Cesare Maria Casati
Basta con gli “ismi” Enough of the old “isms”
C
redevamo che l’epoca degli “ismi” utilizzati per definire o circoscrivere dei periodi o delle “tendenze” di pensiero, nello sviluppare dei progetti di architettura, fosse finito con il post-modernismo. Persino il vetero-linguaggio falsamente erudito, ma di ermetica comprensione, usato fino agli anni Novanta, tipo “…senza produrre metafore figurative e sistemi distributivi attraversabili…”, per definire una “urbanizzazione debole”, è decisamente obsoleto e superato dalle nuove tecnologie di comunicazione. Invece, con grande sorpresa, scopro che l’amico Prestinenza Puglisi, dovendo difendere una futuribile qualità ed espansione di architetture progettate da giovani professionisti italiani, si inventa, sempre per “semplificare” le cose, quattro nuove categorie di appartenenza stilistica e persino localistica. Le quattro “macro categorie” proposte sono: i Post-conservatori, gli HighTouch, i Neo-metropolitani, i Neo-situazionisti. Ma cosa significa applicare delle etichette come fossero medicinali in farmacia a dei contenitori virtuali che nel loro insieme fanno parte da millenni del grande vaso della cultura architettonica e, in particolare, guarda caso, hanno aiutato tutti noi a comprendere l’architettura e, soprattutto, il movimento moderno? Infatti si parla sempre di “neo” o “post” per indicare concetti universali. Cosa significa Post-conservatori? Forse, Neo-classicismo? E High-Touch, come sensualità delle forme? E gli altri “neo” non li ho proprio capiti, se non tornando agli anni Cinquanta o a Marinetti. Tutte etichette di prodotti scaduti, che confondono solo le idee e non aiutano a capire le formidabili sinergie che le nuove tecnologie costruttive e la forte modificazione, persino antropologica, della società di oggi offrono ai giovani architetti chiedendo loro solo proposte adeguate ai valori odierni e libere da impedimenti linguistici. L’unico “ismo” che vogliamo continuare a perseguire è il Professionismo, sia per chi progetta sia per chi commenta.
W
e were convinced that the age of “isms” used to define or circumscribe periods or “trends” in the thinking underpinning architectural projects had ended with the postmodern. Even the old-fashioned, pseudoerudite, yet hermetically comprehensible language used up until the 1990s, such as “…. without producing figurative metaphors and traversable distributional systems…”, to describe “weak urbanisation”, seemed to be decidedly obsolete and outmoded by new forms of communication technology. Imagine our surprise when we discovered that, faced with the task of defending potential high-quality architecture for the future designed by young Italian professionals, our friend Prestinenza Puglisi had invented four new stylistic and even localistic categories to “make things simpler”. The four “macro categories” put forward are: Post-conservatives, HighTouch, Neo-metropolitans, and Neo-situationalists. So what is the point of applying labels, as if they were different kinds of medicine in a pharmacy, to virtual containers which together have, for millennia, been part of that huge receptacle of architectural design and which, take note, have in particular helped us all understand architecture and, most significantly, the modern movement? “Neo” and “post” are always used to refer to universal concepts. What does post-conservatives mean? May be neo-classicism? And what about High-Touch, evoking the sensual side of forms? And I cannot even understand the other “neos” without reverting back to the 1950s or Marinetti. All labels on products well past their sell-by date, which merely confuse matters and do not help us come to terms with the incredible synergies produced by new building technology and the striking changes (even anthropological) that modern-day society is offering young architects in return for nothing more than designs geared to modern-day values and free from linguistic constraints. The only “ism” we want to keep is Professionalism, on the part of both those who design and those who comment on architecture.
201 l’ARCA 1
Sarea Alain Sarfati
Credits Project: Alain Sarfati - Sarea Project MAnager: Nathalie Bara Assistants: Stéphanie Caruel, Lucie Rivault, David Le Hen, Xavier Hug-Predin
Engineering: Gaudriot Vde Soginord General Contractor: Supae Picardie Contractors: Asten (roofing), Diter (exterior finishing), Techni-Plafonds (false ceilings),
Sarea Alain Sarfati
Carreleurs Picards (ceramic floors), Gm Rivière (painting) Client: Ville d’Amiens, Sem Amiens Aménagement
Origami alla francese
College Arthur Rimbaud, Amiens
L’
edificio scolastico rappresenta un riferimento costante nella vita delle famiglie. E’ il primo spazio sociale dei bambini neo-cittadini, ora che “giocare per strada” non è più troppo raccomandabile ed è anche il primo approdo quotidiano nel peregrinare dei genitori. Il suo peso specifico nel contesto urbano è tanto maggiore quanto ci si sposta nelle aree più esterne della città, quelle di nuovo insediamento, dove la struttura del territorio non è ancora stata “digerita” dai suoi abitanti, dove le silhouettes dei palazzi, le strade, le insegne, i marciapiedi, gli alberelli appena messi a dimora, hanno ancora ciascuno la propria ombra stagliata e stentano a essere percepiti come un insieme palpitante di relazioni. Dove manca la famosa stratificazione sociale e architettonica che arricchisce di appeal il centro delle città rispetto alle periferie. Dove, se nessuno se ne preoccupa, tutto verrà su in fretta, ma ciascuno
a modo suo e indipendente dal resto. Come approcciare allora il progetto per un nuovo polo scolastico nell’area di recente urbanizzazione nella parte Nord di Amiens? Alain Sarfati, che non a caso debutta come urbanista prima di evolvere verso il suo Atelier de Recherche et d’Etudes d’Aménagement, ci plana sopra dall’alto, vede quello che vedono gli abitanti delle torri popolari che ogni giorno aprono la finestra e si affacciano verso la griglia scollegata della nuova città che si allarga, sente la sete di riferimenti visivi di cui ha bisogno chi si muove con la macchina tra il traffico cittadino, interpreta quello che vorrebbero vedere i bambini che all’intervallo affollano gli spazi aperti del cortile della scuola e ci consegna questa sua interessante interpretazione del progetto. Un progetto che si manifesta alla città come un Origami che fuoriesce da un Recinto. Il primo è caratterizzato dalle pieghe intriganti delle falde dei tetti. Il secondo definisce il peri-
metro sicuro del complesso scolastico. Un gioco architettonico, un’icona riconoscibile, interpretata con forme stilizzate e materiali comunicativi. La metafora dell’Origami è suggerita dal fatto che fu l’educatore e pedagogo tedesco Froebel (peraltro inizialmente laureato in archiettura) a diffonderlo in Occidente all’interno dei giochi a disposizione dei bambini nei suoi famosi kindergarten. Se l’Origami, con le pieghe dei tetti che si muovono e si alternano nei colori grigio, bianco e cromato, risponde dal punto di vista plastico e cromatico alla vista dall’alto dalle torri circostanti, il Recinto, per parte sua, è definito da un cortina in solidi blocchi di color ardesia. Al di sopra si sviluppa un prospetto vivace e rigoroso al tempo stesso. Su un manto costituito dalla stessa finitura ardesiata, questa volta distesa a opus incertum, si apre un primo piano fatto da un nastro di finestre continue e un secondo
piano caratterizzato da grosse aperture di forme diversificate. Al centro, l’ingresso è rivestito da una maglia semi-trasparente per lasciare intravedere la grande facciata vetrata retrostante e il giardino interno. L’andamento del tetto obbliga le facciate a muoversi secondo un profilo discontinuo e conferisce loro una varietà di personalità, ben maggiore della reale articolazione a disposizione della volumetria in progetto. Questo effetto è ancora più evidente dal punto di vista interno al cortile, grazie all’arretramento dei fronti ottenuto a partire dal secondo livello e al disallineamento ritmato delle finestre. Questa moltitudine di punti di vista elude ogni senso di predeterminazione e, unita alla solidità dell’impianto funzionale, contribuisce in modo decisivo a creare un rapporto fattivo tra il progetto e l’ambiente circostante. Jacopo della Fontana
Arthur Rimbaud High School in the north of Amiens is set in an emerging suburban context creating a new landscape. The building covers an area of 4,200 square metres on a site of 8,000 square metres. There are also 2,500 square metres of outside spaces and the school can cater for 400 pupils.
Hervé Abbadie
Il liceo Arthur Rimbaud nel settore nord di Amiens si inscrive in un contesto peri-urbano in divenire strutturando un nuovo paesaggio. Su un’area di 8.000 mq, l’edificio occupa una superficie di 4.200 mq con 2.500 mq di spazi esterni e ospita 400 allievi.
2 l’ARCA 201
201 l’ARCA 3
T
he school building is a constant part of family life. It is the first social space children frequent as they are introduced into the community, particularly now that “playing out in the street” is no longer a good idea, and it is also the first stop for adults as they set about their daily lives. Its specific weight in the cityscape increases as you move out into the outskirts of the city, into those newly developing settlements where the territorial layout has not yet been “digested” by its inhabitants, where the outlines of buildings, roads, signs, pavements and recently planted trees each cast their own distinctive shadows and are barely perceptible as a palpitating set of relations. Here there is none of that famous social-architectural stratification that makes city centres so much more appealing than the suburbs. If we are not careful things will just shoot up here, and all in
L’edificio si sviluppa da un basamento rivestito in mattoni antracite aprendosi ai piani superiori con ampie finestrature che lasciano penetrare la luce naturale nelle
4 l’ARCA 201
aule. Dall’alto, il complesso si articola vivacemente con una copertura ondulata che si piega e si spiega in un gioco di elementi bianchi, grigi e dorati. Dalla
spianata d’ingresso si percepisce la presenza della facciata vetrata del centro documentazione e di un patio piantumato.
their own way and separate from all the rest. So how should we approach this project for a new school facility in a recently urbanised area in northern Amiens? Alain Sarfati, who not surprisingly first worked as a town-planner before developing his Atelier de Recherche et d’Etudes d’Aménagement, glides up above and sees what the inhabitants of the council blocks see as they open their windows each morning and look out onto the dishevelled grid of the sprawling new city, he senses the thirst for visual reference points of people who drive through the city traffic, interprets what the children would like to see when they flood into the open spaces of the school courtyard at break time, and presents us with this interesting reading of the project. A project that relates to the city like a piece of Origami sticking out from an enclosure. The former stands out for the intriguing folds in the roof pitches. The latter marks the secure
boundaries of the school complex. An architectural game, an identifiable icon, drawing on stylised forms and communicative materials. The Origami metaphor is suggested by the fact that this practice was introduced to the West by the German educational expert and pedagogue Froebel (initially a graduate in architecture), who made it available to children to play with in his famous kindergartens. The folds in the roofs of the Origami section, moving around and alternating in the colours of grey, white and chrome, correspond both sculpturally and chromatically to the view from above of the surrounding towers; the Enclosure part, on the other hand, is marked by a curtain of sold slate-coloured blocks. The elevation above is both lively and precise in its design. The first floor with its band of curtain windows and the second floor with its large openings of various shapes and forms open up
The building is built on a base clad with anthracite bricks opening up on the upper floors with wide windows letting natural light into the school rooms.
The top of the complex is enlivened by an undulating roof that folds and unfolds in an interplay of white, grey and golden elements. The opening near the entrance
above a layer of the aforementioned slated finish, that has been smeared on in rather opus incertus fashion. The entrance in the middle is clad with a semi-transparent mesh to provide glimpses of the large glass façade at the rear and the internal garden. The shape of the roof produces a broken façade pattern, giving the said facades their own distinct personality, much more powerful than naturally entails from the structural layout of the project. This effect is even more obvious from inside the courtyard, thanks to the way the fronts are set back from the second level onwards and the rhythmic disalignment of the windows. The multitude of different points of view eludes all pre-determined meaning and, combined with the solidity of the functional layout, provides a decisive contribution to creating effective relations between the project and its setting. Jacopo della Fontana
reveals the glass façade of the information centre and a landscaped patio.
201 l’ARCA 5
In alto, planimetria generale, assonometria e sezioni trasversale e longitudinale. Sotto, gli spazi comuni e
6 l’ARCA 201
dell'ingresso giocati sulla dinamica dei piani e mezzanini tagliati dalla luce naturale.
Top, site plan, axonometry, and cross and longitudinal sections. Below, the communal and entrance spaces
playing on dynamic interaction between the floors and mezzanines cut through y natural light.
201 l’ARCA 7
Rafael Viñoly Architects
Rafael Viñoly Architects
La casa del jazz
Jazz at Lincoln Center, New York
S Credits Project: Rafael Viñoly Architects Principals: Rafael Viñoly, Jay Bargmann Design Team: Charles Bloomberg, Stephanie Goto, Issei Horikoshi, Shigeru Kotoda, Sandra McKee, Takeshi Miyakawa, Peter Girgis, Steve Moon, Fred Wilmers, Nida Rehman, Anoo Raman, Ryo Fukai, Laura Gelso Structural Engineers: Dewhurst MacFarlane and Partners Acoustical Consultants: The Sound of Jazz (SOJ) joint venture of Artec Consultants, Walters-Storyk Design Group: Russell Johnson, Damian Doria, Sam Berkow, John Storyk, Ed Arenius, Federico Cruz-Barney; Tom Clark, Chris Darland, Romina Larregina, Ted Pyper, Erik Larsen, Scott Yates Theater Consultants: Artec Consultants (Russell Johnson, Christopher S.Darland, G.Thomas Clark) Mechanical Engineers: Flack+Kurtz Consulting Engineers (Norman Kranz, Gary Pomerantz, Len Zimmerman Construction Manager: Turner/Santa Fe Construction Company (Rory C. DeJohn, Desmond Emanuel, Charles Murphy, Douglas G. De Phillips Client: Jazz at Lincoln Center (Project Leadership: Lisa Schiff, Jonathan F.P.Rose, Wynton Marsalis, Hughlyn F.Fierce, Paul Logan, Walter Thinnes)
8 l’ARCA 201
incopata e imprevedibile, ma non eccentrica… così può essere definita la nuova casa del jazz di New York, la Frederick P. Rose Hall al Lincoln Center (www.jalc.org), tra Broadway e la 60th Street. In circa 10.000 metri quadrati, incastonati all’interno del Time Warner Center nuovo simbolo urbano di Columbus Circle realizzato dai SOM, trova spazio questo Jazz at Lincoln Center, gioiello architettonico-musicale che comprende spazi di varie dimensioni per concerti, sale per le prove e l’insegnamento, e una galleria espositiva. Sarà la casa della Lincoln Jazz Orchestra e presenterà oltre 450 concerti all’anno delle più diverse anime del jazz. L’architetto chiamato dalla JALC e dal suo direttore Wynton Marsalis per trasporre in architettura il sofisticato sound del jazz è stato Rafael Viñoly, cui si è affiancato un gruppo di esperti di acustica riunito sotto il nome di Sound of Jazz e formato da Artec Consultants e Walters-Storyk Design Group. La Frederick P.Rose Hall, inaugurata lo scorso ottobre, consta di due sale concerti, la Allen Room, da 310/550 posti, e il Rose Theatre, con una capacità variabile a seconda della configurazione adottata da 1.100 a 1.231 posti, è la sala maggiore e può ospitare anche concerti classici, opera, danza, proiezioni, teatro; uno spazio più intimo e informale per performance, seminari, eventi speciali e feste (140 posti), il Dizzy’s Club Coca-Cola; l’Irene Diamond Education Center contenente tutti i necessari servizi per l’insegnamento, le prove, i seminari ecc. e, infine, la Ertegun Jazz Hall of Fame, in cui si celebrano con esposizioni interattive la storia del jazz e i suoi protagonisti. Tutte le sale da concerto sono dotate di dispositivi per la registrazione. La caratteristica principale è quella di avere un’estrema flessibilità di configurazione in modo da ottenere per ciascun specifico concerto l’acustica e l’ambiente migliori, soprattutto col fine di avvicinare il più possibile il pubblico agli orchestrali creando così quella armonia e unità emotiva tipica delle performance jazzistiche. Ma il simbolo arcitettonico più espressivo è certamente la grande vetrata a tutta altezza sullo sfondo del palcoscenico della Allen Room: da qui, lo skyline e il cielo di Manhattan entrano in diretto contatto con la sala, creando un’atmosfera sensuale e foriera di emozioni. Questo scrigno del jazz è un omaggio a quello che è il genere musicale simbolo dell’America, un sound “democratico” dove ogni strumento e ogni nota hanno il proprio valore unico, ma, allo stesso tempo, sono un tassello unificante per la creazione dell’opera complessiva. Lo stesso vale per gli spazi realizzati da Viñoly: ciascuno è unico e a suo modo affascinante, ma contribuisce alla visione globale di un insieme dal sapore contemporaneamente sofisticato e familiare, tecnologico e accogliente. Si tratta di una sequenza spaziale coordinata e integrata alla propria funzione, in cui anche la scelta dei materiali, caldi e organici, determina un ambiente familiare e rilassante. Wynton Marsalis, parlando della JALC dà il senso di questa onnicomprensività: “Noi il jazz non lo suoniamo soltanto – lo insegniamo, lo scriviamo, lo danziamo, lo presentiamo, lo fotografiamo, lo filmiamo, lo produciamo, lo archiviamo, lo registriamo, lo commissioniamo lo celebriamo, lo amiamo, lo condividiamo”. Elena Tomei
S
yncopated and unpredictable, but not eccentric……is how we might describe this new jazz venue in New York, Frederick P.Rose Hall in the Lincoln Center (www.jalc.org), between Broadway and 60th Street. This new jazz venue at the Lincoln Center, an architecturalmusical gem encompassing different size spaces for holding concerts, rehearsal and teaching rooms, and an exhibition gallery, is located in an area of about 10,000 square metres incorporated in the Time Warner Center, a new urban landmark in Columbus Circle designed by the SOM team. This will be the home of the Lincoln Jazz Orchestra and will host over 450 concerts-a-year, catering for every imaginable style of jazz music. The architect the JALC and its director Wynton Marsali commissioned to turn the sophisticated sounds of jazz into architecture was Rafael Viñoly, backed up by a team of acoustics experts called the Sound of Jazz formed by Artec Consultants and the Walters-Storyk Design Group. Frederick P.Rose Hall, which opened last October, consists of two concerts halls ( the 310/550-seat Allen Room and the Rose Theatre, whose capacity various between 1,100 and 1,231 according to its layout, making it the biggest facility, ideal for hosting classic concerts, opera, dance, film projections and theatrical performances), a more informal and cosy space for other performances, seminars, special events and parties (140 seats) called the Dizzy’s Club Coca-Cola, the Irene Diamond Education Center holding everything required for teaching, rehearsals, seminars etc., and, lastly, the Ertegun Jazz Hall of Fame, whose interactive displays celebrate the history of jazz and its leading figures. All the concert halls are furbished with recording props and devices. The most distinctive feature is its extremely flexible layout designed to provide the ideal acoustics and setting for any specific concert, mainly with a view to bringing the audience as close to the musicians as possible to create the kind of harmony and emotional unity associated with jazz performances. But the most emblematic architectural feature of all is the large full-height glass window at the back of the Allen Room stage bringing the Manhattan skyline into direct contact with the hall to create a sensual atmosphere oozing with emotion. This Jazz showcase is really a homage to America’s signature genre of music, a “democratic” sound in which every instrument and note have their own unique value, while, at the same time, knitting together to create the overall work. The same applies to the spaces designed by Viñoly: each one is unique and fascinating in its own way, contributing to the overall reading of a distinctly sophisticated yet familiar, technologically warm and welcoming whole. This is a co-ordinated spatial sequence integrated into its function, in which the choice of warm organic materials helps create a friendly relaxing setting. Talking about the JALC, Wynton Marsalis gave us an idea of its all-encompassing nature: “We do not just play jazz – we teach it, compose it, dance it, present it, photograph it, film it, produce it, archive it, record it, commission it, celebrate it, love it, and share it.”
1.
Rose Theater
2.
The Allen Room
3.
Dizzy’s Club Coca Cola
4.
Jazz Atrium
5.
Education Rehearsal, and Recording Studio
6.
The Edward John Noble Foundation Studio
7.
Louis Armstrong Classroom
8.
Producer’s Suite
9.
Ertegun Jazz Hall of Fame
10. Musicians’ Lounge 11. Technical Operations Center 12. Stage Door Elevators 13. Green Room 14. Dressing Rooms
Pianta del quinto piano e spaccato del modello della nuova Frederick P. Rose Hall del Jazz at Lincoln Center di New York. Il nuovo complesso teatrale, inserito nel Time Warner Center, ha due sale principali
e uno spazio informale per varie tipologie di concerti jazz: il Rose Theatre (1.100/1.231 posti), la Allen Room (310/350 posti), il Dizzy’s Club Coca Cola, (150posti). Contiene inoltre una galleria espositiva e sale per
l’insegnamento,le prove e le registrazioni.
Plan of the fifth floor and cutaway of the model of the new Frederick P.Rose Hall of Jazz at the Lincoln Center, New York.
The new theatre facility, incorporated in the Time Warner Center, has two main halls and an informal space for various kinds of jazz concert (1,100/1,231 seats), the Allen Room (310/250 seats), and
Dizzy’s Club Coca Cola (150 seats). It also holds an exhibition gallery and teaching, rehearsal and recording rooms.
201 l’ARCA 9
Sopra, rendering del Rose Theater nella modalità per orchestra jazz. Sotto a sinistra, scorcio della Ertegun Jazz Hall of Fame; a destra, vista dell’atrio e, in basso,
10 l’ARCA 201
il Jazz Cafè. Nella pagina a fianco,la grande vetrata che conclude il palcoscenico della Allen Room, una nuova icona per il jazz newyorkese.
Above, rendering of the Rose Theatre in its jazz orchestra layout. Below, left, partial view of the Ertegun Jazz Hall of Fame; right, view of the lobby and, bottom, the Jazz Café.
Opposite page, the large glass window at the end of the Allen Room stage, a new icon for New York jazz.
201 l’ARCA 11
Renzo Costa
Simbolo e movimento UNA Hotel Malpensa
Credits Project: Renzo Costa Technical coordination: Ufficio Tecnico UNA Consultants: A&I Progetti, Ing. Giovanni Palchetti, Studio Tecnico Zaccarelli, MITEC, PRO.TER., BETA Progetti, Bormida & Bajma, General Contractor: Rosso Francesco & Figli Metal Works: Fucci Metalmeccanica, Galbassini Carpenteria Facade Systems: S.I.C.E.F. Glasses: S.I.C.E.F., Glaverbel Italy Frame Works: S.I.C.E.F. Porcelained Gres Cladding: Iris Ceramica, Dellera Sun Shading: Arredamento Lombardo Wall Paintings: Bazzi Lighting Systems: Targetti Sankey, Gsc Hotel Lighting, Simes, Chary Floors: E.P. Porficio, Ediliamarble, Bisazza, Rosso Francesco & Figli, C.R.D.I. False Ceilings: Sicorap Partition Wals: Estfeller Doors: Silente Elevators: Schindler Air Conditioning: Fratelli Panzeri Electrical Plants: Bergamin Furnishings: B&B Italia, Lema, International Office Concept, Tonon International, Accademia, Monteflex, Roofings, Water-Proofing and Insulation: Rosso Francesco & Figli Audio-Video Systems: Natali Multimedia Kitchen Equipments: Electrolux Professional Bathroom Accessories: Inda TV Sets: Philips Building Automation Systems: VDA Elettronica Client: UNA
12 l’ARCA 201
A
rchitecture and design are now an integral part of a new idea of what hotels should be like, featuring a wider and more sophisticated range of services and facilities. Services at the technological cutting-edge, furbished spaces with increasingly advanced computer systems, high-quality and extremely comfortable interiors, and increasingly elaborate and complex functions serving a wide spectrum of guests, are all catered for in highly stylish architectural designs. What is new then is the idea of a hotel facility that is no longer designed exclusively along the lines of hospitality, accommodation and efficient services, but also thought of as being a building with its own structural-stylistic autonomy. Architecture which, as such, plays a key role not just in projecting a Group’s image but also in the way it fits into its setting as a means of generating fresh energy and new flows and relations altering the existing state of affairs. Important hotel companies have turned architecture into a strategy for constructing or re-launching their own image to reach more competitive standards, commissioning internationally famous designers and architects to design new hotels and re-think the spaces and settings of those that already exist. UNA Hotel’s philosophy also falls in line with this new strategy. UNA Hotel is a dynamic hotel group that has chosen “the designer touch” as its trump card, getting people like Aldo Cibic, Fabio Novembre, Marco Piva and Luca Scacchetti involved to put their “signature” to the interiors of their hotels. The new UNA Hotel Malpensa has just opened with its futuristic building forms providing a fresh concept of what hospitality means. The Roman architect Renzo Costa deserves praise for the way he has managed to interpret such a complex functional brief while complying with all the rigorous building constraints. He has designed a structure whose stylistic features are carefully scaled to fit into the surroundings. Symbols and motion are the two keys to interpreting a project designed as part of a particularly strategic geographic context. Located along the main road to Malpensa Airport and nearby what will be the new Milan Trade Fair, the building stands out on the skyline of the flat surrounding landscape marked by a number of important communication nodes. Its towering, dynamic outlines rises up over eleven stories, completely enveloped by two asymmetric and counteracting metal sails. The composed energy shaping the overall design is generated by a parallelepiped clad with horizontal sheet of white ceramics contrasting with the staticness of the sloping windows. The two alucobond-coated silvered sails enveloping the structure holding the rooms emerge from the dilating structural design along the longitudinal axis. The interiors, which also work around the idea of motion set down by a fish-shaped building plan, feature a sequence of pleasantly modern rooms. There is nothing of that standardised image of a sort of widely popular “international style”, here in contrast everything is custom-designed from the hall premises and bar to the restaurant and rooms, that can be reached up to panoramic lifts. 160 rooms, a conference centre with room for 140 people and cutting-edge technology back up the architectural design to provide excellent facilities for both tourists and business people.
Alberto Ferrero
A
rchitettura e design sono ormai divenuti parte integrante di un nuovo concetto di hôtellerie che si è via via sempre più affinato e ampliato per qualità e diversificazione del tipo di offerta. A dotazioni e servizi tecnologicamente evoluti, spazi attrezzati con i più avanzati sistemi di strumentazione informatica, qualità e confort degli ambienti, funzioni sempre più sofisticate e complesse a disposizione di una clientela differenziata, si coniugano le proprietà espressive dell’architettura. Nuovo è quindi un concetto di struttura alberghiera non più esclusivamente pensato in termini di ospitalità, accoglienza ed efficienza delle prestazioni, ma anche di edificio dotato di un sua autonomia volumetrica e linguistica. Un’architettura che proprio in quanto tale assume un ruolo determinante non solo nel veicolare l’immagine di un Gruppo, ma nel collocarsi in uno specifico contesto come momento generatore di nuove energie, nuovi flussi e relazioni che ne modificano l’assetto esistente. Importanti compagnie alberghiere hanno fatto dell’architettura una strategia per costruire o rilanciare la propria immagine a livelli maggiormente competitivi, interpellando progettisti e designer di fama internazionale per disegnare nuovi alberghi o ripensare spazi e ambienti di quelli esistenti. In questa nuova prospettiva si inserisce anche la filosofia di UNA Hotel, dinamico gruppo alberghiero, che ha intrapreso la scelta della “progettualità” come fattore vincente, coinvolgendo nomi quali Aldo Cibic, Fabio Novembre, Marco Piva o Luca Scacchetti come “firme” degli interni dei propri alberghi. E’ di qualche mese invece l’inaugurazione del nuovo UNA Hotel Malpensa che declina in un edificio dalle forme avveniristiche il tema dell’architettura e di una nuova formula di ospitalità. Il merito del progettista, l’architetto romano Renzo Costa, è quello di aver saputo interpretare le esigenze di un programma funzionale complesso e condizionato da una rigida normativa, plasmando un volume con valenze espressive tali da coinvolgere la percezione di scala e di sistema del territorio circostante. Simbolo e movimento sono i due pesi su cui viene carato il progetto concepito come parte di un contesto geografico particolarmente strategico. Situato sulla direttrice per l’aeroporto di Milano Malpensa e vicino al futuro Polo fieristico milanese, l’edificio si impone nello skyline di un paesaggio piatto e inciso da importanti nodi di comunicazione. Una sagoma svettante e dinamica, si staglia nel cielo per undici piani, interamente avvolti da due vele metalliche asimmetriche e contrapposte. L’energia composta che dà forma all’insieme si genera da un parallelepipedo rivestito a lastre orizzontali di gres porcellanato bianco che viene contraddetto nella sua staticità da una finestratura a forma di fuso inclinato. Dalla dilatazione delle volumetrie lungo l’asse longitudinale prendono origine le due vele argentate, rivestite in alucobond, che in un abbraccio avvolgente racchiudono il volume del corpo camere. Gli interni, che assecondano il concetto di movimento tracciato dall’impianto planimetrico, offrono un susseguirsi di ambienti piacevolmente contemporanei. Nulla dell’immagine standardizzata propria di un più comunemente diffuso “stile internazionale”, ma tutto progettato ad hoc, dagli spazi della hall e del bar, al ristorante, fino alle camere raggiungibili da due suggestivi ascensori panoramici. 160 camere, un centro congressi con una capienza di 140 persone e una tecnologia all’avanguardia affiancano alla forza dell’architettura la completezza di un’offerta indirizzata a una clientela di turismo e d’affari. Elena Cardani
201 l’ARCA 13
In questa pagina e in quella precedente, viste generali e particolare della articolata volumetria che caratterizza l'UNA Hotel Malpensa, il nuovo albergo che sorge lungo la direttrice per l'aeroporto di Milano Malpensa, a Cerro Maggiore. L'hotel è dotato di 160 camere, un centro congressi con tre sale riunioni e una capienza di 140 persone, e tutte le tecnologie d'avanguardia.
This page and previous page, general views and detail of the elaborate structural design of UNA Hotel Malpensa, the new hotel built along the main road to Malpensa Airport in Cerro Maggiore. The hotel is furbished with 160 rooms, a 140-seat conference centre with three meeting rooms, and all the latest cutting-edge technology.
14 l’ARCA 201
201 l’ARCA 15
La hall d'ingresso che si sviluppa con spazi sinuosi della zona bar, per poi articolarsi in un piano mezzanino raggiungibile da una scalinata scenografica. Sotto, la facciata principale con l'ingresso individuato da una lama in metallo rosso che penetra trasversalmente all'interno dell'edificio uscendo dalla parte opposta.
Zona barconversazione a piano terreno ed elementi generatori dell'idea di progetto.
Ground-floor barconversation area and some of the project’s most distinctive features.
The entrance hall winds through the sinuous bar area before expanding into a mezzanine level that can be reached up a decorative staircase. Below, the main façade showing the entrance with its red metal blade cutting across the building interior and emerging over on the opposite side.
16 l’ARCA 201
201 l’ARCA 17
Particolari delle camere, delle zone comuni e postazioni internet a disposizione della clientela. Un accurato design degli spazi e degli arredi, la scelta dei tessuti e dei rivestimenti, rendono gli ambienti particolarmente accoglienti e personalizzati rispetto ai tradizionali standard del cosiddetto “stile internazionale”.
Details of the rooms, communal areas and Internet points available to guests. The careful spatial and furnishing design and the choice of fabrics and coatings make these premises particularly warm and welcoming and highly personalised compared to the traditional standards of the so-called “international style”.
18 l’ARCA 201
201 l’ARCA 19
Bernard Tschumi Urbanistes Architectes
Bernard Tschumi Urbanistes Architectes
Doppia pelle In Geneva Credits Project: Bernard Tschumi, Joel Rutten, Véronique Descharrières, Jon Chace, Robert Holton, Valentin Bontjes van Beek, Kate Linker, Liz Kim (Design Team Competition) Project Team: Bernard Tschumi, Véronique Descharrières, Ludovic Ghirardi, Joel Rutten, Jonathan Chace, Phu Hoang, Nicolas Martin, Jane Kim, Adam Dayem, Cristiana Devizzi, Alex Reid, Matteo Viganò, Jean Jacques Hubert, Antoine Santiard, Yann Brossier, Michaela Matcalfe, Allis Chee, Justin Moore, Joel Aviles Interior design: Eric Maria - EMA Furniture: Saporiti Italia Client: Vacheron Constantin
V
olume o superficie? Esemplificando attraverso una metafora sportiva, se Gehry è uno spericolato snowboardista lanciato sulle vertiginose piste del Guggenheim di Bilbao, Tschumi è invece più incline alla pratica riflessiva dello sci di fondo, magari alternandolo con qualche veloce discesa dal trampolino olimpionico. Che a Tschumi piaccia scivolare senza repentini cambi di direzione, evitando le curve più dure, lo dimostra la pacata configurazione della nuova sede Vacheron Constantin, caratterizzata da una sinuosa superficie adagiata su volumi elementari. Insomma, l’architettura, si sa, è priva di suoni propri ma è anche vero che può essere fortemente evocativa e generatrice di stupefacenti metamorfosi. La nuova sede ha l’aria lieve del divertissement compositivo, dell’esercizio di stile, comunque sia è un’operazione volta a sottrarre peso e materia: copertura e facciata sono, infatti, un tutt’uno risolto attraverso un piano continuo sagomato alla maniera di un foglio di carta; se non è una metamorfosi questa. Una metamorfosi verso forme architettoniche non “scatolari” ma cognitive, organismi sensibili al continuo divenire delle tensioni culturali del nostro tempo. Alla ricerca di un linguaggio in grado di esprimere originalità creativa ma capace anche di ibridarsi con la serialità del prodotto industriale, Bernard Tschumi lavora su vari piani concettuali: il più evidente è quello del dualismo naturale/artificiale, in questo caso espresso attraverso un nastro doubleface con la superficie esterna in metallo e l’intradosso in legno, il tutto frutto di una sofisticata
concezione architettonica unita a una semplicità realizzativa davvero sorprendente. Per raggruppare in un unico centro alcune sedi sparse sul territorio ginevrino, Vacheron Constantin nel 2001 lancia un concorso internazionale per la realizzazione di un complesso per uffici e per il reparto produttivo. Lo studio Bernard Tschumi Urbanistes Architectes si aggiudica il primo premio, convincendo una giuria che apprezza le ampie superfici vetrate e l’originale concezione architettonica in grande sintonia con la raffinata immagine di uno dei più blasonati produttori di orologi del mondo, la cui nascita risale al lontano 1755. Nelle intenzioni del committente c’era dunque l’obiettivo di esaltare un prestigioso passato attraverso un’architettura esplicitamente lanciata verso il futuro. Un’operazione non facile, almeno sul piano della visibilità. Oggi, infatti, il futuro pare alla portata di tutti grazie alle nuove tecnologie informatiche, in grado generare strutture complesse e realizzare straordinarie configurazioni spaziali. Tschumi non ha percorso la strada della complessità ma ha puntato invece sull’integrazione fra tradizione e modernità: il grande foglio piegato con le feritoie “fustellate” è sì un’esplicita citazione alla produzione seriale ma riassume in sé anche l’idea di una creatività legata alla solitaria genialità dell’individuo, esalta la figura dell’artigiano che, a differenza della produzione industrializzata, può creare – in assenza di vincoli quantitativi – con più libertà e immaginazione. Carlo Paganelli
Schizzi di progetto e sezione prospettica del nuovo complesso
20 l’ARCA 201
per uffici e produzione Vacheron Constantin, realizzato a Ginevra.
Project sketches and perspective section of the new Vacheron
Constantin offices and production facility in Geneva.
201 l’ARCA 21
Schema costruttivo del “nastro” che funge sia come copertura sia come parete e, in basso, sezione longitudinale. Il nastro dispone di due differenti superfici: la faccia esterna è in metallo, quella interna in legno.
Christian Richters
Construction diagram of the “ribbon” acting as both a roof and wall and, bottom, the longitudinal section. The ribbon has two different surfaces: the outside façade is made of metal and the inside façade of wood.
22 l’ARCA 201
201 l’ARCA 23
Piante dei diversi livelli, il complesso ha una superficie utile di 7.000 mq. A parte il nastro e i solai, il resto dell’edificio è caratterizzato da una totale trasparenza in grado di esaltare il rapporto fra esterno e interno.
Plans of the various level, the complex covers an area of 7,000 square metres. Apart from the ribbon and floors, the rest of the building is totally transparent to bring out relations between the inside and outside.
S
tructure or surface? Exemplifying this dilemma using a sports metaphor, if Gehry might be described as a daring snowboarder dashing down the breathtaking slopes of the Guggenheim in Bilbao, then Tschumi in contrast tends more towards the kind of careful reflection associated with cross-country skiing, possibly alternated with the odd leap from the Olympic ski jump slope. That Tschumi likes to glide smoothly without any sudden changes in direction, carefully avoiding any tricky curves, is evident in the carefully gauged layout of the new Vacheron Constantin headquarters in Geneva with its winding surface resting on simple structures. As we know, architecture has no sounds of its own, but it can be highly evocative and produce some staggering instances of metamorphosis. This new headquarters has the easy look of an amusing stylistic whim or exercise in style, but in any case it works around the idea of subtracting weight and matter: the roof and façade actually form a unit constructed around a seamless plane shaped like a sheet of paper; what could be more like a metamorphosis? A metamorphosis towards non “box-shaped” architectural forms, but rather cognitive organisms sensitive to the constant becoming of the most vibrant cultural issues of the age in which we live. Searching for an idiom capable of expressing creative originality while also adapting to the mass-produced style of industrial production, Tschumi works on various conceptual levels: the most obvious is that dualism between nature and artifice, in this instance embodied in a two-sided ribbon with a metal outside
24 l’ARCA 201
surface and wooden intrados, all deriving from a sophisticated architectural notion combined with a construction method of startling simplicity. In order to group a number of different offices located all over the Geneva area into one single centre, Vacheron Constantin organised an international competition in 2001 to design an office complex and place for manufacturing its famous watches. Bernard Tschumi Urbanistes Architectes won first prize, winning over a panel of judges that really liked the wide glass surfaces and original architectural design in total harmony with the elegant image of one of the most prestigious watch-makers in the world, which was actually originally established way back in 1755. The client wanted to draw attention to a prestigious past through architecture explicitly projected into the future. No easy undertaking (at least in terms of visibility), since the future now seems to be available to everybody thanks to new computer technology capable of generating complex structures and creating incredible spatial configurations. Tschumi has not reverted to complexity, preferring instead to bring together modernity and tradition. The large folded sheet, with “tapering” slits in it, is indeed an explicit citation of mass production, but it also encompasses the idea of creativity connected with solitary individual creativity, exalts the idea of the craftsman who, in contrast with industrialised production, can create – without the restrictions of quantitative constraints – with more freedom and imagination. Carlo Paganelli
201 l’ARCA 25
Qui a fianco, un ambiente in cui si evidenzia la curvatura dell’intradosso.
