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Cesare Maria Casati

I soliti ignoti

The Usual Strangers

A

T

Roma è stato inaugurato, progettato da Richard Meier e parzialmente finito, il museo che contiene l’Ara Pacis; opera che finalmente corona la vicenda di edifici post-razionalisti costruiti alla fine degli anni Trenta e progettati da Vittorio Morpurgo intorno al Mausoleo di Augusto Imperatore. Mausoleo, abbandonato poi nella incuria, nonostante sia il più grande sepolcro circolare che si conosca. L’Ara Pacis a sua volta, una delle testimonianze maggiormente preziose e significative dell’arte scultorea augustea, necessitava assolutamente di un suo contenitore dignitoso e interamente dedicato ai suoi valori politici, storici ed estetici. Questa premessa è necessaria per illustrare la situazione pregressa e presente che, nonostante continui a mancare un progetto complessivo di sistemazione decorosa dell’intera piazza, mausoleo compreso, ha finalmente, anche se in parte, trovato una soluzione di grande dignità che l’ara meritava. E un plauso va sicuramente alle amministrazioni che l’hanno voluta e realizzata. Ma come sempre nel nostro Paese, mentre per sessanta anni tutti hanno sempre ignorato l’indegna “baracca” che accoglieva solo l’Ara Pacis e non tutti i suoi frammenti, ora che il museo è funzionante e tutti i cittadini hanno preso coscienza del valore e del significato del monumento che esso accoglie, rendendolo finalmente visibile anche dall’esterno, i soliti ignoti – in questo caso non tanto, dato che si tratta di personalità pubbliche importanti – subito utilizzano i giornali romani per tranciare giudizi approssimativi e superficiali contro la “modernità” del progetto di Richard Meier. Giudizi accompagnati spesso da aggettivi volgari, facilmente interpretabili dalla popolazione meno preparata e per tradizione contraria a ogni novità che non imiti linguaggi estetici tradizionali e conosciuti, tipici delle trasmissioni televisive nazional-popolari, che incredibilmente stanno trovando consensi, per fortuna limitati, anche da architetti che almeno per correttezza deontologica dovrebbero riflettere maggiormente. Quello che mi preoccupa è che ancora una volta, come avvenne per l’auditorium di Renzo Piano, continuano a mancare delle voci autorevoli e istituzionalmente preparate a esprimere giudizi di valore in contraddittorio, soprattutto rispetto a questi dibattiti pubblici e solo mediatici che avvengono normalmente a una voce unica. Da tempo i grandi architetti italiani si astengono dall’esprimere pareri in difesa della loro “arte” e alcune volte sembra che i grandi media siano gli unici sensori interpreti della pubblica opinione.

he museum holding the Ara Pacis in Rome has officially opened, designed by Richard Meier and partly finished. This work marks the culmination of a succession of post-rationalist buildings constructed in the late-1930s and designed by Vittorio Morpurgo around the Mausoleum of Emperor Augustus. A Mausoleum left abandoned despite being the biggest circular burial chamber known to exist. The Arc Pacis, in turn, one of the most valuable and important examples of Augustan sculpture, was in dire need of its own dignified receptacle totally devoted to its political, historical and aesthetic values. This premise is called for to illustrate the current state of progress, which, despite the fact there is still no overall project to redevelop the entire square in a fitting manner, mausoleum included, has at least now found a partial solution of great dignity that the Ara deserves. And the local councils who commissioned and created it deserve a pat on the back. But as usual in Italy, the horrendous “shack”, which held just the Ara Paci and not all its fragments, was totally ignored for sixty years. But now the museum is at last open and the entire community is suddenly aware of the value and importance of the monument it holds, finally visible even from the outside, the usual strangers – although in this case we know who they are, leading public figures – have immediately used the local papers in Rome to express their own half-baked and superficial views against the “modernity” of Richard Meier’s design. Opinions often expressed using vulgar adjectives, easy to interpret by the less well-educated members of the community, who are traditionally hostile to anything new that does not copy the conventional-familiar aesthetic idioms typical of popular TV programmes, which, incredibly, are actually meeting with the approval (only to a small extent, thank goodness) of architects, who, at least out of professional ethics, ought to think things over more carefully. What worries me is that once again, as was the case with Renzo Piano’s auditorium, nobody with the authority and expertise to do so is actually speaking up to express their views on its architectural merits, in contrast with these public media-oriented debates, which usually only tell one side of the story. For some time now, leading Italian architects have abstained from expressing their opinions in defence of their “art”, and at times it would seem that the major media are the only real public means of expressing public opinion.

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Aspettando la primavera

Competition and Communication

“O

rsù! costruiamoci una città e una torre, la cui sommità sia in cielo, e facciamoci un monumento per non essere dispersi sulla faccia di tutta la terra”. Con queste parole il racconto biblico descrive la decisione degli uomini di realizzare, non già la scalata al cielo, come nel mito greco dei Titani, ma solo una città con un alto monumento che fosse ben visibile da ogni parte della pianura mesopotamica, quale simbolo di riconoscimento e di unità per tutta la comunità. Era un progetto umano, molto umano. Se orgoglio c’era, era quello di voler basarsi sulle sole proprie forze. Jahve lo riconobbe: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una sola lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora non sarà loro impossibile tutto ciò che hanno meditato di fare”. E Jahve non lo permise. Non era la torre con la sua innocua iperbole mesopotamica (“la cui sommità sia in cielo”), ma il progetto sotteso – la città – ciò che Jahve non voleva consentire. Ma la colpa degli uomini non era tale da meritare un castigo catastrofico. Era sufficiente impedir loro di completare l’opera, confondendo la lingua e spezzando così l’unità comunitaria. Il seguito è noto. Gli uomini cessarono di costruire la città e si dispersero sulla faccia della Terra. Questo è il racconto biblico, rappresentato mirabilmente in immagini da Bruegel. È la coralità del lavoro che umanizza il territorio e rinsalda la comunità. È la visione finale di Faust, della terra conquistata col lavoro quotidiano e trasformata in “un paese di paradiso”. Altra cosa, invece, è il mito, che ne è scaturito, quello della torre di Babele, simbolo di orgoglio e arroganza dell’uomo, che vuole farsi divinità. Alle costruzioni di grande altezza è rimasta appiccicata questa infamia, periodicamente rispolverata dagli invidiosi. Helmut Schoeck nel suo saggio su questo onnipresente sentimento umano ricorda i frequentissimi detti e ammonimenti del tipo “Dio colpisce con il fulmine gli animali più grandi e gli edifici e gli alberi più alti. Dio ama mutilare ciò che è prominente”. L’eccellenza, unita alla visibilità, è un potente attrattore dell’invidia. Le nostre società occidentali si sono potute sviluppare, perché sono riuscite a liberarsi dalla paura dell’invidia degli dèi e a tenere sotto controllo l’invidia degli uomini. Più gli Stati Uniti e un po’ meno l’Europa. Hanno accettato la competizione, che implica esibizione. Dei cento grattacieli più alti del mondo (classifica compilata nel 1996), 60 sono statunitensi. In seconda posizione vengono gli 8 cinesi. Se consideriamo i continenti, il Nord America ne vede 64 e l’Asia 28. In Europa ve ne sono solo 5. Sarà un caso, ma l’esprit du record, che si concentra essenzialmente negli ultimi tre decenni del secolo scorso con una progressione impressionante: 18 negli anni Settanta, 29 negli Ottanta e 39 nei Novanta, sembra seguire pedissequamente la distribuzione mondiale dell’esprit de competition. Parliamo di altezze che vanno da un minimo di 226 metri a un massimo di 450, a Kuala Lampur. Ancor più significativo del singolo record dimensionale è poi la densità di quelle altezze. New York totalizza con i suoi 19 mega-grattacieli oltre 5,2 km di altezza complessiva, seguita dai 3 km dei 10 di Chicago e da 1,5 dei 6 di Houston. Le cinque mega-torri di Hong Kong totalizzano 1,5 km scarso. Con soli tre altissimi edifici Kuala Lampur supera l’1,1 km in tutto. È quasi inevitabile parlare di record quantitativi per i grattacieli. Disegnando il One Mile Skyscraper, Wright indicò una mèta che continua a tormentare l’immaginario collettivo di architetti e committenti. È ben vero che oltre i 300 metri, corrispondenti suppergiù a un’ottantina di piani, la costruzione raggiunge costi proibitivi soprattutto dal punto di vista strutturale e impiantistico, ma l’esprit du record dimensionale è un demone difficile da placare. Certo, non è solo la dimensione la misura di un record. Johnson con esplicito autocompiacimento ricordava che, pur essendo uno degli edifici più alti nel downtown di New York, nessuno sa dov’è l’Equitable Building di 277 metri, mentre tutti conoscono il suo AT&T 2 l’ARCA 215

Building (ora Sony) su Madison Avenue, che raggiunge appena i 197. L’altezza si apprezza per differenza, ma in una selva di edifici tutti più o meno alti, si produce quel fenomeno che Manzoni descrisse all’arrivo del gran cancelliere Antonio Ferrer: “E tutti, alzandosi in punta id piedi, si voltano a guardare da quella parte donde s’annunzia l’inaspettato arrivo. Alzandosi tutti, vedevano né più né meno che se fossero stati tutti con le piante a terra; ma tant’è, tutti s’alzavano”. In effetti, l’esibizionismo, che è inscindibile dalla visibilità, può trovare espressione ben oltre la dimensione. I fortissimo degli espressionisti lo hanno dimostrato. Sembrano parole di un mondo lontanissimo quelle che solo nel 1951 Mies pronunciò con gravità: “Spero che vi rendiate conto che l’architettura non ha niente a che vedere con l’invenzione di forme. Non è un campo-giochi per bambini, giovani o vecchi”. Johnson gli rispose nel 1994 con un sonoro: “Ci siamo stufati delle scatole”; dunque, agli architetti: “divertitevi, cercate sempre di divertirvi”. Da quando, all’incirca a metà anni Sessanta, il gioco, il divertimento, l’ironia del Pop furono sdoganati culturalmente, l’architettura contemporanea ha iniziato la sua lunga marcia nei territori sempre più affollati della sregolatezza, della contaminazione, dell’eclettismo modernista. Per farsi udire, il tono della voce si è alzato a ogni decennio, e per farsi vedere, anche l’odio per la regolarità è aumentato in progressione. Alla noiosa certezza delle scatole (anche di quelle mirabili e sorprendenti), che hanno a lungo garantito il consueto convivere sulla Terra con le forze della natura – la verticale per assecondare la gravità e l’orizzontale per contrastarla – e al conseguente parallelismo, espressione di simmetria e di immediata rispondenza a quelle forze così come le esperiamo, si è venuto sostituendo un mondo altro, inconsueto, sorprendente. Il caos della realtà era materia da ordinare per l’architetto-demiurgo d’un tempo. Ora è materia da accettare. Lo suggerisce la scienza, la filosofia, la sociologia dei nostri tempi. Il caos è pura energia. È fonte inesauribile di suggestioni, confliggenti con quel senso dell’ordine che Gombrich sembrava aver individuato nei più reconditi anfratti della psiche umana. Il caos è, dunque, materia perfetta per l’esibizione, per lo scandalo, per il “ sopra le righe ”. Questo è tempo dell’incertezza e del relativo. La logica binaria dell’ordine, del mondo in bianco e nero, si intreccia con quella del disordine, densa di grigi, di quasi, di all’incirca. L’architettura tettonica, intessuta con trama e ordito spaziali, lascia il posto alla scultorea diagonalità architettonica, a piani e aste inclinati, a superfici ricurve. È sempre una questione di pelle, di involucro. Che poi il vuoto – per Lao-Tse la vera realtà di un oggetto cavo – segua la logica dell’ordine, poco importa, perché è la visione dell’involucro da esibire. L’architetto si è fatto designer, scultore. L’impone la legge della propaganda, della competizione che sulla comunicazione visiva si fonda. Per l’“effetto Manzoni ”, il grattacielo è diventato un terreno privilegiato per il nuovo esprit du record, non più fondato sulla dimensione, ma sulla forma, capricciosamente esibitiva per committenti e progettisti. È pura competizione di potenza: della fantasia, dell’ironia, del virtuosismo tecnico, del budget disponibile. Coma una sorta di moderno nidstöng – il palo dell’invidia delle antiche tradizioni nordiche ma anche simbolo con cui si cerca di tenere lontano gli invidiosi (Helmut Schoeck), il grattacielo contemporaneo comincia a stagliarsi nitido contro lo skyline con le sue forme sorprendenti, improbabili, caotiche o sguaiate, all’insegna del “facciamolo strano”, purché qualcuno ne parli. La nuova competizione è iniziata. Attendiamo la marea e poi il riflusso. Tutto, infatti, si consuma. Anche l’urlo espressionista. Come diceva Edgar Wind, non si può gridare “Al lupo! al lupo!”, più di due volte, senza che regolarmente nulla accada. Alla terza, non si presta più attenzione. È il fallimento della comunicazione. Ma poi ritorna primavera, e il ciclo ricomincia. Aldo Castellano

“N

ow! Let’s us build a city and a tower, whose top reaches the heavens and make it a monument so that we are not scattered all over the face of the earth”. This is how the Bible tells the story of man’s decision to build not a stairway to heaven, as in the Greek myth of the Titans, but just a city with a tall monument, which would be clearly visible from all over the Mesopotamian plains, as a symbol of identity and unity for the entire community. It was a human, very human project. If pride was involved, it was merely in the decision to do it alone. Jahve acknowledged this much: “So, they are one nation and they all speak one tongue; this is the start of their work and it will no longer be possible to stop them from achieving their aims”. But Jahve did not let them. It was not the tower with its innocuous hyperbole in Mesopotamia (“whose top reaches the heavens”), which Jahve would not allow, but the project underpinning it for a city. But man had done nothing to deserve catastrophic punishment. He just needed to be stopped from completing the work by mixing up the language they spoke so they could not cooperate properly. We all know the rest. The city was never built and people were scattered across the earth. This is the Biblical story, so wonderfully represented in images by Bruegel. It is the choral nature of the enterprise that makes it so personal and knits the community together. This is Faust’s final vision of the earth taken over by daily labours and turned into “heaven on Earth”. The legend that this given rise to is quite a different story: the Tower of Babel, a symbol of human pride and arrogance, as man tries to play God. This infamous reputation has stuck with tall buildings, and from time to time is re-evoked by envious people. Helmut Schoeck’s essay about this ever-present human sentiment reminds us of all the sayings and warnings like “God strikes down with lightning the biggest animals and buildings and tallest trees. God loves to mutilate what is overpowering”. Excellence combined with visibility is a powerful magnet for envy. Our western societies managed to develop because they have managed to shake off the fear of the gods’ wrath and kept human envy under control. More so in the United States, but to some extent in Europe too. 60 of the world’s 100 tallest skyscrapers are in the United States (list compiled in 1996), Next come the Chinese with 10. Viewed in terms of continents, 64 are in North America and 28 in Asia. There are only 5 in Europe. It may just be a coincidence, the record-breaking enterprises of the last three decades of the 20th century in particular, which progressed at a startling rate: 18 in the 1970s, 29 in the 1980s, and 39 in the 1990s, seems to reflect the competitive nature of world’s various regions. We are talking about heights ranging from a minimum of 226 metres to a maximum of 450 in Kuala Lampur. Even more striking than the record heights in themselves is the concentration of these tall buildings. New York can boast a total of 5.2 km in overall height, thanks to its 19 mega-skyscrapers, followed by 3 km of the 10 in Chicago, and 1.5 of the 6 in Houston. The five mega-towers in Hong Kong amount to just about 1.5 km. Kuala Lampur’s three very tall buildings total over 1.1 km in height. Talking about quantitative records is almost inevitable with skyscrapers. When designing the One Mile Skyscraper, Wright set a target that still torments the collective psyche of architects and clients. The fact is that over a height of 300 metres, corresponding more or less to about 80 stories, the construction costs spiral almost beyond control, particularly in terms of structural and plant engineering, but it is hard to placate the demonic yearning for records. Of course records are not only measured in terms of height. Johnson pointed out that although the 277 metre tall Equitable Building is one of the tallest in downtown New York, nobody knows where it is, whereas everybody knows his AT&T Building (now the Sony

Building) along Madison Avenue, which is only 197 metres tall. Height is admired if it stands out, but in a maze of buildings, all more or less tall, that effect Manzoni described at the arrival of the great chancellor Antonio Ferrer is produced: “So everybody, standing on their tip toes, turned to look over where he was expected to arrive. As everybody stood up, they could not see any better or any worse than if they had all been seated, but in any case they all stood up”. In actual fact, the kind of showing off associated with visibility can be expressed in other ways than size. The so-called fortissimo of the expressionists proved that. What Mies so solemnly announced in 1951 now seems to belong to very distant times: “I hope you realise that architecture has nothing to do with inventing forms. It is not a playground for children, young people or adults”. Johnson’s firm rejoinder in 1994 was: “We are sick of boxes”; so architects “have fun, always try to have fun”. When the fun, enjoyment and irony of the Pop movement finally became culturally acceptable in the mid-1960s, modern-day architecture began its long trek into the busy realms of looseness, contamination and modernist eclecticism. Toget heard, the tone of voice was raised every decade, and to get noticed, even the hate of regularity gradually increased. The boring reliability of boxes (even the most admirable and surprising of them), which for so long ensured we lived with our feet planted firmly on the ground together with the forces of nature – verticality to comply with gravity and horizontality to contrast it – and the parallelism this entailed, as an expression of symmetry and immediate compliance with those forces as we feel them, were gradually replaced by another, quite different and startling world. The chaos of reality was something that needed ordering for the architect-demiurge of yesteryear. Now it just needs to be accepted. This is suggested by today’s science, philosophy and sociology.. Chaos is pure energy. It is an endless source of ideas, tapping into that sense of order, which Gombrich seemed to have detected in the deepest gorges of the human psyche. This means chaos provides perfect subject matter for showing off, scandal and acting “above the lines”. We live in an age of uncertainty and relativity. The binary logic of order, the world of black and white, interweaves with the world of disorder, full of grey areas, almosts and abouts. Tectonic architecture woven into patterns of spatial layouts gives way to architectural-sculptural diagonality, sloping planes and rods, curved surfaces. It is always a question of skin or shell. It matters little that emptiness – for Lao-Tse the ultimate reality of a hollow object – follows the logic of order, because it is the vision of the shell that is shown off. The architect has become a designer, sculptor. This is imposed by the law of propaganda and competition based on visual communication. This is required by a vision of the world that is more than just being in it. Due to the “Manzoni effect”, the skyscraper has become the favourite ground from a new record-breaking spirit, no longer based on size but on form, capriciously exhibitionist for clients and architects alike. This is a pure battle of wits, irony, technical wizardly, and available budget. Like some sort of modern-day nidstöng – the pole of envy in ancient Nordic traditions but also a symbol which is being used to keep the envious at bay, the modern-day skyscraper is beginning to stand out on skyline with its course or chaotic, unlikely yet startling forms, in the name of “let’s make it weird”, just as long as somebody talks about it. A new competition has begun. Let’s wait for the ebb and then the flow. Everything is eventually consumed. Even the expressionist’s scream. As Edgar Wind once said, you cannot cry “Wolf! Wolf!, more than twice without the worst happening. The third time, nobody listens. Communication has failed, But then spring comes round again and the recycle starts over again. 215 l’ARCA 3


Nove cubi strallati in cielo

HSB Turning Tower Torso in Malmö

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Viste della HSB Turning Torso Tower, realizzata nell’area del Western Harbor a Malmö, Svezia. Questa torre che con 190 metri di altezza è il secondo edificio residenziale più alto d’Europa, è stata

recentemente insignita dell’Emporis World’s Best New Skyscraper of the Year 2005. Views of HSB Turning Torso Tower built in the Western Harbor area of Malmö,

Sweden. This tower, which is 190 metres high, is the second tallest residential building in Europe. It was recently named the Emporis World's Best New Skyscraper of the Year 2005.

