies. Their breakthroughs in ice crystal control are leading to new methods of cryopreserving cells, tissues, and organs for transplant. Over the next ten to twenty years the use of cryopreserved tissues for the treatment of aging and degeneration will revolutionize medicine. Their long-term goal is cryopreservation through vitrification (super cooling to a glass-like state without the formation of ice crystals) for the transport of dying patients through time for treatment by the super-advanced medical technologies of the future. When it becomes possible to attempt to reanimate many of Timeship’s patients, , they they will have suffered damage from the ravages of the illnesses that made it impossible for the physicians of the day to keep them alive, as well as as- some from damage from the cryopreservation process. To repair this damage, and to recondition the patients’ bodies to youthful vitality, nanotechnology – a field already under rapid development – will likely be used to introduce molecular sized robots to move through the patients’ bodiesy effecting repairs. Timeship’s laboratories will also be a major center for additional research and development of anti-aging, cryopreservation, and nano technologies.

Sopra, il primo trapianto di cuore è stato effettuato in 1967 da Christian Barnard, che è stato accusato di condotta offensiva contro Dio, la natura e l’umanità. Oggi, i trapianti di cuore salvano ogni anno migliaia di vite. La recente mappatura del genoma umano accelererà la cura di malattie e lo sviluppo di terapie anti-invecchiamento. In basso a destra, una capsula del futuro. La nanotecnologia nella medicina del futuro fornirà mcroscopiche macchine per riparare le cellule o nano-iniettori per prelevare campioni per i test. In basso a sinistra, i nanorobot possono monitorare direttamente e migliorare la funzione dei neuroni nel cervello.

Top, the first heart transplant in 1967 was performed by Christian Barnard, who was accused of conducting an offense against god, nature and humanity. Today, heart transplants save thousands of lives annually. The recent mapping of the human genome will accelerate the curing of diseases and the development of antiaging therapies. Below right, capsule to the future. Nanotechnology in future medicine – microscopic machines repairing cells or nanoinjectors taking samples for tests. Far left, nanorobots may directly monitor and enhance the function of neurons in the brain.

Tim Fonseca

Sopra a sinistra, micrografia elettronica del tessuto del cervello, conservato congelandolo con glicerolo, che mostra danni causati dalla cristallizzazione del ghiaccio; a destra, tessuto di cervello conservato tramite vetrificazione: non mostra danni dovuti al ghiaccio ma solo un moderato restringimento delle cellule (che tornano normali quando gli agenti di vetrificazione vengono rimossi). Sotto, cristalli di ghiaccio, un tempo armi letali di distruzione biologica, e oggi in gran parte eliminati grazie alla tecnologia della vetrificazione. Sotto a destra, conformazioni naturali di ghiaccio che ostruiscono le molecole che si ritiene arrestino lo sviluppo del ghiaccio attaccandosi alla sua superficie (parte destra della figura).

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In senso orario dall’alto a sinistra: derivazione geometrica della quadratura del cerchio; la quadratura del cerchio simbolizza un’unità che diventa dualità, come nell’antico simbolo yinyang; uso della geometria della quadratura del

cerchio e della serie di Fibonacci in relazione alla pianta di Timeship; esempio di sviluppo gnomonico; lo schema di crescita di un fiore del cactus del Texas segue il modello della serie di Fibonacci; la conformazione della Spira

Mirabillis esprime l’espansione dell’universo.

Top left clockwise: geometric derivation of the squared circle; squaring of the circle symbolizes one becoming two, as is in the ancient yin-yang symbol; use of

SIMBOLISMO MATEMATICO Timeship trasporterà dei pionieri per centinaia di anni in un futuro post-umano sconosciuto. In omaggio all’importanza di un simile viaggio, Valentine ha creato un’architettura ricca di simboli atemporali, incluse le geometrie sacre ricorrenti nella storia. Simboli come il mandala, incorporati sia nell’edificio sia nel suo perimetro, contengono una comprensione del mondo non in termini di una singola religione ma di un linguaggio astratto universale. Includendo questi simboli, Timeship funge sia da ricettore sia da trasmettitore di una conoscenza antica. Il linguaggio universale di questo simbolismo esprime una fusione tra la scienza moderna e le tradizioni antiche, legando così la nostra civiltà a quella del passato. Molte culture antiche scelsero di esaminare la realtà attraverso le metafore della geometria. La geometria sacra fa riferimento a schemi geometrici, intervalli e relazioni che hanno contribuito a farci trovare la nostra posizione sulla terra e nel cosmo. Attualmente, per esempio, si ritiene che la materia sia composta da una maglia di onde. La relazione tra proporzione e forma può essere trovata nel mondo biologico. I codici genetici sono i veicoli per la replica e la continuità. La Proporzione Aurea (espressa nella Serie di Fibonacci) esprime l’espansione dell’universo come anche il modo di divisione e replica, per cui l’immagine di Unità si ritrova nelle nuove creazioni. In altri termini, tale proporzione permette progresso ed espansione in cui la nuova entità è relazionata all’originale. Rappresenta la più intima relazione che l’universo ha con l’Unità, la primigenia divisione dell’uno. In Timeship vengono utilizzati questi schemi geometrici nel suo disegno, realizzando un edificio legato al passato sia a un nuovo inizio. 8 l’ARCA 188

the squared circle geometry and Fibonacci Series as it relates to plan of Timeship; example of gnomonic growth; Fibonacci growth pattern Texas cactus flower; the pattern of Spira Mirabillis expresses the expansion of the universe.

MATHEMATICAL SYMBOLISM Timeship will carry pioneers up to hundreds of years into an unknown post-human future. Honoring the importance of this journey, Stephen Valentine has created an architecture rich with timeless symbols, including sacred geometries that have recurred throughout history. Symbols such as the mandala, which are incorporated in both the building and the stand-off rings surrounding the building, contain an understanding of the world not in terms of any one religion, but through an abstract universal language. By incorporating these symbols, Timeship acts as a receptor and transmitter for ancient knowledge. The universal language of this symbolism speaks of the merger between modern science and ancient traditions, thus linking our own civilization to those of the past. Many ancient cultures chose to examine reality through the metaphors of geometry. Sacred geometry refers to geometric patterns, intervals, and relationships that helped to find our place on the earth and in the cosmos. Matter, for example, is currently regarded as being made up of latticed waves. The relationship of proportion to form can be found in the biological world. Genetic codes are the vehicle for replication and continuity. The Golden Proportion (expressed in the Fibonacci Series), expresses the expansion of the universe as well as a way of dividing and replicating, in which the image of Unity is found in the new creations. In other words this proportion allows for progression and expansion, in which the new entity relatesback to the original. It represents the most intimate relationship that the universe can have with Unity, the primal first division of one. Timeship uses these geometric patterns throughout the design grounding, the building in both the past and a new beginning.

Sopra, planimetria generale. Sotto, sezione. In basso, prospetto.

Above, site plan. Below, section. Bottom, elevation.

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IL MANDALA E LA QUADRATURA DEL CERCHIO Il Mandala ricorre nella storia in culture e contesti assai diversi. Di solito, si presenta come una serie di cerchi concentrici alternati a quadrati disposti intorno a un quadrato con un simbolo centrale. Questo simbolo centrale può essere una figura e normalmente fa riferimento all’unità e al potere rappresentati come il sole o la porta del cielo. Il suo centro rappresenta un paradiso sicuro e uno spazio sacro protetto dalle forze esterne. Il Mandala è un simbolo universale, un modello mentale e una rappresentazione del cosmo, utilizzato da molte culture per raggiungere la trascendenza: un senso di completezza e perfezione. Anche nella moderna psicologia si usa questo simbolo per dare senso a un mondo sempre più frammentato. Il significato simbolico del quadrato è stato a lungo associato con la fermezza, la stabilità e la permanenza. Nell’architettura sacra esprime la conoscenza trascendente. Il cerchio rappresenta la totalità, l’interezza, la completezza e anche l’immanenza, ciò che non è manifesto, l’infinito, l’eternità. Poiché non ha inizio né fine, il cerchio rappresenta anche l’atemporalità, e quindi ciò che è oltre il tempo e lo spazio. Il dinamismo del cerchio suggerisce movimento e ritorno senza fine. La “quadratura del cerchio” si riferisce a un insieme di operazioni geometriche che tentano di costruire un quadrato il cui perimetro In senso orario da sinistra in alto: Sri Yantra Mandala indù dal XVIII secolo del Nepal; Mandala Taoista cinese, parte posteriore di uno specchio; Mahakala Chakna Mandala; Mandala Cristiano, Francia del XIV secolo.

sia uguale alla circonferenza di un particolare cerchio. Ciò può essere fatto solo approssimativamente perché la circonferenza del cerchio si basa sul Pi greco e dunque il suo calcolo esatto elude la geometria Euclidea (sebbene si possa raggiungere il risultato attraverso il calcolo). Su questa base, il cerchio è associato al mistero ed è annoverato nel regno della sacralità. Simboleggia la purezza. Usando le formule della geometria sacra, la “quadratura del cerchio” determina i “Quattro angoli” di Timeship, che rappresentano simbolicamente i quattro elementi tradizionali della vita: fuoco, acqua, cielo e terra. Il Mandala gioca un ruolo fondamentale nella concezione del progetto di Timeship. Come rivela la pianta, la geometria del muro perimetrale, combinata al nucleo dell’edifico, forma un Mandala con la Piazza Aristotele al centro. E’ una metafora potente. Simboleggia la fede nell’umanità e nel pensiero razionale e afferma una fiducia universale in noi stessi. Ciò va oltre le pastoie delle religioni e mette la salvezza nelle nostre mani, o, quantomeno, richiede un nostro diretto coinvolgimento. Piazza Aristotele, circondata dai laboratori, rappresenta il punto fermo intorno al quale ruotano i vari gradi della creazione. Il muro perimetrale fornisce la sicurezza fisica interna e la sicurezza metafisica, come nel simbolo del Mandala, protegge dalle forze esterne l’area in esso racchiusa.

THE MANDALA AND SQUARING THE CIRCLE The mandala has recurred throughout history in vastly different cultural and historical contexts. Typically it is presented as a series of alternating concentric circles and squares surrounding a square with a central symbol. While this central symbol can be a figure, normally it refers to unity and power represented as the sun or sky door. Its center represents a safe haven and a sacred space protected from exterior forces. As a universal symbol, that is a model of the mind as well as a representation of the cosmos, the mandala has been used by many cultures to achieve transcendence: a sense of wholeness and perfection. Even patients of modern psychology have used this symbol as a way to make sense of an increasingly fragmented world. The symbolic significance of the square has long been associated with firmness, stability and permanence. When utilized in sacred architecture it signifies transcendent knowledge. On the other hand, the circle represents totality, wholeness, and completion, as well as the self-contained, the unmanifest, the infinite, and eternity. Since it has no beginning and no end, the circle has also come to represents timelessness, and thus going beyond time and space. The dynamism of the circle suggests endless movement and recurrence. The “squaring of the circle” refers to a set of geometric operations

that attempt to construct a square with a perimeter equal to the circumference of a particular circle. This can be done only approximately because the circumference of a circle relies on Pi and so its exact calculation has remained elusive to Euclidean geometry (although it can be achieved with the calculus). This is the basis for the circle being associated with mystery, and why it is considered in the realm of the holy. It symbolizes purity. By using the formulas of sacred geometry “the squaring of the circle” creates the resultant “Four Corners” of Timeship, which symbolically represent the four traditional elements of life: fire, water, air, earth. The mandala plays a vital role in the conception and design of Timeship. As the plan reveals, the geometry of the perimeter wall, in combination with the core of the building, form a mandala with Aristotle Plaza as its center. This is a powerful metaphor. This is symbolic of a faith in humanity and rational thought, and thus speaks of a universal belief in ourselves. This moves beyond the trappings of religion and puts salvation in our own hands, or at least requires our direct involvement. Aristotle Plaza, with its surrounding laboratories, represents the still point about which turn various degrees of creation. The perimeter wall provides physical interior security and a metaphysical security, as symbolized by the mandala which protects the area it circumscribes against external forces. Vista zenitale del modello di Timeship che mostra il rapporto col simbolo universale del Mandala.

Plan view of Timeship showing the relationship to the universal symbol of the Mandala.

Top left, clockwise: Sri Yantra Hindu Mandala from Nepal 18th Century; Taoist Chinese Mandala, backside of mirror; Mahakala Chakna Mandala; Christian Mandala, France 14th Century.

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In senso orario da sinistra in alto: immagine di Timeship come fiore; colonna d’acqua con l’irradiamento dei cerchi; modello di Timeship che descrive una spruzzata dell’acqua con la parte superiore, la colonna, e i cerchi; goccia di acqua su una pellicola; l’apertura di un fiore rappresenta simbolicamente il raggiungimento dell’immortalità; spruzzata dell’acqua che forma una corona. Sotto, immagine di Timeship che illustra una spruzzata dell’acqua, il liquido che dà la vita, precedendo ogni forma della creazione.

Top left, clockwise: Timeship image as a flower; water columnar with radiating rings; Timeship model depicts a water splash with crown, columnar, and rings; Drop of water on film; Flower opening symbolically represents attainment of immortality; Water splash depicting a crown Below, Timeship image illustrating a water splash, the life giving fluid that precedes all form and all creation.

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IL SIMBOLO DELL’ACQUA L’acqua è il liquido che dà la vita, che precede tutte le forme e tutte le creature, il comune denominatore di tutti noi. Storicamente, l’immersione nell’acqua è un tema simbolico ricorrente ed è associato con la purificazione, il rinnovamento, la rigenerazione, la rinascita e il nuovo inizio. L’acqua può essere vista come il punto di origine di Timeship. I suoi riferimenti all’immortalità e alla illimitatezza evocano il tema sotteso al progetto: la rigenerazione della specie umana e la fiducia nelle infinite potenzialità del pensiero umano. Così, fin dal concetto originario dell’edificio, l’acqua ha giocato un ruolo vitale. Ciò è visualizzato nel diagramma dei cerchi d’acqua che si espandono a causa di una goccia che cade in uno stagno tranquillo e della conseguente colonna d’acqua che si proietta dalla superficie proclamando l’origine della vita. La goccia d’acqua rappresenta la vita e il momento in cui la vita emerge. Questo infinitesimo momento viene misurato in nano-tempo, mentre i cerchi d’acqua che continuano all’infinito sono misurati in macro-tempo. Questo diagramma è stato un importante strumento concettuale nel progetto, come dimostra chiaramente la pianta di Timeship. La colonna, nel progetto, è formata da due coni: uno più alto e

uno più piccolo, capovolto e sospeso all’interno della cima del primo. Quello piccolo rappresenta due gesti simbolici: un meteorite conico che cade dal cielo (denominato la Fenice) e la goccia d’acqua che segna l’inizio della vita. Il più grande, che emerge dalla più bassa Piazza di Prometeo, simboleggia la rinascita della Fenice dal fuoco e la colonna d’acqua che schizza in alto dopo l’impatto sulla superficie liquida. Il rivestimento di membrana dorata riflettente simboleggia il sole, o il fuoco, o il centro del sistema solare, mentre il cono piccolo è di vetro chiaro e consente di vedere il cielo attraverso l’oculo dell’atrio sottostante. Concettualmente la piazza sembra un fiore, elemento androgino. La Torre Conica Vetrata rappresenta lo stame e gli obelischi a ciascun angolo i pistilli. Attraversando la piazza l’angolo di inclinazione di una serie di specchi riflette il cosmo sovrastante (nuvole, cielo, stelle, pianeti), mentre ciascuno dei muri perimetrali rappresenta una delle Quattro Cause Aristoteliche. Il nucleo generatore di energia, sotto la Piazza di Prometeo, simboleggia il fuoco e crea un forte asse con le stelle in alto, il cui punto centrale è simbolo a sua volta del centro dell’universo e dell’essere umano.

WATER AS SYMBOL Water is the life giving fluid that precedes all form and all creation, the common denominator of us all. Historically, immersion in water is a recurring symbolic theme, and is associated with purification, renewal, regeneration, rebirth, and new beginnings. Water may be seen as a point of origin for the Timeship. Its reference to immortality and limitlessness evokes the underlying theme of Timeship: the regeneration of the human species and the belief in the endless potential of human knowledge. Thus from the original design concept of the building, water has played a vital role. This can be visualized by the diagram of expanding water ripples caused by a water droplet falling into a tranquil pond, and the ensuing column of water projecting from the surface in proclamation of its origin or birth. The water droplet represents life and the moment in time when life emerges. It is measured in nano time, while the water ripples continuing on into infinity are measured in macro time. This diagram has served as a powerful conceptual tool in the design effort, as can be clearly seen in the plan. The column is comprised of two cones in this design; one upright, and a smaller inverted one at its top. The smaller inverted suspended cone represents two symbolic gestures, a conical meteorite falling from the sky (known as the Phoenix), and the water droplet depicting when life begins. The upright larger cone, as it rises from the lower Prometheus Plaza, symbolizes the rebirth of the Phoenix from the fire and the rising water column from the water splash. Its’ reflective gold glass membrane symbolizes the sun or fire, or the center of the solar system, while the glass on the inverted cone is clear, allowing a clear view through the oculus to the heavens from the atrium below. Conceptually, the plaza has the appearance of a flower, which is androgynous. The Conical Glass Tower represents the stamen, and the obelisks at each corner the pistils. As one walks across the plaza, the mirrors’ angle of inclination reflects the cosmos above (clouds, sky, stars, and planets) into the plaza, as each facing wall represents one of Aristotle’s Four Causes. The power generating core below the Prometheus Plaza, symbolic of fire, with stars above create a strong axis; the center point of which is symbolic of the center of the universe and the center of human being.

Sopra, il cono centrale nella Piazza di Aristotele rappresenta il sole; la colonna di una spruzzata dell’acqua simboleggia la caduta e poi la rinascita della Fenice; la parete perimetrale specchiante riflette il cosmo sopra, mentre il turbine delle nubi rappresenta la metamorfosi. In pianta (a sinistra), la Piazza di Aristotele ha concettualmente l’apparenza di un fiore, che è androgino. Impressione d’artista della “Casa della Fenice” a Heliopolis.

Above, central cone centered in Aristotle’s Plaza symbolically represents the Sun, the columnar of a water splash, the falling, then rebirth of the Phoenix; the surrounding arcade mirrored wall reflects the cosmos above, while swirling clouds represent the state of metamorphous. Plan of Aristotle’s Plaza (left) conceptually has the appearance of a flower, which is androgynous. Artist’s impression of the “Mansion of the Phoenix” in Heliopolis.

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A destra, pianta delle dodici Comunità di immagazzinaggio concentrate intorno quattro serbatoi di rifornimento di LN2 che hanno un’autonomia di 6 mesi. Sotto, pianta di una Comunità di immagazzinaggio, divisa in nove Quartieri, ognuno dei quali ha una sovrabbondanza di serbatoi LN2 localizzati.

Right, plan of twelve Storage Communities centered around four 6-month LN2 supply back-up tanks Before, plan of one Storage Community, divided into nine Neighborhoods, each Neighborhood has a redundancy of localized LN2 tanks.

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IL PROGETTO CRIOGENICO Oltre alla ricerca sull’antinvecchiamento, Timeship sarà anche il luogo della crioconservazione (l’immagazzinamento criogenico è definito come una conservazione a temperature molto basse) di materiali biologici. La crioconservazione ha requisiti assai rigorosi che includono precise temperature criogeniche, spesso diverse da un materiale all’altro. Per decenni, anche per secoli, e senza interruzione, dovranno essere mantenuti rigidi parametri spazio-temporali di temperatura. Timeship deve quindi essere inserito in un ambiente sicuro, avere un’attrezzatura semplice e ridondante, ottima affidabilità, economia di gestione e un alto grado di sicurezza. Il primo passo per la crioconservazione consiste nella criopreparazione o infusione dei materiali biologici con crioprotettori o bloccanti del ghiaccio. I crioprotettori facilitano la vetrificazione (solidificazione) senza cristalli di ghiaccio, consentendo il raffreddamento con un danno cellulare minimo. Alla fine, il materiale immagazzinato viene collocato in gusci altamente isolati contenuti a loro volta in volumi raffreddati, anch’essi isolati, chiamati “Quartieri” di dimensioni 7x7x5h m circa. I “Quartieri” sono contenuti in una matrice 3x3, quindi di nove, che forma una “Comunità”. In Timeship ci sono 12 “Comunità”. Ogni “Quartiere” può contenere migliaia di organi umani per trapianti, o può essere configurato per immagazzinare fino a cento “corpi di pazienti”. I “pazienti” che hanno scelto di far congelare solo le proprie teste vengono chiamati “Neuros”. Molti scelgono di conservare solo la testa, in cui si pensa si conservino la personalità e la memoria, in attesa di un futuro in cui la tecnologia sarà in grado di creare un clone o un nuovo corpo intorno ai loro cervelli. Ogni “Quartiere” è alimentato da un sistema di raffreddamento indipendente, e vi è ridondanza multipla in tutti i settori. Il raffreddamento inizia nei gusci individuali. Il trasferimento di calore, e perciò di temperatura, in ogni guscio è controllato tramite l’applicazione di convezione forzata di gas di azoto a una temperatura specifica. L’azoto liquido (LN2) viene iniettato a monte della pompa di circolazione del freddo, in una sezione di diffusione e quindi entra nel volume freddo. Il volume freddo deve fornire un ulteriore e preciso controllo della temperatura in termini spazio-temporali, e anche il controllo della temperatura dei singoli gusci. Tra guscio e guscio vi è dell’isolante in modo che essi non comunichino calore tra loro durante il processo di raffreddamento rapido. Col tempo, i gusci tornano alla temperatura base. Inoltre, ogni guscio incorpora un riscaldatore con controllo di temperatura indipendente in modo da consentire l’innalzamento della temperatura. Le aree di conservazione a freddo di Timeship devono essere collocate in spazi altamente isolati, sigillati ermeticamente (per prevenire l’ingresso di aria che provocherebbe la formazione di ghiaccio) e, allo stesso tempo, accessibili per portare nuovi “pazienti” e accudire, occasionalmente, quelli già presenti. Coloro che lavorano in questo settore devono essere protetti dal freddo e dalla remota possibilità di perdite di azoto liquido. Le aree di servizio sono separate da quelle che contengono LN2 da camere d’aria all’interno di tubi di trasporto sopraelevati simili a quelli di una stazione spaziale. Per il trasferimento dei pazienti nei volumi freddi si usano dei boccaporti configurati per minimizzare i mutamenti di temperatura nei gusci già occupati e facilitare la sicurezza del personale. Coloro che lavorano nelle aree soggette a perdite di LN2 indossano tute protettive che evitano anche la fuoriuscita del loro fiato che introdurrebbe umidità e altri gas nell’ambiente sigillato e controllato. Le 12 Comunità sono disposte intorno a un’area protetta che accoglie un generatore criogenico autonomo che facilita la distribuzione criogenica. Il sistema di raffreddamento include anche l’attrezzatura per la produzione autonoma di LN2. Quattro grandi serbatoi di riserva di LN2, collocati al centro della pianta e circondati dalle Comunità (resistenti alle esplosioni), possono garantire una scorta di emergenza di 6 mesi.

Dal basso in alto: un guscio per un singolo paziente, con temperatura controllata; schema per la sistemazione di un raggruppamento di corpi interi di pazienti, di neuro (solo teste), di organi per trapianti, o conservazione del DNA; pianta della configurazione di un Quartiere di immagazzinaggio contenente 64 corpi interi e 400 neuro.

From bottom up: one Patient Personal Pod, temperature controlled; one Family Cluster designed for full body or neuro (only heads) patients, transplant organs, or DNA storage; plan of one Storage Neighborhood Configuration, which depicts 64 full body and 400 neuro patients.

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Modello: vista dall’alto di una delle passerelle costituite da tubi a camera d’aria che collegano le Comunità di immagazzinaggio. Sotto, modello di un Quartiere di immagazzinaggio. In alto a destra, modello delle dodici Comunità di immagazzinaggio che indica i punti di ingresso.

Prospetto del modello con una Comunità di immagazzinaggio. Sotto, modello: vista dall’alto di una Comunità di immagazzinaggio, con la protezione superiore rimossa.

Model: elevation of one Storage Community. Below, model: view from above of one Storage Community, shown with protective top enclosure removed.

Model: view from above of walkway air lock connecting two Storage Communities Below, model of one Storage Neighborhood. Top right, model of twelve Storage Communities indicating each entrance point.

CRYOGENIC DESIGN In addition to anti-aging research, Timeship also provides cryopreservation (cryogenic storage is defined as very low temperature storage) of friendly biological materials. The requirements for cryopreservation are highly exacting, involving precise cryogenic temperatures, which are often slightly different for each sample. Tight temporal and spatial temperature resolution will be maintained for decades, even centuries without interruption. In order to meet these requirements, the design of Timeship’s cryogenic systems must have a secure environment, equipment simplicity and redundancy, optimal reliability, operational economies, and a high degree of safety. All of these requirements have led to a comprehensive and exhaustive engineering analysis, resulting in the expansion of the state-of-the-art in cryogenics. The first step in cryopreservation involves cryopreparation or infusion of biological material with cryoprotectants or ice blockers. The cryoprotectants facilitate vitrification (solidification) without ice crystals, thus allowing cooldown with minimal cell damage. Finally the stored material is placed in highly insulated pods that are contained in isolated cold volumes or “Neighborhoods,” which are approximately 7m X 7m X 5m high. The “Neighborhoods” are grouped in a 3 X 3 matrix of nine each to form one “Community,” of a total of twelve reside at Timeship. Each Neighborhood can hold thousands of human organs for transplantation, or it can be reconfigured to store as many as one hundred “whole body” patients. Patients that have elected to have only their heads frozen are called “Neuros.” Many patients elect to store only their heads, which they feel will preserve their personalities and memories, in anticipation of future technologies that will make it possible for a new cloned or cyborg body to be grown around their brain. Each storage Neighborhood is supported by an independent cooling system and there is multiple redundancy in all areas. The cooling starts at individual pods. The heat transfer, and therefore temperature, at each pod is controlled by the application of forced convection of precisely temperature-controlled nitrogen gas. The LN2 (liquid nitrogen) is injected upstream of the cold circulating pump, into a diffuser section, passes through additional diffusers at the pump outlet, passes heaters to achieve precise temperature controls, and then enters the cold volume. The storage cold volumes are required to provide further precise temporal and spatial 16 l’ARCA 188

temperature control, as well as individual pod temperature control above the average cold volume temperature for annealing. There will be isolation from pod to pod so not to communicate heat to adjacent pods during the annealing process. The pod or pods slowly return to the base temperature over time. In addition, each pod will incorporate heaters with individual pod temperature control so that elevated temperatures are possible. The base or nominal internal cold volume temperature is 133 K. The temporal and spatial temperature control requirements are +/- 2.5 K and +/- 0.5 K respectively. The nominal annealing target temperature is 153 K. In addition, the Timeship cold storage areas must be in spaces that are highly insulated, hermetically sealed (to prevent outside air from entering, which would lead to frost buildup), and at the same time accessible for bringing in new patients and occasionally servicing existing patients. And those working in the facility must be protected from the cold and the remote chance of liquid nitrogen leaks.

The staff work areas are separated from the areas in which there is LN2 by airlocks within the elevated transport tubes similar to those on a space station. Access hatches will be used for patient transfer to the storage volumes in a configuration that minimizes perturbations in the temperature of occupied pods, and facilitates safety for staff involved in transfers. Workers in areas subject to LN2 leaks wear breathing apparatus for their protection and to prevent their exhalents from introducing moisture and other gasses into the controlled sealed environment. The twelve Communities surround a protected area devoted to an on-site cryogenics facility to ease cryogen distribution. The cooling arrangement also includes refrigeration equipment for on-site LN2 production, allowing the facility to operate in a standalone mode in the event of LN2 delivery interruptions. Four large back-up reserve LN2 tanks provide an emergency 6-month supply, which is located central to the plan and surrounded by the blast resistant Communities. 188 l’ARCA 17


In alto, modello di Timeship. A fianco, l’iconografia dei castelli e dei bunker che ha influenzato il concetto di Timeship. Sotto a sinistra, un Bastione: la torretta di avvistamento, che serve anche per contenere i sistemi meccanici e la circolazione verticale e simboleggia uno dei quattro elementi della vita. Sotto a destra, tipologia delle fortificazioni dei bunker della Seconda Guerra Mondiale.

Top, model of Timeship. Above, the iconography of castles & bunkers helped influence the concept of Timeship. Bottom left, a Bastion: look-out tower, also serves for mechanical systems, and vertical circulation. It also symbolically represents one of the four elements of life. Bottom right, typology of bunker fortifications from Second World War.

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IL PROGETTO DELLA SICUREZZA La sicurezza, compresa quella relativa a esplosioni, è di importanza fondamentale nel progetto di Timeship, poiché la sua missione è quella di proteggere e conservare ininterrottamente persone crioconservate che stanno viaggiando verso il futuro, organi umani per trapianti e DNA di specie estinte o in estinzione. E’ essenziale comprendere che le minacce contro le istituzioni normalmente hanno origine a livello ideologico e filosofico. Quindi, un efficace contrasto delle minacce inizia contrastando l’opposizione ideologica. In parole semplici, Timeship deve avere un’immagine sociale positiva. Una volta scelto il luogo che offra l’ambiente più sicuro, la durata di Timeship deve trarre vantaggio, per aumentare la propria sicurezza, dalle tecnologie più attuali nel campo della costruzione e del progetto. Il mandato secondo cui la struttura deve essere di estrema longevità richiede l’adattamento dei concetti di fortificazione di provata capacità nel resistere alla prova del tempo, a partire dalle costruzione della Cina antica, della Mesopotamia, di Roma. In altri termini, i sistemi di sicurezza devono funzionare anche se viene a mancare l’elettricità. L’approccio di Timeship alla sicurezza e alle conflagrazioni deve includere le tecnologie più attuali e l’applicazione di componenti edilizie fino ai micro-dettagli, in modo da offrire la massima protezione contro le minacce attuali e quelle future, anche se ancora non definite o inimmaginabili. Alla definizione di un peri-

SECURITY AND BLAST DESIGN Security, including protection from blast, is of paramount importance in the design of Timeship, as its mission is the uninterrupted protection and preservation of cryopreserved people who are traveling to the future, human organs for transplant, and the DNA of endangered and extinct species. It is essential to realize that threats against institutions usually begin on an ideological and philosophical level. Therefore the effective countering of threats begins with countering ideological opposition. Put simply, Timeship must have a positive social image. Once a site is selected that offers the best security environment, the life span of Timeship demands that it take advantage of current technological advances in building construction and design that can enhance security and safety. The mandate that the structure be of extreme longevity requires the adaptation of fortification concepts which have proven their ability to stand the test of time, as soon in the constructions of ancient China, Mesopotamia and Rome. In other words, the security systems have to work even if the electricity is cut off. The approach to security and blast at Timeship must also include current technologies and the application of building components on the micro level of detail, in order to provide the maximum protection against today’s threats and future threats not yet defined or even

metro di sicurezza, segue la sfida di creare un programma di salvaguardia dei contenuti dell’edificio. Il progetto della struttura, i modi di accesso ai diversi settori dell’edificio, il monitoraggio e il controllo dei sistemi critici, l’impiego di elementi progettuali di protezione, tutto deve essere configurato per scoraggiare, scoprire e quindi ritardare qualsiasi attività che possa costituire una minaccia all’edificio e al suo prezioso contenuto. Si deve prendere in considerazione anche l’eventualità di una minaccia interna, da parte del personale. L’ingresso a Timeship sarà limitato a un portale sotterraneo che consenta il massimo controllo dei visitatori. Per una protezione efficace contro le esplosioni bisogna considerare diversi tipi di minacce, tra cui bombe di varie dimensioni (da terra o dal cielo), impatti, incendi. E’ interessante notare che se un edificio potrebbe per centinaia di anni non essere oggetto di attacchi terroristici, potrebbe però subire degli incendi. Gli incendi si verificano e da essi ci si deve proteggere con tecnologie che non mettano a rischio il contenuto di Timeship. La configurazione del progetto deve essere tale per cui il danno provocato da un’esplosione sia minimizzato e confinato alle aree meno critiche. Lo sviluppo futuro dei materiali – in particolare, i compositi – e le tecnologie emergenti potranno offrire ulteriori miglioramenti della sicurezza. Il progetto deve quindi essere sufficientemente adattabile per permettere modifiche che sfruttino i nuovi sviluppi.

anticipated. After the development of a secure and safe building perimeter comes the challenge of creating a security program for the building’s contents. The design of the structure itself, the means to gain access to the different portions of the building, the monitoring and control of critical building systems, and the employment of protective design elements, all must be configured to deter, detect and then delay any activities that might be a threat to the building or its precious contents. The possibility of internal threats from employees, must also be addressed. Entrance to Timeship will be limited to one main subterranean portal to provide maximum control of visitors. Successful blast protection of the Timeship requires addressing the issues associated with many different types of threat, including bombs of various sizes (delivered by land or air), impact, and fire. It is interesting to note that over a hundred years a building might never suffer a terrorist attack, but it will suffer many fires. Fires will happen and must be protected against with technologies that do not threaten Timeship’s contents. The design configuration must be such that damage from a blast will be minimized and confined to less critical areas. The future development of new materials – particularly composites, and emerging new technologies, may offer startling improvements in security. Timeship’s design must be sufficiently adaptable to allow for future alterations to take advantage of such developments.

Sopra, lo schema delle zone di sicurezza fuori del basamento, delle aree dove è proibito l’accesso e dei punti di ingresso. Sotto, immagini di possibili disastri naturali: cicloni, terremoti, riscaldamento terrestre con conseguente innalzamento dei mari.

Above, diagram of security stand off zones, setbacks, single entry points. Below, images of natural disasters as tornados, earthquakes, floodingglobal warming.

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Dall’alto in basso: Mappa 1- Criteri di scelta del sito; Mappa 2 - potenziali disastri artificiali; Mappa 3: potenziali disastri naturali.

From top down: Map-1: Influencer Site Criteria; Map-2: Potential Manmade Disasters; Map-3: Potential Natural Disasters.

LOCALIZZAZIONE Timeship sarà un “Fort Knox” per la conservazione di prezioso materiale biologico per secoli. Come tale, deve avere il massimo grado di sicurezza e affidabilità e deve essere costruito in un luogo che assicuri accesso ininterrotto e sicurezza a lungo termine contro minacce sia umane che naturali. Il luogo deve essere il più sicuro possibile rispetto a terremoti, uragani e inondazioni; terrorismo nazionale e internazionale; azioni militari o invasioni; interruzioni dell’energia. Poiché Timeship funzionerà probabilmente per centinaia di anni, devono essere prese in considerazione anche tematiche a lungo termine come l’innalzamento del livello dei mari dovuto al riscaldamento della Terra e ai movimenti dei ghiacci. Tra le qualità positive del luogo si devono considerare il clima, l’accessibilità, la prossimità ad altri centri biotecnologici e una buona qualità di vita del personale. Il luogo deve poter contenere più dei soli sei acri dell’edificio e dei suoi servizi; deve poter ospitare i servizi di supporto, tra cui i laboratori di ricerca, un centro conferenze, un albergo. Per rispondere a tutti questi requisiti, Valentine e il gruppo di progetto di Timeship, con la consulenza delle più importanti società di ricerca di terreni, hanno portato avanti uno dei più completi studi mai fatti sulla selezione del terreno, analizzando dozzine di criteri per tutti i 48 Stati contigui degli USA. Inizialmente, è stata posta una griglia di 10 Km sulla carta degli USA, assegnando valori positivi e negativi a ogni area in base ai rischi e alle qualità. Una volta eliminate le aree con punti deboli fatali (per esempio terremoti o vicinanza di impianti nucleari), i valori sono stati trasferiti su un grafico e sono stati identificati i lotti apparentemente favorevoli. Ogni potenziale lotto è stato quindi analizzato in maggior dettaglio secondo ulteriori criteri elencati nel rapporto di progetto.

A destra, Mappa 4: ingrandimento di una delle potenziali 100 aree esaminate con indicata la combinazione dei diversi criteri di scelta.

Right, Map-4: Combination Criteria Map shown close-up as applied to just one of the 100’s of potential site locations examined.

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LOCATION AND SITE Timeship will be a “Fort Knox” for the storage of precious biological materials for hundreds of years. As such, it must have the highest level of security and reliability, and must be in a location that assures uninterrupted access and long-term security against human-made and natural hazards. The location must be as safe as possible for example from earthquakes, hurricanes, and floods; domestic and international terrorism, military action and threats at the borders; and interruptions of energy supply. Since Timeship will be functioning for perhaps hundreds of years, such long-term issues as rising sea levels due to global warming and glacial movements were also addressed. Positive features of the site must include good climate, transportation access, proximity to other biotech facilities, and a good quality of life for staff. The site must accommodate more than just the six-acre Timeship building and its immediate services. It must also allow for future surrounding support facilities, including research laboratories, a conference center, and a hotel. In order to address the above issues, Valentine and the Timeship site design team, in consultation with a leading site selection firm, did one of the most exhaustive site selection studies ever undertaken, analyzing dozens of criteria for all of the contiguous 48 states. Initially, a ten-kilometer grid was placed over the country, and positive and negative values were assigned to each area based on hazards and desirable features. Once areas with fatal flaws (such as earthquake and proximity to nuclear plants) were eliminated the values were translated to graphics, and prospective parcels of favorable land were identified. Each potential site was then analyzed in greater detail according to the further criteria listed in the site report.

A sinistra, ambientazione del modello di Timeship. A fianco, la ricerca dell’infinito, nel film di Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio. Sotto, modello di uno degli ingressi di Timeship: un portale verso il futuro.

Left, a quest for the infinite, in Stanley Kubrick’s film 2001: A Space Odyssey. For left, model: Timeship with sunflowers. Below, model of one of Timeship’s entrances: portal to the future.

RIASSUNTO L’estensione della vita è tra i più antichi sogni dell’uomo, espresso nel mito di elisir e fonti della giovinezza. I creatori di Timeship sono in prima linea nella rivoluzione tecnologica e biomedica che sta rendendo questo sogno realtà. La conservazione di specie in pericolo, la banca degli organi, lo sradicamento delle malattie, l’eliminazione della povertà grazie alla nanotecnologia creeranno presto un mondo che noi potremo appena riconoscere. I pionieri della missilistica dell’inizio del XX secolo sapevano che un giorno avremmo messo piede sulla Luna, ma pochi di loro credevano che sarebbe successo già negli anni Sessanta. Allo stesso modo, i sogni di chi è coinvolto oggi nell’estensione della vita e nella crioconservazione possono realizzarsi più presto di quanto possiamo immaginare. I progressi in medicina, nutrizione e salute pubblica hanno esteso la nostra attesa di vita di decenni, ma tali progressi impallidiscono di fronte alle frontiere aperte dalla ricerca sul DNA che potrebbe alla fine fermare del tutto l’invecchiamento. L’immortalità sarà solo l’inizio. Per venti anni Valentine ha studiato le complessità del terzo millennio per trasformarle in realtà attuabili. In Timeship, ha integrato queste complessità con i simboli universali e con l’alta tecnologia, per creare, poeticamente, una vera “macchina del tempo” che ci porterà al nostro futuro post-umano. Stephen Valentine

SUMMARY The extension of life is among the oldest of human dreams, expressed in myths of potions, elixirs, and fountains of youth. The creators of Timeship are at the forefront of the technological and biomedical revolution that is making that dream a reality. The preservation of endangered species, organ banking, the eradication of disease, and the elimination of scarcity through nanotechnology will soon create a world that we, at the beginning of the 21st Century, will hardly recognize. The rocket pioneers of the early 20th Century knew that we would one day set foot on the moon, but few of them believed that it would be as soon as the late sixties. Similarly, the dreams of those involved today in life extension and cryopreservation may be realized sooner then any of us anticipate. Advances in medicine, nutrition, and public health have extended our life expectancy by decades, but such advances pale before the frontiers of DNA research that will eventually stop aging altogether. Immortality will just be the beginning. For two decades architect Stephen Valentine has explored the complexities of the third millennium and struggled to bring them into a viable reality. In Timeship he has integrated those complexities with universal symbols and high technology, to poetically create the vehicle, a true “Timeship”, that will take us to our post-human future.

