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Cesare Maria Casati

Un traguardo raggiunto

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on questo fascicolo la rivista raggiunge il suo duecentesimo numero e sento il dovere di fare un bilancio di questi quasi venti anni di impegno, di errori forse, ma anche, e consentitemi un piccolo angolo di vanagloria, di soddisfazione mia, di Maurizio, di Antonio, di Elena, di Elena, di Carlo, e di tutti gli altri amici della redazione e di tutta la casa editrice che quotidianamente mi hanno sopportato e supportato. Un grazie particolare anche a tutti gli autori e progettisti, quasi 3500, le cui opere e i cui scritti hanno reso significativo il nostro lavoro in questi anni. All’interno della rivista abbiamo dedicato loro due pagine di “grazie”. Debbo francamente riconoscere che gli obiettivi editoriali che ci eravamo prefissati nel 1986 progettando la rivista per lo più sono stati rispettati e che la nostra allora “scriteriata” opinione di non voler sin dall’inizio rappresentare o promuovere nessuna tendenza, alla luce di quanto è avvenuto, si è dimostrata lungimirante. Certamente durante il percorso non ci sono mancate critiche per il fatto di affermare continuamente che le tendenze erano finite ed era iniziata la grande trasformazione del progetto, ma oggi, che tutti i soliti ben pensanti affermano come loro scoperta che le “tendenze” sono proprio finite ed è iniziata la “metamorfosi”, possiamo tranquillamente dirci: abbiamo lavorato bene e abbiamo informato sempre i nostri lettori correttamente. Possiamo anche vantarci, senza ombra di smentite, che la politica di pubblicare, segnalare e analizzare solo progetti corrispondenti a parametri di creatività, intelligenza, innovazione e, perché no, di bellezza, oggi si è dimostrata giusta, infatti per lo più sono tutte opere rimaste valide nel tempo. Quelle tralasciate si sono poi rivelate effimere. Abbiamo anche rivalutato antichi maestri (Paul Rudolph e John Johansen) e scoperto per primi quelli nuovi (da Massimiliano Fuksas a Mario Cucinella). Siamo anche fieri di segnalare, mese per mese, tutte le nuove ricerche e sperimentazioni intorno al progetto di architettura che vede moltissimi giovani di tutto il mondo confrontarsi con diversi linguaggi nell’eterna ricerca di definire idealmente ambienti, spazi e volumi coerenti all’evoluzione delle tecnologie prossime e venture. Tutto ciò ci conferma sempre più che l’architettura può esprimersi indifferentemente in uno o più linguaggi progettuali se il fine è il raggiungimento di fusione tra immagine ed emozione, binomio che quando riesce genera sempre bellezza. Risultato di cui il nostro mondo ha sempre più bisogno per abbandonare finalmente, da parte di alcuni storici confronti impropri con canoni del passato, anche recente. In definitiva questo sarà il programma dei prossimi duecento mesi, non ci fermeremo ai risultati raggiunti ma continueremo a segnalare ai nostri lettori, sparsi in tutto il mondo, come dall’inizio, a essere “scriteriati”, imprevedibili e attenti a tutti i segnali, forti e deboli, purché contengano germi di intelligenza, innovazione e bellezza.

Reaching Our Goal

T

his is the two-hundredth edition of our magazine, so I think it would be an ideal time to take stock of almost twenty years’ work. Mistakes have perhaps been made but, and let me blow my own trumpet a little here, I think we also have plenty of reason to be happy, me Maurizio, Antonio, Elena , Elena, Carlo, and all our other friends on the editorial staff and the entire publishing house that have put up with me day after day. Special thanks must also go to all the writers and architects, almost 3500, whose works and articles have made our work so valuable down the years. Two full pages of the magazine are devoted to saying “thank you” properly. I can quite honestly state that the targets we set back in 1986 when we first launched the magazine have largely been reached, and the “madcap” opinion we expressed at the time of have absolutely no intention of representing or promoting any particular trend has, with hindsight, turned out to be extremely far-sighted. Of course plenty of criticism has been levelled at us for continually pointing out that the time for trends was over and a great period of transformation in architectural design was under way, but now that all the usual prigs are claiming to have discovered that “trends” are truly over and a time of “metamorphosis” has now begun, we can say to ourselves in all honesty that: we have worked well and kept our readers properly informed. We can also boast, without the slightest fear of contradiction, that the policy of publishing, pointing out and analysing only projects meeting certain standards of creativity, intelligence, innovation and (why not?) even beauty, has now turned out to be right; indeed most of the selected works have stood the test of time. And those we ignored have turned out to be of only passing interest. We have also managed to refocus attention on certain old masters (Paul Rudolph and John Johansen) while at the same time being the first to discover their successors (from Massimiliano Fuksas to Mario Cucinella). We are also proud of our monthly review of all the new research and experimentation going on in architectural design involving lots of youngsters from all over the world, who are coming to terms with different languages and idioms as part of an endless quest to come up with an ideal definition of environments, spaces and structures in line with the technological developments of the near future. All this is further evidence that architecture can adapt to one or more design idioms with equal ease, when the aim is to achieve a fusion of image and emotion; a combination, which, when attained, inevitably generates beauty. This is something our world increasingly requires, if certain critics are to finally stop making certain inappropriate comparisons with the canons and styles of even the recent past. This will indeed be our programme for the forthcoming two-hundred months; we will not settle on our laurels but continue, as we have from the very onset, to encourage our readers scattered all over the world to be “madcap”, unpredictable and attentive to all signals, be they weak or strong, provided they contain seeds of intelligence, innovation and beauty.

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etvaqirsiey # +Arch, 3D+Swedish Design, 45è Parallèle, 4AR-HAIR, 5+1 Associati A A.I. Studio, Carella, Luca Carlevarijs, Arturo Carmassi, Carmellini-Magnoli, Bradley Carney, Anthony Alvar Aalto, Gianantonio Abate, ABB, Daniele Abbado, Cinzia Abbate, Giuseppe Abbati, Caro, Lucio Caro, Neiva Lou Caroso, Paolo Carpeggiani, Ed Carpenter, James Carpenter, Edgardo Abbozzo, Raimund Abraham, G.Abuladze, Gioacchino Acampora, Vito Acconci, John Carpenter, Gordon Carrier, R.Carrieri, Nicola Carrino, Josep Maria Cartañà, Henry ACE, Gualtiero Aceti, Acconci Studio, Franz Ackermann, James S.Ackerman, AC Martin Cartier Bresson, Luigi Caruso, Pietro Caruso, Alda Casal, Victoria Casasco, Cesare Partners, Acmestudios/John Souza, Acton Johnson Ostry Architects, Heinz Adamek, M.Casati, Matteo Casati, Angelo Casciello, Roberto Cascone, Pino Castagna, Stefano Valerio Adami, Esbjörn Adamson, Carl F.Adelkrantz, ADI, Davide e Gabriele Adriano, Aebi Castagni, Gianni Castagnoli, P.Castellanelli, Enrico Castellani, Aldo Castellano, Clino et Vincent, AEG, Nicholas Africano, Agence Babel, Chiara Aghemo, Eugenio Aguinagua, Castelli, Andrea Castellucci, Castiglioni & Nardi, Achille Castiglioni, Giorgina Castiglioni, Matti Aho, Ahrends Barton and Koralek, Gilles Aillaud, K.Ajtimov, Toshio Akimoto, Josef Piero Castiglioni, Luis Castro, Roland Castro, R.Castrofino, Carlo Catani, Corrado Catani, Albers, Albini-Helg-Piva-Architetti-Associati, Marco Aldegani, Elisabetta Alè, Pierre Leo Catani, A.Catozzi, Cesare Cattaneo, Renato Cattaneo, Alberto Cattani, Emmanuel Alechinsky, Iole Alessandrini, Lorena Alessio, Carlo Alfano, Algardi, Alias Waterfront, Cattani, Maurizio Cattelan, Gianfranco Cautilli, Rinaldo Cavagnaro, Alik Cavaliere, Leo Alighiero e Boetti, Luca Alinari, Stan Allen, Allied Works Architecture, Allmann-Satller- Cavalli, Valerio Cavatorta, CBCR, CEA-Consorzio Engineering Aeroportuale, L.Ceccarelli, Wappner Architekten, Almudever-Lefebvre, William Alsop, Adelaide Altina, Ronald Rossella Ceccarelli, Maurizio Cecchetti, Loris Cecchini, Ann Cederna, Filippo Cei, Ottorino A.Altoon, Altoon/Porter, Alumix (Gruppo Efim), Chema Alvargonzalez, Juan Carlo Alvear, Celano, Germano Celant, Pierluigi Celata, Eloy Celaya, Federico Cellini, Francesco Cellini, Getulio Alviani, AMA Group-Alfonso Mercurio, Isabella Amaduzzi, Edmond Aman-Jean, Giancarlo Censi/Afro Gotto, Gianfranco Censini, Centola & Associati, Luigi Centola, Alex Amann, Enzo Amantea, Roberta Amato, Vincenzo Amato, Emilio Ambasz, Dario Centro Ricerche Strutture Naturali, Centro Studi Blaupunkt, Centro Studi Delco, Centro Ambrosone, Silvio Amendola, Anthony Ames, Dina Ammar/Avraham Curiel, Laura Studi Esa, Centro Studi MiM, Centro Studi Nasa, Centro Studi Philips, Cono Ceraolo, Ammaturo, Jalil Amor, Amorphe Architects, Ernst E.Anderegg, Erik Andersson, Tadao Jacqueline Cerasoli, Paola Ceretti Lomazzi, Ceretti Studio Ingegneria, Vittorio Ceretti, Ando, Michel Andrault, Mauro Andrea, Claudio Andreoli, Giulio Andreolli, Paul Andreu, Angelo Cerizza, Mario Ceroli, Donato Cerone, Giacinto Cerone, Pierluigi Cerri, Sauro Francesco Angarano, C.Anghioni, C.Angst, Beril Anilanmert, Albert Anker, Ansaldo Cerri, Claudio Cerritelli, Jeannot Cerutti, Pier Luigi Cervellati, Maria Rosa Cervera Sardà, Trasporti, Alessandro Anselmi, Enric Ansesa, Anshen+Allen, Susanna Antonakàki, Giovanni Cervesi, César, Paul Cézanne, Marc Chagall, Karine Chartier, Paul Chaix, Dìmitris Antonakàkis, Antonini/Capecchi/Sini, Carlo Antonnicola, Mauricio Rodríguez Philippe Chaix, Paul Chaland, John Chamberlain, Carlo Chambry, Melvin Charney, André Anza, aoM Partnership, Lorenzo Apicella/Pentagram, Roberto Apostolo, Karel Appel, Charon, Jean-Marie Charpentier, Philippe Chaslot, Bruce Chatwin, Patrick Chavannes, Donald Appleyard, Ron Arad, Maurizio Arcangeli, Arcangelo, Arch S.A., Archea, Alexandre Chemetoff, Paul Chemetov, Chérif, Cheri Samba, Mauro Chessa, Sandro Chia, Archenea, Archetipo Studio Associato, Archiconsult Lugano, Archigram, Archilinea, Luigi Chialiva, Angela Chiantelli, Adriana Chiari, Alfredo Chiaromonte, Pierre Chican, Archimmagine Studio-F.Melaragni, Archiplan International, Architect 5 Partnership, Mark Chidekel, Dale Chihuly, Eduardo Chillida, Chilò/Calore/Valbonesi/Girardin, Luciana Architecture and Vision, Architects S333, Architecture Laboratory Waseda University, Chiostri, David Chipperfield, Cesare Chirici, Simona Chiusa, Ajoy Choudhury, José Architecture Project, Architecture Studio, Architekten BDA, Architektenburo Quist, Antonio Choy Lopez, Christo et Jeanne Claude, Alessandro Christofellis, Stephen Architektengemeinschaft SV, Arcora, Arda/Giorgetti/Macchi, Arditi, Adriano Ardovino, K.Chung, Gioacchino Ciancaglioni, Marco Ciarlo, Giulio Ciavoliello, Guido Cigada, Jacub Area, Matteo Arena, Edward Arens, AREP, ARF, Erol Argun, Arkitekhtitoimisto Kontio, Cigler, Sonia Cillari, Germana Cima, T.Cimmino, Marco Cingolani, Claudio Cipollini, Kilpia, Valjento, Arkitekhtitoimisto Schuurman, Arkitektfirmaet Kjeldbjerg, Eugenio Cipollone, Giovanni Circonciso, Henry Ciriani, Enzo Cirone, George C.Cistad, Arkitektkontoret 4B, Arman, Armand-Melot, Enrico Armas, Manlio Armellini, John Citroën Ufficio Studi, Cittabella Gruppo Dioguardi, Citylife/Risanamento/PirelliRe, Brian Armleder, Mario Antonio Arnaboldi, Francois Arnal, Gianni Arnaudo, Yves Arnod, Clarcke, F.W.Clarke III, Daniel Claris, J.R. de Clascà, Camille Claudel, Jurgen Claus, Antoni Hernandez Aroca, Aronsohon Raadgevende Ingenieurs, Gianni Arosio, Arquitectonica, Clavé, Gilles Clement, Francesco Clemente, Jim Clemes, Latimer Clodagh, Claude Closky, Miguel Arruda, Luc-Henry Arsène, Art & Built, Artec Consultants, Arte-Charpentier, Arteo Lluis Clotet, Nigel Coates, Jean Cocteau, François Cofino, Alessandro Cogolo, Michael Architects/Arcora, Arthesia, Art'Ur-Loisier, Arup Ove & Partners, Giovanni Ascarelli, Taro E.Cohen, Bernard Colin, Sergio Colleoni, Collettivo Grafica e Animazione, Mark Collins, Ashihara, ASI, Mario Asnago, Sergio Asti, Antonia Astori, Astrid-Temann-Petri-Freien, Rashdar Coll-Part, Alessandro Colombo, Colombo & Bonomi, Cecilia Colombo, Fausto Fabrizio Astrua, Asymptote, Ataub, Atelier 13, Atelier 23, Atelier 9, Ateliers Melot & Colombo, Gianni Colombo, Luciano Colombo, Isabella Colonnello, Cesare Columba, Associés, Atelma-Fourcade-Tapia, Tony Atkin, Gianna Attiani, AUA Architects, Aube Giorgio Colussi, Emmanuel Combarel, Alessandra Comoglio, Compagnia Petrolifera Conception, Franco Audrito, Auer+Weber, Gae Aulenti, Austin Italia, Austin-Smith:Lord, Philips, Tania Concko, Yago Conde, Simon Conder, Consa Studio, Pietro Consagra, Autodesk, Filippo Avalle, Avant Travaux, Avery Associates, Aviaplan AS, Gina Avogadro, Luciano Consigli, Anna Conti, Giordano Conti, Coop Himmelb(l)au, Cooper-GrañaCarlo Aymonino, Nicholas Ayoub, Yvan Azizollahoff, W.Azou, Kengiro Azuma B B&M Nicolini, Jean Coquelet, Sergio Coradeschi, Thomas Corbasson, Caroline Corbeau, Architects, B+FL, Giampaolo Babetto, Giovanni Bacciardi, Gaetano Bacco, Jaume Bach, G.Corda, Riccardo Cordero, Toni Cordero, Fabrizio Corneli, Vincenzo Bacigalupi, Francis Bacon, Berger Badia, Donald Baechler, Carlo Bagnasacco, Cornelsen+Seelinger/Seelinger+Vogels, Benoît Cornette, Vincent Corpet, Alessandro Hans-Dieter Bahr, Stefano Baietti, Patrice Bailly, Baird Sampson Neuert, Enrico Baj, Corradini, G.B.Corsetti, Eugenio Corsico Piccolini, Richard Corsini, Angelo Cortesi, Chiara Baldacci, Riccardo Baldacci, Maria Baldan, Niccolò Baldassini, John Baldessarri, Cortesi Design, Valeria Corvino, Corvino+Multari, Francesco Cosentino, Nicoletta Navarro Baldeweg, Pio Baldi, Laura Baldrati, Luciana Baldrighi, Juliana Balint, Stephan Cosentino, Gianluca Cosmacini, Ada Costa, Antonio Costa, Claudio Costa, Renzo Costa, Balkenhol, Giacomo Balla, R.Ballardini, Marina Ballo Charmet, Mario Ballocco, Cecil Claude Costantini, Michele Costanzo, Lise Anne Couture, Philip Cox, Stephen Cox, Balmond, Balmori Associates, Thomas Balsley -Sullivan Sowinski- Lee Trumb, Balthus, Anthony Cragg, Kenneth H.Craik, Matali Crasset, Créa'ture, Credito Italiano Servizio Lewis Baltz, Andrea Balzani, Sigheru Ban, Paolo Bandiera, François-Marie Banier, Baos Tecnico, Guido Crepax, Paolo Crescini, Luciano Crespi, Maria Antonietta Crippa, Fabrizio Architects, Pierre Baptiste, Jose Maria Baquero, Mauro Baracco, Marc Barani, Paolo Crisafulli, Carlo Criscuolo, Cristofani/Lelli, Gabriella Crivelli, Rino Crivelli, Jean-Luc Baratella, Gediminas Baravikas, Mario Barbieri, Giovanni Barbisan, Miquel Barcelò, Crochon, Theo Crosby, Sergio Crotti, Massimo Crozzoli, CRSS Architects, Regino Cruz, Marisa Barda, Julia Barfield, Frank Barkow, Edward L.Barnes, Roberto Barni, Daniele Carlos Cruz-Diez, CSI Montedison, CSPE-Felli, CTV Associati, Enzo Cucchi, Mario Baroni, Jacopo Barozzi da Vignola, Paolo Barrile, Marc Barron, L.Barsc, Roland Barthes, Cucinella, Marcello Cuneo, Ciro Curcio, Salvatore Cuschera, Renata Cussigh, Silvano Gabriele Basilico, Roger Bastin, Eugenio Battisti, A.B.Batyreva, Fred Bauman, Bauman Custoza, Miro Cusumano, Raffaele Cutillo, V.Cuvasov, A.Cvjach, Jan Czarny, D Ivo Daddi, Zillich Architekten, Georges Bauquier, Ruedi Baur, Alan Baxter & Associates, Bedri Da Col Fabrizio /Centro Arch. Daimler Chrysler, Silvia Dagna, Alberto Dal Lago, Giuliano Baykam, Mariano Bayon, Michele Bazan Giordano, BBA, BBG Architects, BDP, Beac, Jack Daldello, Massimo D'Alessandro, Riccardo Dalisi, Todd Dalland, Mariagrazia Dallerba Beal, Peter Beard, Laurent et Emmanuelle Beaudoin, A.Béchu, Welton Becket, Daniele Ricci, Leo A. Daly Architects and Engineers, Daly/Genik, Cees Dam, Silvana D'Amaro, Bedini, Cezary M. Bednarski+Studio E Architects, Vanessa Beecroft, C.A.Beffa, Beherend- Roberto D'Ambrogio, D'Ambrogio-Lucchin, Roberto Dambrosi, Giovanni D'Ambrosio, Schubert-Nann-Mumm, Günther Behnisch, Peter Behrens, Giorgio Bellandi, Mario Liu Dan, Anna D'Angelo, Gabriele D'Annunzio, Robert Danz, Bruce Danziger, DAP Bellazzi, Alessandro Belli, Amedeo Bellini, Mario Bellini, Roberto Bellotti, Gabriella Belotti, Studio/Paolo Danelli-Elena Sacco, DARC, Douglas Darden, Henry J.Darger, Silvio Bernardo Bellotto, Filippo Beltrami Gadola, K.Belzanov, Uwe Belzner, Raffael Benazzi, D'Ascia, Marco Dasso, Antonio D'Aura, Leonardo Da Vinci, Davis Brody Bond, Patrick Cristina Benedetti, Sandro Benedetti, Benedetti e Forlivesi Associati, Josep Benedito, Davies, Vachtang Davitaja, Massimo D'Azeglio, Roberto De Alba, De Architekten Cie-Pi Dante Benini & Ingex, Mario Benini, Walter Benjamin, David J.Bennett, Bennetts De Bruijn, Luis Alonso De Armiño, Maria Cristina Debenedetti, Alberto De Braud, Giorgio Associates, Benson & Forsyth, Gordon Benson, Bentel & Bentel, Benthem Crouwel De Camillis, Patrick De Capele, Giulio De Carli, Giancarlo De Carlo, Giorgio De Chirico, NACO, Charles Benton, Claudio Berardino, Carlo Berarducci, Francesco Berarducci, Luca Lance Decker, Décosterd & Rahm, Gino De Dominicis, Giorgio De Ferrari, Fernando De Beretta, Berg Arckitektkontor, Svante Berg, Giorgio Bergamini, Patrick Berger, Filippi, Michel De Florinier, Claudio e Massimo De Gennaro, Jean De Giacinto, Edgar R.Bergermann, Martino Berghinz, Luca Bergo, Claudio Berlia, V.Berlin, Jean-Vincent Degas, Christian De Groote, Manfred Deix, Willem De Kooning, Brigit De Kosmi, Berlottier, Bermello-Ajamil & Partners, Bernardo Bernardi, Maurizio Bernardi, Carlo Antoinette De Laet, Lucio Del Pezzo, German del Sol, Francesco De Luca, Michele De Bernardini, Livio Bernasconi, Pierre Bernasconi, Gian Lorenzo Bernini, Bernt-Morillon- Lucchi, Perino Del Vaga, Wim Delvoye, Elisabetta De Maddalena, Thomas Demand, Thouveny-Barbier, Sophie Berthelier, Vincenzo Giuseppe Berti, Gianni Bertini, Selami Demiralp, Fabrizio De Miranda, Giuseppe De Nittis, Enrico T.De Paris, Julien De L.Bertolazzi, Manuela Bertoli, Renata Bertolini, Nuccio Bertone, Riccardo Bertoni, Marco Parme, De Pass-D'Urbino-Lomazzi, Fortunato Depero, Silvio De Ponte, Christian De Bettoni, Walter+Bea Betz, Joseph Beuys, Franco Bevilacqua, Bevivino & Costa, BHJV, Portzamparc, André Derain, Paul De Ruiter, Niki De Saint Phalle, Diambra De Sanctis, Andrea Biagiotti, Adelio Bianchi, Sergio Bianchi, Walter Bianchi, Cristiano Bianchin, Monica Eugenia De Silvestro, Manuel De Solà-Morales, Gianmaria De Stavola -Idroesse Guido Biasi, Bibiena, Christian Biecher, Frederick Biehle, Janek Bielski, Max Bill, Mariano Ingegneria, Gabriele De Vecchi, Lia De Venere, Maurizio De Vita, Dewhurst Macfarlane Billè, Lapo Binazzi, Rebecca L.Binder, Bing Thom Architects, Marco Biraghi, Gunnar and Partners, José De Yturbe, Bruno Decaris, Odile Decq, Riccardo Defilla, Giulia Degli Birkerts, Isabelle Biro, Rob Birza, Paolo Biscottini, Lucia Bisi, Piera Bisignani, Luigi Alberti, Gianni Degli Antoni, DEGW Italia, Harald Deilmann, Angelo Del Corso, Robert Bistagnino, Andreas Bitesnich, Blaich+Delugan, Emmanuel Blamont, Ricardo Blanco, Delaunay, Sonia Delaunay, Richard Delaunoit, Carlos Garcia Delgado, Jacopo della Lucio Blandini, Cesare Blasi, Stelio Blasi di Statte, F.Bliek, Bligh Voller Nield, BL(o)T, Fontana, Patrizia Della Porta, Francesco Delli Santi, Livio Dell'Oro, Jean-Michel Delpeuch, Blouin & Associés, Riccardo Blumer, Jorgen Bo, Bob 361, Stefan Böbel Jürgen-Frey, Kai Delugan, Remo Demergrasso, Fortunato Depero, Maria De Propris, Design Boccato-Gigante-Zambusi, Gianluca Bocchi, Umberto Boccioni, Paolo Bodega, Bodega- Reasearch Associates, François Deslaugiers, Jean-Claude Desmergès, Beppe Devalle, Ceppi-Piancastelli, Philippe Bodinier, Cini Boeri, Boeri Studio, Renata Boero, Karl Boes, Devecon, C.Devillers, Jaco de Visser, Marco Dezzi Bardeschi, Daniel Dezeuze, dhk Alighiero Boetti, Joshef Boggs, Oriol Bohigas, Gottfried Böhm, Olivier Boissère, Jong- Architects, Diamond and Schmitt, Genny Di Bert, Ottavio Di Blasi, Nicola Di Cagno, Remo Soon Bok, Julius Bokor, Andrej Bokov, Riccardo Boldorini, Merijn Bolink, Franco Bollati, Di Carlo, Mimmo Di Cesare, Giuseppa Di Cristina, Umberto Di Cristina, Eladio Dieste, Elio Franziska Bollerey, Bolles+Wilson, Christian Boltanski, Luciano Bolzoni, Enrico Bona, Di Franco, Pino Di Gennaro, Vincenzo Di Giulio, H.Di Giuseppe, Alfonso Di Masi, Antonio Agostino Bonalumi, Sergio Bonamico, Francesco Bonanotte, Michelangelo Bonarroti, Di Palma, Giacinto Di Pietrantonio, Gian Franco Di Pietro, N.Di Stefano, Di Vinci-Galante, Esteve Bonell, G.Bonelli, Beppe Bonetti, Rodolfo Bonetto, Marina Bonfigli, Emilio A.J.Diamond, M.G.Dias, Carlos Diaz, Paolo Diddi, Diesel Interior Design, V.Dijneka, Jim Bonfrisco, Benito Boni, Bonifica (Gruppo IRI-Italstat), Daniel Bonnal, Pierre Bonnard, Dine, Dini-Capelli Studio Architettura, Gianfranco Dioguardi, Otto Dix, Sean Dix, DKL Jean-Paul Bonnemaison, Dracy Bonner, Bertrand Bonnier, Fabrizio Bonomo, Dante Design Studio-De Luca/Kloetzer, James Doerfler, Peter Doig, Robert Doisneau, Jiri Bonucelli, Monica Bonvicini, Frederick Boorman, Frédéric Borel, Giancarlo Borgo, Dokoupil, Dome Architecten, Cesar Domela, Liliana Domic, Claudia Donà, Severina Francesco Borromini, Lodovico Borsari, Carmelo Borzì, Hyeronimus Bosch, Lauro Donati, Dongwoo, Donner/Sarcinelli, Alberto Donti, Bruno Donzelli, Bruno Donzet, Piero Boselli, Boselli Sistemi, Daniela Bosia, Fernando Botero, Mario Botta, G.Botto Rossa, Dorazio, Gillo Dorfles, Remo Dorigati, Fiorenzo Dorigo, René Dottelonde & Associés, Frédéric Bouabré Bruly, Patrick Bouchain, Claude Bouchard, Pierre Boucher, Gilles Gerardo Dottori, Frederick Douglas, Stan Douglas, Dowling Architects, Elizabeth Dowling, Bouchez, Michel Boucquillon, Bougeault-Walgenwitz, Bouquot-Doyelle Associati, Louise Claire Downey, Doxiadis Associates, DPZ, Giovanni Drago, Drago-Malara Associati, Bourgeois, Margaret Bourke-White, Manuel Bouza, Alberto Bovo, Pierre Boyer-Mercier, Piergiorgio Dragone, R.R.Dragstra, Cristopher Dresser, Driesen-Meersman-Thomaes, J.H. Bradburn, Andrea Bragutti, Davide Brambilla, Francesco Brambilla, Giorgio Driusso Associati, Stanislaw Drodz, Droog Design, Didier Drummond, Pierre Du Besset, Brambilla, Fabio Brancaleoni, Brand on Design, Andres Brandt, Branson Coates, Ruth Dubosc & Landowski, Jean Dubuffet, Sylvain Dubuisson, Dubus-Richez-Zaini-Zainul, Branson Williams, Georges Braque, Stephen Braunfels, Karsten Brauer, Jean-Jacques Anthony Duce, Marcel Duchamp, Duchier-Alozie-Bonnet, Bernard Dufournet, Raoul Dufy, Bravo, George Brecht, Breda Costruzioni Ferroviarie, Vanna Brega, Bregman+Hamann Fabio Dumontet, DuPont de Nemours, Gilles Dupré, Durand-Ménard-Thibault, Cyril Architects, Brenac et Gonzalez, Michael Brendle, Simonetta Brengola, Brennan Beer Durant-Behar, Maurizio Duranti, Dale A.Durfee, Jean Pierre Dürig, Fabrice Dusapin, Gorman, Marcel Breuer, Dario Brevi, Germana Bricarello, Madaleno Javier Sordo Bringas, Eleonora Duse, Jean-Marie Duthilleul, Hugh Dutton, Claire Duval, Antonìn Dvoràk, Daniel Gian Luca Brini, British Rail, Jürgen Brodwolf, Alan Brookes, R.Brovelli, Enrique Browne, Dworsky, Chris Dyson, Marcel Dzama, Ray and Charles Eames, Eble, ECADI, ED BRT Architekten-Bothe/Richter/Teherani, Bruder DWL Architects, Sergio Brugnoli, Architectes, François Edouard, EEA-Erick van Egeraat, Eve Egoyan, Steven Ehrlich, Peter Philippe Brulé, Edrisio Bruletti, Cuno Brullmann, Jérome Brunet - Eric Saunier, Augusto Eisenman, Elastik, Electronic Shadow, El Greco, Elctrolux Zanussi, ELD Partnership, Dik Brunetti, Federico Brunetti, Andrea Bruno, Giovanni Bruno, Marco Brunori, Claus Elffers, B.Elisei, Ellenzweig Associates, Walter Eller Maier, Eller+Eller, Ellerbe Becket, Brunsmann, Elena Brusa Pasquè, Simon Bruxner-Randall, BSHA, Bucholz-McEvoy, Peter Elliott, Craig Ellwood, Ray Elms, Elms Rooke Partnership, ELS/Elbasani & Logan Iwona Buczkowska, Ornella Budetta, Buffi et Associés, Building Design Partnership, Architects, Emery Roth, Shuhei Endo, ENEA, Enginius Ingegneri Associati, Richard Jacek Bukowski, Michele Bulgarelli, Giulio Buonpane, Bureau of Urban Design, Augusto England, Claude Engle, James Ensor, Ente Nazionale Energie Alternative, Aurelio Eremita, Romano Burelli, Daniel Buren, John Burgee, Jeroen Burger, Buro Happold, Alberto Burri, Arthur Erickson, David Ernest, Hans Erni, Jerome R.Ernst, Max Ernst, Errò, Erté, Busby+Lorenzon, Rosaspina Buscarino Conosburi, Remy Butler, Butler-Rogers-Baskett, M.C.Escher, Espace, ES TE Group/Peter Flamend e Ann Dewulf, Jean-Pierre Estrampes, Butzelaar van Son, Dino Buzzati, George Buzzi, Timothy Byrne C A.Cabassi, Carlo Luis Maria Etchegorry, Europaconcorsi, Eurotren Monoviga, Enzo Eusebi, Explorations Cabassi, Luigi Caccia Dominioni, Marco Cademartori, Mike Cadwell, John Cage, Antonio Architecture, D.Eytan-E.Goshen F Fabrizio Fabietti, Carlo e Giorgio Fabre, Jean Fabre, Cagianelli, Augusto Cagnardi, Angelo Cagnone, Gaspare Cairoli, Ennio Calabria, Santiago Fabre/Speller et Pumain, Luciano Fabro, Enrico Leonardo Fagone, Vittorio Fagone, Adrien Calatrava, Claudio Calcagni, Luisa Calci, Mario Caldarelli, Michele Caldarelli, Alexander Fainsilber, Marcello Faletra, Joan Falgueras, Carla Falzoni, Antonio Fanigliulo, Calder, Calderan e Zanovello, Antonio Calderara, Claudio Calisti, Callison Architecture, Abdelmoshen M.Farahat, Terry Farrell, Antonio Farina, Marco Farolfi, Giorgio Fasoli, Niccolò Calvi, Cambridge Seven Associates, Camenzind/Grafensteiner, Camera Eye Alessandro Fassi, Hassan Fathy, G.Fatseas, Giovanni Fattori, Flavio Favelli, Paolo Favole, Architects/Markus Roethlisberger, Benedetto Camerana, Filippo Camerota, Gianfredo Giorgio Fazi, Claudio Fazzini, Pericle Fazzini, Gianluca Fedi, Fedro Architetti Associati, Camesi, M.Campagna, Carlo Campanari, Benvenuto Campanini, Massimo Campigli, Sverre Fehn, Dietmar Feichtinger, Lyonel Feininger, Federico Fellini, Curtis.W.Fentress, Archimede Campini, Andrea Campioli, Alberto Campo Baeza, Canale 3, Guido Canali, Franc Fernàndez, Mavi Ferrando, Ferrante Associati, Maria Ferrara, F.Ferrarini Fiori, Luigi Maurizio Canali, Maurizio Cancelli, Francesco Candeloro, Guido Canella, Alberto Ferrario, Italo Ferraro, Carlos Ferrater, Daniele Ferrazza, Gianfranco Ferrè, Jacques Ferrier, Cannetta, Pedro Cano, Gea Cantalupi, Mariano Cantarini, Claudio Cantella, Cantone- Roger Ferris, Tano Festa, Fiat Engineering, Fiat Ferroviaria, Ph.Fichet, Johannes Fiedler, Occhipinti-Rizza, Philippe Capelier, Capelli-Dini Studio Architettura, Claudio Capobianco, Michael Fieldman, Figure 3, Francesca Filippetti, Francesco Filippi, Michail Filippov, Fillié Michele Capobianco, Giuseppe Capogrossi, Francesco Capolei, Capolei-Cavalli Studio, & Verhoeven, Gianfranco Fini, Hans Finsler, Whalley Fiona, Bruno Fiorelli, Giuliano Claudio Capotondi, Gabriele Cappellato, Lorenzo Cappellini, Giovanni Caprara, Giovanni Fiorenzoli, Giorgio Fiorese, Giosetta Fioroni, Stanislas Fiszer, Fitch Inc., Fitch RS, Tony Caprioglio, Roberto Capucci, G.Paride Caputi, Caputo Partnership, Claudio Caramel, Fitzpatrick, Katherine Fiumani, Laura Fiume, Salvatore Fiume, Lorenza Fiumi, Didier Fiuza Caravaggio, Carlo Carbone, Erberto Carboni, Elena Cardani, Douglas J.Cardinal, Antonella Faustino, Frédéric Flamand, Barry Flanagan, Giuseppe Flangini, Dan Flavin, Richard

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Fleischman, Roberto Floreani, Toni Follina, Igor Fomin, Franco Fonatti, Giorgio Fonio, Antonio Font, Fontana Arte, Bill Fontana, Franco Fontana, Luisa Fontana, Lucio Fontana, Foreign Office, Laureano Forero, Lorenzo Forges Davanzati, Imma Forino, Steven Forman, Carlo Fornara, Alan Forsyth, Mario Fosso, Foster and Partners, Norman Foster, Selin Ahmed Fouad, Fox & Fowle, Daniel Fraile Ortiz, Kenneth Frampton, Franco Francese, Elio Francioni, Francis & Francis, Martin Francis, Sam Francis, Luca Franco, Riccardo Franco, Roberto Franzosi, Frapolli et Green, Giuseppe Frattini, Frau Ufficio Studi, Geoffrey Freeman, Antonio Freiles, Jaume Freixa, Bruno Freycenon, Hélène Fricout-Cassignol, Tom Friedman, Yona Friedman, Frederick Carl Frieseke, Frigerio Associati, Filippo Frisia, Paul Fritsch, Frlan+Jansen, FTL Architects, FTL/Happold, Fuglsang&Mandrup-Poulsen, Fujii Studio+Shibaura Institute of Technology, Massimiliano Fuksas, Arni Fullerton, Anna Maria Fundarò, Achille Funi, Sandro Fusina, Future Systems, G G14 Progettazione, Gabetti e Isola, Mario Gabinio, Bruno Gabrielli, Eduardo Gaggiano, Gaiero-Tropea, Raffaella Gajani, B.Galante, Alberto Galardi, Marisa Galbiati, Fiona Galbraith, F.Galbusieri, Beth Gali, Moisés Gallego, Aurelio Galleppini, Paolo Gallerani, Alessandra Galletta, Pinot Gallizio, Cettina Gallo, Roberto Gallo, Sergio Gallo, Caroline Gallois, Gianluca Gallucci, Gad Meleka Gamal, Piero Gambacciani, Cherubino Gambardella, Italo Gamberini, Giuseppe Gambirasio, Bruno Gandino, Carlo Gandolfi, Giovanni Gandolfi, Rolando Gantes, Gap Associati, Maurizio Garassi, Enrico Garavaglia, Garbari/Montesi, Francesca Garcia Marques, Davide Garda, Ignazio Gardella, Garenne, Ros Garibaldi, Garouste et Bonetti, Alberto Garutti, Anna Gaskell, Alberto Gatti, Marco Gaudenzi, Antoni Gaudí, Henri et Bruno Gaudin, Paul Gauguin, Jean-Paul Gaultier, Manuelle Gautrand, Corrado Gavinelli, Philippe Gazeau, Dino Gavina, GB&A, GEC Alsthom, Gefel, Frank O.Gehry, Finn Geipel, Markus Geiswinkler, Edoardo Gellner, Maria Laura Gelmini, Daniele Geltrudi, Gensler and Associates, Anna Gentile, Enzo Gentili Biffi, Eugenio Gentili Tedeschi, Sergio Gentilucci, Jean Fabienne Gerin, Claudio Germak, Mario Gerosa, Frantz Gertsch, Geschaftsbereich Architektur und Design, Gewers Kuhn+Kuhn, Abbas Gharib, Grazia Ghetti, Franco Ghezzi, Luigi Ghirri, Pier Francesco Ghisleri, Franca Ghitti, Giachetti, Mario Giacomelli, Alberto Giacometti, Pierantonio Giacoppo, Andrea Giacumacatos, G.Giambelli, Pierluigi Gianfranchi, Aldo Gianni, Volker Giencke, GiganteZambusi-Boccato, Guido Gigli, Vittorio Gigliotti, Annette Gigon, Rodrigo Gil de Hontañon, Piero Gilardi, Gilbert & George, Colin Gill, Alessandro Gioli, F.Giorgetta, Vincenzo Giorgi, Pietro Giorgieri, Vittorio Giorgini, Pietro Giorgio, Giotto, Christophe Girot, Luca Giovagnoli, François Giovangigli, Joseph Giovannini, Paolo Giovannini, Furio Giovannoni, Christian Girard, Michel Girardet, Ernst Giselbrecht, Nicola Gisonda, Giugiaro Design, Giorgetto Giugiaro, Gian Carlo Giuliani, Giusi Giuliani, Romaldo Giurgola, Glenn Howells Architects, GMW, Domenico Gnoli, Joachim Göcke, Jean Louis Godivier, Ezio Godoli, Sean Godsell, E.W.Godwin, Godwin E.W., Bruce Goff, Paul Goldberger, Nan Goldin, Massimo Goldoni, Gonot-Marcenac, Teodoro González de León, Page Goode, Goppion, Giuseppe Gori, Guido Gori, Lucia Gori, Arshile Gorky, Alexander C.Gorlin, Gould Evans, Michel Gourion, Steven Gourley, Francisco Goya, Alessandro Gozzuti, GPI, GR &Associés, Manuel Graça Dias, Anne Graham, Dan Graham, Gordon Graham, FrançoisMarius Granet, Graphik, Walter Grasmug, Alfonso Grassi, Duccio Grassi, Luciano Grasso, Michael Graves, David Gray, Cecilia Graziaplena, Antonella Greco, Peter Greenaway, Greggio Associati, Grégoire & Petetin, Maria Grazia Gregori, Vittorio Gregotti, Nathalie Grenon, Lorenzo Greppi, D.M.Gresham, Grieves Associates, Alberto Grimoldi, Nicholas Grimshaw, Grinstein-Daniels, Marcello Grisotti, Walter Gropius, Grose-Bradley, Carlo G.Grossi, Groupe ARC, Groupe e2, Gruen Associates, Grumbach & Pierre Schall, Grupo LBC Arquitectos, Gruppo Area, Gruppo Bodino, Gruppo Ghigos, François Gruson, Gigi Guadagnucci, Silvia Guagliumi, D.Gualdi, Angelo Gualini, Vicente Guallart, Decio Guardigli, Guarino Guarini, Giovanna Guarnerio, Enrico Guastaroba, Paolo Gubinelli, Alessandro Gubitosi, Camillo Gubitosi, Petrarca Guenter, C.Guenzi, Mario Guerra Roque, Jean-François Guffroy, Guglielmi-Petrangeli, Paola Guidi, Marcello Guido, Giuliano Guiducci, Lorenzo e Roberto Guiducci, Armand Guillaumin, Roger C.L.Guillemin, Maristella Gulisano, Gullischen-Kairamo-Vormala, Gum Design, Gune Wardena Escher, Gunster Fuchs Mahler, Giorgio Gurioli, Francesco Gurrieri, Philippe Guyard, Mike Guyer, Annalisa Guzzini, Alberto Guzzon, Gwathmey & Siegel H Zaha Hadid, Mehrdad Hadighi, Georges Haefeli, Häfele, Michel Haillard, Peter Halley, Toshihiro Hamano, Richard Hamilton, Franck Hammoutène, Jean-Paul Hamonic, T.R.Hamzah, Cyrille Hanappe /Lesavre Mathieu/Perrin Laetitia, Dan Hanganu, Harahan+Meyers, Duane Hanson, Ted Happold, Hiroshi Hara, Keith Haring, Hariri & Hariri, Kristiana Hartmann, Koos Hartog, Has Architects, Kazuko Hasee, Itsuko Hasegawa, Mona Hatoum, Haumont et Rattier, Ursula Haupental, Christian Hauvette, Laurie Hawkinson, Richard S.Hayden, Zvi Hecker, Richard Hedman, Manfred Hegger, Mikko Heikkinen, Georges Heintz, Michael Heizer, Helin & Siitonen Arkkitehtitoimisto, Hellmuth Obata & Kassabaum, Helmut Hempel, Henegan & Peng Architects, Adam Henenein, Gunter Henn, Henner-Zeno, Jean Marie Henning, François Henno, Richard Henriquez, Henry Dreyfuss Associates, Peter Heppel, Hérault et Arnod, Herbert Lewis Kruse Blunk Architecture, Andrew Herron, Ron Herron, Simon Herron, Herman Hertzberger, Thomas Herzog, Herzog & de Meuron, Nic Hesse, HGA, HGIC/Luca Cuzzolin/Carlo Calderan, Peter Heywood, HHS Planer, Pentti Hietanen, Fernando Higueras, Ewerdt Hilgemann, Scott Himmel, Hin Tan Associates, Alfred Hitchcock, HKS, Charles Hoberman, David Hockney, Hodder Associates, Hodgetts & Fung-Pearson-Santos-Rios-Miss, Enrico Hoffer, HOK Sport, Katsushika Hokusai, Wilhelm Holderied, Jaedicke Holger, Steven Holl, Hans Hollein, Carsten Holler, Wilhelm Holzbauer, Holzman & Pfeiffer Associates, Gottfried Honegger, Hoover Architects/A 3D International Group, Michael Hopkins, Dennis Hopper, Richard Horden, Roni Horn, Horst P. Horst, Farouk Hosny, Hosoe Isao Design, Howley Harrington Architects, Hubert et Roy, Hudson/Featherstone, Victor Hugo, Borja Huidobro, Friedensreich Hundertwasser, Anthony Hunt, Hunt Projects, Craig G.Huntington, Husband & Co., Urs Husler, Robin Huttenbach, Sergio Hutter, Pierre Huyghe, Hywel Evans Architecture and Design, IACO, IACSA Consortium, IaN+, Roberto Ianigro, Anthony Iannacci, Hans Ibelings, Jean-Marc Ibos, Paolo Icaro, I.DE.A., IDEA/Engil, IDPO Philippe Neerman, Andrej Ikonnikov, Ikoy & Associés, Armando Ilacqua, Giancarlo Iliprandi, Imagination, I.m. Intermetro, Inasaridze G., Infinity Group Italy, Gaetano Ingaglio, Hal Ingberg, Ingenhoven Overdiek Petzinka, INRES, Institute of Design Illinois Institute of Technology, Interplan Seconda, Marco Invernizzi, Dan Ionescu, Michel Iorio, Massimo Iosa Ghini, IPL Ingenieurplanung Leichtbau-Laurens-Schneider Zimmerhackl, Ipostudio Architetti Associati, L.Iraci, Toshiaki Ishida, Ishimoto Architectural & Engineering, Osamu Ishiyama I I.S.O., Arata Isozaki, Franklin Israel, Istituto Europeo di Design di Milano, Istituto Francese di Ricerca in Informatica e Automatismo, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Italsiel, Toyo Ito, Shigeru Iwakiri/Takenaka Corp, Oki Izumi, Alberto Izzo J J&P Ufficio Tecnico, Giampiero Jacobelli, Arne Jacobsen, Phillip L.Jacobson, Vittorio Jacomussi, Gilles Jacquemot, Alain Jacquet, Mladen Jadric, Helmut Jahn, Jakob & MacFarlane, Michael Jantzen, Gabriele Jardini, N.Javejn, O.Javejn, Paul Jenkins, Jon Jerde, Michael Jockers, Mimmo Jodice, Jean François Jodry, Bartolomeo Joel, Chantal Joffe, M.John Johansen, Eastman Johnson, Philip Johnson, Ralph Johnson, Johnston Irwin & Partners, Adams Jonathan, Eugene Jonesco, Jorn Asger, Jourda & Perraudin, Françoise Jourda, Francis Jourdain, Jourdan & Müller-PAS, V.Judina, Jeronimo Junquera, Zlatko Juric K Ilya Kabakov, Mohammed Kacimi, Larry Kagan, Frida Kahlo, Daniel Kahane, Louis Kahn, Nathaniel Kahn, Kahn Albert Associates, Kaira-Lahdelma-Mahlamaki, Kay Kaiser, Kajima Corporation, John Kaliski, Kallmann-McKinnel & Wood, Ismail Kamal, Janneke Kamstra, Vassili Kandinsky, Kanner Architects, Ian Kaplicky, Anish Kapoor, Ray e Finn Kappe, Nadim Karam/Atelier Hapsitus, Tomu Katayanagi, Iwao Katumi, Alex Katz, Philippe Kauffmann, Kauffmann Theilig & Partner, Yaakov Kaufman, Massimo Kaufmann, Max Kaus, KBJ Architects, KCAP/ASTOC, Kcho, Keating-Mann-Jernigan-Rottet, Buster Keaton, Peter Keene, Ellsworth Kelly, Yann Kersalé, Bernard Khoury, KHR AS, Anselm Kiefer, André Bassim Kikoski, Kiyonori Kikutake, Jeawoo Kim, Toshihiko Kimura, Jason King, Perry King, Jeffrey Kipnis, Kipnis-Shirdel-Zago, David Kirkland, Ernst Ludwig Kirchner, Kirkland Partnership, Kissiloff Associates, Toshyuki Kita, Kjaer & Richter, Paul Klee, Josef Paul Kleihues, Erwin Kleinsman, Leo von Klenze, Gustav Klimt, Kling Lindquist, Michael Klose, Ibrahim Kodra, Koetter Kim & Associates, Christoph Kohlbecker, Kohn Pedersen Fox, Kohn Shnier Architects, Koizumi, Eeva Kokkonen, Kolatan/Mac Donald Studio, Larkku Komonen, King Kong, Z.Konik, Kontio-KilpiäValjento, Konyk, Rem Koolhaas, Jeff Koons, Igor Kopystiansky, A.Kordunja -I.Morfinija, Roland Korenbaum, N.Korotkov, Lester Korzilius, Joannis Koumentakis, Jannis Kounellis, Nilufer Kozikoglu, Katarzyna Kozyra, KPMB Kuwabara-Payne-McKennaBlumberg, KR Studio-M.N.Piotrowski, Kraaijvanger Urbis Architekten, K.Karsten Krebs, R.Kristapavicjus, Aleksandr Krivov, Bill Krojer, Krueck & Sexton, Krypton, Max Kuatty, J.Kucèra, Hiroko Kudo, Mikhail Kudryashov, Ola-Dele Kuku, M.Kulikov, Sebastian Kulterer, Kengo Kuma, George Kunihiro, Frantisek Kupka, Bernhard Küppers, Shiro Kuramata, Kisho Kurokawa, Maria Kushnirenko, Maarten Kusters, Mathias Kutterer, Sylvia Kwan L Antonio La Casa, Henri La Fonta, Ugo La Pietra, Alberto La Tegola, Christophe Lab, Lab Architecture, Jean Jacques Label, Labfac-Geipel Finn, Nuno Lacerda Lopes, David La Chapelle, Jacques Lacombe, François Lacôte, Marc Lafagne, Julio Lafuente, Guido Laganà, Rüdiger Lainer, Laithwaite, Lakoterv, Diego Lama, Paul