Peter Mauss/Esto
Opposite, a setting highlighting the curvature of the intrados.
26 l’ARCA 201
201 l’ARCA 27
28 l’ARCA 201
E
co_logical design è il frutto di una ricerca interdisciplinare per una nuova architettura sostenibile sia dal punto di vista energetico che sociale. L’obiettivo di questa ricerca è la messa a punto di un processo progettuale in grado di esplorare il rapporto (non-lineare) di causa-effetto tra la forma (geometria/struttura/materialità) dell’involucro architettonico e le sue performance (ambientali/ergonomiche) in relazione alle esigenze spaziali dell’utenza. Questo lavoro, quindi, non è un esercizio stilistico teso alla riproduzione di forme organiche. Il background teorico di questa ricerca si fonda su uno studio analitico dei processi generativi ed evolutivi della forma che avvengono in natura. Nello specifico ci si è soffermati sulla capacità degli esseri animati e non animati a “organizzarsi” e adattarsi a contesti specifici in modo simbiotico, nel tempo e nello spazio. La logica distributiva che determina la variazione della pelle di un camaleonte, il sistema di apertura e distribuzione dei petali di un fiore ecc. vengono interpretati come esempi a cui fare riferimento per la loro stessa capacità di coordinamento tra sistemi. Consapevoli del fatto che le forme architettoniche sono inerti: non creano né muoiono. A dispetto della grande tentazione esercitata dalle animazioni digitali, l’architettura rimane, per parafrasare Goethe, un “movimento congelato”. Del resto neppure Bergson ha mai sostenuto che l’architettura possa essere assorbita nel perpetuo divenire della vita. Il filosofo, al contrario, ha sottolineato una fondamentale distinzione tra l’“organizzazione” della natura e la “manifattura” degli uomini. Questa ultima “consiste nel dar forma alla materia, nel renderla duttile e nel piegarla, nel trasformarla in uno strumento per dominarla”; consiste “nell’assemblare parti di materia…allo scopo di ottenere da loro un’azione comune”. Considerando questa come premessa teorica al processo progettuale, il ruolo del designer consiste nel sviluppare un architettura frutto di un processo di material organization. Eco_logical design, quindi, non ha niente a che fare con la tradizionale nozione di “green” architecture. L’aspetto ecologico di questo processo di morfogenesi è rappresentato dal suo approccio sistemico (“organization”) ed evolutivo riguardo la generazione della forma e alla sua predisposizione a proliferarsi. Alla richiesta pressante per una architettura sostenibile si intende, quindi, rispondere con metodi operativi caratteristici dei sistemi bottom up, mettendo in discussione i concetti fondamentali della progettazione. L’approccio proposto consiste, nel selezionare da una gamma di configurazioni formali (specie), ottenute dalla variazione parametrica di un unità semplice (genotipo), la configurazione che risponde meglio alle caratteristiche “site specific” del contesto (ambientale, sociale, ecc.). In questo caso quindi la relazione dinamica che il modello instaura con il contesto non dipende dalla robotica (kinetic response) ma dalla capacità del designer di saper generare un modello iniziale (sistema di relazioni), selezionare/“congelare” e quindi implementare, contestualizzare il modello selezionato. In questo caso è chiaro che il concetto di tipologia viene sostituito da quella di topologia (scienza che studia le proprietà invarianti delle forme). La topologia in questo approccio rappresenta un importante strumento, sofisticato ma elementare, per stabilire le leggi che regolano la composizione di una struttura e i suoi modi di deformazione. La trasposizione in architettura di teorie come quello della topologia, dell’emergenza viene sperimentata attraverso l’uso integrato di tecniche di modellazione parametrica (phisical/digital) e di software di simulazione ambientale. Il progetto, quindi, diviene la trasposizione formale di una complessa ecologia di intenti, il risultato dell’ingegnerizzazione di un regime operativo piuttosto che l’attualizzazione di una soluzione stabilita a priori. Di qui la propensione a generare una material organization in grado di rispondere dinamicamente alla complessità dell’ambiente circostante. La strategia proposta tende a mettere in atto una sorta di pre-archi-
Eco_logical design tettura disciplinare, un sistema di relazioni e di regole rappresentate da quello che Gilles Deleuze definisce un “abstract diagram”. I principi operativi che regolano questo diagramma iniziale sono determinati dalla scelta di un’organizzazione spaziale/geometrica/strutturale predisposta a recepire informazioni specifiche che emergono dall analisi del contesto. In questa fase le variabili di un contesto specifico vengono considerate nei loro aspetti quantitativi, e quindi non arbitrari, al fine di fornire dati capaci di in_formare il diagramma iniziale (genotipo). Per ottenere questo obbiettivo, lo studio analitico delle dinamiche ambientali (microclima, topografia, flussi di persone e di cose ecc.) avviene attraverso la sperimentazione di tecniche diagrammatiche e di mapping. Queste tecniche sono spesso supportate dall’uso di software elaborano e visualizzano i dati in modo correlato. Risultato di questa fase è la configurazione di ciò che in biologia viene chiamato genotipo oltre che l’elaborazione dei dati che lo guideranno nella sua manifestazione fisica (fenotipo). Il form finding, introdotto sperimentalmente da Buckminster Fuller prima e da Frei Otto poi, è un metodo progettuale che esplora la tendenza del materiale ad auto-organizzarsi in relazione all’azione di particolari influenze esterne. Nella progettazione architettonica viene usato per generare forme strutturali efficienti. In questo approccio eco_logical la forma e la struttura dell’involucro sono intrinsecamente interconnessi. La “forma” dell’iniziale genotipo (diagramma astratto) viene determinata dalla interrelazione tra l’applicazione di architectural actions (piegare, torcere, bucare ecc.) e il set di parametri (ambiente, principi costruttivi, materiali ecc.) a cui le “actions” sono chiamate a rispondere. Grazie all’integrazione di tecniche di modellazione parametrica (fisica/digitale) e tecniche di rapid prototyping, eco_logical design lavora su esperimenti multiparametrici. Questo significa che simultaneamente vengono considerate le molteplici forze (processi costruttivi, materiali, ambiente) agenti sul sistema. Il risultato finale di questa fase progettuale è la produzione di un catalogo di possibili configurazioni formali/strutturali le cui performance verranno valutate in modo analitico. In questa fase del processo progettuale vengono sperimentati in modo innovativo una serie di software di simulazione prevalentemente ambientale (ventilazione , illuminazione, irraggiamento solare, ecc.) per la valutazione delle prestazioni di ciascuno dei modelli tridimensionali generati dalla configurazione iniziale del prototipo. Le performance strutturali, energetiche e di confort (termico, visivo, ergonomico ecc) vengono raffrontate analiticamente; consapevoli del fatto che in un set up multi-parametrico ogni risultato è la negoziazione verso la migliore performance globale possibile. L’apporto di questi sistemi di valutazione analitica sono soltanto di supporto al designer per scegliere dal catalogo il modello che dal punto di vista della performance globale vale la pena evolvere e quindi migliorare e quale no. Sono ancora molte le potenzialità da esplorare in questo approccio olistico alla progettazione architettonica. L’applicazione di nuove tecniche generative (generative genetic algorithms), l’integrazione di alcuni principi di ingegneria biomimetica e la possibilità di inserimento di questi principi nei processi industriali. In ogni caso questo modo di generare delle forme, selezionarle e proliferarle in un contesto specifico implica la riconsiderazione delle nozioni di efficienza, ridondanza e sostenibilità dell’ambiente costruito. In questo senso una catalogazione di tipo filogenetico (più vicino alla biologia che all’uso tradizionale della tipologia) degli aspetti produttivi di questo processo risulta più coerente e più vicina alla logica di una architettura non-standard . Fermo restando che: “L’uomo non inventa nulla, scopre principi operativi in natura e spesso trova il modo di generalizzare questi principi e riapplicarli in direzioni sorprendenti” (Buckminster Fuller). Paolo Cascone
E
co_logical design is the outcome of interdisciplinary research into a new form of sustainable architecture from both an energy and social viewpoint. The aim of this research is to develop a design process capable of exploring the (non-linear) cause-effect relation between form (geometry/structure/materiality) of an architectural shell and its (environmental/ergonomic) performance ratings in relation to the user’s spatial requirements. This means it is not just an exercise in style aimed at reproducing organic forms. The theoretical background to this research project is based on an analytical study of the generative-evolutionary processes of form that take place in nature. More specifically, attention focused on the ability of animate and non-animate beings to “organise themselves” and adapt symbiotically in space and time to certain contexts. The distributional logic resulting in changes in a chameleon’s skin, the system for opening up and arranging the petals of a flower etc.. are taken as examples to be referred to for the way they co-ordinate systems. Well aware of the fact that architectural forms are inert: they neither create nor die. Despite the great temptation provided by digital animation, architecture remains, paraphrasing Goethe, “frozen motion”. After all not even Bergson claimed that architecture could be absorbed into the perpetual becoming of life. On the contrary, the philosopher emphasised a fundamental difference between the “organisation” of nature and the “manufacturing” of men. The latter “involves giving shape to matter, making it ductile and moulding it into a tool under human control”; it involves “assembling bits of material….in order to make them serve some common purpose”. Taking this as a theoretical premise to the design process, the designer’s role consists in developing a work of architecture derived from a process of material organisation. This means Eco_logical design actually has nothing to do with the conventional idea of “green” architecture. The ecological aspect of this morphogenetic process is represented by its systematic (“organisation”) and evolutionary approach to the generation of form and its propensity to spread. The plan is to satisfy the urgent call for sustainable architecture by coming up with the kind of work methods associated with bottom up systems, calling into question fundamental concepts of design. The suggested approach involves selecting a range of formal configurations (species) obtained by a parametric variation on a simple unit (genotype), the configuration best suiting “site specific” contextual features (environmental, social etc.). In this case, then, the dynamic interaction that the model sets up with the context does not depend on robotics (kinetic response) but on the designer’s skill at generating the initial model (system of relations), selecting the “freeze”, and then implementing/contextualising the selected model. In which case it is clear that the idea of typology is replaced by topology (the science studying the invariant properties of forms). The topology in this approach is an important, sophisticated yet basic tool for establishing the laws governing the composition of a structure and the ways in which it can be deformed. Transferring theories like topology and emergence into the realm of architecture is experimented with by making integrated use of parametric (physical/digital) modelling techniques and environmental simulation software programmes. This means the project turns into a formal transposition of an intricate ecology of intents, the result of engineering an operating system rather than implementing a predetermined solution. Hence the tendency to generate material organisation capable of responding dynamically to the complexity of the surrounding environment. The strategy in question tends to bring into act a sort of disciplinary pre-architecture, a system of rules and relations represented
by what Gilles Deleuze describes as an “abstract diagram”. The operating principles governing this initial diagram are determined by the choice of a spatial/geometric/structural organisation designed to capture specific information emerging from an analysis of context. During this phase, the variables of a specific context are considered in their quantitative (and hence not arbitrary) aspects, so as to provide data capable of informing the initial diagram (genotype). To do this the analytical study of environmental dynamics (micro-climate, topography, flows of people and things etc.) takes the form of experimentation with diagrammatic and mapping techniques. These techniques are often backed up by the use of software processing programmes and they visualise the data in correlated form. The result of this stage is a configuration of which in biology is known as a genotype, and also the processing of data guiding it through its physical manifestation (phenotype). Form finding, introduced on an experimental basis first by Buckminster Fuller and then Frei Otto, is a design method exploring matter’s tendency to organise itself in relation to the action of certain outside influences. It is used in architectural design to generate efficient structural forms. The shell structure and form are intrinsically interconnected in this eco_logical approach. The “form” of the initial genotype (abstract diagram) is worked out from the interrelation between the application of architectural actions (fold, twist, perforate etc.) and sets of parameters (environment, construction principles, materials etc.), whose “actions” are expected to respond. Thanks to a combination of parametric (physical/digital) modelling techniques and rapid prototyping techniques, eco_logical design works on multi-parametric experiments. This means all the multiple forces (construction processes, materials, environment) acting on the system are taken into consideration at the same time. The final result of this design phase is the creation of a catalogue of possible stylistic/structural configurations, whose performance ratings are analytically assessed. This is the stage in the design process in which a set of mainly environmental (ventilation, lighting, sunshine etc.) simulation software programmes are experimented with in an innovative way, in order to assess the performance of each of the three-dimensional models generated from the initial configuration of the prototype. Structural, energy and comfort ratings are analytically compared, keeping carefully in mind the fact that any results obtained in a multi-parametric setup are a negotiated attempt to achieve the best overall performance possible. In actual fact, these analytical assessment systems merely help the designer to choose from the catalogue the model most worth developing in terms of overall performance and hence improving, and which to ignore. There is still plenty to explore in order to assess the real potential of this holistic approach to architectural design. The application of new generative (generative genetic algorithms) techniques, the introduction of certain principles of biomimetic engineering, and the possibility of incorporating these principles in industrial processes. In any case this way of generating, selecting and proliferating forms in a specific context involves reconsidering notions concerning the efficiency, redundancy and sustainability of the built environment. In this respect, a philogenetic (closer to biology than the usual use of this typology) cataloguing of the productive aspects of this process turns out to be more coherent and more in line with the logic of non-standard architecture. Without forgetting that: “Man invents nothing, he merely discovers principles embodied in nature and often manages to generalise these principles and then reapply them in surprising ways.” (Buckminster Fuller)
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions
Eco_logical design
201 l’ARCA 29
Analisi ambientale.
Analisi topografica.
Environmental analysis.
Topography analysis.
30 l’ARCA 201
201 l’ARCA 31
Prototipo di casa, processo progettuale (con K.Nilù).
32 l’ARCA 201
House prototype, design process (with K.Nilù).
Progetto In_formed arcipelago, processo progettuale (consulente ambientale M.Poletto).
In_formed arcipelago project, design process (environmental consultant M.Poletto).
201 l’ARCA 33
Nella pagina a fianco, padiglione Pankese School, esperimento di auto-costruzione (con AA Unit 7).
34 l’ARCA 201
Opposite page, Pankese School Pavillion, self-construction experiment (with AA Unit 7).
Contestualizzazione di un prototipo.
Prototype conextualization.
201 l’ARCA 35
Nella pagina a fianco, simulazioni ambientali performanti.
Opposite page, environmental performative simulations.
36 l’ARCA 201
Superficie Eco_logica, prototipazione rapida.
Eco_logical surface, rapid prototyping.
201 l’ARCA 37
Fernando Tomasello
Residenza assistita
Viste della vasca d’acqua che sottolinea la piazza pubblica antistante il prospetto principale della Residenza Sanitaria Assistita L.Crico a Vedelago (Treviso).
Health Care Home
P
Credits Project: Fernando Tomasello/Studio Tomasello architettura & urbanistica Collaborators: Mario Gallinaro, Studio Tre Contractors: Cazzaro Costruzioni, Tono Impianti, Pillon Impianti, Gela-Centro Servizi Lamiera, Dipinture Maser, CO.GE.S costruzioni generali, Acquasistemi Main Suppliers: Schüco, Floorgres, Nordwall, Novelis, Fantoni Client: Opera Immacolata Concezione onlus
38 l’ARCA 201
er quanto si possa essere, dopo i libri di Michel Foucault, ormai inevitabilmente scettici per la riproposizione di impianti planimetrici in base ai quali si sono costruiti ospedali, collegi, scuole, caserme, carceri, fin dal loro apparire come istituzioni totali, andrebbe riconosciuto che l’articolazione per ali radianti, in questa particolare occasione, desideri istituire più del controllo ubiquo da panopticon – qui inutile e peraltro tecnologicamente surclassato – o della profilassi morale, una dinamica di volumi e materiali meno castigata, se non addirittura vivace. Se poi considerassimo l’accanimento tipologico che ancora pervade, come una tara genetica, tanta architettura italiana, immemore delle avvisaglie di un Aldo Rossi già antitetico e spogliata del primato intellettuale d’altre lontane stagioni, non sarebbe difficile immaginarsi a cosa di tetro, disciplinare, sarebbe potuto venir fuori da un’occasione simile. In effetti la residenza sanitaria assistita progettata da Fernando Tomasello vuole sfuggire alla malinconia desolante che pervade luoghi dai compiti tanto delicati. Giunti, in società spietate come la nostra, alla terza età cosiddetta e magari nemmeno autosufficienti, si dovrebbe senz’altro meritare un luogo consono a quanto di vitale per fortuna resta. Certo, per un architetto non deve essere facile muoversi tra diktat normativi, rassegnazioni biforcute, sciagurate consuetudini assistenziali – quelle sì terminali! –, ottemperanze ai criteri burocratici in base ai quali si dispongono i necessari finanziamenti. Per molti di questi aspetti, è lecito supporlo, sarà venuta in soccorso la committenza, ma l’Opera Immacolata Concezione onlus deve però evidentemente aver creduto anche nell’architettura. Sarà dunque conseguenza diretta dell’incontro di architetto e committente su di un terreno tanto insidioso quel tono del complesso che non sarebbe in fondo azzardato definire pacatamente costruttivista? Un costruttivismo misericordioso, non privo di efficacia e del tutto scevro di aggressività compositive sconvenienti, opportunamente sedatosi. I diversi volumi divergono e sono dotati di sezioni proprie, eguale struttura in cemento armato ma stacco nitido, in virtù dei materiali – mattoni, alluminio, intonaco – sui piani simultanei della visione. L’insieme, costituito da parti distinte, è quindi destinato, secondo posizione e orientamento di chi osservi, a manifestarsi sulla rètina per strati sovrapposti, come un collage tridimensionale, con varietà rotante di reciproche relazioni. Al vetro spetta invece il compito di chiarificare e alleggerire gli innesti tra le ali e i cilindri svasati che fanno da fulcro anche distributivo. Si potrebbe forse obbiettare a questo progetto, severi per amor di ragionamento, un eccesso pittoresco, applicato a una pianta con tutt’altre origini. Oppure, più indulgenti, ammetterne le prerogative in considerazione di quel clima non meteorologico ma ambientale che spazi ed edifici sono in grado di emanare; qui il sovraccarico figurativo vorrebbe stabilire tra l’architettura e i suoi ospiti una familiarità favorevole, nonostante condizioni esistenziali tanto estreme. Quindi verrebbe da pensare che mentre la planimetria assicura la parentela con qualcosa di ospedaliero, presumibilmente rassicurante, il trattamento di sezioni, prospetti e volumi desideri affrancarsene, così da restituire alla costruzione un carattere d’insieme più lieto. A immedesimarsi per un momento con degli ultra-novantenni in arrivo come non sperare che uno specchio d’acqua tanto placido, riflettente, propizio, riveli presto anche le proprietà salvifiche della piscina di Cocoon? In quel film degli alieni benigni celati sul fondo finivano con il liberare da vecchiaia, acciacchi mortali, pianeta Terra (!), i vetusti degenti di una casa di cura che in una tanto prodigiosa piscina avevano avuto la ventura di immergersi. Decio Guardigli
In basso a sinistra, pianta del piano interrato e pianta del piano terra; a destra, pianta del primo piano e pianta del secondo piano.
Views of the water tank underlining the public entrance in front of the main elevation of the L. Crico Health Care Home in Vedelago (Treviso).
Bottom, left, plan of the underground level and plan of the ground floor; right, plan of the first floor and plan of the second floor.
Fernando Tomasello
H
owever sceptical we might be (after reading Michel Foucault’s books) about designing the kind of plans conventionally used for building hospitals, boarding schools, schools, barracks and prisons ever since they first came into being as proper institutions, it has to be admitted that the layout of radiating wings used here is not so much designed to implement ubiquitous panopticon-style control – useless in this instance and technologically outmoded – or some sort of preventive measure on a moral plane, as to create more lively interaction between the structures and materials. If, then, we also bear in mind the kind of relentless stylistic obsession still afflicting much of Italian architecture, like some sort of genetic flaw, that has failed to heed Aldo Rossi’s antithetical suggestions and hence has long since lost its intellectual primacy, it is not hard to image what kind of gloomy conventionalism an opportunity like this was likely to produce. The health care residence designed by Fernando Tomasello is actually designed to escape the gloomy melancholy generally pervading places serving this kind of purpose. Having reached old age in the kind of ruthless society in which we live and perhaps no longer capable of looking after themselves properly, elderly people at least deserve a place where they can enjoy what life, fortunately, still has to offer. Of course it cannot be easy for an architect to steer through all the normative constraints, half-hearted resignation, awful healthcare measures in force, and the need to conform to bureaucratic guidelines in order to get the necessary financial backing. In relation to a number of these aspects, it is reasonable to assume that clients will have come to the rescue, but the Opera Immacolata Concezione onlus must also have believed in architecture. So might it be fair to say that the tone of this complex, which we might rightly describe as calmly constructivist, be a direct consequence of architecture and patronage coming tog ether on such a tricky terrain as this?. A merciful sort of constructivism, quite effective but totally bereft of any undue stylistic aggression, all suitably soothing. The various structures diverge and have their own sections with the same reinforced concrete structure whilst remaining quite distinctive due to the different materials – brick, aluminium, plaster – over simultaneous visual planes. The overall construction, made of separate parts, is designed (according to the onlooker’s position and point of view) to appear on the retina in overlapping layers like a three-dimensional collage with a rotating variety of reciprocal relations. Glass, on the contrary, has the job of clarifying and playing down the joints between the wings and flared cylinders acting as a distributional lynch pin. This project might be criticised, out of love of precision, for being too pictorial, drawing on a plan of quite different extraction. Or, if we were to be a little less demanding, we might recognise its merits in terms of the (environmental, not meteorological) climate that buildings and spaces manage to exude; here the figurative overload is supposed to create a certain familiarity between the architecture and the people it hosts, despite the rather extreme living conditions involved. In the end it might be said that while the overall plan ensures a certain kinship with something hospital-related and suitably consoling, this is counteracted by the sections, elevations and structures that restore a greater feeling of lightness to the overall construction. Identifying for a moment with one of the over-nineties arriving at the home, they are bound to hope that the calm and reflective pool of water promises the same kind of redeeming properties as the swimming pool in Cocoon. In the film in question the harmless aliens hidden on the bottom of the pool end up liberating the guests in an old people’s home, who bathed in the pool, from old age, mortal pains, and even the planet Earth (!). 201 l’ARCA 39
Viste della residenza sanitaria,impostata su due assi ortogonali su cui si innesta il volume curvilineo dello spazio pubblico e comune, che ne forza la rigidità conferendo leggerezza all’insieme.
40 l’ARCA 201
Views of the health care home built along two orthogonal axes incorporating the curved structure of the public and communal space, which injects an overall feeling of lightness into the rigid construction.
Il complesso ha una struttura portante in cemento armato e tamponamenti in muratura con rivestimenti differenziati (mattone
faccia a vista, vetrate, alluminio, legno lamellare) nei vari corpi di fabbrica per sottolineare le diverse funzioni in essi contenute.
The complex has a reinforced concrete bearing structure and masonry curtain walls with different kinds of cladding (exposed brick, glass,
aluminium, laminated wood) in the various building sections to emphasise the various functions it holds.
201 l’ARCA 41
Viste degli interni della residenza.
Views of the interiors of the home.
42 l’ARCA 201
201 l’ARCA 43
Makoto Sei Watanabe
De-trascendentalizzare il flusso
Makoto Sei Watanabe
Tsukuba Express Stations
N
el numero 186 de l’Arca, nell’articolo dal titolo Agora, sono stati descritti tre progetti di stazioni ferroviarie: la Shin-Minamata Station, la Kashiwa No Ha Campus Station e la Kashiwa-tanaka Station. I progetti sono stati commissionati a Makoto Sei Watanabe, coordinatore, fra l’altro, delle richieste degli enti preposti ai tre interventi: la Japan Railway Construction Public Corporation, il Ministry of Land Infrastructure and Transport, la Corporation for Station for existing lines, e la City Municipality responsabile dei parcheggi e dei ponti. E, ancora, nel numero 193 de l’Arca, è stato pubblicato e commentato il progetto della prima stazione completata, la Shin-Minamata. A fine dicembre, sono state completate le altre due stazioni della linea Tsukuba Express, di cui presentiamo le immagini in queste pagine. L’interesse per questi lavori porta a nuove considerazioni, soprattutto a commentare l’ispirazione che ha avuto Watanabe nel materializzare il flusso. Il flusso dei treni, il flusso del pubblico, della velocità del mezzo, il flusso delle immagini percepite dal viaggiatore e via dicendo. Il linguaggio progettuale è teso a mettere in luce una specifica forza plastica, in grado di rendere percettivamente e in modo efficace il senso della funzione del treno e della mobilità del flusso, evidenziata, per lo più, sulla superficie dell’involucro architettonico. Queste stazioni sono in sintonia con questo linguaggio, rimane, però, la curiosità dell’intelligente evoluzione progettuale che Watanabe ha dimostrato di possedere, specie nel disegno di Kashiwa No Ha Campus Station. Ritorna alla mente il raffinato incontro della cultura occidentale con l’architettura del Sol Levante, quando Walter Gropius scrisse la famosa cartolina a Le Corbu con l’immagine del giardino Zen più famoso del mondo, quello del Ryoanji, a Kyoto. La cartolina, con poche righe, voleva esternare la condivisione di una felicità mistica che aveva pervaso Le Corbusier quando si era immerso nel mondo giapponese. Ciclicamente il Giappone ha sempre fornito stimoli artistici e filosofici ai movimenti culturali dell’Occidente. Le sue conquiste, nel campo delle arti e delle concezioni estetiche, hanno ripetutamente confortato
44 l’ARCA 201
le principali avanguardie. Makoto Sei Watanabe, in questi progetti, sembra voglia raccontare le conquiste, nel campo culturale, dell’Ukiyoe, cioè l’apporto della cultura popolare sviluppatasi prima a Edo e poi, alla fine dell’Ottocento, a Tokyo. E’ così che l’influsso dello Zen è entrato fortemente in movimenti specifici come l’action painting o l’informale che, in generale, è stato determinante per l’accettazione di alcuni principi, anteriormente improponibili alla nostra estetica, così come il vuoto e l’asimmetria. Oggi, al contrario, si ha un particolare interesse per il semplice e il rifinito del progetto architettonico tradizionale giapponese. Da parte di Watanabe c’è una forte opposizione e un’attenta ricerca per ottenere un esoterismo linguistico e filosofico tipico del suo lavoro. Watanabe continua il suo percorso di de-trascentalizzazione della filosofia Zen alla luce d’una vera e propria svolta linguistica. De-trascendentalizzare, attraverso un nuovo segno e in un rinnovato impianto architettonico, vuole significare l’uso di una metodologia progettuale che egli è solito seguire in ogni lavoro. Tutto ciò conferma il modo in cui opera; in altre parole toglie le condizioni universali e necessarie della conoscenza dal limbo in cui la filosofia Zen le manteneva: vale a dire un più approfondito uso della filosofia della coscienza. De-trascendentalizzare, infatti, è ciò che egli esprime attraverso il suo segno che è la coscienza soggettiva che gli permette di condizionare ogni realtà. È proprio questo che determina tutto ciò che è opposto all’immanentismo, frutto del pensiero di Ralph Waldo Emerson, la cui dottrina filosofica tende a risolvere tutta la realtà nella coscienza e rifiuta pertanto ogni principio di trascendenza. Ecco come Watanabe spinge il suo indirizzo architettonico modernistico, nel quale tende a fondere la verità del progetto sulle aspirazioni e sulle esigenze della cultura dell’architetto e, soprattutto, sulle sue esperienze personali. Il segno, così, diventa determinato, forte e si spinge a un’innovazione della forma architettonica nella quale fa contenere il significato della funzione di stazione nello spirito immaginifico del suo disegno, che diventa celebrativo dell’idea di flusso. Mario Antonio Arnaboldi
T
he Agora article in issue no. 186 of l’Arca described three projects for railway stations: Shin-Minamata Station, Kashiwa No Ha Campus Station, and Kashiwa-tanaka Station. These projects were commissioned to Makoto Sei Watanabe, who also co-ordinated the requests from the three commissioning bodies: the Japan Railway Construction Public Corporation, the Ministry of Land Infrastructure and Transport, the Corporation for Stations for existing lines, and the City Municipality in charge of car parks and bridges. Issue no. 193 of l’Arca published and commented on the project for ShinMinamata Station, which was the first to be completed. Last December, the other two stations of Tsukuba Express Line have been inaugurated, and we present them in these pages. Interest in the project for these stations leads to some further remarks, particularly Watanabe’s inspirational idea of materialising flows. The flow of trains, people and even vehicle speed, and the flow of images perceived by the traveller etc. The design language is aimed at highlighting a certain sculptural force capable of providing an effective perceptual rendering of a train’s purpose and the ultimate fluidity of mobility, further brought out in the surface of the architectural shell. These stations are in synch with this design idiom, but it is still interesting to see how Watanabe’s architectural language has evolved in an intelligent way, as embodied in the design for Kashiwa No Ha Campus Station. It calls to mind that sophisticated encounter between western culture and the architecture of the Land of the Rising Sun, when Walter Gropius wrote his famous postcard to Le Corbu showing a picture of the world’s most famous Zen garden, Ryoanji Garden in Kyoto. The couple of lines on the postcard were intended to express a sharing of that same mystical feeling that pervaded Le Corbusier when he immersed himself in Japanese culture. Cyclically, Japan has provided Western cultural movements with artistic-philosophical inspiration. Its achievements in the fields of the arts and aesthetics have constantly provided the main avant-gardes with plen-
ty to work with. In these projects, Makoto Sei Watanabe seems to be trying to embody what the Ukiyoe Garden has to offer culture in general, or in other word’s what popular culture has managed to give first to Edo and then, in the late-19th century, to Tokyo. This is how Zen has provided a real contribution to specific movements like action painting or informal art, which, generally speaking, were of crucial importance in the introduction of certain principles, previously quite unthinkable for our notion of aesthetics, such as the void and asymmetry. Nowadays, in contrast, there is a real interest in the simple and refined side of traditional Japanese architectural design. Watanabe, for his part, has clearly carried out plenty of careful experimentation into attaining his own distinctive brand of linguistic-philosophical esotericism. Watanabe has continued his endeavour to de-transcendentalise the Zen philosophy in light of an authentic linguistic turn. De-transcendentalising by means of a new sign and a new architectural plan means using the kind of design method he generally employs in all his work. All this confirms his own special approach; in a nutshell he removes the universal and necessary conditions for understanding the limbo in which they were held by Zen philosophy: in other words, he makes greater use of a philosophy of consciousness. De-transcendentalising is what he expresses through his own subjective awareness of how to control reality. This is what determines everything opposed to the kind of immanentism emerging from Ralph Waldo Emerson’s philosophical thought, which tends to resolve reality into consciousness and hence rejects anything transcendental. This is how Makoto Sei Watanabe drives along his modernistic architectural thrust, in which the truth of design is grounded on the aspirations and demands of an architect’s culture and, most significantly, on his own personal experiences. This makes his approach to design strong and powerful enough to innovate the architectural form containing the ultimate sense and purpose of a station as it is originally envisaged as a celebration of the idea of flow.
In queste pagine, vista laterale e vista della copertura della Kashiwa-Tanaka Station una delle tre stazioni della linea Tsukuba Express realizzate da Makoto Sei Watanabe come espressione pratica della sua “teoria del flusso” (www.makotoarchitect.com).
These pages, side view and view of the roof over KashiwaTanaka Station, one of the three stations on the Tsukuba Express line designed by Makato Sei Watanabe as a practical rendering of his “flow theory” (www.makotoarchitect.com).
201 l’ARCA 45
Particolari degli schermi metallici che costituiscono l’involucro della Kashiwa No Ha Campus Station. Questa pelle esterna di pannelli in cemento armato con fibra di vetro è indipendente dalla
46 l’ARCA 201
struttura portante e per la sua realizzazione Watanabe ha adottato un sistema da lui definito “struttura ibrida”.
Details of the metal screens forming the
shell of Kashiwa No Ha Campus Station. This outside shell of panels reinforced with fibreglass is separate from the bearing structure and Watanabe has designed it using a system he calls a
“hybrid structure”.
Vista laterale della stazione e, sotto, particolare del rivestimento esterno di notte. I pannelli misurano circa 5x2 m e sono agganciati alla struttura a intervalli di 5 m. I pannelli sono stati realizzati su
matrici studiate al computer e quelli terminali sono tagliati di netto alle estremità in modo da dare la sensazione di continuare a espandersi nello spazio.
Side view of the station and, below, detail of the outside cladding at nighttime. The panels measure about 5x2 m and are hooked onto the structure at 5 m intervals. The panels are made from
computer-designed matrixes and the end panels are cut-off at the ends to create a feeling of constant expanding into space.
201 l’ARCA 47
Vista frontale della stazione e, sotto l’accesso ai binari.
48 l’ARCA 201
Front view of the station and, below, the entrance to the platforms.
A sinistra, una fase di studio dei pannelli esterni. Sotto, particolare delle sedute per l’attesa dei treni, che riprendono nella forma l’idea di flusso e movimento.
Left, a stage in studying the outside panels. Below, detail of the seats where passengers wait for the trains, whose design evokes the idea of flow and motion.
