Cesare Maria Casati
Capire, non imitare
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uasi sempre la qualità di tutto ciò che si costruisce dipende dall’atteggiamento coraggioso o più o meno pavido del committente. Non possiamo mai dimenticare che gran parte della storia dell’architettura, quella catalogata e ipercriticata, è stata scritta proprio da personaggi civili o ecclesiastici che, magari per convenienza od ostentazione, hanno saputo trasgredire il senso comune, anche quello popolare, rivolgendosi ad architetti sperimentatori, e non conformisti, regalandoci così veri e propri capolavori. Questi atti contro corrente sono proprio quelli che hanno consentito all’architettura di progredire e adeguarsi costantemente alle tecniche e ai materiali che in ogni epoca la scienza e l’arte sapevano offrire. Questo lungo preambolo per sottolineare che finalmente anche l’architettura destinata al nostro svago e al tempo libero, quella che vede impegnati i grandi imprenditori del turismo, pur come sempre buon ultima, sta dando segnali di riscossa significativi, sia nel campo alberghiero che in quello delle “finte città” oggi denominate villaggi vacanze. Settore quello del turismo da sempre globalizzato nel proporre soluzioni di residenza o di ospitalità tutte orientate a quel cattivo gusto medio e pessimo che televisivamente parlando viene definito “nazional popolare”. Il che significa che siamo contornati da alberghi, nuovi o ristrutturati, carichi di falsi orpelli e decori “falso antico” che vogliono ricordare lussi e fasti dei tempi passati e progetti di edifici schematicamente uguali e di apparenza, se “moderni” e non postmodernisti, poco originali e senza una loro immagine riconoscibile. Questo perché sembra che il kitsch a quattro o cinque stelle paghi sempre, richiami e impressioni ancora i clienti e per non rischiare gli affari si crede che sia meglio non cambiare. Ebbene in alcune parti del mondo arrivano segnali positivi. Coraggiosi imprenditori stanno formando le loro nuove catene alberghiere partendo dalla qualità concettuale del progetto architettonico, volutamente ricco di invenzioni spaziali e di sperimentazioni ambientali con decori finalmente adeguati al nostro “stile” di vita contemporaneo, ricco di facilitazioni tecnologiche, ma anche affamato di nuove immagini e di atmosfere poetiche. Nel numero scorso abbiamo pubblicato un buon esempio spagnolo. Situazione che si avvera ormai in diverse parti del mondo e ha visto impegnati anche i “grandi maestri” dell’architettura contemporanea . Da seguire con attenzione è anche il ribaltamento concettuale dei progetti per i nuovi insediamenti ludico-residenziali, con o senza campi da golf, con o senza il mare, che abbandonano il tradizionale canone creativo, attualmente orientati, indipendentemente dai siti, a costruzioni di tipo ispano mediterraneo greco caprese. Finalmente architetti e committenti sono impegnati nel tentativo di realizzare costruzioni decisamente contemporanee che vedano coinvolte tecnologie e sapere nel proporre ozi e attività nel rispetto intelligente del luogo e fortemente integrati nella cultura estetica e ambientale del Paese che li accoglie. Il tentativo è di non rinunciare a esprimere al meglio la nostra attuale professionalità progettuale e integrarla al sito del progetto non con mimetismo o imitazioni di costruzioni spontanee e falsamente “povere” ma confrontandosi con esso con coraggio senza dimenticare mai il secolo che viviamo. Purtroppo nel turismo navale questo non avviene e condomini multipiani galleggianti continuano a solcare i mari. Il turismo organizzato ci deve sempre emozionare, sorprendere e divertire senza propinarci situazioni di cartapesta, anche perché il mondo vero e non organizzato, che ci hanno lasciato i nostri nonni, era sempre aggiornato ai loro tempi e quindi da capire e non da imitare.
Understanding, not copying the past
T
he quality of everything built almost always depends on how brave and more or less bold and daring the client is. We should never forget that most of the history of architecture, everything catalogued and hyper-criticised, has been written by people, from either civil society or the church, who, perhaps because it was convenient or just to be ostentatious, managed to step out of the popular mainstream and revert to unorthodox, experimental architects, who in turn produced some genuine masterpieces. This going against the grain is what enabled architecture to progress and constantly adapt to the technology and materials which, down the ages, science and art made available. This rather lengthy preamble is supposed to underline the fact that architecture designed for our leisure and free time (involving big tourist enterprises) is finally, last as ever, showing signs of significant life, both in the realms of hotel design and “mock cities”, now known as holiday villages. The tourist sector has always offered global solutions for accommodation and hospitality, featuring the kind of mediocre bad taste which the television describes as “popular national” taste. This means we are surrounded by new or redeveloped hotels full of fake frills and “mock old-fashioned” decoration, which are supposed to evoke the pomp and finery of times gone by. All the buildings look and are designed in the same way, if they are “modern” and not postmodernist, unoriginal and totally lacking in their own distinctive identity. This is because four- or five-star kitsch seems to pay off, attracting and impressing clients, so change is considered a risky business. Well in some parts of the world there are positive signs of something new emerging. Brave businessmen are setting up their own new hotel chains working around the conceptual quality of an architectural design, deliberately looking for plenty of spatial invention and experimentation into decoration and ornamentation, finally in line with our modernday “lifestyle” full of technological aids but also hungry for new images and poetic settings. A fine example from Spain was published in our previous issue. And this kind of thing is now happening in various parts of the world, even involving the “great masters” of modern-day architecture. It is also worth keeping a watchful eye on the conceptual turnaround in projects for new leisure-residential settings, without or without golf courses and without or without the sea, as they abandon the conventional stylistic guidelines currently focusing (regardless of location) on Hispanic/Mediterranean/Greek/Capri-style constructions. Architects and their clients are finally trying to building highly cutting-edge constructions drawing on technology and expertise to provide leisure-recreation activities which are intelligently respectful of their setting and highly integrated into the aesthetic-environmental culture of the country hosting them. The idea is to try and express the best of modern-day architectural design in the site location without resorting to camouflaging or imitations of spontaneous mock-“poor” constructions, preferring instead to bravely interact without ever forgetting the century in which we live. Unfortunately this is not the case with the leisure cruise industry, and our seas are still full of floating multi-storey condominiums. The tourist industry must excite, surprise and entertain us, without resorting to papier-mâché designs, because the real, unorganised world, which are grandparents bequeathed us, was always up with their times, and hence needs to be understood not copied.
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John M. Johansen
John M. Johansen
Le nuove specie dell’architettura The New Species of Architecture
E’
attualmente in atto un avanzamento fondamentale nelle prestazioni e nelle espressioni dell’architettura. Una nuova specie di architettura che incorpora in se stessa le notevoli capacità dell’intelligenza elettronica. Abbiamo visto l’architettura progredire da una condizione statica a una dinamica e ora nella cibernetica, la capacità di controllo. Di queste nuove capacità ne elenco sette: Auto-costruzione – scomponibilità e dispiegabilità Auto-stabilizzazione – mantenimento dell’equilibrio Auto-regolazione – coordinamento di vari servizi Auto-organizzazione – interazione tramite feedback con l’ambiente circostante Auto-diagnosi – comprensione dei mal funzionamenti Auto-cura – sistemazione tramite sostituzione e riparazione Auto-apprendimento – capacità euristica di imparare a “non commettere lo stesso errore”. Queste capacità erano finora note solo negli organismi viventi. In futuro, la Nano Tecnologia Molecolare aggiungerà il fattore organico definitivo, il processo stesso della crescita. La nascita della Nano Tecnologia Molecolare si fa risalire all’eminente fisico Richard Feynman che nel 1945 affermò che “un codice, analogo al DNA in natura, può essere impiegato artificialmente per strutturare materia”. “Le reazioni chimiche possono legare gli atomi in modi diversi e le macchine molecolari possono essere istruite a costruire macchine complesse che si replicano in forze-lavoro assemblatrici, per costruire quasi ogni cosa, chimicamente stabile, che l’uomo possa specificare”. Il processo di crescita, in questo caso, non è biologico, poiché le cellule aumentano per divisione, ma meccanico, come dei robot che si replicano costruendone altri. Un altro eminente fisico, Eric Drexler, noto come il padre fondatore della NTM, ha pubblicato nel 1986 il libro Engines of Creation. Nel capitolo “Molecules and Skyscrapers” (Molecole e Grattacieli) si suggeriva che le applicazioni della NTM sarebbero state possibili negli anni a venire. In senso più ampio, è sicuro che stiamo assistendo a una nuova rivoluzione industriale, non solo per il XXI secolo, ma per la sua grandezza e implicazioni almeno per il millennio a venire. Per gli architetti, questa sarà “una nuova fase nell’evoluzione delle strutture fatte dall’uomo”. Il cibernetico e visionario britannico John Frazer, parla agli architetti di un nuovo processo progettuale, definito “Nuovo Linguaggio Genetico”. Gli architetti inizieranno dal tradizionale schizzo concettuale. Questo verrà poi ridisegnato al computer; terzo, sarà ingegnerizzato; quindi, modellato molecolarmente, convertito in software e, infine, convertito in un codice. Il codice rimpiazzerà tutti progetti e le specificazioni. La fattibilità è, naturalmente, il nodo della questione. Per quanto riguarda la velocità di produzione, la crescita dalla dimensione atomica a una massa di un metro cubo dovrebbe avvenire in pochi minuti. Rispetto alle limitazioni nella dimensione, Drexler dice che anche un grattacielo sarà possibile. I costi di produzione, poiché gli elementi chimici selezionati per le strutture saranno presi dall’aria, dalla terra e dall’acqua, dove sono disponibili e abbondanti, saranno, come si dice, irrisori; e non servirà neppure manodopera. Sarà disponibile una grande varietà di sostanze – “progetta il tuo materiale” –
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come il carbonio puro derivato dal biossido di carbonio, e saranno cinquanta volte più resistenti dell’acciaio attuale. Le implicazioni per il nostro ambiente sono incoraggianti. La NTM produrrà energia pulita e abbondante e quel restauro ambientale che è vitale per l’esperienza umana. Verranno prodotte sostanze con caratteristiche e prestazioni quali l’elasticità e la forza muscolare, e un’altra caratteristica sarà la “morfabilità”. Questa significa non solo dare forma definitiva a un prodotto, ma dargli il potere e il codice, noto come “Utility Fog”, di cambiare da una forma all’altra, come vedremo proposto nei miei progetti esposti di seguito. Un’altra caratteristica sarà la “fusione di sostanze”. Come negli organismi viventi, non c’è mai un passaggio brusco da un tipo di tessuto a un altro, ma una transizione o sequenza di fusione, per esempio da osso a legamento, a muscolo o ad altri componenti fisici. Le strutture del futuro non dipenderanno più dall’assemblaggio di parti separate, con giunti o incastri di un materiale specifico su un altro, bensì, le strutture si presenteranno come una “continuità uniforme”, opaca, più resistente e un decimo più leggera di quella attuale. I progressi fin qui fatti sono incoraggianti. La NASA sta preparandosi a fare scavi sulla Luna invertendo il processo di crescita da additivo a sottrattivo. In Giappone, si stanno sviluppando motori microscopici auto-assemblanti, che risulteranno essenziali per la morfabilità. In California, il Foresight Institute coordina e incoraggia le ricerche a livello mondiale sulla NTM. Quando accadrà tutto ciò? Quando sarà la cosiddetta “rivoluzione degli assemblatori”? I fisici danno varie risposte, 100 anni, qualche generazione, ma aggiungono che tale rivoluzione “sembra quasi inevitabile”. Per essa si deve dare credito all’immaginazione creativa di preminenti fisici come Feynman, Drexler, Merkle, Hall e altri. Io sono solo un architetto, ma uno dei pochissimi che desiderano spingere la propria immaginazione a pensare ciò che potrebbe implicare una nuova tecnologia costruttiva e quale espressione architettonica ne potrebbe derivare. Poiché credo fermamente nell’eterno Spirito del Moderno in architettura, mi chiedo riguardo a questa tecnologia rivoluzionaria della costruzione: cosa posso farci? Cosa può fare per me? Quale è la sua portata? E quali i limiti? Quali sono le sue particolari qualità ed espressioni architettoniche? Come membri della nostra società e cultura, e come architetti al suo servizio, dobbiamo avere le nostre visioni per il futuro adesso, perché “il presente è il futuro del futuro”. Progetto 1: La Casa di Foglie, progettata da John M. Johansen e Mohamad AlKhayer, ingegnerizzata molecolarmente Il progetto di questa casa è la dimostrazione più semplice del processo di crescita che implica un solo centro di crescita. Mostriamo in sequenza gli sviluppi dalla radice, graduale irraggiamento, curvatura dei rami, vene e membrane. E’ da notare che, grazie al controllo elettro-molecolare le pareti esterne cambieranno da opache a traslucide a trasparenti. Saranno possibili divisioni morfabili e modifiche del decoro interno. Progetto 2: Appartamenti Stelo, progettati da John M. Johansen, Daniel Stoica, Marcel De Winter Con quattro centri di crescita, questo progetto implicherebbe uno schema di codici più complicato. La pianta sotterranea di quattro contenitori indica la posizione degli steli. La pianta superiore mostra
gli appartamenti di varie dimensioni: una, due, tre o quattro camere. Questi appartamenti saranno adattabili per una futura funzione di “abitazione/ufficio”. Le divisioni morfabili e i decori personalizzati saranno comunemente in uso. Progetto 3: Ponte di Viticci, progettato da John M. Johansen e Mohamad AlKhayer Per dimostrare come la crescita molecolare possa essere applicata anche a grandi strutture, ho scelto il ponte. Tra i numerosi, grandi e ingegnosi tipi di ponte, mi è sembrato più appropriato al processo di crescita quello a sbalzo con due torri. Il ponte a sbalzo consente una crescita equilibrata su entrambi i lati. Lo sbalzo, i rami che avanzano, infatti, non è fatto di cavi ingestibili, ma di contraffissi integrati. Nell’estendersi da una torre verso l’altra, i rami crescono di spessore o circonferenza, mantenendo la necessaria proporzione resistenza/peso, come succede nelle piante. Mentre i rami o “viticci” crescono dalle due torri avvicinandosi tra loro, si allineano esattamente, si incontrano e si fondono, come accade con lo “strato di scambio” negli innesti. Il corretto allineamento è assicurato da cariche elettriche come quelle attualmente utilizzate dagli aerei per i rifornimenti in volo. Un’altra caratteristica di questo ponte sarebbe la “deformazione variabilmente controllata”, grazie alla quale si potrebbero monitorare le condizioni di carico mutevoli dovute al traffico, comuni a tutti i ponti, e grazie alla morfabilità si potrebbero distribuire le forze diverse di tutti gli elementi lungo l’intera struttura. Ciò è noto come “tensigrità” ed è presente in Natura, per esempio nel nucleo delle cellule che è sospeso alla sua membrana con filamenti in costante equilibrio. Progetto 4: Museo Morfabile, progettato da John M. Johansen e Matthew Hilyard Questo progetto dimostra uno schema sistematizzato di crescita risultante da un qualsiasi numero di centri di crescita posizionati come richiesto dalla struttura progettata, ma strettamente in accordo con una geometria bidimensionale continua esagonale. Inoltre, questo progetto è unico perché si avvale di due schemi di crescita. Uno è quello del sistema di colonne interno a sostegno delle gallerie; l’altro è quello della serie di pilastri perimetrali che sostengono la sottile membrana di protezione dalle intemperie. Da ciascuno dei centri di crescita selezionati, distanziati tutti di circa 20 metri e riempiti con materiali di base chimici allo stato liquido, si innalza un gruppo di sei steli interconnessi, o colonne strutturali. Ciascun gruppo ha, a intervalli, dei “nodi” al cui livello è possibile la crescita di petali orizzontali che si estendono fino a incontrarsi e combaciare con i petali di altri gruppi, secondo la geometria esagonale. Ogni petalo, o combinazione di petali, costituisce le gallerie del museo. Grazie alla “morfabilità”, queste piattaforme-petalo possono essere allungate o ritratte per contenere le imprevedibili funzioni necessarie a diversi programmi espositivi e alla circolazione pubblica. La mia proposta è presumibilmente realistica perché utilizza la stessa morfabilità per le ali espandibili e retrattili della Air Car progettata dal fisico di NTM Dr. John Storrs Hall. Al centro del gruppo di colonne c’è un ascensore tramite il quale i visitatori e i materiali espositivi possono essere trasportati da un livello all’altro. Il Museo potrebbe crescere per fasi e, a ogni fase, essere racchiuso dalla crescita di membrane traslucide.
Progetto 5: La Comunità Codificata, progettata da John M. Johansen e Patrick Ford Questo progetto tenta di contenere ed esprimere le funzioni necessarie alla vita di una comunità del futuro. Come riferimento, ho preso il libro di William Mitchell, Decano di Architettura al MIT, intitolato E-topia. Egli anticipa una utopia di alta velocità, sistemi di telecomunicazione globale che richiedono a loro volta una nuova definizione dei servizi civici e dell’abitabilità per l’uomo, e impongono il ripensamento del ruolo dell’architetto e dell’urbanista. Ci saranno nuove tipologie edilizie come nuove infrastrutture, sistemi di levitazione con mono-rotaia elettromagnetica, capsule funzionali agli spostamenti, intrattenimento con realtà virtuale, torri con appartamenti casa/ufficio, grandi piazze per riunirsi, e anche luoghi di preghiera. Tecnicamente, questa comunità sarebbe anch’essa fondata su un sistema distributivo esagonale, con materiali e basi chimiche per un gran numero di stazioni di crescita, ciascuna fornita di propri codici e progettata per controllare la crescita di numerosi diversi tipi edilizi. L’espressione architettonica potrebbe risultare “astratta” o geometrica e tuttavia questo progetto si esprime come “rappresentativo” della crescita di forme organiche. Progetto 6: La Cappella del Sole, progettata da John M. Johansen e Patrick Ford Al momento è difficile prevedere quali saranno i rituali di preghiera tra cento o duecento anni. Tuttavia, dalle diverse vie intraprese dalla ricerca spirituale sembra esserci un chiaro riorientamento dal convenzionale Dio Trascendente a uno Spirito Cosmico. La fonte centrale di tale Spirito sembra essere la luce, che costituisce il 90% del Cosmo (rfr., Reimagining God, JMJ, 2005). L’immagine con cui ho scelto di rappresentare la luce è il modo in cui essa gioca sulla superficie di un fiore gigantesco, il quale, in risposta, si apre e si chiude. Collocato in cima alla struttura della Comunità Codificata, questo fiore sarebbe la Cappella del Sole, una ridefinizione del sempre venerato Dio Sole, sorgente di tutta la vita sulla Terra, ma con l’inclusione della luce delle innumerevoli galassie sparse nell’infinità del Cosmo. I fedeli salirebbero lungo lo stelo del fiore con levitatori monorotaia fino al calice trasparente e poi su verso l’altare centrale. Lì vivrebbero l’esperienza dei petali “morfabili” che si aprono all’alba verso il Sole crescente per poi richiudersi lentamente la sera. L’altare, dotato di batterie solari, può generare e mantenere accesa la luce per tutta la notte fino all’alba. Conclusione Mentre noi architetti anticipiamo e ci prepariamo per questa nuova tecnologia costruttiva e proiettiamo verso di essa la nostra immaginazione e la nostra libertà di spirito, dobbiamo tenere a mente i possibili effetti collaterali negativi che ne potrebbero risultare. Il Gesuita e grande umanista Pierre Theyard de Chardin ha affermato che “la tecnologia non ha bisogno di essere incompatibile con la Natura… la tecnologia è una forma ampliata di umanesimo”. Egli ci ricorda anche che “la nostra civiltà è sempre più responsabile della propria evoluzione”. Possano le generazioni di architetti più giovani di continuare a preparare il futuro con senso di responsabilità morale, con libertà di spirito e gioia. Questa è per voi la mia esortazione. John M. Johansen 210 l’ARCA 3
John M. Johansen
John M. Johansen
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resently underway is a basic advancement in the performance and expression of architecture. A new breed, as it were, of Architecture which incorporates in itself the remarkable capacities of electronic intelligence. We see architecture as having progressed from a condition of statics, to kinetics, and now to cybernetics, the capacity to control. Of these newly developing capacities, I list seven: Self-constructing – unfolding, assembling Self-stabilizing – maintaining balance Self-regulating – coordination of numerous services Self-organizing – interacting by feedback with the immediate environment Self-diagnosing – awareness of misperformance Self-healing – recovery by replacement and repair Self-learning – the heuristic capacity to learn “not to make the same mistake again” These are faculties which until now are known to exist only in living organisms. In the future, Molecular Nano Technology will add the ultimate organic factor, the growth process itself. For your edification, the word “nano” is taken from the ancient Greek, meaning “dwarf”. Molecular Nano Technology is said to have started in 1945 by the eminent physicist Richard Feynman, who proposed that “coding, analogous to DNA in Nature, be employed artificially to structure matter.” “Chemical reactions can bond atoms together in diverse ways and that molecular machines can be directed to build complex machines to replicate themselves into a vast force of assemblers, to build almost anything, chemically stable, that man may specify.” The growth process in this case is not biological, as cells grow by dividing, but rather mathematical, as robots replicating by building others. Another eminent physicist, Eric Drexler, known as the founding father of MNT, published in 1986 his book Engines of Creation. In his chapter “Molecules and Skyscrapers,” it was suggested that applications of MNT to a new building technology would be possible in the coming years. In the larger sense, it is now assured that we face a new industrial revolution, not only of the 21st century, by of the magnitude and time frame of at least the coming millennium. For architects, this will be “a new phase in the evolution of man-made structures.” The British cyberneticist and visionary, John Frazer, speaks to architects of the future of a new design process as “the New Genetic Language.” Architects will start with the usual conceptual sketch. Secondly, it must be re-designed by a computer; thirdly, engineered; then molecularly modelled, converted to software, and finally constructed into a code. The code will replace all blueprints and specifications. Feasibility is, of course, the challenging question. As to speed of production, growth from atomic dimension to a cubic meter mass is expected to occur within minutes. As to size limitations, the skyscraper, as Drexler indicates, is altogether possible. As to production costs, chemicals selected for structures will be taken from the air, from the earth and from water, readily abundant, and as they say, “dirt cheap.” Also no labor involved. Substances of great variety, “design your own materials,” will be available, such as pure carbon
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from carbon dioxide, to be fifty times the strength of steel as we know it. Implications for our environment are heartening. MNT will produce clean and abundant energy and environmental restoration which will be vital to human existence. Certain substances will be formed with the characteristics and performances of elasticity and muscle power, while another performance will be that of “morphability.” This means not simply giving form to some product for all time, but giving the power and coded message, known as “Utility Fog,” to change from one form to another, which we will see proposed in my projects ahead. “Fusio of Substances” will be another characteristic. As in living organisms, there is never an abrupt abutment of one type of tissue against another, but rather a transition or sequence of fusion, as from bone to ligament, to muscle, and other physical aspects. Our future structures will no longer depend upon assemblies of separate manufactures parts, of joint nor edges of one specialized material to another. Instead, structures and their resultant appearances will be that of “seamless continuity,” translucent, yet one tenth as massive as those today. Progress so far is encouraging. NASA is preparing for mining operation on the Moon by reversing the growth process from additive to subtractive. In Japan, they are developing microscopic self-assembling motors which will be altogether essential to morphability. In California, USA, the Foresight Institute coordinates and encourages MNT research on an international latitude. When will this all happen? When will, what they refer to as “the assembler breakthrough,” occur? Physicists report, variously, 100 years, a few generations, but add that this revolution “seems almost inevitable.” This extraordinary revolution is to be credited to the creative imagination of the foremost physicists: Feynman, Drexler, Merkle, Hall, and others. I am simply an architect, but one of very few, who care to stretch their imagination toward what a new building technology might be, and to what architectural expression may result. As one who unwaveringly believes in the timeless Spirit of Modern in architecture, I would ask of the revolutionary building technology: what can I do with it? What can it do for me?What are its latitudes? Its limitations? What are its unique architectural qualities and expression? As members of our society and culture, as well as being those architects who will serve it, we must have our visions of the future now in the present, for “the present is the future of the future.” Project 1: The House of Leaves, designed by John M.Johansen and Mohamad AlKhayer Molecular Engineered This house design is the simplest demonstration of the growth process as it involves only one growth center. We show in sequence developments of root, grade beams, curved branches, veins and membrane enclosures. Note that by electro-molecular control exterior walls will change from opacity to translucence, to transparency. Morphable partitions and changes in interior décor will be possible. Project 2: Apartment Stalks, designed by John M.Johansen, Daniel Stoica and Marcel De Winter With four growth center, this design would involve a more complicated coding pattern. The below grade plan of four vats indicate stalk positions. The upper plan shows apartments of various sizes, of
one, two, three and four bedrooms. These apartments will be adaptable for future “live/work” occupancy. Morphable partitions and personalized décor will commonly in use. Project 3: Tendril Bridge, design by John M.Johansen and Mohamad AlKhayer To demonstrates molecular growth as applied to major a structure, I selected the bridge. However, among the numerous large and ingenious bridge types, the two tower cantilevered bridge seems the most appropriate to the growth process. The cantilevered type allows for balanced growth from both sides of the towers. The cantilevered, out-reaching braces would be not of unmanageable cables, but of integrated struts. As branches from a tower extend themselves, they grow in thickness, or girth, thereby maintaining the necessary strength/weigh ratio as do living plants. As branches or as “tendrils” of vines growing from two adjacent towers approach each other, they align themselves exactly, meet, and grow together in fusion, as do the “cambium layer” of grafted plants. Correct alignment is assured by electrical charges presently used for in-flight refuelling of aircraft. An additional feature of such bridge would that of “variably controlled deformation,” by which the ever-changing traffic load conditions, common to all bridges, would be monitored, and by MNT “morphability,” accommodate the changing forces of all members throughout the entire structure. This, known as “tensegrity,” is found throughout Nature, as for example, the nucleus of a living cell which is suspended from strands in constant balance within its case. Project 4: The Morphable Museum, designed by John M.Johansen and Matthew Hilyard This project demonstrates a systemized pattern of growth; of growth emerging from any number of growth centers positioned as required for the designed structure, but strictly according to a continuous two-dimensional hexagonal geometry. Further, this design is unique in that there are two patterns of growth. One is that of the inner column system supporting galleries; the other, that of the surrounding array of struts holding a thin membrane of protection from the weather. From any of the selected growth centers, each equally sixty feet apart and filled with basic materials of chemicals in a liquid state, a cluster of six interlaced stalks, or structural columns grow upward. Each cluster has, at intervals, “nodes” at which levels, horizontal growth of petals would be possible, each extending out to meet and fit exactly with petals from other clusters, in accordance with the hexagonal geometry. Each petal or combinations of petals are intended as museum galleries. By the phenomenon of “morphability,” these petal platforms would be extended or retracted to accommodate the unpredictable needs of exhibit scheduling and public circulation. My proposal is assumed to be realistic by the morphability proposed for the extendable and retractable wings of an “Air Car” designed by the MNT physicist Dr. John Storrs Hall. At the center of the column cluster is a lift on which museum visitors and changing exhibit materials could be conveyed from or to any level. The Museum could be grown in stages, and at any stage, be enclosed for protection from the elements by the growth of translucent membranes.
Project 5: The Coded Community, designed by John M. Johansen and Patrick Ford This next project would attempt to accommodate and express the living patterns of a community at some time hence. For reference, I turn to a recent book by William Mitchell, Dean of Architecture at M.I.T., entitled E-topia. He anticipates a Utopia of a high-speed, global tele-communications system which will require, in turn, a new definition of civic services and human accommodation, and to challenge the rethinking of the role of the architect and urban designer. New building types will appear such as new infrastructure, electro-magnetic mono-rail levitator systems, “come and go” functional capsules, virtual reality entertainment, towers of “live/work” apartments, vast gathering places, even places of worship. Technically, this community would also be based on a hexagonal distribution system serving chemical and basic materials to a great number of growth stations, each provided in this case with special codes, each designed to direct the growth of numerous new building types. The architectural expression might have been “abstract,” i.e., geometric, however, this design is expressed as “representational,” i.e., of growing organic forms. Project 6: The Chapel of the Sun, designed by John M. Johansen and Patrick Ford At this time it is difficult to know what rituals of worship will be performed some 100 or 200 years from now. Of the diversity of recent avenues of spiritual inquiry, however, there appears to be a distinct reorientation from the conventional Transcendent God to that of a Cosmic Spirit. The central source of this Spirit may be seen as light, of which some 90% of the Cosmos is comprised (rfr., Reimagining God, JMJ, 2005). The image with which I chose to represent light is how it might play upon a giant flower, which in response opens and closes. Placed high above the “Coded Community” structure, this flower would then be a “Chapel of the Sun,” a re-statement of the time-honored Sun God, the source of all life on this Earth, yet with implications of light of the innumerable galaxies, throughout the infinity of the Cosmos itself. As intended, worshippers would rise in the flower stem on mono-rail levitators to a transparent calyx and upward to the central altar, and experience the morphable petals unfold from dawn outward as the Sun reached noon. In the afternoon, the petals slowly close until sunset. The altar, equipped with sun-charging batteries, generates and holds light unfailingly, through night until dawn. Conclusion As we architects anticipate and prepare for this coming building technology, and project our imaginations and freedom of spirit, we should be mindful of the possible concomitant ill effects we may encounter along the way. It was the Jesuit and great humanist, Pierre Theyard de Chardin, who stated that “technology need not be incompatible with Nature… that technology is an extended form of humanism.” He also reminds us that “ours is a civilization increasingly responsible for its own evolution.” May you younger generations of architects continue to prepare for the future with a sense of moral responsibility as well as with freedom of spirit and joy. This is for you, my Exhortation. John M. Johansen 210 l’ARCA 5
John M. Johansen
Sopra, pianta e sezione della Casa di Foglie, progettata da John M. Johansen e Mohamed AlKhayer (l’Arca 179) come esempio di ingegnerizzazione molecolare. La “crescita” avviene a partire da un preparato chimico che rappresenta il codice che informa tutte le ulteriori fasi di sviluppo della struttura e delle membrane di rivestimento. Nel website del Office for Nano Architecture (www.ona.vg), creato
Soci nella Primavera di John M. Johansen (in riferimento all’ingegneria molecolare nell’anno 2199) In compagnia di tutto ciò che cresce questa primavera Faccio crescere la mia casa! Con curiosità, l’uomo ha sempre osservato la Natura In questo suo, segreto processo. Ora l’uomo, può prendere parte al processo della Natura. Ho messo un “seme”, DNA artificiale, progetto di ciò che la mia casa sarà. Piantato, nella terra, con radici profonde a nutrimento della sua crescita verso l’alto, come molecole che si replicano e si moltiplicano enormemente. Un sistema vascolare le distribuisce verso l’alto, Attraverso steli e fusti – le mie colonne; A rami e nervature – mia struttura e supporto; In membrane vive – mio riparo e copertura. Vivrò nella mia casa viva in simbiotica pace? Potrei viverci con animo turbato. Perché sono intervenuto nelle vie segrete della Natura. Ma, ancora, posso trovare pace, se progetto con lo spirito Senza “sovrastare la modestia della Natura”. Così sarò socio con Lei nella gloria di questa primavera.
da Johansen e dai suoi collaboratori, si trova un “diario” dettagliato delle fasi di crescita della Casa di Foglie, della quale si prevede una possibile realizzazione nell’anno 2200. Sotto, il motore differenziale disegnato K.Eric Drexler (www.imm.org/Parts/ Parts3.htm, www.foresight.org). Sotto a destra, disegni per i motori microscopici autoassemblanti in via di sviluppo in Giappone.
Above, The House of Leaves, designed by John M. Johansen and Mohamad AlKhayer (l’Arca 179) as an example of Molecular Engineering. The “growth” starts from a vat of chemicals, representing the code which will program all the following phases of development of the structure and of the enveloping membranes. In the website of The Office for Nano Architecture (www.ona.vg), founded by Johansen with its collaborators, you can find a detailed “diary”
of the growth phases of the House of Leaves, whose construction is set in the year 2200. Below, a differential gear designed by K.Eric Drexler (www.imm.org/Parts/ Parts3.htm, www.foresight.org). Below right, drawings for the of microscopic self-assembling motors developed in Japan.
Sopra, la sequenza di crescita degli Appartamenti Stelo, progettati da John M. Johansen con Daniel Stoica e Marcel De Winter. Sotto, la struttura completa. In basso, pianta di uno dei piani degli appartamenti.
Partners in Spring – by John M. Johansen (with reference to molecular engineering in the year 2199) In the company of all that grows this spring I grow my house! With curiosity, man has always witnessed Nature In this, her secret process. Now man, in Nature’s process can take part. I place a “seed” artificial DNA, Blueprints for what my house will be. Planted, as in earth, the roots reach down To nourishment for its upward growth, As molecules replicate and vastly multiply. A vascular system distributes up as well, Through stalks and trunk – my columns; To branch and rib – my structure and support; Into living membranes – my canopy and roof. Will I live within my living house, in symbiotic peace? I may live here with troubled soul. For I have intervened in Nature’s secret ways. Again, I may find peace, if I design with spirit Yet not “outdo the modesty of Nature.” So will I be her partner in the glory of this spring.
Con quattro centri di crescita, questo progetto implica uno schema di codici più complicato. La pianta sotterranea di quattro contenitori indica la posizione degli steli. La pianta superiore mostra gli appartamenti di varie dimensioni: una, due, tre o quattro camere. Questi appartamenti saranno adattabili per una futura funzione di “abitazione/ufficio”. Le divisioni “morfabili” e i decori personalizzati saranno comunemente in uso.
6 l’ARCA 210
Above, the stages of growth of the Apartment Stalks, designed by John M. Johansen, Daniel Stoica and Marcel De Winter. Below, the completed structure. Bottom, plan of a level of apartments.
With four growth center, this design involves a more complicated coding pattern. The below grade plan of four vats indicate stalk positions. The upper plan shows apartments of various sizes, of one, two, three and four bedrooms. These apartments will be adaptable for future “live/work” occupancy. Morphable partitions and personalized décor will commonly in use
210 l’ARCA 7
Il ponte a sbalzo consente una crescita equilibrata su entrambi i lati. Lo sbalzo, i rami che avanzano, infatti, non è fatto di cavi ingestibili, ma di contraffissi integrati. Nell’estendersi da una torre verso l’altra, i rami crescono di spessore o circonferenza, mantenendo la necessaria proporzione resistenza/peso, come succede nelle piante. Mentre i rami o “viticci” crescono dalle due torri avvicinandosi tra loro,
si allineano esattamente, si incontrano e si fondono, come accade con lo “strato di scambio” negli innesti. Il corretto allineamento è assicurato da cariche elettriche come quelle attualmente utilizzate dagli aerei per i rifornimenti in volo. Un’altra caratteristica di questo ponte sarebbe la “deformazione variabilmente controllata”, grazie alla quale si potrebbero monitorare le condizioni di carico mutevoli dovute al
traffico, comuni a tutti i ponti, e grazie alla “morfabilità” si potrebbero distribuire le forze diverse di tutti gli elementi lungo l’intera struttura. The cantilevered type allows for balanced growth from both sides of the towers. The cantilevered, outreaching braces would be not of unmanageable cables, but of integrated struts. As branches from a tower extend themselves, they grow in thickness, or girth, thereby maintaining the necessary
Il Ponte di Viticci, progettato da John M. Johanson e Mohamad AlKhayer, dimostra come la crescita molecolare possa essere applicata anche a grandi strutture. Nella pagina a fianco, la sequenza di sviluppo del sistema strutturale del ponte. Sotto, schizzo preliminare del ponte a sbalzo.
The Tendril Bridge, design by John M. Johansen and Mohamad AlKhayer, demonstrates molecular growth as applied to major a structure. Opposite page, the sequence of growth of the bridge structure. Below, preliminary sketch of the cantilevered bridge.
strength/weigh ratio as do living plants. As branches or as “tendrils” of vines growing from two adjacent towers approach each other, they align themselves exactly, meet, and grow together in fusion, as do the “cambium layer” of grafted plants. Correct alignment is assured by electrical charges presently used for inflight refuelling of aircraft. An additional feature of such bridge would that of “variably controlled deformation,” by
which the everchanging traffic load conditions, common to all bridges, would be monitored, and by MNT “morphability,” accommodate the changing forces of all members throughout the entire structure.
210 l’ARCA 9
Il Museo Morfabile, progettato da John M. Johansen e Matthew Hilyard, dimostra uno schema sistematizzato di crescita risultante da un qualsiasi numero di centri di crescita posizionati come richiesto dalla struttura progettata, ma strettamente in accordo con una geometria bidimensionale continua esagonale. Sopra, la sequenza di crescita. In basso, la fase iniziale con i centri di crescita.
10 l’ARCA 210
The Morphable Museum, designed by John M. Johansen and Matthew Hilyard, demonstrates a systemized pattern of growth; of growth emerging from any number of growth centers positioned as required for the designed structure, but strictly according to a continuous twodimensional hexagonal geometry. Above, the sequence of growth. Bottom, the first phase with the growth centers.
Nei centri di crescita vengono inseriti i codici DNA per la costruzione delle diverse parti funzionali e strutturali del museo. Sotto, la struttura finale del museo. In the growth centers the DNA “seeds” are positioned as required for the designed different structural and functional parts of the museum. Below, the final structure.
210 l’ARCA 11
John M. Johansen
Dal basso, schizzo preliminare, rendering dell’estermo, rendering di uno degli spazi interni. Il Museo Morfabile è un progetto perché si avvale di due schemi di crescita. Uno è quello del sistema di colonne interno a sostegno delle gallerie; l’altro, è quello della serie di pilastri perimetrali che sostengono la sottile membrana di protezione dalle intemperie. La proposta è presumibilmente realistica perché utilizza la stessa morfabilità per le ali espandibili e retrattili della Air Car progettata dal fisico di NTM Dr. J. Storrs Hall. Al centro del gruppo di colonne c’è un ascensore tramite il quale i visitatori e i materiali espositivi possono essere trasportati da un livello all’altro. Il Museo potrebbe crescere per fasi e, a ogni fase, essere racchiuso dalla crescita di membrane traslucide. From the bottom up, preliminary sketch, rendering of exterior, and rendering of one of the interior spaces. The Morphable Museum is a unique design in that there are two patterns of growth. One is that of the inner column system supporting galleries; the other, that of the surrounding array of struts holding a thin membrane of protection from the weather. This proposal is assumed to be realistic by the morphability proposed for the extendable and retractable wings of an “Air Car” designed by the MNT physicist Dr. J. Storrs Hall. At the center of the column cluster is a lift on which museum visitors and changing exhibit materials could be conveyed from or to any level. The Museum could be grown in stages, and at any stage, be enclosed for protection from the elements by the growth of translucent membranes.
12 l’ARCA 210
Da ciascuno dei centri di crescita selezionati, distanziati tutti di circa 20 metri e riempiti con materiali di base chimici allo stato liquido, si innalza un gruppo di sei steli interconnessi, o colonne strutturali. Ciascun gruppo ha, a intervalli, dei “nodi” al cui livello è possibile la crescita di petali orizzontali che si estendono fino a incontrarsi e combaciare con i petali di altri gruppi, secondo la geometria esagonale.
Ogni petalo, o combinazione di petali, costituisce le gallerie del museo. Grazie alla “morfabilità”, queste piattaforme-petalo possono essere allungate o ritratte per contenere le imprevedibili funzioni necessarie a diversi programmi espositivi e alla circolazione pubblica.
From any of the selected growth centers, each equally sixty feet apart and filled with basic materials of chemicals in a liquid state, a cluster of six interlaced stalks, or structural columns grow upward. Each cluster has, at intervals, “nodes” at which levels, horizontal growth of petals would be possible, each extending out to meet and fit exactly with petals from other clusters, in accordance with the hexagonal geometry.
Each petal or combinations of petals are intended as museum galleries. By the phenomenon of “morphability,” these petal platforms would be extended or retracted to accommodate the unpredictable needs of exhibit scheduling and public circulation.
210 l’ARCA 13
Sequenza di sviluppo della Comunità Codificata, progettata da John M. Johansen e Patrick Ford. In basso, la fase iniziale con i diversi centri di crescita.
Sequence of development of The Coded Community, designed by John M. Johansen and Patrick Ford. Bottom, the initial phase with the multiple centers of growth.
Questo progetto tenta di contenere ed esprimere le funzioni necessarie alla vita di una comunità del futuro. Ci saranno nuove tipologie edilizie come nuove infrastrutture, sistemi di levitazione con mono-rotaia elettromagnetica, capsule funzionali agli spostamenti,
intrattenimento con realtà virtuale, torri con appartamenti casa/ufficio, grandi piazze per riunirsi, e anche luoghi di preghiera.
14 l’ARCA 210
This project attempts to accommodate and express the living patterns of a community at some time hence. New
Nelle pagine successive, in alto, rendering della Cappella del Sole; in basso, disegno della Comunità Codificata completata con La Cappella del Sole che ne rappresenta il centro religioso.
Next pages, top, rendering of the Chapel of the Sun; bottom, drawing of the completed Coded Community, with the Chapel of the Sun as its religious center.
Tecnicamente, questa comunità sarebbe anch’essa fondata su un sistema distributivo esagonale, con materiali e basi chimiche per un gran numero di stazioni di crescita, ciascuna fornita di propri codici e progettata per controllare la crescita di numerosi diversi tipi edilizi. L’espressione architettonica potrebbe risultare
“astratta” o geometrica e tuttavia questo progetto si esprime come “rappresentativo” della crescita di forme organiche. Technically, this community would also be based on a hexagonal distribution system serving chemical and basic materials to a great number of growth
stations, each provided in this case with special codes, each designed to direct the growth of numerous new building types. The architectural expression might have been “abstract,” i.e., geometric, however, this design is expressed as “representational,” i.e., of growing organic forms.
building types will appear such as new infrastructure, electro-magnetic mono-rail levitator systems, “come and go” functional capsules, virtual reality entertainment, towers of “live/work” apartments, vast gathering places, even places of worship.
210 l’ARCA 15
16 l’ARCA 210
Sotto, la dinamica di apertura della Cappella del Sole, progettata da John M. Johansen e Patrick Ford. Nel progetto si è scelto di rappresentare la luce, fonte centrale dello
Spirito Cosmico, nel modo in cui essa gioca sulla superficie di un fiore gigantesco, il quale, in risposta, si apre e si chiude. Collocato in cima alla struttura della Comunità Codificata, questo fiore sarebbe la
Cappella del Sole, una ridefinizione del sempre venerato Dio Sole, sorgente di tutta la vita sulla Terra, ma con l’inclusione della luce delle innumerevoli galassie sparse nell’infinità del Cosmo.
I fedeli salirebbero lungo lo stelo del fiore con levitatori monorotaia fino al calice trasparente e poi su verso l’altare centrale. Lì vivrebbero l’esperienza dei petali morfabili che si aprono all’alba verso il Sole
crescente per poi richiudersi lentamente la sera. L’altare, dotato di batterie solari, può generare e mantenere accesa la luce per tutta la notte.
