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www.arcadata.com

La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva | The international magazine of architecture, design and visual communication

Tadao Ando Atelier Barani Butzelaar Van Son Architects Jim Clemes Competition in Paris Foreign Office Architects HOK Sport/Studio Zoppini Associati Michael Jantzen Murphy/Jahn Pica Ciamarra Associati Patricio Pouchulu Tétrault, Dubuc, Saia & Associés+Hal Ingberg

In Italia € 9,00 IVA assolta dall’editore

2004 193

Periodico mensile - Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Makoto Sei Watanabe


Cesare Maria Casati

Ora disarrediamo

Time to de-furbish

n tema trascurato nel grande arcipelago del progetto è certamente quello del design urbano. Mai come ora le nostre città necessitano di interventi progettuali, di buona creatività, destinati a recuperare e riorganizzare tutti gli spazi vuoti che, impropriamente, continuano a essere definiti come piazze, viali o strade. Aree ormai rese anonime e banalizzate da decenni di incuria e da continue e disordinate infrastrutture segnaletiche, pubblicitarie e altro. I disegni originali delle città, progettate a suo tempo dagli urbanisti vengono, quasi sempre, cancellati da parcheggi abusivi, da interventi di emergenza per mutamenti di direzione del traffico o, ancora peggio, da aiuole prive di senso e, come avviene a Milano, affidate alla cura di aziende private che, oltre a provvedere alla loro manutenzione, segnalano abbondantemente il gentile gesto. Per di più, in alcune grandi città, i graffiti sui muri degli edifici continuano a vandalizzare ogni superficie verticale disponibile. Credo che sia veramente giunto il momento di intervenire per “disarredare” le città. Significa eliminare prima di tutto la disseminazione di migliaia di pali e paletti di tutte le fogge e colori, di fioriere dalle forme incredibili (alcune simili a enormi bulloni), ostacoli a “panettone” o a dente di pescecane, catene di bronzo più simili a quelle di un orologio che a dei dissuasori, segnaletica di indicazione stradale, fermate di autobus e tram, porta manifesti pubblicitari, panchine alternate ad aree selciate per incredibili parcheggi tra gli alberi. Tutto questo insieme viene chiamato dalle pubbliche amministrazioni con il termine più improprio del mondo: “arredo urbano”. Come possiamo quotidianamente riscontrare normalmente di arredo c’è ben poco e di urbano solo il suo contrario. Se l’Italia è, come giustamente si vanta, la patria del design occorre che dia l’esempio di iniziare a ripulire tutto il ciarpame inutile e disordinato disseminato in piazze e viali, disarredare e soprattutto abbandonare il concetto culturale dell’arredo per affidarsi a competenze professionali più appropriate, iniziando un nuovo processo di progetto urbano degli spazi liberi e pubblici avendo finalmente come obiettivo il vecchio e vituperato concetto del “bello”, per trasformare i luoghi destinati al passeggio e al transito in spazi architettonici, attraenti e attrezzati con sovrastrutture ben disegnate e coordinate tra loro. I nostri padri così hanno sempre operato, lasciandoci, secolo dopo secolo, esempi di piazze pubbliche che sono diventate famose in tutto il mondo e che ora sono giustamente tutelate come patrimonio dell’umanità. Occorre ora che designer, artisti e architetti, soprattutto italiani, vengano coinvolti in questa trasformazione in modo che le nostre città contemporanee riacquistino anche i necessari caratteri linguistici dell’architettura del nostro tempo e nuova identità locale, recuperando anche la giusta ambizione, propria di ogni città nel passato, di segnalare la sua immagine al mondo, creando reperti di qualità cittadina da tramandare alle generazioni successive.

rban furbishing has certainly been rather overlooked within the vast realms of design. Indeed our cities have never been in greater need of highly creative design projects aimed at redeveloping and reorganising all the empty spaces, still unduly described as squares, avenues or streets. Areas that have been left faceless and bland by decades of abandonment and dilapidation and constant bombardment with dishevelled signposting and advertising boards/structures etc. The original urban master plans designed back in their day by town-planners are inevitably cancelled out by unauthorised parking lots, emergency traffic diversions or, worse still, meaningless flower beds which, as for instance in the case of Milan, are left in the hands of private firms, which, as well as looking after their upkeep, make it quite clear who is responsible for such a kind gesture. Moreover, the graffiti on the walls of buildings in some cities is vandalising all the vertical surfaces available. I think the time really has come to “de-furbish” our cities. This means, first and foremost, getting rid of all the thousands of poles and posts of every imaginable shape and colour, signs in the most incredible forms (some like giant bolts), bollards and bronze chains that look more like they belong to clocks than blocks and barricades, not to mention the roads signs, bus/tram stops, billboards and benches in paved areas holding incredible car parks amidst the trees. All this together is quite inappropriately called “urban furbishing” by city councils. As we can all see for ourselves any day of the week there is very little furbishing and nothing urban about all this, quite the contrary. If, as it rightly likes to boast, Italy is the home of design, then it ought to set the example and get rid of all the useless and dishevelled junk strewn across our squares and avenues, set about de-furbishing and, above all, abandon the cultural concept of furbishing, ready to turn to more appropriate professional expertise, setting under way a process of urban design for free, public spaces and finally working around the good old-fashioned concept of “beauty”, so as to turn our passage and transit ways into attractive architectural spaces equipped with well-designed and co-ordinated superstructures. This is how our predecessors always worked, leaving us down the centuries with examples of public squares now famous worldwide and rightly protected as part of our world heritage. It is time for designers, artists and architects (Italians in particular) to get involved in this transformation, so that our modern-day cities regain the necessary linguistic features of the architecture of our age and new local identities, rightly rediscovering the kind of ambition all our cities had in the past, as they projected their image worldwide and created high-quality pieces of cityscape to be passed on to future generations.

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roviamo a capire chi sia un accademico, come trovarlo tra i tanti personaggi che ci circondano. Direi attraverso di/by tre indizi. Il primo è nel modo che ha di leggere i libri. Li Luigi Prestinenza guarda all’incontrario: dalla fine all’inizio. Prima l’indice Puglisi dei nomi per vedere se è citato, poi la bibliografia e le note per la stessa ragione; infine una rapida scorsa ai contenuti. Un secondo indizio è nella intestazione della e-mail: se vi compaiono i titoli o meno. Ma il terzo, e risolutivo, è nel saluto: lo aspetta e, in caso contrario, fa di tutto per fingere di non vedervi. Certo, direte, potrebbe trattarsi solo di una persona egocentrica e forse maleducata e non di un accademico... Serve, mi rendo conto, una fenomenologia più scientifica. Allora proviamo a tirar fuori tre categorie: l’organigramma, la citazione, il soffrire. L’accademico è un cultore dell’organigramma, cioè della scala di valore sociale. Chi è più in alto più vale. Ecco perché tiene tanto al titolo: gli dà un posto nell’albero. Non conta chi più e meglio lavora ma chi più è vicino alla cima. Vi è poi la citazione. I più bravi hanno capito che bisogna essere alla moda: adesso Negri è meglio di Foucault e Hardt più interessante di Deleuze. Ma ciò vale nella metropoli, in provincia Derrida e Heidegger fanno ancora la loro figura. Gli accademici geniali riescono anche a parlare per ore senza costrutto: il pubblico esasperato li guarda chiedendo con gli occhi di risparmiarli; il moderatore, quando hanno concluso, non sapendo come riassu-

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va caratterizzato in gioventù. Comincia a parlare. All’inizio sembra prenderla alla larga. Continua facendo in modo che nessuno lo capisca. L’uditorio si stanca. Partono le citazioni: dall’oscurese all’architettese. E’ chiaro: si sta cospargendo dell’olio del nonsenso per non lasciarsi afferrare. Termina: applauso liberatorio del pubblico, commozione dell’accademico che si è sentito onorato dalle citazioni di Nietzsche, Laugier, Lyotard, Cacciari, de Saussurre, Benjamin. Bravissimo dice il moderatore che durante tutto il tempo ha giocherellato di nascosto con il telefonino. Se non altro ha fatto meglio di un preside che in una presentazione aveva confessato di adoperare come libro da comodino un testo tanto noioso che non credo nessuno abbia mai letto oltre pagina sette e nessuno ha mai seriamente pensato di comperare, tanto che è stato pubblicato solo grazie a un cospicuo finanziamento. Episodi che non fanno testo? Forse. Ma allora permettetemi di evidenziare tre atteggiamenti che caratterizzano l’accademico in maniera inequivocabile: verso l’istituzione, verso l’ordine, verso il pluralismo. L’accademico è in primis il custode dell’istituzione. Sa che la sua forza deriva dalla solidità della tradizione, poco dalla competenza, nulla dalla ricerca. Da qui il malumore per chiunque proponga il minimo lavoro critico. E’ ossessionato dall’ordine. Il creativo, intellettualmente disordinato, lo infastidisce. Al suo posto anela a una struttura geometricamente pianificata e la chiama scuola. Intende una

L’accademico mere il loro intervento, ne celebrerà la profondità culturale. Loro sì che fanno soffrire. Del resto hanno sofferto a furia di fare gavetta. Adesso è bene che siano gli altri a patire. A tal fine trattano ogni sciocchezza come se fosse un macigno e come se stesse a loro, e solo a loro, il potere di sciogliere una somma difficoltà. Siete un giovane promettente e volete scrivere un articoletto per una rivista di terza categoria? L’accademico ve lo farà apparire come un traguardo irraggiungibile. Aspirate a un posto di ricercatore, anche in una facoltà di quarto ordine? Prima dovete fare un apprendistato, poi un dottorato, poi avere un assegno, poi forse una borsa di studio. Un mondo di cancelli si apre avanti a voi. Chi ne ha le chiavi, lo gestirà con bonaria severità. Ecco tre episodi di cui potrei testimoniare, anche sotto giuramento, la verità. Un giorno ho assistito a due conferenze, una di seguito all’altra nella stessa aula dello stesso ateneo: protagonisti un potente accademico il cui lavoro era noto a tutti e, poi, un ancora giovane protagonista dell’architettura olandese. La conferenza numero uno, di scarso interesse, era affollata da accademici: molti hanno anche voluto intervenire al dibattito, dicendo nulla, tanto per farsi vedere. Nessuno, naturalmente, si è fermato, se non il presentatore, per l’ospite straniero. Solo molti giovani. Eccezione? Direi di no: oramai le conferenze si dividono in due tipologie: le liturgiche e tutte le altre. Nelle liturgiche trionfa l’organigramma. Secondo esempio. Incontro un amico sotto concorso: gli chiedo a che punto sta il libro di cui mi parlava, se pensa di pubblicarlo in tempi brevi. “Se lo pubblico adesso, risponde, mi brucio il posto”. Tecnica del camminare radenti al muro: è meglio non fare che fare, stare nell’oscurità che sotto i riflettori. Nell’organigramma non vale il merito ma l’anzianità e la fedeltà. Se si sbaglia si è segnati e, se si parla chiaro, si è tacciati di scarsa serietà scientifica. Non si è mai elogiati per aver tentato una strada diversa, né per l’aver meritato un riconoscimento. Un giorno nella giuria di un concorso d’architettura ho sostenuto un gruppo affermando che avevano ottenuto meritati riconoscimenti internazionali: ho capito solo dopo di aver loro scavato la fossa. Terzo esempio: conferenza sui lavori di un accademico dove interviene un giovane e brillante professore. L’accademico, dopo un discreto passato di architettura salottiero-marxista e opere di un certo significato, oggi è decotto e progetta in uno stile post moderno a dir poco demenziale. Ha perso quel barlume di creatività, sia pur radical chic, che lo ave2 l’ARCA 193

serie di cloni a lui soggetti da un rapporto di cancellierato, nel senso dei cancelli di cui prima. In questo modo concilia la simmetria della ripetizione dell’identico – il clone – e l’asimmetria – gerarchica – di un rapporto non paritetico. Per motivi simili è allo stesso tempo sincretico ed esclusivista: solo così riesce a giustificare l’unità della tradizione storica di cui è custode, può stigmatizzare le teorie che lo turbano, e, soprattutto, avallare il proprio operato. Siamo nell’epoca della pluralità dei linguaggi – dice con spirito sincretico – e così giustifica Piacentini accanto a Terragni, la sua opera neoarcaica accanto a quella di Foster o di Koolhaas. Nello stesso tempo però è tanto esclusivista da rimproverare ai propri studenti che si lasciano trascinare dalla società dell’immagine, sono soggiogati al mito straniero, non hanno discernimento critico. Certo, quello che ho tracciato, è un profilo del tutto astratto, un tipo ideale direbbe Max Weber. Non troveremo nella realtà mai nessuno che sia così sordidamente ottuso. Eppure vedo con crescente preoccupazione la proliferazione di personaggi che in modo preoccupante se ne avvicinano. Sono loro i compressori delle iniziative, gli eroi del non fare, i rallentatori del flusso, i nodi spenti, i capolinea della rete, i binari morti del sapere. Ma se comprimiamo la vitalità dei giovani, l’energia dei creativi, la voglia di rinnovamento e sperimentazione dei generosi creeremo solo frustrati, repressi, invidiosi. Alla lunga distruggeremo il patrimonio intellettuale di un Paese, la sua migliore risorsa. E continueremo a fare scadere l’architettura italiana in un sistema di automutilazioni, mantenendola in un buco nero dal quale è sempre più difficile uscire, nonostante oggi comincino a profilarsi all’orizzonte numerosi giovani di talento che tentano di sfuggire a una cappa tanto opprimente. E’ facile attribuire la colpa della scarsa qualità edilizia italiana a una classe politica e amministrativa ignobile. In larga parte, è così. Ma una consistente porzione di colpa dipende, credo, dal nostro sistema formativo. Per carità, docenti molti bravi esistono e non voglio colpevolizzare una categoria. Ma l’accademia attira un crescente numero di giovani che, in un mercato edilizio asfittico come il nostro, vi trova una fonte di sostentamento e li corrompe insegnando loro che non è importante ciò che si fa ma i benefici che se ne traggono, non la sperimentazione ma l’ordine costituito. Come guarire? Non saprei, ma facciamo, come primo passo verso la cura, almeno una severa anamnesi e una corretta diagnosi.

et’s try and establish what makes somebody an academic and how we can pick them out from all the rest. I’d say there are three main clues. Firstly, the way they read books. Backwards: from the end to the beginning. First they read the index of names to see if they are quoted, then the bibliographic references and the footnotes for the same reason; and finally a quick glance at the contents. A second clue lies in the way their e-mails are headed: they usually include their titles. Finally, and this is the real give away, how they greet people: they expect to be acknowledged and if they are not, they will go out of their way to pretend they have not seen you. Of course, you might say we are just describing somebody who is selfish and rather impolite and not necessarily an academic…. I do realise a more scientific phenomenology is required. So let’s try and come up with three basic categories: the tree structure, citation, and sufferance. I would say that academics really love their tree structures or, in other words, social ladder. The higher you are, the more you are worth. This is why they are so keen on titles: it moves them up the social ladder. It does not matter how hard or how well you work, just how many rungs up the ladder you have climbed. Then we come to citations. The smartest realise that you need to be fashionable: at the moment Negri is trendier than Foucault and Hardt more interesting than Deleuze. But this is only so in the city, out in the provinces Derrida and Heidegger still cut a fine

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working along what can only be described as weird postmodern lines. He had lost that spark of creativity (however radical chic it might have been) he had when he was young. He began to speak. To begin with he seemed to be approaching the matter in a very roundabout way. He carried on in the most incomprehensible manner. The audience soon lost interest. The citations then began: in the most incomprehensible architectural jargon. The situation was clear: he was spilling out all this nonsense so that nobody would understand him. At the end the audience clapped in relief and the academic was sincerely touched and flattered by all the references to Nietzsche, Laugier, Lyotard, Cacciari, de Saussurre, Benjamin The presenter, who had spent the whole time playing with his mobile, congratulated him on his excellent speech. Just one-off events that prove nothing? Perhaps. But let me just point out three unmistakable attitudes of academics: their attitudes to institutions, order and pluralism. An academic is, first and foremost, the guardian of institutions. They know their strength lies in upholding tradition, not in their expertise or research work. This is why they get so annoyed with anybody adopting any kind of critical approach. They are obsessed with order. The intellectually chaotic creative mind bothers them. They opt for carefully planned structures and call them schools meaning a set of clones lining up at the gates I referred to above. This provides a way of reconciling the symmetry of

Academics figure. The most brilliant academic can ramble on incomprehensibly for hours: their audience pleads them to stop and when they have finally finished speaking, the person introducing them, completely at a loss as to how to sum up what they have just said, goes to great lengths to underline the profundity of what they have just said. They certainly know how to make us suffer. After all, they have suffered themselves on the way up. So it is high time the rest of us suffered. This is why they treat the most trivial matter as if it were a deep issue and as if only they, and they alone, were able to overcome such great difficulties. If you happen to be a promising youngster and you want to write a short article for an unassuming magazine, then the academic will make it seem like some unattainable goal. If you are hoping to be a researcher, even in a very ordinary faculty, you will have to go through your apprenticeship, obtain a research degree, come up with some money, and then perhaps even obtain a grant. You will then find yourself faced with a maze of gates, and the person holding the keys will handle them with good-natured severity. I saw the following three events with my own eyes. One day I went to two conferences, one after the other in the same hall at the same university: the main speakers were a powerful academic whose work was familiar to us all, and also a young Dutch architect. The first conference, which was not very interesting, was full of academics: a lot of them actually wanted to take part in the debate, despite having nothing to say, just to get noticed. Of course nobody, except the presenter, stayed on to listen to the guest speaker from abroad. Just a number of young people. Is this just a coincidence? I do not think so: nowadays there are two kinds of conferences: liturgical ceremonies and the rest. The former are the perfect embodiment of the tree structure. Here is the second instance. I bump into a friend at a competition: I ask him how far he has got with the book he had told me about, if he planned to publish it shortly. “If I publish it now, so he told me, I’ll lose my job.” This is the method of walking with your back close to the wall: it is better to do nothing rather than something, safer to keep out of the limelight. According to the tree structure it is seniority and fidelity that count, not merit. The third example: a conference on the work of an academic that a brilliant young professor spoke at. After a reasonably successful past in the world of Marxist/lounge-lizard architecture and having designed works of some significance, he had now dried up and was

identical repetition – cloning – with the (hierarchical) asymmetry of an uneven relationship. For similar reasons they are both syncretic and elitist: this is the only way of justifying the unity of historical tradition of which they are the guardians, allowing them to stigmatise theories that bother them and, above all, promote their own work. We live in the age of pluralism in languages – so they claim with great syncretism – and hence justify placing Piacentini alongside Terragni, neo-archaic work alongside the designs of Foster or Koolhaas. At the same time they are elitist enough to criticise their own students for falling under the spell of our image-oriented society, being conned by everything foreign, and showing no sense of critical discernment. Of course, the profile I have just drawn up is entirely abstract, an ideal type as Max Weber would put it. Yet I cannot help noting, much to my dismay, that there are an increasingly number of people who match this profile quite closely. They are the ones who stifle any initiative, the do-nothingers, the people who slow everything down, the off switches, the ends of the web, the place where knowledge ends. But if we try and stifle young people’s enthusiasm, creative energy or that desire to experiment with something new, then we will be left with nothing but frustration, repression and envy. In the long run we will destroy our nation’s intellectual heritage, its greatest resource. And we will keep on relegating Italian architecture to mere self-mutilation, trapping it in a black hole from which there will be no way out, despite the fact that a number of talented youngsters are currently appearing on the horizon and striving to break free from all this stifling repression. It is all too easy to blame the lack of high-quality building in Italy on our rotten politicians and administrators. This is largely true, but I also believe that plenty of blame also lies with education system Italian. Do not get me wrong, there are plenty of fine teachers and I do not mean to overgeneralise. But the academic world is attracting an increasing number of young people who, given the state of the building market, look to it for support and get corrupted by the idea that the important thing is not what they do but what they can get out of it, experimentation inevitably yields to preconceived order. So how can we heal this situation? I do not know, but let’s begin looking for a cure by taking a close look at our medical history so we can make the right diagnosis. 193 l’ARCA 3


Makoto Sei Watanabe

Makoto Sei Watanabe

La velocità rappresentata Shin-Minamata Station mmaginare di trovarsi nella cabina di pilotaggio di uno dei bolidi che solcano senza posa i binari della Shinkansen, la rete ferroviaria ad alta velocità che, a partire dall’iniziale e mitico tratto Tokyo-Osaka aperto nel 1964, sta ora via via progressivamente irrorando il territorio nipponico. Non è come stare ai comandi di un jet, quando il suolo, ammesso che lo si veda, sta a parecchie migliaia di metri più sotto, e pare scorrere lentamente, oppure, se ci sono le nubi, il contorno sembra rimanere invariato: quasi uno stare immobili, anche se ovviamente e grazie al cielo non è così. Non ci sono decolli, momenti di distacco dalla crosta terrestre, e poi atterraggi e così via: soltanto accelerazioni vertiginose rimanendo aggrappati ai binari, e poi spazio trafitto, schegge di paesaggio e luce che sfuggono incessantemente ai lati degli occhi. Chilometri divorati, quasi una distorsione temporale, e poi, ogni tanto, una decelerazione, l’arresto di un attimo, una micropausa anche percettiva, una stazione, prima di reimboccare il tunnel alieno prescritto dalla condizione ferrea della high speed. E’ nota la ricerca sistematica, Induction Cities Project, che da anni ormai Makoto Sei Watanabe va conducendo attorno alle condizioni fisiche della metropoli mutante, ai suoi spazi, ai suoi tempi, incessantemente solcati dall’irruzione delle tecnologie, alterati dal susseguirsi di trasformazioni sociali, di comportamenti, di usi (l’Arca 186). Una attività febbrile punteggiata non appena se ne presta il destro da sperimentazioni coraggiosissime: inevitabilmente più frequenti quelle offerte dalle infrastrutture per la mobilità, che sempre più si infittiscono e infittiranno trasformandosi in un vero e proprio sistema nervoso delle conurbazioni dense. Dopo l’exploit della stazione Iidabashi della metropolitana di Tokyo (l’Arca 158) questa nuovissima stazione di Shin-Minamata da pochissimo inaugurata nei pressi dell’estremità meridionale dell’isola di Kyushu costituisce il primo risultato fisico, una costruzione in carne ed ossa, delle più recenti riflessioni di Watanabe attorno al movimento continuo, o meglio ancora ai flussi, e alle loro possibili trascrizioni, ai loro rispecchiamenti, in termini di spazi generati dalle logiche loro proprie. Al di là dello svolgersi affascinante, fra pieghe, scarti e scatti, del pensiero che le sta dietro, sempre trasmesso con rigoroso nitore, questa architettura è davvero molto bella: suggerisce rapporti fino a ora inesplorati, e schiude spiragli sottili verso mondi di forme e sensazioni destinati a divenire le condizioni di fondo della vita quotidiana, di tutti. Generato da un fascio, o meglio da una pioggia battente vista in prospettiva vertiginosa, di elementi metallici rettangolari piatti di varia lunghezza, una sorta di fascinosa trascrizione fisica del movimento in una sua momentanea possibile configurazione, operata per allusione poetica e senz’ombra di simbolismi pedestri o stucchevoli, una gran sfida bella e orgogliosa, il viluppo di spazio di Shin-Minamata supera in un balzo tutto il garbuglio di equivoci tipologici nel bel mezzo del quale si dibatte oggi l’edilizia ferroviaria. E, cosa forse ancora più importante e comunque tranchant, tutto il confuso codazzo che l’accompagna, nel quale si intrecciano i vari tentativi di riuso, di rivitalizzazioni, di rilanci economici, con i desideri assurdi e anche un po’ strazianti di nuove iconicità, questi strascichi di natura ancora tutta ideologica e ovviamente privi di ogni ragionevole fondamento.

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Per una volta tanto qui l’architettura va di pari passo con la vita, senza rinunciare a essere se stessa, e quindi gradevole per chi la vede, la percorre, la usa; fonte generosa di emozioni estetiche, perché non dirlo, e plasmata al medesimo tempo con precisione su di un insieme di esigenze inderogabili, comprese quelle di un flusso senza fine. E poi il guizzare nell’interno delle lame di luce, che muta incessantemente la scansione degli spazi, col variare delle ore del giorno e anche della notte quando la luna risplende algida; e i baluginii delle lamiere nel paesaggio, di giorno striature luminose solcate da tagli oscuri, e il viceversa di notte, quando è il buio ad essere trafitto da lunghe feritoie orizzontali. Non soltanto è il gioco sapiente: qui con consapevolezza lucida e maestria viene esposto, declinandolo nelle sue tracce fisiche, l’enigma odierno della compresente pluralità delle scansioni del tempo: l’architettura, il cui destino è quello di essere nel bel mezzo delle cose, anche quando magari sotto sotto desidererebbe uscire dalla scena, non ha più modo di potervisi sottrarre. Maurizio Vogliazzo magine you are in the driver’s compartment of one of those express trains flying along the tracks of the Shinkansen, the high-speed railway line which, starting from the original legendary Tokyo-Osaka section that opened in 1964, is gradually spreading all over Japan. It is not like being in the driving seat of a jet plane, when the ground, assuming you can see it, is thousands of feet below and seems to be moving slowly, or everything looks the same on a cloudy day: almost as if you are not moving at all, although thank heavens that is not the case. There is no taking off and leaving the earth’s crust or coming in to land etc: just breathtaking accelerations, skimming across the tracks and cutting through the air as the countryside flashes by on both sides. Eating up the miles, almost like a distorting of time, and then, every now and again, a deceleration, a second’s break, a tiny pause even on a perceptual level, a station, before setting off through another of those alien tunnels associated with high-speed train travel. We are all familiar with Makoto Sei Watanabe’s ongoing research programme, Induction Cities Project, exploring the physical conditions in mutant cities, their spaces and rhythms, constantly ripped through by technology and quite literally altered by changes in society, behavioural patterns and customs (l’Arca 186). Hectic work peppered, whenever possible, by bold and courageous experimentation: more often than not involving transportation infrastructures, which gradually weave together and are woven together into an authentic urban nervous system. After the staggering exploit of Iidabashi Station on the Tokyo Underground (l’Arca 158), this brand-new Shin-Minamata Station, officially opened very recently near the southernmost tip of the island of Kyushu, is the first physical result, flesh and blood construction of Watanabe’s latest thoughts on constant motion or rather fluxes and flows, and how they might be transcribed or reflected in terms of spaces generated along the lines of their own logic. Apart from the fascinating flow of thought that lies behind it, through a series of folds, shifts and bounds, always conveyed with rigorous clarity, this work of architecture is actually extremely

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beautiful: it evokes hitherto unexplored relations and opens up subtle glimmers of worlds of forms and sensations destined to turn into a backdrop for everybody’s everyday life. Generated out of a strip, or rather pouring rain seen in a dazzling perspective, composed of flat rectangular elements of varying length, a sort of intriguing physical transcription of motion caught in one of its possible momentary configurations, working around poetic allusion and without a trace of sluggish or tiresome symbolism, a wonderfully proud and striking challenge, Shin-Minamata’s spatial envelopment manages to move beyond all the stylistic confusion characterising modern-day debate on railway buildings in one fell swoop. And, perhaps more importantly and more poignantly, all the various attempts to invent new uses, inject fresh life and re-launch them economically with absurd pretensions, these distinctly ideological constructs are truly lacking in any kind of foundations. For once life and architecture move hand-and-hand here, without trying to be something else making it nice to look at, move through or use; a generous source of aesthetic emotions (it should be said) carefully shaped at the same time by a combination of indispensable requirements, including the need for constant flow. Glistening blades of light on the inside, constantly changing the spatial layout at both daytime and nighttime when the moon shines coldly; these flickering sheets of metal produce flashes of light cut through with shadow during the daytime and vice-versa at nighttime, when it is darkness that is sliced through by long horizontal strips. This is more than just a clever trick: great mastery and awareness have gone into this physical rendition of the modern-day enigma of the simultaneous presence of various rhythms of time: architecture is inevitably destined to be right in the heart of things, it cannot escape the limelight even when perhaps, deep down, it would rather leave the stage.

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Viste della nuova Shin-Minamata Station, ultima realizzata lungo la linea ad alta velocità Shinkansen, in Giappone. Questa stazione rappresenta l’idea di flusso e di “apertura”

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ed è caratterizzata da un involucro semi-aperto di sezioni metalliche di diverse lunghezze e orientamenti che sembrano schegge di un’esplosione congelate in un arresto temporale

momentaneo. A destra, planimetria generale, distribuzione funzionale degli elementi di progetto e studio dei flussi. Views of the new Shin-Minamata Station, the latest to

be built along the Shinkansen high-speed line in Japan. This station represents an idea of “flow” and “openness” and features a semi-open shell of metal sections of

varying length and direction that look like splinters from an explosion momentarily frozen in time. Right, site plan, functional distribution of the elements of the project, and study of the flows.

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In alto, rendering e, nella pagina a fianco, la “copertura” realizzata. A destra, modello dell’intervento e, sopra sezioni trasversali parziali con lo studio dell’incidenza della luce rispetto alla diversa angolazione delle lamelle metalliche. Nella pagina a fianco in basso, schema dei diversi concetti di flusso rappresentati dalla stazione Shin-Minamata e dalle altre due in costruzione lungo la linea Shinkansen.

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Top, rendering and, opposite page, the finished “roof”. Right, model of the station and, above, partial cross sections showing a study of how light falls in relation to the various angles of the metal blades. Opposite page, bottom, diagram of the various flow concepts represented by Shin-Minamata Station and another two being built along the Shinkansen line.

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Particolari delle piattaforme di partenza della stazione.

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Details of the station’s departure platforms.

Particolari dell’involucro metallico, del sistema di illuminazione, dell’arredo della stazione che riprendono il segno dinamico delle lamelle metalliche. Sopra, vista notturna dell’esterno.

Details of the metal shell, lighting system and station furbishing, which draw on the dynamic design of the metal blades. Above, nighttime view of outside.

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Nella pagina a fianco, planimetria generale e, sotto, pianta e prospetto dello Shanghai International Expo Centre realizzato da Murphy/Jahn nella metropoli cinese.

Murphy/Jahn

Opposite page, site plan and, below, plan and elevation of the Shanghai International Expo Centre designed by Murphy/Jahn in this great Chinese city.

Sindrome di Marilyn Shanghai International Expo Centre a Cina è in piena corsa per il rinnovo delle sue strutture, corsa che porterà questo Paese orientale a diventare competitivo a livello mondiale. Possiede grandi risorse umane e tecniche e questa nuova rivoluzione è principalmente basata su un mutamento dell’indirizzo politico destinato a modificare l’assetto economico dell’intero Stato. Tutto ciò ha generato la comparsa sulla scena cinese del progetto architettonico, che ha preso il sopravvento su ogni altra iniziativa. L’architettura diventa così l’elemento propositore di nuove strutture e infrastrutture destinate a dare piena accoglienza a ogni tipo di mediazione e di intermediazione produttiva e commerciale col resto del mondo. Lo sviluppo architettonico diventa dunque il fenomeno che periodicamente appare sulla scena mondiale, ogni qual volta si verifica una modifica nell’organizzazione gestionale e commerciale di un Paese. E’ proprio in questo modo che l’espressione del progetto diventa parte dominante dell’immagine promozionale del Paese stesso, ma sovente succede che sono i professionisti

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stranieri i portatori di aggiornate tecnologie costruttive e di nuovi linguaggi formali. E’ il caso, per esempio, dello studio Murphy/Jahn, architetti che da anni si impongono sul mercato mondiale per la loro qualità e genialità professionale e che ora si presentano anche sul territorio cinese. La loro caratteristica è sempre stata quella di pensare all’aggregazione della città come leitmotiv dei loro progetti, sia che si sviluppino in verticale che territorialmente. E’ proprio in questo modo che viene affrontato il loro progetto per l’International Expo Centre, a Shanghai, sviluppato su uno schema triangolare dove i padiglioni rettangolari si articolano a pettine, in modo da formare una preesistenza nei confronti dei successivi interventi, come la torre circolare, che sorgerà nei pressi del Centro Congressi, il futuro albergo di 400 camere, lo Shopping Center e via dicendo. I padiglioni che si articolano in modo rigorosamente geometrico, con campate da 164 metri di luce con un iterasse di 68 metri, danno il segnale di una modularità di scala eccezionale, tali da imporre delle sottili strutture portanti in acciaio.

Quello che più stupisce è il tessuto di connessione con le volte e le pensiline, ciò che determina la sottile qualità dell’intervento. Appare il numero logico del suo linguaggio formativo, tale da far pensare a una vera e propria tenda, al circo, al vestito. Nell’osservare la sequenza della maglia che corona la copertura, viene alla mente proprio il vestito di Marilyn Monroe, che fluttua sotto la spinta dell’aria delle griglie della metropolitana di New York. Può sembrare strano ma questa immagine ha molti elementi in comune con il progetto di Murphy/Jahn, perché la gonna di Marilyn è stato un tema matematico attentamente studiato da Maha Mahadevan ed Enrique Cerda dell’Università di Harvard, nel Massachusetts. Il tema, analogo alle pieghe della sinuosa copertura dell’International Expo Centre di Schanghai, in realtà è composto da un gruppo di equazioni che predicono il numero e la forma delle pieghe della superficie, una volta stesa su una forma non piana. E’ così che la tecnica diventa suprema poesia. E’ ciò che scrive Martin Heidegger, che non è che il mondo si trasformi in un com-

pleto dominio della tecnica, ma è di gran lunga più inquietante il fatto che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Murphy/Jahn anche questa volta ci invitano a riflettere sugli infiniti aspetti che contiene il progetto architettonico, su ciò che lega l’intelligenza dell’uomo e il modo di come esprime la sua tecnica attraverso l’esperienza del numero. Allora ci si deve chiedere se il dominio della tecnica sia qualcosa di inevitabile. E’ un semplice fatto storico che c’è, ma sarebbe potuto non esserci? E’ indubbio che la tecnica sta a sua volta determinando grandiose trasformazioni, ma queste sono qualche cosa di diverso dalle trasformazioni del disegno architettonico, che hanno reso possibile il dominio della tecnica. Allora, se si capovolge il rapporto fra tecnica e disegno architettonico, la condanna della tecnica diventa espressione di un gusto, di una idiosincrasia, di un atteggiamento psicologico di un gruppo sociale insofferente del modo in cui la tecnica organizza l’architettura. Mario Antonio Arnaboldi

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hina is right on course to redevelop its structures and become a leading player on the world scene. This eastern nation possesses great human and technical resources, but this new revolution is mainly fired by a change in policy that will alter the entire state’s economic setup. All this has resulted in the emergence of architectural design on the Chinese scene, taking precedence over everything else. This makes architecture the driving force behind new structures and infrastructures providing the means of catering for every kind of manufacturing and trade mediation and intermediation with the rest of the world. This is how design can become a dominant part of the image projected by an entire nation, although it is often foreign architects who are the bearers of the latest building technology and stylistic idioms. This is the case, for instance, with the Murphy/Jahn firm, architects who for years now have been making their presence firmly felt on the world market thanks to their professional skill and invention and who are now setting foot in China. Their most distinctive feature has always been the idea of taking the way a city is put together as the leit-motif behind their projects, whether they be vertical constructions or territorially extended designs. This is the line they have adopted in their project for the Internazional Expo Centre in Shanghai, designed around a triangular scheme in which the rectangular pavilions are arranged like a comb to set the basis for later constructions, such as a circular tower to be built near the Conference Centre, a 440-room hotel to be built in the future, a Shopping Center, and so on. The pavilions, carefully arranged in a geometric pattern with 164-metre bays set at intervals of 68 metres, create a sense of modularity on an exceptional scale calling for slender steel bearing structures. The most striking thin is the connecting fabric to the vaults and canopies, the real key to the project’s subtle quality. The numerical logic behind its stylistic idiom emerges with sufficient force to evoke the idea of a tent, the circus and clothes. Studying the sequence of the web over the roof, you cannot help thinking of Marilyn Monroe’s dress flapping in the air blowing up through a grid belonging to the New York Underground. It might seem strange but this image has plenty in common with the project designed by Murphy/Jahn, because Marilyn’s dress was the subject of a careful mathematical study carried out by Maha Mahadevan and Enrique Cerda at Harvard University, Massachusetts. The folds in question are similar to those in the International Expo Centre in Shanghai, actually described by a set of equations predicting the number and shape of the surface folds once they are stretched over a non-flat form. This is how technology turns into supreme poetry. This is what martin Heidegger meant when he wrote about the world being totally dominated by technology, although what is much more worrying is the fact that people are not ready for this radical change in the world. Once again Murphy/Jahn are asking us to reflect on the infinite aspects of architectural design, on what connects human intelligence to how it is expressed through computation. We must inevitably ask ourselves whether the dominion of technology is so inevitable. It is a simple historical fact, but could it have been otherwise? There can be no doubt that technology is, in turn, causing changes of gargantuan proportions, but this is something quite different from the changes in architectural design that have made technology’s dominion possible. So if technology’s relation to architectural design is turned on its head, then the condemnation of technology turns into an expression of taste, an idiosyncrasy, the psychological attitude of a social group that objects to the way technology organises architecture. Mario Antonio Arnaboldi

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Sopra, particolari costruttivi della copertura e, nella pagina a fianco, vista dell’ingresso vetrato del centro espositivo.

Above, construction details of the roof and, opposite page, view of the glass entrance to the exhibition centre.

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Vista di uno dei cortili che dividono i padiglioni.

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View of one of the courtyards separating the pavilions.

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Viste degli esterni dei padiglioni espositivi. La struttura ripetuta dei padiglioni con i loro tetti a volta determina un andamento sinuoso a onda che conferisce leggerezza al complesso.

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Views of the outsides of the exhibition pavilions. The reiterated pavilion layout with their vaulted roofs forms a winding wave-shaped pattern injecting lightness into the complex.

I padiglioni misurano 68x164 m ciascuno con un’altezza di 11 m e sono liberi da colonne in modo da consentire la massima flessibilità di utilizzo. Ogni padiglione è diviso dall’altro da una corte interna.

The pavilions measure 68x164 m each and a height of 11 m; they are column-free to allow maximum operating flexibility. Each pavilion is separated from the other by an internal courtyard.

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Il volume curvilineo che risolve l’ampliamento della sede centrale della Banque Générale du Luxembourg a Luxembourg.

Jim Clemes

Jim Clemes

The curved structure forming the extension to the headquarters of the Banque Générale du Luxembourg in Luxembourg.