201 l’ARCA 49
Eric Owen Moss Architects
Flessibilità degli spazi
Eric Owen Moss Architects
Dynamic Flows
E
ntrando nella sezione Atmosfera della 9. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia (2004), le parole di Kurt W. Forster ci introducevano in un percorso i cui diversi approdi offrivano un’idea d’architettura elusiva e instabile, “difficile da descrivere e quasi impossibile da definire” caratterizzata da “fenomeni senza forma, insostanziali e sempre mutevoli. Come il respiro, una nuvola o la luce crepuscolare, l’atmosfera è dappertutto, ma è al tempo stesso inafferrabile.” Tra questi eventi architettonici trova posto il progetto di Eric Owen Moss per il Patent Office Building della Smithsonian Institution di Washington, risultato secondo a un concorso a inviti vinto dall’idea più “rassicurante” di Norman Foster. La proposta dell’architetto angeleno conduce il visitatore in uno spazio dove l’arte, la musica, il teatro e il cinema dialogano e si avvicendano, trasformando la corte dell’edificio ottocentesco, oggetto della proposta del concorso, in un dinamismo di luci e superfici. Lo spazio originariamente aperto al cielo, si dota di una copertura/diaframma costituita da una pioggia di 827 cilindri di vetro di lunghezza variabile tra i 3 e i 9 metri per un diametro di 80 centimetri che assolvono a funzioni strutturali, acustiche e illuminotecniche. Come le canne di un organo diffondono i suoni nel versatile ambiente della sala centrale, come le stalattiti di una caverna scendono dall’alto modulando la distanza dal pavimento al cielo. Nelle ore diurne la luce solare filtra attraverso i tubi vitrei, nelle ore serali un’architettura di luce artificiale modula e smaterializza le solide pareti del Patent Office Building. Il dinamismo offerto dai giochi di luce ha la sua prosecuzione nella flessibilità dello spazio culturale in grado di cambiare volto a seconda delle molteplici iniziative offerte. L’osmosi tra cielo e spazio architettonico non è nuova all’architetto noto per l’impeto trasformista dimostrato nell’ex zona industriale di Culver City in California. Sperimentato l’uso strutturale e figurativo del vetro nell’edificio Umbrella (1999) in cui una superficie vitrea ondulata si erge dal fabbricato e si dimena nello spazio circostante, Moss esporta le sue atmosfere architettoniche a New York per il progetto del Queens Museum of Art in via di attuazione. Qui una sinuosa copertura trasparente ricuce la lacerazione della struttura preesistente, stabilendo un legame tra l’edificio, i visitatori e il paesaggio circostante. A Guangzhou in Cina con il progetto del Guangdong Museum, anch’esso finalista in una competizione internazionale, il vetro
50 l’ARCA 201
diventa protagonista indiscusso della metamorfosi poetica di una zona cruciale della città. L’intervento non è più limitato al solo edificio ma connota l’area compresa tra il fronte urbano e il fiume Zhujiang (Fiume delle Perle), tracciando un percorso di connessione con il Teatro dell’Opera. Per farlo adotta due metafore naturalistiche: The Mountain with 4 Peaks e The Glass Forest. Il progetto prevede la deformazione e il sollevamento del suolo, originariamente piano, immaginando una passeggiata sopraelevata che diventa osservatorio privilegiato della città. Il museo è costituito da 4 torri cubiche (45x45x45 metri ciascuna), collegate tra loro da ponti trasparenti, la cui superficie esterna vitrea racchiude anime di cemento irregolari – “arte animata che nuota in un mare di vetro” – che ospitano gli uffici e le diverse sezioni espositive: Arte, Storia, Natura e Mostre Temporanee. Gli spazi interni, disposti in maniera diversa a seconda dei piani e delle torri, sono così configurati: sale geometricamente regolate, illuminate e riscaldate artificialmente, sono sede delle collezioni permanenti; queste gallerie sono avvolte da una “corteccia” di cemento irregolare che individua percorsi intermedi di servizio di volta in volta relazionati alle sale o agli spazi esterni. Questi ultimi, luoghi di circolazione e sosta illuminati da luce naturale, si insinuano tra le pareti esterne dei 4 cubi in vetro e gli spazi di servizio, ospitando mostre temporanee, installazioni e conferenze. Tornando al tema del paesaggio, cilindri di vetro, che nel Patent Office Building sovrastano la corte, nel Guangdong Museum assumono dimensioni a scala urbana (un’altezza di 7 metri per un diametro di 7,5) determinando i filari e i gruppi di alberi della Foresta di Vetro che accompagna i visitatori lungo la Long Art March, dal Teatro al Museo. “Poeticamente, i tubi flessibili e risonanti formano una trasparente barriera di vetro, che risponde al vento, offrendo nuovi campi visivi e suoni ai cittadini” scrive Moss nella relazione di progetto. Alla fine del percorso il pubblico può sedersi nello spazio compreso tra le torri espositive, un’area di contemplazione dalla quale ammirare l’ambiente circostante e, attraverso il suolo trasparente, la sottostante hall centrale del Guandong, scavata nel terreno. La copertura di vetro permette che si determini un rapporto circolare tra la terra, l’edificio “imposto” alla terra e il cielo, ristabilendo un ciclo naturale all’interno del Museo costruito dall’uomo. Emilia Giorgi
E
ntering the Atmosfera section of the 9th Venice International Architecture Exhibition (2004), Kurt W. Forster’s commentary led us long a pathway whose various stopping points provided an idea of elusive and un stabile, architecture that is “hard to describe and almost impossible to define” featuring “formless, substanceless and constantly changing phenomena”. Like breath, a cloud or twilight, the atmosphere is everywhere while at the same time remaining quite ineffable.” Among these architectural events there is certainly room for Eric Own Moss’s design for the Patent Office Building at the Smithsonian Institute in Washington, awarded second place in an invitational competition won by Norman Foster’s more “reassuring” idea. The architect’s project leads visitors into a space where art, music, drama and film come together and interact, turning the courtyard of the nineteenth-century building involved in the competition into a dynamic flow of lights and surfaces. The space, which was originally open to the heavens, has been furbished with a roof/diaphragm composed of an array of glass cylinders varying in length between 39 metres with a diameter of 80 cm serving structural, acoustic and lighting purposes. Like the pipes of an organ they diffuse sound throughout the versatile central hall, like stalactites in a cave they hang down to modulate the distance from the floor to the skies above. During daytime, sunlight filters through the glass tubes , at nighttime an architectural construct of artificial light shapes and dematerialises the Patent Office Building’s solid walls. The dynamism provided by the interplay of light is reiterated through the flexibility of a cultural space capable of changing appearance according to all the various projects on offer. The osmosis between the sky and architectural space is nothing new to an architect wellknown for the transformational impetus he showed in the old Culver City industrial estate in California. Having experimented with the structural-figurative use of glass in the Umbrella building (1999), where an undulating glass surface moves out from the building into the surrounding space, Moss has exported his architectural atmospheres to New York in his project for the Queens Museum of Art, currently under construction. Here a winding transparent roof stitches back together a rip in an old structure, creating a bond between the building, visitors and surrounding landscape.
The project for the Guangdong Museum in Guangzhou in China, also a finalist in an international competition, makes glass the key factor in a poetic metamorphosis of a crucial area of the city. The project is not confined just to one building, actually touching on the entire area between the city front and the River Zhujiang (River of Pearls), creating a connecting path to the Opera House. He has achieved this by drawing on two metaphors: The Mountain with 4 Peaks and The Glass Forest. The project involves a process of deformation and raising from the (previously flat) ground, envisaging an overhead walkway turning into a privileged observation point across the city. The museum is composed of 4 cube-shaped towers (each measuring 45x45x45 m), connected together by transparent bridges, whose outside glass surface encloses a cores made of rough cement – “animated art swimming in a sea of glass” – holding the offices and various exhibition sections: Art, History, Nature and Temporary Exhibitions. The interior spaces, arranged differently over the different floors and in the various towers, are set out as follows: geometrically controlled and artificially illuminated and heated rooms host the permanent collections; these galleries are wrapped in a “cortex” of rough cement marking intermediate service paths, each related in its own way to the rooms and outside spaces. The latter, circulation and rest areas lit by natural light, wind between the outside walls of the 4 glass cubes and service spaces, hosting temporary exhibitions, installations and conferences. Returning to the question of landscaping, whereas in the Patent Office Building the glass cylinders are placed above the courtyard, in Guangdong Museum they are more closely scaled to the cityscape (7 m high and 7.5 m in diameter) creating the rows and groups of trees forming the Glass Forest accompanying visitors along the Long Art March from the Theatre to the Museum. “Poetically speaking, the flexible and resonating tubes form a transparent glass barrier that reacts to the wind, opening up new fields of vision and sounds for the local inhabitants”, so Moss writes in the project brief. The public can sit in the space between the exhibition towers, an area from which people can admire the surrounding environment and also the Guandong’s underlying Central Hall, dug into the ground, through the glass floor. The glass roof sets up circular relations between the ground, building “set” in the earth and the skies above, re-establishing a natural cycle inside the manmade Museum.
In queste pagine, diagrammi per la definizione delle funzioni del Guangdong Museum, progettato da Moss per la città cinese di Guagzhou.
These pages, diagrams to define the functions of Guangdong Museum designed by Moss for the Chinese city of Guagzhou.
201 l’ARCA 51
Sezioni e, in basso a sinistra, pianta del piano terra e, a destra, pianta del livello a +35 m.
Sections and, bottom, left, ground floor plan and, right, plan of level +35 m.
Sopra, modello, e, sotto,planimetria del complesso museale costituito da quattro torri cubiche (45x45x45 m) collegate tra loro da ponti trasparenti.
52 l’ARCA 201
Above, model and, below, site plan of the museum complex composed of four cube-shaped towers (45x45x45 m) connected together by transparent bridges.
201 l’ARCA 53
Rendering di una delle gallerie espositive.
Rendering of one of the exhibition galleries.
Sopra, prospettiva dell’interno di uno dei ponti trasparenti che collegano tra loro le quattro torri.
54 l’ARCA 201
Sotto, rendering del complesso, i cui volumi sono caratterizzati da una superficie esterna vitrea che racchiude anime di cemento dalle forme irregolari.
Above, perspective view of the inside of one of the transparent bridges connecting together the four towers.
Below, rendering of the complex, whose structures have a glass surface on the outside enclosing irregular-shaped cement cores.
201 l’ARCA 55
In queste pagine, schizzo preliminare, piante e viste del modello del progetto presentato da Moss per la corte interna dell’Ufficio Brevetti dello Smithsonian Institute di Washington (concorso vinto da Foster and Partners, www. fosterandpartners.com). Lo spazio originariamente aperto al cielo, si dota di una copertura/diaframma costituita da una pioggia di 827 cilindri di vetro di lunghezza variabile tra i 3 e i 9 metri per un diametro di 80 cm che assolvono a funzioni strutturali, acustiche e illuminotecniche (diagramma a sinistra).
56 l’ARCA 201
These pages, preliminary sketch, plans and views of the model of the project Moss designed for the interior courtyard of the Patent Office Building of the Smithsonian Institute in Washington (the competition has been won by Foster and Partners (www. fosterandpartners.com). The space, which was originally open to the heavens, has been furbished with a roof/diaphragm composed of an array of glass cylinders varying in length between 3-9 metres with a diameter of 80 cm serving structural, acoustic and lighting purposes (diagram on the left).
201 l’ARCA 57
Philippe Samyn and Partners
Le ragioni del tema
Polaris Observatory in Toronto Da sinistra a destra, piante del piano terreno e mezzanino, del primo piano e mezzanino, del secondo piano e mezzanino e sezione trasversale del Polaris Climate Change Observatory di Toronto. Nelle pagine successive rendering e modello del volume e delle risposte funzionali e percettive dell'insieme in conformità ai principi di ecocompatibiltà ambientale. La forma a parallelepipedo dell'edificio sarà realizzata in legno con facciate in vetro a triplo spessore. All'interno, 28 colonne in legno, a sostegno dell'intera struttura, sono vuote internamente per permettere il passaggio dei cavi a fibre ottiche che consentono la trasmissione della luce naturale in ogni piano. La luce del giorno sarà assorbita da un sistema di 28 captatori di fotoni di forma parabolica installati sul tetto, oltre a 18 lucernai dotati di cellule fotovoltaiche che assicurano l'illuminazione zenitale del piano superiore.
58 l’ARCA 201
N
on di rado l’architettura è entrata in stretta tangenza con la dimensione cosmica della realtà del mondo e del pensiero che la contiene, e ogni volta ha dovuto pazientemente elaborare strategie progettuali in grado di ridurre il più possibile lo scarto tra la modesta sostanza fisica, terrena, mondana dell’artefatto e la sua proiezione nella sfera indefinibile e grandiosa del simbolico. Il concetto stesso di funzione – questo feticcio della modernità – è sempre uscito alterato, e in certo modo mortificato, da questo ineguale confronto, rispetto al quale esso ha dovuto limitarsi a opporre, in sua difesa, la cruda logica della prassi, unicamente legittimata dal riverbero delle superiori ragioni che si incarnano nel tema del progetto architettonico. Non si tratta soltanto della dimensione religiosa, che impone la definizione di uno spazio sacrale scandito da indiscutibili liturgie, alle quali l’architettura deve fornire percorsi, strutture, ambienti. Anche la scienza e la politica, soprattutto nei loro risvolti etici, esigono d’incarnarsi in costruzioni nelle quali la materia e la tecnica devono essere plasmate in modo da esprimerne la severa efficienza e i superiori significati. Posto dinanzi al compito di disegnare uno dei tre centri di osservazione permanente sui mutamenti climatici del nostro pianeta, la cui realizzazione è stata voluta e promossa dalla Fondazione Polare Internazionale, lo studio Samyn & Partners ha dovuto affrontare questa ardua problematica a partire da una visione universale, quella della sopravvivenza dell’umanità e del pianeta che l’accoglie. Il problema del clima sulla Terra è noto nelle sue linee generali, ma forse meno conosciuti sono gli sforzi per analizzarne le trasformazioni e controllarne gli sviluppi. Le basi internazionali nell’Artico e nell’Antartico sono ormai i laboratori di punta di una ricerca avanzata, i cui frutti vanno però elaborati, coordinati e soprattutto fatti diventare materia di comunicazione ed educazione, al fine di rendere concreto l’ormai annoso obiettivo dello Sviluppo Sostenibile. Proprio per questo la FPI ha deciso di creare tre osservatori specializzati nelle ricerche sui cambiamenti climatici condotti nelle regioni polari e nella loro corretta comunicazione. I centri previsti saranno tre, ubicati secondo una logica continentale: a Bruxelles, a Tokyo e a Toronto. Quello progettato da Samyn è il Polaris Climate Change Observatory (PCCO) di Toronto. Il problema era quello di dar forma a un
edificio che alla funzionalità degli intenti scientifici e culturali desse espressione attraverso masse, volumi, immagini altrettanto eloquenti. “Per comprendere l’evoluzione di questa avventura”, ha dichiarato lo stesso Philippe Samyn, “bisogna sapere che, al di là dei valori indicati dal committente, noi non ci siamo posti alcun filo conduttore. Tutti gli elementi propri del progetto sono stati man mano immagazzinati, per così dire, in una matrice all’interno della quale essi si sono mossi secondo la loro natura, tessendo sicuramente stretti legami fra loro”. Si tratta solo “di una interazione orizzontale permanente, di densità e frequenza variabili, fra i vari elementi di questa matrice”. Questa filosofia progettuale ha saldi fondamenti ideologici. Si sa che Samyn, ammiratore dell’antica architettura giapponese, è anche molto vicino alla teoria del “numero plastico” elaborata da Dom Hans van der Laan, il frate benedettino che ha infuso nell’architettura un nuovo concetto matematico di proporzione nel quale si colgono i riflessi di un intenso rapporto con la divinità. Il risultato più evidente di queste premesse teoriche è forse dato dalla forma scelta per l’edificio: un parallelepipedo che sviluppa nella terza dimensione la figura del rettangolo e vi incide il principio trascendente della proporzione. A partire da questi presupposti fondativi, il progetto di Samyn sviluppa i suoi valori architettonici in una serie di precisi caratteri costruttivi. Gli aspetti ecologici – non privi di risvolti economici – ne divengono i veri protagonisti, dalla esclusione del cemento armato in favore di strutture in legno fino alla messa a punto di un sistema di illuminazione che cattura la luce naturale del giorno incanalandola all’interno grazie a un sistema di fibre ottiche. Né manca una estrema nota ambientalistica: l’edificio centrale è interamente smontabile, per essere recuperato e riciclato con tutte le sue strutture principali. Ce n’è insomma d’avanzo per una riflessione sulle nuove frontiere dell’architettura, chiamata a esprimersi in uno spazio planetario sul quale si sviluppa ormai, ben oltre le specificità regionali, la sua storia, e invitata confrontarsi con tematiche che, anche quando non sfiorano la vertigine della trascendenza assoluta della religione, si impongono tuttavia con un’immanenza altrettanto coinvolgente e grandiosa. Maurizio Vitta
Credits Project: Samyn and Partners Group Team Projact: P. Samyn, B. Debacker, J. Schiffmann,
A
J. Michiels, D. Olivari, S. Pieters, S. Konincks, T. Wynen Renderings: Julien-Pierre Buse Model: Thomas van de
Casteele, Thomas Vanderweger Museum consultant: Nada de Marliave architecture Building phisics: Daidalos, F. Descamps,
rchitecture has often come into close relation with the cosmic side of reality and the world of thought that contains it, and whenever this has happened it has been compelled to patiently work out design strategies capable of reducing the gap with the rather modest mundane physical substance of artefact and the way it is projected into indefinable, grandiose realms of the symbolic. The very concept of function – that fetish of modernity – has always emerged altered and, in a certain sense, mortified by this unfair confrontation, adopting nothing more in its own defence than the crude logic of praxis, justified solely by the reverberation of higher reasons embodied in the theme of architectural design. It is not just the religious side of matters that requires architecture to provide the paths, structures and settings for a carefully defined religious space in which to hold its ceremonies. Science and politics, too, particularly in their ethical implications, need to be embodied in constructions in which matter and technology must be shaped in such a way as to express their dogged efficiency and higher meanings. Faced with the task of designing one of our planet’s three permanent observatories on climatic change, whose design and construction was commissioned and promoted by the International Polar Foundation, Samyn & Partners had to face up to this tricky task working around the universal vision of the survival of mankind and the plant on which it lives. The main issues associated with the Earth’s climate are basically quite familiar, but less is known about the efforts made to analyse its changes and control how they evolve. The international Arctic and Antarctic bases are now cutting-edge laboratories for advanced research, whose results need to be worked out, co-ordinated and, most significantly, turned into material serving communication and education purposes, in order to make the age-old target of Sustainable Growth a feasible reality. There are planned to be three centres situated on a continental basis in: Brussels, Tokyo and Toronto. The Samyn firm was responsible for designing the Polaris Climate Change Observatory (PCCO) in Toronto. The problem at hand was to design a building that drew on equally eloquent factors like mass, structural design and image to give concrete form to
P. Mees Client: The International Polar Foundation
the functional factors associated with its scientific-cultural intents. As Samyn himself said, “to understand how this venture developed, it is important to realise that, apart from the client’s own guidelines, we did not draw on any unifying thread. All the various project elements were gradually stored away, so to speak, in a matrix inside which they moved around according to their own nature, inevitably establishing tight bonds with each other”. It is just “permanent horizontal interaction of varying density and frequency between the various elements in this matrix”. This design philosophy has firm ideological foundations. It is widely known that Samyn, who admires ancient Japanese architecture, is also an adherent of the theory of “plastic numbers” devised by Dom Hans van der Laan, the Benedictine monk who injected a new mathematic concept of proportion into architecture reflecting intense relations with God. The most obvious outcome of these theoretical premises is perhaps the building form itself: a parallelepiped incorporating a three-dimensional working of a rectangle embodying the transcendent principle of proportion. Working on these grounding principles, Samyn’s design develops its architectural features into a set of definite construction traits. The ecological aspects – with their own economic implications – turn into leading players, ranging from the exclusion of reinforced concrete in favour of wooden structures to the development of a lighting system capturing natural light during the day and channelling it inside through a system of optic fibres. There is also another dominant eco-friendly feature: the central building can be completely dismantled so that all its main structures can be recovered and recycled. In other words there is plenty of subject matter for assessing the new frontiers of architecture, now expected to take on a planetary dimension moving well beyond specific regional traits and its own history, and even called upon to tackle issues which, even when they do not actually touch the heights of the absolute transcendence of religion, do express an equally powerful and involving immanence.
Philippe Samyn and Partners
From left to right, plans of the ground floor and mezzanine, first floor and mezzanine, second floor and mezzanine and cross section of the Polaris Climate Change Observatory in Toronto. Following pages, rendering and model of the main structure and functional-perceptual features of the overall design in accordance with eco-compatibility standards. The parallelepiped building form will be made of wood with triple thickness glass facades. The 28 wooden columns inside, supporting the entire structure, are hollow to cater for optic fibre cables letting natural light flow across every floor. Daylight will be absorbed by a system of 28 parabolic-shaped photon catchers installed on the roof, as well as 18 skylights fitted with photovoltaic cells to allow zenith lighting from the floor above.
201 l’ARCA 59
Andrez Fernandez
60 l’ARCA 201
201 l’ARCA 61
62 l’ARCA 201
201 l’ARCA 63
PNEU-HAB di/by Daniele Bedini www.isspace.com
Sopra, concept per un base lunare gonfiabile NASA.
Above, concept for a NASA inflatable lunar base.
64 l’ARCA 201
R
etaggio degli anni Settanta oggi le strutture pneumatiche sorgono a nuova vita e suscitano nuovi interessi e nuove applicazioni. Dopo un periodo di “buio creativo” i progettisti rispolverano le idee più innovative degli anni Settanta e Ottanta rivestendole di contenuti più contemporanei e futuristi ritrovando nuovi stimoli e ipotizzando “life-style avanzati” come i loro predecessori. Non solo arredi gonfiabili ma vere e proprie strutture architettoniche pneumatiche sono state realizzate in questi ultimi anni. Ricordiamo lo Space Center di Leicester dell’architetto Nicholas Grimshaw come valido esempio di queste applicazioni. Un nuovo impulso all’uso delle strutture pneumatiche lo sta dando anche la ricerca spaziale. Fin dagli anni Novanta, la NASA ha ipotizzato l’uso di strutture pneumatiche per realizzare più ampi habitat spaziali in vista di missioni di più lunga durata, quali l’istallazione di una base sulla Luna o la missione su Marte. Perché pneumatiche? I vantaggi di tali strutture sono molteplici. Quello che costa di più per lanciare un modulo abitabile nello spazio è indubbiamente il suo peso e la sua massa. Se a questo uniamo la ridotta capacità di carico degli attuali lanciatori, lo Space Shuttle e il Proton russo (attualmente lo Shuttle americano è fermo per ancora un anno) è chiaro il perché la NASA, e non solo, sta pensando di sostituire gli attuali moduli pressurizzati in lega di alluminio-litio con strutture più leggere e capaci di occupare minor volume in fase di lancio. Così nel 1995-97 la NASA si lanciò in un programma molto ambizioso: il Transhab, un modulo pneumatico pressurizzato abitabile di ben 10 metri di diametro in configurazione finale. Anche noi italiani fummo coinvolti in tale avventura progettuale. Addirittura alla Facoltà di Architettura di Firenze, organizzai un corso proprio sul design degli interni di questo modulo, in accordo con NASA che revisionò, alla fine e durante, tutto il lavoro fatto dai nostri 80 studenti. Furono più che altro Alenia Spazio di
Torino e il mio team di Firenze, che ora fa capo alla nuova Società IS- in and out space-, a seguire le varie fasi di sviluppo di questo modulo. La NASA ha sviluppato un notevole know-how sulle applicazioni delle strutture pneumatiche in campo spaziale proprio sviluppando il Transhab. Sono stati eseguiti importanti test che hanno dimostrato come una struttura pneumatica sia non solo più leggera e poco ingombrante in fase di lancio, ma abbia delle “performance” una volta gonfiata nello spazio, superiori rispetto a un modulo tradizionale in lega di alluminio-litio. Infatti tali membrane composte da ben 18 strati di diversi materiali sono molto più resistenti all’impatto di meteoriti rispetto a quelle in alluminio e consentono anche un miglior isolamento dalle radiazioni cosmiche, tanto dannose per il fisico degli astronauti. Ma vediamo come era composto il Transhab. Una struttura rigida centrale di circa 9 metri di lunghezza rappresenta il core del modulo, la sua anima rigida capace di contenere tutti gli impianti e l’hardware necessario a supportare la vita dell’uomo all’interno. A questo cuore rigido si aggancia la struttura pneumatica formante un cilindro delle dimensioni di circa 10 metri per 10 suddiviso all’interno in tre “piani” abitabili. All’interno della struttura pneumatica attrezzi per le attività ginniche, il “wardroom” un vero e proprio soggiorno-pranzo, e una vasta area dedicata ad armadiature, anch’esse soft per poter essere stivate in fase di lancio all’interno della membrana. Le cabine notte sono situate anch’esse nel core per avere una più ampia protezione da radiazioni durante le ore del sonno. La NASA pensava di adattare il Transhab, almeno nella prima fase di collaudo, a modulo abitativo da agganciarsi alla ISS (International Space Station) e poi, una volta validato “in space”, il modulo poteva essere confezionato nella sua forma finale per la missione su Marte. Era una grande opportunità, poi persa perché sono stati tagliati i fondi alla NASA per questo programma, a vantaggio di ingenti finanziamenti per la guerra.
Inflatable Architecture Ma non tutto viene per nuocere! Dietro l’esperienza maturata a seguito della collaborazione con NASA, Alenia Spazio e il mio team, insieme ad altre università ed industrie, nel 2002 siamo stati incaricati dall’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, di sviluppare un avanzatissimo studio sulle applicazioni spaziali delle strutture pneumatiche partendo dai progetti già sviluppati non solo per lo Spazio ma anche terrestri, in particolare le idee degli anni Settanta e alcuni studi da noi sviluppati per ENEA-PNRA. Ispirandosi ai prototipi di strutture pneumatiche degli anni Settanta/Ottanta abbiamo progettato nel 1995 un modulo laboratorio per ENEA/Progetto Antartide, capace di essere eli-trasportato a una distanza di circa 1000 km dalla base italiana di Terranova e di ospitare per due mesi 8 scienziati in maniera autonoma. La ricerca spaziale è stata di grande aiuto nello sviluppo di tale progetto, per capire come sia possibile coniugare leggerezza e resistenza, capacità di isolamento termico e compattabilità della struttura. Il risultato è stato un modulo leggerissimo di soli 450 kg. Assemblabile, trasportabile con elicottero e, se assemblato in tre elementi, capace di trasformarsi in una superficie abitabile tripla rispetto a quella di partenza. Con questi concetti abbiamo iniziato con Alenia Spazio a lavorare su queste applicazioni nello spazio non solo per strutture esterne ma anche per elementi funzionali interni molto più correlati alle attività di bordo. SPES è il nome dello studio, e grazie a questa esperienza l’Italia è all’avanguardia in Europa in tale tecnologia. Sono state progettate due diverse configurazioni di moduli pneumatici uno più tradizionale, una specie di “pomodoro” capace di essere configurato internamente a un piano o due piani abitabili, l’altro “a soffietto”, un cilindro in dimensione molto simile a quelli attualmente in orbita, ma capace di occupare un terzo del volume in fase di lancio. L’apertura in ambedue i moduli è auto-
matica e l’Università di Roma ha sviluppato i sistemi meccanici telescopici capaci di controllarne l’apertura durante il gonfiaggio. Ma forse l’applicazione più originale delle strutture pneumatiche è rappresentata da alcuni elementi funzionali interni. A seguito della necessità di compattare l’intera struttura durante le fasi di lancio, di conseguenza dobbiamo creare delle strutture compattabili anche all’interno, e la tecnologia pneumatica mista a strutture leggere trasformabili ci viene in aiuto. Analizzando quali degli elementi interni potevano essere progettati e realizzati in pneumatico sono state escluse tutte le attrezzature che avevano bisogno di un “hardware” di notevoli dimensioni e collegato ai sottosistemi del modulo tipo acqua, energia, sistemi informatici, poiché sarebbero difficilmente sostituibili nelle loro strutture rigide da strutture più leggere. L’analisi ha focalizzato comunque tanti elementi primi tra questi le cabine letto private degli astronauti, la parte “doccia” del bagno, e più che altro il sistema “magazzini-armadi”. A seguito di tali esperienze e del know-how acquisito, il team di IS sta studiando e progettando anche applicazioni terrestri di strutture pneumatiche tra cui possiamo menzionare, “NomadHome”, una casa mobile completamente gonfiabile pensata per un nuovo nomade tecno-romantico e/o per esigenze di allestimento di un campo base per emergenze della Protezione Civile (in qual caso la configurazione verrebbe modificata). La cellula è monospace con un ampio vano soggiorno-letto a configurazione flessibile e con l’appendice di due piccoli vani dedicati, l’uno all’igiene, l’altro alla preparazione dei cibi. Per concludere possiamo solo dire che forse siamo di fronte a nuovi anni di sperimentazione sulle strutture pneumatiche e la ricerca spaziale sicuramente sta contribuendo a stimolare le menti di tecnici ma anche di noi architetti e designer.
In alto a sinistra, rendering della base lunare gonfiabile NASA. Sopra e a destra, rendering delle cabine letto e della struttura del NASA Transhab.
Top left, rendering of the NASA inflatable lunar base. Above and right, renderings of the sleeping rooms and of the structure of NASA Transhab.
201 l’ARCA 65
Sopra, interno del NASA Transhab. In alto, una camera e, a destra, il WC dello Spes.
Above, interior of the NASA Transhab. Top, a sleeping room and, rught, the WC inside the Spes.
66 l’ARCA 201
F
irst developed back in the 1970s, pneumatic structures are now back in vogue and being used for new purposes. Following a period of “creative darkness”, designers are now taking a fresh look at the most innovative ideas from the 1970s-80s, adapting them to more cutting-edge and futuristic uses, finding new input and envisaging “advanced life-styles” just like their predecessors. Not just inflatable furniture, but also authentic pneumatic architectural structures have been designed over recent years. The Space Centre in Leicester designed by the architect N. Grimshaw might, for instance, be mentioned as a fine example of this kind of application. Space research programmes are also stimulating new ideas for making use of pneumatic structures. Ever since the 1990s, NASA has been planning to use pneumatic structures for designing more extensive habitats in space, in view of longer space missions, such as the setting up of a base on the Moon or a mission to Mars. So why use pneumatic technology? Structures like these offer all kinds of benefits. Weight and mass are certainly the biggest issue when launching an inhabitable module into space. If we combine this with the relatively low load-bearing capacity of existing launchers like the Space Shuttle and Russian Proton (the American Shuttle will not be back in operation for another year), it is obvious why NASA, and other bases, are planning to replace existing pressurised modules made of lithium-aluminium alloy with light-weight structures taking up less space during the launch phase. This is why NASA decided to launch an extremely ambitious programme back in 1995-7: Transhab, a pressurised inhabitable pneumatic module measuring 10 metres in diameter in its final layout. We Italians were also involved in this big project. Here at the Florence Faculty of Architecture we actually teach a course on designing the interiors of this module in conjunction with NASA, that carefully monitors work of our 80 students both during and at the end of
the course. In fact it was Alenia Spazio in Turin and my team in Florence (now of the new company IS-in and out space) that really kept tabs on the various stages in developing this module. NASA has developed plenty of know-how in applications of pneumatic structures for space thanks to the Transhab programme. Important tests have been carried out to prove that a pneumatic structure is not just lighter and less bulky at take-off, but also more effective than a conventional lithium-aluminium alloy module once inflated in space. These membranes composed of 18 layers of different materials are much more resistant to colliding meteorites than aluminium membranes and also provide better insulation against cosmic radiation that is so (physically) harmful to astronauts. So let’s take a look at Transhab’s design. A rigid central structure measuring about 9 metres in length forms the module’s rigid core capable of holding all the systems and hardware required to support human life inside. A pneumatic structure is hooked onto this rigid core to form a cylinder measuring about 10 metres by 10 metres, divided up on the inside into three inhabitable “levels”. The inside of the pneumatic structure is fitted out with keep-fit apparatus, a “wardroom” (viz. dining-living room), and a spacious area providing plenty of wardrobe space, also soft so that they can be stowed away inside a membrane during the launching stage. The sleeping cabins are also located in the core to provide greater protection against radiation while the astronauts are asleep. NASA was planning, at least during the initial testing phase, to adapt Transhab into an inhabitable module to be hooked onto the ISS (International Space Station) and then, once it had been tested out in space, the module would be set in its final configuration ready for the mission to Mars. This was a great opportunity, sadly missed due to cuts in the funding NASA received for this project, which was redirected to pay for the Gulf War.
But every cloud has a silver lining! In the wake of the experience gained working with NASA, Alenia Spazio and the my team, together with other universities and industries, were commissioned by the ASI (Italian Space Agency) in 2002 to carry out advanced studies into applications of pneumatic structures in space, working on projects already developed not just for Space but also for down here on Earth, notably ideas from the 1970s and certain studies carried out by the Consortium itself for ENEA-PNRA. Working on prototypes for pneumatic structures from 1970s/80s, in 1995 the ACSA Consortium designed a laboratory module for the ENEA/Antarctic Project that can be transported by helicopter over distances of about 1000 km from the Italian base in Terranova and accommodate 8 scientists on a self-contained basis for two months. Space research was a great help in developing this project, showing how lightness can be combined with resistance, and heat insulation capacity with structural compatibility. This resulted in the creation of an extremely light module weighing only 450 kg. Ready-to-assemble, transportable by helicopter and, if assembled in three sections, capable of being converted into an inhabitable surface three times its initial size. These were the ideas around which we began working with Alenia Spazio on space applications not just for outside structures but also for internal functional elements more closely correlated to onboard activities. The experimental project is called SPES, and it has taken Italy to the cutting-edge in Europe for this kind of technology. Two different configurations of pneumatic modules have been designed, one more conventional, a sort of “tomato” capable of be arranged internally over one or two inhabitable levels, the other a folding structure, a cylinder very similar in size to those currently in
orbit but taking up a third of the space at lift-off. Both modules open automatically and Rome University has developed telescopic mechanical systems for the ACSA Consortium in order to control opening procedures during inflation. But the most original application of pneumatic structures actually concerns certain interior features. Due to the need to pack up the entire structure during launching, we had to design structures that were compatible on the inside too, and pneumatic technology mixed with convertible light-weight structures came to our rescue. Analysing which of the interior elements might be designed and constructed out of pneumatic materials excluded any equipment requiring bulky hardware or connected to the module’s water, energy and computer sub-systems, whose rigid structures could not easily be replaced by lighter constructions. Analysis focused on a number of key elements, including the astronauts’ private sleeping quarters, the “shower” part of the bathroom, and, most notably, the “storeroom-wardrobe” system. In the wake of experience and know-how already attained, the IS team is also studying and designing land applications for pneumatic structures, including “NomadHome”, a fully inflatable mobile home designed for the new techno-romantic and/or setting up a base camp for emergenices in the Civil Protection sector (in this case the configuration would be altered). This monospace cell has a spacious, flexibly designed lounge-bedroom area with two other small sections attached, one serving hygiene and the other food preparation purposes. In conclusion, we can only say that all this will, perhaps, take nine years’ experimentation in all fields, and space research is certainly stimulating the minds of technicians, not to mention us architects and designers.
A sinistra, studi per i guardaroba dello Spes; a destra, l’esterno e l’interno della Nomad Home.
Left, studies for the wardrobe of Spes; right, exterior and interior views of Nomad Home.
201 l’ARCA 67
Culture a confronto
A
parte il concetto, ben largo, di totemismo, il totem rappresenta generalmente un soggetto vegetale o animale che assume funzione di protezione e di guida. In realtà, quasi sempre il totem è in stretta relazione con un individuo di cui si fa guardiano e guida. Esso è anche espressione dell’organizzazione sociale di cui racconta i diritti e anche i tabù. Il totem in senso stretto è comunque legato alle società tribali, cioè a uno stadio di sviluppo che ancora contempla superstizione e offici apotropaici. Oggi l’arte, che spesso usa le proprie antenne per farsi sintomo di modi e comportamenti in atto o in arrivo, non è lontana dal totem. Questo anzi è spesso assunto nell’immaginario degli artisti ai quali il senso del mistero che lo circonda offre elementi di provocazione simbolica, ideologica, espressiva. Diversi pittori e scultori di area surrealista hanno trovato ampia ispirazione nel totem. Può bastare la citazione di Wifredo Lam che attinse suggestioni dalla sua Cuba. Ma i modi di chiamare in causa il totem nell’arte sono oggi svariati. E però, alla base, giova distinguere tra coloro che nutrono un’adesione diretta e totale al principio del totem, e coloro che non appartengono a culture “native”, e però ne hanno curiosità, le attraversano, ne colgono la sostanza e lo spirito. Qui propongo due casi assai diversi ed emblematici: il canadese Blaine Billman e l’europeo Gino Masciarelli. Blaine appartiene alla cultura “nativa” dell’area di Vancouver. Ma deve molto al nomadismo della sua famiglia (padre militare soggetto a spostamenti) l’incontro di culture locali e autoctone al nord della West Coast. Sta per condurre una vita abbastanza normale che lo vede impegnato a insegnare a scuola, quando decide di intensificare le esperienze fatte al seguito della sua famiglia. Intraprende infatti una vita assolutamente nomade, “on the road” per circa dieci anni lungo gli Ottanta. Già nella regione dello Idaho, dove è cresciuto, in virtù dei rigori ecosistemici ha imparato il rispetto della natura e degli esseri viventi. Lascia la scuola in ogni caso per dedicarsi totalmente all’arte. Ed è proprio la natura il soggetto preminente delle sue prime esperienze artistiche basate essenzialmente sul disegno. Segue la fase in cui mostra interessi per le figure e le forme di tipo astratto. Questo periodo coincide con la scoperta dei totem. Ciò perché Billman ha incontrato tanta arte totemica nel fare esperienze fra le più diverse tribù nordiche di cui studia le culture, le abitudini verso le quali nutre un grande rispetto. Dunque, il suo rapporto con i totem è concreto, motivato, anche se egli non aderisce interamente alle culture di cui fa esperienza e a cui i totem rimandano. Anzi, la sua originalità (in arte) consiste nel fondere quelle istanze culturali con idee disegnative inventate ma che rispettano il sottofondo culturale e la tradizione. Fino a tal punto innesta la marcia dell’originalità che arriva a concepire dei “totem spaziali”. Essi rispettano la tradizione e la leg-
78 l’ARCA 201
genda ma assumono forme estremamente dinamiche o dinamicizzate da meritare, appunto, l’aggettivo spaziale. Si consideri la rappresentazione del salmone, elemento fondamentale di quelle culture. Billman dipinge e disegna spesso “Salmoni-totem”. Le prime genti del nord basavano la propria vita su quel pesce, fonte primaria della loro sussistenza. Per questo, intorno al salmone nascono racconti, arte e leggende. Le tribù nordiche (particolarmente quelle che vivono nel nord dell’isola di Vancouver) tramandano la leggenda per cui il salmone verrebbe dal fondo dell’oceano. Con penna, inchiostri, matita (adopera spesso la masonite come supporto o legno colorato), Billman rappresenta anche un’orca spaziale, ad esempio Orca-totem II. L’orca è elemento centrale in alcune culture nordiche. Si dice fosse stata creata dal leggendario Natsilane per vendicarsi di suo cognato che l’aveva tradito. E Natsilane è spesso rappresentato dentro l’orca. Oltre al totem-salmone e al totem-orca, Billman rappresenta anche i totem-rana, animali che portano fortuna e che i popoli nordici trattano con molto rispetto. Intorno alle rane-totem fioriscono le leggende. La figlia di un capo si era preso gioco delle rane. Fu allora tratta in inganno. Infatti un ranocchio mascherato da bell’uomo diventa suo marito a cui la ragazza dà anche dei figli. Alla fine, per liberarla, viene prosciugato il lago dove stavano le rane le quali vengono disseminate in ogni direzione. La fantasia di Billman è vivace, e l’autore è capace di fondere il rispetto dell’immaginario delle tribù con un suo proprio segno espressivo. Diversa è la posizione di Gino Masciarelli, scultore impegnato nella ricerca da diversi decenni. L’artista italiano rispetta la tradizione dei totem quanto a effigie, e lo fa ispirandosi alle culture primitive e arcaiche. Ma non si tratta di adesione passiva, e basta. A Masciarelli interessa rendere il senso del mistero (talvolta le sue sculture si intitolano “arcano”), pur impegnandosi in una cultura che non è sua. Lo stesso fa con idoli e feticci, talvolta non affidati, come accade abitualmente, al marmo o al bronzo o al ferro, bensì al dipinto. In qualche caso Masciarelli ricrea la sensibilità “aborigena” per mezzo di installazioni di pietra. Particolarmente emblematiche talune stele “bifronte” in marmo o delle (“semplici”) “Presenze” che emergono in talune sculture di sapore ambientale e aneddotico. In anni recenti, l’artista ha realizzato dei nuovi totem, affidati emblematicamente alla rappresentazione della scala: scale abbarbicate, contorte, instabili secondo la poetica decostruzionista. In questo caso si tratta di totem moderni, assolutamente inventati dalla sua fantasia senza alcun riferimento culturale. Peraltro, in rapporto alla sua lunga carriera di scultore, costantemente presente sulla scena internazionale (ha appena concluso una personale – intitolata Hymn to Humanity – a palazzo dell’Onu a Ginevra nella circostanza del 60° anniversario della nascita dell’Organizzazione), queste scale costituiscono la sua produzione di maggiore maturità e importanza. Carmelo Strano
Filippo Occhino
Art and Totems
Gino Masciarelli, Scala Salendo il Libro e Scale Caotiche, 2002/2003.
