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La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva | The international magazine of architecture, design and visual communication

Angelo Cortesi Ottavio Di Blasi (EEA)Erick van Egeraat Bruce S.Fowle Murphy/Jahn Jean Nouvel Dominique Perrault Renzo Piano Giancarlo Marzorati Space Group Valerio Dewalt Train

In Italia € 9,00 IVA assolta dall’editore

2004 189

Periodico mensile - Spedizione in abbonamento postale 45% pubblicità ART.2 Comma 20/B Legge 662/96 - Milano

Studio Valle Progettazioni


Cesare Maria Casati

Conforming to Il conformismo del non conformismo Non-conformism l periodo in cui viviamo, senza considerare la violenza degli avvenimenti economici e sociali che il mondo sta subendo, per chi come noi deve occuparsi di informazione e di analisi critica dell’evoluzione della creatività e della tecnologia nel progetto di architettura, non è facile. Sino a pochi anni fa i progettisti e la critica erano aiutati da scelte e catalogazioni di tipo stilistico ed estetico che consentivano agli uni l’appartenenza a un linguaggio o a un gruppo coerente e definito e agli altri un esame e un giudizio facilitato da parametri codificati di confronto sicuri. Questi “ismi” come il “neoplasticismo”, “il razionalismo”, “il brutalismo”, “il postmodernismo” eccetera consentivano riferimenti compositivi sicuri, parametrati dalla storia di maestri e opere precedenti e riferiti sempre a una estetica formale e concettuale coerente con i tempi in cui venivano a svilupparsi. Si poteva commentare e analizzare un’opera o un progetto conoscendo tutte le informazioni linguistiche e culturali necessarie e non mancavano mai riferimenti e citazioni attinti alle diverse storie dell’architettura contemporanea che venivano additate. Anche nelle scuole di architettura tali dottrine scritte e professate consentivano alla maggior parte dei discenti di trasformarsi in discepoli clonati, più o meno capaci, di un maestro o di un altro. Recentemente abbiamo avuto, soprattutto in Italia, una generazione di tanti piccoli Aldo Rossi che ha lasciato segni molto lontani dalla qualità del loro cosiddetto maestro e ora irreparabili. Quando il progetto si viene a definire su concetti già scritti e formalmente su decori già visti nasce irreparabilmente un formalismo pernicioso. Un facile metodo di appartenenza, che, seppur banale, ottiene facilmente consenso accademico e spesso anche professionale. Credo che sia particolarmente pericoloso, almeno per ottenere un risultato abbastanza originale e personale, soprattutto oggi, iniziare un progetto con il pregiudizio di appartenere o di cercare di appartenere a un linguaggio sicuro o a una corrente di pensiero accademizzata. Forse è il momento di un nuovo “ismo” che possiamo definire “antiformalismo”. Penso al lavoro di Alsop, dei Lab Arhitecture, di Fuksas, dei Coop Himmelb(I)au, dei Sapacelab-Cook/Fournier, di Perrault e di tanti altri che, abbandonato il concetto di forme inscrivibili in precise geometrie, di strutture travi-pilastri, di membrane rigide ricercano, spesse volte con intuizioni poetiche, un nuovo concetto di estetica lontano dal classico “bello” e più legato ai nuovi “non valori” estetici che la società internazionale attuale ha scelto per vivere. Il conformismo del non conformismo che si distingue nei costumi dei giovani, nella musica e nella moda e nella comunicazione è sicuramente una strada di liberazione che dovrebbe dare frutti succosi anche nel nuovo panorama che vogliamo costruire e progettare.

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ven ignoring the violence of the socio-economic events afflicting the world, these are difficult times for people like us who are involved in providing information and critical analysis about developments in the creative and technological sides of architectural design. Until a few years ago, architects and critics were helped along by stylistic and aesthetic categorising that allowed the former to be tagged with an idiom or incorporated in a well-defined and clear-cut group and the latter to be armed with carefully coded parameters of judgement and analysis. “Isms” like “neoplasticism”, “rationalism”, “brutalism” and “postmodernism” etc. allowed well-defined stylistic comparisons and references geared to the history of old masters and works, and always alluding to formal and conceptual aesthetics in line with the times in which they were set down. A given work or project could be analysed and commented on in full knowledge of all the linguistic and cultural information required for the task and armed with a barrage of references and citations related to all the available histories of modern-day architecture. In schools of architecture, too, these written or professed doctrines allowed most students to be turned into cloned (and more or less able) followers of some master or other. Recently, in Italy in particular, there has been a generation of lots of little Aldo Rossis, who have left imprints bearing little of the quality of their so-called master but managed to do irreparable harm. When a project is designed around concepts already written down and stylistically based on existing types of ornament and decoration, this inevitably leads to pernicious formalism. A convenient way of belonging, which, despite its blandness, easily obtains the stamp of academic and often also professional approval. I believe it is rather dangerous, at least if you are looking for some sort of original and personal design (and nowadays especially), to begin a project already biased towards some safe stylistic idiom or popular line of academically endorsed thought. Perhaps the time has come for a new “ism” which we might call “anti-formalism.” I am referring to the work of Alsop, Lab Achitecture, Fuksas, Coop Himmelb(l)au, Spacelab-Cook/Fournier, Perrault and lots of others, who, having abandoned the idea of forms that can be inscribed in definite geometric patterns, beam-column structures and stiff membranes, often draw on their artistic intuition to find a new concept of aesthetics poles apart from classical “beauty” and more closely linked to new aesthetic “non-values” that present-day international society has adopted to live with. Conforming to non-conformism, that characterises young people’s behaviour, music, fashion and communication, is unquestionably the way to a form of freedom that certainly ought to bear succulent fruits on the new scene we are eager to plan and design.

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Dopo due anni di/by Bruce S.Fowle

Sopra, a sinistra, vista di Greenwich Street e, a destra, vista aerea del modello del progetto di Daniel Libeskind, vincitore del concorso internazionale per la ricostruzione del World Trade Centre a Manhattan, New York. Above, left, view of Greenwich Street and, right, aerial view of the model of Daniel Libeskind’s winning project in the international competition to rebuild the World Trade Center in Manhattan, New York.

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ono passati più i due anni dall’attacco terroristico che ha distrutto il World Trade Center di New York. Siamo ora a un punto cruciale nel processo di ricostruzione; è imperativo per la città, per la comunità, per l’industria del progetto e per il pubblico fare un passo indietro e valutare i progressi fatti in relazione a una serie di elementi fondamentali che dovranno produrre come risultato una Lower Manhattan viva, sostenibile, elegante, rispettosa e rivitalizzata. All’inizio, nel febbraio 2002, furono pubblicati i Principi per la Ricostruzione di Lower Manhattan dalla New York New Visions (NYNV), una coalizione di volontari formata da 21 organizzazioni di progettisti, pianificatori e studi di architettura, in totale circa trentamila persone tra privati e professionisti, tanto per dare la misura degli sforzi messi in atto. Come la NYNV è stata una base solida per i successivi sforzi della Lower Manhattan Development Corporation (LMDC) già pochi giorni dopo l’11 settembre, così questi principi devono continuare a fornire un banco di prova per i progressi fin qui fatti, per i piani attuali e per le intenzioni di futuri sviluppi. Un processo trasparente per il Memoriale Il primissimo principio della NYNV richiede un “processo formale, trasparente e aperto” per selezionare il progetto di un memoriale permanente che sia “coerente allo sviluppo dell’area”. La LMDC ha fatto un grande passo avanti selezionando di recente otto finalisti per il progetto del Memoriale tra oltre 5.200 proposte presentate in concorso. Nel vagliare le proposte giunte da tutto il mondo, i giurati hanno dovuto selezionare quelle proposte che oltre a soddisfare le necessità emotive del pubblico, rispondessero spazialmente all’area concepita da Daniel Libeskind per ospitare il Memoriale. Il Memoriale era un elemento chiave nel piano generale di Libeskind per l’area e il suo perimetro era separato dalla zona urbana da ciò che resta del muro di cemento a circa 25 metri sotto il livello stradale. Con le recenti modifiche al progetto, questo “pozzo” è stato innalzato di circa 15 metri, diminuendo in modo significativo il suo impatto scenografico. E’ molto importante che il progetto vincitore rappresenti sia un simbolo dell’enorme tragedia sia un componente armonioso e coerente con l’intero piano dell’area. Un futuro flessibile e polifunzionale per Lower Manhattan Per giocare un ruolo chiave nella vitalità futura di New York, il nuovo quartiere di Lower Manhattan deve diventare “una vera

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comunità 24 ore su 24 in un regno pedonale”, come indica il secondo principio della NYNV. Anche se il progetto di Libeskind è stato corretto e finalizzato, il tema della sovra-densificazione non è stato ancora adeguatamente risolto. Gli oltre 900.000 di metri quadrati, pur se già meno dei circa 1.100.000 previsti inizialmente, sono ancora una superficie enorme per l’esperienza pedonale. Con la proposta di aggiungere un’area per la Deutsche Bank sul lato opposto della strada a sud dell’area interessata, la densità sull’originario lotto di 16 acri viene in parte mitigata consentendo un miglior bilanciamento tra edifici e aree aperte. Rimane, tuttavia, la questione di come relazionare le torri previste dal progetto con la zona pubblica a livello della strada. Un collegamento migliore Il terzo principio della NYNV raccomanda a LMDC di “concentrarsi sul miglioramento dell’accessibilità del transito di massa – un investimento di primaria importanza per la salute futura di Lower Manhattan”. Attualmente, le linee principali della metropolitana sono in fase di rinnovo ed è stata aperta la stazione temporanea per il collegamento con la linea ferroviaria per il New Jersey. A Santiago Calatrava è stato assegnato il ruolo guida per il progetto del nuovo “hub” dei trasporti dell’area del WTC: un passo molto positivo. Un team guidato da Nicholas Grimshaw è stato selezionato per progettare la stazione di Fulton Street che collegherà quattro linee della metropolitana al centro del WTC. Sono state bloccate, per mancanza di fondi, iniziative per collegare direttamente al WTC anche la Ferrovia di Long Island e l’aeroporto Kennedy. Il progetto per la linea metropolitana nella 2nd Avenue, che collegherà Downtown Manhattan con l’East Side è stato avviato sotto la guida del team DMJM Harris/Arup con Fox & Fowle Architects come progettisti della stazione. Rimane la domanda di quanta parte di West Street, una delle maggiori arterie di traffico che tagliano la zona, verrà costruita. Il progetto di Libeskind prevede di interrarne una parte, ma resta la possibilità di realizzare un tunnel che migliorerebbe enormemente il traffico commerciale tra Brooklyn e il New Jersey deviandolo dalle strade locali: un tema che si trascinerà a lungo. Interrare West Street aiuterebbe anche a collegare South Greenwich Street, attualmente un’area piuttosto desolata nella porzione sud del quartiere, al vicino Battery Park City. Un team, guidato da Hardy Olzman

WTC New York Phiffer Associates è stato recentemente incaricato da LMDC di studiare un master plan per questa zona: un altro passo positivo. Una nuova relazione tra Lower Manhattan e la Regione La NYNV richiede “una strategia di crescita equilibrata che rifletta le reciproche relazioni tra Lower Manhattan e la Regione”: è il quarto principio. Con l’economia attuale, questo coordinamento si è perso nella battaglia tra il settore di sviluppo privato e la domanda pubblica. C’è un profondo interesse circa la fattibilità economica del progetto. In un mercato immobiliare con alte percentuali di spazi sfitti, non c’è molto bisogno di 800.000 metri quadrati di spazi per uffici a Manhattan. Inoltre, nella coscienza pubblica resta una velata apprensione circa la costruzione di due grattacieli. Resta anche la questione di come il nuovo sviluppo possa essere suddiviso in fasi e di come stabilire le varie fasi di costruzione degli spazi commerciali, culturali e del Memoriale. Eccellenza e sostenibilità del progetto per New York City La scelta di Libeskind per il progetto dell’area, di Grimshaw per il Fulton Street Transit Center, di Calatrava per il nodo dei trasporti indica l’adesione al quinto principio della NYNV. Il processo di ricostruzione deve “esigere l’eccellenza progettuale con una speciale enfasi sulla sostenibilità per creare un valore economico e sociale a lungo termine” e “deve richiedere bassi costi di ciclo vitale e di energia”. La scelta di LMDC di studi che perseguono da sempre l’eccellenza nel progetto è dunque un’indicazione positiva. Nel progredire del processo, la sostenibilità, sia ambientale sia economica, deve essere in primo piano nelle fasi decisionali e deve essere integrata a ogni livello di pensiero e di azione. Il progetto di Libeskind è stato molto cambiato rispetto alla sua concezione. Rimangono le cinque torri a spirale, ma sono più ortogonali alle strade e meno “impegnative” come cinque oggetti scultorei indipendenti. L’eliminazione del percorso circolare che perimetrava il “pozzo” ha sollevato dubbi circa la sua coerenza con lo sviluppo dell’area a livello strada. L’inserimento di architetti dello star system internazionale per il progetto di ciascuna delle cinque torri sembra in contrasto con la nozione di una serie strutture a spirale di forma simile, specialmente considerando che probabilmente la loro costruzione sarà divisa in fasi diverse a lungo termine.

Un processo di pianificazione efficace e complessivo e un’azione immediata Il sesto e settimo principio della NYNV spingono per uno sviluppo con “strategie a breve e lungo termine” in cui “urgenza e intelligenza delle decisioni siano bilanciate” e che prevedano elementi temporanei tali da riportare al più presto l’area alla vita quotidiana. In questo campo, LMDC ha fatto passi da gigante, a dispetto delle indecisioni e incertezze iniziali. La riattivazione del sistema dei trasporti è stata quasi completata. Poco dopo la riapertura delle strade adiacenti, le transenne sono state rimpiazzate da piattaforme panoramiche e da un muro espositivo con finestre aperte sul cantiere e luoghi di sosta che consentono al pubblico di fermarsi a riflettere sulla storia e sul futuro del WTC. Tuttavia, non c’è ancora una proposta chiara su come i 16 acri dell’area saranno utilizzati durante la ricostruzione, ad eccetto del nodo trasporti. C’è bisogno di un progetto per la realizzazione di componenti temporanee come spazi commerciali, attrazioni culturali, centri di orientamento e di servizio per i visitatori, spazi pubblici aperti, parcheggi. Se il processo di pianificazione è iniziato come un dialogo aperto al pubblico, è stato poi essenzialmente chiuso con la scelta di Libeskind. C’è preoccupazione che le forze più interessate al mercato stiano prendendo scorciatoie. Via via che le torri divengono più “reali” in termini “immobiliari” divengono anche sempre più convenzionali. Le forze politiche suggeriscono una linea di sviluppo che non è pratica e non riflette la depressa situazione del mercato immobiliare degli uffici di New York. Le istituzioni culturali sono incerte su chi dovrebbe rioccupare l’area e su quale natura dovrebbe avere il museo del 9/11 e il relativo centro visitatori. La questione di chi dovrà pagare cosa nella ricostruzione è ancora aperta. E’ essenziale che i gruppi attivisti come NYNV, Immagine New York e la Civic Alliance, nonché i media, continuino a pressare LMDC per assicurare che si mantenga un dibattito pubblico e che le forze della mediocrità non prevalgano. Bruce S.Fowle è Senior Principal di Fox & Fowle Architects e membro fondatore della coalizione New York New Vision. NYNV è stata fondata subito dopo l’attacco al World Trade Center per organizzare e formalizzare la responsabilità e la dedizione dei progettisti nei confronti del futuro di Lower Manhattan.

Sopra, a sinistra, planimetria generale dell’area e, a destra, rendering dell’area dedicata al Memorial 11 Settembre, nel progetto di Libeskind. Above, left, site plan of the area and, right, rendering of the area devoted to the Memorial to the 11th September in Libeskind’s project.

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Sopra, i progetti finalisti al concorso internazionale per il Memorial 11 Settembre. In senso orario dall’alto a sinistra: Pierre David, Sean Corrile, Jessica Kmetovic; Michael Arad (vincitore); Brian Strawn, Karla Sierralta; Toshio Sasaki. Above, the finalist projects in the international competition to design a Memorial to the 11th September. Clockwise, from top left: Pierre David, Sean Corrile, Jessica Kmetovic; Michael Arad (winner); Brian Strawn, Karla Sierralta; Toshio Sasaki.

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ver two years have passed since the terrorist attacks that destroyed New York City’s World Trade Center. At this crucial point in the progression of the rebuilding effort, it is imperative for the City, community, design industry, and public to step back and evaluate the progress that had been made in relation to the series of fundamental elements that will result in a vital, sustainable, elegant, respectful, and revitalized Lower Manhattan. Originally published in February 2002, the Principles for the Rebuilding of Lower Manhattan by New York New Visions (NYNV), a volunteer coalition of twenty-one design, planning, and architectural organizations with a total constituency of over thirty thousand private and professional individuals, serves as an ideal measure of the efforts thus far. As NYNV has been a sounding board for the Lower Manhattan Development Corporation’s (LMDC) efforts since only a few weeks after September 11th, so should these principles continue to serve as a benchmark for the progress that has been made, the current plans, and the future intentions of the development. An Open Memorial Process The very first NYNV principle called for a “formal, transparent, and open process” to select a permanent memorial design that is “integral to the development of the area”. The Lower Manhattan Development Corporation has made great progress by recently selecting eight memorial design finalists after having received over 5200 entries for the competition for the design. As the competition jurors sifted through the entries from all corners of the world, the challenge was the selection of proposals that address the emotional needs of the public while responding spatially to the memorial site devised by Studio Daniel Libeskind. A key element in Libeskind’s original master plan for the site, the memorial precinct was separated from its urban surroundings by placing it at the bottom of the surviving slurry wall seventy feet below grade. With recent changes to the plan, this “pit” has risen 40 feet closer to the ground level, significantly diminishing its dramatic impact. It is of the utmost importance that the final selected design provides both an appropriate symbol for this enormous tragedy and an integral and harmonious component to the composition of the redevelopment plan.

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A Flexible, Mixed-Use Future for Lower Manhattan The new Lower Manhattan district must become a “true 24-hour community within a pedestrian realm”, as the second NYNV principle indicates. As the Libeskind master plan for the site is amended and finalized, the issue of over-densification has still not been adequately addressed. The massive 11 million square feet of development, although reduced from the original 12 million, will still overwhelm the pedestrian experience. With the proposed addition of the Deutsch Bank site located across the street to the south of the development zone, the density on the original 16-acre site will be somewhat mitigated by striking a better balance between development and open space. Questions remain, however, as to how the proposed towers relate to the public realm at street level. A More Connected Downtown In its third principle, NYNV recommends that LMDC “focus on improving accessibility by mass transit – it is the single most important investment in the future health of Lower Manhattan”. Currently, the major New York City Subway lines have been restored and the temporary station for the New Jersey PATH train connections for the district has opened. Architect Santiago Calatrava has been awarded the lead design role for the new transportation hub on the WTC site. A team led by Nicholas Grimshaw has been selected to design the proposed Fulton Street station that will connect four subway lines with the WTC complex. Initiatives to bring the Long Island Railroad and Kennedy Airport access directly to downtown have been stalled for lack of funding. The design of the proposed 2nd Avenue subway that will connect downtown with Manhattan’s East Side is underway. That team consists of DMJM Harris/Arup, with Fox & Fowle Architects as the station designers. The question of how much of West Street, a major traffic artery that bisects the site, will be built over still exists. Libeskind’s plan takes the street partially under the site, but there remains the opportunity to make it an important artery tunnel and vastly improve the commercial traffic flow between Brooklyn and New Jersey by taking it off local streets. Bringing West Street underground would also help connect South Greenwich Street, the currently rather desolate area to the south of the site, to nearby Battery Park City. A master planning team led by Hardy Holzman Phiffer Associates has recently been selected to study this South Greenwich Street area for LMDC.

A Renewed Relationship of Lower Manhattan to the Region NYNV calls for a “balanced growth strategy that reflects the reciprocal relationship of Lower Manhattan and the region” in its fourth principle. In the current economy, this coordination is lost in the struggle between the private development sector and the public demand. There is a deep concern over the economic viability of the project. In a real estate market with high vacancy rates, there is little need for 9 million more square feet of office development in Manhattan. Additionally, the tinge of apprehension about building tall towers remains in the public consciousness. Questions also remain as to how the re-development can be phased and how to create successful retail, memorial and cultural components in the interim phases. Design Excellence and Sustainability for New York City The selection of Libeskind for the planning of the site, Grimshaw for the Fulton Street Transit Center, and Calatrava for the transportation hub all indicate the adherence of the process to NYNV’s fifth principle. The rebuilding process must “demand design excellence with an emphasis on sustainability to create long-lasting economic and social value” and “require decreased life-cycle costs and energy use”. LMDC’s selection of firms dedicated to the pursuit of design excellence is a positive indication. As the process progresses, sustainability – both environmental and economic – must be at the forefront of decision-making and integrated into every step of thinking and materialization. This has yet to become a driving force in the planning, although design guidelines for all aspects of the redevelopment are expected to be released before the end of 2003. The Libeskind design has been greatly altered since its inception. While the five spiraling towers remain in concept, they are more orthogonal to the streets and less compelling as five interdependent sculptural objects. The deletion of the circular walkway that surrounded the “pit” has raised concerns about the cohesion of the re-development at pedestrian level. The insertion of other “star” architects to design the towers seems counter to the notion of the spiraling array of similar and related tower forms – especially given that they will likely be phased over several generations.

An Effective and Inclusive Planning Process & Immediate Action The sixth and seventh principles of NYNV urged the development of “long and short term strategies” that “balance urgency with informed decisions” and implement interim elements to bring life back to the site as soon as possible. This is one area in which the LMDC has made significant strides, however shaky and irresolute at first. The re-activation of the transportation systems is nearly complete. Shortly after the re-opening of the surrounding streets, the initial barricades were replaced with viewing platforms and an exhibit wall that allows a window into the rebuilding progress, and provides a place for visitors to reflect on the history and future of the World Trade Center site. However, there is no clear proposal yet of how the 16-acre site will be used during the redevelopment construction, with the exception of the proposed transportation hub. There needs to be a plan for interim retail, cultural attractions, visitor orientation and facilities, open public space, and bus and private vehicle parking. While the planning process began as an open public dialogue, that process has been essentially shut down since the selection of Libeskind as the architect/planner. There is great concern that the forces of “business as usual” are making inroads. As the towers become more “real” in developer terms they are also becoming more conventional. Political forces are suggesting a sequence of redevelopment that is not practical nor reflective of the depressed office building market in New York City. The cultural institutions are at odds over who should relocate to the site and what the nature of the 9/11 museum and visitor’s center should be. The issue of who is going to pay for what in the re-building process is still an open question. It is essential that activist groups such as New York New Visions, Imagine New York, and the Civic Alliance-as well as the media--continue to put pressure on the LMDC to ensure that an open dialogue is maintained and that the forces of mediocrity do not prevail. Bruce Fowle is Senior Principal at Fox & Fowle Architects and a founding member of the New York New Visions coalition. New York New Visions was founded shortly after the attack on the World Trade Center to organize and formalize the design community’s response and commit a single voice to the future of Lower Manhattan.

Sopra, da sinistra a destra: Norman Lee, Michael Lewis (sopra); bbc art+architecture, Baurmann Brooks Coersmeier (sotto); Bradley Campbell, Matthias Neumann; Joseph Karadin, Hsin-Yi Wu. Above, from left to right: Norman Lee, Michael Lewis (above); bbc art+architecture, Baurmann Brooks Coersmeier (below); Bradley Campbell, Matthias Neumann; Joseph Karadin, Hsin-Yi Wu.

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Architectures Jean Nouvel

Rivelare e proteggere Musée Vesunna, Périgueux

The stairs leading from the entrance to Vesunna Museum, in the town of Périgueux in Aquitania, to the two mezzanine levels dominating the museum premises holding archaeological relics from the GallicRoman period.

Credits Project: Architectures Jean Nouvel Engineering: Ove Arup, Setec Consultants: F. Leyge, M. Casso, Georges Berne, Alain Bony Project Architect: A. Rossi, L. Niget, D. Brault, B. Beissel, F. Tolia Assistant Architects: J.P. Godin, T. Marco, C. Ruiz, I. Agostini, C. Benzoni Graphic Design: S. Rosant Museography: V. Morteau, N. Sasso, F. Leininger Client: Ville de Périgueux

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Sono forse i resti di architetture dimenticate sopra e attorno alle nostre città, accumulazioni di qualche decennio, che ci permettono di situare meglio l’importanza delle civilizzazioni perdute e delle vestigia che oggi si leggono principalmente come delle vere radici piuttosto che come semplici tracce”. Con queste parole Jean Nouvel ci suggerisce le coordinate di lettura del suo recente progetto per il museo archeologico Vesunna, inaugurato il luglio scorso a Périgueux, cittadina di origini gallo-romane nella regione dell’Aquitania. “Una dimensione metafisica – continua l’architetto – nasce dallo scarto vertiginoso e concreto tra due frammenti del reale confrontati nello spazio, in qualche metro, e nel tempo, in qualche millennio. Cosciente dei rischi di questa situazione, propongo di attenermi semplicemente a queste considerazioni, e dunque di proteggere e rivelare”. Proteggere e rivelare, quindi due aspetti indissolubili dall’idea di museo che vengono assunti come momenti fondanti il progetto, fiore all’occhiello di questa cittadina. Il caso gioca in favore delle ambizioni della municipalità facendo scoprire nel 1959, durante i lavori di cantiere per la realizzazione di 40 alloggi di edilizia convenzionata, i resti di una domus risalente al I e al II secolo. La pianificazione di un intervento per la valorizzazione di questi reperti è confluita nel 1993 in un concorso internazionale vinto da Jean Nouvel. La domus, di notevole importanza archeologica sia per estensione, circa 4000 metri quadrati, sia per la presenza di muri di circa un metro ancora ben conservati e di un prezioso insieme di dipinti murali, è inserita nel cuore dell’antica Vésone, dove si ergono una torre di circa 27 metri, vestigia di un antico tempio galloromano e gli antichi bastioni del basso impero romano. Nouvel si inserisce in questo contesto fortemente caratterizzato con una geometria leggera e trasparente, che valorizza le presenze storiche trovando nell’uso dei materiali e nella sottile e pulita disposizione dei volumi il dialogo con la cultura contemporanea. La semplicità di un gesto disincantato e immediato permette di definire i confini dell’intervento individuando ciò che di prezioso va conservato e protetto e ciò che, viceversa, va estromesso dalla magia del luogo. Così la presenza minerale e sfilata di un “muro abitato” scherma a ovest la presenza di costruzioni banali e invasive, ridefinendo la dimensione storica di un parco archeologico che integra in una suggestiva promenade la Torre, la domus e i vecchi bastioni. E’ da questo elemento di confine dove sono concentrati l’atrio d’ingresso, i locali tecnici e una parte del circuito di visita distribuito su due piani al mezzanino che si domina l’intero spazio museale. L’ambiente, quindi, si apre attorno alla domus, elemento principale del progetto che regola l’intera organizzazione dei percorsi e la disposizione degli ambienti. Un ampio piano in metallo, sospeso a 9 metri dal suolo, viene disteso come un manto protettivo sopra gli scavi dove si evidenziano il piano della villa romana. L’ambiente museale si percepisce come un tutt’uno con l’esterno da cui è separto da pareti vetrate costituite da moduli sospesi che divengono con il gioco di luci e di paesaggio, elementi quasi immateriali. Una leggera passerella sospesa segna il percorso museale che fa gravitare i visitatori al di sopra dei reperti archeologici. La continuità con l’esterno è inoltre sottolineata dall’aggetto del piano di copertura che si proietta per ben 10 metri oltre il perimetro vetrato proteggendo così il museo dall’irraggiamento diretto. Elena Cardani

Forgotten architectural remains above and around our cities, that have gradually piled up down the decades, are perhaps what best enable us to assess the importance of lost civilisations and relics, which, nowadays, are mainly treated as authentic roots rather than just traces.” This is how Jean Nouvel himself read his own project for the Vesunna Archaeology Museum that opened last July in Périgueux, a town of Gallic-Roman origin in the Aquitania region. The architect goes on to talk about “a metaphysical dimension emerging from the dazzlingly concrete shift between two fragments of reality confronting each other in space, over a couple of metres, and in time, over a few thousand years. Aware of the risks this entails, I plan to merely keep to these few factors and hence protect and reveal.” Protection and revelation are two inseparable aspects of an idea of a museum that are taken as grounding the basic design project, the jewel in the town’s crown. Chance gave the town a helping hand when the remains of an old domus dating back to the 1s or 2nd century were discovered in 1959 during building work on 40 new houses. Over subsequent years plans were brought into act to safeguard and exploit these archaeological remains, culminating in an international competition organised in 1993 that was eventually won by Jean Nouvel. The domus, which soon turned out to be of great archaeological importance due to its sheer size (covering approximately 4000 square metres), the presence of approximately 1-metre-high walls in good repair and, most significantly, a valuable collection of murals, is right in the heart of ancient Vésone, where there is also an approximately 27-metre-tall tower, the remains of an ancient GallicRoman temple and old ramparts from the late Roman empire. Nouvel has drawn on light, transparent geometric patterns to slot into this highly characteristic context, exalting the ancient relics by clever use of materials and a subtle and clean-cut structural layout interacting with modern-day culture. The simplicity of a spontaneous and disenchanted gesture has set the bounds of the project and separated what is valuable and needs conserving and protecting from what, in contrast, needs to be ejected from this magical setting. To this end, a winding mineral “inhabited wall” to the west screens off the presence of bland and intrusive constructions, providing a new “historical” rendition of an archaeological park knitting the Tower, domus and old ramparts into a highly evocative promenade. This borderline feature also holds the entrance lobby, utilities rooms and part of the guided tour spread over two mezzanine levels overlooking the entire museum facility. This means the setting opens up around the domus, the key design feature dictating the overall layout of pathways and premises. An extensive metal plane, suspended 9 metres above ground, is spread like a protective cloak across the archaeological digs, where you can see the layout of the Roman villa. The museum facility seems to flow uninterruptedly into the outside environment, from which it is separated by glass walls made of suspended sections that look almost substanceless as they interact with the surrounding light and landscape. A light, suspended walkway marks the museum path and lets visitors hover above the archaeological relics. Continuity with the outside is further underlined by the overhanging roof level, that projects out for a full 10 metres beyond the glass perimeter to shelter the museum from direct sunlight.

P. Ruault

La scala che dall’ingresso del Museo Vesunna, nella cittadina di Périgueux, in Aquitania, conduce ai due piani mezzanini che dominano l’ambiente museale dove sono conservate le vestigia archeologiche di epoca gallo-romana.

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Il museo archeologico è individuato da un perimetro vetrato protetto da una grande tettoia metallica con un aggetto di circa 10 metri sulla spazio esterno. L’edificio, inaugurato nel luglio del 2003 su concorso

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internazionale vinto da Jean Nouvel, ospita i resti di una domus risalente al I secolo d. C. e altri reperti provenienti dalla zona. The archaeological museum features a glass perimeter

protected by a large metal roof with an approximately 10-metre overhang into the outside space. The building, which opened in July 2003 after Jean Nouvel won an international competition, holds the

archaeological relics of a domus dating back to the 1st century A.D. and other remains from the area.

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Dal basso in alto, pianta del piano -1 con gli scavi della domus, definita da un giardino e un peristilio che serve le diverse sale, e del piano terreno.

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From bottom up, plan of level -1 showing the excavations for the domus, marked by a garden and peristyle serving the various rooms, and ground floor.

Sezione trasversale sull’edificio a ovest, il “muro abitato”, che ospita l’atrio d’ingresso, i locali tecnici e di servizio, e i due piani mezzanini dove sono presentate

parte dei reperti archeologici. Cross section of the building to the west, the “inhabited wall” holding the lobby entrance, the

technical and utilities rooms, and the two mezzanine levels where part of the archaeological relics are on display.

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L’ampio spazio museale, controventato dal “muro abitato”, è percorso da una passerella sospesa che guida il pubblico nel circuito di visita. The extensive museum space, windbraced by the “inhabited wall”, has a suspended walkway across it taking visitors along the guided tour.

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Renzo Piano Building Workshop

Schizzo preliminare del Nasher Sculpture Center, istituzione dedicata esclusivamente all’esposizione di scultura moderna e contemporanea, inaugurata lo scorso ottobre a Dallas.

Preliminary sketch of the Nasher Scupture Center devoted entirely to displaying modern and contemporary sculpture that opened in Dallas last October.

La migliore luce Nasher Sculpture Centre, Dallas l Nasher Sculpture Center è dedicato alla collezione di Raymond Nasher, un imprenditore texano tanto lungimirante da diventare committente del Renzo Piano Building Workshop per la condivisione pubblica delle sue sculture. Il progetto stabilisce le favorevoli condizioni di fondo per contemplare le opere in spazi protetti dall’aggressività urbana, con la migliore luce possibile o en plein air. Un primo taglio dei due acri di terreno separa trasversalmente la tranche indoor dall’altra, preponderante per superficie, ribassata e all’aperto, pensata – in collaborazione con Peter Walker – come un’oasi d’arte a ridosso dei grattacieli ultraclimatizzati di Dallas. Una partizione ulteriore divide, attraverso dei setti, lo spazio interno in cinque gallerie affiancate e parallele. Le pareti di testa sono diaframmi trasparenti per assicurare, con la massima profondità longitudinale possibile, la continuità tra la strada e il giardino alberato. Le coperture, tese tra i setti, sono arcuate, ripetute e a strati. La volta in vetro di compimento, sorretta da sottili profili in acciaio, e il soprastante sofisticato schermo in fusione di alluminio, sospeso a dei tiranti, regolano come un meccanismo l’ingresso da nord della luce naturale. Il livello inferiore ospita una piccola galleria più riparata, l’auditorium e una lunga terrazza outdoor. Ma è interessante notare la costituzione dei muri che si spartiscono terreno e progetto: allo chassis metallico della struttura, tanto efficace per sbarazzarsi di una eventuale massa del costruito retrocessa ormai a zavorra, viene associato per rivestimento il travertino. Questa pietra dai supremi trascorsi, geologicamente made in Italy, viene trasferita d’autorità nel Nuovo Mondo per marcare il carattere, aulico e istituzionale, di un museo privato aperto al pubblico. I lavori per le fondazioni di questo museo scoprono, in un’area contigua ai grattacieli affastellati di un’afosa downtown americana, le vestigia fittizie di predecessori inesistenti. Le ruspe, opportunamente ammaestrate da questo ariete narrativo, svelano sotto il piano stradale la spazialità di uno scavo archeologico. In modo che in un vasto giardino, popolato da 20 opere d’arte in rotazione periodica, gli incontri con le sculture possano risultare avvincenti come dei rinvenimenti. Se si volesse restare fedeli a quella sincerità degli edifici perseguita dai Maestri, ci si dovrebbe insospettire come al suono ricavato da quei muri, cavi al di là delle sembianze, a saggiarne con le nocche l’intima consistenza. Per apprezzare la questione basterebbe seguire on the road la pista del travertino, giusto per la manciata di miglia che separano Dallas da Fort Worth e risalire il corso dei tempi fino al 1972. Il Kimbell Art Museum progettato da Albert Kahn e il Nasher Sculpture Center di Renzo Piano condividono quadrante geografico, mecenatismo culturale, grandi collezionisti, sgravi fiscali, milieu, programma. Ma l’architettura di Kahn è ancorata a un universo materiale statico: piombo per il rivestimento esterno delle volte cicloidali in cemento, in cemento anche i muri portanti e i pilastri, con accurate connessioni in rilievo per dare i formati di un casellario al getto. Qui il travertino è romano almeno quanto l’ispirazione e il senso del costruire e distingue le pareti senza compiti strutturali. Mentre le pietre di Isamu Noguchi per Constellation mettono in scacco un patio. A questa chiarezza compositiva addirittura classica e allo spazio che si manifesta come entità immota al cospetto del variare della luce, il Nasher Sculpture Center sembra preferire gli spazi dominati tecnologicamente e le performance cangianti di un loop fotosensibile e macchinico. Decio Guardigli

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Credits Project: Renzo Piano Building Workshop Design Team: E.Baglietto (partner.in-charge), B.Terpeluk, with S.Ishida (senior partner), B.Bauer, S.Scarabicchi (partner), A.Symietz, E.Trezzani and G.Langasco (CAD operators), Y.Kashiwagi; F.Cappellini, S.Rossi (models) Consultants: Peter Walker & Partners (landscape architect); Ove Arup & Partners (structure and services); Interloop A/D (consulting architect); Beck Architecture (local consulting architect); Halff Associates (civil engineer; Datum Engineer (associate structural engineer); Arjo Engineer (associate MEP engineer) General Contractor: HC Beck Glass System: Sunglass Aluminium Sunscreen: La Società Sider Structural Steel: Gipponi Client: The Nasher Foundation

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he Nasher Sculpture Center is devoted to the collection belonging to Raymond Nasher, a Texan businessman with enough foresight to commission the Renzo Piano Building Workshop to help him share his sculptures with the general public. The project sets the underlying conditions for contemplating works of art carefully sheltered against urban aggression and either on display outdoors or in ideal lighting. The two acres of land were first cut up crossways to separate the indoor section from the rest. This is the larger surface area and is lowered and open-air. It was actually designed in conjunction with Peter Walker to be an oasis of art near Dallas’s super-acclimatised skyscrapers. A further division was then made using stanchions to separate the interior space into five parallel galleries standing alongside each other. The head walls are transparent diaphragms so as to create a seamless link (to the greatest longitudinal depth possible) between the road and garden landscaped with trees. The roofs, strung between the stanchions, are arched in reiterated layers. The supporting glass vault, held up by thin steel sections, and the sophisticated screen above, made of cast aluminium and suspended from tie-rods, control the amount of light entering from the north with meticulous precision. The lower level holds a small more sheltered gallery, the auditorium and a long outdoor terrace. It is also interesting to note how the walls are formed to divide up the entire project: the metal chassis of the main structure, so effective in dealing with any mass of the main building, now demoted to the status of mere ballast, is matched by the travertine cladding. Travertine with its high-brow past and geological roots in Italy has been majestically taken over to the New World to mark the stately and official nature of a private museum open to the public. The work on the foundations of this museum uncovered, in an area adjacent to the towering skyscrapers of a hot and humid American downtown neighbourhood, the fictional remains of non-existent predecessors. The diggers, suitably trained by this narrative battering-ram, have opened up the spatial realms of an archaeological dig below the road level. So that in a huge garden, full of 20 regularly rotating works of art, coming across the sculptures is as exciting as an archaeological find itself. In order to remain faithful to the kind of sincerity characterising the buildings the Masters set out to construct, we ought to try and touch the very essence of this intimate material. To really appreciate the whole business, just follow the tracks of travertine for the few miles or so up the road from Dallas to Fort Worth and trace time up to 1972 The Kimbell Art Museum, designed by Albert Kahn, and the Nasher Sculpure Center by Renzo Piano share the same geographical bearings, cultural patronage, major collectors, tax deductions, setting, and even design brief. But Kahn’s architecture is anchored to a static universe of matter: lead for the outside cladding of cycloidal cement vaults and cement for the bearing walls and columns too, complete with carefully gauged connections in relief to give the cast concrete a box shape. Here the travertine is just as Roman as the inspiration behind the design and its underlying meaning, and it marks the walls without serving any structural functions. Letting Isamu Noguchi’s stones for Constellation set up a patio. In contrast with this almost classical clarity of design and the space emerging as a motionless entity despite variations in the light, the Nasher Center seems to prefer highly technical spaces and the twinkling performance of a photosensitive loop of a more mechanical nature.

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Schizzo della galleria e vista zenitale del modello.

Vista dell’esterno del museo i cui muri perimetrali sono rivestiti in travertino italiano. L’edificio è definito da una sequenza di muri paralleli che suddividono il parallelepipedo primario in cinque padiglioni ognuno di circa 40x11 m. Ogni padiglione è chiuso sul lato corto da vetrate che lo connettono visivamente col giardino esterno. Sotto, vista dell’interno, illuminato naturalmente dalla grande copertura vetrata a volta formata da pannelli di vetro protetti da un sistema di frangisole in alluminio flottanti sopra la copertura e regolabili meccanicamente. View of the museum from the outside. Its perimeter walls are clad with Italian travertine. The building is marked by a sequence of parallel walls dividing up the basic parallelepiped into five pavilions, each measuring approximately 40x11 m. Each pavilion is closed along its short side by glass windows visually connecting it to the outside garden. Below, view of the interior, naturally lit through the large glass vaulted roof made of glass panels protected by a system of aluminium shutters floating above the roof that can be mechanically adjusted.

Stefano Goldberg/RPBW

Michel Denancé

Sketch of the gallery and zenith view of the model.

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Nella pagina a fianco, vista di una sala espositiva e dell’ingresso. A sinistra, particolari dei rivestimenti esterni. Nelle pagine successive, particolari costruttivi del sistema di copertura. Opposite page, view of an exhibition room and the entrance. Left, details of the outside claddings. Following pages, construction details of the roof system.

