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Cesare Maria Casati

Milano come Bilbao? Milan like Bilbao?

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l Nuovo Polo della Fiera di Milano è terminato e presto comincerà a operare e a offrire a milioni di visitatori immagini e sensazioni decisamente inedite sulla qualità di accoglienza e di positive emozioni ambientali che solo i grandi organismi architettonici riescono a dare quando sono di alta qualità costruttiva e progettuale. Massimiliano Fuksas, l’architetto di questa opera, è riuscito finalmente a progettare e realizzare l’unico vero prototipo della prossima architettura urbana dando forma e qualità d’ambiente fisico ai vuoti mai progettati che sono le strade. Spazi e vuoti pubblici, sempre ignorati dall’urbanistica tradizionale, che in questo caso felice si materializzano in un lungo “viale”, quasi un chilometro e mezzo, con ai lati volumi costruiti e funzionali, anch’essi di grande qualità formale, sopraelevato dal traffico motorizzato e quindi solo pedonale, sovrastato da una lunga, trasparente “coperta” di vetro e alluminio. Non una copertura di forme geometriche rigide, ma una vera e propria membrana flessibile che da grandi altezze scende e sale sempre imprevedibilmente creando crateri e vette, vuoti e vortici; come l’acqua di un torrente di montagna dove la luce e le trasparenze e le riflessioni danno sempre forti emozioni di bellezza. Al di sotto, chi passeggia è soggiogato dal moltiplicarsi di immagini imprevedibili, dal colore della luce riflessa, che muta secondo le ore, dal raffinato confort ambientale che lo accolgono e ha la sensazione della presenza, cosa molto rara ai giorni nostri, della bellezza. Un grande merito indubbiamente deve essere riconosciuto al presidente Luigi Roth e Claudio Artusi, responsabili della Fondazione Fiera Milano, che con grande intuizione e coraggio hanno perseguito con pervicacia la sua realizzazione regalando a Milano e a Pero, la cittadina vicina dove è situato il nuovo Polo, un pezzo di architettura raro. La cosa avvincente è che, contemporaneamente, questa iniziativa per esistere ha partorito in maniera “eterologa e assistita”, grazie a un progetto di vera ingegneria civica e finanziaria, “City Life” un nuovo quartiere che sorgerà sul sito che accoglieva, in piena città, la vecchia Fiera di Milano, che nei prossimi mesi verrà demolita. City Life sarà un altro grande brano centrale di città che si trasformerà realizzando residenze, uffici, museo del design e altre infrastrutture culturali. Una eccezionale proposta progettuale che accoglierà, contornati da un grande parco, edifici e torri di grande impatto visivo e di positive proposte ambientali e tecnologiche. Pierpaolo Maggiora, Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid sono il gruppo di professionisti, esperti e di grande fama, che hanno vinto il concorso, e vogliono dare nei prossimi anni l’occasione ai milanesi di vivere e di comprendere la bellezza ambientale e il confort residenziale che la città contemporanea può offrire. Caratteristiche qualitative solitamente riconosciute solo alle tradizionali città d’arte. Oltre a queste due formidabili iniziative, sempre a Milano, stanno partendo altri grandi cantieri come Santa Giulia, un altro grande pezzo di città “da abitare” di un milione e duecentomila metri quadrati che si realizzerà con la regia di Norman Foster con l’ambizione di divenire una “città nella città”. Una nuova area verde residenziale corredata dalle necessarie infrastrutture culturali, civiche e di svago. Voluta e promossa da Luigi Zunino, coraggioso “facitore” di città. Sempre nei prossimi dieci anni sono in programma di costruzione: “La città della Moda” progettata da Cesar Pelli, “L’Altra Sede” del gruppo capeggiato da I.M. Pei per i nuovi uffici della Regione Lombardia e il Polo Provinciale dell’eccellenza progettato da Dante Benini per la Provincia. Tutti questi progetti, e molti altri, sono attualmente programmati per essere realizzati e abitati entro il prossimo futuro, trasformeranno e miglioreranno notevolmente Milano e certamente connoteranno la città come nuova meta europea di turismo culturale da visitare non solo per i suoi musei o monumenti storici ma soprattutto per i suoi nuovi “monumenti” che non si potrà non aver visto. Un po’ come è successo a Bilbao. l’Arca nei prossimi numeri documenterà al meglio progetti e realizzazioni e personalmente voglio ringraziare gli illuminati committenti e gli architetti che stanno prodigandosi per “regalarmi” finalmente tutto ciò.

T

he New Milan Trade Fair is finished and will soon be in operation, providing millions of visitors with decidedly unusual images and sensations as they enter the new setting and enjoy the kind of positive environmental emotions which only major architectural organisms can give, when they are built to the highest design and construction standards. Massimiliano Fuksas, who designed the work, has finally managed to design and construct the only authentic prototype for the urban architecture of the near future, giving shape and physical quality to those un-designed spaces known as roads. Public spaces and openings, always ignored by traditional town-planning, have in this fortunate instance been turned into a long “avenue”, almost one and a half kilometres in length, with built-functional structures along the sides, also of notable stylistic quality, raised above the road traffic and hence strictly pedestrian, covered by a long transparent glass and aluminium “roof”. This is not a rigidly geometric-shaped roof but rather a genuine flexible membrane, which unexpectedly dips and rises from great heights to create craters and peaks, voids and vortexes; like the water in a mountain stream, where light, transparency and reflections always produce the most beautiful of emotions. People walking below are bombarded by a multiplicity of unexpected images, ranging from the colour of reflected light that changes at different times of day to the refined environmental comfort welcoming visitors, who, a rarity these days, can experience a real sense of beauty. Great merit must undoubtedly go to the president, Luigi Roth, and Claudio Artusi, executives of the Milan Trade Fair Foundation, who showed great intuition and courage in striving so purposefully to get the fair built and provide Milan and Pero, the closes town to the new trade fair, with a rare work of architecture. The exciting thing is that, in order for this project to come to life, a civil and financial engineering project had to give birth in a “heterological and assisted” way to “City Life”, a new neighbourhood that will be located on the site where the old Milan Trade Fair used to stand, right in the city centre, and which will be knocked down over coming months. City Life will be another major downtown fragment of cityscape to be transformed into housing, offices, a museum of design, and other cultural infrastructures. An exceptional design idea which, surrounded by a large park, will accommodate buildings and highly visually striking towers, plus positive environmental-technological plans. Pierpaolo Maggiora, Arata Isozaki, Daniel Libeskind and Zaha Hadid are the team of famous expert architectural designers who won the competition and plan to give the people of Milan the chance over coming years to experience and understand the kind of environmental beauty and residential comfort that a modern-day city can offer. The kind of quality features and characteristics usually reserved for traditional art cities only. In addition to these two formidable projects, other major building works are also being set under way in Milan, such as the Santa Giulia housing project, another huge piece of “inhabitable” city covering one million twohundred thousand square metres to be built under the careful guidance of Norman Foster, with the aim of becoming a “city within the city”. A new landscaped area furbished with all the necessary cultural, civic and leisure facilities. The project is a courageous undertaking commissioned by the city “entrepreneur” Luigi Zunino. Other building plans over the next ten years include: “The City of Fashion” designed by Cesar Pelli, “The Other Headquarters” by the team headed by I.M.Pei for the Lombardy Regional Council’s new offices, and the Provincial Centre of Excellence designed by Dante Benini for the Provincial Council. All these projects and many others are currently planned to be built and inhabited in the near future, notably transforming and upgrading Milan and making the city a new European destination for cultural tourism to be visited not only for its museums and historical monuments, but also for its new “monuments” that will be landmarks you cannot afford to miss. Similar to what happened in Bilbao. Over coming issue l’Arca will provide full coverage of these projects and constructions, and I would personally like to thank the enlightened clients and architects who are working hard to finally “gift me” all this. 205 l’ARCA 1


Lungo il fiume

KPF

Danube House, Prague Nella pagina a fianco la facciata vetrata principale della Danube House a Praga caratterizzata da un andamento ritmico di piani sfalsati. L’edificio fa parte del programma di sviluppo River City.

Opposite page, the main glass façade of Danube House in Prague featuring a rhythmic pattern of staggered levels. The building is part of the River City development scheme.

Credits Project: Kohn Pedersen Fox Associates Structural Design Atrium: RFR Structural Engineers: Recoc Services Engineers: Battle McCarthy and Tebodin Landscape: Artflora Project Manager: Homola AYH Associate Architects: ADNS Client: Europolis

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Praga, lungo la Moldava in prossimità dell’isola Stanice, si trova la Danube House, un edificio a pianta triangolare, caratterizzato da un forte spigolo che ricorda le pile dell’attiguo ponte o la prua di una nave che solca il corso d’acqua. Essa si trova ai margini di Karlin, del quartiere settecentesco e costituisce il segno d’ingresso della River City, un nuovo complesso polifunzionale terziario. La Danube House, progettata da Kohn Pedersen Fox, si trova quindi a cavallo di due sistemi, ne materializza l’intersezione e trae la sua ragion d’essere dal relazionarsi sia con la città sia con il fiume. A dispetto del suo volume austero e altamente geometrico, e quindi in dissonanza con il più complesso concetto di cerniere, essa riesce a espletare il suo ruolo grazie a un’articolata disposizione interna, basata su spazi che si compenetrano e si completano reciprocamente nel garantire una continuità, da facciata a facciata, e rendere quindi sempre percettibile la presenza dell’“altra città”. Cuore di questa disposizione è il grande atrio vetrato a tutt’altezza, sviluppato in collaborazione con RFR: vero luogo pubblico dell’edificio attorno al quale sono disposti tutti gli spazi funzionali, esso apre sul cielo e sul sole nonché sulla città storica. Più che essere un vuoto, è un pergolato circondato e assecondato dall’edificio stesso. Tale approccio è chiaramente riscontrabile nell’organizzazione della struttura di supporto della copertura, qui totalmente dissociata e indipendente dall’edificio, quasi da sembrare preesistente. La facciata vetrata principale diviene poi lo strumento primario della circolazione dato che le passerelle orizzontali, sostenute dai pilastri della facciata, permettono l’accesso ai differenti livelli. Esse offrono infine una vista unica sulla città e ciò controbilancia l’impossibilità di accedere al corpo di fabbrica dal suo fronte principale, essendo questo costeggiato da una grande arteria viaria a quattro corsie. Si accede invece all’edificio grazie a un ponte pedonale che permette di scavalcare la grande viabilità urbana in corrispondenza del lato est, posto sull’asse centrale della River City. Da qui grazie a una grande fessura orizzontale si può penetrare l’edificio per ricongiungersi con lo spazio centrale dell’atrio. Questo prende la luce da sud e la riversa sul lato nord proiettando il fruitore sulla Moldava. La fluidità interiore è rimarcata dal cromatismo e dalla scelta dei materiali: la struttura in acciaio presenta un colore tendente all’oro metallizzato e porta con sé quel calore proprio delle tinte calde in piena assonanza con il naturale cromatismo dei pannelli in legno delle facciate interne e del controsoffitto delle passerelle di facciata. La superficie brillante della struttura di copertura, grazie ai pilastri portanti a vista, guida l’occhio fino al livello inferiore dell’atrio, caratterizzato da arredi fissi e da pannelli di rivestimento anch’essi in legno, proprio come gli altri elementi primari dell’atrio. Qui il legno si ricongiunge fondendosi con i muri in pietra rossa e sospinge lo sguardo del fruitore verso lo spazio esterno caratterizzato dalla forza dell’involucro anch’esso in pietra, la cui tonalità calda allude agli altri cromatismi che caratterizzano l’intero edificio. L’articolato interno ritrova l’esterno e al tempo stesso l’austero esterno nega l’informale interno, cosicché la Danube House sembra trovare tutto il suo senso in una dualità antitetica di principi architettonici e di flussi funzionali. Questa opposizione fra interno ed esterno, fra semplicità geometrica e articolazione volumetrica, fra ruolo urbano e articolazione funzionale è chiaramente riscontrabile e riconciliata al tramonto, momento in cui la luce si affievolisce: la pietra rossa perde la sua forza visiva, la facciata perde i riflessi del cielo e l’illuminazione naturale inizia a rischiarare l’interno dell’edificio, ora chiaramente visibile a chi si avvicina all’edificio arrivando dal centro città. Interno ed esterno si fondono per palesare l’architettura. Stefano Piccardi

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anube House is situated along the banks of the River Vltava in Prague, near Stanice Island. It is a triangular-based building with a sharp corner like the piers of the neighbouring bridge or a ship’s hull ploughing along the river. It is situated on the outskirts of Karlin, the eighteenth-century neighbourhood built outside the Medieval area, and marks the end of a route stretching from the city centre to the river. Danube House also marks the entrance to River City, a new multipurpose services centre open 24 hours-a-day, which completes and redevelops the neighbourhood, rather like the Lingotto plant in Turin, which is comparable in size and has actually managed to restore a forgotten part of the suburbs near the city centre. Danube House designed by Kohn Pedersen Fox straddles these two systems, giving shape to where they intersect and deriving its reason for being from how it relates to the city and its river. Despite its austere and highly geometric structure, quite out of synch with the idea of “hinging together”, it manages to serve its purpose thanks to its fancy interior layout based on interpenetrating spaces that complete each other to create a sense of continuity, façade to façade, and hence make the presence of the “other city” perceptible at all times. The full-height glass lobby designed in conjunction with RFR lies at the very heart of this layout: the building’s most public space around which all the functional spaces are set out, it opens up to the sun and sky, as well as the old city centre. This is not so much a space as a pergola surrounded and supported by the building itself. This approach is clearly evident in the roof’s structural support, here completely cut off and separate from the building, so that it almost seems to have always been there. The main glass façade turns into the main means of circulation, bearing in mind that the horizontal walkways held up by the façade columns provide access to the various levels. Lastly, they offer a unique view across the city, which counterbalances the impossibility of entering the building through the main front, since a busy four-lane road runs by. The entrance to the building is actually along a footbridge crossing the main road over on the east side along the central axis of River City. Here a large horizontal slit leads into the building and through to the central lobby, which takes in light from the south and projects it over onto the north side so that building users can enjoy the Vltava. The fluidity inside is brought out by the colour scheme and choice of materials: the steel structure is a metallic gold-ish colour, carrying with it the warmth of its bright shades in perfect assonance with the natural colours of the wooden panels of the inside facades and double-ceiling of the façade walkways. Thanks to the exposed bearing columns, the shiny surface of the roof structure guides our eyes through to the lower level of the lobby with its fixed furnishing and cladding panels also made of wood, just like the lobby’s other main features. Here the wood somehow blends in with the red (almost ochre-coloured) stone walls and draws our eyes towards the outside space where the stone shell imposes itself, its warm colours evoking the rest of the building’s overall colour scheme. The interior layout fits in with the exterior, while at the same time the austere outside clashes with the informal interior, so that Danube House seems to be based on an antithetical dualism of architectural principles and functional flows. The contrast between inside and outside, geometric simplicity and structural layout, urban purpose and functional layout, clearly emerges and is reconciled at dusk when the light begins to fade: the red stone loses its visual force, the façade loses the sky’s reflections and natural light starts to creep back inside the building, which is now clearly visible to anybody coming to the building from the city centre. Inside and outside merge to highlight the architecture. 205 l’ARCA 3


In questa pagina sezione trasversale, esploso assonometrico, pianta del piano terra e particolari strutturali della copertura della Danube House. Nella pagina a fianco,

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viste dell’esterno, caratterizzato da un gioco di cromatismi contrastanti, con la struttura metallica tendente all’oro, la trasparenza dei pannelli vetrati, che lascia intuire i

rivestimnenti in legno dell’interno e le porzioni in pietra color rosso ocra.

This page, cross section, axonometric blow-up, plan of the ground floor and

structural details of the roof over Danube House. Opposite page, views of the outside featuring an interplay of contrasting colours with a goldishcoloured metal

structure and transparent glass panels, which reveal the wooden panelling on the inside and sections of ochre-red red.

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L’atrio vetrato a tutta altezza è il cuore del complesso: vero luogo pubblico dell’edificio attorno al quale sono disposti tutti gli spazi funzionali, esso apre sul cielo e sul sole nonché sulla città storica. Più che essere un vuoto, è un pergolato circondato e assecondato dall’edificio stesso.

The full-height glass lobby is the hub of the complex: the building’s real public place, around which all the functional spaces are set out, it opens up to the skies and sunlight, as well as the old city. More than a void, this is a pergola surrounded and embellished by the building itself.

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Particolari dell’atro e, nella pagina a fianco dei pilastri rastremati verso il basso del portico. Un sistema di passerelle orizzontali sostenute dai pilastri della facciata

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costituisce l’elemento primario di circolazione interna orizzontale e verticale.

Details of the lobby and, opposite page, the portico’s columns

tapering near the base. A system of horizontal walkways held up by the façade columns is the main horizontal and vertical internal circulation feature.

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Takashi Yamaguchi

Mito e meraviglia

Takashi Yamaguchi

Metal Office in Kyoto Viste esterne del Metal Office realizzato per ospitare gli uffici di una società di R&D in un’area tra Kyoto, Nara e Osaka in cui sta sorgendo anche la Kansai Science City. I rivestimenti esterni sono di pannelli di alluminio verniciati con colore argento ossidato metallico. Nella pagina a fianco, vista del corridoio con il pavimento di alluminio e la scala con la ringhiera di vetro.

Outside views of Metal Office designed to hold the offices of an R&D firm based in an area between Kyoto, Nara and Osaka, where the Kansai Science City is being built. The outside claddings are aluminium panels painted in an oxidised metallic silver colour. Opposite page, view of the corridor showing the aluminium flooring and stairs with glass banisters.

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L

a nostra modernità sta vivendo una profonda trasformazione. Travolta dai fenomeni matematici legati agli algoritmi del computer, la nostra esistenza è oggi influenzata da nuovi campi magnetici. I magnetismi, infatti, sono i riflessi della fulmineità dell’immagine che vuole sempre più tuoni e lampi per sconvolgere e coinvolgere. Da quando Marshall McLuhan ha dimostrato come l’elettricità ci ha trasformato in un villaggio globale, ecco che oggi la luce del fulmine diventa immagine e prende corpo nella materia, nel metallo, nella lucentezza, nel tempo di consolidare un’immagine nella velocità della percezione, del pensiero, del desiderio di sintesi della luce dei solidi. Ecco il richiamo di memoria del Metal Office, a Kyoto, progettato dal giovane docente architetto giapponese Takashi Yamaguchi. Costruito in cima a una collina circondata da piante di bambù, localizzata nella Kansai Science City, è un centro di ricerca scientifica, sulla strada che congiunge Kyoto, Nara e Osaka. Triangolo territoriale, denso di storia e di tradizione giapponese, dove la nuova Città della Scienza cerca di assumere un ruolo di modello d’aggregazione per il ventunesimo secolo. Va anche detto che, proprio a Kansai-kan, ha sede una delle più importanti biblioteche del Giappone che, fra l’altro, facilita la ricerca ai tecnici preposti alle funzioni operative del Centro stesso, soprattutto agli studi sulle nuove conoscenze emergenti. La committenza del Metal Office consiste in una compagnia che opera attraverso un’alta qualità tecnica e importa ricercati prodotti di precisione. Sostanzialmente sono questi i motivi ispiratori del progetto del Metal Office sui quali si è basato Takashi Yamaguchi per comporre un solido volume metallico che, appoggiato su una base composta da una vetrata, sembra librarsi nel vuoto dando una sensazione di particolare leggerezza. Il progetto ripete l’immagine del Palazzo Ducale di Venezia, dove il vuoto del colonnato di base appare pesante e, viceversa, il pieno della parte superiore dà la sensazione di un volume leggero. Yamaguchi appare, attraverso questo progetto, un architetto di particolari qualità, infatti, da abile disegnatore, ha la capacità di affascinare, stimolare, creare prospettive ma, nel frattempo, è anche evasivo e contraddittorio sul piano comunicativo. Può anche apparire ricercato sull’analisi dei procedimenti, perché non sembra che segua una vera e propria metodologia progettuale ma, invece, cerca di ripudiare ogni sistema andando all’avventura facendosi, però, forza di una sensazione di magnetismo percettivo legata alla materia e alla velocità della luce. Il suo progetto sembra un racconto di Honoré de Balzac, che segue gli stimoli della propria inventiva ma che, alla fine, ci consegna un progetto interpretativo molto rifinito. Non si può pensare, infatti, che questo disegno sia una profusione d’assenza di sistematizzazione, come blasone di un pensiero spericolato, impaziente di affermare le proprie convinzioni più che di assicurare l’attendibilità del suo progetto che abbia emesso i suoi aforismi scettici solo per adornare il rigore delle sue scelte. Il Metal Office di Kyoto è denso di mito e meraviglia, in grado di generare la filosofia del progettare. Già da quest’osservazione appare quanto sia improprio interpretare il thauma aristotelico come meraviglia. Si perde completamente di vista la tragica grandezza della nascita dell’architettura. Se thauma è, infatti, innovazione, stupore, è lo stordimento e il terrore dell’uomo di fronte al divenire della vita, al nuovo, all’imprevisto, al dolore. Il progetto appare un vero incontro e scontro tra la filosofia orientale e quella occidentale, portatrici entrambe di sacri valori nascosti dietro i risultati di ogni ricerca scientifica. Tecnologia e scienza sono oggi rappresentate dalla sottile differenza tra il folle e l’artista. Takashi Yamaguchi appare, allora, come il demiurgo separatore delle due acque e risolutore della scena del sapere architettonico. Mario Antonio Arnaboldi 205 l’ARCA 11


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ur modernity is undergoing a period of profound change. Overrun by mathematic phenomena linked with computer algorithms, our life is now influenced by new magnetic fields. Magnetism is, in fact, a reflection of the lightning speed of image, that is constantly seeking even more thunder and lightning to astonish and intrigue. Ever since Marshall McLuhan showed that electricity has turned us into a global village, lightning is seen as image and takes shape in matter, metal, gleaming brightness and the time required to set an image at the speed of perception, thought and the desire to synthesise light in solid forms. This is called to memory in the Metal Office in Kyoto, designed by the young Japanese university architecture teacher Takashi Yamaguchi. This scientific research centre, along the road connecting Kyoto, Nara and Osaka, is built on a hilltop surrounded by plants and bamboos. This triangular plot of land is full of Japanese history and tradition, where the new City of Science is attempting to set guidelines for building 21st-century communities. It is also worth pointing out that Kansai-kan is the home of one of Japan’s most important libraries, providing a helping hand for research work carried out by technicians working in the new Centre, particularly their studies into new forms of knowledge. Metal Office’s clients are a company that works along the lines of high technical expertise and imports elaborate precision products. These are the fundamental assumptions on which Takashi Yamaguchi has developed his project for the Metal Office, creating a solid metal structure, which, resting on a base composed of a glass window, seems to break into space to instil a feeling of real lightness. The project reiterates the image of Palazzo Ducale in Venice, where the empty space formed by the base colonnade looks heavy and, vice-versa, the solid upper section creates a sense of structural lightness. This project shows that Yamaguchi is an architect with a real skill for drawing, he is also capable of intriguing, exciting, creating new prospects and, in the meantime, causing contradictions on a communications level. Despite the apparent elaborateness of the procedures involved, because the project does not appear to follow any real design methodology, actually rejecting systems in favour of a more adventurous approach, its real strength lies in a feeling of perceptual magnetism deriving from matter and the speed of light. His project is like a story by Honoré de Balzac, which follows the path of creative invention but, in the end, results in a truly refined design. This should not be seen as a lack of organisation, a sort of ode to bold thinking in an impatient attempt to make your own beliefs felt rather than ensure the project is carefully and reliably designed. His sceptical aphorisms are not just there to garnish the precision of his design strategy. This is what Roland Barthes calls codes: codes of actions, symbols and enigmas. The Metal Office in Kyoto is full of myth and wonder capable of generating a philosophy of design. This remark alone shows how wrong it would be to interpret Aristotle’s thauma as wonder, since this would completely lose sight of the tragic grandeur of the birth of architecture. If thauma is actually innovation and wonder, then it is man’s giddiness and terror in face of life as it evolves and the new, unexpected and painful. The project looks like a real encounter/clash between eastern and western philosophy, both of which carry with them sacred values concealed within the results of scientific research. Technology and science are now represented by the subtle difference between madness and artistry. Takashi Yamaguchi looks like a demiurge parting the waters and settling the stage of architectural knowledge. Mario Antonio Arnaboldi

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Vista del corridoio dall’atrio di ingresso verso la showroom, sulla sinistra. Gli interni sono caratterizzati da sapienti giochi di luci in cui le zone chiare si alternano a quelle scure. Pianta del piano terra, sezione longitudinale, prospetti nord e sud e planimetria generale dell’edificio rettangolare che misura 35x12,1x7,9 m.

View of the corridor from the entrance lobby towards the showroom on the left. The interiors feature clever interplays of light in which light areas alternate with darker zones.

Ground floor plan, longitudinal section, north and south elevations and site plan of the rectangular building measuring 35x12.1x7.9 m.

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La sala conferenze, le cui pareti interne sono di pannelli metallici zincati. In basso, vista della sala conferenze che si apre verso l’esterno.

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The conference hall, whose inner walls are made of galvanised metal panels. Bottom, view of the conference hall opening up towards the outside.

Scorcio della sala conferenze con l’ampia vetrata in posizione schermata. In basso, particolare dell’ufficio del presidente con la

finestra che si apre verso il paesaggio naturale.

Partial view of the conference hall showing the wide

glass window in a shielded position. Bottom, detail of the president’s office showing the window opening onto the natural landscape.

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Valode & Pistre

Declinazioni sul tema Ponant III, Paris

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Credits Project: Valode & Pistre Architectes Facades: Teleya Client: Sorif Investissement

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arigi, XV arrondissement, un quartiere centrale dove convivono residenze e uffici, tra moderni edifici torre e palazzine borgeoise. E’ in questa parte della città, dove la qualità di vita è ancora un bene privilegiato, che è stato realizzato un imponente complesso immobiliare, quasi 10.000 metri quadrati adibiti a uffici. Ponant III risulta essere emblematico di un approccio progettuale attento a determinati valori di scala, quali l’integrazione e il rispetto degli allineamenti esistenti, la collocazione strategica che beneficia dell’affaccio sulla Senna, la portata innovativa di un segno contemporaneo come momento di riqualificazione di un’area non risolta; ma anche sensibile alle esigenze sociali dei potenziali fruitori nonché ai nuovi linguaggi che le tecnologie più avanzate aprono al ridisegno del paesaggio contemporaneo. Sono queste le linee che guidano l’intero lavoro di Valode & Pistre che in oltre vent’anni di attività hanno sviluppato un’esperienza professionale incentrata sulla ricerca pluridisciplinare. Il loro credo fa perno su un’architettura costruita sulla sinergia tra bisogni dell’utenza, soluzioni tecniche e materiali innovativi, ottimizzazione rigorosa dei costi e integrazione con una qualsivoglia situazione ambientale; tutte condizioni che trovano nella dimensione poetica e simbolica del progetto l’espressione coerente e persuasiva della loro forza di coesione. Questo intervento si può leggere come la trama di un racconto che da considerazioni di natura urbanistica si definisce via via nelle scelte linguistiche dei volumi e degli involucri, dalle tecnologie dei materiali utilizzati, per quanto riguarda prestazioni funzionali e impatto percettivo, al livello di vivibilità e confort, fino alla determinazione degli ambienti interni. L’insieme, inscritto in due parcelle lungo la Senna, è composto dall’articolazione di tre blocchi che si confrontano con altri due elementi forti, l’ospedale Georges Pompidou e la sede di France Télévision. L’affaccio lungo il fiume è il momento focalizzante e generatore da cui procede lo sviluppo del progetto. Tre svettanti setti verticali, riprendono l’allineamento con l’edificio di France Télévision e, seguendo l’arretramento del corso del fiume, disegnano una spezzata che ne stempera l’imponente volumetria dando visibilità e una marcata identità all’insieme. Il complesso si sviluppa poi con un edificio ponte, proiettato tra due ingressi completamente vetrati, che consente di ricucire il lato su rue Delbarre risolvendo la continuità con il corpo retrostante che conclude l’insieme. La soluzione volumetrica, di per sé abbastanza rigorosa e coerente al tracciato dettato dalla geometria dei lotti, acquista forza e incisività dalle scelte dei materiali e dalle particolari tecnologie di facciata, che contribuiscono alla identificazione dei diversi corpi rispettando nel contempo un’unità di scrittura dell’insieme. Un dispositivo di passaggi concatenati prende avvio dalle tre lame sul lungo Senna totalmente vetrate senza alcun profilo a vista in modo da avere una completa uniformità delle superfici. Da questa prima scrittura, il tema del prospetto sul fiume viene declinato nelle facciate dell’edificio ponte, trattate con gli stessi volumi vetrati, ma con una discreta variante data dai profili metallici che segnano lo spessore dei solai e danno un primo gioco di rilievi orizzontali. La complessità del registro espressivo assume maggior spessore nei corpi curvi dove la presenza di elementi pieni sottolinea l’articolazione dei piani mentre la comparsa di un elemento di brise-soleil lungo i nastri delle aperture accentua la dinamica di facciata. Pannelli di cemento bianco individuano, infine, i volumi dei pignoni che incorporano due angoli in vetro serigrafato e, come due grandi fari lungo la strada, segnalano i vani delle scale di sicurezza proiettate a tutt’altezza. Un linguaggio che fa della tecnologia uno strumento per sperimentare nuove grammatiche espressive e trova nel supporto di aziende all’avanguardia, come Teleya che ha messo a punto i particolari sistemi di facciata, un valido confronto progettuale. Elena Cardani

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he 15th arrondissement in Paris, a central neighbourhood where housing and offices co-exist in a combination of modern tower blocks and bourgeois buildings. In this part of the city, where the quality of life is still a privileged asset, a massive real-estate complex has been constructed, almost 10,000 square metres of office facilities. The Ponant III project is emblematic of a design approach carefully geared to certain aspects of scale, such as integration and conformity to existing alignments, the strategic benefit of facing onto the River Seine, and the innovative force of a modern-day sign as a means of redeveloping an area that still needs to be sorted out. The project is also sensitive to the social requirements of potential users, particularly as regards how comfortable the living and working environments are, and also the latest idioms that cutting-edge technology has made available for redesigning the modern-day landscape. These are the guidelines underpinning all the work carried out by Valode & Pistre, an important French firm, which has gained plenty of professional experience through over twenty years’ multidisciplinary research. Their method hinges around architecture constructed around a synergy of users’ needs, technical solutions and innovative materials, carefully optimising costs and integration into any kind of environmental setting; all conditions melded together through the artistry and symbolism of the overall design. The Ponant III project may be read like the plot of a novel working around more general considerations of a town-planning nature to gradually define the choice of stylistic features for the structures and shells, ranging from the technological assets of the materials used in terms of functional performance and perceptual impact concerning inhabitability and comfort to the layout of the interiors. The overall construction, inscribed in two parcels along the Seine, is composed around the layout of three blocks interacting with two other striking features, Georges Pompidou Hospital and the home of France Télévision. The front facing along the river is the hub and focus for the entire architectural narrative. Three towering vertical stanchions line the construction up with the France Télévision building and, following the set-back flow in the river, design a sort of broken line toning down the imposing overall structure and making it more visible and identifiable. The complex then develops into a bridge building projected between two all-glass entrances, helping stitch it back into the side along Rue Delbarre and integrating it with the structure at the rear that completes the overall design. The carefully gauged structural design fitting in nicely with the layout of building lots draws strength and incisiveness from the choice of materials and technological features of the façade, which help identify the various structures and, at the same time, create an overall sense of stylistic unity. A set of concatenated passage ways start from the three all-glass frameless exposed blades along the Seine to ensure all the surfaces are the same. This sets the tone for the way the facades of the bridge-building face onto the river, all with the same glass structures but featuring very discrete variations in the metal sections marking the floor levels and creating an initial interplay of horizontal reliefs. The complexity of the stylistic design is even more evident in the curved structures where solid parts emphasise the layout of the various levels, while the presence of shutters along the strip of apertures adds dynamism to the façade. Lastly, white cement panels mark the structure of the gables incorporating two corners made of serigraphed glass, which, like two large lights along the roadway, mark the full-height fire escape shafts. Valode & Pistre’s design idiom draws on technology to experiment with new stylistic grammars and benefits from the fine design support of cutting-edge firms like Teleya, which developed the special façade systems.

In basso, la facciata lungo Senna del complesso immobiliare Ponant III realizzato nel XV arrondissement a Parigi. A fianco, particolari di una delle zone d’ingresso e della terrazza panoramica del corpo curvilineo.

Bottom, façade along the Seine of the Ponant III real-estate complex built in the 15th arrondissement in Paris. Opposite, details of one of the entrance areas and curvedshaped observation deck.

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Planimetria generale e schizzo del prospetto lungo la Senna e viste generali dei tre edifici. L’insieme è composto da tre edifici principali; oltre quello lungo il fiume,

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un edificio ponte e un edificio che occupa la parte retrostante del lotto dalle facciate curve. Il ricorso a facciate Vec respiranti a cellule, facciate con vetri curvi serigrafati,

ingressi con vetri pinzati ha permesso di coniugare aspetti di elevato contenuto tecnico a soluzioni architettoniche d’avanguardia.

Site plan and sketch of the elevation along the Seine and general views of the three buildings. The overall complex is composed of three

main buildings; in addition to the building along the river, there is a bridge-building and another building standing in the rear

part of the lot with curved facades. The use of breathing cellular Vec facades, serigraphed curved glass facades, and entrances with stapled

glass panels, has made it possible to combine high-tech features and cutting-edge architectural designs.

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Sergio Pascolo

La strada del marmo

Multifunctional Centre, Botticino

Opposite page, the social-sports-cultural centre in Botticino (Brescia). The centre stands on a growing housing estate that looks rather like an inner-city park. The building materials are: Botticino marble and wood.

Credits Project: Sergio Pascolo Structures: Sajni & Zambetti Plans: Ing. Maschioni, Studiogamma Theatre Equipment Design: Giuseppe Asnicar Site manager: Duilio Conti Acoustics: Paolo Molina, ARP Main Contractor: Impresa Gaburri Carpenter: Figaroli Costruzioni Mechanic Plants: Idraulica Valsecchi Electrical Plants: S.I.E.C.I Theatre Equipment: Cogevar Forniture: Riva arredamenti Lighting: Fontana Arte Movable Seats: CETA Ponteggi Tubolari Client: Comune di Botticino (Brescia)

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ianta quadrata, volume compatto, piccole aperture: il nuovo Teatro polifunzionale di Botticino, in provincia di Brescia, evoca le torri civiche di memoria medievale. La scelta di percorrere la strada della tradizione, anziché misurarsi con la modernità, nasce dalle caratteristiche peculiari del luogo noto per la presenza di cave di marmo Botticino, materiale copiosamente presente nel territorio della provincia bresciana. Unica eccezione (denota quasi un ripensamento linguistico), l’impiego del legno diffusamente utilizzato sulla facciata e nell’avancorpo soprastante l’entrata principale. Si tratta di un rivestimento di assi grezze, non trattate, disposte orizzontalmente, con il passare del tempo, a causa del naturale invecchiamento, segnaleranno il progressivo mutamento delle superfici. Il legno, maggiormente intaccabile dagli agenti atmosferici, è un materiale che negli ultimi anni (per esempio: la Grande Bibliothèque Nationale de France, a Parigi, progettata da Dominique Perrault) è stato spesso scelto come elemento simbolico per realizzare architetture destinate a variare nel tempo, dunque preparate già in origine a subire modifiche per acquisire successivi interventi di rinnovamento. La realizzazione del Teatro polifunzionale ha avuto una lunga incubazione, iniziata circa vent’anni fa quando il Comune di Botticino bandì un concorso nazionale di idee per la costruzione di un nuovo centro civico costituito da teatro, biblioteca, spazi destinati ad attività sociali, attrezzature sportive per il calcio, gioco delle bocce e altri sport. Il nuovo edificio sorge in una zona destinata all’espansione residenziale, con un rapporto fra costruito e zone libere tale da lasciare ampi vuoti, parte di un parco urbano in via di definizione. Intorno al complesso vi sono ampi spazi, un’isola verde pedonalizzata con percorsi ciclabili. La vocazione polifunzionale del complesso permette diverse opzioni d’uso, concretizzabili in spazi dedicati a eventi e manifestazioni di vario genere. L’interno è caratterizzato da un volume unitario cavo, comprendente il grande spazio centrale con intorno le gallerie, disposte su tre piani, e lo spazio scenico. Per ottenere una migliore acustica, la sala principale è interamente rivestita in legno di faggio con listelli e doghe disposti alternativamente secondo una modulazione orizzontale-verticale. A fronte di una configurazione improntata alla massima funzionalità, senza nulla concedere a suggestioni d’ordine estetico, il complesso polifunzionale dispone di una sala principale di trecento posti, con pavimento attrezzato con una tribuna telescopica per la formazione di una platea inclinata destinata a particolari tipi di spettacolo. Qualora invece si dovessero attuare manifestazioni diverse dallo spettacolo teatrale, la tribuna scomparirebbe in un proprio alloggiamento. Sul lato verso il parco, il palcoscenico dispone di un fondale mobile, è possibile quindi trasformare la sala in uno spazio per spettacoli all’aperto. In caso di più manifestazioni in contemporanea, il complesso dispone di un’area destinata a incontri informali organizzata sul piano di copertura. Carlo Paganelli

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quare base, compact structural design and small apertures: the new multi-purpose theatre in Botticino (Brescia) calls to mind the civic towers from the Middle Ages. The decision to work along the lines of tradition, instead of measuring up to modernity derives from the peculiar features of a place renowned for its Botticino marble quarries, a material found all over the province of Brescia. The only exception (looking almost like a stylistic re-think) is the use of wood all over the façade and in the avant-corps over the main entrance. This is a cladding of untreated rough wooden planks arranged horizontally, which, as time goes by, have their surface altered through a natural ageing process. Wood, which is more susceptible to atmospheric agents, is a material which, over recent years (e.g. the Grande Bibliothèque Nationale de France in Paris, designed by Dominique Perrault), has often been chosen as a symbolic feature for designing architecture destined to vary through time and hence ready from the start to undergo changes through redevelopment operations. The project to build this multi-purpose theatre actually dates back to about twenty years ago when the Botticino City Council launched an international ideas competition to design a new civic centre composed of a theatre, library, spaces serving social purposes, sports facilities for football, boules and other sports. The new building stands in an area planned to accommodate new housing, where relations between the builtscape and free zones leaves plenty of empty space as part of an inner-city park being developed. Around the complex there are plenty of wide spaces and a landscaped pedestrian island with cycle paths. The complex’s multi-purpose vocation may be put to different uses, embodied in spaces devoted to all kinds of shows and events. Inside there is a concave unitary structure including a large central space with three levels of galleries around it and the stage space. The main hall is entirely clad with planks and panels of beech wood alternatively arranged horizontally and vertically. In face of a design geared to maximum functionality, without conceding anything to aesthetic considerations, the multi-purpose complex has a 300-seat main hall whose floor is fitted with a telescopic stand for creating a sloping stage serving different kinds of shows. This stand structure goes back into its housing when non-theatrical events are being held. Over on the park side the stage has a moving base, so that the hall can be converted into a space for holding outdoor events. If more than one event is being held at the same time, the complex has its own special area for informal meetings organised at roof level.