Lamarque, Luigi Lambertini, Denis Laming, C.Landi, Italo Lanfredini, Richard Lang, Palladino, Andrea Palladio, Pallavicini Studio, Urbano Palma, Viviana Palmara, Roberto Dorothea Lange, Jean-Philippe Lanoire/Sophie Courrian, Sveva Lanza, Carla Pamio, Panamarenko, Nakis Panayotidis, Mario Panizza, Anty Pansera, Panstudio Lanzavecchia, Lapi, Nicole Laporte, Jacques-Henri Lartigue, Lasoconsult, Antonio Architetti Associati, Verner Panton, Attilio Panzeri, Michel Panzini, Giulio Paolini, Graziella P.Latini, Jean Lattanzio, Marie Laurencin, Jean-François Laurent, Laurini Architetti, Paolini, Maria Irene Paolino, Georgos Papasavvas, Lorenzo Papi, Maurizio Papiri, Anna Osvaldo Laurini, John Lautner, Umberto Lavia, Antonio Lazzaretto, Adriano Lazzari, Laura Parasacchi, Pierre Parat, Gabriele Pardi, Gianfranco Pardi, José Garcìa de Paredes, JeanLazzari, Le Corbusier, Jean-Jacques Lebel, Giovanni Lechi, François Leclercq, Juan Philippe Pargade, Ignasi Paricio, Danilo Parisio, Cornelia Parker, Parmegiani Giacomuzzi Lecuone, C.Y.Lee and Partners, Liane Lefaivre, Silvestro Lega, Fernand Leger, Ricardo Moore Associati, Malcom Parry, Parsons Brinckerhoff Quade & Douglas, Pino Pascali, Legorreta, Regina Leibinger, Valeria Lelli, Ilona Lènàrd, Fabio Lenci, Ruggero Lenci, William Pascoe, Antonio Pasculli, Ennio Pasini, Victor Pasmore, Lucio Passarelli, Sergio Lenci, Jean-Philippe Lenclos, Massimiliano Leoncini, Vita Leone, Fabrizio Lepore, Passarelli Studio, Valeriano Pastor, Mario Pastore, Giovan Battista Pastorelli, Mattia Christian Leprette, Yann Andre Leroy, Fausto Ermanno Leschiutta, Silvia Levenson, Pastorino, Stefano Pastrovich, Pankaj Patel, Marinella Patetta, Christian Patey, Amanda Levete, Paola Levi Montalcini, Anne Levy, Jacques Levy, Pierre Lévy, Sol LeWitt, Patterns/Marcelo Spina, Lluis Pau, Pauhof Architekten, Stefano Pavarini, Pavesi & LHMS Architects, Adalberto Libera, Daniel Libeskind, Jacques Lichnerowicz, Andreas Pavesi, Antonia Pavia, Pavlos, Giancarlo Pavoni, Martin Pawley, Andrea Pazienza, Peake Lichtblau, Lichtblau+Wagner, Roy Lichtenstein, Osvaldo Licini, Licitra & Mari, Lisa Licitra Short and Partners, Marilena Pecoraro, Juri Pedan, Pino Pedano, William Pedersen, Ponti, Salvatore Licitra, Davidson Lifshutz, Antonio Ligabue, Jacques Lihnérowicz, Pediconi Associati, Pei Cobb Freed & Partners, Ieho Ming Pei, Gustav Peichl, Luigi Antonietta Iolanda Lima, Yves Lion, Leo Lionni, Etienne Liotard, Roberto Liotti, Mauro Pellegrin, Cesar Pelli, Paolo Pellizzari, R.Penco, Gaelle e Dominique Péneau, Vinko Lipparini, Lipsky et Rollet, Cecilia Liveriero Lavelli, Vittorio Livi, De Ho Lji, Rosie Penezic, Pentagram, Ferdinando Pepe, Patrizia Peracchio, Luca Peralta, PER Design, Llewellyn-Jones, Josep Llinàs, Josep Llusca, LO/TEK, Davide Loco, Roberto Loeb, Peter Francesco Perego, Fernando Perez, Marta Maria Perez Bravo, Estanislao Perez Pita, Lofgren, Kaarina Lofstrom, Lohan Associates, Ivan Lolli, Pierre Lombard, Fabio Cesare Pergola, Périphériques, Perkins & Will, Constant Permeke, Vincenzo Perna, Lombardo, London Borough of Lambeth Architectural Practice, Mark London, Giuseppe Stefano Peroli, Maria Perosino, Perotti Dissociati, Gilles Perraudin, Dominique Perrault, Longhi, Stefano Longhi/Giancarlo Massetani, Mario Lorenzo, LOT/EK-Tolla e Lignano, August Perret, Alain C.Perrot, Aurelio Pes, Lucia Pescador, Gaetano Pesce, Jan Pesman, Raffaello Lotti, Riccardo Lopes, Peter Lorenz, Andrea e Silvano Lotti, Jean Lovera, Peterson & Brickbauer, Jean Petit, Emile Petitot, Leonardo Petraroli, Marco Petreschi, Adinolfo Lucchesi Palli, Claudio Lucchin, M.Lucchini, Lucci & Orlandini, Roberto Lucci, Antonio Petrillo, Giuseppe Antonio Petrini, Léon Petroff, Gianni Pettena, Raymond Francesco Lucianetti, Ennio Lucini, Guglielmo Carlo Lucini, Michel M.Ludmer, Pettibon, Elizabeth Peyton, Roberto Pezzetta, François Pfeiffer, Philips Italiana, Roberto Gioacchino Luise, Anthony J.Lumsden, Kjell Lund, Rune Lund, Andrea Lupacchini, Piani, Renzo Piano, Agnoldomenico Pica, Leonardo Pica Ciamarra, Massimo Pica Francesco Luporelli, David M.Lüps/Wolf-Eckart, Lush, Elio Luxardo, Emanuele Luzzati, Ciamarra, Pablo Picasso, Michele Piccini, Stefano Piccioli, Maurizio Piccioni, Picciotto John Lyall, Lyall-Sutherland, Dominique Lyon M M3 architects, Monica Macario, Michel Arquitectos, Cloe Piccoli, John K.Pickard, Massimo Pierattelli, Pierre & Gilles, Claudio Macary, John MacAslan, G.Loris Macci, Maurizio Maciocchi, Charles Rennie Mackintosh, Piersanti, Raili e Reima Pietila, Marcello Pietrantoni, Patrizia Pietrogrande, Annalisa Macrae-Gibson, MACRO, Fernando Maculan, Dante Maffei, Amilcare Maffi, Ruggero Pignalosa, Paola Pignalosa, Marco Pignattai, Esa Piironen, Pilkington, Juan Pineda, Pino Maggi, Maria Maggio, Ludovico Magistretti, Milvia Maglione, Agostino Magnaghi, Pinelli, Lorenza Pininfarina, Paolo Pininfarina, Sergio Pininfarina, Enrico Pinna, Carme Antonio Magnaghi, Nicolas Magnan, M.Magnani, Alberto Magnelli, Patrick Magnin, Pinós, Klaus Pinter, Silverio Piolanti, Marek N.Piotrowski, Javier Pioz, Veronica Piraccini, Emanuele Magri, René Magritte, G.Magrini, Sing Yesenia Maharaj, Eolo Maia, Michel Fausto Pirandello, Rosemary Pirotta, Daniela Pirrone, Claudio Pisani, Mario Pisani, Maillard, Robert Maillart, Monica Mainardi, Valerio Maioli, Enzo Maiolino, Francesca Raphaël Pistilli, Jean Pistre, Efisio Pitzalis, Marco Piva, Paolo Piva, Umberto Piva, Oreste Majoli, Massimo Majowiecki, Fumihiko Maki, Matti K.Makinen, Giovanni Malanima, Pivetta, A.José Pizarro, Alfredo Pizzo Greco, Jean Plantureux, Planungsgemeinschaft Malatesta, Tomàs Maldonado, Kazimir Malevich, Roberto Malfatti, Gianpietro Manazza, Neue Messe München, Plasma, Ju.P.Platonov, Platt Byard Dovell Architects, Bernard Laura Mancini, Doriana O.Mandrelli, Sandro Manente, Milton Manetas, Mangado y Plattner, Frank Plays, Fabrizio Plessi, Sylvio de Podestà, Boris Podrecca, Leone Podrini, Asociados, Luigi Manghi, Anna Mangiarotti, Angelo Mangiarotti, Hans't Mannetje, Sergio Hans Poelzig, Poggiani, Osvaldo Pogliani, Isabella Poilprez, Jean-Philippe Poirée-Ville, Mannino, Enrico Mantero, Davide Mantovani, A.Manzone, Luigi Manzoni, Piero Manzoni, Anne & Patrick Poirier, Poissonnier-Ferran, Steve Poleskie, E.Poletti, Massimo Polidori, Giacomo Manzù, Pio Manzù, Elisabetta Mapelli, Gian Paolo Mar, Federica Marangoni, Jacques M.Polland, J.H.Pollard, Marco Pollice, Gino Pollini, Jackson Pollock, Polshek Andrea Marcante, Elio Marchegiani, Giancarlo Marchese, Salvatore e Luigi Marchesi, and Partners, Sergio Polvani, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Giorgio Pompa, JeanVirgilio Marchi, Roberto Marchiano, Rémy Marciano, Bruce Marden, Volkwin Marg, Claude Pondevie, Alberto Ponis, Andrea Ponsi, Gio Ponti, Lisa Ponti, Roberto Ponti, Martina Margaria, G.F.Margiotta, Victor Margolin, Alain Marguerit, Antonella Mari, Enzo Elena Pontiggia, Pierfranco Pontrandolfo, V.Pontrjagin, Emanuele Ponzio, Yves Popet, Mari, Maria Rita Mariani, Massimo Mariani, Riccardo Mariani, Mario Marin, Claudio Liubov Popova, Ivana Porfiri, Porsche Design, Ferdinand Porsche, Piero Portaluppi, John Marinello, Marino Marini, Stefano Marini, Raffaela Mariniello, Andrea Mariottini, Javier Portman & Associates, Paolo Portoghesi, Dirk Jan Postel, Patricio Pouchulu, Fernand Mariscal, David Marks, Michel Marot, Gino Marotta, Richard Marquis, Dominique Pouillon, Kenneth Powell, Pozzar, Concetto Pozzati, Lucio Pozzi, Marcello Pozzi, Patrizia Marrec, Piero Marrucchi, Micaela Martegani Luini, Jean-François Marti, Ruben Martì, Pozzi, Valentina Pozzo, Peter Pran/NBBJ, Pratostudio, Antoine Predock, Luigi Prestinenza Albert C. Martin & Associates, Bruno Martinazzi, Martin-Baker Centro Ricerche, Alberto Puglisi, Gaetano Previati, Iñigo Prieto Moris, Alberto Primi, Bart Prince, Martinez Castillo, Francesco Martinez y Cabrera, Alberto Martini, Arturo Martini, Quinto Privat/Brion/Nourrigat, Progete, Progetti Edilnord, Progetti Integrati Studio Associato, Martini, Nicola Maria Martino, Giancarlo Martinoni, Martorell-Bohigas-Mackay Progetto CMR, Ettore Proserpio, Victor Proskuriakov, Jean Prouvé, S.Psarra, PTW Architectes, Elena Martucci, Uschi Märzendorfer, Giancarlo Marzorati, Pierre Marval, Architects, A.Puigdoménech, Lionello Puppi, Francesco Purini, Franco Purini, Puvis de Masaccio, Takasaki Masaharu, Enrico Masala, Rosabianca Mascetti, I.Mascharasvili, Chavannes Q Sandro Quadrelli, Giovan Battista Quadron, P. Quagliani, Benedetto Giorgio Mascherpa, Vittorio Maschietto, Alessandro Mascia, Victor Mashinsky, Liberto Quaquaro, Salvatore Quasimodo, Quentin & Rossi, Anna Querci, Bruno Querci, Arden Massarelli, Denise Mastel, Enrico Mastrangeli, Romano Mastrella, Mastrella Studio, Quin, Maria Quintana Pera, Carlo Quintelli, Franco Quirighetti R R&Sie…, Radi Umberto Mastroianni, Luciana Mastropasqua, Agustì Mateos, Materv, Georges Mathieu, Designers, Giancarlo Ragazzi, Carlo Ragghianti, Raimondi Dell'Era, Arnulf Rainer, Henri Matisse, Jackie Matisse, Leo Matiz, Beatriz Matos Castaño, Matra Transport, Giovanna Rainieri, Raffaele Raja, Amilcare Rambelli, Philippe Rämi, Mel Ramos, Willi R.S.Matta, Marco Mattei, Matti Ragaz Hitz Architects, Ingo Maurer, Maurer & Orsi, Ramstein, Luca Rancilio, M.Randazzo, Randel Palmer and Tritton, John Randle, Enzo Mauri/Trabucchi/Trabucchi, Pierre Mauroy, Maya Lin, J.Mayer H., Thom Ranieri, C.Rapetti, David Raponi/Hov, Bodo Rasch, Hani Rashid, Franco Rasma, Simon Mayne/Morphosis, Ingrid & Jörg Mayr, Aldo Mazzanobile, Antonella Mazzoni, Sergio Rastorguev, RA Surveyors Department, Raum ohne Zeit, Robert Rauschenberg, Rita Mazzoni, Vittorio Mazzucconi, McAslan-Troughton, Christopher McCarthy, McClier Rava, William Rawn, Man Ray, RCR-Aranda Pigem Vilalta, realities:united, Alda Aviation Group, Edward K.McCragg, William McDnough, Douglas McDonnel, Barry Rebecchi, Giovanni Rebecchini, Danilo Redaelli, Odilon Redon, Michel Regembal, Marzia McGee, McIntosh Poris Associates, McInturf Architects, John McNeece, Syd Mead, Me Antonia Regoli, Tobias Rehberger, Bernard Reichen, Reichen et Robert, Harry di Um Architects, Medium Architekten, Fiona Meadows, Mecanoo, Alberto Meda, Andrej C.H.Reijnders, E.Rejzina, Bruno Remotti, Riccardo Renacco, Jean Renaudie, Serge Meerson, Peter Megele, Eberhard Mehner, Richard Meier, Giovanna Meandri, George Renaudie, Ascanio Renda, Pierre-Auguste Renoir, Resolution:4, Fernanda Retico, Patrice Meliès, V.Meljakova, Denise Melotte, Fausto Melotti, Massimo Melotti, Erich Mendelsohn, Rey, RFR, RHWL Partnership, Paolo Riani, J.C.Riber, Beppe Riboli, Pierre Riboulet, Alessandro Mendini, Renato Meneghetti, Marco Meneguzzo, Valerio Menghi, Giuseppe Riccato e Virano, Andrea Ricci, Giuliana Ricci, Leonardo Ricci, Mosè Ricci, Rudy Mengoni, Anton Raphael Mengs, A.Mensa, Christian Menu, Mario Merz, Metroroma, Ricciotti, Peter Rice, Paul Richard, G.Richelli, Riepl+Riepl, Gerrit Thomas Rietveld, Paolo Meyer en van Schooten, Joel Meyerowitz, Piermichele Miano, Giancarlo Micaglio, Duane Righetti, Marsh Morgan Rijke, Rijkwaterstaat Delta Project, Emilio Rinaldi, Pier Paolo Michals, Michelangelo Jr., Sergio Micheli, Simone Micheli, Nicolas Michelin, Achille Rinaldi, Rios-Pearson-Santos-Hodgetts & Fung-Miss, Ian Ritchie, Francesc Rius, Michelizzi, Giovanni Michelucci, Francesco Paolo Michetti, Ludwig Mies van der Rohe, Umberto Riva, Antonio Rivolta, Carlo Rizzarda, Paolo Rizzato, Aldo Luigi Rizzi, Gionata Fernando Miglietta, Elena Migliorini, Giuseppe Migneco, Armando e Maurizio Milani, Rizzi, Aldo Rizzo, Paolo Rizzoli, Aleksandr Rjabusin, RKW Architekten, RMJM, Carl William Mileto, Tonino Milite, Millenium Consortium, Jean-François Milou, Marc V.Robart, Mark Robbins, Philippe Robert, Sheppard Robson, Miguel Angel Roca, Mimram, Corrado Minervini, Luciano Minguzzi, Arno Rafael Minkkinen, Giulio Minoletti, Beniamino Rocca, Rocca Atelier, Giulia Rocchegiani, David Rockeby, Alexandre Paolo Minoli, Enzo Minotti, Alberto Mioni, Eric Miralles, Santiago Miranda, Antonio Miró, Rodcenko, N.Rodickina, Auguste Rodin, Roesling Nakamura Architects, Ernesto Nathan Joan Miró, F.Mirone, A.Mirov, Richard Misrach, Gianni Mistretta, Igor Mitoraj, Rogers, Rogers Marvel Architects, Richard Rogers, Kresimir Rogina, Franco Rognoni, Mitterhofer-Pirpamer-Rauch, Tatsuo Miyajima, Issey Miyake / Dai Fujiwara, Keiichi Giuseppe Rogolino, Kenneth Rohlfing, Fulvio Roiter, Pierluigi Rolando, Alberto Rolla, Miyashita, Jadric Mladen, Adriano Mo, Maurizio Mochetti, Amedeo Modigliani, Domenico Pascal Rollet, Ludovico Rolli, Lalla Romano, Luca Romano, Oleg Romanov, P.Romiti, Modolo, Tina Modotti, Lucia Mogliani, Laszlo Moholy-Nagy, Bruno Moinard, Luigi Marco Roncha, Roquelaure & Read, Ricardo Ros, Leopoldo Rosati, Peter Rose, Stefano Moiraghi, Paola Mola, Angelo Molfetta, Anna Cilia Molinari, Pierluigi Molinari, Roberto Roselli, Walter Rosemblum, James Rosenquist, Giorgio Rosental, Augustin Rosenstiehl, Molinazzi, Giuliano Molineri, Luigi Molinis, Carlo Mollino, Marina Molon, Rossella Mariagrazia Rosin, Ottavio Rossani, Alberto Rosselli, Paolo Rosselli, Pascale Rosseau, Mombelli, Monaco Architetti Associati, Moncada, Aldo Mondino, Rafael Moneo, Claude Rossetti Associati, Aldo Rossi, Fabio Rossi, Franco Rossi, Luisa Rossi, Paola Rossi, Sara Monet, Nicola Mongelli, Tom Mongello, Daniela Mongini, Monolab, Elio Montaldo, Rossi, Italo Rota, Mimmo Rotella, Sergio fabio Rotella, Marco Nereo Rotelli, Roth Emery Vincenzo Montaldo, G.Montanari, Jon Montero, Graeme Montgomery, Cesare Monti, & Sons, RoTo Architects, Giuseppe Rotunn, Jacques Rougerie, Jacques Rousseau, Pietro Monti, M.Monticelli, Fausto Montrasio, Ben Moolhuysen, Charles W.Moore, Philippe Roussel, Chiara Rovati, Peter Rowe, Evgenij Rozanov, V.Rozenberg, RTKL, Charlotte Moorman, Gabriel Mora, Giorgio Morandi, Riccardo Morandi, Bruno Davide Rubbini, Peter Paul Rubens, Perez G.Rubini, Hans Jorg Ruch, Natal'ja Rudenko, Morassutti, Angelo Morbelli, Jean Paul Morel, François Morellet, Domenico Morelli, Paul Rudolph, Rue Royale Architectes, Kris Ruhs, Rural Studio, I.M.Rusanova, Edward Augusto Morello, Mattia Moreni, Carlo Moretti, Paola Moretti, Valerio Moretti, I.Morfijan, Ruscha, Galeazzo Ruspoli, Olivier Russe, Piero Russi, Francesco Russo, Amy Ruyten, Mario Morganti, Renato Morganti, Maurizio Morgantini, Mariko Mori, Massimo Morinelli, Joseph Rykwert, Janet Saad-Cook S Valentina Sabatelli, Ranjit Sabikhi, Bruno Sacchi, Roberto Morisi, Berthe Morisot, Morita Architects, David Morley, Ennio Morlotti, Moroso, Livio Sacchi, Bruno Sacco, Joe Sacco, Anna Maria Sacconi, Maurizio Sacripanti, Carlo Massimo Morozzi, Paul Morrison, Giancarlo Moscara, Franco Moschino, Ludovico M.Sadich, Sadar Vuga, Michele Saee, Francisco Xavier Saénz de Oiza, Moshe Safdie, Mosconi, Allen D.Moses, Eric Owen Moss, Gerhard Moswitzer, Giancarlo Motta, Patrice Laura Safred, Sylviane Saget, Fariburz Sahba, Sakakura Associates, Itaru Sakamoto, Mottini, Ahmed Mourad, Sami Mousawi, Moussafir-Dufournet, Diego Moya, Guglielmo Carlo Sala, Delia Sala, Marco Sala, Maurizio Sala, Mario Salabé, Sebastiano Salgado, Mozzoni, MS&R, MT Studio, Gianfranco Muggianu, Otto Muhel, Harold Mühlberger, David Salle, Pietro Salmoiraghi, Claudio Salocchi, Salvati e Tresoldi, Sergio Antonio Salvi, Maria Mulas, Ugo Mulas, Jean-Luc Muller, Werner Müller, Muller Kneer Associates, Salvo, Sambeth, Roberto Sambonet, Frederick Samitaur Smith, Laurie Samitaur Smith, Multiengineering Group/Umberto Stegher, Bruno Munari, Edvard Munch, Francesco Athena Sampaniotou, Philippe Samyn, SANAA: Sejima/Nishizawa, Sandell & Sandberg, Murano, Giorgio Muratore, Ludovico Muratori, Muratori e Zanon, Carles Muro, Richard Joel Sanders, Reine Sane & Jean-Marie Pettes, Leonardo Sangiorgi, Raffaele Murphy, Walter Murphy, Murphy/Jahn, Murray & Murray Associates, Fabrizio Musa, Sannicandro, Denis Santachiara, Elio Santarella, Renato Santarossa, Danilo Santi, Esther Musatti, Antonio Musella, Sergio Musmeci, Alberto Musso, MVRDV, Kathryn Giovanni Santini, Pier Carlo Santini, Giuseppe Santomaso, Francesco Santosuosso, Myer, Myers Barton Associates, Goldsmith Myron N Thierry Naberes, Naço, Nadel Antonio Pio Saracino, Claudio Saratti, Alain Sarfati, Sargent, Sergio Sargentini, Franco Partnership, Tarek Naga, Nagasawa, Naito Architects, Oliveiro Najmias, Nalbach+Nalbach, Sargiani, Tito Sarrocchi, Piero Sartogo, Pierre Sartoux, Aligi Sassu, Marjane Satrapi, Eric Leone Nani, Maurizio Nannucci, Frédéric Nantois, Guido Nardi, Narud-Stokke-Wiig, Satué, R. Saublot & F.Juillien, Saucier et Perrotte, Sauerbruch-Hutton, SaumenovMassimiliano Nastri, René Naulleau, Paolo Nava, Ahmed Nawar, Ernst-Wilhelm Nay, Motajbekov-Ezau-Toctabulatov, Eric Saunier, V.Savchenko-B.Kravchuk, Ruggero Savinio, Octay Nayman, NBBJ Architecture, Max Neal, Claudio Nembrini, Aurelie Nemours, Carlo Duccia Savino, Alessandro Savioli, Leonardo Savioli, Cinzia Savoino, SBA Architects, Nepi, Paolo Nervi, Ugo Nespolo, Alexander Neumeister, Elizabeth Newman, Marc Patrizia Sbalchiero, SB iez & Partners, Bruno Scagliola, Vincenzo Scamozzi, Anna Newson, Next, Marks Nick, David Nixon, Helmut Newton, Clifford Nicholls, Ben Scaravella, Afra Scarpa, Alessandro Scarpa, Carlo Scarpa, Tobia Scarpa, Salvatore Nicholson, Evaristo Nicolao, Manfredi Nicoletti, Pierluigi Nicolin, Toni Nicolini, Carlo Scarpitta, A.Sceglov, V.Scerbin, T.Schar, Eda Schaur, Amedeo Schiattarella, M.Schiavi, Nicora Lavit, Walter Niedermayr, Terry Niedzialek, Lawrence Nield & Partners, Oscar Mario Schifano, Gail Schiller, R.M.Schindler, Jean-Marc Schivo, J.Schlaich, Karl Niemeyer, Nike Design Team, Nikitin News, Nikken Sekkei, Nikon Centro Ricerche, Schlammingen, Oskar Schlemmer, Schmidt-Hammer-Lassen, Jean-François Schmit, Edward R.Niles, Maurice Nio, Nira Reichman Architects, Taeg Y.Nishimoto, Ivan Niuchin, Schmitt & Company, Julian Schnabel, Schneider+Schumaker, Scholl Architekten, Arnold Costantino Nivola, Niwa Architects, David Nixon, Nixon & Nixon, NL Architects, François Schonberg, E.Schorm, Christian Schouvey, Costanza Schubert, Manuel ed Evelina Noel, Fritz Noetzold, Isamu Noguchi, Emil Nolde, Bob Noorda, Sayama Norihide, Nicolas Schulz, Dirk Schumann, Martinus Schuurman, Schuwirth Erman & Partner, Karl Normier, Enrique Norten, Simon North, Dean Nota, Notari-Notari-Genin, Jean Nouvel, Schwaanzer, George Schwartz, Schwartz/Silver Architects Inc., Nikolaus Schweiger, Enrico Novelli, Gastone Novelli, Nox Architects, M.Nummert, Nuova Sipre, Nurmela- Bernard Schweitzer, Kurt Schwitters, N.Sciascivili, Scibilia Design, Paolo Scirpa, Arturo Raimoranta-Tasa Arkkitehtitoimisto, Antti Nurmesniemi, Oddo+Lopez, Redesco, Oed, Eric Sclavi, Giancarlo Scognamiglio, Giovanni Scudo, Sean Scully, Piera Scuri, SEA Offermans, Oficina de Arquitectura, Yoichi Ohira, Charles Oisay, Erwin Olaf, Claes Arquitectos, SEA Informatica, Alberto Secchi, Tazio Secchiaroli, Sechaud-Bossuyt, Oldenburg, Valerio Olgiati, Olinsky, Oliveri-Nizzoli, Mario Olivieri, Rinaldo Olivieri, Corinne Dominique Seeholzer, Seelinger-Vogels, Richard Seewald, George Segal, Sebastiano Olivotto, Marco Amedeo Olmeda, OMA, Omrania, Manuel Oncina, Onorato- Giovanni Segantini, Segno Associati, François Seigneur, Kazuyo Sejima, Vittorio Sella, Dell'Orto-Varrone, Luigi Ontani, Kas Oosterhuis, Dennis Oppeheim, Vitalij Orechov, Patrizia Selva, Ornella Selvafolta, Gottfried Semper, Antonio Sena, Luigi Serafini, Cesare Giorgio Origlia, Orlan, Luccio Orlandini, Paolo Orlandini, Davide Orler, V.Orlov, Richard Serafino, Nasrine Séraji, Igor Serediuk, Margherita Serra, Paola Serra Zanetti, J.Francisco Orne, José Clemente Orozco, Enrico Orsi, Gottardo Ortelli, Jean-Jacques Ory, Kunihide Serrano, Beniamino Servino, Giovanna Sesti, Marcello Sestito, Setesco SA, Seura, Oshinomi, Elisa Ossino, Francesco Ossola, Giancarlo Ossola, Annibale Oste, Osmar Pascale Seurin, Gino Severini, Renato Severino, Seymour/Powell, Paolo Emilio Sfriso, Osten, Otis Centro Ricerche, Carlos Ott, Ottonello, Frei Otto, J.J.P.Oud, Nikolaj Shafik, Dennis Sharp, Siamak G.Shahneshin, Sheppard Robson, Shungo Shin, Baha Ran N.Ovcinnikov, Ove Arup & Partners, Overland and Partners, A.Ovsjannikova, OZ Studio, Shirdel, Shirdel-Zago-Kipnis, Gary Shoemaker, Yinka Shonibare, ShoP Partners, Giovanna Pace, Bohdan Paczowski, Bruno Padovano, Gabriella Padovano, Carla H.M.Shula, Kevin Shultis, Ken Shuttleworth, J. P.Siame, SIAT, Enrico Sicignano, Romeo Paduano, Alex Padwa, Carlo Paganelli, Herbert Pagani, Giovanni Paganin, Lilla Pagano, Sidney, Neven Sidor, Siegel Diamond Architects, Mario Signorelli, Bruno Signorini, Mauro Pagano, Paghera Landscape Design, Francesco Pagliari, Nam June Paik, Dolores Filippo Signorini, Tuomo Siitonen, Julio Pinto Silva, Claudio Silvestrin, Danilo Silvestrin, Palacio, Anna Palange, Roman Pallach, Paola Palladini, Mimmo Palladino, Tony Jorge Silvetti, Hadi Simaan, Paolo Simonetti, Stefano Simoni, Roland Simounet, Zemla

Jolanta Singer, Arthur B.Sirjord Jr., Mario Sironi, Nedim Sisa, Alfred Sisley, Site, Camillo Sitte, SIV (Gruppo Efim), Alvaro Siza, Lee H.Skolnick, Nils Slaatto, O. Sleptsov, Anne Sloan, Denis Sloan, Giovanna Slocovich, Andreas Slominski, S.Smakov, Eugene Smith, Smith Group-SMP-SHG, Smith Hinchman & Grylls, Smith-Miller+Hawkinson, Nadezda Smolina, Giancarlo Smurra, Snelder Compagnons, Richard W. Snibbe, Snohetta Arkitektur Landskap, John Soane, Werner Sobek, Società Stretto di Messina, Riccardo Soffientini, Sogaer, S. Sokolov, Ignasi Solà-Morales, Luca Solazzo, Ivo Soldini, Francis Soler, Paolo Soleri, Daniel Solomon, D. Solopov, SOM Skidmore Owings & Merrill, Sonacotra, Vito e Laura Sonzogni, Kim Sooja, Roberto Sordina, Carl Theodor Sorensen/Georg Skovgaard, Federico Soriano, Michael Sorkin/Andrei Vovk, Francesco Soro, Sacha Sosno, Jesus Soto, Sottsass Associati, Ettore Sottsass, Ariel Soulé, Goncalo Sousa Byrne, Space Group, Spacelab Cook/Fournier, Space Planners, Space Projects Group, S'pace-Jean-Robert Mazaud, Benedetta Spadolini, Guido Spadolini, Pierluigi Spadolini, Mauro Spagnolo, Giuseppe Spagnulo, Giovanni Spalla, Angelo Spampanato, Sparano+Mooney, Penn Sparke, Luigi Spazzapan, Spea Ingegneria Europea, Albert Speer, Jorg Spengler, Giorgio Sperelli, Fiorella Spinelli, Katherine Spitz, Daniel Spoerri, Johan Otto von Spreckelsen, Lars Spuybroek, Fausta Squatriti, Volker Staab, Peter Stampfli, G.R.Standke, Franco Stanghellini, Philippe Starck, Richard Staub, Stauch Vorster Architects, Studio Stefanoni, Mario Steffenino, Otto Steidle, Albe Steiner, André Steiner, Steiner Architects, Frank Stella, Massimo Stella, Helmer Stenros, Cesare Stevan, Albert Stevens, Walter Stiari, James Stirling, Stirling Wilford & Associates, Attilio Stocchi, Jessica Stockholder, Francesca Storaro, Jan Störmer, Stramandinoli, Carmelo Strano, Giuseppe Strappa, Giorgio Strehler, Wilfried Strobl, Structural Design Group, Pierre Studer, Studio 333, Studio 3C+T, Studio 65, Studio Alhadeff, Studio Antonaci, Studio Archea, Studio Arkiss Havirov, Studio Associato Nervi Feliciangeli, Studio Azzurro, Studio Bistagnino/Lanzavecchia, Studio Bonanotte, Studio Caffaro, Studio Calosso, Studio Chiarini, Studio Ciarlo Romano, Studio Consa, Studio DA, Studioddm/Mario Taddei/ Edoardo Zanon, Studio De Ferrari, Studio Dini e Cappelli, Studio Do It/Peralta Polacchi Tesse, Studio Dune, Studio & Partners, Studio Gabellini Associates, Studio GPI, Studio Ingegneria Ceretti, Studio Itinerante Arquitectura/Alessandro Caviasca, Studio Jacomussi, Studio L/O, Studio La Hoz, Studio Mar, Studio Mastrella, Studio Metamorph, Studio Passarelli, Studio Piras, Studio Progettazione Piazza S.Anastasia, Studio Scacchetti, Studio Schiattarella, Studio SdA-Studio ST, Studio Signo, Studio Spaceplanners, Studio Spazio Architetti/Piera Scuri/Douglas Skene, Studio Strip, Studio Tecnico Fiat, Studio Tecnico Japan Air Lines, Studio Tecnico McDonnel-Douglas, Studio Tecnico Otis, Studio TRA, Studio Transit Design, Studio Valle Progettazione, Studio Zenoni, Studio Zoppini Associati, Francesco Stumpo, Sturchio Architects, SU11 architecture and design, Sud Architectes, Deyan Sudjic, Hiroshi Sugimoto, Franco Summa, Tonet Sunyer, Susini e Picciani, Sussman/Prejza & Co., Sergo Sutjagin, Edward Suzuki, Svei, Joseph Svoboda, Harley Swedler, Syn, Gabriele Szaniszlò, Harald Szeeman, Martin Szekely, Michael Szyskowitz/Karla Kowalski T Emilio Tadini, Kim Taeik, Lino Tagliapietra, Keiichi Tahara, Taisei Corporation, Neil Tait, Shin Takamatsu, Sey Kyoshi Takeyama, Taliesin Associated, Roger Tallon, Giovanna Talocci, Paolo Talso, Antonio Tamilia, Marco Tamino, Tancredi, Kenzo Tange, Carlo Tanseco, Tiziano Tanzi, Virginia Tanzman, Tao Architects, C.Tarasevija, Targetti Sankey, Otto Tashkovich, Tate & Snyder, Tattersfield Minale & Partners Limited, Bruno Taut, Andrew Taylor, William Taylor, Team Zoo, S.Tebroke, Techint, Techniker, Techno, Tecn-Arch, Tectoniques, Stephen Teeple Architects, TEN Arquitectos, Roberto e Esteban Terradas Muntañola, Elisabetta Terragni, Giuseppe Terragni, Antonino Terranova, Mario R.Terrosi, Giovanni Terzi, Pietro Terzi, Claudio Tesei, Heinrich Von Tessenow, Dominique Tessier, Armando Testa, Peter Testa Architects, Giovanni Testori, Tetrac, Tetrarc, Tétrault/Dubuc/Saiat, Tewaza, The Architects Practice, The Collaborative Inc., The Hillier Group, The Jerde Partnership International, The Leonard parker Associates, The Miller/Hull Group, Pierre Thibault, THINK, Huw Thomas, Neil Thomas, Philippe Thomas, Thompson & Wood, Richard G.Thorp, Matteo Thun, Stanley Tigerman, Adam D.Tihany, Kieran Timberlake, Jean Tinguely, Silvano Tintori, Ettore Tito, N.Titova, Victor Togliani, Caterina Tognon, Marco Tomasi, Elena Tomei, Paolo Tomio, Sophie Tomlinson, Mauri Tommila, Michele Tonci Ottieri, Tonelli Ufficio Studi, Hunt Tony, Roland Topor, Stefano e Bernardo Tori, Tornabuoni, Niels Torp, Angelo Torricelli, Michel Tortel, Daniela Tortello, Chiara Toschi Cavaliere, Renato Toso, Henry Toulouse-Lautrec, Nicolas Toury, Decio Tozzi, TRA, Trait Architectes, Antonio Tramontin, Federico Trampa, Adrian Tranquilli, Transit Design, Matilde Trapassi N G V A D P G M Y B H W mm A A R m &M A m C P B m P S m K & P W m M C A O W m m G S O V C w m A U U CO R U A U A U U O C & A S U U m G U G Um G U U AA M K w m mK U A UN S B B &B U m U A U O U DC G A U VP V R V G V B V V V S V C V A V N V R S V G V W V V D w m V M V G V P V mm V A V A V P G V D V A V A V C V G G M V R V &Y m H V V V W K V D A V D A V V V G K V V P m& P B V R V V V &V M G V R V D V G V C V D V M V m V V V & X V C V V K m M G V G V C V P V C V V V G V V m G V m P V V A V V MRV G V V V P P V V V C V P V V V V V P V N V P V V V V GV G V V M V M V R V P V P V B V K V K V M V S V V G G N V A V V M V M V A V S V A V M V D V V G M P V K A V R M V W C A V W B m wV OV V V WM W S W H W W K W w W w W G CN W G W A W P W K W M S W W W m P W W H W C W m S W R W W M D W W & Y B DW w Wm W W D W M W mW m W A w W A w W M W W m W W C W N W S H W W M W C W W A W G O W m & C W m P B W M W W B W m W W A W R W V mW R W A W W W &P W W K m W & A A W S A A W W A X W mX G X Y R Y m Y m & A Y m Y m m R S Y m M Am A M Y m H Y m M Y m Y m K Y S Y B Y S Y m K Y A mY Y S Y S Y m YRM P M S Y Z A m M N SA D A w m G m m m G B W G C M A M D C C C W G V R P M m G B m C M m mm G P P B P G M A m M C R m C S S C m A w & m

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The Aga Kahn Award for Architecture The Winners

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KDN è l’acronimo di The Aga Kahn Development Network, poderoso organismo operativo degli Ismaeliti, articolato per rami destinati a coprire un ventaglio amplissimo di attività, destinate a sostenere e consolidare ogni forma di civiltà islamica, nei vari luoghi del mondo. Nel quadro dell’attività di AKTC, The Aga Kahn Trust for Culture troviamo The Aga Kahn Award for Architecture, premio triennale mondiale, di cui ora si è conclusa la nona edizione; e al suo fianco, anche se con caratteri e modalità relativamente indipendenti, The Historic Cities Support Programme, mirato alla conservazione e alla rivitalizzazione di siti fondamentali del mondo islamico; e ancora The Educational and Culture Programme, diviso in cinque unità (un programma di architettura islamica presso il MIT e ad Harvard; un sito-archivio virtuale, www.archnet.org; un programma specifico museale; e infine altri due, il primo di carattere più generalmente umanistico, basato sul pluralismo delle idee, e infine l’altro, mirato al recupero delle tradizioni musicali centroasiatiche). Non è difficile cogliere una sorta di filo rosso che attraversa e accomuna questi diversi fronti di lavoro; e fa piacere che in un qualche modo sia l’architettura, e comunque la forma fisica delle cose, a costituire una sorta di trama di fondo necessaria per il buon esito delle iniziative, mirate a uno sviluppo socio-economico equilibrato e consapevole. La struttura del Premio si basa su regole molto dettagliate, e prevede procedure piuttosto minuziose. La definizione di campo, dal punto di vista dei manufatti eleggibili, è ampia: si va dai restauri e dai ripristini, purché socialmente virtuosi, all’impiego di tecnologie appropriate, sia in rapporto al grado di sviluppo locale, sia a quello dell’aggiornamento e dell’innovazione, in ogni modo capace di riferirsi e dialogare fruttuosamente con le identità culturali consolidate. Le realizzazioni comunque debbono essere frutto di progetti messi a punto da comunità islamiche, oppure chiaramente a esse destinati. L’arco temporale è molto esteso, dodici anni nel caso di questa nona edizione, dal 1991 al 2002 compresi; inoltre deve essere dimostrato un periodo d’uso effettivo di almeno un anno intero. La natura di questa iniziativa è assolutamente particolare: probabilmente unica. Si tratta di una sorta di adempimento, da un lato, di un dovere etico-religioso e sociale, rigorosamente prescritto; dall’altro, di un impegno rigidamente mirato al miglioramento delle condizioni complessive (di vita, di conoscenza, tecnologiche, eccetera) di quelle comunità che in quel dovere si riconoscono e al quale strettamente si riferiscono. E questo malgrado i confini sociologici e religiosi così determinati, quelli islamici, siano in realtà non facilmente tracciabili, o non lo possano essere: in questo senso vanno intesi i richiami reiterati ai valori del pluralismo e della coesistenza. Anche l’ammontare dei premi, più di cinquecentomila dollari, acquista sotto questa luce un suo significato proprio, coerente con le intenzioni di una impresa di dimensioni difficilmente misurabili. Nel triennio contemplato dal Premio schiere di selezionatori, designati per quel ciclo, architetti, professionisti e altri purché ben vicini agli sviluppi architettonici delle società islamiche, rigorosamente segreti, segnalano progetti che rimangono ugualmente segreti (in parallelo è anche possibile manifestare autocandidature, da parte di singoli o di istituzioni, che tuttavia soggiacciono anch’esse alla scelta, sempre segreta, dei medesimi selezionatori). Terminata questa fase delicata ai prescelti viene richiesta una documentazione esauriente relativa a ogni aspetto della loro opera, compresa naturalmente ogni notizia relativa al suo rapporto con il contesto nel quale è collocata. Entra allora in gioco una Master Jury, nove personalità dalle competenze non soltanto disciplinari ma trasversali, che procede a una prima massiccia eliminazione dei selezionati (non più di trenta; quest’anno ventitre su tre4 l’ARCA 200

centosettantotto); i casi selezionati vengono nei mesi precedenti al giudizio definivo sottoposti all’esame dei Rewiewers on-site, un manipolo di persone altamente specializzate in vari settori, i quali ne verificano meticolosamente ogni dato e ogni aspetto, comprese le reazioni degli utenti, fino a compilare rapporti esaurienti (ogni Rewiewer può trattare soltanto di costruzioni non situate nel proprio paese). Saranno questi stessi supervalutatori a presentare ciascuno i progetti valutati all’apertura della seconda e definitiva riunione della Master Jury, che poi procede a porte chiuse ad esprimere i propri insindacabili verdetti, comprese le ripartizioni del complessivo ammontare dei premi. Segue una grande cerimonia di premiazione e chiusura, che ad ogni ciclo si svolge in luoghi storici prestigiosissimi dell’architettura islamica. Il tutto si svolge sotto la supervisione attenta e continua di uno Steering Committee, composto da non più di nove personalità di grande prestigio, un attento mélange internazionale e variamente islamico, in carica per un triennio, e sempre presieduto dall’Aga Kahn in persona. La Master Jury di questa nona edizione (Ghada Amer, Hanif Kara, Rahul Mehrotra, Farshid Moussavi, Motjaba Sadria, Reinhard Schulze, Elias Torres Tur, Billie Tsien, Jafar Tukan) si è posta subito una questione base: come scoprire, capire e spiegare l’avventura e le sfide dell’architettura nel mondo islamico a fronte della modernità in tutte le sue diversità. Una questione, come si vede, non di poco peso; difficile da affrontare, possibile fonte, anche, di infiniti equivoci. Ricorrendo, per ancorarsi, alla valutazione delle ricadute sociali, sono state formulate quattro domande/risposte guida. La prima riguarda il restauro: come può la complessità della storia e della memoria storica trovare espressione nell’architettura? Probabilmente trovando un equilibrio fra significati storici e fini contemporanei, di utilità non soltanto turistica, e comunque non congelando il passato. La seconda, d’attualità molto operativa, si chiede come le iniziative private possano trovare dignità di sfera pubblica, in una società che cambia. Una via possibile sembra quella di trovare un rapporto accettabile fra contenuto sociale di una iniziativa e la sua raffigurazione architettonica. La terza indaga attorno alla possibilità di espressione poetica individuale nei contesti sociali complessi. Qui si aprono diverse prospettive interne al mondo islamico, oscillanti fra l’affermazione personale e l’enfatizzazione di identità collettive. Infine la quarta: come governare i trasferimenti di tecnologie globali nei contesti locali? L’architettura pare poter giocare in questo senso ruoli importanti. Insomma: una piccola responsabilità geopolitica affidata all’architettura; cosa poter desiderare di piu? Facilmente si capisce come qui si trovino già chiaramente espressi tutti i parametri adottati nel giudizio, nel complesso ben rispecchiati nei progetti premiati. E anche molti dei motivi profondi dell’appassionata perorazione di un’architettura islamica pluralista, inscindibilmente legata alla contemporaneità, contro i tentativi di fissare una sorta di rigida normativa culturale, profondamente estranea, negatrice delle radici complesse e compresenti di una civiltà così grande e gloriosa. Le altre argomentazioni utilizzate dalla Master Jury sono quelle più prevedibili, più standard, della sostenibilità, del rapporto con il contesto fisico e sociale, dell’utilità, del buon funzionamento, della tecnologia equilibrata applicata alle diverse scale, e così via. Non è dato conoscere quali fossero gli altri progetti selezionati; certamente però, dati questi assunti e questi indirizzi chiaramente dichiarati, e a loro modo piuttosto coraggiosi, difficilmente si sarebbero potuti trovare sette progetti realizzati più adatti di quelli vincitori. Con tutte le ambiguità di cui sono fortunati portatori, e per gli interrogativi anche piuttosto ardui che pongono. Da questo punto di vista, questo nono Aga Kahn Award for Architecture costituisce un utilissimo contributo. Maurizio Vogliazzo