Above, the opening dynamic of The Chapel of the Sun, designed by John M. Johansen and Patrick Ford. In this project, the image chosen to represent light, the central source of the Cosmic Spirit, is how it might play upon a
giant flower, which in response opens and closes. Placed high above the “Coded Community” structure, this flower would then be a “Chapel of the Sun,” a re-statement of the time-honored Sun God, the source of all life
on this Earth, yet with implications of light of the innumerable galaxies, throughout the infinity of the Cosmos itself. As intended, worshippers would rise in the flower stem on mono-rail levitators to a transparent calyx
and upward to the central altar, and experience the morphable petals unfold from dawn outward as the Sun reached noon. In the afternoon, the petals slowly close until sunset. The altar, equipped
with sun-charging batteries, generates and holds light unfailingly, through night until dawn.
210 l’ARCA 17
William Alsop
Frammenti di futuro
della Queen Mary University of London, che necessitava di nuovi spazi per la ricerca e l’insegnamento. Nelle pagine successive, pianta del piano terra con evidenziati i quattro
volumi “aerei” che contengono sale riunioni e il Centro della Cellula. View of the glass walkway connecting the old Clinical Sciences Research Building to the new
Blizard Building, designed by William Alsop as an extension to the medical school at Queen Mary University of London, which needed new research and teaching facilities. Following pages, plan
of the ground floor showing the four “aerial” structures holding the meeting rooms and Centre of the Cell.
Morley von Sternberg
Blizard Building, London
Vista della passerella vetrata che congiunge l’esistente Clinical Sciences Research Building al nuovo Blizard Building, realizzato da William Alsop come ampliamento alla Scuola di Medicina
18 l’ARCA 210
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Credits Project: Alsop Design Ltd/AMEC Structural Engineering: Adams Kara Taylor Mechanical & Electrical Engineering: WSP Cost Management: Turner & Townsend
Cost Management Project Management: Gardiner & Theobald Management Services Fire Engineering: Warrington Fire Research Building Control: HCD Building Control Planning Supervisor:
U
Calford Seaden H&S Acoustic: Sharps Redmore CFD Modeling: Flowsolve Traffic Engineering: JMP Lighting Designer: Janet Turner Pavilion Artwork:
Bruce McLean Main Contractor: Laing O’Rourke (London & South East) Substructure & RC Works: Laing O'Rourke Structural steelwork: Westbury
topia del quotidiano. “Alsop il visionario” colpisce ancora. E duramente! Da par suo non perde occasione per reinventare frammenti di città del futuro attraverso una scrittura sempre più libera da preconcetti e limiti tipologici. Il Blizard Building, progettato per la Queen Mary University of London, è un’ulteriore prova di come si può realizzare un complesso destinato alla formazione della professione medica senza cadere nell’ovvio, ovvero non dando spazio al preconcetto che l’architettura destinata alla ricerca debba farsi carico di rappresentarne i valori attraverso la reiterazione di schemi collaudati, inequivocabilmente portatori di una rappresentazione dell’immaginario scientifico consolidato all’interno di un sistema ancora fortemente condizionato dal Razionalismo delle origini. Rimanendo fedele alla fama di enfant terrible, Alsop mette insieme diavolo e acqua santa per stordire il committente che, ammaliato dalla sapiente messa in scena di un progetto di straordinaria originalità, è ben disposto ad accettare un contenitore funzionalista come wunderkammer di fantastici microrganismi galleggianti in uno spazio di enormi dimensioni. E’ dunque l’apoteosi della babele linguistica che, metabolizzando ogni deriva passatista, crea altri mondi, altre emozioni, apre la strada all’innovazione e alla ricerca di nuove relazioni fra ambiti culturali diversi e apparentemente inconciliabili. Affiancato dalla consulenza del gruppo AMEC (importante struttura di management), Alsop ha realizzato l’Institute of Cell and Molecular Science, una struttura di notevoli dimensioni con una superficie totale di novemila metri quadrati, puntando sulla simultaneità della visione di un insieme composto di elementi con diverse funzioni: dallo spazio destinato a laboratori per la ricerca; ambienti particolarmente adatti ad accogliere seminari di studio; un’area reception condivisa con atri luoghi come caffetteria ma anche aree dove svolgere letture e spettacoli teatrali, il tutto in grado di contenere fino a quattrocento persone, incluse quelle interessate a frequentare lo spazio espositivo dedicato a mostre didattiche scientifiche, particolarmente utili per un pubblico di studenti provenienti da qualsiasi ordine e grado. Insomma, il Blizard Building è davvero una struttura ad alta complessità in cui convergono segni e funzioni capaci di dare forma a un’idea di città del sapere, non come museo di delizie scientifiche bensì come specie particolare di paesaggio urbano in vitro e in progress, in quanto strettamente connesso a una struttura quotidianamente attiva nella ricerca in ambito medico. Grazie all’ampia trasparenza dell’involucro architettonico, l’estensione visiva dello spazio interno verso la città è un’ulteriore assist alla comprensione globale di una struttura cosiddetta billboard, ovvero con una forte connotazione iconica, un landmark di grande impatto su un intorno urbano quasi sempre incolore, privo di profondità e valore semantico. L’intervento dell’architetto-demiurgo, in grado di ridisegnare emergenze significative là dove prevale l’indistinto urbano è un segnale di vitalità. Se l’arte non è più in grado di essere parte di un sistema di comunicazione a scala urbana, in quanto sempre più presente sulle circonvoluzioni elettroniche delle reti dell’information technology, ben venga un’architettura fortemente ibridata con l’immaginario del mondo cellulare preso a modello per realizzare forme primarie, identitarie di un mondo privo di qualsiasi legame con l’avvicendamento degli stili presenti nella storia dell’architettura. In tal senso l’architettura, da medium, trasla nei territori dei new media, arricchendosi di volta in volta di specificità creative legate alla comunicazione delle merci. Con l’intervento per la Queen Mary University of London, Alsop è dunque non più solo l’architetto di tendenza, il creativo con il valore aggiunto della conoscenza dell’arte del costruire, ma un vero coordinatore dell’immagine della metropoli contemporanea che, per sopravvivere alla decadenza, dovrà rifondarsi come un mondo all’interno di un sistema di comunicazione globale. Carlo Paganelli
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Blockwork: Swift External glass cladding: Seele Blinds: Claxton Blinds Metal cladding to plantwall: Prince Cladding
E
Glass art work (supply only): Mayer of Munich Roofing: Performance & Deck Mews skylights: Roger Wilde Drylining/Fire/Acoustic /Suspended ceilings: Quad Southern
Plasterwork & screeds: Robert E Lee Raised floors: Kingspan Soft flooring: Abbeywood Flooring Stair metalwork: Westbury Cleaning
veryday utopia. “Alsop the visionary” strikes again. And what a blow! Once again he has not missed the chance to reinvent fragments of the cityscape of the future in his own style, increasingly free from typological constraints and preconceptions. The Blizard Building, designed for the Queen Mary University of London, is further evidence of how to design a medical training complex without creating something obvious or, in other words, without nourishing the idea that architecture serving research purposes is bound to draw on the usual tried-and-tested schemes for embodying scientific principles, merely reinforcing preconceived notions about scientific architecture still firmly entrenched in its rationalist roots. Without betraying his reputation as an “enfant terrible”, Alsop has again managed to bring together oil and water to astound a client, who, dumbstruck by the idea of staging such an incredibly original architectural design, was more than willing to accept a functionalist container like a wunderkammer of fabulous microorganisms floating in an immense space. This is the apex of linguistic Babel as it metabolises any lapsing into the past to create alternative worlds and emotions, opening up the way for innovation and research into new relations between distinct and apparently irreconcilable cultural domains. With the backing of the technical expertise of the AMEC group (an important engineering firm), Alsop has created the Institute of Cell and Molecular Science, a sizeable structure covering a total area of nine thousand square metres, working around a simultaneous vision of various elements serving different functions: the research labs space (ideal for hosting study seminars) and a reception area shared with other places, such as the cafeteria, reading spaces and a facility for theatrical performances, together accommodating up to four hundred people, including those interested in visiting the education space devoted to didactical scientific exhibitions, particularly useful for all the students from every imaginable background. So the Blizard Building really is a highly complex structure in which signs and functions come together to shape an idea of a city of knowledge, not just as some museum of scientific delights but a special sort of cityscape “in vitro” or in progress, since it is closely tied to a facility working on medical research on a dayto-day basis. Thanks to its highly transparent architectural shell, the interior space opens up visually to the city as a further aid in the overall understanding of a soc-called billboard structure with powerful iconic connotations as a striking landmark on its urban surroundings, which are generally so colourless, superficial and lacking in semantic force. A project designed by an architect-demiurge, capable of creating important presences on bland urban settings, is a sign of vitality. If art is increasingly incapable of being part of an urban-scale communications system, since it is now so focused on being incorporated in the electronic convolutions of information technology networks, then we must welcome architecture deeply influenced by the world cells, taken as a model for constructing primary forms instilling identity in a world with absolutely no links with the varying styles characterising the history of architecture. In this respect, architecture as a medium drifts into the realms of the new media, gradually embellishing itself with creative features connected with product communication. Alsop’s project for Queen Mary University in London shows he is no longer just a trendy architect, a creative designer with the added quality of understanding the art of building. He is now a genuine co-ordinator of the image of the modern-day metropolis, which, if it is to survive, will have to be re-founded as a world which is part of a global communications system.
cradles/access systems: Safe access systems Sundry metalwork: Littlehampton welding Joinery: P J Saines Decoration: Paintwell Glass partitions:
Optima Partitioning Systems Core cladding, Stainless steel: NDM Cloud pod: Architen Landrell (ext.)/Design & Display (int.) Spiky pod:
Architen Landrell (tensys - form modeling) Mushroom pod: Gillespie/Design & Display Centre of cell Grp cladding: Design & Display Systems
Lecture theatre fit-out: Stretchwall/Gillespie (smarties) Laboratory furniture: Labflex Signage Hb Sign Company M&E Services: Crown House Technologies
Lifts: Kone External works: Gabriel Surface attenuation drainage: Laing O’Rourke Utilities Scaffolding: Embassy Scaffolding Helical stair:
Design & Display systems Security systems: Group 4 Specialist lighting fabrication: Georgia Scott/Concord Marlin M&E clash detection modeling:
Milltechnology Audio-visual fit out: RSL Specialist furniture-lecture theatre: Wilder Creative Client: Queen Mary University of London
Sezione longitudinale e pianta del Mushroom Pod, collocato subito dopo l’ingresso dell’edificio e che contiene una sala riunioni e spazi di accoglienza. Longitudinal section and plan of the Mushroom Pod, placed just beyond the entrance to the building and holding a meeting room and reception spaces.
210 l’ARCA 23
Lo Spiky Pod (padiglione a punte) è una complessa tensostruttura contenente una sala per riunioni. Il sistema di ventilazione interno introduce aria fresca attraverso diffusori nel pavimento, mentre la parete interna è appesa al sistema strutturale e separata da esso e rivestita in modo da consentire il necessario isolamento acustico all’ambiente interno. The Spiky Pod is a complex tensile structure holding a meeting room. The interior ventilation system draws in fresh air through diffusers in the floor, while the inside wall is suspended from the structural system and separated from it. The wall is suitably clad to soundproof the interior environment.
24 l’ARCA 210
Il Cloud Pod contiene sale riunioni ed è costituito da una struttura di cerchi di acciaio ellissoidali paralleli su cui è applicata una tensostruttura. L’interno è rivestito da pannelli geodetici di quercia che conferiscono all’ambiente un’atmosfera molto intima. L’accesso avviene tramite una passerella che si innesta al corridoio di circolazione generale al primo piano. The Cloud Pod holds meeting rooms and is composed of a structure of blank ellipsoidal parallel steel circles to which a tensile structure has been fitted. The inside is covered with geodetic oak panels creating a very intimate setting. Access is along a walkway leading to the main corridor on the first floor.
210 l’ARCA 25
Sezione e pianta dello Spiky Pod. Nella pagina a fianco, il Mushroom Pod, che contiene la sala riunioni principale, le aree di accoglienza, una piccola aula per seminari e spazi di riunione informali. Questo volume è parzialmente aperto sulla galleria vetrata e al centro è caratterizzato da una scala elicoidale che consente l’accesso diretto al laboratorio sottostante. Section and plan of the Spiky Pod. Opposite page, the Mushroom Pod, which holds the main meeting room, reception areas, a small room for seminars and informal meeting facilities. This structure partly opens up onto the glass gallery and has a spiral staircase in the middle leading to the laboratory below.
26 l’ARCA 210
210 l’ARCA 27
Dal basso in alto: sezione trasversale generale, viste prospettiche della galleria vetrata, sezione del Centre of the Cell. La galleria vetrata si estende sopra i laboratori sotterranei e contiene, oltre ai Pod, gli uffici, la caffetteria e un anfiteatro per seminari con una capacità di 400 posti. From the bottom up: general cross section, perspective views of the glass gallery, section of the Centre of the Cell. The glass gallery extends above the underground laboratories and, in addition to the Pods, also holds the offices, a cafeteria and a 400-seat amphitheatre for hosting seminars.
28 l’ARCA 210
Il Centre of the Cell ha una superficie di 195 mq su due livelli ed è il più grande dei Pod. Non è accessibile ai visitatori se non per visite guidate e i suoi ingressi sono strettamente controllati. Appare come una enorme molecola, costituita strutturalmente da una serie di sfere applicate a una forma ellissoidale. La struttura di sostegno è costituita da gambe inclinate che poggiano alla base della galleria vetrata. Il rivestimento è formato da pannelli curvi di GRP rivestiti da un gel metallico color arancio. The Centre of the Cell covers 195 square metres over two levels and is the biggest of the Pods. It is not open to visitors, except on guided tours, and its entrances are carefully guarded. It looks like a huge molecular structurally constructed out of a set of spheres attached to an ellipsoidal form. The support structure is made of sloping legs resting on the base of the glass gallery. The cladding is made of curved GRP panels covered with a metallic orange-coloured gel.
210 l’ARCA 29
Identità e trasparenza
Franco Agresta, Giulio Fioravanti
Giovanni Tavano
New Judiciary Offices, Pescara
30 l’ARCA 210
210 l’ARCA 31
A
nche se non sono mancano esempi interessanti di città giudiziarie realizzate negli ultimi anni – penso per esempio alle strutture progettate da Sebastiano Monaco a Palermo e da Enzo Zacchiroli a Torino – il messaggio che la gran parte degli edifici destinati all’amministrazione della giustizia veicolano è, a essere generosi, di una concezione arcaica del diritto. Certo, soprattutto con gli esempi più recenti, siamo lontani dall’ideologia incombente e oppressiva dei palazzacci realizzati durante il fascismo o nel periodo precedente: con porticati altissimi, gigantesche statue, bassorilievi o altorilievi dal forte contenuto simbolico. Ma – vuoi per l’abitudine di continuare a usare imponenti murature, vuoi per il ricorso al fuori scala – alla fine il risultato è lo stesso: far sentire il cittadino in soggezione di fronte alla dismisura dell’istituzione, rendendolo succube e non partecipe della Giustizia. La struttura progettata da Franco Agresta e Giulio Fioravanti per Pescara è, per fortuna e finalmente, estranea a questa ideologia. I vari edifici che la compongono non suggeriscono, infatti, l’idea di una fortezza arroccata su se stessa ma sono disposti in modo tale da delimitare uno spazio permeabile e aperto, generato intorno a una piazza triangolare coperta con annessa galleria. Protagonista è una sequenza articolata di vuoti la quale piuttosto che intimidire, attrae e, allo stesso tempo, conferisce identità a un contesto territoriale frammentario e disperso. Inoltre, nonostante i costi contenuti di realizzazione (circa 2,5 milioni delle vecchie lire al metro quadrato), gli edifici hanno rifiniture e materiali di eccellente qualità, raramente riscontrabili nel panorama della normale edilizia pubblica italiana: grandi vetrate, brise soleil, lucernai, esili capriate e non più incombenti rivestimenti lapidei, ripetitivi pannelli in cemento, arcaici mattoni o rivestimenti in cortina. Ci si trova, insomma, di fronte a una struttura pensata per l’utente che la fruisce e non per celebrare astrattamente un’istituzione: piuttosto che una cittadella giudiziaria, e quindi un luogo di liti, recriminazioni e angosciose sofferenze, potrebbe essere un campus universitario oppure la sede di un importante organismo aperto al pubblico. Anche se, nel suo disegno di insieme e di dettaglio vi sono, non poche accortezze pensate specificatamente per ottimizzarne il rendimento rispetto alla funzione specifica. La disposizione intorno allo spazio centrale degli accessi ai tribunali, civili e penali, alle preture, civili e penali, alla sala convegni e ai giudici di pace, per esempio, semplifica drasticamente il flusso del pubblico e permette di separarlo da quello dei giudici e degli addetti alla struttura. Flussi separati anche all’interno degli edifici grazie all’organizzazione dei corpi di fabbrica lungo due diverse fasce funzionali. Nella prima, che affaccia all’interno, verso la piazza, sono ubicate le aule dove si amministra la giustizia. Nella seconda, che guarda all’esterno, vi sono gli uffici e gli ambienti riservati ai giudici e alle funzioni amministrative. A separare le due, una terza fascia centrale di servizi attrezzata con pozzi di luce e elementi di collegamento verticali. Da qui, tre importanti benefici. Sono la rigida separazione ma insieme la stretta interconnessione tra l’ufficio privato del giudice e lo spazio in cui esercita la giustizia; il modo chiaro e ordinato, appunto per fasce, di orga-
Nelle pagine precedenti, vista generale della nuova sede degli Uffici Giudiziari di Pescara. Sopra, sezioni trasversali. Nella pagina a fianco, pianta del piano terra.
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nizzare l’intera struttura; la luminosità degli ambienti. La luce, infatti, entra nell’edificio, oltre che dai due affacci, anche dallo spazio centrale, con il risultato di illuminare scale e corridoi, che in molte strutture giudiziarie sono tetri e bui (il progetto di Giuseppe Perugini delle preture di Roma a Piazzale Clodio, per citare un caso molto criticato dagli utenti, è stato fortemente compromesso proprio dalla mancanza di luminosità degli spazi serventi). Luminosità e leggerezza caratterizzano, anche in senso metaforico, l’intera struttura pescarese. Gli edifici, visti in questa prospettiva, parlano un linguaggio schiettamente europeo, anche se non si fa fatica a trovare numerosi riferimenti a maestri dell’architettura italiana che si sono mossi lungo la stessa direzione. Vi è, per esempio, nelle coperture più di un riferimento al metodo di Luigi Pellegrin e di Maurizio Sacripanti fatto di invenzione formale, ottimizzazione strutturale e innovazione tipologica: l’inconsueta eleganza della capriata della galleria nasce, infatti, da un modo originale di risolvere il problema del deflusso dell’acqua piovana e dei fumi in caso di incendio ricorrendo a una forma strutturale che può essere particolarmente esile, nonostante i 28 metri di luce, perché lavora principalmente sui tiranti, cioè ottimizzando le caratteristiche del ferro. E vi è nell’uso dei materiali traccia della lezione di Gino Valle, un architetto che – come ricorda Fioravanti – prima ancora di pensare all’edificio, ragionava sugli elementi costitutivi, sulla grana, sul modo in cui si sarebbe rapportato con l’ambiente e con gli utenti. A Pescara ciò avviene innanzitutto a livello della composizione di insieme. Per esempio alternando elementi lapidei e grandi vetrate; oppure attraverso i brise soleil i quali, oltre a evitare gli effetti indesiderati della luce diretta, segnano con linee chiaroscurali orizzontali il disegno delle facciate; oppure, ancora, suddividendo la copertura della piazza triangolare in esili strisce che, lasciando intravedere il cielo, impediscono l’effetto oppressivo di uno spazio chiuso. Risultato: la composizione d’insieme, pur senza perdere in unità, offre varietà di effetti luminosi e episodi spaziali. Suggerisce molteplici punti di vista. Impedisce visioni statiche e bloccate che altrimenti avrebbero reso l’edificio retorico, inquietante e monumentale. Per la stessa ragione vi è varietà di toni e colorazioni, ottenute dal contrasto cromatico dei materiali: l’alluminio anodizzato chiaro, il vetro, il marmo e la pietra grigia. Aboliti, invece i più freddi colori artificiali, con l’unica eccezione dei pilastri della piazza triangolare: sono pitturati di blu, per caratterizzare lo spazio di accesso all’intera struttura. Vi è infine la scelta di alternare corsi più larghi di marmo opaco con altri più sottili di marmo lucido. Non è difficile vedervi un riferimento al palazzo dei congressi all’Eur di Adalberto Libera. Serve a far vibrare, attraverso un ulteriore gradiente luminoso, superfici murarie che altrimenti risulterebbero imponenti e senza vita. Con il risultato che questa opera di dimensioni ragguardevoli, con i suoi 50.000 metri quadrati fuori terra e 30.000 interrati, non perde mai la sua misura umana. Rappresentando un esempio particolarmente interessante, quasi emblematico, di come possa e debba cambiare la maniera di intendere gli edifici e gli spazi pubblici nel nostro Paese. Luigi Prestinenza Puglisi
Credits Project: Franco Agresta, Giulio Fioravanti Project Team: Onofrio Caputi (Architect-in-Charge), Massimo Di Russo (Project Management), Massimo Calda (Structures), Manens Intertecnica, Giorgio Marchioretti, Dino Boni (Plants), Mario Mascarucci (Geology), Michele Jamiolkowsky, Paolo Marcellino (Geotechnics) Art Works: Enzo Cucchi, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti Collaborators: Stefano Pallavicini, Umberto Sgambati (Technical Management), Mario Del Signore, Marcello Di Cintio, Maria Antonietta Di Savino, Patrizia Laudati, Maria Laura Morelli, Mauro Tosi, Gianfranco Troiano (Architecture), Maria Angelucci, Antonio Triboli, Gaetano Usai (Structures), Umberto Ricci (Infrastructures), Massimo Calvetti, Giorgio Montresor, Tito Rossato, Paolo Turri (Plants), Mario Bellocci, Rocco Cacciagrano, Caterina Di Zio (CAD), Michele Arena, Paolo Grigoletti, Ivano Pavone, Marco Polce, Roberto Posenato, Silvano Posenato, Claudio Vesentini (Quantity Surveyors) Site Management: Filippo Amici (Site Manager), Franco Agresta (Artistic Director), Maria Angelucci (Structures), Walter Mauro (Plants), Ivano Pavone (Quantity Surveyor), Pietro Agostino, Gustavo Ambrosiani, Franco Cialini, Pietro di Marco, Viviano Di Profio, Emilio Gentile, Wendy Giordanella, Nicoletta Lanuti, Luigi Marchesani, Carmine Matricciani, Mauro Monadi, Andrea Patanè, Marco Polce, Nilo Rapagnetta, Domenico Rossi, Pino Valeri (Collaborators) Main Contractors: Raggruppamento temporaneo: Imprese Astaldi (mandatori), Salini Costruttori, Matarrese, Toto Carlo Passi (Technical
Direction), Francersco Marzullo (Design), Massimo Peresso (Site Management), Giovanni Botolo, Marco Calista, Pietro Di Sarlo, Lorenzo Miscia, Pietro Pulzielli, Umberto Verdeoliva (Collaborators) Tests Commission: Pietro Ciaravola, Alberto Fantini, Camillo Nuti Metalworks: Nuova Metalmarsa, Alpha Facade Systems and Shading Systems: Giuliani Infissi Frameworks: Giuliani Infissi, Kromoss, CEMIT, GSM Glasses: Gallipo Vetro, Cerina Vitrage Wall Painting: Comunità Artigiana di bestini Mauro & C. Lighting and Electrical Plants: SPIC Floors: Sirme Nord, ATI-Il Casone, Cinelli & Scarsella, Pavital Partition Walls: Fosamy, Vagnorlis Security: CIAL, Fidel Security, Ippolito Pietro Climatisation: CIAB Lifts: Kone Ascensori, Italsit Furniture Systems: Castelli Roofing: Alpha, Arcof, Alfaplast Doors: CEMIT, GSM False Ceilings: Aphon Sistemi, Isoltecnica Controsoffitti Concessionaty: Consorzio SA.PRO (SAIPEM-PROGER: Fortunato Saladino (President), Leonardo Petrilli (Deputy President), Paolo Gabriele (Director)
Previous pages, overall view of the new Judiciary Offices in Pescara. Above, cross sections. Opposite page, ground floor plan.
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The outsides of the building are lightened up by the use of different materials – clear anodised aluminium, glass, marble, grey stone – and by an alternating combination of spaces and solid structures, opacity and transparency.
Giovanni Tavano
Roberto Monasterio
Giovanni Tavano
Gli esterni del Palazzo risultano alleggeriti dall’uso di materiali diversi – alluminio anodizzato chiaro, vetro, marmo, pietra grigia – e dall’alternanza di vuoti e pieni, opacità e trasparenze. A sinistra, planimetria generale.
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Franco Agresta, Giulio Fioravanti
Viste della galleria centrale interna. L’eleganza della capriata della galleria nasce da un modo originale di risolvere il problema del deflusso dell’acqua piovana e dei fumi in caso di incendio ricorrendo a una forma strutturale che può essere particolarmente esile, nonostante i 28 metri di luce, perché lavora principalmente sui tiranti, cioè ottimizzando le caratteristiche del ferro.
Giovanni Tavano
Views of the main interior gallery. The elegance of the gallery truss derives from an original way of handling the influx of rain water and smoke in case of fire by adopting a particularly thin structural form despite the 28-metre bay, because it mainly works on the tie-rods (i.e. enhancing the properties of iron).
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A
lthough there is certainly no lack of interesting legal institutions built over recent years - I am particularly thinking about the buildings designed by Sebastiano Monaco in Palermo and Enzo Zacchiroli in Turin – the message being conveyed by most buildings designed to administer justice is (being generous) an old-fashioned idea of law. Of course the latest constructions in particular are a far cry from the overpowering and oppressive ideological groundings of the flashy buildings designed during Fascism or the period just before it: with towering porticos, gigantic statues, and low- and high-reliefs with powerful symbolic connotations. But – either just out of the habit of using imposing walls or due to the use of out-of-scale designs – in the end the result is the same: the people feel intimidated by the sheer size of the constructions, so that they are overwhelmed by justice instead of taking part in it. Fortunately, this kind of thinking is quite alien to the structure designed by Franco Agresta and Giulio Fioravanti for Pescara. The various buildings out of which it is composed do not evoke the idea of a floundering fortress, since they are set out to demarcate a permeable, open space designed around a triangular covered plaza with an adjoining gallery. The most striking feature is an elaborate sequence of empty spaces, which, instead of intimidating people, actually draws them in and, at the same time, instils identity on a broken, fragmentary setting. Plus, despite keeping the costs down (about 2.5 million old lira per square metre), the buildings have the kind of high-quality finishing touches and materials seldom found on the ordinary Italian building scene: large glass windows, shutters, skylights, thin trusses instead of the usual bulky wooden cladding, repetitive concrete panels, old-fashioned bricks or curtain coverings. So, in other words, we are dealing with a building designed with its users in mind and not to abstractly celebrate the institution: rather than a citadel of law and hence the scene of arguments, recriminations and painful suffering, it might actually be a university campus or the headquarters of an important organism open to the public. In actual fact, both its overall design and detailing feature some clever touches designed to help it serve its basic purpose more effectively. The way the entrances to the civil and penal courts, civil and penal magistrate’s courts, conference hall and rooms for the Justices of the Peace are set out around the central space, for instance, drastically simplifies the flow of people and keeps them separate from the judges and other court officials. The same kind of segregation is maintained inside the buildings, thanks to the way the buildings are arranged along two different functional strips. The first strip, facing inwards towards the square, holds the law courts. The second, looking outwards, contains the offices and quarters for the judges and administration officers. A third central services strips separates the two and also features wells of light and vertical connection links. This has three main benefits. It stringently separates the judge’s private offices from where justice is administered, while at the same time keeping them in close connection; it also arranges the entire structure in a clear and orderly manner by means of strips; it also ensures all the
premises are well-lit. Light actually enters the building through the two fronts and also the central space, so that the stairways and corridors are also brightly lit, unlike many legal buildings that tend to be dark and gloomy (the project for the magistrate’s courts in Piazzale Clodio, Rome, designed by Giuseppe Perugini to mention one case that has been heavily criticised by users, was severely jeopardised by the lack of lighting throughout its premises). Brightness and lightness also characterise the entire Pescara facility on a metaphorical level, too. Viewed in this perspective, the buildings are all designed in a distinctly European idiom, although it is easy enough to find plenty of references to masters of Italian architecture who worked along the same lines. The roof, for instance, features more than one allusion to the method adopted by Luigi Pellegrin and Maurizio Sacripanti based on stylistic invention, structural optimisation and typological innovation: the unusual elegance of the truss in the gallery actually derives from an original way of handling in-flowing rain water and smoke in case of fire by opting for a particularly thin structural form despite the 28-metre span, since it weights mainly on the tie-roads, thereby bringing out the distinctive properties of iron. The use of materials also draws on Gino Valle’s approach, an architect who – as Fioravanti points out – before he even thinks about a building first studies its constituent elements, the budget involved, and the way in which it will interact with the environment and its users. In Pescara this mainly concerns the overall design. For instance, wooden elements alternate with glass windows, and the shutters, in addition to avoid the undesirable effects of direct lighting, mark the horizontal chiaroscuro lines of the facades design. It is also interesting to note that dividing the roof over the triangular plaza into thin strips providing glimpses of the sky avoids any danger of creating an oppressive feeling of enclosed space. The net result is that, without losing any sense of unity, the overall design offers a variety of lighting and spatial effects. It opens up plenty of viewpoints. It prevents static and blocked views which would otherwise have made the building rhetorical, disturbing and monumental. This is the reason for the range of different shades and colours obtained by the colour contrast between the materials: clear anodised aluminium, glass, marble and grey stone. There are no cold artificial colours with the only exception of the columns in the triangular plaza: they are painted blue to characterise the entrance space to the entire construction. Finally, it was decided to alternate wider opaque marble corridors with other narrower pathways made of shiny marble. This is obviously a reference to the Eur Conference Building designed by Adalberto Libera. This further light gradient sets the wall surfaces vibrating, which would otherwise would look imposing yet lifeless. In the end this extremely large construction, covering 50,00 square metres above ground level and 30,000 underground, is always personfriendly. It is an extremely interesting almost emblematic example of how we can and must change our way of looking at public spaces and buildings in Italy. Luigi Prestinenza Puglisi
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Giovanni Tavano
Detail of the entrance portico. Opposite page, detail of the shutters which, as well as their practical purpose, also serve to stylistically lighten up the outside facades.
Giovanni Tavano
Particolare del porticato di ingresso. Nella pagina a fianco, particolare dei frangisole che oltre alla loro funzione pratica svolgono anche quella di elementi di alleggerimento formale delle facciate esterne.
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Architetti Walter Pichler & Partner
Strumento e tendenza
Stahlbau Pichler headquarters, Bolzano Credits Project: Architetti Walter Pichler & Partner Collaborators: Raffaele Mozzato, Chris Dondorp, Silvia Pollana, Silvano Olivieri, Karl Pardeller, Barbara Rigliaco Consultants (Engineering, structures, Controls, etc.): Christian Rigliaco, Sergio Azzolini, Meinhard von Lutz, Studio I.M., Studio Thermoplan, Matt & Partner General Contractor & Metal Works: Stahlbau Pichler Façade Systems, Glasses, Frameworks: Indumetal Shading: Hella Wall Painting: Urthaler Ernst Exterior Lighting: iGuzzini Illuminazione Interior Lighting: Zumtobel Staff Illuminazione Exterior Floors: Volcan Interior Floors: Mayrgündter False Ceilings: Kafmann Gebr. Partition Walls, Doors: Erlacher Innenausbau Lifts: Lenzi Climatisation Plants: Niederfriniger Albert Security Systems: Nicom Securalarm Electrical Plants: Gibitz Lorenz Furniture Systems: Arte, Rebus Roofing: Stahlbau Pichler Waterproofing, Insulation: Delta Exterior Décor, Gardens: Helene Hölzl Landscapes Artistic Consultant: Arnold Mario Dall’Ò Client: Stahlbau Pichler
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N
ell’area sud di Bolzano, che da qualche tempo ha subito una trasformazione radicale – dalle ciminiere agli uffici – al posto delle importanti e storiche aziende come la Magnesio e l’Allumina si è insediata una moderna generazione industriale. Parte di questo sviluppo, formato da innovazione e know-how, è la nuova sede industriale della Stahlbau Pichler. Sorge su un lotto di circa 9.700 metri quadrati che si trova nella Zona Produttiva, inserita fra la Via Torricelli, Via Tommaso Edison e via Zuegg, adiacente il lotto Gasser-Iveco. L’edificio si presenta con un linguaggio semplice, ma corretto, quasi fosse un riassunto di un’applicazione d’ingegneria rigorosa e tecnicamente all’avanguardia. Facciate in policarbonato estruso, il cui scheletro è composto con una struttura portante in acciaio, concepita secondo moduli ripetitivi, adattabili, però, alle varie esigenze aziendali. La parte che più affascina di questo progetto è che si è auto/costruita. La ragione è data dal fatto che l’edificazione e la progettazione hanno ubbidito alla stessa produzione aziendale con una rigorosa logica che riduce ai minimi costi e funzioni. Con un esempio si può dire che il principio superiore presente in questo progetto si trova nella concezione di chi cerca la vera tradizione; per salvaguardare quest’ultima l’industria Stahlbau si progetta il proprio stabilimento con l’aiuto degli architetti Walter Pichler & Partner che sono in grado di scrivere delle pagine forti, per mettere nella pietra una modernità tecnologica che necessità sempre di conferme. E’ una sorta di visione dell’opera realizzata in modo alternativo da quella tanto dibattuta dall’Illuminismo. Esprime il desiderio di creare un ponte fra l’architettura e la produzione, con un nesso che si trova in alcune parti della filosofia ermetica. La produzione è interpretata quale elemento fondativo dell’idea che può essere in grado di piacere molto alle ultime correnti di minimalismo. Gli intellettuali, che ai nostri giorni cercano di coniugare la speranza di gettare un altro ponte tra le diverse discipline, tra funzione e forma, con la ricostruzione storica di un particolare momento della cultura progettuale mitteleuropea, e sono gli stessi che hanno preso risolutamente posizione contro a coloro che non volevano l’aggiunta della funzione, dell’utile con il bello. Va anche detto, però, che il filo della memoria collega così la difesa democratica di oggi e quella dei pensatori che, negli anni della rivoluzione industriale, la così detta era del ferro, furono banditi o costretti al silenzio per un cosmopolismo dell’intelligenza che inevitabilmente si scontra con qualsiasi atto innovativo. Così appare questo evento denso di espressioni dirette, ma colmo di difesa di un passato tecnologico che ha ancora molto da insegnarci. E’ una linfa vitale per chi ritiene che l’acciaio porta con sé le regole che si collegano all’idea di meno materia e più intelligenza, ma che si articola ancora, in modo profondo, su delicate difficoltà di calcolo e di fattura. Non basta l’uso di sofisticati sistemi di calcolo come per esempio il metodo degli elementi finiti o, quanto meno, l’uso di programmi come lo StruCad per poter intuire e produrre correttamente un telaio o una copertura. Alla Stahlbau Pichler S.r.l. e agli architetti Walter Pichler & Partners va il merito di aver saputo umilmente coniugare il verbo dell’edificazione, tanto da far diventare la tecnica un’arte. Mario Antonio Arnaboldi
Nella pagina a fianco, dal basso, pianta del piano terra, pianta del primo piano e planimetria generale della nuova sede Stahlbau Pichler realizzata nella zona produttiva Bolzano Sud-area exMagnesio. A destra, particolare della torre per uffici alta sette piani. L’edificio ha una superficie coperta di
8.240 mq ed è suddiviso in reparto officina, palazzina uffici e, nella zona intermedia da un comparto antirumore e antincendio. Opposite page, from bottom, plan of the ground floor, plan of the first floor and site plan of the new Stahlbau Pichler headquarters in the south Bolzano
manufacturing area where the old Magnesium plant used to stand. Right, detail of the seven-storey office block. The building covers a surface area of 8240 square metres and is divided into a workshop, office block and, in the intermediate area, a soundproof and fireproof unit.
S
ome time ago the southern part of Bolzano began a process of radical transformation as its industrial chimneys were slowly replaced by offices. Important old businesses like the magnesium and aluminium industries gradually gave way to a modern generation of new industrial concerns. Part of this development process, built on innovation and know-how, is the new industrial headquarters of Stahlbau Pichler. It stands on an approximately 9,700 squaremetre plot of land in the manufacturing area between Via Torricelli, Via Tommaso Edison and Via Zuegg, nearby the GassereIveco lot. The building is designed in a simple but appropriate idiom, almost as if it were supposed to epitomise the correct use of stringent and technically cutting-edge engineering. Its extruded polycarbonate facades, whose framework is composed of a steel bearing structure, is designed with repetitive sections that can adapt to a variety of business needs. But the most interesting aspect of this project is that it is self-built. The reason for this is that the design and construction work were made to conform to corporate production, based on a stringent process aimed at reducing costs and functions to a minimum. For example, it may be said that the highest principle informing this project is a quest for true tradition, in the name of which Stahlbau has designed its own factory with the help of the architects Walter Pichler & Partner, whose distinctive style concretely embodies a form of technological modernity constantly in need of reassurance. This is a sort of alternative vision of a completed work to the much debated Enlightenment approach. It expresses the desire to create a bridge between architecture and production, whose link may be found in certain aspects of hermetical philosophy. Production is treated as the grounding element of an idea which would surely please some of the latest lines of minimalism. Intellectuals, who are nowadays trying to combine the hope of being able to cast a bridge between different disciplines, between form and function, with the historical reconstruction of a particular moment in Central European architectural design, are the very same people who adopted a very negative stance to those who did not want to add function or utility to beauty. However, it ought also to be pointed out that today’s democratic rearguard action links with that of those thinkers, who, back in the days of the industrial revolution (the so-called Iron Age), were cast out or forced to keep quiet by a sort of cosmopolitanism of the intellect inevitably clashing with any form of innovation. This is the impression we get from an event full of direct references, as it strives to protect a technological heritage that still has plenty to teach us. It injects fresh life for those who believe that steel carries within it rules connected to the idea that less material means more intelligence, as it negotiates delicate matters of computation and construction in the most profound ways. It is not enough to just use sophisticated calculation techniques, such as the finite elements method or (even less so) the use of programmes like StruCad, to envisage and then properly construct a frame or roof. Stahlbau Pichler S.r.l. and the architects Walter Pichler & Partners deserve credit for having managed to humbly conjugate the verb “to build” to the point of turning technology into an art. 210 l’ARCA 41
Viste dalla palazzina per uffici per le cui pareti interne sono stati usati pannelli coibentati in lamiere di acciaio; sulla parte esterna si è eseguito un rivestimento in lamiere sagomate di acciaio, montate su supporto strutturale in legno e profili di acciaio. I serramenti esterni sono in profilati di alluminio a taglio termico con metratura isolante; le finestre sono apribili ad anta-ribalta con all’esterno veneziane motorizzate.
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Assonometria della struttura portante in acciaio (peso: circa 5.000 tonnellate), concepita secondo moduli ripetitivi, adattabili alle varie esigenze aziendali.
Axonometry of the steel bearing structure (weight: approx. 5,000 tons) designed out of reiterated sections that can adapt to various business needs.
Assonometria della scala e sezione del comparto antirumore e antincendio che divide la palazzina per uffici dal reparto officina.
Axonometry of the stairs and section of the soundproof and fireproof units separating the office block from the workshop department.
Views of the office building, whose inside walls are made of insulated panels of sheet steel; the outside is clad with a moulded plate steel coating mounted on a wooden frame and steel sections. The outside fixtures are made of heat-cut insulated aluminium sections; the windows open up and are fitted with motorized Venetian blinds on the outside.
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L’atrio principale della palazzina per uffici ha un parziale sviluppo su due piani. La scala aperta che porta al primo piano è realizzata in lamiera e tondini di acciaio grezzo. La “vasca” della reception è eseguita in acciaio grezzo e policarbonato.
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Sotto, il grande cavedio centrale che dal primo piano interrato sale fino al tetto aprendosi via via a ogni piano. The office building’s main lobby is built partly over two levels. The open stairs leading to the first floor are made of
sheet metal with wrought steel rods. The “tank” in the reception is made of wrought steel and polycarbonate. Below, the large central opening rising up from the first underground level to the roof, gradually opens up on each floor.
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Sopra, particolare della facciata esterna dell’ultimo piano della palazzina per uffici, in cui sono collocati, oltre agli uffici amministrativi, servizi e vani tecnici. A destra, vista del nucleo centrale del cavedio che, realizzato in acciaio, supporta l’ascensore, e vista degli uffici open space. In basso, particolare strutturale. Above, detail of the outside façade on the top floor of the office building which, in addition to the busiess offices, also holds the utilities and technical shafts. Rights, view of the central hub made of steel that holds the lift, and view of the open-plan offices. Bottom, structural detail.
A sinistra, vista dall’altro verso il basso del cavedio centrale. Sopra, particolare strutturale di un nodo tipico della colonna.
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Left, view of the central space from the top down. Above, structural detail of a standard column node.
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“
Fin dalla nascita della cultura Occidentale, nell’antica Grecia, l’architettura e l’urbanistica si sono basate sulle risorse formali consentite dalla geometria. L’architettura classica privilegiava figure platoniche semplici, chiare e distinte, come quadrati, triangoli e cerchi. Simmetria e proporzioni semplici governavano tutte le composizioni spaziali. L’architettura moderna ha favorito l’asimmetria e la differenziazione delle proporzioni in quelle che sono chiamate composizioni a ‘equilibrio dinamico’. Tuttavia, ortogonalità e modularità (griglie) sono rimaste privilegiate. Il Decostruttivismo ha aperto l’architettura a un’ampia gamma di angoli, consentendo l’introduzione di figure spezzate, la loro compenetrazione e composizioni incomplete. L’introduzione delle piegature ha portato a un uso dinamico della cuvilinearità. Le figure emergono (e recedono) come modulazioni di una superficie continua. Per ampliare il repertorio delle geometrie urbane in modo sistematico, si dovrebbe cercare cosa la scienza della geometria può offrire al di là dei canoni classici. L’appropriazione di schemi geometrici complessi e dei relativi concetti matematici che li descrivono dovrebbe diventare una fonte per lo sviluppo sperimentale di nuove geometrie urbane complesse. (…) Il compito è di raggiungere un alto grado di complessità organizzativa leggibile – nell’ambito di un piano singolo – attraverso un sistema di ordine complesso. La sfida primaria è produrre una complessità che si possa ancora comprendere e gestire sulla base delle sue leggi di formazione. (…) Ci si aspetta che l’imposizione di una nuova geometria urbana avrà un impatto sugli elementi architettonici inseriti in tale sistema. Perciò il progetto deve includere lo sviluppo di nuove tipologie architettoniche” (New Urban Strategies, Patrick Schumacher, Direttore presso lo studio Zaha Hadid Architect).
