Shoei Yoh
Riprodurre effetti naturali
Phenomenological Architecture
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hoei Yoh si dedica a una sofisticata ricerca sulla trasgressione delle forme basata essenzialmente sull’incertezza, un metodo progettuale destinato alla generazione di volumi e di spazi alternativi. Greg Lynn dice di lui che si è dedicato a catturare e riprodurre gli effetti naturali e le forze che li generano, introducendoli nei suoi progetti. Questi studi si basano sull’idea d’energia, di fluidità e di dinamismo, come soluzione alla definizione dei nuovi spazi architettonici e urbani per rispondere, in modo immediato, alla congestione delle grandi metropoli. L’organizzazione dei luoghi del vivere, l’esposizione al sole, il riferimento alle attività diurne e a quelle notturne, la conservazione del verde e via dicendo, tutte cose che ricordano principi fondamentali di Le Corbusier. Insomma, una sorta di Architecture in Motion, capace di tenere vivo il processo del mutamento destinato a scaricare le energie del vivere. Ciò che più stupisce è il pensiero da economista di Shoei Yoh, economia di materia, quindi qualità di funzione, equilibri matematici sorretti da strutture isostatiche, lastre di vetro con siliconi, cerniere e non incastri e così via. I luoghi con le caratteristiche naturali, le loro chimiche, l’aria, il sole e la luce, sono da scoprire e da valutare, affinché l’uomo possa vivere nello spazio voluto, nella più salubre situazione urbana. E’ tutto ciò che Shoei Yoh chiama Phenomenological Architecture che, così, gli permette di organizzare la sua architettura impostandola sulla risposta da dare ai fenomeni naturali, deformando la geometria dei volumi per ottenere ottime forme in equilibrio fra economia ed estetica, tali da permettere di realizzare fenomeni architettonici efficienti in un’arida era tecnologica. Cercare delle forme che assomiglino alle nuvole in cielo piuttosto che a delle galassie nell’universo, in altre parole un progetto fenomenologico. Il più recente libro di Douglass North – Understanding the process of Economic Change – è un ulteriore suggerimento alle riflessioni di Yoh sul progetto architettonico, in relazione al pensiero economico. North sostiene che proprio le azioni individuali si basano su opinioni per definizione spesso errate e ciò comporta che l’incertezza sociale non si possa davvero eliminare. Il fatto stesso che gli esseri umani si pongono come obiettivo di introdurre cambiamenti rende, infatti, l’ambiente sociale non ergodico, in altre parole sempre mutevole. Sono la natura mutevole dell’ambiente, le influenze, le percezioni dei danni e dei benefici, le scelte individuali che inducono sempre a nuove esigenze di cambiamento. Shoei Yoh con la logica delle sue filosofie dimostra come le forme mentali, che permettono la definizione, la produzione e la circolazione dell’architettura, diano alle opere, non solo il loro corpo ma anche una parte della propria anima. In altre parole fa interagire con l’architettura i problemi che lo hanno a lungo appassionato, che trattano delle forme geometriche dello spazio architettonico e dei suoi contenuti: la città e il vivere al proprio interno. Egli insegue le tracce di quegli strumenti che sono stati creati per venire incontro al bisogno del divenire del vivere: il mattone, il vetro, l’acciaio e la terracotta che riproducono, attraverso la loro struttura, il bisogno della memoria e, insieme, la loro fragilità e la loro vulnerabilità. Architetture/oggetto, davvero affascinanti, fanno la loro comparsa nell’intero curriculum di Shoei Yoh, strutture parlanti di tensioni interne, dalle forme più diverse, da piccoli contenitori a grandi grattacieli. L’antica metafora della forma con la sua struttura è al centro delle osservazioni personali. Nel lavoro di Yoh si vede anche il peso dell’etica professionale e di una morale specifica. L’idea verso cui è progressivamente portato sia l’osservatore che il critico è che sia possibile tracciare il profilo di un’etica in grado di massimizzare il bene per l’umanità. Un’etica universale basata su una comprensione del modo, del funzionare dell’architettura, che lega fra di loro il cervello, le emozioni e l’importanza delle decisioni morali che contribuiscono al benessere dell’uomo. Mario Antonio Arnaboldi
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World Intellectual Property Organization Building, Geneva, 2000 Progetto vincitore/Winning project Behnisch, Behnisch & Partner
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hoei Yoh has devoted his work to experimenting on transgressive forms based mainly around uncertainty, a design method generating alternative structures and spaces. Gregg Lynn says of him that he has worked on capturing and reproducing natural effects and the forces that generate them, actually introducing them into his projects. These studies are based on the idea of energy, fluidity and dynamism, as an answer to the problem of defining new architectural and urban spaces to provide an immediate solution to congestion in big cities. The layout of the living quarters, exposure to sunlight, reference to both daytime and nighttime activities, and the conservation of greenery etc., all things which call to mind the grounding principles set down by Le Corbusier. In a word, a sort of “Architecture of Motion” capable of keeping alive the process of change aimed at discharging the energy inherent in living. The most striking thing of all is Shoei Yoh’s economic thinking, economising on materials, which means quality functions, mathematical balances backed up by iso-static structures, sheets of glass containing silicones, hinges not wedges, and so forth. Another important factor is architectural solidarity with a sense of transience. The nature of the location with its natural features, chemical activity, air, sunshine and light, all need to be discovered and assessed, so that people can live in the space they desire, in the healthiest of urban environments. All this what Shoei Yan calls “Phenomenological Architecture”, which allows him to set out his architecture around providing a solution to natural phenomena, deforming geometry to attain optimum forms in balance between economics and aesthetics, so that efficient architectural phenomena may be created in the cold age of technology. Looking for forms that look like clouds in the sky or galaxies in the universe, in other words a phenomenological project. Douglass North’s latest book – Understanding the Process of Economic Change – provides added support to Yoh’s ideas about architectural design geared to economic thinking. North claims that individual actions are based on opinions, which, by definition, are often mistaken, and this means that social uncertainty cannot really be avoided. The very fact that human beings set themselves the goal of implementing changes makes the social environment non-ergodic or, in other words, constantly changing. It is the changing nature of the environment, influences, perception of damage and benefits, and individual choices, that constantly result in fresh demands for change. The underlying logic in Shoei Yoh’s philosophical thoughts show how mental forms, allowing the creation, production and circulation of architecture, give works part of their soul as well as their body. In other words, it makes architecture fit in with the issues it has been interested in for so long and which deal with architectural space and its contents: the city and living inside it. It follows the traces of those tools designed to come to terms with the need to live and grow: brick, glass, steel and terra-cotta, whose structures reproduce the need for memory and, at the same time, their fragility and vulnerability. Works of architecture/objects, truly fascinating, make their appearance in the whole of Shoei Yoh’s curriculum, structures that talk about internal tensions with varying forms ranging from small containers to big skyscrapers. The old metaphor about the structure of form is at the focus of his personal thoughts. Yoh’s work also reveals the weight of professional ethics and a specific moral code. The idea towards which both observer and critic are drawn is that it is possible to outline ethics capable of maximising the good for mankind. Universal ethics based on understanding the way architecture works, bringing together the brain, feelings and the importance of moral decisions contributing to people’s well-being.
Nel contesto di un brief di concorso che richiedeva il progetto per un edificio amministrativo del WIPO con uffici per 500 persone e una sala conferenze per 600 collegato alla sede esistente, lo studio tedesco ha proposto un complesso diviso da tre cortili interni su cui affacciano tutti gli uffici. Prioritaria è stata la scelta di conferire all’insieme, pur destinato a funzioni piuttosto rigide, un’atmosfera di apertura, permeabilità con l’esterno e relax. Un piccolo parco alberato connette il vecchio edificio all’ingresso del nuovo il cui atrio a doppia altezza conduce alla caffetteria e alla sala conferenze nella porzione posteriore. Dall’atrio parte anche un’ampia scala che porta al primo piano dove un ponte vetrato costituisce un ulteriore collegamento col vecchio edificio. I piani dal secondo al sesto sono occupati dagli uffici e dalle sale riunioni, disposti ortogonalmente per rispondere alle necessità funzionali. Tutti i piani e le piattaforme in copertura sono accessibili da scale e ascensori posizionati nelle tre corti interne. Le aree pubbliche e quelle private sono nettamente separate. Nei piani sotterranei sono organizzati i parcheggi, le aree di carico/scarico, i magazzini. In response to a competition brief calling for a project for the WIPO administration building with offices for 500 staff and a 600-seat conference hall connected to the old headquarters, the German firm designed a complex divided up by three internal courtyards surrounded by all the offices. Priority was given to making the complex, serving rather stringent purposes, an open environment permeable to the outside and a relaxed atmosphere. A small park full of trees connects the old building to the entrance of the new building, whose double-height lobby leads through to the cafeteria and conference hall at the rear. The lobby contains a wide stairway leading up to the first floor, where a glass bridge provides another link to the old building. The second to sixth floors hold the offices and meeting rooms placed at right angles to cater for functional requirements. All the floors and roof platforms can be reached by stairs and lifts located in the three inner courtyards. The public and private areas are kept quite separate. The underground levels hold the car parks, loading/unloading areas and warehouses.
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Shoei Yoh
Shoei Yoh
Il progetto di Shoei Yoh per il WIPO è caratterizzato dall’involucro trasparente costituito da una membrana tridimensionale tensotesa di vetro che, oltre a resistere ai carichi esterni (vento, neve, ecc.) più delle consuete strutture bidimensionali, è integrata da pannelli solari e da pannelli di vetro auto-riscaldanti a bassa emissione. Il collegamento con il vecchio edificio è definito da un ponte vetrato che si incunea nella facciata del nuovo edificio all’altezza del primo piano determinandone la curvatura tridimensionale che esprime anche un gesto di accoglienza. L’equilibrio tra i due volumi vetrati, la loro semplicità e trasparenza contribuiscono a determinarne l’integrazione col paesaggio. L’ovale formato dalla deformazione della copertura è rivestito da pannelli solari trasparenti che consentono l’ingresso della luce naturale nel vuoto contenente i sistemi di movimento verticale. Gli spostamenti orizzontali lungo i piani delle gallerie allineate lungo il perimetro dei sei livelli dell’edificio e la fascia di luce verticale che attira lo sguardo degli utenti verso l’alto costituiscono un insieme fluido di linee di movimento. La fluidità del sistema di circolazione è ribadita dalla separazione tra traffico dei veicoli privati e quelli per le consegne. Una caffetteria con ristorante self-service divide gli spazi destinati alla sala conferenze, al piano sottostante, e quelli destinati agli uffici, ai piani di sopra, e costituisce il punto di incontro tra comunicazione formale/cultura e comunicazione informale/controcultura, tra la concentrazione del momento del lavoro e il relax del momento di svago. La flessibilità richiesta per gli uffici è regolata da una maggiore o minore distribuzione di chiusure lungo le gallerie e dalla dislocazione selezionata tra uffici di diversa gerarchia. Per quanto riguarda la sala conferenze la flessibilità è garantita da porte automatiche scorrevoli e da un pavimento mobile che con facili spostamenti possono andare a formare sale riunioni più piccole.
Shoei Yoh’s project for the WIPO features a transparent shell made of a threedimensional glass tensile membrane, which, as well as being more resistant to outside loads (wind, snow etc.) than conventional two-dimensional structures, is fitted with solar panels and low-emission self-heating glass panels. The connection to the old building takes the form of a glass bridge, which slots into the new building’s façade at first-floor height, creating the three-dimensional curvature that generates a feeling of welcome. The balance between the two glass structures, their simplicity and transparency help knit it into the landscape. The oval form created by deforming the roof is covered with transparent solar panels letting natural light into the space holding the vertical motion systems. Horizontal shifts along the aligned gallery levels and the outside edge of the building’s six levels and the beam of vertical light making people look upwards combine to form a smooth combination of moving lines. The smoothness of the circulation system is reinforced by the way private vehicles are kept separate from delivery vehicles. A cafeteria with a selfservice restaurant separates the spaces assigned to the conference hall on the floor below and those used for the offices on the floors above. This is where formal/cultural communication encounters informal/counter-cultural communication, where concentration at work meets relaxation during break time. The flexibility required of the offices is controlled by a greater or lesser amount of closure along the galleries and selective dislocation between offices of varying hierarchy. As regards the conference hall, flexibility is ensured by the automatic sliding doors and moving floor, which easily move to form smaller meeting rooms.
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Shoei Yoh
EQUILIBRIO Proposta di un progetto complessivo
EQUILIBRIUM Project for the overall design
Schema dei parametri concettuali espressi dal progetto di Shoei Yoh per il WIPO.
Diagram of the conceptual parameters underlying Shoei Yoh’s project for the WIPO.
SEMPLICITA’ Regola generale del progetto
SIMPLICITY General design rule
DINAMISMO Effetto visivo di movimento attraverso la deformazione
DYNAMISM Visual effect of movement through deformation
ACCORDO Con l’ambiente circostante
ACCORDANCE With surrounding environment
FORMA OTTIMALE Di struttura e funzione
OPTIMUM FORM Structurally and functionally
PAESAGGIO UFFICI Ogni galleria intorno all’atrio varia in larghezza e lunghezza. Più ampia è la galleria, più spazio c’è per conversare, rilassarsi e bere un caffè come su una terrazza. Organizzazione centripeta o centrifuga definita dal numero di porte utilizzate.
OFFICE LANDSCAPE Each gallery surrounding the atrium varies in width and overall length. The wider the gallery, the more room for chatting, relaxing and having tea or coffee on a sunny terrace. Centripetal or centrifugal organization selects the number of doors to be used.
The Flexibility in office is determined by limiting or increasing the number of doors around the gallery, as well as by selecting the locations of executive offices, depending on how they relate to standard offices.
Il lucernario ovale di pannelli solari in vetro trasparente fa entrare la luce naturale nel vuoto dei sistemi di trasporto verticale, intorno al quale ci sono le gallerie degli uffici (livelli 3-4-5-6), il ristorante (livello 2), l’atrio al piano terra. La luce attira lo sguardo verso l’alto. I movimenti orizzontali dei pedoni al piano terra e al livello del ponte si trasformano in movimenti verticali al centro dell’edificio illuminato dal fascio di luce naturale, conservando così la fluidità di movimento generale.
SISTEMA DI CIRCOLAZIONE Separazione di veicoli private e mezzi per consegne
CIRCULATORY SYSTEM Separation of delivery and passenger vehicles
RELAX-COMUNICAZIONE INFORMALE Mutua comprensione durante le pause di lavoro di 500 e 600 persone.
RELAXATION-INFORMAL COMMUNICATION Mutual understanding of the off-duty activities of 500 and 600 people. CULTURA Comunicazione formale
CONTRO CULTURA Comunicazione informale
CULTURE Formal communication
COUNTER CULTURE Informal communication
Nel progettare il ristorante self-service e la caffeteria al livello 2 tra gli uffici per 500 persone (sopra) e la sala conferenze per 600 (sotto), si ritiene che la Comunicazione Informale si integrerà alla Comunicazione Formale. Lo stesso accade nelle gallerie ovali intorno al vuoto verticale, aperte ai visitatori ma con le porte degli uffici tutto intorno. La nostra fisiologia richiede riposo e relax dopo che il bio ritmo si è concentrato sul lavoro. La “Cultura coesiste con la Contro Cultura”.
CENTRIFUGO Dispersione degli individui
In designing the self-service restaurant and the cafeteria on level 2 between the office for 500 staff above and the 600-seat conference room below, we are confident that Informal Communication will provide excellent support for Formal Communication. This is also the case in the oval galleries around the vertical void open to visitors in front of the surrounding office doors. It may be said that our mind needs to rest and relax after concentrating for the good of our biorhythms, in other words “Culture exists together with Counter Culture”.
NUCLEO SOFT Facilità di gestione in spazi comuni
SOFT CORE Easy control of communal spaces
CENTRIFUGAL Spreading individuals PERIMETRO SOLIDO Alta tecnologia negli spazi privati
HARD EDGE High technology in private spaces
LIBERATION Bottleneck travel liberated at top and bottom
TRANSPARENT WALL
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PISTE DI CONNESSIONE Realizzazione di spazi aggiuntivi per motoveicoli.
CONNECTING SLOPES Producing additional in-between space for motorcycles. La “Separazione” dei veicoli per consegne e di veicoli privati è essenziale per mantenere la fluidità dell’intero sistema di circolazione. La rampa In/Out aggiuntiva allenta lo stress dei guidatori in entrata e uscita. La riduzione dei veicoli pesanti nella gestione dell’edificio dovrebbe dare ai visitatori maggiore confidenza nell’organizzazione.
LIBERAZIONE Restringimenti di movimento liberati in basso e in alto
MURO TRASPARENTE
Plans and axonometric explosion showing the definition of the building links, separations and functions.
RESPONSE Mutual relationship
FLUIDITY Smooth travel
CENTRIPETAL Concentration of team work
Piante ed esploso assonometrico con la definizione dei collegamenti, delle separazioni, delle funzioni dell’edificio.
RISPOSTA Mutue relazioni
FLUIDITA’ Spostamenti facili
CENTRIPETO Concentrazione dei gruppi di lavoro
Shoei Yoh
La flessibilità negli uffici è definita dall’aumento o diminuzione delle aperture verso la galleria e dalla selezione della posizione degli uffici di diversa gerarchia.
INTERFACCIA Divisori di separazione interno-esterno
INTERFACE In-exterior enclosing and separating divider
The “Separation” of the delivery and passenger vehicles is essential for maintaining the fluidity of the entire circulatory system. The additional “In-Out Ramp” relieves the drive stress every morning and evening. Reducing the heavy loads in managing and operating the building of our design is expected to give visitors greater confidence in the organization.
The oval shaped skylight made of transparent solar glass panels lets plenty of natural light deep into the vertical transportation space, surrounding galleries on levels 6-5-4-3, as well as the restaurants on level 2 and, lastly, the ground level lobby. This light draws people’s attention upwards. The horizontal movement of pedestrians on the ground and bridge levels is transformed into vertical movement in the middle of the building, lit up by natural daylight. This maintains a certain fluidity of motion. 600. 450, 150 Due foyer separate, con servizi annessi, possono essere uniti nel caso di affluenza di 600 persone. Un pavimento sollevabile e due pareti scorrevoli possono velocemente consentire di separare la sala conferenze in due sale riunioni indipendenti.
600, 450, 150 Two separate foyers with a sanitary and panty connected to cater for 600. Hovering floor unit and double sliding walls instantly divide the conference hall into two separate conference rooms.
Due porte scorrevoli e il pavimento manovrabile automaticamente consentono una facile conversione della sala conferenze, compresi gli arredi. Le risultanti due sale sono indipendenti ma connesse da foyer su due piani diversi. Si possono avere tre diverse configurazioni. Two sliding doors and the automatically operated hovering floor unit make it easy to convert the conference room into two separate conference rooms with desks and chairs. Each has got independent but connected foyers on separate floors. Three possible patterns will be brought into operation without interferrnig with each other in any way.
SEPARAZIONE Una rampa aggiuntiva, una per i veicoli di consegna e una per i veicoli privati consente una circolazione più sicura e veloce.
SEPARATION Additional ramp, one for the delivery and another for passenger vehicles for safer and faster transportation.
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Shoei Yoh
Shoei Yoh
Minami Tenjin Subway Station – Nanakuma Line, Fukuoka, 2004
Nella Minami Tenjin Subway Station – Nanakuma Line di Fukuoka Shoei Yoh realizza un ingresso che rappresenta un segno simbolico che invita i passeggeri a scendere nel mondo sotterraneo. Scale, scale mobili e ascensori sono avvolti di vetro laminato temperato che, pur strutturalmente autonomo, è agganciato a una tensostruttura di acciaio che lo attraversa diagonalmente così da attirare lo sguardo e l’attenzione dei passeggeri della metropolitana dal caotico paesaggio urbano all’ordine, funzionale all’informazione, del “mondo sotterraneo” in cui, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, diventano predominanti la luce, la trasparenza e il colore. The Minami Tenjin Subway Station on the Nanakuma Line in Fukuoka has a symbolic entrance drawing passengers into the underground world. Steps, escalators and lifts are enveloped in reinforced laminated glass which, although structurally independent, is hooked onto a steel tensile structure crossing it diagonally to attract passengers on the underground’s attention away from the chaotic cityscape to the functionally informative order of the “underground world”, as, contrary to expectations, light, transparency and colour take precedence.
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Tohno Clinic Dining Café Lounge, 2003 Una sala di attesa, che Shoei Yoh sospende nello spazio e nel tempo realizzando una sorta di installazione scenografica, le Optical Art Chambers, quattro camere telescopiche con quattro schermi trasparenti di colori differenti e quattro aperture che offrono una visuale completa da un lato all’altro della sala fino alla adiacente sala della mensa. La percezione di chi si muove nella sala cambia a seconda della sua altezza, distanza e angolo prospettico. Nel muoversi sulle superfici traslucide delle camere l’occhio cattura l’illusione di indeterminatezza ed eternità. As a waiting room, which Shoei Yoh suspends in space and time to create a sort of set installation, the Optical Art Chambers has four telescopic rooms with four different-coloured transparent screens and four openings affording a view right across from one side of the room to the other right through to the adjacent canteen. The perception of people moving through the room changes according to their height, distance and angle of vision. As the eye moves across the translucent surface of the rooms it captures an illusion of indeterminacy and eternity.
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Viste della sala d’attesa caffetteria della Tohno Clinic, caratterizzata dall’installazione Optical Art Chambers.
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Views of the Tohno Clinic lounge, characterized by the installation Optical Art Chambers.
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Shoei Yoh
Sopra, pianta del piano terra. In alto, pianta del primo piano. A destra, diagramma dell’angolo visuale della Croce Invisibile.
Above, plan of the ground floor. Top, plan of the first floor. Right, diagram of the perspective angle of the Invisible Cross.
Sopra, pianta del secondo piano. In alto, sezioni longitudinale e trasversale.
Above, plan of the second floor. Top, longitudinal and cross sections.
Kyushu Gakuin Lutheran Junior High School, 2003 L’idea di influire sulla percezione individuale dello spazio e del trascorrere del tempo è ribadita nella Kyushu Gakuin Lutheran Junior High School. Qui Shoei Yoh, a suo tempo alunno di questo Liceo, dispone le aule attorno a una palestra posizionata proprio al centro dell’edificio, come fosse un atrio sempre visibile, determinando una assoluta fluidità visiva dell’ambiente scolastico e un contrasto percettivo tra la dinamicità delle attività ginniche e la staticità di quelle svolte nelle aule. Dietro le campiture vetrate dell’involucro esterno, tagliate da solai metallici aggettanti che creano giochi di luci e ombre e spezzano i riflessi dell’ambiente circostante, Shoi Yoh colloca una Croce Invisibile realizzata con cristalli liquidi che si intravede brillare, con riflesso variabile come un miraggio, sia di giorno sia di notte sulla superficie vetrata della parete esterna. The idea of influencing individual perception of space and passing time is reinforced in the Kyushu Gakuin Lutheran Junior High School. Here Shoei Yoh, who used to attend this high school, set the classrooms out around a gymnasium set right in the middle of the building, as if it were a constantly visible lobby, creating absolute visual fluidity in the school environment and perceptual contrast between the dynamism of gym activities and the static nature of classroom work. Behind the glass panels in the outside shell, cut through by overhanging metal slabs creating light and shadow effects and breaking down the reflections from the surrounding environment, there is an Invisible Cross made of liquid crystals that can just be glimpsed as it gleams and winkles like a mirage, both at daytime and nighttime, on the glass surface of the outside wall.
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Ateliers Jean Nouvel
Riflessioni sul Danubio
Ateliers Jean Nouvel
Uniqa Building, Vienna Credits Project: Ateliers Jean Nouvel Engineering: Terrel (fluids), RFR (facades) Consultant: Susane Priesner Project Architect: Ingrid Menon Project Team: Marie-Hélène Baldran, Emmanuel Blamont, Dan Dorell, Sylvie Erard, Paul Emmanuel Loiret, Marie Maillard, Kirsi Marjamaki Mas, Stefan Matthys, Julie Parmentier, Anita Preböck, Janaina Rezende, Eugénie Robert, Nathalie Saccu De Franchi, Hyun Sangmin Model: Etienne Follenfant CAD: Jean Angelini, Christophe Rousselle Client: Uniqa
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L’
urgenza di trasformazione urbana, determinata dalle spinte verso la globalizzazione e dalla conseguente esigenza di aggiornare gli impianti delle città è ravvisata, almeno dalla fine del millennio scorso, anche nel cuore della vecchia Europa. E’ evidente che in questo processo di metamorfosi a scala territoriale sono chiamate in causa le aree industriali dismesse delle periferie. Ma ormai la rigenerazione delle città sta interessando anche le capitali europee e i loro centri storici. Fare i conti con il passato quando si pensa al nuovo non è soltanto una questione di rispetto e di conservazione. L’architettura è anche l’arte di riferire l’odierno e il futuro davanti alla storia e alle sue preesistenze, perché la trama urbana continui a scrivere il racconto dell’evoluzione sociale. La vera sfida, ieri come oggi, è lasciare libera espressione alla modernità e alla sua rappresentazione, con l’accortezza di evitare operazioni camaleontiche di stile e nostalgia che spesso degradano in esperienze culturali di cattivo gusto. Queste necessità sono avvertite dagli operatori pubblici e privati di molte città, da Bilbao a Londra, da Milano a Berlino e anche sulle sponde del Danubio. A Vienna, tredici affermati architetti provenienti da tutta Europa hanno partecipato alla competizione indetta per la progettazione dell’edificio multifunzionale di proprietà delle assicurazioni Uniqa. Già nella prima fase della gara internazionale si è dibattuto intensamente tra professionisti, istituzioni cittadine e rappresentanti della proprietà. Dopo questo serrato confronto sono stati selezionati quattro progetti; la giuria ha infine decretato vincente la proposta dell’architetto francese Jean Nouvel. La struttura multifunzionale comprende un hotel, un centro congressi, uffici, un ristorante all’ultimo piano e una galleria commerciale. Sorgerà lungo le rive Danubio, sulla Praterstrasse, nel secondo distretto cittadino, al posto dell’edificio che ha ospitato fino al 2004 la sede della società assicuratrice e che dopo cinquant’anni dalla sua costruzione, non rispondeva più ai parametri di sicurezza e funzionalità richiesti. Riconosciuta la necessità economica di demolire il fabbricato, il sito lascerà spazio a un’opera di architettura contemporanea che ha già tutti i presupposti per diventare uno dei nuovi simboli della capitale austriaca, anche per la sua ubicazione eccezionale di fronte a Schwedenplatz. Una richiesta, formulata in fase di gara e assolta in sede di progettazione, sottolineava la necessità di considerare l’asse del ponte Reichsbrücke in direzione Stephansplatz e della cattedrale di Santo Stefano, il vero cuore di Vienna. L’integrazione con la città e con il tessuto urbano circostante si realizza, nel progetto di Jean Nouvel, tramite uno spazio pubblico collocato al piano inferiore e accessibile dalle vie circostanti; una piazza
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he need to transform the cityscape, urged along by the drive towards globalisation and the ensuing need to upgrade the furbishing and systems in cities, can even be detected, at least since the end of the last millennium, right in the heart of old Europe. The abandoned industrial areas out in the suburbs are clearly involved in this territorial-scale process of metamorphosis. But nowadays urban generation is even touching on the capital cities of Europe and their old city centres. Coming to terms with the past when thinking about the future is not just a matter of respect and conservation. Architecture is also the art of referring the present-day and future to history and existing structures, so that the urban web can continue to paint a picture of social evolution. Now, as in the past, the real challenge is to leave room for modernity to be expressed and represented, taking care not to resort to just copying styles in nostalgic fashion, which often lapses into cultural operations in the worst possible taste. Both public and private operators in many cities ranging from Bilbao to London, Milan, Berlin and even the banks of the Danube are taking note of these needs. In Vienna thirteen highly acclaimed architects from all over Europe took part in a competition organised to design a multi-purpose building owned by the Uniqa insurance company. Right from the first phase of this international tender there was intense debate between architects, city institutions and the owner’s delegates. After all this dogged confrontation, four projects were eventually selected; the jury finally awarded first prize to the French architect Jean Nouvel. This multi-purpose facility encompasses a hotel, congress centre, offices, top-floor restaurant and shopping arcade. It will be located along the banks of the Danube on Praterstrasse in the 2nd district of the city, where the building hosting the headquarters of the insurance company used to stand until 2004 and which, fifty years after its construction, was no longer up to the safety and operating standards required. Realising the financial need to knock down the building, the site will leave room for a modern-day work of architecture which certainly meets all the requirements for becoming one of the latest symbols of the capital of Austria, partly due to its exceptional location opposite Schwedenplatz. One requirement, set down in the tender and catered for by the design, emphasised the need to take into account the axis along Reichsbrücke bridge in the direction of Stephansplatz and St. Stephen’s Cathedral, the real heart of Vienna. Jean Nouvel’s project draws on a lower-level public space accessible from neighbouring streets in order to knit into the city and its
alberata sulla quale si affacciano il bar e i negozi del passaggio commerciale che collega le vie adiacenti all’ingresso laterale dell’hotel. All’ultimo piano della torre più alta, l’area riservata al ristorante, esibisce una straordinaria panoramica sulla città e sul Danubio. Il progetto di Jean Nouvel organizza lo spazio lavorando sui piani obliqui e sulla scomposizione dei volumi. Cristalli prismatici trasparenti o colorati si incontrano per generare forme a cuneo e inclinate. Come fossero improvvisamente soggetti a un movimento interno i volumi ritrovano un equilibrio quasi precario e si sovrappongono intersecandosi tra di loro. E’ così che le superfici trasparenti, specchianti, colorate, adattatate alla proiezione di immagini, differentemente decorate come una impalpabile texture, riflettono diversamente la luce, il grigio del cielo, le persone, e tutto muta continuamente, mai niente si ripropone e si replica. Le ombre generate dall’inclinazione dei piani diversamente orientati, diventano a loro volta schermi neri, contrapposti alla trasparenza totale. Fortunato D’Amico
urban fabric; a tree-lined square surrounded by a bar and shops in the shopping arcade connects neighbouring roads to the hotel’s side entrance. The restaurant area on the top floor of the highest tower can boast an incredible view of the city and the River Danube. Jean Nouvel’s project organises space by working on oblique planes and structural decomposition. Transparent or coloured prismatic pieces of glass come together to create wedge-shaped and sloping forms. As if they were suddenly subject to internal motion, the structures rediscover their own almost precarious balance and overlap as they intersect. This is how the transparent, reflective, coloured surfaces, specially adapted for having images projected on them and decorated in different ways like some intangible texture, reflect light, grey skies and people in different ways, and everything is constantly changing without anything being repeated or re-proposed. The shadows cast by the sloping planes running in various directions turn into black screens in contrast with the overall transparency.
In queste pagine, rendering dell’edificio multifunzionale a Vienna, destinato prevalentemente alla funzione alberghiera, progettato da Jean Nouvel per Uniqa, che aveva indetto un concorso per trasformare la propria vecchia sede in Praterstrasse 1/7. L’edificio oltre all’albergo,ospiterà un ristorante agli ultimi due piani, gallerie commerciali al piano terra, uffici e un centro convegni.
These pages, renderings of the multi-purpose building in Vienna designed mainly as a hotel and designed for Uniqa by Jean Nouvel. The city council organised a competition to convert its old headquarters in Praterstrasse 1/7. In addition to a hotel, the building will also hold a restaurant on the top two floors, shopping arcades on the ground floor, offices and a conference centre.
Ateliers Jean Nouvel
Ateliers Jean Nouvel
Pianta del primo piano.
First floor plan.
Pianta del piano terra.
Ground floor plan.
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Pianta del secondo piano e, in alto, sezione trasversale e sezione longitudinale.
Plan of the second floor and, top, cross section and longitudinal section.
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Rendering degli spazi pubblici interni, che saranno caratterizzati da sfalsamenti di piani e da trasparenze in grado di determinare prospettive cangianti e inedite.
Sopra, rendering del grande atrio che con la sua ampia vetrata offre panoramiche sul quartiere circostante. A sinistra, rendering della sezione longitudinale.
Renderings of the interior public spaces, which will feature staggered levels and transparency creating unusual, twinkling perspectives.
Above, rendering of the large lobby whose wide glass surfaces allow panoramic views of the surrounding neighbourhood. Left, rendering of the longitudinal section.
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Il letto era già pronto, meravigliosamente alto e profumato, (…) Heidi ci si distese con voluttà, e dormì così bene come non le era più capitato da un anno intero (…). Il suo grande, cocente desiderio era stato soddisfatto: aveva rivisto le montagne e le rocce nella luce del tramonto, aveva sentito il fruscio degli abeti, era di nuovo a casa sull’Alpe.” (J. Spyri, Heidi, Waldmann, Zuerich 1887). L’inserimento della natura all’interno del complicato sistema costruito delle città è certamente una importante risposta a vitali esigenze socio-sanitarie, prima ancora che alle imposizioni degli standard urbanistici; come è anche figlio di una reale esigenza del bello entro la “forma urbis”, categoria, quella appunto del “bello”, che trova per tutta l’epoca moderna e contemporanea nella natura e nel verde un paladino di indubbia fedeltà, a volte scontato, mai traditore, sempre capace di impegno e di rispetto. Come è anche, sia privato che non, la risposta al desiderio di un ambiente naturale su misura, e nulla traspare di più artificiale, nella maestria di chi l’ha disegnato, di quel “giardino all’italiana” cinto da muri e che abbisogna di marchingegni fra i più sofisticati per vivere e per essere, appunto, “naturale”. In ultima analisi, e una volta per tutte, la soddisfazione del desiderio inconsciamente ancestrale di essere ri-gettati entro un verde di qualunque sorta, foss’anche un’“aiuola” così teneramente richiestaci da qualsivoglia commissione edilizia, magari larga “zeronovanta” e rigorosamente adagiata lungo tutto un perimetro di millecinquecento metri. Non sempre l’architetto è giardiniere, e solo raramente ha a disposizione, per il verde, un’area larga almeno quanto è lunga. Nel nostro caso l’esempio è di quelli felici, per iniziativa della pubblica amministrazione, per novità tematica, per investimento culturale prima ancora che economico, per originalità dell’idea degli architetti Belinda Tato, José Luis Vallejo, Diego GarcíaSetién. L’antefatto: nel febbraio di due anni fa la Municipalità di Madrid, con un concorso a inviti, pone la questione dell’esplorazione di nuove tematiche in ordine alla costruzione della città, con particolare attenzione allo sviluppo sostenibile di alcuni spazi pubblici, in particolare alla progettazione bioclimatica di un boulevard a Vallecas (Madrid). I nostri architetti propongono non tanto una forma del verde, quanto un suo uso, ovvero il tentativo di considerare il verde per quello che è: non un oggetto da esporre e contemplare, ma uno straordinario mezzo attraverso il quale mettere in moto una complessa macchina il cui fine è quello del miglioramento e della sostenibilità della vita dell’intorno urbano. Profondamente inseriti nella scia, da noi condivisa fino in fondo, che considera ogni pur limitato spazio come luogo di straordinarie e uniche potenzialità urbane, Tato, Vallejo e García-Setién propongono una “Gruenenmaschine” capace di lavorare in due direzioni sinergiche e distinte: le prima è quella di definire uno spazio urbano di grande interesse e suggestione, attraverso un verde che, pur fortemente artificializzato e impiantato su un’impalcatura pre-formata, fornisce di sé un magniloquente spettacolo capace di catalizzare forti attenzioni urbane. La seconda direzione di lavoro è quella della realizzazione di un assetto microclimatico speciale, programmabile e artificiale, limitato a quello specifico intorno urbano che diverrà così un isolato sui generis di frescura e benessere. Questi “alberi d’aria”, o così chiamati “rinvigoritori sociali”, sono costruiti con elementi strutturali leggeri in acciaio zincato e fungono da supporto per varie speci di piante rampicanti. Nello spazio cavo situato all’interno del sistema si forma una sorta di torre di evapo-traspirazione, capace di innescare un meccanismo di raffre-
scamento dell’aria anche nell’ordine dei 10-15 °C (sullo sfondo di una temperatura che può raggiungere i 40 °C con il 40% di umidità). Pannelli fotovoltaici fanno poi il resto. Il dispositivo mette dunque in moto una sorta di ciclo cosmico di quartiere: in estate questi “alberi d’aria” operano in direzione interno–esterno, allargando la propria area d’ombra a beneficio delle persone e degli spazi contermini, anche attraverso l’uso dell’acqua per il raffrescamento dell’aria; in inverno, riducendo il proprio raggio d’azione, invertono la situazione estiva. Una volta avviato il concetto base, che è quello di una flora meccanizzata, o una vegetazione automatizzata, o una fotosintesi controllata, o una natura urbanizzata, il passo è breve verso la dotazione di tale sistema di tutta una serie di “optionals” quali luci, suoni e quant’altro destinato alla massima personalizzazione degli “alberi d’aria”. Detto così, pare quasi scherzoso; in realtà questa variabilità apre la porta alla peculiarità forse più importante dell’invenzione, che consiste nella possibilità di messa a punto di una “macchina” esportabile, ovvero un microsistema climatico attuabile in circostanze e scenari diversi, bell’e pronto laddove richiesto: ricevimento, concerto rock, parco acquatico, evento sportivo, cinema all’aperto, giardino botanico, fiera, spazio espositivo, teatro o mercato all’aperto, spazio per la terza età che sia. Non sappiamo se a questo punto sia pertinente parlare di architettura sostenibile, o tantomeno di sostenibilità dell’architettura; né tentare di fare un bilancio se la tanto agognata sostenibilità di un manufatto non sia ampiamente pagata in sede di produzione delle sue componenti; né vedere in questo neologismo architettonico un toccasana unidirezionale; forse è bene tentare di andare oltre al presunto ossimoro, cercando di ricondurre il progetto a ciò che è: l’occasione per dotare uno spazio urbano ordinario di peculiarità architettonica, interesse collettivo, impegno culturale, funzionalità sociale. Di questi caratteri il progetto qui presentato è certamente dotato, e già questo fa produrre una certa sostenibilità, se non architettonica, quantomeno urbana. E ciò non è poco. La città ha bisogno di questi punti di ristoro, dell’anima ancor prima che del corpo, e di trasmettere attraverso essi la sensazione, ai fruitori quotidiani, che la città cresce e vive ancora intorno a loro, e che gli spazi del benessere, o dello star bene, sono ancora a disposizione di chi ne usi, e non sono soltanto accessibili attraverso un giano o, peggio ancora, attraverso un click nella rete. Forse il meccanismo ideato da Belinda Tato, José Luis Vallejo e Diego García-Setién avrà bisogno di qualche ulteriore messa a punto, forse dovrà fare ancora i conti con i capricci dell’atmosfera e l’ingombro delle polveri sottili, forse sarà visto con sospetto da chi non lo ritiene capace di un pareggio nel rapporto costi benefici; in ogni caso dietro agli alberi d’aria sta una ricerca e, subito dopo, una risposta fornita a certi spazi irrisolti della città, applicata con sano pragmatismo da chi crede ancora che la crescita della città possa passare anche attraverso manufatti architettonici tuttora non reperibili entro l’elenco voci del prezziario della camera di commercio. Ruffo Wolf
Tato, Vallejo, García-Setién
“
The bed was already made, wonderfully high and sweetsmelling, (…) Heidi stretched out with great pleasure and slept better than at time that entire year (…). Her greatest, desire had been met: she has seen the mountains and rocks again in the twilight, she had felt the rustling fir trees, she was home again in the ALps.” (J. Spyri, Heidi, Waldmann, Zuerich 1887 ). Incorporating nature in the intricate built system of the city is certainly more an important reply to vital socio-sanitary needs than a solution to the demands set by town-planning standards; it is also the direct consequence of a real need for beauty within the “ forma urbis”, beauty being a category which, throughout the modern and contemporary ages, has always been championed by nature and greenery in the most obvious yet faithful of ways, never betrayed and always respected by it with great commitment. On both a private and non-private level, it is also a means of satisfying the desire for a custom-made natural environment, and nothing looks more artificial, despite the mastery with which it is landscaped, than an “Italian garden” surrounded by walls and requiring the most sophisticated of aids to survive in a “natural” way. In the end, this is ultimately the need to satisfy that age-old desire to be cast back into any kind of greenery, even if only a “flower bed”, that inevitably emerges in any building commission, even if the plot is less than a metre wide and one and-a-half metres along the edges. Architects are not always gardeners, and only very rarely is the area available for landscaping at least as deep as it is long. In this instance we are dealing with a very successful project, due to how it was commissioned by the city council, the novelty of the basic design theme, the decision to invest in culture rather just try and make money, and the originality of the idea devised by the architects Belinda Tato, José Luis Vallejo, Diego García-Setién. The premises: two years ago in February the Madrid City Council launched an invitational competition to explore new issues related to building the city, mainly focusing on the sustainable development of certain public spaces, notably the bio-climatic design of an avenue in Vallecas (Madrid). The architects involved were not so much interested in the kind of landscaping as how it was used or, in other words, they wanted to treat greenery for what it is: not an object to be displayed and admired but an incredible means for setting a complex piece of machinery in action designed to improve life in the city and make it more sustainable. Following firmly in the wake of the belief (that we share) that even the most confined space is brimming with extraordinary urban potential, Tato, Vallejo and García-Setién have come up with a “ Gruenenmaschine” capable of working in two separate but complementary directions: the first aimed at defining a strikingly evocative urban space by means of landscaping which, despite being so artificial and pre-framed, is a majestically eyecatching sight capable catalysing the cityscape. The second line of action is directed at creating a special, programmable, artificial micro-climate confined to that specific urban setting, which will be turned into a sui generis haven of freshness and well-being. These “trees of air”, also known as “social regenerators”, are made of light-weight galvanised steel props supporting all kinds of climbing plants. A sort of evaporation-transpiration forms in the hollow space inside the system, capable of triggering off an airfreshening mechanism set at around 10-15°C (against a background temperature of up to 40°C with 40% humidity). Photovoltaic panels take care of all the rest. The device sets a sort of neighbourhood cosmic cycle in action:
in summer these “trees of air” work on an inside-outside direction, casting an even wider shadow over surrounding people and spaces, partly by using water to freshen the air; in winter, the summer situation is turned on its head by reducing its range of action. Once the basic concept has been set in place, meaning the introduction of mechanised flora, automated vegetation, controlled photosynthesis or urbanised nature, it is a short step to furbish the entire system with a whole range of “optionals”, such as lights, sounds and anything else required to personalise the “trees of air” to the extreme. Put like that, it almost seems a joke; in actual fact this variability opens up the way to perhaps the invention’s most important feature, which consists in the possibility of developing an exportable “machine”, a climatic micro-system which is ready to be implemented in a variety of circumstances and settings as required: reception facilities, rock concerts, water parks, sports events, outdoor film shows, botanical gardens, trade fairs, exhibition spaces, theatres or open-air markets or even facilities for the elderly. We are not sure whether at this point it is right to talk about sustainable architecture or, even more poignantly, the sustainability of architecture; nor whether it might be worth assessing whether the much hankered after sustainability of a construction is sufficiently dealt with while its components are being manufactured; or perhaps this architectural neologism is actually a sort of one-way cure-all; perhaps it might be worth trying to move beyond this alleged oxymoron, striving to take design back to what it really is: the chance to furbish an ordinary urban space with special architectural traits and features in the name of the community, cultural engagement and social functionality. The project outlined here certainly has all these characteristics, and this does generate a certain sustainability of at least an urban (if not architectural) nature. And that is quite something. The city needs these points injecting fresh and invigorating life (more for its soul than its body), conveying to users the feeling that the city is actually growing and living around them, and that the spaces serving health and well-being are still available for those who use them and are not only accessible by some trick or, worse still, by a click on the Internet. Perhaps the device devised by Belinda Tato, José Luis Vallejo and Diego García-Setién will need further perfection, perhaps it still needs to come to terms with the caprices of the weather and tiny grains of irksome dust, perhaps it will be looked on suspiciously by those who do not believe it can balance the books in terms of costs/benefits; in any case research has gone into these trees of air, so as to provide some solution to unresolved urban spaces. This experimentation has been applied with the healthy pragmatism of somebody who still believes that the city can still use the kind of architectural structures which do not yet appear on the chamber of commerce’s price list.