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Particolare del rivestimento in travertino. Sotto, vista aerea del Nasher Sculpture Center. Nella pagina a fianco, una delle sale espositive.

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Michel Denancé

Squire Haskins

Detail of the travertine cladding. Below, aerial view of the Nasher Sculpture Center. Opposite page, one of the exhibition halls.

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Valerio Dewalt Train Associates

Pianta dell’appartamento Gardner-James, realizzato nel loft di un ex edificio industriale di sei piani a New York. Sotto, il soggiorno. La definizione dei diversi ambienti abitativi è stata realizzata assemblando vecchi elettrodomestici in acciaio e conferendogli nuove funzioni (cassetti, scaffali, separatori ecc.).

Un modo di abitare A Loft in New York

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Credits Project: Valerio Dewalt Train Associates Principal in Charge: Joseph M.Valerio Project Architects: James Wild, Benjamin Krone Furniture Selection: Interiors Group Searl Blossfeld/Ann Blossfeld Engineers: WMA Consulting Engineer (MEP), Hill Mechanical (Metalwork) General Contractor: Scordio Construction Owner: Tracy Gardner and Dani James

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he design theme was daring in its simplicity: a space on the sixth floor of an old industrial building; a bland square-shaped container with whitewashed walls; a month from the closing of the sales contract, just when the client was about to enter the apartment. This is very often the situation facing interior design, and Valerio Dewalt Train Associates from Chicago, that is not new to this kind of undertaking, tackled the project head on without in any way compromising. By making a 21st-century reading of the guidelines to home design laid down by Le Corbusier, the designer went straight to the heart of the matter, focusing on the central position of the kitchen and making the home electrical appliances the guiding thread for a design that spread through the space, reshaping it through structures, colours and light. The key design feature was the creation of an internal shell brimming with architectural meaning inside the hollow space of the premises: a layout of functional spaces revolving around the kitchen and its fittings, a re-designing of the basic structures (ceilings, columns) that reinterprets its bearing function on a sculptural level and treats the sequence of rooms like a smooth chain of visual episodes. The sculptural nature of the forms is ensured by the metal coatings on the carefully shaped surfaces reflecting both natural and artificial light, as part of a reflective interplay that multiplies its perspectives. In this highly characteristic setting, drawing on the paradigms for living of much of modern architecture, the furnishing actually turns into architecture. Apart from a historicist use of old electrical appliances, whose ability to link and separate is evoked (as clearly demonstrated in 1950s apartments), the shape and position of the furniture obeys the same spatial criteria informing the entire operation. The geometric patterns of the forms characterising the overall design extend across them, smoothly shaping them into the overall setting: rises, projections, planes, cavities and horizontal/vertical surfaces unfold in tune with the rhythmic pattern of environments that smoothly open up to view, making them syntactic forms belonging to one single architectural discourse. The interior architecture here reflects intensely on its own purposes and prospects. Confused for far too long with a generic concept of “furnishing”, it now seems more like an independent, selfcontained profession than ever, drawing on the guidelines and problems associated with architecture on one hand and design on the other, in order to use them for its own design ends. And in this project it manages to express its full potential, turning spatial design into a means of dwelling (as is only appropriate considering its function), with all the social and existential implications this entails.

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Steve Hall@Hedrich Blessing

l tema progettuale era arduo nella sua semplicità: uno spazio al sesto piano di un ex edificio industriale; un banale contenitore, dalle forme squadrate e dalle pareti intonacate; un mese di tempo dalla conclusione del contratto di vendita al momento in cui il cliente sarebbe dovuto entrare nell’appartamento. L’architettura d’interni offre spesso questo panorama accidentato, e lo studio Valerio Dewalt Train Associates di Chicago, che non è nuovo a queste imprese, lo ha affrontato direttamente, senza scendere a compromessi. Interpretando con lo spirito del XXI secolo i presupposti dell’architettura domestica enunciati da Le Corbusier, il progettista ha puntato al cuore del problema, facendo perno sulla posizione centrale della cucina e facendo degli elettrodomestici il filo conduttore di una progettazione che si è poi dilatata nello spazio, rimodellandolo attraverso i volumi, i colori, la luce. L’accorgimento progettuale è stato quello di creare nello spazio cavo del locale un involucro interno denso di significati architettonici: una distribuzione degli spazi funzionali che ruota intorno alla cucina e alle sue attrezzature, un ridisegno delle strutture (soffitti, pilastri) che ne reinventano il ruolo portante facendone degli elementi scultorii, la possibilità di cogliere il susseguirsi degli ambienti come una catena omogenea di episodi visivi. La plasticità delle forme è assicurata dai rivestimenti metallici applicati alle superfici marcatamente sagomate, che riflettono quindi la luce, tanto naturale quanto artificiale, in un gioco specchiante che moltiplica le prospettive. In questo contesto fortemente caratterizzato, nel quale vengono recuperati i paradigmi abitativi di molta parte dell’architettura moderna, lo stesso arredamento si fa architettura. Al di là di un impiego storicistico dei vecchi elettrodomestici, dei quali viene evocata la capacità di separazione e connessione da essi dimostrata negli appartamenti degli anni Cinquanta, la dislocazione e la forma dei mobili obbedisce agli stessi criteri spaziali che hanno informato l’intera operazione. La geometria delle forme che caratterizza l’insieme si distende su di essi plasmandoli fino a renderli omogenei e coerenti con l’ambiente nel suo complesso: rialzi, sporgenze, piani, cavità, superfici orizzontali e verticali si susseguono in armonia con la scansione ritmica degli ambienti, che si aprono alla visione in una continuità che li rende formazioni sintattiche di un unico discorso architettonico. L’architettura d’interni trova qui un momento di intensa riflessione sui propri scopi e le proprie prospettive. Troppo a lungo confusa con un generico concetto di “arredamento”, essa si propone oggi, sempre di più, come disciplina autonoma e autosufficiente, che dall’architettura per un verso a dal design per un altro assimila modelli e problematiche per restituirle in funzione delle proprie modalità progettuali. E per l’appunto in questo lavoro dispiega tutte le sue possibilità, facendo, come è suo compito, del disegno degli spazi un modo di abitare, con tutte le sue implicazioni sociali ed esistenziali. Maurizio Vitta

Plan of the GardnerJames apartment built in the loft of an old six-storey industrial building in New York. Below, the lounge. The various living premises are built by assembling home electrical appliances made of steel and allocating them new tasks (drawers, shelves, dividing blocks etc.).

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La camera da letto e, sotto a sinistra, il retro della sala da pranzo e, a destra, lo studio a scomparsa. The bedroom and, below left, the back of the dining room and, right, the concealed study.

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La sala da pranzo e, sotto a sinistra, particolare della cucina in versione “chiusa” e, a destra, vista della cucina “aperta”, dalla sala da pranzo. The dining room and, below left, detail of the “closed” version of the kitchen and, right, view of the “open” kitchen from the dining room.

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sservando i rendering dei progetti di Erick van Egeraat si è portati a scandagliare ogni immagine in lungo e in largo alla ricerca delle infinite possibilità di combinazione delle singole parti. I registri di lettura sono molteplici e successivi. All’inizio, alla macro-scala, si è colpiti dallo skyline coraggioso, in cui le diverse parti del progetto emergono nel contrapporsi dinamico delle silhouette dei volumi. Qui non è mai un solo elemento a tenere banco; anche quando il brief richiede potenzialmente un solo oggetto, questo viene scomposto in parti, spesso contrastanti per forma e dimensioni, per poter ottenere un effetto dialettico di relazione e contrapposizione. Successivamente si è attratti dalla complessità dei segni geometrici della “crosta” degli edifici. Tuttavia la sensazione preponderante non è quella della casualità; semmai è quella di una armonico affastellamento, che segue un ordine naturale, dettato da una regola inintelligibile. Di giorno, come in uno specchio frantumato, i prospetti si spezzano in frammenti sottili che riflettono la luce e i colori un po’ diafani del cielo nord europeo; di sera, come in un diamante ben tagliato, ciascuna faccia s’illumina di luce propria e riflette in parte quelle adiacenti, trasmettendo verso l’esterno il calore e il colore dell’attività che vi è ospitata. Questa frantumazione è necessaria per lasciar spazio alla successiva ricomposizione, diversa per ogni progetto e per ogni prospetto, operata dalle onde dinamiche e positive che animano questa architettura. Una volta entrati e lasciatisi dietro le spatolate che arricchiscono la pelle esterna, l’esperienza continua tra gli spazi interni, che la luce induce a lunghe fughe prospettiche e tra gli oggetti che vi si auto-rappresentano con forme inusuali e preponderatamente curve. L’assenza di meccanicismo, di riferimenti stilistici consolidati e la voglia continua di rinnovamento rappresentano una costante dei progetti dello studio EEA, che ama cimentarsi su tematiche e scale differenti, cercando occasioni di progetto e clienti che accettino la sfida della sperimentazione pragmatica, facendosi supportare dai quattro uffici di sviluppo attivi a Rotterdam, Londra, Budapest e Praga. Questo spirito di libertà, che è stato alla base dei dodici anni in cui Erick van Egeraat ha contribuito allo sviluppo di OMA, si ritrova nei progetti presentati in queste pagine e si addice particolarmente al libertarismo architettonico olandese e alla voglia di nuovo espressa dai ceti emergenti dei Paesi dell’Est. Il progetto per lo sviluppo di un area residenziale e multifunzionale a Mosca, detta Lot n.9, si presta perfettamente a incarnare la nuova Russia, alla ricerca di una sua modalità di rappresentazione. Le due torri, sorelle ma non gemelle, hanno piante e prospetti che slittano piano per piano in infinite combinazioni degli elementi base, pietra e vetro, alleggerendosi nell’istintiva ricerca dell’altezza. Potrebbe trattarsi di uno spaccato di rocce scistose frutto del paesaggio artificiale prossimo venturo, che si sostituisce nelle metropoli a quello naturale. Le si contrappongono due cupole coniche, rigorosamente asimmetriche e di diversa altezza, che ospitano negozi, ristoranti e spazi di interazione in aggiunta a quelli già presenti nelle torri. Il trattamento delle superfici dei due coni, ottenuto per lembi sovrapposti di diversi colori articolati sulla stessa scala tonale, sono un omaggio a Paul Klee e alla sua opera Progressioni cromatiche dallo statico al dinamico. Gli interni sono anch’essi in movimento, avviluppati intorno alla spirale che sale verso la luce posta alla sommità o scomposti nei pieni e vuoti dettati dalla luce e dai materiali con cui si compongono le quinte dei negozi. Il richiamo al contesto è spesso solo un pretesto, intellettuale, per scatenare l’energia plastica nella composizione dei prospetti. Nel progetto per il complesso residenziale Yakimanka, sempre a Mosca, cinque spiriti classici dell’arte rivoluzionaria russa, da Malevic a Rodchenko, Kandinsky, sono chiamati ad animare l’interpretazione contemporanea dell’abitare moscovita. Ciascuna delle cinque torri veste un abito in tema, come sul palcoscenico di un nuovo teatro totale. La

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(EEA) Erick van Egeraat

distorsione dei volumi e la profondità prospettica sono il frutto della deliberata sovrapposizione stilistica dei piani costituiti da bande e pezze di diversi materiali e colori. Ciascuno di essi suggerisce un’esperienza emotiva specifica al tema che van Egeraat ha assegnato all’edificio, senza che il risultato abbia la presunzione di essere definitivo o assertivo: si tratta di più dell’esito di una jam-session che di una formula matematica. Ciascun prospetto dà la sensazione di poter mutare mentre lo si guarda senza che questo possa indurre in un mancato riconoscimento del proprio spazio semantico. L’abilità nella costruzione di un insieme di elementi in efficace relazione tra di loro è confermata nel master plan per lo sviluppo della sponda sud della Oosterdokseiland di Amsterdam, creato per uno delle più importanti società operanti nel settore immobiliare e commerciale olandese. Questo lembo di terra stretto e lungo viene pianificato da EEA riconfermando l’anima densa della città storica e utilizzandone il tipico schema dell’inner-ring per relazionare i blocchi tra di loro. Osservando dalla distanza, ancora una volta, si è catturati dalla diversità e dalla specificità della presenza architettonica. Una sequenza di edifici, alti e stretti, con il profilo continuo superiore in movimento, come a creare un ponte tra il centro della città e la nuova zona residenziale del vecchio porto lungo il fiume IJ. Le strade di collegamento spaccano l’unitarietà del blocco volumetrico e definiscono i contorni degli edifici. L’identità di ciascuno di essi è garantita anche qui dalla filigrana cromatica: un’alchimia definibile come intreccio di colori, selezione di materiali e tessitura delle partiture di facciata che ottiene sempre nuovi giochi di forma, luce e ombra. Uno degli aspetti più accattivanti dell’attività di van Egeraat è rappresentato dalla capacità di far scaturire dal progetto uno spirito poetico, a metà strada tra il fiabesco e il futuribile, che ci suggerisce un’interpretazione ottimista e propositiva del nostro vivere contemporaneo. I due progetti per lo sviluppo residenziale al Krøyers Plad di Copenhagen e quello post-utopico per Toolemburg in Olanda ben rappresentano i due estremi di questa interpretazione. Il primo sembra voler creare il palcoscenico per un’attualizzazione delle fiabe di Hans Christian Andersen, aiutando però l’autore (o il fruitore degli appartamenti) a uscire dal suo innato pessimismo e ritrovare armonia e serenità con l’ambiente circostante. La sagoma tipica degli edifici del porto di Copenhagen, con il grande tetto a capanna, diventa l’icona da re-interpretare. Sulla base di una piattaforma/palcoscenico gentilmente inclinata verso la platea (che in questo caso è il mare) e sotto la quale si articolano gli spazi comuni del complesso, si alzano sei architetture di vetro, figlie danesi del progetto per la torre di vetro sulla Friedrichsterasse di Mies e delle visioni di Scheerbart. Chiamare condomini questi sei prismi magici appare un po’ irriverente, ma potremmo ben aspirare a riconfigurare l’iconografia classica associata a questa parola!. I materiali combinati al vetro e ai profili di acciaio, sono il rame, la terracotta e la pietra naturale, che riportano le radici degli edifici di nuovo sulla terra. Dalla terra scaturisce anche il progetto per le grandi comunità e le mega-strutture. Nulla di particolarmente macchinistico o spiccatamente ingegneristico. Ne esce una ironica constatazione che proprio le Dutch Mountains, interpretazione in chiave di ziggurat contemporanei di quella orografia che manca al proprio Paese, l’Olanda, possono diventare una soluzione del problema per la salvaguardia della cementificazione estesa del territorio propria della bassa densità. Così come i suoi antenati con i “polder” hanno colonizzato il mare alla ricerca di nuova terra artificiale da consacrare al pascolo e alle coltivazioni, così oggi si possono costruire le nuove “montagne” artificiali per ospitare le grandi aggregazioni di abitanti. Provocatorio, futuribile, ma non troppo. Intrigante, visionario, stimolante come i suoi progetti. Jacopo della Fontana

ooking at the renderings of Erick van Egeraat’s designs you inevitably end up scanning every image up and down in search of all the endless combinations of individual parts. There are always lots of keys to reading them, in all kinds of sequences. Initially, working on a macro scale, it is the bold skylines that catch the eye, as the various parts of a project emerge in a dynamic contrast of structural outlines. There is never one single feature that overwhelms all the rest; even if the brief happens to refer to just one single object, this object is broken down into parts, often contrasting in terms of both shape and size, to achieve a dialectical effect of relation and counteraction. The next thing to catch your attention is the complexity of the geometric signs of the building “crust.” Nevertheless, this does not create a sense of randomness; if anything it is a smooth jumbling together, invariably following a certain natural order dictated by some indecipherable law. During the daytime, the elevations are splintered into thin fragments reflecting the rather pale light and colours of the skies in northern Europe. At nighttime, like some sort of well-cut diamond, each face is reflected in its own light and reflects part of that given off by its neighbours, transmitting out the warmth and colour of everything going on inside. The fragmenting is required to leave room for the re-composition process (different in every elevation of every project) generated by the dynamic, positive waves inhabiting and enlivening this kind of architecture. Having left behind the spatula work embellishing the outside skin and entered inside, the experience continues through the interior spaces, that light leads through long perspectives and amidst objects that represent themselves in unusual forms featuring striking curves. The lack of any mechanism or well-established historical references, and a real desire for constant renewal, are a constant in the projects designed by EEA. The firm loves to take on different themes working on different scales, looking for design opportunities and clients willing to take up the challenge of pragmatic experimentation with the help of four development offices operating in Rotterdam, London, Budapest and Prague. This sense of freedom, lying at the very foundations of Erick van Egeraat’s twelve years working with OMA, can be found throughout the pages of this article and is particularly well adapted to Dutch architectural “anarchism” and a desire for the new embodied in the up-and-coming classes of eastern-block nations. The project to design a multi-purpose housing area in Moscow, known as Lot. No.09, lends itself perfectly to incarnating (through three-dimensional representation) the dreams and visions of new Russia, as it strives for its own way of projecting itself. The two towers, sisters rather than twins, feature plans and elevations that slide from floor to floor in an endless combination of basic elements made of stone and glass, lightening up as they instinctively rise upwards. This might well be a cutaway of schistose rocks emerging from the artificial landscape of the near future, set to replace our metropolitan cityscapes. They are counteracted by two cone-shaped domes, strictly asymmetrical and of different heights, holding shops, restaurants and interactive spaces in addition to those in the towers. The overlapping strips in different colours from the same chromatic scale forming the surfaces of the two cones is a homage to Paul Klee and his “Chromatic progressions from a static to a dynamic state.” The interiors are also in motion, enveloped around a spiral rising up towards the light at the top or broken down by the solids and spaces created by the light and materials forming the shop fronts. The allusion to context is often merely an intellectual excuse to unleash sculptural energy into the elevation designs. In the project for the Yakimanka housing complex, again in Moscow, five classical spirits of revolutionary Russian art, ranging from Malevic to Rodchenko via Kandinsky no less (we have certain reservations as to

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how the choices were made), are called upon to inject life into this modern-day interpretation of living in Moscow. Each of the five towers is dressed for the occasion, looking as if they are ready to perform on the stage of some new total theatre. The structural distortion and depth of perspective result from the deliberate stylistic overlapping of levels constructed out of bands and bits of different colours and materials. Each evokes a specific emotional experience on the theme van Egeraat has allocated to the building, without any presumption that this is any way definitive or final: it is more like the result of a jam session than a mathematical formula. Each elevation creates the impression of being able to change while it is being observed, without in any way preventing its own semantic space from being duly acknowledged. Skill at constructing a carefully related combination of elements is confirmed in the master plan for developing the south bank of the Oosterdokseilland in Amsterdam, designed for one of the leading firms in the Dutch real estate and business sector. EEA has planned for this strip of long, narrow land, surrounded by water paying due heed to the deep core of the old city centre and drawing on its typical inner-ring layout to relate the various blocks to each other. Again, viewed from a distance, we cannot help noticing the diversity and distinctiveness of its works of architecture. A sequence of tall. narrow buildings, whose upper curtain profile is in motion, as if to create a bridge between the city centre and new housing area from the old port along the River IJ. The connecting roads break up the uniformity of the structural block and mark the edges of the buildings. The identity of each building derives here from the chromatic filigree characterising van Egeraat’s work: an alchemy that might be described as a web of colours, materials and textures in façade patterns always creating new interplay between form, light and shadow. One of the most intriguing aspects of van Egeraat’s work is the way he manages to produce a certain poetic spirit, lying somewhere between fantasy and feasibility, suggesting an optimistic and purposeful reading of modern-day life. The two projects for the Krøyers Plad residential complex in Copenhagen, and the post-utopian Toolemburg project in the Netherlands, provide a fine example of two extreme ways of viewing his work. The first project seems to be trying to set the stage for a fairy tale by Hans Christian Andersen, helping the author (or person using the apartments) to shake off their inherent pessimism and rediscover a sense of harmony and serenity with their surroundings. The typical outline of buildings in Copenhagen harbour with their huge hutroofs turns into icons to be reinterpreted. Based on a platform/stage gently sloping towards the audience (in this case the sea) and with the complex’s communal spaces incorporated beneath them, there are six works of glass architecture, Danish offspring of Mies’s glass tower design for Friedrichstrasse and Scheerbart’s visions. It seems a little irreverent to call these six magic prisms condominiums, so might just try and re-envisage the classical iconography associated with this word! The materials used in combination with glass and steel sections are copper, terracotta and natural stone, that bring the buildings’ roots back down to earth. The ground is also the source of the project for large communities and mega-structures. There is nothing particularly mechanistic or decidedly engineeringoriented here, just an ironic observation that the Dutch Mountains (a modern-day ziggurat-inspired reading of the kind of orography lacking in the Netherlands) might just solve the problem of how to safeguard against the concreting-over of low-density territory. Just as his ancestors used the “polders” to colonise the sea in search of new manmade land to be used for pasturing and crop-growing, so new manmade “mountains” might be constructed to accommodate large communities. Provocative, futuristically feasible (though not really) and as intriguing, visionary and stimulating as his other projects.

Agora Dreams and Visions

Agora Dreams and Visions

(EEA) Erick van Egeraat

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Housing Development Krøyers Plads, Copenhagen

Credits Project: (EEA) Erick van Egeraat associated architects Client: Freja Ejendomme A/S

Viste notturne e diurne del complesso residenziale affacciato sul mare, nel quartiere di Krøyers Plad a Copenhgaen. Il progetto trae ispirazione dal punto di vista concettuale dalle favole di Andersen cercando di mescolare nel costruito la necessaria funzionalità della tipologia residenziale con la valenza fantastica della favola. La forma svettante dei sei edifici contrasta con la linea fortemente orizzontale del mare, ma il gioco di trasparenze e opacità, di pieni e vuoti li fa apparire come emergenze surreali prodotte da maghi o elfi.

Pur facendo riferimento ai tipici tetti a spiovente danesi, gli edifici proposti da EEA si distinguono dalle case tradizionali: sono allungati, ruotati, distorti e appaiono come cristalli abitati. Il sistema di tamponamento è formato dall’accostamento di più materiali protetti da un sistema di griglie e frangisole: acciaio per le strutture, vetro, rame rosso, terracotta, ardesia. Il complesso poggia su una piattaforma in cemento sotto la quale sono organizzate funzioni commerciali e spazi comuni.

Nighttime and daytime views of the housing complex facing the sea in the Krøyers Plad neighbourhood of Copenhagen. The projects draws conceptual inspiration from Andersen’s fairy tales, attempting to blend together in the building the practical functions required of a housing complex with the imaginative quality of a fairy tale. The upward-thrusting form of the six buildings contrasts with the strikingly horizontal nature of the sea line, but their interplay of transparency and opacity, solids and empty spaces, makes them look like surreal objects conjured up by wizards or elves.

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Although clearly evoking the pitched roofs of Danish houses, the buildings designed by EEA are different from traditional constructions: they are elongated, rotated and distorted so they look like inhabited crystals. The curtain walling is constructed out of a combination of several materials sheltered behind a system of grilles and shutters: steel for the structures, glass, red copper, terracotta and slate. The complex rests on a cement platform with business facilities and communal spaces beneath it.

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Planimetria generale e piante dei diversi livelli del complesso residenziale. In basso, sezione su tre dei sei edifici.

Schizzo preliminare del progetto di Krøyers Plad Copenhagen. Preliminary sketch of the Krøyers Plad Copenhagen project.

Site plan and plans of the various level of the housing complex. Bottom, section over three of the six buildings.

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Yakimanka Apartments, Mosca

Credits Project: (EEA) Erick van Egeraat associated architects Client: Capital Group Moscow

Il nuovo complesso residenziale di Yakimanka a Mosca è situato nello storico Garden Ring, a sud-est del Cremlino, di fronte al nuovo Museo Tretjakov e con, alle spalle, il Fiume Moscow; a sud si erge la Chiesa barocca di San Giovanni il Guerriero. Gli edifici per appartamenti, che tengono conto di questa importante localizzazione storica, si configurano in cinque torri innalzate su basi di 2 o 4 piani che contengono funzioni commerciali, ristoranti, parcheggi, gallerie d’arte e luoghi di intrattenimento.

La dinamicità visiva del complesso è rafforzata dalla frammentazione della sua massa grazie alla irregolarità e asimmetricità dei volumi, all’inserimento di patii e cortili a livello dei basamenti, all’alternanza di pieni e vuoti e di trasparenza e colori nelle facciate. In omaggio al vicino Museo Tretjakov, ogni torre si ispira a un’opera di un artista dell’avanguardia russa dell’inizio del XX secolo.

The new Yakimanka housing complex in Russia is situated in the hold Garden Ring to the south-east of the Kremlin opposite the Tretjakov Theatre and with the River Moscow at its rear; the Baroque-style St. John the Warrior Church stands to the south. The apartment buildings, that take into account this important historical location, are designed around five towers built on 2 or 4 storey bases housing retail facilities, restaurants car parks, art galleries and entertainment places.

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The complex’s visual dynamism is brought out even further by the fragmentary nature of its mass, thanks to irregular and asymmetrical structural forms, the incorporating of patios and courtyards at basement level and the alternating patterns of solids and empty spaces, transparencies and colours in the facades. As a homage to the nearby Tretjakov Theatre, each tower is inspired by a work by a Russian avant-garde artist from the early20th century.

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Moscow City Lot nr.9

Credits Project: (EEA) Erick van Egeraat associated architects Client: Capital Group Moscow

Il progetto consiste di due torri di 49 e 61 piani e di due cupole coniche anch’esse di altezze differenti. Questi quattro volumi sono connessi da una serie collegamenti urbani a diversi livelli. Nei livelli inferiori sono sistemati gli spazi commerciali e i luoghi di intrattenimento; i livelli intermedi contengono spazi commerciali; quelli più alti, appartamenti e uffici. Per ridurre visivamente la scala e la massa dl complesso, esso è disposto in modo non ortogonale, con aggetti e slittamenti di piani e un’alternanza tra rivestimenti trasparenti e in pietra.

Rendering del complesso dalla piattaforma sopraelevata di accesso ai due coni sul lato del lungo fiume. Rendering of the complex from the raised entrance platform to the two cones on the side along the river bank.

The project is composed of two 49 and 61 storey towers and two cone-shaped domes also of different heights. These four structures are connected by a series of urban links on various levels. The lower levels are furbished with retail spaces and entertainment places; the intermediate levels hold retail spaces and the top levels flats and offices. To visually reduce the complex’s mass and scale, it is placed non-orthogonally with overhangs and displaced levels and an alternating pattern of transparent and stone claddings.

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Rendering di uno degli spazi pubblici interni e, sotto, planimetria. Per mantenere il massimo della flessibilità delle superfici interne, la struttura portante è posizionata sul perimetro, consentendo di avere ambienti liberi da colonne.

Rendering del complesso che evidenzia la geometria dei rivestimenti in pietra e vetro delle facciate. Rendering of the complex highlighting the geometric pattern of stone and glass façade claddings.

Rendering of one of the interior public spaces and, below, site plan. To keep the internal surfaces as flexible as possible, the bearing structure is placed along the perimeter allowing column-free premises.

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Toolenburg-ZuidThe Dutch Mountains: Visions for Living in the 21st Century

Credits Project: (EEA) Erick van Egeraat associated architects Client: Gemeente Haarlemmermeer

Questo progetto, previsto per l’area di Haarlemmermeerpolder, adiacente all’aeroporto Schipol di Amsterdam, prevede la realizzazione di 840 abitazioni con annesse scuole, negozi e servizi vari. Il concetto è quello di creare un segno forte nel panorama fortemente orizzontale olandese attraverso la realizzazione di un elemento svettante ad alta densità abitativa che lascia libere ampie prospettive panoramiche e spazi pubblici aperti e ampi.

Rendering dei giardini e dei luoghi di relax progettati da EEA a integrazione degli elementi costruiti. In basso, planimetria e mappa della collocazione del complesso e schemi di sintesi dello skyline e dei collegamenti. Renderings of the gardens and relaxation places designed by EEA to supplement the built elements. Bottom, site plan and map of the location of the complex and synthetic schemes of the skyline and links.

This project, planned for the Haarlemmermeerpolder area near Schipol Airport in Amsterdam, involves the construction of 840 apartments with adjoining schools, shops and miscellaneous services. The idea is to create a powerful landmark on the highly horizontal Dutch landscape by designing a towering feature with high housing density opening up wide panoramic views and large open public spaces.

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Oosterdokseiland, Amsterdam

Credits Project: (EEA) Erick van Egeraat associated architects Client: MAB b.v. in joint venture with Bouwfounds Property Finance b.v., New Chinatown Amsterdam cv

Sopra, planimetria generale dell’area. A destra, rendering del prospetto affacciato sul porto del fiume Ij, oggetto della riqualificazione proposta da questo progetto.

Rendering del complesso a funzione mista che combina edifici a uso privato con ampi spazi pubblici. Il master plan progettato da EEA mantiene lo schema urbano caratteristico di Amsterdam con una serie di strade radianti contenenti le diverse funzioni. Lo sviluppo architettonico delle varie porzioni dell’area è stato affidato oltre che a EEA ad altri undici studi di architettura internazionali.

Above, site plan of the area. Right, rendering of the elevation facing Ij Port, redeveloped in this project.

Renderings of the multi-purpose complex combining private buildings and large public spaces. The master plan designed by EEA keeps to Amsterdam’s characteristic urban layout through a series of outward-directed roads serving the various functions. The architectural design of the various sections of the area was commissioned to EEA and eleven other international architectural firms.

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ODB Associati

La facciata della Filiale Renault in Viale Papiniano a Milano, realizzata in un edificio degli anni Sessanta.

The façade of the Renault Showroom in Viale Papiniano in Milan, designed inside a 1960s building.

ODB Associati

Cosmesi urbana Renault Showroom, Milan all’osservazione delle immagini del nuovo punto vendita Renault a Milano, è possibile compiere una serie di considerazioni generali. La prima riguarda la tipologia edilizia: sono questi luoghi che assomigliano, giustamente, soprattutto a dei negozi, e solo negli anni più recenti la frenesia collettiva per l’abbigliamento ha allontanato le “vetrine automobilistiche” dalle arterie commerciali più importanti delle città. Un tempo alcuni dei luoghi deputati al commercio erano caratterizzati dalle grandi vetrate attraverso cui si osservavano modelli fiammanti di autovetture. Nel caso specifico, il rivenditore Renault si trova in una posizione piuttosto particolare: un grande viale della media circonvallazione di Milano, caratterizzato da un lato da un discreto livello di centralità, dalla vicinanza di un’area commerciale storica (quella di Porta Genova), dall’altro da un’edilizia diffusa di basso pregio architettonico. I grandi condomini che circondano la concessionaria sono forse tra i più anonimi di tutto il centro storico: un’edilizia realizzata dopo la seconda Guerra Mondiale per la classe medio-alta, caratterizzati dalla quasi totale assenza di attività commerciali: un viale trafficato, con poco passaggio pedonale, e un mercato settimanale noto più per il disturbo alla circolazione che per i prodotti venduti. Un contesto difficile per una concessionaria automobilistica, per la quale un disegno capace di strappare l’edificio dall’anonimato circostante, è divenuto uno degli obiettivi primari della ri-progettazione architettonica. Non solo: il complesso edilizio è realizzato in posizione arretrata rispetto al filo stradale, rendendo ancora più complesso il processo di acquisizione di visibilità da parte di potenziali clienti. Il progetto dello studio ODB si basa su una serie di principi impliciti ed espliciti: da un lato l’accettazione formale della struttura esistente, che non viene completamente nascosta ma rivelata con equilibrio. Non si cerca di negare l’origine costruttiva del complesso, anzi, questa diviene citazione e riconoscimento della natura e della tipologia edilizia secondo cui l’edificio era stato originariamente concepito. Si è invece lavorato sui materiali di rivestimento, sulle opacità e sulle trasparenze, sui colori, sulle dimensioni della facciata scomposta in elementi geometrici regolari, che si interrompono in modo apparentemente casuale verso il basso, avvicinandosi alle aperture attraverso le quali sono in mostra le autovetture. L’interno dell’edificio si rivela in modo graduale, lasciando intravedere la propria natura e le proprie funzioni senza esitazioni e senza compromessi. I colori sono elementari e invitano l’occhio a posarsi sulla merce in vendita: la facciata è inclinata in avanti di circa dieci gradi partendo da terra, creando così una geometria “irregolare” capace di distinguersi dall’anonimato che la circonda: i vetri, gli elementi opachi e traslucidi, la struttura metallica di supporto si contrappongono alla ripetizione ossessiva dei balconi, dei portoni, delle piastrelle dei condomini che caratterizzano l’area. Un portale giallo fiammante caratterizza l’ingresso alla sala vendite, e richiama i colori istituzionali della casa automobilistica, il cui nome è riportato a caratteri quasi cubitali sulla facciata. La sera l’edificio si anima ancora: non solo il grande spazio del piano terra con le sue autovetture in vendita, ma anche gli uffici dei piani superiori, celati in parte dalla nuova facciata, contribuiscono a conferire all’intero edificio l’immagine di una macchina tecnologica che si muove all’interno del proprio contenitore. Filippo Beltrami Gadola

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Credits Project: ODB Associati Design Team: Ottavio Di Blasi, Paolo Simonetti, Daniela Tortello, Stefano Gironi, Marzia Roncoroni, Moreno Marrazzo, Ignazio Tracina, Annamaria Occhionero, Laura Andreoni Facade: Gruppo Bodino Client: Renault Filiale di Milano

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number of things can be noted when studying pictures of the new Renault sales outlet in Milan. The first concerns its building design: these places quite rightly look like shops, and only over recent years has a sort of collective frenzy for clothing driven these “car display windows” out of the most important shopping streets in our cities. Certain places serving business purposes used to be full of big glass windows through which people could get a good look at dazzling new motor cars on sale. Despite being rather expensive, cars are still popular consumer goods, and a network of sales people and showrooms carefully follow and adhere to a number of steadfast rules and regulations that have inevitably met with great success: notably, most probably, those connected to how the goods are displayed for passers-by to see. In this case the Renault retailer is situated in a rather unusual location: a main avenue on the middle ring road in Milan. On one hand in a fairly central location near an old shopping area (Porta Genova), and on the other near a mass of very ordinary buildings of low architectural quality. The huge condominium buildings surrounding the car showroom are perhaps some of the shoddiest in the entire city centre: built after the 2nd World War for the middle-upper class and served by almost no shops at all, and a busy road with very few pedestrians around and a weekly market more renowned for the traffic problems it causes than the goods on sale. A tricky setting for a car showroom, so one of the main objectives of its architectural re-design was to try and make the building stand out from its shabby surroundings. The building complex is also set-back from the road, making it even more difficult to catch the eye of potential customers. The project is designed around a number of implicit and explicit principles: a decision to embrace the old structure, which is carefully revealed in a balanced way rather than completely hidden. There has also been no attempt to negate its building roots, on the contrary it was decided to acknowledge and even cite the building’s original style and nature. Attention was focused on its cladding materials, opacity and transparency, and the colours and size of its façade broken down into regular geometric elements that are interrupted in apparently random fashion down at the base near where there are special openings for exhibiting the cars. The inside of the building is gradually revealed to disclose its true nature and functions without the slightest hesitation and in the most uncompromising fashion. The simple colours draw attention to the goods on display: the façade slopes forward at an angle of about ten degrees, starting at ground level, to create an “irregular” geometric layout making the building stand out from its bland surroundings: the glass, opaque/translucent features and metal support frame contrast with the obsessive repetition of balconies, doorways and tiles characterising the neighbouring condominiums. A shiny yellow door in the car manufacturer’s company colours provides an entrance to the sales room, and the firm’s name is written in almost cube-shaped letters on the façade. The building comes even more to life in the evening: not just the spacious ground-floor area where the cars are on sale, but also the offices on the upper floors, partly hidden behind the new façade, all help make the building look like a piece of high-tech machinery moving around its own container.

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Sezione e particolare della facciata strutturale la quale è come generata dalla vetrina sottostante da cui si stacca all’altezza del primo piano, con un angolo di 10°.

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Section and detail of the structural façade, which appears to be generated from the glass window below, from which it projects out at an angle of 10º.

Vista diurna e notturna della facciata. Le specchiature che la compongono sono staccate tra loro di 20 cm. Man mano che la facciata sale gli elementi diventano opalini creando, anche

di notte, un cangiante gioco di luci. La facciata funge inoltre da schermo ventilato che protegge dal sole i piani superiori del salone espositivo che ospitano gli uffici.

Daaytime and nighttime views of the façade. The mirror windows forming the façade have 20-cm gaps between them. As the façade rises, the elements turn opaline to create

(even at nighttime) a twinkling interplay of lights. The façade also acts as a ventilated screen sheltering the top floors of the exhibition lounge (holding offices) from the sun.

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Giancarlo Marzorati

Giancarlo Marzorati

Ridisegno complesso Bologna Auditorium

Some building-site pictures and an interior of the new Bologna Auditorium. The complex is the result of redeveloping the old Cinema Teatro Manzoni built back in the early-1930s.

Credits Project: Studio Giancarlo Marzorati Architettura Electrical Plants: Loris Amaduzzi/Studio A.Z. Fire Prevention: Stefano Manfredini/Studio Berni Associati Main Contractor: COGEI Costruzioni Metal Structures: Officine Mora Waterproofing: Casalini & Co. Sheet Metal: Ortolani & Rizzoli Stucco and Painting Restoration: Studio Biavati Paint: La Decorazione Bolognese Plasterboard: Isoltecnic Carpenter: Falegnameria Francia Gianfranco Acoustic Cladding: Ingitec Floors and Cladding: Consorzio Generale Finiture Floatinf Floors: Nesite Wood Doors: F.lli Pietrelli & C. Aluminium Frameworks: Simap Seats: Destro (design: Giancarlo Marzorati) Furniture: Zuenelli Design center Electrical and Special Plants: Mordenti Impianti Mechanical Plants: Marchi Impianti Hoist Plant: Carpenteria 3P Lifts: Kone Ascensori Servostairs: Meteco Stage Movements: Gmep-Molpass

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iò che differenzia l’auditorium dallo strumento musicale è il diverso rapporto di scala. Come un grande strumento, l’auditorium deve produrre vibrazioni sonore senza interruzioni o interferenze. Nell’auditorium, la complicazione progettuale sta nel fatto che mentre la musica non ha fine, l’architettura è invece una struttura conclusa in cui il flusso sonoro trova ostacoli che ne compromettono la libera fluidità attraverso lo spazio complessivo. Uno dei primi architetti ad aver intuito una possibile soluzione del problema fu Frederick Kiesler che, alla fine degli anni Cinquanta, realizzò la “Casa senza fine”, un volume complesso, una sorta di nastro di Moebius, una superficie infinita senza ostacoli di sorta in cui è impossibile rilevare confini fra un ambiente e l’altro. Il progetto rimase a livello di ricerca e non ebbe seguito dal punto di vista realizzativo, ma suggerì interessanti percorsi progettuali ad altri architetti che a lui si ispirarono per le loro realizzazioni. Un esempio per tutti: l’auditorium di Roma, realizzato su progetto di Renzo Piano, che ha creato volumi sostanzialmente simili a grosse casse armoniche a sezione curva, come la cassa di un mandolino. Da ciò è facile intuire che per ottenetre il miglior risultato, ogni auditorium andrebbe sempre progettato ex novo, in piena liberta compositiva e, soprattutto, configurato come un grande strumento, senza dover subire i condizionamenti strutturali presenti negli edifici esistenti. Come nel caso del recupero di vecchie strutture come l’ex Cinema Teatro Manzoni a Bologna, del cui progetto si è occupato Giancarlo Marzorati. Mettere le mani su una struttura realizzata negli anni Trenta, quando la musica era prodotta esclusivamente da strumenti tradizionali, vuol dire rivedere tutto l’impianto generale, tenendo conto che la musica contemporanea ha fatto passi da gigante contaminandosi con l’elettronica e l’informatica, divenendo uno spettacolo non solo da ascoltare ma anche da vedere attraverso sofisticati apparati video. Posto in una zona centrale del capoluogo emiliano, il Cinema Teatro Manzoni fu realizzato all’inizio degli anni Trenta, si trattava di una struttura importante, con una sala principale di tremila posti e un soffitto parzialmente apribile, come usava all’epoca per rinfrescare la sala durante i mesi estivi. L’intervento è stato ordinato puntando su una ristrutturazione parzialmente conservativa. La sala è stata ridisegnata, mantenendo però le balconate, la galleria (seppure riprogettata) e modificando il palcoscenico per ricavare una camera acustica, in grado di essere utilizzata anche per spettacoli diversi dalla musica sinfonica, come music hall e concerti. Mantenuta anche la funzione del soffitto apribile e restaurate le decorazioni Art Déco, un tempo occultate dietro pannellature di paglia e cemento. Sul piano dell’innovazione tecnologica, si è dato particolare risalto alla qualità dello spettacolo introducendo un sofisticato sistema video, in grado di trasmettere su uno schermo la traduzione dei libretti operistici ma anche immagini dettagliate relative ai momenti salienti dello spettacolo musicale, inquadrando direttore d’orchestra e solisti nei momenti più significativi delle opere in esecuzione. Il recupero di una struttura teatrale pone problemi anche di ordine urbano: onde non turbare il delicato equilibrio fra città ed edificio, l’immagine esterna dell’auditorium è stata conservata, recuperando la facciata principale in stile tardo Liberty, comprese le bugnature presenti sulle superfici piane. Carlo Paganelli

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t is difference in scale that really distinguishes an auditorium from a musical instrument. Like a large instrument, an auditorium must produce smooth and uninterrupted sound vibrations. The difficulty in designing an auditorium lies in the fact that whereas music is endless, architecture in contrast involves an enclosed structure that blocks the flow of sound and stops it flowing smoothly through the available space. One of the first architects to have come up with a solution to this problem was Frederick Kiesler, who designed the “Endless House” back in the 1950s, a complex structure, a sort of Moebius strip or endless, unbroken surface where there is no way of recognising the boundary between one room and another. The project was left at the drawing board and never actually built, but it provided some interesting design hints that other architects took up for their own projects. The Rome Auditorium, designed by Renzo Piano, is one good example. Piano designed structures that look rather like huge sound boxes with curved sections calling to mind a mandolin. This proves that the best results are obtained when an auditorium is designed from scratch, allowing complete artistic freedom and, above all, working along the lines of a large musical instrument, without having to bend to the structural constraints of an old building. As is the case when converting or redeveloping old structures like the Cinema Teatre Manzioni in Bologna, which was redesigned by Giancarlo Marzorati. Getting your hands on a building constructed in the 1930s, when music was played solely on traditional instruments, means re-assessing the entire building plan, bearing in mind that modern-day music has made great steps forward since then, and been contaminated with electronics and computer technology, so that it is no longer just something you listen to but also watch through sophisticated video equipment. Situated right in downtown Bologna, the Cinema Teatro Manzoni was built in the early-1930s as a major facility with a main hall with three-thousand seats and a ceiling that partly opens, the usual way of cooling down the main hall in summer back in those days. The project was designed around the idea of partly conserving and partly modernising the old building. The main hall was redesigned but the old circles and stalls (duly altered) were kept, and the stage was adapted to accommodate a sound chamber, which can also be used for music hall and other concerts, as well as symphony music. The opening ceiling was also left alone, just restoring the Art Deco ornamentation, previously concealed behind straw and cement panelling. As regards technological innovation, special attention was paid to entertainment quality by incorporating a sophisticated video system capable of projecting translations of opera librettos on a special screen, along with detailed images of key moments in music shows, close-ups of the conductor and solo artists at crucial moments in their performances. Redeveloping a theatre also poses problems of an urban nature: so as not to disturb the balance between city and building, the outside image of the auditorium has been conserved, restoring the main late-Liberty style façade and the rustic work on the flat surfaces.