Alessandra Chemollo

Pagina a fianco, il Centro socio-sportivoculturale di Botticino (Brescia). Il complesso sorge in un contesto di espansione residenziale con caratteristiche di parco urbano. I materiali costruttivi sono: marmo Botticino e legno.

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Plan, section and side view.

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Alessandra Chemollo

Dario Tettamanzi

Pianta, sezione e veduta laterale.

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Details of the multipurpose theatre designed to serve various different purposes.

Pagina a fianco, particolare della sala principale di 300 posti.

Opposite page, detail of the 300-seat main hall.

Dario Tettamanzi

Alessandra Chemollo

Alcuni particolari del teatro polifunzionale, concepito per offrire diverse opzioni di utilizzo.

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a nostra architettura avanza per distorsioni spaziali e temporali. Noi lavoriamo sulla materia stessa dello spazio e del tempo, operiamo slittamenti, spostamenti, accelerazioni, contrazioni. Andando oltre il quadro tradizionale metrico e volumetrico, nei nostri progetti c’è una volontà d’estendere a nuove dimensioni il campo dell’architettura, di lavorare nello spettro del vuoto e nella densità dei corpi, nelle pieghe del tempo, nelle alterazioni delle distanze e dei climi. L’architettura procede per variazione climatica e temporale, generando una moltitudine di rotture localizzate e momentanee, brecce geografiche, spostamenti astronomici, contrazioni temporali… Gli attuali fenomeni della globalizzazione e del disordine climatico accentuano la deriva dello spazio antropico in una spazialità e in un tempo autonomo, fuori dai ritmi naturali astronomici e meteorologici. E’ l’eterna primavera della mitica Ogigia che, poco a poco, si spiega e s’allunga fino a costituire una sorta di continuum climatico globale, al di là dei cicli biologici, senza sonno né stagione, senza notte né inverno, senza pioggia né freddo. L’informazione è immediata, i collegamenti sono simultanei, la rete è globale, senza interruzione. Qui e adesso, ma anche là e domani, da qualche parte intorno ai 21°C, a un tasso d’umidità relativa del 50% e con una intensità luminosa di 2000 lux, come una bella giornata di primavera che è stato deciso ripetere all’infinito ovunque e in eterno. Di fronte a tale omogeneizzazione crescente e media dello spazio, la nostra architettura cerca di provocare delle fratture, delle dispersioni meteorologiche, degli slittamenti di centri, degli spostamenti nello stesso tempo climatici, temporali e fisiologici. Aumenti, rallentamenti, distorsioni. Così, la Casa d’Inverno per Fabrice Hybert è uno spostamento di latitudine in tempo reale dall’emisfero sud all’emisfero nord, come una curvatura dello spazio-tempo, in cui un’estate tahitiana si sovrappone a un inverno vandeano, una giornata estiva a una notte invernale. L’Hormonorium è un abbassamento brutale di un livello d’altitudine, un clima d’alta montagna che si comprime di qualche metro su quello di una costa di mare, una contrazione spaziale di 3000 metri su 3 metri. L’Hydracafé è una traslazione longitudinale di Parigi verso l’oceano mediante aumento del tasso d’umidità dell’aria e della salinità. L’île d’Eybesfed in Austria è lo spazio di una estate eterna che va oltre la rotazione della Terra attorno al Sole e le stagioni. Il Museo della Gondola è una rottura della continuità del tempo per la cristallizzazione d’un momento che lo penetra come in un eterno ritorno allo stesso. La scenografia dell’esposizione “Nano” è una esplosione spaziale dello spettro elettromagnetico di cui si abitano separatamente le diverse lunghezze d’onda, dal visibile fino all’invisibile, dall’abitabile fino all’inabitabile. L’Appartamento Fantasma di Kitakyushu separa le spettralità dello spazio come altrettanti pezzi diversi da abitare nello stesso luogo e allo stesso tempo, ma in universi paralleli (www.philipperahm.com/4.27E.html). La galleria Mackintosh di Losanna, invece, concentra o ritarda il calore come altrettante intemperie d’interni offerti alla transumanza. DISTORSIONE DI LATITUDINE Casa d’Inverno Qui l’opera volge sulla qualificazione invisibile dello spazio mediante la climatizzazione moderna. Si tratta d’allargare il campo dell’architettura al design dell’invisibile, dei campi elettromagnetici e delle dimensioni chimiche. Cerchiamo così in una delle ragioni principali dell’architettura domestica – e cioè la definizione artificiale d’un clima abitabile da parte dell’uomo – di definire una qualità, nello stesso tempo chimica e plastica. Questa casa è prevista nella campagna di Vandea, vicino a un piccolo corso d’acqua, lontano dalle altre abitazioni. La immaginiamo come un rifugio per l’inverno, uno spazio condizionato che consente di proteggersi dal freddo e dalle intemperie nel rigore invernale. Il

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Décosterd & Rahm nostro progetto cerca di rimettere nelle mani degli ingegneri specializzati l’onere di progettare la tecnica della costruzione. Riscaldamento/ventilazione diventano elementi d’architettura, proponendosi così di considerare la materia fisica del riscaldamento e della ventilazione non più solamente come un aspetto secondario dell’architettura, ma come una ragione fondamentale. Questo progetto cerca, attraverso la tecnica del rinnovo controllato dell’aria – raccomandata dalle soluzioni di riduzioni del consumo energetico Alta Qualità Ambientale in Europa o Minergie in Svizzera – di ridefinire dei collegamenti geografici nell’artificializzazione crescente dello spazio interno. Supponendo per esempio una temperatura esterna invernale di 5°C, l’interno della casa è condizionato a 25°C con un tasso d’umidità del 70%. Se la climatizzazione moderna dello spazio è astratta e invisibile, noi qui proponiamo d’intenderla come la riproduzione artificiale d’un clima geograficamente localizzato e chimicamente determinato. In tal modo, il clima all’interno della casa vandeana in inverno diventa tropicale, invisibile ma fisicamente qualificato. Il locale caldaia diventa uno spazio di produzione di tale aria, in cui troviamo non più solamente degli apparecchi tecnici ma anche delle piante esotiche, della terra, dei microrganismi e delle sostanze minerali provenienti da Tahiti. In tempo reale la temperatura è di 52°C con 70% d’umidità. Queste piante costituiranno, grazie alla fotosintesi e ai loro effluvi, la qualità chimica dell’aria che verrà successivamente immessa nello spazio abitativo. Ciò sarà determinato, quanto all’illuminazione, dalla riproduzione in tempo reale del ritmo astronomico e dell’intensità luminosa propria del territorio delocalizzato. Casa di Primavera Il progetto propone una primavera precoce. A imitazione di termosifoni maggiorati fino a diventare veri spazi, un sistema di riscaldamento per metà interrato e che supporta gli spazi abitativi, che riproduce in tempo reale il clima di Gerico, la sua umidità, la sua temperatura, il suo spettro luminoso e le sue variazioni. In tempo reale. Compresi i suoi sorgere del sole più precoci, la sua intensità più viva. Con una temperatura media esterna primaverile di 9°C almeno in aprile, l’interno della casa è condizionato a 19°C con un tasso d’umidità del 30%. DISTORSIONE DI LONGITUDINE Hydracafé Il nostro progetto è una formulazione architettonica immediata della funzione iniziale del bar: quella della reidratazione. È a questo livello intrafunzionale che vorremmo lavorare, nella materia stessa dello spazio e del suo rapportarsi al corpo. Si tratta di dare forma a un programma secondo delle dimensioni di rappresentazioni visibili, ma anche nel corpo stesso dello spazio e dell’uomo: spazializzare la funzione, fare corpo con la necessità di reidratarsi, d’abitare questa umidità al 75%. Il corpo è costituito per la maggior parte d’acqua. Ogni giorno si ha una perdita d’acqua stimata intorno a 2,5 litri. Ogni giorno tale perdita d’acqua deve essere bilanciata. C’è prima un apporto interno al corpo, tramite il bere, poi un apporto cutaneo tramite il vapore acqueo presente nell’aria e che si deposita sulla pelle. Gli ambienti moderni di solito sono secchi perché la temperatura dipende dall’umidità dell’aria. Ne consegue che il riscaldamento dello spazio si fa a scapito del tasso d’umidità relativa dell’aria, che diminuisce più la temperatura aumenta. L’Hydracafé vuole essere il luogo dell’apporto d’acqua allo stesso tempo interno ed esterno. Si tratta di fare del bar uno spazio della reidratazione, dove bere ma anche dove sedersi nell’umidità, essere in un luogo mediano tra l’interno e l’esterno, l’umidità del corpo e quella dello spazio. Uno spazio riscaldato o rinfrescato ma umidificato. Il progetto utilizza l’acqua secondo le sue proprietà fisiche e fisio-

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ur architecture develops through spatial and temporal distortions. We work on the very matter of space and time, affecting slides, shifts, accelerations and contractions. As we move beyond the conventional framework of structure and extension, our projects show a will to project architecture onto new dimensions, working on the spectre of voids and density of bodies, in the folds of time and alterations of distances and climates. This kind of architecture progresses through climatic-temporal variation, generating a multitude of localised and momentary ruptures, geographical breaches, astronomical shifts, temporal contractions….. Current phenomena of globalisation and climatic disorder accentuate the drift in anthropic space into a self-contained framework of space and time beyond natural astronomical and meteorological rhythms. This is the eternal spring of the legendary Ogigia, which slowly unfolds and extends to construct a sort of global climatic continuum outside biological cycles, with no sleep, no seasons, no nights, no winters, no rain and no cold. Here and now, but also there and tomorrow, somewhere around 21°C with a relative humidity level of 50% and light intensity of 2000 lux, just like a lovely spring day destined to be endlessly repeated everywhere for eternity. In face of a growing tendency towards seamless space, our architecture attempts to create fractures, meteorological dispersions, the sliding of centres, and climatic-temporal-physiological shifts. Increases, decelerations, distortions. So, for instance, in the case of Fabrice Hypert the Winter House is a real-time shift in latitude from the southern hemisphere to the northern hemisphere, like a curving of space-time in which a Tahitian summer overlaps a Vandean winter and a summer’s day a winter’s night. The Hormonorium is a brutal lowering of a high altitude setting, a highmountain climate is compressed a few metres onto a coastline climate, a spatial contraction of 3000 metres onto 3 metres. The Hydracafé is a longitudinal transferral of Paris to the ocean by increasing the humidity and salt levels in the air. The île d’Eybesfed in Austria is an eternal summer space that goes beyond the way the Earth revolves around the Sun and the seasons follow each other. Gondola Museum breaks down the continuity of time to freeze a moment that penetrates into it like some sort of eternal return. The set design of the “Nano” exhibition is a spatial explosion of the electromagnetic spectrum separately inhabited by different wavelengths, stretching from the visible to the invisible, from the inhabitable to the uninhabitable. Kitakyushu’s Ghost Apartment breaks down the spectrum of spaces into lots of different pieces to be inhabited in the same place at the same time but in parallel universes (www.philipperahm.com/4.27E.html). The Mackintosh gallery in Lausanne, on the other hand, concentrates or delays heat as different kinds of bad weather (indoors) offered up for transhumance. LATITUDINAL DISTORTION Winter House This project works around the invisible development of space through modern air-conditioning. It is a question of widening the scope of architecture to design in the realms of the invisible, electromagnetic fields and chemical dimensions. So in one of the main realms of home architecture – i.e. creating an artificial climate for people to live in – we have tried to create something both chemically and sculpturally impressive. This house is designed for the Vendée countryside, near a small stream and well away from other houses. We envisage it as a winter shelter, an air-conditioned space providing shelter from the cold and bad weather in

winter. Our project attempts to place the burden of construction technology in the hands of expert engineers. Heating/ventilation are made into crucial aspects of architecture, so that the physical matter of heating and air-conditioning are no longer treated as a secondary aspect of architecture but as one of its grounding features. This project attempts to use controlled air-conditioning renewal – in accordance with Europe’s High Environmental Quality and Switzerland’s Minergy guidelines – to reset the geographical links in the way interior space is being rendered increasingly artificial. Assuming, for instance, a winter temperature of 5°C outdoors, the inside of the house is air-conditioned to 25°C with a humidity rating of 70%. Whereas modern air-conditioning of space is abstract and invisible, we are here treating it as the artificial reproduction of a geographically localised and chemically determined climate. In this way the interior of this house becomes tropical, invisible but physically controlled in winter. The boiler room is converted into a space for reproducing this air, furbished not only with technical equipment but also exotic plants, soil, micro-organisms and mineral substances from Tahiti. In real time the temperature is 52°C with 70% humidity. Thanks to photosynthesis and what is give off during the process, these plants determine the chemical properties of the air to be injected into the living premises. As regards the lighting, it will be determined by the real-time reproduction of astronomical patterns and the lighting intensity of the delocalised territory in question. Spring House The project provides an early spring. A heating system that is half underground and serves the living premises reproduces Jericho’s climate in real time, using radiators big enough to constitute premises in their own right to copy the humidity level, temperature, light spectrum and variations in it. Including the early sunrise and exceptional brightness of the light. With an average outside spring temperature of 9°C at least in April, the inside of the house is air-conditioned to 19°C with a humidity rating of 30%.

Agora Dreams and Visions

Agora Dreams and Visions

Décosterd & Rahm

LONGITUDINAL DISTORTION Hydracafé Our project is an instantaneous architectural rendering of the bar’s original function: re-hydration. This is the intra-functional level on which we are interested in working, on space itself and how it is related to the body. It is a question of giving concrete shape to a programme in line with the dimensions of visible representations and also the very body of both space and people: giving space to function, embodying the need to quench your thirst and live at 75% humidity. The human body is mostly water. It is estimated that we lose about 2.5 litres of water-a-day, so this loss must be balanced out every day. Water is absorbed internally by drinking and then through the skin by means of the water vapour found in the air and deposited on the skin. Modern environments are usually dry, because temperature depends on the humidity in the air. It therefore follows that space is heated at the expense of the air’s relative humidity level, which drops as the temperature rises. The Hydracafé is designed to be a place for providing water at the same internal and external temperature. The idea is to make the bar a re-hydration place, somewhere to drink and also sit in the humidity, an in-between space between the indoors and outdoors, the body’s humidity and that of space. A heated or cooled space that is also humidified. The project draws on the physical-physiological properties of 205 l’ARCA 29


logiche. In tal modo uno spessore prismatico d’acqua viene usato al coperto per le sue proprietà termiche, per la sua capacità d’assorbire gli infrarossi della luce solare, consentendo quindi d’evitare in estate il riscaldamento delle superfici con vetrate. Sul pavimento, una nebulizzazione per ultrasuoni fa variare il tasso d’umidità relativa dell’aria in funzione delle stagioni, passando dall’85% in estate al 65% in inverno. L’umidità sotto forma di gas si deposita sulla pelle, apportando la sua parte acquea al film idrolipidico che ricopre la superficie della pelle. Il pavimento, come un’onda, s’immerge più o meno profondamente nell’umidità, generando delle zone più secche o più umide di cui ognuno può liberamente appropriarsi. DISTORSIONE DI ALTITUDINE Hormonorium L’Hormonorium è una proposta di ridefinizione di uno spazio pubblico. Si basa sull’annullamento dei limiti fisici tra lo spazio e l’organismo emerso dalla biologia e dalle scienze neurologiche. Superando la mediazione visiva e metrica e stabilendo una continuità tra il vivente e il non vivente, l’Hormonorium apre le porte all’invisibile, alle determinazioni elettromagnetiche e biologiche. L’Hormonorium si propone come un clima simile a quello d’alta montagna, ma anche come un insieme di dispositivi fisiologici che agiscono sul sistema endocrino e neurovegetativo. È possibile leggervi una sorta di rappresentazione fisiologica dell’alta montagna, da ingerire mediante la respirazione, la retina e l’epidermide. Il pavimento è costituito da un contropavimento luminoso abbagliante realizzato in plexiglas che lascia passare i raggi ultravioletti, realizzato con 528 tubi fluorescenti che emanano una luce bianca che riproduce lo spettro solare con raggi UV-A e UV-B. Data l’irradiazione invertita emessa dal suolo, come in un terreno innevato, le ciglia e l’inclinazione naturale della testa non sono più d’ostacolo all’irraggiamento luminoso. Questa luce intensissima – tra 5.000 e 10.000 lux – stimola la retina, la quale trasmette alla ghiandola pineale delle informazioni che determinano una diminuzione della secrezione della melatonina. Il conseguente abbassamento nel corpo del tasso di questo ormone contribuisce a ridurre la stanchezza, porta a un probabile aumento del desiderio sessuale, nonché al controllo dell’umore. La presenza di raggi UV-A nell’Hormonorium farà abbronzare, mentre quelli UV-B permetteranno la sintesi della vitamina D. Aumentando il tasso d’azoto nell’Hormonorium si riduce la quantità d’ossigeno, che da un tasso del 21% passa al 14,5%, corrispondente a quello presente in altitudine, a una quota di circa 3000 metri. Lo spazio con ossigeno rarefatto genera una lieve ipossia che inizialmente può manifestarsi con sintomi clinici quali stato confusionale, senso di disorientamento o comportamento strambo, come anche leggera euforia dovuta alla produzione d’endomorfina. A partire da dopo una decina di minuti è possibile riscontrare un aumento “naturale” del tasso d’eritropoietina (EPO) e dell’ematocrito, nonché un rafforzamento dei sistemi cardiovascolari e respiratori. L’eritropoietina viene prodotta dai reni. Questo ormone proteico stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi e ciò aumenta l’apporto d’ossigeno ai muscoli. La diminuzione del tasso d’ossigeno avrà così un effetto dopante in grado di migliorare fino al 10% le capacità fisiche del corpo. L’Hormonorium costituirà quindi un clima che stimola fisiologicamente l’organismo, offrendo un nuovo modello di spazio pubblico decontestualizzato e degeografizzato. Un luogo fisico-chimico, uno spostamento parziale di clima dall’alta montagna alla costa del mare, una architettura intrafunzionalista, un luogo la cui visibilità s’estende nelle alte e nelle basse lunghezze d’onda dello spettro luminoso, nell’invisibilità delle composizioni chimiche dell’aria. Una architettura endocrina da respirare, di cui sbalordirsi. 30 l’ARCA 205

DISTORSIONE TERMICA Galleria d’arte contemporanea Lucy Mackintosh L’aria moderna è controllata, climatizzata, normalizzata. Oggi ci sembra importante modellare questa massa termica in quanto architettura ed espressione di un programma, distorcerla come una meteorologia, generare turbolenze e depressioni in funzione d’una situazione specifica, dell’attività fisica d’un momento. Concentrare il calore, diluirlo, generare climi localizzati, complessità termiche, transumanze, contrazioni più o meno calde dello spazio come una meteorologia architettonica da attraversare e abitare. La nostra proposta è di definire lo spazio per sfumatura di calore, di qualificare per luoghi il vuoto stesso influenzandone la temperatura e quindi generare zone e funzioni differenti: lavorare seduti a 21°C, visitare l’esposizione camminando a 19°C, immagazzinare le opere d’arte a 16°C. Lo spazio è vuoto. Noi ci facciamo passare sopra una rete di tubi dell’acqua calda e alternativamente dell’acqua fredda che si estende lungo lo spazio, comprimendosi qui e dilatandosi là per offrire una varietà di condizioni, di spazi e di temperature. A seconda se è a riposo o in movimento, il corpo ha bisogno più o meno di un apporto di calore esterno. Questa rete è un circuito d’acqua calda in inverno e un circuito d’acqua fredda in estate. Per convezione alternativamente riscalda e raffredda l’aria che attraversa. Il calore si propaga nell’aria che penetra per intiepidirsi mano a mano che s’allontana. Il lavoro architettonico qui non è veramente geometrico, ma piuttosto termico. Dare forma allo spazio per radiazione, suddividere per conduzione, strutturare per convezione. L’organizzazione del progetto è una gradazione tra 21 e 16°C. Il circuito si sviluppa nello spazio, si contrae per addensare il calore, traccia un pavimento, una parete, un soffitto, ma anche un tavolo, una panca, un bancone. Genera a partire da se stesso lo spazio attorno e lo influenza a seconda delle necessità, senza mai trattenerlo né richiuderlo. DISTORSIONE TEMPORALE La Seconda Estate È un altro tempo che vogliamo suscitare qui, un tempo fuori dai ritmi astronomici, un tempo alla deriva, uno slittamento di stagione. Qui l’estate si protrarrà in modo indefinito, si distenderà lungo l’anno, passerà l’autunno, attraverserà l’inverno fino alla primavera successiva. È una sorta di seconda estate, un’alterazione stagionale, un’estate indiana ancora più decisa smarrita nell’inverno austriaco, un clima in sospensione. Su un’isola, dietro uno spessore oscuro costituito da alti alberi a foglie caduche, definiamo una radura come uno spazio improbabile e soprannaturale. Per prima cosa è un perimetro di circa 200 metri quadrati definito da una temperatura del terreno che resterà calda per tutto l’anno. Alimentato da una pompa di calore, un circuito d’acqua alla temperatura di 35°C, viene installato nel terreno a 25 cm di profondità. Il calore irradierà nel suolo e si propagherà fino in superficie. Qui il terreno non gelerà mai. Durante l’inverno sarà abitato da una nuova popolazione di piante e arbusti che si svilupperanno in virtù dello spostamento climatico e temporale disperso in questa improbabile estate. Ma qualcos’altro viene perpetuato qui per tutto l’anno: una luce, la luce del solstizio d’estate del 21 giugno, una luce con tutta la sua intensità e le sue variazioni. Nella radura il giorno si leverà immancabilmente alle 5,03 e tramonterà alle 23,51. Nella radura i giorni dureranno per tutto l’anno 15 ore e 53 minuti, la sua vegetazione resterà in questa estate, non cambierà veramente colore. I rametti forse non si romperanno più e le foglie smetteranno di cadere, perché questi fenomeni stagionali sono indotti dalla diminuzione della lunghezza del giorno. Una luce artificiale il cui spettro magnetico riproduce quello della luce del sole compenserà ogni giorno la diminuzione della durata della luce, prolungando la fotosintesi oltre l’autunno e al di là dell’inverno. Philippe Rahm

water. This means a prismatic film of water is used by the roof for its thermal properties and its capacity to absorb the infrared rays of sunlight, thereby preventing the glass surfaces from heating up in summer. Atomisation of the floor by means of ultra-sounds varies the relative air humidity according to the time of year, ranging from 85% in summer to 65% in winter. Humidity in the form of gas is deposited on the skin, adding its own contribution of water to the hydrolipidic film covering the skin’s surface. Like a wave, the floor is more or less deeply immersed in the humidity, creating either drier or more humid areas where people are free to go. ALTITUDINAL DISTORTION Hormonorium The Hormonorium is a project to redesign a public space. It is based on removing the physical boundaries between space and organisms emerging from biology and neurological sciences. By overcoming visual-metrical mediation and creating seamless continuity between the living and non-living, the Hormonorium opens up the way to the invisible and to electromagnetic and biological determinants. The Hormonorium is designed to have a high-mountain climate, but it is also supposed to be a combination of physiological devices acting on the endocrine and neurovegetative system. A sort of physiological representation of a high-mountain setting may be read into the construction, to be taken in through the lungs, retina and skin. The flooring features a dazzlingly luminous double-floor made of Plexiglas, which lets through the sun’s UN-A and UV-B rays. Bearing in mind inverted irradiation from the ground, as in snowy conditions, eyelashes and the natural angle of the head are no longer an obstacle to the irradiating light. This extremely intense light – between 5,000 and 10,000 lux – stimulates the retina, which sends information through to the pineal gland to reduce the amount of melatonin being secreted. The drop in the level of this hormone in the body helps reduce tiredness, in all probability increases sexual desire and even controls our mood. The presence of UV-A in the Hormonorium has a tanning effect, while the UV-B rays cause vitamin D synthesis. Increasing the amount of nitrogen in the Hormonorium reduces the oxygen level, which drops from about 21% to 14.5 %, corresponding to the level found at a high altitude of about 3000 metres. The space containing rarefied oxygen causes slight hypoxia usually resulting in clinical symptoms like confusion, disorientation or strange behaviour, such as a slight sense of euphoria due to the production of endomorphine. After about ten minutes there may be a “natural” increase in the EPO and haematocrit levels, and a strengthening of the cardiovascular and respiratory systems. EPO is produced by the kidneys. This protein-based hormone stimulates the bone marrow and generates red blood cells, thereby increasing the amount of oxygen flowing to the muscles. A drop in the oxygen level will have a doping effect increasing the body’s physical capacity by up to 10%. The Hormonorium will also provide the right climate for physiologically stimulating the organism, providing a new kind of decontextualised, geographically-disconnected public space. A physical-chemical place, a partial shift in climate from high mountains to sea level, intra-functionalist architecture, a place whose visibility stretches across the high and low wavelengths of the light spectrum into the invisible realms of the chemical composition of the air. Endocrinal architecture for breathing in and being overwhelmed by.

THERMAL DISTORTION Lucy Mackintosh Contemporary Art Gallery Nowadays air is controlled, conditioned and standardised. We felt the time had come to design this heat mass as architecture and the embodiment of a programme, distorting it like weather, generating turbulence and depressions in relation to a given situation, the physical activity at a certain moment in time according to how we want space. Concentrating heat, diluting it, generating localised climates, thermal complexities, transhumance, and more or less warm contractions of space as a sort of architectural meteorology to be passed through and inhabited. Our idea is to design space in terms of different levels of heat, enhancing the void in spaces by adjusting the temperature and hence creating different areas and functions: working in a sedentary position at 21°C, visiting an exhibition walking around at 19°C, storing works of art at 16°C. The space is empty. We place a network of hot water or alternatively cold water pipes overhead that extends over the space, compressed here and dilated there, to provide a variety of conditions, spaces and temperature levels. Depending on whether it is moving or still, the body needs more or less heat from the outside. This network is a hot-water loop in winter and cold-water loop in summer. It uses convection to alternatively heat or cool the air flowing through. Heat is conveyed through the air, gradually warming up as it moves away. Here the architectural work is more thermal than geometric. Shaping space through radiation, dividing up through conduction, and structuring through convection. The project is graded from 2116°C. The loop is developed in space, contracting through heat condensation as it traces a floor, wall or ceiling, as well as a table, bench or counter. The surrounding space is generated out of itself and altered to cater for needs, without ever holding it back or enclosing it. TEMPORAL DISTORTION Second Summer The idea here is to call up a different kind of time that lies beyond astronomical time, a sort of drifting timescale or shift in the seasons. Here the summer goes on for ever, stretching right throughout the year, passing through autumn and beyond winter into the following spring. It is a sort of second summer, an altering of the seasons, an even more striking Indian summer lost in the Austrian winter, a suspended climate. We have created a clearing that is a rather unlikely and supernatural space out on island, behind a dark mass of tall tress and deciduous leaves. This first thing is a perimeter covering about 200 square metres, whose ground temperature is hot all year round. A water loop at a temperature of 35°C, installed 25 cm below ground level, is supplied by a heat pump. The heat radiates through the ground and spreads up to the surface. Here the ground never freezes. A new population of plants and shrubs will grow here in winter, thanks to the shift in climate and time through this unlikely summer. But there is something else here all year round: light, the light of the summer solstice of 21st June with all its intensity and variations. Out in the clearing the sun rises every day at 5.03 a.m. and sets at 11.51 p.m. Out in the clearing the days will all be 15 hours 53 minutes long, and the vegetation will stay all summer and hardly change colour. The twigs probably will not break and the leaves will stop falling, since seasonal phenomena like these are due to a drop in the amount of daylight. Artificial light, whose magnetic spectrum reproduces the spectrum of sunlight, will compensate each day for the decrease in daylight, prolonging photosynthesis beyond autumn and winter. 205 l’ARCA 31


DISTORSIONE DI LATITUDINE LATITUDINAL DISTORSION Spring House – Jéricho, Vendée, France 2002-2005 Credits Project: Décosterd & Rahm Project Manager: Fabrice Hybert Collaborator: Jérôme Jacqmin

Il progetto della Casa di Primavera di Jéricho propone una primavera precoce. Un sistema di riscaldamento per metà interrato e che supporta gli spazi abitativi, riproduce in tempo reale il clima primaverile locale, la sua umidità, la sua temperatura, il suo spettro luminoso e le sue variazioni. Con una temperatura media esterna primaverile di 9°C almeno in aprile, l’interno della casa è condizionato a 19°C con un tasso d’umidità del 30%.

Nella pagina a fianco, dall’alto e da sinistra: sezioni trasversali; pianta del piano terra, pianta del sistema di riscaldamento, pianta della copertura, sezione longitudinale; pianta, sezione trasversale, assonometria del sistema di circolazione dell’acqua; assonometrie, canalizzazione dell’aria; vista dell’esterno. In questa pagina, prospettiva esterna e due scorci dell’interno.

The Jéricho Spring House provides an early spring. A heating system that is half underground and serves the living premises reproduces Jericho’s climate in real time, using radiators big enough to constitute premises in their own right to copy the humidity level, temperature, light spectrum and variations in it. With an average outside spring temperature of 9°C at least in April, the inside of the house is air-conditioned to 19°C with a humidity rating of 30%.

Opposite page, from the top on the left: cross sections; plan of the round floor, plan of the heating system, plan of the roof, longitudinal section; plan, cross section, axonometry of the water circulation system; axonometries, air canalization; exterior view. This page, exterior view and two perspective views of the interiors.

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DISTORSIONE DI LONGITUDINE LONGITUDINAL DISTORSION Hydracafé at Ecole Nationale Superieure des Beax-Arts, Paris 2004-2005 Credits Project Management: CNAP, Décosterd & Rahm, Jean-Luc Vilmouth / Ecole Nationale Superieure des Beax-Arts Paris Project Managers: Décosterd & Rahm with Jean-Luc Vilmouth, artist, in collaboration with Jérôme Jacqmin and Cyrille Berger

Il bar Hydracafé utilizza l’acqua secondo le sue proprietà fisiche e fisiologiche. Uno spessore prismatico d’acqua viene usato al coperto per le sue proprietà termiche, per la sua capacità d’assorbire gli infrarossi della luce solare, consentendo quindi d’evitare in estate il riscaldamento delle superfici con vetrate. Sul pavimento, una nebulizzazione per ultrasuoni fa variare il tasso d’umidità relativa dell’aria in funzione delle stagioni, passando dall’85% in estate al 65% in inverno. L’umidità sotto forma di gas si deposita sulla pelle, apportando la sua parte acquea al film idrolipidico che ricopre la superficie della pelle. Il pavimento, come un’onda, s’immerge più o meno profondamente nell’umidità, generando delle zone più secche o più umide di cui ognuno può liberamente appropriarsi. In queste pagine, pianta, sezione trasversale, assonometria e viste del bar.

34 l’ARCA 205

The project draws on the physicalphysiological properties of water. This means a prismatic film of water is used by the roof for its thermal properties and its capacity to absorb the infrared rays of sunlight, thereby preventing the glass surfaces from heating up in summer. Atomisation of the floor by means of ultra-sounds varies the relative air humidity according to the time of year, ranging from 85% in summer to 65% in winter. Humidity in the form of gas is deposited on the skin, adding its own contribution of water to the hydrolipidic film covering the skin’s surface. Like a wave, the floor is more or less deeply immersed in the humidity, creating either drier or more humid areas where people are free to go. In these pages, plan, cross section, axonometry and views of the bar.

205 l’ARCA 35


DISTORSIONE DI ALTITUDINE ALTITUDINAL DISTORSION Hormonorium, Swiss Pavilion, 8a Biennale d’Architettura di Venezia, 2002 Credits Project: Décosterd & Rahm Project Management: Swiss Federal Office of Culture Collaborators: Jérôme Jacqmin, Catherine Rossier, Lausanne/Elena Solari, Mestre-Venise. Consultants: Urs Scherrer, University Hospital Centre Lausanne, Anna Wirz-Justice, University Psichiatric Clinic Basel Original Submusic composed by Air (J-B Dunckel - N. Godin), recorded by Hervé Dutournier at Translab-Paris Studios, June 2002

L’Hormonorium è una proposta di ridefinizione di uno spazio pubblico. Si basa sull’annullamento dei limiti fisici tra lo spazio e l’organismo emerso dalla biologia e dalle scienze neurologiche. Riproduce un clima che stimola fisiologicamente l’organismo, offrendo un nuovo modello di spazio pubblico decontestualizzato e degeografizzato. Un luogo fisico-chimico, uno spostamento parziale di clima dall’alta montagna alla costa del mare, una architettura intrafunzionalista, un luogo la cui visibilità s’estende nelle alte e nelle basse lunghezze d’onda dello spettro luminoso, nell’invisibilità delle composizioni chimiche dell’aria.

36 l’ARCA 205

The Hormonorium is a project to redesign a public space. It is based on removing the physical boundaries between space and organisms emerging from biology and neurological sciences. It also provides the right climate for physiologically stimulating the organism, providing a new kind of decontextualised, geographicallydisconnected public space. A physicalchemical place, a partial shift in climate from high mountains to sea level, intrafunctionalist architecture, a place whose visibility stretches across the high and low wavelengths of the light spectrum into the invisible realms of the chemical composition of the air.

205 l’ARCA 37


DISTORSIONE TERMICA THERMAL DISTORTION Lucy Mackintosh Contemporary Art Gallery, Lausanne, Switzerland 2004-2005 Credits Project: Décosterd & Rahm Project Management: Lucy Mackintosh, Cyril Veillon Collaborator: Jérôme Jacqmin

Assonometrie, pianta, sezione, prospetto e rendering della Galleria d’Arte Contemporanea Lucy Mackintosh a Losanna. Lo spazio è definito per sfumature di calore, influenzandone la temperatura e generando zone e funzioni differenti: lavorare seduti a 21°C, visitare l’esposizione camminando a 19°C, immagazzinare le opere d’arte a 16°C. Il lavoro architettonico qui non è geometrico, ma termico; dà forma allo spazio per radiazione, suddivide per conduzione, struttura per convezione. L’organizzazione del progetto è un circuito d’acqua, calda o fredda a seconda delle necessità, che si sviluppa nello spazio, si contrae per addensare il calore, traccia un pavimento, una parete, un soffitto, ma anche un tavolo, una panca, un bancone, genera a partire da se stesso lo spazio attorno e lo influenza a seconda delle necessità.

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Axonometries, plan, section, elevation and renderings of Lucy Mackintosh Contemporary Art Gallery in Lausanne. The space is designed in terms of different levels of heat, enhancing the void in spaces by adjusting the temperature and hence creating different areas and functions: working in a sedentary position at 21°C, visiting an exhibition walking around at 19°C, storing works of art at 16°C. Here the architectural work is more thermal than geometric. Shaping space through radiation, dividing up through conduction, and structuring through convection. The hot/cold water loop is developed in space, contracting through heat condensation as it traces a floor, wall or ceiling, as well as a table, bench or counter. The surrounding space is generated out of itself and altered to cater for needs.

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DISTORSIONE TEMPORALE TEMPORAL DISTORSION La Seconde Eté, Eybesfeld Castle, Stiria, Austria 2004-2005 Credits Project: Philippe Rahm Project Management: Christine e Bertran Conrad - Eybesfeld Collaborator: Jérôme Jacqmin

Il progetto è l’assetto paesaggistico di un’isola per riprodurre una “estate permanente”. Un perimetro di circa 200 mq con una temperatura del terreno che resterà calda per tutto l’anno grazie a una pompa di calore, un circuito d’acqua alla temperatura di 35°C, installato nel terreno a 25 cm di profondità. Inoltre, una luce artificiale il cui spettro magnetico riproduce quello della luce del sole nel giorno del solstizio d’estate, compensa ogni giorno la diminuzione della durata della luce, prolungando la fotosintesi oltre l’autunno e al di là dell’inverno.

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The project is the landscaping of an island aimed to reproduce a “permanent summer”. A perimeter covering about 200 sq.m, whose ground temperature is hot all year round thanks to a water loop at a temperature of 35°C, installed 25 cm below ground level, is supplied by a heat pump. Artificial light, whose magnetic spectrum reproduces the spectrum of sunlight of the summer solstice, compensates each day for the decrease in daylight, prolonging photosynthesis beyond autumn and winter.

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UCX architects

Per sottrazione

Adrenalin Tower, Rotterdam Nella pagina a fianco, rendering del progetto Adrenalin Tower di Rotterdam, una torre multifunzionale, pensata come un vero “parco divertimenti” sulla Noordereiland.

Opposite page, rendering of the project for the Adrenalin Tower in Rotterdam. It is a multifunctional tower conceived as a real luna park for leisure time on the island of Noordereiland.