201 l’ARCA 79
Blain Billman, a sinistra dall’alto/left from top down: Wolf Totem, Salmon Totem, Raven Totem, Salmon/Trout Totem; a destra/right, Sun Totem, Orca Totem IV, e sotto, Frog Totem.
A
side from the broad concept of totemism, the subjects totems generally represent are plants or animals which take on a protective and guiding role. In actual fact, totems are almost always closely related to individuals, turning into guardians and guides for them. They are also the expression of social organization, expounding its rights as well as its taboos. At any rate, strictly speaking, totems are linked with tribal societies, and thus with a stage of development that is still associated with superstition and apotropaic practices. Today art – which often senses current or imminent modes and behaviors – is not far from totems. Actually, the latter often touch the imagination of artists, who feel that the sense of mystery surrounding totems offers challenging symbolic, ideological and expressive elements. A number of surrealist painters and sculptors have been greatly inspired by totems. It might suffice to quote Wilfredo Lam, who drew inspiration from his Cuba. But today, there are various ways of implicating totems in art. And it is important to distinguish among those who directly and totally adhere to the principle of the totem and those who do not belong to particular “native” cultures but are curious about them and experience them, capturing their essence and spirit. Here I will propose two very different and emblematic examples: the Canadian Blaine Billman and the European Gino Masciarelli. Blaine belongs to the “native” culture of the Vancouver area. But he owes a lot to his family’s nomadism (his father was in the army and was forced to move from place to place) and to his acquaintance with local and native cultures from the northern West Coast. He was about to start quite a normal life as a schoolteacher when he decided to intensify the experiences he had been through with his family. In fact, he embarked on an absolutely nomadic life – “on the road” – for about a decade, all through the eighties. Already in Idaho, where he grew up, he had learned to respect nature and living things thanks to the rigorous ecosystem that existed in the state. He actually left school to devote himself entirely to art. And it is nature which is the dominating subject of his first artistic experiences, which were essentially based on drawing. He then went through a stage in which he was interested in figures and abstract shapes. This period coincides with his discovery of totems. This is due to the fact that Billman met with a lot of totem art during his experiences among diverse northern tribes; in fact, he had the opportunity to study their culture and habits, which he greatly respected. Therefore, his relationship with totems is concrete and motivated, even if he doesn’t wholly adhere to the cultures he experienced and with which totems are associated. On the contrary, his originality in art consists in mixing those cultural elements with invented drawings that respect cultural backgrounds and traditions. His creativity has actually led him to the creation of “spatial totems”. We might consider his representation of salmon, a funda-
80 l’ARCA 201
mental element of those cultures. Billman often paints and draws “Salmon-totems”. The original peoples of the North based their lives on salmon, as it was their primary source of subsistence. Due to this, a lot of art – as well as a great many tales and legends – grew around this fish. Northern tribes (especially those who live in the northern part of Vancouver Island) hand down the legend that salmons come from the bottom of the ocean. With pen, ink and pencil (he often uses Masonite or colored wood as supports), Billman represents a spatial killer whale, for instance his “Killer-whale totem II”. Killer whales feature in a number of northern cultures. They say the killer whale was created by the legendary Natsilane so he could take vengeance on his brother-in-law who had betrayed him. In fact, Natsilane is often represented within the whale itself. In addition to the salmon-totem and killer-whale totem, Billman also represents frog-totems. Frogs bring good luck, and northern peoples treat it with great resepct. A great many legends were born from frog-totems. For instance, a chief’s daughter had made fun of some frogs. She was then deceived: a frog disguised as a handsome man married her, and she even bore him children. The story ends when the lake where the frogs lived dries up, and the frogs scatter in all directions. Billman has a lively imagination, and the author is capable of combining the respect for tribal imagination with his own expressive sign. Gino Masciarelli occupies a different position; he is a sculptor who has been engaged in research for decades. The Italian artist respects totem tradition in terms of effigy, drawing inspiration from pimitive and archaic cultures. But he does not simply adhere to it passively. Masciarelli is interested in rendering a sense of mystery (at times his sculptures are entitled “arcane”), even when he is committed to a culture that is not his own. He does the same with idols and fetishes, which he sometimes entrusts to painting, instead of to his usual marble, bronze or iron. In some cases, Masciarelli recreates a “native” sensibility by means of stone installations. Some of his double-fronted marble “stems” are particularly emblematic, as well as his “Presences”, which emerge in some of his sculptures with an environmental and anecdotal feel. In the past few years the artist has created some new totems that have – symbolically – been entrusted to the representation of ladders: clinging, twisted and unstable ladders, according to deconstructionist poetics. In this case we’re dealing with modern totems, totally invented by his own imagination, without any cultural reference. However, considering the artist’s long career as a sculptor who is constantly present on the international scene (he has just concluded a solo show entitled Hymn to Humanity at the UN Palace in Geneva, on the occasion of the 60th anniversary of the organizations’s birth), these ladders actually constitute his most important and mature works. Carmelo Strano
201 l’ARCA 81
1°
Committente/Client: Hanssem Co. Ltd A
Gran Bretagna/Great Britain London
1° Zaha Hadid 2° a-Graft (capogruppo/team leader), AWP, Mafu design, Ateliers de Santa Caterina, Liverani/Molteni Architetti 3° AOC Architecture (capogruppo/team leader) Finalisti/Shortlisted Caruso St John Architects Foreign Office Architects Anna Lacaton-Philippe Vassal MVRDV Bernard Tschumi 1°
Committente/Client: The Architecture Foundation
Riassetto urbanistico e riqualificazione di piazza Garibaldi La piazza interessata è compresa tra via Corbetta e Piazza degli Alpini, sull’asse est-ovest e via Dante e corso Unità d’Italia sull’asse nord-sud. Obiettivo del concorso è quello di: 1. Risolvere il problematico nodo viabilistico dando continuità alla pedonalizzazione 2. Riqualificare lo spazio urbano di alti contenuti storici e architettonici Urban re-organization and refurbishment of Garibaldi Square The interested square is comprised between via Corbetta and Piazza degli Alpini, along the east-west axis, and via Dante and Corso Unità d’Italia, along the north-south axis, in the city centre. The aim of the competition is: 1. to resolve a difficult traffic junction creating a continuity in the pedestrian area; 2. to requalificate the urban space which has a high historical value Giuria/Jury: Tiziana Sala, Pierre Alain Croset, Luigi Snozzi, Arnaldo Pomodoro, Chiara Rovetta, Marco Ortalli, Corrado Tagliabue, Angelo Monti, Damiano Cattaneo
Italia/Italy - Gattinara (Vercelli) Spazi Urbani Concorso di idee a livello nazionale per la Sistemazione urbanistica dei seguenti spazi pubblici: Piazza Italia - Corso Garibaldi - Corso Valsesia - Corso Cavour - Corso Vercelli. Il concorso ha lo scopo di acquisire con pubblico incanto una proposta progettuale di riqualificazione dei quattro corsi principali e della Piazza in cui essi confluiscono: i temi della progettazione e gli obbiettivi da perseguire sono la riorganizzazione degli spazi pubblici, la sistemazione delle pavimentazioni e l’arredo urbano di tutta l’area interessata Urban Spaces Ideas competition for the urban organization and refurbishing of the area comprising Piazza Italia - Corso Garibaldi - Corso Valsesia - Corso Cavour - Corso Vercelli in Gattinara Giuria/Jury: Diego Boca, Simonetta Baracco, Giuseppe Bottero, Giuseppe Scaramozzino, Valentino Guglielmino
Museo archeologico di Elea-Velia Ai partecipanti si richiedono proposte di progettazione per la realizzazione del Museo archeologico di Elea-Velia. Si intende realizzare una struttura museale per l’allestimento dei reperti archeologici dell’antica Elea e per l’allestimento di attività culturali connesse. Accanto alle funzioni principali del Museo, vanno affiancate, in una vasta area di circa 4 Ha, strutture complementari a servizio dei visitatori (sale multimediali, strutture ludico-ricreative, sale mostre) Elea-Velia Archaeological Museum Competition for the design of an archaeological museum of old Elea and for the organization of cultural activities around it. The main functions of the museum must be sided, in a 4 Ha area, by complementary service structures for visitors (multimedia rooms, exhibition rooms, leisure areas) Committente/Client: Comune di Ascea-Velia
82 l’ARCA 201
1° ex aequo A-Giacomo Bosso B-Paolo Debiaggi
A
Committente/Client: Comune di Gattinara B
2°
Italia/Italy - Ascea-Velia (Salerno)
1° Roberto Cremascoli (capogruppo/team leader), Edoardo Belponer, Edison Okumura, Marta Rodrigues Finalisti -Claudio Cicciotti (capogruppo/team leader), Michele Crò, Alessandro de’ Cinque Quintili Catalucci -Stefano Presi (capogruppo/team leader), Stefania Albiero
Committente/Client: Comune di Cantù
B
Architecture Foundation HQ La Architecture Foundation vuole cambiare sede, pertanto intende selezionare proposte progettuali per la realizzazione del nuovo Centre for Architecture. Il programma prevede la presenza di spazi espositivi, caffetteria, sale conferenze, uffici amministrativi e spazi all’aperto. Superficie: 600 mq Architecture Foundation HQ The Architecture Foundation wants to move to new headquarters. It has launched an international competition for the realization of the new Centre for Architecture. The brief asks for exhibition spaces, café, conference hall, administrative offices and open spaces on a surface of 600 sq.m. Giuria/Jury: PresidenteRowan Moore, William Alsop, Paola Antonelli, David Chipperfield, Nigel Coates, Mike Hussey, Nicholas Serota, Jonathan Turk
Italia/Italy - Cantù (Como)
COMPETITIONS
Design Beyond East and West La terza edizione del DBEW verte sull'elaborazione di soluzioni progettuali per “Famiglie a doppio reddito con un figlio”. Il concorso si articola attraverso 3 categorie: 1) progettazione architettonica per unità residenziali; 2) interior design; 3) arredi Design Beyond East and West The third edition of DBEW asks for design solutions on the theme “House for a double income and one-child-families”. The competition is divided into three categories: 1. architectural design of residential units; 2. interior design; 3. furniture
Grand Prix Luca Donner (capogruppo/team leader), Francesca Sorcinelli Golden Prize A-Maria Eugenia Gatti, Maximilian Bolotner B-Lucas Lou Silver Prize -Alexander Lang, Yoon Kyung Yeo -Jimmy Caumeron, Tristan Granados -Jeremy Doherty -Go-Eun Shin, Kwui Young Kim -Yeoh Guan Hong -Hailong He -Hyun Suk Kim, E.Jonas Gabbai -Jung Hoon Han, Myong Sook Cho, Yoon Wha Lee -Robert Wong Kin Ming, Wong Tak Wai, Lam Siu Wah, Albert Lau -So Hyung Lim -Hoi Yan Tse, Kai Tik Ng -Virginia San Fratello
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Corea del Sud/South Corea
1° Fabrizio Mezzedimi (capogruppo/team leader), Giovanni Mezzedimi 2°ex aequo - Alfredo Benedetti (capogruppo/team leader), Calogero Benedetti, Augusto Ghibelli, Antonio Ferri, Angelo Paolino - Marco De Angelis 1° (capogruppo/team leader), Gennaro Casillo, Pasquale D’Agosto, Pellegrino Petrone, Nicola Piacquadio, Domenico Scelza, Giovanni Schiavo, Giovanni Noli 3° ex aequo - RA Consulting -Franco Luongo (capogruppo/team leader), Marina Cerbasi, Angelo Gregorio, Luigi Pascuzzi 1°
Italia/Italy - Ghedi (Brescia) Riqualificazione dell’edificio Arcioni (2a fase) Progettazione preliminare finalizzata alla ristrutturazione e riqualificazione dell’edificio Arcioni Restoring of Arcioni Building (2nd phase) Competition for the preliminary design of the restoring and requalification of Arcioni building Committente/Client: Comune di Ghedi
1° Federico Bargone (capogruppo/team leader), Studio Bargone architetti associati 2° Francesco Delogu (capogruppo/team leader), Delogu Architetti Associati 3° Studioazero: Paolo Mestriner (capogruppo/team leader), Paolo Pedrali, Alessandro Rossini, Maurizio Abondio Coll.: Francesca Ziliani, Andrea Busi, Sara Antonelli, Cons.: Josè Barrias 1° 4° Gian Paolo Treccani 5° Manuel Ramello, Elena Di Palermo, Studioata 6° Gianpietro Rossi 7° Paolo Bellocchio 8° Flavio Cassarino 1° 9° Federico Zucchetti
201 l’ARCA 83
COMPETITIONS + europaconcorsi
Italia/Italy - Gorizia Spazi pubblici antistanti la chiesa parrocchiale del quartiere di S. Anna Progettazione architettonica di idee di livello nazionale, in forma anonima, sul tema: la riqualificazione degli spazi pubblici antistanti la chiesa parrocchiale del quartiere di S. Anna. Obiettivi generali della progettazione: 1. Ottimizzazione dell'efficienza funzionale degli spazi in rapporto alle molteplici esigenze da soddisfare; 2. Conseguimento di una compiuta immagine di architettura urbana che conferisca un’identità riconoscibile all’insieme degli spazi pubblici e arredi urbani oggetto della progettazione Public spaces in front of the church of St.Anna Neighbourhood Ideas competition for the requalification of the urban spaces in front of the parrish church in St.Anna neighbourhood. The brief asked for: 1. optimisation of functionality; 2.better urban image giving a new identity to the area Giuria/Jury: Andrea De Eccher, Claudia Battaino, Gaetano Cola
1° Chiara Laurenti (capogruppo/team leader), Ilaria Bellia, Alessandro Anella, Francesca Luzi 2° Maria Luisa Gentilezza 3° Dario Cazzaro (capogruppo/team leader), Andrea Serena, Cinzia Paganellli, Martina Pertoldi
1°
1°
Committente/Client: Comune di Gorizia
Italia/Italy - Milano Sistemazione Darsena Redazione del progetto preliminare per la sistemazione dell’Ambito Darsena. L’area di progetto riguarda un Ambito Monumentale ben definito e i progettisti avranno il compito di rendere coerenti le diverse funzioni previste e prevedibili con i nuovi manufatti che interesseranno l’area, cogliendo le potenzialità dell’Ambito integrate alle esigenze stradali e del trasporto pubblico Milan Basin project Competition for the reorganization of the Milan Basin Area Competition for the preliminary design of the Milan Basin (Darsena) area, including all the different functions, new buildings, traffic optimisation, creation of pedestrian pathways Giuria/Jury: Pier Giuseppe Torroni, Leonardo Cascitelli, Aurelio Galfetti, Fulvio Irace, Antonio Monestiroli, Roberto Stefani, Silvano Tintori, Andrea Tosi, Silvia Volpi
1°
Committente/Client: Comune di Milano
1° Jean-François Bodin (capogruppo/team leader), Edoardo Guazzoni, Sandro Rossi, Paolo Rizzatto, Andrea del Grosso, Gaetano Viero Menzionato/Mentions Angelo Torricelli (capogruppo/team leader), Giovanni Cislaghi, Vincenzo Donato, Marco Prusicki, Edmondo Vitiello, Stefano Mambretti, Paolo Bassi, Gabriele Amodori Finalisti/Shortlisted -MBM Arquitectes (capogruppo/team leader) -Pasquale Culotta (capogruppo/team leader) -Eduardo Souto De Moura (capogruppo/team leader) -Klaus Schuwerk (capogruppo/team leader) -David Chipperfield (capogruppo/team leader) -Stefano Parodi (Quattroassociati) (capogruppo/team leader) -C+S Associati (capogruppo/team leader) -Bruno Morassutti (capogruppo/team leader)
1°
Italia/Italy - Verona Interior Design-La casa container La soluzione progettuale dovrà essere rivolta alla definizione di una unità abitativa, costituita dall'assemblaggio di due o più moduli (max 6), in senso orizzontale e/o verticale, mediante l'elaborazione di una planimetria, sezioni, prospetti, viste assonometriche o rendering, al fine di arrivare ad una definizione di massima di tale unità abitativa sotto il profilo tipologicofunzionale Interior Design-The Container House The brief asked for a design solution for the typological-functional definition of a residential unit, constituted by one ore more modules (max 6), either vertical or horizontal Giuria/Jury: Giovanni Benato, Edoardo Ambrosini, Gianmaria Colognese, Nicola Giardina, Lorenza Romano, Giampietro Pegoraro
1° Davide Spreafico (capogruppo/team leader), Davide Maggioni Segnalati/Mentions - Arcangelo Di Cesare (capogruppo/team leader), Fabrizio Misuraca, Germano Franciosi - Andrea Boz
1°
Committente/Client: Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Verona 1°
84 l’ARCA 201
- Zaha Hadid really seems to take us into the future. - The problem will be finding our way back.
201 l’ARCA 85
Pio Baldi direttore generale DARC
Scripta volant. Il M A X XI-m useo si avvicina veloce m ente alle fasi di co m pleta m ento. Chi segue questa doppia pagina DARC può vedere ogni due m esi la fotografia dello stato del cantiere co m e in una w ebca m al rallentatore. Se non ci saranno frenate nell’assegnazione delle risorse finanziarie la totale realizzazione dell’edificio è prevista per la fine del 2006. N el fratte m po è stato predisposto il calendario per le m anifestazioni del prossim o biennio. Dal 16 m arzo all’8 m aggio: “ General jungle”, m ostra di 23 disegni della celebre coppia inglese Gilbert & G eorge, rappresentanti della Gran Bretagna alla prossim a Biennale di Venezia. Dal 30 m aggio al 15 sette m bre è la volta dell’architettura con un autoritratto m ultiplo di Giancarlo De Carlo, figura e m ble m atica della cultura architettonica italiana. Mix di arte e architettura dall’8 ottobre all’8 gennaio (2006) con M oshekwa Langa, eclettico ed irruento artista sudafricano, insie m e all’architetto Paolo Soleri i cui enormi disegni m ulticolori raffiguranti sogni ed utopie costruttive saranno posti a confronto con le fantasie utopiche che i più giovani architetti di oggi stanno cercando di esprim ere. Seguirà una m ostra dei due artisti Iran Do Espirito Santo e Francesco Cle m ente, per arrivare a chiudere il 2006 con una m ostra-passerella dei principali m usei m ondiali di arte conte m poranea; m usei fra i quali tra breve anche il M A X XI si posizionerà.
Collezione M A X XI Gilbert and G eorge
For the first tim e in Italy the M A X XI will be displaying an exhibition organised by Paolo Colo m bo fro m 16 th M arch-8 th M ay entitled The General Jungle or Carrying on Sculpting, featuring the w ork of the British artists Gilbert & G eorge: 23 charcoal dra wings on large-size fra m ed paper (approx. 280x315 cm). The collections sho w the tw o artists posing against the backdrop of an ideal forest, ironically evoking the traditional British vie w of the artist in Ro m antic painting. Short co m m entaries about each dra wing evoke the hu m an condition, the key subject of their artistic experim entation.
Dal 16 m arzo all’8 m aggio il M A X XI espone, per la prima volta in Italia a cura di Paolo Colombo, The General Jungle or Carrying on Sculpting, opera degli artisti inglesi Gilbert & G eorge co m posta da 23 disegni a carboncino su carta intelata di grandi dim ensioni (280x315 cm circa). Le serie ritrae i due autori in posa sullo sfondo di una foresta ideale, con ironico riferim ento alla tradizione inglese dell’artista nella pittura ro m antica. Brevi testi, su ogni disegno, rimandano alla condizione u m ana, argo m ento centrale della loro ricerca.
DARC will be representing Italy at the 11 th Triennial in India with an exhibition devoted to the artist Diego Perrone (Asti, 1970), organised by Stefano Chiodi. The exhibition, w hich will run until 31st M arch, will be hosted in the cities of N e w Delhi, Jaipur and Hyderabad. The display will include the collection of photographs entitled I pensatori di buchi (2002) and the three-dim ensional video clip Vicino a Torino muore un cane vecchio (2003).
La DARC rappresenta l’Italia all’XI Triennale dell’India con una m ostra dedicata all’artista Diego Perrone (Asti, 1970), a cura di Stefano Chiodi. L’esposizione, che resterà aperta fino al 31 m arzo, sarà ospitata dalle città di N e w Delhi, Jaipur e Hyderabad. In m ostra la serie fotografica I pensatori di buchi (2002) e la videoanim azione tridim ensionale Vicino a Torino muore un cane vecchio (2003).
G eneral M anager of DARC
Scripta volant. The M A X XI-m useu m is rapidly nearing co m pletion. Those keeping track of this DARC double-page spread will see photos taken every to w n m onths sho wing the state of the building w ork like so m e kind of slo w-m otion w ebca m. If there are no delays in the m oney supply, building w ork ought to be co m plete by the end of 2006. M eanw hile a schedule of events for the forthco ming tw o years has been dra w n up. Fro m 16 th M arch-8 th M ay: “ General jungle”, an exhibition of 23 dra wings by the found English duo Gilbert & G eorge, w ho will be representing Great Britain at the next Venice Biennial. Fro m 30th M ay-15 th Septe m ber it is architecture’s turn with a m ultiple self portrait by Giancarlo De Carlo, an e m ble m atic figure on the Italian architectural scene. A mix of art and architecture will be on sho w fro m 8 th October-8 th January (2006) through the w ork of M oshekwa Langa, an eclectic and restless South African artist, together with the architect Paolo Soleri, w hose huge m ulti-coloured dra wings depicting utopian drea ms in the construction w orld will be set alongside the utopian fantasising that today’s youngest architects are trying to express. There will then be an exhibition of the w ork of the tw o artists Iran Do Espirito Santo and Francesco Cle m ente, before 2006 will dra w to a close with an exhibition-parade of the w orld’s leading m useu ms of conte m porary art; m useu ms w hich will soon also include the M A X XI.
www.darc.beniculturali.it
Courtesy G alleria M assim o De Carlo, Milano M oshekwa Langa Giancarlo De Carlo Paolo Soleri
86’ARCA 201
MARZO2005 coordina m ento lorenza bolelli pagina a cura di e milia giorgi progetto due_pavese
201 l’ARCA 87
Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
88 l’ARCA 201
Memoria e rinnovamento In Calais
Scolpito dalla luce In Marseilles
Progetto: Moatti&Rivière
Progetto: Corinne Vezzoni & Associés
Rottura e continuità sono i termini su cui è orchestrato il progetto del Museo del Pizzo e della Moda di Calais, concorso vinto dallo studio francese Alain Moatti e Henri Rivière. L’intervento si sdoppia in due momenti, uno che considera la valorizzazione di un antico edificio industriale, l’industria Boulart, l’altro che si concentra sul nuovo, con il progetto di un importante ampliamento (circa 3000 metri quadrati). Filo conduttore che guida l’intera operazione è la volontà di ridare vitalità al quartiere, ricucendone l’unità con nuovi spazi federatori e trasformandolo in una vetrina per la città, che guarda da un lato il suo futuro industriale e dall’altro la sua memoria storica. Il nuovo edificio, destinato alle esposizioni temporanee, è pensato come una grande galleria che si proietta sulla città e sul canale dando vita, attraverso una forma a L, a un ampio piazzale pubblico. La sua immagine è descritta da una facciata in alluminio bianco che con un gioco di aperture e chiusure si offre come un’evocazione dei pizzi a cui è dedicato il museo lasciando aperta la vista sull’esterno. Sollevato da terra, questo edificio si dichiara per una discreta monumentalità ammorbidita allo sguardo del pubblico dai riflessi di luce e trasparenza che istaurano un calibrato dialogo con il contesto urbano e paesaggistico. La continuità con l’esistente è declinata sul piano geometrico. Il volume a L si stende parallelamente alla vecchia industria e ne rispetta i rapporti di scala, lasciando aperta una fenditura con l’esistente dove un’unica connessione a piano terreno garantisce il collegamento. Alla levità del linguaggio del nuovo volume fa riscontro l’affermazione della memoria storica di cui è portatore l’edificio industriale. L’operazione di rinnovamento è coerente all’architettura antica, gli spazi che ospitano la collezione permanente prendono vita dalla luce naturale che viene filtrata dalle ampie superfici vetrate originarie. L’insieme, antico moderno, riesce convincente in un’unitarietà e coerenza in cui vocabolario contemporaneo e memoria storica si rispondono in un rapporto equilibrato e danno vita a un nuovo paesaggio architettonico. Elena Cardani
Nel quartiere de la Belle de Mai a Marsiglia sorgerà il nuovo centro di conservazione del MUCEM, il Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo opera di Rudy Ricciotti e recentemente illustrato nelle pagine della rivista (l’Arca 192). Per i depositi del museo, il concorso è stato aggiudicato a Corinne Vezzoni che, lavorando sulla materia e privilegiando un approccio introspettivo, ha progettato un monolite in cemento di marmo. Uno scrigno di pietra che, facendo eco alle masse industriali limitrofe, si inserisce in modo radicale e compatto nel sito. Il volume scolpito nella massa e facilmente identificabile è al contempo riferimento urbano ed elemento di richiamo alle collezioni del museo. L’edificio, che sfrutta interamente la superficie quadrata del lotto di 42 metri di lato, è identificato da una superficie rugosa e irregolare scavata al suo interno per permettere alla luce di penetrare per inondare gli spazi degli uffici. L’insieme, semplice e compatto risolto in un unico volume, si organizza su quattro piani. Il principio distributivo è regolato da una spina centrale che lo attraversa da una parte all’altra, convogliando su tutta la lunghezza i sistemi di circolazione verticale e i locali tecnici. Questa arteria principale divide ogni piano in due parti e segna un limite franco tra l’universo più privato dei depositi e quello più pubblico degli uffici. Al piano interrato sono invece concentrati i depositi dei materiali pesanti, il trattamento degli oggetti e le banchine di scarico nonché gli ingressi e le aree di stazionamento dei semirimorchi, degli automezzi di servizio e del personale. Il riferimento alla scultura come momento di intervento e di appropriazione della massa per essere lavorata, scavata, plasmata accomuna molti progetti dei progetti della Vezzoni, che a Marsiglia, città dall’aspetto prevalentemente “minerale”, trovano un ideale contesto. Il contrasto tra la massa e il vuoto, tra chiusura e trasparenza, guida le coordinate di lettura di un altro importante intervento, l’edificio degli Archivi dipartimentali e biblioteca delle Bouches-du-Rhône, nel sito d’Arenc sempre a Marsiglia. Qui il lavoro sulla materia è giocato sul rapporto tra opacità e luminosità: un volume, sorta di ciottolo quasi completamente cieco, è calato in un guscio traslucido attraversato da pozzi di luce e giochi di trasparenza che danno al tutto un effetto traslucido. Elena Cardani
Breaking with – and continuing from the past are the terms on which the project for the Calais Lace Museum is based; the competition was won by the French studio Alain Moatti and Henri Rinvière. The project is divided into two parts, considering both the renovation of an ancient industrial building – which belonged to the Boulart industry – and a new part devoted to building a considerable extension (ca. 3,000 square meters). The entire operation focuses on giving the district renewed vitality, by restoring its unity through new federating areas and turning it into a showcase for the city, which looks to its industrial future on one side and back towards its historical memory on the other. The new building – to be devoted to temporary exhibitions – was planned as a large gallery that opens up to the city facing the canal. With its L –shape, it creates a great public square. It is distinguished by a façade in white aluminum: an ornamental play of openings and closures evokes the lace to which the museum is dedicated, offering an open view towards the exterior. Raised from the ground, this building has a tactful monumental look that is softened by the mellow reflections of light and transparence that establish a well-balanced dialog with the urban context and the landscape. The geometric plan ensures a sense of continuity with what already exists. The L-volume is laid out parallel to the old industry, respecting scale relationships and leaving an opening to the old building, which can be reached from the ground floor, forming a connection. The new volume’s levity is countered by the historical memory the industrial building witnesses. The renovating operation is consistent with the historic architecture, and the areas that will host the permanent collection are bathed in the natural light filtered through the existing wide glazed surfaces. This ancient and modern combination is convincing in its unitary nature and consistency, as contemporary language and historical memory meet in a balanced relationship and give life to a new architectural landscape.
A new building for the conservation of invaluable objects will rise in the district of la Belle de Mai in Marseilles: the MUCEM, or Museum of European and Mediterranean Civilizations by Rudy Ricciotti, recently illustrated in the magazine (l’Arca 192). For the museum storehouse, the competition was won by Corinne Vezzoni, whose molding of matter favored an introspective approach, leading to the design of a cement and marble monolith. A stone case that reflects the neighboring industrial masses, inserting itself into the site radically, with a compact look. The volume, which appears to be sculpted into the mass, is easily identifiable, and constitutes both an urban reference point and an attraction, thanks to the collections within. The building, which takes up the entire square surface of the 42-meter side lot, features a rough, irregular surface carved into the interior to allow light to flow into the office areas. The whole, single volume is simple and compact, laid out on four stories. The building is distributed around a central backbone that crosses through it from end to end, and the staircases and elevator shafts, as well as the technical areas – are set along its length. This main artery divides each floor in two, marking a boundary between the more private universe of the storage area and the public office world. Heavy material is stored in the basement, where the items are unloaded and handled; here the entrances are to be found, as well as the parking areas for semitrailers, service and staff motor vehicles. Many of Vezzoni’s projects are inspired by sculpture: she handles masses to mold, carve and shape them, and in Marseilles her works find an ideal context, as the city has a characteristic “mineral” look. The contrast between mass and emptiness, closure and transparency, serves as a guideline for another important work in Marseilles, a building for the departmental Archives and library of the Bouches-de-Rhône, in d’Arenc. Here, the designer molds matter through a play between opaqueness and light: an almost totally blind pebble-like volume is placed in a translucent shell crossed by wells of light and transparencies that endow the whole with a diaphanous aura.
201 l’ARCA 89
Wright costruito Blue-Sky Mausoleum, Buffalo
Complesso bioclimatico In Schio
Progettato nel 1928 da Frank Lloyd Wright, il Blue-Sky Mausoleum è stato realizzato nel 2004 all’interno del Forest Lawn Cemetery, a Buffalo, nello Stato di New York. Il Forest Lawn Cemetery è stato costruito nel 1849 e sin dagli esordi si è caratterizzato come uno dei luoghi di più alto prestigio, sia per personalità che vi sono sepolte sia per il valore artistico delle tombe, realizzate da importanti architetti e artisti: da Stanford White ad Augustus Saint-Gaudens, da Harriet Frishmuth a Richard Upjhon. Wright progetta il Blue-Sky Mausoleum su richiesta di Darwin D. Martin, segretario della Larkin Soap Company. Il mausoleo non era l’unico incarico ma rappresentava il quarto progetto commissionato da Martin a Wright. Per lui Wright aveva progettato anche una casa di vacanze, un complesso residenziale e la sede centrale della Larkin Soap Company. Il mausoleo di Wright apre una visione non tradizionale nella tipologia cimiteriale, introducendo i principi dell’architettura organica. Il complesso si integra nel paesaggio sia per la sua forma armoniosa e essenziale ma anche grazie al materiale impiegato che rispecchia quello dei monumenti circostanti. Composto di 24 cripte, il mausoleo wrightiano rappresenta un’occasione unica per chi desidera trovarvi l’ultima dimora. Carlo Paganelli
Progetto: Luisa Fontana
Designed in 1928 by Frank Lloyd Wirght, the Blue-Sky Mausoleum was built in 2004 in the Forest Lawn Cemetery in Buffalo, New York. The Forest Lawn Cemetery was built in 1849, and since then it has distinguished itself as one of the most prestigious places, both due to the personalities who are buried there and to the artistic value of the tombs themselves, which were created by inportant architects and artists, from Stanford White to Augustus Saint-Gaudens, and from Harriet Frishmuth to Richard Upjohn. Wright designed the Blue-Sky Mausoleum on request of Darwin D. Martin, secretary of the Larkin Soap Company. The mausoleum was not the only work Martin commissioned to Wright: it was already the fourth. Wright had already designed a holiday home, a residential complex and the headquarters for the Larkin Soap Company. Wright’s mausoleum opens up a non-traditional vision of a cemetery, introducing principles that belong to organic architecture. The complex is integrated into the landscape thanks to its harmonious, essential shape and to the material that was used, which reflects that of the monuments surrounding it. For those who wish to find their last abode in a designer’s milieu, Wright’s mausoleum, which currently features 24 crypts, is a unique opportunity.
Il progetto per il complesso commerciale e direzionale “Central Park” da realizzare a Schio (Vicenza) secondo sistemi bioclimatici è costituito da due livelli fuori terra e da due livelli interrati.Il complesso interrato prevede la realizzazione di due piani destinati a ospitare l’autorimessa. La struttura è in calcestruzzo armato intelaiata. I due livelli sono indipendenti e ai fini antincendio si configurano come compartimenti separati. Le strutture presentano quindi le caratteristiche REI richieste dalla vigente normativa. L’edificio in elevazione, destinato a ospitare spazi commerciali e direzionali, è disposto su due livelli. La struttura è in calcestruzzo armato. Le chiusure perimetrali saranno realizzate con serramenti vetrati, oppure con pareti non portanti di tamponamento. In corrispondenza dell’appendice sud dell’edificio è previsto un ponte pedonale con struttura in cemento armato. Le soluzioni formali adottate, sia per il fabbricato commerciale/direzionale sia per le aree scoperte non seguono schemi tradizionali, basati su geometrie ortogonali, ma si ispirano a forme organiche in sintonia con gli obiettivi del Piano. In particolare l’edificio commerciale/direzionale si sviluppa con una soluzione architettonica unitaria. Il trattamento della temperatura nei locali commerciali e direzionali (riscaldamento e raffrescamento) è effettuato mediante sistemi a “pompa di calore” singoli per le varie unità, collocati negli appositi spazi privati predisposti in copertura. Il transito verticale delle condotte, dai locali del piano terra e primo sino ai vani in copertura, avviene attraverso appositi cavedii. Lo scarico delle acque di rifiuto e di quelle meteoriche transitano entro i medesimi cavedii.
independent, and are configured as separate compartments in terms of fire prevention. The structures therefore present the REI characteristics required by current regulations. The two aboveground levels will host the shops and offices, and are also in reinforced concrete. Glazed doors and windows or curtain walls will close the perimetrical areas, while the building’s southerm front will feature a footbridge in reinforced concrete. Neither the shopping/office building nor the open areas follow the traditional schemes based on orthogonal geometry. The formal solutions adopted for the complex are inspired by organic forms that harmonize with the objectives of the plan. The shopping/office area in particular develops along a unitary architectural line. The temperature in these areas (heating and air conditioning) is controlled via independent “heat pump” systems for each room, set in special spaces in the roofing. Specially devised openings allow for vertical piping from the ground floor to the first and second floors, as well as for the transit of waste and drainpipes.
The project for “Central Park”, a shopping and office complex in Schio (Vicenza), is to be implemented according to a bioclimatic system. Divided into four stories, two of these are to be built underground and are to host the parking area. The structure is in latticed, reinforced concrete. The two floors are
Per il tempo libero dei magistrati Progetto: Andrea Lupacchini, Lucia Luccioli, Ugo Lezziroli Andrea Lupacchini è risultato vincitore del Concorso di idee per la riqualificazione del Circolo Magistrati della Corte dei Conti a Roma. Il progetto è stato improntato secondo un duplice aspetto: funzionale, ovvero rivolto alla riorganizzazione e gerarchizzazione dei percorsi, dei flussi di percorrenza, della flessibilità e polifunzionalità dei locali, dei miglioramenti qualitativi dei servizi e di funzioni aggiuntive; architettonico: attraverso la traduzione dei concetti funzionali in un tutto organico capace di fornire un’immagine forte di un intervento svoltosi sia nel rispetto del rapporto con l’esterno e con l’intorno sia nella creazione di nuovi spazi interni di forte impatto. Il tutto mirato a un’architettura che caratterizzi il preesistente, donandogli una riconoscibilità architettonica qualitativamente importante. Particolare cura è stata destinata alla definizione della sala polifunzionale, che sarà ampliata e concepita come un unico grande volume, in grado di essere suddiviso e ottimizzato per diverse funzioni attraverso la semplice ricollocazione di elementi di arredo modulari.
Precisazione Precisation 90 l’ARCA 201
Si precisa che il concorso internazionale per la Central Station Rotterdam è stato vinto dal Team CS composto dagli studi olandesi Benthem Crouwel, Meyer en Van Schooten,West 8 e non da Philippe Samyn and Partners come erroneamente indicato nell’articolo relativo a questo progetto pubblicato ne l’Arca 199 a pagina 74.