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions
Tato, Vallejo, García-Setién
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Eco-Valley: Boulevard in Vallecas Urban Extension
Credits Project: Blinda Tato, José Luis Vallejo, Diego García-Setién Collaborators: Ignacio Prieto, David Benito, Asier Barredo, Jaime Eizaguirre, Patricia Lucas, Constantino Hurtado, Laura Casas, David Delgado, María Eugenia Lacarra Client: EMV Madrid+LIFE Project (UE)
La proposta considera il condizionamento bioclimatico di uno spazio esterno di 550x50x17 metri (467.500 metri cubi) attraverso la costituzione di un viale nella zona di ampliamento del quartiere Vallecas a Madrid. La strategia progettuale si basa su fattori bioclimatici, economici e sulle attività sociali di questa zona. Tre padiglioni cilindrici, chiamati “Alberi aereirinvigoritori sociali” avranno la funzione di caratterizzare e attivare lo spazio pubblico. A destra, sezione parziale di uno degli “alberi aerei” e della torre di raffreddamento.
The project examines the bio-climatic conditioning of an outside space measuring 550x50x17 metres (467,500 cubic metres) by constructing an avenue in the area extending the Vallecas neighbourhood of Madrid. The design strategy is based on bio-climatic/economic factors and social activities in this area. Three cylindrical pavilions known as “Trees of air-social regenerators” are designed to inject life and character in this public space. Right, partial section of one of the “trees of air” and the cooling tower.
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Piante del viale a Vallecas con la distribuzione delle attività ed esploso assonometrico di un padiglione. Questi “alberi aerei” devono essere considerati come protesi temporanee di un grande bosco non ancora esistente che nel futuro sarà in grado di regolare bioclimaticamente l’area. Quando da qui a qualche anno il bosco sarà cresciuto, lo spazio interno ai cilindri diverrà una sorta di radura. I cilindri saranno quindi rimossi e collocati in altre aree che necessitano di essere “curate”. Invece di dividere il budget a disposizione per gli interventi tra le varie zone, si è scelto di concentrarne la maggior parte in punti precisi che serviranno da generatori di attività.
Plans of the avenue in Vallecas showing how the activities are set out and an axonometric blow-up of a pavilion. These “trees of air” must be seen as temporary extensions to an as-ofyet inexistent wood of quite some size, which in future will be able to bio-climatically control the area. When in a few years the wood will have grown, the space inside the cylinders will turn into a sort of glade. The cylinders will then be removed and relocated in other areas in need of being “cared for”. Instead of the dividing budget available between the various zones, it was decided to allocated most of it to specific parts which will act as generators for given activities.
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Lo spazio interno agli “alberi aerei” è intermedio tra esterno e interno ma riparato. Fuori dei padiglioni saranno collocati elementi e infrastrutture in grado di attivare funzioni pubbliche e sociali come panchine, aree per concerti, campi da gioco, mercati, giardini, sistemi audio/video per proiezioni. Di notte sono previsti sistemi di illuminazione mirati a seconda della distribuzione delle attività.
Gli “alberi aerei” saranno realizzati con strutture leggere di acciaio zincato su cui si innesteranno specie arboree rampicanti selezionate a seconda dell’orientamento e della quantità di luce. Le tecniche di evaporazione/ traspirazione saranno svolte da torri di raffreddamento incluse negli “alberi aerei”. Pannelli fotovoltaici e collettori solari permetteranno di ottenere energia elettrica e acqua calda necessarie a climatizzare l’area e di vendere l’energia in sovrappiù alle compagnie elettriche. Questo sistema è in grado di abbassare di 10°-15° la temperatura ambiente ed è assai efficace quando l’alta temperatura è associata a un alto tasso di umidità.
The space inside the “trees of air” is somewhere between outside and inside but sheltered. Outside the pavilions there will be features and infrastructures capable of activating public-social functions such as benches, concert areas, playing fields, markets, gardens, and audiovideo systems for projections. At nighttime there will be lighting systems directed in relation to how the activities are set out.
The “trees of air” will be made of lightweight galvanised steel structures which will be covered with types of climbing plants chosen in relation to the direction and amount of light. The evaporation/transpirati on techniques will be performed by cooling towers incorporated in the “trees of air”. Photovoltaic panels and solar collectors will be provide the electricity and hot water required to aircondition the area and sell any surplus energy to electrical companies. This system is capable of lowering the ambient temperature by 10°15° and is extremely effective when the high temperature is associated with a high humidity rate.
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A viso aperto
Astana Concert Hall Credits Project: Manfredi Nicoletti Partner in Charge: Luca Nicoletti Coordination: Luisa Campagna, Arianna Della Morgia Project Team: Daniela De Santis, Alfio Faro, Pasquale Leone, Luca Maugeri, Alessandra Scardoni Acoustic: Yaying Xu/Xu Acoustique Structures: Mario Salabè Ingegneri Associati Services : Renato Tito-Enetec Scenographies: Theatre Project Consultants, Changement-a’-Vue Lighting: Alessandro Grassia Research and Translations: Neonila Siles Computer Graphics: Res Fictae
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C
he storie. Nell’Ottocento veniva chiamata Akmola, forse voleva dire “bianco sepolcro”, o almeno questo era il nome della fortezza cosacca che in quel luogo avevano costruito i Russi. Verso la seconda metà di quel secolo già attivo centro mercantile, commercianti e trafficanti da ogni parte dell’Asia, Cina compresa naturalmente, scambi e transiti di bestiame, di prodotti agricoli, di manufatti vari, alcuni poi di gran pregio e diretti verso l’Europa, allora ancora così lontana. Una delle tappe lungo la Via della Seta, sogno e leggenda di tutto l’Occidente. Poi, qualche decennio più tardi, la grande Rivoluzione d’Ottobre: cambia tutto, o almeno così dovrebbe; sicuramente subito il nome, che diviene Akmolinsk. Del dopo si sa poco: ma nel 1961, sotto Khrushchev, con l’avvio di una nuova fase delle politiche sovietiche di pianificazione economica, migliaia di giovani vengono inviati nel Kazakhstan del nord al fine di studiare e avviare lo sfruttamento delle grandi steppe per la produzione di grano. D’obbligo ribattezzare la città, che diviene Tselinograd, che con una certa enfasi poetico-produttivista significa “città delle terre vergini”. Passano gli anni, e tutto, ma proprio tutto questa volta, cambia di nuovo. Nel 1992 il Kazakhstan diviene indipendente e Tselino-
grad ridiventa Akmola, ma per ben poco. Elevata al rango di capitale nel 1997, in sostituzione di Almaty (nota forse ancora ai più come Alma Ata), per altro robustissima sotto il profilo economico, ma giudicata da un lato troppo eccentrica rispetto al Paese e strategicamente delicata, dall’altro troppo sacrificata sotto il profilo orografico per potere adeguatamente rispondere a un ipotizzato e agognatissimo, ma purtroppo tutt’altro che facile, sviluppo economico, assumerà, dal 1998, il nome di Astana, “la città capitale”. I prezzi di questa trasformazione sono stati, e sono ancora, davvero molto alti. Le condizioni climatiche sono durissime: ipercontinentali, se così si può dire, con inverni lunghi e rigidissimi, e umidità a non finire per via delle vastissime falde acquifere sulle quali sorge. Il vecchio nucleo urbano è piuttosto piccolo e non può ovviamente rispondere alle esigenze politiche ed economiche future; viene quindi subito bandita una consultazione internazionale per un adeguato master plan di Astana New City, tosto decretata “zona economica speciale” e “città del futuro”. Risulta vincitore Kisho Kurokawa, che destreggiandosi da par suo fra le mille difficoltà a prima vista insormontabili traccia e declina le linee guida di una conurbazione che, pur concedendo
molto ai risvolti simbolici (tentando di riscattarli in una sorta di filosofia di fondo, da lui medesimo definita simbiotica), si presenta molto consapevole e agguerrita sul fronte ambientale, energetico, ecologico. La gestione e le fasi esecutive del progetto passano poi nelle mani dei funzionari kazakhi che, cosa d’altronde facilmente prevedibile, apportano modifiche di vario rilievo, accentuando gli aspetti ritenuti più consoni a rafforzare l’identità fisica di una nuova capitale (ivi compresa una generale tonalità oro di fondo). L’imprinting kurokawiano trova un ottimo riscontro in questa Concert Hall, dovuta a Manfredi Nicoletti, che si sta ora costruendo nel cuore del nucleo direzionale di Astana New City. Si tratta di una enorme porzione rettangolare di terreno nella steppa, tre chilometri e mezzo per uno e mezzo, innervata da un asse organizzativo articolato in un sistema di tre piazze: qui si è in quella principale, verso est, a far da controcanto agli edifici del Palazzo Presidenziale e della Corte Suprema. Un cimento non facile, risolto affrontandolo a viso aperto, con un’architettura fatta di grandi setti che si ergono schiudendosi come petali, avviluppando e riparando spazi assai complessi. “Un fiore nella steppa”, dice appunto Nicoletti, evocando con una
immagine felice una dolcezza possibile in un territorio aspro. L’involucro in realtà è doppio: quello interno della sala principale capace di 3.500 posti è interamente rivestito in legno, con sopra una piazza panoramica affacciata verso il basso, e quello esterno, che l’avviluppa interamente, nel medesimo tempo dando luogo a una gran piazza protetta, una sorta di piazza-foyer fitta di ogni ben di dio, ristoranti, negozi, discoteca, bar, biglietterie, due sale da duecento e quattrocento posti, e così via. Insomma, una vera calamita di socialità e socializzazione, riparata dalle crudeltà dei climi, impreziosita dagli intarsi inconsueti di spazi, vedute e percorsi. L’auditorium è una macchina raffinata per ogni genere di spettacolo, concerto, rappresentazione: a geometria variabile per quanto riguarda spettatori, performer e attrezzature, è in grado di mutare le proprie prestazioni acustiche a seconda delle necessità, tramutandosi in una specie di organismo sonoro vivente, accuratamente protetto. Last but not least, così accurata, densa e potente, la Concert Hall di Astana New City è anche una nuova e quanto mai interessante dimostrazione di architettura bioclimatica, una nuova tappa di una speciale ricerca che da anni si svolge ininterrotta. Maurizio Vogliazzo
Sopra, prospetto est e, sotto, prospetto nord della Concert Hall progettata da Manfredi Nicoletti per Astana, la capitale del Kazakhstan.
Above, east elevation and, below, north elevation of the Concert Hall designed by Manfredi Nicoletti for Astana, the capital of Kazakhstan.
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Sezioni trasversale e longitudinale.
Cross and longitudinal sections.
W
hat a background. In the 19th century it was known as Akmola, possibly meaning “white tomb” named after the Cossack fortress which the Russians had built there. In the latter half of the 19th century it was already a busy merchant centre with businessmen and traders coming from all over Asia, including China of course, dealing in cattle, farm products and all kinds of other objects, some of great value and headed for Europe, still such a far off place. Another stop along the Silk Route, already a dream and legend throughout the West. Then, a few decades later, the Great October Revolution came and changed everything or at least it was supposed to; one thing that changed right away was its name, which was changed to Akmolinsk. Little is known about what happened after that: but in 1961, under Khrushchev, the start of a new period in Soviet economic planning policy meant that thousands of young people were invited to North Kazakhstan to study and set under way the exploitation of the Steppes for corn production purposes. The city had to be renamed, so it was called Tselinograd, which, with a touch of productivist-poetics, meant the “city of virgin soils”. Years went by and
then everything, this time really everything, suddenly changed. In 1992 Kazakhstan became independent and Tselinograd became Akmola again, but not for long. Raised to the status of capital city in 1997, instead of Almaty (perhaps even better known as Alma Ata), economically very strong but judged to be strategically weak and poorly located, not to mention rather over-sacrificed orographically to be able to cope with the much sought after but, alas, anything but simple process of economic growth, it was renamed Astane, “the capital city”, in 1998. This process of change was, and still is, a costly affair. The weather conditions are extremely severe: hyper-continental, if we might describe it that way, with long, harsh winters and endless humidity due to the massive waterbeds on which it is built. The old city centre is rather small and obviously cannot meet future political-economic demands; an international assessment project was therefore set under way to devise a suitable master plan for Astana New City, immediately decreed a “special economic zone” and “city of the future”. The competition was won by Kisho Kurokawa, who, while managing to negotiate all the endless potential pitfalls set the guidelines
Sotto, pianta del piano terra; sopra, pianta del primo piano.
Sotto, pianta del secondo piano; sopra, pianta delle coperture.
Below, ground floor plan; above, first floor plan.
Below, second floor plan; above, plan of the roofs.
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for a conurbation which, although conceding a lot to symbolism (attempting to develop it into a sort of underlying philosophy, which he himself describes as symbiotic), is extremely self-conscious and attentive to environmental, energy-related and ecological issues. The management and executive phase of the project were handed over to the Kazakhstan authorities, who, as expected, made all kinds of alterations, emphasising those aspects considered most likely to strengthen the new capital’s physical identity (including a general gold-coloured backdrop). The Kurokawa-inspired imprinting is rendered most effectively in this Concert Hall, designed by Manfredi Nicoletti, which is currently being built right in the heart of the business district of Astana New City. It covers a vast rectangular plot of land in the Steppes measuring three and-a-half kilometres by one and-a-half, reinforced by an organisational axis constructed around three squares: the concert hall is in the main square over to the east, acting as a counterbalance to the Residential Palace and Supreme Court buildings. No easy undertaking, tackled head on drawing on an architectural design based around large stanchions rising up and then opening like petals, enveloping and enclosing intricate spaces. “A flower in
the Steppes”, as Nicoletti puts it, drawing on a happy image to evoke gentleness in a harsh environment. It actually has a double shell: the interior shell of the main 3500seat hall is clad entirely with wood, with a panoramic square above it facing downwards and an outside shell entirely enveloping it, at the same time creating a large sheltered square, a sort of plaza-foyer full of everything from restaurants, shops and a discotheque to bars, ticket offices and two 200/400-seat halls etc. This is a real magnet for socialising sheltered from the harsh surrounding climate and embellished with unusual spaces, views and pathways. The auditorium is an elegant machine for all kinds of entertainment, concerts, performances: adaptable to all kinds of layouts to accommodate audiences, performers and props, its acoustics can be altered as required, turning into a sort of carefully protected living sound organism. Last but not least, the Concert Hall in Astana New City, so carefully gauged, dense and powerful, is also a new and striking demonstration of bio-climatic architecture, the latest step in special research that has been constantly going on over recent years. Maurizio Vogliazzo
Sopra, sezione trasversale e schizzo. Sotto, vista della Concert Hall da nord. In basso, planimetria generale. La sala principale e i foyer e le sale minori sono avvolti da vele in cemento armato collegate da varie tipologie di coperture che formano nel loro complesso un “involucro musicale” dalle alte prestazioni acustiche.
Above, cross section and sketch. Below, view of the concert hall from the north. Bottom, site plan. The main hall and foyer and smaller halls are wrapped in sails made of reinforced concrete connected by various kinds of roofs together forming a “musical shell” with wonderful acoustics.
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Viste prospettiche della nuova Concert Hall che si inserisce e si integra alla monumentalità del contesto urbano con una forma innovativa. La forma delle vele allude sia al dinamismo della musica sia all’immagine di un grande fiore che sboccia nella steppa. L’ingresso principale è in asse con quello della Corte Suprema sul lato opposto della piazza. L’edificio, con la sua posizione trasversale si offre a una percezione varia e dinamica sia dalla piazza che dal lato dove sorge il Palazzo Presidenziale. La piazza foyer interna si integra funzionalmente con il sistema di piazze su cui è basato il piano urbanistico del centro di Atsana. Nella pagina a fianco, rendering del controsoffitto e della sala principale da 3.500 posti.
Perspective views of the new Concert Hall which fits into and conforms with the monumental nature of its urban setting through an innovative form. The shape of the sails evokes both the dynamism of music and the image of a huge flower blossoming in the Steppes. The main entrance is on the same axis as the Supreme Court on the other side of the square. The building’s transversal position means it can be perceived in various, dynamic ways both from the square and from the side where the Presidential Palace stands. The internal foyersquare knits in functionally with the system of squares on which the urban master plan for the centre of Atsana is based. Opposite page, rendering of the double ceiling and main hall with a seating capacity of 3,500.
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Studio Caprioglio Associati/Dario Vatta
Studio Caprioglio Associati/Dario Vatta
Tradizione e innovazione Novotel Mestre Credits Project: Giovanni Caprioglio, Studio Caprioglio Associati, Dario Vatta Coordinamento publishing: Filippo Caprioglio Collaborators: Filippo Caprioglio, Miriam Mattana, Riccardo Rossetti, Giovanni Sciacoviello, Susanna Stoppani Structural Engineering Consultants: Gilberto Dreas, Remo Livoni Electrical Plants Consultant: Dino Rossetto Mechanical Plants Consultant: Giuseppe Dal Zotto Light Consultant: Gian Domenico Prono, Sonia Purin General Contractor: Rizzani De Eccher External Cladding: Fornace Sant’Anselmo Metal Cladding: Rheinzink Windowframes: Schüco Exterior Lighting: Hoffmeister, Waco Interior Lighting: Waco, Zonca Exterior Floors: Edilfriuli (swimming pool tiles) Hall and Restaurant Floor: Ricordi Moqette: Sifalberghi False Ceilings: Armstrong Partition Walls: Knauff Doors: Errepi Serramenti Lifts: Shindler Climatisation: Clivet Electrical Plants: Tecno Elettrica Furniture Common Areas: Moroso Waterproofinf: Veneta Coperture Client: Sinedil S.r.l.
34 l’ARCA 211
U
n gesto formale di accoglienza caratterizza il nuovo albergo della catena Novotel che, col suo anfiteatro ad ampio raggio, segna l’ingresso alla città sulla tangenziale ovest nell’area della rotatoria Castellana, uscita principale verso il centro della città di Mestre (Venezia). Il tema progettuale prevedeva un insediamento alberghiero con superficie lorda di pavimento di 10.000 metri quadrati che, data la sua particolare e strategica collocazione, connotasse e identificasse con forza, alta qualità estetica e chiarezza l’accesso alla cosiddetta città di Terraferma. I progettisti dello Studio Caprioglio Associati con Dario Vatta hanno risposto a tali esigenze realizzando un complesso che coniuga grande visibilità e accessibilità con un’immagine discreta ma di un immediato impatto percettivo. L’impianto dell’albergo è ispirato a una modernità ottenuta grazie al connubio tra un uso di materiali riferiti alla tradizione costruttiva regionale e innovazione tecnologica. La scelta di un andamento curvilineo per la morfologia architettonica del complesso determina la dinamica del complesso. L’organizzazione funzionale e distributiva si articola su dodici livelli di cui uno entro terra (contente tutte le centrali tecnologiche, gli spazi a uso stoccaggio e le aree di servizio per il personale) e in una serie di volumi articolati che individuano funzioni diverse. L’ingresso principale, posto in continuità diretta con il bar, è segnalato da una grande hall ogivale prevalentemente vetrata e con una copertura leggermente inclinata. Dietro questo avancorpo si sviluppano: un blocco a torre che contiene i collegamenti verticali, caratterizzato da una vetrata continua verticale; un corpo di fabbrica singolo con sette livelli fuori terra in cui sono state realizzate le camere tutte rivolte verso sudovest; un corpo di fabbrica doppio di dieci livelli con le camere distribuite su entrambi i fronti; un corpo monopiano che contiene le aree destinate allo svolgimento di convegni. Infine, nella corte che si apre davanti al volume ad anfiteatro è stata realizzata una piscina dal sinuoso andamento curvilineo. Anche la scelta dei materiali è improntata a diversificare e rendere più dinamica la percezione dell’imponente complesso. La predominanza del mattone faccia a vista che riveste le murature perimetrali in calcestruzzo armato è interrotta dalla ritmica scansione delle finestrature e delle porzioni di facciata vetrate con infissi in lega di alluminio a taglio termico con profili placcati in materiale composito così da abbattere il rumore di fondo proveniente dalla tangenziale. Per la sala conferenze e la pensilina di ingresso sono stati invece utilizzati rivestimenti di lastre di lega rame-zinco-titanio. Negli interni, l’alternanza di pavimentazioni in terrazzo alla veneziana, marmo di Carrara bianco, listoni in ciliegio e moquette e i rivestimenti verticali in lastre di vetro argenteo conferiscono agli ambienti calore ed eleganza. In generale, questo intervento sottolinea la capacità dei progettisti di individuare e dare forma a un rapporto molto equilibrato tra impianto morfologico, tipologico e funzionale in grado di soddisfare a pieno gli standard urbanistici e quelli dettati dall’offerta alberghiera contemporanea.
T
he new hotel in the Novotel chain is designed in a gesture of welcoming embrace as its wide-radius amphitheatre marks the entrance to the city along the west highway near Castellana roundabout, the main turnoff for Mestre city centre (Venice). The design theme proposed for the area involved the construction of a hotel complex covering a gross surface area of 10,000 square metres, which, given its special, strategic location, is a powerful, highly stylish and clear-cut way of shaping and identifying the entrance to the so-called Mainland city. The architectural designers from Studio Caprioglio Associati met the guidelines by creating a complex combining strong visual connotations and ease-of-access with a unique and spectacularly balanced image. The hotel plan’s modernity is designed through a combination of materials traditionally used in building in the region and technological innovation. The decision to opt for a curved architectural morphology means it instantly catches the eye. The functional layout is constructed over twelve levels, one of which below ground (holding all the technological units, storage spaces and staff service areas), and also a group of elaborate structures marking a variety of functions. The main entrance, placed to be a direct continuation of the bar, is marked by a large egg-shaped hall, mainly made of glass and with a gently sloping roof. Behind this avant-corps there is: a tower block holding the vertical links featuring a vertical panel of curtain glass; a single building block with seven above-ground levels where rooms have been constructed, all facing south-west; a double ten-storey building with rooms spread across both fronts; a single-level construction holding areas designed for hosting conferences. Finally, a swimming pool with a winding, curved design has been built in the courtyard opening up in front of the amphitheatre structure. The choice of materials is also intended to vary and inject greater dynamism into how the imposing complex is perceived. The predominance of the exposed brick covering the reinforced concrete perimeter walls is interrupted by the rhythmic pattern of windows and sections of glass façade with heat-cut aluminium alloy fixtures with sections made of a composite material designed to dampen background noise from the highway. In contrast sheets of copper-zinc-titanium alloy have been used for the conference hall and entrance canopy. The alternating combination of Venetian-style terrace floors, white Carrara marble, cherry-wood planks, carpets and silvercoated glass sheets of vertical cladding inject the premises with warmth and elegance. Generally speaking, this project underlines the architects’ ability to pinpoint and give shape to a highly balanced combination of morphology and typological-functional layout capable of complying fully to town-planning standards and what is expected of a modern-day hotel complex.
Planimetria generale, pianta del piano terreno e alcuni piani tipo del Novotel di Mestre che, col suo anfiteatro ad ampio raggio, segna l’ingresso alla città sulla tangenziale ovest nell’area della rotatoria Castellana, uscita principale verso il centro della città.
Site plan, plan of the ground floor and plans of typical floors of the Novotel in Mestre which is designed in a gesture of welcoming embrace as its wideradius amphitheatre marks the entrance to the city along the west highway near Castellana roundabout, the main turnoff for the city centre.
211 l’ARCA 35
Paolo Monello
Sopra, viste generali del nuovo albergo. Sotto, l’atrio principale, posto in continuità diretta con il bar, è segnalato prevalentemente dalla vetrata e da una copertura leggermente inclinata.
36 l’ARCA 211
Above, general views of the new hotel. Below, the main hall, placed to be a direct continuation of the bar, is marked by a large egg-shaped hall, mainly made of glass and with a gently sloping roof.
Sopra, il corpo monopiano che contiene aree destinate allo svolgimento di convegni e a destra, particolare della copertura della grande hall ogivale. Sotto, vista prospettica dell’atrio.
Above the single-level construction holding areas designed for hosting conferences; right, detail of the egg-shaped roof of the hall. Below, perspective view of the entrance hall.
211 l’ARCA 37
Vista dell’avancorpo destinato ai convegni dietro al quale si sviluppano il blocco a torre con i collegamenti verticali, il corpo di fabbrica singolo con sette livelli fuori terra con le camere rivolte verso sud-ovest e il corpo di fabbrica doppio di dieci livelli con le camere su entrambi i fronti. Sotto, uno degli atrii ai piani superiori.
Vista della piscina. A destra, particolare del corpo delle scale di sicurezza. In basso, uno dei corridoi lungo i quali sono distribuite le camere.
View of the swimming pool. Right, detail of the security escape stairs. Bottom, one of the corridors along which the rooms are distributed.
View of the avantcorps with behind the tower block holding the vertical links featuring a vertical panel of curtain glass, the single building block with seven above-ground levels where rooms have been constructed, all facing south-west and the double ten-storey building with rooms spread across both fronts. Below, a hall at the upper levels.
38 l’ARCA 211
211 l’ARCA 39
Ballando sul Baltico
HLT
Subconsulting Engineering: Buro Happold Landscape Architect: Schønherr Landscape Lighting Architect: Speirs and Major Associates Managing Director: E.Phil & Son
HLT
Client: A.P. Møller and Chastine Mc-Kinney Møller Foundation
Adam Mørk
Copenhagen Opera House
Credits Project: HLT-Henning Larsen Tegnestue Theatre Consulting: Theatreplan Acoustics Consultant: Arup Acoustics Engineering: Rambøll Danmark
40 l’ARCA 211
211 l’ARCA 41
HLT
Nelle pagine precedenti, vista notturna della nuova Opera House di Copenhagen, realizzata sulla centrale Dock Island bagnata dal Mar Baltico. Nella pagina a fianco, vista della platea dell’auditorium principale che ha una capacità di 1472 posti a sedere e 100 in piedi. La forma a ferro di cavallo consente una discreta vicinanza tra pubblico e palcoscenico determinando una atmosfera intima e un’ottima acustica.
Previous pages, nighttime view of the new Copenhagen Opera House built along the central Dock Island on the Baltic Sea. Opposite page, view of the stalls of the main auditorium which has a seating capacity of 1472 and standing room for 100. The horseshoe shape means the audience is reasonably close to the stage, creating a cosy atmosphere and excellent acoustics.
42 l’ARCA 211
L’
architetto Nikolaj Eigtved (1701-1754), considerato il maggior esponente del barocco danese, come architetto di corte ha contribuito a dare a Copenhagen un nuovo assetto urbanistico, secondo modelli d’ispirazione francese. E’ il centro della città che offre le più significative prospettive e gli affacci destinati ad avvalorare il Palazzo dell’Opera. L’edificio è stato progettato nel 2004 dallo studio Henning Larsens Tegnestue–HLT, in collaborazione con Arup Acoustics per quanto riguarda il progetto della ricercata e complessa parte relativa all’impianto dell’acustica del teatro. Insomma, una sorta d’articolante imponenza che rasenta il complesso tecnologico e che dà adito a far percepire la decisiva influenza che l’evento ha sul tessuto cittadino. La chiesa di San Federico, con la sua inconfondibile cupola realizzata del 1849, posta sull’asse ottico dell’Opera, è in grado di far emergere con maggiore forza l’affaccio, all’opposta sponda della baia, dell’edificio teatrale. Il Teatro dell’Opera, a sua volta, si articola su una superficie di 41.000 metri quadrati, con una sala da concerti per 1.400 posti, oltre a scuole di musica per 200 studenti, servizi, parcheggi nella piazza antistante e via dicendo. E’ un luogo destinato al culto della musica ed è un’architettura che, oltre a dare qualità e attualità alla Città, ha confermato la professionalità progettuale e compositiva dello studio HLT e della scientifica competenza dell’Arup Acoustics. Il Mar Baltico, una città storica, un incrocio commerciale, diventano così gli elementi che identificano la storia e la tradizione di un territorio che vive ancor oggi sulle gesta vichinghe, ma che risente anche dello spirito delle antiche colonizzazioni. Colonizzazioni che oggi vengono espresse attraverso le arti e il commercio, ponendo una avanguardia gestibile proprio attraverso forme di musica, di pittura e di architettura dove l’internazionalità dei linguaggi è filtrata attraverso la tradizione che proviene dai Dani, antiche popolazioni che fondarono la Danimarca. Tradizione ben definita in un linguaggio contemporaneo, che potrebbe essere riassunto semplicemente nel rapporto fra musica e architettura. L’approfondimento diventerebbe troppo articolato e meno efficace del confronto diretto col numero che regola musica e architettura. Si pensi solo al calcolo numerico per il controllo della riverberazione acustica che ha definito il volume e la forma della sala dei concerti. Il controllo numerico della lunghezza d’onda che ha regolato il fenomeno dell’eco, generatore e artefice della decorazione interna dei pannelli acustici, del colore e della distribuzione superficiale degli aggetti interruttori d’onda acustica e via dicendo. Forma e funzione che nascono dall’essenzialità che deve possedere la complessa struttura di un locale per lo spettacolo. Ecco la tecnologia, ecco il numero musicale che lega l’architettura e la sua forma, nel dettato di una composizione che sfiora lo scientifico. La cultura è veloce rispetto al divenire dell’architettura e il tutto si basa sul processo creativo che è, per natura, aperto all’infinito universo delle possibilità. Compito degli architetti dello studio HLT è stato quello di porre un limite a tutto ciò, limite che nasce dalla funzione, dettato dal numero tecnico che, come in questo caso, nasce dalla necessità del conforto dello spettatore che deve poter bene udire la musica in una completa rilassatezza. Allora, se la natura dei fenomeni è la risposta, qual è la domanda? Jorge Wagensberg, direttore del Museo della Scienza di Barcellona, riassume così il nocciolo del sapere per come andrebbe rappresentato in un’architettura moderna: una conversazione con la natura dei fenomeni, alla ricerca delle domande giuste da porre. Una natura che talvolta si concede facilmente e risponde in maniera educata, altre volte resiste e si nega, sfidandoci a trovare quella creatività che ci permette di proseguire la progettazione fino a capire. Mario Antonio Arnaboldi
T
he architect Nikolaj Eigtved (1701-1754), considered the leading exponent of Danish baroque, helped redevelop Copenhagen’s urban master plan when working as the court architect, drawing inspiration from France. The city centre affords the best views and fronts from which to enjoy the Opera House. The building was designed by the Henning Larsens Tegnestue firm (HLT), in conjunction with Arup Acoustics for the project to design the intricate and highly elaborate opera house acoustics. The overall effect is a sort of imposing intricacy over the entire technological complex that shows just what a decisive influence this kind of event has on the city’s urban fabric. The unmistakable dome over St. Frederick’s Church built in 1849, placed across the Opera House’s optical axis is capable of bringing out the with even greater force the opera house’s front (over on the other side of the bay) and the geometrically designed Amalienborg Imperial Palace. In turn, the Opera House covers a surface area of 41,000 square metres, including a 1400-seat concert hall, plus a music school for 200 students, utilities, and parking over in the opposing square etc. This is somewhere for real music lovers and a work of architecture which, as well as upgrading and updating the city, underlines the design expertise and accomplished stylistic skills of the HLT firm, not to mention the scientific competence of Arup Acoustics. The Baltic Sea, a historical city, and a trade junction, turn into the distinguishing features of the history and tradition of a land which still thrives on its Viking legacy, as well as the spirit of ancient colonies. Acts of colonialism which are now embodied in the arts and trades, at the cutting edge in its forms of music, painting and architecture, whose international idioms are filtered through the tradition of the ancient Danes who founded Denmark. A tradition carefully laid down in a modern-day idiom, which might be summed up neatly in relations between music and architecture. Any further analysis would be too intricate and less effective than direct confrontation with its music and architecture. Just take the numerical computation governing the acoustic reverberations determining the structure and form of the concert hall. Numerical control over the wavelength adjusting echoes, generating and dictating the interior decoration of the acoustic panels, the colour and surface layout of the overhangs interrupting the sound waves and so on and so forth. Forma nd function deriving from the simplicity that must characterise the complex structure of an entertainment hall. This is the technology and numerical analysis of music that binds architecture to its form, as part of a composition that verges on science. Culture is faster than architectural progress and everything is based on the creative process, which is, by its very nature, open to the infinite universe of possibilities. The architects at the HLT firm had the task of setting a limit on all this, a boundary deriving from function, dictated by technical computations which, as in this case, come from the need to make the audience comfortable so that they can listen to the music in the most relaxed manner possible. So if the nature of phenomena provides the answer, what is the question? That is how Jorge Wagensberg, director of the Barcelona Science Museum, sums up the crux of the knowledge that needs to be embodied in a modern work of architecture: a conversation with the nature of phenomena in quest of the right question to ask. Nature which, at times, is polite enough to provide the answer, but on other occasions resists and refuses to yield itself, challenging us to come up with the creativity required to follow through the design until we understand how. 211 l’ARCA 43
HLT
HLT
Dal basso in alto, pianta del piano interrato, planimetria generale. A destra, dal basso in alto, pianta del piano terra, pianta del primo piano, pianta del quarto piano.
From the bottom up, plan of the basement, building plan. Right, from bottom up, plans of the ground floor, first floor and fourth floor.
Viste notturne del grande volume bombato trasparente che racchiude l’ingresso principale e i foyer dei quattro livelli del teatro.
Nighttime views of the large transparent rounded structure enclosing the main entrance and foyers for the four levels of the theatre.
0.00
44 l’ARCA 211
7.00
14.00
211 l’ARCA 45
HLT
Viste del teatro dell’Opera che si affaccia sul Mar Baltico e che dialoga con gli edifici più importanti del centro di Copenhagen come la cupola della chiesa
di San Federico e il Palazzo Reale di Amalienborg.
Views of the Opera House facing onto the Baltic Sea, which also interacts with the
HLT
most important buildings in Copenhagen city centre, such as the dome of St. Frederick’s Church and Amalienborg Royal Palace.
Sezione trasversale.