Santiago Calatrava

Roland Halbe

N

ella lettura del progetto di Calatrava per la torre di Malmö potremmo lasciarci guidare dalle descrizioni ufficiali che ci suggeriscono di seguire un percorso artistico inizialmente originato con una precedente scultura ispirata alla torsione di un busto umano. Senonché a lanciarsi nella critica artistica in architettura si finisce spesso nelle sabbie mobili. Meglio quindi ricordarsi di Jean Mignot e della sua quattrocentesca sentenza “Ars sine scientia nihil est ” in cui, a proposito della fabbrica del Duomo di Milano, polemizzava con gli architetti lombardi che non prendevano seriamente in considerazione lo stretto legame tra tecnica costruttiva e fantasia progettuale e partire dal Calatrava Ingegnere-Architetto, solidamente innestato su questa scia. Le sue sculture, tra le quali la numerosa serie di “studi di sculture con cubi”, sembrano infatti essere momenti di ricerca concettuale, modellazioni che permettono di esplorare le possibilità offerte da analogie rispetto al mondo naturale, o i limiti imposti dalla statica e dalla dinamica al liberarsi di elementi geometrici nello spazio. In questo senso l’ardire strutturale che sostiene la composizione volumetrica della torre di Malmö, o di quella per la South Street Tower di New York, rappresenta l’intrigante traduzione di uno spunto creativo rivelatosi capace di risolvere un problema progettuale. Ci sono grattacieli che catturano l’attenzione dalla distanza, ma deludono allo sguardo ravvicinato per la loro monotona serialità, non declinabile in movimenti di uno spartito compositivo; altri, come questo, che permettono letture diverse man mano che ci si avvicina, rivelando un pensiero più articolato e raffinato sia nella tipologia che nella tecnologia. L’idea di costruire una grande torre nell’area del Western Harbor di Malmö è legata all’attestarsi in quella zona dell’Öresund Bridge, il ponte diventato il crocevia degli scambi del Baltico, e all’intuizione che un “faro” avrebbe potuto aiutare positivamente la rinascita immobiliare di quella che era diventata una zona ex-industriale depressa. Erigendosi per 190 metri in un orizzonte piatto, l’edificio non aveva ragione di mimetizzarsi e il suo imprinting “scultoreo” lo aiuta ad assumere quel ruolo di catalizzatore, non solo formale, ma anche funzionale, che lo sviluppatore, la HSB di Malmö, aveva richiesto all’architetto di congegnare. Questo gesto creativo è razionalmente scandito in nove cubi uguali impilati uno sull’altro. Ognuno di essi costituisce di fatto un mini-edificio di cinque piani e lo spazio interstiziale che distanzia ciascun volume dal successivo è utilizzato per ospitare attrezzature tecnologiche e riporre gli elementi di manutenzione della facciata. Le prime due unità sono riservate a uso ufficio, mentre le rimanenti sette ospitano 147 appartamenti di diverso taglio. Gli ultimi due piani ospitano spazi per sale riunioni e conferenze. Il sistema di distribuzione verticale, con ascensori dedicati per le due diverse funzioni terziaria e residenziale, è ospitato all’interno del cilindro in cemento armato posto al centro come asse di rotazione dei nove cubi. Questo nucleo cavo, il cui spessore varia dai 250 centimetri di base a 40 centimetri alla sommità, è stato utilizzato come torre di sollevamento per la costruzione della torre. Ciascun cubo è ruotato di alcuni gradi rispetto al precedente e stirato verso un’estremità, dove è agganciato a uno strallo che lo obbliga a una sorta di torsione controllata. Questa colonna di acciaio verniciato conficcata nel terreno davanti alla prua dell’edificio, funge da spina dorsale esterna di rinforzo e controvento ed è collegata alle solette dei piani per mezzo di una coppia di puntoni. Delle grandi aste orizzontali e diagonali completano lo schema strutturale. Ciascun modulo presenta una facciata regolare i cui pannelli in alluminio sono traforati serialmente dalla sequenza delle finestre. Al piede della torre e a essa collegato sorge un altro corpo di fabbrica, questa volta piccolo piccolo, che contiene parcheggi e spazi di supporto. Jacopo della Fontana

Credits Project and Engineering: Santiago Calatrava Owner/Developer: HSB Malmö (Greg Dingizian, Managing Director)

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Santiago Calatrava

Schema generale della geometria della struttura in acciaio.

Santiago Calatrava

General diagram of the steel structural layout.

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hen analysing Calatrava’s project for Malmö Tower, we might be tempted to allow ourselves to be guided by official descriptions suggesting we follow an artistic path originating from a previous sculpture inspired by the twisting torso of a human bust. Except for the fact that following artistic criticism in architecture often leads us into sinking sand. We might be better advised then to remember Jean Mignot and his 15th-century pronouncement that “Ars sine scientia nihil est”, aired as he argued over the construction of Milan Cathedral with architects from Lombardy, complaining that they were not paying enough serious attention to the tight bonds between building method and imaginative design. This takes us on to the engineer-architect Calatrava, who has taken up this legacy with great determination. His sculptures, including a numerous collection of “studies of sculptures with cubes”, look like instances of conceptual experimentation, models designed to explore the possibilities opened up through analogies with the natural world or static/dynamic constraints on freeing geometric elements in space. In this sense, the engineering boldness underpinning the structural composition of Malmö Tower or South Street Tower in New York is an intriguing rendering of a creative idea, which eventually turned out to be capable of solving a design problem. There are skyscrapers that catch the eye from a distance but are disappointing upon closer inspection, due to their repetitive monotony that cannot be rendered in the movements of a musical score; others, like this one, which open up to various readings as you draw near, reveal more elaborate and refined thinking in terms of both stylistic design and technology. The idea of building a big tower in the Western Harbour area of Malmö dervice from the fact that this is the location of Öresund Bridge, a sort of crossroads for trading in the Baltic Sea, and also from the instinctive belief that a “lighthouse” might drive along a real-estate revival in what had turned into a dilapidated former industrial estate. Rising up to a height of 190 metres on a flat skyline, the building had no reason to blend in. Its “sculptural” imprinting helps it act as a catalyst, not just stylistically but also functionally, which was what the developer (the Malmö HSB) had commissioned the architect to create. This creative gesture is rationally set out in the form of nine equal cubes piled on top of each other. Each of them actually forms a mini five-storey building covering a total of 2,000 m2, and the interstitial space separating each structure from the next is used for holding technological equipment and storing the maintenance elements for the façade. The first two units serve office purposes, while the remaining seven accommodate 147 different-sized apartments. The top two floors hold spaces for meeting and conference rooms. The vertical distribution system, featuring special lifts for services and residential purposes, is set inside a reinforced concrete cylinder placed in the middle as the rotational axis for the nine cubes. This hollow core, whose thickness varies between 250 cm at the base and 40 cm at the top, was used as a hoisting tower when building the tower. Each cube is rotated a few degrees compared to the one before it and stretched towards one end, where it is hooked to a stay which forces it to twist in a controlled manner. This painted steel column stuck in the ground in front of the building’s hull acts as an outside backbone providing support and acting as a wind-break. It is also connected to the floor slabs by means of a pair of struts. Large horizontal and diagonal beams complete the structural scheme. Each module has a regular façade, whose aluminium panels are perforated in sequence by the pattern of windows. Another construction, this time smaller, is connected to the foot of the tower and holds the parking facilities and support spaces. Jacopo della Fontana 6 l’ARCA 215

Sopra, pianta del livello 29 e, sotto, pianta del livello 23 della torre che contiene 147 appartamenti in una superficie totale di 13.500 mq e 4.000 mq di spazi per uffici. Above, plan at level 29 and, below, plan of level 23 of the tower, which contains 147 flats covering a total area of 13,500 sq.m and 4,000 sq.m of office space.

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In alto, particolari delle connessioni diagonali e orizzontali della struttura di acciaio. Sotto, piante e sezioni degli stabilizzatori della struttura.

Santiago Calatrava

Top, details of the steel structure’s diagonal and horizontal connections. Below, plans and sections of the structure’s stabilisers.

Assonometrie del livello del secondo dei nove cubi che costituiscono la torre. Sotto, planimetria generale. Axonometry of the level of the second of nine cubes forming the tower. Below, site plan.

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Vicino al cielo

Credits Project: Ateliers Jean Nouvel Local architect: B720: Fermin Vazquez Assistant: Hubert Tonka Engineers: Ibering, R. Brufau & A.Obiol

Agbar Tower, Barcelona

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F. Martinez, M. Bermudo, P. Paris Quantity Surveyor: Argos Management Client: Layetana Inmuebles

La torre Agbar segna, con la propria sagoma vibrante di luce e colori, lo skyline di Barcellona.

The Agbar tower’s own outline vibrating with light and colours stands out on the Barcelona skyline.

Roland Halbe

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ar convivere funzionalità e bellezza è uno degli obiettivi basilari dell’architettura. Non sempre ci si riesce: soprattutto se il tema di progetto è problematico come quello per la costruzione di una torre urbana. Se la funzionalità è quasi sempre all’altezza della situazione, la bellezza, invece, è a volte un optional. La bellezza, com’è noto, è una categoria dai confini mobili, legati allo spirito del tempo. Insomma, la bellezza nel senso di venustas vitruviana pare non essere più parametro di riferimento certo. Soprattutto non lo è per importanti architetti come Nouvel e Foster, visto che sono autori di due torri quasi “gemelle”: la Swiss Re Tower (definita dai londinesi “cetriolo”), realizzata a Londra sembra davvero un clone di quella a Barcellona. A far luce sul nuovo corso dell’architettura sono illuminanti alcune dichiarazioni di Nouvel. Egli sostiene che l’Agbar non va intesa come un grattacielo secondo i parametri americani che puntano su forme slanciate per esaltarne la verticalità. Egli la definisce emergenza urbana, massa fluida, energia ascensionale fissata nella sua fase più emblematica e spettacolare. Si tratta insomma di una geniale interpretazione di un evento naturale ottenuta attraverso una superficie “pixelata” che rimanda all’immaginario degli schermi televisivi prodotti con tecnologia Liquid Crystal Display. La torre sorge all’incrocio di tre importanti assi viari come Avenida Diagonal, Meridiana e Gran Via. Il complesso ospita i nuovi uffici di Agbar, la società delle acque di Barcellona. Come è ormai prassi consolidata per i grandi complessi ad alto consumo energetico, la torre è concepita secondo criteri bioclimatici attraverso una doppia pelle quale schermo termico in grado di assicurare un ottimo scudo protettivo sia per l’irraggiamento solare sia per le basse temperature presenti durante i mesi invernali. Nouvel ha cercato di creare attraverso superfici avvolgenti e trasparenti assonanze con l’acqua, ovvero costruire un oggetto a scala urbana simbolico della funzione cui è destinata la torre. Dal punto di vista dell’autore era inoltre necessario evidenziare profonde sintonie con l’organicismo della Sagrada Familia di Gaudí, di cui l’Agbar rappresenta un suggestivo punto di osservazione. In tal senso, si spiega la scelta del sovradimensionamento delle finestre orientate verso il capolavoro gaudiniano per godere appieno l’eccezionalità di un unicum posto in un paesaggio urbano in continuo divenire. L’universo cromatico di Gaudí è evocato dalla raffinata soluzione della pelle multicolore che riveste la superficie della torre. L’effetto pelle squamata, evidente riferimento alle multicolori tessiture musive spesso presenti nelle opere più emblematiche, è stato ottenuto con lastre grecate di alluminio di medio spessore (circa due-tre millimetri), verniciate con un’ampia gamma cromatica in grado di produrre effetti cangianti in relazione alle differenti condizioni di luce nelle varie ore del giorno. Tali lastre, a loro volta sono ricoperte con un secondo strato di brise-soleil in vetro, caratterizzato da diversi valori di trasparenza che producono una suggestiva mobilità cromatica e intense vibrazioni luminose, anche durante le ore notturne. L’accentuata asimmetria delle 4.400 finestre disposte sulla superficie della torre, oltre a privilegiare alcuni punti di vista verso la Sagrada Familia, è anche frutto di un attento studio per ottimizzare l’esposizione solare e ottenere particolari scenic point che esaltino le straordinarie vedute offerte dalla capitale catalana. La torre stessa è un unicum in cui convivono due opposte peculiarità: leggerezza e solidità grazie all’impiego di grandi quantità di vetro e di calcestruzzo. La torre è formata da due cilindri non concentrici di sezione ovale. L’involucro esterno è in calcestruzzo, quello interno, in vetro e alluminio, ospita i collegamenti verticali e gli impianti generali. Oltre il ventiseiesimo piano è stata sistemata la grande cupola in vetro e acciaio alta sei piani. Carlo Paganelli

Consultant: Arnauld de Bussierre Project Architect: AJN: Jean Pierre Bouanha B720 : Vander Lemes Team architects: F. Rabiet, A. Plasencia, E. Lapointe, C. Algas, C. Algas, J. Fernandez,

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Ateliers Jean Nouvel

Viste dell’esterno e dell’interno della parte terminale della torre e diagramma comparativo con alcuni edifici realizzati a Barcellona.

Interior and exterior views of the tower tip and comparative diagram showing some buildings in Barcelona.

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ne of architecture’s main aims is to bring together functionalism and beauty. This is not always possible, particularly if the design theme is tricky, like the construction of an urban tower. Whereas the functionality is almost always up to expectations, the beauty side is often just an optional. As we know, beauty is a category with shifting boundaries, linked to the spirit of the age. In other words, beauty in the sense of Vituvius’s venustas no longer seems to be a definite guideline. Most significantly, it is not for important architects like Nouvel and Foster, seeing as they have designed two almost “twin” towers: the Swiss Re Tower (called the “cucumber” by Londoners), which is built in London but looks just like a clone of the one in Barcelona. A number of statements made by Nouvel cast shed some real light on the latest developments in architecture. He claims that Agbar Tower should not be judged as a skyscraper along the American lines of streamlined forms emphasising verticality. He calls them urban emergences, fluid masses, and upward energy frozen in its most spectacular and emblematic instant. In other words, a brilliant way of interpreting a natural event obtained using a “pixel-based” surface evoking TV screens created using Liquid Crystal Display technology. The tower stands at the intersection of three roads, Avenida Diagonal, Meridiana and Gran Via. The complex holds the new offices of Agbar, the Barcelona Water Board. As is now the practice with major complexes with high energy consumption rates, the tower is designed along bio-climatic lines through a double skin acting as a heat insulator providing a very effective protective shield against sunlight or low temperatures in winter. Nouvel has attempted to use enveloping, transparent surfaces to create assonances with water: i.e. to construct an urban-scale object symbolising the purpose the tower will serve. According to the architectural designer, it was also vital that the new tower fell in line with the organicism of Gaudí’s Sagrada Familia. The Agbar actually offers striking views of the cathedral. This accounts for the decision to create over-sized windows facing Gaudí’s masterpiece, so as to be able to truly admire this unique work of art set on a constantly changing cityscape. Gaudí’s own universe of colours Is evoked in the elegantly designed multi-coloured skin covering the tower’s surface. The scaled skin effect, a clear reference to the multi-coloured mosaic textures often found in his most emblematic works, is obtained using aluminium sheets of medium thickness (roughly 2-3 mm), painted in a wide range of colours creating striking shimmering effects depending on the light conditions at different times of day. These sheets are, in turn, covered by a second layer of glass shutters of varying degrees of transparency, producing a startling sense of chromatic mobility and intense luminous vibrations, even at night-time. As well as privileging certain viewpoints towards the Sagrada Familia, the marked asymmetry of the 4,400 windows covering the surface of the tower is the result of a careful study into optimising exposure to the sun and obtaining special scenic points emphasising the incredible views of the capital of Catalonia. The tower itself is a unicum in which two opposing features coexist: lightness and solidity, thanks to the use of large amounts of glass and concrete. The tower is composed of two non-concentric cylinders with oval sections. The outside shell is made of concrete, while the inside shell, made of aluminium and glass, holds the vertical links and main utilities. A large six-storey glass and steel dome has been placed above the twenty-sixth floor. Carlo Paganelli 12 l’ARCA 215

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Ateliers Jean Nouvel

La torre è alta 144,44 metri ed è particolarmente innovativa nella soluzione di facciata.

The tower is 144.44 metres tall and particularly innovative in terms of the façade designs.

Pagine seguenti, planimetria generale e piante a quote differenziate; sezioni e dettagli del rapporto tra sistemi di facciata e finestre.

Following pages, site plan and plans at different heights; sections and details of the relations between the façade design and windows.

Rapporto fra la torre e le tre grandi arterie al cui incrocio sorge il nuovo edificio. Relation between the tower and the three main roads at whose crossroads the new building stands.

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Ateliers Jean Nouvel

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Ateliers Jean Nouvel

Ateliers Jean Nouvel

Condizioni d’irraggiamento solare in rapporto alle stagioni; pagina a fianco, variazioni dell’angolo d’incidenza dei raggi solari durante il solstizio d’estate. Sunlight conditions at different times of year; opposite page, variations in the angle of sunlight during the summer solstice.

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Foster and Partners

Una città alta 600 metri

Foster and Partners

Moscow City Tower Credits Project: Foster and Partners Consultants: Halvorson and Partners, Lerch Bates and Associates, Waterman International Client: STT Group

Modello e sezione del progetto Moscow City Tower, un grattacielo di 600 m a uso misto con uffici, alberghi, residenze, spazi commerciali, giardini e terrazza panoramica, progettato secondo rigorosi sistemi di sostenibilità. La torre sarà il più alto edificio del mondo con ventilazione naturale e disporrà di ciclo energetico tra i più efficienti finora progettati, determinato da facciate a triplo vetro a bassa energia, cellule fotovoltaiche, sistemi di raccolta e riuso delle acque meteoriche e di riuso dell’energia. Model and section of the Moscow City Tower, a 600-metre high, mix-use skyscraper, hosting offices, hotels, residences, shopping areas, gardens and observation deck. It has been designed along strict sustainable parameters. It will be the tallest naturally ventilated tower in the world and will feature one of the most efficient “energy cycles” ever designed, including triple gazed high performance low energy façade, photovoltaic cells, rain and snow water harvesting and reuse and energy reuse systems.