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KDN is an acronym for The Aga Kahn Development Network, a huge Ismaili business organism organised into different branches, designed to handle a wide range of activities for supporting and strengthening every aspect of Islamic civilisation at various places around the world. Within the framework of operations carried out by the AKTC (The Aga Kahn Trust for Culture), The Aga Kahn Award for Architecture, a three-yearly worldwide award whose ninth edition has just closed, is out in the front line and has been an authentic trailblazer (it was set up in 1977, eleven years before the Trust itself); and it is backed up, although in its own relatively independent way and with its own distinctive traits, by The Historic Cities Support Programme, aimed at conserving and revitalising key sites in the Islamic world; not to mention The Educational and Culture Programme, divided into five units (an Islamic architecture programme at the MIT and Harvard; a virtual site-archives, www.archnet.org; a specific museum programme; and, lastly, a more broadly humanistic programme based on a plurality of ideas and another designed to recover Central-Asian musical traditions). It is not difficult to find a sort of unifying thread running through and uniting these various work fronts; and it is nice to see that it is in some way architecture or, in any case, the physical form of things that form the kind of backdrop required for the successful outcome of projects aimed at carefully-balanced and conscientious socio-economic growth. The Award is based on very detailed rules and involves rather meticulous procedures. The range of eligible constructions is wide: ranging from restorations and repairs (provided they are of social utility) to the use of proper technology, both in terms of the degree of local development and the amount of upgrading and innovation, capable in any case of referring to and interacting fruitfully with firmly-rooted cultural identities. The constructions must be the result of projects developed by Islamic communities or clearly directed at them. The time span is extremely lengthy, twelve years in the case of this latest edition (from 1991-2002 inclusive); an effective period of use of at least a full year is another prerequisite. This is an extremely unusual (possibly unique) undertaking. This probably is not easy for us to understand, since we are so used to awards, competitions and prizes of various kinds. Here it seems, on one hand, to be a sort of fulfilling of a strictly prescribed ethical-religious and social duty and, on the other, a firm commitment to improve the overall conditions (lifestyle, knowledge, technology etc.) of communities that feel bound to this duty and abide by it strictly. And all this despite the fact that the strict sociological and religious bounds of Islam are not actually easy to trace, and they cannot be: this is the sense in which we need to view the reiterated references to the importance of pluralism and co-existence. In this light, even the prize-money, over fifty thousand dollars, takes on a meaning of its own, in line with the intentions of an undertaking whose bounds are extremely difficult to set. During the three-year period involved in the Award, hoards of selectors (appointed for this period), architects, professionals and other experts, all well aware of architectural developments in Islamic societies (kept strictly secret) indicate projects that are kept equally secret (at the same time individuals or institutions can also put themselves forward, which however must also gain the secret approval of the aforementioned selectors). Once this tricky pre-selection phase is over, those selected must provide exhaustive documentation about every aspect of their work, naturally including any information about its relation to the context in which it will be set. This is when the Master Jury composed of nine experts on cross-theboard disciplines comes into play, eliminating most of the preselected projects (leaving no more than thirty; this year thirty three

out of three-hundred and sixty eight); then over the months prior to the final assessment procedure, the selected projects are examined by on-site Reviewers, a handful of leading experts in various sectors meticulously assess every aspect of the designs, including relations with users, and then make full reports (each Reviewer can only analyse constructions from other countries). It is then these Reviewers who actually present each of the assessed projects at the start of the Master Jury’s second and final sitting, which takes place behind closed doors and makes the final rulings, including how the overall prize-money is to be shared out. There is then a major prize-giving and closing ceremony, which on each occasion is held in highly prestigious historical locations for Islamic architecture. Everything takes place under the close supervision of a Steering Committee composed of no more than nine leading figures, a careful blend of international experts of varying Islamic extraction, which serve for three years and are headed by the Aga Kahn in person. The Master Jury for this ninth edition (Ghada Amer, Hanif Kara, Rahul Mehrotra, Farshid Moussavi, Motjaba Sadria, Reinhard Schulze, Elias Torres Tur, Billie Tsien, Jafar Tukan) immediately set itself a specific task: how to discover, understand and explain the adventures and challenges of architecture in the Islamic world in face of modernity in all its various forms. An issue, as can be seen, of no small importance; hard to tackle and potentially a source of endless misunderstandings. Taking an assessment of social implications and repercussions as a sort of anchor, four guiding questions/answers were formulated. The first concerns restoration and renovation: how can architecture embody the complexity of history and the past? Most likely by finding a balance between historical meaning and modernday ends serving more than just tourist purposes. The second of a much more topical and practical nature poses the question of how private enterprise can find its own dignified status in a changing society. One possible way seems to be to find acceptable relations between the social side of a project and its architectural design. The third investigates the possibility of individual artistry in intricate social contexts. This opens up a range of prospects within the Islamic world, wavering between personal achievement and a concentrating on communal identity. Finally the fourth issue: how can global technology be incorporated in local settings? In this respect, architecture appears to be capable of playing key roles. In a nutshell: architecture has its own small geopolitical responsibility; what more could we ask? It is easy to see how all the various aspects of the judgement procedure are clearly expressed in these issues, all of which were, on the whole, handled successfully by the winning projects. It also brings out many of the underlying motives behind such a deeplyfelt way of advocating pluralistic Islamic architecture with close bonds to modern-day life, in contrast with attempts to set a rigid sort of cultural framework, which is quite alien and hostile towards the complex and co-existing roots of such a great and glorious civilisation. The Master Jury also referred to more predictable and conventional factors as sustainability, relations to the socio-physical context, utility, smooth-running, balanced technology applied on various scales, and so forth. We do not know which other projects were selected; but there can be no doubt, bearing in mind these assumptions and clearly avowed guidelines (courageous in their own way), that it would be hard to find seven more suitable projects than the seven winners. Despite all the ambiguities they carry with them and the rather tricky issues they raise. From this point of view, the ninth Aga Kahn Award for Architecture is an extremely useful event with a real contribution to make. 200 l’ARCA 5


Bibliotheca Alexandrina Alexandria, Egypt, 2002 La biblioteca è progettata come un disco che emerge dal terreno, con quattro livelli sotterranei e sette fuori terra. Comprende una sala lettura principale con 2.000 posti a sedere, sei biblioteche specialistiche, tre musei, sette centri di ricerca, tre gallerie permanenti, uno spazio per mostre temporanee, un planetario, una piazza pubblica, uffici, caffetteria e tutti i servizi necessari per un simile complesso. La sua forma circolare ha una forte carica simbolica. Le mura esterne sono rivestite con 4.000 blocchi di granito con incise le lettere degli alfabeti del mondo. La sala principale è un unico spazio con otto terrazze, che ospitano ciascuna una diversa sezione tematica dalle radici della conoscenza (filosofia, storia, religione, geografia) fino alle tecnologie più recenti. La sottostruttura della biblioteca ne costituisce la parte più innovativa. Il parziale interramento dell’edificio, 18 metri sotto terra in un’area vicina al mare, ha sollevato seri problemi strutturali. La parete diaframma circolare, con un diametro di 160 metri e un’altezza di 35 metri, è considerata la più grande del mondo. Le fondamenta sono considerate uniche in quanto sono state progettate come piloni in tensione con una pesante base a zattera sul lato sud e come piloni di compressione che caricano il peso sul lato nord. Tra gli elementi meglio riusciti c’è l’uso della luce naturale, convogliata all’interno tramite pannelli vetrati in copertura orientati dopo uno studio al computer per far entrare il massimo della luce in modo indiretto. La biblioteca e il planetario sono collegati al livello interrato, sotto la piazza pubblica, a un centro conferenze preesistente, mentre un ponte pedonale attraversa la piazza collegando l’università alla strada costiera.

The library was designed as a tilting disc rising from the ground, with four levels below ground and seven above. The facility provides a main reading room with seating for 2,000 readers, six specialist libraries, three museums, seven research centres, three permanent galleries, space for temporary exhibitions, a planetarium, a public plaza, offices, a cafeteria and all the necessary services required for such a complex. The circular form of the library also has strong symbolic significance. Its exterior wall is clad with 4,000 granite blocks carved with letters from the alphabets of the world. The main reading area is a single open space with eight terraces, each accommodating a different subject section, starting from the roots of knowledge (philosophy, history, religion, geography) and ending with the latest technologies. The substructure of the library is the most innovative part of the project. The half submersion of the building 18 metres below ground on a site close to the sea raised serious structural problems. Its circular diaphragm wall is considered the largest in the world, with a diameter of 160 metres and a height of 35 metres. The foundations are unique in that they were designed as tension piles with a heavy raft foundation on the south side and as compression piles to take the weight on the north side. One of the most successful features of the building is its use of natural light, drawn in through glazed panels on the roof. The orientation of the roof panels was carefully studied on computer at the design stage to introduce maximum levels of natural light without direct sunlight. The library and the planetarium are linked at basement level, beneath a public plaza, to an existing conference centre, while a pedestrian bridge spans the plaza between the university and the coastal road.

Christian Richters

Credits Architects: Snøhetta Hamza Consortium: Craig Dykers, Christoph Kapeller and Kjetil Trædal Thorsen (Principal Architects, Snøhetta AS); Mohamed Sharkass (Head of Architecture, Hamza Associates) Engineers: Hamza Associates: Mamdouh Hamza (Chairman and geotechnical engineer); Mashhour Ghunaim and Ahmed Rashed (Structural engineers); Ibrahim Helal (Electrical engineer); Ali Omar (Mechanical engineer); Mohsen Abdou (Plumbing and fire-fighting engineer); Tarek Yassine (Site engineer) Consultants: Jorunn Sannes, Schumann Smith, Lichtdesign, Multiconsult, Warrington Fire Research, Stewart Helms Contractors: Radio Trevi, Arab Contractors, Balfour Beatty Client: Bibliotheca Alexandrina, Egypt

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Primary School Gando, Burkina Faso, 2001 Questa scuola si deve all’impegno di Diébédo Francis Kéré per migliorare le condizioni del proprio villaggio. Gando, 3.000 abitanti, si trova nelle pianure meridionali del Burkina Faso, a circa 200 Km dalla capitale Ouagadougou. La costruzione della scuola è iniziata nel 2000 ed è stata realizzata per lo più dagli abitanti del villaggio. Dopo il completamento della scuola, nel 2001, si è avviata la costruzione di edifici residenziali per gli insegnanti. Affinché fosse sostenibile, il progetto è stato impostato su principi legati al confort climatico, bassi costi realizzativi, uso dei materiali locali e impegno della comunità residente. E’ costituita da tre aule allineate e separate da un’area aperta porticata che può essere utilizzata sia per l’insegmanento sia per il gioco. La struttura comprende pareti portanti di tipo tradizionale realizzate con blocchi di terra stabilizzati e compressi. Il confort climatico è assicurato dalla copertura aggettante, che dà ombra alle facciate, dal sollevamento del tetto di lamiera ondulata sopra una trave di acciaio, che permette il passaggio dell’aria fresca tra tetto e soffitto, e dall’uso dei blocchi di terra per le pareti, che assorbono il calore e moderano la temperatura interna.

This school is the result of Diébédo Francis Kéré’s mission to improve conditions in his village. Gando, with a population of 3,000, lies on the southern plains of Burkina Faso, some 200 kilometres from Ouagadougou, the capital. Construction of the school began in October 2000, carried out largely by the village’s men, women and children. After the school was completed in July 2001, construction of buildings for resident teachers began along similar principles. To achieve sustainability, the project was based on the principles of designing for climatic comfort with low-cost construction, making the most of local materials and the potential of the local community. Three classrooms are arranged in a linear fashion and separated by covered outdoor areas that can be used for teaching and play. The structure comprises traditional load-bearing walls made from stabilized and compressed earth blocks. Concrete beams run across the width of the ceiling, and steel bars lying across these support a ceiling also of compressed earth blocks. Climatic comfort is also ensured by the overhanging roof, which shades the façades, by the raising of the corrugated metal roof on a steel truss, allowing cooling air to flow freely between the roof and the ceiling, and through the use of earth blocks for the walls, which absorb heat, moderating room temperature. Siméon Duchod

Credits Architect: Diébédo Francis Kéré Site Coordination: Wénéyda Kéré Craftsmen: Sanfo Saidou (‘Baba’) and Oussmane Moné, Minoungou Saidou Consultant: Issa Moné, Locomat Client: The community of Gando Village, Burkina Faso

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Sandbag Shelter Prototypes Luoghi vari/Various locations 1992 Il bisogno di alloggi a livello globale include quelli per milioni di rifugiati e di profughi – vittime di disastri naturali o di guerre. In seguito a lunghe ricerche sui metodi tradizionali di costruzioni fatte di terra in Iran, e dettagliate prototipazioni, Nader Khalili ha sviluppato il sistema dei “sacchi di sabbia” o “supermattone”. La tecnica costruttiva di base è costituita dal riempimento di sacchi con terriccio e dalla loro disposizione a strati concentrici su una pianta circolare. Gli strati concentrici sono via via sfalsati fino a formare una cupola. Tra uno strato e l’altro, per evitare che i sacchi scivolino e per dare maggiore resistenza in caso di terremoti, viene interposto del filo spinato. Dunque, i materiali della guerra – sacchi di sabbia e filo spinato – vengono qui utilizzati a fin pacifici, integrando la tradizionale architettura di terra con normative globali di sicurezza contemporanee. Il sistema impiega le forme senza tempo dell’arco, della cupola, della volta per creare ripari a singola o doppia curvatura che sono sia resistenti sia esteticamente piacevoli. Ciascun riparo comprende uno spazio a volta principale e spazi di servizio per la cucina e il bagno. Altre aggiunte, come ripari per gli armenti, possono essere fatti in caso di una permanenza prolungata. La stessa tecnica può essere utilizzata per altre tipologie di edifici, per strade, cordoli, muri di contenimento, elementi di paesaggio.

The global need for housing includes millions refugees and displaced persons – victims of natural disasters and wars. After extensive research into vernacular earth building methods in Iran, followed by detailed prototyping, Nader Khalili has developed the sandbag or “superadobe” system. The basic construction technique involves filling sandbags with earth and laying them in courses in a circular plan. The circular courses are corbelled near the top to form a dome. Barbed wire is laid between courses to prevent the sandbags from shifting and to provide earthquake resistance. Hence the materials of war – sandbags and barbed wire – are used for peaceful ends, integrating traditional earth architecture with contemporary global safety requirements. The system employs the timeless forms of arches, domes and vaults to create single and double-curvature shell structures that are both strong and aesthetically pleasing. Each shelter comprises one major domed space with some ancillary spaces for cooking and sanitary services. Incremental additions such as ovens and animal shelters can also be made to provide a more permanent status and the technology can also be used for both buildings and infrastructure such as roads, kerbs, retaining walls and landscaping elements.

Nader Khalili/Cal-Earth Institute

Credits Architect: Cal-Earth Institute: Nader Khalili (Concept and design); Iliona Outram (Project Manager) Consultants: P. J. Vittore Ltd, and C. W. Howe Associates

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Restoration of Al-Abbas Mosque Asnaf, Yemen, 1986 Situata a 40 Km da San’a, la Moschea Al-Abbas risale agli ultimi giorni della dinastia Sulayhid. Un’iscrizione all’interno data l’edificio a Dhu al Hijjah 519 (dicembre 1125-gennaio 1126 nel calendario Gregoriano) e cita come fondatore il Sultano Musa bin Muhammed al-Fitti. Un’altra iscrizione cita come costruttore, o architetto, Muhammed ibn Abul-Fath ibn Arhab. Ma è di fatto intitolata a una figura poco conosciuta chiamata “Abbas”, un santo che si crede sia stato sepolto qui. La parte bassa del muro della moschea è in pietra, con mattoni di fango ai livelli superiori. Di pianta quasi quadrata, la moschea ha un tetto piatto ed è praticamente un cubo. All’interno ci sono sei colonne, di cui quattro di pietra, risalenti al periodo pre-Islamico, e due di mattoni. Tre delle colonne hanno ancora i capitelli orinali. Le colonne dividono l’interno in quattro corridoi orientati verso il mihrab. L’elaborato soffitto, in parte ancora intatto, contrasta con la semplicità dell’esterno. I ventidue cassettoni di legno del soffitto sono riccamente decorati con intagli, dorature e dipinti a tempera. Nel 1985, il Governo dello Yemen chiese al Centro Francese di Studi Yemeniti di San’a un aiuto per la conservazione della moschea. Il soffitto fu smontato e portato al Museo Nazionale. Nel 1987, il Centro Francese chiese a Marylène Barret di restaurarlo. C’era bisogno di restauri anche per il tetto, così si decise di intraprendere un restauro generale dell’edificio. Marylène Barret intraprese questo lavoro con l’architetto yemenita Abdullah al-Hadrami e con un team di archeologi francesi e yemeniti, oltre ai migliori artigiani locali. Il restauro è stato completato nel 1996. Sono stati utilizzati il più possibile materiali e tecniche tradizionali – tra cui quella del qudad, una malta tradizionale composta di calce e aggregato vulcanico che viene lucidata con una pietra liscia e intonacata con grasso animale. Non sono stati inseriti elementi aggiuntivi e tutti quelli nuovi sono fedeli agli esempi orignali per forma e collocazione.

Set 40 kilometres from Sana’a, Al-Abbas Mosque dates from the last days of the Sulayhid Dynasty. An inscription in the interior dates the building to Dhu al-Hijjah 519 (December 1125–January 1126 in the Gregorian calendar) and names the founder as Sultan Musa bin Muhammed al-Fitti. Another inscription names the builder or architect as Muhammed ibn Abul-Fath ibn Arhab. But the mosque is in fact named after a little-known figure called “Abbas”, a holy man who is believed to be buried there. The lower parts of the mosque’s walls are made of stone, with mud bricks at the upper levels. Almost square in plan, the mosque has a flat roof, making it cubic in shape. Inside are six columns, four in stone dating from pre-Islamic times and two in brick. Three of the columns have antique capitals. The columns divide the interior into four rows, leading towards the mihrab wall. The mosque’s elaborate coffered ceiling is in complete contrast to the building’s modest exterior. Most of it has survived intact since its construction. The ceiling’s twenty-two caissons are covered with intricate decoration carved, gilded and painted in tempera on a wooden support. In 1985, the Yemeni Government asked the French Centre for Yemeni Studies in Sana’a to help preserve it. The ceiling was dismantled and removed to the National Museum at Sana’a. In 1987, the French Centre asked Marylène Barret to carry out the restoration of the ceiling. Major repairs were also required on the roof, and the decision was taken to restore the fabric of the building itself. Marylène Barret undertook this work with Yemeni architect Abdullah al-Hadrami, together with a team of French and Yemeni archaeologists and the best local craftsmen, who completed the restoration project in 1996. Traditional materials and techniques – many still in use today, such as qudad, a traditional mortar composed of lime and volcanic aggregate that is polished with a smooth stone and daubed with animal fat – were employed wherever possible. No speculative elements were inserted: all new elements can be traced back to original examples in both their form and their location. (2100)

Reha Günay

Credits Conservators: Marylène Barret, with assistance from Abdullah al-Hadrami Restorers: Ceiling and woodwork: François de Bazelaire and Benoit Cruypennick; Gilbert Delcroix, advisor; Camilia An’am, Abeer Radwan, Khalida Hassan, Adel Said, Rashad al Kubati, and Mohamed al Noman, archaeologists; Samia Noman, archivist Masonary: Mohamed Satar, Ahmed al Arasi, Ahmet al Tairi and Mohamed al Namrani, Ali al Imad, Mohammed al Siry Master craftsman and caretaker: Ahmed al-Shadhabi Client: Government of Yemen General Organization for Antiquities, Manuscripts and Museums and the French Centre for Yemeni Studies, Yemen

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Old City of Jerusalem Revitalization Programme (OCJRP) Old City, Jerusalem, 1996 Il Programma di Rivitalizzazione della Città Vecchia di Gerusalemme ha lo scopo di risanare la città, conservare il suo patrimonio e creare una migliore qualità di vita per i suoi abitanti. A oggi, sono stati portati a termine 160 progetti, tutti intrapresi in stretta collaborazione con le istituzioni locali, le organizzazioni internazionali e con agenzie finanziarie. Il tessuto urbano ha sofferto di usi negligenti e inappropriati e di servizi inadeguati e molta gente vive in edifici degradati e in condizioni igieniche precarie. Per sanare questa situazione, la Welfare Association – un’organizzazione non governativa con sede a Ginevra, fondata nel 1983 per sostenere i Palestinesi nelle aree di sviluppo – ha stabilito nel 1985 un proprio ufficio tecnico a Gerusalemme. L’ufficio è composto da professionisti di vari settori: architettura, ingegneria, pianificazione, economia, storia. Il Progetto di Rivitalizazione della Città Vecchia è alla base del programma. E’ stata organizzata un’ampia ricognizione per identificare gli edifici più in pericolo e per fare proposte circa la loro ristrutturazione. L’obiettivo non è tanto il restauro di un quartiere intero quanto quello di effettuare una serie di interventi in tutta l’area. Molti dei progetti riguardano abitazioni – sia in edifici singoli sia in palazzi di due o tre piani che ospitano più famiglie. Il programma si occupa anche di grandi edifici pubblici come moschee, chiese, madrasas (scuole coraniche) e alberghi – alcuni dei quali mantengono le funzioni orinarie, mentre altri sono destinati a nuovi utilizzi.

The Old City of Jerusalem Revitalization Programme aims to rehabilitate the city, to preserve its heritage and to create a better quality of life for its inhabitants. The body of completed works to date includes over 160 projects, all undertaken in close collaboration with local institutions, international organizations and funding agencies. The urban fabric has suffered from neglect, inappropriate use and inadequate services, with many people living in dilapidated buildings in unsanitary conditions. To address these issues the Welfare Association – a Geneva-based non-governmental organization established in 1983 to support Palestinians in all development areas – set up a technical office in Jerusalem in 1995. The office is composed of professionals from different fields: architecture, engineering, planning, economics and history. The Old City Revitalization Plan forms the basis of the programme’s work. A broad survey was carried out to identify the buildings most in danger and make proposals for their rehabilitation. The aim is not the immediate restoration of a contiguous quarter but interventions throughout the old city. Many of the projects are houses – either single buildings of two or three storeys housing one or two families, or traditional residential complexes (hosh) of several units surrounding a courtyard and housing up to ten families. The programme also focuses on major public or religious buildings – mosques, churches, madrasas (schools) and hostels – some of which retain their original function, while others are adapted to a new use.

Steve Sabella

Credits Conservation: OCJRP Technical Office, Jerusalem Project principals: Welfare Association: Hisham Qaddumi, Ismael el Zabri, Shadia Touqan Partners: Department of Islamic Waqf; Division of Cultural Heritage, United Nations Educational, Scientific, and Cultural Organization Project team: Ehab Zuheaka, Khalid Halabi, Amal Abu al Hawa, Samer Rantisi, Sahar Ghazal, Bashar Husseini, Faten Lafi, Bahi Abdel Hadi, Marah el Aloui and Nisreen Karsou, Khaled Muhanna, Lana el Khushashi and Suhad al Bakri, Hazem Quneibi and Wafa Elder, Arda Batarseh, Yousef Natche, Anita Vitullo Consultants: Instituto Veneto per i Beni Culturali, 2002–present; Riwaq Centre for Architectural Conservation: Suad al Amiri, Director, 1998–2000; Centre for Conservation and Preservation of Islamic Architectural Heritage: Saleh Lamei Mostafa, Director 1997–98 Sponsors: Arab Fund for Economic and Social Development, Kuwait; Islamic Development Bank, Saudi Arabia; the Ford Foundation, US, Welfare Association, Switzerland

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B2 House Büykhüsun, Ayvacık, Turkey, 2001 Due fratelli turchi, Selman e Suha Bilal, volevano una casa per i weekend sulla costa nord dell’Egeo non troppo distante da Istanbul. La B2 House è situata ai margini del piccolo villaggio di Büykhüsun, una comunità di circa 450 persone. La casa è stata realizzata su un terreno terrazzato e ha un aspetto decisamente moderno e diverso da quelle tradizionali intorno al villaggio, ma rispettoso e coerente con esse nell’uso dei materiali e delle tecniche locali. La casa si apre verso l’esterno e invita i suoi occupanti non solo a osservare il paesaggio ma anche a immergersi nella natura, grazie alle sue aree esterne e semi-esterne. Per risolvere il problema posto dal lotto di forma triangolare e dal terreno scosceso, che da nord a sud ha un dislivello di 7 metri, Han Tümertekin è ricorso alla pratica locale dei terrazzamenti. Il lotto è diviso in due plateau con uno sbalzo di 1,3 metri che creano una lunga terrazza rettangolare su cui è collocata la casa, e un’altra terrazza triangolare, nella parte posteriore, dove è stato realizzato il giardino. Come le altre case della zona, la B2 è come incassata nel fianco della collina, ma a differenza delle costruzioni tradizionali non è circondata da mura. Il piano terra è dominato dal grande salone, mentre le camere da letto sono al piano superiore. Il collegamento tra i due livelli è tramite una scala esterna di legno e acciaio. Tutti gli spazi esterni sono pensati come parte integrante della casa. La casa è come un apparato destinato a percepire la natura con effetti affascinanti, facendo di continuo sovrapporre le attività domestiche allo stato di contemplazione pura della natura, in una sorta di zona sospesa e senza tempo.

Two Turkish brothers, Selman and Suha Bilal, wanted a weekends house on Turkey’s north Aegean coast not too far from Istanbul. B2 House is located on the edges Büykhüsun, a small village with a community of around 450 people. B2 House sits on an open terraced site, unmistakably modern and separate from the traditional houses of the surrounding village, but respecting and allying itself with those houses through its use of traditional local materials and techniques. The house opens itself to the surroundings and encourages its users not only to observe the landscape but also to immerse themselves in nature through the use of semi-external and external parts of the accommodation. The response of Han Tümertekin to the sloping topography of the triangular site, which drops 7 metres from north to south, is also based on the local practice of terracing. The site is divided into two flat plateaus with a difference of 1.3 metres between them, creating a long rectangular terrace, on which the house is placed, and a triangular terrace to the back of the house, which is used as a garden. Like the local houses, B2 House is embedded in the slope of the mountainside; however, in contrast to the local building typology, there are no garden walls around B2 House. The ground floor is dominated by a large living room and the upper floor by two bedrooms. The connection between the two floors is through an external stair of wood and steel. All of the outdoor spaces are conceived as integral parts of the house. The house functions as an apparatus for perceiving nature with truly mesmerizing effects, constantly shifting the user from domestic activity to a state of pure contemplation in a suspended timeless zone.

Cemal Emden

Credits Architect: Han Tümertekin (Principal designer); Eylem Erdinç (Project architect); Hakan Sengün, Hayriye Sözen and Ahmet Önder Structural engineer: Gülsün Parlar Contractor: Ziya Ildiz Craftsman: Enver Akan Clients: Selman and Suha Bilal

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Petronas Towers Kuala Lumpur, Malaysia, 1999

Credits Architect: Cesar Pelli & Associates Project team: Cesar Pelli (Design Principal); Fred Clarke, Jon Pickard, Larry Ng, KLCC Behrard Architectural Division, Adamson Associates, Balmori Associates and NR Associates Engineers: Thornton-Tomasetti Engineers and Ranhill Bersekutu Sdn Bhd, structural engineers; Flack + Kurtz and KTA Tenaga Sdn Bhd, MEP engineers Consultants: STUDIOS, Walker Group, CNI, Howard Brandston & Partners, Israel Berger & Associates, Shen, Milsom & Wilke Inc, Katz Drago Company Inc, Lerch Bates & Associates, Techcord Consulting Group, Emery Vincent, Rolf Jensen & Associates, Wilbur Smith Associates, Central Parking Systems, Ove Arup and Partners UK and Arup Jururunding, Rowan Williams Davies and Irwin RWDI Contractors: Tower 1 – Mayjus Joint Venture: MMC Engineering & Construction Co. Ltd; Ho Hup Construction Sdn Bhd,; Hazama Corporation,; JA Jones Construction Co Ltd; Mitsubishi Corporation; Tower 2 – SKJ Joint Venture: Samsung Engineering & Construction Co Ltd, Kuk Dong Engineering & Construction Co Ltd, Syarikat Jasatera Sdn Bhd, Dragages and Bachy-Soletanche, First Nationwide Engineering Sdn Bhd Client: Kuala Lumpur City Centre Holdings Sdn Bhd., Malaysia

The Petronas Towers are the centrepiece of the mixed-use Kuala Lumpur City Centre (KLCC) complex, set in the heart of the commercial district of the city. Rising 452 metres, the towers are at the forefront of technology, with a form derived from an Islamic pattern, and extensive use of local materials. The project is based on the concept of two interlocking squares that form an eight-pointed star modified by placing eight semicircles in the angles of the corners to create more floor space. Each tower rises 88 storeys and provides 218,000 square metres of floor space, including an additional circular “bustle” or annex 44 storeys high. The towers taper at six intervals. Both towers are topped by a conical spire and a 73.5-metre-high pinnacle. The structure supporting each of the towers comprises a ring of sixteen cylindrical columns of high-strength reinforced concrete, placed on the inner corners of the star-shaped plan, with the columns linked by arched ring beams, also made of structural concrete. The columns are nearly 2.4 metres in diameter at the base of the building, but taper as they rise, as well as sloping towards the centre of the towers. At the centre of each tower is a square core, which contains elevators, mechanical shafts and other services, with beams extending out to the perimeter columns. The towers are connected at the forty-first and forty-second levels, 170 metres above street level, by a sky bridge. The towers are also joined at their base to form a six-level retail and entertainment complex with a central atrium. The complex includes an 880-seat concert hall, an art gallery, a specialized library and an interactive science discovery centre, as well as a four-storey underground car park for 5,400 cars.

Kamran Adle

Le Petronas Towers sono il nodo centrale del complesso a uso misto denominato Kuala Lumpur City Centre, situato nel cuore della capitale malese. Alte 452 metri, le torri sono all’avanguardia dal punto di vista della tecnologia costruttiva, hanno una forma derivata dallo schema Islamico e utilizzano ampiamente materiali locali. Il progetto è basato sul concetto di due piazze interconnesse che formano una stella a otto punte modificata da otto semicerchi agli angoli per creare più spazio all’interno. Ogni torre ha 88 piani e 218.000 metri quadrati utili, compreso l’annesso circolare di 44 piani. La torre si restringe verso l’alto a intervalli di sei piani. Sulla cima sono collocate guglie coniche di 73,5 metri. La struttura portante consiste di un anello formato da sedici colonne cilindriche di cemento armato ad alta resistenza collocate all’interno degli angoli della stella e collegate tra loro da travi ad arco sempre di cemento strutturale. Le colonne, che si rastremano e si inclinano verso l’alto, hanno alla base un diametro di 2,4 metri. Al centro di ogni torre c’è un cavedio che contiene gli ascensori, i sistemi meccanici e i servizi di supporto, con travi che si estendono fuori delle colonne di perimetro. Le torri sono collegate al 41° e 42° piano da un ponte vetrato sospeso a 170 metri dal suolo. Alla base sono collegate da un edificio di sei piani che comprende un grande atrio centrale, negozi e spazi per il divertimento, una sala da concerti con 880 posti, una galleria d’arte, una biblioteca e un centro interattivo di scoperta scientifica, nonché un parcheggio per 5.400 auto di quattro piani sottoterra.

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Massimiliano Fuksas

Massimiliano Fuksas

Creatività più immagine

Events and Research Space Schizzo preliminare del progetto Bolle, realizzato da Massimiliano Fuksas come spazio eventi e ricerca della ditta Bortolo Nardini a Bassano del Grappa. Nelle pagine successive, viste degli ingressi inferiore e superiore alle “bolle”.

Preliminary sketch of the Bubbles project designed by Massimiliano Fuksas as an events and research space for the Bortolo Nardini firm in Bassano del Grappa, Following pages, views of the lower and upper entrances to the “bubbles”.

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C

he dire? Massimiliano Fuksas è stella di prima grandezza nel firmamento dell’architettura e, in virtù dei continui, clamorosi, conclamati successi professionali, ormai ben al di là di qualsiasi sospensione del giudizio che eventualmente si desideri. In questa specifica occasione, poi, si fronteggia un’architettura che per la metà costruita in cemento armato riesce a essere simultaneamente sotterranea e subacquea, mentre la metà assemblata soprastante corrisponde a due ellissoidi da avvistamento ufo, appoggiati su pilotis che, un tempo retti, sono potuti giungere fino a noi solo sghembi, forse per effetto dell’attrito con l’atmosfera del XXI secolo. Tutto eseguito a regola d’arte, piegata, fosse il caso, ai propri voleri, come testimonierebbero maestranze preposte al c.a., tenute magnificamente all’oscuro, in corso d’opera, che quel che credevano venisse poi rivestito dovesse invece restare perfettamente visibile. Esecuzione a tempo di record, 24 mesi tra commessa e inaugurazione, tanto più stupefacente a considerare il delay che affligge, come un incantesimo maligno, quanto vorrebbe o deve sorgere sul suolo italico. Ma qui è bastata la fiducia della committenza riposta nell’architetto, coniugata ai reciproci prodigiosi poteri, per liberarsi delle strette da boa costrictor in cui si dimena l’architettura italiana. Per introdursi in tale edificio, qualora non si opti per la discesa dei gradini erbosi che dal terreno si aprono il cammino tra due setti di cemento armato per arrivare all’auditorium sottoterra; si transita in fila indiana, per una passerella messa in obliquo, a filo dello specchio d’acqua profondo cinque centimetri che tutto riflette e che, attraverso appositi lucernari, proietta luci sottomarine al piano sottostante. Andamenti ugualmente obliqui, inclinati in sezione, per la rampa vetrata delle scale e, meno convenzionalmente, per l’ascensore. Una volta raggiunti i livelli in cui si trovano le bolle che ospitano i laboratori di ricerca, la promenade prosegue attraverso un’architetturaingranaggio, il cui fine è la meraviglia per l’artificiosità tecnica, profusa in piena luce, trasparente. Tant’è vero che persino le querce americane volute a suo tempo da Piero Porcinai, opportunamente salvaguardate, al termine dei lavori sono sembrate all’autore un contorno vegetale più appropriato, ancora munite delle reti di protezione, non subitamente rimosse, a pericolo scampato, per sopravvenuti meriti estetici,

avveniristici forse. Con la proprietà di suggerire un esperimento territoriale extra-mondo. Ma che si tratti di piccole astronavi in esposizione o di grandi insetti zampettanti, l’opera in questione, con tanto di exploit di cui sarebbe prova indubitabile, lascerebbe pensare a quanto divide i progetti come questo, che si inventano, dagli altri che invece si scoprono. In un caso i problemi all’origine di ogni progetto evaporerebbero, surclassati dalla soluzione; neanche il caso di parlarne, è probabile che, per manifesta inferiorità, nemmeno abbiano osato presentarsi, sicuri di poter semmai infestare architetture meno fortunate o felici. Il lavoro progettuale diventa solo la conferma in concreto di quanto l’invenzione aveva già fatto apparire al debutto. Nell’altro il progetto verrebbe scoperto nel corso del suo svolgimento, per successive annessioni di conoscenza, e i problemi ne costituirebbero per così dire il motore a reazione. Ma quando risulta impossibile risalire alla tensione istituita dal progetto tra programma, terreno dato, insieme delle condizioni, desideri, budget; se l’ideazione è retrospettivamente illuminata dal suo esito e risulta preponderante, diventa difficile da osservatori sistemarsi in una posizione diversa da un’accettazione in fondo indifferente. Come si fosse al cospetto di un fenomeno meteorologico, in qualche modo analogo a pioggia, neve, vento o, beninteso, sole. A un’architettura frutto d’invenzione, brillante o geniale che sia, se non ineffabile quando all’arte affine, resterebbe altrimenti a corredo qualcosa di arbitrario, unilaterale, non redento, qualcosa cui non è dato scambiarsi, se non con il vuoto che la precedeva o con opere di simile ingegno. Varrà forse un paragone con una delle opere ultime e non realizzate di Frank Lloyd Wright: il circolo di vacanze Huntington Hartdorf ad Hollywood (1947), gusci di cemento a sbalzo da un grande costone costruito, in una composizione strutturalmente monolitica, a largo respiro. Bruno Zevi a commento ricorreva all’anticipo di mezzo secolo di una profezia. Trascorso l’intervallo si constatano – diverse – consistenza e sensibilità dell’architettura contemporanea: là un monolite extra-large tenuto in equilibrio certo, qui una maggior apprensione statica, al cemento armato spetta solo il sottosuolo mentre impera il vetro a camera stratificato. Decio Guardigli

W

hat more can we say? Massimiliano Fuksas is one of the brightest stars in the architectural firmament and, owing to his dazzling streak of striking professional achievements, there can be no withholding judgement on his status. In this particular instance we are looking at a work of architecture, whose reinforced concrete half actually manages to be simultaneously underground and underwater, and whose other half built above ground corresponds to two ellipsoids that look like UFO sightings resting on pilotis, which, originally straight, are now crooked perhaps due to the frictional effects of entering the atmosphere of the 21st century. All carried out in workmanlike fashion, bent to the architect’s desires, as confirmed by workmen handling the reinforced concrete who were never told during construction work that what they thought was destined to be covered was actually going to be left completely exposed. Built in record time, just 24 months from when it was commissioned until its official opening, even more startling bearing in mind the delays that seem to plague, like some kind of curse, any planned building work on Italian soil. But in this case the combination of the client’s confidence in the architect and the prodigious abilities of both was enough to break free from the boa constrictor-like grip that has been stifling Italian architecture. Unless you decide to take the grassy steps leading down between two reinforced concrete stanchions to the underground auditorium, then the way into the building is to walk single file down a diagonal pathway skirting along a 5 cm deep pool of water reflecting everything and projecting underwater lights into the floor below through special skylights. The same kind of diagonal forms with sloping sections are found in the glass stairway and, less conventionally, also in the lift. Having reached the levels where the bubbles holding the research laboratories are located, the promenade continues through machineryarchitecture, whose aim is to astound due to its technical artificiality flooded in strong transparent light. So much so that even the carefully safeguarded American oaks, that Piero Porcinai first introduced, were (at the end of the work) judged by the architect to be the ideal landscaping, still fitted with

their protective mesh (that had not yet been removed even though the peril was over), adding a rather futuristic aesthetic touch evoking the idea of some kind of out-of-this-world territorial experiment. But whether these are small spaceships on display or large crawling insects, the work in question, which is unquestionably a real show of architectural strength and expertise, inevitably calls to mind the gulf existing between projects like this that are invented and others that are, in contrast, merely discovered. In one case, problems initially associated with all projects just evaporate, outclassed by their solution; they do not even bother to put in an appearance (it would be quite pointless), opting instead to infect less successful or fortunate works of architecture. Design is here just the concrete confirmation of what invention already brought to light right at the start. In the other case, the project is discovered as it is being carried out through a process of gradually accumulating greater knowledge, and problems are, in some sense, the driving force behind it. But if it turns out to be impossible to trace the tension set up between building programme, given location, overall conditions, aims and budget constraints, and if the idea only emerges after the event so to speak, then it is hard for onlookers to greet this kind of project with anything other than indifference. As if it were some kind of meteorological phenomenon like rain, snow wind or, of course, sunshine. Architecture designed with invention, whether it be brilliant or ingenious, would remain somehow random, unilateral and unredeemed, incapable of be related to anything except the void that preceded it or works of comparable genius. It might be worth drawing a comparison with one of Frank Lloyd Wright’s final works that was never actually built: Huntington Hartdorf holiday club in Hollywood (1947), concrete shells projecting out of a large ridge constructed around an extensive monolithic design. Bruno Zevi described it as a prophetic work half-a-century ahead of its time. Now that half a century has passed, modern-day architecture has taken on all kinds of textures and consistencies: here a carefully balanced extra-large monolith, there greater attention to statics, relegating reinforced concrete below ground, while stratified double glazing rules supreme.

Credits Project: Massimiliano Fuksas Interior Design: Doriana O.Mandrelli, Michal Shaffer (assistant) Project Leader: Davide Stolfi Engineering Consultant: Gilberto Sarti Site Coordinator: Johnny Sandonà Services Consultant: AI Studio Project Team: Gianluca Brancaleone, Andi Divizia, Andrea Fornello, Gilles Burst Glasses: Glaverbel Italy, Sunglass Carpentry: Saiv Main Contractor: Impresa Paolin Electrical Plants and Domothic: SAE Air-conditioning and Fluids Plants: S.A.T.I., Climaveneta Audio-visual Systems: Videoworks Special Stailess Steel Works and Furniture Components: Novastil Resins: Progetto Impresa Leaning Lift: Maspero Floors: Bassano Parquet, Sika Client: Ditta Bortolo Nardini

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Maurizio Marcato

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Sopra sezioni longitudinale e trasversale; a sinistra, pianta quota 3,100. Sotto a destra, particolare costruttivo; a sinistra, dettaglio di sezione e particolare costruttivo della scala.

A sinistra, dal basso: pianta del livello interrato con l’auditorium, pianta del piano terra, pianta del primo piano, pianta del secondo piano.

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A destra, dal basso: sezione parziale sulla scala, sezioni, planimetria generale.

Left, from bottom: plan of the underground level showing the

Above longitudinal and cross sections; left, plan at level 3.100. Below right, construction detail; left, detail of the section and construction detail of the stairs.

auditorium, ground floor plan, first floor plan, and second floor plan. Right, from the bottom: partial section of the stairs, sections, site plan.

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Particolari dell’esterno e della scala di accesso ai due “alambicchi” che costituiscono il nuovo spazio eventi e ricerca della Nardini. Nelle pagine successive, l’accesso all’auditorium, un “canyon” scolpito nel terreno che si contrappone alla leggerezza aerea delle bolle di vetro.

Details of the outside and entrance steps to the two “stills” forming the new Nardini events and research space. Following pages, the auditorium entrance, a “canyon” sculpted into the ground to contrast with the airy lightness of the glass bubbles.

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Viste dell’interno delle bolle e, nella pagina a fianco, particolare della scala che poggia su un piano d’acqua sotto le bolle che le riflette facendole sembrare sospese. Alcuni lucernari subacquei convogliano

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la luce diurna all’interno dello spazio ipogeo adibito ad auditorium, mentre di notte fanno emergere la luce artificiale verso l’esterno. Le esili colonne che sostengono gli elementi vetrati

ellissoidali e il volume obliquo contenente l’ascensore creano una tensione dinamica che enfatizza la leggerezza del complesso.

Views from the inside of the bubbles and, opposite page, detail of the stairs resting on a reflective water plane placed beneath the bubbles making them reflect and appear to be suspended. Some

underwater skylights convey daylight directly into the underground space acting as an auditorium, while at night they let artificial light flow outside. The slender columns holding up the

ellipsoidal glass features and diagonal structure holding the lift create dynamic tension emphasising the lightness of the complex.

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Per la realizzazione del guscio vetrato sono stati utilizzati due tipi di vetri: trasparente per l’emisfero sopra il pano di pavimentazione e opaco in quello inferiore.

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La progettazione della struttura è stata subordinata a quella dei vetri. Il sistema di fissaggio dei pannelli vetrati alla struttura principale si basa sul concetto di vincolo: non sono fissati ma

solo appoggiati su cerniere tridimensionali; questi giunti sferici sono concepiti per assorbire le tolleranze di fabbricazione. Il vetro si posiziona così in funzione della sua

curvatura e in maniera indipendente dai pannelli adiacenti e dalla struttura principale.

Two types of glass were used to design the glass shell:

transparent glass for the hemisphere above the floor and opaque for the lower one. The structural design is geared to how the glass is designed. The system for attaching glass panels to the

main structure is based on the idea of restraint: they are not actually attached but just rest on threedimensional hinges; these spherical joints are designed to absorb the manufacturing

tolerances. The glass is positioned in relation to its curvature and independently from the adjacent panels and main structure.