We would like to precise that the competition for the new Rotterdam Central Station was won by Team CS, composed by the Dutch architectural firms Benthem Crouwel, Meyer en Van Schooten,West 8, and not by Philippe Samyn and Partners as we wrote by mistake in the article concerning this project published in l’Arca 199, page 74.
199 l’ARCA 91
Progetti Olimpici London 2012
Abitare l’onda The Green Wave House
Anche Londra ha presentato i suoi progetti per la candidatura alle Olimpiadi del 2012, la cui assegnazione è prevista per il prossimo luglio (le altre candidate sono Parigi, Madrid, Mosca, New York). Il Parco Olimpico di Londra dovrebbe essere realizzato in un’area di circa 500 acri nella Lower Lea Valley, circa sei chilometri fuori dal centro della capitale. Ad aggiudicarsi il possibile incarico sono stati i Foreign Office Architects, che per il loro stadio da 80.000 posti si sono ispirati al corpo umano, con una copertura avvolgente che richiama i fasci di muscoli che avvolgono il corpo. Il Parco Olimpico comprende inoltre un Centro Acquatico, Velodromo, Palazzetti per gli sport al coperto, spazi per gli allenamenti e le residenze per gli atleti e i componenti delle diverse squadre. Alejandro Zaera-Polo, alla testa dello studio FOA, rimarca come tra gli obiettivi del progetto ci sia quello di integrare il Parco Olimpico e le sue strutture all’ambiente che lo contiene, mantenendo intatte le particolarità paesaggistiche della Lea Valley e mirando alla sua completa rivitalizzazione. Importante, inoltre, la prossimità al centro città, che permetterà l’utilizzo degli impianti già esistenti per lo svolgimento di alcune gare come per esempio il triathlon ad Hyde Park, la ginnastica nel Dome di Greenwich, il tiro con l’arco al Lord’s Cricket Ground, il pentathlon a Greenwich Park, e il tennis a Wimbledon. La rigenerazione della Lea Valley prenderà avvio da un master plan commissionato dalla London Development Agency a un raggruppamento di studi di architettura che oltre ai FOA include EDAW, Allies and Morrison, HOK Sport e Fluid. La LDA sta già acquisendo le porzioni di terreno necessarie, molto frammentate da corsi d’acqua, strade, ferrovie, percorsi sotterranei della metropolitana e, anche se i Giochi non dovessero essere assegnati a Londra, l’agenzia di sviluppo si è impegnata alla trasformazione e alla riqualificazione di questa area e alla costruzione di circa 50.000 nuove unità residenziali. Per seguire da vicino i programmi e le attività delle città candidate si possono consultare i seguenti siti web: Londra www.london2012.org, New York www.nyc2012.com, Madrid www.madrid2012.es, Parigi www.parisjo2012.fr, Mosca www.m2012.ru/en.
Progetto: Luca Donner e Francesca Sorcinelli
London, too, is putting itself forward as a candidate for the 2012 Olympic Games, which should be allotted by next July (the other candidates are Paris, Madrid, Moscow and New York). The project for the Olympic Park in London is for an area of about 500 acres in the Lower Lea Valley, which is about six kilometers from the capital’s center. The candidates are the Foreign Office Architects, who have drawn inspiration from the human body for their 80,000-seat stadium that features an enveloping roof which recalls the muscles enveloping our body. Furthermore, the Olympic Park includes a water sports center, a cycling track, buildings for indoor sports, areas for training and residences for the athletes and members of the various teams. Alejandro Zaera-Polo, who heads the FOA studio, points out that one of the targets the project has set itself is to integrate the Olympic Park and its structures with its surroundings, keeping the Lea Valley’s special landsape features intact and aiming at its complete revitalization. The fact that the Park is so near to the city center is also very important, as this will allow the already existent facilities to be used for some of the events, such as the triathlon at Hyde Park, gymnastics at Greenwich Dome, archery at Lord Cricket Ground, the pentathlon at Greenwich Park and tennis at Wimbledon. The regeneration of the Lea Valley will begin with a master plan commissioned by the London Development Agency to a group of architectural studios that in addition to FOA, includes EDAW, Allies and Morrison, HOK Sport and Fluid. The LDA is already buying the necessary lots, which are crossed by watercourses, roads, railroads and underground subway tunnels. Even if the Games were not to be held in London, the development agency has committed itself to the transformation and conversoin of the area, and has decided to build about 50,000 new residential units. The following sites can be visited for a close look at the city candidates’ schedules and activites: London - www.london2012.org. New York – www.nyc2012.com, Madrid - www.madrid2012.es, Paris – www.parisjo2012.fr, Moscow – www.m2012.ru/en.
92 l’ARCA 201
Si chiama “wave house” il progetto vincitore del 4th International Competition “Design Beyond East and West 2004” Seoul – Korea. Il recupero delle tradizioni abitative e culturali di un popolo sono sicuramente un valore aggiunto all’interno di un modo di vita ormai globalizzato. La valorizzazione degli elementi naturali e culturali, al centro di questo processo di cambiamento della società moderna, sono stati punti di partenza del progetto, nel quale si è puntato sulla “fusione” bilanciata di questi fattori, all’interno di una visione complessiva di sostenibilità del vivere contemporaneo. Il concetto di “wave house” nasce dall’esigenza di vivere in una casa mutante (o mutevole) come un’onda che cambia continuamente la sua forma e il suo pointbreak. L’idea è stata di sovrapporre due onde parallele, una living-wave e una green-wave, ovvero un’“onda” che contenga al suo interno gli elementi qualificanti la vita di relazione e socializzazione di una famiglia moderna, e un’“onda” che integri il verde con la casa, ricreando quell’antico legame presente nella tradizione abitativa coreana. L’obiettivo è di dare unitarietà agli spazi, mantenendo una forte gerarchia tra le parti attraverso dislivelli di quota. L’interattività tra gli spazi è ricercata attraverso la compenetrazione con gli elementi naturali: la ventilazione della casa sfrutta “l’effetto Venturi” (accelerazione del vento in un condotto), frutto di una forma a imbuto delle partizioni interne su diversi livelli; e ancora, l’effetto della composizione dell’edificio, nato dall’unione di più unità abitative, con le sue aperture in facciata, fa filtrare all’interno della corte il vento e il sole, elementi importanti per una qualità del vivere sostenibile.
The winning project of the 4th International Competition “Design Beyond East and West 2004” in Seoul, Korea, is called “wave house”. Recovering local tradition in terms of housing and culture constitutes an added value within a globalized way of life. The starting point for the project was the development of natural and cultural elements within the process of transformation modern society is going through. The project aimed at a balanced “fusion” of these factors within an overall vision of the sustainability of contemporary living. The “wave house” concept was born from the need to live in a changing (or changeable) house, like a wave that continuously changes its shape and breakpoint. The idea involves juxtaposing two parallel waves, a living-wave and a green-wave: that is, a “wave” that contains elements which describe the relations and socialization of a modern family and a “wave” that integrates greenery with the home, recreating an ancient tie in Korean housing tradition. The aim is to give all the spaces a sense of unity, by keeping a strong hierarchy among the parts through different dimensions. Interpenetration with natural elements allows for interactivity among the areas: ventilation of the house is achieved through the “Venturi effect” (the acceleration of wind in a duct), which is the result of funnel-shaped interior partitions on different levels. In addition, the ventilation system also makes use of the very composition of the building, which is born from the combination of various living units and features windows along its front that let the wind and sun into the court: important elements for a sustainable quality of life.
201 l’ARCA 93
Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
Dal basso/from the bottom: Victor Bourgeois, casa del pittore/house of the painter Albert Lamblot, Uccle, 1929; copertina del primo numero speciale di 7 Arts, dedicata alla città moderna/cover of the first special issue of 7 Arts dedicated to the modern city, 1922; Karel Maes, ritratto di/portrait of Victor Bourgeois, litografia apparsa su/lithography published in 7 Arts, n° 26, 10/04/1924, coll. AAM.
Omaggio ai Bourgeois In Brussels
Johannesburg avanti tutta In Berlin
Architetture di confine In Orléans
La mostra “I fratelli Bourgeois e il movimento moderno in Belgio” ospitata fino al 27 marzo dalla Fondation pour l’Architecture di Bruxelles offre una ricca testimonianza dell’opera dei due fratelli, Victor, architetto, e Pierre, poeta, valorizzandone la portata culturale. L’intesa collaborazione tra Victor Bourgeois, uno dei pionieri del movimento moderno in Belgio a cui si deve la costruzione della Cité moderne, una città giardino a Berchen-Sainte-Agathe (1922-1925) e Pierre, poeta, scrittore e cineasta, non solo influenzò l’ambiente e l’ideologia modernista tra le due guerre ma diede vita ad ambiziosi progetti e iniziative culturali, soprattutto editoriali. Insieme crearono una serie di riviste artistiche, “Au Volant” (1919), “Le Geste” (1919-1920), la più rinomata “7 Arts” (1922-1929) e “Bruxelles” (1933-1944). Ma non solo, la focalità del rapporto e dell’interazione tra architettura e pittura, sfociò nella creazione del Centro d’Arte (1919-1920) dove Magritte e Flouquet presentarono le prime esposizioni. La mostra rende omaggio al progetto artistico che animò la vita dei Bourgeois proponendo due percorsi paralleli, da un alto una panoramica sull’opera costruita dell’architetto e, dall’altro, la collezione di dipinti del poeta dove sono presenti opere di Magritte, Maes, De Boeck ecc. A questa prima sezione, si affianca una parte dedicata al campo in cui la collaborazione tra i due fratelli fu più stretta e produttiva, quella della scrittura e dell’importanza che essi rivolsero alla creazione di media indipendenti. In particolare “7 Arts” che portava avanti il concetto di una scena artistica d’avanguardia aperta al dialogo tra le sette forme artistiche. La sezione è arricchita da un’ampia raccolta di pubblicazioni dell’epoca tra cui lettere inedite tra i Bougeois e Le Corbusier, Théo van Doesburg o Sigfried Giedion.
L’attivissima galleria di architettura Aedes East di Berlino propone dall’11 marzo al 21 aprile una rassegna dedicata al rinnovato slancio urbanistico e architettonico di Johannesburg. Lo scorso anno, il Sud Africa ha festeggiato il decimo anniversario del ritrovato ordine democratico. Nonostante le preoccupazioni, l’abolizione dell’apartheid non è stata accompagnata da una guerra civile e anche sul fronte economico non si è verificato il temuto collasso. Al contrario, il Paese si è sempre affermato come leader tra le nazioni più sviluppate, sia politicamente sia economicamente, del continente africano. Johannesburg e la circostante regione di Gauteng costituiscono il vero motore di questo sviluppo e il maggior centro affaristico dell’intera area a sud del Sahara. La mostra, intitolata”Fast Forward Johannesburg”, presenta attraverso modelli, disegni e immagini alcune delle realizzazioni e dei progetti degli ultimi anni. Tra questi si segnalano la Corte Costituzionale (2004, Urban Solutions/omm Design Workshop), il progetto di rinnovamento di Kliptown (2005, MAS Studio), il Museo dell’Apartheid (2003, GAPP, Mashabane Rose, Britz Roodt Vernootskap+Linda Mvusi Architects), il Metro Mall (2003, Urban Solutions), e l’Ambasciata Sudafricana a Berlino (2003, mma Architects).
Agli architetti svizzeri Philippe Rahm e Jean-Gilles Décosterd è dedicata la mostra organizzata dal Frac Centre d’Orléans, in corso fino al 30 aprile. Sono presentati i lavori dal 1998 a oggi in un ambiente appositamente concepito per l’esposizione che vede l’articolazione di tre spazi secondo tre tempi diversi. Ogni spazio, volumetricamente definito dai 12 spigoli di un parallelepipedo virtuale di dimensioni variabili, è appoggiato al suolo, al muro o al soffitto e associato a un colore particolare (cyan, giallo e magenta). Ogni tempo è invece definito dalla trasmissione, su una durata definita, di una luce di uno dei tre colori a cui corrisponde una proiezione video. 100 tubi fluorescenti di 3 colori si illuminano alternativamente nell’arco di 30 minuti. In base al tempo e al colore, dominerà la visibilità di uno spazio, mentre gli altri volumi spariranno leggermente nel ambiente del Frac dominato dal grigio. Questo insolito e suggestivo allestimento è una traduzione scenica della sperimentazione portata avanti dai progettisti che si sviluppa dalle possibilità di suscitare una trasformazione dell’esperienza sensibile attraverso l’uso di nuovi media informatici. Tra i progetti in mostra, la sala polisportiva della Riveraine a Neuchâtel (1998, Collezione MNAM del Pompidou), l’Hormonorium (Padiglione svizzero alla Biennale d’architettura di Venezia 2002), la Winterhouse (2002-2003-2004).
“The Bourgeois brothers and the modern movement in Belgium”, now on show until March 27th at the Fondation pour l’Architecture in Brussels, offers a comprehensive look at the Bourgeois brothers’ work, pointing out their cultural importance. Victor Bourgeois was one of the pioneers of the modern movement in Belgium; we owe him the creation of the Cité Moderne, a garden-city in Berchen-Sainte-Agathe (1922-1925); Pierre, on the other hand, was a poet, writer and movie-maker who not only influenced the modernist environment and ideology between the two wars, but gave life to ambitious projects and cultural initiatives, especially in the world of publishing. Through their intense collaboration, the two created a series of art reviews, “Au Volant” (1919), “Le Geste” (1919-1920), the best renowned “7 Arts” (1922-1929) and “Bruxelles” (1933-1944). But in addition, their focus on the relationship and interaction between architecture and painting led to the creation of the Art Center (1919-1920) where Magritte and Flouquet presented their first exhbitions. The show pays tribute to the art project that the Bourgeois brothers devoted their lives to, tracing two parallel courses: on one side, a survey of the architect’s buildings, and on the other, a collection of the poet’s collection of paintings, which includes works by Magritte, Maes, De Boeck, etc. This first section is seconded by a part devoted to a field where the collaboration between the two brothers became more productive: the world of writing and the importance the two attributed to the creation of independent media. “7 Arts”, for instance, followed the concept of a vanguard art scene that was open to interactoin among the seven art forms. The section is enriched by a comprehensive collection of the time’s publications, which include unpublished letters between the Bourgeois brothers and Le Corbusier, Théo van Doesburg and Sigfried Giedion.
Sopra/above, Victor Bourgeois, La Cité Moderne, 1922-1925. A sinistra/left, Victor Bourgeois, doppia abitazione per le vacanze per/double house for holidays for Herman Teirlinck/Karel Maes, Sint-Idesbald, 1928 (distrutta/destroyed in 2000), coll. AAM.
Aedes East, a lively architectural gallery in Berlin, is presenting a show devoted to Johannesburg and the renewed energy it is putting into its town planning and architecture. Last year, South Africa celebrated the tenth anniversary of its newfound democratic order. Despite all the anxiety over the abolition of the
apartheid, the latter was not accompanied by a civil war, and the greatly feared economic downfall did not take place. On the contrary, the country has affirmed itself more and more as a leader among Africa’s developed nations, both from a political and from an economic viewpoint. Johannesburg and the neighboring Gauteng region are the drive of this development, and constitute the main business center of the entire area south of the Sahara. Through models, drawings and pictures, the exhibition, entitled “Fast Forward Johannesburg”, shows some of the latest implemented projects. Worth mentioning are the Constitutional Court (2004, Urban Solutions/omm Design Workshop), the project for the renovation of Kliptown (2005, MAS Studio), the Apartheid Museum (2003, GAPP, Mashabane Rose, Britz Roodt Vernootskap+Linda Mvusi Architects), the Metro Mall (2003, Urban Solutions), and the South African Embassy in Berlin (2003, mma Architects).
Urban Solutions/omm Design Workshop, Corte Costituzionale
Constitutional Court, Johannesburg, 2003.
The Frac Centre d’Orléans has organized a show (open through April 30th) dedicated to the Swiss architects Philippe Rahm and Jean-Gilles Décosterd. Their works from 1998 to today are on show in a special setting, divided into three areas and three different time spans. Each area, whose volume is defined by the 12 edges of a virtual parallelepiped in diverse dimensions, rests on the floor, the wall or the ceiling and is combined with a special color (cyan blue, yellow and magenta). On the other hand, each time span is demarcated by the length of light transmission in one of the three colors that corresponds to a video screening. 100 fluorescent tubes in three colors light up alternately within the space of 30 minutes. The focus on the different areas varies according to the time span and color accorded to each space, while the other volumes fade within the gray atmosphere of the Frac. This unusual, suggestive setting is a scenic translation of the experimentation the architects have been carrying out: it is meant to generate a transformation of our perception, arousing our sensibility through new information media. The projects on show include the sports hall at the Riveraine in Neuchâtel (1998, MNAM Pompidou Collection), the Hormonorium (Swiss pavilion at the 2002 Venice Architecture Biennial), and the Winterhouse (2002-2003-2004).
Dieci visioni For Chicago La mostra “Chicago Architecture: Ten Visions”, presentata fino al 3 aprile al Art Institute of Chicago, propone diverse visioni del futuro ambiente costruito della metropoli dell’Illinois. Per l’occasione sono stati selezionati dieci architetti che sono stati invitati a riflettere su vari aspetti della scena architettonica di Chicago e a offrire idee e possibili soluzioni progettuali tratti dalla loro esperienza. La mostra, allestita su un piano di base redatto da Stanley Tigerman, che insieme a Henry Cobb ha partecipato alla selezioni dei progettisti invitati, si articola in mini spazi espositivi curati da ciascuno degli architetti. Modelli, piante, grafiche, fotografie, installazioni e anche opere d’arte incoraggiano i visitatori a riflettere sui possibili futuri dell’architettura della città e a dare il proprio parere. Tra i temi trattati dalle installazioni quello delle residenze sociali, degli spazi per l’educazione, dei problemi della pianificazione a livello regionale. Gli architetti invitati sono: Jeanne Gang, Douglas Garofano, Ralph Johnson, Ronald Krueck, Margaret McCurry, Eva Maddox, Elva Rubio, Katerina Rüedi Ray, Joe Valerio, Xavier Vendrell.
The exhibition “Chicago Architecture: Ten Visions” will be on through April 3rd at the Art Institute of Chicago, presenting different views of the future built environment the Illinois metropolis might offer us. Ten architects were selected for the occasion, all of whom were asked to reflect upon the various aspects of Chicago’s architectural scene, drawing from their experience and offering their own ideas and feasible projects. The show, which was organized according to a core plan by Stanley Tigerman – who, along with Henry Cobb, participated in the selection of the invited architects – is divided into tiny show areas that are curated by each of the architects. Models, plans, graphics, photographs, installations and even works of art encourage visitors to reflect upon – and give their own opinion of – the possible futures the city could be facing. Some of the themes the installations deal with are those of social residences, schooling facilities, and the problems that planning poses on a regional level. The invited architects are: Jeanne Gang, Douglas Garofano, Ralph Johnson, Ronald Krueck, Margaret McCurry, Eva Maddox, Elva Rubio, Katerina Rüedi Ray, Joe Valerio, Xavier Vendrell. L’installazione di Eva Maddox relativa agli spazi per l’insegmanento/Eva Maddox’ installation for her project concerning education spaces.
Décosterd & Rahm, galleria d’arte contemporanea/ Contemporary Art Gallery Lucy Mackintosh, Lausanne (2004).
Grattacieli in mostra In Lucca A Lucca, negli spazi della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo L. Raghianti, è aperta fino al 3 aprile la mostra “I Grattacieli. Architettura per il XXI secolo”. La mostra propone un’ampia documentazione e presenta cinquanta tra i grattacieli più recenti, realizzati o in corso di realizzazione in tutto il mondo. Accanto a questi, si ripropongono i progetti della Torre Velasca e del Grattacielo Pirelli a Milano, come significativo antefatto italiano all’architettura dei grattacieli della seconda metà del XX secolo e dell’inizio del XXI. La mostra si avvale inoltre di un originale ed esauriente apparato informativo e didattico e, oltre alla presentazione di disegni, fotografie e modelli, dà la possibilità di accedere a una sezione multimediale nella quale sono presentati filmati che mostrano la vita nei grattacieli e il loro inserimento nel paesaggio urbano dei vari contesti metropolitani. Il catalogo riproduce tutti gli edifici in mostra, raccoglie testi di Cecilia Bolognesi, curatrice dell’esposizione, di Giovanni Cattani e Vittorio Fagone, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Raghianti, e un testo di Pier Carlo Santini pubblicato nel primo numero della rivista “Zodiac” a commento dei due grattacieli milanesi.
Nicholas Grimshaw, Minerva Building, Londra, 2003.
94 l’ARCA 201
201 l’ARCA 95
Il disegno come il sogno In Paris
Sfide ai taboo Viennese Scandals in Frankfurt
Moda extra vagante Dressed Portraits
Un maestro del Pop In Modena
Il disegno come campo di trasformazione generalizzata, come segno di apertura, ritorno a uno stato di instabilità non fissato dalla rappresentazione, sono i punti sui quali fa perno l’esposizione “Comme le rêve le dessin” organizzata congiuntamente dal Centro Pompidou e dal Museo del Louvre e presentata fino al 16 maggio nelle due sedi parigine. Ottanta opere provenienti dalle collezioni di entrambi i musei si articolano in percorso espositivo che pone a confronto schizzi antichi e studi italiani del XVI e XVII secolo con disegni contemporanei. L’ipotesi che lo schizzo non va inteso tanto come momento del disegno compiuto, quanto piuttosto come risultato finale, trova una sua credibilità proprio alla luce del disegno contemporaneo, dove è praticamente scomparso lo studio preparatorio, almeno in senso accademico. Così, alla luce dei disegni sismografici di Beuys, ai processi di cancellazione di Gerhardt Richter o ai tagli e alle perforazioni di Fontana, affiorano negli schizzi antichi insolite risonanze – spostamenti d’accento in Fra Bartolomeo, figure residue in Federico Zuccaro e Barrocci, decentramento in Cigoli e Cecco Bravo – che, come si diceva all’inizio, sono riconducibili a quelle che si verificano nel processo del sogno.
La Schirn Kunsthalle di Francoforte presenta fino al 24 aprile la mostra “ The Naked Truth: Klimt, Schiele, Kokoschka, and Other Scandals”. Dunque arte e scandali nella Vienna di inizio Novecento: una città che in quel periodo rappresentò il nucleo di una nuova era dell’arte colma di energie visive, sensuali e intellettuali in un ambito per altri versi caratterizzato da un’attitudine di base cattolica e conservatrice, centro di un impero in declino. La mostra, curata da Tobias G.Natter, mette in luce questo conflitto tra radicamento alla tradizione e slancio verso la modernità. Gustav Klimt, Egon Schiele, Oskar Kokoschka, a disagio con le autorità, sia clericali che secolari, esplorarono con la loro arte soggetti taboo: sessualità, potere, omosessualità, i problemi dell’adolescenza. Sul fronte dell’architettura, fu Adolf Loos a causare scandali, realizzando la Michaelplatz House che la stampa viennese dell’epoca definì “oscenamente nuda”. La mostra ruota intorno alle opere di questi artisti e presenta anche opere loro contemporanee sulla scena viennese sottolineando il prorompente effetto sociale della loro azione artistica.
Vestitevi, e vi diremo chi siete. Questo sembra essere il concetto informatore della mostra “Dressing ourselves” che si è aperta a Milano, negli spazi della Triennale, il 17 febbraio scorso, e che rimarrà aperta fino al 20 marzo. La manifestazione, promossa da Yoox, noto econcept store, è stata ideata e curata da Alessandro Guerriero, che ha chiesto a trenta artisti, designer e architetti di tutto il mondo di disegnare il proprio autoritratto in forma di abito; e gli schizzi inviati sono stati prima trasformati in vestiti dagli studenti della NABA di Milano, e poi indossati da riproduzioni in calco polimaterico dei personaggi coinvolti, realizzati da Attilio Tono “Atelier Almayer”. Iniziativa estrosa ed extra vagante, l’esposizione si è risolta in una galleria di immagini nelle quali ciascuno ha mirato a rappresentarsi, più che a presentarsi, facendo così dell’abito una maschera destinata ad occultare, più che a rivelare. Qualcuno ha colto il rapporto cruciale tra abito, corpo e identità soggettiva; ma in genere ogni proposta ha fatto rifluire l’immagine nella denuncia di una poetica personale – artistica o progettuale. Makoto Sei Watanabe ha riproposto il fluido trascorrere delle sue architetture; UN Studio ha segnalato la dialettica tra aprire e chiudere che si cela nel vestire; Choi Jeong-Hwa ha puntato il dito sul rapporto tra velare e svelare; Patrick Tuttofuoco/Ciboh ha fatto leva sul segno; Gaetano Pesce ha giocato tutto su un’inquietante metamorfosi del corpo. Lo scambio tra arte, design e moda si conferma comunque, nella mostra, come nuova frontiera di una creatività che ha messo in crisi ogni rigida delimitazione disciplinare, mentre la legittimità di quello tra moda e mondanità resta affidata come sempre alla discrezione e al senso della misura. Maurizio Vitta
Circa venticinque opere datate tra il 1962 e il 1982 costituiscono la mostra dedicata ad Allan D’Arcangelo allestita fino al 28 marzo alla Palazzina dei Giardini Modena. Considerato uno dei maestri della Pop Art americana, D’Arcangelo, scomparso nel 1998, si è affermato negli anni Sessanta con una serie di lavori che mettevano in primo piano i temi cardine della vicenda artistica dell’epoca: astronauti, pin-up, bandiere americane, eroi del cinema e dei fumetti. Tra le opere in mostra la Marilyn con occhi, bocca, naso e sopracciglia da ritagliare (le forbici sono appese al quadro) realizzata subito dopo la scomparsa della diva nel 1962; Full Moon, una delle icone della Pop Art (nella foto); US Highway n.1, visione quasi cinematografica di un’autostrada americana; e il grande The Place of Assassination, opera visibile per la prima volta in Italia e restaurata per questa occasione, una gigantesca composizione di materiali vari che è un’interpretazione tragica e poetica dell’omicidio di Kennedy. In mostra anche i lavori dei due decenni successivi, in cui D’Arcangelo si accosta a una ricerca più astratta, e quelli dell’ultimo ciclo caratterizzato dalla rappresentazione di navi e aerei quali nuove icone della modernità. Il catalogo della mostra comprende oltre alle opere esposte anche un’ampia selezione di altri lavori di D’Arcangelo e un testo del curatore Walter Guadagnino.
The show “Comme le rêve le dessin” hinges upon drawing as a sphere of generalized transformation, a sign of openness, a return to a state of instability that is not fixed by representation. The exhibition, which was organized by the Pompidou Center and the Louvre Museum, will be on through May 16th at both of the Parisian premises. Eighty works are featured, comparing ancient sketches and Italian studies from the sixteenth and seventeenth centuries with contemporary drawings. Considering Beuys and his seismographic drawings, or Gerhardt Richter’s cancelling processes, or Fontana’s cuts and perforations, ancient sketches take on unusual significance. For instance, Fra Bartolomeo features a shift in metrical patterns, while Federico Zuccaro and Barrocci produce residual figures and Cigoli and Cecco Bravo give a sense of decentralization. As mentioned earlier, these features echo what happens in dream processes. Francesco Montelatici (detto Di Cecco Bravo), Figura nuda stesa sul dorso, braccia e mani. A destra/right, Gustav Klimt, Danae, 1907-8.
exhibition “The naked truth - Klimt, Schiele, Kokoschka and other scandals” highlights the society’s conflict with modernity. At odds with the secular and clerical authorities, Gustav Klimt, Egon Schiele, Oskar Kokoschka, explored a range of taboos: sexuality and power, homoeroticism, the battle of the sexes, and adolescence. And Adolf Loos caused one of the greatest architectural scandals that Vienna ever saw with his – in the words of the contemporary press – “obscenely naked” house on Michaelerplatz. The exhibition, curated by Tobias G. Natter, presents the Austrian art of the beginning 20th century beyond all fin de siècle romanticism in its uncompromising modernity and its still effective explosive social impact.
The Schirn Kunsthalle in Vienna, presents until April 24th the exhibition entitled “The naked truth - Klimt, Schiele, Kokoschka and Other Scandals”. Art and scandal in Vienna around 1900: a city conveying the sense of a new era of art about to dawn and full of visual, sensuous, and intellectual energies on the one hand and a center determined by a Catholic conservative basic attitude, the hub of an empire on the eve of its decline on the other. The
Gli abiti proposti da/The dresses proposed by Gaetano
Resistenza e accumulo Barry La Va at ICA
Tutto Lèger In Arken Fernand Léger è il protagonista della mostra “Man in the New Age”, presentata fino al 16 maggio in Danimarca all’Arken Museum. Léger, con il suo originale linguaggio ha rappresentato la nuova cultura dinamica della città dell’inizio del Novecento. La sua visione umanistica e i suoi ritratti dell’uomo “nuovo” sono al centro della mostra di Arken che propone opere dal 1905 fino al 1955, anno della scomparsa dell’artista. Nelle sue opere si percepisce la spinta morale a migliorare la condizione umana attraverso l’arte e la ricerca esistenziale spinta dall’introduzione nella società delle nuove tecnologie, spesso rappresentate nei suoi dipinti. I personaggi della vita quotidiana nella grande città sono caratteristici delle opere di Léger che oltre a dipinti su tela, disegni e arazzi, comprendono anche film, libri, scenografie, fotografie e murali. La mostra offre anche la possibilità di esplorare il pensiero di Léger circa la teoria dell’arte dando accesso a numerose fonti documentari ed estratti di scritti. Fernand Léger features in the exhibition “Man in the New Age”, on through May 16th at the Arken Museum in Denmark. With his original language, Léger represented the new dynamic culture of the early twentieth-century city. His humanistic vision and his portraits of the “new” man are the focus of the Arken show, which presents the artist’s works from 1905 to 1955, the year of his death. His works radiate his moral drive towards improving the human condition through art and existentialism, spurred by the introduction of new technologies in society, which he often represented in his paintings. Characters from everyday life in big cities feature in a great number of Léger’s works, which include paintings on canvas, drawings and arrases, as well as films, books, sceneries, photographs and wall paintings. The exhibition also offers the opportunity to explore Léger’s ideas on art theory, thus giving access to a number of documentary sources and written excerpts. Fernad Léger, La grand parade sur fond rouge, 1953.
96 l’ARCA 201
Fino al 3 aprile, l’Institute of Contemporary Art di Philadelphia presenta la mostra “Accumulated Vision, Barry Le Va”. Si tratta della prima grande retrospettiva dell’opera dell’artista americano, soprattutto, per la prima volta vengono presentati al grande pubblico oltre che le sue sculture a grande scala, anche le opere realizzate con altri media come la fotografia, il suono, i libri. Classe 1941, Barry La Va, nato a Long Beach in California ma residente a New York, ha da sempre usato materiali poveri (vetri rotti, polvere di gesso, fazzoletti di carta) per realizzare i suoi lavori e fa parte di quella generazione che ha voluto far scendere l’arte dalla torre d’avorio. Riconosciuto tra i maggiori esponenti del post-minimalismo e della Process Art, La Va proviene da una formazione da architetto; i suoi lavori, infatti, apparentemente caotici e casuali, sono invece frutto di meditate pianificazioni, e al loro interno lo spettatore è chiamato a cercare i significati reconditi. Il 17 e 18 marzo, Barry La Va è presente (insieme allo storico Greil Marcus) all’ICA con una lezione dal titolo “Resistance: Spiegel Symposium” che indaga il tema della “resistenza” politica e culturale dalla guerra in Vietnam a oggi.
Until April 3rd, the Institute of Contemporary Art in Philadelphia is presenting “Accumulated Vision, Barry La Va.” This is the first great retrospective devoted to the American artist’s work, and for the first time, the general public is presented not only with his largescale sculptures, but also with works he created in other media, such as photography, sound and books. Barry La Va was born in 1941 in Long Beach, California, but lives in New York. He has always used simple materials such as broken glass, powdered chalk and paper towels for his works, and is part of the generation that decided to put art in its place by knocking it off its pedestal. Recognized as one of the main exponents of postminimalism and Process Art, La Va was actually trained as an architect. In fact, although his works appear chaotic and casual, he plans them carefully, and spectators are expected to look for the hidden meanings within. On 17 and 18 March, Barry La Va will be (along with the historian Greil Marcus) at the ICA for a lesson entitled “Resistance: Spiegel Symposium”, which deals with the theme of political and cultural “resistance” from the times of the Vietnam war to today. Barry La Va, Interruptions.
Pesce e, a sinistra/and left, Makoto Sei Watanabe.
Get dressed, and we’ll tell you who you are. This is what the concept behind “Dressing ourselves” seems to be: an exhibition that opened at the Milan Triennial on February 17th and will be on until March 20th. The show, proposed by Yoox, a renowned e-concept store, was created and curated by Alessandro Guerriero, who asked thirty artists, designers and architects from around the world to design their own self-portraits in dress-form. The sketches were first translated into real clothing by students at the NABA in Milan, and then actually worn by cast (in different materials) reproductions of the people involved. The casts themselves were made by Attilio Tono of the “Atelier Almayer”. The show, an imaginative, extravagant initiative, results in a gallery of images in which each participant tried to represent (rather than present) him/herself, thus turning clothing into a sort of concealing mask, rather than into something revealing. Some managed to catch the crucial relationship between dress, body and subjective identity, but in general, each representation caused the image to flow back into the expression of a personal poetics, whether it be artistic or in project form. Makoto Sei Watanabe shows the fluid lines of his architecture; UN Studio evokes the dialectics between opening and closing that dressing implies. Choi Jeong-Hwa highlights the relationship between concealing and revealing; Patrick Tuttofuoco/Ciboh concentrated on signs, while Gaetano Pesce resorts to a disquieting metamorphosis of the body. The exhibition confirms the ineteraction among art, design and fashion: a new frontier for a kind of creativity that has done away with any type of rigid demarcation among different disciplines. But the legitimacy of the boundary between fashion and mundaneness is entrusted – as always – to a proper sense of tact and measure.
Twenty-five works created between 1962 and 1982 feature in a show (open through March 28th) at the Palazzina dei Giardini Modena, devoted to Allan D’Arcangelo. D’Arcangelo, who died in 1998, is considered one of the masters of American Pop Art. He emerged in the sixites with a series of works that highlighted the main themes of that time’s art: astronauts, pinups, American flags, movie and cartoon heroes. One of the pieces on show features Marilyn, and was created just after her death in 1962: her eyes, mouth, nose and eyebrows can be cut out with a pair of scissors hanging from the painting. Other works on display are Full Moon, an icon of Pop Art (in the image bolow); US Highway n.1, an almost cinematographic view of an American highway; and the great The Place of Assassination, on view for the first time in Italy, and restored for the occasion. This is a huge composition of various materials that interprets Kennedy’s assassination in a tragic, poetic vein. Works from the following two decades are also on show; here, D’Arcangelo approaches a more abstract vision, and his latest cycle is characterized by his representation of ships and airplanes – the new icons of modernity. In addition to the pieces on display, the catalog of the exhibition includes a wide selection of other of D’Arcangelo’s works, as well as a text by the curator of the show, Walter Guadagnino.
Schifano monocromo In Milan La Fondazione Marconi di Milano, nell’ambito del proprio programma di valorizzazione di importanti fondi e collezioni, presenta fino al 26 marzo “Mario Schifano. Dal monocromo alla strada”. La mostra raccoglie circa cento opere dei primi anni Sessanta ripercorrendo il viaggio dell’artista romano dal “monocromo”, espressione dell’azzeramento delle precedenti avanguardie e della pittura formale, alla “strada”, il nuovo paesaggio che è parte del Pop. Per Schifano, il monocromo non è solo materialità della pittura, ma svolge anche la funzione di elemento energetico, in cui la superficie della tela è trattata come campo di germinazione teso a produrre qualcosa d’altro, percezioni ed emozioni. L’opera di Schifano non si esaurisce nella pura tematizzazione delle sue regole linguistiche né trova compimento al di fuori di sé, ma fonde insieme la regola, l’azione, l’arte, la vita. La mostra è accompagnata da un volume edito da Skira con un’ampia selezione di testi critici d’epoca e la riproduzione a colori di circa 150 immagini.
The Marconi Foundation in Milan is presenting “Mario Schifano. From the monochrome to the street” through March 26th. The exhibition displays a collection of about one hundred works from the early sixties, tracing the Roman artist’s shift from “monochromes” – an expressive means which practically canceled the preceding avant-gardes and formal painting – to the “street”, the new landscape which belongs to Pop Art. Schifano’s monochrome not only shows the materiality of painting, but also serves as an energetic element, where the surface of the canvas becomes a place where something different has to come into existence, giving rise to new perceptions and emotions. Schifano’s work cannot only be interpreted as a pure thematic layout of his linguistic rules, and cannot be accomplished out of its own sphere: it is a mixture of rules, action, art and life. A book published by Skira accompanies the show; it contains a wide selection of critical texts of the time, and color reproductions of about 150 images.
Mario Schifano, En plein air, 1963.