Altre informazioni/Additional information: Timeship www.timeship.org Life Extension Foundation www.lef.org 21st Century Medicine www.21cm.org BioMarker Pharmaceuticals www.biomarkerinc.com Foresight Institute for Nanotechnology www.foresight.org

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Richard Meier & Partners

La forma della luce Dives in Misericordia Church, Rome ra che è realizzata, la chiesa “Dives in Misericordia” di Richard Meier, vincitrice del concorso a inviti bandito nel 1995 dal Vicariato di Roma nell’ambito del programma “50 chiese per Roma”, dispiega nel panorama suburbano di Tor Tre Teste la sua logica architettonica già fitta dei molteplici significati che la sua collocazione, la sua funzione e il suo carattere simbolico le conferiscono. Descrivendone il progetto su l’Arca 107, Aldo Castellano aveva sottolineato l’intreccio di motivi estetici, costruttivi e religiosi di cui essa, come ogni chiesa, è di per sé portatrice; e ora che le superfici, le altezze, i percorsi, le prospettive, i varchi e le chiusure sono disposti tangibilmente nello spazio reale, se ne percepisce con maggiore chiarezza il disegno concettuale. Con questo lavoro Richard Meier non solo conferma la sua posizione di esponente di spicco di quello che è stato definito “il purismo formale del moderno”, ma ribadisce altresì la sua idea della cultura architettonica come un continuum e la sua ispirazione a maestri come Le Corbusier, Borromini o Bramante, i quali, come egli stesso ha dichiarato, gli sono stati “fondamentali per comprendere la strutturazione dello spazio”. Rimasto sempre fedele alla visione dei New York Five, che puntavano allo sviluppo di un programma progettuale fondato sulla ragione moderna, Meier ha seguito negli ultimi decenni un percorso coerente e rigoroso, che non gli ha impedito di articolare la sua ricerca fino a raggiungere punte di vera e propria sperimentazione, ma che ha comunque fissato la sua immagine in una figurazione di forme primarie che compongono irrequiete geometrie e trovano ogni volta un equilibrio nella formulazione sintetica della loro complessità. Poco importa che ciò valga per interventi di ampio respiro, come il Paul Getty Museum di Los Angeles (l’Arca 58): quel che conta è il nucleo della strategia progettuale, che resta invariato fino a proporsi come vero e proprio riferimento ideologico. Nella chiesa romana, questa strategia di Meier appare iscritta non

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tanto – o non solo – nella solenne plasticità delle masse, nelle quali la trasparenza delle vetrature si insinua come un logos illuminante e ordinatore, quanto nella organizzazione spaziale di superficie, vale a dire nelle piante. La geometria degli spazi orizzontali, distribuiti secondo il rigore di una controllata funzionalità, nasce infatti da una circolarità avvolgente, di sapore per l’appunto borrominiano, di cui resta segnale l’impennata delle “vele” ricurve, che quindi, lungi dal proporsi come elemento conduttore dell’intera logica progettuale, sono in realtà la conclusione di un disegno che parte da lontano. Le “vele”, in pratica, non sono che il ribaltamento verticale di una matrice circolare che rispecchia, lungo la linea dell’intradosso, il piano orizzontale della chiesa, quello della fruizione, della partecipazione, dell’ecclesìa. Il riscontro di questa lettura è rintracciabile negli interni dell’edificio, dove la materia architettonica si stempera e si esalta nella luce. La plasticità reale del guscio si rovescia qui nell’astratto simbolo della luminosità, la cui energia simbolica si perde nelle origini stesse della liturgia cristiana. “Lux est forma substantialis corporum”, sentenziava san Bonaventura, che ne fece una realtà metafisica; e nella chiesa meieriana di Tor Tre Teste la luce naturale fluisce negli spazi saturandoli fino a farsi “pieno”, ovvero materia transustanziale che modella dall’interno le strutture di contenimento e assegna loro un ruolo di arcana periferia. Questa dialettica tra interno ed esterno fonda, come si sa, il progetto architettonico, ma negli edifici religiosi assume un duplice ruolo. Per un verso essa li impone al contesto urbano circostante come emergenza monumentale in sé conclusa; per un altro apre, in questo stesso contesto, un varco alla riflessione, all’introspezione, al dialogo profondo e coinvolgente; e Meier ne ha controllato qui gli sviluppi con l’appassionata lucidità che gli conosciamo da sempre. Maurizio Vitta

Credits Project: Richard Meier & Partners Project Team: Richard Meier, John Eisler, Matteo Pericoli, Alfonso D’Onofrio RM&P Rome: Nigel Ryan Structural and Building Systems Consulting Engineers: Arup: Mahadev Ramen, Leo Argiris, Raymond Quinn, Tom Smith; Guy Nordenson and Associates: Guy Nordenson, Christopher Diamond, Noah Klersfeld

Lighting Consultant: Fisher Marantz & Stone/Paul Marantz General Director of Works: Ignazio Breccia Fratadocchi Director of Works (Structure): M.S.C. Srl/ Danilo Campagna Technical Sponsor: Italcementi Group: Carlo Pesenti, Gennaro Guala, Marco Pegoraro, Luigi Cassar, Carmine Pepe Site Supervisor: Studio Tecnici Michetti/Antonio Michetti Building Systems

Engineer: Studio Tecnico Dott. Ing. Luigi Dell’Aquila: Luigi Dell’Aquila, Livia Collega, Giacomo Dell’Aquila, Giancarlo Lisi Research and Materials Testing: Enel Hidro Seismic Studies: Rita Pellegrine Main Contractor: Lamaro Appalti Spa: Claudio Toti, Ermanno Clementoni, Marco Martegiani, Antonio Carrano, Carmine Filizzola, Marco Servoli, Maurizio Grandolini Curtainwall and Skylight

ow that “Dives in Misericordia” Church designed by Richard Meier, which won a competition organised by the Rome Vicariate in 1995 as part of its “50 Churches for Rome” project, has been completed, it sweeps boldly across the Tor Tre Teste suburban cityscape, unfolding all the multiple architectural meanings deriving from its location, function and symbolic nature. When describing the project in l’Arca 107 in September 1996, Aldo Castellano emphasised the web of aesthetic, constructive and religious patterns it carries with it, like all churches; and now that all the surfaces, heights, paths, perspectives, gaps and closures are open to view in real space, its conceptual design is much clearer, revealing a somewhat transcendent vision without losing anything in terms of structure, materials and form. This design does not just confirm Richard Meier as a leading exponent of what has been described as “the formal pluralism of modernity”, it also underlines his idea of architectural design as a continuum and such inspiring influences as Le Corbusier, Borromini or Bramante, who, as he has admitted, were “fundamental for understanding how space is structured”. While remaining faithful to the vision of the New York Five, focusing on developing a design programme based on modern reason, over recent decades Meier has followed his own meticulously consistent path, which has not prevented him from carrying out research of an authentically experimental nature, based on the figurative representation of primary forms composing disturbing geometric patterns and constantly establishing a balance through the synthetic formulation of their complexity. This applies to both large-scale designs like the Paul Getty Museum in Los Angeles (l’Arca 58, March 1992) and smaller projects like the headquarters of Richmers Reederei in Hamburg (l’Arca 169, April 2002): what counts is the core of the design strategy which is constant

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Contractor: Frener & Reifer/Bernhard Reifer Curtainwall and Skylight Suppliers: Schüco International (window frames), Pilkington (glass), Stone (Travertine): Carlo Mariotti & Figli Srl: Carlo Mariotti, Fabrizio Mariotti Lighting: Erco: Giovanni Caprotti (Erco Illuminazione Srl), Ralf Dieter Wershoven (Erco Leuchten GmbH) Admixtures for Concrete: Mapei Door Hardware:

Fusital for Valli & Valli: Carlo Edoardo Valli, Marinella Formenti Church Pews: Caloi Industria Srl: Carmelo Curatolo, Giovanni Caloi, Sergio Zorzi Organ: Organaria Romana: Paolo Falconi, Tonino Di Giuseppe Acoustical Project: Bose Spa, Harmonia Precious Metals Designer: Bulgari Lead Contact: Ignazio BrecciaFratadocchi

Parish: Dio Padre Misericordioso Parish Priest: Don Gianfranco Corbino Consultant to Client: Francesco Garofano, Sharon Yoshie Miura, Antonio Maria Michetti, Pasquale D’Agostino, Caterina Mongiardini, Leonardo Peri Client: Opera Romana per la Preservazione delle fede e la Provvista di Nuove Chiese in Roma (Monsignor Luigi Moretti, Monsignor Gino Amicarelli, Monsignor Ernesto Mandara)

enough to form an authentic sort of ideology. In Meier’s design for this church in Rome, the strategy seems to be inscribed not so much – or not only – in its solemn sculptural forms, in which the transparency of the glass windows slips in like an enlightening or ordering logos, as in the spatial layout of spaces or, in other words, the building plans. The geometry of the horizontal spaces, carefully set out along the lines of controlled functionalism, actually derives from enveloping circularity of a distinctly Borromeoinspired nature, highlighted in the curving “sails”. Far from acting as a sort of guiding thread for the entire design, they are really the conclusion of a design that has already come a long way. In reality, the “sails” are just a vertical rendition of a circular matrix mirroring the church’s horizontal plane along the line of the intrados: embodying usage, participation and ecclesia. This reading can also be retraced inside the building, where melts and glistens in the light. The authentic sculptural qualities of the shell are upturned here in the abstract symbolism of brightness and light, whose symbolic energy is lost in the very origins of Christian worship. “Lux est forma substantialis corporum”, as San Bonaventura put it, as he turned it into a metaphysical reality; in Meier’s church in Tor Tre Teste natural light floods into the spaces until they are “filled” or, in other words, transubstantial matter shapes the retaining structures from the inside and gives them an arcane peripheral role. As we know, architectural design is grounded in dialectics between inside and outside, but this takes on a twin role in religious buildings. On one hand, it imposes them on their surroundings as self-contained monumental emergences; on the other, it opens up room for thought, introspection, and deep-enveloping interaction; and Meier has controlled it here with the passionate clear-sightedness that we have always associated with him. Schizzi preliminari di Richard Meier per la Chiesa Dives in Misericordia, realizzata a Tor Tre Teste, Roma.

Preliminary sketches by Richard Meier for Dives in Misericordia Church in Tor Tre Teste, Rome.

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From left, site plan, plans of the basement, ground floor, first and second floors. Below, views of the church showing its white concrete large sails made of 256 prefabricated ashlars. The profiles of the sails are created by three arcs of circles with the same radius that combine with the central wall to create the main aisle space.

Andrea Jemolo

Da sinistra, planimetria generale, piante del piano interrato, piano terra, primo e secondo piano. Sotto, viste della chiesa, caratterizzata dalle grandi vele di cemento bianco costituite da 256 conci prefabbricati. I profili delle vele sono generati da tre archi di cerchi di uguale raggio che insieme al muro centrale formano lo spazio della navata.

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Nella pagina a fianco, particolare delle vele e delle vetrate che le dividono consentendo alla luce naturale di creare all’interno infiniti giochi di luci e ombre.

Opposite page, detail of the sails and glass windows separating them to let natural light create endless light and shadow effects inside.

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Una conversazione di Livio Sacchi con Richard Meier L.S.: La chiesa è finita, due anni e mezzo, forse tre anni più tardi di quanto previsto. R.M.: Sì, ma questa è l’Italia. Ce ne vuole un po’ per portare a termine le cose. L.S.: Sei soddisfatto? Che ne pensi del risultato finale? R.M.: C’è voluto molto tempo. Qui in Italia tutto si fa all’ultimo momento. Ma alla fine sono soddisfatto, molto soddisfatto. L.S.: Qualche settimana fa “Il Sole 24 Ore” - un importante quotidiano economico italiano -, ha pubblicato un articolo di Richard Rogers, in cui ci si lamenta dell’impossibilità di costruire in Italia, il che è, in gran parte, vero. R.M.: Cosa ne sa Rogers? L.S.: Lo sa, perché, avendo costruito in tutta Europa, in Giappone e in altri Paesi, non è mai riuscito a realizzare un edificio in Italia. Sembra così molto poco soddisfatto della situazione attuale nel nostro Paese. R.M.: Non so niente dell’esperienza di Richard. So solo che per portare a termine un progetto ci vuole tempo. È tanto tempo che faccio progetti qui. Molti anni fa, penso che fosse negli anni Settanta, forse nel 1976, feci un progetto per V illa Strozzi a Firenze. Nessuno pensava che sarebbe stato realizzato, che doveva ef fettivamente essere costruito. Era una buona idea, ma poi non accadde nulla. Come molte altre cose, l’architettura dipende, per la sua realizzazione, dai finanziamenti, dalle situazioni politiche. In Italia ci sono moltissimi concorsi che non vengono mai realizzati. Non so cosa è capitato a Richard, ma so che è importante essere molto pazienti. L.S.: Sì, credo davvero che sia necessario avere molta pazienza. R.M.: Ma ora la chiesa è finita, e questo mi fa stare molto bene. È stata inaugurata ufficialmente il 26 ottobre. L.S.: Che mi dici dell’Ara Pacis? Cosa sta succedendo? V ia di Ripetta, una delle tre strade del Tridente, è interrotta da moltissimo tempo. Ciò provoca tutta una serie di ef fetti negativi per la piazza adiacente, ma anche al traf fico, ai pedoni, all’economia locale: nessuno sa cosa accadrà. Un giorno sì e uno no sui giornali e in Internet si parla di nuovi fermi al cantiere. R.M.: Sono in molti a voler bloccare il progetto per ragioni politiche diverse, ma il lavoro sarà comunque realizzato. Il nuovo edificio sarà costruito. I muri di cemento sono già fuori terra. La strada verrà riaperta. Qual è il senso di fermare tutto adesso? L.S.: Sembri molto ottimista sulla possibilità di completare il lavoro. R.M.: Credo che sarà completato. E sarà il primo edificio moderno nel centro storico di Roma. Penso che questa sia in assoluto la cosa più importante. Permetterà che altre cose simili possano accadere, cose che non sono mai accadute. Si tratta di un nuovo inizio, la gente comincerà a pensare in maniera diversa. L.S.: Si tratta di un punto molto importante. R.M.: Se consideri che in ogni città europea, ma anche nelle città americane, c’è un nuovo dialogo fra vecchio e nuovo, che si tratti di un negozio, di un ristorante, di un museo; c’è un nuovo tipo di interazione. I nuovi edifici nelle città vecchie sono molto importanti. E questa è la ragione per cui penso che questo edificio sia così importante. Non siamo qui solo per il passato! O, almeno, è ciò che mi auguro. L.S.: Credo che gli italiani, che sono tutti molti veloci nell’apprezzare le novità, che si tratti di telefonini, di capi d’abbigliamento alla moda o di personal computers, quando vengono messi davanti all’architettura nuova, a nuovi edifici, che sono oggetti permanenti e non ef fimeri, comincino a esserne spaventati. Così le amministrazioni locali continuano a proporci lampioni o panchine “in stile”. R.M.: Hai certamente ragione, ma sono molto ottimista per il futuro: si sta aprendo un rinnovato periodo di fiducia nell’architettura contemporanea, e penso che ciò sia vero anche per l’Italia.

A conversation between Livio Sacchi and Richard Meier L.S.: Your church is finished, two and a half, maybe three years later than scheduled. R.M.: Well, that’s Italy. It takes a while to work out certain things. L.S.: Are you satisfied? What do you think of the final result? R.M.: It took a long time. Here in Italy everything is solved at the last minute. But in the end I am satisfied, I am very satisfied. L.S.: A few weeks ago, “Il Sole 24 Ore” - a major Italian economic newspaper -, published an article by Richard Rogers. In the article Rogers complains for the impossibility of building in Italy, which is partially true. R.M.: How does he know? L.S.: He does, because, having built all over Europe, in Japan and in other foreign countries, he never could build a building in Italy. He seems to be very unsatisfied with the present situation in this country. R.M.: Well, I don’t know about Richard’ s experience. I know that to complete a project it takes time. I’ve been doing projects here for a long time. Many years ago, I think it was in Seventies, in 1976 possibly, I did the project for Villa Strozzi in Florence. No one ever thought that that was real, that it had to be built. It was a nice idea, but it never happened. Like a lot of other things, architecture depends on the financing, or on the political situation to make it possible. There are lots of competitions in Italy which are never built. I don’t know what happened to Richard, but I know that it’ s important to be very patient. L.S.: Yes, I guess you have to be patient. R.M.: But now the church is finished, and this makes me feel very excited. The official opening was on October 26. L.S.: What about the Ara Pacis? What’ s going on? V ia di Ripetta, one of the three streets of the so called T rident, has been closed for a very long time, and it still is. This is very bad for the adjacent square, for the traffic, for pedestrians, for the local economy: nobody really knows what’ s going to happen. Every other day on the newspapers and on the Internet there are rumors that the building process will be stopped again. R.M.: Many people keep wanting to stop it for all sorts of political reasons, but it’ s happening. It’s under construction. The old building, which was falling apart, has been completely demolished. The new building will be built. The concrete walls are out of the ground. The street will be reopened. What’s the point of stopping everything now? L.S.: So you seem to be quite optimistic on the possibility of actually finishing also this building? R.M.: I think it is going to happen. And it will be the first modern building in the historic center of Rome. I think this is the most important thing about it. It will allow other things to happen, that never happened. It’ s a new beginning, people will think about it in a different way. L.S.: This is a very important point. R.M.: If you think that in every European city , and also in American cities, there is a new dialogue, between old and new, whether it’s a shop, whether it’ s a restaurant, whether it’s a museum, there is a new interaction. New buildings in old cities are important. And that’s why I think that this building is so important. W e are not just here for the past! That’ s my hope, at least. L.S.: I think that the Italians, who are very quick at picking up new things, whether these new things are mobile phones, fashion items or personal computers, keep having big difficulties with architecture. We seem capable of accepting contemporary interiors or new pieces of industrial design, but when we come to architecture, to new buildings, which are much more permanent, we start being scared by the new . So local administrations keep proposing old-styled lighting fixtures or park-benches. R.M.: You are certainly right, but I am very optimistic for the future: a new period of confidence in contemporary architecture will soon open, and this is going to be true in Italy, too.

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Gli interni della chiesa sono fortemente influenzati dalla luce che penetra dai lucernari tra le vele. La navata unica, che può contenere 240 fedeli a sedere, è larga 19,5 m e lunga 45,6 m con un’altezza di 26,7 m.

The church interiors are strongly influenced by the light penetrating through the skylights between the sails. The single aisle, which can host 240 worshippers, is 19.5 m wide, 45.6 m long and 26.7 m high.

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Lab Architecture

Lab Architecture

Il mutamento come fenomeno Federation Square, Melbourne rmai da tempo sono state sostituite delle concezioni di fondo del nostro quotidiano come le relazioni ininterrotte e mutevoli dello spazio e del tempo e l’impegno delle nostre facoltà mentali ed emotive. Perciò ci sembra che non debbano essere persi gli sforzi dei futuristi e dei cubisti, che per primi tentarono la magia della quarta dimensione, per non abbandonare l’idea di provocare sensazioni nuove e stimolatrici che ci rendano più attenti alla ricettività della nostra realtà, una realtà ancora nascosta nelle pieghe della tecnologia. Spesso tutto questo è rappresentato dalla città e dalle strutture in cui viviamo. Ecco il progetto e la realizzazione degli edifici della Federation Square di Melbourne eseguita da Lab Architecture Studio, compagnia di progettazione fondata dall’australiano Peter Davidson e dal texano Donald Bates. L’incarico è stato assegnato attraverso un concorso internazionale a due stadi consecutivi al quale hanno partecipato 176 studi professionali australiani e 15 studi di altri Paesi. Nel Luglio del 1997 è stato annunciata l’assegnazione a Lab Architecture Studio dell’incarico per l’esecuzione delle opere. Il progetto rimanda alle intuizioni del passato prima citate, confermando i valori e la ricerca che da sempre viene svolta sullo spazio dell’architettura. E’ provato nelle sperimentazioni analogiche di laboratorio che le cellule elementari, tenute in soluzione in perfette condizioni di temperatura e di nutrizione, se in stato di quiete e di appagamento muoiono lentamente; ma se al liquido viene aggiunto un agente irritante diventano attive e si moltiplicano. In modo analogo, la Tour Eiffel, la Cattedrale, le Piramidi sono elementi eretti sul territorio che hanno permesso la loro riconoscibilità e la nostra vitale identificazione. Ma è proprio perché la scienza ha scoperto la relatività di tutti i valori umani e il loro interrotto fluire che non esiste una finalità assoluta o una verità eterna. Crediamo che ormai il fattore tempo sia stato assimilato e sia penetrato nel pensiero e nella creazione umana. Ci domandiamo quando l’uso di strumenti generatori di esperienze sulla realtà virtuale diventeranno referenti alla sperimentazione progettuale. Siamo convinti, però, che l’arresto per qualsiasi espansione intellettuale alberghi, come sempre, nell’approccio mentale e nel predisporsi di fronte alle nuove possibilità. In questo progetto la sede della Federation Square di Melbourne si intuisce come lo spazio percettivo e quindi la conoscenza sensibile non è uno spazio cartesiano, omogeneo, uniforme e isotropo, ma uno spazio continuamente orientato sul punto di vista dell’osservatore. Il Lab Architectural Studio genera in questo lavoro, mediante stimoli geometricamente organizzati, un modo per permettere alle capacità creative dell’osservatore continue occasioni di trasparenza, dal fenomenico all’immaginativo e quindi al virtuale. E’ questo il preliminare punto di vista prospettico da cui sembra sia partita la progettazione dell’immagine degli edifici della Federation Square, a Melbourne. In particolare l’immagine dell’Atrium, essendo questa del tipo tridimensionale e risolta in un volume articolato. E’ in questo modo che i progettisti hanno considerato, nel momento propedeutico dell’idea, due possibilità progettuali: disegnare un volume come un elemento della sezione della piramide ottica o come un volume che rappresenta il rapporto dialettico tra l’esterno e l’interno. Questa seconda soluzione è prevalsa, generando un evento di particolare suggestione. Una risoluzione plastica dell’elemento chiave del progetto per la Federation Square, l’Atrium, doveva quindi passare

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Trevor Mein

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Sopra, sezione su Federation Square di Melbourne da nord. A sinistra, la facciata dell’Australian Centre for the Moving Image caratterizzata da una composizione frattale di pannelli in zinco, pietra arenaria, e vetro.

Above, section from the north of Federation Square in Melbourne. Left, facade of the Australian Centre for the Moving Image featuring a fractal composition of zinc, sandstone and glass panels.

Credits Project: Lab Architecture studio in association with Bates Smart Managing Contractor: Multiplex Facade and Special Structures Engineer: Atelier One Civil and Structural Engineer: Hyder Consulting Structural Engineer: Bonacci Group Services Engineer: AHW Consulting Engineers Environmental Engineer: Atelier ten Fire Engineer: Arup Landscape Architect: Karres en Brands Quantity Surveyor: WT Partnership Signage and Graphics: Tomato Special Lighting: Lighting Design Partnership Acoustic Engineer: Marshall Day Acoustics Building Surveyor: Thomas Nicolas Programmer: Tracey Brunstrom+Hammond Client and Management: Federation Square Management

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In this work Lab Architecture Studio draws on geometrically arranged input to provide observers with continual opportunities to put their creative capacities to phenomenal, imaginative and hence virtual use. This is the preliminary perspective from which the design of the Federation Square buildings in Melbourne appears to have developed. Most notably, the Atrium with its three-dimensional image and carefully designed structure. This is how the architects Peter Davidson and Donald Bates have sensed the possibility of two possible design approaches: the creation of a structure shaped like the section of an optical pyramid or like a structure representing dialectical relations between interior and exterior. This second approach took precedence, generating an event of great evocative force. A sculptural design for the key feature of the project for Federation Square: the Atrium. This strong element had to pass through this intersection between the science of space and art of space. The choice of achromatic construction materials derives from the specific ecological features of the environment and the building’s technological requirements. The design is confined to the stylistic possibilities of the most basic structure only, whose geometric form, as has been noted, is a sort of synthesis and hence co-existence of concave and convex. The Atrium structure, symbolising the design’s spatial relations, is subtended by a reticular web which, in perspective, looks as if it were of varying density, turning into an image of light/material interaction, bringing together the forces running through its facades and letting it waver and alternate between structure and motion, interior and exterior, geometry and topology. Structure and texture provide two means of knitting into the urban fabric of Melbourne and reinforcing those historic cultural bonds between Europe and Australia, between the prevalently structural/stylistic nature of the present and the more impressionistic and calligraphically described ornamentalism of the past. This turns the project of the new Federation Square into a sort of landmark for the city of Melbourne, which for some time now has been looking for the kind of identity that Sydney has managed to attain through its Opera House designed by Jørn Utzon.

Lab+Bates Smart

or some time now certain basic concepts of everyday life, such as constantly changing relations of space and time and the use of our mental and emotional faculties, have had to give way. This makes us think that we should not ignore the efforts of the Futurists and Cubists, who were the first to test out the magic of the fourth dimension, so as to hold onto the idea of stirring up new and stimulating sensations making us more receptive of the world in which we live, a world still hidden away in the folds of technology. All this is often embodied in the city and structures in which we live. These buildings in Federation Square in Melbourne were designed and constructed by Lab Architecture Studio, a design team set up by the Australian architect Peter Davidson and Donald Bates from Texas. The commission was awarded through a two-stage international competition that 176 Australian and 15 overseas architectural firms took part in. In July 1997 Lab Architecture Studio was given the order to carry out the works. The project evokes intuitions of the past like those mentioned above, confirming the experiments and achievements that have always been carried out on architectural space. It has been shown in analogical laboratory experiments that simple cells, suspended at ideal temperatures and in ideal nutritional conditions, die slowly if they are in a state of peace and quiet; but if an irritant is added to the liquid, they stir up and multiply. Likewise, the Eiffel Tower, Cathedrals and Pyramids are all elements built on the ground as landmarks of our own vital identity. But since science has discovered that all human values and their endless flow are relative, this means there is no longer any absolute end or eternal truth. We believe the time factor has now been assimilated and engraved in human minds and creativity. We ask ourselves when the use of tools generating experiences of virtual reality will be put to design uses. Yet we are also convinced that the key to any expansion of the intellect lies, as always, in our mental approach and attitude to new prospects. In this design, the home of Federation Square in Melbourne is sensed as a perceptual space and hence is not perceived as a smoothly uniform and isotropic Cartesian space, but as a space constantly geared to the observer’s point of view.

Peter Clarke

per questo nodo d’intersezione tra scienza dello spazio e arte dello spazio. Del resto, la scelta dei materiali impiegati, naturalmente acromatici, risale alle specifiche caratteristiche ecologiche dell’ambiente e alle necessità tecnologiche della costruzione. La soluzione è stata cercata attenendosi alle possibilità espressive del solo volume elementare la cui geometria, come è stato sottolineato, è un’operazione di sintesi e quindi di compresenza del concavo e del convesso. Il volume dell’Atrium che rappresenta il simbolo della spazialità nel progetto, è sotteso dalla maglia reticolare che appare, per la visione prospettica, a densità variabile, diventa immagine dell’interazione luce/materia e, insieme, mettono in tensione le forze delle sue facciate e lo rendono alternativo e oscillante tra struttura e movimento, tra interno ed esterno, tra geometrico e topologico. Attraverso questi due strumenti, struttura e texture, si realizza sia una risonanza con il tessuto urbano di Melbourne sia una continuazione dello storico rapporto culturale tra Europa e Australia, tra il presente dalle caratteristiche prevalentemente strutturali ed espressioniste e la tradizione, più legata alla rappresentazione impressionista e alla calligrafica descrizione dell’ornamentale. Il progetto assurge in questo modo a un vero e proprio landmark per la città di Melbourne, da tempo alla ricerca di una identità referente, quella che Sydney è riuscita a ottenere con l’Opera House di Jørn Utzon. Mario Antonio Arnaboldi

General views of the square and, opposite page, detail of the ACMI. In addition to the ACMI, the square is also the home of the National Gallery of Victorian Australian Art, The Atrium, the Yarra Building and West Shard.

Trevor Mein

Viste generali della piazza e, nella pagina a fianco, particolare dell’ACMI. Sulla piazza si aprono oltre l’ACMI, la National Gallery of Victorian Australian Art, The Atrium, lo Yarra Building, il West Shard.

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l’ACMI, The Atrium, e il Crossbar. In basso, la piazza, con i suoi 7.500 mq, durante il giorno diventa il centro della vita pubblica di Melbourne. L’anfiteatro all’aperto può contenere 35.000 persone.

Opposite page, west elevation of the square showing, from left to right, the West Shard, ACMI, Atrium, Crossbar and Neo Pub. Below, left, the entrance to the ACMI. Below, nighttime view of the square showing, from

the left, the ACMI, The Atrium and Crossbar. Bottom, during the daytime, the square’s 7,500 square metres turn into the focus of public life in Melbourne. The outdoor amphitheatre can hold 35,000 people.

Lab+Bates Smart

Peter Clarke

Nella pagina a fianco, prospetto ovest della piazza con, da sinistra a destra il West Shard, ACMI, Atrium, Crossbar, Neo Pub. Sotto a sinistra, l’ingresso dell’ACMI. Sotto, vista notturna della piazza con da sinistra

Trevor Mein

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Nella pagina a fianco, planimetria generale. Sotto, pianta del piano terra del NGVA.

Opposite page, site plan. Below, plan of the ground floor of the NGVA.

L’interno di The Atrium, uno spazio pubblico coperto di 3.250 mq, connesso agli altri edifici realizzati in Federation Square, costituisce una strada coperta e può ospitare eventi e spettacoli.

Trevor Mein

The inside of The Atrium, an indoor space covering 3,250 square metres, connected to other buildings built in Federation Square, forms a covered road and can host events and shows.

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fondata su una maglia triangolare tridimensionale con una doppia pelle di pannelli di vetro che consentono una regolazione passiva ottimale della temperatura interna.

Below, one of the fullheight internal pathways of the NGVA showing natural light flowing through the skylights in the roof. Right, the south part of The Atrium. The structure

of galvanised steel tubing is built around a threedimensional triangular web with a double skin of glass panels allowing optimum passive adjustment of the inside temperature.

Trevor Mein

Andrei Hobbs

Sotto, uno dei percorsi interni a tutta altezza del NGVA con la luce naturale che filtra dai lucernari in copertura. A destra, la parte sud di The Atrium. La struttura in tubi di acciaio zincato è

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he ne sarà mai stato del senso del grave, a volerne cercare le prove in questa architettura dalla consistenza leggera e volatile, a giudicare dalle apparenze, dei nostri splittati tempi? Basterebbe rivedere l’opera omnia di Joseph Beuys – o se non altro Terremoto in Palazzo – per ammettere che non è certo al peso delle cose, eventualmente immane, proprio o figurato che sia, e al pathos degli equilibri relativi, che ci si affida in molti dei progetti in vorticosa circolazione. Quasi che costruire fosse ormai un mistero e la massa del costruito, di cui la tecnologia si è liberata, non smettesse di farsi sentire, inspiegabile, come un arto perduto. Mentre persino la luce che dovrebbe illuminare il gioco dei volumi – chi sa più quanto sapiente – da solare, esterna, che era, è diventata digitale, indoor e perpetua. Quasi d’incanto a pensarci ora. Ma fino a sostituire all’improbo lavoro da veggente di Paul Klee per rendere visibile un ben più praticabile, invasivo e limitato rendering. Tanto alla ribalta che a volte sembra di vedere l’architettura, trattenuta dal peso che, per quanto si possa dimenticare, le sarebbe proprio, surclassata, sul piano dinamico ormai preminente della computergrafica, dai video anche solo di MTV. In cui si spiega assai meglio la spazialità particolare in cui ci muoveremmo. Mentre attorno agli stabili di nuova concezione l’imperativo cinetico si manifesta, euforico, nelle onnipresenti figure di contorno, acrobaticamente munite di skateboard o rollerblade per sfuggire, almeno momentaneamente, alla forza di gravità. I computer sono scesi a liberarci da lavoro manuale infinito che ci voleva un tempo per domare l’attrito e l’inerzia delle cose, a costituire l’ambiente. Dato che l’ambiente di cui si tratta sembra preferire, alla superficie del pianeta, lo strato di informazione che l’avvolge strettamente (in una morsa? con un abbraccio?). Sarà forse per questo che parte della prolifica attività visionaria dell’agguerrito e giovane team di Konyk – base a Brooklyn, NYC – è stata commissionata da riviste avvertite, come “Wallpaper”, considerate, magari a torto, regine del gusto. L’architettura si troverebbe addirittura a condividere quel sex appeal dell’inorganico che domina moda, design, pubblicità. Egualmente trasversale di proposito e come qualsiasi merce, ma con il diverso retaggio, che è poi un destino, di dover costruire per ritrovare all’1:1 il proprio senso. Invece le questioni relative al gusto – è risaputo – sono scivolose assai. E’ stato un Pierre Naville avvelenato a scrivere su “La Révolution Surréaliste”: del gusto conosco solo il disgusto? Pensare che si era nei chicchissimi anni ’20! All’epoca un estimatore collezionista del calibro di Charles de Beistegui poteva considerare Le Corbusier un architetto alla moda cui affidare una habitation de plaisance come si conviene. A Parigi, sugli Champs Elysées, proprio accanto – se non sopra – le case di moda, per non smentirsi. Ne risultò un capolavoro, all’altezza della situazione, nemmeno dei più semplici. Una promenade architecturale con tanto di periscopio, ars topiaria, siepi scorrevoli e in cima una stanza isolata: erba per pavimento, cielo per soffitto, Arc de Triomphe a bruciapelo. Ma per il Signor de Beistegui era solo un episodio eccentrico. Up! House è il nome di battaglia di uno dei progetti più tangibili di Konyk, condotto come un’operazione di marketing – in effetti le case sono un genere soggetto alla compravendita – e promosso per apposito concorso dalla rivista Home Design. Il cantiere di questa magione prefabbricata, tutta in acciaio, messa di traverso sull’esiguo zoccolo di cemento e sollevata dal terreno come un ginnasta alla cavallina, dovrebbe debuttare nella primavera prossima. Da fuori si impone come un blindato panoramico, dentro assicura le migliori performance domestiche che il mercato degli immobili possa attualmente desiderare. Senza nemmeno escludere lo spazio a 360 gradi e un riciclaggio al 100%. Corazza in 14 colori – prevalgono i grigi ma non manca il rosso – , ampia gamma di cucine tra cui scegliere la propria, home theater, master bedroom suite e idromassaggi Jacuzzi.

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Konyk

Tutto a partire da $ 245.000 per la versione a due letti. Informazioni gratuite al 1 866 66, dalle 8a.m. alle 5p.m. (eastern time). Si sarebbe tentati di scorgere in questo progetto un segno dei nostri tempi. Si tratterebbe per certi versi di una vicenda analoga al post bellico programma Case Study House lanciato da Arts & Architecture. Il paragone, per quanto elementare, spiegherebbe bene lo stato delle cose. Se allora, tra il 1945 e il 1966, si volevano introdurre nelle case gli spazi passanti e continui, i nuovi materiali industriali, le strutture leggere in acciaio da officina, i vetri a tutta altezza, i mobili di compensato – pensiamo agli Eames, a Craig Elwood, a Richard Neutra – adesso la casa è una capsula spaziale. Quel che di nuovo si introduce deriva direttamente dal computer e alle formidabili prerogative di controllo e preveggenza dei computer è riconducibile la composizione. Come se il corpo dell’architettura, che si voleva etereo, una volta divenuto fantasma si fosse improvvisamente dedicato di nascosto al body building. Smart Surface al contrario è un’abitazione più sfuggente, per forza di cose di là da venire, anche se, in fondo, prende alla lettera le promesse che si potevano nutrire per l’anno 2000. Il corredo di informazioni insito nel DNA degli abitanti messo in comunicazione con un robot “animator” muoverà a piacimento le grandi superfici in latex beige traslucido di pavimento e soffitto. I vani che si renderanno necessari, la temperatura e l’umidità più consone, i suoni, odori, colori, al momento preferiti, saranno assicurati da questi favolosi piani: intelligenti, reversibili, servizievoli, altrimenti inanimati. Smart Surface si presenta come “un perfetto ambiente domestico” e condivide il futuro della fantascienza. Perciò: “chi vuol esser lieto, sia” del doman non v’è certezza. Viene anche in mente il più fortunato dei romanzi di Philip K. Dick – Do Androids Dream of Electric Sheep? – dove, per ovviare alla desolazione di un mondo perduto, si allevano a caro prezzo gli animali sfuggiti all’estinzione o le più accessibili repliche elettriche e, soprattutto, si ricorre ai favori del modulatore d’umore Penfield. Un altro lavoro altrettanto estremo, avveniristico, apolide, è subURBAN. Commissionato nel 2003 da Wallpaper e predisposto per il turismo di massa come un paradiso tropicale nel bel mezzo degli oceani. Per farsene un’idea più precisa basterebbe forse pensare agli shopper di plastica, magari neri, in sciagurata sospensione nei mari. Ma in questo caso il sacchetto è davvero enorme, pieno di spazi abitativi nel suo spessore – si raggiungono per via pneumatica pigiando un bottone. All’acqua si impone di restare fuori, in modo da potersi imbattere nella vegetazione di una foresta pluviale che meravigliosamente discenda sotto il livello del mare. Si tratterebbe di un atollo artificiale, con un cratere profondo, rigoglioso, riparato, al posto della più convenzionale laguna di superficie. In volontaria, ironica, risonanza con i diktat da dépliant delle agenzie di viaggio e le vacanze che tutti desiderano a più non posso. Non verrebbe voglia di conoscere il parere del protagonista, prigioniero a sua insaputa di un mondo perfetto e perennemente soleggiato, di The Truman Show? Ma l’attività di Konyk è davvero ampia e variegata, i progetti sono davvero tanti, redatti con gran ritmo negli ultimissimi anni su diversi piani di concretezza, secondo le occasioni, qualcuno costruito. Si possono facilmente raggiungere in rete (il sito è www.konyk.net, la pagina www.konyk.net/archive/index.html). La cosa migliore è farsene un’idea in proprio, in attesa, come sempre, che i progetti predisposti possano stabilire il necessario regime di scambio con quella dimensione fisica, negativa, frustrante, da esorcizzare, in cui il reale si scopre. Perché al di là dell’empatia per le immagini si è anche emuli impropri di San Tommaso, spinti a toccare quel che si vede. Perché forse in architettura gli occhi sono da intendere come organi del tatto e gli sguardi prensili di questi occhi sugli schermi scivolano. Decio Guardigli

o what has happened to that feeling of weightiness in all this rather unsubstantial architecture, at least judging by appearances, characterising these fragmented days in which we live? We need only take a quick look at the collected works of Joseph Beuys – or at least Earthquake in the Palace – to realise that most of the projects currently doing the rounds certainly do not focus on the ponderous weight of things, either literally or figuratively, and pathos of the balancing this involves. Almost as if building were now a mystery and the mass of built material, that technology has shaken off, were still making its rather mysterious presence felt like some long lost art. And even the light that is supposed to illuminate the structural interplay – cleverly or otherwise – is now perpetual indoor digital lighting and not sunlight. Almost by magic if we think about it. Even managing to replace Paul Klee’s crafty prophesising by making a much more feasible, invasive and limited type of rendering visible. So in vogue that, at times, it looks as if architecture, held down by the weight which, as we tend to forget, is part of its very essence, is being outclassed in the cutting-edge realm of computer graphics by video clips on MTV. Which offers a much more effective way of explaining the peculiar spatial relations in which we will soon be moving. Alongside our stable new buildings, the need to move is euphorically embodied in the omnipresent figures surrounding them, acrobatically furbished with skateboards or rollerblades to break free, at least momentarily, from the force of gravity. Computers came to free us from the endless manual labour once required to struggle against the friction and inertia of things in order to build the environment. Bearing in mind that the environment in question seems to prefer a layer of tightly enveloping (in a grip? or embrace?) information to the Earth’s surface. Perhaps this is why part of the prolific visionary work of the young and highly competitive Konyk team – based in Brooklyn, NYC – was commissioned by trendy magazines like “Wallpaper”, considered, perhaps wrongly, as the queen of taste. Apparently architecture shares the same inorganic sex appeal as fashion, design and advertising. With the same cross-the-board appeal as any product, but with a different heritage or rather destiny to need to built in order to really retrieve its own underlying sense. Whereas questions of taste – as is well known – are extremely slippery issues. Was it Pierre Naville who rather bitterly wrote in La Révolution Surréaliste that taste was disgusting? And that was back in the super chic 1920s! At a time when a highly esteemed collector of the calibre of Charles de Beistegui could treat Le Corbusier as a fashionable architect to be commissioned to design a decent habitation de plaisance. In Paris, along the Champs Elysées, right next to – if not above – the fashion houses, as if to underline the whole matter. This ended up producing a masterpiece that was anything but simple. A promenade architecturale with its own periscope, ars topiaria, flowing hedges and an isolated room at the top: grass for the floor, the sky as a ceiling, and the Arc-de-Triomphe at point-blank range. But for M. de Beistegui it was just an eccentricity. Up! House is the nom de guerre of one of Konyk’s most tangible projects, carried out like marketing operation – after all houses are for buying and selling – and promoted through a special competition by Home Design. Building work on this all-steel prefabricated home, built across a slender concrete block and raised from the ground like a gymnast on the horse, ought to begin next spring. Outside it looks like an armoured panoramic construction, while inside it offers the best in home comfort the real estate market currently has to offer. Not to mention the 360° space and 100% recycling. The shell comes in 14 colours – mainly grey but

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plenty of red too – a wide range of kitchen fittings to choose from, home theatre, a master bedroom suite and Jacuzzi whirlpool. All starting from $ 245,000 – for the two-bed version. Information available free of charge at 1 866 66 from 8 a.m.-5 p.m. (easterntime). It is tempting to describe this project as a sign of the times. In many ways it is similar to the post-war Case Study House project launched by Arts & Architecture. However simplistic this comparison might seem, certainly explains how things stand. Just as between 1945-66 the intention was to introduce smoothly flowing spaces into houses made of new industrial materials, light-weight steel workshop structures, full-height glass windows, and plywood furniture – remember the Eameses, Craig Elwood and Richard Neutra – the house is now seen as a space capsule. Everything new being incorporated comes directly from computers; even designs can be traced back to the incredible control and surveillance systems of computers. It is as if the body of architecture, designed to be so airy, after turning into a ghost had now secretly taken up body building. In contrast Smart Surface is a much harder to grasp, even though, deep down, it takes the promises made for the year 2000 quite literally. The information contained in the DNA of its inhabitants is set in communication with an “animator” robot so that the large beige translucent latex floor and ceiling surfaces can be moved around as they see fit. The necessary spaces, right temperature and humidity levels, sounds, smells and favourite colours will all be controlled by these fabulous planes: smart, reversible, maintainable but otherwise inanimate. Smart Surface looks like “a perfect home environment” and is as futuristic as science fiction. So: “be happy, if you like” – tomorrow may never come. Philip K. Dick’s most famous novel – Do Androids Dream of Electric Sheep? – also comes to mind, in which the desolation of a lost world is contrasted by rearing costly animals that have survived extinction or their more accessible electric replicas and, most significantly, people resort to the mood modulator Penfield. SubURBAN is another cutting-edge, futuristic, stateless project. Commissioned in 2003 by Wallpaper and designed for mass tourism like a tropical island right in the heart of the oceans. To get a better idea of what it is like, just imagine some plastic shopping bags, possibly black, floundering out at sea. But in this case the bag is really huge, full of living spaces that can be reached pneumatically by pressing a button. Water is kept out, so that you can plunge into the dense vegetation of a rain forest that descends spectacularly below sea level. This is an artificial atoll with a deep crater, full of lush greenery and carefully sheltered, instead of the usual surface lagoon. Accidental, ironic and resounding to the sounds of travel brochures and the kind of holidays everybody wants to go on but not everybody can afford. Would not you like to know what the main character thinks, trapped in a perfect world where the sun always shines like in The Truman Show? But Konyk’s work really does stretch right across the board. Loads of projects designed at a notable rate over recent years on various levels of concreteness, depending on the case in question, and some of them even actually built. They are easy to get at on the Web (the site id www.konyk.net and the page www.konyk.net/archive/index.html). The best thing to do is to take a look for yourself, while waiting, as usual, for the projects to be incorporated in the more physical, negative and frustrating setting of concrete reality. Because, apart from empathy for the images, despite ourselves we are all like doubting Thomas, forced to touch what we can see. Possibly because in architecture eyes need to be treated like tactile organs as they glide across the screens.