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Raffaello Scatasta

Alcune immagini di cantiere e un interno del nuovo Auditorium di Bologna. Il complesso è il risultato del recupero dell’ex Cinema Teatro Manzoni, realizzato nei primi anni Trenta.

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Le balconate con il nuovo sistema di illuminazione e, in basso, particolare delle “americane” fronte palcoscenico.

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The circles with their new lighting system and, bottom, detail of the “American-style” stage fronts.

In basso, alcuni dettagli relativi al sistema di illuminazione, dei decori Art Déco restaurati e il sistema di pannellature in legno, in grado di orientarsi per

convogliare i flussi sonori anche nelle zone più lontane dall’orchestra.

wooden panelling system, that can adjust to take in sound even from the furthest parts of the orchestra.

Bottom, details of the lighting system, restored Art Deco ornamentation and

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Murphy/Jahn

Credits Project: Murphy/Jahn Inc. Project Team: Helmut Jahn, John Durbrow, Peter Hayes, Chad Mitchell, Dan Cubric, Naotami Yasuda, Salim Bou-Saab Structural Engineers: Werner Sobek Ingenieure

La casa dello studente

Mechanical Concept: Transsolar Energietechnik/Mathias Schuler MEP Engineer: Hill Mechanical Contractor Landscape: Peter Lindsay Schaudt Landscape Architecture Civil Engineer: TERRA Engineering

Murphy/Jahn

General Contractor: W.E. O’Neil Interior Designer/Furniture Design: Murphy/Jahn Inc. Client: IIT Housing Corporation (Lew Collens, Thomas Meyer)

In Chicago l mutamento delle tecniche costruttive sta finalmente influenzando i nuovi edifici a uso abitazione. I vecchi modelli di condomìni, vittime di una produzione ingegneristica seriale, che hanno saturato tutte le periferie di ogni città del mondo, inclusi gli Stati Uniti, con questa proposta di Murphy/Jahn sembra possano avviarsi a cambiare. I modelli classici di case multipiano, dove l'esercizio progettuale è stato per anni quello di modulare il taglio delle finestre sulle superfici di tamponamento e, in qualche caso sporadico, anche quello di una ricerca sulla distribuzione e sulla forma dei volumi, sono stati a lungo un modello per abitazioni. Murphy/Jahn, che si aggiudicano un concorso a inviti per il progetto e la realizzazione di un complesso residenziale per studenti, lo State Street Village, IIT, a Chicago, cercano una nuova soluzione all’annoso tema. Il progetto, in effetti, stravolge la tradizione del condominio classico con un’operazione progettuale di sintesi fra spazio pubblico e spazio privato. La piazza esterna e le zone di collegamento delle varie unità abitative vengono coperte da una struttura curvilinea, insomma un vero e proprio tetto trasparente che dà unità al complesso e lo caratterizza per forma e per funzione. Traspare in questo progetto anche la volontà di una politica di cambiamento atta a fare intendere l’architettura come un servizio e non solo come un’emergenza o un pretesto. Per molti aspetti è il tentativo di superare uno dei classici non luoghi dell’urbanizzazione diffusa, indicati da Marc Augè, destinati per lo più all’attenzione dei nuovi geografi del sociale che, generalmente, li adottano come un fatto sperimentale ed edonistico, al fine di una ricerca più sofisticata della rappresentazione della nuova condizione territoriale. E’ interessante pensare a questo nuovo aspetto della casa dell’uomo che enuncia, con precocità stupefacente, uno dei fondamenti più puri della democrazia, cioè che le nuove forme dell’architettura non

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devono più favorire il cittadino ricco o quello meno abbiente, ma devono diventare prodotti architettonici uguali per tutti. E’ lecito pensare che Murphy/Jahn prospettino, attraverso questo intervento dello State Village a Chicago, una sorta di brano per una città ideale, non però come prassi di una riforma dell’architettura, ma come deontologia di una riforma interiore. Murphy/Jahn cercano soprattutto di dotare la città di case per abitazione o di abitazioni per studenti, adatte a far da tramite tra l’ossatura della città e le sue funzioni che, comunque, devono essere avviate a una modifica. In fondo, il tentativo è quello di cercare di delineare nella struttura della casa il luogo compatibile dove vivere insieme; il luogo del “Neutro”, cioè dove si neutralizza ogni pulsione di sopraffazione dell’altro, ogni arroganza di tono e di comportamento per formare la società stretta della conversazione, della confidenza, dell’amicizia, del partage. In effetti, il progetto architettonico appare troppo spesso come una entità che ha finito il suo apprendistato socio/culturale più o meno quando si è totalmente espressa l’architettura razionalista, senza, però, che il razionalismo abbia più alcuna relazione con le cose sulle quali si sviluppa il progetto del futuro. Eppure è così ed è terribile, perché oggi cominciamo inesorabilmente a smettere di imparare, fatta eccezione per sporadiche avventure progettuali che si affacciano, di tanto in tanto, all’orizzonte della scena architettonica. Da queste brevi analisi e sulla base di ispirazioni, ipotesi e congetture seguono le deduzioni che si possono ottenere con gli usuali processi logici, confermate, poi, dalle realizzazioni architettoniche come, di fatto, è avvenuto in questo caso. Il tema affrontato da Murphy/Jahn è di grande coinvolgimento sociale e progettuale che non deve essere assolutamente trascurato in quanto si basa sull’elemento fondativo dell’architettura: la Casa. Mario Antonio Arnaboldi

hanges in building techniques are now finally starting to influence new buildings in the housing sector. Old condominium blocks, victims of mass-produced engineering projects, that have saturated the suburbs all over the world, including the United States, may be set to change thanks to this new project designed by Murphy/Jahn. Conventional multi-storey housing blocks, whose design was confined for years to shaping the window design over curtain surfaces or, on the odd occasion, analysing the layout and form of basic structures, set the standard for housing design for a long time. Murphy/Jahn, who won an invitational competition to design and construct a student residence (the Street Village, IIT, in Chacago, Illinois), are trying to develop a new approach to this tricky issue. Their project genuinely breaks with conventional condominium blocks by creating a synthesis of public and private space. The outside plaza and connection zones between the various accommodation units are covered by a curved structure, an authentic transparent roof giving a sense of unity to the entire complex and shaping its form and function. This project clearly exudes a desire to instigate change by treating architecture as a service and not just an emergency or an excuse. In many respects this an attempt to move beyond one of those classical non-places Marc Augè talked about, also serving a cutting-edge social purpose, usually treated like a hedonistic experiment into a more sophisticated way of representing the latest state of the cityscape. It is interesting to look at this new aspect of man’s place of dwelling as a startlingly precocious statement of one of the purest foundations of democracy: new forms of architecture must no longer favour either the wealthy or poor, they must turn into architectural products treating everybody the same. It is reason-

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able to assume that Murphy/Jahn are taking this project for the State Village in Chicago as a sort of piece of an ideal city, not as some sort of act of architectural reform but as a code of conduct for reforming our inner selves. This is why Murphy/Jahn are mainly looking to furbish the city with houses and student residences designed to be a sort of gobetween linking the city’s basic framework and its functions, which, in any case, need to be changed. Deep down, the idea is try and make the structure of a house a place compatible with communal living; a Neutral place, where any desire to overwhelm others is quashed and arrogant attitudes and behaviour are neutralised to create a closely-knit society thriving on conversation, trust, friendship and sharing. The fact is that architectural designs often seem to be entities that completed their socio-cultural apprenticeship more or less when rationalist architecture reached the height of its expressive powers, despite the fact that rationalism has nothing to do with the groundings of the architecture of the future. Yet this is the sorry way things stand at a time like the present when the learning process seems to have ground to a halt, except in the odd case of the occasional design cropping up here and there on the architectural scene. There is no logical progression leading from these last few comments to the latest developments in architectural design, just an intuitive link, inevitably subject to being revoked. Based on this brief analysis and the aspirations, hypotheses and conjectures they entail, we can make the usual deductions based on normal logical reasoning and confirmed by architectural designs like the one we are looking at. Murphy/Jahn have taken on a project of great social-design scope and force that we cannot afford to ignore, since it is based around the grounding feature of architecture itself: Housing.

Viste diurna e notturna del complesso residenziale per studenti State Street Village realizzato per l’IIT di Chicago caratterizzato dalla copertura a volta e dall’utilizzo di materiali industriali. Daytime and nighttime views of the State Street Village student housing complex for the IIT in Chicago featuring a vault roof and the use of industrial materials.

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Dal basso in alto, planimetria generale, pianta parziale del piano terra, e piante delle suite (a sinistra) e degli appartamenti e prospetto ovest. Nella pagina a fianco, uno dei grandi portali di ingresso al

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complesso, all’altezza dei quali il rivestimento metallico è forato e forma uno schermo protettivo per le corti interne. From bottom up, site plan, plan of the ground floor and plans

of the suites (left} and flats and west elevation. Opposite, one of the large entrance gates to the complex, where the metal cladding is perforated and forms a protective screen for the inside courtyards.

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Particolari della composizione esterna del complesso che contiene un totale di 396 posti letto per studenti, suddivisi in due edifici di appartamenti e suite (senza cucina). Il budget ristretto

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ha fatto propendere per l’uso di materiali industriali quali il metallo e il vetro. Per garantire il confort interno delle abitazioni, sia dal punto di vista climatico che dell’illuminazione,

si sono usati pannelli di vetro a bassa energia e pannelli metallici forati. Details of the outside design of the complex, which holds a total of 396 beds for students, divided over two

buildings containing flats and suites (with no kitchen). The limited budget suggested the use of industrial materials like metal and glass. To ensure the insides of the accommodation facilities are

comfortable, both in terms of climate and lighting, low-energy glass panels and perforated metal panels were used.

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Viste del complesso, per il quale si è prestata grande attenzione alla qualità della luce e della ventilazione naturale interna. Gli appartamenti sono dotati di terrazze semicoperte e le

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pareti rivolte verso l’esterno sono completamente vetrate.

The flats all have half-covered balconies and the walls facing outside are all-glass.

Particolare di una delle facciate vetrate rivolte verso le corti interne.

Detail of one of the glass facades facing towards the interior courtyards.

Views of the complex featuring careful attention to the quality of light and natural inside ventilation.

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Dominique Perrault

Come un cristallo Mariinsky II, St. Petersburg prima vista potrebbe apparire come una vera e propria rivoluzione nel mondo nel complesso abbastanza tranquillo della cristallogenesi. Cosa sarà mai questa formazione del tutto inconsueta che sta per andare a incastonarsi nel glorioso tessuto urbano di San Pietroburgo, emettendo e riverberando nel medesimo tempo bagliori dorati, nuova prepotente protagonista nel dialogo arcano e magico che da sempre intrattengono nel cielo sopra questa città cupole, globi, coronamenti, pinnacoli, spettacolo unico sotto i cieli del nord? Dove stanno i piani e il centro di simmetria, come trovare gli assi, come individuare il sistema di appartenenza, gli eventuali polimorfismi, le pseudomorfosi, e così via, di questo abnorme accadimento geologico, del tutto inaspettato? Considerare sotto questo profilo questo nuovissimo e straordinario progetto di Dominique Perrault, vincitore del concorso internazionale a inviti per il raddoppio del glorioso Teatro d’Opera Mariinsky, non è poi così azzardato. Anzi, un minimo di penchant verso la mineralogia, di familiarità con le sue leggi e con il suo modo di procedere, potrebbe tornare quanto mai utile per percepire e disvelare le pieghe sorprendenti di quest’architettura. La posta in gioco era alta. Intervenire su entità fisiche leggendarie. Da una parte una città di fondazione al compimento del suo terzo centenario, intensa, struggente per il fascino dell’impianto del suo cuore storico, disseminato di tracce di progettisti valenti, molti venuti da lontano: Trezzini, quel Rastrelli contro il quale centocinquant’anni più tardi si sarebbe scagliato Majakovskij, prendendo lui per tutti gli altri, poi ancora Rinaldi, Quarenghi, Rossi; più tardi parzialmente ma progressivamente corrosa nel corso del Novecento, e ora invece in rapidissima ripresa, con la quantità e l’enormità di problemi che si possono facilmente immaginare. Dall’altra il teatro che fu culla di un repertorio coreografico unico, da Tchaikovsky a Nijinsky, con i suoi milleseicento posti e i suoi onusti impianti scenici, riportato ora a nuovo prestigio dalla valorosa direzione di Guerguiev. In questa bella situazione, fare un altro Mariinskj, uno nuovo, con una capienza di sala di duemila persone di pubblico, più una sala per le prove da trecentocinquanta posti, e un insieme articolato e aggiornato di annessi tecnici e luoghi pubblici, da erigersi sulla sponda del canale Kryukov opposta a quella lungo la quale sorge il vecchio, da raggiungersi mediante collegamento a telescopio. La logica compositiva di Perrault è esemplare, per la nitidezza dell’impostazione, per la complessità del risultato, per la notevole tensione poetica raggiunta. Il teatro viene davvero raddoppiato, in senso quasi letterale per quanto riguarda la sua giacitura. Un volume di marmo nero liscio, di geometria molto netta, contiene un apparato distributivamente esatto solcato da un’impiantistica impeccabile; con misuratissime, se non impercettibili, soluzioni di continuità le sue superfici divengono, ove opportuno e necessario per quanto dietro di esse è contenuto, di vetro scuro protetto verso l’interno da gran

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Credits Project: Dominique Perrault Client: Ministry of Culture of the Russian Federation with the Stae Academic Mariinskj Theatre

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tendaggi di tessuto rosso. Molto Mollino, anche se declinato assai diversamente: quindi esatto, se soltanto si ha presente la maestria di quel suo Teatro Regio di Torino. Sempre molto mollinianamente, in spirito almeno, la gente brulica non soltanto attorno, ma attraverso e sopra e lungo i fianchi della costruzione, in qualche modo entrando, se non letteralmente per ovvi motivi nella messa in scena, nell’apparato circolatorio del Mariinsky II, superando, nei limiti del possibile, quella condizione di separatezza, quella sensazione di sacralità, che sono abituali negli edifici con queste destinazioni d’uso; divenendo così non soltanto spettatrice, se pur dall’esterno, ma essa stessa spettacolo, e entità vitale necessaria di questa architettura. Tutto molto lodevole; ma si rimarrebbe negli ambiti di una costruzione, se molto ben controllata, adatta soltanto a climi ben più miti: e anche lì, dopo tutto, mancherebbe qualcosa, i coronamenti, ad esempio, o adatte protezioni per le facciate secondo la loro esposizione, e tettoie, e pensiline. E qui appunto, puntuale, scatta la formidabile invenzione di Perrault (ben più di una spanna al di sopra degli altri concorrenti, va detto): su quest’insieme già ammirevole viene calato una specie di guscio, un carapace, per meglio dire, data la sua completa autosufficienza strutturale, dotato di forma ed estensione propria, fatto di lame di alluminio dorato spaziate fra di loro, e aste metalliche. Così la stereometria dura scompare, se non per quel suo apparire caparbio sulla facciata opposta al canale; e viene a determinarsi un enorme ambiente protetto, che smargina fino al bordo del Kryukov, lasciando verso il suolo spiragli perché le persone vi si possano infilare, e verso l’alto prospettive immense e sfaccettate, intradossi remoti che filtrano la luce e gettano ombre mosse su ogni superficie. Un abito di luce, dice Perrault, che si dispiega molto largo attorno al corpo. Ne risulta uno spazio interno dotato di un suo speciale microclima, consolidato da opportuni accorgimenti tecnici, luogo non di semplici attraversamenti ma di molte possibili promenades architecturales a vari livelli, lungo le quali si avranno scorci panoramici nuovissimi sulla città circostante, e si scorgeranno altri lontani bagliori dorati. Pur avendo analogie con le poetiche più sofisticate dell’in-between, quest’architettura se ne distacca per vari motivi di fondo: le sue ricadute in termini di spazi urbani, per esempio, mettendo d’un colpo fuori gioco altre diffuse e purtroppo misere procedure; la messa a punto di un sistema complesso di condizioni di fondo e la sua puntuale traduzione fisica; la procedura della composizione, che muta radicalmente il rapporto reciproco fra i suoi elementi. Dopo tutto allora, e anche per riprendere un poco quello che si era detto all’inizio, dal di dentro, e anche dal di fuori, di quest’involucro potremo sì dire ancora che l’architettura è un cristallo: ma, si tranquillizzino i cristallografi, soltanto nel senso proprio inteso da Gio Ponti: valido oggi, pur con tutti i cambiamenti che ci sono stati, più che mai. Maurizio Vogliazzo

t first sight this might look like a real revolution in the generally rather tranquil world of crystallogenesis. So what is this weird formation about to be slotted into the urban fabric of St. Petersburg, emitting and at the same time reverberating with golden light, a powerful new player in the magically arcane interaction between domes, globes, crowns and spires up above the city, a sight that is unique of its kind up in northern skies? Where are the planes and centre of symmetry, how can you find its axes, how can you tell what system it belongs to, and what are the polymorphisms and pseudomorphisms etc. of this totally unexpected geological happening of immense proportions? There is really nothing particularly daring about taking this approach to studying the extraordinary new project designed by Dominique Perrault, that turned out to be a rather surprise winner of the international invitational competition to double the size of the wonderful Opera House originally designed by Mariinsky. Indeed, a slight leaning towards mineralogy and general familiarity with its laws and working methods might just turn out to be extremely useful for perceiving the startling cuts and folds in this work of architecture. Of course there are other more direct ways of looking at it. The stakes were high. Coming to grips with an entity of legendary importance. On one hand a historical city reaching the end of its third centenary with a deeply moving and striking centre showing traces of the work of valiant architects many of whom came from afar: Trezzini, Rastrelli (the target of Majakovskij’s violent attacks one hundred and fifty years later bearing the brunt for everybody else), and then Rinaldi, Quarenghi and Rossi; a city that was slowly but progressively worn away during the twentieth century but is now rapidly surging back to the fore with all the problems you can easily imagine. On the other hand there is the opera house that was home to an incomparable repertoire of music and choreography from Tchaikovsky to Nijinsky. This one thousand six-hundred seat theatre full of heavy scenery and sets has now regained its prestigious old status under the brave artistic direction of Guerguiev. In this beautiful setting, it has been decided to try and repeat Mariinskj’s achievements, build another theatre with a seating capacity of two thousand, plus a three hundred and fifty seat rehearsal hall furbished with all the latest technology and public facilities, to be constructed along the banks of the Kryukov Canal opposite where the old theatre stands, to which it will be connected by a telescopic link. Perrault has created an exemplary design in terms of its clarity, complexity and poetic force. The theatre has almost literally been doubled in terms of the size of its layout. A smooth black marble structure with carefully gauged geometric relations features a meticulously designed layout working around impeccable plant-engineering; where approprite or necessary (due to what lies behind them), there are almost imperceptible tiny dark glass breaks in its surfaces,

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protected on the inside by huge red velvet curtains. Very Mollino-ish, despite being used in a very different way: as is obvious if you bear in mind the majesty of the Teatro Regio in Turin. Again in a way reminiscent of Mollino, people hustle and bustle not only around but also across, above and along the sides of the construction, in some sense entering (if not literally for obvious staging reasons) into the circular layout of the Mariinsky II, as far as possible breaking the bounds of that sense of separation and sacredness associated with buildings used for these purposes; this makes people both the audience (only from the outside) and also an essential part of the spectacle of this new work of architecture. All very praiseworthy; yet, despite how well constructed this building might seem, it would still only be suitable for much milder climes: and even then, all things said, there would still be something missing, such as those crowns or neat protective covers for the facades (geared to the way they are facing), and even roofs and canopies. But this is where Perrault has shown his great expertise (a real span above the other competitors, it ought to be said): a sort of shell, or rather carapace, bearing in mind its absolute structural self-sufficiency with its own special form and extension made of carefully spaced blades of gilt aluminium and metal rods, has been lowered over this already admirable construction. This dissolves the rather harsh stereometry, while maintaining a certain brash look over on the façade opposite the canal; and this also creates a huge sheltered setting running down to the edge of the Kryukov, leaving gaps for people to pass through down by ground level, and towering, faceted perspectives up near the top, distant intradoses filtering through light and casting shadows over all the surfaces. Perrault describes it as a garment of light hanging loosely around the body. This creates an interior space with its own special microclimate, furbished with neat technical features, not just a place to cross through but a chance for architectural promenades over various levels affording new panoramic views across the surrounding city and providing distant glimpses of other wonders. Despite certain similarities with the most sophisticated poetics of so-called inbetween architecture, there are certain marked differences for various reasons: its repercussions in terms of urban spaces, for instance, putting certain widely employed and sadly miserable procedures out of play in one fell swoop; the way it develops a complex system of underlying conditions and duly translates them into physical form; and the design process that radically changes reciprocal relations between its various elements. After all then, and returning briefly to what was said at the beginning, both the inside and outside of this shell mean we are entitled to talk once again about architecture as being like a crystal: but crystallographers need not be alarmed, we only mean in Gio Ponti’s sense: more apt than ever, despite all the changes that have taken place since then.

In alto da sinistra i progetti di Andrey Bokov-Oleg Romanov e Mario Botta, tra i progettisti invitati al concorso internazionale per il nuovo teatro Mariinsky a San Pietroburgo. Top form left, the projects by Andrey Bokov-Oleg Romanov and Mario Botta, among the invited architects to the international competition for the new Mariinsky Theater in St.Petersburg.

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In alto da sinistra i progetti di/top form left, the projects by Erick van Egeraat; Hans Hollein; Arata Isozaki; Sergey Kiselev.

Georges Fessy

In questa pagine rendering e modello dello sviluppo del nuovo intervento che viene calato nel contesto storico della città, poggiato sulle rive del fiume Kryukov, dal lato opposto rispetto al vecchio Teatro. Il teatro è individuato esternamente da un guscio in lame d'alluminio dorato spaziate che proteggono l'edificio vero e proprio, un volume dalla geometria molto netta, in marmo nero liscio e vetro scuro. Il progetto, che si sviluppa su una superficie di 14.000 mq, per complessivi 40.000 mq calpestabili, verrà ultimato nel 2008.

Georges Fessy

These pages, rendering and model of the development of the new project set in the old city along the banks of the River Kryukov, over on the opposite side to the old Theatre. The theatre features an outside shell of gilt aluminium blades with spaces between them that protect the building proper, a geometrically clearcut structure made of smooth black marble and dark glass. The project, which develops over a surface area of 14,000 square metres out of an overall site plan of 40,000 square metres, will be completed in 2008.

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In alto da sinistra i progetti di/top form left, the projects by Eric Owen Moss; Mark Reinberg, Andrey Sharov; Aleksandr Skokan; Jury Zemtsov, Michael Kondiain. Il rapporto del nuovo edificio con l’assetto urbano di San Pietroburgo. A fianco, a destra, piano urbanistico della zona di intervento e sotto, dal basso in alto, piante dei piani secondo e primo interrato, piano terreno, primo, secondo e affiancate piante dei sovrastanti terzo, sesto, settimo e ottavo. A destra, dal basso, piante del quarto e quinto piano, sezioni longitudinali e trasversali.

Rendering degli spazi protetti dal guscio metallico che introducono all’edificio del teatro e della sala principale da 2000 posti. Rendering of the spaces protected by the metal shell that lead to the theatre building and main 2000-seat hall.

The new building’s relations to the urban master plan of St. Petersburg. Opposite, right, town plan of the project area and, below, from bottom up, plans of the second and first underground levels, ground floor, second floor and adjacent floors to the overhead third, sixth, seventh and eighth levels. Right, from bottom, plans of the fours and fifth levels, longitudinal and cross sections.

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Space Group

Piante del livello inferiore e superiore del progetto per il nuovo Terminal Navale Tromsø.

Plans of lower and upper level of the project for the new Ship Terminal in Tromsø.

“Splendido isolamento” Tromsø Terminal l lavoro di Space Group appare come una rivincita del tema urbano: non a caso il motto che li ha resi vincitori di questo concorso è “More City”. Affermare la città come generatrice di valore per la città stessa, quando spesso invece si ritira, e dubbiosa della sua forza cerca altrove le sue intensità (la città delle reti, globale, virtuale). Qui invece la città e le sue architetture si affermano con forza e si confrontano con la natura. Il tema di concorso era estremamente stimolante: creare un punto di approdo, un terminal per la città di Tromsø, che organizzasse i flussi veicolari degli autobus, dei ferryboat e delle linee navali costiere. L’occasione di progettare un terminal di 8000 metri quadrati e altre funzioni urbane per altri 5000 metri quadrati rappresentava un’occasione importante per la città, sia per ripensare e riorganizzare le funzioni di traffico, sia per proporre un momento di dibattito su cosa e come costruire su un borderline tra terra e mare. Così sei studi di architettura europei sono stati invitati alla fase finale di concorso e oltre allo hub il tema si è ampliato a includere un centro congressi e un albergo, su aree limitrofe allo scalo marittimo vero e proprio. Alla fine le quantità complessive del concorso a inviti raggiungevano i 23.000 metri quadrati, tanto è stato il fervore di aggregare attorno al tema primario altre funzioni urbane. La natura spettacolare del luogo viene interpretata come “visione assoluta”, verso cui la meraviglia è d’obbligo. Un paesaggio che “resiste all’oggettivazione”. Un paesaggio fatto di luci, di cielo, di acqua. Elementi che non si lasciano ingabbiare in una forma da imitare. L’osservazione di Space Group è attenta: la verità di questo paesaggio è cangiante, si verifica in modo molto specifico la capacità che ha la luce di far germinare le nostre percezioni. Il concetto di spazio pubblico è dominato dall’idea di “iperaccesibilità”, possibilità di far fluire lo spazio urbano ovunque, come logica conseguenza del motto “More City”. Le navi che arrivano diventano una presenza amichevole nella città, uno spettacolo nello spettacolo urbano. Il progetto ridefinisce il bordo della costa, portando il terminal nel centro della città senza separarlo in “splendido isolamento” (guarda caso il motto di un altro progetto battuto). La strategia scelta da Space Group viene denominata “atomizzazione”, cioè la capacità di nutrire ogni singolo progetto dentro al progetto complessivo di contenuti specifici. Allora l’immagine complessiva non è unico grande contenitore organico, ma una serie di eventi. I tre flussi di arrivo e partenza determinano il campo di forze che si fronteggiano, e nel loro fronteggiarsi generano le basi viarie di un pezzo di città nuovo. Non un’altra città, ma la possibilità per la città esistente di conquistare nuovi spazi di vita. I progetti sono puntualmente definiti come sinfonia di oggetti che si cambiano sguardi, in una complessità tutta urbana. Cittadino e viaggiatore si scambiano i ruoli. Oltre ai tre terminal di trasporto vero e proprio, Space Group disegna specificamente altri tre terminal per il Corpo e per la Mente: centro congressi, hotel e spa. Anche in questo caso l’accento è posto sulle identità. In particolar modo lo sforzo di identificazione è riuscito nell’hotel, che ha una “protuberanza” spettacolare. Questo diviene il vero e proprio landmark verticale che dà il carattere di unicità al luogo. Risponde alla necessità di avere il massimo di spazio sul minimo di impronta al suolo, e per questo propone un gesto di valenza scultorea ad alto livello di impatto visivo. Stefano Pavarini

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Credits Project: Space Group Design Team: Gro Bonesmo, Gary Bates and Adam Kurdhal with Franco Ghilardi, Ellen Hellsten, Tai Grung, Havard Fagernes, Minna Riska, Thomas Fagernes Advisors: Arup & Partners London: Rory McGowan, Carolina Bartram, David Johnston, Jo Marples, Francesca Galeazzi; West8 Urban Design and Landscape Architecture: Adriaan Geuze and Jerry van Eyck with Anders Melsom Facade Consultant: Metallplan/Franco Blochlinger Model: Berkano/Steinar Killi Client: Statsbygg

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he Space Group’s work looks like revenge on the part of the urban environment, the city’s vendetta: hardly surprisingly the slogan that let them win this competition is “More City.” This makes the city the real driving force behind its own redevelopment, whereas it often appears to retreat, doubting its own force and seeking more intensity elsewhere (the network city, the global city, the virtual city). Here, in contrast, the city and its architecture enforce themselves with great power and set about confronting nature. The competition had a stimulating subject: to create a landing point or terminal for the city of Tromsø, organising its flows of buses, ferryboats and coastal naval lines. The chance to design an 8000square-metre terminal and a further 5000 square metres of urban functions provided the city with a great opportunity to re-think and re-organise its traffic flows and also to open up discussions about what to build on the borderline between land and sea and how to build it. Six European architectural firms were actually invited to take part in the final stage of the competition, and it was even extended to include not only the main hub but also a conference centre and hotel built on neighbouring land around the sea port proper. In the end, the area involved in the invitational competition amounted to 23,000 square metres, testifying to the size and scope of the other urban functions in addition to the main construction. The spectacular nature of the site location is taken as an “absolute vision” that inevitably induces wonder. A landscape that “resists being objectified.” A landscape composed of light, sky and water. Elements that cannot be trapped in a form to be copied. Space Group noted that the landscape here is constantly changing, specifically focusing on how light manages to guide our perceptions. The idea of a public space is overwhelmed by the idea of “hyperaccessability”, the possibility of letting urban space flow everywhere as a logical consequence of the slogan “More City.” Incoming ships are a friendly presence in the city, a spectacle within the urban spectacle. The project redesigns the edge of the coast, drawing the terminal into the city centre without separating it in “splendid isolation” (as another of the slogans entered in the competition put it). The strategy Space Group opted for is called “atomisation”, viz. the ability to nourish each individual project within the overall project with its own specific features. The overall image is not of a huge organic container but rather a sequence of events. The three flows of arrivals and departures create a field of forces that interact, laying the foundations for a new piece of cityscape as they confront each other. Not a different city, but rather the possibility for the existing city to conquer new spaces for life. The projects are specifically designed to form a symphony of objects exchanging glances in an all-urban state of complexity. In addition to the three basic transport terminals, Space Group has also designed three other terminals for the Body and Mind: a conference centre, hotel and spa. Once again the emphasis is placed on identities. Notably, an attempt to create a landmark has been successfully achieved in the hotel, which has a spectacular “protuberance.” This spectacular vertical feature really makes this place so unique. It meets the need to create as much space as possible on a minimal piece of land, which is why it is so sculptural and visually striking.

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Rendering del progetto per la realizzazione di un edificio per l’accoglienza dei passeggeri di traghetti e autobus di linea. L’edificio, situato nel centro di Tromsø, sarà in parte occupato da uffici dell’amministrazione pubblica e, oltre al terminal, ospiterà un albergo, bar e ristoranti. Renderings of the project to design a building to hold ferry and bus passengers. The building, situated in downtown Tromsø, will be partly taken up by public administration offices and, in addition to the terminal, will also accommodate a hotel, bar and restaurants.

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Studio Valle Progettazioni

Planimetria generale della sede del Consiglio Regionale della Regione Puglia. Il complesso verrà realizzato a Bari su un’area periferica della città. Il progetto è risultato vincitore del concorso bandito dalla Regione Puglia.

Primo premio Puglia Regional Council HQ uando l’architettura rispecchia lo spirito del tempo. Siamo nell’epoca della comunicazione, della mobilità totale e l’architettura si adegua, dischiudendo i suoi spazi alla città. Superfici immateriali, schermi trasparenti: anche questa è comunicazione, ovvero informazione ai cittadini su ciò che succede all’interno dei palazzi del potere. Attraverso il linguaggio simbolico ma anche grazie all’assenza come segno forte di presenza ma di lieve impatto visivo, la nuova sede del Consiglio Regionale della Regione Puglia, a Bari, rivela come il “Palazzo” stia attraversando una metamorfosi sostanziale rispetto ai modelli del passato, in cui si privilegiava l’aspetto monumentale a scapito della funzionalità, l’uso di materiali pesanti, preindustriali e alquanto costosi. L’arroganza compositiva ha lasciato il posto all’intelligenza del dialogo, alla comunicazione dei valori della Polis. E l’idea di Polis è evidente anche nell’impianto planimetrico del complesso amministrativo, che configura non tanto una struttura architettonica conclusa in se stessa quanto un vero e proprio frammento di spazio urbano in comunicazione con il resto della città, di cui è parte complementare e innesco per lo sviluppo di insediamenti futuri. L’architettura non è solo arte del costruire ma anche strumento per ri-costruire nuovi paesaggi mentali, nuove tendenze comportamentali, diverse rappresentazioni di una scena urbana non più conclusa in aree implose ma in spazi aperti al divenire della modernità. Posto al centro di un ampio parco urbano, l’edificio si apre verso il mare, esaltando attraverso la trasparenza della sua ”pelle” di vetro e acciaio la contaminazione fra natura e artificio, fra costruito e ambiente naturale. Si tratta dunque di un organismo permeabile al suo intorno, sia dal punto di vista visivo sia per la sua capacità d’interagire con il clima del luogo. L’azione dei raggi solari è controllata attraverso l’uso della doppia parete, sia verso est sia verso ovest. La particolare conformazione delle superfici costituisce una efficace barriera al soleggiamento, creando flussi ascensionali in grado di raffreddare l’intero complesso durante il periodo estivo e di assicurare, attraverso l’“effetto serra”, anche un valido supporto energetico al riscaldamento artificiale durante i mesi invernali. L’interno del complesso è caratterizzato da una corte e da un sistema di percorsi formati da ballatoi, strade in quota e terrazzamenti di grande effetto scenografico. Oltre a una notevole quantità di spazi destinati agli uffici amministrativi, la nuova sede della Regione Puglia offre una serie articolata di servizi per il personale dipendente, che può così usufruire di un ristorante, di un bar, alcuni negozi ma anche di una nursery e di un centro per il benessere, un must divenuto ormai una presenza ineludibile per ogni spazio pubblico. Alla città sono invece riservati alcuni luoghi per occasioni culturali. La grande corte interna e la piazza accolgono infatti aree per eventi di ogni tipo, mostre temporanee, incontri, luoghi destinati a conferenze e dibattiti. La presenza di luoghi pubblici e di spazi prettamente destinati all’amministrazione regionale fa di questo complesso un frammento urbano integrato organicamente con il tessuto della città di Bari. Inoltre, la varietà di funzioni favorirà l’evoluzione urbanistica di un sito un tempo emarginato in una periferia urbana senza qualità. Carlo Paganelli

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Credits Project: Studio Valle Progettazioni in collaborazione/with Mirizzi Architetti Associati, Pro.Sal, Sylos Labini Ingneri Associati Landscape Consultant: A&P - Architettura del Paesaggio Client: Regione Puglia

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Site plan of the headquarters of the Puglia Regional Council. The complex is planned to be built in Bari on a site out in the city suburbs. The project won the competition organised by the Puglia Regional Council.

rchitecture that mirrors the age in which we live. We are in the age of information and total mobility, to which architecture has adapted by opening up new spaces for the city. Non-material surfaces, transparent schemes: this, too, is a means of communication, informing people about what goes on inside the seats of power. Drawing on symbolic language, but also using absence as a powerful way of presiding with very little visual impact, the new headquarters of the Puglia Regional Council in Bari shows how the “Seat of Power” is being metamorphosised compared to the past, when monumentalism used to take precedence over functionalism and heavy pre-industrial and expensive materials were so in vogue. Stylistic arrogance has now given way to intelligent interaction and an attempt to pass on the values of the Polis. And the idea of Polis is also evident in the site plan of this government building, which does not so much form an architectural structure in its own right as a fragment of urban space communicating with the rest of the city, that it actually complements and sets up for future development. Architecture is not just the art of building but also a means of re-building new mentalscapes, new trends and behavioural patterns, different ways of representing a cityscape that is no longer shut away in imploded areas but set in spaces open to developing modernity. Situated in the middle of an inner-city park, the building opens up to the sea, drawing on the transparency of its glass and steel “shell” to bring together nature and artifice, builtscape and nature. This means it is an organism that is permeable to its surroundings, both visually and in terms of its ability to interact with the local climate. The sun’s rays are controlled by double-walls to the east and west. Its special surface design forms an effective barrier against sunlight, creating upward flows capable of cooling the entire complex in summer and exploiting the “greenhouse effect” to help supply artificial heating over the winter months. The inside of the complex features an internal courtyard and a system of corridors taking the form of galleries, high-level paths and visually striking terraces. In addition to plenty of office space, the new headquarters of the Puglia Regional Council is also furbished with plenty of staff facilities such as a restaurant, bar, shops and even a nursery and health centre, nowadays a must in any public space. The city is also served by a number of places for holding cultural events. The large internal courtyard and plaza contain areas for all kinds of events like temporary exhibitions, meetings, and facilities for holding conferences or debates. The presence of public spaces and other facilities mainly serving the regional council makes this complex a fragment of the city woven neatly into the fabric of the city of Bari. Its range of different functions will help the urban development of a site that was relegated to the status of faceless suburbs.

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Il complesso presenta una prevalenza di materiali tecnologici come il vetro e l’acciaio, con una limitata presenza di materiali naturali: pietre locali di Trani, Lecce e Apricena.

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The complex mainly features technical materials like glass and steel and just a small amount of natural materials: local stones from Trani, Lecce and Apricena

Particolari delle pareti vetrate. Il complesso è stato progettato con criteri bioclimatici, che prevedono l’uso della “doppia parete”, che costituisce una vera e propria barriera ai raggi solari,

creando correnti ascensionali per raffreddare la superficie dell’edificio durante il periodo estivo e un “effetto serra” per riscaldarlo nei mesi invernali.

Details of the glass walls. The complex is designed along bioclimatic lines involving the use of a “double wall” to provide a real barrier against the sunlight by creating upward

currents that cool the surface of the building in summer and produce a “greenhouse effect” to heat it over the winter months.

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Angelo Cortesi

Le porte del sistema Swing, disegnate da Angelo Cortesi per Lualdi Porte. Il sistema si compone di pannelli in vetro stratificato, satinati o trasparenti, scorrevoli o fissi, di altezza e lunghezza diverse, montati su una struttura minimale in alluminio. Doors belonging to the Swing system designed by Angelo Cortesi for Lualdi Porte. The system is composed of stratified glass panels that may be either glazed or transparent, sliding or fixed and of different heights and lengths, fitted on a minimal aluminium frame.