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urphy & Jahn, due architetti storici di Chicago, che hanno avuto il merito, e la fortuna, di cimentarsi con molta assiduità sul tema del grattacielo, dell’eminenza della città, della torre del landmark urbano, propongono alcuni studi recenti, frutto della loro ricerca, che si sintetizzano in tre progetti fondamentali: lo Spinnaker di Zurigo, il Sailtower di Chicago e Lo Spielbudenplatz di Amburgo. Tre temi di particolare spessore progettuale dove è espressa appieno la qualità professionale di uno studio che, da tempo, tiene banco in interventi di questo tipo. Vale però la pena di un approfondimento, di un confronto in grado di mettere in luce l’incontro di due culture, quella della vecchia Europa e quella giovane americana che ha trattato, sul filone della torre europea, un simbolo per la civiltà dei consumi e dello sviluppo economico. Non va dimenticato un elemento di fondo, che rimane e rimarrà sempre basilare per l’Architettura: la funzione e il mito della scala umana. Per questo motivo l’accento va ancora posto, beninteso sempre sul piano metodologico, sui contenuti che devono comprendere il processo di trasformazione, il tema della torre e del divenire della città: non può infatti essere dimenticata l’anima dell’evento che ne è generato. Quel contenuto spirituale, tramandato dalla storia, di cui noi vitalmente siamo partecipi, è una caratteristica di molti luoghi storici e, soprattutto, di quelli recenti. Tutti regolati dalla scala umana, traggono la loro qualità dalle proporzioni delle quinte che delimitano lo spazio. Murphy & Jahn cercano nei loro progetti la conferma alla continuità storica. E’ come riammettere ciò che, in molti casi, è stato tolto dalla storia a favore di una semplice attenzione linguistica, è come un pensiero critico che esprima appieno la formula dogmatica dell’architettura: forma + funzione + mito = bello. Così la forma, la funzione e il sentimento diventano i componenti del progetto. Il grattacielo va visto solo tenendo presente queste ottiche. Avendo queste due parti individuate nella formula, funzione e mito, occorre solo ricercare le percentuali d’aggregazione. Ciò che è necessario è scoprire gli elementi della formula con cui si legano i tre fattori. La domanda che rimane nelle scelte progettuali è: come si compongono le qualità di questi tre fattori? Ed ecco come il grattacielo, la torre, il totem possono essere considerati in un pensiero critico/costruttivo, per indicizzare gli elementi di confronto con il contesto storico e il contorno urbano. L’idea di un organismo verticale è di fare in modo che la città si rappresenti in un luogo con tutto il suo retroterra storico, allo scopo di trovare uno spazio dove accogliere. Questo è l’impulso che va dato al grattacielo, che deve avere il fine di rispettare il senso dell’aggregato urbano e nel contempo di essere polo funzionale nei confronti del suo immediato intorno e poi dell’intero tessuto territoriale. Occorre mettere a confronto il modello della torre di tipo americano con un organismo verticale polifunzionale a determinazione della triangolazione del territorio. Bisogna, per questo, cercare di esprimere una nuova identità in grado di confrontarsi con la vitalità delle trasformazioni che stanno investendo le grandi città europee e quelle d’oltre mare, identità che ha riaperto il caso grattacielo. Il problema, oggi, va visto non tanto rispetto all’aggregazione della rendita nei confronti di una città in tumultuoso sviluppo, com’è stato nel secondo dopoguerra, quanto piuttosto in relazione alla necessità di ridisegnare i movimenti e le gerarchie di un territorio che si muove più verso le trasformazioni qualitative che non quantitative. Tuttavia, il grattacielo come tipologia è ancora velata da forti connotazioni ideologiche, così da rimanere per molti il prodotto diretto d’operazioni connesse al capitale finanziario sino a diventarne simbolo e immagine. Non è detto, però, che oggi questa debba essere esclusivamente di natura privata. Inoltre il grattacielo viene spesso identificato con la cultura americana che l’ha prodotto e, quindi,

Murphy/Jahn rimosso come elemento estraneo ai caratteri profondi delle città europee. Estraneità, magniloquenza, provocazione, aggressività ecc. sono le aggettivazioni più frequenti che hanno impedito alla nostra cultura di misurarsi con un manufatto urbano che per la sua natura introduce nuove e diverse gerarchie nella forma della città. In altri termini permane tutt’oggi un’interpretazione equivoca che connette il grattacielo agli obiettivi economico/finanziari che lo hanno inizialmente prodotto. Troppo spesso non ci si chiede se il grattacielo non abbia delle potenzialità autonome per esprimere altri contenuti e altre relazioni. Essere, cioè, un contenitore delle più differenti strutture funzionali. In particolare la cultura europea, che storicamente ha sempre punteggiato le proprie città con elementi alti, tende a identificare le emergenze con il loro carattere pubblico, per esempio i campanili, le torri d’avvistamento e di difesa e via dicendo, quindi è ostile, per sua natura, ad accettare proposizioni che identificano questa gerarchia urbana con elementi privati. Un concetto europeo di grattacielo presuppone la dominanza sull’intorno, un controllo globale del suolo: il punto dove si colloca e la sua altezza diventano gli elementi caratterizzanti e fondativi. E’ ciò che viene sottolineato nei tre progetti di Zurigo, Chicago e Amburgo da parte di Murphy & Jahn. Esattamente l’opposto della indiscriminata proliferazione nell’esperienza americana. In altri termini il grattacielo diventa struttura essenziale per la triangolazione dello spazio, segna il fuoco di un quartiere, una porta d’accesso, la presenza di uno spazio pubblico. Interviene, cioè, come accaduto nelle migliori ipotesi prodotte dalle avanguardie di Bruno Mohring a Berlino, o di Max Berg a Breslavia, o di EI Lisickij a Mosca, a rivitalizzare la città esistente più che alterarla. In tale ipotesi, la strategia della localizzazione individua nell’addensarsi delle più importanti reti urbane la condensazione di uno scambio fra l’intervento della città storica e le espansioni più recenti. Proprio il non aver compreso il ruolo strategico che può assumere il grattacielo come misuratore dello spazio urbano, imputabile anche alle poche esperienze delle concentrazioni dei centri direzionali degli anni Sessanta, ci impedisce, oggi, una lettura meno ideologizzata del tipo. Così anche Milano, nella zona attorno alla Stazione Centrale, ha espresso un tentativo frustrato di condensare in un’area prestigiosa il desiderio di una moderna acropoli: il luogo, per eccellenza, delle decisioni. L’immaginario collettivo è certamente propenso a pensare al grattacielo come al luogo dell’eccezione, destinato ad appagare la sfida al cielo con una superba e tragica solitudine. Gli edifici alti, nati recentemente nelle nostre città, sono forse qualche cosa di più che non il semplice prodotto dello zoning che, attorno all’elemento puntiforme, genera un vuoto pari alla sua altezza. La scala del grattacielo è per sua natura il territorio e il suo aspetto diventa la traccia nel paesaggio. Questo ha sognato l’utopia europea, come il regno millenario di Robert Musil, occorre immaginarlo come una solitudine e una immobilità piena di continui eventi di puro cristallo. Forse è questa solitudine la condizione irrinunciabile per un grattacielo, purché si strutturi in un insieme territoriale che lo renda partecipe di un consapevole ordine e immagine della città di cui i Murphy/Jahn hanno chiaro il concetto; la voce individuale dell’edificio alto può trovare ragione in un canto collettivo in cui eccezionalità, autosufficienza e singolarità, se parte di un insieme, possono rafforzare e trasformare in senso positivo la qualità dell'ambiente senza aggressive lacerazioni. Ecco che quanto proposto dallo studio degli architetti di Chicago, che attraverso la loro professionalità ed esperienza svolte in molti Stati del mondo, hanno inteso modellare nella pietra che, nelle loro collocazioni, alludono alla possibilità di un sistema puntiforme e diffuso, così diventano una porta e un ponte, allo stesso tempo collocati nei nodi strategici della città. Mario Antonio Arnaboldi

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urphy & Jahn, two famous old architects from Chicago, who have been clever and lucky enough to get to grips with the issue of building skyscrapers, towers and other urban landmarks, have carried out further research and experimentation in developing three key designs: The Spinnaker in Zurich, The Sailtower in Chicago, and The Spielbudenplatz in Hamburg. Three cutting-edge designs comprehensively embodying the professional expertise of a firm which has been setting benchmarks for projects like these for some time now. Nevertheless it is still worth taking a closer look at and comparing two different cultures to see how they come together: old Europe and now young America, which has worked on the old European tower to design its own symbol for consumer society and economic growth. It is worth remembering a certain underlying aspect that is still, and always will be, the grounding feature of Architecture: the function and mythical force of building on a human scale. Keeping to methodological considerations, emphasis still needs to be focused on aspects that include the transformation process, the theme of the tower, and the evolution of the city: there must be no forgetting the very heart and soul of the event that has generated it. That spiritual side passed on by history, that we are vitally involved in, is typical of many historical places, particularly more recent ones. All governed by their scaling to human needs by drawing on the proportions of the curtain walls demarcating space. Murphy & Jahn’s projects, professional skills and expertise are wielded in the name of historical continuity. It is almost like putting back in what in many cases has been taken out of history in favour of mere linguistic attention, it is like a line of critical thinking that fully expresses architecture’s own dogmatic formula: form + function + myth = beauty. This makes form, function and feeling the components of design, and its only components at that. This is the only way of viewing a skyscraper. Since both function and myth are referred to in the formula, we need only determine to what extent each is present. What we really need to do is to discover the elements of the formula binding these three factors together. The question that needs to be answered is: how are the qualities of these three factors combined into a project design? This means the skyscraper, tower and totem may be given a critical/constructive reading to indicate how they ought to be related to historical context and the cityscape. The idea of a vertical organism is a way of representing the city through a place and its historical setting, in order to provide a welcoming space. This is how a skyscraper ought to be viewed and treated, simultaneously respecting a certain sense of urban aggregation and also providing a functional hub for the immediate surroundings and entire territorial fabric. The American-style skyscraper needs to be compared to a multi-purpose vertical organism designed to triangulate the territory. This must be done by embodying a new identity capable of facing up to the lively transformations affecting major European and overseas cities, a kind of identity that has brought the skyscraper back into play. Nowadays, the problem is no longer viewed in relation to profiting from booming cities as it was after the 2nd World War, but rather in relation to the need to redesign the movements and hierarchical relations in territories heading towards qualitative as opposed to quantitative transformations. But skyscrapers are still deeply imbued in ideology, so that for many people they are still a direct product of financially-related operations which they symbolise and physically represent. But nowadays this is not necessarily a strictly private affair. Skyscrapers are also often identified with the kind of American culture

that produced them and hence swept away as alien to the deeper traits of European cities. Extraneousness, grandiosity, provocation and aggressiveness etc. are the most frequently employed notions that have prevented our culture from measuring up to a type of urban construction whose very nature introduces new and different hierarchies into the design of our cities. In other words, they are still a certain equivocation connecting skyscrapers to the economic/financial goals that they initially derived from. There is far too often a tendency to fail to consider whether skyscrapers have their own self-contained potential capable of expressing alternative contents and relations. In other words, it might cater for various other functional facilities. European culture in particular has historically speckled its cities with tall buildings, tending to associate them with public functions, as in the case of watchtowers, defensive towers etc., so it is hostile by its very nature to the idea of accepting private uses for these vertical landmarks. A European idea of the skyscraper inevitably involves a dominating of the surroundings and overall control of the territory: its location and height are its most distinctive and grounding features. This is clearly brought out in the three projects for Zurich, Chicago and Hamburg designed by Murphy & Jahn. Precisely the opposite to the kind of indiscriminate sprawl found in the United States. In other words, the skyscraper is taken as a key means of triangulating space, marking the hub of a neighbourhood, an entrance way and the presence of a public space. In other words, as in the best designs produced by such avant-garde architects as Bruno Mohring in Berlin or Max Berg in Breslavia or El Lisickij in Moscow, it is used to inject fresh life into the city rather than alter it. According to this approach, choosing a site location takes the most important urban networks as a condensing of interchange between the old city centre and more recent developments. The failure to recognise the strategic role a skyscraper can serve in gauging urban space, partly due to the inadequacy of the experimentation carried out on business centres in the 1960s, is currently preventing us from interpreting this kind of stylistic design in a less ideological way. So the area around Central Station in Milan has witnessed a frustrated attempt to condense a modern acropolis into a prestigious setting: the key place for decision-making. The collective psyche is certainly ready to see skyscrapers as key places meeting the challenge to defy the skies in a tragically solitary manner. The tall buildings recently built in our cities are perhaps somewhat more than just the mere product of zoning, which, working around a pinpoint element, creates a void matching its height. The scale of a skyscraper is territorial by its very nature and its appearance turns into a trace on the landscape. The dream of European utopia, like Robert Musil’s thousandyear reign, was to see it as a solitary and immobile structure full of continual events of pure glass. Perhaps loneliness is the inescapable condition of a skyscraper, provided it is structured into a territorial whole that gets it involved in the city’s carefully gauged image and order, about which Murphy/Jahn have their own clear concept; the individual voice of a tall building must be part of a communal choir whose exceptionality, self-sufficiency and singularity (provided they are incorporated in a whole) can strengthen and transform the landscape in positive way without tearing it to shreds. This is how the team of architects from Chicago have used the expertise and experience gained working in plenty of states across the US to shape into a widespread system of pinpoint constructions providing both a gateway and bridge at strategic points in the city.

Agora Dreams and Visions

Agora Dreams and Visions

Murphy/Jahn

200 l’ARCA 35


Spinnaker Tower Zürich 2004

La Spinnaker Tower è stata proposta per Zurigo in una posizione preminente tra la Baunhofplatz e il Limmatufer. Con la sua altezza e forma, la torre diventa un segno visibile del panorama urbano e sembra tenere insieme le torri periferiche. L’edificio contrasta con i suoi immediati dintorni. Sullo sfondo della città fatta di solidi blocchi, essa appare trasparente, slanciata, alta e aerodinamica. La sua facciataschermo verso il Limmat riflette il fiume, la città e la sua vita.

36 l’ARCA 200

The Spinnaker Tower is proposed for Zürich in a prominent location at the Baunhofplatz and the Limmatufer. With its height and shape, the tower becomes a visible sign within the cityscape and pulls together the peripheral towers. The building contrasts with its surroundings. Against the solid city blocks it is transparent, slender, high, and aerodynamic. Its screen toward the Limmat reflects the river, city, and its life.

200 l’ARCA 37


La medializzazione della facciata sarà utilizzata per informazioni, messaggi e arte in modo pianificato e sofisticato. La facciata ovest trasparente diventa un diagramma degli strati verticali polifunzionali. Le diverse funzioni confermano l’intenzione dell’edificio di diventare un luogo sia pubblico che privato. Dal livello della strada verso l’alto si susseguono spazi commerciali, espositivi, terrazze panoramiche rivolte verso il fiume, un ristorante, una sala conferenze, un auditorium, un albergo, condomini e, sulla cima, uno sky-bar. La proposta vuole essere una sfida alle abitudini e convenzioni della città e segnare il cammino verso il futuro di Zurigo.

38 l’ARCA 200

The medialization of the facade would be used for information, message and art in a planned and sophisticated way. The transparent west façade becomes a diagram of the vertical layers of multiple functions. The uses support the intentions of making the building a public-private place. From the ground up are stacked retail, exhibition, and a public terrace overlooking the river, restaurant, conference room, an auditorium, a hotel, condominiums and a sky-bar at the top. The proposal is intended to challenge the attitudes and conventions in Zürich and to point into the future.

200 l’ARCA 39


Sailtower Chicago 2004

La Sailtower sul lungolago di Chicago segnala il nuovo Lakefront Park, rimpiazzando il Meigs Field, un piccolo aeroporto commerciale, con uno spazio pubblico. La vecchia pista è stata utilizzata come elemento generatore della nuova pianta. Diviene l’asse di accesso sia da terra che dal lago ed è la spina organizzatrice lungo la quale sono situati la torre, l’anfiteatro, i musei, i ristoranti e i bar. La vecchia via di accesso dei taxi conduce ora al prato principale, usato per il relax e lo svago. L’asse centrale è protetto da una tettoia ondulata. Il vento fa girare la torre in varie posizioni, dandole un aspetto continuamente diverso, a seconda delle condizioni atmosferiche. Le terrazze della torre, accessibili attraverso scale e ascensori, contengono spazi commerciali e culturali e postazioni panoramiche. La torre diviene un’estensione verticale del parco. Lo schermo di LED è pensato per proiettare immagini e informazioni per il turismo, le industrie e le aziende. La dinamica e la mobilità della Sailtower rappresentano sia la natura mutevole della società contemporanea sia la libertà che da ciò deriva.

40 l’ARCA 200

The Sailtower, on Chicago’s lakefront, marks a new Lakefront Park, replacing Meigs Field, a small commercial airport, with a public space. The former runaway has been adopted as the generator for the plan of the park. It becomes the axis for access from land and water and the organizing spine for placing the tower, amphitheatre, museums, restaurants and cafès. The former taxiways lead to the great lawns, which are used for play and relaxation. A light, wave-like roof protects the spine and its activities. The wind turns the Sailtower into different positions, giving it a constantly changing reading, based on natural conditions. Its platforms, accessible by stairs and elevators, house commercial, cultural facilities and viewing terraces. The tower becomes a vertical expansion of the park’s activities. The transparent LED-screen of the sail allows the city, the State, the tourism, business and industry to present themselves at this place. The dynamic and mobility of the Sailtower represent both the ever changing nature of our society and the freedom which comes with it.

200 l’ARCA 41


Sielbudenplatz Tower Hamburg 2004

La torre inclinata in Spielbudenplatz ad Amburgo accentua l’importanza di questa piazza e, come una porta, segna l’inizio del Reeperbahn. Come gli altri progetti presenati nelle pagine precedenti, sebbene sia di natura commerciale, questa torre incorpora spazi sia pubblici che privati, divenendo parte del regno pubblico. Il messaggio che convogliano questi progetti è che pur se concepiti in un ambito politico dimostrano come l’architettura possa essere utilizzata per migliorare e ridefinire l’immagine di una città.

42 l’ARCA 200

That in Spielbudenplatz in Hamburg is a leaning tower which accentuates the place and the beginning of the Reeperbahn and forms a gate. As the other projects presented in previous pages, though it is commercial in nature, it incorporates public space so it becomes part of the public realm. There is a message that in the mostly political conditions of these sites and projects, architecture can be used to improve and redefine a city’s image.

200 l’ARCA 43


Le terrazze della torre sono aperte ed estendono le attività della piazza lungo la direttrice verticale. Uno schermo di acciaio inossidabile forato avvolge la torre e diviene un elemento che conferisce trasparenza, luminosità, riflettenza e porosità. Come la città intorno, la torre è in continuo cambiamento e in dialogo con l’ambiente circostante.

44 l’ARCA 200

The platforms of the tower are open and extend the activities of the place vertically. A perforated screen of stainless steel wraps the tower and becomes the means for transparency, reflection, light and view. Like the city around it, the tower is in constant changing dialogue with its surroundings.

200 l’ARCA 45


Hans Hollein

Dalla terra al cielo

Hans Hollein

Vulcania Theme Park

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ans Hollein e le sue parole d’ordine: ridare all’uomo la gioia di costruire; il connubio ritrovato tra arte e architettura; architettura non come soluzione di un problema, ma come una forte asserzione (statement); architettura come rituale; come preservazione della temperatura corporea; architettura come ricerca dell’assoluto; che deve avere a che fare con l’eternità, ma anche con l’effimero e il temporaneo; architettura responsabile verso tutti, a differenza dell’arte responsabile solo verso se stessa... potremmo andare avanti per molte righe elencando i temi affascinanti di una mente fertile e vitale, che ha saputo sganciarsi dalle secche del postmodernismo per approdare a un linguaggio complesso e di aspirazione più profonda, dove trova spazio anche una libertà atemporale delle forme, che punta all’emozione primitiva della costruzione. Soprattutto, quello che si deve osservare parlando di Hollein è il fondamentale approccio dualistico, manicheo: guardare alla tradizione e al futuro, al materiale e all’immateriale, all’eternità e all’effimero, al marmo e alla plastica. Non risolvere la contraddizione, ma renderla materia del progetto. Così Hollein vede le due fondamentali tendenze contraddittorie e complementari dell’agire umano: il ripiegamento nelle viscere della terra, lo scavo, la caverna, il riparo nella madre sotterranea, il ritorno al grembo vitale e dall’altra parte lo sguardo verso il cielo, l’ammasso dei materiali, la costruzione verso l’alto, la torre di Babele, la tensione a eguagliare le forze divine. L’architettura contiene dentro di sé la tensione contraddittoria tra esigenze funzionali e spazi simbolici, il mito e la tecnica si sposano nell’enigma della vita. Così il progetto del parco a tema Vulcania non può essere soltanto uno spazio dove la gente si informa asetticamente su di un fenomeno naturale e trascorre qualche ora di relax al fast-food della scienza. Qui Hollein sviluppa un gioco di forme a valenza simbolica per parlarci del potere della terra, per guardare con stupore alle forze che stanno sotto i nostri piedi. Hollein guarda al mistero della natura e non pretende di risolverlo con la tecnica, ma vuole rappresentarlo nella sua fascinazione. Il vulcano agisce da connessione tra viscere della terra e cielo, la sua forza parte dal profondo e guarda verso il cielo. Hollein dice di essersi ispirato ai racconti del Viaggio al centro della terra di Jules Verne e all’Inferno dantesco, ma in realtà quello che è in gioco sono gli archetipi della costruzione: la caverna e la torre. Vulcania è nell’Auvergne in Francia, dalle parti di Clermond-Ferrand a Saint-Ours-Les-Roches e rappresenta il tentativo pragmatico di una pubblica amministrazione di creare attrattiva per una regione depressa. La spettacolarità dell’architettura è stata la carta vincente del progetto di concorso: due grandi forme coniche sono gli elementi chiave. La prima (Le Cone) contiene anfiteatri per le proiezioni, sale per mostre temporanee e si eleva per 28 metri, come un grande camino rivestito di basalto scuro e all’interno di metallo dorato. Il secondo (La Caldèra) è un cratere profondo 35 metri, che invece porta all’interno della terra il visitatore, enfatizzando la polarità interna del viaggio verso il centro del globo. Come dice Hollein, l’architettura si comporta come un pesce nell’acqua. Così dentro la terra si contempla la simulazione del magma lavico. Hollein gioca con grande sensibilità scenografica sulla percezione degli affacci, sulla vertigine generata dal baratro profondo. Altri luoghi del progetto a valenza simbolica: il “tunnel di lava”, il “giardino vulcanico”, con piante esotiche particolari contenute nella grande serra vetrata, il “teatro dell’universo”, dove si impara ogni cosa sulla genesi della Terra. Una passeggiata scientifica e al contempo un attraversamento di luoghi architettonici per una città dell’artificio strappato alla natura. In definitiva, ben tre quarti del progetto vivono sottoterra, nello scavo degli strati di roccia basaltica, laddove paesaggio e architettura si fondono in unica materia: il sogno realizzato. Stefano Pavarini

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ans Hollein and his sound bites: restore people’s joy in building; rediscovered bonds between art and architecture; architecture as a powerful statement, not the solution to a problem; architecture as ritual; architecture as a way keeping body temperature constant; architecture as the quest for the absolute; architecture that deals with both eternity and the transient and temporary; architecture with a responsibility towards everybody, unlike art which only answers for itself... we could go on a draw up a long list of fascinating themes thought up by a fertile and lively mind which managed to untangle itself from post-modernity and move on to a deeper and more articulate language, leaving room for the timeless freedom of forms and heading straight for the primitive emotion of construction. But the most crucial thing to point out when talking about Hollein is his fundamentally dualistic, Manichean approach: looking to both tradition and the future, the material and immaterial, eternity and the ephemeral, marble and plastic. Contradiction is not so much resolved as taken as the raw material for design. Hollein sees two contradictory yet complementary tendencies in human action: a sinking down into the bowels of the earth, excavations, caves, taking shelter in mother earth while on the other hand there is a looking up into the sky, collecting materials, constructing upwards, the Tower of Babel, and the striving to match divine forces. Architecture holds within it the contradictory tension between practical requirements and symbolic spaces, as myth and technology come together in the enigma of life. So the project for the Vulcania Theme Park is not just a space where people simply learn more about a natural phenomenon and spend a few hours relaxing in a fast food place serving up science. Here Hollein has developed an interplay of symbolic forms to tell us about the power of the earth, so that we can look on in awe at the forces beneath our feet. Hollein’s architecture just studies the mystery of nature without trying to explain it by means of technology, simply representing it in its own fascinating way. Volcanoes connect the depths of the earth to the skies, their force emerges from deep down below and then rises up towards the heavens. Hollein says he was inspired by Jules Verne’s Journey to the Centre of the Earth and Dante’s Inferno, but in actual fact he worked with two of the archetypes of building: the cave and tower. Vulcania is situated in the Auvergne region of France, over near Clermond-Ferrand in Saint-Ours-Les-Roches, and is a practical attempt by the city council to boost a depressed region. The spectacular nature of architecture is the trump card in the competition project: two cone-shaped forms are the key features. The first (Le Cone) holds an amphitheatre for projections and rooms for temporary exhibitions; it is 28 metres high like a tall chimney clad with dark basalt on the outside and gilt metal on the inside. The second (La Caldèra) is a 35-metre-deep crater that takes visitors down into the earth, emphasising the polarity intrinsic to any journey towards the centre of the globe. As Hollein says, architecture behaves like a fish in water. Down in the earth, spectators can enjoy a simulation of a magma of lava. Hollein shows a great stylistic awareness of how faces and fronts are perceived and the head-spinning effects of being so deep down underground. Other symbolic parts of the project are: the “lava tunnel”, “the volcanic garden” landscaped with the special esoteric effects generated inside the large glasshouse, and the “theatre of the universe”, where you can learn everything about the origins of the earth. A scientific promenade and, at the same time, a passage across the architectural places of an artificial city drawn out of nature. In the end three-quarters of the project are underground, in the layers excavated from basaltic rock, where landscape and architecture blend into one: a dream come true.

Schizzo preliminare del progetto per Vulcania, il Parco Europeo del Vulcanismo, realizzato da Hans Hollein a Saint-Ours-les-Roches lungo la Route de Mazayes in Alvernia.

Preliminary sketch of the project for Vulcania, the European Centre for Volcano Studies, designed by Hans Hollein in Saint-Oursles-Roches along the Route de Mazayes in Auvergne.

Credits Project: Hans Hollein Project Architect: Hans-Peter Wunsch Associated Architects/Supervision: Atelier 4 Project Coordinator: Philippe Tixier Scenography: Atelier Rainer Verbizh Geological Consultant: Geoconsult Ingenieurgemeinschaft/ IC Consulenten/Wilhelm Reismann Structural Engineer: BET ITC/René Costes Mechanical Engineer: BET Choulet/Louis Choulet Lighting Consultant: Lichtdesign Ingenieurges/Heinrich Kramer Landscape Architect: Acanthe/Gilles Clément/Pierre Déat Interiors: Bitic/Jacques Eydieu, Tricon France, Atelier Malartre Project Steering: SA lobal/Jean-Paul Lelarge/Christian Meslem Control Offices: Apave, Cep, Veritas Antipollution Control: CSD Azur Client: Conseil Régional d’Auvergne, Chamalières

200 l’ARCA 47


A sinistra, planimetria generale e, sotto, pianta del quarto livello interrato. Nella pagina a fianco, sezione longitudinale e, sotto, pianta del piano terra.

Left, site plan and plan of the fourth underground level. Opposite page, longitudinal section and, below, plan of the ground floor.

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Particolari del cono centrale che ha anche la funzione di convogliare la luce naturale nell’atrio sotterraneo.

Details of the central cone designed to convey natural light into the underground lobby.

Sopra, assonometria. A sinistra, viste dello scultorio elemento conico che svetta al centro del complesso e da cui si accede all’interno del percorso espositivo sotterraneo. Sotto, sezione trasversale.

Above, axonometry. Left, views of the cone-shaped sculptural feature towering up in the middle of the complex providing access into the underground exhibition path. Below, cross section.

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Nella pagina a fianco, assonometria, sezioni parziali e viste della piazza centrale esterna. A sinistra, sezione preliminare parziale. Sotto, viste dell’ingresso, dell’atrio e di alcune aree del percorso espositivo sotterraneo.

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Opposite page, axonometry, partial sections and views of the central outside plaza. Left, partial preliminary section. Below, views of the entrance, lobby, and some areas along the underground exhibition route.

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A destra, l’auditorium realizzato all’interno del complesso. Sotto,una delle sale espositive. In basso, viste della grande serra.

Right, the auditorium built inside the complex. Below, one of the exhibition rooms. Bottom, views of the large glasshouse.

Sopra, l’atrio centrale con la luce convogliata attraverso l’elemento conico che caratterizza il complesso. A sinistra, particolari degli spazi sotterranei.

Above, the central lobby showing light conveyed through the cone-shaped element which is the complex’s most distinctive feature.

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Enzo Eusebi/Nothing Studio

Credits Project: Enzo Eusebi / Nothing studio Site Management: Enzo Eusebi / Nothing studio Strctures: Domenico Palestini Plants: Mauro Bracciani Security: Umberto Piergallini (progettazione), Marco Trovatelli (realizzazione) Quantity Surveyor: Sandro Vittori, Attilio Lattanzi Preliminary Project: Enzo Eusebi Collaborators (Nothing Studio): Fabio Varese, Piero De Angelis, Max Censi, Umberto Piergallini Final and Executive Project: Enzo Eusebi Collaborators (Nothing Studio): Fabio Varese, Piero De Angelis, Umberto Piergallini Graphics: Nothing Studio (Fabio Varese, Yuri Consorti) Models: Nothing Studio (Fabio Varese, Piero De Angelis) Rendering: Nothing Studio (Yuri Consorti) General Contractor and Metalworks: Edilsteel srl Exterior Cladding: Teku Patina/Oxid/Zinn della KM Europa Metal, Aquapanel della Knauf Glasses: Climaplus 45/Saint Gobain Glass Italia Frameworks: Sistema FW 50/Schüco Blinds: Teku Patina/Oxid/Zinn KM Europa Metal Wall Painting Alpha Schimmelwerend/Sikke ns Sikkens Lighting: iGuzzini Floors: MPT, Chromofibre VBA/Levocell, Liuni False Ceilings: AMF, Knauf Partition Walls: Lastre, Idrolastre, Ignilastre della Knauf Doors: Portarredo Lifts: Otis Climatisation: Rhoss Security Systems: BTicino Electrical Plants: Siemens, BTicino Roofing: Teku Patina/Oxid/Zinn KM Europa Metal Insulation and Waterproofing: Foamglas, Celenit, Giunti Halfen-Orobia Client: Provincia di Ascoli Piceno

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Doppia identità

A School Extension

O

rmai quasi rassegnati a convivere con un’edilizia scolastica povera di contenuti innovativi, soprattutto sul piano del linguaggio, l’ampliamento a San Benedetto del Tronto dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e la Ristorazione (I.P.S.S.A.R.) riaccende la speranza, prospettando una possibile inversione di tendenza. Era ora che qualcuno lanciasse un segnale di vitalità creativa. Ciò potrebbe innescare un salutare effetto domino e dar vita a nuovi orizzonti in un settore ancora troppo immerso nel vischioso magma passatista della committenza pubblica. L’intervento insiste su una precedente struttura scolastica realizzata negli anni Settanta, un edificio separato dal tessuto urbano che in precedenza accoglieva una scuola media. Scartata l’ipotesi della consueta sopraelevazione per mancanza di tenuta del nuovo carico, Enzo Eusebi ha optato per una soluzione strutturalmente autonoma, sia sul piano concettuale sia sulla differenziazione del linguaggio. L’addizione, composta dai quattro volumi, si configura come una complessa struttura posta su pilastri in acciaio a cavallo della vecchia scuola. In tal senso, sia attraverso l’impiego di materiali diversi sia grazie alla definizione formale, l’opera si presenta come un’architettura dalla doppia identità caratterizzata da un sistema di relazioni fra il vecchio e il nuovo permettendo così una chiara lettura storica. Superando vincoli contestuali attraverso volumi prismatici irregolari dall’intensa energia dinamica, il complesso crea una scena urbana destabilizzante in cui gli elementi naturali – il mare e la natura circostante – si “scheggiano” a contatto con la caleidoscopica stereometria dell’artificio architettonico. Esasperata spettacolarizzazione di un luogo istituzionalmente dedicato alla didattica? Niente affatto, poiché l’innovazione è sempre portatrice di valore aggiunto. Il luogo dello studio, dell’apprendimento inteso non solo come contenitore ma anche come struttura mentale in cui l’etica si materializza attraverso l’estetica è uno spazio in cui tutte le forze in campo trovano armonioso equilibrio. Il progetto è sempre una prova da superare, una sfida alla ricerca di un’alternativa al banale. Con la sua ricercata configurazione volumetrica, la nuova struttura trasferisce il senso di nuove dinamiche alla cultura dei servizi alberghieri attraverso nuove modalità di percezione della realtà dello spazio, indagando percorsi alternativi alla visione miesiana che contempla la continuità fra esterno e interno. Ruolo importante è svolto dalle varianti cromatiche e materiche delle superfici dei volumi quale sistema di identificazione immediata delle diverse destinazioni funzionali: teku patina per il volume che ospita il salone ricevimenti, il wine-bar, le cucine multimediali; teku zinn per quello destinato ai servizi, ai magazzini per derrate alimentari, alle celle frigorifere, agli spogliatoi differenziati e alle cucine didattiche su gradoni; rivestito da un breil soleil in legno quello a base quadrata in cui sono allocati aule speciali, biblioteca e sala convegni; costituito da pareti vetrate il percorso destinato alla manutenzione dell’intero complesso e posto come elemento di connessione fra i volumi e le terrazze adiacenti. Carlo Paganelli

J

ust when we were almost resigned to the idea of a real lack of innovation in designing school facilities, particularly on a linguistic-stylistic plane, the extension to the State-Owned Professional Institute for Hotel and Catering Services (I.P.S.S.A.R.) in San Benedetto del Tronto rekindles our hope for a change in trend. It was time somebody showed some sign of creative vitality. This might trigger off a healthy domino effect and open up new horizons in a sector that is still bogged down in the old public-commissioned past. The project works on an old school building from the 1970s, a building separated from the urban fabric which used to accommodate a middle school. Having abandoned the idea of adding on the usual elevation, due to the impossibility of bearing a new load, Enzo Eusebi opted for a structurally self-contained design both conceptually and in terms of the stylistic idiom. The addition, composed of four structures, is designed like a complex structure placed on steel columns straddling the old school. In this respect, the use of different materials and stylistic design give the work a double architectural identity featuring a system of relations between old and new that opens it up to a clear-cut historical reading. Overcoming contextual constraints through the irregular prismatic structures of great dynamic energy, the complex creates a destabilising urban scene in which natural elements – the sea and surrounding nature – are “splintered” as they come into contact with the kaleidoscopic stereometry of architectural artifice. Is this making an education facility just too much of a spectacle? Not at all, since innovation always injects added value. A place of study and learning, not just as a container but also as a mental structure in which ethics are embodied through aesthetics, is a space in which all the forces in play find a harmonious balance. A project is always a test to be passed, a challenge in search of some alternative to the bland and banal. The new structure’s elaborate structural configuration transfers new dynamics into the hotel services industry through new ways of perceiving the nature of space, inquiring into alternative visions to the Miesinspired archetype that contemplate continuity between the inside and outside. A key role is played by colour-material variations in structural surfaces as a system for the instant identification of different functional purposes: teku patina for the structure holding the reception lounge, wine bar, and multimedia kitchens; teku zinn for the services area, storerooms for foodstuffs, refrigeration units, changing rooms and teaching kitchens on special bases; the square-based structure accommodating the special rooms, library and conference room is clad with a wooden sunscreen, while the maintenance path through the entire complex, acting as a connection between the structures and adjacent terraces, has glass walls.

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Gabriele Buratti, Sandro Lanciotti, Fabrizio Sclocchini

Pagine precedenti, pianta e sezione dell’ampliamento dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e la Ristorazione, realizzato a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); in questa pagina, planimetria generale, un particolare del porto e lo schema distributivo degli spazi.

Previous pages, plan and section of the extension to the Government Professional Institute for Hotel Services and Catering built in San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); this page, site plan, detail of the port, and spatial layout.

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Pagina a fianco, scorcio del complesso scolastico e dettagli costruttivi. L’intervento insiste su una scuola media preesistente costruita negli anni Settanta. Non potendo operare attraverso una semplice sopraelevazione per limiti di carico, si è scelta una soluzione caratterizzata da corpi sorretti da una struttura metallica autonoma.

Opposite page, view of the school facility and construction details. The project works on an old middle school built in the 1970s. Due to the impossibility of simple raising procedure, due to load limits, it was decided to opt for sections held up by a selfcontained metal structure.

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Dettagli della nuova costruzione con colorazioni differenziate secondo la destinazione d’uso.

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Details of the new construction showing different colourings based on function.

La sfasatura fra i volumi crea spazi residuali, utilizzabili come terrazze panoramiche.

The staggering of different structures creates residual spaces used as observation terraces.

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Il complesso s’inserisce in un contesto urbano di particolare specificità topografica e architettonica: oltre al porto confina, infatti, con l’asse storico della città.

The complex knits into an urban context with its own topographic and architectural features: in addition to the port, it also borders on the old city thoroughfare.

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L’uso dei materiali è l’elemento fondante del progetto e si è puntato sul contrasto sia materico sia architettonico.

The use of materials is a grounding feature of the project and it was decided to focus on contrasts in both materials and architecture.

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Dettagli dei collegamenti verticali.

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Details of the vertical links.

Pensato come un involucro destrutturato orientato a superare la maniera miesiana della continuitĂ fra esterno e interno, il nuovo complesso aggiunge alla struttura

preesistente funzioni destinate al tempo libero, aule speciali, cucine didattiche, una sala ristorante, magazzini e servizi.

Designed like a destructured shell aimed at finding a Mies-style means of establishing interaction between the inside and outside, the new complex adds

new functions to the old facility serving recreational purposes, including special halls, educational kitchens, an eating hall, storerooms, and services.

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Adrien Fainsilber, Didier Rogeon

Adrien Fainsilber, Didier Rogeon

Trasparenza sapiente

Alcazar Library, Marseilles Credits Project: Adrien Fainsilber & Associés, Didier Rogeon Engineering: Beterem Economist: Lucigny, Talhouet Client: Ville de Marseille, Marseille Aménagement

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I

naugurata ufficialmente il novembre scorso, la nuova biblioteca Alcazar di Marsiglia ha suscitato, a giudicare dagli articoli e dai commenti pubblicati dalla stampa francese, l’entusiasmo di critica e pubblico. Un successo inaspettato rispecchiato dalle dichiarazioni del suo direttore François Larbre e dalle cifre sui livelli di fruizione, circa 40.000 nuovi abbonati, il 77% dei quali non aveva prima d’ora mai utilizzato i servizi di una biblioteca, e un’affluenza che varia tra le 3.000 e 8.000 persone al giorno. Dati che fanno riflettere sulla vastità, culturale e urbana, di questo intervento che se da una parte va a colmare una grave carenza della città in fatto di lettura pubblica, dall’altra ricuce con un segno discreto e contemporaneo un’area su Cours Belsunce, nel centro antico, storicamente legata alle vicende di un famoso music hall della metà del XIX secolo, da cui prende appunto il nome la nuova biblioteca. Adrien Fainsilber e Didier Rogeon hanno condotto un gioco sottile e raffinato, calibrato sui rapporti di scala urbani, identità regionale, leggibilità degli spazi e dei percorsi, il tutto tradotto in un segno che dichiara con immediatezza la specificità del ruolo culturale dell’edificio e del suo messaggio di modernità. Il dialogo con il contesto è descritto dal rispetto degli allineamenti storici in cui il nuovo edificio si inserisce con una facciata d’ingresso in marmo e vetro che integra la pensilina dell’antico teatro. A forte contenuto tecnologico, questa facciata coniuga l’identità mediterranea del materiale alla modernità del sistema strutturale offrendo una nuova vetrina sulla città. La doppia pelle composta da pannelli in marmo di Carrara dello spessore di 3 millimetri racchiusi in lastre di vetro extra bianco crea un effetto particolarmente suggestivo che si trasforma con lo svolgere della giornata. Di giorno, la superficie traslucida protegge gli spazi interni dall’irraggiamento diretto e diffonde una luce diafana e regolare, ideale per gli spazi di lettura. La notte, diventa uno schermo luminoso che con

l’illuminazione interna emana tutta la ricchezza delle venature del materiale arricchendo il paesaggio di una nuova dimensione urbana. L’associazione di un materiale tradizionale ricco di evocazioni come il marmo con una tecnologia di punta di fissaggio dei pannelli (VEA, vetro aggraffato) veicola il messaggio di modernità e amplifica il senso dell’identità del luogo. Ma la forza dinamica della biblioteca non si esaurisce nel solo rapporto con il contesto, ma si completa con la vivacità delle funzioni che animano i suoi interni. Una trama regolare e una distribuzione degli spazi di semplice lettura, regolata da una strada centrale che irriga l’edificio per l’intera lunghezza (circa 110 metri), facilita l’orientamento del pubblico che può reperire senza sforzo i due ascensori panoramici che portano ai piani superiori. L’ampio volume della biblioteca, quasi 20.000 metri quadrati di superficie utile, 11.000 dei quali distribuiti su quattro livelli accessibili al pubblico, trova una sua dimensione umana, fruibile senza angoscia o riluttanza, in questo elemento catalizzatore, vera e propria promenade architecturale che, protetta da una copertura vetrata, consente alla luce naturale di invadere gli interni di una morbida atmosfera in cui acquista risalto il gioco di passerelle e mezzanini che si articolano ai suoi lati. A ciò si aggiunge l’eterogeneità dei servizi offerti, spazi di esposizione e conferenze, luoghi per il prestito, la consultazione e la ricerca, otto dipartimenti tematici e un milione di documenti contenuti di cui circa settecentomila accessibili liberamente. Marsiglia, tra le città francesi che hanno sposato con coraggio la via della trasformazione e del rinnovamento, ha sicuramente segnato con l’Alcazar uno dei primi e importanti traguardi, sia per il disegno del suo nuovo volto urbano, sia per la propria immagine pubblica, aprendo a tutti cittadini un luogo dove eterogeneità sociale, multiculturalità, nuove conoscenze diventano patrimonio collettivo. Elena Cardani

A

ccording to articles and comments published by the French press, the new Alcazar library of Marseilles, which was officially inaugurated last November, has been welcomed enthusiastically both by the critics and the public. An unexpected success that was reflected by the director of the library, François Larbre, and by numbers: 40,000 new subscribers, 77% of whom had never turned to a library before, and 3,000 to 8,000 daily visits. These data lead us to consider the library’s cultural and urban importance, as on one side it fills a great gap in terms of public reading, and on the other – with a tactful, contemporary sign – it reestablishes a relationship with an area of the old town center that was historically linked with a famous nineteenth-century music hall the library is named after. Adrien Fainsilber and Didier Rogeon have worked out subtle, refined links among urban scales, regional identity, the interpretation of spaces and itineraries, all translated into a sign that spontaneously declares the specificity of the building’s cultural role and its modern message. With its marble and glass façade that is integrated with the old theater’s cantilever roof, the new building respects its historical setting, interacting with its context. This front, which features the entrance, has a high technological content; it provides a tie between the Mediterranean identity of the material it is made of and the modernity of its structural system, offering a new look at the city. The building’s double skin, made up of panels of 3-millimeterthick Carrara marble enclosed in extra white glass sheets creates a particularly evocative effect that is transformed according to the time of day. The translucent surface protects the interior from direct sunlight and diffuses delicate, regular natural lighting

which is ideal for the areas devoted to reading. At night, it becomes a luminous screen, and with its interior lighting, it emanates all the richness of the material’s veining, endowing the landscape with a new urban dimension. The combination of a traditional, evocative material such as marble and one of the latest glazing technologies (VEA, seamed glass) sends out a modern message and heightens the sense of the place’s identity. But the library’s dynamic strength does not only lie in its relationship with its context; it is completed with the liveliness of the functions carried out within. A regular plan and the distribution of the reading spaces, marked by a central passage that crosses the entire length of the building (about 110 meters), makes it easy for visitors to find their bearings, and reach the two panoramic elevators that take to the higher floors. The library’s ample volume – almost 20,000 square meters of avaiable space, 11,000 of which are distributed on the four floors the public can access – creates a human dimension that can be experienced without anguish or reluctance through the catalyzing element this architectural promenade embodies, protected by its glazed surface. Natural lighting is allowed in to create a soft atmosphere where a play of platforms and mezzanines is highlighted. The heterogeneity of the services that are offered is added to this: exhibition and conference halls, the areas where books are lent and where consulting and research can be carried out, eight thematic departments and a million documents of which seven hundred are easily accessible. Marseilles, one of the French cities that has bravely entered a phase of tranformation and renewal, has surely reached one of its first important goals with Alcazar. Both with the design of its new urban face and its public image, it has opened a place up to all citizens, where social heterogeneity, multiculturalism and new knowledge become a collective heritage.

Nella pagina a fianco, planimetria generale e pianta del terzo piano della Biblioteca Alcazar di Marsiglia, costruita nel centro storico della città in un'area occupata da un antico teatro, da cui appunto prende il nome. In questa pagina, dal basso in alto, a sinistra, piante del piano interrato e del primo piano; a destra piante del primo e secondo piano.

Opposite page, site pan and plan of the third floor of Alcazar Library in Marseilles, built in the old city centre where an old theatre stands, from which it takes its name. This page, from bottom up, left, plans of the basement and first floor; right, plans of the first and second floors.

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assemblati a libro aperto. Nella pagina a fianco, particolare del rivestimento in marmo-vetro che protegge dal sole le facciate a ovest, lasciando trasparire la ricchezza del materiale.

Daytime and nighttime views of the entrance façade along Cours Belsunce. The special cladding made of 3 mm thick sheets of Carrara marble enclosed in extrawhite glass panels assembled outdoors. Opposite page, detail

of the marble-glass cladding sheltering the west-side facades from the sunlight and revealing the material’s rich properties.

Mathieu Ducros/Archipress

Viste di giorno e di notte della facciata d'ingresso su Cours Belsunce. Il particolare rivestimento è costituito da lastre di marmo di Carrara dello spessore di 3 mm racchiuse in pannelli di vetro extra bianco e

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La passerella in vetro che collega il settore dell'amministrazione all'edificio principale. Nella pagina a fianco e in quelle successive, rendering e prospettive della galleria centrale che attraversa la biblioteca in tutta la lunghezza. La copertura vetrata e il sistema dei brisesoleil filtrano la luce naturale che viene diffusa negli interni in modo indiretto.

The glass walkway connecting the administration sector to the main building. Opposite and following pages, renderings and perspective views of the central arcade running along the entire length of the library. The glass roof and sunscreen system let natural light flow indirectly through the interiors.