Credits Project: UCX architects Project Team: Ben Huygen, Jasper Jägers with Marta Pimentel and Federico Pesta

42 l’ARCA 205

V

iviamo in un momento nel quale all’architettura è concesso, come mai in precedenza, di aprirsi alla ricerca di nuove forme di conoscenza tali da trasformare il progetto in un’eccezionale banco di prova sul quale la morfologia e l'innovazione tecnologica diventano materie prime per proporre idee tese a migliorare la qualità della vita e, in ultima analisi, a contrastare il decadimento delle attività quotidiane verso pericolosi automatismi. E’ oggi diventato più che lecito sondare il campo della progettazione architettonica alla ricerca di nuove ibridazioni funzionali e formali, anche se è noto che la vera innovazione non è facile da trovare e che solo una piccola parte di quanto si disegna verrà effettivamente realizzato. Ma la tradizione a innovare, da lungo tempo trascritta nel DNA dei popoli dei Paesi Bassi principalmente a causa della loro costante lotta per arginare il mare, rende particolarmente fecondi e generosi gli architetti di quelle terre spingendoli ad abbracciare una talvolta spericolata attività di ricerca di modelli tecnici e linguistici sui quali impostare nuove idee di spazio architettonico. Gli olandesi Ben Huygen e Jasper Jägers, fondatori degli UCX architects, incarnano queste premesse nel dare risposta all’esigenza della città di Rotterdam di sviluppare un’urbanizzazione sempre più compatta come conseguenza della scarsità di spazio pubblico a disposizione, un bene che ormai sta diventando sempre più raro. Questa compressione spaziale li ha stimolati a reinventare una serie di tipologie edilizie, pensandole in alcuni casi come surrogati di città-territorio, ovvero come centri multiuso nei quali vivere, lavorare, svagarsi. Nelle loro teorizzazioni tali nuovi edifici saranno utili anche a ridurre gli spostamenti, quindi l’inquinamento, l’esigenza di parcheggi e il traffico urbano. Il progetto dell’Adrenalin Tower è la risposta architettonica a questo problema. Tale nuovo tipo edilizio mira a trasformare – almeno sulla carta – l’immagine e i contenuti dei grandi edifici-contenitori monofunzionali combinando le esigenze di spazi privati (alloggi, uffici) a quelle di spazi pubblici e di svago. L’elevata pressione lavorativa del tempo presente rende necessario infatti cercare diversi modi per rilassarsi anche solo per brevi periodi di tempo, pena il decadimento psico-fisico. Pertanto la gente che vive in città dovrebbe poter accedere al soddisfacimento di queste necessità basilari con immediatezza. L’idea sulla quale la torre si conforma presuppone, per i giovani progettisti, che il massimo livello di relax sia ottenibile per mezzo di una scarica di adrenalina, da cui il nome del grattacielo. Pertanto l’edificio luna-park unisce differenti livelli di velocità e altezze per mezzo di un’ampia varietà di possibili sport tutti pensati per sfidare la gravità. L’idea di questo prototipo pensato per la Noordereiland di Rotterdam, è quella di trasferire in quota una serie di funzioni per il pubblico, inserendo nella città edifici con forme inedite nei quali l’azione sportiva e le attività di svago danno luogo a modellazioni volumetriche che propongono profondi e arditi scavi architettonici, tali da destare stupore. L’idea che si coglie in queste immagini è una visione fortemente dirompente che vuole suscitare un’ondata di riflessioni sul ruolo pubblico-privato del grattacielo, ponendosi decisamente a favore delle declinazioni che su questo tema sono già state messe in atto nelle pregevoli opere degli architetti della “blurring architecture”, segnatamente da Hamazah e Yeang, ma anche da Koohlaas. In mancanza di realizzazioni è per ora nella ricostruzione grafica dell’immagine che viene riposta la massima valenza comunicativa, ma, in ultima analisi, è nell’idea concettuale come luogo ancora immateriale di emozioni attivabili e trasmissibili che risiede il più autentico significato del progetto che talvolta, come in questo caso, ha ancora voglia di rimanere libero da vincoli esecutivi onde suscitare forti entusiasmi. Ruggero Lenci

W

e live at a time when architecture is, more than ever before, allowed to open up to experimentation into new forms of know-how that turn design into a wonderful testing ground, where technological innovation and morphology become the raw materials for putting forward ideas aimed at improving the quality of life and, ultimately, preventing everyday activities from lapsing into dangerous automatisms. Nowadays, we are more than entitled to probe the field of architectural design in search of new functional-stylistic hybridisations, even though it is a known fact that real innovation is hard to find and only a small portion of what is designed will actually be built. But the tradition for innovation, so long inscribed in the DNA of people from the Netherlands due to their constant battle to keep out the sea, means that architects from these lands are particularly prodigious and generous in their work, willingly embracing research into new techniques and idioms for giving shape to their new ideas for architectural space. The Dutch architects, Ben Huygen and Jasper Jägers, the founders of UCX architects, embody these assumptions in meeting the city of Rotterdam’s need to develop a more compact master plan due to the lack of public space, an increasingly rare commodity these days. This compression of space has forced them to reinvent a number of building types, in some instances designing them as surrogates of the city-territory or, in other words, as multi-use centres in which to live, work and enjoy yourself. According to their theories, these new buildings will also help reduce the amount of moving around required and with it pollution, the need for parking facilities and inner-city traffic. The project for Adrenalin Tower is the architectural solution to this problem. This new building type is aimed at changing – at least on paper – the face and contents of huge single-purpose buildings-containers combining the requirements expected of private spaces (accommodation, offices) with those of public-leisure spaces. The pressures of work in modern-day society mean we need to find ways of relaxing even just for short periods of time, otherwise both our bodies and minds will suffer. So people living in the city ought to be able to satisfy these basic needs almost instantaneously. These young designers have designed their tower on the assumption that an adrenalin surge is the best way of relaxing, hence the skyscraper’s name. This fair ground-building combines different levels of speed and height through a wide variety of sports facilities all designed to defy gravity. The idea of this prototype, created for the Noordereiland neighbourhood of Rotterdam, is to shift a series of public functions onto a higher level by incorporating buildings with new forms into the city, where sports and leisure activities help shape structures involving deep and daring architectural excavations that are quite simply astonishing. These images provide a highly striking vision designed to conjure up a wave of thoughts about the public-private role of a skyscraper, decidedly tending towards the kind of styles already brought into play by the exponents of so-called “blurring architecture”, notably Hamazah and Yeang, but also Koolhaas. In the absence of any actual constructions, it is currently the graphic reconstruction of image that is the most communicative aspect, although, in the end, the project’s real meaning lies in the underlying conceptual idea as a non-material locus of emotions for activating and passing, which, as in this case, are still striving to be free from executive constraints in order to generate bundles of excitement.

205 l’ARCA 43


Il progetto è pensato per conferire alla città di Rotterdam una maggiore attrattività. Nella pagina a fianco, simulazione del nuovo skyline.

The project aims to give Rotterdam a new global and attractive identity. Opposite page, simulation of the new skyline.

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205 l’ARCA 45


Sopra, lo sky lobby con le stalattiti e stalagmiti che preparano il visitatore a una sfida alla gravità. A destra, dopo i divertimenti adrenalici ci si può rilassare nel salone di bambù.

Above, in the “sky lobby” stalactites and stalagmites prepare the visitor for a fight with gravity. Right, after the adrenalin rush relaxing in the “bamboo lobby”.

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Sopra, le condizioni estreme del deserto sono ricostruite al livello del “desert steps” dove si può affrontare la sfida del free climbing. A sinistra, l’emozione di fare surf a uno dei livelli alti della torre di Rotterdam 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno.

Above, the extreme conditions of the “desert-steps” makes climbing and clambering even more challenging. A sinistra/left, surfing on extreme heights in Rotterdam. 24 hours, 365 days per year.

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Studio Schivo Associati

Luce e sogno

Experimental Tower, Tokyo

L’ Schizzo preliminare della Torre Sperimentale per uffici progettata per Tokyo.

Preliminary sketch of the Experimental Office Block designed for Tokyo.

Credits Project: Studio Schivo Associati/Jean Marc Schivo, Lucilla Revelli Design Team: Manuela Zenobi, Giancarlo Zema, Alessio Cardoso, Laura Calcagnini, Monica D’Alò, Simona Sabatelli, Giuseppe Saporito, Tofu Studio Lighting Project and Technical Support: Centro Studi e Ricerca iGuzzini Cliente: Private

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impianto di questo nuovissimo progetto è semplice; davvero ammirevole nell’universo ormai sterminato delle torri, o forse meglio dei grattacieli, dove si è visto di tutto e ogni giorno capita di imbattersi almeno in una nuova sorpresa, in un nuovo exploit (che non di rado si rivelano poi subito, a uno sguardo un po’ attento, magari piuttosto plateali). Si tratta di un nucleo trasparentissimo con pianta a doppia ogiva ribaltata, avvolto e protetto da schermi sottili e molto affilati, fra di loro talvolta sfalsati, di sviluppo verticale differente, fino a ingabbiare, verso l’alto, soltanto più una parte di cielo. Costruttivamente, non è difficile percepire una struttura ardita sì ma più che ragionevole, se rapportata alla tecnologia oggi disponibile; e anche una certa velocità di montaggio. La trama delle necessarie controventature rimane all’interno, pur se visibilissima data la consistenza diafana dell’edificio. Ciò determina una interessante varietà di texture, non così frequente in questo genere di edifici, che finiscono salvo rare eccezioni per soccombere ai diktat delle facciate continue. Il leit-motiv della composizione è apertamente dichiarato. Di giorno catturare la luce verso il dentro, come per nutrirlo, e nel medesimo tempo rifletterla a sciabolate, a seconda delle stagioni e delle ore, verso il paesaggio circostante. Di notte emettere straordinari segnali luminosi e informazioni, trasformandosi in una sorta di enorme stele variamente colorata, assolutamente riconoscibile nel panorama. Anzi, si può dire che è la torre stessa a trasformarsi in panorama, dichiarando i suoi contenuti e i suoi abitanti, e i diversi episodi funzionali che si susseguono mano a mano in altezza, quasi fossero organi pulsanti di un corpo vivente. Una specie di gigantesca tavola di anatomia architettonica in tre dimensioni, dove il sistema circolatorio è costituito dal fluire delle luci. Una sorta di sogno, un non so che di féerie sembra far scivolare il progetto in un mondo forse possibile, ma un giorno, non certo per il momento. Non è così. L’aver reso protagonista la luce è scelta non solamente poetica ma supportata da minuziose indagini su quanto ora è già perfettamente disponibile: mentre sempre gli impieghi delle sorgenti e delle apparecchiature che vengono fatti abitualmente sono terribilmente riduttivi: Ritroviamo possibilità folgoranti rinchiuse e immiserite nei non-spazi prodotti dalla routine del procedere ottusamente per tipologie, fino a cancellarne, si direbbe deliberatamente, qualunque risvolto di diversità qualitativa. La grettezza dell’uso è pesantissima: una sorta di crescente trasandatezza culturale, con la quale l’architettura trova grande difficoltà a fare i conti, a sua volta finendo per attestarsi su fronti spesso molto arretrati. Qui ci sono dispositivi sofisticati ma dopo tutto non certo non eccessivamente: led e luci colorate dinamiche infondono vita serale e notturna alle superfici esterne della torre, emettendo segnali à réaction poétique e tutte le informazioni desiderate volta a volta; dentro, verso il cielo, traspaiono corpi a loro volta colorati. Ma forse la cosa più raffinata è il massiccio ricorso fatto a speciali fonti di luce destinate a eliminare l’abbagliamento e i riflessi che rendono infernale il lavoro prolungato ai videoterminali. Che qui, dove tutto è ufficio, si contano a migliaia. L’insieme dei piani diviene in tal modo un corpo potente con una luminosità sua propria e inconfondibile. Ragionando in termini di identità, i risultati di questo procedimento progettuale non convenzionale sono, come si vede, notevoli; e schiudono vie lungo le quali vale la pena inoltrarsi con passione. C’è poi anche una particolare attenzione dedicata ai risvolti dolci dell’edificio, dal rapporto con la terra fino alla cura microclimatica. Nell’insieme poi, nella complessiva e ovvia enorme diversità, c’è qualcosa che fa venire alla mente la pontiana torre Pirelli, così amata. Forse, più di qualcosa. Basterebbe questo. Maurizio Vogliazzo

Schema parziale delle funzioni interne. Sotto, pianta del piano terra. A destra, esploso assonometrico.

Partial diagram of internal functions. Below, ground-floor plan. Right, axonometric blow-up.

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Rendering notturno della torre. La torre si pone come strumento di comunicazione grazie all’uso di tecnologie illuminotecniche messe a punto da iGuzzini che producono luce dinamica colorata e scritte con led.

Sezione longitudinale. Longitudinal section.

Nighttime rendering of the tower. The tower is also a means of communication thanks to the use of lighting technology developed by iGuzzini, manufacturers of dynamic coloured light and LED writing.

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Pianta di un piano tipo. Sotto, particolare della facciata e rendering dall’alto della torre.

T

he layout of this brand-new design is simple but quite admirable compared to all the other towers. Here there is an ultra-transparent core with an inverted doubleogive plan, wrapped in and protected by thin and extremely narrow screens, staggered in parts and of varying vertical extensions, eventually rising up to envelop just part of the sky. The structure is indeed bold and daring, but quite reasonable nonetheless, considering the technology now available; and it has also been built rather quickly. The pattern of vital wind-braces has been kept on the inside, although it is still clearly visible given the diaphanous nature of the building. This creates an interesting variety of textures, not so common with buildings like this, which, apart from the odd rare exception, inevitably yield to the dictates of curtain facades. The leit-motif of the composition is openly avowed. During the daytime, light flows inwards as if to feed the building and at the same time it is reflected back in sharp flashes, depending on the day of day and year, towards the surrounding countryside. At nighttime, it emits striking light signals and information, turning into a sort of huge multi-coloured stele standing out on its setting. Indeed, it might well be said that the tower itself turns into a setting, revealing its contents and inhabitants, and the various functional features rising up from level to level are like the pulsating organs of a living body. A sort of huge three-dimensional table of architectural anatomy, whose circulation system is composed of flowing lights. Something dream-like seems to slip the project into a world which might be possible some day in the future, but not yet. But this is not the case. The decision to make light a key player is not just artistic, it is also backed up by meticulous surveys into what is now readily available: lighting sources and appliances are usually put to terribly reductive uses, at least most of the time. Striking possibilities enclosed and impoverished in the non-spaces produced by routinely working in terms of typologies, so that any qualitative diversity they might possess is virtually wiped out (deliberately we might even say). They are put to the most narrow-minded uses: a sort of cultural shabbiness of growing stature, that architecture struggles to cope with, so that it often ends up retreating itself into rather backward realms. There are some sophisticated gadgets and mechanisms, but not too many: LEDs and dynamic coloured light inject evening and nighttime life into the tower’s outside surfaces, sending out poetic signals and all the information required; inside, up at the top, there are a number of coloured sections. But perhaps the most elegant thing of all is the use made of special light sources designed to prevent the glinting and reflections that make it so uncomfortable to work for long periods at video terminals. And there are literally thousands of them here in what is basically one big office. This turns all the levels into one powerful body with its own unmistakable lighting. Reasoning in terms of identity, the results of this unconventional design procedure are quite remarkable; and they open up paths that deserve to be taken with real passion. And there is also special attention to the building’s softer connotations, ranging from its relations to the ground to the care taken over its micro-climate. Viewed overall and despite the obvious and enormous differences, there is something about the building that calls to mind Ponti’s much-loved Pirelli skyscraper. Perhaps more than just something. Praise indeed. Maurizio Vogliazzo 52 l’ARCA 205

Plan of a standard floor. Below, detail of the façade and rendering of the tower from above.

Vista frontale della torre con in evidenza la facciata vetrata con struttura leggera. Grazie ai materiali utilizzati, la torre interagirà col paesaggio urbano sia di giorno che durante la notte. Di giorno, all’interno degli uffici, vengono adottati apparecchi di illuminazione che abbattono i problemi di abbagliamento e riflesso e riproducono le caratteristiche della luce solare.

Front view of the tower showing the glass façade with its light structure. Thanks to the material sused, the tower will interact with the cityscape both during the day and at night. During the daytime, special lighting devices are used to prevent glinting effects and reflections and reproducing the features of sunlight.

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Lab Architecture Studio

Compenetrazione e segmentazione

Lab Architecture

SOHO Shang Du, Beijing

S

Credits Project: Lab Architecture Studio Developer: SOHO China

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barcheranno presto nell’onnivora Cina i volumi haute couture predisposti da Lab Architecture Studio per i 172.000 metri quadri del progetto SOHO Shang Du: quartiere degli affari di Beijing. Un’area a sviluppo speciale che si vorrà gremita all’inverosimile e farneticante, da cui forse pianificheranno impassibili, a colpi di migliaia di container, l’invasione delle nostre contrade attonite o anche solo il paventato sequestro strategico delle materie prime su scala planetaria. In attesa di scoprire come e con cosa ricambiare tale immane vitalità produttiva a basso costo sarebbe bene, prima di dare in escandescenza colti da isteria doganale, provare a ritagliarsi un posto nel campo delle idee. Pensare che ai tempi nemmeno tanti remoti di “Documenta X” Bruce Mau e Rem Koolhaas presentarono (COED©) – City of Exacerbated Difference© –, uno studio davvero incisivo condotto ad Harvard sul futuro istantaneo, all’alba del XXI secolo, di una metropoli del già favoloso Catai – Pearl River Delta; spiccava, tra foto a doppia pagina con sovrapposto testo zeppo di copyright, un grafico in cui, a dispetto di quanto si costruiva, gli architetti cinesi brillavano per assenza. Un sub-continente in espansione esponenziale, persone a miliardi e nemmeno un architetto negli immediati paraggi. Da non credere. La Cina, esportatrice massima, importa progetti e progettisti, da là le opere eseguite si ripercuotono quaggiù, in una messa a nudo dell’inerzia regnante che a tratti e al confronto potrà apparire persino assennata. Nel frangente tanto vorticoso che la Cina affronta, l’architettura per cui propende Lab architecture studio sarà parsa consona, asiatica, se non cinese almeno cinetica. In fasi di crescita quasi illimitata non sembra difficile identificarsi spontaneamente con ipotesi altrettanto euforiche. L’alleanza tra ricerca e commesse di tale mole se spiazza e rende vano il dibattersi abituale spiega per reciprocità il senso oggi riposto nell’architettura. Il Lab Architecture Studio è in prima linea, partecipa ai concorsi internazionali più impegnativi, magari vincendoli o segnalandosi, in scia con il successo di quella terrificante e pluri-premiata Federation Square di Melbourne a cui è possibile rifarsi per provare a cogliere i caratteri di questo progetto pechinese, appena più morigerato. I grandi blocchi dell’infilata, sfaccettati, non retti, vibranti in superficie, traversati da linee di forza spezzate, diagonali; una volta costruiti propenderanno per gli origami d’ispirazione o prevarrà, come nei rendering, l’impressione che non si tratti tanto di nervature ma di veri e propri tagli? Saranno volumi intelligenti a bella posta, definiti ingegnosamente senz’altra ragione da pieghe strutturali per grandi triangoli e trapezi o prevarrà più eversiva una volontà sezionatrice antitetica, da kung-fu edilizio? Probabilmente si perseguiranno entrambe le cose, già nelle simulazioni notturne gli edifici sono percorsi da grandi segmenti di luce: coscienziosamente intendono manifestare le pieghe costitutive, ma sembrano anche avere il recondito scopo di mostrare come sia per miracolo che simili costruzioni frammentate non si disfino sotto i nostri occhi, rivelandone un’innata predisposizione d’anima. Resta da chiedersi se questa diatriba sia mai condivisibile. La committenza al momento decisivo avrà dovuto ricorrere alla geomanzia? Evidentemente la doppiezza in questo particolare caso è da considerarsi di buon auspicio, la forza propria trattenuta deve essere risultata superiore a quel che si vuole far apparire. Ma se tornassimo a Melbourne in Federation Square (l’Arca 188) risorgerebbe il sospetto che anche a SOHO Shang Du si tratti di questi edifici-rizoma che crescono in tutte le direzioni, puntuti, difformi, lucidamente deliranti, affastellati al limite della coesione che una costruzione dovrebbe avere per definirsi tale. Come se, con speciale fermo immagine, si fosse riusciti a trattenere l’architettura nell’istante stesso in cui esplode. Decio Guardigli

T

he haute couture structures designed by Lab architecture studio for the 172,000 square metre SOHO Shang Du project are about to land in all-consuming China: this is the main business district in Beijing or Peking as it used to be known. A special development area that is bound to be buzzing with frenetic activity, from where plans will perhaps be made, armed with thousands and thousands of containers, to invade our own dumbstruck lands or perhaps they will just settle, as many fear, to strategically abscond raw materials on a planetary scale. While waiting to see how and with what means we manage to deal with all this immense low-cost production vitality, and before we lose our cool of all this hysterical trading, it might be worth trying to come up with some ideas. To think that not so long ago back in the days of “Documenta X” Bruce Mau and Rem Koolhaas presented (COED©) – City of Exacerbated Difference© –, a truly striking study carried out at Harvard into the instantaneous future, right at the dawning of the 21st century, into a metropolis of the already fabulous Catai – Pearl River Delta; amongst the double-page photos covered with texts full of copyrights, you could not help noticing the graphics which showed, despite all the building work going on, that Chinese architects were striking for their absence. A sub-continent growing at an exponential rate full of over a billion people but not even one architect to be seen. Quite unbelievable. China the great exporter, actually imports projects and their designers, works carried out over there have repercussions over here, as the general state of inertia is revealed in all its quite overwhelming proportions. During this dazzling period China is going through, the architecture designed by Lab architecture studio must have seemed quite fitting and Asian, if not Chinese then at least kinetic. At a time of almost boundless growth, it is not hard to identify with such euphoric ideas. The alliance between research and commissions on such a grand scale may be quite disconcerting and make all the usual debate seem quite pointless, but in its own way it explains the sense of modern-day architecture. Lab architecture studio is out on the front line, taking part in the most tricky international competitions, sometimes even winning them or receiving mentions, in wake of the success of that staggering multi award-winning Federation Square in Melbourne, which may be taken as a yardstick for trying to grasp the basic features of this Beijing project, which is only a little more sober and austere. Huge multi-faceted none-straight blocks vibrating on the surface, cut through by broken diagonal lines of force; once they are built, will they look more like the origami patterns inspiring them or will we get the impression, as in the renderings, that these are not so much nerves as authentic cuts? Will they be smartly installed structures, ingeniously designed like structural folds for big triangles and trapeziums or will a more subversive sense antithetical kung-fu building come to the fore? Probable both, since even the nighttime simulations show how the buildings are shot through by large segments of light: consciously intended to reveal the constitutive folds, but also apparently serving the hidden purpose of showing how, almost miraculously, fragmented constructions like this do not fall apart before our very eyes, revealing their innate disposition. It remains to be seen whether this diatribe wins approval. At the opportune moment, will the client be forced to revert to geomancy? Evidently, in this case duplicity is a good omen, there must be more underlying force than we are supposed to believe. But returning to the Federation Square (l’Arca 188), we might get an inkling that SOHO Shang Du features more of these rhizomebuildings growing in all directions, pointed, deformed, lucidly delirious, and piled together to the point of cohesion as is only fitting for a building worthy of that name. As if a special snapshot had managed to freeze the architecture just as it was about to explode.

Schizzo preliminare di una delle torri dell’intervento denominato SOHO Shang Du, un’area di Beijing di 170.000 mq a in cui verrà realizzato un quartiere a uso misto.

Preliminary sketch of one of the towers belonging to the SOHO Shang Du project in a 170,000-square-metre area of Beijing where a multi-purpose neighbourhood is going to be built.

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Rendering delle torri, caratterizzate da una superficie di vetri disposti con varie angolazioni.

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Rendering of the towers, whose surface of glass panels are arranged at various different angles.

Planimetria generale dell’intervento, che prevede la realizzazione di un edificio basso contenente una

galleria commerciale con 37.000 mq di spazi vendita e due torri: una destinata a uffici e una a residenze.

Site plan of the project involving the construction of a low-level building holding a 37,000-square-metre

shopping arcade and two towers: one containing offices and one for residencies.

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Nella pagina a fianco, studi per la definizione della geometria delle facciate delle torri, diagrammi per la definizione della circolazione all’interno della galleria commerciale e rendering dell’esterno della galleria commerciale. A sinistra, particolari del modello e, in basso, rendering con prospettiva dalla strada.

Opposite page, studies for the geometric design of the facades of the towers, diagram for setting out the circulation paths through the inside of the shopping arcade and rendering of the outside of the shopping arcade. Left, details of the model and, bottom, rendering showing a perspective from the road.

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La nuova visione

Three Competitions for Tirana Viste del modello del progetto urbanistico per il centro di Tirana, presentato da Architecture Studio e sul quale si innestano i progetti di edifici illustrati nelle pagine successive.

Views of the model for the urban master plan of the town centre of Tirana, designed by Architecture Studio, on which the three projects illustrate hereafter are inserted.

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A

Tirana la sensazione che si ha è quella di trovarsi in un cantiere di idee che iniziano a prendere forma vertiginosamente. Finita la ripresa emergente quando i colori diedero luce all’inizio del processo di cambiamento, finalmente si cerca di diventare più sofisticati alla ricerca di una contemporaneità europea. Nel 2003 l’ambizioso progetto dei francesi di Architecture Studio vinse il concorso internazionale per la riqualificazione del centro storico della città; fra i finalisti vi erano anche gli inglesi Bolles & Willson e gli olandesi Mecanoo. In questo contesto si sono svolti recentemente tre concorsi di idee promossi dall’amministrazione di Tirana e dal noto sindaco Edi Rama su tre siti situati al centro del nuovo piano urbanistico dove si concentrano cinque torri poste in entrambi i margini dell’asse storico progettato da Armando Brasini. Lo schema organizzativo prevedeva la partecipazione di tre studi esteri più uno albanese, invitando così a far parte di questo processo anche la realtà progettuale locale. Importanti studi europei hanno presentato i loro progetti davanti a giurie composte da personalità del settore. Nel primo concorso hanno partecipato HLT Henning Larsens Tegnestue (Danimarca), EEA Erick van Egeraat associated architects (Olanda), MAP in collaborazione con Jose M. Acebillo (Spagna), EDIL al-il in collaborazione con Ettore De Lellis (Albania). Si trattava di un complesso urbano con funzioni miste – commerciale, terziario e residenziale – affacciato alla piazza centrale e composto, secondo le direttive del concorso, da una base di 9 piani che rispettasse l’altezza dell’edificio storico della Banca d’Albania di Vittorio Morpugo e da un altro elemento a torre alto 85 metri. Lo studio danese HLT Henning Larsens Tegnestue, autore dell’Opera House di Copenhagen, è stato giudicato vincitore con il progetto “Eyes of Tirana”, ispirato proprio dalla posizione centrale

del complesso che costituisce un punto focale verso la città, occhi che guardano verso la piazza, le montagne e il cielo. Il progetto propone due corpi bassi a “L” e a corte verso la piazza e intorno a un terzo corpo a torre, il tutto connesso da passaggi sospesi e gallerie sotterranee. Il punto di forza del progetto è la proposta di architetture che si intrecciano con la realtà urbana, inglobandola e nello stesso tempo diventando parte di essa. Un'oasi nel centro della città, scandita lungo tutto il volume dall’alternanza di sottrazioni che vengono sostituite dalla presenza massiccia del verde e dell’acqua, formando così un sistema di zone climatiche al suo interno, fatto di grandi atri e spazi urbani. La torre monumentale di 26 piani aumenta di perimetro dalla base verso la parte superiore offrendo una maggiore superficie panoramica alle residenze e al ristorante dell’ultimo piano. Uffici e negozi sono distribuiti nei piani bassi lungo tutto il complesso. Al secondo concorso hanno partecipato 51N4E (Belgio), Architecture Studio (Francia), Sadar Vuga (Slovenia), Atelier 4 (Albania). Il sito è situato nella parte est del centro storico: una tipologia a torre che, come nel primo concorso, doveva ospitare funzioni miste e rispettare un’altezza massima di 85 metri oltre a una serie di altre indicazioni dettate dal piano urbanistico, come l’altezza della base non superiore ai 18.8 metri per essere in linea con gli edifici storici intorno al sito. “La prima cosa da fare è dimenticare quello che tu pensi di sapere dell’Albania”, perché “per sviluppare una rinascita di Tirana bisogna confrontarsi con la realtà…”. Parte da questa fondamentale osservazione l’analisi dei giovani belgi del 51N4E che hanno vinto il concorso proponendo un progetto originale, risultato di un’attenta riflessione sul delicato

carattere locale e globale dell’architettura. L’edificio si orienta intorno al parco esistente a sud che fa da urban foyer alle entrate dalla via pedonale di fronte. Un quarto di cupola scavata nella base avvolge il monumento antico adiacente Varri i Kapllan Pashës, valorizzandolo e creando un piacevole angolo di sosta. La base ospita spazi commerciali accessibili da una galleria interna aerata, palestre e centri fitness nei piani superiori e in contatto visivo con l’esterno. La pianta della torre che offre aree per uffici, studi e appartamenti, parte da un cerchio che transita verso l’alto fino a diventare un quadrato nell’ultimo piano dove si concepisce un salone panoramico a doppio livello e un patio all’aperto. La facciata è costituita da una struttura portante di elementi diagonali in calcestruzzo, materiale diffuso nel Paese, che si incrociano aumentando la prestazione antisismica della torre. Seguendo il diagramma solare lo spazio fra gli elementi si chiude man mano che si procede verso nord, lasciando posto solo al ritmo delle aperture delle finestre. Sopra questo layer strutturale si aggiunge una schermatura fatta di piccoli elementi di terracotta, un altro materiale locale, che assemblandosi danno forma a una superficie semichiusa che filtra la luce e che viene scandita dalle aperture delle finestre che diventano sempre più ampie verso gli ultimi piani. Il risultato finale è una facciata che enfatizza il volume verso l’esterno ma che lascia spazio nell’interno alla formazione di una molteplicità di ambienti come logge, logge schermate, ambienti vetrati o a finestre. Al terzo concorso hanno partecipato MVRDV (Olanda), Mario Bellini Associati (Italia), Valerio Olgiati (Svizzera), NJ.P.RR (Albania). Il sito Toptani è situato a sud-est fra due parchi, ai piedi della serie delle torri. I progetti dovevano creare una piazza interna

oltre a rispettare un’altezza massima di 7 piani e garantire un programma funzionale misto. MVRDV vince soprattutto con un concept convincente. Prendono i volumi previsti dal piano regolatore, li uniscono creando una massa unica e alla domanda se considerare il progetto una piazza o un edificio rispondono presentando entrambe le cose, modellando la massa con plasticità fino a renderla una forma ibrida, anzi un’icona all’entrata del centro storico, una promiscuità di spazi pubblici e privati che si rispettano l’un l’altro e che si intrecciano con naturalezza. La plasticità della forma si realizza grazie a una conchiglia di calcestruzzo che parte da quattro “piedi” che si prendono carico degli spostamenti verticali: dal livello -2 del parcheggio, allargandosi verso la salita, attraversano il livello -1 di shopping ed emergono in superficie fino a unirsi del tutto, creando in coppie delle gallerie diagonali e insieme una piazza interna dove convergono le gallerie. Delle aperture cilindriche dall’alto animano di fasce di luce questo spazio ondulato dove si affacciano le finestre degli uffici e abitazioni soprastanti. Nella parte esterna la massa si lascia andare alle forze della gravità inclinandosi fino a toccare il livello terra e diventando una estensione dei parchi che la circondano. Lungo questa superficie sbucano le finestre degli ambienti ospitati. La superficie orizzontale che rimane si trasforma in un terrazzo verde pubblico. Questi tre progetti sicuramente rendono più chiara la visione che Tirana offre a se stessa e al mondo, una città, che finalmente rientra a far parte della mappa dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea. Olsi Bocka

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HLT Henning Larsens Tegnestue

Il nome del progetto di HLT, “Eyes of Tirana”, è ispirato dalla locazione centrale del complesso che costituisce un punto focale verso la città. Il progetto propone due corpi bassi a “L” e a corte verso la piazza e intorno a un terzo corpo a torre, il tutto connesso da passaggi sospesi e gallerie sotterranee. Dall’alto, schizzi preliminari, pianta del piano terra, rendering della facciata sulla piazza.

The HLT’s project entitled “Eyes of Tirana” is inspired by the complex’s central location that provides a focal point towards the city The project involved two low “L”-shaped courtyard constructions over by the square and around a third tower block, all connected together by suspended walkways and underground passage ways. From the top, preliminary sketches, plan of the ground floor, rendering of the façade looking on the square.

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I

n Tirana you get the feeling of being in the middle of a huge workshop of ideas that are suddenly beginning to take shape. Now that the period of emerging recovery is over, when colours first cast light on the start of the process of change, there are finally signs of a more sophisticated attempt to try and create a cutting-edge European city. In 2003 an ambitious project designed by the French firm Architecture Studio won an international competition to redevelop the old city centre; the finalists also included the British firm Bolles & Wilson and the Dutch team Mecanoo. This is also the context in which three ideas competitions were recently organised by the Tirana City Council, and its well-known major Edi Ramam, for three sites in the midst of a new urban master plan constructed around five towers located at each end of the

old thoroughfare designed by Armando Brasini. The idea was to invite three foreign firms to take part, plus a team from Albania so that local enterprise also got the chance to get involved in the design process. Important European firms presented their projects to juries composed of leading figures in the sector. The first competition was entered by HLT Henning Larsens Tegnestue (Denmark), EEA Erick van Egeraat associated architects (Netherlands), MAP in partnership with Jose M. Acebillo (Spain), and EDIL al-il in partnership with Ettore De Lellis (Albania). The project was for an urban complex with mixed functions – commercial, services and housing – facing onto the central square and composed, as specified in the competition guidelines, of a 9-storey base fitting in with the height of the historical old Bank of Albany building designed by Vittorio Morpugo and another 85-metre-tall tower block.

The Dutch firm HLT Henning Larsens Tegnestue, which designed the Copenhagen Opera House, adjudicated the competition with its project entitled “Eyes of Tirana”, inspired by the complex’s central location that provides a focal point towards the city, eyes looking over towards the square, mountains and skies. The project involved two low “L”-shaped courtyard constructions over by the square and around a third tower block, all connected together by suspended walkways and underground passage ways. The project’s strong point is the way the works of architecture weave into the cityscape, enveloping it and at the same time becoming part of it. A haven in the city centre, marked by the way plenty of greenery and water have been landscaped into the structure to form climatic zones on the inside composed of large lobbies and urban spaces. The monumental 26-storey tower widens as it extends up

from the base to provide residents with a wide panoramic area and a top-floor restaurant. Offices and shops are spread over the lower floors along the entire complex. The second competition was entered by 51N4E” (Belgium), Architecture Studio (France), Sadar Vuga (Slovenia), and Atelier 4 (Albania). The site is located to the east of the old city centre: a tower design, which, as in the first competition, was supposed to host mixed functions and not exceed a maximum height of 85 metres, also complying with a set of further guidelines dictated by the master plan and a base height of no more than 18.8 metres to fit in with the other old buildings around the site. “The first thing to do is to forget everything you think you known about Albania”, because “to redevelop Tirana you need to face up to reality…”. This is the grounding assumption taken by the young BelL’edificio si propone come un’oasi nel centro della città, scandita lungo tutto il volume dall’alternanza di sottrazioni che vengono sostituite dalla presenza massiccia del verde e dell’acqua, formando così un sistema di zone climatiche al suo interno, fatto di grandi atri e spazi urbani. La torre monumentale di 26 piani aumenta di perimetro dalla base verso la parte superiore offrendo una maggiore superficie panoramica alle residenze ed al ristorante dell’ultimo piano. Uffici e negozi sono distribuiti nei piani bassi lungo tutto il complesso. In basso, sezione longitudinale.

The building aims to be a sort of “haven” in the city centre, marked by the way plenty of greenery and water have been landscaped into the structure to form climatic zones on the inside composed of large lobbies and urban spaces. The monumental 26-storey tower widens as it extends up from the base to provide residents with a wide panoramic area and a top-floor restaurant. Offices and shops are spread over the lower floors along the entire complex. Bottom, longitudinal section.

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51N4E L’edificio dello studio belga 51N4E si orienta intorno al parco esistente a sud che fa da urban foyer alle entrate dalla via pedonale di fronte. Un quarto di cupola scavata nella base avvolge il monumento antico adiacente Varri i Kapllan Pashës, valorizzandolo e creando un piacevole angolo di sosta. La base ospita spazi commerciali accessibili da una galleria interna aerata, palestre e centri fitness nei piani superiori e in contatto visivo con l’esterno. La pianta della torre che offre aree per uffici, studi e appartamenti, parte da un cerchio che transita verso l’alto fino a diventare un quadrato nell’ultimo piano dove si concepisce un salone panoramico a doppio livello e un patio all’aperto. A fianco, prospetti, vista assonometrica della piazza, piante di piani tipo e rendering di un ufficio interno.

The building designed by the Belgian firm 51N4E is constructed around an old park to the south that acts as an urban foyer at the entrances from the front pedestrian way. A quarter of a dome dug out of the base wraps around the old monument next to Varri i Kapllan Pashës, embellishing it and creating a quiet little corner. The base holds shopping spaces, that can be entered along an air-conditioned inside arcade, and fitness centres on the upper floors in direct visual contact with the outside. The tower plan offering areas for offices, studios and apartments starts from a circle rising up to form a square on the top floor, where there is also a double-level observation lounge and an outdoor patio. Top, elevations, axonometry view of the square, plans of typical floors, and rendering of one of the internal offices.

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gians at 51N4E, who won the competition with an original design based on a careful analysis of the delicate local/global nature of architecture. The building is constructed around an old park to the south that acts as an urban foyer at the entrances from the front pedestrian way. A quarter of a dome dug out of the base wraps around the old monument next to Varri i Kapllan Pashës, embellishing it and creating a quiet little corner. The base holds shopping spaces, that can be entered along an air-conditioned inside arcade, and fitness centres on the upper floors in direct visual contact with the outside. The tower plan offering areas for offices, studios and apartments starts from a circle rising up to form a square on the top floor, where there is also a double-level observation lounge and an outdoor patio. The façade is formed of a bearing structure with diagonal con-

crete elements, a material found all over the country, that criss-cross to increase the tower’s anti-seismic properties. Following the sun’s path, the space between the elements gradually closes towards the north, with nothing remaining but the pattern of widow apertures. Above this structural layer, there is screening composed of small terra-cotta features, another local material, which knit together to form a semi-closed surface filtering the light and constructed around the window apertures that are wider on the upper levels. The net result is a façade emphasising the structure facing outwards, while also leaving room inside for an array of different environments such as loggias, shielded loggias, glazed rooms and rooms with windows. The third competition was entered by MVRDV (Netherlands), Mario Bellini Associati (Italy), Valerio Olgiati (Switzerland), and NJ.P.RR (Albania). The Toptani site is situated to the south-east

between two parks, at the foot of a set of towers. The projects were designed to create an inner plaza and keep within a maximum height limit of 7 stories, while catering for a mixed functional programme. MVRDV mainly won for its convincing concept. It takes the structures referred to in the master plan and combines them together to create one single mass. Asked whether the project is for a plaza or building, the team will tell you it is both, shaping the mass with sculptural fluency to make it a hybrid form or even an icon at the entrance to the old city centre, a promiscuous combination of public and private spaces that respect each other and weave together naturally. The sculptural nature of the form is created by a concrete shell that begins from four “feet” injected with energy by vertical motion: from the parking spaces at level -2 widening as they rise up through

the shopping facilities at level -1 until they emerge on the surface to compose one single unit, jointly forming diagonal passage ways and an inner plaza where the passage ways converge. This undulating space is brightened up by strips of light flooding in through cylindrical apertures at the top and is surrounded by the windows of the offices and flats above. On the outside the mass submits to the force of gravity, tipping over until it touches the ground and turning into a continuation of the surrounding parks. The windows of the inside premises emerge along this surface. The remaining horizontal surface turns into a public landscaped terrace. These three projects certainly combine to help provide the world with a clearer vision of Tirana as it sees itself, a city that is finally back on the modern-day architectural and town-planning map. Olsi Bocka

Fotomontaggio della torre sulla piazza. La facciata è costituita da una struttura portante di elementi diagonali in calcestruzzo, materiale diffuso nel paese, che si incrociano aumentando la prestazione antisismica della torre. Seguendo il diagramma solare lo spazio fra gli elementi si chiude man mano che si procede verso nord, lasciando posto solo al ritmo delle aperture delle finestre. Sopra questo strato strutturale si aggiunge una schermatura fatta di piccoli elementi di terracotta, un altro materiale locale, che assemblandosi danno forma a una superficie semichiusa che filtra la luce e che viene scandita dalle aperture delle finestre che diventano sempre più ampie verso gli ultimi piani. Il risultato finale è una facciata che enfatizza il volume verso l’esterno ma che lascia spazio nell’interno alla formazione di una molteplicità di ambienti come logge, logge schermate, ambienti vetrati o a finestre.

Photomontage lookin on the square. The façade is formed of a bearing structure with diagonal concrete elements, a material found all over the country, that crisscross to increase the tower’s anti-seismic properties. Following the sun’s path, the space between the elements gradually closes towards the north, with nothing remaining but the pattern of widow apertures. Above this structural layer, there is screening composed of small terra-cotta features, another local material, which knit together to form a semi-closed surface filtering the light and constructed around the window apertures that are wider on the upper levels. The net result is a façade emphasising the structure facing outwards, while also leaving room inside for an array of different environments such as loggias, shielded loggias, glazed rooms and rooms with windows.