Agora Dreams and Visions

Agora Dreams and Visions

Konyk

Credits Project: Konyk: Craig Konyk (principal), Adrienne Broadbear (project architect), Hyunkl Son (project architect), Rise Endo (junior architect), Thomas Shea (junior architect), Katie Elevitch (office manager), Daelyn Short (art director)

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San Jose State University Museum of Art and Design

Il nuovo museo è costituito da un edificio alto circa 30 m rivestito in pannelli di zinco bianco e avrà funzione di centro espositivo e di sperimentazione tecnologica e di nuovi media. Conterrà inoltre aule per l’insegnamento e studios. Aperture nel volume dell’edificio e i tagli in facciata sono pensati per contenere ulteriori spazi espositivi e per realizzare spettacoli ed eventi di varia natura.

The new museum is constructed out of an approximately 30-metretall building clad with white zinc panels and will act as an exhibition centre for experimental technology and new media. It will also hold teaching rooms and studios. An opening in the building structure and cuts in the facade are designed to hold further display spaces and host various kinds of shows and events.

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San Jose State University Museum of Art and Design

L’edificio è posizionato in modo da aprirsi verso la piazza esistente, cui è collegato da una serie di scale e ingressi. Nella piazza viene realizzato un piano inclinato multicolore, allestito a giardino che connette l’esterno con l’aula per seminari

principale. La copertura del museo è conformata a catino e strutturata in modo da ospitare un anfiteatro per spettacoli all’aperto. Un volume trasparente vuoto attraversa l’intera alteza dell’edificio portando all’interno la luce naturale.

The building is carefully positioned to open up to the old square, to which it is connected by a number of stairways and entrances. A multicoloured sloping plane has been constructed in the square, landscaped like a garden and connecting

the outside to the main seminar rooms. The museum roof is chain-shaped and structured to hold an amphitheatre for outdoor shows. A hollow transparent structure runs right up the building to draw in natural light.

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Smart Surface

Smart Surface

La casa del futuro, probabilmente, sarà realizzata con materiali in grado di rispondere al DNA degli occupanti, trasmettendo singole e specifiche informazioni che trasformano l’ambiente domestico. Tali materiali saranno in grado di “sapere” i livelli di temperatura e umidità migliori per il confort individuale, la gradazione di luce, i colori preferiti, i suoni, gli odori. Un ambiente domestico perfetto capace di modificarsi non appena vi si entra adattandosi alle preferenze dell’abitante.

Gli studi di queste superfici intelligenti prevedono uno spazio compreso tra due piani: il soffitto e il pavimento. Questi due piani sono costituiti da gomma di lattice opaca tesa sopra una sotto-superficie che contiene un “animatore” robotizzato. Quando è vuota, la superficie rimane neutra e colo beige. Quando viene occupata, grazie alla tecnologia del riconoscimento vocale, la superficie si attiva automodificandosi per adattarsi a specifiche necessità domestiche come sala da pranzo, spazio ricreativo, bagno, camera. Ogni funzione è corredata da specifici suoni, odori, colori, luci.

The average house will one day be able to be fitted with materials, which respond to the DNA of the occupant, transmitting unique and specific information that transforms the environment that one will occupy. It would know the precise temperature and humidity level that maximizes individual comfort, optimum light levels, favorite colors, smells and sounds. A perfected domestic environment that would change the moment that another enters, adjusting for mutual preferences.

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These smart surface studies are comprised of only two architectural surfaces; the ceiling plane and the floor plane. These planes are comprised of translucent latex rubber stretched taut over a robotic “animator” subsurface. When not occupied, the surfaces are neutral and beige. Upon occupation, voice recognition technology activates the surface, self-manipulating it to precisely contour it to various domestic functions, be it dining, recreation, bathing, procreation or sleep. Lighting, color, scent and sound are supplied to enhance each experience.

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Liquid Sky

Liquid Sky

Questa proposta presentata al concorso per il Centro Conferenze per la Graphisoft utilizza come punto di partenza un molo esistente per creare un edificio dalla forma ondulata di vetro e cemento sospeso sulle acque del Danubio a Budapest. Un percorso in cemento conduce i visitatori al Centro Conferenze che sembra levitare sulle acque del fiume. Il Centro è composto da due spazi interconnessi: la caffetteria e la sala convegni. La superficie vetrata flottante della copertura della caffetteria permette l’ingresso della luce naturale all’interno e declinando verso le acque del fiume va a formare il pavimento della sala convegni.

Il percorso pubblico in cemento va a intersecare l’edificio nel punto di divisione dei due spazi e continua poi all’interno e di nuovo fuori, attraversando il fiume per giungere all’isola davanti al Centro. Qui, la membrana di rivestimento si innalza nuovamente a formare un anfiteatro galleggiante. Il progetto incorpora elementi naturali e artificiali facendo diventare l’intero ambiente circostante una maglia continua di stimoli abitativi e funzionali.

This proposal for a conference center for the Graphisoft Company uses an existing boat dock as a starting point to create an undulating glass and concrete building that hovers above the Danube River, in Budapest, Hungary. A concrete sidewalk leads the visitor away from the mainland unfurling towards the conference center, which appears to levitate just above the water. The center is composed of two interlocking spaces: a cafeteria and conference room suspended above the river. The flowing glass plane of the cafeteria’s ceiling fills the space with light and dips down towards the water becoming the floor of the conference room.

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The concrete sidewalk intercepts the center at the intersection of the two spaces and continues through the building and onto the island across the river. From the island, the membrane unpeels again to become a floating amphitheater. The design integrates the natural with the man-made such that the landscape becomes a continuous mesh of inhabitable stimuli.

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Up!house

Questo progetto propone una casa che si può acquistare in Internet, in varie dimensioni, trasportare e realizzare nel luogo desiderato in poche ore. La struttura si basa sul principio del doppio aggetto in cui una trave trasversale è bilanciata su un sostegno centrale di supporto.

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SubURBAN

La struttura in acciaio leggero trasportabile deve essere integrata in loco solo da due muri laterali portanti in cemento. Il rivestimento esterno è di pannelli alternati di vetro e sandwich di polistirene ad alta densità, isolanti, resistenti al fuoco e anti-UV.

This project features a house that can be bought on the Internet in various sizes, transported and set up in the desired place in just a few hours. The structure works around the principle of a double overhang, as cross beam is balanced by a central support. Once installed, the light

transporatable aluminium structure requires just two concrete lateral bearing walls. The outside cladding is made of alternating glass and sandwiched high-density polystyrene panels that are insulating, fireproof and anti-UV rays.

SubURBAN è una proposta per un ambiente urbano residenziale sommerso, commissionata dalla rivista “Wallpaper”. SubURBAN è globale, nonnazionale e nomade; una sorta di blocco residenziale che solca gli oceani. Quando ci si avvicina con una barca, appare solo un’isola in

superficie, ma quando vi si approda si scopre che essa è una valle con alberi tropicali che scende sotto il livello del mare. Le pareti di questa sorta di canyon tropicale formano un complesso abitativo il cui accesso è consentito da un sistema di trasporto pneumatico che connette i vari piani

tra loro e con la superficie. Le due estremità di ciascuna cellula abitativa sono vetrate e affacciano una verso l’oceano e una verso la foresta tropicale, collegando visivamente questi due mondi e ponendosi come un miraggio fisico galleggiante al centro di

essi. Lo spazio interno delle unità è neutro, simile a quello dei loft con le pareti cieche, che conducono ai servizi e agli spazi privati, rivestite di zinco colorato con tinte brillanti.

SubURBAN is a submerged urban environment commissioned by the

magazine “Wallpaper”. SubURBAN is global, nonnational and nomadic; a sort of housing block that travels the oceans. As you sail up to it, it looks like an island on the surface, but upon landing you discover it is a valley with tropical trees that descends below sea level. The walls of this kind of

tropical canyon form a housing complex which can be entered using a pneumatic transport system connecting together the various levels and surface. The two ends of each living cell are made of glass, one facing the ocean and the other a tropical forest, visually

connecting these two worlds and acting like a floating physical mirage in the middle. The interior space of the units is neutral, rather like loft space with blank walls leading through to the bathroom facilities and private quarters, which are clad with brightly coloured zinc.

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Spacelab-Cook/Fournier

La nuova Kunshaus di Graz, realizzata nell’ambito di Graz 2003 Capitale della Cultura, si inserisce nel tessuto storico della città austriaca come nuovo segno forte di contemporaneità.

Il neoplasma incantatore

Harry Schiffer

Kunsthaus Graz

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The new Kunsthaus in Graz, designed as part of Graz 2003 Capital of Culture, knits into the historical fabric of the Austrian city as a powerful new landmark of modernity.

Spacelab-Cook/Fournier

Credits Competition Project: Peter Cook, Colin Fournier with Niels Jonkhans, Mathis Osterhage, Marcos Cruz Competition Project Team: Nicola Haines, Karim Hamza, Anja Leonhäuser, Jamie Norden Project management: Kunsthaus Graz AG / Hochbauamt Stadt Graz, Ernst Pogöschnik, Andreas Blass, Josef Spindler Overall Design Management: ARGE Kunsthaus Designers: Spacelab Cook/Fournier (Peter Cook/ Colin Fournier) Partner Architect: Architektur Consult (Peyker, Domenig, Eisenköck) Structural Engineer: Bollinger & Grohmann Project Team: Dietmar Ott (project manager), Niels Jonkhans (design architect), Gernot Stangl (3D-engineering), Gerhard Eder (technical coordination), Werner Riedl (construction supervisor) Architects/engineers: Johanna Digruber, Daniela Fritz, Herbert Hazmuka, Hans Kaponig, Eduard Kölbl, Peter Löcker, Florian Lohberger, Ernst Plank, Bernd Priesching, Christian Probst Administration: Cornelia Dohr, Susanne Dohr, Michaela Possanner BIX Electronic Display Skin: realities:united Project Control: Hans Lechner, Sabine Liebenau Artistic Director: Peter Pakesch Scientific Director: Wolfgang Muchitsch Consultants: Bogner Cultural Consulting (Museology), Markus Zechner (historic building research), Robert Gobli (coordination), HL-Technik / TB Pickl / TB Köstenbauer+Sixl (technical plants), Kress+Adams (lighting), Gerhard Düh (fire consultants), Dr.Pfeiler GmbH (building physics), Reinhard Pötscher (civil engineering), Vermessung Rinner (survey), Kaufmann-Kriebernegg (traffic concept) Underground parking spaces contractor: Kastner und Öhler Lighitng Supplier: Zumtobel Staff Client: Stadt Graz, Kunsthaus Graz AG Leasing: Bank Austria Leasing GmbH User: Landesmuseum Joanneum GmbH

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Vista aerea del volume biomorfo della Kunsthaus, già ribattezzata “alieno amichevole”. Come un’enorme bolla blu, l’edificio si staglia nel panorama di Graz tra le rive del fiume Mur e la Torre dell’Orologio che segna la piazza centrale del quartiere storico.

Aerial view of the Kunsthaus’s biomorphic structure, already nicknamed the “friendly alien”. Like a huge blue bubble, the building stands out on the Graz cityscape between the banks of the River Mur and Clock Tower marking the central square in the old neighbourhood.

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he il museo sia divenuto una sorta di tomba dell’arte è un concetto non ancora perfettamente chiaro alla stragrande maggioranza della committenza, soprattutto pubblica. Lo si considera ancora un contenitore destinato alla contemplazione dell’opera d’arte, uno spazio di divulgazione attraverso cui autorità pubbliche e lobby culturali dispensano, a un pubblico generalista, tendenze artistiche congelate nel loro momento di maggior gloria, quindi all’inizio del loro ciclo meno effervescente. Ciò che invece dell’istituzione museale potrebbe essere recuperata è la carica latente di forza provocatoria e rivoluzionaria, sia per scuotere dal torpore intellettuale visitatori annoiati sia per offrire agli artisti un’ottima occasione per misurarsi con la comunicazione dell’arte. Ciò può avvenire solo se l’architettura deputata a tale funzione è in grado di essere essa stessa una presenza forte, un pugno nello stomaco nell’eterna bonaccia della città iperconsumistica e politically correct. Un punto a favore di un’inversione di tendenza quanto mai auspicata ma poco praticata lo segna la nuova Kunsthaus di Peter Cook e Colin Fournier. Antica residenza asburgica, Graz si è scrollata di dosso quanto ancora le era rimasto attaccato del passato attraverso una lungimirante politica culturale, che ha raggiunto il clou durante la carica di capitale della cultura. Graz 2003 è stata una ventata d’aria fresca per far posto a una serie di iniziative e alla realizzazione di nuove strutture come la nuova Literaturhaus, casa delle letteratura, progettata da Florian Riegle e George Riewe. E’ inoltre prevista, a breve termine, insieme ad altre importanti opere pubbliche, la costruzione di Mumut, teatro di musica, progettato da Ben van Berkel. Insomma, Graz ha recepito il messaggio lanciato da altre amministrazioni illuminate come quelle di Barcellona, Bilbao, Vienna e Basilea. Ovvero: investire nella realizzazione di architetture di qualità equivale a creare uno straordinario motore in grado di attivare un indotto economico straordinariamente efficace. La nuova Kunsthaus oltre a essere un evento di grande portata culturale, con la sua forza imaginifica segna un momento particolarmente importante per l’architettura contemporanea, poiché dimostra come una committenza pubblica coraggiosa e aperta all’innovazione radicale, insieme al mondo del progetto più avanzato, sia in grado di innescare grandi energie rinnovatrici. A fare di Graz - tranquilla città carica di tradizioni mitteleuropee – uno straordinario luogo di germinazione di nuovi linguaggi occorreva davvero un genio visionario come Peter Cook (uomo chiave del gruppo storico Archigram) e un architetto sensibile come Colin Fournier, autodefinitosi metà francese e metà inglese, un mix che, catalizzato dall’irruenza creativa di un Cook in gran forma alla soglia delle sessantasette primavere, ha davvero fatto scintille. Guardandola con lo spirito che aleggiava nei Sixties, la creatura sembrerebbe quasi animarsi, suggerendo stravaganti visioni del tipo: se oltre alle ventose luminose avesse anche zampe di trampoliere cyborg sarebbe una rediviva Walking Cities pronta a lanciarsi in una folle corsa, non per sfuggire alla minaccia nucleare (Walking Cities era stata infatti pensata, naturalmente sul filo del paradosso, quale ultima risorsa per sopravvissuti a qualche disastro atomico), bensì per muoversi a grandi passi a scala intercontinentale fra i “ruderi” di un’architettura passatista ancor oggi diffusa ovunque. Ma a premiare il lavoro svolto da Cook e compagni (vi sono, infatti, oltre a Fournier, numerosi collaboratori) non vi è solo la committenza di una coraggiosa città austriaca capace di accogliere al suo interno un segno di grande modernità, ma anche un importante riconoscimento accademico. Per l’enorme influenza esercitata sulla cultura architettonica contemporanea, ai membri superstiti del gruppo Archigram - Peter Cook, Dennis Crompton, David Greene e Mike Webb -, la regina Elisabetta ha assegnato la Royal Gold Medal for Architecture. Come tutte le opere di forte valore segnico, la kunsthaus si pone su due polarità opposte o si accetta in toto (con tutti i suoi difetti) l’exploitation come metodologia linguistica, o la si respinge come un’eresia posta a distruzione di un dogma come il contestualismo, ancora molto radicato. In una fase come quella attuale, caratterizzata dalla sperimentazione, favorita dalle nuove tecnologie, entrambi i partiti avrebbero mol-

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te ragioni per sostenere la propria tesi. Ma è proprio l’ambiguità semantica dell’oggetto architettonico fuori dagli schemi a porsi quale percorso alternativo alle logiche di un passato da archiviare. Esistono tuttavia ancora grossi limiti per creare opere davvero mediali, nel senso di medium, com’era nelle intenzioni originarie del gruppo Archigram, i cui progetti più radicali miravano a tradurre l’architettura e l’urbanistica in mas-media e quindi di conseguenza in un’operazione a basso costo. Per intendersi, come la Pop art delle origini, teorizzata dall’artista inglese Richard Hamilton che la definiva popolare, come dev’essere un prodotto di massa, e poi ancora: appariscente e con un alto valore aggiunto, capace di creare un indotto economicamente interessante. Oggi invece realizzare un’opera come la nuova Kunsthaus presuppone un grosso investimento, non solo finanziario ma anche culturale. Ovvero: bisogna accettare un grado di qualità realizzativa non superiore al sessanta-settanta per cento. Attualmente, la tecnologia costruttiva legata alla realizzazione di architetture complesse è di fatto molto ma molto migliorabile. La Kunsthaus va dunque letta come una sorta di prototipo costoso ma funzionalmente idoneo all’ingegnerizzazione di una futura produzione seriale, con costi accettabili per l‘architettura. Sul concetto di appariscenza, quindi di vistosità, Cook e Fournier hanno costruito buona parte dell’immagine della Kunshaus, generando una mostruosità parascientifica, una sorta di cellula cancerogena, un neoplasma levitante incantatore di città. Una città dai campanili barocchi plagiata al suono prodotto da orifizi tentacolari orientati a nord per introiettare la massima quantità di luce naturale ma anche, forse, per far credere a un’esigenza respiratoria della creatura. A proposito di concetto di apparenza, termine che in metafisica è sinonimo di fenomeno, impossibile non associare alla Kunsthaus lo status di artefatto. Una delle sue prime apparizioni-germinazioni si ebbe nel 2000, durante la settima edizione della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Il cui titolo di quella memorabile (anche per le banali critiche mosse da settori poco interessati al rinnovamento del linguaggio) edizione, diretta da Massimiliano Fuksas, era tutto un programma: Città: Less Aesthetics, More Ethics. Denominata Skin and Pin, Kunsthaus per Graz 2003, e aspramente criticata perché giudicata contaminata dai linguaggi dell’arte, ora la Kunsthaus si è presa una bella rivincita, dimostrando che l’architettura non ha solo un padre e una madre, impersonati dall’architetto e dal committente, ma anche una sua facoltà autoriproduttiva alimentata dallo spirito del tempo. Uno spirito che, grazie alle tecnologie informatiche che hanno reso più facile la traduzione tridimensionale del pensiero del progettista, è sempre più sensibile alla contaminazione fra generi e culture altre. Che un centro dedicato all’arte sia dichiaratamente un’opera esso stesso, impone una serie di riflessioni sul rapporto contenuto e contenitore. In tal senso, con le sue ipertrofiche composizioni tra Decostruzionismo e Futurismo, Gehry ha suggerito da par suo percorsi e metodologie entrate a far parte del lessico progettuale di molti epigoni. Gehry e Archigram percorrono due strade parallele, destinate a non incontrarsi mai, anche se alcuni aspetti metaprogettuali possono evidenziare matrici comuni. Di certo, entrambi i linguaggi possono dirsi facce diverse di una stessa medaglia, giacché caratterizzati da una fortissima connotazione mass-mediatica, evidenziata dalla complessità delle opere di Gehry, che comunicano una radicale evoluzione del linguaggio e dalle citazioni al mondo dei fumetti presente nelle fantastiche invenzioni di Archigram. Materia e pensiero. Ecco dove sta la diversità fra Gehry e Archigram. Tutta la recente opera gehryana si fonda sulle caratteristiche performanti di materiali in grado di secondare pulsioni espressioniste: per esempio, attraverso l’impiego di superfici con minimo spessore, capaci di piccole deformazioni sotto la pressione del vento, creando così effetti di rispecchiamento della luce sempre diversi in relazione all’azione eolica. Se ciò attiene alla spacificità della materia, nell’architettura visionaria di Archigram prevale il pensiero della pulsione provocatoria, dell’ironia mass-mediatica quale ultima utopia per sedare l’inquietudine sul futuro della città, sull’insopportabile pesantezza del vivere nella metropoli globalizzata, governata da una tecnologia che, a volte può sfuggire di mano (cfr. Paul Virilio). Carlo Paganelli 188 l’ARCA 53


Il rivestimento esterno dell’edificio è stato realizzato con una pelle fatta di 1068 pannelli di acrilico grandi fino a 2m x 3m, e con 20mm spessore, ognuno foggiato singolarmente, sorretti da circa 6000 singoli agganci. La facciata di ingresso è un’installazione multimediale cangiante, chiamata BIX, di 900 mq, realizzata dallo studio berlinese realities:united con 925 anelli di luce fluorescenti da 40 W. Dalla parte superiore dell’involucro biomorfo si stacca la galleria panoramica vetrata realizzata con struttura in ferro.

Outside cladding on the building is made of a skin of 1068 acrylic panels measuring up to 2m x 3m and 20mm in width, each individually shaped and held in place by about 6000 separate hooks. The entrance façade is a twinkling multimedia installation called BIX covering 900 square metres designed by the Berlin firm, realities:united, with 925 rings of 40 W fluorescent light. The glass panoramic gallery with an iron structure stands out at the top of the biomorphic section.

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ost clients, particularly in the public sector, still have not realised that museums have turned into some sort of graveyard for art. They are still treated like containers for contemplating art, spaces used by public authorities and cultural lobbies to inform the general public in particular about the latest trends in art when they are most in vogue or, in other words, at the start of their fall from grace. But what ought to be salvaged from museums is their provocative revolutionary force, so as both to shake bored museum-goers out of their intellectual stupor and to offer artists a great chance to measure up to how art is divulged. This can only happen if architecture serving this purpose is itself capable of making its presence felt, handing the good old hyper-consumerist and politically correct urban environment a real punch in the stomach. A point in favour of this long awaited but hard-in-coming inversion in trend comes from the new Kunsthaus designed by Peter Cook and Colin Fournier. Graz, the old home of the Hapsburg dynasty, has shaken off what was left of its past thanks to a far-reaching cultural policy that culminated in its being nominated as the capital of culture. Graz 2003 was a breath of fresh air, providing the opportunity to undertake a range of projects and design new facilities like the Literaturhaus, or home of literature, bearing the signatures of Florian Riegle and George Riewe. Alongside plenty of other public works, there are also short-term plans to build the Mumut, a music theatre designed by Ben van Berkel. So Graz has taken up the challenge thrown down by other enlightened cities like Barcelona, Bilbao, Vienna and Basel. In a word: investing in building high-quality architecture is like creating an incredibly powerful engine capable of generating an exceptionally efficient economic yield. As well as being a culturally striking event, the new Kunsthaus’s powerful image marks a key moment for modern-day architecture, since it shows how brave public clients open to radical innovation can work with cutting-edge exponents of architectural design to trigger off plenty of regenerative energy. To turn a quiet central European city like Graz into a startling home for new stylistic idioms, it really did take a visionary genius like Peter Cook (the key man on the old Archigram team) and a sensitive architect like Colin Fournier, who describes himself as half French and half English, a mix which, when catalysed by the creative ferment of Cook, still in great form as he approaches his sixty-seventh birthday, can really set sparks flying. Studying it with 1960s eyes, this creature looks almost as though it is about to come to life, stirring up such extravagant thoughts as: if it had cyborgstyle springy paws as well as brightly-lit suckers, it would be a resuscitated Walking Cities ready to start dashing around madly, not to escape the threat of nuclear war (Walking Cities was, of course, designed rather ironically as the last resort for survivors from some atomic disaster), but to stride (taking huge intercontinental steps) across the “rubble” of old-fashioned architecture still so widely found even today. But the work carried out by Cook and company (there were actually lots of other assistants as well as Fournier) has not just been rewarded by clients in a brave Austrian city capable of embracing a sign of great modernity, it also received important academic recognition. Queen Elizabeth awarded the surviving members of the Archigram team, all now over sixty – Peter Cook, Dennis Crompton, David Greene and Mike Webb –, the Royal Gold Medal for Architecture for their enormous influence on modern-day architecture. Like all stylistically striking works of architecture, the Kunsthaus works along two contrasting lines. There are no in-betweens: either you take exploitation as a linguistic strategy in its entirety (spots and all) or you reject it as a sculptural representation of a heretical way of destroying a dogma like contextualism, still deeply entrenched in architectural design. At a time like the present, that makes extensive use of experimentation drawing on new technology, both parties have plenty of reason for clinging to their own ideas. But it is actually the semantic ambiguity of an architectural object that steps out of the main-

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stream that offers itself as an alternative to old ways of thinking, that ought to be abandoned once and for all. But there are still notable limits associated with creating the kind of truly “medium”-style works that Archigram originally set out to design. The team’s most radical projects aimed at turning architecture and town-planning into mass-media and hence lowcost operations. In other words, the kind of Pop Art as it was originally defined by the English artist Richard Hamilton, who claimed it ought to be as popular as a consumer product and showy with plenty of added value to create a good profit. Nowadays, it takes a notable investment (both financial and cultural)to build a project like the new Kunsthaus. There is no point in expecting more than a sixty/seventy percent degree of quality. There really is still plenty of room for improvement in building technology connected with elaborate architectural designs. This means the Kunsthaus must be read as a sort of expensive prototype, but functionally suitable for engineering mass-products in the future at acceptable costs for architecture. Cook and Fournier have designed a good deal of the Kunsthaus’s image around a concept of showiness and garishness, creating a para-scientific monstrosity, a sort of cancer cell, a levitating neoplasm captivating the city. A city of Baroque bell towers sounding like tentacular orifices facing north to inject as much natural light as possible, but also, perhaps, to make it look as if the creature needs to breathe. In relation to the concept of appearance, which in metaphysics is synonymous with phenomenon, it is impossible not to give the Kunsthaus the status of an artefact. One of its first germinationsapparitions dates back to the year 2000 during the second edition of the Venice Biennial of Architecture. Even the name of that memorable edition (even for the rather bland criticism coming from sectors little interested in renewing architectural idiom), directed by Massimiliano Fuksas, said it all: The City: Less Aesthetics, More Ethics. Referred to as “Skin and Pin”, the Kunsthaus for Graz 2003, has been bitterly criticised by both the popular and specialist press for being too deeply contaminated by the languages of art. But now the Kunsthaus has had its revenge, showing how architecture does not just have a mother and father, in the form of client and architect, but also its own means of self-reproduction nourished on the age in which we live. Thanks to the way computer technology has made it easier to translate the architect’s thoughts into three-dimensional being, this spirit is now increasingly sensitive to contamination between different genres and cultures. The fact that a centre for the arts is also openly a work of art in its own right calls for considerable thought about how a container relates to what it contains. In this sense, Gehry’s hypertrophic compositions, somewhere between Deconstructivism and Futurism, have already suggested ways and means of innovative architectural design that have been taken up by plenty of epigones. Gehry and Archigram have taken two parallel routes, hence destined to never meet, that actually share certain features on a meta-design level. There can be no doubt that their stylistic languages might be described as two sides of the same coin, since they both feature distinctly mass-media type connotations, highlighted in the complexity of Gehry’s work (embodying radical progress in stylistic idiom) and in the fabulous inventions of Archigram. Matter and thought. This is the key to the difference between Gehry and Archigram. All Gehry’s more recent work is based on the distinctive features of materials capable of supporting expressionist leanings: for instance, by drawing on surfaces of minimal thickness capable of small deformations under the pressure of the wind, thereby creating reflecting lighting effects changing with the wind. Whereas this is related to distinctive features of materials, provocative thought and mass-mediatic irony is to the fore in Archigram’s visionary architecture, as the final utopian dream capable of bringing serenity to the city and the unbearable heaviness of living in a globalised city run by technology which, at times, can get out of control (cfr. Paul Virilio). Carlo Paganelli 188 l’ARCA 55


Dall’alto, sezione longitudinale, pianta del piano terra e rendering della facciata multimediale BIX.

Rendering della Kunsthaus vista dal fiume Mur e, sotto, studio per la facciata multimediale BIX.

From top, longitudinal section, ground-floor plan and rendering of the BIX multimedia façade.

Rendering of the Kunsthaus seen from the River Mur and, below, study for the BIX multimedia façade.

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Particolare della facciata BIX durante la fase di costruzione. Sotto, particolare dei “camini” realizzati in copertura orientati a nord per consentire l’ingresso ottimale della luce naturale. Nella pagina a fianco, la caffetteria al piano terra e, in basso, particolare dell’interno del guscio di pannelli acrilici con la scala mobile che conduce alla sala espositiva del secondo piano.

Elvira Klamminger

Kunsthaus Graz/LMJ Graz/Niki lackner Kunsthaus Graz/LMJ Graz/Niki lackner

realities:united

Detail of the BIX façade during construction. Below, detail of the “chimneys” made in the roof facing north to let in as much natural light as possible. Opposite page, groundfloor cafeteria and, bottom, detail of the inside of the shell of acrylic panels showing the escalator leading to the second-floor exhibition room.

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Studio RP – Eugenio Corsico Piccolini

Studio RP – Eugenio Corsico Piccolini

Immagine e apparenza Functional Identity Scorcio del centro vendita Scarpe Italiane, realizzato a Trezzano sul Naviglio, Milano.

Partial view of the Scarpe Italiane sales centre in the borough of Trezzano sul Naviglio, Milan.

Credits Project and Site Management: STUDIO RP – Eugenio Corsico Piccolini, Gabriele Ferrari (collaborator) Concrete Structures: Studio Inpro – ing. Perucchetti Technological Plants Project: Milano Progetti – ing. Zanutel Main Contractor: B. Esse Costruzioni Prefabricated and Concrete Cladding: Coopsette Mechanical Plants: Antoniazzi Electrical Plants and Lighting: Sartori Elettronica Windowframes and Facades: Alcan/Sicef Glazing: Glaverbel Italy False Ceilings and Walls: Bazzea-Knauf Floors: TE.M.A. Client: F.lli Piazza S.p.A.

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l luogo delle merci è anche il luogo delle suggestioni edonistiche, della proiezione dell’IO verso il mondo. Insomma, è un luogo che ha uno stretto rapporto con il sistema della comunicazione personale. In tal senso, l’architettura è destinata a veicolare segni forti quale estensione a scala urbana del corpo, nel momento dell’autorappresentazione attraverso protesi e mascheramenti. Il progetto per la nuova sede di Scarpe Italiane, realizzata a sud di Milano, nel comune di Trezzano sul Naviglio, poteva sostanzialmente operare su due orientamenti: creare un’architettura altra, sia rispetto all’intorno sia riferibile alla storia commerciale del marchio, oppure realizzare un edificio secondo schemi acquisiti. In altre parole: puntare su una serie di segnali rassicuranti per non attuare una cesura fra prodotto e target di riferimento. Nel primo caso, l’architettura avrebbe amplificato l’identità alla factory, ponendosi come medium e aggregando intorno al marchio una serie di evidenze multidirezionali, percepibili da altre fasce di target in cerca di stimoli culturali associabili alla moda. La scelta di non creare sommovimenti o rivoluzioni nel linguaggio fra produttore e compratore evidenzia la necessità, o la volontà, di allinearsi a una tipologia commerciale orientata sulla grande distribuzione e quindi all’interno di una griglia prefigurata, dove non si possono eludere alcuni punti nodali come, per esempio, superfici trasparenti per rendere il massimo di percezione dell’organismo architettonico, creazione di spazi articolati su vari livelli prospettanti su ampie aree a tutta altezza, sul modello degli spazi museali in cui si tende a dare una visione globale dell’interno dell’edificio e quindi assicurare la massima visibilità delle merci. Elemento centrale dell’intera composizione, l’ampia facciata vetrata a tutta altezza evoca una grande vetrina a scala urbana. In ciò sta il punto focale della comunicazione del prodotto e della sua collocazione all’interno dell’organismo architettonico. Il resto, ammesso si possa scorporare dal tutto, rappresenta, anche se in forme articolate, la conclusione logica di un contenitore polivalente orientato a svolgere funzioni eterogenee, che vanno dall’edificio per uffici destinato al terziario. Insomma, la mancanza di un’identità certa, è lo scotto che si paga quando non si crede nelle facoltà comunicazionali dell’architettura e si tende a separare il linguaggio del prodotto dal linguaggio del contenitore ad esso destinato. Il problema di fondo sta dunque nell’insufficienza affabulatoria di un’architettura che anziché mediare (nel senso di medium) la cultura del prodotto con quella del consumatore attraverso un interscambio di valori, si pone come un freddo monumento al consumo di massa. Una massa che, tra l’altro, ha ormai metabolizzato le superfici trattate con mertellinature varie, l’impiego di pannelli prefabbricati in calcestruzzo con finiture a effetto graniglia lavata con disegni a trama ortogonale, rivestimenti di alluminio con rilievi orizzontali. Insomma, ogni tanto, gioverebbe all’architettura, soprattutto quella che dovrebbe fare marketing attraverso l’energia della sua bellezza, sporgersi di più verso il futuro, assumersi il rischio della provocazione, far tabula rasa della pratica edilizia in favore dell’utopia potenziale dell’architettura. Carlo Paganelli

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he home of goods is also the home of hedonistic evocations, where the Ego is projected out into the world. In other words, this is a place standing in close relations with a system of personal communication. This means architecture is destined to convey a system of powerful signs as an urban-scale extension of the body as it represents itself through prostheses and disguises. The project for the new headquarters of Scarpe Italiane in the borough of Trezzano sul Naviglio to the south of Milan had two options available: it could either create a work of alternative architecture as regards both its relations to the surroundings and the history of the brand, or work on a more conventional design. This would have meant focusing on a series of reassuring signs avoiding any rift between the product and its target group. The first option would use architecture to extend identity to the factory, acting as a means of grouping a set of multi-directional signs around the brand, which would then be open to other target groups in search of cultural stimuli associated with fashion. The choice not to rock the boat or revolutionise the language in which the manufacturer and buyer communicate emphasises the need, or desire, to fall in line with a commercial style focusing on large-scale distribution and hence fitting into a predefined grid, where certain key features are indispensable, such as, for instance, transparent surfaces making the architectural organism as visible as possible and the creation of spaces constructed over various levels overlooking extensive full-height spaces, viz. the museum style tending to provide an overall view of the building interior and hence ensuring the goods are as visible as possible. The most distinctive feature of the entire design is the wide fullheight glass façade that looks like a huge urban-scale window. This is the focal point of how the product is communicated and set in an architectural organism. The rest, assuming it can be separated from the whole, is an intricately formed representation of the logical conclusion of a multi-purpose container designed to serve a variety of purposes, including an office block for the services sector. The lack of a definite identity is the price to be paid for not believing in the communicative force of architecture, and there is inevitably a tendency to separate the product’s own idiom from that of its container. The basic problem lies, of course, in the narrative shortcomings of a form of architecture which, instead of mediating (in the sense of being a medium) product culture with consumer culture through an exchange of values, merely provides a cold shrine to mass consumption. A mass which, amongst other things, has now metabolised various kinds of stone-axed surfaces, the use of concrete prefabricated panels with a stonewashed finishing effect and orthogonal patterns, and aluminium coatings with horizontal relief. So, every now and again, it would do architecture (especially the kind supposed to serve marketing purposes through the force of its beauty) no harm to project further into the future, dare to be different and wipe the slate clean of building practice in favour of the utopian potential of architecture.

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In queste pagine piante, sezioni e facciata del complesso. L’edificio, della superficie di circa 6.000 mq sorge in prossimità di una strada statale in una zona caratterizzata dalla presenza di insediamenti commerciali e destinati al terziario.

These pages, sections and façade of the complex. The building, covering an area of 6000 square metres, stands near a highway in an area full of shopping and services facilities.

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Gli interni sono organizzati come aree aperte in cui è possibile percepire per intero lo spazio globale. Nella pagina a fianco, dettaglio del percorso dell’ascensore.

The interiors are set out like open areas, so that all the space can be seen. Opposite page, detail of the lift way.

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Manfredi Nicoletti

La grande caserma In Rieti

Nella pagina a fianco, schizzi preliminari per il progetto del Comando Provinciale Gruppo dei Carabinieri di Rieti.

Opposite page, preliminary sketches for the project for the Provincial Carabinieri Headquarters in Rieti.

Credits Project: Manfredi Nicoletti Site Management: Manfredi Nicoletti, Angela Aprile, OO.PP.Lazio Plants and Structural Consultant: P.Luigi Persio General Contractor: GRM Costruzioni Client: Servizi Tecnici

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opo i recenti, luttuosi eventi di Nassirija, non è più la stessa l’immagine che il cittadino recepisce di una caserma di carabinieri che diviene infatti una sorta di pensiero edificato rivolto a quelle morti che i media hanno assunto a simbolo di un rinato patriottismo. L’architettura di una caserma dell’Arma, nel bene e nel male, è dunque oggi più osservata, più giudicata, e si carica di significati “altri” rispetto a quelli consueti. Ma quella realizzata a Rieti, umbilicus Italiae, dall’architetto Manfredi Nicoletti, si fa notare “a prescindere” da ogni metafora d’attualità. Si tratta infatti di un oggetto architettonico di pregio, fatto insolito nell’ambito dell’architettura militare italiana contemporanea. Se, da una parte, questa caserma appare (almeno nel blocco circolare) una sorta di anfiteatro romano, spazialmente interrotto grazie ad alcuni strategici vuoti, conferendo al manufatto un’aria da “moderno rudere storico”, dall’altra si offre al pubblico come oggetto colloquiante con le mura medioevali reatine (pensiamo, ad esempio, alla duecentesca Porta d’Arci): la lunga appendice che segna orizzontalmente l’insieme, si conclude infatti proprio come una cinta muraria, con tanto di torrione, sia pur ripensato per esprimersi con cifre stilistiche del ventunesimo secolo. Il dialogo dell’edificio, d’altra parte, non potrebbe avvenire con l’abitato circostante, decisamente anonimo e privo di ogni valenza se non quella di segno dei propri tempi. Le “frantumazioni” così come le definisce lo stesso progettista - giungono in corrispondenza dell’ingresso, e “le pareti esterne sono ricoperte con pannelli di granito limpale nero del Sud Africa che, trattato alla fiamma, assume una tonalità grigia e lucente” (il che crea anche particolari e suggestivi effetti riflettenti, ‘manipolando’ la luce). Inoltre, “blocchi di vetrocemento sottilineano la spaccatura a gradoni che identifica l’ingresso”. Il complesso, in totale 14.000 metri quadrati e che ospita il Comando provinciale del gruppo carabinieri di Rieti, comprende anche una mensa, una palestra, garage e officine. Adiacenti, ma distaccate dal blocco principale, anche alcune abitazioni per i militari. Da non sottovalutare le finiture degli interni cui è stata posta dal progettista un’attenzione specifica. Questa caserma si pone dunque come un elemento architettonico vivificante nel paesaggio reatino ma anche come un ‘bastione’ a difesa della città (così come modernamente i carabinieri la difendono), destinato ad assumere nel tempo un ruolo di segnale storico delle vicende di Rieti, città teatro, proprio in quel medioevo cui l’edificio si ispira, di eventi caratterizzanti come, solo per citarne alcuni, le nozze di Costanza d’Altavilla con Enrico IV nel 1185, l’incoronazione di Carlo d’Angiò, nel 1289, da parte del Papa Nicolò I o la canonizzazione di San Domenico, nel 1234, ad opera di Gregorio IX. Michele Bazan Giordano

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fter the recent tragic events in Nassirija, people no longer look at Carabinieri barracks in the same way. They are now a sort of edifice of reflective thought directed at those dead soldiers who the media have turned into a symbol for a renewed form of patriotism and national pride. For better or worse, the architectural design of a Carabinieri barracks is now viewed and judged in a new light and takes on “different” connotations than in the past. But the barracks designed in Rieti, umbilicus Italiae, by the architect Manfredi Nicoletti is notable quite apart from any topical issues. This is a quality architectural object, a rare sight on the modern-day Italian military architecturescape. While, on one hand, this barracks looks like (at least the circular block) a sort of Roman amphitheatre, spatially interrupted by some clever spaces giving it the air of a “modern old ruin”, on the other it presents itself to the general public as an object dialoguing with the old Medieval walls of Rieti (like, for instance, the thirteenth-century Porta d’Arci): the long appendix, leaving its horizontal trace on the whole structure, ends just like a city wall with its own donjons (re-worked along twenty-first century lines). After all, the building could not possibly dialogue with the surrounding village, which is decidedly faceless and of no worth other than to mark its own age. The “shatterings” – as the architect himself describes them – are situated over by the entrance, and “the outside walls are clad with black South African granite panels, which, when flamed, take on bright grey shades” (which also creates special, evocative reflective effects, “manipulating” light). “blocks of concrete-andglass bring out the staggered cleft marking the entrance”. The complex, covering a total of 14,000 square metres and hosting the provincial headquarters of the Rieti carabinieri police force, also holds a canteen, gym, garage and workshops. There are also some military residential quarters alongside (but separate from) the main block. It is also worth mentioning the interior finishings to which the architect paid special attention. This barracks is intended to inject fresh architectural life into the Rieti cityscape and provide a “bastion” for defending the city (in the modern way that the carabinieri protect it), destined to gradually take on the role of historically marking events goingon in the city of Rieti, a theatrical city back in those Medieval days that the building evokes, special events like, just to mention a few, the wedding of Costanza d’Altavilla with Enrico IVth in 1185, the coronation of Carlo d’Angiò in 1289 by Pope Nicolò Ist or the canonising of San Domenico in 1234 by Gregorio IXth.

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Nella pagina a fianco dall’alto, prospetto sud, sezione longitudinale e planimetria. Sotto, viste della facciata sud costituita da pareti ventilate in pannelli di granito impala fiammato di 120x120 cm.