Per lo sviluppo di un prototipo di questo “schema urbano” si è scelta un’area di 24 ettari a nord del centro di Osaka, come proposto da un concorso del 2003. L’area è contornata da cinque diverse stazioni con un traffico medio giornaliero di 2,5 milioni di passeggeri, che è parte di una rete di traffico particolarmente denso ed è soggetta a molteplici restrizioni. L’interesse per il progetto di una nuova geometria urbana in un’area fortemente trafficata è dettato dalle “brutali limitazioni che ha e dalle molte determinazioni che il programma impone automaticamente sullo spazio” (Phylogenesis, Foreign Office Architects, p. 228). Nel contesto del tessuto delle città giapponesi in rapido cambiamento, i nodi infrastrutturali di tutti i tipi (ponti, incroci, stazioni) sono stati tradizionalmente gli epicentri della crescita urbana. E’ qui che le forze trainanti della città divengono più intense. La moltiplicazione dei sistemi di movimento nell’ultimo secolo ha portato a una situazione in qualche modo paradossale, cioè in questi luoghi, dove il flusso di informazioni, passeggeri e beni si è fatto più intenso, interi quartieri sono diventati sottosviluppati. La costruzione di arterie di traffico ha ostacolato sia lo sviluppo sia la riconnessione di ampie aree urbane. Infatti, i sistemi di movimento sono diventati così densi a livello del suolo che i programmi architettonici, stazioni incluse, hanno da molto tempo iniziato a “evadere” nel sottosuolo. Benché Osaka sia un esempio estremo di tale tipo di sviluppo, questa condizione urbana non è nuova e sembra ormai comune alle megalopoli contemporanee. Mentre i binari, le strade e le autostrade rimangono diretta48 l’ARCA 210
Melhan-Hugo mente “nella città” (a livello del terreno), le stazioni del nostro sito fluttuano come iceberg in esso: le loro punte toccano il suolo urbano, mentre il corpo rimane nascosto. Quella che era una forte connessione tra il traffico e il tessuto urbano circostante si è notevolmente ridotta ed è stata fiaccamente sostituita dall’integrazione della “città” nella tipologia stessa della stazione – supermarket, cinema, negozi o piscine. Sebbene a suo modo sensata, tale strategia ha due effetti collaterali. Primo, l’efficienza dei flussi non è più possibile. Questo a causa di molti fattori, tra i quali i più importanti sono l’ingombro dei percorsi, la complicatezza della loro organizzazione e segnalazione che dirige il flusso dei passeggeri in modo non intuitivo e non verace secondo la tradizionale logica dell’avanzamento, e l’incrocio con schemi di flusso interferenti (passeggeri che cambiano mezzo, gente che va a fare spese nelle stazioni, gente che attraversa l’area). Secondo, non esiste più il contatto intenso tra il traffico e la città, mentre rimangono i massicci confini sezionali imposti dalle vie di traffico. La strategia urbana di Osaka si concentra su tale sviluppo fin dall’inizio degli anni Novanta e si è iniziato attivamente a realizzare vari progetti per superare il problema. Essendo il centro gravitazionale della regione di Kansai, la sua collazione geografica è vista come una forza trainante destinata a modificarsi da capitale industriale in una metropoli dell’informazione e della comunicazione. Il progetto qui presentato si è focalizzato sull’inserimento di un nuovo schema urbano che realizza il potenziale del traffico massiccio pur mantenendo un alto grado di efficienza e flessibilità, sviluppando la strategia urbana di Osaka. A tale proposito, la forma semplice dell’area è stata una delle sue maggiori potenzialità. Invece di dover rinnovare il sistema esistente è stato possibile inserirne uno completamente nuovo. Dopo l’analisi della possibile rilocazione tecnica dei nodi presenti e della fattibilità del ri-direzionamento della rete esistente, si è proposta una rilocazione di tutte le stazioni che ha permesso di “incassarle” in un “paesaggio” leggermente digradante, un piano urbano modulato che rende inutile gran parte della rete segnaletica e delle connessioni via tunnel, scale, ascensori o scale mobili. Il progetto inverte l’attuale relazione tra superficie e traffico per de-stratificare verticalmente i sistemi di movimento caoticamente intrecciati e mira a dissolvere i confini esistenti (strade adiacenti, strade interne, binari ecc.). Il paesaggio è una trasformazione a superficie singola del piano urbano, diretta dalle necessità dei sistemi di movimento esistenti – massima inclinazione, raggi di curvatura, larghezze minime ecc.; le connessioni sotterranee esistenti sono state scavate per formare avvallamenti del piano terra, mentre le piattaforme sopraelevate sono diventate i picchi di tale topografia urbana. Attraverso tutte le fasi del processo, la quantità di passeggeri, i loro percorsi, il tempo necessario per ogni spostamento ecc. sono stati controllati in relazione sia al sistema esistente sia al nuovo. Esaminando il denso sistema di movimento dell’area – 2,5 milioni di passeggeri al giorno – tutti i “valori di accessibilità” (distanza misurata in tempo – da On the Importance of Architects, UN Studio Ben van Berkel & Caroline Bos, CCA competition brief) restano immutati o sono significativamente migliorati (tutti i percorsi fluiscono sulla superficie, attraverso la città e non sotto di essa). Questo aspetto è importante per gli immediati dintorni dell’area, che attualmente non ha un accesso per i potenziali 2,5 milioni di consumatori quotidiani. Il traffico stradale di attraversamento è organizzato sotto tale super-
ficie e non interferisce con i flussi; funziona nel sottosuolo come un “mondo sotterraneo” di servizi e parcheggi interconnessi. Nell’applicare l’idea di un paesaggio urbano, è cruciale decidere dove e in che modo i volumi architettonici sono inseriti nel campo dei flussi e come alterano le possibilità di attraversamento della mega-forma. “Il nostro interesse nello schema della circolazione era un tentativo di andare avanti rispetto ad approcci simili già sviluppati negli anni Settanta, in cui la circolazione veniva organizzata e poi si inseriva l’architettura nel diagramma della circolazione, ma in un modo più coerente cosicché la circolazione possa letteralmente dare forma allo spazio” (Phylogenesis, FOA). A tale riguardo si sono utilizzati aspetti diversi per dare forma ai volumi architettonici: l’immediata influenza sul flusso, la possibilità di ottimizzare i domini comuni tra passeggeri e città, l’impatto sulle connessioni risultanti con i dintorni, la necessità di mantenere un metodo di percorrenza della superficie il più intelligibile e intuitivo possibile ecc. Su scala urbana, la ricerca su gli schemi di flusso e i sistemi di agglomerazioni ha infine portato all’applicazione di una griglia a rombo basata sull’analisi del percorso diretto di Frei Otto, che era superimposta alla topografia modulata primaria. E’ una superimposizione ri-razionalizzata di reti di connesioni multiple tra gli attrattori pià densi dell’area (stazioni, attrattori locali ecc.), importanti arterie di traffico (sovra-)regionale traversanti, panoramiche, gerarchia della densità dei percorsi ecc. Lo schema applicato organizza lo spazio della proposta (sia architettura che circolazione complessiva) e, a prima vista, può apparire “caotico”, ma simulando i flussi di traffico si possono evidenziare i vantaggi rispetto agli schemi di griglia circostanti e giungere al progetto finale. Percorrenza intelligibile/intuitiva Il numero dei possibili modi per attraversare il nodo stazione aumenta molto. Eppure, ogni percorso attraversa tutte le stazioni mentre le deviazioni restano in un fattore 1.2 rispetto alla distanza più breve. L’articolazione formale del piano terra serve inoltre come metodo di guida che non ostacola il flusso. La segnaletica non è necessaria, i passeggeri di scambio possono seguire tutte le possibili connessioni sicuri di raggiungere la loro destinazione. La proposta si basa su un sistema di connessioni equivalenti più che su uno schema fisso. Le attività possono fluttuare a seconda dell’opportunità, creando un costante cambiamento del tappeto programmatico che può così adottare sviluppi futuri grazie a un ri-direzionamento dinamico. Persistenza dell’ora di punta Attualmente la quantità di passeggeri nelle ore di punta diminuisce l’efficienza delle stazioni. Le principali ragioni sono da trovare nel modo in cui i diversi flussi le attraversano e nei colli di bottiglia necessari all’impostazione verticale (scale, ascensori, scale mobili). Entrambi gli effetti sono significativamente ridotti grazie alla modulazione del piano urbano che rende superflue tutte le connessioni verticali e dal metodo di attraversamento applicato.
bassi i valori di accesso. Così, lo schema deve essere in qualche modo gerarchico, dando priorità maggiore al flusso dei 2,5 milioni di passeggeri. Dall’analisi di simulazioni parcellari, lo schema urbano applicato è molto efficiente sotto questo aspetto. Quando si attraversano le mega-forme nella direzione principale nord-sud, a ogni incrocio si crea uno spazio simile per lo scambio di corsie, che porta a schemi di flusso laminari piuttosto che turbolenti. I passanti locali possono così avere accesso ai ricchi servizi delle stazioni senza interferire con la loro funzionalità, indipendentemente dall’ora di punta. La somma di tutte le possibili connessioni è stata calcolata per poter gestire anche future densificazioni di traffico e non determina comunque ampi corridoi nel tessuto circostante, non necessari per la maggior parte della giornata (costruzione di connessioni multiple uguali invece di strade principali singole).
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions
Melhan-Hugo
Metodo di agglomerazione La superficie si rigonfia nei “punti morti”, dove non ci sono percorsi importanti che la attraversano. La forma risultante è stata ri-razionalizzata. Per ottimizzare il contatto con le varie correnti non si sono volute utilizzare tipologie di edifici alti che, sebbene funzionali alla densificazione delle megalopoli, sono una connessione insufficiente per il traffico della stazione. Invece, la circolazione interna doveva seguire l’idea del “paesaggio” già applicata alla scala urbana, rendendo l’attraversamento del volume un’opzione equivalente a una passeggiata in città. La forma risultante è libera da pretese architettoniche, il che la rende in un certo senso flessibile poiché gli edifici divengono contenitori capaci di integrare l’eterogeneità invece che tipologie ritagliate su un programma specifico. Ciò enfatizza sia il ruolo che l’architettura ha assunto in Giappone (un servizio che cambia facciata così rapidamente da diventare un progetto-scenografia che media il proprio contenuto ecc.) sia le limitazioni imposte sulla mega-forma in termini di rinnovabilità a basso ritmo. L’articolazione formale stimola la curiosità, sfruttando il potenziale ibridizzante del flusso continuo di passeggeri, facendo sì che il campo dei “grattaterra” agisca come un polmone, filtrando il traffico, dando spazio a ciò che Koolhaas chiama “funzioni flottanti” (relazione di progetto per il Masterplan di Euralille, OMA/Rem Koolhaas). La proposta rende il potenziale del traffico accessibile all’ancora dormiente area circostante che potrà così utilizzare questa forza per lo sviluppo dei contratti quartieri adiacenti. La mega-forma determina uno skyline unico per la città, creando un forte senso del luogo praticamente inesistente nelle attuali metropoli giapponesi.
Tipologia della stazione Nella proposta, le stazioni sono quasi del tutto “dissolte”, e formano parte del tessuto urbano più che essere tipologie architettoniche distinte. Questo approccio assicura il contatto tra la città e il flusso dei passeggeri. La “stazione urbana” proposta si riduce praticamente a delle piattaforme da cui i passeggeri fluiscono direttamente nel tessuto urbano – anche la struttura “tetto” fa parte del paesaggio urbano tanto quanto costituisce una componente funzionale dell’“edificio”. La strageia contemporanea di integrare la città nella stazione è inverPermeabilità direzionale tita ribaltando il dentro-fuori per amplificare l’aspetto della Sebbene debba essere possibile attraversare la struttura non connettività. solo lungo la stazione, ma anche in direzione est-ovest, l’attraJens Melhan, Jörg Hugo versamento del traffico pedonale non deve costituire un disturbo per il flusso dei passeggeri di scambio, in modo da tenere
Credits Project: Jens Melhan, Jörg Hugo-Zaha M. Hadid’s Master Class for Urban Strategies University for Applied Arts Vienna (www.angewandte.at) In collaboration with Klaus Kada’s Lehrstuhl für Gebäudelehre RWTH Aachen (www.rwth.de)
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Melhan-Hugo
Melhan-Hugo
“
Architecture and urban design has been relying on the formal resources afforded by geometry since the inception of Western Culture in ancient Greece. The classical architecture privileged simple, clear and distinct platonic figures like squares, triangles and circles. Symetries and simple proportions ruled all spatial compositions. Modern architecture allowed for asymmetry and stretched proportions in so called ‘dynamic equilibrium’ compositions. However, orthogonality and modularity (grids) were still privileged. Deconstructivism opened architecture to the full range of angles, allowed for broken figures, interpenetration of figures and incomplete compositions. Folding in architecture introduced the dynamic use of curvelinearity, splines and nurbs. Figures are emerging (and recede) as modulations of a continuous surface. In order to expand the repertoire of urban geometries in a systematic way, we would like to systematically survey what the science of geometry has to offer beyond the classical canon. The appropriation of complex geometric patterns and of the attendant mathematical concepts describing these patterns should become a source for the experimental development of new complex urban geometries. (…) The task is to achieve a high degree of legible organisational complexity – within a single plane – through an intricate system of order. The key challenge is to produce complexity that can still be grasped and navigated on the basis of its laws of formation. (…) We expect that the imposition of a new urban geometry will have an impact upon the architectural elements placed within such a system. Therefore the design will include the development of new architectural typologies.” (New Urban Strategies, Patrick Schumacher, Director at Zaha Hadid Architect firm). For the prototypical development our “urban pattern” we chose a 24ha site north of Osaka downtown, based on a competition of 2003. It is surrounded by five different stations with an average traffic of 2.5 million passengers per day and, beeing part of an extremely dense traffic network, is subject to multiple constraints. We were interested in the design of a new urban geometry for a traffic-related site “because of the brutal limitations they have, and the many determinations the program automatically imposes on space.” (Phylogenesis, Foreign Office Architects, p.228). Within the rapidly changing fabric of Japanese cities, infrastructural nodes of all kinds (bridges, crossroads, stations) have traditionally been the epicentres of urban growth. It is here, that the forces driving the city become most intense. The multiplication of systems of movement during the last century lead to the somewhat paradox situation, that in these places, where the flow of information, passengers and goods has become densest, entire urban quarters grow underdeveloped; the bundling of traffic arteries has long reached its ‘critical mass’, imposing massive sectional cuts onto the urban fabric, hampering both the development as well as the reconnection of large urban areas. In fact, systems of movement have become so dense on level ground, architectural program has long started ‘evading’ underground, amongst which the stations themselves. Albeit Osaka is an extreme example for this kind of development, the urban condition is not new and seems to have become common for modern megalopolises. While the tracks, roads and highways remain directly ‘within the city’ (on level ground), the stations scattered around our particular site float like ice-bergs within it: their tips touching 50 l’ARCA 210
the urban carpet while the bulk remains hidden. The once intense connection between traffic and surrounding fabric is dramatically reduced and half-heartedly substituted by the integration of ‘city’ into the station typology itself – supermarkets, cinemas, convenient stores or swimming-pools. While to a certain extent sensible, this strategy has two side-effects: Firstly, efficient flux is no longer possible. This is due to a multiplicity of factors, out of which the most important are cluttered pathways, overly complicated routing and signage which directs the flow of passengers both unintuitively and “untrue” to its inherit onward logic and the intermixing of interfering flow patterns (interchanging passengers, people going shopping in the stations, people crossing the area). Secondly, the intense contact between traffic and city is no longer existent, while the massive sectional boundaries imposed by the traffic routes remain. Osaka’s urban strategy focuses this development since the early 1990s, and actively started to realise various projects in order to overcome the dilemma. Being the gravitational centre of the Kansai region, the city’s geographical location is seen as the main driving force that is expected to change the former industrial capital into an information- and communication metropolis. As one obvious example Kansai Airport has to be seen, for which a 500ha island was built five kilometres off shore. This Airport forms but the realized spearhead of the city’s plans to make Osaka one of the world’s leading urban regions. Our project thus focused on an implantation of a new urban pattern that realizes the massive traffic’s potential while maintaining a high degree of efficiency and flexibility, pushing forward Osaka’s urban strategy. In this regard, the site’s sheer size was one of its main potentials. Instead of having to revamp the existing system it offered the possibility to insert an entirely new system. After doing research on technically possible re-locations of the site’s nodes as well as feasible ways of re-routing the existing network, we proposed a relocation of the stations that made it possible to embed each of them in a gently sloping “landscape”, a modulated urban ground plane that renders most of the cluttered network of signs, connections through tunnels, staircases, escalators and elevators useless. It reverses the current relation between surface and traffic in order to vertically de-stratify the chaotically intertwined systems of movement and aims at dissolving existing boundaries (adjacent roads, on-site-traffic routes, tracks etc.). The landscape is a single-surface transformation of the urban plane, steered through the requirements of the on-site systems of movement – max. inclinations, curvature radii, min widths etc.; prior underground connections were excavated, forming valleys in the ground plane, while elevated platforms become peaks within this urban topography. Through all stages of the process, the amount of interchanging passengers, their routing, the time needed for each distance etc. was surveyed both for the existing as well as the new system. Looking at the site’s most dense system of movement – 2.5 million interchanging passengers per day - all “access values” (distance measured in time) – On the Importance of Architects, UN Studio Ben van Berkel & Caroline Bos, CCA competition brief – remain unchanged or are significantly improved, while the surface of possible interaction with the surrounding city is dramatically increased (all passenger routes to flow along the surface, through the city instead of underneath it). This is an important aspect for the site’s immediate sur-
rounding, which currently has no access to the potential 2.5 million customers per day. Crossing road traffic is organized underneath this surface – located as outlined in the competition brief – while not interfering with the currents; serving from underneath in form of an “underworld” of interconnected parking-garages and supply. When applying the idea of an urban landscape, it is crucial to decide where and in what way architectural volume is injected into the field of flows, as it alters the possibilities of traversing the mega-form. “Our interest in circulation pattern was an attempt to move forward from similar approaches already developed in the 70’s, where circulation was organized and then ‘architecture’ deployed on the circulation diagram, but in a more consistent manner in which circulation can literally shape space.” (Phylogenesis, FOA). In this regard we used different aspects to form the architectural volumes: The immediate influence on flux, the possibility of maximizing common domains between passengers and city, the impact on resulting connections of the field with the surrounding, the necessity to maintain as intelligible and intuitive a method of navigating the surface as on the empty topography etc. On an urban scale research on way-patterns and systems of agglomerations finally led to the application of a rhomb-gridpattern based on Frei Otto’s direct-path analyses, which was superimposed over the first modulated topography. It is a rerationalized superposition of multiple connecting networks between the site’s busiest attractors (stations, local attractors etc.), important crossing (over-)regional traffic arteries, vistas, hierarchic weighting of the busiest routes etc. The applied pattern organizes the proposals space (“architecture” as well as all circulation) and may appear “chaotic” on first sight, but simulating traffic flows one can make out advantages over the surrounding grid-based patterns, which lead to the final design.
pedestrian traffic could not pose a disturbance within the flow of interchanging passengers in order to keep access-values low. Thus, the pattern had to be hierarchic in some way, giving more priority to the flow of the 2.5 million passengers. As analysed in particle-simulations, the applied urban pattern is very efficient in that respect: When crossing the mega-forms main north-south direction, in every junction a space similar to changeover-lanes is created, leading to laminar- instead of turbulent flow-patterns. Strolling locals may thereby access the rich programs within the station without interfering with its functionality, independent from rush-hour traffic. The sum of all possible connections was calculated to be able to cope with future densifications of traffic, and yet does not create huge aisles within the surrounding fabric, that are not needed during most parts of the day (bundling of multiple equal connections instead of single main-routes). Methodology of Agglomeration The surface bulges in the “dead-spots”, where no important routes run over the surface. The resulting form was then rerationalized. In order to maximizes the contact to the various currents found on site we did not want to use high-rise typologies that, albeit serving the densification of the megalopolis, connect with the station traffic insufficiently. Instead, the internal circulation should follow the idea of ‘landscape’ already applied on the urban scale, making traversing the volume an equivalent option to walking the city. The resulting form is free of architectonic pretensions, making it programmatically flexible in a sense, that the buildings become containers capable of integrating heterogeneity rather than typologies tailored for a specific program. This emphasizes both, the role architecture assumed in Japan (as a commodity, changing so rapidly the facade becomes a ‘stage-design’ mediating its content etc.) as well as the constraints imposed on the mega-form in terms of slow-paced renewability. The formal articulation is stimulating curiosity, exploiting the hybridizing potential of the continuous stream of passengers; causing the field of ‘groundscrapers’ to act like a lung: filtering the traffic, allocating space to what Koolhaas refers to as floating functions, the proposal makes the potential of traffic accessible for the yet slumbering surrounding and thus can use this force for the redevelopment of the shrinking quarters next to it. Its mega-form gives a unique skyline to the city, creating a strong sense of place that is practically inexistent in Japans metropolises.
Intelligible / intuitive navigation The number of possible ways to traverse the station cluster is drastically increased. Yet, every route passes all stations while de-tours remain within a factor of 1.2 in comparison to beeline distance. The formal articulation of the ground plane further serves as a method of guidance, which does, however, not hamper flux: No signs necessary, the interchanging passengers can follow all possible connections sure to reach their destination. Through this, our proposal bases on a field of equivalent connections rather than a fixed way-pattern. Activities can float opportunistically, creating a constantly changing proStation typology grammatic carpet that may adopt future development easily As proposed, the stations were almost entirely “dissolved”, through dynamic re-routing. forming parts of the urban pattern rather than being a distinct architectonic typology. This approach assures contact between Rush-hour persistence city/flow of passengers. The proposed “urban station” is basiCurrently, the sheer quantity of passengers during peak cally reduced to platforms, from where the passengers directly hours decreases the stations efficiency. Main reasons were pin- flow into city fabric – even the “roof’”– structure forms part of pointed in the way different flows cross and unnecessary verti- the urban landscape just as much as it is a functional part of cal bottlenecks in the form of narrow staircases and escalators. the “building”. The contemporary strategy of integrating city Both effects are significantly reduced through the modulation into the station is reversed by turning it inside-out in order to of the urban ground-plane (that renders all vertical connec- further amplify the aspect of connectivity. tions other than the surface itself superfluous) as well as the Jens Mehlan, Jörg Hugo methodology of how crossings occur within the applied pattern: ‘Directional Permeability’ While it had to be possible to cross the structure not only along the station, but also in east-west direction, the crossing
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Pianta del piano terra e, sotto, sezione attraverso la nuova JR Station.
I- JRStation Mall II- Central Osaka Conference Center III- JRStation Shopping
Plan of the round floor and, below, section through new JR Station.
I-OSAKA CONGRESS CENTER 1. Sala polivalente 2. Climatizzazione, area tecnica e/o magazzino 3. Uscita di sicurezza #1 4. Auditorium 4, 800 posti (1-3 a piano terra) 5. Backstage auditorium 4 6. Servizi 7. Accesso principale dal piano terra via ascensore/ scala/uscita di sicurezza # 2-3 8. Uscita di sicurezza #3 9. Climatizzazione, area tecnica e/o magazzino 10. Foyer #2 (Grand Foyer a livelllo 0) 11. Guardaroba livello 1 (per tutti gli auditori) 12. Grande auditorium livello 1 (1400 posti) 13. Backstage grande auditorium 14. Foyer #3 15. Accesso principale dal piano terra via ascensore/ scala/uscita di sicurezza #4 16. Servizi 17. Climatizzazione, area tecnica e/o magazzino 18. Uscita di sicurezza #5 19. Foyer #3 20. Auditorium 5 600 posti (1-3 a piano terra) 21. Backstage auditorium 5 22. Auditorium 6 500 posti (1-3 a piano terra) 23. Backstage auditorium 6 24. Ascensore di accesso di cargo per magazzini interrati 25. Uscita di sicurezza #6 26. Cucina e ristorante II-LOCAL TRAFFIC EXCHANGER 27. Accesso ai parcheggi con scale/ascensori 28. Accesso ai taxi e bus locali via scale/ascensori 29. Nastro trasportatore III-NEW OSAKA STATION SHOPPING 30. Viale sulla copertura con accesso ai negozi 31. Shopping area #1, 300 mq 32.Tecnica, ventilazione, tunnel di servizio #1 33. Accesso ai magazzini via
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IV- Hotel Complex
montacarichi 34. Servizi 35. Shopping area #2, 120 mq 36. Shopping area #3, 250 mq 37. Uscita di sicurezza #1 38. Accesso ai magazzini via montacarichi 39. Servizi 40. Shopping area #4, 310 mq 41. Shopping area #5, 350 mq 42. Tecnica, ventilazione, tunnel di servizio #2 43. Servizi 44. Accesso ai magazzini via montacarichi 45. Uscita di sicurezza #2 46. Shopping area #6, 375 mq 47. Shopping area #7, 375 mq 48. Tecnica, ventilazione, tunnel di servizio #3 49. Servizi 50. Accesso ai magazzini via montacarichi 51. Uscita di sicurezza #3 52. Shopping area #8, 380 mq 53. Shopping area #9, 400 mq 54. Tecnica, ventilazione, tunnel di servizio #4 55. Servizi 56. Accesso ai magazzini via montacarichi 57. Uscita di sicurezza #4 58. Shopping area #10, 300 mq 59. Shopping area #11, 290 mq 60. Uscita di sicurezza #5 61. Accesso ai magazzini via montacarichi 62. Servizi 63. Shopping area #12, 340 mq 64/65. Accessi verticali all’area commerciale con ascensori/scale (gli accessi sono interamente scollegabili dal livello del viale) I-OSAKA CONGRESS CENTER 1. Multipurpose hall 2. Climatization, technics and/or chair storage 3. Fire escape #1 4. Auditorium 4, 800 seats (1-3 on ground level) 5. Backstage auditorium 4 6. Toilets 7. Main access from ground level via
elevator/staircase/fire escape # 2-3 8. Fire escape #3 9. Climatization, technics and/or chair storage 10. Foyer #2 (Grand Foyer at level 0) 11. Wardrobe level 1 (for all auditoriums) 12. Grand auditorium level 1 (1400 seats) 13. Backstage grand auditorium 14. Foyer #3 15. Main access from ground level via elevator/staircase/ fire escape #4 16. Toilets 17. Climatization, technics and/or chair storage 18. Fire escape #5 19. Foyer #3 20. Auditorium 5 600 seats (1-3 on ground level) 21. Backstage auditorium 5 22. Auditorium 6 500 seats (1-3 on ground level) 23. Backstage auditorium 6 24. Cargo lift access to storage rooms in the basement 25. Fire escape #6 26. Kitchen and restaurant II-LOCAL TRAFFIC EXCHANGER 27. Access via stairways/ elevators to parking levels 28. Access via stairways/ elevators to main taxi stand, local bus stops 29. Travellator as used in conventional airports III-NEW OSAKA STATION SHOPPING 30. Roofed boulevard (replacing roof) with access to retail shopping 31. Shopping area #1, 300 sq.m 32. Technics, ventilation, service tunnel #1 33. Access to storage levels via cargo lift 34. Toilets 35. Shopping area #2, 120 sq.m 36. Shopping area #3, 250 sq.m
a. accesso verticale privato agli uffici dei piani superiori b. centro commerciale livello +1 c. centro commerciale livello +/-0 d. negozi al dettaglio e. ufficio della Osaka Station Authority livello +1 f. ufficio della Osaka Station Authority livello +/-0 h. via di accesso alla stazione taxi con rampe e ascensori
i. piani tecnici per l’Osaka Congress Center livello +1 j. piani tecnici livello +/-0 k. accesso orizzontale all’Osaka Congress Center l. atrio con ristorante m. negozi al dettaglio e ingresso semi-pubblico al Congress Center n. auditorium principale (2000+ posti) o. connessione verticale con il sottostante livello
commerciale e il parcheggio p. piccolo centro commerciale per locali e passeggeri q. negozi al dettaglio r. area commerciale collegata alle aree per utenti locali e sovraregionali s. ingresso livello commerciale
I- JR Station Mall II- Central Osaka Conference Center III- JR Station Shopping IV- Hotel Complex
a. private vertical access to upper office levels b. shopping mall level +1 c. shopping mall level +/-0 d. retail shopping/convenient store e. Osaka Station Authority’s Office level +1 f. Osaka Station Authority’s Office level +/-0 h. Cutout with access to taxi station via ramp systems and lifts
i. technic floors for Osaka Congress Center level +1 j. Technic floor level +/-0 k. Osaka Congress Center horizontal access l. Lobby with restaurant m. Open retail shopping and semi-public entrance toCongress Center n. Main auditorium (2000+ seats) o. Vertical connection with lower local shopping level
and parking p. Smaller shopping mall for local and passenger use q. Retail shopping and convenient stores r. Shopping area connected to both local and overregional customers s. Entrance to shopping level
37. Fire escape #1 38. Access to storage levels via cargo lift 39. Toilets 40. Shopping area #4, 310 sq.m 41. Shopping area #5, 350 sq.m 42. Technics, ventilation, service tunnel #2 43. Toilets 44. Access to storage levels via cargo lift 45. Fire escape #2 46. Shopping area #6, 375 sq.m 47. Shopping area #7, 375 sq.m 48. Technics, ventilation, service tunnel #3 49. Toilets 50. Access to storage levels via cargo lift 51. Fire escape #3 52. Shopping area #8, 380 sq.m 53. Shopping area #9, 400 sq.m 54. Technics, ventilation, service tunnel #4 55. Toilets 56. Access to storage levels via cargo lift 57. Fire escape #4 58. Shopping area #10, 300 sq.m 59. Shopping area #11, 290 sq.m 60. Fire escape #5 61. Access to storage levels via cargo lift 62. Toilets 63. Shopping area #12, 340 sq.m 64/65. Vertical access points to mall level via escalators and lifts (both access points entirely disconnettable from boulevard level)
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Pianta al livello +02.00. Plan at level +02.00.
Livello -2 I-Parcheggio #3: area di parcheggio JR Osaka Station 2° piattaforma K-Parcheggio #3: parcheggio per l’area centrale “grattaterra” 2° piattaforma Livello -1 A/B-Parcheggio #1: terminal del Ferry Express, complesso alberghiero e parco lungofiume E/1-Parcheggio #2: Umeda Station e area commerciale locale I-Scambio traffico locale/individuale J/L-Parcheggio #3: Parcheggio JR Osaka Station, 1° piattaforma K-Parcheggio #4: Parcheggio area centrale “grattaterra” Parcheggio #3: Parcheggio area centrale “grattaterra” 2-JR Osaka Station/JR Naniwasuji Station per Kansai International Airport 3-Nodo Metropolitana: Umeda Station 4-Nodo Metropolitana: Kita Sinchi Station 5-Nodo Metropolitana: excavated subway Hanshin Station Level 0 P-Marina Park, Express-ferry Terminal per Kansai Airport P2-Parco delle Stazioni, connessione con Osaka Skybuilding Park B-Complesso alberghiero, area Osaka Riverside Park C-Casino con ristorante D-Supermarket E-Area commerciale della stazione F-Stazione Nomade: negozi, biglietteria/informazioni G/H/I-Area commerciale centrale J-Expo, Osaka Theater K-Centro Congressi L/M/O-Commercial zone N-Direzione stazione, negozi, biglietteria, informazioni 1-Ingresso città>stazione, scambio dei sistemi di traffico locale/individuale 2-Piazza delle stazioni a/d-Complesso alberghiero connesso all’esistente area di alberghi Livello +1 F-Hotel di lusso I-Residenze duplex J-Residenze singole K-Ufficio O-Ufficio N-Expo, Osaka Theater F-Centro Congressi, Ufficio I-Commerciale J-Ufficio III-IV Phase 3 In una terza fase, il viale può essere esteso verso il fiume, dando vita allo sviluppo dell’attualmente derelitta area industriale tagliata fuori dalla città. L’insieme delle stazioni è connesso alla linea di ferry express, la congiunzione mancante verso l’Aeroporto di Kansai.
54 l’ARCA 210
Pianta del livello -03.00. Plan at level -03.00.
Parcheggio/Traffico stradale A-Parcheggio 1: parcheggio pubblico “grattaterra” A/B su un livello. Ingresso possibile in entrambe le direzioni. Parcheggio per il terminal Ferry express, per il parco adiacente e per i “grattaterra” B-Nuova strada di connessione tra i due lati del viale della stazione, sottostante il flusso dei passeggeri per prevenire le interferenze del sistema /auto/passeggeri e la divisione della trama urbana circostante C-Parcheggio 2: parcheggio pubblico “grattaterra” C/D/E su 4 livelli. Ingresso possibile in entrambe le direzioni. Parcheggio per la nuova Umeda Station, Riverside Park, JR Station e “grattaterra” D-La strada principale esistente rimane intatta. Viene aggiunto un ingresso su entrambi i lati del parcheggio principale delle stazioni. E-Nuova JR Station/Naniwasuji stazione con 12 binari, l’area principale della stazione è collocata subito sopra al contesto urbano, estendendo l’idea dell’ottimizzazione dell’interazione tra stazione, passaggeri e città F-Passando al livello +/-0.00 la strada rappresenta il collegamento mancante tra le due arterie est/ovest attualmente tagliate fuori dalle aree di cargo. Tutti gli accessi/uscite dei parcheggi sono su corsie separate per non interferire col traffico regionale G-Parcheggio 3: parcheggio pubblico “grattaterra” F/G/H/I e nuova JR Station su 5 livelli. Accesso possibile in entrambe le direzioni. Parcheggio per la JR Station e per I centri commerciali locali H-Come F, la nuova strada attraversa l’area senza tagliarla. Può essere usata sia dai passeggeri che dalle auto I-Parcheggio 4: parcheggio pubblico “grattaterra” J/K/L/M su 2 livelli. Accesso possibile da entrambe le strade adiacenti in due direzioni. Parcheggio per “grattaterra” e per la metropolitana J-Parcheggio 5: parcheggio private per il complesso alberghiero su un livello. Accesso possibile in una sola direzione K-Nodo Metropolitana: Umeda Station L-Nodo Metropolitana: Kita Sinchi Station M-Nodo Metropolitana: Kita Sinchi Station II-III Phase 2 In una seconda fase, la Umeda Station sarà ricollocata dove è ora un binario sul lato nord. Ciò estende l’idea di un viale urbano avviato in fase 1 e offre un collegamento con tutte le principali stazioni di Osaka con un sistema lineare, laminare e intelligibile. Le derelitte costruzioni residenziali in legno a nord dell’area saranno così connesse al grande potenziale offerto dal flusso passeggeri e potranno svilupparsi da terreno di scarto in area rivitalizzata.
210 l’ARCA 55
In queste pagine, viste del modello della proposta di Jens Melhan e Jörg Hugo per una nuova strategia urbana legata all’utilizzo delle stazioni nella città di Osaka.
56 l’ARCA 210
These pages, views of the model for the proposal by Jens Melhan and Jörg Hugo for a new urban strategy concerning the utilization of the main stations in Osaka.
210 l’ARCA 57
Due concorsi vinti
Odile Decq/Benoît Cornette
In Neuhaus and in Rennes
“
Un’architettura che si nutrisse solo di architettura sarebbe una scienza morta”, ha osservato Odile Decq in una recente intervista. Non è difficile intravedere nelle sue parole il senso di una lunga ricerca, il riflesso di un lavoro che è andato snodandosi lungo un arco temporale fitto di progetti e di realizzazioni, in cui le premesse iniziali si sono progressivamente affinate e rese più dense dal confronto diretto con la spazio fisico e storico, gli insediamenti, i problemi e, soprattutto, una dinamica culturale parallela e avvolgente. Di ciò sono prova i due progetti che qui presentiamo. Il Museo di Liauing a Neuhaus, in Austria, rivela in prima istanza una intensa riflessione sul rapporto tra architettura e paesaggio, inteso non solo come “ambiente”, ma anche come immagine, forma, metafora profonda della storia e della memoria. La stretta aderenza del costruito alle pieghe del terreno è indice non tanto di impulso mimetico, quanto di volontà di integrazione, di assimilazione dell’artefatto nel naturale, come se la molla progettuale fosse quella della nostalgia, pronta a farsi elemento dinamico e realizzatore. Nel FRAC di Rennes, in Francia, questa riflessione si capovolge. Qui è l’artificio, sottolineato dalla tensione verticale della costruzione, a imporsi come mediazione tra l’architettura e il paesaggio urbano. Il territorio costruito è luogo di emergenze, di innalzamenti, di quinte che scandiscono il panorama, e l’edificio vi si impone come prolungamento, segnale di continuità culturale e, insieme, di intervallo spaziale.
Fin qui siamo però fermi sulla soglia del tema architettonico, all’esterno della sua realtà o, in altre parole, nella sua fase eroica, monumentale. Nel lavoro di Odile Decq, tuttavia, questa fase non è che la premessa a un rapporto umano, sociale, antropologico con l’architettura, compiutamente definita dal suo spazio interno. In entrambi i lavori, infatti, l’attenzione della progettista è sempre pronta a rovesciarsi nella funzione interiorizzata della costruzione. In Liauing, gli spazi interni si dispongono lungo la fluida e continua traiettoria di quelli esterni, ma in modo da esaltare al massimo la funzione espositiva loro riservata. Essi, avverte Odile Decq, “non sono mai centrati, e le prospettive sono tangenziali, in modo da concatenare in sequenza i punti di vista”. Nel FRAC, invece, la tensione verticalizzante della struttura, che ha il suo drammatico culmine nella “frattura” che ne scandisce i volumi, resta sempre in diretto rapporto con una spazialità orizzontale pronta a farsi luogo di relazioni, di esperienze vissute, di conoscenze. L’ambizione è addirittura quella di creare un “paesaggio verticale” nella linea di separazione tra le due parti, in modo tra trasformare l’interno in immagine e fare della fruizione quotidiana un’esperienza estetica. L’architettura di Odile Decq si riconferma qui come “oggetto” permeabile al contesto naturale e segnato da quella che viene definita dall’autrice una “hyper-tension”, ottenuta mediante l’articolazione dinamica degli spazi. In questo senso, le sue opere possono proporsi come una sorta di gangli inseriti nel sistema nervoso dell’ambiente al fine di accrescerne la sensibilità e l’intelligenza. Maurizio Vitta
I
n a recent interview Odile Decq pointed out that “Architecture which feeds off architecture alone would be a dead science”. It is easy to read into his words the experience gained from a long process of research and experimentation that has gradually unfolded through a wealth of projects and constructions, whose underlying premises have gradually refined and become more dense through direct interaction with physicalhistorical spaces, settlements, problematic issues and, most significantly, the enveloping world of culture that has also progressed along parallel lines. This is embodied in the two projects outlined here. Liauing Museum in Neuhaus, Austria, initially displays a careful analysis of how architecture relates to the landscape, taken not only as the “environment” but also as image, form and a profound metaphor for history and the past. The way the building knits tightly into the folds of the ground is not so much a sign of camouflaging as a will to make the artefact fit into nature and be assimilated by it, as if the project were driven along by nostalgia as a dynamic, driving force. by the building’s vertical tension, that makes its presence felt as a mediator between architecture and the cityscape. The builtscape is characterised by emerging features, upward projections and curtain structures that mark the panorama, and the building imposes itself as an extension, a sign of cultural continuity and, at the same time, a spatial interval. But up to this point we are firmly on the threshold of architec-
ture, outside its specific realms or, in other words, in its heroic, monumental phase. But in Odile Decq’s work this phase is just a premise to people-oriented, social, anthropological relations with architecture, fully defined by its interior space. In actual fact, in both works the architect’s attention seems to be ready to be reverted towards the interiorised purpose of building. The interiors of the Liauing project are arranged along the smooth and seamless trajectory of the outside spaces in such a way as to exalt their exhibitory function to the full. As Odile Decq himself says “they are never centred, and the elevations are tangential, so that the viewpoints are linked together in a sequence”. In contrast, the vertically-directed tension of the FRAC structure, dramatically culminating in the “fracture” marking its volumes, is constantly in direct interaction with the horizontal spaces, which are ready to foster relations, lived experiences and knowledge. It actually aims to create a “vertical landscape” along the line separating the two parts, so that the interior is transformed into image and everyday life is turned into an aesthetic experience. Odile Decq’s architecture once again turns out to be an “object” permeable to its natural setting and marked by what is described by its designer as “hyper-tension” obtained through the dynamic layout of spaces. In this respect his works ganglions incorporated in the environment’s nervous system, in order to enhance its sensitivity and intelligence.
Museo Liaunig, Neuhaus
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Odile Decq/Benoît Cornette
Sezione longitudinale. Longitudinal section.
In apertura e in queste pagine, rendering del nuovo Museo Liaunig a Neuhaus in Austria risultato vincitore di un concorso di idee promosso da Herbert Liauning, uno dei principali collezionisti di arte austriaca. Il progetto di Odile Decq sposa la topografia del terreno e riprende attraverso le forme morbide e ondulate delle coperture le curve del paesaggio. Un intervento che “gioca con paesaggio” e genera rapporti di osmosi e reciprocità declinati in ampie superfici vetrate che delimitano i percorsi e le sale espositive.
Pianta del primo piano. First-floor plan.
Pianta del piano terra. Il museo copre una superficie di 4.200 mq e la sua inaugurazione è prevista per la primavera del 2007.
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Opening page and these pages, renderings of the new Liaunig Museum in Heuhaus, Austria, the winning design in an ideas competition organised by Herbet Liaunig, one of Austria’s leading art collectors. Odile Decq’s projects fits in with the topography of the land, and the roof’s soft, undulating forms mirror the curving landscape. A design which “plays with the landscape” and generates osmotic relations of reciprocal influence spread over wide glass surfaces set along the pathways and exhibition rooms.
Ground-floor plan. The museum covers a surface area of 4,200 square metres and is planned to open in spring 2007.
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Frac Bretagne, Rennes
Pianta del piano terra. Ground-floor plan.
Pianta del primo piano interrato. Plan of the first underground level.
Pianta del secondo piano interrato. Plan of the second underground level.
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Esploso assonometrico, rendering e sezioni trasversale e longitudinale della nuova sede del Frac Bretagna a Rennes, la cui inaugurazione è prevista per il 2008. L’edificio, oltre
5.700 mq, si iscrive nello schema della maglia urbana rispettandone la geometria, mentre è la suo interno che si afferma una dimensione spaziale ispirata alla verticalità.
Axonometric blow-up, rendering and cross/longitudinal sections of the new Frac Bretagna headquarters in Rennes, which is planned to open in 2008. The building, covering
over 5,700 square metres, is constructed around the urban web and respects its geometric layout. The interior space is inspired by a sense of verticality.
Da sinistra a destra, piante del primo e del secondo piano. From left to right, plans of the first and second floors.
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All’esterno come all’interno, vengono i materiali sono utilizzati al grezzo con trattamento in superficie. Esternamente: cemento antracite nel volume nord, inox nero-blu colorato nella
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massa per immersione chimica, a sud, e vetro Cool Lite grigio semi riflettente. Rough materials are used for both the outside and inside surfaces. On the outside: anthracite
cement for the north structure, blue-black coloured stainless steel for the chemical immersion section to the south, and semi-reflective grey Cool Lite glass.
La dinamica degli spazi interni è descritta da materiali come cemento chiaro a nord, inox nero-blu e lacca rossa per il volume a sud, rampe e passerelle; cemento lucidato chiaro per i pavimenti, ad
eccezione della resina colorata negli spazi ufficio. Le sale espositive hanno muri e soffitti bianchi, per una più agevole flessibilità, mentre la sala principale, in struttura metallica è rivestita con pannelli
in legno per facilitare le operazioni di montaggio e smontaggio. The dynamic interior spatial layout draws on materials like clear cement to the north, blue-black stainless
steel and red lacquer for the south section, ramps and walkways; shiny clear cement for the floors, except for the coloured resin in the offices. The exhibition rooms have white walls and ceilings to make them
more flexible, while the main hall with its metallic structure is covered with wooden panels to make assembly and dismantling operations easier.