201 l’ARCA 97
Luce e movimento
Arte della semplicità In Meran
Fino al 25 aprile è in programma alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo la mostra “Voltes IV”, che presenta un’opera inedita di John Armleder appositamente realizzata per le sale del GAMeC. Il progetto dell’artista svizzero, tra i più celebri della generazione postconcettuale e attivo sin dalla fine degli anni Sessanta come co-fondatore del gruppo Ecart, che comprende artisti di ispirazione Fluxus, prosegue la serie di personali dal titolo Special Guest. “Voltes IV” avvolge il visitatore in un gioco di luci e di segni: l’intera parete di fondo della sala è occupata da un target del diametro oltre 6 metri interamente realizzato con neon di luce bianca che si illuminano a intermittenza. L’artista, utilizzando lo spettro luminoso e il movimento, trasforma un elemento comune, come il neon, in un motivo di eleganza. Nelle sue opere, Armleder propone una riflessione lucida e ironica che spazia lungo la storia delle forme artistiche del XX secolo, mescolando pittura, scultura, installazione ambientale e sonora, video e ready-made. Tutti i suoi lavori indagano la stretta relazione tra arte e vita, funzionalità e teoria, avanguardia e oggetto d’uso quotidiano. L’artista offre al suo pubblico una duplice esperienza: quella dell’analisi e della riflessione sull’arte come linguaggio – attraverso frequenti rivisitazioni e citazioni dell’arte del passato – senza mai separare questo momento dal piacere estetico e dalla ricerca della bellezza.
La Kunst Meran/o propone fino al 3 aprile una personale dell’artista americano Donald Baechler intitolata “The Enemies of the Rose”. In un allestimento realizzato dallo stesso Baechler, sono esposte circa trecento sue opere per la maggior parte realizzate appositamente per questa occasione. Partendo dall’idea che la rosa è il fiore per eccellenza ed è simbolo di bellezza e di vita, Baechler lavora sulla metafora dell’attuale pericolo di questi valori. La facilità del disegno e la capacità di unire immagini provenienti da mondi e culture differenti sono rappresentative dell’idea sottesa all’opera di Baechler, la fede nell’unione nella diversità e la necessità di arricchire il mondo di disegni e di semplicità.
John Armleder, Voltes IV, 2004. A destra/right, Donald Baechler, Untitled (faces 2), gouache su carta/gouache on paper, 35x27 cm. A destra sotto/below right, Mariagrazia Rosin, Gelatina Lux serie i Medusiani, Maestro soffiatore/ Master Glass Blower: Andrea Zilio, 2003, h 140, Ø 40, 200 cm (Foto: Marco Ambrosi).
Personale di Chantal Joffe In Milan La Galleria Monica De Cardenas di Milano presenta fino al 26 marzo una personale della pittrice inglese Chantal Joffe. Vengono esposte una ventina di opere recenti, tra cui ritratti femminili e inediti collage di carte colorate. La Joffe, classe 1969, è conosciuta principalmente per i suoi ritratti che grazie ai tratti fluidi e scorrevoli, riescono a cogliere emozioni, debolezze e vitalità del soggetto. Donne, più o meno giovani, fermate in momenti di vita quotidiana ritratte con uno sguardo a metà tra ’immediatezza di un’istantanea e una distorsione enfatica. Nel 2001, Chantal Joffe si è dedicata a dipinti di dimensioni più grandi con figure o gruppi stagliati su vasti paesaggi; è poi tornata alle figure singole, ma mantenendo il grande formato e arricchendo la sua tavolozza di colori più discreti e variegati. Until March 26th, the Monica De Cardenas Gallery in Milan is presenting a solo show devoted to works by the English painter Chantal Joffe. Twenty of the artist’s latest paintings are on show, including portraits of women and new collages made with colored cards. Joffe, who was born in 1969, is especially known for her portraits, which – through fluid, flowing lines – manage to capture the emotions, weaknesses and vitality of a subject. Younger and older women are paused during moments of everyday life, and are portrayed with a look that is halfway between the immediacy of a snapshot and a sort of emphatic distortion. In 2001, Chantal Joffe devoted herself to larger paintings, concentrating on figures or groups of people standing out on vast landscapes. She then went back to painting single figures, but she continued using larger canvases and enriched her pallette with quieter but multicolored hues.
98 l’ARCA 201
Impeccabile tecnologia great faith in the union of diversities and feels the need to enrich the world with drawings and simplicity.
“The enemies of the Rose”, a personal show devoted to the American artist Donald Baechler, will be on through April 3rd at the Kunst Meran/o. Baechler himself designed the setting, where about three hundred of his works – mostly site-specific – are on show. Baechler’s accomplishments are based on the idea that the rose is the flower par excellence, a symbol of beauty and life; he thus works on the metaphor of the current danger these values imply. He expounds his ideas through the simplicity of his drawings, and is capable of combining images coming from different worlds and cultures: he has
Schüco International Italia, leader nella progettazione di soluzioni per l’involucro edilizio e nella sperimentazione di nuove metodologie, è partner privilegiata nel progetto della nuova sede padovana TiFS, nota società di ingegneria impiantistica specializzata in settori particolari come l’acustica, l’illuminotecnica e le tecniche di ventilazione naturale. Il complesso, progettato dalla Studio Architetto Mar, si evidenzia per la struttura in calcestruzzo e acciaio che definisce la particolare sagomatura arrotondata e la copertura in zinco-titanio. Quattro i livelli determinati che costituiscono circa 7000 metri cubi di volume. Le esigenze del committente hanno stimolato a privilegiare l’aspetto energetico e il ruolo attivo dell’involucro edilizio ai fini del raggiungimento del benessere ambientale complessivo (aria, temperatura, umidità, luce). Le scelte tecnologiche hanno decretato il
Sinergie raggiungimento di risultati ottimali per ogni aspetto riguardante confort acustico e confort termoigrometrico, ottemperando in pieno tutti i criteri della progettazione architettonica. Relativamente alla facciata Sud, Schüco ha fornito le vetrate in un sistema a “doppia pelle”, con lo scopo di evitare gli eccessivi carichi termici dovuti alla radiazione solare diretta. Mentre per la facciata Nord, esposta a un intenso traffico stradale, la vetrata doveva rispondere a un’esigenza di isolamento acustico, assicurato grazie ai sistemi e alla particolare tipologia di vetri adottata: a vetrocamera con doppio vetro stratificato. Per il lucernario è stato usato un sistema di copertura che ha previsto di evitare l’irraggiamento solare diretto e i carichi termici derivanti, mediante la collocazione di sistemi a lamelle fisse all’interno del retrocamera per la luce zenitale del lucernario.
Mapei ha profuso tutte le sue sinergie e il suo entusiasmo a sostegno della riqualificazione, ristrutturazione e adeguamento del Teatro alla Scala, mettendo a disposizione la propria Tecnologia e il proprio impegno volto alla ricerca e all’innovazione mediante sistemi, prodotti innovativi e assistenza qualificata. La presenza di Mapei nel cantiere si è sviluppata in una triplice attività: - diagnosi sui materiali e analisi su porzioni di tonachino, d’intonaci e di decori dei fregi dorati, con la finalità di individuare gli interventi di recupero più adeguati; - assistenza in corso d’opera dei lavori, con la finalità di suggerire le soluzioni tecniche adeguate alla risoluzione delle problematiche di cantiere; - supporto tecnico per l’utilizzo e l’applicazione corretta dei prodotti durante lo svolgimento dei lavori. Le circa quaranta soluzioni Mapei utilizzate, comprendono: sistemi della linea edilizia, sistemi per la realizzazione dei massetti, autolivellanti, rasature, adesivi di vario genere per la posa di ceramica, pietre naturali, cotto pvc e legno, fino ai sistemi protettivi di finitura alle pareti e in resina epossidica per le pavimentazioni.
Tradizione e innovazione Vetro d’atelier In Venice L’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti in Campo San Vidal a Venezia, presenta fin al 3 aprile la mostra “Vetri. Nel mondo. Oggi”. Vengono esposte cento opere di sessanta artisti contemporanei tra i più rappresentativi del movimento internazionale noto come Studio Glass. Il vetro d’atelier è stato caratterizzato fin dalla sua nascita negli anni Settanta da una ininterrotta circolazione di idee tra artisti e maestri vetrai, che questa mostra intende ora evidenziare attraverso le specificità che hanno assunto le scuole dei diversi Paesi come l’Australia, la Boemia, la Francia, la Germania, l’Olanda, la Gran Bretagna, la Svezia, gli USA e l’Italia. In questa occasione l’Istituto ha inaugurato la sua nuova sede in cui assumono una forza espressiva ancora maggiore le scenografiche installazioni e le forme scultorie presentate dagli artisti. The Venetian Institute of Science, Letters and Arts in Campo San Vidal (Venice), is presenting “Glass. In the world. Today.” through April 3rd. On show are a hundred works by sixty contemporary artists who best represent an international movement known as Studio Glass. Since its birth in the seventies, studio
Eclettico ed esotico “Secessione ed esotismo” è il titolo della mostra che Palazzo Attems-Petzenstein di Gorizia dedica all’opera di Edoardo Del Neri (Gorizia 1890-Roma 1932). La mostra è suddivisa in sezioni tematiche e cronologiche e presenta circa duecento opere tra disegni, bozzetti, incisioni, che ripercorrono l’esperienza del pittore goriziano. Dalla formazione legata alle correnti naturalistiche del tardo Ottocento approda nel 1908 all’Accademia di Vienna, dove si avvicina al Simbolismo e si interessa alla ritrattistica con soggetti del mondo piccolo borghese e popolare. Nel 1914, trasferitosi a Roma, Del Neri inizia sperimentazioni su soggetti di paesaggio e di vita campestre. Il percorso espositivo si conclude con una sezione di opere realizzate durante il periodo trascorso in Tripolitania, attorno al 1925, dove il pittore trae ispirazione dall’esotismo e dal piacere del diverso. Ricca anche la produzione di cartelloni pubblicitari, locandine, disegni per tessuti, bozzetti per francobolli, decorazioni per ambienti, raccolta in una apposita sezione della mostra.
La cantina “Vigna Verse” a Pacco (TP) coniuga perfettamente tradizione e innovazione tecnologica. Inserito in un contesto paesaggistico di notevole interesse, alle falde di Erice, il complesso si articola in tre capannoni destinati a specifiche fasi di lavorazione. La scelta costruttiva dei progettisti si è orientata sul legno lamellare, considerando la compatibilità di integrare ai caratteri ambientali naturalistici forti possibilità strutturali, e l’opportunità di realizzare delle coperture molto leggere a beneficio sismico. I capannoni hanno pianta rettangolare, con pilastri in cemento armato distribuiti lungo tutto il perimetro a interasse costante, e la quota di appoggio rimane la stessa per tutta la lunghezza. Lo schema strutturale sul quale impostare la copertura è dunque assolutamente semplice; la presenza di grandi luci statiche ha portato a risolvere la struttura mediante travi reticolari, poste parallelamente al lato minore. Il disegno della reticolare si è sviluppato mediante diretta e continua collaborazione tra i progettisti, lo studio Pipitone di Petrosino (TP) e l’ufficio tecnico di Holzbau Sud. Presupposto alla progettazione è stata la sincerità strutturale, con la decisione di far lavorare assieme il legno e il ferro sfruttandone le diverse peculiarità. In effetti tutti gli elementi sottoposti a sforzi di trazione sono stati realizzati in ferro mentre sono in legno quelli sottoposti principalmente a compressione.
glass has featured a continuous flow of ideas between artists and master glassworkers, which this show highlights through the specific characteristics that various schools have achieved in various countries, such as Australia, Bohemia, France, Germany, Holland, Great Britain, Sweden, the USA and Italy. On this occasion, the Institute has inaugurated its new premises, where the spectacular installations and sculptural forms created by the artists acquire an even greater expressive power.
Premio Impresa e Cultura 2004 Abet Laminati si è vista assegnare, lo scorso novembre a Palermo, il premio “Impresa e Cultura 2004” che, giunto all’ottava edizione, è stato promosso da Confindustria, Istituto Nazionale per il Commercio Estero, Sviluppo Italia e Comune di Palermo, e dedicato alle aziende che investono in cultura. Il premio assegnato ad Abet Laminati per “il progetto più innovativo” è stato consegnato dalla Presidenza di Sviluppo Italia; l’Agenzia Nazionale per lo sviluppo di Impresa e per l’attrazione di investimenti. I criteri di valutazione della giuria hanno fatto riferimento alla qualità e alla coerenza del progetto, relativamente alla continuità e all’efficacia degli investimenti culturali. Ai vincitori è stata consegnata un’opera di Carla Accardo.
Novità e iniziative
Travi in legno lamellare Mediante il collegamento al sito web www.Nordlam.com si accede nel “nuovo mondo” della produzione di travi in legno lamellare. L’azienda, nuova realtà presente in Europa specializzata nella produzione di travi, si è potuta dotare di tutte le migliori tecnologie oggi esistenti che uniscono, al processo produttivo, il rispetto
dell’ambiente e delle condizioni di lavoro. Il sito web, di facile navigazione, è diviso in tre aree dettagliate riguardanti: le fasi del processo produttivo; le informazioni relative all’azienda, certificazioni, tecnologia, ambiente; i servizi al cliente, la consulenza, l’offerta di prodotto. E’ inoltre risolta l’esigenza di sviluppare l’interazione fra azienda e utilizzatore.
Intel, rassegna internazionale di elettrotecnica, elettronica, illuminazione, automazione industriale, sicurezza e componentistica, giunta alla diciannovesima edizione, sarà presente dal 17 al 21 maggio 2005 a Fiera Milano, dove per la prima volta, e con un intenso programma caratterizzato da numerose novità e iniziative dedicate ai progettisti, verrà organizzata da Fiera Milano Tech. Significativi a tale scopo saranno eventi culturali compresi nell’ambito del World Light Show, particolarmente dedicati ad architetti, lighting designer e ingegneri, come nel caso del concorso internazionale di idee “Navigli e Luce”, che, organizzato dalla Regione Lombardia e promosso da Assil – l’Associazione Nazionale Produttori Illuminazione federata ad ANIE – evidenzierà un progetto valido per l’illuminazione del Navigli. Al Wotld Light Show si svolgerà la premiazione del vincitore e sarà allestita una mostra dei progetti ritenuti di maggiore interesse dalla giuria. Nella sezione “Factory Show, riservata ai prodotti e ai sistemi per l’automazione di fabbrica e di processo, verrà per la prima volta organizzato il Factory&Automation Village che, dotato di una sezione dimostrativa, presenterà l’interoperatibilità tra i diversi bus di campo. Le più importanti novità del Power Show, il mondo dell’energia elettrica, evidenzierà sezioni dedicate alle fonti energetiche rinnovabili e alternative e allo smaltimento del materiale elettrico, in ottemperanza alla nuova direttiva europea RAEE. Novità anche relativamente alla mostra Homevolution che proporrà soluzioni reali e non virtuali, mentre, nell’area Building Show, sarà in mostra dal materiale di installazione elettrica, alla sicurezza, alle soluzioni di home e building automation. La prossima edizione del 2007, si svolgerà nel nuovo quartiere di Fiera Milano a Pero-Rho.
201 l’ARCA 99
Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Sicurezza negli aeroporti
LED per un ponte
Olanda: gli anni Novanta
Attualmente considerata come condizione di primaria importanza negli aeroporti, la sicurezza, nonché la possibilità per i passeggeri di spostarsi velocemente, sono esigenze pienamente affrontate e risolte da Gunnebo mediante l’innovativo varco di sicurezza per i controlli all’immigrazione ImmSec. Utilizzabile con documenti di viaggio a lettura automatica e con dati biometrici, può gestire oltre 300 passeggeri all’ora, ed è disponibile con passaggio standard (600 mm) o largo (900 mm) per consentire l’accesso ai disabili. Il funzionamento di ImmSec è semplice; il fruitore si avvicina ed entra attraverso il varco aperto e i pannelli si richiudono. L’esclusiva tecnologia T-DAR® ImmSec verifica che vi sia un unico occupante; questi conferma la sua identità mediante lettura del documento di viaggio o dei dati biometrici. Se tutto risulta regolare il secondo paio di pannelli si apre e l’occupante può uscire dal varco.
Consociata a Osram, Osram Opto Semiconductors GmbH, con sede a Regensburg, storica città attraversata dal Danubio e candidata a diventare la “Città della cultura 2010”, ha preso l’iniziativa di illuminarne il famoso ponte di pietra che collega le due sponde del fiume. La scorsa estate, una linea luminosa costituita da 21.900 LED distesi lungo il profilo del ponte, ha consentito, oltre alla funzione illuminante, di richiamare l’attenzione sullo sviluppo storico di Regensburg e su uno dei monumenti più antichi della città.
Dutch Touch. Sulla seconda modernità in Olanda Michele Costanzo, Hans Ibelings (cura di) Edizioni Kappa, Roma 2004, 144 pp
Soluzione Universale
Ventiquattresima edizione Presso il quartiere fieristico di Bologna è presente, dal 16 al 20 marzo 2005, la ventiquattresima edizione di Saiedue Living, i Saloni Internazionali dell’Architettura, delle Finiture d’Interni, del Recupero e delle Tecnologie per l’Edilizia. La manifestazione evidenzia prodotti e soluzioni innovative, destinati all’edilizia pubblica e privata relativamente a porte, finestre, facciate continue, pavimenti, rivestimenti e scale, nonché tecnologie per il recupero e la manutenzione degli edifici, tende e sistemi, sicurezza, impiantistica intelligente e home automation, sistemi per lo sfruttamento di energie alternative, edilizia ecologica, utensili e sistemi di fissaggio, colore e decorazione. Spicca come grande protagonista il vetro, che vede, in questa edizione, il ritorno al Saiedue dei produttori di lastre a livello internazionale. Il quartiere fieristico si propone con un layout rinnovato attraverso un’organizzazione maggiormente razionalizzata nei percorsi e nella sistemazione dei comparti merceologici all’interno dell’intero quartiere, ampliatosi con 20.000 metri quadrati di superficie espositiva, mediante due nuovi padiglioni.
Percorsi multisensoriali Sistema brevettato da ErgonixART, X-3D™ consente la creazione di soluzioni personalizzate dedicate alle esigenze di musei ed enti pubblici. La soluzione 3-D Point con alfabeto Braille è un’applicazione importante di questo sistema utilizzata per organizzare percorsi multisensoriali. Disponibile in varie forme e dimensioni, il sistema può essere usato come soluzione stand-alone o come inserto per pannelli informativi anche di grandi dimensioni. Disponibile in vari materiali, la finitura tipo ceramica della soluzione3D Point realizzata in NanoForm offre superiore tattilità rispetto ai tradizionali materiali di prototipazione rapida. Per l’impiego in musei, aree pubbliche, scuole, siti archeologici chiese e ospedali, 3D-Point è una soluzione estetica e funzionale che consente ai non vedenti una notevole autonomia.
Considerando che la normativa italiana ed europea richiede alle aziende impegnate in impianti di riscaldamento una maggiore efficienza e garanzia specialistica, Schiedel ha messo a punto il sistema ST; soluzione di sistema fumario particolarmente versatile e utilizzabile in ogni tipologia di impiego di caldaia e di combustibile. Il Sistema ST, o Sistema refrattario Tondo, è composto da tre elementi: il condotto interno, il pannello isolante e la camicia di rivestimento. Il condotto interno, realizzato in refrattario, si caratterizza per l’elevata resistenza al calore e alla corrosione delle condense con alto grado di impermeabilità e stabilità. Gli elementi sono alti 330 mm, si uniscono tra loro grazie a un giunto a bicchiere maschio/femmina. Il pannello isolante, grazie all’esclusiva fresatura a cuneo, si adatta perfettamente alla sezione circolare del condotto in refrattario e al vano interno della camicia di rivestimento, permettendo una posa semplice e agevole.
Giulio Natta e le materie plastiche E’ stata presente, nel museo milanese della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, dal 16 dicembre 2004 al 28 febbraio 2005, la mostra: “Sintesi – Giulio Natta e le materie plastiche”. L’evento, curato da Anty Pansera, storico del design, ha inteso evidenziare il percorso delle materie plastiche mediante lo sviluppo scientifico e tecnologico moderno, proponendo un percorso espositivo di oggetti, reperti, filmati e postazioni interattive. Sponsor tecnico della mostra è Serralunga, azienda che vanta una straordinaria produzione di vasi e complementi di arredo in polietilene, sviluppandosi e ampliandosi costantemente e significativamente mediante la
collaborazione con noti designer come: Ron Arad, Rodolfo Dordoni, Vico Magistretti, Karin Rashid, Alberto Meda, Chistophe Pillet, Luisa Bocchietto, Paolo Rizzato e altri. La mostra ha evidenziato la presenza di Safilo, storica azienda produttrice di occhiali, con otto modelli storici della propria collezione, e una memorabile installazione di vasi e complementi d’arredo in polietilene, curata da Luisa Bocchietto, art director di Serralunga.
Negli otto saggi che compongono il libro, il lettore ha modo di comprendere le motivazioni del successo dell’architettura olandese negli anni Novanta. Ai curatori interessa mostrare il “decennio” come una fase già conclusa e storicizzata della storia dell’architettura e analizzarlo partendo da questa premessa. Sembra che essi vogliano istituzionalizzare quegli anni alla vigilia della loro fine. E segnare il nuovo periodo di crisi con la perdita delle condizioni che li hanno resi possibili. Il libro, quindi, non si concentra tanto sulla produzione olandese, quanto sulle contingenze che l’hanno resa possibile e sulle previsioni di un futuro incerto. Esso pone l’attenzione a una fase storica che si vuole ormai conclusa, tradendo una piccola nostalgia del passato prossimo. Il decennio è fatto iniziare nel 1989 con la caduta del muro di Berlino e finire con l’attentato dell’11 settembre. In questo periodo, osserva Michele Costanzo, si registra un epocale passaggio per la scena edile olandese: l’accantonamento della figura dello stato-imprenditore a favore dell’iniziativa privata, quest’ultima ritenuta la sola a poter far fronte allo sviluppo del mondo globalizzato. L’operatore pubblico assume così il ruolo di coordinatore e intermediatore tra tutela e governo della cosa pubblica e logica del profitto privato. Se l’Olanda era stata sempre l’esempio dell’efficienza dell’intervento pubblico, amministrativo e operativo, per un secolo, ora sembra non riuscire a contenere l’entusiasmo di una new economy dai tempi accelerati. Hans Ibelings trova in cinque fattori il motivo del successo olandese: “[…] prosperità economica; un volume sempre cospicuo di incarichi; istituzioni che si sono impegnate in ogni modo per un’architettura di qualità; e l’esistenza di una numerosa schiera di architetti di talento […] l’attenzione internazionale (dei media)” (p.13). Questi motivi sono serviti a creare una “seconda modernità” olandese, chiamata anche “supermodernità”. La nuova economia capitalistica ha saputo comprendere nelle strategie di mercato il valore estetico e simbolico dell’architettura d’avanguardia (o meglio di grido), dando la possibilità a studi giovani di realizzare. Istituti come il NAi (Istituto di Architettura Olandese) si è preoccupato di promuovere il lavoro degli studi più promettenti grazie a circa dieci milioni di euro annuali stanziati dallo stato! Gli studi, a loro volta, non si sono mai
indeterminatezza programmatica di ogni edificio, che accomoda le richieste di mercato, viene proposta una specificità architettonica che lo marca come simbolo vendibile. L’edificio assume così le caratteristiche di un prodotto commerciabile, e, se il commercio è globale, adotterà un linguaggio che tutti possano capire. La Generic City e la Bigness sono le ciniche previsioni degli scenari futuri. Luigi Prestinenza Puglisi definisce giustamente Koolhaas un fenomeno mediatico, architetto che impersona le contraddizioni del tempo: nonostante l’interesse per le differenze e la lotta “no global”, non si sottrae tuttavia alle regole del grande commercio globalizzato. E’ l’architetto delle industrie che vendono lusso. Queste contraddizioni si traducono in un paesaggio urbano complesso e contraddittorio nel quale il “[…] mondo, sempre più frammentato, sarà ricomposto in un mosaico di osservazione dislocate e dissociate[…]. Accostamenti paradossali possono produrre nuovi e utili strumenti di comprensione e di trasformazione, più efficaci dei tradizionali” (p. 111). Il ricorso al surrealismo è forse un’arresa alla complessità a favore del gioco dionisiaco del creativo, di colui che aspira alla pura superficie. O, come scrive Antonino Terranova, fonde artificiale con naturale, comico e tragico, banale e grottesco. “Ti sembra di vivere dentro trucchi di Escher, dentro placente surreali, dentro un conceptual design che non tratta la figura dell’uomo e le sue funzioni come misura del mondo” (p. 69). Con le parole di Paolo Melis si può così definire il risultato di Koolhaas e degli architetti olandesi: “un prodotto sempre più dipendente da operazioni di marketing, per comunicare la propria poetica e sempre meno riconducibile a riferimenti storico-architettonici” (p. 131). Ma, come afferma Ibelings, “[…] dal 2002 in Olanda il vento è cambiato” (p. 19). La vittoria della destra populista sembra aver scarso interesse nei risultati dell’architettura. La crisi economica e di stabilità mondiale ruba l’impegno della politica e delle istituzioni. Inoltre gli studi “arrivati” non sembrano voler cedere lo scettro a quelli più giovani, impedendo così il ricambio necessario all’innovazione. Forse “[…] la stagione d’oro è ormai terminata” per la stessa moda che ha eletto l’Olanda a protagonista, e per l’esacerbazione naturale di un tempo accelerato”. Vittorio Sanna
Intervista di Emmanuel Caille Birkhauser/Ante Prina, Paris 2004, ill. a colori, 254 pp Regesto delle opere dell’architetto francese Jacques Ferrier, in cui tradizione e high-tech, sono paradigmi della ricerca che si svolge in Francia da più di vent’anni per la creazione di un nuovo paesaggio in cui qualità e funzionalità siano perfettamente coniugati.
Art di Washington, del Guggenheim Museum e del Whitney Museum di New York e del Guggenheim Museum di Bilbao rendono questi storici edifici, già di per sé fondamentali nella storia dell’architettura, vere e proprie opere d’arte.
Segnalazioni Architetture in Liguria dagli anni Venti agli anni Cinquanta Editrice Abitare Segesta, Milano 2004, ill. a colori e b/n, 252 pp Nell’ambito delle manifestazioni di Genova 2004 Capitale Europea della Cultura la mostra di questo volume è il catalogo ha voluto raccogliere e restituire l’idea di architettura e trasformazione urbanistica sviluppatasi tra gli anni venti e Cinquanta a Genova e nel territorio ligure. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica intorno a un patrimonio architettonico storicamente vicino e ancora attuale, ma non pienamente riconosciuto e salvaguardato. China: la nuova pittura contemporanea cinese A cura di Lorenzo Sassoli de Bianchi Prefazione Eleonora Battiston, Shu Yang Damiani Editore, Bologna 2005, 304 pp Il volume presentato in occasione dell’omonima mostra a Bologna fino al 6 marzo 2005, illustra l’opera di 17 giovani artisti cinesi e mette in luce l’individualità, la creatività del paesaggio culturale e sociale della Cina di oggi. Jacques Ferrier Architectures-Useful. The poetry of useful things Prefazione di Alexander Tzonis
100 l’ARCA 201
sottratti agli incarichi: anche quando questi imponevano un costo troppo basso per un’architettura di qualità, si sono ingegnati trovando un’estetica adatta a materiali deperibili o poveri. La sperimentazione ha accompagnato quindi un progetto positivo di costruzione e ottimismo. Ton Vestegen indaga a fondo il periodo. Sostiene che la capacità dell’architettura olandese a sapersi imporre dipende anche dal suo connaturato internazionalismo, dovuto all’accettazione in anticipo del corso degli eventi della globalizzazione. Chi ha guardato all’Olanda in questi anni, continua, ha trovato una lingua internazionale, comprensibile, lo specchio dell’occidente capitalista. E aggiunge che se negli anni Ottanta si guardava a Venezia con i suoi studi sulla tipologia e morfologia, negli anni Novanta si è guardato all’Olanda con le sue ricerche sulla topologia e dinamica, sui diagrammi e il framing, concetti presi in prestito dalla filosofia francese post-strutturalista. Gabriele De Giorgi scrive delle basi didattiche di architetti quali Hadid e Van Berkel. Di quest’ultimo descrive la metodologia progettuale basati sul diagramma, e dei progetti che ne conseguono. In particolare: se l’architettura italiana guardava alla progettazione come sforzo corale di dialogo nella città, quella olandese ha trovato nell’autopoetica e nella sua atopia (indipendenza dal contesto) il suo orizzonte di possibilità e aspettative. Questo non significa un irresponsabile rifiuto dello spirito dei luoghi, ma un rifiuto del progetto come utopia, come elemento risolutore dei problemi globali. All’inevitabile pessimismo intellettuale che consegue alla speranza di cambiare il mondo, gli olandesi oppongono l’ottimismo dell’agire. Marieke van Rooij osserva che i temi quali il luogo, il contesto e l’identità, non hanno più interessato la ricerca architettonica in seguito alla globalizzazione, che ha invece imposto di concentrarsi sulla densità e la congestione, l’artificiale, la transculturalità, la mobilità, la contaminazione… temi teorizzati negli scritti di Koolhaas (S,M,L,XL) e degli MVRDV (Farmax e Metacity). Le ricerche degli studi sembrano quindi accompagnare il mondo dello scambio e del commercio cercando di dare a questo un volto, un logo o una forma che lo inquadri storicamente. Koolhaas descrive questo seguire la globalizzazione: alla nozione di identità in architettura si sostituirà l’entità del singolo progetto. A una
Forma. La città moderna e il suo passato A cura di Adriano La egina, Massimiliano Fuksas, Doriana O.Mandrilli Electa/Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza Archeologia di Roma, Roma 2004, ill. a colori, 158 pp Catalogo dell’omonima mostra che si è svolta al Colosseo a Roma fino al 9 gennaio scorso e che ha illustrato i progetti peri alcune delle più importanti aree archeologiche della capitale, illustrandone al contempo la storia e la ricchezza. Patrizia della Porta: Mu-seum, 4 musei, 4 elementi Testi di Paolo Castelli, Patrizia della Porta Charta, Milano 2004, foto in b/n, 88 pp La poetica di patrizia della Porta, espressa nelle scultoree fotografie di musei presentate in questo libro, si fonda sul concetto di “mu”, il vuoto, inteso come origine e matrice della creatività. Le fotografie in bianco e nero della National Gallery of
Retail & Interior Design A cura di Raphael van Amerongen, Henri Christiaans Episodi Publishers, Rotterdam 2004, 200 pp Si illustrano gli sviluppi nella tipologia progettuale legata ai negozi e all’interior design. Si analizza un settore in sempre maggiore espansione che richiede sempre più tecnologia, esperienza, capacità di dare emozioni, tecnica scenografica. Il volume contiene una serie di saggi di professionisti e critici specializzati in questo settore. Arjen van Susteren Metropolitan World Atlas 010 Publishers, Rotterdam 2004, 200 ill. in b/n, 520 pp Nonostante l’interesse intorno alla crescita delle metropoli e alla globalizzazione non c’era finora un volume che mettesse le metropoli a confronto. Questo atlante, con ricchezza di dati statistici, ne prende in esame 101 e offre un’analisi delle reti commerciali, di popolazione, culturali, sociologiche, di traffico ecc. che collegano e distinguono le grandi città di tutto il mondo.