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Un sistema Swing System Doors he cos’è una porta? La tentazione di rispondere parafrasando la celebre espressione di Gertrud Stein, “una rosa è una rosa è una rosa…”, è irresistibile, la tautologia essendo l’unico plausibile mezzo per comprendere i fenomeni più semplici ed elementari. Una porta è dunque una porta. Ma questo è solo il punto di partenza. Al di là dell’assolutezza del concetto, il sostantivo “porta” si dischiude a una pluralità di significati: una porta è una soglia, un’apertura, una chiusura, un varco, una difesa, un rischio, un invito, una salvezza, un richiamo, un segnale, magari un banale indirizzo, tutto un mondo, insomma, che rotea intorno a un manufatto di forma più o meno rettangolare, di legno, ferro, vetro o plastica, montato su cardini, girevole, dotato di meccanismi di fermo e di sblocco. Cosa vuol dire, allora, progettare una porta? Il design, si sa, non indulge alla metafisica. Non può permetterselo. Tuttavia esso sa che il servizio da rendere al consumatore

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non si esaurisce nella funzione d’uso, ma si articola, come si usa dire, su più livelli, ciascuno dei quali pone interrogativi cui si deve, in un modo o nell’altro, rispondere. Disegnando il sistema Swing per la Lualdi Porte, Angelo Cortesi non si è sottratto a questo dovere. Egli è partito dal concetto contemporaneo di spazio, di cui la cultura architettonica sottolinea la fluidità, e ha configurato un sistema in grado di interpretare gli interni degli edifici secondo la “forma dinamica” che l’abitante conferisce loro. “Il sistema si compone di pannelli in vetro stratificato, satinati o trasparenti, scorrevoli e/o fissi”, spiega Cortesi, “di altezza e lunghezza diverse, montati su una struttura minimale in alluminio, che nella sua sagoma contiene, con estrema discrezione, anche la maniglia”. Dal punto di vista architettonico, queste porte consentono soluzioni variate, che si avvalgono oltretutto di una struttura a scomparsa grazie alla quale la divisione degli ambienti viene scandita in una prospettiva continua e avvolgente. “Esemplare in questo senso”, aggiunge Cortesi, “è stato il loro impiego da parte di Norman Foster, che in un edificio londinese ha adottato il sistema Swing per annullare l’incombenza degli armadi a muro”. E’ sulla base di queste considerazioni puramente oggettive che il prodotto del design rivendica la propria identità. La porta è uno di quegli oggetti di lunghissima durata, sui quali la cultura progettuale – dall’artigianato alle arti applicate, fino al disegno industriale e oltre – si è maggiormente esercitata, alla ricerca di soluzioni sempre nuove e all’altezza dei tempi, di cui quella di Cortesi è l’estrema propaggine. Oggi il mutamento dei comportamenti sociali e dei modelli abitativi per un verso, e lo sviluppo tecnologico per un altro, ne ripropongono la fisionomia tradizionale in un contesto nuovo e incerto, nel quale le invariabili ergonomiche e antropologiche si innestano a convulse trasformazioni psicologiche ed estetiche. Ciò riconduce la porta ai suoi significati originari e in pari tempo la proietta in un mondo di nuovi valori, dei quali il design si fa interprete spesso inconsapevolmente. Vale insomma per essa, più che mai, ciò che Georg Simmel osservava per ogni “prodotto materiale”, al quale può sempre essere collegato “un senso spirituale obiettivo e riproducibile per ogni coscienza, che nessuna coscienza ha posto e che inerisce invece alla pura specifica fattualità di questa forma”. Maurizio Vitta

hat is a door? There is an irresistible temptation to reply by quoting Gertrud Stein’s famous expression “a rose is a rose is a rose…”, since a tautology is the only plausible way of really grasping one of the simplest and most basic things. So a door is a door. But this is just a starting point. Apart from the absolute nature of this concept, the noun “door” can open up to a wide range of meanings: a door is a threshold, an opening, a closure, a gap, protection, danger, an invitation, safety, a call, signal or even just a simple indication, in other words a whole world revolving around a more or less rectangular form made of wood, iron, glass or plastic, fitted on hinges, revolving and equipped with stops and locks. So what is involved in designing a door? Design, as we know, has no time for metaphysics. It cannot afford it. But it knows that it must provide consumers with more than just a function, it operates, as they say, on several levels, each of which poses questions that need answering in some way or other. It matters little that most of these demands are destined to remain implicit and unexpressed. The mere suspicion that they are there is enough to turn the design of an industrial artefact into reflective thought or even introspection. Angelo Cortesi certainly did not shirk this responsibility when designing the Swing system for Lualdi Porte. He worked on a modern-day concept of space, whose fluidity is brought out by architectural design, and created a system capable of interpreting building interiors in terms of the “dynamic form” they are given by their inhabitants. “The system is composed of stratified, glazed or transparent glass panels that may be either sliding and/or fixed”, so Cortesi pointed out, “of varying height and length, fitted on a minimal aluminium structure, whose profile also discretely incorporates a handle”. Architecturally speaking, these doors allow a variety of solutions drawing, notably, on a concealed structure allowing different premises to be separated in a smooth and enveloping way. Cortesi added that “Norman Foster made exemplary use of them in this respect in a house in London, adopting the Swing system to get rid of cumbersome wall units”. Design products claim their own identity based on these strictly objective considerations. A door is one of those long-lasting objects that design – from craft to the applied arts, industrial design and

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so forth – has focused most closely on searching for new up-to-date solutions, such as Cortesi’s latest cutting-edge creations. Nowadays, changes in social behaviour and living environments on one hand and technological progress on the other have taken conventional appearances into a new and uncertain domain, where ergonomic and anthropological invariables knit in with convulsive psychological and aesthetic transformations. This takes the door back to its original meaning and, at the same time, projects it into a world of new values, that design often interprets without even noticing it. In other words, what Georg Simmel said rings even more true for design, since every “material product” can also be connected with “an objective spiritual sense that can be reproduced for everybody’s conscience, that no conscience has created and which, in fact, adheres in the pure specific feasibility of this form”.

Le porte della serie Blues, disegnate da Angelo Cortesi per Lualdi Porte, costruite con un telaio in alluminio anodizzato telescopico e un’anta con telaio in profilo di alluminio e vetro di sicurezza opalino o trasparenti. The doors of the Blues range designed by Angelo Cortesi for Lualdi Porte. They have an anodised telescopic aluminium frame and a section made of aluminium and opalescent or transparent safety glass.

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Frank Erbert’s Dune, regia di John Harrison, veduta del Palazzo Reale dell’Imperatore, regia di John Harrison; In basso, Zora la vampira (1999), regia di Manetti Bros, effetto di ricostruzione del fuoco in 3D e compositing sull’attore.

Il reale digitale

Frank Erbert’s Dune, directed by John Harrison, view of the Emperor’s Royal Palace; Bottom, Zora la vampira (1999), directed by Manetti Bros, effect of 3Dreconstruction and actor’s compositing.

Digital Reality architettura digitale affianca ormai a pieno titolo quella reale, interagendo con essa e condividendo le finalità progettuali e narrative. Si è creata una nuova sensibilità comunicativa che, grazie anche a Internet e a un approccio interattivo, esce dalla passività televisiva e dall’isolamento proprio dei computer, dando vita a un nuovo modello di scambio a più livelli. Le immagini di scenografie e architetture virtuali hanno incrementato le loro potenzialità anche nei vari settori dello spettacolo, assumendo un ruolo attivo nella narrazione, grazie a figure professionali sempre più specializzate, che affiancano i ruoli tradizionali, e a un sincretismo tecnologico frutto della contaminazione di culture diverse. Cinecittà Digital nata, sotto la spinta di David Bush (Visual Effect Supervisor), dall’esigenza di creare una joint venture operativa, si muove in questi nuovi scenari modificando la percezione della realtà, affiancando effetti speciali “invisibili” a quelli più spettacolari in completa autonomia tecnica e creativa, grazie anche all’acquisizione di tecnologie sempre più sofisticate. “Cinecittà Digital – dice D. Bush – nasce con lo spirito di creare un vero e proprio distretto industriale dove più imprese, legate da affinità elettive e di mercato, possano crescere, dando vita a sinergie operative. Abbiamo dedicato molte forze nella ricerca e nell’innovazione dei processi, dialogando con i maggiori fabbricanti internazionali di tecnologie. Siamo stati specificatori, utilizzatori, testatori di molte tecnologie d’avanguardia”. Tra le novità tecnologiche, in continua espansione, interessante è l’uso della piattaforma iQ, un sistema che permette di fare la post-produzione di interi film digitalmente, curandone anche la correzione del colore. In “Piazza delle cinque lune” di Renzo Martinelli gli effetti “invisibili” contribuiscono a fornire spessore e verità a una storia che riesce a ben calibrare ricostruzione del reale e fiction “La sequenza finale che dura un minuto e mezzo – spiega D.Bush – è in realtà un insieme di riprese diverse, alcune realizzate con la steadycam, unite con la tecnologia digitale. Ci sono stati anche moltissimi trattamenti in bianco e nero per attualizzare il materiale girato e dare l’impressione che fosse stato girato venticinque anni fa: un super 8 girato in realtà in super 16 da cui rigenerare una pellicola positiva da proiettare nel film”. Con “Exorcist: the beginning” (produzione hollywoodiana di prossima uscita) viene affidata la direzione degli effetti visivi digitali a Proxima (una delle società partner di Cinecittà Digital) la creazione ex novo in 3D, il compositing (che permette di collegare scene diverse) e il translite (elaborazione digitale delle scenografie) permettono di alternare effetti speciali “invisibili” a quelli più spettacolari in un lavoro di grande complessità tecnica e creativa. In “Goya in Bordeaux” (diretto da Carlos Saura) Fabrizio Storaro crea ed elabora al computer interi scenari che poi vengono stampati con un plotter su supporti diversi e nelle dimensioni richieste. “Con il regista, lo scenografo e chi cura la cinematografia creiamo l’immagine, elaborandola con il computer, la stampiamo nella definizione necessaria e, fisicamente, la montiamo in teatro”. Che si tratti di una realtà stimolante, proiettata verso il futuro è provato anche dal riscontro del mercato europeo che considera ormai queste società un importante centro di riferimento per l’elaborazione digitale. Esther Musatti

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igital architecture is now on the same level as real architecture, and interacts with it, sharing its plans and what it has to say. A new communicative sensibility has emerged which - also thanks to internet and to an interactive approach – is far from passive television or the isolation of computers, giving life to a new model of communication at different levels. Virtual settings and architectural images have increased their potential, also in the various spheres of the show business, assuming active roles in narration, thanks to more and more specialized professional figures that support traditional roles, and thanks to a technological syncretism which is the result of the interaction between different cultures. With the driving force of Visual Effects Supervisor David Bush, Cinecittà Digital was born from the need to create an operative joint venture. Thanks to the acquisition of more and more sophisticated technologies, this “digital” film studio is moving through these new scenarios, modifying our perception of reality, and adding “invisible” special effects to more spectacular plays, and it is doing so in total independence, both technically and creatively speaking. D. Bush says, “Cinecittà Digital was born with the spirit of creating an actual industrial district where different businesses that are connected by elective – and market – affinities can grow, giving life to operative synergies. We have put a lot of effort into research and innovation of the processes, communicating with major international technology manufacturers. We have acted as specifiers, users and testers for many avant-garde technologies”. Among the continuously expanding technological novelties, the use of an iQ platform is of great interest: this is a system that allows for digital post-production of entire films, and can also make sure colors are corrected. In “piazza dell cinque lune” by Renzo Martinelli, the “invisible” effects contribute towards giving the story depth and making it appear true. The story itself is thus able to create a balanced reconstruction of reality and fiction. “The final sequence, which lasts one and a half minutes”, explains D. Bush, “is really an assembly of different shots, some of which were taken with a steadycam together with digital technology. A lot of the shots were reproduced in black and white to make the filmed material appear to have been taken twenty-five years ago: a super 8 which was really taken with a super 16, from which a positive film was generated to be projected in the movie”. With “Exorcist: the beginning” (a Hollywood production that will soon come out), the direction of digital visual effects was entrusted to Proxima (one of Cinecittà Digital’s partners). The complete 3D creation, compositing (which allows various scenes to be linked) and translite (digital processing of the settings) allow for the alternation of “invisible” special effects with more spectacular effects, in a work that shows great technical and creative complexity. In “Goya in Bordeaux” (directed by Carlos Saura), Fabrizio Storaro creates and processes entire computer settings that are then printed by means of a plotter on different supports and in the required dimensoins. “With the director, the set designer and those who deal with the cinematography, we create the image, processing it through the computer; we print it as needed and we physically mount the scene ourselves.” The fact that the European market now sees these companies as important reference-points for digital processing is proof of the stimulating reality they represent, a reality that is projected into the future.

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Nella pagina a fianco, dall’alto in basso, Frank Erbert’s Dune, regia di John Harrison, deserto di dune, Praga, Teatro di Barrandov; Frank Erbert’s Dune, Città dei Fremen Sietch Tabar; L’ultimo capodanno (1998), regia di Marco Risi, effetto 3D, creazione del fantasma che esce dalla stufa e compositing. Opposite page, from top down, Frank Erbert’s Dune, directed by John Harrison, dune desert, Prague, Barrandov Theatre; Frank Erbert’s Dune, City of the Fremen Sietch Tabar; L’ultimo capodanno (1998), directed by Marco Risi, 3D effect, creation of the ghost emerging from the overn and compositing.

Dall’alto in basso, Concorrenza sleale (2001), regia di Ettore Scola, effetto 3D e compositing, la cupola si San Pietro è stata creata in 3D e inserita nello sfondo dell’immagine ripresa; Goya, regia di Carlos Saura, fondale per Pradera di San Isidoro; Frank Erbert’s Dune, interno del Palazzo Reale dell’Imperatore. From top down, Concorrenza sleale (2001), directed by Ettore Scola, 3D effect and compositing, St. Peter’s dome was created in 3D and incorporated in the background of the filmed image; Goya, directed by Carlos Saura, backdrop for Pradera did San Isidoro; Frank Erbert’s Dune, interior of the Emperor’s Royal Palace.

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Nell’immagine, oltre l’immagine In the image, beyond the image l desiderio di andare al di là del già fatto e già visto c’è sempre in ogni artista, a dispetto del fatto che la nostra epoca è fatta di situazioni complesse non riconducibili a semplificazioni. Gli artisti più avveduti hanno in ogni caso prontamente sottolineato la nuova sensibilità. In cosa consiste? Nel fatto che, diversamente da tutte le precedenti esperienze avanguardistiche o neoavanguardistiche, la sensibilità di oggi si allontana dai territori dell’impalpabile, dell’immotivato e del solipsistico per esprimere il bisogno (recuperato) di comunicare agli altri qualcosa, se non in via esplicita, certamente in modo indiretto. E’ ciò che alla fine degli anni Ottanta indicavo come Opera Ellittica (chiusa, ma eccentrica e flessibile) di contro alla gloriosa ma ormai annosa avventura dell’Opera Aperta di Umberto Eco. Nell’Opera Ellittica era implicito il concetto di Opera definibile che allontanava con decisione il sospetto dell’Opera “definita”, dotata cioè di messaggi espliciti, diretti, inequivocabili e liberi da ogni compromissione con l’ambiguità che nell’arte non può mancare. L’equivoco, ampiamente protagonista negli anni di impero del postmoderno, è consistito nel fatto che comunicare significasse trasmettere messaggi espliciti e inequivocabili. In qualche caso gli esiti più vivaci sono stati offerti dal neoprimitivismo o neobrutalismo o, in Italia, dalla transavanguardia, ossia da modi espressivi “nati vecchi”. Indipendentemente dai felici risvolti mercantili, i nati morti o vecchi già puzzano. Ma non meno accade a coloro che hanno continuato imperterriti a giocare di sfinita astrazione geometrica o di costruzione geometrica stracca e decorativa. Nel 1990 presentavo a Milano un gruppo di artisti, noti e meno noti, dalla poetica consolidata o in via di consolidamento, sotto la sigla di “Neoiconoduli”. Li introducevo, in catalogo, a questo modo: “Ho avuto occasione di evidenziare in precedenti scritti cinque direzioni di lavoro circa l’arte attuale: i citazionisti, i neoprimitivi, gli immaterialisti, gli ambientalisti, i neoiconoduli. Questi ultimi sono tesi a proporre rimeditate e inedite ricerche sulla figurazione umana e su altri reperti naturalistici. Ciò fanno in posizione critica – non viscerale ma serena – verso precedenti tendenze quali l’astrattismo, il concettuale, il recupero passivo della figurazione, il neoespressionismo”. Di tanto in tanto, presso l’Arca, ho fatto opera di aggiornamento di autori che lavorano in questa direzione della nuova figurazione “ellittica”. Avevo ripreso il termine iconodulo dall’arte bizantina, dai tempi in cui scoppiavano le lotte tra i fautori dell’immagine (gli iconoduli, appunto), e i detrattori dell’icona (gli iconoclasti). La metafora vorrebbe che gli iconoclasti siano oggi gli instancabili e “fondamentalisti” cultori dell’astrazione. E però gli iconoduli non sarebbero quelli del polo diametralmente opposto, bensì, in modo equilibrato, coloro che vogliono comunicare qualcosa di concreto e di afferrabile e che non per questo intendono fare figurazione tout court, vuoi accademica, vuoi surreale o metafisica o che comunque non intendono raffigurare esplicitamente la realtà. Anche perché un simile atteggiamento potrebbe essere causa di un rischio, quello di un realismo consunto. In questa occasione ripropongo Giovanbattista Pastorelli, ma relativamente a una nuova produzione che è stata appena messa a punto e che è assolutamente inedita. Sono dipinti plastici che hanno per soggetto principale il suo ritratto messo in situazione sul terreno di un “suo” postdecostruttivismo. Mi esprimo così, perché per

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Sopra, due opere della nuova produzione di/Above, two of the new works by Giovanbattista Pastorelli.

Nella pagina a fianco/opposite page, Gamal Gad Melena, Inside the Bar Code, 2003.

diversi anni egli è stato (ed è) uno dei capofila della decostruzione in arte, non senza magari qualche responsabilità da parte di chi scrive, in quanto mi sono occupato a suo tempo (fine anni Ottanta) di trasferire questo ambito di ricerca dall’architettura all’arte. Adesso Pastorelli è passato a una certa fase intermedia tra l’analisi e la sintesi. Continua a decostruire, ma ha iniziato a introdurre nel suo racconto frammentato, elementi di raccordo (lettere, numeri con espressione seriale imitativa del digitale) che enfatizzano l’unitarietà del lavoro a dispetto degli elementi di frammentazione. Sulla lunghezza d’onda dei neoincoduli è approdato un accanito ricercatore di forme e di esperienze ambientali, Giuseppe Rogolino. Dopo anni di esperienza nel campo del digitale applicato alla comunicazione, propone adesso, in prima assoluta, la serie delle “Metaicone”. L’icona c’è (è stata recuperata): figure o in primo piano (come particolare del viso, ad esempio) o in secondo piano, grazie a un gioco sottile di profondità prospettica. Come è tipico di ogni sua ricerca, particolare attenzione Rogolino dà ai materiali. In questa nuova serie di dipinti non privi di rilievi c’è il teso e audace incontro di ferro, pixels e smalti a olio (come nel caso di Opera n.1 – Maria di Hebron) oppure di olio e di cristalli fumé. La tavolozza non è asciutta tuttavia, ma avvolgente e forte come le sciabolate di rosso in trasversale che insistono sulla figura femminile citata. E si tratta giustamente di metaicone: l’esigenza di andare al di là (meta) del recupero accademico, e comunque passivo, della figurazione è forte e chiara. In particolare in Maria di Hebron l’artista si serve della virtualità per inventare una figura prospettica- ambientale che dà particolare dinamismo alla figura apparentemente statica (per non dire votiva). All’ambiente vota il suo interesse l’egiziano Gamal Gad Meleka. Autore di scenografie e di dipinti più o meno tradizionali, negli ambienti esprime al meglio la sua sensibilità di uomo di oggi e il suo teso controllo dello spazio. Lo dimostra pienamente un’opera inedita (anche questa sua), presentata alla Biennale del Cairo (aperta fino a tutto marzo). Realizza un ambiente chiuso e buio in pieno collegameto con l’attualità nel senso del digitale e dei comportamenti banali della quotidianità. Il lavoro è imperniato sul codice a barre che da minuscola sequenza di numeri e di lineette perfettamente parallele diventa environment. Anche con quest’opera di Gamal siamo in pieno nel mondo degli artisti iconoduli. Il messaggio c’è, c’è la referenza naturalistica, e c’è anche una giusta parte di ambiguità nel segno. Il visitatore entra dopo avere varcato una sorta di porta sviluppata a mo’ di codice a barre. Dentro, il buio spezzato a intermittenza da bagliori. Sono i numeri del codice della mercanzia, dei supermercati, degli shopping, che si illuminano d’improvviso e con vari colori animando lo spazio assolutamente neutro. Ma l’occhio cade presto contro la parete di fronte. Sembra una finestra, ma sono le linee di un codice a barre sviluppate orizzontalmente. La simbologia della via d’uscita dalla globalizzazione e comunque dall’imprigionamento nel codice a barre non è difficile da capire. L’opera è affascinante proprio per la sua semplicità e per il contrasto tra la pregnanza delle idee ben presenti e la banalità di quel logo della quotidianità. Il mondo è cambiato profondamente, gli artisti via via vi si adeguano e lo esprimono. Carmelo Strano 189 l’ARCA 81


Nella pagina a fianco, in senso orario da sinistra in alto/opposite page, clockwise from top left, Giuseppe Rogolino, Maria di Hebron, Nablus, Quetta, Conquistadores.

very artist feels the need to venture beyond what has already been done or seen, despite the fact that our era is made up of complex situations to which we can ascribe no simplifications. The wisest artists have readily highlighted this new sensibility. What’s it all about? In contrast with all preceding avant-garde or neoavant-garde experiences, today’s sensibility is not intangible, unjustified or solipsistic in its (recovered) need to communicate - whether explicitly or indirectly - something to the rest of the world somehow. This is what - in the late eighties - I referred to as the Elliptical Work (closed, but eccentric and flexible), as opposed to the glorious but now outdated adventure of Umberto Eco’s Open Work. In the Elliptical Work, the concept of a definable Work was implied, which was far removed from anything resembling a “definite” work, which is provided with explicit, direct and unmistakable messages that are free from any kind of compromise with the ambiguity that art cannot do without. Equivocality, a great protagonist in the postmodern empire, consisted in the fact that communicating meant conveying explicit and unmistakable messages. In some cases, the liveliest examples were offered by neoprimitivism or neobrutalism or, in Italy, by the transavant-garde, that is, expressive modes that were “born old”. Despite bright commercial results, what is born old or dead already reeks. And this is just as true for those who, unperturbed, have continued playing with worn-out geometric abstraction, or with weary, decorative geometric construction. In 1990, in Milan, I presented a group of both renowned and unknown artists who had a consolidated or almost consolidated poetics of their own: those who worked in the field of “Neoiconoduly”. In a catalog, I introduced them with the following: “On former occasions I have written about five directions current art is taking: quoters, neoprimitives, immaterialists, environmentalists and the neoiconodulies. The latter present us with new, reconsidered research on human figuration and other naturalistic questions. They do this with a serene, non-visceral critical eye towards preceding trends such as abstractionism, conceptualism, the passive recovery of figuration and neoexpressionism”. Every once in a while, through l’Arca, I have worked on updating on the authors who work in this direction, on this new “elliptical” figuration. I had picked up the term iconoduly from Byzantine art, from the times in which fights would break out betwen those who supported images (the iconodulies) and the detractors from icons (the iconoclasts). Mataphorically speaking, today’s iconoclasts are the untiring and “fundamentalist” lovers of abstractionism. But iconodulies aren’t exactly the opposite; in a very balanced way, they are the ones who want to communicate something concrete and tangible. This doesn’t mean they only want to engage in figuration, whether it is academic, surreal or metaphysical; they don’t only want to explicitly represent reality. Because such an attitude might risk leading to a wornout realism. On this occasion I am reproposing Giovanbattista Pastorelli, but in relation to his new production, which he has just finished and is absolutely new. His new works consist in plastic paintings whose main subject is the artist’s own portrait set within the con-

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text of a postdeconstructionism of his own. I’m saying this because for many years he has been (and still is) one of the leaders in the field of deconstruction in art, and I was partly responsible for this, since in the late eighties I was involved in transferring this sphere of research from architecture to art. Now, Pastorelli has entered an intermediate phase which is between analysis and synthesis. He’s still deconstructing, but he has started introducing linking elements in his fragmented tale (such as letters, numbers with serial expressions that imitate digitals) that highlight the unity of his work despite the elements of fragmentation. A fervent searcher after forms and environmental experiences, Giuseppe Rogolino is on the same wavelength as the neoiconodulies. After years of experience in the digital field as applied to communicatoin, for the very first time he has now come out with a series of “Meta-icons”. The icon is there (it has been recovered): figures in the foreground (for instance, a detail of a face) or in the background, thanks to a subtle play with perspective depth. Here, like in all of his work, Rogolino gives great importance to the materials he uses. In this new series of paintings there is a tense, bold encounter with iron, pixels and oil enamels (like in the case of Opera n.1 – Mary of Hebron), or oils and smoky crystals. Nevertheless, the paillette is not dry, but enveloping and powerful, like the oblique red slashes that insist upon the above-mentioned female figure. And, in fact, we are dealing with meta-icons: the need to go beyond the academic (meta) – or passive – recovery of figuration is strong and clear. Especially in Mary of Hebron, the artist uses virtuality to invent a perspective-environmental figure that gives a special dynamism to the apparently static (not to say votive) figure. Gamal Gad Meleka is particularly interested in the environment. He’s the author of more or less traditional settings and paintings. His tense control of space best expresses his sensibility as a man of our times in closed spaces. This is clearly shown in a new work of his, presented at the Cairo Biennial (open until the end of March). He has created a dark, enclosed area which is fully linked with the current sense of digital language and the banal behaviors of everyday life. The work is based on bar codes: from a tiny sequence of numbers and perfectly parallel lines, the bar codes turn into the environment. This work by Gamad is an excellent example of iconoduly art. The message is there, there are naturalistic references, and there’s the right content of ambiguity in the sign. The visitor enters after passing through a sort of door that is formed like a bar code. Inside, the darkness is broken by intermittent flashes of light. These are actually the numbers of commercial codes from supermarkets and shopping centers, and they light up suddenly in various colours, giving life to an otherwise completely neutral space. But your eyes are soon drawn to the wall in front of you. It looks like a window, but again, you are looking at horizontally laid-out bar codes. It’s not hard to make out the symbol of a way out from globalization, from our imprisonment in bar codes. The work is captivating due to its simplicity and the contrast between the artist’s wealth of ideas and the triteness of that daily logo. The world has changed greatly, and artists go along and adapt to it, and eventually express what’s new. Carmelo Strano 189 l’ARCA 83


Giuria/Jury: Angela Bezzenberger, Harald Clausen, Hans Dettling, Hannelore Deubzer, Rainer Mertes, Matthias Sauerbruch, Michael Weindel Committente/Client: Land Hessen

Grecia/Greece

Professionisti/Professional Category Grand Prix: G.L. Montanari (Italy)

Concorso Architettura Mediterranea per architetture sostenibili con facciate in alluminio Il programma richiedeva l’applicazione dei principi di sostenibilità a edifici esistenti o nuovi del settore terziario con una superficie di almeno 1.500 mq, in cui fosse usato l’alluminio per la facciata o per il guscio dell’edificio. Mediterranean Architecture Competition for sustainable architecture with aluminium facades The programme concerned the application of the principles of sustainability to either new buildings or existing buildings of the tertiary sector, of a total superstructure floor area of at least 1500 sq.m, utilising aluminium façades as a skin or envelope for the building

Studenti/Student Category Grand Prix: Coello Muñoz, A. Guinea Martin, M. Roig Aguilar (Spain)

Giuria/Jury: Alexandros Tombazis, Achraf Bahri-Meddeb, Constantin Catsaros, Maximos Chrissomalidis, Thomas Herzog, Federico Mazzolani, Necdet Teymur, Illias Zacharopoulos Info: www.architerra.gr

COMPETITIONS

Centro ricerche biomediche. Università “Justus-Liebig”, Gießen Progetto per la costruzione del nuovo centro ricerche biomediche per l’Università “Justus-Liebig” a Gießen. Superficie utile prevista: 12.000 mq. Il programma prevede la sistemazione urbana del comprensorio (circa 10 ettari) Bio-medical research center. “Justus-Liebig” University , Gießen project for the construction of a new bio-medical research center for the “Justus-Liebig” University in Gießen. Useful suerface 12,000 sq m. The brief calls for the urban rearrangement of the entire area (about 10 ha)

Aggiudicatario/Committed Behles & Jochimsen Architekten Gruppi finalisti/Shortlisted KSV Architekten, Berlin Architekten Bernhardt + Partner, Darmstadt Helmut Rentrop Architekt BDA, Hannover Progetti menzionati/Mentions zoomarchitekten, Berlin Bez + Kock Architekten, Stuttgart Barbara Neumann-Landwehr Plasma Studio

+ europaconcorsi

COMPETITIONS + europaconcorsi

Germania/Germany – Giessen

Germania/Germany – Potsdam Nuovo quartiere amministrativo per il Land Brandemburgo Progetto per la realizzazione di un quartiere amministrativo per il governo regionale del Brandemburgo di cui la città di Potsdam è capoluogo. Il nuovo complesso sorgerà sull’area un tempo destinata a base militare che ha una superficie complessiva di 5,6 ettari. L’area di progetto è situata tra la Bahntrasse la Henning-von-TreskowStraße al margine del centro storico di Potsdam. Il complesso prvede la ralizzazione di un nuovo centro per l’amministrazione della giustizia, un centro stampa e uffici parlamentari New administration services district project for the realization of a new administration services district, over an area of 71,000 sq.m in the center of Potsdam

1° Premio/1st Prize Katharina Feldhusen, Ralf Fleckenstein Paesaggista: Guba und Sgard 2° Premio/2nd Prize Christine Edmaier 3° Premio/3rd Prize Spengler und Wiescholek

Italia/Italy – Ancona Futuro utilizzo e riqualificazione dell’area ex “Umberto I” Progetto per il futuro utilizzo e riqualificazione della area ex “Umberto I” situata nel quartiere Adriatico della Città di Ancona e sede fino ad epoca recente del complesso ospedaliero ora trasferito nel nuovo Ospedale Regionale nella zona del quartiere Torrette ad Ancona. Superficie di progetto: circa 4,5 ettari Future re-use and requalification of the area ex “Umberto I” project for the future re-use and requalification of the area ex “Umberto I” in the Adriatico district of Ancona premises, up to recent times, of an hospital complex now transferred to the new Regional Hospital in the Torrette district of Ancona, project surface: about 4,5 ha

1° Classificato/1st Place Pasqualino Sacchetti (capogruppo/team leader), Stefano Siroti 2° Classificato/2nd Place Dora De Mutiis (capogruppo/team leader), Luigi Antonio Tartaglia, Pablo Cesar Perna, Andrea Mangialardo, Giorgio Genangeli, Giovanni Brunetti, Maurizio Paciarotti, Maria Cristina Belogi, Leyla Arone, Sergio Salustri

Presidente giuria/Jury Chairman: Fabio Cappello Committente/Client: Rotary Club Ancona

President giuria/Jury chairman: Gerd Zimmermann Committente/Client: Land Brandenburg

Gran Bretagna/Great Britain London Cleopatra’s Kiosk. Il chiosco della biglietteria I proprietari del Cleopatra’s Kiosk, la storica biglietteria per i battelli del Tamigi, intendono valutare soluzioni progettuali interressanti e innovative per la realizzazione di una nuova struttura. Il progetto dovrà adeguarsi al contesto costituito dal nuovo ponte pedonale Golden Jubilee Bridge, in fase di realizzazione Cleopatra’s Kiosk. The ticket kiosk The owners of “Cleopatra's Kiosk”, the historical ticket kiosk for the boats of the Thames, will evaluate interesting and innovative project solutions to cnstruct a new structure. The project should conform to the contest of the new pedestrian bridge Golden Jubilee Bridge, under construction

1° Premio/1st prize (ex-aequo) Aggiudicatario/Committed Bianchini e Lusiardi associati 1° Premio/1st prize (ex-aequo) - Rees Smyth Vermont - Graham Mitchell Architects

Centro Arte Immagine Oggetto del concorso e l’elaborazione di un progetto realizzabile (progetto preliminare) sulla parcella edilizia n. 34/1 del CC di Bressanone. L’intera area del concorso comprende una superficie di 41.995 mq. Il nuovo volume dovrà essere collegato all’odierna sede aziendale, l’ingresso della sede aziendale avrà carattere rappresentativo Art image Center Project of the competition is the elaboration of a project (preliminary project) on the real estate parcel n. 34/1 of CC of Bressanone. The entire competition area includes a surface of 41.995 sq.m. The new volume should be connected to the present firm premises, the entrance of the prem:ises should be highly representative.

1° Premio/1st Prize Lorenzo Weber, Alberto Winterle 2° Premio/2nd Prize Jacques Moussafir, Bernhard Buchberger 3° Premio/3nd Prize Paul Senoner

Giuria/Jury: Richard Piock, Klaus Vontavon, Regis Durand, Hansjörg Plattner, Martin Steinmann, Paul Seeber, Hanno Schlogl Committente/Client: Durst Phototechnik AG

Giuria/Jury: Renato Benedetti, Stephen Witherford Committente/Client: Samuel Alexander Ltd

84 l’ARCA 189

Italia/Italy – Bressanone (BZ)

189 l’ARCA 85


Comittente/Client: Comune di Crotone

Francobollo Cinquantenario TV in Italia Realizzazione del bozzetto per un francobollo dedicato al 50° anniversario della prima trasmissione televisiva in Italia, avvenuta il 3 gennaio 1954. Stamp for the fiftieth anniversary of Italian TV creation of a sketch for a stamp dedicated to the fiftieth anniversary of Italian television (January 3rd 1954) Committente/Client: Rai-Radiotelevisione Italiana Ministero delle Comunicazioni

Italia/Italy – Formia (LT) La Via delle Fornaci Ai partecipanti si richiedono proposte progettuali per il completamento del collegamento stradale tra la stazione ferroviaria e la S.S. 7-bis Furnaces’ road Participants are requested to provide project proposals for the finishing of the road connection between the rail station and the S.S. 7-bis

Giuria/Jury: Paolo Berdini, Bernardino Cinardi, Marilena Terreri, Paolo Miele Committente/Client: Comune di Formia

Laboratorio di città Progettazione preliminare di un centro polifunzionale (auditorium, sale per attività culturali, galleria, etc.), con annessi servizi e spazi esterni, denominato laboratorio di città, la cui realizzazione è finalizzata a favorire la coesione sociale fra i cittadini attraverso la promozione di attività culturali, aventi anche valenza occupazionale, e che dovrà costituire un luogo privilegiato di incontro fra i residenti del nucleo originario e quelli delle periferie recenti della città di Misterbianco City laboratory Preliminary project of a multifunctin center (auditorium, halls for cultural activities, gallery, etc.)with annexed facilities and outdoor spaces, called “city laboratory”; its construction is finalized to favour socialization among citizens througjh the promotion of cultural activities, which will also create jobs

1° Premio/1st Prize Studioteca Architetti Associati + Romolo Tancredi Progettisti: Tommaso Brasiliano (capogruppo/team leader), Augusto Cusmai, Andrea Grimaldi, Nicolo Sardo, Romolo Tancredi, Claudio Proietti, Giovanni Tomassetti, Coll.: Umberto Clementi 2° Premio/2nd Prize Pierluigi Fiorentini, Stefania Di Bernardo 3° Premio/3rd Prize Antonio Mariniello, Beatrice Locci, Planet Engineers, Direttore Tecnico: Antonino Arzano, Rappresentante legale/Legal representative: Pietro Di Mascolo, Vincenzo Guerra, Coll.: Fulvio Wirz, Federica Piemontese

1° Premio/1st Prize MIMESI62 + GUIDI & SOLARI Giuseppe Giusto, Massimo Guidi, Francesco Liverani, Antonella Maggini, Domenico Pagnano, Lucia Raveggi, Luciano Solari Coll.: Jelena Gardic, Michele Aquila, Fabrizio Pascucci 2° Premio/2nd Prize Società Cooprogetti S.c.r.l. 3° Premio/3rd Prize F. Gulinello, D. Licciardo, E. Mucelli, F. Patanè, V. Rapisarda, S. Rossi

Giuria/Jury: Vincenzo Orlando, Ugo Cantone, Umberto Rodonò, Francesco Porto, Luigi Bosco Committente/Client: Comune di Misterbianco

86 l’ARCA 189

A

B

Italia/Italy – Misterbianco (CT)

1° Premio/1st Prize (ex aequo) A. Stefano Maffeis B. Federico Ricciardi

Italia/Italy – Roma

COMPETITIONS

Giardino di Pitagora Concorso di progettazione per la realizzazione del Parco Tematico e del museo Pitagora all’interno dell’attuale Parco Pignera. Costo complessivo dell’intervento, comprensivo di IVA, spese tecniche e tutti gli altri oneri complementari: 4 500 000,00 EURO Pitagora’s Garden project competition for the construction of the Theme Park and of Pitagora’s museum inside the present Pignera’s Park, total cost, incuding VAT, technical expenses and complementary expenses: 4 500 000,00 Euro

1° Premio/1st Prize Erika Skabar, (capogruppo/team leader) OBR Architetti Associati, Favero - Milan Ingegneria, Chiara Lamonarca, Giovanni Andrea Panizon Cons.: Pietro Polotti, SISSA Telematica, Loriano Bonora, Daniele Gouthier, Paola Rodari, Francesco Scarpa Coll.: Antonio Bergamasco, Dahlia De Macina, Claudia Marcon, Luca Passador, Gabriele Pisani 2° Premio/2nd Prize Roberto Greco (capogruppo/team leader) 3° Premio/3rd Prize Franco Agnorelli (capogruppo/team leader) 4° Premio/4th Prize Antonio Belvedere (capogruppo/team leader) Pierluigi Gianfreda, Andrea Tonin, Leo Berellini, Hermann Kohlloffel, Marco Cornelli, Giuseppe Amaro 5° Premio/5th Prize Syremonst SpA

+ europaconcorsi

COMPETITIONS + europaconcorsi

Italia/Italy – Crotone

parties to send in an idea proposal, sufficiently articulated to become the base of the Italian pavillon

Italia/Italy – Roma La saggezza della natura. Padiglione italiano all'Esposizione Universale di Aichi 2005 Il 25 marzo 2005 sarà inaugurata in Giappone, presso la città di Nagoya, l’Esposizione Universale di Aichi alla quale parteciperanno 110 Paesi. L'Italia sarà presente con un proprio padiglione. Tema generale dell'esposizione è “La saggezza della natura”: in questo quadro il nostro paese illustrerà, in particolare, uno dei sottotemi proposti e cioè “L’Arte del vivere”. Con il presente bando si invitano gli interessati ad inviare una proposta di idee, sufficientemente articolata, da porre come base dei contenuti del padiglione italiano The wisdom of Nature. Italian Pavillon at the Universal Exhibition of Aichi 2005 On March 25th 2005 the Universal Exhibition of Aichi will be inaugurated in Japan, at Nagoya, 110 Countries will participate. Italy will be present with its own pavillon. General Theme of the exhibition is “The wisdom of Nature”: within this frame our Country will illustrate, in details one of the under themes proposed: “The Art of Living”. This announcement invites all interested

Committente/Client: Commissariato Generale Expo 2005 1° Premio/1st Prize (ex-aequo) A. Gruppo “Sushi-tare” B. Studio Schiattarella C. Bluoo Studio e Valerio Preci Architetto

A

B

Lussemburgo/Luxenbourg Kirchberg

1° Premio/1st Prize Bolles - Wilson 2° Premio/2nd Prize Jean-Marc Ibos - Myrto Vitart 3° Premio/3rd Prize E.L.B. Architecture S.E.L.AR. L. - Atelier d'Architecture du Centre Menzioni/Mentions Steven Holl - SFICA bureau d’études Snøhetta

Nuova Biblioteca Nazionale Progetto per la realizzazione della nuova Biblioteca Nazionale. Il programma prevede l’adeguamento a tale funzione del palazzo “Robert Schuman”, ubicato a “place de l’Euroope” National Library project for the construction of the new National Library. The brief calls for the adaptation to this function of “Robert Schuman” palace in “place de l’Euroope” Giuria/Jury: Claude Vasconi, Fernand Pesch, Fernand Otto, Guy Dockendorf, Monique Kieffer, Christian Bauer, Alex Fixmer, Jean Leyder, Dietmar Eberle, Bohdan Paczowski Committente/Client: Administration des Bâtiments Publics

189 l’ARCA 87


Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Un Terminal rivitalizzante At Valletta, Malta

Ingegneria creativa Creative engineering

Progetto: Architecture Project

Progetto: Enginius Ingegneri Associati

L’immagine tradizionale di Valletta, a Malta, vista dal Grand Harbour è caratterizzata dall’armonioso digradare verso il mare dei volumi costruiti, e dal contrasto dei bastioni massicci con la più articolata disposizione delle case e del fronte dei negozi in stile barocco sul lungomare. Le facciate concave di questi ultimi sono definite da un ritmo regolare di pilastri che dividono gli edifici in tante piazzette decorate e offrono uno sfondo scenografico controllato alle attività portuali. L’inserimento di un nuovo Terminal Passeggeri per Navi da Crociera, progettato dallo studio locale Architecture Project, di fronte a questa schiera di negozi barocchi si sviluppa dal genius loci di Valletta e aggiunge un altro strato alla stratificazione storica del Grand Harbour. La costruzione del nuovo terminal avrà implicazioni anche sull’organizzazione delle attività commerciali della città e contribuirà alla creazione di una nuova immagine dell’ingresso al porto. L’identificazione dell’area dei Pinto Stores per la realizzazione del terminal è stata scaturita dalle potenzialità funzionali che essa offre: principalmente, l’attracco delle navi da crociera lungo il molo senza bloccare il passaggio alle varie altre parti del porto. E’ stata inoltre scelta come collocazione ideale in quanto costituisce una porzione importante del lungomare storico. Uno dei maggiori vantaggi offerti da questo nuovo terminal è che permette ai passeggeri di sbarcare dalla nave e poter passeggiare liberamente sul lungomare senza dover salire a bordo di un pullman. La posizione scelta suggerisce come il concetto alla base del progetto sia quello di enfatizzare l’importanza dei Pinto Storse come una meta a sé stante incoraggiando le pedonalizzazione dell’intero lungomare. Le diverse linee di flusso delle persone in transito hanno fornito le coordinate dimensionali del progetto. Questa rete di collegamenti è stata poi traslata in aree e quindi in volumi, seguendo le indicazioni del programma. L’area viene percepita come un “paesaggio costruito”, che viene in contatto a diversi livelli con l’acqua, a seconda del tipo di flusso che la percorre. I ponti sono pensati come continuazione del paesaggio e non come elementi autonomi. Lo stesso vale per tutti gli edifici, le passerelle pedonali, i moli, che seguono un concetto di continuità. Un “tappeto di pietra” è steso su tutto il paesaggio costituito dagli edifici e dai ponti ed è tagliato in vari punti per segnare differenze di livello: le rampe che passano sopra l’acqua (ponti) e quelle che vi si inoltrano (le banchine pedonalizzate). I ponti collegano le due banchine, quella verso terra sul nuovo lungomare e quella nuova artificiale tra il molo per le navi e la marina. I piccoli battelli possono entrare nel bacino della marina e passare sotto i ponti. La superficie di pietra che riveste la struttura in acciaio permette alla propria controparte strutturale di essere esposta in vari punti non come elemento separato, ma, piuttosto, come un elemento i cui accenti mettono in evidenza la più ampia superficie urbana.