Cross section.
46 l’ARCA 211
211 l’ARCA 47
Viste degli interni in cui dinamicità e rigore finalizzato alla miglior resa acustica si integrano con leggerezza, luminosità e matericità dei rivestimenti in pannelli di legno.
Views of the interiors, whose dynamism and precision designed to optimise acoustics fit in neatly with the wooden panelling in terms of lightness, brightness and material substance.
48 l’ARCA 211
211 l’ARCA 49
Per la ricerca avanzata
Pavillon J.-Armand-Bombardier, Montreal Credits Project: Provencer Roy+Associés Architectes/Les Architectes Desnoyers Mercuri & Associés/Monkès Shooner Dagenais Architectes Client: Ecole Polytechnique de Montréal/Université de Montréal
Nella pagina a fianco, la facciata esterna dell’edificio contenente i laboratori del nuovo Pavillon J.Armand-Bombardier, il Centro di ricerca per le scienze e le tecnologie dell’Università e della Scuola Politecnica di Montreal. Questa facciata è caratterizzata da un rivestimento in mattoni color antracite con le strette aperture orizzontali delle finestre disposte con configurazione casuale.
50 l’ARCA 211
W
hat does it mean, nowadays, to design a work of architecture for a university facility? The new J.Armand-Bombardier Pavilion, holding the Centre de Recherche en Sciences et Technologie di Montreal, designed by the consortium of firms composed of Provencer Roy+Associés Architectes/Les Architectes Desnoyers Mercuri & Associés/Monkès Shooner Dagenais Architectes, raises some familiar issues which still have not been given any definite answers. For some time now modern-day architecture has rejected the idea of representing (either metaphorically or symbolically) its own contents. What counts nowadays is the actual artefact’s pure presence, its vindication within the realms of design itself, and the way it presents itself as a finished work. However, we must not be fooled into thinking that it has given up on the idea of embodying the internal issue of how it embodies the functions its serves in its very own structures. The logic of design may entail projecting building structures into the abstract space of history – or, at least, it may try to do so – but it cannot break free from its duties to “serve”, which for architects corresponds to the Hippocratic Oath for doctors. In other words, a building must “function,” meaning it must be capable of performing the purposes for which it was originally called into play. Architects are faced with these “duties” whenever they need to design a building, and the Pavillion Bombardier in Montreal is a fine example of this. The new pavilion, covering an area of almost 19,000 square metres, is designed to hold research laboratories into pharmaceutics technology, biotechnology, polymers and light-weight materials, nanotechnology and nano-sciences, as well as research serving the aeronautics and aerospace sciences sectors. In other words cutting-edge research (what might even be described as being of a futuristic nature) which, therefore, calls for a particularly intricate layout of services and spaces. The key design issue was clearly how to bring together study themes belonging to cutting-edge sectors of modern-day technology (some of which overlapping, of course), while at the same time keeping them carefully segregated in terms of research and experimentation. Flexibility clearly appeared to be a crucial issue, as can be read in the project report: “The innovative physical layout makes it possible to integrate research operations and share knowledge and expertise, while remaining sufficiently flexible to adapt the spatial configuration to the main needs of the various research projects to be carried out inside the building.” The report goes on “the construction of five levels is set out around a central core of laboratories surrounded on the south, west and east sides by offices for the researchers, student facilities, meeting rooms, and plenty of spaces serving discussion purposes. The layout sets the necessary boundaries between research operations proper and other activities, incorporating a full-height lobby separating the laboratories sector from the offices.” Other design features are also worth pointing out, such as the structural engineering and the role assigned to the colour scheme of the walls, evoking the sensitivity to colour typical of Canada, where the winters are so long and dark. This exemplary instance of university architecture is ready to turn our initial question on its head. Design has served its purpose when a building comes into operation. But, in the case in question, are not we entitled to wonder what kind of research, education and experimentation will take place in these spaces so perfectly gauged for study and analysis? The answer will inevitably be that it is not architecture’s task to pose these questions, but that is only partly true. After all, when designing spaces to serve specific purposes, we are indeed entitled to expect they are put to their proper use in the most effective way. This is obviously a more general issue, but quite pertinent here: both science and architecture exist in – and for – the world, which is still what they are really about.
Marc Cramer
Opposite page, the building’s outside façade containing the laboratories of the new Pavillon J.-Armand-Bombardier, the research centre for science and technology belonging to the University and Polytechnic of Montreal. This façade features a anthracitecoloured brick covering with the narrow horizontal apertures of the windows set out randomly.
C
he cosa vuol dire, oggi, progettare un’architettura universitaria? Il nuovo Pavillon J.-Armand-Bombardier che ospita il Centre de Recherche en Sciences et Technologie di Montreal, disegnato dal consorzio di studi Provencer Roy+Associés Architectes/Les Architectes Desnoyers Mercuri & Associés/Monkès Shooner Dagenais Architectes, solleva interrogativi ben noti, ma rimasti finora senza risposte precise. L’architettura contemporanea ha rinunciato da tempo all’idea di proporsi come rappresentazione – sia pure metaforica o simbolica – dei propri contenuti. Ciò che conta, ormai, è la pura presenza dell’artefatto, la sua giustificazione tutta interna alla cultura progettuale, il suo darsi come opera in sé compiuta. Non si deve pensare, tuttavia, che essa abbia rinunciato a distillare nelle sue strutture la tematica interna delle funzioni che le vengono assegnate. La logica del progetto può proiettare i volumi degli edifici nello spazio astratto della storia – o quanto meno può ambire a farlo – ma resta pure sempre legata ai propri obblighi di “servizio”, che sono per gli architetti quello che il giuramento di Ippocrate è per i medici. In altre parole, deve “funzionare”, ossia garantire lo svolgimento delle attività per le quali è stata chiamata in causa. Questi “obblighi” si presentano all’architetto ogni volta che deve disegnare un edificio, e il Pavillon Bombardier a Montreal ne è una viva dimostrazione. Il nuovo padiglione, di quasi 19.000 metri quadrati, è destinato a ospitare i laboratori di ricerca in tecnologia farmaceutica, biotecnologia, polimeri e materiali leggeri, nanotecnologia e nanoscienze, nonché quelli per i settori dell’aeronautica e delle scienze aerospaziali. Come dire la ricerca attualmente più avanzata, se non addirittura avveniristica, che richiede quindi un’organizzazione degli spazi e dei servizi particolarmente complessa. Il tema progettuale prioritario era quindi quello della interrelazione tra materie di studio appartenenti – non senza intrecci di competenze – ai settori di punta della tecnologia contemporanea, ma in pari tempo rigorosamente autonomi sul piano della ricerca e della sperimentazione. Il concetto di flessibilità è apparso perciò imperativo, come si legge nella stessa relazione di progetto: “L’innovativo layout fisico rende possibile l’integrazione delle attività di studio e i trasferimenti di conoscenze, pur restando abbastanza flessibile da adattare la configurazione spaziale alle esigenze primarie dei vari progetti di ricerca che dovranno svolgersi all’interno dell’edificio”. E ancora “la costruzione di cinque piani si dispone intorno a un nucleo centrale di laboratori, circondato a sud, ovest ed est dagli uffici dei ricercatori, dagli spazi per gli studenti, da sale di riunione e molte aree aperte per le discussioni. Il layout definisce le necessarie delimitazioni fra attività di ricerca propriamente dette e le altre, inserendo un atrio a tutta altezza che separa il settore dei laboratori da quello degli uffici”. Né vanno dimenticate altre soluzioni progettuali, come la disarticolazione dei volumi, e il ruolo assegnato alla dialettica cromatica delle pareti, che richiama del resto la sensibilità al colore tipica del Canada, paese segnato da inverni lunghissimi e bui. Questo esemplare episodio di architettura universitaria è pronto però a capovolgere l’interrogativo iniziale. La cultura progettuale termina infatti il suo compito nel momento in cui l’edificio comincia a funzionare. Ma nella fattispecie, non è lecito chiedersi quali contenuti di ricerca, formazione, sperimentazione troveranno posto in quegli spazi perfettamente calibrati per lo studio e la riflessione? Si dirà che porsi domande del genere non spetta all’architettura, il che è solo in parte vero. In fondo, quando si garantiscono ambienti destinati a funzioni ben definite si ha anche il diritto di esigere che la loro utilizzazione sia piena e congrua. Il discorso si fa qui generale, ma resta pertinente: tanto la scienza quanto l’architettura vivono nel – e per – il mondo, il quale resta pur sempre il protagonista della loro vicenda. Maurizio Vitta
211 l’ARCA 51
Viste dell’esterno del padiglione i cui cinque piani sono disposti attorno a un nucleo centrale contenente i laboratori. Le stecche contenenti gli uffici riprendono il colore beige chiaro del Campus dell’Università
di Montreal. La disposizione del complesso, che occupa una superficie totale di 18.610 mq è tale da favorire al massimo l’integrazione tra le attività di ricerca e quelle di insegnamento.
Views of the outside of the pavilion, whose five floors are arranged around a central core containing the laboratories. The blocks holding the offices are the same light beige colour as
the campus of Montreal University. The complex’s layout, covering a total area of 18,610 square metres, is designed to foster maximum integration between the research and teaching activities.
Dal basso in alto, a sinistra, pianta del piano terra, del primo piano e sezioni: a destra, piante del terzo, quarto e quinto piano.
From the bottom up, left, plans of the ground floor and first floor and sections: right, plans of the third, fourth and fifth floors.
52 l’ARCA 211
211 l’ARCA 53
suo interno di strumenti di precisione altamente tecnologici.
The central block holding the laboratories is made of reinforced concrete and is structurally
isolated from the rest of the building so that it is not affected by vibrations and allow high-tech precision instruments to be used inside it.
Gli ambienti interni sono caratterizzati da colori vivaci e da ampie metrature e lucernari che consentono di ottimizzare l’utilizzo della luce naturale.
The interiors feature bright colours are spacious and have large skylights exploiting natural light to the full.
Michel Brunelle
Il blocco centrale contenente i laboratori è realizzato in cemento armato ed è strutturalmente isolato dal resto dell’edificio in modo da non subire vibrazioni e consentire l’utilizzo al
Vista delle passerelle che collegano il sistema delle aule e degli uffici al blocco centrale.
54 l’ARCA 211
View of walkways connecting the classrooms system and offices to the central block.
Vista di uno dei corridoi al piano terra che dividono i laboratori dagli edifici collocati verso l’esterno.
View of one of the ground-floor corridors separating the laboratories from the buildings over by the outside.
211 l’ARCA 55
Particolare di una delle passerelle di collegamento al quinto piano e, sotto, una delle aule del Padiglione che viene utilizzato
quotidianamente da circa 700 persone, tra professori, studenti e ricercatori.
Detail of one of the connecting walkways
to the fifth floor and, below, one of Pavilion’s classrooms used daily by about 700 people, including professors, students and researchers.
La parete esterna della grande aula circolare per seminari al piano terra, che si apre verso uno dei giardini interni.
The outside wall of the large circular groundfloor seminar room, which opens up towards one of the inside gardens.
Viste di una delle corti interne che conferiscono dinamicità e permeabilità del complesso col campus e con la città di Montreal.
Views of one of the inner courtyards injecting life and permeability into the complex in relation to the campus and city of Montreal.
56 l’ARCA 211
211 l’ARCA 57
Christian Richter
In alto, viste della fronte principale e dell’ingresso del Municipio di Tynaarlo, una nuova municipalità nata dalla fusione di alcuni piccolo comuni nel nord dell’Olanda. Nella pagina a fianco, piante del livello sotterraneo del parcheggio e del piano terreno. A sinistra, piante del primo e secondo piano.
Top of page, views of the main front and entrance to Tynaarlo Town Hall, a new facility resulting from a merging of some small boroughs in the north of the Netherlands. Opposite, plans of the underground car park level and ground floor. Left, plans of first and second floors.
Suggestioni e risonanze Tynaarlo Townhall
T
Credits Project: Claus en Kaan Client: City of Tynaarlo
58 l’ARCA 211
ynaarlo è il nome di una nuova municipalità nata dalla fusione di alcuni piccoli comuni che sorgono nel nord dell’Olanda, non lontani dal centro di Groningen, serviti dall’autostrada A28. Il Palazzo comunale di Tynaarlo, progettato da Claus en Kaan, sorge nel territorio di Drenthe in una zona distaccata dal nucleo abitato, circondata dal verde e dagli alberi. Per accentuare il senso dell'isolamento dell'edificio dalla confusione della città e della totale immersione in un ambiente naturale di particolare fascino, i progettisti hanno cercato di allontanare dalla vista degli utenti, per prima cosa, la presenza delle automobili, creando un vasto parcheggio sotterraneo con l’accesso schermato da una barriera di piante. La costruzione dalla forma allungata si sviluppa sopra il parcheggio su tre livelli. Al piano terra si trovano la sala consiliare e altri ambienti di lavoro e di incontro con il pubblico. Il primo piano è interamente occupato dagli uffici. Il secondo piano, più ridotto in lunghezza rispetto ai piani sottostanti, ospita una serie di uffici di rappresentanza e la mensa. L’immagine che l’edificio immediatamente trasmette è quella di una serie di superfici orizzontali, rimarcate dal forte spessore dei marcapiani, che si succedono verticalmente. Esse appaiono continue, leggere, sospese e, nel vuoto interstiziale, ossia nello spazio che le distanzia, sono inserite, in un articolato gioco di lievi arretramenti e avanzamenti, le pareti vetrate
che schermano le attività che si svolgono all’interno, trasmettendo nel contempo un senso della permeabilità visiva che ne annulla visivamente la consistenza e il peso. Il percorso ideativo che gli architetti hanno scelto per questo progetto segue una linea ampiamente collaudata in numerose precedenti opere e si caratterizza per un approccio con la realtà diretto e immediato. Si tratta di una metodologia che si fonda su una sorta di doppio registro di tipo pratico/teorico. Per conferire il massimo dell’efficacia alla loro azione, gli autori puntano a stabilire una stretta correlazione tra immediatezza comunicativa e valenza espressiva. In questo modo essi mettono in campo un’iconografia progettuale dal carattere severo, ma estremamente efficace e incisivo che nei confronti dell’esterno persegue una configurazione volumetrica attenta alle connessioni con il contesto, e rispetto all’interno una vivace articolazione spaziale ricca di suggestioni e risonanze immaginative. Come ulteriore punto di approfondimento del loro “pragmatismo” pervaso da un delicato senso poetico, è l’attenzione con cui i progettisti trattano il dettaglio che, anche in questo progetto, è fortemente presente ed esplicita. La ricerca del particolare ha un importante valore concettuale, oltre che funzionale, in quanto sollecita a una visione più ravvicinata e tattile dell’oggetto rendendolo affettivamente familiare all’utente. Michele Costanzo
T
ynaarlo is the name of a new borough composed of a merger of a number of small towns and villages in the north of the Netherlands, not far from the centre of Groningen, served by the A28 motorway. Tynaarlo Townhall, designed by Claus en Kaan, stands in the region of Drenthe in a separate area from the town centre, surrounded by greenery and trees. In order to emphasise the way the building is cut off from the chaos of the city and completely buried in the particularly striking natural landscape, the architectural designers have, first and foremost, tried to hide cars from the users’ view, creating a huge underground car park with access shielded by a wall of plants. This construction with its distinctive elongated form rises three levels above the car park. The council chambers and other work/public meeting premises are located on the ground floor. The first floor is completely taken up by offices and the second floor, not as long as the floors below, holds a set of reception offices and canteen. The image instantly conveyed is of set of horizontal surfaces with thick floor-markers set vertically. They look seamless, light and suspended, and in the cavity between them (i.e. the space where the spacers are positioned) the glass walls are arranged in an intricate interplay of displacements to simultaneously convey a
sense of visual permeability, fragility and the reflective properties of the material that visually wipes out its substance and weight. The effect of the surrounding trees reflected in the glass surfaces also plays down the attempt to establish close bonds between the new architectural form and the natural setting in which it is incorporated. The architects have once again adopted a reliable design procedure for this project, already successfully applied to plenty of previous works, based on a very direct and immediate approach to reality (in all its diverse manifestations). This is a work method hinging around a twin practical/theoretical style. To make their work as effective as possible, the designers have attempted to create close correlation between communicational immediacy and stylistic force. This ahs enabled them to devise a harsh yet highly effective and incisive iconographic design in relation to the outside, carefully geared to the natural surroundings. On the inside it features a lively spatial layout full of striking touches. This is further proof of their “pragmatism” shot through with a delicate sense of poetics and their careful attention to detail which, here again in this project, is clearly and overtly present. As well as conceptual value, it also great functional worth, in that it calls for a closer and more tactile relation to the object, making it emotionally familiar to users. 211 l’ARCA 59
Luuk Kramer
L’immagine che l’edificio trasmette è quella di una serie di superfici orizzontali, rimarcate dal forte spessore dei marcapiani, che si succedono verticalmente. Esse appaiono continue, leggere, sospese e
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nello spazio che le distanzia sono inserite, in un articolato gioco di lievi arretramenti e avanzamenti, le pareti vetrate che schermano le attività che si svolgono all’interno. L’effetto delle alberature circostanti
che si rispecchiano sulle superfici vetrate, inoltre, accentua l’intento di stabilire una stretta relazione tra la nuova figura architettonica e il contesto naturale in cui si inserisce.
The image projected by the building is of a sequence of horizontal surfaces, standing out due to the sheer thickness of the storey-markers set out vertically. They look seamless, light and suspended, and the glass walls sheltering
activated going on inside are incorporated in the space between them. The effect of the surrounding trees reflected on the glass surfaces actually reinforces the attempt to set up close relations between the
new architectural feature and the natural context in which it is set.
Sopra, la scala che conduce al primo piano dove sono organizzati gli uffici e, a destra, una delle corti interne. Sotto, la sala consiliare caratterizzata dalla grande vetrata aperta sul giardino.
Above, the steps down to the first floor where the offices are located and, right, one of the inner courtyards. Below, the council chamber featuring a large glass partition opening onto the garden.
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Nella pagina a fianco, il corridoio degli uffici e particolari della scala sospesa che caratterizza l’atrio di ingresso. A sinistra, scorcio degli uffici. Sotto, l’ingresso. L’iconografia progettuale di questo Municipio ha un carattere severo, ma estremamente efficace e incisivo nei confronti dell'esterno e persegue una configurazione volumetrica attenta alle connessioni con il contesto, all’articolazione spaziale e alla cura dei dettagli.
Opposite page, the corridor of offices and details of the suspended stairway characterising the entrance lobby. Left, partial view of the offices. Below, the entrance. The Town Hall’s stylistic iconography is rather harsh but extremely effective and incisive in relation to the exterior and works around a layout paying due heed to the setting, spatial configuration and attention to detail.
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Luigi Tottoli
Atteggiamenti coerenti
Luigi Tottoli
Two Examples from Switzerland
C
Credits Project: Luigi Tottoli Engineering: P. De Giorgi Main Contractor: Guerra Prefab Concrete: TGM Prefabbricati Windowframes: Metalproject Aluminium Doors and Wardrobes: Moroso Natural Stone Floors: Antonini Graniti e Marmi Kitchen: Rosso & Figli Resin Floors: Francesco Pasinelli Client: Private
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i arriva dalla Svizzera questa bella lezione di architettura. A proporcela è il giovane architetto ticinese Luigi Tottoli (1970) con due recenti realizzazioni, la prima a Semenentina, nel Canton Ticino, la seconda a Lostallo, nei Grigioni. Il tema è quello dell’abitazione individuale che oggi, dopo anni in cui la tendenza alla sperimentazione si è concentrata soprattutto sull’alloggio collettivo, sembra aver acquistato un rinnovato interesse sia da parte della committenza sia da parte dei professionisti. Tendenza riconducibile, soprattutto in Europa, all’espansione urbana che in questi ultimi trent’anni ha subito una crescita esponenziale registrando, parallelamente all’accresciuta mobilità, il diffondersi a scala territoriale della casa privata, bene spesso privilegiato rispetto all’alloggio collettivo – si pensi che solo in Francia con 216.000 cantieri nel 2004, il numero delle case private è aumentato del 12% rispetto all’anno precedente. Scala intermedia tra design e paesaggio urbano la casa privata può essere considerata un campo di sperimentazione e di innovazione illimitato; luogo per eccellenza dove si incontrano le attese reali del pubblico e il lavoro di architetti e design, essa rappresenta in effetti, e comunque, una risposta – riuscita o mancata – alle aspettative della vita contemporanea. I due esempi svizzeri nascono da un atteggiamento coerente con il desiderio di tradurre in spazi e volumi le esigenze e le personalità dei committenti coniugandole, con linguaggi e materiali diversi, allo spirito del luogo. A Sementina, nel primo strato periferico di Bellinzona, il progetto ruota attorno all’esigenza di far convivere in un’unica struttura, abitazione privata e un’attività commerciale. Tottoli lavora calibrando i rapporti di gerarchia tra sfera privata, intima e protetta dello spazio domestico, e funzione più diretta e aperta sulla città del negozio. Da qui l’idea di articolare un volume principale sullo slittamento di due volumi scatolari collegati dal sistema dei collegamenti verticali. La scelta linguistica privilegia una grammatica essenziale, geometrica e lineare. I due elementi, che vivono di una propria autonomia rispetto a un contesto poco attraente dal punto di vista paesaggistico e architettonico, dichiarano attraverso l’involucro esterno, calcestruzzo grezzo lucido e l’alluminio degli infissi, una pacata estraneità che tuttavia riesce a ricavarsi dei gradi di libertà. Con un gioco di chiusura/negazione e aperture/prospettive la staticità dell’insieme acquista, infatti, una dinamica contemporanea offrendo ai giovani proprietari, inquadrature sull’esterno e una terrazza all’aperto dove poter godere di momenti di convivialità. Altro registro linguistico per la casa realizzata a Lostallo, in una zona ricca di boschi e prati per il pascolo. Anche qui, il progetto si sviluppa sul rapporto con il paesaggio e il tipo e le esigenze della committenza. La particolarità del luogo non lascia in questo caso indifferente il progettista che proprio dalle tradizioni locali prende spunto per definire la sua architettura. La casa è di impianto tradizionale, un parallelepipedo in legno con un tetto a due falde. La sua traduzione contemporanea è descritta dalla essenzialità delle linee della volumetria esterna, ripulita e ridotta all’essenziale, e dalla scelta e posa del materiale, tavole di larice non trattato che si ossidano col tempo e si rarefanno in corrispondenza delle finestre per schermare il passaggio di luce all’interno. L’interno è invece declinato sui toni luminosi dell’abete bianco con pavimenti in pietra della valle. Anche l’isolamento termico delle pareti interne è risolto con lana di pecora del luogo con serramenti in legno basso emissivi e riscaldamento e produzione d’acqua combinato a legna con camino e bollitore elettrico. La sintonia con il paesaggio, il ricorso a materiali del luogo, l’attenzione agli sprechi energetici e la possibilità di sfruttare fonti alternative, fanno di questa abitazione un esempio di vivere contemporaneo pur nel rispetto della tradizione. Elena Cardani
T
his fine lesson in how to design architecture comes from Switzerland in the person of the young architect from the Ticino region Luigi Tottoli (1970), who has recently designed two buildings, one in Semenentina in Canton Ticino and the other in Lostallo in the Grigioni area. The designs are for single-family homes, which, after years of experimentation focused mainly on communal housing, seem to have once again captured the interest of both clients and architects. In Europe in particular this re-emerging trend is mainly due to a process of urban expansion which, over the last thirty years or so, has boomed along exponential lines, resulting in both greater mobility and a spread of private homes all over the territory, clearly taking precedence over communal housing – in France alone the number of private houses increased by 12% compared to the previous year with 216,000 new building projects. Lying somewhere along the scale between design and urban landscaping, private housing provides boundless opportunities for experimentation and innovation; this is where the public’s genuine expectations and the work of architects and designers really come together, representing a real solution – successful or otherwise – to the demands of modern-day life. These two Swiss designs embody an architect’s desire to transform the client’s needs and personality traits into spaces and structures, matching them with different materials and idioms and the spirit of their location. The Sementina project in the inner suburbs of Bellinzona revolves around the need to bring together private housing and commercial enterprises in one single structure. Tottoli has work around gauging the hierarchical relations between the private, intimate and sheltered realms of domestic space and the more direct and open sphere of a city shop. This is where the idea came from to build a main structure around two dislocated box-shaped structures connected by the system of vertical links. This design idiom is very simple, geometric and linear in style. The two buildings, which are quite independent from what is a fairly unattractive context in terms of both landscaping and architecture, have an outside shell made of shiny rough concrete with aluminium fixtures, which makes them quite alien to their setting. Thanks to an interplay of closure/negation and openness/perspectives, the static nature of the overall construction is injected with life, so that the young owners can enjoy neatly framed views of the outside and an outdoor terrace where they can spend time relaxing. The house built in a woody part of Lostallo full of pasture lands is designed in a quite different style. Here again the project works around interaction with the landscape and the client’s personality and requirements. In this case the architect has not ignored the house’s very peculiar setting and has deliberately drawn on local traditions in constructing this work of architecture. The house has a conventional building plan, a wooden parallelepiped with a twin-pitched roof. It is given a modern-day rendition by the simplicity of the lines of the outside structure, which has been stripped down to its bare bones, and the choice and method of installing the material: un-treated larch planks which oxidise over time and rarefy near the windows to stop light from flooding in. In contrast the interior is designed around the luminous shades of white firs, with floors made of stone from the valley. Local sheep’s wool has been used to insulate the inside walls with fixtures made of low-emission wood, and there is a log-fuelled hot water supply and heating with an electric boiler and chimney. Blending in with the landscape, the use of local materials, attention to energy wastage, and the possibility of exploiting alternative energy sources, make this house an example of how to live in the present day in harmony with tradition.
A sinistra, dal basso in alto, piante del piano interrato, primo e secondo piano e pianta delle copertura della casa di Sementina, nel Canton Ticino. A destra, dal basso in alto, prospetti est, nord, ovest e sud. La casa è costruita nella periferia di Bellinzona ed è costituita da una abitazione privata a da un spazio commerciale.
Left, from bottom up, plans of the underground level, first floor and second floor and plan of the roofs on the house in Sementina in Canton Ticino. Right, from the bottom up, east, north, west and south elevations. The house is built in the suburb of Bellinzona and is composed of a private house and commercial facility.
Nelle pagine successive, viste esterne e sezione longitudinale. Il volume principale è costituito dallo slittamento di due volumi secondari, collegati da uno spazio del blocco scale. L’involucro esterno è realizzato in calcestruzzo grezzo lucido con serramenti in alluminio a taglio termico.
Following pages, outside views and longitudinal section. The main structure is constructed around two secondary blocks connected by a space in the stairwell. The outside shell is made of shiny rough concrete with heat-cut aluminium fixtures.
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Studio Pagi Studio Pagi
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Particolari degli spazi interni giocati sullo sfalsamento dei livelli e sulle aperture che inquadrano porzioni di territorio. Pavimenti in resina a base d’alluminio e pietra naturale nero opaco.
Details of the interiors playing around the staggered levels and apertures framing bits of landscape. The floors are made of aluminium-based resin and opaque black natural stone.
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Credits Project: Luigi Tottoli Engineering: Laube Wood Walls, Roof and Sunscreens: Laube Doors and Windows: Moroso Natural Stone Floors: Antonini Graniti e Marmi Kitchen: Mobilierre Bathroom: Sanitherm Client: Private
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In questa pagina a sinistra dal basso in alto, prospetti nord, est, ovest e sud della casa di Lostallo nel Cantone dei Grigioni. A destra, dal basso in alto, piante del piano interrato, del piano terreno, del primo piano e delle coperture; sezioni tresversale e
longitudinale. Nella pagina a fianco, l’esterno dell’abitazione è rivestito in legno grezzo di larice che si ossida con il tempo.
This page, left, from bottom up, north, east, west and south elevations of Lostallo house in the Grigioni
Luigi Tottoli
region. Right, from bottom up, plans of the underground level, ground floor, first floor and roofs; cross and longitudinal sections. Opposite page, the outside of the house is clad with rough larch wood which oxidises over time.
Studio Pagi
Luigi Tottoli
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In queste pagine, scorci degli spazi interni descritti dai rivestimenti delle pareti in abete bianco e pavimenti in pietra tipica della valle.
These pages, partial views of the interiors featuring walls clad with white firs and floors made of typical stone from the valley.
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Nuovo Palazzo del Cinema For Venice
A
ntesignana di tutti i festival di cinema del mondo (la prima edizione risale al 1932), la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica de La Biennale di Venezia rischia di essere declassata da una concorrenza agguerrita (per esempio il Festival di Cannes) a causa di strutture obsolete e da spazi insufficienti. Per ridare smalto alla mostra veneziana, due anni fa fu bandito un concorso internazionale per la realizzazione del nuovo Palazzo del Cinema. In realtà la necessità di poter contare su strutture adeguate all’importanza che la mostra ha acquisito nel tempo è un problema annoso, risalente agli anni Cinquanta, allorquando invece di costruire un nuovo palazzo destinato a sostituire quello costruito nel 1937 (progettato da Luigi Quagliata), si preferì una soluzione di ripiego, aggiungendo, nel 1952, un semplice avancorpo nello stile di allora. Un ulteriore tentativo fu attuato nel 1990 con un concorso internazionale a inviti, cui parteciparono: Carlo Aymonino, Mario Botta, Santiago Calatrava, Sverre Fehn, Marlies Hentrup – Norbert Heyers – James Stirling, Steven Holl, Fumihiko Maki, Rafael Moneo, Jean Nouvel, Aldo Rossi, Alvaro Siza Vieira, Oswald M. Ungers. Vinto da Rafael Moneo, il concorso non produsse nulla di concreto, se non l’immancabile mostra di progetti allestita nel 1991 all’interno della Quinta Mostra Internazionale di Architettura de La Biennale di Venezia. In occasione della premiazione del vincitore del recente concorso – il gruppo formato da 5+1 Architetti Associati e Rudy Ricciotti Architecte – avvenuta lo scorso settembre contestualmente alla 62. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, l’attuale presidente de La Biennale di Venezia, Davide Croff, parlò di una possibile realizzazione del nuovo palazzo entro il biennio 2008- 2009. Il bando di concorso richiedeva non solo il progetto per il nuovo Palazzo del Cinema ma anche la sistemazione delle aree limitrofe. Uno dei problemi più difficili da risolvere era l’inserimento del nuovo complesso in un contesto caratterizzato da elementi di forte valore storico-architettonico come il vecchio Palazzo del Cinema e il Casinò del Lido, da qualche anno utilizzato esclusivamente per le attività legate alla mostra del cinema. Il tutto è immerso in un’area verde di pini marini, posti intorno a una grande terrazza protesa verso il mare Adriatico, costruita nei primi anni del Novecento, quando fu acquisito dal Comune di Venezia l’antico forte delle Quattro Fontane utilizzato dall’Esercito fino agli ultimi anni dell’Ottocento. Tale preesistenza ha suggerito una soluzione progettuale di grande interesse poiché ha permesso di ridurre l’ampiezza del volume fuori terra, sfruttando così gli spazi ipogei destinati ad accogliere varie sale cinematografiche e luoghi per il “mercato del film”. Del progetto vincitore ciò che più colpisce è la soluzione adottata per la grande sala da 2.400 posti – sistemata sul lato destro del complesso preesistente – , si tratta di un volume lungo circa novanta metri, simile a un gigantesco sasso con un’unica parte vetrata che riproduce a scala urbana un frammento d’ala di libellula con le tipiche nervature strutturali. L’effetto-natura è ulteriormente evidenziato dal rivestimento in resina color terra, posto sulla superficie esterna. Le finiture interne riprendono cromie e materiali come l’oro e il velluto, riconducibili allo storico immaginario cinematografico. A parte il progetto di Massimiliano Fuksas, che per la sala principale ha proposto una sorta di grande cetaceo “spiaggiato” sulla terrazza, decisamente d’altro segno sono invece le soluzioni degli altri partecipanti, che hanno puntato su forme scatolari, geometricamente rigorose ma linguisticamente poco innovative e forse troppo accondiscendenti con un contesto caratterizzato da edifici con volumi elementari dagli angoli raccordati, come avveniva nella più ortodossa tradizione dell’architettura Novecento. Carlo Paganelli 74 l’ARCA 211
5+1 & Rudy Ricciotti
Pagina precedente, dall’alto, fotomontaggio su veduta zenitale; due vedute del plastico con la sala da 2.400 posti; in questa pagina, dall’alto, planimetria degli spazi ipogei, sezioni, particolare di uno spazio interno e un dettaglio della grande vetrata della sala principale, che richiama la struttura di un’ala di libellula. Previous page, from top, photo-montage from a zenith viewpoint; two views of the model showing the 2400-seat hall; this page, from top, site plan of the underground spaces, sections, detail of an interior space and a detail of the large glass partition in the main hall evoking the structure of a dragonfly’s wing.
Credits Project: 5+1 Architetti Associati Alfonso Femìa (team leader), Paola Arboco’, Pierluigi Feltri, Gianluca Peluffo, Maurizio Vallino Rudy Ricciotti architecte Project Team: Sebastiano Brandolini, Simonetta Cenci, Ori & Airenti (Maurizio Ori, Paola Arienti) A+C (Alberto Ferré, Carolina Francesca Rozzoni) Emilio Caravatti F+G (Piero Faraguna, Marco Girotto) Structural Engineering: MS ingegneria (Stefano Migliaro, Luca Romano) Services Engineering: Swiss Engineering Consulting MT ingegneria (Marco Taccini) Security Systems: Studio Russo (Giovanni and Giuseppe Russo) Fire Prevention: S.T.Z. Consultants: Benjamin Feldtkeller, J&A consultants Design Team: Roman Boucheur, Sara Gottardo, Enrico Martino, Gabriele Filippi, Sara Traverso, Alessandra Quarello, Ilaria Sisto, Luca Bonsignorio, Domenico Conaci, Stefania Bracco, Francesca Ameglio, Lorenza Barabino, Anna Patti, Carola Picasso, Luigi Consigliere, Andrea Michelini, Marco Bugolotti, Francesca Calcagno Model: Laboratorio Modelli Miola
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Francesco Cellini
Il progetto è organizzato attorno due direzioni: nella prima, lungo il mare, si susseguono la “piazza del cinema”, l’atrio, il foyer e la sala da 2.400 posti, riprendendo e integrando la tradizionale e rituale sequenza Excelsior, Palazzo del Cinema, Casinò. Nella seconda direzione, quella della laguna al mare, si sviluppano, organizzati su livelli diversi, il “mercato del cinema” e il nuovo percorso pubblico che collega il canale. The project is set out in two directions: in the first, along the seafront, the “film plaza”, lobby, foyer and 2400-seat hall follow in sequence, evoking and knitting into the other ritual sequence formed by the Excelsior, Film Theatre, Casino. The second direction running from the lagoon to the sea is organised on various levels around the “film market” and new public footpath connected to the canal.
Credits Project: Francesco Cellini (team leader) Project Team: Alessandro Cambi, Ludovica di Falco, Francesco Marinelli, Paolo Mezzalama Consultants: Lorenzo Felici, Lian Pellicanò, Luigi Dall’Argine, Marzia Giabbani Structural Engineering: Fabio Brancaleoni Plants: COSTEN Acustic Plants: Carlo Fascinelli
76 l’ARCA 211
F
orerunner of all the world’s film festivals (the first edition dates back to 1932), the International Film Festival at the Venice Biennial is in danger of being outclassed by tough rivals (like, for instance, the Cannes Festival), due to its obsolete facilities and lack of space available. An international competition was organised two years ago to design a new Film Theatre. In actual fact, the need to furbish the festival with facilities befitting such an important event has, down the years, turned into a tricky issue. As far back as the 1950s it was decided to just add on a simple avant-corps built in the same style as the old building instead of constructing a brand-new structure to replace the original premises built in 1937 (designed by Luigi Quagliata). A further attempt was made in 1990, when an international invitational competition was organised, whose entrants included: Carlo Aymonino (Italy), Mario Botta (Switzerland), Santiago Calatrava (Spain), Sverre Fehn (Norway), Marlies Hentrup – Norbert Heyers – James Stirling (Germany and Great Britain), Steven Holl (United States), Fumihiko Maki (Japan), Rafael Moneo (Spain), Jean Nouvel (France), Aldo Rossi (Italy), Alvaro Siza Vieira (Portugal), Oswald M. Ungers (Germany). The competition, which was won by Rafael Moneo, never led to any concrete action being taken, except the usual exhibition of projects displayed as part of the Venice Biennials’ 5th International Architecture Exhibition in 1991. At the prize-giving ceremony for the winner of the recent competition – the team composed of 5+1 Architetti Associati and Rudy Ricciotti Architecte – held last September in conjunction with the 62nd International Film Festival, the current president of the Venice Biennila, Davide Croff, talked about the possibility of building a new Palazzo by 2008-2009. The competition tender referred to the design of a new Film Theatre and also the redevelopment of neighbouring areas. One of the most tricky issues to deal with was the question of how to incorporate the new complex in a setting with striking historical-architectural features like the old Film Building and Lido Casino, over recent years used exclusively for purposes related to the film festival. Everything is buried in a green landscape of maritime pines set around a large terrace projecting out into the Adriatic Sea, which was built in the early-20th century when the Venice City Council purchased the old Quattro Fontane Fort used by the military until the late-19th century. This old structure with its terrace raised above sea level suggested creating a striking design reduce the size of the over-ground construction, thereby exploiting the underground spaces designed to hold various film theatres and places catering for the film industry. The most eye-catching thing about the winning project is the design of the new 2400-seat hall – set over on the right-hand side of the old complex - , this structure is about ninety metres long and looks rather like a huge stone with one single glass part representing an urban-scale replica of a dragonfly’s wing with its characteristic never-patterns. The nature-effect is further enhanced by the earth-coloured resin coating placed on the outside surface. The interior finishing feature colours and materials like gold and velvet referring to our old vision of the film industry. Apart from Massimiliano Fuksas’s project, which features a sort of large cetacean “beached” on the terrace. This contrasts starkly with the rest of the entrants, who have focused on box-shaped forms, geometrically prices but stylistically not very innovative and perhaps too compliant with a setting full of simple structures with connected corners, as was typical of the most orthodox tradition of 20th century architecture. Carlo Paganelli
Massimiliano Fuksas
Dall’alto, piante, prospetti e sezioni. Il nuovo Palazzo del Cinema è un unico oggetto scultoreo il cui interno si articola in due aree: la sala principale e il “mercato del film”, tra le due aree sono stati posizionati gli uffici. La parte dell’edificio denominata Nucleo Principale, che contiene la zona di accesso con l’ingresso principale, la sala da 2.400 posti e i relativi servizi di proiezione, costituirà il primo stralcio costruttivo del nuovo Palazzo del Cinema. Il Nucleo Secondario ospita il “mercato del film”, la zona uffici e parte degli spazi accessori.