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Opposite page from top, south elevation, longitudinal section and site plan. Below, views of the south façade made of ventilated walls of 120x120 cm fireproof granite panels.

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Viste dell’esterno e degli interni del Comando, la cui forma monumentale è spezzata da a gradoni di blocchi di vetrocemento che sottolineano la spaccatura dell’ingresso. All’interno sono organizzati, oltre agli uffici, una mensa,

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palestre, garage e officine, mentre un nucleo distaccato è adibito a residenze.

Views of the outside and inside of the Headquarters, whose monumental form is broken up by steps of

glass-and-concrete blocks underlining the entrance cleft. As well as the offices, the interiors also hold a canteen, gym, garage and workshops, while a separate hub serves residential purposes.

L’edificio con le sue forme essenziali e il severo impianto circolare, si distanzia dall’anonima edilizia residenziale circostante e si pone come punto di riferimento per l’intorno.

The building’s simple forms and austere circular base break with the bland local housing constructions and form a sort of landmark for the surroundings.

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C.Y Lee & Partners

Quota 508 In Taipei Il grattacielo Taipei 101, che con i suoi 101 piani per 508 metri rappresenta l'edificio più alto del mondo. I 120.000 mq di elementi di facciata composti da alluminio, vetro, acciaio e marmo sono stati prodotti e istallati dal Gruppo Permasteelisa.

The Tapei 101 skyscraper, whose 101 floors extending up 508 metres make it the tallest building in the word. The 120,000 square metres of façade elements made of aluminium, glass, steel and marble were manufactured and installed by the Permasteelisa Group.

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his is a record-breaking enterprise. For a few months now, Taipei has held the record for the world’s tallest building. When the last piece of façade was taken up to the 91st floor and then raised up to the 101st and top floor by a crane capable of bearing a 100-ton load, Taipei 101 was officially opened. A 508-metre-tall skyscraper, even taller than the 452-metre-high Petronas Towers that Cesar Pelli sculpted on the Kuala Lumpur skyline. The capital of Taiwan dominates the international scene with its own powerful landmark, a symbol of progress, development and, not least, independence from the Beijing Government that this Pacific island is demanding (23 million inhabitants over an area of approximately 36,000 square kilometres). Taipei 101 has mainly been spoken about in terms of competition, like an Olympic race in which the most important thing is to beat the world height record, pushing into the background the influence a project like this had on the cityscape and on how the urban environment is perceived in relation to tradition and the international scene. Taipei mainly extends horizontally, so the tower stands out in the open air against other important landmarks and takes on its own distinctly Oriental charisma and monumentalism. It marks a new combination of tradition and attention to cutting-edge technology. The project designed by the local firm, C.Y.Lee & Partners, moves beyond the idea of a single, monolithic body and takes shape around a module based on the number eight, which in Chinese tradition is a symbol of luck, wealth and prosperity. Eight-story structural units are connected together like the sections of a bamboo tree, another expression of the power of Chinese culture. But it is also the technological challenge that makes this tower an emblematic example of modernday life and professional expertise, whose construction also involved the Permasteelisa Group from Vittorio Veneto in Italy. Constructing a 508-metre-tall building in a highly seismic place like Taipei, which is also subject to frequent typhoons, was a truly colossal enterprise. The outside shell is specially designed to ensure the reinforced concrete and steel structure, the real hub of the building enclosing a 600-ton steel sphere installed on the eightieth floor to prevent sliding due to seismic activity, meets the necessary safety standards. The transparent skin magically describing the building’s vertical projection is made of aluminium and glass panels , each weighing 225 kg and capable of withstanding seismic action and typhoons but nevertheless allowing fine views from the inside and excellent lighting and climate-control. A special Testing Room was used to check the façade elements’ reaction to landslides and typhoons, carrying out resistance tests to ensure that tremors of up to approximately 7.5 degrees on the Richter Scale can be handled safely. Great determination and manpower – involving as many as about 300 people working at a hectic rate so as to install an entire floor in just two days, assembling about 90 panels-a-day – and a tightly scheduled finishing programme crowned this imposing and extremely tricky project. The office tower is connected to an observatory and recreation areas, a five-storey shell, the Podium, enclosing one of the most extensive retail spaces in the world beneath a glass dome measuring 42 metres in height.

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David Chen

Credits Project: C.Y. Lee & Partners Project Manager: Turner International Main Contractor: K.T.R.T (Kumagai Gumi, Taiwan Kumagai, RSEA Engineering Corporation, Ta-Yo-Wei Construction) Structural Engineering: Evergreen Consulting Facade Consultant: Alt Cladding & Design Facades System: Permasteelisa Group Owner: Taipei Financial Center Corp.

l messaggio veicolato è quello del record. Taipei da pochi mesi detiene infatti il primato nelle classifica della torri più alte del mondo. Nel novembre scorso, con la posa dell’ultimo elemento di facciata, trasportato al noventunesimo piano e innalzato al 101 e ultimo piano con una gru da 100 tonnellate di capacità di carico, è stato inaugurato il Taipei 101. Un grattacielo di 508 meri di altezza che ha superato i 452 metri che Cesar Pelli ha scolpito nello skyline di Kuala Lumpur con le Petronas Towers. La capitale di Taiwan si impone sulla scena internazionale con un segno forte e riconoscibile, un simbolo di progresso, di sviluppo e, non ultimo, di riconoscimento di indipendenza che quest’isola del Pacifico (23 milioni di abitanti su una superficie di circa 36.000 kmq) rivendica nei confronti del governo di Pechino. Del Taipei 101 si è parlato in termini di competizione facendo passare in secondo piano l’influenza che un simile intervento ha provocato nella trasformazione della dimensione urbana, della percezione del paesaggio nel suo rapporto con la tradizione e con la scena internazionale. Taipei si sviluppa principalmente in orizzontale, la torre si staglia in un cielo libero da altre emergenze di rilievo e si carica di un carisma, di una monumentalità tutta orientale che segna il volto di una nuova realtà dove convivono tradizione e attenzione alle più avanzate tecnologie. Il progetto firmato dallo studio locale C.Y. Lee & Partners trascende il concetto di corpo unico, monolitico, e si conforma su un modulo fondato sul numero otto che nella tradizione cinese è un simbolo di fortuna, di ricchezza e prosperità. Unità strutturali di otto piani sono connesse una sull’altra richiamando le sezioni di un bambù, anch’esso espressione della forza della cultura cinese. Ma è anche la sfida tecnologica che fa di questa torre un esempio emblematico di contemporaneità e di background professionale che ha visto protagonista un’azienda italiana, il Gruppo Permasteelisa di Vittorio Veneto. A Taipei, zona altamente sismica e soggetta a tifoni, innalzare un edificio di 508 metri ha rappresentato un’impresa veramente ciclopica. Il grado di sicurezza della struttura in cemento armato e acciaio, cuore dell’edificio in cui è racchiusa una sfera in acciaio di 600 tonnellate istallata all’ottantottesimo piano per contrastare gli slittamenti causati dall’azione sismica, è supportato dalle prestazioni dell’involucro esterno. La pelle trasparente che disegna magicamente la proiezione in verticale della torre è costituita da pannelli in alluminio e vetro di 225 kg di peso cadauno in grado di resistere all’azione sismica e dei tifoni lasciando comunque ampia visibilità agli spazi interni, con un’attenzione al confort climatico e di luce. La risposta degli elementi di facciata all’azione dei terremoti e dei tifoni è stata calcolata in apposite Testing Room, con prove di resistenza che, nel caso di terremoti, garantiscono un grado di assorbimento delle scosse di circa 7,5 gradi della Scala Richter. Grande impegno di forza lavoro, con picchi di circa 300 persone e un ritmo serrato che ha visto gruppi di dieci operai istallare un piano completo in soli due giorni, montando circa 90 pannelli al giorno, e un programma di completamento rigoroso hanno coronato questa imponente e difficile impresa. Collegato alla torre, che sarà occupata da uffici, un osservatorio e aree ricreative, un guscio di cinque piani, il Podium, che racchiude sotto una cupola vetrata alta 42 metri, uno dei più estesi spazi commerciali del mondo. Elena Cardani

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Nella pagina a fianco pianta del piano tipo e assonometria della torre con la distribuzione funzionale ai vari piani. La tecnologia messa a punto per il sistema di facciata è in grado di sopportare movimenti ondulatori fino a 95 mm di slittamento (pari a scosse di 7,5 gradi della scala Richter) senza subire danneggiamenti. In questa pagina, a sinistra particolare della torre e del Podium, l'edificio a cinque piani adibito a spazi commerciali per un totale di quasi 15.000 mq. In alto, assonometria del Podium. Sotto, particolari della facciata, caratterizzata principalmente da elementi in granito, e degli interni racchiusi sotto una cupola vetrata che si proietta a 42 m di altezza.

Opposite page, plan of one of the tower’s standard floors and axonometry showing the functional layout of the different floors. The technology developed for the façade system is capable of handling undulating sliding movements of up to 95 mm (equal to tremors of 7.5 degrees on the Richter scale) without being damaged. In this page, far left detail of the tower and Podium, a five-storey building serving retail purposes and covering a total of 15,000 square metres. Top, axonometry of the Podium. Below, details of the Podium façade mainly featuring granite elements and interiors enclosed beneath a glass dome projecting up to a height of 42 metres.

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Samyn et Associés

Samyn et Associés

Sensibilità e misura Along the Highway Vista prospettica dall’autostrada E19 Bruxelles-Parigi, dell’area di servizio Orival nei pressi di Nivelles.

Perspective view of the Orival service area near Nivelles from the E19 Brussels-Paris motorway.

passato quasi un decennio dalla realizzazione della stazione di servizio che lo studio Samyn et Associés ha disegnato per Petrofina a Wanlin in Belgio. Da quella prima pluripremiata area a oggi il rapporto tra progettista e committente è andato rinsaldandosi attraverso diversi progetti per la stessa tipologia, con risultati diversi, figli di ricerca e sperimentazione continue, all’interno di quel programma, “Fina 2010”, che rappresenta un’ intelligente fuga in avanti da parte della compagnia petrolifera: qualificare la propria immagine attraverso l’architettura dei punti di vendita. Questo interessante sodalizio ha consentito la realizzazione di alcuni piccoli gioielli come la luminosa bolla di Froyennes, le conchiglie metalliche di Mannekensvere e Louvain–la-Nueuve, l’ involucro leggero e traforato di Houten, il linguaggio tecno-agreste dei materiali naturali usati a Hellebecq. In tutti i casi si ritrova un fil rouge che è la ricerca di organicità reciproca tra gli elementi componenti la stazione di servizio, quasi si sentisse una spinta ineluttabile da parte delle varie parti a unirsi in un corpo unico, che è quanto succede qui a Orival. Niente di nuovo in un edificio a ponte, accessibile dalle due direzioni dell’autostrada che gli passa sotto, ma quando quest’edificio diventa anche copertura e pensilina per la zona di distribuzione del carburante, insomma quando tutte le funzioni dell’area sono concentrate in un unico segno, ci si trova davanti a un qualcosa di vera-

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mente nuovo. Pe raggiungere questo effetto Samyn usa un percorso concettualmente stimolante. Alla base di tutto c’è il numero, il calcolo: quelle strepitose travi a sbalzo rastremate alle quali sono appese ulteriori coperture dei distributori. E poi il rapporto con il territorio. Se le aree laterali sono disegnate organicamente, protettive e rassicuranti per i fruitori, l’elemento architettonico appoggia lieve al suolo, su due soli punti, come non volesse invadere quel territorio che si cerca di rispettare al massimo con un segno nitido e pulito. E poi la trasparenza, la luce riverberata dalla copertura in alluminio altamente performante, i principi di sostenibilità, bassi consumi, bassi costi di manutenzione. Insomma un concentrato di sensibilità ambientale e misura nel linguaggio che ha il suo momento generatore nel numero, nella struttura ardita che consente di poter poter concentrare tanto fosforo in un semplice gesto ma allo stesso tempo si mostra tranquilla, priva di qualsiasi ostentazione high-tech, semplicemente naturale. Nella scansione dei passaggi che da Wallin portano a Orival c’è la sovrapposizione di esperienze che portano a ripensare tutta l’area di servizio, senza limitarsi a un semplice gesto architettonico, seppur elevato, ma indagandone l’uso, inventando nuove fruizioni, esaltando il rapporto con il territorio. Architettura nel senso più profondo del termine. Benedetto Quaquaro

t is almost ten years since the construction of the service station designed by Samyn et Associés for Petrofina in Wanlin, Belgium. Ever since that multi prize-winning design, the architect and his client have worked together on plenty of other similar projects, with varying results. Constant research and experimentation have always characterised their work, as part of the “Fina 2010” programme that represents an intelligent step forward by this prestigious oil company: enhancing its image through the architectural design of its sales outlets. This intriguing partnership has resulted in the design of some little gems, such as the brightly lit bubble in Froyennes (almost a sort of signal), the metal shells in Mannekensvere and Louvain-la-Nueuve, the light-weight, perforated skins in Houten, and the technical-rustic idiom of the natural materials used in Hellebecq. The leit-motif in all these cases has been a search for reciprocal relations between the various elements comprising the service stations, as if the various parts will relentlessly striving to form one single unit, which is what has been achieved here in Orival. There is nothing new about a bridge construction, accessible from both directions on the motorway running below, but when the building is also the roof and canopy over the petrol station (i.e. when all the functions are concentrated in one single sign), then we are dealing with something genuinely new.

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Samyn has followed a conceptually stimulating route to achieve this effect. It is all based on numbers, calculations: those staggering tapering projecting girders with extra pump station structures attached to them. And then there is the way it interacts with its surroundings. Whereas the side areas are designed in a carefully gauged, protective and reassuring user-friendly manner, the main architectural construct rests gently on the ground at just two points, as if trying not to invade the territory that is being protected as best possible by a clear-cut sign. Not to mention the transparency, the light reverberating off the high-performance aluminium roof, principles of sustainability, low consumption, and even low maintenance costs. This is a concentration of environmental sensitivity and measured design style, whose origins line in computation, in a daring structure letting so much phosphorous be concentrated in a simple gesture, while at the same time exuding tranquillity and naturalness without resorting to high-tech ostentation. The routes leading from Wallin to Orival feature overlapping experiences making us rethink the entire service area, without being confined to a simple (however high-brow) gesture, but on the contrary studying different uses, inventing new functions and bringing out relations with the surrounding landscape. Architecture in the deepest sense of the word.

ChristianRichter

Credits Project: Samyn et Associés Project Architect: Philippe Samyn Associated-in-charge: Fawaz el Sayed Project Manager: Gilles Dehareng Collaborators: Gh.André, E.Krzeslo, J.F.Culot, G.van der Vaeren, F.Léonard, E.Bonnewijn, S.Bessalah Structural Engineering: Samyn et Associés with Setesco (J.Schiffmann, Ph.Samyn, G.Clantin) Consulting Engineer and Special Technics: Samyn et Associés with FTI (J.Michiels, Ph.Samyn) Control: Seco (E.Schmit, Gekière, C.Pimpurniaux) Trafic: P.Van Munnik Main Contractors: Pirson Montage, Atelier de Construction Metalliques Delpoux, François Moureau et Fils, Boulemberg, Habitat 2000-Atelier du Verre, Welsh, Schutz, MTC, Ecomi, Leonard, GTI-CEI Electrotec, Publisign, Seghers, Euro-Protec, Otis, Bays, Wanty Client: TotalFinaElf Belgium

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Planimetria generale, sotto, pianta e sezione dell’area di servizio. In basso, vista dell’area di rifornimento. La struttura passante è costituita da due travi Warren di 210 m poggiate

su supporti distanti tra loro 70 m.

Site plan, below, plan and section of the service area. Bottom, view of the fuel pumps area.

The structure passing over the motorway lanes is made of two 210-metre Warren girders resting on supports with 70-metre gaps between them.

Sopra, prospettiva della struttura. A sinistra, vista aerea dell’area di servizio.

Geertrui Derycke

Above, perspective view of the structure. Left, aerial view of the service area.

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A destra e nella pagina a fianco in alto, viste della vetrata e della pensilina aggettante che segnano l’ingresso all’area rifornimento. Sotto, la struttura di copertura dell’area di rifornimento. Nella pagina a fianco in basso, l’area ristoro.

Ch. Bastin & J. Evrard

ChristianRichter

Vercruysse & Duzordin

Right and opposite page, top, views of the glass windows and overhanging canopy marking the entrance to the fuel pumps area. Below, roof structure over the fuel pumps area. Opposite page, bottom, refreshment area.

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di/by Vittorio Mazzucconi

uando si contempla quel luogo di tristi rovine che era un tempo il complesso del Foro Romano, lo sguardo giunge alla collina che limita l’area del Foro, ammantata di verde e in gran parte rovina anch’essa, con le strutture di fondazione superstiti dei palazzi imperiali. Questa collina è il Palatino, un luogo di mistero. Al di là c’è il passato e anche l’avvenire di Roma: passato di favola, di quando Roma nacque su questo colle, passato di gloria quando essa divenne un Impero, e forse l’avvenire di una visione, quella che il nostro progetto propone. In esso c’è l’intento di ripetere il rito dell’antica fondazione, rivivendo l’esperienza nascente della “Roma quadrata” di Romolo e, nello stesso tempo, quello di risuscitare il complesso dei palazzi imperiali che sorsero nello stesso luogo. Il terreno su cui sorgevano è ora un immenso prato con qualche rudere affiorante qua e là, ci sono dei grandi pini, c’è soprattutto un’aura di grande mestizia, di inenarrabile tragedia. E’ sublime il modo in cui una civiltà così potente, un’architettura fastosa, un potere assoluto, hanno potuto scomparire, mettendoci di fronte alla prova indiscutibile di quanto sia vana la gloria umana. Tanto fasto non era certo alieno dal male, dalla violenza ma, nel suo crollo fino alla miseria del tutto spoglia di oggi, c’è una riconquistata purezza, un’antica virtù, che ci danno speranza e fede nel rimetterci all’opera. Per ricostruire la magnificenza perduta? Per rifare i palazzi impe-

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no con i materiali di ricupero una nuova Roma, non meno monumentale dell’antica. L’abbattimento della civiltà romana, con il rovesciamento delle colonne e l’innalzamento della croce, è stato un evento di una indicibile potenza spirituale, ma che dire poi quando si è visto che le stesse colonne sono state rialzate non in gloria di Dio ma per glorificare un nuovo potere politico, per giunta ambiguo e discutibile? Si può forse concluderne che, qualunque siano le grandezze o le miserie umane, l’ideologia politica o quella religiosa, a Roma lo Spirito trova sempre le condizioni per esprimere ideali di grandezza, universalità e profonda sintesi su tutti i piani, spirituale, storico, artistico. La nostra piramide ha una pianta quadrata che coincide con il perimetro del palazzo disegnato da Rabirio, l’architetto di Domiziano, che riuscì a fondere le costruzioni precedenti in un insieme unitario. Il complesso quadrato della Domus Augustana era diviso in quattro parti, di cui tre con un patio centrale, che vengono rispettate e integrate nel progetto della Piramide. Si assume che il centro del grande quadrato coincida con il centro sacrale della Roma di Romolo, ma non possiamo evidentemente esserne certi, anche se era quasi certamente in quest’area. Il centro assunto per il progetto è stato deciso in coerenza con il piano di Rabirio, il cui asse trasversale (corrispondente più o meno al Decumano della Roma primitiva) conduce alla grande esedra superstite

La piramide Nella pagina a fianco, fotomontaggio della Piramide dal Circo Massimo, planimetria generale e schizzo preliminare.

Opposite page, photomontage of the Pyramid from the Circo Massimo; site plan and preliminary sketch.

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riali? O per rifondare la Roma di Romolo, non foss’altro che come auspicio augurale di una nuova Roma, di una nuova civiltà? Noi vorremmo anche fare un’opera del nostro tempo, se non addirittura un’opera del tempo che verrà, e la somma del passato remoto, di quello più prossimo anche se antico, del presente in cui tutto ciò si è rifatto zolla, delle nostre aspirazioni in cui cerca di prender forma il fantasma della civiltà futura, come in una magica equazione produce un risultato inatteso: quello di una piramide, grande quasi come quella di Keope, da costruire in questo luogo. Una piramide rovesciata, in modo da toccare il terreno con la sua punta, evitando così di stravolgerne la testimonianza archeologica. Perché una piramide? Un po’, appunto, per il rispetto del terreno archeologico, e poi per ragioni più complesse, che si cercano in un substrato molto più profondo di quello delle vicende di questo colle. Per quanto Roma sia stata un immenso impero, centrale nella storia dell’umanità, per far riemergere le fondamenta di questa bisogna rimontare all’antico Egitto, che tanta influenza esercitò su Roma. Come una piramide, la storia si costruisce di secolo in secolo, di pietra in pietra, fino a giungere all’istante presente, punta della piramide. Quando noi rovesciamo la piramide, è come se da questo punto del presente ci si allargasse immaginando un futuro sempre più ampio, come se tutta la vicenda fosse una gigantesca clessidra. E leghiamo questo presente, punto di contatto fra il passato e il futuro, al luogo reale, alla zolla in cui è nata Roma, in riconoscimento della sacralità di tale nascita, come se essa idealmente fosse il centro della storia. L’antico Faraone, Romolo che fonda Roma e l’Imperatore che più tardi la governa estendendone il dominio a tutto il mondo allora conosciuto, sono figure di prima grandezza in questa vicenda. Ma ci sono anche altre figure, il sacerdote egizio, l’aruspice che tracciò il solco della città quadrata, l’architetto che disegnò la Domus Augustana, che partecipano all’evento. Per non parlare di quel Grande che con il suo messaggio ha scosso dalle fondamenta la civiltà Romana, fino alla totale distruzione di questo luogo. Vediamo poi all’opera gente miserabile, che fossero il popolino che rubò tutto quello che fu possibile rubare nel favoloso palazzo, o i potenti che rubarono ancor di più per adornare i loro palazzi e le loro chiese, per non parlare dei papi che non solo concorsero in modo determinante a questo immane saccheggio ma che costruiro-

delle Terme di Settimio Severo. Da tale centro tracciamo una diagonale, che taglia a metà, in due triangoli, uno dei patii quadrati del palazzo. Occorre costruire lungo questa diagonale una possente spina muraria, che sostiene la piramide su un lato, così come, sul lato opposto, una spina trasversale alla prima, equilibra l’immensa struttura. Rivestendo la diagonale di specchi, la forma originaria dello stadio viene suggerita visualmente e, con essa, molte altre parti dell’antica architettura che, nel gioco del riflesso, evocano la presenza di un ideale palazzo. Una parte di questo palazzo viene d’altra parte effettivamente ricostruita: il patio della residenza privata dell’imperatore, sul lato verso il Circo Massimo, i portici dello Stadio e altre piccole parti. In questi casi, il ricupero conoscitivo di un elemento di sezione, con le colonne su due livelli e le trabeazioni, possibile sulla scorta dei frammenti ritrovati, permetterebbe di moltiplicare tale modulo per tutta la lunghezza e la forma dell’edificio originario. Ciò è possibile, ripeto, senza incorrere in ricostruzioni arbitrarie, solo quando l’architettura originaria era modulare e quindi ricostruibile una volta che se ne ritrovi il modulo. Sono queste parti che, riflesse e moltiplicate nella parete diagonale a specchi, daranno un’idea dell’antico palazzo, quasi una magica apparizione che, fondandosi sull’esatta geometria della pianta quadrata, ne rivela corrispondenze inattese. La spina diagonale ha d’altra parte un significato stupendo: essa è esattamente rivolta a oriente. Si sa che la fondazione delle antiche città era sempre fatta secondo dettami rituali, che prevedevano l’orientamento secondo i quattro punti cardinali: il Cardo da nord a sud, e il Decumano da est a ovest. Nel caso di Roma, le congetture che si possono fare sulla città di Romolo e il risultato dei successivi interventi non corrispondono a questa orientazione. E’ però la diagonale che prodigiosamente la ritrova, realizzando proprio quella sacra indicazione dell’Oriente che accomuna tutti i templi dell’antichità e le chiese Cristiane. La nostra Piramide è in verità un grande tempio, il tempio che anticipa una religione sublime in cui forse confluiranno un giorno le religioni storiche, e la Roma cristiana stessa troverà il suo superamento. Pensando adesso al significato delle antiche piramidi, esse ci parlano di un movimento, di un’ascesa dalla base popolare al culmine personificato dal Faraone, o dall’umanità a Dio, concepito come un

altissimo punto, vertice della piramide o sole, o anche della discesa della luce dal sole o dal faraone alla massa degli uomini. Oggi invece è dall’interiorità dell’uomo, pienamente individualizzato, libero, consapevole del cammino di realizzazione di Dio in se stesso, che si può innalzare un movimento aperto verso l’infinito. La spina diagonale volta verso l’Oriente è anche la chiglia di un’immensa nave. Due lati della Piramide si modificano per diventare una vela (una vela di candido marmo!), che sembra sospingere in questa direzione. La presenza della nave si legge anche all’interno della Piramide, con una struttura che ospita un Centro Congressi e Auditori. La compresenza di queste due forme, che sono in realtà fondamentali archetipi spirituali, non deve sorprenderci. Basta pensare alla sacra barca egizia, che era associata al culto e all’inumazione dei Faraoni – accanto alla piramide di Cheope ne è stato perfino ritrovato un esemplare – o all’Arca, vascello di salvezza, che è nel cuore della nostra tradizione religiosa e, nello stesso tempo, negli interrogativi sul nostro futuro. La piramide esprime l’antico mito in una forma contemporanea. Se rivolgiamo di nuovo lo sguardo dal Fòro alle pendici del Palatino, vediamo adesso, al di là della cresta arborea, questo edificio magico, metà piramide e metà vela. Una piramide rovesciata che non appoggia per terra ma parte verso il cielo o scende da esso, oppure una immensa nave con la chiglia rivolta verso oriente, un’a-

On the Palatine stronave anzi… Che impatto rispetto alle rovine dell’antico Fòro! Il rapporto fra antico e moderno non potrebbe essere più dissacrante. Eppure, il porre di fronte un’immagine di distruzione e di morte come lo è il Fòro, e quella di una nuova nascita, quasi di un’ideale ascensione, è in sé sacro, proprio perché ci parla della vita, della morte e del suo superamento spirituale, e non solo di un confronto di epoche e stili. Non ci si può quindi attardare sulle rovine di un passato memorabile, né limitarci alla sua conservazione. E’ guardando nel profondo del nostro animo che possiamo generare il futuro, celebrando una più ampia visione e una nuova apertura spirituale. Uno sguardo di insieme sulla città, dall’alto, mostra che ai due maggiori monumenti della zona, il Colosseo e il Vittoriano, il nostro progetto ne aggiunge un terzo, la Piramide, formando così una magica terna che in qualche modo riassume la storia politica di Roma, dal passato imperiale all’unità d’Italia, fino alla visione di una nuova Roma per il futuro. Il Vittoriano, sia detto per inciso, è a nostro avviso l’unica opera moderna che esprime una continuità con lo spirito dell’antica Roma, per quanto il suo stile sia stato molto criticato. Esso è poi entrato da protagonista nello splendido tracciato della Via dei Fori Imperiali, che collega il Vittoriano al Colosseo, un asse decisivo per la Roma moderna, che è di fatto l’ipotenusa del triangolo che abbiamo delineato. L’impatto della Piramide è all’altezza di questa sintesi e completa il piano urbanistico e il profondo messaggio che quest’area della città ci suggerisce. Ma c’è anche un’altro genere di tracciato, nel cielo e non nel terreno, o almeno ci sia permesso di sognare un poco su di esso. E’ solo per caso che l’inclinazione dell’ipotenusa del nostro virtuale triangolo è uguale a quella dei lati della Piramide? Dopo tutto, dei segni segreti di una vocazione celeste sono frequenti nelle piramidi, come in quella di Keope, ed erano inoltre presenti nel volo degli uccelli agli albori di Roma e in tanti altri prodigi della sua storia. Possiamo dire dunque che, dalla storia all’urbanistica, come pure dal terreno della mitica fondazione allo stesso cielo, tutto concorre alla nascita di un grande e autentico simbolo, universale come è nello spirito di Roma. Esso ha anche un significato religioso che nasce dal nostro stesso animo, attraverso l’interpretazione creativa del destino di una tale città, e finalmente ci spinge all’urgenza di un’espressione contemporanea. 188 l’ARCA 83


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hen one looks at that site of sad ruins which once was the Roman imperial Forum, the eye wanders till the hill which stands at the border of the Forum area that is covered with green and turned into a ruin itself, with a few surviving foundation structures of the imperial palaces. Beyond lays the past and even the future of Rome: a fabulous past, when Rome was born on this hill, a past of glory when it became an Empire, and may be the future of a vision, the one which our project is proposing. There is an intention in it of repeating the rite of the ancient foundation, thus living once again the dawning experience of the Romulus’s “Roma quadrata” and, at the same time, of reviving the imperial palaces, which stood on this site. The ground where they stood is now an immense green with a few emerging ruins and some huge pine trees, surrounded by an aura of great melancholy, of unutterable tragedy. The way in which such a powerful civilization, a monumental architecture, an absolute power disappeared, forces us to face the indisputable proof of the vanity of human glory. Certainly such a splendor was not exempt of evil, of violence but, in its collapse until the nude misery of today, there is a newly conquered purity, an ancient virtue that gives us hope and courage to start our work. To reconstruct the lost magnificence? Or re-found Romulus’s city, at least as a propitious auspicious for a new Rome.

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We may reach to the conclusion that, no matter the human fortunes or miseries, the political or religious ideologies, in Rome the Spirit always finds the conditions to inspire ideals of greatness, universality and deep synthesis on all plans, spiritual, historical and artistic. Our pyramid has a square plan that coincides with the perimeter of the palace designed by Rabirius, the architect of Domitian’s time, who was able to unify all previous constructions in a new composition. The square Domus Augustana plan was divided into four parts, three of which with a central patio, that are going to be preserved and integrated in the Pyramid project. We assume the center of the great square to coincide with the sacred center of Romulus’s Rome, but we cannot absolutely be certain about this location, although it seems most probable. The center assumed on the project was decided coherently with Rabirius’s plan, whose transversal axis (approximately corresponding to the Decumanus of the primitive Rome) leads to the great Exedra, surviving ruins of the Terme Severiane. From this center, we trace a diagonal that cuts into two triangles one of the square patios of the palace. We must build along this diagonal a powerful concrete wall, which will support the pyramid on one side, while, on the other side, another wall, transversal to the previous one, will counterbalance the immense structure. Coating the diagonal with mirrors, the virtu-

contrary, it is from the interior of man, fully individualized, free, conscious of the presence of God in himself, that a movement can raise and lift up to infinity. The diagonal wall orientated towards the East is also the keel of an immense vessel. Two sides of the Pyramid modify themselves in order to become a sail (a sail of white marble!) which seems to drive in this direction. The vessel presence can be experienced from the interior of the Pyramid too, by means of a structure which shelters a Congress and Auditoriums Center. No one should be surprised of the simultaneous presence of this two forms – a pyramid and a vessel - which truly are spiritual archetypes. Let’s remember only of the sacred Egyptian vessel, which was associated with the worship and burial of the Pharaohs. Beside the Cheops’s pyramid, lies even an exemplar of such a vessel, recently discovered. At the same time, it is from the very roots of our religious tradition as well as from our questioning ourselves about our future that comes to us the message of the salvation Ark, which the Pyramid expresses in a contemporary form. If we look again from the Fòro to the Palatine slopes, we can see now, beyond the arboreal top of the hill, this magic building, half a pyramid and half a sail. A reversed pyramid which is not standing on the ground but raises to the sky or descends from it; or even an

We would like to make a work of our time too, or even a work of the time that will come. The addition of the remote past, of the past nearer to ourselves, of the present where all the ground left from the past has again become a virgin one, and of our aspirations in which the phantom of future civilization tries to take shape…, all this produces as in a magic equation an unexpected result: a Pyramid, almost big as the Cheops’s one, to be built on this site. A reversed pyramid, in order to touch the ground only with its point, thus avoiding disrupting the archeological remnants. Why a pyramid? As a first approach because of the mentioned respect due to the archeological site, and furthermore for more complex reasons which might be found on a ground deeper than the one of this hill vicissitudes. Although Rome was an immense empire, central in mankind history, in order to make the origin of this reemerge we need to go back to the ancient Egypt, that so great an influence exerted over Roman civilization. Very much like a pyramid, history builds itself century after century, stone after stone, until it reaches the present, which is the pyramid point. When we reverse the pyramid, it is like going from this present point towards a more and more wide future, as if all the succession of events were having course in a gigantic clepsydra. The ancient Pharaoh, Romulus who founded Rome and the Emperors who later on governed it, while extending its domination to the whole world known at the time, are first-rate personages in this history. Nevertheless there also are other prominent men in history, who took part in the event, like the Egyptian priest, the Etruscan one who traced the furrow on the square city foundation rite, the architect who designed the Domus Augustana. Furthermore we can see quite miserable people at work, either the populace that stole all which was possible in the fabulous palaces, or the princes that stole even more for enriching their palaces and churches, not to talk of the Popes who not only helped in a determinant way to such an enormous pillage but built with the salvage materials a new Rome, no less monumental than the ancient one. The overthrowing of the Roman civilization, with the reversal of the columns while raising the cross, was an event of unspeakable spiritual power, but what shell we say noticing that this very same columns were raised again not for God’s glory but for glorifying a new political power, and even an ambiguous and disputable one?

al original shape of the Stadium will be visually reconstituted in the reflex, including many fragments of the ancient architecture in the surroundings, which, by means of the reflection play, will suggest the appearance of an ideal palace. Part of this palace will be actually reconstructed: the patio of the private Emperor’s quarters, in the area near the Circo Massimo, and the long Stadium. In such cases, the study of a basic element of section, including the columns on two levels and their beams, which is feasible on the evidence of the recovered fragments, would allow to multiply such a module for all the length and the shape of the original building. This would be acceptable, of course, without designing arbitrary reconstructions, only in the cases the original architecture were modular and would therefore allow a reconstruction once the basic module would be found. These reconstructed parts, reflected and multiplied in the mirrors wall, will give an idea of the ancient palace. Although such an appearance will seem magic, it will base itself on the exact geometry of the square plan, which will produce surprising correspondences. The diagonal wall also has a wonderful signification: it is exactly orientated towards the east. It is well known that the foundation of the ancient cities was always designed in accordance with ritual prescriptions, with their orientation following the four cardinal points: the Carduus from north to south, and the Decumanus from east to west. In Rome case, the conjectures which we can make upon the Romulus’s city and other investigations upon the further developments on the same site do not seem to correspond to such an orientation. Nevertheless, the Pyramid is likely to recover the sacred orientation by means of its diagonal which is exactly pointed towards the east, as it happened in all times in the temples of the antiquity as well as in Christian churches. Truly, our Pyramid is a great temple. We dare say that such a temple might anticipate a sublime religion in which the historical religions will meet one day, and an overcoming of the Christian Rome itself will eventually occur. Thinking now about the meaning of ancient pyramids, they speak to us about a movement, an ascension from the popular basis till the top personified by the Pharaoh, or from mankind to God, conceived as the highest point, the pyramid top or the sun itself. Or even they signify the descent of light from the sun or from the Pharaoh till the multitude of men. Today, on the

immense ship with its keel directed towards the East; or, even better, a spaceship… What an impact on the “Foro Romano” ruins!: the relationship between the past and the modern couldn’t be more desecrating. Nevertheless, when an image of death and destruction, as the ‘Foro’ is, is facing the one of a new birth and even of an ideal ascension, something truly sacred is happening. It speaks to us about life, death and spiritual overcoming of death, not only about a comparison between epochs and styles. Therefore, we can not remain attached to the ruins of a memorable past, nor can we bound ourselves to their mere preservation. It is by means of an insight in our very soul that we can generate a future and celebrate a higher vision and a new spiritual opening. An overall look at the city, from above, shows that the two major monuments of the area, the Coliseum and the Vittoriano, are now implemented with a third element, the Pyramid, therefore forming a magic tern which, in a certain way, resumes the political history of Rome, from its imperial past to the unity of Italy, till the vision of a possible new future. The ‘Vittoriano’, incidentally, is in our opinion the only modern building to express continuity with the spirit of ancient Rome, although its style has been much criticized. It enters as a protagonist in the splendid layout of the ‘Via dei Fori Imperiali’, which connects the ‘Vittoriano’ with the Coliseum, a decisive axis for modern Rome, which is in fact the hypotenuse of the triangle we have delineated. The Pyramid impact is up to this synthesis, completing the planning of the area and the profound message, which its monuments communicate. But there is also another kind of tracing, in the sky and not on the ground, or at least we are allowed to dream about it. Is it only by hazard that the hypotenuse inclination of our virtual triangle is equal to the one of the Pyramid sides? After all, secret signs of a heavenly vocation are often associated with pyramids, as in the Cheops’s one, besides being present in the birds flight at the dawn of Rome as well as in other portents of its history. Therefore, we can say that from history to city planning, from the ground of the mythical foundation to the sky, all concurs to the birth of a great, authentic symbol, a universal one as it is in the very spirit of Rome. It also has a religious significance, which arises from our soul, through an interpretation of the destiny of such a city, and finally urges us to generate a contemporary expression.

Front of the Pyramid on the Circo Massimo with section on the Domus Augustana patio and the Stadium.

Prospetto della Piramide verso il Circo Massimo con sezione sul patio della Domus Augustana e sullo Stadio.

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Pianta del livello 5 e 6.

Plan of level 5 e 6.

1. Hall 2. Ascensori/Lifts 3. Scale mobili esterne/Exterior escalators 4. Scale mobili interne/Interior escalators 5. Passerelle/Footbridges

6. Orchestra 7. Scena/Stage 8. Coro/Chorus 9. Area degli orchestrali e del personale per i congressi, ari servizi (su 6 livelli)/Musicians and staff area, and various facilities (on 6 levels)

10. Foyer e servizi/ Audience foyer and toilets 11. Foyer e servizi orchestrali e personale/ Musicians and staff foyer and toilets

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Competition for the project of the new Pisa Province Administration headquarters and of the adjacent area of Cisanello central Park. Giuria/Jury: Giancarlo De Carlo, Vezio De Lucia, Axel Sowa, Gianluca Terrosi, Gianni Boeri, Giovanni Toscano, Francesco Paolo Cecati, Pier Luigi Maffei, Gianfranco Elia, Lucia Nuti, Walter Grassi, Fabrizio Fabietti Committente/Client: Amministrazione Provinciale di Pisa

Italia/Italy-Milano

1° Premio/1st Prize Manuel dall’Olio, Luigi Cicognani, Chiara Naldi “Io” 2° Premio/2nd Prize Elvis Meneghel “Shock Room” 3° Premio/3rd Prize Marco Pintimalli “Esp-one”

Concept Room-Progetta il tuo spazio Concorso per progettisti grafici, di prodotto e di interni per uno spazio legato concettualmente a una delle funzioni del vivere quotidiano Competition for graphic designers, interior designers and product designers for a concept space connected with a function of everyday home living Giuria/Jury: Pierluigi Catermole, Carmelo Di Bartolo, Massimo Randone, Beppe Riboli, Michael Thomson Committente/Client: AIAP

COMPETITIONS

Nuova Sede dell’Amministrazione provinciale di Pisa Progettazione della nuova Sede dell’Amministrazione Provinciale di Pisa e la relativa sistemazione del parco centrale di Cisanello.