The traditional view of Valletta in Malta from its Grand Harbour is characterized by a harmonious scaling down of built volumes towards the sea, contrasting the well defined masses of the bastions with a more articulated disposition of the houses and the baroque magazines at their foot. The concave facades of the latter are clearly defined by a regular rhythm of pilasters that divide the building into richly decorated bays and provide a controlled theatrical backdrop to the port activities they serve. The insertion of a new Cruise Terminal designed by the local firm Architecture Project at the foot of these baroque stores, while developing out of the genius loci of Valletta, will add yet another layer to the historic stratification of the Grand Harbour. It will also have implications on the organization of commercial activities in the town and contribute to the creation of a new image of the entrance to the harbour. The identification of Pinto Stores as the area to accommodate the cruise passenger terminal was chosen on the basis of the functional possibilities it provided: principally, the berthing of cruise liners along the quays without blocking the passage to the various other parts of the harbour. However it was also selected as an ideal location since it constitutes an important part of the historic waterfront. A major advantage of this Cruise Passenger Terminal is that it allows the passengers the possibility of disembarking from the boat and being able of strolling leisurely along the waterfront without being constrained to board on a coach. This location suggests that the concept of the project should emphasise the importance of Pinto Stores as a final destination whilst encouraging the pedestrianisation of the entire waterfront. The lines of the various flows of people in transit provided the core dimensions of the project. This network of connections was translated into areas and subsequently into volumes, sought by the program. The site is perceived as a “builtscape”, which comes into contact with the water at various stages, depending on the type of flow that is cutting through it. The bridges are conceived as a continuation of the landscape and not as an article itself. In fact, all buildings, pedestrian walkways, bridges and quays follow this concept of continuity. A “stone carpet” is laid over the landscaping, buildings and the bridges, and it is cut at various points depending on level differences: ramping above the water (bridges) and inside the water (pedestrian quays). The bridges connect the two quays, the land quay on the old waterfront, and the inland quay between the cruise liners and the marina. Small sea craft are allowed inside the marina, and pass underneath the bridges. The stone surface covering the steel structure allows its structural counterpart to be exposed at various points not as a separate element, but rather as one whose accent highlights the extensive urban surface.

Antenna strallata in vetro strutturale E’ dal 1999, in occasione del concorso per il nuovo Ponte sul Tevere a Roma, che Studio Enginius sviluppa una costante ricerca per la realizzazione di una struttura portante in vetro strutturale. In particolare, il progetto di concorso per il ponte sul Tevere prevedeva un arco parabolico realizzato assemblando conci di vetro uniti tra fra loro da piastre metalliche rigide per la ripartizione degli sforzi. I conci erano assemblati in due parti semicircolari, secondo le specifiche tecniche produttive di allora, unite assieme mediante resine e tiranti precompressi radiali. L’idea di questo primo prototipo di struttura a conci veniva nel seguito sviluppata e migliorata. L’applicazione a una passerella ciclo-pedonale di 100 metri di luce era certamente ambiziosa e forse irrealizzabile ma è stata la molla che ha permesso di estrapolare da questa prima idea una serie di ulteriori versioni. Il progetto per la nuova passerella di via Papi a Faenza (immagini in basso) ha infatti dato lo stimolo per una immediata applicazione dei concetti sviluppati per il ponte di Roma. In particolare si trattava di realizzare il pilone centrale a sostegno degli stralli della rampa elicoidale sospesa in vetro strutturale essendo l’elemento strutturale, date le sue condizioni di vincolo, unicamente compresso con un carico di 40 tonnellate. Il mercato propone ora la tecnologia dei tubi in vetro laminati realizzati dalla ditta tedesca Schott con procedimento di laminazione di esclusiva Isoclima (Padova). Passerella ad arco in ceramica strutturale L’attraversamento pedonale del fiume Lamone a fianco dell’attuale Ponte delle Grazie si inserisce nel complesso di opere previsto dal piano regolatore per i prossimi anni. In particolare, per l’accesso al Borgo Durbecco da corso Saffi si è pensato a un percorso ricavato a fianco del ponte esistente, lato monte, con una conformazione planimetrica a piazza in modo da risultate non solo un passaggio ma anche un luogo di incontro e di sosta. La proposta, al di là dell’aspetto della creazione del percorso pedonale, vuole dare una connotazione particolare e forte alla struttura portante della balconata con l’impiego della ceramica che distingue la città di Faenza in ogni parte del mondo. Questo materiale è qui inteso non solo come elemento estetico ma come vero e proprio materiale strutturale che costituisce la parte portante della passerella (immagini a destra).

Brace in structural glass. Since 1999, on the occasion of the competition for the new bridge over the Tiber in Rome, Studio Enginius has been developing constant research for the realization of a new carrying structure in structural glass. The project for the competition involving the bridge over the Tiber featured a parabolic arch formed by the assembly of glass ashlars joined in two semicircular parts according to the manufacturing techniques that were then in use: they were joined together through prestressed radial resins and tie rods. Subsequently, the concept of this first ashlar-structure prototype was developed further and improved. Applying a 100-meter-long footbridge - and cycle track – of light was certainly an ambitious and perhaps unfeasible task, but a series of other versions were spawned from this idea. The project for the new footbridge in via Papi, in Faenza (images below), has set in motion the concepts developed for the bridge in Rome. This new work involved building a central pier supporting the braces of a suspended helicoidal flight in structural glass. This was because due to its restraining condition, the structural element was compressed with a 40-ton load stress. Now the market fosters a new technology which uses laminated glass tubes produced by the German firm Schott, with Isoclima (Padua) holding the exclusive rights for laminating procedures. Arched footbridge in structural ceramic. The pedestrian crossing over the Lamone river, alongside the current “Ponte delle Grazie” (“delle Grazie” bridge), is part of the next few years’ zoning regulation plans. The designers conceived an upstream pathway alongside the existing bridge, providing access to Borgo Durbecco from corso Saffi. The pathway has a square planimetric conformation that turns it not only into a passageway, but also a rest area and meeting place. Aside from the creation of a footbridge, this project gives a strong symbolic value to the balcony’s carrying structure through the use of ceramic, the material which has always distinguished Faenza around the world. Here, the material is not only seen as an esthetic element, but as an actual building material that is part of the footbridge’s carrying structure (images on the right).

Rettifica In merito all’articolo “Committenza pubblica/Rimini Province Building”, pubblicato in l’Arca 186, novembre 2003, dedicato al nuovo Palazzo della Provincia di Rimini, progettato dallo Studio Tecnico Bevivino Tommaso e Costa Maurizio Architetti Associati, segnaliamo che l’autore delle fotografie è Emanuele Piccardo. Ci scusiamo con il fotografo per l’involontaria omissione.

88 l’ARCA 189

189 l’ARCA 89


Cambia l’Italia

Città ideale per l’automobile In Milan Progetto: Centro di Architettura Daimler Chrysler/Armin Buehrle, Fabrizio Da Col

Dai 100 degli anni ‘90 ai 1000 concorsi di oggi Democrazia urbana. Condivisione. Concorsi. Queste sono le parole chiave emerse dal VI Congresso degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, terminato il 1° novembre a Bari. Il documento finale è stato approvato per acclamazione dai delegati che rappresentano i 102 Ordini italiani e i complessivi 110 mila architetti iscritti. Da questi tre giorni di lavori si è sviluppato il concetto di democrazia urbana, che si realizza attraverso un’alleanza tra amministratori, professionisti, cittadini e utenti, per procedere insieme verso una progettazione condivisa e partecipata, che si può ottenere attraverso il concorso di progettazione, unico strumento che garantisce questo processo democratico. “Perché – come ha concluso il Presidente Raffaele Sirica – l’architettura deve nascere da un processo di condivisione. I concorsi sono il futuro dell’architettura, ma anche la prospettiva obbligata delle opere pubbliche, come prefigura il disegno di legge quadro sulla qualità architettonica che il governo sta per portare in Parlamento”. La prima giornata del congresso/evento è stata trasmessa sul canale televisivo satellitare appositamente creato per dare visibilità ai tavoli di discussione e per condividere non solo idealmente con i 110.000 architetti italiani e i 400.000 europei i contributi degli interventi. È un esperimento che verrà ripetuto in futuro a partire dal prossimo anno con la Festa europea dell’architettura. La mostra “UrbanCenterItalia” allestita nel padiglione 11 della Fiera del Levante di Bari, ha rappresentato e rappresenterà nel 2004 in altre città italiane, la volontà del Consiglio Nazionale Architetti PPC di far conoscere il processo di cambiamento che è in atto nel nostro Paese negli ultimi 4 anni. Inversione di una tendenza storica trentennale che ha visto in prima fila i 102 Ordini italiani e il migliaio di consiglieri che hanno dedicato la loro professionalità e il loro tempo affinché questo avvenisse. Ai mille nuovi concorsi hanno partecipato decine di migliaia di architetti: attraverso il loro contributo di idee, il più delle volte completamente gratuito, amministratori e imprenditori hanno preso fiducia nelle loro scelte; con la forza della partecipazione hanno animato la discussione fra i cittadini e sui media. Un contributo, quello degli architetti e degli Ordini, fondamentale per innescare il processo virtuoso della “buona architettura”. La mostra nasce dall’Osservatorio Concorsi che sarà disponibile su Internet alla pagina www.architetturaitalia.it a partire da gennaio 2004 e che permetterà a chiunque di conoscere quello che sta avvenendo in ogni regione e provincia italiana. La rete degli Ordini assicurerà il suo aggiornamento. A Bari la mostra si è svolta su un’area esagonale di mille metri quadrati. Dodici quadri/schermi alti 5 metri per uno sviluppo complessivo di 120 metri di lunghezza. In retroproiezione, questi schermi hanno trasmesso i progetti che hanno vinto concorsi di idee e di progettazione, pubblici e privati, indetti dal 1998 a oggi.

Seguendo l’esempio di altre città europee, MercedesBenz sta impiantando a Milano una nuova struttura di vendita che costituirà il nuovo punto di riferimento dell’interazione globale fra la casa di Stoccarda e la sua clientela. Puntuale esempio di Metropolenkonzen, concetto di distribuzione diretta, collaudato in molte capitali europee, la nuova struttura sorgerà nelle immediate vicinanze del nuovo polo fieristico. La nuova sede, che sarà guidata da Stefan L.Randak in qualità di Amministratore Delegato di Mercedes Benz Milano, si estenderà su una superficie di sessantamila metri quadrati e la sua realizzazione avrà un costo di circa 84 milioni di euro. L’intera struttura, un complesso di edifici progettato dal Centro di architettura DaimlerChrysler di Stoccarda, è stata creata immaginando un piccolo centro urbano a misura d’uomo. Il complesso richiama nella sua configurazione distributiva il modello rinascimentale di città ideale, caratterizzato dalla concezione simmetrica e razionale degli spazi per rispondere con armonia ed equilibrio alle vari funzioni commerciali. Sul piano della comunicazione diretta del brand, si è puntato molto sullo Smart Center, posizionato all’angolo nord est e caratterizzato da un grande spazio espositivo circolare affiancato da un corpo rettangolare, un’immagine facilmente riconoscibile e identificabile attraverso richiami ai valori e alle emozioni del marchio Smart. Sotto gli edifici, a eccezione della zona destinata ai ricambi, sarà realizzato in piano interrato con locali tecnici, depositi e un parcheggio per circa trecento vetture che, insieme ai parcheggi dei piazzali, consentirà una capacità complessiva di circa settecento auto.

Following the example of other European cities, Mercedes-Benz is setting up a new sales facility in Milan that will be a landmark for global interaction between the Stuttgart-based car firm and its customers. A clear example of Metropolenkonzen, a concept of direct distribution tested out in plenty of other European capitals, the new centre will stand right next to the new trade fair. The new headquarters, which will be directed by Stefan L.Randak as Chief Executive of Mercedes Benz Milano, will cover an area of sixty thousand square metres and cost about 84 million Euro to build. The entire facility, a complex of buildings designed by the DaimlerChrysler Architecture Centre in Stuttgart, was created along the lines of a small person-friendly urban centre. The centre’s layout calls to mind the Renaissance idea of an ideal city with a symmetrical and rational arrangement of spaces to a provide and smooth and balanced solution to various business functions. On the level of direct branding communication, attention was focused heavily on the Smart Center, which is located over at the north-east corner and features a huge circular exhibition space flanked by a rectangular construction. This resulted in an easily recognisable and identifiable image evoking the distinctive features and emotions associated with the Smart brand name. An underground floor is to be constructed beneath the buildings, except for the area reserved for spares, complete with utility rooms, stores and a car park for about three-hundred cars, which, together with the parking facilities in the plazas, will provide a total of about seven-hundred parking spaces. Modello, vista prospettica e rendering dell’ingresso della nuova sede Mercedes di Mlano.

Model, perspective view and rendering of the entrance of the new Mercedes Benz HQ in Milano.

All’interno dello spazio espositivo si sono svolte alcune tavole rotonde che hanno toccato i temi della formazione e del tirocinio, della rete mondiale degli architetti e dei programmi comuni di lavoro. Sono stati invitati a discutere sui risultati delle due indagini svolte dall’ABACUS e dal CENSIS, i direttori delle principali riviste di architettura e i promotori, i finanziatori, i realizzatori pubblici e privati, coloro cioè che incidono pesantemente sui futuri dell’architettura e delle infrastrutture nel nostro Paese. La prima indagine, “Gli italiani e l’architettura”, è stata condotta dalla Fondazione degli architetti di Torino. Essa vuole colmare una lacuna italiana. Il ministero della cultura francese monitorizza con questo metodo lo stato della percezione dei cambiamenti sul proprio territorio. L’obiettivo è quello di “ascoltare” i cittadini, gli utenti finali di tutte le trasformazioni architettoniche, pianificatorie, paesaggistiche e di conservazione del patrimonio delle nostre città. Una ricerca che serve a monitorare la domanda “normale” di architettura. La seconda di queste indagini, voluta dal Consiglio Nazionale in continuità di quella compiuta nel 1999 in occasione del quinto congresso nazionale, si intitola “L’architettura come elemento di valore dello sviluppo”. In questa indagine si evidenzia che l’architetto è legittimato dai soggetti economici e politici locali come operatore del territorio. Gli viene chiesto di veicolare la trasformazione della società (e del territorio), immaginando (e realizzando) progetti significativi sul piano, oltrechè dell’efficacia culturale ed estetica, soprattutto dell’efficienza tecnica e della praticità, dal momento che sono finalizzati a soddisfare le esigenze concrete di vita quotidiana della collettività, ed in quanto ciò accade, il suo collegamento con i processi di globalizzazione. Ma la professione sta diventando sempre più orientata alla specializzazione, appunto, funzionale, mentre il sapere interdisciplinare che rappresenta un suo valore fondante e consente di cogliere la complessità dello sviluppo e di farne sintesi, è considerato di secondaria importanza. Gli architetti possono dimostrare che le strade dell’efficienza dei territori non sono “finite”, ma che la loro presenza nella costruzione di tali strade può non solo garantire successo di breve termine allo sviluppo locale, ma può proiettarlo su prospettive di innovazione e di mutamento ancora più lontane. Giorgio Scianca

90 l’ARCA 189

La luce giusta Ricerca tecnologica unita alla presentazione delle migliori aziende di luce, è questa la filosofia che supporta il primo concept light store di Milano, nato dall’esperienza nel settore illuminotecnico di Marco Pollice. Aperto in via Rasori, 12 il negozio Pollice Illuminazione è un vero e proprio punto di ritrovo per il pubblico di addetti e per chi semplicemente vuole scegliere in modo corretto come risolvere un punto luce. Due piani espositivi, progettati da Alessandra e Laura Oliva, in stretta collaborazione con Marco Pollice, consentono di scoprire, fare

conoscere e apprezzare le novità in campo del design valorizzando al massimo l’esposizione della lampade e la cultura della luce. Espositori appositamente pensati per contenere in modo più emozionale i diversi corpi illuminanti, tutti perfettamente cablati e funzionanti, e un’attenta selezione di oggetti che completano i giochi di luce, trasformano questo spazio in uno scenario unico e innovativo in cui trovare i prodotti e le migliori tecnologie in grado di soddisfare anche le più complesse esigenze nel campo dell’illuminazione.

189 l’ARCA 91


Un nuovo polo For Milan

Complessità creativa

Oriente gonfiabile Inflatable East

Progetto: Dante O. Benini & Partners Architects

Lo scorso novembre si è conclusa l’esposizione “Movimenti interni”, mostra allestita presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano. Scale e pareti divisorie: argomento progettuale complesso, apparentemente arido e privo di spunti, un po’ come il tema della “sedia”, su cui tutto sembrava essere già stato detto, fatto e pensato. Da ciò, come sfida, nasce la volontà di “fare Design”, di de-signare (secondo Klaus Kripperdorff l’etimologia di design è riconducibile al latino de+signare, dare senso), ossia di dare senso a un oggetto cercando di conferirgli valenze e valori ulteriori, che esulino dalla semplice valutazione funzionale: scale e pareti che configurino uno spazio, che qualifichino un ambiente, che creino movimenti interni. Da ciò, un’incredibile eterogeneità di idee, di proposte, di progetti: da rivisitazioni dei Mattoncini Lego o del Meccano, a scale quasi invisibili o che ricordano una colonna vertebrale; da pareti contenitori o sospese nel vuoto a diaframmi luminosi e a sistemi allestitivi ed espositivi che coinvolgono più sensi; progetti differenti l’uno dall’altro per concetti, scopi, materiali, tecnologie, forme e colori. Il tutto nato in quella grande incubatrice che è la Facoltà del Design (campus Bovisa) all’interno del Politecnico di Milano e dall’intrapendenza di alcuni suoi giovani studenti. Hanno contribuito alla realizzazione della mostra i docenti dei laboratori: prof. M. Bisson, E. Arlati, T. Kugo, P. Orlandini. Coordinatore della mostra, Paolo Emilio Toto.

Progetto: Mladen Jadric Architects

Il tema di progetto – relativo al concorso per la realizzazione del Polo d’Eccellenza per l’Innovazione e il Lavoro della provincia di Milano è insieme quello del grande polo per esposizioni, convegni, biblioteca multimediale, ristoranti, ecc. con la Business School. Il Master Plan è stato concepito in modo che la distribuzione degli spazi e delle funzioni induca studenti e professori a incontrarsi più volte durante la giornata, nel cosiddetto Marketplace. Nello spirito dell’architettura ecocompatibile, è stato selezionato per gli intonaci il cemento fotocatalitico, in grado di rendere solvente il CO2. L’attualizzazione dell’architettura avviene con l’aggiunta di elementi in acciaio che porteranno le pensiline per la protezione delle facciate dalle intemperie, oltre che come portali per le tende in vetroresina, che fungeranno da schermo solare. Portali di cemento ritmicamente distribuiti e rivestiti successivamente in vetro saranno i padiglioni per le mostre all’aperto o all’occasione al chiuso, ma saranno anche percorsi dove luci e ombre scandiranno le stagioni, oltre che gli spazi di vita quotidiana. Gli spazi didattici nuovi e vecchi sono stati progettati per essere estremamente flessibili, possono essere ampliati o contratti a seconda dei gruppi di lavoro, e quelli più generici possono ospitare convegni, ricevimenti e incontri. L’edificio è al tempo stesso elemento di “separazione” della parte nuova dal complesso esistente sia di unione in quanto l’attività di esposizione coinvolge le due parti passando sotto la zona a ponte dell’edificio. Lo spazio convegniespositivo è stato costruito sotto un piano inclinato che ne accoglie tutte le funzioni, inclusi tre piani di parcheggi interrati, anch’essi finiti con cemento fotocatalitico a riduzione dell’inquinamento atmosferico.

The project focuses on a great center for exhibitions, congresses, a multimedia library, restaurants and other facilities, as well as a Business School. This is the aim of the competition for the construction of a Center for Innovation and Work in the Province of Milan. The Master Plan was conceived so that the distribution of the areas and functions devoted to the purpose allows for various daily meetings between students and professors in the so-called Marketplace. In the spirit of environmentally friendly architecture, the choice for the plastering fell on photocatalytic cement that can make CO2 solvent. The structure is made up of steel elements acting as supports for the cantilever roofings that are to protect the façades from inclement weather. The steel components also hold the curtains, which will serve as sunshades, as they are made in plastic reinforced by fiber glass. The pavilions for outdoor exhibitions - and occasional indoor shows – are to be cement portals distributed at regular intervals which will subsequently be glazed. But these pavilions will also be places where light and shade will follow the seasons, and act as spaces for everyday life. The new and old teaching areas were planned to be extremely flexible, and can be enlarged or constricted according to the size of the groups employing them. The larger areas can hold conventions, receptions and meetings. The building acts both as a “separating” and as a joining element for the new part of the existing complex, as the display areas involve both parts, passing under the building’s linking area. The area devoted to conventions and exhibitions was built under a sloping plane that houses all of its functions, including three floors of interior parking spaces which are also finished with photocatalytic cement, meant to reduce pollution.

Il tappeto orientale può anche avere una versione gonfiabile? Attraverso un’operazione poco ortodossa ma molto creativa, i progettisti di Mladen Jadric Architects hanno soffiato a pieni polmoni, rendendo turgido ciò che invece era nato per essere decorazione bidimensionale. Esposto a Vienna in occasione di scambi culturali, l’Architekturkaffeehaus ha tutti gli ingredienti per allinearsi ai cosiddetti “non luoghi” in quanto la sua originalità espressa fra Pop-art e tradizione si pone in quell’area interstiziale fra il caffè europeo e il nomadismo orientale. Generato da una matrice circolare che ha nella tazzina di caffè il suo referente geometrico, il progetto punta su un layout ossessivo, quindi in linea con la funzione mistica del tappeto orientale, la cui funzione è anche di creare un paesaggio interiore sopranaturale, favorendo il contatto con Dio. Realizzato in forma di installazione ambientale, Architekturkaffeehaus ha fatto parte dell’esposizione GO EAST, che ha avuto luogo oltre a Vienna anche a Sarajevo (presso il Sarajevo City Museum). Carlo Paganelli Is there such a thing as an inflatable Oriental rug? Mladen Jadric Architects have used all their lung power to swell up what was originally intended to be a two-dimensional decoration. On display in Vienna as part of a cultural exchange, Architekturkaffeehaus has all the ingredients required to be one of those “non-places”, since its originality as something between Pop Art and tradition places it in that intermediate zone between a European cafeteria and eastern nomadism. Designed along the circular lines of a coffee cup, the project works on an obsessive layout in line with the mystical nature of an Oriental rug, whose function is also to create a supernatural interior landscape for evoking God. Designed like an environmental installation, Architekturkaffeehaus was displayed at the GO EAST exhibition held in Vienna and also Sarajevo (at the Sarajevo City Museum).

City Car da Hong Kong My Car Progetto: Giugiaro Design

Mostra-mercato Si è svolta lo scorso novembre a Brescia, su 9.000 metri quadri del piano terra situati nel nuovo padiglione fieristico, la sedicesima edizione di Brixiantiquaria che, mostra mercato di arte antica e di antiquariato, conferma il suo ruolo primario nel comparto di riferimento per qualità, rigore organizzativo e capacità aggregativa, e per una iniziativa riguardante la mostra collaterale “Misurare Cielo e Terra. Strumenti scientifici tra Medioevo e Rinascimento”, tanto sfiziosa quanto scientificamente interessante. Provenienti da tutta Italia e dall’estero, i numerosi e importanti espositori (85) hanno espresso splendidamente le loro potenzialità esibendo arazzi, argenti, bronzi, ceramiche, cornici, dipinti, ferri antichi, gioielli, icone, mobili, stampe, tappeti e vetri dagli altissimi contenuti artistici e di artigianato d’epoca. Sono stati privilegiati il Seicento e il

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Settecento come periodi di riferimento sia per dipinti e sculture sia per mobili, mentre relativamente al Novecento si sono distinte opere di Boldini, Colcos, Fattori e Michetti. La mostra collaterale è stata senz’altro un’occasione speciale per ammirare antichi strumenti di alta epoca che scandiscono il percorso scientifico svoltosi tra Medioevo e Rinascimento, e la vera arte che evidenzia le precisioni e le preziosità delle opere esposte, costituite da dispositivi di misura astronomici e matematici di straordinaria qualità orafa e meccanica. Tra i pezzi particolari anche un rarissimo astrolabio bizantino, proveniente da Santa Giulia, Museo della Città. Curatrice della mostra e del catalogo è Mara Miniati, vicedirettore dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze.

InnoVech (Hong Kong) era alla ricerca di un partner per lo sviluppo di una microvettura e lo ha individuato in Giugiaro Design. MyCar è un progetto pilota ma a largo respiro. Obiettivo finale è creare una filosofia di vita “MyCar” attraverso oggetti che, partendo dal mondo dell’auto, spaziano in tutti gli ambiti del quotidiano. Verrà inserita, infatti, una serie di accessori di ultima tecnologia dedicata a MyCar: lettore MP3 e DVD, videocamera digitale, indicatore meteo e un sensore per il parcheggio. Veicolo camaleontico, MyCar è in grado di trasformarsi facilmente (possibilità di cambiare parti stilistiche, come l’air top), adattandosi alle diverse esigenze, o stile di vita del momento. La microvettura è composta da acciaio e plastica ed è riciclabile al 70 per cento. Il telaio e i tubi esterni sono in estruso d’acciaio, che rendono la struttura più forte e resistente; i tubi inoltre supportano l’air top, che al momento del bisogno può essere facilmente agganciato. Ecologica. Grazie alla versione elettrica con batteria, MyCar è un innovativo concetto di mobilità dedicato al mercato europeo. MyCar è prodotta da InnoVech, azienda costituita ad hoc per il progetto MyCar e supportata dal Politecnico di Hong Kong. Giugiaro Design, infatti, da anni collabora con il Politecnico di Hong Kong su diversi progetti per lo sviluppo commerciale dell’area cinese. Il Politecnico riveste un ruolo molto importante perché al suo interno esiste un dipartimento dedicato alle jointventures che segue step by step i diversi progetti apportando il know how tecnico e di sviluppo.

InnoVech (Hong Kong) was looking for a partner for the development of a “microcar”, and Giugiaro design was the answer. MyCar is a pilot scheme with wideranging possibilities. Starting from the world of cars, the final goal is to create a “MyCar” philosophy through objects that are part of all aspects of our daily life. In fact, a series of accessories devoted to MyCar and produced with the latest technologies will be inserted in the vehicle: an MP3 and DVD player, a digital video recorder, a weather indicator and a parking sensor. MyCar is a chameleonlike vehicle that can be transformed readily (for instance, stylistic elements such as the air top can be changed) and adapted to different requirements and lifestyles. The microautomobile is composed of steel and plastic, and is 70percent recyclable. Its frame and jacket are in extruded steel, which makes the car’s structure stronger and more resistant; the tubes act as supports for the air top, which can be easily applied when needed. The car is environmentally-friendly. Thanks to an electric version with batteries, MyCar is a new concept - an innovative vehicle for the European market. MyCar is produced by InnoVech, a company that was established for the MyCar project ad hoc, and which is sponsored by the Polytechnic of Hong Kong. In fact, for years, Giugiaro Design has been working with the Polytechnic of Hong Kong on various projects for the development of trade in China.

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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.

Barocco contemporaneo In Antwerp

Innovativo Prouvé In New York

Al Museo della Moda di Anversa è in corso fino al 28 marzo “GenovanversaeviceversA” la mostra organizzata, su progetto italiano, nell’ambito della rassegna Europalia Italia. Si tratta di una rilettura di un tema già affrontato in occasione dell’esposizione “Arte e lusso della seta a Genova dal ‘500 al 700”, presentata nel capoluogo ligure nel 2000-2001, e che vede al centro dell’interesse il legame che accomunò Genova e Anversa durante il XVII secolo. La produzione e il commercio di tessuti pregiati, seta e velluti, sia per l’abbigliamento sia per la decorazione d’interni fece di queste città, soprattutto in età barocca, centri particolarmente fiorenti sul piano economico, artistico e culturale. Nella sede del Momu, il clima e la nozione di barocco vengono reinterpretati in un quadro contemporaneo in cui la scenografia di Angelo Figus, fa rivivere oggetti barocchi, dipinti e tessuti, in una dimensione assolutamente inedita. Lo spazio espositivo è diviso in 16 stanze separate dove il legame Genova – Anversa viene descritto in una diversa prospettiva e ciò grazie alla collaborazione di affermati stilisti italiani e stranieri, da Romeo Gigli, a Missoni, Moschino, Etro e altri, che hanno fornito i tessuti delle loro ultime collezioni per decorare i vari ambienti. Di volta in volta le stoffe si riferiscono agli abiti delle rappresentazione storiche di artisti come Rubens e van Dyck dando una versione contemporanea della nozione di Barocco.

Fino al 24 aprile, presso la Arthur Ross Gallery/Buell Hall della Columbia University di New York è possibile visitare la mostra “Jean Prouvé: Three Nomadic Structures”. La mostra presenta una serie di elementi di arredo e architettonici e di fotografie che sono in relazione con tre edifici modulari, recentemente spostati dalla loro locazione originale. Si tratta della Tropical House di Niamey in Niger, costruita in Francia nel 1949, trasportata allora in Africa con un cargo e ora tornata a Parigi per restauro ed eventuale riutilizzo. L’Aluminium Centenary (1954) Pavilion, originariamente costruito sulle rive della Senna, poi trasportato a Lille e, dal 1992, riportato a Villepinte, vicino all’aeroporto Charles De Gaulle e lì restaurato. La Glassmaking School di Croismare, Francia 1948, recentemente acquistata, smontata e destinata a essere rimontata tra breve a cura di privati. Infine, nella mostra newyorkese, anche alcuni elementi, come i frangisole, dell’edificio dell’Air France di Brazzaville (ex Congo), una costruzione non nomade ma legata al tema delle costruzioni realizzate da Prouvé per i tropici. La mostra, curata da Evan Douglis e Robert Rubin, che hanno pensato a un allestimento assai scenografico che si avvale tra l’altro di modelli digitali in 3D interconnessi, dimostra quanto Prouvé abbia contribuito all’innovazione tecnologica sia a livello progettuale sia costruttivo con lo sviluppo dei sstemi modulari per la produzione di massa.

Until March 28th, “GenovanversaeviceversA” will be open at the Fashion Museum in Antwerp. The show, which was organized thanks to an Italian project, is one of the events in the sphere of the Europalia-Italia exhibitions. It is a reinterpretation of a subject that has already been dealt with during the exhibition “The Art and Luxury of silk in Genoa from the sixteenth to the eighteenth century”, presented in Genoa in 2000-2001. That show focused on the ties between Genoa and Antwerp during the seventeenth century. Especially during the Baroque period, the production and trade of fine textiles such as silk and velvet – both for clothing and for interior decoration – turned these cities into particularly blooming economic, artistic and cultural centers. At the Momu, the sense and climate of the term Baroque are reinterpreted on contemporary lines through a setting by Angelo Figus, who gives life to Baroque objects, paintings and fabrics in a completely new dimension. There are 16 separate showrooms, where the connection between Genoa and Antwerp is described from a different viewpoint thanks to the collaboration of renowned Italian and foreign designers such as Romeo Gigli, Missoni, Moschino, Etro and others, who have supplied fabrics from their latest collections to decorate the various exhibitive areas. From hall to hall, the fabrics refer to the attire of historical representations by artists such as Rubens and van Dyck, giving a new contemporary tinge to the concept of the Baroque.

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The show “Jean Prouvé: Three Nomadic Structures” will be open until April 24th at the Arthur Ross Gallery/Buell Hall of the Columbia University in New York. The exhibition presents a series of furnishing and architectural elements, as well as photographs that are related to three modular buildings which have recently been moved from their original site. We

Una passione rara Il mondo prezioso e raffinato, ma anche ricco di storia e cultura, dei libri antichi ritorna a Milano in occasione della Mostra del Libro Antico, l’evento che, ormai giunto alla quindicesima edizione, sarà ospitato negli spazi del Palazzo della Permanente dall’11 al 14 marzo. Oltre sessanta espositori, librai antiquari provenienti da ogni parte del mondo, saranno presenti con migliaia di volumi pregiati che percorrono ogni strada del sapere, coprendo un arco temporale di oltre seicento anni, attraverso manoscritti, incunaboli, per giungere ai pregiati libri del XIX secolo e alle importanti iniziative editoriali del XX secolo. In alto/top, Angelo Figus, Collage 8. Al centro/middle, Dama Rossa, castello Bernardo, Ritratto di Parma (courtesy of Palazzo del Principe);

Anton van Dyck, Ritratto di ragazzo, 1623-24 (courtesy of Galleria Nazionale Palazzo Spinola). In basso/bottom, Angelo Figus,

Collage 7; Roze bordo, tessuto/textile, XV-XVI sec. (Collection SPSAD Genova).

Creatività in testa Una mostra-happening, patrocinata dalla Provincia di Firenze e dai Comuni di Signa e Campi Bisenzio, occupa le sale di Palazzo Medici Riccardi di Firenze dal 7 febbraio al 4 marzo. Si intitola “Identità e diversità: il cappello e la creatività” ed è promossa in collaborazione con il Museo della Paglia e dell’Intreccio di Signa con l’intento di sottolineare come la creatività si possa esprimere attraverso diversi mezzi espressivi partendo dalle sollecitazioni indotte dalle forme, talvolta scultorie, dei cappelli di paglia fiorentini e dalle loro forme in legno. Per l’evento sono stati selezionati alcuni artisti internazionali, tra cui Hsiao Chin, Salvatore Cipolla, Teresa Scarpa, Alain Bonnefoit, Giovanni Maranghi (nella foto: cappello da donna), Matthew Spender, Masato Yanasigawa, che visitando il Museo della Paglia e traendo ispirazione dai modelli di cappelli lì esposti realizzano lavori direttamente all’interno degli spazi espositivi. Un confronto diretto, quindi, tra la creatività d’impulso e quella legata alla produzione artigianale e industriale di questo accessorio di moda che ha proprio nell’area intorno a Firenze (compresa tra i bacini dei fiumi Arno, Bisenzio e Ombrone) il suo centro più importante.

Wiener Werkstätte: 100 anni Celebrations are speaking about the Tropical House of Niamey in Niger, built in France in 1949, and transported at that time to Africa by freighter; now it has come back to Paris to be restored and, perhaps, used again. The Aluminium Centenary (1954) Pavilioin, which was origially built on the banks of the Seine, was later transported to Lille, and in 1992, it was taken back to Villepente, near the Charles De Gaulle airport, to be restored. The Glassmaking School of Croismare, created in France in 1948, was recently bought and taken apart, and is to be reassembled soon by private owners. Finally, the New York show also presents elements such as the sunbreakers of the Air France building in Brazzaville (ex Congo), a non-nomadic structure that is, however, linked to a series of buildings Prouvé designed for the tropics. The show was organized by Evan Douglis and Robert Rubin, who have laid out a spectacular setting through the use of interlinked 3D digital models. This exhibition shows how much Prouvé contributed to technological innovation - both in his planning and in his constructions - with his development of modular systems for mass production.

Nell’ambito delle celebrazioni del centenario della fondazione del Wiener Werkstätte, il MAK di Vienna presenta fino al 7 marzo una mostra in cui sono stati raccolti numerosi oggetti, arredi, libri e opere d’arte frutto della produzione di questa istituzione. Dagli oggetti di uso quotidiano alle opere architettoniche, l’attività del Wiener Werkstätte a partire dall’inizio del secolo scorso offrì al suo selezionato pubblico la possibilità di apparire individualista e all’avanguardia in un’epoca in cui sempre più si andava affermando la produzione di massa e industrializzata. Fondata come associazione di artisti e artigiani, la Wiener Werkstätte impose una linea coordinata di prodotti improntati alla qualità e definì una modalità strategica per la loro commercializzazione, dando avvio a quella che oggi viene definita “corporate identity”. As part of the celebrations for the Wiener Wekstätte’s hundredth anniversary, until March 7th the MAK of Vienna is presenting an exhibition featuring a great number of objects, articles of furniture, books and works of art that are the result of this insititution’s production. Already at the beginning of the last century - starting from objects for everyday use up to architectural works - the Wiener Werkstätte’s activity appeared individualistic and in the vanguard to its highly selected public, in an era in which industrialized mass production was affirming itself. When it was founded, the Wiener Werkstätte imposed a coordinated line of high-quality products and defined a strategy to market them, starting up what today is defined as “corporate identity”. A sinistra/left, Jean Prouvé, K Chair. A destra/right, Josef Hoffmann, manufacture: Konrad Koch, Tea service, Wiener Werkstätte, 1903 (© Gerald Zugmann/MAK).

Architettura slovacca In Vienna Negli spazi espositivi del Ringturm di Vienna viene presentata fino al 29 febbraio la mostra “Architettura Slovacca: Impulsi e Riflessioni”. Il percorso espositivo, il cui contenuto è dato da disegni, schizzi, fotografie e modelli, è suddiviso seguendo i diversi periodi attraversati nel corso del XX secolo dall’architettura slovacca e cerca, nel suo complesso di collocarla e attribuirle il ruolo che merita nel più ampio contesto del panorama progettuale europeo del secolo scorso. In generale appare come, a causa e grazie alla propria vocazione multietnica e alla propria posizione centrale nell’area est-europea, la Cecoslovacchia abbia risentito e sviluppato in modi propri molteplici influenze. Dall’onda di stampo Secessionista importata dalla vicina Austria all’inizio del Novecento, alla fase romantica dello Stile Nazionale slovacco, a un ristretto numero di edifici dai toni Rotondo-Cubisti e poi ancora il modernismo Cecoslovacco, l’influenza Bauhaus, il funzionalismo socialista, la Primavera di Praga e la Rivoluzione di Velluto che ha segnato la nascita della repubblica Slovacca. Una storia densa di avvenimenti e di trasformazioni, il più delle volte radicali, che si sono riflettute nella produzione architettonica del secolo. The exhibition “Slovak Architecture: Impulses and Reflections” will be open until February 29th at the Ringturm in Vienna. The show, which presents drawings, sketches, photographs and models, is divided into various sections according to the various twentieth-century architectural periods in Slovakia. This is done in an attempt to place each architectural style and give it the role it deserves in the wider context of last century’s European architectural panorama. Generally speaking, it appears that due to - and thanks to - its multiethnic vocation and to its position in Eastern Europe, Czechoslovakia experienced and developed multiple influences in its own way. The country experienced the Secessionist wave imported by its neighbor Austria in the twentieth century, the Romantic phase of the National Slovakian Style, and a limited number of buildings are in a Round-Cubist trend. It has also seen Czechoslovakian Modernism, the Bauhaus influence, Socialist functionalism, the Prague Spring, and the Velvet Revolution, which marked the birth of the Slovak republic. A history full of events and (usually radical) changes that were reflected on the century’s architectural production. Dusan Kuzma, Jozef Jankovi, Memorial for the National Revolt 1944, Banskà Bystrica, 1969 (foto: Pavol Breier).