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MVRDV

Il progetto dello studio olandese per una piazza multilivello e multifunzione si caratterizza per la plasticità formale che lo evidenzia come nuova icona della capitale albanese. Una conchiglia di

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calcestruzzo parte da quattro “piedi” che si prendono carico degli spostamenti verticali: dal livello -2 del parcheggio, allargandosi verso la salita, attraversano il livello -1 di shopping ed emergono in

superficie fino a unirsi del tutto, creando in coppie delle gallerie diagonali e insieme una piazza interna dove convergono le gallerie. Delle aperture cilindriche dall’alto animano di fasce di luce questo

spazio ondulato dove si affacciano le finestre degli uffici e abitazioni soprastanti. Nella parte esterna la massa si lascia andare alle forze della gravità inclinandosi fino a toccare il livello terra e diventando una

estensione dei parchi che la circondano. Lungo questa superficie sbucano le finestre degli ambienti ospitati. La superficie orizzontale che rimane si trasforma in un terrazzo verde pubblico.

The sculptural nature of the form, characterizing the project of the Dutch studio for a multilevel and multifunction square in Tirana, is created by a concrete shell that begins from four “feet” injected

with energy by vertical motion: from the parking spaces at level -2 widening as they rise up through the shopping facilities at level -1 until they emerge on the surface to compose one single unit, jointly forming

diagonal passage ways and an inner plaza where the passage ways converge. This undulating space is brightened up by strips of light flooding in through cylindrical apertures at the top and is surrounded by

the windows of the offices and flats above. On the outside the mass submits to the force of gravity, tipping over until it touches the ground and turning into a continuation of the surrounding parks. The

windows of the inside premises emerge along this surface. The remaining horizontal surface turns into a public landscaped terrace.

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A I C H I E X P O 2005 D

Saggezza della natura

a sempre le Esposizioni universali presentano il meglio della produzione mondiale, proiettandolo però nel futuro, più che nel presente. La loro funzione è stata fin dall’inizio quella della catalogazione di ciò che è possibile, ma non ancora attualizzabile: esse guardano, nella coreografia degli spettacoli espositivi, al domani, per il quale l’oggi è già da tempo sorpassato. La recente Expo di Aichi, in Giappone, non è stata l’eccezione alla regola. Il tema che si era posta, “La saggezza della natura”, è stato correttamente inteso nei suoi due versi: vivere secondo natura ha il suo rovescio nell’apprendimento delle tecniche naturali per far progredire quelle artificiali, in uno scambio che promette un bilancio in pareggio. Si può imparare dalla natura a vivere rispettandola, sfruttandone i principi per creare tecniche che non la alterino, ma lascino al contrario crescere il genere umano facilitandone l’esistenza e l’ambiente di vita. Lungo questa linea d’orientamento, ad Aichi si sono in genere disposte le varie proposte nazionali, con le loro scenografie intese a esaltare le rispettive produzioni. Ma le posizioni di punta sono state assunte dalla rappresentanza giapponese, che ha sciorinato gli ultimissimi esiti di una ricerca sempre più sofisticata. La jazz band composta da androidi può forse suscitare ancora gli antichi timori per il “robot” già garbatamente irrisi cinquant’anni fa da Isaac Asimov, ma ha fornito indicazioni informatiche e cibernetiche sulle quali le future generazioni potranno saggiare nuovi modelli di lavoro; e le unità di trasporto individuali, mosse dall’energia elettrica e adattabili alla mobilità urbana come a quella extra urbana, si sono poste all’orizzonte come traguardi raggiungibili prima o poi grazie a tecniche messe a punto fin d’ora. Il giudizio espresso da un altissimo rappresentante della Toyota (cui si devono per l’appunto queste realizzazioni), secondo il quale la ricerca e la produzione sono oggi molto più avanti dei mercati, deve far riflettere: le scelte finali spettano pur sempre alla cultura e alla società, le quali però devono mettersi in condizione di valutarne i vantaggi e la portata. Per giudicare occorre conoscere, e per conoscere bisogna sperimentare. L’esempio avrebbero dovuto darlo proprio i padiglioni nazionali, destinati a esporre le proprie ricerche in una visione marcatamente culturale, ma in genere non si è andati oltre le normali strategie espositive. Perfino il padiglione francotedesco, che tentava una visione più marcatamente “politica”, si è limitato a proporre l’unità del contenitore e la separatezza dei contenuti. Il padiglione italiano ha insistito sul concetto nazionale della “qualità della vita”, mettendo in primo piano le “emozioni”. La luce, l’acqua, l’ambiente, la storia, il piacere del vivere ne sono stati gli elementi portanti: più che gli oggetti, contano le sensazioni, che rinviano a modelli di esistenza nei quali è meno difficile che altrove rinvenire la vera “saggezza della natura”. La “misura”, la “danza”, il “piacere” e il “dono” ne hanno formato il reticolo progettuale, destinato a sprigionare suggestioni attraverso le quali cogliere la qualità del rapporto con le cose, più che la specificità delle cose stesse. Il messaggio è stato dunque quello di una classicità continuamente rinnovata, riproponibile in una postmodernità – o, se si preferisce, in una surmodernità – che sembra apprezzarne proprio i dati essenziali. Alla “tecnica per vivere” si oppone la “tecnica del vivere”, alla quale nessuno potrà negare una “saggezza” storica, oltre che naturale. Così la struttura architettonica dello spazio si è articolata in una serie di episodi espositivi, didattici ed estetici, il cui carattere è risultato spontaneamente narrativo, se non addirittura affabulatorio. Il modello teatrale, implicito in ogni esposizione, ha giocato qui tutte le sue possibilità di seduzione e d’incanto – sicut erat in votis. Da un punto di vista espositivo, il risultato è più che soddisfacente. E non è detto che il messaggio in esso implicito non possa fare a modo suo da contrappeso al vertiginoso avanzare della tecnologia e della scienza. Maurizio Vitta

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A I C H I E X P O 2005 Viste della Aichi Expo 2005 (www1.expo2005.or.jp), dedicata al tema “Saggezza della natura” e aperta nella città giapponese nei pressi di Nagoya fino al 25 settembre. In queste pagine, in senso orario da sinistra in alto: alcuni momenti delle sfilate di costumi tradizionali giapponesi, il sistema di ovovia che collega le varie aree dell’Expo, vista dall’alto dell’area dedicata al Giappone con il Padiglione del Giappone Nagakute di cui Sadao Watanabe è stato il coordinatore e direttore generale e la Torre della Terra concepita dall’artista Fumiya Fujii, una delle bici-taxi, elementi arredo urbano, il Global Tram elettrico a tre carrozze, vista dell’ovovia, particolari delle aree comuni esterne, il Padiglione del Canada progettato dal consorzio di tre studi: Lunny International, Lambert International e I-mmersion di Toronto.

Views of Aichi Expo 2005 (www1.expo2005.or.jp) devoted to the “Wisdom of Nature” and running in this Japanese city near Nagoya through to 25th September. These pages, clockwise from top left: excerpts from the processions in traditional Japanese, the cable car system connecting the various areas of Expo, seen from above the area devoted to Japan with the Nagakute Japanese pavilion whose project was coordinated and beaded by Sadao Watanabe and the Earth Tower designed by the artist Fumiya Fujii, one of the biketaxis, urban furbishing elements, the threelane electric Global Tram, view from the cable car, details of the communal outside areas, the Canadian Pavilion designed by a consortium of three firms: Lunny International, Lambert International and I-mmersion.

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W

Nature’s Wisdom

orld Fairs have always been a showcase for world production, projecting it more into the future than the present. Ever since the beginning, they have set out to outline what is possible but not yet actually in act: these spectacular exhibition events look to tomorrow, meaning that for them today is already in the past. The recent Aichi Expo in Japan was not exception to this rule. The exhibition theme, “The Wisdom of Nature”, was interpreted properly in both its connotations: living naturally has its flipside in learning natural techniques for developing artificial methods, as part of an exchange that promises to create a balance. Nature can teach us how to live in harmony with it, exploiting its principles to create techniques that do not alter it, actually letting mankind grow, making life easier and improving the environment in which we live. These were the basic lines along which the various nations attending the Aichi Expo set out their products in installations designed to present them in the best possible light. But it was Japan’s contribution that really caught the eye, as it displayed the latest results of increasingly sophisticated research. The jazz band of androids might once again conjure up old fears about robots, that Isaac Asimov was so derisive about fifty years ago, but it also provided indications about computer technology and cybernetics that will open up prospects for the working environment of the future that will certainly affect the younger generations; and personal means of electric transport ideal for moving around both in and outside towns and cities are now objectives that will be achieved sooner or later thanks to the latest technology. The opinion of a top delegate from Toyota (responsible for these designs), according to whom research and production are now well ahead of the markets, gives us cause to reflect: the final decisions will ultimately lie with culture and society, which must however be in a position to assess the benefits and sheer scope of these developments. Assessing called for knowledge and you must experiment to really understand something. The example really ought to have been set by the national pavilions, designed to display their own research from a distinctly cultural viewpoint, but generally speaking there was no attempt to go beyond ordinary exhibition strategies. Even the French-German pavilion, which opted for a more distinctly “political” vision, merely presented a container and its separate contents. The Italian pavilion focused on the national concept of “quality of life”, bringing “emotions” to the fore. Light, water, the environment, history and the pleasures of life were the key ideas: its sensations rather than objects that count, evoking ways of life in which it is less difficult than elsewhere to find the “wisdom of nature”. “Measure”, “dance”, “pleasure” and “giving” formed the design framework for displaying the value and importance lying in relations with things, rather than the specific things themselves. The underlying message was constantly updated classicism, reproduced in a form of postmodernity – or, if your prefer, a super-modernity – which seems to appreciate its essential features. The “technique for living” is opposed to the “technique of living”, that nobody can deny has historical as well as natural “wisdom”. The architectural structure of space is arranged in a sequence of exhibition, educational and aesthetic episodes, whose nature is spontaneously narrative, not to say confabulatory. The theatricality inherent in all exhibitions expressed its full potential for seduction and charm here. From an exhibition viewpoint, the outcome is more than satisfactory. And it may well be that its implicit message might be able to counterbalance the breathtaking progress under way in science and technology. Maurizio Vitta

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Germania e Francia hanno deciso di partecipare all’Expo con un padiglione comune, progettato da Sylvain Dubuisson. E’ il più grande tra quelli dei Paesi partecipanti con una superficie di 3.240 mq. Il padiglione è diviso in due parti, che attestano le diverse identità delle due nazioni, con una parte centrale comune. Da sinistra, l’installazione del team diretto da Peter Schall realizzata con i software CATIA e DELMIA per Dassault Systèmes, una simulazione 3-D con migliaia di petali retroilluminati la cui costruzione è la dimostrazione dell’applicazione del progetto e del calcolo digitale; al centro, la facciata del Padiglione; a destra, l’Interactive Forum.

Germany and France have decided to take art in Expo with a joint pavilion designed by Sylvain Debuisson. It is the biggest of all the countries taking part with a surface area of 3,240 square metres. The pavilion is divided into two parts to reflect the two countries’ different identities, with a joint central section. From left, the installation by the team directed by Peter Schall designed using CATIA and DELMIA software programmes for Dassault Systèmes, a 3-D simulation with thousands of rear-lit petals, whose construction is a demonstration of the projection application and digital computation; centre page, the Pavilion façade; right, the Interactive Forum.

Il Padiglione della Spagna progettato da Alejandro Zaera Polo/Foreign Office Architects e Inypsa, è centrato sul tema “Condividere l’arte della vita”. Si sviluppa su una superficie di 1.620 mq più un mezzanino di 810 mq. Il padiglione è organizzato intorno a un grande spazio centrale che allude alla verticalità degli edifici Gotici e Romani che raggiungono la loro monumentalità grazie alla “sproporzione” tra navata centrale e cappelle laterali. All’esterno, la facciata è caratterizzata dalla tipica griglia legata alla tradizione spagnola/araba.

The Spanish Pavilion designed by Alejandro Zaera Polo/Foreign Office Architects and Inypsa, focuses on the theme of “Sharing the Art of Life”. It is developed over a surface area of 1,620 square metres plus a 810 sq.m mezzanine. The pavilion is set around a large central space evoking the vertical nature of Gothic and Roman buildings, whose monumentality is achieved thanks to the “lack of proportions” between the central aisle and side chapels.” On the outside the façade has the kind of grille associated with Spanish/Arab tradition.

Il Padiglione Hitachi è dedicato a un contatto “reale” con la natura. Vengono utilizzate le tecnologie più avanzate per riprodurre realisticamente le immagini, i suoni e le sensazioni degli animali più rari e più minacciati dall’estinzione. Il Padiglione Toyota è stato realizzato con materiali riciclabili alla fine dell’Expo e con un metodo di giunti forati che limitano al minimo l’uso di saldature. Il Padiglione è inoltre a emissione zero, utilizzando un sistema eolico che produce tutta l’energia necessaria al funzionamento dell’edificio. A destra, la poltrona-robot i-unit.

The Hitachi Pavilion is devoted to “real2 contact with nature. It uses the latest technology to realistically reproduce the images, sounds and feelings of the rarest animals most threatened with extinction. The Toyota Pavilion is designed from materials that can be recycled at the end of Expo and a method of perforated joints reducing welding to a minimum. The Pavilion is also zero-emissions, using a wind system generating all the energy required to run the building. Right, the i-unit robot-armchair.

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Il Padiglione Italia, realizzato da Eurostands, è dedicato al tema “Italian Lifestyle”. Occupa 2.268 mq con tre grandi sale in cui viene presentata la cultura del made in Italy. Vi si accede da una grande sala in cui una passerella sovrappassa una vasca d’acqua con giochi di luci e una serie di oggetti di design e opere d’arte. Da qui si giunge a una grande sfera (9 metri di diametro) che ospita la statua del Fauno Danzante. In alto, viste della facciata e del piazzale antistante il Padiglione con l’Ambasciatore Umberto Vattani alla giornata dedicata all’Italia.

Credits Project: Sturchio Architects & Designers, Studio Schiattarella, Studio Calosso Senior Architects: Luigi Sturchio, Amedeo Schiattarella, Luciano Calosso Project Directors: Elena Molisano, Andrea Schiattarella Team: Mara Cei, Emidio Di Nicola, Valeria Giglio, Roberto Greco, Carla Maresca, Cristian Massimi, Rossella Ragazzini, Alberto Riccioni, Irene Rinaldi, Francesco Sabatini, Roberto Terrinoni Graphics: Paola Schiattarella Site Management: Giuseppe Santalena, Alessandro Anselmo Execution: Eurostands, Nolostand, SDI Structural Panels: Bencore Lighting: Targetti Project Manager: Pietro Morino Account Manager: Massimo Raffaelli, Guido Fioretti Client: Commissariato Generale per Expo 2005-Ministero Affari Esteri Commissario Generale del Governo Umberto Donati

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Massimo Beretta

The Italian Pavilion, realized by Eurostand, is devoted to the “Italian Lifestyle” and covers a surface area of 2,268 square metres in three large rooms presenting Italian culture. Entrance to the pavilion is through a large hall, where there is a footpath over a pool of water reflecting an interplay of warm lighting and a set of designer objects and works of art. This leads through to a large sphere (9 metres in diameter) holding a statue of a Dancing Faun. Top, views of the plaza in front of the Pavilion with Italian Ambassador, Umberto Vattani at the day dedicated to Italy.

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A fianco, pianta e sezione del padiglione. Sotto, viste generali della sala di ingresso. L’esposizione si articola in quattro sezioni, legate sia al tema generale dell’Expo, “La saggezza della natura” sia a quello del Padiglione Italia “Lo stile di vita italiano”, definite da quattro parole chiave: misura, danza, piacere, dono. La “misura” risponde a ciò che la natura ha insegnato all’uomo e questi le ha restituito in termini progettuali; la “danza” esprime il movimento ordinato, il ritmo ispiratore; il “piacere” è inteso come ritorno alle radici, a ciò che piace da sempre e unifica offrendo opportunità di conoscenza; il “dono” è inteso come il valore della reciprocità, dello scambio di saperi.

Top of page, plan and section of the pavilion. Below, general views of the entrance hall. The exhibition is divided into four sections connected with Expo’s main theme, “The Wisdom of Nature”, and the theme of the Italian Pavilion, “The Italian Life Style”, defined by four key words: measure, dance, pleasure and giving. “Measure” responds to what nature has taught man and man has returned in the form of design; “dance” expresses organised movement, inspiring rhythm; “pleasure” is seen as a going back to our roots, to what has always been popular and provides everybody with opportunities for knowledge; “giving” is taken as the value of reciprocity and exchanging knowledge.

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The central sphere holds the bronze Greek statue of a Dancing Faun that is 2 m tall and weighs 140 kg, that was fished out of the Sicilian Sea in 1988. Bottom, the area devoted to Italian Regions; from left, the Fiat 500 in the Piedmont Region’s space, a statue designed by Michelangelo Pistoletto, and the Marches Region’s space.

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Massimo Beretta

All’interno della sfera centrale, la statua greca in bronzo del Fauno Danzante, alta 2 m e del peso di 140 Kg, ripescata nel mare di Sicilia nel 1988. In basso, l’area dedicata alle Regioni italiane; da sinistra, la Fiat 500 nello spazio della regione Piemonte, una statua realizzata da Michelangelo Pistoletto, lo spazio della Regione Marche.

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Simone Micheli

Ludico ed effimero Spazio A4, Santhià

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Credits Interior and Lighting Design: Studio d’Architettura Simone Micheli Coordinator for Procedures: Cesare Baroli Executive Project Electrical Plants: ITM Executive Project Lighting Plants: Number One Executive Project Audio Plants: A/D System Electrical Material Suppliers: BTicino, ABB Sace, Pirelli Cavi e Sistemi Energia Italia Climatisatio Project: Claudio Riva Climatisation and Refrigeration Material Suppliers: Samp, MC Quay Italia, Unical Furniture: Saporiti Moquette: Ege Corduroy: Pugi Client: Spazio A4

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ono in genere considerate strutture effimere, dedicate al piacere fuggevole, al tempo libero, al divertimento. In realtà, sono i luoghi dei rituali più profondi e incisivi della nostra società, crogioli di una nuova cultura che vi affiora confusa nel calcolato disordine delle stimolazioni estetiche, delle suggestioni percettive, dell’abbandono incondizionato alle pure sensazioni. Sono le discoteche, da quarant’anni a questa parte, luogo di culto delle culture giovanili, le cui architetture si sono sempre più imposte all’attenzione delle discipline progettuali – dall’architettura propriamente detta a quella d’interni, dal light design al sound design, con le relative frenetiche innovazioni legate alle tecnologie digitali – come immagini di riferimento per scrutare l’universo sommerso dei comportamenti, delle nuove generazioni. Simone Micheli ha interpretato, in questa discoteca realizzata a Santhià (Vercelli), il modello paradigmatico della tipologia, consistente nella variazione infinita di un’invarianza, per così dire, istituzionale, iniettandovi la densa miscela di rigore tecnico e di sperimentazione formale che caratterizza tutte le sue realizzazioni. Le architetture di Micheli mirano infatti a rendere plastici gli ambienti non solo attraverso la loro modellazione formale, ma anche grazie a sapienti cromatismi e a un uso accorto dell’illuminazione. Così, anche in quest’opera, egli ha assunto il progetto architettonico nella sua formulazione piena e rigorosa, piegandolo, fin quasi a forzarlo, alle esigenze di un soggetto ancora misterioso come quello di una discoteca, ma senza mai deviare dai principi fondativi della disciplina. In omaggio a Nietzsche potremmo dire che nel suo lavoro il momento apollineo della ratio progettuale non cede mai a quello dionisiaco della festa, della danza, della corporalità dimentica di sé. Per quanto scenografico, ludico, teatrale possa apparire l’artefatto, il principio della ragione calcolatrice e misuratrice non viene mai meno. Maurizio Vitta

G

enerally speaking, transient structures are those designed for fleeting pleasure, leisure time and entertainment. In actual fact they are the places where the rituals most deeply engraved in our society unfold, melting pots of a new culture that emerges here in the confused but calculated disorder of aesthetic simulations, perceptual evocations and unbridled abandon to pure sensations. Discotheques, which for about forty years now have been places of worship for youth culture, have always caught the attention of design – ranging from architecture real and proper to light and sound design, featuring plenty of breakneck innovations connected with digital technology – as guiding images for scrutinising the subterranean world of the younger generations’ behavioural patterns, aspirations and trends. Simone Micheli has produced a paradigmatic reading of this design type in the discotheque built in Santhià (Vercelli), involving an endless variation in institutional invariance (so to speak), injecting a hearty mix of the kind of technical precision and stylistic experimentation characterising all his works. Micheli’s architecture aims to sculpt environments not just by shaping them stylistically but also by drawing on clever colour schemes and smart use of lighting. And here again he has taken architectural design to its most rigorous extreme, bending it to almost breaking point to meet the needs of what is still a mysterious subject like the discotheque, but without ever swaying from the grounding principles of his profession. As a tribute to Nietzsche, we might say that in his work the Apollian moment of design ratio never yields to the Dionysian moment of festivity, dance and bodily substance oblivious to itself. However scenographic, lucid and theatrical an artefact might seem, the principle of calculating and carefully gauged reason is never missing.

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Maurizio Marcato

Interni della discoteca “Spazio A4”, realizzata dalla trasformazione di un anonimo capannone industriale alla periferia di Santhià (Vercelli). Il nuovo spazio si propone come un contenitore di

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stimoli sensoriali superando gli stereotipi della semplice discoteca. Sopra, la postazione del DJ. Sotto, entrata dell’antibagno dalla sala principale.

Interiors of “Spazio A4” discotheque built by converting a faceless old warehouse in the suburbs of Santhià (Vercelli). The new space is designed to stimulate the senses

moving beyond the stereotypes of an ordinary discotheque. Above, the DJ’s station, entrance to the restroom foyer from the main hall.

Viste della postazione del DJ. Nelle pagine successive, vista della postazione del DJ e sullo sfondo uno dei due banchi bar interamente realizzati in vetro; i lavandini nella zona bagno, realizzati in acciaio

con specchi su cui si riflettono le porte rosse; il corridoio di ingresso, una sorta di imbuto caratterizzato da un controsoffitto inclinato nero, come il pavimento, con pareti di acciaio inox e, sullo sfondo, la tenda di

colore acceso che introduce alla sala principale della discoteca.

Views from the DJ’s station. Following pages, view from the DJ’s position, also showing one of the two

bar counters in the background made of glass; the washbasins in the restrooms area, made of steel with mirrors reflecting the red doors; the entrance corridor, a sort of funnel with sloping black (like the

floor) double-ceiling, with stainless steel walls and, in the background, the brightly-coloured curtain leading through to the main discotheque hall.

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COMPETITIONS + europaconcorsi

Italia/Italy - Venezia Casa della Musica Concorso di idee, denominato Casa della Musica, finalizzato alla riqualificazione dell’area ex-Palafenice, sita sull’isola del Tronchetto in Comune di Venezia, attraverso la realizzazione di un complesso multifunzionale costituito da sale e locali per l’insegnamento, le prove e le rappresentazioni nei settori della musica, della danza e del teatro House of Music Ideas competition for the requalification of the area of the former Palafenice, in the Tronchetto island in venice, through the realization of a multi-functional complex with rooms for teaching, rehearsal and music/theatre/dance performances

Giuria/Jury: Paolo Pianon, Gianfranco Vecchiato, Franco Pianon, Gabriele Tagliaventi, Vittorio Giambruni Committente/Client: Lions Club Venezia Host 2°

Italia/Italy - Venezia Nuovo Palazzo del Cinema e aree limitrofe Il nuovo edificio sarà la sede di rappresentanza della Mostra di Arte Cinematografica di Venezia di cui ospiterà le funzioni principali. L'edificio sarà inoltre utilizzato per ospitare congressi ed eventi culturali New Cinema Palace and surrounding areas The new palace will be the HQ of the International Film Festival and it will be utilized also for other cultural events and conferences

Giuria/Jury: Davide Croff, Pio Baldi, Aldo Bello, Kurt Forster, Hans Hollein, Volkwin Marg, Pina Maugeri, Marco Müller, Giorgio Rossini, Mauro Strada, Debora Rossi Committente/Client: Fondazione La Biennale di Venezia

1° 5+1, Rudy Ricciotti (capogruppo/team leader), Alfonso Femia, Paola Arbocò, Pierluigi Feltri, Gianluca Peluffo, Maurizio Vallino, Sebastiano Brandolini, Maurizio Ori, Paola Arienti, Stefano Migliaro, Marco Taccini, Swiss Engineering Consulting s.r.l., S.T.Z. sr.l., Simonetta Cenci, Pier Alberto Ferrè, Carolina Rozzoni, Emilio Caravatti, F&G architetti, Studio Russo

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1° Luca Vacchelli (capogruppo/team leader), Chiara Visentin, Giovanni Bertolotto, Sergio Giovannini 2° Massimiliano Rendina (capogruppo/team leader), Fabia Ulisse, Giuseppina Del Giudice 3° Patrizia Montini Zimolo (capogruppo/team leader), Flavia Vaccher, Magda Minguzzi, Pietro Tomasi

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Progetti finalisti/Shortlisted Projects A- Stefano Boeri (capogruppo/team leader), Boeri Studio (Gianandrea Barreca, Stefano Boeri, Giovanni La Varra), Turner - Townsend Group Limited, Redesco s.r.l., Ariatta Ingegneria dei Sistemi s.r.l., Edoardo Guenzani, Atelier Inside-Outside, SPS s.r.l., Davide Squarciapino, Hans Ulrich Obrist, Giorgio Merico B- Peter Wilson (capogruppo/team leader), Bolles-Wilson, alterstudio partners, Ingenieursgesellschaft mbH Degenhardt AHW, Milanoprogetti S.p.A., Thiemo Audick C- Francesco Cellini (capogruppo/team leader), -scape (Ludovica Di Falco, Francesco Marinelli, Paolo Mezzalama, Alessandro Cambi), Gilles Clement, Paolo Simonetti, Atelier Acanthe sarl, E.D.In s.r.l., Costen s.r.l., Carlo Fascinelli, Proger s.p.a. D- Peter Eisenman (capogruppo/team leader), Alberto Cecchetto, Ove Arup Associates, Arup srl, Giuseppe Amaro, Federica Vannucchi E- Massimiliano Fuksas (capogruppo/team leader), AI Engineering Srl, Axel Christoph Lohrer, Stefano Cremo, Lorena Joli F- Klaus Kada (capogruppo/team leader), Alessandro Massarente (Massarente Architettura srl), Roberto Moscardi, Venezia Ingegneria srl, Vito Saccarola, Alessio Pipinato G- MBM Arquitectes (capogruppo/team leader), Oriol Bohigas, Higini Arau, Studio Vitone & Associati (Vitantonio Vitone, Amedeo Vitone), Vincenzo Giannuzzi, Nicola Cardascia, Luigi Maggi, Francesco Bonaduce, Fabrizio Palmisano, Michele Cisternino, Umberto Ruggiero, Tommaso Farenga, Piero Masini, Salvatore Fiadini, Maria Felicia Colapietro, Pasquale Perilli, Francesco Fiorito, David Monopoli H- Rafael Moneo (capogruppo/team leader), Favero & Milan Ingegneria, Archea (Marco Casamonti, Laura Andreini, Gianna Parisse, Giovanni Polazzi, Silvia Fabi), Michel Designes, Gerhard Müller

C - So are you over or under 40? - Over, over. - Well that excludes you from our new culture, too.

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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Protezione e trasparenza Textile Projects

Una piazza multifunzione In Sevilla

Estetica, protezione, efficienza e innovazione sono le caratteristiche che qualificano i tessuti per tende Mermet, la cui presenza in importanti opere di architettura contemporanea è un’ulteriore conferma del livello prestazionale raggiunto. Tra i recenti progetti che vedono protagonisti questi tessuti, il Children’s Palace a Shenzhen, in Cina, e due lavori in Inghilterra, la nuova sede del gruppo farmaceutico Eli Lilly & C. a Basingstoke e la ristrutturazione di Procter House, nella zona nord di Londra. Opera dello studio Zong Hao, il Children’s Palace coniuga in una suggestiva architettura lo svago, la tecnologia e l’estetica, combinando la trasparenza delle facciate vetrate e la leggerezza delle strutture metalliche con un paesaggio magico disegnato dai giochi d’acqua di 400 fontane e da un sistema di illuminazione unico. Le caratteristiche climatiche della metropoli cinese, influenzate dalla posizione geografica al di sotto del Tropico del Cancro e quindi soggette a un’elevata esposizione al sole, sono state controllate all’interno dell’edificio attraverso un sistema di 224 tende, oltre 2000 metri quadrati di tessuto della gamma Modulight di Mermet, il Sunscreen Color Satiné color bianco/perla e il T-Screen 9605 bianco/lino M84. Entrambi double face, questi tessuti assicurano la trasparenza garantendo nel contempo protezione termica e controllo dell’abbagliamento. Diverse esigenze per la ristrutturazione di Procter House, progettata dallo studio londinese TTSP. Qui il tema era quello di risolvere l’impatto scenografico di un vasto pozzo di luce proiettato al di sopra della reception e circondato dai piani dell’edificio. Sono state così istallate delle tensostrutture, ideate da DT Structures, a forma di vele di 2x2 metri, realizzate con il tessuto Arkélio 5500 di Mermet colore bianco. Questi elementi, grazie alle caratteristiche di resistenza e trasparenza del tessuto, hanno consentito di arricchire lo spazio con artistici effetti di luce e ombre. Suggestivi effetti di luci e trasparenza anche nella nuova sede di Eli Lilly & C, dove l’allestimento degli spazi interni curati dallo studio BW Interiors acquista particolari note di calma e rilassatezza grazie alla morbida e leggera tensostruttura sospesa al soffitto. Sempre opera di DT Structure, è costituita da strutture tubolari di varie forme, appese a diverse altezze, e dal tessuto Arkélio 4500 di colore bianco che, unendo prestazioni tecniche in termini di resistenza e trasparenza, permette di giocare con le forme e la luce. Elena Cardani

Progetto: Architekturbüro J. Mayer H.

Esthetics, protection, efficiency and innovation distinguish Mermet curtain fabrics, whose presence in important works of contemporary architecture further confirms the high level of performance they have achieved. These fabrics feature in some recent works, such as the Children’s Palace in Shenzhen, China, and two works in England: the new headquarters of the Eli Lilly & C. pharmaceutical group in Basingstoke and the renovation of Procter House, in London’s north end. Designed by the Zong Hao studio, the Children’s Palace combines amusement, technology and esthetics in suggestive architecture, blending the transparence of the glazed façades and the lightness of metal structures with a magic landscape designed by the water play of 400 fountains and a unique lighting system. The climatic conditions of the Chinese metropolis – which receives a lot of sunlight due to its geographic position, under the tropic of Cancer – have been controlled inside the building through a system of 224 solar control curtains: over 2,000 square meters of material from the Modulight range by Mermet in pearl-white Sunscreen Color Satiné, and the M84 white linen T-Screen 9605. Both fabrics are double-faced and transparent, combining heat and glare protection. The renovation of Procter House, designed by the London studio TTSP, required different kinds of curtains. Here, what was important was the dramatic impact of a vast shaft of light cast above the reception area, surrounded by the floors of the building. Tension structures by DY Structures were thus installed in 2 x 2-meter sails, in Mermet’s white Arkélio 5500 fabric. Thanks to the material’s resistance and transparence, the space was enriched with artistic effects of light and shade. The new headquarters of the Eli Lilly & C also features evocative light/transparence effects. Here, the interior layout – designed by the BW Interiors Studio – has a calm, relaxed feel thanks to a soft, light tension structure hanging from the ceiling. This, again, is DT Structure’s work, and is made up of tubular structures in various shapes, hung at different heights, in the white Arkélio 4500 fabric, which, in addition to offering high technical performance in terms of resistance and transparence, allows for a special play between shapes and light.

Lo scorso 5 maggio è stata avviata ufficialmente la costruzione del Metropol Parasol a Siviglia. La data prevista per il completamento di questa nuova icona per la città spagnola è il 2007. Si tratta dello sviluppo e della traformazione di Plaza de la Encarnacion, destinata con questo progetto a divenire un luogo di incontro, scambi e divertimento precipuo per la città in un’area centrale del suo fitto e storico tessuto urbano. L’elemento di maggior spicco dal punto di vista espressivo e formale sono i sei grandi “ombrelli” che fungono da copertura, da sostegno e da percorso panoramico con uno sky-caffè. Sotto le colonne dei parasole si sviluppano tre livelli interconnessi che contengono una grande piazza pubblica equipaggiata per ospitare eventi di vario genere, un mercato fisso e uno temporaneo al primo livello interrato e, al livello sottostante, un museo archeologico con un percorso che si snoda tra resti archeologici. La piazza pubblica, leggermente sopraelevata rispetto al livello della strada, riceve luce dalle bucature vetrate nei parasole e a sua volta la convoglia ai piani sottostanti tramite porzioni vetrate della sua superficie. Il progetto dello studio di architettura berlinese Architekturbüro J.Mayer H. (team: Jürgen Mayer, Paul Angiuliers, Sebastian Finckh, Wilko Hoffmann, Klaus Küppers, Dominik Schwarzer, Jan Stockebrand, Andre Santer, Ingmar Schmidt; Georg Scmidthals, Daria Trovato, Julia Neitzel, Marta Ramirez Iglesias consulenti: ARUP Berlin, ARUP Madrid; Coqui Malachowska-Coqui con Thomas Waldau) combina le funzioni della vita quotidiana dei cittadini di Siviglia con quelli di una struttura fruibile dai turisti e con la possibilità di ospitare avvenimenti ed eventi di varia natura e legati all’uso di tecnologie avanzate. Last May, building of the Metropol Parasol in Seville began on an official basis. This new icon for the Spanish city should be completed by 2007. The square in question is the Plaza de la Encarnation, which is to be maximized and thus tranformed, and which, through this project, should become a new meeting place, a place for exchange and entertainment. This is very important for the city, as the square is in a central area of its thickly populated and historical urban fabric. From an expressive and formal viewpoint, what immediately leaps to the eye is a group of six great “umbrellas” that form a roofing, act as supports and as scenic decks, complete with a skycafé. Three interconnected levels are laid out under the columns of the shades, containing a large public square which is equipped to host various kinds of events, a fixed and a temporary market on the first basement level and an archaeological musuem that includes an actual path winding through archaeological remains on the second basement level.The public square, which rises slightly above road level, is lit by glazed openings in the “umbrellas”, and leads to the underground floors through various glazed parts of its surface. This project, by the architectural studio Architekturbüro J. Mayer H., in Berlin (team: Jürgen Mayer, Paul Angiuliers, Sebastian Finckh, Wilko Hoffmann, Klaus Küppers, Dominik Schwarzer, Jan Stockebrand, Andre Santer, Ingmar Schmidt, Georg Scmidthals, Daria Trovato, Julia Neitzel, Marta Ramirez Iglesias; consultants: ARUP Berlin, ARUP Madrid; Coqui Malachowska-Coqui with Thomas Waldau), combines functions for the everyday life of Seville citizens and for tourists, and, through the use of the latest technologies, opens up the possiblity to host different kinds of happenings and events.

Piante della copertura e del livello della piazza e, sopra, rendering del Metropol Parasol progettato per Plaza de la Encarnacion di Siviglia.

Plans of the roof level and plaza level and, above, renderings of the Metropol Parasol designed for Plaza de la Encarnacion in Sevilla.

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Nuove proposte For Paris Quale futuro per Parigi proiettata in una dimensione di sviluppo sostenibile e di nuove esperienze e pratiche urbane? Interrogativo già al centro del programma di revisione del Piano locale di urbanistica allo studio dal 2001 e che oggi viene riproposto nell’esposizione curata da Nicolas Michelin e ospitata dal Pavillon de l’Arsenal fino al 21 agosto. Una ventina di simulazioni, sviluppate attorno a cinque temi principali, proiettano il visitatore nello spazio urbano alle diverse scale, da quella dell’isolato, all’edificio fino all’abitante. Autori delle diverse proposte, gli studenti che hanno lavorato confrontandosi sui temi di “limite e densità” nella prospettiva di dare a Parigi un nuovo respiro; “natura nella città” in considerazione della specificità dell’esistente; le “pratiche” cioè i nuovi modi di appropriazione dello spazio urbano in base alle potenzialità insite nel tessuto parigino; “modi di abitare/spazi comunitari” nel senso di una riproposta e reinterpretazione del concetto di parti comuni soprattutto in riferimento alla media degli appartamenti parigini, per lo più piccoli e abitati da persone sole; “morfologia degli edifici” nel senso di considerare, nel quadro di trasformazioni o ristrutturazione di vecchi immobili, come prioritarie le esigenze di eco-sostenibilità, sia a livello di tecnologie, sia di materiali. L’interesse delle diverse simulazioni, come dell’idea espositiva, è arricchita da un percorso fluido e continuo disegnato dal movimento delicato di due grandi vele e dai giochi di trasparenza di divisioni grigliate che accompagnano il visitatore suggerendogli di volta in volta visioni e sensazioni diverse. Chapeau a Toyo Ito che non poteva trovare idea più raffinata. Elena Cardani

Vetrina sul futuro In Lyon What future can there be for Paris, set in a dimension of sustainable development, as well as new experiences and urban practices? The question is the focus of the newly revised blueprint for the local urban Plan that was launched in 2001 and that is being proposed again today (until August 21st) through an exhibition curated by Nicolas Michelin at the Pavillon de l’Arsenal. About two dozen simulations unfold around five main themes, projecting visitors into different scales of urban space, from the block to the building to the inhabitant. The various projects were authored by students who worked together on a new look for Paris, around the themes of “limit and density”; or on “nature in the city”, considering the specificity of what exists already. Another section of the show is “practices”, or the new ways of appropriating urban space according to the potential that is inborn in the fabric of Paris; and “ways of living/community areas”, seen as a way of propounding and reinterpreting the concept of common areas, especially in reference to the average Parisian apartment, which is often small and inhabited by one person only; and, finally, “building morphology”, which deals with the great importance of ecosustainability, in terms of both technology and materials, especially in the conversion or renovation of old buildings. Interest in the various simulations and in the idea of the show itself is enhanced by the smooth, continuous, delicate line of two great sails, and transparent plays of screens that accompany visitors, offering different visions and impressions at every new exhibit. Our hat off to Toyo Ito, who couldn’t have found a more refined solution.