1° Classificato/1st Place Antonio Draghi, Franco Favero, Felipe Limongi Aparicio, David Ricardo Morales H. Coll.: Daniele Bianco, Danilo Franceschin 2° Classificato/2nd Place Augusto Mazzini (capogruppo/team leader) Finalisti/Shortlisted Patrizia Virginia Belli (capogruppo/team leader), TECLA architettura - Giovanni Rastrelli (capogruppo/team leader)

+ europaconcorsi

COMPETITIONS + europaconcorsi

Italia/Italy-Pisa

Italia/ItalyPontecagnano Faiano (Salerno) Riqualificazione ex Tabacchificio Centola: Centro Europeo per le Creatività Emergenti Realizzazione di un Centro Europeo per le Creatività Emergenti attraverso la riqualificazione del complesso dell’ex tabacchificio Centola Realization of an European Centre for Emerging Creativity in the former Centola Tabac Factory

Giuria/Jury: Achille Bonito Oliva, Carmine Avagliano, Alan Balfour, Pasquale Caprio, Luigi Centola, Pier Luigi Cervellati, Lorenzo Criscuolo, Gerardo Giordano, Giovanni Landi, Francesco Prosperetti, Maria Giovanna Riitano, Rolando Scarfano, Alfonso Trezza Committente/Client: Comune di Pontecagnano Faiano

Concorso on-line Corian® for a food and coffe bar Concorso per lo sviluppo di soluzioni innovative per food e coffe bar utilizzando le proprietà del Corian®, il materiale versatile e dalle alte prestazioni funzionali ed estetiche della DuPont On-line Competition Competition for the development of innovative solutions for food and coffe bars which utilize the Corian®, the high functional and esthetical material produced by DuPont

Giuria/Jury: Asymptote, Ronan ed Erwan Bouroullec, El Ultimo Grito, Charles Sandison, Luca Trazzi, Michael Young, Birgit Lomann, Massimo Fucci, laudio Greco Committente/Client: DuPont

86 l’ARCA 188

1° Premio/1st prize Corvino + Multari Architetti Associati: Gruppo Progetti, Giovanni Multari (capogruppo/team leader) Vincenzo Corvino, Marco Poerio; Cons.: Giuseppe Scaglione, Giancarlo Graziani, Fabio Mastellone, Cesare Graziano , Amedeo Di Maio; Coll.: Mino Vocaturo, Mario Crisci, Fabio Salatiello, Michele Natale, Marco Polito. Giovanna Castaldo 2° Premio/2nd Prize Alessandro Carbone (capogruppo/team leader), Andrea Ciofi degli Atti, Livia Tani, Maria Raffaella Falbo, Thomas Heim, Lisa Hilden Nielsen, Kristian Sullivan; Cons.: Alessandro Delle Piane 3° Premio/3rd Prize Archea con MDU architetti, Marco Casamonti (capogruppo/team leader), Giovanni Polazzi, Laura Andreini, Gianna Parisse, Valerio Barberis, Alessandro Corradini, Marcello Marchesini, Silvia Fabi; Cons.: Edoardo Cesarò, Alessandro Evangelisti, Cristiano Così, Antonio Silvestri, Massimo Poli

Gran Bretagna/Great BritainGlasgow

1° Premio/1st Prize Elia Vladislav Nedkov “Fashion Space 2° Premio/2nd Prize Doh Partnership “Wal Caf” 3° Premio/3rd Prize Philip Stewart-Andrew Shore “Riser”

Russia-San Pietroburgo

Vincitore/Winner Richard Rogers Partnership

Ponte pedonale sul fiume Clyde Progetto per la realizzazione di un ponte ciclopedonale sul fiume Clyde. Il ponte sarà realizzato nel 2007 Project for the realization of a cyclo-pedestrian bridge on Clyde River, which will be built by 2007 Giuria/Jury: Charlie Gordon (presidente/chairman) Committente/Client: Glasgow City Council

Vincitore/Winner Dominique Perrault

Ampliamento Mariinsky Theater Concorso per l’ampliamento dello storico teatro di San Pietroburgo, un nuovo auditorium con 2000 posti, per una superficie utile pari a 39.000 mq. Il nuovo complesso sarà ultimato per il 2009 in occasione del 3° centenario della nascita della città Extension of Mariinsky Theatre Competition for the extension of the historical theatre of St.Petersbourg, with a new 2000-seat auditorium and a surface of 39,000 sq.m. The new complex will be inaugurated in 2009 for the 3rd centenary of the city birth Giuria/Jury: Liydmila Verbitskaya, Valery Gergiev, Yury Gnedovsky, Joseph Clark, Alexander Kudryavtsev, Bill Lacy, Mikhail Piotrovsky, Vladimir Popov, Wolf D. Prix, Kristin Feireiss, Massimiliano Fuksas Committente/Client: Russian Federation Government, State Academic Mariinsky Theater

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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Un’esperienza di vita A High-School in France

Il nuovo terminal di Beijing Technology and Tradition

Progetto: François Privat, Jacques Brion, Elodie Nourrigat

Progetto: Foster and Partners/Naco/Arup

Progettare un nuovo luogo di vita sociale, ambizioso obiettivo quello assunto dagli architetti François Privat, Jacques Brion ed Elodie Nourrigat per la costruzione del liceo Mayac a Uzéz, nel sud-ovest della Francia. Iscritto in una zona in via di sviluppo, il liceo, 5000 metri quadrati di superficie e una capienza di 600 allievi, coglie le specificità topografiche del sito inserendosi dolcemente attraverso uno sviluppo che privilegia la dimensione orizzontale. Una stecca di soli due piani sviluppata lungo la spina centrale del sistema di distribuzione principale poggia sul terreno assencondandone il dislivello. La parcella viene lavorata e trasformata in un nuovo paesaggio che nella coerenza tra spazi di attività e di incontro offre un insieme favorevole agli scambi e alle relazioni. Orientamento, comprensibilità dei percorsi, immediatezza nell’appropriazione delle parti fanno di questo intervento un luogo a misura d’uomo, dove allievi e professori possono ambientarsi facilmente ritrovando un senso di socialità e di familiarità proprie della dimensione domestica. L’ingresso direttamente collegato all’atrio principale accompagna gli allievi in un percoso naturale all’ingresso e all’uscita delle aule. L’asse centrale serve i diversi spazi che si sviluppano perpendicolarmente con grande flessibilità di utilizzo. Ogni entità pedagogica è individuata e posizionata in funzione alle diverse esigenze. Le aule raggruppate in blocchi disposti a pettine lungo l’asse principale sono servite da una propria entrata accessibile sia dalla corte interna, sia dal corridoio centrale. La corte segue l’andamento del terreno e si scompone in funzione del dislivello attraverso l’articolazione dei camminamenti. Gli spazi interni possono così godere di luoghi aperti che ritagliano piacevoli parentesi di paesaggio e di luce con un arricchimento della qualità e del confort. Sono luoghi solari, che assorbono la luce del sud per rendere questo collegio un discreto e amichevole luogo di apprendimento, un spazio di vita scolastica in cui la permanenza non sia momento di costrizione, di forzato impegno allo studio, ma luogo di esperienza comune, di formazione pedagogica, di presa di coscienza della ricchezza che può nascere dalle differenze. Un’architettura calibrata dove la linearità delle superfici bianche in cemento viene sdrammatizzata dalle parti in rame patinato dei blocchi scale e di parte degli alloggi o dai pilotis a piano terreno che danno respiro all’insieme invitando gli allievi all’incontro negli spazi della caffetteria e di vita in comune organizzati a questo livello. Elena Cardani

Si è concluso con la vittoria del team formato da Foster and Partners, Naco e e Arup (in collaborazione con il Beijing Institute of Architectural Design and Research) il concorso internazionale per il nuovo terminal dell’Aeroporto Internazionale di Beijing. La capitale cinese prevede un massiccio incremento di arrivi per i Giochi Olimpici del 2008 e anche in previsione del prossimo ingresso della Cina nella World Trade Organization. La costruzione di questo nuovo terminal permetterà, entro il 2015, di incrementare il flusso di passeggeri annuali dagli attuali 27 milioni a circa 60 milioni. La struttura proposta da Foster si presenta come la più avanzata sia dal punto di vista delle dotazioni tecnologiche che da quello dei servizi offerti ai passeggeri e agli operatori. Verrà realizzato tra l’esistente Terminal Est e un ulteriore nuovo terminal previsto nei piani futuri. Il progetto è caratterizzato da una grande copertura dalle forme aerodinamiche e dai colori che ricordano la tradizione simbolica della Cina. L’organizzazione degli spazi interni è incentrata sull’idea di accoglienza e confort e prevede la possibilità di spostamenti rapidi e brevi tra le diverse aree funzionali con la necessità di pochi cambiamenti di livelli per i passeggeri. I saloni che contengono i servizi e per l’attesa dei voli saranno generosamente illuminati naturalmente grazie a una grande parete continua vetrata e ad ampi lucernari in copertura. L’ampiezza della struttura e la sua scenografica espressività sono destinate a imporsi come nuova icona della città di Beijing e dell’intera nazione.

Designing a new place for social life was the ambitious goal the architects François Privat, Jacques Brion and Elodie Nourrigat set themselves for the construction of the Mayac a Uzéz senior high school in south-western France. Set in a developing area, the school covers a 5,000-sqare-meter surface and can house 600 students. The building fits in with the topographical characteristics of the site, developing horizontally so as to insert itself gently into the area. A body rising only two floors in height is distributed along the main central backbone, following the rise and fall of the ground. The lot is worked and transformed into a new landscape – the spaces laid out for activites are consistent with those set up for gatherings, offering an ensemble that fosters social life and relations. Thanks to effortless transit from one place to another and to the easily memorized locations of the various parts of the construction, one’s sense of direction is enhanced, rendering the building on a human scale. Here, pupils and teachers can feel at home in a social and informal atmosphere. The entrance, which opens directly onto the main atrium, sees the students naturally to the doors leading in and out of the classrooms. The main axis opens onto the various spaces that develop perpendicularly, resulting in great flexibility of use. Each pedagogical entity is defined and positioned according to exigencies. The classrooms gathered in blocks and positioned in a comb-like layout along the main axis are accessible both from the interior courtyard and from the central corridor. The courtyard follows the trend of the uneven ground through well-devised pathways. Interior areas can thus enjoy the outdoors, which carves out pleasant glimpses of the surrounding landscape and lets in light, thus enriching the interior with quality and comfort. The interior is bright, absorbing light form the South and making this college a friendly learning-place, a place where school life is not felt as a moment of constraint or of forced commitment to studying, but as a place to experience together, a place for instruction, where students become aware of the richness that can be spawned by differences. A gauged architecture where the linearity of the white cement surfaces is downplayed by the patinated copper of the stairways and part of the lodgings, or by the “pilotis” on the ground floor which open up the ensemble, inviting students to socialize in the cafeteria and in other spaces organized at this level.

The winner of the international competition for the new terminal of Beijing’s International Airport is the team formed by Foster and Partners, Naco and Arup (in collaboration with the Beijing Institute of Architectural Design and Research). The Chinese capital predicts a massive growth in the number of arrivals for the 2008 Olympic Games, as well as for China’s imminent entry in the World Trade Organization. The construction of this new terminal will allow for an increase in the number of annual passengers – from the current 27 million to about 60 million – by 2015. Foster’s structure is the most advanced, both from a technological viewpoint and from that of the services offered to passengers and operators. It will be constructed betwen the existing East Termainl and a new terminal yet to be built. The project features a great, aerodynamic roofing and colors that recall China’s symbolic tradition. The organization of the interior is centered on comfort and a welcoming feel and allows for quick, short transfers from one functional area to the other, with few shifts from floor to floor for passengers. The halls containing the waiting rooms will receive bright natural lighting thanks to a continuous glazed wall and large skylights. The structure’s large dimensions and its scenographical expressivity will stand out as a new icon of the city of Peking and of the entire natoin.

Giovani architetti Si è conclusa l’edizione 2003 del Premio Architettura 2003 assegnato dall’Accademia Nazionale di San Luca di Roma (www.accademiasanluca.it). L’Accademia Nazionale di San Luca, rinnovando la sua originaria vocazione tesa a promuovere e sostenere la formazione dei giovani, ha ripristinato due anni fa questo premio annuale alternativamente dedicato alla pittura, alla scultura e all’architettura. Il premio era rivolto ad architetti di età inferiore ai 40 anni, sia italiani che stranieri, purché residenti in Italia da almeno cinque anni o borsisti presso Accademie e Istituti di Cultura attivi in Italia. La giuria composta da Francesco Cellini, Danilo Guerri e Aimaro Origlia d’Isola ha selezionato venti architetti e gruppi di architettura tra i moltissimi che hano avanzato la propria candidatura per progetti e realizzazioni recenti. Tutti i progetti selezionati sono stati oggetto di due mostre presso l’Accademia documentate da un catalogo con immagini e schede di tutte le opere edito da De Luca Editori d’Arte. I progetti vincitori sono stati il Ponte della scienza di ApsT architettura (Gianluca Paletti, Maximiliano Pintore, Stefano Tonucci); l’ampliamento dell’ostello del Parco Naturale delle Alpi Marittime a Trinità d’Entracque (Cuneo) di Flavia Bruna e Paolo Mellano (foto in basso); la nuova corte interna dell’isolato ai Bottari a Ortigia (Siracusa) di Vincenzo Latina (foto sotto).

Spazio abitato e dintorni Intimacy in Florence Quali sono sono gli ambiti spaziali della riservatezza, della protezione, della sicurezza, dell’intimità? E poi ancora: secondo quali modalità ed entro quali confini tende a riconfigurarsi oggi la dimensione familiare, domestica dello spazio abitato? Quali sono i limiti e le forme della dimensione pubblica dello spazio? Quali caratteristiche assumono gli ambienti che le nuove tecnologie costruiscono intorno agli individui? A tali quesiti ha cercato di rispondere “Intimacy. Beyond Media/Oltre i Media”, una serie di incontri in varie sedi dislocate a Firenze e conclusasi il 26 ottobre. I visitatori hanno potuto osservare lo spazio abitato, la città, il territorio a partire dalla consapevolezza del ruolo dell’editoria, della televisione, del cinema; sono stati condotti nell’intimo della natura dei dispositivi satellitari, delle reti di informazione e di comunicazione mobile, degli strumenti di controllo e di sorveglianza. Sono stati esplorati gli effetti delle tecnologie di comunicazione sulla definizione dello spazio abitato.

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What are the spatial spheres of privacy, protection, safety, intimacy? And what is the configuration of the family and “home” dimension of our living space, and within which limits does it lie? What are the limits and the forms of the public dimension in space? New technologies have created the spaces around individuals: which features do they assume? An attempt to answer these questions was made by “Intimacy: Beyond Media”, a series of meetings held in various centers around Florence, and which came to a conclusion on October 26th. Visitors were able to observe the living space, the city and the territory, beginning with the awareness of the role played by the worlds of publishing, television, movies. Satellite systems, information and mobile communication networks - tools for monitoring and surveillance - have penetrated the intimacy of nature. The effects of communication technologies on the definition of our living space have been explored.

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Riparte il Premio Dedalo-Minosse alla Committenza The New Edition Il Premio Dedalo-Minosse alla Committenza d’Architettura, promosso da AlaAssoarchitetti in collaborazione con questa Rivista è giunto alla quinta edizione. Entrato nell’elenco delle manifestazioni d’eccellenza culturale del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, il Premio è stato lanciato lo scorso novembre, con varie manifestazioni dell’Ordine degli Architetti di Roma, come mostra inaugurale della Casa dell’Architettura, realizzata nel palazzo dell’ex Acquario, grazie alla tenacia del presidente, Amedeo Schiattarella. Alla presenza del sindaco Walter Veltroni, di numerosi esponenti dell’architettura romana, della stampa internazionale e d’un folto pubblico d’invitati, è stata aperta la mostra delle opere premiate nella precedente edizione, nell’allestimento già esposto negli USA, a San Francisco e a Detroit, con l’aiuto degli Istituti italiani di cultura all’estero, a seguito dell’accordo stipulato da ALA con l’AIA/SF. Quest’anno per la quinta edizione, è ancora prevista una mostra itinerante negli USA, che si trasferirà anche in Canada e in altri Paesi, attraverso intese con le associazioni locali degli architetti. Alla quinta edizione, si può dire che il Dedalo-Minosse, per l’originale impostazione, che ne fa il primo e unico premio internazionale attribuito al committente e non all’architetto o all’opera realizzata, abbia raggiunto una parte importante degli obiettivi prefissati. E’ veramente internazionale: hanno partecipato committenti di ventisei Paesi, di quattro continenti; è divenuto un veicolo di promozione dell’architettura e della cultura italiana all’estero, nonché di confronto dell’architettura internazionale in Italia, soprattutto di quella, pur d’alto livello, che non è firmata dal ristretto numero dei componenti lo star system globalizzato; ha sviluppato un approccio multidisciplinare al tema, grazie ai componenti della giuria, nella quale sono direttamente coinvolti anche non addetti ai lavori; è un veicolo di diffusione dei prodotti e del lavoro delle aziende italiane che lo sostengono. All’autorevolezza, testimoniata da una giuria sempre d’altissimo livello, che ha visto alternarsi tra i componenti Dante O. Benini, Guido Canali, Cesare M. Casati, Odile Decq, Hideto Horiike, Tojo Ito, Boris Podrecca, Miguel Angel Roca, Piero Sartogo, con la regia di Stanislao Nievo, corrisponde una crescente ufficialità: il Premio sarà assegnato, il 14 maggio 2004, in uno dei luoghi simbolo dell’architettura di tutti i tempi, qual è il Teatro Olimpico di Vicenza, con una cerimonia alla quale interverranno, come di consueto, committenti e architetti di tutto il mondo. La mostra delle opere selezionate sarà ancora allestita nella Basilica Palladiana, dal 14 maggio all’11 luglio 2004, sui pannelli della personale di Renzo Piano del 1985, nuovamente assemblati e messi a disposizione dallo sponsor principale, Caoduro Lucernari. I premi sono costituiti da due targhe d’argento eseguite su bozzetto di Bob Noorda, per il committente e il suo architetto, e da una in acciaio, che sarà apposta stabilmente all’edificio oggetto del riconoscimento, venendo così a costituire un itinerario ideale di realizzazioni nel mondo. Quest’ anno saranno attribuiti: - Il Premio Internazionale Dedalo-Minosse, a un committente che abbia incaricato un architetto, di qualsiasi Paese; - Il Premio Internazionale Dedalo-Minosse Under 40, a un committente che abbia incaricato un giovane architetto, di qualsiasi Paese; - Il Premio Ala-Assoarchitetti, a un committente di qualsiasi Paese, che abbia incaricato un architetto o un ingegnere edile italiano; - Il Premio Ala-Assoarchitetti Under 40, a un committente di qualsiasi Paese, che abbia incaricato un giovane architetto o un ingegnere edile italiano. La Giuria attribuirà altri riconoscimenti, messi a disposizione dagli sponsor Caoduro Lucernari, GranitiFiandre, Barausse e dagli enti pubblici e dalle associazioni private, che patrocinano e sostengono la manifestazione. Le iscrizioni sono gratuite, si sono aperte il 15 settembre scorso e si chiuderanno il 31 gennaio 2004, mentre gli elaborati dovranno essere spediti entro il 5 febbraio 2004. Per altre informazioni si può visitare il sito www.assoarchitetti.it, sul quale sono disponibili anche le schede d’iscrizione o contattare dedalominosse@assoarchitetti.it.

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The Dedalo-Minosse International Prize for Commissioning, promoted by AlaAssoarchitetti in collaboration with our magazine, has come to its fifth edition. The Prize, which has been added to the list of high-level cultural events connected with the Italian Presidency of the Council of the European Union, was launched last November, with various events in cooperation with the Ordine degli Architetti (Order of Architects) in Rome. Thanks to Amedeo Schiattarella (President of the Order) and his persistence, an inaugural exhibit will be on show at the Casa dell’Architettura (House of Architecture), in the renovated building of the ex-Aquarium. Walter Veltroni, the mayor of Rome, as well as a large number of Roman architects, members of the international press and a great turnout of guests were present at the opening of the exhibition, which featured the previous edition’s award-winning clients during the American tour of the Prize. In fact, the event took place in San Francisco and Detroit, with the aid of overseas Italian cultural Institutes, thanks to an agreement between ALA and AIA/SF. This year, for the fifth edition, anather tour will be held in the USA, and will also move on to Canada and other countries thanks to cooperation with local architectural associations. At this fifth edition, we might say that due to it originality, which makes it the first and only international award meant for clients instead of architects or projects, the Dedalo-Minosse Prize has achieved a large part of its goals. It is truly international: clients from twenty-six countries from four continents have taken part in the event; it has become a means of promoting architecture and Italian culture abroad, and also a medium through which international architecture can be examined in Italy – especially work by architects who are not included in the globalized “star system”. Furthermore, thanks to the jury, whose members do not all belong to the architectural sphere, the event has developed a multidisciplinary approach to the subject, and it constitutes an opportunity for Italian companies supporting the event to promote their products and work. A growing official character is the result of a top-level, influential jury, which has already included members such as Dante O. Benini, Guido Canali, Cesare M. Casati, Odile Decq, Hideto Horiike, Tojo Ito, Boris Podrecca, Miguel Angel Roca and Piero Sartogo, under the direction of Stanislao Nievo. In fact, on May 14th 2004, the Prize will be awarded in one of the most symbolic architectural localities of all time: the Olympic Theater of Vicenza – with a ceremony which will be attended by clients and architects from all over the world. From May 14th to July 11th 2004, the winning projects will be exhibited in the Basilica Palladiana, laid out on the panels used for Renzo Piano’s solo exhibition in 1985. The panels have been newly assembled and put at the main sponsor’s disposal – Caoduro Lucernari. The prizes are constituted by two silver plaques drawn from a sketch by Bob Noorda – and are to be awarded both to the winning client and the architect – and one steel plaque to be permanently affixed to their building; an ideal itinerary of such accomplishments will thus be established around the world. This year, the following prizes will be awarded: - The International Dedalo-Minosse Prize to a client who has commissioned an architect from any country; The under 40 International Dedalo-Minosse Prize to a client who has commissioned a young architect from any country; The Ala-Assoarchitetti Award to a client from any country that has commissioned an Italian architect or construction engineer; The Under 40 Ala-Assoarchitetti Award to a client from any country that has commissioned an Italian architect or construction engineer; The jury will award other prizes, which will be offered by the sponsors Caoduro Lucernari, Graniti Fiandre and Barausse, and by public corporations and private associations that sponsor and support the event. Entries - which have been open since September 15th and will close on January 31st 2004 - are free, while the printouts must be sent by Februrary 5th 2004. More information is available at a special website www.assoarchitetti.it, where entry forms are available, as well, or the following address can be contacted: dedalominosse@assoarchitetti.it

Parco commerciale in Rumania Progetto: Ruffo Wolf architetti. Collaboratori: Marcello Lubian, Francesca Battistini, Erica Conventi, Sigrid Fischer-Colbrie, Alessandro Rosati, Veronique Schwalm Il Parco Commerciale si colloca entro un’area verde, sulla riva del mar Nero. Edificio, parco e mare probabilmente troveranno nella vicinanza una reciproca potenzialità e valorizzazione attraverso l’integrazione fisica e visiva. Il progetto, oltre a dare corpo alle strutture mira a integrare un programma e una strategia. Ossia un sistema forte che consenta l’organizzazione di spazi commerciali, di spazi ricreativi e d’intrattenimento, di spazi coperti, di spazi verdi, di percorsi, anche secondo esigenze funzionali e distributive che potranno nel tempo cambiare, senza alterare i criteri strategici e programmatici dell’intero comparto. Per questo vengono individuati elementi “stabili”, con un alto grado di permanenza nel tempo, quali, per esempio: il reticolo geometrico come elemento organizzatore degli spazi; il percorso diagonale (coincidente con un percorso esistente) come elemento di spina di tutto il sistema; i due livelli (livello strada e livello mare) come opportunità distributiva e progettuale; il sistema dell’accessibilità automobilistica e gli spazi-parcheggio; gli elementi di “facciata” (visibilità). The Business Park is set in a landscaped area along the banks of the Black Sea. Building, park and coastline will probably all potentially interact and embellish each other by being physically and visually knit together. In addition to giving physical shape to the structure, the project aims to bring together a brief and a strategy. This results in a powerful system incorporating retail spaces, recreation and entertainment facilities, covered spaces, landscaping and pathways geared to functional/distributional demands open to change over time, without altering the strategic and programmatic guidelines underpinning the entire complex. To this end, a number of “stable” features have been picked out that are destined to endure, such as, for instance: the geometric web organising the spaces; the diagonal path (coinciding with an old path) as the backbone of the entire system; the two levels (road level and sea level) help organise and design the overall project; the car access system and car park-spaces; the “façade” features (visibility).

Auto a terra, pedoni in quota Progetto: Studio Piras Nuovo look per la “sosta ai box”. Realizzata su progetto dello studio Ettore Piras, la nuova stazione di pedaggio presso il raccordo autostradale di Lucca si pone come segno di avvicinamento alla città, di cui ne costituisce una prima porta extraurbana. Per le sue caratteristiche innovative, il progetto costituisce un esempio pilota di costruzione di nuova generazione realizzato in Italia. La copertura della stazione, destinata anche ad assicurare un passaggio pedonale protetto dagli agenti atmosferici, perfettamente integrata nel paesaggio collinare toscano, costituisce un piacevole diversivo tecnologico cui fa da sfondo un panorama di rara bellezza naturalistica. Per la realizzazione della

tettoia è stato impiegato un materiale come il rame, scelto per le sue caratteristiche di pacata eleganza e graduale modificazione nel tempo attraverso la formazione di una patina di ossidata simile alle coperture delle antiche cupole delle chiese. Il cavalcavia pedonale misura circa 105 metri e ricopre particolare importanza nel complesso della costruzione in quanto aggiunge una doppia funzione al casello di pedaggio autostradale. Con il sorgere nelle immediate vicinanze della zona industriale, il casello acquisirà rilevanza funzionale grazie alla realizzazione di un grande parcheggio, permettendo ai dipendenti delle imprese di raggiungere direttamente a piedi le proprie sedi di lavoro.

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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.

Riqualificazione urbana di Pianoro

Rosenquist a New York At Guggenheim Museum

Progetto: Claudio Zanirato

Fino al 25 gennaio, il Solomon R.Guggenheim Museum di New York presenta la prima grande retrospettiva organizzata negli ultimi Trenta anni dedicata all’opera di James Rosenquist. Oltre duecento le opere in mostra tra dipinti, sculture, disegni, stampe e collage, raccolti da musei e collezioni private di tutto il mondo e dalla collezione personale dell’artista. Rosenquist, fin dagli esordi nella New York degli anni Sessanta, si è imposto come uno dei leader della Pop Art. Influenzato dalla sua esperienza giovanile come disegnatore di cartelloni pubblicitari, egli ha poi sviluppato una personalissima interpretazione degli input della cultura di massa, tesa verso la creazione di un nuovo realismo. Frammentare, scomporre, ricomporre, giustapporre, ingrandire, questi alcuni degli ingredienti con cui ha realizzato le sue tele di grande scala in cui il segno grafico e il colore attraggono lo sguardo trascinandolo in un mondo in cui gli elementi e gli oggetti della realtà quotidiana si trasformano in una narrazione enigmatica e attraente. Rimane, anche nelle sue opere più note legate alla Pop Art e segnate dal magistrale uso di materiali, colori e forme, di cui Rosenquist stravolge le proporzioni e il significato, quel senso di astrazione da cui la sua vena espressiva aveva mosso i primi passi (era, infatti, giunto a New York a metà degli anni Cinquanta, quando l’Espressionismo Astratto era sulla cresta dell’onda). Nella mostra newyorkese, curata da Walter Hopps e Sarah Bancroft, sono proposte anche alcune delle sue più recenti opere, tra cui il trittico The Swimmer in the Econo-mist realizzato nel 1997-98 per il Deutsche Guggenheim di Berlino.

La fondazione di una città è, innanzi tutto, proposta di un modello sociale ed economico in cui dei sistemi relazionali guidano le scelte morfologiche. Pianoro (Bologna) individua nel modello urbano rurale il suo principio fondativo generatore, ancora riconoscibile nel suo reticolo originario, sorprendentemente assimilabile col modello attuale della riurbanizzazione del territorio. La crisi urbanistica di Pianoro è imputabile alla perdita di efficacia del sistema relazionale del suo intorno, per le modificazioni sociali della sua evoluzione e per il mancato adattamento del suo sviluppo dimensionale. Il Piano di Riqualificazione Urbana di Pianoro Nuovo obbliga a ripercorrere e riconsiderare le fasi della sua storia fondativa ed evolutiva, per rivalutare le peculiarità positive e correggere gli errori compiuti in passato. La proposta progettuale, messa a punto da Claudio Zanirato (con Valentina Barboncini, Chiara Tedeschi, Maria Grazia Campisi, Alessio Eroli e la Politecnica Ingegnaria e Architettura di Modena), crea complessità urbana agendo con interventi che disegnano un nuovo “paesaggio urbano”, che dall’esperienza fondativa del dopoguerra ripercorre la volontà di trasformazione di un territorio attraverso la sua gente e la sua operosità, immaginando un percorso alternativo. Il progetto, vincitore di un concorso nazionale di idee bandito nel 2001, è in attesa delle approvazioni finali e il cantiere dovrebbe partire a breve.

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Until January 25th, the Solomon R. Guggenheim Museum of New York is presenting the past thirty years’ first great retrospective exhibition dedicated to James Rosenquist. Over two hundred of his creations are on show, including paintings, sculptures, drawings, prints and collages from museums and private collections all over the world, as well as from the artist’s personal collection. Ever since he started out in New York in the sixties, Rosenquist has stood out as one of the leaders of Pop Art. Influenced by his early experience as a poster designer, he later developed a very personal interpretation of mass culture inputs that tended toward the creation of a new realism. Fragmenting, disassembling, reassembling, juxtaposing, enlarging…these are some of the ingredients with which he realized his great canvases, in which graph and color catch your eye, taking you into a world in which the elements and objects of everyday reality are transformed into enigmatic and attractive narration. A sense of abstraction remains in his works, even in his most famous pieces connected with Pop Art and marked by his masterly use of materials, colors and forms, all of whose proportions and meanings are altered by Rosenquist. After all, having arrived in New York in the mid-fifties, his early work was inspired by the Abstract Expressionism that was on the crest of a wave in that period. Some of Rosenquist’s most recent works are also on show at this New York exhibition organized by Walter Hopps and Sarah Bancroft, such as the triptych The Swimmer in the Econo-mist, created in 1997-98 for the Deutsche Guggenheim in Berlin.

Sopra/above, Hey! Let’s go for a ride, olio su tela/oil on canvas, 1961. Sotto/below: I love you with My Ford, olio su tela/oil on canvas, 1961; The Swimmer in the Econo-mist (painting 3), olio su tela sagomata/ oil on shaped canvas, 1997-98; F-111, installazione multipannello olio su tela e

alluminio/multipanel installation oil on canvas and aluminium, 1964-65. A sinistra dall’alto/left from top down, Industrial Cottage, olio su tela/oil on canvas, 1977; Tumbleweed, filo spinato cromato, neon, legno/chromed barbed wire, neon, wood, 1963/66.

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Hérault e Arnod In Paris

Anche i robot hanno un’anima Men and Robots

Da Grenoble, Isabel Hérault e Yves Arnod approdano a Parigi, alla Gallerie d’Architecture dove sono esposti fino al 17 del mese i recenti lavori della giovane coppia di architetti che ha al suo attivo oltre una ventina di progetti. Piante, schizzi originali, modelli e fotografie tracciano una sintesi significativa di un approccio libero e disincantato al tema progettuale. Dal Pattinatoio di Grenoble, al complesso Culturale e Sportivo di 2 Alpes, in cui l’inserimento e i procedimenti costruttivi fanno eco al sito naturale del Mont de Lans, fino alla realizzazione faro dello studio, il progetto del Museo Parco Archeologico del Lago di Palandru (nella foto), di cui è prevista la realizzazione per la fine del 2005, la mostra è un’occasione per conoscere più da vicino il lavoro degli archietti, la loro ricerca di osmosi con il territorio, il loro metodo che parte dalla scomposizione per giungere a soluzioni unitarie, la sperimentazione di nuovi materiali come di soluzioni spaziali adatte all’uso e al contesto della futura identità alla quale danno vita. Elena Cardani

“Uomini e Robot” è il tema del ciclo di manifestazioni programmate alla Casa della Cultura del Giappone di Parigi fino al 31 gennaio. Facendo eco all’accresciuto interesse che i giapponesi rivolgono a questi robot, divenuti ormai una presenza indissociabile dal loro paesaggio culturale e quotidiano, la mostra interviene in un contesto di forte sviluppo delle tecnologie robotiche e dei dibattiti sorti sulle implicazioni scientifiche, filosofiche e sociali che da esse si generano. La diffusione dei robot nell’immaginario popolare nipponico come fenomeno associato al progresso e al futuro non lascia indifferenti gli attori delle discipline artistiche e scientifiche, e l’appuntamento parigino offre una testimonianza tangibile e articolata delle diverse espressioni di artisti e scienziati nella loro percezione dei robot, come entità complesse e diverse.

Hérault and Yves Arnod have left Grenoble for Paris. Recent works by the young architects - who have produced about two dozen projects so far - are on show until January 17th at the Gallerie d’Architecture. Plans, original sketches, models and photographs draw up a significant synthesis of the pair’s unbridled, disenchanted approach to their projects. The exhibition constitutes an opportunity to familiarize with their work, with their quest for osmosis with the territory, from the Skating Rink in Grenoble to the 2 Alpes Cultural and Sport Complex, in which the construction is well-inserted into the natural site of Mont de Lans. The main work by the studio, however, is the project for the Archeological Park Museum at the Palandru Lake (photo below), which is scheduled to be finished by the end of 2005. The show highlights the two architects’ method, which involves preliminary decomposing so as to achieve coherent solutions, as well as experimentation with new materials and spatial solutions that suit the use and context of the future identity to which they give life.

In answer to the growing interest the Japanese are showing for robots, until January 31st a series of exhibitions featuring “Men and Robots” is on at the House of Japanese Culture in Paris. Robots have now become inseparably linked with Japanese culture and daily life, and the show highlights the latest developments in the field of robotic technologies and the consequent debates that have arisen on the scientific, philosophical and social implications they generate. Those who operate in the fields of art and science are not indifferent to the diffusion of robots in popular Japanese imagery, as it is seen as a phenomenon associated with progress and the future. This appointment in Paris offers well-constucted, tangible proof of the different expressions of artists and scientists in their perception of robots as different, complex entities. Noburu Tsubaki, “Cochineal”-code name.

Semper a Zurigo Theories and Works

Rileggere l’architettura di Fernand Pouillon alla luce di una nuova interpretazione del suo rapporto con la città, con i materiali e con gli stilemi espressivi. E’ questo viaggio che ci viene proposto dalla mostra realizzata dal Pavillon de l’Arsenal di Parigi e presentata alla Facoltà dell’Environnement Naturel, Architectural e Construit di Losanna fino al 21 gennaio. Figura contrastata dell’architettura del secolo scorso, il nome di Pouillon è stato per molto tempo legato allo scandalo scatenato nel 1961 con il fallimento del Comptoir National du Logement, società fondata dall’architetto per realizzare insiemi di alloggi nella regione parigina. Arresto, fuga clandestina in Italia, rientro in Francia, processo, tutte peripezie che hanno fatto si che l’attenzione si concentrasse soprattutto sulle vicende dell’uomo piuttosto che sulla qualità del suo lavoro di architetto. Ci sono voluti parecchi anni perché si riconsiderasse questo architetto, a cui si devono il ridisegno della facciata del Vecchio Porto di Marsiglia, le realizzazioni di Aix-enProvence, gli edifici di Algeri o ancora le operazioni di Pantin, Montrouge, Boulogne-Billancourt, Meudon-la-Forêt, presentate in occasione della mostra. L’aspetto che più connota la maggior parte delle opere di Pouillon è la comunanza di alcuni principi fondamentali: scelta di figure “bloccate” per gli insiemi che danno luogo a spazi intelligibili, scelta della pietra come materiale privilegiato, scelta di ordini verticali per definire l’architettura degli edifici. Ne risulta un linguaggio espressivo del tutto singolare, in grado di riprendere le problematiche architettoniche e urbane già descritte dall’architettura francese per proiettarle in una nuova sfera espressiva.

In occasione delle celebrazioni per il duecentesimo anniversario della nascita di Gottfried Semper (18031879), l’Architekturmuseum der Technischen Universität di Monaco di Baviera e l’ETH di Zurigo hanno organizzato una retrospettiva dell’architetto tedesco. Dopo una prima tappa alla Pinakothek der Moderne della città bavarese, la mostra è ora aperta fino al 25 gennaio al Museum für Gestaltung di Zurigo. La mostra ripercorre attraverso documenti e disegni la carriera professionale di Semper, considerato uno dei maggiori architetti dell’Ottocento tedesco sia per le sue monumentali realizzazioni sia per il suo lavoro teorico, culminato con la pubblicazione del libro De Stil, considerato tutt’oggi una delle opere di teoria progettuale più importanti in lingua tedesca. L’idea dominante nelle teorie di Semper (poi attuata nelle sue opere architettoniche) era quella di un’intima relazione tra l’architettura e la natura e, in tal senso, stilò una serie di principi organizzativi del suo operare per cui variazioni nel tempo e differenziazioni tra un’architettura e un’altra si producevano secondo gli stessi schemi evolutivi dell’anatomia. E ancora, teorizzò l’origine dell’architettura dal mondo artigiano della tessitura, interpretando elementi quali il muro o il soffitto, come espressioni modificate dei prodotti di sartoria; teoria quest’ultima che influenzò successivamente l’opera di maestri come Otto Wagner e Adolf Loos.

A show organized by the Pavilion de l’Arsenal in Paris, presented at the Faculty of Environnement Naturel, Architectural e Construit in Lausanne allows for the reinterpretation of Fernand Pouillon’s architecture and his relationship with the city, his materials and expressive styles. A contested twentieth-century architectural figure, Pouillon has long been connected with the 1961 scandal due to the failure of the Comptoir National du Logement, a company founded by the architect for the construction of lodgings in the Parisian region. His vicissitudes, including his arrest, his secret escape to Italy, his return to France and trial have all placed attention on his life instead of on the quality of his work as an architect. Reconsideration of this architect has taken many years; he redesigned the façade of the Old Harbor of Marseilles and designed structures at Aix-en-Provence, buildings in Algiers and in Pantin, Montrouge, Boulogne-Billancourt and Meudon-la-Forêt; projects which are all presented at the show. The most characteristic aspect of Pouillon’s work is the recurring of a number of fundamental principles: the choice of “blocked” figures for ensembles that evolve into intelligible spaces, stone as the privileged material, vertical orders to define the architecture of the structures. A singular expressive language ensues that is capable of dealing with the architectural and urban problems that had already come up in French architecture, and they are projected into a new expressive sphere.

A retrospective of the German architect Gottfried Semper was organized by the Architekturmuseum der Technischen Universitat in Munich to celebrate his birth two hundred years ago. After a first show at the Pinakothek der Moderne in the Bavarian city, the exhibition is now open until January 25th at the Museum für Gestaltung of Zurich. Through documentation and drawings, the show examines Semper’s professional career. He was considered one of the greatest architects in nineteenth-century Germany, both for his monumental constructoins and for his theoretical work, which culminated in the publication of the book De Stil, which still today is considered one of the most important works on planning theory in the German language. The main idea behind Semper’s theories (then carried out in his architectural works) was that of

Pouillon a Losanna At Enac

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an intimate connection between architecture and nature. In this sense, he devised a series of organizational principles he applied to his work; variations in time and differences between one kind of architecture and another were produced according to the same evolutionary patterns that are present in anatomy. He also theorized that architecture was born from the artisanal world of weaving, interpreting elements such as the wall or the ceiling as modified expressions of tailoring. The latter theory subsequently influenced work by masters such as Otto Wagner and Adolf Loos.

William Unger, Portrait of Gottfried Semper, 1871.

Katz a Milano

Riparte la Quadriennale In Naples and Turin

“Small Portraits and Large Landscapes” è il titolo della mostra allestita fino al 31 gennaio presso la Galleria Monica De Cardenas a Milano. Vengono presentati 25 piccoli ritratti e due grandi paesaggi su tela realizzati da Alex Katz tra gli anni Settanta e il 2003. I ritratti di piccole dimensioni sono schizzi a olio su tavola realizzati come disegni preparatori per i dipinti di grandi dimensioni che hanno reso celebre l’artista americano. Sono opere comunque autonome e compiute che rivelano l’iniziale passione di Katz per il soggetto scelto. Si tratta di immagini essenziali, luminose con intensi piani di colore che coniugano astrazione e realismo in una prospettiva dalle forti connotazioni sentimentali. Tra i protagonisti dei ritratti appaiono principalmente il figlio Vincent e la moglie Ada, da sempre sua musa ispiratrice ed elevata da Katz a icona del nostro del tempo. Nell’immagine: Ann Lyon, 1994.

E’ iniziato, con l’inaugurazione del 15 novembre scorso della mostra “Anteprima” a Palazzo Reale di Napoli (dove rimarrà aperta fino all’11 gennaio), il percorso della XIV Esposizione Quadriennale d’Arte. La mostra di Napoli (che si sposterà dal 18 gennaio al 21 marzo al Palazzo Promotrice delle Belle Arti di Torino) presenta i lavori di 96 artisti che hanno esordito con esposizioni personali dopo il 1990 e che rappresentano le realtà artistiche di alcune regioni italiane del Centro-Sud (a Torino saranno invece di scena gli esponenti artistici del Centro-Nord). Gli artisti invitati sono stati selezionati da una commissione presieduta da Gino Agnese e, successivamente, tramite una apposita giuria, alcuni di loro verranno presentati all’esposizione conclusiva della XIV Quadriennale che si svolgerà a Roma a partire dall’inizio del 2005. Il percorso espositivo è articolato in quattro raggruppamenti di opere ispirati ciascuno da analogie di significato, da corrispondenze artistiche, ma anche da dissonanti intenzioni espressive, che fanno della reciproca diversità uno degli aspetti rilevanti della mostra. I quattro temi, che si mantengono nel solco della tradizione documentativi delle precedenti edizioni della Quadriennale, sono: Territori, Relazioni, Permanenze, Realismi. Il proseguo delle iniziative legate alla Quadriennale, come anche l’archivio storico delle precedenti edizioni, può essere consultato al sito: www.quadriennalediroma.org.

Profondamente Toulouse Lautrec

Last November 15th, with the opening of the “Anteprima” (“Preview”) exhibition at the Royal Palace in Naples (where it will stay open until January 11th), the XIVth Quadriennal Art Exhibition was inaugurated. The Neapolitan show (which will be moved to the Promoter of the Fine Arts building in Turin from January 18th to March 21st) presents works by 96 artists who made their debut with solo shows after 1990, and who represent the artistic reality of some of Italy’s central/southern regions (in Turin, instead, exponents from central/northern Italy will be on show). The artists taking part in the show were selected by a board chaired by Gino Agnese. Some of them will later be selected by a special jury to be presented at the closing exhibition, which will be held in Rome at the beginning of 2005. The exhibition is split up into four groups; each group is moved by similar inspirations and artistic analogies, but also by dissonant expressive intentions, which make reciprocal diversity one of the show’s most noteworthy aspects. The four topics, which fall within the tradition of the previous Quadriennal editions, are: Territories, Relations, Lingering, Realisms. The continuation of the initiatives connected with the Quadriennal, such as the historical archive of the previous editions, can be consulted at the following website: www.quadriennalediroma.org

Ballerine, prostitute, clown, attrici, aristocratici e borghesi parigini sono i protagonisti delle oltre centocinquanta opera, tra oli, disegni, incisioni, litografie e l’intera collezione di manifesti che compongono la mostra “Toulouse Lautrec. Uno sguardo dentro la vita”, aperta al Complesso del Vittoriano di Roma fino all’8 febbraio. Tutti i personaggi dei caffè di Montmartre, delle sale da ballo, del Moulin Rouge, rivivono nelle pennellate rapide e caustiche del grande pittore francese riportando all’attenzione del pubblico e degli studiosi non solo la vasta e conosciuta produzione artistica di Toulouse Lautrec, ma anche una serie di oli su tela meno noti. In questa mostra, l’opera del maestro francese, spesso oggetto di accuse di superficialità, rivela invece la sua profonda complessità, originata dal travaglio umano personale dell’artista e sfociata in un’espressività ricca e distorta, impietosa ma carica di bellezza, ostentatamente provocatoria ma tesa ad affermare il valore morale dell’arte.