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Tutto il Déco d’Italia In Aosta

Specchio delle memorie Algiers-Marseille

Al Jeu de Paume In Paris

Ad Aosta, presso il Museo Archeologico regionale fino al 13 aprile, viene presentata “Art Déco in Italia”. E’ un’analisi scrupolosa di una delle esperienze artistiche che hanno caratterizzato il Novecento, una rivoluzione estetica legata alle trasformazioni sociali del primo dopoguerra, all’insegna della libertà e della creatività attraverso l’utilizzo di nuovi materiali e nuove forme. Divisa per sezioni tematiche, la mostra di Aosta, che si avvale di prestiti delle maggiori collezioni pubbliche e private italiane, propone arredi, dipinti, sculture, manifesti, ceramiche, vetri, argenti, abiti, gioielli, cartoline, riviste risalenti agli anni Venti, di cui sono protagonisti artisti quali Giacomo Balla, Fortunato Depero, Galileo Chini, Gio Ponti, Enrico Prampolini, Vittorio Zecchin, per citarne solo pochi, cui vanno aggiunte le manifatture Lenci e Richard Ginori. La mostra, curata da Rossana Bossaglia e Alberto Fiz, consente di indagare il fenomeno Déco nel suo complesso facendone emergere la specificità culturale e artistica.

Un interessante confronto tra due città affacciate sulle rive meridionale e settentrionale del Mediterraneo, un intreccio di culture, di storie, di uomini ma anche di luci, di profumi, sapori come di musica e di poesia, che si intercorrono nella storia che fanno di Algeri e Marsiglia, due città-sorelle. E’ proprio sulle dissonanze e similitudini tra queste due realtà che si concentra “Parlatemi di Algeri”, la mostra in corso fino al 15 marzo al Port Saint-Jean, Tour du Roi René a Marsiglia nel quadro delle manifestazioni sul tema “Djazaïz, un anno di Algeria in Francia”. In base a un’inchiesta condotta su algerini di Marsiglia e marsigliesi ad Algeri, la mostra si propone di rendere sensibili gli elementi della memoria attraverso oggetti che testimoniano la storia e l’immaginario passato e presente delle due città. A questi oggetti si accompagnano immagini d’archivio, musiche e filmati di autori algerini e marsigliesi che mettono in luce la complessità delle relazioni storiche durante i periodi coloniale, la guerra, l’indipendenza e l’esilio per proiettare la riflessione nell’attualità di queste due città-faro della cultura del Mediterraneo.

Due appuntamenti invitano a una visita al Jeu de Paume di Parigi fino al 7 marzo. In occasione delle celebrazioni nel 2003 per i cent’anni della nascita di George Simenon, una mostra “L’œil de Simenon” presenta una selezione di foto realizzate dallo scrittore nel corso degli anni Trenta, quando parallelamente alla sua attività di romanziere realizzava reportage fotografici per la stampa popolare. Queste foto, non solo offrono uno scenario significativo dei suoi romanzi futuri, ma rappresentano, una memoria unica di una realtà, quella appunto degli anni Trenta, praticamente scomparsa con l’avvento della seconda guerra mondiale. Tribù africane, donne di Malta o della Tunisia, marinai, bagnanti di Odessa, i porti di Boulogne sur Mer, Honfleur, Concorneau, il mondo fotografato da Simenon viene documentato in quest’occasione da 157 stampe in bianco e nero, nonché da sei album originali per la maggior parte sconosciuti al grande pubblico. A questa mostra, si accompagna quella sull’artista contemporaneo coreano Kim Tschang-Yeul, reso famoso e apprezzato dalla critica per le sue “gocce d’acqua”. Questa immagine, ricorrente nelle sue opere in gocce isolate o in moltitudine di goccioline che sembrano in procinto a scivolare sulla superficie della tela, è il riflesso della ricerca di Tschang-Yeul sulla composizione, sul ritmo seriale e la limitazione dei mezzi espressivi ai quali si potrebbe ridurre la pittura.

The show “Art Déco in Italy” will be open until April 13th at the regional Archeological Museum in Aosta. This constitutes a thorough analysis of the artistic experiences that characterized the twentieth century, an esthetic revolution linked to the social changes that took place in the postwar period. A period marked by freedom and creativity through the use of new materials and forms. The exhibition in Aosta is divided into thematic sections, and has borrowed pieces from the most important Italian public and private collections, including articles of furniture, paintings, sculptures, posters, pottery, glassware, silverware, clothes, jewelry, postcards, and magazines from the roaring twenties. These works are by artists such as Giacomo Balla, Fortunato Depero, Galileo Chini, Gio Ponti, Enrico Prampolini and Vittorio Zecchin. On show there are also articles manufactured by Lenci and Richard Ginori.Organized by Rossana Bossaglia and Alberto Fiz, the show allows us to investigate the Art Déco phenomenon as a whole, highlighting its cultural and artistic specificity.

An interesting similarity between two cities on the southern and northern shores of the Mediterranean, an interlacing of culture, histories, men, but also of light, scents, tastes in music and poetry that exist in the history that makes Algiers and Marseille two sister cities. “Speak to me of Algiers”, the exhibition open until March 15th at Port Saint-Jean, Tour du Roi René in Marseille, focuses on the differences and similarities between these two realities. The show is one of the events connected with the theme “Djazaïz, a year of Algeria in France”. According to a survey carried out by Algerians in Marseille and Marseillaises in Algiers, the show attempts to awaken elements of memory through objects that witness the history, as well as the past and present imagery of the two cities. In addition, pictures from old records are on show, as well as music and films by Algerian and Marseillaise authors that highlight the complex historical relationships between the two countries during the colonial periods, the war, independence and exile, so as to project reflection into the current events of these two leading cities in the culture of the Mediterranean.

Vittorio Zecchin, vaso con bocca e goccioloni neri, vetro soffiato trasparente/vase with black mouth and handles, transparent blown glass, 1925-26.

Istallazioni al Crédac In Ivry and this is even more interesting – they represent a unique memory of the reality of the thirties, a reality that virtually disappeared with teh advent of World War II. Simenon’s photographic world is exhibited here in 157 black and white prints, as well as in six original albums that are unknown to the public. These works feature African tribes, women from Malta or Tunisia, sailors, Odessa bathers, the harbors of Boulogne sur Mer, Honfleur and Concorneau. This show is seconded by an exhibition devoted to a contemporary Korean artist, Kim Tschang-Yeul, who became famous and was appreciated by the critics thanks to his “drops of water”. This image, which recurs in his works as isolated drops or as a multitude of tiny drops that seem to be about to drift down the surface of the canvas, is the result of Tschang-Yeul’s research into composition, serial rhythm and into how painting can be reduced to limited expressive means.

Until March 7th, two appointments await us at the Jeu de Paume. To celebrate the centennial of George Simenon’s birth, which fell in 2003, the exhibition “L’oeil de Simenon” presents a selection of photographs the writer took in the thirties. In those years, in addition to writing novels, he created picture stories for the popular press. Not only do these pictures offer a significant outlook on his future novels, but –

A Ivry-sur-Seine negli spazi del Crédac tre artisti di nuova generazione sono presentati con alcune opere e istallazioni fino al 7 marzo. Delphine Coindet, Parigi, classe 1969, ha creato per il Crédac un’istallazione inedita in cui si confrontano realtà urbana e architettonica; nella Belle hypothèse il visitatore viene coinvolto in una scenografia programmata in cui diventa personaggio di un paesaggio artificiale. Nato nel 1956, di Parigi, dove vive e lavora, Christophe Cuzin si impossessa degli spazi del Crédac per vivisezionarne l’architettura e darne una rappresentazione sensitiva. Una pittura per unità monocromatiche e senza fattura che restituisce degli sviluppi concettuali sullo spazio pittorico che così viene a confondersi con quello dell’ambiente immergendo lo spettatore in questa “tela”. “Trascrivere l’invisibile”, questa potrebbe essere una delle definizioni del lavoro di Laurent Grasso che presenta un’opera videografica proponendo allo spettatore una visione, uno sguardo sulla costruzione paradossale dei nostri paesaggi contemporanei ponendoli sotto l’egida di una tecnologia esasperata, di un cartesianismo assoluto, ma anche di una dimensione religiosa, pagana, e superstiziosa della vita. As is the custom in Ivry-sur-Seine, works and installations by three artists of the new generation are presented in the Crédac showrooms until March 7th. Delphine Coindet, born in Paris in 1969, created a new installation for Crédac, a work where urban and architectural reality come together; in the Belle hypothèse, visitors are involved in a setting where they become part of an artificial landscape. Born in 1956, in Paris – where he lives and works – Christophe Cuzin has dissected Crédac’s architecture to offer a sensory representation of its spaces. His painting is laid out in natural, immediate monochromatic units that endow the pictorial space with conceptual developments which merge with the environment, immersing the spectator in this “canvas”. Laurent Grasso’s work could be defined as “transcribing the invisible”. This time the artist, who is thirty years old and was also born in Paris, is presenting a videographic work. The spectator is presented with a vision, a look at the paradoxal construction of our contemporary landscapes, setting them behind a shield of exasperated technology, absolute Cartesianism, but also a religious, pagan and superstitious dimension of life. A sinistra/left, Gorge Simenon, Tunisie. A destra/right, Delphine Coindet, La belle hypothèse.

Architetture Art Déco In Brussels

Marcel Duchamp, Boîte-en-valise, valigia in pelle contenente copie in miniatura, riproduzioni a colori e una fotografie di opere dell’artista con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro/leather valise containing miniature replicas and color reproductions of works by Duchamp, and one photograph with graphite,

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watercolor and ink, 40,7 x 37,2 x 10,1 cm, 1941 (Collezione Peggy Guggenheim, Venezia).

Dal Guggenheim a Modena Masters’ Sculptures Il Foro Boario di Modena presenta fino al 7 marzo la mostra “Da Modigliani al Contemporaneo: Scultura dalle Collezioni del Guggenheim”. La mostra copre un arco di tempo che va dal 1882 a oggi ed è articolata in tre sezioni: La figura umana-l’evoluzione dalla tradizione e La forma animale-un bestiario moderno; Le Avanguardie-la ricerca astratta; Verso l’architettura-il contemporaneo. Il percorso espositivo si apre con una scritta luminosa al neon, opera concepita da Maurizio Nannucci per la fondazione Guggenheim e per il Foro Boario, appositamente per questa occasione. Tra gli artisti protagonisti delle varie sezioni citiamo oltre a Modigliani, Degas, Rodin, Maillol, Moore, Arp, Ernst, Giacometti, Mirko, Beuys, Minguzzi, Brancusi, Calder, Moholy-Nagy, Pomodoro, Pevsner, Nivola, Cornell, Duchamp, Flavin, Kounellis, Pistoletto, Gonzales Torres. Insomma una panoramica che, seppur non esaustiva, è certamente ricca di spunti e intrecci che testimoniano la vitalità delle Collezioni del museo americano e della Fondazione Guggenheim in generale, da sempre impegnata a promuovere e valorizzare i maestri dell’arte.

Until March 7th, the Boario Forum is presenting the show “From Modigliani to the Contemporary era: Sculpture from the Guggenheim Collections”. The exhibition covers the time span ranging from 1882 to today, and is divided into three sections: The human figure – evolution from tradition and The animal form – a modern bestiary; The Avant-gardes – the quest for the abstract; Towards architecture – the contemporary era. A bright neon sign by Maurizio Nannucci opens the show. The artist conceived this work especially for this occasion, in tribute to the Guggenheim foundation and the Boario Forum. Some of the artists who appear in the various sections are Modigliani, Degas, Rodin, Maillol, Moore, Arp, Ernst, Giacometti, Mirko, Beuys, Minguzzi, Brancusi, Calder, Moholy-Nagy, Pomodoro, Pevsner, Nivola, Cornell, Duchamp, Flavin, Koubellis, Pistoletto, Gonzales Torres. In other words, a survey that is not exhaustive, but certainly rich and full of cues and intrigue, which proves the vitality of the American Museum’s Collections – as well as that of the Guggenheim Foundation in general, as it has always been committed to promoting and enhancing art masters.

Henry Lacoste è uno dei principali rappresentanti dell’architettura belga a cavallo tra le due guerre, formatosi nella tradizione dell’Ecole des Beaux-Arts di Parigi trovò nell’ispirazione al passato la fonte della sua creatività, in opposizione al discorso normativo dell’avanguardia modernista. Con una ricca selezione di documenti grafici, disegni e fotografie, la Fondation pour l’Architecture e il Museo dell’architettura di Bruxelles dedicano all’opera di questo architetto un’ampia retrospettiva fino al 21 marzo. L’escursus si articola tra progetti civili e religiosi che Lacoste realizzò non solo in Belgio, ma anche in Francia, in Congo, Libano e Israele. Tre le opere più significative, la ricostruzione del villaggio di frontiera di Bléharies, vicino a Tournai, nel primo dopoguerra, e dove realizzò una delle prime chiese del Belgio (1919-1925) con struttura in cemento armato, il monumesto ai soldati belgi del cimitero Père-Lachaise a Parigi, il cimitero di Lessines (1924-1929, l’istituto di ricerche medicali Regina Elisabetta a Jette, il padiglione del Belgio per l’esposizione coloniale di Parigi nel 1931, a quelli della Grecia, del Congo e della Lettonia all’Esposizione universale di Parigi nel 1935. Durante la seconda guerra mondiale, rimarchevoli i suoi progetti della basilica di Beauring (1943) e successivamente la biblioteca dell’Università di Louvain. Henry Lacoste is one of the main exponents of Belgian architecture between the two Wars. He was trained in the tradition of the Ecole des Beaux-Arts in Paris and was inspired by the past, which was his source of creativity, in contrast with the modernist avant-garde trend of the time. Until March 21st, a rich retrospective including a selection of graphic documents, drawings and photographs by the architect are on show at the Fondation pour l’Architecture and the Architectural Museum of Brussels. The exhibition includes civil and religious projects that Lacoste realized not only in Belgium, but in

France, Congo, Lebanon and Israel. Some of his most significant works in the postwar period are the reconstruction of the frontier village of Bléharies, near Tournai, where he built one of the first Belgian churches (1919-1925) with a structure in reinforced concrete, a monument in honor of Belgian soldiers at the Père-Lachaise cemetery in Paris, the cemetery of Lessines (1924-1929), the Queen Elizabeth Institute for medical research at Jette, the Belgian pavilion for the colonial exhibition of Paris in 1931, as well as those for Greece, Congo and Latvia at the Universal Exposition of Paris in 1935. During World War II, he realized two remarkable projects for the basilica of Beauring (1943) and subsequently for the University of Louvain.

Dall’Ermitage a Digione Rembrandt’s Works Una prestigiosa selezione di opere di Rembrandt e di alcuni artisti coevi al pittore olandese è riunita al Musée des Beaux-Arts di Digione che beneficia di un prestito del Museo dell’Ermitage in occasione del trecentesimo della fondazione di San Pietroburgo. Di Rembrandt sono esposte tre opere eccezionali, Saskia in veste di Flora, Il Sacrificio d’Abramo e il Ritratto di vecchia, particolarmente emblematiche delle tele dedicate al ritratto, tema che nella collezione dell’Ermitage è soprattutto rappresentato. Ma l’importanza e la risonanza di questi capolavori viene completata e arricchita dall’invito a ritrovare o scoprire, attraverso dipinti, disegni e stampe,tre generazioni di artisti che hanno lavorato nell’entrourage di Rembrandt. Da Gérard Dou, Salomon Koninck, Nicolasd Maes e in particolare Ferdinand Bol documentato da una quindicina di opere che mettono in luce la su maestria sia come artista di storia, sia come ritrattista. A prestigious selection of works by Rembrandt and a number of authors contemporary to the Dutch painter is on show at the Musée des Beaux-Arts in Dijon, which has borrowed a number of pieces from the Ermitage Museum on the occasion of the three-hundredth year since the foundation of St. Petersburg. Three exceptional pieces by Rembrandt are on display: Saskia in Flora’s attire?, Abraham’s Sacrifice and Portrait of an Old Woman, which symbolize the world of canvases devoted to portraits, the main theme represented by the Ermitage. But the importance and influence of these masterpieces is completed and enriched by paintings, drawings and prints by three generations of artists that worked in Rembrandt’s entourage, artists that are to be discovered again. From Gérard Dou, Salomon Koninck, Nicolas Maes and, especially, Ferdinand Bol, the exhibitions displays fifteen works that highlight Rembrandt’s mastery, both as a historical artist and as a portraitist.

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Celebrazioni per Testori

Tre mostre a Rivoli

Si celebra con tre mostre il decennale della scomparsa di Giovanni Testori. A Milano, a Palazzo Reale fino al 15 febbraio, è aperta “Giovanni Testori, i segreti di Milano”. L’evento, curato da Alain Toubas è un percorso attraverso i grandi interessi e le passioni di Testori: i suoi lavori teatrali, i romanzi, i testi critici e di storia dell’arte. Tra le opere esposte, lavori di Tanzio da Varallo, Cairo, Ceran, Fra’ Galgario, Corbe, Matisse, Sironi, Morlotti, Rainer. Sempre a Milano, al Castello Sforzesco fino al 29 febbraio, “Con gli occhi di Testori: opere scelte di maestri incisori contemporanei”, che propone una selezione di 35 opere di incisori particolarmente amati da Testori tra cui Aurelio Bretoni, Luciano Cottini, Andrea Boyer, Gianfanco Ferroni, Federica Galli, Renzo Vespignani e Giancarlo Vitali. Allestita nelle sale di Palazzo Martinengo a Brescia fino al 14 marzo, la mostra, intitolata “Testori a Brescia. Da Ceruti a Foppa”, ripercorre il fertile rapporto che intercorse tra il letterato e critico d’arte e la città lombarda. Viene proposta una selezione di opere di quegli artisti bresciani, esponenti della pittura dal Cinquecento al Settecento, riscoperti e amati da Testori quali Ceruti, Simoni, Romanino, Savoldo, Foppa, Moretto (nella foto la sua opera Sollevamento di Simon Mago). La sequenza espositiva risale un percorso cronologicament invertito accompagnato da audioguide con registrati i commenti dello stesso Tesori. In due sale del Palazzo vengono inoltre proiettati due cortometraggi realizzati dallo studio di Ermanno Olmi dedicati agli affreschi del Romanino in Val Canonica e alla Via Crucis del Simoni a Cerveno.

Tre le mostre aperte fino al 29 febbraio nelle sale del Castello di Rivoli (Torino). La prima è dedicata ad Anri Sala, artista nato a Tirana nel 1974 e che lavora e vive a Parigi dal 1997. Vincitore del premio speciale per i giovani artisti alla Biennale di Venezia del 2001 e finalista dell’Hugo Boss Prize nel 2002, Sala realizza principalmente opere video e fotografiche che fanno riferimento alla situazione albanese contemporanea accompagnate da testi poetici sulla conflittualità della società di oggi e sulla perdita di identità culturale. La seconda mostra in programma, curata da Ugo Volli, è intitolata “Nel Paese della Pubblicità” e si pone come primo tassello di quello che diventerà un vero Museo della Pubblicità. Vengono presentati oltre 300 spot televisivi di tutto il mondo realizzati tra gli anni Cinquanta e oggi, molti dei quali premiati in rassegne internazionali. Soggetto precipuo della mostra sono gli spazi immaginari della pubblicità, quel mondo che è proiezione, talvolta onirica, dei sogni del pubblico. Con tale obiettivo, il percorso espositivo si snoda attraverso la ricostruzione di sedici ambienti tematici che ricostruiscono altrettanti ambienti della quotidianità o dell’immaginario collettivo: dagli spazi della casa a quelli pubblici, dai luoghi dello sport e del turismo, alla città al cinema alla fantascienza. La terza è una retrospettiva dell’artista sudafricano William Kentridge che presenta oltre sessanta delle sue opere. L’arte di Kentridge (classe 1955) esplora la memoria personale e collettiva, il rapporto tra desiderio, estetica ed etica, riflettendo sul dolore e sui conflitti della società globalizzata contemporanea.

Mario Sironi, Paesaggio urbano con fabbrica e cavalcavia,olio e tempera su carta intelata/oil and tempera on tissued paper, 75x55 cm. A destra/right, Sailor, 1971, H.J.Heintz Co. Ltd., Spaghetti Heintz, Dorland Advertising, Jenny & Co. William Kentridge, Zeno II Soldiers, 2002 e, sopra, un’opera di/above, a work by Anri Sala.

Leggerezza in alluminio

Libertà creativa young artists at the Venice Biennial in 2001, and he was in the finals in the Hugo Boss Prize in 2002. The artist mostly creates video and photographic works that refer to the contemporary Albanian situation, accompanied by poetic texts on the conflicts of today’s society and on the loss of cultural identity. The second show, organized by Ugo Volli, is entitled “In the Land of Commercials” and is the first brick of what will become a real Advertising Museum. More than 300 TV commercials from all around the world are presented, starting from the fifties to today, and many of them were awarded prizes in international reviews. The main subject of the exhibition are the imaginary spaces of commercials, a world that is a sometimes oneiric projection of our dreams. With this objective in mind, the show weaves around the reconstruction of sixteen different thematic spheres that reconstruct the same number of spheres in everyday life or in collective imagination; from our homes to public areas, the cinema and science fiction. The third show is a retrospective of the South African artist William Kentridge (1965). He presents about 60 works in which he explores the relation among desire, aesthetics and ethics, meditating on the conflicts of contemporary globalized society.

Filiale francese del Gruppo Glaverbel, Vertal ha messo a punto una linea di vetri laminati che utilizzano l’intercalare EVA (Etilene Vinile Acetato) realizzando le due nuove game di vetri laminati di sicurezza: Stratobel EVA, ideale per l’assemblaggio di vetri con rivestimento e Stratobel EVA Creation, che integra diversi materiali decorativi. Entrambe le gamme dispongono della maggiore plasticità EVA acquisita durante il passaggio nel ciclo di riscaldamento, nei confronti di quella del PVB generalmente utilizzato per la stratificazione del vetro. Stratobel EVA è indicata per applicazioni in facciate con fissaggio puntuale che uniscono vetri temprati e laminati (VEA – Vetrate Esterne Sospese Structura®), parapetti del tipo Balaustra®, vetri

calpestabili per pavimentazioni o gradini di scalinate. Altro settore privilegiato per l’applicazione di EVA sono i vetri per copertura, grazie alla resistenza del prodotto all’umidità e al calore e alla possibilità di combinarlo con vetrate assorbenti a controllo solare Stratobel EVA Creation rappresenta l’estensione della gamma per una creatività infinita, poiché l’intercalare EVA permette di ampliare la propria gamma di vetri di sicurezza per realizzare applicazioni stupefacenti sia esterne (facciate e coperture vetrate) sia interne( parapetti, pareti divisorie, vetri calpestabili per pavimentazioni, mobili). Il prodotto consente infatti di inserire in un vetro laminato materiali diversi per diverse esigenze.

Grande intesa tra l’architettura pensata da Richard Meier per la famosa chiesa Dives in Misericordia di Roma, e la tecnologia che vede in Schüco l’azienda con il ruolo e la responsabilità di concretizzarne le intuizioni progettuali, ai fini della realizzazione di un grande, luminoso, innovativo e suggestivo spazio liturgico. Leader riconosciuto nella progettazione di sistemi e servizi innovativi per l’involucro edilizio, Schüco ha, per l’occasione, fornito know how, materiali avanzati e la costante assistenza tecnica anche in cantiere. In effetti sono opera dell’azienda le vetrate verticali, il grande lucernario con struttura portante esterna in acciaio, le chiusure trasparenti delle tre grandi e caratterizzanti “Vele” in cemento armato, nonché le porte, le finestre e le vetrate del centro parrocchiale. Le varie strutture, leggere e trasparenti, sono state appositamente studiate per assorbire l’importante movimento previsto delle vele, provocato dal carico del vento e dalle dilatazioni termiche, senza forzare sulle strutture di vetro. In particolare l’ampia vetrata parietale dela chiesa è sostenuta da un reticolo strutturale in piatti di acciaio ricoperto da profili in alluminio appositamente estrusi, consentendo la realizzazione di luci che raggiungono i 20 metri d’altezza e i 13 di larghezza senza mostrare elementi di rinforzo. Il lucernario della navata centrale (lunghezza 36 m e superficie libera di oltre 13 m) è stato appeso a una struttura reticolare esterna in tubi di acciaio.

Three shows will be open until February 29th in the Halls of the Castle of Rivoli (Turin). The first is devoted to Anri Sala, an artist born in Tirana in 1974, and who has lived and worked in Paris since 1997. Sala won the special prize for

Garantita 7 giorni su 7 Vaillant Service Plus, di Vaillant, è la rete di centri si assistenza tecnica in franchising presente capillarmente sul territorio nazionale, che assicura, oltre all’assistenza periodica qualificata, tutte le informazioni esaurienti in merito a ogni tipo di prodotto, nonché consulenze di carattere tecnico e normativo e corsi di aggiornamento. Di particolare rilievo è l’offerta del pacchetto “7

Mondi paralleli Fino al 15 febbraio, la Galleria Artiscope di Bruxelles presenta “Enrico T De ParisLaboratory”. La mostra presenta tre serie di opere dell’artista bellunese: Laboratori (progetto presentato in anteprima alla 50. Biennale di Venezia a “Italian Factory”), Flussi e Organic. De Paris crea nelle sue opere multimateriche dei mondi paralleli fatti di spazi siderali, di griglie metropolitane, di pezzi di realtà, di esseri umani, tutti trasformati in finestre sul mondo reale, sul microcosmo della nostra vita quotidiana, incrociati da stimoli, culture e destini diversi. I contesti alternativi, le superfici caotiche, gli ironici cambiamenti di scala, le piccole comunità fluttuanti in mari siliconici, le asimmetrie paradossali, tutto questo determina nelle opere di De Paris una società “diversa”, una via di fuga in cui l’ironia vuole farsi spazio nella attuale realtà ipertecnologica cercando, come dice lo stesso artista “di percepire la realtà come un mosaico di mezze realtà e di percepire varie dimensioni come un multiuniverso”.

Enrico T De Paris, Flussi 801503, mixed media, 80x150 cm, 2003.

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A sinistra/left, Jesus Gabàn, La creazione del mare secondo gli Indios dei

Carabi, da “El libro de los cuentos de America”, Ediciones B., Barcelona, 2000.

giorni no stop” che, attivato durante il periodo di riscaldamento, garantisce un contatto diretto e personalizzato valido per tutti i giorni della settimana e la sicurezza di un rapido intervento. Viene previsto, entro il 2004, di raggiungere l’apertura di 150 Vaillant Service Plus, mentre sono già presenti 414 Centri Assistenza Tecnica monomandatari o plurimandatari.

La creazione In Padua Secondo appuntamento per la Biennale Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia di Padova “I colori del sacro”. Tema di questa edizione al Museo Diocesano fino al 14 marzo è “La creazione”. Artisti di diversi continenti, culture e credo religiosi sono stati invitati a dare la propria libera interpretazione di questo momento fondamentale della vita dell’uomo e dell’universo. Tutte le culture e le religioni hanno qualcosa in comune riguardo alla descrizione della creazione, a partire dalla necessità di proporre una spiegazione dell’esistenza del tutto. Viene dunque proposta un’ampia scelta di immagini, nelle loro tavole originali, pubblicate negli ultimi due anni nel settore dell’illustrazione per ragazzi con accanto i libri apparsi nei diversi Paesi. La mostra, dopo Padova, inizierà un percorso itinerante per l’Italia e l’Europa. This is the second appointment for the Biennial of Illustrations for children in Padua, “The Colors of Holiness”. The show will be open until March 14th at the Diocesan Museum, and this edition’s topic is “Creation”. Artists from different continents, cultures and religious beliefs were invited to give their own free interpretation of this fundamental moment in the life of man and of the universe. All cultures and religions

have something in common regarding the description of creation, starting out with the need to give an explanation for the existence of everything. A great many images are on display that were published in the past two years in the sector of illustrations for children, each with their own original plate, and each one is accompanied by the books that have appeared in various countries. After Padua, the show will move around Italy and Europe.

Strumento Web

Risparmia e regola la temperatura Rondostat, di Honeywell, è un piccolo regolatore digitale, da avvitare sulle valvole termostatizzabili dei radiatori che, preposto per il controllo della temperatura di ogni ambiente, è in grado di personalizzarla in base a singole esigenze e abitudini. Il manufatto consente di regolare la temperatura più appropriata e di conseguire risparmi notevoli, come nel caso di ambienti abitati

Solution Builder è lo strumento Web nato mediante un accordo tra Hp e Autodesk.che consente, attraverso il sito www.hp.com/it/autodesk, di selezionare la soluzione Autodesk voluta e individuare la workstation HP più adatta a supportarla. Questo nuovo portale è il risultato più recente della lunga collaborazione tra HP e Autodesk che vede combinata la funzionalità degli applicativi Autodesk alla robustezza delle workstation HP, al fine di migliori soluzioni di progettazione e prezzi competitivi.

per ridotti periodi della giornata, che richiedono di conseguenza un riscaldamento a tempo. In caso di ventilazione dell’ambiente, il regolatore digitale avverte l’anomalia e chiude il radiatore fino alla stabilizzazione della temperatura. Di ottimo design, è di semplice programmazione ed è stato studiato anche in funzione di sicurezza nel caso di manomissioni accidentali.

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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Appuntamento a primavera

Intonacabili o verniciabili

Ingegneria creativa

Avrà luogo a Fiera Milano dal 14 al 19 aprile 2004 il prossimo Salone Internazionale del Mobile, affiancato dal Salone Internazionale del Complemento d’Arredo e dalle biennali Eurocucina ed Eimu. Sarà inoltre introdotto nel padiglione 9, che accoglie il SaloneSatellite, il nuovo evento collaterale Dining Design, dove noti stilisti di moda interpreteranno variamente e alternativamente il tema della tavola imbandita all’interno di un ristorante predisposto per l’occorrenza. In questa edizione del Salone, che dedicherà particolare attenzione ai materiali, alle tecnologie e a quanto riguarda tendenze e stili, si aggiungeranno varie altre manifestazioni coerentemente sinergiche e complementari con i contenuti generali.

Eraclit, proponendo Bluclad, mette a disposizione una tipologia di lastre per esterni ed interni intonacabili o verniciabili in calciosilicato autoclavato, dalle straordinaria caratteristiche per lavorabilità, che consentono di ottenere superfici senza giunti. Resistenti all’umidità, le lastre sono a base di calciosilicato rinforzato con fibre di cellulosa, esenti da amianto e altre fibre inorganiche, e pretrattate con materiale idrorepellente siliconico trasparente. Lo spessore è di mm 10 e le dimensioni di mm 1200 x 2500. Le lastre Bluclad sono resistenti agli agenti atmosferici, all’acqua, al fuoco, all’umidità e, essendo traspiranti, non fanno barriera al vapore, hanno elevata stabilità dimensionale, sono facilmente lavorabili, applicabili e decorabili, e dispongono di una superficie già primerizzata verniciabile mentre l’altra è intonacabile.

Eladio Dieste 1917-200 A cura di Mercedes Da guerre Con scritti di Mario Alberto Chiorino, Gladio Dieste, Graciela Silvestri Electa, Milano 2003, ill. a colori e b/n, 310 pp

Cresce il successo a Sicurezza Si è svolta lo scorso novembre nel quartiere della Fiera del Levante di Bari, la terza edizione di Sicurezza Mediterranea; mostra dedicata alla sicurezza e all’automazione degli edifici organizzata da Intel, che ha registrato un’affluenza di particolare rilievo (14.000 presenze) stimolata anche dalla contemporaneità con Termoidraulica Clima Bari e Bagno Show organizzate da Senaf. Sicurezza Mediterranea 203, promossa da ANCISS (Associazione Italiana Sicurezza e Automazione Edifici aderente alla Federazione ANIE) e da ARAME (Associazione Nazionale Rappresentanti Agenti di Materiale Elettrico), ha organizzato tre convegni che hanno rispettivamente trattato i temi: “Territorio più sicuro per lo sviluppo delle imprese: possibili proposte”; “Innovazione per migliorare la qualità dell’abitare, Homevolution: la domotica secondo ANIE”; “Chiusure tecniche”. In occasione di questa manifestazione il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ha presentato il Programma Operativo Nazionale di Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno.

Armature da C.A. con zincatura Con il sostegno di Galva Rebar, il patrocinio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e la partecipazione di illustri esperti e docenti universitari, si è tenuto a Venezia (Aula Magna IUAV) lo scorso autunno il convegno “Nuovi orizzonti nella protezione delle armature da C.A. con zincatura”. L’incontro ha affrontato il tema riguardante il maggior limite della durabilità delle costruzioni in calcestruzzo armato rappresentato dalla corrosione delle armature, che ne costituiscono l’insidia maggiore in termini di danneggiamento strutturale. Il problema è stato codificato attraverso Eurocodice 2, la recente norma UNI EN 2006 e le linee Guida del Ministero dei Lavori Pubblici che contengono prescrizioni per le strutture nelle diverse classi di esposizione. Si è inoltre dibattuto in merito alle strutture esposte in ambienti aggressivi e sulla disponibilità di tecniche preservative aggiuntive, che consentano di aumentare la protezione dalla corrosione delle armature, e sui vari metodi di prevenzione riguardanti il calcestruzzo e l’armatura. Si è evidenziato come la protezione delle armature possa essere assicurata con l’impiego di acciaio inossidabile o rivestendo la barra con resina epossidica o con zinco. L’incontro ha poi affrontato e dibattuto ampiamente le principali cause e i rimedi alla corrosione delle armature nelle strutture in c.a., riservando, per l’appunto, particolare attenzione e riferimento all’utilizzo di acciaio zincato.

Il settore del fissaggio

I grandi tessuti metallici

Azienda leader nel settore del fissaggio, Fischer Italia dispone di una prestigiosa e diversificata gamma di sistemi di fissaggio meccanici (tasselli in nylon e acciaio, ancoranti chimici, sigillanti, schiume poliuretaniche, sistemi di fissaggio per il rivestimento di facciate e per il settore idrotermosanitario, finalizzati tutti alle opere di edilizia civile e industriale. Anche se considerato un momento particolarmente difficile per l’economia edile, l’anno 2002 ha registrato per Fischer un aumento del fatturato pari al 16%, a conferma del costante trend positivo dell’azienda, e ha rafforzato la propria presenza sul mercato con l’incorporazione per fusione di Upat, già appartenente al Gruppo Fischer, diventando l’azienda più grande del gruppo, operante con due marchi specializzati nel fissaggio chimico e meccanico, nelle soluzioni professionali per costruzioni di grandi opere di edilizia e di impiantistica industriale. Attualmente è proprio la nuova linea Upat Blu Performance a rappresentare il sistema più evoluto in termini di ancoranti chimici relativi a prodotti specialistici destinati a quanti operano nel campo dell’edilizia e dell’impiantistica industriale. Garantita dalle Certificazioni internazionali e dal marchio CE, l’azienda, oltre all’offerta di prodotti e tecnologie innovative e di altissima qualità, assicura consulenza e assistenza tecnica qualificata.

Leader mondiale nel comparto relativo alla produzione di tessuti metallici per l’architettura e il design, la GKD Gebr.Kufferath AG di Dueren in Germania, ha recentemente editato, con “Mesh”, una bella pubblicazione mediante la quale si omaggia Dominique Perrault per i 10 anni di assidua collaborazione progettuale. Ne sono evidenziate immagini e riferimenti di realizzazioni prestigiose che Dominique Perrault ha risolto con l’impiego di tessuti metallici, e interventi di artisti e professionisti vari che hanno incrociato le proprie esperienze con quelle del progettista. Il libro, disponibile in un numero limitato di copie, è a uso di architetti e designer. Recentemente Dominique Perrault ha dato anche il via al progetto del nuovo stabilimento produttivo GKD negli USA. Per chiarire fraintendimenti o false attribuzioni, la GKD assicura la proprietà produttiva dei tessuti metallici utilizzati da Dominique Perrault nella Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi e nel Velodromo e Piscina di Berlino.

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impatto formale che dà forza e vigore alle forme che contengono il colloquio aperto del cotto col cemento. La magia di due elementi naturali, uno terra cotta, l’altro pietra resa in polvere e ricomposta attorno al ferro che recita da censore dei due elementi e che diventa anima e sostegno della forma come espressione di pura creatività dell’uomo. È intelligenza che sfocia nello spazio vitale, è cultura di progettazione che nasce da necessità che diventano virtù, è la semplicità che diventa immediatezza di lettura percettiva dell’architettura e, nel contempo, adesione, riconoscenza di identità spirituale. Nello scorrere le opere di Eladio Dieste si rimane stupefatti per come, con molta umiltà, dichiara i suoi referenti a partire da Alessandro Antonelli fino a Pier Luigi Nervi, Riccardo Morandi, Paolo Soleri, Felix Candela, Sergio Musmeci, e così via. Credo che proprio questa umiltà sia stata il motivo di un così lungo silenzio sulle sue opere. Un’umiltà densa di sapere posta in una materia pervasa da un sentimento quasi mistico, insomma dei progetti che esaltano la povertà dei materiali e che, attraverso il numero e la grande sensibilità dell’autore, raggiungono i più alti livelli di edificazione. Mario Antonio Arnaboldi Eladio Dieste, Chiesa parrocchiale/ Parish Church, Atlàntida (Uruguay), 1955-60

Segnalazioni Giulio Carlo Argan Progetto e oggetto: scritti sul design A cura di Claudio Gamba Prefazione di Carlo Olmo Edizioni Medusa, Milano 2003, 224 pp Questa raccolta di scritti di Giulio Carlo Argan (Torino 1909-Roma 1992) sono centrati su ll’interrogativo di quali valori estetici sia portatrice la produzione industriale e se possa esserci un’arte per la società tecnologica come in passato c’è stata un’arte della società artigianale. Carlo Olmo nella Prefazione dice “emerge da questa antologia un’idea forte di umanesimo tecnico, di umanesimo ce accetta la sfida, anche intellettuale, che la tecnica propone, rifiutando il rifugio in irrazionalismi o in individualismi oggi tanto seducenti”.

Cambio di proprietà e di logo Da sempre identificato quale simbolo di Nord Bitumi, l’Orso si rivede italiano poiché la società, staccandosi dal gruppo statunitense Johns Manville, è attualmente diventata proprietà della italiana Nord. Tutto ciò semplificherà e procurerà sicuri vantaggi per autonomia gestionale e per facilità, velocità ed efficacia di risposta. L’operazione è estremamente stimolante e comporta un nuovo lancio aziendale in termini di capacità produttiva, commerciale e di partnership nei confronti di clientela e fornitori.

Qualche volta capita che personaggi di grande rilievo, che hanno operato nel mondo dell’architettura, vengano messi in soffitta da una critica architettonica corrente che ignora, troppo spesso, dei valori progettuali reali per recitare i propri credo. La critica al progetto è, in un mondo libero, prima di tutto informazione e divulgazione, ma non deve mai essere un indirizzo. Questo va detto perché noi architetti siamo animati di curiosità e di sapere sulla nuova ricerca del progetto. Alla Casa Editrice Electa va il merito di averci ricordato, in modo brillante ed elegante, l’opera dell’architetto uruguaiano Eladio Dieste, attraverso un volume di egregia fattura, con un commento sulle opere di questo Maestro fatto con estrema cura da parte di Mercedes Daguerre, con l’aggiunta di alcuni scritti di Mario Alberto Chiorino, dello stesso Eladio Dieste e di Graciela Silvestri. Eladio Dieste, scomparso ormai da tre anni, è stato ingegnere e architetto, è stato disegnatore e progettista, calcolatore e inventore di una tecnica costruttiva unica al mondo. La sua tecnica costruttiva è semplicissima, ha la pignatta del solaio, in altre parole il cotto del solaio, come decorazione al plafone lasciandola a vista. Comunemente il cotto della soletta è usato con la funzione di cassero a perdere, destinato a forgiare una sezione a T del calcestruzzo della soletta per ridurre peso e costi e sfruttare un momento di inerzia più idoneo. L’intento, quindi, è quello di passare da una soletta piena di calcestruzzo a forma rettangolare ad una sequenza di piccoli travetti di sezione alleggerita. Tipologia, questa, nata principalmente nei paesi poveri per ridurre i costi. È qui, infatti, che l’economia è alimentata da una continua creatività mentre la materia diventa sempre meno importante rispetto all’intelligenza che la organizza. L’innovazione costruttiva, poi, è proprio quella di lasciare a vista la base della pignatta in modo da formare un plafone interamente in cotto. Tutto questo fa apparire come una decorazione di mattone del plafone che, in effetti, nasce da un elemento portante qual’è il solaio. Eccezionale aspetto di

Nel cuore industriale di Torino La mostra-evento “Torino Incontra…. Piemonte Industria” organizzata dal Centro PATLIB, dalla Camera di commercio di Torino e dal Centro Congressi Torino Incontra, in collaborazione con Alisei Comunicazione, è stata organizzata da 4 dicembre 2003 al 29 gennaio 2004 presso il Centro Congressi Torino Incontra, come riferimento e sostegno alla pubblicazione del volume Piemonte Industria. Sono state presentate cinquanta immagini in bianco e nero che, realizzate da Niccolò Biddau,

hanno evidenziato aspetti inediti e stupefacenti di cose e oggetti che, appartenenti a situazioni industriali piemontesi, figurano sia come realtà presenti e sia in divenire. L’evento ha promosso un incontro speciale sui temi relativi lo sviluppo e la promozione dell’impresa piemontese, determinando vari incontri a tema, ai quali hanno partecipato importanti personalità rappresentative del mondo economico e istituzionale regionale.