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on i suoi seicento metri d’altezza, la Moscow City Tower, progettata da Foster and Partners, rappresenta una soluzione evoluta del grattacielo contemporaneo: per i prossimi anni sarà dunque il parametro cui riferirsi per chi intenda accettare il confronto, sia per quanto attiene il superamento dell’altezza sia per l’impiego di una tecnologia costruttiva adatta a realizzare complessi edilizi in grado di opporsi alle forti sollecitazioni cui sono sottoposte strutture con quote ormai vicine i mille metri. Il complesso sorgerà a circa cinque chilometri dalla Piazza Rossa e rappresenterà il livello di efficienza e di sviluppo raggiunto dell’imprenditoria russa. La notevole altezza e la tipologia d’uso fanno della Moscow City Tower una vera e propria città verticale capace di ospitare venticinquemila persone che utilizzeranno spazi destinati a uffici, un hotel, ambienti commerciali e residenze di alto livello costruite per i nuovi ricchi della Russia postsovietica. La forma della torre è geometricamente generata da una pianta inscritta nella configurazione planimetrica triangolare del sito ed è composta di tre elementi distinti uniti al vertice. Particolarmente curata la configurazione della “piastra” al piano terra, che copre un’ampia superficie ipogea che deve assicurare la connessione con i sistemi di trasporto di superficie e del sottosuolo dove transita la metropolitana moscovita. La ragguardevole quantità di energia richiesta da un complesso abitato da un numero elevato di persone ha naturalmente imposto un alto grado di sostenibilità, ottenuto, sia attraverso il riciclo energetico sia attraverso l’impiego di sistemi che utilizzano risorse naturali. Si è ricorsi, per esempio, alla tecnologia fotovoltaica, prevedendo un impianto in grado di assicurare, a costo zero e per tutto l’anno, l’illuminazione degli uffici. E’ inoltre previsto un sistema che utilizza le precipitazioni meteoritiche per coprire le necessità idriche degli spazi sanitari. Insomma, il nuovo insediamento non solo è un prestgioso segno di benessere economico ma è anche in grado di non pesare sul bilancio energetico della città. Carlo Paganelli

Rendering della torre, la cui geometria deriva da una pianta triangolare. La “città verticale” è costituita dall’innesto di tre “braccia” su una spina centrale verde che corre per tutta l’altezza dell’edificio e che si rastremano verso l’alto.

Rendering of the tower, based on a triangular plan. The “vertical city” is made of three “arms” meeting at a central green spine running the full height of the tower and tapering towards the top.

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ising 600 meters in height, the Moscow City Tower, designed by Foster and Partners, is a highly advanced contemporary skyscraper which, in the near future, will constitute a point of reference and challenge for new building plans. This is true both in terms of its height and as regards the use of a building technology that is capable of opposing the great concern that has arisen around building complexes that are now close to soaring 1,000 meters. The complex will be built about five kilometers from the Red Square, and will represent the level of efficiency and development Russian entrepreneurs have achieved. The Moscow City Tower’s notable height and structure have turned the building into an actual vertical city that can hold twenty-five thousand people. Russia’s new, rich post-Soviets will thus be able to make use of all the space, which will include offices, a hotel, shopping areas and high-level residences. The tower’s shape was geometrically generated from a triangular plan of the site, and is composed of three different elements that meet at the summit. Great care was placed in the configuration of the ground-floor “plate”, which covers a large underground area that is to ensure connections both with road transport and the Muscovite subway line. Of course, the great amount of energy required by such a complex – which is to be inhabited by a large number of people – demands a high degree of sustainability, which is attained thanks to systems that make use of natural resources. For instance, photovoltaic technology is to be used, through a plant that is able to provide lighting for the offices at no cost. In addition, a system that utilizes rainfall was also developed, so as to provide for the bathroom water system. In short, the new complex is not only a prestigious sign of financial well-being, but it is also an asset for the city’s energy balance. 215 l’ARCA 21


Jacques Ferrier

Jacques Ferrier

Nei cieli sostenibili Hypergreen Tower Rendering dello sviluppo strutturale di Hypergreen e fotomontaggio di un possibile inserimento nel contesto di una megolapoli urbana. Hypergreen è un concetto innovativo di torre multifunzionale progettata da Jaques Ferrier e il Gruppo Lafarge secondo criteri di sostenibilità e rispetto dell’ambiente che competono sia la scelta di materiali ecologici, sia le tecniche costruttive e di rispetto dell’ambiente nel suo ciclo di vita e uso quotidiano. Rendering of the structural layout of Hypergreen and photomontage of a possible way in which it might be incorporated in an urban megalopolis. Hypergreen is an innovative concept for the multi-purpose tower designed by Jaques Ferrier and Lafarge based along the lines of sustainability and environmental friendliness, which involves the choice of eco-friendly materials and building methods and environmental respect throughout its lifecycle and period of everyday usage.

Credits Project: Jacques Ferrier Architect in partnership with Lafarge Architect: Jacques Ferrier (Principal) Project Design: François Marquet Team: Adrien Pineau, Philippe Dubost, Astrid Rappel Images: Corentin Lespagnol Lafarge Architect Realations Manager: Léopold Lombard Technical Director Ductal: Mouloud Behloul Structural Engineer: A.D.C. + CE/Jean-Marc Weill (Principal) Team: Gregory Lombaert, Guillaume Ranchin, Elise Bon, Dominique Corvez

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rescita esponenziale del fenomeno urbano e impatto ambientale degli edifici, due aspetti che fanno parte della storia attuale delle nostre città e che impongono l’urgenza di una concreta conciliazione nei progetti di sviluppo e costruzione futuri. Hypergreen è un nuovo concetto di torre che si colloca nella direzione di un sviluppo sostenibile delle megalopoli mondiali. Un concetto tutto francese nato dalla sinergia di competenze e professionalità tra il progettista Jacques Ferrier, che da qualche anno ha fondato in seno al suo studio una cellula di ricerca mirata all’architettura sostenibile, e Lafarge, gruppo leader dei materiali da costruzione impegnato in un percorso di ricerca di materiali e processi industriali sensibili ai problemi di impatto ambientale. Hypergreen è la prova che già da oggi sono disponibili risorse, tecnologie e materiali idonei a uno sviluppo urbano nel rispetto dell’ambiente. Torre multifunzionale alta 246 metri, è stata concepita nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità, non solo durante il suo ciclo di vita attraverso l’uso di energie rinnovabili e materiali da costruzione ad alte prestazioni, ma anche durante le fasi di costruzione e di smontaggio alla fine del ciclo di vita. Innanzi tutto il suo concetto strutturale che traduce in una versione sostenibile il grattacielo in cemento del futuro. La forma, la facciata, la ripartizione dei diversi elementi del programma sono pensati in funzione dell’orientamento e quindi in rapporto ai diversi contesti climatici. Da qui la definizione di una maglia esterna realizzata in elementi prefabbricatati Ductal©, cemento di Lafarge ad altissime prestazioni, che assicurano il controllo solare ottimizzando il passaggio della luce naturale e garantiscono, grazie alle caratteristiche di resistenza alla trazione come alla compressione e una duttilità eccezionale del materiale, la stabilità orizzontale della torre. La struttura interna, senza più bisogno di controventamento, è data dalla semplice sovrapposizione di solai liberi, ciò che consente una totale flessibilità e adattabilità degli spazi interni. La discesa dei carichi è delegata a un sistema distribuito di pilastri che offre una maggiore autonomia e adattabilità alla struttura rispetto a una discesa attraverso un nocciolo centrale o la facciata. Elemento essenziale della torre, la struttura è inoltre completamente smontabile con un contenimento degli effetti negativi per l’ambiente e il completo riciclaggio dei vari elementi. L’eleganza e la ricchezza espressiva della torre sono esaltate da disegno della maglia superficiale in Ductal© che grazie alle sue caratteristiche (cemento di fibra con un contenuto dal 2 al 4% di fibre metalliche o organiche che permettono l’assenza quasi totale di armature passive), consente di realizzare strutture particolarmente leggere, anche con forme complesse, pur offrendo una resistenza eccezionale. La forza strutturale della maglia diviene così supporto ai pannelli fotovoltaici (circa 3.000 cellule che producono elettricità dall’energia solare per circa 600.000 kWh/anno) e alle eoliche istallate in cima alla torre, fonti di energia alternativa che con i pozzi canadesi per la climatizzazione naturale, le pompe di calore geotermiche e la presenza di serre temperate, colmano il fabbisogno energetico necessario al funzionamento della torre. Elena Cardani

T

he exponential boom in the cityscape and environmental impact of buildings are two aspects of the current history of our cities that call for urgent conciliatory action to be taken in future development and construction projects. Hypergreen is a new tower concept working along the lines of the sustainable growth of the world’s megalopolises. This is an allFrench idea developed from a synergy of the expertise and professionalism of the architectural designers Jaques Ferrier, who for some years now has had a research cell within his firm working on sustainable architecture, and Lafarge, a leading building materials manufacturer currently experimenting on industrial material sand processes sensitive to environmental impact issues. Hypergreen is proof that the resources, technology and materials required for eco-friendly urban development are already available today. This 246-metre-tall multi-purpose tower is designed in complete conformity with sustainability standards, not just during its lifecycle through the use of renewable energy and high-performance building materials, but also during the construction and dismantling stages at the end of the lifecycle. First and foremost, its conceptual design, which is a sustainable rendition of the concrete skyscraper of the future. The form, façade and division of the various programme elements are designed in relation to the way it faces and hence to various weather contexts. This has led to the design of an outside mesh made of prefabricated Ductal© elements and high-performance Lafarge concrete, which control sunlight by ensuring the best possible passage of light and ensure the tower’s horizontal stability, thanks to properties like resistance to traction and compression and the exceptional ductility of this material. The internal structure, no longer requiring wind-bracing, is based on the simple overlapping of free floor slabs, making the interiors totally flexible and adaptable. The loads descend along a distributed system of columns, making the structure more independent and adaptable than downward dispersion along a central core or facade. A key feature of the tower, the structure can even be completely dismantled, thereby reducing negative effects on the environment by totally recycling its various parts. The tower’s elegant stylishness is enhanced by the design of the surface mesh Ductal©, whose properties (fibre cement with a 2-4% content of metal or organic fibres, meaning almost no passive armouring is required) allow the construction of particularly light structures, even featuring complex forms which are exceptionally resistant. The mesh’s structural force means it can support the photovoltaic panels (approximately 3,000 cells generating about 600,000 kWh/year of solar electricity) and wind panels installed on top of the tower, alternative energy sources which meet the energy supply required for the tower’s smooth-running, thanks to Canadian wells for natural air-conditioning, geo-thermal heat pumps, and the presence of special greenhouses.

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Particolari della struttura di Hypergreen. La torre alta 246 metri offre una superficie utilizzabile di 94.000 mq. La sua forma, la soluzione di facciata e i suoi componenti sono stati concepiti e

posizionati per garantire una produzione di energia tale da rispondere in modo autonomo ai fabbisogni dell’edificio. La soluzione della maglia esterna in Ductal©, cemento in

fibra ad alte prestazioni di Lafarge, ottimizza il passaggio della luce naturale e assicura nel contempo la stabilità orizzontale della torre.

Detail of the Hypergreen structure. The 246-metre-tall tower has an available surface area of 94,000 square metres. Its form, the design of its façade and components, are all devised and positioned

to ensure it generates enough energy to meet the building’s own requirements. The outside mesh design using Ductal©, Lafarge’s high-performance fibre-based cement, optimises the passage

of natural light and, at the same time, ensure the tower’s horizontal stability.

Centrale energetica/Power Unit la sommità della torre, 48 m di altezza e 900 mq di superficie, costituisce un’immensa centrale energetica per l’estrazione naturale della ventilazione, turbine a vento e captatori solari termici e fotovoltaici the top of the tower at a height of 48 metres and covering 900 square metres forms a huge power unit for manually air extraction, also holding a wind turbine and thermal-photovoltaic solar receptors. Ventilazione naturale/Natural Ventilation l’altezza della torre assicura il tiraggio termico, motore della ventilazione di base/the height of tower ensures the heat draught driving the base ventilation

Rete in Ductal/Ductal Network assicura il controllo solare e supporta i pannelli fotovoltaici e i collettori delle acque pluviali/ensuring solar control and supporting the photovoltaic panels and rain water collectors

Serre temperate/Temperate Greenhouses sfruttano l’effetto di spazio tampone e creano un microclima temperato durante tutto l’anno/exploiting the buffer space effect to create a temperate micro-climate throughout the whole year

Vegetazione/Landscaping assicura una protezione solare delle facciate esposte e rinfresca le serra/ensuring solar protection for the exposed facades and cools down the greenhouses Pozzi canadesi/Canadian Wells assicurano il raffrescamento naturale in estate dell’aria nuova degli sapzi commerciali/providing natural cooling in summer for the fresh air in the commercial spaces

La piastra su captatori interrati Plate on the Underground Receptacles assicura il completamento del riscaldamento e del raffrescamento/providing complete heating and cooling

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Gestore di energie rinnovabili/Renewable Energy Controller connesso a un server meteo, permetterà di anticipare e ottimizzare il ricorso alle energie rinnovabili in funzione delle condizioni meteorologiche connected to a weather server, it anticipates and optimises the use of renewable energy in relation to the weather conditions

3.000 mq di cellule fotovoltaiche 3,000 square metres of Photovoltaic Cells producono elettricità a partire dal sole. La produzione di 3.000 mq di pannelli solari fornisce 600.000 KWh/anno, circa il 12% dei bisogni di elettricità della torre. generating electricity out of sunlight. The supply from 3,000 square metres of solar panels provides 600,000 kWh/year, approximately 12% of the tower’s energy requirements Il cablaggio dell’edificio/Building Cabling veicola le informazioni con una sola rete che gestisce elettricità, telefonia, informatica e gestione tecnica conveying information through one single network, which manages the electricity, telephone lines, computer systems and utilities Il recupero dell’acqua/Water Recovery le acque pluviali e le acque di condensa dell’umidità dell’aria sono recuperate sulla superficie a maglia e riutilizzate dopo apposito trattamento rain water and condensation water due to the air’s humidity are recovered from the mesh and reused after being treated properly Il trattamento delle acque grigie/Waste Water Treatment Le acque grigie (lavabo e docce) sono convogliate e trattate con un dispositivo paesaggistico di cascate e riserve piantumate all’interno della serra. Dopo apposito trattamento sono riutilizzate per le toilette, l’innaffiamento e la pulizia waste water (from washbasins and showers) is conveyed along and treated by a special waterfall feature and vegetation inside the greenhouse. After special treatment, they are re-used by the toilets, sprinklers and for cleaning purposes.

I materiali/Materials utilizzati nel progetto privilegiano i prodotti Lafarge riciclati o facilmente riciclabili the project mainly uses recycled or easily recyclable Lafarge products

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Monoliti e inclinati

Dominique Perrault

For Milan New Fairgrounds Area

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l nostro progetto per i due alberghi del nuovo Polo fieristico Rho-Pero di Milano, si inserisce nella grande tradizione architettonica e costruttiva milanese. Due figure geometriche pure: due parallelepipedi bianchi e neri, a pianta quadrata, alti sessanta metri, accostati e inclinati, emergono dal paesaggio orizzontale del nuovo Polo fieristico. Nella loro radicale purezza, i due edifici assommano i valori più profondi e radicati della migliore cultura milanese: la sobrietà e la semplicità. I due volumi si collocano sullo snodo principale di un impianto a maglia ortogonale. Ciascuna torre è inclinata di 5 gradi: la più alta rivolta verso la Fiera a nord, la seconda invece si inclina a segnare l’asse di ingresso pedonale della Fiera, marcato da una pensilina semitrasparente, che collega gli alberghi con il Centro Congressi e con l’area a verde dei giardini previsti nell’area adiacente. Un atrio luminoso, trasparente, in vetro e metallo perforato color oro, con pianta a crociera, collega la base delle due torri. La crociera, costituita da due ampi bracci semitrasparenti, distribuisce sia gli accessi ai piani delle camere delle due torri, sia i percorsi che collegano le diverse funzioni di ristorazione e servizio: bar, brasserie, ristorante, sale banchetti, sale di riunione, tutti facilmente identificabili e raggiungibili dall’ampio atrio, che si prolunga all’interno delle torri senza soluzione di continuità, attraverso due ampi varchi. Alle due estremità dei bracci della crociera, si trovano gli ingressi principali della struttura ricettiva; in prossimità del centro, immediatamente visibile e riconoscibile, la reception; alle estremità opposte, si aprono le basi delle due torri, con due ampi accessi ai piani dei servizi comuni e, al disopra di questi, ai piani delle camere dell’albergo a 3 stelle, a ovest, e del 4 stelle, a est della crociera stessa. La pensilina, costituita da portali in acciaio che reggono una leggera copertura in vetro serigrafato, congiunge il porticato d’ingresso del Centro Congressi con la crociera degli alberghi, e prosegue, raggiungendo il piano del parcheggio e della futura area a verde pubblico, a quota – 0,75. I parallelepipedi dei due alberghi sono gli edifici più alti nel paesaggio del nuovo polo, si distinguono per le facciate bianche e nere, costituendo il fulcro del progetto: le due torri in marmo segnalano da lontano l’ingresso d’onore della Fiera e i principali collegamenti pedonali tra i due piani sui quali sono strutturate le principali aree esterne. Il dislivello tra le due principali quote: + 3,00 e – 0,75 viene infatti raccordato proprio in corrispondenza dei due alberghi da due ampie scalinate, mentre un ascensore, posto al piede della torre del 4 stelle, ne assicura l’accessibilità con mezzi meccanizzati. Le due torri degli alberghi costituiscono un segnale forte e semplice. Sono bicolori: nero sulle facciate orientali e settentrionali meno soleggiate, bianco immacolato a mezzogiorno e occidente. I due volumi appaiono da lontano come due lucidi monoliti di marmo; avvicinandosi, si nota che i fronti sono trattati con finestre di diverse dimensioni che scandiscono le facciate seguendo un ritmo irregolare. Anche le terrazze belvedere sulla sommità, sono scavate all’interno del volume. Le facciate delle due torri sono ventilate, e offrono eccellenti prestazioni termiche e acustiche. Questa soluzione si rivela ottimale sia sotto il profilo del contenimento dei consumi energetici, dato l’elevato livello di isolamento termico e acustico che offrono, sia per quanto riguarda il controllo dei costi di manutenzione e pulizia. Le due torri hanno un aggetto di poco più di 11 centimetri ogni metro di altezza, ospitano l’albergo a tre stelle, rivolto verso la Fiera, e l’albergo a quattro stelle, rivolto verso il percorso pedonale coperto che le unisce al Centro Congressi e, più lontano, verso la città di Milano. Le terrazze sulla copertura – al piano mirador – sono rivolte entrambe verso il Centro Congressi e l’ingresso d’onore della Fiera. da un testo di Luca Bergo su annotazioni di Dominique Perrault 26 l’ARCA 215