From top, plans, elevation and sections. The new Film Theatre is one single sculptural object whose interior is divided into two areas: the main hall and “film market” with offices placed between the two areas. The part of the building called the Main Nucleus, holding the entrance area incorporating the main entrance, the 2400-seat hall and relative projection facilities, will form the initial basis of the new Film Theatre. The Secondary Nucleus holds the “film market”, offices area and part of the accessory spaces. Credits Project: Massimiliano Fuksas Consultants: Fire Prevention: AI Engineering Acustic Plants: Stefano Cremo Landscape designer: Axel Lohrer Design Team: Alberto Greti, Gerd Wetzel, Giada Calcagno, Raquel Rauco, Cristiana Floris, Massimo Motulese, Fabrizio Arrigoni, Federico Pitzalis, Alessio Patalocco, Silvio Carta, Gabriele Farre Model Makers: Nicola Cabinati, Dona Cacace, Lucio Campanelli, Andrea Fornello, Frauke Stenz
211 l’ARCA 77
Klaus Kada
Piante, planimetria generale e rendering. Una caratteristica essenziale del progetto è la posizione solitaria del Casinò. Ne deriva uno spazio intorno all’edificio che trasforma una parte della piazza antistante in una piazzetta di piccole dimensioni. La sua estensione e le sue piccole dimensioni ricordano un elemento architettonico veneziano. La facciata del complesso è rivestita di un materiale metallico forato e trasparente. Oltre alla funzione di protezione, sottolinea l’idea di filtro e ricorda, attraverso la sua struttura orizzontale, la posizione del Palazzo del Cinema rispetto al mare. Plans, site plan and renderings. A key feature of the project is the Casino’s isolated location. This creates a space around the building which turns part of the forecourt into a small plaza. Its extension and small size are reminiscent of a Venetian piece of architecture. The complex’s façade is clad with a perforated and transparent metallic material. In addition to its protective function, this underlines the idea of a filter and, thanks to its horizontal structure, calls to mind the Film Theatre’s position in relation to the sea.
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Credits Team Graz: Design Architect and Coordination: Kilian Kada Project: Roger Chris, Heribert Altenbacher, Claudia Schmidt, Barbara Hatzenbichler Rendering: Christoph Opperer Model: Hubert Schuller Team Venezia: Alessandro Massarente (Massarente Architettura), Roberto Moscardi (Venezia Ingegneria), Vito Saccarola, Alessio Pipinato
Rafael Moneo
Alcune vedute del modello planimetrico e rendering con diverse angolazioni di ripresa. La premessa di progetto è la ricerca di un edificio dal carattere antimonumentale e antiretorico, in grado di esprimere nelle forme il carattere festivaliero degli anni in cui la mostra del cinema prese origine. L’andamento orizzontale del nuovo Palazzo dispiega ogni spazio in una sequenza altimetrica che consente al piano terra la massima fruibilità collettiva dell’area, mentre la copertura si configura come una dilatazione dei punti di osservazione, mostrando, dall’alto, vedute contrapposte della laguna abitata. Views of the site-plan model and renderings from various angles. The project is based on an attempt to construct an anti-monumental and anti-heroic building whose forms are capable of expressing the festive nature of the years when the film festival was first set up. The horizontal layout of the new building sets all the spaces out in an altimetric sequence allowing the ground floor maximum collective flexibility, while the roof is designed like a dilation of observation points revealing, from above, counter views of the inhabited lagoon. Credits Project: Rafael Moneo Project Team: Studio Archea, Laura Andreini, Marco Casamonti, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi Renovator: Michel Desvigne Consultants: Francesco Giordani, Patrizia Padula, Guido Incerti, Eddi Michael Nardi Tonet, Lorenzo Gondoni, Giuseppe Pezzano, Giorgia Pezzolla, Davide Di Franco Acustic Plants: Gerhard Muller Security Systems: Favero & Milan Ingegneria
211 l’ARCA 79
Juan Martínez Moro Juan Martínez Moro (Santander 1960) è laureato in Filosofia e Scienze della Comunicazione (divisione di Psicologia) all’Università di Salamanca (1985) e in Belle Arti alla Università dei Paesi Baschi (1991). E’ autore di opere di grafica e, più recentemente di sperimentazioni con la fotografia e le immagini digitali. E’ inoltre autore di pubblicazioni quali Ilustrar lo sublime (Leioa, Servicio de Publicaciones de la Univesidad del País Vasco, 1996), Un ensayo sobre grabado (A finales del siglo XX) (Santander, Creática Ediciones, 1998), La ilustración como categoría. Una teoría unificada sobre arte y conocimiento (Gijón, Editorial Trea, 2004). Attualmente svolge la attività di incisore, di docente a Zaragoza e a Santander e di saggista. Nella pagina a fianco, Juan Moro, Maelstörm, stampa digitale di carta su alluminio, 92x71 cm, 2002.
Juan Martínez Moro (Santander 1960) has a degree in Philosophy and Communication Sciences (Psychology Department) from Salamanca University (1985) and in Fine Arts from Netherlands University (1991). He has designed graphics and, more recently, experiments with photography and digital images. He has also published works like Ilustrar lo sublime (Leioa, Servicio de Publicaciones de la Univesidad del País Vasco, 1996), Un ensayo sobre grabado (A finales del siglo XX) (Santander, Creática Ediciones, 1998), La ilustración como categoría. Una teoría unificada sobre arte y conocimiento (Gijón, Editorial Trea, 2004). At the moment he works as an engraver and teacher in Zaragoza and Santander and writes critical essays. Opposite page, Juan Moro, Maelstörm, digital print of paper on aluminium, 92x71 cm, 2002.
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L’
opera di Juan Martínez Moro è destinata a sollevare interrogativi, più che a fornire risposte, a suscitare inquietudini, più che ad appagare l’animo con la sua intrinseca bellezza. Si dirà che ciò è dovuto in primo luogo alla instancabile ricerca che Moro conduce da anni sull’arte della grafica, passando dalle intense acqueforti del primo periodo alla successiva sperimentazione oggettuale, fino ad approdare agli ultimi risultati, nei quali le tecniche tradizionali dell’incisione si confrontano alla pari con quelle fotografiche e digitali più avanzate. Ma per chiarire le premesse concettuali del lavoro di questo artista di Santander è necessario ricordare anche la sua formazione filosofica, i suoi studi di estetica e di storia dell’arte, le sue riflessioni sullo statuto dell’immagine. Quella di Moro è in effetti una ricerca condotta su due versanti distinti e tuttavia comunicanti, grazie ai quali i canoni della ragione ordinatrice finiscono con l’identificarsi con quelli della pura sensibilità. L’equilibrio che ne deriva non può che rivelarsi instabile: esso coglie per un attimo la verità delle cose, illuminandola di luce improvvisa, per precipitare subito dopo nell’incertezza, nella contraddizione, nella frammentazione dei fenomeni. Il rapporto tra arte e conoscenza è del resto uno dei cardini del lavoro di Moro, che lo affronta nel suo nucleo più profondo, dispiegandolo nelle sue infinite sfaccettature e facendo dell’arte grafica non l’oggetto di un’analisi critica né un soggetto portatore di significati assoluti, ma un attrattore delle molteplici tensioni che la coincidenza fra pensiero e percezione, progetto e intuizione, attiva incessantemente. La complessità delle sue opere è dunque il risultato di questo atteggiamento, non la premessa. Ne è una prova il serrato intreccio fra contemporaneità e tradizione, che l’impiego di tecniche e materiali antichi e recentissimi traduce in artefatti, e che le molteplici tangenze con la storia dell’arte sottolineano sul piano linguistico. Da ciò nascono queste immagini tortuose e labirintiche, nelle quali la realtà si dispiega non nell’artificio della diffrazione, che la ridurrebbe a puro gioco prospettico, ma nel lucido rispecchiamento della sua stessa molteplicità. Non per nulla ne sono protagonisti gli oggetti più comuni, elementi architettonici, pezzi d’arredo, alberi, “cose” del nostro vivere quotidiano, pronte a uscire dal loro modesto anonimato per scomporsi e ricomporsi incessantemente, dinanzi ai nostri occhi, come enigmi dalle infinite soluzioni. In superficie si potrebbe riconoscere, in questo punto di vista mobile e spiazzante, la lezione surrealista e, soprattutto, quella di Magritte. Moro, però, si spinge più lontano, fino ad additare nella sublime ambiguità dell’arte barocca – evocata, nelle opere recenti, dall’esplicito richiamo alla “piega” – una chiave di lettura più che mai attuale. Così la riflessione artistica si rovescia in quella filosofica, e il mondo dell’arte torna a proporsi come il “mondo della vita”, di cui il pensiero fenomenologico ha rivelato l’eloquente indeterminatezza. Ma proprio in questi ultimi lavori di Juan Moro s’intuisce un’ulteriore apertura, uno spiraglio socchiuso su nuove possibilità. Qui, infatti, l’attenzione sembra impercettibilmente spostarsi dalla immagine volumetrica degli oggetti alla loro spazialità: nel dispiegamento delle “cose”, lo spazio – che non è più quello pittorico delle prime incisioni, né quello geometrico delle opere successive – rinuncia ai valori euclidei dell’omogeneità e della misurabilità per dilagare in tutte le direzioni, in una pienezza che ne dissolve ogni stabile fisionomia. Anche su questo punto, dunque, l’opera di Moro ricuce pazientemente i legami fra storia e futuro: lo spazio della scienza, dell’architettura e della società del nostro tempo si presenta per l’appunto come figura progettuale del caos primigenio, che nelle sue immagini trova per un attimo una forma intelligibile. Maurizio Vitta
J
uan Martínez Moro’s work will inevitably pose more questions than provide answers. Its intrinsic beauty is destined to be more disturbing than heart-warming. It will be claimed that this is basically due to Moro’s years of relentless experimentation into the art of graphics, moving on from the intense water-colours of his early period to subsequent research into objects before eventually achieving his latest results, in which conventional etching techniques are matched up against cutting-edge digital and photographic methods. But we can only really clarify the conceptual groundings of this artist from Santander if we first look at his philosophical background, his studies into aesthetics and the history of art, and his thoughts about the status of image. Moro’s research is actually carried out on two different but interacting fronts, thanks to which the canons of organising reason end up identifying with those of pure sensibility. The resulting balance inevitably turns out to be unstable: for a second it grasps the truth of things, briefly lighting it up before suddenly descending into the depths of uncertainty, contradiction and fragmentation of phenomena. How art and knowledge are related is actually one of the keys to Moro’s work, studied in its deepest core, setting it out in all its endless facets and making graphic art not so much an object of critical analysis or the bearer of absolute meanings as an attractor of all kinds of tension constantly activated by the way thought and perception, design and intuition, coincide. The complexity of his works is, therefore, the result of this approach, not its premise. This is proven by the weave of modernity and tradition, which the use of both very old and recent materials translates into artefacts and which all the tangents with the history of art underline on a stylistic level. This produces these twisting, maze-like images in which reality does not unfold in the artifice of refraction, which would reduce it to a mere play of perspective, but rather in a clear mirroring of its own multiplicity. This also explains why his work mainly features ordinary objects, architectural features, pieces of furniture, trees and “things” from our everyday life, which are all ready to come out of the background, incessantly decomposing and then recomposing before our very eyes, like puzzles with endless solutions. On the face of things, this constantly moving and disconcerting point of view might appear to evoke surrealism and, above all, Magritte’s work. But Moro goes even further and actually ventures into the sublime ambiguity of Baroque art – evoked in recent works by an explicit reference to “folds” – a more than modernday key of interpretation. In this way artistic thinking flows over into philosophical thought, and the art world is once again a “living world” in which phenomenological thinking has revealed eloquent indeterminacy. But these very latest works by Juan Moro actually open up even further to reveal even greater possibilities. Here, indeed, attention seems imperceptibly to move on from a volumetric image of objects to their spatial features: as “things” unfold, space – which is no longer the pictorial space of his early etchings, nor the geometric space of later works – abandons the Euclidean values of homogeneity and commensurability to spread out in all directions in a fullness that dissolves any sense of stable physiognomy. Here again Moro’s work patiently stitches back together the bonds between history and the future: the space of science, architecture and modern-day society takes on the design figure of primeval chaos, which, at least for a moment, finds intelligible form in its images. 211 l’ARCA 81
Nella pagina a fianco, in alto/opposite page, top, Locus Mental III, stampa digitale di carta su alluminio/digital print of paper on aluminium, 52x85 cm, 2004; in basso/bottom, Foco y
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Fuga, stampa digitale di carta su alluminio/digital print of paper on aluminium, 56x84 cm, 2005. Sopra/above, Pliegue para emboscado III, stampa digitale di carta su
alluminio/digital print of paper on aluminium, 72x56 cm, 2005.
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Nella pagina a fianco/opposite page, Autorretrato libresco, stampa digitale di carta su alluminio/digital print of paper on aluminium, 93x58 cm, 2004.
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Sopra/above, Pliegue de ventana II, stampa digitale di carta su alluminio/ digital print of paper on aluminium, 71x55 cm, 2005.
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COMPETITIONS + europaconcorsi
Danimarca/Denmark - Herning Kunstens Hus Herning Concorso di progettazione per la costruzione della “Casa delle Arti” di Herning. Il programma prevede la realizzazione di un complesso in grado di creare un forte legame tra le varie discipline artistiche, con locali dedicati alla musica e alle arti figurative. Superficie complessiva: 5.000-7.000 mq Herning Center of the Arts Competition for the realization of a Center of Fine Arts. The brief asks for a complex which can create a strong connection among the various artistic sectors, with spaces for music and figurative arts. Total area: 5,000-7,000 sq.m
Vincitore/Winner Steven Holl Finalisti/Shortlisted Cubo Arkitekter Keith Williams Architects Snøhetta 3XNielsen Caruso St John Architects
1°
Committente/Client: Herning Center of the Arts Foundation
1°
Irlanda del Nord/Northern Ireland - County Antrim Concorso Giant’s Causeway Il Governo Britannico dell’Irlanda del Nord ha bandito un concorso internazionale a fase unica per il progetto del Centro Visitatori e la sistemazione paesaggistica circostante l’accesso del Giant’s Causeway, sulla costa nord della Contea di Antrim Giant’s Causeway Competition The British Government in Northern Ireland has launched an international projects competition, in a single stage, for the design of visitor facilities and the associate landscaping and access at the Giant’s Causeway development site, situated on the northern coast of County Antrim
1°
1° Roisin Heneghan; Hennegan Peng Architects 2° Vaino Nikkila; Jussi Palva; Riina Palva; and Ilkka Juhani Salminen 3° Matos Gameiro + Carlos Crespo Arquitectos Lda Menzioni/Honourable mentions Jun Aoki Associates Carlos Sousa Dias & Nuno Santos Jennifer Carré
1°
Italia/Italy - Roma Farecentro a Romanina Concorso internazionale bandito dal Gruppo Scarpellini – con il patrocinio del Comune di Roma e dell’Istituto Nazionale di Architettura – per disegnare il masterplan della “Nuova centralità di Romanina”, uno dei grandi interventi urbanistici che cambieranno il volto della capitale, per dar vita a una nuova centralità metropolitana International competition launched by Scarpellini Group – with the patronage of Comune di Roma and IN/Arc – for the New Centrality in Romanina Masterplan, a great urban intervention destined to change the image of Rome creating a new urban centrality
Vincitore/Winner Manuel Salgado Finalisti/Shortlisted A-Carmen Andriani, Cristina Bianchetti, Giangiacomo D’Ardia B-Avventura Urbana
1
Giuria/Jury: Cesare Citro, Maurizio Marcelloni, Manfredi Nicoletti, Bruno Gabrielli, Allan Jacobs, Ariella Masboungi, Daniel Modigliani Committente/Client: Gruppo Scarpellini – Immobilfin 2A
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2B - The past often reappears in a different guise. - Or, in architecture even in the same old guise.
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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Uno scrigno in cemento A Sports Centre
Il più grande del mondo A Cathedral of Luxury
Progetto: Raphaël Pistilli
Progetto: Eric Carlson, Peter Marino, Studio di architettura Louis Vuitton
Renowned for his plastic volumetries, the sinuous lines of his surfaces which he molds into sculptural forms, as well as the boldness of his structures’ “monumentality”, Raphaël Pistilli is now offering us further proof of his credibility. In fact, his unmistakable style is promoted by those who commission his work, and his architecture is favored by the general public, as it has a positive impact on both consolidated and newly defined contexts. This time he has created a Sports Center in BronParilly (Rhône), a district which is being upgraded, and which, with this new complex, has taken a great step toward the definition of a new architectural identity. Pistilli started out by considering the existing situation in terms of scale and perspective, so as to make a shift in the scale of values, but without clashing with the context and keeping his work in balance and harmony with the structure’s surroundings – from an architectural viewpoint, as well. His buildings are independent from a linguistic and expressive point of view, but they fit into the environment, introducing new, visually powerful elements that strengthen the overall image of the landscape. The Sports Center in Bron-Parilly endows the district with new vitality, offering both a contemporary landmark and a structure serving the community. Distributed on two floors, 1,900 square meters are divided into a great gym for team sports on the first floor, while the second floor includes a gym for martial arts and an area for sports equipment, as well as various rooms for facilities. All of this is enclosed in a sort of “futurist” chest featuring concrete faces that bend over as they rise from the ground. So as to stop the glare from too much sunlight, a system was adopted with just enough windows to allow the necessary amount of natural
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lighting into the rooms. This feature along with the elements linking the two volumes constitutes the structure’s dynamics. Students from the adjacent Théodore-Monod college, as well as sports clubs and the area’s other activities can interact with this new structure, which combines the quality of its services and spaces with the strength of a new icon for the district’s future urban renewal. Frenchie Cristogatin
Con le sue volumetrie plastiche, i movimenti sinuosi delle superfici che si compongono in forme scultorie, l’audacia della “monumentalità” delle sue strutture, Raphaël Pistilli ci offre un’ulteriore conferma della sua credibilità, sia a livello di una committenza che promuove il suo inconfondibile stile, sia per il positivo riscontro che queste architetture riscuotono nei favori del pubblico e nell’impatto con contesti consolidati o in via di ridefinizione. Questa volta si tratta di un Centro sportivo realizzato a Bron-Parilly (Rhône), un quartiere in fase di ristrutturazione che con questo nuovo intervento segna un passo importante nella definizione di una nuova identità architettonica. Coerentemente al suo modo di operare, Pistilli parte dalla considerazione dei rapporti di scala e di prospettive con la situazione esistente per procedere con uno slittamento delle gerarchie dei valori, senza per questo entrare in conflitto con il contesto ma mantenendosi in equilibrio e in sintonia con l’intorno paesaggistico e architettonico. Sono edifici che pur vivendo di una loro autonomia linguistica ed espressiva riescono a relazionarsi con le vicinanze, introducendo nuovi momenti di forza che arricchiscono l’immagine complessiva del paesaggio. Con il Cento Sportivo di Bron-Parilly, il quartiere acquista una nuova vivacità dotandosi di un segno contemporaneo e nel contempo di una struttura a servizio della collettività. Circa 1.900 metri quadrati distribuiti su due piani organizzano una grande sala per gli sport di gruppo, a piano terreno, e, al primo piano, una sala per le arti marziali e uno spazio per gli attrezzi, oltre ai vari locali di servizio. Il tutto racchiuso in uno scrigno “futurista” disegnato da facciate in cemento che si alzano dal suolo inclinandosi. La dinamica della composizione è giocata sugli elementi di raccordo tra i due volumi e dal sistema delle poche aperture, calibrato in funzione della quantità di luce naturale necessaria agli utilizzatori, senza causare fenomeni di abbagliamento. Gli studenti del vicino collegio Théodore-Monod, le associazioni sportive e le diverse attività di quartiere possono interagire con questa nuova struttura che alla qualità dei servizi e degli spazi coniuga la forza di una nuova icona per il futuro rinnovamento urbano del quartiere. E. C.
Sugli Champs Elysée, al numero 101, spicca il nuovo negozio di Louis Vuitton, “cattedrale del lusso”, come è stato definito, che da ottobre 2005 propone a parigini e turisti uno spazio dalle dimensioni e dall’immagine assolutamente esclusive. Vero esempio di “grandeur”, la Maison afferma il proprio prestigio attraverso un’architettura di grande impatto che non può lasciare indifferenti, sia per la scala dell’intervento, con 1.800 metri quadrati di spazi vendita è il più grande negozio Vuitton del mondo, sia per il concetto stesso di organizzazione e allestimento degli spazi interni. Ricavato in un edificio Art Déco all’angolo con avenue George V, il progetto curato da Eric Carlson e Peter Marino, si concentra sul meccanismo scenografico messo a punto per gli ambienti interni, essendo l’intero immobile classificato patrimonio storico. Carlson si è appropriato della dimensione interna scomponendo i volumi della struttura esistente per creare uno straordinario sistema di circolazione multilivello che favorisce la fluidità del movimento. In omaggio alla celebrata tradizione degli Champs Elysées, gli interni traducono l’idea di “promenade”, che da urbana di traduce in spettacolare promenade architecturale. Alcune dimensioni ci danno adeguati indici di lettura. Sette piani, di cui due destinati alla vendita, quattro agli uffici, e l’ultimo piano a uno luogo, inaugurato il gennaio scorso, per eventi artistici e culturali. Da un atrio di 20 metri di altezza, strutturato da 1.900 fusti in acciaio inox disposti in semi cerchio, si sviluppa in dolce pendenza la sequenza delle terrazze che individuano i diversi piani offrendo, ognuna, un nuovo paesaggio, una nuova esperienza e una nuova visione, come in un viaggio alla continua scoperta. La superficie interna delle vetrine su strada è rivestita da una maglia metallica costituita da 110.00 fiori ritmati da 27.000 inserti di porcellana, rame, legno e vetro colorato, mentre una scala mobile lunga venti metri attraversa lo spazio in verticale seguendo in quaranta secondi di salita lo spettacolo dell’istallazione di Tim WhiteSobieski realizzata con 720.00 fibre ottiche. Cifre astronomiche certo, che hanno impegnato due anni di lavori e un costo di realizzazione mantenuto segreto, ma che comunque riflettono un idea di spazio commerciale dove si mescolano aspetti diversi della cultura contemporanea. L’alta moda, accessibile a pochi eletti e di cui Vuitton è uno dei simboli storici, si coniuga all’architettura e all’arte. Oltre al cineasta Sobieski, altri due artisti hanno contribuito alla messa in scena dei questi spazi, James Turrel, con una scultura luminosa della serie Wide Glass e Olafur Eliasson che ha trasformato un ascensore che porta da piano terreno al settimo piano in uno spazio totalmente isolato, dove i sensi sono in “assenza di gravità”. Dal mese scorso, al settimo piano è stato aperto l’Espace Vuitton, luogo di incontro e scambi culturali che ospiterà artisti, architetti, designer, scrittori, fotografi, cineasti e scenografi presentando ogni anni delle esposizioni declinate attorno a quattro temi: viaggio, arte, moda e patrimonio. Fino al 31 marzo è di scena l’artista Vanessa Beecroft, con la partecipazione di Andrée Putmann; dal 13 aprile al 10 giugno il tema sarà l’India; seguiranno “Patrimonio Louis Vuitton”, dal 29 giugno al 31 luglio e “Viaggio nello Spazio”, dal 7 settembre al 30 novembre. Elena Cardani
and is located on the corner with Avenue George V. Thus, Eric Carlson and Peter Marino, who were entrusted with the project for the store, concentrated on the various settings for the interior. Carlson dealt with the interior dimension, breaking up the volumes of the existing structure to create an extraordinary multistory system that allows for easy circulation. In tribute to the Champs Elysées and its celebrated tradition, the interiors express the idea of a “promenade”, a spectacular promenade architecturale coming from an urban context. Certain dimensions afford suitable interpretations. Two of the seven floors are devoted to retail, four to the offices, and the last floor to an area that was inaugurated last January for artistic and cultural events. A 20-meter-high atrium constructed with 1,900 stainless steel shafts laid out in a semicircle unfolds in a slightly slanted sequence of terraces that mark the various floors. Each of these offer a new vista, a new experience, a new view, as on a continually questing journey. The interior faces of the windows overlooking the street are covered with a metal mesh made of 110,000 evenly spaced flowers and 27,000 fragments of porcelain, copper, wood and stained glass, while a 20-meter-long escalator crosses through space vertically: in forty seconds, its upward flight follows a spectacular installation by Tim White-Sobieski, made with 720,000 optica fibers. Of course, prohibitive amounts were spent on the work, which took two years to complete, and costs for its implementation were kept secret. Yet, the high costs reflect the idea of a shopping area where different aspects of contemporary culture are combined. Here haute couture – which only a privileged few can afford, and of which Vuitton is a historical symbol – is linked to architecture and art. In addition to Sobieski, other two artists contributed to the general mise-en-scène: James Turrel, with a backlit sculpture from his Wide Glass series, and Olafur Eliasson, who turned an elevator that rises from street level to the seventh floor into a totally isolated space where the senses experience an “absence of gravity”. Last month, the Espace Vuitton was opened on the seventh floor, a meeting-place for cultural exchanges that will host artists, architects, designers, writers, photographers, movie-makers, and set designers. Each year it will present shows focusing on four themes: traveling, art, fashion and heritage. The artist Vanessa Beecroft will be on show through March 31st, with the participation of Andrée Putmann, while from April 13th to June 10th India will constitute the main theme. “Luois Vuitton Heritage” will be on from June 29th to July 31st, followed by “Journey through Space” from September 7th to November 30th.
Open since October 2005, the new Louis Vuitton megastore, dubbed a “cathedral of luxury”, is now a major feature at n. 101 on the Champs Elysées, offering Parisians and tourists its absolutely exclusive space, both in terms of size and image. A true example of “grandeur”, the Maison asserts its prestige through its strong architectural impact, which is definitely striking, thanks both to the scale of the work itself – 1,800 square meters for retail activities, which makes it the largest Vuitton store in the world – and to the layout concept and organization of the interior areas. The store was built within a building in Art Déco style which is considered part of France’s architectural heritage,
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Energy Performance + Architecture Award
Il Braciere Olimpico In Turin
Reed Expositions, organizzatore della fiera Interclima+Elec Home & Building, ha creato la Energy Performance +Architecture Award al fine di sensibilizzare al meglio gli imprenditori all’ottimizzazione energetica delle costruzioni. Questo premio ricompensa un architetto di fama internazionale per avere considerato nei suoi progetti e nelle sue recenti opere il rendimento energetico. La giuria, composta da Cesare Maria Casati, Dominique Gauzin-Müller, Justo Isasi, Jean-Pierre Ménard, Christian Schittich, e Catherine Slessor ha selezionato cinque finalisti: Behnisch, Behnisch & Partner (Germania), Buchholz McEvoy Architects (Irlanda), Mario Cucinella, Architects (Italia), Dietrich I Untertrifaller Achitekten (Austria) e Herzog + Partner (Germania). Dopo la delibera, il 1° Energy Performance + Architecture Award è stato conferito a Mario Cucinella. La diversità dei parametri e dei programmi adottati è stato uno dei criteri di scelta: Mario Cucinella concepisce contemporaneamente l’habitat, le strutture pubbliche e gli edifici industriali e lavora sia sulle nuove costruzioni, che sulla ristrutturazione in un contesto urbano. Il dossier presentato da Mario Cucinella è stato preso in considerazione dalla giuria per la chiarezza delle sue argomentazioni sulla considerazione del rendimento energetico attraverso tre opere recenti: Ex Casa di Bianco (Piazza Stradivari, Cremona); Hines (Bergognone 53, Milano - nella foto) e SIEEB (Sino Italian Ecological and Energy Efficient Building, Beijing, Cina). La coerenza del suo approccio è dovuta in gran parte alle qualità umane di Mario Cucinella che oltre all’analisi del luogo, allo studio delle risorse locali, all’applicazione dei principi bioclimatici, alla scelta sensibile dei materiali e di misure tecniche legate all’efficacia energetica, ha sviluppato i suoi progetti in accordo agli aspetti sociali legati alla necessità di progresso nell’ambito del rispetto ambientale.
Il 10 febbraio si accende il braciere di Torino 2006 che custodirà la fiamma Olimpica fino al 26 febbraio, data in cui la Cerimonia di Chiusura porrà fine ai XX Giochi Olimpici di Torino 2006. Il design del braciere di Torino 2006 è stato curato da Pininfarina, (Toroc: Supervisore del progetto; K2006: Studio del posizionamento; Horizon Three: realizzazione della fiamma; Studio Ossola: coordinamento lavori; Mazzi: opere edili; Cimolai: produzione; Italgas: fornitore ufficiale), che ha disegnato e prodotto anche la torcia olimpica. Con i suoi 57 metri di altezza, il braciere olimpico di Torino 2006 è destinato a guadagnare il primato di braciere più alto nella storia delle Olimpiadi. La sua struttura è composta da tre segmenti rispettivamente di 31 m, 15 m e 11 m (la parte torcente). Il braciere si compone di cinque strutture tubolari del diametro di 60 cm, che si articolano all’interno di una circonferenza di 3 m di diametro. Un sesto tubo centrale parte dalla base e arriva alla sommità allargandosi negli ultimi tre metri, così da permettere la presenza dei bruciatori necessari per ottenere una fiamma alta 4 metri. Il braciere è posizionato sull’asse nord-sud dello Stadio Olimpico, a circa 16 m di distanza dal perimetro esterno delle gradinate. Nel recente passato diversi sono stati i tentativi di consegnare alla storia un nuovo concetto e una diversa realizzazione del Braciere Olimpico, tentativi che talvolta sono persino diventati oggetto di polemiche e controversie. L’esempio più eclatante, in questo senso, è sicuramente costituito dal braciere progettato per le Olimpiadi del Centenario (Atlanta 1996), paragonato addirittura a una confezione di patate fritte di Mc Donald’s e rimosso dallo stadio al termine dei Giochi. Scelse invece di seguire una direzione spirituale Kiyoyuki Kikutake, designer del braciere di Nagano (1998). Kikutake passò mesi a studiare l’arte del fuoco nella convinzione che “le Olimpiadi sono un simbolo di energia” e desiderando quindi che il braciere ne fosse la chiara rappresentazione. Decise persino di inclinarlo lievemente, in modo che pubblico e atleti potessero condividere l’energia del fuoco. A Nagano, il braciere, posto sulla sommità dello stadio, fu inoltre il primo a proporre i colori dei cinque anelli olimpici nella storia delle Olimpiadi Invernali. Di grande impatto, nelle Olimpiadi di Sidney 2000, il braciere a forma di conchiglia perforata e corrugata, realizzata in ferro inossidabile: durante la Cerimonia di Apertura, l’imponente struttura emerse dal mare, sino a raggiungere un’altezza finale di ben 50 metri. Continua ancora oggi ad essere molto amato il braciere delle Olimpiadi Invernali di Salt Lake City (2002) progettato dalla WET Design, tanto che, su permesso del CIO ogni anno torna a bruciare per 17 notti in occasione della ricorrenza dell’anniversario.
Reed Expositions, which organized the Interclima+Elec Home & Building fair, has introduced the Energy Performance + Architecture Award with the aim of sensitizing building magnates in the sphere of energy optimization in architecture. This prize rewards an internationally renowned architect who takes energy performance into account in his projects, and has done so in all of his recent works. The jury, which included Cesare Maria Casati, Dominique Gauzin-Müller, Justo Isasi, Jean-Pierre Ménard, Christian Schittich, and Catherine Slessor, selected five finalists: Behnisch, Behnisch & Partner (Germany), Buchholz McEvoy Architects (Ireland), Mario Cucinella, Architects (Italy), Dietrich I Untertrifaller Achitekten (Austria) and Herzog + Partner (Germany). The adjudication of the 1st Energy Performance + Architecture Award went to Mario Cucinella. The diversity of the parameters and plans the architect adopts was a fundamental element in the choice of the winner: Mario Cucinella conceives living spaces, public facilities and industrial buildings as a whole, working both on new buildings and on the conversion of existing structures in urban contexts. The clearness of Mario Cucinella’s considerations on energy performance was what caught the jury’s attention in the dossier the architect presented, especially in reference to his recent works: The former Bianco House (Piazza Stradivari, Cremona); Hines (Bergognone 53, Milan - in the photo), and SIEEB (Sino Italian Ecological and Energy Efficient Building, Beijing, China). The consistency in Mario Cucinella’s approach is mainly due to his human qualities. In fact, in addition to analyzing the sites, studying local resources, applying bioclimatic principles, and carefully selecting the materials and technical measures needed to achieve efficient energy performance, he also develops his projects with special attention to the social aspects linked with the need for more environmentally friendly solutions.
Premi di Rame TECU ® Architecture Award 2005 The Olympic Brazier will be lit on February 10th for the 2006 XX Olympic Games in Turin, and the Olympic flame will then be put out on February 26th, when the Closing Ceremony for Turin 2006 will be held. The design for the Turin 2006 brazier was overseen by Pininfarina (Toroc: Project Supervisor; K 2006: Positioning Studio; Horizon Three: flame implementation; Ossola Studio: work coordination; Mazzi: construction work; Cimolai: production; Italgas: official supplier), which designed and produced the Olympic Torch, as well. The Turin 2006 Olympic Brazier reaches 57 meters in height, and is thus the tallest brazier in the history of the Olympic Games. Its main structure is composed of three segments, respectively measuring 31, 15 and 11 meters (the burning part)… The brazier is made up of five tubular structures, 60 cms in diameter, set within a circumference measuring 3 meters in diameter. A sixth central tube rises from the base, widening up throughout the last three meters to allow room for the burners needed to produce a 4-meter-high flame. The brazier is located on the Olympic Stadium’s north-south axis, about 16 meters from the outer perimeter of the bleachers. In recent years, various attempts have been made to implement a new concept for the creation of a different Olympic Brazier that would go down in history; some of these attempts have actually sparked off controversies and disputes. The most striking proof of the latter is the brazier designed for the Centennial Olympic Games (Atlanta, 1996), which was actually compared to a pack of Mc Donald’s french fries and was removed from the stadium at the end of the Games. On the other hand, Kiyoyuki Kikutake, the designer of the Nagano brazier (1998), found a more spiritual solution. Kikutake spent months studying the art of fire, firmly convinced that “the Olympic Games are a symbol of energy”, and thus wanting the brazier to represent his thought clearly. He even decided to tilt it slightly, so that the public and the athletes could share the energy given off by the fire. In Nagano the brazier was placed at the top of the stadium, and for the first time in the history of the Winter Olympic Games, it showed the colors of the five Olympic rings. The stainless steel brazier in the shape of a pierced, furrowed shell at the Sydney 2000 Olympic Games was of great impact. During the Opening Ceremony, the great structure emerged from its “hideaway” under sea level, reaching a final 50-meter height. The brazier for the Winter Olympic Games in Salt Lake City (2002), designed by WET Design, is still much loved today. In fact, by permission from the CIO, every year it is lit for 17 nights to celebrate the anniversary of the event.
Per la loro partecipazione al TECU® Architecture Award 2005, gli architetti e gli studenti di architettura dovevano proporre un edificio o un progetto in cui si fossero utilizzati i prodotti TECU® . Alla KM Europa Metal di Osnabrück sono stati presentati 116 progetti da 14 Paesi europei, giudicati da una Giuria internazionale composta da Gonçalo Byrne, Arne van Herk, Julia B. Bolles-Wilson, Dante O. Benini. I premiati sono stati i seguenti: 1° Volker Staab Architekten per Theresienwiese Service Centre, Munich; 2° Feilden Clegg Bradley Architects LLP per Casa per Studenti, Queen Mary University, Londra; 3° de Paor Architects per Edificio Servizi del Dublin City Council; Menzione: János Megyik, Gábor Szenderffy, János Golda per Portale di Ingresso della Biblioteca Universitaria, Debrecen, Hungary (4); Premio Speciale per Edifici Residenziali: INNOCAD Planung und Projektmanagement GmbH per Grazbachgasse, Graz, Austria (5); Premio Speciale per Case Unifamiliari: Aldo Celoria per la Casa in Via Sotto Muscino, Castel San Pietro, Svizzera (6). Premi per Progetti di Studenti: 1° Zsuzsanna Máté per Layout per an Airplane Museum in Budapest, Hungary (7); 2° ex aequo: Paolo Cavagnero, Mikaela Sucquet, Giovanni Pietroforte per Layout per a Residenza Universitaria, Torino, Italia (8) e Sascha Rullkötter per Layout per la Casa delle Culture, Trieste, Italia (9); Menzioni: Jenny Plokarz, Juliane zu Stolberg per Layout per Centro Informazioni del Barbarathermen in Trier e Kathrin Wiertelarz per Layout per un Museum per Documenta, Kassel, Germania.
2° Feilden Clegg Bradley Architects LLP for Student Housing, Queen Mary University, London: architecture and landscaping with an especial focus on maintaining private spaces. The copper façade on the publicly visible sides of the building lend a clear aesthetic note to the overall appearance of the complex. 3° de Paor Architects for Utility Building for Dublin City Council: This newly designed utility building in Dublin City draws on an exciting architectural concept, making use of brilliantly luminous patina green. TECU® Patina serves as an impressive skin for the multipurpose pump station, power distributor and tool shed. Commendation: János Megyik, Gábor Szenderffy, János Golda for Entrance Gate to University Library, Debrecen, Hungary (4). Special Prize for residential Buildings: INNOCAD Planung und Projektmanagement GmbH for Grazbachgasse, Graz, Austria (5): A narrow trapezoid-shaped site in the historical part of the city of Graz has been filled with TECU® Gold, which seems to float between fire-proof walls in a highly complex building structure. This is a project for urban people who value unique living circumstances and working conditions. Special Prize for Single Family Houses: Aldo Celoria for House on Via Sotto Muscino, Castel San Pietro, Switzerland (6): A country residence with a stringently divided façade. The glass surfaces on the ground level create a clear, sober base, while the copper shingles on the upper level reflect the sunlight in continuously changing nuances, adding life to the entire structure. Project Awards for Students 1° Zsuzsanna Máté for Layout for an Airplane Museum in Budapest, Hungary (7): An aircraft museum featuring entrances designed as gangways: the metal casing links to the aircraft on exhibit, the patina green creates a visual focus on the building itself. On the inside, the technology is revealed behind TECU® Patina sheets. 2° ex aequo: Paolo Cavagnero, Mikaela Sucquet, Giovanni Pietroforte for Layout for a University Residence for Students, Turin, Italy (8); Sascha Rullkötter for Layout for a House of Cultures, Trieste, Italy (9). Commendations: Jenny Plokarz, Juliane zu Stolberg for Layout for an Information Centre for the Barbarathermen in Trier; Kathrin Wiertelarz for Layout for a Museum for the Documenta, Kassel, Germany.
For their participation in the TECU® Architecture Award 2005, architects and architecture students throughout Europe were asked to submit building and study projects that made use of TECU® products. A total of 116 contributions from 14 countries were submitted to KM Europa Metal AG in Osnabrück. The international Jury was composed by: Gonçalo Byrne, Arne van Herk, Julia B. Bolles-Wilson, Dante O. Benini. The following projects were awarded. 1° Volker Staab Architekten for Theresienwiese Service Centre, Munich: The new service centre looks like a huge copper bar. The building’s façade and roof are almost completely clad in bright copper. Copper embellished entrances open at the beginning of the October Festival, pointing the way to the service areas.