Pontmare In Valencia Progetto: Luis de Garrido Il progetto “Pont Mare”, disegnato per Valencia dall’architetto Luis de Garrido, è stato presentato la scorsa primavera durante la mostra “Naturalezas Artificiales” allestita presso la Città delle Arti e delle Scienze di Valencia. Si tratta di un nuovo concetto di “ponte-grattacielo” che vuole essere una soluzione architettonica singolare per lo sviluppo urbano della zona compresa tra l’Oceanario e il quartiere di Nazaret, allo stesso tempo rappresentare un nuovo simbolo della città. Il ponte assume la funzione di stazione ferroviaria, complesso di edifici pubblici bioclimatici, spazio per esibizioni pubbliche e, soprattutto, è autosufficiente da un punto di vista energetico, economico, bioclimatico e multimediale. La componente più spettacolare è costituita da due grattacieli alti 113 metri che fiancheggiano il ponte, che segnalano la stazione ferroviaria e riprendono forme caratteristiche della città come le vele delle barche mediterranee, la costruzione tipica valenciana o il mantello della Vergine degli Abbandonati. Per tutta la lunghezza della zona, e sotto l’antico alveo del fiume Turia, il tracciato ferroviario continua il suo corso in maniera sotteranea. Il progetto prevede una stazione semplice e funzionale che permetta al cittadino di accedere comodamente alle vie sotterranee. Tra le due torri è prevista la presenza di una cortina di acqua polverizzata per la proiezione di immagini di grandi dimensioni. Ciò darà la possibilità di assistere a vari eventi: concerti, proiezioni, congressi, trasmissione di eventi sportivi ecc. Il fatto che la cortina di proiezione sia trasparente offre la possibilità di poter essere vista da entrambe le parti. Inoltre il doppio strato di vetro degli edifici è dotato di piccoli led luminosi, con controllo individuale, che permettono la composizione di scene e immagini predeterminate. Così che gli spazi fisici si fondono con quelli virtuali. I grattacieli sono i primi di una nuova tipologia di edifici che integra l’uso delle torri delle telecomunicazioni con quello di spazio abitabile. I primi piani saranno abitabili, i restanti saranno riservati ai vari tipi di antenne. Per mezzo del controllo di reti informatiche, tutte le installazioni sono integralmente automatizzate con un avanzato sistema di telecomunicazione per la trasmissione di dati.

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The “Pont Mare” project, designed by the architect Luis de Garrido, was presented last spring during the show “Naturalezas Artificiales”, set up at the City of Arts and Sciences in Valencia. It is a new concept for a “bridge-skyscraper”, a singular architectural solution for the urban development of the area between the Oceanarium and the Nazareth district, and, at the same time, a way to represent a new symbol for the city. The bridge takes on the function of a train station, as well as being a complex of bioclimatic public buildings and a space for public exhibitions; but the most important point is that it is self-sufficient if we consider energy and multimedia, but also from an economic and bioclimatic point of view. Two 113-meter-tall skyscrapers flanking the river constitute the most spectacular element of the project; they point out the railway station and pick up the characteristics of the city, such as the sails of Mediterranean boats, typical Valencian buildings or the cloak worn by Our Lady of the Abandoned. The railroad continues its course underground, along the entire length of the area and under the ancient bed of the Turia river. A simple, functional station was designed, so as to allow citizens easy access to the underground areas. In order to allow for the projection of very large images, a screen of atomized water is to be placed between the two towers. This will afford the possibility of watching various events such as concerts, screenings, congresses, sport events, etc. The transparency of the sheet allows it to be seen on both sides. Furthermore, small, individually controlled luminous LEDs are set in the buildings’ double-glazed surfaces, allowing the composition of predetermined scenes and images. Thus, physical and virtual space merge. These skyscrapers are the first to combine telecommunications and housing. The first floors will be used as living space, while the others will be used for various kinds of antennas. Through a computer network control, all the installations are totally automated (megaphone and bioclimatic systems, access control, air-conditioning, etc.) with an advanced telecommunications system for data transmission.

Il tema delle energie rinnovabili è uno degli aspetti più scottanti della nostra epoca e l’entrata in vigore dal febbraio di quest’anno del protocollo di Kyoto sancisce l’urgenza, da parte dei Paesi che hanno aderito all’accordo, di politiche e tecnologie adeguate per far fronte alla riduzione delle emissioni globali di gas a effetto serra. In tal senso la Commissione europea si è espressa in modo determinato fissando per il 2012 una riduzione della produzione di anidride carbonica dell’8% e imponendo che il 12% dei consumi di energia primaria dovrà provenire da fonti di energia rinnovabile, che attualmente occupa il 5,08%. Ma come si muove attualmente l’offerta proveniente dal settore dell’industria e dal mondo della ricerca e dei professionisti del settore? Come evolve il dibattito e lo scambio tra i diversi Paesi coinvolti in questo ambizioso e impegnativo programma, e quali sono le tecnologie e prodotti energetici innovativi disponibili per far fronte e sostenere il decollo dell’energie rinnovabili? Un vasto e diversificato panorama è emerso, nell’aprile scorso, a Lione in occasione del Salone delle energie rinnovabili che, alla sua terza edizione, ha confermato la sua ambizione di porsi come vetrina tecnologica, luogo di scambio e di dibattito tra i diversi attori e figure professionali del settore. 140 espositori hanno permesso a un pubblico allargato, oltre che di specialisti, di confrontarsi con tutte le filiere: solare termico, fotovoltaico, eolico, legno-energia, geotermico, idraulico, biogas e biocarburante. Il momento espositivo è stato arricchito da iniziative collaterali, aspetto decisivo per accrescere la sensibilizzazione anche di un pubblico non strettamente di addetti, tra cui molti studenti. Ai convegni, si sono affiancate quest’anno una serie di visite guidate a luoghi e realizzazioni come esempi di utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Un aspetto particolarmente interessante emerso da queste esperienze è quello della necessaria sensibilizzazione del fruitore. Come nel caso dell’operazione di edilizia sociale a Bourgoin-Jallieu (61 alloggi collettivi suddivisi in 4 edifici per famiglie e una torre a miniappartementi per studenti) dove i criteri di ecogestione dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti e della manutenzione a cui si è ricorsi nella costruzione non sono stati inizialmente sfruttati nelle loro potenzialità a causa di una mancata preparazione sia degli utenti sia degli addetti al funzionamento dei macchinari. E’ comunque centrale la rilevanza che assume il problema del rapporto tra adeguamento tra edifici e sviluppo sostenibile, non solo rispetto al comparto dell’edilizia, ma anche in relazione al tema più specifico e delicato dell’architettura, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione all’interno degli edifici delle tecnologie per lo sfruttamento di energie rinnovabili. Si veda come per esempio come evolve l’uso dei

pannelli solari fotovoltaici, che si stanno sempre più affermando come componenti attive dell’involucro degli edifici. Tra gli approfondimenti emersi durante i diversi convegni merita sicuramente una nota di attenzione l’intervento illustrato da Christian Charrignon progettista del liceo Sampaix a Roanne, certificato edificio HQE (Haute Qualité Environmentale), dove il concetto di sviluppo sostenibile è stato completamente metabolizzato dal processo creativo segnandone le diverse fasi di sviluppo fino alla definizione architettonica e del funzionamento del manufatto. Elena Cardani Today, the theme of renewable energy is one of the most burning issues, and the fact that the Kyoto Protocol has come into effect in February this year confirms how urgent it is for all of the countries that are part of the agreement to find suitable policies and technologies to attain greenhouse gas emission reduction. The European Commission has, in fact, determined that by 2012 there will be an 8% reduction of Carbon dioxide production, and has ruled that 12% of primary energy consumption will have to come from renewable energy sources, which now amounts to only 5.08%. But how is the industrial sector faring, as well as the world of research and professionals in the sector? How are the debate and exchange among the various countries that are involved in this ambitious, demanding program evolving, and which technologies and innovative energy products are available to deal with the takeoff of renewable energy? Last April, a vast, diversified survey was outlined in Lyons, on the occasion of the Salon for renewable energy; at its third edition, the Salon has confirmed its goal: to set itself as a technological showcase, a place of exchange and debate among different protagonists and professional figures in the sector. 140 exhibitors allowed a broader public – as well as the specialists in the field – to face all the different aspects: solar thermal, photovoltaic, eolic, wood-energy, geothermal, hydraulic, biogas and biofuel. The exhibition was enriched by a series of other initiatives, a decisive aspect meant to heighten the awareness of a public that is not directly connected with the sector; in fact, many students were present. This year, the conventions were accompanied by a series of guided tours to various sites and machinery, which served as examples of the use of renewable energy sources. An especially interesting aspect that emerged from these experiences is the fact that user awareness ought to be sensitized. An example is the construction of a social housing complex in Bourgoin-Jallieu (61 collective housing units, divided into 4 buildings for families and a tower of efficiency apartments for students), where the eco-management of energy, water, waste and maintenance that were provided for during construction were not initially used to their full potential, due to the lack of preparation on the part of users, as well as of those in charge of the functioning of the machinery. What is particularly significant is the problem of the relationship between buildings and sustainable development, not only concerning the building sector, but also in terms of the more specific and difficult architectural sector, especially in relation to the integration of renewable energy technologies with building interiors. An example is the increased use of photovoltaic solar panels, which are establishing themselves more and more as active components of building shells. One work that was examined closely during the conventions, and that ought to be mentioned here is the project illustrated by Christian Charrignon, who designed the Sampaix senior high school in Roanne, a HQE (Haute Qualité Environmentale) building. Here, the concept of sutainable development was totally metabolized through a creative process, marking its different stages of devlopment, up to the architectural definition and functioning of the building.

Il senso della qualità Quando si parla di edifici, di architetture e più in generale di realizzazioni particolarmente significative per il ridisegno del paesaggio contemporaneo si fa solitamente riferimento al genio del progettista, alla sua creatività e alla sua capacità di tradurre in segno un sistema complesso di componenti. Ma nella riuscita di una qualsivoglia architettura entrano in gioco competenze diverse che interagendo con il progettista partecipano in modo determinante al successo dell'opera. Il più delle volte è un lavoro svolto in sordina, poco comunicato e a cui non viene dato il giusto risalto, nonostante la qualità e il livello di professionalità apportato. E' il caso del Gruppo Bodino, società che opera nel settore della progettazione e realizzazione di allestimenti permanenti e temporanei e strutture architettoniche e la cui forza sta nel saper coniugare un'approfondita esperienza artigianale a una capacità produttiva industriale. Attiva a Torino dal 1932, la società è oggi riconducibile a tre unità operative incentrate sui comparti dell'architettura, dell'engineering e della comunicazione. Un'ottica e una politica sensibili ai nuovi linguaggi architettonici supportati dalle più avanzate tecnologie e uno sguardo sempre attento al panorama internazionale hanno consentito al Gruppo Bodino di affermarsi come partner privilegiato di importanti architetti contribuendo alla realizzazione di grandi progetti, dalla Bolla del Lingotto a Torino di Renzo Piano, alla sede della Banca Popolare di Lodi, sempre di Piano, o a Parigi, dove l'azienda ha un'altra sede, con la piramide interna del Louvre, di Pei. Ma anche nel campo degli allestimenti, sono notevoli gli interventi sia nel settore degli stand, come quelli per Rolex, Tag Heuer, Chopard, Breil o recentemente di Finmeccanica, sia dei negozi, come quelli per Hermes, Armani-Sony Store, Jean-Louis David, e degli allestimenti temporanei o eventi. Un lavoro portato avanti con una professionalità e un'attenzione alla qualità altamente competitivi, e sui cui vale la pena soffermarsi nella valutazione di un'opera d'architettura contemporanea. E.C.

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Rinnovo urbano Central Station, Pescara

Essenzialità e tecnologia innovativa

Ritorno alle origini Back to the origins

Il Concorso europeo di progettazione per la riqualificazione urbana delle aree di risulta ex Stazione Centrale aveva tutte le caratteristiche per essere considerato un fatto storico per la città, che da tempo aspettava l’occasione per rinnovare uno dei luoghi urbani di maggior valenza simbolica. Si trattava di progettare, nel cuore dell’area metropolitana, un grande spazio verde con edifici e servizi collettivi, secondo un’impostazione che facesse emergere l’identità adriatica di Pescara e la sua anima contemporanea di città di relazioni e vicina al territorio. Primo classificato è risultato Monestiroli Architetti Associati, che ha proposto la piantumazione di un bosco mediterraneo al centro della città moderna, un bosco civile, pensato quasi scientificamente, un pezzo di natura dentro la città, tra altri due elementi naturali che caratterizzano e qualificano Pescara: le colline e il mare. Il bosco, in un ambito urbano intensamente pressato dai problemi dell’inquinamento, agirà anche come una grande macchina biologica per migliorare le condizioni ambientali del centro della città. Secondo classificato è il gruppo guidato da Andrea Mammarella, che ha puntato l’attenzione sulla mobilità in merito al programmato spostamento della viabilità principale lungo l’asse pedecollinare. Il gruppo di Givanni Vaccarini, terzo classificato (A), ha invece elaborato un impianto architettonico che organizza l’area come uno spazio interstiziale occupato da infrastrutture verdi. A pari merito, è risultato il gruppo capeggiato da Ilvi Capanna (B) che ha proposto tre livelli intercomunicanti per ottenere uno spazio pubblico pluridimensionale. Uno dei progetti di maggior impatto e modernità è risultato quello di Anna Conti (immagini in basso a sinistra) che ha progettato due nuclei funzionali collegati e uniti da una pelle che ne costituisce la struttura.

Progetto: DGF Design

Aperta, all’interno della casa materna di Mimmo Rotella a Catanzaro, La Casa della Memoria, è una casa-museo dedicata alle opere dell’artista ma anche un’occasione di riflessione sull’arte contemporanea. Il museo raccoglie un nucleo di opere recenti e alcune degli anni ’50 e ’60, 250 volumi sui più grandi artisti della Pop Art e del Neorealismo, foto e ricordi dell’intensa vita dell’ottantaseienne maestro del décollage, presenti nella casa della madre Teresa, in vico dell’Onda, dove il giovanissimo Rotella venne a contatto con i primi colori. La madre, infatti, faceva la modista, i suoi cappelli erano celebri e ornavano le spose di Calabria. Un luogo che proprio il fondatore del Neorealismo Pierre Restany volle chiamare la casa della memoria. “La Casa della Memoria, come anche la Fondazione – precisa Mimmo Rotella –, è legata a una visione culturale ampia e non vuole essere la costruzione di una scatola chiusa che non avrebbe senso e si scontrerebbe con la mia concezione dell’arte e della vita”. L’iniziativa è stata coordinata dal direttore della Fondazione Mimmo Rotella, Piero Mascitti, e interamente finanziata dalla Fondazione stessa. La casa, restaurata dall’architetto Marcello Sestito dell’Università di Reggio Calabria, è stata concepita per volontà di Rotella come una luogo sacro, come una chiesa, rigorosa e bianca. All’interno, oltre alle opere e alla biblioteca, un piccolo bookshop e un maxi schermo.

An abandoned area was formerly the site of Pescara’s Central Station; the European design competition for the urban redevelopment of this area had all the right features to be considered a historical fact for the city, which had long been awaiting the opportunity to renovate one of its most symbolic urban areas. The aim was to plan a great green space with buildings and public services in the heart of the metropolitan area; thus, Pescara’s Adriatic identity could be enhanced, as well as its contemporary soul as a city of relations, close to its territory. First place went to Monestiroli Architetti Associati, which proposed planting a Mediterranean wood in the center of the modern city; a civil wood with a scientific feel, a piece of nature within the city, set between other two natural elements that characterize and qualify Pescara: the hills and the sea. The wood will act like a great biological machine that can improve the environmental conditions of the highly polluted city center. A group led by Andrea Mammarella came second: the designer concentrated on mobility, according to a plan for the shift of the main road system to a route along the foot of the hills. On the other hand, Giovanni Vaccarini’s group (A), which came third, drew up an architectural plan that organizes the area as though it were an interspace occupied by green infrastrucutres. Third place also went to the group headed by IIvi Capanna (B), who proposed three communicating levels to achieve a multidimensional public space. One of the projects that made the greatest impact – and that appeared to be one of the most modern – was the plan by Anna Conti (images before left), who designed two connected functional units that are linked by a sole skin, which thus forms their structure.

Da oltre quarant’anni Giemmegi produce mobili per l’ambiente bagno puntando sull’innovazione del disegno e sull’impiego di raffinate tecnologie. Funzionalità e impiego di materiali tecnologici sono, infatti, gli elementi che caratterizzano “L’uovo”, un progetto di Studio Associato di Architettura DGF design. La forma compatta e l’ampia dotazione di accessori de “L’uovo” rivelano come anche nell’ambiente bagno vi siano ampi spazi per concepire prodotti innovativi, sia sul piano del linguaggio progettuale sia per l’innovazione tipologica. Il cabinet è realizzato in ABS termoformato e può essere disponibile in vari colori, con finitura goffrata; personalizzazioni ulteriori sono date dal top, che può essere in “starlite” con vasca in acciaio o, in alternativa, realizzato completamente in ”vetro freddo”. Fanno parte della dotazione di base: lo specchio, il portasciugamani, la mensola in vetro e il sistema d’illuminazione composto da tre faretti a comando sensoriale. Le due aste, che sostengono la chiusura superiore, permettono di applicare vari accessori opzionali come: il portaspazzolino, il portasapone, lo specchietto di cortesia etc. Due grandi ante ricurve chiudono il vano sotto il lavabo.

The House of Memory (Casa della Memoria) is now open, at Mimmo Rotella’s maternal house in Catanzaro. It is a house-museum devoted to the artist’s works, but it also constitutes an opportunity for reflection on contemporary art. The museum contains a collection of recent works and some from the 1950s and 1960s, 250 books on the greatest Pop and neorealist artists, pictures and mementos from the intense life of this eighty-six-year-old master of décollage. All of this is to be found in his mother Teresa’s house in Vico dell’Onda, where the young Rotella met with his first colors. His mother, in fact, was a hat designer – her hats were famous and adorned many a bride in Calabria. A place that the very founder of neorealism, Pierre Restany, named the house of memory. “The House of Memory, but also the Foundation” – points out Mimmo Rotella – “is linked to a wide cultural vision and is not meant to be an exclusive place…this wouldn’t make sense, and would clash with the way I conceive art and life.” The initiative was coordinated by Piero Mascitti, the director of the Mimmo Rotella Foundation, and is entirely financed by the Foundation itself. In accordance with Rotella’s wishes, the house – which was restored by the architect Marcello Sestito from the University of Reggio Calabria – was conceived as a sort of sacred place, austere and white, like a church. In addition to the works and library, a bookshop and a big screen are also to be found within the house.

Grido dell’anima

3A°

3B°

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Una piccola chiesa di campagna nell’hinterland milanese. Siamo dalle parti di Chiaravalle, a Poasco di San Donato Milanese. Un borgo nebbioso dove l’agricoltura permane come traccia storica, mentre l’invasione residenziale sta iniziando a saturare il terreno con villette a schiera. La comunità locale è molto legata alla piccola chiesa: un edificio più volte rimaneggiato, nei secoli, forse coevo, se non più antico dell’Abbazia di Chiaravalle. Per le esigenze del culto viene attivata una piccola cappella ausiliaria entro la casa parrocchiale dove vengono svolte funzioni religiose a nucleo ristretto. Qui viene attrezzato uno spazio volutamente povero, minimale. Pochi arredi, mattone a vista. Uno spazio essenziale quasi monastico che invita al silenzio. Stefano Pavarini ha realizzato un intervento pittorico con tre immagini semplici: Il Cristo Danzante, La Palma della Pace (nella foto), Il Fuoco dello Spirito. Si tratta di tre segni essenziali, ad alta risonanza simbolica. Il linguaggio è gestuale, quasi un grido dell’anima, legato al ricordo e ai segni dell’espressionismo astratto ; pittura come energia vitale, come forza diretta al risveglio della coscienza.

Mimmo Rotella, Dolls, poster, e scorcio della/and view of Casa della Memoria a Catanzaro.

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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.

Cina per due In Turin and Milan

Estetica ed ecologia In Paris

Nel laboratorio di Piano In Los Angeles

A fine giugno si sono inaugurate due mostre dedicate alla pittura contemporanea cinese: una a Palazzo Bricherasio di Torino (fino al 28 agosto) e una allo Spazio Oberdan di Milano (fino al 2 ottobre). La mostra torinese, “Cina: pittura contemporanea”, curata da Vittoria Coen e Guido Curto, è un’indagine sulla tendenza contemporanea definita “pittura fotografica cinese” e presenta una selezione di circa cinquanta opere che illustrano l’opera e la poetica di tredici artisti di età compresa tra i trenta e i quaranta anni. La pittura fotografica è una tecnica che evoca un realismo descrittivo, frutto di una grande padronanza stilistica, nelle cui pieghe si trovano riferimenti e ispirazioni simboliche e concettuali. Le opere denotano una miscela di rimandi reciproci tra Oriente e Occidente, con soluzioni ironiche e un forte senso di disagio esistenziale. La mostra presentata a Milano, per la cura di Daniela Palazzoni, è intitolata “La Cina: prospettive d’arte contemporanea” e offre una visione di sintesi dei principali protagonisti, filoni, movimenti e tendenze. Attraverso le opere di una settantina di artisti e una ampia documentazione storica si costruisce un mosaico delle esperienze e delle emozioni con cui gli artisti cinesi stanno affrontando e interpretando le profonde trasformazioni della dinamica evoluzione cinese a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso.

“Trait pour trait” è la mostra che la Galerie d’architecture di Parigi dedica fino al 6 agosto allo studio d’architettura Barthélémy Griño attraverso i lavori realizzati in Francia e all’estero negli ultimi anni. L’esposizione si articola tra modelli e disegni dei progetti più significativi dello studio declinando i punti fondamentali del metodo di lavoro dei progettisti in un percorso scandito da quattro momenti principali: strutture, componenti, interni e involucri. Tra i progetti che meglio qualificano l’attività di Philippe Barthélémy e Sylvia Griño, la audace struttura in legno naturale di pino Douglas non trattato dello Stadio ai Bordi della Senna a Nanterre (nella foto), intervento di alto contenuto ecologico e che ha ricevuto una menzione per il Premio de l’Equerre d’Argent 2003, il progetto per un complesso sportivo e biblioteca a Ailly-sur-Somme e il Koba Building a Kobe in Giappone.

Il Los Angeles County Museum of Art costituisce fino al 2 ottobre la prima tappa della mostra itinerante intitolata “On Tour with Renzo Piano & Building Workshop: Selected Projects”. La mostra riproduce l’atmosfera e l’aspetto dello studio dell’architetto genovese con schizzi, modelli, disegni, dossier, fotografie, annotazioni, filmati e modelli di dettagli architettonici allestiti proprio come se il visitatore si trovasse a percorre le sale dello studio. A latere di questa mostra, il LACMA presenta anche “Transforming LACMA”, con i dettagli del progetto che ha affidato a Renzo Piano per l’ampliamento dei propri spazi espositivi.

Two shows devoted to contemporary Chinese painting were inaugurated at the end of June: one at Palazzo Bricherasio in Turin (open until August 28th) and one at Spazio Oberdan in Milan (open through October 2nd). The show in Turin, “China: contemporary painting”, curated by Vittoria Coen and Guido Curto, is a survey on a contemporary trend called “Chinese photographic painting”, and presents a selection of about fifty pieces that illustrate the work and poetics of thirteen artists ranging from thirty to forty years of age. Photographic painting is a technique that evokes a sort of descriptive realism, which results from great mastery of style, wherein symbolic and conceptual references and inspiration can be found. The pieces express a mixture of mutual references between the Eastern and Western worlds, with ironic solutions and a strong sense of existential unease. The exhibition in Milan, under the curatorship of Daniela Palazzoni, titled “China: perspectives of contemporary art”, offers a synthesis of the main protagonists, currents, movements and trends. The combination of works by about seventy artists and comprehensive historical information builds up a mosaic of experiences and emotions with which Chinese artists are facing and interpreting the deep changes of the dynamic Chinese evolution that began during the 1980s.

Until August 6th, the Galerie d’architecture in Paris is devoting the exhibition “Trait pour trait” to the architectural studio Barthélémy Grino, with the display of works the studio has lately implemented in France and abroad. The show presents models and drawings of the studio’s most significant projects, dividing its working method into four main points: structures, components, interiors and shells. Some of the projects that best qualify Philippe Barthélémy and Sylvia Grino’s work are their bold structure in natural, unprocessed Douglas fir wood for the stadium on the banks of the Seine, in Nanterre (in the picture), a highly ecological work that received a mention at the 2003 l’Equerre d’Argent Prize; their project for a sports complex and a library in Ally-sur-Somme, and the Koba Building in Kobe, Japan.

The Los Angeles County Museum of Art is the first step of the touring exhibition entitled “On Tour with Renzo Piano & Building Workshop: Selected Projects.” The show reproduces the atmosphere and appearance of the Genoese architects’ studio, with sketches, models, drawings, dossiers, photographs, notes, films and models of architectural details, all set up so that visitors feel they are actually moving around the studio rooms. Along with this show, the LACMA is also presenting “Transforming LACMA”, with the details of the project it has entrusted to Renzo Piano for the extension of its exhibition halls.

A destra, planimetria generale e schizzo preliminare del progetto di Renzo Piano Building Workshop per l’ampliamento del LACMA a Los Angeles.

Right, site plan and preliminary sketch for the LACMA expansion in Los Angeles, designed by Renzo Piano Building Workshop.

L’architettura partecipata In Rome “Giancarlo De Carlo - Le ragioni dell’architettura” è il titolo della mostra, aperta fino al 15 settembre a Roma, presso il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo. L’esposizione è promossa da DARC Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee, in collaborazione con Centre Georges Pompidou - Paris e Archivio progetti IUAV Istituto universitario di architettura - Venezia. In mostra progetti, disegni, video, fotografie, installazioni multimediali che raccontano un personaggio anticonformista, complesso e inesauribile e 50 anni di architettura italiana. De Carlo è scomparso il 5 giugno scorso a ottantacinque anni, di cui oltre cinquanta dedicati alla progettazione e all’insegnamento dell’architettura e dell’urbanistica, in Italia e negli Stati Uniti. Diverse lauree honoris causa, premi in tutto il mondo, presidente dell’accademia di San Luca dal 2000 al 2002 e, di recente, la medaglia d’oro per la cultura conferitagli dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Architetto “outsider”, personalità forte, complessa e poliedrica, coerente e perseverante, inquieta e a volte scomoda, Giancarlo De Carlo è da sempre animato da una visione sociale e “partecipata” dell’architettura.

Yang Zhengzhong, Light and Easy, serie fotografica/photo series, 2000. Sotto/below, Shi Xinning, Yalta, olio su tela/oil on canvas,

94 l’ARCA 205

127x180 cm. A destra dall’alto/right from the top, Wei Guangqing, Fu, olio su tela/oil on canvas, 120x120 cm; Feng Zhengjie,

China 2003 No. 32, olio su tela/oil on canvas, 210x210 cm; Yang Fudong, The First Intellectual, foto, 2000.

A show entitled “Giancarlo De Carlo – the sense of architecture” will be on through September 15th at the MAXXI – the National Museum of twenty-first century art in Rome. The exhibition was promoted by the DARC – the General Direction for Architecture and Contemporary Art, along with the Centre Georges Pompidou in Paris and the Archivio progetti (Project Archive) at the IUAV (the University Architectural Institute) of Venice. Projects, drawings, videos, photographs and multimedia installations are on show, telling the story of a complex, untiring nonconformist, as well as 50 years of Italian architecture. De Carlo, who died last June 5th at 85, has devoted more than 50 years of his life to teaching architecture and urban

planning in Italy and in the United States. He has received various honorary degrees and has been awarded a number of prizes around the world. From 2000 to 2002 he was president of the San Luca Academy, and recently he has won the golden medal for culture, which he received from the President of the Italian Republic, Carlo Azeglio Ciampi. An “outsider” architect with a strong, complex and versatile personality that is also consistent and persevering, restless and sometimes “troublesome”, De Carlo has always been inspired by a social and “participative” vision of architecture.

Architettura e ricerca In Cesena “Aldo Rossi. Inediti”, fino al 24 luglio presso l’ex Chiesa dello Spirito Santo, Cesena. La mostra fa il punto sulla centralità di Aldo Rossi nella cultura architettonica del Novecento, sia per la sua personalità di progettista sia per il suo lavoro nella ricerca scientifica. L’esposizione – organizzata dalla Facoltà di architettura dell’Università di Bologna – presenta, in forma integrale, alcune collezioni private di inediti nella prospettiva di avviare una campagna di documentazione della straordinaria quantità di disegni disseminati da Rossi in tutto il mondo, donati ad amici e collaboratori nelle più diverse occasioni, testimonianza preziosa e poco nota della profonda influenza che la sua multiforme personalità ha esercitato sulla cultura architettonica del secondo Novecento. E’ inoltre presente una selezione di oggetti tra i più noti disegnati da Rossi per alcuni marchi quali Alessi, Longoni e Molteni. La mostra è completata da un’installazione audio-video dedicata alla vita e all’opera di Aldo Rossi. “Aldo Rossi. Unknown works” will be on through July 24th in the former Chiesa dello Spirito Santo (Church of the Holy Spirit) in Cesena. The show points out Aldo Rossi’s vital position in the twentieth century’s architectural culture, both due to his personality as a designer and to his work in the field of scientific research. The exhibition – organized by the Faculty of Architecture at the University of Bologna – presents a number of private collections of unpublished works in full, with the intention of launching an informational campaign on the exceptional number of drawings Rossi disseminated around the world. He had given the drawings to friends and coworkers on various occasions, and they are precious (and almost unkown) proof of the deep influence his multiform personality exerted on the architectural culture of the second half of the twentieth century. Also on show is a selection of some of Rossi’s most famous objects, designed for trademarks such as Alessi, Longoni and Molteni. The show is completed by an audiovisual installation devoted to Aldo Rossi’s life and work.

Giancarlo de Carlo, L’albero, schizzo/sketch.

A destra/right, Aldo Rossi, Senza Titolo/Untitled.

205 l’ARCA 95


Vivere il mondo arabo At MART Rovereto

Evoluzione della città

Il nuovo Rinascimento di Afro In Livorno

Malevic a Roma An Artist “Beyond”

Proveniente dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein, approda in Italia, al Mart di Rovereto, la mostra “Vivere sotto la Luna Crescente”. Fino all’11 settembre, la mostra racconta con oggetti e ricostruzioni di ambienti la vita domestica e quotidiana del mondo arabo. Dal Marocco alla Siria, dall’Egitto alla Penisola Araba, il percorso espositivo porta il visitatore tra le tende dei nomadi Tuareg e Beduini, nelle casbah di Marrakech o Damasco, fino a condurre agli esempi più importanti degli architetti arabi del XX secolo quali Hassan Fathy, Elie Mouyal o Abdelwahed El-Wakil. Modelli a scala reale dei diversi ambienti abitativi, permettono di immergersi nella realtà dello spazio del mondo arabo. Si rimarca l’importanza della cultura architettonica araba sulla produzione internazionale, espressa dai progetti pionieristici di Le Corbusier e Fernand Pouillon agli esempi più recenti di Arata Isozaki, di Studio 65 per alcuni quartieri residenziali realizzati in Arabia Saudita, o l’Institut du Monde Arabe di Jean Nouvel a Parigi.

Ricco e ambizioso programma di manifestazioni a Nancy che festeggia la riapertura della Piazza Stanislas restituita dopo un anno di lavori alla città con un nuovo volto che nel rispetto della tradizione si offre come spazio urbano maggiormente adeguato alle esigenze contemporanee. Nancy 2005, “Le temps des Lumières” è il tema attorno a cui ruotano eventi espositivi, spettacoli, dibattiti e animazioni urbane, suddivisi in due stagioni, maggio-agosto e settembre-dicembre. Fino al 22 agosto al Museo delle Belle Arti, una mostra di respiro europeo tratta il tema della Ville des Lumières attraverso un insieme eccezionale di opere d’arte, modelli, stampe, disegni, planimetrie provenienti da musei e collezioni private francesi e stranieri. Oltre 180 opere illustrano le trasformazioni, l’evoluzione degli edifici, ma anche delle idee e delle intelligenze, che favorirono nella prima metà del XVIII secolo l’affermarsi di una città all’insegna dell’eleganza e della bellezza, in cui si fiorirono piazze reali e commerciali, edifici pubblici, percorsi urbani e opere di ricostruzione. Esempi francesi, spagnoli, italiani, portoghesi, inglesi e russi offrono una ricca testimonianza dei modi e delle pratiche attraverso cui l’uomo del XVIII secolo fruì e vitalizzò la città. Parallelamente e a completamento di questa prima mostra, è allestita la mostra “Avenir de villes” che mette l’accento sul rapporto tra due modernità: la città degli urbanisti della seconda metà del XX secolo e la città autogenerata dal caso e dalle necessità. Artisti, architetti, cineasti si confrontano con il tema della città del domani presentando al pubblico le loro proposte negli spazi della Friche Alstom, un antico sito industriale nel cuore della città che viene utilizzato per la prima volta come spazio espositivo.

Con la mostra “Afro 1935-1955. La metamorfosi della figura”, la nuova struttura espositiva dei Granai di Villa Mimbelli a Livorno si apre al circuito internazionale dell’arte contemporanea. La rassegna, curata da Renato Miracco in collaborazione con l’archivio Afro, ripercorre gli anni del passaggio dalla figurazione all’astrattismo, dal descrittivo al figurativo, giungendo progressivamente al tema astratto incentrato sul rapporto luce/colore. Novantotto tra dipinti, acquerelli, tempere e disegni costituiscono il nucleo della mostra che per la prima volta ridefinisce gli anni della trasformazione pittorica di Afro, della metamorfosi delle sue immagini in poetica della realtà. Alle opere di Afro sono affiancati alcuni capolavori di proprietà del Comune di Livorno di autori quali Burri, Fontana e Manzoni, amici e compagni del suo viaggio artistico negli anni presi in esame che Moravia definì il “nuovo Rinascimento italiano”.

“Kazimir Malevic: oltre la figurazione, oltre l’astrazione” è il titolo della mostra allestita al Museo del Corso. Aperta fino al 17 luglio, l’esposizione, realizzata e prodotta da ArtificioSkira, rappresenta un importante contributo per la conoscenza di uno dei più grandi artisti dell’avanguardia russa. Benché Malevic fosse ben conosciuto e quasi mitizzato dagli artisti delle avanguardie europee del ’900, la sua opera rimase del tutto sconosciuta al grande pubblico fino alla fine degli anni Cinquanta. L’esposizione presenta una retrospettiva completa dell’opera di Malevic composta dai primi quadri simbolisti in cui l’artista, già attento ai temi simbolici che costituiranno la cifra principale della sua opera, subisce l’influsso delle opere postimpressioniste viste a casa dei grandi collezionisti russi Sciukin e Morozov. Sono inoltre presenti opere cubofuturiste direttamente connesse all’incontro in Russia con il pittore futurista italiano Marinetti; i grandi quadri astratti del Suprematismo e il famosissimo trittico del Quadrato nero, della Croce nera, del Cerchio nero.

From the Vitra Design Museum of Weil am Rheim, the show “Living under the Waxing Moon”, is now on show in Italy, at the Mart of Rovereto. Through September 11th, the exhibition will focus on the domestic and everyday life of the Arabian world, displaying various objects and environmental reconstructions. From Morocco to Syria, from Egypt to the Arabian Peninsula, the show leads the visitor through Tuareg and Bedouin camps and the Kasbahs of Marrakesh or Damascus, up to the most important examples of twentieth-century Arab architects, such as Hassan Fathy, Elie Mouyal or Abdelwahed El-Wakil. Real-scale models of different living environments allow us to experience the reality of space in the Arab world. The significance of Arab architectural culture in international production is highlighted, starting out with pioneering projects by Le Corbusier and Fernand Pouillon, up to more recent examples such as works by Arata Isozaki, Studio 65 – for a number of residential quarters in Saudi Arabia – or the Institut du Monde Arabe by Jean Nouvel in Paris.

The new exhibition space at Livorno’s Granai (Granary) of Villa Mimbelli is opening up to the international circuit of contemporary art with the show “Afro 1935-1955. The metamorphosis of the figure”. The exhibition – which is curated by Renato Miracco with contributions from the Afro archive – traces the artist’s years of the passage from figuration to abstractionism, from the descriptive to the figurative, gradually reaching light/color abstraction. Ninety-eight pieces, including paintings, watercolors , distempers and drawings constitute the focus of the

show, which for the first time redefines the years of Afro’s pictorial evolution, the metamorphosis of images into the poetics of reality. Along with Afro’s works, a number of masterpieces owned by the city of Livorno are also on display, including pieces by authors such as Burri, Fontana and Manzoni, who were his friends and comrades during his artistic journey throughout those twenty years, which Moravia called the “new Italian Renaissance.”

Afro nel suo studio/Afro in his atelier. Sotto/below, vergine e

Bambino, circa 1430, Rupt-sur-Moiselle, Lorena.

“Kazimir Malevich”: beyond figuration, beyond abstractoin” is the title of the exhibition organized at the Museo del Corso. Open until July 17th, the show, which was set up and produced by ArtificioSkira, contributes greatly to acquainting the public with one of the greatest artists of the Russian avant-garde. Although Malevich was well-known and almost mythicized by the twentieth-century European avantgardes, his work remained totally unknown to the general public until the end of the 1950s. The show presents a complete retrospecitve of Malevich’s work, including his first symbolist paintings, in which the artist – who was already interested in symbolic themes, which were later to be the main focus of his work – was influenced by the Postimpressionistic work he had seen at the homes of the great Russian collectors Sciukin and Morozov. In addition, the exhibition presents cubistic-futurist works that are directly linked to his encounter in Russia with the Italian futurist painter Marinetti; the four abstract paintings of the Suprematism and the very famous triptych of the Black Square, the Black Cross and the Black Circle. Kazimir Malevic, Torso femminile, olio su legno/oil on wood, 58x48 cm, 1928-29. In basso a sinistra/below left, Loulou Cherinet, Bleeding Men, video, 2003; a destra/right, Hicham Benohoud, Version Soft, stampe alla gelatine d’argento/silver gelatine prints, 120x80 cm cad./each, 2003.

Sculture di Madonne

Interno di una tenda di nomadi/interior of a Nomads’ tent. in Mauritania.

Grande Montreal At CCA

Neagle a Lucca A Design Master

Si chiuderà il 14 agosto la mostra, allestita presso il Canadian Centre for Architecture di Montreal, intitolata “The Sixties: Montreal Thinks Big”. Per il Quebec e per il resto del Canada, gli anni Sessanta sono una decade di grande crescita in cui si è verificato un forte sviluppo del paesaggio urbano. Soprattutto Montreal ha visto in quegli anni la realizzazione di progetti su vasta scala come il Metro, Place Bonaventure e l’area che ha ospitato l’Expo 1967. La mostra propone 400 tra disegni, fotografie, fotomontaggi, filmati, documentari, libri e modelli di architetti, fotografi e autori sia locali che internazionali. Molti i nomi noti che contribuirono al boom architettonico di Montreal da Mies van der Rohe a Pier Luigi Nervi, da Luigi Moretti a Ieoh Ming Pei e Henry Cobb.