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ur project for two hotel in the new Trade Fair in RhoPero, Milan, fits in with the city’s great architecturalbuilding tradition. Two pure geometric forms: two black and white square-based parallelepipeds, which are sixty metres tall and set together at an angle, emerge from the horizontal landscape of the new trade fair. The radical pureness of the two buildings embodies the most deeply entrenched and profound of Milanese culture; sobriety and simplicity. The two structures are located at the main hub of the orthogonal plan. Each tower is inclined at an angle of 5 degree: the taller tower facing the Trade Fair to the north, the second leaning over mark the pedestrian entrance way. The cross is formed by two large semi-transparent arms. The transparency of the walls varies with the light and always flows in one direction. The cross sets out the entrances to the floors of the two towers holding the rooms and also the corridors connecting the various refreshment services and facilities: bar, brasserie, restaurant, banquet rooms and meeting rooms are easy to identity and reach through the spacious lobby, which extends seamlessly into the towers through two wide gaps. The main entrances to the reception facility are at two ends of the arms of the cross; the reception is near the centre and instantly visible and recognisable; the bases of the tower are at the two other ends, with two entrance ramps to the levels holding the communal facilities and, above them, the floors of 3-star hotel rooms to the west and 4-star rooms to the east of the aforementioned cross. The canopy, made of steel portals supporting a light roof made of serigraphed glass, connects the entrance gate to the Conference Centre to the hotel cross and then continues on to the level of the car park level and area planned to be landscaped with public greenery at – 0.75. The parallelepipeds formed by the two hotels are the tallest buildings on the new trade fair landscape; they stand out due to their black and white facades forming the hub of the project: the two marble towers mark the VIP entrance to the Fair and main pedestrian links between the two levels where the main outside areas are constructed. The height difference between the two main levels: + 3.00 and – 0.75 is accommodated near the hotels by two wide flights of stairs, while a lift, placed at the foot of the 4star tower, provides access by mechanical means. The two hotel towers form a simple, powerful landmark. They ate two-tone: black on the east and north facades, immaculate white to the south and west. The two structures look like two bright marble monoliths from a distance; drawing nearer, it can be seen that the fronts are fitted with various size windows forming irregular patterns on the facades. The observation decks at the top are constructed in the structure. The façades of the two towers are ventilated and extremely efficient in terms of heating and acoustics. This is an excellent design for keeping down both energy consumption, considering the high degree of heat-sound insulation they afford, and also maintenance-cleaning costs. The two towers project out by just over 11 centimetres every metre in height. They hold the three-star hotel facing the Trade Fair and four-star hotel facing the covered pedestrian path connecting the hotels to the Conference Centre and, further on, to the city of Milan. The roof decks – on the mirador level – both face towards the Conference Centre and VIP entrance to the Fair. from a text by Luca Bergo based upon Dominique Perrault’s notes

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Credits Project: Dominique Perrault Architecte Team Leader: Consorzio Muratori e Braccianti di Carpi, Consorzio Cooperativo Costruzioni Milano

Partner: Luca Bergo Team: Marcora Costruzioni, Pessina Costruzioni, Milano Pool Professionale, Sinesis Client: Sviluppo Sistema Fiera, Fondazione Fiera Milano

Dominique Perrault

A fianco, pianta del livello +3. Sopra, piante sintetiche della parte comune dei due hotel di 3 e 4 stelle. Opposite, plan at level +3. Above, synthetic plans of the communal part of the two 3- and 4-star hotels.

Nelle pagine precedenti, modello, rendering e sezione delle due torri destinate a strutture alberghiere di 3 e 4 stelle che sorgeranno nell’area del nuovo polo fieristico RhoPero di Milano. Il progetto, vincitore nell’aprile scorso di un concorso internazionale, si insedia in una superficie di 15.500 mq, con un volume 80.000 m3 e una superficie da costruire di 22.500 mq, per un importo di lavori di circa 37.000.000 di euro. Qui a fianco planimetria generale e sopra la collocazione delle sue torri rispetto al nuovo polo fieristico.

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Previous pages, model, rendering and section of the two towers designed for holding 3- and 4-star hotel facilities, which will be built on the new trade fair area in Rho-Pero, Milan. The project, which won an international competition last April, is located on a 15,500 sq.m site, covering a volume of 80,000 m3 and a built-on area of 22,500 sq.m, at a total building cost of approximately 37,000,000 Euros. Opposite, site plan and, above, the tower’s position in relation to the new trade fair.

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Rendering dell’atrio trasparente, che collega le basi delle due torri, e di una camera tipo dell’hotel a 4 stelle. Rendering of the transparent lobby connecting the bases of the two towers and a standard room in the 4-star hotel.

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Piante e sezioni di una suite nell’hotel 4 stelle e rendering della proposta di arredamento interno. Plans and sections of a suite in the 4-star hotel and rendering of the interior furnishing design.

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Orizzontale e verticale Donau City Sky Towers

D

onau City sorge in un’area di Vienna di grande interesse. La natura, il fiume e la stessa città vecchia costituiscono una sorta di enorme teatro su cui si affaccia il quartiere. L’elemento caratterizzante è costituito dal Danubio che separa la città storica. L’area è da diversi anni oggetto di un forte sviluppo, che ha visto la realizzazione di grattacieli e altri edifici ad alta densità, ma, anche a causa delle grandi arterie stradali che la attraversano, è rimasta scollegata e separata dall’area lungofiume, ancora parzialmente vuota. In tale contesto, la proposta di Dominique Perrault per la realizzazione di due torri, va al di là del semplice progetto di due nuovi elementi architettonici. Si tratta piuttosto della messa a punto di una strategia di sviluppo tesa a definire una nuova geografia del luogo, un paesaggio urbano coerente e un nuovo skyline per l’intera Donau City. Gli elementi su cui insiste il progetto sono in particolare: caratterizzare l’ingresso al quartiere con un segno forte ma dinamico; inserire un elemento urbano che riqualifichi la valenza e la fruibilità pubblica dell’area attraverso la creazione di una piazza; ricollegare il quartiere al fiume tramite una promenade che lo taglia diagonalmente; riappropriarsi delle rive del Danubio riqualificandole con interventi mirati ad aumentarne la vivibilità e l’interesse pubblico. Un primo assunto è che non si possano realizzare edifici ad alta densità se il terreno su cui sorgono non è completamente “materializzato”. In secondo luogo, si ritiene che più forte, continua e generosa è la linea orizzontale, maggior valore assume la linea verticale sia in termini di immagine che economici. Questi concetti hanno fatto propendere per un programma virtuoso di riqualificazione generale dell’area, che deve essere sviluppato tenendo conto delle specificità e potenzialità già presenti sul territorio attraverso un’opera di concertazione e ricucitura dei vari elementi architettonici e paesaggistici al momento scollegati e senza identità. L’ingresso al quartiere è oggi organizzato intorno ai tre principali elementi legati alla circolazione: le stazioni della metro, l’uscita dell’autostrada e il ponte sul Danubio. Tale configurazione determina una topografia assai frammentata e su più livelli che il progetto cerca di rendere più omogenea con la creazione di una superficie continua, aperta, attrezzata a verde e con elementi a funzione pubblica. Su questa nuova superficie urbana andranno a collocarsi le due torri, la cui silhouette e trasparenza è pensata come un segno cinetico all’ingresso di Donau City. Per migliorare il sistema di circolazione alla base delle torri, si prevede la creazione di una piazza triangolare inserita tra i tracciati stradali esistenti che verranno così rispettati ma troveranno una nuova dimensione urbana. In particolar modo, la diagonale che attraversa il quartiere si aprirà verso il fiume e sarà collegata alla nuova piazza tramite una passerella pedonale. Sulla piazza verrà realizzata una “loggia urbana”, un grande spazio coperto che marchererà l’ingresso di una delle torri e della galleria commerciale. Si va così a formare una nuova promenade che attraverso il quartiere scende al fiume, mantenendosi a una posizione elevata di circa 10 metri rispetto al piano in modo da offrire viste panoramiche sul Danubio e sulla città vecchia. E’ inoltre prevista la sua copertura parziale con un pergolato che ospiterà installazioni e strutture per eventi culturali. A conclusione della promenade, la banchina che verrà riqualificata e attrezzata con una sequenza di piccoli giardini tematici che formeranno una trama di forte valenza paesaggistica. Attualmente su questo tratto del lungofiume sorge un edificio a pianta circolare di cui è prevista la ristrutturazione per destinarlo a funzioni culturali. Al di là del suo progetto, Perrault definisce questa operazione come un vero e proprio “atelier d’urbanisme”, come l’avvio di un percorso per costruire il nuovo paesaggio di Donau City. 32 l’ARCA 215

Rendering delle Donau City Sky Towers, progettate quale elemento architettonico generatore della riqualificazione dell’area di recente sviluppo che si apre verso il Danubio e verso la città storica di Vienna. La silhouette dinamica e la trasparenza delle due torri, le pone come nuova porta d’accesso all’intero quartiere di Donau City.

Rendering of Donau City Towers, designed as an architectural means of redeveloping a recently revamped area opening up towards the Danube and the old downtown district of Vienna. The dynamic outline and transparency of the two towers makes it a new entrance gate to the entire Donau City neighbourhood.

Credits Project: Dominique Perrault Architecte Partner: Hoffmann & Janz Architects Client: WED (Wiener Entwicklungsgesellscha ft für den Donauraum)

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Rendering e sezione sulla torre che ospiterà l’hotel, oltre a un grande atrio pubblico e a tre livelli sotterranei destinati a parcheggi. Rendering and section of the tower which will hold the hotel, plus a large public lobby and three stories of underground car parks.

In alto, piano terra e sopra a sinistra, planimetria generale dell’area oggetto del progetto di riqualificazione e ricucitura urbana. A sinistra, rendering degli interni di una delle due torri. Top, ground floor and, above left, site plan of the area being redeveloped and stitched back into the cityscape. Left, rendering of the interiors of one of the towers.

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Dominique Perrault

Dominique Perrault

D

onau City is located in an interesting part of Vienna. Nature, the river and the old city itself form a sort of huge theatre surrounding by the neighbourhood. The most distinctive feature is the River Danube separating Donau City from the old downtown district. For several years now the area has been undergoing major development involving the construction of skyscrapers and other high-density buildings, but, partly due to the thoroughfares running through it, it is completely cut off and detached from the riverside area, which is still partly empty. In this setting, Dominque Perrault’s two towers represent more than just a project for two new architectural features. They are part of a development strategy aimed at creating a new geographical layout for the place, a carefully gauged piece of cityscape and new skyline for the whole of Donau City. Perrault’s project focuses on: providing a powerful, dynamic landmark at the entrance to the neighbourhood; incorporating an urban feature to enhance the area in question and make it more accessible to the general public by creating a square; taking back control of the banks of the Danube by carrying out building work to make it more people-friendly and interesting. The first point worth noting is that tall or densely-packed building cannot be built on land which is not completely “materialised”. Secondly, it is generally assumed that the stronger, longer and more continuous the horizontal line, the more significant the vertical line will be, in terms of both image and economics. These factors resulted in the decision to generally redevelop the area in question, bearing in mind the distinctive features and general potential of the surroundings, by stitching the various architectural-landscape features back together, which at the moment are disconnected and lacking in identity. The entrance to the neighbourhood is currently organised around three main elements connected with mobility: the metro stations, the motorway exit and the bridge over the Danube. This layout creates rather fragmented topography over various levels, which the project attempts to recompose by creating a seamless, open surface, which is landscaped and furbished with public elements. The two towers will be built on this new surface. Their transparency and outline are designed to provide a kinetic sign at the entrance to Donau City, more like a sort of “mobile gateway” than an entrance arch. To improve the circulation system at the foot of the towers, the project involves the creation of a triangular square set between the old roadways, which will not be interfered with, just adapted to a new urban purpose. Most significantly, the diagonal crossing the neighbourhood will be opened up through the river and be connected to the new square by a pedestrian way. An “urban loggia” will be built on the square, a huge open space marking the entrance to one of the towers and shopping arcade. This will create a new promenade crossing the neighbourhood down to the river, whose position raised about 10 metres above the river level will ensure panoramic views of the Danube and old city. There are also plans to partly cover it by a pergola beneath which there will be installations and structures for hosting cultural events. At the end of the promenade, the quay will be redeveloped and furbished with a sequence of small theme gardens forming a highly landscaped layout. At the moment there is a circular-based building is located along this stretch of the riverside, which is planned to be repaired and adapted for other cultural purposes, such as an auditorium, conference hall or, perhaps, a Casino. Apart from overall project design, Perrault describes this operation as an authentic “town-planning workshop”, as the start of the process of reconstructing a new cityscape for Donau City. 36 l’ARCA 215

Sopra, particolare della sezione.

Above, detail of the section.

A sinistra dal basso, rendering della facciata vetrata, pianta del nono piano e pianta del 20° piano. A destra dal basso, rendering delle due torri e della piazza, piante del 30° e 40° piano. Left, from bottom, rendering of the glass façade, plans of the ninth and twentieth floors. Right, from bottom, rendering of the two towers and square, plans of the 30th and 40th floors.

Dal basso: piante del piano terra e dell’ottavo piano.

From bottom, plans of the ground floor and eighth floor.

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Torre del vento In Vienna

I

l progetto ha inizio nel 1999 secondo un’idea contesa tra ricerca funzionale e sito di collocazione del manufatto, in stretta connessione con i fenomeni che ne condizionano lo stato in essere e relativamente alla stabilità e reattività alle sollecitazioni esterne cui è sottoposto. Il tema si sviluppa da un’analisi sull’aria, elemento insostituibile del costruire e secondo l’osservazione dei fenomeni che ne condizionano le caratteristiche, influenzandone il ruolo di elemento conduttore di informazioni e funzioni. E’ proprio il costruire attraverso l’aria che, sulla base di queste analisi, mi conducono alcuni mesi dopo, ai primi del 2000 ad approdare alla elaborazione più concreta del progetto orientato alla problematica situazione urbanistica sollevata dalle Mega-city, fenomeno irrefrenabilmente in crescita dei Paesi attraversati da trasformazioni economiche di dimensioni sconvolgenti. Lo sviluppo del progetto mi porta alla considerazione di nuove topografie per una città verticale che si realizza secondo una nuova orizzontalità sui diversi strati dell’atmosfera; la città orbitale, nuova e concreta proiezione della città a venire, secondo un rinnovato contesto edificatorio, si identifica secondo nuove geografie e una inconsueta dimensione del tempo. Riconsiderando l’esigenza di edificare sulla superficie terrestre attraverso l’utilizzo dei conoscimenti sperimentali adottati per le costruzioni orbitali, si dà il via alla realizzazione di strutture senza precedenti sia per la dimensione delle strutture che per la consistente diversità dei materiali applicati. Il progetto della torre, con il disegno a mano degli elaborati, si sviluppa tra Innsbruck e Vienna, dove si completa nel marzo del 2001, con la positiva considerazione di fattibilità da parte di un noto statico tedesco, particolarmente attento all’intermediazione dei nuovi materiali applicati alla configurazione strutturale. Singolare nella sua composizione, l’edificio è realizzato attraverso l’applicazione di materiali da costruzione di nuova concezione. In parte applicati a scopo sperimentale e in fase di sviluppo, non si è in grado di garantire la fornitura in grande serie dei prodotti utilizzati, in gran parte derivanti dalla trasformazione e adattamento di elementi già in largo uso nell’industria aeronautica e aerospaziale. L’edificio in questione, destinato a ospitare uffici e abitazioni in assetto promiscuo e non più specifico, contrappone dimensione e leggerezza, mobilità e costante trasformazione formale, secondo un nuovo assetto dettato dall’incisività degli agenti esterni attraverso i quali si modella, partecipando attivamente all’evolversi degli eventi naturali del contesto in cui si colloca, pur mantenendo invariate le destinazioni funzionali. Avulso da considerazioni di carattere stilistico e formale, il manufatto si identifica piuttosto secondo considerazioni legate alla fenomenologia del sito e delle peculiari caratteristiche a esso inscindibilmente legate. La necessaria riduzione del peso dei materiali da costruzione mira a un conseguente e rinnovato dimensionamento della struttura nel suo complesso, ponendosi come obbiettivo essenziale per l’introduzione a nuovi modelli costruttivi che associno l’efficienza dinamica del manufatto, assecondata dal fenomeno naturale specifico cui l’edificio è costantemente sottoposto, al raggiungimento di nuove prospettive funzionali. Tema fondamentale per la proposta e l’utilizzazione dei nuovi materiali sono, oltre al nuovo dimensionamento dei parametri strutturali, le metodologie e i tempi di posa in opera, in antitesi alla limitatezza concessa ai metodi applicativi dei materiali classici. Tra le caratteristiche di maggior rilievo la capacità di movimento rotatorio di 360° intorno al proprio asse e la sinuosità del suo profilo dettato dallo slittamento dei diversi “settori” che compongono il corpo di fabbrica, rispetto alla verticale. Costantemente in movimento quindi e sospinto dalla forza del vento a cui non si oppone, offrendosi piuttosto ad assecondarne la direzione interpretandone verso

38 l’ARCA 215

e spinta relativa, la torre si delinea secondo la sovrapposizione di segmenti successivi e indipendenti, slittanti tra loro su piattaforme di contatto orizzontale interposte tra i settori, in parte fluttuanti su un cuscino d’aria e regolati dalla presenza di superfici magnetiche. Il collegamento strutturale tra i diversi segmenti e lungo l’asse verticale dell’intero edificio è realizzato a mezzo di “cinghie” slittanti su pulegge e rulli, che costituiscono l’elemento di ancoraggio alla fondazione principale. Sulla base della torre è collocata una piastra mobile a slittamento rotativo, slittante a sua volta su una sorta di grande cuscinetto che permette all’edificio di cambiare orientamento e direzione, in ragione della maggiore forza e incidenza del vento. La grande massa d’aria in movimento infatti, opera da modellatore dell’edificio che, leggerissimo in relazione alle sue dimensioni, reagisce conseguentemente alla forza degli agenti naturali da cui è parallelamente influenzata e condizionata quali temperatura, umidità, presenza di campi magnetici ed elettrostatici nonché all’esposizione solare. Le dinamiche che rendono attivo questo edificio, conferiscono allo stesso un ruolo di trasformatore dell’immagine architettonica del grattacielo da strumento passivo a struttura attiva per la produ-