Filtrando la luce Banque Générale du Luxembourg Extension ampliamento della sede centrale della Banque Générale du Luxembourg non costituisce solamente un intervento teso a migliorare la funzionalità dell’istituto bancario, in virtù della maggiore superficie e dei nuovi spazi di rappresentanza, bensì assume la valenza di un progetto urbano, grazie al quale la relazione con il contesto e il rapporto con la luce si fondono insieme per caratterizzare il senso dello spazio sia interno sia pubblico. La piccola e discreta Maison Shotter, addossata alla sede della Banque Générale du Luxembourg lungo il Boulevard Royal, sull’angolo di una strada d’accesso al centro storico, aveva perso tutto il suo senso dimensionale e urbano essendo stata messa fuori scala dai nuovi edifici limitrofi più alti. Da qui la decisione di riappropriarsi di questo spazio, di sostituire la vecchia palazzina con un corpo di fabbrica che simboleggiasse l’identità della banca. Il nuovo volume, opera dell’architetto lussemburghese Jim Clemes, non riprende la trama dell’adiacente edificio: esso è un nuovo elemento, volutamente differente e visualmente autonomo. L’estensione si costituisce come una vera e propria torre d’angolo, che, con la sua forte connotazione figurativa, domina il viale nel punto in cui questo si allarga sulla passeggiata che costeggia il limite della città vecchia. La presenza del nuovo corpo non si manifesta tanto per scelte volumetriche eclatanti né tanto meno per una tracotanza formale. Esso trova la sua fisionomia nel gioco sapiente con i materiali, nel ridefinire la trama e nell’interpretare gli effetti di trasparenza e di riflessione, fino a fare vibrare e rendere viva la pelle dell’edificio, che ora si differenzia dalle adiacenti preesistenze. Il nuovo edificio è visualmente contenuto da due superfici verticali, curve, solide e spesse che, nel creare una rientranza del perimetro, separano e rinforzano l’autonomia del nuovo corpo rispetto ai due blocchi contigui. All’effetto cesura, percepibile dall’esterno, corrisponde dall’interno un “effetto cannocchiale”, attraverso la stretta fenditura verticale sono osservabili dalle passerelle d’accesso, a ciascun livello, al nuovo edificio inusitati scorci prospettici sugli spazi esterni La volumetria d’angolo trova la sua espressione in una facciata a doppia pelle che travalica il ruolo di “cooling tower” per la regolazione termica l’edificio, divenendo un vero e proprio dispositivo architettonico. La pelle vetrata, messa a punto con la collabora-

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zione di RFR, risponde a molteplici esigenze: ridurre il carico termico sull’edificio, costituire un filtro per calibrare la luce sulle esigenze di lavoro, proteggere gli occupanti dal sole diretto e infine impedire la visione dall’esterno per garantire la privacy dei clienti. La vuota intercapedine si è densificata e la facciata doppia pelle si è trasformata in un “sandwich” tecnologico, in un brise-soleil orientabile di marmo, contenuto all’interno di due superfici vetrate quasi invisibili. Il marmo è stato scelto per la sua caratteristica di essere bianco cosicché gli elementi del brise-soleil possono riflettere il più possibile, verso l’esterno, l’energia solare: questi, inoltre, sono talmente sottili, solo qualche millimetro di spessore, da risultare traslucenti se completamente chiusi. Al tempo stesso rischiarano e decorano lo spazio interno grazie alle venature tipiche di questo materiale. L’inclinazione delle lamelle è costantemente ottimizzata con riferimento a molteplici parametri, stagione, altezza del sole, stato del cielo, temperatura etc. grazie a una gestione centrale che assicura anche il carattere unitario dell’edificio. La gestione centralizzata non è, però, coercitiva ed è possibile, localmente e temporaneamente, personalizzare le regolazioni e così soddisfare le esigenze del singolo occupante. Ciascuno strato del sistema è sinergico alla concezione globale, la trasparenza della superficie esterna è massimizzata grazie all’adozione di vetri di gran formato portati direttamente su esili cavi pretesi. Il bianco del brise-soleil risulta essere più luminoso dei riflessi della pelle esterna cosicché, da lontano, nell’assenza dell’usuale infisso, si percepisce solo la presenza delle lamelle, si apprezzano le nervature del marmo in tutto il loro nitore senza aver troppa cognizione dell’antistante schermo in vetro. Quando, invece, i brise-soleil sono orizzontali l’edificio cambia aspetto: al bianco del marmo si sostituiscono fenomeni di trasparenze e riflessi multipli fino a che, dopo il tramonto, è l’edifico stesso a emettere luce. La pelle di marmo diventa incandescente e riappaiono nuovamente le nervature, nella penombra generale, permeando l’oscurità. In termini ultimi l’immagine dell’edificio risponde all’“environment” nella necessità e volontà di creare delle condizioni di lavoro ottimali, al tempo stesso, però, caratterizza il senso dello spazio sia interno sia esterno per connotare un manufatto privato con un ruolo pubblico. Stefano Piccardi

he extension to the headquarters of the Banque Générale du Luxembourg is not just supposed to improve the smooth running of the bank by providing more space and reception facilities, it is also intended to be an inner-city project drawing on a combination of relation to context and relation to light to create a feeling of both inner and public space. Maison Shotter, a small and unobtrusive construction flanking the headquarters of the Banque Générale du Luxembourg along Boulevard Royal on the corner of a road leading into the old town centre, had lost its sense of scale and urban meaning through the construction of taller new neighbouring buildings. This is why it was decided to take hold of this space and replace the old building with a more fitting embodiment of the bank’s identity. The new construction designed by an architect from Luxembourg, Jim Clemes, is not stylistically reminiscent of the neighbouring building: it is a deliberately different and visually selfcontained feature. Its extension makes it an authentic corner tower, whose striking stylistic design lets it loom over the avenue where it widens along the promenade skirting around the edge of the old town. The new construction is not striking due to its design features or stylistic impertinence. Its appearance comes from the way it cleverly plays with materials, patterns, transparent effects and reflections, even making the building skin vibrate and come to life, letting it stand out from the old neighbouring structures. The new building is visually incorporated inside two curved thick and solid vertical surfaces, which, by creating a indentation or recess around the edge, separate the new building from the two adjacent blocks and make it more independent. This sort of interruptive effect, visible from the outside, is matched on the inside by a “spyglass” effect: a narrow vertical slit opens up unusual views of the outside spaces from the various entrance ways to the new building set on every level. The corner structure takes the shape of a double-skinned façade that is more than just a cooling tower for controlling the building’s heating systems, it is also an authentic architectural device. The glass skin, developed in conjunction with RFR, meets a variety

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of needs: it reduces the heat load on the building, provides a filter for gauging the light to work needs, shelters people inside from direct sunlight and, lastly, prevents people from seeing in from the outside, thereby guaranteeing the clients’ privacy. The empty cavity has been made denser and the doubleskinned façade has turned into a technological sandwich, an adjustable marble shutter set between two almost invisible glass surfaces. Marble was chosen for being white so that the shutter parts will reflect solar energy outwards as much as possible: these parts are so thin (just a few millimetres thick) they actually look translucent when completely closed. They simultaneously brighten up and decorate the interior space thanks to the kind of paints used on this kind of material. The angle of the shutter blades are constantly perfected in relation to all kinds of parameters, such as the time of year, height of the sun, sky conditions, temperature etc., thanks to centralised control ensuring the uniformity and unitary nature of the building. Centralised control is not compulsory, however, and adjustments can be customised (locally and temporarily) to meet the individual occupant’s needs. Each layer of the system is synergic to the overall design, the transparency of the outside surface is accentuated as far as possible by using large sheets of glass held in place by thin prestretched cables. The white of the shutters turns out to be brighter than the reflections on the outside skin so that, in the absence of any conventional frame, only the shutters can be seen from afar, and the veins in the marble can be admired without really noticing the glass shield in front of them. On the other hand, when the shutters are horizontal the building looks quite different: the white of the marble is replaced by multiple reflections and transparent effects, so that it is the building itself that gives off light after dusk has fallen. The marble skin turns incandescent and the nerves reappear in the general halflight to break the darkness. In the end the building image matches the environment in its need and desire to create optimum working conditions and, at the same time, a sense of both interior and exterior space befitting a private building serving a public purpose.

Credits Project: Jim Clemes Architectes Facades structure: RFR Client: Banque Générale du Luxembourg

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Particolari della facciata a doppia pelle che risponde a molteplici esigenze, ridurre il carico termico dell’edificio, filtrare la luce in base alle esigenze di lavoro, proteggere gli

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occupanti dal sole diretto e garantire la privacy dei clienti. Details of the double-skinned façade serving multiple purposes, reducing the building’s thermal

load, filtering light in accordance with work requirements, sheltering the occupants from direct sunlight, and ensuring customer privacy.

L’intercapedine compresa tra la doppia pelle è occupata da un sistema di brise-soleil in marmo bianco traslucido. L’inclinazione delle lamelle è ottimizzata in funzione delle

stagioni, stato del cielo e temperatura, grazie a un sistema centrale che garantisce l’uniformità dell’edificio. The cavity between the double-skin is

occupied by a translucent white marble shutter system. The angle of the blades is optimised in relation to the time of year, cloud coverage and temperature, thanks to a centralised

system creating seamless overall building conditions.

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A sinistra, dal basso, piante dei piani secondo sotterraneo, terreno, quarto, quinto e settimo e ultimo piano. Al centro, sezione trasversale e schizzo del sistema di risposta termica della facciata.

Nella pagina a fianco, la torre d’angolo che identifica l’ampliamento della Banca ridenfinendo le proporzioni urbane della strada d’accesso al centro storico della città.

Left, from bottom, plans of the second underground, round, fourth, fifth, seventh and top floors. Centre page, cross section and sketch of the thermic reaction system in the facade. Opposite page, the

corner tower marking the extension to the Bank re-defining the urban proportions of the entrance road to the old city centre.

Schema del sistema di brise-soleil inseriti tra le due superfici vetrate quasi invisibili delle facciate e tabella della ripartizione dei flussi solare globale.

Diagram of the shutter system slotted between the two almost invisible glass surfaces of the facades and table showing the overall division of solar flows.

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Tétrault, Dubuc, Saiat Hal Ingberg

Materializzare l’ottimismo New Montreal Conference Building

Opposite page, one of the interior spaces in the Montreal Conference Building, whose extension completed in 2003 is the result of a competition launched in 1999. The competition stipulated the need to remove the psychological and urban barriers deriving from the old building by connecting it through a new building to the old city centre and underground links forming the neighbouring Cité Internationale; it also called for a big column-free exhibition space and a doubling of the spaces designed for meetings and conferences.

Credits Project: Tétrault, Dubuc, Saia & Associés Architects+ Hal Ingberg Architect (independent architectural consultant & co-designer) Structural: Dessau-Soprin Mechanical/Electrical: Pageau Morel et Associés / Genivar Contractr: Gespro/BFC/Divco Landscape: Claude Cormier Architectes Paysagistes Client: Société du Palais des Congrès

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he aspetto ha l’architettura dell’ottimismo? La qualità dell’architettura del nuovo Palazzo dei Congressi di Montreal dal design di Tétrault, Dubuc, Saiat + Hal Ingberg ne incarna probabilmente una delle più efficaci rappresentazioni. Un ottimismo applicato al metodo architettonico, quello di Ingberg, realizzato attraverso una attenta selezione dei materiali, e la configurazione dello spazio attraverso la manipolazione della luce che lo definisce. E’ proprio sulla luce e sui colori riflessi dai materiali scelti che gli esperimenti di Ingberg si concentrano nella maggior parte dei suoi progetti. L’interesse dell’architetto canadese per la rifrazione e la riflessione della luce sui materiali è visibile nelle sue installazioni spesso completamente imperniate su questo aspetto, fino a ridurne la morfologia a un minimalismo estremo e disarmante, quanto efficace. La piccola scala delle installazioni di Ingberg, gli ha concesso, in passato, di controllarne attentamente l’interazione con le persone, registrata fotograficamente allo scopo di individuarne i modelli di comportamento generati dallo spazio offerto. Tuttavia, nel salto di scala compiuto con il progetto per l’espansione del Palazzo dei Congressi, l’architetto è stato in grado di trasferire alla nuova dimensione lo stesso atteggiamento esplorativo nei riguardi di luce e colore. Nessuno ignora le proprietà psicologiche della luce, e dei colori che derivano dal suo impatto sui materiali. Gli effetti della luce sui materiali sono quelli che percepiamo come colori, ma che rendicontano anche sulla natura delle diverse superfici, lisce e riflettenti, oppure scabrose e opache. Nel Palazzo dei Congressi, i progettisti hanno lavorato su due fronti, come richiesto dalla scala urbana: quello dell’impatto sulla città, in un’area di Montreal a cavallo tra centro storico e città nuova, e quello degli interni. I due dominii sono strettamente interconnessi, come è tipico dell’architettura moderna, ma piuttosto che creare una continuità diretta interno-esterno, la membrana in vetro policromo dell’involucro opera una separazione netta fra i due mondi. All’esterno, le specchiature colorate delle facciate continue rivelano con vivacità una funzione rinnovata e significativa per la città: l’idea di un edificio comunitario espressa con energia contemporanea, che finisce per invadere in qualche modo tutto lo spazio circostante, e aggiungere valore cromatico a un contesto urbano di solito dominato da un generico grigio sfumato. All’interno, gli spazi comuni sono pervasi da una striatura cromatica vagamente onirica, ma nello stesso tempo presente e concreta. La pelle trasparente e colorata dell’involucro proietta sulle superfici interne i colori secondo una griglia ortogonale che, col variare dell’angolo del sole durante la giornata si deforma e si inclina, generando una tessitura nuova dello spazio, immateriale ma pienamente percepibile come un elemento proprio dell’architettura. L’irraggiamento policromo avvolge ogni cosa, pavimenti, scale, pareti, strutture, inondandole di blu, verde, giallo, rosso. Lo spazio, altrimenti razionale e rigoroso è pervaso da una gioiosa atmosfera, la materializzazione della teoria dell’ottimismo, il nemico della nostalgia e della ripetizione. Ottimismo dunque come innovazione ed esplorazione, una filosofia strumentale applicata a una concezione contemporanea dello spazio pubblico. Alessandro Gubitosi

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hat does optimistic architecture look like? The architectural quality of the new Montreal Conference Building designed by Tétrault, Dubuc, Saiat + Hal Ingberg is probably one of its most effective representations. Optimism is applied to Ingberg’s architectural method through a careful selection of materials and space set out by manipulating the light defining it. In most of Ingberg’s projects, experimentation is certainly focused on light and the colours reflected off his chosen materials. This Canadian architect’s interest in how light refracts and reflects off materials can be seen in his installations, which very often hinge entirely around this aspect, so much so that their morphology is reduced to the utmost minimalism, as disturbing as it is effective. The small scale of Ingberg’s installations has, in the past, let him carefully control how they interact with people, photographically recorded to pick out the behavioural patterns generated by the space available. Nevertheless, in the jump in scale visible in the project to extend the Conference Building, the architect has managed to transfer the same explorative attitude to light and colour to this new dimension. We are all aware of the psychological properties of light and the colours deriving from its impact on materials. The effects of light on materials are what we perceive as colours, but they also depend on the nature of the different surfaces: smooth and reflective or rough and opaque. The architects have worked on two fronts in this Conference Building, as required by the urban scale of the design: its impact on an area of Montreal between the old city centre and new downtown neighbourhood, and its interiors. The two realms are closely connected, as is typical of modern architecture, but instead of creating direct continuity between the inside-outside, the shell’s multi-coloured glass membrane clearly segregates these two different worlds. On the outside the coloured reflections off the curtain facades reveal an important new city function: the idea of a community building expressed with cutting-edge energy, that somehow ends up invading all the surrounding space and adds chromatic value to an urban setting usually imbibed with a hazy grey colour. On the inside the communal spaces feature a vaguely oneiric, yet at the same time real and quite apparent, colour scheme. The colourful, transparent skin projects colours onto the inside surfaces in line with an orthogonal grid, which deforms and inclines as the angle of the sun changes throughout the day, creating a fresh web of immaterial space that can clearly be seen as a feature of the architecture proper. Multi-coloured radiation envelops everything, the floors, stairs, walls and other structures, flooding them with blue, green, yellow and red. The otherwise rational and precise spatial layout is shot through with a feeling of joy, the material embodiment of the theory of optimism which is the enemy of nostalgia and repetition. Optimism as a form of innovation and exploration, an instrumental way of thinking applied to a modern-day conception of public space.

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Hal Ingberg

Nella pagina a fianco, uno degli spazi interni del Palazzo dei Congressi di Montreal, il cui ampliamento, completato nel 2003, deriva da un concorso bandito nel 1999. Il concorso richiedeva di eliminare la barriera psicologica e urbana determinata dal vecchio palazzo collegandolo, tramite un nuovo edificio al centro storico della città e ai collegamenti sotterranei che formano l’adiacente Cité Internationale; inoltre si voleva un grande spazio espositivo libero da colonne e il raddoppio degli spazi destinati a incontri e conferenze.

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Viste degli esterni dell’ampliato Palazzo dei Congressi. La nuova Hall Bleury che ne è l’elemento urbano focale, si caratterizza per la sua facciata in vetri trasparenti e colorati che ne segnano fortemente la presenza lungo la rue Bleury. Views of the exteriors of the extended Conference Building. The new Bleury Hall, the key urban element, features a façade made of coloured, transparent glass making it stand out along Rue Bleury.

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Viste degli interni, dominati dai giochi di luci, riflessi e colori, determinati dall’utilizzo di montanti colorati che si riflettono su pareti a specchio. L’edificio con una pianta a L si connette all’esistente galleria pedonale e si divide in tre “anelli” concettuali: la parte più esterna di ogni anello contiene attività commerciali, mentre le “aperture” interne ospitano gli spazi di servizio, le rampe per i camion, la stazione dei bus; tra ogni anello, due passaggi pedonali riconnettono il nuovo edificio alla città storica. Views of the interiors featuring interplays of light, reflections and colours deriving from the use of coloured stanchions reflected on mirror walls. The building with an L-shaped floor plan is connected to the old pedestrian way and is divided into three conceptual “rings”: the most outside part of each ring holds retail activities, while the interior “openings” hold utility spaces, lorry ramps and a bus station; there are two pedestrian ways, re-connecting the new building to the old city, between each ring.

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Dal basso in alto, piante del piano terra, del secondo livello (spazi espositivi) e del quinto livello (sale congressi). Nella pagina a fianco, particolare dei montanti di acciaio forato colorato che sostengono la facciata continua in vetro. From bottom up, plans of the ground floor, second level (exhibition spaces) and fifth level (conference halls). Opposite page, detail of the perforated coloured steel stanchions supporting the glass curtain façade.

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architettura ha un bisogno costante di rinnovarsi ma, perché questo succeda, occorre che la ricerca trasformi le intenzioni in segnali che aiutino il succedersi di questi fatti. Patricio Pouchulu è un architetto di scuola argentina, spolverata da esperienze internazionali, condizionata da una raffinata cultura e sensibilità, dichiarate visibilmente nei suoi schizzi preparatori. Attraverso le sue analisi grafiche, espresse con mano abile e di sottile espressività comunicativa, si scopre un architetto che ben sa che il progetto va prima sognato e poi segnato se si vuole che qualche cosa di nuovo succeda. Tutto ciò è proprio parte della nostra attualità: l’architettura contemporanea deve cercare di rendere umano il prodotto del lavoro, frutto dell’atto intellettivo dell’uomo, e porlo al suo servizio. E’ riuscire a celebrare negli eventi l’utilità e la bellezza. Il passato è colmo di forme e di validità individuali, lo sforzo della nostra civiltà sembra sia quello di inventare uno stile comune; il grave è che questo stile deve essere affidato al numero del calcolatore. Ciò, però, non vuol dire che si debbano standardizzare le menti dei progettisti, né lo spazio dell’uomo, ma occorre rendere il processo capace di modularità compositive e lasciare libera la scelta attenta della cultura del progetto. E’ importante che la professione dell'architetto colga le vere necessità della nostra epoca. Dobbiamo esaminare il nostro momento storico in relazione all'evoluzione a cui hanno portato i recenti sviluppi della telematica, dell'informatica e della computerizzazione; e poiché non viviamo un periodo di tutto riposo scientifico, occorre urgentemente riprendere i nostri comportamenti, anche perché vi è troppo distacco fra la scienza e la sua applicazione. I disegni di Pouchulu sembra raccontino proprio l’evolversi dei fatti progettuali contemporanei, ma sono anche premonitori di un immaginario futuro dell’architettura. L’architetto nel passato era preposto, come maestro d’arte, al controllo del cantiere di fabbrica; oggi, col passaggio dalla meccanica all’elettronica e alla robottizzazione, ha perso le sue facoltà demiurgiche. Il progettista continua a produrre e a pensare in modo artigianale, anche quando lo stesso artigiano, ormai informatizzato, ha trasformato la sua attività in industria. Siamo in presenza, ahimè ancora, di quello che è avvenuto nell’800, cioè il sorpasso dell’ingegnere sulla cultura umanistica dell’architetto. Il pensiero tecnico/progettuale di Patricio Pouchulu è un segnale incalzante; occorre, proprio attraverso questo tipo di virtualità grafica, che l’architetto si adegui alle situazioni emergenti. E’ un sintomo anche la grande quantità di architettura seriale, si fa per dire, disegnata e non realizzata, che produce solo bellissimi quadri, ma avulsi dal vero concetto della ricerca per un diverso futuro del progetto. Non vi è più una stretta relazione fra la tecnica del costruire e il progetto d’architettura, ben vengano, allora, questi sogni utopici. Si è troppo lontani dal periodo in cui l’architetto, insieme al costruttore, modificava dall’interno la produzione edilizia, innovandola. Manca un’architettura concreta che diventi l’imperativo del lavoro professionale per raggiungere ancora le grandi enfasi del costruire. La pressante domanda del mercato spinge ad applicare e rinnovare continuamente la tecnologia, che può essere controllata solo con un lavoro in comune con tecnici e ingegneri. Innovare lo spazio continua ad essere, e sarà sempre, il compito dell’architetto, che deve trovare, attraverso la trasformazione della tecnologia, la fonte della sua ispirazione e soddisfare, così, le esigenze dell’uomo contemporaneo. Grazie alla tecnologia è possibile ristabilire l’unione fra la composizione, la costruzione e l’economia, in una profonda unità che deve scaturire dalla tecnologia avanzata, dal sentimento e dalla convenienza. D’altronde, se vogliamo descrivere la figura dell’architetto nella nostra società, essa ci appare con una funzione marginale, adatta solo ai ricchi che vogliono comprare un plus valore di effimera bellezza; è assai più popolare la figura del geometra, dell’ingegnere e del costruttore. Occorre sforzarsi a lungo per difendersi dalla

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Patricio Pouchulu

comune stupidità per confermare che l’architettura è un sacrosanto diritto dell’uomo ed è un atto naturale. E’ vero anche che non può essere realizzata se non insieme e su nuove basi, etiche e umane. Occorrerebbe quindi unirsi in una lobby professionale, che comprenda ogni settore del progetto, e fondare su intendimenti ferrei una nuova professionalità. Tutto questo deve partire da una attenta ricerca che potrebbe essere descritta da personaggi come Pouchulu. Proviamo ad analizzare cosa è il prodotto che viene offerto dal nostro lavoro professionale: nient’altro che un manufatto nato attraverso il lavoro di un’infinità di settori produttivi, coordinati dalla progettazione. La figura del progettista, se non riprende il ruolo che comprende la tecnica e l’anima del progetto, sarà sempre considerata un eccesso al lusso. L’architetto deve, in altre parole, essere capace di controllare la fattibiltà del progetto, in termi-ni di costo e di tempo; questa è l’unica risposta che si aspetta il committente. La qualità progettuale deve essere un bene occulto, di cui solo il tempo può dare conferma, non è pagabile in modo immediato e le occorre la convalida della storia, per confermare la sua forza trasformatrice; solo così apparirà come segno ai posteri. Perché insistere pretendendo che tutto ciò sia immediatamente riconosciuto? Ciò è parte della vanità umana non della qualità del progetto. I progettisti del nostro tempo, troppo spesso si autocelebrano cercando di vendere a caro prezzo le loro qualità e fanno diventare merce di scambio qualcosa che non può e non deve essere subito pagato. Lo spazio, allora, diventa percettivo e quindi la conoscenza sensibile non è uno spazio cartesiano, omogeneo, uniforme ed isotropo, ma uno spazio polare cioè continuamente orientato sul punto di vista dell’ideatore. Punto di vista che indica non tanto il luogo geometrico quanto il luogo intellettivo e sensitivo, vale a dire il punto, nello spazio e nel tempo, di ogni atto conoscitivo. Avendo lo spazio le nostre stesse dimensioni, esso non può essere definibile e rappresentabile, ma solo percepito: esso è un valore virtuale e può essere segnato e rappresentato solo in modo mediatico; per esempio, in architettura, mediante segni geometricamente organizzati in modo da permettere alle capacità creative dell’osservatore continue occasioni di trasparenza, dal fenomenico all’immaginativo e, quindi, al virtuale. Ecco l’intenzione delle rappresentazioni, a partire dallo sfondo architettonico, di Patricio Pouchulu. Nella cultura occidentale, la scienza dello spazio, a partire da Euclide, costruisce la propria speculazione sulla definizione di piano cioè su un valore che è un limite posto tra il concavo e il convesso, oltre quindi alla soglia del sensibile; si sviluppa, di conseguenza, una geometria assoluta e umanamente indifferente. Nel secolo scorso, in un contesto che vede ogni struttura impe-gnata in nuove dimensioni e nuovi modelli esistenziali, anche l’intransigenza del piano euclideo cede e si incurva intorno al quotidiano dell’uomo, si fa sensibile alle variabili antropocentriche e l’assoluto trapassa così nel relativo: la relatività del punto di vista. Nascono le geometrie curvilinee di Nikolaj Ivanovic Lobatchewsky e di Bernhard Riemann e quella che sarà la dottrina della relatività, di ogni relatività, di Albert Einstein, destinata a diventare poi la codificazione matematica di quella che in campo socioeconomico, e proprio in quel tempo, prenderà il nome di libertà. L’arte dello spazio, al contrario della scienza dello spazio, parte, storicamente, dal curvilineo cioè dall’immediato sensibile e dal contesto del quotidiano da cui perviene, attraverso un processo di astrazione; questa intesa nel senso di Gian Battista Vico, cioè come estrazione all’assoluto del piano neoplastico. Ma il piano di Piet Mondrian non è il piano di Euclide: questo è teso, insensibile e incorruttibile alle tentazioni dell’uomo mentre il primo è ritmato, nella dimensione frontale, da scansioni lineari e, nella direzione sagittale, oscilla costantemente, avanti/indietro, tra il concavo e il convesso. Mario Antonio Arnaboldi

country’s economic and political difficulties can very often nourish creativity, dreaming, reflections on a new form of society and avant-garde works of architecture designed to create alternatives capable of generating a variety of different images. This is a way of reacting to any kind of social repression, which is why it is worth mentioning and, most significantly, worth focusing on where the new comes from. Architecture has a constant need to renew itself, but in order for this to happen research needs to turn intentions into signs capable of helping these facts along. Patricio Pouchulu comes from the Argentinean school of architecture but has plenty of international experience; her cultural elegance and sensitivity is clearly visible in her preparatory sketches. These graphic analyses, carefully drawn with subtle communicative expressiveness, reveal an architect who is well aware that a project must first be dreamt up and then marked down, if something new is to brought into being. All this is part of the society in which we live: modern-day architecture must try and make the product of human endeavour and human intellect more humane, and hence capable of serving people’s real needs. Utility and beauty deserve to be celebrated. The past is full of individual shapes and forms, but our society seems to be striving to invent a common style; the worst thing is that this style is entrusted to a computer. Nevertheless, this does not mean that all architectural designers must think along the same lines or that all the space we inhabit must be standardised. We simply need to make this a stylistically modular process and leave room for choice when creating new designs. The profession of architecture must meet the needs of the age in which we live. We need to take a careful look at our period in history in relation to developments that have led to recent progress in telematics and computer technology; and if we are to kick-start our scientific culture, we must look at our own behaviour because the gap between science and its application is to wide. Pouchulu’s designs seem to be a sort of account of modern-day architecture, as well as a warning about how it might develop in future. In the past architects were placed in charge of their building sites, like masters of art; now that we have moved on from mechanics to electronics and robotics, they have lost their demiurgic status. Architectural designs still think and work like craftsmen, even now that craftsmen, who have computerised their trade, now work along industrial lines, completely unawares of this great evolution and of how new electronic systems have changed production. Unfortunately, we are once again witnessing what happened in the nineteenth century, viz. engineering taking precedence over the architect’s humanistic background. Patricio Pouchulu’s technical/design style is a vital sign; architects must draw on this kind of graphic virtuality to adapt to emerging situations. Another symptom is the huge number of what we might describe as mass-produced works of architecture, designed but never built, that result in nothing more than lovely pictures and are quite unrelated to the real notion of research into a different future for architecture. In contrast with the past, there is no longer any close relation between building method and architectural design, so this kind of utopian dreaming is most welcome. Too much time has passed since the days when architects worked with builders to alter and update the construction process from inside. There is no longer any concrete architecture, and we must strive to once again reach these great heights in the art of building. Pressing market demand calls for the constant application and development of technology, that can only be controlled by working together with technicians and engineers. Innovating space is still, and always will be, the architect’s job, as he or she strives to use progress in technology to provide the inspiration for meeting the needs of modern-day people.

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Technology provides a means of re-establishing links between design, construction and economics in the kind of tight bonds coming from cutting-edge technology, sentiment and convenience. After all, if we wanted to describe the part architects play in contemporary society, they would only be assigned a marginal role, merely serving rich people looking to purchase some added value of transient beauty; surveyors, engineers and builders are all much more popular. It takes plenty of effort to fend off common-place stupidity and ensure architecture is an inalienable right and most natural of human acts. It is equally true that this can only be achieved together and on new ethical and humane foundations. This means we ought to join forces in a professional lobby encompassing every sector of design and reground our profession on unshakable intentions. All this must start with careful research carried out by the likes of Pouchulu. Let’s try and analyse the product of our professional labours: nothing but a construction deriving from the work of an endless number of production sectors co-ordinated through design. Unless they once again grasp the very technical heart and soul of design, architects will also be seen as a luxury we can ill afford. In other words, architects must learn how to keep tabs on the feasibility of a project in terms of time and money; this is what the client is really looking for. Design quality ought to be a hidden extra that only emerges in time, it does not pay off immediately and its transformative powers are actually only validated down through history; this is the only way it will leave its mark for those following in our footsteps. Why insist on expecting everything to be instantly accountable? This is a sign of human vanity, not the quality of a project. Far too often our modern-day architects celebrate their own skills, raising the price of something that cannot, and should not, pay off immediately. This turns space into something perceptual and so our sensible awareness is not longer a smoothly uniform and isotropic Cartesian space but a polar space, viz. constantly directed towards the onlooker’s point of view. A point of view that does not indicate so much a geometric space as an intellectual and sensible space, meaning the point in space and time of all intellectual acts. Since space shares our own dimensions, it can be neither defined nor represented just perceived: it is a virtual value and can only be marked and represented in a mediatic way; in architecture, for instance, by using geometrically organised signs to provide the onlooker’s creative skills with all kind phenomenal, imaginary and hence virtual opportunities. This is what Patricio Pouchulu is trying to represent against his own architectural backdrop. Ever since Euclid, the science of space in Western culture has been built around the definition of a plane, viz. on a limit value between the concave and convex, placing it beyond the sensitive realms; this leads to an absolute and humanly indifferent form of geometry. Last century, as structures were taken to new dimensions and new forms of life, even the Euclidean plan was forced to give way and yield to everyday human existence, it became sensitive to anthropocentric variables and the absolute turned relative: relativity in terms of point of view. This led to Nikolaj Ivanovic Lobatchewsky and Bernhard Riemann’s curved geometrics and eventually the theory of relativity, of all relativity, devised by Albert Einstein, destined to become the mathematical formulation of what, back then, was known as freedom in the field of socio-economics. In contrast with the science of space, the art of space begins historically with the curved line, i.e. the sensibly immediate, and everyday life from which it emerges through a process of abstraction; taken as Gian Battista Vico intended it, as an extracting of the absolute from a neo-plastic plane. But Piet Mondrian’s plane is not a Euclidean plane: it is taut, insensitive and incorruptible by man, whereas the former features linear patterns frontally and constantly rocks to and from between the concave and convex in a sagittal direction.

Agora Dreams and Visions

Agora Dreams and Visions

Patricio Pouchulu

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Vista zenitale e, nella pagina a fianco, prospettiva dell’interno del progetto presentato da Patricio Pouchulu (www.pouchulu.com) al concorso internazionale per il Museo Egizio a Giza. L’intero progetto è

ispirato alle forme del deserto e al profilo delle dune. E’ organizzato come una città giardino con una rete di strade, piazze, ponti e “gusci” distribuiti attorno al grande Occhio della Duna che contiene le Zenith view and, opposite page, perspective view of the inside of the project Patricio Pouchulu (www.pouchulu.com)

principali aree espositive.

entered in the international competition to design the Egyptian Museum in Giza. The entire design is inspired by desert forms and the outline of the dunes. It is set out like a garden city with a

web of roads, squares, bridges and “shells” distributed around the huge Eye of the Dune holding the main exhibition areas.


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A p. 40, la Valhall House è progettata per Hardangerfjord in Norvegia come sede per un Centro Conferenze internazionale per Donne Manager. L’edificio propone uno spazio sensuale e caratterizzato da colori forti.

Il progetto Sandbangles propone la sovrapposizione di due realtà urbane completamente diverse come Los Angeles e Sandbanks. La ricerca visiva parte dal tessuto urbano esteso di Los Angeles con la sua

Page 40, Valhall House is designed to be built in Hardangerfjord, Norway, as the home of an international Conference Centre for Women Managers. The building features sensual space full of bright colours.

architettura prevalentemente regolare e geometrica e prende dall’Inghilterra gli elementi lineari e quasi organici delle file di case delle sue periferie. Ne risulta un’immagine di spazio fuori dal tempo, quieta e

A p. 41, Voidomes fa parte di un progetto per una scenografia cinematografica. Si esplorano le forme neoclassiche di Buenos Aires, mixandole in una fantasia formale. I disegni di Pouchulu espandono questa

The Sandbangles project superimposes two completely different urban settings like Los Angeles and Sandbanks.

astratta, con elementi artificiali che sembrano però emanazione del paesaggio naturale.

Page 41, Voidomes is part of a project to design a film set. It explores Buenos Aires’s

rivisitazione trasformandola in luogo irreale di postindustrializzazione decadute.

The visual experimentation starts with Los Angeles’ s extended urban fabric featuring its mainly regular and geometric architecture, borrowing from England the linear and almost organic rows of suburban houses. This

neo-classical forms mixing them together with stylistic imagination. Pouchulu’s drawings develop this re-working by transforming it into an unreal and quite decadent post-industrialised place.

creates an image of timeless, peaceful and abstract space with artificial elements that seem, however, to emanate from the natural landscape.

Schizzo per la Città nel Deserto. Questo progetto ha come tema la vita in una regione desertica, un territorio surreale ma reale (la Patagonia). Pouchulu pensa questa città come reazione all’urbanizzazione con

Sketch for the City in the Desert. This project is based on the idea of life in a desert region, a surreal yet real setting (Patagonia). Pouchulu

forme artificiali che quasi non si distinguono da quelle naturali.

has designed the city like a reaction to urbanisation using manmade forms that are almost indistinguishable from the natural forms.


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Pica Ciamarra Associati

Sotto, l’area di Bagnoli a Napoli prima dell’intervento e planimetria generale dell’area in cui si è realizzata la Città della Scienza.

Below, the Bagnoli area, in Naples, before the intervention and site plan of the City of Science.

Pica Ciamarra Associati

La Città della Scienza In Naples/Bagnoli no degli aspetti più interessanti della cultura del nostro tempo, in quella che potremmo chiamare la strategia degli eventi, il vero motore che anima il sistema delle comunicazioni di massa, è il tentativo di rendere affascinante un mondo solitamente ritenuto astruso, difficile, complicato come quello delle scienze, attraverso la loro spettacolarizzazione. In Italia, Pica Ciamarra Associati ha trasformato un angolo di Bagnoli – dove in precedenza gli altiforni sfornavano profilati – in uno spazio denso di echi e di rimandi consapevole che la cultura non si limita all’arte, alla musica o alla poesia, ma coinvolge l’intero scibile umano e che le scienze – pensiamo all’informatica – occupano un posto essenziale nella formazione dell’individuo che ha appena varcato la soglia del nuovo millennio. Vengono così recuperati una serie di padiglioni in mattoni e legno che iniziano la riqualificazione di uno dei tratti più belli della costa campana alle spalle di Posillipo, tra Capo Coroglio e l’isola di Nisida, fino a Pozzuoli, mettendo mano a uno dei gangli più importanti per la riqualificazione e il futuro della città di Napoli: un’area dimessa di trecento ettari ove è previsto una sorta di Central Park. Dopo il funzionamento di un primo lotto del science centre, una struttura educativa e informativa, fortemente interattiva che appare ai visitatori come uno stimolante luogo di incontro con chi produce scienza e tecnologia, in grado di farci comprendere le più recenti scoperte e invenzioni, nuovi spazi si aggiungono al nucleo originario nel grande progetto promosso dall’IDIS. I capannoni, in parte ristrutturati e in parte ricostruiti prendendo a modello le forme originali, tutti salvati dal degrado, si affacciano sul mare e l’acqua con il suo perenne movimento, si incunea nel costruito e sembra quasi arrampicarsi sulla facciata inclinata di cristallo, funzionando da chiusura e isolamento naturale. Sulle coperture invece si innestano delle “protesi”, destinate a illuminare e a fornire energia e tecnologia, in qualche modo a opporsi, a creare tensione con quella sorta di nastro continuo, simile a quello di Moebius che scivola sulla pavimentazione fornendo la piacevole sensazione di camminare su un tappeto mobile. Il progressivo scivolamento dilata, con le superfici vetrate sul mare, la dimensione dello spazio e incrementa il desiderio percorrere l’avventura della conoscenza, compiendo continuamente nuove, stimolanti scoperte. Nei padiglioni si nota il recupero delle acque piovane, impiegate per l’innaffiamento, le riserve antincendio e la realizzazione di fontane e contesti sonori e un sensibile progetto per il verde, con filari di alberi e piante che proteggono dai rumori del traffico mentre la ventilazione naturale è guidata da sensori e cellule fotovoltaiche e la presenza di serpentine a pavimento garantisce il benessere nella parte abitata degli spazi a grande altezza. Vale la pena segnalare anche che la configurazione architettonica degli spazi, sia interni che esterni, è pensata in modo da lasciar fluire la piacevole brezza marina. Molti altri elementi andrebbero sottolineati, come la riduzione dei consumi di energia legati allo studio dell’involucro ma non vogliamo tralasciare l’attenzione per l’architettura che in progetti così importanti rischia di passare quasi in secondo piano perché ci parla del tempo in cui viviamo con le sue contraddizioni, ovvero con il bisogno di iniziare il viaggio verso il futuro, consapevoli che ciò che le generazioni precedenti ci hanno consegnato rappresenta un bagaglio assai utile per costruire il nuovo.

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ne of the most interesting aspects of modern-day culture, as part of what we might describe as a strategy of events (the real driving force behind our system of mass communications) is an attempt to make the generally rather obscure, difficult and complicated world of science more exciting and intriguing by making it spectacular. In Italy, Pica Ciamarra Associati turned part of Bagnoli – where the furnaces used to churn out metal sections – in a space full or echoes and allusions to the past, well aware that culture is not confined to art, music or poetry, but actually touches on humanity in its entirety , and that the sciences – take computing for instance – occupy pride of place in the shaping of individuals now that we have crossed the threshold into the new millennium. Pica Ciamarra Associati has renovated a set of brick and wooden pavilions as part of a process of redeveloping one of the most picturesque stretches of coastline in the Campania region just behind Posillipo between Capo Coroglio and the island of Nisida and stretching as far as Pozzuoli, getting to grips with one of the most crucial aspects in redeveloping and planning the future of Naples: an abandoned area covering three-hundred hectares where a sort of Central Park is planned to be built. After bringing an initial lot of the science centre into operation, a highly interactive education/information facility that looks to visitors like a stimulating meeting place with people involved in science and technology, capable of informing us about the latest discoveries and inventions, new spaces are now being added to the original core as part of a major project being promoted by the IDIS. The warehouses, partly restructured and partly rebuilt based on the original designs and all saved from rot and ruin, face towards the sea, and the water endlessly in motion seeps into the building and almost seems to climb up the sloping glass façade, serving natural insulation and closure purposes. In contrast, the roofs are fitted with “extensions” designed to provide lighting and supply energy and technology, so as in some way to withstand and contrast the seamless band (rather like a Moebius strip) sliding across the floor that creates the pleasant feeling of walking on a moving carpet. This gradual sliding draws on the glass surface facing the sea to dilate the space and increase the desire to learn more and make constantly new and stimulating discoveries.The pavilions recycle rain water serving sprinkling and fire-fighting purposes and constructing fountains and sound settings and even a landscaping design incorporating rows of trees and plants providing shelter against traffic noise, while natural ventilation is guided by photovoltaic cells and sensors, and zigzagging on the floors ensures wellbeing in the inhabited parts of the high-level spaces. It is also worth noting the architectural layout of spaces, both inside and outside, designed to let the gentle sea breeze blow through. There are plenty of other things worth underlining, like for instance the reduction in energy consumption connected with the special shell design, but we do not want to detract attention from the architecture, which, in projects as important as this, is likely to be pushed into the background, as it tells us about the age in which we live and all the contradictions it entails, viz. the need to set off on a journey into the future without leaving the ground, well aware that what our predecessors have left behind is an extremely useful legacy for building something new.

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Dal basso in alto, sezioni longitudinali con il prospetto di ingresso, pianta del piano terra del museo e sezioni e prospetto della ciminiera. La ciminiera si prolunga verso l’alto con una struttura in acciaio e vetro di sostegno a un periscopio/telecamera che rimanda le immagini a un monitor alla base, affiancato a uno specchio d’acqua che mostra gli antipodi: il “buco del mondo”. Nella pagina a fianco, viste degli interni e schemi di principio del sistema di ventilazione naturale. From bottom up, longitudinal sections with the elevation of the main entrance, plan of the ground floor of the museum and section and elevation of the chimney. The chimney extends up through a glass and steel structure holding up a periscope/TV cameras broadcasting pictures to a monitor at the base, alongside a pool of water showing the antipodes: the “world’s hole”. Opposite page, views of the interiors and basic diagrams of the natural ventilation system.