Fino al 28 agosto la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo L.Ragghianti di Lucca propone una mostra dedicata a Richard Neagle dal titolo “Industrial design, progetti e prodotti 1938-1992”. Neagle, ormai da anni residente proprio a Lucca, è stato uno dei protagonisti della grande stagione internazionale del design sviluppatasi tra gli anni Quaranta e i Settanta, operando tra Philadelphia, New York, Norwalk, Milburn e Milano. La mostra, curata da Vittorio Fagone, direttore della Fondazione Ragghianti, è realizzata in collaborazione con il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma dove è conservato l’archivio del designer in cui figurano numerosi modelli, prototipi, disegni e progetti che ne illustrano l’originale itinerario creativo. Il catalogo della mostra offre saggi oltre che del curatore, di Gillo Dorfles, Gloria Bianchino e Aldo Colonetti.

August 14th will see the close of the show “The Sixties: Montreal Thinks Big” at the Canadian Centre for Architecture in Montreal. The sixties was a decade of great growth for Quebec and the rest of Canada, a period of great development for the urban landscape. During those years, it was especially Montreal that saw the realization of large-scale projects, such as the Metro, the Place Bonaventure and the area that hosted the 1967 Expo. The exhibition includes 400 items, with drawings, photographs, photomontages, films, documentaries, books and models by local and international architects, photographers and authors. A great number of well-known names which contributed to Montreal’s architectural boom are present, such as Mies van der Rohe, Pier Luigi Nervi, Luigi Moretti, Ieoh Ming Pei and Henry Cobb.

Gordon F.Callaghan, biglietto di auguri con la foto dell’isola che ha ospitato l’Expo 67/Greeting Card with Aerial View of Expo 67 Island, Montreal 1967.

96 l’ARCA 205

Until August 28th, the Licia and Carlo L. Ragghianti Center for Art Studies Foundation is presenting the show “Industrial design, projects and products, 1938-1992”, devoted to Robert Neagle. Neagle, who has been living in Lucca for years, was one of the protagonists of the great international design season that developed between the 1940s and 1970s. He worked in a number of cities, including Philadelphia, New York, Norwalk, Milburn and Milan. Curated by Vittorio Fagone, the director of the Ragghianti Foundation, the exhibition was organized jointly with the University of Parma’s Studies and Communications Archives Center, where the designer’s archives are preserved. The latter comprise a number of models, prototypes,

Sopra/above, Nicola Salvi, prospetto della/elevation of Fontana di Trevi a Roma.

drawings and projects that are proof of his original creative line. The catalog of the show includes essays by the curator, as well as by Gillo Dorfles, Gloria Bianchino and Aldo Colonetti.

Tema “di nicchia” ma di grande fascino quello proposto dalla mostra in corso fino al 18 settembre al museo d’Unnterliinden di Colmar, un luogo che già di per sé vale la pena di conoscere, sia per la sua collocazione all’interno di un antico convento dei Domenicani, d’Unterlinden appunto, fondato nel XIII secolo, sia perché conserva il prestigioso Altare d’Issenheim, uno dei capolavori dell’arte religiosa dell'Occidente medievale, opera di due maestri del tardo gotico, Grünewald e Nicolas de Haguenau. La mostra “Figure di Madonne” si concentra sulla iconografia della Vergine attraverso un tipo di rappresentazione di grande forza e incisività propria dell’arte medievale: la scultura in pietra e legno. Trentadue statue di origine renana realizzate tra il XV e il XVI secolo documentano l’evoluzione dell'iconografia mariana durante il Medio Evo. La ricchezza materiale, la straordinaria fattura e la carica espressiva di queste sculture, provenienti dai musei d’Epinal, di Strasburgo, Guebwiller, Nancy e dal Louvre, offrono un’occasione preziosa per familiarizzare con una tecnica scultoria di lunga tradizione, nonché di avvicinarsi ai numerosi attributi e simboli legati al tema della Vergine e del Bambino.

Prano-scultura

Richard Negale, lampada da tavolo/table lamp “T”, 1953

Scultrice giapponese dalla straordinaria sensibilità spirituale e materica, Kioko Kita sviluppa inizialmente la sua formazione artistica nel 1984, collaborando con il laboratorio di Ceramica del Museo d’Arte Tekisui di Ashiya, nel Kansai. Vincitrice di numerosi e importanti premi, Kioko ha stabilito con la ceramica un rapporto di profonda unione e spiritualità, che si connatura in opere antropomorfe di straordinaria plasticità e compattezza, evocatrici di un pensiero primitivo puro e istintivo, mediato dalla conoscenza e dalla consapevolezza del bello. L’artista si confida: “Tra i cinque sensi, quando creo oggetti di ceramica, è il tatto a trasmettermi maggiori emozioni. E percepisco l’afflato trattenuto all’interno delle mie opere, trasferire all’esterno il suo respiro”.

A tutta Africa In Paris Dopo Düsseldorf e Londra, la mostra “Africa Remix” arriva al Centre Pompidou di Parigi dove rimarrà aperta fino all’8 agosto per poi concludere il proprio tour al Mori Art Museum di Tokyo. Vengono presentati 137 opere tra sculture, disegni, assemblaggi, installazioni, video, filmati, ma anche oggetti di design e del settore della moda, musica e letteratura, realizzati negli ultimi dieci anni da 88 artisti provenienti da 25 Paesi africani, per la cura del camerunense Simon Njami, editore della rivista “Revue Noire”. La mostra si concentra sul tema “la presenza del presente” e le opere esprimono il legame, concettuale, estetico e formale, tra arte e vita quotidiana. Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni tematiche che racchiudono ciascuna diversi tipi di approccio artistico: Corpo e Anima; Storia e Identità; Città e Campagna. After Düsseldorf and London, “Africa Remix” is coming to the Centre Pompidou in Paris, where it will be open through August 8th; it will then move on to its last stop at the Mori Art Museum of Tokyo. 137 works produced in the past 10 years by 88 artists coming from 25 African countries are on show, including sculptures, drawings, assemblages, installations, videos, films, designer pieces and items from the worlds of fashion, music and literature. The curator of the exhibition is the Cameroonian Simon Njami, the editor of the review “Revue Noire”. “The presence of the present” is the focus of the show, and the works represent the conceptual, esthetic and formal connection between art and daily life. The exhibition is divided into three thematic sections that each have different types of artistic approaches: Body and Soul; History and Identity; City and Countryside.

205 l’ARCA 97


La forza del vetro In Venice

Tecnica e arguzia In Vienna

Allineamento perfetto

Estetica e tecnologia

La Galleria Marina Barovier di Venezia presenta fino al 30 settembre la personale di Cristiano Bianchin dal titolo “Dodici vetri mentre morivo”. Bianchin propone una serie di opere simbolicamente centrate sul significato del trascorrere inarrestabile del tempo e delle cose, sul divenire dell’individuo rappresentato attraverso i suoi simulacri. In esposizione le figure dette crisaliformi, urne oggetti tribali somiglianti a utensili, un amuleto, una collana che l’artista ha trasformato in un bijoux di quattro metri con pendente antropomorfo. Le opere sono state realizzate, con la collaborazione del maestro soffiatore Andrea Zilio e del maestro molatore Giacomo Barbini (presso la fornace Anfora di Murano) in vetro soffiato nero lavorato “a mano volante”; la superficie è lavorata utilizzando tecniche di finitura complesse quali la “mola” e il “nastro”.

L’artista tedesco Mathias Waske è il protagonista della mostra “Mona Lisa to Madonna” organizzata alla Kunsthaus di Vienna e aperta fino al 18 settembre. Pittore “indipendente”, Waske (classe 1944) risiede dal 1968 tra Monaco di Baviera e il sud della Francia, le sue opere, molte delle quali fanno parte di importanti collezioni private, si caratterizzano per la valenza caricaturale applicata alle “icone” dell’arte, che egli riproduce con talvolta dissacrante immaginazione contemporanea. Originale, arguto e dotato di una grande tecnica pittorica, Waske si colloca al di fuori delle scuole e delle tradizioni. Nella mostra viennese vengono proposte 130 opere, realizzate dal 1971 a oggi.

Rasomuro, di Lualdi, è una serie di porte che assicurano l’allineamento perfetto alla parete consentendo una straordinaria purezza planare e un raffinato rigore. Il risultato si deve a un falso telaio sostituito da un sottile stipite in alluminio anodizzato, da murare con zanche, dotato di una guarnizione di battuta in gomma che, mediante uno specifico trattamento, assicura la precisa adesione tra alluminio e muro. La cerniera è esterna e l’apertura è prevista sia verso l’esterno (a spingere), che verso l’interno (a tirare). L’anta a battente viene fornita nelle finiture: grezza, da trattare come le pareti; laccata opaca; in essenza di noce nazionale, di ciliegio, rovere e vetro opalino o trasparente.

Axolute, di BTicino, è un progetto studiato per integrarsi in ambienti che vogliono adeguarsi al nuovo ed emergente concetto abitativo evoluto, privilegiando una realtà concreta volta alla cultura del significativamente dominante, in termini di lusso accessibile e coerenza progettuale e tecnologica. Determinante rimane il concetto di flessibilità, comune ai singoli apparecchi, alle funzionalità, all’impiego della luce quale elemento pratico e indicativo. Le due forme-archetipo, si distinguono nella scelta di specifici ed efficaci materiali, e si evidenziano in forme rettangolari ed ellittiche di grande purezza e assolutezza sia in termini di colori, sia per l’impiego di materiali come il Corian e l’acciaio Alessi, e di altri più usuali quali il legno, le pietre a spacco, la pelle e il vetro. Di estrema flessibilità e modularità, il progetto si integra in ogni situazione stilistica e di comfort, e consente interazione con le interfaccie tradizionali e con quelle digitali più evolute, rendendo sofisticato il concetto di azione attraverso axial, soft e scenary touch, ed esaltando la relazione con schermi e display.

Through September 30th, Venice’s Galleria Marina Barovier is presenting the solo show “Twelve glasses as I was dying”, devoted to Cristiano Bianchin. Bianchin proposes a series of works that are symbolically focused on the significance of the relentless passage of time and things, on the development of the individual, who is represented through his/her simulacra. On show are a number of glass figures, urns and tribal objects that look like tools, an amulet, a necklace the artist transformed into a four-meter-long bijou with an anthropomorphic pendant. The artist created the pieces with the help of the master glassblower Andrea Zilio and the grinder Giacomo Barbini at the Anfora furnace in Murano. The objects are made in freely shaped, blown black glass; complex finishing techniques that called for the use of a grinding wheel and belt were used to work the surface.

Cristiano Bianchin, Amuleto, collana, 18 elementi in vetro soffiato nero rifiniti a nastro con figura antropomorfa in vetro nero soffiato a mano volante/necklace, 18 elements in ribbonfinished blown black glass with blown black glass antropomorph figure, maestro esecutore/master for realization: Andrea Zilio, maestro molatore/master grinder: Giacomo Barbini, 2004/2005.

I viaggi di Pratt In Siena Il viaggio, reale o di fantasia, è il tema attorno a cui ruota la mostra Hugo Pratt. Periplo immaginario” allestita fino al 28 agosto nelle sale di Palazzo Squarcialupi di Siena. A dieci anni dalla scomparsa dell’artista e fumettista inventore di Corto Maltese, la mostra propone una selezione di 350 opere tra tavole, fumetti, acquerelli e chine in cui insieme a Pratt si ripercorrono i luoghi e i viaggi che, oltre alle letture di Setevenson, Conrad e London, ne ispirarono la fantasia. Il percorso espositivo è suddiviso in sette sezioni geografiche: Occidente Sud, Occidente Nord, Africa, America Latina, Nord America, Pacifico e Asia, connesse tra loro attraverso produzioni video originali. Una sezione a parte è dedicata all’esposizione di 163 tavole originali di Una Ballata del Mare Salato, la prima grande storia a fumetti in cui esordisce Corto Maltese. Real or imaginary journeys are the focus of the show “Hugo Pratt. Imaginary circumnavigation”, which will be on until August 28th in the halls of Siena’s Palazzo Squarcialupi. Ten years after the artist’s death (he was also a cartoonist and the inventor of Corto Maltese), the show offers a selection of 350 works, including plates, cartoons, watercolors and pen-and-ink drawings, in which Pratt leads us to the places and through the journeys from which he drew inspiration – although he was also greatly inspired by Stevenson, Conrad and London’s writings. The exhibition is divided into seven geographical sections: the Southwest, the Northwest, Africa, Latin America, North America, the Pacific and Asia, all linked through original video productions. A separate section is devoted to 163 original plates from The Ballad of the Salty Sea, the artist’s first great cartoon story, where Corto Maltese makes his first appearance.

The German artist Mathias Waske is the protagonist of the show “Mona Lisa to Madonna”, organized at the Kunsthaus of Vienna and open through September 18th. An “independent” painter, Waske (born in 1944) has been living between Munich and southern France since 1968. Many of his works are part of important private collections, and feature a burlesque character applied to the “icons” of art, which he sometimes reproduces through his own desecrating contemporary imagination. Original, witty and gifted with great pictorial tchnique, Waske’s work is not linked to any schools or traditions. The Viennese show presents 130 works the artist has created from 1971 to today.

Festa per l’Architettura

Mathias Waske, A Touch of Red, 1991.

Da Chaplin a Charlot In Paris Al Jeu de Paume, negli spazi di Place de la Concorde, è in corso fino al 18 settembre la mostra “Chaplin et les images” il cui interesse risiede, oltre al tema proposto, nell’essere la prima importante esposizione realizzata a partire dagli archivi di casa Chaplin. La storia di Chaplin e il mito di Charlot sono messe a confronto attraverso oltre 250 fotografie scandite in un percorso originale che affianca le foto antiche a una serie di piccole stampe moderne disposte come in una sequenza cinematografica offrendo in questo modo molteplici livelli di lettura. In mostra, presentato per la prima volta, l’album Keystone, dal nome della prima casa di produzione dove Chaplin debuttò, in cui ogni lastra è composta da fotogrammi accompagnati da testi manoscritti che testimoniano la messa apunto del personaggio di Charlot quando Chaplin aveva solo 25 anni. L’allestimento della mostra aiuta a rintracciare la relazione tra immagine fissa e animata attraverso una quindicina di schermi che proiettano spezzoni selezionati di dieci film dell’artista. Rarissimi e unici anche alcuni album usciti dall’ufficio stampa che fondò Chaplin e dove furono raccolte in voluminosi album, quasi 120, le rassegne stampa di tutte le pubblicazioni sia sull’artista, sia sulla sua produzione cinematografica. Una decina di manifesti e le opere di alcuni artisti dell’avanguardia, da Léger a Blumenfeld, che si appropriarono dell’immagine di Chaplin quale riferimento del nuovo movimento artistico, completano la mostra. Emergono quattro assi principali di approfondimento: la messa a fuoco progressiva del personaggio di Charlot, la precisione chapliniana come cineasta, il suo esilio fino ai suoi messaggi di speranza e di pace delle ultime opere.

“Chaplin et les images” will be open through September 18th in the exhibition areas of the Place de la Concorde at the Jeu de Paume. Aside from the theme, what is interesting is the fact that this is the first important show that features works from the archives at Chaplin’s family home. Chaplin’s story and the myth of Charlot are compared, with a very original arrangement of 250 photographs: antique pictures are set beside a series of small modern prints in a sort of cinematographic sequence that can be interpreted in different ways. The Keystone album – from the name of the first studio in which Chaplin made his debut – is presented for the first time; here, each plate is composed of frames accompanied by hand-written texts that bear witness to the character of Charlot when Chaplin was still only 25 years of age. The layout of the show helps to trace the relationship between photographs and motion pictures through more than two dozen screens that project selected clips from ten of the artist’s movies. Some of the albums coming from the press office that Chaplin founded are extremely rare and unique: gathered in almost 120 great albums are the press releases of all the artist’s published work, as well as his cinematographic production. On show are also about a dozen posters and works by some avant-garde artists who made Chaplin’s image their own, from Léger to Blumenfeld; Chaplin, in fact, was a reference-point for the new artistic movement. Four main axes emerge for examination: a progressive focus on the character of Charlot, Chaplin’s precision as a film-maker, his exile and the messages of hope and peace that emerge in his last works.

A maggio, mese votato interamente all’Architettura dalla Triennale di Milano, è stato messo a punto un calendario dedicato a mostre, eventi e convegni impostati sui vari aspetti della cultura del progetto. Quattro le grandi mostre che hanno evidenziato le trasformazioni metabolizzate e in atto, presenti nell’architettura secondo un programma esteso a livello internazionale. Con l’iniziativa “Italy builds. L’Italia che si trasforma”, si sono susseguiti incontri con i protagonisti del nuovo paesaggio italiano, evidenziando i segnali che conducono alle componenti teoriche e tecniche del progetto, dall’architetto al committente e all’impresa. “La Fabbrica Estetica” ha sottolineato, mediante l’analisi di singoli complessi, quanto sta cambiando

l’architettura del lavoro in termini di tipologia e di correlazione tra edificio e contesto sociale e ambientale. Con “Focus”, si sono articolate iniziative e temi connessi a una prospettiva d’autore mediante lectures e seminari in collaborazione con istituzioni volte al mondo dell’architettura. La proiezione di quattro film di autori del sud-est asiatico, hanno proposto il tema della rappresentazione della città in racconti per immagini, evidenziando le grandi trasformazioni di metropoli come Hong Kong, Shanghai e Pechino.

Star Wars

L’architettura costruita Il SAIE, in programma a BolognaFiere dal 12 al 16 ottobre 2005 quale evento importante per il mondo delle costruzioni, proporrà ai propri visitatori professionali la visione più completa e aggiornata delle migliori soluzioni tecniche riguardanti l’evoluzione del mercato. Saranno oltre 1.850 gli espositori presenti, dei quali più di 450 esteri, che copriranno i 220.000 metri quadrati di superficie espositiva, consentendo il confronto tra operatori e contatti business. Lo spazio fieristico si svilupperà

ulteriormente con un nuovo padiglione, e saranno resi disponibili percorsi mobili coperti, incrementate le aree di parcheggio, portata la connessione wireless nelle aree attrezzate, via cavo ad alta velocità. Il razionale percorso fieristico distribuirà in 18 padiglioni espositivi e 6 aree esterne, il repertorio merceologico dell’evento, e organizzerà focus di approfondimento dedicati al Calcestruzzo, alle Canne Fumarie, alla Canalizzazione e al trattamento delle acque.

Under 50 La Triennale di Milano e la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano hanno promosso, dal 5 maggio al 12 giugno 2005, una grande mostra e un convegno impostati sulle relazioni tra ricerca, formazione e progetto di architettura, per evidenziare realizzazioni di architetti “under 50”, laureatisi nelle Facoltà di Architettura Italiane. Si è inteso richiamare l’attenzione sul concetto progettuale architettonico sviluppato in “scuole” attive in Italia, mediante la presentazione di opere già realizzate, selezionate autonomamente presso le singole Facoltà.

La manifestazione rientra nei programmi elaborati dalla Triennale in termini di rilancio dei rapporti con il mondo accademico, per costituire un sistema di nuove relazioni tra il settore della progettazione architettonica italiana, e il profilo del suo nuovo e attuale iter nel momento della consolidazione delle procedure concorsuali. La mostra ha presentato circa 100 progetti, e il convegno ha dibattuto, con il contributo e la partecipazione dei delegati della Facoltà di Architettura, le tematiche relative all’“identità dell’architettura italiana”.

Dal 13 maggio al 28 agosto 2004, in occasione della proiezione in Italia dell’ultimo episodio della nota saga Star Wars: La vendetta dei Sith, la Triennale di Milano, con LucasFilm e ArteUtopia, ospita la mostra “Starwars – The Show”. Ne vengono evidenziati gli aspetti spettacolari e la creatività fantastica, formale, funzionale, tecnica e materica che hanno resa mitica la serie dei primi cinque film realizzati, nonché di quest’ultimo. Su una superficie di 1.200 metri quadrati, allestiti da Alessandro Pedretti, si snoda il percorso espositivo con 250 originali provenienti dagli archivi della Lucasfilm, che comprendono i costumi, le navi spaziali, i droidi, gli studi preparatori e i personaggi della saga. L’occasione, oltre a introdurre con straordinaria suggestione nella finzione cinematografica, evidenzia l’altissima capacità creativa degli artisti che hanno aiutato George Lucas nella sua trentennale avventura. Il progetto illuminotecnico, opera di Disano illuminazione, ha un ruolo di notevole importanza nell’evento, e si evidenzia mediante i faretti Vision, disegnati da Alessandro Pedretti. Questi, utilizzati nella versione più performante, con l’aggiunta di sagomatori, per una perfetta calibratura del fascio luminoso, consentono un progetto illuminotecnico complesso, capace di dare la migliore visibilità agli oggetti esposti e di creare ambientazioni di grande e suggestiva efficacia.

Urbanpromo a Venezia

Hugo Pratt, Corto Maltese-Una Ballata del Mare Salato, acquerello/water color, 24x32,5 cm, 1976.

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Chaplin boxe avec Mack Swain; Kid McCoy arbiter, 1923 / 1925 (© from the Archives of Roy Export Company Establishment).

Dal 16 al 19 novembre a Venezia, negli spazi di Palazzo Franchetti, si parlerà, discuterà, rifletterà di marketing urbano. L’occasione è offerta, per il secondo anno consecutivo e da quest’anno con cadenza annuale, da “UrbanPromo”, organizzato da Urbit, Urbanistica Italiana, società facente parte dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. A essere coinvolti in questo incontro, tutti gli attori che prendono parte, con le proprie competenze, ai

processi di trasformazione urbana: Enti locali, proprietari, promotori, investitori e gestori di patrimoni immobiliari, società di progettazione, imprese di costruzione, Istituti di credito ed Enti di ricerca. Si discuterà sui temi pertinenti alla pianificazione, la progettazione e la gestione dei fenomeni di riuso del suolo in proiezione verso un tipo pproccio calibrato su un giusto equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale degli interventi.

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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Sede parigina

Azione sinergica

La nuova sede parigina della iGuzzini, collocata nello storico quartiere della Bastiglia, è il risultato del restauro di una ex stamperia dei primi del novecento che, curato da Pierluigi Copat, determina e definisce uno spazio di circa 1300 mq, comprendente: un “patio” d’ingesso; il piano interrato con funzione di Show Room definito “camera oscura”; i piani superiori dedicati agli uffici definiti “camera chiara”. Il patio ospita un suggestivo muro di foglie e fiori che fronteggia una parete a quadri luminosi, e dispone di luce naturale e di effetti singolari di luminosità colorata indotta. Lo spazio espositivo chiamato “camera oscura”, si articola in un’area dove si auto-evidenziano, esibendosi con ogni possibile e singolare effetto luminoso, i vari sistemi di illuminazione iGuzzini. La “Camera chiara”, identificabile come i due piani destinati agli uffici, sfrutta la luce delle grandi vetrate esterne, e la compensa con un sofisticato sistema che segue e integra le variazioni della luce a fine giornata.

Nell’ambito della settimana del design, svoltasi lo scorso aprile a Milano, Iris Ceramica è stata presente con un’istallazione di Ludovica + Roberto Paloma, titolata“terra & fuoco”, realizzata in un’officina meccanica di oltre 600 mq situata nella nota zona Tortona. La kermesse, che ha coinvolto anche partners famosi come Objekt Magazine, Kenzo, Caffè Vergnano e altri, si è sviluppata come iniziativa mirata a rafforzare il brand e l’immagine su un target di pubblico alto e qualificato, evidenziando le nuove e molteplici peculiarità delle innovative collezioni

Possibiltà illimitate

Ponte di comando

Nato nel 1963, il sistema di arredamento USM Haller diventa nel 1969 un successo mondiale e consente, con soli tre elementi base, illimitate possibilità per l’arredamento individuale. Il concetto del sistema si basa su una sfera in ottone cromato, un tubo di collegamento in acciaio cromato e in elementi di rivestimento in undici colori e tre materiali (lamiera d’acciaio verniciata a polvere, metallo perforato e vetro. Gli elementi modulari allestiti con mobili Haller si possono decomporre e ricomporre, nonché organizzare singolarmente e ampliare con nuovi elementi. Recentemente il sistema è stato introdotto nella collezione di design del Museum of Modern Art MoMA di New York.

DomusCenter, di ABB, è il nuovo software per Windows Media Center di Microsoft: un virtuale ponte di comando mediante il quale è possibile interagire con la propria casa per mezzo del sistema DomusTech. DomusCenter amplia le funzioni di home entertainment, offerte dal sistema operativo Windows XP Media Center Edition 2005, attraverso i due sottomenù aggiuntivi Ambienti e Scenari, che consentono di controllare e comandare il funzionamento dei dispositivi gestiti dal sistema DomusTech mediante telecomando. Dalla sezione Ambienti è possibile controllare lo stato dei dispositivi gestiti dal sistema DomusTech in ogni parte della casa e comandarne il funzionamento. Tutte queste azioni vengono eseguite per mezzo dello stesso telecomando utilizzato per interagire con Windows Media Center. La sezione Scenari consente di attivare e modificare gli scenari domotici del software, cioè funzioni governabili simultaneamente, come lo spegnimento delle luci, la regolazione del riscaldamento e l’attivazione delle tapparelle. E’ anche possibile adeguare secondo esigenza il proprio scenario domotico, e indicare per ogni comando lo stato di attivazione e disattivazione, nonché impostare l’intervallo di tempo che deve intercorrere tra un

Nati dallo IUAV Format e Metal Line. Il progetto ha consentito l’integrazione tra le superfici ceramiche e oggetti selezionati, creando percezioni sensoriali e correlazioni materiche. Format consiste in un mix di materie ceramiche di concezione innovativa, dai numerosi formati e combinazioni studiati sia per pavimentazioni sia per rivestimenti. Metal line interpreta gli effetti e le suggestioni del metallo e, adatto per pavimentazioni e pareti, mantiene nel tempo inalterati i propri caratteri.

comando e l’altro. Tra le personalizzazioni più significative a disposizione operando direttamente su DomusCenter, è consentito: Variare valori di temperature e orari sui termostati controllati, distribuiti nei vari ambienti; modificare le fasce orarie di attivazione dell’impianto di irrigazione; impostare e cambiare una o più programmazioni settimanali per l’attivazione/disattivazione dei dispositivi; variare la priorità di attivazione/disattivazione dei carichi soggetti al controllo di attacco/stacco tramite il modulo di controllo carichi; creare nuovi scenari domestici; modificare uno scenario già predisposto.

Filippo Forzato, Matteo Ballrin, Laura Masiero/Gruppo di ricerca format-C fac 01_, fac 02_, ricerca sulla professione dell’architetto e sulla produzione dell’architettura Grafiche Veneziane, Venezia 2004, 200 ill. in b/n e colori, 272 pp Qualunque giudizio sul lavoro dei format-c non può esimersi da una condizione, un presupposto fondamentale che è lo sfondo studentesco da cui il gruppo di ricerca nasce e si sviluppa. La cornice per inquadrare il loro operato è la facoltà di architettura di Venezia o meglio le ceneri di quel prestigioso focolaio dell’architettura italiana voluto nel dopoguerra da Giuseppe Samonà, chiamando a raccolta i giovani artisti, architetti e critici, emarginati dalla cultura del potere. Necessita dunque contestualizzare format-c e non solo nello specifico veneziano dello IUAV, ma nel guazzabuglio delle facoltà di architettura italiane, costipate all’inverosimile di studenti assonnati, privi di passione autentica e di professori sordi, presenti solo fisicamente e burocraticamente, ma spesso inesistenti nello specifico della didattica architettonica. Dentro questa cornice desertica emerge l’impegno sempre curioso e appassionato dei format-c e, più in generale, dei gruppi studenteschi operativi nelle facoltà italiane di architettura. Il contributo maggiore dei format-c è fin qui profuso e condensato in due volumi, faq01 e faq02. In essi, attraverso lunghe interviste, scavano le realtà di sette studi italiani (5+1, ApsT, Archea, Hov, Ipostudio, ma0, Metrogramma), facendo leva su quattro sezioni: la formazione, la professione, lo studio, il cantiere. Dalla cadenza ritmica dell’indice emerge subito una volontà di schematizzare per andare oltre la superficie, tuttavia sarebbe facile dimostrare come le sezioni scelte sono talmente complementari da non poter essere disgiunte. Non è forse l’esperienza di cantiere una tappa fondamentale per la formazione dell’architetto, malgrado le grandi star dell’architettura la deleghino preferendo spesso le loro torri d’avorio? Una simile suddivisione avrebbe guadagnato forza se i format-c ne avessero derivato una lettura trasversale, tratteggiando un quadro critico per le rispettive sezioni. Un quadro che potrà ricostruire il lettore in modo autonomo, ma che avrebbe spinto oltre l’originalità e la struttura dei volumi. E’ inoltre significativo che i format-c abbiano rifiutato le immagini, per calarsi esclusivamente nel confronto di idee e nello scambio aperto. Proporre una singola intervista materializza – o almeno dovrebbe - una posizione chiara e specifica, non solo nella direzione delle domande, ma soprattutto nella scelta dell’architetto, sicché proporre una raccolta d’interviste - sette nel nostro caso individua una molteplicità di scelte, un vero e proprio

campo d’azione dell’architettura italiana: uno scenario. A questo punto la domanda prevedibile è: qual è lo scenario italiano proposto dai format-c? E’ incoraggiante ma non privo di compromessi. Fatta eccezione per gli studi fiorentini Ipostudio e Archea, la selezione proposta, affiancata dalle interviste stridenti e problematiche di Franco Purini e Massimiliano Fuxsas, tratteggia uno scenario generale appannato, ma angolato e futuribile. E malgrado Ipostudio e Archea rappresentino delle emergenze nell’attuale stasi fiorentina, avremmo preferito architetti meno rumorosi e più problematici. Elio Di Franco per citarne uno. Ma più in generale occorre comprendere che una semplice intervista è un’operazione, uno strumento critico. Bombardati dall’informazione gratuita e insistente, oggi più che in passato, occorre filtrare, selezionare attraverso scelte drastiche e provocatorie, altrimenti si rischia il qualunquismo e la superficialità dilagante, che innescano sempre meccanismi di errata lettura, con ricadute sulla formazione degli studenti. E in quest’angolazione incalzano le parole di François Burkhard, che in una recente intervista ha osservato: Non si leggono più valutazioni negative e non c’è più nessuno che prenda posizione, soprattutto per la mancanza di una formazione specifica e di un’etica professionale. In conclusione, per quanto discutibili possano sembrare la struttura ripetitiva delle interviste e l’assenza di una lettura trasversale o la scelta di alcuni architetti, rimane indiscussa la fragranza di un’indagine vivace, di un lavoro di ricerca fresco, di prima mano e rivolto ai giovani. Ma soprattutto sgorgano e affiorano, leggendo i volumi, una forza d’animo, uno spirito propositivo che, nel letargo studentesco dei nostri giorni, non possono e non devono darsi per scontati. In un memorabile articolo apparso qualche mese fa su “La Repubblica”, cui seguì un’interessante polemica su differenti quotidiani, Pietro Citati, tracciando il profilo dello sfascio universitario italiano seguito al contraccolpo della contestazione del Sessantotto e al colpo di grazia di Berlinguer, ammoniva: Una parte degli studenti non acquista più libri. Pretende di usare soltanto fotocopie che contengono esclusivamente le poche cose commentate durante le lezioni. Ma siccome una minoranza degli studenti italiani è molto più intelligente dei ministri (e spesso dei professori), alcuni si ribellano e pretendono di studiare. Tra questi sono indubbiamente compresi i format-c. Giovanni Bartolozzi

Piacentini protagonista Mario Pisani Architetture di Marcello Piacentini. Le opere maestre Clear, Roma 2004 Alcune tra le principali opere architettoniche di Marcello Piacentini, raccolte e commentate con competenza e scrupolo filologico da Mario Pisani, ripropongono questa figura di progettista, la cui importanza per la cultura del Novecento, sebbene spesso oscurata da considerazioni di carattere ideologico, risulta comunque significativa e determinante. Con ragione il curatore indica in Piacentini un protagonista non della conservazione, ma della modernità, mettendone in luce le conoscenze e i legami intrattenuti con i maggiori esponenti dell’architettura internazionale del suo tempo. Ciò pone ancor più in evidenza il tentativo piacentiniano di coniugare tradizione e progresso, interpretando una realtà sempre in bilico fra questi due versanti culturali, antagonisti, certo, ma spesso intrecciati in un instabile equilibrio, reso ancor più precario – e in qualche caso compromesso – dalla realtà storica di un’epoca goffa e oscura. Sorretto da nitore espositivo e da un taglio grafico asciutto ed espressivo, il volume di Pisani pone comunque il problema storiografico nella sua giusta luce, portando un ulteriore contributo al dibattito tuttora in corso. Maurizio Vitta

Segnalazioni Migliore tesi

Un virtuale-reale

Nel corso della cerimonia per la premiazione inerente il XIII Concorso Sistema d’Autore Metra, sono state indicate anche le tesi considerate migliori in termini di ricerca sulle applicazioni innovative dell’alluminio, sviluppate dal 2002 al 2004. E’ stato inoltre promosso il nuovo bando Premio Tesi di Laurea Metra che, a partire dal 2007 con cadenza biennale, assegnerà un premio di 1.800 euro ai vincitori. I primi laureati segnalati si sono distinti con tesi riguardanti: “L’internazionalizzazione dell’industria bresciana dell’alluminio estruso in Nord America: il caso Metra,” svolta da Elisa Baroni e presentata presso l’università degli Studi di Bergamo – Facoltà di Lingue e Letterature Straniere; “Analisi e valutazione del sistema distributivo di Metra relativo ai sistemi per l’edilizia”, svolta da Silvia Bertoli, presso l’Università degli Studi di Monaco – Facoltà Ingegneria; “Atlante di dettagli costruttivi. L’integrazione dei serramenti di alluminio nelle pareti esterne”, svolta da Paolo Ghibaudi e Cristina Ortolani presso il Politecnico di Torino – Facoltà di Architettura.; “Progettazione di strutture in alluminio”, svolta da Domenico Mangano, presso l’Università degli studi di Messina – Facoltà Ingegneria; “Sistema di facciata bioclimatica integrata in grado di generare energia elettrica e termica e controllare l’irraggiamento solare”, svolta da Cesare Mensi presso l’Università degli Studi la Sapienza di Roma.- Prima Facoltà di Architettura; “L’involucro edilizio per spazi destinati alla musica”, svolta da Isabella Leone presso il Politecnico di Torino – Facoltà di Architettura II; “ Parentesi di luce: proposta di un sistema schermante”, svolta da Stefano Diomelli presso l’Università degli studi di Firenze – Facoltà di Architettura;“Esame dei fattori di costo della produzione di estrusi in leghe di alluminio”, svolta da Gianluca Baglieri, presso il Politecnici di Torino – Facoltà di Architettura.

Con l’installazione “3° livello”, progettata per Lea Ceramiche da Diego Grandi, è stato realizzato, in occasione della 44ª edizione del Salone del Mobile e di Pitti Living, un suggestivo raggruppamento di cilindri e colonne di varie altezze (alcune di sei metri), rivestiti con prodotti Lea Ceramiche in differenti combinazioni modulari, capaci di evocare nuove prospettive e interpretazioni materiche, e di stimolare la creatività in termini di utilizzi e ispirazioni. Lea, da sempre capace di realizzare anche collezioni ispirate a una diversità applicativa, superando il concetto di puro rivestimento, riesce a penetrare e conquistare il contesto riguardante il complemento d’arredo. Per l’istallazione 3° livello, l’azienda ha utilizzato le collezioni Progetto L14, Midtown e Sthonehenge.

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Architetture per Benetton Introduzione di Deyan Sudjic Testi di Marco Mulazzani Fotografie di Antonia Mulas Design di Massimo Vignelli Skira, Milano 2005, ill. colori, 526 pp Il ponderoso volume raccoglie e documenta tutti gli interventi architettonici effettuati nel tempo da Afra e Tobia Scarpa e da Tadao Ando per la villa, la fabbrica, i magazzini, gli uffici, i punti vendita, il megastore della Benetton. Denso di immagini accompagnate da testi descrittivi, con un’intervista di Mulas a Luciano Benetton e una di Mulazzani a Tobia Scarpa, il libro marca una stagione di stretta collaborazione tra architettura e industria, nella quale la tradizione veneta e italiana si è rinnovata all’insegna di una contemporaneità capace di risolvere le proprie contraddizioni in una visione di grande dignità estetica e culturale. Franco Brevini, Francesco Radino Grattacielo Pirelli Touring Club Italiano, Milano 2005, 120 pp Il saggio di Franco Brevini è soprattutto incentrato sulla figura straordinaria di Gio Ponti, che ha segnato

un’epoca nel gusto e nello stile novecentesco, e si avvale di un ricco corredo di fonti iconografiche provenienti dall’archivio personale dell’architetto. Il reportage fotografico di Francesco Radino evidenzia in ogni suo particolare la struttura essenziale, la forma pura dell’edificio – un cristallo proiettato verso il cielo – ma anche l’anima funzionale della costruzione e lo stato del restauro, documentato dalle foto scattate all’interno del cantiere. Francesco Dal Co Il tempo e l’architetto. Frank Lloyd Wright e il Guggenheim Museum Electa, Milano 2004, ill. in b/n, 168 pp Dal Co ripercorre con dovizia di immagini del celebre Museo Guggenheim di New York, il periodo in cui Wright lo progettò e costruì, descrivendo con un racconto allo stesso tempo tecnico e accattivante, la storia che sta dietro a quello che rimane uno degli edifici più importanti per la storia dell’architettura del Novecento e un’icona di Manhattan. Design: Pensieri e Parole - L’evoluzione del gusto e dell’abitare in trenta interviste a cura di Roberto Marcatti

prefazione di Carlo Forcolini De Lettera Editore, Milano 2005 Da quando è stato inventato il design, la cui data di nascita viene convenzionalmente affiancata a quella della rivoluzione industriale, ogni particolare della nostra vita è cambiato. I trasporti, con la motorizzazione di massa, l’alimentazione, con la diffusione dei frigoriferi e dei cibi pronti, le bevande industriali, il tempo libero, la cura dei bambini, l’igiene personale, il consumo della musica, i libri, lo spettacolo, la cura della casa e del proprio habitat, il modo di vestire: nulla di tutto ciò è rimasto invariato nel tempo. Questo libro vuole raccontare tutto questo attraverso le voci, i ricordi, le risposte dei personaggi intervistati che percorrono un personalissimo viaggio nel tempo. Iraq prima e dopo la guerra. I siti archeologici A cura di Pialuisa Bianco L’Erma di Bretschneider, Roma 2005 Il volume fa il punto della situazione sui siti archeologici iracheni nel dopoguerra, analizzando gli interventi, i danni, le azioni di ripristino, restauro e conservazione del ricco patrimonio archeologico dell’antica Mesopotamia.