Prospetto della Torre del Vento, proposta per l’altura di Scheiblingstein a 508 mslm a Vienna. L’edificio, destinato a ospitare uffici e abitazioni in assetto promiscuo e non più specifico, contrappone

dimensione e leggerezza, mobilità e costante trasformazione formale. Elevation of the Wind Tower, propsed for the Scheiblingstein hill in Vienna, 508 metres

above sea level. The building, designed to host offices and housing in a mixed rather than purposespecific layout, combines size and lightness, mobility and constant stylistic transformation.

zione di energia, caratteristiche che oltre a garantirne la qualità di autosufficienza, lo predispongono a un progressivo e continuo evolversi. A questo proposito è necessario ricordare che i materiali con cui sono costruiti i settori di questo singolare edificio, sono realizzati esclusivamente in sostanze plastiche e di sintesi e/o compositi, così come da fibre ottiche combinate a leghe metalliche di diverso genere e alluminio. Le tecniche di sviluppo di tali materiali si basano su recenti ritrovati ottenuti attraverso le nanotecnologie. In alcuni casi infatti non si esclude la progressiva mutazione delle sostanze applicate, in grado quindi di cambiare consistenza e funzione. L’uso integrale dei materiali ibridi e mutabili, a metà strada tra metalli e plastiche, particolarmente leggeri, malleabili e straordinariamente resistenti ai diversi tipi di sollecitazione, costituiscono uno degli aspetti determinanti del progetto che trova opportuna simbiosi con i processi produttivi applicati dell’industria automobilistica ed aerospaziale di ultima generazione. Sia la realizzazione delle strutture portanti che per l’orditura della maglia di armatura e per gli stessi impianti, trovano applicazione sistemi in fibra ottica che sovrapponendo trasporto di forze dinamiche e informazioni elettroniche. Ulteriormente innovativo l’impianto di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi

ottenuto attraverso l’applicazione del processo di trasformazione per sintesi biochimica. In ragione del suo costante stato in movimento, l’edificio è quindi in grado di produrre l’energia di cui ha bisogno ed è per questo inteso come unità autarchica, alimentando con il suo movimento l’attività di diversi generatori, turbine e dinamo per la produzione e l’erogazione, nonché l’accumulazione di energia fruibile sia dallo stesso edificio che da strumenti legati all’infrastruttura di servizio se non addirittura da utenze esterne. La presenza dei generatori continuamente attivati dal sistema dinamico di slittamento e rotazione della torre, trasformano l’edificio in una vera e propria centrale per la produzione di energia eolica. L’orografia del territorio ha condizionato la scelta del sito per la collocazione dell’edificio, l’altura di Scheiblingstein a 508 metri sul livello del mare, che inserisce adeguatamente l’edificazione in un’area significativa della morfologia topografica della regione viennese, privilegiando per l’inconsueta caratteristica costruttiva e funzionale di questo grattacielo, un crinale particolarmente soggetto per orientamento ed esposizione alla sollecitazione permanente delle correnti intense in quest’area del Wienerwald. Gli elementi di facciata, anch’essa soggetta a movimento oscillante e agente su un sistema di ammortizzatori idraulici sollecitati costantemente dalla spinta del vento, aggiunge alla rotazione della torre un ulteriore e notevole contributo dinamico. Questa superficie esterna, a sua volta caratterizzata dalla presenza di collettori fotovoltaici che ne definiscono il rivestimento integrale, garantisce ulteriormente il proprio contributo al già attivo e complesso sistema di produzione energetica della torre. Fornita di doppie intercapedini per l’auto-ventilazione, questa pelle attiva permette la conduzione e il trasporto dell’aria calda e con essa delle informazioni elettriche all’interno dell’intero edificio, ovviando quindi ai conduttori tradizionali e ai relativi impianti di supporto. La parete esterna dei settori non contiene quindi alcun genere di impianto, ma caricandosi costantemente offre opportuna utilizzazione del potenziale energetico accumulatosi durante l’esposizione alla luce solare. La distribuzione sull’intera superficie delle pareti interne del potenziale elettrico, attraverso aree di connessione, permette l’innesto di strumenti elettrici o elettronici e ottici di servizio alimentati da sistemi a bassissima tensione e voltaggio (strumenti freddi) e ad alto rendimento, dal consumo consistentemente più limitato rispetto alle apparecchiature contemporanee. Condutture elettriche e termiche nonché elementi di illuminazione e il sistema per il trasporto dell’informazione, risultano completamente sostituiti dalle fibre ottiche, che per volubilità, leggerezza e capacità meccanica, risulterebbero in grado e con soluzioni univoche, di sostituirsi a materiali conduttori tradizionali o addirittura all’orditura in acciaio delle opere infrastrutturali in amalgama non cementizia, poste alla base dell’edificio. Il collegamento verticale si realizza attraverso ascensori rollanti su binari flessibili a loro volta fissati su una rete strutturale in fibre ad altissima resistenza meccanica che percorre per tutta l’altezza il nocciolo della torre, in cui si concentrano i collegamenti di servizio interpiano. L’elemento di copertura posto all’apice superiore dell’edificio consiste in una volta a forma di cupola affusolata, che ne completa la silhouette sinuosa e svettante. I pannelli segmentati della cupola, così come la facciata sono auto-ventilati e forniti di superficie protettivo-attiva, anch’essa a funzione fotovoltaica e, incastrati tra loro, ovviano a saldature e al ferimento del materiale per bullonamento. Completamente immerso nell’effetto sollecitante della spinta del vento, questa torre leggerissima si comporta come un’alga sospinta dalle correnti, resistentissima e assecondante, in grado di muoversi attraverso la più turbolenta variabilità di direzione del vento. Rea-

A sinistra, sezione; sopra, prospetto e pianta della copertura. Tra le caratteristiche di maggior rilievo la capacità di movimento rotatorio di 360° intorno al proprio asse e la sinuosità del suo profilo dettato dallo slittamento dei diversi “settori” che compongono il corpo di fabbrica, rispetto alla verticale. Costantemente in movimento quindi e sospinto dalla forza del vento a cui non si oppone, offrendosi piuttosto ad assecondarne la direzione interpretandone verso e spinta relativa, la torre si delinea secondo la sovrapposizione di segmenti successivi e indipendenti, slittanti tra loro su piattaforme di contatto orizzontale interposte tra i settori, in parte fluttuanti su un cuscino d’aria e regolati dalla presenza di superfici magnetiche. L’elemento di copertura consiste in una volta a forma di cupola affusolata. I pannelli segmentati della cupola, così come la facciata sono auto-ventilati e forniti di superficie protettivo-attiva, a funzione fotovoltaica. Left, section; top, elevation and plan of the roofing element. One of its most important traits is the way it can revolve through 360° around its own axis, and its sinuous outline due to the sliding of the various “sectors” forming the main building block, in relation to the vertical axis. Constantly in motion and subject to the wind’s force, which it does not counteract, tending rather to help it along, reading its direction and relative thrust, the tower is set out around overlapping but independent segments, sliding between them on a horizontal contact platform placed between the sectors, partly floating on a cushion of air and controlled by the presence of magnetic surfaces. The roof element has a tapering dome-shaped vault. The dome’s segmented panels are self-ventilated and furbished with an active-protective surface, also serving photo-voltaic purposes

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Viste del modello, dettagli di sezione e studio della dinamica dell’edificio. Completamente immerso nell’effetto sollecitante della spinta del vento, questa torre leggerissima si comporta come un’alga sospinta dalle correnti, resistentissima e assecondante, in grado di muoversi attraverso la più turbolenta variabilità di direzione del vento. La presenza dei generatori continuamente attivati dal sistema dinamico di slittamento e rotazione della torre, trasformano l’edificio in una vera e propria centrale per la produzione di energia eolica.

Particolari di sezione dei settori rotanti che compongono la torre. Il collegamento strutturale tra i diversi segmenti e lungo l’asse verticale dell’intero edificio è realizzato a mezzo di “cinghie” slittanti su pulegge e rulli, che costituiscono l’elemento di ancoraggio alla fondazione principale. Il collegamento verticale si realizza attraverso ascensori rollanti su binari flessibili a loro volta fissati su una rete strutturale in fibre ad altissima resistenza meccanica che percorre per tutta l’altezza il nocciolo della torre, in cui si concentrano ulteriormente i collegamenti di servizio interpiano. Section details of the rotating sectors composing the tower. The structural link between the various segments and along the vertical axis of the entire building takes the form of “belts” sliding over pulleys and rollers, which anchor it to the main foundation. Vertical links are provided by lifts rolling along flexible tracks, attached in turn to a structural web made of fibre with extremely high mechanical resistance letting them run right up the core of the tower, where all the inter-level utility links are located.

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gendo al pari dell’armonioso movimento coda di un pesce, la volubilità formale e la potenzialità funzionale di questo edificio assolve a un ruolo determinante e consistente all’azione degli elementi. Questa proposta si orienta a un nuovo concepimento costruttivo e strutturale, ormai irrimediabilmente necessario nella produzione architettonica contemporanea e a salvaguardia di un radicale rinnovamento per gli imminenti sviluppi urbanistici. Angelo Stagno * Rivolgo un particolare ringraziamento alla mia collega Claudia Rhomberg di Innsbruck per il prezioso contributo offertomi durante l’elaborazione di alcune fasi determinanti del progetto.

T

he project began in 1999 based on an idea working around both functional research and the site chosen for the construction, closely connected with the phenomena influencing its state of being in relation to its stability and reactivity to the external stimuli to which it is subjected. The theme is based around an analysis of air, an irreplaceable element in building, studying the phenomena affecting its characteristics, influencing its role as a conveyor of both information and functions. Based on these studies, it was the idea of building with air which led me a few months later (in early 2000) to work out the project on a more concrete basis focusing on the tricky issue of the Mega-city, an unstoppable phenomenon rapidly on the increase in countries with booming economies. The project is designed to allow me to consider new topographical configurations for a vertical city developed along a new notion of a horizontal rendering of various layers of the atmosphere; the orbital city, a new and concrete vision of the city of the future, based on a renewed builtscape, is identified by new geographical layouts and an unusual dimension of time. Reassessing the need to build on the ground and drawing on experimental know-how used for orbital constructions paves the way for designing structures unprecedented in terms of both their size and the range of materials employed. The tower project, based on hand drawings, was designed for somewhere between Innsbruck and Vienna, where it was actually built in March 2001 after receiving the approval of a well-known German expert in static engineering, particularly interested in the use of new materials in structural designs. This unusual-shaped building has been built out of newly devised construction materials. Partly used for experimental and developmental purposes, the products are not yet manufactured on an industrial basis, since they are mainly derived from transforming and adapting elements already widely applied in the aeronautics and aerospace industry.

The building in question, designed to host offices and housing in a mixed rather than purpose-specific layout, combines size and lightness, mobility and constant stylistic transformation, based on a new layout dictated by the incisive outside agents that shape it, getting actively involved in the unfolding of the natural events found in its setting, while holding onto its functional purposes. Freed from stylistic and formal constraints, the building is more closely linked to the phenomenology of its site and the distinctive features inseparable from it. The necessary reduction in the weight of the building materials is aimed at rescaling the overall structure, taken as a key target in introducing new building guidelines combining dynamic efficiency (connected with the specific natural phenomenon the building is constantly subjected to) with the successful negotiation of new functional demands. In addition to its new size, a key aspect of using new materials is the way in which (and how quickly) they are installed, in stark contrast with the constraints associated with conventional methods involving traditional materials. One of its most important traits is the way it can revolve through 360° around its own axis, and its sinuous outline due to the sliding of the various “sectors” forming the main building block, in relation to the vertical axis. Constantly in motion and subject to the wind’s force, which it does not counteract, tending rather to help it along, reading its direction and relative thrust, the tower is set out around overlapping but independent segments, sliding between them on a horizontal contact platform placed between the sectors, partly floating on a cushion of air and controlled by the presence of magnetic surfaces. The structural link between the various segments and along the vertical axis of the entire building takes the form of “belts” sliding over pulleys and rollers, which anchor it to the main foundation. At the base of the tower there is a moving platform that slides and rotates across a sort of large bearing, enabling the building to change position and direction in relation to the strength and angle of the wind. The huge mass of air in motion actually shapes the building, which, being so light in relation to its size, reacts to the force of the natural elements by which, in turn, it is influenced and affected, such as temperature, humidity, the presence of magnetic and electrostatic fields, and even exposure to the sun. The workings which make this such an active building also allow it to transform the architectural image of the skyscraper from a passive to an active structure for generating energy, features which do not just ensure its self-sufficiency, but also allow it to slowly but constantly evolve. In relation to this, it needs to be pointed out that the materials used for building the various sections of this singular building are made exclusively from plastic and synthetic and/or composite substances, such as fibre optics combined with various kinds of metal alloys and aluminium.

The techniques for developing these materials are based on recent findings obtained using the latest nano-technology. In certain cases, in fact, we cannot exclude the gradual change in the substances applied, hence capable of altering their consistency and purpose. The wholesale use of hybrid and mutant materials, midway between metals and plastics, particularly light, malleable and incredibly resistant to various types of stress and stain, is one of the project’s key traits, knitting in nicely with the manufacturing processes used at the current cutting-edge of the car and aerospace industries. Fibre optic systems, overlapping to convey dynamic force and electronic information, have been used for the bearing structures, the web of reinforcement, and even the basic systems. The solid and liquid waste disposal system is also based on the use of a transformation process involving biochemical synthesis. Due to the fact it is constantly in motion, the building is therefore capable of generating the energy it requires and so may be seen as self-contained, using its motion to operate various generators, turbines and dynamos for generating and supplying (and even storing) energy, which may be used by either the building itself or instruments linked to the service infrastructure or even outside users. The presence of generators constantly activated by the tower’s dynamic system of sliding and rotating turn the building into an authentic power station for generating wind energy. The orography of the land dictated the choice of site for the building: the highlands of Scheiblingstein, 508 metres above sea level, gradually incorporating the building in an important area of topographic morphology in the Vienna region, favouring (due to the skyscraper’s unusual construction-functional traits) a ridge which, due to its position, is permanently exposed to the strong winds in this area of Wienerwald. The façade features, also subject to oscillating motion and acting on a system of hydraulic dampers constantly activated by the wind’s thrust, provide further input to the tower’s dynamics. This outside surface, in turn featuring the presence of photo-voltaic collectors defining its overall cladding, also provides its own contribution to the tower’s already intricately active energy generation system. Double-glazed for auto-ventilation purposes, this active skin conveys and transports hot air and electrical information inside the entire building, thereby replacing conventional conductors and relative support systems. This means the outside wall of the various sectors does not contain any kind of system, but as it charges up it makes proper use of the potential energy that builds up while it is exposed to the sunlight. The distribution of potential energy across the entire surface of the inner walls through connection areas favours the incorporating of electrical or electronic instruments and utility optics supplied by very low-voltage systems (cold instruments), which are highly efficient and constantly consume less than existing equipment.

Views of the model, details of the section and study of the building’s dynamic. Completely enveloped in the thrust effect caused by the wind’s force, this extremely light-weight tower behaves like a jellyfish washed along by the current, tough but obliging, capable of moving through even the most violent changes in wind direction. The presence of generators constantly activated by the tower’s dynamic system of sliding and rotating turn the building into an authentic power station for generating wind energy.

The electrical and thermal conduits, plus the lighting fixtures and the information conveyance system, have all been completely replaced by optic fibres, whose volubility, lightness and mechanical capacity mean they are capable in every way of replacing conventional conductor materials or even the steel frame of the infrastructural works made of non-cement based amalgam placed at the foot of the building. Vertical links are provided by lifts rolling along flexible tracks, attached in turn to a structural web made of fibre with extremely high mechanical resistance letting them run right up the core of the tower, where all the inter-level utility links are located. The roof element placed at the very top of the building has a tapering domeshaped vault, which completes the construction’s winding, upwardthrusting outline. The dome’s segmented panels are self-ventilated just like the façade and furbished with an active-protective surface, also serving photo-voltaic purposes, and, jointed together, help weld and wind up the bolting material. Completely enveloped in the thrust effect caused by the wind’s force, this extremely light-weight tower behaves like a jellyfish washed along by the current, tough but obliging, capable of moving through even the most violent changes in wind direction. Reacting just like the smooth motion of a fish’s tail, the stylistic volubility and functional potential of this building play a key role in handling the violent action of the elements. * My special thanks go to my colleague Claudia Rhomberg from Innsbruck for the invaluable help she gave me in working out certain key stages in the project. 215 l’ARCA 41


eVolo, organizzazione internazionale – fondata da Carlo Aiello – dedicata allo sviluppo di nuove idee architettoniche, ha bandito un concorso internazionale per studenti, architetti, ingegneri e designer per ri-valutare, ripensare e riprogettare il grattacielo. I progetti dovevano prendere in considerazione temi ambientali, strutturali, dinamici, funzionali e formali della tipologia. Ciò implica una nuova comprensione della tecnologia e della società contemporanea.I progetti dovevano inoltre analizzare lo spazio pubblico e privato e la definizione di nuove funzioni per le strutture verticali. I membri della giuria erano: Evan Douglis, Ada Tolla, Giuseppe Lignano, Alisa Andrasek, Franklin Lee.