Spazio performance/Performance space

Isolamento acustico – Separazione luce e aria Sound insulation – Separation light and air

Creazione zona comfort Creating a “comfort zone”

Struttura doppia Double structure

Struttura doppia Double structure

Circolazione aria Air circulation

Notte/Night time

Giorno/Day time

Primavera-Autunno/Spring.Autumn

Estate/Summer

Inverno/Winter

Controllo limite temperatura e umidità Limiting temperature and humidity control Ventilazione naturale e forzata Natural and forced ventilation

Luce naturale Daylighting

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Nella pagina a fianco, viste della galleria centrale e vista aerea notturna della Città delle Scienze. A sinistra, l’anfiteatro e, sotto, l’ingresso principale al complesso. Opposite page, views of the central gallery and aerial nighttime view of the City of Sciences. Left, the amphitheatre and, below, the main entrance to the complex.

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Velocità sul ghiaccio The Oval for Turin 2006 Sopra, prospetto est e nella pagina a fianco, rendering della pista di 400 m e delle tribune per 8.000 persone dell’Oval, il palazzetto per il pattinaggio di velocità in via di realizzazione nell’area Lingotto di Torino per le Olimpiadi Invernali 2006. Nelle pagine successive, dall’alto in basso, prospetto est con l’Oval e il Lingotto, prospetto nord-est di giorno, prospetto nord e prospetto nord-est di notte. Top, east elevation and, opposite page, rendering of the interior with the 400metre track and the stands for 8,000 people of the Oval, the sports palace for the short track ice skating that is being constructed in the Lingotto area for Turin Winter Olympics 2006.

Credits Project: HOK Sport Ltd, Studio Zoppini Associati Process Manager: Franco Pavan Structures: Buro Happold Ltd, MSC Associati s.r.l. Security: Pietro Rousset Plants: Buro Happold Ltd, Eugenio Roncelli, Giovanni Consonni Geology: Studio Cancelli Associato Environmental Feasibility: Pietro Cordara Work Management: Studio Corona, Teksystem Studio Associato, Prodim s.r.l.

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l pattinaggio su ghiaccio di velocità (Short track) in Italia non gode di un grande seguito di pubblico e delle attenzioni dei media; tuttavia, o forse proprio per questo, potrà contare su uno degli impianti sportivi più efficaci realizzati di recente nel nostro Paese. Ad aggiudicarsi il concorso per il nuovo impianto olimpico di Torino, è infatti un progetto pensato e disegnato con una attenzione prevalente agli aspetti tecnici e funzionali. Ad analizzare i disegni e i dati tecnici dell’opera, si ha l’impressione che il team di progettisti, costituito da veri e propri specialisti degli impianti sportivi lo Studio Zoppini e la multinazionale HOK Sport, abbia avuto ben chiaro i due passaggi cruciali per la riuscita dell’operazione: funzionalità e flessibilità d’uso combinate a una positiva esperienza spaziale da parte del pubblico. Innanzitutto occorreva sviluppare un impianto che assicurasse le migliori prestazioni sportive per raggiungere elevate performance di velocità. Ecco quindi che a dettare l’impronta al suolo dell’edificio è la dimensione della pista, con i migliori raggi di curvatura e le soluzioni tecniche più efficaci per l’inserimento delle serpentine del ghiaccio, degli impianti tecnologici e degli spazi di gestione. Attorno a essa sono disposte le tribune, interamente smontabili per la riconversione d’uso futura, disegnate per alloggiare oltre 8.000 persone nella migliore curva di visibilità. Al di sopra si distende la grande struttura di copertura, formata da reticoli tubolari in acciaio con luce libera tra gli appoggi di 100 metri. Questi ultimi sono risolti con perno a forma di piramide invertita lungo il lato est e da una coppia di bielle verticali controventate sul lato opposto. Tutti gli altri volumi, l’atrio d’ingresso, la scala e i locali tecnici sono in calcestruzzo a vista, che viene usato per definire gli elementi funzionali principali. Dall’esterno l’edificio si presenta come un parallelepipedo rivestito da un grande manto in alluminio naturale, intercettato e tagliato sui due fianchi laterali da due nitide vetrate che ne svelano l’aspetto strutturale interno e permettono, specie nel prospetto nord la relazione con il Lingotto e con l’ambiente circostante. I due lati lunghi, prevalentemente opachi per la corrispondente presenza all’interno delle tribune, rispondono alle due diverse esigenze funzionali. Il fronte principale, quello est, ben assolve alla funzione rappresentativa di accogliere gli spettatori e aiutarli a identificare gli ingressi. Quello ovest maschera gli impianti, i magazzini e gli spazi di servizio. Le facciate delle pareti sud ed est sono in pannelli di vetro trasparente al piede e opacizzato nelle specchiature soprastanti, sostenuti a interasse di sei metri da travature metalliche dalla particolare forma ad arco in corrispondenza delle aree esposte. Il prospetto principale è inoltre caratterizzato da tre oggetti sporgenti, diversi tra loro, ma appartenenti alla stessa famiglia espressiva, che evidenziano quello che oggi sono i tre diversi tipi di ingresso all’impianto sportivo e che domani potrebbero essere tre possibili accessi ad altrettanti distinti spazi espositivi. Tutto il progetto è infatti caratterizzato dall’attenzione alla efficace riconversione per altri utilizzi futuri, quali per esempio una hall fieristica, quando di pattinaggio di velocità non si sentirà più parlare per un lungo periodo. Solo così infatti l’investimento iniziale si potrà ripagare nel tempo e la città potrà continuare a utilizzarlo come efficace tassello di riqualificazione del territorio. Jacopo della Fontana

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hort track is not a very popular sport in Italy and does not attract much media attention; and yet despite this fact, or perhaps because of it, it can boast one of the most smoothing-running facilities to be built in this country over recent years. The competition for the new Olympic facility in Turin is a project devised and designed focusing mainly on technical-functional aspects rather than just a stylistically striking design: recent architectural projects for sports facilities in Italy have often tended to overlook the former. Analysing the project drawings and technical data, you get the impression that the design team, composed of real experts in sports facilities such as the all-Italian Zoppini firm and the multi-national HOK Sport team, clearly realised what the two key features are in designing a successful project: functionality and flexibility for multiusage ensuring all spectators are provided with good viewing positions. First and foremost, the facility had to be designed to guarantee high-speed skating performances. This is why the building is carefully scaled to the size of the skating track, with ideal radiuses of curvature at the bends and ideal technical solutions for incorporating the ice, technological systems and management spaces. These are surrounded by the fully dismountable stands ready for conversion to future uses, designed to cater for 8,000 spectators with excellent views from all positions, including an extra stand to handle big crowds for the Olympic events. It is covered by a huge roof structure made of steel reticular tubing with 100-metre free spans between the supports. The latter feature inverted pyramid-shaped pins along the east side and pairs of windbraced vertical rods on the opposite side. All the other structures, entrance hall, steps and utility rooms are made of exposed concrete used to define the main functional features. From the outside the building looks like a parallelepiped covered with a huge sheet of natural aluminium, intersected and cut across along both side flanks by two clear glass partitions revealing its inner structural appearance and enabling it to interact (particularly on the north elevation) with the Lingotto building and surrounding environment. The two long sides, which are mainly opaque due to the fact that this is where the stands are situated on the inside, serve two different functional requirements. The main east front provides an effective means of welcoming spectators and helping them find the entrances. The west front conceals the utilities, warehouses and service spaces. The facades of the south and east walls are made of transparent glass panels at the base and opaque glass at the top, held in place at six-metre intervals by special arch-shaped metal beams near the exposed sections. The main elevation also features three projecting objects, different from each other but belonging to the same stylistic family, which highlight the three different types of modern-day entrances to sports facilities which, in the near future, might eventually be three possible entrances to three separate exhibition spaces. The entire project actually focuses on enabling the complex to be easily converted to cater for future uses (such as, for instance, a trade fair hall) when speed-skating will no longer be on the agenda for some time to come. This is the only way the initial investment will pay off in time, and the city will still be able to make use of this useful means of urban redevelopment.

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Nella pagina a fianco dal basso in alto, pianta del piano terra, pianta del primo livello e sezione longitudinale. In questa pagina, rendering, prospetto

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e sezione di uno dei volumi di servizio disposti lungo la facciata est. Opposite page from bottom up, plan of the round floor, plan of the

first level and longitudinal section. This page, rendering, elevation and section of one of the round volumes containing various services along the east facade.

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Foreign Office Architects

Foreign Office Architects

La casa aperta BBC Music Box, London uattro grandi studi di architettura hanno partecipato a questa competizione della BBC, tra cui Future Systems, Zaha Hadid, Ushida Findlay e FOA. Scontro di alto profilo tra firme contemporanee ben quotate. Ma forse in questo caso lo studio Foreign Office Architects ha vinto non tanto in virtù di una “griffe”, quanto per un diverso modo di affrontare il tema. Segno dei tempi. Ogni avanguardia corre il rischio di degenerare in maniera e calligrafia: pensiamo alle lamiere di Gehry o ai volumi decomposti di Libeskind o agli organismi mutanti di Future Systems. FOA rappresenta oggi una produzione fatta di continua diversità. Forse ciò deriva dall’identità multietnica dei titolari: Farshid Moussavi, che viene dall’Iran e Alejandro Zaera-Polo che è spagnolo. I due si sono conosciuti ad Harvard e hanno poi lavorato per la star Koolhaas in Olanda. Più o meno da dieci anni si sono messi in proprio e hanno prodotto con successo. E’ una scheggia della generazione degli under 40 che prende piede e ottiene riconoscimento. La loro fortuna è stata tanta, come loro stessi ammettono, ma tanto è stato pure il lavoro progettuale, soprattutto sul fronte dei concorsi di livello internazionale. Essere stranieri (nel senso di straniamento) rappresenta una condizione di privilegio: guardare con occhi nuovi, con stupore, con freschezza. Essere a casa propria, senza essere realmente condizionati. L’apprendistato in Olanda, l’abitudine a relazioni con personalità di diverse nazioni ha generato in Foreign Office Archi-

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tects un’apertura mentale che è assunta a metodo di lavoro. Questo vivere senza bagaglio, pronti al viaggio, senza pesi da portarsi dietro, privi di fardelli culturali ingombranti, questa leggerezza potrebbe degenerare in un nuovo International Style; infatti il processo di globalizzazione delle nuove star ha generato i nuovi mostri: fenomeno per cui ogni singolo Paese che vuole apparire sulla mappa dei tour architettonici deve avere un edificio di un Gehry o di un Meier o di un Calatrava come landmark. Anche qui il branding, ovvero il consumo della firma prevale. Ma FOA oggi ci torna a parlare di luoghi specifici, che non significa ritorno al vernacolare, ma uno sguardo attento a cogliere specificità e opportunità, contro il marchio globale, senza una ricetta valida ovunque e comunque. Quest’opportunità accade a loro finalmente nella loro città, Londra e su un palcoscenico di rilievo. Il progetto BBC Music BOX qui appare come una creatura “diversa”, con discrete memorie “radical”; sembrano quelle cose del primo Hollein-Pichler o certe sinuosità del design Superstudio, insomma quello che gli anni Settanta avrebbero voluto realizzare se avessero avuto il computer… ma la forma è quasi accidentale, è una risultante estetica di scelte strategiche . Così, se guardiamo all’immagine della struttura, sembra quasi un loop, che si avvolge su se stesso, e ha significato perché è parte del progetto d’uso. Lasciare che la comunità si coinvolga, generare inclu-

sione, enfatizzare lo spazio pubblico, per partecipare alla rigenerazione di White City. Il campus della BBC ospita 12.000 persone: è una vera e propria cittadina, dove il Music Box sarà al centro. La trasparenza della struttura, la sua “openness” come fattore determinante. Viene evocata l’immagine sinuosa di un serpente che esce dal cestello, il concetto di “inviluppo” della musica, la musica vuole uscire dalla scatola, dal contenitore che ospiterà studi di registrazione, sale prova e sale concerto che possono contenere fino a 600 persone. Questa sarà la sede delle più importanti orchestre musicali della BBC, che per la prima volta vengono riunite in un solo luogo. Ma qual è il metodo di lavoro di FOA? Appare abbastanza alchemico-tecnologico: gli edifici vengono “generati” con “nutrimenti”, tipo richieste del cliente, dati tecnici, caratteristiche del sito ecc. – tutto buttato dentro al computer, che poi restituisce qualcosa, che è l’inizio del progetto. E’ un processo generativo, imprevedibile, bisogna farci l’occhio. E’ più l’atteggiamento di chi crea in laboratorio il proprio cyborg, piuttosto che l’esteta o il pianificatore. Questo metodo di lavoro ha generato molti successi e soprattutto ha riempito quella che chiamano FOA’s Ark: la loro grande nave di salvataggio dove sono posti tutti gli “animali” strani e imprevedibili raccolti in tutti questi anni di progettazione. E questo bestiario architettonico, questa zoologia neomoderna è il segnale che aspettavamo. Stefano Pavarini

Rendering dell’esterno, di giorno e in notturna, e di uno dei corridoi interni del progetto di Foreign Office Architects per il nuovo Music Centre della BBC a Londra. Questo Music Box sarà il centro di una cittadella della musica che ospiterà circa 12.000 persone. Rendering of the outside at daytime and nighttime, and one of the inside corridors of the project designed by Foreign Office Architects for the new BBC Music Centre in London. This Music Box will be the centre of a new citadel of music holding about 12,000 people.

Credits Project: Foreign Office Architects: Farshid Moussavi & Alejandro Zaera-Polo Project Team: Nerea Calvillo, Kelvin Chu Ka Wing, Kazuhide Doi, Eduardo Fernández-Moscoso, Laura Fernández, Kensuke Kishikawa, Friedrich Ludewig, Kenichi Matsuzawa, Jordi Pagès Ramón Structure: Adams Kara Taylor Acoustics: Sandy Brown Associates Lighting: Speirs and Major Associates QS & Project Management: Davis Langdon & Everest Theatre Consultant Ducks Sceno Service Enginer: Cameron taylor Brady Model: FOA and Andrew Ingram Client: BBC

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our major architectural firms took part in this competition organised by the BBC, namely Future Systems , Zaha Hadid , Ushida Findlay and FOA. A high-profile clash between highly esteemed modern firms. But in this case, perhaps, Foreign Office Architects did not so much win because of their name, as for their own peculiar way of approaching the project. A sign of the times. Any avant-garde movement runs the risk of degenerating into mannerism or mere exercise in style: take, for instance, Gehry’s metal sheets and Liberskind’s decomposed structures or Future Systems’ mutant organisms. FOA is always coming up with constantly different designs. Perhaps this is due to the multi-ethnic origins of its leaders: Farshid Moussavi, who comes from Iran, and Alejandro Zaera-Polo, who is Spanish. The two met at Harvard and then worked for the big star Koolhas in the Netherlands. They have been working successfully for themselves for more or less ten years now. They belong to that generation of under 40year-olds, who have managed to really make a name for themselves. They have had plenty of good fortune, as they are quite willing to admit, particularly in international competitions. Being foreigners (in the sense of being strangers) is a privileged position for FOA: it is as if they were seeing things for the first time, from the outside and much to their own astonishment. They are at home, but this does not hold them back. They actually learnt their trade in the Netherlands, and working with various different people from different nations meant they developed a sort of open-mindedness that now lies at the very foundations of their work. Living without any excess baggage, always ready to travel light, free from any cumbersome cultural ballast, such lightness might have degenerated into a new International Style; the globalisation process producing new stars has also produced some new monsters: every single country looking for a place on the architectural map must have at least one building designed by somebody like Gehry, Meier, or Calatrava as a sort of landmark. Here again “branding”, or in other words “big name” consumerism, reigns supreme. But FOA is once again talking about specific places, although this doe not mean a return to the vernacular style, just a keen eye for specific features and opportunities in contrast with global trademarks or recipes that have all the right ingredients regardless of where and when they are built. They have finally be given this chance in their home city, London, and in an important setting. The BBC Music BOX project looks like a different kind of “creature”: if anything they have something “radical” about them; they look a bit like those early works by Hollein-Pichler or certain sinuous forms designed by Superstudio, basically what the 1970s would have loved to have produced if it had been armed with computer technology….but the form is actually almost accidental, the aesthetic outcome of strategic choices. Examining the structure, we find it looks almost like a loop wrapping round itself, and this is quite meaningful bearing mind its intended use. Letting the community get involved, generating inclusion and emphasising that this is a public space partaking in the redevelopment and regeneration of White City. The BBC campus can accommodate 12,000 people: it is little town in its own right, with the Music Box right in the middle. This is a transparent structure in which “openness” is a key factor. It actually evokes the winding form of a snake emerging from a basket, drawing on the “enveloping” nature of music as it comes out of its own box, i.e. the container designed to host the recording studios, rehearsal rooms and concert hall with room for 600 people. This will be the home of the BBC’s main orchestras, which for the first time will all be accommodated in the same place. So how does FOA work? Apparently in a rather alchemical-technological way: the buildings are “generated” with the help of “nutrients” stipulated by the client, technical specifications, site features etc. – all loaded in a computer that churns out something on which to base the project. It is more the approach used by somebody creating their own cyborg in a laboratory, rather than the method of an aesthete or planner. This work method has had plenty of success and, most significantly, has filled what is known as FOA’s Ark: their huge life boat holding all the strange and unexpected “animals” they have collected over years of design work. And this architectural bestiary, this neo-modern zoological collection is just the sign we were waiting for.

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Viste del modello e, nella pagina a fianco, uno degli auditorium. Il Music Box conterrà oltre a sale da concerto per 600 persone, studi di registrazione e sale per le prove.

Views of the model and, opposite page, one of the auditoriums. The Music Box will also hold a 600-seat concert hall, recording studios and rehearsal rooms.

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Progetto vincitore Winning Project Robert de Busni Contractor: GTM Bâtiment Consultants: GTM Génie Civil Service et I.D.P.

Nuotare sul fiume Along the Seine in Paris n origine il corso d’acqua era una presenza vitale nella città, qualcosa alla quale erano legati il cibo, i commerci e la vita di tutti i giorni. Con il tempo, tale importanza è andata affievolendosi sostituita unicamente dalla percezione del fattore estetico, decorativo e romantico del fiume: qualcosa di utile al massimo per gli scorci nelle cartoline e le foto degli innamorati. Agli argini si chiede la sicurezza e la protezione di un’architettura terrestre sempre più avvolta su se stessa, e di fatto il legame tra la città e il fiume diventa sempre più flebile. La decisione della municipalità di Parigi tenta di invertire questa tendenza inventando una cosa molto romantica: la riscoperta del rapporto tra la città e il suo fiume attraverso il recupero della memoria. Il gesto di bandire un concorso per una grande piscina pubblica galleggiante sulla Senna, ancorata giusto di fronte alla Grande Bibliotheque, stabilisce infatti il riappropriarsi del fiume da parte dell’uomo riaffidandogli quelle funzioni che nell’Europa attuale sono sempre più importanti: il divertimento e il “fitness”. C’è tanta modernità in questo concorso e nel suo porsi in maniera rispettosa dell’ambiente, ma c’è anche la voglia di recuperare qualche archetipo della tradizione, dai “bateaux muoches” ai “baignades fluviales” della Belle Epoque. Allora i bagni sul fiume erano la regola delle estati pargine, complice anche il fatto che lo shuttle con la Costa Azzurra non esisteva ancora. Diventavano anche un momento socializzante, di “benessere”, quale percepito a quei tempi. Il brief del concorso per questo edificio-natante, recupera la funzione ludico-sociale della piscina, intesa come “lido di Parigi” più che luogo tecnico deputato a eventi sportivi. In 90x20 metri oltre ad una vasca tecnica di 25x10 metri, trovano spazio una vasca per bambini di 50 metri quadrati , una “spiaggia” di 500 metri quadrati ed un secondo solarium in copertura di altri 500 metri quadrati. Completano il tutto la palestra, un centro fitness, idromassaggi, sauna, bagno turco e un bar caffeteria che funzionerà indipendentemente dalla piscina. Insomma, un vero “leisure center” galleggiante, un punto di ritrovo e al quale viene assegnato il compito di rivitalizzare l’argine della Senna, interconnettendosi idealmente con quel simbolo della francesità che è la Bibliothèque Francois Mitterand e completare così il cilclo del benessere: oltre a quello intellettuale anche quello ludico-fisico. Il tema architettonico è stimolante: esiste infatti un’ambiguità di fondo nell’approcciare un manufatto che non è ne’ edificio terrestre ne’ imbarcazione, ma fonda la sua stessa identità su questa contraddizione: galleggia certo come un corpo estraneo appoggiato sull’acqua, ma di fatto vive molto più approfonditamente il rapporto con il fiume, assecondandone il movimento e condividendone l’andamento delle stagioni. Inoltre la Municipalità di Parigi ha posto nel bando particolare attenzione al funzionamento della “macchina” indirizzando le scelte verso un completo rispetto dell’ambiente, con l’adozione di un sistema di potabilizzazione dell’acqua pompata dal fiume e la sua susccessiva riemissione in circolo. Sono cinque i gruppi selezionati per la fase finale del concorso: Jacques Rougerie, Architecture Studio, Sarea Sarfati, Jean-Philippe Zoppini e il vincitore Robert de Busni. I risultati sono progetti lievi, architetture tecnolgiche e trasparenti che galleggiano sognanti: una boccata d’aria fresca. Benedetto Quaquaro

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aterways used to be a vital part of the city, something closely related to food, trade, and everyday life. But as time went by they gradually declined in importance as rivers came to be seen more along aesthetic, decorative and romantic lines: something useful, at most, for picture postcards or photographs of people in love. Up on the river banks, architecture built on firm ground and increasingly wrapped up in itself is now expected to provide safety and shelter, and bonds between the city and rivers are weakening all the time. The Paris City Council’s decided to try and turn this around by inventing something really romantic: a way of rediscovering relations between the city and its river through the medium of memory. Organising a competition to design a large floating public swimming pool on the River Seine, anchored just in front of the Grande Bibliothèque, is actually a way of letting people take back hold of the river through two of the most important things in Europe at the moment: entertainment and “keep fit”. This competition is brimming with modernity and a real desire to rediscover the traditional archetype of the old “bateaux muoches” and “baignades fluviales” dating back to the Belle Epoque. In those days bathing in the river was part of the Parisian summer, partly due to the fact that there was no shuttle service to the Riviera back then. This will also provide the chance to socialise and relax in the oldfashioned way. The competition brief for this aquatic-building referred to the playful-social side of swimming pools, seen as the “Paris lido” rather than a technical location used for sports purposes. The overall area of 90x20 metres has room for a 25x10 metres pool, 50-square-metre children’s pool, a 500-square-metre beach, and a second solarium on the roof covering a further 500 square metres. All this is completed by a gymnasium, fitness centre, watertherapy pool, sauna, Turkish bath and bar-cafeteria, that will also be open separately from the pool. In other words, this is a genuine floating leisure centre or meeting place designed to inject fresh life along the banks of the Seine, ideally interacting with that real symbol of Frenchness, the Bibliothèque Francois Mitterand, and thereby completing the health cycle: both intellectual and playful-physical. The architectural issue is intriguing: there is inevitably an underlying ambiguity when approaching a construction that is neither a land building nor a water vessel, but whose very identity is grounded in this basic contradiction: it certainly floats like a foreign body resting on the water, but it actually lives in much closer relation to the river, following its motion and sharing the passing seasons. The Paris City Council also emphasised the smooth running of the “machinery” in the competition brief, directing attention towards total environmental friendliness by adopting a purifying system for the water pumped out of the river and then back in again. Five teams were selected for the final stage: Jacques Rougerie, Architecture Studio, Sarea Sarfati, Jean-Philippe Zoppini and the winner Robert de Busni. The resulting designs are gentle works of transparent, technological architecture that float in a dreamy way: a real breath of fresh air.

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Rendering del progetto vincitore del concorso bandito dalla municipalità di Parigi per la realizzazione di una piscina galleggiante sulla Senna, nel XIII arrondissement ai piedi della Biblioteca François Mitterand. Nelle coordinate del programma concorsuale, il nuovo insediamento, 90 m di lunghezza per 20 di larghezza, è per la maggior parte scoperchiabile, dotato di una vasca di 25 m per 10 di larghezza di una SPA e vasche idromassaggio e disporrà di un'area esterna di una capienza di 500 persone con un solarium apribile e di un secondo solarium in copertura utilizzabile nelle stagioni estive. Rendering of the winning project in the competition launched by the Paris City Council to design a floating swimming pool on the Seine, in the 13th arrondissement at the foot of the François Mitterand Library. The competition brief referred to the new facility (90 metres long and 20 wide) having a predominantly removable roof, a pool measuring 25 m by 10 m, a spa and whirl pool, seating facilities for 5000, a solarium that opens up, and another roof solarium to be used in summer.

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Project: Jacques Rougerie Contractor: Baudin Chateauneuf Consultants: Arcora, Ethis, Peutz & Associés Naval consultant: Chantiers de la Haute Seine

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Project: Alain Sarfati Assistants: Cristina Milea, Ovidiu Milea Engineering: Gaudriot, Alin Favre Bonte Contractor: Carillion BTP, Didier Schwab, Yves Schelker Naval Consultant: CMN, Yves Rouille

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Project: Zoppini architecture, Jean-Philippe Zoppini Consultants: Arcos architecture, Philippe Gauthier; Philippe Houot Engineering: Tamarindi ingenierie, Guy Tamarindi Naval Consultant: Alsthom Marine, Yvon Tallec

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Project: Architecture Studio Associate: Japac Engineering: Girus Contractor: Bouygues Construction Landscaping: Ava Naval Consultant: Technitas

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Schizzi d’insieme della Fondation d’Art Contemporain François Pinault che verrà realizzata per il 2007 sull’Ile Seguin a Boulogne-Billancourt su un’area di circa 33.000 mq.

Tadao Ando

Segni di rinascita Fondation Pinault, Paris

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Credits Project: Tadao Ando Client: François Pinault

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his project, which enabled Tadao Ando to win the competition for the Fondation d'Art Contemporain François Pinault, need to be viewed from two different angles. An overall view, setting it in a highly distinctive historical and geographical context, and a careful look at its poetics, which, through a particularly natural stylistic synthesis, reflect on the state of certain places and their aspirations for a future promising new values and aspects of oriental tradition. We are on Ile Seguin in Boulogne Billancourt, on the old industrial estate where the Renault plant used to stand, closed down in 1992. After years of squabbling, in 2000 a big French industrial tycoon, François Pinault, stepped in and bought a third of the island to set up his own art foundation Ando has worked on a process of abstraction, extrapolating the basic elements structuring the area’s topographical scheme to give it a fresh dimension, carefully set in its context and, at the same time, bringing with it fresh values. The shape of the island, that curves to form an arc around the Seine, is developed into a sort of floating spaceship that terminates the northern corner of the island, tracing around its borders. The new museum, set between the heavens and earth, marks the rebirth of this location with a light and transparent image reflected in the river and multiplying a certain feeling of levitation. But despite all this weaving together of poetry, allusions and recollections, the underlying meaning of the project is kept firmly in mind. This is a place of culture interacting with modern-day creativity, open to experimentation and not just contemplation. The ease with which the spaces can be read is the key to setting the entire apparatus in motion, so that the communication system itself is rendered almost superfluous. The entire complex is designed around a layering of three elements: a suspended microcosm bringing together all the exhibition rooms designed to host contemporary artists; a basic platform where the public functions are located closely linked to the museum by the communication, information and audio systems, media library and shop; and set between these two features there is a third entity, the niwa, borrowed from oriental culture and knitting neatly into this new idea of a modern-day museum. This sort of garden facing onto the water, an oasis for meditation, reflection, meeting and interacting provides the inspiration and energy required for creativity. The Fondation Pinault is planned to open in 2007 and building work is expected to start towards the end of the year. This is a crucial home of culture designed to inject fresh life into this area, an urban master plan being developed that partly hinges around an elegant bridgefootpath set between Ile Seguin and the banks along Billancourt. Bridge-footpath or footpath-bridge? Marc Barani, the designer who won the competition in conjunction with Setec, has played on this ambiguity to turn the technical-engineering side of the object/bridge into a new urban landmark. As the only vehicle entrance to the island, its “umbilical cord”, the bridge is embellished by its spectacular natural setting. The bridge is transformed from being a sterile passage way into a “promenade architecturale” incorporating a sequence of public spaces interacting with the city and environment. A unifying sign that boldly faces up to Ando’s design and nature, grasping the underlying meaning of both and passing it on to people through a highly evocative and panoramic “flight” across the water.

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Tadao Ando

bene guardare a questo progetto, che è valso a Tadao Ando la vittoria del concorso per la Fondation d’Art Contemporain François Pinault, da una duplice angolazione. Una visione d’insieme, che lo colloca in un contesto storico e geografico fortemente connotato, e una riflessione sulla poetica che abbraccia, in una sintesi formale di particolare naturalezza, considerazioni sullo stato dei luoghi, aspirazioni a un futuro foriero di nuovi valori ed elementi della tradizione orientale. Siamo sull’Ile Seguin a Boulogne Billancourt, nell’area industriale delle ex-officine Renault chiuse nel 1992. Nel 2000 dopo anni di polemiche, subentra il magnate dell’industria francese François Pinault che acquista un terzo dell’isola per realizzare la sua fondazione d’arte contemporanea, Ando interviene con un processo di astrazione, estrapolando gli elementi strutturanti lo schema topografico dell’area per tradurli in una nuova dimensione, calata nel contesto e nello stesso tempo portatrice di nuovi valori. Lo sviluppo dell’isola, che si curva a formare un arco sulla Senna, viene sfruttato per disegnare una sorta di astronave galleggiante che conclude l’angolo nord dell’isola ricalcandone i confini. Tra cielo e acqua, il nuovo museo, declina la rinascita del luogo attraverso un’immagine leggera e trasparente che si riflette nel fiume moltiplicando il senso di levitazione. Ma, in questo intrecciarsi di dimensioni poetiche, di rimandi e di memorie, non viene perso di vista il senso del progetto, il suo essere luogo di cultura interagente con la creazione contemporanea, aperto alla sperimentazione e non solo alla contemplazione. La leggibilità degli spazi è l’elemento che mette in funzione il meccanismo fruitivo, quasi da far diventare superfluo il sistema di comunicazione. L’insieme nasce dalla stratificazione di tre elementi: un microcosmo sospeso che riunisce le sale espositive pensate per ospitare gli artisti contemporanei; una piattaforma di base dove sono organizzate le diverse funzioni pubbliche strettamente legate all’approccio museale, dai sistemi di comunicazione, informazione, auditorio, mediateca e shop e, inframmezzato tra questi due elementi, una terza entità, il niwa, filtrata dalla cultura orientale e che ben si addice a questo nuovo concetto di museo contemporaneo. E qui, infatti, in questa sorta di giardino affacciato sull’acqua, oasi di meditazione, riflessione, di incontro e di interazione, dove trovare gli stimoli e le energie necessarie alla creatività. Il 2007, vedrà l’apertura della Fondation Pinault, il cui cantiere dovrebbe iniziare l’ultimo trimestre di quest’anno. Un nodo culturale emblematico per la rivitalizzazione dell’area, un progetto urbanistico che va via via definendosi e che vede nell’elegante ponte-passerella disegnata tra l’Ile Seguin e la riva di Billancourt, uno degli elementi cardine. Ponte-passerella o passerella-ponte, giocando su questa ambiguità Marc Barani, il progettista che si è aggiudicato il concorso con Setec, ha traslato la cifra tecnico-ingegneristica dell’oggetto/ponte in un nuovo segno paesaggistico. Unico accesso automobilistico dell’isola, il suo “cordone ombelicale tecnico”, il ponte viene caricato della spettacolarità del contesto naturale di questa zona. Il ponte, da sterile passaggio, diventa promenade architecturale declinata in una sequenza di spazi pubblici, in relazione con la città e con l’ambiente. Un segno unificatore, che si confronta senza timore con l’opera di Ando e con quella della natura, cogliendo il senso profondo di entrambe e trasmettendolo attraverso un suggestivo e panoramico “volo” sull’acqua a un pubblico allargato. Elena Cardani

Overall sketches of the Fondation d’Art Contemporain François Pinault, planned to be built by 2007 on Ile Seguin in BoulogneBillancourt over an area of about 33,000 square metres.


Tadao Ando

Nella pagina a fianco, modelli dell’intervento e in questa pagina, planimetria generale; sopra, prospetto, sezioni longitudinale e trasversale e, in basso, pianta del

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piano terreno; a destra, dal basso, piante del primo, secondo, terzo, quarto piano. Opposite page, project models and, this page,

site plan; above, elevation, longitudinal and cross sections and, bottom, first-floor plan; right, from bottom, plans of the first, second, third and fourth floors.

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Marc Barani

Il ponte-passerella che unisce la riva di Billancourt con l’Ile Seguin e la Fondation Pinault risolve l'unico accesso automobilistico dell’isola e apre una passeggiata panoramica proiettata sulla Senna e nel paesaggio. La struttura del ponte è priva di appoggi intermediari e costituita da tre campate, la principale di 96,60 metri, una di bilanciamento di 67,20 metri, e una rampa di 42 m che raccorda il ponte con il piazzale e il parcheggio sulla riva di Billancourt. Il piattaforma del ponte è costituita da una carreggiata di 6 m, delimitata da paracarri che proteggono i marciapiedi laterali disposti a livelli sfalsati. Questo dispositivo consente di ottenere un’elevata altezza strutturale conservando uno spessore minimo dell’insieme. La struttura è in acciaio, mentre il piano del ponte maschera completamente gli sforzi strutturali, che vengono invece rivelati nella parte sottostante. Il cassero ha un’altezza variabile da 1,60 m a 4,00 m; nel punto più alto del percorso, dove è massima l’idea di immaterialità e sospensione, si concentra la zona di più elevata sollecitazione, dove lo spessore del cassero è maggiore.

The bridge-footpath connecting Billancourt bank to Ile Seguin and the Pinault Fondation provides the only vehicle access to the island and opens up a panoramic walkway towards the Seine and across the countryside. The bridge structure has no intermediate supports and is composed of three bays, the main bay measuring 96.60 metres, a balancing of 67.20 metres and 42metre ramp connecting the bridge to the plaza and car park along the Billancourt bank. The bridge platform is composed of a 6metre-wide land bordered by posts protecting the side pavements placed on staggered levels. This provides a raised structural level while maintaining minimum overall thinness. The steel structure is made of steel, while the bridge level totally conceals the structural loads that re-appear in the lower section. The caisson varies in height between 1.60-4.00 metres; the highest point along the way, where the idea of immateriality and suspension is most evident, comes under most stress and strain and is where the formwork is thickest.

Credits Project: Atelier Barani Marc Barani, Paolo Tarabusi Assistants: Gérard Nguyen, Kelvin Tan, Zhong yi Quck Engineering: Setec TPI Client: Ville de BoulogneBillancourt

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Rendering, sezione e piante dei primi tre livelli del Boomerang Building progettato per L’Aia, in un’area all’intersezione tra due Autostrade. L’edificio, alto 150 m, poggia su

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una base ellittica di quattro piani. Rendering, section and plans of the first three levels of the Boomerang Building designed for the

Hague, in an area at the intersection between two motorways. The building, which is 150 metres tall, rests on a four-level elliptical base.

Butezelaar Van Son

Le torri “pendenti” Dutch Towers urore edificatorio d’Olanda: dei grattacieli variamente vetrati si sporgono, come per saggiare il proprio baricentro, mentre si stagliano visibili a grande distanza. Nell’esibizione di queste posture, più acrobatiche che composte, ritroveremmo il senso qui affidato alla costruzione, sottilmente antitetico, dato che tali dinamiche non possono che essere effetto di una più consona statica. Ma se il dinamismo non è propriamente prerogativa di immobili destinati a restare fermi sul posto, procurare agli osservatori una certa sorvegliata apprensione, con eventuali sentimenti di vertigine, aiuterà queste nuove architetture a far presa su pubblico e commenti. Del resto una volta a bordo e lanciati a velocità autostradali nelle intersezioni di A-4 e A-13 nei pressi di Le Hague, il decorso retinico di The Boomerang Building – 33 piani, 150 metri d’altezza – assomiglierà certamente più a un film fuggevole in visione periferica che alla persistenza di qualcosa di stazionario. Il progetto trae la sua forza dall’abbandono di angoli retti e volumi parallelepipedi, evidentemente considerati tanto risaputi, fermi, anonimi, da meritarsi di venir relegati nelle parti interne dell’edificio, adottabili solo per le due torri in asimmetria dei collegamenti verticali e i relativi attacchi delle solette. Altrimenti, in sostituzione, curve che sono calchi dei flussi circostanti per il basamento lenticolare o linee spezzate più avveniristiche per le due lastre a boomerang. Quasi che nello zigzagare free dei profili, o nelle grandi vetrate fuori piombo, l’edificio potesse manifestare una specie inorganica di vitalità, apprezzata anche dalle operazioni di marketing. Un grattacielo tripartito che, incurante delle convenzioni, lascia trasparire una paradossale auto-determinazione. Come se pensiero e progettisti fossero volontariamente in preda della loro creatura, per farsi sovrastare dall’exploit di cose in grado di riflettere, nel prevalere delle loro fattezze, una speciale forma di spontaneità impersonale. Sostenute dall’immensa fiducia riposta nel pathos che – allentato il freno, assicurata l’incolumità – le grandi opere trasmettono. Ragionamenti analoghi ispira anche la V-Tower di Rotterdam, audace landmark da costruirsi in un’area del porto detta Kop van Zuid. La torre principale è inclinata di 5 gradi in modo che nell’ultimo tratto dei suoi 230 metri di altezza sporge per 22 sulle acque del fiume Maas, in un vicendevole spericolato riflettersi. Difatti questa torre, pendente sin dal debutto, ne ha per contrappeso un’altra, notevolmente più bassa – 90 metri – a sua volta inclinata di 15 gradi, capace di trattenere l’insieme in un assetto stabile quanto divaricato, memore delle gru che popolavano i docks e ribadito anche dall’andamento dei volumi interni. Il disequilibrio di un elemento spiega l’altro in una circolazione del senso immediata, costruttiva, già perfettamente chiusa nell’opera e iscritta nella V del nome di battaglia. Muri laterali da eseguirsi in un cemento accuratamente pigmentato e lucido con le altre facciate in un curtain-wall di vetro dalle propensioni anche decorative. Nell’attacco al suolo i tralicci cui è affidata la struttura assicurano la grandiosità astutamente fuoriscala e quasi contundente della hall di ingresso. Gli autori di questi lavori sono Wouter Butzelaar (1960) e Max van Son (1961), studio ad Amsterdam dal 1998 e lauree conseguite presso la Technische Universiteit Delft. Scuola risonante, al cui retaggio si potrebbe forse far risalire l’ardimento geometrico di simili progetti. Decio Guardigli

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Credits Project: Butzelaar Van Son Design Team: Wouter Butzelaar, Max van Son, Thorsten Böhlken, Arie Mansjur, Victor Veerman, Jeroen de Vries Visuals Mark Heesterbeek

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uilding fever in the Netherlands: skyscrapers with various degrees of glazing seem to be leaning over as if to test out their own centre of gravity, as they stand out at a great distance. This flaunting of posture, more acrobatic than composed, provides an idea of the subtly antithetic way building is seen over here, given that these dynamics are inevitably the effect of more consonant statics. But whereas dynamism is not really the prerogative of buildings meant to stand on the spot, forcing observers to look on with a certain measured apprehension (and the feeling of vertigo that goes with it) will indeed help these new works of architecture to capture the public’s eye and imagination. Once on board and flying down towards the intersections of the A-4 and A-13 near Le Hague, The Boomerang Building – 33 floors, 1550 metres tall – is bound to look to us more like a fleeting film clip than some immobile enduring object. This project’s force lies in the way it has abandoned right angles and parallelepiped structures, evidently considered to be so familiar, stationary and anonymous to deserve to be relegated to the inner parts of the building, only of any use for the two asymmetric towers forming the vertical links and the various floor attachments. Alternatively, in their place, there are curves which are casts of the surrounding flows for the lenticular basement or more futuristic broken lines of the two boomerang sheets. Almost as if the free zigzagging profiles or large glass windows (off plumb line) were a way for the building to show some sort of inorganic vitality, much appreciated by marketing operations too. A three-parted skyscraper which, snubbing convention, reveals a paradoxical form of self-determination. Almost as if the philosophy of design and its designers were prey to their own creation, overwhelmed by their own exploits whose features are capable of reflecting a special kind of impersonal spontaneity. Supported by great confidence in a certain pathos which – after releasing their brakes, and having made sure they are safe – major works transmit. Similar thoughts apply to the V-Tower in Rotterdam, a bold landmark to be built in Kop van Zuid area. The main tower is inclined at an angle of 5 degrees, so that the last section of its 230 metres in height it projects 22 metres over the waters of the River Maas, as they boldly reflect each other. This tower, leaning over from the very start, is actually counterbalanced by another much lower 90-metre tower, also inclined at an angle of 15 degrees, capable of holding everything together in a stable yet splayed layout, reminiscent of the cranes in the old docks and further underlined by the arrangement of internal structures. The imbalance of one element justifies the presence of another as part of an immediate and constructive circulation of sense, already perfectly enclosed and inscribed in the V referred to in the building name. Side walls to be executed in carefully pigmented cement knit smoothly into the other facades forming a glass curtain wall with distinctly decorative pretensions. The lattices the structure relies on provide the entrance hall with astutely out-of-scale and almost bruising grandiosity. These works are designed by Wouter Butzelaar (1960) and Max van Son (1961), who set up a firm based in Amsterdam in 1998 after graduating from the Technische Universiteit Delft. A highsounding name that might even be traced back to the geometric boldness of their projects.