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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com

+ europaconcorsi

World prize for technology innovations in the fields of Communications and Information; Energy and the Environment; Health Care and Life Sciences; New Materials and Processes, that directly promote people’s quality of life Scadenza/Deadline: 31/10 Per informazioni: Finnish Technology Award Foundation Internet: www.technologyawards.org

Canada Calgary Peepshow 2005 Concorso internazionale, nell’ambito dell’ArtCity Festival per il progetto di un Padiglione da realizzare lungo Stephen Avenue Mall a Calgary/International competition, in the context of ArtCity festival, for the design of a Pavilion along Stephen Avenue Mall in Calgary Scadenza/Deadline: 1/9 Primo premio/First prize: 3.000 CDN$ Per informazioni: Dave Fortin ArtCity Festival #200, 137 – 8th Avenue SW Calgary AB T2P 1B4 Internet: www.art-city.ca E-mail: peepshow@art-city.ca

Mississauga Grohe Winning Designs Competition Concorso internazionale di design per progetti relativi alla cucina, al bagno e alle cucine professionali completati tra l’1/1/2004 e il 7/11/2005 e che mostrino almeno un elemento a marchio Grohe International design competition for projects of kitchens, professional kitchens or baths, completed between 1/1/2004 and 7/11/2005, with at least one element of the Grohe brand Scadenza/Deadline: 7/11 Per informazioni: Grohe Canada Inc. 226 Lakeshore Road E Mississauga, Ontario L5E 1E9 Tel. ++1 905 2712929/3372133 Fax ++1 905 2719494 Internet: www.grohewinningdesigns.com E-mail: info@grohecanada.com

Corea de Sud/South Korea Chunbgcheongnam Multifunctional Administrative City Concorso internazionale di idee per un progetto urbanistico di città amministrativa multifunzionale/International urban ideas competition Iscrizione/Registration: 11/7 Consegna/Submission: 25/10 Per informazioni: KRIHS Dr Kwon Young Sang 1591-6 Kwanyang-dong Tongan-gu, Anyang-si, Kyonggi-do 431-712 Tel. +82 31 3800264 Internet: http://competition.macc.go.kr E-mail: macc@krihs.re.kr

Finlandia/Finland Helsinki The Millennium Technology Prize Premio mondialeper innovazioni tecnologiche nei settori della comunicazione, informatica, energia, ambiente, sanità, scienze, nuovi materiali, processi, che abbiano migliorato la qualità della vita

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Germania/Germany Berlin Lenné Prize-Competition for Ideas of Landscape-Development and Urban Green Spaces Planning Concorso di idee per architetture di paesaggio e giardini, diretta in particolare a giovani architetti, designer, scienziati, artisti. Il premio intende promuovere lo sviluppo professionale dei giovani e sostenere le nuove idee e i nuovi approcci al progetto degli spazi verdi/Competition of ideas on garden and landscape architecture and on open space and landscape design. It is directed in particular at young landscape architects, planners, scientists, architects, and artists who are being trained or are active in these fields. The award is intended to promote the professional development of young people and to support new ideas and approaches in the design and planning of open spaces Scadenza/Deadline: 18/7 Monte premi/Total prize money: 3.850 Euro Per informazioni: Senate Department of Urban Development Berlin (Senatsverwaltung für Stadtentwicklung Berlin) City and Open Space Planning Division (Abteilung Stadt- und Freiraumentwicklung) Am Köllnischen Park 3 10173 Berlin Lenné-Prize Tel. +49 30 90251721 / 1729 Fax +49 30 90251604 Internet: www.stadtentwicklung.berlin.de/aktuell/w ettbewerbe/lenne/en/kontakt.shtml E-mail Peter-Joseph-LennePreis@SenStadt.Verwalt-Berlin.de

Dessau International Bauhaus Award 2006: Updating Modernism Concorso aperto a designer under 40 per progetti di design per qualsiasi settore di attività sul tema “Aggiornare il Modernismo”/Award open to designer under 40 years of age for design projects, irrespective of disciplines and professions, which tackle the “Updating Modernism” Scadenza/Deadline: 1/3/2006 Monte premi/Total prize money: 12.000 Euro Per informazioni: Bauhaus Dessau Foundation Gropiusallee 38 D-06846 Dessau Tel. +49 340 65080 Fax +49 340 6508226 Internet: www.bauhaus-dessau.de E-mail: award@bauhaus-dessau.de

Frankfurt Architecture + Technology Award 2006 La seconda edizione della manifestazione a cadenza triennale intende premiare coloro che si sono distinti per l’elaborazione di progetti

dall’elevata qualità architettonica così come per l’adozione di soluzioni ingegneristiche innovative. Inoltre vi è una sezione New Talents Award, che premia i giovani professionisti under 40/Triennial award for projects showing high architectonic quality and innovative engineering solutions. The section New Talents awards professionals under 40 years of age Scadenza/Deadline: 16/11 Per informazioni: Architekt BDA Nibelungenallee, 21 60318 Frankfurt am Main Tel. +49 177 6011811 Fax +49 69 13304105364 Internet: http://light-building.messefrankfurt.com E-mail: at-award@schrader-architekt.de

Hamburg Fiera di Giardinaggio 2013 a Hamburg-Wilhelmsburg L’ente banditore intende selezionare proposte progettuali per la riqualificazione della Elbinsel, destinata a ospitare un’importante manifestazione fieristica internazionale dedicata al giardinaggio/Competition for the requalification of Elbinsel area which will host the Garden International Trade Show in 2013 Scadenza/Deadline: 5/7 Per informazioni: Genius loci architekturcontor Dietrich Hartwich, Architekt BDA Deichstrasse 19 D-20459 Hamburg Tel. +49 40 378266 Fax +49 40 378331 E-mail: geniuslocihh@aol.com

Osnabrück TECU® Architectural Award 2005 Il TECU® Architecture Award premia progetti di eccellenza che abbiano fatto uso esemplare dell’innovativa gamma di applicazioni dei materiali TECU®. Il premio è diviso nei settori: Edifici costruiti, con premi speciali per case unifamiliari e progetti di restauro, e Progetti di studenti/The TECU® Architecture Award 2005 will again distinguish outstanding projects that make exemplary and innovative use of the extensive range of application options available with TECU® as a building material. The contest comprises the categories Constructed Buildings (with special prizes for single family or semidetached house and for restauration projects) and a Project Award for Students Scadenza/Deadline: 31/8 Monte premi/Total prize money: 16.000 Euro Giuria/Jury: Gonçalo Byrne, Arne van Herk, Hugh Murray, Wolfgang Döring, Dietmar Eberle (invited) Per informazioni: KM Europa Metal AG TECU® Architecture Award 2005 Postfach 3320 49023 Osnabrück Internet: www.tecu.com

Giappone/Japan Tokyo Action for Sustainability Concorso internazionale per progetti residenziali strettamente legati al tema della sostenibilità ambientale/International competition for residential projects strongly connected to the issue of environmental sustainability

Scadenza/Deadline: 13/7 Giuria/Jury: Tadao Ando, Richard Rogers Monte premi/Total prize money: 1.500.000 Yen Per informazioni: The Shinkenchiku Residential Competition 2005 Shinkenchiku-sha Co. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku Tokyo 113-8501 Internet: www.japan-architect.co.jp

Japan: Central Glass International Architectural Design Competition 2005 -a town landmark Concorso per un simbolo urbano da collocare in una metropoli, in una città di importanza regionale, in una piccolo città o in una strada. Ogni proposta deve definire un ambiente urbano specifico e creare un simbolo adeguato espresso con una forma particolare/The proposed landmark may be situated in a metropolis, a regional core city, or it may be in a small town or part of a single streetscape. Each proposal must establish a specific town environment and create a landmark that is suitable and it must be expressed in a specific form Scadenza/Deadline: 27/7 Monte premi/Total prize money: 3.000.000 Yen Giuria/Jury: Toyo Ito, Masaru Okamoto, Riken Yamamoto, Kiyoshi Sakurai, Taro Ashihara, Kengo Kuma, Yutaka Suzurikawa Per informazioni: Dept. of Central Glass International Architectural Design Competition 2005 Shinkenchiku-sha Co., Ltd. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo 113-8501 Japan Internet: www.cgco.co.jp/english/ town_landmark.html

Italia/Italy Cagliari 4 edifici polivalenti a uso ufficio Concorso di progettazione di un piano planivolumetrico per la realizzazione di quattro edifici polivalenti ad uso ufficio Competition for the design of four office buildings Scadenza/Deadline: 11/7 Per informazioni: CASIC - Consorzio per l’aerea di sviluppo industriale di Cagliari Viale Diaz 86 Cagliari E-mail: casic@casic.it

Caserta Concorso di Textile Design Concorso internazionale per studenti under 40 delle Facoltà di Architettura, Istituti, Scuole e Accademie di Arte, Design, Moda per Design di arredi, confezione di abiti e complementi di abbigliamernto, textile design/International competition open to students under 40 years of age of Architecture Faculties, Institutes, Schools and Academies of Design, Arts, Fashion for textile furniture, fashion design, textile design Scadenza/Deadline: 15/7 Monte premi/Total prize money: 8.500 Euro Per informazioni: Trame Associazione Culturale Via Unità Italiana 13 81100 Caserta Tel. +39 0823 279611 Fax +39 0823 327948 Internet: www.trameonline.org E-mail: info@trameonline.org

AGENDA Faenza (Ravenna) Architetture Innovative: Design e sostenibilità Premio promosso da Novelis Italia e Somfy Italia per progetti che abbiano impiegato uno o più sistemi di facciate tecnologiche e che abbiano combinato al meglio estetica e sostenibilità/Award for realizations which have utilized technological facade systems combining aesthetics and sustainability Scadenza/Deadline: 12/12 Monte premi/Total prize money: 14.000 Euro Giuria/Jury: Ian Ritchie, Gabriele Del Mese, Cesare Stevan, Marco Imperatori, Roberto Bologna, Fabrizio Bianchetti, Michele Falco, Roberto Mezzalira Per informazioni: Gruppo Editoriale Faenza Editrice Via Pier de Crescenzi 44 48018 Faenza (RA) Tel. +39 0546 670411 Fax +39 0546 660440 Internet: www.faenza.com E-mail: concorso@faenza.com

Milano Giovanni Barezzi Award La Cartiera del Maglio bandisce un concorso, per il conferimento di un Premio Internazionale di Studio e Ricerca in memoria dell’imprenditore Giovanni Barezzi, a favore dell’autore di un progetto, di una tesi o di uno studio relativo alla Progettazione (Cigarette Design), produzione e packaging della Sigaretta. Il premio e riservato esclusivamente ad argomenti “Non Tobacco Material”/Paper Factory del Maglio launch a competition for an International Award for Studies and Research, in memory of Giovanni Barezzi, for a project, thesis or study concerning the Cigarette Design on the issue “Non Tobacco Material” Scadenza/Deadline: 1/8 Monte premi/Total prize money: 10.500 Euro Per informazioni: Giovanni Barezzi Award Segreteria Organizzativa – Globiz Viale Zara 58 20124 Milano Internet: www.barezziaward.com

Idee per il mobile Concorso per designer under 35 per nuove soluzioni nel settore della componentistica per il mobile/Competition open to designers under 35 years of age for new solutions in the design of furniture components Scadenza/Deadline: 3/9 Monte premi/Total prize money: 1.500 Euro Per informazioni: Dossier Compomobili (Editrice Habitat) Via M.Marchesi de Taddei 3 20146 Milano Tel. +39 02 4814800 Fax +39 02 481193013 Internet: www.dossiercompomobili.it, www.ditre.it E-mail: info@edithabitat.it

Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro Concorso internazionale per giovani scultori/International competition for young sculptors Scadenza/Deadline: 30/9 Monte premi/Total prize money: 18.000 Euro Per informazioni: Fondazione Arnaldo Pomodoro Vicolo dei Lavandai 2/A 20144 Milano E-mail: competition@fondazionearnaldopomodoro.it

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CoffeeUnplugged/Nespresso Concorso internazionale di design per studenti delle scuole di design in Europa per progetti che esplorino l’uso delle macchine e degli accessori per la preparazione e la degustazione del caffè/International design competition for students of European Design Schools for projects of innovative solutions for coffee making and drinking equipment Scadenza/Dedaline: 1/10 Monte premi/Total prize money: 26.000 Euro Per informazioni: Internet: www.nespresso.com/design

Artisti in Villa Concorso per artisti milanese under 35 per opere d’arte da inserire nel contesto dei Castelli e delle Ville del circuito Associazione Castelli e Ville Aperti in Lombardia Scadenza: 31/8 Per informazioni: Associazione Castelli e Ville Aperti in Lombardia Segreteria del Concorso InfoPoint Piazza Principessa Clotilde 12 20121 Milano Tel. 02 65589231 Fax 02 29062345 Internet: www.castellieville.it E-mail: eventi@castellieville.it

Modena Concorso di progettazione per la realizzazione di oggetti d’arte e di design da destinare agli artshop e bookshop museali Il concorso ha lo scopo di promuovere la progettazione e produzione di “oggetti d’artista” e di design, ad opera di giovani artisti italiani (di età compresa tra i 18 e i 35 anni, italiani o residenti in Italia da almeno 1 anno), finalizzati alla commercializzazione negli artshop e bookshop dei musei del nostro Paese/Competition open to young (18-35 years old) Italian or resident in Italy artists, for the design and realization of objects for museum art- and bookshops Scadenza/Deadline: 15/7 Per informazioni: Giovani d’Arte Comune di Modena -Settore Cultura Via Galaverna 8 41100 Modena Tel. 059 2032604 Fax 059 2036877 Internet: www.comune.modena.it/gioarte, www.giovaniartisti.it E-mail: ocorradi@comune.modena.it

Modigliana (Forlì/Cesena) L’inedito anziano Concorso nazionale artistico (pittura e scultura)-letterario sul tema della terza età Scadenza: 31/7 Per informazioni: Big Ben Via Gramsci 31 47015 Modigliana (FC) Tel. 0546 942950 Internet: www.ineditoanziano.it E-mail: info@ineditoanziano.it

Padova Premio Biennale Internazionale “Barbara Cappochin” Premio per architetture di alta qualità nelle città, realizzate tra l’1/1/2003 e il 31/12/2004, delle seguenti tipologie: residenziale, commerciale/ amministrativo, sportivo/ricreativo, religioso, servizi pubblici/Prize for high quality urban architectures realized between 1/1/2003 and 31/12/2004, belonging to one of the following catagories: residential, commercial or

administrative, sports or recreational, religious, public facilities Scadenza/Deadline: 23/9 Monte premi/Total prize money: 50.000 Euro Giuria/Jury: Raffaele Sirica, Mario Botta, David Chipperfield, Giancarlo Ius, Balkrishna Doshi, Nikos Fintikakis Per informazioni: Ordine degli Architetti di Padova Piazza Salvemini 20 35131 Padova Tel. +39 049 6994038 Fax +39 049 65211 Internet: www.pd.archiworld.it E-mail: architettipadova@awn.it

Ravenna Concorso di progettazione internazionale, relativo all’intervento di riqualificazione e arredo della Piazzetta delle Antiche Carceri e suo collegamento con Piazza del Popolo Il Comune di Ravenna indice un concorso di progettazione internazionale, relativo all’intervento di riqualificazione e arredo della Piazzetta delle Antiche Carceri e suo collegamento con Piazza del Popolo/Competition launched by Ravenna Town Administration for the renewal and urban furniture of Piazzetta Antiche Carceri and its link to Piazza del Popolo Iscrizione/Registration: 22/8 Consegna/Submission: 9/9 Monte premi/Total prize money: 30.000 Euro Per informazioni: Comune di Ravenna Area Pianificazione Territoriale - Servizio Progettazione Urbanistica Viale Farini 21 48100 Ravenna Tel. +39 0544 482688 Fax +39 0544 482486 E mail: ggalassi@comune.ra.it fproni@comune.ra.it

Roma Rikrea 1° Concorso biennale internazionale per oggetti da produrre in serie con materiali recuperati (selezionati da rifiuti e materie prime seconde). Obiettivo di chi indice il concorso è realizzare un grande catalogo di prodotti di buon design, che soddisfino requisiti di ecologicità, sostenibilità, durevolezza e universalità/1st Biennial international competition for the design of objects to be produced by the industry with recycled materials (selected from rubbish and with secondary raw materials). The aim is the realization of a catalogue of good design products which are ecological, sustainable and universal Scadenza/Deadline: 1/10 Per informazioni: Segreteria del concorso Via del Leone 13 Roma Internet: www.rikrea.it E-mail: Guido Lanci info@rikrea.it

Torino Premio Annuale per tesi di laurea di II livello 2a edizione Al fine di stimolare la ricerca e promuovere la riflessione e gli studi sulle materie nel cui ambito gli Enti camerali svolgono le loro funzioni, si bandisce la seconda edizione del concorso nazionale per 9 premi da assegnare ad altrettante tesi di laurea di secondo livello sull’innovazione tecnologica ed il suo ruolo nella società contemporanea (Categorie: Giuridica, Economica, Tecnica)

Scadenza: 10/8 Per informazioni: Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino Via Carlo Alberto 16 10123 Torino

Olanda/Holland The Hague European Union Prize for Cultural Heritage -Europa Nostra Awards I premi Europa Nostra mirano a dare riconoscimento e a promuovere realizzazioni diu alta qualità nel settore della conservazione del patrimonio e allo scambio di conoscenze ed esperienze in tutta Europa. Il premio è diviso in 3 categorie: 1. un progetto nel campo della conservazione/restauro/ riabilitazione del patrimonio architettonico, dei paesaggi culturali, di collezioni di opera d’arte, di siti archeologici; 2. uno studio che miri a effetti tangibili e al miglioramento di una delle aree menzionate al punto 1; un servizio dedicato alla conservazione del patrimonio organizzato da singoli o da gruppi Europa Nostra/Awards aim to recognise and promote high standards of conservation practice and to stimulate the exchange of knowledge and experience throughout Europe. Three categories: 1. A Project in the field of the conservation / restoration / rehabilitation of: Architectural Heritage, Cultural Landscapes, Collections of Works of Art, Archaeological Sites; 2. A Study whose ultimate aim is to lead to tangible effects in the conservation or enhancement of any of the above mentioned Category 1 areas; 3. Dedicated Service to heritage conservation by individuals or groups Scadenze/Deadlines: Category 2: 1/8; Category 1 and 3: 15/9 Per informazioni: Europa Nostra Secretariat Heritage Awards Co-ordinator Ms Eléonore de Merode Lange Voorhout 35 NL-2514 EC The Hague Tel. +31 70 3024052 Fax +31 70 3617865 Internet: www.europanostra.org E-mail: ao@europanostra.org

USA Atlanta USGB Natural Talent Concorso per edifci ambientalmente sostenibili destinati a Club per Giovani, sia di nuova costruzione che già esistenti International competition for green buildings destined to Boys & Girls Club, both of new construction or already existing Scadenza/Deadline: 10/6 Monte premi/Total prize money: 2,500 US$ Per informazioni: U.S Green Building Council Internet: www.usgbc.org E-mail: emerginggreen@usgbc.org

WEB Europan 8 Concorso internazionale per architetti under 40 per progetti di urbanistica da realizzare in specifiche aree di città europee

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AGENDA International competition open to professionals under 40 years of age for town planning projects to be realized in specific areas of some European cities Iscrizione/Registration: 26/9 Consegna/Submission: 17/10 Per informazioni: Europan Internet: www.europan-europe.com

Affidamenti

Per i bandi completi www.europaconcorsi.com

Gran Bretagna/Great Britain Bristol Consulenza per incarichi di progettazione e/o project management Servizi di consulenza per incarichi di progettazione e/o project management nell’ambito della realizzazione di lavori di costruzione, ristrutturazione, manutenzione e sostituzione. Il programma prevede per i prossimi 5 anni un importo complessivo di 200.000.000 GBP/Consultancy services for design commissions and/or project management for new realizations, conservation works, maintenance. The program forecasts for the next 5 years an income of 200.000.000 GBP Scadenza: 12/7 Per informazioni: University of Bristol Purchasing Office, Estates Office Att: Mr John Welch Senate House Tyndall Avenue UK-Bristol BS8 1TH Tel. +44 0117 3317295 Fax +44 0117 9251311 Internet: www.bris.ac.uk/Depts/Bursar/Purchasing/ E-mail: john.welch@bristol.ac.uk

Italia/Italy Brescia Elenco professionisti (importo inferiore a 100.000,00 Euro) Formazione di elenchi di professionisti per l’affidamento di incarichi professionali di importo presunto inferiore a 100.000,00 Euro Scadenza: 31/12 Per informazioni: Provincia di Brescia Ufficio Protocollo Generale (piano terra) Palazzo Broletto Piazza Paolo VI 16 25100 Brescia

Cesano Maderno (Milano) Elenco di professionisti L’ente intende formare un elenco di professionisti esterni abilitati per l’affidamento di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria. La selezione, principalmente, riguarderà le seguenti tipologie di incarichi di progettazione e direzione lavori: 1) opere edili; 2) cementi armati e opere strutturali in genere; 3) fognature; 4) impianti elettrici; 5) restauro architettonico e artistico; 6) opere idrauliche di difesa spondale e paesaggistiche Scadenza: 30/12/2006

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Per informazioni: Comune di Cesano Maderno Piazza Arese 12 20031 Cesano Maderno (MI)

Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2/2006 Per informazioni: Azienda Regionale per i Porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com

La Spezia Elenco professionisti (geometri architetti - ingegneri - geologi) L’Ente ha stabilito di procedere a una selezione pubblica ai fini d’affidare un incarico professionale di consulenza e progettazione del Progetto di sistema di Gestione ambientale redatto ai fini della certificazione UNI EN ISO 14001/1996 di Aree omogenee dell’Ente. Il compenso massimo complessivo lordo a base d’asta è di 50.000 Euro Scadenza: 31/12 Per informazioni: Provincia di La Spezia Edilizia, Patrimonio e Vigilanza Tel. 0187 7042510 Fax 0187 742512 Internet: www.provincia.sp.it E-mail: provsp.losurdo@provincia.sp.it

Novara Elenco professionisti (per incarichi di importo inferiore a 50.000 Euro) Avviso pubblico per di incarichi di importo inferiore a 50.000 euro. I curricula dovranno prevedere sezioni specifiche per ciascuna delle seguenti tipologie 1. progettazione edilizia residenziale pubblica e sociale aspetti architettonico-edilizi, 2. progettazione impianti termoidraulici a servizio del punto 1), 3. progettazione impianti elettrici e connessi a servizio del punto 1), 4. progetto e calcolo strutturale connesso al punto 1), 5. progetto e calcolo dispersioni termiche Legge 10/1991 connesse ai punti 1) e 2), 6. indagini e relazioni geologiche, 7. rilievo di edifici e restituzione grafica, 8. rilievo stato di conservazione di immobili, 9. rilievo e pratiche catastali, 10. pratiche prevenzione incendi, 11. coordinamento sicurezza cantieri, 12. pianificazione urbanistica esecutiva, 13. elaborazione grafico-informatica di progettazioni Scadenza: 31/12 Per informazioni: Agenzia Territoriale per la Casa Via Boschi 2 28100 Novara Internet: www.atc.novara.it

Osnago (Lecco) Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, coordinatore sicurezza) L’ente ritiene opportuno invitare i soggetti abilitati, interessati al conseguimento di incarichi di progettazione, direzione lavori e coordinatore per la sicurezza a presentare al protocollo comunale candidatura corredata da curriculum con indicazione delle esperienze professionali compiute e della tipologia di opere per cui si propone la candidatura Scadenza: 31/12/2006 Per informazioni: Comune di Osnago Viale Rimembranze 3 Osnago (LC) Tel. 039 952991 Fax 039 9529926 Internet: www.osnago.net E-mail: comune@osnago.net

Rimini Elenco giovani professionisti L’ente intende formare elenchi aperti di giovani professionisti (professionisti abilitati da meno di cinque anni all’esercizio della professione) per l’affidamento fiduciario delle seguenti tipologie di incarichi professionali cui onorari stimati saranno di importo non superiore a 5.164,57 Euro: 1. Rilievi, progettazioni, direzione lavori di opere stradali. 2. Rilievi, progettazioni, direzione lavori di opere edili. 3. Responsabile della sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione (D.Lgs. 494/96). 4. Rilievi topografici, frazionamenti, accatastamenti. 5. Prestazioni da Geologo. 6. Prestazioni da Agronomo Scadenza: 30/12 Per informazioni: Provincia di Rimini Via Dario Campana 64 47900 Rimini

Roma 2 Elenchi per professionisti Formazione di 2 elenchi di professionisti esterni all’amministrazione, abilitati rispettivamente a svolgere: a) l’incarico congiunto di direttore dei lavori e coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione; b) l’incarico di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Roma dipartimento XII Politiche dei LL. PP. e Manutenzione urbana Via L. Petroselli 45 00186 Roma Internet: www.comune.roma.it

Elenco per l’attuazione di piani regionali della società dell’informazione Elenco per il conferimento di incarichi finalizzati alla assistenza tecnica delle misure previste nel POR delle regioni dell’Obiettivo 1 per l’attuazione di piani regionali della società dell’informazione Scadenza: 30/12/2006 Per informazioni: Centro Nazione per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione

Compartimentale Infrastruttura di Torino; importo complessivo dell’appalto: (compresi oneri per la sicurezza ): Euro 672.493,05 Scadenza: 27/9/2007 Per informazioni: Rete Ferroviaria Italiana Spa - Legale Milano- Settore Operativo di Torino per conto Direzione Compartimentale Infrastruttura Torino Via Sacchi 1 10125 Torino Tel. 011 6652355 Fax 011 6655116

Treviso Formazione elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore ad Euro 100.000, per le seguenti tipologie di prestazione: a) progettazione e/o direzione lavori; b) supporto tecnico-amministrativo alla progettazione e/o alla direzione lavori; c) supporto agli atti di pianificazione stradale; d) coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e/o esecuzione; e) collaudatore statico; f) collaudatore tecnico-amministrativo; g) rilievi topografici; h) visure catastali e presso l’Agenzia del Territorio Conservatoria dei registri immobiliari, frazionamenti e pratiche catastali; i) perizie di stima; j) indagini geognostiche Scadenza: 31/12 Per informazioni: Provincia di Treviso Settore Lavori Pubblici-Edilizia Viale C. Battisti 30 31100 Treviso Tel. 0422 656340 Fax 0422 656016 Internet: www.provincia.treviso.it

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

AGENDA Finlandia/Finland Jyvaskyla Alvar Aalto Academy Art+Architecture= New Visions, New Strategies 19/8-21/8 Per informazioni: Alvar Aalto Academy Tel. +358 400772636 Fax +358 9 485119 Internet: www.alvaraalto.fi E-mail: academy@alvaraalto.fi

Francia/France Arles Théâtre de Arles Rencontres de Arles Stage, mostre e incontri con protagonisti della fotografia Workshops, exhibitions and meetings with photography masters 5/7-18/9 Per infromazioni: Rencontres de Arles Fabrice Courthial 10 Rond Point d’Arles BP 96 13632 Arles cedex Tel. +33 04 90967606 Internet: www.rencontres-arles.com E-mail: stage@rencontres-arles.com

Paris INHA Changing Boundaries – Architectural History in Transition 31/8-4/9 Per informazioni: Internet: http://sah.org/sandbox

Palais des Congrès 7ème Congrès des Piscines et des Loisirs Aquatiques 7/11-8/11 Per informazioni: CLC Communications Tel. +33 1 42930404 Internet: www.clccom.com, www.piscine-expo.com E-mail: g.senneville@clccom.com

Germania/Germany Monaco Australia Heron Island

Workshop Alessi “La cucina del 2015” 25/7-30/7

Per informazioni: Internet: www.arch.usyd.edu.au/ kcdc/conferences/hi05/

Per informazioni: Laura Polidoro Studio Via Castelfidardo 10 20121 Milano Tel. +39 02 87390434 Fax +39 02 87390498 Internet: www.laurapolidoro.com, www.graziella-eventidesign.de/ middle.html E-mail: info@laurapolidoro.com

Seaforth (NSW)

Koln

Architecture Foundation Glenn Murcutt International Architecture Masterclas 10/7-24/7

Messe 19th International IAKS Congress: Design, Construction, Modernization and Management of Sports and Leisure 26/10-28/10

Heron Island Resort Sixth International Roundtable Conference: Computational and Cognitive Models of Creative Design 10/12-14/12

Per informazioni: Architecture Foundation Australia Internet: www.ozetecture.org E-mail: info@ozetecture.org

Canada

Torino

Winnipeg

Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie, su rilevati,ponti e fondazioni ricadenti in varie linee di giurisdizione della Direzione

Fort Garry Hotel Canadian Society of Landscape Architects Congress 2005 17/8-20/8 Per informazioni: Internet: www.mala.net/congress

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Per informazioni: Internet: www.civil.nagoya-u.ac.jp/aese

Tokyo International Convention Center PAMIR, New Takanawa Prince Hotel World Sustainable Building Conference 27/9-29/9 Per informazioni: Institute of International Harmonization for Building and Housing (iibh) #30 Mori Building 3-2-2, Toranomon, Minato-ku Tokyo, 105-0001 Internet: www.sb05.com E-mail: info@sb05.com

Gran Bretagna/Great Britain

Per informazioni: Laura Polidoro Studio Via Castelfidardo 10 20121 Milano Tel. +39 02 87390434 Fax +39 02 87390498 Internet: www.laurapolidoro.com, www.ciboh.com E-mail: info@laurapolidoro.com

Roma

University of Bath International Historic Preservation Education Symposium 12/9-14/9

Palazzo dei Ciongressi EUR Futuri Urbani: Continuità e discontinuità Convegno della International Federation for Housing and Planning 2/10-5/10

Per informazioni: AIA Internet: www.aia.org/ev_hrc_05symposium

London Victoria & Albert Museum Architecture and... the Moving Image 29/10 Per informazioni: Victoria & Albert Museum Internet: www.vam.ac.uk/activ_events/courses

Italia/Italy Bergamo Villa Macassolo/Moroni Fatto a mano Workshop di applicazione di tecniche e trattamenti delle superfici 10/7-20/7 Per informazioni: Laura Polidoro Studio Via Castelfidardo 10 20121 Milano Tel. +39 02 87390434 Fax +39 02 87390498 Internet: www.laurapolidoro.com, www.fatto-a-mano.com E-mail: info@laurapolidoro.com

Como Fondazione Antonio Ratti XI Corso Superiore di Arte Visiva Visiting Professor Alfredo Jaar 30/6-21/7 Termine Bando di Concorso: 15/4 Per informazioni: Fondazione Antonio Ratti C/ Anna Daneri Lungo Lario Trento 9 22100 Como Tel. +39 031 233213 Fax +39 031 233249 Internet: www.fondazioneratti.org E-mail: annadaneri@fondazioneratti.org

Spazio Lima Workshop Alessi “Cosa mi porto?” 12/9-16/9

Nagoya Congress Center AESE 2005: Advances in Experimental Structural Engineering 19/7-21/7

Naba Workshop Alessi Re-designing Media “Come disegnare un oggetto interattivo 26/9-1/10

Giappone/Japan

Spazio Ciboh Workshop Alessi “La cucina del 2015” 31/10-4/11

Bath

Per informazioni: Laura Polidoro Studio Via Castelfidardo 10 20121 Milano Tel. +39 02 87390434 Fax +39 02 87390498 Internet: www.laurapolidoro.com, www.spaziolima.it E-mail: info@laurapolidoro.com

Per informazioni: Internet: www.iaks.org

Per informazioni: Laura Polidoro Studio Via Castelfidardo 10 20121 Milano Tel. +39 02 87390434 Fax +39 02 87390498 Internet: www.laurapolidoro.com, www.naba.it E-mail: info@laurapolidoro.com

Per informazioni: IFHP Internet: www.ifhp2005rome.it E-mail: congress@ifhp.org

Malesia/Malaysia Kuala Lumpur PJ College of Art and Design Selangor Asia Design Forum (Kenneth Yeang, director) Corso estivo di architettura/ Summer architecture school 30/7-20/8 Per informazioni: Ms. Karen Chin, Coordinator and Adminstrator Asia executive Programmes sdn.BHd. Suite E-11-09 Plaza Mont Kiara, Mont J+Kiara 50480 Kuala Lumpur Tel. +603 62032009 Fax +603 62-35030 E-mail: kchin@pd.jaring.my

Nuova Zelanda/New Zealand Wellington Convention Centre Urbanism Down Under 18/8-20/8 Per informazioni: Internet: http://live.wellington.govt.nz/rd/udu05

Peru Cuzco Teatro Municipal 8th World Colloquium on World Heritage Cities 19/9-23/9 Per informazioni: Internet: www.ovpm.org, www.cusco8col.com.pe/fr/index.php

Portogallo/Portugal Lisbona Instituto Superior Tecnico ECaade 2005 2° Convegno internazionale “Educazione e Ricerca nell’architettura al CAD”/2nd International conference “Education and Research in Computer Aided Architectural Design” 21/9-25/9

Per informazioni: Top Atlântico Av. Dom João II, Lote 1.16.1 1990-083 Lisboa Tel. +351 21 8925405 Fax +351 21 8925406 Internet: www.civil.ist.utl.pt/ecaade05, www.topatlantico.pt E-mail: lisboa.congress@topatlantico.pt

Romania Bucharest University of Architecture and Urbanism In Between 8/10-9/10 Per informazioni: University of Architecture and Urbanism 70109 Bucharest and Nemetschek Internet: www.arhitextdesign.ro/between

Singapore Singapore Singapore Expo International Healthcare Facilities Exhibition & Conference 2005 30/8-2/9 Per informazioni: Singapore Expo Tong Building, Singapore, 238862 Internet: www.ihfec.com/index.asp

Spagna/Spain Zaragoza Auditorium 17th Annual Conference of the Society for Ecological Restoration 12/9-18/9 Per informazioni: Internet: www.ecologicalrestoration.net

Sud Africa/South Africa Durban South African Institute of Physics UNESCO World Conference on Physics and Sustainable Development 31/10-2/11 Per informazioni: Internet: www.saip.org.za/physics2005/ Physics2005.html, www.wyp2005.org

Turchia/Turkey Istanbul Chamber of Architects UIA 2005: Cities, Grand Bazar of Architectures 3/7-7/7 Per informazioni: Internet: www.uia2005istanbul.org

Kadir Has University Interactive Design Summer Workshop, Istanbul: OrientOrientation: Communication 21/7-23/7 Per informazioni: Kadir Has University 5 Gayrettepe Istanbul Internet: www.interaction-idea.info

USA Atlanta Georgia World Congress Center Greenbuild 2005 9/11-11/11

205 l’ARCA 1 0 5


AGENDA Per informazioni: U.S Green Building Council Internet: www.usgbc.org E-mail: emerginggreen@usgbc.org

Las Vegas Caesars Palace HCI International 11° Convegno internazionale sull’interazione uomo-computer/11th International conference on the human-computer interaction 22/7-27/7 Per informazioni: Department of IndustrialEngineering University of Wisconsin-Madison Myrna R. Kasdorf 1513 University Avenue Madison, WI 53706 USA Tel. +1 608 2634025 Fax +1 608 2628454 Internet: www.hci-international.org E-mail: kasdorf@engr.wisc.edu

New York Cooper-Hewitt National Design Museum A City of Neighborhoods: Chinatown 8/7-10/7 Summer Design Institute 11/7-15/7 Per informazioni: Cooper Hewitt National Design Museum Internet: http://ndm.si.edu

Orlando The Rosen Centre Hotel Solar World Congress 2005 6/8-18/8 Per informazioni: Internet: http://swc2005.org/

Santa Monica Santa Monica Civic Auditorium CA Boom II Conferenze ed esposizioni di prominenti designer indipendenti/Conferences and displays from contemporary independent designers, architects & manufacturers, tours of cutting edge homes and a speaker’s conference whose participants are the leaders and innovators of the contemporary design community 28/7-31/7 Per informazioni: Internet: www.caboom2.com

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

Austria Vienna MAK First Design and Final Object: Drawings by Viennese Gold and Silversmiths 15/6-28/5/2006 Atelier Van Lieshout: The Disciplinator 22/6-18/9 Lebbeus Wood: System Wien, the Future of the City 29/6-16/10 Back to A: Design Now Austria 14/9-12/2/2006

1 0 6 l’ARCA 205

+ europaconcorsi

Architektur Zentrum a_schau 2. Etappe, Österreichische Architektur im 20. und 21. Jahrhundert Fino al/through 29/8 Ottokar Uhl, After the Rules of Architecture 3/3-13/6

Brasile/Brazil Sao Paulo Parque do Ibirapuera 26th Bienal de Sao Paolo 26/9-19/12

Canada Montreal CCA The Sixties: Montreal Thinks Big 20/10/2004-14/8 Super City 8/6-6/11

Toronto Design Exchange Designing for the Cold 2/11-27/11

Vancouver Emily Carr Institute Sacral Spaces: Modern Finnish Churches 10/6-24/7

Danimarca/Denmark Humlebaek Louisiana Museum of Modern Art Jean Nouvel 7/6-8/9

Finlandia/Finland Helsinki Museum of Finnish Architecture Returning Home: Sibelius’ Ainola From Wood to Architecture 10/6-4/9

Francia/France Bordeaux Arc en rêve Patrick Bouchain architecte Michel Desvigne paysagiste Giugno/ottobre-June/October Voisins-Voisines. Nouvelles formes d’habitat individuel en France 1/12-26/2/2006

Paris Galerie Cédille Young China Architects: Yu Ting – Zhao Hong – Han Ping 2/6-2/9 Galerie MAAD Que la lumière soit, exposition de prototypes Idées lumineuses, présentation de projets 28/5-31/7

Centre Pompidou Robert Mallet-Stevens 27/4-29/8 Designs Contemporains 29/6-19/9 Palais de la Porte Dorée Voisins-Voisines. Nouvelles formes d’habitat individuel en France 15/6-11/9 Galerie d’Architecture Trait pour Trait-Barthélémy Griño Architectes Paris 9/7-6/8

Germania/Germany

Milano Triennale Snake Space. Nio architekten 30/6-24/7 Le case nella Triennale. Dal Parco al QT8 19/5-24/7 La visione di Emilio Ambasz: Costruire con la natura 27/5-24/7 Disegni e parole di Alessandro Mendini 7/4 -24/7 Allestimenti per Comunicare Scenografie come luoghi di conoscenza 23/6-18/9

Munich

Parè di Conegliano (Treviso)

Pinakothek der Modern Frei Otto-The Reconciliation of Nature and Technology 26/5-28/8 Kazunari Sakamoto Houses: Poetics of the Ordinary Fino al/through 1/9 Architetcure as Image and Stage: Alessandro Galli Bibiena Fino al/through 1/9

Foyer Auditorium Dina Orsi Una città di progetti 5/2-31/7

Venezia Galleria Rossella Junk Estetica dei tubi: giovani designer internazionali 17/6-23/7

Weil am Rhein

Roma

Vitra Museum Gaetano Pesce, il rituale del tempo 11/6-8/1/2006

MAXXI Giancarlo De Carlo: Le ragioni dell’architettura 31/5-15/9

Giappone/Japan Aichi World Expo (www1.expo2005.or.jp/en/index.html) 25/3-25/9

Gran Bretagna/Great Britain Glasgow The Lighthouse Archiprix International 2005 24/6-7/8

London Design Museum Designing Modern Life: A History of Modern Design 6/11/2004-28/10 Cedric Price-Doubt, Delight and Change 25/6-9/10 Various Places London Design Festival (www.londondesignfestival.com) 15/9-30/9

Italia/Italy Cesena Ex Chiesa dello Spirito Santo Aldo Rossi. Inediti Fino al/through 24/7