201 l’ARCA 101
AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
+ europaconcorsi
Per informazioni: Fondation pour l’Architecture 55 Rue de l’Ermitage 1050 Bruxelles Tel. +32 2 6422480 Fax +32 2 6422482 E-mail: fondation.architecture@skynet.be
Cipro / Cyprus Nicosia
Austria Gmunden Energy Globe Premio internazionale per i migliori progetti ambientalmente sostenibili International award for the best environmentally sustainable projects Scadenza/Deadline: 30/6 Giuria/Jury: Ashok Khosla, Wazha Tema, Don Baker, Megan Wheatley, Arthouros Zervos Per informazioni: Energy Globe Aubauerstrasse 17 4810 Gmunden Tel. +43 7612 66663-0 Internet: www.energyglobe.at E-mail: contact@energyglobe.info
Innsbruck OF.F Lines Concorso internazionale per studenti per progetti visionari di trasporto su corda/International Student Competition calling for visionary projects on transportation by rope Scadenza/Deadline: 17/6 Monte premi/Total prize money: 8.000 Euro Giuria/Jury: Odile Decq, Volker Griencke, Hans Hollein, Patrik Schumacher, Kjetil Thorsen Per informazioni: Internet: www.offlines.at
Linz Prix Ars Electronica Premio internazionale di/International prize of cyber art: computer animation/visual effects, digital music, interactive art, net vision, digital communities, freestyle computing Scadenza/Deadline: 11/3 Per informazioni: Ars Electronica Center Iris Mayr Hauptsrasse 2 A-4040 Linz Tel. +43 732 727274 Fax +43 732 7272674 Internet: http://prixars.aec.at E-mail: info@prixars.aec.at
Belgio / Belgium Bruxelles The Philippe Rotthier European Prize for Town and City Reconstruction Premio europeo per nuove architetture che rispettino lo spirito del luogo e siano ambientalmente ed ecologicamente consapevoli/European prize for new architectures which respect the spirit of places and are ecologically sound Scadenza/Deadline: 15/4 Monte premi/Total prize money: 30.000 Euro Giuria/Jury: Piercarlo Bontempi, Stéphanie Celle, Maurice Culot, Eulàlia González, Frank Hetherton, Marcel Kalberer, Léon Krier, Elie Levy, Rudy Ricciotti, Gilles de Bure, Françoise Lefébure, Martin Mosebach, Patrick de la Rivière, Christian Carez, Toni Marí
102 l’ARCA 201
Eleftheria Square. Una piazza pedonale Concorso internazionale di idee per la riqualificazione di Eleftheria Square. Il programma prevede interventi per la rifunzionalizzazione dello spazio pubblico e riqualificazione architettonica, per realizzare uno spazio a vocazione prevalentemente pedonale, dotata di servizi e in grado di esaltare l’aspetto storico del luogo International ideas competition for the requalification of Eleftheria Square. The brief asks for the realization of a mostly pedestrian space, with facilities emphasizing the historic charter of the area Scadenza/Deadline: 4/3 Per informazioni: Nicosia Municipality C/a Nayia Savvides Eleftheria Square CY-1500 Nicosia Tel. +357 22797545 Fax: +357 22304144 Internet: www.nicosia.org.cy E-mail: Nayia.Savvidou@nicosiamunicipality.org.cy
Francia / France Auxerre Scuola e palestra Progetto per la realizzazione di una serie di edifici in località diverse. Il programma prevede la costruzione di strutture scolastiche e sportive/Competition for the realization of a series of educational, sports and schools buildings in various places Scadenza/Deadline: 11/3 Per informazioni: Département de l’Yonne Service des affaires juridiques et des marchés publics Hôtel du Département F-89089 Auxerre Cedex Tel. +33 3 86728692 Fax: +33 3 86728803
Quimper Ristrutturazione e ampliamento di strutture ospedaliere Progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento di un complesso ospedaliero. Il programma prevede di intervenire presso il centro medico di psichiatria pediatrica, dotato di locali per la degenza, terapia, uffici e laboratori, con lavori di ampliamento per 1.325 mq e di ristrutturazione per gli esistenti 1.449 mq. Importo lavori: 2.175.000 Euro Competition for the renovation and extension of a hospital complex Scadenza/Deadline: 9/4 Per informazioni: SEMAEB Att: Monsieur Jean François Quais 28 bis A, boulevard J. Dupleix BP 1526 F-29105 Quimper Cedex Tel. +33 2 98644444 Fax +33 2 98644440 E-mail: Jeanfrancois.quais@semaeb.fr
Germania / Germany Koln IAKS Award 2005 Premio internazionale per impianti sportive e ricreativi/International competition for sports and leisure facilities Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: IAKS Carl-Diem-Weg 3 50933 Koln Tel. +49 221 4912991 Fax +49 221 4971280 Internet: www.iaks.info E-mail: iaks@iaks.info
Schweinfurt Galleria espositiva L’ente banditore intende valutare proposte progettuali per la riqualificazione di una piscina coperta (struttura di interesse storico) a galleria espositiva. Il programma prevede la realizzazione di un impianto a 2-4 piani per un volume totale di 43.500 mc. Superficie netta: 5.200 mq/Ideas competition for the conversion of an indoor swimming pool located in an historic structure into an exhibition gallery. The new structure should have 2/4 floors, a total volume of 43,500 cubic meters, an area of 5,200 sq.m Scadenza/Deadline: 11/4 Per informazioni: Stadt Schweinfurt Att: Herrn Zehnder Markt 1 D-97421 Schweinfurt Tel. +49 09721 51453 Fax +49 09721 51612 Internet: www.schweinfurt.de E-mail: Rigo.zehnder@schweinfurt.de
Giappone / Japan Tokyo Action for Sustainability Concorso internazionale per progetti residenziali strettamente legati al tema della sostenibilità ambientale/International competition for residential projects strongly connected to the issue of environmental sustainability Scadenza/Deadline: 13/7 Giuria/Jury: Tadao Ando, Richard Rogers Monte premi/Total prize money: 1.500.000 Yen Per informazioni: The Shinkenchiku Residential Competition 2005 Shinkenchiku-sha Co. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku Tokyo 113-8501 Internet: www.japan-architect.co.jp
Gran Bretagna / Great Britain London Stevens Competition for Architectural Glass Design National competition of its kind and attracts entries from students and young artists from all over the country. The annual competition demands an imaginative approach to design and workmanship of high quality. The project for the Stevens Competition 2005 is to design a backlit glass panel to be situated in the Reception and Waiting area of the Radiotherapy Department in the new UCH Hospital Scadenza/Deadline: 18/3
Per informazioni: The Clerk The Glaziers Company 9 Montague Close London Bridge London SE1 9DD Internet: www.worshipfulglaziers.com/stevens_com petition.asp E-mail: info@worshipfulglaziers.com
Irlanda / Ireland Cork Kyrl’s Quay Design Ideas La città di Cork in associazione con il RIAI organizza un concorso internazionale di idee per Cork 2005 Capitale Europea della Cultura per la promozione della qualità architettonica dell’ambiente costruito. Il concorso richiede progetti per la rivitalizzazione e lo sviluppo dell’area lungomare tra Cornmarket Street e Kyrls Quay/Cork City Council in association with the RIAI is organising an architectural design competition for Cork 2005 which aims to promote high quality design in the built environment of Cork city. Architectural design ideas will be sought from national and international designers for a group of prominent waterfront sites which stretch from the junction of Cornmarket Street westwards along Kyrls Quay Scadenza/Deadline: 30/4 Per informazioni: Cork 2005 Architectural Design Competitions Tel. +353 21 4924086 Internet: www.cork2005.ie/programme E-mail: planning@corkcity.ie
Ideal Library Concorso per il progetto della biblioteca ideale per il XXI secolo aperto ad architetti europei under 35/One Stage Competition to design an ideal 21st century library for a city of approximately Cork’s size. The invitation is issued to architects and students in architectural schools across Europe who are not more than 35 years of age at the closing date for entries Scadenza/Deadline: 20/5 Monte premi/Total prize money: 10.000 Euro Per informazioni: The Royal Institute of the Architects of Ireland (RIAI) 8 Merrion Square Dublin 2 Tel. +353 1 6761703/6691463 Fax +353 1 6769510 Internet: www.riai.ie, www.corkcity.ie E-mail: jjacob@riai.ie
Italia / Italy Ancona Sky Office – Sistemi per le Nuove Generazioni Concorso internazionale di idee aperto ad architetti, ingegneri e designer finalizzato all’ideazione di sistemi, elementi tecnologici ed organizzazioni spaziali innovative per l’ufficio/International ideas competition open to architects, engineers and designers for the design of systems, technological elements, and space organizations for the office Scadenza/Deadline: 15/3 Monte premi/Total prize money: 15.000 Euro Giuria/Jury: Mario Bellini, Carlo Forcolini, Daniela Volpi, Guido Canali, Filippo Alison, Vanni Pasca, Alberto Bassi, Benedetto Todaro,
AGENDA Luca Zevi, Leonardo Scarcella, Giovanni D’Ambrosio, Terence Riley, Nobuyuki Yoshida, Ole Bouman, Toni Montes Per informazioni: UPPER SpA Via Albertini 20 60131 Ancona Tel +39 071 213811 Fax +39 071 2138010 Internet: www.upper.it, www.newitalianblood.com E-mail: competition@newitalianblood.com
Arezzo Premio di architettura Giorgio Vasari Premio biennale per opere realizzate nella Provincia di Arezzo dal 1/1/1994 al 10/10/2004 Scadenza: Scadenza: 15/3 Per informazioni: Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Arezzo Piazza Grande 35 52100 Arezzo Tel. 0575 350022 Fax 0575 353014 Internet: www.ar.archiworld.it E-mail: architettiarezzo@awn.it
Igea Marina (Rimini) Isola dei Platani Concorso europeo per la riqualificazione dell’Isola dei Platani e aree limitrofe/European competition for the requalification of Isola dei Platani and surrounding areas Scadenza/Deadline: 6/4 Per informazioni: Comune Igea Marina Michele Bonito Tel. +39 0541 343751 Fax +39 0541 345844 Internet: www.comune.bellaria-igeamarina.rn.it/comune/bandi/b71/index.asp E-mail: m.bonito@comune.bellariaigea-marina.rn.it
Jesi (Ancona) Riqualificazione di Piazza della Repubblica e di Corso Matteotti Concorso di idee, proposte tecniche, economiche e culturali al fine di valorizzare e riqualificare lo spazio urbano di Piazza della Repubblica e di Corso Matteotti/Ideas competition for technical, economical and cultural proposals for the requalification and valorisation of the urban areas of Piazza della Repubblica and Corso Matteotti Scadenza/Deadline: 31/3 Per informazioni: Comune di Jesi U.O.P. Amm.vo urbanistica, Gare, Appalti, Contratti C/a Daniela Dottori Piazza Indipendenza 1 60035 Jesi (AN) Tel. +39 0731 538473 Fax +39 0731/538328 Internet: www.comune.jesi.an.it E-mail: d.dottori@comune.jesi.an.it
Milano Young & Design Concorso per progettisti nati dopo il 31/12/1967 per la progettazione di mobili, lampade e complementi d’arredo/Competition open to designers born after 31/12/1967 for the project of furniture, lamplights and furniture components Scadenza/Deadline: 10/3 Monte premi/Total prize money: 7.500 Euro Giuria/Jury: Filippo Alison, Flavio Conti, Ignazio Cusmano, Giorgio De Ferrari, Gianni Ottolini, Vanni Pasca, Arrigo Rudi
+ europaconcorsi
Per informazioni: Rima Editrice Viale Sarca 243 20126 Milano Tel. +39 02 66103539 Fax +39 02 66103558 Internet: www.rimaedit.it E-mail: rima@rimaedit.it
Diesel Wall Premio di arte temporanea per realizzare un’opera su un muro di 360 mq in zona Colonne di San Lorenzo a Milano Award for a work realized on a 360-sq.m-wall in the area of Colonne di San Lorenzo in Milan Scadenza/Deadline: 20/3 Giuria/Jury: Jerome Sans, Wilber Das, Stefano Boeri, Patrick Tuttofuoco, Helena Kontova Per informazioni: Premkio d’Arte Temporanea Diesel Wall Tel. +39 800 995955 Internet: www.dieselwall.com E-mail: info@dieselwall.com
Giovanni Barezzi Award La Cartiera del Maglio bandisce un concorso, per il conferimento di un Premio Internazionale di Studio e Ricerca in memoria dell’imprenditore Giovanni Barezzi, a favore dell’autore di un progetto, di una tesi o di uno studio relativo alla Progettazione (Cigarette Design), produzione e packaging della Sigaretta. Il premio e riservato esclusivamente ad argomenti “Non Tobacco Material”/Paper Factory del Maglio launch a competition for an International Award for Studies and Research, in memory of Giovanni Barezzi, for a project, thesis or study concerning the Cigarette Design on the issue “Non Tobacco Material” Scadenza/Deadline: 1/8 Monte premi/Total prize money: 10.500 Euro Per informazioni: Giovanni Barezzi Award Segreteria Organizzativa – Globiz Viale Zara 58 20124 Milano Internet: www.barezziaward.com
Padova Tradizione Devozione Ambizione Concorso per il restauro in architettura per interventi portati a termine entro il 31/12/2004/Competition for architecture restoration for works ended up to 31/12/2004 Scadenza/Deadline: 15/3 Per informazioni: Segreteria Organizzativa PR Consulting Via dei Fabbri 9 35122 Padova Tel. +39 049 660405 Fax +39 049 661567 E-mail: prconsulting@interfree.it
Piombino Dese (Padova) Idee per la luce-Traditions & Modernity Concorso per designer under 35 per l’ideazione di nuove soluzioni per l’illuminazione Competition open to designers of less than 35 years of age for new lighting solutions Scadenza/Deadline: 21/4 Monte premi/Total prize money: 1.500 Euro Per informazioni: Ditre Group Via Albare, 127/B 35017 Piombino Dese (PD) Tel. 0499365320 Fax 0499366376 E-mail: info@ditre.com
Sesto San Giovanni (Milano) Tre piazze per Sesto Si richiede di elaborare proposte che mettano a sistema tre piazze centrali di Sesto, che, nonostante la contiguità spaziale, attualmente costituiscono tre diverse realtà/Competition for the proposal of a system linking three central squares in Sesto, which are now separated, despite their contiguity Scadenza/Deadline: 21/3 Per informazioni: Comune di Sesto San Giovanni Direzione Tecnica Unitaria (9° piano del Palazzo Comunale) C/a Fulvia Delfino Piazza della Resistenza 5 20099 Sesto San Giovanni Tel. +39 02 2496424 Internet: www.sestosg.net E-mail: n.didiano@sestosg.net
Terni Segnaletica turistica nella regione dell’Umbria Concorso per il progetto preliminare di segnaletica turistica nella regione: 1) Miglioramento della qualità dell’accoglienza e dell’informazione turistica; 2) Identificazione e riconoscibilità immediata del territorio regionale e di quello dell’ambito interessato; 3) Agevolazione della fruibilità di ciascuna delle risorse dell’area; 4) Offerta di un’immagine del territorio connotata in termini di omogeneità, efficacia ed efficienza/Competition for the preliminary design of tourist sign system for the Umbria region Scadenza/Deadline: 22/4 Per informazioni: Provincia di Terni, servizio politiche di sviluppo economico turistico-sociale e piano del lavoro Via Plinio il Giovane 21 05100 Terni Tel. +39 0744 483575 Fax +39 0744 403557 E-mail: turismo@provincia.terni.it
Venezia Lions Club Venezia Host “Casa della Musica” Concorso internazionale di idee per la riqualificazione dell’area exPalafenice sita sull’isola del Tronchetto in Comune di Venezia/International ideas competition for the requalification of the former Palafenice area on Tronchetto island in Venice Scadenza/Deadline: 31/3 Monte premi/Total rize money: 11.500 Euro Giuria/Jury: Paolo Pianon, Gianfranco Vecchiato, Franco Pianon, Gabriele Tagliaventi, Vittorio Giambruni Per informazioni: Lions Club Venezia Host c/o Studio Systema s.a.s. San Polo 699 Venezia Tel. +39 041 2770545 Fax +39 041 2777524 Internet: www.lionsvenezia.it E-mail: Paolo Pianon segreteria@lionsvenezia.it
Polonia / Poland Krakow Museo dell’aviazione polacca L’ente banditore intende selezionare proposte progettuali per la realizzazione di un museo dedicato all’aviazione polacca/Competition for the selection of projects for the realization of a museum dedicated to
Polish aviation Scadenza/Deadline: 30/3 Per informazioni: Muzeum Lotnictwa Polskiego w Krakowie Att: Anna Skrzynska al. Jana Pawla II 39 PL-30-969 Krakow Tel. +48 12 6428700/01 Fax +48 12 6424070/71 Internet: www.muz-lotnictwa.krakow.pl E-mail: muzlot@bci.krakow.pl
Warszawa Riqualificazione di Placu Weteranow 1863 L’ente banditore intende selezionare proposte progettuali per la riqualificazione della piazza Placu Weteranow 1863 e per la realizzazione di un centro per la cultura e lo spettacolo/Competition for the requalification of Placu Weteranow 1863 and for the realization of a center for culture and entertainment Scadenza/Deadline: 4/4 Per informazioni: Miasto st. Warszawa Dzielnica Praga Polnoc Att: Ewa Sobierajska ul. ks. I. Klopotowskiego 15 PL-00-987 Warszawa Tel. +48 22 5900002 Fax +48 22 5900004 Internet: www.praga-pn.waw.pl E-mail: ewa.sobierajska@praga-pn.waw.pl
Principato di Monaco Principality of Monaco Montecarlo Monaco Luxe Pack Design 2005 Concorso di design per progettisti che esercitano la professione da non più di cinque anni per il progetto di una elegante bottiglia d’acqua sul tema “Celebration in Monaco” Competition for designers who have been working since a maximum of five years ago, for the design of an elegant water bottle on the theme “Celebration in Monaco” Scadenza/Deadline: 23/3 Per informazioni: Monaco Luxe Pack Design C/o Mailboxes Via G.Fara 28 20124 Milano, Italy Tel. +39 02 66982342, +377 97 778560 (Idice MC) Internet: www.luxepack.com E-mail: concorso-t@luxepack.com, info@idice.mc
Svizzera / Switzerland Troistorrents Coeur du Village L’ente banditore intende valutare proposte progettuali per la realizzazione di tre edifici riuniti sotto la denominazione Coeur du Village. Il programma prevede la costruzione di un edificio comunale, della curia e di un parcheggio sotterraneo da 200 posti auto/Competition for design proposals for the realization of three building united in the common name of Coeur du Villane. The brief asks for a town hall, parrish building, underground parking for 200 cars Scadenza/Deadline: 15/4 Per informazioni: Municipalité de Troistorrents CP 65 1872 Troistorrents Tel. +41 024 4768010 Fax +41 024 4768020 E-mail: administration@troistorrents.ch
201 l’ARCA 103
AGENDA Zurich Holcim awards. Premio internazionale per l’architettura sostenibile L’iniziativa, lanciata da Holcim Foundation for Sustainable Construction, è finalizzata a promuovere l’edilizia sostenibile a livello mondiale/Award launched by Holcim Foundation for Sustainable Construction to promote sustainable building in the world Scadenza/Deadline: 31/3 Per informazioni: Swiss Federal Institute of Technology (ETH Zurich) Tel. +41 1 6332801 Fax +41 1 6331088 Internet: www.holcimawards.org
USA
+ europaconcorsi
International competition seeking realistic, innovative, universal models for multi-family housing while preventing displacement of the current residents. Habitat aims to transform Sunrise Trailer Court into a renewed community Iscrizione/Registration: marzo/March Consegna/Submission: 1/7 Giuria/Jury: J.Max Bond, Jr., Julie Eizenberg,Teddy Cruz, Jim Grigg, Millard Fuller, Lynne Conboy, Kendra Hamilton, Karin McGrath Dunn, a resident of Sunrise Trailer Court Per informazioni: Charlottesville Community Design Center Charlottesville,VA 22902 Internet: www.cvilledesign.org E-mail: competition@cvilledesign.org
Affidamenti
Alta Loma Gold Nuggett Awards Premio per realizzazioni creative nell’ambito del progetto architettonico, pianificazione territoriale legata al settore residenziale, industriale e commerciale/Gold Nuggets honor creative achievements in architectural design and land use planning for residential, commercial and industrial projects Scadenza/Deadline: 18/3 Per informazioni: Gold Nugget Awards 7958 Rosebud, Alta Loma, CA 91701 Lisa Parrish 800-658-2751 or Peter Mayer +1 866 9875725 Internet: www.goldnuggetawards.com E-mail: mayeraward@aol.com
Bourne Buzzards Bay Design Competition La Buzzards Bay Village Association lancia un concorso internazionale a fase unica per proposte innovative per un parco di 20 acri tra il Cape Cod Canal e la Main Street a Buzzards Bay. Obiettivo principale del progetto è quello di creare un’area ricreativa e culturale intergenerazionale che stimoli l’incontro tra gli abitanti e lo sviluppo economico/The Buzzards Bay Village Association is pleased to announce a single-phase, open International Design Competition seeking innovative proposals for up to a 20acre park with extensive frontage on both Cape Cod Canal and Main Street, Buzzards Bay. The main objective is to create an intergenerational recreation area and cultural amenity for the use of local residents while encouraging downtown economic redevelopment Scadenza/Deadline: 19/4 Monte premi/Total prize money: 18,000 US$ Giuria/Jury: Greg Pasquarelli, Mack Scogin, Vincent James, Ken Smith, Walter Hood, Toshiko Mori Per informazioni: The Buzzards Bay Village Association 536 Mac Arthur Boulevard Bourne, MA 02532 Tel. +1 508 5649043 Fax +1 508 5637519 Internet: www.buzzardsbayvillageassociation.org
Charlottesville Urban Habitats Concorso internazoinale per progetti che presentino nuovi modelli, realistici e universali per residenze multifamiliari e per la trasformazione della Sunrise Trailer Court in una comunità residenziale rinnovata
104 l’ARCA 201
Per informazioni: Comune di Caivano Servizio LL.PP. Via Benedetto Croce 4 80023 Caivano (NA) Tel. 081 8800414 Fax 081 8800417
Cesano Maderno (Milano) Elenco di professionisti L’ente intende formare un elenco di professionisti esterni abilitati per l’affidamento di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria. La selezione, principalmente, riguarderà le seguenti tipologie di incarichi di progettazione e direzione lavori: 1) opere edili; 2) cementi armati e opere strutturali in genere; 3) fognature; 4) impianti elettrici; 5) restauro architettonico e artistico; 6) opere idrauliche di difesa spondale e paesaggistiche Scadenza: 30/12/2006 Per informazioni: Comune di Cesano Maderno Piazza Arese 12 20031 Cesano Maderno (MI)
Per i bandi completi www.europaconcorsi.com
Italia / Italy Agliana (Pistoia) Nuovo Cinema Teatro Progettazione esecutiva del cinema teatro. Importo lavori: 1.568.000,00 Euro. Appalto concorso per le opere relative alla realizzazione del nuovo Cinema Teatro “Moderno” e di altre opere previste all’interno del Piano di Recupero Ex Cinema Moderno con corrispettivo costituito in parte dalla cessione di beni immobili Scadenza: 30/4 Per informazioni: Comune di Agliana (PT) Tel. 057 46781 Internet: www.comune.agliana.pt.it
Cagliari Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari Olbia Progettazione preliminare, nonché rilievi plano-altimetrici, indagini e relazioni geotecniche, relazioni geologiche, studio di prefattibilità ambientale e prime indicazioni sulla sicurezza per la realizzazione della Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari Olbia (svincolo S.S. 131 bivio Ploaghe - S.S. 597 - S.S. 199). Il corrispettivo complessivo stimato è pari a 2.109.845,84 Euro Scadenza: 2/5 Per informazioni: Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Lavori Pubblici - Servizio Viabilità Viale Trento 69 09100 Cagliari Tel. 070 6062381, 070 6062166 Fax: 070 6062098 Internet: www.regione.sardegna.it E-mail: llpp.sim@regione.sardegna.it
Caivano (Napoli) Nuovi loculi cimiteriali Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, DD.LL., Coordinatore della Sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione per le realizzazione di nuovi loculi cimiteriali. Quantitativo o entità totale: 221 242,79 Euro Scadenza: 25/3
Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2/2006 Per informazioni: Azienda Regionale per i Porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com
Ispra (Varese) Elenco di professionisti e società: mappatura su ampia scala del registro fondiario (catasto) Formazione di un elenco di professionisti e società per: Studi intesi a valutare la messa in opera di programmi di mappatura su ampia scala e programmi del registro fondiario (catasto) nell’Unione Europea e nei Paesi candidati Scadenza: 11/4 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione generale Centro comune di ricerca Sede di Ispra, Istituto per la protezione e la sicurezza dei cittadini, unità Supporto di gestione Att: F. Graham 21020 Ispra (VA) Tel. 0332 789154 Fax 0332 786243
Osnago (Lecco) Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, coordinatore sicurezza) L’ente ritiene opportuno invitare i soggetti abilitati, interessati al conseguimento di incarichi di progettazione, direzione lavori e coordinatore per la sicurezza a presentare al protocollo comunale candidatura corredata da curriculum con indicazione delle esperienze professionali compiute e della tipologia di opere per cui si propone la candidatura
Scadenza: 31/12/2006 Per informazioni: Comune di Osnago Viale Rimembranze 3 Osnago (LC) Tel. 039 952991Fax 039 9529926 Internet: www.osnago.net E-mail: comune@osnago.net
AGENDA Convegni e dibattiti Congresses and conferences
Per informazioni: Agenzia Umbria Ricerche Via M.Angeloni, 78 06124 Perugia Tel. 075 5045805
Roma Servizi Project Management Consulting: attraversamento stabile Stretto di Messina Servizi Project Management Consulting in relazione alla progettazione definitiva ed esecutiva e realizzazione attraversamento stabile Stretto di Messina e relativi collegamenti versanti Calabria e Sicilia. a) verifica e controllo attività progettuali; b) validazione progetto definitivo; c) verifica progetto monitoraggio ambientale; d) controllo, verifica ed attestazione idoneità e correttezza progetto Scadenza: 15/3 Per informazioni: Stretto di Messina SpA Affari Legali e Societari Via Po 19 00198 Roma Tel. 06 858261 Fax 06 85826299 Internet: www.strettodimessina.it E-mail: info@strettodimessina.it.
Torino Riabilitazione strutturale della Cappella della SS.Sindone Bando per l’affidamento a pubblico incanto dei servizi di ingegneria per la riabilitazione strutturale della Cappella della SS.Sindone in Torino, ai sensi dell’art. 65 D.P.R. 554/1999 e D.Lgs. 157/1995 s.m.i. L’importo presunto delle opere di riabilitazione strutturale è di 11.700.000 Euro Scadenza: 30/3 Per informazioni: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte Ufficio Restauro Cappella SS Sindone Piazza San Giovanni 2 10121 Torino Tel. 011 5220456 Fax 011 5220407 Internet: www.ambienteto.arti.beniculturali.it E-mail: sindone@ambienteto.arti.beniculturali.it
Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie, su rilevati,ponti e fondazioni ricadenti in varie linee di giurisdizione della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Torino; importo complessivo dell’appalto: (compresi oneri per la sicurezza): Euro 672.493,05 Scadenza: 27/9/2007 Per informazioni: Rete Ferroviaria Italiana Spa - Legale Milano- Settore Operativo di Torino per conto Direzione Compartimentale Infrastruttura Torino Via Sacchi 1 10125 Torino Tel. 011 6652355 Fax 011 6655116
Tokyo, 105-0001 Internet: www.sb05.com E-mail: info@sb05.com
Gran Bretagna / Great Britain London
Perugia Elenco professionisti L’Aur istituirà una Banca dati di tipo aperto per consulenti e collaboratori (persone fisiche) all’interno della quale individuare i soggetti ai quali conferire, in relazione al manifestarsi di specifiche necessità, incarichi di consulenza e collaborazione in varie forme contrattuali Scadenza: 29/4
+ europaconcorsi
Australia Seaforth (NSW) Architecture Foundation Glenn Murcutt International Architecture Masterclass 10/7-24/7 Per informazioni: Architecture Foundation Australia Internet: www.ozetecture.org E-mail: info@ozetecture.org
Canada Vancouver Hyatt Regency Hotel Museums on the Web 2005 13/4-16/4 Per informazioni: Internet: www.archimuse.com/mw2005
Riba Designing for SustainabilityImplementing a sustainable approach to architecture to meet client needs 15/3 Per informazioni: AJ Architectural Journal 151 Rosebery Avenue London EC1R 4GB Tel. +44 20 75056044 Fax +44 20 75056001 Internet: www.ajsustainability.co.uk E-mail: constructconference@emap.com
India
Royal Academy of Fine Arts 2005 Biennial of Towns and Town Planners 6. Biennale della città e dei pianificatori urbani sul tema “City Living – Living City” 9/6-11/6 Per informazioni: European Council of Town Planners Internet: www.byplanlab.dk, www.ceu-ectp.org E-mail: pw@byplanlab.dk
Francia / France Paris Palais des Congrès 7ème Congrès des Piscines et des Loisiers Aquatiques 7/1-8/11 Per informazioni: CLC Communications Tel. +33 1 42930404 Internet: www.clccom.com, www.piscine-expo.com E-mail: g.senneville@clccom.com
Giappone / Japan Nagoya Congress Center AESE 2005: Advances in Experimental Structural Engineering 19/7-21/7 Per informazioni: Internet: www.civil.nagoya-u.ac.jp/aese
Tokyo International Convention Center PAMIR, New Takanawa Prince Hotel World Sustainable Building Conference 27/9-29/9 Per informazioni: Institute of International Harmonization for Building and Housing (iibh) #30 Mori Building 3-2-2, Toranomon, Minato-ku
Per informazioni: Ufficio Comunicazione NABA Simona Castagna Via Darwin 20 20143 Milano Tel. +39 02 97372286 Fax +39 02 97372280 Internet: www.naba.it E-mail: simona.castagna@naba.it
New Delhi
Modena
India Habitat Centre CAADRIA 2005>Digital Opportunities: 10th International Conference of the Association for Computer 28/4-30/4
Palazzo Santa Margherita Carlo Coppelli: Laboratori espressivi di Arte Terapia 9/5
Per informazioni: CAADRIA Internet: www.caadria2005.org
Per informazioni: Galleria Civica Modena Tel. +39 059 206911 Fax +39 059 206932 Internet: www.comune.modena.it/galleria E-mail: galcivmo@comune.modena.it
Venezia
Danimarca / Denmark Copenhagen
Ciclo di conferenze/Lectures Series: Vasif Kortun, direttore del Platform Garanti Contemporary Art Center 9/3 Hou Hanru, Professore alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam e membro del Global Advisory Committee of Walker Art Center di Minneapolis 23/3 Jens Hoffmann, direttore delle esposizioni all’Institute of Contemporary Arts di Londra 13/4 Roger M. Buergel, professore all’Università di Luneburg in Germania 4/5
Italia / Italy Catania CulturMed 05 Conferenza Mediterranea sulle strategie di Marketing e di comunicazione e l’innovazione tecnologica per i musei, i beni culturali, l’ospitalità ed il turismo culturale/Mediterranean conference on marketing and communication strategies and technological innovation for museums, cultural assets, hospitality and cultural tourism 11/4-12/4 Per informazioni: CulturMed Internet: www.culturmed.info
Como Fondazione Antonio Ratti XI Corso Superiore di Arte Visiva Visiting Professor Alfredo Jaar 30/6-21/7 Termine Bando di Concorso: 15/4 Per informazioni: Fondazione Antonio Ratti C/ Anna Daneri Lungo Lario Trento 9 22100 Como Tel. +39 031 233213 Fax +39 031 233249 Internet: www.fondazioneratti.org E-mail: annadaneri@fondazioneratti.org
Milano Università della Bicocca CCT 2005 Seconda conferenza internazionale sulle comunità e le tecnologie/Second International Conference on Communities and Technoloiges 13/6-16/6 Per informazioni: CCT 2005 Internet: www.cct2005.disco.unimib.it
NABA - Nuova Accademia di Belle Arti Milano The Utopian Display- Incontri sull’attività espositiva contemporanea
Varie sedi Making Cities Livable Conference True Urbanism and the European Town Square 20/6-24/6 Per informazioni: IMCL Suzanne H. Crowhurst Lennard PhD IMCL Conferences P.O. Box 7586 Carmel, CA 93921 USA Fax: +1 831 6245126 Internet: www.livablecities.org/43ConfVenice.htm E-mail: Suzanne.Lennard@LivableCities.org
Verona Museo di Castelvecchio Re:Design/Europe Simposio del/Symposium of European Design Forum 17/3-19/3 Per informazioni: European Design Forum Internet: www.eu-design.net
Malesia / Malaysia Kuala Lumpur PJ College of Art and Design Selangor Asia Design Forum (Kenneth Yeang, director) Corso estivo di architettura/Summer architecture school 30/7-20/8 Per informazioni: Ms. Karen Chin, Coordinator and Adminstrator Asia executive Programmes sdn.BHd. Suite E-11-09, Plaza Mont Kiara, Mont J+Kiara 50480 Kuala Lumpur, Malaysia. Tel. +603 62032009 Fax. +603 62-35030 E-mail: kchin@pd.jaring.my
Olanda / Holland Maastricht University Eurosteel 2005-4th European Conference on Steel and Composite Structures
4° Convegno europeo sulle strutture in acciaio e compositi 8/6-10/6 Per informazioni: Internet: www.eurosteel2005.info
Portogallo / Portugal Lisbona IADE-Escola Superior de Design Cumulus Lisbon 2005-Pride and Pre-Design 26/5-27/5 Per informazioni: IADE Internet: www.iade.pt/cumulus
Instituto Superior tecnico ECaade 2005 2° Convegno internazionale “Educazione e Ricerca nell’architettura al CAD”/22nd International conference “Education and Research in Computer Aided Architectural Design 21/9-25/9
Per informazioni: Top Atlântico Av. Dom João II, Lote 1.16.1 1990-083 Lisboa Tel. +351 21 8925405 Fax +351 21 8925406 Internet: www.civil.ist.utl.pt/ecaade05, www.topatlantico.pt e-mail: lisboa.congress@topatlantico.pt
Russia Moscow Gostiny Dvor 100% Design Moscow 2005 10/3-13/3 Per informazioni: Internet: www.craftscouncil.org
Svizzera / Switzerland Mendrisio Accademia di Architettura Valerio Olgiati 9/3 Giovanna Curcio-Jacqueline Burckardt 16/3 Winny Maas 6/4 Giorgio Upiglio-Rolando BelliniMimmo Paladino-Arturo Schwarz 20/4 Cinema: Peter Greenaway-Marco Müller 27/4 Per informazioni: Accademia di Architettura Via Canavée 5 Palazzo Canavée 6850 Mendrisio Tel. +41 91 6404969 Fax +41 91 6404868 Internet: www.arch.unisi.ch E-mail: aprada@arch.unisi.ch
Turchia / Turkey Istanbul Chamber of Architects UIA 2005: Cities, Grand Bazar of Architectures 3/7-7/7 Per informazioni: Internet: www.uia2005istanbul.org
USA Atlanta Westin Peachtree 2005 National Green Building Conference
201 l’ARCA 105
AGENDA Conferenza nazionale sull’edilizia “verde” 13/3-15/3 Per informazioni: The NAHB University of Housing 1201 15th Street, NW Washington, DC 20005 Tel. 800 3685242 x8338 Fax +1 202 2668501 Internet: www.nahb.org/greenbuilding E-mail: registrar@nahb.com
Boston Public Library Architecture and Public Life with George Metzger 16/3 Yin Yu Tang and Chinese Architecture with Nancy Berliner 18/5 Per informazioni: Boston Public Library Internet: www.architects.org/news
+ europaconcorsi
Ringturm Prague – City of Passahes 28/1-11/3
Belgio / Belgium Antwerp DeSingel Gallery B&K+Brandlhuber&Co+A42.Org (Architecten, Keulen & Masters of Architecture, Nürnberg) Collecting the Future 17/2-10/4
Bruxelles Fondation pour l’Architecture Les frères Bourgeois et le mouvement moderne en Belgique Fino al/through 27/3
Cambridge Canada
Harvard Design School Jacques Herzog and Pierre de Meuron Lecture 18/3 Contemporary heory Conference 16/4-17/4 Reconceptualizing the History of the Built Environment in North Maerica 26/4-30/4
CCA The Sixties: Montreal Thinks Big 20/10/2004-14/8
Per informazioni: Harvard Design School Internet: www.gsd.harvard.edu
Copenhagen
Dallas Dallas Museum of Art Eduard Sekler, architectural historian lecture 17/3 Carlo Baumschlager and Dietmar Eberle 7/4 Per informazioni: Dallas Museum of Art Horchow Auditorium Internet: www.dallasarchitectureforum.org
New York Con Edison Lighting Drawings and Energy Codes Breakfast 9/3 Sustainable Design 20/4 Per informazioni: Internet: www.iesny.org/committees/ LightExchange.aspx
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Austria Vienna MAK Collecting as a Passion: Dr.Albert Figdor Collection in the MAK Fino al/through 29/5 Peter Eisenman: Barefoot on White-Hot Walls 14/12/2004-22/5 Architektur Zentrum a_schau 2. Etappe, Österreichische Architektur im 20. und 21. Jahrhundert 16/9/2004-29/8
106 l’ARCA 201
Montreal
Danimarca / Denmark DAC Too Perfect: Seven New Denmarks Fino al/through 31/3 National Museet I Manieri Danesi Fino al/through 28/3
Francia / France Bordeaux
Munich Pinakothek der Modern Architecture of the Wunderkinder: Emergence and Re-placement in Bavaria 1945-1960 3/2-30/4 Kazunari Sakamoto Houses: Poetics of the Ordinary Fino al/through 1/9 Architetcure as Image and Stage: Alessandro Galli Bibiena Fino al/through 1/9
Weil am Rhein Vitra Design Museum Views of Modern Architecture 12/3-29/5
Giappone / Japan Aichi World Expo (www1.expo2005.or.jp/en/index.html) 25/3-25/9
Tokyo Mori Art Museum Archilab: New Experiments in Architecture, Art and the City 21/12/2004-13/3
Gran Bretagna / Great Britain Design Museum Designing Modern Life: A History of Modern Design 6/11/2004-28/10 You Are Here - A History of Information Design 12/2-15/5 Victoria and Albert Museum International Arts and Crafts 1/3-1/7