A sinistra/left, ToulouseLautrec, La contessa de Toulouse-Lautrec, olio su tela/oil on canvas, 93x81 cm, 1881-83.

L’arte è donna

Arte e filosofia

Con la mostra “Lei: Donne nelle Collezioni italiane”, aperta fino all’8 febbraio, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino apre un anno dedicato alla donna. Una novantina opere di oltre quaranta artiste internazionali, ripercorrono e permettono di analizzare il periodo che va dagli anni Settanta a oggi. Emergono differenze nel panorama artistico femminile in relazione al contesto sociale: dall’esigenza di esprimere la propria femminilità con

un carattere fortemente politico alle visioni più intime e personali della produzione contemporanea. Tra le protagoniste che espongono nella mostra torinese Roni Horn, Mariko Mori, Aija Liisa Athila, Eva Marisaldi, Stefania Galegati, Paola Pivi, per citarne solo alcune. Durante il periodo della mostra la Fondazione propone anche una serie di incontri culturali curati da Emanuela De Cecco e di laboratori didattici curati da Mauro Biffaro.

Sotto a sinistra/below left, Kelly Nipper, Tests-Carbonation, 5 foto c-print, 120x150 cm, 1999.

La Galleria Vismara Arte di Milano propone dal 7 al 31 gennaio una personale di Beppe Bonetti intitolata “Metarazionalità e variazioni su un errore di Parmenide”. Bonetti, che nel 2000 è stato con Rudolph Rainer e Milan Zoricic, fondatore del Last Intrenational Group, presenta nella galleria milanese una serie di tele con colori acrilici e sintetici di medio e grande formato in cui coesistono razionalità e irrazionalità in una sintesi artistica che egli stesso definisce “metarazionale”. In questa mostra, l’artista procede nella sua ricerca presentando le “variazioni su un errore di Parmenide”: partendo dall’idea del filosofo di un Essere Sferico, Bonetti sviluppa una serie di variazioni bidimensionali sul cerchio, figura geometrica primaria e dalla forte valenza simbolica che chiamano lo spettatore a una riflessione dialettica tra filosofia e immagine pittorica.

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Ritratti di gruppo a Roma

Il mito di Frida Kahlo In Milan

Palazzo Venezia a Roma ospita fino al 15 febbraio la mostra “Persone. Ritratti di gruppo da Van Dick a De Chirico”. Si tratta di un’ampia scelta di opere che vanno dal Cinquecento alla seconda metà del Novecento, dai dipinti alle fotografie provenienti da tutto il mondo, che illustrano i diversi aspetti di questo genere e indagano sulla formazione dell’identità di gruppo e sulla sua iconografia. Le opere esposte, provenienti da musei e collezioni private europee e americane, veicolano messaggi diversi: dall’affermazione del potere politico, religioso o economico alla denuncia sociale, ma anche, in alcuni casi, sono portatrici di valenze allegoriche e simboliche. Il ritratto di gruppo, infatti, si propone, nella tesi dei curatori Omar Calabrese e Claudio Strinati, come momento di rivendicazione di un ruolo, destinato a un ricordo futuro o a un riconoscimento presente di valori quali la continuità familiare, la trasmissione dei beni, il senso pubblico di attestazione del potere, la contiguità sociale e culturale, l’identità collettiva. Nella mostra di Palazzo Venezia si evidenzia la ricchezza culturale di questo genere, in cui confluiscono diverse discipline, dalla religione alla politica, dalla storia alla psicologia, dal mito allo studio sociale della vita quotidiana.

Prosegue fino al 9 febbraio la mostra allestita presso il Museo della Permanente di Milano dedicata all’opera di Frida Kahlo. Donna tra le più amate e apprezzate del suo tempo, per la sua completezza e la sua passione culturale, politica e artistica, Frida Kahlo ebbe una vita densa di avvenimenti drammatici e travagliati (tra cui la sua vicenda amorosa con Diego Rivera) che ella ha trasformato in un diario pittorico. La mostra di Milano, curata da Achille Bonito Oliva e Vincenzo Sanfo, si avvale del prestito, concesso per la prima volta, dell’intera collezione del Museo Dolores Olmeto Patiño e d altri prestiti di musei di tutto il mondo. Accanto alle opere più significative dell’artista messicana e di altre meno note al grande pubblico, il percorso espositivo propone una serie di documenti e testimonianze fotografiche grazie alle quali vengono ricostruite le tappe della vita e del lavoro di Frida Kahlo che, già durante la sua vita, aveva assunto i contorni del personaggio mitico.

Sopra/above, Marco Benefial, Ritratto di famiglia, olio su tela/oil on canvas, 245x333 cm, 1735. A sinistra/left, Walzer Evans, foto di gruppo.

Dentro l’atelier Un tema denso di simboli e seduzioni intellettuali quello scelto da Maurizio Fagiolo dell’Arco per la mostra da lui curata per Palazzo Cavour a Torino e aperta fino all’8 febbraio. Si intitola, infatti, “L’officina del mago. L’artista nel suo atelier, 1900-1950”. Il titolo è un omaggio al dipinto scelto come simbolo della mostra, la Casa del Mago di Fortunato Depero (nella foto), in cui egli si ritrae insieme alla moglie mentre dipingono, tessono, inventano i loro nuovi mondi d’arte nello studio dell’artista. Le opere esposte, a partire dall’Autoritratto di Giuseppe Pellizza da Volpedo, raccontano del microcosmo in cui le idee artistiche divengono opere, dove muse ispiratrici e amici contribuiscono alla crescita intellettuale e spirituale dell’artista. Si entra così nello “spazio sacro” di maestri come Giacomo Balla, Mario Sironi, Renato Guttuso, Maria Mafai, Giorgio De Chirico, Felice Castorati, Filippo De Pisis e, attraverso la loro rappresentazione e l’immagine di se stessi al lavoro si può avere una lettura di come essi si vedevano e si consideravano.

Macchiaioli a Padova works, a series of documents and photographs are also on show. Thus, all the stages of Frida Kahlo’s work and life have been reconstructed: the existence of a woman who was seen as a myth, already during her lifetime. Frida Kahlo, Fantasia, matita a colori su carta/color pencil on paper, 1944.

Con una mostra, aperta fino al 1 febbraio a Palazzo Bricherasio di Torino, viene presentata per la prima volta in Italia l’opera di Armand Guillaumin, uno dei capostipiti dell’Impressionismo francese. Presente alla prima storica esposizione nello studio del fotografo Nadar nel 1874 con tre opere, Guillaumin, pur partecipando successivamente a sei delle otto esposizioni impressioniste, è rimasto poco conosciuto al grande pubblico. La mostra torinese, nel presentare un vasto corpus delle sue opere e a ripercorrere attraverso una serie di documenti la sua vita, cerca di mettere in luce la sua maestria pittorica e di indagare sui motivi della sua scarsa notorietà. Accanto alle sue opere, il percorso espositivo propone alcune tele dei suoi colleghi e amici contemporanei, come Cézanne, Renoir, Pissarro, Monet, Sisley, per fornire una visione più ampia del contesto ed evidenziare affinità e differenze tra la sua pittura e quella degli Impressionisti più noti.

Grandi Collezioni a Belluno

Eros e arte Accanto alle sue grafiche e dipintiuna serie di illustrazioni, fotografie e pubblicazioni originali di altr esponenti del linguaggio del fumetto e del fotoromanzo come Magnus, Jean Claude Forest, Lanfranco, Dino Buzzati. Infine a Bologna, presso la Galleria L’Ariete Arte Contemporanea fino al 5 febbraio “I crimini dell’amore. Da Crepax all’Ultrapop”. Questa mostra ruota intorno alla domanda se la rappresentazione artistica dell’eros possa essere considerata criminosa per l’amore e per l’arte stessa. Le opere esposte sono, oltre che dei nomi citati nel titolo, di Denaro, Buell, Elisabetta Alberti, Massimo Giacon, Conrad Botes, Luigi Ontani, Mila Kunc e altri.

Due importanti appuntamenti espositivi sono presenti a Belluno, nelle sale di Palazzo Crepadona, fino al 15 febbraio. La prima mostra, “Da Corot a Monet. Opere Impressioniste e post Impressioniste dalla Johannesburg Art Gallery” propone una selezione di 41 opere provenienti dalla collezione della città sudafricana. La seconda mostra, “Da Van Gogh a Picasso. Capolavori del disegno francese dal XIX e XX secolo

A sinistra/left, Luigi Corteggi, copertina per/cover for Satanik, 1966 (Max Bunker Press).

dal County Museum of Art di Los Angeles”, si avvale del prestito di 61 opere, comprese tra i primi dell’Ottocento e il secondo Dopoguerra, da parte del museo californiano. Molte le opere importanti giunte per questa occasione nella città veneta e molte quelle che, a causa della distanza geografica delle due istituzioni che le hanno prestate, sono state raramente viste dal pubblico italiano. Sopra/above, Giovanni Fattori, Lo staffato, olio su tela/oil on canvas, 1881. A fianco/left, Paul Signac, Saint-Tropez: il sole di sera, 1894; a sinistra/far left, Armand Guillaumin, La Senna Ponte di Sully, 1869 e, a destra/right, In The Garden, 1880.

Tre secoli di Emiliani

Sopra/above, Guido Crepax, disegno per un foulard da donna/drawing for a woman foulard, 1966.

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Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Adriano Cecioni, Odoardo Borroni, Giovanni Boldini, Giuseppe Abbati, Raffaello Sernesi iniziarono a riunirsi al Caffè Michelangelo di Firenze o nelle campagne solitarie della Maremma e a dipingere in modo nuovo: abbandonarono il chiaroscuro, le forme e le tecniche tradizionali per dare alle loro immagini e alla percezione di esse un’atmosfera nuova, realizzata attraverso la stesura di macchie e di colori intrisi di luce e di ombre, in una sintesi perfetta di poesia e forme.

Until February 1st, works by Armand Guillaumin, one of the forefathers of French Impressionism, are on show for the first time in Italy at the Bricherasio Palace in Turin. Although the artist presented three paintings at the historical exhibition in the photographer Nadar’s study in 1874, he has remained virtually unknown to the public, despite his subsequent participation in six out of eight Impressoinist shows. In exhibiting a vast array of Guillaumin’s works and looking back at his life through a series of records, the Turinese exhibition highlights his pictorial mastery and tries to pinpoint the reasons why the artist has remained in the backgound. His paintings are presented alongside canvases by his contemporary friends and colleagues, such as Cézanne, Renoir, Pissaro, Monet and Sisley, so as to offer a wider view of the context in which he operated and so as to point out the similarities and differences between his painting and that of more renowned Impressionists.

The exhibition devoted to work by Frida Kahlo at the Museo della Permanente in Milan will be open until February 9th. Thanks to her completeness and her passion for culture, politics and art, Frida Kahlo was a greatly loved woman of her time, and was held in great esteem. Her life was tormented by dramatic events (including her love affair with Diego Rivera), which she virtually turned into a pictorial diary. Organized by Achille Bonito Oliva and Vincenzo Sanfo, for the first time the show in Milan has borrowed the entire collection from the Dolores Olmeto Patiño Museum and from other museums around the world. In addition to the display of the Mexican artist’s unknown pieces alongside her most important

Tre mostre, promosse dai Comuni di Bondeno (Ferrara), Revere (Mantova) e Bologna formano un ciclo intitolato complessivamente “Le retoriche dell’Eros”. A Bondeno, presso la Pinacoteca Civica fino al 15 febbraio sono presentate circa 250 opere tra pitture, incisioni, sculture, grafiche, fotografie, vestiti e documenti che ripercorrono la storia della rappresentazione dell’eros dall’antichità a oggi. A Revere, sempre fino al 15 febbraio, nelle sale del Palazzo Ducale, ci si sofferma sul tema “Gli anni che svestirono l’Italia. Tentazioni e desideri di carta 19621973”. Protagonista di questa mostra è Guido Crepax il grande disegnatore recentemente scomparso.

Si conclude l’8 febbraio a Palazzo Zabarella di Padova, la più ampia retrospettiva sui Macchiaioli realizzata negli ultimi in Italia. Curata da Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, la mostra “I Macchiaioli. Prima dell’Imperessionismo” riunisce 130 opere, articolate in un percorso tematico (pittura storica, ritratto, paesaggio, vita famigliare, interni) che comprende il periodo tra il 1848 e il 1870, riconoscendo al movimento dei pittori toscani il primato che loro spetta nella pittura dell’Ottocento. Nei decenni precedenti all’affermazione dell’Impressionismo, pittori come Giovanni Fattori,

Guillaumin a Torino In Turin

E’ giunta all’undicesima edizione la rassegna annuale organizzata dalla Galleria d’Arte Fondantico di Bologna. Fino al 31 gennaio, è di scena la mostra “Omaggio alla pittura emiliana. Dipinti dal XVI al XIX secolo” in cui sono esposte opere di artisti emiliani o comunque attivi in Emilia, non sempre noti al grande pubblico, ma apprezzati in ambito collezionistico. Tra le opere più antiche si segnalano il Ritratto di letterato nel suo studio di Prospero Fontana (1512 – 1597, nella foto), e L’orazione nell’orto di Denys Calvaert, fiammingo attivo a Bologna nel XVI secolo dove aprì anche una scuola d’arte. Una sezione della mostra si sofferma sulla pittura di genere, in particolare il paesaggio e la natura morta, riflettendo il rinnovato interesse di collezionisti e studiosi per questi soggetti.

Viaggio tra luci e ombre Il Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova propone fino al 1 febbraio la mostra “Il viaggio dell’uomo immobile. Diciotto stanze d’artista per un percorso nell’immaginario”. La mostra propone, attraverso video installazioni di alcuni dei più noti artisti internazionali legati a questa tecnica, un viaggio tra arte e tecnologia. Le video installazioni esposte non alludono solo alla possibilità dell’uomo contemporaneo di accedere a luoghi lontani attraverso la televisione o Internet, ma a un viaggio nel mondo interiore degli artisti presenti. Le sale di Villa Croce sembrano così sparire e ricomporsi in ombre e visioni, animandosi di luci, suoni e colori. Tra i video artisti che animano questa mostra, Monika Bravo, Nam June Paik, Tony Oursler, Bill Viola, Fabrizio Plessi, Studio Azzurro, Alexander Hahn e Franziska Megert, ari Oyama. Sul tetto di Villa Croce, come un’antenna sulla città, è installata una grande stele tantrica di Philip Corner, che allude al valore simbolico e religioso delle forme, traducendole in una struttura al neon alta sei metri le cui variazioni cromatiche sono comandate da una silenziosa partitura musicale. Monika Bravo, A-Maze, 2000. A sinistra/far left, Prospero Fontana (15121597), Ritratto di Letterato nel suo studio.

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Un missionario fotografo

Tra simbolismo e intimismo In Douai

Dire viceversa

Fino al 25 gennaio è possible visitare a Palazzo Reale di Milano la mostra, organizzata dal PIME, “Cina perduta nelle fotografie di Leone Nani”. L’iniziativa si inserisce nell’ambito di “Sentieri Cinesi”, una serie di eventi culturali organizzati in occasione del centenario della partenza di Leone Nani per la Cina come missionario. Il reportage fotografico di oltre duecento immagini allestito a Palazzo Reale è stato realizzato tra il 1903 e il 1914 dal padre missionario nella provincia dello Shaanxi, dove si trovava la missione di Hanzhong dove egli giunge agli inizi del secolo scorso. Nei circa dieci anni della sua opera missionaria, Padre Nani ebbe occasione di visitare innumerevoli villaggi e incontrare e vedere tutte le categorie sociali, la loro vita quotidiana, gli usi, i costumi, le cerimonie tradizionali, le architetture e i vasti paesaggi di questa regione interna della Cina. Fotografò e raccolse, sviluppando e stampando personalmente, una grande quantità di lastre fotografiche che, ora in mostra, riportano a un mondo forse ormai scomparso.

Donne sognate calate in realtà sospese, cariche di poesia, sono i soggetti prediletti di Edmond AmanJean (1858-1936), a cui è dedicata la mostra in corso al Museo della Chartreuse di Douai, nel Nord-Pasde-Calais. Una cinquantina di opere – tra oli, pastelli e sculture – provenienti da collezioni pubbliche e private europee e americane raccontano il percorso di questo artista che è considerato uno dei più grandi ritrattisti del suo tempo. Amico di Seurat, con i quale condivise, agli inizi della sua carriera, studio e modelle, frequenta l’ambienta dei simbolisti accanto a Verlaine, Mallarmé, Huysmans, Félix e altri. Negli anni Venti la pittura di Aman-Jean si fa più immateriale, l’artista abbandona l’olio per il pastello dando ai suoi ritratti una leggerezza inedita, una sorprendente morbidezza accentuata dai colori solari scoperti durante un suo viaggio in Italia. E’ dopo la guerra, con l’accresciuto interesse del pubblico per l’avanguardia, che Aman-Jean si stacca dalla scena artistica evolvendo verso una pittura più libera che come afferma è “l’expressione del mio tempo a mio modo”. Dopo Douai, la mostra sarà presentata a Carcassonne (7/2-7/8) e a Bourg-enBresse (18/9-15/12).

Azienda fiorentina ricca di energie e vitalità, Viceversa da vent’anni progetta produce e distribuisce oggetti legati alla quotidianità e dedicati alla cucina, al bagno, all’ufficio, nonché accessori per computer, per uso personale e per il bambino. Impegnata nella ricerca di materiali e colori sia in termini di design, apparenza, funzionalità e qualità, l’azienda si evidenzia per una linea di piccoli e ormai noti elettrodomestici costituita da spremiagrumi, frullatori, macchine da caffè e da oggetti “cult” e di tendenza, come il tostapane TIX e la vendutissima “poltroncina” porta cellulare. Moltissime inoltre le iniziative

dedicate alla moda e relativi accessori, alla ricerca creativa e progettuale aperta a giovani talenti, allo sviluppo innovativo e tecnologico e alla strategica e importante presenza nei mercati internazionali, ma, particolarmente significativa, spicca la presenza di Oliviero Toscani come consulente per la comunicazione e per l’immagine Viceversa che, in qualità di direttore artistico, ha ideato il nuovo Magazine Viceversa; un progetto di comunicazione editoriale, denso di immagini e sensazioni che, a sorpresa, mettono in discussione la discussione stessa nella suggestione sconfinata del viceversa.

Annunciando che Charme detiene attualmente il 30% di Poltrona Frau, Franco Moschini e Luca di Montezemolo chiariscono come l’obbiettivo della nuova partnership sia la costituzione di un nuovo gruppo industriale che, estremamente agguerrito in termini di risorse e idee, rappresenta la risposta più adeguata in merito alle attese di un mercato mondiale volto all’arredo e al design di massimo livello. Impegnata a diffondere la propria presenza sui mercati internazionali evidenziandone l’altissima qualità e immagine, Poltrona Frau è particolarmente operativa su tre linee guida fondamentali: il Prodotto, come espressione finita dell’eccellenza formale della propria storia in costante adeguamento tecnico e stilistico, e con sempre più elevato contenuto di design; lo Sviluppo sui mercati internazionali, al fine una presenza sempre più qualificata a livello mondiale; la Comunicazione, sostenuta come importante elemento propulsore del valore dei marchi e dei prodotti presenti nei 60 punti vendita monomarca nel mondo, e affiancata da iniziative volte a creare eventi e messaggi mirati a evidenziare il valore del benessere e la soddisfazione individuale. Proprio attraverso il contributo di Charme, Poltrona Frau intende svilupparsi come gruppo attivando partnership di rilievo per una maggiore offerta di qualità elevata e competività. Attualmente l’azienda dispone anche dello storico marchio austriaco Gebrüder Thonet Vienna, e di una partecipazione nelle società Gufram e Celi; società che eccellono nel settore del contract e degli arredi speciali. L’ipotesi di sviluppo prevede e individua in Charme il tramite eccellente per costituire una partnership dalla forte valenza imprenditoriale, per avviare congiuntamente un piano industriale di sviluppo strategico. Franco Moschini riassumendo il suo concetto aziendale: “La cultura del bello è da sempre una missione per Poltrona Frau. Per me, essere Poltrona Frau, significa cambiamento rimanendo gli stessi.” Il commento di Luca di Montezemolo: “Poltrona Frau rappresenta l’azienda ideale per avviare l’attività di investimento di Charme, in una logica di creazione di valori attraverso un innovativo utilizzo della finanza imprenditoriale.”

In Cina

Ancora per un biennio

Dialogare con l’immagine

BolognaFiere annuncia la costituzione di una nuova joint venture in Cina per l’organizzazione di due importanti rassegne professionali: “Expo Build China e Ceramics” e “Tile & Sanitary Ware China”, che, con cadenza annuale, si terranno a Shangai iniziando nell’aprile 2004, con data dal 6 al 9 di quel mese. Presente presso il Shanghai New International Expo Centre (SNIEC), Expo Build China e Cermics è alla dodicesima edizione che, già organizzata da CMP Sino Expo con diverso marchio, si distingue come la principale piattaforma commerciale per i materiali da costruzione, mentre, Tile and Sanitary Ware China, co-organizzata da China Building Ceramics & Sanitary Ware Association, è il più importante evento cinese per la ceramica e l’arredobagno. Le due manifestazioni costituiranno un evento sviluppato in un’area espositiva di 35.000 metri quadrati, con oltre 500 aziende espositrici previste e oltre 40.000 visitatori.

E’ stato rieletto presidente di Indicam (Istituto di Contromarca per la lotta alla contraffazione) Carlo Guglielmi di Fontana Arte che, a capo della azienda ormai storica in termini di design per l’illuminazione e l’arredamento, è anche Presidente di Assoluce e Vicepresidente di FederlegnoArredo. In carica per il prossimo biennio, Guglielmi prosegue nel suo impegno come guida della più importante associazione italiana per la lotta alla contraffazione in un nevralgico momento di falsificazioni, soprattutto provenienti dall’Estremo Oriente, che danneggiano le aziende italiane. Indicam associa e coordina grandi industrie di marca produttrici di beni costituiti dall’alta gamma e dall’alto consumo, aziende fornitrici di servizi anticontraffazione, studi legali e di consulenza in diritto industriale e proprietà intellettuale e agenzie investigative specializzate. L’Istituto, accreditato presso l’Unione Europea, segue l’evoluzione della legislazione in materia e collabora attivamente con i vari comparti della pubblica amministrazione.

Con la nuova campagna stampa “Bonaldo, Design a Porter”, diffusa in Italia e all’estero, Bonaldo ha rinnovato con un taglio di grande freschezza e immediatezza ambientale la propria immagine di azienda capace di una modernità priva di enfasi superflue, di eleganza formale e di sensibilità verso un pensiero al femminile e alla purezza del design. “artwork+web” è l’agenzia creativa alla quale è stata affidata l’art direction e la produzione della campagna pubblicitaria, le fotografie sono di Luca Lauretti.

The current exhibition at the Chartreuse Museum in Douai, in the Nord-Pas-de-Calais is devoted to works by Edmond Aman-Jean (1858-1936), who tells us about his favorite subjects: dream-like, poetic women set in suspended realities. This artist’s course is demonstrated through about fifty pieces coming from public and private European and American collections, including oil paintings, pastels and sculptures. Indeed, he is considered one of the greatest portraitists of his time. At the beginning of his career he shared his studio and his models with his friend Seurat; he frequented the symbolist sphere along with Verlaine, Mallarmé, Huysmans, Félix and others. During the twenties, Aman-Jean’s paintings become more immaterial; the artist forsook oils for pastels, endowing his portraits with a new fleetingness, a surprising softness highlighted by the bright colors he discovered during his trip to Italy. It was only after the war, with the public’s growing interest in the avantgarde, that Aman-Jean left the art scene, evolving towards a freer genre of painting which, as he said, was “the expression of my time, my way”. After Douai, the show will be presented at Carcassonne (2/7-8/7) and at Bourg-en-Bresse (9/18-12/15).

Nuovo prestigioso gruppo

Edmond Aman-Jean, Intimité, 1901.

Cinema italiano In London

Pittura e cinema per un omaggio a Kubrick Omaggio a Stanley Kubrick: una mostra del pittore Fabrizio Musa, in programma dal 3 dicembre al 14 febbraio alla galleria Pitturaitalia.com di Milano, affronta con inusuali soluzioni formali, un intenso percorso all’interno della poetica del regista americano scomparso quattro anni fa. Curata da Emma Gravagnuolo, la mostra presenta una trentina di opere recenti, dedicate ad alcuni capolavori cinematografici di Kubrick come, fra gli altri, “2001: Odissea nello spazio”, “Arancia meccanica”, “Full metal Jacket”, “Shining”, “Barry Lindon”, “Lolita” e l’ultimo realizzato da Kubrick: “Eyes wide shut”. I dipinti sono stati realizzati con colori acrilici e le immagini sono frutto di un’elaborazione realizzata al computer. Attraverso rigorose immagini in bianco e nero, Musa riassume la quantità di elementi che compongono la struttura dei fotogrammi, arrivando così a ottenere immagini allusive quanto efficaci sotto il profilo espressivo.

In mostra a Londra i manifesti del cinema italiano. Nel corso del XX secolo l’Italia ha rivestito una posizione rilevante nella produzione cinematografica mondiale. Il contributo è illustrato attraverso manifesti e locandine nella mostra dal titolo “Cinema Italia: Classic Film Posters”. L’esposizione, aperta fino al 25 gennaio 2004, realizzata in collaborazione con il British Film Institute, è ospitata nelle sale della Estorick Collection of Modern Italian Art a Londra. Il poster che apre la mostra risale al 1914, quando l’Italia contava già circa 1500 sale cinematografiche e vantava una produzione annuale di circa 500 film. In seguito il conema italiano ebbe tempi oscuri nei primi anni del regime fascita ma poi risorse negli anni Trenta con l’avvento della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ma fu il periodo neorealista che consacrò il cinema italiano nel mondo. Oltre a De Sica, grande protagonista di quel periodo apertosi nei primi anni Quaranta, fu Luchino Visconti, regista di “Ossessione”, considerato l’archetipo del Neorealismo. Posters of Italian films are on display in London. Italy played a leading role in the world film industry in the 20th century. Its contribution is illustrated by the posters on show in an exhibition called “Cinema Italia: Classic Film Posters”. The exhibition, running through to 25th January 2004 and organised in conjunction with the British Film Institute, is on display in the room holding the Estorick Collection of Modern Art in London. The poster opening the exhibition dates back to 1914, when Italy could still boast 1500 film theatres and produced about 500 films-a-year. The Italian industry then went through a dark period during the early years of the Fascist regime, before resurging in the 1930s with the advent of the Venice Film Festival. But it was really the neo-realist period that brought Italian film to the world’s attention. Alongside De

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Sica, the leading figure of the early-1940s period, there was also Luchino Visconti, the director of “Ossessione”, considered the archetype of Neo-realism.

Digital Home sbarca in Sicilia Presente a Smau Sicilia 2003 con un allestimento avanzato a dimostrazione della versatilità e potenzialità di My Home, BTicino ne evidenzia il sistema innovativo che, finalizzato all’automazione domestica, consente di realizzare la gestione e il controllo di installazioni anche particolarmente complesse, sia da locale sia da remoto. E’ questa la nuova edizione della Digital Home, una casa domotica perfettamente attrezzata e dotata delle più avanzate soluzioni attualmente disponibili al fine di un’abitabilità comoda, sicura e intelligente. Sono state illustrate per l’occasione le principali soluzioni attualmente disponibili nel sistema relativamente a: Comfort (automazione di luci e tapparelle, telefonia integrata con videocitofonia, diffusone sonora);

Sicurezza (sistema antintrusione, allarmi tecnici, videocontrollo); Risparmio Energia (termoregolazione, gestione carichi elettrodomestici); Comunicazione (videocitofonia, telefonia intercomunicante, rete dati); Controllo (gestione della casa a distanza). Dato di particolare interesse è la controllabilità da remoto attraverso l’utilizzo di più mezzi.di comunicazione come il telefono, il cellulare o il PC connesso a Internet. All’esterno di Digital Home è comunque presente una postazione PC, dalla quale viene effettuato un collegamento via internet al Portale My Home per la gestione completa della casa a distanza, mediante l’innovativa offerta di servizi per la domotica My Home Web.

Pavimenti in calcestruzzo Con il manuale “Realizzazione delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo”, redatto in seconda edizione da S. Collepardi, L. Coppola e R. Troli, Superbeton intende informare dettagliatamente sulle specifiche tecniche e dare indicazioni pratiche per una corretta progettazione e realizzazione dei pavimenti in calcestruzzo a uso civile e industriale.

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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Pensare futuro

Maxi pressa

Nato con l’ipotesi di sviluppare nuovi progetti di elettrodomestici per le case del futuro, Design Laboratory è una iniziativa voluta da Electrolux, e basata su una ricerca ispirata al futuro e dedicata ai consumatori dei maggiori mercati europei. Tema da sviluppare, assegnato a quattro università (Politecnico di Milano – SADBK di Stoccarda – ENSCI-Les Ateliers di Parigi – Università Ungherese di Arte e Design di Budapest), è stata la domanda di soluzioni finalizzate all’utente in merito a esigenze relative alle funzioni: Cottura, Lavaggio, Refrigerazione, Lavastoviglie. Obbiettivo prioritario è stata l’identificazione di bisogni e particolarità primarie ma non evidenti relative all’utenza, attraverso il pensiero di studenti non inibiti da atteggiamenti e abitudini troppo consolidate, e capaci di rompere schemi e luoghi comuni per generare energie nuove al marchio Electrolux. Il concorso “Design Laboratory 2003” si è concluso con l’assegnazione dei premi agli elettrodomestici più significativi in termini di praticità, fattibilità e ambiente. Tra i vari premiati si è distinto, proveniente dalla SADBK – Germania, il gruppo composto da Franziska Schmid, Dominik Lamghammer, Domenico Farina, Wolfgang Stegmann e Taro Gragnato, che ha ideato la gamma +Lux Range; un complesso di quattro elettrodomestici con un’interfaccia comune touch-screen intuitiva ed ergonomia.

La colossale pressa Metra, capace di raggiungere una potenza massima pari a 6.050 t., è stata ulteriormente potenziata affiancando al contenitore, che consente l’utilizzo di billette da 330 millimetri, un nuovo contenitore più grande per billette da 406 millimetri (ovvero 16 pollici), consentendo al peso massimo estrudibile di passare dagli attuali 370 kg, a circa 500 kg. Finalità del nuovo potenziamento, già previsto in fase di progettazione, è l’aumento delle possibilità di estrusione in termini di peso al metro lineare in rapporto alla lunghezza complessiva del profilato. Secondo i programmi di Metra il potenziamento è in linea con i trend di crescita in atto nel mercato europeo degli estrusi, ampliando la gamma dei settori che richiedono estrusi in prevalenza relativi alla meccanica, al navale, al ferrotranviario e all’edilizia. Proprio in quest’ultimo settore, oltre a facciate continue e pale frangisole, sono ora

I Fratelli Castiglioni A Lighting Story disponibili, dietro disegno di architetti e progettisti, estrusi di grandi dimensioni, come si è verificato recentemente per la costruzione della piscina Acquarena di Bressanone, progettata dallo Studio Arch. Dejaco & Seeber & Kelle, per la quale è stato prodotto un estruso di 9,5 metri in un unico pezzo ad alta resistenza statica, con sezione di 380x150 cm, e un peso al mtl. Di circa 13,7 kg. Foto della Piscina Acquarena – per gentile concessione Amministrazione Acquarena.

Osservare il progetto Giunto alla settima edizione, il Premio di Architettura Città di Oderzo prosegue il proprio compito di osservatorio del territorio del Triveneto, nelle sue espressioni progettuali più significative e coerenti con la cultura e le esigenze attuali. Attentamente valutato e considerato da quanti operano nel locale contesto architettonico, il Premio ha visto la partecipazione numerosa dei progettisti che hanno sottoposto con entusiasmo le proprie opere alla giuria costituita da Carlo Magnani (presidente), Sebastiano Brandolini, Fulvio Irace, Jodi Querol Piera e Vittorio Savi. Quest’anno al Premio, sostenuto dal Comune di Oderzo e dall’Ordine degli Architetti di Treviso, sono pervenute 59 opere realizzate e suddivise in aree tematiche riguardanti qualificazione urbana e ambientale, edifici pubblici, residenziali, industriali e commerciali, parchi e giardini e architettura d’interni. Obbiettivo dello statuto del Premio si conferma, coerentemente con la recente legge sulla qualità dell’architettura in relazione al territorio e al paesaggio, la volontà di promuoverne la cultura come interesse primario collettivo alla cui valorizzazione partecipa, come risorsa sociale ed economica, l’iniziativa pubblica e privata. L’attribuzione del Premio di Architettura Città di Oderzo e le iniziative a esso collegate quali mostre,

convegni, pubblicazioni e altro, sono un importante segnale di rinnovamento come livello di qualità della vita e volontà di valorizzazione del territorio in tutte le sue dimensioni. Tra i progetti selezionati, distintosi come primo premio ex-equo, la Colonia della Gioventù Cattolica, a San Lugano di Bolzano; progetto che interpreta il tema della vacanza, trasformando un vagone ferroviario in camerata e collocandolo su un binario abbandonato a ridosso di un bosco. Il risultato si evidenzia per l’essenzialità e la funzionalità degli spazi dedicati ai ragazzi.

Presente a Fiera Milano dal 14 al 19 aprile 2004, nell’ambito del Salone Internazionale del Mobile, Eimu 2004 si ripropone quale principale rassegna dedicata all’arredo per ufficio, che prevede la presentazione delle migliori produzioni di mobili e accessori finalizzati all’ambiente ufficio, alle banche, agli istituti assicurativi, agli uffici postali, alle comunità e ad altro. Come iniziativa di spessore si punta su “Work & Emotion”; scenario dedicato allo spazio del lavoro interpretato secondo concetti più ampi e coinvolgenti sul piano intimistico della vivibilità, e indicativo in merito alle nuove coerenze comportamentali che avvicinano agli atteggiamenti pubblici quelli privati dell’uomo, creando una continuità e trasversalità emozionale armonica e più naturale ai fini della “persona”. La manifestazione, che si svilupperà su un’area di 20.500 metri quadrati, verrà proposta come progetto commerciale integrato con l’Academy; un percorso formativo e di diffusione culturale che analizza e segnala gli orientamenti del settore.

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Da oltre mezzo secolo presente nel mercato delle finiture per l’edilizia, il Gruppo Ivas assicura, grazie alla notevole esperienza e capacità nel servizio tecnico, a un team progettuale tecnologicamente aggiornato e agli investimenti costanti in ricerca e sviluppo, la soluzione più idonea alle problematiche di origine ingegneristica o architettonica, progettuale o esecutiva. Il Gruppo Ivas, mediante la collaborazione delle varie Società coordinate da un nucleo centralizzato, è in grado di individuare e analizzare le specifiche esigenze e individuare le soluzioni più confacenti; dalla fornitura dei materiali all’assistenza in cantiere.

Integra i processi produttivi Gruppo industriale a livello internazionale, Fantoni produce mobili per ufficio, pareti divisorie ed attrezzate, pannelli MDF (medium density fiberboard) e truciolati, pavimenti melaminici, pannelli e pareti fonoassorbenti. Fantoni ha l’esclusiva prerogativa di attuare l’integrazione dei processi produttivi, poiché gestisce un sistema autonomo che trasforma il legno da materia prima a prodotto finito. Sono sei le società che lo costituiscono: Plaxil, La

La storia dei fratelli Castiglioni – Livio, Piergiacomo e Achille – si è ormai fusa con quella del design italiano ed europeo del XX secolo, ma continua ancora con quella del più giovane rappresentante della famiglia, Piero Castiglioni, figlio di Livio. Il volume appena uscito segnala fin dal titolo questa continuità, che significa soprattutto evoluzione, sviluppo, ricerca continua e proiettata sempre più nel futuro. L’ingresso di Piero nel campo della progettazione della luce avviene alla fine degli anni Sessanta, e la collaborazione con il padre prende l’avvio dalla ricerca intorno alle lampade “nude” avviata negli anni Settanta. Da quel momento in poi, il lavoro di Piero assume caratteri sempre più autonomi: in esso l’eredità culturale paterna e della famiglia costituisce il fondamento sul quale si è sviluppata e va tuttora sviluppandosi una filosofia progettuale attenta ai valori della contemporaneità e ai molteplici significati assunti dalla luce nei nuovi sistemi di relazioni, comportamenti e rappresentazioni del nostro tempo. Come osserva Scodeller, “Piero trasferisce il concetto di progettazione integrale con il quale Livio aveva operato all’inizio del suo rapporto con l’industria nella relazione con il progetto di architettura e con i suoi autori”. Alla crucialità dell’illuminazione dello spazio si sostituisce così quella dello spazio della luce, nella quale Piero Castiglioni introduce competenze tecnologiche sempre più sofisticate,

una particolare sensibilità nei confronti degli ambienti e dei contesti – soprattutto culturali – e una qualità estetica sempre più raffinata. Il volume documenta con asciutta completezza l’opera delle due figure di progettisti, delineando un ritratto di famiglia che assume nella sostanza le caratteristiche di un modello di pensiero. Non per nulla esso si conclude con un’analisi delle più recenti ricerche di Piero, che si sviluppa, scrive Scodeller, “sul terreno della mimesi formale, sul ‘non segno’, piuttosto che sulla spregiudicatezza espressiva”, ciò che gli permette di scandagliare le possibilità dell’apparecchio illuminante non come “prodotto”, ma come “sistema”. Maurizio Vitta The story of the Castiglioni brothers – Livio, Pergiacomo and Achille – has now merged with the history of twentieth-century Italian and European design, but is going on with that of the youngest family member, Livio’s son Piero Castiglioni. Already the title of the book – which has just come out – points out this continuity, which is projected more and more into the future and mainly means evolution, development and continuous research. Piero’s introduction in the world of lighting projects took place in the late sixties, and during the seventies, his collaboration with his father began with research on “nude” (bare) lamps. From that

moment onwards, Piero’s work took on more and more independent characteristics: his activity reflected his father’s and family’s cultural heritage, on which a planning philosophy developed – and is still developing – that is attentive to the value of contemporaneity and to the multiple expressoins of light in our times’ new systems of relations, behavior and imagery. As Scodeller points out, “Piero transfers the integral planning concept with which Livio had worked at the beginning of his relationship with the industry into his relationship with architectural projects and designers”. The cruciality of lighting in space is substituted by that of the space of light, in which Piero Castiglioni introduces more and more sophisticated technological competence, a special sensibility toward the surroundings and the (especially cultural) contexts, and a more and more refined esthetic quality. Concise but thorough, the book provides us with information on the two designers, outlining a family portrait that actually assumes the characteristics of a philosophical line. In fact, the book ends with an analysis of Piero’s most recent research work, which, as Scodeller writes, develops “ in the sphere of formal mimesis, on a “non-sign” instead of on expressive “daring”, which is what allows Piero to sound the possibilities of lighting appliances not as “products”, but as “systems”.

Segnalazioni

Per problematiche complesse

Cultura e commercio

Dario Scodeller Livio e Piero Castiglioni. Il progetto della luce Electa, Milano 2003, ill. b/n e col, 332 pp

Con, Novolegno, Patt, Flooring, Lesonit. Il Gruppo Fantoni produce autonomamente resine, impregna la carta per la nobilitazione dei propri pannelli e, mediante le centrali idroelettriche, contribuisce notevolmente ai fabbisogni energetici dei propri processi produttivi. La Fantoni, attraverso il proprio Centro Ricerche, svolge un’intensa attività culturale di settore per mezzo di seminari, laboratori, convegni e pubblicazioni.

Andrea Fasullo, Paolo Pietrogrande Energia verde per un Paese “rinnovabile” Franco Muzzio Editore, Roma 2003, ill. b/n, 251 pp Inquadra le fonti rinnovabili nel contesto dello sviluppo sostenibile e del settore energetico e presenta le tecnologie più promettenti sia sul piano tecnico che su quello economico. Sono riportate le informazioni più aggiornate riguardo lo stato dell’arte delle diverse tecnologie e le potenzialità di sviluppo del nostro Paese e sono descritti alcuni percorsi turistici alla scoperta degli impianti di fonti rinnovabili.

Giorgio Brogi A cura di Raffaele Gavarro Edizioni Pem, Milano 2003, ill. a colori, 96 pp Giorgio Brogi, con la cui monografia le Edizioni Pem avviano una collana dedicata agli artisti, ha da sempre posto al centro del suo percorso pittorico il quotidiano, reso attraverso forme e colori di valenza concettuale. L’artista toscano, classe 1955, ha iniziato la sua attività negli anni Settanta, presentando una sua definizione di reale attraverso l’ossimoro Disconnettersi/Sintonizzarsi, che è anche il titolo dell’antologica presentata recentemente a Firenze.

Architetture e culture, passato, presente e futuro Editrice Compositori, Bologna 2003, ill. a colori, 126 pp Il volume è stato il cataologo dell’omonima mostra svoltasi, nell’ambito di “Markitecture, valore in architettura”, un progetto di BolognaFiere Cersaie Saie. Prima edizione di una serie che proseguirà nei prossimi anni, l’iniziativa si incentrata quest’anno sui musei e sul loro impatto nelle città. Vengono presentati alcuni dei musei d’autore più noti a partire dal Centre Pompidou per arrivare al MAXXI di Roma firmato da Zaha Hadid.

Giulio Lusardi Guida per il coordinatore per l’esecuzione dei lavori EPC Libri, Roma 2002, 800 pp Il volume spiega, passo dopo passo, compiti, funzioni e ruoli di questa figura professionale chiave sul fronte della prevenzione e della lotta agli infortuni. Dalla verifica dell’esistenza dei verbali di collaudo al monitoraggio periodico di macchine, impianti e dispositivi soggetti per legge alla verifica obbligatoria da parte degli enti abilitati o alla certificazione da parte del costruttore.