B

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Rendering dell’edificio Boomerang che sarà destinato a uso misto: albergo, uffici, showroom e parcheggi. Rendering of the Boomerang Building serving mixed purposes: a hotel, offices, showroom and car parks.

Sopra, rendering e sezione della V-Tower, progettata per il porto di Rotterdam; sotto, rendering di uno degli spazi interni. Con una inclinazione di 5°, la torre più alta (230 m) aggetta di 22 m sul fiume Maas; l’altra torre, di 90 m,

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è inclinata di 15° e funge da contrappeso nelle fondazioni. Above, rendering and section of the V-Tower designed for the port of Rotterdam; below, rendering of one of the interior spaces. Inclined at an angle of

15°, the tallest tower (230 m) juts 22 m out over the River Maas; the other tower, 90 metres tall, is inclined at an angle of 15° and acts as a counterbalance in the foundations.

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Design maturo With Irony In queste pagine, una selezione delle bacchette per direttore d’orchestra presentate a Milano in occasione del Salone del Mobile 2004 su iniziativa dell’Ecole cantonale d’art de Lausanne. In these pages, a selection of the conductor’s batons presented at Salone de Mobile 2004, in Milan, by Ecole cantonale d'art de Lausanne.

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he il design prenda in giro se stesso, è segno della sua maturità. L’ironia si è spesso esercitata sul progetto delle cose, e tutto il XX secolo è disseminato di artefatti arguti e irridenti. Parallelamente a quanto accadeva nell’arte, si è assistito negli ultimi cent’anni a un susseguirsi di dissacrazioni, in un processo che è andato dalla rottura decisa dell’ordine costituito fino al rifugio della progettualità in quella sfera di innocenza e di pura creatività che per molti – ma a torto – è da ricercare nel mondo infantile. L’ironia esercitata sull’oggetto è stata però anche simbolo ed emblema delle avanguardie artistiche più insinuanti e sovversive, dal Futurismo al Dada, con buona pace della seriosità di tutte le altre, che si sono in genere affrettate a ricostruire su altre basi ciò che avevano voluto polemicamente distruggere. Quello dell’autoironia è, in questo quadro, un atteggiamento ancora più dissacrante. Essa si esercita in profondità sui paradigmi che reggono lo statuto storico dell’oggetto, che viene posto in una prospettiva di rispecchiamento nella quale i suoi caratteri primari – primo fra i quali la sua stessa sostanza progettuale – vengono denunciati per quel che sono, vale a dire codici linguistici immessi in strutture elementari, che grazie a essi si imbevono di significati diversi. In questo senso, la lezione di Duchamp vale tanto per l’arte quanto per il design. Uno degli effetti dell’autoironia è dunque quello tautologico, per il quale le cose vengono restituite alla loro essenza minimale, al loro darsi immediato come fenomeni elementari, che solo un’operazione, ora smascherata, di ammantamento culturale aveva reso monumento di sé. C’è una storia sottile da ripercorrere a questo riguardo: una storia che va dal ferro da stiro con chiodi di Man Ray ai panciotti di Depero, per arrivare al plastico di formaggio con il quale Livio Castiglioni presentò il suo progetto di architettura nell’esame di laurea, oppure ai bicchieri a doppio uso di Joe Colombo. L’elenco può essere allungato a piacere. Le conclusioni rimangono comunque le stesse: il ferro da stiro resta ferro da stiro, il panciotto panciotto, il bicchiere bicchiere. Nel momento in cui la cosa si presenta uguale a se stessa, il principio di identità trionfa. In questi esempi di progettualità estrema, l’oggetto si ripropone infatti immutato nella sua realtà, in cui riemerge come svuotato dei suoi connotati culturali. Esso regredisce qui alla sua pura qualità denotativa: è una sorta di re nudo, che si afferma nella sua innocenza primeva, grazie alla quale rivendica la sua legittimità e, non ultima, la sua funzionalità – sia pure diversamente concepita. Solo a questo punto la procedura autoironica prevede uno scarto decisivo. Una volta toccato il grado zero della cosa, il design può risalire alla superficie segnalando – ma sempre attraverso codici minimali – funzioni alternative, magari del tutto afunzionali, nelle quali intuire (non si può certo parlare di scoperta) la vaga possibilità di un ordine, di un linguaggio, di una catena semantica completamente diversi e nuovi. A questo risultato non è facile pervenire. Se ci si arriva, è per ispirazione momentanea e felice, che presuppone però una lunga e difficile tensione di ricerca. Né d’altro canto si è mai davvero sicuri del risultato. Il giudizio degli altri segue infatti le medesime regole, ed è dunque altrettanto incerto, soggettivo, sfuggente. Ma se il corto circuito è scattato, qualcosa c’è e resta. Provare per credere. Maurizio Vitta

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hat design can make fun of itself is a sign of how far it has progressed. Irony has often been part of object design, and the whole of the 20th century is strewn with witty and derisive artefacts. In line with what happened in art, over the last hundred years we have witnessed a whole sequence of desecrating acts as part of a process stretching from a decisive break with established order to an attempt to let design take shelter in that realm of innocence and pure creativity that many people (wrongly) identify with the world of children. Irony in object design has also been emblematic and symbolic of the most cutting and suggestive of avant-garde movements from Futurism to Dada, as all the other movements have been forced to hurry off and try rebuild on different foundations what they have so polemically tried to destroy. In this light, irony is an even more desecrating attitude. It takes effect deep down on the paradigms upholding the historical status of objects, that are set in a reflective state in which their main features – first and foremost the very essence of their design – are denounced for what they are, viz. linguistic codes set in simple structures employed to take on different meanings. In this respect Duchamp’s views apply just as much to art as design. So one of the effects of self-irony is tautological, resulting in things being restored to their minimal essence, the way in which they give themselves with immediacy as simple phenomena and which only a process (now revealed) of cultural concealment had turned into shrines to the themselves. In this respect, there is a subtle background worth retracing: a background stretching from the iron fitted with nails designed by Man Ray to Depero’s waistcoats, the cheese mould Livio Castiglioni used for the architectural project for his degree thesis, and even the twin-use beakers by Joe Colombo. The list is as long as we like. The conclusions are always the same: an iron is still an iron, a waistcoat a waistcoat, a beaker a beaker. Whenever something presents itself as it is, then the principle of identity holds good. In these instances of cutting-edge design, the object is actually unchanged in its basic nature, actually re-emerging after having been emptied of its cultural connotations. Here it regresses to its pure denotative state: it is a sort of naked emperor making its primeval innocence felt, thanks to which it enforces its own legitimacy and, equally significantly, its functionality – although designed in a different way. It is only at this point that the self-irony process foresees a sudden shift in emphasis. Having reaching the degree zero of the object, design can resurface pointing towards – but always through minimal codes – alternative functions, perhaps even totally nonfunctional, in which the vague possibility of a totally different and new order, language or semantic chain can be sensed (of course there can certainly no talking of discovery). It certainly is not easy to get this far. It takes a fortunate kind of momentary inspiration that first calls for a long and intricate process of research and experimentation. And there is never any certainty of achieving this kind of result. Other people’s judgement then follows the same rules and, hence, is equally uncertain, subjective and elusive. But if the short circuit cuts in, then something is obtained and is there to stay. Designers and users, try it for yourselves.

T

Alexis Georgacopoulus

Rémy Jacquet

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Fernando Bizio

Marcello Morandini

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Emanuelle Jacques

Radi Designers

Timo Salli

Ross Lovegrove

Sebastian Bergne

Volker Albus

Yves Béhar

Richard Hutten

Marco Sousa Santos

Nicole Götti

Paul Cocksedge

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Michael Jantzen

Multimedia e spiritualità Concept Art A destra in alto, Prayer Kiosk, in cui ognuno dei 5 cilindri rappresenta una delle grandi religioni. Con una carta di credito si può attivare uno schermo su cui scrivere preghiere che tramite l’antenna circolare vengono “inviate” nell’etere. In basso, Cosmic Reliquiary, contenitore cinerario con un monitor che riceve suoni e immagini di statica, riferendosi simbolicamente all’idea che le scariche statiche siano un residuo del Big Bang, momento della creazione dell’universo con cui la persona cremata si riunisce virtualmente. Nella pagina a fianco, Uniting Forces, proposta per una grande scultura di acciaio. Uno dei suoi riferimenti è alle forze sconosciute di questo o di un altro universo che si concentrano in una realtà visibile. Right top, Prayer Kiosk, device for public places. Each of the 5 cylinders represents a major world religion. The user with a credit card can activate the screen and write a prayer which, through the dish antenna is “sent” to his/her God. Right below, Cosmic Reliquiary a vessel containing the ashes of a cremated person with a monitor on the top receiving the images and sounds of static, which symbolically refer to the idea that the static seen and heard on a television, may actually be generated by the residue left over from the Big Bang. So, the person’s ashes are symbolically reunited with these residues from the creation. Opposite page, Uniting Forces, a large steel sculpture. One interpretation may be described as a symbolic reference to certain unknown forces in this or other universes, that unite the physical aspects of matter into observable reality.

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ichael Jantzen è un artista che fonde energetismo e concettualità. Sono ben noti ormai i suoi sbotti concettuali che si materializzano in oggetti improbabili, e per ciò stesso provocatori. Una sana provocazione. Sana lo è quando non è fine a se stessa, come accaduto, invece, fra gli anni Cinquanta e Sessanta, all’insegna di ciò che Umberto Eco ha chiamato Opera Aperta (un’opera con scarsa o nessuna capacità di comunicare), o come accaduto negli anni Settanta, in clima socioculturale barricadiero e “rivoluzionario”. Jantzen provoca come conviene fare nel nostro tempo, cioè stimolando attivamente (vale a dire positivamente e costruttivamente) la mente e i sensi. A suo vantaggio, gli studi curriculari fatti fra anni Sessanta e Settanta affrontando vari aspetti dell’arte, non ultimo la multimedialità. Avere insistito sull’arte prima di fare, di essa, un terreno interdisciplinare tra progetto e fantasia, ha contribuito a irrobustirlo sul piano della creatività libera e delle velleità. Per questo, quando aggiunge ai propri interessi l’architettura e il design, egli è ormai inguaribilmente artista. Ovviamente, oltre alla pratica artistica grande gioco ha avuto, nella determinazione della poetica, il suo carattere: idealista, capriccioso, velleitario, egocentrico. L’energia? Ovvio: si dedica alla ricerca nel campo dell’energia alternativa, fino a fondare (2001) lo Human Shelter Research Institute. Un deviante di razza, Jantzen, che si trova a disagio negli ambiti canonici e cristallizzati. Sicché, quando si affaccia la passione per l’architettura, non si tuffa in assonometrie e alzati, ma lavora intorno a un’idea di piccola casa o altre costruzioni “fatte a mano”. Il velleitarismo e l’idealismo in comune con Soleri, ma quest’ultimo modella con le mani e si affida ai getti di cemento, mentre Jantzen amplifica la propria dimensione concettuale per mezzo delle nuove tecnologie con proposte progettuali informatizzate, tipo “Virtual Reality Interface”. Il principio di mobilità accompagna il suo senso dell’avanguardia (ma è meglio dire: della ricerca). Basti considerare i suoi M-vironments o M-House che in ogni caso giocano intorno al concetto di M-vironment system. Ed ecco la duttilità dei pannelli che si assestano e riassestano, a seconda delle esigenze, intorno a una struttura di acciaio, alcuni dotati di finestre e porte. Questa scomponibilità, o componibilità, è inusitata, però. Essa si fonde col senso dell’instabilità. E qui viene spontaneo chiedersi se e fino a qual punto Jantzen possa dirsi un decostruttivista. La M-House, a Gorman, in California, offre un’audace instabilità costruttiva. Ma questo rilievo vale a livello del volume-cubatura e non della struttura. Come si è visto, l’instabilità è determinata dall’irregolare componimento dei pannelli i quali insistono tuttavia su un parallelepipedo canonico. Ad ogni modo questo problema non è fondamentale. Il nocciolo della questione è l’incontro tra design-arte-volume, velleitarismo concettuale, il principio che chi scrive ha chiamato di “Artedesign”, la simbologia. Quest’ultima, non come mera concettualità o rito, bensì nel senso energie, forze cosmiche, l’ignoto, il sacro, il Big Bang. Anche se di Caos, quale nuovo ordine frattalico, non si può parlare. Nascono opere (spesso sono proposte per sculture pubbliche) affascinanti, come “Cosmic Reliquary”, “The Gathering of Circular Forces”, o il “Prayer Kiosk” dove il rito religioso della preghiera si consuma col contributo di un computer screen (elemento ricorrente nelle opere di Jantzen): inserisci una carta di credito e il chiosco avvia la preghiera verso l’alto. Carmelo Strano

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Dall’alto in basso: Cosmic Watering Hole For The Sacred Silver Birds, il monitor circolare al centro riceve onde statiche “residui” del Big Bang e simboleggia la pozza d’acqua cosmica dove va ad abbeverarsi il sacro uccello d’argento per ottenere i suoi poteri; Cosmic Fishing Hut, simile a un buco per la pesca nel ghiaccio il monitor al centro è una apertura verso questo o altri universi da cui “pescarne” i segreti; The Earth Dwellers Cosmic Swimming Pool, il cui monitor simboleggia una pozza d’acqua cerimoniale; Wind Sculpture, una scultura continuamente trasformata dal vento. Nella pagina a fianco, in alto, The Gathering of Circular Forces, e in basso, Propagation of Dark Forces sculture pubbliche con vari simboli che si riferiscono alle forze sconosciute dell’universo. From top down: Cosmic Watering Hole For The Sacred Silver Birds has a monitor in its centre receiving waves of static, a residue” from the Big Bang, and symbolising the cosmic watering hole from which sacred silver birds drink to obtain powers; Cosmic Fishing Hut, similar to ice fishing huts that are erected on frozen lakes, has a monitor positioned over an access to this or some other universe, in order to fish for its secrets; The Earth Dwellers Cosmic Swimming Pool, whose monitor symbolises a sacred ceremonial cosmic pool; Wind Sculpture, a rectangular column continually reshaped by the wind. Opposite page top, The Gathering of Circular Forces, and below, Propagation of Dark Forces, public sculptures evoking a variety of symbols referring to the possible existence of unknown forces in this or some other universe.

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ichael Jantzen is an artist who manages to blend thought and energy. His bursts of conceptual energy are now quite familiar, usually taking the shape of rather unlikely and hence provocative objects. Healthy provocation. Healthy when they are not an end in themselves, as was the case, in contrast, in the 1950s-60s, in the name of what Umberto Eco referred to as Open Works (works with very little or no communicative force), or also in the extremist and “revolutionary” socio-cultural climate of the 1970s. Jantzen is provocative in the appropriate way for our age, viz. by actively stimulating (i.e. positively and constructively) our mind and senses. He was lucky enough to study various aspects of art in the 1960s-70s, including multi-media studies. Having studied art before turning it into a multi-disciplinary mix of design and imagination has given him firmer foundations on which to build his free creativity and artistic ambition. This is why adding architecture and design to his interests makes him an artist in every way. Of course, in addition to his art work, his own character and personality have played a key part in determining his artistic style: he is an idealist, capricious, ambitious and selfish. Energy? Of course: he is involved in research into alternative energy sources, actually setting up (2001) the Human Shelter Research Institute. Deviant by nature, Jantzen never feels at home in conventional and closely guarded environments. So when his passion for architecture emerges he never delves into the usual axonometries and elevations, preferring to work around an idea for a small house or other “handmade” constructions. Ambition and idealism make him rather like Soleri, although the latter moulds with his hands and relies on cements casts, whereas Jantzen expands his ideas drawing on new technology producing computerbased designs like “Virtual Reality Interface.” An idea of mobility runs through his sense of the avant-garde (or, to be more precise: research). Take, for instance, his M-vironments or M-House, which play on the concept of an M-vironment system. His flexible panels can be set in place or reset, as need be, around a steel structure fitted with doors and windows. This modularity or demodularity is actually quite unusual. It actually blends in with a sense of instability. And we inevitably find ourselves wondering whether, and just to what extent, Jantzen might be called a deconstructivist. M-House in Gorman, California, works around bold structural instability. But this note is valid in terms of volume-cubic space, but not structure. As has been seen, instability derives from the irregular patterns of panels which, nonetheless, rest on a standard parallelepiped. In any case, this is not a fundamental issue. The crux of the matter is how design-art-volume and conceptual ambition come together, a notion that the writer of this article has described as “Artedesign”, symbology. Taken not as mere conceptualism or ritual, but as energy, cosmic forces, the unknown, the sacred, the Big Bang. But this has nothing to do with Chaos, that new kind of fractal order. It has, though, produced some intriguing works (often projects for public sculptures) such as “Cosmic Reliquary”, “The Gathering of Circular Forces” or the “Prayer Kiosk”, where the religious ceremony of prayer is carried out with the help of a computer screen (a leit-motif in Jantzen’s work): insert a credit card and the kiosk will send up a prayer. Carmelo Strano

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Modern Saudi House. “Una casa araba moderna” In risposta alla crescente necessità immobiliare, l'Autorità per lo Sviluppo di Riyadh intende raccogliere proposte progettuali per "una casa araba moderna". I partecipanti sono invitati a elaborare soluzioni progettuali, che tengano conto degli aspetti di fattibilità e di sostenibilità, nonché delle capacità economiche dei potenziali inquilini - il reddito medio procapite è pari a 7.500 $ Modern Saudi House. “Modern Arab House” Answering to the increasing real state demand, the Authority for Riyadh Development is collecting project proposals for a "Modern Arab House". Participants are invited to find project solutions which will take into account: feasiility and sustainable aspects, economic possibilities of potential tenants whose medium procapite income is 7.500 $.

1° Premio/1st Prize Luca Donner (capogruppo/team leader) Cons.: Francesca Sorcinelli 2° Premio/2nd Prize Matthias Schoberth 3° Premio/3rd Prize Mohammed Mukhtar Al-Rafa’i Progetto menzionato/Mention Nadir Bonaccorso

Riqualificazione di Piazza 2 Giugno Il comune di Guidonia Montecelio, nell'ambito delle celebrazioni del LXV Anniversario della Città di Fondazione, bandisce un concorso di idee per il recupero e la riqualificazione di Piazza 2 Giugno in Guidonia Requalification of Piazza 2 Giugno the municipality of Guidonia Montecelio, for the celebrations of the LXV anniversary of the city foundation, announces a design competition for th erecovery and the requalification of Piazza 2 Giugno in Guidonia

Giuria/Jury: Paolo Montanini, Gerardo Argentino, Rosa Gemma Cipollone, Luca Veresani, Gino Taglieri, Marco Cuffaro Committente/Client: Comune di Guidonia Montecelio

Francia/France - Lione Stazione Metro di La Soie Progetto per la costruzione della stazione metro di La Soie. Il programma prevede la realizzazione del terminal della linea metropolitana A e di un polo per gli autobus La Soie Subway Station Project for the construction of La Soie subway station in Lyon. The brief calls for the construction of the terminal for the subway line A and for a bus pole Committente/Client: Syndicat mixte de transport pour le Rhône et l'Agglomération lyonnaise (SYTRAL)

Italia/Italy - Guidonia Montecelio (Roma)

1° Premio/1st Prize Novae - Girus - Sotrec - Cholley Minangoy Finalisti/Shortlisted - ABDR, STA Società Trasporti Automobilistici S.p.A., Studio Gas Architetture - Patrice Drevet - Aurea - Madigné 1°

Italia/Italy – Marina di Carrara (Massa Carrara) Riqualificazione ambientale e funzionale dell’interfaccia Porto-Città Progettazione preliminare relativa all’intervento di Razionalizzazione e riqualificazione ambientale e funzionale dell’interfaccia Porto-Città Environmental and functional requalification of the interface Port-City preliminary project related to the environmental and functional requalification and rationalization of the interface Port-City

Giuria/Jury: Annamaria Tatò, Ivano Melito, Lorenzo Bernardini, Gianvincenzo Passeggia Committente/Client: Autorità Portuale di Marina di Carrara 1°

Italia/Italy - Ferrara Premio “Architettura Sostenibile” Fassa Bortolo Il Premio nasce dalla volontà di premiare e far conoscere a un ampio pubblico architetture che sappiano rapportarsi in maniera equilibrata con l'ambiente, che siano pensate per le necessità dell'uomo e che siano capaci di soddisfare i bisogni delle nostre generazioni senza limitare, con il consumo indiscriminato di risorse e l'inquinamento prodotto, quelli delle generazioni future Fassa Bortolo award “Sustainable Architecture” The award has been created to prize and make known to the wide public, architectures related to the environment, designed for mankind and able to satisfy the needs of our generations without limiting, with the indiscriminate use of resources and the pollution produced, those of future generations Giuria/Jury: Mario Cucinella, Brian Ford, Paolo Rava, Gabriele Lelli, Gianluca Minguzzi Committente/Client: Facoltà di Architettura Università di Ferrara

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1° Premio/1st Prize 3c+t capolei cavalli A.A., P. Capolei (capogruppo/team leader), F. Capolei, modimar s.r.l., A. Togna, P. Contini, R. Pavia, t-studio, G. Salimei, G. Manca di Villahermosa, F. Barilari, M. Di Venosa; Coll.: A. Esposito, D. Romani, R. Crocetti, R. Massacesi, F. Contuzzi, E. Carmignani, S. Sabatino, H. Pìres, M. Davì, A. Schiavi, Vincitore/Winner Georg Wolfgang Reinberg - progetto per uffici e laboratori “Biotop”, Weidling (Austria)

Menzione speciale/Honorary Mention Cannatà & Fernandes Arquitectos progetto di due moduli abitativi mobili e autosufficienti denominati “CAPA e DST”, Fiera di Porto 2003 (Portogallo)

F. Scognamiglio; Cons.: C. Nava, G. Staglianò, G. Zito, G. Mesoraca, G. Fantilli, M. E. Lo Monaco, Proges Engineering, M. Franceschetti 2° Classificato/2nd Place Architettiriuniti studio associato: T. Badano (capogruppo/team leader), F. Grigò, A. Marenco, M. R. Menicucci, M. Oddone, D. Zoppi con G. Bussetti, F. Cozzi, R. Martelli, R. De Franchi, L. R. Caffaz, G. Foce 3° Classificato/3rd Place A. Rosselli (capogruppo/team leader), F. Rossi Prodi, Garassino Srl; Cons.: R. Lucani, M. Marchetta, I. Nesti, A. Pratelli, T. Ristori; Coll.: D. Matteoli, A. Izzo, S. Abbado, J. Giagnoni, E. Romagnoli, M. Zucconi, P. Giannelli, M. Andreoni 4° Classificato/4th Place M. C. Rossi (capogruppo/team leader), S. Castagnoli, B. Ferrero, M. Spina, L. Latini, C. Manarola, P. Morielli, A. Natali Minoja, M. Pera; Cons.: A. Gatteschi - SETI ing., E. Moretti - ERREVIA ing., A. Scarpati - GEOSILT

Italia/Italy - Mestre (Venezia) Decorazione della recinzione dell’arena Il Centro Culturale Candiani indice un concorso per la realizzazione della decorazione della recinzione dell’arena del centro. Il supporto dove realizzare l’opera è costituito da pannelli in lamiera zincata, fissati su montanti in tubo quadro (sezione 80x80 mm), per una lunghezza totale di circa 50 metri ed una altezza di 2,90 metri Decoration for the arena fencing the Centro Culturale Candian announces a competition for the decoration of the fencing of the center's arena. The support of the fencing is made up by sheet zinc panels mounted on square tubes (section 80x80 mm) for a length of about 50 meters and an height of 2.90 meters

1° Premio/1st Prize Spartaco Paris (EdrP architetti) (capogruppo/team leader), Rafael Escobedo de La Riva, Paolo Valente Coll.: Moreiba Cabrera Aguilar, Alessia Fiori 2° Premio/2nd Prize Marco Giammetta (capogruppo/team leader), Coll.: Gianluigi Giammetta, Fulvio Biancatelli, Chiara Caldani, Diego de Conca, Maria Alessandra Orsini, Adriano Lelli, Luca Binarelli, Alessia Asuni, Alessia Giannini, Niki Varadi, Stefania Candelori, Federica Marsili 3° Premio/3rd Prize (ex-aequo) - Fabio Armillotta (capogruppo/team leader), Coll.: Gianluca Auditore, Natale Marco Santomauro, Gianpaolo Mastronardi - Marco Borrazzo (capogruppo/team leader), Fabrizio Giannini, Fabio Rauccio

COMPETITIONS

Giuria/Jury: Suha Ozkan, Vikram C. Bhatt, Shaaban Taha, Yasser Mansour, Ali Bahammam, Abdelrahman Al Sari, Salah Alhumoud Committente/Client: Ar-Riyadh Development Authority

+ europaconcorsi

COMPETITIONS + europaconcorsi

Arabia Saudita/Saudi Arabia Riyadh

Vincitori/Winners A. Alessandro Ceresoli “Come un foglio di carta” B. Francesco Perini “Tra realtà e fantasia” Menzione/Mentions - Corradino Bellisola - “Campiture tinte” - Eloisa Gobbo - “Never Get Distracted From Your Self” - Andrea Scantamburlo - “Senza titolo”

A

Giuria/Jury: Sandro Mescola, Giorgio Camuffo, Angelo Zennaro Committente/Client: Centro Culturale Candiani B

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Giuria/Jury: Benedetto Gravagnuolo, Alfonso Gambardella, Paolo Pisciotta, Luigi Vinci, Adriano Gaito Committente/Client: Circolo Canottieri Napoli

Giuria/Jury: Fabio Mucilli, Saverio Lamarucciola, Valter Fabietti, Ruggiero Corvino, Armando Serra Committente/Client: Comune di Pietramontecorvino 1° Classificato/1st Place Emilia Corradi (capogruppo/team leader) Menzione speciale/Honorary Mention 1° Alessandra Muntoni (capogruppo/team leader)

1° Premio/1st Prize Paola Scala 2° Premio/2nd Prize Luca Peralta 3° Premio/3rd Prize Balz Steiger

Effezeta Design Award 2004 for New Talents: “Seduta Home Office” L’ente banditore invita i partecipanti a esprimere soluzioni progettuali per la realizzazione di una seduta Home Office che si distingua per innovazione concettuale, nuove funzioni o svolgimento ottimale di funzioni usuali, qualità estetiche che facilitino l’inserimento armonioso della seduta in un ambiente domestico deputato a spazio ufficio e qualità ergonomiche Effezeta Design Award 2004 for New Talents: “Home Office Seat” The awarding authority invited participants to express project solution for the construction of a “Home Office Seat” having concept innovation, next functions, aesthetic qualities Giuria/Jury: Dario Delpin, Luigi Nicodemo, Fabrizio Todeschini, Gianfranco Baccaro, Isidoro Tosoni Committente/Client: Effezeta

Italia/Italy - Pietramontecorvino (Foggia) Interpretazioni di paesaggio: progetti e strategie per Appennino Parco d'Europa Il concorso è finalizzato all’acquisizione di idee progettuali riferite ai temi denominati “A - La nuova Terravecchia”, “B - Memorie di architettura nel paesaggio”, “C - La fabbrica sostenibile”, da inserire in un quadro strutturale di coerenza denominato “D - Contesto locale, strutture di paesaggio e identità territoriale” compatibile con il progetto APE - Appennino Parco d'Europa Interpretation of the landscape: projects and strategies for the Appennine Europe Park The competition aims to acquire project ideas for the themes: “A - The new Terravecchia”, “B - Memories of landscape architecture”, “C - The sustainable factory” to be inserted in the structural frame called “D - Local context, landscape structures and territorial identities” compatible with the project APE - Appennine Europe Park

Italia/Italy – Udine

Italia/Italy - Villa Lagarina (Trento) Riqualificazione dell’abitato di Pedersano Ai partecipanti si richiedevano proposte progettuali per i lavori di Riqualificazione dell’abitato di Pedersano. Una proposta urbanistica per permettere di far dialogare due parti oggi distinte dell’abitato, una proposta paesaggistica per tener conto della zona verde a ridosso del centro storico e a esso connaturato Requalification of Pedersano Participants were requested to provide project proposals for the requalification of Pedersano. An urban proposal allowing two, today separated, parts of the city, to dialogue and a landscaping proposal taking into account the green area close to the historical center

COMPETITIONS

Una sede rinnovata per un glorioso Circolo Nautico Il Circolo Canottieri Napoli ha bandito un concorso per un progetto riservato a giovani iscritti agli Ordini Professionali degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e degli Ingegneri, che ha avuto per oggetto la presentazione di idee per rinnovare la sede del Circolo del Molosiglio Renewed premises for the glorious Nautincal Club The Circolo Canottieri Napoli launched a project competition, reserved to young professionals enrolled in their respective professional lists: architects, city planners, landscapers, and engineers, to provide ideas to renew the premises of Molosiglio Club

1° Premio/1st Prize Dario Guglielmi 2° Premio/2nd Prize (ex-aequo) - Romolo Nati, Paolo Gori, Coll.: Libero Floriani - Roberto Russo, Giovanna De Luca, Giovanni Novembrine, Coll.: Giuseppe Vaccaro, Florina Cesarano Menzione/Mention - Tommaso Vecci, Giuseppina Ciaccio, Salvatore Palumbo, Antonio Bruno, Coll.: Paolo Errico, Antonio Trataglia, Vincenzo Tenore - Raffaele Di Vaio, Sacha Camerino, Coll.: Andrea Abita - Paolo Cascone, Laura Di Stefano, Filippo Orsini

+ europaconcorsi

COMPETITIONS + europaconcorsi

Italia/Italy - Napoli

1° Classificato/1st Place Gabriele Martinelli, Roberto Secchi 2° Classificato/2nd Place Umberta Dufour, Cristina Balet 3° Classificato/3rd Place Architettura e Città Studio Associato: Paola Cavallini, Paola Conti, Stefano Della Santa, Saccani Progetto segnalato/Signalled - Maddalena Segala - Gianni Perbellini (capogruppo/team leader), Giovanni-Elia Perbellini, Enrico Girotti, Mauro Zanotti, Cinzia Todeschini 1°

Committente/Client: Comune di Villa Lagarina 1°

Italia/Italy - Roma La celebrazione delle città Il concorso ha per tema la realizzazione di una proposta progettuale puntuale per la propria città. Ogni architetto ha una buona idea per la propria città. L’UIA, mobilitando gli architetti di tutto il mondo, dà l’occasione di esporre queste idee, di creare dei progetti realizzabili, in grado di catturare l’immaginario delle città e di sensibilizzare le loro amministrazioni. City Celebrations the competition theme is the elaboration of a project proposal for his own city. Each architect has a good idea of his own city. The UIA, addressing to architects all over the world, offers the possibility of exposing these ideas, of creating projects which can be constructed, capturing the images of the cities and making their administrations more sensible Giuria/Jury: Jaime Lerner, Vassilis Sgoutas, Jean Claude Riguet, Donald J. Hackl, Gaetan Siew, Jose Luis Cortes Delgado, Peter Hanna, Yuri Gnedovski, Louise Cox, Wolfgang Tochtermann Committente/Client: UIA International Union of Architect

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Categoria Architetti/Architects Category Premio Principale/Principal Prize Maurizio Marzi (capogruppo/team leader) Consulenti: Giorgio Morini - TAU S.r.l. Trasporti e Territorio, Marcello Ganassini, Francesca Scianna, Paola Valentich, Yewande A. Omotoso Categoria Studenti/Students Category Premio Principale/Principal Prize Francesca Puddu, Cinzia Pucciarelli

1° Premio/1st Prize Vittorio Venezia - Facoltà di Architettura di Palermo 2° Premio/2nd Prize (ex-aequo) A. Gionata Gatto - IUAV ClaDIS Disegno industriale di Treviso B. Lisa Capezzuoli - IED Istituto Europeo del Design, Roma

WEB Bombay Sapphire Martini Art Student Collection 2004 L’obiettivo del concorso è quello di creare nuovi calici per ampliare la Bombay Sapphire Martini Art Collection: 1) La forma di partenza è quella del bicchiere da Martini cocktail; 2) Deve essere funzionale e realizzabile con tecnica artigianale; 3) Il bicchiere di vetro può incorporare altri materiali come gioielli e metalli, ma l'inclusione di questi materiali non è obbligatoria Bombay Sapphire Martini Art Student Collection 2004 The objective of the competition is to created new goblets to extend the Bombay Sapphire Martini Art Collection: 1) the starting for is the one of a martini cocktail glass; 2) it should be functional and hand made constructed, 3) the glass goblet could have other materials, like jewels and metal, incorporated, but the use of these materials is not compulsory Giuria/Jury: Aldo Cibic, Carlo Ducci, Rosa Tessa, Peter Heilbron, Virginio Briatore Committente/Client: Martini & Rossi SpA in collaborazione con AEDO-TO.COM www.aedo-to.com

2° B 2° A

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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Comunicazione integrata For Guzzini Firm Progetto: Annalisa Guzzini Ogni azienda ha due realtà: una privata, la produzione, e una pubblica, quella di rappresentanza e che cura i rapporti con l’esterno. Questo secondo aspetto, ovvero della massima visibilità, è di fondamentale importanza per un’efficace comunicazione del marchio. Il luogo su cui sorgerà il nuovo intervento è l’area d’intersezione tra due sistemi che coesistono all’interno dello spazio aziendale: il sistema dell’azienda e il sistema delle preesistenze storiche. Obiettivo del Centro Comunicazione è raccontare la realtà Guzzini (azienda attiva dal 1920), sia attraverso la sua storia sia evidenziando la produzione, promuovendo lo scambio e far interagire la cultura del lavoro con altri mondi del sapere. Il progetto è costituito da tre emergenze – il museo/showroom, la caffetteria/mensa e l’auditorium – nate dall’evoluzione nello spazio di due nastri bicolori, modellabili come il Plexiglas. Il riferimento al Plexiglas bicolore e alla termoformatura rimanda al successo dell’azienda che, con tale materiale e quella tecnologia, ha saputo imporsi sul mercato. L’intervento si configura come elemento connettivo tra gli edifici esistenti nell’area aziendale, il cui sviluppo è avvenuto negli anni in modo autonomo e legato a necessità contingenti, anziché essere pensato e programmato come parte di uno sviluppo unitario. I due nastri bicolori sono posti sul terreno all’interno del sistema che ordina per periodi storici lo sviluppo dell’azienda nella zona della comunicazione. La forma è pertanto una forma “trovata”, non progettata ma scelta tra le tante forme assunte in successione dai due nastri. La “forma cercata” crea un tessuto di parti emergenti e parti connettive. La successiva specializzazione funzionale di queste diverse spazialità genera una gerarchia tra funzioni primarie emergenti (edificio dello show-room e del museo ed edificio dell’auditorium) e funzioni di supporto, che fanno da corollario a tutto l’insieme. There are two sides to every business: the private production side and public side involving outside relations. This latter aspect (viz. maximum visibility) is of fundamental importance for effective brand communication. The place where the new project will be built stands at the intersection of two systems co-existing inside the same business space: the business system and system of old constructions. The purpose of the Communication Centre is to provide information about Guzzini (firm operating since 1920) both by telling the company story and by focusing on production, promoting interaction and bringing together the working environment and other fields of knowledge. The project is designed around three features: the museum/showroom, cafeteria/canteen and auditorium – developed out of the space taken up by two twin-coloured strips as mouldable as Plexiglas. The reference to two-colour Plexiglas and thermomoulding also allude to the firm’s notable business success with this material and technology. The project is designed like a link between old buildings on the company site, that gradually developed on an independent basis down the years due to contingent needs, rather than being devised and planned as part of unitary growth. The two twin-coloured strips are placed on the ground inside the system setting out the various periods of company growth in the communications area. This means its as a sort of “haphazard” form, not designed but simply chosen from all the forms the two strips gradually take. The “designed form” creates a fabric of emerging and connecting parts. The subsequent functional specialisation of these various spatial relations creates a hierarchy between the emerging primary functions (showroom and museum building and auditorium building) and support functions, that back up the entire complex.

86 l’ARCA 193

1. Museo/Museum 2. Cucina/Kitchen 3. Mensa/Canteen

4. Auditorium 5. Piazza/Square 6. Toilettes

1. Showroom 2. Caffetteria/Cafeteria 3. Patio

4. Scuola di Design Design School 5. Piazza/Square

Da sinistra, piante del piano interrato e del piano terra e planivolumetrico

From the left, plans of the basement and of the round floor and volumetric site plan.

Rendering e sezione dell’edificio, costituito da tre emergenze: il museo/showroom, la caffetteria/mensa, l’auditorium.

Renderings and section of the building which has three main volumes: the museum/showroom, the cafeteria/canteen, the auditorium.

Rendering del Centro di Comunicazione Aziendale Guzzini a Recanati (MC). Renderings of the Communication Centre of the Guzzini Company in Recanati (Macerata).

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Euroméditerranée For Marseilles

Quando la casa respira For Saudi Arabia

Elogio delle micro-architetture

Progetto: Donner_Sorcinelli_ Architetti (Luca Donner, Francesca Sorcinelli) Arriva dalla Francia, una delle più importanti e coraggiose operazioni urbanistiche avviate a livello europeo che stanno radicalmente cambiando l’assetto economico e culturale di una grande città. Marsiglia è infatti coinvolta in un progetto destinato a proiettarla al centro degli scambi tra Europa e Mediterraneo, rafforzando la sua posizione strategica, che ne fa un’interfaccia naturale tra questi mercati in pieno sviluppo. Euroméditerranée è un intervento ad ampio raggio, sostenuto dallo Stato francese con il contributo delle collettività territoriali, che vede la riqualificazione urbanistica e architettonica come momenti imprescindibili del rilancio economico della città. E qui sta proprio l’interesse del programma che ha già concretizzato i suoi primi significativi risultati, dalla palestra Ruffy del giovane Marciano (l’Arca 170) al recentissimo progetto del Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo di Ricciotti (l’Arca 192). Qualche dato dà le dimensioni della complessità dell’operazione: 310 ettari l’estensione superficiale, tra il porto e il centro città, con quattro quartieri particolarmente emblematici coinvolti: la Joillette, sviluppato sul fronte mare e dove peraltro è stata ultimata lo scorso anno la ristrutturazione dell’edificio dei Docks; Saint Charles/Port d’Aix, 16 ettari tra l’autostrada e il centro città, una delle zone più congestionate di Marsiglia; La Belle de Mai, a est del perimetro di Euroméditerranée, sviluppata su uno spazio di 120.000 mq un tempo occupati da una manifattura di Tabacchi; e la Cité Méditerranée, un programma, che segue le indicazioni di massima del progetto di Yves Lyon e François Kern e che prevede di riconvertire quasi tre chilometri di facciata portuale e marittima tra il Forte Saint-Jean, il molo J4 e Arenc. Elena Cardani

A sinistra, l’area Saint Charles, e sotto vista aerea del nuovo intervento. Left, the Saint Charles area, and below a aerial view of the new project.