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Giovani per la luce
Koizumi Lighting Design Competition
S
T
i è concluso il diciottesimo Concorso Internazionale di design, per rinnovare la cultura dell’illuminazione, promosso dalla Koizumi, riservato ai giovani studenti d’architettura e di design di tutto il mondo, che ha portato una ventata d’innovazione e di genuina creatività riferita, in particolare, all’oggetto luminoso. Proprio così; ormai si parla e si disegnano non più solo lampade per l’arredo, ma l’attenzione si sofferma, anche da parte delle stesse aziende produttrici, più sull’oggetto che produce luce che non sulla vecchia lampada che illumina l’ambiente. E’ un modo nuovo di affrontare il lighting design, di diffondere la luce in modo soffuso, è un modo per alimentare la sfida alla creatività, quella, ben inteso, legata al concetto dell’ombra e della luce che si uniscono nell’oggetto luminoso; è, in altre parole, il confronto profondo tra le più avanzate tecnologie, foriere di nuovi prodotti, imprevedibili perfino per il vecchio Thomas Alva Edison, grazie all’attitudine e alla creatività propria delle menti giovani. Il tema dell’illuminazione è passato nella storia attraverso le interpretazioni più svariate, dalla teoria corpuscolare di Isaac Newton, al comportamento a forma d’onda di Thomas Young, fino alla teoria della diffrazione di Augustin-Jean Fresnel con le equazioni di James Clerk Maxwell. Nel XX secolo Max Planck e Albert Einstein introdussero la quantizzazione della luce ed è ormai un punto fermo della moderna fisica che la vera natura del raggio luminoso, unitamente alla natura della materia, non sono né onde né corpuscoli, ma presentano le caratterizzazioni tipiche di un’onda o di una particella, secondo come sono prodotte. La nuova intuizione è il modo di unire luce e materia in un connubio generatore di nuove enfasi formali. E’ la luce e il gatto di Erwing Schrödinger, lo scienziato contemporaneo che ha studiato la trasformazione della luce da uno stato corpuscolare di singolo fotone verso uno stato ondulatorio classico. L’esempio ormai affonda nelle nuove teorie quantistiche. Insomma cervello e luce nelle nuove generazioni si fondono, collegandosi ad una filosofia esistenziale capace di trarre dalle forme del raggio luminoso un innalzamento alla qualità della vita. Sono le nuove forme destinate a influenzare i comportamenti attraverso il nostro intorno. E’ questo il duro lavoro chiamato creatività, che ferma la nostra attenzione per come si svincola dai luoghi comuni. I giovani che hanno partecipato al Concorso indetto dalla Koizumi esprimono una determinazione e una convinzione all’evoluzione del progetto verso il nuovo, non tanto per una forma d’identità competitiva, ma col profondo desiderio di generare l’utile unitamente al bello. E’ vero! In questi tempi difficili, capita spesso di sentire persone che si appellano alla naturale creatività come a una sicura ancora di salvezza di fronte alle minacciose prospettive di concorrenza internazionale. La creatività, viceversa, è un possibile punto d’arrivo di un percorso disseminato di trappole e di vicoli ciechi, che richiede, soprattutto, costanza e determinazione. E’ fuori dubbio, allora, che la creatività nasce dai confronti di più intelligenze, come in questo caso, caratterizzato dalla fusione di coetanei, piuttosto che dall’intuizione isolata del singolo. E’ certo, in ogni modo, che piuttosto di coltivare una visione progettuale magica e irrealistica è meglio cercare di capire quali sono i fattori che impediscono al nostro pensiero d’essere produttivi. I giovani e i giudici del 18° Concorso Internazionale della Koizumi hanno mostrato una vera e propria possibile produzione. Mario Antonio Arnaboldi
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An Bairui, “Or So Light of Chaperonage” (Gold Award), lampada portatile con 10 LED che può essere legata alla gamba o al braccio o posizionata a terra e
leggermente gonfiata/portable lamp made of 10 LEDs that can be tied to a leg or arm ofr unfolded on the round and used by filling a little air-bag with air.
he 18th International Lighting Design Competition to upgrade lighting organised by Koizumi, only open to young students of architecture and design from all over the world, has brought a waft of innovation and genuine creativity to luminous objects in particular. That is right. Nowadays, the talk and design work is not just about lights serving furnishing purposes, it actually focuses (even in the case of manufacturers) more on the object producing light than on the old lamp lighting up the environment. This is a new way of looking at lighting design and diffusing dim light, it is a way of encouraging the kind of creativity connected with the idea of shade and light combining to form a luminous object; in other words, it draws on the latest technology to create new products, which not even good old Thomas Alva Edison could have imagined, thanks to the attitude and creativity of young minds. Light has been interpreted in all kinds of way throughout history, ranging from Isaac Newton’s corpuscular theory to the wavelike behaviour detected by Thomas Young and Augustin-Jean Fresnel’s theory of diffraction drawing on James Clerk Maxwell’s equations. In the 20th century Max Planck and Albert Einstein introduced quanta of light, now a mainstay of modern physics indicating that the real nature of a ray of light and its matter is neither a wave nor a particle, but a combination of both depending on how it is produced. This new way of thinking provides the means of combining light and matter into a new package. This is light and Erwing Schrödinger’s cat, the modern-day scientist who studied how light could be transformed from a particle state as an individual photon into a classic wave state. This is now part of the latest quantum theories. According to contemporary thinking, the brain and light are mixed, linking up to a philosophy of light capable of raising the quality of life through the forms of light rays. These new forms will influence our behavioural patterns through the surroundings. This is that hard task known as creativity, that focuses our attention on breaking free from common places. The young people who took part in the competition organised by Koizumi are firmly convinced that design can project towards the new, not so much out of their competitive spirit but due to a real desire to combine beauty and utility. And they are so right! During this tricky period in time, you often hear people referring to natural creativity as if it were a reliable safety net against the threatening prospects of international competition. On the contrary, creativity potentially lies a the end of path strewn with traps and blind alleys, that calls for great determination and constancy. This means that creativity comes from pooling our mental resources (as in this case of lots of young people working on the same project) and not the ideas of isolated individuals. In any case, there can be no doubt that, rather than toying with some magical and unrealistic vision of design, it is much more useful to try and understand what factors might prevent our brains from being productive. The young people and judges involved in the 18th Koizumi International Lighting Design Competition have shown the way.
Agnieszka Grzegorczyk, “Lightime-My Private Sun” (Silver Award), lampada da soffitto appesa a cavetti di acciaio dentro cui corrono i fili elettrici e da tubi fluorescenti modellati/ceiling lamp installed to steel tube with electrical cable inside and modeled power saving fluorescent light.
Eri Ikeda, “Can of Light” (Silver Award), luce di emergenza portatile resistente agli urti/emergency transportable shock-resistant light.
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Iulio, elo di elang ared Fire” h ic M e-Sh ), “Flam ze Award to da a n o iv r r e B ( tto d fuoco progeicerca sul luce r i a d n e u font l come acro e ne nel m cosmo micro
ed e rito focus e comle/project about ia soc research ource in on a aslight s “fire” o- and macr -cosmos tion of micro s celebra and a l rites. socia
Diana Yu-ju Lin, “Rae to Rei” (Bronze Award), lampada cuscino a batteria costituita da LED avvolti in bolle di silicone dotate di fessure cosicché quando vengono premute fanno filtrare più o meno luce/pillow battery operated lamp made of LEDs lights with silicone bubbles wrapped around them; on the silicone there are slits, so when people hug or squeeze them more light can come through.
Caroline Noordjik/Florian Ortkrass, “Split 68” (Bronze Award), lampada costituita da moduli estrusi di varia grandezza agganciati a un tubo di acrilico
contenente luce fluorescente; i moduli possono essere ruotati a piacere per ottenere il tipo di luce desiderata/lamp constituted by extruded modules of different
length clipped onto an acrylic tube containing the fluorescent light source; the modules can be splitted and rotated to have the required kind of light.
Akiko Nishino, “No Limit-MU GEN” (Bronze Award), lampada realizzabile per essere applicata a parete, soffitto, terra o tavolo, utilizzando l’antica arte dell’origami a partire da un foglio di carta quadrato/lamp for wall, ceiling, floor or table, realized applying to a square sheet of paper the ancient art of origami.
Tama “Ben ra Lee Ru lamp d” (Bronze shlow, comp da pa ada con v Award), wall, onibili/lam o tavorete, soffitersioni to lo con versioceiling or p for modu comp ns with table li osable modu les.
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Sopra/above, Norihiko Terayama, “Pick the Light”. A destra/right, YOON, Jisoo Suzy/KIM, Jung-Hoon/YU, Soung Min, “3 in 1: Reinvention of Recycling Bin”.
Xia Huichao, “Clamp Light”.
Sopra/above, Shinya Kosugi, “ElmetElsheet+helmet”. A destra/right, Yoko Hattori, “Warm Shoes Lamp”. Sotto/below, Keigo Usgawa/Hiroomi Nakamura/Namiko Mizutani/Ibuki Hikita, “Cube Lamp”.
Shing “Mell o Arada, oni”.
kano, ”. m iro Na Yuich santhemu “Chry
Jakub Mikolaj Jagiello, “QBA”.
oadesLamp”. m Rh Willia a, “Happy Pater
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Senza acqua
Design Lab Competition
I
l design cerca idee. I cali dei consumi, le difficoltà della ripresa economica a livello mondiale, le inquietudini dei mercati, le incertezze dei consumi, spingono i grandi produttori ad affinare gli strumenti della creatività per saggiare nuovi percorsi, individuare tendenze meno labili, cogliere i vaghi segnali del mutamento. Ed ecco, oltre agli spazi riservati ai giovani nelle grandi esposizioni internazionali, i concorsi per i progettisti della prossima generazione, osservatorio privilegiato per saggiare a un tempo il livello di creatività e le inclinazioni nei comportamenti di consumo propri dei futuri protagonisti della storia. In questa prospettiva s’inserisce autorevolmente il “Design Lab”, concorso indetto dalla Electrolux (www.electrolux.it) e riservato agli studenti di tutto il mondo. Giunto ormai alla sua terza edizione, il concorso si propone di “sfidare” i giovani a ideare nuovi modelli di elettrodomestici, capaci di far fronte alle più immediate esigenze dei consumatori contemporanei. Per evitare pericolose generalizzazioni, però, questi sono stati identificati secondo precisi segmenti culturali, puntando, per esempio, a “quelli che hanno bisogno di un po’ più di tempo e che ricercano la facilità d’uso”, oppure a “quelli che cercano elettrodomestici che riflettano il loro stile di vita e abbiano design e caratteristiche straordinari”. Le indicazioni restano, come si vede, alquanto vaghe, ma sono servite a orientare i partecipanti, liberi poi di approfondire le ricerche per proprio conto. Al concorso hanno partecipato oltre tremila studenti, provenienti dalle università di 88 Paesi. Il primo premio è stato assegnato ad “Airwash”, una unità di lavaggio senza acqua, progettata da Wendy Chua e Gabriel Tan, di Singapore. L’apparecchio non ha bisogno di acqua e detergenti per lavare, ma utilizza un getto pressurizzato di aria e ioni negativi, ovvero le stesse armi utilizzate dalla natura per la pulizia. Anche il design di questo elettrodomestico del futuro è radicalmente innovativo: esso infatti può essere collocato in qualunque punto della casa, grazie alla sua forma plastica che ricorda quella di una cascata, e al pannello di comando che “galleggia” sulla superficie ed è posizionabile a piacere. Oggetto tecnico e artistico insieme, “Airwash” raggiunge in effetti un rassicurante equilibrio tra semplicità e complessità, rigore formale e valori funzionali, tecnologia sofisticata e imperativi ecologici, tali da soddisfare le presumibili tendenze dei modelli abitativi e comportamentali del prossimo futuro. Le medesime caratteristiche si rinvengono, in misura minore, negli oggetti che hanno ottenuto il secondo e il terzo premio. Anche “The Flavor of Sunshine”, progettato dagli studenti della Zhejiang University in Cina, è una lavatrice, che sfrutta i tradizionali sistemi di lavaggio (ammollo, strizzatura e asciugatura al sole) convertendoli in operazione tecnologiche, grazie a un’unità di energia solare che consente di asciugare i panni alla luce di un sole artificiale, con conseguente sbiancatura di antica concezione. “Happy Feet” degli Studenti della Korea University of Technology and Education, invece, tende a rivoluzionare il nostro rapporto con le scarpe e il moto ricorrendo a un sistema di pulitura e igienizzazione delle calzature a base di carbone e raggi ultravioletti con effetti sterilizzanti. In pratica, in tutte le proposte affiorate dalla terza edizione di Design Lab si ripete lo schema su cui insiste variamente tutta la progettazione attuale: la natura ispira l’artificio tecnologico, che si trasforma infine esso stesso in natura, quantunque artefatta. Lo scenario sul quale questi oggetti vengono proiettati non è però immediato, giacché il termine temporale che a norma di concorso li rende plausibili è quello del 2020. Non per nulla si tratta solo di concept, ovvero di scandagli gettati nelle oscure profondità del nostro avvenire. Tuttavia, in essi sono forse intuibili non tanto le trasformazioni future, quanto il loro orientamento, vale a dire le indicazioni di massima sulle quali si può cominciare a lavorare fin da oggi. Maurizio Vitta
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Soft Refrigerator è un frigorifero mobile. La dimensione si adatta alla quantità di cibo. La membrana esterna isola il contenuto e conferisce all’elettrodomestico un look morbido e accattivante.
La colonna centrale sostiene il peso e conduce il freddo ai vari livelli. Soft Refrigerator is a mobile refrigerator. The size adapts to the amount inside the cooling chamber.
The soft-membrane coat insulates the contents and gives the appliance a soft, alluring look. The center pillar sustains the weight of the fridge and transports cool to each layer.
Wendy Chua-Gabriel Tan, Singapore (1° premio Electrolux-DesignLab): AirWash è una lavatrice senza acqua e detergenti per la casa del 2020. Per pulire, utilizza aria pressurizzata e ioni negativi – come in natura. La sua forma si ispira alle cascate, generatrici di ioni negativi in natura. Wendy Chua-Gabriel Tan, Singapore (1st prize Electrolux-Design Lab): AirWash is a waterand detergentless washing machine for the home of 2020. It cleans clothes with pressurized air and negative ions – nature’s cleansing agent. Its form is inspired by the waterfall, nature’s negative ion generator.
Studenti della Zhejiang University, Cina (2° premio Electrolux-Design Lab): Il Flavor of Sunshine è un nuovo concetto di lavaggio ispirato al potere del sole che utilizza l’antico metodo di lavaggio dei vestiti: lavare, centrifugare, asciugare e sbiancare al sole. L’unità solare simula l’irraggiamento pomeridiano. Il design riunisce il cerchio e il quadrato che rappresentano un piccolo universo secondo le credenze della tradizione cinese.
Students of Zhejiang University, China (2nd prize Electrolux Design Lab): The Flavor of Sunshine is a new washing concept inspired by the power of sunshine, utilizing the age-old methods of cleaning clothes: washing, spinning, and sun-baking. The solar unit simulates afternoon sunshine. The design is a round top and a square base, which mirrors a small universe, according to tenets of the Chinese people.
Il sistema di lavaggio KaioWAVE funziona sia come lavatrice che asciugatrice, utilizzando luce ultravioletta-C e ossigeno a radicali liberi per pulire e igienizzare i vestiti. Non ha bisogno di elettricità né di acqua né di detergenti e richiede una manutenzione minima. KaionWAVE washing system acts as both a washer and dryer, using ultraviolet-C light and free radical oxygen to clean and sanitize clothing. It’s wireless, waterless and requires no chemicals and minimum maintenance.
210 l’ARCA 73
DustMate combina pulizia ed esercizio. Con DustMate le scarpe sono usate come strumento per pulire, risucchiando lo sporco all’interno di un’apposita cavità nella suola mentre si cammina.
Dust Mate combines cleaning and exercise. With DustMate, shoes are used as a cleaning apparatus, sucking dirt into special shoes as you walk.
UmbiFridge combina due frigoriferi, madre e derivazione. L’unità madre può essere connessa via cavo e tenuta in cucina, mentre la derivazione può essere portata nelle diverse stanze, in terrazza o in giardino.
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esign is looking for new ideas. Consumer buying is on the decrease, the economy is struggling right across the globe, markets are in a worrying state, and the uncertainties of consumers are forcing major manufacturers to sharpen their creativity, so as to test out new approaches, pinpoint less fleeting trends, and capture the weak signals given off by the changes under way. So, in addition to the usual space young people are allocated at big international shows, there are now special competitions for the latest generation of designers, a sort of privileged watchtower for probing both the level of creativity and consumer inclinations of history’s future players. This is the context in which we have “Design Lab”, a competition organised by Electrolux (www.electrolux.com) and reserved for students from all over the world. Having now reached its third edition, the competition sets out to “challenge” young people to design new home electrical appliances capable of facing up to the latest demands of modern-day consumers. To avoid reckless generalising, these appliances were set in very definite cultural categories, focusing, for instance, on “people who need a little more time and are looking for ease-of-use” or “those looking for electrical appliances reflecting their lifestyle with startling design features”. As we can see, the guidelines are rather vague, but they did help guide the competition entrants, who were then free to follow their own lines of research and experimentation. Over three thousand university students from 88 countries entered the competition. First prize was awarded to “Airwash”, a waterless washing unit designed by Wendy Chua and Gabriel Tan from Singapore. The appliance does not need water or washing powder and just uses a jet of pressurised air and negative ions or, in other words, the same weapons nature uses for cleaning purposes. This electrical appliance of the future also has a very innovative design: it may be stored anywhere in the home, thanks to its sculptural shape reminiscent of a waterfall and control panel that “floats” over the surface, and it may be positioned as required. “Airwash” is simultaneously a technical and artistic object achieving a reassuring balance between simplicity and complexity, stylistic precision and practicality, sophisticated technology and ecological imperatives, so as to meet what will presumably be the emerging trends in the living and behavioural patterns of the near future. The same distinctive traits also reappear, to a lesser extent, in the objects which came second and third. Even “The Flavor of Sunshine”, designed by students from Zheijian University in China, is a washing machine using conventional washing processes (soak, rinse and dry in the sun) that are converted into technological operations thanks to a solar-powered unit allowing clothes to be dried in artificial sunshine, producing an old-fashioned whitening effect. “Happy Fleet” designed by students at the Korea University of Technology and Education tends, in contrast, to revolutionise how we view shoes and motion by adopting a shoe-cleaning system based on carbon and ultraviolet rays generating sterilising effects. Basically, all the ideas emerging from the third edition of Design Lab reiterate the same basic scheme as the rest of modern-day design: nature inspires technological artifice, which itself eventually turns into (artificial) nature. But these objects are not designed to be projected onto the contemporary scene, because the competition stipulates that they are to be envisaged for the year 2020. Hence they are just concepts or, in other words, ways of fathoming the darkest depths of our future. What, perhaps, can in fact be sensed in these designs is not so much changes that will take place in the future as the direction they will take: i.e. general guidelines on which we can start working right away. Maurizio Vitta 74 l’ARCA 210
Studenti della Korea University of Technology and Education (3° premio Electrolux-Design Lab): Happy Feet è una soluzione per la pulizia e l’igienizzazione delle scarpe che usa carbone e raggi ultravioletti. La forma a loto e un gioco di luci mentre è in funzione lo rendono anche uno spettacolo.
Students at Korea University of Technology and Education (3rd prize Electrolux-Design Lab): Happy Feet is a solution for cleaning and
Umbi Fridge combines two refrigerators, one the mother and the other her offspring. Sometimes connected by a cable, the mother unit (base) is kept in the kitchen. The smaller unit can be toted to different rooms, or to the terrace or garden for a picnic.
sanitizing shoes which uses charcoal, and ultraviolet rays. Sleek lotus shape, and a spectacular light show when it operates.
In “hwa-seok - The Flaming Stone” le pietre vengono riscaldate tramite induzione elettromagnetica. Le pietre costituiscono il piano di cottura. Per pulire basta rimuoverle e lavarle nell’acqua.
Oxygen ClothesPin è un appendiabiti che usa la tecnologia a ioni per rimuovere l’odore di fumo dai vestiti in modo conveniente, economico ed efficace.
In “hwa-seok - The Flaming Stone” stones are heated and regulated by electromagnetic induction. The stones provide the cooking surface. Easy to clean, just remove stones and wash them.
Oxygen ClothesPin is portable device which uses ion technology to remove cigarette smoke from clothes in a convenient, timesaving, and cost-efficient manner.
210 l’ARCA 75
Arte in movimento
S
ono passati vent’anni dalla fondazione della “Biennale de l’Image en Mouvement”, detta BIM. Ha sede a Ginevra e si occupa di film d’artista, video, installazioni multimediali ecc. Se alcune delle varie iniziative di quest’anno si sono chiuse a metà novembre, altre durano fino a metà gennaio. Ad esempio “Wonderbox”. Si tratta di 3 installazioni una delle quali è realizzata in tandem da Christelle Lheureux (Francia, 1972) e Apichatpong Weerasethakul (Tailandia, 1970). Il loro lavoro si intitola Ghost of Asia ed è del 2004. I due fanno agire il loro attore su un’isola tailandese. Null’altro egli deve fare che essere docile alle intenzioni e ai capricci di tre bambini i quali, infatti, lo fanno agire come fosse una marionetta. Il film mette in evidenza le reazioni psicologiche connesse con un ambiente speciale. La seconda installazione è di Marijke van Warmerdam (Paesi Bassi, 1959), artista che di solito lavora con foto, scultura, film, video e altro, materiali che elabora verso il senso del magico e del fantastico quale dimensione di contrasto con i fatti quotidiani da cui peraltro parte. Tutto ciò è esemplificato dal lavoro presentato, Met Loss Handen (2004), che è giocato al limite tra astrazione e realtà: in primo piano la ruota e lo sterzo di una bici accampata in modo che il lettore si trovi spazialmente e visivamente nel posto del biciclettista alla guida. La terza installazione di “Wonderbox” è della più che trentenne svizzera Zilla Leutenegger. Ella sovrappone video e disegno. Le sue installazioni (video-drawings) presentano atmosfere incantante. Questo gioco di disegno e video è felicissimamente realizzato in Bedroom (2005). L’obiettivo principale del Centro per l’Immagine in Movimento è di far conoscere attraverso la BIM artisti svizzeri, soprattutto giovani; ma ciò non ha impedito finora di dare ampio spazio anche ad autori, rinomati o nuovi, rappresentativi delle aree geografiche più disparate e lontane. Ciò con delle retrospettive e la presenza ufficiale di ben individuate aree geografiche. Quest’anno s’è trattato del cono sud del Sudamerica, ossia Argentina, Cile e Uruguay. Per il 2005 le retrospettive sono state dedicate al cileno Raúl Ruiz, allo statunitense Stan Bakhage e al francese Michel Auder. Ruiz, nato nel 1941, è stato artista impegnato socialmente con simpatie per Allende. Dopo il colpo di stato cileno del ’73, si trasferisce a Parigi. Ma nel 2004 ritorna in Cile dove gira Dias de campo ricco di vena intimistica. Sessantenne, Michel Auder appartiene alla Nouvelle Vague francese e coltiva il cinema sperimentale guardando ora a Godard ora a Warhol. Un giorno a Parigi incontra Viva che fa parte del gruppo di Andy Warhol. I due si sposano e vivono a New York. Tant’è che Auder riprende luoghi e fatti della propria esistenza ambientati nella Grande Mela. Stan Bakhage, classe 1933 (muore nel 2003) è un lirico pur rimanendo uno sperimentale. Buona parte della sua produzione (circa 300 lavori) è fatta con il trattamento dell’immagine direttamente sulla pellicola. Egli è molto vicino tra l’altro ai pittori astratti americani, da Jackson Pollock a Clifford Stikll, a Hans Hoffman e forse è per una sintonia con quell’arte esistenzialistica che Bakhage realizza quasi sempre film muti. Una speciale sezione, detta Focus, è stata riservata alle ultime generazioni di artisti noti e presenti in precedenti edizioni di BIM. Merita ricordare Emmanuelle Antille (1973). Martin Sastre (Uruguay), Avi Mograbi (Israele, 1956), Sarah Morris (USA, 1967) Runa Islam (Bengladesh, 1970). Una sezione particolare si è chiamata “Cartes Blanches”. Tre specialisti hanno avuto l’incarico di rimescolare opere storiche e recenti. Ci hanno pensato Rodrigo Alonso, uruguayano che insegna in Argentina critica d’arte dei nuovi media; Nestor Olhagaray, cileno, direttore della Biennale di Santiago e professore di nuove tecnologie; Jorge La Ferla, argentino, docente di tecniche audiovisive e tra i fondatori, nel suo Paese, del movimento per l’arte-video. Carmelo Strano 76 l’ARCA 210
Nella pagina a fianco dall’alto in basso/opposite page from top down: Marijke Van Warmerdam, Met losse handen, 2004; Erik Bullot, Le Jardin chinois, 16 mm, 1990; Christelle Lheureux and Kick the Machine, Ghost of Asia, 2005; Raúl Ruiz, Les trois couronnes du matelot, 1982. A sinistra dall’alto in basso/left from top down: Xavier Veilhan, Le Film du Japon, 8’.30’’, 2002; Martin Sastre, Bolivia 3: Confederation Next, 15 min., 2004; Raúl Ruiz, Trois tristes tigres, 1969; Michel Auder, Chelsea Girls with Andy Warhol, 1971-1976, 88 min., 1994.
Moving Art
T
wenty years have passed since the “Biennale de l’Image en Movement”, or BIM, was founded in Geneva. The event concerns artists’ films, videos, multimedia installations, etc. Although some of this year’s initiatives closed in mid November, others are continuing until mid January. “Wonderbox”, for instance, which includes three installations that were created by Christelle Lheureux (France, 1972) and Apichatpong Weerasethakul (Thailand, 1970). Their work, which is entitled Ghost of Asia and was completed in 2004, involves an “actor” on a Thai island. All he has to do is put himself at the service of three children, who, in fact, keep him moving, like a puppet. The film highlights the psychological reactions that arise in particular conditions. The second installation is by Marijke van Warmerdam (Netherlands, 1959), an artist that usually works with photographs, sculptures, videos and other material, which she elaborates into a magical, fantastic dimension which contrasts with the everyday facts she actually begins with. All of this is evident in the work presented at the Biennial: Met Loss Handen (2004), which is on the border between abstraction and reality, and features a bike’s wheel and handlebar set in such a way that the onlooker feels spatially and visually as though he/she were actually riding the bike. The third installation, Wonderbox, is by the Swiss artist Zilla Leutenegger, who is over thirty years old. She juxtaposes videos and drawings. Her video-drawings, in fact, present enchanted atmospheres, and are wonderfully represented by her Bedroom (2005). The center’s main gaol is to launch (especially young) Swiss artists, but until now both renowned and new authors from all around the world have participated in the Biennial. This is due to a number of retrospectives, as well as the official presence of specific geographical areas. This year, the southern tip of South America was involved, i.e. Argentina, Chile and Uruguay. For the 2005 edition, the retrospectives were devoted to the Chilean artist Raùl Ruiz, the American Stan Bakhage, and Michel Auder, from France. Ruiz, who was born in 1941, has always been a socially involved artist with a bent for Allende. He moved to Paris after the 1973 coup d’état in Chile. But in 2004 he went back to Chile to shoot Dias de campo, which has a strong intimist vein. The sixty-year-old Michel Auder belongs to the French Nouvelle Vague, and is involved in experimental movie-making, along Godard or Warhol’s lines. One day in Paris he met Viva, who was part of Andy Warhol’s group. The two got married and live in New York. In fact, Auder’s work traces sites and facts that concern his own life and are set in the Big Apple. Stan Bakhage, who was born in 1933 (he died in 2003) is a lyricist, despite remaining and experimentalist. A large part of his production (about 300 works) is implemented by working on the image directly on film. He is very close to abstract American painters such as Jackson Pollock, Clifford Stikll and Hans Hoffman, and perhaps it is due to this kind of existential art that Bakhage almost always produces silent films. A special section called Focus is devoted to the latest generations of renowned artists who were also present in former editions of BIM. Worth mentioning, Emmanuelle Antille (1973), Martin Sastre (Uruguay), Avi Mogabri (Israel, 1956), Sarah Morris (USA, 1967), Runa Islam (Bangladesh, 1970). A special section is called “Cartes Blanches”. Three specialists were asked to rake up historical and recent works. The three who took up the task are Rodrigo Alonso, who is from Uruguay and teaches art criticism in the new media in Argentina; Nestor Olhagaray, the Chilean director of the Santiago Biennial and full professor in new technologies; Jorge La Ferla, from Argentina, who teaches audiovisual techniques and is one of the founders of the art-video movement in his country. 210 l’ARCA 77
Piero Bottoni al cinema “Realism” in architecture
A
lla chiusura della Va Triennale (1933), Bottoni pensa che gli italiani non abbiano capito granché di che cosa sia l’architettura moderna, e gli viene un’idea importante, come lui dice, che comunica rapidamente all’uomo più “mediatico” del momento: Pietro Maria Bardi. “Che cosa resterà di essa? – chiede Bottoni alla fine dell’esposizione – Il palazzo di Muzio e forse le colonne di Baldessari.1 Dalla documentazione dell’architettura moderna non perduta, specialmente per l’errore di come fu impostata anarchicamente la mostra dell’abitazione, non si sarà tratto un insegnamento di vita. Il pubblico non avrà compreso perché sono così fatte le abitazioni moderne e come in esse si vive. Per questo ti propongo di sviluppare con me questa che credo sia una importantissima idea: creare un film documentario della vita moderna nelle costruzioni e nell’ambiente moderno.
I fini:propagandare in Italia, con un mezzo di formidabile diffusione popolare, un’idea che è solo finora dei circoli ristretti e che vive come un miracolo anche in essi perché non esistono diffusi ambienti di architettura moderna. Questo documentario giungerà fulmineamente dove nessun ‘Quadrante’2 arriverebbe mai. I mezzi: il film con documentario può essere fatto dall’Istituto. Luce con contributi che potranno essere anche della Triennale e se necessario di qualche ditta di materiali (linoleum, porte speciali, finestre, ecc.). A questo bisognerebbe giungere solo se necessario per non togliere il carattere di indipendenza che il film potrebbe avere. Inoltre anche altri enti (antitubercolari) potrebbero essere chiamati a contribuire. Il film dovrebbe però essere particolarmente originale e studiato nel tema. Tema. 1° parte. Vita nelle case antiche – contrasto fra necessità di vita e possibilità – case operaie, case Borghesi – contrasto con
mezzi di trasporto, officine, uffici, aereoporti – Vita nelle case moderne, per i vecchi per i poveri – Vita all’aperto, sanità, sole, gioia di vivere (i naturisti daranno dei soldi per le visioni dei loro parchi). Occorre legare fra loro questi elementi considerando dei vari padiglioni sfruttabili solo quelli che noi pensiamo moderni (cioè 5 o 6 in tutto). In questa scelta sarà la critica dichiarata alla architettura falso moderna della Triennale. Il film dovrebbe essere girato verso il 15 agosto o forse in questo mese stesso, ma prima occorrerebbe studiare assieme il canovaccio su elementi che io ho già qui raccolto e su quelli che suggerirai tu. Questo lo schema con nuove idee o sviluppi (che) anche tu dovresti dare. Scrivimi qualcosa. Bottoni”
L’invito al fare cinema “moderno” è raccolto da Guido Fiorini, architetto, che ha inventato e sta perfezionando un modo “rivoluzionario” di costruire, la “tensistruttura”, che piace molto a Le Corbusier e che sarà largamente impiegato a Brasilia e a Milano da Oscar Niemeyer, da Lina Bo Bardi a San Paolo, etc. Il film di cui si parla Viaggio di nozze con l’80% è ambientato in uno spazio domestico progettato da Fiorini e perfettamente realizzato negli studi della S.A.P.F., con un soggetto di Aldo de Benedetti, mentre la sceneggiatura è del Conte Brancoli. Tra i pochi attori figura Giacomino “straordinarissimo automa”, disegnato dallo stesso Fiorini; il regista è Guido Frignone, commento musicale e musica di Cesare Andrea Bixio. “Io sono stato chiamato a realizzare le scene relative agli interni della casa di un industriale”, scrive Fiorini. “Un grande ambiente centrale alto 6 metri comprendente due piani secondari di 3 metri Nella pagina a fianco, pianta e sezione dello spazio domestico progettato da Guido Fiorini per il film Viaggio di nozze con l’80%. A sinistra, l’automa Giacomino, disegnatola Fiorini, tra i protagonisti del film. Opposite page, plan and section of home space designed by Guido Fiorini for the film entitled Viaggio di nozze con l’80%. Left, the robot Giacomino, designed by Fiorini, one of the stars of the film.
Padiglione della Stampa, Quinta Triennale di Milano, 1933, aspramente criticato da chi non comprese la grande finezza dell’opera, a partire da Edoardo Persico/Press Pavilion, 5th Milan Triennial, 1933, bitterly criticised by those who failed to see the great elegance of this work, namely Edoardo Persico. 2 “Quadrante” era il nome della rivista che Pietro Maria Bardi dirigeva insieme a Massimo Bontempelli/ “Quadrante” was the name of the magazine Pietro Maria Bardi ran together with Massimo Bontempelli. 1
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di altezza ciascuno. Dal piano secondario inferiore si accede al piano secondario superiore per mezzo di una scala a giorno rettilinea. Il piano secondario superiore si sviluppa a destra e a sinistra dell’ambiente centrale e le due parti sono collegate fra di loro con una passerella.” “Il bar con la piccola tabaccheria e il suo divertente tiro a segno è il “fumo” in cui si svolge l’azione…”. “L’ingresso dell’appartamento ha il carattere di un giardino d’Inverno: collezioni strane di piante tropicali. La luce passa attraverso grandi oblò che sono nello stesso tempo gabbie di pappagalli. Uno specchio d’acqua (al livello del pavimento) sul quale si riflette una meravigliosa autentica scultura greca di scavo, rappresentante un ermafrodito.” “Nemico di tutte le assurde imitazioni di antichità e dei brutti oggetti antichi, ritengo con Le Corbusier, che le vere opere d’arte del passato, intelligentemente piazzate, possono trovare benissimo il loro posto vivente nella casa più moderna. Così le lunghe vetrine della grande sala centrale contengono una preziosa collezione di vasi e di piccole sculture Atzeche ed Incas. Così in tutta la casa vi sono altre applicazioni di questo concetto.” Autentiche statue greche antiche, vasi e sculture Atzeche e Incas, pappagalli nelle finestre… forse non è proprio ciò che il buon Bottoni immaginava, ma resta comunque interessante questo esercizio che in qualche modo riflette le ambizioni e le speranze di una piccola borghesia urbana nazionale. Un modo di pensare “americano” sotto le spoglie dell’italianità degli anni Trenta. In ogni caso, è una piccolissima “lezione” per modeste masse capaci di leggere quel messaggio. Ma l’avventura cinematorafica del “razionalismo” italiano non finì con questo film, anzi dalla frequentazione di Bardi con Zavattini, de Sica e altri nacque il “Realismo” Italiano, sempre a partire dal fare architettura e città. I nostri infatti, muniti di cinepresa mobile, grande rarità per il tempo, filmarono i lavori di “risanamento” dei fori imperiali, ma più particolarmente essi filmarono il lavoro di un muratore sul cantiere, seguendolo poi nel suo rientro nella modesta casa di periferia, con la vita di famiglia, la moglie, i figli, i pasti, e infine il meritato riposo per tutti. Per questa ragione e per altre, lo stesso Zavattini nel dopo-guerra coniò il termine notissimo di “neo-realismo”, per indicare un interesse speciale per la vita quotidiana coi suoi fatti anche banali e con attori spesso “presi” nella strada. Di fronte a tutto questo, l’imbarazzo maggiore, dal punto di vista culturale, ci viene dal constatare che il “Movimento Moderno” scivolasse verso il “realismo” più puntiglioso piuttosto che esplorare gli spazi a lui più vicini e congegnali, come l’astrattismo, per esempio…D’altra parte è ormai noto e assodato che gli intellettuali italiani facevano il “Moderno” con tante riserve e compromessi di fronte alla ben più strutturata cultura moderna tedesca, fin lì già largamente sperimentata da almeno un paio di secoli in ogni campo del sapere e del saper fare. In questo senso, si può dire che in Italia non ci fu l’attuazione di una specifica ideologia generale riconoscibile in ogni aspetto della produzione culturale. Di fatto, da noi ognuno era un caso a parte, ovvero a modo suo, senza il sostegno di un apparato filosofico sperimentato e prolifico. Basti osservare queste foto di scena, sono tutte “citazioni” che vengono da fuori, ossia dal Nord dell’Europa. Riccardo Mariani
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W
hen the 5th Triennial (1933) drew to a close, Bottoni did not think the Italian people had understood much about what modern architecture was about, and a bright idea came to him, as he said himself, that he told the leading “media” man of the moment about right away: Pietro Maria Bardi. “What will be remembered about it? – he asked Bottoni at the end of the exhibition – Muzio’s building and perhaps Baldessari’s columns 1. Any records of modern architecture that do not get lost, mainly due to the way the exhibition on housing was so anarchically organised, will not have taught us anything useful. The general public will not understand why modern homes are built like this or how they ought to be lived in. That is why I want you to work on this really important idea with me: to create a documentary film about modern life in modern constructions in the modern world. We could use this extremely popular medium to spread an idea which, as yet, is confined to very closed circles and miraculously survives despite the lack of awareness about modern architecture. This documentary would be a lightning fast way of getting where no ‘Quadrante’ 2 would ever reach. The means: “Istituto Luce” could film a documentary with contributions from the Triennial and, if need be, from some materials suppliers (linoleum, special doors, windows etc.). There is no need for any extra help, unless absolutely necessary, so as to keep this an independent film. Certain organisations (anti-tuberculosis ) might also be asked to take part. In any case, the film ought to be carefully devised to be particularly original. Theme. 1st Part. Life in old-fashioned homes – contrast between living necessities and possibilities – workers’ housing, middle-class housing – contrast with means of transport, workshops, offices, airports – Life in modern housing for the elderly and needy – Outdoor life, health, sunshine, joy of living (nature-lovers would pay to see their own parks). These different aspects need to be brought together, only taking what we consider to be modern pavilions (i.e. 5 or 6 in total) as feasible ones. This will be our way of openly criticising the Triennial’s mockmodern architecture. The film ought to be shot around 15th August or perhaps even this month, but first we need to get together and carefully study the scenario I have developed and any input you might have. These are the sort of new ideas and developments (which) you ought to be working on, too. Write back and let me know what you think. Bottoni” This invitation to shoot a “modern” film” was taken up by Guido Fiorini, an architect who had invented and was then perfecting a “revolutionary” way of building, “tensile structures”, which so impressed Le Corbusier and which were put to extensive use in Brasilia and Milan by O. Niemeyer, and Lina Bo Bardi in S. Paolo, etc. The film being talked about, entitled Viaggio di nozze con l’80%, is set in a home environment designed by Fiorini and perfectly constructed in the offices of the S.A.P.F., based on an idea by Aldo de Benedetti, while the screen play was written by Count Brancoli. The few actors involved include Giacomino “the extraordinary robot”,
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designed by Fiorini himself; the director was Guido Frignone, and the music and musical score were composed by C. A. Bixio. “I will be in charge of the scenes about the interiors of the home of a big businessman”, so Fiorini wrote. “A large 6-metre-tall central setting including two secondary levels, each measuring 3 metres in height. The lower secondary level leads to the upper secondary level up a straight staircase. The upper second level extends to the right and left of the central area, and the two parts are connected together by a corridor.” “The bar with a small tobacconist’s and its funny shooting gallery is the “smoky setting” for all the action…” “The entrance to the flat is like a winter garden: strange collections of tropical plants. The light flows through large portholes which are also parrot’s cages. A pool of water (at floor level) reflects a wonderful Greek sculpture depicting a hermaphrodite.”
Una scena del film Viaggio di nozze con l’80% e, nella pagina a fianco, disegno di Guido Fiorini per la scenografia.
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“As an enemy of all ridiculous imitations of antiquity and ugly old objects, I agree with Le Corbusier that real works of art from the past, when set in intelligent positions, can find their own living place in the more modern home. This is why the large glass showcases in the big main lounge contain a valuable collection of vases and small Aztec and Inca sculptures. This idea is applied right through the apartment.” Authentic ancient Greek statues, Aztec and Inca vases and sculptures, parrots in the windows… perhaps this is not exactly what Buttoni had in mind, but this is still an interesting exercise reflecting the hopes and aspirations of a small section of the urban middle-classes. An “American” way of thinking under the guise of 1930s Italian-ness. In any case, it is a little “lesson” for those from the masses capable of reading the message. But the film enterprises
of Italian “rationalism” did not end with this movie, indeed Bardi’s dealings with Zavattini, de Sica and co. led to the birth of Italian “Realism”, again based on architectural and urban design. Armed with mobile cameras (a rarity back then), our heroes filmed work on “renovating” the Imperial Forums, but more specifically they shot the work of a mason on the building site, following him home to his modest dwelling in the suburbs and studying his family life with his wife, children, meal times and, finally, well deserved rest for everybody. For this and other reasons, Zavattini himself coined the famous term “neo-realism” just after the war to refer to a special interest in everyday life with all its humdrum events and actors often “taken off” the street. Faced will all this, the most embarrassing thing from a cultural viewpoint comes from noting that the “Modern Movement” slipped
towards the most pedantic form of “realism” instead of exploring closer and more suitable realms, such as abstraction for instance… But on the other hand it is now a well-known fact that Italian intellectuals had strong reservations and a less wholehearted approach to the “Modern” compared to their better organised counterparts in Germany, where it had already been experimented with for at least a couple of centuries in every field of learning and enterprise. In this respect, it is fair to say that there was no crossthe-board all-encompassing specific ideology in Italy, recognisable in every aspect of cultural life. Indeed, here in Italy everybody worked in their own way and on their own, without the backing of a tried-and-tested far-reaching philosophical superstructure. Take these set photos for instance, they are all “citations” from somewhere else or, more precisely, from northern Europe.
A scene from the film Viaggio di nozze con l’80% and, opposite page, one of Guido Fiorini’s set designs.