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Aereodesign

New Airbus A380

L’

Airbus A380, realizzato dal consorzio che ha sede a Tolosa, in Francia, e unità produttive in Germania, Spagna e Regno Unito, ha prodotto una nuova famiglia di aerei civili, l’Airbus A380, tra i più aggiornati e tecnologicamente avanzati della sua categoria, nonché il più spazioso con i suoi 555 posti a sedere distribuiti su tre classi. Il comfort interno, frutto di un accurato design, ma anche di radicali innovazioni tecniche, accentua la tendenza del volo aereo, soprattutto sui lunghi percorsi, a ricreare il clima di agiatezza e comodità un tempo perseguito dai grandi transatlantici. La continuità fra interno domestico e struttura alberghiera sui grandi vettori contemporanei rappresenta il fulcro della strategia progettuale del viaggio contemporaneo, che si propone di annullare il senso di sospensione e spaesamento tipico di ogni lungo processo di trasferimento, per farne invece un prolungamento della normalità. Nel caso dell’Airbus A380 l’insonorizzazione, ottenuta non solo attraverso l’impiego di sofisticati materiali fonoassorbenti, ma anche con l’abbattimento del livello di rumorosità dell’apparecchio, non è che l’ultimo miglioramento apportato a un’abitabilità che mira a trasformare il posto di viaggio in un comodo salotto. Il design degli interni si propone infatti, nel settore dell’aviazione civile, come una sorta di nuova frontiera progettuale, che per un verso fa proprie tutte le innovazioni registrate nel settore degli arredi, e per un altro si propone come campo di sperimentazione e collaudo di soluzioni ancora più avanzate. In questo caso, esso ha giocato sulla spaziosità del velivolo per individuare nuovi schemi di relazioni spaziali, correggendo la rigidità della posizione statica e frontale delle normali file di sedili per consentire episodi di mobilità e di multidirezionalità nella posizione del passeggero. In ciò non è difficile intuire la lezione di certa utopia tecnologica, che il cinema ha composto in immagini non attuali, e tuttavia verosimili, sfruttando proprio le istanze più penetranti e anticipatrici del design contemporaneo. I diagrammi degli interni dell’Airbus, per esempio, annullano ogni ortogonalità strutturale, per insistere su sagome fluide e leggere, su cromatismi lucidi e nitidi, su episodi visivi che attenuano l’asettica artificiosità dell’ambiente e l’adeguano alle invarianze dei comportamenti e delle positure. Ma questo vago sapore fantascientifico, che del resto è espressione della sofisticata struttura del vettore, si appaia a un altrettanto vago richiamo a un passato mai davvero sepolto, che riporta alla memoria l’epoca d’oro del viaggio marino transoceanico, nel quale – val la pena di ricordarlo – trovò in parte origine uno stile che ha segnato la prima stagione del design moderno, vale a dire il Liberty, detto anche yacht style. Su un simile precedente non sarà impropria qualche riflessione. Lo yacht style rispecchiava infatti il gusto di una classe sociale che faceva del viaggio un segnale di privilegio, e che lasciava filtrare le proprie preferenze estetiche attraverso una cultura progettuale fresca e viva. Oggi il viaggio aereo non distingue più ceti differenti entro un corpo sociale ampiamente omologato (le diversità di prezzo e trattamento che selezionano le varie “classi” dei viaggiatori definiscono solo criteri finanziari). Ciò nonostante – o forse proprio per questo – l’architettura d’interni e il design dei vettori aerei definisce comunque la fisionomia della nostra società, e può quindi legittimamente aspirare, come un tempo, a farsi elemento anticipatore di molte soluzioni stilistiche, tecniche e formali da distribuire in altri settori d’uso. Non per nulla esso si rifà, non di rado, agli studi sull’Existenz-Minimum che impegnarono negli anni Venti del XX secolo i migliori architetti europei; e non è detto che, in questa continuità culturale, esso non possa indicare nuovi percorsi progettuali più generali e invasivi. Maurizio Vitta

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Piano Principale/Main Deck 356 Posti/Seats

P

roduced by a group based in Toulouse, France, with production units in Germany, Spain and the United Kingdom, the Airbus A380 constitutes a new class of civil aircraft. One of the most modern, technologically advanced airliners of its kind, it is also one of the largest, with 555 seats distributed among three classes. The comfort of the interior, which results from an accurate design as well as radical technical innovations, highlights the fact that air travel – especially in the case of long flights – tends to recreate the luxurious, comfortable atmosphere that was once a characteristic of great ocean liners. Contemporary traveling is based on a strategy that involves creating a continuity between the home and hotel structures on large, modern means of transportation. This is meant to counter the sense of suspension and disorientatoin that is typical of any long journey, so as to make it a continuation of normality. In the case of the Airbus A380, sound-proofing – which was achieved not only through the use of sophisticated acoustic materials, but also by lowering the noisiness of the machine itself – is only the latest of the improvements that have been made to the plane’s livability; in fact, this travelplace is transformed into a comfortable living room. Interior design has made its way into the sphere of passenger planes like a sort of new frontier that on one side uses all of the innovations that are available in the furnishing sector, and on the other constitutes experimental grounds for even more advanced solutions. In this particular case, the roominess of the aircraft was kept in consideration so as to spot new schemes for spatial relations. Thus, the rigidity of the frontal, static position of normal seat rows was abandoned to allow for more mobility, so that passengers can face in different directions. A sort of cinematographic technological utopia comes in here, as movies show images that do not exist today but that are somehow plausible: thus, the most incisive, insightful elements of contemporary design were employed. For instance, the diagrams showing the interior of the Airbus relinquish any kind of orthogonal structure, insisting upon fluid, light outlines and bright, clear colors that tone down the interior’s sterile artificiality and adapt it to the invariance of behaviors and positions. But this vague science-fictional taste – which, after all, expresses the airliner’s sophisticated structure – gives us another vague recollection of a past that has never really died, that of the golden age of ocean liners, a style which marked the first season of modern design was partly developed in that context: Art Nouveau, or the yacht style. Such a precedent deserves due consideration. Indeed, the yacht style used to reflect a special taste: that of a social class which saw traveling as a privilege, and thus let its esthetic preferences be filtered through a fresh, lively design culture. Today, air travel does not make distinctions between different classes anymore, within this widely standardized social body (the differences that select the various “classes” for passengers only define financial criteria). Nonetheless – or, perhaps, precisley because of this – interior designing and airplane designing define our society’s physiognomy, and, just like in the past, can thus legitimately aspire to be a forerunning element of many stylistic, technical and formal solutions that can be transferred to other sectors, as well. In fact, interior designing often relates to studies on the Existenz-Minimum, which the best European architects referred to during the 1920s. And who knows…within this cultural continuity, it might even lead to new, more general and invasive paths in design.

Piano Superiore/Upper Deck 199 Posti/Seats

First Class 22 posti/seats

Business Class 96 posti/seats

Tourist Class 334 posti/seats

Tourist Class 103 posti/seats

Posti inservienti/Attendant seats 12

Posti inservienti/Attendant seats 8

Guardaroba/Coat stowage 1

Guardaroba/Coat stowage 6

Cucina di bordo/Galleys 9

Cucina di bordo/Galleys 8

Servizi/Lavatories 10

Servizi/Lavatories 7

Stiva/Stowages 1

Stiva/Stowages 1

Ascensore/Lift 2

Ascensore/Lift 2

Scale/Stairs 2

Scale/Stairs 2 Cuccette equipaggio/Crew rest bunks 5

Piante del piano principale e del piano superiore, sezioni e vista laterale del nuovo Airbus 380. Progettato in stretta collaborazione con le maggiori Compagnie aeree, aeroporti e autorità dell’aviazione civile, l’Airbus 380 introduce nuovi standard di confort, una migliore economia di gestione e un maggiore sostenibilità ambientale. L’A380 può contenere 555 passeggeri in tre classi ed entrerà in servizio nel 2006.

Plans of main and upper desks, sections and side view of new Airbus 380. Designed in close collaboration with major airlines, airport and airworthiness authorities, the A380 brings new standards of comfort and better economics in an aircraft that is more environmentally responsible. The A380, which will seat 555 passengers in a typical three-class interior layout, will enter airline service in 2006.

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I due piani a doppio corridoio dell’A380 offrono un nuovo livello di confort per le lunghe percorrenze. La cabina è progettata tenendo conto delle reali necessità dei passeggeri e offre più

spazio in ciascuna delle classi.

The A380’s twin-aisle twin deck passenger cabin offers the long distance traveller a whole new level of comfort. A cabin

designed around a large sample of today’s real passengers providing more space regardless of class of ticket, wider seats and aisles.

L’A380 offre la possibilità alle Compagnie aeree di organizzare un piano adibito a servizi, cuccette, aree di riposo per l’equipaggio, centro affari, utilizzabile dai passeggeri delle diverse classi.

The A380 gives airlines a lower deck on which lavatories, sleeper cabins, crew rest-areas, business centres can be placed, so there is yet more space for more passenger amenities or seats, to make the aircraft more comfortable and so more attractive to passengers in economy, club or first class

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La “performance continua” Paratheatrical Experiences

T

ra le tipoplogie teatrali non tradizionali ci sono la performance, l’installazione e una sorta di installazione continua di stampo parateatrale. Di tutte queste esperienze sui generis Fabrizio Crisafulli è un maratoneta. Egli, con la sua compagnia Il Pudore Bene in Vista, rivela il dono del tatto lieve, del gusto sottile, della sensibilità rarefatta e raffinatissima, di un odore pregnante e della visione incisiva e colta. Sotto questi profili si possono evidenziare caratteri comuni con un altro maratoneta, Bob Wilson (Einstein on the Beach, CivilWars, Doctor Faustus ecc.). Il regista americano viene, anch’egli, dall’esperienza di performer. Anch’egli ha maturato una forma parateatrale che chiamerei, appunto, “performance continua”. D’altra parte, quando ci si allontana decisamente dal tradizionale rapporto parola e sviluppo narrativo o, per ricordare Richard Wagner, parola e dramma musicale (Wort-Tondrama), c’è davanti un mare aperto. Gli autori e registi e scenografi, o tutt’e tre le figure racchiuse insieme in una persona (come è proprio di Wilson e di Crisafulli), operano sul filo di un paradosso. Da una parte, ereditano dalle avanguardie la tensione a enucleare in un’opera (di qualsiasi natura e ampiezza, anche in un dipinto soltanto) un mondo intero; dall’altra rivelano la tendenza a essere analitici e parcellizzati, votati ad assumere come propria opera un aspetto, appunto parcellizzato, di una tipologia visiva tradizionale (poniamo, una sequenza di immagini - spesso proiezione di diapositive rispetto a un’opera complessa come può essere una dramma o una tragedia scespiriani). Essi elucubrano immagini e situazioni ondeggiando tra il GesamtKunstWerk (o Opera d’arte totale) e il sentimento della parcellizzazione, tra il particolare e il tutto. Che poi è anche una sorta di altalena esistenziale. Crisafulli inizia la sua ricerca alla metà degli anni Ottanta nell’ambito dell’accademia di belle arti di Catania (al momento insegna in quella di Firenze e vive a Roma). Ha iniziato esperimentando con i suoi studenti idee sulla luce la quale è diventata un suo campo di battaglia. In queste performance di luce via via ha immesso oggetti artistici e figure di quasi-attrici non recitanti. E così poco per volta negli anni è andato affinando le sue armi espressive divenendo artista e regista di punta e dei più poetici, spesso in sintonia col mondo giapponese e il senso dell’assoluto ampiamente espresso da Mishima e nel mondo di Kawabata. Crisafulli ha gli alambicchi fatti su misura, calibratissimi, che offrono una presa perfetta alle sue mani; ed egli li maneggia con sicurezza e decisione realizzando di volta in volta le dovute pozioni adatte al sogno e comunque alla leggerezza. Egli quasi assume il senso della scrittura giapponese, e ogni suo gesto teatrale (meglio: para-

Da sinistra/from the left, Fabrizio Crisafulli: Il danzatore non pensava di essere visto: semplicemente non pensava, installazione/ installation, Tor de’ Conti ai Fori Imperiali, Roma, 2001; Le addormentate, performance, Galleria Sala 1, Roma, 1994.

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teatrale) è testimonianza della sua esistenza, in un “qui e ora” che non amano i confini. Si è esibito anche come attore-danzatore: una sorta di danza non necessaria, come non necessaria è la presenza di attrici-performers che non recitano, come non necessario è il contributo della coreografa e danzatrice Giovanna Summo che fa parte della compagnia di Crisafulli. Niente è necessario, ma tutto ciò che entra in azione ha un significato pregnante: è qualcosa che può essere benissimo sostituito, ma che in quel momento è quello e nessun altro, e non è né aggiuntivo né superfluo. Esso c’è come una scrittura, come un puro segno che esprime se stesso. Questa dimensione orientaleggiante, ben lontana da mode e da situazioni trendy, porterà Crisafulli a occuparsi di un artista che viveva profondamente il senso dell’assoluto, Yves Klein. Ed ecco nel 1997 una delle ormai numerose opere di Crisafulli, Folgore lenta, dedicata appunto all’autore dei monocromi blu (IKB, Yves Klein Bleu). Il regista è peraltro ben consapevole di talune insidie insite nel problema del colore, sicché non manca di osservare che “Il colore è elemento emozionale e comunicativo forte, ma non esattamente assimilabile a un linguaggio, nonostante gli infiniti tentativi di ‘spiegarlo’ e ridurlo a codice. C’è anche qui la questione dell’assoluto irriducibile alla lingua”. Esperto di arti visive, a questo proposito Crisafulli attinge anche ai teorici. E così i testi di Le osservazioni sui colori di Wittgnstein, nel caso del citato lavoro Folgore lenta, a cui ha collaborato il drammaturgo austriaco Andreas Staudinger, vengono recitati dalle attrici. Yves Klein fa parte dell’immaginario personale di Crisafulli, proprio perché l’artista francese è cantore di una sensibilità pura. (La sensibilità è la moneta dell’universo, soleva dire). Del suo immaginario formativo fanno parte inoltre Adolfo Appia, Gordon Craig (i due grandi fondatori della scenografia contemporanea). Bob Wilson va da sé…Ma Crisafulli aggiunge Antonin Artaud e Carmelo Bene, quest’ultimo è un riferimento in ordine a “medium di forze imperscrutabili”. Ma è chiaro che la familiarità che il regista ha con le arti visive lo tiene al di qua del dramma recitato e lo tiene anche calato interamente negli esiti visuali. Intervistato da Simonetta Lux (a cura della studiosa nel 2003 è uscito il volume Lingua stellare. Il Teatro di Fabrizio Crisafulli 1991-2002, Lithos edizioni), l’artista, autore di installazioni, ha dichiarato: “Considero le mie installazioni molto vicine al teatro. Hanno generalmente, tra l’altro, uno svolgimento temporale. Vi faccio uso del suono. Sono spesso ‘azioni’, anche se non svolte da persone in carne ed ossa. Sull’altro versante, per i diversi motivi che ho detto, considero il mio teatro anche arte visiva”. Carmelo Strano

N

on-traditional theatrical typologies include performances, installations and a sort of continuous installation of a paratheatrical kind. Fabrizio Crisafulli has a lot of experience in all of these sectors. With his society, Il Pudore Bene in Vista (Well-exposed Decency), he reveals the gifts he has been endowed with: a light, subtle touch, a delicate, extremely refined sensibility, great inventiveness and perceptive, enlighted insight. These characteristics show the artist’s affinity with another experienced performer, Bob Wilson, with his Einstein on the Beach, CivilWars, Doctor Faustus and other works. The American director, too, has developed a paratheatrical form that I would call “continuous performance”. After all, when you definitely abandon the traditional relationship between words and narrative development, or, just to recall Richard Wagner, words and musical drama (Wort-Tondrama), a wide-open sea of possibilities opens up before you. Authors, directors and set designers, or all three of these figures contained in one person (as in the case of Wilson and Crisafulli) operate on the edge of a paradox. On one side, they have inherited the need to explain the whole world through any work of any kind, on any scale, even only through a painting; on the other, they reveal the tendency to be analytical and apportioned, their work assumes an apportioned aspect of a traditional visual typology (for instance, a sequence of images – often slide projections – as compared to a complex work such as a play or a tragedy by Shakespeare). They meditate on images and situations, wavering between the GesamtKunstWerk (or total work of art) and a feeling of apportionment, between details and the whole, which we might see as a sort of existential seesaw. Crisafulli began his research in the mid eighties, at the Academy of Fine Arts in Catania (he now teaches at the Academy in Florence and lives in Rome). He began by experimenting – along with his students – with light, which has become his battleground. Little by little, he has added artistic objects and figures of non-performing near-actresses to his light performances. So through the years he has honed his expressive means, becoming one of the most poetic, vanguard artists and directors, often in harmony with the Japanese world and the sense of the absolute that is extensively expressed by Mishima, as well as in Kawabata’s world. Crisafulli disposes of custom-made, well-weighed alembics that fit into his hands just right; he handles them surely and decisively, and each time he concocts the right potions to create dreams and lightness. He almost assumes the sense of Japanese script, and each of his theatrical (or paratheatrical) expressions witnesses his

existence, in a “here and now” that knows no boundaries. He has also performed as an actor-dancer, a sort of unnecessary dance, just like the presence of non-acting actress-performers is unnecessary, as well as the contribution of the choreographer and dancer Giovanna Summo, who is a member of Crisafulli’s society. Nothing is necessary, but everything that comes into action has great significance: everything can easily be substituted, but at that moment each element is unique, there is no other: it is neither an addition nor is it superfluous. It is there, like a script, like a pure sign that expresses itself. This oriental dimension, which is far from fashions and trendy situations, will lead Crisafulli to deal with an artist who used to have a deep feeling of the absolute: Yves Klein. So in 1997, one of Crisafulli’s many works appeared, Folgore Lenta (Slow Lightning), which, in fact, he dedicated to the author of blue monochromes (IKB, Yves Klein Bleu). The director is well aware of some of the snares the problem of color presents: so he says “Color is a powerful emotional and communicative element, but cannot precisely be identified with a language, despite countless attempts to “explain” it and reduce it to a code. Here, too, we find the question of the absolute which cannot be reduced to a language”. An expert of visual arts, on this issue Crisafulli also refers to theorists. Thus – with the collaboration of the Austrian playwright Andreas Staudiger – in the case of the aforementioned Folgore Lenta the actresses recite the texts of Wittgenstein’s Observations on colors. Yves Klein is part of Crisafulli’s personal imagination, because the French artist expresses pure sensiblity. (Sensibility is the cornerstone of the universe, he used to say). Throughout the artist’s training, his imagination was also influenced by Adolfo Appia and Gordon Craig (the two great founders of contemporary scenography). Bob Wilson goes without saying…but Crisafulli adds Antonin Artaud and Carmelo Bene; the latter is a reference-point in line with “a medium of mysterious forces”. But it is clear that the director’s familiarity with visual arts keeps him closer to recitation and totally steeped in visual results. When he was interviewed by Simonetta Lux (in 2003 the author published Star language. Fabrizio Crisafulli’s theater, 19912002, Lithos editions), the artist – the creator of installations – stated: “I consider my installations very close to the theater. Among other things, they have a secular development. I use sound within them. Often, they are ‘actions’, even though they are not carried out by people in flesh and blood. On the other hand, due to the various reasons I have specified, I see my theater as an expression of visual art.”

Da sinistra/from the left, Compagnia Il Pudore Bene in Vista di Fabrizio Crisafulli, Bandoni, performance all’interno de/for the La Passione, Acquedotto Felice, Roma, 1995; Compagnia Il Pudore Bene in Vista di Fabrizio Crisafulli e Giovanna Summo, Ninfeo, Festival “Stradarolo”, Ninfeo del Bramante. Genazzano (Roma), 1999.

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In alto/top: Compagnia Il Pudore Bene in Vista di Fabrizio Crisafulli, Centro e Ali, Galleria 1, Rassegna Acque Chete, Roma, 1996. Al centro, a sinistra/middle row, left: Teatro dei Luoghi: Pomarance, performance, Teatro dei Coraggiosi, Pomarance (Pisa), 1998; a destra/right: Senti, performance, 2004. In basso, a sinistra/bottom left: Compagnia Il Pudore Bene in Vista di Fabrizio Crisafulli e Giovanna Summo, Ninfeo, Festival “Stradarolo”, Ninfeo del Bramante. Genazzano (Roma), 1999; a destra/right, Compagnia Il Pudore Bene in Vista di Fabrizio Crisafulli, Bandoni, performance all’interno de/for the La Passione, Acquedotto Felice, Roma, 1995. Sopra/above, Sul posto, installazione/ installation, Ponte Romano, Parma, 1998.

80 l’ARCA 200

Sotto/below, Compagnia Il Pudore Bene in Vista di Fabrizio Crisafulli, Città delle Ombre, Festival Internazionale di Teatro, Fara Sabina (Rieti), 1991.

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Menzione Cepl Pellnitz Weißenberger (capogruppo/team leader)

Italia/Italy - Udine

1° Lucio Serpagli (capogruppo/team leader) 2° Liverani - Molteni Architetti (capogruppo/team leader), Andrea Liverani, Enrico Molteni 3° Labics (capogruppo/team leader)

Premio Biennale Archés Il premio intende promuovere progetti che si distinguano per la qualità della proposta architettonica e che presentino contenuti innovativi sia dal punto di vista tecnologico sia costruttivo Archés Biennial Award The award wants to promote those projects distinguishing for their architectural quality and having innovative contents from the technological and constructive points of view

COMPETITIONS

Mediateca Universitaria Humboldt-Universität L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la costruzione del “Jacob und Wilhelm Grimm-Zentrum” presso la Humboldt-Universität. Il programma prevede la realizzazione di un complesso dotato di biblioteca (18.600 mq), sala computer e centro multimediale (1.800 mq), per una superficie complessiva lorda di 34.700 mq University medialibrary HumboldtUniversität Competition for proposals for the construction of the del “Jacob und Wilhelm Grimm-Zentrum” at HumboldtUniversität. The brief asks for the realization of a complex containing a library (18,600 sq.m), computer lounge and medialibrary (1,800 sq.m), and a total surface of 34,700 sq.m

1° Max Dudler (capogruppo/team leader) 2° Jaklin Tenbohlen Welp Architektur (capogruppo/team leader) 3° Muller – Reimann (capogruppo/team leader) 4° Markus Löffler (capogruppo/team leader) 5° Gustavs – Lungwitz (capogruppo/team leader)

+ europaconcorsi

COMPETITIONS + europaconcorsi

Germania/Germany - Berlino

Giuria/Jury: Pio Baldi, Augusto Romano Burelli, Marco Casamonti, Luigi Centola, Giovanni Leoni, Paolo Portoghesi, Raffaele Sirica, Carlo Terpolilli, Roberto Turello Committente/Client: Gruppo Archés

Committente/Client: Humboldt-Universität zu Berlin 1° 1°

Italia/Italy - Pignola (Potenza)

1° Marco Bartolini (capogruppo/team leader), AA+Architetti Associati 2° ex aequo A-Claudio Martini (capogruppo/team leader) B-Giuseppe Dell’Aquila (capogruppo/team leader) 3° Roberto Telesca (capogruppo/team leader), Onofrio - Telesca 4° Raffaele Laguardia (capogruppo/team leader), 1° Antonio Michele Zaminga 5° Antonio Adriano De Fina (capogruppo/ team leader) 6° Francesco Cantisani (capogruppo/team leader), Smaldone - Cantisani 7° Daniele Pascale (capogruppo/team leader) 8° Antonio Saporito (capogruppo/team leader) 9° Fulvio Biancatelli (capogruppo/team leader)

Concorso d’idee per la riqualificazione della facciata principale della sede comunale sita alla via Risorgimento Ideas competition for the requalification of the main facade of the Town Hall along Via Risorgimento Giuria/Jury: Donato Rosa, Luigi Ferretti, Luciano Pietrafesa Committente/Client: Comune di Pignola

Italia/Italy - Teramo Tetraktis Architettura XVIII-Plesso Scolastico a Francavilla a Mare L’intervento è finalizzato alla realizzazione di un nuovo plesso scolastico in cui vadano a collocarsi una scuola secondaria di primo grado per 250 alunni ed una scuola secondaria di secondo grado per 250 alunni The aim of the competition is the realization of a new school complex containing a high school for 250 pupils and a seconda grade high school for other 250 pupils Giuria/Jury: Roberto Angelucci, Luigi Prestinenza Puglisi, Giulio Fioravanti, Mosè Ricci, Ferdinando Luminoso, Nicola D’Addio, Marco Casamonti Committente/Cliente: Tetraktis, Comune di Castellalto

2° 1° Cesare Rivera (capogruppo/team leader), Federico D’Ascanio, Francesco Giancola, Simona Stortone 2° Carmen Andriani (capogruppo/team leader) 3° Andrea Jandoli (capogruppo/team leader) 4° Guendalina Salimei (capogruppo/team leader) 5° Danilo Romani (capogruppo/team leader), Giangi Caffio, Marino La Torre, 1° Pippo Marino, Raffaella Massacesi Menzionati/Mentions Lucio Rosato (capogruppo/team leader) Alessandro Iezzi (capogruppo/team leader) Davide Raffin (capogruppo/team leader)

Norvegia/Norway

Committente/Client: velux- www.velux.com/A

International Velux Award for Students of Architecture Il premio mira a promuovere progetti centrati su una forte qualità espressiva, sul confort degli interni e che aggiungano qualità alla vita quotidiana di chi li abita e dell’ambiente. Il premio incoraggia un uso innovativo della luce naturale e invita a proporre non solo soluzioni progettuali dettagliate ma anche riflessioni e nuovi concetti International Velux Award for Students of Architecture The award aims at projects which focus on high visual quality and interior comfort in order to add quality to people's lives and living environments. The award encourages innovative use of daylight in buildings, and the projects should demonstrate that daylighting has been explored in depth. The award aims not only at projects that have been elaborated in detail - but also at projects based on conceptual ideas or reflections

Giuria/Jury: Glenn Murcutt, John Pawson, Craig Dykers, Ole Bouman, Ahmet Gülgönen, James F. Horan, Michael Pack

1° Light as Matter - Claes Cho Heske Ekernås 2° The Hole Issue - Hrvoje Zupari, Dean Niskota and Ivan Starcevic Menzioni d’Onore/Honorable Mentions A-Light of Tomorrow - Mariusz Nowak B-Daylight Museum - Khvichia Zia, Levan Asabashvili C-Day(Sea)Light Pavilion and Ferry Terminal in the Fjord of Oslo - Kristine Langfeldt Wessel D-Textile Spaces - Caroline Marie Damhaug E-Monolight - Three Prototypes - Attila Bujdoso, Ildiko Bujdoso F-Light Into Dark - Matthäus Wirth, Irina Koerdt, Jacqueline Pehlemann G-Landscape Interior - Daniel Martinez Diaz H-Lumino Kinetic Architecture - Salvador Rivas

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COMPETITIONS + europaconcorsi

Svizzera/Switzerland - Lausanne

Committente/Client : École polytechnique fédérale de Lausanne, DII-Service des constructions et d’exploitation

Learning Center Ecole Polytechnique Fédérale L'Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne intende realizzare all'interno del suo campus una grande biblioteca a servizio dei suoi 9.500 studenti, ricercatori e collaboratori. Questo nuovo edificio è pensato come un centro polifunzionale denominato “Learning Center” dove gli studiosi avranno accesso diretto alle informazioni, “un luogo dove scambiarsi idee e immaginare soluzioni, un centro studi di nuova generazione dove ciascuno avrà accesso alle informazioni, sia in modo tradizionale che attraverso reti virtuali” Learning Center Ecole Polytechnique Fédérale EPFL wants to realize in its premises a library for its 9,500 students, researchers and collaborators. The new building must be thought as a multifunctional Learning Center where researchers can find information, meet together, exchange ideas both in a traditional and virtual way

Vincitore/Winner Kazuyo Sejima - Ryue Nishizawa Finalisti/Shortlisted Teams A- Abalos & Herreros B- Jean Nouvel C- Diller+Scofidio+Renfro D- Pierre du Besset-Dominique Lyon 1° E- Herzog & de Meuron F- Mecanoo G- Valerio Olgiati H- Rem Koolhaas I- Livio Vacchini L- Xaveer De Geyser M- Zaha Hadid

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84 l’ARCA 200

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- Do you remember the old pitched roofs? - Do not rub it in, I have already lost four eggs with these fancy new roofs.

200 l’ARCA 85


Stefania Vannini servizio Arte DARC

Fin dalle prim e esperienze espositive del M A X XI, la DARC ha “ aperto” il m useo al pubblico attraverso l’attività didattica, per gettare un ponte capace di raggiungere quel pubblico non specialistico, sprovvisto di stru m enti critici per decifrare i diversi linguaggi della conte m poraneità e sviluppare un senso di fa miliarità nei confronti dell’istituzione m useo. Le iniziative co minciano nel 2004 con il laboratorio per la scuola ele m entare “ M A X XI Architetti in erba ”, in occasione della m ostra dell’architetto Alessandro A nselmi. Durante il periodo estivo si propone un “A peritivo al m useo” seguito da visite guidate alle m ostre “ Ed Ruscha ” e “Aldo Rossi ”. Con il nuovo anno scolastico riaprono i laboratori rivolti alle scuole, progettati per le m ostre “ Stefano Arienti ” e “ W here is our place?” di Ilya&E milia Kabakov. Le visite guidate sono state pensate co m e un valido stru m ento per coinvolgere i visitatori e suscitarne la partecipazione attiva. Con i ba m bini si parte dal presupposto teorico che l’appropriazione della conoscenza sia facilitata e si consolidi m ediante il “fare”. L’elaborazione dei progetti didattici, per tutte le fasce di età, è stata pensata per stim olare e sensibilizzare lo sguardo del visitatore, provocando quelle reazioni individuali che lo condurranno a form ulare la propria interpretazione. L’obiettivo è quello di suscitare la creatività intesa, non co m e dote innata, m a co m e m etodo per usare il pensiero, offrire significati e valori personali, rifiutando quelli attribuiti per convenzione. Co m e afferm a in m odo ese m plare Gianfranco Staccioli: “ Gli oggetti vissuti da occhi curiosi, da occhi ba m bini, possono essere uno e cento mila . Essi sono delle esplosioni, dei varchi, dei percorsi di conoscenza.”

DARC

DARC Art Service

foto di Ester A nnunziata

FEBBRAIO2005

The four winners of the Third Edition of the Premio della Giovane Arte Italiana (Young Italian Art Award) organized by the DARC are: Manfredi Beninati, Loris Cecchini, Lara Favaretto, Carolina Raquel Antich.

I nomi dei 4 vincitori della III Edizione del Premio della Giovane Arte Italiana indetto dalla DARC sono: Manfredi Beninati, Loris Cecchini, Lara Favaretto, Carolina Raquel Antich.

Contemporary vision , a show curated by the DARC for the Venice Biennial of Architecture, is on in the former Church of St. Matthias in Bologna, where an agreement was also signed for a survey on Emilia Romagna’s contemporary architectural heritage.

La mostra Sguardi contemporanei, curata DARC per la Biennale Architettura di Venezia, è allestita presso la ex Chiesa di S. Mattia di Bologna, dove è anche stato firmato un accordo per un’indagine sul patrimonio architettonico contemporaneo dell’Emilia Romagna.

Until Februray 14th, the National Gallery of Modern Art in Rome is presenting the exhibitions: Galileo Chini’s Spring - Turinese artistic culture and national politics: 1920-1940 - Borrowed works: Augustus John, Marquise Casati - The tribute: Antonio Corpora - The Mysteries of Rome . Furthermore, thanks to an agreement with the Electa publishing house, the Gallery’s bookstore was reopened.

foto di Sofia Bilotta

Fino al 14 febbraio la Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma presenta le mostre: La primavera di Galileo Chini - Cultura artistica torinese e politiche nazionali: 1920-1940 - L’opera in prestito: Augustus John, La Marchesa Casati - L’omaggio: Antonio Corpora - I Misteri di Roma. Ha inoltre riaperto la libreria della Galleria grazie a un accordo con la casa editrice Electa.

The General Jungle series (1971) by the English artists Gilbert and George, which consists of 22 charcoal drawings, will be on show at the M A X XI from March onwards.

La serie General Jungle (1971) degli artisti inglesi Gilbert and George, composta da 22 disegni a carboncino, verrà presentata in mostra al M A X XI dal mese di marzo.

M A X XI construction w ork is underway: the foundations and underground areas have been co m pleted, and no w the ground floor is quickly being cast. Soon, the art gallery’s first halls will be on vie w.

Procedono i lavori di costruzione del M A X XI: terminate le opere di scavo, delle strutture di fondazione e dei locali interrati si sta rapida m ente procedendo al getto per il piano terra. Presto sarà possibile vedere le prim e strutture delle gallerie espositive.

Ever since the M A X XI’s first experiences in the world of exhibitions, the Directorate General for Contemporary Art and Architecture (DARC) has “opened up ” museums to the public through didactic activities, so as to provide a link with the non-specialized public that lacks the critical tools it needs to decipher the different languages of contemporaneity and thus familiarize with museums as institutions. The initiatives began in 2004 with a workshop for grade schools: “ Budding M A X XI Architects” on the occasion of the architect Alessandro Anselmi’s exhibition. During the sum mer, “ a window on museums” was launched, followed by guided visits to the shows “ Ed Ruscha” and “Aldo Rossi”. The new school year saw the reopening of workshops for schools, planned for the shows “ Stefano Arienti” and “ W here is our place?” by Ilya & Emilia Kabakov. Guided tours are seen as a good way to involve visitors and stimulate their active participation. With children, the theoretical assumption is that it is easier for them to acquire and consolidate knowledge through “ doing ”. Elaborating didactic projects for all age ranges is meant to stimulate visitors and make them aware of what they are seeing, thus leading them to individual reactions that will then help them formulate their own interpretation. The target is to generate creativity, not as an inborn gift, but as a means of using one’s own mind, offering significance and personal values, and thus refusing conventional values. As Gianfranco Staccioli states: “Objects seen by curious eyes – children’s eyes – can be one and a hundred thousand . They are explosions, openings, paths to knowledge.”

w w w.darc.beniculturali.it

Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee Ministero per i Beni e le Attività Culturali foto di Enrico Di M unno A ntonio Corpora

coordina m ento lorenza bolelli pagina a cura di e milia giorgi progetto due_pavese


Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Non solo stadio In Siena Progetto: Iotti+Pavarani Architetti, Marazzi Architetti Il progetto sviluppa il tema dello stadio assumendo le aree proposte come condizione, decidendo di non rinunciare al confronto tra architettura e paesaggio. Del resto proprio il territorio senese dimostra come processi di antropizzazione controllati siano in grado di accrescere il carattere di luoghi ad alto valore ambientale Il progetto trasfigura la tipologia dello stadio da introverso contenitore a luogo aperto in grado di vivere sette giorni su sette e spostando il baricentro dal campo di giuoco, estende la visione alle aree circostanti. Dalla via Cassia al torrente Arbia, dal Renaccio ad Isola si è pensato a un sistema complesso ove funzioni specifiche legate al gioco del calcio coesistano con attività differenziate: un’area polivalente, ben servita dalle infrastrutture e dai parcheggi previsti per lo stadio, capace di produrre redditi diversificati a garanzia della continuità e dell’autonomia finanziaria del sistema. In tal senso nasce il “Parco del Borgo Vecchio”, l’alternativa suburbana al centro storico. Il tema dell’inserimento ambientale di una grande struttura sportiva non può ridursi alla corretta integrazione fisica tra architettura e paesaggio, ma integra anche la coesistenza tra le dinamiche d’uso dello stadio e gli equilibri consolidati. Allargando il punto di vista si coinvolge un’ampia porzione di territorio con il quale il progetto si confronta per costruire nuove e feconde relazioni funzionali e percettive. Dal punto di vista orografico, lo stadio come il Teatro Greco si adagia nell’acclivio del Fossatone e assecondando le curve di livello prende forma, allungandosi per accogliere il paesaggio e inquadrare Siena sullo sfondo. Risultato di una controllata modellazione topografica, l’impianto assume il carattere di nuovo landmark senza intaccare il delicato equilibrio compositivo del contesto e il territorio si arricchisce di una nuova discreta presenza che, come un sito archeologico, il cittadino e il turista scopriranno gradualmente. The project develops the theme of the stadium, taking the area on which it is to be built into account and keeping the relationship between architecture and the landscape in consideration. After all, the Sienese territory shows how controlled anthropological processes are able to raise the characteristics of places to a high environmental value. The project transforms the stadium typology, turning it from an introverse container into an open place that is capable of living every day of the week: the barycenter of the field is shifted so as to allow an open view over the surrounding areas. A complex system where specifics linked with the game of soccer coexist with different activities have been devised from via Cassala to the Arbia stream, from the Renaccio to Isola. A multifunctional area that is well served by infrastructures and parking lots for visitors to the stadium, an area which is able to produce diversified revenues that can guarantee the continuation of the system’s financial independence. Thus, the “Park of the Old Suburbs” was born, the suburban alternative to the town center. Inserting a great sports structure in the surroundings cannot simply be reduced to the physical integration between architecture and landscape: the coexistence of the stadium dynamics and the consolidated balance must also be considered. By widening the point of view, a great portion of the territory is involved in the project, so as to build up new, fertile, functional and perceptive relationships. From an orographic viewpoint, the stadium – just like the ancient Greek Theater – is set within the Fossatone slopes, and takes shape as it curves through its bends, stretching out to welcome the landscape, offering a view of Siena in the background. The plan, which results from a well-balanced topographic modeling, takes on the features of a new landmark, without affecting the delicate balance composed achieved by the context and territory. It is thus enriched with a new, tactful presence that citizens and tourists will discover gradually, just as they would an archeological site.

88 l’ARCA 200

In queste pagine, rendering, planimetria generale, prototipi dei materiali, piante e sezioni del progetto vincitore del concorso per il nuovo stadio di Siena.

These pages, renderings, site plan, material prototypes, plans and sections of the winning project for the new Siena Stadium.

200 l’ARCA 89


Affermare la contemporaneità In Quimper

Miami Art Central+EFC Holdings HQ In Miami

Progetto: Atelier Novembre, Marc Iseppi e Jacques Pajot

Progetto: Fiorentino Architettura

Il progetto della nuova mediateca di Quimper, in Bretagna, è ricavato dall’estensione di un antico chiostro situato al confine tra il centro storico e la zona dove sono concentrati i principali insediamenti culturali, dal teatro di Cornouailles, al Centro d’Arte Contemporanea e il Museo della Belle Arti. La nuova mediateca rappresenta non solo un arricchimento delle strutture culturali ma anche un elemento urbano nodale destinato a risolvere l’ingresso alla zona a vocazione culturale. La proposta dello studio Novembre, vincitore del concorso, ha tradotto le esigenze del programma funzionale coniugando storia e modernità, passato e futuro, garantendo la coesione e l’armonia con il contesto. Se da un alto l’intervento guarda con rispetto all’edificio storico, con la restituzione delle gallerie del chiostro e delle facciate est e ovest, dall’altra ne afferma una nuova contemporaneità, resa necessaria dalle esigenze di ampliamento. L’estensione è quindi risolta dalla costruzione di un edificio sul lato sud, che risolve un vuoto interstiziale e garantisce l’illuminazione naturale degli spazi adiacenti, e da un corpo in aggetto sul lato est che segnala la presenza del complesso verso la città. La permeabilità dell’edificio come momento di transizione tra centro storico ed edifici culturali è descritta da una strada coperta che attraversa la mediateca nello spazio residuo tra la nuova facciata e quella sud dell’antico convento. Inoltre la scelta di restituire la galleria al chiostro rispecchia l’esigenza di diminuire lo spessore dell’edificio a piano terreno con una maggiore trasparenza. L’aspetto che maggiormente qualifica il progetto dello studio Novembre è la volontà di affermare l’aspetto contemporaneo dell’intervento senza cadere nel “pastiche di un’architettura anteriore” pur ricercandone una reale integrazione. Così la scelta dei materiali risponde all’idea di dare della nuova architettura un’immagine attrattiva pur rimanendo nell’ambito della discrezione e dei rapporti di scala. Il rivestimento in pietra dei nuovi volumi è di una tonalità simile alla pietra dell’edificio esistente, ma trattato con una texture e un sistema diversi. Il prospetto est, delegato a dichiarare il carattere culturale e innovativo dell’edificio, è declinato da una facciata schermo, staccata dalla quella esistente, costituita da moduli in resina prefabbricati che danno origine a una sorta di pelle che richiama nella trasparenza come nella materia la superficie della carta, mentre nella struttura si rifà al volume delle pagine di un libro. Elena Cardani

Il Miami Art Central è stato realizzato in un edificio dismesso della Southern Bell insieme agli uffici della EFC Holdings, che ne occupano parte del primo piano. La scelta di organizzare la doppia funzione all’interno del fabbricato e comunicarla all’esterno, senza sacrificare il carattere industriale del manufatto esistente, ha caratterizzato tutto il progetto realizzato da Alessandro Fiorentino (responsabile del progetto), Fabio Fiorentino e Paolo Fiorentino con la consulenza di Viromare Design, Conti Glass e, per gli arredi, Fantoni Italia. Questa scelta è stata favorita, all’interno, dalla pianta completamente libera, segnata solo da una griglia modulare di pilastri in cemento armato. Le pareti di divisione tra gli uffici, il centro culturale e il corpo scala, realizzate con lastre di vetro intelaiate da profilati di acciaio, hanno infatti consentito di continuare a usufruire visivamente dello spazio originario nella sua globalità. All’esterno, l’intervento progettuale è stato più complesso dal momento che l’edificio era dotato di un unico ingresso a fronte delle previste due nuove funzioni. I prospetti sulla Red Road e sulla strada laterale, caratterizzati da un doppio ordine di finestre, erano troppo storicizzati per diventare le facciate di un centro d’arte contemporanea. Si è preferito destinarli a ingresso e pertinenza della zona uffici e progettare i vari accessi al centro culturale sugli altri due fronti dell’edificio. Questi fronti, pur essendo più interni e meno evidenti dalla strada, erano completamente murati, per cui non imponevano particolari vincoli alla progettazione. Inoltre, confinavano con spazi aperti che potevano rappresentare potenziali aree di sviluppo per l’attività culturale. L’ingresso del MAC è stato progettato, in un unicum compositivo, con la scala di emergenza imposta dalla nuova funzione pubblica dell’edificio. Lo sviluppo planimetrico e altimetrico di quest’ultima è stato disegnato in modo che l’orditura dei collegamenti tra le diverse quote d’accesso potesse vestire con il suo tracciato la facciata preesistente. Il progetto della scala è andato, comunque, aldilà dell’aspetto strettamente funzionale e ha mirato a interpretare la stessa come mezzo di comunicazione verso l’esterno della nuova funzione del vecchio edificio industriale. Ha contribuito a questo risultato l’uso dei profilati di acciaio, che, assicurando l’indipendenza strutturale della scala dal fabbricato, hanno accentuato il suo rilievo sulla retrostante parete. La facciata del MAC è la sommatoria di due pareti, in rosso quella preesistente in muratura, di color ruggine quella della scala in acciaio, che hanno trovato nella composizione cromatica la loro fusione. L’immagine architettonica del Miami Art Central è il frutto di questa sintesi.

The project for the new multimedia library in Quimper, Brittany, deals with the extension of an ancient cloister. The latter is located between the old town center and most of the buildings devoted to cultural activities, which include the Conouailles theater, the Center for Contemporary Art and the Museum of Fine Arts. The new multimedia library not only adds to these cultural structures, but constitutes a crucial urban element, as it provides and entrance-point to the cultural area. The Novembre studio – which won the competition – interpreted this functional plan by combining history and modernity, the past and the future, thus ensuring consistency and harmony with the context. On one side, through the restoration of the cloister’s galleries and its eastern and western façades, the extension respects the historical building; on the other, the extension demanded a new contemporary feel. A new building was thus constructed on the south side to fill an empty space and afford natural lighting to the adjacent area, and an overhanging structure was built on the eastern side, opening up the complex to the city. The building’s role as a transitional moment between the historical center and the cultural edifices is marked by a covered road that crosses the library, passing through the space between the new façade and the ancient convent’s southern face. Furthermore, the gallery was restored to the cloister so as to make the building lighter and more transparent on the ground floor. The most notable aspect of the Novembre studio’s project is its focus on a contemporary feel, without turning to “the plastics of a prior architecture”, and yet, seeking integration with the historical site. So the materials to be used were selected accordingly, to create an attractive image that, however, is inserted in the context tactfully and respects scale ratios. The hue of the stone covering the new volumes is similar to that of the preexisting building, but it was processed differently, producing a new texture. The eastern face, which declares the building’s innovative, cultural character, features a screen-like façade that separates it from the preexisting face. The prefabricated resin modules which make up this façade create a sort of transparent skin that – texturally speaking – looks like paper, and from a structural viewpoint recalls the pages of a book.

90 l’ARCA 200

The Miami Art Central was realized in a disused Southern Bell building together with EFC Holdings, which take up part of the first floor. The design is by Alessandro Fiorentino (who led the project), Fabio Fiorentino and Paolo Fiorentino, with Viromare Design and Conti Glass as consultants and Fantoni Italia, which dealt with the furnishings. The entire project was characterized by the need to organize the building’s dual function within and communicating it to the outside without sacrificing the industrial character of the existing structure. In the interior, in fact, a totally free plan is marked solely by a modular grid of reinforced concrete pillars. The partitions dividing the offices, the cultural center and the staircase were built with glass sheets framed in structural steel, and allow for the entire space to be enjoyed visually, in its globality. The project turned out to be more complex on the exterior, since – despite the two new functions it was to take on – the building was provided with a sole entrance. The prospects over Red Road and a side road, which featured a double row of windows, were too historicized to constitute the façades of a center for contemporary art. They were thus used for the office area – as an entrance to the area, as well – and the various accesses to the cultural center were designed on the bulding’s other two fronts. Although these two faces were not so visible from the street, they were completely blind, and thus constituted no particular hindrance for the project. In addition, they faced open spaces that could, potentially, be developed for the future cultural activity. The entrance to the MAC was designed as a constituent part of a whole composition that includes the fire escape, which was absolutely necessary due to the building’s new public function. The planimetric and altimetric development of the fire escape – or emergency staircase – was designed so that the warping of the connections between the different levels of access could cover the former façade with its layout. At any rate, the project for the staircase went beyond its strictly functional aspect and aimed at interpreting the addition as a means of communication with the exterior, a new function for the old industrial building. Structural steel contributed toward this result, as it ensures structural independence, highlighting the importance of the staircase on the back wall. The MAC façade is the summation of two walls, the preexisting one in stone was painted red, while the wall featuring the steel staircase has a rusty hue. Thanks to this chromatic composition, the tow have found harmony as a whole. The architectural image of the Miami Art Central is, indeed, the result of this synthesis.

199 l’ARCA 91


Nuova accoglienza In Berlin

Identità e piazza In Galliate

Progetto: Virgile and Stone

Progetto: Antonio Lazzaretto con Maurizio Garrasi

Nigel Stone e Carlos Virgile, titolari di un importante studio londinese specializzato nella progettazione di punti vendita, alberghi e ristoranti ha segnato un nuovo successo a Berlino con l’apertura dei nuovi spazi pubblici dell’hotel Radisson SAS. Nel nuovo complesso alberghiero, caratterizzato da uno scenografico acquario alto 25 metri, gli architetti si sono inseriti con un approccio contemporaneo disegnando le zone destinate alla hall e alla reception, gli spazi dei ristoranti e dell’Aqua Longue. Con un linguaggio tecnologico e ricco di riferimenti alla realtà della città moderna e, in particolare, alla nuova Berlino, i progettisti hanno declinato atmosfere particolarmente accoglienti, luoghi intimi e rilassanti che descrivono con naturalezza ed eleganza un universo raccolto e al contempo aperto alla città. L’ampio atrio è stato sfruttato per combinare alla dinamica degli spazi di circolazione la rilassante atmosfera delle zone di riposo e di conversazione. Una forma scultoria convessa definisce il centro dell’atrio definendo un punto di riferimento per i clienti in entrata e in uscita. Un elemento importante è giocato dal tipo di materiali utilizzati, le pietre naturali come il travertino e la pietra calcarea ricreano l’ambiente delle corti esterne, il vetro colorato coniugato alle tonalità scure del legno wengé danno invece un carattere più intimo e raccolto agli spazi delle zone ristorante. La forma curvilinea del bancone bar, che segue la curva descritta dalla zona reception, è un invitante saluto rivolto ai visitatori che hanno a disposizione un ampio spazio di intrattenimento che può ospitare fino a 90 persone. Altro ambiente di riuscita invenzione è l’Acqua Lounge, a piano interrato e raggiungibile dalla hall attraverso una scalinata, inquadrata da grandi pannelli in vetro opaco che si illuminano gradualmente per segnalare la presenza di un ambiente totalmente nuovo. Quello che si apre al pubblico è infatti uno spazio sofisticato e contemporaneo in cui attraverso il colore dell’acqua, la sua trasparenza, come i suoi movimenti e riflessi, è stato ricreato l’ambiente ovattato e fluido del mondo acquatico. Anche gli arredi si inseriscono morbidamente attraverso le forme e i materiali, dal banco della reception, in acciaio inossidabile e dalle forme intriganti, di ispirazione organica, e dalle qualità tattili e riflettenti; alla parete modulare blu acrilico illuminata sul retro in modo da creare diverse sfumature di colori e dare l’impressione di trovarsi sotto la superficie dell’acqua fino alla pavimentazione in basalto nero che dà maggior risalto ai giochi di luci, colori e riflessi.