One of Europe’s most ambitious and important urban renewal operations is taking place in France, and is radically changing a great city’s economic and cultural structure. In fact, Marseilles is involved in a project which is to cast it into the hub of trade between Europe and the Mediterranean, strengthening its strategic position and making it a natural interface between these markets, now in full development. Euroméditerranée is a wide-ranging project, financed by the French nation with the contribution of regional communities; its target is urban and architectural redevelopment, which is absolutely necessary for the city’s economic growth. This is, in fact, the main purpose of the plan, which has already brought about its first, concrete and significant results, from the Ruffy gym by the young Marciano (l’Arca 170) to Ricciotti’s recent project for the Musée des Civilisations de l’Europe et de la Méditerranée (l’Arca 192). A few figures give a picture of the dimensions and complexity of the operation: a 310-hectare perimeter between the port and the city center, involving four particularly symbolic districts: la Joilette, which is developed along the waterfront and where the Docks building was renovated last year; Saint Charles/Port d’Aix, 16 hectares between the highway and midtown, one of Marseilles’s most congested districts; Belle de Mai, eastwards from the Euroméditerranée perimeter, developed over a 120,000 sq-m area which once housed a tobacco factory; and the Cité de la Méditerranée. The latter is a project that follows a general plan by Yves Lyon and François Kern, for the redevelopment of almost three kilometers from the port to the whole waterfront between Fort Saint-Jean to the J4 dock and the Arenc district.

Il progetto in questione ha vinto il primo premio dell’edizione dell’“International Design Competition for Modern Saudi Houses – Affordability and Sustainability” svoltosi a Riyadh, in Arabia Saudita. La sostenibilità di una casa dipende dall’integrazione con gli elementi naturali del paesaggio e con le abitudini dei suoi abitanti. Tale considerazione ha suggerito il progetto di un “sistema casa” capace di coniugare privacy con economicità della costruzione e integrazione con l’intorno. Il concetto “casa-polmone” si riferisce non solo allo sfruttamento della ventilazione naturale ma comprende anche l’assorbimento di energie presenti in natura (eolica, solare e geotermica) differenti ma complementari. L’idea di sfruttare i venti locali per la ventilazione naturale è stato il punto di partenza. L’ingresso principale è stato collocato al primo piano dove, attraverso un lungo corridoio perimetrale sospeso, si accede alle due stanze principali. Tale corridoio è il “collettore di vento” designato a sfruttare “l’effetto Venturi” (accelerazione del vento in un condotto) e a distribuire il flusso d’aria. La ventilazione naturale è pensata come parte di un “sistema” integrato cui fanno parte un impianto di riscaldamento e climatizzazione a parete (a serpentine), alimentato d’estate da corrente elettrica prodotta da un sistema fotovoltaico posizionato sui brise-soleil di tutto l’edificio e d’inverno da un impianto di riscaldamento geotermico (termodinamico) collocato a 60 centimetri sotto il pavimento della corte, capace di sfruttare le calorie accumulate nel suolo e nell’acqua della piscina per irraggiamento, e pronto poi a trasferirle all’edificio per mezzo di un compressore. Questi sistemi integrati permettono un risparmio energetico del 75% rispetto agli impianti tradizionali.

This project won the first prize of the “International Design Competition for Modern Saudi Houses – Affordability and Sustainability”, which was held in Riyadh, Saudi Arabia. The sustainability of any place of residence depends on the way it integrates with natural landscape elements and with the habits of the people living within. This consideration led to the planning of a “housing system” that efficiently combines the privacy and cost-effectiveness of a structure, as well as its integration with its surroundings. The concept of a “lung-house” refers not only to the utilization of natural ventilation, but also includes the absorption of different but complementary types of natural energy (wind power, solar energy, geothermal energy). To this purpose, the starting point was the idea of using local winds for natural ventilation. The main entrance is located on the first floor, where through a long, perimetrical and suspended corridor, access is gained to the two main rooms. This corridor is a “wind collector”, designed to use the “Venturi effect” (the acceleration of wind through a duct) and to distribute the air flow. Natural ventilation is thus seen as part of an integrated “system” that includes a coiled wall unit for heating and air-conditioning. In summer, the unit runs on electricity produced by a photovoltaic system located on the shades of the entire building, while in winter a system of geothermal (thermodynamic) heating is used, placed 60 cm below the ground in the courtyard. This system uses the radiative calories accumulated in the ground and in the water of the swimming pool, transmitting them to the building by means of a compressor. These integrated systems save 75% energy in comparison with traditional plants.

Uno stimolo all’intelligenza del progetto, Minimauosse è un programnma con scadenza biennale, promosso dall’Institut Français d’architecture/Cité de l’architecture e du patrimoine e Les Grands Ateliers de l’Isle d’Abeau e aperto agli studenti delle scuole di architettura, di design, d’arte e del paesaggio. Le micro-architetture sono il tema di una serie di concorsi iniziati quest’anno con l’edizione 2003/2004 che ha visto la partecipazione 1.000 studenti provenienti da 56 scuole, con la presentazione di 340 progetti. Le proposte, che si concentravano sul "l’elogio del piccolo", un piccola architettura, in grado di fare il massimo, hanno visto 5 vincitori, un premio speciale e 14 menzioni. Ai vincitori, Anne Dérain/David Letellier, Alexandre Doucin/Fabien Caridel/Cédric Lissajoux, Marc Douezi, Nicoletta Rodolaki, è offerta l’opportunità di realizzare, in occasione di un workshop a luglio di quest’anno ai Grands Ateliers de l’Isle d’Abeau, il loro progetto in scala 1:1, modelli che saranno in seguito oggetto di una mostra nell’autunno del 2004.

A fianco, l’area della Joillette, il lungo mare con i docks ristrutturati. Left, Joillette area, with the renovated docks along the waterfront.

A sinistra, sopra, piano di sviluppo per l’area della Cité Méditerrané, e, sotto, vista di Piazza d’Arvieux.

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Left, above, developing plan of the Cité Méditerranée, and, below, view of the Place d’Arvieux.

Dall’alto in basso/from top down: Anne Derian, David Letellier (École d’architecture de Bretagne) S.M.A.L.L/Satellite Mobile pour un Art à deux ailes; Julie Facq, Julien Robert, Pablo Chauchat, Matthieu Muin (ENSCI/ les ateliers), O2SU belvédère à poser sur les toits parisiens; Marc Douezi (Creapole master diretto da/led by Sébastien Rinckel,) La maison Lumi-air.

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Fra memoria e futuro

Ripensamento high-tech

Progetto: DAP Studio Elena Sacco/Paolo Danelli

Progetto: Roberto Liotti Duecentoquaranta metri quadrati su tre livelli: sono gli ultimi tre piani di un palazzetto umbertino al centro di Roma, tra i Fori e Santa Maria Maggiore. Una ristrutturazione che è un ripensamento, in chiave contemporanea e hi-tech, della storia e della tradizione. La verticalità dello sviluppo è enfatizzata dalla luce zenitale che, dal volume vetrato, penetra attraverso il corpo scale e inonda tutto l’appartamento. Al bianco puro, che definisce volumi netti e candidi, si contrappongono i due colori, il rosso fuoco e il giallo senape, che si inseguono e ricoprono, corposi e morbidi, le superfici più significative dei vari ambienti. Alle superfici verticali, fredde e contemporanee nel loro articolarsi in tagli e cromatismi puri e decisi, si contrappone il calore delle superfici orizzontali: il legno che incornicia il travertino dei pavimenti, in listelli posati a spina di pesce come fosse un parquet e i mattoni dei soffitti, le cui voltine, tipiche dell’architettura industriale a cavallo tra Ottocento e Novecento, sono state spogliate dell’intonaco. La presenza degli arredi mobili, limitati a pochi elementi tra antiquariato e design, è ridotta al minimo essenziale: infatti l’analisi approfondita delle abitudini abitative dei committenti ha reso possibile, in fase di progetto, lo sfruttamento ottimale degli spazi. Conseguentemente, ogni attività dell’abitare ha trovato la sua giusta collocazione in uno spazio costruito. Michele Bazan Giordano

Alla ricerca di un linguaggio compositivo fatto di relazioni fra passato e futuro. Pressurizzata in un’edilizia pubblica cementizia e mattoniera, in cui forma e struttura sono inglobate in grevi volumi dalla geometria elementare, ora Milano pare ritrovare nell’architettura destinata alla residenza e al commercio la sua identità storica di metropoli industriale. E’ il caso dell’edificio realizzato in via Ronchi 15. Volumi e superfici si compongono secondo uno schema libero e intenzionalmente ‘non affermativo’. Al piano terreno sono previste attività commerciali mentre ai piani superiori appartamenti a un piano e in duplex. Posta su strada, la costruzione è compresa tra un edificio di pari altezza e un palazzo di dieci piani. La difficoltà di relazionarsi con due realtà volumetriche opposte ha indubbiamente inciso sulle scelte compositive. Il volume è stato alleggerito privandolo di compattezza e matericità diversificando le altezze ma anche i materiali dei singoli elementi. Gli evidenti richiami all’architettura neoplastica di memoria rietveliana tolgono gravità, riducono le masse a pure campiture ortogonali attraversate ora da setti verticali ora da linee orizzontali. Nel cortile retrostante la scala in ferro zincato è esterna all’edificio. Si tratta di una struttura essenziale, la cui funzione rimanda alla scarna configurazione delle scale presenti negli spazi industriali, dove nulla eccede in decoro e dove tutto è in funzione del minimo ingombro e della sua destinazione funzionale. I terrazzamenti alle diverse quote oltre a equilibrare la trama compositiva servono a distribuire gli ingressi agli appartamenti. La facciata su strada è in vetro al piano terra, con brise soleil in grigliato di alluminio ai piani superiori, mentre quella sul cortile è rivestita in alluminio naturale. Carlo Paganelli

Paesaggi sintetici

Viste dell’edificio residenziale realizzato in via Ronchi a Milano. Views of the residential building realized in Via Ronchi, Milan.

Nuovo polo tecnologico a Rovereto

Un giardino disincantato, progettato con un po’ di sana ironia, senza retrogusti di sapore ambientalista o di malinconiche tensioni a luoghi incontaminati e forzatamente “al naturale”. Un giardino contemporaneo, dove sono messe in discussione le regole della composizione gerarchica tradizionalmente acquisite: edificio, prato, bacino d’acqua, sentiero, pergolato, elementi ornamentali e naturalmente materiali quali legno e pietra, restando ovviamente indiscussa la presenza delle piante. Patrizia Pozzi, con la freschezza e la spontaneità che

contraddistinguono i suoi lavori, segna questo passaggio, questa svolta, facendo del giardino, ormai sua specialità, un tema di sperimentazione progettuale. Ribalta il concetto di materiale naturale, privilegiato nell’architettura paesaggistica, per introdurvi una nota sintetica, “finti” ciottoli di fiume che proprio per il tipo di materiale plastico utilizzato offrono straordinarie e inaspettate componenti visuali e sensoriali. I Flin-Stone, disponibili nelle versioni trasparente e colorata, sono prodotti da Serralunga.

Progetto architettonico e coordinamento: Ruffo Wolf Collaboratori: Fabio D’Agnano, Gioia D’Argenio, Marcello Lubian Strutture: Studio Turrini Impianti: Prisma srl Direzione proc.le Stefano Robol Gestione: Mauro Casotto, Andrea Condini Cliente: Agenzia per lo Sviluppo S.p.A. – Pres. Corrado Fedrizzi, Provincia Autonoma di Trento

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In un sito contraddistinto da due caratteri paesaggistici ben distinti, archeologia industriale con lo storico insediamento produttivo “Pirelli” e territorio rurale coltivato a vigneti, è stato inserito il nuovo polo tecnologico del Trentino (Business Innovation Center), a destinazione produttiva e terziaria. Il progetto, tuttora in fase di realizzazione, tiene conto di un carattere improntato alla più moderne esigenze aziendali, di immagine, flessibilità degli spazi, avanguardia delle dotazioni, e ottimizzazione dei percorsi interni e di accessibilità. Una piastra a funzione produttiva è sormontata da due corpi di fabbrica lineari realizzati con struttura in acciaio e tamponementi in facciate

continue in vetro con sistema di frangisole sui lati lunghi; nel senso della lunghezza è organizzato, a cintura, un rivestimento in elementi di acciaio inox. L’edificio, primo dei tre previsti, si pone come presenza silenziosa entro un contesto fortemente caratterizzato da antichi opifici e lavorazioni della terra, mantenendo, attraverso un composto disegno delle proprie parti, un ruolo di necessario spettatore verso i paesaggi esistenti, pur con una presenza magari ingombrante e, consapevole di questo, echeggiante una signorile genuflessione verso chi arriva, quasi a sottolineare l’inopportunità di ulteriori parole.

Riqualificare i luoghi cimiteriali Con “Marmo e Design” – mostra svoltasi nell’ambito di Tan Expo 2004, la rassegna internazionale di articoli per uso cimiteriale e funerario appena conclusasi a Modena – si vuole riportare l’attenzione sui luoghi di sepoltura. Obiettivo dell’iniziativa, promossa da Conference Service e ModenaFiere, curata da Lea Di Muzio con la collaborazione di Laura Grandi, è di operare un progetto di riqualificazione dei luoghi cimiteriali attraverso un uso innovativo del marmo, considerato da sempre materiale nobile e congeniale al tema della sepoltura. All’iniziativa ha dato un contributo Promex, il Consorzio per la promozione e valorizzazione dei prodotti lapidei provenienti dal distretto Apuo - Versilese. Dietro la spinta della ricerca di valori immateriali, di spiritualità, sempre più diffusi, forse per contrastare una vita stressante e disumana, è nato un rinnovato interesse per i luoghi cimiteriali. Dare qualità a questi luoghi di pace e di silenzio significa da una parte riformularne i contenuti, dall’altra operare un serio intervento su tutte le tipologie sepolcrali: dalle tombe a terra alla cappelle familiari, fino ad arrivare alle grandi pareti di loculi che affastellano, disordinatamente, i cimiteri odierni. I designer invitati a elaborare i progetti (D’Arrigo design, LDesign Concept, Pedrizzetti e Associati, Studio Architetto Caramel) hanno pensato le tombe non come elementi “isolati”, ma come parti integranti di un contesto, un luogo, quello cimiteriale, appunto, dalle cui finalità è impossibile

prescindere. I prototipi sono stati realizzati dalle più importanti aziende che operano nel settore, di cui l’Italia vanta la leadership a livello internazionale: Biondan – Fonderie Artistiche, Arte e Design – Montorio Veronese (VR), Docipa – Massa, Graniti Sergio Dalle Nogare – Besenello (TN), Pilla – Carré (VI), Porfido F.lli Perdetti – Esine (PS), I.G.F. & Gemignani e Vanelli – Avenza (Carrara), Tecmag – Massa Carrara, Vantage Italia – Cittadella (PD), Vezzani – Montecasolo Castella (RE). Sopra, LDesign_Concept, progetto di loculo multimediale. A sinistra, Paolo D’Arrigo, tombe a terra in granito bianco sardo. Above, LDesign_Concept, project for a multimedia grave. Left, Paolo D’Arrigo, Sardinian White Granite graves.

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Scripta volant Da questo numero l’ARCA offre due pagine alla DARC-Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali. Gli spazi avranno un formato ricorrente. Ci sarà un breve editoriale che a volte sarà speso per illustrare programmi e obiettivi della DARC per le settimane o i mesi successivi, a volte servirà per condensare valutazioni e osservazioni su un tema emergente nel mese, altre volte potrà affrontare, sia pure in estrema sintesi, argomenti di carattere più generale. Si parlerà di architettura, ma anche di arte contemporanea, come è nella missione della DARC e come diviene sempre più naturale in un periodo come questo in cui i fenomeni di identificazione, ibridazione, sovrapposizione, connessione tra arte e architettura e tra artisti ed architetti sono sempre più frequenti e naturali. Una ampia parte dello spazio delle due pagine affrontate è occupato, come si vede, da due immagini grafiche o fotografiche. Si tratta di figure che individuano argomenti o eventi significativi per l’attività della direzione generale. In questo numero le foto rappresentano l’interno della “palazzina D” recentemente ristrutturata. Si tratta del primo spazio espositivo definitivamente recuperato dalla DARC per il MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo. La fascia laterale destra contiene foto e figure riferite all’attualità: un disegno di Aldo Rossi e la foto di un’opera di Ed Ruscha segnalano che presso il MAXXI a Roma è prevista, per il 30 giugno, l’inaugurazione di due mostre a loro dedicate. La fascia centrale contiene sintetiche informazioni su altri eventi o programmi previsti o in corso. Lo spazio che rimane sarà utilizzato senza schemi predeterminati e potrà godere di una geometria variabile in funzione delle esigenze di comunicazione che volta per volta emergeranno. Ringrazio per l’ospitalità il Direttore Cesare Maria Casati e mi auguro che potremo fornire contributi in sintonia e in dialettica con la vivacità della rivista.

DARC Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee Ministero per i Beni e le Attività Culturali www.darc.beniculturali.it

progetto due_pavese

Il cantiere del MAXXI, avviato nel marzo 2003, va avanti secondo i tempi stabiliti che prevedono l’inaugurazione nel 2006. Building work on the MAXXI began in March 2003 and is on schedule to be completed by the official opening date in 2006.

La mostra Aldo Rossi. L’archivio personale, a cura di Alberto Ferlenga, presenterà dal 1 luglio negli spazi espositivi del MAXXI l’archivio del grande architetto italiano, acquisito dalla DARC per il MAXXI Architettura. Exhibition devoted to Aldo Rossi. The personal archives, being handled by Alberto Ferlenga, of this great Italian architect, purchased by DARC for MAXXI Architettura, will be on display in the MAXXI exhibition spaces from 1st July.

Aprirà i battenti il 1 luglio al MAXXI la prima grande retrospettiva italiana, a cura di Paolo Colombo, dedicata ad Ed Ruscha, uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea internazionale. The first major review in Italy of the work of Ed Ruscha, one of the leading exponents of contemporary international art, will officially open at the MAXXI on 1st July. It is being organised by Paolo Colombo.

Alessandro Anselmi, in occasione della mostra Piano Superficie Progetto, curata da Margherita Guccione e da lui stesso allestita negli spazi del MAXXI, ha confermato la donazione del suo archivio alla DARC. Alessandro Anselmi confirmed he will be devoting his own archives to DARC, when he attended the Piano Superficie Progetto exhibition, organised by Margherita Guccione and furbished by the man himself in the spaces belonging to the MAXXI.

Gli spazi espositivi della prima struttura definitiva del MAXXI, risultato del recupero da parte della DARC di una palazzina esistente. The exhibition spaces of the first completed MAXXI facility, the result of DARC’s renovation of an old building.

Sono i Park Associati i vincitori del concorso D40_4, indetto dalla DARC per l'area di accoglienza con postazioni informatiche, di lettura e di ristoro degli attuali spazi espositivi del MAXXI. L'ambiente, dinamico e flessibile, sarà inaugurato il 1 luglio. Park Associates, are the winners of the D40_4 competition organised by DARC for the reception area furbished with the computer, reading and refreshment points currently belonging to the MAXXI exhibition spaces. This dynamic, flexible setting will officially open on 1st July.

consultazione per GIOVANI ARCHITETTI DESIGNER E ARTISTI

Scripta volant As of this issue, l’Arca will be devoting two pages to DARC-General Administration for Contemporary Architecture and Art at the Ministry for Cultural Heritage and Activities. This will be a regular feature. There will be a short editorial sometimes outlining DARC’s plans and objectives for the upcoming weeks or months, other times providing opinions and remarks about the theme of the month or even just a brief outline of more general issues. It will deal with contemporary architecture and art, DARC’s own realm of action, as is almost inevitable at a time like now when phenomena of identification, hybridisation, superimposition and connection between art and architecture and artists and architects are increasingly frequent and quite natural. Most of this two-page space will be taken up, as can be seen, by graphic images or photographs. These figures will point towards key issues or events for the general administration. The photos in this issue show the inside of the recently renovated “palazzina D.” This is the first fully renovated and redeveloped space by DARC for the MAXXI-National Art Gallery for 21st Century Art. The right-hand side shows photos and figures of a contemporary nature: a drawing by Aldo Rossi and a photo of a design by Ed Ruscha tells us that two exhibitions devoted to them at the MAXXI in Rome are planned to open on 30th June. The middle section contains brief information about other events or programmes being planned or already under way. The remaining space is free to be set out and used as required, depending on what is in the news. I would like to thank the Chief Editor, Cesare Maria Casati, for providing us with this space, and I hope we will be able to provide a useful and interesting contribution in tune with this lively magazine.

Pio Baldi direttore generale DARC General Manager of DARC

pagina a cura di emilia giorgi

193 l’ARCA 93 92 l’ARCA 193

GIUGNO coordinamento lorenza bolelli

foto di sergio ferraris foto di sergio ferraris


Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.

Quattro progetti per le Halles In Paris

Primavera del Giappone In Aix en Provence

OMA a Parigi Dutch Embassy, Berlin

Una mostra per un grande progetto è in corso fino al 30 giugno all’ex-Maison des Associations nella Grande Galérie del Forum des Halles a Parigi. In mostra i quattro progetti che hanno partecipato a una consultazione internazionale per la trasformazione urbana del quartiere delle Halles, un intervento destinato a dare un nuovo impulso, a livello di funzioni, di qualità architettonica e di vita, a questo quartiere che oltre a rappresentare il cuore della città, riveste un’importanza regionale. Le proposte delle quattro équipe candidate, Jean Nouvel, Seura, entrambi francesi, MVRD, Rem Kooklhaas, olandesi, in attesa della scelta definitiva prevista per fine giugno, sono esposte al giudizio del pubblico che è coinvolto a partecipare attivamente alla selezione del progetto vincitore, sia tramite internet attraverso il sito www.projetleshalles.com, sia attraverso apposite schede di voto disponibili in mostra. Un’operazione ambiziosa che coinvolge drasticamente la riabilitazione di un’area strategica per la città, al fine di risolvere un insieme di disagi, dalla circolazione, al parcheggio, alla sicurezza e al degrado degli spazi pubblici, ormai divenuti insostenibili sia per i passeggeri in transito, circa 800.000 fruitori di trasporti e i 100.000 clienti del centro commerciale al giorno, sia per i qualche migliaio di abitanti del quartiere.

Un omaggio alla cultura giapponese e al grande interesse che il pubblico francese rivolge a questa tradizione millenaria è il progetto portato avanti dall’Associazione Teatro Nô di Aix en Provence, organizzatrice di Printemps du Japon. Durante tutto questo mese, Aix en Provence, che ha il privilegio di possedere l’unico palcoscenico di un tradizionale Teatro Nô realizzato fuori dal Giappone, diviene centro di una serie di eventi e manifestazioni dedicate a questo Paese. Scopo dell’iniziativa, oltre a portare a conoscenza del grande pubblico i vari aspetti della cultura nipponica, è offrire la possibilità di intessere contatti e relazioni tra professionisti dello spettacolo, della cultura e dell’artigianato. Tra gli eventi, segnaliamo il 19 giugno, una dimostrazione e rappresentazione di Nô, e il 22 giugno la conferenza-dibattito sui risultati del concorso Haiku, una forma poetica breve in sette sillabe di tradizione antichissima.

Inaugurata nel marzo scorso, l’Ambasciata dei Paesi Bassi a Berlino è una delle recenti opere di Rem Koolhaas che viene presentata con un’ampia e dettagliata documentazione di progetto alla Galerie d’architecture di Parigi, fino al 28 giugno. Una selezione di schizzi, modelli di studio, foto di cantiere ruotano attorno a un grande modello e documenti inediti delle varie fasi di lavoro a testimonianza della complessità e dell’unicità di questo edificio, emblematico della filosofia progettuale di OMA. Completano la mostra un insieme di proiezioni video delle varie fasi di cantiere dal 2000, quando iniziò la costruzione, fino alla sua inaugurazione. La mostra si propone così come un momento di approfondimento analitico e critico di questo particolare edificio in cui Koolhass capovolge e reinterpreta il concetto di Hof berlinese concretizzando quello di traiettoria. Parallelamente, dal 9 giugno fino al 11 luglio), l’Istituto Olandese di Parigi presenta i lavori di tre studi olandesi, NL Architects, Arons & Gelauff e Korteknie Stuhlmacher Architecten, che offrono un quadro significativo della giovane architettura olandese.

An exhibition for a great project is underway and will be open through June 30th at the former Maison des Associations in the Forum des Halles’ Grande Galérie in Paris.The four projects that participated in an international conference on the urban conversion of the Halles district are on show. The conversion is to give fresh functional and architectural impetus, as well as higher quality of life to this area, which not only represents the heart of the city, but is also important on a regional level. The choice among the candidates, which are the French teams Jean Nouvel and Seura and the Dutch MVRD and Rem Koolhaas, will be made at the end of June. The teams are to be assessed by the public, which is actively involved in the selection of the winning project, both by means of internet through the site www.projetleshalles.com, and with special voting papers that are available at the exhibition. This is an ambitious undertaking for the drastic rehabilitation of this strategic neighborhood of the city, and is meant to solve a series of problems related to traffic, parking and safety, as well as the deterioration of public areas. In fact, the latter have now become unbearable for passengers in transit, which amount to 800,000 a day in addition to the 100,000 customers of the local department store. This situation is also unendurable for the thousands of people living in the neighborhood.

One of the events, a demonstration and representation of Nô, is to be held on June 19th, and on June 22nd there will be a lecture-debate on the results of the Haiku competition, a short poetic form made up of seven syllables which goes back to very ancient traditions.

The Dutch Embassy in Berlin was inaugurated in March, and is one of the latest works by Rem Koolhaas – it is being presented through June 28th at the Galerie d’architecture in Paris, complete with copious and detailed project material. A selection of sketches, study models and pictures of the building yard are laid out around a large model, as well as new material showing the various building stages. All of this witnesses this structure’s complexity and uniqueness, a symbol of the OMA’s planning philosophy. An array of video showings of the various building stages complete the exhibition, from 2000, when building began, to its inauguration. This show thus constitutes an opportunity for the in-depth study and critical analysis of this particular building, in which Koolhaas completely changes and reinterprets the Berlinese Hof concept, giving substance to the concept of trajectory, instead. Parallel to this show (from June 9th to July 11th), the Dutch Institute of Paris will present work by three Dutch studios, NL Architects, Aarons & Gelauff and Korteknie Stuhlmacher Architecten, which offer a significant picture of emerging Dutch architecture.

The project promoted by the Nô Theater Association in Aix en Provence, organizer of Printemps du Japon, is a tribute to Japanese culture and to the great interest the French public has shown for this millenary tradition. Throughout this month, Aix en Provence, which is so privileged as to own the only Nô Theater stage ever built outside Japan, will be the setting for a series of events and exhibitions devoted to this country. Aside from presenting the public with the various aspects of Japanese culture, this initiative offers an opportunity to establish contacts and connections among professionals in the spheres of performance, culture and craftsmanship.

Particolare della nuova Ambasciata dei Paesi Bassi a Berlino progettata da Rem Koolhaas.

Costruttori di sogni Pop Archigram in London

A sinistra, il progetto di/left, the project by OMA/Rem Koolhaas. Sopra, il progetto di/above, the project by Jean Nouvel.

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Sopra, il progetto di/above, the project by Seura. In alto, il progetto di/top, the project by MRVD.

“Archigram” è il titolo della mostra allestita presso Design Museum di Londra. Aperta fino al 4 luglio, l’esposizione celebra uno dei gruppi più significativi della cultura architettonica degli anni Sessanta. Oltre a essere logo d’identificazione, Archigram era anche il nome della rivista pubblicata dallo stesso gruppo. Il primo numero era un foglio con poesie di David Greene. Fu considerato una sorta di scherzo goliardico, uno sfogo di alcuni studenti di architettura insofferenti dell’ordine costituito. Visionari, utopisti, narratori di sogni Pop, gli architetti del gruppo Archigram diedero una svolta al mondo dell’architettura fino allora ingessato in una disciplina impermeabile agli umori di un’arte, il fumetto, considerata minore, in realtà rivelatasi invece di grande efficacia sul piano della comunicazione di massa delle problematiche relative al rinnovo dello spazio urbano. Fondato a Londra nel 1961, il gruppo Archigram era composto da Warren Chalk, Peter Cook, Dennis Crompton, David Greene, Ron Herron e Michael Weeb. In mostra, progetti realizzati nel decennio 1960-1970 presentati attraverso disegni, installazioni, film e quant’altro era utilizzato per raccontare le straordinarie provocazioni lanciate da progetti come Walking City, Instant City, Plug-in City. “Archigram” is the title of the exhibition underway at the Design Museum of London. The show, which will be on through July 4th, celebrates one of the 1960s’ most significant groups in the field of architectural culture. In addition to being an identifying logo, Archigram was also the name of the magazine that was published by the same group. The first number was a single sheet of paper with poems by David Greene. This was seen as a students’ prank, an outlet for a number of architecture students who were intolerant of the established order. Dreamers, utopians, narrators of Pop dreams, Archigram members marked a turning point in the world of architecture, which until then had been

closed up in a discipline which was blind to the art of comics. The latter was considered a minor art then, but was then revealed to be greatly efficient in the mass communication of issues concerning the conversion of urban space. Established in London in 1963, the Archigram group was composed by Warren Chalk, Peter Cook, Dennis Crompton, David Greene, Ron Herron and Michael Weeb. On show are projects realized in the 1960-1970 decade; they are presented through drawings, installations, films and any other means that were used to describe the extraordinary challenges brought about by projects such as Walking City, Instant City and Plug-in City.

Detail of the New Embassy of The Netherlands in Berlin, realized by Rem Koolhaas.

Informazione e territorio In Venice “Il Territorio nella società dell’informazione. Dalla cartografia ai sistemi digitali”, Museo Correr, Venezia, fino all’11 luglio. La mostra intende esplorare e comunicare la trasformazione della rappresentazione del territorio alla luce delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Di queste presenta i caratteri salienti, mentre non manca un prezioso excursus sull’immagine cartografica antica, sulla base delle antiche collezioni del Museo Correr. La mostra si articola in quattro sezioni dedicate rispettivamente alla cartografia antica, ai processi scientifici di conoscenza del territorio dalla fine del Settecento fino ai primi esperimenti di fotogrammetria terrestre all’informazione geografica nello sviluppo delle Regioni, alle nuove tecnologie e ai sistemi integrati di conoscenza del territorio. Oltre 250 i pezzi esposti, per un totale di 40 sale, dalle antiche carte su pergamena ai geodatabase d’ultima generazione, dagli strumenti scientifici d’epoca umanistica ai numerosi oggetti tecnologici. A essi sarà affiancato un ricco apparato didattico a diversi livelli, oltre a una serie di occasioni di approfondimento e di stimolo del dibattito tecnico e culturale su temi di cruciale attualità, con riferimento da un lato ai giovani, dall’altro a chi, nell’ambito della Pubblica Amministrazione, ha compiti e responsabilità nella gestione delle risorse del territorio. “The territory in the information society. From cartography to digital systems”, Correr Museum, until July 11th. Through the possibilities offered by new technologies, this exhibition means to explore and communicate the transformation of regional representation. In addition to presenting the main features of the latest technologies, the show also gives us an invaluable excursus on ancient cartography, based on the Correr Museum’s ancient collections. The exhibition is divided into four sections, respectively devoted to: ancient cartography; scientific processes linked to regional awareness from the end of the eighteenth century to the first terrestrial photogrammetric experiments; geographical information on regional development; new technologies and integrated systems related to regional information. Over 250 pieces are on show, laid out in 40 halls, from ancient parchment maps to the latest geodatabases to scientific instruments dating back to the classical era, to a great number of technological items. In addition, copious didactic material at different levels serves as a complement to the exhibits. There will also be the opportunity for indepth studies and for cultural and technical debates on critical current developments, referring both to the young generation and to the public authorities who are responsible for the management of regional resources.

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Da Locarno a Lissone Avangards

Declinazioni di “stile” In Antwerp

Flaminio Gualdoni e Luigi Cavadini hanno selezionato per la Civica Galleria d’Arte Contemporanea di Lissone (Milano) circa settanta opere tra dipinti, sculture, arazzi, disegni che illustrano una panoramica diffusa che si estende su quasi tutto il Novecento europeo. La mostra, intitolata “Le vie dell’Avanguardia nelle Collezioni della Città di Locarno” e aperta a Lissone fino al 20 giugno, vuole ripercorrere l’avventura artistica che vide protagonista, come centro di incontri, la città svizzera. A Locarno, infatti, vissero a lungo personaggi dell’avanguardia europea come Jean Arp, Hans Richter, Julius Bissier, da qui è partito lo stampatore collezionista Nesto Jacometti e sul vicino Monte Verità di Ascona si formò una comunità pionieristica di artisti. Una sezione della mostra è dedicata all’Informale che introduce alla collezione lissonese creando un ponte ideale tra i due centri accomunati da vicende importanti nella storia dell’arte internazionale.

Il MoMu, Museo della Moda, di Anversa presenta fino al 22 agosto un affascinante e scenografico itinerario nel mondo della haute-couture. “Goddess” coglie, attraverso pezzi di alcune tra le principali maison internazionali come Madame Grés, Edward Molyneau, Gucci, Gyvenchy couture, Romeo Gigli, Cappucci, Valentino, YSL Rive Gauche ecc., i legami, le influenze, le contaminazioni tra l’antichità greca e la moda del XX secolo. La mostra, suddivisa in cinque sezioni, mette in luce come i grandi sarti della nostra epoca abbiano tratto spunto, reinterpretandoli in un visione contemporanea, da elementi ricorrenti nella tradizione classica. Dalle rivisitazioni dei tre elementi di base dell’abbigliamento delle donne greche, il chiton costituito da due drappi cuciti ai lati e tenuti uniti sulle spalle, il peplos, semplice tessuto drappeggiato sulle spalle e l’himation, grande cappa rettangolare e avvolgente, alla ripresa di alcuni attributi degli dei dell’Olimpo o di motivi decorativi. La mostra, che rintraccia i vari aspetti e interpretazioni del modello greco nel corso del XX secolo, arriva fino ai giorni nostri in cui il classicismo è deliberatamente ironico e più minimalista che in precedenza. L’interesse della mostra è proprio la declinazione e l’affermazione di una nozione di stile atemporale, che attraversa i millenni e si tramanda non in virtù di una immutabilità, ma grazie alla sua capacità di adeguarsi ai nuovi costumi che di volta in volta emergono nei diversi periodi storici.

About seventy works – including paintings, sculptures, tapestries and drawings – representing a comprehensive view of almost all of twentieth-century Europe were selected by Flaminio Gualdoni and Luigi Cavadini for the Municipal Gallery of Contemporary Art in Lissone (Milan). The exhibition, entitled “The course of the Avant-garde in the Collections of the City of Locarno”, open in Lissone until June 20th, means to run through an artistic adventure that set the Swiss city in the forefront as a meeting-point for artists. In fact, a number of personalities of Europe’s avant-garde used to live in Locarno, such as Jean Arp, Hans Richter and Julius Bissier; this is where the printer-collector Nesto Jacometti started out from, and on the near Monte Verità in Ascona, a pioneering community of artists was formed. A section of the exhibition is devoted to the Informal, which introduces the collection in Lissone, creating an ideal link between the two centers, which have both hosted important events in the history of international art. Karel Appel, Personnages rouges, gouache su carta/on paper, 60x60 cm, 1958. A destra/right, Romeo Gigli, Dress Linen, PrimaveraEstate/Spring-Summer 1988 (foto: Javier Vallhonrat/Michele Filomeno Agency).

Pop Art In Modena

A qualche chilometro da Parigi, il Parco dipartimentale della Courneuve, è dal 15 maggio fino al 17 ottobre, teatro della manifestazione d’arte contemporanea Art Grandeur Nature 2004, Biennale d’Arte contemporanea nel Dipartimento SeineSaint-Denis, quest’anno alla sua settima edizione. Il tema attorno al quale sono stati inviati a riflettere otto artisti, è l’immagine pubblicitaria e documentaria. Martine Aballéa, Jonathan Barnbrook, Alain Bublex, Pascal Colrat, Geneviève Gauckler, Ken Lum, Tania Mouraud e Stefan Sagmeister hanno utilizzato per quest’occasione dei pannelli per affissioni pubblicitarie di 4x3 metri realizzando serie di immagini continuamente rinnovate. Le opere, inserite nel tessuto vegetale che in questo modo diviene esso stesso una sorta di prolungamento paesaggistico della città, ripropongono, i segni della comunicazione di massa reinterpretandoli in una visione artistica, a volte poetica, a volte umoristica.

Per l’Italia si tratta di una prima assoluta e molte delle opere esposte non sono mai state viste dal vero nel nostro Paese. Si tratta di “Pop Art UK: British pop Art 1956-1972”, fino al 4 luglio, allestita presso la Sala Grande di Palazzo Santa Margherita. Organizzata dalla Galleria Civica di Modena, la mostra, curata da Marco Livingstone e da Walter Guadagnini, presenta circa sessanta opere e autori celebri che hanno concorso in modi diversi alla nascita del mito della “Swinging London” entrata nell’immaginario collettivo non solo degli appassionati d’arte. Gli artisti presenti sono, tra gli altri: Clive Barker, Peter Blake, Derek Boshier, Pauline Boty, Patrick Caulfield, Antoni Donaldson, David Hockney, Allen Jones, Nicholas Monro, Eduardo Paolozzi, Colin Self. Il periodo preso in considerazione permette di leggere le origini del fenomeno attraverso l’opera di Richard Hamilton, Peter Blake (autore della copertina di Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band dei Beatles, forse la più famosa della discografia di tutti i tempi). Tra i principali lavori esposti, la versione dello storico collage di Richard Hamilton, considerato l’incunabolo della Pop Art internazionale. La mostra è documentata da un catalogo con saggi dei curatori, riproduzione a colori delle opere esposte, accompagnate da schede e biografie redatte da Marco Livingstone.

Geneviève Gauckler, Arbre, 2003. A destra/right, Peter Phillips, Star Card Table, 1962.

Until July 4th the exhibition “Pop Art UK: British Pop Art 1956-1972” will be held in the Great Hall of the Santa Margherita Palace. This is the very first time these original works are on show in Italy. The show was organized by the Municipal Gallery of Modena, under the curatorship of Marco Livingstone and Walter Guadagnini. It presents about sixty works by famous authors who took part – in different ways –

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Bilanciare le masse, ordinarle, trovare i punti di equilibrio, i contrappesi, sentire lo spazio come entità animata da ombra e da luce, la scultura, espressione unica ed eccezionale di questi valori, è al centro dell’interesse su cui si costituisce il progetto della Galleria Malaquais, aperta a Parigi nell’omonima via. Fino al 31 luglio, la mostra "Les Architectes du sensible" attraverso le opere di sedici scultori, traccia un selezionato e accurato panorama della scultura indipendente nel XX secolo. Da Charles-Alexandre Malfray (1887-1940) fino al giovanissimo Mathieu Gaudric (1974), gli artisti offrono un quadro significativo dello stato di fatto della scultura indipendente, dai primi del Novecento ai giorni nostri. Filo conduttore che lega le diverse opere è l’essere umano, nelle sue apparenze sensibili e nella sua vita profonda che, al di là di qualsiasi condizionamento materiale, economico o fisico, si afferma come soggetto dalle infinite e complesse variazioni plastiche ed estetiche. Balancing masses, arranging them, finding points of equilibrium; counterweights; feeling space as though it were animated by light and shade: this is sculpture. This unique, exceptional expression of the above-mentioned values is the focus of the project at the Malaquais Gallery, which has opened in Paris on Malaquais street. Through work by sixteen sculptors, the exhibition “Les Architectes du sensible”, open through July 31st, traces a selective and accurate panorama of independent twentiethcentury sculpture. From Charles-Alexandre Malfray (1887-1940) to the very young Mathieu Gaudric (1974), the artists offer a significant, general picture of independent sculpture from the early twentieth-century to our days. The human being is the main theme that links the different works; with

The MoMu, Antwerp’s New Fashion Museum, is presenting a captivating, spectacular journey through the world of haute-couture. With examples by some of the main international high fashion houses such as Madame Grés, Edward Molyneau, Gucci, Gyvenchy couture, Romeo Gigli, Cappucci, Valentino, YSL Rive Gauche, etc., “Goddess” captures the links, influences and similarities between ancient Greece and twentieth-century fashion. The show, which features five different sections, focuses on how the great tailors of our time have been inspired by recurring elements

Segni della città e natura City and nature

From May 15th to October 17th, the departmental Park of the Courneuve, which is a few kilometers from Paris, will host Art Grandeur Nature 2004, an exhibition of contemporary art. The show is part of the Biennial of contemporary Art in the SeineSaint-Denis Department, which is at its seventh edition this year. Eight artists were invited to consider the theme of advertising and documentary images. Martine Aballéa, Jonathan Barnbrook, Alain Bublex, Pascal Colrat, Geneviève Gauckler, Ken Lum, Tania Mourad and Stefan Sagmeister used panels for advertising billposting measuring 4x3 meters for this occasion, creating a series of continuously renewed images. The works, which are inserted in the greenery which thus becomes a sort of extension of the cityscape, repropose the signs of mass communication, reinterpreting them through an artistic, sometimes poetic and sometimes humorous vision.

in the classical tradition, and on how they have reinterpreted them through a contemporary vision. Thus, on show there are new editions of three basic articles of clothing worn by women in ancient Greece: the chiton, a gown made with two cuts of draping material sewn on the sides and joined together at the shoulders; the peplos, a simple garment loosely draped over the shoulders; and the himation, a rectangular, wrapping cape. The show also picks up some symbols related to the Olympus gods and a number of decorative motifs. The exhibition, which traces the various aspects and interpretations of the Greek model during the course of the twentieth century, stretches to our times, in which classicism is deliberately ironic and more minimalist than ever before. What makes the show so interesting is the alteration and confirmation of a concept of timeless style, which has been handed down through the milleniums not due to its immutability, but thanks to its ability to adapt to the new customs that emerge in each period of history.

in the “Swinging London” myth, which found its way into everyone’s collective imagination, especially that of art lovers . The artists on show include: Clive Barker, Peter Blake, Derek Boshier, Pauline Boty, Patrick Caulfield, Antoni Donaldson, David Hockney, Allen Jones, Nicholas Monro, Eduardo Paolozzi, Colin Self. The period taken into account allows for the interpretation of the phenomenon through works by Richard Hamilton and Peter Blake (who authored the cover of the Beatles’ Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band, perhaps the most famous record cover of all time). One of the main works on show is a version of the historic collage by Richard Hamilton, who is considered the incunabulum of international Pop Art. The exhibition is complemented by a catalog containing essays by the curators and color reproductions of the works on display, along with cards and biographies edited by Marco Livingstone.