Atlante delle forme insediative e delle infrastrutture Marsilio/Politecnico di Torino, 2002, ill. in b/n, 212 pp Manuale delle forme insediative e delle infrastrutture Marsilio/Politecnico di Torino, 2002, ill. in b/n, 316 pp I due volumi sono il risultato di un programma di ricerca universitario, coordinato dal professor Aimaro Oreglia Isola, che ha coinvolto dodici facoltà di architettura italiane e numerosi enti locali tra il 1999 e il 2002. Il Manuale e l’Atlante costituiscono un primo tentativo di legare insieme la ricerca universitaria e l’operatività sul territorio nell’ambito di una cultura abitativa e insediativi attenta ai valori dell’ambiente e del paesaggio.

Rossana Boscaglia e Valerio Terraroli Il Liberty a Milano Skira editore, Milano 2003, ill. a colori e b/n, 184 pp Volume dedicato al Liberty presente nella Milano fine Ottocento, in occasione del centenario della costruzione di palazzo Castiglioni. Il volume illustra e analizza il grande repertorio di opere ragguardevoli presenti in collezioni e istituzioni pubbliche e private, e segnala percorsi urbani che testimoniano con architetture, opere celebrative e monumentali e forti presenze suggestive anche in dettagli minori, la ricchezza del Liberty particolarmente sviluppatosi a Milano. Vengono evidenziate le varie espressioni del movimento attraverso dipinti, sculture, grafica, vetrate, ceramiche, arredi ferri battuti e disegni. Come centro di alta presenza e forte suggestione in riferimento alle opere scultoree esposte, spicca per importanza, quale spazio museale all’aperto, il Cimitero Monumentale della città.

Christian Enjolras Jean Prouvé: les maisons de Meudon 1949-1999 Editions de la Villette, Parigi 2003, 170 ill. in b/n, 224 pp Viene illustrato l’esperimento di produzione residenziale in serie portato avanti da Jean Prouvé a Meudon a partire dagli anni Cinquanta : quattordici case in cui il grande ingegnere francese mette alla prova un sistema di costruzione prefabbricata in serie. La monografia analizza tutto il processo delle diverse fasi di questa operazione.

Casa-New Motion A cura di Susanna Ferrini Rivista dei Dipartimenti di Architettura e Urbanistica di Pescara, 2003, 206 pp Il volume è una riflessione sulle nuove modalità dell’abitare che muovono da una dimensione privata a una più collettiva, integrandosi tipologicamente con gli spazi di lavoro e contribuendo alla forma stessa del paesaggio urbano e diffuso.

Anushka Ravishankar e Pulak Biswas Una tigre? Su un albero? Edizioni Mautizio Corraini, Mantova 2003, 48 ill. in serigrafia a colori, 48 pp Con questo libro, dal testo e dalla grafica fortemente integrati, la scrittrice indiana Anushka Ravishankar promuove pensieri e immagini di estrema raffinatezza, importanti per comunicare il valore dell’essenzialità al mondo dell’infanzia.

Etica ed estetica nello sviluppo immobiliare Urban Land Institute, Milano 2003, 92 pp Il libro, presentato in occasione dell’Italian Real Estate Summit, raccoglie le presentazioni dei relatori del seminario omonimo, tra cui spiccano quelle di Francesco Cesarini, Norman Foster, Gerald Hines, Guido Martinetti, Beatrice Trussardi e contiene una serie di contributi spontanei forniti dai partecipanti ai lavori del summit.

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Bruxelles

Centro per le Scienze Biomolecolari

Servizi Architettonici Invito a manifestare interesse per la prestazione di servizi architettonici, di ingegneria e di estimo per gli edifici occupati dalle delegazioni, dalle rappresentanze e dagli uffici della Commissione Europea in Paesi extracomunitari, nonché per le sue delegazioni nell’ambito di organizzazioni internazionali a Ginevra, New York, Vienna, Parigi e Roma/Invitation to express interest in the offer of architecture, engineering services and surveys of the buildings occupied by all delegations, from representative offices to Europe commissions in extracommunity countries, and also in its delegations within international organizations in Geneva, New York, Wien, Paris and Rome Scadenza/Deadline: 11/7

Concorso internazionale per la costruzione di un centro ricerche di biologia molecolare per la Karl Franzens Universität/International competition for the construction of research centre for molecular biology at the Karl Franzens Universität Scadenza/Deadline: 26/2 Per informazioni: Architekturbüro Kampits u. Gamerith KEG Johannes Plank Nibelungengasse 76 A-8010 Graz Tel. ++43 316 327589 Fax ++43 316 32758922 Internet: www.kampits.at E-mail: KFU03@kampits.at

Innsbruck ARGE-Alp-Preis 2004 Architettura Forme - Alpi - Progettare La manifestazione intende premiare coloro che si sono distinti per la realizzazione di opere di architettura contemporanea nell’area delle Alpi, caratterizzate da una particolare sensibilità nei confronti delle esigenze umane e del contesto diretto, nonché per un’elevata resistenza nel tempo/The event will prize those who have distinguished themselves in the construction of contemporary architectecture works in the area of the Alps Scadenza/Deadline: 12/3 Per informazioni: Arbeitsgemeinschaft Alpenlander Thomas Schanherr A-6020 Innsbruck Tel. ++43 (0)512 5082242 Fax ++43 (0)512 508-2245 Internet: www.argealp.org E-mail: t.schoenherr@tirol.gv.at

Klagenfurt Ristrutturazione e ampliamento di un complesso scolastico Concorso per il rinasamento generale e l’ampliamento del complesso scolastico di Feldkirchen/Compeititon for the renovation and extension of the Feldkirchen school complex Scadenza/Deadline: 1/3 Per informazioni: Immobilienmanagementgesellschaft des Bundes Landesdirektion Karnten Feldkirchner Strasse 4 A-9020 Klagenfurt Tel. ++43 463 57220 Fax ++43 463 512378 E-mail: imb.ktn@imb.co.at

Per informazioni: Commissione Europea, Direzione Generale RELEX - Relazioni esterne, Unità Amministrazione, Unità K.3, CHAR 08/186 Rue de la Loi/Wetstraat 200 B-1049 Bruxelles Tel. ++32 2 2957432 Fax ++32 2 2964280

Canada Winnipeg City Crossing, City of Winnipeg International Design Competition 2004 Concorso internazionale per il progetto di sviluppo del centro storico della città nella zona tra Portage Avenue e Main Street/International competition for the redevelopment of Portage Avenue and Main Street, the historic and commercial centre of the City Scadenza/Deadline: 31/3 Monte premi/Total prize money: 100.000 CAN$ Giuria/Jury: Robert N. Allsopp, Donald K. Carter, Thomas Fisher, Daniel Friedman Per informazioni: The City of Winnipeg Planning Property and Development Department-Planning and Land Use Division 15 - 30 Fort Street Winnipeg, Manitoba Canada R3C 4X5 Fax ++1 204 4880216 Internet: www.winnipeg-designcompetition.org

Linz Priz Ars Electronica Premio internazionale per opere d’arte elettronica. Sezioni: Digital Communities, Net Vision, Interactive Art, Computer Animation/Visual Effects, Digital Music, under 19 Freestyle Computing/International award for works of electronic art. Sections: Digital Communities, Net Vision, Interactive Art, Computer Animation/Visual Effects, Digital Music, under 19 Freestyle Computing

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Francia/France Villeneuvette Coeur d’Hérault Concorso internazionale per studenti per proposte progettuali per la redazione di un piano di sviluppo per il paese di Villeneuvette/International student competition for proposals for a project of redevelopment of the town of Villeneuvette

Scadenza/Deadline: 17/4

Scadenza/Deadline: 26/2

Per informazioni: La Manuf@cture des Paysages Maison de l’Horloge Grand Rue 34800 Villeneuvette

Per informazioni: The International Highrise Award c/o Ingo Schrader Spohrstrasse 33 D-60318 Frankfurt am Main Tel. ++49 69 1540950-0 Fax ++49 69 15409595 Internet: www.highrisefrankfurt.de/index2.html E-mail: highrise@schrader-architekt.de

Germania/Germany Berlin Hans Heinrich Müller Preis 2004 L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la riqualificazione della centrale elettrica di Berlin-Wilhelmsruh, edificio sottoposto a vincolo di tutela. Il programma prevede la riqualificazione urbanistica dell'area circostante e l’elaborazione di criteri di conservazione dell’edificio/The awarding authority will vollect project proposals for the redevelopment of the electrical plant of Berlin-Wilhelmsruh, a building under historical artistic bonds. The brief calls for the urban requalification of the surrounding area and the elaboration of preservation criteria fo the building Scadenza/Deadline: 1/3 Per informazioni: Laufwerk B Diedenhofer Str. 4 10405 Berlin Tel. ++49 030 44034050 Fax ++49 030 44034459 Internet: www.laufwerk-b.de E-mail: t.dame@laufwerk-b.de

Shrinking Cities - Reinventing the City La manifestazione intende sollecitare la ricerca in grado di qualificare il fenomeno di “ritrazione” delle città e di sviluppare di conseguenza un approccio alla progettazione urbanistica fondato sullo stesso fenomeno. Il concorso ha carattere pluridisciplinare e sperimentale. Territori oggetto di ricerca: Detroit (USA), Halle/Leipzig (D), Ivanovo (RUS) and Liverpool/ Manchester (GB)/Shrinking Cities is a project initiated by the Kulturstiftung des Bundes. Its objective is to identify innovative approaches capable of qualifying the urban transformations associated with the phenomena of shrinkage and to develop new ideas about the city based on the specific qualities of shrinkage itself. The competition is interdisciplinary and experimental in orientation. The territories of the competition comprise four urban regions: Detroit (USA), Halle/Leipzig (D), Ivanovo (RUS) and Liverpool/ Manchester (GB) Scadenza/Deadline: 15/4 Per informazioni: Schrumpfende Städte - Shrinking Cities Eisenacher Strasse 74 D-10823 Berlin Tel: ++49 30 818219-06 Fax ++49 30 818219-12 Internet: www.shrinkingcities.com E-mail: press@shrinkingcities.com

Frankfurt The International Highrise Award Premio per un edificio che si distingua per la sua estetica, per il design innovativo, per l’integrazione nel piano urbano, per la tecnologia e per l’efficienza economica. I progettisti possono proporre edifici di oltre 100 metri di altezza/The award is being bestowed for a building that stands out for its special aesthetics, pioneering design, integration into town planning, innovative technology and cost-effectiveness. Architects can submit competition entries for highrises that are over 100 meters in height

Leinfeldem Balthasar-Neumann Preis Premio biennale internazionale per edifici realizzati da non più di tre anni la cui qualità riveli un’eccezionale collaborazione tra diverse professionalità/International biennial prize for buildings (realized non more that three years ago) whose quality reveal excellent collaboration among variuos professionals Scadenza/Deadline: 20/2 Per informazioni: Db-Redaktion Ernst-Mey-Strasse 8 D-70771 Leinfelden-Echterdingen Fax ++49 711 7594221 E-mail: db@konradin-medien.de

Munchen ArchiCAD-Preis. Applicazioni innovative del vetro L’ente banditore intende premiare gli studenti che si sono distinti per composizioni progettuali caratterizzate da un utilizzo innovativo del vetro, realizzate attraverso il programma di disegno ArchiCAD/The awarding authority wants to prize students who have distinguished themselves for project compositions characterized by the innovative use of glass, realized through the design program ArchiCAD Scadenza/Deadline: 15/11 Per informazioni: Graphisoft Deutschland GmbH Lindwurmstr. 129e D-80337 München Tel. ++49 089 74643-0 Fax ++49 089 74643299 Internet: www.graphisoft.de/archicadpreis.de

Gran Bretagna/Great Britain Cambridge Landmark East Concorso internazionale di idee promossa dalla East of England Development Agency per un segnale territoriale che identifichi la regione. Il concorso è aperto ad artisti, scultori, ingegneri, architetti, studenti, consorzi/EEDA’s landmark east ideas competition is open to everyone from artists and sculptors to engineers, architects, business consortia, local authorities, local partnerships and students. It aims to generate ideas and designs for something special in the region – something the region can be proud of which will help create a sense of identity Scadenza/Deadline: 18/2 Giuria/Jury: Anthea Case, Tim Bishop, Helain Blumenfeld, Sir David King, Alex Lifschutz, Simon Loftus, Bill Macnaught, David Marlow, Yasmin Shariff Per informazioni: Riba Competition Office Tel. ++44 113 2341335 Fax ++44 113 2460744 Internet: www.landmarkeast.co.uk, www.eeda.org.uk E-mail: riba.competitions@mail.riba.org

AGENDA Crowthorne Robustness Concorso per studenti di Belgio, Germania, Irlanda, Olanda, Portogallo, Svezia, Turchia e Gran Bretagna per studi che indaghino utilizzi innovativi del cemento in architettura/International competition open to students of Belgium, Germany, Ireland, The Netherlands, Portugal, Sweden, Turkey and UK for studies investigating innovative utilization of concrete in architecture Scadenza/Deadline: 1/3 Monte premi/Total prize money: 6.000 Euro Giuria/Jury: Michael Speaks, Matthias Sauerbruch, Paul Robbrecht, Rob Nijsse, Selahattin Onür, Alan Stanton, Gonçalo Byrne, Gert Wingardh Per informazioni: The Concrete Centre Century House Telford Avenue Crowthorne, Berkshire RG45 6YS Tel. ++44 1344 725748 Internet: www.concretedesigncompetition.com E-mail: rtobutt@concretecentre.com, hkohne@enci.nl, mail@bureaubakker.com

Italia/Italy Albiano (Trento) Città Architettura e Porfido Il Premio ha la finalità di premiare progetti e nuove realizzazioni dove l’impiego del porfido del Trentino risulti significativo sul piano creativo, tecnologico e soprattutto innovativo in applicazioni che coinvolgono spazi urbani, nuovi complessi edilizi, restauri finalizzati alla conservazione, ripristino di opere esistenti, sistemazioni esterne e arredo urbano/Award for realizations and new uses of Porfido of Trentino in urban planning, restorations, restructuring etc. Scadenza/Deadline: 31/5 Per informazioni: E.S.PO. Ente Sviluppo Porfido Via S. Antonio 36 38041 Albiano (TN) Internet: www.xfaf.it E-mail: info@Xfaf.it

Asolo (Treviso) Art Film Festival Concorso per film sull’arte, biografie d’artista, videoarte, computer art realizzati dopo l’1/1/2002/ Competition for movies about art, artists’ biographies, video art, computer art realized after 171/2002 Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: Asolo Art Film Festival Foresto Vecchio 8 31011 Asolo /TV) Tel. ++39 0423 520455 Fax ++39 0423 951320 Internet: www.asolofilmfestival.it E-mail: info@asolofilmfestival.it

Casalgrande (Reggio Emilia) Grand Prix Ceramica Concorso internazionale di architettura che seleziona e premia quei professionisti che, attraverso la loro opera, meglio hanno saputo utilizzare e valorizzare le proprietà tecniche e le potenzialità espressive degli elementi in grès porcellanato Granitogres, Marmogres e Pietre Native

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International architecture competition selecting and prizing those professionals who, through their work, have better utilized and improved the technical properties and the expression potentials of elements in Granitogres, Marmogres and Pietre Native porcelain grès Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Ceramica Casalgrande-Padana Via Statale 467, 73 42013 Casalgrande (RE) Tel. ++39 0522 9901 (30 linee) Fax ++39 0522 996121/ Fax export ++39 0522 841630 Internet: www.casalgrandepadana.it/ grandprix_quarta.asp E-mail: giullari@casalgrandepadana.it

Como Serikos Fashion/Textile Design Award Concorso internazionale di idee per proposte progettuali per la realizzazione di tessuti per l’abbigliamento/International ideas competition for design proposals for the realization of new fashion textiles Scadenza/Deadline: 27/2 Per informazioni: Polo Regionale di Como del Politecnico di Milano Via Valleggio 11 22100 Como Internet: www.design.polimi.it E-mail: incomoda@polimi.it

Gioia Tauro (Reggio Calabria) Sistemazione della piazza Duomo Progettazione preliminare per la sistemazione della piazza Duomo e la realizzazione di un parcheggio interrato/Preliminary project for the rearrangement of Cathedral Square and tghe construction of an underground parking lot Scadenza/Deadline: 26/3 Per informazioni: Comune di Gioia Tauro Via Trento Gioia Tauro (RC) Tel. ++39 0966 5081 Fax ++39 0966 508271 E-mail: comune gioiatauro@libero.it

Giussano (Milano) Il gusto del bello e il piacere di abitare- Immaginazione - Fantasia - Intuito - Talento La Arflex International in collaborazione con la Rima Editrice bandisce un concorso per gli studenti dei corsi di Arredamento e di Progetto del Prodotto di Arredo del corrente anno accademico, delle Università di Napoli “Federico II”, della Seconda Università di Napoli e dell’Università di Bari dal tema: Progetti di arredi, attrezzature e complementi dei luoghi domestici destinati all’incontro, all’accoglienza, all’appartarsi Scadenza: 30/4 Giuria: Flavio Maestrini, Filippo Alison, Fausto Colombo, Claudio Gambardella, Roberto Perris Per informazioni: Arflex International Via Don Rinaldo Beretta 12 20034 Giussano (MI) Tel. ++39 0362 853043 Fax ++39 0362 853080

Jesi (Ancona) Casa di Riposo Concorso internazionale per il riutilizzo e il restauro del complesso edilizio e dell’area adiacente alla Casa di riposo Vittorio Emanuele II

International competition for the reuse and renovation of the Elderly House Vittorio Emanuele II and of the adjacent area Scadenza/Deadline: 28/2 Per informazioni: Rotari Club Jesi Fabrizio Illuminati Via Nazario Sauro 3 60035 Jesi (AN) Tel. ++39 0731 208330

Latiano (Brindisi) Sistemazione aree ex Cinema Tanzarella, Mercato coperto ed aree limitrofe Ai partecipanti si richiedono proposte progettuali per la sistemazione delle aree dell’ex Cinema Tanzarella, del Mercato coperto e aree limitrofe. Il concorso è bandito al fine di rendere disponibile, per la città di Latiano, la migliore soluzione urbanistica possibile per gli edifici dell'ex cinema Tanzarella, del Mercato coperto e per le aree circostanti, per garantire la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione di un intero comparto del paese, considerato elemento nodale nella città. Il concorso è, altresì, teso alla sensibilizzazione della pubblica opinione nei confronti dell’architettura in senso lato e della rilettura degli spazi urbani in senso più specifico/Participants are requested to provide project proposals for the rearrangement of the areas of the former Cinema Tanzarella, indooor Market and surrounding sites. The competition has been launched to provide, for the city of Latiano, the best possible urban solution for the buildings of the former Cinema Tanzarella, the indooor Market and surrounding sites and to grant the restructring and the re-functioning of an entire district, considered a nodal point of the city. The competition aims, also, to the sensibilization of public opinion toward architecture in general and urban spaces in particular Scadenza/Deadline: 17/3 Per informazioni: Comune di Latiano Via C. Battisti 4 Tel. ++39 0831 7217241/2 Fax ++39 0831 727328 E-mail: llppcomlat@libero.it

Napoli Idee città mare Concorso internazionale di idee per studenti per idee progettuali sul rapporto città, natura, mare, contesto per diverse aree di Napoli: Bagnoli, Posillipo, Mergellina/International ideas competition open to students for project concernine the relationship among city, nature, sea, context for various areas in Naples: Bagnoli, Posillipo, Mergellina Scadenza/Deadline: 23/2 Per informazioni: Concorso Idee città mare Editalia Via Orazio 22 80122 Napoli Internet: www.nauticsud.info/ideecittamare E-mail: info.concorso@nauticsud.info

Quart (Aosta) Riqualificazione di Villa Pesando (bando integrale) Riqualificazione e riuso di un'area e del fabbricato denominato Villa Pesando nel centro del Villair. Le proposte progettuali dovranno scaturire da una attenta analisi sulle

problematiche inerenti i costi di manutenzione e di gestione che dovranno essere contenuti al minimo; in particolare dovranno essere molto agevoli le operazioni di sgombero neve, cura del verde e degli elementi di arredo urbano/Requalification and re-use of the bulding called Villa Pesando in the center of Villair. Project proposals should come out of a serious analysis of problems inherent to maintenance and management costs whoch should be kept to a minimum, in detail it is important to take into consideration the clearing of snow, the care of the green areas and the elemnta of urban furnishing Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: Comune di Quart Via Roma 1 11020 Quart Tel. ++39 0165 761800 Fax ++39 0165 762628 Internet: www.comune.quart.ao.it E-mail: info@comune.quart.ao.it

Roma Concorso Arte Grafica “Ugo Betti” Concorso internazionale in due sezioni: Grafica Tradizionale e Grafica al Computer/International competition in two sections: Traditional Graphics and Computer Graphics Scadenza/Deadline: 30/4 Monte premi/Total prize money: 1.000 Euro Per informazioni: Centro Studi Ugo Betti Segreteria Concorso Grafica Via Cola di Rienzo 162 00192 Roma Tel. ++39 338 1619754 Internet: www.ugobetti.net E-mail: lmc@fastwebnet.it

Premi per tesi di laurea in Architettura/Legno e Architettura Due concorsi a premi da assegnare a progetti presentati in tesi di laurea relativi a: impiego innovativo del legno nell’architettura strutturale e decorativa; Arte e geometrie dei pavimenti in legno nella storia/Two competitions for degree thesis about: the innovative use of wood in structural and decorative architecture; art and geography of wood pavements in history Scadenza/Deadline: 31/7 Per informazioni: Rocco Sinisgalli Premio “Legno e architettura” Facoltà di Architettura Valle Giulia Via Gramsci 53 00197 Roma Tel. ++39 06 49919291/2 Fax ++39 06 49919290 E-mail: rocco.sinisgalli@uniroma1.it

Santa Maria Nuova (Ancona) Recupero e riqualificazione di piazza Magagnini e piazza Mazzini Il concorso ha per obiettivo la riqualificazione delle Piazze pubbliche, denominate Piazza Magagnini e Piazza Mazzini, ubicate all'interno del Centro storico del Comune di Santa Maria Nuova. L’ente si propone l’obiettivo principale di riqualificare con interventi architettonicamente integrati e coerenti, il centro storico del capoluogo, migliorando la funzionalità e fruibilità degli spazi, da progettare nell’ottica delle esigenze della vita contemporanea, tenendo conto che le due piazze principali debbono mantenere il valore di centro cittadino, di fulcro cioè delle attività sociali/politiche/economiche/religiose e culturali che si svolgono nel paese

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AGENDA Competition for the refurbishment of the public squares Maganini and Mazzini Scadenza/Deadline: 12/2 Per informazioni: Comune di Santa Maria Nuova Ref.: Donato Carbonari Tel. ++39 0731 249706 E-mail: tec.santamarianuova@provincia.ancona.it

Vicenza Premio internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura International Dedalo Minosse Award for Commissioning a Building Scadenza/Deadline: 27/2 Per informazioni: Assoarchitetti Via Leonardo da Vinci 14 36100 Vicenza Tel./fax ++39 0444 235476 Internet: www.assoarchitetti.it E-mail: dedalominossei@assoarchitetti.it

Norvegia/Norway

+ europaconcorsi

Per informazioni: ID Annual Design Review Lyn Menke 4700 East Galbraith Road Cincinnati OH 45236 Tel. ++1 513 5312690 Fax ++1 513 5310798 Internet: www.idonline.com E-mail: Idcompetitions@fwpubs.com

Columbus Architecture in Perspective Concorso aperto ai membri di ASAIAmerican Society of Architectural Illustration per rendering di alto standard internazionale/Competition open to ASAI- American Society of Architectural Illustration members for architecture renderings of high international standard Scadenza/Deadline: 5/12 Per informazioni: ASAI 5310 East Main Street, #104 Columbus, OH 43213 Tel. ++1 614-552-3729 Fax ++1 614-868-1177 Internet: www.asai.ws E-mail: hq@asai.ws

Hammerfest

Las Vegas

Arctic Culture Centre Concorso internazionale di idee e progetto per sviluppare l’area ex-Findus e costruire un Centro di Cultura Artica Open international idea and project competition to develop the town’s old Findus site and to build an Arctic Culture Centre Sccdenza/Deadline: 1/3

Vegas Sign Design Competition Concorso internazionale per il progetto di un segno innovativo di “Welcome to Las Vegas”/International design competition for an innovative sign of “Welcome to Las Vegas” Scadenza/Deadline: 15/3 Giuria/Jury: Rudy Crisostomo, Dan Edwards, Sandra Harris, Terry Jicinsky, Vicki Richardson, Victor Rodriguez, Jerry Misko, Helga M.Watkins

Per informazioni: Husbanken Avd. Hammersfest P.O.Box 480 N-9615 Hammersfest Tel. ++47 78 427400 Fax ++47 78 427410 Internet: www.arkitektur.no, ww.husbanken.no E-mail: karin.mauno.johansen@husbanken.no

Per informazioni: Desert Space Foundation Joshua Abbey 3902 Chinchilla Avenue Las Vegas, Nevada 89121 Tel. ++1 702 8980511 Fax ++1 702 8988792 Internet: www.desertspace.org E-mail: Jabbey@DesertSpace.org

Tema del concorso “Confort e funzionalità a casa”, dedicato alla progettazione con i tecnopolimeri Theme of the competition: “Comfort and functionality at home” dedicated to projects made with tecnopolimery Scadenza/Deadline: 31/3 Consegna/Submission: 31/5 Monte premi/Total prize money: 10,000 Euro

c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2/2006

Per informazioni: Dupont Internet: www.dupont-imagineering.com Fax ++39 02 27300558 Chiara Pellegrini E-mail: chiara.pellegrini@dupont.com

Per informazioni: Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com

Creative Spaces Concorso per studenti delle scuole elementari di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, con la partecipazione di architetti professionisti per l’analisi dell’ambiente costruito della propria scuola e nuove proposte/Competition open the secondary school pupils (linked to local professional architects) in England, Scotland, Wales and orthern Ireland to analyse their school’s built environment and come up with a design for improvement Scadenza/Deadline: 2/4 Primo premio/First prize: 50,000 £ Per informazioni: New Construction Week magazine Tel. 0800 0858467 Internet: www.ncw.org.uk E-mail: info@ncw.org.uk

Affidamenti

Per i bandi completi www.europaconcorsi.com

Italia/Italy Svizzera/Switzerland Lucerna Schindler Award Concorso teso a sollecitare a una maggiore sensibilità nei confronti dei diversamente abili. Tema progettuale: sistemazione del Parvis de Saint Gilles e del Carré de l’Ancien Hotel des Monnaise nel distretto 19 di Bruxelles Competitions aimed to promote a new sensibility towards the disabled people. The theme is the requalification of Parvis de Saint Gilles and Carré de l’Ancien Hotel des Monnaise in Brusselles Scadenza/Deadline: 30/6 Per informazioni: Schindler Management Corporate Communications Zugerstrasse 13 CH-6031 Ebikon/Luzern Internet: www.schindleraward.com

White Salmon The Leading Edge Student design competition Concorso per studenti per il rogetto di un edificio amministrativo e di un asilo per la comunità di Palm Desert, California/Student competition for the design of an administration Building and a Child Care Center for the community of Palm Desert, California Iscrizione/Registration: 2/4 Consegna/Submissoin: 11/6 Per informazioni: Maggie Johnson 2003-2004 Leading Edge Student Design Competition P.O.Box 653 (USPS) 142 E. Jewett Blvd. White Salmon, Washington 98672 Tel. ++1 509 4934468 x10 Fax ++1 509 4934078 Internet: www.leadingedgecompetition.org E-mail: mjohnson@newbuildings.org

Web USA Cincinnati I.D. Interactive Media Design Review Competition Concorso internazionale di design per prodotti innovativi introdotti nel mercato durante il 2003 International design competition for original products introduced anywhere in 2003 Scadenza/Deadline: 16/2

104 l’ARCA 189

Capire un tubo Concorso nazionale di design per progetti con tubi metallici Scadenza: 1/3 Monte premi: 3.000 Euro Giuria: Alberto Bassi, Alessandro Besana, Manuela Cifarelli, Antonio Macchi Cassia, Alberto Meda Per informazioni: Internet: www.design-italia.it

Concorso di industrial design 200304 DuPont Imagineering Awards

Cagliari Progetto di Piano Stralcio delle fasce Fluviali Predisposizione del complesso di studi, indagini, elaborazioni attinenti all’ingegneria integrata, al fine della redazione dello studio denominato Progetto di Piano Stralcio delle fasce Fluviali nel rispetto delle indicazioni della legge n. 183/1989 e smi. Quantitativo o entità totale: Importo a base di gara 851 000,00 Euro comprensivo di ogni onere IVA esclusa Scadenza: 5/4 Per informazioni: Regione Autonoma della Sardegna Servizio responsabile: Assessorato dei Lavori Pubblici, Servizio Contenzioso, Consulenze Giuridiche, Studi e Proposte Viale Trento 69 09100 Cagliari Tel. 070 6062345, 070 60620 Fax 070 6062031 Internet: www.regione.sardegna.it/llpp/ bandindx.htm

Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica;

Messina Svincoli di Capo d’Orlando e Manforte S. Giorgio Aggiornamento della progettazione preliminare, esecuzione della progettazione definitiva ed esecutiva, degli studi geologici e geotecnici, della esecuzione delle indagini geotecniche e prove di laboratorio, dei rilievi topografici, dello studio di impatto ambientale, del coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione, della redazione dei piani parcellari e registro delle ditte da espropriare, con riserva di affidamento della direzione e contabilità lavori e del coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione, dei lavori di costruzione degli svincoli di Capo d’Orlando e Manforte S. Giorgio ricadenti nell’Autostrada A 20 e di Al“ Terme ricadente nell’A 18. Importo presunto dei lavori: 19.408.207,43 Euro Scadenza: 17/2

AGENDA Scadenza: 29/4/2005

Scadenza: 11/4/2005

Per informazioni: Agenzia Umbria Ricerche Via M.Angeloni, 78 06124 Perugia Tel. 075 5045805

Per informazioni: Commissione Europea, Direzione generale Centro comune di ricerca Sede di Ispra, Istituto per la protezione e la sicurezza dei cittadini, unità Supporto di gestione Att: F. Graham 21020 Ispra (VA) Tel. 0332 789154 Fax 0332 786243

Elenco professionisti Il presente bando intende istituire un Elenco di Soggetti Esperti, Long List, per la fornitura di servizi consulenziali pre e post costituzione di imprese ai destinatari delle Misure previste dalla Sovvenzione Globale. Settori per i quali si richiedono prestazioni di consulenza: Engeenering, Progettazione, Pianificazione e controllo, Produzione e tecnologia, Organizzazione delle risorse umane, Marketing e pubblicità, Sistemi informatici, Ambiente e territorio, Sicurezza, Certificazione qualità, Welfare Scadenza: 30/6 Per informazioni: Consorzio Novaumbria Via Don Bosco 11 06121 Perugia Internet: www.regione.umbria.it

San Donato Milanese (Milano) Sistema di qualificazione: Servizi di progettazione di condutture Obiettivo del sistema di qualificazione; descrizione dei lavori, delle forniture o dei servizi: Creazioni di elenchi di società per contratti di appalto relativi alla progettazione di dettaglio di gasdotti destinati al trasporto ad alta pressione di gas naturale Scadenza: 28/2

Per informazioni: Consorzio Autostrade Siciliane Contrada Scoppo 98100 Messina Tel. 090 37111 Fax 090 41869

Per informazioni: Snam Rete Gas SpA, Servizio responsabile: Assicurazione Qualità e Automezzi Piazza Santa Barbara 7 20097 San Donato Milanese (MI) Tel. 02 52038556 Fax 02 52038570 Internet: www.snamretegas.it E-mail: franco.marini@snamretegas.it

Palermo

Treviso

Bonifica e risagomatura delle fasce di sicurezza delle piste di volo Servizi tecnici relativi alla progettazione definitiva ed esecutiva, direzione dei lavori, assistenza continuativa, misura e contabilità, liquidazione ed assistenza al collaudo e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e in fase di esecuzione per gli interventi di bonifica e risagomatura delle fasce di sicurezza delle piste di volo (STRIPS) RWY 07-25, RWY 0220 e relative taxiways, da eseguirsi nell’Aeroporto di Palermo. Importo a base di gara: 610 912,70 EUR Scadenza: 18/2

Riqualificazione di 4 tipologie di aree L'ente intende promuovere interventi di riqualificazione di aree del territorio provinciale pregiudicate sotto il profilo ambientale. Gli interventi ammissibili al finanziamento sono i seguenti: a) Riqualificazione aree degradate; b) Ripristino siepi e boschi; c) Riqualificazione ambiti fluviali e/o lacustri; d) Itinerari culturali ed ambientali; valorizzazione culturale dell'ambiente. Le risorse disponibili ammontano complessivamente a 300.000 Euro Scadenza: 31/3

Per informazioni: GESAP SpA, Servizio Ufficio Protocollo Aeroporto Internazionale di Palermo Falcone e Borsellino Punta Raisi 90045 Punta Raisi - Cinisi (PA) Tel. 091 7020312 Fax 091 7020462 Internet: www.gesap.it E-mail: ufficioacquisti1@gesap.it

Perugia Elenco professionisti L’Aur istituirà una Banca dati di tipo aperto per consulenti e collaboratori (persone fisiche) all’interno della quale individuare i soggetti ai quali conferire, in relazione al manifestarsi di specifiche necessità, incarichi di consulenza e collaborazione in varie forme contrattuali

+ europaconcorsi

Per informazioni: Provincia di Treviso Settore Gestione del Territorio Via Manin 73 31100 Treviso Tel. 0422 656783 (Sig.ra Casarin) Fax 0422/582499 Internet: www.provincia.treviso.it E-mail: ecologia@provincia.treviso.it

Varese Elenco di professionisti e società: mappatura su ampia scala del registro fondiario (catasto). Ispra Formazione di un elenco di professionisti e società per: Studi intesi a valutare la messa in opera di programmi di mappatura su ampia scala e programmi del registro fondiario (catasto) nell’Unione Europea e nei Paesi candidati

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

Per informazioni: Comune di Gallarate Sara Magnoli Tel. ++39 0331 754444 E-mail: stampa@comune.gallarate.it

Milano Politecnico/Dip. Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “G.Natta” Applicazione di tecnologie softcomputing (fuzzy logic, algoritmi genetici, reti neurali) all’ingegneria e alla modellazione di fenomeni complessi Corso di specializzazione/Master course 23/2-25/2 Per informazioni: Pieralbino Colombo Tel. ++39 035 622421154 Fax ++39 035 62242110 Internet: www.formperm.polimi.it E-mail: pa.colombo@depquest.net

Italia/Italy Como Fondazione Ratti L’Europa e gli altri Forum internazionale per le arti visive/International forum for visual arts 28/2

Montichiari (Brescia) Garda Hotel High Tech DieCasting Conferenza sulla Pressocolata ad Alta Tecnologia 2004/Conference on HighTech Diecasting 21/4-22/4

Per informazioni: Fondazione Ratti Lungo Lario Trento 9 Como Tel. ++39 031 233211 Fax ++39 031 233249 E-mail: fondazioneratti@libero.it

Per informazioni: Staff Service Via Cefalonia 70 25124 Brescia Tel. ++39 030 226425 Fax ++39 030 226426 Internet: www.metef.com E-mail: info@metef.com

Gallarate (Varese)

Roma

Civica Galleria d’Arte Arte tra le righe (ciclo di conferenze) Elena Pontiggia: De Chirico, Sironi, Martini-L’opera e il pensiero 20/2 Francesco Tedeschi: La Scuola di New York negli scritti dei protagonisti 27/2 Emma Zanella: Dai diari di Rouault 5/3 Luciano Caramel: Medardo Rosso 12/3 Giorgio Zanchetti: Pensieri di Lucio Fontana 19/3 Enrico Crispolti: Guttuso Interlocutore 26/3 Lezioni introduttive Arte Contemporanea Liliana Bianchi: Il Cubismo 4/2 Giulia Formenti: Il Futurismo 11/2 Alessandra Bertolé Viale: L’Astrattismo Lirico 18/2 Chiara Foletto: Dada, Surrealismo, Metafisica 3/3 Alessandra Bertolé Viale: Gli Anni ’50 in America, Espressionismo Astratto, Action Painting, Color Field 10/3 Vittoria Broggini: Gli Anni ’50 in Europa, Informale, Spazialismo 17/3 Alessandra Bertolé Viale: Gli Anni ’60- Il ritorno all’oggetto New Dada, Pop Art, Nouveau realisme, Arte Povera 24/3 Vittoria Broggini: Il Concettuale; la materializzazione dell’opera d’arte 31/3

Casa dell’Architettura-Acquario Roman Materia e architettura Intervengono/Speaker: Bruce S.Fowle, Luigi Prestinenza Puglisi, Piero Sartogo, Amedeo Schiattarella, David Venables 5/2 Per informazioni: Segreteria del convegno Tel./fax ++39 0532 211977 Internet: www.ahec-europe.org, www.sustainablehardwoods.info E-mail: camsegre@tin.it

Progettare per tutti senza barriere Corso di specializzazione/Master course Marzo/Maggio-March/May Iscrizione/Registration: 5/3 Per informazioni: Daniela Fanni Progettare per tutti Internet: www.progettarepertutti.org E-mail: info@progettarepertutti.org

Savona Palazzo della Sibilla/Complesso di Priamar Giulio II: Principe della Chiesa, politico e mecenate 25/3-27/3 Per informazioni: Segreteria per le Celebrazioni del Cinquecentenario di Giulio II Via Ambrogio Aonzo 9 17100 Savona Tel./fax ++39 019 808069 E-mail: segreteria@giuliosecondo.it

Malesia/Malaysia Langkawi Beriaya Beach & Spa Resort International Conference on Construction Information Technology 18/2-21/2 Per informazioni: CIDB Internet: www.cidb.gov.my/incite2004

Spagna/Spain Castellón Camara de Comercio Qualicer 04 Congresso mondiale sulla qualità della ceramica/World congress on ceramic tile quality 7/3-10/3 Per informazioni: Segreteria del Congresso Camara Oficial de Commercio, Industria y Navegación Avenida Hermanos Bou 79 12003 Castellón Tel. ++34 964 356500 Fax ++34 964 356510 Internet: www.qualicer.org E-mail: qualicer@camaracs.es

Madrid Círculo de Bellas Artes First International Conference on Fractal Foundations for 21st Century Architecture and Environmental Design 25/3-27/3 Per informazioni: FFRACTARQ 2004 Susana López Arteta Technical Secretary of the Conference Tel. ++34 915 013114 Internet: www.inphiniart.com/ffractarq/home.htm E-mail: ffractarq@inphiniart.com

Turchia/Turkey Gazima_usa/North Cyprus Eastern Mediterranean University Medi-Triology: time to speak Simposio internazionale International Symposium 12/4-16/4 Per informazioni: Tel. ++90 392 63027017/6302588/6302041 Fax ++90 392 3650918 Internet: www.emu.edu.tr/medi3ology E-mail: medi3ology@emu.edu.tr

USA Baltimora Inner Harbor Design-Build for Transportation Conference 21/4-23/4 Per informazioni: Design-Build Institute of America Patrick Wilson 1010 Massachusetts Avenue, NW, Third Floor Washington, DC 20001-5402 Tel. ++1 202 6820110 Fax ++1 202 6825877 Internet: www.dbia.org E-mail: dbia@dbia.org Tel. ++1 202 4547535 E-mail: pwilson@dbia.org

Berkeley-Oakland Ecological Design: The Unstoppable Wave Conferenza interdisciplinare globale sulle prossime tendenze in architettura Global interdisciplinary Conference on the Next Great Wave in Architecture 5/8-8/8 Per informazioni: San Francisco Institute of Architecture Merritt College Environmental Studies Program P.O.Box 2590 Alameda, CA 94051 Fax ++1 510 8485400 Internet: www.sfia.net E-mail: sfia@aol.com