92 l’ARCA 200

With the opening of new public areas in the Radisson SAS hotel, Nigel Stone and Carlos Virgile, who own an important London studio specialized in the design of outlets, hotels and restaurants, have seen new success. The architects have endowed the new hotel complex – which features a spectacular, 25-meterhigh acquarium – with a contemporary feel, planning the hall and reception area, the restaurants and the Aqua Lounge. With naturalness and elegance, and through a technological language that is deeply linked with the reality of modern cities, and especially with the new Berlin, the architects have created particularly welcoming atmospheres, cozy, relaxing places that make up a universe of their own but that are open to the city. The large entrance is a combination of dynamic spaces for circulation and a relaxing atmosphere for the areas meant for rest and conversation. A convex sculpture marks the center of the atrium and forms a point of reference for the guests who are coming and going. An important role is played by the types of materials that are used: natural stone such as travertine and limestone recreate the feel of eternal courts, while stained glass combined with the dark hues of Whangee wood give a cozier, more intimate character to the restaurant areas. The curvilinear shape of the bar counter, which picks up the curve made by the reception area, is inviting and welcoming to visitors, who can also dispose of a large area for entertainment that can host up to 90 people. The Aqua Lounge is another successful invention. Underground and accessible from a staircase coming from the hall, it is framed by great panels in opaque glass that light up gradually, highlighting the fact that a totally new sphere lies beyond. What opens up to the public, in fact, is a sophisticated, contemporary space in which – through the color of water and its transparency, ripples and reflections – the muffled, fluid environment of the aquatic world is reproduced. The shapes and materials of the furnishings also fit in softly with their surroundings – from the reception desk, in stainless steel with its tactile and reflecting qualities and an intriguing, organic shape – to a modular wall in acrylic blue. The latter is lit up from behind, so as to create different hues and give the impression of being under water. In addition, a “seabed” in black basalt highlights plays of lights, colors and reflections.

Tra i progetti di risistemazione urbana che stanno modificando, in bene o in male, il volto storico di molte città italiane di medie e piccole dimensioni, merita sicuramente uno sguardo più attento l’intervento realizzato a Galliate (Novara), nell’area compresa tra il castello sforzesco e il margine urbano. Il tema è quello della piazza, nodo emblematico delle nostre città, che nel progetto dello studio Lazzaretto, vincitore di un concorso bandito nel 1999 (l’Arca 137), viene declinato in tutta la sua dimensione lirica, spazio di aggregazione, scambio, socializzazione, momento privilegiato nella vita urbana. Il riferimento alla storica identità del terraggio, termine con il quale ancora oggi si identifica il grande vuoto di piazza Vittorio Veneto che si sottrae alla regolarità dell’impianto romano, è lo spunto per definire una nuova dimensione urbana creata su sottili e raffinate sintonie tra il manto unificatore della pavimentazione e piccole ma significative presenze. La ricchezza e l’individuazione della nuova piazza è principalmente concentrata nel racconto della pavimentazione, svolto con abile e appropriato linguaggio dal progettista che in questo elemento trova il luogo ideale per trasferire un’idea di architettura costruita sulla perfezione del dettaglio, sull’intervento minimo e risolutivo, sulla scelta dei materiali e sul sapere artigianale riattualizzato alla luce delle nuove tecnologie. Sull’intera piazza viene così steso un manto in calcestruzzo gettato in opera con inerti selezionati dall’alveo del Ticino, ritmato dai giunti di dilatazione disegnati in modo irregolare come una sorta di naturale fessurazione della pavimentazione, in analogia con quella in terra battuta e ghiaia compatta originaria della piazza. Il caldo guscio in rame che individua il bar e l’entrata al parcheggio sotterraneo, il boschetto di sofore che segnala un ingresso della piazza, la passeggiata in granito che nobilita il bordo verso il fossato del castello, una paulonia isolata che fa da cerniera tra piazza Vittorio Veneto e piazza Martiri, punteggiano lo spazio dandone le coordinate di lettura. Di sera la piazza diventa la scena di un delicato spettacolo di rimandi che l’illuminazione dei lampioni integrata con lampade interrate a luce radente offre invitante ai cittadini. Elena Cardani

A new square in Galliate (Novara), in the area between the Sforza castle and the outskirts constitutes one of the urban transformations that are modifying the historical face of many Italian cities (whether for the better or the worse). This project deserves special attention, as it deals with a square, our cities’ symbolic crux. In the Lazzaretto studio’s project, which won a competition in 1999 (l’Arca 137), the square is set in its lyrical dimension, it is a meeting place, a place for exchange and socialization, a privileged moment of urban life. The reference to the historical identity of the “terraggio”, which is how the great empty space in piazza Vittorio Veneto is still dubbed today, is the cue to define a new urban dimension. This square does not have a regular Roman layout, so this new dimension is created on a subtle, refined harmony between the paving, which acts as a unifying covering, and other small but significant elements. In fact, the new square is easily identifiable in all its richness thanks to the paving itself, which was designed with a skillful, appropriate language. Here, the planner found the ideal place to transfer an architectural idea that is built upon the perfection of details, on a minimal but decisive element, on the choice of materials and on craftsmanship that is adapted to new technologies. The entire square is thus cloaked in concrete, with inert substances selected from the Ticino bed, marked by expansion joints that are designed in an irregular pattern, so they look like natural fissures in the pavement, similar to the square’s former clay and gravel flooring. A warm copper shell characterizes a bar and the entrance to an underground parking area, and a wood of pagoda-trees marks one of the entrances to the square. A granite walkway dignifies the border towards the castle moat and a solitary paulownia connects piazza Vittorio Veneto to piazza Martini. All of this is laid out over the area, making it easy to mark the square’s coordinates. In the evening, the square is a delicate, inviting sight for citizens, with its lampposts and the oblique lighting afforded by its underground illumination.

200 l’ARCA 93


Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.

Un nuovo teatro For Montalto di Castro

Invenzioni di sguardi At Fondation Cartier

Progetto: MDU Architetti/Barberis/Corradini/Marchesini

Due mostre fotografiche scandiscono il programma espositivo del mese di febbraio alla Fondation Cartier di Parigi. “Etant donnée: Le Grande Verre” riunisce le opere del giapponese Hiroshi Sugimoto (1948). A piano terreno 19 cliché di grande formato in bianco e nero esplorano le relazioni tra la fotografia, la scienza e la storia dell’arte suscitando diversi gradi d’interpretazione e sistemi di riferimento. Questa serie fotografica, che si compone di due parti, è il risultato di un lavoro realizzato al Museo Dell’Università di Tokyo. Sugimoto ha fotografato una collezione di oggetti scientifici del XIX secolo, Mathematical Formes: Surfaces presenta una serie di modelli stereometrici in gesso concepiti per permettere agli studenti di visualizzare le funzioni trigonometriche complesse; Mechanical Forms è un insieme di pezzi meccanici che permettono di analizzare i movimenti di base di alcuni meccanismi. Sugimoto perturba il senso comune della scala, isolando i modelli dal loro contesto e dandone una versione quasi monumentale. Organizzate in due sezioni diverse, le foto offrono una ricostruzione spaziale dell’opera di Duchamp, Le grande verre e nel contempo rimandano alla suggestiva architettura in vetro della Fondation Cartier, opera emblematica di Jean Nouvel. Raymond Depardon è invece l’autore dei sette film su sette città, Rio de Janeiro, Shanghai, Tokyo, Berlino, Mosca, Addis-Abeba, Il Cairo presentati in contemporanea e realizzati dal fotografo dietro incarico della Fondation Cartier. “7 x 3”, il titolo della mostra, presenta sette proiezioni simultanee di film a colori e bianco e nero, da 3 a 5 minuti, girati in 16 mm e proiettate in successione di immagini in movimento e senza audio. Silenziosi e solitari, come si definisce lo stesso Depardon, che attraverso la solitudine si fa il più discreto possibile, non sconfina dalla sua posizione per trovare la distanza giusta. Completano i sette film, altri tre film realizzati dall’artista a Praga, New York e Parigi.

Il progetto, primo classificato nel concorso per il Nuovo Teatro di Montalto di Castro, nasce con un duplice obiettivo: modello concettuale di misurazione del territorio e contemporaneamente espressione della magia esercitata dall’evento teatrale. Montalto di Castro affonda le origini nell’epoca etrusca le cui vestigia testimoniano un’architettura di grandi masse in tufo; nell’immaginario collettivo, il luogo evoca il mondo delle macchine della più grande centrale elettrica italiana. Il progetto propone un cortocircuito temporale rispetto cui l’evoluzione del territorio viene concentrata ed espressa in un unico momento architettonico: arcaicità versus estetica della macchina. Il nuovo teatro è un monolite in cemento, caratterizzato da variazioni cromatiche e di texture, su cui la torre scenica appare appoggiata in modo etereo: un volume in vetro industriale U-glass che si smaterializza di giorno, confondendosi con il cielo e che di notte, illuminandosi dall’interno, si trasforma in una grande “lanterna”. Una nuova, allungata, piazza in asfalto colorato conduce all’ingresso del nuovo teatro individuato da un’imponente copertura a sbalzo. Lo spettatore viene introdotto in un ambiente continuo in cui foyer e platea fluiscono liberamente l’uno nell’altra. Le pareti in cotto generano uno spazio che deriva concettualmente dallo scavo del monolite in cemento. La pesantezza morfologica della struttura è contraddetta dalla vibrazione del materiale, che sembra avvolgere lo spazio con una grande tenda, introducendo lo spettatore alla magica attesa dell’apertura del sipario. Alla platea per 400 persone è contrapposta un’arena all’aperto di 500 posti che può, così, usufruire della scena del teatro.

This project, which won first place in the competition for the new Theater at Montalto di Castro, was born with a dual aim: as a conceptual model for site “measuring” and, simultaneously, as an expression of the magical world of drama. Montalto di Castro originated in the Etrurian period, the remains of which are mainly made up of great masses of tuff; in collective imagination, the area evokes the world of machinery that belongs to Italy’s greatest power station. The project proposes a temporal short circuit where the evolution of the territory is concentrated and expressed through a sole architectural moment: antiquity versus the esthetics of machinery. The new theater is a cement monolith characterized by chromatic and textural variations on which the building seems to rest ethereally. The volume is to be built in industrial U-glass that is dematerialized in the daylight, blending in with the sky, while at night, as it lights up from within, it turns into a great “lantern”. A new, long colored asphalt square leads to the entrance to the new theater, which features an imposing overhanging roof. Spectators are immersed in a continuous space where the foyer and seats flow freely into one another. The terracotta-tiled walls create a space that is conceptually linked with excavations in the cement monolith. The structure’s morphological heaviness is countered by the vibration of the material, which seems to envelope the entire space in a great curtain, introducing the audience to a magical anticipation: the raising of the curtain. In addition to the 400 orchestra seats, there are 500 seats set in an outdoor arena that can also enjoy the scenes on stage.

Premio “Guido Nardi” 2004 Technology Award Il giorno 29 novembre si è tenuta presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano la cerimonia conclusiva del Premio Guido Nardi 2004. L’architetto Massimiliano Fuksas, Presidente della Giuria del Premio, dedicato al professore del Politecnico prematuramente scomparso nel 2002, ha consegnato il premio a uno studente, tra i cinque finalisti, che ha elaborato un contributo originale sulle “Tecnologie Innovative di Involucro”. Il vincitore, Fabio Giannullo, è stato premiato per aver affrontato in modo coerente i differenti livelli di complessità insiti nel tema proposto, pur non essendo riconducibile a soluzioni di particolare originalità. Alcune note sul progetto: dal progetto urbano al dettaglio costruttivo, questi i successivi passaggi di scala di un percorso conclusosi con la definizione di una soluzione innovativa d’involucro. Il tema del nuovo Campus Master dell’Università Luigi Bocconi di Milano è stato occasione per individuare margini di sperimentazione, nel contesto climatico italiano, intorno a una precisa soluzione di facciata: il doppio involucro vetrato. L’attività progettuale si è concentrata sull’edificio destinato ad accogliere i corsi Master, caratterizzato dal fronte trasparente rivolto verso il Campus e da una copertura metallica che come un’onda monta e spinge su via Sarfatti, su cui si affacciano gli edifici universitari di Pagano e Muzio. È la stessa prassi didattica correntemente adottata nei corsi a informare le dodici aule del nuovo edificio, tutte dotate di piccoli box per attività di gruppo volutamente proiettati verso l’esterno, in modo da porre gli studenti come in vetrina. La conseguente vicinanza alla superficie vetrata, l’orientamento a sud, la volontà di garantire luminosità alle aule e trasparenza e leggerezza al prospetto, sono tutti elementi che hanno suggerito una soluzione di facciata a doppio involucro in grado di gestire dinamicamente i flussi di energia (luce e calore) e materia (aria), assicurando il confort interno e riducendo i carichi del sistema impiantistico, sia in inverno sia in estate.

94 l’ARCA 200

Last November 29th, the final part of the 2004 Guido Nardi Award was held at the Faculty of Architecture at the Polytechnic in Milan. The Architect Massimiliano Fuksas, President of the Jury of the Award (dedicated to the professor of the Polytechnic who died prematurely in 2002) awarded the prize to the student who – out of the five finalists – gave an original contribution to “Innovative Shell Technologies”. The winner, Fabio Giannullo, was rewarded for the consistency with which he faced the different levels of complexity the theme presented, although the solutions he found are not particularly original. Some notes on the project: from the urban project to the building detail, these were the following steps of a journey that ended with an innovative shell solution. The new Master Campus at the Luigi Bocconi University of Milan served as a starting point to identify new areas of experimentation in the Italian climatic context, with a precise solution for a façade: a doubleglazed shell. The project concentrated on the building that was to hold the Master courses: the structure features a transparent front facing the Campus and a metal roofing that flows like a wave onto via Sarfatti, where the Pagano and Muzio university buildings rise. It is the same general didactic rule that is currently being adopted in the courses taking place in the twelve classrooms of the building, which are all provided with small boxes for group activity, intentionally projected outwards, so that the students appear to be set in showcases. A number of features made the choice fall upon a double shell: proximity with the glazed surface, the southern prospect, the well-lit classrooms and the transparence and lightness of the prosepct. The double-glazed façade is able to control energy (light and heat) and matter (air) fluxes dynamically, ensuring interior comfort and reducing the load of lighting, heating and air conditioning systems, both in winter and summer.

Two shows devoted to photography are part of the schedule for February at the Fondation Cartier in Paris. “Etant donnée: Le Grande Verre” collects pictures by the Japanese photographer Hiroshi Sugimoto (1948). On the ground floor, 19 large, black and white stereotypes explore the relationships between photography, science and the history of art, kindling different levels of interpretation and reference systems. Divided into two parts, this photographic series results from work carried out at the University of Tokyo Museum. Sugimoto photographed a collection of nineteenth-century scientific instruments. Mathematical Forms: Surfaces presents a series of stereometric chalk models that were conceived to allow students the visualization of complex trigonometric functions. On the other hand, Mechanical Forms is a collection of mechanical pieces that allow to analyze movement according to specific mechanisms. Sugimoto perturbs our common sense of scale, taking the models out of their context and giving an almost monumental version of them. Organized in two different sections, the pictures offer a spatial reconstructoin of Duchamp’s work – Le Grande Verre – and, meantime, are suggestive of the Fondation Cartier’s evocative glass architecture, an emblematic work by Jean Nouvel. Raymond Depardon, instead, authored seven films on seven cities: Rio de Janeiro, Shanghai, Tokyo, Berlin, Moscow, Addis Ababa, Cairo, presented simultaneously and realized by the photographer on commission by the Fondation Cartier. 7 x 3, the title of the exhibition, presents seven simultaneous projections of films in black and white that last from 3 to 5 minutes each on 16mm film and are shown as a succession of silent moving images. Silent and lonely, as Depardon defines himself; through loneliness, he has become as tactful as possible, he isn’t leaving his position to find the right distance. The seven films are completed by other three the artist directed in Prague, New York and Paris.

Raymond Depardon, Shanghai, 2004. A sinistra/left, vista dell’allestimento della mostra di Hiroshi Sugimoto/view of Hiroshi Sugimoto’s exhibition Etant donné: Le Grand Verre. A destra/right, Hiroshi Sugimoto, Conceptual

Forms - Mathematical Forms: Surfaces 0009, Surface of revolution of constant negative curvature, conic type, stampa alla gelatina d’argento/gelatin silver print, 148,2x119,4 cm, 2004 (Courtesy Gallery Koyanagi, Tokyo).

200 l’ARCA 95


Eisenman teorico e realizzatore In Vienna

Apertura al pubblico In Siena

Il MAK di Vienna presenta fino al 22 maggio un’ampia retrospettiva all’opera di Peter Eisenman. Intitolata “Barefoot on white-hot walls”, la mostra ripercorre la carriera progettuale di questo maestro americano che, trascendendo l’umanesimo e avendo articolato una serie di posizioni antitetiche alle posizioni classiche, si è affermato come uno degli architetti più radicali della contemporaneità. Il suo lavoro si estende oltre la costruzione in se stessa, infatti, come teorico, Eisenman rinuncia a imperativi morali e guarda all’antifunzionalismo e all’abbandono delle tipologie tradizionali come ai prerequisiti del costruire moderno. Nelle sale del MAK sono esposti i progetti dagli anni Settanta fino al più recente, la Città della Cultura della Galizia a Santiago di Compostela e contribuisce a conoscere meglio anche alcuni aspetti biografici e teorici di Eisenman.

Dopo due secoli è stata riaperto al pubblico il Palazzo Chigi Saracini di Siena. Fino al 15 giugno sarà possibile visitare il palazzo attualmente sede della Accademia Musicale Chigiana e la collezione costituita da oltre dodicimila pezzi riuniti dal nobile Galgano Saracini all’inizio dell’Ottocento. Tele (soprattutto della scuola senese), fondi oro, statuette, bassorilievi, disegni, antichità etrusche e romane, maioliche e manifatture in avorio, legno e pietre dure erano stati raccolti da Galgano, secondo gli indirizzi del collezionismo settecentesco, e il nobile senese aveva poi aperto nel 1806 al pubblico degli amatori e degli studenti dell’Istituto di Belle Arti le 14 stanze (divenute 20 nel 1819) del suo “vago e superbo museo”. Dopo questa prima mostra, intitolata “Invito a Palazzo Chigi Saracini. Le stanze e i tesori della collezione”, ne seguiranno atre due: “Oltre la Scuola Senese. Dipinti del Seicento e del Settecento nella Collezione Chigi Saracini” e “Francesco Crociati: appunti per un collezionista”. Ulteriori informazioni possono essere reperite nel sito www.chigiana.it.

Until May 22nd, the MAK in Vienna is presenting a wide retrospective devoted to Peter Eisenman. Entitled “Barefoot on white-hot walls”, the show traces the American master’s career as a designer. By transcending humanism and assuming positions that countered classical viewpoints, he stands out as one of the most radical architects of our times. His work goes beyond the building itself; in fact, as a theorist, Eisenman abandoned moral imperatives, turning to antifunctionalism and giving up traditional typologies, and keeping the demands posed by modern building in mind. The MAK halls show projects from the seventies up to the architect’s most recent work, the City of Galician Culture in Santiago de Compostela, and helps to gain better understanding of some of Eisenman’s biographical and theoretical aspects.

Hélion al Pompidou In Paris After two centuries, Siena’s Palazzo Chigi Saracini has opened to the public again with an exhibition that will be on until January 15th. The palace currently hosts the Chigiana Music Academy, as well as a collection of over twelve thousand pieces that belonged to the aristocrat Galgano Saracini at the beginning of the nineteenth century. According to the custom of eighteenth-century collectionism, Galgano collected paintings (mainly from the Sienese school), gold objects, statuettes, basreliefs, drawings, Etruscan and Roman antiques, majolicas and handmade ivory objects, wood and semiprecious stones. In 1806, the noble Sienese opened up the 14 halls (which then became 20 in 1819) of his “vague and superb museum” to collectors and students of fine Arts. After this first show, entitled “Invitation to Palazzo Chigi Saracini”. The halls and treasures of the collection”, other two are to follow: “Beyond the Sienese School. Paintings from the seventeenth and eighteenth century in the Chigi Saracini Collection” and “Francesco Crociati: notes for a collector”. The site www.chigiana.it will provide extra information.

A sinistra/left, Peter Eisenman, Memoriale per gli Ebrei uccisi a Berlino/Memorial for the murdered Jews Berlin, 2003. A destra/right, Aula Pergolesi, Palazzo Chigi Saracini, Siena. In basso a destra/bottom right, gioiello disegnato da/jewel designed by Franco Albini e Franca Helg.

Sognando grattacieli In Düsseldorf

Il gioiello progettato In Milan

Oltre sessanta modelli, realizzati in scala 1:200, costituiscono la mostra “The Dream of the Tower”, allestita fino al 20 febbraio presso il NRW-Forum Kultur und Wirtschaft di Düsseldorf. La mostra ripercorre la storia delle torri e dei grattacieli dalla Torre di babele fino ai progetti contemporanei, sottolineando i progressi dell’ingegneria che hanno portato nel corso dei secoli al raggiungimento di altezze sempre maggiori e mettendo a confronto i progetti architettonici con opere d’arte dedicate al mito della torre come simbolo di potere con lavori di artisti quali De Chirico, Jan Brüghel, Athanasius Kircher.

“Il Design della Gioia”, la mostra ideata da Alba Cappellieri e Marco Romanelli in corso alla Triennale di Milano fino al 27 febbraio, fa perno sulla specificità del gioiello di design rispetto al mondo della gioielleria in generale. Un taglio analitico che consente di evidenziare il differente processo creativo che artisti, architetti e designer – da Franco Albini a Ettore Sottsass e Richard Meier fino a Matali Crasset o Ronan ed Erwan Bouroullec – adottano nell’ideazione di un gioiello in modo del tutto analogo ad altre scale progettuali. Dalle opere esposte emergono quindi rimandi alle discipline dell’architettura e del design a volte attraverso un processo di autocitazione, altre volte secondo rimandi più segreti, suggerendo analogie formali con architetture e mobili e invitando il pubblico a un confronto trasversale tra le diverse scale progettuali. La mostra si articola in cinque categorie evidenziando le analogie e le differenze con altri modi della gioielleria contemporanea: “Gioiello d’artista” che riunisce opere di Carla Accardi, Getulio Alviani, Afro Basaldella, Pietro Consagra e Fausto Melotti; “Gioiello di Jewellery Designer” con le proposte di Giampaolo Bebetto, Mario Pinton e Gerd Rothmann; “Gioiello Pièce Unique” dove compaiono Bulgari, Cartier, Damiani; “Gioiello di Fashion Designer” con Chanel e Gucci e “Gioiello di Produzione” con Bulgari, Cartier, Damiani, Salvini.

More than sixty models on a 1:200 scale make up the exhibition “The Dream of the Tower”, which will be open until February 20th at the NRW-Forum Kultur und Wirtschaft in Düsseldorf. From the Tower of Babel to contemporary projects, the show traces the history of skyscrapers, pointing out the advances in engineering that – through the centuries – have led to loftier and loftier heights. Architectural projects are compared with works of art devoted to the myth of the tower as a symbol of power, through works by artists such as De Chirico, Jan Brüghel, Athanasius Kircher.

Alba Cappellieri and Marco Romanelli have organized the exhibition “Jewel designing”, which will be on until February 27th at the Milan Triennial. The show mainly hinges upon the singularity of designer jewelry as compared to the world of jewelry in general. This is an analytical angle that allows to highlight the different creative processes that artists, architects and designers – from Franco Albini to Ettore Sottsass and Richard Meier to Matali Crasset or Ronan and Erwan Bouroullec – adopt as they conceive a jewel, just as on

96 l’ARCA 200

other project scales. The objects on show are thus reminiscent of the disciplines of architecture and design, sometimes through a process of self-quotation and sometimes through more secret references, suggesting formal similarities with architecture and furnitire, and inviting the public to a crosswise comparison between the different project scales. The show is divided into five categories pointing out the analogies with – and differences from – other ways of making contemporary jewelry. The show features: “Artists’ jewels”, which includes jewelry by Carla Accardi, Getulio Alviani, Afro Basaldella, Pietro Consagra and Fausto Melotti; “Jewelry Designer jewels”, with pieces by Giampaolo Bebetto, Mario Pinton and Gerd Rothmann; “Piéce Unique Jewels”, where Bulgari, Cartier and Damiani are on display; Fashion Designer Jewelry” with Chanel and Gucci, and “Production Jewelry”, which features Bulgari, Cartier, Damiani and Salvini.

Nato nel 1904 a Couterne in Normandia Jean Hélion è celebrato nel centenario dalla sua nascita in un’ampia retrospettiva allestita al Centro Pompidou di Parigi fino al 7 marzo. Anticonformista e visceralmente antidogmatico, Hélion visse una carriera artistica assolutamente atipica, passando dall’astrazione più radicale agli inizi degli anni Trenta, quando fondò con Théo van Doesburg, Otto Carlsund e Léon Tutundjian la prima avanguardia francese, alla figurazione, dopo la Seconda Guerra mondiale, proprio nel periodo in cui si andava affermando la pittura astratta. Esposte un’ottantina di opere che testimoniano il percorso dell’artista in sezioni tematiche. Nella prima parte sono presentate le diverse fasi dell’opera astratta, dal 1929 al 1938-39. Attorno all’opera La Figure tombée (1939) che segna la fine del periodo astratto, sono riuniti i dipinti di diversi periodi legati al tema della caduta. E’ l’inizio di un periodo di ricerca del senso delle cose in una realtà molto triviale che confluisce nella figurazione, con l’introduzione del mondo esterno nello studio dell’artista, frutta, oggetti d’uso quotidiano ecc. (seconda sezione dell’esposizione). Nel 1947 A rèbours segna un’altra svolta con il passaggio da un’arte di laboratorio a un’arte aperta sulla vita. In mostra attorno a questa opera i dipinti che giocano sull’opposizione tra interno ed esterno e che si ispirano allo spettacolo della strada. La rappresentazione di figure emblematiche della città moderna, dagli innamorati, ai lettori di giornali o gli operai al lavoro, sono infatti i soggetti trattati alla fine degli anni Quaranta a cui seguono, come documentato nell’ultima sala, opere in cui un’incandescenza cromatica compensa una crescente cecità.

Until March 7th, the Centre Pompidou of Paris is celebrating the hundredth anniversary of Jean Hélion’s birth. Hélion, who was born in 1904 in Couterne, Normandy and who was nonconformistic and totally antidogmatic, had a thoroughly nonconventional artistic career, shifting from absolutely radical abstraction in the beginning of the 1930s – when he founded the first French Avant-garde with Théo van Doesburg, Otto Carlsund and Léon Tutundjian – to figuration after World War II, just when abstract painting was emerging. About eighty works of his are on display, tracing the artist’s career, divided into different sections. Various paintings from different periods linked to the theme of falling are set around the artist’s Figure tombée (1939), which marks the end of his absract period. This is the beginning of a period in which the artist looks for the meaning of things in a very trivial reality that converges in figuration, with the introduction of the outside world in the artist’s studio, such as fruit, everyday objects, etc. (the second section of the exhibition). In 1947, A rèbours marks another turnpoint, with the shift from experimental art to art that is open to life. Here we find paintings that deal with the contradiction between the inside and the outside, and that draw inspiration from street performances. Emblematic figures drawn from the modern city – lovers, newspaper readers or workers – were, in fact, the figures that inspired the artist in the late 1940s, while the last exhibition hall shows works where bright chromatism makes up for a growing blindness.

Una nuova estetica

Omaggio a Fautrier

Figurativo e astratto Delaney in Minneapolis

Fotografa olandese Rineke Dijkstra (1959), conosciuta principalmente per le sue serie di ritratti in grande formato, a colori, ma quasi privi di effetti scenografici, è protagonista della mostra in corso al Jeu de Paume, fino al 20 febbraio. Circa 75 opere realizzate in oltre dieci anni di attività (1992-2003) tracciano il profilo di questa innovativa fotografa che ha dato origine a un’estetica del tutto particolare dove il punto di vista e la competenza tecnica concorrono a cogliere e riprodurre la singolarità del soggetto fotografato. Con l’adozione di un principio di posa in cui lo sguardo del soggetto si confronta sempre con l’obiettivo del fotografo, la Dijkstra pur facendo ricorso a procedimenti tecnici che sono quelli di molti professionisti dell’immagine, riesce a infondere nei suoi personaggi una presenza, un sentimento, una profondità assolutamente rari.

A quarant’anni dalla scomparsa, la Fondazione Pierre Gianadda di Martigny presenta un’ampia retrospettiva dell’opera di Jean Fautrier. Con oltre 120 opere tra dipinti, disegni e sculture, si ripercorre la sua ricerca artistica dal 1923 al 1964, sottolineando il ruolo determinante di Fautrier nella concezione e nello sviluppo dell’astrazione lirica in Francia, soprattutto con la creazione delle haute pâtes. Sono rappresentate le diverse tappe dell’arte del maestro parigino dal suo primo periodo figurativo al realismo degli anni Venti, fino a quella che si chiamerà arte informale degli anni Cinquanta. La mostra è curata da Daniel Marchessau, che ha scelto le opere in mostra provenienti da musei e collezioni private di Francia e Svizzera.

Fino al 20 febbraio, al Minneapolis Institute of Arts, è possible visitare la mostra dedicata alla carrierra artistica di Bauford Delaney (1901-1979). Questo pittore modernista americano ha prodotto ritratti, paesaggi e astrazioni caratterizzati tutti dalla brillantezza dei colori e da una notevole complessità tecnica. “Bauford Delaney: From paris to New York”, questo il titolo della mostra, esplora il passaggio travagliato dello stile dell’artista dalle composizioni figurative realizzate durante la parte della sua vita in cui soggiornò a New York a quello astratto di impronta espressionista in cui i protagonisti sono la luce e il colore, che ha caratterizzato la sua produzione dopo il trasferimento a Parigi nel 1953. Il percorso espositivo è composto da una cinquantina di opere, di cui molte mai esposte prima, e conferma la carica innovativa e l’importanza del ruolo di Delaney nel panorama dei movimenti artistici del Novecento.

Rineke Dijkstra (1959), Dutch photographer, is mainly known for her series of large color portraits that lack any kind of scenic effect. An exhibition devoted to her work is on through February 20th at the Jeu de Paume, with 75 of the pictures she took in 10 years of activity (1992-2003), tracing this innovative photographer’s profile. She gave birth to a particular esthetics, where the viewpoint and technical competence are combined to catch and reproduce the singularity of the photographed subject. Her poses always feature a subject whose eyes are fixed on the photographer’s lens. Although Dijkstra turns to technical procedures that many professional photographers use, she manages to endow her characters with an absolutely rare sense of presence, feeling and depth.

On the fortieth anniversary of his death, the Pierre Gianadda Foundation of Martigny is presenting a comprehensive retrospective devoted to Jean Fautrier. The artist’s work is traced from 1923 to 1964, with over 120 pieces, including paintings, drawings and sculptures. This retrospective highlights Fautrier’s decisive role in the concept of the development of lyrical abstraction in France, especially through his creation of haute pâtes. The various stages of the Parisian artist’s work are represented, from his first figurative period to his realism of the 1920s to what we might call his informal art of the fifties. Daniel Marchessau, the curator of the exhibition, selected works coming from museums and private collections in France and Switzerland.

Jean Hélion, Grande-Journalerie (sopra/above); Grande Citrouillerie (a sinistra/left).

Until February 20th, the Minneapolis Institute of Arts is presenting a show devoted to Bauford Delaney’s artistic career. This modernist American painter (1901-1979) produced portraits, landscapes and abstract paintings that all feature bright colors and notable technical complexity. The exhibition, entitled “Bauford Delaney: from Paris to New York” explores the artist’s tormented change of style, from his figurative compositions – which he created when he lived in New York – to his abstract work. He produced the latter after his move to Paris in 1953; during this period, there is an expressionistic tinge to his paintings, and light and color are the absolute protagonists. About fifty paintings are on display, some of which have never been on show before: this exhibition confirms Delaney’s innovative drive and the important role he played in the panorama of twentieth-century art movements. A detsra/right, Bauford Delaney, Greene Street, 1940. A fianco/left, Jean Fautrier, L’homme qui est malheureux, olio su tela/oil on canvas, 44x69 cm, 1947. A sinistra/far left, Rineke Dijkstra, Chen and Efret, Herlzliya Israel 18/12/2000, c-print (courtesy Marian Goodman Gallery New York/Paris).

200 l’ARCA 97


Tutto Merz

Arte Mediterranea In La Spezia

Si articola in due diverse sedi, la GAM di Torino e il Castello di Rivoli, la mostra dedicata a Mario Merz e aperta fino al 27 marzo. La rassegna vuole essere un omaggio all’artista recentemente scomparso e anche l’evento inaugurale della Fondazione a lui dedicata. La mostra alla GAM, curata da Pier Giovanni Castagnoli, offre una testimonianza della vasta e sfaccettata produzione artistica di Merz, partendo dalla opere che hanno segnato il suo esordio negli anni Cinquanta e arrivando alla fine degli anni sessanta. Al Castello di Rivoli, viene invece proposta la produzione più recente, per la cura di Ida Giannelli. Dagli Igloo della fine degli anni Sessanta fino alle ultime installazioni degli anni Novanta.

La Biennale Europea Arti Visive-Premio del Golfo 2004 intitolata quest’anno “Costanti Diversità” si svolge fino al 6 marzo presso il Centro di Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia. Per questa terza nuova edizione della Biennale la cura scientifica è stata affidata a Bruno Corà, direttore artistico del CAMeC. Il Premio del Golfo, fondato nel 1933 dal padre del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, dopo alterne vicende si è riaffermato nel 2000 grazie alla volontà dell’Amministrazione comunale e degli altri Enti promotori, Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura della Spezia, Provincia della Spezia, APT - Cinque Terre, Golfo dei Poeti, La Spezia. Dedicato alla pittura e volto a incrementare le collezioni civiche che risiedono presso il CAMeC, aperto al pubblico da maggio 2004, quest’anno il Premio vede la partecipazione di giovani artisti individuati dai responsabili scientifici di numerosi Paesi europei (Slovenia, Belgio, Portogallo, Francia, Svizzera, Grecia, Gran Bretagna, Spagna, Austria, Germania, Olanda, Danimarca, Italia) e di uno dell’area del Mediterraneo: la Turchia. Infatti, tra le novità del Premio, vi è l’individuazione del ruolo particolare che una città come La Spezia potrebbe assumere nel dibattito artistico dell’area mediterranea, in cui numerosi fattori culturali e rilevanti elementi di trasformazione suggeriscono attenzione allo sviluppo delle giovani generazioni di altri Paesi, portatrici di nuove realtà sociali e culturali, dialettiche con le più consolidate esperienze di arte contemporanea dei Paesi europei.

Scolpire la leggerezza In Vicenza E’ aperta fino al 20 marzo, la mostra “Light Sculpture Scultura Laggera”, presso il Mulino 503 di Vicenza, uno spazio per l’arte, l’architettura e il design ricavato in un ex mulino idraulico. La mostra, curata da Simone Mengoi, è una rassegna di sculture contemporanee che esplorano la leggerezza in varie possibili accezioni. Tra le opere esposte vi sono creazioni tridimensionali, “leggere” perché delicate e fragili, basate su dei vuoti anziché dei pieni, come le architetture vegetali di Christiane Löhr, i volumi “in negativo” di Gianni Caravaggio, le costruzioni di Francesco Barocco o la lastra di marmo bianco ricoperta da un velo di latte di Wolfgang Laib. Ma vi sono anche fotografie e video, grazie ai quali gli artisti catturano situazioni plastiche effimere e instabili (gli oggetti quotidiani di Gabriel Orozco, lo chalet che scompare di Michael Sailstorfer, i palazzi che crollano di Rachel Whiteread, le pose precarie di Erwin Wurm, il raggio di luce “modellato” da Simone Berti). Sono presenti progetti e disegni – come quelli con cui Hans Schabus documenta la sua mostra al Palazzo della Secessione di Vienna (la ricostruzione in scala 1:1 del suo studio vuoto) e Max Neuhaus evoca i suoi sound pieces – e infine le installazioni di Rolf Julius, Paolo Piscitelli e Steve Roden, in cui la componente visibile serve solo a orientare lo spettatore verso quella invisibile: il suono. Un percorso che cerca di raccontare l’identità instabile e le metamorfosi della scultura attuale, influenzata tanto dalle ricerche degli anni Sessanta e Settanta quanto dalla “sensibilità all’immateriale” diffusa dalla tecnologia digitale e da Internet. “Light Sculpture” is on in Vicenza through March 20th at Mulino 503. The exhibition, curated by Simone Mengoi, features a display of contemporary sculptures that explore lightness in its various forms. The works on show include three-dimensional creations that are “light” due to their delicacy and fragility, and that are based on empty spaces rather than mass, such as Christiane Löhr’s plant sculptures, Gianni Caravaggio’s “negative” volumes, Francesco Barocco’s constructions or Wolfgang Laib’s milky-white marble slab. But there are photographs and videos, as well, thanks to which the artists can capture ephemeral, unstable plastic situations (Gabriel Orozco with his everyday objects, Michael Sailstorfer’s vanishing chalet, Rachel Whiteread’s crumbling buildings, Erwin Wurm and his precarious poses, or Simone Berti’s “modeled” ray of light). Projects and designs are also on show, for instance, Hans Schabus’s exhibition at the Secession Palace of Vienna features a 1:1-scale reconstruction of his own empty studio, and Max Neuhaus evokes his sound pieces. Finally, the exhibition presents installations by Rolf Julius, Paolo Piscitelli and Steve Roden, where the visible component only serves to direct spectators toward the invisible: sound. This show aims at interpreting the unstable identity and the metamorphosis of current sculpture, which is influenced both by research that was carried out in the sixties and seventies and by “sensibility to immaterialism”, which has spread due to digital technology and Internet. Hans Schabus, Zero 2003, luci al neon e struttura in alluminio/neon lights, aluminium structure, 575x300 cm (foto: Roberto Marossi; courtesy Zero Milano). A destra/right, Adolph Gottlieb, Untitled, 1973 (courtesy American Contemporary Art Museum, Munich).

98 l’ARCA 200

Presente a Parigi was entrusted to Bruno Corà, the artistic director of the CAMeC. After a series of controversial events, the Premio del Golfo – which was founded in 1933 by the father of Futurism, Filippo Tommaso Marinetti – reasserted itself in the year 2000 thanks to the local government and other sponsors, such as the Cassa di Risparmio della Spezia (the La Spezia Savings Bank) Foundation, the Chamber of Commerce for Industry, Craftsmanship and Agriculture and the Province of La Spezia, APT – the Cinque Terre (Five Lands) Gulf of Poets, La Spezia. This year, the Gulf Prize is devoted to painting and to enlarging the municipal collections at the CAMeC. Open since May 2004, the event is seeing the participation of young artists singled out by the scientific representatives of various European countries (Slovenia, Belgium, Portugal, France, Switzerland, Greece, Great Britain, Spain, Austria, Germany, Holland, Denmark, Italy) and one from the Mediterranean: Turkey. In fact, one of the novelties of the Award is the identification of the special role a city like La Spezia can take on in the Mediterranean area’s artistic debate: within the Mediterranean, a number of cultural factors and important transitional elements suggest that attention must be turned to young generations from other countries. The latter bring new social and cultural realities that can somehow communicate with the more consolidated experiences related to contemporary art in European countries.

“Constant Differences”, this year’s European Biennial of the Visual Arts – Premio del Golfo (Gulf Award), will be open until March 6th at the Center for Modern and Contemporary Art in La Spezia. The scientific part of this third edition of the Biennial Sopra/above, Mario Merz, Il fiume appare, 1986. A destra/right,

S. Vrabic, Mini is Maxi, acrilico su tela/acrylic on canvas, 30x40 cm, 2004.

Attualmente presente con una nuova visibilità a Parigi, Rimadesio, mediante varie showroom, estende velocemente la diffusione e la conoscenza del proprio marchio nel mondo. Con l’obiettivo di evidenziare la concezione e la filosofia dedicate all’abitabilità, l’azienda esprime estrema raffinatezza, funzionalità e cultura estetica, mettendo in produzione una serie ricercata ed esclusiva di porte, pannelli scorrevoli, cabine armadio, tavoli e librerie. Situata nei pressi della Madeleine, la nuova showroom, studiata da Giuseppe Bavuso, progettista e art director di Rimadesio, si articola su due livelli, risolti mediante una spazialità strutturale che integra armonicamente l’intera area. Sono determinanti per il risultato finale sia le aperture realizzate a livello della pavimentazione superiore, che comunicano significativamente una particolare leggerezza e integrazione ambientale, sia la scala, notevolmente allargata rispetto la versione precedente, sia la grande vetrata luminosa posizionata sulla parete di fondo. Nel piano inferiore spicca, per eleganza e delicatezza espressiva, un piccolo giardino zen, protetto da ante scorrevoli in vetro. Colori, luci e impiego innovativo di materiali importanti, esaltano

Per l’edilizia sostenibile la qualità ambientale. Sono previste altre e prossime iniziative per evidenziare la presenza Rimadesio nel mondo.

Holcim Foundation for Sustainable Construction, fortemente impegnata per la promozione dell’edilizia sostenibile a livello mondiale, si vale della competizione Holcim Awards, quale importante strumento per stimolarne l’interesse di chiunque progetti nell’ambito dell’edilizia sostenibile. Tre premi regionali e premi speciali di riconoscimento e incoraggiamento, verranno assegnati in ciascuna delle cinque regioni geografiche nelle quali si sviluppa la competizione: Europa, Nord America, America Latina, Africa Medio Orientale e Asia sul Pacifico. I vincitori dei premi regionali si qualificheranno automaticamente per la competizione mondiale che si terrà nel 2006. Alla cerimonia di premiazione, una giuria indipendente annuncerà i tre migliori progetti a livello mondiale. I progetti di edilizia sostenibile possono essere inviati via Internet fino al 31 marzo 2005. Per i cinque concorsi regionali e per quello mondiale i premi totali ammontano a 2 milioni di dollari. Per informazioni: www.holcimawards.org

Sponsor tecnico

Cambio di nome

In occasione della mostra documentaria sui lavori di restauro del Teatro alla Scala, organizzata all’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele a Milano, e conclusasi lo scorso sei gennaio, è stata presentata l’intera documentazione del progetto, evidenziando la nuova e straordinaria macchina scenica, capace di effettuare più rappresentazioni e cambi di scena in contemporanea. La Mostra, nella sua complessità, è stata illuminata da Fosnova, ed è stata la stessa Disano Illuminazione la fornitrice della maggior parte dei corpi illuminanti della torre scenica e della nuova zona camerini e uffici del Teatro alla Scala.

“MAC Modern Advanced Concrete”, attualmente diventata “Degussa Construction Chemicals Italia”, è l’azienda di Treviso da tempo entrata a far parte della Degussa Construction Chemicals; la divisione prodotti chimici per le costruzioni della Degussa AG; il più grande fornitore mondiale di prodotti chimici e tecnologie per l’edilizia. Restano comunque immutate le linee guida già precedentemente adottate da MAC, come: innovazione di prodotto costante, attenzione al cliente, qualità dei prodotti. Franco Vinci, direttore della Business Line Sistemi per le Costruzioni afferma che il marchio MAC, da cinquant’anni presente sul mercato italiano, ha raggiunto nel tempo posizioni di assoluto rispetto. E che i marchi Emaco, Thoro, Albaria e Masterseal, sono sinonimo di qualità e affidabilità. Integrare questi patrimoni tecnologici in un gruppo multinazionale come Degussa è senza dubbio un’operazione di grande opportunità per l’azienda nel suo complesso, in particolare per la Business Line.

Stufe a pellet

Premiazione

La gamma di stufe Kingfire Caminetti, si è completata con i nuovi modelli a pellet Cervinia, Cortina e Selva che, rifiniti in metallo laccato con vari colori pastello o con rivestimento in ceramica, presentano ingombri minimi e un’elegante plasticità. Studiate per risolvere problematiche di spazi e di funzionalità, le nuove stufette dispongono di una tecnologia avanzata, dotata di un’innovativa camera di combustione per consentire un basso consumo di pellet. Il braciere che accoglie i pellet è stato ottimizzato, grazie a un flusso d’aria indirizzato che consente l’emissione più adeguata dell’aria nella camera di combustione, assicurando dei consumi relativamente molto bassi. Il vetro ceramico consente una notevole visione del fuoco. Una camera di raccolta molto capiente accoglie i residui della combustione, per agevolare le operazioni di pulizia. L’alimentazione della stufa è assicurata per lungo tempo grazie a un capiente serbatoio per i pellet situato nella parte superiore. Le stufe sono dotate di centralina di controllo elettronica, che permette la programmazione della temperatura, la scelta del livello di intensità della ventilazione e di predisporre la pre-programmazione dell’accensione e dello spegnimento della stufa, per tutta la settimana e per due intervalli giornalieri.

Il premio di Architettura Città di Oderzo, giunto alla sua ottava edizione, ha consentito un’indagine sempre più completa, attenta e particolareggiata sulle realizzazioni architettoniche presenti nell’area del Triveneto. Il Premio ha evidenziato la volontà e la consapevolezza, da parte dei progettisti, di operare ed esprimersi in un rapporto strettamente connesso e integrato con il proprio contesto abitativo e urbano. In quest’ottica sono state selezionate undici opere, tra le quali il primo premio è stato assegnato s C+S Associati – Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini, per l’intervento relativo alle Strutture culturali e accessibilità per l’isola di Sant’Erasmo a Venezia. Il progetto complessivo evidenzia la lettura delle diverse strutture insediative per rintracciare i fili tesi e spesso invisibili tra paesaggio di acqua e di terra, edifici e storia militare nella volontà di dare voce alla struttura urbana e agricola che costituisce l’identità di questa porzione di suolo, e restituisce, con i due progetti di trasformazione dei limiti sud-ovest e nord-ovest, un sistema di infrastrutture che offrano uno “sguardo” rinnovato all’interno del parco della laguna nord. Questa la motivazione: “si interpreta il tema della conservazione monumentale, equilibrando vecchi e nuovi materiali. In chiave ambientale si propone sia la restituzione del singolo manufatto, sia la reinvenzione del più ampio territorio lagunare”.