Lucca Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo L. Ragghianti Richard Negale. Industrial design, progetti e prodotti 1938-1992 1/6-28/8

Slovenia Ljubljana International Center for Graphic Arts 26.Biennale di Grafica 23/6-2/10

Svizzera/Switzerland Zurich ETH Honggerberg Beton 05 23/6-14/7

USA Atlanta Design Museum Lighting Design: Creativity and Craftmanship 5/5-20/8

Bartlesville (OK) Price Tower Building Images: 70 Years of Photography of Hedrich Blessing 3/6-31/7 Structures of Our Times: 31 Buildings That Changed Modern Life 12/8-2/10

AGENDA Extraordinary Everyday: The Bauhaus (web exhibit www.artmuseums.harvard.org/ sites/eoed/index.html) Fino al/through 31/12

Chicago The Art Institute 1945: Creativity and Crisis, Chicago Architecture and Design of the WWII Era 7/5-8/1/2006

Columbus Wexner Center for the Arts Vanishing Points 21/5-14/8

Houston Contemporary Arts Museum Andrea Zittel: Critical Space 1/10-27/11

Los Angeles LACMA On Tour with Renzo Piano & Building Workshop: Selected Project 13/3-2/10 A+D Museum Richard Meier 14/4-7/7 MAK Center Isaac Julien: Iceland 15/7-16/10 Symmetry 9/11-29/1/2006 SCI-Arc Steven Holl Architects: Porosity 3/6-17/7

Philadelphia The Design Center at Philadelphia University Playing the Field: The art+design of Godley-Schwan 3078-19/11

Washington National Building Museum Tools of Imagination 5/3-10/10 GSA Design Awards 26/3-7/7

Mostre d’arte Art Exhibitions

+ europaconcorsi

Vienna

Carquefou

Albertina From Goya to Picasso. The Art Collection Krugier 22/3-28/8

Frac des Pays de la Loire Fabrice Hyber 10/7-16/10 Michel Aubry, la nouvelle vie quotidienne 10/11-8/1/2006

Kunstforum Bank Austria René Magritte 7/4-31/7 Christian Ludwig Attersee 2/9-16/10 Superstars: von Warhol bis Madonna 26/10-19/2/2006 MAK La Cubanidad: Cuban Posters 19402004 6/4-10/7 Carol Christian Poell: Public Freedom 19/5-24/11 The Art of “Der Spiegel”: Cover Illustrations over Five Decades 27/7-28/8 Aaargh!!! Manga: On the Aesthetics of a Trash Culture 31/8-4/12 Alexandr Rodchenko: Spatial Construction 26/10-26/2/2006 Ukiyo Reloaded 30/11-26/3/2006 ...After Binder: Joseph Binder’s Influence on International Graphic Design 14/12-12/3/2006 Kunsthaus Mathias Waske: Mona Lisa to Madonna 4/5-18/9

Canada Calgary ArtCity 05 9/9-18/9

Montreal Museum of Fine Arts Edwin Holgate-Master of the Human Figure 19/5-23/10 Borenstein-Passion for Colour 30/6-18/9

Danimarca/Denmark Humlebaek Louisiana Museum of Modern Art Henri Matisse reborn, 1941-1954 12/8-4/12

Francia/France Angers

Austria

Musée Jean Lurçat Oswaldo Vigas, sortilèges des Tropiques 11/6-13/11

Espace Andry-Farcy/Tour de l’Isle Lison Guerry-Verdet, ma mère 13/5-4/9

Melun Espace St.Jean Roger-Calixte Poupart 19/5-16/7

Metz

Collection Lambert Anselm Kiefer 26/6-23/10

Cambridge

Linz

The Busch- Reisinger Museum/The Harvard University Art Museums

Ars Electronica 2005 1/9-6/9

Jeu de Paume-Hôtel Sully Pierre Verger 11/10-31/12 Fondation Cartier J’en rêve 23/6-9/10

Saint-Tropez

Musée des Beaux-Arts 25 années d’œuvre-évènements de Lygia Clark (1963-1988) 23/9-2/1/2006

L’Annonciade, Musée de Saint-Tropez Eclats du fauvisme 18/6-17/10

Le Lieu Unique Wang Du! 1/7-4/9

Sèvres

Frac Fabrice Hyber, Nord-Sud 9/7-16/10

Nice Musée des Beaux-Arts Autour de Kees Van Dongen, la collection Engers 22/4-25/9 Musée National Message Biblique Marc Chagall Saltimbanques 2/7-14/11

Musée National de Céramique Terres contemporaines, terres de liberté, 1955-2005 20/4-11/7

Valenciennes Musée des Beaux-Arts Art Sacré du Tibet, voyage avec Alexandra David-Néel 29/4-11/9

Germania/Germany Berlin

Mamac Enrica Borghi Fino al/through 30/10

Messe Art Forum Berlin (www.art-forum-berlin.com) 29/9-3/10

Paris

Frankfurt

Centre Pompidou Africa Remix: Contemporary Art of a Continent 15/5-20/8 Isaac Julien 25/5-15/8 Big Bang: Destruction and Creation in the Art of XX century 15/6-28/2/2006 Jeppe Hein, Virtual Labyrinth 14/9-14/11

Schirn Kunsthalle The Nazarenes: Religion Power Art 15/4-24/7 Ideal Worlds: New Romanticism in Contemporary Art 13/5-28/8 Jan De Cock: Denkmal 7 26/5-11/9 Rodin Beuys 9/9-27/11 Summer Love 2/11-12/2/2006 James Ensor 16/12-19/3/2006

Espace 315 Isaac Julien 25/5-15/8

Musée du Louvre Girodet 21/9-2/1/2006

Landes Joanneum Museum Seeing Carmen-Goya, Courbet, Manet, Nadar, Picasso 25/6-4/9

Jeu de Paume-Espace Concorde Chaplin et les images Burlesques contemporains 14/6-18/9 Michal Rovner 4/10-8/1/2006

Nantes

Musée des Beaux-Arts Marta Pan et Vera Molnar 29/6-19/9

Whatcom Children’s Museum Gimme Shelter Fino al/through 3/9

Musée du Luxembourg Matisse, une seconde vie 16/3-17/7

Maison Européenne de la Photographie Martin Parr-Œuvres 1971.2001 Atelier David Adamson 18/5-18/9

Brest

Avignon

Musée d’Orsay Le néo-impressionnisme, de Seurat à Paul Klee 15/3-10/7

Frac Lorraine Quand les latitudes deviennent Suisses 28/5-28/8 Eduardo Srur-Camp of Angels 6/7-28/8

Galeries Nationales du Grand Palais Poussin, Le Lorrain, Watteau, David… 23/4-1/8 Genie et Folie en Occident : une histoire de la melancolie 22/9-2/1/2006 Klimt, Kokoschka, Schiele, Moser 4/10-9/1/2006

Grazie

Bellingham

Grenoble

Bibliothèque Nationale de France Les impressions d’Alechinsky 7/6-4/9

Herford MARTa (my favorite) Heroes 7/5-14/8

Gran Bretagna/Great Britain Edinburgh Scottish National Gallery of Modern Art Henri Cartier-Bresson 6/8-23/10

205 l’ARCA 1 0 7


AGENDA The Royal Scottish Academy Gauguin: Vision of the Sermon 6/7-2/10

Liverpool Tate Liverpool assume vivid astro focus 23/4-23/10 Summer of Love Art of the Psychedelic Era 27/5-25/9 Sarah Lucas 14/10-8/1/2006

London Tate Britain Joshua Reynolds: The Creation of Celebrity 26/5-25/9 A Picture of Britain 16/6-4/9 Tate Modern Open Systems 1/6-18/9 Frida Kahlo 9/6-9/10 Jeff Wall 21/10-8/1/2006 Jungles in Paris: The Paintings of Henri Rousseau 3/11-5/2/2006 Victoria & Albert Museum International Arts and Crafts 17/3-24/7 Diane Arbus revelations 13/10-15/1/2006 Sam Fogg Gallery Tacinum Sanitatis: Disegni italiani del XV secolo 1/7-29/7 Leighton House Museum Nel segno del Guercino, disegni dalle Collezioni Mahon, Oxford e Cento 22/9-8/12 Estorick Collection L’Italia in bianco e nero 15/6-4/9

St.Yves Tate St Yves Richard Deacon 14/5-25/9 Paul Feiler 14/5-25/9 Tacita Dean 7/10-15/1/2006

Italia/Italy Ancona Mole Vanvitelliana Pittori figurativi italiani della seconda metà del XX secolo 16/7-2/10

Aosta

+ europaconcorsi

+ europaconcorsi

Bologna

Fabriano (Ancona)

Merano (Bolzano)

Napoli

Reggio Emilia

Torino

Galleria d’Arte Moderna Bologna Contemporanea 1975-2005 20/5-26/9 Sorprendimi: una scelta della Collezione Gam 27/1-25/9

Galleria del Seminario Vecchio Mannucci e il Novecento. L’immaginario atomico e cosmico 29/5-28/8

KunstMeran Man Ray 8/7-18/9

Palazzo delle Arti Napoli The Giving Person. Il dono dell’artista 26/3-10/8

Palazzo Magnani Antonio Ligabue 21/5-25/9

Palazzo Bricherasio Cina: Pittura contemporanea 23/6-28/8 XI Biennale di Fotografia Giugno/Settembre-June/September Magritte, Ensor, Delvaux e l’arte del Novecento in Belgio 23/9-17/1/2006

Palazzo di Re Enzo Artelibro e Artefiera 22/9-26/9 Museo Civico Archeologico e Museo Della Sanità E Dell’assistenza Le arti della salute, Il patrimonio culturale e scientifico della sanità pubblica in Emilia-Romagna 30/4-17/7

Bondeno (Ferrara) Galleria d’arte moderna e contemporanea Seno Guerriero, il mito dell’amazzone, l’immagine della donna in armi 30/4-28/8

Borgia (Catanzaro) Parco Archeologico della Roccelletta Tony Cragg, Jan Fabre, Mimmo Paladino: Intersezioni 19/6-9/10

Brescia Museo di Santa Giulia Gauguin/Van Gogh: L’avventura del nuovo 22/10-19/3/2006

Caraglio (Cuneo) Il Filatoio Chronos Il tempo nell’arte dall’epoca barocca all’età contemporanea 28/5-9/10

Castiglioncello (Livorno) Castello Pasquini Da Courbet a Fattori. I princìpi del vero 15/7-1/11

Cento (Ferrara) Pinacoteca Civica Nel segno del Guercino, disegni dalle Collezioni Mahon, Oxford e Cento 29/5-31/7

Cervia (Ravenna) Magazzino del Sale “Torre” Andy Warhol “Private Collection” 29/5-10/7

Como Villa Olmo Picasso-La Seduzione del Classico 19/3-24/7

Centro Saint Benin Bianco su bianco. Percorsi della fotografia italiana dagli anni Venti agli anni Cinquanta 14/5-25/9

Fondazione Antonio Ratti Generations of Art-10 anni alla FAR 30/4-30/7

Museo Archeologico Il ritratto interioreDa Tiziano a de Chirico, da Lotto a Pirandello Giugno/settembre-June/September

Palazzo Stella Maurizio Bottarelli: Emozione e regola, un dialogo ininterrotto di materia e colore 28/5-31/7

1 0 8 l’ARCA 205

AGENDA

Crespellano (Bologna)

Firenze Galleria dell’Accademia Forme per il David: Baselitz, Fabro, Kounellis, Struth Fino al/through 4/9 Museo Marino Marini Gianni Cacciarini: Corpi 27/5-22/7 Tornabuoni Arte Burri, viaggio al termine della materia 12/5-10/7 Museo di Storia della Scienza Il numero e le sue forme. Storie di poliedri da Platone a Poinsot passando per Luca Pacioli 17/3-9/10 Casa Buonarroti Vittoria Colonna e Michelangelo 24/5-12/9 Galleria Poggiali e Forconi Giovanni Rizzoli: Pleasurepain 14/5-30/7 Archivio di Stato Pier Augusto Breccia: “Ermeneutica. Disegni e dipinti 1979-2005” 18/6-16/7 Quarter Centroproduzionearte Atlante: Michele Dantini, Chné Gomez En plein air: Alessandro Casati 8/5-17/7

Forlì Complesso Monumentale San Domenico Marco Palmezzano e il suo tempo 1459/1463-1539 4/12-30/4/2006

Genova Palazzo Ducale Giappone: Arte e trasformazioni 16/4-21/8

Imperia Villa Faravelli Georg Baselitz e Benjamin Katz; attori a rovescio 22/5-10/9

Isola Madre/Lago Maggiore (Verbania) Jannis Kounellis: Santa Fe 29/5-28/8

Livorno Granai di Villa Mimbelli Afro 1935-1955, la metamorfosi della fugura 30/5-28/8

Mantova Bonelli Arte Contemporanea Nicola Vinci: La cruna dell’ago 28/5-10/7

Milano Palazzo Reale Caravaggio e l’Europa 15/10-6/2/2006 Fondazione Stelline Beauty So Difficult 27/4-16/7 Triennale Star Wars-The Show 13/5-28/9 Spazio Oberdan La Cina: prospettive d’arte contemporanea 29/6-2/10 Fondazione Mudima Alessandro Papetti: Il disagio della pittura 7/6-15/7 Galleria Atonia Jannone Andrea Barin: Opere recenti 14/6-20/7 Galleria Giò Marconi Markus Schinwwald: 1st part conditional Sharon Lockhart Nathalie Djurberg: Why do I have this urge to do these things over and over again? 8/6-26/7 Galleria Suzy Shammah Walter Nyedermayr 24/5-21/7 Galleria Raffaella Cortese Maria Marshall 19/5-30/7 Centre Culturel Français “(I’m) my biggest fan” ou danser sa peau 28/6-20/9 Galleria Carla Sozzani Rico Puhlmann: Fotografie e disegni 1955-1996 30/6-31/7 Galleria Monica de Cardenas Craigie Horsfield Andrea Sala: Mairea 26/5-24/9 Galleria ClicArt presso Zucchi Rebecca Morris West: Il vetro tra di noi 14/6-30/7

Modena Palazzo Santa Margherita Pop Art Italia 17/4-10/7 Foro Boario Informale. Jean Dubuffet e l’arte europea 1945-1970 Dicembre/December-Aprile/April 2006

Monza (Milano) Serrone della Villa Reale 30 artisti per 5 critici: Biennale Giovani Monza 05 7/6-17/7

Città della Scienza Il codice multiplo, opere di Stefano Cerio 18/6-17/7

Rimini Castel Sismondo Costantino il Grande 13/3-4/9

Padova

Rivoli (Torino)

Museo Civico di Piazza del Santo Tiepolo, Piazzetta, Canaletto, Piranesi, Guardi... I disegni del Professore: La raccolta di Giuseppe Fiocco alla Fondazione Giorgio Cini 8/5-24/7

Castello Volti nella follia 4/4-10/7

Palazzo del Monte Remo Bianco: La metamorfosi della materia – Dal geometrico al nucleare, dai collage all’arte elementare 10/6-31/7 Palazzo della Ragione Vangi, sculture e disegni 22/5-24/7

Palazzuolo sul Senio (Firenze) Palazzo Strigelli e Casa Pagliazzi Un maestro e la poesia-Dipinti di Francesco Pagliazzi (1910-1988) 2/7-11/9

Palermo Civica Galleria d’Arte Moderna Francesco Lojacono, 1838-1915 1/10-8/1/2006

Pistoia Palazzo Tau Marino Marini e il nudo 4/6-31/12

Prato

Roma

Borgo Medievale Scene di vita al Borgo-Un secolo di storie nelle fotografie dei visitatori 28/5-30/10

Museo del Corso Kazimir Malevic: Oltre la figurazione, oltre l’astrazione 23/4-17/7

Trento

Palazzo Venezia La ricerca della natura-La Collezione Pier Luigi Amata 10/6-17/7 MACRO Tom Wesselmann Alfredo Jaar Stefania Galegati 8/6-18/9 Parco Villa Borghese Suoni e luci a Villa Borghese 15/6-12/8

Rovereto (Trento)

Museo del Tessuto JEANS! Le origini - il mito americano - il made in Italy 22/6-30/11

Quarrata (Pistoia)

Sabaudia (Latina)

Villa Medicea La Màgia/Limonaia di Ponente-Arte Contemporanea Fabrizio Corneli: Micat in vertice 30/6-30/10

Museo Emilio Greco Moravia-Album privato 8/7-19/7

Ravello (Salerno)

Palazzo Squarcialupi Hugo Pratt 24/3-28/8

Centro Luigi Pecci per l’Arte Contemporanea Luca Vitone prêt-à-porter Fino al/through 31/7

Settimana della Persia La Persia, l’Oriente, l’Occidente. Civiltà del contrastoMostre, eventi incontri 1/8-5/8

Museo Diffuso La lunga liberazione 22/4-20/11

Braccio di Carlo Magno Piazza San Pietro Immagine e mistero: il sole, il libro, il giglio Iconografia di San Nicola da Tolentino nell’arte italiana dal XIV al XIX secolo 8/6-9/10

MART Il laboratorio delle idee. Figure e immagini del ’900 Fino al 20/11 La Collezione Giovanardi: Opere del ’900 italiano 24/5-20/11 Ernesto Thayath: Vita Futurista 11/6-11/9 Vivere sotto la luna crescente 11/6-11/9 Attraversando il XX secoloOpere italiane dalla Stiftung-VAF 2/7-20/11

Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Territoria: Arte dall’Olanda 12/6-18/9

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo 1995-2005 10 anni alla FSRR: Bidibidobididoo, opere dalla Collezione 31/5-2/10

Siena

Palazzo delle Papesse Identità & Nomadismo 27/5-25/9

Ravenna

Tivoli (Roma)

Varie sedi Ceramicamosaico 28/7-9/10

Villa d’Este Pericle Fazzini 26/5-30/10

Galleria Vitamin Arte Contemporanea Prime Visioni: Marco Campanini 7/6-16/7

Galleria Civica d’Arte Contemporanea La galleria dell’amore-IPG loves you, you love everyone 12/6-11/9 Castello del Buonconsiglio La misura del tempo 25/6-6/11 Palazzo delle Albere Max Klinger 9/4-25/9 La Collezione permanente del XIX secolo. Da Hayez a Boccioni Fino al/through 31/11 Vittore Grubicy. Un mercante pittore verso l’Europa tra Ottocento e Novecento 29/10-15/1/2006 Museo Tridentino di Scienze Naturali I giochi di Einstein, mostra interattiva 12/3-30/10

Treviso Cà dei Carraresi I paesi delle meraviglie: Fotografie di Antonio Zuccon 7/-31/7

Venezia Giardini della Biennale e Arsenale 51.Esposizione Biennale Internazionale d’Arte-“L’esperienza dell’arte”, “Sempre più lontano” 12/6-6/11 Spazio Thetis all’Arsenale Novissimo Enric T.De Paris: Chromosoma 9/6-23/7 Museo Correr Lucien Freud 10/6-30/10 Galleria Marina Barovier Cristiano Bianchin 10/6-30/9 Ca’ Pesaro Mimmo Paladino 8/6-31/7 Peggy Guggenheim Collection Affinità, opere dalla Collezione Ulla e Heiner Pietzsch 4/6-18/9

Fondazione Giorgio Cini Francesco Vezzoli: Trilogia della morte 31/8-8/9 Palazzo Fortuny Henri Foucault, Satori 11/6-6/11 Palazzo Mocenigo Le vesti del potere Fino al/through 31/12 Isola San Servolo L’isola interiore: L’arte della sopravvivenza (con Michelangelo Pistoletto) 8/6-30/9

Verona Fiera ArtVerona 13/10-16/10 Heart Gallery La lacuna del presente: fotografie di Edward Rozzo 17/4-30/7 Palazzo Forti Giuseppe Rivadossi: il custode del tempo Giorgio Olivieri: sull’orlo della luce Fino al/through 30/7

Vicenza Basilica Palladiana Da Martini a Mitoraj. La scultura moderna in Italia 1950-2000 28/5-25/9

Vinci (Firenze) Museo Leonardiano Sergio Vacchi-Leonardo Codice Verso. Il ritorno e l’andata, dipinti e disegni 1993-1997 29/5-25/9

Olanda/Holland Rotterdam Kusthaus Johan Hendrik van Mastenbroek (1875-1945) - Impressionist, painter and draughtsman from Rotterdam 23/4-28/8

Portogallo/Portugal Lisbona Fundação Calouste Gulbenkian Gravura-Milly Possoz Fino al/through 13/7

Principato di Monaco Principality of Monaco Monaco Salle du quai Antoine Ier e Théâtre Princesse Grâtre Princesse Grâce Prix International d’Art Contemporain 15/6-15/8

Repubblica Ceca Czech Republic Praga Karlin Hall Prague Biennale 2 26/5-15/9

205 l’ARCA 1 0 9


AGENDA Svezia/Sweden Stockholm Moderna Museet Lars Englund 4/6-4/9

Svizzera/Switzerland Basel Fondazione Beyeler Pablo Picasso et le Surréalisme 1924-1939 12/6-11/9 René Magritte 7/8-27/11 Kunstmuseum Basel / Museum für Gegenwartskunst Paul Klee Fino al/through 31/12

+ europaconcorsi

Los Angeles Getty Center Light and Water: Drawing in Eighteenh-Century Venice 17/5-21/8 For Your Approval: Oil Sketches by Tiepolo 3/5-4/9 Shrine and Shroud: Textiles in Illuminated Manuscripts 28/6-2/10

Miami Miami Art Museum Marking Time: Moving Images in Contemporary Art 12/5-11/9 Wangechi Mutu 22/7-9/10

Minneapolis

Centre pour l’image contemporain Saint-Gervais 11è Biennale de l’Image en Mouvement 11/11-19/11

Walker Art Center Urban Cocktail 15/4-17/7 Shadowland: An Exhibition as a Film 15/4-11/9 Quartet: Barney, Gober, Levine, Walker 15/4-1/11

Losanna

New York

Fondation l’Hermitage Gustave Caillebotte at the Heart of Impressionism 24/6-23/10

Guggenheim Art of Tomorrow: Hilla Rebay and Solomon R.Guggenheim 19/5-7/8

Lugano

Uma Gallery Body Talk. New Work by Gordon Huether Fino al/through 3/12

Genève

Galleria Gottardo Le spectacle dans la rue: Manifesti da 10 Paesi 1958-1968 31/5-3/9

Zurigo Artef Gallery Sight and Insight: Philippe Halsam, a retrospective 9/6-13/8

USA Atlanta High Museum of Art Ernest Withers : Memphis Blues Again 5/2-7/8

Beacon NY DIA :Beacon/Riggio Galleries Dia’s Andy: Through the Lens of Patronage In and Out of Place: Louise Lawler and Andy Warhol 15/5-10/4/2006

Berkley University Art Museum Figurations Fino al/through 22/1/2006

Chicago Chicago Art Institute Toulouse-Lautrec and Montmartre Fino al/through 10/10

Houston Contemporary arts Museum Andrea Zittel: Critical Space 1/10-27/11

1 1 0 l’ARCA 205

Noguchi Museum at Long Island The Imagery of Chess Revisited 20/10/5/3/2006

North Adams (MA) MASS MoCA Destinations Fino al/through 1/10

Philadelphia ICA Springtide 30/4-1/8 Richard Pettibone: A Retrospective 30/4-1/8

Salem Peabody Essex Museum The Art of Shopping in China Fino al/through 5/9 In Nature’s Company Fino al/through 18/9 The Kingdom of Siam: The Art of Central Thailand 1350-1800 16/7-16/10 Taj Mahal 15/10-23/7/2006 Carved by Nature: Untamed Traditions in Chinese Decorative Art 19/6-13/8/2006 Air Lines: Photographs by Alex MacLean 14/5-22/1/2006

San Diego Musuem of Art Contemporary Links 3: Sandow Birk-The Leading Causes of Death in America 4/6-14/8

Maxfield Parrish-Master of Make Belive 16/7-11/9 Farsites: Urban Crisis and Domestic Symptoms in Recent Contemporary Art 27/8-13/11 Only Skin Deep: Changing Visions of the American Self 1/10-31/12

Washington DC National Gallery of Art Jan de Bray and the Classical Tradition 13/3-14/8 Gilbert Stuart 27/3-31/7 Irving Penn: The Platinum Prints 19/6-2/10

West Palm Beach Norton Museum of Art Deborah Butterfield: Horses 17/9-11/12 Candida Höfer: Architecture of Absence 1/10-1/1/2006

Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Argentina Buenos Aires La Rural Trade Centre BIEL Light+Building Salone internazionale dell’elettricità, elettrotecnica e illuminotecnica International trade fair of electricity, electrotechnology and lighting 1/11-5/11 Per informazioni: Messe Frankfut Exhibition Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75756477 Fax +49 69 75756758 Internet: www.light-building.messefrankfurt.com, www.fibertel.com.ar E-mail: iris.jeglitzamoshage@messefrankfurt.com, silvanalorenzo@fibertel.com.ar (tel./fax +54 11 48656897)

Australia Melbourne Convention and Exhibition Centre Australia Infrastructure 28/7-30/7

Per informazioni: Expolink Worldwide P.O. Box 18213 Collins St East Victoria 8003 Australia Tel. +61 3 99097787 Fax +61 3 99097788 Internet: www.arexpo.com/infra_b/index.htm E-mail: visitor@expolinkexhibitions.com

Cina/China Hong Kong Convention and Exhibition Centre Lighting Fair Salone internazionale dell’illuminotecnica

International lighting trade fair 26/10-29/10 Per informazioni: Internet: www.hklightingfair.com

Emirati Arabi Uniti/UAE Dubai Dubai International Exhibition and Convention Centre Dubai Index 2005 Salone internazionale dell’arredo e dell’interior design International furniture and interior design trade fair 28/11-2/12 Per informazioni: DMG World Media Dubai Po Box 33817 Dubai Tel. +971 4 3319688 Fax +971 4 3319480 Internet: www.dmgdubai.com E-mail: dmg@emirates.ne.au

Francia/France Paris Porte de Versailles Batimat 2005 Salone internazionale dell’industria edilizia International trade fair of building industry 7/11-12/11 Per informazioni: Reed Expositions France 70, rue Rivay 92532 Levallois Perret Cedex - France Tel. +33 1 47565000 Fax +33 1 47561440 Internet: www.batimat.com E-mail: info@reedexpo.fr, info@batimat.com

Interclima+Elec Home & Building Idéo Bain Saloni internazionali del condizionamento d’aria, climatizzazione arredo e componenti bagno International trade fairs for air contitioning and climatisation, electrotechnique and bathroom furniture and components 17/1/2006-22/1/2006 Per informazioni: Reed Exposition France 70 Rue Rivay 92532 Levallois-Perret Cedex Tel. +33 1 47565088 Fax +33 1 47562450 Internet: www.reedexpo.fr

Rennes Parc des Expositions Energie-Réseaux Expo-Equipement Territorial Salone internazionale dedicato ai trasporti, distribuzione, uso industriale e casalingo dell’elettricità e del gas International trade fair for transports, distribution, home and industrial use of electricity and gas 12/10-14/10 Per informazioni: ETAI-IDEXPO C7a Christine de Ruffray 48-50 rue Benoit Malon 94250 Gentilly Tel. +33 1 41984027 Fax +33 1 41984070 Internet: www.idexpo.com E-mail: cderuffray@etai.fr

AGENDA Giappone/Japan Chiba Makuhari Messe Japan Diy Homecenter Show Salone internazionale della casa/International trade fair of home 25/8-27/8 Per informazioni: Japan Diy Industry Association Shin-Kanda Bldg. 5F, 1-8-5 Kajicho, Chiyoda-ku Tokyo 101-0044 Japan Tel. +81 3 32564475 Fax +81 3 32564457 Internet: www.diy.or.jp

Gran Bretagna/Great Britain London Earls Court 100% Detail Salone internazionale delle innovazioni per l’edilizia International trade fair of innovations in building industry 22/9-25/9 Per informazioni: 100% Detail Internet: www.100percentdetail.co.uk

Chelsea Royal Hospital Gardens Decorex Salone internazionale di design del mobile e dei componenti International trade fair of design furniture 25/9-28/9 Per informazioni: Decorex International 26 Lloyd Baker Street London WC1X 9AW Tel. +44 20 78333373 Fax +44 20 78333379 Internet: www.decorex.com E-mail: info@decorex.co.uk

Italia/Italy Bologna Fiera Saie Salone internazionale dell’industrializzazione edilizia/International trade fair of building industry 12/10-16/10

+ europaconcorsi

Per informazioni: PROMOTOR INTERNATIONAL SPA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA SMAU Via Merano 18 20127 Milano Tel. +39 02 283131 Fax +39 02 28313213 Internet: www.smau.it E-mail : info@smau.it

Pordenone Fiera Zow 2005 Salone internazionale dei componenti e accessori per l’industria del mobile/International trade fair of components and accessories for the furniture industry 19/10-22/10 Per informazioni: Business International Tel. +39 02 876519 Fax +39 02 8052905 Internet: www.zow.it E-mail: info@zow.it

Siracusa Fiera EdilSud Salone dell’edilizia Trade fair of building industry 10/11-13/11 Per informazioni: Fiera EdilSud Tel. +39 0931 740888 Fax +39 0931 740979 Internet: www.fieradelsud.it E-mail: luciazanghi@fieradelsud.it

Torino Lingotto Fiere Restructura Salone internazionale della costruzione e ristrutturazione edilizia/International trade fair of construction and restoration 24/11-27/11 Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.restructura.com E-mail: info@restructura.com

Venezia

Per informazioni: Saie Internet: www.saie.bolognafiere.it

Terminal Passeggeri BBCC Salone dei beni culturali e delle attività culturali/Cultural heritage and activities show 2/12-4/12

Milano

Per informazioni: Internet: www.veneziafiere.it

Fiera Milano City Vitrum 14° Salone internazionale specializzato delle macchine, attrezzature e impianti del vetro piano e cavo; vetro e prodotti trasformati per l’industria/14th International trade fair of machinery, equipment, plants and technologies for glass 5/10-8/10 Per informazioni: ENTE VITRUM Via Petitti 16 20149 Milano Tel. +39 02 33006099 Fax +39 02 33005630 Internet: www.vitrum-milano.it E-mail: vitrum@vitrum-milano.it

Smau 42a Esposizione Internazionale dell’ICT & Consumer Electronics 42nd International trade fair of ICT and Consumer Electronics 19/10-23/10

Verona Fiera Abitare il Tempo Giornate internazionali dell’arredo/International meeting on furniture 15/9-19/9 Per informazioni: Acropoli Viale Mercanzia, Blocco 2B, Galleria A 70 40050 Centergross (BO) Tel. +39 051 864310 Fax +39 051 864313 Internet: www.veronafiere.it/abitareiltempo E-mail: info@acropoli.com

Lettonia/Latvia Riga Congress Center WaterfrontExpo Salone e convegno internazionale sulla riscoperta dei waterfront

International exhibition and conference on waterfront cities 27/9-29/9 Per informazioni: Waterfront Expo Internet: www.watefrontexpo.com

Malesia/Malaysia Kuala Lumpur Exhibition Centre Malbex Salone internazionale della costruzione/International building trade fair 14/9-17/9 Per informazioni: Internet: www.malbex.com.my

Portugal/Portugal Porto Feira Exponor Concreta Salone internazionale dell’industria delle costruzioni e dei lavori pubblici/International trade fair of the construction industry and public works 26/8-30/8 Per informazioni: Exponor Feira Internacional do Porto 4450-617 Leça da Palmeira Tel. +351 808 301400 Fax +351 229 981482 Internet: www.concreta-exponor.pt E-mail: info@exponor.pt

Russia Moscow Gostiny Dvor HotelExpo Mostra internazionale di attrezzature, forniture e prodotti per alberghi, ristoranti, bar e locali pubblici/International exhibition of equipment and products for hotels, restaurants, bar and public placet 29/8-31/8 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Italy Tel. +39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Center for Architecture and Construction Landscape Architecture-Look from Home Mostra delle nuove tecnologie e materiali per parchi, giardini, cortile Exhibition of new materials and technologies for yards, children grounds, parks 20/10-24/10 Per informazioni: Centre for Architecture and Construction Str. 2nd Brestskaya Moscow Tel./fax +7 95 2503582 Internet: www.dom6.ru/eng/show/Land.php E-mail: info@dom6.ru

St.Petersburg Lenexpo Exhibition Center Baltic Build Salone internazionale dell’edilizia, ceramica, sanitari, architettura di interni ed esterni, tecnologie, materiali e prodotti, antinfortunistica

International trade fair of building industry, ceramics, bath components, interior and exterior architecture, technologies, materials and products 13/9-16/9 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Italy Tel. +39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainvernizzi.it

Aqua-therm/Expogas Salone internazionale del riscaldamento, sanitari, ventilazione, condizionamento d’aria e protezione ambientale International trade fair for heating, sanitation, ventilation, airconditioning, environmental protection 26/9-29/9 Per informazioni: MSI Fairs & Exhibitions Wohllebengasse 6/4th Floor A-1040 Vienna, Austria Tel. +43 1 4028954 Fax +43 1 402895454 Internet: www.msi-fairs.com

Singapore Singapore Singapore Expo Baucon Asia Salone internazionale dei materiali, delle tecnologie, dei servizi e dei macchinari per la costruzione International trade fair of building materials, building technology, services and costruction machinery 20/9-22/9 Per informazioni: Internationaler Messe- und Austellungsdienst Am Messesee 2 D-81829 Munchen Germany Tel. +49 89 94922339 Fax +49 89 94922350 Internet: www.bauconasia.com E-mail: kamstedt@imag.de

Turchia/Turkey Istanbul World Trade Centre Glass Technology 2005 Salone internazionale delle tecnologie per il vetro International trade fair of glass technologies 22/9-25/9 Per informazioni: Internet: www.glasstechnology.org/

USA Las Vegas Convention centre AWFS Vegas Salone di prodotti, tecnologie, macchinari e industria del legno International trade fair of products, equipment, machinery, technologies for the wood industry 27/7-30/7 Per informazioni: Internet: www.awfsfair.org

205 l’ARCA 1 1 1


in the World

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ARGENTINA

FINLAND

Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar

Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330

ALBANIA

FRANCE

Adrion LTD Sh. 1, Ap. 8 Sami Frasheri Str. P. 20/1 Tirana Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242

AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675

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BELGIUM

(l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004 Fax 02 4253022

BRAZIL

Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao Paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410

CHILE

Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210

CYPRUS

Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P.O. Box 24508 Tel. 2.878500 Fax 2.489131

(l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607 Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585 Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598

Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603

GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de

GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801

ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579 Fax 03 5794567

JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308

KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028

MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314

Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313

Rowecom UK Ltd (subscriptions) Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440

Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799

Bordeaux

GREECE

Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050

La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216

Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777

HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV (subscriptions) P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111

MEXICO

POLAND Pol-Perfect SP Z.O.O. Ul. Wladyslawa Lakietka 7 PL 03-590 Warszawa Tel. 22 6772844 Fax 22 6772764 Gambit Ai Pokoju 29/B/22-24 31-564 Krakow Tel. 012 42155911 Fax 012 4227321 informacja@gambit.krakow.pl

PORTUGAL Epul Edições e Publicações Lda Rua José Falcão, 57, 4° Esq. 1000-184 Lisboa Tel. ++351 1 316 1192 Fax ++351 1 316 1194

PRINCIPALITY OF MONACO

(l’Arca International) Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492

SINGAPORE Leng Peng Fashion Book Centre 10 Ubi Crescent, #05-26 Singapore 408564 Tel. 7461551 Fax 7424686

SIRIA Kayyal Trading Co. P. O. Box 1850 Damascus Tel. 00963.11.2311542 Fax 00963.11.2313729

SLOVENIA Editoriale Stampa Triestina Via dei Montecchi 6 Trieste (Italia) Tel. 040 7796666 Fax 040 7796402

SPAIN Libreria Camara SL Euskalduna, 6 48008 Bilbao Tel. 4.4321945 Comercial Atheneum SA Joventut,19 08830 Sant Boi de Llobregat Tel. 93.6544061 Fax 93.6401343 Promotora de Prensa Internacional SA Disputaciòn, 410 08013 Barcelona Tel. 93.2653452 Publicaciones de Arquitectura y Arte, S.L. C/. General Rodrigo, 1 28003 Madrid Tel. ++34 91 554 61 06, fax ++34 91 554 88 96 34 91 554 76 58, E-mail: publiarq@publiarq.com

SWITZERLAND NLDA-Nouvelle Librairie d’Architecture 1, Place de l’Ile CH-1204 Génève Tel. 022.3115750

TAIWAN Super Teem Technology Co. Ltd. IF., No.13, Alley 21. Lang 200 Yung Chi d. Taipei Tel. 02 27684617 Fax 02 27654993

TURKEY Arti Perspektif Yayincilik Kiziltoprak Bagdat Cumhur Sadiklar 12/1 81030 Kadikoy/Istanbul Tel. 0216 4189943 Fax 0216 4492529 arti.perspektif@bnet.net.tr Bilimsel Eserler San.Ve Tic. Ltd. Siraselviler Cad. 101/2 80060 Taksim-Istanbul Tel. 212 2434173 Fax 212 2494787 Yab-Yay Yayimcilik Sanay Ltd. Bsiktas Barbaros Bulvari Petek Apt.61, Kat:3 D:3 Besiktas/Istanbul Tel. 212.2583913-2598863 Fax 212.2598863 Promete Film Yapim Sanayi ve Ticaret Limited Sirketi Inönü Cad. Prof. Dr. Tarik Zafer Tunaya Sok. No: 6/9 34437 Gümüssuyu/Taksim Istanbul Tel. 0090.212.2921368 Fax 0090.212.2451305 Umut Yayin Dagitim Merkezi Yogurtcu Cayiri Cad. No:64/1 Kadikoy Istanbul Fax 0090.216.3484937

UNITED ARABIAN EMIRATES Dar Al Hikmah P.D. Box 2007 Dubai Tel. 04.665394 Fax 04.669627

USA & CANADA Faxon A Rowecom Co. (subscriptions) 15, Southwest Park Westwood, MA 02090 Tel. 800.2897740 Fax 617.4611862 L.M.P.I. - USA L.M.P.I. - Canada 8555, Rue Larrey Montreal H1J 2L5 QC Tel. 001.514.3555610 Fax 001.514.3555676

VENEZUELA Edital C.A. Calle Negrin Ed. Davolca Planta Baja Ap. 50683, Caracas Tel. 212 7632149 Fax 212 7621648

THAILAND Central Books Distribution 306, Silom Road Bangkok Tel. 2.2336930-9 Fax 2.2378321

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In Spain: Publicaciones de Arquitectura y Arte, S.L. C/. General Rodrigo, 1 - 28003 Madrid Tel. ++34 91 554 61 06, fax ++34 91 554 88 96 34 91 554 76 58, E-mail: publiarq@publiarq.com In Portugal: Epul Edições e Publicações Lda rua José Falcão, 57, 4° Esq. - 1000-184 Lisboa Tel. ++351 1 316 1192, fax ++351 1 316 1194 In Korea Republic and Singapore: MGH Co. - Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2-Ka, Chong Ro, Seoul 110-062, Korea Republic Tel.++82 2 7328105, fax ++82 2 7354028

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