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Nuova Grecia Invisible Hotels
Loukopoulou+Paniyris, Transparent City.
Il fenomeno dei design hotel è sempre più diffuso e sempre più protagonista della scena architettonica mondiale. Con la mostra “Invisibile Hotels” (prodotta da Carteco) svoltasi fino allo scorso dicembre presso lo Science & Technology Centre di Tessalonica, il curatore Memos Philippidis ha voluto chiamare a raccolta i giovani progettisti greci per colmare il vuoto che ha lasciato il settore alberghiero nel campo appunto degli hotel di design. Per la mostra si richiedevano ai giovani progettisti soluzioni che avessero una forte evocazione percettiva, tale da rendere l’edificio una meta turistica di per sé e che rappresentasse lo stile di vita contemporaneo. Una prova dunque in cui funzione, estetica, originalità, innovazione, qualità architettonica si sono combinate con l’entusiasmo dei giovani architetti di dimostrare la vitalità della nuova architettura greca. I progettisti che hanno partecipato all’evento sono stati: Yannis Aesopos, Andreas Angelidakis, Iro Bertaki+Christina Loukopoulou+Kostis Panigris, Panos Dragonas+Varvara Christopoulou, Thanasis Hohlidakis, Eleana Horiti, Eleni Kostika, Stella Mermiga+Evangelos Ravanos, Panos Nikolaidis+Errica Protestou, Nicolas Travasaros+Dimitri Travasaros+Dimitris Panagiotou-Ntounis. Hotel designing is becoming more and more popular, and is now in the forefront on the world architectural scene. With the show “Invisible Hotels” (produced by Carteco), which was open until last December at the Science and Technology Centre in Thessalonica, the curator Memos Philippidis decided to gather a number of young Greek planners, with the intention of filling the void left by the hotel design sector. The young planners were asked to work out solutions capable of producing strong perceptive evocations, so as to turn hotel buildings themselves into tourist destinations, endowing them with a contemporary lifestyle. The event thus combined functionality, esthetics, originality, innovation and architectural style through these young architects, who, with their enthusiasm, have given a new boost to Greek architecture. The planners who took part in the event were: Yannis Aesopos, Andreas Angelidakis, Iro Bertaki and Christina Loukopoulou with Kostis Panigris, Panos Dragonas and Varvara Christopoulou, Thanasis Hohlidakis, Eleana Horiti, Eleni Kostika, Stella Mermiga and Evangelos Ravanos, Panos Nikolaidis and Errica Protestou, and Nicolas Travasaros and Dimitri Travasaros with Dimitris Panagiotou-Ntounis.
Loukopoulou+Paniyris, Transparent City.
Kantor in Triennale The Dead Class Poetics
Bottiglie preziose Luxe Pack Design Award
Considerata un’opera fondamentale nella storia universale del teatro, “La classe morta”, ritenuta il manifesto della poetica kantoriana, a trent’anni dalla sua prima rappresentazione tenutasi a Cracovia il 15 novembre 1975 nella cantina di un palazzo cinquecentesco sede della Galeria Krysztofory, è stata rievocata suggestivamente negli spazi della Triennale di Milano, mediante una mostra che ha riunito 24 disegni originali del maestro polacco, due installazioni e la proiezione del primo videodocumento con la ricostruzione integrale del celebre spettacolo. Incredibilmente “La classe morta”, pur rappresentata migliaia di volte nei teatri di tutto il mondo, non è mai stata registrata nella sua completezza originale, se si eccettua il film di Andrei Waida liberamente ispirato allo spettacolo e una registrazione effettuata senza pubblico in uno studio televisivo di Parigi. Questa edizione in video, curata da Anna Halczak e Franco Laera, utilizza un raro filmato del 1976 e registrazioni frammentarie effettuate nel corso delle varie rappresentazioni, restaurate ed editate digitalmente per assicurarne l’autentica integrità. Tadeusz Kantor definiva questa sua opera una “seduta drammatica”, priva di uno sviluppo narrativo in funzione di una sconvolgente evocazione di personaggi, travolti da una comicità surreale e da uno struggente nichilismo. Si tratta di una pantomima folgorante e spietata, che attraversa vita e morte con un ritmo di perfetta simbologia e assurda impotenza.
Packaging di lusso, è questo il tema centrale del Monaco Luxe Pack Design Award, il concorso organizzato da Luxe Pack, il salone dedicato al packaging di lusso, in partenariato con Principato di Monaco che ospita l’evento, e che si rivolge a giovani designer provenienti da qualsiasi settore di attività. Per l’edizione del 2005, svoltasi a Monaco nel novembre scorso e sponsorizzata da Sanpellegrino, il progetto con cui si sono confrontati i designer era il progetto di una bottiglia d’acqua di prestigio sul tema “Celebration in Monaco”. Requisiti della bottiglia, una capienza di 75 cl, e la completa industrializzazione, cioè la possibilità di produrla senza particolari vincoli economici. Tra i 700 dossier pervenuti alle giurie degli otto Paesi, Brasile, Francia, Germania, Giappone Inghilterra, Italia, Spagna e Stati Uniti, che hanno partecipato al concorso, sono stati selezionati otto finalisti che hanno visto vincitore il designer spagnolo Rubén Piquer (1), a cui è andato un premio di 10.000 euro. Ispirandosi all’anfora, Piquer ha riattualizzato questo contenitore di antiche origini, proponendo un oggetto in cristallo trasparente, interamente riciclabile. Una copertura opaca avvolge completamente la bottiglia impedendo ai raggi ultravioletti di modificare la qualità dell’acqua, mentre un tappo dalla forma conica oltre a fungere da chiusura, consente alla bottiglia di rimanere verticale evitando il poco elegante sgocciolamento quando si versa l’acqua. Al secondo posto si è qualificato l’italiano Francesco Mansueto (2) con b’eau – eau minérale naturelle, un oggetto semplice in vetro trasparente che si arricchisce con la possibilità di personalizzare liberamente la bottiglia con cover di diverse fantasie. Terzo posto al francese Michaël Radix con la bottiglia O che ha integrato i concetti di eleganza e rarità del design scegliendo un materiale riciclabile come il vetro e impreziosendolo con una grafica chiara e stilizzata.
“The Dead Class”, which is considered the manifesto of Kantor’s poetics as well as one of the main works in universal theatrical history, is now being brought back to life with an evocative exhibition at the Milan Triennial. Thirty years after it was performed for the first time at the Galeria Krysztofory in the cellar of a sixteenth-century building in Kraków on November 15th 1975, this show has now gathered 24 of the Polish master’s original drawings, as well as two installations and the screening of the first video with the uncut version of the famous performance. Incredibly, although it has been performed thousands of times in theaters all around the world, “The Dead Class” has never been recorded in its unabridged, original version, except in the case of Andrei Waida’s film, which draws freely from the show, and a recording implemented in a television studio in Paris, without any audience. This new video edition, which is curated by Anna Halczak and Franco Laera, makes use of a rare film from 1976, as well as fragmented recordings from various performances, which were digitally restored and edited so as to ensure an authentically complete outcome. Kantor used to define this work of his “A Dramatic Seance” without a narrative development, which instead gives way to a perturbing evocation of characters who are swept up in a surreal comedy and an annihilating nihilism. It is a scathing, ruthless pantomime that crosses through life and death with a rhythm marked by perfect symbology and absurd impotence.
A destra/right, Eleana Horiti, The Cyclops.
Arredo urbano in Ductal© Andreas Angelidakis, Hotel Blue Wave.
Hotel e città Soggiornare in albergo non vuol sempre dire essere avulsi dal contesto della città ospite, anche se non si può negare che a volte gli alberghi, soprattutto quelli pluristellati, riproducono ambienti e atmosfere che proiettano in mondi estranei o ben poco relazioni ai contesti dove sono inseriti. Fortunatamente alcuni importanti catene alberghiere contrastano questa tendenza proponendo soggiorni in edifici che, pur senza rinunciare al massimo confort dei servizi e delle dotazioni, sono attenti e rispettosi alla storia e alle tradizioni dei luoghi dove sono inseriti. La permanenza in albergo può così trasformarsi in un’occasione favorevole alla scoperta di una città e alla comprensione dello spirito che la anima. UNA Hotels & Resorts si colloca a pieno merito in questa direzione e particolarmente emblematica è la recente struttura inaugurata nel centro di Catania. L’UNA Hotel Palace nasce infatti da una importante opera di recupero e ristrutturazione di uno storico hotel, di cui è stato con attenzione rispettato il glorioso passato riportando architettura e spazi agli antichi fasti ma calandoli nella realtà contemporanea. Nato dalla sinergia tra Methodo Engineering e lo staff della Direzione tecnica di UNA Hotels, l’albergo coniuga in un rapporto di equilibrio e coerenza le forme e i colori tipici della mediterraneità
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all’essenzialità e a un calibrato minimalismo che caratterizzano i migliori esempi di hotel di design di ultima generazione; i diversi ambienti sono così declinati sui toni dal grigio scuro della sabbia vulcanica, ai riflessi rossi dei mattoni sgretolati fino al bianco della pietra di Comiso, che incornicia le finestre. Cuore dell’accoglienza è la hall che rivisita con un linguaggio attuale il patio di un palazzo mediterraneo, impreziosito da un pavimento ciottolato in pietra lavica intarsiato. Gli ambienti comuni sono arricchiti da ceramiche di Caltagirone, mobili antichi e piante che si rifanno alla vegetazione dell’isola. Le 94 camere, di cui 14 suites, sono giocate sui toni del bianco che fa da sfondo a mobili di foggia più classica in rovere moro con inserti in maioliche. Grande attenzione alla tecnologia, l’albergo è suddiviso in 30 settori audio/video realizzati con schermi piatti LCD e altoparlanti HiFi, dotato di 8 sale conferenze, attrezzate con impianti audio video indipendenti, il tutto pilotato da due cabine di regia, connessioni Internet dalle camere e dagli spazi comuni. Grande spettacolo si gode invece dalla terrazza all’ultimo piano, in parte protetta da vetrate trasparenti, da cui si può godere di una panoramica unica sulla città. E.C.
Charlotte e Jean-Jacques Hubert dello studio H2O sono i vincitori del premio “Giovani architetti” , promosso dal Gruppo Lafarge, leader mondiale nei materiali da costruzione, e dalla città di Valenciennes. Il premio, rivolto agli architetti con meno di quarant’anni, è destinato a ricompensare il concetto più originale e contemporaneo realizzato in Ductal©, cemento a altissime prestazioni che combina qualità di resistenza, duttilità, durabilità ed estetica. Tema del premio, il progetto di elementi di arredo urbano per la piazza d’Armi di Valenciennes, in particolare: un riparo per le biciclette, sedie o panchine, segnaletica patrimoniale per le presenze storiche della piazza, segnaletica orizzontale al suolo, contenitori per rifiuti, trattamento della pavimentazione sui percorsi principali con collegamento tra la piazza e il percorso del tram. Su un centinaio di progetti presentati, sono stati selezionati quattro finalisti, oltre agli Hubert, Julien Lomessy e Thomas Raynaud, Karine Hermann e Jérôme Sigwalt (K-Architecture), Olivier Chabaud e André Levêque (Màss). Il progetto vincitore si è evidenziato per l’adeguatezza e la qualità dell’arredo urbano che grazie alle qualità di resistenza e messa in opera di Ductal© risulta particolarmente raffinato e consente di creare un ambiente soft; questo materiale infatti “si distingue per la possibilità di forgiare forme raffinate offrendo un sentimento di confort attraverso linee curve”. La scelta di Charlotte e Jean-Jacques Hubert è inoltre supportata dalla considerazione del tipo di messa in opera di Ductal© in un processo di realizzazione in serie. Il loro progetto prevede infatti la creazione di una forma unica, e dunque di un solo stampo, per le sedute e gli schienali, forma dalla quale di declinano le sedie e le panchine dell’arredo.
Exclusive packaging: this is the main theme of the Monaco Luxe Pack Design Award, a competition organized by Luxe Pack, a show devoted to luxury packaging implemented in partnership with the Principality of Monaco, which hosts the event. The exhibition is especially intended for young designers, whichever sector they come from. This year’s edition took place in Monaco last November, and was sponsored by San Pellegrino. The project the designers were faced with involved designing a bottle of prestigious water on the theme of the “Celebration in Monaco”. The bottle was to have a capacity of 75 cl and was to be completely industrialized, meaning it had to be possible to produce it without any particular economic constrictions. Eight finalists were selected out of the 700 dossiers that were forwarded to the juries from the eight countries – Brazil, France, Germany, Japan, England, Italy, Spain and the United States – that participated in the competition. The winner was the Spanish designer Rubén Piquer (1), who won a prize of 10,000 euros. Inspired by amphoras, Piquer has modernized this container of ancient origins, creating a totally recyclable transparent glass object. An opaque covering totally envelopes the bottle, thus stopping ultraviolet rays from modifying the quality of the water, while a coneshaped cap not only stops the bottle, but helps it stay in a vertical position, preventing unattractive dripping when the water is being poured. The Italian Francesco Mansueto (2) won second place with b’eau – eau minérale naturelle, a simple object in transparent glass: a bottle which can be personalized according to taste with covers in different patterns. Third place went to the French designer Michaël Radix, with his O bottle, which combines the concepts of elegance and rare design. In fact, he, too, chose a recyclable material like glass, embellishing it with clear, stylized type.
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H2O/Charlotte et Jean-Jacques Hubert, tavola del progetto vincitore della sezione giovani del concorso Lafarge per elementi di arredo urbano a/winning project at the Young Architects section of the Lafarge
Competition for urban furniture elements in Valenciennes.
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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
Architettura a Bordeaux New Individual Housing Bordeaux nei prossimi mesi ospita due importanti eventi il cui centro d’interesse è l’architettura. L’esposizione presentata fino al 2 aprile ad Arc en rêve/centre d’architecture si concentra sulla abitazione individuale in quanto campo aperto alla riflessione e al rinnovamento della prassi progettuale in rapporto all’avvicendarsi delle trasformazioni urbane e delle nuovi modi di vita. “Voisins-voisines” coprodotta con la Cité d’architecture et du patrimoine, suggerisce delle possibili alternative alla lottizzazione urbana e al diffondersi, soprattutto in Francia, dell’abitazione individuale (negli ultimi decenni il 57% dei francesi vivono in una casa individuale) portando come esempio i risultati di otto operazioni avviate cinque anni fa in contesti urbani e sociali estremamente diversi. Betheny (Reims), Bordeaux e Floirac, Lille e Tourcoing, Mulhouse, Rezé, Saint-Nazaire sono una testimonianza concreta della possibilità di “inventare” nuove forme d’habitat al contempo contemporaneo e coerente con lo sviluppo della città. L’eterogeneità degli interventi, a cui hanno partecipato diversi gruppi di architetti, conferma dell’accresciuto interesse dei progettisti verso il tema della casa individuale come momento di sperimentazione e di ricerca ancora aperto e ricco di spinte innovatrici. L’interesse dell’iniziativa sta anche nell’idea di presentare le testimonianze degli abitanti, per la maggior parte appena trasferiti, degli architetti e dei committenti, che in otto filmati raccontano le loro esperienze e le loro opinioni sia sulle risposte fruitive sia sull’impegno progettuale. Attorno al tema dell’alloggio ruota anche l’esposizione organizzata in occasione di AgoraBordeaux, la biennale d’architettura che si svolge dal 3 al 5 marzo all’Hangar 14 coinvolgendo architetti, urbanisti e designer. Commissari di questa edizione, gli architetti Jacques Ferrier, Philippe Gazeau e Louis Paillard che propongono di riflettere sul concetto di casa individuale come territorio di confronto in cui confluiscono le attese del privato e il lavoro dei professionisti. Casa individuale quindi come “pedagogia” rivolta alla ricerca e all’innovazione dello spazio domestico e in senso più ampio dell’alloggio collettivo. Vengono presentati i lavori di venti architetti che hanno realizzato una casa individuale particolarmente emblematica e alcuni interventi di edilizia convenzionata. Oltre all’architettura, Agora si rivolge al design, che quest’anno verterà sul tema della luce con i lavori di dieci designer, e dell’urbanistica che presenterà un piano guida sviluppato da Bruno Fortier con il paesaggista Michel Desvigne su un terreno sulla riva destra di Bordeaux. Elena Cardani Bordeaux will be hosting two important architectural events in the next few months. One of the shows, which will be open through April 2nd at Arc en Rêve/Centre d’Architecture, concentrates on one-family housing, as it is a field that offers the possiblity of reflecting upon and renewing standard project procedures in relation to continuous tranformations in the urban context as well as in ways of life. “Voisins-voisines”, coproduced with the A destra al centro/right, centre, Agence Saint-Projet, Le Domain de Sérillan, Floirac (© D3îles). Sopra/above, Florence Champiot, Les Diversités, Bordeaux (© David Pradel). Eric Bouillard et Thierry Donnadieu, Soleil Intérieur, Lille (© Cyrille Weiner). A destra/far right, Georges, Les Villa de Prégras, quartier de Penhoët, Saint-Nazaire (© Odile Fillon).
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Cité d’Architecture et du Patrimonie, proposes possible alternatives to parceling out in urban planning, and to the spread – especially in France – of individual housing (in the past decades, 57% of people living in France live in a one-family house). To this purpose, the results of eight operations that commenced five years ago are exemplified, showing interventions in extremely different urban and social contexts. Betheny (Reims), Bordeaux and Floirac, Lille and Tourcoing, Mulhouse, Rezé, and Saint-Nazaire are concrete proof of how it is possible to “invent” new living spaces that are both contemporary and consistent with the city’s development. Different groups of architects took part in the extremely diverse project implementations, proving the planners’ growing interest in individual housing solutions, which provide a strong innovative drive in the fields of experimentation and research. Adding to the interest in the inititiative, accounts given by the inhabitants themselves – many of whom have just moved to their new houses – are also provided, as well as statements by architects and clients. In eight videos, they describe their experiences and reveal their opinions both on
concrete results and on their commitment to the projects. A show organized for the biennial Agora-Bordeaux also focuses on housing. The exhibition will be on from 3 to 5 March at the Hangar 14, involving archtiects, urban planners and designers. This edition is chaired by architects Jacques Ferrier, Philippe Gazeau and Louis Paillard, who lead us to reflect upon the concept of one-family houses, where a convergence between individual expectations and the work carried out by the professionals themselves takes place. Detached houses are thus seen as as a sort of “pedagogy” directed toward research and innovation in the home, and, more broadly speaking, in collective housing. On display are works by almost two dozen architects who have designed particularly emblematic one-family houses and a number of works related to public housing. In addition to architecture, Agora also deals with interior design and urban planning; the former involves lighting, with works by ten designers, while the latter will present a guideline plan developed by Bruno Fortier and the landscaper Michel Desvigne on a territory along Bordeaux’s Right bank.
Oltre l’architettura Archiworld Channel
Esperimenti spaziali At MAK Vienna
Città, arte, architettura, paesaggio e design sono le tematiche di riferimento trattate con un’impostazione altamente professionale e un linguaggio universale da archiworld.tv; prima web television a proporsi come osservatorio internazionale in relazione a dibattici sociali, politici e culturali. Ideata da Giorgio Scianca, archiworld.tv, proprietà di Archiworld Channel srl con sede in Torino, è stata presentata ufficialmente a Istambul la scorsa estate 2005, con il patrocinio de l’Arca, in occasione del XXII Congresso Mondiale degli Architetti, mentre il 30 novembre 2005 è stata oggetto di un importante convegno-battesimo svoltosi presso la Fondazione Sandretto Re Baudengo in Torino. Archiworld Channel è una società di comunicazione impegnata nella divulgazione e nella conoscenza dell’architettura mediante una trasversalità che, approfondendone le tematiche disciplinari, indaga sulle possibili contaminazioni con le arti, sia classiche che attuali, generate dall’innovazione tecnologica e dal mercato mondiale delle idee e dei prodotti. Due le motivazioni che hanno determinato la scelta di utilizzare tv e internet; una di principio e una di convenienza economica: di principio in quanto prevale il concetto che l’architettura valida è un bene universale, tanto da rappresentare un linguaggio comune e doverosamente condivisibile con tutto il mondo; di convenienza economica poiché, considerandola come messaggio conoscitivo e di aggiornamento per tutti in tempi reali, si propone con costi accettabili di produzione e di trasmissione. La grande attenzione riservata dalla ricerca scientifica allo sviluppo dei limiti tecnici, logistici ed economici, fanno presagire costanti e positivi sviluppi del mezzo, mentre le autostrade dell’informazione sono nell’agenda delle infrastrutture di tutti i Paesi. Archiworld Channel nasce dall’esperienza di un gruppo di professionisti, architetti, giornalisti, creativi e tecnici, che dal 1994 collaborano con enti, istituzioni, aziende e studi di comunicazione a tema, distinguendosi per una notevole produzione di riviste, newsletter, website, video e cortometraggi, installazioni, incontri e congressi.
Fino al 26 febbraio il Museum für Angewandte Kunst di Vienna propone la mostra “Spatial Constructions”. Viene proposta una serie di oggetti e disegni che rappresentano la visione radicale circa la formazione dello spazio di Aleksandr Mikhailovich Rodchenko (1892-1956). Realizzata grazie alla collaborazione con la Rodchenko Society di Mosca e con il Shusev State Museum of Architecture della capitale russa, la rassegna esplora gli studi sviluppati dal grande avanguardista russo sulle superfici piane e sulla loro transizione nella tridimensionalità dello spazio. Negli anni Venti, Rodchenko, che fu pittore, progettista, grafico, fotografo e co-fondatore del Costruttivismo Russo, progettò volumi sospesi liberamente, sculture cinetiche di cartone e legno e, insieme ai suoi studenti degli Higher Technical-Artistic Studios (Vkhutemas) realizzò massicci blocchi squadrati di legno collocandoli liberamente nello spazio. Documentò questi lavori con una serie di fotografie e poi li distrusse temendo che il loro radicalismo geometrico e astratto non sarebbe stato compreso. Ora, il MAK ne ripropone i disegni preparatori e le fotografie oltre a una serie di ricostruzioni realizzate per l’occasione.
With a highly professional structuring, archiworld.tv, the first television web that sets itself as an international observation site related to social, political and cultural debates, is currently dealing with subjects such as cities, art, architecture, landscapes and design. Created by Giorgio Scianca, archiworld.tv is owned by Archiworld Channel, which is based in Turin. Sponsored by l’Arca, it was officially presented in Istanbul last summer 2005 during the XXIII World Architecture Congress, while on November 30th 2005 it was the subject of an important christening-convention that took place at the Sandretto Re Baudengo Foundation in Turin. Archiworld Channel is a communciations society devoted to the popularization and understanding of architecture through in-depth cross references among the different themes involved in the discipline. It examines the possible contaminations with both classical and current arts that are generated by technological innovation and by the world market of ideas and products. There were two reasons that led to the use of tv and internet: one involved principle and one low costs. As far as principle is concerned, the concept prevails that valid architecture is a universal heritage; in fact, it represents a common language that is to be rightfully shared with the whole world. The use of tv and internet is also inexpensive, as they are considered as cognitional and updating messages for everyone in real time, and have acceptable production and broadcasting costs. Constant positive development of the means is foreseen thanks to the great attention that scientific research pays to upgrading technical, logistic and economic factors. Information highways are being planned for the infrastructures in countries all around the world. Archiworld Channel was born from the experience of a group of professionals, architects, journalists, copywriters and technicians who, since 1994, have been working together with corporations, institutions, companies and thematic communication studios. It has distinguished itself thanks to its remarkable output of magazines, newsletters, websites, videos and films, and installations, and to its organization of meetings and conferences.
The exhibition “Spatial Constructions” will be on through February 26th at the Museum für Angewandte Kunst in Vienna. A series of objects are on show, representing the radical vision involved in the creation of the space devoted to Aleksandr Mikhailovich Rodchenko (1892-1956). Realized thanks to contributions from the Rodchenko Society of Moscow and the Russian capital’s Shusev State Museum of Architecture, the exhibition explores the Russian avant-gardist’s studies on plane surfaces and their transition in the three-dimensionality of space. Rodchenko was a painter, designer, graphic artist, photographer and a co-founder of Russian Constructivism; during the 1920s, he designed freely suspended volumes, cardboard and wooden kinetic sculptures, and – together with his students from the Higher Technical-Artistic Studios (Vkhutemas) – he created massive square wooden blocks, arranging them freely in space. He documented these works with a series of photographs, but he later destroyed them, fearing that their geometric, abstract radicalism would not be understood. Now the MAK is presenting his preliminary drawings and his photographs, in addition to a series of works that were especially reconstructed for the occasion. Aleksandr Rodchenko, Disegno per un tavolo da scacchi per il/Design of a chessboard for the Workers’ Club, inchiostro su carta/ink on paper, 30 x 25.5 cm, 1925 (© Rodchenko & Stepanova Archive/MAK).
Charlotte Perriand inedita A Centre Pompidou E’ aperta fino al 27 marzo la mostra che il Centre Pompidou dedica alla figura e al lavoro di Charlotte Perriand (1903-1999), il cui percorso progettuale la colloca tra i pionieri del design e dell’architettura degli spazi. Un’esposizione di ampiezza eccezionale per tipo e quantità di materiali e documenti presentati attinti direttamente dagli archivi di Charlotte Perriand e da cui è possibile rintracciare le tappe fondamentali della sua collaborazione sia con Le Corbusier, sia con Jean Prouvé, e scoprire anche aspetti inediti del suo lavoro, accanto a una sessantina di documenti originari. Il percorso che accompagna in questo suggestivo viaggio segue una successione cronologica toccando i periodi più significativi e produttivi della vita della Perriand. Nove sale consentono così di seguire i passaggi salienti del suo percorso creativo: lo spirito moderno, l’alloggio minimo, l’impegno, il Giappone, la residenza collettiva, l’arte d’abitare, il Brasile, la montagna, la casa del thé. Attraverso modelli, allestimenti, scritti, fotografie d’epoca e un film inedito “Charlotte Perriand et Les Arcs” è possibile entrare nello spirito del tempo, comprendere le spinte innovative e rivoluzionarie, l’impegno sociale e il credo in nuovi valori che caratterizzò tutto il lavoro di questa protagonista dell’avanguardia del Novecento, sia come teorica dell’arte di abitare, sia per la sua posizione di rottura con la tradizione e per le sue fondamentali ricerche sull’alloggio minimo a fianco di Le Corbusier e di Jean Prouvé.
An exhibition devoted to work by Charlotte Perriand (1903-1999) – a pioneer in the sphere of design and architecture – will be open through March 27th at the Centre Pompidou. This is an exceptionally large-scale show thanks to the different types and large quantity of materials and documents that were directly drawn from Charlotte Perriand’s archives. The main stages of her collaboration both with Le Corbusier and with Jean Prouvé are traced, and new aspects of her work are unveiled, as well as about sixty original documents. This suggestive journey takes us through a chronological succession that touches the most significant and productive periods of Perriand’s life. The main stages of her creativity can be followed through nine halls: The modern spirit, Minimal housing, Commitment, Japan, Collective housing, The art of living, Brazil, The mountains, The tea house. Models, settings, writings, period photographs and an unpublished film, “Charlotte Perriand et Les Arcs”, sweep us into the spirit of the time, helping us understand the innovative, revolutionary drive, the social commitment and belief in new values that characterize all of Perriand’s work. Indeed, she was a protagonist of the twentieth-century avant-garde, both as a theorist on the art of living and for her break with tradition, as well as for her important research work on minimal housing jointly with Le Corbusier and Jean Prouvé.
Charlotte Perriand, Libreria dell’appartamento di/bookshelf at Jacques Martin,
Rio de Janeiro, 1962 (photo: José Carlos Vieiza/AChP).
211 l’ARCA 95
Paris-London
Tra realtà e immaginazione Mueck in Paris
Protagonismo erotico Abramovic in Milan
La donna nell’arte Eve’s Faces
Nonostante le divergenze che talvolta accompagnano i legami culturali tra Parigi e Londra, oggi particolarmente evidenti in campo artistico, numerosi sono gli artisti contemporanei che lavorano su una sintonia sottile con il simbolismo, fenomeno che si è rilevato particolarmente accesi in questi ultimi cinque anni in Inghilterra e che in Francia è risultato particolarmente diffuso con la fine degli anni Novanta. Un panorama della creazione artistica contemporanea che segue questo filone è testimoniato dalla mostra in corso a Parigi allo Spazio EDF Electra fino al 5 marzo. Il simbolismo e il romanzo A ritroso di Huysmans, costituiscono infatti il punto di partenza di “Le voyage intérieur, Paris-London” che riunisce i lavori di 23 artisti, tra i 35 e i 50 anni che vivono a Londra e a Parigi, presentando un centinaio di opere in uno spazio scenografico assolutamente inedito. L’allestimento si ispira infatti agli ambienti decadenti, votati ai capricci della contemplazione della casa di Des Esseintes, sintesi tra labirinti, caleidoscopi e filtri, mentre la mostra si struttura in una quindicina di zone, come la Black Latex Vampire Zone con pavimenti ricoperti di latex nero e muri verde cremisi, la cave in lana bianca e rossa, o le tende-correnti d’aria che producono una drammaturgia del vento, dove sono sistemate le diverse opere. Ambienti eleganti e artificiali, ma anche ambigui e a volte minacciosi che offrono un itinerario affascinate e curioso che accompagna il pubblico tra sorpresa e inquietanti emozioni.
All’artista australiano Ron Mueck (1958) è dedicata la mostra in corso alla Fondation Cartier di Parigi fino al 19 febbraio. L’intero piano terreno è occupato da un insieme di opere, tra cui due di dimensioni monumentali, create appositamente per quest’occasione e presentate in un volume pensato all’insegna della trasparenza. Mueck esplora le contraddizione del vivente creando una tensione tra l’universo reale e fantastico. Le sue sculture sembrano esseri viventi e colpiscono per la forza del loro potere evocativo, vene, rughe, peli, pelle, muscoli, nulla è tralasciato per raggiungere una perfezione del dettaglio che turba e affascina. Non è tanto una riproduzione della realtà, quella ricercata dall’artista, ma un’imitazione minuziosa di ogni particolare che dà vita a suoi personaggi. Le misure delle sue sculture sono un altro elemento di suggestione, a volte più piccole a volte molto più grandi della scala umana. Altro aspetto caratterizzante, la maestria con cui Mueck padroneggia i materiali, dopo aver utilizzato per lungo tempo la fibra di vetro, da qualche hanno privilegia il silicone, materiale più plasmabile per trattare alcuni parti del corpo come mani e testa e che permette di inserire peli e capelli uno a uno. I corpi, nudi, chiusi su se stessi, coricati o in agguato, riflettono altrettanti stati del corpo provocando inquietudine e vulnerabilità, ma l’innegabile choc che provocano nell’osservatore lascia subito il posto a un intrigante gioco d’immaginazione.
E’ in scena, dal 20 gennaio al 23 aprile 2006, nello spazio Hangar Bicocca in Milano, Marina Abramovic con una mostra organica che si evidenza spettacolarmente mediante un allestimento dove tecnologici multischermi si articolano in un ordine imprevedibile lungo le navate dell’ex capannone. La Abramovic, il cui talento nell’arte performativa è internazionalmente riconosciuto, espone sei opere: il nuovo lavoro Balkan Erotic Epic e altre cinque video installazioni, create tra il 2001 e il 2003. L’artista iugoslava, da sempre impegnata a utilizzare integralmente il proprio corpo sfidandone i limiti fisici e mentali, crea opere che, attraverso la quotidianità comportamentale, si trasformano in un’unicità psichica. Nella mostra, curata da Adelina von Fürstemberg, Balkan Erotic Epic si manifesta mediante due opere distinte: un’istallazione video su multischermo e un filmato di dodici minuti con lo stesso titolo, che l’artista iugoslava così commenta: “L’opera prende spunto dai miei studi sulla cultura popolare nei Balcani e sull’uso dell’erotismo; attraverso questo l’essere umano ambisce a diventare simile agli dei. La gente credeva che nell’energia erotica ci fosse qualcosa di sovrumano proveniente non dall’uomo ma da forze superiori”. Oltre a questo nuovo lavoro sono in mostra le opere: Balcan Baroque, The Hero, Count on Us, Tesla Urn e Nude With Skeleton.
Il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure (Alessandria) presenta fino al 9 aprile la mostra “I Volti di Eva- La donna nell’arte tra ‘800 e avanguardia”. Circa novanta i dipinti (sia storici che inediti) in mostra che intendono indagare l’immaginario femminile nell’arte attraverso un secolo di storia, dall’Ottocento Romantico alle avanguardie contemporanee del Novecento. Un tema affascinante che si propone di mettere in luce il ruolo sociale della donna e di studiarne i profondi mutamenti succeduti nel modo di rappresentarlo. Tra gli autori in mostra maestri del secolo scorso come Balla, Baldessari, Mosé, Boccioni, Carena, Casorati, Chessa, De Chirico, Guttuso, Paolucci, Sironi, ma anche artisti dell’Ottocento come Grosso, Focardi, Montezemolo Ranzoni.
Jean-Luc Blanc, Sans titre, 2000 (courtesy Art : Concept, Paris).
The show under way at the Fondation Cartier in Paris (open through February 19th) is devoted to the Australian artist Ron Mueck (1958). The ground floor is taken up by a group of works, two of which were especially created and are monumental in size, and are presented within a transparent volume. Mueck explores the contradiction of the living, creating a sort of tension between the real and the imaginary universe. His sculptures look like living beings, and are striking due to their strong evocative
A tre livelli Borel’s Architecture
I colori significanti In New York
Un’approfondita analisi del lavoro di Frédéric Borel è la proposta che la Galerie d’architecture di Parigi presenta nella mostra in corso fino al 23 febbraio. Tre piani distinti e sovrapposti articolano il progetto espositivo che vede appunto l’intersecarsi (o sovrapporsi) di tre momenti, il simbolico, l’immaginario e il reale. Il piano simbolico considera tutto ciò che al di là della semplice risposta al programma, designa quel aspetto “altro” che fa la differenza tra un’architettura e la costruzione. L’immaginario, si interroga, invece, sui possibili gradi di libertà del processo di progettazione, sui meccanismi di mentali in quanto variabili al schema procedurale, dimostrando come il desiderio di forme si cristallizzi alla fine per rispondere in modo preciso a una domanda sociale e alla situazione contestuale. La sfera del reale, infine, chiarirà in modo didattico come l’architetto si appoggi, senza mai opporsi, ai condizionamenti normativi (regolamentazione urbana, sicurezza delle costruzioni, costi, processi costruttivi ecc.) per farli rientrare nel modo più efficace e meglio finalizzato nella definizione finale delle sue prime intuizioni. La mostra dopo la Galerie d’architecture approderà alla Scuola Speciale d’Architettura di Parigi, da due al 26 marzo dove verranno presentate le foto in grande formato di Nicola Borel sull’opera di suo fratello. E. C.
Proseguendo nel suo programma teso a promuovere la conoscenza della storia e degli sviluppi del design, il Cooper-Hewitt National Design Museum di New York propone fino al 26 marzo una mostra che esamina il significato del colore come elemento progettuale attraverso tre secoli di creazioni per la moda. Il titolo della mostra è “Fashion in Colors” ed è stata organizzata dal Kyoto Costume Institute. L’esposizione raccoglie una sessantina di abiti occidentali dal 1700 a oggi che testimoniano i cambiamenti di percezione del colore attraverso le varie epoche e culture. L’allestimento è costituito da una serie di manichini collocati in sei diversi ambienti colorati che enfatizzano e sottolineano le associazioni culturali, spirituali e sociali collegate a ciascuna variazione cromatica, mettendo inoltre in evidenza dettagli e particolari “strutturali” degli abiti.
A close examination of Fréderic Borel’s work is what the Galerie d’Architecture in Paris is presenting in a show that will be open through February 23rd. The exhibition is composed of three distinct, intersecting or juxtaposed levels representing what is symbolic, imaginary and real. The symbolic level deals with everything that – beyond the exhibitive program itself – denotes the aspect that makes the difference between a work of architecture and something that is simply constructed. The imaginary dimension, on the other hand, looks at the degree of freedom that can be achieved in the planning process, and at the mental processes that constitute variables in plan procedures, demonstrating how, in the end, architectural outcomes are always a precise answer to social requirements and to the context itself. Finally, the sphere of reality is a didactic clarification of how architects always rely on – and never oppose – conditions posed by regulations (urban regulations, building safety, costs, building processes, etc.), and always find the most efficient way to make them fit into the final outcome of their original idea. After the Galerie d’Architecture, from 2 to 26 March the show will be moved to the Special Architecture School in Paris, where Nicola Borel’s large-scale pictures of his brother’s work will be presented.
96 l’ARCA 211
Junya Watanabe, giacca e gonna/jacket and skirt, poliestere e organza/polyester and organdy, 2000.
Frédéric Borel, Ecole de Paris Val de Seine.
power: veins, wrinkles, hairs, skin, muscles… nothing is overlooked, thus achieving a disturbing but captivating perfection in details. The artist does not really aim at reproducing reality, but at a minute imititation of every detail that gives life to his subjects. The size of his sculptures is another suggestive element: some of them are smaller and some are a lot larger than the human scale. Another characterizing feature is Mueck’s mastery of the materials he uses. After having used fiberglass for a long time, recently he has shown a preference for silicone, a more malleable material which is easier to use for the molding of body parts such as hands and heads, and which allows for the insertion of hairs and hair…one by one. The nude bodies are either all bent up, lying down or seem to be lying in ambush, reflecting actual body postures, and thus inducing a sense of unease and vulnerability. These sculptures are undeniably shocking to the onlooker, giving way to an intriguing play of the imagination.
Luis Arenas, Portrait of Ron Mueck, 2005.
The Cooper-Hewitt National Design Museum in New York is hosting an exhibition that means to examine the significance of color as a design element through three centuries of fashion creations. The museum is thus continuing its program aimed at promoting historical knowledge and developments in the world of fashion design. The show is entitled “Fashion in Colors”, and was organized by the Kyoto Costume Institute. On display is a collection of about seventy Western-style articles of clothing that – from 1700 to today – bear witness to the changes that have taken place in color perception through various eras and cultures. The setting consists in a series of mannequins placed in six differently colored milieus that emphasize and highlight cultural, spiritual and social associations with different periods, and also point out the “structural” details of the clothes.
made full use of her body, challenging its physical and mental limits – creates works which are transformed into a psychic uniqueness through everyday behavior. In this exhibition, curated by Adelina von Fürstenberg, Balkan Erotic Epic features two different works: a multi-screen video installation and a twelve-minute film by the same title, which the Yugoslavian artist comments on: “The work draws from my studies on the popular culture of the Balkans and on the use of eroticism; through this, human beings aspire to becoming like the gods. People used to think that there was something superhuman in erotic energy – something that didn’t come from man but from higher forces.” In addition to this new work, her other works on display are: Balcan Baroque, The Hero, Count on Us, Tesla Urn and Nude With Skeleton.