Pittura d’azione In Modena Capolavori di Pollock, Kline, de Kooning, Gorky e degli altri protagonisti come Gottlieb, Sam Francis o Motherwell, di quella che Harold Rosenberg definì come “Action Painting”, saranno esposti a Modena al Foro Boario, fino al 27 febbraio. “Action Painting. Arte americana 1940-1970: dal disegno all’opera” è curata da Luca Massimo Barbero, Associate Curator della Collezione Peggy Guggenheim, e proprio dalla prestigiosa istituzione americana viene un importante nucleo delle 90 opere che compongono la mostra; altre saranno concesse da collezioni private e dagli archivi degli artisti. Disegni e documenti affiancano alcune delle grandi opere esposte, a significare come dietro l’esternazione immediata, fisica dell’intera esperienza dell’artista che si fa “gesto del dipingere”, ci sia una fase di preparazione spesso lunga e intensamente elaborata. L’obiettivo della mostra è quello di presentare un viaggio tematico, più che uno spaccato cronologico, attraverso l’avanguardia dell’Action Painting, insieme all’espressionismo astratto che influenzò l’arte dell’intero secondo dopoguerra. Masterworks by Pollock, Kline, de Kooning, Gorky and other protagonists of what Harold Rosenberg defined “Action Painting”, such as Gottlieb, Sam Francis or Motherwell, will be on display in Modena at the Boario Forum through February 27th. The Associate Curator of the Peggy Guggenheim Collectoin, Luca Massimo Barbero, has organized the exhibition “Action Painting. American Art 19401970, from the plan to the painting”; a great part of the 90 works on display come from the prestigious American institution, and others come from private collections, as well as from the artists’ archives

themselves. Plans and documents accompany some of the masterpieces, so as to show how, often, a long, extremely elaborate planning stage lies behind what is immediately visible, behind the artist’s entire experience which converges into the “act of painting”. Instead of following a chronological order, the exhibition presents the works by topics, through the avant-garde of Action Painting and the abstract expressionism that influenced all the art that was produced after World War II.

200 l’ARCA 99


Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Per tendaggi

Luce d’arte

Specializzata nella la realizzazione di accessori e componenti per tendaggi, Everest si distingue con particolare originalità in termini di creatività, innovazione e tecnologia. La produzione indicata con il marchio TAO, si distingue per eleganza rigorosa ed essenziale, capace di imprimere un dinamismo funzionale e ineccepibile a tutti i materiali metallici utilizzati. L’evoluzione del sistema TAO ha attualmente dato vita a due nuove tipologie di sistemi per tendaggi: - Bolok, con cavo e tondino Ø6 dal design lineare. Fissabile a parete o a soffitto, è una soluzione che permette la continuità del tendaggio, non più vincolato alla suddivisione in pannelli. - Zero, che sviluppa un nuovo concetto di profilo, caratterizzato da una nuovissima linea trapezoidale. Il fissaggio, singolo e doppio, può essere effettuato a soffitto e a parete. E’ inoltre possibile costruire angoli di chiusura a 90° nelle stesse finiture del profilo.

Con la mostra “Mehr Licht : Targetti Light Art Collection adt MAK”, sono presenti, dal 24 novembre 2004 al 16 gennaio 2005, presso il MAK (Österreichisches museum fur angewandte Kunst) di Vienna, considerato il massimo riferimento per il design, le trentatré opere di luce della Targetti Light Art Colection; collezione d’arte contemporanea promossa e finanziata dalla Targetti Sankey impostasi come la più significativa dedicata alla Light Art. L’esposizione è il punto di arrivo di una mostra itinerante cominciata nel 1998 nella Cripta della Basilica di Santa Croce a Firenze, e successivamente presentata in prestigiosi spazi espositivi come il Chelsea Art Museum di New York, la Sainte Chapelle di Parigi, il Centre for Contemporari Art di Varsavia, il Museo Nazionale di Architettura di Ferrara e varie e

I teoremi di Pei Poetry of Space intenazionali gallerie d’arte. Realizzate tutte su commissione, le opere della Targetti Light Art Collection, sono il risultato do una profonda collaborazione tra il mondo dell’arte e quello dell’industria.

Sistema Architectural

Il futuro del legno Leader nel settore delle superfici decorative in legno, Alpi ha messo a punto la nuova collezione di Concept Wood, i “legni del futuro”, che anticipa e interpreta le principali e innovative tendenze riguardanti l’interior design. Costantemente informata e aggiornata su quanto, a livello internazionale, succede nel settore, Alpi con “Concept Wood” 2005 propone soluzioni estetiche più innovative e raffinate (come le radiche) e il ritorno del colore. Lo sviluppo dei nuovi prodotti è reso possibile dalla versatilità del legno multilaminare Alpilignum, che consente una scelta progettuale a 360 gradi per legni dove colori e venature diventano variabili creative.

Poliedrico sistema da ufficio, studiato per esigenze di adeguamenti e trasformazioni, Colver, di Methis viene proposto, oltre alle consuete e innumerevoli tipologie per postazioni di lavoro, tavoli da riunione, schermi e partizioni, con nuovi sviluppi ed evoluzioni che prevedono la possibilità di riprogettare liberamente i volumi, superando i normali concetti spaziali, articolandosi in nuovi sviluppi verticali e, soprattutto, integrandosi formalmente e strutturalmente con i vari sub-sistemi edilizi propri dell’edificio, come nel caso delle partizioni interne e delle facciate esterne. Programmato secondo concetti di leggerezza, luminosità, colore e materiali raffinati, il nuovo programma evidenzia l’inserimento di elementi verticali e percorsi reticolari che si estendono oltre la demarcazione del piano dei tavoli, superando l’idea di parete mobile e creando una spazialità accogliente e vitale. Il nuovo sistema si articola su pochi e semplici elementi: - il montante, fulcro dello sviluppo a 90° / 120° dei piani-lavoro e degli schermi, e “colonna” di sostegno alle travi - la trave di forte personalità architettonica che, attraversando lo spazio, determina confini e percorsi, sostiene impianti, lampade, schermi - La parete leggera, al 100% mobile e velocemente riutilizzabile, per modulare, insieme agli “schermivele” con funzione decorativa, il livello di chiusura-

apertura degli spazi. Sono così determinabili aree chiuse o semichiuse per le varie attività operative e le reception, vengono allestiti e illuminati spazi e percorsi espositivi, ed è risolto il problema della collocazione degli impianti in quegli ambienti che, per valore storico e architettonico non consentono interventi sulle strutture murarie.

Come una lampada a incandescenza

Nuovo formato Azienda leader nella produzione di formati in cm 10x10, Cottoveneto ne propone ora uno nuovo, raffinato e prezioso che chiama “dieci per trenta”, ovviamente riferendosi a queste precise misure. Si tratta di ceramica smaltata in versione opaca e lucida, vetro, pietra e originali decori coordinati, che, in un trionfo originalissimo di materiali esclusivi per pavimento e rivestimento, consentono combinazioni e soluzioni raffinatissime.

Con la nuova Halolux Classic, di Osram, è possibile sostituire le tradizionali lampadine a incandescenza con luce ad alogeni, assicurando maggior quantità di luminosità a parità di consumo. La nuova lampada ha la stessa forma e lo stesso attacco delle normali lampadine, che possono essere tranquillamente sostituite in tutti gli apparecchi d’illuminazione. Ulteriore vantaggio è dato dalla qualità costante della luce, nonché dalla superiore durata rispetto a lampade normali. Halolux Classic, diversamente alle lampade ad alogenuri per bassissima tensione, non richiede trasformatore, ed è disponibile in versione con vetro chiaro nelle potenze 40 W e 60 W.

100 l’ARCA 200

Chi è Ieoh Ming Pei tutti lo sanno, o almeno gli addetti ai lavori conoscono le sue capacità e la sua professionalità di vero maestro dell’architettura. Note sono le sue opere che in modo perentorio sono diventate delle vere e proprie landmark, dando un’identità a luoghi e a città come, ad esempio, la piramide del Louvre, piuttosto che l’Oversea Chinese Banking Corporation Centre a Singapore o l’Herbert F. johnson Museum of Art, Cornell University a Ithaca solo per citare alcune opere importanti. L’Università La Sapienza di Roma, proprio per significare la qualità di un Maestro di livello mondiale, gli ha recentemente offerto la laurea Honoris Causa. In quest’occasione Ruggero Lenci ha scritto, per i tipi di Testo & Immagine nella collana Universale di Architettura, fondata da Bruno Zevi, un libro degno di attenzione per contenuto e qualità editoriale. Lenci, con efferata capacità critica, è riuscito a far capire le qualità umane e lo spessore culturale di Pei. Il segno progettuale della sua architettura è descritto nel testo, sottintendendo il modello dodecaedrico di Jules Henri Poincaré, che è un modello usato nel lavoro di Pei e che è alla base di una teoria secondo la quale la nostra percezione dello spazio è simile a quella di due specchi che si riflettono indefinitamente. Ecco come Lenci descrive la presenza di Pei nella Storia dell’Architettura, come quella di un professionista che compone la sua architettura in uno spazio piatto e curvo, finito e infinito, insomma, un vero e proprio spazio senza forma. Certo che nei suoi progetti non ci sono i due specchi, ma vetri, né grandi muri ciechi, ma pareti di volumi articolati; l’immagine fantasma, allora, si forma nella sua architettura in modo analogo a quella degli specchi matematici. Non sarebbero create dalla riflessione della luce su inesistenti pareti, ma dalla moltiplicazione delle traiettorie luminose dovute alle pieghe di uno spazio articolato. Lenci dimostra una notevole capacità letteraria e c’invita ad un viaggio nella scienza dell’architettura e nella colta critica del fare il progetto. Tutto ciò si articola quasi in assonanze matematiche del linguaggio letterario che Lenci usa e che pone la scienza del progetto, le forme e la tecnologia, in una sequenza quasi topologica. Soltanto in anni recenti i critici d’architettura si stanno scostando dai vecchi soloni universitari e si è cominciato, come Lenci ha mostrato nel suo testo, imponendosi con feroce umiltà, a porre attenzione nella struttura del fare architettura e nella molteplicità di forme affascinanti, che solo pochi maestri sono in grado

di mettere in assonanza. Lenci studia la proprietà topologica degli spazi architettonici di Pei, classificandoli su dimensioni superiori. Non solo da questo, ma anche dalla metrica, che compone l’architettura di Pei, dalla quale dipende la risposta alla domanda se il suo spazio sia finito o infinito. Ruggero Lenci riesce a fare intuire come l’atto compositivo di Ieoh Ming Pei si adagia sulle diciotto forme di spazi euclidei a tre dimensioni e in un’infinità di spazi sferici, cioè di spazi a curvatura positiva. Mario Antonio Arnaboldi Leoh Ming Pei is renowned, especially among architects, who are familiar with his ability and professionalism as a true master of architecture. His works are well-known, and have become true, irrefutable landmarks, giving a precise identity to places and cities, such as the pyramid at the Louvre, the Overseas Chinese Banking Corporation Centre in Singapore or the Herbert F. Johnson Museum of Art, Cornell University in Ithaca, just to mention some of his most important achievements. The La Sapienza University in Rome has recently presented Pei with an honorary degree, in acknowledgment of his accomplishments as a Master on an international level. On this occasion, Ruggero Lenci wrote a book that deserves attention due to its content and editorial quality, published by Testo & Immagine as part of the Universal Architectural series (collana Universale di Architettura) founded by Bruno Zevi. With merciless critical ability, Lenci has helped us understand Pei’s human qualities and rich cultural background. The text describes the architect’s projects, showing how his work uses Jules Henri Poincaré’s dodecahedral model, which is the foundation of a theory according to which our perception of space can be compared to two mirrors that reflect each other indefinitely. This is how Lenci describes Pei’s position in the History of Architecture: a professional that composes his architecture in a flat and curved space…in other words, a finite and infinite space, a space without any actual shape. The two mirrors are not present in his projects, nor are there great blind walls, but there is glass and walls with articulated volumes; in his architecture, the illusory image is thus formed just like in the aforementioned mathematical mirrors. The latter are not formed by light reflections on nonexistent walls, but by the multiplicatoin of the luminous trajectories formed by the folds of an articulated space. Lenci shows notable literary ability and

invites us on a journey through the science of architecture and through the cultured critique involved in creating a project. All of this unfolds in almost mathematical assonances of literary language, which Lenci uses and which sets the science of projects, forms and technology in an almost topological sequence. Only in the past few years have architectural critics moved away from the old university halls; as Lenci shows in his writing, only recently have they begun forcing themselves – with ferocious humility – to concentrate on the structure of creating architecture and on a variety of fascinating shapes that only a few masters are able to harmonize. Lenci analyzes the topological properties of Pei’s architectural spaces, classifying them on higher dimensions. Whether Pei’s space is finite or infinite depends not only on all of this, but also on the metrics that makes up his architecture. Ruggero helps us perceive how Leoh Ming Pei’s composition rests upon the eighteen three-dimensional Euclidean spaces and on a multitude of spherical spaces, or spaces that have a positive curvature.

Segnalazioni AAVV. Fear and Space NAI Publishers, Rotterdam 2004, ill. a colori e b/n, 160 pp Secondo libro della serie Group Portraits, il volume raccoglie le idee di quattro gruppi di giovani progettisti attorno al tema della “paura” nelle città. Testi, immagini, ricerche e progetti illustrano e riflettono su come la paura e il controllo influenzano l’architettura e l’aspetto delle nostre città e come la professione può gestire questo sentimento.

Per lavorare meglio Completamente rinnovato, Nordbitumi.it è la nuova versione con la quale l’azienda trasforma il proprio sito in un “portale”, consentendo uno spazio ancora più completo di informazioni e servizi. Il portale evidenzia la vastità e la capacità di risposta di Nord Bitumi, che mette a disposizione il know-how di oltre 35 anni di attività. E’ infatti consentito scaricare le schede prodotto e le schede tecniche delle

Ruggero Lenci I.M.Pei-Teoremi Spaziali Testo e Immagine-Universale di architettura, Torino/Roma 2004, ill. a colori e b/n, 92 pp

membrane bitume polimero, e tutta la documentazione tecnica concernente i capitolati con relativi disegni. Un particolare motore di ricerca consente di risalire dal problema progettuale o di intervento, al prodotto più indicato. Il nuovo portale si distingue per l’innovativa impostazione grafica che permette una navigazione più facile e veloce attraverso una pluralità di percorsi.

Reyner Banham Architettura della Seconda Età della Macchina A cura di Marco Braghi Electa, Milano 2004, 312 pp Il volume raccoglie gli scritti dello storico e critico dell’architettura Reyner Banham dal 1955 al 1988. Il suo approccio è sempre stato segnato da una grande sensibilità circa l’impiego delle moderne

tecnologie, dei fenomeni legati alla cultura popolare, del consumo, dell’impermanenza. Banham è stato sempre distante dalle rigidità accademiche e dagli elitarismi intellettualistici il che rende sempre assai godibili i suoi acuti scritti. Philip Jodidio Renzo Piano Taschen, Paris 2004, ill. a colori, 496 pp Nuova monografia della Taschen dedicata questa volta a Renzo Piano. Il volume in tre lingue consacra l’immagine del maestro italiano la cui inventiva ha dato vita a opere basilari della nostra epoca a partire dal Centre Pompidou, fino ai più recenti Aeroporto di Osaka e Centro Culturale Djibaou a Noumea. Marco Romano Costruire la città Skira, Milano 2004, ill. a colori e b/n, 324 pp

Il libro di Marco Romano, apprezzato autore di storia e progettazione urbana, si pone come un manuale e insieme come riflessione critica sugli elementi della città tradizionale e moderna, attraverso un’analisi della storia e dell’evoluzione del modo di pensare, progettare e vivere la città europea contemporanea. Wolfgang Temmel, Evelyn Kraus Senseless-Sinnlos Springer, Wien/New York 2004, ill. a colori e b/n, 399 pp Il volume illustra un progetto artistico in progress che indaga sulle disabilità e su nuovi modi di pensare e agire nella società contemporanea attraverso la percezione della differenza come qualità. L’arte diviene con questo progetto uno degli ultimi rifugi per esperimenti e strategie socio-politici tesi a trasformare la società in senso egualitario.

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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com

Austria Gmunden Energy Globe Premio internazionale per i migliori progetti ambientalmente sostenibili International award for the best enviromentally sustainable projects Scadenza/Deadline: 30/6 Giuria/Jury: Ashok Khosla, Wazha Tema, Don Baker, Megan Wheatley, Arthouros Zervos Per informazioni: Energy Globe Aubauerstrasse 17 4810 Gmunden Tel. +43 7612 66663-0 Internet: www.energyglobe.at E-mail: contact@energyglobe.info

Vienna Sistemazione paesaggistica di un tratto autostradale Concorso internazionale per selezionare proposte progettuali per la sistemazione paesaggistica relativa ai lavori di prolungamento dell'autostrada A22, che corre lungo il Danubio. Il programma prevede, data la posizione del tratto stradale in oggetto, di considerare le opportune misure contro gli eventuali straripamenti fluviali/International competition to select design proposals for the landscaping of the worksite for the expansion of A22 Highway along the Donau River. The brief asks to include measures safeguarding possibile floods Scadenza/Deadline: 14/2 Per informazioni: SAG, im Auftrag und Namen der ASFINAG Rotenturmstrasse 5-9 A-1010 Vienna Tel. +43 1 53134-0 Fax +43 1 53134-14420 Internet: www.asfinag.at E-mail: office.wien@asfinag.at

Belgio/Belgium Bruxelles The Philippe Rotthier European Prize for Town and City Reconstruction Premio europeo per nuove architetture che rispettino lo spirito del luogo e siano ambientalmente ed ecologicamente consapevoli European prize for new architectures which respect the spirit of places and are ecologically sound Scadenza/Deadline: 15/4 Monte premi/Total prize money: 30.000 Euro Giuria/Jury: Piercarlo Bontempi, Stéphanie Celle, Maurice Culot, Eulàlia González, Frank Hetherton, Marcel Kalberer, Léon Krier, Elie Levy, Rudy Ricciotti, Gilles de Bure, Françoise Lefébure, Martin Mosebach, Patrick de la Rivière, Christian Carez, Toni Marí Per informazioni: Fondation pour l’Architecture 55 Rue de l’Ermitage 1050 Bruxelles Tel. +32 2 6422480 Fax +32 2 6422482 E-mail: fondation.architecture@skynet.be

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Cipro/Cyprus Nicosia Eleftheria Square. Una piazza pedonale Concorso internazionale di idee per la riqualificazione di Eleftheria Square. Il programma prevede interventi per la rifunzionalizzazione dello spazio pubblico e riqualificazione architettonica, per realizzare uno spazio a vocazione prevalentemente pedonale, dotata di servizi e in grado di esaltare l'aspetto storico del luogo/International ideas competition for the requalification of Eleftheria Square. The brief asks for the realization of a mostly pedestrian space, with facilities emphasizing the historic charter of the area Scadenza/Deadline: 4/3

Per informazioni: Nicosia Municipality C/a Nayia Savvides Eleftheria Square CY-1500 Nicosia Tel. +357 22797545 Fax: +357 22304144 Internet: www.nicosia.org.cy E-mail: Nayia.Savvidou@nicosiamunicipality.org.cy

Francia/France Auxerre Scuola e palestra Progetto per la realizzazione di una serie di edifici in località diverse. Il programma prevede la costruzione di strutture scolastiche e sportive/ Competition for the realization of a series of educational, sports and schools buildings in various places Scadenza/Deadline: 11/3 Per informazioni: Département de l'Yonne Service des affaires juridiques et des marchés publics Hôtel du Département F-89089 Auxerre Cedex Tel. +33 3 86728692 Fax: +33 3 86728803

Digne-les-Bains Sede per servizi sociali Progetto per la realizzazione di due edifici destinati ad accogliere servizi sociali/Competition for the realization of two buildings for social services Scadenza/Deadline: 2/3 Per informazioni: Caisse d'allocations familiales des Alpesde-Haute-Provence et Union de recouvrement des cotisations de sécurité sociale et d'allocations familiales des Alpes-de-Haute-Provence 3 Rue Alphonse Richard F-04011Digne-les-Bains Tel. +33 4 92302452 Fax: +33 4 92302551 E-mail: jacques.artuso@cafdigne.cnafmail.fr

Fontainebleau Stazione di depurazione Progetto per la realizzazione della stazione di depurazione. Il programma prevede la demolizione di alcune strutture esistenti, la costruzione della centrale di depurazione con la relativa cisterna (4.500 mc), nonché l'allestimento di un sistema di autosorveglianza Competition for the project of a water treatment plant and the concernine security system Scadenza/Deadline: 18/2 Per informazioni: Communauté de communes Fontainebleau-Avon 44 Rue du Château F-77300 Fontainebleau Tel. +33 1 64701080 Fax +33 1 64701098

L’Arbresle Palestra sportiva Progetto per la costruzione di una palestra sportiva. Il programma prevede la realizzazione di una sala dedicata alla ginnastica (925 mq) con gradinata, una parete per l’arrampicata con i relativi annessi (175 mq), nonché di spogliatoi e bagni (216 mq), locali di servizio e manutenzione (137 mq)/Competition for the realization of a gymnasium with public stando, a free climbing wall and annex services Scadenza/Deadline: 14/2 Per informazioni: Communauté de communes du Pays de l'Arbresle 117 Rue P. Passemard BP 41 F-69592 L’Arbresle Cedex Tel. +33 4 74016890 Fax +33 4 74015216 E-mail: ccpa@cc-pays-arbresle.fr

Germania/Germany Frankfurt am Main Techtextil 2005. Strutture tessili per una nuova edilizia 2005 La manifestazione intende premiare soluzioni innovative e risolutive relative all'impiego di materiali tessili nell'edilizia. Il programma prevede 4 categorie di partecipazione: 1) macro architettura, 2) micro architettura, 3) ambiente ed ecologia, 4) strutture composite e ibride The event will prize innovative solutions related to the use of textiles materials in building. The brief calls for 4 participation categories: 1) macro architecture, 2) micro architecture, 3) environment and ecology, 4) composed and hybrid structures Scadenza/Deadline: 28/2 Per informazioni: Generalsekretariat Arbeitskreis Textile Architektur Ludwig-Erhard-Anlage 1 60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75756553/75756710 Fax +49 69 75756541 E-mail: Katrin.Mueller@messefrankfurt.com

Koln IAKS Award 2005 Premio internazionale per impianti sportive e ricreativi/International competition for sports and leisure facilities Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: IAKS Carl-Diem-Weg 3 50933 Koln Tel. +49 221 4912991 Fax +49 221 4971280 Internet: www.iaks.info E-mail: iaks@iaks.info

Per informazioni: The Clerk The Glaziers Company 9 Montague Close London Bridge London SE1 9DD Internet: www.worshipfulglaziers.com/ stevens_competition.asp E-mail: info@worshipfulglaziers.com

AGENDA Per informazioni: Comune di Alghero Settore IV – Servizio OO.PP Via S. Anna 38 Tel. +39 079 997840 Fax +39 079 997847 Internet: www.comune.alghero.ss.it/ appalti/settore4/opere_pubbliche/2004/ concorsoidee_saica/bando.doc

Ancona Irlanda/Ireland Cork Kyrl’s Quay Design Ideas La città di Cork in associazione con il RIAI organizza un concorso internazionale di idee per Cork 2005 Capitale Europea della Cultura per la promozione della qualità architettonica dell’ambiente costruito. Il concorso richiede progetti per la rivitalizzazione e lo sviluppo dell’area lungomare tra Cornmarket Street e Kyrls Quay/Cork City Council in association with the RIAI is organising an architectural design competition for Cork 2005 which aims to promote high quality design in the built environment of Cork city. Architectural design ideas will be sought from national and international designers for a group of prominent waterfront sites which stretch from the junction of Cornmarket Street westwards along Kyrls Quay Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: Cork 2005 Architectural Design Competitions Tel. +353 (0)21 4924086 Internet: www.cork2005.ie/programme E-mail: planning@corkcity.ie

Islanda/Iceland Akurery Vision Akureyri Concorso internazionale per un progetti che rivitalizzi il centro di Akureyri e rafforzi il suo ruolo come centro del commercio, della cultura e della vita pubblica in generale. Akureyri è una cittadina di 16.000 abitanti sulla costa settentrionale dell’Islanda ed è la seconda città più grande del Paese dopo Reykjavik/International competition for a project aimed at renewing central Akureyri to strengthen its role as a center for commerce, culture and town life in general. Akureyri is a town of 16,000 residents located on Iceland's northern coast. It is Iceland's largest town outside of the Reykjavik urban area on the south-west corner. Scadenza/Deadline: 1/3 Per informazioni: www.vision-akureyri.is

Gran Bretagna/Great Britain

Italia/Italy

London

Alghero (Sassari)

Stevens Competition for Architectural Glass Design National competition of its kind and attracts entries from students and young artists from all over the country. The annual competition demands an imaginative approach to design and workmanship of high quality. The project for the Stevens Competition 2005 is to design a backlit glass panel to be situated in the Reception and Waiting area of the Radiotherapy Department in the new UCH Hospital Deadline: 18/3

Riqualificazione dell’Area denominata “Ex SAICA” Concorso di idee per la riqualificazione e valorizzazione dell’area ex SAICA Ideas competition for the refurbishment and valorisation of the former Saica area Scadenza/Deadline: 15/2 Monte premi/Total prize money: 15.000 Euro Giuria/Jury: Gian Marco Saba, Paolo Scarpellini, Paolo Vella, Paola Rossi, Alessandro Biddau

Sky Office – Sistemi per le Nuove Generazioni Concorso internazionale di idee aperto ad architetti, ingegneri e designer finalizzato all’ideazione di sistemi, elementi tecnologici ed organizzazioni spaziali innovative per l’ufficio/International ideas competition open to architects, engineers and designers for the design of systems, technological elements, and space organizations for the office Scadenza/Deadline: 15/3 Monte premi/Total prize money: 15.000 Euro Giuria/Jury: Mario Bellini, Carlo Forcolini, Daniela Volpi, Guido Canali, Filippo Alison, Vanni Pasca, Alberto Bassi, Benedetto Todaro, Luca Zevi, Leonardo Scarcella, Giovanni D’Ambrosio, Terence Riley, Nobuyuki Yoshida, Ole Bouman, Toni Montes Per informazioni: UPPER SpA Via Albertini 20 60131 Ancona Tel +39 071 213811 Fax +39 071 2138010 Internet: www.upper.it, www.newitalianblood.com E-mail: competition@newitalianblood.com

Igea Marina (Rimini) Isola dei Platani Concorso europeo per la riqualificazione dell’Isola dei Platani e aree limitrofe/European competition for the requalification of Isola dei Platani and surrounding areas Scadenza/Deadline: 6/4 Per informazioni: Comune Igea Marina Michele Bonito Tel. +39 0541 343751 Fax +39 0541 345844 Internet: www.comune.bellaria-igeamarina.rn.it/comune/bandi/b71/index.asp E-mail: m.bonito@comune.bellaria-igeamarina.rn.it

Milano Young & Design Concorso per progettisti nati dopo il 31/12/1967 per la progettazione di mobili, lampade e complementi d’arredo/Competition open to designers born after 31/12/1967 for the project of furniture, lamplights and furniture components Scadenza/Deadline: 10/3 Monte premi/Total prize money: 7.500 Euro Giuria/Jury: Filippo Alison, Flavio Conti, Ignazio Cusmano, Giorgio De Ferrari, Gianni Ottolini, Vanni Pasca, Arrigo Rudi Per informazioni: Rima Editrice Viale Sarca 243 20126 Milano Tel. +39 02 66103539 Fax +39 02 66103558 Internet: www.rimaedit.it E-mail: rima@rimaedit.it

Diesel Wall Premio di arte temporanea per realizzare un’opera su un muro di 360 mq in zona Colonne di San Lorenzo a Milano Award for a work realized on a 360sq.m-wall in the area of Colonne di San Lorenzo in Milan

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Scadenza/Deadline: 20/3 Giuria/Jury: Jerome Sans, Wilber Das, Stefano Boeri, Patrick Tuttofuoco, Helena Kontova Per informazioni: Premkio d’Arte Temporanea Diesel Wall Tel. +39 800 995955 Internet: www.dieselwall.com E-mail: info@dieselwall.com

Giovanni Barezzi Award Cartiera del Maglio bandisce un concorso, per il conferimento di un Premio Internazionale di Studio e Ricerca in memoria dell’imprenditore Giovanni Barezzi, a favore dell’autore di un progetto, di una tesi o di uno studio relativo alla Progettazione (Cigarette Design), produzione e packaging della Sigaretta. Il premio e riservato esclusivamente ad argomenti “Non Tobacco Material” Paper Factory del Maglio launch a competition for an International Award for Studies and Research, in memory of Giovanni Barezzi, for a project, thesis or study concerning the Cigarette Design on the issue “Non Tobacco Material” Scadenza/Deadline: 1/8 Monte premi/Total prize money: 10.500 Euro Per informazioni: Giovanni Barezzi Award Segreteria Organizzativa – Globiz Viale Zara 58 20124 Milano Internet: www.barezziaward.com

Padova Tradizione Devozione Ambizione Concorso per il restauro in architettura per interventi portati a termine entro il 31/12/2004/Competition for architecture restoration for works ended up to 31/12/2004 Scadenza/Deadline: 15/3 Per informazioni: Segreteria Organizzativa PR Consulting Via dei Fabbri 9 35122 Padova Tel. +39 049 660405 Fax +39 049 661567 E-mail: prconsulting@interfree.it

Piombino Dese (Padova) Idee per la luce-Traditions & Modernity Concorso per designer under 35 per l’ideazione di nuove soluzioni per l’illuminazione/Competition open to designers of less than 35 years of age for new lighting solutions Scadenza/Deadline: 21/4 Monte premi/Total prize money: 1.500 Euro Per informazioni: Ditre Group Via Albare, 127/B 35017 Piombino Dese (PD) Tel. 0499365320 Fax 0499366376 E-mail: info@ditre.com

Tito (Potenza) Concorso di idee Concorso di idee per la riqualificazione architettonica e urbanistica di Piazza del Seggio, via Annunziata, via Convento e via Municipio/Ideas competition for the architectonic and urban requalification of the area comprised by Piazza del Seggio, via Annunziata, via Convento e via Municipio Scadenza/Deadline: 28/2 Monte premi/Total prize money: 5.000 Euro

Per informazioni: Comune di Tito Servizio Urbanistico Via Municipio 1 85050 Tito (PZ) Tel. +39 0971 796212/796211 Fax +39 0971 794489 Coordinatore della Segreteria del Concorso: Antonio Ottati, Tel. +39 0971 796209 E-mail: md5563@mclink.it

Treviso FuturLegno 2005 Concorso nazionale rivolto alle classi terze, quarte e quinte degli Istituti Superiori artistici, Ipsia, Itis, Itg e professionali con indirizzo settore legno Scadenza: 21/2 Monte premi: 5.000 Euro Per informazioni: Confartigianato Internet: www.confartigianato.it/futurlegno Donadini Via Bertolini 38 31100 Treviso Tel. 0422 432932 Fax 0422 432933 Internet: www.donadini.com E-mail: info@donadini.com

Venezia Lions Club Venezia Host “Casa della Musica” Concorso internazionale di idee per la riqualificazione dell’area ex-Palafenice sita sull’isola del Tronchetto in Comune di Venezia/International ideas competition for the requalification of the former Palafenice area on Tronchetto island in Venice Scadenza/Deadline: 31/3 Monte premi/Total rize money: 11.500 Euro Giuria/Jury: Paolo Pianon, Gianfranco Vecchiato, Franco Pianon, Gabriele Tagliaventi, Vittorio Giambruni Per informazioni: Lions Club Venezia Host c/o Studio Systema s.a.s. San Polo 699 Venezia Tel. 041 2770545 – Fax 041 2777524 Internet: www.lionsvenezia.it E-mail: Paolo Pianon segreteria@lionsvenezia.it

Principato di Monaco Principality of Monaco Montecarlo Monaco Luxe Pack Design 2005 Concorso di design per progettisti che esercitano la professione da non più di cinque anni per il progetto di una elegante bottiglia d’acqua sul tema “Celebration in Monaco”/Competition for designers who have been working since a maximum of five years ago, for the design of an elegant water bottle on the theme “Celebration in Monaco” Scadenza/Deadline: 23/3 Per informazioni: Monaco Luxe Pack Design C/o Mailboxes Via G.Fara 28 20124 Milano, Italy Tel. +39 02 66982342, +377 97 778560 Internet: www.luxepack.com E-mail: concorso-t@luxepack.com, info@idice.mc

Svizzera/Switzerland Wildegg Beton 05 Premio di architettura per progetti realizzati in Svizzera dopo l’1/1/2000 che abbiano utilizzato il cemento come mezzo di espressione architettonica

Award for constructions realized in Switzerland after 1/1/2000 utilizing concrete as a medium of architectonic expression Scadenza/Deadline: 16/2 Monte premi/Total prize money: 50.000 CHF Giuria/Jury: Helmut Federle, Gabriele Guscetti, Silvia Gmür, Valerio Ogliati, Philip Ursprung, Angela Wiechula, Wiel Arets Per informazioni: Cemsuisse-Architektur Preis Beton 05 C/o technische Forschung und Beratung für Zement und Beton Lindenstrasse 10 5103 Wildegg Internet: www.cemsuisse.ch E-mail: info@cemsuisse.ch

USA Alta Loma Gold Nuggett Awards Premio per realizzazioni creative nell’ambito del progetto architettonico, pianificazione territoriale legata al settore residenziale, industriale e commerciale/Gold Nuggets honor creative achievements in architectural design and land use planning for residential, commercial and industrial projects Scadenza/Deadline: 18/3 Per informazioni: Gold Nugget Awards 7958 Rosebud, Alta Loma, CA 91701 Lisa Parrish 800-658-2751 or Peter Mayer 866-987-5725 Internet: www.goldnuggetawards.com E-mail: mayeraward@aol.com

Bourne Buzzards Bay Design Competition La Buzzards Bay Village Association lancia un concorso internazionale a fase unica per proposte innovative per un parco di 20 acri tra il Cape Cod Canal e la Main Street a Buzzards Bay. Obiettivo principale del progetto è quello di creare un’area ricreativa e culturale intergenerazionale che stimoli l’incontro tra gli abitanti e lo sviluppo economico/The Buzzards Bay Village Association is pleased to announce a single-phase, open International Design Competition seeking innovative proposals for up to a 20acre park with extensive frontage on both Cape Cod Canal and Main Street, Buzzards Bay. The main objective is to create an intergenerational recreation area and cultural amenity for the use of local residents while encouraging downtown economic redevelopment Scadenza/Deadline: 19/4 Monte premi/Total prize money: 18,000 US$ Giuria/Jury: Greg Pasquarelli, Mack Scogin, Vincent James, Ken Smith, Walter Hood, Toshiko Mori Per informazioni: The Buzzards Bay Village Association 536 Mac Arthur Boulevard, Bourne, MA 02532 Tel. +1 508 5649043 Fax +1 508 5637519 Internet: www.buzzardsbayvillageassociation.org

Charlottesville Urban Habitats Concorso internazionale per progetti che presentino nuovi modelli, realistici e universali per residenze multi-familiari e per la trasformazione della Sunrise Trailer Court in una comunità residenziale

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AGENDA rinnovata/International competition seeking realistic, innovative, universal models for multi-family housing while preventing gentrification and displacement of the current residents. Habitat aims to transform Sunrise Trailer Court into a renewed community Iscrizione/Registration: marzo/March Consegna/Submission: 1/7 Giuria/Jury: J.Max Bond,Jr., Julie Eizenberg,Teddy Cruz,Jim Grigg, Millard Fuller, Lynne Conboy, Kendra Hamilton, Karin McGrath Dunn, a resident of Sunrise Trailer Court Per informazioni: Charlottesville Community Design Center Charlottesville,VA 22902 Internet: www.cvilledesign.org E-mail: competition@cvilledesign.org

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Pavilion is planned to be an allseason generator of activity, drawing the public onto the boardwalk, the beach and Surf Avenue, and to a new recreational destination Iscrizione/Registration: 25/2 Consegna/Submission: 18/4 Monte premi/Total prize money: 28,000 US$ Giuria/Jury: Carol Hill Albert, Paola Antonelli, Jon Benguiat, J. Max Bond, Jr., Michael Manfredi, Sheryl Robertson, David Rockwell, Joshua Sirefman Per informazioni: Internet: www.vanalen.org/competitions/ ConeyIsland

Affidamenti

Chicago McCormick Museum Art Competition In occasione delle celbrazioni dei suoi 50 anni, la McCormick Tribune Foundation vuole costruire un museo pubblico per onorare la donazione del proprio fondatore: Robert R. McCormick. Questo concorso internazionale fa parte di tale piano e richiede il progetto di un’opera d’arte di valore per il nuovo museo/ To celebrate its 50th anniversary, the McCormick Tribune Foundation plans to build a public museum to honor the legacy of its founder: Robert R. McCormick. As part of the venture, the foundation has launched a major competition - open and international - to find a signature work of art for the museum Scadenza/Deadline: 25/2 Per informazioni: McCormick Museum Foundation 435 North Michigan Avenue, Suite 754 Chicago, IL 60611 Tel. +1 312 2224860 Internet: www.mccormickmuseum.org E-mail: McCormickMuseumFoundation@ tribune.com

Houston International Student Offshore Design Competition Concorso per lo sviluppo e la promozione del processo progettuale e delle relazioni tra studenti e industria dell’offshore/The intent of this competition is to develop and promote the design process, encourage teamwork, and to develop mentor relationships between students and offshore industry professionals Iscrizione/Registration: 25/2 Consegna/Submission: 27/5 Monte premi/Total prize money: 2,750 US$ Per informazioni: Alan C. McClure & Associates c/a Lars Ronning 2600 South Gessner, Ste. 504 Houston, TX 77063 Tel. +1 713 7891840 Fax +1 713 7891347 Internet: www.isodc.com

New York The Parachute Pavilion Concorso internazionale che invita i progettisti a generare una proposta innovativa che contribuisca all’immagine di Coney Island per il futuro. Il Parachute Pavilion deve essere un generatore di attività in tutte le stagioni, attirando il pubblico sul lungomare, la spiaggia e la Surf Avenue/Open Design Competition for Coney Island invites designers worldwide to generate innovative design proposals for a project that contributes to a 21st-century vision for Coney Island. The Parachute

104 l’ARCA 200

Per i bandi completi www.europaconcorsi.com

Austria Vienna Manutenzione e miglioramento di un tratto stradale - Fendigasse Servizi professionali per la realizzazione dei lavori di manutenzione e miglioramento di un tratto stradale. Importo lavori complessivo: 1.781.519 Euro/Request for professional services for the realization and maintenance works of a road. Works costs: 1,781,519 Euro Scadenza/Deadline: 15/2 Per informazioni: Stadt Wien, Wiener Wohnen Att: Ing. Koprax Doblhoffgasse 6 A-1082Ê Wien Tel. +43 05 757575 Fax +43 05 757599 Internet: www.wien.gv.at/ausschr/wwdt/ fendigasse.zip E-mail: kop@wrw.magwien.gv.at

Italia/Italy Agliana (Pistoia) Nuovo Cinema Teatro Progettazione esecutiva del cinema teatro. Importo lavori: euro 1.568.000,00. Appalto concorso per le opere relative alla realizzazione del nuovo Cinema Teatro “Moderno” e di altre opere previste all’interno del Piano di Recupero Ex Cinema Moderno con corrispettivo costituito in parte dalla cessione di beni immobili Scadenza: 30/4 Per informazioni: Comune di Agliana (PT) Tel. 05746781 Internet: www.comune.agliana.pt.it

Bolzano Garage interrato Servizio di responsabile di progetto e di responsabile dei lavori per la sicurezza per la fase di esecuzione del garage interrato e del tunnel di collegamento nell'ambito dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento dell'ospedale di Bolzano. Onorario per la prestazione, comprensivo di rimborso spese: 235 395,23 Euro Scadenza: 14/2 Per informazioni: Provincia Autonoma di Bolzano Ufficio Appalti Via Crispi 2 39100 Bolzano Tel. 0471 412514, 0471 412504 Fax 0471 412519 Internet: www.provincia.bz.it/bandi

Cagliari Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari Olbia Progettazione preliminare, nonché rilievi plano-altimetrici, indagini e relazioni geotecniche, relazioni geologiche, studio di prefattibilità ambientale e prime indicazioni sulla sicurezza per la realizzazione della Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari Olbia (svincolo S.S. 131 bivio Ploaghe - S.S. 597 - S.S. 199). Il corrispettivo complessivo stimato è pari a 2.109.845,84 Euro Scadenza: 2/5 Per informazioni: Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Lavori Pubblici - Servizio Viabilità Viale Trento 69 09100 Cagliari Tel. 070 6062381, 070 6062166 Fax 070 6062098 Internet: www.regione.sardegna.it E-mail: llpp.sim@regione.sardegna.it

Cesano Maderno (Milano) Elenco di professionisti L’ente intende formare un elenco di professionisti esterni abilitati per l'affidamento di servizi attinenti all'architettura e all’ingegneria. La selezione, principalmente, riguarderà le seguenti tipologie di incarichi di progettazione e direzione lavori: 1) opere edili; 2) cementi armati e opere strutturali in genere; 3) fognature; 4) impianti elettrici; 5) restauro architettonico e artistico; 6) opere idrauliche di difesa spondale e paesaggistiche Scadenza: 30/12/2006 Per informazioni: Comune di Cesano Maderno Piazza Arese 12 20031 Cesano Maderno (MI)

Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d'acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2/2006 Per informazioni: Azienda Regionale per i Porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com

Golfo Aranci (Sassari) Selezione socio privato: sviluppo interventi di riqualificazione e trasformazione urbana Procedura aperta ad evidenza pubblica per la individuazione di un socio privato per la costituenda società di trasformazione urbana, a mezzo di selezione comparativa delle proposte di sviluppo di interventi di riqualificazione e trasformazione urbana Scadenza: 18/2

Per informazioni: Comune di Golfo Aranci Ufficio Tecnico/Servizio Lavori Pubblici Via Libertà 74 07020 Golfo Aranci (SS) Tel. 0789 46770 Fax 0789 46505

Manfredonia (Foggia) Servizi di monitoraggio del traffico Progettazione e realizzazione di una rete di monitoraggio completa ed integrata, articolata su un sistema di rilevamento della qualità mediante l’utilizzo di centraline fisse preceduta da una campagna temporanea mediante l’utilizzo di un mezzo mobile. I dati monitorati saranno elaborati mediante l'utilizzo di appropriata modellistica di simulazione previsionale finalizzata alla definizione di scenari predittivi. Onorario: 269.880,00 Euro Scadenza: 9/2 Per informazioni: Comune di Manfredonia Servizio Appalti Contratti e Rogito Piazza del Popolo 8 71043 Manfredonia (FG) Tel. 088 4519233 Fax: 088 4511549 Internet: www.comune.manfredonia.fg.it E -mail: Appalti.manfredonia@tiscali.it.