Lorena, storia e attualità Lorraine History

Scultura del XX secolo Sensitive Sculptors its sensitive appearance and deep sense of life, beyond any economical or physical material conditioning, the human being has imposed itself as a subject that is endowed with infinite, complex plastic and esthetic nuances.

Inconsueta e curiosa la mostra che propongono in parallelo e simultaneamente i musei di Metz e delle Belle Arti di Nancy, fino al 26 luglio. Si tratta di un viaggio, alla scoperta della Lorena, il cui nome risale al primo millennio e che oggi riveste una entità amministrativa, geografica e culturale dai tratti specifici. Lo spazio, i paesaggi del lavoro, Lorena terra di mescolanze etniche e di immigrazione, l’Europa, Giovanna d’Arco, la Lorena e le leggende, i pionieri, sono le sette sequenze che scandiscono il percorso espositivo guidando il visitatore tra memoria e realtà attuale. Così passando dall’antichità, al Medio Evo fino all’epoca moderna e contemporanea la mostra coinvolge in una passeggiata che, senza seguire una successione cronologica, intreccia storia e umanità, momenti di vita e di sogno. The Metz and Fine Arts museums of Nancy are simultaneously presenting an unusual, interesting exhibition which will be on until July 26th. This show is a voyage of discovery through Lorraine, whose name goes back to the first millenium and today covers a well-defined administrative, geographical and cultural area. Geographical space; work in the landscape; Lorraine, the land of ethnic mixes and immigration; Europe; Joan of Arc; Lorraine and its legends; the pioneers; these are the seven sequences that mark the course of the exhibitoin, piloting visitors between history and current reality. So by passing from ancient times to the Middle Ages to the modern and contemporary era, the show allows us to take part in a tour that does not follow a chronological order, but interweaves history with humanity, and moments of life with dreams. Panorama, Seminaire du Mousson (Autre-Ville) a Pont-A-Mousson, stampa/print.

René Babin, L’Etoile, h. 70 cm, 1969 (Fonte: A. Valsuani).

Società e arte nuove In Turin

L’incanto italiano In Mantua

E’ aperta fino al 27 giugno, a Palazzo Cavour di Torino, la mostra intitolata “La borghesia allo specchio. Il culto dell’immagine, 1860-1920”, ideata e curata da Annie-Paule Quinsac e organizzata dalla Regione Piemonte. Ci si concentra sul periodo storico tra l’unificazione dell’Italia e l’avvento del Fascismo, in cui in Europa si afferma l’egemonia della borghesia. Committente in grado di sostituirsi alle vecchie istituzioni, il borghese è stato scrutato con indulgenza, partecipazione, o ferocia da parte di pittori e scultori che hanno dato vita in tal senso a una nuova cultura visiva. La mostra torinese offre l’opportunità di capire questo fenomeno sociologico e artistico attraverso l’esame di varie fonti, dalla ritrattistica alle stampe, dalle incisioni alle illustrazioni per i libri, dai bronzetti alle fotografie, raccogliendo materiale e opere sia in Italia che in Francia.

Nella quattrocentesca Casa del Mantegna a Mantova, è aperta fino al 27 giugno la mostra “L’incanto della pittura”, 100 opere di artisti italiani del secondo Novecento che documentano la ricchezza creativa e la vitalità pittorica della vicenda artistica italiana di quegli anni. Afro, Birolli, Burri, Fontana, Guttuso, Morlotti, Music, Schifano,Vedova, Turcato, solo per citarne alcuni, si susseguono nel percorso espositivo declinando diversi orientamenti creativi, dal realimo sociale a quello esistenziale, dall’informale materico a quello segnico, dalla figurazione lirica all’immagine pop, fantastica o surreale, fino all’astrattismo geometrico o alla pittura analitica.

The exhibition “Mirrored bourgeoisie: The cult of the image, 1860-1920”, conceived and curated by Annie-Paule Quinsac and organized by the Piedmont Region, will be open until the end of June at the Cavour Palace in Turin. The period between the unification of Italy and the advent of Fascism is examined, the time when the supremacy of the middle class was established. Members of the middle class were able to replace old institutions, and were the object of indulgent, involved or fierce scrutiny on the part of painters and sculptors, who have thus given life to a new visual culture. The Turinese exhibition offers an opportunity to understand this sociological and artistic phenomenon by examining various sources, from portraits to prints, from etchings to book illustrations, from small bronzes to photographs, collecting material and works both in Italy and France.

“The enchantment of painting”, an exhibition consisting of 100 works by Italian artists from the second half of the twentieth century will be open until June 27th at the fifteenth-century Mantegna Mansion in Mantua. These paintings witness the fertile creativity and pictorial vitality of Italian art in those years. Afro, Birolli, Burri, Fontana, Guttuso, Morlotti, Music, Schifano, Vedova and Turcato – only to mention a few – follow one another through different creative trends throughout the show, from social to existential realism, from the informality of matter to that of signs, from lyrical representation to pop, fantastic or surreal imagery up to geometric abstractionism or analytic painting.

Sopra/above, Alfred Roll, Le retour du bal, 1886 (Musée des Beaux Arts di Nantes).

A destra/right, Osvaldo Licini, Angolo di Santa Rosa, 1957.

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L’essenza di Klee In Rome

Rivedere la Pietà Inside a Masterwork

Una retrospettiva di oltre duecento opere riporta dopo oltre vent’anni l’arte di Paul Klee a Roma. Allestita al Complesso Vittoriano fino al 27 giugno, la mostra dedicata a Klee ne ripercorre l’intera vicenda artistica dagli esordi grafici in Svizzera agli anni del Bauhaus fino alle opere più drammatiche, come la Natura Morta, rimasta incompiuta. Il mondo dell’artista svizzero si ripropone nel percorso espositivo con le sue immagini dai raffinati giochi cromatici dove gli spazi cosmici si fondono con le forme primordiali, sospese tra regno animale, minerale e vegetale e dove i paesaggi sono vibrazioni luminose che riproducono gli incanti della mente. I curatori della mostra sono Hans Christoph von Ravel e Claudio Strinati che hanno guidato per l’occasione un comitato scientifico composto dai maggiori studiosi dell’arte dell’essenza di Paul Klee.

La Sala Braccio di Carlomagno del Bernini in Piazza San Pietro a Roma ospita fino a luglio la mostra di fotografie di Robert Hupka dedicate alla Pietà di Michelangelo. Dopo aver girato in tutto il mondo, la mostra approda dunque in Italia grazie alla collaborazione e al sostegno del Vaticano. Robert Hupka, scomparso nel 2001, ebbe occasione di scattare migliaia di fotografie al capolavoro michelangiolesco durante l’Esposizione Universale di new York del 1964. I suoi scatti, a colori, in bianco e nero, con vari obiettivi, a tutte le ore e da tutte le angolazioni, scoprono e fanno scoprire la Pietà con occhi nuovi, attenti e affascinati. L’allestimento della mostra si presenta come una vera e propria scenografia: in uno spazio completamente scuro, oltre cento faretti fanno emergere dal buio le intensissime immagini di Hupka permettendo ai visitatori di spostarsi da un fotogramma all’altro come se fosse “dentro” l’opera stessa.

After over twenty years, Paul Klee’s art has come to Rome with a retrospective exhibition of more than two hundred of his works. The show, which is laid out at the Complesso del Vittoriano until June 27th, goes through Klee’s entire artistic course, from his first graphic works in Switzerland to the Bauhaus years to his more dramatic expressions, such as his unfinished Still Life. Throughout the exhibition, the Swiss artist’s world is revealed, with its images made up of refined chromatic plays where cosmic spaces blend in with primoridal forms, suspended among the animal, mineral and plant kingdoms. In his works, the landscapes are luminous vibrations that reproduce the magic of our mind. The curators of the exhibition – Hans Christoph and Claudio Strinati – have chaired a scientific committee made up of the leading scholars of Paul Klee’s art and essence. Paul Klee, Crepuscolo tropicale con il gufo, olio su carta, incollata dall’artista su cartone/oil on paper, glued on cardboard by the artist, 27x30 cm, 1921 (Sprengel Museum Hannover).

Eclettico Boetti In Bergamo

Con circa 120 opere, che coprono l’intero arco della sua carriera artistica, Marc Chagall è protagonista della mostra organizzata al GAM di Torino fino al 4 luglio. Occasione della mostra è il cinquantenario dell’esposizione ordinata dallo stesso artista a Torino alla fine del 1953 dopo il suo ritorno a Parigi dall’esilio americano. Dalle opere esposte si coglie tutta la forza poetica e onirica di Chagall la cui ispirazione ha saputo cogliere i fermenti delle molte correnti artistiche del Novecento. La mostra del GAM, insieme a capolavori celebrati come La Passeggiata, il Cavallo Rosso o il Trittico del Museo del Messaggio Biblico, propone anche opere esposte raramente, provenienti dalle collezioni della famiglia dell’artista e da altre collezioni private e musei francesi, svizzeri, tedeschi e italiani.

La Galleria d’Arte Modena e Contemporanea di Bergamo presenta fino al 18 luglio la mostra “Alighiero Boetti (quasi tutto)”. La retrospettiva, curata dal direttore del GAMeC Giacinto di Pietrantonio in collaborazione con Corrado Levi, con oltre cento opere ripercorre tutte le tappe fondamentali della storia artistica di questo eclettico personaggio che dal dopoguerra è stato in grado di sviluppare una poetica assolutamente personale. Dagli inizi poveristi-concettuali fino alle opere dove il tratto, il disegno e il colore diventano materia centrale della sua ricerca, il progetto espositivo si propone al visitatore come un percorso strutturato in base alle tecniche e ai materiali che hanno dato vita alle opere dell’artista (disegno, biro, ricamo, arazzo, tecnica mista su carta, lettera,...); al contempo questo diviene anche cammino temporale lungo gli anni e le fasi della sua produzione alla luce delle tematiche sviluppate (la comprensione del mondo e la sua immagine, l’ordine e il disordine, il frammento e la complessità, le funzioni delle immagini nella cultura, la progressione del tempo e l’estensione dello spazio). Proseguendo nella collaborazione tra le due istituzioni la mostra sarà ospitata dalla Fondazione PROA di Buenos Aires da settembre a dicembre 2004.

Marc Chagall, Pittore davanti alla finestra, 1914.

Architetti e ingegneri sportivi

Costruito a Paddington Basin, quartiere londinese dominato dalle nuove realtà architettoniche, The Point è un edificio di 9 piani con un’inconfondibile doppia facciata curva che, progettata da Terry Farrell & Partners per Chesfield, è il risultato della perizia tecnica della Felix UK Limited, società svizzera specializzata nella realizzazione di facciate continue. Al valore formale dell’edificio si accompagna, grazie alle vetrate Stopray di Glaverbel, un altissimo grado di comfort abitativo interno, riducendo nel contempo le spese di climatizzazione e di riscaldamento. Numerose le tipologie delle vetrate isolanti della gamma Stopray, caratterizzate da eccellenti prestazioni, raggiunte grazie al deposito di un sottilissimo strato di metallo nobile sulla lastra di vetro. Il risultato si distingue sia perché migliora l’azione di controllo solare, riducendo significativamente la quantità totale di irraggiamento solare pur mantenendo un elevato grado di trasmissione luminosa, sia in termini di un ottimo potere termoisolante. La vetrata isolante agisce quindi da schermo solare e da specchio termico, consentendo notevoli risparmi energetici sia in estate sia in inverno.

Non solo marchio riconosciuto quale leader mondiale nella produzione di adesivi, sigillanti e prodotti chimici per l’edilizia, ma anche forte riferimento per il mondo del ciclismo: parliamo di Mapei e delle sue varie iniziative. Recentemente, proprio per un più particolare inserimento nell’ambito del ciclismo, Mapei ha siglato un accordo con ANIAC Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti Ciclisti, nata dalla volontà di Giuseppe Croce, per sostenere l’attività dell’Associazione come main sponsor. Legante basilare tra ANIAC e Mapei è il comune interesse per le attività professionali dedicate al mondo della progettazione architettonica ed edile, che individua, in questo sport, quelle dinamiche pratiche, ludiche e salutistiche che ben si accordano con le attuali esigenze concettuali di ogni operatività intellettuale e pratica.

A selection of photos of Michelangelo’s Pietà is being presented in Bernini’s hall Braccio di Carlomagno (in the Charlemagne Wing) in St. Peter’s Square in Rome. Thus, after having traveled all around the world, thanks to the Vatican’s collaboration and support the show has finally come to Italy. The photos, which will be on show until July, were taken by Robert Hupka, who passed away in 2001. The photographer took thousands of photographs of Michelangelo’s masterpiece during the 1964 Universal Exposition in New York. His color and black-and-white pictures, taken with various objectives at every time of day, from every viewpoint, reveal a new, fascinating Pietà.

La poesia di Chagall Dreamlike Art

With about 120 works that cover the entire course of his artistic career, Marc Chagall is the protagonist of the show organized at the GAM in Turin, open until July 4th. The exhibition falls on the fiftieth anniversary of the exposition organized by Chagall himself in Turin at the end of 1953, after his return to Paris from his American exile. The exhibits show all of Chagall’s poetic and dreamlike atmosphere; his inspiration was able to grasp the ferments of many twentieth-century art trends. In addition to celebrated masterworks such as The Promenade, the Sun with Red Horse or the Triptych from the Message Biblique Museum, the exhibition at the GAM also offers visitors a number of rarely displayed works coming from the collections belonging to the artist’s family and from other private collections, as well as from French, Swiss, German and Italian museums.

The exhibition is set in a stage-like scenery: in the completely darkened hall, more than one hundred spotlights are focused on Hupka’s pictures, allowing visitors to move from one still to the other as though they were parts of the entire setting itself.

Doppia facciata curva

Per gli associati ANIAC è stato organizzato, in collaborazione con il Master Tricolore, un campionato che, suddiviso per categorie d’età, prevede la partecipazione a cinque gare di Gran Fondo e Medio Fondo tra le più importanti organizzate in Italia. Impegnata nella più avanzata ricerca sul fronte chimico di settore, Mapei è specificatamente attiva nei confronti dello sport poiché ha dato vita, a Castellanaza (Mi), al Centro Ricerche Mapei per lo Sport che, già operativo dal 1996 per supportare il professional cycling team, è attualmente operativo in molte discipline sportive poiché, ad esso, fanno riferimento per le valutazioni fisiologiche anche gli atleti della nostra Nazionale di Golf e le Squadre Nazionali di Sci Alpino della Federazione Italiana Sport Invernali, oltre a molti atleti di vertice e sportivi amatoriali.

Tecnologia della gomma

The exhibition “Alighiero Boetti (almost complete)” is on through July 18th at the Gallery of Modern and Contemporary Art in Bergamo. The retrospective, which is curated by GAMeC director Giacinto Pietrantonio in collaboration with Corrado Levi, features over a hundred pieces that go through the main stages of this eclectic personality’s artistic life. In fact, from the postwar period onwards, he was able to develop an absolutely poetic nature. From his beginnings in conceptual art and Arte Povera to works where lines, drawings and color became the focus of his research, the show presents the visitor with a course that is structured along the techniques and materials that gave life to the artist’s creations (drawing, inkwork, embroidery, tapestry, mixed techniques on paper, lettering…). At the same time, this is also a journey through time, through the years and stages of his production, according to the themes he developed (understanding the world and its image, order and confusion, fragments and complexity, the functions of images in culture, the progress of time and the extension of space). The exhibition will also be held at the PROA Foundation of Buenos Aires from September to December this year, thus continuing the collaboration between the two institutions.

Climatizzatore trasferibile Costituito da un’unica entità alloggiata nell’ambiente da climatizzare, comprendente tutti i dispositivi necessari al funzionamento, Vortice Polar M9 è un climatizzatore trasferibile che, dotato di 4 filtri, dei quali il primo trattiene le impurità dell’aria aspirata evitandone la diffusione nell’ambiente, è lavabile e cattura i cattivi odori. I restanti 3 filtri impediscono l’intasamento dello scambiatore di calore. Il gas refrigerante impiegato è il R407 C a ridotto fattore di distruzione dell’ozono, secondo il regolamento europeo N° 2037/2000. Il timer è programmabile per un intervallo compreso tra 1 e 8 ore. La tubazione di scarico dell’aria calda si estende tra i 300 e i 1500 mm, e richiede l’inserimento perfetto nel foro praticato nel vetro, o nella parete destinata o direttamente nel pannello forato. Progettato da Trabucco & Associati, Vortice Polar M9, silenzioso ed economico, è certificato CE e omologato TUV e GS.

Specialista nel progettare e produrre pavimentazioni in gomma ad alte prestazioni, Artigo prosegue un percorso di ricerca e sviluppo iniziato negli anni ‘20, all’interno del gruppo Pirelli, attendendo tenacemente a ogni aspetto dell’innovazione. La materia gomma, prodotto naturale estratto dal caucciù, si distingue per caratteristiche peculiari in termini di resistenza alle sollecitazioni, ed è capace di mantenere nel tempo la propria elasticità, trasformata e ingegnerizzata in un’ampia collezione di pavimenti. Tra le numerosissime gamme, Zeus 220 è una tipologia di pavimentazione dalla superficie martellata in tinta unita, dai molti e vividi colori, che si presta e risolve brillantemente applicazioni in ambiti privati e pubblici.

Super flessibilità Utilizzando la tecnologia LonWorks, ossia lo standard di comunicazione aperto, Honeywell ha associato il proprio sistema HVAC a componenti quali i dispositivi di controllo delle imposte, dell’illuminazione e il controllo dell’accesso agli impianti. Ne consegue un comfort superiore e un notevole risparmio energetico, garantendo così la flessibilità dell’edificio. E’ possibile iniziare con piccoli dispositivi e funzioni, e, a posteriori, aggiungerne altri secondo modifiche alla struttura dell’edificio o per nuove esigenze. I prodotti Excel 10 basati sulla tecnologia LonWorks consentono: migliore funzionalità e comfort grazie all’inter-

operatività tra sistemi di vari produttori; risparmio sui costi energetici determinato dall’interazione tra diverse applicazioni; installazione a basso costo dovuto a un cablaggio semplificato; massima flessibilità d’installazione in grado di soddisfare le mutevoli esigenze di automazione; libertà di scegliere i prodotti più adatti alle esigenze dell’edificio.

Alighiero Boetti, Aerei.

Catalogo interattivo Studiato come strumento di lavoro e guida per risparmiare tempo, il nuovo catalogo interattivo di Nord Bitumi è dedicato a quanti, progettisti ed esperti, intendano approfondire e aggiornarsi sul comparto specifico muovendosi all’interno delle soluzioni Nord Bitumi. Un browser Internet e Acrobat Reader sono sufficienti per “esplorare” il catalogo che consente di: accedere in qualunque momento alle informazioni che interessano; selezionare

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mediante vari parametri le soluzioni coerenti con il proprio progetto; stampare le schede prodotto. Sono così organizzate le 4 aree specifiche previste: presentazione dell’ampia gamma di prodotti; valutazione di una membrana; manutenzioni e criteri di posa; presentazione dell’azienda. www.nordbitumi.it è il punto di riferimento per progettisti, e specialisti del settore.

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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Trend di crescita

Problematiche ecologiche

Ottimi risultati per la ventitreesima edizione di SAIEDUE Living che, presente a Bologna lo scorso marzo, con i Saloni Internazionali dell’Architettura, delle Finiture d’Interni, del Recupero e delle Tecnologie per l’Edilizia, ha registrato un alto trend di crescita anche per il numero dei visitatori che hanno raggiunto le 122,116 presenze, con ben 8.944 stranieri. Di rilevanza la nomina di Libero Ravaioli a Presidente dell’Associazione Europea Eurowindoor effettuata a SAIEDUE Living, e di particolare importanza la decisione dichiarata nella riunione del Consiglio Direttivo di Federlegno-Arredo di varare un progetto di promozione del prodotto e del design italiano nei Paesi dell’Est europeo e in Cina. Moltissimi e di grande impegno tecnologico e formale i nuovi prodotti presentati relativi a serramenti, porte, finestre, scale, pavimenti, automatismi, accessori, pitture e prodotti per il recupero, accompagnati da numerose e qualificate iniziative speciali (oltre 70). SAIEDUE Living si è svolto in 19 padiglioni e 3 aree esterne interamente occupati, articolati su 145.534 metri quadri di superficie espositiva, e con la partecipazione di 1.467 aziende leader italiane, riconfermando il proprio indiscusso prestigio internazionale. Inaugurata dal Presidente dell’ICE Beniamino Quintieri, la manifestazione ha anche affrontato le tematiche dell’architettura d’avanguardia con iniziative speciali. Particolarmente seguita la mostra “100% Calpestabile” che, curata dallo Studio Original Designers 6R5 in partnership con Mapei, ha evidenziato su 3000 metri quadrati una originalissima e innovativa esposizione di pavimentazioni connotate da soluzioni: digitali, liquide, retroilluminate e tridimensionali, sopraelevate e insonorizzate, proposte all’insegna di una forte libertà creativa. La prossima edizione con SAIEDUE Living si svolgerà dal 16 al 20 marzo 2005 con SATES, dando centralità al comparto dell’involucro edilizio e dei prodotti e delle tecnologie dedicate.

E’ nato il 23 marzo 2004, mediante il sostegno di 42 soci fondatori, il Consorzio Ecolight che, costituito per affrontare e risolvere le problematiche ecologiche riguardanti gli apparecchi di illuminazione e i processi indispensabili ai quali le imprese si devono adeguare, è la risposta opportuna alla Direttiva Europea 2002-96 CE in materia di smaltimento e riciclo di tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche in fase di recepimento negli Stati Membri dell’Unione (la deadline nazionale è per il 13 agosto di quest’anno, mentre l’applicazione della stessa non potrà essere posteriore al 13 agosto 2005). La normativa richiede ai costruttori l’obbligo di farsi carico dell’onere organizzativo ed economico per lo smaltimento e il riciclaggio degli apparecchi di

L’architettura di maggio Organizzata per la prima volta dalla Triennale di Milano, si è tenuta nel mese di maggio la “Festa per l’Architettura”; manifestazione a carattere annuale, costituita da una serie di eventi, incontri, mostre e convegni internazionali che evidenziano l’architettura in tutti gli aspetti di correlazione con le altre arti. Sede riconosciuta come la più consona per dare la massima visibilità all’evento, la Triennale ha quindi ospitato i principali appuntamenti promovendo contemporaneamente alcune iniziative esterne realizzate con il comune di Milano, la Regione Lombardia e l’Ordine degli Architetti e Paesaggisti di Milano. Sono state parte di questo programma visite collettive al Teatro alla Scala, al Pirellone, alla nuova Fiera di Milano, nonché in alcuni dei più importanti studi di architettura milanesi. L’apertura della manifestazione (6-7-8 maggio) ha segnato l’incontro, a cura del Consiglio degli architetti d’Europa, di tutte le più alte cariche istituzionali su scala europea riguardanti l’architettura, e un convegno internazionale aperto al pubblico e dedicato al rapporto attuale tra economia e architettura. E’ stata successivamente organizzata la mostra “Mister T”; compendio di un concorso indetto fra 11 giovani architetti italiani per progettare un nuovo infopoint capace di conferire visibilità alla Triennale e ai suoi programmi. Il 14 maggio si è svolto il V incontro “Cantieri aperti”, impostato su Restauro e Ristrutturazione del Teatro alla Scala, mentre il 28 maggio si è tenuto quello riguardante il Restauro del Teatro della Fenice. Dal 19 al 20 maggio è stato organizzato il Forum internazionale “Utopia e Tradimento” che, curato da Luca Molinari, ha visto coinvolti in dialoghi serali e seminari aperti al pubblico, alcuni tra i più noti progettisti a livello mondiale come: Peter Cook, Vito Acconci, Paolo Portoghesi, Adolfo Natalizi, Wolf Prix, Odille Decq Atelier Bow-wow, Peripheriques e Francoise Roche e Wolfgang Tschapeller. Dal 25 maggio al 31 luglio sono stati inoltre messi in mostra, per la prima volta, i risultati del concorso internazionale indetto dalla Regione Lombardia per il suo secondo palazzo. Ogni lunedì sera del mese di maggio sono stati organizzati appuntamenti stabili con attori del Piccolo Teatro che hanno letto parte dei testi riguardanti la letteratura architettonica mondiale di autori come Vitruvio e Le Corbusier. Anche la visione dell’architettura vista mediante i film d’autore è stata argomento di dibattito e indagine.

Premio “Creative Application” Leader mondiale nel settore del document management e delle soluzioni di stampa, Océ si è aggiudicata un importante riconoscimento per Océ Arizona T220UV flatbed, vincendo il premio “Creative Application Alternative Substrate”, istituito dalla Digital Imaging Marketing Association (DIMA), nell’ambito dell’evento organizzato dalla Photo Marketing Association (PMA) a Las Vegas. L’applicazione creativa meritevole del premio è stata la stampa di mini pannelli vetrina in vinile. I mini panelli disassemblati sono stati posti sui tavoli vacuum di Arizona T220UV. Dopo la stampa di un’immagine direttamente sulla loro superficie, sono stati ricomposti per essere valutati dalla DIMA. Per gestire l’immagine e la riproduzione dei colori è stato utilizzato il software Onyx PosterShop 6.0. L’importante premio testimonia la versatilità e la creatività offerte dall’intera famiglia di stampanti Arizona T220. La versione solvent-based, infatti, aveva vinto il premio lo scorso anno, grazie alla funzione d’imissione dati “chest-of-drawers”. ArizonaT220UV è un sistema di stampa inkjet con inchiostri UV-curable versatile ed efficiente, che può stampare direttamente su una grande varietà di supporti rivestiti e non, flessibili o rigidi, larghi fino a 157,5 cm per 3004,8 cm e spessi fino a 5,1 cm.

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Il manuale bello A Way to Build illuminazione esauriti. L’iniziativa riguarda un vastissimo contesto che comprende industria grande e piccola con i rispettivi prodotti e grande distribuzione La direttiva presuppone che le problematiche relative alla vita e allo smaltimento dei prodotti siano a carico o di una singola azienda o di un’organizzazione collettiva. Ed è stata proprio quest’ultima soluzione quella scelta dai costruttori associati in Assil (Associazione Italiana di Illuminazione) costituendo in risposta il consorzio Ecolight che, sotto la presidenza di Alvaro Andorlini, è volontario e senza fini di lucro, ed è aperto anche a tutti coloro che, pur non associati Assil, vorranno partecipare.

Torri Alfa e Beta Tra i selezionati presenti nell’undicesima edizione del Concorso “Sistema d’Autore” Metra, anche le due torri IMMET che, da poco completate e destinate al terziario-direzionale, sono state realizzate dallo Studio Kenzo Tange Associates nel Quartiere Affari Metanopoli come parte integrante del vasto programma edilizio avviato con l’approvazione dell’impianto urbanistico firmato dallo studio di progettazione giapponese. Le torri si collocano all’interno del lotto centrale del Quartiere Affari, e si articolano in due edifici di dieci piani fuori terra con una superficie per piano di 2000 e 1000 mq. Le ampie facciate continue, fortemente caratterizzanti, sono in parte vetrate e in parte in pannelli di alluminio. Le facciate sono dimensionate in 20.500 mq di tamponature esterne in tre diverse tipologie costruttive, uniformate esteticamente per la parte a vista. e costituite, per 10.200 mq, da facciate continue di tipo tradizionale, per 9.000 mq da facciate ventilate di rivestimento dei nuclei e, per i restantanti 1.300 mq , da facciate di tipo strutturale a grandi lastre con bordatura esterna su tre lati. Le facciate del tipo tradizionale sono state realizzate con la serie Poliedra 80 della Metra. Nel dettaglio il reticolo di facciata è costituito da profilati estrusi in lega di alluminio UNI 3569 TA 16 bonificati, i cui montanti e traversi presentano finitura superficiale colore argento naturale ottenuta mediante ossidazione anodica. Gli elementi da tamponamento sono costituiti da una intelaiatura perimetrale in profili estrusi di alluminio a taglio termico adeguatamente sagomati per il contenimento del vetro e di pannelli ciechi. Esternamente i vetri e i pannelli in lamiera sono bordati perimetralmente con il profilo esterno dei telai in alluminio di supporto e presentano la stessa finitura del reticolo di facciata. L

e facciate presentano aperture a sporgere verso l’esterno che sono state realizzate senza alterare l’uniformità estetica dei prospetti. Per quanto riguarda le specchiature sono stati impiegati tre tipi di vetro-camera: con lastra esterna temprata da 8 mm Pilkington Blu-Green, con retrostante pannello a due strati: uno rivolto verso il vetro, in lamiera di alluminio preverniciata colore RAL 9002, l’altro interno in lamiera di acciaio zincata preverniciata con intercapedine in materiale isolante. Il secondo tipo è invece un pannello composto da lastra esterna in lamiera di alluminio preverniciata RAL 9006 –901 – 5000 – 3020 e con lastra interna in lamiera di acciaio zincata preverniciata e coibentazione interna. Le guarnizioni di tenuta sono tutte in dutral di colore nero opportunamente inserite all’interno dei profili. Molti i componenti di completamento, tutti in lamiera di alluminio pressopiegata a freddo: i coronamenti superiori in lamiera verniciata RAL 9006 nel cui spessore è compresa la sottostruttura di fissaggio; le chiusure inferiori e laterali in lamiera verniciata RAL 9006; i davanzali interni in lamiera anodizzata argento naturale; le mantovane porta tenda in lamiera verniciata RAL 9006. Infine le chiusure a soffitti, in lamiera di acciaio zincata, complete di lana di roccia ad alta densità.

Luigi Pellegrin Un percorso nel potenziare il mestiere del costruire con Georgia Cardosi, Fabrizio D’Arpino, Marco D’Arpino, Antonio Montemiglio, Paola Parziale Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI) 2003, ill. a colori e b/n, 252 pp E’ bene chiarire subito che questo libro non è una monografia su Luigi Pellegrin: al suo interno non si trova né la sua opera completa né il bell’edificio x o y (sebbene ne abbia realizzati più di trecento). Questo libro è volutamente parziale, asciutto, privo di ogni volontà di appeal e di difficile inserimento nell’ambito del dibattito architettonico contemporaneo: si può invece estrapolarne un contenuto chiaro e oggettivo, un metodo da condividere o meno, su cui poter riflettere. A Pellegrin piaceva definire questo libro un “manuale”. L’opera consiste in due parti, distinte e complementari. Nella prima Pellegrin ripercorre 6000 anni di storia del costruire, evidenziando quelle ragioni che hanno dettato risposte specifiche in termini di produzione edilizia, attraverso la definizione di categorie che si sono poi evolute nel tempo grazie a una progettualità attiva. Oggi tali categorie sono uscite dal dominio dell’architettura e si rende necessaria una rielaborazione delle stesse, dettata dallo stravolgimento di modi, costumi ed equilibri che caratterizzano l’abitare contemporaneo. Pellegrin ha espresso, attraverso un percorso progettuale che ha attraversato tutta la sua opera, una possibile personale risposta a quelle che ha ritenuto le prerogative necessarie del cambiamento. Parte di quest’opera è presentata nel secondo capitolo del libro. Qui, con una corposa e chiara serie di schede analitiche su realizzazioni e progetti, viene illustrato un metodo, viene indicata una possibile direzione da intraprendere. Il percorso inizia sviscerando l’attività (concreta) degli anni Settanta: il ri-affrontare il tema del componente, l’accoglimento delle nuove tecnologie industriali, portano Pellegrin a diventare l’avanguardia della prefabbricazione in quel periodo. Gradualmente l’ambizione cresce, con un conseguente distacco dal realizzato, ma non dal realizzabile; il componente viene potenziato diventando macrocomponente che genera organismi architettonici di crescente complessità e completezza. Il progetto architettonico, caricato delle nuove possibilità offerte da industria e tecnologia, riassorbe l’infrastruttura e punta a ristabilire

una relazione sinergica con l’uomo e col territorio. Pellegrin ha cercato per tutta la vita di trasmettere ai giovani architetti metodo e esperienza: il suo Studio è stato, negli anni, una sorta di “bottega medievale” dove moltissimi giovani architetti sono cresciuti grazie ai generosi insegnamenti del maestro. Questo testo rappresenta la prosecuzione, dopo la sua scomparsa, di questa volontà di seminare. Il libro, praticamente finito nella forma e nei contenuti alla morte dell’architetto (settembre 2001), viene in questi due anni messo a punto dai cinque “giovani di bottega” che vi hanno lavorato con lui, per essere portato alla pubblicazione. Antonio Montemiglio It is important to point out is that this book is not a monograph on Luigi Pellegrin: it does not contain all of his works, nor the remarkable building x or y (although he designed over three hundred of them). This book is deliberately biased and dry; it was not meant to be appealing and it is difficult to make it fit into the contemporary architectural debate. On the other hand, the book has clear, objective contents and proffers a method that might or might not be shared, but that can certainly be kept in consideration. Pellegrin referred to his work as a “handbook”. The book is in two distinct, complementary parts. In the first part, Pellegrin goes back through 6,000 years of building history, pointing out the reasons that led to specific choices in the building sphere, through the definition of categories that then evolved in time thanks to active planning. Today, such categories have left the domain of architecture, so it has become necessary to redefine them due to a radical change in the methods, customs and systems of balances of contemporary housing. Through a planning course that has run through all of his work, Pellegrin expressed a possible personal answer to what he saw as the necessary prerogatives for change. Part of this work is presented in the second chapter of the book. Here, through a great number of clearly elaborated analytic

cards that specify his accomplishments and projects, Pellegrin illustrates a method, a possible direction to take. At first, he examines his (concrete) activity during the seventies: during that period, his dealing with the theme of the component and accepting new industrial technologies set Pellegrin in the vanguard in the field of prefabrication. Gradually, his ambition grew, and resulted in his dissociation with what he had produced, but not with what could yet be realized; the component was developed, turning into a macro-component that generated increasingly complex and complete architectural organisms. Thus primed by the new possibilities offered by industry and technology, the architectural project reabsorbed the infrastructure and focused on restoring a synergistic relationship with man and the territory. Throughout his life, Pellegrin tried to hand down his method and experience to young architects: through the years, his Studio was like a sort of “medieval workshop” where quite a number of young architects matured thanks to the master’s generous instruction. This text shows how he wished to continue sowing his teachings, even after his death. In these two years, the book - which was practically finished both in form and content when the architect passed away (September 2001) – was completed by five of Pellegrin’s “workshop students”, who had worked on the book with him, intending to have it published.

Segnalazioni Francesco Craca Joao Alvaro Rocha. Architectures 1988-2001 Skira, Milano 2003, 410 ill. a colori e b/n, 240 pp Considerato uno degli autori di punta del minimalismo architettonico portoghese, Rocha rappresenta la più giovane generazione di progettisti lusitani, dopo Tavora, Alvaro Siza e Souto de Moura. Il volume documenta con circa trenta progetti dieci anni di attività di Rocha che, formatosi a Oporto, dove ha un suo studio, ha ora iniziato a insegnare in varie università europee e a essere invitato ad alcuni importanti concorsi internazionali. Anna Magrini Progettare il silenzio-Tecniche di intervento per il benessere acustico EPC Libri, Roma 2003, 224 pp Una guida che ha l’obiettivo di creare ambienti confortevoli ex novo o di intervenire su edifici esistenti per controllare o attenuare il rumore nel rispetto delle prescrizioni di legge e delle normative.Vengono suggeriti gli elementi principali su cui impostare una buona progettazione acustica e le misure più idonee per ridurre il rischio rumore negli ambienti. Mode, modernità, architettura A cura di Roberto Secchi Officina Edizioni, Roma 2003, ill. in b/n, 208 pp Il volume presenta una serie di saggi che indagano sul rapporto tra avvicendamento delle mode e tratti

distintivi dell’architettura contemporanea, tra il ruoli della creatività e del consumo. Un’analisi sulla dinamica della società e delle sue espressioni che ha origini ormai classiche che però ha talvolta trascurato il fattore “architettura”. Josep Maria Montaner Museums for the 21st century Editorial Gustavo Gili, Barcellona 2003, ill. a colori, 160 pp I musei, consolidatisi a partire dalla fine dell’Ottocento come istituzioni pubbliche, sono ormai diventati luoghi di incontro e cultura diffusa grande importanza. Il volume esplora le loro relazioni con le città e la società e la loro potenzialità di eneratori di spazi urbani condivisi, magneti per il turismo e promotori di sperimentazioni per la mutazione della propria tipologia sia edilizia sia funzionale. Ingrid Paoletti Una finestra sul trasferimento-Tecnologie innovative per l’architettura Libreria Clup, Milano 2003, ill. in b/n, 294 pp Il volume apre una finestra sugli impulsi innovativi che stanno influenzando e influenzeranno il prossimo futuro del progetto di architettura: l’evoluzione delle tecnologie costruttive, dei materiali, lo sviluppo di software di modellazione complessi, la produzione industriale sempre più dedicata a specifiche esigenze.

Premio di architettura Città dei Mille 2003 Comune di Bergamo 2003, ill. a colori, 96 pp Il volume illustra i risultati del Premio sponsorizzato dalla Gewiss e promosso dall’Assessorato all’Edilizia Privata e alle Politiche della Casa del Comune di Bergamo in collaborazione con l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Claudio Scaringella Il casualitico A cura di Francesco Moschini Edizioni Voland, Roma 2003, ill. a colori, 174 pp L’architetto Scaringella ha raccolto qui e posto in relazione una serie di racconti e brani inediti cui è legato e immagini e disegni da lui realizzati. Mette così l’accento sulle numerose influenze, culturali e mnemoniche, che l’artista e l’architetto ha insite in sé e che riversa nelle sue opere. Vittorio Sgarbi Un Paese sfigurato-Viaggio attraverso gli scempi d’Italia Rizzoli Libri Illustrati, Milano 2003, 36 ill. a colori, 128 pp Con la verve che lo contraddistingue, Sgarbi, in questo libro parla di quelli che lui ritiene scempi compiuti, o in progetto, in talia ai danni del patrimonio artistico e architettonico. Denuncia ferite che, senza rispetto per la tradizione e l’integrità culturale, sono state inflitte al “bello” anche da architetti di chiara fama. In Appendice, illustrazioni di piccoli e grandi “scempi”.