Marina Abramovic is the protagonist of a show which opened on January 20th and will be on through April 23rd at the Bicocca Hangar in Milan. This organic exhibition features a spectacular setting in which technological multiscreens are arranged in an unexpected order along the former hangar’s aisles. Abramovic, whose talent in performance art is acknowledged worldwide, is showing six of her works: her new Balkan Erotic Epic and other five video installations created between 2001 and 2003. The Yugoslavian artist – who has always
Marina Abramovich, The Hero.
Tutto Artaud
Dita vitali Sun Kwak in Turin Fino all’11 marzo la Galleria torinese Vitamin Arte Contemporanea presenta la prima personale europea di Sun Kwak, artista coreana che vive e lavora a New York. La chiave di accesso al lavoro di Sun K. Kwak sta nell’osservarla percepire la sua installazione un attimo prima di realizzarla. Con le sue braccia sottili sembra danzare lentamente per prendere coscienza delle caratteristiche del luogo. La luce, i materiali, la struttura, gli odori, i rumori, le forme circostanti sono nozioni che l’artista acquisisce muovendo le dita nell’aria. Come le antenne di un insetto, le dita di Sun superano gli elementi funzionali dell’architettura, che lei considera barriere morte e opprimenti, tagliando con una lama sottile lo scotch nero, il suo mezzo espressivo per definizione, e trasformandole in linee di sinuosa vitalità. Quello che ci rimane è l’ultimo stadio del processo creativo che l’artista considera liberatorio. Consumando innumerevoli rotoli di sottile adesivo, Sun K. Kwak dà vita a queste radici rampicanti che, come edera notturna, ridisegnano lo spazio secondo trame invisibili.
In Novi Ligure (Alessandria), the Museum of the Campionissimi is presenting the exhibition “Eve’s different faces – Women in art from the nineteenth century to the avant-gardes”. About ninety paintings (both historical and on display for the first time) are on show, all of which examine the world of women in art through a century of history, from nineteenth-century Romanticism to the twentieth century’s contemporary avant-gardes. This captivating theme highlights the social role women cover, and examines the deep changes that have followed one another in the representation of this role. Some of the twentieth-century authors on show are Balla, Baldessari, Mosé, Boccioni, Carena, Casorati, Chessa, De Chirico, Guttuso, Paolucci and Sironi, and the nineteenth century artists include Grosso, Focardi, Montezemolo and Ranzoni.
Until March 11th, the Vitamin Contemporry Art Gallery in Turin is presenting the first European solo show devoted to Sun Kwak, a Korean artist who lives and works in New York. The key to Sun K. Kwak’s work lies in watching her perceive her installations an instant before she begins creating them. With her slender arms, she seems to be engaged in a slow dance as she gains awareness of the site and its characteristics. The surrounding light, materials, structure, smells, sounds and shapes are notions the artist acquires by moving her fingers through the air. Just like an insect’s antennae, Sun’s fingers exceed the functional elements of architecture, which she sees as dead, oppressive barriers. With a sharp blade, she cuts her black scotch tape, her own special expressive means; she shapes it into sinuously vital lines. What remains is the last stage of a creative process which, for the artist, is liberating. As she devours countless rolls of thin tape, Sun K. Kwak gives life to climbing roots, which, like ivy in the night, redesign space with invisible weavings.
Il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenterà fino al 12 febbraio 2006 un “montrage” – dalle parole francesi montage (montaggio) e montrer (mostrare) – multimediale dedicato all’artista/poeta/attore e regista teatrale Antonin Artaud (1896-1948), considerato una delle personalità più sovversive della sua epoca. Con il titolo “Artaud, Volti / Labirinti”, questo “montrage”, concepito da Jean-Jacques Lebel e realizzato con la partecipazione di Dominique Païni, offre una visione complessiva di tutte le attività creative di Artaud, connettendole l’una all’altra e testimoniando la loro stupefacente molteplicità. Accanto a una selezione di disegni – fra i quali figura un buon numero di autoritratti – di preziosi manoscritti, di lettere, di documenti a stampa, di fotografie, vi sono anche alcuni ritratti di Artaud eseguiti dai suoi amici: Jean Dubuffet, Man Ray, Balthus, Eli Lotar, Armand Salacrou, Denise Colomb, Georges Pastier, per citarne alcuni. Una sezione è dedicata al rapporto tra Artaud e il teatro. Viene inoltre presentato il repertorio completo delle ventidue apparizioni cinematografiche di Artaud, allestito da Dominique Païni con un complesso sistema di schermi che riflettono gli uni sugli altri i ruoli interpretati da Artaud, dando vita a un magma incandescente. Un’attenzione particolare è riservata ai suoi testi, compresi quelli scritti nella lingua di sua invenzione, sotto l’egida del filosofo Gilles Deleuze che dell’opera di Artaud ha fornito una lettura innovatrice.
Man Ray, Ritratto di Antonin Artaud, fotografia b/n-stampa d’epoca/black and white photographvintage print, 23 x 17,2 cm, 1926 (Courtesy Galerie 1900-2000, Parigi, © Man Ray Trust by SIAE 2005).
211 l’ARCA 97
Guerra come ispirazione In Florence
Grandi protagonisti Between Siena and Rome
Convegno su luce e architettura
Con circa 150 opere tra dipinti, sculture, disegni e incisioni, il Museo Marino Marini di Firenze ripercorre fino al 26 marzo la storia artistica italiana tra le due guerre in occasione del novantesimo anniversario dell’entrata dell’Italia nella I Guerra Mondiale. Intitolata “La Grande Guerra degli Artisti”, la mostra considera come la Grande Guerra sia stata una esperienza spartiacque per l’arte italiana, spingendo gli artisti ai limiti delle loro possibilità e della loro creatività nel tentativo di dare forma a una serie di eventi che sconvolsero non solo la capacità razionale di comprensione, ma anche le regole e le convenzioni del fare artistico. La grande Guerra ha prodotto un’enorme quantità di immagini, realizzate con materiali eterogenei e capaci di spaziare dagli appunti grafici presi frettolosamente in trincea dai soldati/artisti alle grandi esposizioni d’arte militare, dalla retorica della propaganda alle vignette satiriche, dalle rielaborazioni del dramma alla sua celebrazione. Da Carrà a Balla, da Sironi a Severini da Soffici a Viani, questa mostra testimonia l’interesse socio-culturale e la grande qualità estetica di un periodo tra i più intensi del Novecento.
Fino al 5 marzo a Palazzo Squarcialupi di Siena sono riuniti 170 capolavori in una mostra dal titolo “Siena e Roma. Raffaello, Caravaggio e i protagonisti di un legame antico”. L’evento espositivo si propone di ricostruire i profondi rapporti culturali che legano le due città, partendo dalla fondazione romana di Siena e muovendosi sulla linea della medievale via Francigena alla scoperta e riscoperta delle opere di artisti innovativi che oltre a Caravaggio e Raffaello annoverano i nomi di Ambrogio Lorenzetti, Jacopo della Quercia, Domenico Beccafumi, Francesco di Giorgio Martini, Sano di Pietro, per citare solo alcuni degli autori di questa eccezionale selezione di dipinti, disegni, sculture, stampe, oreficerie, documenti di archivio provenienti dai maggiori musei e collezioni italiani e mondiali.
AIDI, nell’ambito della decima Biennale di Architettura presente a Venezia nel 2006, ha organizzato un Convegno che si svolgerà il 9 e il 10 ottobre sul tema “Luce e Architettura”. L’intento è di promuovere un dibattito allargato tra i vari professionisti della luce e gli utenti, sviluppato in due settori operanti affiancati sul concetto di vivibilità, efficienza e comfort degli spazi esterni e interni. Il Convegno sarà stimolante per il presente e un futuro sui quali AIDI ripone notevoli aspettative. “Luce e Architettura” affronterà i seguenti temi: Luce e paesaggio urbano; Luce: linguaggio dello spazio; Luce, ambiente, energia; Luce, forma, tecnologia; Luce e ombre: arte, scenografia, emozioni. Per partecipare come relatori al Convegno è necessario presentare una memoria. L’invito è esteso a
Ninety years after Italy joined in World War I, the Marino Marini Museum in Florence is tracing the history of Italian art between the two Wars. About 150 pieces, including paintings, sculptures, drawings and etchings will be on show through March 26th. Entitled “The Great War among Artists”, the show leads us to reflect upon how the Great War constituted a divide in Italian art. In fact, it drove artists to the limits of their possibilities and creativity, in an attempt to give shape to a series of events that not only disrupted rational comprehension, but also the rules and conventions involved in art production. The Great War produced an enormous number of images created with different materials, spanning from quick notes taken by soldiers/artists in the trenches to great military art exhibitions, from rhetorical propaganda to satirical cartoons, and from the reenactment of the tragedy to its celebration. From Carrà to Balla, from Sironi to Severini, from Soffici to Viani, this show bears witness to the sociocultural interest and the great esthetic quality of one of the twentieth century’s most intense periods.
Until March 5th, 170 masterpieces will be on display at the Squarcialupi Palace in Siena, which is hosting an exhibition entitled “Siena and Rome. Raffaello, Caravaggio and the protagonists of an ancient bond”. The event means to reconstruct the deep cultural ties between the two cities, beginning with the Roman foundation of Siena and following along the medieval route of via Francigena, on a quest for – and rediscovery of – works by innovative artists. In addition to Caravaggio and Raffaello, the latter include names such as Ambrogio Lorenzetti, Jacopo della Quercia, Domenico Beccafumi, Francesco di Giorgio Martini, and Sano di Pietro, just to mention a few of the authors of this extraordinary selection of paintings, drawings, sculptures, prints, jewelry and records coming from the archives of the major Italian and worldwide museums and collections.
Visioni e azioni Lo Spazio Oberdan di Milano ospita fino al 26 febbraio la terza edizione di “Techné – Tra arte e tecnologia, l’immagine infinita. Schermi, visioni, azioni”. La rassegna indaga i rapporti tra immagine video, sia essa analogica o digitale, e i suoi possibili utilizzi artistici “oltre lo schermo”. In mostra le opere di quattordici artisti italiani e non tra cui gli ormai “classici” Bill Viola e Cris Marker, Studio Azzurro e Ugo Rondinone, ed esponenti di realtà espressive più estreme come Terry Flaxton. Nei tre giorni conclusivi della mostra, 24, 25 e 26 febbraio, all’Hangar Pirelli Milano Bicocca, sarà inoltre allestito un progetto artistico ideato da Gabriele Amadori, il “Tableau Vivant-Magic Flute”, una installazione scenica di 8x10x11 metri nella quale nascono e vivono 125 elementi simbolici/astratti che si muovono sulle note del Flauto Magico di Mozart, in omaggio all’inizio dell’anno mozartiano. Media_Formasuono, Capriccio spaziale, installazione acusmetrica/acusmetri c installation, 2005. A destra/right, Doris Salcedo, Installation for the 8th International Instanbul Biennale, 1550 sedie/chairs 2003 (Photo Muammer Yammaz - Courtesy Alexander and Bonin, New York).
98 l’ARCA 211
Festeggiati e superati i 25 anni di attività, Ceramica Globo si riconosce nei fattori da sempre perseguiti quali la concezione industriale, l’attenzione nella progettazione e l’impegno dedicato a innovazione, tecnologia e design. Seguendo il concetto “progettare l’innovazione”, l’azienda privilegia l’impegno di dare identità al prodotto tanto da renderlo, oltre che utile e funzionale, di forte impatto formale e sensoriale in termini di benessere sia tattile sia ergonomico. Il designer di riferimento per l’azienda è Antonio Pascale, ideatore della collezione OpenSpace che comprende il lavabo Stone, premiato con il “design plus” in occasione dell’ISH di Francoforte 2005. Esponente rappresentativa del Made in Italy, Ceramica Globo realizza la propria produzione all’interno di due stabilimenti, rispettivamente dislocati uno nel comune di Castel S. Elia (VT), e l’altro nel comune di Fabbrica di Roma (VT).
Nuovi insediamenti
Raffaello Sanzio, Angelo con pianeta Marte, disegno/drawing, XVI sec. (Lille, Musée Wicar).
Duilio Cambellotti, Bozzetto per il manifesto “Munizionamento” , china e tempera su carta/China ink and tempera on paper, Roma1917, Archivio Cambellotti.
tutti i professionisti della luce, architetti, ingegneri, progettisti, interior designer, industrial designer, pianificatori, Pubbliche Amministrazioni, imprese di settore, centri di ricerca, università, e gli interessati ai temi specifici proposti. Per conoscere le modalità di partecipazione al Convegno consultare il sito internet www.aidiluce.it . I sommari delle memorie dovranno essere inviati entro il 28 febbraio 2006 via e-mail a segreteriadue@aidiluce.it. La selezione elle memorie verrà effettuata dal Comitato Scientifico del Convegno rappresentato da membri della cultura della luce italiana e internazionale. Tra gli altri fanno parte del Comitato Scientifico: Wout van Bommel, Mario Botta, Piero Castiglioni, Lorenzo Fellin, Alain Guihot.
Progetto tecnologia e design
Arte giovane a Torino Three Ts Un nuovo appuntamento triennale va ad arricchire l’offerta artistica torinese. Si è infatti inaugurata a novembre, per terminare il 19 marzo, “T-Torino Triennale Tremusei” che si svolge negli spazi di tre consolidate realtà museali del territorio torinese: il Castello di Rivoli, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il GAM. Curata da Francesco Bonami e Carolyn Christov-Bakargiev, questa prima edizione si intitola “La Sindrome di Pantagruel”, ispirandosi al protagonista grottesco al limite dell’assurdo dei romanzi di cinquecenteschi di François Rabelais, eroe ideale di una civiltà di passaggio come fu quella tra Medioevo e Rinascimento e come, forse, è la nostra. La Triennale è divisa in tre sezioni: una dedicata a 75 giovani artisti internazionali – selezionati da una rete di corrispondenti, giovani curatori indipendenti, radicati nelle realtà artistiche europee – che presentano lavori inediti e sperimentali, allestiti nelle tre sedi; una personale di Doris Salcedo al Castello di Rivoli; una personale di Takashi Muratami alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Turin’s artistic heritage is to be enriched with a new triennial. In fact, last November, “T-Torino Triennale Tremusei” (Three museums T-Turin Triennial) was inaugurated. The show is organized in three of the Turin area’s consolidated museum spaces: the Castle of Rivoli, the Sandretto Re Rebaudengo Foundation and the GAM. Curated by Francesco Bonami and Carolyn ChristovBakargiev, this first edition is entitled “Pantagruel’s Syndrome”, and is inspired by the grotesque, almost absurd protagonist of François Rabelais’s sixteenthcentury novels – the ideal hero of the transitional civilization that emerged between the Middle Ages and the Renaissance, and which, perhaps, we are experiencing in our times.
The Triennial is divided into three sections: one is devoted to 75 young international artists selected by a correspondent network of young, independent curators who are firmly rooted in the world of European art: these artists present new experimental works which are on display in the three museums. Doris Salcedo is presented in a solo exhibition at the Castle of Rivoli, and a solo show is also devoted to Takashi Muratami at the Sandretto Re Rebaudengo Foundation.
Nel suo costante processo di ampliamento e internazionalizzazione strategica, il Gruppo Mapei ha inaugurato lo scorso novembre un nuovo stabilimento produttivo in Spagna, a Cabanillas del Campo (Guadalajara). Due le motivazioni che hanno suggerito la costruzione della nuova fabbrica: l’avvicinamento per una distribuzione locale mirata alle esigenze e la riduzione dei costi di trasporto per i clienti della zona centrale della Penisola Iberica e la volontà di incorporare le ultime tecnologie applicate al processo di produzione, che consentono di ottenere una vasta gamma di prodotti secondo i rigorosi standard di qualità del Gruppo. Lo stabilimento, costruito con la stretta collaborazione del general contractor Gran Europa, si estende su un terreno di 17.000 metri quadrati dei quali 6.000 coperti, e ha una capacità di
18 tonnellate all’ora, pari a circa 80.000 tonnellate annue. La produzione è iniziata con gli adesivi per la posa di ceramica e pietra naturale e con la gamma di intonaci colorati monocapa Mapefront. Attualmente il prodotto principale è l’adesivo cementizio per piastrelle ceramiche Mapeset; creato appositamente per il mercato spagnolo. Costituito da 40 aziende consociate con 43 stabilimenti operanti nei cinque continenti e un fatturato previsto per il 2005 di 1200 milioni di euro, il Gruppo Mapei è oggi il maggior produttore mondiale di adesivi e prodotti complementari per la posa di pavimenti e rivestimenti di ogni tipo, e specialista in altri prodotti chimici come impermeabilizzanti, malte speciali e additivi per calcestruzzo, prodotti per il recupero degli edifici storici.
Tendenzialmente catalogo
Nuova rassegna
Impegnata nel confronto con le proprie complessità progettuali e oggettive, Zucchetti ha realizzato il nuovo catalogo WaterWords che, impostato sulla sensazione e l’emozione, evoca ambienti e spazi allusivi ed eletti quale riferimento ideale e narrativo a presentazione delle le proprie gamme di prodotti. Inteso come strumento di lavoro, il catalogo è stato studiato dallo Studio Palomba Serafini e risolto graficamente da Studio Diade, con l’intenzione di proporre una pubblicazione a carattere fortemente estetizzante, comprensibile da più livelli di gradimento. WaterWords dispone di 185 pagine suddivise in tre sezioni: nella prima si accostano a spazi del vissuto contemporaneo immagini del prodotto; nella seconda si evidenziano foto suggestive di rubinetti ambientati; nella parte finale vengono riportate rigorosamente le schede tecniche. Concepite nella più completa essenzialità contestuale, figurano nel catalogo 11 collezioni complete disegnate da Roberto+Ludovica Palomba (Pan e Soft), Matteo Thun e Antonio Rodriguez (Bellagio e Isysystem), Barbara Sordina (Aguablu e Delfiflu), Raul Barbieri (Zetatron, Spin e Mondo), Giorgio Marianelli (Nemo e Delfi)
Il nuovo evento a carattere internazionale messo a punto in Torino, è la rassegna “T Torino Triennale Tremusei”, impegnata a proporre le più attuali produzioni nel campo delle arti visive. La Triennale è organizzata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, dalla Fondazione Sandretto Re Baudengo e dalla GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Ogni edizione di “T” è pensata per articolarsi in due sezioni: nella prima sono invitati a partecipare 75 giovani artisti che, provenienti da tutto il mondo, presenteranno opere inedite e sperimentali, nella seconda sezione si propone di rendere omaggio, con mostre personali, a due artisti già affermati.
Illuminare un sommergibile Già partecipe nel passato con forme di collaborazione riservate al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, iGuzzini si è attualmente impegnata a illuminarne il noto Sommergibile Toti, posizionato, dallo scorso agosto, davanti all’ingresso principale del Museo in via Olona. Per l’occasione, gli apparecchi scelti dovevano disporre di alte performance tecnologiche e di essenzialità formale; caratteristiche proprie dei proiettori MaxWoodi e Woody che, disegnati da Cucinella, sono stati
Per l’interior design Nata dalla divisione Ricerca e Sviluppo di Alpi, la collezione New Concept Wood 2006, orientata verso l’interior design e la moda, rappresenta una novità esclusiva e di grande versatilità, adattabile per innumerevoli esigenze progettuali grazie a un mix caleidoscopico e stupefacente di colori, texture e motivi decorativi. Alpi, grazie a una quarantennale esperienza nel settore dedicata allo studio e alla realizzazione di gamme ad alto livello, è in linea con le tendenze e gli stili dell’arredamento. Con quest’ultima collezione l’azienda ha individuato nei designer, progettisti e nelle aziende gli interlocutori ideali per apprezzare e utilizzare le straordinarie qualità estetiche e tecnologiche del legno multilaminare.
Arte in Fiera impiegati sia per l’illuminazione generale del sommergibile sia per evidenziarne alcuni particolari come l’elica. Gli stessi proiettori illuminano i giganteschi pannelli collocati sulla facciata dei padiglioni adiacenti l’ingresso, che illustrano la spettacolare traversata che il sommergibile aveva intrapreso partendo da Cremona. Per risolvere l’illuminazione dal basso sono invece stati utilizzati i proiettori Light up Professional a incasso, disegnati da Jean Michel Wilmotte.
Sarà presente dal 39 marzo al 2 aprile 2006 a Fieramilanocity, l’undicesima edizione di MiArt, la nota Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano. Gli spazi disponibili, come nell’edizione precedente, sono determinati da pannelli alti 4 metri, e si differenziano come settore Moderno e settore Contemporaneo. Ai galleristi che parteciperanno alla manifestazione verrà ancora una volta richiesto di presentare un progetto espositivo, giudicato in seguito da un Comitato Consultivo. I galleristi Benjamin Brown di Londra e Philomene Magers di Monaco rivestono il ruolo di Ambassador della manifestazione milanese nel loro Paese. Consulente artistico è Pasquale Leccese, mentre Roberta Tenconi è consulente per il settore Anteprima.
211 l’ARCA 99
Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Laminato di prestigio
Piazza-monumento
Attiva dal 1957, Abet Laminati ha iniziato da allora la produzione di laminati decorativi ad alta pressione nel suo stabilimento di Bra (Cuneo). Nasce negli anni ’60 il marchio Print HPL (Hight Pressure Laminates), ottenendo da subito l’alto gradimento del mercato di settore, e affermandosi con il tempo tra le maggiori aziende di laminato a livello mondiale. Interessata e partecipe agli sviluppi sociali e culturali, Abet Laminati si è costantemente dimostrata preparata e all’altezza delle esigenze più sofisticate del momento, con materiali e soluzioni tecniche avanzate, supportati da una modernissima struttura produttiva. Nel 1987 viene premiata con il primo Compasso d’Oro che precede il secondo assegnato alla “carriera” e riceve nel tempo moltissimi altri riconoscimenti. E’ in corso il rinnovo delle collezioni previste nel triennio 2005-2007, mentre nel frattempo si è affermata straordinariamente la “preziosa” collezione Silver; laminato Print lucido e specchiante che intercetta la luce naturale e la riflette. Notevole successo anche per la collezione Metalprint; colori metallici brillanti e satinati, colori saturi e legni su fondo argento, colori opalescenti ottenuti con l’impiego di laminato Diafos, mediante un effetto di profondità su fondo argento.
Si è inaugurata a Kobe, in Giappone, una nuova piazza, espressione di un concorso indetto da Assopiastrelle e Fiera Bologna per la riqualificazione della metropoli nipponica devastata da un terremoto nel 1995, vinto da Barbara Agnoletto e Laura Mascino. L’opera, che prenderà il nome di Piazza Italia, è stata pensata come un monumento realizzato su due piani i quali, inclinandosi, si intersecano tra loro; uno presenta un’estensione superficiale di 1200 mq, e l’altro di 2000 mq. Quest’ultimo, che costituisce la piazza vera e
Meraviglie del legno Wonderful Wood propria, sarà rivestito dalle ceramiche Del Conca mediante l’impiego di una piastrella innovativa, resistente all’usura e al transito di veicoli, e di tipologia antisdrucciolo. Capace di evocare suggestioni estetiche con una dinamica superficiale modulata, la piastrella prescelta è di tonalità blu, a richiamo di valori coloristici italici emergenti nel Rinascimento. Le piastrelle sono caratterizzate da una facciata rigata, frutto di una ricerca dedicata alla realizzazione di materiali altamente performanti.
Sistema ad alta tecnologia Acqua-stop, di Magnetti Building, è un esclusivo sistema di coperture ad alta tecnologia, studiato per realizzare costruzioni del tutto impermeabili. L’esclusività prevede un “sistema integrato”, capace di combinare la particolare tecnologia di applicazione del manto con gli elementi di copertura realizzati da Magnetti Building. L’operazione implica: maggiore garanzia di curabilità delle coperture; maggiore sicurezza delle prestazioni;
razionalizzazione del processo di finitura in cantiere. Del tutto innovativa, questa tecnologia garantisce l’impermeabilità mediante la continuità del manto sull’intera copertura, e il fissaggio meccanico realizzato per induzione magnetica senza forature. Il sistema è stato messo a punto in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell’Università di Genova.
Tre fontane Nel parco della Triennale di Milano spiccano, dallo scorso novembre 2005, tre nuove fontane realizzate in Pietra Trentina, disegnate per l’occasione da Mario Botta, Pier Luigi Cerri ed Ettore Sottsass. L’occasione testimonia la validità di questo secolare materiale, utilizzabile in innumerevoli sfide progettuali, non ultime quelle relative all’arredo di spazi urbani. L’evento definito “La Triennale si veste di Pietra Trentina”, si articola inoltre in una serie di interventi che comprendono la pavimentazione del Fiat Café La Triennale, e la scultorea passerella centrale nel Parco; ambedue pavimentate con lastre in porfido del trentino, su progetto di Michele De Lucchi. La notevole gamma di pietre trentine: granito dell’Adamello o Tonalite, Verdello di Trento e Rosa di Terlano, sapientemente utilizzate da Mario Botta, Pier Luigi Cerri, Alessandro Guerriero ed Ettore Sottsass per la progettazione delle fontane, avranno un ulteriore impiego per una prossima fontana.
100 l’ARCA 211
Will Pryce L’architettura del legno-Una storia mondiale Bolis Edizioni, Azzano San Paolo (BG) 2005, ill. a colori, 320 pp Chi legge, studia, s’interessa d’architettura e incontra un libro come L’architettura del legno – una storia mondiale, composto e scritto da Will Pryce, per i tipi della Bolis Edizioni, non può che stupirsi. Abituati a rincorrere gli eventi, succede che quando ci si confronta con una rappresentazione mondiale di edifici caratteristici, che contengono lo sviluppo storico della tecnica costruttiva del legno, legata ai più disparati gruppi culturali etnici, si rimane stupiti e, certamente, non preparati a scoprire i rapporti di forme e di logiche che raccontano una specifica tecnica edificatoria. Will Pryce ci racconta, in un mondo ormai dimenticato, come dare corpo ai sogni, dai quali siamo distratti dalla nostra costante ricerca della concretezza di uno stile. Il sogno come fonte d’ispirazione e di disperazione, come determinazione di un assurdo che può diventare realtà. Già affascina che, alla fine del primo capitolo, è rappresentata una tipologia abitativa nata a Kyoto nel XIX secolo e chiamata dagli abitanti Le stanze delle anguille; piuttosto che lo stile georgiano a Newport, Rhode Island. In particolare tutto il volume sembra esprimere, in concreto, il significato del disegno realizzato da Heinrich Füssli dell’uomo affranto in mezzo ai resti di un colosso, dal titolo: L’artista moderno disperato di fronte alla grandezza dei monumenti antichi. Mario Antonio Arnaboldi
Segnalazioni Atlante della Pietra Trentina – Antichi e Nuovi Percorsi – Guida pratica all’utilizzo Nicolodi Editore, Rovereto (TN) 2005, ill. a colori, 360 pp Un inquadramento storico-artistico, con note sull’uso della Pietra Trentina dall’antichità a oggi. Il volume ha un corredo scientifico rigoroso e può essere strumento di consultazione per progettisti, operatori in campo edile, restauratori e appassionati di questo antico prodotto lapideo. Michele Costanzo Adalberto Libera e il Gruppo 7 dalle lettere del suo archivio Mancosu Editore, Roma 2004, ill. a colori e b/n, 126 pp Pubblicato per la serie “Grandi Tascabili dell’Architettura” il libro racconta le vicende architettoniche di Libera e del Gruppo 7 sulla base delle lettere ricevute e conservate dall’architetto trentino. I progetti di questo gruppo di giovani, esposti alle Mostre del 1927, 1928 e 1931, rimangano un pezzo di storia fondamentale dell’architettura del Novecento italiano e vengono illustrati con uno sguardo dall’interno e con la passione di cui da tempo Costanzo si interessa alla vicenda di Libera.
A Bologna
Medaglia d’Oro
Saiedue Living 2006, in programma dal 14 al 18 marzo a Fiera Bologna, si ripropone come luogo di riferimento con i propri Saloni Internazionali dell’Architettura, delle Finiture di Interni, del Recupero e delle Tecnologie per l’Edilizia. Temi chiave di questa venticinquesima edizione saranno l’utilizzo del colore, la sicurezza abitativa e l’edilizia sostenibile. Unitamente a una intensa campagna promozionale estesa a periodici di settore italiani e stranieri e a quotidiani nazionali, è in corso un’azione capillare di direct mailing impostata in un contesto coerente. Un notevole programma di iniziative inedite arricchirà la manifestazione.
Lo scorso novembre si è tenuta a Milano, in Triennale, la presentazione del bando per la seconda edizione del Premio “Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana”; evento con cadenza triennale che intende promuovere e riflettere sulle nuove e più interessanti opere costruite nel Paese. La manifestazione, organizzata dalla Triennale e da DARC, direzione Generale per l’architettura e l’Arte contemporanea, punta, mediante questa iniziativa, alla promozione pubblica dell’architettura contemporanea come espressione compiuta delle convergenze comuni, che coinvolgono il progettista, la committenza e l’impresa.
Architecture in Wood– A world history, entirely authored by Will Pryce and published by Bolis Editions, is a surprising book for all those who read about, study and are interested in architecture. Today we chase after events, but when we are confronted with a world representation of characteristic buildings that feature the historical development of wood building techniques linked to diverse cultural ethnic groups, we can’t but be overcome by amazement. Furthermore, we are certainly not prepared to discover the relationships between shapes and logic linked to specific building techniques. In a world that is now forgotten, Will Pryce tells us how to bring dreams to life; dreams we don’t heed in our constant quest for the concreteness of style. Dreams as a source of inspiration and desperation, as determing elements in an absurdness that can become real. The end of the first chapter is already captivating, as it represents a type of housing that was first developed in Kyoto in the nineteenth century, and that was called The rooms of the eels by its inhabitants; the Georgian style in Newport, Rhode Island, is another interesting example. In essence, all of the book seems to express the meaning of a drawing by Heinrich Füssli: man, griefstricken amidst the ruins of a colossus. This work is entitled: The modern artist, desperate as he beholds the greatness of ancient monuments.
Leslie M. Freudenheim Building with Nature-Inspiration for the Arts & Crafts Home Gibbs Smith Publisher, Salt Lake City 2005, ill. In b/n, 230 pp Il movimento Arts & Crafts è stato importante per l’evoluzione dell’architettura, cultura e società americane. Questo volume ne ripercorre le fonti ispiratrici e i risultati a livello locale e internazionale, proponendo una serie di documenti, lettere e immagini mai pubblicate prima. Gli spazi della memoria. Architettura dei Cimiteri Monumentali europei A cura di Mauro Felicori Luca Sassella Editore, Roma 2005, ill. in b/n, 284 pp Il volume è una rassegna dell’architettura cimiteriale
del XIX e XX secolo e delle più interessanti esperienze progettuali in corso. Capitolo centrale nell’architettura dei secoli passati, la tipologia degli “spazi della memoria” rimane centrale anche oggi, nonostante il progressivo diffondersi in molte città di costruzioni anonime e quasi nascoste. Guida agli operatori del Project Finance/Directory to Project Finance Operators in the Italian Market Edizioni Guerini e Associati, Milano 2005, 454 pp Terza edizione della Guida creata da Finlombarda, la finanziaria della regione Lombardia. E’ uno strumento pratico e versatile per l’informazione di quanti sono potenzialmente interessati alle operazioni di Project Financing: censisce gli Istituti di credito operanti in Italia e offre un approfondimento del ruolo che possono ricoprire in tali operazioni, le Assicurazioni monoline, le Agenzie di rating, i Fondi private equità specializzati nel settore. I.Points of View-Italian Design Tour Italian Design Agency, Milano 2005, ill. a colori, 232 pp Racconto per saggi e immagini della mostra itinerante I.DoT che sta portando in mostra in tutto il mondo i progetti di design dei giovani italiani. Un progetto di marketing culturale che ha come missione quella di definire e comunicare a livello internazionale le nuove tendenze del design italiano. Massimo Mola Come ascoltare gli edifici Spirali, Milano 2005, 137 pp Massimo Mola è un ingegnere che con questo libro vuole condividere la sua esperienza sul campo nella salvaguardia degli edifici e nel rispetto delle normative urbanistiche. E’ un racconto al tempo stesso stesso scientifico e appassionato, ricco di aneddoti, esempi, notizie. Un apologo dell’Italia amministrativa, rivolto non solo agli addetti ai lavori.
Elizabeth Nash Madrid Bruno Mondadori, Milano 2004, 272 pp Storia di una città che è tra le più vibranti capitali europee. Uno stile esuberante che tra piazze, strade e monumenti, vita notturna e paseo, ha creato una cultura urbana unica nella sua combinazione tra deferenza e insolenza, tra conformismo e innovazione, tra trasgressione e buon gusto. Pier Carlo Palermo Trasformazioni e governo del territorio. Introduzione critica Edizioni Franco Angeli, Milano 2004, 368 pp Governare le trasformazioni in contesti sociali e territoriali a elevata complessità (per ragioni diverse: fragilità, declino, sviluppo competitivo, squilibri, congestione ecc.): questo è il tema critico che mette alla prova le capacità istituzionali, politiche, amministrative e tecniche odierne e che viene affrontato in questo volume. Rassegna Editrice Compositori, Bologna 2005-11-25 Riprende, a ventisei anni dalla sua nascita, la pubblicazione della rivista “Rassegna”. Con un nuovo progetto editoriale, affidato a François Burkhardt, e una nuova veste grafica. La rivista conserverà gli aspetti monografici, analizzando tematiche che possano offrire motivi di riflessione e approfondimento sui grandi temi legati al progetto contemporaneo. Sale fino. Nuovi sapori dal design italiano Editrice Abitare Segesta, Milano 2005, ill. a colori, 132 pp Il volume, introdotto da Beppe Finessi, si propone come un invito a scuotere la creatività e le coscienze progettuali dei tradizionalisti del design italiano. Propone le idee e le invenzioni dei giovani designer e cerca di scuotere il coraggio e la passione, la voglia di rischiare e di sognare che appaiono talvolta affievoliti nel panorama italiano del design.