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Committente/Client: Région Nord-Pas-de-Calais - Conseil Régional du Nord-Pas-de-Calais
Valorizzazione degli spazi di Piazza Brunelleschi Concorso d’idee per la valorizzazione degli spazi di Piazza Brunelleschi a Firenze e del suo intorno, mediante la progettazione di un diverso assetto della piazza con una nuova sede della biblioteca umanistica universitaria e di un parcheggio interrato Requalification of Piazza Brunelleschi area Ideas competition for the requalification of the area of Piazza Brunelleschi in Florence through the redesign of the square and the project of a new university library for the Faculty of Humanistics and an underground parking
1°
1° Alberto Breschi (capogruppo/team leader), Edoardo Cesaro, Guido Ferrara, Nicola Ferrara 2° Paolo Zermani (capogruppo/team leader), Roberto Panara, Eugenio Tessoni, Greta Croci, Iacopo Corti, Maurizio Orlando, Paolo Osti 3° Caterina Bini, Lisa Ariani, Riccardo Sandias
1°
Giuria/Jury: Paolo Avarello, Romano Del Nord, Andrea Branzi, Marco Geddes Da Filicaia, Giuseppe Castelnovo, Massimo Guidi, Aurelio Fischetti Committente/Client: Università degli Studi di Firenze, Comune di Firenze
1°
COMPETITIONS
Musée du Louvre Concorso internazionale per il progetto e la realizzazione della sede di Lens del Musée du Louvre International competition for the design and the realization of the Louvre Museum in Lens
Italia/Italy - Firenze
+ europaconcorsi
Vincitore/Winner Kazuyo Sejima-Ryue Nishizawa/SANAA
+ europaconcorsi
COMPETITIONS
Francia/France - Lens
1°
Holcim Awards for Sustainable Construction L’iniziativa, lanciata da Holcim Foundation for Sustainable Construction, è finalizzata a promuovere l’edilizia sostenibile a livello mondiale. La Holcim Foundation è un’iniziativa di Holcim Ltd, uno dei leader mondiali nella produzione di cemento. Il premio individua cinque distinte aree tematiche di partecipazione, per ciascuna delle quali è prevista una classifica vincitori. The Holcim Foundation for Sustainable Construction, established in fall 2003 and backed by the construction materials group Holcim Ltd, launched last fall a global competition with the theme sustainable construction. The foundation aims to thereby further the discussion of sustainable construction among architects, urban planners, engineers, and building owners, and to recognize exemplary building projects.
Europe A. Luigi Centola/Centola & Associati, Mariagiovanna Rintano: Waterpower - Renewal Strategy for the Mulini Valley, Amalfi, Italy North America B. Daniel S Pearl, L’OEUF (L’Office de l’Electisme Urbain et Fonctionnel) Pearl Poddubiuk et Associés, Architectes: Greening the Infrastructure at Benny Farm, Montreal, Canada
A
Asia Pacific C. Chang Qing: Design for a Clan Settlement’s Regeneration, Hangzhou, China
B
Africa/Middle East D. Abdelrhni Fenjiro, Agence d’architecture et d’urbanism Fenjiro Abdelrhni: Équipements Socio-économiques dans un Douar de Montagne, Marrakech, Morocco
C
Committente/Client: Holcim Foundation www.holcimfoundation.org D
Islanda/Iceland - Reykjavik Complesso polifunzionale presso l’East Harbour Concorso internazionale per la progettazione e realizzazione di un grande complesso polifunzionale nel centro di Reykjavik che rifletta come una scultura la vibrante vita della città. Il Palazzo per Congressi e Concerti fa parte del nuovo piano regolatore che prevede oltre a questo la realizzazione di un albergo a cinque stelle con centro benessere, un’accademia di belle arti, una banca, un cinema, ed edifici commerciali e residenziali Concert Hall, Conference Centre and Hotel on Reykjavik’s East Bank Situated in Reykjavik on the boundary between the land and the sea, the building will stand out like a radiant sculpture, reflecting the sky, the harbour space, and the vibrant life of the city. The Concert and Congress Centre is part of the Masterplan for the Reykjavik harbor area that includes a five-star hotel and wellness centre, a fine arts academy, a bank domicile, a cinema, a new urban plaza and shopping street as well as a number of residential and commercial buildings along the fiord.
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Giuria/Jury: Olafur B. Thors, Stefán Baldursson, Kristrún Heimisdóttir, Orri Hauksson Committente/Client: Ríkiskaup (The State Trading Centre) Icelandic State - City of Reykjavík Vincitore/Winner: Portus Group (capogruppo/team leader), HLT-Henning Larsens Tegnestue, Batteríi ehf, Rambøll Danmark, Hnit hf, Hönnun hf, Icelandic Prime Contractors, Olafur Eliasson, Vladimir Ashkenazy 1°
Italia/Italy - Milano Abitare a Milano/2: nuovi spazi urbani per gli insediamenti di edilizia sociale" (via Giambellino e via Cogne) Il Concorso ha per obiettivo la redazione del progetto preliminare per la realizzazione di quattro nuovi quartieri destinati all’edilizia residenziale sociale: via Cogne, via Giambellino, via degli Appennini, via del Ricordo Competition for the preliminary project of four new neighborhoods destined to social residences: via Cogne, via Giambellino, via degli Appennini, via del Ricordo
4° - Giorgio Lombardi (capogruppo/team leader), Andrès Holguin, Leonardo Murmora - Benedetto Camerana (capogruppo/team leader), AI Engineering Srl, AI Studio Associati, Giuseppe Buongiorno, Hermann Kohlloffel, Agostino Politi Via Cogne A1
Committente/Client: Comune di Milano Via Giambellino A.1° Andrea Sechi (capogruppo/team leader), Joseph Barakat, Pascal Tarabay 2° Paolo Derossi/Derossi Associati (capogruppo/team leader), Pietro Derossi, Davide Derossi, Laura Apollonio, Alessandro Cossovich Pellegrini, Claudio De Luca, Cristina De Marco, Silvano Vedelago, Cesare Maria Joppolo, Paolo Bassi 3° Alberto Francini
B1
Italia/Italy - Parma Nuova casa popolare italiana Il Concorso si propone di stimolare la ricerca di nuovi modelli di sistemi residenziali e insediativi capaci di corrispondere a un’evoluzione della domanda di case popolari Competition aiming to research new models for residential systems meeting the needs of the growth of social houses demand
1°
B1° OP architetti associati (capogruppo/team leader), Giuseppe De Carlo, Andrea De Eccher, Giorgio Girardi 2° Park Associati/Michele Rossi, Filippo Pagliani (capogruppo/team leader), Michele Rossi, Filippo Pagliani 3° Flavio Barbini (capogruppo/team leader), Maria João Barbini, Stefano Riva 4° Stefano Colombo (capogruppo/team leader), ROSA studio (Stefano Colombo, Alessandro Lainati, Ippolito Pestellini, Daniele Bona) 5° Noè Marco Sacchetti (capogruppo/team leader), Raffaella Gatti, Livia Toccafondi
1° Lucio Serpagli 2° ex aequo A- Alberto Ulisse (capogruppo/team leader), Marino La Torre, Milena Giansante B- Alessandra De Cesaris (capogruppo/team leader), Mariateresa Aprile, Elio Ravà
Committente/Client: Festival dell’Architettura di Parma
2°B
1°
2°A
210 l’ARCA 85
COMPETITIONS + europaconcorsi
Italia/Italy - Veneto Tradizione devozione ambizione Concorso per il restauro dell’Architettura 2004 – 2005, iniziativa volta a segnalare e premiare i migliori interventi di recupero di edifici storico – artistici, architettonici e di beni immobili del Veneto Orientale. Categorie: dimore storiche: ville, castelli, palazzi, cascine, rustici, ecc.; edifici di culto: chiese, basiliche, conventi, capitelli, ecc.; aree “pubbliche”: piazze, monumenti, fontane, ecc.; aree per la cultura: gallerie, musei, gipsoteche, ecc. Giuria/Jury: Guglielmo Monti, Fernando Tomasello, Paolo Lombroso, Marino Folin, Don Bruno Cogo, Franco Favaro Committente/Client: Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggio del Veneto Orientale, dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia - Dipartimento Cultura del Territorio e Innovazione e del Comitato Regionale Veneto
Vincitori/Winners A. Dimore Storiche C. Babolin, Arch. F. Carraro, Arch. V. Ferrario: Intervento di restauro della Canonica della Parrocchia di Casalserugo (PD) B. Edifici di Culto Giovanni Zanella: Intervento di restauro della Chiesa di San Lorenzo Martire – Campomolino di Gaiarine (TV)
A
C. Aree per la Cultura Paolo e Francesco Bandiera: Intervento di restauro del Teatro Comunale di Treviso
B
Spagna/Spain - Estepona Nuovo Teatro di Estepona Concorso di idee per la costruzione di un teatro a Estepona. Il programma prevede la realizzazione di una struttura dotata di una sala maggiore da 600 posti e una minore da 100, nonché camerini e locali tecnici, così come un bar-caffetteria da 80 posti. Superficie complessiva: 3.000 mq Ideas competition for the construction of a theatre in Estepona. The brief asks for the realization of a structure including a main hall seating 600 people and a smaller one for 100 people, with dressing rooms, technical rooms, and an 80-seat cafeteria Total surface: 3,000 sq.m
1°
Committente/Client: Ayuntamiento de Estepona
Vincitore/Winner David Chipperfield (capogruppo/team leader), Aurrekoetxea & Bazkideak Finalisti/Shortlisted Projects A- Begoña Fernández-Shaw Zulueta, Luis Rojo de Castro (capogruppo/team leader), Santiago Buraglia Bolumar, José Manuel Garrido Molina, Marta Sicilia Salvadores B- Juan Jacobo Copetta Chamberlland (capogruppo/team leader), Francis Pfenniger, Daniel Barra Carvajal, Nicolás Pfenniger Cienfuegos C- Firouz Galdo (capogruppo/team leader), Beatrice Chiappini, Laura de Iudicibus, Filippo Felli, Giovanni Canio Vignola
C
Spagna/Spain - Segovia
Vincitore/Winner Marco Palumbo, Michelangelo Delli Paoli 2° Ivan Garcia Cardenal, Pablo Codesino
Edilizia residenziale Concorso d’idee per la realizzazione di 95 alloggi, locali e garage, nonché dei relativi interventi di urbanizzazione delle aree interessate Residences Ideas competition for the realization of 95 flats, studios and garages, including the concerning intervention on the urban plan of the area Committente/Client: Ayuntamiento de Segovia
1°
1°
86 l’ARCA 210
- The environmentalists have just announced that they are firmly rejecting our proposal. - We are making progress. Our projects are usually rejected before we even propose them.
210 l’ARCA 87
Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Un rifugio per la ricerca In the Woods
Nuove frontiere nell’automazione Contemporary Habitat
Progetto: Iwona Bukzkowska Il lavoro di Iwona Buczkowska si sviluppa secondo precisi codici espressivi che costituiscono i fondamenti di un linguaggio personalissimo e inconfondibile. La dinamica di spazi in movimento, la presenza di tagli e di oblique nella definizione dei volumi, lo scartamento delle superfici rispetto all’orizzontale, e l’uso esteso del legno nei rivestimenti esterni e negli interni, legno principalmente utilizzato a listelli che si alterna alle parti strutturali in cemento e alle finiture in acciaio. La Buczkowska ha sposato questo mondo espressivo, e lo porta avanti con convinzione e coerenza in tutti i suoi progetti senza per questo fossilizzarsi in una linea stilistica riconosciuta, ma evolvendo di volta in volta per adeguarsi alle diverse situazioni e esigenze. Non poteva esserci progettista più indicata per realizzare questa sorta di “baitone” contemporaneo, calato in prossimità di una foresta ricca di alberi centenari e costruito per ospitare i nuovi laboratori e uffici dell’Unità di Zoologia Forestale dell’INRA (Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica) di Orléans. L’idea si costruisce come momento partecipe e fluidamente integrato nel bosco. Con questo progetto la Buczkowska ha lavorato sulla messa a punto di un edificio emblematico della foresta, proponendo una costruzione compatta, per preservare al meglio l’ambiente naturale, privilegiando il legno, unito al cemento per parte dell’ossatura, e in listelli di larice, come rivestimento. Il rapporto di osmosi con l’intorno, la volontà di “fare entrare la foresta nell’edificio, di renderla presente e nello stesso tempo di creare dei luoghi conviviali, generosi, invasi dalla luce naturale” è stata tradotta da uno sviluppo in orizzontale della distribuzione, in asse sulla foresta. Su questa colonna vertebrale si innescano due piccoli patii, solo 3 metri di diametro, leggermente sfalsati in altezza e collegati da una rampa orizzontale che contribuisce alla scenografia del percorso. Due polmoni di luce arricchiti dalla presenza di alcune piante della foresta che qui trovano un microclima ideale. L’articolazione dell’insieme fa perno su questi due elementi che consentono di transitare dai laboratori, individuati dalla classica pianta quadrata, e agli uffici che, di forma circolare, si distribuiscono a raggiera confluendo verso il centro dell’edificio. Elena Cardani Iwona Buczkowska’s work develops along precise expressive codes that constitute the basis for a very personal, unmistakable language. Her projects feature the dynamics of spaces in movement, the use of cuts and oblique lines in the definition of volumes, the gauging of surfaces as related to horizontal planes. In addition, she makes great use of wood for exterior timber cladding and interior wainscotting; the wood is mainly used in laths which alternate with the structural parts in cement and the steel finishings. Buczkowska has adhered to this expressive mode and is developing it consistently, with conviction, in all of her projects. Yet, she has never been completely set in an acknowledged stylistic line, and – project after project – has always evolved to adapt to the different situations and demands. No better planner could have been chosen to create this great contemporary chalet, located near a forest full of ancient trees and built to host the new laboratories and offices of the INRA’s (National Institute for Agricultural Research) Forest Zoology Unit in Orléans. With this project, Buczkowska worked on an emblematic forest building, creating a compact structure so as not to interfere with the natural environment. She favored the use of wood as well as cement for part of the framework, and larch laths as cladding. The structure’s osmotic relationship with its surroundings, the will to “make the forest enter the building, make its presence felt, and, at the same time, to create open convivial areas flooded with natural lighting” was translated into a horizontal development of the structure’s distribution along the forest axis. Two small patios, measuring only 3 meters in diameter, were built along this “spinal column”; they are slightly staggered lengthwise and are linked to a horizontal ramp that contributes to the overall scenery. These two patios constitute two “light lungs” that are enriched by some of the forest plants, which are thus set in an ideal microclimate. The layout of the whole hinges upon these two elements, which allow access to the laboratories and the offices. The former have a classical square layout, whilst the offices are circular, and are distributed radially, converging toward the center of the building.
88 l’ARCA 210
Una strategia di sviluppo centrata sul cliente finale facendo dell’automazione uno standard dell’habitat contemporaneo, con la messa a punto e l’offerta di tecnologie innovative, affidabili e di elevate prestazioni. E’ quanto emerso l’ottobre scorso in occasione della conferenza organizzata da Somfy, gruppo internazionale specializzato nella progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi di comando e automatismi per tende da sole, tapparelle e tende interne, nella suggestiva cornice del Domaine de Divonne sul confine francese con la Svizzera, a pochi chilometri da Ginevra. In questa occasione sono stati infatti resi noti e discussi i diversi elementi su cui l’azienda ha puntato la sua forza innovativa, dalla tecnologia, al design, fino a funzionalità di prodotto del tutto inedite. Si è parlato della tecnologia IO, nuovo protocollo di comunicazione universale senza fili, nata dalla collaborazione con Velux e Honeywell, che permette di controllare tutte le aperture della casa, il riscaldamento, la climatizzazione o la luce artificiale con un unico telecomando aumentando il confort, la sicurezza e il risparmio energetico. L’attenzione all’ambiente, il rispetto degli equilibri naturali e il contrasto agli sprechi di energia, in conformità con quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto, è infatti uno dei punti fermi della filosofia con cui Somfy si affaccia al prossimo futuro e il sistema sviluppato per la Gestione delle Facciate Dinamiche (GDF) ne traduce concretamente la serietà e l’impegno in questa direzione. Considerare la facciata come luogo di scambi multipli tra l’interno e l’esterno si è tradotto infatti in soluzioni innovatrici delle protezioni solari, finestre, tende, per garantire una gestione più intelligente di questi scambi, sia a livello economico, ambientale ed estetico. Ma altro aspetto fondamentale emerso durante il convegno è l’importanza del design come veicolo dell’innovazione. In particolare, il mercato italiano vedrà per il 2006 l’ingresso di una nuova collezione di telecomandi RTS, progettata proprio in funzione delle aspettative dell’utente finale, e che consolida il successo della tecnologia radio messa a punto da Somfy. Funzioni inedite fanno della nuova collezione RTS un riferimento irrinunciabile in termini di affidabilità, semplicità e flessibilità per la movimentazione delle aperture della casa consentendo una vera personalizzazione delle istallazioni. Impresario Chronis RTS (2) consente di centralizzare e pilotare i movimenti di tutte le aperture senza vincolo di localizzazione, così che ogni elemento può scendere, salire o arrestarsi in una posizione preferita indipendentemente dagli altri con il vantaggio di poter programmare il movimento delle aperture della casa in base alle proprie esigenze. Telis Composio RTS (4) è destinato, invece, a gruppi di prodotti e permette di centralizzare e pilotare i movimenti della casa per zone e accessi. Così tutti i prodotti di uno stesso gruppo scendono, salgono e si arrestano nella pozione preferita nello stesso tempo. Per modulare la luce naturale attraverso le veneziane è inoltre possibile disporre di Telis Modulis 4 RTS (3), per una regolazione puntuale dell’inclinazione delle lamelle e Telis Modulis Soliris RTS (5) che consente la discesa automatica delle veneziane in caso di irraggiamento o risalita in caso di vento. A queste nuove prestazioni si coniuga un design particolarmente curato. Forme morbide e arrotondate per facilitare la presa nell’ambiente domestico; dimensioni ridotte, tali da stare in un taschino, per i telecomandi dei cancelli e garage; involucro morbido per opporre resistenza agli urti accidentali; ergonomia immediata con dotazione di dispaly e pulsanti semplicissimi da utilizzare. Innovativa e attraente la scelta delle finiture per integrasi in diversi tipi di ambienti: “Pure” adeguata a qualsiasi stile; “Silver” per spazi contemporanei; “Lounge” per arredamenti eleganti; “Patio” (1) per ambienti all’aperto, è resistente agli urti e agli schizzi. E.C.
Somfy, an international group which specializes in the design, production and marketing of mechanically-operated and remote control systems for awnings, blinds and indoor sunshades, has recently introduced new, reliable and highperformance technologies in its field. The company is based in the suggestive town of Domaine de Divonne, on the border between France and Switzerland, only a few kilometers from Geneva. Its philosophy involves standardizing the development of customized automated systems for contemporary lifestyles. On the occasion of a conference Somfy organized last October, the firm revealed the various points on which it has focused its innovative strength. These points, which were then discussed and assessed, span from new technologies, to design, to totally innovative product functionality. The IO technology was discussed, a new protocol for wireless universal communication born from the collaboration between Velux and Honeywell. This new technology allows for the control of all doors and windows, heating, air conditioning and artificial lighting with a sole remote control, thus increasing comfort and safety, and helping to save energy. In fact, in accordance with what the Kyoto Protocol has established, Somfy is looking to the near future with a friendly eye to the environment, respect for natural balance and energy-saving strategies. This is what the group aims at, and the system it has developed for its Dynamic Façade Control (GDF) is concrete proof of its seriousness and commitment to its target. Treating building fronts as places for multiple exchanges between the indoors and outdoors has led to new solutions for solar protection, windows and different types of curtains, affording more intelligent, economical, environmentally-friendly and esthetic exchanges. But yet another of the group’s basic aspects emerged during the conference: the importance of design as a means to achieve innovation. In 2006, the Italian market will introduce a new collection of RTS remote controls that were designed for specific end users and that consolidate Somfy’s success in the field of radio control. The high-tech functions of the new RTS collection make it an absolute reference point in terms of reliability, simplicity and flexibility for the management of door and windows, allowing for truly customized installations. Impresario Chronis RTS (2) allows to centralize and pilot the movements of all window devices regardless of their location, so each element can be lowered, raised or fixed in a preferred position independently from all the others. In addition, the window mechanisms can be preset according to demand. On the other hand, Telis Composio RTS (4) was designed for special product ranges and allows for centralization and piloting of all house doors and accesses. Thus, all the devices belonging to the same group can simultaneously be raised, lowered or stopped to be fixed in the desired position. For the regulation of natural lighting through the use of blinds, Telis Modulis 4 RTS (3) was developed for accurate adjustment of blind blades, while Telis Modulis Soliris RTS (5) allows for automatic lowering of the blinds in case of direct sunlight, and raises them, instead, in case of wind. In addition to assuring high performance, the products were carefully designed, with soft, rounded shapes for easy use in the household environment. The remote controls are small; in fact those that were designed for gates and garages are pocket-sized; they are provided with a soft covering in case they are accidentally dropped, and are immediately ergonomic, with a user-friendly display and easily decipherable buttons. The finishings are innovative and attractive, and are adaptable to different kinds of living spaces: “Pure” can be adapted to any style; “Silver” was designed to fit in with contemporary styles, “Lounge” for elegant furnishings and “Patio” (1) for outdoor areas, as it is both shockproof and waterproof.
In alto, i partecipanti alla conferenza organizzata da Somfy al Domaine de Divonne e, sopra, vista aerea di uno degli impianti industriali Somfy.
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Top, the participants to the conference organized by Somfy at Domaine de Divonne and, above, aerial view of one of the Somfy industrial plants.
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210 l’ARCA 89
Nuove torri For Milan
Centro Anziani, Roma
Progetto: Giancarlo Marzorati
Progetto: Studio Associato Architetti Matteo Clemente e Tommaso Empler
L’intervento riguarda la costruzione di un edificio residenziale. Obiettivo di progetto, risolvere l’annoso problema di sistemazione definitiva del sito prospicente le vie Adda e Pirelli, attualmente costituito da fabbricati fatiscenti. Il progetto generale riguarda un’edificazione in grado di accogliere circa 300 abitanti, naturalmente prevedendo anche spazi commerciali e di servizio. L’inserimento del nuovo organismo prevede anche la realizzazione di una piazza. Elementi rilevanti del complesso, le torri cilindriche, caratterizzate da finiture cromatiche e diversi materiali, intendono esprimere un’evoluzione del linguaggio non solo per il particolare apparato morfologico ma anche per la forte suggestione psicologica che tale configurazione esprime. Nella complessa articolazione volumetrica, l’edificio costituisce una sorta di grande fondale in favore degli spazi commerciali al piano terra. Il complesso si confronta con gli altri edifici senza sovrastare l’intorno grazie a un’elevazione contenuta. Le ragioni funzionali degli spazi commerciali vincolano il primo livello dei parcheggi interrati a essere aperti al pubblico per evitare aggravi nelle aree prospicienti, da sempre pressate da un traffico intenso e continuo.
Piana del Sole è una località della periferia sudoccidentale di Roma, che nell’ultimo trentennio ha visto e vissuto lo sviluppo degli insediamenti e nuclei spontanei e abusivi delle periferie del centro-sud italiano. Il processo di inurbamento porta con sé l’esigenza di realizzare dei nuovi servizi pubblici di quartiere di educazione e socializzazione; tra questi emerge la necessità di un centro anziani, che come tutta l’edilizia dell’area è stato autoprodotto dai residenti, utilizzando materiali e strutture di risulta e di riciclo. Il nucleo originario era stato realizzato con un container, un prefabbricato donato dalla Croce Rossa e un servizio igienico realizzato con una piccola struttura in legno. I tre manufatti erano posizionati in un ambito comune, pur essendo isolati e tra loro del tutto scollegati. In attesa della realizzazione della nuova sede definitiva del centro anziani, il Dipartimento delle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma ha deciso di rimuovere le tre strutture in precedenza menzionate e di sostituirle con un unico edificio che mantenga, comunque, la caratteristica della temporaneità. Il nuovo edificio è pensato secondo i principi dell’architettura sostenibile, in considerazione della sua collocazione nella campagna romana, con una struttura in legno lamellare e un linguaggio che richiama alcuni stilemi tipici dell’architettura spontanea del luogo. L’utilizzo del legno con una disposizione irregolare e casuale nelle facciate degli attigui capannoni viene trasposta in una texture sui prospetti del nuovo edificio, in cui il perlinato di rivestimento ha una disposizione con una alternanza casuale orizzontale e verticale. La differente giacitura del legno, unita all’effetto del trattamento di protezione contro gli agenti atmosferici, a seconda dell’angolo di
The project involves the construction of a residential building, and aims at solving an old problem that entails a definite solution for a site which is currently occupied by dilapidated structures and overlooks two streets, via Adda and via Pirelli. The general project regards a building capable of holding 300 residents, and, of course, also includes shopping and service areas. The new structure also entails creating a square. The main elements of the complex are its cylindrical towers, characterized by finishings in different hues and various materials; they are meant to express an evolution in language, not only due to their specific morphological features, but also to the strong psychological evocation this configuration expresses. In its complex volumetric layout, the building’s main feature is the shopping area on the ground floor. In relation to the other buildings, the complex does not tower above its surroundings, as it was not meant to be very high. For obvious practical reasons, the underground parking areas are open to the public, as the shopping areas can be accessed from here. This also helps to avoid further traffic congestion in the surrounding areas, as these already feature continuous, heavy traffic.
incidenza dei raggi solari sulla superficie, crea un interessante effetto di riflessione, per cui il rivestimento sembra realizzato con due tipi di legname differenti. Questa diversa riflessione della superficie delle pareti, l’ossidazione progressiva del rivestimento in rame, la proiezione interna dei fasci di luce provenienti dalle finestre, rendono l’aspetto della struttura dinamico, mai percepibile visivamente allo stesso modo né nel breve termine della stessa giornata, né nel lungo termine delle stagioni che si succedono. Le finestre non hanno un ritmo regolare, ma anch’esse seguono una disposizione sulla facciata e presentano delle dimensioni casuali, come le finestre autoprodotte nelle abitazioni vicine. La copertura, come la maggior parte degli edifici dell’area, è piana, con un rivestimento in lamiera di rame che sul lato sud-ovest si trasforma in una parete metallica. Bandoni di rame seguono l’andamento della copertura sul profilo dell’edificio, riprendendo le fasce marcapiano dell’edilizia del luogo, mentre, le finestre sono sormontate da elementi aggettanti anch’essi in rame. La nuova struttura presenta una superficie coperta di circa 100 metri quadrati, con la seguente distribuzione: sala polivalente di circa 70 metri quadrati; un’area uffici di circa 20 metri quadrati e un’area servizi igienici di circa 10 metri quadrati; area esterna pavimentata di circa 250 metri quadrati. L’articolazione interna e la forma complessiva differenziano il nuovo centro anziani dalle strutture finora realizzate dall’Amministrazione capitolina, in cui, in prevalenza, l’elemento emergente è costituito dalla tipica copertura a due falde dei campi da bocce, mentre nel nuovo edificio la parte emergente è costituita dalla sala polivalente, in cui può essere praticata, tra le altre, l’attività del ballo.
La quinta di pietra Progetto: Giovanni Fara Nell’assolata campagna profumata dai ginepri, a soli 300 metri dal mare della costa nord occidentale della Sardegna, l’architetto Giovanni Fara rievoca l’archetipo di tutte le case, la capanna, attraverso la realizzazione di una grande facciata triangolare in muratura di pietre a secco. La parete è in realtà una massiccia quinta che nasconde un piccolo e antico stazzo per i pastori, presso Badesi, che Fara ha ristrutturato a casa per le vacanze. Il prospetto di granito si prolunga libero oltre i limiti laterali dell’edificio retrostante fornendo un robusto rinforzo allo stazzo e delimitando due cortili porticati simmetrici protetti dal sole e da sguardi indiscreti. L’abitazione, che ha una pianta di soli 6 x 8 metri, suddivisa da un muro centrale, è stata riorganizzata in modo da ricavare un soggiorno, una cucina, un bagno e una zona notte soppalcata, servita da una scaletta a chiocciola, in corrispondenza della fascia centrale di colmo del tetto.
45 anni di design “100 esemplari al top – Italian Beauty – trasformazioni nel design moderno”, è una mostra selettiva sul design italiano prodotto tra il 1960 e il 2005, che ne evidenzia il percorso contrassegnato da pezzi storici e riferimenti culturali volti ai protagonisti del tempo. Svoltasi a Firenze dal 14 al 28 ottobre 2005 e a Calenzano dall’11 al 25 novembre 2005, la mostra, accompagnata da un esaustivo e ricco catalogo, è stata organizzata: dall’assessore allo Sport, alle Tradizioni Fiorentine e Relazioni Internazionali del Comune di Firenze, Eugenio Giani; dal sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani; dal Presidente del Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Università di Firenze, Massimo Ruffilli. L’iniziativa è stata promossa, ideata e curata da Anna Querci, Presidente della Fondazione AQ per il Design. “100 top examples – Italian Beauty – changes in modern design” is a selective exhibition featuring Italian design spanning 1960-2005. The show traces the stages of this period, pointing out historical pieces and cultural reference points through the protagonists of the time. First shown in Florence from 14 to 28 October and then in Cadenzano from 11 to 25 November, the exhibition, which is accompanied by a rich, comprehensive catalog, was organized by Eugenio Giani, Florence’s local authority for Sports, Florentine Traditions and International Relations, as well as the mayor of Cadenzano, Giuseppe Carovani, and Massimo Ruffilli, the President of the Degree Course in Industrial Design at the University of Florence. The initiative was promoted, organized and curated by Anna Querci, the President of the AQ Foundation for Design.
90 l’ARCA 210
Sopra/above, Giorgetto Giugiaro con centro Stile Alfa Romeo, Brera, 2005; De Pas, D’Urbino, Lomazzi, Scolari, poltrona/armchair Blow, Zanotta, 1967. A destra/right, Gio Ponti, poltrona/armchair Dezza, Poltrona Frau, 1965; Gatti, Paolini, Teodoro, poltrona/armchair Sacco, Zanotta, 1967.
210 l’ARCA 91
Grande Bicocca presto in cantiere In Milan Reso noto il risultato del concorso internazionale a inviti promosso dalla jv Pirelli Re/Morgan Stanley per la progettazione di circa 60.000 metri quadrati nell’area Grande Bicocca a Milano. Per la prima volta in Italia è stato utilizzato un sistema di valutazione di sostenibilità ambientale. Vincitori ex aequo della gara sono Archea Associati (in basso) e Studio Michael Maltzan Architecture (a destra e sotto). L’area oggetto del concorso, di proprietà della jv Pirelli RE/Morgan Stanley, si estende su una superficie di circa 60.000 metri quadrati – tra via Chiese, viale Sarca e viale Privato Ansaldo – e ha una destinazione d’uso industriale e commerciale. Il bando prevedeva la realizzazione su un primo lotto di oltre 52.000 metri quadrati di un edificio uso uffici, mentre sui restanti 8.000 metri quadrati circa di superficie libera saranno distribuite funzioni compatibili, prevalentemente a uso commerciale. E’ prevista inoltre la realizzazione di 17.007 metri quadrati di parcheggi prevalentemente interrati. L’avvio dei lavori è previsto nella seconda parte del 2006; il valore del complesso immobiliare, una volta ultimato, sarà di circa 200 milioni di euro. The result of an international invitational competition promoted by jv Pirelli RE/Morgan Stanley for the planning of a 60,000-sq.-m. site in the Grande Bicocca area in Milan has just been revealed. For the first time in Italy, an environmentally sustainable evaluation system has been used. Joint winners of the competition are Archea Associati and the Michael Maltzan Architecture Studio. The area in question, which is owned by jv Pirelli RE/Morgan Stanley, stretches over about 60,000 square meters among various streets: via Chiese, viale Sarca and viale Privato Ansaldo, and is to become an important industrial and commercial center. The announcement for the competition involved a first lot of over 52,000 sq. m. for an office building, while the remaining 8,000 sq. m. were to be distributed among compatible functions, mainly for commercial purposes. In addition, another 17,007 sq. m. are to be turned into parking space, which will mostly be underground. Work on the project should start in the second half of 2006; once it is completed, the overall value of the complex will reach about 200 million Euros.
Il nuovo MIAAO
Disabilità e spazi pubblici
Il ritorno delle arti applicate appare irresistibile. Le iniziative per valorizzare e rappresentare adeguatamente questo fenomeno, mai scomparso, ma da tempo sopito nella cultura progettuale contemporanea, si moltiplicano: mostre, corsi universitari, centri specializzati (di cui ricorderemo solo “Fatto ad Arte”, a Monza, che unisce una galleria a un’associazione con un ricco programma culturale). L’ultimo evento in ordine di tempo è l’apertura del Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi negli spazi del complesso monumentale di San Filippo Neri a Torino: un contesto architettonico progettato dallo Juvarra e riattato con estremo scrupolo filologico dall’architetto Stefano Vellano, dello Studio Kha, per ospitare una delle prime raccolte organiche di quello che Enzo Biffi Gentili, direttore della nuova istituzione, ha battezzato “artigianato metropolitano” dal tempo della grande mostra torinese che ha riportato perentoriamente all’attenzione queste settore, vitale, eppure finora negletto. Il rapporto con la tradizione parte quindi dalla sistemazione degli spazi, scanditi dalle lastre di quarzite di Barge, dal recuperato “marmorino” delle pareti, da un’illuminazione in perfetto equilibrio tra fonti naturali e artificiali, da innesti di nuova tradizione, come la scala in ferro, e l’impiego di legni di varie essenze. In questi spazi troveranno anzitutto posto le numerose nuove acquisizioni effettuate dalla Regione Piemonte, alle quali nel tempo si aggiungeranno i reperti delle mostre permanenti e temporanee, in una ricca prospettiva di conservazione e d’indagine insieme. Maurizio Vitta
“Un bagno per tutti” è un’iniziativa di Tecnothon, laboratorio di ricerca tecnologica della Fondazione Telethon. Il progetto valuta i bagni degli edifici aperti al pubblico, dal punto di vista normativo e progettuale cercando di superare le difficoltà funzionali presenti negli ambienti. Lo studio intende sostituire la configurazione del bagno minimo con una configurazione di tipo “medium”, leggermente più ampia. Grazie ad alcuni accorgimenti, il bagno “medium” è adatto anche a un’ampia porzione di quella che è indicata come disabilità; adeguare l’attuale bagno per la disabilità a un tipo "large" pensato per ampliarne l’utenza anche a quella fascia di disabilità che normalmente utilizza carrozzine o ausili particolari per far fronte a disabilità complesse. Il progetto è nato attorno alla sensibilità e all’esperienza del laboratorio per la ricerca tecnologica Tecnothon, che da anni opera per garantire, con ausili di tipo meccanico, elettronico e informatico, una effettiva autonomia “24 ore su 24” ai soggetti portatori di disabilità. In tale lavoro il laboratorio Tecnothon è stato affiancato dallo studio di architettura e comunicazione sociale Tam Associati di Venezia. I contenuti del progetto sono scaturiti dall’incontro di un gruppo di tecnici e disabili che hanno condiviso le proprie esperienze. Due figure di mediazione, un antropologo e un semiologo, hanno affiancato il gruppo di lavoro, fornendo una speciale lettura e analisi degli incontri e dei problemi emersi.
Folon e il Principato Viste del corpo scale del nuovo Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi, ricavato dalla ristrutturazione del complesso monumentale di San Filippo Neri a Torino; in alto, il logo del museo.
Views of the stairs shaft of the new Museum of Applied Arts, realized in the renovated monumental complex of San Filippo Neri in Turin; top, the museum logo.
Sulla spianata Niki de Saint Phalle La sottile e raffinata ironia delle Nana di Niki de Saint Phalle danno vita anche a questo divertente e maestoso Mostro di Loch Ness che dal novembre scorso levita su un bacino d’acqua allestito in modo permanente sulla spianata d’ingresso del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Nizza. La nuova scultura/fontana è il frutto di un’importante opera di restauro in parte finanziata dalla città di Nizza in accordo con la Niki Charitable Art Foundation. La sua istallazione all’ingresso del MAMAC sottolinea la forte sintonia tra la Saint Phalle e il Museo a cui l’artista donò nel 2001 un’importante collezione di
190 pezzi. Per restituire il grande drago, che in origine era dotato di un circuito idraulico con un meccanismo di vaporizzazione dell’acqua, alla originaria funzione di fontana, si è intervenuti con una struttura in poliestere sulla quale sono stati incastonati frammenti di specchi e ceramica applicati con giunti in silicone. Per la salvaguardia dell’opera, tenendola a dovuta distanza dal pubblico, la scultura è stata posata su un isolotto al centro di un bacino d’acqua e ora ha finalmente trovato la sua collocazione ideale, un piacevole benvenuto per il pubblico che si reca in visita al Museo.
Il mondo poetico e sfumato di Folon ha incrociato momenti di vita, condiviso esperienze, arricchito l’immaginario di giovani e meno giovani tingendoli con quella solarità sempre un po’ ironica e mai banale dei sui disegni. Forse non tutti sanno che l’artista belga (1934) viveva dal 1984 nel Principato di Monaco, dove si è spento l’ottobre scorso, e che contribuì con la sua genialità e il suo intuito a ravvivare dal punto di vista culturale. Nominato membro della giuria artistica del premio Internazionale d’Arte Contemporanea della Fondazione Principe Pierre de Monaco, diede un nuovo impulso alla sua composizione coinvolgendo artisti come César, Botero e Adami. Con lo stesso spirito di rinnovamento, ideò il progetto di una città delle arti da realizzarsi su Quai Antoine I, costituita da atelier per artisti, una sala espositiva e una galleria d’arte. Nel 1996 si è dato avvio a questa operazione con la creazione di 9 atelier attribuiti ad artisti di fama internazionale e legati da un rapporto privilegiato con il Principato, in particolare Adami, Armand, Botero, Cane, Sosno. Oltre all’impulso culturale, Folon ha arricchito il patrimonio artistico del Principato. Sue sono infatti alcune opere di diversa natura, dalla tappezzeria Métamorphose posata nell’auditorium Ranieri III, alla scultura La fontaine aux oiseaux, nella piazza del Casino, e due mosaici inseriti nella facciata della Cappella dei Carmi.
Jean-Michel Folon, L’art de la conversation. A sinistra/left, Niki de Saint Phalle Mostro di Loch Ness, Nice.
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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
A destra dal basso in alto/far right from bottom up: Oscar Niemeyer, Palais Alvorada à Brasìlia, 1961 (© Michel Moch); Gustavo Penna Arquitetos & Associados, Galeria Leila Pace, Minas Gerais (© Henry Yu, José Luiz Pederneiras); Lina Bo Bardi, Sesc Pompéia, São Paulo, 1957-1969 (© Romulo Cialdini); Sergio Bernardes, Brazilian Pavillon, Bruxelles, 1958 (©Archives Sergio Bernardes); José Kós, Casa Petrópolis, Rio de Janeiro (© Nelson Kon). Al centro/in the middle: Lucio Costa, Park Hotel, Fribourgo, Rio de Janeiro, 1940-44 (© Elaine Ramos) e, sopra/and above, Miguel Pinto Guimarães Arquitetos Associados et Thiago Bernardes, Residence Lima Souto, Rio de Janeiro (© Luiz Garrido et Rodrigo Borghnet) A fianco/right, Oscar Niemeyer, Chiesa/Church Pampulha (Belo Horizonte), Minas Gerais, 1942-43 (© Cristiano Mascaro).
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Una sinergia ancora viva Brazil in Paris
Sogni in 3D At NAI, Rotterdam
E’ ancora moderna l’architettura brasiliana? E’ questo l’interrogativo che regge la mostra in corso fino al 15 gennaio, al Palais de la Porte Dorée/Cité de l’Architecture et du Patrimoine di Parigi. Organizzata in occasione dell’anno del Brasile in Francia, la mostra rende omaggio a questa nazione di grande tradizione architettonica sondandone le filiazioni nel panorama contemporaneo e mettendo in luce le profonde sintonie e gli scambi di sinergie che alimentarono, e tutt’ora mantengono vivo, il dialogo e le relazioni tra Francia e Brasile. Una trama intessuta a partire dal 1936 quando Le Corbusier fu invitato a Rio da Lucio Costa per lavorare con Niemeyer e Reidy al progetto per il ministero dell’Educazione, al periodo francese di Niemeyer, che fuggito alla dittatura si trasferì in Francia dove realizzò edifici ancor oggi esemplari, dalla sede del Partito comunista francese a Parigi, al palazzo della Borsa del lavoro a Bobigny, al Centro Culturale di Le Havre, il cosiddetto “Vulcano”. Per arrivare fino ai giorni nostri, con De Portzamparc che sta realizzando la Città della musica a Rio, o il progetto di Nouvel per un museo galleggiante nell’antico porto della città e ancora Tschumi con nuovo museo a San Paolo. La mostra, cura da Lauro Cavalcanti e André Corrêa do Lago, documenta circa tre quarti di secolo di architettura brasiliana, 1928-2005, attraverso un percorso che dalle figure carismatiche dell’architettura e dell’urbanistica brasiliane, tra cui Roberto Burle Marx, Lina Bo Bardi, Paulo Mendes da Rocha, Affonso Reidy, arriva fino alla generazione contemporanea con Rosa Grena Kliass, Marcio Kogan, Gustavo Penna Andrade Morettin ecc. Un centinaio di progetti, rivelatori della diversità ed eterogeneità del paesaggio brasiliano attuale che abbracciano oltre alle ville o residenze private anche i luoghi culturali, terziari, commerciali, fino agli spazi pubblici, parchi urbani o mercati popolari. Un atout che contribuisce all’arricchimento della mostra è l’allestimento progettato da Marc Mimram che gioca con la verticalità dello spazio espositivo distribuendo il percorso orizzontalmente tra trasparenza e opacità dei supporti e una luce zenitale. E.C.
Il Netherlands Architecture Institute di Rotterdam propone fino al 19 febbraio, nell’ambito della più ampia rassegna intitolata “Living in the Lowlands: Domestic Environments from the Collection of NAI”, una mostra dedicate alla Collezione di Piet e Ida Sanders. I Sanders fin dagli anni Ottanta contribuiscono con donazioni di modelli e opere alle collezioni del NAI e la mostra presenta ora una serie di modelli e disegni di architetti come John Heiduk, Peter Eisenman (nella foto, il suo Modello per la House X), Daniel Libeskind e Michael Graves. Tra le caratteristiche di maggior richiamo di questi modelli c’è la loro qualità scultoria e la loro presentazione è organizzata in questa occasione come un racconto che vuole illustrare la dimensione sperimentale dell’architettura. Ogni oggetto dimostra, infatti, un proprio modo di “trasgredire” e soprassare le frontiere tradizionali del progetto. Si tratta di una sorta di sogni tridimensionali, progetti per lo più mai realizzati, in cui la funzione appare talvolta poco definita, ma che hanno costituito comunque un importante contributo alla teoria dell’architettura.
Can Brazilian architecture still be considered modern? This is the question posed by the exhibition which will be on through January 15th at the Palais de la Parte Dorée/Cité de l’Architecture et du Patrimoine in Paris. Organized for the year of Brazil in France, the show pays tribute to this nation with its great architectural tradition, and sounds its role in the contemporary world, highlighting the complete harmony and synergism that have always characterized relations between France and Brazil. It all began in 1936, when Le Corbusier was invited to Rio by Lucio Costa, to work with Niemeyer and Reidy on a project for the Ministry of Education during Neimeyer’s French period. In fact, when Niemeyer left the dictatorship and moved to France, he designed buildings that still today are considered exemplary: the headquarters of the French Communist party in Paris, the Bobigny-based Stock Exchange, and the Cultural Center in Le Havre, the so-called “Vulcano”. All of this leads to today, with De Portzampare, who is building a Music City in Rio, or Nouvel’s project for a floating museum in the city’s ancient harbor, or Tschumi, with a new museum in São Paulo. The show, curated by Laura Cavalcanti and André Corrêa do Lago, traces about three quarters of a century of Brazilian architecture (1928-2005), beginning with charismatic Brazilian architects and urban planners such as Roberto Burle Marx, Lina Bo Bardi, Paulo Mendes da Rocha and Alfonso Reidy, up to the contemporary generation, with Rosa Grena Kliass, Marcio Kogan, Gustavo Penna, Andrade Morettin and others. About a hundred projects that reveal the diversities and heterogeneity of the current Brazilian landscape, embracing not only the villas and private residences, but also cultural, service and shopping areas, as well as public spaces, city parks and popular markets. An important feature that enriches the show is a setting planned by Marc Mimram; flooded with light from above, it is laid out horizontally between the transparence and opaqueness of the supports, and plays with the verticality of the display area.