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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com

Belgio/Belgium Bruxelles Servizi Architettonici Invito a manifestare interesse per la prestazione di servizi architettonici, di ingegneria e di estimo per gli edifici occupati dalle delegazioni, dalle rappresentanze e dagli uffici della Commissione Europea in Paesi extracomunitari, nonché per le sue delegazioni nell’ambito di organizzazioni internazionali a Ginevra, New York, Vienna, Parigi e Roma/Invitation to express interest in the offer of architecture, engineering services and surveys of the buildings occupied by all delegations, from representative offices to Europe commissions in extracommunity countries, and also in its delegations within international organizations in Geneva, New York, Wien, Paris and Rome Scadenza/Deadline: 11/7 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione Generale RELEX - Relazioni esterne, Unità Amministrazione, Unità K.3, CHAR 08/186 Rue de la Loi/Wetstraat 200 B-1049 Bruxelles Tel. ++32 2 2957432 Fax ++32 2 2964280

Cina/China Hong Kong Cultural District Hong Kong Progetto per la realizzazione del nuovo quartiere culturale di Hong Kong. L’area di progetto ha un’estensione pari a 40 ettari ed è situata sul lungo mare non lontano il quartiere di Tsim Sha Tsui nei pressi del Victoria Harbour/Project for the construction of a cultural district in Hong Kong. The project area has a surface of 40 ha and is on the sea side not far from the Tsim Sha Tsui district near the Victoria Harbour Scadenza/Deadline: 19/6 Per informazioni: Head of Project Co-ordination Office c/o Kowloon Development Office, Territory Development Department 7/F, Empire Centre, 68 Mody Road, Tsim Sha Tsui East Hong Kong Fax ++852 2311 7677 Internet: www.hplb.gov.hk/wkcd E-mail: wkcd@tdd.gov.hk

Danimarca/Denmark Copenhagen Riqualificazione del Norrebro Park L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la riqualificazione paesaggistica del Norrebro Park/The awarding authority is collecting project proposals for the landscape rqualification of Norrebro Park Scadenza/Deadline: 10/9 Per informazioni: Akademisk Arkitektforening Konkurrencesekretariatet Strandgade 27 A DK-1401 Kobenhavn K. Tel. ++45 32 836901 Internet: www.arkitektforeningen.dk E-mail: konkurrencer@aa-dk.dk

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+ europaconcorsi

Finlandia/Finland Helsinki Strutture museali Progetto per la costruzione di strutture museali. Il programma prevede anche la realizzazione di un auditorium/Project for the construction of museum structures. The brief also asks for the realization of an auditorium Scadenza/Deadline: 30/9 Per informazioni: Katriina Jauhola-Seitsalo Lintulahdenkatu 10 FIN-00500 Helsinki Tel./fax ++358 20 4242203 E-mail: katriina.jauhola-seitsalo@engel.fi

Francia/France Paris Ermanno Piano Scholarship Borsa di studio per sei mesi di studio presso il Renzo Piano Building Workshop di Parigi/Grant for a sixmonth internship within Renzo Piano Building Workshop in Paris Scadenza/Deadline: 15/9 Borsa/Grant amount: 10.000 Euro Per informazioni: The Workshop Foundation Ref.Ermanno Piano Scholarship C/o RPBW 34 rue des Archives 75004 Paris Tel. ++33 1 44614900 Fax ++33 1 42780198 Internet: www.rpbw.com E-mail: rpbw@rpbw.com

Germania/Germany Berlin Mediateca universitaria Jacob und Wilhelm Grimm-Zentrum L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la costruzione del Jacob und Wilhelm GrimmZentrum presso la HumboldtUniversitat. Il programma prevede la realizzazione di un complesso dotato di biblioteca (18.600 mq), sala computer e centro multimediale (1.800 mq), per una superficie complessiva lorda di 34.700 mq/The awarding authority is collecting project proposals for the construction of the Jacob und Wilhelm Grimm-Zentrum at the Humboldt-Universitat. The brief calls for the construction of a complex with a library (18,600 sq.m), a computer hall, a multi media center (1,800 sq.m) for a total surface of 34,700 sq.m Scadenza/Deadline: 6/7 Per informazioni: Senatsverwaltung für Stadtentwicklung, II D C/o Herrn Hagelberg Behrenstrasse 42 D-10117 Berlin Tel. ++49 030 9020-5148 bzw. –5515 Fax ++49 030 9020-5653 Internet: www.senstadt.verwalt-berlin.de/ aktuell/Wettbewerbe E-mail: wettbewerbe@senstadt. verwalt-berlin.de

Bonn Riqualificazione di un impianto industriale Progetto per la riqualificazione di un impianto industriale. L’impianto consta di un edificio centrale (5.500 mc), di condutture e ponnti ferroviari/Project for the requalification of an industrial plant. The plant is made up of a contral building (5,500 cubic meters),of pipes and of two railways bridges Scadenza/Deadline: 28/6

Per informazioni: Bundesstadt Bonn, Stadtbauamt Abt. 66-5 C/o Werner Baur Berliner Platz 2 D-53103 Bonn. Tel. ++49 0228 775122 Fax ++49 0228 775482 Internet: www.bonn.de E-mail: Werner.Baur@Bonn.de

München DETAIL Prize 2005. Estetica e costruzione La manifestazione intende premiare coloro che si sono distinti per la realizzazione di dettagli architettonici, il cui valore compositivo sia tale da caratterizzare il valore estetico complessivo dell’opera intera. Il regolamento prevede l’ammissione di opere completate dopo il 1/1/2000 The event will prize those who have distinguished themselves in the construction of architectural details, characterizing the aesthetic value of the entire building. Only works finished after January 1st 2000 will be admitted Scadenza/Deadline: 30/9 Per informazioni: Institut für internationale Architekturdokumentation Redaktion Detail Sonnenstrasse 17 80331 München Internet: www.detail.de/En/Aktuell/Index E-mail: detailpreis2005@detail.de

ArchiCAD-Preis. Applicazioni innovative del vetro L’ente banditore intende premiare gli studenti che si sono distinti per composizioni progettuali caratterizzate da un utilizzo innovativo del vetro, realizzate attraverso il programma di disegno ArchiCAD/The awarding authority wants to prize students who have distinguished themselves for project compositions characterized by the innovative use of glass, realized through the design program ArchiCAD Scadenza/Deadline: 15/11 Per informazioni: Graphisoft Deutschland GmbH Lindwurmstr. 129e D-80337 München Tel. ++49 089 74643-0 Fax ++49 089 74643299 Internet: www.graphisoft.de/archicad-preis.de

Wismar Ingresso per la nuova Holzstadt L’ente banditore intende valutare proposte progettuali per la realizzazione del nuovo ingresso alla Holzstadt, un vasto parco tecnologico e tematico di 7,5 ha dedicato al legno ubicato nell’area del vecchio porto di Wismar/The awarding authority will evaluate project proposals for the construction of the new entrance to the Holzstadt, a vast technological park of 7,5 Ha ,dedicated to wood , in the area of the old port of Wismar Scadenza/Deadline: 23/7 Per informazioni: Nordeuropaeische Bauakademie e.V Postfach 1210 D-23952 Wismar Internet: www.nordeuropaeischebauakademie.de

Giappone/Japan Tokyo Central Glass Competition Concorso internazionale di idee per il progetto di un Asian Front Village, un luogo per la promozione della cultura asiatica e che possa essere rappresentativo della sua unicità da

potersi realizzare in qualsiasi luogo del mondo International ideas competition for the project of an Asian Front Village, a place of further promotion of the unique culture interspersed throughout Asia and the enjoyment of its results. It can be located anywhere in the world Scadenza/Deadline: 26/7 Monte premi/Total prize money: 4.000.000 Yen Giuria/Jury: Toyo Ito, Masaru Okamoto, Riken Yamamoto, Kiyoshi Sakurai, Taro Ashihara, Kengo Kuma, Norihisa Yamamoto Per informazioni: Dept. of Central Glass International Architectural Design Competition 2004 Shinkenchiku-sha Co., Ltd. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo 1138501, Japan Internet: www.cgco.co.jp/english/glass_house.html

House of Multiple Dimensions. The Shinkenchiku Residential Design Competition 2004 Ai partecipanti si richiede l’elaborazione di una soluzione progettuale per una casa di 250 mq, effettivamente vivibile, il cui processo compositivo mostri una vocazione sperimentale rivolta alla ricerca di una nuova concezione dello spazio: un’architettura oltre la quarta dimensione A small house of 250 sq.m could act as an experimental probe into an architecture of more than four dimensions; the experiential phenomena of the house will be a crucial factor. The house should also be inhabitable. Materials, from molecular aspects to geometric properties will be important as will space and time. The house will act like a thought experiment Scadenza/Deadline: 3/9 Per informazioni: Entries Committee The Shinkenchiku Residential Design Competition 2004 - Shinkenchiku-sha Co. 2-31-2, Yushima, Bunkyo-ku Tokyo 113-8501, Japan Internet: www.japan-architect.co.jp/ english/5info/index.html

Gran Bretagna/Great Britain Edinburgh Open space - People Space. Uno spazio pubblico universale L’ente banditore intende selezionare proposte progettuali per uno spazio pubblico condivisibile da persone con gusti e necessità differenti. Pertanto questo dovrà presentare condizioni di accessibilità per chiunque ed offrire caratteristiche flessibilità in grado di soddisfare un ampio spettro di preferenze The awrading authority will select project proposals for a public space to be used by peoples with different tastes and necessities, therefore it should be accessible to anyone and should offer flexible characteristics, total surface max 5 ha Scadenza/Deadline: 16/7 Per informazioni: OPENspace Administrator, OPENspace Edinburgh College of Art 79 Grassmarket Edinburgh EH1 2HJ Tel. ++44 0131 2216177 Fax ++44 0131 2216157 Internet: www.openspace.eca.ac.uk E-mail: openspace@eca.ac.uk

AGENDA

+ europaconcorsi

London

Oxford

Cantù (Como)

The Bombay Sapphire Prize 2004 Premio per progetti che promuovano l’eccellenza nel design contemporaneo del vetro/Prize for designs promoting excellence in contemporary glass design Scadenza/Deadline: 2/7 Monte premi/Total prize money: 20.000 £

Ecohouse 2 L’ente banditore invita a presentare proposte progettuali per una casa ecosostenibile, realmente edificabile nella propria città. Il programma prevede la realizzazione di una struttura che consenta un consumo energetico ridotto ma in grado di fornire un elevato comfort termico/This second edition of the Ecohouse design guide outlines the key issues, strategies and design solutions for designers and selfbuilders who want to build low energy, low impact homes. Hot topics covered include materials, insulation, thermal mass, natural ventilation, infiltration, solar design systems and water conservation. The house should be around 180 square meters in floor plan size for internal rooms and any height, form, materials and style you like can be used. Scadenza/Deadline: 31/8

Riqualificazione di piazza Garibaldi Concorso di progettazione per il riassetto urbanistico e riqualificazione di piazza Garibaldi Competition for the requalification of Piazza Garibaldi Scadenza/Deadline: 30/6

Per informazioni: The Bombay Sapphire Foundation 58 Queen Anne Street London W1G 8HV Tel. ++44 020 72240994 Internet: www.bombaysapphire.org E-mail: foundation@bombaysapphire.org

Philip Webb Award Concorso per studenti britannici promosso dalla Society for the Protection of Ancient Buildings per incoraggiare nuovi progetti nel contesto di edifici antichi/UK Students competition promoted by the Society for the Protection of Ancient Buildings to encourage new design in the context of historic buildings Scadenza/Deadline: 9/7 Monte premi/Total prize money: 1.600 £ Per informazioni: Society for the Protection of Ancient Buildings 37 Spital Square London E1 6DY Internet: www.spab.org.uk/education_webbaward.h tml

The Armed Force Memorial Design Competition L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la realizzazione di un nuovo Monumento Nazionale dedicato ai militari britannici, vittime del terrorismo. Il programma prevede l’ubicazione del monumento all’interno del National Memorial Arboretum presso Lichfield, così come la realizzazione di ulteriori 3 placche sulle quali saranno incisi i nomi dei caduti e che saranno poste a Londra, rispettivamente a Westminster Abbey, nella chiesa di St Martin-in-the-Fields (Marina) e nella cappella del Royal Hospital Chelsea (Esercito) A unique opportunity for teams of Architects, Sculptors and Landscape Architects to design a new National Memorial to the men and women of the UK Armed Forces killed on duty or as a result of terrorist action since the end of the Second World War. The Armed Forces Memorial will be built in the National Memorial Arboretum, a 150-acre site centrally located in the United Kingdom, near Lichfield, Staffordshire. A memorial plaque in Westminster Abbey will commemorate all those who have died in conflicts throughout the world since the Second World War. Rolls of Honour, similar to those for the Royal Air Force held in the Church of St Clement Danes, will be kept in the Church of St Martin-in-the-Fields for the Royal Navy and in the Chapel of the Royal Hospital Chelsea for the Army Scadenza/Deadline: 16/7 Per informazioni: Lt Col Richard Callandar TD FRICS Tel. ++44 020 73052893/2894 Internet: www.forcesmemorial.org.uk E-mail: richard.callander@forcesmemorial.org.uk

Per informazioni: School of Architecture, Oxford Brookes University Oxford OX3 OBP, UK Fax ++44 01865 483298 Internet: www.architecturalpress.com E-mail: tia@brookes.ac.uk

Islanda/Island Reykjavik Centro Culturale di Akureyri L’ente banditore intende selezionare proposte progettuali per la costruzione del Centro Culturale di Akureyri. Il programma prevede la realizzazione di un complesso dotato di sala da concerti. Superficie complessiva: 3.500 mq/The objective of the design contest is to award three prices for the best design of a Cultural Center in Akureyri, Iceland. The center will be approx. 3 500 sq.m including a concert hall Scadenza/Deadline: 5/7 Per informazioni: Arkitektafelag Islands C/o Gudrun Gudmundsdottir Engjateigi 9 IS-105 Reykjavik Tel. ++551 1475 845 9294 E-mail: gudrun@ai.is

Italia/Italy Bussolengo (Verona) Riqualificazione dell’area di piazzale Vittorio Veneto Concorso di idee per l’affidamento dell’incarico per la riqualificazione dell’area di piazzale Vittorio Veneto, ivi comprese le zone contermini (strade e suolo pubblico che ne delimitano il piazzale fino a confine con le proprietà private) e il recupero dell’edificio ex Mercato della Frutta/Ideas competition for the requalification of Vittorio Veneto square including surrounding areas (streets, public grounds delimitiing the square up to private properties bounderies) and the recovery of the building of the dismissed Fruit Market Scadenza/Deadline: 21/6 Per informazioni: Comune di Bussolengo Uff. urbanistica Piazza Nuova 14 37012 Bussolengo (VR) Tel. ++39 045 6769935 Fax ++39 045 6754511 Internet: www.comune.bussolengo.vr.it E-mail: Iozzia@comune.bussolengo.vr.it

Per informazioni:

Comune di Cantù

C/o Vitaliano Colombo - Ufficio settore Urbanistica Coordinatore del concorso: Stefano Seneca Via Roma, 8 22063 Cantù (CO) Tel. ++39 031 717519 Fax ++39 031 717568 Internet: www.comune.cantu.co.it E-mail: urbanistica@comune.cantu.co.it; stseneca@tin.it

Casalgrande (Reggio Emilia) Grand Prix Ceramica Concorso internazionale di architettura che seleziona e premia quei professionisti che, attraverso la loro opera, meglio hanno saputo utilizzare e valorizzare le proprietà tecniche e le potenzialità espressive degli elementi in grès porcellanato Granitogres, Marmogres e Pietre Native/International architecture competition selecting and prizing those professionals who, through their work, have better utilized and improved the technical properties and the expression potentials of elements in Granitogres, Marmogres and Native Stones porcelain grès Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Ceramica Casalgrande-Padana Via Statale 467, 73 42013 Casalgrande (RE) Tel. ++39 0522 9901 (30 linee) Fax ++39 0522 996121/ Fax export ++39 0522 841630 Internet: www.casalgrandepadana.it/ grandprix_quarta.asp E-mail: giullari@casalgrandepadana.it Faenza (Ravenna)

Architettura automatica 2004 Concorso per le migliori architetture che abbiano impiegato ingressi automatici e/o automatismi per aperture, controllo della luce, gestione intelligente di facciate e serramenti/Competition for the best realizations that used automatic entrances or automatic devices for light control, facade and frameworks smart management Scadenza/Deadline: 16/12 Monte premi/Total prize money: 9.000 Euro Giuria/Jury: Gabriele Del Mese, Felix Foure, Giancarlo Rosa, Antonio Piva, Fabrizio Bianchetti, Paolo Pons Per informazioni: Flavia Gaeta Gruppo Editoriale Faenza Editrice Via Pier de Crescenzi 44 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 670411 Fax ++39 0546 660440 Internet: www.ditec.it, www.faenza.com E-mail: concorso@faenza.com

Ferrara Premio Architettura Sostenibile Fassa Bortolo Il Premio Architettura Sostenibile nasce dalla volontà di premiare e far conoscere ad un ampio pubblico, architetture che sappiano rapportarsi in maniera equilibrata con l’ambiente, che siano pensate per le necessità dell’uomo e che siano capaci di soddisfare i bisogni delle nostre generazioni senza limitare, con il consumo indiscriminato di risorse e l’inquinamento prodotto, quelli delle generazioni future

Prize awarding architecture which have a balanced relationship with the environment Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Segreteria del Premio C/o Gianluca Minguzzi Via Quartieri 8 44100 Ferrara Tel./fax: ++39 0544 864353 Internet: www.premioarchitettura.it/# E-mail: premioarchitettura@xfaf.it

Firenze Edifici Residenziali Innovativi Concorso di idee per edifici residenziali innovativi/Ideas competition for innovative residential buildings Scadenza/Deadline: 24/9 Per informazioni: Università di Firenze Dipartimento di Progettazione dell’Architettura Viale Gramsci 42 50132 Firenze Tel. ++39 055 200071 Fax ++39 055 20007236 Internet: www.gruppolacchini.com E-mail: concorsoidee@unifi.it

Milano Espresso: Spazio/Tempo del caffè Concorso internazionale aperto a progettisti, artisti, designer e studenti under 35 per il progetto di un modello di bar quale luogo di conoscenza, scoperta e incontro/International competition open to architects, designers, artists and students under 35 years of age for the project of a coffee bar as a meeting, discovery and knowledge place Scadenza/Deadline: 31/1/2005 Monte premi/Total prize money: 7.000 Euro Giuria/Jury: Stefano Boeri, Sergio Silvestris, Anna Barbara, Petra Blaisse, Ludovico Einaudi, Anselm Franke, Naoto Fukasawa, Alessandro Mendini, Hans Ulrich Obrist Per informazioni: Segreteria organizzativa Via Gianni Mazzocchi 13 20089 Rozzano (MI) Tel. ++39 02 824721 Fax ++39 02 57500132 Internet: www.domusweb.it, www.illy.com E-mail: competition.domusilly@domusweb.it

Napoli Riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale dell’area monumentale del porto di Napoli Concorso di progettazione, con due ipotesi, per la realizzazione della riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale dell’area monumentale del porto di Napoli, previsto in due fasi. Fase a) concorso di idee con selezione di 3 concorrenti per ciascuna ipotesi; Fase b) concorso di progettazione, progettazione preliminare degli interventi di pubblico interesse/Project competition with two hypothesis, for the urban, arschitectural and functional requalification of the monumental area of Naples port, foreseen in two stages : stage a) design competition for the selection of 3 competitors for each hypothesis; stage b) project competition for the preliminary project of public interest works Scadenza/Deadline: 19/7 Per informazioni: Nausica SpA, Stazione Marittima Interno Porto 80133 Napoli Tel. ++39 081 5515690 Fax ++39 081 5528535 E-mail: Nausicaa.napoli@libero.it

193 l’ARCA 103


AGENDA Pescara Riqualificazione urbana dell’area di risulta dell’ex stazione centrale Concorso di progettazione per la riqualificazione urbana dell’area di risulta dell’ex stazione centrale di Pescara in unico grado e con l’obbligo di uno studio economico finanziario. Sinteticamente gli obiettivi della trasformazione urbana sono i seguenti. La localizzazione nell’area di funzioni urbane qualificanti (culturali). La riconfigurazione di spazi pubblici e verde di qualità. Il potenziamento dei servizi alla città attraverso la realizzazione di auto-park e terminal bus/Project competition for the urban requalification of the area of the dismissed Central station in Pescara in one solution and with the duty of an economic/financial study as per art. 59 - comma 3 of D.P.R. 554/99. Synthetically the objective of the urban transfomation are the following: the localization in the area of urban qualifying (cultural) functions; the rearrangement of public and green spaces; the upgrading of city services through the construction of auto-parks and bus terminals Scadenza/Deadline: 14/6 Per informazioni: Comune di Pescara Area Urbanistica Piazza Duca d’Aosta 10 65100 Pescara Tel. ++39 0854 283790 Fax ++39 0854 283563 Internet: www.comune.pescara.it E-mail: areadirisulta@comune.pescara.it

Pistoia/Montecatini Terme Una città per tutti Premio riservato alle migliori tesi di Laurea in Ingegneria Civile, Ingegneria Edile, Ingegneria EdileArchitettura e Architettura, aventi per argomento “Una Città per Tutti” discusse negli anni solari 2003-2004 in Università italiane ed estere/Prize for the best degree thesis of Civil or Building Engineering and Architecture on the theme “An architecture for all”, discussed in the years 2003-2004 in Italian of foreign Universities Scadenza/Deadline: 31/12 Monte premi/Total prize money: 4.500 Euro Per informazioni: Club Soroptimist International di PistoiaMontecatini Terme Ditta Balducci Via del Melo 1 51018 Pieve a Nievole (PT) Tel. ++39 0572 956669-95661 Internet: www.ing.unipi.it E-mail: serena.guidotti@balducci.it

Reggio Calabria Fiumare Joniche dell’Aspromonte Concorso di idee per la valorizzazione e la fruizione a fini turistici delle aree delle fiumare Allaro, Amendolea, Condojanni, La Verde/Ideas competition for the enhancement and the touristic utilization of the riverside areas of Allaro, Amendolea, Condojanni, La Verde Scadenza/Deadline: 4/6 Monte premi/Total prize money: 43.000 Euro Giuria/Jury: Luigi Antonio Meduri, Fulvio Antonio Nasso, Roberto Postorino, Romano Viviani, Paolo Galletta

104 l’ARCA 193

+ europaconcorsi

Per informazioni: Provincia Reggio Calabria Settore Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Trasporti Via Modena 1 89132 Reggio Calabria Tel. ++39 0965 364650 Fax ++39 0965 364506 Internet: www.provincia.rc.it E-mail: pianificazione@provincia.rc.it

Roma Premi per tesi di laurea in Architettura/Legno e Architettura Due concorsi a premi da assegnare a progetti presentati in tesi di laurea relativi a: impiego innovativo del legno nell’architettura strutturale e decorativa; Arte e geometrie dei pavimenti in legno nella storia/Two competitions for degree thesis about: the innovative use of wood in structural and decorative architecture; art and geography of wood pavements in history Scadenza/Deadline: 31/7 Per informazioni: Rocco Sinisgalli Premio “Legno e architettura” Facoltà di Architettura Valle Giulia Via Gramsci 53 00197 Roma Tel. ++39 06 49919291/2 Fax ++39 06 49919290 E-mail: rocco.sinisgalli@uniroma1.it

Riqualificazione del lungomare di Roma Concorso di idee per la riqualificazione del lungomare di Roma. L’area di intervento, che ricade interamente nel Municipio XIII e fa parte del Comune di Roma, corrisponde ad una porzione della lunga striscia di territorio che si estende dal pontile in corrispondenza di via della Marina a via di Castel Porziano e si snoda variegata e diseguale lungo il mar Tirreno. Le proposte andranno elaborate dando risposta: 1) al tema della sistemazione generale denominato Master plan; 2) ad almeno uno dei seguenti temi specifici: 2.1. Asse attrezzato; 2.2. Pontile attrezzato; 2.3.Area a vocazione naturalistica/Competition for the requalification of the sea side promenade of Rome. The area is a long stretch of territory extending from the quay facing via della Marina, to via di Castel Porziano, along the Tirrenian sea.Proposal should be elaborated according to: 1) the general rearrangement plan called Master plan; 2) and at least one of the following themes: 2.1 equipped road axis; 2.2. equipped quay; 2.3. naturalistic area Scadenza/Deadline: 27/8 Per informazioni: Comune di Roma, Municipio XIII Piazza della Stazione Vecchia 26 00122 Ostia (Roma) Tel. ++39 06 5600672, 06 56304364 Fax ++39 06 69613402 Internet: www.uniroma1.it/vallegiulia/citera/lungom arediroma.htm E-mail: citera.concorsi@uniroma1.it

Torino PaeSaggio Piemonte 2004 Cantieri d’Arte 2004 Concorsi aperti a Enti pubblici, religiosi e senza fini di lucro per presentare richieste di contributo per la valorizzazione, la conoscenza e il restauro del paesaggio o del patrimonio artistico religioso/Competitions open to public, religious and no-profit bodies for the request of a contribution for the valorisation, knowledge and restoring of the landscape or the cultural/artistic patrimony Scadenza/Deadline: 30/6

Per informazioni: Compagnia di San Paolo Corso Vittorio Emanuele II 75 10128 Torino Fax ++39 011 543607 Internet:www.compagnia.torino.it/ richieste_bandi/incorso.htms E-mail: arte@compagnia.torino.it

Trapani Sistemazione e messa in sicurezza della s.p. perimetrale di Pantelleria Il Concorso viene bandito al fine acquisire idee progettuali sviluppate in armonia con la particolare situazione dei luoghi: la sede stradale, la vocazione turistica e la stagionalità della residenza locale, la necessità di porre rimedio al consistente stato di degrado ambientale ed urbanistico presenti, l’eliminazione dei fattori di rischio per la circolazione e di impedimento per le operazioni di pronto intervento e soccorso. Il progetto dovrà incrementare le opportunità di valorizzazione del sistema antropico e ambientale. Criterio base della qualificazione dell’immagine sarà l’adozione di attrezzature, di arredi e di materiali che rispettino ed esaltino i valori formali naturali e tradizionali della zona, con l’adozione quindi di interventi non invasivi rispetto all’ambiente, non competitivi con l’architettura presente, progettati nel rispetto dell’unitarietà, mirate al corretto utilizzo e alla piena fruibilità e che privilegino prioritariamente le diverse attività collegate con la diretta fruizione del mare e della relativa fascia demaniale marittima/The competition objective is to acquire project ideas to improve: the roadbed, the tourist of the area, the seasonal residencies, the necessity to stop the consistent urban and environmental decay, the elimination of circulation risks and of obstacles to first aid and emergency operations. The basic criteria for image requalification will be the use of equipments, furnishings and materials respecting and enhancing the traditional and natural and values of the area and not in competition with present architecture Scadenza/Deadline: 24/7 Per informazioni: Provincia Regionale di Trapani, U.R.P Via Garibaldi, Palazzo Riccio di Morana Trapani E-mail: urp@provincia.trapani.it

Olanda/Holland Rotterdam Studenten STAAL Prijs 2004. Costruire con l’acciaio L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per un utilizzo innovativo dell’acciaio nell’ambito dell’edilizia, allo scopo di stimolare l’applicazione di questo materiale nelle realizzazioni architettoniche e ingegneristiche. Il concorso presenta 2 categorie: Architettura e Tecnica/The awarding authority wants to collect project proposals for the innovative use of steel in building, to stimulate the application of this material in architectural and engineering constructions. The competition presnts two cathegories: architecture and engineering Scadenza/Deadline: 9/7 Per informazioni: Bouwen met Staal, t.a.v. StudentenSTAALprijs 2004 Postbus 29075 3001 GB Rotterdam Tel. ++31 010 4115070 Fax ++31 010 4121221 Internet: www.bouwenmetstaal.nl/ invulpaginas/act_afstprijs2004.html E-mail: studentenstaalprijs@bouwenmetstaal.nl

AGENDA

Polonia/Poland

USA

Krakow

Houston

Due concorsi di idee: EntwurfsKonfrontationen e Ausstellung In occasione della Biennale di Cracovia l’ente banditore intende promuovere due concorsi d’idee: Entwurfs-Konfrontationen e Ausstellung. Per il primo il programma prevede l’elaborazione di una soluzione progettuale per un luogo della città dedicato all’arte, con la possibilità di scelta tra due siti diversi. L’altro prevede la riqualificazione degli spazi della città dedicati all’arte/For the Krakow Biennial the awarding authority promotes two design competitions: Entwurfs-Konfrontationen and Ausstellung. For the first one the brief calls for the elaboration of a project solution for a place in the city dedicated to the arts, with the possbiity of choosing between two different sites; the other calls for the requalification of spaces in the city dedicated to the art Scadenza/Deadline: 14/9

International Student Offshore Design Competition Concorso per lo sviluppo e la promozione del processo progettuale e delle relazioni tra studenti e industria dell’offshore/The intent of this competition is to develop an appreciation of the design process, encourage teamwork, and to develop mentor relationships between students and offshore industry professionals. Iscrizione/Registration: 1/1025/2/2005 Consegna/Submission: 27/5/2005 Monte premi/Total prize money: 2,750 US$

Per informazioni: Krakow Biennial Pl. Szczepanski 6 31-011 Krakow Tel. ++48 12 4227540 Fax ++48 12 4293646 Internet: www.biennale.w-a.pl/en/1/ E-mail: biennale@sarp.krakow.pl

Svizzera/Switzerland Losanna Museo delle Belle Arti L’ente banditore intende selezionare proposte progettuali per la costruzione di un Museo delle Belle Arti presso il sito di Bellerive, sulle rive del Lac Léman. Il programma prevede la realizzazione di una struttura che risponda alle attuali norme in materia di conservazione ed esposizione delle opere d’arte. Costo di costruzione: 55.000.000 Fr/The awarding authority will select project proposals for the construction of a Fine Arts Museum in Bellerive,on the Lac Léman. The brief calls for the construction of a structure responding to present preservation and exhibition laws. Construction cost: 55.000.000 Fr Scadenza/Deadline: 4/6 Per informazioni: DINF-Service des bâtiments, monuments et archéologie C/a Eric Perrette Place de la Riponne 10 CH-1014 Lausanne Tel. ++41 (0)21 3167310 Fax ++41 (0)21 3167347 Internet: http://www.simap.ch E-mail florence.beguin@sb.vd.ch

Lucerna Schindler Award Concorso teso a sollecitare a una maggiore sensibilità nei confronti dei diversamente abili. Tema progettuale: sistemazione del Parvis de Saint Gilles e del Carré de l’Ancien Hotel des Monnaise nel distretto 19 di Bruxelles/Competition aimed to promote a new sensibility towards the disabled people. The theme is the requalification of Parvis de Saint Gilles and Carré de l’Ancien Hotel des Monnaise in Brusselles Scadenza/Deadline: 30/6 Per informazioni: Schindler Management Corporate Communications Zugerstrasse 13 CH-6031 Ebikon/Luzern Internet: www.schindleraward.com

Per informazioni: Alan C. McClure & Associates c/a Lars Ronning 2600 South Gessner, Ste. 504 Houston, TX 77063 Tel. ++1 713 7891840 Fax ++1 713 7891347 Internet: www.isodc.com

Roanoke C2C Home - Idee rivouzionarie per l’edilizia residenziale L’ente banditore invita i partecipanti a ripensare la macchina per abitare in funzione della gestione delle risorse materiali, sollecitando la ricerca di nuovi processi costruttivi e compositivi, unitamente alla progettazione di tutti i componenti di produzione industriale che vi appartengono. Il programma prevede la realizzazione di un’abitazione dotata di: cucina, sala da pranzo, soggiorno, ingresso, nonché 3 camere da letto, 2 bagni completi e ripostigli vari/Designers of the C2C Home will consider material selection to be more than a multiple-choice problem. In addition to considering the construction process of the house itself, we must rethink the design of all of the component products as well. Space Requirements: Living areas, Kitchen, Dining Room, Living Room, Entry Foyer; Sleeping areas - 3 bedrooms total, 1 bedroom with adjacent bath; Bath/toilet areas - 2 full bathrooms; Storage areas bedrooms, bathrooms, and Entry Foyer should have storage areas Scadenza/Deadline: 15/7 Per informazioni: C2C HOME c/o SmithLewis Architecture 18 W. Kirk Avenue Roanoke, Virginia 24011 Internet: www.c2c-home.org E-mail: info@c2c-home.org

WEB Copper Architecture Awards Premio internazionale per architetture in cui sia utilizzato il rame/International awards for architectural realizations in which copper is utilized Scadenza/Deadline: 30/6 Giuria/Jury: Trevor Clapp, Peter Clegg, Pierre Long, Graeme Sutherland, Stas Louca, Gordon Talbot Per informazioni: Internet: www.cda.org.uk/arch E-mail: nick.hay@copperdev.co.uk

Streets of Colour Concorso intrenazionale per la rivitalizzazione di una strada o di un’area con uno schema del colore che preveda l’utilizzo della serie minerale della Keim Mineral Paints

+ europaconcorsi

International competition to revitalize a street or an area in a village with a colour scheme in which Keim mineral range paints are used Scadenza/Deadline: 30/6 Monte premi/Total prize money: 5,000 £ Giuria/Jury: Will Alsop, Cezary Bednarski, Helen Hughes, Gareth Davies, Paul Finch Per informazioni: Kein Mineral Paints Internet: www.keimpaints.co.uk/development/soc.php

Affidamenti

Per i bandi completi www.europaconcorsi.com

Italia/Italy

Fasano (Brindisi) Elenco professionisti per servizi attinenti all’architettura ed all’ingegneria La Direzione Territorio e Ambiente dell’ente intende costituire un Albo di professionisti e prestatori di servizi (attinenti all’architettura ed all’ingegneria anche integrata e per i servizi tecnici concernenti la redazione del progetto preliminare, del progetto definitivo ed esecutivo nonché le attività tecnico amministrative connesse alla progettazione di opere pubbliche), da cui attingere nei casi in cui il legislatore consenta il riscorso alla trattativa privata e/o all’affidamento fiduciario Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Fasano - Direzione Territorio Ambiente Piazza Ciaia 72015 Fasano (BR) Tel. 0804394111 Fax 080 4394321 E-mail: llpp@comune.fasano.br.it

Busto Arsizio (Varese)

Feltre (Belluno)

Elenchi di professionisti presso il Comune di Busto Arsizio Formazione degli elenchi dei professionisti per l’affidamento di incarichi di importo inferiore a Euro 100.000 inerenti i seguenti servizi: 1) progettazione e direzione lavori opere edili; 2) progettazione e direzione lavori: a) impianti idrotermosanitari; b) impianti di condizionamento; c) impianti elettrici; 3) progettazione e direzione lavori opere in c.a. ed a struttura metallica; 4) progettazione e direzione lavori opere stradali e fognarie; 5) progettazione e direzione lavori verde e arredo urbano; 6) coordinamento sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori ex D.Lvo. 494/96 e 528/99; 7) rilievi catastali e accatastamenti Scadenza: 31/12

Elenco professionisti (coordinatore per la sicurezza, collaudatore, rilievi topografici, frazionamenti, pratiche catastali, perizie geologiche) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a euro 100.000,00 per le seguenti tipologie di prestazione: a) coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e/o esecuzione b) collaudatore statico c) collaudatore tecnico amministrativo d) rilievi topografici e) frazionamenti e pratiche catastali f) perizie geologiche Scadenza: 31/12

Per informazioni: Comune di Busto Arsizio Via F.lli d’Italia 12 21052 Busto Arsizio (VA) Internet: www.busto-arsizio.it

Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2/2006 Per informazioni: Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com

Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel. 0439 8851 Fax 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it

Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, supporto tecnico - amministrativo alla progettazione e/o alla direzione lavori) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a euro 100.000,00 per le seguenti tipologie di prestazione: a) progettazione e/o direzione lavori b) supporto tecnico-amministrativo alla progettazione e/o alla direzione lavori Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel. 0439 8851 Fax 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it

Milano Interconnessione con l’Autostrada A21 Torino-Piacenza Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione (ai sensi del D.Lgs. n. 494/96) per lavori sulla Autostrada A7 (Milano-Serravalle), nel tratto tra il ponte sul fiume Po e l’interconnessione con l’Autostrada A21 Torino-Piacenza. Importo stimato del corrispettivo, al netto degli oneri fiscali e previdenziali: 823 627,98 Euro Scadenza: 12/7

Per informazioni: Milano Mare - Milano Tangenziali SpA Servizio responsabile: Ufficio Gare e Contratti Strada 3 Palazzo B/4 20090 Assago Milanofiori (MI) Tel. 02 575941 Fax 02 57514020

Novara Elenco professionisti (per incarichi di importo inferiore a 50.000) Avviso pubblico per di incarichi di importo inferiore a 50.000 euro. I curricula dovranno prevedere sezioni specifiche per ciascuna delle seguenti tipologie 1. progettazione edilizia residenziale pubblica e sociale aspetti architettonico -edilizi 2. progettazione impianti termoidraulici a servizio del punto 1) 3. progettazione impianti elettrici e connessi a servizio del punto 1) 4. progetto e calcolo strutturale connesso al punto 1) 5. progetto e calcolo dispersioni termiche Legge 10/1991 connesse ai punti 1) e 2) 6. indagini e relazioni geologiche 7. rilievo di edifici e restituzione grafica 8. rilievo stato di conservazione di immobili 9. rilievo e pratiche catastali 10. pratiche prevenzione incendi 11. coordinamento sicurezza cantieri; 12. pianificazione urbanistica esecutiva 13. elaborazione grafico-informatica di progettazioni Scadenza: 1/12 Per informazioni: Agenzia Territoriale per la Casa Via Boschi 2 28100 Novara Internet: www.atc.novara.it

Perugia Elenco professionisti L’Aur istituirà una Banca dati di tipo aperto per consulenti e collaboratori (persone fisiche) all’interno della quale individuare i soggetti ai quali conferire, in relazione al manifestarsi di specifiche necessità, incarichi di consulenza e collaborazione in varie forme contrattuali Scadenza: 29/4/2005 Per informazioni: Agenzia Umbria Ricerche Via M.Angeloni, 78 06124 Perugia Tel. 075 5045805

Elenco professionisti Il presente bando intende istituire un Elenco di Soggetti Esperti, Long List, per la fornitura di servizi consulenziali pre e post costituzione di imprese ai destinatari delle Misure previste dalla Sovvenzione Globale. Settori per i quali si richiedono prestazioni di consulenza: Engeenering, Progettazione, Pianificazione e controllo, Produzione e tecnologia, Organizzazione delle risorse umane, Marketing e pubblicità, Sistemi informatici, Ambiente e territorio, Sicurezza, Certificazione qualità, Welfare Scadenza: 30/6 Per informazioni: Consorzio Novaumbria Via Don Bosco 11 06121 Perugia Internet: www.regione.umbria.it

Pietra Ligure (Savona) Impianto di depurazione comunale Incarichi di progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, contabilità lavori, assistenza al collaudo, coordinamento per la sicurezza nelle fasi di progettazione e di esecuzione e altre prestazioni accessorie relativi all’appalto di “Realizzazione della fase secondaria,

193 l’ARCA 105


AGENDA per il trattamento biologico, dell’impianto di depurazione comunale di Pietra Ligure”. Importo stimato del corrispettivo complessivo per tutti i servizi richiesti: 320.196,86 Euro Scadenza: 18/12 Per informazioni: Comune di Pietra Ligure Servizio responsabile: Ufficio lavori pubblici Via S.M.G. Rossello 21 17027 Pietra Ligure (SV) Tel. 019 62931203 Fax: 019 624166 Internet: www.comunepietraligure.it E-mail: lavori.pubblici@comunepietraligure.it

Pomezia (Roma) Elenco di professionisti abilitati Formazione di un elenco di professionisti abilitati ai fini dell’affidamento di incarichi professionali per servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Pomezia Piazza Indipendenza 1 00040 Pomezia (Roma) Tel. 06.91146251 Fax 06 91146236

+ europaconcorsi

Per informazioni: Commissione Europea, Direzione generale Centro comune di ricerca Sede di Ispra, Istituto per la protezione e la sicurezza dei cittadini, unità Supporto di gestione Att: F. Graham 21020 Ispra (VA) Tel. 0332 789154 Fax 0332 786243