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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
Cina/China Beijing IASS Hangai Prize Premio per ricercatori, designer e ingegneri under 30 per studi e ricerche innovative nel settore delle strutture spaziali e a guscio/Prize for young (under 30) talented researchers, designers and engineers. The prize will be given to the winners of the international contest of research papers and resumes of the design projects or innovative ideas that are related to the field of shell and spatial structures Scadenza/Deadline: 31/6 Per informazioni: Internet: http://hangai_prize.iis.u-tokyo.ac.jp/ E-mail: hangaipr@iis.u-tokyo.ac.jp
Danimarca/Denmark Helsingor Centro Culturale Concorso per la realizzazione di un centro culturale con la costruzione di una biblioteca, una sala teatrale e locali annessi/Competition for the realization of Cultural Centre including a library, a theatre and annex facilities Scadenza/Deadline: 28/3 Per informazioni: Akademisk Arkitektforening Konkurrencesekretariatet c/a Flemming Deichmann Strandgade 27 A DK-1401 Kobenhavn K. Tel. +45 32 83 69 00 Fax +45 32 83 69 01 Internet: www.arkitektforeningen.dk/aa/ dk/konkurrencer E-mail: konkurrencer@aa-dk.dk
Francia/France Sophia-Antipolis Centro sociale a Biot Progetto per la realizzazione di un centro sociale a Biot. Il programma prevede la costruzione di un complesso destinato ad accogliere manifestazioni culturali, artistiche e scientifiche, su una superficie complessiva di 1.400 mq Competition for a Social centre in Biot. The brief asks for the construction of a complex destined to cultural, artistic and scientific events. Total surface: 1,400 sq.m Scadenza/Deadline: 3/3 Per informazioni: Communauté d’agglomération SophiaAntipolis Mme Emmanuelle Delahaye c/o CICA 2229 Route des Crètes F-06560 Sophia Antipolis Tel. +33 4 93002872 Fax +33 4 93002868 Internet: www.marches-securises.fr/ autorites-certification.html
Germania/Germany Dessau International Bauhaus Award 2006: Updating Modernism
102 l’ARCA 211
+ europaconcorsi
Concorso aperto a designer under 40 per progetti di design per qualsiasi settore di attività sul tema “Aggiornare il Modernismo”/Award open to designer under 40 years of age for design projects, irrespective of disciplines and professions, which tackle the “Updating Modernism” Scadenza/Deadline: 1/3 Monte premi/Total prize money: 12.000 Euro Per informazioni: Bauhaus Dessau Foundation Gropiusallee 38 D-06846 Dessau Tel. +49 340 65080 Fax +49 340 6508226 Internet: www.bauhaus-dessau.de E-mail: award@bauhaus-dessau.de
Frankfurt LEG-Preis 2006 Teures Erbe. Durchbruch zu neuer Qualität. Edifici storici dagli anni ’20 agli anni ’50 Il premio intende sensibilizzare i futuri architetti nei confronti degli edifici storici e della loro riqualificazione. Il programma propone tre edifci: 1) Heidenau Stazione Heidenau-SŸd - anni ’30; 2) Karlsruhe - complesso residenziale anni ’20; 3) Vëlklingen - alloggi per operai - anni ’50/Prize for the understanding of historical buildings and their requalification. The briefs proposes three builduings: Heidenau Station 1930s; 1920s Residential Complex, Karlsruhe; 1950s Workers Houses, Vëlklingen Scadenza/Deadline: 28/2 Per informazioni: Ferderverein der Landesentwicklungs-und Immobiliengesellschaften Hegelplatz 110117 Berlin Tel. +49 30 20450440 Fax +49 30 20450444 Internet: www.bvleg.de E-mail: baldin@bvleg.de
Tuttlingen Ampliamento dell’istituto Ferdinand-von-Steinbeis Progetto per l’ampliamento dell’istituto scolastico Ferdinand-vonSteinbeis. Il programma prevede la costruzione di 3.600 mq/Competition for the extension of Ferdinand-vonSteinbeis School Complex. The brief asks for 3,600 sq.m Scadenza/Deadline: 30/3 Per informazioni: Landkreis Tuttlingen, Planungsamt – Hochbauabteilung Bahnhofstrasse 100 D-78532 Tuttlingen Tel. +49 07461 9261011 Fax +49 07461 926991011 Internet: www.landkreis-tuttlingen.de E-mail: b.gresser@landkreis-tuttlingen.de
Italia/Italy Casalgrande (Reggio Emilia) Grand Prix Ceramica Concorso internazionale di architettura che seleziona e premia quei professionisti che, attraverso la loro opera, meglio hanno saputo utilizzare e valorizzare le proprietà tecniche e le potenzialità espressive degli elementi in grès porcellanato Granitogres, Marmogres, Pietre Native e Padana Piscine International competition for works of architecture showing and enhancing the technical and expressive potentialities of porcelained grès, Granitogres, Marmogres, Native Stones and Padana Piscine Scadenza/Deadline: 31/12
Per informazioni: Ceramica Casalgrande-Padana Via Statale 467, 73 42013 Casalgrande (RE) Tel. +39 0522 9901 Fax +39 0522 996121 Internet: www.casalgrandepadana.it/ grandprix_quarta.asp E-mail: giullari@casalgrandepadana.it
Cossato (Biella) Comunità Montana Prealpi Biellesi Riqualificazione architettonica e urbanistica di porzioni di centri storici dei comuni di: Valdegno, Cerreto Castello, Quaregna, Cossato, Vigliano Biellese, Masserano appartenenti alla Comunità Montana Prealpi Biellesi/Competition for the architectonic and urban requalification of sections of the historic centre of Valdegno, Cerreto Castello, Quaregna, Cossato, Vigliano Biellese, Masserano Scadenza/Deadline: 2/3 Monte premi/Total prize money: 8.000 Euro Per informazioni: Comunità Montana delle Prealpi Biellesi Viale Paietta, n. 21/23 13836 Cossato (BI) Tel. +39 015 93596 Fax +39 015 983021 E-mail: tecnico.cmprealpibiellesi@ reteunitaria.piemonte.it, cmprealpibiellesi@reteunitaria.piemonte.it
Gubbio (Perugia) Premio Gubbio 2006 Premio Interventi di recupero del patrimonio edilizio e/o iniziative gestionali e organizzative nel quadro di strategie di riqualificazione di ambiti urbani o territoriali. Il Premio Gubbio 2006 è articolato nelle seguenti sezioni: 1 - Premio Europeo 2 - Premio Nazionale; 3 - Premio Nazionale per tesi di laurea e di Dottorato di ricerca, o di Scuola di Specializzazione. Il Premio intende promuovere un concreto avanzamento negli indirizzi e nei criteri di intervento sul patrimonio edilizio esistente e nella riqualificazione di ambiti urbani e territoriali/The theme of the “Premio Gubbio 2006” is the following: “Physical interventions for the recovery of existing buildings and/or operational and organizational initiatives, consisting of strategic operations for raising the level of urban standards”. The “Premio Gubbio 2006” is divided into the following sections: 1 European Prize; 2 - National Prize, open to public administrations and public and private operators, who are the promoters and/or executors of studies, projects and interventions begun after the 1st January 1999; 3 National Prize for degree theses and research doctorates Scadenza/Deadline: 15/3 Per informazioni: Associazione Nazionale Centri StoricoArtistici (A.N.C.S.A.) Segreteria del Premio Gubbio 2006 c/o Servizio Turistico Associato Via della Repubblica 15 06024 Gubbio (PG) Internet: www.ancsa.org/2gubbio/ 2_premiogubbio.htm
Livorno 3° Concorso Internazionale di Arti Visive “EM’ARTE 2006” Concorso aperto a tutti gli artisti, italiani e stranieri, in cinque sezioni così articolate: A. Pittura (grafica, collage, aerografia ecc.); B. Fotografia artistica; C. Piccola scultura (citazioni speciali per sculture in alabastro); D. Multimedia (video installazioni, computer art ecc); E. Giovani critici d’arte contemporanea (fino a 35 anni)
International competition for artists in five sections: A. Painting; B. Artistic photography; C. Small sculpture; D. Multimedia; E. Young art critics (under 35 years of age) Scadenza/Deadline: 31/3 Per informazioni: C.Æ.S.A.R. ONLUS coop.a.r.l Via Medaglie d’oro 1/ A 57127 Livorno Internet: http://emarte2006.leonardo.it/blog E-mail: arte@caesaronlus.it
Matera Residenze Borgo La Martella Realizzazione di sei alloggi di edilizia agevolata in località Borgo La Martella/Competition for the realization of six concessional residences Scadenza/Deadline: 13/2 Realizzazione di n.8 alloggi (procedure bioclimatiche e uso materiali bioedili) in località Borgo La Martella/Competition for the realization of eight bioclimatic residences with bio-materials Scadenza/Deadline: 20/2 Realizzazione di n.6 alloggi (con sistemi domotici) in località Borgo La Martella/Competition for the realization of six residences with domotic systems Scadenza/Deadline: 27/2 Per informazioni: ATER - Azienda Territoriale per l’edilizia residenziale Ufficio Tecnico - Segreteria del Dirigente Via B. Croce 2 75100 Matera Tel. +39 0835 301111
Milano Concrete Design CompetitionPlasticity/Opacità Concorso internazionale per studenti di Belgio, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Svezia, Turchia Regno Unito per oggetti e prodotti che analizzino la dualità opacità/plasticità del cemento/International competition open to students of Belgium, Germany, Ireland, Italy, The Netherlands, Sweden, Turkey and the United Kingdom for research on the duality opacity/plasticity of concrete Scadenza/Deadline: 15/5 Monte premi/Total prize money: 4.000 Euro per ogni nazione/for each country Per informazioni: Segreteria Italia AITEC Maria Teresa Briotti Centro Direzionale Milanofiori Strada 1, Plazzo F2 20090 Assago (MI) Tel. +39 02 57511251 Fax +39 02 57511265 Internet: www.concretedesigncompetition.com E-mail : mtbriotti@altecweb.com
Well-Tech Premio all’innovazione tecnologica sostenibile, accessibile e per una migliore qualità della vita/Award for products showing innovations in sustainable and accessible technology for a better qualità of life Scadenza/Deadline: marzo/March Giuria/Jury: Domenico Zampagliene, Gianni Silvestrini, Isabella Steffan, Andrea Poggio, Monica Cesco, Carlo Vezzoli Per informazioni: Well-Tech Chiara Cantono Tel. +39 02 29518792 Fax +39 02 29518189 Internet : www.well-tech.it E-mail: info@well-tech.it
AGENDA Sanguinetto (Verona) Il mobile significante Concorso di design sul tema “L’elemento d’arredo nei luoghi d’attesa”/Design competition on the theme “Furniture in waiting areas” Scadenza/Deadline: 16/5 Monte Premi/Total prize money: 20.000 Euro Giuria/Jury: Giorgio Morelato, Francois Burkhardt, Vittorio Fagone, Ugo La Pietra, Ettore Moschetti, Ettore Colonetti Per informazioni: Fondazione Aldo Morelato Palazzo taidelli Corso Vittorio Emanuele 61 37058 Sanguinetto (Verona) Tel. +39 0442 365250 Fax +39 0442 365244 Internet: www.fondazionealdomorelato.org
Spoleto (Perugia) Il camino d’autore Concorso internazionale di idee per architetti per progetti innovativi di barbecue e grill/International competition open to designers and architects fopr innovative projects of barbecues and grills Scadenza/Deadline: 10/2 Monte premi/Total prize money: 2.200 Euro Per informazioni: Il Focolare Onlus Viale Firenze 4 06042_Campello sul Clitunno (PG) Tel. +39 0743 521573 Fax +39 0743 521570 Internet: www.ilfocolare.com E- mail: info@ilfocolare.com
Stresa (Verbania) Riqualificazione della Villa Palazzola e del Parco La Fondazione Villa Palazzola bandisce un concorso di idee a livello nazionale per la riqualificazione della Villa e del parco, al fine di rendere fruibile il compendio immobiliare a scopi culturali e turistici nonché alla realizzazione di un polo espositivo di livello internazionale Scadenza: 28/2 Monte premi: 35.000 Euro Giuria: Giorgio Benedek, Antonio Caccia Dominioni, Guido Comis, Claudio Fumagalli, Graziano Patergnani, Giovanni Simonis Per informazioni: Fondazione “Villa Palazzola” Piazzale Europa n. 3 c/o Palazzo Congressi Sala Canonica 28838 Stresa (VB) Internet: www.fondazionepalazzola.it E-mail: info@fondazionepalazzola.it Responsabile del procedimento: Ugo Palmieri c/o Comune di Stresa Tel. 0323/939221 E-mail palmieri@comune.stresa.vb.it Segretaria: Nicoletta Tedeschi c/o Comune di Stresa tel. 0323/939254 Fax 0323/939222 E-mail: tedeschi@comune.stresa.vb.it
Torino International Award in Design, Engineering and Innovation in the Field of Automotive Human Factor Italdesign-Giugiaro promuove un premio internazionale di design per progetti di ricerca nel campo del design, ingegneria e innovazione legati al fattore umano nell’automobile/Italdesign-Giugiaro is promoting an International Award in Design, Engineering and Innovation, which will award prizes to three innovative research projects in the field of automotive Human Factors design Consegna/Submission: 1/2-18/4 Monte premi/Total prize money: 40.000 Euro
+ europaconcorsi
Per informazioni: Politecnico di Torino 1a Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Meccanica Area di Ingegneria Industriale Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 Torino Internet: www.italdesign.it, www.polito.it/news/750_bando.pdf, www.icsid.org/italdesign
Tor San Lorenzo/Ardea (Roma) Premio Internazionale Torsanlorenzo Premio con la finalità di promuovere progetti realizzati e la qualità del verde urbano e forestale. Le sezioni sono le seguenti: sezione A: la progettazione paesaggistica nella trasformazione del territorio Interventi di restauro, ripristino e recupero ambientale; sezione B: la cultura del verde urbano – la qualità degli interventi nella città, la piazza, il verde di quartiere, il parco urbano; sezione C: giardini e parchi privati urbani e suburbani/International award for the promotion of realized projects and the quality of urban and woods green. Three sections: section A: territorial landscaping, environmental restoration and requalification; section B: urban green culture: interventions for the quality of the city, squares, parks, neighbourhoods; section C: private gardens and parks in the city and the country Scadenza/Deadline: 7/3 Monte premi/Total prize money: 7.500 Euro Per informazioni: Segreteria del Comitato Promotore “Premio Internazionale Torsanlorenzo” Gruppo Florovivaistico Soc. Coop. Agr. Via Campo di Carne, 51 00040 Tor San Lorenzo – Ardea (Roma) Tel. +39 06 91019005 Fax +39 06 91011602 Internet: www.premiotorsanlorenzo.it E-mail: info@premiotorsanlorenzo.it
Vercelli Campus universitario nell’area della ex Caserma Perrone Concorso internazionale di progettazione per la redazione di un progetto (con livello di approfondimento pari a quello di un progetto preliminare) relativo alla realizzazione di un Campus universitario nell’area della ex Caserma Perrone, in Novara, Via Ettore Perrone 18 International competition for the project of a University Campus in the area of the former Perrone Barracks in Novara, Via Ettore Perrone 18 Scadenza/Deadline: 15/3 Per informazioni: Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro Ufficio Contratti Via Duomo 6, 13100 Vercelli. Tel. +39 0161 261565 Fax +39 0161 211358 Internet: www.unipmn.it E-mail: ufficio.contratti@rettorato.unipmn.it
Olanda/Holland Delft Plastic-Opacity Concrete Design Competition Concorso internazionale per sollecitare la realizzazione di progetti in grado di evidenziare un’analisi rigorosa nell’impiego del calcestruzzo, tale da risaltarne le qualità. L’attenzione della giuria sarà rivolta più verso applicazioni innovative del materiale, che verso l’aspetto
compositivo del progetto/International competition to promote projects showing a deep analysis of the use of concrete and enhancing its qualities: The jury will consider mostly innovative applications Scadenza/Deadline: 15/3 Per informazioni: Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento Piazza G. Marconi 25 00144 Roma Internet: www.concretedesigncompetition.com E-mail: hkohne@enci.nl
Spagna/Spain Barcelona European Prize for Urban Public Space Concorso biennale mirato a sottolineare l’importanza dello spazio pubblico come catalizzatore della vita urbana e riconoscere e promuovere gli investimenti delle pubbliche amministrazioni, riconoscendo il valore degli spazi pubblici come indicatori della salute collettivia e civica delle città/Biennial competition that aims to highlight the importance of public space as a catalyst of urban life, and to recognise and foster investment by public administrations in its creation, conservation and improvement, while also understanding the state of public space as a clear indicator of the civic and collective health of our cities Scadenza/Deadline: 15/3 Giuria/Jury: Elias Torres, Dietmar Steiner, Aaron Betsky, Rowan Moore, Francis Rambert, Severi Bolomstedt Per informazioni: Centre de Cultura Contemporania de Barcelona Montalegre 5 E08001 Barcelona Tel. +34 93 3064100 Internet: www.urban.cccb.org/prize E-mail: urban@cccb.org
Madrid VETECO-ASEFAVE Awards 2006 Premio internazionale per i produttori e progettisti di finestre e serramenti/International award for the production and design of windows and windowframes Scadenza/Deadline: 21/3 Per informazioni: VETECO-IFEMA, Feria de Madrid Parque Ferial Juan Carlos I 28042 Madrid Tel. +34 91 7225344/5000 Fax +34 91 7225807 Internet: www.veteco.ifema.es E-mail: veteco@ifema.es
Santa Cruz de Tenerife Riqualificazione dell’Area Funcional de Valleseco Concorso internazionale di idee per la riqualificazione dell’Area Funcional de Valleseco. Il programma prevede l’integrazione di un tratto di lungomare per realizzarvi attività ricreative, e la sistemazione della viabilità carrabile e pedonale International ideas competition for the requalification of the Valleseco Functional Area. The brief asks for the integration of a section of the waterfront with leisure activities and the reorganization of the car and pedestrian traffic Scadenza/Deadline: 17/4 Per informazioni: Autoridad Portuaria de Santa Cruz de Tenerife Secretaria General Avda. Francisco La Roche 49 E-38001 Santa Cruz de Tenerife Tel. +34 92 2605455 Fax +34 92 2605473
Svizzera/Switzerland Veyrier Centro medico-sociale La residence de Drize Progetto per la realizzazione di un centro medico-sociale dotato di 60 letti/Competition for the project of a social-health Residence with 60 beds Scadenza/Deadline: 3/3 Per informazioni: Fondation Intercommunale des communes de Bardonnex c/o Atelier d’Architecture 3BM3 c/a Fabienne Ecoffey 8, Rue des Maraichers CH-1205 Genève Tel. +41 022 7080180 Fax +41 022 7080181 Internet: www.agg.bve E-mail: ems-drize@ geneva-link.ch
Turchia/Turkey Istanbul Award for the Preservation of Islamic Cultural Heritage Concorso internazionale per progetti di conservazione del patrimonio architettonico e beni culturali di area islamica/International competition for preservation projects of architectonic and cultural heritage in the Islamic countries Iscrizione/Registration: 15/2 Consegna/Submission: 1/10 Monte premi/Total prize money: 30.000 US$ Per informazioni: Yildiz Sarayi, Seyir Kosku Barbaros Bulvari, Besiktas 34349 Istanbul Tel. +90 212 259 17 42 Fax +90 212 258 43 65 Internet: http://ircica.org E-mail: heritageaward@ircica.org
USA Chicago Urban Open- A competition for Chicago’s Legacy of Sustainable Communities Concorso per lo sviluppo di strategie per la riqualificazione di East Greenfield Park e la creazione di uno spazio pubblico dove le famiglie possano riunirsi, interagire e divertirsi Competition for the development of a strategy for reinvigorating East Garfield Park and creating a public place where families can gather, interact and recreate Scadenza/Deadline: 15/3 Per informazioni: Urban Open Internet: www.urban-open.org E-mail: info@urban-open.org
Naples (Florida) Four Corners Design Competition Concorso per lo studio di una soluzione per unire l’area di Fifth Avenue South all’area di Grand Central Station creando una nuova zona centrale della città/Competition to link the area of Fifth Avenue South to Grand Central Station area, creating a greater new downtown Scadenza/Dedaline: 24/2 Giuria/Jury: Heather Alhadeff, Matthew Kragh, Chet Alex Pezeshkan, Sam Noe, Jon Kukk, Rick Armalavage Per informazioni: Four Corners Design Competition United Arts Council of Collier County 2335 Tamiami Trail North, Suite 504 Naples, FL 34103 Internet: www.aiaflasw.org
211 l’ARCA 103
AGENDA Orange County (CA) Leading Edge Concorso per studenti per lo sviluppo di studi su edifici sostenibili e e energeticamente efficienti/Students competition for supporting and enhancing the study of sustainable and energy-efficient building practice in architectural education Scadenza/Deadline: 31/3 Per informazioni: The Leading Edge Lisa McNamara Southern California Edison 6042 N, Irwindale Avenue, Suite B Irwindale CA 91702 Internet: www.leadingedgecompetition.org E-mail: Pat Heatherly (Project Manager) pat@newbuildings.org
Washington DC Airports.Security.Circulation-200506 ACSA/DHS Student Design Competition Concorso per studenti per il progetto di un terminal di aeroporto di Categoria 1 ripensando le possibilità di un viaggio senza ostacoli in un ambiente aperto con livelli di sicurezza adeguati ma non invadenti/Student competition for the design of a terminal for a Category 1 airport, with particular attention paid to a design element to be elaborated in the competition program. The intent of the competition is to rethink possibilities for smooth travel in an open environment with minimal disruption and an adequate level of security Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 15/5 Monte premi/Total prize money: 70,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/dhs E-mail: competitions@acsa-arch.org
Community Aquatic Center and an Open Competition-2005-06 ACSA/AISC Student Design Competition Concorso per studenti per il progetto di un Centro Acquatico Student competition for the design of an Aquatic Center Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 24/5 Monte premi/Total prize money: 14,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/competitions E-mail: competitions@acsa-arch.org
Hospitality Transformed: Resort Hotels in 2055-A 2005-06 Student Design Competition Concorso per studenti invitati ad analizzare il futuro del design per hotel nell’era della tecnologia avanzata e delle esperienze di soggiorno personalizzate/Students are invited to investigate what the future holds for hotel design in the age of advanced technology and
104 l’ARCA 211
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customized consumer experiences Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 24/5 Monte premi/Total prize money: 17,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/competitions E-mail: competitions@acsa-arch.org
Concrete Thinking for a Sustainable World-A 2005-06 Student Design Competition Concorso per studenti per l’analisi di usi innovativi di materiali a base di Portland Cement per la realizzazione di progetti sostenibili/Investigate an innovative use of portland cementbased material to achieve sustainable design objectives Iscrizione/Registration: 8/2 Consegna/Submission: 3/5 Monte premi/Total prize money: 40,000 US$ Per informazioni: Eric Ellis/Airport Competition Association of Collegiate Schools of Architecture 1735 New York Avenue NW Washington, DC 20006 Tel. +1 202 7852324 ext 8 Fax +1 202 6280448 Internet: www.acsa-arch.org/competitions E-mail: competitions@acsa-arch.org
WEB Pagine Bianche d’Autore Concorso per artisti dai 20 ai 35 anni che operino come autoditatti nel settore delle arti visive sul territorio italiano, per il disegno delle copertine delle Pagine Bianche Scadenze (a seconda delle regioni): 20/2, 26/4 Per informazioni: Internet: www.paginebianche.it
Shelter in a Cart Competition Concorso per il progetto di un rifugio per senzatetto/Competition to design a cart that can provide shelter and storage. The homeless use carts to carry their possessions and to collect goods (bottles, cardboard, etc.) that they then return to various recyclers in exchange for money Iscrizione/Registration: 28/2 Consegna/Submission: 10/3 Per informazioni: Design Boom Internet: www.designboom.com E-mail: designboommail@designboom.com
Velux Award 2006 Premio internazionale per studenti per studi e progetti che affrontino il tema del valore della luce naturale in architettura/International students award for studies and projects dealing with the value of daylight in architecture Iscrizione/Registration: 10/2 Consegna/Submission: 5/5 Monte premi/Total prize money: 30.000 Euro Giuria/Jury: Kengo Kuma, Reinier de Graaf, Róisín Heneghan, Omar Rabie,Douglas Steidl, Per Olaf Fjeld, Massimo Buccilli Per informazioni: Velux Internet: www.velux.com/A
Affidamenti
l’affidamento di incarichi di importo inferiore a 100.000,00 Euro Scadenza: 25/6/2008 Per informazioni: Comune di Pianezza Piazza Napoleone Leumann 1 10044 Pianezza (TO) Tel. 011 9670000 Fax 011 9670295
Per i bandi completi www.europaconcorsi.com
Italia/Italy Cesano Maderno (Milano) Elenco di professionisti L’ente intende formare un elenco di professionisti esterni abilitati per l’affidamento di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria. La selezione, principalmente, riguarderà le seguenti tipologie di incarichi di progettazione e direzione lavori: 1) opere edili; 2) cementi armati e opere strutturali in genere; 3) fognature; 4) impianti elettrici; 5) restauro architettonico e artistico; 6) opere idrauliche di difesa spondale e paesaggistiche Scadenza: 30/12 Per informazioni: Comune di Cesano Maderno Piazza Arese 12 20031 Cesano Maderno (MI)
Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2 Per informazioni: Azienda Regionale per i Porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com
Osnago (Lecco) Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, coordinatore sicurezza) L’ente ritiene opportuno invitare i soggetti abilitati, interessati al conseguimento di incarichi di progettazione, direzione lavori e coordinatore per la sicurezza a presentare al protocollo comunale candidatura corredata da curriculum con indicazione delle esperienze professionali compiute e della tipologia di opere per cui si propone la candidatura Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Osnago Viale Rimembranze 3 Osnago (LC) Tel. 039 952991 Fax 039 9529926 Internet: www.osnago.net E-mail: comune@osnago.net
Pianezza (Torino) Elenco professionisti (geometri, architetti, ingegneri, geologi) Formazione di un elenco di professionisti qualificati per
AGENDA Convegni e dibattiti Congresses and conferences
+ europaconcorsi
Tel. +44 0238 0293223 Fax +44 0238 0292853 Internet: www.wessex.ac.uk/conferences/ digital06/index.html E-mail: kbanham@wessex.ac.uk
Egitto/Egypt
Pisa
Cairo
Elenco professionisti Costituzione dell’elenco dei professionisti qualificati per l’affidamento di incarichi fiduciari di progettazione e attività tecnicoamministrative connesse, compresa l’attività di consulenza e supporto al rup, la direzione lavori e il collaudo, per un importo stimato fino a 100.000 Euro Scadenza: 30/12
Grand Hyatt-Cairo Egypt Archcairo 2006 3rd International Conference Appropriating Architecture Taming Urbanism in the Decades of Transformation 21/2-23/2
Per informazioni: Ente-Parco regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli Sergio Paglialunga Via Aurelia Nord 4 56122 Pisa Tel. 050 525500 Internet: www.parcosanrossore.org E-mail: s.paglialunga@sanrossore.toscana.it
Roma Elenco per l’attuazione di piani regionali della società dell’informazione Elenco per il conferimento di incarichi finalizzati alla assistenza tecnica delle misure previste nel POR delle regioni dell’Obiettivo 1 per l’attuazione di piani regionali della societa’ dell’informazione Scadenza: 30/12 Per informazioni: Centro Nazione per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione
Torino Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie, su rilevati, ponti e fondazioni ricadenti in varie linee di giurisdizione della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Torino; importo complessivo dell’appalto: (compresi oneri per la sicurezza): 672.493,05 Euro Scadenza: 27/9/2007 Per informazioni: Rete Ferroviaria Italiana Spa - Legale Milano - Settore Operativo di Torino per conto Direzione Compartimentale Infrastruttura Torino Via Sacchi 1 10125 Torino Tel. 011 6652355 Fax 011 6655116
Varese Elenco professionisti per le zone nucleari di competenza della NDFMU Lo scopo dell’appalto è l’esecuzione di servizi di ingegneria, architettura e consulenze tecniche, da svolgere principalmente all’interno delle zone nucleari di competenza della NDFMU (Nuclear Decommissioning and Facilities Management Unit) all’interno del Centro comune di ricerca di Ispra. L’elenco dei candidati preselezionati stilato a seguito del presente avviso sarà utilizzato esclusivamente nell’ambito di appalti di servizi il cui valore presunto sia inferiore alla soglia (attualmente 154.014 Euro) Scadenza: 26/4/2008 Per informazioni: Commissione Europea, Centro comune di ricerca (CCR) Nuclear Decommissioning and Facilities Management Unit Sig.ra I. Borgotti TP 800 21020 Ispra (VA) Fax +39 0332 789108
Australia Sydney The University of Sydney-Faculty of Architecture People in Place in People 1° Simposio internazionale su ambiente, comportamento e società/1st International Symposium on Environment, Behaviour and Society 9/2-11/2 Per informazioni: University of Sydney Katina Dimoulias Internet: www.arch.usyd.edu.au E-mail: kdimoulias@arch.usyd.edu.au, EBSsymposium2006@arch.usyd.edu.au
Canada Toronto Ryerson University Architecture/Music/Acoustics Conference 8/6-10/6 Per informazioni: Ryerson University Bruce Piercey Manager, Public Affairs 350 Victoria Street Toronto, Ontario M5B 2K3 Tel. +1 416 9795000 x 7002 Fax +1 416 9795160 E-mail: bpiercey@ryerson.ca
Vancouver The Westin Bayshore Canadian Science Buildings 17/7-18/7 Per informazioni: Internet: www.tradelineinc.com
Cina/China Beijing Beijing New Century Hotel IASS 2006 Convegno internazionale sulle strutture spaziali e di copertura/International conference on spatial and shell structures 16/10-19/10 Per informazioni: Secretariat IASS 2006 Beijing University of Technology Beijing 100022, China Tel./Fax +86 10 67391496 Internet: www.iass2006.cn E-mail: IASS2006@spast.org.cn
Corea del Sud/South Korea Seoul University of Seoul First International Conference on Digital Architecture and Construction 19/9-21/9 Per informazioni: Katie Banham Conference Secretariat Digital Architecture & Construction 2006 Wessex Institute of Technology Ashurst Lodge, Ashurst Southampton, SO40 7AA
Per informazioni: Cairo University - Department of Architecture, Faculty of Engineering Internet: www.archcairo.org/Conferences/ 2006/conference.htm E-mail: info@archcairo.org
Giappone/Japan Tokyo Tokyo Institute of Technology STESSA 2006 Quinta conferenza internazionale sul comportamento delle strutture in acciaio in aree sismiche/Fifth Conference on the behaviour of steel structures in seismic areas 14/8-17/8 Per informazioni: Structural Engineering Research Center, Tokyo Institute of Technology Nagatsuta 4259, Midori-ku, Yokohama 2268503, JAPAN Tel.+ 81-45-924-5330 Fax + 81-45-924-5334 Internet: www.serc.titech.ac.jp/stessa2006/ E-mail: Akira Wada wada@serc.titech.ac.jp, Michiko Kawaguchi kawaguchi@serc.titech.ac.jp Bruno Calderoni Department of Structural Analysis and Design, Faculty of Engineering, University of Naples “Federico II” Piazzale Tecchio, 80 80125 Napoli, Italy Tel. +39 081 7682440 Å@ Fax +39 081 5934792 E-mail: stessa06@unina.it
Yokohama Pacifico Yokohama CWE2006 4° Simposio internazionale sull’ingegneria computazionale applicata alla fluido dinamica del vento/The Fourth International Symposium on Computational Wind Engineering 16/7-19/7 Per informazioni: CWE2006 Office Tokyo Polytechnic University 1583 Iiyama, Atsugi, Kanagawa, 243-0297, Japan Tel./Fax: +81 46 2429656 Internet: www.wind.arch.tkougei.ac.jp/cwe2006 E-mail: cwe2006@arch.t-kougei.ac.jp
Gran Bretagna/Great Britain London Robinson College Ergonomics Society Annual Conference 4/4-6/4 Per informazioni: Ergonomics Society Internet: www.ergonomics.org
The London Radisson SAS Portman Hotel International Construction Superconference: Constructing & Financing Infrastructure 8/5-9/5
Per informazioni: Andrews Confrences Jo Waugh P.O. Box 1370 Olney, MD 20830-1370 Tel. +1 301 5703495- +1 866 5703340 Fax +1 301 5704839 Internet: www.andrewsconferences.com
All for Naught: A study tour of low and zero energy buildings Tour di cinque giorni nei dintorni Londra per lo studio di edifici a basso consumo energetico/5-day study tour in and around London, England 29/3-2/4 Per informazioni: Simon Hare E-mail: simon@archventures.org
Iran Teheran Esteghlal Grand Hotel 5th Conference on Energy Conservation in Building 26/4-28/4 Per informazioni: Internet: http://5bc.ifco.ir/Taravel.htm E-mail: hamayesh5@ifco.ir
Italia/Italy Gallarate (Varese) Civica Galleria d’Arte Moderna Lezioni sull’arte contemporanea 15/2, 1/3, 15/3, 29/3 Marco Scotini: Pratiche artistiche e nuovi protagonisti sociali 10/2 Daniela Cascella: Sound Art e sculture di suono. L’estetica del suono in bilico fra arte visiva e ricerca musicale 24/2 Ugo Volli: La pubblicità, innovazione linguistica ed efficacia comunicativa 10/3 Elio Grazioli: L’estetica della polvere dal moderno al contemporaneo 24/3 Andrea Spiriti: Il richiamo al classico, la struttura dell’antico e la citazione nell’arte contemporanea 7/4 Per informazioni: Civica Galleria diArte Moderna Viale Milano 21 21013 Gallarate (Varese) Tel./fax +39 331 791266
Olanda/Holland University of Technology The Projective Landscape 16/3-17/3 Per informazioni: Delft University of Technology Berlageweg 1 Delft Tel. +31 02 783697 (Stylos) Internet: www.stylos.nl, www.projectivelandscape.nl E-mail: info@projectivelandscape.nl
Spagna/Spain Castellon Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegacion Qualicer IX Congresso mondiale della qualità della ceramica/9th World congress on ceramic tile quality 12/2-15/2
Per informazioni: Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegacion Secretaria del Congreso Avenida Hermanos Bou 79 12003 Castellon Tel. +34 964 356500 Fax +34 964 356510 Internet: www.qualicer.org E-mail: qualicer@camaracs.es
Svizzera/Switzerland Mendrisio Università della Svizzera Italiana/Accademia di Architettura Conferenze pubbliche: Massimo Cacciari 9/2 Richard Rogers 23/3 Gae Aulenti 6/4 Massimiliano Fuksas 18/5 Luigi Snozzi 22/6 Per informazioni: Accademia di Architettura Via Canavée 5 Palazzo Canavée 6850 Mendrisio Tel. +41 58 6665000 Internet: www.arch.unisi.ch E-mail: aprada@arch.unisi.ch
USA Boston Boston Society of Architects Frozen Music and Liquid Architecture with Jane Weinzapfel FAIA (Lecture) 15/2 Museum Design in America with Scott Tilden (Lecture) 19/4 Copernicus Goes to Suburbia with Matthew Frederick (Lecture) 17/5 Per informazioni: Boston Society of Architects Internet: www.architects.org/news
Chicago Archeworks Lecture: Jeanne Gang, AIA 8/2 Lecture: Lee Bey 1/3 Lecture: David Brown 5/4 Per informazioni: Archeworks Chicago, IL, 60610-6932 Internet: www.archeworks.org
Fort Lauderdale (Florida) Repubblica Ceca Czech Republic Prague International Conference Centre 2006 BE Conference Europe 11/6-15/6 Per informazioni: Internet: www.be.org
Wyndham Fort Lauderdale Airport Hotel Drawn by the Fantastic: Comics, Graphic Novels, Art & Literature 27th International Conference on the Fantastic in the Arts 15/3-19/3 Per informazioni: Internet: www.iafa.org E-mail: katy.hatfield@gmail.com
211 l’ARCA 105
AGENDA Los Angeles AIA LA AIA National Convention and Design Exhibition 8/6-10/6 Per informazioni: AIA Internet: www.aia.org
New York MoMA Body Building: An Exploration of Avant-Garde Architecture and Furniture Design (Lecture) 17/9 Per informazioni: MoMA Internet: www.moma.org/events
Pasadena Art Center College of Design 2006 ArtCenter Design Conference: Stories from the Source – Radical Craft 23/3-26/3 Per informazioni: ArtCenter College of Design 1700 Lida Street Pasadena, CA 91103 Tel. +1 626 3964229 Fax +1 626 6839233 Internet: www.artcenter.edu/designconference E-mail: christine.hanson@artcenter.edu
Providence RI Auditorium Charter for New Urbanism Congress 1/6-4/6 Per informazioni: CNU The Marquette Building 140 S. Dearborn, Suite 310 Chicago, IL 60603 Internet: www.cnu.org E-mail: cnuinfo@cnu.org
San José McEnery Convention Center ISEA 2006 Symposium 5/8-13/8 Per informazioni: Inter Society for Electronic Arts Internet: http://isea2006.sjsu.edu
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
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Canada Montreal CCA Empire 30/11/2005-19/2 Sense of the City: An Alternate Approach to Urbanism 26/10/2005-10/9
Francia/France Bordeaux Arc en rêve Voisins-Voisines. Nouvelles formes d’habitat individuel en France 1/12/2005-26/2 Hangar 14 Agora Bordeaux-Biennale Architecture, Urbanisme, Design 3/3-5/3 www-bordeaux.fr