Il coraggio della semplicità In Paris collections with donations of models and works ever since the 1980s, and the exhibition is now presenting a series of models and designs by architects such as John Heiduk, Peter Eisenman (the picture shows his Model for House X), Daniel Libeskind and Michael Graves. One of the main characteristics of these models is their sculptural quality: on this occasion, their presentation is organized as a sort of story that illustrates architecture’s experimental dimension. In fact, each object has its own way of “transgressing” and clearing the traditional frontiers that projects imply. The outcome is similar to three-dimensional dreams; Most of the projects were never realized, and sometimes their function is not clearly defined, but in any case they have constituted an important contribution to architectural theory.
Until January 13th, the Galerie d’Architecture in Paris is presenting works by Titus Bernhard, who belongs to the young German architectural avant-garde. The architect’s work focuses on the idea of simplicity and an almost obsessive attention to detail. Bernhard’s research is centered around the structural aspect of building and on reducing forms to the essential, as well as a special attention to light adjustment and the adaptation of different materials to each specific project. Two of the studio’s most symbolic projects are on show, the SML complex in Bugrieden, near Ulm, and the 9x9 house (photo below) in Stadtbergen, near Augsberg, in which elements of modern classicism are combined with a sensuous style of architecture in which materials are used in unusual contexts, creating unexpected visual and tactile sensations. Bernhard is also particularly preoccupied with regulations; in fact, the architect always takes part in decision-making in every stage of his projects. The exhibition offers the opportunity to measure oneself against an architect’s job, highlighting a conceptual or esthetic position on one hand, and on the other, evaluating the standards that have been set for the implementation of architectural works.
Within the season of “Living in the Lowlands: Domestic Environments from the Collection of NAI”, through February 19th the Netherlands Architecture Institute of Rotterdam is devoting a show to the Collection belonging to Piet and Ida Sanders. The Sanders have been contributing to the NAI
Archidigitale In Orléans and Tours Parliamo spesso di come molti architetti abbiamo completamente fatto propri i nuovi strumenti e parametri espressivi prodotti dalla rivoluzioni digitale, alcuni mantenendosi a livello teorico e sperimentale altri, una rosa molto ristretta di eletti, ma indubbiamente anche i più capaci, riuscendo a tradurre concretamente i loro progetti con risultati di notevole levatura. Un panorama particolarmente aggiornato e puntuale della situazione che oggi caratterizza strategie, metodi e produzione di architettura sviluppati attraverso l’uso degli strumenti informatici è testimoniato dalle due mostre allestite al Frac di Orléans e alla Scuola Superiore delle Belle Arti di Tours (ESBAT), fino al 15 gennaio. Le mostre presentano una selezione di progetti sperimentali dagli anni 1990 a oggi, facenti parte delle collezioni del Frac Centre. “Machines atmosphériques”, a Orléans, si concentra sulla metamorfosi dell’architettura nella dimensione dell’atmosfera. Un percorso che parte dal Constant – che nel 1958 concepì con New Babylon la prima architettura tecnologica delle reti, designando con il termine “macchine atmosferiche” questi ambienti artificiali che si erano sostituiti all’architettura – e arriva agli anni Novanta, periodo di esplosione del digitale in architettura, con i lavori dei Nox, tra cui il Padiglione dell’acqua (1994), una delle prime costruzioni interattive, Servo, R&Sie(n) e Décosterd & Rahm. “Le corps numérique”, la sezione presentata a Tours, esplora invece le relazioni tra l’universo digitale dell’architettura e il corpo, si prefigura un nuovo paesaggio con la comparsa di un “corpo digitale”, un ibrido tra il mondo delle reti e il mondo fisico, un corpo ornamentale, frazionato, in evoluzione o mutante. E nascono gli interrogativi. Elena Cardani We often speak of how many architects have absorbed the new tools and expressive parameters produced by the digital revolution. Some only make use of these new technologies on a theoretical and experimental level, while others – only a very restricted group of élite – are undoubtedly more capable of implementing their projects concretely, with high-level results. Two exhibitions, one at the Frac of Orléans and the other at the Fine Arts College in Tours (ESBAT), are presenting a particularly updated survey of the
Alla Galerie d’architecture di Parigi sono presentati fino al 13 gennaio i lavori di Titus Bernhard, progettista proveniente dalle file della giovane architettura d’avanguardia tedesca il cui lavoro è centrato sull’idea di semplicità e di cura, quasi ossessiva, del dettaglio. Il rigore strutturale, la riduzione delle forme all’essenziale, la modulazione della luce, il modo di trattare i materiali per adattarli alle specifiche di ogni progetto sono gli elementi sui cui si muove la ricerca di Bernhard e a cui si coniuga l’esigenza di una messa in opera impeccabile e di una estetica di qualità. In mostra due progetti particolarmente emblematici dello studio, il complesso SML a Burgrieden, vicino a Ulm, e la casa 9x9 (nella foto) a Stadtbergen, presso Augsburg, in cui si confrontano elementi derivanti dal modernismo classico con un’architettura sensuale, in cui i materiali sono utilizzati in contesti inusuali. Altra preoccupazione del lavoro di Bernhard è l’impegno rispetto al problema della regolamentazione e che trova nel completo coinvolgimento dell’architetto nei processi decisionali a ogni tappa di avanzamento del progetto, la via del riscatto. La mostra offre un’occasione per misurarsi sul mestiere dell’architetto mettendo in luce, da un lato, una posizione di natura concettuale o estetica, e dall’atro ponendo degli interrogativi sul senso delle norme imposte durante un intervento di architettura.
situation that characterizes the computerized architectural strategies, methods and production that are in use today. The shows, which will be on through January 15th, present a selection of experimental projects from the 1990s to today, part of the Frac Centre’s collection. “Machines atmosphériques”, in Orléans, focuses on the metamorphosis of architecture in the atmospheric dimension. A journey which begins with Constant – who in 1958 conceived the first networked technological architecture with his New Babylon, and who named these artificial spaces that substituted architecture “atmospheric machines” – and reaches the 1990s. The latter is a period of digital explosion in architecture, with works by the Nox, which include the Water Pavilion (1994), one of the first interactive installations, Servo, R&Sie(n), and Décosterd & Rahm. On the other hand, “Le corps numérique” – the section presented in Tours – explores the relations between the digital universe of architecture and the body: a new landscape emerges as a “digital body” appears, a hybrid between the world of networks and the physical world, a decorative, fractionalized, evolving or mutating body. And with all of this, new questions inevitably arise.
Architettura e ingegneria in opera Una mostra dedicata all’ingegnere italiano Aldo Favini è aperta fino al 20 gennaio all’Ecole Polytechnique Federale di Losanna. Vi si documenta con un ricco repertorio di foto e disegni l’attività di questa figura, punto di riferimento dell’ingegneria italiana contemporanea, che attraverso il suo lavoro e il suo impegno ha contribuito alla evoluzione della ricerca strutturale. Classe 1916, Favini, con Silvio Zorzi e Riccardo Morandi, introdusse la tecnica del cemento armato precompresso nella costruzione e contribuì in maniera determinante allo sviluppo della prefabbricazione in Italia. Vero artista della costruzione, Favini ha sempre concentrato i suoi sforzi coniugando l’esigenza dello sviluppo tecnico e dell’ingegneria del calcolo alla eleganza della forma, alla perfezione del particolare costruttivo e alla rapidità del montaggio. Il suo lavoro si è sempre svolto a stretto contato col cantiere per aver il controllo di ogni singolo passaggio e il rigore del suo approccio e metodo di lavoro unito a una sensibilità rara per la dimensione plastica della forma è, nella mostra, come nella realtà testimoniato dalle realizzazioni a cui ha lavorato, dalle chiese di Baranzate, 1956 (con Mangiarotti e Morassutti) o di Ivrea, 1958 (con Oliveri e Nizzoli), il Centro Operativo Gondrand di Pioltello, 1968, all’IBM di Noverate, 1970 (con Marassutti Associati).
A destra/right, Aldo Favini, Distributore Aquila, Sesto San Giovanni (MI), 1949.
210 l’ARCA 95
Al confine delle arti Klein at Centre Pompidou
Corpi e linguaggio
Alla Galerie Sud del Centro Pompidou è presentata fino al 20 gennaio un’ampia esposizione dedicata a William Klein, figura eclettica della scena artistica contemporanea. La mostra, che si offre al pubblico con una scenografia realizzata in stretta collaborazione con l’artista, mette in luce i diversi aspetti del lavoro di Klein che abbraccia i campi della fotografia, del cinema, della pittura e della grafica. Cinquant’anni di attività documentati da modelli di libri, estratti di film, dipinti, disegni e manifesti selezionati per la maggior parte dagli archivi personali dell’artista. Al disopra di ogni etichetta, Klein è oggi principalmente conosciuto come fotografo, ma importante è anche la sua produzione artistica – formatosi nell’atelier di Fernand Léger – e cinematografica, a partire dal 1958. Dal confronto tra i differenti aspetti della sua arte emerge, come testimonia la mostra, il tentativo di Klein di mettere a punto dei “nuovi oggetti visuali” al confine tra fotografia, cinema e pittura.
Bloccare in uno scatto le tensioni che sottendono al linguaggio del corpo, quando il corpo diviene medium espressivo, cioè nella danza, campo privilegiato per questo tipo di sperimentazioni linguistiche. Una fotografa americana da oltre vent’anni lavora in questa direzione ponendo al centro della sua ricerca l’energia cinetica. Lois Greenfield è un nome conosciuto e apprezzato nel mondo del balletto soprattutto per le sue “fotocoreografie”. Grazie al formato quadrato che caratterizza tutti i suoi lavori, la fotografa riesce a cogliere in modo emblematico l’essenza stessa della danza creando un legame tra due preoccupazioni nodali della coreografia, quella del controllo del tempo e della luce e l’occupazione espressiva dello spazio con uno o più corpi. A Cannes, in occasione del Festival della Danza, lo spazio Miramar ospita Airbonne, una mostra dedicata alla Greenfield dove sono presentate 63 fotografie in stampa argentata e montate su alluminio, formato 41,2x41,2 cm, il solo utilizzato dall’artista. Fino al 15 gennaio è quindi possibile gustare, o scoprire, questo mondo di corpi, di gestualità, di sguardi e di espressioni che sembrano sfuggire alla legge della gravità, fissate in una
A large exhibition devoted to William Klein, an eclectic figure on the contemporary art scene, will be on show through January 20th at the Galerie Sud of the Centre Pompidou. The show, which features a setting that was produced in close collaboration with the artist himself, highlights the different aspects of Klein’s work, embracing the fields of photography, moviemaking, painting and graphics. Fifty years of activity are represented through models of books, film extracts, paintings, drawings and posters, mostly selected from the artist’s personal archives. Klein cannot be tagged in any particular way, but today he is especially known as a photographer, although his artistic production is also important (he studied with Fernand Léger), as well as his experience in moviemaking (since 1958). Combining the different aspects of his art, the exhibition shows that what emerges is Klein’s attempt to create “new visual objects” through the combination of photography, cinema and painting.
Gordon-Parreno In Milan dimensione atemporale. Quello che maggiormente colpisce è la definizione quasi ossessiva del dettaglio, lavoro rigoroso e raffinato che presuppone completa maestria della tecnica e assoluta precisione nell’esecuzione della danza.
Lois Greenfield-Robin Branch, Leajato Amara Robinson, 1996.
Douglas Gordon e Philippe Parreno sono i protagonisti della mostra “You and Me-Me and You” aperta alla Fondazione Davide Halevim di Milano. Gordon (Glasgow 1966) esplora attraverso la sua arte le prerogative dell’animo umano, la percezione dell’esistenza umana, i suoi aspetti mutevoli e contraddittori. In mostra a Milano la sua List of Names (in basso a sinistra), documento e omaggio, inno alla vita e diario autobiografico in cui sono elencati migliaia di nomi di persone che hanno incontrato l’artista dal 1990 a oggi. Parreno (Oran, Algeria 1964) è da anni esponente di spicco del panorama artistico francese e rivolge la sua attenzione ai sistemi e ai metodi di raffigurazione potenziali; modelli “aperti” e non convenzionali di presentazione di un lavoro e di interpretazione delle opere che permettono di mettere in discussione il concetto stesso di mostra e di opera d’arte e i suoi meccanismi di produzione e comunicazione. La Fondazione Halevim introduce il visitatore ai suoi scenari in equilibrio tra realtà e fantasia sotto forma di video, installazioni e sculture in cui il confine tra le opere e tra artista e spettatore è labile e malleabile. I due artisti hanno spesso collaborato tra loro e sono attualmente legati da un progetto comune di video artistico sul calciatore Zinedine Zidane.
Omaggio a Carmassi Celebrating a Master Douglas Gordon and Philippe Parreno are the protagonists of the show “You and Me-Me and You”, open at the Davide Halevim Foundation in Milan. Through his art, Gordon (Glasgow, 1966) explores the prerogatives of the human soul, the perception of human existence and its fickle, contradictory aspects. His List of Names is on show in Milan, an actual document, a tribute, a hymn to life and an autobiographical diary in which thousands of names of people the artist has met from 1990 to today are listed. For years, Parreno (Oran, Algeria, 1964) has been one of the main exponents on the French artistic scene. He focuses on potential representational systems and methods; “open”, non-conventional models for the presentation and interpretation of works, which allow to call the very concept of exhibition and artwork into question, as well as all the production and communication processes it involves. The Halevim Foundation introduces the visitor to its settings in a balanced realtionship between reality and fantasy, with videos, installations and sculptures in which the borderline among works, artists and spectators is malleable and not clearly defined. The two artists have often collaborated, and are currently working together on a common project concerning an artistic video featuring the soccer player Zinedine Zidane.
E’ visitabile fino al 12 febbraio, presso la Fondazione Bandera di Busto Arsizio (Varese), la mostra “Arturo Carmassi. Opere 1980-2005”.Si tratta della più significativa personale dedicata all’artista lucchese in occasione dei suoi ottanta anni. Le opere di Carmassi, definite “potenti cronofanie” sono una sorta di “macchine estetiche” destinate a rappresentate il nostro tempo e a porre interrogativi sul significato e l’inquietudine del vivere. Le sue pazienti tessiture tra segno e superficie, fatte spesso di stratificazioni di materiali eterogenei (legno, tela, sabbia, stoffa, corda) utilizzano la materia per penetrare oltre le cose e far emergere gli strati della memoria e del tempo. Un tempo che lo ha portato dagli esordi tra espressionismo e postcubismo a un senso sempre più forte di informale, con echi surreali e figurativi fino all’astrattismo materico carico di tensioni e nervature che lo ha caratterizzato dagli anni Settanta in poi. The Bandiera Foundation in Busto Arsizio (Varese) is presenting the exhibition “Arturo Carmassi. Works from 1980-2005”, which will be on through February 12th. Set up on the occasion of his eightieth birthday, this is the most important solo show devoted to the artist from Lucca. Carmassi’s works, defined “powerful chrono-?”, are comparable to “esthetical machines” that are meant to represent our time and examine the significance and restlessness of life. His patient weaving between signs and surfaces, which is often made of stratified heterogeneous materals (wood, canvas, sand, fabric, string) uses matter to penetrate beyond things and bring out layers of memory and time. A time that led him from his debut between Expressionism and Postcubism to a stronger and stronger sense of the informal, with surreal and figurative echoes, up to the abstractionism in matter that has characterized the artist from the 1970s onwards, full of tension and innervations
Scienza e arte arabe The Golden Age
William Klein, Existence, Paris 2002.
Arte e scienza La fusione tra arte e scienza mirata a portare nuova vitalità e profondità alla nostra relazione coi computer: questo è l’obiettivo di John Maeda, ingegner, matematico, esperto di informatica e fin dai 28 anni, docente al Media Lab del MIT. La Fondation Cartier di Parigi dedica fino al 19 febbraio una mostra ai suoi lavori e per la prima volta in Europa è possibile avvicinarsi direttamente a questo “tecnologo-umanista”, teorico dell’era Post-Digitale. Per l’occasione, Maeda ha realizzato una serie di nuove opere, come sempre impregnate di una poetica minimalista formalizzata attraverso un’abile manipolazione di numeri che evidenzia le potenzialità visive e artistiche dei computer. La mostra a Parigi è intitolata “John Maeda, nature+eye’m hungry”. In “Nature” sono esposti paesaggi digitali, proiettati su grandi schermi e realizzati come metafore degli elementi naturali – alberi, cielo, erba, fuoco, vento, pioggia, neve – grazie a un software creato dallo stesso Maeda con lo scopo dichiarato di “dipingere nello spazio e nel tempo”. La seconda sezione “Eye’m hungry” presenta opere tese a dimostrare come il computer debba essere accessibile a tutti, bambini compresi, quindi semplificato e con funzioni interattive e di facile riconoscimento. Alla Fondation, una stanza per i ragazzi offre la possibilità di interagire con sei postazioni computer da cui i visitatori possono creare cascate di forme e colori “giocando” con immagini banali come frutta, patatine fritte e altri cibi comuni.
A destra/right, Astrologi al lavoro per un neonato/ Astrologues working on a new born child, da/from Akbar Namêh, India XVII sec./century (©The British Library, Londres)
96 l’ARCA 210
Un viaggio di studio e di approfondimento di uno dei periodi più fecondi della cultura araba ci è offerto dalla mostra in corso all’Institut du Monde Arabe di Parigi fino al 19 marzo. Con “L’età d’oro delle scienze arabe” viene fatta luce su un periodo, corrispondente al Medio Evo occidentale, di sviluppo straordinario delle scienze arabo-mussulmane che trasse impulso e giovamento da fattori particolarmente favorevoli, quali la diffusione di una lingua comune, l’arabo; la grandezza e estensione di un territorio, dalla Spagna all’India, che favorì il commercio internazionale; l’incoraggiamento di principi e califfi; la libertà di pensiero e la tolleranza. Il concetto espositivo privilegia il taglio didattico, per rendere accessibile anche a un ampio pubblico, la diversità e complessità dei soggetti presi in esame. Il percorso si sviluppa così considerando tre insiemi in cui vengono trattati rispettivamente l’elaborazione e la diffusione dei saperi, la sperimentazione e la pratica con i suoi strumenti e attrezzi e, infine, i risultati attraverso oggetti e artefatti. Si inizia con un richiamo al contesto geopolitico del mondo arabo-mussulmano nel periodo dell’età dell’oro del progresso scientifico, appunto tra il VIII e il XV secolo, per poi proseguire con la sezione “Cielo e Mondo” dove sono considerate le discipline che hanno permesso agli uomini di scienze di osservare, di misurare, di descrivere e di predire. “Il Mondo del vivente e l’uomo nel suo ambiente” si concentra sui diversi saperi in rapporto all’uomo in quanto essere umano, allo studio dell’ambiente dove evolve, e alle tecnologie messe in opera per i suoi molteplici bisogni fisici e sociali. In “Scienza e Arte” vengono evidenziati i rapporti esistiti tra uomini di scienza e produzioni artistiche, in architettura e nella decorazione dove fu fondamentale la conoscenza della geometria e del sapere matematico sia nella costruzione sia nell’ornamento, nella musica, nella costruzione di automi, e nell’arte islamica con l’esposizione di oggetti di eccezionali fatture e contenuti tecnologici.
freedom of thought and tolerance. The exhibition follows an educational concept, so as to make the diversity and complexity of the examined topics accessible to a broader public. The show thus develops through the consideration of three groups of exhibits, which respectively deal with the elaboration and diffusion of knowledge, experimentation and practice with all of its tools and instruments, and, finally, the actual results of experimentation: objects and artifacts. The journey begins with the geopolitical context of the Arab-Muslim world during the golden period of scientific progress – spanning from the eighth to the fifteenth centuries – and continues with a section called “The Sky and the World”, which concentrates on the disciplines that allowed scientists to observe, measure, describe and foresee. “The World of the Living and man in his environment” focuses on different kinds of knowledge related to man as a human being, on the study of the environment in which he evolves, and on the technologies he has developed to satisfy his physical and social requirements. In “Science and Art”, the relationships between scientists and artistic production are examined, as well as architecture and decoration. Here, the comprehension of geometry and mathematics was fundamental, both in building and in ornaments, as well as in music, in the construction of automatons, and in Islamic art, with the display of objects that show expert workmanship and have a high technological content.
A sinistra/left, Philippe Parreno, Speech Bubbles, 1997. A destra/right, Arturo Carmassi.
Fenomeno artistico-industriale In Vicenza
Torino: arte pubblica Artists’ Lights
Per la serie di mostre “Capolavori che ritornano”, promossa dalla Banca Popolare di Vicenza e ospitata ogni anno a Palazzo Thiene di Vicenza, è aperta fino al 5 febbraio la mostra “Remondini. Il gran teatro del mondo”. Viene esposta la consistente raccolta di stampe settecentesche dei Remondini: circa trecento tra incisioni e oltre cento vedute ottiche di città italiane ed europee. Giovanni Antonio Remondini (Padova 1634-1711) fondò verso il 1660 una tipografia che accentrò col tempo gran parte della produzione letteraria popolare e iconografica. Nel Settecento, possedeva 18 macchine tipografiche, 24 torchi per la stampa in rame e due per le carte a fiori, quattro cartiere e una fonderia di caratteri, e rappresentò la prima “industria di immagini”. L’esposizione di Vicenza è l’occasione per approfondire la storia di questo fenomeno industriale che ancora oggi desta ammirazione e per confrontare le stampe remondiniane con le fonti iconografiche da cui trassero ispirazione grazie ai prestiti dei principali musei italiani di dipinti, sculture, oggetti sacri, tessuti, porcellane. Al termine della mostra, la Collezione rimarrà in esposizione permanente a Palazzo Thiene.
Due manifestazioni artistiche arricchiscono le aree pubbliche della città di Torino fino a marzo. La prima è la mostra d’arte contemporanea, giunta alla sua ottava edizione, intitolata “Luci d’Artista”. La città viene illuminata con opere e installazioni luminose di forte impatto visivo, realizzate da artisti internazionali. Quest’anno, saranno venti i luoghi della città resi più suggestivi dalle opere di maestri come Daniel Buren, Giulio Paolini, Mario Airò, Nicola De Maria (nella foto la sua installazione Regno dei Fiori: nido cosmico di tutte le anime, in Piazza Carlina) per citare solo alcuni dei protagonisti di questa manifestazione, cui quest’anno si è aggiunto anche Michelangelo Pistoletto. In Piazza Vittorio è invece possibile visitare la quinta edizione di “ManifesTO”, progetto di affissione d’arte contemporanea e moderna nello spazio pubblico, realizzato in collaborazione con le Associazioni di gallerie d’arte TAG e ALPGAMC. Quest’anno i manifesti esposti sono oltre cento.
The exhibition “Remondini. The world’s great theater”, which will be on until February 5th, is one of the series of shows “Masterpieces that come back”, promoted by the Banca Popolare di Vicenza and hosted every year at Palazzo Thiene in Vicenza. On show is the consistent collection of the Remondini’s eighteenthcentury prints: about three hundred pieces, including etchings and more than one hundred perspective views of Italian and European cities. Around 1660, Giovanni Antonio Remondini (Padua 1634-1711) founded a printing house that with time became the center for most of the popular and iconographical literary production of the time. In 1700 he owned 18 printing machines, 24 presses for copper-plate printing and two for flowery paper, four paper mills and a foundry for types, and he represented the first “image industry”. The exhibition in Vicenza offers the opportunity to examine the history of this industrial phenomenon – which is still considered admirable today – and to compare the Remondini’s prints with the iconographical sources they drew inspiration from thanks to loans from the major Italian museums, which include paintings, sculptures, sacred objects, fabrics and pottery. The Collection will be on permanent display at Palazzo Thiene.
Until March, two artistic events are enriching Turin’s public areas. The first is an exhibition of contemporary art which has come to its eighth edition, entitled “Artists’ Lights”. The city is lit up with works and light installations that have a strong visual impact, created by international artists. This year, twenty areas around the city will be “illuminated” by masters such as Daniel Buren, Giulio Paolini, Mario Airò, Nicola De Maria (in the picture, the latter’s The Flower Kingdom: a Cosmic Home for all Souls, in Piazza Carlina). These are only some of the protagonists of the event, which this year also sees the participation of Michelangelo Pistoletto. On the other hand, in Piazza Vittorio the fifth edition of “ManifesTO” is on, a street poster project for the exhibition of contemporary and modern art in public areas, organized in collaboration with the Associations of the TAG and ALPGAMC art galleries. This year, over one hundred posters are on display.
An exhibition currently under way (until March 19th) at the Institut du Monde Arabe in Paris is offering a journey through an in-depth study and research of one of the most fertile periods of Arab culture. “The golden age of Arabic science” focuses on a specific period, which corresponds to the Western Middle Ages; a period of extraordinary development in ArabMuslim science that drew inspiration and benefited from particularly favorable factors. These include the spread of a common language: Arabic; the vastness and extension of a territory that spanned from Spain to India, and that favored international trade; the encouragement coming from princes and caliphs;
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Retrospettiva per Mastroianni
Arte superstar In Wien
Al Museo del Corso di Roma fino al 26 febbraio è allestita la mostra “Umberto Mastroianni, scultore europeo”. La retrospettiva documenta una sintesi di tutto il percorso artistico dello scultore dal bozzetto per la Deposizione del 1928 fino al Teatro Magico del 1998. Sono esposti una trentina di bronzi, di cui alcuni inediti, marmi, legni cere, olii, argenti, arazzi, acciai, ottoni, terrecotte, vetri, mosaici, plastiche, stoffe, a dimostrazione della capacità creativa e tecnica di Mastroianni. Passato attraverso varie stagioni ispiratrici, dalle opere di tenue plasticità degli esordi, con soggetti religiosi, ritratti e nudi, al contatto con la storia, in primo luogo rinascimentale, dalla stagione neo-cubista al periodo informale, fino al “macchinismo fantastico”e ai cicli degli ultimi suoi anni plastici e pittorici in cui tocca i temi della magia, dell’inconscio, dell’infinito, Mastroianni ha raccontato in profondità il dramma dell’uomo che si dibatte tra conscio e inconscio, rimanendo però fedele a un linguaggio che pur con espressioni diverse è stato sempre legato al fondamento di un’arte vista come abilità artigianale e tecnica.
Il Kunstforum di Vienna presenta fino al 19 febbraio la mostra “Superstars: da Warhol a Madonna”. La rassegna propone una selezione di opere che trattano il tema della raffigurazione delle superstar nell’arte da quelle del cinema a quelle della musica, dai politici agli artisti stessi. Il fenomeno del ritratto dei personaggi famosi è da sempre in auge ed è particolarmente riflesso negli autoritratti in cui gli artisti si rappresentano come “principi della pittura” un po’ dandy (è il caso di un autoritratto di Picasso) o arrivano a “definirsi” come sculture vive (per esempio nell’opera di Gilbert & George), o ancora lanciano provocazioni riprendendosi in situazioni sessualmente esplicite come si vede dall’opera di Jeff Koons. La mostra viennese ripropone dunque come un esame su quello che si può definire lo “specchio” dell’arte dello starsystem.
The Kunstforum of Vienna is presenting the show “Superstars: from Warhol to Madonna”, which will be open until Februrary 19th. The exhibition displays a selection of works that deal with the representation of superstars – from moviestars to music celebrities, from politicians to artists themselves – in art. The portrayal of famous personalities has always been topical, and is especially reflected in self-portraits in which artists depict themselves as dandyish “princes of painting” (this is the case in one of Picasso’s self-portraits), or actually reach the point of “defining” themselves as living sculptures (as, for instance, in Gilbert & George’s work). Others are very provocative, and video themselves in explicitly sexual situations, as in Jeff Koons’ work. The Viennese show thus offers the opportunity to examine what might be called the “mirror” of art in the star system.
Oggettivando
Di soli 8 centimetri
Il marchio DriadeKosmo accoglie ed evidenzia la vastissima produzione Driade, costituendo il variegato panorama di un’oggettistica decorativa intesa quale fattore di personalizzazione estrema, e alternativa ai formalismi di riferimento. Aperta a tutte le interpretazioni stilistiche e di tendenza, la collezione ha preso avvio dalla creatività incontenibile e suggestiva di Borek Sipek, per svilupparsi successivamente verso interpretazioni differentemente eclettiche e originali. Si distinguono in DriadeKosmo due linee; le Follies, individuabili per la singolarità degli oggetti dal preziosismo esclusivo che, sotto forma di porcellane da tavola, candelabri, vasi e altro, diventano icone di riferimento e caratterizzazione della casa, e gli accessori della collezione d.House pensati per uso quotidiano, e costituiti da servizi per la tavola, vasi e candelieri, risolti brillantemente con un design più codificato.
Faz II, di Fischer, è un super tassello indifferente al fissaggio di carichi enormi pur se di soli 8 centimetri di spessore per l’ancoraggio. La sua forza si esplica al meglio nelle situazioni difficili come pesi fissati a soffitto o inserimenti nel calcestruzzo fessurato. La validità di Faz II è certificata da ETA CE (European Technical Approval, opzione 1, massimo livello per calcestruzzo fessurrato) e classe F120 di resistenza al fuoco, che lo ha omologato per gli impianti antincendio. Risponde in termini di facilità, sicurezza e praticità a quanto richiesto al tassello nella carpenteria pesante, nell’ingegneria strutturale, negli impianti elettrici, termosanitari e nelle ristrutturazioni.
Installazione volante BTicino, consapevole che le utenze, in ambito domestico, dispongono di collegamento a due reti distinte, energia e segnale, normalmente non accessibili in tutti gli ambienti, ha messo a punto, per consentirne l’utilizzo indipendente ovunque, GyroTwin; l’unico avvolgicavo con due funzioni. Il manufatto presenta infatti due lati: uno dedicato alla funzione energia, l’altro a quella della telefonia o della televisione. E’ quindi possibile consentire lo spostamento di telefoni, computer o TV utilizzando un solo
Umberto Mastroianni, Battaglia, bronzo/bronze, 110x130x59 cm, 1957.
Sogni e desideri Hundertwasser at DAM Il Deutsches Architektur Museum di Frankfurt am Main propone fino al 5 febbraio la mostra “Hundertwasser. A Sunday Architect – Constructed Dreams and Longings”. La rassegna presenta una selezione di immagini e modelli delle oniriche architetture di Friedensreich Hundertwasser insieme a suoi dipinti e a riproduzioni giganti di sue citazioni in un tentativo di approfondire la conoscenza con la psicologia e i desideri dello stravagante architettop/artista austriaco. Avversario tenace dell’angolo retto e della linea diritta, influenzato dal metabolismo giapponese, contrario alle rigidità e all’ordine, teso alla ricerca continua di una simbiosi tra natura e tecnologia, ordine e caos, Hundertwasser ha sognato e realizzato edifici che sembrano usciti da una favola. Non cercava l’originalità e l’innovazione di per sé, ma spinto dal desiderio di alterare l’ambiente uniforme in cui viveva. Sebbene da sempre ritenuto inferiore a personaggi come Gaudí o Niemeyer, l’austriaco si è guadagnato una popolarità a livello internazionale, nonostante i perduranti pregiudizi della critica. The Deutsches Architektur Museum of Frankfurt am Main is introducing the exhibition “Hundertwasser: A Sunday Architect – Constructed Dreams and Longings” until February 5th. The show presents a selection of images and models of Friedensreich Hundertwasser’s dreamy architectural works, along with his paintings and gigantic reproductions of his quotations, in an attempt to examine the extravagant Austrian architect/artist’s psychology and… longings. Hundertwasser was a proclaimed enemy of right angles and straight lines; he was influenced by the Japanese metabolism and was against rigidity and order. He was on a continuous quest for symbiosis between nature and technology, order and chaos, and dreamed up – and realized – buildings that seem to come from the world of fairy tales. He didn’t look for originality and innovation per se, but was driven by the desire to change the uniform environment in which he lived. Although he has always been considered less important than personalities such as Gaudi or Niemeyer, the Austrian architect has gained international popularity, despite ongoing prejudice on the part of critics.
elemento al posto di due prolunghe o avvolgicavi. GyroTwin, che dispone di sistema brevettato in funzione della massima rapidità di svolgimento/avvolgimento, evitando inceppamenti, è dotato di due rotori ergonomici, uno per lato, svolgibili separatamente. Il lato energia è realizzato secondo le prescrizioni della norma EN61242 e della sua variante EN61242/A11 che prevede un protettore termico di sicurezza per l’interruzione automatica della corrente in caso di sovraccarico.
Fiera specializzata per l’efficienza energetica e l’edilizia sostenibile, finalizzata al mercato nazionale, Klimahouse, dopo il successo riscosso nel corso dell’edizione precedente, svoltasi nell’ambito di Bauschau- Lignomec 2005, è diventata una fiera indipendente e autonoma, presente nel quartiere fieristico di Bolzano dal 26 al 29 gennaio 2006. Patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, la manifestazione si svolge in una regione straordinariamente impegnata a dare risposte efficienti al risparmio energetico. Le numerose adesioni pervenute da aziende di settore interessate a partecipare a questa edizione di Klimahouse, hanno dimostrato l’alto grado di interesse suscitato per le possibili opportunità. Sono presenti, su una superficie di 16.000 metri quadri oltre 200 espositori, con i propri sistemi di isolamento per edifici (sistemi di coibentazione, serramenti, accessori), nonché tecnologie applicate in edilizia (riscaldamenti, impianti di aerazione, impianti a energia solare). La manifestazione comprende un articolato programma di convegni organizzati presso un forum reso attivo per l’occasione nell’ambito fieristico.
Andy Warhol, Selfportrait.
Non solo bianco In Turin In occasione delle Olimpiadi Invernali, la Regione Piemonte in collaborazione con l’Associazione Velan Centro per l’Arte Contemporanea di Torino ha organizzato, nelle sale di Palazzo Cavour fino al 22 gennaio, la mostra “Il bianco e altro e comunque arte”. Una sala espositiva che, come un piccola “personale”, è dedicata a ciascuno dei diciassette artisti (Daniel Buren, Paolo Chiasera, Nicola De Maria, Lucio Fontana, Innocente, Anish Kapoor, Joseph Kosuth, Marisa Merz, Liliana Moro, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Luisa Rabbia, Remo Salvatori, Ettore Spalletti, Nikola Uzunowski, Gilberto Zorio) per le loro opere in cui il “bianco” predomina, a rappresentare la neve protagonista dello scenario piemontese, ma in cui gli altri colori contribuiscono a evitare di chiudersi in un’immagine stereotipata del territorio e ad aprirsi idealmente a una realtà sfaccettata e multiforme.
For the Olympic Winter Games, in collaboration with the Velan Association, Center for Contemporary Art in Turin, the Piedmont Region has organized the exhibition “White and more and art, in any case” in the halls of Palazzo Cavour. The show, which will be open until January 22nd, features a showroom devoted – as though it were a solo show – to each of the seventeen artists on display (Daniel Buren, Paolo Chiasera, Nicola De Maria, Lucio Fontana, Innocente, Anish Kapoor, Joseph Kosuth, Marisa Merz, Liliana Moro, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Luisa Rabbia, Remo Salvatori, Ettore Spalletti, Nikola Uzunowski, Gilberto Zorio). White dominates in their works, representing snow as the protagonist of the Piedmont scene, but other colors are also present, thus avoiding the closure of a stereotypical image of the territory, and opening up ideally to a multifaceted, multiform reality.
Ripulisce l’aria I pannelli compositi in titanio Alpolic· tcm Alpolic·/fr, di Mitsubishi Chemical Functional Products, con trattamento fotocatalitico EcoTi by NanoSurfaces, uniscono in un’unica soluzione tecnologica tre principali vantaggi: - le proprietà tipiche dei pannelli compositi TCM titanio/refrattario a basso contenuto di polietilene/acciaio inossidabile di rigidezza (AISI 430), resistenza, formabilità, isolamento termico e acustico, requisiti che da anni ne hanno determinato l’uso per la realizzazione di facciate ventilate ad alto contenuto tecnologico, rivestimenti esterni e interni di edifici pubblici, negozi e ritrovi - le prerogative derivanti dal trattamento di anodizzazione del titanio che,
Osservatorio per il risparmio energetico
attraverso la creazione di colorazioni di interferenza, ne esalta le proprietà estetiche - i benefici derivati dal trattamento EcoTi, che ne determina la capacità di abbattimento dell’inquinamento ambientale. A seguito delle proprietà fotocatalitiche del prodotto, l’ossido di titanio con microstruttura anatasio è in grado, in presenza di irraggiamento UV di origine sia solare che artificiale, di determinare l’ossidazione di molti inquinanti ambientali quali CO, NO, fenoli, benzene, tricroroetilene, acetaldeide, toluene e formaldeide, permettendo in questo modo un effetto di disinquinamento ambientale di indiscusso interesse applicativo.
Premio per l’eccellenza
Friedensreich Hundertwasser, Hundertwasser House, Vienna, 1983-86.
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Innocente, Tredici, installazione in marmo bianco/white marble installation, 2005.
Awards Top Brands ha assegnato a Philips il premio “marchio di eccellenza” in seguito all’indagine condotta da Research International, con la seguente motivazione: “marchio dotato di elevata brand equità (123 rispetto al valore medio 100 raggiunto dai 50 brand compresi nell’indagine) in grado di presidiare efficacemente le principali
dimensioni che la compongono: emozionali, performative ed etiche”. Philips è presente nel volume “Superbrands, il libro dei grandi marchi in Italia 2005/2006”, con una escursione generale sull’azienda, sulla sua storia, sui valori e sulle innovazioni di prodotto.
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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Premio di architettura
Protezione passiva
L’edizione 2005 del Premio di Architettura Città di Oderzo ha impegnato la giuria ad affrontare un crescente numero di progetti partecipanti quale riscontro a un interesse sempre più esteso nei confronti del territorio di riferimento. Lo spirito dell’iniziativa implica la volontà di attivare l’interesse verso un dibattito architettonico che coinvolga, oltre agli addetti ai lavori, amministratori pubblici, imprenditori, promotori e quant’altri desiderino aggiornarsi sulle trasformazioni urbane. Come nella precedente edizione del premio, l’incarico per l’allestimento della relativa mostra resta di pertinenza del vincitore, mentre i progetti pubblicati nel catalogo sono stati affidati e curati, per assicurare una comune visione fotografica, da un unico autore, e dove compaiono i primi riscontri sul lavoro riguardante la borsa di studio istituita da Comune di Oderzo e dalla Regione Veneto, finalizzata all’indagine del rapporto tra committenza e architettura. Tra le opere selezionate , il primo premio è stato assegnato a Alfonso Cedron con il progetto di recupero riguardante la Casa Deeks a Volpago del Montello, Treviso. La motivazione indica come sia stato affrontato un problema tipico e relativo al territorio e al suo stato, riabilitando un edificio residenziale squalificato, secondo concetti di conservazione storica e qualificazione progredita.
Il settimo e ultimo Congresso Nazionale ESD (Electro Static Discharge) tenutosi a Vicenza con il tema “Impatti ESD nei processi industriali”, ha registrato la partecipazione di diversi settori produttivi ai quali si sono aggiunte anche aree militari; settori in cui la gestione della statica è storicamente molto critica e potrebbe influenzare concretamente la vita e la salute di coloro che sono coinvolti, direttamente e non, in aree esposte a ESD (infiammabili/esplosivi). Mapei, da sempre attenta e sensibile a queste
Un libro “vivo” Gautrand’s Way tematiche, e dotata di personale qualificato nella ricerca, sviluppa materiali e prodotti in grado di risolvere queste problematiche. La grande esperienza, acquisita dall’azienda nel corso degli anni, in relazione al settore dei prodotti per la posa di resilienti e tessili, si concretizza infatti nella realizzazione di prodotti sempre più innovativi per la posa di pavimenti conduttivi. Questo rende Mapei particolarmente attenta e partecipe a iniziative come i congressi ESD.
Installazione multimediale Il Gruppo Florim ha fatto la prima apparizione ufficiale nel corso dell’ultima edizione del Cersaie di Bologna, proponendosi con un’installazione multimediale allestita presso il container di Casa dolce casa, inaugurando il nuovo spazio espositivo permanente “Docks” dedicato a tutti i propri marchi: Floor Gres Ceramiche, Casa dolce casa, Cerim Ceramiche, Rex Ceramiche Artistiche, American Florim ed Esquire. Si è trattato di un’area di 1200 metri quadrati interpretata come un laboratorio creativo perennemente in evoluzione e trasformazione, al fine di esporre e promuovere i nuovi progetti e i sistemi espositivi di ogni marchio. L’incarico di evidenziare l’immagine del Gruppo è
stato affidato a Armin Linke che, mediante un’analisi scientifico-poetica sulla trasformazione della materia e del processo creativo capace di determinare la scelta del colore, anima un’opera multimediale di essenziale esclusività. L’anno 2005 si è rivelato estremamente positivo sia per l’acquisizione di Casa dolce casa, sia per gli impulsi a livello tecnologico e di prodotto sia in relazione al fatturato.
Manuelle Gautrand Architecture Birkhäuser, Basel 2005, 210 pp. ill. b/n e col. L’architettura dà forma a questo libro, che però l’assume come punto di partenza per dar vita a una nuova grafica, che sa un po’ di Liberty e un po’ di fumetto, e accompagna il lettore, con il suo segno capriccioso e suadente (un nero aggressivo su un bianco indifeso, opera di Sylvaine Enguehard), lungo i percorsi di un’architettura per altri versi del tutto logica, ragionata, calcolata. Ci si può allora divertire a “guardare” il tutto senza discernimento critico né aspettative di novità e informazioni, lasciando che lo sguardo vaghi sulle immagini o le insegua all’interno dello pagine ripiegate su se stesse, celando e in pari tempo invitando a scoprire; oppure si può procedere a una lettura sistematica delle immagini, nelle quali l’architettura realizzata si impone con il rigore che caratterizza l’opera di Gautrand. I due livelli di lettura peraltro si incrociano, dando infine vita a un pastiche quanto mai eloquente, sicché alla fine si è invogliati a conservare il libro sia per consultarlo in seguito, sia come artefatto editoriale, “oggetto” grafico che vive di vita propria.
Architecture gives shape to this book, which, however, uses architecture itself as the starting point for a new type that has the feel of Art Nouveau and comic-strips together. With its bizarre, persuasive sign (an aggressive black over a defenceless white, created by Sylvaine Enguehard) this typography follows the reader through the feats of an architecture that – from other points of view – is totally logical, reasoned and calculated. You can thus enjoy “looking” at everything without critical judgement, without expecting novelty and information, letting your eye rove over the illustrations, or follow them within the folded-in pages, which both hide something and invite you to discover it. Or you can “read” the pictures systematically, as the architecture they portray imposes itself with the rigor that characterizes Gautrand’s work. At any rate, the two levels cross each other, finally giving life to a very eloquent pastiche, so in the end you will want to keep the book not only for future consulting, but also as a published artifact, a graphic “object” with a life of its own.