Gino Finizio Design & Management. Gestire l’idea Skira, Milano 2002, 180 ill. a colori e b/n, 248 pp Finizio sostiene l’importanza dell’integrazione tra cultura di impresa e cultura del progetto. Il libro approfondisce la situazione del marketing rivolto al design e quella di un prodotto industriale che voglia e possa corrispondere alle esigenze del mercato.

Jeremy Melvin FRS Yorke and the evolution of English modernism Wilely, London 2002 L’autore racconta la carriera di Yorke in cinque sezioni che lo mettono in relazione con il turbolento dibattito e lo sviluppo dell’architettura del XX secolo. Attraverso questo percorso, viene dimostrato in che modo si è evoluto il suo umano e astuto rapporto con il modernismo. Tutto si conclude con il ricordo che ha di lui David Alford (1927-1997), che lavorò con Yorke per diversi anni.

Vilém Flusser Filosofia del design Bruno Mondadori, Milano 2003, 160 pp Per la prima volta in italiano, un’ acuta riflessione sul design di uno dei più originali pensatori del Novecento. In questo testo, Flusser porta il lettore in un viaggio che gira lentamente attorno al concetto dell’analisi, il tutto con uno stile brillante che evita un’unica prospettiva, rendendo molteplici i punti di vista da cui prende avvio il percorso.

Giuseppe Nebbia Architettura Moderna in Valle d’Aosta. Il secondo Novecento Musumeci Editore, Quart 2002, ill. in b/n, 188 pp Secondo volume della guida-catalogo sull’architettura moderna in Valle d’Aosta, che si riferisce alla seconda metà del XX secolo.

Gli esempi illustrati riguardano interventi edilizi e infrastrutturali realizzati in tutte le valli della regione sia da architetti di fama internazionale sia da studi professionali locali. Sono evidenziati esempi di architettura di montagna di diverso tipo, dalle residenze private ai grandi complessi alberghieri alle stazioni integrate per lo sci. Rail e Reima Pietila: L’architettura sconosciuta A cura di Pier Moro Torre Colombera ed, Varese 1997, ill. a colori e in b/n Solo la forma è in grado di trasmettere la logica spirituale dell’architettura di Rail e Reima Pietila, che è in continua ricerca per ritrovare un giusto equilibrio fra il fruitore e il territorio. I suoi interventi sono vivi di segno e drammaticamente legati alle forme naturali. Deyan Sudjic Ron Arad. Cose di cui la gente non ha veramente bisogno Postmedia, Milano 2003, 92 ill., 112pp Il libro scritto da Deyan Sudjic che ripercorre tutta la carriera di Ron Arad da outsider del design a figura di primo piano del design internazionale. Iconoclasta, stravagante, inventivo, eclettico, Arad ha coltivato nel tempo la grande ambizione culturale di creare mobili che venissero visti, almeno in parte, come arte. Superinfrastrutture. Insediamenti produttivi ad alta densità Gruppo Editoriale Faenza Editrice, Faenza 2003, ill. a colori, 167 pp Questo libro promosso dal Comune di Bolzano, prende in considerazione le ricerche relative allo sviluppo urbanistico del capoluogo altoatesino condotte dallo studio Metrogramma e dal CNA. Tra le proposte quella di intensificare l’assegnazione di grandi lotti produttivi ad aziende riunite in consorzi così da incentivare una crescita sempre più volta a ottimizzare la disponibilità del suolo.

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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com

Austria Graz Centro per le Scienze Biomolecolari Concorso internazionale per la costruzione di un centro ricerche di biologia molecolare per la Karl Franzens Universität International competition for the construction of research centre for molecular biology at the Karl Franzens Universität Scadenza/Deadline: 26/2 Per informazioni: Architekturbüro Kampits u. Gamerith KEG Johannes Plank Nibelungengasse 76 A-8010 Graz Tel. ++43 316 327589 Fax ++43 316 32758922 Internet: www.kampits.at E-mail: KFU03@kampits.at

Klagenfurt Ristrutturazione e ampliamento di un complesso scolastico Concorso per il risamento generale e l’ampliamento del complesso scolastico di Feldkirchen Compeititon for the renovation and extension of the Feldkirchen school complex Scadenza/Deadline: 1/3 Per informazioni: Immobilienmanagementgesellschaft des Bundes Landesdirektion Karnten Feldkirchner Strasse 4 A-9020 Klagenfurt Tel. ++43 463 57220 Fax ++43 463 512378 E-mail: imb.ktn@imb.co.at

Belgio/Belgium Bruxelles Servizi Architettonici Invito a manifestare interesse per la prestazione di servizi architettonici, di ingegneria e di estimo per gli edifici occupati dalle delegazioni, dalle rappresentanze e dagli uffici della Commissione Europea in Paesi extracomunitari, nonché per le sue delegazioni nell’ambito di organizzazioni internazionali a Ginevra, New York, Vienna, Parigi e Roma Invitation to express interest in the offer of architecture, engineering services and surveys of the buildings occupied by all delegations, from representative offices to Europe commissions in extracommunity countries, and also in its delegations within international organizations in Geneva, New York, Wien, Paris and Rome Scadenza/Deadline: 11/7 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione Generale RELEX - Relazioni esterne, Unità Amministrazione, Unità K.3, CHAR 08/186 Rue de la Loi/Wetstraat 200 B-1049 Bruxelles Tel. ++32 2 2957432 Fax ++32 2 2964280

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+ europaconcorsi

Francia/France

Giappone/Japan

Villeneuvette

Osaka

Coeur d’Hérault Concorso internazionale per studenti per proposte progettuali per la redazione di un piano di sviluppo per il paese di Villeneuvette/International student competition for proposals for a project of redevelopment of the town of Villeneuvette Scadenza/Deadline: 17/4

Light for Sustainability Concorso internazionale di design per sistemi di illuminazione improntati al principio della sostenibilità/International design competition for lighting systems whose guiding principle is that of sustainability Scadenza/Deadline: 31/1 Monte premi/Total prize money: 1.400.000 Yen Giuria/Jury: Kenji Ekuan, Patrick Whitney, Kiyoshi Awazu, Kiyonori Kikutake, Shoei Yoh, Angelo Cortesi

Per informazioni: La Manuf@cture des Paysages Maison de l’Horloge Grand Rue 34800 Villeneuvette

Germania/Germany Frankfurt The International Highrise Award Premio per un edificio che si distingua per la sua estetica, per il design innovativo, per l’integrazione nel piano urbano, per la tecnologia e per l’efficienza economica. I progettisti possono proporre edifici di oltre 100 metri di altezza/The award is being bestowed for a building that stands out for its special aesthetics, pioneering design, integration into town planning, innovative technology and cost-effectiveness. Architects can submit competition entries for highrises that are over 100 meters in height Scadenza/Deadline: 26/2 Per informazioni: The International Highrise Award c/o Ingo Schrader Spohrstrasse 33 D-60318 Frankfurt am Main Tel. ++49 69 1540950-0 Fax ++49 69 15409595 Internet: www.highrisefrankfurt.de/index2.html E-mail: highrise@schrader-architekt.de

Leinfeldem Balthasar-Neumann Preis Premio biennale internazionale per edifici realizzati da non più di tre anni la cui qualità riveli un’eccezionale collaborazione tra diverse professionalità/International biennial prize for buildings (realized non more that three years ago) whose quality reveal excellent collaboration among variuos professionals Scadenza/Deadline: 20/2 Per informazioni: Db-Redaktion Ernst-Mey-Strasse 8 D-70771 Leinfelden-Echterdingen Fax ++49 711 7594221 E-mail: db@konradin-medien.de

Munchen ArchiCAD-Preis. Applicazioni innovative del vetro L’ente banditore intende premiare gli studenti che si sono distinti per composizioni progettuali caratterizzate da un utilizzo innovativo del vetro, realizzate attraverso il programma di disegno ArchiCAD/The awarding authority wants to prize students who have distinguished themselves for project compositions characterized by the innovative use of glass, realized through the design program ArchiCAD Scadenza/Deadline: 15/11 Per informazioni: Graphisoft Deutschland GmbH Lindwurmstr. 129e D-80337 München Tel. ++49 089 74643-0 Fax ++49 089 74643299 Internet: www.graphisoft.de/archicad-preis.de

Per informazioni: Koizumi Sangyo Corporation Koizumi International Lighting Design Competition for Students Mr. Yoshino 3-3-7 Bingo-Machi, Chuo-ku Osaka 541-0051 Japan Tel. ++81 06 62621369 Fax ++81 06 62621490 Internet: www.koizumi.designcompe.com E-mail: compe@koizumi.co.jp

Gran Bretagna/Great Britain Cambridge Landmark East Concorso internazionale di idee promossa dalla East of England Development Agency per un segnale territoriale che identifichi la regione. Il concorso è aperto ad artisti, scultori, ingegneri, architetti, studenti, consorzi/EEDA’s landmark east ideas competition is open to everyone from artists and sculptors to engineers, architects, business consortia, local authorities, local partnerships and students. It aims to generate ideas and designs for something special in the region – something the region can be proud of which will help create a sense of identity Scadenza/Deadline: 18/2 Giuria/Jury: Anthea Case, Tim Bishop, Helain Blumenfeld, Sir David King, Alex Lifschutz, Simon Loftus, Bill Macnaught, David Marlow, Yasmin Shariff, Per informazioni: Riba Competition Office Tel. ++44 113 2341335 Fax ++44 113 2460744 Internet: www.landmarkeast.co.uk, www.eeda.org.uk E-mail: riba.competitions@mail.riba.org

Leeds Colleges of the Future Concorso internazionale di idee per proposte sul sistema delle strutture e dei servizi per l’educazione in Gran Bretagna/International ideas competition for proposals on the structures and services concerning the education system in Great Britain Scadenza/Deadline: 30/1 Per informazioni: RIBA Competitions Office 6 Melbourne Street Leeds LS2 7PS Tel. ++44 113 2341335 Internet:www.ribacompetitions.com E-mail: RIBA.Competitions@mail.riba.org

Manchester Soluzioni per comunità urbane sostenibili L’ente banditore invita studenti e professionisti della progettazione a elaborare una soluzione progettuale per lo sviluppo di un’area di 2,2 ha alla periferia di Manchester. Il programma prevede la realizzazione

di abitazioni, servizi e uffici, il cui impatto sul consumo energetico rientri nei criteri della sostenibilità, nonché un’articolazione urbana che stimoli un approccio cooperativo all’interno della comunità residente Submissions are invited for an Open Design Competition based on a 2.2 hectare brownfield site on the edge of Manchester’s city centre. The objective for competitors will be to design a mixed-use scheme which is sustainable in its use of energy, urban in character and which promotes co-operative lifestyles Scadenza/Deadline: 16/1 Per informazioni: RIBA Competitions Office 6 Melbourne Street Leeds LS2 7PS Tel. ++44 0113 2341335 Fax ++44 0113 2460744 Internet: www.inreb.org E-mail: riba.competitions@mail.riba.org

India Mumbai 2nd IAHH international Student Design competition Concorso internazionale di idee per studenti per la rigenerazione di tessuti urbani depressi/International ideas student competition for the regeneration of depressed urban areas Scadenza/Deadline: 15/1 Monte premi/Total prize money: 90,000 INRs Giuria/Jury: Peter Schreibmayer, Christopher Benninger, Rodney Harber, Muktirajsinhji Chauhan, Arvind Adarkar Per informazioni: Anil Nagrath, Technical co-ordinator, IAHH International Student Design Competition, Rizvi College of Architecture, Off Carter Road, Bandra West, Mumbai 400 050 India Tel. ++91 22 26050624/26044196 Fax ++91 22 26002744 Internet: www.humanehabitat.org E-mail: competition2004@humanehabitat.org

Italia/Italy Albiano (Trento) Città Architettura e Porfido Il Premio ha la finalità di premiare progetti e nuove realizzazioni dove l’impiego del porfido del Trentino risulti significativo sul piano creativo, tecnologico e soprattutto innovativo in applicazioni che coinvolgono spazi urbani, nuovi complessi edilizi, restauri finalizzati alla conservazione, ripristino di opere esistenti, sistemazioni esterne e arredo urbano Award for realizations and new uses of Porfido of Trentino in urban planning, restorations, restructuring etc. Scadenza/Deadline: 31/5 Per informazioni: E.S.PO. Ente Sviluppo Porfido Via S. Antonio 36 38041 Albiano (TN) Internet: www.xfaf.it E-mail: info@Xfaf.it

Casalgrande (Reggio Emilia) Grand Prix Ceramica Concorso internazionale di architettura che seleziona e premia quei professionisti che, attraverso la loro opera, meglio hanno saputo utilizzare e valorizzare le proprietà tecniche e le potenzialità espressive degli elementi in grès porcellanato Granitogres, Marmogres e Pietre Native

AGENDA International architecture competition selecting and prizing those professionals who, through their work, have better utilized and improved the technical properties and the expression potentials of elements in Granitogres, Marmogres and Pietre Native porcelain grès Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Ceramica Casalgrande-Padana Via Statale 467, 73 42013 Casalgrande (RE) Tel. ++39 0522 9901 (30 linee) Fax ++39 0522 996121/ Fax export ++39 0522 841630 Internet: www.casalgrandepadana.it/ grandprix_quarta.asp E-mail: giullari@casalgrandepadana.it

Como Serikos Fashion/Textile Design Award Concorso internazionale di idee per proposte progettuali per la realizzazione di tessuti per l’abbigliamento/International ideas competition for design proposals for the realization of new fashion textiles Scadenza/Deadline: 27/2 Per informazioni: Polo Regionale di Como del Politecnico di Milano Via Valleggio 11 22100 Como Internet: www.design.polimi.it E-mail: incomoda@polimi.it

Firenze

+ europaconcorsi

International design competition for new projects concerning the knife and correlated objects Scadenza/Deadline: 30/1 Giuria/Jury: Massimo Iosa Ghini, Alberto Fratelli, Lesile Leonard Lane, Stefano Filipuzzi, Emilio Di Bernardo Per informazioni: Maniago Design Tel. ++39 0432 504433 Fax ++39 0432 507482 Internet: www.maniagodesign.it E-mail: segreteria@maniagodesign.it

Milano L’intelligenza dei sensi. Superficiinterfaccia per l’ambiente bagno Concorso nazionale di design Scadenza: 16/1 Monte premi: 3.000 Euro Giuria: Alberto Bassi, Manuela Cifarelli, Nicoletta Fontana, Carlo Forcolini, Marc Sadler, Gianluca Sgalippa Per informazioni: Design-Italia Via General Govone 98 20155 Milano Tel. 02 3362035 Internet: www.design-italia.it E-mail: n.dincecco@desig-italia.it

Roma La Celebrazione delle Città Concorso internazionale per proposte progettuali sulle città/International competition for design proposals for the cities Scadenza/Deadline: 26/1

Made in Tuscany Concorso per prodotti di design destinati alla produzione da parte di ditte del settore dell’arredo operanti in Toscana/Competition for design objects and furniture that will be produced by companies working in Tuscany Scadenza/Deadline: 16/1 Monte premi/Total prize money: 1.750 Euro Giuria/Jury: Mariella Zoppi, Cinzia Bitossi, Sergio Bianchini, Andrea Branzi, Giampiero Brogi, Flavia Ciatti, Biagio Cisotti, Tito La Porta, Monica Mazzei, Riccardo Misesti, Giuseppe Di Somma, Cristina Morozzi, Marco Porro, Massimo Ruffilli, Maria Benedetta Spadolini, Maria Cristina Tonelli

Per informazioni: CNAPPC Sezione Esteri Tel. 06 68699034 Internet: www.archiworld.it sez. NEWS E-mail: esteri.cna@awn.it

Per informazioni: Expolab Piazzetta Sopra i Ponti 2 Arezzo Tel./fax ++39 0575 27788 Internet: www.expolab.net E-mail: info@expolab.net

Per informazioni: Rocco Sinisgalli Premio “Legno e architettura” Facoltà di Architettura Valle Giulia Via Gramsci 53 00197 Roma Tel. ++39 06 49919291/2 Fax ++39 06 49919290 E-mail: rocco.sinisgalli@uniroma1.it

Jesi (Ancona) Casa di Riposo Concorso internazionale per il riutilizzo e il restauro del complesso edilizio e dell’area adiacente alla Casa di riposo Vittorio Emanuele II International competition for the reuse and renovation of the Elderly House Vittorio Emanuele II and of the adjacent area Scadenza/Deadline: 28/2 Per informazioni: Rotari Club Jesi Fabrizio Illuminati Via Nazario Sauro 3 60035 Jesi (AN) Tel. ++39 0731 208330

Maniago (Pordenone) Maniago Design Concorso internazionale di design per nuovi progetti relativi al coltello e a oggetti e strumenti correlati

Premi per tesi di laurea in Architettura/Legno e Architettura Due concorsi a premi da assegnare a progetti presentati in tesi di laurea relativi a: impiego innovativo del legno nell’architettura strutturale e decorativa; arte e geometrie dei pavimenti in legno nella storia/Two competitions for degree thesis about: the innovative use of wood in structural and decorative architecture; art and geography of wood pavements in history Scadenza/Deadline: 31/7

Siena Nuovo Stadio Comunale a Borgo Vecchio Concorso per la realizzazione del nuovo Stadio Comunale in località Borgo Vecchio/Competition for the realization of the new Municipal Stadium in Borgo Vecchio neighbourhood Scadenza/Deadline: 22/1 Giuria/Jury: Ippolito Pizzetti, Alfredo Pini, Daniele Pini, Giovanni Leoni, Pierre Alain Croset, Alberto Pacciardi, Fabrizio Valacchi Per informazioni: Comune di Siena Fabrizio Valacchi Via di Città 81 53100 Siena Tel. ++39 0577 292338 Fax ++39 0577 292182 Internet: www.comune.siena.it/stadio E-mail: edilconc@comune.siena.it

Terni Premio Europeo Città di Terni per l’Archeologia Industriale Premio internazionale per iniziative volte a stimolare il recupero e il riuso del patrimonio archeologico industriale. Tre sezioni: opere realizzate e operanti di salvaguardia, recupero e valorizzazione del patrimonio archeo-industriale europeo; pubblicazioni riguardanti l’archeologia industriale; tesi di laurea su temi di archeologia industriale International award for the renovation and re-use of former industrial plants. Three sections: realized and functioning works in Europe; publications; degree thesis Scadenza/Deadline: 31/1 Giuria/Jury: Louis Bergeron, Neil Cossons, Michael Mende, Gino Papuli, Melena Zemankova Per informazioni: Comune di Terni Internet: www.comune.terni.it/ArcheoBando.pdf

Trento Senior Residence Il tema, oggetto di progettazione, è costituito da una residenza per 60 anziani, all'interno di un aggregato urbano, dotata delle necessarie infrastrutture e ubicata su planimetria, terreno e lotto forniti da Nemetschek in formato Allplan. Sono ammessi solo progetti eseguiti con Allplan FT v16 o successive/The project theme consists of designing a residence for 60 elderly people situated in an urban area and with the necessary infrastructures and based on a site plan provided by Nemetschek in Allplan format. Only projects made using Allplan FT v16 or newer will be accepted Scadenza/Deadline: 31/1 Per informazioni: Nemetschek Italia Via Brennero 322 38100 Trento Internet: www.nemetschek-academy.com

Udine Effezeta Design Award Concorso internazionale di idee per il progetto di sedute innovative aperto a progettisti nder 35 International ideas competition for the project af innovative seating solutions open to designers of less than 35 years old Scadenza/Deadline: 31/1 Monte premi/Total prize money: 4.500 Euro Per informazioni: Calt Relazioni Publiche Tel. ++39 0432 229127 Fax ++39 0432 228672 Internet: www.effezeta.it/concorso/index.html E-mail: effezeta@caltpr.it

Vicenza Premio internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura International Dedalo Minosse Award for Commissioning a Building Scadenza/Deadline: 31/1 Per informazioni: Assoarchitetti Via Leonardo da Vinci 14 36100 Vicenza Tel./fax ++39 0444 235476 Internet: www.assoarchitetti.it E-mail: dedalominossei@assoarchitetti.it

Messico/Mexico Ciudad de Mexico Concorso Arquine 6° Concorso organizzato dalla rivista Arquine per il progetto di un Centro per artisti e studenti nel centro storico di Città del Messico/6th International competition organized by Arquine magazine for the design Artists’ and Students’ Centre in the historical town centre of Mexico DC Iscrizione/Registration: 23/1 Consegna/Submission: 12/3 Giuria/Jury: Ricardo Legorreta, Jose Manuel Castillo, Vicente Guallart, Javier Guzmán, Javier Barreiro Cavestany Monte premi/Total prize money: 50.000 Pesos M Per informazioni: Revista Arquine Claudia Salgado Tel. ++52 55 52082289 Fax ++52 55 55147012 Internet: www.arquine.com E-mail: editorial@arquine.com

Peru Lima Macchu Picchu 2004 Concorso internazionale per la realizzazione di un lodge per ospitare i locali e i turisti che visitano Macchu Picchu/International competition for a lodge for local and foreign tourists who wish to stay overnight in Macchu Picchu Iscrizione/Registration: 15/1 Consegna/Submission: 30/1 Monte premi/Total prize money: US$ 8,500 Giuria/Jury: John Pawson, Frederick Cooper and Emilio Soyer Per informazioni: MP 2004 Competition Alfredo Queirolo, Jr. José del Llano y Zapata 173/ Office 1. Lima 27 Internet: www.arquitectum.com/cinternacional/ machupicchu.htm E-mail: mp2004@arquitectum.com or arquitectum@terra.com.pe

Svizzera/Switzerland Lucerna Schindler Award Concorso teso a sollecitare una maggiore sensibilità nei confronti dei diversamente abili. Tema progettuale: sistemazione del Parvis de Saint Gilles e del Carré de l’Ancien Hotel des Monnaise nel distretto 19 di Bruxelles Competitions aimed to promote a new sensibility towards the disabled people. The theme is the requalification of Parvis de Saint Gilles and Carré de l’Ancien Hotel des Monnaise in Brusselles Scadenza/Deadline: 30/6 Per informazioni: Schindler Management Corporate Communications Zugerstrasse 13 CH-6031 Ebikon/Luzern Internet: www.schindleraward.com

USA Cincinnati I.D. Interactive Media Design Review Competition Concorso internazionale di design per prodotti innovativi introdotti nel mercato durante il 2003

188 l’ARCA 103


AGENDA International design competition for original products introduced anywhere in 2003 Scadenza/Deadline: 16/2 Per informazioni: ID Annual Design Review Lyn Menke 4700 East Galbraith Road Cincinnati OH 45236 Tel. ++1 513 5312690 Fax ++1 513 5310798 Internet: www.idonline.com E-mail: Idcompetitions@fwpubs.com

Columbus Architecture in Perspective Concorso aperto ai membri di ASAIAmerican Society of Architectural Illustration per rendering di alto standard internazionale/Competition open to ASAI- American Society of Architectural Illustration members for architecture renderings of high international standard Scadenza/Deadline: 5/12 Per informazioni: ASAI 5310 East Main Street, #104 Columbus, OH 43213 Tel. ++1 614-552-3729 Fax ++1 614-868-1177 Internet: www.asai.ws E-mail: hq@asai.ws

Las Vegas Vegas Sign Design Competition Concorso internazionale per il progetto di un segno innovativo di “Welcome to Las Vegas”/International design competition for an innovative sign of “Welcome to Las Vegas” Scadenza/Deadline: 15/3 Giuria/Jury: Rudy Crisostomo, Dan Edwards, Sandra Harris, Terry Jicinsky, Vicki Richardson, Victor Rodriguez, Jerry Misko, Helga M.Watkins Per informazioni: Desert Space Foundation Joshua Abbey 3902 Chinchilla Avenue Las Vegas, Nevada 89121 Tel. ++1 702 8980511 Fax ++1 702 8988792 Internet: www.desertspace.org E-mail: Jabbey@DesertSpace.org

Washington LABS21 Concorso aperto a studenti e docenti di USA e Canada per il progetto di laboratori basati su principi di alta funzionalità e basso consumo. Per questa edizione si richiede un progetto per i laboratori di chimica e biologia del campus della Georgetown University di Washington DC The competition challenges architecture students and faculty from the United States and Canada to design a laboratory building that exemplifies high performance, lowenergy design principles, in addition to meeting core architectural design considerations. For the competition, students are challenged to design a Chemistry and Biology Laboratory building on the campus of Georgetown University in Washington, District of Columbia Iscrizione/Registration: 9/2 Consegna/Submission: 17/5 Per informazioni: Labs21 Competition 1735 New York Avenue, NW Washington, D.C. 20006 Tel. ++1 202 7852324 Fax: ++1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org E-mail: competitions@acsa-arch.org

104 l’ARCA 188

+ europaconcorsi

Student Design Competition Concorso per studenti per il progetto di un centro Convegni in un contesto urbano. Il programma richiede agli studenti di esplorare varie soluzioni progettuali dell’utilizzo dell’acciaio The competition will challenge students to design a convention center in an urban context. The program is intended for students to explore a variety of design issues related to the used of steel design and construction. Scadenza/Deadline: 9/2

Rome Scholarship in Architecture Premio annuale per architetti e studenti di architettura dal secondo anno in poi per una borsa di studio alla British School di Roma. I partecipanti devono appartenere al Commonwealth/Annual prize awarded to architects or post Part II students of architecture to enable them to study under their own direction at the British School in Rome. Applicants must be of British or Commonwealth nationality Scadenza/Deadline: 16/1

Per informazioni: Chayal Parikh, Project Manager, ACSA 1735 New York Ave. NW Washington, DC 20006 Tel. ++1 202 7852324 ext.2 Fax ++1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org E-mail cparikh@acsa-arch.org

Per informazioni: Internet: www.bsr.ac.uk/

White Salmon The Leading Edge Student design competition Concorso per studenti per il progetto di un edificio amministrativo e di un asilo per la comunità di Palm Desert, California/Student competition for the design of an administration Building and a Child Care Center for the community of Palm Desert, California Iscrizione/Registration: 2/4 Consegna/Submissoin: 11/6 Per informazioni: Maggie Johnson 2003-2004 Leading Edge Student Design Competition P.O.Box 653 (USPS) 142 E. Jewett Blvd. White Salmon, Washington 98672 Tel. ++1 509 4934468 x10 Fax ++1 509 4934078 Internet: www.leadingedgecompetition.org E-mail: mjohnson@newbuildings.org

Web Bombay Sapphire Martini Art Student Collection Concorso on line bandito dalla Martini & Rossi, riservato agli studenti di design e architettura delle Scuole e Università italiane per la realizzazione di un bicchiere da collezione in vetro che sia un’interpretazione del classico calice da Martini Cocktail ispirato al gin Bombay Sapphire e alla sua famosa bottiglia azzurra Scadenza: 15/1 Monte premi: 9.000 Euro Giuria: Aldo Cibic, Carlo Ducci, Rosa Tessa, Peter Heilbron, Virginio Briatore Per informazioni: Internet: www.aedo-to.com/workshop/ competition_workshop_view.php?wid=18 E-mail: bombay@aedo-to.com

Concorso di industrial design 2003-04 DuPont Imagineering Awards Tema del concorso “Confort e funzionalità a casa”, dedicato alla progettazione con i tecnopolimeri Theme of the competition: “Comfort and functionality at home” dedicated to projects made with tecnopolimers Scadenza/Deadline: 31/3 Consegna/Submission: 31/5 Monte premi/Total prize money: 10,000 Euro Per informazioni: Dupont Internet: www.dupont-imagineering.com Fax ++39 02 27300558 Chiara Pellegrini E-mail: chiara.pellegrini@dupont.com

Young Architect of the Year Award Premio Internazionale per architetti under 40/International award for architects under 40 years of age Scadenza/Deadline: 23/1 Monte premi/Total prize money: 9,000 £ Giuria/Jury: Paul Monaghan, Rowan Moore, Tom de Paor, Robert Booth, Peter Cook, Eric Parry, Richard Feilden, Deborah Saunt, Jonathan Falkingham, Graham Hillier, Matthew Wells Per informazioni: Euro RSCG Biss Lancaster Tel. ++44 20 74973001 Internet: yaya2004.com E-mail: natasha.behrouz@bisslancaster.com

Creative Spaces Concorso per studenti delle scuole elementari di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, con la partecipazione di architetti professionisti per l’analisi dell’ambiente costruito della propria scuola e nuove proposte Competition open the secondary school pupils (linked to local professional architects) in England, Scotland, Wales and orthern Ireland to analyse their school’s built environment and come up with a design for improvement Scadenza/Deadline: 2/4 Primo premio/First prize: 50,000 £ Per informazioni: New Construction Week magazine Tel. 0800 0858467 Internet: www.ncw.org.uk E-mail: info@ncw.org.uk

Affidamenti

Per i bandi completi www.europaconcorsi.com

Italia/Italy Cremona Nuova conca di accesso al porto Affidamento di servizi di progettazione definitiva dei lavori per la realizzazione della nuova conca di accesso al porto di Cremona con opzione per l’eventuale affidamento dei relativi servizi di progettazione esecutiva e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione Scadenza: 5/2 Per informazioni: Azienda Regionale per i Porti di Cremona e Mantova Ufficio tecnico Via della Conca 1 26100 Cremona Tel. 0372 592011 - Fax 0372 592048 Internet: www.po.seaway.com E-mail: aziendaporti@po-seaway.com

Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica; etc. Scadenza: 11/2/2006 Per informazioni: Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com

Perugia Elenco professionisti Il presente bando intende istituire un Elenco di Soggetti Esperti, Long List, per la fornitura di servizi consulenziali pre e post costituzione di imprese ai destinatari delle Misure previste dalla Sovvenzione Globale. Settori per i quali si richiedono prestazioni di consulenza: Engeenering, Progettazione, Pianificazione e controllo, Produzione e tecnologia, Organizzazione delle risorse umane, Marketing e pubblicità, Sistemi informatici, Ambiente e territorio, Sicurezza, Certificazione qualità, Welfare Scadenza: 30/6 Per informazioni: Consorzio Novaumbria Via Don Bosco 11 06121 Perugia Internet: www.regione.umbria.it

AGENDA Vercelli Nuovo fabbricato per 24 alloggi Servizi di progettazione definitiva, pratiche di rilascio autorizzazione e pareri, progettazione esecutiva, coordinamento sicurezza in fase di progettazione, direzione lavori dei cementi armati, assistenza alla direzione dei lavori, attività tecnico amministrative connesse per la costruzione di un fabbricato per complessivi 24 alloggi Scadenza: 19/1 Per informazioni: Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Vercelli Area Tecnico-Manutenzione Corso Palestro 21/a 13100 Vercelli Tel. 0161 256030 Fax 0161 256068 E-mail: atcvc@libero.it

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

Per informazioni: Comune di Stezzano Settore V-Lavori Pubblici Piazza Libertà 27 24040 Stezzano (BG) Tel. 0354 545311 Fax 0354 540357 Internet: www.comune.stezzano.bg.it

Varese Elenco di professionisti e società: mappatura su ampia scala del registro fondiario (catasto). Ispra Formazione di un elenco di professionisti e società per: Studi intesi a valutare la messa in opera di programmi di mappatura su ampia scala e programmi del registro fondiario (catasto) nell’Unione Europea e nei Paesi candidati Scadenza: 11/4/2005 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione generale Centro comune di ricerca Sede di Ispra, Istituto per la protezione e la sicurezza dei cittadini, unità Supporto di gestione Att: F. Graham 21020 Ispra (VA) Tel. 0332 789154 - Fax 0332 786243

Montichiari (Brescia) Garda Hotel High Tech DieCasting Conferenza sulla Pressocolata ad Alta Tecnologia 2004 Conference on High-Tech Diecasting 21/4-22/4 Per informazioni: Staff Service Via Cefalonia 70 25124 Brescia Tel. ++39 030 226425 Fax ++39 030 226426 Internet : www.metef.com E-mail: info@metef.com

Savona Palazzo della Sibilla/Complesso di Priamar Giulio II: Principe della Chiesa, politico e mecenate 25/3-27/3 Per informazioni: Segreteria per le Celebrazioni del Cinquecentenario di Giulio II Via Ambrogio Aonzo 9 17100 Savona Tel./fax ++39 019 808069 E-mail: segreteria@giuliosecondo.it

Trieste Ecuador Quito Colegio de Arquitectura XIV Bienal Panamericana de Arquitectura de Quito 2004 15/11-19/11 Per informazioni: Colegio de Arquitectura de Ecuador Provincial de Pichincha Nuñez de Vela N 35-204 e Ignacio San Maria Quito Tel. ++593 2 469093 Fax ++593 2 268750 Internet: www.cae.org.ec, www.trama.com.ec/bienal.html E-mail: caep@punto.net.ec, bienal@punto.net.ec

Stezzano (Bergamo) Piscina coperta e impianti sportivi Progettazione definitiva ed esecutiva, costruzione di una piscina coperta, impianti sortivi con campi di calcetto e servizi accessori con gestione pluriennale Scadenza: 22/1

+ europaconcorsi

Italia/Italy Gallarate (Varese) Civica Galleria d’Arte Arte tra le righe (ciclo di conferenze) Mimita Lamberti: Pensieri sull’arte 6/2 Elena Pontiggia: De Chirico, Sironi, Martini-L’opera e il pensiero 20/2 Francesco Tedeschi: La Scuola di New York negli scritti dei protagonisti 27/2 Per informazioni: Comune di Gallarate Sara Magnoli Tel. ++39 0331 754444 E-mail: stampa@comune.gallarate.it

Milano Nuova Accademia di Belle Arti Master Design Fashion 5 Moduli 7/1-31/11 Master Showroom Nuovi scenari dell’interior design 4 Moduli 6/1-30/11 Per informazioni: NABA Rachel Fincken Tel. ++39 02 89405106 Fax ++39 02 89401286 Internet: www.naba.it E-mail: r.fincken@naba.it

Università-Facoltà Ingegneria Master in tecniche, organizzazione e gestione delle attività e dei sistemi di bonifica e di tutela degli ambienti di lavoro Gennaio/novembreJanuary/November Per informazioni: LAST Laboratorio Master Claudio Bertorelli Via alerio 10 34127 Trieste Tel. ++39 040 5583481 Fax ++39 040 5583486 Internet: www.master.ing.units.it E-mail: bertorelli@dic.units.it

Spagna/Spain Castellón Camara de Comercio Qualicer 04 Congresso mondiale sulla qualità della ceramica World congress on ceramic tile quality 7/3-10/3 Per informazioni: Segreteria del Congresso Camara Oficial de Commercio, Industria y Navegación Avenida Hermanos Bou 79 12003 Castellón Tel. ++34 964 356500 Fax ++34 964 356510 Internet: www.qualicer.org E-mail: qualicer@camaracs.es

Turchia/Turkey

USA Baltimora Inner Harbor Design-Build for Transportation Conference 21/4-23/4 Per informazioni: Design-Build Institute of America Patrick Wilson 1010 Massachusetts Avenue, NW, Third Floor Washington, DC 20001-5402 Tel. ++1 202 6820110 Fax ++1 202 6825877 Internet: www.dbia.org E-mail dbia@dbia.org Tel. ++1 202 4547535 E-mail: pwilson@dbia.org

Berkeley-Oakland Ecological Design: The Unstoppable Wave Conferenza interdisciplinare globale sulle prossime tendenze in architettura Global interdisciplinary Conference on the Next Great Wave in Architecture 5/8-8/8 Per informazioni: San Francisco Institute of Architecture Merritt College Environmental Studies Program P.O.Box 2590 Alameda, CA 94051 Fax ++1 510 8485400 Internet: www.sfia.net E-mail: sfia@aol.com

Colorado Springs Doubletree Hotel International Conference on Environmental Systems 19/7-22/7 Per informazioni: Society of Automotive Engineers Internet: ww.sae.org

Orlando Rosen Plaza Hotel Habitation 2004-Conference on Space Habitation Research and Technology Development 4/1-7/1 Per informazioni: American Institute of Aeronautics and Astronautics Internet: www.aiaa.org

Austria Vienna Architekturzentrum How to build? The Modernist Book. Architecture of the 20th century from the Marzona Collection 9/10/2003-2/2 Ringturm Slovak Architecture: Impulses and Reflection 30/10/2003-29/2

Belgio/Belgium Anversa De Singel B-Architekten 12/2-4/4 Abalos & Herreros 30/4-20/6

Bruxelles Fondation pour l’architecture Henry Lacoste architecte: un imaginaire Art Déco 5/11/2003-21/3

Ghent Design Museum 100th Anniversary of the Museum 15/12/2003-29/2

Canada Montreal CCA John Veltri 11/12/2003-22/2 Out of the Box: Price Rossi Stirling + Matta-Clark 23/10/2003-6/9

San Diego Sheraton San Diego Hotel and Marina Design-Build in Water/Wastewater Conference 4/2-6/2 Per informazioni: Design-Build Institute of America 1010 Massachusetts Avenue, NW, Third Floor Washington, DC 20001-5402 Tel. ++1 202 6820110 Fax ++1 202 6825877 Internet: www.dbia.org E-mail dbia@dbia.org

Gazima_usa/North Cyprus

Sarasota

Eastern Mediterranean University Medi-Triology: time to speak Simposio internazionale International Symposium 12/4-16/4

City Hall The Healthy Community & the Built Environment 15/3-19/3

Per informazioni: Tel. ++90 392 63027017/ 6302588/6302041 Fax ++90 392 3650918 Internet: www.emu.edu.tr/medi3ology E-mail: medi3ology@emu.edu.tr

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

Per informazioni: Suzanne H.Crowhurst Lennard Program Committee Chair IMCL Conferences PO Box 7586 Carmel, CA 93921 Fax ++1 831 6245126 Internet: www.livablecities.org E-mail: Suzanne.Lennard@livablecities.org

Danimarca/Denmark Copenhagen Danish Design Center Alessi Towers 12/11/2003-12/4

Francia/France Marseille Fort Saint-Jean Parlez-moi d’Alger: Marseille/Alger au miroir des mémoires 9/11/2003-15/3

Nice Forum Pierre Falocci architecte 6/11/2003-28/1

Orléans Frac Centre Archilab 2004 2/10-2/12

188 l’ARCA 105


AGENDA

+ europaconcorsi

Toulouse

Padova

Lugano

Centre Méridional de l’Architecture del la Ville Paysages ruraux et urbains de l’Algérie précoloniale – L’Algérie Contemporaine 25/10/2003-21/1

Palazzo della Ragione Mario Botta: Luce e gravità 12/12/2003-15/2

Museo Cantonale d’arte Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia Neoclassica 5/10/2003-2/2

Germania/Germany Berlin Neue Nationalgalerie Rem Koolhaas und OMA 15/11/2003-20/1

Frankfurt am Main DAM Leicht Weit light structures, Jeorg Schlaich Rudolf Bergermann 2/11/2003-15/2

Weil am Rhein Vitra Design Museum Marcel Breuer – Design and Architecture 13/9/2003-25/4

Gran Bretagna/Great Britain

Prato

The Royal Academy Illuminating the Renaissance 28/11/2003-22/2

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci Verso un nuovo Centro. Dalla storia alla progettazione di un museo futuro-Proposta di Bando per un concorso di architettura Fino al/through 22/2

Mendrisio Archivio del Moderno Accademia di Architettura Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia Neoclassica 5/10/2003-2/2

University Museum The Italian Renaissance City Fino al/through 11/1

Roma

Zurigo

MAXXI Mobilitaly 2/12/2003-8/2

Federal Institute of Technology Gottfried Semper (1803-1879) 1/11/2003-25/1 Metron 4/12/2003-22/1 Concours Lausanne Jardins 2004 15/1-11/3

Vicenza Palazzo Barbaran da Porto Vincenzo Scamozzi intellettuale architetto (1548-1616) 7/9/2003-11/1 Basilica Palladiana Alberto Campo Baeza 30/1-2/5 Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura 14/5-11/7

Olanda/Holland Amsterdam SeARCH Kunst To find a Home 14/12/2003-2/4

Groningen Groninger Museum Adco Pottery 21/6/2003-1/2

British Craft Council Collect 20/2-23/2

Gendringen

Manchester

Hutten former industrial complex Archipuncturale 2004 4/6-29/8

Cube Design Berlin! New Projects for a Changing City 12/12/2003-22/2

Italia/Italy Bologna Otto Gallery Satyendra Pakhalé: Design by Heart 18/10/2003-31/1

Genova Palazzo Ducale Bilbao a Genova, La cultura cambia le città 11/10/2003-11/1

Rotterdam NAI Close to the Future: The Asymptote Experience 27/9/2003-18/1 The Unknown Leningrad: Constructivism in a Classical City 1925-1932 20/9/2003-18/1 Twelve Buildings by Neutelings Architects 28/11/2003-29/2 Start: The Rem Koolhaas/OMA Collection 14/2-23/5 Content: Rem Koolhaas and OMA-AMO. Buildings, Projects and Concepts since 1996 27/3-29/8

Milano

Svizzera/Switzerland

Triennale Acqua da bere 30/9/2003-11/1

Losanna

Fabbrica del Duomo ...E il Duomo toccò il cielo 24/10/2003-30/1

106 l’ARCA 188

Pratt Manhattan Gallery Superstudio: Life Without Objects 22/11/2003-31/1

Princeton

London Design Museum Somewhere Totally Else European Design Biennial 26/9/2003-11/1 The SmithsonsHouse of tomorrow to a house for today 6/12/2003-29/2

Material ConneXion Douglas Fitch: Amalgamation 2710/2003-9/1

Ecole d’architecture Pantin, Montrouge, BoulongeBillancourt, Meudon-la-Forêt: Fernand Pouillon architecte 3/12/2003-21/1

USA Boston MFA The Maker’s Hand, American Studio Furniture, 1940-1990 12/11/2003-8/2

Buffalo

San Francisco SFMoMA Fantasy and Function: The Furniture of John Dickinson 26/6/2003-7/3