Vibo Valentia Studio di fattibilità: parcheggi, uffici, risanamento ambientale (rettifica) Studio di prefattibilità: Costruzione parcheggi, servizi ed uffici. Risanamento zona. Sistemazione Piazza Spogliatore in Vibo Centro Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Vibo Valentia Piazza Martiri d’Ungheria 89900 Vibo Valentia Tel. 0963 599207, 0963 599211 Fax 0963 599207 Internet: www.comune.vibo-valentia.vv.it

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

Roma Ponte sullo Stretto di Messina (cercasi contraente generale) Affidamento a contraente generale, ex L. 443/2001 e d.lgs. 190/2002, nonché L. 1158/1971 come modificata dal d.lgs n. 114/2003, della progettazione definitiva ed esecutiva e della realizzazione con qualsiasi mezzo dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina e dei collegamenti stradali e ferroviari sul versante Calabria e Sicilia, comprensivo di tutte le attività correlate. Importo complessivo affidamento: 4.425.175.627,85 Euro Scadenza: 13/7 Per informazioni: Stretto di Messina SpA Servizio responsabile: Affari Legali e Societari Via Po 19 00198 Roma Tel. 06 858261 Fax 06 85826299 E-mail: info@strettodimessina.it Internet: www.strettodimessina.it

Sistema di Qualificazione per Servizi di Ingegneria di supporto alla progettazione E’ istituito presso ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione e Programmazione, per gli affidamenti di servizi compresi entro il limite massimo di 100.000 Euro, un Sistema di Qualificazione dei Prestatori di Servizi di Ingegneria e di supporto alla progettazione Scadenza: 31/12 Per informazioni: Anas S.p.a., Direzione generale Via Monzambano 10 Roma Tel. 06 490326 Fax 06 4454956 Internet: www.stradeanas.it

Varese Elenco di professionisti e società: mappatura su ampia scala del registro fondiario (catasto). Ispra Formazione di un elenco di professionisti e società per: Studi intesi a valutare la messa in opera di programmi di mappatura su ampia scala e programmi del registro fondiario (catasto) nell’’Unione Europea e nei Paesi candidati Scadenza: 11/4/2005

106 l’ARCA 193

Cile/Chile Santiago Colegio de Arquitectos de Chile Primer Seminario Internacional: “Arquitectura y Patrimonio Industrial” - Identidad Cultural y Desarrollo Sustentable 8/7-9/7 Per informazioni: Colegio de Arquitectos de Chile-Centro de Extensión y Perfeccionamiento-Escuela de Arquitectura Universidad de SantiagoArea de Extensión Tel. ++56 6386320 - 6398744 Fax ++56 6398769 Internet: www.coarq.com E-mail: extension@coarq.com

Per informazioni: IASTE 2004 Conference Center for Environmental Design Research 390 Wurster Hall University of California Berkeley CA 94720-1839 USA Tel. ++1 510 6426801 Fax ++1 510 6435571 Internet: www.arch.ced.berkeley.edu/ research/iaste/2004%20conference.htm E-mail: iaste@uclink4.berkeley.edu

Germania/Germany Berlin Technical University Textile Roofs Nono seminario sul progetto e la realizzazione di strutture di copertura a membrana/Ninth international workshop on the design and the realisation of architectural membrane structures 10/6-12/6

Colegio de Arquitectura XIV Bienal Panamericana de Arquitectura de Quito 2004 15/11-19/11 Per informazioni: Colegio de Arquitectura de Ecuador Provincial de Pichincha Nuñez de Vela N 35-204 e Ignacio San Maria Quito Tel. ++593 2 469093 Fax ++593 2 268750 Internet: www.cae.org.ec, www.trama.com.ec/bienal.html E-mail: caep@punto.net.ec, bienal@punto.net.ec

American University of Sharjah Post Taditional Environments in a Post Global World Nona conferenza della Ninth conference of Association for the Study of Traditional Environments 14/12-18/12

DesignBoom Design Aerobics-Light Objects On-line course 14/6-23/8 Per informazioni: DesignBoom via Brioschi 7 20136, Milano Internet: www.designboom.com

Triennale David Chipperfield: Cittadella Giudiziaria di Salerno 16/6

Cina/China

Berkeley-Oakland

Beijing

Merritt College Ecological Design: The Unstoppable Wave Conferenza interdisciplinare globale sulle prossime tendenze in architettura Global interdisciplinary Conference on the Next Great Wave in Architecture 5/8-8/8

China Architectural Cultural Center ABB2004-1st Architectural Biennial Beijing 2004 (www.ABBeijing.com) 20/9-6/10

Per informazioni: San Francisco Institute of Architecture Merritt College Environmental Studies Program P.O.Box 2590 Alameda, CA 94051 Fax ++1 510 8485400 Internet: www.sfia.net E-mail: sfia@aol.com

Chicago

Per informazioni: Triennale di Milano Iale Alemagna 6 Tel. ++39 02 724341 Internet: www.triennale.it

McCormick Place AIA National Convention and Design Exposition 2004 10/6-12/6

Cottbus

Pescara

Per informazioni: The AIA 2004 Internet: www.aia.org

Brandenburgische Technische Universität Built Spaces The Cultural Shaping of Architectural and Urban Spaces 23/6-25/6

Facoltà di Architettura The Mediterranean Medina Seminario internazionale sulle città mediterranee International workshop on Mediterranean cities 17/6-19/6

Per informazioni: Brandenburgische Technische Universität Lehrstul Theorie der Architektur Postfach 10 13 44 03013 Cottbus Tel. ++49 355 693602 Fax ++49 355 693176 Internet: www.theo.tucottbus.de/Wolke/eng/Conference/conferen ce.htm

Dresda Technical University Aesthetics and Architectural Composition 16/6-19/6 Per informazioni: TU-Dresden-Fakultat Architektur C/o Ralf Weber Zellescher Weg 17 01069 Dresden Internet: www.aestheticsonline.org/events/ae-architecture.html

Italia/Italy Como Fondazione Antonio Ratti Corso Superiore di Arte Visiva: Visiting Professor Jimmie Durham 1/7-22/7 Termine del bando di concorso/Deadline for selection requests: 15/5 Per informazioni: Fondazione Ratti Anna Daneri Lungo Lario Trento 9 Como Tel. ++39 031 233211 Fax ++39 031 233249 E-mail: fondazioneratti@libero.it

Emirati Arabi Uniti/UAE Sharjah/Dubai

Milano

Lecce Università di Lecce/Dipartimento di Innovazione in Ingegneria Materiali e tecnologie innovativi per la costruzione e il restauro Innovative Materials and Technologies for Construction and Restoration 6/6-9/6

Per informazioni: Attilio Petruccioli Preside Facoltà di Architettura Politecnico di Bari Via Orabona 4 70125 Bari Tel. ++39 080 5963887 Fax ++39 080 5963823 Internet: www.unich.it/idea E-mail: mediterraneanmedina@yahoo.it

Trento Università/Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Sustainability of the Housing Project 21/9-25/9 Per informazioni: Antonio Frattari Università di Trento 38100 Trento (Italy) Tel. ++39 461 882668 Fax ++39 461 882672 Internet: www.unitn.it/events/iahs32 E-mail. antonio.frattari@ing.unitn.it

Sud Africa/South Africa Cape Town University of Cape Town/Department of Civil Engineering/Upper Campus The SEMC 2004 International Conference Conferenza internazionale sull’ingegneria strutturale, meccanica e informatica Structural Engineering, Mechanics and Computation Conference 5/7-7/7 Per informazioni: University of Cape Town Department of Civil Engineering Professor A. Zingoni Chairman, SEMC 2004 Organising Committee Rondebosch 7701 Cape Town, South Africa Tel. ++27 21 650 2601 Fax: ++27 21 689 7471 Internet: www.semc2004.uct.ac.za E-mail: azingon@eng.uct.ac.za

+ europaconcorsi

USA

Per informazioni: Technical University of Berlin Lothar Gründig Internet: www.textileroofs.de/TR2004/index.htm

Ecuador Quito

Per informazioni: Università of Lecce Dipartimento di Innovazione in Ingegneria Via per Monteroni 73100 Lecce Tel. ++39 0832 320241 Fax: ++39 0832 320237 Internet: www.imtcr04.unile.it E-mail: imtcr04@unile.it

AGENDA

Colorado Springs Doubletree Hotel International Conference on Environmental Systems 19/7-22/7 Per informazioni: Society of Automotive Engineers Internet: www.sae.org

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

Colombia

Vienna Architekturzentrum The Austrian Phenomenon 2/4-12/7 Austrian Architecture in the 20th and 21st Century 4/3-28/9

Belgio/Belgium Anversa De Singel Abalos & Herreros 30/4-20/6

Venezia

Esprit Ettore Sottsass 26/3-27/6

Giardini di Castello/Arsenale 9. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 5/9-7/11

Weil am Rhein Vitra Design Museum Airworld-Design and Architecture for Air Travel 15/5-9/1/2005

Cartagena de Indias Sociedad Colombiana de Arquitectos XIX Bienal Colombiana de Arquitectura 22/7-24/7

Danimarca/Denmark Copenhagen Statens Museum for Kunst Design Denmark: le icone dell’industria 20/2-15/8 Danish Design Center Ingo Maurer-Raggiungendo la luna 5/3-6/6

Humlebaek Louisiana Museum of Modern Art William Eggleston: Los Alamos 19/3-6/6 Jorn Utzon 2/4-29/8

Francia/France Orléans Frac Centre Archilab 2004 2/10-2/12

Paris Austria

Ratingen

Pavillon de l’Arsenal Paris, visite guidée: la ville, histoires et actualité Fino al/through 31/12 VIA VIA Labels 11/6-27/6 Design and Sport 3/9-26/12 La Galerie d’Architecture OMA-Rem Koolhaas: L’Ambassade des Pays-Bas à Berlin, genèse d’un projet 12/5-26/6

Gran Bretagna/Great Britain London Design Museum Archigram 3/4-4/7 Designer of the Year 6/3-13/6 Zest For Life - The Designs of Fernando + Humberto Campana 19/6-19/9 Saul Bass - On Film 17/7-10/10 Marc Newson 23/10-30/1/2005 Museum of London/London Wall 1920s: The decade that changed London Fino al/through 18/7 RIBA Gallery Celebrating Diversity in Architecture 15/9-4/10

Italia/Italy

Gendringen Hutten former industrial complex Archipuncturale 2004 4/6-29/8

Rotterdam Kunsthal Content: Rem Koolhaas and OMA-AMO. Buildings, Projects and Concepts since 1996 27/3-29/8

Svizzera/Switzerland Losanna Vallée de la lon Lausanne Jardins 2004 19/6-17/10

Ex Chiesa San Francesco Terragni architetto europeo 20/4-30/11

Federal Institute of Technology Villa Garbald: Gottfried Semper – Miller & Maranta 14/5-3/6, 10/6-22/7 Adrian Meyer: Lehre und Praxis 27/5-8/7 Diplomarbeiten SS 2004 10/6-22/7

Genova Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce Arredare la casa, abitare il museo. Opere dalle collezioni del Frac Nord-Pas de Calais 22/4-6/6 Palazzo della Borsa Nuova 1925-1955 Architetture del Novecento in Liguria 4/6-13/7 Musei del Mare e della Navigazione I Transatlantici 19/6-1/11

Milano

Montreal CCA Out of the Box: Price Rossi Stirling + Matta-Clark 23/10/2003-6/9

Aedes West MAP Architects: Slow and Fast 4/6-11/7

Vancouver

Dessau

Trissino (Vicenza)

Art Gallery Massive Change: The Future of Global Design 2/10-3/1/2005

Bauhaus Dessau Elsa Thiemann. Fotografie Bauhaus und Berlin 26/2-6/6

Villa Trissino Marzotto Premio Martini per gli Architetti di Paesaggio 2004 2/5-31/7

Canada

Olanda/Holland

Zurigo

Neue Nationalgalerie, Berlin Content – Rem Koolhaas/OMA/AMO Fino al/through 20/11

Berlin

Basilica Palladiana Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura 14/5-11/7

Como

Triennale Come comete. Annunci e messaggi nella storia della Triennale 25/3-20/6 Design Scandinavo: al di là del mito 2/4-13/6 Il Secondo Palazzo della regione Lombardia: risultati del concorso internazionale 25/5-31/7 Civiltà dell’abitare. L’evoluzione degli interni domestici in Europa Fino al/through 6/12

Germania/Germany

Vicenza

USA New York Whitney Museum of American Art at Altria Architecture by Numbers 25/3-2/7 Cooper-Hewitt Design Museum Shock of the Old: Christopher Dresser 5/3-25/7 MoMA Queens Tall Buildings 16/7-27/9 Pratt Institute Camouflage to Cuisinarts: Seven Decades of Diversity in design 18/5-31/7

Washington National Building Museum Affordable Housing: Designing an American Asset 29/1-5/7 Envisioning Architecture: Drawings from the Museum of Modern Art 20/3-27/6

193 l’ARCA 107


AGENDA Mostre d’arte Art Exhibitions

+ europaconcorsi

Estonia Tallin Museum of Estonian Achitecture New Art from Lithuania 12/6-8/8

Linz Ars Electronica Center Ars Electronica 2004 2/9-7/9

Vienna Albertina Museum Rembrandt: Paintings, Drawings, Etchings 27/3-4/7 Kunsthaus Nicki de Saint Phalle: The Birth of Nanas 19/5-26/9

Belgio/Belgium Antwerp Mode Museum Goddes: The Classical Mode 8/5-22/8

Canada Montreal Museum of Fine Arts Toucher l’art 25/3-3/10 Albrecht Dürer 7/4-8/8 Jean Cocteau: Universal Creator 6/5-29/8

Vancouver Art Gallery Massive Change: The Future of Global Design Culture 24/6-26/9

Danimarca/Denmark Arken Museo d’Arte Moderna Pablo Picasso 31/1-13/6

Copenhagen Thorvaldsens Museum Storia dell’Arte Plastica 24/3-13/2/2005 Statns Museum for Knst Centenario di Georg Jensen 20/4-15/8

Lyngby Sophienholm Glass Art 15/5-4/7 Schizzi da Skagen e l’Isola di Fionia 6/11-11/1/2005

108 l’ARCA 193

Arezzo

Genova

Orangerie du Domaine de Madame Elisabeth Du corp à l’image 2/4-27/6

Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea Da Picasso a Botero. Capolavori dell’arte mondiale nel Novecento 27/3-6/6

Varie sedi Genova 2004 www.genova-2004.it

Arles

Berlino

Maison des rencontres Rencontres de la photographie 8/7-19/9

Château d’Ecouen La Renaissance en Croatie 7/4-5/7

Neue Nationalgalerie Das MoMA in Berlin 20/2-19/9

Musée d’Orsay Johan Barthold Jongkind (18191891) 2/6-5/9 Alfred Stiegelitz et son cercle. La modernité à New York, 1905-1930 19/10-16/1/2005

Bonn

Chartres Centre National du Vitrail La restauration des vitraux 20/3-10/1/2005

Ecouen Musé National de la renaissance La Renaissance en Croatie 8/4-12/7

Musée Picasso Picasso Ingres 18/3-21/6

Le Havre

Musée du Luxembourg Moi-Autoportrait 1/3-25/7

Musée des Beaux-arts Vagues 26/6-27/9

Musée Carnavalet L’animal à Paris 12/5-5/9

Lille

Crypte Akagi, 40 ans à Paris 9/6-28/11

Varie sedi Lille2004 www.lille2004.com Verrère du Palais Rameau Lumières d’artistes-Ici la nuit verte est immense par Sarkis 6/3-2/12 Eglise Sainte-Marie Madeleine Peter Greenway 22/4-13/6 Erwin Redl 7/7-30/10 Le Parc de la Deule Hello Terra, le jardin aux cent visages 29/5-30/10 Musée d’art moderne Lille Métropole Amedeo Modigliani et Jeanne Hébuterne 16/4-1/8 Hommage à Maurice Jardot 16/4-1/8 Mexique-Europe, allers-retours 1910-1960 3/9-16/1/2005 Les Beffrois de la culture: Jean Dubuffet et l’Art Brut 6/9-26/9 Musée des Beaux-Arts Rubens 6/3-14/6

Marseille Musée de la Mode Glossy. Modes et papier glacé 26/3-5/9

Paris Centre Pompidou Joan Miró: La naissance du monde 3/3-28/6 Giuseppe Penone 1968-2004 21/4-23/8 Centre National de la Photographie Orlan 7/4-28/6

Galerie Malaquais Les architectes du sensible, panorama de la sculpture indépendante au XX siècle 14/5-31/7 Musée Nationale d’Histoire Naturelle Piranhas enivrès 11/2-31/8 Galeries Artitude Dumourier/Le Boulbar 3/6-14/6 5° Salon International du petit Format: Enakieff-Henry/Maeno 17/6-28/6 Bru/Cherubini 1/7-12/7

Rochechouart Musée d’Art Contemporain Raoul de Keyser 5/6-29/8

Saint-Denis Parc Départmental de La Courneuve Art Grandeur Nature-Biennale d’art contemporain 15/5-17/10

Saint-Jean-de-Monts Musée des Arts Asiatiques-Guimet Sanyu. Peintre chinois contemporain 16/6-13/9

Valenciennes Musée des Beaux-Arts Watteau et les fêtes galantes 6/3-14/6

Vallauris Musée Natoinal Picasso la Guerre et la Paix Franco Garelli, sculptures de céramiques, sculptures de métal 27/3-7/6

+ europaconcorsi

Versailles

Musée du Louvre Ingres, dessins du Louvre 19/3-14/6 Dante et Virgile aux Enfers d’Eugène Delacroix 9/4-5/7 Paris 1400. Les arts sous Charles VI 26/3-12/7

Francia/France Austria

Galeries Nationales du Grand Palais Montagnes célestes: Trésors des musées de Chine 30/3-28/6

AGENDA

Germania/Germany

Kunst-und austellungshalle der BRD Georg Baselitz 2/4-8/8 The Thracians-Orpheus’ Golden Empire 23/7-28/11 Genghis Khan and His Heirs 26/11-28/3/2005

Frankfurt Schirn Kunsthalle Art – A Child’s Play 9/5-18/7 Life, Love and Death: The Work of James Lee Byars 13/5-18/7 3’ 30/9-2/1/2005 Yves Klein: A Retrospective 17/9-9/1/2005

Gran Bretagna/Great Britain London National Gallery Dürer and the Virgin in the Garden 24/3-20/6 Tate Britain Art of the Garden 3/6-30/8 This Was Tomorrow: Art and the 60s 30/6-3/10 Tate Modern Edward Hopper 27/5-5/9 Luc Tuymans 23/6-26/9

Arona (Novara) Villa Ponti Ligabue come Van Gogh 13/3-27/6

Museo Diocesano Intorno al sacro volto: Mandylion 3/4-4/7

Viafarini Arrivederci e grazie 9/6-30/7

Bergamo

Accademia Linguistica Il periplo creativo: Maestri e nuove espressioni tra Genova e Istanbul 16/4-20/6

Galleria Lia Rumma Sabah Naim 4/5-26/6

Castel Sismondo Seicento inquieto 27/3-27/6

Modena

Rivoli (Torino)

Palazzo santa Margherita e Palazzina dei Giardini Pop Art UK: British Pop Art 1956-1972 18/4-4/7

Castello Pierre Huyghe 21/4-18/7

Gamec Alighiero Boetti: quasi tutto 6/4-18/7

Bologna Palazzo Re Enzo Artelibro festival 17/9-19/9

Cantù (Como) Riva R1920 Centre Alessandra Angelini: Walking in the colours 8/5-25/9 Colorno (Parma) Franco Maria Ricci, collezionista, editore e bibliofilo 13/3-4/7

Como Villa Olmo Joan Miró: alchimista del segno 13/3-6/6

Empoli (Firenze) Chiesa di Santo Stefano Jacopo da Empoli (1551-1640)Pittore d’eleganza e devozione 21/3-20/6

Faenza Museo Internazionale della Ceramica JIKI: Porcellana giapponese tra Oriente e Occidente dal 1610 al 1760 26/6-7/11

Ferrara

Royal Academy of the Arts Tamara de Lempicka: Art Déco Icon 15/5-30/8

Palazzo Strozzi Botticelli: da Lorenzo il Magnifico a Savonarola 10/3-11/7

St.Yves

Palazzo Medici Riccardi Stanze segrete-Raccolte per caso: I Medici Santi; Gli arredi celati 25/3-26/9

Ancona Mole Vanvitelliana Dürer 15/4-30/6

Museo d’Arte Alberto Giacometti 16/10-20/2/2005

Centre Culturel Français Elisabeth Ballet, sculptures 15/5-8/7

Castello Gli Este a Ferrara 14/3-13/6

Italia/Italy

Galleria Marco Voena Gerhard Richter: Onkel Rudi 5/5-16/7

Ravenna

Palazzo Ducale L’età di Rubens-Dimore, committenti e collezionisti genovesi 20/3-11/7

Victoria and Albert Museum Vivienne Westwood 2/4-11/7 Bill Brandt 22/3-25/7

Tate David Nash 22/5-26/9 Mariele Neudecker 22/5-26/9

Galleria Galica Berta Fischer 6/5-10/7

Firenze

Università Internazionale dell’arte Beppe Serafini (1915-1987): una pittura alle radici della nostra esistenza 23/5-26/6

Magazzini Abbondanza Genova, città del saper fare 24/4-25/7 Palazzo Tursi La civiltà dei Palazzi genovesi e l’invenzione dei rolli 8/5-5/9 Palazzo Reale Capolavori della Collezione Durazzo da Bronzino a Rubens 14/7-3/10 Museo Ebraico Marc Chagall e la Bibbia 19/4-15/7 Piazzale Mandraccio Porto Antico La Terra vista dal cielo: Yann Arthus Bertrand 25/4-25/7 Magazzini del Cotone Osservatorio sulla creatività. Normali meraviglie, una mappa di piccole fantasie 17/6-5/9

Legnano (Milano) Palazzo Leone da Perego Gianfranco Ferroni. Diario esistenziale. Olii, disegni, incisioni degli Anni Sessanta. 9/5-27/6

Lucca Museo Villa Guinigi Matteo Civitali e il suo tempo. Pittori, scultori e orafi a Lucca alla fine del ‘400 2/4-11/7

Merano (Bolzano) KunstMeran Il sacro nell’arte contemporanea 12/6-29/8

Milano Palazzo Reale Anton van Dyck 19/2-20/6 A Caccia in Paradiso: arte di corte nella Persia del Cinquecento 10/3-27/6 Museo Poldi Pezzoli A caccia in Paradiso. Arte di corte nella Persia del Cinquecento 5/3-27/6

Gallarate (Varese)

Stazione Centrale Binario21/22 Su la testa 26/5-16/6

Civica Galleria d’Arte Moderna Z.A.T. Zone Artistiche Temporanee: XXI-XXII Edizione Premio Gallarate 9/5-31/7

Biblioteca di Via Senato L’arte decorativa dal Liberty al Déco: natura fonte di ispirazione 17/3-29/8

Mondovì (Cuneo) Ex chiesa di Santo Stefano HANS HARTUNG – Lo spazio del gesto 15/5-15/7

Padova Musei Civici agli Eremitani Petrarca e Padova 22/4-4/7 Cappella degli Scrovegni Visite in notturna 2/3-30/6

Parma Galleria Nazionale-Voltoni del Guazzatoio Luce sul Settecento: Gaspare Traversi e l’arte del suo tempo in Emilia 4/4-4/7

Perugia Galleria Nazionale dell’Umbria Perugino divin pittore 28/2-18/7

Pesaro Palazzo Gradari Lorenzo Sguanci 10/4/10/9

Poggio a Caiano (Prato) Le Scuderie Medicee I luoghi della vita- Premio europeo donne fotografe 2003/2004 8/5-11/7

Pordenone Museo Civico delle Scienze Lakota Sioux, il mito e il paesaggio 18/7-24/10

Prato Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Massimo Bartolini 25/10/2003-20/6 Opere storiche 25/10/2003-1/8 Santa Caterina e Museo di Pittura Murale Filippino Lippi (1457-1504) a Prato. Un “bellissimo ingegno” 8/5-25/7

Reggio Emilia Musei Civici Lakota Sioux, il mito e il paesaggio 18/4-4/7

Rimini

Roma Palazzo Venezia A Flash of Art. Fotografi d’azione a Roma 1953-1973 11/6-3/10 Piazza San Pietro Robert Hupka: fotografie-La Pietà di Michelangelo 15/3-30/6 Complesso del Vittoriano Paul Klee 13/3-27/6 Chiostro delBramante Il Déco in Italia 15/3-27/6 Arte e Sport nel ‘900 italiano 29/4-27/6 Associazione Culturale Valentina Moncada Ileana Florescu: Acqua di cometa 19/5-30/6 Nextdoor. Artgalleria Massimo Vitali: “When the sun goes down, falls the snow”. Fotografie 6/5-19/6

Rovereto (Trento) MART Il libro d’artista 14/5-11/7 Medardo Rosso 14/5-22/8 Miró. Opere scelte della Fondazione Maeght 10/9-7/11 Carol Rama 10/9-28/11

San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) Biennale Adriatica di Arti Nuove (BAAN) 28/8-18/9

Savona Palazzo del Commissario/Fortezza del Priamar Biancoblu: cinque secoli di grande ceramica in Liguria 7/5-7/7

Seravezza (Lucca) Palazzo Mediceo Da “Marmo” al Marmo 25/5-4/7

193 l’ARCA 109


AGENDA

+ europaconcorsi

Strà (Venezia)

Verona

Villa Pisani Dal cielo all’universo. Il messaggio della luce 20/3-10/10

Palazzo Forti Orizzonti aperti. Da Felice Casorati a Vanessa Beecroft Fino al/through 20/6 Franco Guerzoni: Sipari 26/3-20/6

Torino Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Non toccare donna bianca 10/9-14/11 Palazzo Cavour La borghesia allo specchio. Il culto dell’immagine 1860-1920 25/3-27/6 Palazzo Bricherasio Arte Buddhista Tibetana. Dei e demoni dell’Himalaya 18/6-19/9 Biblioteca Reale 13 Artisti del Cinquecento Fino al/through 27/6 Promotrice delle Belle Arti Gli impressionisti e la neve. La Francia e l’Europa 27/11-25/4/2005 Galleria d’Arte Moderna Marc Chagall, un maestro del Novecento 24/3-4/7 Mario Cresci: La casa della fotografia 1966-2003 7/4-24/7

Trento Castello del Buonconsiglio Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il Po dalla preistoria all’Alto Medioevo 19/6-7/11 Galleria Civica di Arte Contemporanea Progetto speciale: Maurizio Cattelan 31/3-26/9

Treviso Palazzo Bomben Fernanda Pivano “Voci-Voices” 22/5-18/7

Urbino Palazzo Ducale I Della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano 4/4-4/11 (stesse date anche a Urbania, Palazzo Ducale; Senigallia, Palazzo Ducale; Pesaro, Palazzo Ducale)

Venezia Palazzo Fortuny Mariano Fortuny: un viaggio in Egitto 27/3-27/6 Ileana Ruggeri: Navis 5/5-4/7 Stazione Santa Lucia Su la testa 26/8-19/9 Museo Correr Il territorio nella società dell’informazione: dalla cartografia ai sistemi digitali 1/5-11/7 Galleria Rossella Junck Anne-Lise Sibony 28/5-17/7 Palazzo Venier Leoni Peggy & Beyond 2/6-14/6

110 l’ARCA 193

Vicenza Gallerie di Palazzo Leoni Montanari Restituzioni 2004. Capolavori restaurati 20/3-20/6

Lussemburgo/Luxenbourg Lussemburgo Mudam/Banque de Luxembourg Kyoichi Tsuzuki: Happy Victims - you are what you buy 21/4-13/6 Patrick Jouin, Ronan et Erwan Bourellec, Laurent Massaloux: Audiolabds 30/6-12/9 Mental Klinik: Self 10/10-12/12

Spagna/Spain Bilbao Bilboko Arte Eder Museoa Juan de Echevarrìa 12/4-27/6 Kitaj. An Hispanist Portrait 31/5-2/8 From Ingres to Cézanne. The 19th century in the collection of the Petit Palais 28/6-19/9 John Davies. Sculptures and Drawings since 1968 18/10-23/1/2005

Madrid Pabellòn de la Pipa del Recinto Ferial de Casa de Campo NonStop.Madrid 04 30/9-4/10

Svizzera/Switzerland Basilea Fondazione Beyeler Francis Bacon-The Tradition of Art 8/2-20/6

Bellinzona Museo in Erba In viaggio con Gauguin 12/2-15/6 Toulouse-Lautrec 16/9-29/1/2005 Museo Villa dei Cedri Stanze di Valerio Adami 29/4-15/8

Ligornetto Museo Vela Winckelmann e l’Egitto 6/6-14/11

Locarno Pinacoteca Casa Rusca Pierre Casè 12/9-12/12

Lugano Museo Cantonale d’Arte Cahier d’artistes- Artisti svizzeri selezionati per i Cahier d’artistes 15/5-29/8 Il mito dell’infanzia nell’arte del XX secolo: da Picasso, Kandisky e Klee a oggi 10/10-16/1/2005 Fondazione Galleria Gottardo Tallin 2/7-23/12

Martigny Fondation Pierre Gianadda Capolavori della Phillips Collection di Washington 27/5-27/9

Rancate Pinacoteca Cantonale Züst Ludovico David 16/9-28/11

Valencia IVAM Barbara Eichhorn-Wenzel Ziersch 29/4-4/7 Stipo Pranyko 13/5-29/8 Living under the half moon 17/6-22/8 David Smith-Drawings 15/7-26/9 Barbara Hepworth 2/9-14/11 Ghada Amer 9/9-7/11

Svezia/Sweden Stockholm Moderna Museet Karl Isakson 15/5-29/8 Swedish Hearts 12/6-15/8 Man Ray Meret Oppenheim 4/9-31/10

USA Baltimore Museum of Art Picasso: Surrealism and the War Years 29/1-29/8

Boston Museum of Fine Arts Gauguin - Tahiti 29/2-20/6 The Greek Athlete: Games for the Gods 21/6-28/11 Josef Sudek: Poet With A Camera 28/7-17/1/2005

Cincinnati Contemporary Arts Center Crimes and Misdeamenors: Politics in US Art of the 1980s Fino al/through 21/11

AGENDA

Denver

San Francisco

Art Museum Heaven and Home: Chinese Art of the Han Dynasty from the Sze Hong Collection Fino al/through 19/12 Painting a New World: Mexican Art and Life, 1521-1821 4/4-25/7

SFMoMA Pipilloti Rist: Stir Heart, Rinse Heart 6/3-12/9

Los Angeles LACMA Salvation: Images of the Buddhist Deity of Compassion Fino al/through 5/7 Inventing Race: Casta Painting and Eighteenth-Century Mexico (La invención del mestizaje: La pintura de castas y el siglo dieciocho en México)* 4/4-8/8 Beyond Geometry: Experiments in Form, 1940s–1970s* 13/6-3/10

Miami Miami Art Museum New Work: Russell Crotty 5/3-27/6 Chuck Close Prints: Process and Collaboration 14/5-22/8

Guangzhou (Canton)

National Gallery of Art Drawings of Jim Dine 21/3-1/8

International Convention & Exhibition Centre Lighting Exhibition and Electrical Building Technology Salone internazionale dell’illuminotecnica e dell’edilizia 9/6-12/6

West Palm Beach Norton Museum of Art Julie Moos: Hat Ladies 24/4-4/7 Birdspace: A Post-Audubon Artists’ Aviary 28/5-19/8

Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Argentina Buenos Aires

Guggenheim Speaking with Hands: Photographs from the Buhl Collection 3/6-8/9 Brancusi: The Essence of Things 17/6-19/9

La Rural ELECTRIC 2004 Mostre e congressi dell’industria elettrica, elettronica, luminotecnica, della casa e della sicurezza/Exhibitions and conferences of electric, electronic, lighting, home and security industries 26/10-30/10

Noguchi Museum Noguchi: Sculptural Design 17/4-15/9 MoMA Queens Fashioning Fiction in Photography since 1990 16/4-28/6 Projects 81: Jane Shean 10/6-27/9 Tall Buildings 16/7-27/9 New York Library The Art Déco Book-binding of Pierre Legrain and Rose Adler Fino al/through 12/6

Philadelphia Institute of Contemporary Art The Big Nothing Yun-Fei Ji Ramp Project: Judy Pfaff 1/5-1/8

San Diego Museum of Art Contemporary Links: Shahzia Sikander 27/3-27/6 Saint Peter and the Vatican: The Legacy of the Popes 15/5-6/9

Per informazioni: Messe Frankfurt ISH Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt m Main Tel. ++49 69 75756457 Fax ++49 69 75756758 Internet: www.ish.messefrankfurt.com E-mail: susanne.brendle@messefrankfurt.com

Washington DC

New York

Metropolitan Museum of Art Pittori della realtà. Le Ragioni di una Rivoluzione da Foppa e Leonardo a Caravaggio e Ceruti 27/5-15/8

+ europaconcorsi

Per informazioni: Expoart F.D. Roosevelt 2445 11º "C" (C1428BOK) Buenos Aires Tel./Fax ++54 11 4788-8501 Internet: www.expoart.com.ar E-Mail: expo@expoart.com.ar

Australia Melbourne Exhibition Centre Designbuild Exhibition Salone internazionale dell’edilizia International trade show of the building industry 20/6-23/6 Per informazioni: Australian Exhibition Services Pty Ltd. Bill Hare Internet: www.designbuildexpo.com.au E-mail: designbuild@ausexhibit.com.au

Cina/China Beijing International Exhibition Center ISH China Salone internazionale dei sanitari, del riscaldamento e del condizionamento International trade fair for sanitation, heating and airconditioning 14/9-17/9

Per informazioni: Internet: www.illuminationchina.com, www.messefrankfurt.com.hk

New Chinese Export Commodities Fairground CBD 2004 Salone internazionale dell’edilizia e della decorazione/International trade fair of building and decoration 6/7-9/7 Per informazioni: MEREBO Messe Marketing Jakobikirchhof 9 20095 Hamburg / Germany Tel. ++49 40 60876926 Fax +49 40 60876927 Internet : www.cbd2004.de E-mail: cbd@merebo.com

Hong Kong Convention and Exhibition Center Real Facility Expo Asia Pacific Salone e conferenza internazionale del mercato immobiliare e della gestione servizi/International exhibition and conference on corporate real estate and facility management 16/11-18/11 Per informazioni: Messe Frakfurt HK Kate Newman Tel. ++852 22389940 Fax ++852 25198632 Internet: www.messefrankfurt.com.hk E-mail: katie.newman@hongkong.messefrankfurt.c om

Francia/France Avignon Parc des Expositions Energie, Réseaux Expo et Equipement Territorial Salone internazionale dell’energia e dell’ambiente International trade fair of energie and environment 22/9-24/9 Per informazioni: Idexpo Christine de Ruffray Tel. ++33 01 41984027 Fax ++33 01 41984076 Internet: www.idexpo.com E-mail: christine.deruffray@idexpo.com

Nantes Parc des Expositions de la Beaujoire Carrefour International du Bois Salone internazionale del legno International trade fair of wood 2/6-4/6 Per informazioni: Internet: www.salonsonline.com/data/event2151.html

Germania/Germany Koln Messe Orgatec Salone internazionale per la progettazione, l’arredamento e la gestione del business/International trade fair of design, furniture and business management 19/10-23/10 Per informazioni: Koln Messe Volker De Cloedt Tel. ++49 221 8212960 Fax ++49 221 821 3446 Internet: www.orgatec.de E-mail: v.decoedt@koelnmesse.de

Per informazioni: Fiera di Genova Piazzale J.F.Kennedy 1 16129 Genova Tel. ++39 010 5391274 Fax ++39 010 5391270 Internet: www.tecnhotel-online.it E-mail: tecnhotel@fiera.ge.it

Pordenone Fiera ZOW Salone dei componenti, semilavorati e accessori per l’industria del mobile/Trade fair of components and accessories for furniture industry 20/10-23/10

Chiba

Per informazioni: Business International Via Carducci 12 20123 Milano Tel. ++39 02 86995712 Fax ++39 02 86913226 Internet: www.zow.net E-mail: info@zow.it

Nippon Convention Center-Makuhari Messe DIY Home Center Show Salone internazionale del design per la casa/International trade fair of home design 26/8-28/8

Sicailux Salone internazionale componenti e accessori per l’illuminazione/International trade fair for components and accessories for lighting 10/11-13/11

Giappone/Japan

Per informazioni: Japan DIY Industry Association Shin Kanda Bldg. 5F 1-8-5 Kajico, Chiyoda-ku Tokyo 101-0044 Japan Tel. ++81 3 32564475 Fax ++81 3 32564457 Overseas Operations Office Space Media Japan Co. Tel. ++81 3 35125670 Fax ++81 3 35125680 Internet.www.diy.or.jp E-mail: diy@smj.co.jp

Per informazioni: Se/Di/Ci Elisa Velluto Via Sapeto 5 20123 ilano Tel. ++39 02 89423781 Fax ++39 02 83201606 E-mail: elisa.velluto@sedici16.it

Svizzera/Switzerland Basilea

Iran Tehran Iranconmin Salone internazionale dei macchinari, impianti, processi, materiali da costruzione/International trade fair of machinery, plants, processes and building materials 7/6-11/6 Per informazioni: IMAG Günter Miedaner Am Messesee 2 81829 Munich Germany Tel. ++49 89 94922116 Internet: www.iranconmin.de E-mail: miedaner@imag.de

Fiera Holz Fiera internazionale per l’artigianato e l’industria della lavorazione del legno/International trade fair of craftmanship and industry of wood works 12/10-16/10 Per informazioni: Holz 04 Fiera di Basilea CH-4005 Basilea Tel. ++41 58 2063112 Fax ++41 58 2062188 Internet: www.holz.ch E-mail: barbara.binz@messe.ch

USA Boston

Italia/Italy Firenze Fortezza da Basso SET Salone internazionale dell’edilizia e del restauro/International trade fair of building and restoration 25/11-28/11

Convention and Exhibition Center ISH North America Salone internazionale dei sanitari, del riscaldamento e del condizionamento/International trade fair for sanitation, heating and airconditioning 14/10-16/10

Per informazioni: Elsud Via Leopardi 31/c 52025 Montevarchi (AR) Tel. ++39 055 9105101 Fax ++39 055 9102759 Internet: www.elsudfiere.it E-mail: info@elsudfiere.it

Per informazioni: Messe Frankfurt ISH Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt m Main Tel. ++49 69 75756457 ++49 69 75756758 Internet: www.ish.messefrankfurt.com E-mail: susanne.brendle@messefrankfurt.com

Genova

Chicago

Fiera Tecnhotel Hospitality Salone internazionale del contract alberghiero/International trade fair of hotels services 12/11-15/11

Hilton Towers Design-Build Expo 3/11-4/11 Per informazioni: Design-Build Institute of America Internet: www.dbia.org E-mail dbia@dbia.org

193 l’ARCA 111


in the World

in the World

ARGENTINA

FINLAND

Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar

Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330

ALBANIA

FRANCE

Adrion LTD Sh. 1, Ap. 8 Sami Frasheri Str. P. 20/1 Tirana Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242

AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675

AUSTRIA

Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz

BELGIUM

(l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004 Fax 02 4253022

BRAZIL

Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao Paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410

CHILE

Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210

CYPRUS

Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P.O. Box 24508 Tel. 2.878500 Fax 2.489131

(l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607 Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585 Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598

Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603

GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de

GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801

ISRAEL

PRINCIPALITY OF MONACO

TURKEY

Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579 Fax 03 5794567

(l’Arca International)

Arti Perspektif Yayincilik Kiziltoprak Bagdat Cumhur Sadiklar 12/1 81030 Kadikoy/Istanbul Tel. 0216 4189943 Fax 0216 4492529 arti.perspektif@bnet.net.tr

JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308

KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028

MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314

Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313

Rowecom UK Ltd (subscriptions) Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440

Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799

Bordeaux

GREECE

La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683

Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241

Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050

Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216

Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777

HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV (subscriptions) P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111

MEXICO

POLAND Pol-Perfect SP Z.O.O. Ul. Wladyslawa Lakietka 7 PL 03-590 Warszawa Tel. 22 6772844 Fax 22 6772764 Gambit Ai Pokoju 29/B/22-24 31-564 Krakow Tel. 012 42155911 Fax 012 4227321 informacja@gambit.krakow.pl

PORTUGAL

Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492

SINGAPORE Leng Peng Fashion Book Centre 10 Ubi Crescent, #05-26 Singapore 408564 Tel. 7461551 Fax 7424686

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