La creatività oggi Art and New Media Rosalind Krauss Reinventare il medium. Cinque saggi sull’arte d’oggi Bruno Mondadori, Milano 2005, 160 pp. ill. b/n
Il settore idrotermosanitario
La condizione attuale dell’arte è quella di trovarsi alle prese non con un mutamento che la costringe a riflettere sulla sua specificità, ma con un processo di crisi tutto interno proprio a quella specificità, che la espone a un confronto squilibrato e drammatico con i nuovi media. La riflessione di Rosalind Krauss su questi temi dà luogo a interrogativi che per ora non hanno risposta, e che riguardano il ruolo dell’arte nella cultura contemporanea e la necessità di rivedere in profondità le modalità tecniche destinate a sostenerlo. Ciò che Krauss intende qui per “arte” è però, in fin dei conti, solo la pittura, insidiata dalla fotografia e dalle immagini digitali. Il che stabilisce una distinzione cruciale, dal momento che in gioco non è tanto la “forma” generale dell’arte, quanto la sua capacità di
Presente dal 28 febbraio al 4 marzo 2006 presso il Nuovo Polo fieristico di RhoPero, la 35ª Mostra Convegno Expocomfort, esposizione internazionale dedicata ai settori dell’impiantistica civile e industriale, esordirà con soluzioni innovative, tra le quali Next Energy 2006; salone dedicato ai temi dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili che, giunto alla terza edizione, occuperà una sezione speciale all’interno di Mostra Convegno Expoconfort, ospitando le proposte e le offerte a più elevata efficienza energetica, anche mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili. Innovativo anche il nuovo spazio espositivo Expobagno; esposizione internazionale dedicata all’universo bagno, che raccoglie tutti gli elementi della filiera produttiva del comparto bagno distinguibili in termini di funzionalità, innovazione tecnologica, comfort, estetica e sperimentazione progettuale.Rivolto a un pubblico qualificato italiano e straniero, Expobagno propone un’offerta espositiva di alto livello per ceramica sanitaria, rubinetteria, wellness, rivestimenti, accessori e arredo bagno. La manifestazione, ampliata con nuove aree espositive come quella caratterizzata dal comparto riservato alla prevenzione incendi nel settore industriale o quella che vede lo sviluppo del comparto refrigerazione industriale e commerciale, avrà il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, e del Ministero delle Attività Produttive.
rappresentare (e di rappresentarsi), che la pittura vede venir meno e che altri settori artistici hanno invece dimostrato di saper adattare alle nuove esigenze. Da ciò nascono naturalmente nuovi interrogativi, che confermano comunque questo libro come testo indispensabile per capire la situazione della creatività artistica ai giorni nostri. Maurizio Vitta Art currently finds itself dealing with a change: not with one that forces it to reflect upon its own specificity, but with an internal crisis that sets it in an unbalanced, dramatic relationship with the new media. Rosalind Krauss’s reflection on these themes gives rise to questions that, for now, cannot be answered, and that regard the role art plays in
contemporary culture and the need for an in-depth reexamination of the technical procedures that are meant to back this role. However, what Krauss means with the term “art” actually only refers to painting, which is ensnared by photography and digital images. This establishes a crucial distinction, since we are not really dealing with the general “form” of art, but with its ability to represent (or represent itself); painting is incapable of keeping up, whilst, on the other hand, other art sectors have shown they are capable of adapting to the new requirements. Thus, of course, new questions arise, confirming how this book is an indispensable text for the understanding of today’s art situation.
Segnalazioni
Tecnologia costruttiva
Nuovi intendimenti
Azienda specializzata nei settori delle macchine per la lavorazione del legno, della fabbricazione del mobile e della sua commercializzazione, Marca clac ha messo a punto un innovativo ed esclusivo sistema costruttivo “continuo”, dedicato al mobile e denominato “Marcaclac sistema”. Coperto da brevetto, il sistema assicura una piena libertà creativa per la realizzazione di mobili con tipologie plurime e dimensioni personalizzate su misura, assicurando costi contenuti, risparmi di tempo e riduzione della fatica, nonché massima semplicità, adattabilità e soddisfazione.
Consapevole che lo sviluppo demografico della società indica nella generazione degli ultracinquantenni un riferimento di massimo e crescente interesse e notevoli potenzialità, Light+Building 2006 allarga la propria gamma espositiva introducendo componenti e apparecchi specificatamente creati per la generazione dei “50+”. Ciò comporta la presentazione, dal 23 al 27 aprile 2006 a Francoforte sul Meno, di soluzioni innovative e conformi alle necessità degli anziani, che si dimostrano contemporaneamente adatte a
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soddisfare anche i desideri di comfort delle generazioni più giovani. La Fiera, specializzata nell’architettura e nella tecnica, si articolerà su un innovativo concetto modulare, dove luce, elettronica, automazione di case ed edifici nonché il complesso tematico già presente nel 2004 “Sistemi rilevanti per architettura”, consentiranno un approccio di progettazione integrata.
Accreditare i musei. L’esperienza della Lombardia Guerini Associati, Milano 2005, 346 pp La Regione Lombardia-Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, per prima in Italia ha dato attuazione agli indirizzi nazionali (DM 10.05.2001) sui criteri tecnico-scientifici e gli standard di funzionamento e sviluppo dei musei. L’accreditamento dei musei di ente e di interesse locale ha avviato un processo che ha l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi mussali. Il volume mette a disposizione di quanti lavorano nel settore (regioni, enti locali,università, professionisti) la documentazione relativa al percorso seguito e agli strumenti utilizzati. Marcos Cruz, Maryan Coletti Marcosandmarjan-Interfaces/Intrafaces Sprinter Architecture, Wien/New York 2005, ill. A colori, 120 pp Con l’introduzione di Peter Cook, questo volume illustra le ricerche progettuali del duo Marcosandmarjan. E’ la prima monografia che presenta tutti i loro progetti fino ai più recenti i Padiglioni per la 75th Lisbon Book Fair a Lisbona e il complesso multifunzionale a Beijing.
Frigerio Design Group-Slow Architecture for Living Skira, Milano 2005, ill. A colori e b/n, 168 pp Prima monografia dedicata allo studio di architettura genovese Frigerio Design Group, sottotitolata con un motto che presuppone un’idea di architettura come servizio con un alto valore civile e, insieme, come mestiere carico del senso di consapevolezza del proprio ruolo e dell’influenza che ha sul contesto, sulle risorse utilizzate e nella vita di chi la vive. Jonhatan Hale Ends Middles Beginnings-Edward Cullinan Architects Black Dog Publishing, London 2005, 350 ill. A colori e b/n, 288 pp Lo studio britannico Edward Cullinan Architects è stato fondato negli anni Sessanta. Questo libro ne traccia la storia attraverso le opere realizzate in tutto il mondo, caratterizzate da una forte estetica tattile e dalla grande considerazione per il rapporto tra l’interno e l’esterno degli edifici. Mutation. Jean-Philippe Pargade: The French Embassy in Warsaw AAM Editions, Bruxelles 2005, ill. A colori, 128 pp
Con un testo introduttivo di François La marre, un saggio di Aleksandra Stepnikowska e le immagini di Nicolas Grospierre e Nicolas Fessy, il libro illustra la recente ristrutturazione da parte dell’architetto Pargade dell’Ambasciata di Francia a Varsavia. L’edificio pur rinnovato completamente mantiene forti riferimenti a quello originariamente costruito tra gli anni Sessanta e Settanta e, soprattutto include il ridisegno e il riutilizzo dei pannelli di alluminio che rivestono la facciata che erano stati progettati da Jean Prouvé. Leon van Schaik Mastering Architecture – Becoming a Creative Innovator in Practice Wiley-Academy, Chichester 2005, ill. a colori e b/n, 248 pp E’ facile, anche per I progettisti più affermati, perdere di vista i loro obiettivi creativi, una volta che siano presi dal lavoro e dai problemi quotidiani della conduzione del proprio studio. Questo libro vuole essere una guida per gli architetti che vogliano tornare e continuare a seguire una forma di creatività per promuovere l’evoluzione del proprio studio.
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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
Cina / China Beijing IASS Hangai Prize Premio per ricercatori, designer e ingegneri under 30 per studi e ricerche innovative nel settore delle strutture spaziali e a guscio/Prize for young (under 30) talented researchers, designers and engineers. The prize will be given to the winners of the international contest of research papers and resumes of the design projects or innovative ideas that are related to the field of shell and spatial structures Scadenza/Deadline: 31/6 Per informazioni: Internet: http://hangai_prize.iis.u-tokyo.ac.jp/ E-mail: hangaipr@iis.u-tokyo.ac.jp
Germania / Germany Dessau International Bauhaus Award 2006: Updating Modernism Concorso aperto a designer under 40 per progetti di design per qualsiasi settore di attività sul tema “Aggiornare il Modernismo”/Award open to designer under 40 years of age for design projects, irrespective of disciplines and professions, which tackle the “Updating Modernism” Scadenza/Deadline: 1/3 Monte premi/Total prize money: 12.000 Euro Per informazioni: Bauhaus Dessau Foundation Gropiusallee 38 D-06846 Dessau Tel. +49 340 65080 Fax +49 340 6508226 Internet: www.bauhaus-dessau.de E-mail: award@bauhaus-dessau.de
Giappone / Japan Osaka The 19th Koizumi International Lighting Design Competition For Students Lighting for disasters/Lighting for Survival Concorso internazionale per studenti per progetti di sistemi di illuminazione che aiutino la gente in aree colpite da disastri/International student competition for designs of lighting that will assist people in disaster afflicted regions where lighting is required Scadenza/Dedaline: 31/1 Monte premi/Total prize money: 1,400,000 Yen Giuria/Jury: Kenji Ekuan, Angelo Cortesi, Shoei Yoh, Kiyonori Kikutake, Patrck Whitney Per informazioni: Japan / Mr.Yoshino Office of Koizumi International Lighting Design Competition for Students Koizumi Sangyo Corporation 3-3-7 Bingomachi, Chuo-ku Osaka, 541-0051 Japan Tel. +816 62621369 Fax +81 6 62667845 Internet: www.koizumi-designcompe.com E-mail: compe@koizumi.co.jp
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+ europaconcorsi
Italy/ Ms. Kazumi Kurihara Koizumi Compe Viale Monza 325 20126 Milano, Italy Tel. +39 02 2570380 E-mail: koizumicompe@tiscali.it
Gran Bretagna / Great Britain Sedlescombe (East Sussex) Pestalozzi Village Concorso per di idee per il rinnovo del Pestalozzi International village/Ideas competition for the renewal of Pestalozzi International Village Scadenza/Deadline: 19/1 Per informazioni: RIBA Competitions Office 6 Melbourne Street Leeds LS2 7PS UK Tel. +44 113 234 1335 Fax +44 113 246 0744 Internet: www.architecture.com, www.ribacompetitions.com E-mail: riba.competitions@inst.riba.org
London D&AD Premio internazionale per i migliori lavori creativi realizzati nel 2005/Award for the best creative works realized in 2005 Scadenza 25/1 Per informazioni: D&AD 9 Graphite Square, Vauxhall Walk London SE11 5EE Tel. +44 (0)20 7840 1140 Internet: www.dandad.co.uk E-mail: awards@dandad.co.uk
Italia / Italy Brescia Premio Aluprogetto Premio per la migliore realizzazione strutturale in alluminio/Award for the best realization made of structural aluminim Scadenza/Deadline: 16/1 Giuria/Jury: Ernesto Carretta, Alessandro Chiarato, Antonio Citterio, Aldo Colonetti, Mario Conserva, Sergio Croce, Claudio De Albertis, Pietro Gimelli, Gian Carlo Giuliani, Alberto Seassaro, Giorgio Valentini Per informazioni: Segreteria Premio Aluprogetto Edimet spa Via Corfù 102 25124 Brescia Tel. +39 030 2421043 Fax +39 030 223802 Internet: www.aluprogetto.metef.com E-mail: aluprogetto@metef.com
Brignano Gera D’Adda (Bergamo) Concorso di Urbanistica Oggetto del concorso è la presentazione di una proposta progettuale tesa alla riqualificazione e valorizzazione dell’area compresa tra Palazzo Vecchio e le Torri Viscontee/Competition for a project proposal for the requalification of the area comprised between Palazzo Vecchio and Torri Viscontee Scadenza/Deadline: 24/1 Monte premi/Total prize money: 8.000 Euro Giuria/Jury: Aldo Foccoli, Danilo Salvoni, Marco Percassi, Idrio Favaron Per informazioni: Comune di Brignano Gera d’Adda – Servizio Gestione del Territorio Via Vittorio Emenuele II 36 24053 Brignano Gera d’Adda (BG) Tel. +39 0363 815011 Fax +39 0363 382263 E-mail: ufficio.tecnico@comune.brignano.bg.it
Cagliari Museo mediterraneo dell’arte nuragica e dell’arte contemporanea Concorso internazionale in due fasi per la progettazione del Museo mediterraneo dell’arte nuragica e dell’arte contemporanea International competition in two phases for the project of the Mediterranean Museum of Nuragic and Contemporary Art Scadenza/Deadline: 12/1 Giuria/Jury: Stefano Boeri, Antonio Marras, Catherine David, Hans Ulbrich Obrist, Salvatore Settis Per informazioni: Internet: www.betile.it/museo_ita.html, www.regione.sardegna.it
Campo San Martino (Padova) Riqualificazione Estetico-urbanistica Concorso per la ristrutturazione, l’ampliamento e la riqualificazione estetico-urbanistica della sede municipale e dell’area adiacente adibita a zona pedonale, verde e parcheggio/Competition for the aesthetic-urban requalification of the City Hall and of the adjacent area as a pedestrian area with park and parking Scadenza/Deadline: 31/1 Monte premi/Total prize money: 5.000 Euro Per informazioni: Comune di Campo San Martino Via E. Breda 2 35010 Campo San Martino (PD) Tel. +39 049 9698980 Fax +39 049 9698990 Internet: www.comune.camposanmartino.pd.it E-mail Ufficio Lavori Pubblici: lavoripubblici@ comune.camposanmartino.pd.it
Cantù (Como) Home Design Competition: Le nuove dimensioni espressive dei materiali innovativi come interfacce intelligenti tra prodotto e fruitore Il concorso intende proporre alla riflessione progettuale la definizione di manufatti (oggetti, attrezzature, elementi di partizione spaziale, componenti edilizie) che sappiano interpretare le valenze espressive e tecnico-costruttive di materiali innovativi, naturali o artificiali, e che sappiano generare anche nuove relazioni in ambienti domestici e nei luoghi della vita collettiva/Competition for the definition of handmade home design elements (objects, equipment, partitions, components) interpreting the expressive and technical value of innovative materials, both natural and artificial, and generating new relations in the domestic environment Scadenza/Deadline: 2/2 Per informazioni: CLAC - Centro Legno Arredo Cantù Via Borgognone 12 22063 Cantù (CO) Tel. +39 031 713114 Fax +39 031 713118 Internet: www.clacsrl.it/homedesigncompetition E-mail: homedesigncompetition@clacsrl.it
Cossato (Biella) Comunità Montana Prealpi Biellesi Riqualificazione architettonica e urbanistica di porzioni di centri storici dei comuni di: Valdegno, Cerreto Castello, Quaregna, Cossato,
Vigliano Biellese, Masserano appartenenti alla Comunità Montana Prealpi Biellesi/Competition for the architectonic and urban requalification of sections of the historic centre of Valdegno, Cerreto Castello, Quaregna, Cossato, Vigliano Biellese, Masserano Scadenza/Deadline: 2/3 Monte premi/Total prize money: 8.000 Euro Per informazioni: Comunità Montana delle Prealpi Biellesi Viale Paietta, n. 21/23 13836 Cossato (BI) Tel. +39 015 93596 Fax +39 015 983021 E-mail: tecnico.cmprealpibiellesi@ reteunitaria.piemonte.it, cmprealpibiellesi@reteunitaria.piemonte.it
Esine (Brescia) Plesso scolastico in Via Toselle Concorso di idee per realizzazione del nuovo plesso scolastico (scuola materna, elementare e media) in Via Toselle/Ideas competition for a new school complex (nursery, primary schools) Scadenza/Deadline: 20/1 Monte premi/Toyal prize money: 7.000 Euro Per informazioni: Amministrazione Comunale di Esine Piazza Garibaldi 25040 Esine (BS) Tel. +39 0364 367812 Fax +39 0364 466036
Ferrara Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo Premio europeo per architetture sostenibili/European award for sustainable architetcures Iscrizione/Registration: 31/12/2005 Consegna/Submission: 31/1 Monte premi/Total prize money: 10.000 Euro Per informazioni: Segreteria del Premio Facoltà di Architettura Ferrara c/a Gianluca Minguzzi Via Quartieri 8 44100 Ferrara Tel./fax +39 0544 864353 Internet: www.premioarchitettura.it E-mail: premioarchitettura@xfaf.it
AGENDA Monte premi: 3.000 Euro Per informazioni: Get'Gist Arte Contemporanea Audio-Visiva via P.Grocco 10r 50139 Firenze Tel. +39 055 4476140 Internet: www.festincortofirenze.com E-mail: getgist@yahoo.com
Livorno 3° Concorso Internazionale di Arti Visive “EM’ARTE 2006” Concorso aperto a tutti gli artisti, italiani e stranieri, in cinque sezioni così articolate: A. Pittura (grafica, collage, aerografia ecc.); B. Fotografia artistica; C. Piccola scultura (citazioni speciali per sculture in alabastro); D. Multimedia (video installazioni, computer art ecc); E. Giovani critici d'arte contemporanea (fino a 35 anni)/International competition for artists in five sections: A. Painting; B. Artistic photography; C. Small sculpture; D. Multimedia; E. Young art critics (under 35 years of age) Scadenza/Deadline: 31/3 Per informazioni: C.Æ.S.A.R. ONLUS coop.a.r.l Via Medaglie d'oro 1/ A 57127 Livorno Internet: http://emarte2006.leonardo.it/blog E-mail arte@caesaronlus.it
Maiolati Spontini (Ancona) Polo scolastico e palestra Bando di concorso di progettazione per lavori di costruzione di un nuovo polo scolastico comprendente scuola primaria di I e II Grado e relativa palestra/Competition for a new primari and secondary school complex and gymnasium Scadenza/Deadline: 23/1 Monte premi/Total prize money: 27.000 Euro Per informazioni: Provincia di Ancona Comune di Maiolati Spontini Largo Pastori 1 60030 Maiolati Spuntini (AN) Tel. +39 0731 703612 Fax +39 0731 702816 Internet: www.provincia.ancona.it/maiolatispontini E-mail: concorsoprogettazione@provincia.ancona.it
Firenze
Matera
Un’immagine per i silos Concorso di idee per la riqualificazione dei caratteri formali e percettivi dell’edificio dimesso originariamente destinato a silos dell’ex società Seriom all’interno dello stabilimento Lonza spa a San giovanni Valdarno (FI)/Ideas competition for the formal and visual requalification of the abandoned building which was a silos of the former Serion company, in the context of the Lonza spa factory at San Giovanni Valdarno (FI) Scadenza/Deadline: 27/1 Monte premi/Total prize money: 9.000 Euro
Residenze Borgo La Martella Realizzazione di sei alloggi di edilizia agevolata in località Borgo La Martella/Competition for the realization of six concessional residences Scadenza/Deadline:13/2
Per informazioni: Dipartimento di Progettazione dell’Architettura Viale Gramsci 42 50132 Firenze Tel. +39 055 20007296 Fax +39 055 20007236 Internet: www.unifi.it/unifi/progarch/ concorso/silos.htm E-mail: concorsoidee@unifi.it
Gran Premio Città di Firenze “Stanley Kubrick 05-06” Concorso internazionale di cortometraggi realizzati dopo l’1/1/2003/International competition of short movies realized after 1/1/2003 Scadenza/Deadline: 30/1
Realizzazione di n.8 alloggi (procedure bioclimatiche e uso materiali bioedili) in località Borgo La Martella/Competition for the realization of eight bioclimatic residences with bio-materials Scadenza/Deadline: 20/2 Realizzazione di n.6 alloggi (con sistemi domotici) in località Borgo La Martella/Competition for the realization of six residences with domotic systems Scadenza/Deadline: 27/2
Per informazioni: ATER - Azienda Territoriale per l’edilizia residenziale Ufficio Tecnico - Segreteria del Dirigente Via B. Croce 2 75100 Matera Tel. +39 0835 301111
Milano Well-Tech Premio all'innovazione tecnologica sostenibile, accessibile e per una migliore qualità della vita
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Award for products showing innovations in sustainable and accessible technology for a better qualità of life Scadenza/Deadline: marzo/March Giuria/Jury: Domenico Zampagliene, Gianni Silvestrini, Isabella Steffan, Andrea Poggio, Monica Cesco, Carlo Vezzoli Per informazioni: Well-Tech Chiara Cantono Tel. +39 02 29518792 Fax +39 02 29518189 Internet : www.well-tech.it E-mail: info@well-tech.it
Concrete Design CompetitionPlasticity/Opacità Concorso internazionale per studenti di Belgio, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Svezia, Turchia Regno Unito per oggetti e prodotti che analizzino la dualità opacità/plasticità del cemento/International competition open to students of Belgium, Germany, Ireland, Italy, The Netherlands, Sweden, Turkey and the United Kingdom for research on the duality opacity/plasticity of concrete Scadenza/Deadline: 15/5 Monte premi/Total prize money: 4.000 Euro per ogni nazione/for each country Per informazioni: Segreteria Italia AITEC Maria Teresa Briotti Centro Direzionale Milanofiori Strada 1, Plazzo F2 20090 Assago (MI) Tel. +39 02 57511251 Fax +39 02 57511265 Internet: www.concretedesigncompetition.com E-mail: mtbriotti@altecweb.com
Porto Maurizio (Imperia) Una “Porta” per Porto Maurizio Concorso per la definizione di un elemento che segni l’ingresso alla città di Porto Maurizio/Competition for the design of an element signing the entrance to Porto Maurizio town Scadenza/Deadline: 30/1 Per informazioni: Comune di Imperia Ufficio protocollo - sezione VIII/ecologia c/a Giuseppe Enrico Viale Matteotti 153 8100 Imperia
Spoleto (Perugia) Il camino d’autore Concorso internazionale di idee per architetti per progetti innovativi di barbecue e grill/International competition open to designers and architects fopr innovative projects of barbecues and grills Scadenza/Deadline: 10/2 Monte premi/Total prize money: 2.200 Euro Per informazioni: Il Focolare Onlus Viale Firenze 4 06042_Campello sul Clitunno (PG) Tel. +39 0743 521573 Fax +39 0743 521570 Internet: www.ilfocolare.com E- mail: info@ilfocolare.com
Stresa (Verbania) Riqualificazione della Villa Palazzola e del Parco La Fondazione Villa Palazzola bandisce un concorso di idee a livello nazionale per la riqualificazione della Villa e del parco, al fine di rendere fruibile il compendio immobiliare a scopi culturali e turistici nonché alla realizzazione di un polo espositivo di livello internazionale Scadenza: 28/2 Monte premi: 35.000 Euro Giuria: Giorgio Benedek, Antonio
Caccia Dominioni, Guido Comis, Claudio Fumagalli, Graziano Patergnani, Giovanni Simonis Per informazioni: Fondazione “Villa Palazzola” Piazzale Europa n. 3 c/o Palazzo Congressi Sala Canonica 28838 Stresa (VB) Internet: www.fondazionepalazzola.it E-mail: info@fondazionepalazzola.it Responsabile del procedimento: Ugo Palmieri c/o Comune di Stresa Tel. 0323/939221 E-mail: palmieri@comune.stresa.vb.it Segretaria: Nicoletta Tedeschi c/o Comune di Stresa Tel. 0323/939254 Fax 0323/939222 E-mail: tedeschi@comune.stresa.vb.it
Torino International Award in Design, Engineering and Innovation in the Field of Automotive Human Factor Italdesign-Giugiaro promuove un premio internazionale di design per progetti di ricerca nel campo del design, ingegneria e innovazione legati al fattore umano nell’automobile/Italdesign-Giugiaro is promoting an International Award in Design, Engineering and Innovation, which will award prizes to three innovative research projects in the field of automotive Human Factors design Consegna/Submission: 1/2-18/4 Monte premi/Total prize money: 40.000 Euro Per informazioni: Politecnico di Torino 1a Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Meccanica Area di Ingegneria Industriale Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 Torino Internet: www.italdesign.it, www.polito.it/news/750_bando.pdf, www.icsid.org/italdesign
Tor San Lorenzo / Ardea (Roma) Premio Internazionale Torsanlorenzo Premio con la finalità di promuovere progetti realizzati e la qualità del verde urbano e forestale. Le sezioni sono le seguenti: sezione A: la progettazione paesaggistica nella trasformazione del territorio Interventi di restauro, ripristino e recupero ambientale; sezione B: la cultura del verde urbano – la qualità degli interventi nella città, la piazza, il verde di quartiere, il parco urbano; sezione C: giardini e parchi privati urbani e suburbani/International award for the promotion of realized projects and the quality of urban and woods green. Three sections: section A: territorial landscaping, environmental restoration and requalification; section B: urban green culture: interventions for the quality of the city, squares, parks, neighbourhoods; section C: private gardens and parks in the city and the country Scadenza/Deadline: 7/3 Monte premi/Total prize money: 7.500 Euro Per informazioni: Segreteria del Comitato Promotore “Premio Internazionale Torsanlorenzo” Gruppo Florovivaistico Soc. Coop. Agr. Via Campo di Carne, 51 00040 Tor San Lorenzo – Ardea (Roma) Tel. +39 06 91019005 Fax +39 06 91011602 Internet: www.premiotorsanlorenzo.it E-mail: info@premiotorsanlorenzo.it
International award for commissionino a building Scadenza/Deadline: 27/1 Per informazioni: Ala Assoarchitetti Internet: www.assoarchitetti.it
Messico / Mexico Tulum A Site Museum for Tulum Concorso internazionale per il progetto di un museo nell’area archeologica di Tulum/International competition for the design of a museum in the archaeological area of Tulum Scadenza/Deadline: 27/1 Per informazioni: Internet: www.arquine.com
Spagna / Spain Madrid VETECO-ASEFAVE Awards 2006 Premio internazionale per i produttori e progettisti di finestre e serramenti/International award for the production and design of windows and windowframes Scadenza/Deadline: 21/3 Per informazioni: VETECO - IFEMA, Feria de Madrid Parque Ferial Juan Carlos I 28042 Madrid Tel. +34 91 7225344/5000 Fax +34 91 7225807 Internet: www.veteco.ifema.es E-mail: veteco@ifema.es
Turchia / Turkey Istanbul Award for the Preservation of Islamic Cultural Heritage Concorso internazionale per progetti di conservazione del patrimonio architettonico e beni culturali di area islamica/International competition for preservation projects of architectonic and cultural heritage in the Islamic countries Iscrizione/Registration: 15/2 Consegna/Submission: 1/10 Monte premi/Total prize money: 30.000 US$ Per informazioni: Yildiz Sarayi, Seyir Kosku Barbaros Bulvari, Besiktas 34349 Istanbul Tel. +90 212 259 17 42 Fax +90 212 258 43 65 Internet: http://ircica.org E-mail: heritageaward@ircica.org
USA Chicago Burnham Prize 2006 Concorso per la ridefinizione urbana del quartiere di North Lawndale aperto ad architetti e designer under 40/Competition for the re-definition of the Urban Neighborhood North Lawndale in the 21st Century open to architects or designers under 40 Iscrizione/Registration: 20/1 Consegna/Submission: 3/2
Vicenza
Per informazioni: Internet: www.chicagoarchitecturalclub.org/ comp/2006/burnham/index.php E-mail: burnhamprize2006@ chicagoarchitecturalclub.org
Premio internazionale Dedalo Minosse Premio internazionale alla committenza di architettura
Congress for the New Urbanism 2006 Charter Awards Premio per progetti di urbanistica di qualità per le categorie: Regionale,
210 l’ARCA 103
AGENDA metropolis, città; Quartiere, distretto; Isolato, Strada, Edificio/In the United States and the world over, designers, developers, public officials, and others are creating buildings, streets, squares, neighborhoods, and other urban places worthy of the world’s most beloved cities. With the aid of the New Urbanism movement, they are creating long-term city and regional plans that will serve as blueprints for the great cities and towns of tomorrow. Administered by the movement’s flagship organization - the Congress for the New Urbanism - the Charter Awards program rewards the best work of this new era of placemaking Scadenza/Deadline: 31/1 Giuria/Jury: Dhiru Thadani, Peter Calthorpe, Chester “Rick” Chellman, Peter Hetzel, Linda Keane, Léon Krier, Barbara Littenberg, Susan Parham, Jaquelin Robertson, Todd Zimmerman Per informazioni: CNU The Marquette Building 140 S. Dearborn, Suite 310 Chicago, IL 60603 Internet: www.cnu.org/awards2006 E-mail: cnuinfo@cnu.org
Kansas City Ferrous Park Concorso internazionale per il progetto di sette residenze di fronte a un parco di sculture nel Crossroads Arts District in Kansas City, Missouri USA. Il progetto mira a proporre un approccio per l’integrazione di nuovi edifici residenziali in un importante tratto urbano rafforzando l’identità fisica, sociale ed economica del quartiere/International architectural design competition for the design of a housing project, fronting a sculpture park, with seven individual dwellings in the Crossroads Arts District in Kansas City, Missouri USA. The project seeks to offer an approach for integrating new housing construction into urban core redevelopment by preserving and strengthening the early aspects of a neighborhood identity as physical, social and financial development merges into a burgeoning neighborhood Scadenza/Deadline: 31/1 Per informazioni: Ferrous Park Tel. +1 816 4713618 Internet: www.ferrouspark.org E-mail: requests@ferrouspark.org
Madison The 2004/2005 Sub-Zero/Wolf Kitchen Design Contest Concorso internazionale per la progettazione di cucine innovative/International design competition for the design of innovative kitchen systems Scadenza/Deadline: 9/1 Monte premi/Total prize money: 110,000 US$ Per informazioni: Sub-Zero and Wolf Kitchen Design Contest 4717 Hemmersley Roa Madison, WI, 53711 USA Internet. www.subzero.com/ thelivingkitchen/press27.asp
Naples (Florida) Four Corners Design Competition Concorso per lo studio di una soluzione per unire l’area di Fifth Avenue South all’area di Grand Central Station creando una nuova zona centrale della città Competition to link the area of Fifth
104 l’ARCA 210
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Avenue South to Grand Central Station area, creating a greater new downtown Scadenza/Dedaline: 24/2 Giuria/Jury: Heather Alhadeff, Matthew Kragh, Chet Alex Pezeshkan, Sam Noe, Jon Kukk, Rick Armalavage Per informazioni: Four Corners Design Competition United Arts Council of Collier County 2335 Tamiami Trail North, Suite 504 Naples, FL 34103 Internet: www.aiaflasw.org
Washington DC Airports.Security.Circulation-200506 ACSA/DHS Student Design Competition Concorso per studenti per il progetto di un terminal di aeroporto di Categoria 1 ripensando le possibilità di un viaggio senza ostacoli in un ambiente aperto con livelli di sicurezza adeguati ma non invadenti/Student competition for the design of a terminal for a Category 1 airport, with particular attention paid to a design element to be elaborated in the competition program. The intent of the competition is to rethink possibilities for smooth travel in an open environment with minimal disruption and an adequate level of security Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 15/5 Monte premi/Total prize money: 70,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/dhs E-mail: competitions@acsa-arch.org
Community Aquatic Center and an Open Competition-2005-06 ACSA/AISC Student Design Competition Concorso per studenti per il progetto di un Centro Acquatico/Student competition for the design of an Aquatic Center Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 24/5 Monte premi/Total prize money: 14,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/competitions E-mail: competitions@acsa-arch.org
Hospitality Transformed: Resort Hotels in 2055-A 2005-06 Student Design Competition Concorso per studenti invitati ad analizzare il futuro del design per hotel nell’era della tecnologia avanzata e delle esperienze di soggiorno personalizzate/Students are invited to investigate what the future holds for hotel design in the age of advanced technology and customized consumer experiences Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 24/5 Monte premi/Total prize money: 17,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/competitions E-mail: competitions@acsa-arch.org
Concrete Thinking for a Sustainable World-A 2005-06 Student Design Competition Concorso per studenti per l’analisi di usi innovativi di materiali a base di Portland Cement per la realizzazione di progetti sostenibili/Investigate an innovative use of portland cementbased material to achieve sustainable design objectives Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 3/5 Monte premi/Total prize money: 40,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/competitions E-mail: competitions@acsa-arch.org
WEB Pagine Bianche d’Autore Concorso per artisti dai 20 ai 35 anni che operino come autoditatti nel settore delle arti visive sul territorio italiano, per il disegno delle copertine delle Pagine Bianche Scadenze (a seconda delle regioni): 20/2, 26/4 Per informazioni: Internet: www.paginebianche.it
Velux Award 2006 Premio internazionale per studenti per studi e progetti che affrontino il tema del valore della luce naturale in architettura/International students award for studies and projects dealing with the value of daylight in architecture Iscrizione/Registration: 10/2 Consegna/Submission: 5/5 Monte premi/Total prize money: 30.000 Euro Giuria/Jury: Kengo Kuma, Reinier de Graaf, Róisín Heneghan, Omar Rabie,Douglas Steidl, Per Olaf Fjeld, Massimo Buccilli Per informazioni: Velux Internet: www.velux.com/A
Affidamenti
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Italia / Italy Cesano Maderno (Milano) Elenco di professionisti L’ente intende formare un elenco di professionisti esterni abilitati per l'affidamento di servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria. La selezione, principalmente, riguarderà le seguenti tipologie di incarichi di progettazione e direzione lavori: 1) opere edili; 2) cementi armati e opere strutturali in genere; 3) fognature; 4) impianti elettrici; 5) restauro architettonico e artistico; 6) opere idrauliche di difesa spondale e paesaggistiche Scadenza: 30/12 Per informazioni: Comune di Cesano Maderno Piazza Arese 12 20031 Cesano Maderno (MI)
AGENDA
Cremona
Roma
Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l'affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L'elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d'acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2
Elenco per l’attuazione di piani regionali della società dell’informazione Elenco per il conferimento di incarichi finalizzati alla assistenza tecnica delle misure previste nel POR delle regioni dell’Obiettivo 1 per l’attuazione di piani regionali della società dell’informazione Scadenza: 30/12
Per informazioni: Azienda Regionale per i Porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com
Osnago (Lecco) Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, coordinatore sicurezza) L’ente ritiene opportuno invitare i soggetti abilitati, interessati al conseguimento di incarichi di progettazione, direzione lavori e coordinatore per la sicurezza a presentare al protocollo comunale candidatura corredata da curriculum con indicazione delle esperienze professionali compiute e della tipologia di opere per cui si propone la candidatura Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Osnago Viale Rimembranze 3 Osnago (LC) Tel. 039 952991 Fax 039 9529926 Internet: www.osnago.net E-mail: comune@osnago.net
Pianezza (Torino) Elenco professionisti (geometri, architetti, ingegneri, geologi) Formazione di un elenco di professionisti qualificati per l’affidamento di incarichi di importo inferiore a 100.000,00 Euro Scadenza: 25/6/2008 Per informazioni: Comune di Pianezza Piazza Napoleone Leumann 1 10044 Pianezza (TO) Tel. 011 9670000 Fax 011 9670295
Pisa Elenco professionisti Costituzione dell'elenco dei professionisti qualificati per l'affidamento di incarichi fiduciari di progettazione e attività tecnicoamministrative connesse, compresa l'attività di consulenza e supporto al rup, la direzione lavori e il collaudo, per un importo stimato fino a 100.000 Euro Scadenza: 30/12 Per informazioni: Ente-Parco regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli Sergio Paglialunga Via Aurelia Nord 4 56122 Pisa Tel. 050 525500 Internet: www.parcosanrossore.org E-mail: s.paglialunga@sanrossore.toscana.it
Per informazioni: Centro Nazione per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione
Torino Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie, su rilevati, ponti e fondazioni ricadenti in varie linee di giurisdizione della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Torino; importo complessivo dell’appalto: (compresi oneri per la sicurezza): 672.493,05 Euro Scadenza: 27/9/2007 Per informazioni: Rete Ferroviaria Italiana Spa - Legale Milano - Settore Operativo di Torino per conto Direzione Compartimentale Infrastruttura Torino Via Sacchi 1 10125 Torino Tel. 011 6652355 Fax 011 6655116
Varese Elenco professionisti per le zone nucleari di competenza della NDFMU Lo scopo dell’appalto è l’esecuzione di servizi di ingegneria, architettura e consulenze tecniche, da svolgere principalmente all’interno delle zone nucleari di competenza della NDFMU (Nuclear Decommissioning and Facilities Management Unit) all’interno del Centro comune di ricerca di Ispra. L’elenco dei candidati preselezionati stilato a seguito del presente avviso sarà utilizzato esclusivamente nell'ambito di appalti di servizi il cui valore presunto sia inferiore alla soglia (attualmente 154.014 Euro) Scadenza: 26/4/2008 Per informazioni: Commissione Europea, Centro comune di ricerca (CCR) Nuclear Decommissioning and Facilities Management Unit Sig.ra I. Borgotti TP 800 21020 Ispra (VA) Fax +39 0332 789108
Convegni e dibattiti Congresses and conferences
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Per informazioni: University of Sydney Katina Dimoulias Internet: www.arch.usyd.edu.au E-mail: kdimoulias@arch.usyd.edu.au, EBSsymposium2006@arch.usyd.edu.au
Canada Toronto Ryerson University Architecture/Music/Acoustics Conference 8/6-10/6 Per informazioni: Ryerson University Bruce Piercey Manager, Public Affairs 350 Victoria Street Toronto, Ontario M5B 2K3 Tel. +1 416 9795000 x 7002 Fax +1 416 9795160 E-mail: bpiercey@ryerson.ca
Vancouver The Westin Bayshore Canadian Science Buildings 17/7-18/7 Per informazioni: Internet: www.tradelineinc.com
Cina / China Beijing Beijing New Century Hotel IASS 2006 Convegno internazionale sulle strutture spaziali e di copertura International conference on spatial and shell structures 16/10-19/10 Per informazioni: Secretariat IASS 2006 Beijing University of Technology Beijing 100022, China Tel./Fax +86 10 67391496 Internet : www.iass2006.cn E-mail: IASS2006@spast.org.cn
Corea del Sud / South Korea
The University of Sydney-Faculty of Architecture People in Place in People 1° Simposio internazionale su ambiente, comportamento e società/1st International Symposium on Environment, Behaviour and Society 9/2-11/2
Tokyo
Teheran
Tokyo Institute of Technology STESSA 2006 Quinta conferenza internazionale sul comportamento delle strutture in acciaio in aree sismiche/Fifth Conference on the behaviour of steel structures in seismic areas 14/8-17/8
Esteghlal Grand Hotel 5th Conference on Energy Conservation in Building 26/4-28/4
Per informazioni: Structural Engineering Research Center, Tokyo Institute of Technology Nagatsuta 4259, Midori-ku, Yokohama 226-8503, JAPAN Tel:+ 81-45-924-5330 Fax:+ 81-45-924-5334 Internet: www.serc.titech.ac.jp/stessa2006/ E-mail: Akira Wada wada@serc.titech.ac.jp, Michiko Kawaguchi kawaguchi@serc.titech.ac.jp Bruno Calderoni Department of Structural Analysis and Design, Faculty of Engineering, University of Naples “Federico II” Piazzale Tecchio, 80 80125 Napoli, Italy Tel. +39 081 7682440 Å@ Fax +39 081 5934792 E-mail: stessa06@unina.it
Yokohama Pacifico Yokohama CWE2006 4° Simposio internazionale sull’ingegneria computazionale applicata alla fluido dinamica del vento/The Fourth International Symposium on Computational Wind Engineering 16/7-19/7 Per informazioni: CWE2006 Office Tokyo Polytechnic University 1583 Iiyama, Atsugi, Kanagawa, 243-0297, Japan Tel./Fax: +81 46 2429656 Internet: www.wind.arch.t-kougei.ac.jp/cwe2006 E-mail: cwe2006@arch.t-kougei.ac.jp