189 l’ARCA 105


AGENDA Cambridge Harvard Graduate School of Design/Gund Hall Piper Auditorium Peter Eisenman/lecture 3/3 Raphael Moneo (lecture) 4/3

+ europaconcorsi

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

McCormick Place AIA National Convention and Design Exposition 2004 10/6-12/6 Per informazioni: The AIA 2004 Internet: www.aia.org

Colorado Springs Doubletree Hotel International Conference on Environmental Systems 19/7-22/7 Per informazioni: Society of Automotive Engineers Internet: www.sae.org

Houston South Shore Harbor Resort & Conference Center Earth and Space 2004 Nona conferenza biennale internazionale su ingegneria, costruzione e gestione in ambienti estremi/Ninth biennial international conference on engineering, construction and operations in challenging environments 7/3-10/3 Per informazioni: ASCE Internet: www.asce.org

San Diego Sheraton San Diego Hotel and Marina Design-Build in Water/Wastewater Conference 4/2-6/2 Per informazioni: Design-Build Institute of America 1010 Massachusetts Avenue, NW, Third Floor Washington, DC 20001-5402 Tel. ++1 202 6820110 Fax ++1 202 6825877 Internet: www.dbia.org E-mail: dbia@dbia.org

Sarasota City Hall The Healthy Community & the Built Environment 15/3-19/3 Per informazioni: Suzanne H.Crowhurst Lennard Program Committee Chair IMCL Conferences PO Box 7586 Carmel, CA 93921 Fax ++1 831 6245126 Internet: www.livablecities.org E-mail: Suzanne.Lennard@livablecities.org

Fort Saint-Jean Parlez-moi d’Alger: Marseille/Alger au miroir des mémoires 9/11/2003-15/3

Orléans

Per informazioni: Harvard Graduate Scholl of Design Internet: www.gsd.harvard.edu

Chicago

Marseille

Austria

Frac Centre Archilab 2004 2/10-2/12

Vienna

Paris

Ringturm Slovak Architecture: Impulses and Reflection 30/10/2003-29/2

Centre Pompidou Non-Standard-Architectures Fino al/through 1/3

Belgio/Belgium Anversa De Singel B-Architekten 12/2-4/4 Abalos & Herreros 30/4-20/6

Bruxelles Fondation pour l’architecture Henry Lacoste architecte: un imaginaire Art Déco 5/11/2003-21/3

Ghent Design Museum 100th Anniversary of the Museum 15/12/2003-29/2

IFA Perret et la poétique du béton 30/1-2/5 Pavillon de l’Arsenal Paris, visite guidée: la ville, histoires et actualité Fino al/through 31/12 Palais de la Porte Dorée Perret. La poétique du béton 30/1-18/4 VIA Desing d’elles 10/1-21/3 Design from Island 2/4-29/5 VIA Labels 11/6-27/6 Design and Sport 3/9-26/12

Germania/Germany Berlin

Canada Montreal CCA John Veltri 11/12/2003-22/2 Out of the Box: Price Rossi Stirling + Matta-Clark 23/10/2003-6/9

Aedes West Parformative Materialism. Klaus Stattmann, the nex ENTERprise, Wolfgang Tschapeller/Wien 30/1-14/3 Aedes East MADA s.p.a.m., Shanghai 6/2-17/3

Milano Triennale Civiltà dell’abitare. L’evoluzione degli interni domestici in Europa Fino al/through 6/12 La città infinita - Ipermodernità spaesamenti del vivere e del produrre in Lombardia 12/1-7/3 Premio Mies van der Rohe 13/1-22/2 Disegnare nella città Architettura in Portogallo 20/1-28/2

Padova Palazzo della Ragione Mario Botta: Luce e gravità 12/12/2003-15/2

Australia

Amsterdam

Dayton

Canberra

SeARCH Kunst To Find a Home 14/12/2003-2/4

Art Institute Eye on Architecture Fino al/through 2/4

National Gallery French Paintings from the Musée Fabre, Montpellier 8/11/2003-15/2

Gendringen

Los Angeles

Hutten former industrial complex Archipuncturale 2004 4/6-29/8

Pacific Design Center Moca at PDC 2/2-3/5

Rotterdam

Memphis

NAI Twelve Buildings by Neutelings Architects 28/11/2003-29/2 Start: The Rem Koolhaas/OMA Collection 14/2-23/5 Content: Rem Koolhaas and OMA-AMO. Buildings, Projects and Concepts since 1996 27/3-29/8

Brooks Museum of Art US Design 1975-2000 Fino al/through 29/2

Repubblica Ceca/ Czech Republic Praga Trade Fair Palace Design Show 22/4-30/5

Spagna/Spain

New York Cooper-Hewitt Design Museum Shock of the Old: Christopher Dresser 5/3-25/7 The Metropolitan Museum of Modern Art Significant Objects from the Modern Design Collection Fino al/through 25/4 MoMA Queens Tall Buildings 16/7-27/9 Arthur Ross Gallery-Columbia University Jean Prouvé: The Nomadic Structures 12/9/2003-23/4

Austria Innsbruck Fair Art Innsbruck 27/2-1/3

Linz Ars Electronica Center Ars Electronica 2004 2/9-7/9

Vienna Kunstforum Roy Lichtenstein 11/12/2003-7/3 Kunsthalle Saint Sebastain Fino al/through 15/2 Go Johnny Go Fino al/through 7/3 MAK Yearning for Beauty: 100th Anniversary of the Wiener Werkstätte 10/12/2003-7/3

San Francisco

Montreal

Vitra Design Museum Marcel Breuer – Design and Architecture 13/9/2003-25/4

MAXXI Mobilitaly 2/12/2003-8/2

Vallée de la lon Lausanne Jardins 2004 19/6-17/10

SFMoMA Fantasy and Function: The Furniture of John Dickinson 26/6/2003-7/3

Chiostro del Bramante Gaudì e il Modernismo Catalano Fino al/through 29/2

Zurigo

Museum of Fine Arts James Wilson Morrice and His Approach to the European Landscape 23/10/2003-29/2 Global Village: The 60s Fino al/through 7/3 Tanagra, a small world in clay 5/2-9/5 Marc Séguin 19/2-23/5

Gran Bretagna/Great Britain London

Valdagno (Vicenza) Galleria Civica Villa Valle Renata Bonfanti: le manie il design 24/1-29/2

Bordeaux

Per informazioni: Biomicry Internet: www.biomicry.org

Arc en rêve Cecil Blamond-Informal 30/1-25/4

The Royal Academy Illuminating the Renaissance 28/11/2003-22/2

106 l’ARCA 189

Italia/Italy

Venezia Giardini di Castello/Arsenale 9. Mostra Intrenazionale di Architettura della Biennale di Venezia 5/9-7/11

Svizzera/Switzerland

Federal Institute of Technology Concours Lausanne Jardins 1997-2000 15/1-11/3 SchulhausbauDer Stand der Dinge 29/6-11/7

USA Buffalo Albright-Knox Art Gallery Architecture into Form 19/10/2003-14/3

Museum of the City Glass and Glamour: Steuben’s Modern Moment 1930-1960 Fino al/through 25/4

Philadelphia ICA Smart Wrap 24/1-4/4

Washington National Building Museum Up, Down, Across: Elevators, Escalators, and Moving Sidewalks 12/9/2003-18/4 Installation in Masonry 18/10/2003-4/4 DC Builds: The Anacostia Waterfront 17/1-23/5 Affordable Housing: Designing an American Asset 29/1-5/7 Envisioning Architecture: Drawings form the Museum of Modern Art 20/3-27/6

Annecy

Blois

Roma

Maho Bay Camps Biomicry & Architetcure 16/2-20/2

Francia/France

Cube Design Berlin! New Projects for a Changing City 12/12/2003-22/2

ArchiTech Gallery The World of Henry Glass – Mid-Century Modernist 9/1-10/4

Olanda/Holland

Francia/France

Palais de l’Ile Philippe Durand : Savoie Eternelle Fino al/through 15/3

Weil am Rhein

Design Museum The Smithsons- House of tomorrow to a house for today 6/12/2003-29/2 Thomas Heatherwick-Conran Foundation Collection 17/1-21/3 Archigram 3/4-4/7

St.John Virgin Islands

Manchester

Art Institute Aerospace Design: The Art of Engineering from NASA’s Aeronautical Research 2/8–8/2

Losanna

Copenhagen

Arken Museum for Moderne Kunst Oscar Niemeyer Fino al/through 1/4

Museum of London/London Wall 1920s: The decade that changed London Fino al/through 18/7

Basilica Palladiana Alberto Campo Baeza 30/1-2/5 Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura 14/5-11/7

Mostre d’arte Art Exhibitions

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci Verso un nuovo Centro. Dalla storia alla progettazione di un museo futuro-Proposta di Bando per un concorso di architettura Fino al/through 22/2

DAM Leicht Weit light structures, Jeorg Schlaich Rudolf Bergermann 2/11/2003-15/2 The New Premises of the European Central Bank 21/2-14/3

Danish Design Center Alessi Towers 12/11/2003-12/4

Victoria and Albert Museum Brilliant 12/2-25/4

Chicago

Museo de Bellas Artes The City that Never Was: Fantastic architectures in Western art 24/2-30/5

National Trade Centre-Exhibition Place Interior Design Show 12/2-15/2

Danimarca/Denmark

Institute of Contemporary Arts Foreign Office Architects: Breeding Architecture 29/11/2003-29/2

Vicenza

Bilbao

Toronto

Architecture Centre Gallery Sustainability 9/1-20/2

RIBA/Florence Gallery Emerging Architecture Fino al/through 2/3

+ europaconcorsi

Prato

Frankfurt am Main

Vancouver

British Craft Council Collect 20/2-23/2

AGENDA

Belgio/Belgium Bruxelles Artiscope Enrico T.De Paris 20/11/2003-13/2

Château Marie de Médicis-Un gouvernement par les arts 29/11/2003-28/3

Carquefou Frac Christelle Familiari-Attraction 27/11/2003-15/2

Dijon Musée des Beaux Arts Rembrant et son école 24/11/2003-8/3

Les Sables d’Olonne Musée de l’Abbaye Sainte-Croux Gina Pane 27/2-18/4

Lille Musée d’art moderne Lille Métropole Robert Filliou, génie sans talent 6/12/2003-28/3 Centre Euralille Le cinémas du futur : nouvelles technologies Fino al/through 22/2

Marseilles Musée des Civilisations de l’Europe et de la Mediterranée Parlez-moi d’Alger: Alger-Marseilles, sept siècles de magnétisme 7/11/2003-15/3

Mayenne Chapelle des Calvairiennes-Le Kiosque Nature-Peinture 6/3-9/4

Nice Canada

Danimarca/Denmark Humlebaek Louisiana Musuem Kingdoms of the Sun: Pre-Columbian Art from the Wessel Bagge Collection 12/11/2003-22/2

Musée de Paleonthologie Humaine Les femmes préhistoriques: Eves et rêves, le retour Fino al/through 24/2

Paris Centre Pompidou L’invention du Monde 22/10/2003-8/3 Sophie Calle. M’as-tu vue Fino a/through 15/3 Louvre Porphyre Fino al/through 16/2 Jeu de Paume L’Oeil de Simenon 23/12/2003-22/2 Nam June Paik-Kim Tschang Yeul 22/12/2003-22/2 Musée d’Orsay Les origines de l’abstraction 3/11/2003-23/2

189 l’ARCA 107


AGENDA Fondation Cartier Kelvin 40, un projet de Marc Newson 24/1-2/5 J0aime Cheri Samba 24/1-2/5 Musée du Luxembourg Botticelli, da Lorenzo il Magnifico e Savonarola 1/10/2003-22/2 Centre National de la Photographie Philip-Lorca di Corcia 14/1-22/3 Hugues Reip 14/1-16/2 Omer Fast 25/2-22/3 Orlan 7/4-28/6 Musée Carnavalet Photographies Marc Riboud 1992-2002 10/12/2003-7/3 Shanghai 1920-1950 10/12/2003-7/3 Musée Maillol Botero: peintures et œuvres sur papier Fino al/through 15/3 Mairie du VII° Nicole Auxenfants 18/3-24/3 Musée Jacquemart André Nicolas de Largillierre Peintre du Grand Siècle 14/11-2003-22/2 Le Triage Sur le front 9/12/2003-29/2 Musée des arts asiatiques-Guimet Confucius-A l’aube de l’humanisme chinois Fino al/through 29/2 MK2 Bibliothèque Pingyao à Paris 6/2-28/3 Site Odéon Carlo Benvenuto Fino al/through 21/2 Cinema Balzac Festival Signes de Nuit Videofestial 27/3

Pau Musée du château Eugène Devéria, peintre d’histoire 28/11/2003-1/3

Pontmain Centre d’art Sacré Contemporain Œuvres de la Collection du Frac des Pays de la Loire 28/1-7/3

Sablé-sur-Sarthe Centro Culturel Joël Le Theule Le Frac est à vous 9/1-28/2

Saint-Jean-de-Monts Palais des Congrès et des expositions Trace, Empreinte, Matérialité 7/2-28/3

Sceaux Galerie du Petit Château Pensées sauvages Fino al/through 27/4

108 l’ARCA 189

+ europaconcorsi

Sèvres Musée de Céramique La faïence en Europe au XVII sièle 19/11/2003-16/2

Toulon Hôtel des Arts Piero Pizzi Canella 31/1-21/3

Germania/Germany Amburgo Deichtorhallen Corpus Christi. Christus Darstellungen aus drei Jahrhunderten Photographie 20/12/2003-12/4

Berlino Neue Nationalgalerie Das MoMA in Berlin 20/2-19/9

Bonn Kunst-und austellungshalle der BRD Georg Baselitz 2/4-11/7

Frankfurt Schirn Kunsthalle Jonathan Meese – D.No’s Diamond Plantation 16/1-12/4 Julian Schnabel: Paintings 1978-2003 29/1-25/4

Pre-Raphelite Vision: Truth to Nature 12/2-3/5 In-A-Gadda-Da-Vida 3/3-31/5 Tate Modern The Unilever Series: Olafur Eliasson 16/10/2003-21/3 Constantin Brancusi 29/1-23/5 Donald Judd 5/2-25/4 National Gallery Thomas Jones in Italy 12/11/2003-15/2 Victoria and Albert Museum Ossie Clark Fino al/through 2/5 Royal Academy of Arts Giorgio Armani: A Retrospective Fino al/through 15/2 Estorick Collection Blasting the Future! Vorticism in Britain 1910-20 4/2-18/4

Portsmouth Aspex Gallery Emergency 24/1-13/3

St.Yves Tate Piers Arts Centre Collection 8/2-9/5 Karl Weschke 7/2-9/5 Gerard Quinn 7/2-9/5

Monaco Pinakothek der Moderne Siemens Photographic Collection Fino al/through 7/3

Giappone/Japan Tokyo ICC Future Cinema-The Cinematic Imaginary after Flm Fino al/through 24/2 Traces as Media Fino al/through 21/3

Bergamo

Ferrara

Museo Adriano Bernareggi Fra’ Galgario sconosciuto: otto dipinti mai visti Fino al/through 15/2

Palazzo dei Diamanti Rauschenberg 29/2-6/6

Bologna Galleria d’arte moderna Dino Pedriali: Nudi e ritratti, fotografie 1974-2003 22/1-14/3 Il nudo fra ideale e realtàUna storia dal Neoclassicismo a oggi 22/1-9/5 Museo Morandi Karl Prantl, sculture dal 1957 al 2002 24/1-24/3 Antonio Calderara, dipinti dal 1906 al 1971 24/1-24/3 Pinacoteca Nazionale Sironi, la grande decorazione Fino al/through 28/2 Museo Civico Medievale La cattedrale scolpita: il Romanico a San Pietro a Bologna Fino al/through 12/4

Bondeno (Ferrara) Pinacoteca Civica Le retoriche dell’Eros 16/11/2003-15/2

Brescia Palazzo Martinengo Testori a Brescia: da Ceruti a Foppa Fino al/through 14/3

Busto Arsizio (Varese) Italia/Italy Ancona

Fondazione Bandera per l’Arte Il “Progetto Libro” 18/10/2003-30/5

Mole Vanvitelliana Picasso in bianco e nero 4/12/2003-28/3

Caraglio (Cuneo)

Aosta Museo Archeologico Art Déco in Italia 5/12/2003-13/4

AGENDA

Il Filatoio Confini: Mark Dion, Guillaume Paris, Trevor Gould, Vedovamezzei 16/11/2003-28/3

Cittadella (Padova)

Firenze Biblioteca Nazionale Centrale Figurare la parola: editoria e avanguardia artistica del ‘900 nel Fondo Bertini 17/10/2003-31/3 Palazzo Strozzi Perù. 3000 anni di capolavori Fino al/through 22/2 Renato Ranaldi Fino al/through 22/2 Forte Belvedere Costantino Nivola 13/12/2003-15/2 Palazzo Medici Riccardi Identità e diversità. Il cappello e la creatività 7/2-29/2

Accademia di Spagna Roma y la tradición de lo nuevo. Diez artistas en el Gianicolo (1923 1927) Fino al/through 22/2

Rovereto (Trento)

Foro Boario Da Modigliani al contemporaneo: scultura dalle collezioni Guggenheim 29/11/2003-7/3

Castello Nel paese della pubblicità 5/11/2003-29/2 Anri Sala Fino al/through 29/2 William Kentridge 10/1-29/2 Collettiva di artisti contemporanei dal 1950 ad oggi Fino al/through 15/2

Palazzo del Commissario/Fortezza del Priamar La Sistina e Michelangelo, fortuna di un caplavoro 30/11/2003-12/4 Biancoblu: cinque secoli di grande ceramica in Liguria 7/5-7/7

Museo Ebraico Marc Chagall e la Bibbia 19/4-15/7

Napoli

Roma

Lestans (Pordenone)

Castel Sant’Elmo Gaspare Traversi-Napoletani del Settecento tra miseria e nobiltà 14/12/2003-14/3

Museo d’arte contemporanea Nicole de Maria Elisabetta Benassi 30/1-30/4

Padova

Palazzo Venezia Persone: Ritratti di gruppo da Van Dyck a De Chirico 31/10/2003-15/2 Barthes: Intermezzo 2/3-2/5

Musei del Mare I Transatlantici 19/6-1/11 Palazzo Reale Capolavori della Collezione Durazzo da Bronzino a Rubens 14/7-3/10

Bassano del Grappa (Vicenza)

Conegliano (Treviso)

Merano (Bolzano)

Museo Civico Canova 22/11/2003-12/4

Palazzo Sarcinelli Da Corot a Monet: opere impressioniste e postimpressioniste 12/10/2003-7/3

KunstMeran Arte e gioielli-Gioielli d’arte 3/4-30/5

Santa Maria della Pietà Pittori della realtà-Le ragioni di una rivoluzione: da Foppa e Leonardo a Caravaggio e Ceruti 14/2-2/5

The British School Nick Relph & Oliver Payne: House & Garage 4/2-9/3

Savona

Galleria Milly Pozzi Giuliano Collina: Le case dell’anima 5/12/2003-29/2

Cremona

Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Massimo Bartolini 25/10/2003-20/6 Opere storiche 25/10/2003-1/8 Artisti toscani 25/10/2003-7/3 Verso un nuovo Centro: idee e riflessioni sul progetto di ampliamento 25/10/2003-22/2

Rivoli (Torino)

Palazzo Tursi La civiltà dei Palazzi genovesi e l’invenzione dei rolli 8/5-5/9

Biblioteca per la Cultura e per le Arti Il mito di Venere-Capolavori dai Musei di Firenze 30/11/2003-15/2

Palazzo Crepadona Da Van Gogh a Picasso. Capolavori del diseno francese del XIX e XX secolo dal County Museum of Art di Los Angeles 11/10/2003-7/3

Studio Giagaleazzo Visconti Alighiero e Boetti-Andy Warhol 27/11/2003-31/3

Prato

Complesso del Vittoriano Giuseppe Modica Fino al/through 20/2

Complesso Santa Sofia Global Warhol 29/11/2003-29/2

Magazzini Abbondanza Genova, città del saper fare 24/4-25/7

Royal Scottish Academy Degas e gli italiani a Parigi Fino al/through 29/2

Tate Britain Special Display: A Century of Artists’ Film in Britain 19/5-18/4 Lynn Chadwick 15/9/2003-2/3 Lightbox Fino al/through 15/2

Galleria Raffaella Cortese Miroslaw Balka 3/12/2003-28/2

Gipsoteca e Casa Canova Canova 22/11/2003-12/4

Galleria Dora Pamphili La Madonna Botti di Andrea del Sarto Fino al/through 29/2

Castel Sismondo Seicento inquieto 27/3-27/6

Accademia Linguistica Il periplo creativo: Maestri e nuove espressioni tra Genova e Istanbul 16/4-20/6

Como

Belluno

Museo Diocesano 387 d.C. ambrogio e Agostino, le sorgenti dell’Europa Fino al/through 2/5

Possagno (Treviso)

Salerno

Villa Croce Proposte d’arte contemporanea da Genova a Lille 15/4-30/5

Bari

London

Palazzo della Permanente XIV Mostra del Libro Antico 11/3-14/3

Museo Civico Palazzo Ricchieri Paul Scheuermeier: Viaggio a Nordest Fino al/through 12/2

Associazione Culturale Valentina Moncada Giallo d’autore: Jean Paul Najar creazioni di moda e Robert Doisneau 21/1-17/3

Rimini

Museo Diocesano Intorno al sacro volto: Mandylion 3/4-4/7

Edinburgh

Tate Mike Kelley: The Uncanny 20/2-3/5

Museo Poldi Pezzoli A caccia in Paradiso. Arte di corte nella Persia del Cinquecento 5/3-27/6

Pordenone

Palazzo Ducale Gli anni che svestirono l’Italia: tentazioni e desideri di carta 19621973 9/11/2003-15/2

Palazzo Ducale L’età di Rubens-Dimore, committenti e collezionisti genovesi 20/3-11/7

Palazzo Pretorio Carmelo Zotti: Il mito della pittura 13/12/2003-15/2

Liverpool

Giovanni Testori: I segreti di Milano Fino al/through 15/2 Ukiyoe: Il mondo fluttuante 7/2-30/5 Anton van Dyck 19/2-20/6

MART Montagna arte scienza e mito 19/12/2003-18/4 Ingeborg Luscher 23/1-14/3 Transavanguardia: La Collezione Grassi 23/1-9/5 Il libro d’artista 14/5-11/7 Medardo Rosso 14/5-22/8 Miró. Opere scelte della Fondazione Maeght 10/9-7/11 Carol Rama 10/9-28/11

Genova

Centro Saint Benin André Derain: La Forma Classica 19/12/2003-21/3

Gran Bretagna/Great Britain

+ europaconcorsi

Villa Ciani Danilo Jejcic Fino al/through 22/2

Milano Museo della Permanente Frida Kahlo 9/10/2003-9/2 Palazzo Reale Il gran teatro del mondo 30/10/2003-28/3

Centre Culturel Français Anne Valérie Hash: avant scène 25/2-31/3 Studio Forni Hermann Albert 15/1-13/3 Galleria Monica De Cardenas Neal Tait 11/2-27/3 Galleria Maria Cilena Aroldo Marinai: Locus Minoris Resistentiae 15/1-15/2 Spazio Oberdan Enrico Baj. Opere 1951-2003 Fino al/through 15/2 FarsettiArte Soutine, Kisling, Utrillo e la Parigi di Montparnasse Fino al/through 21/2 Galleria Pitturaitaliana Fabrizio Musa, Dipinti. Omaggio a Stanley Kubrick Fino al/through 14/2

Modena

Museo Diocesano I colori del Sacro. La Creazione 6/12/2003-28/3

Perugia Galleria Nazionale dell’Umbria Perugino divin pittore 28/2-18/7

Pistoia Palazzo Fabroni Onde 17/1-14/3

Reggio Emilia Palazzo Magnani Li Zhensheng. L’odissea culturale di un fotografo cinese nella Rivoluzione Culturale (1966-1976) 7/12/2003-15/2 Daniel Spoerri 22/2-12/4

Revere (Mantova)

Torino La Promotrice delle Belle Arti Anteprima della XIV Esposizione Quadriennale d’Arte 18/1-21/3 Galleria di Arte Moderna Africa. 1000 anni d’arte 1/10/2003-16/2 Palazzo Bricherasio Fortunato Depero 18/2-30/5

Scuderie del Quirinale Bernini, Velazquez e Luca Giordano: Le corti del Barocco 12/2-2/5

Museo Nazionale del Cinema Oggi si vola! Cent’anni di tecnica, arte e cultura di massa 17/12/2003-15/2

Galleria Nazionale d’arte Moderna Anish Kapoor: la montagna, la pietra, lo specchio 2/12/2003-7/3

Trento Mart/Palazzo delle Albere L’alta montagna di Paolo Vallorz 19/12/2003-18/4

189 l’ARCA 109


AGENDA Castello del Buonconsiglio Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il Po dalla preistoria all’Alto Medioevo 19/6-7/11

Treviso Casa dei Carraresi I colori del Sud da Cézanne a Bonnard 11/10/2003-7/3 Palazzo Gacomelli La luce sul filo-Lampadine nei manifesti della Raccolta Salce 15/11/2003-28/3 Spazio Lazzari Max Solinas, sculture Magis, design Fino al/through 20/2

Trieste Palazzo del Consiglio Regionale La storia ritrovata: fotografie di Arnaldo Grundner Fino al/through 3/3

Udine Galleria d’Arte Moderna Da De Chirico a Campigli: la Collezione Zanini. Cronache d’arte della piccola Galleria di Nino Za 12/12/2003-30/4

Venezia Museo Correr Scenografi alla Fenice 1792-1902 12/12/2003-29/2 Venezia fra guerra e arte 18661918 13/12/2003-21/3 Collezione Guggenheim L’Età di Michelangelo e Raffaello 27/2-16/5 Galerie dell’Accademia Giorgione, le meraviglie dell’arte Fino al/through 22/2

Messico/Mexico Mexico DC Observaorio Centro Expermental/Centro Morelia Michoacan International Art Expo>Video Festivals 7/2-28/2

Olanda/Holland Groningen Groninger Museum Five Artists from De Ploeg Fino al/through 21/3 The Russian Landscape Fino al/through 18/4

Rotterdam Kunsthal Rotterdam Four centuries of smoking in art from Jan Steen to Pablo Picasso 13/12/2003-14/3

110 l’ARCA 189

+ europaconcorsi

Spagna/Spain Madrid

Toulouse-Lautrec: Master of the Moulin Rouge 15/2-23/5

Museo Reina Sofia Alexander Calder: La gravedad y la gracia 19/11/2003-18/2 Hanna Höch 16/12/2003-29/2

Chicago

Pabellòn de la Pipa del Recinto Ferial de Casa de Campo NonStop.Madrid 04 30/9-4/10

Cincinnati

Valencia IVAM Francis Bacon Fino al/through 21/3 M.Barcelò Fino al/through 21/3 Pablo Gargallo 29/1-2/5 Scott Burton 2/4-30/5 Barbara Eichhorn-Wenzel Ziersch 29/4-4/7 Stipo Pranyko 13/5-29/8 Living under the half moon 17/6-22/8 David Smith-Drawings 15/7-26/9 Barbara Hepworth 2/9-14/11 Ghada Amer 9/9-7/11

Chicago Art Institute On Paper: New Acquisitions of American Art 18/10/2003-16/5

Contemporary Arts Center Moshekwa Langa 22/11/2003-15/2 Polly Apfelbaum 6/12/2003-29/2 Crimes and Misdeamenors: Politics in US Art of the 1980s Fino al/through 21/11

Denver Art Museum Full Frontal: Contemporary Asian Artists from the Logan Collection 18/10/2003-23/5 A Family: Portraits by Jim Torok 18/10/2003-24/3

Houston MFA Beyond Ornament: Contemporary Jewelry from the Helen Williams Drutt Collection Fino al/through 9/5

Los Angeles Svezia/Sweden Stockholm Moderna Museet From Pontus Hultén’s Collection 14/2-18/4 Anna Riwkin 14/2-23/5

Svizzera/Switzerland Basilea Kunstmuseum Joseph Beuys a Basilea 13/12/2003-14/3 Fondazione Beyeler Francis Bacon-The Tradition of Art 8/2-20/6

Martigny Fondation Pierre Gianadda Albert Anker 19/12/2003-31/5

Winterthur Villa Flora Odilon Redon Fino al/through 7/3

Zurigo Kunsthaus Maria Lessing Fino al/through 29/2

USA Baltimore Museum of Art Picasso: Surrealism and the War Years 29/1-29/8

County Museum of Art Erté/Opera & Ballets Russes/Dance: Theater Costume in LACMA’s Collection 14/12/2003-4/4

Miami Miami Art Museum Between Art and Life: from Joseph Cornell to Gabriel Orozco 28/11/2003-4/4 Kerry James Marshall, One True Thing: Meditations on Black Aesthetics 6/2-25/4 New Work: Russell Crotty 5/3-27/6

New York New Museum John Waters: Change Of Life 8/2-15/4 Guggenheim Boccioni’s Materia: A Futurist Masterpiece and the Avant-Gard in Milan and Paris 5/2-9/5 Singular Forms (Sometimes Repeated: Art from 1951 to the Present 12/2-16/5 Whitney Museum Lothar Baumgarten: The Origin of the Night Fino al/through 15/2 John Currin Fino al/through 22/2 Museum of Arts & Design Corporal Identity-Body Language9th Triennial for Form and Content 14/11/2003-4/6 MoMA Queens Kiki Smith: prints, books and things Fino al/through 8/3

Metropolitan Museum Persian Silks of the Safavid Period Fino al/through 29/2 Klee Creatures Fino al/through 14/3

Philadelphia Institute of Contemporary Art Yoshitomo Nara: Nothing Ever Happens 24/1-4/4 Sarah McEneaney 24/1-4/4

Phoenix Art Museum Beauty and Style in 19th Century American Fashion 15/11/2003-11/4

San Diego Museum of Art George Inness and the Visionay Landscape 24/1-18/4 Mingei International Museum George Nakashima Woodworker 23/11/2003-30/5

AGENDA Per informazioni: MEREBO Messe Marketing Jakobikirchhof 9 20095 Hamburg / Germany Tel. ++49 40 60876926 Fax +49 40 60876927 Internet: www.cbd2004.de E-mail: cbd@merebo.com

Shanghai New International Expo Centre Hotelex Salone internazionale delle attrezzature alberghiere/International trade fair of hotel equipment 30/3-2/4 Expo Build Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 6/4-9/4 Per informazioni: Invernizzi International Sales Franca Fregosi Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Francia/France

San Francisco

Cannes

SFMoMA Pirkle Jones and the Changing California Landscape Fino al/through 18/4 Supernova: Art of the 1990s from the Logan Collection Fino al/through 23/5

Palais des Festivals Mipim Salone internazionale del mercato immobiliare/Intrenational proprty market 9/3-12/3

Seattle Art Museum The View from Here: The Pacific Northwest 1800-1930 8/8/2003-29/2 Christian Marclay 5/2-25/4

West Palm Beach Norton Museum of Art Minimal to the Max: The Brownstone Collection 22/11/2003-7/3 Jewish Life in Ancient Egypt 24/1-4/4 The Beatles: Photograohs bt Harry Benson 6/2-2/5 JFK and Art 6/2-2/5

Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Cina/China Guangzhou (Canton) New Chinese Export Commodities Fairground CBD 2004 Salone internazionale dell’edilizia e della decorazione International trade fair of building and decoration 6/7-9/7

Per informazioni: Reed Midem My-Lan Cao Tel. ++33 1 41904543 Fax ++33 1 41904530 Internet: www.mipim.com E-mail: mylan.cao@reedmidem.com

Le Touquet Palais de l’Europe Habitat et environnement 20/2-22/2 Per informazioni: MC2 Event 10 Résidence le Center 62176 Sainte Cécile Tèl. ++33 03 21091666 Fax : ++33 03 21091667

Paris Paris Nord-Villepinte IdéoBain Salone internazionale dell’arredo bagno/International trade fair of bath furniture 4/2-9/2 Per informazioni: ReedExpo France 70 rue Rivay - 92532 Levallois-Perret Cedex Tel. ++33 01 47 56 50 00 Fax ++33 01 47 56 14 40 Internet: www.ideobain.com E-mail: sophie_bonin@reedexpo.fr

Grande Halle de la Villette Made in Italy Salone internazionale del Mae in Italy/International trade show of Made in Italy products 19/3-21/3 Per informazioni: Laura Glencastle Tel. ++33 1 58883217 E-mail: laura.glencastle@salonitalia.com

Toulouse Parc des expositions Bâtiments et Travaux Publics Salone professionale dell’edilizia e dei lavori pubblici

+ europaconcorsi

Professional trade fair of building industry and public works 4/3-6/3 Per informazioni: Parc des Expositions de Toulouse Rond-Point Michel Bénech BP 4128 31030 Toulouse cedex 4 Tel. ++33 05 62254512 Fax ++33 05 62254500 Internet: www.toulousexpo.com

Germania/Germany Francoforte Messe Light and Building/LonWorks Salone e conferenze internazionali sulla luce e tecnologia elettronica/International fair and conferences about lightning and electrical technology 18/4-22/4 Per informazioni: Tel. ++49 69 7575 6599 Internet: www.lightbuilding.messefrankfurt.com

Koln Messe Home Tech Cologne Salone internazionale degli apparecchi domestici/International fair of the domestic appliances 25/2-29/5 Per informazioni: Mario Bernards Tel. ++49 221 821 2368 Faw. ++49 221 821 2153 E-mail: m.bernards@koelnmesse.de Internet: www.hometech-cologne.de

Italia/Italy Bologna Fiera Europolis Salone delle tecnologie per vivere la città/Exhibition of technologies for a liveable city 4/2-7/2 Per informazioni: ON Ognanizzazione Nike Viale della Mercanzia 138, Blocco 2B, Gall.B 40050 Funo Centergross (BO) Tel. ++39 051 6646624 Fax 051 ++39 051 6646424 E-mail: segreteria@on-nike.it

Milano Fiera Mostra Convegno Expocomfort Salone internazionale del riscaldamento, condizionamento, refrigerazione, tecnica sanitaria, arredamento bagno/International trade fair of heating, air conditioning, sanitary, bath furniture 2/3-6/3 Per informazioni: Fiera Milano International Largo Domodossola 1 20145 Milano Tel .++39 02 48550.1 Internet: http://mce.fmi.it E-mail: mce@fmi.it

Next Energy Salone internazionale dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili/International trade fair of energy efficiency and renewable energies 2/3-6/3 Per informazioni: Fiera Milano International Largo Domodossola 1 20145 Milano Tel .++39 02 48550.1 Internet: http://mce.fmi.it E-mail: mce@fmi.it

Salone Internazionale del Mobile Salone Internazionale del Complemento d’Arredo Eurocucina, 15° Salone Internazionale Biennale dei Mobili per Cucina Eimu.2004, 12° Esposizione Internazionale Biennale dei Mobili per Ufficio SaloneSatellite International fairs of home, kitchen, office furniture and furniture complements 14/4-19/4 Per inormazioni: Cosmit eventi Tel. ++39 02 8065141 Fax ++39 02 86996221 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it

Xylexpo/Sasmil Fiera dedicata alla tecnologia per la trasformazione del legno e agli accessori, ai materiali e ai semilavorati per l’industria del mobile/Fair dedicated to the technology for the transformation of wood, accessories, materials halffinished for the industry of furniture 26/5-30/5 Per informazioni: Cosmit eventi Tel. ++39 02 8065141 Fax ++39 02 86996221 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it

Montichiari (Brescia) Fiera Metef Salone mondiale dell’alluminio/World trade show of aluminium 21/4-24/4 Per informazioni: Alupromotion Tel. ++39 030 226425 Internet: www.metef.com E-mail: info@metef.com

Napoli Mostra d’Oltremare Mediel Fiera internazionale dell’elettronica, elettrotecnica, illuminazione e sicurezza/International trade fair of electronic, electrotechnics, lighting and safety 6/5-9/5 Per informazioni: Medi Via Napoli 159 Centro Meridiana 80013 Casalnuovo di Napoli (NA) Tel. ++39 081 8423718 Fax ++39 081 3176661 Internet: www.medielfiera.it E-mail: info@medielfieri.it

Rimini Fuera SIB Atmosfair Salone internazionale di design, arredamento e tecnologie per il nuovo intrattenimento/International trade fair of design, furniture, technologies for the new entertainment 13/3-16/3 Per informazioni: Rimini Fiera c/o Elisabetta Vitali Via Emilia 155 47900 Rimini Tel. ++39 0541 744228 Fax ++39 0541 744505 Internet: www.riminifiera.it E-mail: e.vitali@riminifiera.it

Torino Lingotto Expovivre Salone della casa, dell’arredo e degli accessori/Trade fair of home furniture and accessories 7/3-16/3

Per informazioni: Lingotto Fiere Via Nizza 294 10126 Torino Tel. ++39 011 6644111 Fax ++39 011 6646642 Internet: www.lingottofiere.it E-Mail: info@lingottofiere.it

Verona Fiera Progetto Fuoco Mostra di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna 18/3-21/3 Per informazioni: Internet: www.progettofuoco.it

Russia Mosca Krasnaya Presnaya Expocentr Building Week Salone internazionale dell’industria edilizia/International trade fair of the building industry 6/4-9/4 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Tel. ++39 02 57403340 Fax ++39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Spagna/Spain Valencia Feria Cevisama 04 Alone internazionale della ceramica e rivestimenti per la costruzione/International trade fair for ceramic tiles and cladding for buildings 2/3-6/3 Per informazioni: Feria de Valencia Tel. ++34 96 3861185 Fax ++34 96 3509177 Internet: www.ferivalencia.com/Cevisama

Turchia/Turkey Istanbul Tuyap Fair and ongress Centre Beylikouzu Turkeybuild Fiera internazionale dell’edilizia/Intenational trade fai of the building industry 5/5-9/5 Per informazioni: Yapi-Endustri Merkezi Ismail Ozcan Cumhuriyet Cad.329 Harbiye 34367 Istanbul Tel. ++90 212 2193939 Fax ++90 212 2256623 Internet: www.yem.net E-mail: iozcan@yem.net

USA Chicago McCormick Place Kitchen and Bath Salone e conferenza internazionale sulla cucina e sul bagno/International show and conference on kitchen and bath 2/4-4/4 Per informazioni: Internet: www.kbis.com

189 l’ARCA 111


in the World

in the World

ARGENTINA

FINLAND

Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar

Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330

ALBANIA

FRANCE

Adrion LTD Sh. 1, Ap. 8 Sami Frasheri Str. P. 20/1 Tirana Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242

AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675

AUSTRIA

Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz

BELGIUM

(l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004 Fax 02 4253022

BRAZIL

Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao Paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410

CHILE

Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210

CYPRUS

Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P.O. Box 24508 Tel. 2.878500 Fax 2.489131

(l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607 Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585 Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598

Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603

GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de

GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801

ISRAEL

PRINCIPALITY OF MONACO

TURKEY

Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579 Fax 03 5794567

(l’Arca International)

Arti Perspektif Yayincilik Kiziltoprak Bagdat Cumhur Sadiklar 12/1 81030 Kadikoy/Istanbul Tel. 0216 4189943 Fax 0216 4492529 arti.perspektif@bnet.net.tr

JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308

KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028

MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314

Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313

Rowecom UK Ltd (subscriptions) Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440

Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799

Bordeaux

GREECE

La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683

Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241

Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050

Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216

Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777

HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV (subscriptions) P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111

MEXICO

POLAND Pol-Perfect SP Z.O.O. Ul. Wladyslawa Lakietka 7 PL 03-590 Warszawa Tel. 22 6772844 Fax 22 6772764 Gambit Ai Pokoju 29/B/22-24 31-564 Krakow Tel. 012 42155911 Fax 012 4227321 informacja@gambit.krakow.pl

PORTUGAL

Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492

SINGAPORE Leng Peng Fashion Book Centre 10 Ubi Crescent, #05-26 Singapore 408564 Tel. 7461551 Fax 7424686

SIRIA Kayyal Trading Co. P. O. Box 1850 Damascus Tel. 00963.11.2311542 Fax 00963.11.2313729

SLOVENIA Editoriale Stampa Triestina Via dei Montecchi 6 Trieste (Italia) Tel. 040 7796666 Fax 040 7796402

SPAIN Libreria Camara SL Euskalduna, 6 48008 Bilbao Tel. 4.4321945 Comercial Atheneum SA Joventut,19 08830 Sant Boi de Llobregat Tel. 93.6544061 Fax 93.6401343 Promotora de Prensa Internacional SA Disputaciòn, 410 08013 Barcelona Tel. 93.2653452

SWITZERLAND NLDA-Nouvelle Librairie d’Architecture 1, Place de l’Ile CH-1204 Génève Tel. 022.3115750

TAIWAN Super Teem Technology Co. Ltd. IF., No.13, Alley 21. Lang 200 Yung Chi d. Taipei Tel. 02 27684617 Fax 02 27654993

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