Ispra (Varese) Elenco di professionisti e società: mappatura su ampia scala del registro fondiario (catasto) Formazione di un elenco di professionisti e società per: Studi intesi a valutare la messa in opera di programmi di mappatura su ampia scala e programmi del registro fondiario (catasto) nell’Unione Europea e nei Paesi candidati Scadenza: 11/4 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione generale Centro comune di ricerca Sede di Ispra, Istituto per la protezione e la sicurezza dei cittadini, unità Supporto di gestione Att: F. Graham 21020 Ispra (VA) Tel. 0332 789154 Fax 0332 786243

Osnago (Lecco) Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, coordinatore sicurezza) L’ente ritiene opportuno invitare i soggetti abilitati, interessati al conseguimento di incarichi di progettazione, direzione lavori e coordinatore per la sicurezza a presentare al protocollo comunale candidatura corredata da curriculum con indicazione delle esperienze professionali compiute e della tipologia di opere per cui si propone la candidatura Scadenza: 31/12/2006 Per informazioni: Comune di Osnago Viale Rimembranze 3 Osnago (LC) Tel. 039 952991 Fax 039 9529926 Internet: www.osnago.net E-mail: comune@osnago.net

Perugia Elenco professionisti L’Aur istituirà una Banca dati di tipo aperto per consulenti e collaboratori (persone fisiche) all'interno della quale individuare i soggetti ai quali conferire, in relazione al manifestarsi di specifiche necessità, incarichi di consulenza e collaborazione in varie forme contrattuali Scadenza: 29/4

AGENDA Per informazioni: Agenzia Umbria Ricerche Via M.Angeloni, 78 06124 Perugia Tel. 075 5045805

+ europaconcorsi

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

Reggio Calabria Riqualificazione del quartiere Ravagnese Servizi di ingegneria e architettura, consistenti nella progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, prestazioni accessorie e specialistiche e coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione nonché rilievi piano-altimetrici e indagini e relazioni geotecniche per la riqualificazione del quartiere Ravagnese. Collegamento viario, sulle golene del torrente Sant’Agata, tra la superstrada jonica e la zona sud di Reggio. Il corrispettivo complessivo stimato è pari a 337.000,00 Euro Scadenza: 21/2 Per informazioni: Comune di Reggio Calabria Ufficio Progetti e Leggi Speciali Palazzo San Giorgio Piazza Italia 89100 Reggio Calabria Tel. 096 5362398, 096 5362316, 096 532324 Fax 096 5811657 Internet: www.comune.reggio-calabria.it

Torino Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie, su rilevati,ponti e fondazioni ricadenti in varie linee di giurisdizione della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Torino; importo complessivo dell’appalto: (compresi oneri per la sicurezza ): Euro 672.493,05Scadenza: 27/9/2007 Per informazioni: Rete Ferroviaria Italiana Spa - Legale Milano- Settore Operativo di Torino per conto Direzione Compartimentale Infrastruttura Torino Via Sacchi 1 - 10125 Torino Tel. 011 6652355 Fax 011 6655116

Tremestieri Etneo (Catania) Coordinatore di sicurezza nei cantieri: nuovo mercato agroalimentare Coordinatore per l’esecuzione in materia di sicurezza nei cantieri per la realizzazione del nuovo mercato agroalimentare in località Jungetto di Catania. L’incarico riguarderà tutte le attività elencate all’art. 5 del D.leg.vo 494/96 e successive modifiche e integrazioni Scadenza: 16/2 Per informazioni: Mercati Agro-Alimentari Sicilia SCPA Via Giorgio Almirante 15 95030 Tremestieri Etneo (CT) Tel. 095 492921 Fax 095 495552 Internet: www.maascatania.191.it E-mail: maas@maas.it

Venezia SR n. 1/4 10 Padana Inferiore Progetto preliminare della SR n. 1/4 10 Padana Inferiore, lotto in provincia di Verona dal confine della Provincia di Padova (fiume Fratta) alla località Orti bretella di collegamento alla SS 434 Transpolesana in comune di Legnago: intervento: lotto 143 del PT 2002-2004). Quantitativo o entità totale: 2.310.000,00 Euro Scadenza: 18/2 Per informazioni: Veneto Strade SpA Direzione Strategia e Sviluppo Viale Sansovino 5 - 30173 Mestre (VE) Tel. 041 2907711 Fax 041 2907802 Internet: www.venetostrade.it E-mail: l.polo@venetostrade.it

Australia Seaforth (NSW) Architecture Foundation Glenn Murcutt International Architecture Masterclas 10/7-24/7 Per informazioni: Architecture Foundation Australia Internet: www.ozetecture.org E-mail: info@ozetecture.org

Canada Vancouver Hyatt Regency Hotel Museums on the Webb 2005 13/4-16/4 Per informazioni: Internet: www.archimuse.com/mw2005

Danimarca/Denmark Copenhagen Royal Academy of Fine Arts 2005 Biennial of Towns and Town Planners 6. Biennale della città e dei pianificatori urbani sul tema “City Living – Living City” 9/6-11/6 Per informazioni: European Council of Town Planners Internet: www.byplanlab.dk, www.ceuectp.org E-mail: pw@byplanlab.dk

Giappone/Japan Nagoya Congress Center AESE 2005: Advances in Experimental Structural Engineering 19/7-21/7 Per informazioni: Internet: wwwcivil.nagoya-u.ac.jp/aese

India New Delhi India National Group of the IABSE - IDA Building Shahjahan Road IABSE Conference: Role of Structural Engineers towards Reduction of Poverty 19/2-22/2 Per informazioni: Internet: www.iabse.ethz.ch/conferences

India Habitat Centre CAADRIA 2005>Digital Opportunities: 10th International Conference of the Association for Computer 28/4-30/4 Per informazioni: CAADRIA Internet: www.caadria2005.org

Italia/Italy Milano Politecnico Master Universitario di I Livello in Construction Management Iscrizione/Registration: 11/2 24/2-24/2/2006 Per informazioni: Politecnico di Milano Dipartimento BEST Via Ponzio 31 20133 Milano Tel. +39 02 23996000 Fax +39 02 23996037 Internet: www.polimi.it E-mail: mastercm@polimi.it

Università della Bicocca CCT 2005 Seconda conferenza internazionale sulle comunità e le tecnologie/Second International Conference on Communities and Technoloiges 13/6-16/6 Per informazioni: CCT 2005 Internet: www.cct2005.disco.unimib.it

NABA - Nuova Accademia di Belle Arti Milano The Utopian Display- Incontri sull’attività espositiva contemporanea Ciclo di conferenze/Lectures Series: Catherine David, direttore del Witte de With Centre for Contemporary Art di Rotterdam 16/2 Vasif Kortun, direttore del Platform Garanti Contemporary Art Center 9/3 Hou Hanru, Professore alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam e membro del Global Advisory Committee of Walker Art Center di Minneapolis 23/3 Jens Hoffmann, direttore delle esposizioni all’Institute of Contemporary Arts di Londra 13/4 Roger M. Buergel, professore all’Università di Luneburg in Germania 4/5 Per informazioni: Ufficio Comunicazione NABA Simona Castagna Via Darwin 20 20143 Milano Tel. +39 02 97372286 Fax +39 02 97372280 Internet: www.naba.it E-mail: simona.castagna@naba.it

Modena Palazzina dei Giardini Carlo Coppelli: Laboratori espressivi di Arte Terapia 21/2 Per informazioni: Galleria Civica Modena Tel. +39 059 206911 Fax +39 059 206932 Internet: www.comune.modena.it/galleria E-mail: galcivmo@comune.modena.it

Palazzo Santa Margherita Carlo Coppelli: Laboratori espressivi di Arte Terapia 9/5 Per informazioni: Galleria Civica Modena Tel. +39 059 206911 Fax +39 059 206932 Internet: www.comune.modena.it/galleria E-mail: galcivmo@comune.modena.it

Taormina (Messina) Hotel Diodoro Nuovi orientamenti per la progettazione di ponti e viadotti Corso di aggiornamento professionale Professional master course 28/2-4/3

Per informazioni: IUAV-Dipartimento di Costruzione dell’Architettura Vita Gennaro Dorsoduro 2206 30123 Venezia Tel. +39 041 2571301 Fax +39 041 5223627 Internet: www.diseg.unipa.it E-mail: vita@iuav.it, Fabio Granata: granata@diseg.unipa.it

Treviso Palazzi Bomben e Caotorta Petrarca e i suoi luoghi: Giornate dedicate alla memoria di Eugenio Battisti 4/2-5/2 Per informazioni: Fondazione Benetton Studi e Ricerche Palazzi Bomben e Caotorta Via Cornarotta 7 31100 Treviso Tel. +39 0422 5121 Fax +39 0422 579483 Internet: www.fbsr.it E-mail: fbsr@fbsr.it

Verona Museo di Castelvecchio Re:Design/Europe Simposio del/Symposium of European Design Forum 17/3-19/3 Per informazioni: European Design Forum Internet: www.eu-design.net

Olanda/Holland Maastricht University Eurosteel 2005-4th European Conference on Steel and Composite Structures 4° Convegno europeo sulle strutture in acciaio e compositi 8/6-10/6 Per informazioni: Internet: www.eurosteel2005.info

Portogallo/Portugal Lisbona IADE-Escola Superior de Design Cumulus Lisbon 2005-Pride and Pre-Design 26/5-27/5 Per informazioni: IADE Internet: www.iade.pt/cumulus

Instituto Superior tecnico ECaade 2005 2° Convegno internazionale “Educazione e Ricerca nell’architettura al CAD”/22nd International conference “Education and Research in Computer Aided Architectural Design 21/9-25/9 Per informazioni: Top Atlântico Av. Dom João II, Lote 1.16.1 1990-083 Lisboa Tel. +351 21 8925405 Fax +351 21 8925406 Internet: www.civil.ist.utl.pt/ecaade05, www.topatlantico.pt e-mail: lisboa.congress@topatlantico.pt

Russia Moscow Gostiny Dvor 100% Design Moscow 2005 10/3-13/3 Per informazioni: Internet: www.craftscouncil.org

200 l’ARCA 105


AGENDA Svizzera/Switzerland Mendrisio Accademia di Architettura Valerio Olgiati 9/3 Giovanna Curcio-Jacqueline Burckardt 16/3 Giorgio Upiglio-Rolando BelliniMimmo Paladino-Arturo Schwarz 20/4 Winny Maas 6/4 Cinema: Peter Greenaway-Marco Müller 27/4 Dominique Perrault 4/5 Elias Torres 18/5 Zaha Hadid 1/6 Arata Isozaki 11/6 Per informazioni: Accademia di Architettura Via Canavée 5 Palazzo Canavée 6850 Mendrisio Tel. +41 91 6404969 Fax +41 91 6404868 Internet: www.arch.unisi.ch E-mail: aprada@arch.unisi.ch

Turchia/Turkey Istanbul Chamber of Architects UIA 2005: Cities, Grand Bazar of Architectures 3/7-7/7 Per informazioni: Internet: www.uia2005istanbul.org

USA Atlanta Westin Peachtree 2005 National Green Building Conference Conferenza nazionale sull’edilizia “verde” 13/3-15/3 Per informazioni: The NAHB University of Housing 1201 15th Street, NW Washington, DC 20005 Tel. 800 3685242 x8338 Fax +1 202 2668501 Internet: www.nahb.org/greenbuilding E-mail: registrar@nahb.com

Boston Public Library Contemporary California Architecture with John King 16/2 Architecture and Public Life with George Metzger 16/3 Yin Yu Tang and Chinese Architecture with Nancy Berliner 18/5 Per informazioni: Boston Public Library Internet: www.architects.org/news

Cambridge Harvard Design School Antoine Picon, Professor of the History of Architecture and Technology Lecture 23/2 Daniel Urban Kiley Lecture: Michael Van Valkenburgh 2/3

106 l’ARCA 200

+ europaconcorsi

Jacques Herzog and Pierre de Meuron Lecture 18/3 Contemporary heory Conference 16/4-17/4 Reconceptualizing the History of the Built Environment in North Maerica 26/4-30/4 Per informazioni: Harvard Design School Internet: www.gsd.harvard.edu

Dallas Dallas Museum of Art Thomas Pfeifer lecture 17/2 Eduard Sekler, architectural historian lecture 17/3 Carlo Baumschlager and Dietmar Eberle 7/4 Per informazioni: Dallas Museum of Art Horchow Auditorium Internet: www.dallasarchitectureforum.org

Las Vegas Caesars Palace HCI International 11° Convegno internazionale sull’interazione uomo-computer 11th International conference on the human-computer interaction 22/7-27/7 Per informazioni: Department of IndustrialEngineering University of Wisconsin-Madison Myrna R. Kasdorf 1513 University Avenue Madison, WI 53706 USA Tel: +1-608-263-4025 Fax +1-608-262-8454 Internet: www.hci-international.org kasdorf@engr.wisc.edu

New York Con Edison Lighting Drawings and Energy Codes Breakfast 9/3 Sustainable Design 20/4

Architektur Zentrum a_schau 2. Etappe, Österreichische Architektur im 20. und 21. Jahrhundert 16/9/2004-29/8

Belgio/Belgium Antwerp DeSingel Gallery B&K+Brandlhuber&Co+A42.Org (Architecten, Keulen & Masters of Architecture, Nürnberg) Collecting the Future 17/2-10/4

Canada CCA The Sixties: Montreal Thinks Big 20/10/2004-14/8 Olivo Barbieri: Site Specific_Montreal 04 Fino al/through 13/2

Danimarca/Denmark Copenhagen DAC Too Perfect: Seven New Denmarks Fino al/through 31/3 National Museet I Manieri Danesi Fino al/through 28/3

Francia/France Bordeaux Arc en rêve BX Bordeaux: 1995-2005-2015 Fino al/through 27/2

Germania/Germany Berlin

Orlando

Aedes West Titus Bernhard, Augsburg 17/12/2004-13/2

Per informazioni: Ecobuild America Internet: www.ecobuildamerica.com/conference

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

Austria Vienna MAK Collecting as a Passion: Dr.Albert Figdor Collection in the MAK fino al/through 29/5 Peter Eisenman: Barefoot on White-Hot Walls 14/12/2004-22/5

Henn Architekten Office/Augustenstrasse 54 Die Architektur des FIZ Fino al/through 25/2

Giappone/Japan Tokyo Mori Art Museum Archilab: New Experiments in Architecture, Art and the City 21/12/2004-13/3

Montreal

Per informazioni: Internet: www.iesny.org/committees/ LightExchange.aspx

Disney’s Coronado Springs Resort Ecobuild America 2005 21/6-23/6

Kazunari Sakamoto Houses: Poetics of the Ordinary Fino al/through 1/9 Architetcure as Image and Stage: Alessandro Galli Bibiena Fino al/through 1/9

Bauhaus Archiv Egon Eiermann – The Continuity of Modernism 29/1-16/5

Düsseldorf NRW-Forum Kultur und Wirtschaft The Dream of the Tower 6/11/2004-20/2

Frankfurt DAM Post-Modernism Revisited - in memoriam Heinrich Klotz more... 29/10/2004-6/2 Hassan Fathy 9/2-13/3 Uni Stuttgart - projects by the faculty of architecture at the Stuttgart University 19/2-27/3

Munich Pinakothek der Modern Architecture of the Wunderkinder: Emergence and Re-placement in Bavaria 1945-1960 3/2-30/4

Gran Bretagna/Great Britain London Design Museum Under a Tenner 3/12/2004-27/2 Designing Modern Life: A History of Modern Design 6/11/2004-28/10 You Are Here - A History of Information Design 12/2-15/5 Victoria and Albert Museum International Arts and Crafts 1/3-1/7 RIBA Florence Hall Ar+d Emerging Architecture Exhibition and Lectures Fino al/through 6/3

AGENDA Slovenia Ljubljana International Center for Graphic Arts 26.Biennale di Grafica 23/6-2/10

Spagna/Spain Barcelona MACBA Vito Acconci 19/11/2004-20/2 Fundació Miró Sert the architect, 1928-1979 25/2-24/4

Valencia Ciudad de las Artes y de las Ciencias Naturalezas artificiales Fino al/through 3/5

Svizzera/Switzerland Mendrisio USI-Archivio del Moderno Panos Koulermos (1933-1999). Dal Razioalismo alla tendenza Fino al/through 6/2

+ europaconcorsi

New Haven Yale University Art Gallery Livable Modernism: Interior Decorating and Design During the Great Depression Fino al/through 5/6

Cooper-Hewitt National Design Museum Design (does not equal) Art Fino al/through 20/2 Design/Art: Functional Objects from Dinald Judd to Rachel Whiteread 10/9/2004-27/2 Josef and Anni Albers: Designs for Living 1/10/2004-27/2

Albertina Chagall: The Late Works 2/12/2004-13/3 From Goya to Picasso. The Art Collection Krugier 22/3-28/8

Bordeaux

The Design Center at Philadelphia University Playing the Field: The art+esign of Godley-Schwan 3078-19/11

SFMoMA Glamour: Fashion, Industrial design, Architecture Fino al/through 17/5

Rovereto (Trento) MART Ettore Sottsass architetto e designer 26/2-29/5

Vicenza Museo Palladio/Palazzo Barbaran Da Porto Andrea Palladio e la villa veneta-Da Petrarca a Carlo Scarpa 5/3-3/7

The Busch- Reisinger Museum/ The Harvard University Art Museums Extraordinary Everyday: The Bauhaus (web exhibit www.artmuseums.harvard.org/ sites/eoed/index.html) Fino al/through 31/12

Chicago The Art Institute Chicago Architecture: Ten Visions 26/11/2004-3/4

Los Angeles A+D Museum 2x8 17/2-7/4 Richard Meier 14/4-7/7

Louisiana Museum Leon Kossoff, dipinti 1954-2003 Fino al/through 28/3

Musée des Beaux-Arts Marie Raymond/Yves Klein 20/11/2004-17/2

Whatcom Children’s Museum Gimme Shelter Fino al/through 3/9

Triennale Il Design della GioiaIl gioiello tra progetto e ornamento Fino al/through 27/2 Gaetano Pesce: Il rumore del tempo 22/1-18/4

Humlebaek

KunstHaus Bettina Rheims 10/1-24/4

San Francisco

Harvard University Art Museum Huyghe+Corbusier: Harvard Project 18/11/2004-17/4

Innsbruck

Statens Museum fur Kunst Hans Christian Andersen a Roma 12/2-12/6

Museum of Art Florence Knoll Bassett: Defining Modern Fino al/through 20/4

Bellingham

Castello Sforzesco Dagli Sforza al design. Sei secoli di storia del mobile Fino al/through 12/6

Johannes Museum Michel Majerus 12/2-16/5 John Baldessari 5/3-16/5

Angers

Design Museum Works in Progress 3/3-1/7 Emerging Voices 3/3-16/4

Milano

Graz

Thorvaldsens Museum Storia dell’Arte Plastica 24/3/2004-13/2

Vienna

Cube 100 Years of Chairs 18/2-5/5

Cambridge

Austria

Philadelphia

Atlanta

Urban Center eBO Il progetto architettonico Fino al/through 1/7

Copenhagen

Fiera 9° Art Innsbruck 24/2-28/2

Manchester

Bologna

Arken

MoMA Yoshio Taniguchi: Nine Museums 20/11/2004-14/3

Carnegie Museum of Art, Heinz Architectural Center Kawase Hasui: Landscapes of Modern Japan Fino al/through 27/2 Carnegie International 2005 Fino al/through 20/3 Michael Maltzan 12/2-12/6

Italia/Italy

Danimarca/Denmark Museum of Modern Art Fernand Léger – Man in the New Age 5/2-16/5

New York

Pittsburgh USA

Mostre d’arte Art Exhibitions

Washington National Building Museum Five Friends of Japan: Children in Japan Today Fino al/through 13/2 Liquid Zone: New Architecture in Concrete Fino al/through 17/4 Open: New Designs for Public Spaces 15/1-15/5 Tools of Imagination 5/3-10/10 GSA Design Awards 26/3-7/7 Corcoran Gallery of Art Frank Gehry: Designs for Museums Fino al/through 21/2 The Octagon Museum Janos Envedi-Made in America: The American Industrial Landscape reconstructed 14/1-8/4 Cancelleria dell’Ambasciata Italiana Dedalo Minosse 20/1-11/2

Kunstforum Bank Austria Willem de Kooning 13/1-28/3 MAK Photo Artist Tomoko Sawada: Identity through Masquerade 27/10/2004-6/2 Kunsthalle Sculpture Fino al/through 20/2

Belgio/Belgium Bruxelles Fondation pour l’Architecture Les frères Bourgeois et le mouvement moderne en Belgique 24/11/2004-27/3 André Jacqmain-L’imaginaire émergent 24/11/2004-27/3

Canada Montreal Museum of Fine Arts Snaps of the Gang: The Big Brothers and Big Sisters of Greater Montreal 14/10/2004-20/3 Christine Major Vivarium 21/5/2004-13/3 Eternal Egypt-Masterworks of Ancient Art from the British Museum 27/1-22/5

Francia/France

CAPC-Musée d’Art Contemporain Hors d’œuvre : ordre et désordres de la nourriture Fino al/through 13/2

Carquefou Frac Pays de la Loire Marylène Negro Fino al/through 13/2

Colmar Musée d’Unterlinden Bissière : pense à la peinture Fino al/through 28/2

Compiègne Musée National du Château La pourpre et l’exil, l’Aiglon et le Prince impérial Fino al/through 7/3

Grenoble Musée de Grenoble Henri Fantin-Latour Fino al/through 14/3 L’art italien de la Matafisica entre 1912 et 1935 12/3-12/6

Lyon Museée d’Art Contemporain Andy Warhol, l’œuvre ultime 27/1-8/5

Melun

Santiago

Espace St.Jean Ben Ami Koller 22/1-20/3 Un Ciel, un Monde_Vent d’Est, Vent d’Ouest 5/2-30/4 Jacques Brouail 30/3-7/5

Museo de Bellas Artes Dialogues: Latin American Art from Colecciòn Cisneros 16/11/2004-28/2

Musée Melun La peinture de paysage dans les collections du Musée de Melun 5/2-4/4

Cile/Chile

200 l’ARCA 107


AGENDA Nantes Le Lieu Unique Du Zhenjun “Human Zoo” 11/2-27/3

Nice Galerie contemporaine Carlos Gallardo : Tiempo ? Fino al/through 13/2

Paris Centre Pompidou Africa Remiz: Contemporary Art of a Continent 15/5-20/8 Galeries Nationales du Grand Palais Les Arts des Indiens du Bresil 22/3-27/6 Genie et Folie en Occident: une histoire de la melancolie 22/9-2/1/2006 Klimt, Kokoschka, Schiele, Moser 4/10-9/1/2006 Musée du Louvre Le France Romane du Xème au Milieu du XIIème siècle 28/2-6/6 Musée de la Publicité Psy(k)é 9/12/2004-27/3 Musée National Picasso Bacon et Picasso 2/3-30/5 Musée Zadkine Jan Dibbets. Saenredam, Zadkine 21/10/2004-13/2 Fondation Cartier pour l’art contemporain Raymond Depardon Fino al/through 27/2 Hiroshi Sugimoto Fino al/through 27/2 Jeu de Paume-Espace Concorde Rineke Dijstra Fino al/through 20/2 Tony Oursler: Dispositifs 15/3-22/5 Jean-Luc Moulène 15/3-22/5 Jeu de Paume-Hôtel Sully Stephen Shore 11/1-20/3 Images de marques: du document au fétiche 1/4-22/5 Musée Maillol Julio Gonzalez in the IVAM Collection Fino al/through 21/2

Saint-Ouen-l’Aumone Abbaye de Maubuisson Jean-Christophe Nourisson: Sur les bords 29/9/2004-28/2

Strasbourg Musée d’Art Moderne et Contemporain James Lee Byars, rétrospective: Life, love and death 10/12/2004-13/3 Miroslaw Balka, Project room 10/12/2004-13/3

108 l’ARCA 200

+ europaconcorsi

Germania/Germany Bonn

Ancona

Kunst-und austellungshalle der BRD Genghis Khan and His Heirs 26/11/2004-28/3

Mole Vanvitelliana Collectio Thesauri - Dalle Marche: tesori nascosti di un collezionismo illustre 15/1-30/4

Kunstmuseum Art in the GDR Fino al/through 13/2

Aosta

Frankfurt Schirn Kunsthalle Carsten Nicolai: Anti-reflex 2071-28/3 Viennese Scandals Around 1900 28/1-24/4 The Naked Truth: Klimt, Schiele, Kokoschka, and other scandals 28/1-24/4

Gran Bretagna/Great Britain Edinburgh Scottish National Gallery of Modern Art Andy Warhol Self-Portraits 12/2-2/5

Liverpool Tate Liverpool Richard Wentworth 21/1-24/4

London Tate Britain Anthony Caro 26/1-17/4 Victoria & Albert Museum Malign Muses, When Fashion Turns Back 22/2-8/5 Hayward Gallery Africa Remiz: Contemporary Art of a Continent 10/2-17/4 Courtauld Institute of Art Gallery Wyndham Lewis Fino al/through 13/2 The Coningsby Gallery Alex Kosh 31/1-12/2 Martha Fein 4/4-9/4

Southampton Artsway Commonground Fino al/through 13/2

Irlanda/Ireland Dublin Irish Museum of Modern Art Northern Irish Artists from the McClelland Collection 1/9/2004-6/3 Tír na nòg: Younger Irish Artists from the IMMA Collection 3/11/2004-28/3

Italia/Italy Alessandria Palazzo Guasco Il silenzio del blu e del verdeMorlotti e Biamonti: il luogo dipinto e il luogo narrato Fino al/through 20/2

Sala espositiva Porta Decumana Caduta di un impero-Marina Torchio, Barbara Tutino Fino al/through 13/2 Museo Archeologico Regionale F.Nex: ricordi/sogni/riflessioni Fino al/through 1/5 Centro Saint-Bénin Rodin e gli scrittori-Dante, Balzac, Hugo, Baudelaire Fino al/through 3/4 Chiesa di San Lorenzo Les Carnavals Valdotains: Bassorilievi di Giovanni Thoux Fino al/through 10/4

Arena Po (Pavia) Ex Ospitale San Giacomo Giusepp Motti, pittore del Po: l’opera grafica Fino al/through 1/5

Ariccia (Roma) Palazzo Chigi Mola e il suo tempo. Pittura di figura dalla Collezione Koelkiller 22/1-23/4

Belluno Palazzo Crepadona A nord di Venezia. Scultura e pittura delle vallate dolomitiche tra Gotico e Rinascimento 30/10/2004-22/2

Bergamo Palazzo della Ragione Alberto Martini-Surréaliste Fino al/through 20/2 GAMeC Getulio Alviani 22/10/2004-27/2 John Armleder: Voltes IV Fino al/through 25/4 Museo Adriano Bernareggi Giovan Battista Moroni-Lo sguardo sulla realtà (1560-1579) 13/11/2004-3/4 Accademia Carrara Cézanne Renoir: 30 capolavori dal Musée de l’Orangerie 22/3-3/7

Bologna Museo Archeologico Elisabetta Sirani 4/12/2004-27/2 Museo Poggi Rappresentare il corpo. Arte e anatomia da Leonardo da Vinci all’Illuminismo 10/12/2004-20/3 Galleria d’Arte Moderna Günter Brus: viaggio intorno all’opera, una retrospettiva dal 1960 al 1996 Fino al/through 27/2

Palazzo Saraceni CHINA la nuova pittura cinese 28/1-6/3

Brescia Museo di Santa Giulia Monet, la Senna le Ninfee-Il grande fiume e il nuovo secolo 22/10/2004-20/3 Tiziano e la pittura del Cinquecento a Venezia, capolavori dal Louvre 23/10/2004-20/3 Guttuso Anni Quaranta 14/1-20/3 Casa Mafai, da Via Cavour a Parigi (1925-1932) 14/1-20/3 Pinacoteca Tosio Martinengo Capolavori della pittura dalla Collezione Tosio Martinengo: Da Raffaello a Ceruti Capolavori dell’incisione dalla Collezione Tosio Martinengo: Da Rembrandt a Morandi 22/10/2004-20/3

Busto Arsizio (Varese) Fondazoine Bandera per l’Arte Il corpo e l’anima: Federico Guida e Paolo Schmidlin Fino al/through 13/2

Caserta

AGENDA Genova Villa Croce Attraversare Genova. Percorsi e linguaggi internazionali del contemporaneo, anni ’60 e ‘70 Fino al/through 27/2 Palazzo della Borsa Nuova Baselitz in Italia Fino al/through 17/2 Castello d’Albertis Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol. Fino al/through 27/2

Gorizia Musei Provinciali Secessione ed EsotismoL’avventura artistica di Edoardo Del Neri 10/12/2004-31/3

Jesi (Ancona) Palazzo Pianetti Vecchio Collectio Thesauri - Dalle Marche: tesori nascosti di un collezionismo illustre 15/1-30/4

La Spezia

Palazzo Reale Casa di Re - Un secolo di storia alla Reggia di Caserta 1752-1860 4/12/2004-13/3

Centro di Arte Moderna e Contemporanea Premio del Golfo 2004-Costanti diversità Fino al/through 6/3

Codroipo (Udine)

Lissone (Milano)

Centro d’arte contemporanea Villa Manin Instant Europe: fotografia e video dalla nuova Europa Fino al/through 1/5

Civica Galleria d’Arte Contemporanea Premio Lissone 2004 12/12/2004-28/3 Antoni Tapies 28/3-26/6

Spazio FVG Paolo Comuzzi: Minime Tracce Fino al/through 13/2

Merano (Bolzano)

Cremona Museo Civico Ala Ponzone e Palazzo Stanga Egitto dalle Piramidi ad Alessandro Magno 25/9/2004-28/3

Ferrara Palazzo dei Diamanti Il Cubismo 1908-1921 3/10/2004-20/5

Firenze Casa Buonarroti Speculum Romanae Magnificentiae: oma nell’incisione del Cinquecento 23/10/2004-2/5 Galleria dell’Accademia Forme per il David: Baselitz, Fabro, Kounellis, Struth Fino al/through 4/9 Palazzo strozzi Quando Dio abitava a IfeCapolavori dall’antica Nieria 4/3-3/7

KunstMeran Donald Baecchler-The enemies of the rose 22/1-3/4

Milano Biblioteca di Via Senato I Fenici-L’Oriente in Occidente 21/10/2004-17/4 Hangar Bicocca Anselm Kiefer. I sette palazzi celesti Fino al/through 12/2 Centro San Fedele Premio Arti Visive Fino al/through 3/3 PAC Spazi Atti/Fitting Spaces. 7 artisti italiani alle prese con la trasformazione dei luoghi Fino al/through 20/2 Palazzo Reale Arte in Brasile dal XVI al XIX secolo. La Collezione Beatriz e Mario Pimenta Camargo Fino al/through 6/2 Gli anni Cinquanta 23/2-2/7

Forlì

Galleria Suzy Shammah Maurizio Cannavacciuolo Fino al/through 26/2

Musei di San Domenico Il Palmezzano 3/10/2004-20/2

Galleria Blu Legàmi: Ascendenze selettive Fino al/through 15/2

+ europaconcorsi

Spazio Oberdan Milano anni Trenta: l’arte e la città Fino al/through 27/2 Rotonda della Besana Il tesoro della Statale Fino al/through 13/2 Fondazione Marconi Mario Schifano: dal monocromo alla strada 9/2-26/3 Galleria Credito Valtellinese Un secolo di turismo in Valtellina. Un viaggio fra storia e attualità Fino al/through 22/2 Scampini - Ndebele. La forma incontra il colore 3/3-30/4 Galleria Sozzani Kenro Izu-“Blue” 20/1-20/2 Castello Sforzesco Umberto Boccioni - Incisioni, Ex Libris, Manifesti, Illustrazioni 14/1-10/4

Modena Galleria Civica Trilogia: disegni di Mimmo Paladino, fotografie di Olivier Richon, grafiche e multipli di Richard Artschwager 21/11/2004-28/3 Foro Boario Action Painting dal disegno all’opera, Arte Americana 19401970 20/11/2004-27/2 Storie dipinte: Niccolò dell’Abate e la pittura del Cinquecento tra Modena e Parigi 20/3-19/6 Palazzo Santa Margherita Pop Art Italia 17/4-10/7

Napoli Maschio Angioino Allusione alla forma: Valeria orvino 4/2-26/2 Varie Sedi XII Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo 22/4-1/5

Palazzolo s/O (Brescia) Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea/Palazzo Panella Liliana Moro Fino al/through 27/2

Prato Centro Luigi Pecci per l’arte Contemporanea Bertrand Lavier Fino al/through 6/2 Focus: Collezione Fino al/through 6/2 Progetto Collezione: Fausto Melotti (Giardino), Massimo Barzagli e Giovanni Ozzola (Project Room) Fino al/through 13/3 Luca Vitone prêt-à-porter Fino al/through 31/7

Palazzo Chigi Saracini Le stanze e i tesori della Collezione 22/1-15/6

Museo Valtellinese di Storia e Arte Alberto Giacometti, percorsi lombardi 20/1-2/4

Reggio Emilia Palazzo Magnani Manolo Valdes 19/3-15/5 Antonio Ligabue 21/5-25/9

Rivoli (Torino) Castello Mario Merz 12/1-27/3 Volti nella follia 4/4-10/7

Roma Palazzo Venezia Mario Mafai 30/11/2004-27/2 Istituto Nazionale per la Grafica As Is When-Il boom della grafica inglese negli anni Sessanta 15/12/2004-7/2 Nolli – Vasi – Piranesi. Immagine di Roma antica e moderna Fino al/through 7/2 Spazio Etoile Tribe Art Tour-Larry Kagan, “Object-Shadow” 27/1-6/2

Galleria Nazionale d’Arte Moderna I Misteri di Roma Fino al 13/2

Orvieto (Terni)

Scuderie del Quirinale Capolavori dal Guggenheim-Il grande collezionismo da Renoir a Warhol 4/3-5/6

Civici Musei agli Eremitani Bronzi del Rinascimento-Collezione Vok 20/11/2004-6/2

Siena

Museo d’Arte Alberto Giacometti 16/10/2004-20/2

Palazzo Foscolo Alberto Martini e Dante Fino al/through 27/2

Palazzo Zabarella Boldini 15/1-29/5

Complesso Monumentale santa Sofia Pablo Picasso: I luoghi e i riti del mito Fino a/through 13/3

Sondrio

Oderzo (Treviso)

Padova

Salerno

Ravenna

MAXXI Stefano Arienti Ilya e Emilia Kabakov Fino al/through 6/2

Chiesa San Domenico Arnolfo di Cambio. Il restauro del monumento del Cardinal Guillaume de Braye Fino al/through 7/3

Mario Rizzi: il sofà di Jung Fino al/through 20/2 Mimmo Jodice nella Collezione Cotroneo 11/12/2004-13/2 Il Bello e le Bestie-Meditazioni sul divenire animale 11/12/2004-8/5

Museo Vittoriano Munch 11/3-19/6

Rovereto (Trento) MART Il laboratorio delle idee. Figure e immagini del ‘900 Fino al 20/11 Il Novecento Russo-Il Fondo Sandretti 11/12/2004-13/2

Stupinigi (Torino) Palazzina di Caccia Il male. Esercizi di pittura crudele 19/2-26/6

Torino Palazzo Bricherasio Guttuso, capolavori dai Musei d’Europa 18/2-29/5 XI Biennale di Fotografia Giugno/Settembre-June/September Magritte, Ensor, Delvaux e l’arte del Novecento in Belgio 23/9-17/1/2006 Promotrice delle Belle Arti Gli Impressionisti e la neve. La Francia e l’Europa 27/11/2004-25/4 Museo Diffuso Warszawa 1944-i 63 giorni dell’insurrezione Fino al/through 20/3 GAM Mario Merz 12/1-27/3

Trento Castello del Buonconsiglio La misura del tempo 25/6-6/11 Galleria Civica d’Arte Contemporanea Departures. Cinque giovani emergenti 21/1-27/2 Palazzo delle Albere Max Klinger 9/4-25/9 La Collezione permanente del XIX secolo. Da Hayez a Boccioni Fino al/through 31/11 Disco Pub Superbinario Superchannel/Superstudent 7/10/2004-26/5

Treviso Casa dei Carraresi Ottocento Veneto Fino al/through 27/2

200 l’ARCA 109


AGENDA Venezia Istituto Veneto di Scienze Campo San Vidal Vetri nel mondo oggi 14/11/2004-3/4 Palazzo Mocenigo Le vesti del potere, Venezia XIVXVIII, abiti, dipinti e oggetti 30/10/2004-30/4 Palazzo Franchetti Vetri nel mondo oggi Fino al/through 3/4 Museo Correr Paolo veronese: miti, ritratti, allegorie 13/2-29/5

+ europaconcorsi

Edvard Munch 19/2-15/5

Svizzera/Switzerland Basel Fondazione Beyeler Mark Rothko et espaces sonores 6/11/2004-22/5 La fleur dans l’art moderne de Manet à Jeff Koons 20/2-22/5 Kunstmuseum Basel / Museum für Gegenwartskunst Paul Klee Fino al/through 31/12

Bellinzona

Miami

Pasadena

Wolfsonian Streets and Faces: Jazz Age Paris, London, Berlin, and New York 28/10/2004-20/3 Evolution/Revolution: A Century of Modern Seating 20/11/2004-5/6

Norton Simon Museum Lousie Nevelson: Litographs Fino al/through 28/3

Miami Art Museum Beyond Geometry: Experiments in Form 1940s-70s 19/11/2004-23/4 The 2005 Scholastic Art Awards Exhibition 30/1-25/2 Robert Rauschenberg 11/3-3/7

Minneapolis

Collezione Guggenheim Brancusi: L’opera al bianco 19/2-22/5

Museo Villa dei Cedri Emilio Tadini, le figure, le cose 4/3-1/5

Verona

Losanna

Galleria Boxart Gian Marco Montesano: Le port des brumes 15/1-28/2

Fondation l’Hermitage Gustave Caillebotte at the heart of Impressionism 24/6-23/10

The Minneapolis Institute of Arts Hot & Cool: The Jazz Posters of Niklaus Troxler 20/11/2004-6/2 Beauford Delaney: From New York to Paris 21/11/2004-20/2 Above Is Below: Sarah Bauer / David Hamlow 17/12/2004-13/2

Vicenza

Martigny

New York

503 Mulino Scultura leggera 15/1-13/3

Fondation Pierre Gianadda Jean Fautrier 17/12/2004-13/3 Félix Vallotton. Les couchers de soleil 18/3-12/6

Dia:Beacon Riggio Galleries Agnes Martin’s Early Paintings: …going forward into unknown territory 16/5/2004-18/4

Olanda/Holland Den Haag

Zürich

Gemeentemuseum Haag Mondrian and De Stijl Fino al/through 27/2

Kunsthaus Zürich Monet's garden 29/10/2004-27/2

Groningen Groninger Museum Sergej Diaghilev. Working for Diaghilev 11/12/2004-28/3

Rotterdam Kusthaus Johan Hendrik van Mastenbroek (1875-1945) - Impressionist, painter and draughtsman from Rotterdam 23/4-28/8

Russia Moscow Museo Puskin Italia Russia attraverso i secoli. Da Giotto a Malevic. La reciproca meraviglia 7/2-20/5

San Pietroburgo Hermitage Arte italiana del ‘900: da Boccioni a Fontana 5/2-24/4

USA Berkley University Art Museum Figurations Fino al/through 22/1/2006

Buffalo Albright-Knox Art Gallery Extreme Abstraction 6/11/2004-27/3

Chicago Chicago Art Institute Photo-Respiration: Tokihiro Sato Photographs 15/1-17/4 Toulouse-Lautrec and Montmartre Fino al/through 10/10

Hartford (CT) Wadsworth Atheneum Contemporary Art: Floor to Ceiling, Wall to Wall 31/10/2004-24/4

Houston

Metropolitan Museum of Art Fra’ Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca 1/2-1/5 The Pierre and Maria-Gaetana Matisse Collection Fino al/through 26/6 MoMA Projects 82: Mark Dion-Rescue Archeology 20/11/2004-14/3 Guggenheim The Aztec Empire 15/10/2004-13/2 Cézanne: The Dawn of Modern Art 10/2-8/5 Daniel Buren 17/3-8/5 Whitney Museum of American Art Cy Twombly - Fifty Years Of Works On Paper 27/1-8/5 New Museum of Contemporary Art / Chelsea East Village USA 3/12/2004-19/3 El Museo del Barrio Retratos: 2000 Years of Latin America Portraits 3/12/2004-20/3 P.S.1 Contemporary Art Center Hans-Peter Feldmann: 100 Years Fino al/through 4/3

Contemporary arts Museum Andrea Zittel: Critical Space 1/10-2711

Uma Gallery Body Talk. New Work by Gordon Huether Fino al/through 3/12

Stockholm

Long Island

North Adams (MA)

Moderna Museet Ann-Sofi Sidén 20/11/2004-20/3

The Noguchi Museum Noguchi and Graham 1/12/2004-1/5

MASS MoCA Destinations Fino al/through 1/10

Svezia/Sweden

110 l’ARCA 200

AGENDA Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Phoenix Art Museum Personality and Style: The Fashion Career of Natacha Rambova 11/9/2004-6/2 Brian Alfred: The Future is Now! 6/11/2004-6/3

Portland Museum of Art Margaret Bourke-White: The Photography of Design 1927-1936 19/1-20/3

San Diego Musuem of Art Past in Reverse: Contemporary Art of East Asia Fino al/through 6/3 George Inness and the Visionary Landscape 24/1-18/4 Shahzia Sikander 27/3-27/6

San Francisco Calafornia Palace of the Legion of Honour Bonjour Monsieur Courbet! 22/1-3/4

Santa Fe O’Keeffe Museum The Photography of Charles Sheeler: American Modernist 14/1-1/5

San Jose Museum of Art It’s About Time Fino al/through 13/2

Washington DC National Gallery of Art Palace and Mosque: Islamic Art from the Victoria and Albert Museum 25/7/2004-6/2 Fauve Painting in the Permanent Collection Fino al/through 30/5 Six Centuries of Prints and Drawings: Recent Acquisitions Fino al/through 30/5 Rembrandt’s Late Religious Portraits 30/1-1/5 André Kertész 6/2-15/5 Cotton Puffs, Q-tips®, Smoke and Mirrors: The Drawings of Ed Ruscha 13/2-30/5 The Phillips Collection Modigliani Beyond the Myth 29/2-29/5

West Palm Beach Norton Museum of Art Focus On: New Photography 17/1-6/2 Zhang Huan: Seeds of Hamburg Fino al/through 20/2 Spain in the Age of Exploration, 1492-1819 2/2-1/5

Francia/France Lyon Euroexpo Batinov+Imagibat Salone dell’edilizia/Trade fair of the building industry 2/3-5/3 Per informazioni: Internet: www.salons-online/data/event3226.html

Paris Porte de Versailles Batimat 2005 Salone internazionale dell’industria edilizia/International trade fair of building industry 7/11-12/11 Per informazioni: Reed Expositions France 70, rue Rivay 92532 Levallois Perret Cedex - France Tel. +33 1 47565000 Fax +33 1 47561440 Internet : www.batimat.com E-mail: info@reedexpo.fr, info@batimat.com

Palais des Congrès Porte Maillot Securit’Expo Salone internazionale della sicurezza/International trade fair of security and safety 9/3-11/3 Per informazioni: Internet: www.salons-online.com

Cnit La Défense TP TECH Salone delle tecnologie per i lavori pubblici/Trade fair of technologies for public works 22/3-24/3 Per informazioni: Reed Expositions France (Levallois) 70 rue Rivay 92532 Levallois Perret Cedex Tel. +33 01 47565000 Fax +33 01 47561440 Internet: www.reedexpo.fr

Emirati Arabi Uniti United Arab Emirates

+ europaconcorsi

Germania/Germany Düsseldorf Messe Euroshop Salone mondiale del commercio/Global reatail trade fair 19/2-23/2 Per informazioni: Messe Düsseldorf Messeplatz 40474 Düsseldorf Tel. +49 211 45601 Fax +49 2114560668 Internet: www.messe-duesseldorf.de E-mail: info@messe-duesseldorf.de

Frankfurt Messe Ambiente 2005 Salone internazionale delle tecnologie per l’ambiente/International trade fair of technologies for the environment 11/2-15/2 Per informazioni: Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1 60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75750 Fax +49 69 75755985 Internet: www.ambiente.messefrankfurt.com E-mail: ambiente@messefrankfurt.com

ISH 2005 Salone internazionale dell’edilizia e delle tecnologie per l’energia il bagno, il condizionamento d’aria/International trade fair of building industry, energy technology, bathroom experience, airconditioning 15/3-19/3 Per informazioni: Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1 60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75750 Fax +49 69 75756788 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: ish@messefrankfurt.com

Koln Messe Interzum Salone internazionale degli spazi abitativi dei prodotti, delle tecnologie, degli sviluppi del design del futuro International trade fair is the inspiration behind our living spaces of the future. It covers products, technologies, developments and design trends in the supplier sector 29/4-3/5 Per informazioni: Interzum Internet: www.interzum.de

Abu Dhabi International Exhibition & Conference Center Construct Light+Building Salone internazionale dell’illuminotecnica e dell’edilizia International trade fair of lighting technology and building industry 10/4-13/4 Per informazioni: Internet: www.construc-aec.com

Dubai World Trade Centre Hometech 2005 Salone internazionale della casa International trade fair of products for home 15/5-17/5 Per informazioni: Internet: www.hometechexpo.com

Italia/Italy Bologna Fiera Saiedue Living Salone internazionale dell’architettura, delle finiture di interni, del recupero e delle tecnologie per l’edilizia Internationaltrade fair of architecture, interior finishing, restoration and technologies for the building industry 16/3-20/3 Per informazioni: O.N.Organizzazione Nike Via Moscova 7 20121 Milano Tel. +39 02 29017144 Fax +39 02 29006279 Internet: www.saiedue.it

Milano Fiera Progetto Città 13/4-18/4 Per informazioni: GE.FI gestione Fiere Via Canova 19 - 20145 Milano Tel. +39 02 31911911 Fax +39 02 33608733 Internet: www.progettocitta.com E-mail: progettocitta@gestionefiere.it

Euroluce Salone Internazionale del Complemento d’Arredo Salone Internazionale del Mobile International trade fairs of lighting technology, furniture and complements 13/4-18/5 Per informazioni: COSMIT Foro Buonaparte 65 20121 Milano Tel. +39 02 725941 Fax +39 02 89011563 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it

Modena Quartiere Fieristico Modenantiquaria-XIX Mostra Mercato d’Alto Antiquariato International trade show of antiques Saloni collaterali/side shows: - Petra, XII Salone di Antiquariato per Parchi, Giardini e Ristrutturazioni - Excelsior, Rassegna d’Arte Italiana del XIX secolo, IV edizione Mostre culturali/Cultural Exhibitions: - “Venezia prima della Biennale”. La pittura italiana dell’Ottocento nelle collezioni pubbliche e private - “L’oro di Venezia”. Arredi da parata veneziani del ‘700 19/2-27/2 Per informazioni: Studio Lobo srl Viale Vittorio Veneto 22/D - 42015 Correggio (RE) Tel. +39 0522 631042 Fax +39 0522 641470 Internet: www.modenantiquaria.it E-mail: info@studiolobo.it

Torino Lingotto Expocasa 2005 Salone della casa/Trade fair of products for home 25/2-6/3

Internet: www.legnoeedilizia E-mail: info@pmtexpo.it, info@legnoeedilizia

Abitare il Tempo Giornate internazionali dell’arredo International meeting on furniture 15/9-19/9 Per informazioni: Acropoli Viale Mercanzia, Blocco 2B, Galleria A 70 40050 Centergross (BO) Tel. +39 051 864310 Fax +39 051 864313 Internet: www.veronafiere.it/abitareiltempo E-mail: info@acropoli.com

Russia Mosca Expocenter MoscBuild Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 4/4-7/4 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Tel. +39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Spagna/Spain Barcellona Fiera Ecomed Pollutec Salone internazionale delle tecnologie per l’ambiente/International trade fair of technologies for the environment 8/3-11/3 Per informazioni: Internet: www.ecomedpollutec.com

Construmat Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 11/4-16/4 Per informazioni: Internet: www.construmat.com

Ucraina/Ukraine Kiev

Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.promotorinternational.it E-mail: info@fieraexpocasa.it

International Exhibition Centre KievBuild/5th Design Festival Salone internazionale dell’industria edilizia e del design/International trade fair of the building industry and of design products 15/2-17/2

Infrastructura Salone delle infrastrutture e della mobilità/Trade fair of infrastructures and moblity 9/3-11/3

Per informazioni: Chris Chistofi 105 Salusbury Road London NW6 6RG Tel. +44 20 75965175 Fax +44 20 75965114 Internet: www.afeks.com, www.ite-exhibitions.com E-mail: construction@ite-exhibitions.com

Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 - 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.infrastructura.it E-mail: info@infrastructura.it

Verona Fiera Legno & Edilizia Mostra professionale sull’impiego del legno/Trade fair on the use of wood in building 17/2-20/2 Per informazioni: PMT Via Tommaseo 15 - 35131 - Padova Tel. +39 049 8753730 Fax +39 049 8756113

USA New York J.Javits Convention Center Lightfair International 2005 Salone internazionale dell’illuminotecnica/International trade fair of lighting technology 12/4-14/4 Per informazioni: Internet: www.lightfair.com

200 l’ARCA 111


in the World

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ARGENTINA

FINLAND

Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar

Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330

ALBANIA

FRANCE

Adrion LTD Sh. 1, Ap. 8 Sami Frasheri Str. P. 20/1 Tirana Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242

AUSTRALIA

Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675

AUSTRIA

Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz

BELGIUM

(l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004 Fax 02 4253022

BRAZIL

Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao Paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410

CHILE

Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210

CYPRUS

Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P.O. Box 24508 Tel. 2.878500 Fax 2.489131

(l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607 Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585 Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598

Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603

GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de

GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801

ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579 Fax 03 5794567

JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308

KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028

MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314

Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313

Rowecom UK Ltd (subscriptions) Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440

Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799

Bordeaux

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La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216

Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777

HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV (subscriptions) P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111

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