Washington National Building Museum Up, Down, Across: Elevators, Escalators, and Moving Sidewalks 12/9/2003-18/4 Installation in Masonry 18/10/2003-4/4 Affordable Housing: Designing an American Asset 29/1-5/7

Mostre d’arte Art Exhibitions

Albright-Knox Art Gallery Architecture into Form 19/10/2003-14/3

AGENDA MAK Hermann Kosel, The Holy Everyday 1/10/2003-11/1 Gilbert Bretterbauer: Textile World 5/11/2003-10/1 Yearning for Beauty: 100th Anniversary of the Wiener Werkstätte 10/12/2003-7/3

Belgio/Belgium Bruxelles Artiscope Enrico T.De Paris 20/11/2003-13/2

Canada

Vancouver Art Gallery Massive Change: The Future of Global Design Culture 24/6-26/9

Arken Museum Helmuth Newton 13/9/2003-18/1

MOCA Frank O. Gehry: Work in progress Fino al/through 26/1

New York Cooper-Hewitt Design Museum National Design Triennial: Inside Design Now 22/4/2003-25/1 Shock of the Old: Christopher Dresser 5/3-25/7 The Metropolitan Museum of Modern Art Significant Objects from the Modern Design Collection Fino al/through 25/4 MoMA Queens Tall Buildings 16/7-27/9 Arthur Ross Gallery-Columbia University Jean Prouvé: The Nomadic Structures 12/9/2003-23/4 DIA Chelsea Prototype: Jorge Pardo Fino al/through 11/1

Canberra

Humlebaek

National Gallery After Image. Screenprints of Andy Warhol 6/9/2003-1/2 French Paintings from the Musée Fabre, Montpellier 8/11/2003-15/2

Louisiana Musuem Kingdoms of the Sun: Pre-Columbian Art from the Wessel Bagge Collection 12/11/2003-8/2

Francia/France Austria Graz Kunsthaus Graz Einbildung, Das Wahrnehmen in der Kunst 24/10/2003-20/1

Innsbruck Fair Art Innsbruck 27/2-1/3

Vienna Kunstforum Roy Lichtenstein 11/12/2003-7/3 Kunsthalle Arik Brauer, “Don’t shoot the blue flowers…!” 11/9/2003-18/1 Pascal Petignat Fino al/through 26/1 Saint Sebastain Fino al/through 15/2 Go Johnny Go Fino al/through 7/3

Musée du Château Les peintres de l’impératrice Joséphine 15/10/2003-26/1

Marseilles Musée des Civilisations de l’Europe et de la Mediterranée Parlez-moi d’Alger: Alger-Marseille, sept siècles de magnétisme 7/11/2003-15/3

Chapelle des Calvairiennes-Le Kiosque Nature-Peinture 6/3-9/4

Art Institute Aerospace Design: The Art of Engineering from NASA’s Aeronautical Research 2/8/2003–8/2

Los Angeles

Malmaison

Museum of Fine Arts Global Village: The 60s 2/10/2003-18/1 James Wilson Morrice and His Approach to the European Landscape 23/10/2003-29/2

Arken

Art Institute Eye on Architecture Fino al/through 2/4

Musée d’art moderne Lille Métropole Robert Filliou, génie sans talent 6/12/2003-28/3

Mayenne

Chicago

Dayton

Lille

Montreal

Danimarca/Denmark

Australia

+ europaconcorsi

Blois Château Marie de Médicis-Un gouvernement par les arts 29/11/2003-28/3

Carquefou Frac Christelle Familiari-Attraction 27/11/2003-15/2

Dijon Musée des Beaux Arts Rembrant et son école 24/11/2003-8/3

Grenoble Musée de Grenoble Thomas Schütte 25 /10/3002-25/1

Les Sables d’Olonne Musée de l’Abbaye Sainte-Croux Gina Pane 27/2-18/4

Mentone Palais de l’Europe Jean Cocteau: Vie intime et sensibilité 18/10/2003-31/1

Nice Musée de Paleonthologie Humaine Les femmes préhistoriques: Eves et rêves, le retour Fino al/through 24/2

Paris Centre Pompidou Richard Deacon à l’atelier Brancusi: Passage de la Mer Rouge 1/10/2003-19/1 L’invention du Monde 22/10/2003-8/3 Sophie Calle. M’as-tu vue Fino a/through 15/3 Grand Palais Gauguin-Tahiti 4/10/2003-19/1 Louvre L’orfèvre de Napoléon François Bouhcer De Delacroix à Matisse Fino al/through 19/1 Porphyre Fino al/through 16/2

Musée du Luxembourg Botticelli, da Lorenzo il Magnifico e Savonarola 1/10/2003-22/2

Corpus Christi. Christus Darstellungen aus drei Jahrhunderten Photographie 20/12/2003-12/4

Institut du Monde Arabe De Delacroix à Renoir. Peintres et photographes en Algérie 8/10/2003-18/1

Berlino

Centre National de la Photographie Philip-Lorca di Corcia 14/1-22/3 Hugues Reip 14/1-16/2 Orlan 7/4-28/6 Musée Carnavalet Photographies Marc Riboud 19922002 10/12/2003-7/3 Shanghai 1920-1950 10/12/2003-7/3 Musée Maillol Botero: peintures et œuvres sur papier Fino al/through 15/3 Palais de Tokyo Chen Zhen, Silence Sonore Pierre Joseph, Action Restreinte Michael Lin: Spring 2003 Fino al/through 18/1 Musée d’art et d’histoire du Judaïsme Juifs du Yémen, 2000 ans d’histoire 2/11/2003-1/2 Musée Jacquemart André Nicolas de Largillierre Peintre du Grand Siècle 14/11-2003-22/2

Neue Nationalgalerie Das MoMA in Berlin 20/2-19/9

Bonn Kunst-und austellungshalle der BRD Azteken 26/9/2003-11/1 Sebastiao Salgado 14/11/2003-12/1 Georg Baselitz 2/4-11/7

Gran Bretagna/Great Britain Liverpool Tate Art, Lies and Videotape: Exposing Performance 14/11/2003-25/1 Mike Kelley: The Uncanny 20/2-3/5

London Tate Britain Special Display: A Century of Artists’ Film in Britain 19/5-18/4 Lynn Chadwick 15/9/2003-2/3 Turner and Venice 9/10/2003-11/1 Turner Prize 2003 29/10/2003-18/1

Le Triage Sur le front 9/12/2003-29/2

Tate Modern The Unilever Series: Olafur Eliasson 16/10/2003-21/3 Common Wealth 22/10/2003-28/12

Musée des arts asiatiques-Guimet Confucius-A l’aube de l’humanisme chinois Fino al/through 29/2

National Gallery Thomas Jones in Italy 12/11/2003-15/2

Pau

Estorik Collection Cinema Italia: Classic Italian Film Posters 17/10/2003-25/1

Musée du château Eugène Devéria, peintre d’histoire 28/11/2003-1/3

Pontmain

Victoria and Albert Museum Gothic: Art for England 1400-1547 9/10/2003-18/1 Ossie Clark Fino al/through 2/5

Musée National Picasso “On est ce que l’on garde!” Les Archives Picasso 21/10/2003-19/1

Centre d’art Sacré Contemporain Œuvres de la Collection du Frac des Pays de la Loire 28/1-7/3

Royal Academy of Arts Giorgio Armani: A Retrospective Fino al/through 15/2

Jeu de Paume L’Oeil de Simenon 23/12/2003-22/2 Nam June Paik-Kim Tschang Yeul 22/12/2003-22/2

Sablé-sur-Sarthe

Portsmouth

Centro Culturel Joël Le Theule Le Frac est à vous 9/1-28/2

Aspex Gallery Emergency 24/1-13/3

Sèvres

St-Yves

Musée de Céramique La faïence en Europe au XVII siècle 19/11/2003-16/2

Tate Pier Arts Centre Collection 8/2-25/1 Alan Davie 25/10/2003-25/1

Fondation Cartier Othoniel : Crystal Palace Daido Moriyama 31/10/2003-11/1 Musée d’Orsay Les origines de l’abstraction 3/11/2003-23/2 Maison de La Culture du Japon Hommes et Robots : de l’utopie à la realité 28/10/2003-31/1 Musée National des Arts AsiatiquesGuimet Confucius 28/10/2003-9/2

Germania/Germany Amburgo Deichtorhallen A Clear Vision. Photographische Werke aus der Sammlung F. C. Gundlach 30/10/2003-1/2

Italia/Italy Ancona Mole Vanvitelliana Picasso in bianco e nero 4/12/2003-28/3

188 l’ARCA 107


AGENDA

+ europaconcorsi

Aosta

Cantù (Como)

Lucca

Biblioteca Regionale Tema libero 27/10/2003-18/1

Galleria del design e dell’arredamento Lucio Fontana e il mosaico di Cantù 26/10/2003-25/1 Omaggio a Gegia e Marisa Bronzini 26/10/2003-25/1

Fondazione Ragghianti La scena di Puccini – L’immaginario visuale e l’opera 20/9/2003-11/1

Caraglio (Cuneo)

Museo della Permanente Frida Kahlo 9/10/2003-9/2

Museo Archeologico Art Déco in Italia 5/12/2003-13/4 Centro Saint Benin André Derain: La Forma Classica 19/12/2003-21/3

Arezzo Oratorio dei SS Lorentino e Pergentino Ottocento ad Arezzo: La Collezione Bartolini 19/10/2003-18/1

Bari Biblioteca per la Cultura e per le Arti Il mito di Venere-Capolavori dai Musei di Firenze 30/11/2003-15/2

Il Filatoio Confini: Mark Dion, Gullaume Paris, Trevor Gould, Vedovamezzei 16/11/2003-28/3

Caserta Reggia Segni del Novecento. La donazione Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, disegni, libri illustrati, incisioni 8/12/2003-31/1

Cittadella (Padova)

Milano

Fondazione Mazzotta Il Cavaliere Azzurro: Kandinsky, Marc e i loro amici Fino al/through 20/1 Palazzo Reale Guercino. La poetica e il teatro degli affetti 26/9/2003-18/1 Il gran teatro del mondo 30/10/2003-28/3 Giovanni Testori: I segreti di Milano Fino al/through 15/2 Ukiyoe: Il mondo fluttuante 7/2-30/5

Bassano del Grappa (Vicenza)

Palazzo Pretorio Carmelo Zotti: Il mito della pittura 13/12/2003-15/2

Museo Civico Canova 22/11/2003-12/4

Como

PAC Laurie Anderson. The Record of the Time 11/11/2003-31/1

Belluno

Galleria Milly Pozzi Giuliano Collina: Le case dell’anima 5/12/2003-29/2

Galleria Blu Lynn Chadwick 14/10/2003-9/1

Conegliano (Treviso)

Galleria 70 Mbuti e Kuba: le cortecce dipinte dell’Ituri e i velluti del Kasai 17/10/2003-17/1

Palazzo Crepadona Da Van Gogh a Picasso. Capolavori del diseno francese del XIX e XX secolo dal County Museum of Art di Los Angeles 11/10/2003-7/3

Bologna L’Ariete Arte Contemporanea I crimini dell’amore: Da Crepax all’Ultrapop 10/1-5/2 Galleria d’Arte Fondantico Incontro con la Pittura 11. Omaggio alla Pittura Emiliana Dipinti dal XVI al XIX sec. 8/11/2003-31/1 Museo Civico Archeologico Pirro Cuniberti antologica Fino al/through 30/1 Galleria d’arte moderna Il nudo fra ideale e realtàUna storia dal Neoclassicismo a oggi 22/1-9/5 Pinacoteca Nazionale Sironi, la grande decorazione Fino al/through 28/2 Museo Civico Medievale La cattedrale scolpita. Il Romanico in San Pietro a Bologna 13/12/2003-12/4

Bondeno (Ferrara)

Palazzo Sarcinelli Da Corot a Monet: opere impressioniste e postimpressioniste 12/10/2003-7/3

Cremona Santa Maria della Pietà Pittori della realtàLe ragioni di una rivoluzione: da Foppa e Leonardo a Caravaggio e Ceruti 14/2-2/5

Firenze Casa Buonarroti Daniele da Volterra amico di Michelangelo 30/9/2003-12/1 Biblioteca Nazionale Centrale Figurare la parola: editoria e avanguardia artistica del ‘900 nel Fondo Bertini 17/10/2003-31/3 Palazzo Strozzi Perù. 3000 anni di capolavori Fino al/through 22/2 Forte Belvedere Costantino Nivola 13/12/2003-15/2

Pinacoteca Civica Le retoriche dell’Eros 16/11/2003-15/2

Palazzo Medici Riccardi Identità e diversità. Il cappello e la creatività 7/2-29/2

Busto Arsizio (Varese)

Genova

Fondazione Bandera per l’Arte Ernesto Treccani e gli artisti di “Corrente” 25/10/2003-29/1 Il “Progetto Libro” 18/10/2003-30/5

Museo d’arte contemporanea di Villa Croce Il viaggio dell’uomo immobile. Diciotto stanze d’artista per un percorso nell’immaginario 29/10/2003-1/2

108 l’ARCA 188

Palazzo della Permanente XIV Mostra del Libro Antico 11/3-14/3 Galleria Monica De Cardenas Alex Katz: Small Portraits and Large Landscapes 25/11/2003-31/1 Vismara Arte Beppe Bonetti: metarazionalità e variazioni su un errore di Parmenide 7/1-31/1 Viafarini Rebecca Agnes: Le città che ci aspettano 16/12/2003-30/1 Linda Fregni Nagler 16/12/2003-30/1 Photology Kurt Markus: Dune 22/11/2003-24/1 Galleria Raffaella Cortese Miroslaw Balka 3/12/2003-28/2 Studio Giagaleazzo Visconti Alighiero e Boetti-Andy Warhol 27/11/2003-31/3 B&D Studio Contemporanea Erwin Olaf: Separation 26/11/2003-24/1 Galleria Arte92 Emozione-segno-gesto-colore Fino al/through 17/1

AGENDA

Studio Forni Hermann Albert 15/1-13/3

Possagno (Treviso)

Modena

Gipsoteca e Casa Canova Canova 22/11/2003-12/4

Palazzo Santa Margherita L’idea del paesaggio nella fotografia italiana dal 1850 a oggi 23/11/2003-25/1 Foro Boario Da Modigliani al contemporaneo: scultura dalle collezioni Guggenheim 29/11/2003-7/3

Mogliano Veneto (Treviso) Il Brolo Henri Matisse. La luce del nero Fino al/through 18/1

Monfalcone (Gorizia) Galleria Comunale d’Arte Contemporanea Imago: dal progetto all’opera come rappresentazione 12/12/2003-25/1

Napoli Castel Sant’Elmo Paul Gauguin e la Bretagna 16/10/2003-8/1 Gaspare Traversi-Napoletani del Settecento tra miseria e nobiltà 14/12/2003-14/3 Palazzo Reale Anteprima della XIV Esposizione Quadriennale d’Arte 15/11/2003-11/1 Museo Archeologico Anish Kapoor Fino al/through 12/1

Padova Palazzo Zabarella I Macchiaioli 1848-1870. Prima dell’Impressionismo 27/9/2003-8/2 Museo Diocesano I colori del Sacro. La Creazione 6/12/2003-28/3 Musei Civici agli Eremitani Petrarca e Padova 22/4-4/7

Palermo Albergo delle Povere Da Tiziano a De ChiricoLa ricerca dell’identità 11/10/2003-11/1

Pavia Castello Visconteo Mantegna e l’incisione italiana del Rinascimento Fino al/through 15/1

Perugia

Potenza Pinacoteca Provinciale La bella pittura, 1900-1945 10/10/2003-17/1

Prato Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Massimo Bartolini 25/10/2003-20/6 Opere storiche 25/10/2003-1/8 Artisti toscani 25/10/2003-7/3 Verso un nuovo Centro: idee e riflessioni sul progetto di ampliamento 25/10/2003-22/2

Revere (Mantova) Palazzo Ducale Gli anni che svestirono l’Italia: tentazioni e desideri di carta 19621973 9/11/2003-15/2

Rimini Castel Sismondo Seicento inquieto 27/3-27/6

Rivoli (Torino) Castello Vanessa Beecroft, performances 1993-2003 8/10/2003-25/1 Nel paese della pubblicità 5/11/2003-29/2 Anri Sala 6/11/2003-25/1

Roma Museo d’arte contemporanea Jun Nguyen-Hatsushiba Paola Pivi Domenico Bianchi Vik Muniz 27/9/2003-7/1 Nicole de Maria Elisabetta Benassi 30/1-30/4 MAXXI Margherita Manzelli Kara Walker: The Emancipation Approximation 3/12/2003-8/2 Palazzo Venezia Persone: Ritratti di gruppo da Van Dick a De Chirico 31/10/2003-15/2 Braccio Carlo Magno Visioni ed Estasi nella pittura del Seicento europeo 4/10/2003-20/1

Galleria Nazionale dell’Umbria Perugino divin pittore 28/2-18/7

Anfiteatro Flavio Nike. Il gioco e la vittoria 4/7/2003-7/1

Centre Culturel Français Anne Valérie Hash: avant scène 25/2-31/3

Piacenza

Castel Sant’Angelo Europa e Cina alla Corte dei Ming 23/10/2003-11/1

Palazzo dell’Arengario Chiaroscuro-Romano Cagnoni 5/12/2003-8/2

Palazzo Gotico Ludovico MosconiInquiete stelle 1/11/2003-18/1

Chiostro del Bramante Gaudí e il modernismo catalano 20/11/2003-28/2

+ europaconcorsi

Museo Vittoriano Tolouse Lautrec. Uno sguardo dentro la vita 10/10/2003-8/2

Palazzo Cavour L’officina del mago, l’artista nel suo atelier 1900-1950 31/10/2003-8/2

Villa Poniatowsky La committenza borghese tra ‘700 e ‘800 2/10/2003-18/1 Album di famiglia, i romani a Villa Borghese 2/10/2003-18/1

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Sulle strade di Kiarostami 19/9/2003-12/10 Lei-Donne nelle collezioni italiane 7/11/2003-8/2

Galleria Nazionale d’arte Moderna Anish Kapoor: la montagna, la pietra, lo specchio 2/12/2003-7/3 Istituto Cervantes Sentimientos de Camino 28/11/2003-11/1 Istituto Nazionale per la Grafica Salvatore Scarpitta-L’opera su carta 10/12/2003-1/2 Accademia di Francia-Villa Medici Un secolo di moda Fino al/through 1/2 Museo del Corso Fabergé Fino al/through 18/1 Palazzo Ruspoli Svezia oggi. Luci e linee Fino al/through 15/1

Museo Nazionale del Cinema Oggi si vola! Cent’anni di tecnica, arte e cultura di massa 17/12/2003-15/2

Trento Mart Vittorio Sella 19/12/2003-18/4

Treviso Casa dei Carraresi I colori del Sud da Cézanne a Bonnard 11/10/2003-7/3 Palazzo Gacomelli La luce sul filo-Lampadine nei manifesti della Raccolta Salce 15/11/2003-28/3

Trieste

Associazione Culturale Valentina Moncada Giallo d’autore: Jean Paul Najar creazioni di moda e Robert Doisneau 21/1-17/3

Museo Revoltella e Museo del Canal Grande Devetta. Dall’iconismo all’informale nella Trieste del Secondo Dopoguerra Fino al/through 31/1

Rovereto (Trento)

Udine

MART Skin-Deep: Il corpo come luogo del segno artistico 28/10/2003-18/1 Montagna arte scienza e mito 19/12/2003-18/4 Ingeborg Luscher 23/1-14/3 Transavanguardia: La Collezione Grassi 23/1-9/5

Galleria d’Arte Moderna Da De Chirico a Campigli: la Collezione Zanini. Cronache d’arte della piccola Galleria di Nino Za 12/12/2003-30/4

Salerno Complesso Santa Sofia Global Warhol 29/11/2003-29/2

Savona Palazzo del Commissario/Fortezza del Priamar La Sistina e Michelangelo fortuna di un caplavoro 30/11/2003-12/4

Torino

Vicenza Palazzo Thiene Bellini e Vicenza 5712/2003-25/1 Manzù, le opere per Alice Lampugnani Fino al/through 1/2

Olanda/Holland Groningen Groninger Museum ADCO - Aardewerk 21/6/2003-1/2

Rotterdam Kunsthal Rotterdam Four centuries of smoking in art From Jan Steen to Pablo Picasso 13/12/2003-14/3

Spagna/Spain Madrid Museo Reina Sofia Le Tan 14/10/2003-19/1 Juan Gris y la prensa 15/10/2003-19/1 Uslé 16/10/2003-12/1 Alexander Calder: La gravedad y la gracia 19/11/2003-18/2 Hanna Höch 16/12/2003-29/2

Valencia IVAM Henri Matisse 21/10/2003-11/1 Gabriel Cualladò 23/10/2003-11/1

Svizzera/Switzerland

Varese

Basilea

Castello di Msnago Enrico Baj: Pictura ut Poesis Fino al/through 15/1

Kunstmuseum Joseph Beuys a Basilea 13/12/2003-14/3

Varie Città Gemini Muse 2003 (www.giovaniartisti.it) 8/11/2003-11/1

Venezia Museo Correr Scenografi alla Fenice 1792-1902 12/12/2003-29/2 Venezia fra guerra e arte 18661918 13/12/2003-21/3

La Promotrice delle Belle Arti Anteprima della XIV Esposizione Quadriennale d’Arte 18/1-21/3

Collezione Guggenheim L’Età di Michelangelo e Raffaello 27/2-16/5

Galleria di Arte Moderna Africa. 1000 anni d’arte 1/10/2003-16/2

Galerie dell’Accademia Giorgione, le meraviglie dell’arte Fino al/through 22/2

Palazzo Bricherasio L’Impressionismo di Armand Guillaumin 24/10/2003-1/2 Fortunato Depero 18/2-30/5

Verona Palazzo Forti La creazione ansiosa: van Gogh, Schiele, Bacon, Kiefer 12/9/2003-11/1

Bellinzona Museo in Erba I quadri di Pablo Picasso 18/9/2003-25/1

Losone La Fabbrica Segni riaffioranti - Opere di Aziz Elhihi su fotografie di Antonio Ria 28/11/2003-17/1

Martigny Fondation Pierre Gianadda Albert Anker 19/12/2003-31/5

Winterthur Villa Flora Odilon Redon Fino al/through 7/3

Zurigo Museum für Gestaltung Gottfried Semper (1803-1879) 1/11/2003-25/1

188 l’ARCA 109


AGENDA Kunsthaus Georgia O’Keeffe Fino al/through 1/2 Maria Lessing Fino al/through 29/2

USA Bellevue Art Museum Lucy Orta: Nexus Architecture + Connector IV 27/9/2003-18/1

Boston Museum of Fine Arts Callot and His World: Princess, Paupers, and Pageants 23/7/2003-25/1 Rembrandt’s Journey: Painter, Draftsman, Etcher 26/10/2003-18/1

Chicago

+ europaconcorsi

Western Landscapes by Albert Bierstadt and Thomas Moran from the Stark Museum of Art Fino al/through 1/2 First Down Houston: The Birth of an NFL Franchise Fino al/through 8/2 The Passionate Adventure of the Real: Collage, Assemblage, and the Object in 20th-Century Art Fino al/through 8/2

Los Angeles County Museum of Art Erté/Opera & Ballets Russes/Dance: Theater Costume in LACMA’s Collection 14/12/2003-4/4

Miami The Wolfsonian–Florida International University Weapons of Mass Dissemination: The Propaganda of War 13/9–21/3 Tokyo: The Imperial Capital 22/11–2/5

Chicago Art Institute On or Off the Wall: An International Selection of Tapestries and Carpets, 1920s–1970s 14/5/2003-8/2 On Paper: New Acquisitions of American Art 18/10/2003-16/5 Manet and the Sea 20/10/2003-19/1

Miami Art Museum New Work: Janine Antoni and Paul Ramírez Jonas 14/112003-18/1 Between Art and Life: from Joseph Cornell to Gabriel Orozco 28/11/2003-4/4 Kerry James Marshall, One True Thing: Meditations on Black Aesthetics 6/2-25/4

Cincinnati

New York

Contemporary Arts center Moshekwa Langa 22/11/2003-15/2 Polly Apfelbaum 6/12/2003-29/2 Crimes and Misdeamenors: Politics in US Art of the 1980s Fino al/through 21/11

New Museum Trisha Brown: Dance and Art in Dialogue, 1961-2001 10/10/2003-25/1 John Waters: Change Of Life 8/2-15/4

Dayton Art Institute Ansel Adams and the American Landscape Fino al/through 18/1 Monet and the Age of American Impressionism Fino al/through 18/1

Denver Art Museum Chinese Art of the Tang Dynasty from the Sze Hong Collection Fino al/through 25/1 Full Frontal: Contemporary Asian Artists from the Logan Collection 18/10/2003-23/5 A Family: Portraits by Jim Torok 18/10/2003-24/3

Houston MFA The Stars Come Out: The Heroic Century, The museum of Modern Art Masterpieces 21/9/2003-14/1 The Manfred Heiting Collection Fino al/through 11/1 Beyond Ornament: Contemporary Jewelry from the Helen Williams Drutt Collection Fino al/through 9/5

110 l’ARCA 188

Guggenheim James Rosenquist: A Retrospective 17/10/2003-25/1 Fellini! 31/10/2003-14/1 Klee and Kandinsky : The Bauhaus Years 31/10/2003-14/1 Boccioni’s Materia: A Futurist Masterpiece and the Avant-Gard in Milan and Paris 5/2-9/5 Singular Forms (Sometimes Repeated: Art from 1951 to the Present 12/2-16/5 Whitney Museum Lucas Samaras Fino al/through 8/2 Lothar Baumgarten: The Origin of the Night Fino al/through 15/2 John Currin Fino al/through 22/2 Museum of Arts & Design Corporal Identity-Body Language9th Triennial for Form and Content 14/11/2003-4/6 MoMA Queens Artist’s Choice: Moma Hatoun, Here is Elsewhere 7/11/2003-2/2 Kiki Smith: prints, books and things Fino al/through 8/3

American Folk Art Museum The Perfect Game: America Looks at Baseball Fino al/through 1/2 Noguchi Museum Noguchi: Sculptural Design 17/4-15/9

Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Per informazioni: ReedExpo France 70 rue Rivay - 92532 Levallois-Perret Cedex Tel. ++33 01 47 56 50 00 Fax ++33 01 47 56 14 40 Internet: www.ideobain.com E-mail: sophie_bonin@reedexpo.fr

Autria

Grande Halle de la Villette Made in Italy Salone internazionale del Made in Italy/International trade show of Made in Italy products 19/3-21/3

Philadelphia Institute of Contemporary Art Yoshitomo Nara: Nothing Ever Happens 24/1-4/4 Sarah McEneaney 24/1-4/4

Phoenix Art Museum Beauty and Style in 19th Century American Fashion 15/11/2003-11/4

San Diego Museum of Art Sculpture in Silk: Costumes from Japan’s Noh Theatre 15/11/2003-25/1 George Inness and the Visionay Landscape 24/1-18/4 Mingei International Museum Mingei of Japan The Legacy of Its Founders: Soetsu Yanagi, Shoji Hamada and Kanjiro Kawai 29/6-25/1 Origami Masterworks: Innovative Forms in the Art of Paper Folding 28/9/2003-25/1 George Nakashima Woodworker 23/11/2003-30/5

San Francisco San Francisco Museum of Modern Art (SFMoMA) Diane Arbus retrospective 25/10/2003-8/2

Seattle Art Museum The View from Here: The Pacific Northwest 1800-1930 8/8/2003-29/2 Christian Marclay 5/2-25/4

West Palm Beach Norton Museum of Art Hollywood Glamour Photography: Ruth Harriet Louise at MGM 3/11/2003-18/1 Minimal to the Max: The Brownstone Collection 22/11/2003-7/3 Jewish Life in Ancient Egypt 24/1-4/4 The Beatles: Photograohs bt Harry Benson 6/2-2/5 JFK and Art 6/2-2/5 Julie Moos: Hat Ladies 24/4-4/7 Birdspace: A Post-Audubon Artists’ Avary 28/5-19/8

AGENDA

Vienna Messezentrum Aquatherm Salone internazionale del riscaldamento, sanità, controllo climatico, tecnologie edilizie International trade fair for heating, sanitation, climate control, building technologies 27/1-30/1 Per informazioni: Internet: www.aquatherm.at

Cina/China Shanghai New International Expo Centre Hotelex Salone internazionale delle attrezzature alberghiere/ International trade fair of hotel equipment 30/3-2/4 Expo Build Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 6/4-9/4 Per informazioni: Invernizzi International Sales Franca Fregosi Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Francia/France Le Touquet Palais de l’Europe Habitat et environnement 20/2-22/2 Per informazioni: MC2 Event 10 Résidence le Center 62176 Sainte Cécile Tèl. ++33 03 21091666 Fax ++33 03 21091667

Paris Paris Nord-Villepinte Salon du Meuble Salone internazionale del mobile International furniture fair 8/1-12/1 Per informazioni: C.O.S.P. / Salon du Meuble de Paris 22, avenue Franklin-Roosevelt F-75008 Paris Tel. + +33 (0)1 40764500 Fax ++33 (0)1 45637824 Internet: www.salondumeuble.com

IdéoBain Salone internazionale dell’arredo bagno International trade fair of bath furniture 4/2-9/2

Per informazioni: Laura Glencastle Tel. ++33 1 58883217 E-mail: laura.glencastle@salonitalia.com

Toulouse Parc des expositions Batiments et Travaux publics Salone professionale dell’edilizia e dei lavori pubblici/Professional trade fair of building industry and public works 4/3-6/3 Per informazioni: Parc des Expositions de Toulouse Rond-Point Michel Bénech BP 4128 31030 Toulouse cedex 4 Tel. ++33 05 62254512 Fax ++33 05 62254500 Internet: www.toulousexpo.com

Germania/Germany Francoforte Messe Light and Building/LonWorks Salone e conferenze internazionali sulla luce e tecnologia elettronica/International fair and conferences about lightning and electrical technology 18/4-22/4 Per informazioni: Tel. ++49 69 7575 6599 Internet: www.lightbuilding.messefrankfurt.com

Koln Messe Home Tech Cologne Salone internazionale degli apparecchi domestici/International fair of the domestic appliances 25/2-29/5 Per informazioni: Mario Bernards Tel. ++49 221 821 2368 Faw. ++49 221 821 2153 E-mail: m.bernards@koelnmesse.de Internet: www.hometech-cologne.de

imm cologne Salone internazionale del mobile/International furniture fair 19/1-25/1 Per informazioni: Internet: www.imm-cologne.de

Gran Bretagna/Great Britain Birmingham NEC Expotile Salone internazionale delle piastrelle/International tiles trade fair KBB Salone internazionale dell’arredo-bagno International trade fair of bath furniture Lighting Salone internazionale dell’illuminazione

+ europaconcorsi

International trade fair of lighting 18/1-21/1 Per informazioni: Invernizzi International Sales S.r.l. Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Italia/Italy Bologna Fiera Europolis Salone delle tecnologie per vivere la città/Exhibition of technologies for a liveable city 4/2-7/2 Per informazioni: ON Ognanizzazione Nike Viale della Mercanzia 138, Blocco 2B, Gall.B 40050 Funo Centergross (BO) Tel. ++39 051 6646624 Fax 051 ++39 051 6646424 E-mail: segreteria@on-nike.it

Firenze Fortezza Da Basso Pitti Immagine Casa 30/1-1/2 Per informazioni: Pitti Immagine Via Faenza 111 50123 Firenze Tel. ++39 055 3693407 Fax ++39 055 3693200 Internet: www.pittimmagine.com

Milano Fiera Mostra Convegno Expocomfort Salone internazionale del riscaldamento, condizionamento, refrigerazione, tecnica sanitaria, arredamento bagno International trade fair of heating, air conditioning, sanitary, bath furniture 2/3-6/3 Per informazioni: Fiera Milano International Largo Domodossola 1 20145 Milano Tel .++39 02 48550.1 Internet: http://mce.fmi.it E-mail: mce@fmi.it

Next Energy Salone internazionale dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili International trade fair of energy efficiency and renewable energies 2/3-6/3 Per informazioni: Fiera Milano International Largo Domodossola 1 20145 Milano Tel. ++39 02 48550.1 Internet: http://mce.fmi.it E-mail: mce@fmi.it

Salone Internazionale del Mobile Salone Internazionale del Complemento d’Arredo Eurocucina, 15° Salone Internazionale Biennale dei Mobili per Cucina Eimu.2004, 12° Esposizione Internazionale Biennale dei Mobili per Ufficio SaloneSatellite International fairs of home, kitchen, office furniture and furniture complements 14/4-19/4 Per inormazioni: Cosmit Internet: www.cosmit.it

Xylexpo/Sasmil Fiera dedicata alla tecnologia per la trasformazione del legno e agli accessori, ai materiali e ai semilavorati per l’industria del mobile/Fair dedicated to the technology for the transformation of wood, accessories, materials halffinished for the industry of furniture 26/5-30/5 Per informazioni: Cosmit eventi Tel. ++39 02 8065141 Fax ++39 02 86996221 E-mail: info@cosmit.it

Montichiari (Brescia) Fiera Metef Salone mondiale dell’alluminio/World trade show of aluminium 21/4-24/4 Per informazioni: Alupromotion Tel. ++39 030 226425 Internet: www.metef.com E-mail: info@metef.com

Rimini Fiera SIB Atmosfair Salone internazionale di design, arredamento e tecnologie per il nuovo intrattenimento/International trade fair of design, furniture, technologies for the new entertainment 13/3-16/3 Per informazioni: Rimini Fiera c/o Elisabetta Vitali Via Emilia 155 47900 Rimini Tel. ++39 0541 744228 Fax ++39 0541 744505 Internet: www.riminifiera.it E-mail: e.vitali@riminifiera.it

Torino Lingotto Expovivre Salone della casa, dell’arredo e degli accessori/Trade fair of home furniture and accessories 7/3-16/3 Per informazioni: Lingotto Fiere Via Nizza 294 10126 Torino Tel. ++39 011 6644111 Fax ++39 011 6646642 Internet: www.lingottofiere.it E-Mail: info@lingottofiere.it

Verona Fiera Progetto Fuoco Mostra di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna 18/3-21/3 Per informazioni: Internet: www.progettofuoco.it

Kuwait Mishref

Russia Mosca Krasnaya Presnaya Expocentr Building Week Salone internazionale dell’industria edilizia/International trade fair of the building industry 6/4-9/4 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Spagna/Spain Valencia Feria Cevisama 04 Alone internazionale della ceramica e rivestimenti per la costruzione/International trade fair for ceramic tiles and cladding for buildings 2/3-6/3 Per informazioni: Feria de Valencia Tel. ++34 96 3861185 Fax ++34 96 3509177 Internet: www.ferivalencia.com/Cevisama

Svezia/Sweden Stockholm Fair Stockholm Furniture Fair Salone internazionale dell’arredamento, dei tessili e dell’interior design/Furniture, textiles and interior design for private homes, office and contract market 4/2-8/2 Per informazioni: Stockholm International Fairs Tel. ++46 8 7494100 Internet: www.stofair.se

USA Chicago McCormick Place Kitchen and Bath Salone e conferenza internazionale sulla cucina e sul bagno International show and conference on kitchen and bath 2/4-4/4 Per informazioni: Internet: www.kbis.com

Hilton Towers Design-Build Expo 3/11-4/11 Per informazioni: Design-Build Institute of America 1010 Massachusetts Avenue, NW, Third Floor Washington, DC 20001-5402 Tel. ++1 202 6820110 Fax ++1 202 6825877 Internet: www.dbia.org E-mail dbia@dbia.org

International Fair Grounds Rebuild Iraq 19/1-23/1 Per informazioni: Fadi Kaddoura P.O.Box 56010 Riyadh 11554, Saudi Arabia Tel. ++966 1 4541448 ext 212 Fax ++966 1 454 4846 Internet: www.rebuild-irak-expo.com E-mail: fkaddoura@recexpo.com

188 l’ARCA 111


l’Arca in the World ARGENTINA Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar ALBANIA Adrion LTD Sh. 1, Ap. 8 Sami Frasheri Str. P. 20/1 Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242 AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675 AUSTRIA Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz BELGIUM (l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004, Fax 02 4253022 BRAZIL Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410 CHILE Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350, Fax 02 3338210 CYPRUS Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P. O. Box 24508 Tel. 2.878500, Fax 2.489131

FINLAND Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330 FRANCE (l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607, Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585, Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598 Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313 Bordeaux La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343, Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717, Fax 04 78520216

Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884, Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603 GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979, Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801 Rowecom UK Ltd (subscriptions) Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101, Fax 0303.850440 GREECE Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383, Fax 01.9948777 HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV (subscriptions) P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111

ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579, Fax 03 5794567 JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308 KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2-Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105, Fax 02.7354028 MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314 Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488, Fax 676799 MEXICO Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050 POLAND Pol-Perfect SP Z.O.O. Ul. Wladyslawa Lakietka 7 PL 03-590 Warszawa Tel. 22 6772844, Fax 22 6772764 Gambit Ai Pokoju 29/B/22-24 31-564 Krakow Tel. 012 42155911 Fax 012 4227321 informacja@gambit.krakow.pl PORTUGAL Epul Edições e Publicações Lda Rua José Falcão, 57, 4° Esq. 1000-184 Lisboa Tel. ++351 1 316 1192 Fax ++351 1 316 1194

PRINCIPALITY OF MONACO (l’Arca International) Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492 SINGAPORE Leng Peng Fashion Book Centre 10 Ubi Crescent, #05-26 Singapore 408564 Tel. 7461551 Fax 7424686 SIRIA Kayyal Trading Co. P. O. Box 1850 Damascus Tel. 00963.11.2311542 Fax 00963.11.2313729 SLOVENIA Editoriale Stampa Triestina Via dei Montecchi 6 Trieste (Italia) Tel. 040 7796666 Fax 040 7796402 SPAIN Libreria Camara SL Euskalduna, 6 48008 Bilbao Tel. 4.4321945 Comercial Atheneum SA Joventut,19 08830 Sant Boi de Llobregat Tel. 93.6544061 Fax 93.6401343 Promotora de Prensa Internacional SA Disputaciòn, 410 08013 Barcelona Tel. 93.2653452 SWITZERLAND NLDA-Nouvelle Librairie d’Architecture 1, Place de l’Ile CH-1204 Génève Tel. 022.3115750 TAIWAN Super Teem Technology Co. Ltd. IF., No.13, Alley 21. Lang 200 Yung Chi d. Taipei Tel. 02 27684617 Fax 02 27654993 THAILAND Central Books Distribution 306, Silom Road Bangkok Tel. 2.2336930-9 Fax 2.2378321

The books of l’Arca Edizioni in the world are distributed by: In France: De Nesle Diffusion, 48 rue Montmartre - 75002 Paris - Tel. ++33 1 44 419700, fax ++33 1 44 419709 In Germany, Austria, Belgium, Holland, Luxembourg: Wasmuth Verlag - Fürststrasse 133, D-72072 Tübingen - Tel. ++49 7 07133658, fax ++49 7 07135776 In Great Britain: Art Books International - Unit 14, Groves Business Centre, Shipton Road , Milton-under-Wiychwood, Chipping Norton, Oxon, OX7 6JP - Tel. ++44 1993 830000, fax ++ 44 1993 830007 In Spain: Publicaciones de Arquitectura y Arte, S.L. -C/. General Rodrigo, 1 - 28003 Madrid - Tel. ++34 91 554 61 06, fax ++34 91 554 88 96 - 34 91 554 76 58, E-mail: publiarq@publiarq.com In Portugal: Epul Edições e Publicações Lda - rua José Falcão, 57, 4° Esq. - 1000-184 Lisboa - Tel. ++351 1 316 1192, fax ++351 1 316 1194 In Korea Republic and Singapore: MGH Co. - Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2-Ka, Chong Ro, Seoul 110-062, Korea Republic - Tel.++82 2 7328105, fax ++82 2 7354028 In USA and Canada: Art Stock - 41 Monroe Turnpike - Trumbull, CT 06611 USA - Tel. 203 459 5090, fax 203 459 5095 - www.artstockbooks.com - E-mail: info@artstockbooks.com German Office - Art Stock HQ (in Germany) - Agnesstrasse 6 - D-70597 Stuttgart - Tel. +49 711 327 5550, fax +49 711 327 5551 In Rest of the World: l’Arca Edizioni spa - Via Valcava 6, 20155 Milano - Tel. ++39 02 325246, fax ++39 02 325481, E-mail: arca@tin.it

TURKEY Arti Perspektif Yayincilik Kiziltoprak Bagdat Cumhur Sadiklar 12/1 81030 Kadikoy/Istanbul Tel. 0216 4189943 Fax 0216 4492529 arti.perspektif@bnet.net.tr Bilimsel Eserler San.Ve Tic. Ltd. Siraselviler Cad. 101/2 80060 Taksim-Istanbul Tel. 212 2434173 Fax 212 2494787 Yab-Yay Yayimcilik Sanay Ltd. Bsiktas Barbaros Bulvari Petek Apt.61, Kat:3 D:3 Besiktas/Istanbul Tel. 212.2583913-2598863 Fax 212.2598863 Promete Film Yapim Sanayi ve Ticaret Limited Sirketi Inönü Cad. Prof. Dr. Tarik Zafer Tunaya Sok. No: 6/9 34437 Gümüssuyu/Taksim Istanbul Tel. 0090.212.2921368 Fax 0090.212.2451305 UNITED ARABIAN EMIRATES Dar Al Hikmah P.D. Box 2007 Dubai Tel. 04.665394 Fax 04.669627 USA & CANADA Faxon A Rowecom Co. (subscriptions) 15, Southwest Park Westwood, MA 02090 Tel. 800.2897740 Fax 617.4611862 L.M.P.I. - USA L.M.P.I. - Canada 8555, Rue Larrey Montreal H1J 2L5 QC Tel. 001.514.3555610 Fax 001.514.3555676 VENEZUELA Edital C.A. Calle Negrin Ed. Davolca Planta Baja Ap. 50683, Caracas Tel. 212 7632149 Fax 212 7621648


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