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n Università, durante i Corsi di Progettazione Architettonica, spesso si sentiva dire che se si pensa alla polvere o ai ladri, si riesce a progettare solo ospedali o carceri. Pensare, oggi, a un grattacielo significa pensare solo al terrorismo. E’ però giunto il momento di rinfrescare il concetto dell’architettura, che deve rimanere un servizio all’uomo, come soddisfazione ai suoi bisogni e, allo stesso tempo, anche generatrice di nuove necessità. Noncurante di queste dietrologie, animata da un genuino intento di esplorare le più recenti creatività dell’architettura contemporanea, prodotta da studenti, architetti e ingegneri di tutto il mondo: eVolo, una solida organizzazione internazionale, ha bandito un Concorso di Idee intitolato 06Skayscraper. Più di 280 professionisti da tutto il mondo ha risposto all’invito, fornendo prova di una colta e appropriata visione progettuale del tema. La parola Skyscraper nell’antico linguaggio anglosassone indicava un grande e alto veliero. Solo nel XX secolo, il mondo della costruzione se n’è appropriato per indicare un edificio alto. In realtà vi è una stretta relazione fra il veliero e il grattacielo perché, entrambi, hanno sfruttato in passato, e continuano a sfruttare, le più avanzate tecnologie costruttive. Metodi d’assemblaggio, scaffalature per l’organizzazione del cantiere, lavorazioni ricercate per l’applicazione di nuovi materiali accomunano, ancora oggi, il mondo della vela e della nautica in generale con quello della costruzione dei grattacieli. Oggi nel mondo di queste due classi di progettazione è entrata in gioco, quale nuovo modello di calcolo, la matematica computerizzata dell’algoritmo insieme alla nuova scienza dei frattali. Da queste svariate osservazioni progettuali e dall’interno delle relative scelte, nasce dominante anche una profonda ispirazione verso la natura. Non solo della natura come fatto in sé, ma dell’intero mondo naturale dove uomo e cose, spirito e sensazioni si uniscono come parte integrante di tutti i progetti del Concorso e si legano attraverso un afflato creativo comune. Alcune sono forme virtuali, altre metafisiche o utopiche, ma tutte legate alle nuove matematiche e all’emergente approccio filosofico e scientifico che caratterizza, oggi, gli studiosi nel mondo. In tutti i progettisti sono insite delle virtù; vederle nelle radici dei loro progetti è scoprire il passaggio che si percorre, dalla saggezza alla salvezza. Quest’analisi può sembrare maliziosa all’inizio del terzo millennio, perché è un arduo argomento in un’epoca fondata sull’utilitarismo. Ma continuamo a frugare nelle nostre radici per capire che è facile rifarsi a Socrate quando si domandava: è possibile insegnare la virtù? Vale ancora porsi questa domanda. O meglio ha ancora senso farlo? Nella società attuale, di ampia comunicazione e di immagine, forse vale ripetere una battuta di Woody Allen che dice: “Al mondo ci sono i buoni e i cattivi: i buoni dormono meglio, ma i cattivi da svegli si divertono di più”. Sembra, però, che il grande sforzo creativo di ognuno dei concorrenti ci mostra la particolare virtù che sta alla base della creatività del progettista, creatività insita nei valori della riflessione spirituale e che diventa generatrice dell’immaterialità dell’elemento naturale dell’uomo. Jürgen Habermas introduce l’idea che la natura umana sia qualcosa di normativo. Egli arriva a questa conclusione per il timore di una pura commercializzazione dell’umano in quanto tale. Com’è possibile intervenire sul DNA e sulla costituzione genetica che ci condiziona fin dall’inizio, quali saranno i limiti di tale intervento? Ecco il passaggio fra il naturale dell’uomo manipolabile e la creatività dell’architetto che manipola la materia. I progettisti, in queste immagini, fanno intendere come generare un DNA naturale al fine di pensare a elementi per lo spazio dell’uomo che diventino gesti della natura stessa, parte di una sorta di esperanto universale, destinato a permettere un lessico e un linguaggio, nota all’uomo fin dal-

eVolo-06 Skyscraper Competition le sue origini. Arduo compito, ma forte volontà di ricerca per comporre nuove realtà ubbidienti a una tecnologia in grado di raccontare tutta, e a fondo, l’intelligenza creatrice. Traspare la scienza matematica, destinata a confrontarsi col processo della formazione del progetto, che ubbidisce alla computerizzazione più ricercata. Insomma, un linguaggio contemporaneo in grado di far parlare l’industria dell’edificazione in modo avanzato e tecnologicamente organizzato. Pare eticamente corretto utilizzare tutti gli strumenti della genetica legata alla formazione di nuovi eventi architettonici: fra tutte le varie possibilità, sono soprattutto da evitare i ricorsi di forme romantiche, magari razionaliste, che ormai, oggi, sono da considerare vere e proprie malattie. Vediamo quindi per prima cosa i contorni dei grattacieli proposti come singoli eventi. La visione del grattacielo dall’età classica ai primi del Novecento, in America, ha subìto negli ultimi secoli almeno tre gravi colpi. Il primo è avvenuto nel passaggio dall’era del mattone intorno al 1880-1890, segnata dal grattacielo di Chicago, il Monadnock progettato da Daniel Burnham e John Root, il secondo nell’era del ferro, dalla Torre Eiffel (1899), a Parigi, al Crysler Building progettato da William Van Alen a New York (1930), la terza quella del cemento armato, come l’Australian Square, progettato da Harry Seidler e da Pier Luigi Nervi a Sydney (1967), o il Grattacielo Pirelli progettato da Gio Ponti, Pier Luigi Nervi, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Valtolina, Egidio Dell’Orto a Milano (1960). Oggi è tutto ridimensionato dalle nuove matematiche; abbandonato il linguaggio euclideo, la materia si ricompone su nuove logiche e diverse metodologie, rendendo possibile un approfondito viaggio nelle forme della natura. La natura è scelta quale elemento di memoria, è scelta come riferimento a una complessa e articolata aggregazione di forme, come fosse un modello che porta il progetto architettonico alle soglie di una perfezione nota e già vissuta dall’uomo. Il Concorso di idee 06 Skayscrapers fa emergere di nuovo la storia percorsa dal pensiero filosofico contemporaneo. A un certo punto sembrò che l’incubo della natura fosse scomparso. Al tramonto dell’Ottocento, con il positivismo in declino e con la tenace reazione verso le scienze naturali, non si annunciavano delle stagioni propizie per il naturalismo. Fu Martin Heidegger a dare una svolta tragica al tutto, mettendo di mezzo l’essere perché, secondo lui, da quando gli uomini avevano rivolto lo sguardo alla natura e si erano messi a preoccuparsi delle cose, i conti con l’essere non tornavano più. Mentre i filosofi dei valori sostenevano che la natura esiste, ma non è rilevante quando si tratta di prendere decisioni, ora sembrava che la natura non potesse essere così esorcizzata. L’esperanto della matematica è stato in grado di svelare questo tabù dove l’essere dell’individuo si relaziona con l’essere della natura, dove sentimento e senso si uniscono per generare una virtualità, prossima al desiderio di creare un nuovo DNA legato alla manipolazione della materia e, quindi, alla generazione di nuove creatività per lo spazio dell’uomo. Ecco l’aspetto immaginifico di queste soluzioni progettuali, della forma espressa dai progetti dei grattacieli, è una comunicazione vera e propria di un aspetto della scienza naturale. Il progettista è colui che sa verificare, indagare le relazioni causa/effetto, andare alla ricerca del nocciolo duro delle questioni del progettare, rendendo non valide tutte le ipotesi e facendo vera informazione dell’intelligenza globale e del sapere dell’uomo in generale. Il progettista dovrebbe sapere di più di biologia, così come l’ortopedico dovrebbe sapere di più del calcolo statico dei materiali. Tutto questo permetterebbe al progettista di avvicinarsi di più agli altri prendendo in considerazione le osservazioni e i timori del pubblico, così come fa l’occhio dello scienziato che indaga i fenomeni da ogni punto di vista. Mario Antonio Arnaboldi

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hen attending courses on architectural design at university, you would often hear it said that if you thought about dust and thieves, then you would only be able to design hospitals and prisons. Nowadays, thinking about skyscrapers inevitably means thinking about terrorism. But perhaps the time has come to freshen up our idea of architecture, which must always be at people’s service, satisfying their needs and, at the same, time also stimulating fresh requirements. Oblivious to all these hidden motives but keenly intent on exploring the most creative of modern-day architecture, designed by students, architects and engineers from all over the world, eVolo, a well-established international organisation, has launched an ideas competition entitled 06Skayscraper. There were eventually over 280 entrants from all over the world, showing a cultured and fitting design overview of the competition theme. The word “skyscraper” has its epistemological roots in old AngloSaxon: in ancient times it was used to refer to big, tall sailing ships. It was not until the 20th century that the construction world started to apply the term to indicate a tall building. In actual fact, sailing ships and skyscrapers most certainly have something in common, since they have both exploited (and still exploit) cutting-edge construction technology. Assembly methods, scaffolding on the building site and advanced experimentation into the application of new materials still link the sailing industry (and nautical world in general) to the construction of skyscrapers. Nowadays, these two realms of design can now draw on a new means of computation, the computerised mathematics of algorithms or logical relations between sets and the new science of fractals. All these aspects of design, and the options they entail, have resulted in nature playing an inspirational role. Not just nature as a fact in its own right, but the entire natural world, in which people and things, spirit and sensations, combine to form an integral part of all the competition projects and are connected by a shared creative “logos”. Some are virtual forms, others metaphysical or utopian, but they are all linked by new mathematics, and the emerging scientificphilosophical approach currently being adopted by scholars around the world. All architectural designers have their virtues; detecting them in their projects means discovering the transition from wisdom to salvation. This might seem a rather crafty analysis at the start of the third millennium, because it is a tricky issue in an age grounded in utilitarianism. Hence the meticulous and detailed comments on the skyscraper projects put forward; Search back through our roots Socrates obviously comes to mind when asking: is it possible to teach virtue? Is there still any point or rather sense in posing this question today? In modern-day society focused on communication and image, it might be worth repeating a joke Woody Allen once told: The world is made up of good people and bad people: good people sleep better, but bad people have more fun while they are awake. Nevertheless, it would appear that the great creative efforts of the entrants reveal the virtue underpinning architectural creativity, a kind of creativity inherent in the values of spiritual reflection, which end up generating the immaterial side of human nature. Jürgen Habermas introduced the idea that human nature is something normative. He reached this conclusion for fear of human beings as such being completely commercialised. How is it possible to act on DNA and the genetic blueprint that influences us right from the beginning, just how far can we take this kind of project? This is where we have the transition from the natural side of man, which can be manipulated, and the architect’s creativity that manipulates matter. In these images, designers indicate how to create natural DNA, so as to think up elements for human space that turn into gestures of nature itself, working from

a sort of universal Esperanto providing a vocabulary and language known to mankind ever since his origins. A tough task and also a strong desire to search for new forms of reality obeying technology (capable of narrating anything) and, ultimately, creative intelligence. This evokes mathematical science destined to face up to the process of shaping design, obeying the most elaborate forms of computerisation. In other words, a modern-day idiom capable of making the building industry speak in a technologically organised and advanced manner. It would appear to be ethically correct to draw on every genetic tool available for shaping new architectural events: of all the various possibilities available, those to be avoided at all costs are romantic, possibly rationalist forms, which, nowadays, ought to be looked upon as authentic diseases. So, to begin with, let’s look at the background of skyscrapers seen as individual events. The vision of skyscrapers from the classical age to the early-20th century in America has been dealt some real body blows over the last few centuries. The first came with the transition from the brick age (around 1880-90) marked by the Monadnock skyscraper in Chicago, designed by Daniel Burnham and John Root, the second was the iron age with the Eiffel Tower in Paris (1899) and Chrysler Building designed by William Van Alen in New York (1930), and the third was reinforced concrete, such as Australian Square, designed by Harry Seidler and Pier Luigi Nervi in Sydney (1967), or the Pirelli skyscraper designed by Gio Ponti, Pier Luigi Nervi, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Valtolina and Egidio Dell’Orto in Milan (1960). Everything has now been re-sized by mathematics; having discarded Euclidean logic, material is being recomposed in different ways allowing an in-depth journey into the forms of nature. Nature is chosen as a memory link, a benchmark for an intricate and elaborate aggregation of forms, as if it were a model taking architectural design to the threshold of a kind of perfection known to and already experienced by mankind. The 06 Skyscrapers Ideas Competition once again brings the history of modern-day western philosophy to the fore. At a certain point the nightmare called nature appeared to have vanished. At the twilight of the 19th century, when positivism was in decline and there was a tenacious reaction against the natural sciences, the prospects for naturalism did not seem to be very bright. It was Martin Heidegger who produced a tragic turn of events, by bringing “being” into the fray, because, in his view, ever since man had turned his eyes to nature and started worrying about things, being was no longer such a clear issue. While the philosophers of values claimed that nature existed, but did not count when decisions had to be made, it now appeared that nature could not be exorcised in this way. The Esperanto of mathematics has uncovered this taboo, in which individual being relates to nature’s being, in which sense and sentiment combine to create a virtual world, close to that desire to create a new DNA connected with the manipulation of matter and, hence, the generating of new forms of creativity for the space of human existence. The form expressed by these skyscraper designs is an authentic means of communicating a definite aspect of natural science. Designers actually have a method which is excellent even in the field of communication: they are the people who know how to assess, investigate causes and effects, seeking out the very crux of the issue of design, falsifying hypotheses and informing us about man’s general intelligence and knowledge. Architects ought to know more about biology, just like orthopaedists ought to know more about static computations on materials. All this would allow architects to be closer to other people, taking the general public’s observations and fears into account, just like the scientist’s eye which examines phenomena from very possible angle.

Agora Dreams and Visions

Agora Dreams and Visions

eVolo-06 Skyscraper Competition

eVolo, an international organization – founded by Carlo Aiello – dedicated to the development of new architectural ideas, launched an international call to students, architects, engineers, and designer to reevaluate, re-think, and re-design the skyscraper. The projects had to take into consideration new environmental, structural, programmatic, and formal issues. Ultimately, the projects had to give a new meaning to this fascinating architectural genre. This includes a new understanding of technology and contemporary society. The projects should also investigate on the urban and private space as well as the definition of new programmes for a vertical structure. The jury members were: Evan Douglis, Ada Tolla, Giuseppe Lignano, Alisa Andrasek, Franklin Lee.

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1° Premio 1st Prize Reciprocal Conjugation Changhak Choi (USA)

La proposta prevede un sistema aperto che fonde l’edificio,la struttura e l’ambiente circostante. Il progetto trasforma la tipologia del tipico grattacielo lineare grazie a un sistema nuovo e differenziato di aggregazione e assemblaggio degli elementi e una efficiente ripetizione di moduli base. Le spirali parallele offrono un’ampia gamma di variazioni spaziali, programmatiche e percettive intorno ai lati della torre che ricorda molto alcuni modelli biologici che implicano una crescita infinita. Lo schema rivela la possibilità di una verticalità reciproca che interpreta il turismo, nomadismo e pluralismo di Manhattan come situazioni di residenza temporanea. Il progetto prende avvio dallo sviluppo di due sistemi intrecciati, uno aperto e uno chiuso. Il sistema aperto è destinato alle funzioni pubbliche ed esterne; quello chiuso contiene le cellule private.

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This project proposes an open system that fuses building, infrastructure and landscape. The project transforms the typology of the typical linear skyscraper, while still maintaining an efficient repetition of modules, through a novel and differentiated system of aggregation and assemblage. The parallel spirals offer an incredible range of spatial, programmatic and perceptual variation around all sides of the tower. It has a strong association with certain biological models that imply infinite growth. The scheme reveals a possibility of a reciprocal verticality responding to tourism, nomadism and pluralism in Manhattan as a temporary residence. It commences with developing two intricate systems, the Open-end system and the Closed-end system. The Open-end system is developed for a public program and exterior, while the Closed-end system is considered as a private cell.

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2° Premio 2nd Prize Continuous Vertical City Gonzalo Pardo Díaz; Collaborators: Susana Velasco Sánchez, Victoria González Expósito (Spagna/Spain)

Il progetto mostra un approccio concettuale molto forte. L’idea di svilupparsi da una condizione esistente per generare la complessità desiderata (un collage di parti selezionate) è accompagnata dall’interessante proposta di una “tipologia continua”. La torre è generata dal flusso verticale di funzioni diverse, accuratamente disposte in volute continue in cui frammenti di funzioni generano frazionamenti e giustapposizioni sia in pianta sia in sezione. L’originalità e innovazione programmatica sono il risultato diretto di queste giustapposizioni. The project shows a very strong conceptual approach. The idea of starting with an existing condition to generate the desired complexity (a collage of selected parts) is accompanied by the interesting proposition of “continuous typology”. The tower is generated by the vertical flux of different functions, intelligently laid out in continuous loops where fragments of programs generate abstract and juxtapositions both in plan and section. Programmatic invention and originality thus result directly from these juxtapositions.

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3° Premio 3rd Prize Persital City OJ Studio: Neri Oxman, Mitchell Joachim (USA)

Con l’impiego di un’applicazione dinamica opposta all’organizzazione tradizionale di nucleo e spazio, questo progetto dissolve la dicotomia tra circolazione e ambienti abitabili. E’ stata eliminata la stratificazione tipologica in cui le esperienze sono diversificate semplicemente attribuendo a ciascun piano una particolare funzione. Si è proposto invece un layout spaziale che definisce movimenti eterogenei, e non solo funzioni assortite, come criterio per un assemblaggio urbano verticale dinamico. La Città Peristaltica propone un agglomerato di habitat circolatorio nell’area dei West Side Rail Yards di Manhattan. E’ una città verticale composta da volumi peristaltici che operano tramite una sorta di controllo muscolare fluido per generare ambienti flessibili, mutevoli, aggregati e non meccanici che incapsulano la struttura volumetrica. E’ un modulo in cui un campo comunicativo verticale fluisce tra i vari elementi, la cui posizione è determinata e gestita da un sistema di segnaletica attiva in risposta a stimoli strutturali, ambientali e spaziali. I moduli possono creare un movimento articolato che è connesso simbioticamente a una armatura urbana.

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By employing a dynamic spatial application against the traditional organization of core and space, this project dissolves the dichotomy between circulation and habitable environments. The typological stacking where experiences are diversified by simply designating floors to particular practices have been eliminated. Instead, it’s proposed a spatial layout that establishes heterogeneous movements, and not just assorted practices, as the criteria for an urban vertical dynamic assemblage. Peristal City is a proposal for a circulatory habitat cluster located at Manhattan’s West Side Rail Yards. It is a vertical city made up of peristaltic pods which operate by fluidic muscle control to promote soft, pliable, sealed, and non-mechanical live/work environments encapsulating the volumetric structure. It is a module that flows in a vertical communicative field with its surrounding members, the position of which is determined and managed by a responsive signaling system controlled by structural, environmental and spatial stimuli. Modules are enabled to create an articulated motion that is symbiotically connected to an urban armature.