Gran Bretagna / Great Britain London
University of Seoul First International Conference on Digital Architecture and Construction 19/9-21/9
All for Naught: A study tour of low and zero energy buildings Tour di cinque giorni nei dintorni Londra per lo studio di edifici a basso consumo energetico/5-day study tour in and around London, England 29/3-2/4
Per informazioni: Katie Banham Conference Secretariat Digital Architecture & Construction 2006 Wessex Institute of Technology Ashurst Lodge, Ashurst Southampton, SO40 7AA Tel. +44 0238 0293223 Fax +44 0238 0292853 Internet: www.wessex.ac.uk/conferences/ digital06/index.html E-mail: kbanham@wessex.ac.uk
Cairo Sydney
Iran
Seoul
Egitto / Egypt Australia
Giappone / Japan
Grand Hyatt-Cairo Egypt Archcairo 2006 3rd International Conference Appropriating Architecture Taming Urbanism in the Decades of Transformation 21/2-23/2 Per informazioni: Cairo University - Department of Architecture, Faculty of Engineering Internet: www.archcairo.org/Conferences/ 2006/conference.htm E-mail: info@archcairo.org
Per informazioni: Simon Hare E-mail: simon@archventures.org
Robinson College Ergonomics Society Annual Conference 4/4-6/4 Per informazioni: Ergonomics Society Internet: www.ergonomics.org
The London Radisson SAS Portman Hotel International Construction Superconference: Constructing & Financing Infrastructure 8/5-9/5 Per informazioni: Andrews Confrences Jo Waugh P.O. Box 1370 Olney, MD 20830-1370 Tel. +1 301 5703495- +1 866 5703340 Fax +1 301 5704839 Internet: www.andrewsconferences.com
Per informazioni: Internet: http://5bc.ifco.ir/Taravel.htm E-mail: hamayesh5@ifco.ir
Italia / Italy Gallarate (Varese) Civica Galleria d’Arte Moderna Lezioni sull’arte contemporanea 1/2, 15/2, 1/3, 15/3, 29/3 Marco Altavilla: Il suono come campo di indagine e sperimentazione delle arti visive del ‘900 27/1 Marco Scotini: Pratiche artistiche e nuovi protagonisti sociali 10/2 Daniela Cascella: Sound Art e sculture di suono. L’estetica del suono in bilico fra arte visiva e ricerca musicale 24/2 Ugo Volli: La pubblicità, innovazione linguistica ed efficacia comunicativa 10/3 Elio Grazioli: L’estetica della polvere dal moderno al contemporaneo 24/3 Andrea Spiriti: Il richiamo al classico, la struttura dell’antico e la citazione nell’arte contemporanea 7/4 Per informazioni: Civica Galleria diArte Moderna Viale Milano 21 21013 Gallarate (Varese) Tel./fax +39 331 791266
Milano Domus Academy Master in Urban Management and Architectural Design Gennaio-Dicembre/JanuaryDecember 2006 Per informazioni: Domus Academy Via Watt 27 20143 Milano Tel. +39 0242414049 Fax +39 02 4222525 Internet: www.domusacademy.it E-mail: infourban@domusacademy.it
Olanda / Holland Delft University of Technology The Projective Landscape 16/3-17/3 Per informazioni: Delft University of Technology Berlageweg 1 Delft Tel. +31 02 783697 (Stylos) Internet: www.stylos.nl, www.projectivelandscape.nl E-mail: info@projectivelandscape.nl
Principato di Monaco Principalità of Monaco Montecarlo Grimaldi Forum Imagina Primo Forum Europeo sulla visualizzazione 3D, le tecnologie digitali e le simulazioni
210 l’ARCA 105
AGENDA The 1st European 3D visualisation Forum dedicated to digital technologies, visualization and simulation 1/2-3/2 Per informazioni: Imagina 4 Bd du Jardin Exotique MC 9000 - Monaco Tel. +377 93 10 40 60 Fax +377 93 50 70 14 Internet: www.imagina.mc E-mail: info@imagina.mc
Repubblica Ceca Czech Republic Prague International Conference Centre 2006 BE Conference Europe 11/6-15/6 Per informazioni: Internet: www.be.org
Spagna / Spain Castellon Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegacion Qualicer IX Congresso mondiale della qualità della ceramica/9th World congress on ceramic tile quality 12/2-15/2 Per informazioni: Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegacion Secretaria del Congreso Avenida Hermanos Bou 79 12003 Castellon Tel. +34 964 356500 Fax +34 964 356510 Internet: www.qualicer.org E-mail: qualicer@camaracs.es
Svizzera / Switzerland
+ europaconcorsi
Chicago Archeworks Lecture: Jeanne Gang, AIA 8/2 Lecture: Lee Bey 1/3 Lecture: David Brown 5/4 Per informazioni: Archeworks Chicago, IL, 60610-6932 Internet: www.archeworks.org
Mürzzuschlag
Wyndham Fort Lauderdale Airport Hotel Drawn by the Fantastic: Comics, Graphic Novels, Art & Literature 27th International Conference on the Fantastic in the Arts 15/3-19/3
Kunsthaus Ornament und Display: Splittwerk Graz Fino al/through 20/1 Ornament und Display: AS-IF Architekten Berlin/Wien Fino al/through 24/2
Per informazioni: Internet: www.iafa.org E-mail: katy.hatfield@gmail.com
Vienna
Los Angeles AIA LA AIA National Convention and Design Exhibition 8/6-10/6 Per informazioni: AIA Internet: www.aia.org
New York MoMA Body Building: An Exploration of Avant-Garde Architecture and Furniture Design (Lecture) 17/9 Per informazioni: MoMA Internet: www.moma.org/events
Pasadena
Università della Svizzera Italiana/Accademia di Architettura Conferenze pubbliche: Cino Zucchi 19/1 Massimo Cacciari 9/2 Richard Rogers 23/3 Gae Aulenti 6/4 Massimiliano Fuksas 18/5 Luigi Snozzi 22/6
Art Center College of Design 2006 ArtCenter Design Conference: Stories from the Source – Radical Craft 23/3-26/3
USA Boston Boston Society of Architects Frozen Music and Liquid Architecture with Jane Weinzapfel FAIA (Lecture) 15/2 Museum Design in America with Scott Tilden (Lecture) 19/4 Copernicus Goes to Suburbia with Matthew Frederick (Lecture) 17/5 Per informazioni: Boston Society of Architects Internet: www.architects.org/news
106 l’ARCA 210
Austria
Fort Lauderdale (Florida)
Mendrisio
Per informazioni: Accademia di Architettura Via Canavée 5 Palazzo Canavée 6850 Mendrisio Tel. +41 58 6665000 Internet: www.arch.unisi.ch E-mail: aprada@arch.unisi.ch
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Per informazioni: ArtCenter College of Design 1700 Lida Street Pasadena, CA 91103 Tel. +1 626 3964229 Fax +1 626 6839233 Internet: www.artcenter.edu/designconference E-mail: christine.hanson@artcenter.edu
Architekturzentrum Wine Architecture. The winery boom 22/9/2005-6/2 MAK First Design and Final Object: Drawings by Viennese Gold and Silversmiths 15/6/2005-28/5 Back to A: Design Now Austria 14/9/2005-12/2 Spatial Constructions 25/10/2005-26/2 Architektur Ringturm Light and Form – Modern Architecture and Photography in Hungary, 1927-1950 Fino al/through 3/2
Canada Montreal CCA Sense of the City: An Alternate Approach to Urbanism 26/10/2005-10/9 Empire 30/11/2005-19/2
Francia / France
Providence RI
Bordeaux
Auditorium Charter for New Urbanism Congress 1/6-4/6
Arc en rêve Voisins-Voisines. Nouvelles formes d’habitat individuel en France 1/12/2005-26/2
Per informazioni: CNU The Marquette Building 140 S. Dearborn, Suite 310 Chicago, IL 60603 Internet: www.cnu.org E-mail: cnuinfo@cnu.org
San José McEnery Convention Center ISEA 2006 Symposium 5/8-13/8 Per informazioni: Inter Society for Electronic Arts Internet: http://isea2006.sjsu.edu
Washington DC National Building Museum Spotlight on Design: Craig Dykers Lecture 25/1 Per informazioni: National Building Museum Internet: www.nbm.org/Events/Calendar/ lectures_symposia.html#rebuilding
Chartres Centre International du Vitrail Lumièeres contemporaines-Vitraux du XXIè siècle et architecture sacrée 23/4-31/8
Orléans Frac Centre Machines Atmosphériques Collection FRAC Centre: Asymptote>Décosterd & Rahm, >EZCT>Hasegawa>IaN+>Kol/Mac> Kovac Architecture>NOX>OpenSource Architecture (OSA)>DR_D(Dagmar Richter)>R&Sie(n)>Servo>Watanab e>Xefirotarch/Hernan Diaz-Alonso Fino al/through 15/1 CJ LIM. Architectures narratives 10/2-23/4
Paris
AGENDA Milano
Fondation Cartier John Maeda: nature+ “eye’m hungry” 19/11/2005-19/2
Triennale Oggetti estensibili-La pubblicità fa design 29/11/2005-30/1
Palais de la Porte Dorée Encore moderne? Architecture brésilienne 1928-2005 12/10/2005-15/1
Padova
Centre Historiques des Archives Nationales Paris 1730 d’apres le plan de Turgot Fino al/through 9/1 Galerie d’Architecture Itus Bernhard, Augsburg, Allemagne – ensuous Minimalism Fino al/through 13/1
Tours ESBAT Le corps numériques Collection FRAC Centre: dECOi>dZO>EvanDouglis>ezct>Jaco+ MacFarlane>Marcos Novak>NOX>Objectile>Oosterhuis.nl> Xefiroarch Fino al/through 27/1 CCC Daniel Buren/Les deux plateaux, 1986 Fino al/through 26/2
Germania / Germany Dessau Bauhaus Foundation UN Urbanism: Bauhaus Kolleg VII Fino al/through 2/3
Frankfurt
Torino
Zurich
Sala Bolaffi Piemonte Torino Design: cultura del progetto industriale nell’area regionale 26/1-19/3
ETH Hönggerberg Peter Jenny 11/1-2/3
Roma
Verona Museo di Castelvecchio Paolo Farinati (1524-1606): dipinti, incisioni e disegni per l’architettura 17/10/2005-29/1
Vicenza Basilica Palladiana Kazuyo Sejima-Ryue Nishizawa/SANAA 30/10/2005-29/1 Vincitori Premio Dedalo Minosse 2005 19/5-23/7
Baar Kasteel Groeneveld Hybrid Landscapes 3/6/2005-9/1
Weil am Rhein
Rotterdam
Vitra design Museum Gaetano PesceIl rumore del tempo 11/6/2005-8/1 Living Under the Crescent Moon: Domestic Cultures in the Arab World Fino al/through 21/1
Netherlands Architecture Institute Team 10-A Utopia of the Present 25/9/2005-8/1 Piet Sanders: An International Dreams Collection 4/11/2005-19/2 DynamiCity – Tactics for Changing the Metropolis 16/12/2005-5/3 Plan the Impossible: The World of architect Hendrik Wijdeveld (1885-1987) 28/1-23/4
London
Mendrisio
MAXXI Paolo Soleri Toyo Ito 8/10/2005-8/1
Palazzo della Ragione David Chipperfield: idea e realtà 19/11/2005-19/2
Olanda / Holland
Britain
Svizzera / Switzerland Galleria dell’Accademia di Architettura Barcelona in Progress: Massimo Cacciari e Joan Clos Fino al/through 19/1 Tel Aviv: La città bianca – Nitza Smuk e Kenneth Frampton 9/2-23/3 Juan Navarro Baldweg: Luce, equilibrio, pittura – Jacques Gubler 6/4-4/5 Aires Mateus Architecture: Gonçalo Byrne 18/5-23/6 Venezia, progetti di diploma: Stanislaus van Moos 15/7-15/10
DAM Peter Kulka. Architekt 12/11/2005-5/2 Ein Sonntagsarchitekt 19/11/2005-5/2
Gran Bretagna / Great
+ europaconcorsi
Serpentine Gallery Ilya and Emilia Kabakov: The House of Dreams 19/10/2005-8/1
Warsaw
Victoria & Albert Museum Deutschlandscape Fino al/through 29/1
Center for Contemporary Art Transit Spaces Fino al/through 29/7
Polonia / Poland
ETH Zentrum Hallenstadion Zurich 1939-2005 8/12/2005-26/1
USA Atlanta High Museum Celebrate Architecture! Renzo Piano & Building Workshop 12/11/2005-2/4
Bartlesville (OK) Price Tower Prairie Skyscraper: Frank Lloyd Wright’s Price Tower 14/10/2005-15/1
Bellingham WA Whatcom Children’s Museum Gimme Shelter Fino al/through 3/9
Chicago Chicago Architecture Foundation Holabird & Root Fino al/through 12/2
Los Angeles MAK Center Symmetry 9/11/2005-29/1 A+D Museum Investigators 3/11/2005-2/2 Sci_Arc Gallery Suture- A/UM Studio: Ed Keller+Carla Leitao 18/11/2005-8/1 Getty Center Julius Shulman, Modernity and the Metropolis 11/10/2005-22/1 Armand Hammer Museum of Art and Cultural Center, at UCLA Wright and the Architecture of Japanese Prints Fino al/through 22/1
New Haven
Canberra
Yale School of Architecture Galleries Transcending Type Fino al/through 3/2
National Gallery of Australia Transformations. The language of craft 11/11/2005-29/1 Against the grain. The woodcuts of Helen Frankenthaler 26/11/2005-26/2
New York Cooper Hewitt National Design Museum Fashion in Colors 9/12/2005-26/3 Yinka Shonibare Selects 7/10/2005-7/5 Austrian Culture Forum Home Stories: An Inside Look At Single-Family Houses In Austria 10/12/2005-25/2 MoMA The Edge of Europe: New Architecture in Spain 12/2-1/5 The Isamu Noguchi Garden Museum Chess: Design Competition Prototypes 20/10/2005-6/3 Whitney Museum of American Art Rob Fischer Fino al/through 22/1 Andrea Zittel: Wagon Stations 9/2-7/5 Museum of the City of NY The Nythic City: The Photographs of Samuel L.Gottscho Fino al/through 20/2
Philadelphia ICA Ben van Berkel and Caroline Bos/UN Studio Amsterdam 21/1-26/3
Salem Peabody Essex Museum Taj Mahal, the Building of a legend 15/10/2005-23/7 The Artful Teapot: 20th Century Expressions from the Kamm Collection 25/11/2005-5/3
Washington National Building Museum Cityscapes Revealed: Highlights from the Collection 3/12/2005-3/2 The Green House: New Directions in Sustainable Architecture and Design 1/5-31/7
Mostre d’arte Art Exhibitions MOSTRE D'ARTE/ART EXHIBITIONS
Sydney Biennale of Sydney 2006 8/6-27/8 www.biennaleofsydney.com.au/index. html
Austria Innsbruck Facoltà di Storia dell’Arte Cristina Ariagno 12/1-12/2
Vienna Kunstforum Bank Austria Superstars: von Warhol bis Madonna 26/10/2005-19/2 MAK Alexandr Rodchenko: Spatial Construction 26/10/2005-26/2 Ukiyo Reloaded 30/11/2005-26/3 ...After Binder: Joseph Binder’s Influence on International Graphic Design 14/12/2005-12/3 Kunsthaus Albert Watson “Frozen”, a Retrospective 29/9/2005-29/1 Kunsthalle Superstars 25/10/2005-29/2 Wolfgang Thaler 5/10/2005-22/1 Kunsthalle Wien Award 14/12/2005-15/1
Brasile / Brazil Sao Paulo 27th São Paulo Biennial Brazil 8/10-17/12 http://bienalsaopaulo.globo.com
Cipro / Cyprus Nicosia Manifesta 6 European Biennial of Contemporary Art 23/9-17/12 www.manifesta.org
Corea del Sud / South Korea Busan
Australia
Italia / Italy
Svezia / Sweden
Merano (Bolzano)
Malmö
Miami Beach
Brisbane
Kunst Merano Arte 2000–2006 | Architetture recenti in AltoAdige 3/2-17/4
Konsthall Olafur Eliasson: The Light Setup Fino al/through 22/1
The Wolfsonian-FIU In Pursuit of Pleasure: Schultze and Weaver and the American Hotel 13/11/2005-28/5
Queensland Gallery of Modern Art APT 2006 - Asia-Pacific Triennial Novembre 2006 http://www.qag.qld.gov.au/apt
Busan Metropolitan Art Museum Busan Biennale 2006 27/5-15/11 http://busanbiennale.org/eng_index.htmll
Gwangju Gwangju Biennial 2006 8/9-11/11 www.gwangju-biennale.org
210 l’ARCA 107
AGENDA Cuba Havana Varie Sedi 9th Havana Biennial 27/3-27/4 www.bienalhabana.cult.cu
Francia / France Chantilly Musée Condé Nicolas Lagneau 28/9/2005-9/1
Fontainebleau Musée National du Château Théâtre de Cour-Les spectacles à Fontainebleau au XVIIIè siècle Fino al/through 23/1
Ivry Crédac Didier Rittener: Desert Me Fino al/through 15/1 Galerie Fernand Léger Anita Leisz Manfred Pernice Fino al/through 15/1
Le Cateau-Cambrésis Palais Fénelon Matisse-Derain: Collioure 1905, un été Fauve Fino al/through 22/1
Lille Musee d'histoire naturelle Les gardiens de la foret des ombres 30/10/2005-30/6
Nice Galerie du Château Lucette Felter, prospectives Fino al/through 28/1
+ europaconcorsi
Musée d’Orsay L’Objet et son double 30/1-30/4 Figures et portraits 21/2-21/5 Cézanne et Pissarro. 1865-1885 28/2/2-28/5 Maison Rouge Luc Delhaye Dieter Appelt, Cinema Prisma François Curlet & Donuts, Spotless 4/11/2005-22/1 Fondation Cartier Ron Mueck 19/11/2005-19/2 Institut du Monde Arabe Regards des photographes arabes contemporains 22/11/2005-22/1 L’âge des sciences arabes Fino al/through 19/3 Musée Rodin Rodin, Brancusi, Giacometti… La sculpture dans l’espace Fino al/through 26/2
Pau Musée national du château de Pau Eugène Devéria (1805-1865). La peinture et l’histoire 17/12/2005-19/3
Sèvres Place de la Manufacture De l’immense au minuscule, dînette et vaiselle d’ogre Fino al/through 20/3
Valenciennes Musée des Beaux Arts La peau est ce qu’il y a de plus profond 25/11/2005-13/3 Max Ernst. Au seuil du hazard 6/4-26/6 Lucien Jonas 12/5-28/8
Germania / Germany
Paris
Berlin
Centre Pompidou Big Bang, Destruction et création dans l'art du 20e siècle 15/6/2005-27/2
Deutsche Guggenheim Berlin William Kentridge 29/10/2005-15/1 Hanne Darboven 4/2-23/4
Galeries Nationales du Grand Palais Jungles à Paris: la peinture du Douanier Russeau 15/3-19/6
Frankfurt
Jeu de Paume-Espace Concorde Ed Ruscha Craigie Horsfield 31/1-30/4 Cindy Sherman 16/5-3/9 Lee Friedlander 19/9-31/12 Jeu de Paume-Hôtel Sully Christer Strömholm 10 /1-19/3 Yto Barrada 4/4-4/6 Viva - Une agence photographique 1972/1982 20/6-10/9 Joel Meyerowitz 3/10-24/12 Musée Carnavalet 3 Photographes humanistes : Frédéric Barzilay, Lucien Heré, Willy Ronis 21/9/2005-15/1
108 l’ARCA 210
Schirn Kunsthalle Summer Love 2/11/2005-12/2 James Ensor 16/12/2005-19/3 Max Beckmann: The Watercolours 3/3-28/5
Gran Bretagna / Great Britain Edinburgh Royal Scottish Academy Building Choice: 21 Years of Acquiring for the National Galleries of Scotland 2/11/2005-27/2 Scottish National Gallery of Modern Art Jon Schueler: The Sound of Sleat 4/6/2005-5/3 Jannis Kounellis: Works 1958-2005 13/8/2005-8/1 Strategy: Gets Arts Revisited 22/10/2005-8/1
Selective Memory: Venice Biennale Exhibition comes to Scotland 7/12/2005-5/3 Scottish National Portrait Gallery Cut and Dried: The Silhouettes of Augustin Edouart and Watercolours of Harry More Gordon 2/12/2005-26/3 BP Portrait Award 2005 17/12/2005-12/3
Liverpool The Tea Factory Liverpool Biennial 2006 16/9-26/11 www.biennial.com Tate Liverpool Sarah Lucas 14/10/2005-8/1
London Degas, Sickert and Toulouse-Lautrec Fino al/through 9/1
AGENDA
Ancona
Firenze
Mole Vanvitelliana Cagli 25/2-4/6
Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore Arnolfo, alle origini del Rinascimento fiorentino 21/12/2005-21/4
Aosta Biblioteca Regionale Le Royaume de Nek Chand Fino al/through 4/3
Belluno Palazzo Crepadona Caffi, luci del Mediterraneo 1/10/2005-22/1
Bergamo GAMeC War Is Over - 1945-2005. La libertà dell’arte da Picasso a Warhol a Cattelan 15/10/2005-26/2
Museo Marini La Grande Guerra degli artisti. Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della Prima Guerra Mondiale 3/12/2005-25/3
Forlì Complesso Monumentale San Domenico Marco Palmezzano e il suo tempo 1459/1463-1539 4/12/2005-30/4
Genova
Tate Modern Jeff Wall 21/10/2005-8/1 Jungles in Paris: The Paintings of Henri Rousseau 3/11/2005-5/2
Galleria Fumagalli Kenneth Noland 19/11/2005-21/1
Palazzo Ducale Romantici e Macchiaioli. Giuseppe Mazzini e la grande pittura europea 22/10/2005- 12/2
Bologna
Mantova
Victoria & Albert Museum Diane Arbus revelations 13/10/2005-15/1
Museo Civico Medievale Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto 3/12/2005-28/3
Casa del Mantegna Meraviglie e misteri dell’Africa antica. Capolavori dei Musei Nazionali della Nigeria 23/10/2005-15/1
Estorick Collection of Modern Italian Art Responding to Rome 1995-2005 18/1-26/3 Morandi’s Legacy: Influences on British Art 5/4-18/6 Luigi Russolo and Music (TBC) 4/10-17/12
Galleria de’ Foscherari Cesare Tacchi: “Zigzagando” Fino al/through 31/12 Galleria d’Arte Maggiore Franco Sarnari Opere dal 1964 al 2004 10/12/2005-26/1
Courtauld Institute of Art Gallery All Spirit and Fire: Oil Sketches by Tiepolo 23/2-29/5
Otto Gallery Arte Contemporanea Dei gemelli 26/11/2005-19/2
Hermitage Rooms at Somerset House The Road to Byzantium: Luxury Arts of Antiquity 30/3-3/9
Brescia
Somerset House Gilbert Collection Bejewelled by Tiffany, 1837-1987 24/6-26/11 National Hall, Olympia Ground Floor The Hali Fair: Carpets, Textiles and Tribal Art 8/6-18/6 Mayfair London Sculpture Week 15/6-23/6
St.Yves Tate St Yves Tacita Dean 7/10/2005-15/1 Janet Cardiff Forty Part Motet 7/10/2005-15/1 Kerstin Kartscher: Tate St Ives Artist Residency Programme 7/10/2005-15/1 Simon Carroll New Work 7/10/2005-15/1
Italia / Italy Alessandria Palazzo Asperia Sogni. Visioni tra simbolismo e Liberty 21/10/2005-26/2
Museo di Santa Giulia Gauguin/Van Gogh: L’avventura del nuovo 22/10/2005-19/3 Millet-60 Capolavori dal Museum of Fine Arts Boston 22/10/2005-19/3 Studio Brescia arte contemporanea George Lilanga Fino al/through 28/2
Busto Arsizio (Varese) Fondazione Bandera Arturo Carmassi, opere 1980-2005 22/10/2005-12/2 Fondazione Bandera Viaggio al Termine della Notte Roberto Coda Zabetta e Giovanni Manfredini 26/11/2005-12/2
Caraglio (Cuneo) Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee Costruttivismo in Polonia 22/10/2005-29/1
Ciriè (Torino) Palazzo D’Oria Carlo Rocca, “Radici quadrate” 4/2-5/3
Milano Palazzo Reale Caravaggio e l’Europa 15/10/2005-6/2 Mario Sironi - Constant Permeke: I luoghi e l’anima 27/10/2005-29/1
+ europaconcorsi
Spazio Oberdan Techne05: Tra arte e tecnologia – L’immagine infinita – Schermi, visioni, azioni 28/10/2005-26/2
Villa Poniatowsky Divina Mimesis: Paolini, Trockel, Twombly, vs Calvino, Morante, Pasolini 29/10/2005-29/1
Galleria Gruppo Credito Valtellinese Gli Affichistes tra Milano e Bretagna Fino al/through 21/1
Galleria Nazionale d’Arte Moderna Degas. La famiglia Bellelli 2/10/2005-22/1
Fondazione Arnaldo Pomodoro Vincitori Concorso internazionale per giovani scultori 18/5-31/7
Museo del Corso Umberto Mastroianni 15/11/2005-26/2
Circolo Culturale Bertolt Brecht Arte per regalo Fino al/through 19/1 Fabbrica Eos George Lilanga Fino al/through 28/2
Modena Foro Boario Informale. Jean Dubuffet e l’arte europea 1945-1970 Dicembre/December 2005Aprile/April
Monza (Milano) Serrone Villa Reale Viaggio in Oriente Fino al/through 19/2
Napoli Museo Archeologico Nazionale Eureka: scienza e automi nell’età ellenistica 25/6/2005-10/1 Franco Riccardo arti visive George Lilanga Fino al/through 28/2
Novi Ligure (Alessandria)
Museo Poldi Pezzoli Il Cavaliere Nero-L’immagine del gentiluomo nel Cinquecento 2/10/2005-15/1
Museo dei Campionissimi I volti di Eva – La donna nell’arte tra ‘800 e avanguardia 19/11/2005-9/4
Castello Sforzesco Maestri della scultura in legno nel Ducato degli Sforza 21/10/2005-29/1
Padova
Triennale The Keith Haring Show 28/9/2005-29/1 Fondazione Arnaldo Pomodoro La scultura italiana del XX secolo 23/9/2005-22/1 Diesel Wall alle Colonne di San Lorenzo Carla Cardinaletti: ? Rispondo ergo sono 13/10/2005-13/1 Museo dell’Ottocento Vittore Grubicy e l'Europa. Alle radici del Divisionismo 22/7/2005-15/1 Forma-Centro Internazionale di Fotografia Storie di Sguardi: la fotografia da Nadar a Erwitt 12/10/2005-15/1 Triennale La classe morta-Disegni, installazione, video-evento 6/12/2005-5/2 Fondazione Davide Halevim You and Me: Douglas GordonPhilippe Parreno 14/12/2005-28/1
Musei Civici agli Eremitani Da Giovanni De Min a Emilio Greco: Disegni del Museo d’Arte, secoli XIX-XX 18/12/2005-5/3
Parma Palazzo Pigorini Renato vernizzi (1904-1972): dal Chiarismo al Naturalismo Fino al/through 15/1 Cattedrale I 900 anni della cattedrale di Parma Fino al/through 3/12
Reggio Emilia Musei Civici, Manica Lunga Illustrare con arte: Arianna Papini 23/2-2/4
Roma Complesso del Vittoriano Manet 8/10/2005-5/2 Cinecittàdue Arte Contemporanea Tazio Secchiaroli - G. Mastorna, opera incompiuta 3/12/2005-19/2 Palazzo Braschi Caffi, luci del Mediterraneo 15/2-2/5
Rovereto (Trento) MART La danza delle avanguardie 17/12/2005-8/5
Rovigo Palazzo Roverella Le meraviglie della pittura tra Venezia e Ferrara-Da Bellini a Dosso a Tiepolo 22/1-4/6
Sauze d’Oulx (Torino) La Capanna Mollino Fuori Pista trasforma 21/1-17/4
Siena Santa Maria della Scala-Palazzo Squarcialupi Siena e Roma: Raffaello, Caravaggio e i protagonisti di un legame antico 25/11/2005-5/3
Treviso Casa dei Carraresi La via della seta e la civiltà cinese 22/10/2005-30/4
Venezia Museo Correr Da Bellini a Tiepolo: la grande pittura veneta dalla Fondazione Sorlini 15/10/2005-26/2 Alberto Gianquinto (1929-2003): dipinti e sculture 3/12/2005-26/2 Emanuele Luzzati: Il Milione di Marco Polo Fino al/through 2/4 Collezione Peggy Guggenheim Il diaframma di Lanfranco Colombo 11/11/2005-8/1 Venezia: la scena dell’arte 19451970 5/2-21/5 Museo Diocesano Il Ciclo di Santa Caterina e la quadreria del Palazzo Patriarcale 6/10/2005-30/7
Verona Palazzo Forti Alik Cavaliere-Racconto Mito Magia 14/10/2005-29/1 Museo di Castelvecchio Paolo Farinati (1524-1606): Dipinti, incisioni e disegni per l’architettura 17/10/2005-29/1/2005
Torino Palazzo Bricherasio Magritte, Ensor, Delvaux e l’arte del Novecento in Belgio 23/9/2005-17/1 Varie Sedi T-Torino Triennale Tremusei 11/11/2005-19/3 Palazzo Cavour Il bianco e altro e comunque arte 21/10/2005-22/1 Ermanno Tedeschi Gallery Primary 27/10/2005-2/2 Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea Vittore Grubicy e l’Europa. Alle radici del Divisionismo 22/7/2005-15/1 La Giardineria-Casa dell’Arte di Settimo Torinese Il Gruppo dei Sei e la pittura a Torino 1920-1940 Fino al/through 26/3 Pinacoteca Accademia Albertina Gemini Muse Fino al/through 26/2
Trento Palazzo delle Albere Vittore Grubicy. Un mercante pittore verso l’Europa tra Ottocento e Novecento 29/10/2005-15/1 Galleria Civica di Arte Contemporanea Santiago Serra, una persona 8/10/2005-15/1
Olanda / Holland Amsterdam Droog Design Gallery Conny Groenewegen 25/1-12/2 Hermitage Amsterdam, Neerlandia Building Silver Wonders from the East: Filigree of the Tsars 27/4-17/9 Van Gogh Museum Wonders of Imperial Japan: Meiji Art from the Khalili Collection 7/7-5/11
Rotterdam Kunsthal Charlie Chaplin in Pictures 1/10/2005-15/1
Singapore Varie Sedi Singapore Biennale 2006 4/9-12/11 www.singaporebiennale.org
Spagna / Spain Bilbao Guggenheim Museum ArchiSculpture 11/10/2005-2/2
Sevilla Monasterio de la Cartuja de Santa María de las Cuevas
210 l’ARCA 109
AGENDA BIACS 2 - International Biennial of Contemporary Art, Sevilla, Spain Ottobre/October 2006Gennaio/January 2007 www.fundacionbiacs.com
Svezia / Sweden Stockholm Moderna Museet Diane Arbus, Lisette Model, Christer Stromholm 1/10/2005-15/1
Svizzera / Switzerland Basel Kunstmuseum Basel / Museum für Gegenwartskunst De Kooning-Paintings 1960-1980 17/9/2005-22/1 Flashback: Revisiting the Art of the Eighties 30/10/2005-12/2
Berna Zentrum Paul Klee Nulla dies sine linea 20/6/2005-5/3 Kunstmuseum Bern Franz Gertsch - die Retrospektive 13/11/2005-12/3
Lugano Museo d'Arte Moderna Christo e Jeanne-Claude: 1958 2003 5/3-18/6
Martigny Fondation Pierre Gianadda Henri Cartier-Bresson: La collection Sam, Lilette et Sébastien Szafran Fino al/through 19/1
USA Atlanta High Museum Andrew Wyeth: Memory and Magic 12/11/2005-26/2
Beacon (NY) DIA: Beacon/Riggio Galleries Dia’s Andy: Through the Lens of Patronage In and Out of Place: Louise Lawler and Andy Warhol 15/5/2005-10/4
Berkley University Art Museum Figurations Fino al/through 22/1
Duke (North Carolina) The Nasher Museum The Evolution of Nasher Collection 2/10/2005-21/5
Los Angeles REDCAT-Roy and Edna Disney/CalArts Theater Damian Ortega 6/11/2005-16/1
110 l’ARCA 210
+ europaconcorsi
New York
West Palm Beach
Noguchi Museum at Long Island The Imagery of Chess Revisited 20/10/2005-5/3
Norton Museum of Art French Impressionism and Boston 19/11/2005-5/3 Matisse in Transition: Portraits of Lorette 1916 to 1917 28/1-16/4
Whitney Museum of American Art Oscar Bluemner: A Passion for Colour 7/10/2005-12/2 The Art of Richard Tuttle 10/11/2005-5/2 The Metropolitan Museum of Art Santiago Calatrava: Sculpture into Architecture 18/10/2005-22/1 Clouet to Seurat: French Drawings from The British Museum 8/11/2005-29/1 David Milne Watercolors: “Painting Toward the Light” 8/11/2005-29/1 Robert Rauschenberg: Combines 20/12/2005-2/4 Samuel Palmer (1805–1881): Vision and Landscape 7/3-28/5 MoMA Beyond the Visible: The Art of Odilon Redon 30/10/2005-23/1 Pixar 14/12/2005-6/2 Edvard Munch: The Modern Life of the Soul 19/2-8/5 Fifteen Ways of Looking 2/2-22/5 Dada: Zurich, Berlin, Hannover, Cologne, New York, Paris 18/6-11/9
North Adams (MA) MASS MoCA Life After Death 20/3/2005-6/2 Becoming Animal 30/5/2005-28/2
Philadelphia Museum of Art Andrew Wyeth: Memory and Magic 25/3-16/7 ICA Brian Tolle The Anxious Object Ramp Project: Ingrid Calame 21/1-26/3 Input-Output: Art After Cologne Candida Höfer: Architecture of Absence Soft Sites Ramp Project: Zoe Strauss 22/4-30/7
Salem Peabody Essex Museum Carved by Nature: Untamed Traditions in Chinese Decorative Art 19/6-13/8 Air Lines: Photographs by Alex MacLean 14/5/2005-22/1
San Diego Musuem of Art Domains of Wonder: Selected Masterworks of Indian Painting 22/10/2005-22/1 In Stabiano: Exploring the Ancient Seaside Villas of the Roman Elite 18/2-14/5
Williamstown The Sterling and Francine Clark Art Institute The Clark Brothers Collect Renoir to Matisse, Homer to Hopper 3/6-4/9
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Cina / China Beijing China International Exhibition Centre ISH China Salone internazionale dei sanitari, riscaldamento e condizionamento aria/International trade fair of sanitation, heating and airconditioning 14/3-17/3 Per informazioni: Messe Frankfurt 1608 China Resources Building 26 Harbour Road Wanchai, Hong Kong Fax +852 25988771
Francia / France Bordeaux Parc des Expositions Aquibat Salone dell’edilizia/Trade fair of building industry 22/2-24/2 Per informazioni: Aquibat Internet: www.aquibat.fr
Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano – Italy Tel. +39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainevrnizzi.it
Paris Nord Villepinte Expobois Salone internazionale dell’industria del legno/International trade fair of the wood industry 8/3-11/3 Per informazioni: CLC Communications 6 Rue de Rome 75008 Paris Tel. +33 1 42930404 Fax +33 1 42930403 E-mail: m.chrisostome@cclcom.com
Hortiflor Salone europeo del giardinaggio/European gardening trade show 13/3-15/3 Per informazioni: Hortiflor Patricia Guillamot Tel. +33 1 41 984029 Fax +33 1 41984070 Internet: www.hortiflor-expo.com E-mail: info-salons@etai.fr
Palais des Congrès Museum Expression Salone dell’oggetto e del regalo culturale/Trade fair of objects and cultural presents 26/1-28/1 Per informazioni: RAC Frédéric Pellerin 30 Rue du Château d’Eau 75010 Paris Tel. +33 1 40226319 Fax +33 1 40226320 E-mail: fpellerin@re-active.fr
MIEBAM Mercato internazionale dei servizi e le tecnologie per i musei e le biblioteche/International trade fair for equipment and services for museums and libraries 26/1-28/1 Per informazioni: RAC Frédéric Pellerin 30 Rue du Château d’Eau 75010 Paris Tel. +33 1 40226319 Fax +33 1 40226320 E-mail: fpellerin@re-active.fr
Germania / Germany
Paris
Düsseldorf
Porte de Versailles Interclima+Elec Home & Building Idéo Bain Saloni internazionali del condizionamento d’aria, climatizzazione arredo e componenti bagno/International trade fairs for air contitioning and climatisation, electrotechnique and bathroom furniture and components 17/1-22/1
Messe EuroCIS Salone internazionale delle comunicazioni, informatica e tecnologie per la sicurezza nel commercio/International trade fair of communications, information and security technology in retail 14/2-16/2
Per informazioni: Reed Exposition France 70 Rue Rivay 92532 Levallois-Perret Cedex Tel. +33 1 47565088 Fax +33 1 47562450 Internet: www.reedexpo.fr
Equip Baie Mostra internazionale della finestra, chiusure e protezioni solari/International trade fair of windows, frameworks and solar protection Metal Expo Salone internazionale della carpenteria metallica/International trade fair of metal works 14/11-17/11
Per informazioni: Messe Düsseldorf Postfach 101006 40001 Düsseldorf Tel. +49 211 456001 Fax +49 211 4560668 Internet: www.messe-duesseldorf.de E-mail: info@messe-duesseldorf.de
Glasstec Salone internazionale delle tecnologie per il vetro/International trade fair of glass technology 24/10-28/10 Per informazioni: Messe Düsseldorf Postfach 101006 40001 Düsseldorf Tel. +49 211 456001 Fax +49 211 4560668 Internet: www.glasstec.de
AGENDA Frankfurt Messe Light+Building Salone internazionale dell’architettura e della tecnologia per l’illuminazione International trade fair of architecture and lighting 23/4-27/4 Per informazioni: Messe Frankfurt Iris Jeglitza-Moshage Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75756477 Fax +49 69 75756758 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: iris.jeglitzamoshage@messefrankfurt.com
Gran Bretagna / Great Britain Birmingham NEC Glassex Salone internazionale delle porte e finestre/International trade fair of doors and windows 5/3-8/3 Per informazioni: Organizzazione V.Caselli CP 2366 50123 Firenze Tel. +39 055 284292 Fax +39 055 283364 E-mail: caselliorg@caselli.it
Interbuild 2006 Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of the building industry 23/4-27/4 Per informazioni: Interbuild Internet: www.interbuild.com
London Business Design Center Arc06 Salone internazionale dell’illuminotecnica/International lighting trade fair 13/2-14/2 Per informazioni: Arc06 Internet: www.arc06.com
The Surface Design Show Salone internazionale delle superfici 1/3-2/3 Per informazioni: Business Design Centre Internet: www.businessdesigncentre.com
India Noida (New Delji) India Expo centre-Expo XXI ICON Salone internazionale della costruzione e del contracting International trade fair of construction and contracting 2/5-4/5 Per informazioni: Icon Mariateresa Malakos Via Canova 31 Milano – Italy Tel. +39 02 3491998 Fax +39 02 33103963
Italia / Italy Bologna Fiera Europolis Saloni delle tecnologie per vivere la città/Trade fair of technologies for living in the city 1/2-4/2
+ europaconcorsi
Per informazioni: O.N. Organizzazione Nike Srl Tel. +39 051 6646624 Internet: www.europolis.it E-mail: segreteria@on-nike.it
Fierarredo Salone dell’arredamento/Trade fair of home furnishing 18/2-26/2 Per informazioni: BolognaFiere Spa Tel. +39 051 282111 Internet: www.fierarredo.bolognafiere.it E-mail: fierarredo@bolognafiere.it
Saiedue Saloni internazionali dell’architettura, delle finiture d’interni, del recupero e delle tecnologie per l’edilizia/International trade fair of architecture, interior finishings, renovation and technologies for the building industry 14/3-18/3 Per informazioni: Federlegno-Arredo e FederLegno-Arredo in collaborazione con Edilegno - UNCSAAL - BolognaFiere Spa - O.N. Organizzazione Nike Tel. +39 02 29017144 Internet: www.saiedue.it E-mail: saiedue@on-nike.it
Ferrara Quartiere Fieristico Restauro Salone dell’arte del restauro e della conservazione die beni culturali e ambientali/International trade fair of restoration and conservation of cultural and environmental heritage 30/3-2/4 Per informazioni: Acropoli Viale Mercanzia, Blocco 2/B Galleria A, 70 40050 Centergross (BO) Tel. +39 051 6646832 Fax +39 051 864313 Internet: www.salonedelrestauro.com E-mail: info@salonedelrestauro.com
Genova Fiera Restructura Salone internazionale della costruzione e della ristrutturazione edilizia/International trade fair of building and restructuring 25/5-28/5 Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.restructura.com E-mail: info@restructura.com
Milano Nuova Fieramilano Expocomfort Expobagno Salone internazionale biennale del comfort e living technology per i settori dell’impiantistica civile e industriale: riscaldamento, condizionamento aria, refrigerazione, tecnica sanitaria, trattamento acqua, energie rinnovabili, servizi/International biennial trade fair for Comfort and Living Technolgy in industrial and civil HVAC, bathroom furniture and appliances, renewable energies, services 28/2-4/3 Per informazioni: MCE/Expobagno Internet: www.mcexpocomfort.it
Lift Salone internazionale di ascensori, componenti, accessori e servizi
International trade fair of lifts, components, accessories and services 15/3-18/3 Per informazioni: Fiera Milano International Via Varesina 76 20156 Milano Tel. +39 02 485501 Fax +39 02 48550420 Internet: www.fmi.it/lift E-mail: lift@fmi.it
Sicurezza Rassegna internazionale biennale di sistemi e impiantistica per la sicurezza/International biennial trade fair for systems and plants for safety and security 15/3-18/3 Per informazioni: Fiera Milano Tech Via Gattamelata 34 20149 Milano Tel. +39 02 3264282 Fax +39 02 3264284 Internet: www.fieramilanotech.it E-mail: segreteria@fieramilanotech.it
Salone del Mobile Eimu Eurocucina Salone del Complemento d’Arredo 5/4-10/4 Per informazioni: Cosmit Foro Buonaparte 65 20121 Milano Tel. +39 02 725941 Fax +39 02 89011563 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it
Fieramilanocity MIART Salone internazionale dell’arte moderna e contemporanea/International trade fair of modern and contemporary arts 30/3-2/4 Per informazioni: Fiera Milano International Via Varesina 76 20156 Milano Tel. +39 02 485501 Fax +39 02 48550420 Internet: www.fmi.it/lift E-mail: lift@fmi.it
Montichiari (Brescia) Centro Fiera del Garda Metef Salone internazionale dell’alluminio e dei metalli per l’edilizia/International trade fair of aluminium and metals fort he building industry 17/5-20/5 Per informazioni: Metef Interne: www.metef.com
Russia Moscow Expocentre & Crocus Expo Exhibition Centre Fenesterbau/Frontale Salone internazionale delle finestre e delle facciate/International trade fair of windows and facades 31/1-2/2
Per informazioni: Climate World Internet: www.climateworld.info E-mail: climateworld@msi-fairs.com
MosBuild Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 4/4-7/4 Per informazioni: MosBuild 105 Salusbury Road London NW6 6RG United Kingdom Tel. +44 20 75965169 Fax +44 20 75965111 Internet: www.buildingshow.com E-mail: Maria Barnish mbarnish@ite-exhibitions.com
Spagna / Spain Madrid Feira Veteco Salone internazionale delle finestre, vetro strutturale, facciate continue/International trade show of windows, structural glass and curtain walls 10/5-13/5 Per informazioni: Feria de Madrid Internet: www.vetefo.ifema.es
Ucraina / Ucraine Kiev Exhibition Centre KievBuild Salone internazionale della costruzione/International trade fair of building industry 15/2-18/2 Per informazioni: ITE 105 Salusbury Road London NW6 6RG United Kingdom Tel. +44 20 75965169 Fax +44 20 75965111 Internet: www.buildingshow.com E-mail: construction@ite-exhibitions.com
USA Boston Seaport World Trade Center Residential Design 2006 Salone internazionale dell’architettura residenziale 5/4-6/4 Per informazioni: Internet: www.buildboston.com
Las Vegas LV Convention Centre World of Concrete Salone internazionale del cemento 16/1-20/1
Per informazioni: Nürnberg Global Fairs Ulrike Strohschnitter Messezentrum 90471 Nürnberg Tel. +49 9 1186068161 Fax +49 9 11860686 94 Internet: www.nuernbergglobalfairs.com E-mail: ulrike.stroschnitter@ nuernbergglobalfairs.com
Per informazioni: Internet: www.worldofconcrete.com
Climate World Salone internazionale del condizionamento d’aria e della climatizzazione/International trade fair of HVAC 14/3-17/3
Sands Expo & Convention Centre Surfaces 2006 Salone internazionale delle superfici 31/1-3/2
Technology for Construction 2006 Salone internazionale delle tecnologie per la costruzione 17/1-2006-20/1 Per informazioni: Internet: www.hanleywood.com
Per informazioni: Internet: www.surfaces.com
210 l’ARCA 111
in the World
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ARGENTINA
FINLAND
Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar
Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330
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BELGIUM
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BRAZIL
Livraria Leonardo da Vinci Rua Heliopolis 75 Vila Hamburguesa CEP 5318 - 010 Sao Paulo Tel. 011 36410991 Fax 011 36412410
CHILE
Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210
CYPRUS
Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia P.O. Box 24508 Tel. 2.878500 Fax 2.489131
(l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607 Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585 Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598
Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603
GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de
GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801
ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579 Fax 03 5794567
JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Yohan 14-9 Okubo 3-chome, Shinyu-ku, Tokyo 169 Tel. 03 32080181 Fax 03 32090288/32085308
KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028
MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314
Maison du Livre Italien 54, Rue de Bourgogne F-75007 Paris Tél. 1.47050399 Fax 1.45515313
Rowecom UK Ltd (subscriptions) Cannon House Folkestone, Kent, CT 19 5EE Tel. 0303.850101 Fax 0303.850440
Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799
Bordeaux
GREECE
Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050
La Machine à lire 8, rue Parlement Saint-Pierre Tél. 05 56480387 Fax 05 56481683 Librairie réunion des musées nationaux C.A.P.C. Musée d’Art Contemporain 7, rue Ferrère Tél./fax 05 57859147 Lille Le Furet du Nord 11, place Général de Gaulle Tél. 03 20784343 Fax 03 20782342 Lyon Michel Descours 31, rue Auguste Comte Tél. 04 78426567 Fax 04 78372237 Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216
Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777
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