Manchester
Paris
Cube 100 Years of Chairs 18/2-5/5
Germania / Germany Berlin Bauhaus Archiv Egon Eiermann – The Continuity of Modernism 29/1-16/5 DAZ Export: “Foreign” Projects by German Architects 17/2-1/5
Frankfurt DAM Hassan Fathy 9/2-13/3 Uni Stuttgart - projects by the faculty of architecture at the Stuttgart University 19/2-27/3 Kisho Kurokawa - Metabolism and Symbiosis 8/4-19/6 Dominikus Boehm 1880-1955 15/4-19/6
Palazzo della Permanente MIDAS-Milano International Design+Art Show 16/4-19/4 Superstudio Più Fa la cosa giusta: Design e sostenibilità 18/3-20/3 Bombay Sapphire Designer Glass Exhibiton 13/4-17/4
Rovereto (Trento) MART Ettore Sottsass architetto e designer 26/2-29/5
Vicenza Museo Palladio/Palazzo Barbaran Da Porto Andrea Palladio e la villa venetaDa Petrarca a Carlo Scarpa 5/3-3/7
Russia
Italia / Italy Bologna Urban Center eBO Il progetto architettonico Fino al/through 1/7
Darfo Boario (Brescia) Palazzo dei congressi AD Arte: Biennale delle Arti Applicate e “Premio Valle Camonica” 18/3-20/3
Milano Castello Sforzesco Thonet: la nascita del design tra Biedermeier e Secessione viennese. 100 anni di mobili in faggio curvato a vapore e materiale iconografico della Gebrüder Thonet Vienna 11/3-24/4 Dagli Sforza al design. Sei secoli di storia del mobile Fino al/through 12/6 Triennale Dressing Ourselves 17/2-20/3
Linz
Ivry-sur-Seine
A+D Museum 2x8 17/2-7/4 Richard Meier 14/4-7/7
Ars Electronica 2005 1/9-6/9
Le Crédac Simone Decker 4/2-20/3 Six Artistes sélectionnés dans le cadre de la XVème Bourse d’art monumental 22/4-5/6
New Haven Yale University Art Gallery Livable Modernism: Iterior Decorating and Design During the Great Depression Fino al/through 5/6
New York MoMA Yoshio Taniguchi: Nine Museums 20/11/2004-14/3
Philadelphia Museum of Art Florence Knoll Bassett: Defining Modern Fino al/through 20/4
Pittsburgh
Union of Moscow Architects Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di architettura 2003/2004 2/4-24/4
Carnegie Museum of Art, Heinz Architectural Center arnegie International 2005 Fino al/through 20/3 Michael Maltzan 12/2-12/6
Spagna / Spain Barcelona Fundació Miró Sert the architect, 1928-1979 25/2-24/4 Fiera Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di architettura 2003/2004 11/4-16/4
Valencia Ciudad de las Artes y de las Ciencias Naturalezas artificiales Fino al/through 3/5
USA Atlanta Design Museum Works in Progress 3/3-1/7 Emerging Voices 3/3-16/4
Bellingham
+ europaconcorsi
Los Angeles
Moscow
London
Arc en rêve E-W/N-S 10/3-29/5
Galerie Cédille/Galerie Naço A+A+G: Art Architecture Graphisme avec 36/Recto/Jason Rogers 28/1-19/3
Gaetano Pesce: Il rumore del tempo 22/1-18/4
AGENDA
San Francisco SFMoMA Glamour: Fashion, Industrial design, Architecture Fino al/through 17/5
Washington National Building Museum Liquid Zone: New Architecture in Concrete Fino al/through 17/4 Open: New Designs for Public Spaces 15/1-15/5 Tools of Imagination 5/3-10/10 GSA Design Awards 26/3-7/7 The Octagon Museum Janos Envedi-Made in America: The American Industrial Landscape reconstructed 14/1-8/4
Vienna KunstHaus Bettina Rheims 10/1-24/4 Albertina Chagall: The Late Works 2/12/2004-13/3 From Goya to Picasso. The Art Collection Krugier 22/3-28/8 Kunstforum Bank Austria Willem de Kooning 13/1-28/3 René Magritte 7/4-31/7
Belgio / Belgium Bruxelles Fondation pour l’Architecture Les frères Bourgeois et le mouvement moderne en Belgique 24/11/2004-27/3 André Jacqmain-L’imaginaire émergent 24/11/2004-27/3
Canada Montreal Museum of Fine Arts Snaps of the Gang: The Big Brothers and Big Sisters of Greater Montreal 14/10/2004-20/3 Christine Major Vivarium 21/5/2004-13/3 Eternal Egypt-Masterworks of Ancient Art from the British Museum 27/1-22/5
Danimarca / Denmark Arken Museum of Modern Art Fernand Léger – Man in the New Age 5/2-16/5
Copenhagen Statens Museum fur Kunst Hans Christian Andersen a Roma 12/2-12/6
Humlebaek
Mostre d’arte Art Exhibitions
Whatcom Children’s Museum Gimme Shelter Fino al/through 3/9
Louisiana Museum Leon Kossoff, dipinti 1954-2003 Fino al/through 28/3
Francia / France
Cambridge
Avignon
Harvard University Art Museum Huyghe+Corbusier: Harvard Project 18/11/2004-17/4
Collection Lambert Theorema: Collezione Enea Righi 6/2-29/5
Chicago The Art Institute Chicago Architecture: Ten Visions 26/11/2004-3/4
Austria Graz
Grenoble
Johannes Museum Michel Majerus 12/2-16/5 John Baldessari 5/3-16/5
Musée de Grenoble Henri Fantin-Latour Fino al/through 14/3 L’art italien de la Matafisica entre 1912 et 1935 12/3-12/6
Lyon Museée d’Art Contemporain Andy Warhol, l’œuvre ultime 27/1-8/5
Melun Espace St.Jean Ben Ami Koller 22/1-20/3 Un Ciel, un Monde_Vent d’Est, Vent d’Ouest 5/2-30/4 Jacques Brouail 30/3-7/5 Musée Melun La peinture de paysage dans les collections du Musée de Melun 5/2-4/4
Images de marques: du document au fétiche 1/4-22/5 Joan Jonas: documents et fétiches 1/4-18/5 Fondation Cartier Rinko Kawauchi Adriana Varejao, Chambre d’échos 18/3-5/6 La Maison Rouge Ann Hamilton 18/2-22/5
Strasbourg Musée d’Art Moderne et Contemporain James Lee Byars, rétrospective: Life, love and death 10/12/2004-13/3 Miroslaw Balka, Project room 10/12/2004-13/3
Valenciennes Musée des Beaux-Arts Art Sacré du Tibet, voyage avec Alexandra David-Néel 29/4-11/9
Germania / Germany
Nantes
Bonn
Le Lieu Unique Du Zhenjun “Human Zoo” 11/2-27/3 Le Clou n°5 15/4-15/5
Kunst-und austellungshalle der BRD Genghis Khan and His Heirs 26/11/2004-28/3
Nice
Schirn Kunsthalle Carsten Nicolai: Anti-reflex 20/1-28/3 The Naked Truth: Klimt, Schiele, Kokoschka, and other scandals 28/1-24/4 The Nazarenes: Religion Power Art 15/4-24/7
Galerie de la Marine Sergio Saad: Du geste 20/1-27/3 MAMAC Alain Jacquet: camouflages et trames 28/1-15/5
Paris Centre Pompidou Africa Remiz: Contemporary Art of a Continent 15/5-20/8
Frankfurt
Gran Bretagna / Great Britain Edinburgh Scottish National Gallery of Modern Art Andy Warhol Self-Portraits 12/2-2/5
Espace 315 Amelie von Wulffen 2/3-2/5 Isaac Julien 25/5-15/8
Liverpool
Galeries Nationales du Grand Palais Les Arts des Indiens du Bresil 22/3-27/6 Poussin, Le Lorrain, Watteau, David… 23/4-1/8
London
Musée du Louvre Le France Romane du Xème au Milieu du XIIème siècle 28/2-6/6 Musée de la Publicité Psy(k)é 9/12/2004-27/3 Musée National Picasso Bacon et Picasso 2/3-30/5 Jeu de Paume-Espace Concorde Tony Oursler: Dispositifs 15/3-22/5 Jean-Luc Moulène 15/3-22/5 Jeu de Paume-Hôtel Sully Stephen Shore 11/1-20/3
Tate Liverpool Richard Wentworth 21/1-24/4
Tate Modern Bruce Nauman Joseph Beuys: Actions, Vitrines, Environments Fino al/through 2/5 Tate Britain Anthony Caro 26/1-17/4 Jananne Al-Ani: The Visit 4/2-10/4 Turner Whistler Monet 10/2-15/5 Victoria & Albert Museum Malign Muses, When Fashion Turns Back 22/2-8/5 Hayward Gallery Africa Remiz: Contemporary Art of a Continent 10/2-17/4 The Coningsby Gallery Martha Fein 4/4-9/4
201 l’ARCA 107
AGENDA Artist Eye Space Marion Lefebvre and Raquel ias 9/3-16/4
Irlanda / Ireland Dublin Irish Museum of Modern Art Tír na nòg: Younger Irish Artists from the IMMA Collection 3/11/2004-28/3
Italia / Italy Ancona Mole Vanvitelliana Collectio Thesauri - Dalle Marche: tesori nascosti di un collezionismo illustre 15/1-30/4
Aosta Museo Archeologico Regionale F.Nex: ricordi/sogni/riflessioni Fino al/through 1/5 Centro Saint-Bénin Rodin e gli scrittori-Dante, Balzac, Hugo, Baudelaire Fino al/through 3/4 Chiesa di San Lorenzo Les Carnavals Valdotains: Bassorilievi di Giovanni Thoux Fino al/through 10/4
Arena Po (Pavia) Ex Ospitale San Giacomo Giuseppe Motti, pittore del Po: l’opera grafica Fino al/through 1/5
+ europaconcorsi
Museo Morandi Josef Albers. Omaggio al quadrato, una retrospettiva 28/1-30/4 Il nudo fra Ideale e Realtà, foografie di Lorenzo Cappellini 28/1-30/4 Museo Poggi Rappresentare il corpo. Arte e anatomia da Leonardo da Vinci all’Illuminismo 10/12/2004-20/3 Galleria Studio G7 Jessica Carroll-Verde Pisello 29/1-12/3 Palazzo di Re Enzo Primaticcio 1504-1570, un bolognese alla corte di Francia 30/1-10/4
Bolzano Centro Trevi Incontro reale 3: “Dama con liocorno” di Raffaello 2/3-10/4
Brescia Museo di Santa Giulia Monet, la Senna le NinfeeIl grande fiume e il nuovo secolo 22/10/2004-20/3 Tiziano e la pittura del Cinquecento a Venezia, capolavori dal Louvre 23/10/2004-20/3 Guttuso Anni Quaranta 14/1-20/3 Casa Mafai, da Via Cavour a Parigi (1925-1932) 14/1-20/3
Cortina d’Ampezzo (Belluno)
Merano (Bolzano)
Museo delle Regole Forme del Tempo di Ambra Morosi 11/2-11/4
KunstMeran Donald Baechler-The enemies of the rose 22/1-3/4
Cremona Museo Civico Ala Ponzone e Palazzo Stanga Egitto dalle Piramidi ad Alessandro Magno 25/9/2004-28/3
Ferrara Palazzo dei Diamanti Il Cubismo 1908-1921 3/10/2004-20/5
Firenze Casa Buonarroti Speculum Romanae Magnificentiae: Roma nell’incisione del Cinquecento 23/10/2004-2/5 Galleria dell’Accademia Forme per il David: Baselitz, Fabro, Kounellis, Struth Fino al/through 4/9 Palazzo Strozzi Quando Dio abitava a IfeCapolavori dall’antica Nigeria 4/3-3/7
Gallarate (Varese) Galleria Civica d’Arte Moderna Da Balla a Morandi. Capolavori della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma 6/3-5/6
Gorizia
Palazzo Chigi Mola e il suo tempo. Pittura di figura dalla Collezione Koelkiller 22/1-23/4
Pinacoteca Tosio Martinengo Capolavori della pittura dalla Collezione Tosio Martinengo: Da Raffaello a Ceruti Capolavori dell’incisione dalla Collezione Tosio Martinengo: Da Rembrandt a Morandi 22/10/2004-20/3
Bergamo
Caserta
Jesi (Ancona)
GAMeC John Armleder: Voltes IV Fino al/through 25/4
Palazzo Reale Casa di Re - Un secolo di storia alla Reggia di Caserta 1752-1860 4/12/2004-13/3
Palazzo Pianetti Vecchio Collectio Thesauri Dalle Marche: tesori nascosti di un collezionismo illustre 15/1-30/4
Cavalese (Trento)
Legnano (Milano)
Palazzo Firmian Sotto l’ombrello della fantasia Gianni Rodari e suoi maggiori illustratori dal 1950 a oggi Fino al/through 25/4
Palazzo Leone da Perego Alfredo Chighine (1914 - 1974): Il mistero della pittura 16/-18/6
Ariccia (Roma)
Museo Adriano Bernareggi Giovan Battista Moroni-Lo sguardo sulla realtà (1560-1579) 13/11/2004-3/4 Accademia Carrara Cézanne Renoir: 30 capolavori dal Musée de l’Orangerie 22/3-3/7 Ex chiesa di Sant’Agostino Visioni. 20 artisti a Sant’Agostino 9/4-11/6
Bologna Galleria d’Arte Moderna Sorprendimi: una scelta della Collezione Gam 27/1-25/9 Luigi Ghirri: Still Life 27/1-13/3 Will McBride: Viaggio in Italia 27/1-13/3 IdeARTe per la Manifattura 27/1-27/3 Villa dell Rose Premio Furla per l’Arte 2005 29/1-3/4
108 l’ARCA 201
Codroipo (Udine) Centro d’arte contemporanea Villa Manin Instant Europe: fotografia e video dalla nuova Europa Fino al/through 1/5
Como Villa Olmo Picasso-La Seduzione del Classico 19/3-24/7 Fondazione Antonio Ratti Generations of Art10 anni alla FAR 30/4-30/7
Musei Provinciali Secessione ed EsotismoL’avventura artistica di Edoardo Del Neri 10/12/2004-31/3
Lissone (Milano) Civica Galleria d’Arte Contemporanea Premio Lissone 2004 12/12/2004-28/3 Antoni Tapies 28/3-26/6
Livorno Museo Civico G.Fattori Dal Realismo alla Pop ArtIl Premio Amedeo Modigliani Città di Livorno 1955-1967 23/1-13/3
Milano Biblioteca di Via Senato I Fenici-L’Oriente in Occidente 21/10/2004-17/4 Palazzo Reale Gli anni Cinquanta 23/2-2/7 Il Cerano: 1573-1632 protagonista del Seicento lombardo 24/2-5/6 Fondazione Marconi Mario Schifano: dal monocromo alla strada 9/2-26/3 Galleria Credito Valtellinese Scampini - Ndebele. La forma incontra il colore 3/3-30/4 Castello Sforzesco Umberto Boccioni - Incisioni, Ex Libris, Manifesti, Illustrazioni 14/1-10/4 Palazzo della Permanente MIFAS-Milano International Fine Art and Antiques Show 2/4-10/4 MIMAS-Milano International Modern Arts Show 16/4-19/4 Studio Invernizzi Alan Charlton e David Tremlett 20/1-11/3
AGENDA Galleria Raffaella Cortese Roni Horn, Maria Marshall, Fiona Tan: Ocean 1212-W 4/2-30/4 Galleria Entroterra La scelta di Eros: Sculture e disegni di Anna Mutinelli 25/1-25/3 Galleria Carla Sozzani Luis Gonzalez Palma-Antologica 1993-2004 24/2-3/4
Modena Galleria Civica Trilogia: disegni di Mimmo Paladino, fotografie di Olivier Richon, grafiche e multipli di Richard Artschwager 21/11/2004-28/3 Allan D’Arcangelo 23/1-28/3 Foro Boario Storie dipinte: Niccolò dell’Abate e la pittura del Cinquecento tra Modena e Parigi 20/3-19/6 Palazzo Santa Margherita Pop Art Italia 17/4-10/7
Napoli Varie Sedi XII Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo 22/4-1/5
Ostia (Roma) Sinagoga degli Scavi di Ostia Antica Arte in memoria 2 28/1-15/3
+ europaconcorsi
Musei Civici Chiara Carrer 4/3-3/4
Rimini Castel Sismondo Costantino il Grande 13/3-4/9
Rivoli (Torino) Castello Mario Merz 12/1-27/3 Volti nella follia 4/4-10/7
Roma Scuderie del Quirinale Capolavori dal Guggenheim-Il grande collezionismo da Renoir a Warhol 4/3-5/6 Museo Vittoriano Munch 11/3-19/6 Galleria Nazionale d’Arte Moderna XIV Esposizione Quadriennale d’Arte 9/3-31/5 MACRO Nunzio Jenny Saville 21/1-1/5 Palazzo Venezia Oro dei Sarmati-I capolavori della Steppa di Astrakan 15/3-29/5
Padova
Ara Coeli-Complesso vittoriano Padre Matteo Ricci-L’Europa alla corte dei Ming 10/2-10/4
Galleria Cordoveneziaotto Andrea Chiesi: Nero 15/3-7/5
Palazzo Zabarella Boldini 15/1-29/5
Galleria Extraspazio Kaoru Arima 9/2-10/3
Spazio Lima Project Room: A show without works/una mostra senza opere 18/3-24/3
Musei Civici Da Tintoretto a Bison 20/2-17/4
Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro Una donna vestita di sole: iconografia dell’Immacolata Concezione 13/2-13/5
Spaziotemporaneo Gonzalo Veloso 15/2-12/3
Galleria Agorarte Emmanuel Rocco Cuzzi-I sentieri delle origini 18/2-9/4 Compagnia del Disegno Nuova Oggettività 19/1-2/4 Galleria Montrasio Arte (anche a Monza) Cinque Maestri: Bodini, Cremonini, Ferroni, Perez, Zigaina 17/2-9/4 Careof Viafarini Tracce di un seminario 22/3-9/4 Art Book Pino Tovaglia, la regola che corregge l’emozione 19/1-2/4
Matera
Galleria Suzi Shammah Martin Klimas – Sirous Namazi: Gravity 8/3-7/5
Fondazione SoutHeritage Sophie Usunier: Cum grano salis 5/3-22/4
Fondazione Prada Steve McQueen Fino al/through 30/5
Parma Palazzo Pigorini Nancy Goldring: Palimpsest-Una città tra realtà e visione 26/2-30/4
Pieve di Cento (Bologna) Museo d’arte delle generazioni del ’900 G.Bargellini Ladislas Kijno-Erio Carnevali, il cosmo della “meccanica mentale” e gli orizzonti del colore 22/1-16/3
Prato Centro Luigi Pecci per l’Arte Contemporanea Progetto Collezione: Fausto Melotti (Giardino), Massimo Barzagli e Giovanni Ozzola (Project Room) Fino al/through 13/3 Luca Vitone prêt-à-porter Fino al/through 31/7
Reggio Emilia Palazzo Magnani Manolo Valdes 19/3-15/5
Rovereto (Trento) MART Il laboratorio delle idee. Figure e immagini del ’900 Fino al 20/11 Il Bello e le Bestie-Meditazioni sul divenire animale 11/12/2004-8/5
Salerno Complesso Monumentale santa Sofia Pablo Picasso: I luoghi e i riti del mito Fino a/through 13/3
Siena Palazzo Chigi Saracini Le stanze e i tesori della Collezione 22/1-15/6 Palazzo delle Papesse Anya Gallaccio: The look of things Elisa Sighicelli: sottovoce Sergio Prego: caveau 22/1-1/5
Sondrio
Venezia
Museo Valtellinese di Storia e Arte Alberto Giacometti, percorsi lombardi 20/1-2/4
Istituto Veneto di Scienze Campo San Vidal Vetri nel mondo oggi 14/11/2004-3/4
Stupinigi (Torino)
Palazzo Mocenigo Le vesti del potere, Venezia XIVXVIII, abiti, dipinti e oggetti 30/10/2004-30/4
Palazzina di Caccia Il male. Esercizi di pittura crudele 19/2-26/6
Torino Palazzo Bricherasio Guttuso, capolavori dai Musei d’Europa 18/2-29/5 Promotrice delle Belle Arti Gli Impressionisti e la neve. La Francia e l’Europa 27/11/2004-25/4 Palazzo Cavour Crearteatro-Eugenio Guglielminetti, scenografie e costumi d’artista: 250 bozzetti, costumi, disegni, modellini e fotografie della collezione dell’autore 25/3-26/6 Museo Diffuso Warszawa 1944-I 63 giorni dell’insurrezione Fino al/through 20/3 GAM Mario Merz 12/1-27/3 Massimo Bartolini 4/2-3/4 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Totò nudo e la fusione della campana Fino al/through 10/3 Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al Lingotto La grafica dell’Espressionismo: “L’uomo è un abisso...” dice Woyzeck 8/2-1/5 Vitamin Arte Contemporanea Francesco Simeti: Garlands 3/2-26/3
Trento Castello del Buonconsiglio La misura del tempo 25/6-6/11 Palazzo delle Albere Max Klinger 9/4-25/9 La Collezione permanente del XIX secolo. Da Hayez a Boccioni Fino al/through 31/11 Disco Pub Superbinario Superchannel/Superstudent 7/10/2004-26/5
Vaprio d’Adda (Milano) Villa Castelbarco Albani Antiquariato in Villa 2/4-10/4
Varese Villa Mirabello Celti della Boemia e i Celti dell’Insubria Fino al/through 30/4
Palazzo Franchetti Vetri nel mondo oggi Fino al/through 3/4 Museo Correr Paolo Veronese: miti, ritratti, allegorie 13/2-29/5 Collezione Guggenheim Brancusi: L’opera al bianco 19/2-22/5 Ca’ Rezzonico I Tiepolo. I rami per le acqueforti nelle collezioni del Museo Correr Fino al/through 28/3 Museo di Storia Naturale I fossili di Bolca-Tesori dalle rocce 22/1-20/4 Galleria Rossella Junck Egon Wrobel 15/4-15/6
Viterbo TusciaExpo Vitarte 2005-Fiera d’Arte Contemporanea 11/3-14/3
Vicenza 503 Mulino Scultura leggera 15/1-13/3
Olanda / Holland Den Haag Gemeentemuseum The Hague School and the Young Van Gogh 5/2-16/5 Mauritshuis Johannes Vermeer’s Art of Painting 25/3-26/6
Groningen Groninger Museum Sergej Diaghilev. Working for Diaghilev 11/12/2004-28/3
Rotterdam Kusthaus Johan Hendrik van Mastenbroek (1875-1945) - Impressionist, painter and draughtsman from Rotterdam 23/4-28/8
Portogallo / Portugal Lisbona Fundação Calouste Gulbenkian Looking Both Ways. Das Esquinas do Olhar. Arte da Diáspora Africana Contemporânea Fino al/through 3/4 Desenho e pintura - Manuel Botelho Fragment d’espace-Mark Lammert Fino al/through 8/5
201 l’ARCA 109
AGENDA Desenho e Pintura sobre Papel, Anos 60 e 70-Ana Hatherly Fino al/through 20/6 Metamorfoses -Eduardo Nery Fino al/through 20/6 Gravura-Milly Possoz Fino al/through 13/7
Porto Museu Serralves Francesco Vezzoli 22/1-10/4
+ europaconcorsi
Museo d’Arte Moderna Jean-Michel Basquiat 20/3-19/6
Quartet: Barney, Gober, Levine, Walker 15/4-1/11
Martigny
New York
Fondation Pierre Gianadda Jean Fautrier 17/12/2004-13/3 Félix Vallotton. Les couchers de soleil 18/3-12/6
Dia:Beacon Riggio Galleries Agnes Martin’s Early Paintings: …going forward into unknown territory 16/5/2004-18/4
St.Gervaise Genève Russia Moscow Museo Puskin Italia Russia attraverso i secoli. Da Giotto a Malevic. La reciproca meraviglia 7/2-20/5
Centre pour l’image contemporaine Olivier Bardin-Installation vidéo Eric Lanz-Jogging, installation interactive 27/1-20/3
USA
San Pietroburgo
Berkley
Hermitage Arte italiana del ’900: da Boccioni a Fontana 5/2-24/4
University Art Museum Figurations Fino al/through 22/1/2006
Sud Africa / South Africa Johannesburg Constitution Hill Temporary Exhibition Spaces Gun Free South Africa will present an exhibition - Reality and the Future - Transcending Violence, Transforming Society 4/3-13/3 Our Land …Our Life…Our Future 15/3-15/4
Svezia / Sweden Stockholm Moderna Museet Ann-Sofi Sidén 20/11/2004-20/3 Edvard Munch 19/2-15/5
Svizzera / Switzerland Basel Fondazione Beyeler Mark Rothko et espaces sonores 6/11/2004-22/5 La fleur dans l’art moderne de Manet à Jeff Koons 20/2-22/5 Kunstmuseum Basel / Museum für Gegenwartskunst Paul Klee Fino al/through 31/12
Buffalo Albright-Knox Art Gallery Extreme Abstraction 6/11/2004-27/3
Chicago Chicago Art Institute Photo-Respiration: Tokihiro Sato Photographs 15/1-17/4 Toulouse-Lautrec and Montmartre Fino al/through 10/10
Hartford (CT) Wadsworth Atheneum Contemporary Art: Floor to Ceiling, Wall to Wall 31/10/2004-24/4
Houston Contemporary Arts Museum Andrea Zittel: Critical Space 1/10-27/11
Long Island
Whitney Museum of American Art Cy Twombly - Fifty Years Of Works On Paper 27/1-8/5 New Museum of Contemporary Art / Chelsea East Village USA 3/12/2004-19/3 El Museo del Barrio Retratos: 2000 Years of Latin America Portraits 3/12/2004-20/3 Uma Gallery Body Talk. New Work by Gordon Huether Fino al/through 3/12
North Adams (MA)
Pasadena
Philadelphia
Wolfsonian Streets and Faces: Jazz Age Paris, London, Berlin, and New York 28/10/2004-20/3 Evolution/Revolution: A Century of Modern Seating 20/11/2004-5/6
ICA Accumulated Vision-Barry La Va Fino al/through 3/4
Minneapolis
Fondazione Galleria Gottardo Jean-Pascal Imsand. Fotografie 16/2-30/4
Walker Art Center Quartet: Johns, Kelly, Mitchell, Motherwell 15/4-3/7 Urban Cocktail 15/4-17/7 Shadowland: An Exhibition as a Film 15/4-11/9
O’Keeffe Museum The Photography of Charles Sheeler: American Modernist 14/1-1/5
Washington DC National Gallery of Art Fauve Painting in the Permanent Collection Fino al/through 30/5 Six Centuries of Prints and Drawings: Recent Acquisitions Fino al/through 30/5 Rembrandt’s Late Religious Portraits 30/1-1/5 André Kertész 6/2-15/5 Cotton Puffs, Q-tips®, Smoke and Mirrors: The Drawings of Ed Ruscha 13/2-30/5 Jan de Bray and the Classical Tradition 13/3-14/8 Toulouse-Lautrec and Montmartre 20/3-12/6 Gilbert Stuart 27/3-31/7 The Phillips Collection Modigliani Beyond the Myth 29/2-29/5
West Palm Beach Norton Museum of Art Spain in the Age of Exploration, 1492-1819 2/2-1/5 The Stieglitz Circle at The Phillips Collection: In the American Grain 19/2-8/5
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
MASS MoCA Destinations Fino al/through 1/10
Miami
Lugano
110 l’ARCA 201
Guggenheim Cézanne: The Dawn of Modern Art 10/2-8/5 Daniel Buren 17/3-8/5
Norton Simon Museum Lousie Nevelson: Litographs Fino al/through 28/3
Museo Villa dei Cedri Emilio Tadini, le figure, le cose 4/3-1/5
Museo Cantonale d’Arte Andrej Tarkovskij. Luce istantanea. Fotografie 1979-1984 26/2-3/4
MoMA Projects 82: Mark Dion-Rescue Archeology 20/11/2004-14/3
The Noguchi Museum Noguchi and Graham 1/12/2004-1/5
Miami Art Museum Beyond Geometry: Experiments in Form 1940s-70s 19/11/2004-23/4 Robert Rauschenberg 11/3-3/7
Bellinzona
Metropolitan Museum of Art Fra’ Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca 1/2-1/5 The Pierre and Maria-Gaetana Matisse Collection Fino al/through 26/6
Santa Fe
Portland Museum of Art Margaret Bourke-White: The Photography of Design 1927-1936 19/1-20/3
San Diego Musuem of Art Retratos: 2000 Years of Latin American Portraiture 16/4-12/6
San Francisco California Palace of the Legion of Honour Bonjour Monsieur Courbet! 22/1-3/4
Australia Melbourne Convention and Exhibition Centre Australia Infrastructure 28/7-30/7
Per informazioni: Expolink Worldwide P.O. Box 18213 Collins St East Victoria 8003 Australia Tel. +61 3 99097787 Fax +61 3 99097788 Internet: www.arexpo.com/infra_b/index.htm E-mail: visitor@expolinkexhibitions.com
Cina / China Shanghai New International Expo Center Build China Ceramics, Tile & Sanitary Ware China 6/4-9/4
Per informazioni: Shanghai Expobuild International Exhibition Co., Ltd Attn: Mr. James Qiu 10/F, Xian Dai Mansion 218 Xiang Yang Road(S) Shanghai 200031 Tel. +86 21 64371178 ext 280 Fax +86 21 64370982 Internet: www.cmpsinoexpo.com/expobuild E-mail: jamesqiu@cmpsinoexpo.com
AGENDA
+ europaconcorsi
Egitto / Egypt
Germania / Germany
Cairo
Frankfurt
International Conference Center BuildExpoEgypt Salone internazionale dell’edilizia, impianti, interni, illuminazione, sicurezza/International trade fair of building and construction, water, airconditioning, interiors, lighting, security 25/4-28/4
Messe ISH 2005 Salone internazionale dell’edilizia e delle tecnologie per l’energia il bagno, il condizionamento d’aria/International trade fair of building industry, energy technology, bathroom experience, air-conditioning 15/3-19/3
Per informazioni: Expolink Worldwide KAL Building, Bank Street P.O.Box: 30973, Dubai, UAE Tel. +971 4 3967257/3972843 Fax: +971 4 3967347 Internet: www.expolink.ae/egypt/ buildexpoegypt.htm
Francia / France Paris Porte de Versailles Batimat 2005 Salone internazionale dell’industria edilizia/International trade fair of building industry 7/11-12/11 Per informazioni: Reed Expositions France 70, rue Rivay 92532 Levallois Perret Cedex - France Tel. +33 1 47565000 Fax +33 1 47561440 Internet: www.batimat.com E-mail: info@reedexpo.fr, info@batimat.com
Palais des Congrès Porte Maillot Securit’Expo Salone internazionale della sicurezza/International trade fair of security and safety 9/3-11/3 Per informazioni: Internet: www.salons-online.com
Cnit La Défense TP TECH Salone delle tecnologie per i lavori pubblici Trade fair of technologies for public works 22/3-24/3 Per informazioni: Reed Expositions France (Levallois) 70 rue Rivay 92532 Levallois Perret Cedex Tel. +33 01 47565000 Fax +33 01 47561440 Internet: www.reedexpo.fr
Emirati Arabi Uniti United Arab Emirates Abu Dhabi International Exhibition & Conference Center Construct Light+Building Salone internazionale dell’illuminotecnica e dell’edilizia/International trade fair of lighting technology and building industry 10/4-13/4 Per informazioni: Internet: www.construc-aec.com
Dubai World Trade Centre Hometech 2005 Salone internazionale della casa/International trade fair of products for home 15/5-17/5 Per informazioni: Internet: www.hometechexpo.com
Per informazioni: Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1 60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75750 Fax +49 69 75756788 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: ish@messefrankfurt.com
Techtextil Salone internazionale del tessile tecnologico/International trade fair of technical tissues 7/6-9/6 Per informazioni: Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1 60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75750 Fax +49 69 75756950 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: Sylvia Spamer sylvia.spamer@messefrankfurt.com
Koln Messe Interzum Salone internazionale degli spazi abitativi dei prodotti, delle tecnologie, degli sviluppi del design del futuro/International trade fair is the inspiration behind our living spaces of the future. It covers products, technologies, developments and design trends in the supplier sector 29/4-3/5 Per informazioni: Interzum Internet: www.interzum.de
Italia / Italy Bologna Fiera Saiedue Living Salone internazionale dell’architettura, delle finiture di interni, del recupero e delle tecnologie per l’edilizia International trade fair of architecture, interior finishing, restoration and technologies for the building industry 16/3-20/3 Per informazioni: O.N.Organizzazione Nike Via Moscova 7 20121 Milano Tel. +39 02 29017144 Fax +39 02 29006279 Internet: www.saiedue.it
Verticalia Salone dei materiali e delle soluzioni innovative per le pareti e le facciate in architettura/International trade fair of innovative solutions for walls and facades in architecture 16/3-20/3 Per informazioni: O.N.Organizzazione Nike Via Moscova 7 20121 Milano Tel. +39 02 29017144 Fax +39 02 29006279 Internet: www.saiedue.it
Ferrara Fiera Restauro Salone internazionale del restauro e della conservazione dei beni culturali
e ambientali/International trade show of restoration and conservation of cultural and environmental heritage 7/4-10/4 Per informazioni: Acropoli Viale Mercanzia, Blocco 2B Galleria A 70 40050 Centegross (BO) Tel. +39 051 6646832 Fax +39 051 864313 Internet: www.salonedelrestauro.com E-mail: info@salonedelrestauro.com
Milano Fiera Progetto Città 13/4-18/4 Per informazioni: GE.FI gestione Fiere Via Canova 19 20145 Milano Tel. +39 02 31911911 Fax +39 02 33608733 Internet: www.progettocitta.com E-mail: progettocitta@gestionefiere.it
Euroluce Salone Internazionale del Complemento d’Arredo Salone Internazionale del Mobile International trade fairs of lighting technology, furniture and complements 13/4-18/4 Per informazioni: COSMIT Foro Buonaparte 65 20121 Milano Tel. +39 02 725941 Fax +39 02 89011563 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it
Intelshow Salone internazionale dell’elettronica, elettrotecnica, illuminazione, sicurezza, automazione, componenti per elettrodomestici/International trade exhibition for elctronics, electrotechnique, lighting, security, automation, components 17/5-21/5 Per informazioni: Fiera Milano Tech Via Gattamelata 34 20149 Milano Tel. +39 02 3264 .282 Fax +39 02 3264 .284 Internet: www.intelshow.com E-mail: intelshow@fieramilanotech.it
Torino Lingotto Infrastructura Salone delle infrastrutture e della mobilità/Trade fair of infrastructures and moblity 9/3-11/3 Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.infrastructura.it E-mail: info@infrastructura.it
Venezia Terminal Passeggeri BBCC Salone dei beni culturali e delle attività culturali/Cultural heritage and activities show 2/12-4/12 Per informazioni: Internet: www.veneziafiere.it
Verona Fiera Abitare il Tempo Giornate internazionali dell’arredo International meeting on furniture 15/9-19/9
Per informazioni: Acropoli Viale Mercanzia, Blocco 2B, Galleria A 70 40050 Centergross (BO) Tel. +39 051 864310 Fax +39 051 864313 Internet: www.veronafiere.it/abitareiltempo E-mail: info@acropoli.com
Russia Mosca Expocenter MoscBuild Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 4/4-7/4 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Tel. +39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 E-mail: info@nucciainvernizzi.it
Spagna / Spain Barcellona Fiera Ecomed Pollutec Salone internazionale delle tecnologie per l’ambiente/International trade fair of technologies for the environment 8/3-11/3 Per informazioni: Internet: www.ecomedpollutec.com
Construmat Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 11/4-16/4 Per informazioni: Internet: www.construmat.com
Centro Convenciones Forum La Garriga Fimoga 05 Salone internazionale del mobile International trade fair of furniture 12/3-16/3 Per informazioni: Fimoga Internet: www.firamoblelagarriga.com E-mail: info@firamoblelagarriga.com
Madrid Feria IFEMA Salone internazionale del mobile International trade fair of furniture 26/4-29/4 Per informazioni: IFEMa Feria de Madrid Parque ferial Juan Carlos I 28042 Madrid Tel. +34 91 7223000 Fax +34 91 7225804 Internet: www.mueble-madrid.ifema.es E-mail: mueble-madrid@ifema.es
USA New York J.Javits Convention Center Lightfair International 2005 Salone internazionale dell’illuminotecnica/International trade fair of lighting technology 12/4-14/4 Per informazioni: Internet: www.lightfair.com
201 l’ARCA 111
in the World
in the World
ARGENTINA
FINLAND
Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar
Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330
ALBANIA
FRANCE
Adrion LTD Sh. 1, Ap. 8 Sami Frasheri Str. P. 20/1 Tirana Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242
AUSTRALIA
Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675
AUSTRIA
Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz
BELGIUM
(l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004 Fax 02 4253022
BRAZIL
Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao Paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410
CHILE
Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210
CYPRUS
Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P.O. Box 24508 Tel. 2.878500 Fax 2.489131
(l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607 Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585 Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598
Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603
GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de
GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801
ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579 Fax 03 5794567
JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308
KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028
MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314
Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313
Rowecom UK Ltd (subscriptions) Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440
Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799
Bordeaux
GREECE
Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050
La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216
Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777
HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV (subscriptions) P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111
MEXICO
POLAND Pol-Perfect SP Z.O.O. Ul. Wladyslawa Lakietka 7 PL 03-590 Warszawa Tel. 22 6772844 Fax 22 6772764 Gambit Ai Pokoju 29/B/22-24 31-564 Krakow Tel. 012 42155911 Fax 012 4227321 informacja@gambit.krakow.pl
PORTUGAL Epul Edições e Publicações Lda Rua José Falcão, 57, 4° Esq. 1000-184 Lisboa Tel. ++351 1 316 1192 Fax ++351 1 316 1194
PRINCIPALITY OF MONACO
(l’Arca International) Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492
SINGAPORE Leng Peng Fashion Book Centre 10 Ubi Crescent, #05-26 Singapore 408564 Tel. 7461551 Fax 7424686
SIRIA Kayyal Trading Co. P. O. Box 1850 Damascus Tel. 00963.11.2311542 Fax 00963.11.2313729
SLOVENIA Editoriale Stampa Triestina Via dei Montecchi 6 Trieste (Italia) Tel. 040 7796666 Fax 040 7796402
SPAIN Libreria Camara SL Euskalduna, 6 48008 Bilbao Tel. 4.4321945 Comercial Atheneum SA Joventut,19 08830 Sant Boi de Llobregat Tel. 93.6544061 Fax 93.6401343 Promotora de Prensa Internacional SA Disputaciòn, 410 08013 Barcelona Tel. 93.2653452 Publicaciones de Arquitectura y Arte, S.L. C/. General Rodrigo, 1 28003 Madrid Tel. ++34 91 554 61 06, fax ++34 91 554 88 96 34 91 554 76 58, E-mail: publiarq@publiarq.com
SWITZERLAND NLDA-Nouvelle Librairie d’Architecture 1, Place de l’Ile CH-1204 Génève Tel. 022.3115750
TAIWAN Super Teem Technology Co. Ltd. IF., No.13, Alley 21. Lang 200 Yung Chi d. Taipei Tel. 02 27684617 Fax 02 27654993
TURKEY Arti Perspektif Yayincilik Kiziltoprak Bagdat Cumhur Sadiklar 12/1 81030 Kadikoy/Istanbul Tel. 0216 4189943 Fax 0216 4492529 arti.perspektif@bnet.net.tr Bilimsel Eserler San.Ve Tic. Ltd. Siraselviler Cad. 101/2 80060 Taksim-Istanbul Tel. 212 2434173 Fax 212 2494787 Yab-Yay Yayimcilik Sanay Ltd. Bsiktas Barbaros Bulvari Petek Apt.61, Kat:3 D:3 Besiktas/Istanbul Tel. 212.2583913-2598863 Fax 212.2598863 Promete Film Yapim Sanayi ve Ticaret Limited Sirketi Inönü Cad. Prof. Dr. Tarik Zafer Tunaya Sok. No: 6/9 34437 Gümüssuyu/Taksim Istanbul Tel. 0090.212.2921368 Fax 0090.212.2451305
UNITED ARABIAN EMIRATES Dar Al Hikmah P.D. Box 2007 Dubai Tel. 04.665394 Fax 04.669627
USA & CANADA Faxon A Rowecom Co. (subscriptions) 15, Southwest Park Westwood, MA 02090 Tel. 800.2897740 Fax 617.4611862 L.M.P.I. - USA L.M.P.I. - Canada 8555, Rue Larrey Montreal H1J 2L5 QC Tel. 001.514.3555610 Fax 001.514.3555676
VENEZUELA Edital C.A. Calle Negrin Ed. Davolca Planta Baja Ap. 50683, Caracas Tel. 212 7632149 Fax 212 7621648
THAILAND Central Books Distribution 306, Silom Road Bangkok Tel. 2.2336930-9 Fax 2.2378321
The books of l’Arca Edizioni in the world are distribuited by: In France: De Nesle Diffusion, 48 rue Montmartre - 75002 Paris Tel. ++33 1 44 419700, fax ++33 1 44 419709 In Germany, Austria, Belgium, Holland, Luxembourg: Wasmuth Verlag - Fürststrasse 133, D-72072 Tübingen Tel. ++49 7 07133658, fax ++49 7 07135776 In Great Britain: Art Books International - Unit 14, Groves Business Centre, Shipton Road , Milton-under-Wiychwood, Chipping Norton, Oxon, OX7 6JP Tel. ++44 1993 830000, fax ++ 44 1993 830007
In Spain: Publicaciones de Arquitectura y Arte, S.L. C/. General Rodrigo, 1 - 28003 Madrid Tel. ++34 91 554 61 06, fax ++34 91 554 88 96 34 91 554 76 58, E-mail: publiarq@publiarq.com In Portugal: Epul Edições e Publicações Lda rua José Falcão, 57, 4° Esq. - 1000-184 Lisboa Tel. ++351 1 316 1192, fax ++351 1 316 1194 In Korea Republic and Singapore: MGH Co. - Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2-Ka, Chong Ro, Seoul 110-062, Korea Republic Tel.++82 2 7328105, fax ++82 2 7354028
In USA and Canada: Art Stock - 41 Monroe Turnpike - Trumbull, CT 06611 USA Tel. 203 459 5090, fax 203 459 5095 www.artstockbooks.com - E-mail: info@artstockbooks.com German Office - Art Stock HQ (in Germany) Agnesstrasse 6 - D-70597 Stuttgart Tel. +49 711 327 5550, fax +49 711 327 5551 In Rest of the World: l’Arca Edizioni spa - Via Valcava 6, 20155 Milano Tel. ++39 02 325246, fax + +39 02 325481, E-mail: arca@tin.it