Chartres Centre International du Vitrail Lumièeres contemporaines-Vitraux du XXIè siècle et architecture sacrée 23/4-31/8
Orléans Frac Centre CJ LIM. Architectures narratives 10/2-23/4
Paris Fondation Cartier John Maeda: nature+ “eye’m hungry” 19/11/2005-19/2 CCC Daniel Buren/Les deux plateaux, 1986 Fino al/through 26/2
Germania/Germany Dessau Bauhaus Foundation UN Urbanism: Bauhaus Kolleg VII Fino al/through 2/3
Italia/Italy Merano (Bolzano) Kunst Merano Arte 2000–2006 | Architetture recenti in AltoAdige 3/2-17/4
Austria Mürzzuschlag Kunsthaus Ornament und Display: AS-IF Architekten Berlin/Wien Fino al/through 24/2
Vienna MAK First Design and Final Object: Drawings by Viennese Gold and Silversmiths 15/6/2005-28/5 Back to A: Design Now Austria 14/9/2005-12/2 Spatial Constructions 25/10/2005-26/2
106 l’ARCA 211
Padova Palazzo della Ragione David Chipperfield: idea e realtà 19/11/2005-19/2
Salerno Complesso di Santa Sofia Conflitti-Architettura contemporanea in Italia Fino al/through 19/3
Torino Sala Bolaffi Piemonte Torino Design: cultura del progetto industriale nell’area regionale 26/1-19/3
Busan Metropolitan Art Museum Busan Biennale 2006 27/5-15/11
Institut du Monde Arabe L’âge des sciences arabes Fino al/through 19/3
New York
Gwangju
Liverpool
Cooper Hewitt National Design Museum Fashion in Colors 9/12/2005-26/3 Yinka Shonibare Selects 7/10/2005-7/5
Gwangju Biennial 2006 8/9-11/11
Musée Rodin Rodin, Brancusi, Giacometti… La sculpture dans l’espace Fino al/through 26/2
Pau
www.biennial.com
Basilica Palladiana Vincitori Premio Dedalo Minosse 2005 19/5-23/7
The Wolfsonian-FIU In Pursuit of Pleasure: Schultze and Weaver and the American Hotel 13/11/2005-28/5
Netherlands Architecture Institute Piet Sanders: An International Dreams Collection 4/11/2005-19/2 DynamiCity – Tactics for Changing the Metropolis 16/12/2005-5/3 New Orleans Rises at Nai 20/1-12/3 Plan the Impossible: The World of architect Hendrik Wijdeveld (18851987) 28/1-23/4
Polonia/Poland Warsaw Center for Contemporary Art Transit Spaces Fino al/through 29/7
Spagna/Spain Bilbao Guggenheim Museum ArquiEscultura Fino al/through 23/2
Svizzera/Switzerland Mendrisio Galleria dell’Accademia di Architettura Tel Aviv: La città bianca – Nitza Smuk e Kenneth Frampton 9/2-23/3 Juan Navarro Baldweg: Luce, equilibrio, pittura – Jacques Gubler 6/4-4/5 Aires Mateus Architecture: Gonçalo Byrne 18/5-23/6 Venezia, progetti di diploma: Stanislaus van Moos 15/7-15/10
Zurich ETH Hönggerberg Peter Jenny 11/1-2/3
USA Atlanta High Museum Celebrate Architecture! Renzo Piano & Building Workshop 12/11/2005-2/4
Bellingham WA Whatcom Children’s Museum Gimme Shelter Fino al/through 3/9
Chicago Chicago Architecture Foundation Holabird & Root Fino al/through 12/2
Scottish National Portrait Gallery Cut and Dried: The Silhouettes of Augustin Edouart and Watercolours of Harry More Gordon 2/12/2005-26/3 BP Portrait Award 2005 17/12/2005-12/3
Busan
Miami Beach
Rotterdam
+ europaconcorsi
Fondation Cartier Ron Mueck 19/11/2005-19/2
Vicenza
Olanda/Holland
AGENDA
MoMA In-Depth: The House of Spiritual Retreat by Emilio Ambasz fino al/through 26/3 The Edge of Europe: New Architecture in Spain 12/2-1/5 The Isamu Noguchi Garden Museum Chess: Design Competition Prototypes 20/10/2005-6/3 Whitney Museum of American Art Andrea Zittel: Wagon Stations 9/2-7/5 Museum of the City of NY The Nythic City: The Photographs of Samuel L.Gottscho Fino al/through 20/2 Austrian Culture Forum Home Stories: An Inside Look At Single-Family Houses In Austria 10/12/2005-25/2 Skyscraper Museum Green Towers in New York: From Visionary to Vernacular Fino al/through 1/3 Center for Architecture Esto Now: Photographers Eye New York 5/1-4/3 The Fashion of Architecture Constructing the Architecture of Fashion 11/1-11/3
Philadelphia ICA Ben van Berkel and Caroline Bos/UN Studio Amsterdam 21/1-26/3
Salem Peabody Essex Museum Taj Mahal, the Building of a legend 15/10/2005-23/7 The Artful Teapot: 20th Century Expressions from the Kamm Collection 25/11/2005-5/3
Washington National Building Museum The Green House: New Directions in Sustainable Architecture and Design 1/5-31/7
Mostre d’arte Art Exhibitions
Corea del Sud/South Korea
http://busanbiennale.org/eng_index.htmll
Australia
www.gwangju-biennale.org
Brisbane Cuba
Queensland Gallery of Modern Art APT 2006 - Asia-Pacific Triennial Novembre/November
Havana
Canberra
Varie Sedi 9th Havana Biennial 27/3-27/4
www.qag.qld.gov.au/apt
National Gallery of Australia Against the grain. The woodcuts of Helen Frankenthaler 26/11/2005-26/2
Sydney Biennale of Sydney 2006 8/6-27/8
www.biennaleofsydney.com.au/index.html
Austria Innsbruck Fiera Art Innsbruck 24/2-27/2
Vienna Kunstforum Bank Austria Superstars: von Warhol bis Madonna 26/10/2005-19/2 MAK Alexandr Rodchenko: Spatial Construction 26/10/2005-26/2 Ukiyo Reloaded 30/11/2005-26/3 After Binder: Joseph Binder’s Influence on International Graphic Design 14/12/2005-12/3 Kunsthalle Superstars 25/10/2005-29/2 Albertina Egon Schiele Fino al/through 19/3 MUMOK China Retour Fino al/through 19/3
Brasile/Brazil Sao Paulo 27th São Paulo Biennial Brazil 8/10-17/12 http://bienalsaopaulo.globo.com
Cipro/Cyprus Nicosia Manifesta 6 European Biennial of Contemporary Art 23/9-17/12 www.manifesta.org
www.bienalhabana.cult.cu
Danimarca/Denmark Humlebaek Louisiana Museum Brassai-Photographer of the Night Fino al/through 19/2 Baselitz 11/2-18/6
Francia/France Avignon Collection Lambert Bertrand Lavier et Jonathan Monk Fino al/through 26/2
Lille Musee d’histoire naturelle Les gardiens de la foret des ombres 30/10/2005-30/6
Musée national du château de Pau Eugène Devéria (1805-1865). La peinture et l’histoire 17/12/2005-19/3
Sèvres Place de la Manufacture De l’immense au minuscule, dînette et vaiselle d’ogre Fino al/through 20/3
Strasbourg
Alessandria
Musée des Beaux Arts La peau est ce qu’il y a de plus profond 25/11/2005-13/3 Max Ernst. Au seuil du hazard 6/4-26/6 Lucien Jonas 12/5-28/8
Palazzo Asperia Sogni. Visioni tra simbolismo e Liberty 21/10/2005-26/2
Germania/Germany Deutsche Guggenheim Berlin Hanne Darboven 4/2-23/4
Jeu de Paume-Espace Concorde Ed Ruscha Craigie Horsfield 31/1-30/4 Cindy Sherman 16/5-3/9 Lee Friedlander 19/9-31/12
Courtauld Institute of Art Gallery All Spirit and Fire: Oil Sketches by Tiepolo 23/2-29/5
Valenciennes
MAMAC Alfredo Romano Fino al/through 13/2 Jean Pierre Raynaud Fino al/through 31/5
Galeries Nationales du Grand Palais Jungles à Paris: la peinture du Douanier Russeau 15/3-19/6
Estorick Collection of Modern Italian Art Responding to Rome 1995-2005 18/1-26/3 Morandi’s Legacy: Influences on British Art 5/4-18/6
Hermitage Rooms at Somerset House The Road to Byzantium: Luxury Arts of Antiquity 30/3-3/9
Berlin
Centre Pompidou Big Bang, Destruction et création dans l’art du 20e siècle 15/6/2005-27/2
London
Musée d’art moderne et contemporain Gustav Klucis (1895-1944) Fino al/through 26/2 Le Corbusier et les livres Fino al/through 26/2 Jean-Marc Bustamante, Ed Ruscha 7/4-23/7
Nice
Paris
The Tea Factory Liverpool Biennial 2006 16/9-26/11
Frankfurt Schirn Kunsthalle Summer Love 2/11/2005-12/2 James Ensor 16/12/2005-19/3 Max Beckmann: The Watercolours 3/3-28/5
Koln Museo Ludwig Rosemarie Trockel Fino al/through 12/2
Gran Bretagna/Great Britain
Italia/Italy
Ancona Mole Vanvitelliana Cagli 25/2-4/6
Andria (Bari) Castel del Monte Intra Moenia/Extra Art Fino al/through 26/2
Aosta Biblioteca Regionale Le Royaume de Nek Chand Fino al/through 4/3 Centro Saint-Benin Wolfgang Alexander Kossuth Fino al/through 26/4 Museo Archeologico regionale Le immagine affamate-Donne e cibo nell’arte Fino al/through 7/5
Arpino (Frosinone) Museo Donazione Umberto Mastroianni Ugo La Pietra Fino al/through 26/2
Edinburgh
Barletta
Jeu de Paume-Hôtel Sully Christer Strömholm 10 /1-19/3 Yto Barrada 4/4-4/6
Royal Scottish Academy Building Choice: 21 Years of Acquiring for the National Galleries of Scotland 2/11/2005-27/2
Palazzo della Marra De Nittis e Tissot-La pittura della vita moderna 18/2-4/6
Musée d’Orsay L’Objet et son double 30/1-30/4 Figures et portraits 21/2-21/5 Cézanne et Pissarro. 1865-1885 28/2/2-28/5
Scottish National Gallery of Modern Art Jon Schueler: The Sound of Sleat 4/6/2005-5/3 Selective Memory: Venice Biennale Exhibition comes to Scotland 7/12/2005-5/3
Bergamo GAMeC War Is Over - 1945-2005. La libertà dell’arte da Picasso a Warhol a Cattelan 15/10/2005-26/2
211 l’ARCA 107
AGENDA Bologna Museo Civico Medievale Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto 3/12/2005-28/3 Galleria de’ Foscherari Cesare Tacchi: “Zigzagando” Fino al/through 31/12 Otto Gallery Arte Contemporanea Dei gemelli 26/11/2005-19/2
Bolzano Museion Libri taglienti esplosivi e luminosiAvanguardie artistiche e libro fra Futurismo e libro d’artista Fino al/through 17/2
Brescia Museo di Santa Giulia Gauguin/Van Gogh: L’avventura del nuovo 22/10/2005-19/3 Millet-60 Capolavori dal Museum of Fine Arts Boston 22/10/2005-19/3 Studio Brescia arte contemporanea George Lilanga Fino al/through 28/2 Pinacoteca Tosio Martinengo Dugo. Da Durer Fino al/through 19/3 Giardini del Castello Perez, sculture Fino al/through 19/3
Busto Arsizio (Varese) Fondazione Bandera Arturo Carmassi, opere 1980-2005 22/10/2005-12/2 Fondazione Bandera Viaggio al Termine della Notte Roberto Coda Zabetta e Giovanni Manfredini 26/11/2005-12/2
Cinisello Balsamo (Milano) Museo di Fotografia Contemporanea Candida Höfer Fino al/through 5/3
Ciriè (Torino) Palazzo D’Oria Carlo Rocca, “Radici quadrate” 4/2-5/3
Città di Castello (Perugia) Pinacoteca Comunale Nuvolo. Lo spazio pittorico tra caos e disordine Fino al/through 12/2
Codroipo (Udine) Villa Manin di Passariano La dolce crisi Fino al/through 5/3
Exilles (Torino) Forte The Five Rings Fino al/through 16/4
Firenze Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore
108 l’ARCA 211
+ europaconcorsi
Arnolfo, alle origini del Rinascimento fiorentino 21/12/2005-21/4 Museo Marini La Grande Guerra degli artisti. Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della Prima Guerra Mondiale 3/12/2005-25/3
Forlì Complesso Monumentale San Domenico Marco Palmezzano e il suo tempo 1459/1463-1539 4/12/2005-30/4
Genova Palazzo Ducale Romantici e Macchiaioli. Giuseppe Mazzini e la grande pittura europea 22/10/2005-12/2
Maccagno (Varese) Museo Civico Parisi-Valle Arte Contemporabea in Lombardia Fino al/through 5/3
Milano PAC Artaud Volti/Labirinti Fino al/through 12/2 Fondazione Mazzotta La motocicletta italiana-Un secolo su due ruote tra arte, storia e sport Fino al/through 12/3
Monza (Milano) Serrone Villa Reale Viaggio in Oriente Fino al/through 19/2
Napoli Galleria Franco Riccardo arti visive George Lilanga Fino al/through 28/2 Palazzo delle Arti Napoli presente. Posizioni e prospettive dell’arte contemporanea Fino al/through 26/2
Novi Ligure (Alessandria) Museo dei Campionissimi I volti di Eva – La donna nell’arte tra ’800 e avanguardia 19/11/2005-9/4
Padova Museo Diocesano I colori del Sacro – Acqua: Terza rassegna Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia Fino al/through 26/4 Musei Civici agli Eremitani Da Giovanni De Min a Emilio Greco: Disegni del Museo d’Arte, secoli XIX-XX 18/12/2005-5/3
Parma Cattedrale I 900 anni della cattedrale di Parma Fino al/through 3/12
Spazio Oberdan Techne05: Tra arte e tecnologia – L’immagine infinita – Schermi, visioni, azioni 28/10/2005-26/2
Pordenone
Fondazione Arnaldo Pomodoro Vincitori Concorso internazionale per giovani scultori 18/5-31/7
Reggio Calabria
Fabbrica Eos George Lilanga Fino al/through 28/2 Galleria Blu Apollo e Dioniso: Una riconciliazione possibileAttraverso l’Informale europeo 7/2-29/4
Museo Civico d’Arte Nel segno di Afro Fino al/through 26/2
Villa Genoese Zerbi Sensi contemporanei-Metamorph Fino al/through 28/2
Reggio Emilia Musei Civici, Manica Lunga Illustrare con arte: Arianna Papini 23/2-2/4
Roma
Biblioteca di Via Senato I Macchiaioli, dipinti tra le righe del tempo Fino al/through 14/5
Complesso San Michele Impornte di materia: Venturino Venturi 1948-1986 28/1-26/2
Galleria Suzy Shammah The Difference in Temperature between your Body and Mine: Rineke Dijkstra, Antony Gormley, Mona Hatoum, Juergen Teller, Rémy Zaugg Fino al/through 18/2
Palazzo Braschi Caffi, luci del Mediterraneo 15/2-2/5
Modena Foro Boario Informale. Jean Dubuffet e l’arte europea 1945-1970 Dicembre/December 2005-Aprile/April
Monfalcone (Gorizia) Galleria Comunale d’Arte Contemporanea Painting Codes 4/2-19/3
Museo del Corso Umberto Mastroianni 15/11/2005-26/2 Cinecittàdue Arte Contemporanea Tazio Secchiaroli - G. Mastorna, opera incompiuta 3/12/2005-19/2
MACRO Erwin Wurm Fino al/through 1/5 Palazzo delle Esposizioni Mark Rothko 8/3-17/7
Rovereto (Trento) MART La danza delle avanguardie 17/12/2005-8/5
Rovigo Palazzo Roverella Le meraviglie della pittura tra Venezia e Ferrara-Da Bellini a Dosso a Tiepolo 22/1-4/6
Sauze d’Oulx (Torino) La Capanna Mollino Fuori Pista trasforma 21/1-17/4
Siena Santa Maria della Scala-Palazzo Squarcialupi Siena e Roma: Raffaello, Caravaggio e i protagonisti di un legame antico 25/11/2005-5/3
Torino Varie Sedi T-Torino Triennale Tremusei 11/11/2005-19/3 La Giardineria-Casa dell’Arte di Settimo Torinese Il Gruppo dei Sei e la pittura a Torino 1920-1940 Fino al/through 26/3
AGENDA Groningen
Rihen
San Diego
Paris
Groninger Museum Arnulf Rainer en Outside Art Fino al/through 12/3
Fondation Beyeler Wolfgang Laib: The Ephemeral is Eternal Fino al/through 26/2 Henri Matisse: Figure Colour Space 19/3-9/7
Musuem of Art In Stabiano: Exploring the Ancient Seaside Villas of the Roman Elite 18/2-14/5
Zurich
Norton Museum of Art French Impressionism and Boston 19/11/2005-5/3 Matisse in Transition: Portraits of Lorette 1916 to 1917 28/1-16/4
Porte de Versailles Equip Baie Mostra internazionale della finestra, chiusure e protezioni solari/International trade fair of windows, frameworks and solar protection Metal Expo Salone internazionale della carpenteria metallica/International trade fair of metal works 14/11-17/11
Singapore Varie Sedi Singapore Biennale 2006 4/9-12/11 www.singaporebiennale.org
Spagna/Spain Barcelona
Bilbao
High Museum Andrew Wyeth: Memory and Magic 12/11/2005-26/2
Museo de Bellas Artes British Pop Fino al/through 12/2
Beacon (NY)
Madrid Museo Nacional Reina Sofia Les tres dimensiones de El Quijote Fino al/through 13/2 Palacio de Cristal Tobias Rehberger Fino al/through 20/2
Duke (North Carolina) The Nasher Museum The Evolution of Nasher Collection 2/10/2005-21/5
New York
Basel
Noguchi Museum at Long Island The Imagery of Chess Revisited 20/10/2005-5/3
Berna
Casa dei Carraresi La via della seta e la civiltà cinese 22/10/2005-30/4
Zentrum Paul Klee Nulla dies sine linea 20/6/2005-5/3
Venezia
Kunstmuseum Bern Franz Gertsch die Retrospektive 13/11/2005-12/3
Chiasso MAX Max Huber, poesi visive Fino al/through 12/2
Lugano Museo d’Arte Moderna Christo e Jeanne-Claude: 1958 -2003 5/3-18/6 Museo Cantonale d’Arte Massimo Cavalli 4/2-30/4 Fondazione Galleria Gottardo Paradiso-Photography and Video by Silvio Wolf 15/2-6/5
Galleria Nazionale d’Arte Moderna Dipinti e disegni di Domenico Morelli Fino al/through 12/2 Gli ambienti del Gruppo T Fino al/through 1/5
Amsterdam
Martigny
Istituto Nazionale per la Grafica Pasolini e noi Fino al/through 12/2
Droog Design Gallery Conny Groenewegen 25/1-12/2
Fondation Pierre Gianadda Henri Cartier-Bresson Fino al/through 19/2
Olanda/Holland
DIA :Beacon/Riggio Galleries Dia’s Andy: Through the Lens of Patronage In and Out of Place: Louise Lawler and Andy Warhol 15/5/2005-10/4
Svizzera/Switzerland
Treviso
Museo Diocesano Il Ciclo di Santa Caterina e la quadreria del Palazzo Patriarcale 6/10/2005-30/7
USA Atlanta
Pinacoteca Accademia Albertina Gemini Muse Fino al/through 26/2
Collezione Peggy Guggenheim Venezia: la scena dell’arte 1945-1970 5/2-21/5
Kunsthaus André Breton-Dossier Dada Fino al/through 19/2 Bilderwahl! Pop Art Fino al/through 19/2
Fundació Miró Masters of Collage: from Picasso to Rauschenberg Fino al/through 26/2
Kunstmuseum Basel / Museum für Gegenwartskunst Flashback: Revisiting the Art of the Eighties 30/10/2005-12/2
Museo Correr Da Bellini a Tiepolo: la grande pittura veneta dalla Fondazione Sorlini 15/10/2005-26/2 Alberto Gianquinto (1929-2003): dipinti e sculture 3/12/2005-26/2 Emanuele Luzzati: Il Milione di Marco Polo Fino al/through 2/4
+ europaconcorsi
Whitney Museum of American Art Oscar Bluemner: A Passion for Colour 7/10/2005-12/2 The Metropolitan Museum of Art Robert Rauschenberg: Combines 20/12/2005-2/4 Samuel Palmer (1805–1881): Vision and Landscape 7/3-28/5 MoMA Edvard Munch: The Modern Life of the Soul 19/2-8/5 Fifteen Ways of Looking 2/2-22/5
West Palm Beach
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano – Italy Tel. +39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 Internet: www.nucciainvernizzi.it E-mail: info@nucciainevrnizzi.it
Cina/China
Paris Nord Villepinte Expobois Salone internazionale dell’industria del legno/International trade fair of the wood industry 8/3-11/3
Beijing China International Exhibition Centre ISH China Salone internazionale dei sanitari, riscaldamento e condizionamento aria/International trade fair of sanitation, heating and airconditioning 14/3-17/3 Per informazioni: Messe Frankfurt 1608 China Resources Building 26 Harbour Road Wanchai, Hong Kong Fax +852 25988771
Sao Paulo Transamerica Expo Centre Glass Salone internazionale del vetro, porte e finestre/International trade fair of glass, windows and doors 4/5-6/5 Per informazioni: VNU Business Media Daniela Braga Tel. +55 11 38730081 ext. 111 Fax +55 11 38731912 Internet: www.glassexpo.com.br/ingles/home.html E-mail: glass@vnu.com.br
Francia/France Bordeaux
MASS MoCA Becoming Animal 30/5/2005-28/2
Parc des Expositions Aquibat Salone dell’edilizia Trade fair of building industry 22/2-24/2
Museum of Art Andrew Wyeth: Memory and Magic 25/3-16/7 ICA Brian Tolle The Anxious Object Ramp Project: Ingrid Calame 21/1-26/3 Input-Output: Art After Cologne Candida Höfer: Architecture of Absence Soft Sites Ramp Project: Zoe Strauss 22/4-30/7
Hortiflor Salone europeo del giardinaggio European gardening trade show 13/3-15/3 Per informazioni: Hortiflor Patricia Guillamot Tel. +33 1 41 984029 Fax +33 1 41984070 Internet: www.hortiflor-expo.com E-mail: info-salons@etai.fr
Brasile/Brazil
North Adams (MA)
Philadelphia
Per informazioni: CLC Communications 6 Rue de Rome 75008 Paris Tel. +33 1 42930404 Fax +33 1 42930403 E-mail: m.chrisostome@cclcom.com
Per informazioni: Aquibat Internet: www.aquibat.fr
Lyon Palais des Congrès Couleurs et Metiers 2006 Salone del decoreo, pittura e finitura d’interni/Trade fair of décor, painting and interior finishing 22/3- 24/3 Per informazioni: Groupe Moniteur Tel. +33 01 40133030 Internet: www.euro-convention.com/ salon_couleurs_et_metiers
Germania/Germany Berlin Messe Bautec Salone internazionale della costruzione/International trade fair of the building industry 21/2-25/2 Per informazioni: Messe Berlin Internet: www1.messe-berlin.de
Düsseldorf Messe EuroCIS Salone internazionale delle comunicazioni, informatica e tecnologie per la sicurezza nel commercio/International trade fair of communications, information and security technology in retail 14/2-16/2 Per informazioni: Messe Düsseldorf Postfach 101006 40001 Düsseldorf Tel. +49 211 456001 Fax +49 211 4560668 Internet: www.messe-duesseldorf.de E-mail: info@messe-duesseldorf.de
Glasstec Salone internazionale delle tecnologie per il vetro/International trade fair of glass technology 24/10-28/10 Per informazioni: Messe Düsseldorf Postfach 101006 40001 Düsseldorf Tel. +49 211 456001 Fax +49 211 4560668 Internet: www.glasstec.de
211 l’ARCA 109
AGENDA Frankfurt Messe Light+Building Salone internazionale dell’architettura e della tecnologia per l’illuminazione/International trade fair of architecture and lighting 23/4-27/4 Per informazioni: Messe Frankfurt Iris Jeglitza-Moshage Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt am Main Tel. +49 69 75756477 Fax +49 69 75756758 Internet: www.messefrankfurt.com E-mail: iris.jeglitza-moshage@messefrankfurt.com
Gran Bretagna/Great Britain Birmingham NEC Glassex Salone internazionale delle porte e finestre/International trade fair of doors and windows 5/3-8/3 Per informazioni: Organizzazione V.Caselli CP 2366 50123 Firenze Tel. +39 055 284292 Fax +39 055 283364 E-mail: caselliorg@caselli.it
Interbuild 2006 Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of the building industry 23/4-27/4 Per informazioni: Interbuild Internet: www.interbuild.com
London Business Design Center Arc06 Salone internazionale dell’illuminotecnica/International lighting trade fair 13/2-14/2 Per informazioni: Arc06 Internet: www.arc06.com
The Surface Design Show Salone internazionale delle superfici 1/3-2/3 Per informazioni: Business Design Centre Internet: www.businessdesigncentre.com
India Noida (New Delji) India Expo centre-Expo XXI ICON Salone internazionale della costruzione e del contracting International trade fair of construction and contracting 2/5-4/5 Per informazioni: Icon Mariateresa Malakos Via Canova 31 Milano – Italy Tel. +39 02 3491998 Fax +39 02 33103963
Italia/Italy Bologna Fiera Fierarredo Salone dell’arredamento
110 l’ARCA 211
+ europaconcorsi
Trade fair of home furnishing 18/2-26/2 Per informazioni: BolognaFiere Spa Tel. +39 051 282111 Internet: www.fierarredo.bolognafiere.it E-mail: fierarredo@bolognafiere.it
Saiedue Saloni internazionali dell’architettura, delle finiture d’interni, del recupero e delle tecnologie per l’edilizia International trade fair of architecture, interior finishings, renovation and technologies for the building industry 14/3-18/3 Per informazioni: Federlegno-Arredo e FederLegno-Arredo in collaborazione con Edilegno - UNCSAAL BolognaFiere Spa - O.N. Organizzazione Nike Tel. +39 02 29017144 Internet: www.saiedue.it E-mail: saiedue@on-nike.it
Ferrara Quartiere Fieristico Restauro Salone dell’arte del restauro e della conservazione die beni culturali e ambientali International trade fair of restoration and conservation of cultural and environmental heritage 30/3-2/4 Per informazioni: Acropoli Viale Mercanzia, Blocco 2/B Galleria A, 70 40050 Centergross (BO) Tel. +39 051 6646832 Fax +39 051 864313 Internet: www.salonedelrestauro.com E-mail: info@salonedelrestauro.com
Genova Fiera Restructura Salone internazionale della costruzione e della ristrutturazione edilizia/International trade fair of building and restructuring 25/5-28/5 Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.restructura.com E-mail: info@restructura.com
Milano Nuova Fieramilano Expocomfort Expobagno Salone internazionale biennale del comfort e living technology per i settori dell’impiantistica civile e industriale: riscaldamento, condizionamento aria, refrigerazione, tecnica sanitaria, trattamento acqua, energie rinnovabili, servizi/International biennial trade fair for Comfort and Living Technolgy in industrial and civil HVAC, bathroom furniture and appliances, renewable energies, services 28/2-4/3 Per informazioni: MCE/Expobagno Internet: www.mcexpocomfort.it
Lift Salone internazionale di ascensori, componenti, accessori e servizi International trade fair of lifts, components, accessories and services 15/3-18/3 Per informazioni: Fiera Milano International Via Varesina 76 20156 Milano Tel. +39 02 485501 Fax +39 02 48550420
Internet: www.fmi.it/lift E-mail: lift@fmi.it
Sicurezza Rassegna internazionale biennale di sistemi e impiantistica per la sicurezza/International biennial trade fair for systems and plants for safety and security 15/3-18/3 Per informazioni: Fiera Milano Tech Via Gattamelata 34 20149 Milano Tel. +39 02 3264282 Fax +39 02 3264284 Internet: www.fieramilanotech.it E-mail: segreteria@fieramilanotech.it
Salone del Mobile Eimu Eurocucina Salone del Complemento d’Arredo 5/4-10/4 Per informazioni: Cosmit Foro Buonaparte 65 20121 Milano Tel. +39 02 725941 Fax +39 02 89011563 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it
Fieramilanocity MIART Salone internazionale dell’arte moderna e contemporanea International trade fair of modern and contemporary arts 30/3-2/4 Per informazioni: Fiera Milano International Via Varesina 76 20156 Milano Tel. +39 02 485501 Fax +39 02 48550420 Internet: www.fmi.it/lift E-mail: lift@fmi.it
Climate World Salone internazionale del condizionamento d’aria e della climatizzazione/International trade fair of HVAC 14/3-17/3 Per informazioni: Climate World Internet: www.climateworld.info E-mail: climateworld@msi-fairs.com
MosBuild Salone internazionale dell’edilizia International trade fair of building industry 4/4-7/4 Per informazioni: MosBuild 105 Salusbury Road London NW6 6RG United Kingdom Tel. +44 20 75965169 Fax +44 20 75965111 Internet: www.buildingshow.com E-mail: Maria Barnish mbarnish@ite-exhibitions.com
Spagna/Spain Madrid Feira Veteco Salone internazionale delle finestre, vetro strutturale, facciate continue International trade show of windows, structural glass and curtain walls 10/5-13/5 Per informazioni: Feria de Madrid Internet: www.vetefo.ifema.es
Ucraina/Ucraine
Montichiari (Brescia)
Kiev
Centro Fiera del Garda Metef Salone internazionale dell’alluminio e dei metalli per l’edilizia/International trade fair of aluminium and metals fort he building industry 17/5-20/5
Exhibition Centre KievBuild Salone internazionale della costruzione/International trade fair of building industry 15/2-18/2
Per informazioni: Metef Internet: www.metef.com
Metalriciclo Mostra-convegno sulle tecnologie per il recupero e il riciclo dei rottami metallici 14/9-16/9 Per informazioni: Edimet Spa Via Corfù 102 25124 Brescia Tel. +39 030 2421043 Fax +39 030 223802 Internet: www.edimet.com E-mail: federica.zaccaria@edimet.com
Rimini Fiera SIB Mostra Internazionale delle tecnologie per eventi, spettacolo e locali/International trade fair of technologies for events, showbusiness and entertainment places 11/3-14/3 Per informazioni: Rimini Fiera spa Tel. +39 0541 744.643 Internet: www.sibinternational.com E-mail: m.forcellini@riminifiera.it
Russia Moscow Expocentre & Crocus Expo Exhibition Centre
Per informazioni: ITE 105 Salusbury Road London NW6 6RG United Kingdom Tel. +44 20 75965169 Fax +44 20 75965111 Internet: www.buildingshow.com E-mail: construction@ite-exhibitions.com
USA Boston Seaport World Trade Center Residential Design 2006 Salone internazionale dell’architettura residenziale 5/4-6/4 Per informazioni: Internet: www.buildboston.com
New York Jacob K.Javits Convention center ICFF & IINY Saloni internazionali dell’arredamento e degli interni International trade fairs of furniture and interiors 20//5-23/5 Per informazioni: GLM Ten Bank Street White Plains NY 10606-1954 Tel. +1 914 421 3342 Fax +1 914 9486088 Internet: www.glmshows.com
Ne l’Arca questo mese In l’Arca this month A Abet Laminati 100 Marina Abramovic 97 Yannis Aesopos 92 Agence Saint-Projet 94 Barbara Agnoletto 100 AIDI 99 AI Engineering 77 Alpi 98 Heribert Altenbacher 78 Gabriele Amadori 98 Francesca Ameglio 75 Laura Andreini 79 Carmen Andriani 86 Andreas Angelidakis 92 Jean Angelini 16 Antonini Graniti e Marmi 64, 71 Jun Aoki Associates 86 Paola Arbocò 75 Arc en rêve Archiworld Channel 95 Luis Arenas 96 Paola Arienti 75 Armstrong 34 Mario Antonio Arnaboldi 2, 42, 101 Fabrizio Arrigoni 77 Antonio Artaud 97 Arup Acoustics 41, 42 Assopiastrelle 100 Avventura Urbana 86 Carlo Aymonino 74 B Marie-Hélène Baldran 16 Balthus 97 Raul Barbieri 99 Lorenza Barbino 75 Asier Barredo 24 Domenico Beccafumi 98 Vanessa Beecroft 89 Benhisch, Benhisch & Partner 2, 3, 90 Dante O. Benini 91 David Benito 24 Iro Bertaki 92 Cristina Bianchetti 86 Emmanuel Blamont 16 Jean-Luc Blanc 96 Julia B. Bolles-Wilson 91 Francesco Bonami 98 Luca Bonsignorio 75 Frédéric Borel 96 Nicola Borel 96 Mario Botta 74, 99, 100 Roman Boucheur 75 Eric Bouillard 94 Sebastiano Brandolini 75 Fabio Brancaleoni 76 Stefania Bracco 75 Benjamin Brown 99 Buchholz McEvoy Architects 90 Marco Bugolotti 75 François Burkhardt 101 Buro Happold 41 Gonçalo Byrne 91 C Nicola Cabinati 77 Dona Cacace 77 Santiago Calatrava 74 Francesca Calcagno 75 Giada Calcagno 77 Duilio Cambellotti 98 Alessandro Cambi 76 Luisa Campagna 28 Lucio Campanelli 77 Giovanni Caprioglio 34 Filippo Caprioglio 34 Caravaggio 98 Emilio Caravatti 75 Elena Cardani 64, 89, 94 Eric Carlson 89 Jennifer Carré 86 Silvio Carta 77 Caruso St John Architects 86 Marco Casamonti 79 Laura Casas 24 Cesare M.Casati 1, 90 Castello di Rivoli 98, 99 Piero Castiglioni 99 Paolo Cavagnero 91 Francesco Cellini 76 Aldo Celoria 91
Simonetta Cenci 75 Centre Pompidou Ceramica Globo 99 Pier Luigi Cerri 100 Olivier Chabaud 93 Florence Champiot 94 Changement-a’-Vue 28 Roger Chris 78 Varvara Christopoulou 92 Carolyn Christov-Bakargiev 98 Cimolai 90 5+1 Architetti Associati 74, 75 Claus en Kaan 58 Clivet 34 Domenico Conaci 75 Luigi Consigliere 75 Cooper-Hewitt Museum 96 Michele Costanzo 58, 101 Costen 76 Stefano Cremo 77 Denise Colomb 97 Carlos Crespo 86 Davide Croff 74 Cubo Arkitecter 86 Mario Cucinella 90, 99 D Fortunato D’Amico 17 Luigi Dall’Argine 76 Giuseppe Dal Zotto 34 DARC 100 Giangiacomo D’Ardia 86 P. De Giorgi 64 David Delgado 24 Arianna Della Morgia 28 Jacopo della Quercia 98 Ceramiche Del Conca 100 Gilles Deleuze 97 Michele De Lucchi 100 De Paor Architects 91 Daniela De Santis 28 Desnoyers Mercuri & Associés 50 Michel Desvigne 79, 94 Carlos Sousa Dias 86 Ludovica di Falco 76 Davide Di Franco 79 Francesco di Giorgio Martini 98 Sano di Pietro 98 Thierry Donnadieu 94 Dan Dorell 16 Panos Dragonas 92 Gilberto Dreas 34 Jean Dubuffet 97 E Ecole Polytechnique de Montréal Université de Montréal 50 EDF Electra 96 Edilfriuli 34 Nikolaj Eigtved 42 Jaime Eizaguirre 24 Olafur Eliasson 89 EMV Madrid+LIFE Project 24 Sylvie Erard 16 Errepi Serramenti 34
F
Silvia Fabi 79 Piero Faraguna 75 Alfio Faro 28 Gabriele Farre 77 Carlo Fascinelli 76 Favero & Milan Ingegneria 79 Sverre Fehn 74 Feilden Clegg Bradley 91 Benjamin Feldtkeller 75 Lorenzo Felici 76 Mauro Felicori 101 Lorenzo Fellin 99 Pierluigi Feltri 75 Alfonso Femia 75 Alberto Ferré 75 Jacques Ferrier 94 Fiera Bologna 100 Fiera Milano 1, 99 Gabriele Filippi 75 Odille Fillon 94 Beppe Finessi 101 Terry Flaxton 98 Cristiana Floris 77 Etienne Follenfant 16 Fondation Cartier 96
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo 95, 98, 99 Fornace Sant’Anselmo 34 Andrea Fornello 77 Bruno Fortier 94 Lesile M. Freudenheim 101 Massimiliano Fuksas 1, 74, 77 Heinrich Füssli 101 G Galerie d’Architecture Paris 96 GAM 98, 99 Matos Gameiro 86 Diego García-Setién 22, 24 Philippe Gazeau 94 Dominique Gauzin-Müller 90 Marzia Giabbani 76 Francesco Giordani 79 Marco Girotto 75 János Golda 91 Lorenzo Gondoni 79 Sara Gottardo 75 Gran Europa 98 Alessandro Grassia 28 Alberto Greti 77 Gruppo Lafarge 93 Gruppo Mapei 99 Gruppo Scalpellini-Immobilfin 86 Guerra 64 Alessandro Guerriero 100 Alain Guihot 99 H Anna Halczak 93 Hangar Bicocca 97 Barbara Hatzenbichler 78 Hennegan Peng Architects 86 HLT-Henning Larsen Tegnestue 40 Marlies Hentrup 74 Karine Hermann 93 Herzog + Partner 90 Norbert Heyers 74 Hoffmeister 34 Thanasis Hohlidakis 92 Steven Holl 74, 86 Eleana Horiti 92 Horizon Three 90 Charlotte et Jean-Jacques Hubert/H2O 93 Constantino Hurtado 24 Joris-Carl Huysmans 96 I iGuzzini 99 Guido Incerti 79 Justo Isasi 90 INNOCAD Planung 91 Italgas 90
J
J&A consultants 75 K Kilian Kada 78 Klaus Kada 78 Tadeusz Kantor 93 K-Architecture 93 K2006 90 Khrushchev 28 Kiyoyuki Kikutake 90 Knauff 34 Eleni Kostika 92 Kisho Kurokawa 28 Sun K. Kwak 97 L La Biennale di Venezia 74 Laboratorio Modelli Miola 75 María Eugenia Lacarra 24 Franco Laera 93 Laube 71 Jean-Jacques Lebel 97 Pasquale Leccese 99 Le Corbusier 95, 2 Pasquale Leone 28 André Levêque 93 Adalberto Libera 101 Remo Livoni 34 Axel Lohrer 77 Paul Emmanuel Loiret 16 Julien Lomessy 93 Ambrogio Lorenzetti 98
Eli Lotar 97 Christina Loukopoulou 92 Patricia Lucas 24 Luxe Pack 93 Greg Lynn 2 M Philomene Magers 99 Magnetti Building 100 Marie Maillard 16 MAK Vienna Chris Maker 98 Fumihiko Maki 74 Roberto Malfatti 87 Francesco Mansueto 93 Francesco Marinelli 76 Giorgio Marinelli 99 Peter Marino 89 Kirsi Marjamaki Mas 16 Jacques Martin 95 Enrico Martino 75 Laura Mascino 100 Alessandro Massarente 78 Zsuzsanna Máté 91 Miriam Mattana 34 Stefan Matthys 16 Luca Maugeri 28 Georges Mauriot 94 Mazzi 90 Chastine Mc-Kinney Møller Foundation 41 Media_Formasuono 98 János Megyik 91 Jean-Pierre Ménard 90 Ingrid Menon 16 Stella Mermiga 92 Metalproject 64 Methodo Engineering 92 Paolo Mezzalama 76 Stefano Migliaro 75 Mobilierr 71 Massimo Mola 101 A.P. Møller 41 Rafael Moneo 74, 79 Monkès Shooner Dagenais 50 Juan Martínez Moro 80 Moroso 34, 64, 71 Roberto Moscardi 78 Massimo Motulese 77 MS ingegneria 75 MT ingegneria 75 Ron Mueck 96 Gerhard Muller 79 Takashi Muratami 98 Museo dei Campionissimi 97 Museo della Scienza e della Tecnologia Milano 99 Museo Marino Marini 98 N Eddi Michael Nardi Tonet 79 Elizabeth Nash 101 Andrea Nichelini 75 Luca Nicoletti 28 Manfredi Nicoletti 28 Vaino Nikkila 86 Panos Nikolaidis 92 Duglass North 2 Jean Nouvel 16, 74 Novotel 34 O Christoph Opperer 78 Maurizio Ori 75 P PAC 97 Patrizia Padula 79 Carlo Paganelli 74 Louis Paillard 94 Dominique Païni 97 Palazzo del Cinema Venezia 74 Palazzo Squarcialupi 98 Pier Carlo Palermo 101 Roberto+Ludovica Palomba 99 Jussi Palva 86 Riina Palva 86 Dimitris Panagiotou-Ntounis 92 Kostis Panigris 92 Pantagruel 98 Pierluigi Panza 1 Julie Parmentier 16 Francesco Pasinelli 64
Georges Pastier 97 Alessio Patalocco 77 Anna Patti 75 Lian Pellicanò 76 Gianluca Peluffo 75 Charlotte Perriand 95 Giuseppe Pezzano 79 Giorgia Pezzolla 79 E.Phil & Son 41 Memos Philippidis 92 Carola Picasso 75 Giovanni Pietroforte 91 Pininfarina 90 Alessio Pipiato 78 Rubén Piquer 93 Raphaël Pistilli 88 Federico Pitzalis 77 Jenny Plokarz 91 Giovanni Polazzi 79 David Pradel 94 Anita Preböck 16 Susane Priesner 16 Ignacio Prieto 24 Gian Domenico Prono 34 Errica Protestou 92 Jean Prouvé 95 Provencer Roy 50 Will Pryce 100 Sonia Purin 34 Andrée Putman 89 Q Alessandra Quadrello 75 Luigi Quagliata 74 R François Rabelais 98 Michaël Radix 93 Rambøll Danmark 41 Raquel Rauco 77 Evangelos Ravanos 92 Man Ray 97 Thomas Raynaud 93 Reed Expositions 90 Res Fictae 28 Janaina Rezende 16 RFR 16 Rheinzink 34 Rudy Ricciotti 74, 75 Ricordi 34 Rizzani De Eccher 34 Eugénie Robert 16 Aleksandr Rodchenko 95 Antonio Rodriguez 99 Luca Romano 75 Ugo Rondinone 98 Riccardo Rossetti 34 Dino Rossetto 34 Aldo Rossi 74 Rosso & Figli 64 Christophe Rousselle 16 Carolina Francesca Rozzoni 75 Sascha Rullkötter 91 Giovanni Russo 75 Giuseppe Russo 75 S Vito Saccarola 78 Nathalie Saccu De Franchi 16 Saiedue Living 100 Mario Salabè Ingegneri Associati 28 Armand Salacrou 97 Doris Salcedo 98 Manuel Salgado 86 Ilkka Juhani Salminen 86 Hyun Sangmin 16 Sanitherm 71 Nuno Santos 86 Raffaello Sanzio 98 Alessandra Scardoni 28 Giovanni Sciacoviello 34 Giorgio Scianca 95 Shindler 34 Christian Schittich 90 Claudia Schmidt 78 Schønherr Landscape 41 Schüco 34 Hubert Schuller 78 Sifalberghi 34 Jérôme Sigwalt 93 Neonila Siles 28 Ilaria Sisto 75
Alvaro Siza Vieira 74 Catherine Slessor 90 Snøhetta 86 Barbara Sordina 99 Ettore Sottsass 100 Spazio Oberdan 98 Speirs and Major Associates 41 J.Spyri 22 Volker Staab 91 Frauke Stenz 77 James Stirling 74 Juliane Stolberg 91 Susanna Stoppani 34 Studio Archea 79 Studio Azzurro 98 Studio Caprioglio Associati 34 Studio Driade 99 Studio Ossola 90 S.T.Z. 75 Mikaela Sucquet 91 Swiss Engineering Consulting 75 Gábor Szenderffy 91 T Marco Taccini 75 Belinda Tato 22, 24 Tecno Elettrica 34 TECU® 91 Roberta Tenconi 99 Terrel 16 TGM Prefabbricati 64 Theatreplan 41 Theatre Project Consultants 28 Matteo Thun 99 Renato Tito-Enetec 28 Toroc 90 Luigi Tottoli 64 Nicolas Travasaros 92 Dimitri Travasaros 92 Sara Traverso 75 3X Nielsen 86 Triennale Milano 99, 100 James Turrel 89 U UNA Hotels & Resorts 92 Oswald M. Ungers 74 Uniqa 16 Dietrich I Untertrifaller 90 V José Luis Vallejo 22, 24 Maurizio Vallino Wout van Bommel 99 Arne van Herk 91 Dario Vatta 34 Veneta Coperture 34 Venezia Ingegneria 78 José Carlos Vieira 95 Bill Viola 98 Vitamin Arte 97 Maurizio Vitta 50, 80 Maurizio Vogliazzo 29 Adelina von Fürstemberg 97 Louis Vuitton 89 W Waco 34 Jorge Wagensberg 42 Andrei Waida 93 Junya Watanabe 96 Cyrille Weiner 94 Wet Design 90 Gerd Wetzel 77 Tim White-Sobieski 89 Kathrin Wiertelarz 91 Jean Michel Wilmotte 99 Keith Williams Architects 86 Ruffo Wolf 22, 24 X Yaying Xu/Xu Acoustique 28 Y Shoei Yoh 2 Z Zonca 34 Zucchetti 99
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