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Herzog & de Meuron

Massa stabile e luce variabile Allianz Arena München

Credits Project: Herzog & de Meuron Project Team: Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Harry Gugger, Robert Hösl, Tim Hupe, Martin Fröhlich, Nikolai Happ, Christoph Röttinger, Patrick Ambrosetti, Andreas Beier, Felix Beyreuther, Sven Bietau, Jean-Claude Cadalbert, Georgios Chaitidis, Gregor Dietrich, Alex Fhtenakis, Katja Fiebrandt, Eric Frisch, Hans Gruber, Markus Haberstroh, Roman Harbaum, Claudia von Hessert, Uta Kamps, Philipp Kim, Sebastian Koch, Sebastian Massmann, Christoph Mauz, Gabi Mazza, Kai Merkert, Bea Noves Salto, Matthias Pektor, Jan-Frederik Peters, Catherine Preiswerk, Daniel Pokora, Daniel Reisch, Roland Rossmaier, Philipp Schaerer, Christoph Schuchardt, Christian Schühle, Beate Semprich, Elia Spandri,, Daniel Tobler, Tobias Winkelmann, Christian Zerreis General Contractor: Alpine Bau Deutschland General Planning: HVB Immobilien Landscape Design: Vogt Landschaftsarchitekten Structural Engineering: Arup (Manchester), Sailer Stepan Partner, Kling Consult, Walter Mory Maier, IB Haringer Façade Consulting: R+R Fuchs Mechanical Engineer: TGA Consulting Traffic Planning: Kling Consult Lighting: Werning Tropp Schmidt Fire Protection: hhpberlin Clubs: FC Bayern München, TSV 1860 München Client: Allianz Arena . München Stadion GmbH Sponsoring: Allianz AG All Photos courtesy of Allianz Arena-München Stadion GmbH

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e pur votata alle frequentazioni di massa in mondovisione e non alle sepolture dei faraoni questa Allianz Arena è come le piramidi di Giza: per quanto antitetica d’aspetto o costituzione sa imporsi egualmente criptica. Anche se ai blocchi di calcare o granito dalla millenaria durata si sono sostituiti dei grandi aero-cuscini a losanga in un materiale plastico riciclabile al 100%, il nuovo stadio di Monaco è l’effetto macroscopico di una sintesi tanto estrema da non poterne risultare che qualcosa di cifrato. L’Allianz Arena si ripiega su se stessa, riduce la dinamica tra le parti allo stacco che la sospende sul vuoto da tabula rasa dell’esplanade; alle partiture tra pieni e vuoti preferisce la permeabilità ottica diffusa in facciata dal traslucido che, mentre ne conferma il sex-appeal, trasforma all’occasione il più innocente degli osservatori in un voyeur a raggi x. Nessun varco o contrappunto, l’Allianz Arena sull’unico gigantesco prospetto non concede altro che la corsa accelerata, poiché curvilinea, dei suoi speciali elementi costitutivi, come se desiderasse condividere la dromologia centrifuga delle Autobahnen che la attorniano per spire progressive. Sottovuoto semantico al posto del consueto disordine, solo il trade-name di battesimo campeggia totalitario. Lo sguardo, preso in trappola, slitta avanti e indietro lungo l’enorme anello rigonfio, constatandone l’eterno girare. Come se il progetto ammettesse segretamente che non c’è niente altro da esprimere se non la mole altrimenti amorfa dei flussi e quantità che implica; dall’adesione positiva a questo manque deriverebbe la fascinazione che esercita simile Grundform. La sua stessa consistenza aero-statica ne darebbe prova: non si tratterebbe di una costruzione e forse nemmeno più di un’architettura propriamente detta ma di una bolla. Chissà se in un futuro, magari prossimo, non si rimuova l’immane involucro per procedere a una nuova vestizione degli spalti in cemento? Al momento, dato per certo l’interesse dei tifosi, è una meta monumentale di grande successo, un vero magnete per turisti e visitatori. Merito di Herzog & de Meuron aver dotato uno stadio dell’aura enigmatica e dei poteri di attrazione che competono agli oggetti assoluti; quasi fosse, ancor prima del pneumatico cui lo si vuole paragonare per tagliar corto, un oggetto mentale d’affezione, apparso nel reale, immensamente fuori scala, improvvisamente alieno. Discendente inaspettato e volitivo dell’euforia sperimentale anni ’60/’70 rivolta a plastica, membrane e tecnologie pneumatiche. La massa è di tali dimensioni che sembra produrre localmente un equilibrio gravitazionale. Fuor di metafora e vista dal terreno la convessità radiale – non solo dell’insieme ma anche di ognuna delle sue componenti – spinge effettivamente verso l’esterno, è difensiva, proprio come la pressione degli aerocuscini extra-large contrasta quella atmosferica e rende fisicamente tangibile la forza che mantiene l’assetto complessivo. L’Allianz Arena si ritrova il profilo di un baluardo a protezione di una cavità capace di 69.000 spettatori, assiepati al coperto sulle gradinate attorno a un campo di calcio. Sarà dal centro dell’impianto che si leveranno boati, clamori, cori, applausi, fischi, inni, da lì si irradieranno nel terreno vibrazioni quasi telluriche. In notturna e nelle riprese televisive la profusione di energia dell’Allianz Arena si manifesterà in tutta evidenza, quando produrrà luce colorata in virtù di un’illuminazione endogena e si ammanterà dei colori delle squadre di casa; per la più semplice, efficace e perturbante delle proprietà camaleontiche, apprezzabile a scala territoriale, diffusa nelle ore di massimo ascolto in ogni angolo del villaggio globale. L’Allianz Arena ben corrisponde alla telemorfosi in auge, emocompatibile – per così dire – a media e audience mondiale; è un super-conduttore degli avvenimenti sportivi, è al grado zero della significazione, in modo da risultare universalmente comprensibile. Decriptata rivelerebbe i messaggi che emette: massa e luce. Decio Guardigli

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lthough it is designed to host the thronging crowds attending matches broadcast worldwide and not for the burial chambers of the Pharaohs, Allianz Arena is like the pyramids in Giza: however different in appearance and constitution, it is equally cryptic. Although the limestone or granite blocks dating back millennia have been replaced by giant diamond-shaped aero-cushions made of a 100%-reyclable plastic material, the new stadium in Munich is the macroscopic effect of a synthesis so extreme it is bound to be coded. Allianz Arena folds over itself, reducing the dynamic relations between its parts to the gap suspending it in the blank space of an esplanade; instead of a pattern of solids and gaps, it prefers the overall visual permeability of a translucent façade, which, while enhancing its sex appeal, turns the most innocent of onlookers into a voyeur with x-ray eyes. Without the slightest space or counterpoint, Allianz Arena’s one single huge elevation allows nothing but the acceleration effect (due to its curvature) of its special constitutive elements, as if it wanted that same centrifugal dromology as the Autobahns running around it in progressive spirals. A semantic vacuum instead of the usual disorder, only its trade-name reigns supreme. Caught in its grasp, your gaze slides backwards and forwards along the enormous bloated ring as it winds round endlessly. As if the project were secretly admitting that there is nothing else to express except the otherwise shapeless mass of flows and quantities it implies; it shows the same positive sense of absence that makes other similar Grundform so intriguing. This is proven by its aerostatic consistency: it is neither a construction, nor a work of architecture proper, just a bubble. Who knows, may be some time in the near future its massive shell will be removed to add different coating over the stands? For the time being, taking it for granted that it will interest the fans, it is literally a monumental achievement, a real tourist attraction. The merit lies with Herzog & de Meuron for having created a stadium with an enigmatic aura and a magnetic force only associated with absolute objects; almost as if, instead of the tyre it is inevitably compared to, it were an ingratiating mental object that has suddenly popped into reality, immensely over-sized and strikingly alien. A rather unexpected and volatile descendent of the experimental euphoria of the 1960s/70s rendered in plastic, membranes and pneumatic technology. Its mass is so big it seems to produce its own local gravitational balance, which even holds at a distance. Metaphors aside and viewing its radial convexity (not just of the overall structure but also each of its components) from the ground – it seems to push outwards defensively, just like the pressure extralarge air cushions exert against the air, physically manifesting the force holding them together. Allianz Arena looks like a bastion protecting a cavity holding 69,000 spectators packed into its covered stands around a football pitch. Shouts, roars, chants, applause, whistles and anthems will all rise out of the centre of the stadium, radiating through the ground almost like telluric vibrations. At nighttime and during TV filming, the profusion of energy given off by Allianz Arena will reveal itself in all its splendour, generating coloured light due to it endogenous lighting and it will also be lit up in the colours of the home team – as if it were on the war path itself and ready to go on the pitch; due to the simplest, effective and disturbing of chameleon-like properties appreciable on a territorial scale, diffused during prime time around every corner of the so-called global village. Allianz Areana corresponds nicely to the kind of telemorphis now in vogue, emo-compatible – so to speak – with the media and worldwide audience; it is a super-conductor for sports events with zero degree meaning, so that it is universally understandable. Decoded it reveals the messages it conveys: mass and light.


Sezione sulla tribuna ovest e, in basso, spaccato assonometrico (Herzog & de Meuron in collaboration with acadGraph GmbH) della Allianz Arena realizzata a Monaco per ospitare i

Campionati Mondiali di Calcio 2006.

E7 Impianti Mechanical E6 Piccola passeggiata, chioschi, negozi fan, accesso tribune superiori Small Promenade, Kiosks, Fan Shops, Access Upper Tiers

E5 Palchi riservati, palchi eventim, foyer, catering Boxes, Event Boxes, Foyers, Catering E4 Business Club, Opsiti d’onore, catering Business Club, Guests of Honour, Catering

Herzog & de Meuron

in Munich to host the 2006 World Cup.

Section across the west stand and, below, axonometric cut-away (Herzog & de Meuron in conjunction with acadGraph GmbH) of Allianz Arena built

E3 Sale sponsor, ristoranti, Meeting point fan, accesso tribune inferiori e intermedie Sponsor Lounges, Restaurants, Fan Meeting Points, Access Lower and Middle Tiers

E1 Accesso VIP, garage VIP Access, Parking Garage E0 Servizi media, accesso VIP, Security, polizia, ambulanze, manutenzione campo, impianti, garage Media Facilities, VIP

Access, Security, Police, Ambulance, Lawn Maintenance, Mechanical, Parking Garage

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1. Cuscino pneumatico rivestito in pellicola ETFE Pneumatic cushioncladding ETFE-foil 2. Scatola luce Light box 3. Tubo secondario per l’aria connesso a ciascun cuscino Secondary supply air tube, connected to each cushion 4. Tubo primario per l’aria Primary supply air tube 5. Struttura secondaria Secondary construction 6. Placca di connessione per la struttura secondaria Connecting-plate for secondary construction 7. Parasole Sunscreen 8. Facciata di vetro interna Inner glass façade 9. Montacarichi per manutenzione Maintenancegondola

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Nella pagina a fianco planimetria generale, particolare della sezione del rivestimento in cuscini pneumatici di ETFE, sezione est-ovest. Nelle pagine interne, vista dello stadio durante una partita del FC Bayern. Lo stadio ha 66.000 posti coperti e parcheggi per 11.000 macchine.

Dal basso in alto, piante del piano terra, del primo e secondo livello. Nella pagina a fianco a sinistra dal basso, piante dei livelli 3, 4 e 5; a destra, piante dei livelli 6, 7 e 8. From bottom up, plans of the ground, first and second floors. Opposite page, left from bottom, plans of levels 3, 4 and 5; right, plans of levels 6, 7 and 8.

Opposite page, site plan, detail of the cladding section made of ETFE-foil pneumatic cushions, east-west section. Inner pages, view of the stadium during an FC Bayern match. The 66,000-seat covered stadium and parking facilities for 11,000 cars.



Herzog & de Meuron

Particolare della membrana di ETFE all’esterno dello stadio e vista aerea dell’impianto che, dopo i gironi di qualificazione ospiterà una delle due semifinali dei Mondiali di Calcio 2006.

Detail of the ETFE-foil membrane on the outside of the stadium and aerial view of the ground which, after the qualifying round, will host one of the semi-finals of the 2006 World Cup.

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L’architettura della Allianz Arena si distingue soprattutto per la sua pelle traslucida illuminata da diversi colori. La membrana di rivestimento è costituita da cuscini pneumatici di ETFE (etilenetetrafluoroetilene) con struttura multistrato a diamante romboidale. A ogni angolo della Allianz Arena una stazione di pompaggio mantiene costante la pressione dell’aria interna a ciascun elemento pneumatico.

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The architecture of Allianz Arena manily stands out for its transparent skin lit up in different colours. The cladding membrane is made of ETFE (ethylenetetrafluoroethylene) with a rhomboidal diamond-shaped multi-layered structure. There is a pumping station at every corner of Allianz Arena to keep up the internal air pressure of each pneumatic element.


I circa 66.500 mq di pelle esterna sono costituiti da 2.784 cuscini a diamante di 4,16x17 m ciascuno.

The approximately 66,500 square metres of outside skin are formed by 2,784 diamond-shaped cushions each measuring 4.16 x 17 m.

Herzog & de Meuron

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Dante O. Benini & Partners Architects

Un balcone sulla città

Dante O. Benini & Partners Architects

Torno Internazionale HQ, Milan

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i sono tre architetture in questo secondo blocco di riattamento dell’edificio di via Valtellina a Milano, sede della Torno Internazionale SpA, progettato dallo studio Dante O. Benini & Partners Architects e ora ultimato. La prima, concettuale, è quella del tempo, che ha posto il problema del recupero di una struttura preesistente e del suo rilancio in una presenza nuova, diversa, ancorata al passato dalla permanenza dell’antica ossatura, e proiettata sul futuro da una nuova identità. La seconda è quella più strettamente funzionale, che ha innervato sul vecchio corpo una fitta ramificazione di dispositivi, congegni, pellicole, attrezzature, materiali, reticoli energetici, da cui esso ha assorbito nuova vita. La terza, puramente linguistica, è quella dell’immagine, ovvero della natura estetica dell’artefatto, che ha recuperato una forma ormai rappresa e fissata nel tempo e l’ha rimodellata fino ad assorbirla in una diversa organizzazione degli spazi, dei volumi, dei significati. L’operazione non è nuova nella cultura contemporanea, ma ogni volta assume contorni diversi. Qui la tripartizione del percorso progettuale ha cercato infatti il suo equilibrio nell’elemento che fin dall’inizio si è posto come risolutore dell’intero problema (già in partenza assai complesso, con le sue implicazioni urbanistiche, i vincoli della destinazione, la volontà di assicurare continuità storica nell’innovazione), vale a dire la sua elaborazione tecnica. La garanzia del perfetto funzionamento della macchina architettonica ha finito cioè col prevalere tanto sul semplice funzionalismo di matrice novecentesca, quanto sull’estetizzazione del progetto tipica del nostro tempo, sebbene questi due caratteri culturali siano ben presenti sull’orizzonte del programma costruttivo dell’edificio. “Qui l’ingegneria strutturale e impiantistica è diventata prevaricante rispetto al segno architettonico”, confessa apertamente il progettista. Riattare una costruzione con cinque piani interrati e otto fuori terra, destinata a compiti vari d’autorimessa, uffici, spazi commerciali, richiedeva che la struttura tecni-

ca portante si facesse carico dell’intera gestione progettuale. Così, spiega Benini, tutte le facciate e il sistema dei serramenti si avvalgono di tipologie differenziate a seconda dell’orientamento, della quota e della posizione; sulla facciata su via Valtellina è stata stesa una seconda pelle, di vetro e con meccanismo termoregolato per assicurare un basso consumo energetico, mentre lo scudo in lamiera microforata, rivolto a meridione, crea un microclima a bilanciamento naturale; sono stati impiegati cementi, malte e vernici fotocatalitici, destinati ad abbattere le sostanze organiche e inorganiche responsabili d’inquinamento atmosferico; tutti gli acciai e i vetri che compongono gran parte della nuova struttura sono riciclabili; e, soprattutto, la sistemazione esterna di tutti gli impianti, in copertura o con percorsi verticali dietro lo scudo, dotati di gestione integrata e centralizzata, consente di aumentare lo spazio interno utilizzabile e di ridurre i tempi e i costi della manutenzione. Solo a partire da queste notazioni di carattere esclusivamente tecnico è possibile intendere il valore formale e funzionale di questo secondo intervento sull’edificio di via Valtellina. Quello che di esso immediatamente colpisce è naturalmente la grande onda che, con le sue 26 tonnellate di acciaio microforato, precipita fluidamente sul corpo commerciale inferiore dando vita a un elemento scultorio i cui significati simbolici ricollegano la cifra architettonica al tópos contemporaneo dello spazio liquido, della forma fluens, dello scorrimento infinito dei fenomeni e degli eventi. Qui l’architettura recupera di colpo la sua autonomia concettuale, riportando in primo piano quell’idea di “scenografia” che Vitruvio contemplava a compimento degli obblighi dettati dalla prassi; e insieme rilancia l’idea del restauro, della continuità degli artefatti nel tempo, senza soffocarla nelle strettoie della riproduzione passiva del passato, ma assumendola come base e ispirazione del nuovo. Maurizio Vitta

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his second block for redeveloping the building in Via Valtellina in Milan housing the headquarters of Torno Internzionale SpA, designed by Dante O. Benini & Partners Architects and now completed, actually works on three architectural levels. The first, which is conceptual, is related to time, posing the problem of how to redevelop and revitalise an old building along new and different lines, anchored to the past by its old structure and projected into the future through a fresh identity. The second more strictly functional level involved reinforcing the old structure with a thick network of devices, fittings, skins, fixtures, materials and energy nodes to inject it with new life. The third purely stylistic level is that of image or, in other words, the aesthetic nature of an artefact, which has drawn out a repressed form and set it in time, shaping it until it was absorbed into a different organisation of spaces, structures and meanings. There is nothing new about this kind of operation in modern-day culture, but each time it takes on different connotations. Here the three-faceted nature of the design process attempted to find a balance in the feature which, right from the start, was the means of solving the entire problem (extremely intricate to begin with, due to all its town-planning implications, practical constraints, and the desire to ensure historical continuity through innovation): i.e. its technical make-up. Ensuring the architectural machinery was perfectly smooth-running ended up taking precedence over both the simple functionalism of its 20th-century blueprint and also the aesthetics of a design typical of the age in which we live, although these two cultural characteristics are well to the fore in the building’s construction plan. “Here the structural/plant engineering has taken precedence over the architectural design”, so the architect openly confesses. Redeveloping a building with five stories below grade and eight above ground, serving various purposes ranging from garage

facilities, offices and retail spaces, meant that the load-bearing technical structure had to take charge of the entire design. Benini has pointed out that all the facades and the system of shutters are designed differently according to the direction they face and their height and position; a second glass skin has been extended across the façade along Via Valtellina, which is fitted with a heatcontrol mechanism to ensure low energy consumption, while the micro-perforated sheet-metal shield facing south creates a naturally balanced micro-climate; concretes, mortars and photo-catalytic paints have been used to reduce the amount of organic and inorganic substances causing air pollution; all the steels and glasses forming much of the new structure are recyclable; and, most significantly, the outside arrangement of systems on the roof or vertical fixtures behind the shield (fitted with an integrated, centralised control system) allows the amount of usable interior space to be increased and maintenance times and costs to be kept down. The stylistic-functional value of this second piece of redevelopment work on the building in Via Valtellina can only be understand in relation to these technical features. The most striking thing about the building is, of course, the huge wave, whose 26 tons of micro-perforated steel tumbles smoothly over the lower retail section, creating a sculptural feature whose symbolic meanings connect the architectural design to the modern-day topos of liquid space, forma fluens, or the endless flux of phenomena and events. Here architecture suddenly recovers its conceptual autonomy, once again bringing to the fore that idea of “staging”, which Vitruvius considered to be the way to satisfy the obligations dictated by practice; and, at the same time, it revives the idea of renovation, the continuity of artefacts through time, without choking them in the clutches of some sort of passive reproduction of the past, taking them instead as the basis and inspiration for something new.

Shading: Somfy Exterior Painting: Global Engineering, Aliva Interior Painting: Impresa Donelli Exterior Lighting: iGuzzini, Disano Interior Lighting: iGuzzini, Kreon Aluminium Diffusing Screens: Almeco Exterior Flooring: Fulget Interior Flooring: Interface Italia, IPM Italia False Ceilings: Sadi Partition Walls and Doors: Knoll Argentina, Citterio Lifts: Schindler Climatisation: SO.CO.TIS Security and Room Automation: Johnson Controls Furniture, Waterproofing and Insulation Systems: Torno Internazionale Roofing: Metalsigma Tunesi Client: Immobiliare Nuova Valtellina

Particolare della terrazza che conclude il grande “spinnaker” di 26 tonnellate, il cui rivestimento è un particolare acciaio AISI 316 20/10 microforato Ugitop di Uginox (Gruppo Arcelor) che caratterizza l’ampliamento della sede della Torno Internazionale in Via Valtellina a Milano. Detail of the balcony at the end of the huge 26-ton “spinnaker”, whose coating is made of special Ugitop micro-perforated AISI316 20/10 steel by Uginox (Arcelor Group), is the most distinctive feature of the headquarters of Torno Internazionale in Milan.

Nicola Giacomin

Credits Project: Dante O. Benini & Partners Architects Principal in Charge: Dante O. Benini Project Designers: Dante O. Benini, Simonetta Parazzoli Architect-in-Charge: Dante O. Benini Project Team: Dante O. Benini, Nicola Giacomin, Luca Gonzo,Cristina Grossi, Paolo Macchione, Francesco Molinari, Roberta Naggi, Simonetta Parazzoli, Romano Sguinzi Structural Engineering: Arup Italia Milano -Gabriele del Mese, DLC-Alberto Dal Lago Worksite Manager, Designer, Structural Works: Franco Cislaghi Architect-in-Charge and Worksite Manager: Antonio Cavallazzi Steel Works Architect-in-Charge: Ludovico De Lalla Concrete and Steel Works Project: Enrica Barzaghi Plants project Consultanti: T.P.E. (Responsabile: Finco) Electrical Plant: Elettromeccanica Galli Italo In-Charge for Committee: Bartesaghi Mechanical and Hydraulics Plants: SO.CO.TIS, Gianni Benvenuto In-Charge for Committee: Roberto Fioravanzi Landscaping Consultant: Studio GPT-Giardini, Paesaggio, Territorio, Carlo Conforti, Lucia Nusiner, Maurizio Vegini General Contractor: Torno Internazionale Main Building and “Sail” Metalworks: Lorenzon Techmec System Metalworks lower section: Stalhbau Pichler Metalworks Stairs: F.lli Zanchetta, Officine Landini Facade Systems: Knauf Facade Cladding and metal and Special Steel Roofing: Arcelor Perforated Special Steel Metal Sheet Shield: Arcelor, Metalsigma Tunesi Glasses: Saint Gobain Italia, Pilkington Interior Stair and Walkable Passageways Glasses: Vetreria Calvi & Figli Windowframes: Metalsigma Tunesi, Somec


Vista della facciata sud-ovest e, nella pagina a fianco della facciata principale lungo Via Valtellina. Il principio della sostenibilità è stato basilare sin dalle fase di concept e ha pervaso le scelte strutturali, di involucro edilizio e di finitura, nonché impiantistiche, secondo modelli fisici matematici. Nel dettaglio si può considerare: l'edificio è passivo, costruito cioè con un modello resistivo/capacitivo e le sue facciate e il sistema dei serramenti sono di tipologie differenziate secondo l'orientamento, la quota, la posizione; la facciata su via Valtellina è dotata di una seconda pelle di vetro con meccanismi termoregolati attivi che sfruttano la ventilazione naturale e meccanica per massimizzare l'apporto energetico in inverno e sgravarne il consumo in estate; lo scudo in lamiera microforata, rivolto a Sud protegge passivamente l’edificio, creando ombreggiamento e un microclima bilanciato naturalmente; l’acciaio e il vetro che costruiscono la gran parte dell’edificio e del suo involucro sono totalmente riciclabili.

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Toni Nicolini

Toni Nicolini

View of the south-west façade and, opposite page, of the main façade along Via Valtellina. The principle of sustainability was fundamental from the concept phase and affected the choice of structures, building shell and finish, as well as the plantengineering based on physical-mathematical models. In more detail: the building is passive, viz. built using a resistive/capacitive and its facades and fixtures are different according to the direction they face, their height and position; the façade along Via Valtellina has been given a second glass skin fitted with active heatcontrolled devices, which draw on natural and mechanical ventilation to maximise the energy input in winter and reduce consumption in summer; the perforated sheet metal shield, facing south to passively protect the building, creates shading and a naturally balanced micro-climate; the steel and glass forming most of the building and its shell are totally recyclable.

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Nella pagina a fianco, a sinistra dal basso: piante del piano terra, primo e secondo piano e planimetria generale; a destra dal basso, piante del terzo, quarto, quinto e sesto piano. Sotto, piante dell’ottavo e del nono piano. Sopra sezione sulla facciata posteriore. A destra, particolare costruttivo della facciata.

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Opposite page, bottom left: plans of the ground, first and second floors and site plan; right from bottom, plans of the third, fourth, fifth and sixth floors. Below, plans of the eighth and ninth floors. Above, section of the rear façade. Right, construction detail of the façade.

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Nicola Giacomin

Toni Nicolini Toni Nicolini

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Toni Nicolini

Details of the west façade. The building is composed of 5 underground levels and 8 above ground serving mixed purposes, such as a garage, offices, shops. The entrance features a full-height lobby (40 m), which acts like an expansion joint and insert between the new and old buildings.

Toni Nicolini

Particolari della facciata ovest. L’edificio è costituito da 5 piani interrati e 8 fuori terra con funzioni miste articolate in autorimessa, uffici, spazi commerciali, l’ingresso è caratterizzato da un atrio a tutta altezza (40 m) che funge da giunto di dilatazione e innesto tra il nuovo edificio e l’esistente.

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Toni Nicolini Nicola Giacomin

Toni Nicolini

Toni Nicolini

Toni Nicolini

Toni Nicolini

Nicola Giacomin

Nicola Giacomin

Toni Nicolini

Particolari delle facciate e della terrazza panoramica. L’ingegneria strutturale e impiantistica si pone in questo progetto come elemento prerdominante rispetto al segno architettonico; acciaio, vetro e luce danno vita a una nuova macchina per operare nel nostro tempo.

A sinistra e in alto a destra, viste generali dell’edificio da Via Valtellina. Sopra a sinistra, particolare dei serramenti esterni. Sopra, particolari della scala e dei passaggi vetrati all’interno dell’edificio che favoriscono la penetrazione della luce naturale negli ambienti comuni e di lavoro.

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Toni Nicolini

Toni Nicolini

Toni Nicolini

Details of the facades and observation deck. The structural and plant engineering takes precedence in this project over the architectural style; steel, glass and light create a new machine for working in the modern-day age.

Left and top right, general views of the building in Via Valtellina. Above left, detail of the outside fixtures. Above, details of the glass corridors and stairs inside the building, which help draw natural light into the communal and work environments.

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Premio Speciale l’Arca Credits Project: Werner Tscholl Client: Selimex (Walter Rizzi) L’edificio per uffici sede della ditta Selimex si colloca proprio all’ingresso dell’abitato di Laces, fra la strada provinciale e i binari della ferrovia MeranoMalles. Tale posizione determina l’importanza dell’edificio che va oltre la sua singola funzione. Questa circostanza informa il progetto che è concepito come una scultura, un edificio cioè fortemente connotato sia compositivamente che materialmente. The building where Selimex has its offices is right at the entrance to the town of Laces, between the provincial highway and tracks of the Merano-Malles railway line. This location makes this building important for more than just its function. It also informs the project, which is designed like a sculpture, in other words a building with plenty of stylisticmaterial connotations.

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G

iunto alla sua sesta edizione, il Premio Dedalo Minosse di Vicenza, che ogni anno porta all’attenzione di un pubblico sempre più vasto le opere d’architettura nelle quali più e meglio è avvertibile il ruolo decisivo giocato dalla committenza nel raggiungimento dell’alta qualità del progetto, può tracciare un bilancio della sua attività, nella quale la cultura architettonica ha potuto mettere in luce i complessi meccanismi culturali e sociali che ne sono alla base. A sancire il successo del Premio sono anzitutto i dati: la sempre maggiore partecipazione internazionale, con centinaia di concorrenti in rappresentanza di una trentina di Paesi di tutto il mondo, il prestigio degli enti e delle istituzioni che vi hanno concorso, il livello dei progettisti segnalati e premiati e, non ultima, la possibilità offerta agli architetti più giovani di affermarsi in una competizione d’elevato profilo. Basta sfogliare i risultati delle sei edizioni, che compongono

un ampio panorama di interventi e tipologie, dalle grandi infrastrutture alle sedi aziendali, dagli edifici pubblici agli spazi residenziali o espositivi, dal recupero di aree urbane al riattamento e alla valorizzazione di vecchi immobili, per comprenderne l’articolazione e la portata. Il rapporto tra committente e architetto ha costituito fin dall’inizio la base sulla quale l’opera architettonica ha potuto dispiegare tutte le sue potenzialità tecniche ed estetiche, garantite dall’equilibrio tra le diverse istanze, finalità, strategie. Concentrare l’attenzione su questo rapporto significa dunque cogliere il nucleo segreto del processo progettuale, nel quale convergono problematiche più vaste di quello del semplice interesse individuale. Non per nulla il Dedalo Minosse ha sempre dedicato la massima attenzione alle tematiche ambientali, alle risorse energetiche, alla funzione sociale dell’architettura – in breve, ai valori culturali e collettivi destinati a unificare le aspettative del committente e quelle del progettista.

l’Arca Special Prize

E

very year the Dedalo Minosse Prize, which has now reached its sixth edition, attracts an increasingly large number of people’s attention to works of architecture, which best and most effectively embody the decisive role played by clients in creating a top quality design. The awards can now take stock of how they have provided architectural design with the chance to highlight the complex socio-cultural mechanism on which it is grounded. In judging the prize’s success, the facts speak for themselves: more and more international entrants, with hundred of representatives from about thirty countries worldwide, the prestigious standing of the bodies and institutions taking part, the standard of the prize-winning and commended architects and, not least, the chance younger architects are given to make a name for themselves in a high-profile competition. The scope and scale of the competition can clearly be seen looking through the results of the six editions

so far, forming a vast panorama of projects and stylistic categories, ranging from major infrastructures, corporate headquarters, public buildings and private or exhibition spaces to the redevelopment of urban areas and the restructuring-enhancing of old properties. Relations between clines and architects have always been the foundations upon which works of architecture have been able to express all their technical-aesthetic potential, guaranteed by the balance between varying demands, aims and strategies. Focusing on these relations, means grasping the innermost secret of the design process, on which a series of issue converge which of much greater scope and portent than mere individual interests. This is why the Dedalo Minosse Prize has always paid so much attention to environmental issues, energy resources, and the social purpose of architecture – in a nutshell, cultural-collective values bringing the client’s expectations in lien with the architect’s.

L’edificio è un parallelepipedo completamente vetrato, emergente da uno specchio d’acqua. La vicinanza di più superfici riflettenti di diversa natura e consistenza determina un continuo rimando di riflessi che animano l’oggetto architettonico. Se di giorno la luce investe l’edificio dall’esterno, nelle ore notturne accade l’inverso ed e la luce artificiale degli interni a caratterizzare le masse trasparenti. The building is an all-glass parallelepiped emerging from a pool of water. The closeness of several reflective surfaces of varying nature and substance creates a constant interplay of reflections enlivening the architectural object. While light hits the building during the daytime, at night the opposite happens and artificial light in the interiors illuminates the transparent masses.

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I

l Premio speciale assegnato da l’Arca nell’ambito del Dedalo Minosse è andato quest’anno a Walter Rizzi, presidente della Selimex GmbH, esportatrice di frutta biologica in tutta l’Europa, e a Werner Tscholl, progettista della sede degli uffici di questa azienda a Laces, in provincia di Bolzano. Rizzi è sempre stato convinto che la qualità di un’impresa si misuri anche sul valore rappresentativo degli edifici che ne ospitano l’attività. Per questo ha voluto che la sede della sua azienda sapesse esprimere una qualità architettonica tale da rifletterne e rilanciare la filosofia imprenditoriale che la sostiene. Gli elementi sui quali si fonda il progetto di Tscholl sono quindi di natura simbolica, prima ancora che strutturale: la plasticità dei volumi, la solidità geometrica del corpo architettonico, equilibrata da un’insistita trasparenza, l’inserimento nell’ambiente montano, ottenuto senza cadere nella tentazione della mimesi né in quella della voluta for-

All’edificio si accede attraverso una passerella. Attorno al nucleo centrale delle scale e dell'ascensore si collocano gli spazi flessibili degli uffici articolati su quattro livelli. A walkway leads into the building. The flexible office spaces set over four levels are built around the central core holding the stairwells and lift shaft.

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zatura percettiva, il raddoppiamento virtuale dell’edificio nello specchio d’acqua antistante, quasi a misurare i vari gradi di levità e robustezza dell’opera. Si tratta, come si vede, di dati concettuali, il cui significato corre sul filo di aeree metafore, ma che sono tuttavia pronti a rovesciarsi in criteri progettuali, in schemi funzionali, in paradigmi tecnici. Il sistema architettonico supera i confini fisici dello spazio costruito, per attestarsi su un modello formale e strutturale nutrito di cultura storica, ma fatto accortamente aderire agli scenari contemporanei. E’ per l’appunto su questo piano che la volontà del committente si incontra con quella dell’architetto, come il Premio Dedalo Minosse sottolinea nei suoi princìpi fondativi; e l’edificio che qui ne è risultato ne costituisce un episodio in sé esemplare, tanto per le finalità del Premio, quanto per gli sviluppi attuali dell’architettura, alle prese con una difficile epoca di mutamenti e innovazioni.

T

his year l’Arca’s Special Prize as part of the Dedalo Minosse Awards has gone to Walter Rizzi, the Chairman of Selimex GmbH, which exports biological fruit all over Europe, and Werner Tscholl, who designed the firm’s head offices in Laces, in the province of Bolzano. Rizzi has always been convinced that the quality of a business can also be gauged by the representational value of the buildings hosting its operations. This is why he wanted his corporate headquarters to embody real architectural quality reflecting and relaunching the business philosophy underpinning them. Tscholl’s project is grounded more on symbolic than structural features: the sculptural nature of its volumes, the geometric solidity of the architectural body (balanced out by reiterated transparency), the way the mountainscape is incorporated, without being tempted to resort to camouflaging or perceptual over-emphasis, and a sort of virtual

doubling of the building in the pool of water in front of it, as if to gauge the various degrees of lightness and solidness of the overall construction. As we can see, these are conceptual facts, whose significance may be express in rather airy metaphors but which, nevertheless, are ready to be adapted into design guidelines, functional schemes and technical paradigms. The architectural system moves beyond the physical bounds of built space onto a formal-structural place feeding off historical culture, but cleverly brought in line with the modern-day scene. And it is on just this level that the client’s will meets the architect’s, as the Dedalo Minosse Award states in its founding principles; and the building this has produced here is exemplary, both in terms of the Award’s aims and current developments in architecture, as it gets to grips with a tricky period of change and innovation.

Piante del piano terra, primo e secondo piano, planimetria generale. In basso a sinistra, particolare del pianoterra, usato come galleria d’arte della ditta , Spazio Rizzi, nella quale vengono esposte opere di artisti locali ed esteri. Due piani sono usati come uffici a spazio libero , con i tavoli a forma di U , tutti orientati verso il paesaggio. All’ultimo piano si trova un’abitazione e diversi vani comuni per seminari e di soggiorno del personale. Nel piano interrato , nascosto sotto il piano d’acqua , si trovano i vani di lavorazione per la frutta biologica che la ditta esporta in tutta l’Europa, con le celle frigorifere, i magazzini ed il garage. Plans of the ground, first and second floors, and site plan. Bottom left, detail of the ground floor used as an art gallery for the firm Spazio Rizzi, displaying works by local and foreign artists. Two floors are used as open-plan offices with “U”shaped tables, all facing the countryside. The top floor accommodates a flat and various communal spaces for holding seminars and staff rooms. The premises where the biological fruit is processed are in the basement, concealed beneath the pool of water. The firm exports this fruit all over Europe, using its refrigeration units, warehouses and garage.

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Un master plan per Praia de Muriú The Competition La giuria del concorso a inviti organizzato da Vignola era composta da/the jury of the invitational competition organized by Vignola was composed by Gualtiero Cualbu, Maurizio Vogliazzo, Amedeo Schiattarella, Cesare Casati, Maurizio Vitta.

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U

n luogo fuori dal comune. Dove una straordinaria fascia di dune e lagune, un’oasi di impareggiabile valore ambientale, si getta nell’oceano all’estremità orientale del Brasile, a 40 chilometri a nord di Natal, qui si trova Praia de Muriú, area del concorso organizzato dalla società Vignola. Concorso a inviti per la progettazione di un master plan preliminare con linee guida di inserimento ambientale, finalizzato alla realizzazione di un Complesso turistico di elevata qualità sulle coste dello Stato di Rio Grande do Norte, Brasile. L’obiettivo principale del concorso è l’ideazione di un complesso turistico, alberghiero e immobiliare caratterizzato da un innovativo concetto di loisir e di convivenza nella natura e dalla più moderna concezione progettuale nel campo del turismo, dello svago e della ricreazione in riva al mare. Iniziativa coraggiosa, quasi una svolta, da segnalarsi nel panorama delle realizzazioni turistiche, settore abituato a procedere con modalità più convenzionali, tra l’indistinto e il globalizzato, dove chiunque ha potuto sperimentare quello spaesamento soft che si prova nei vari villaggi sparsi sul pianeta: una volta entrati e serviti di cocktail tropicale, offerto dall’open bar, si fatica a capire se ci si trovi a Djerba o a Santo Domingo . Non un intervento standardizzato, dettato quindi da pure logiche commerciali e di immagine, ma una consultazione rivolta a grandi architetti impegnati nella definizione di nuovi scenari del benessere. Sono stati infatti preselezionati, per dar forma a questo tratto di costa, gruppi di progettazione attenti e capaci, scelti nelle diverse aree culturali americane, al fine di dare una risposta all’entrata in gioco di nuovi paesaggi e a una domanda di nuove forme del turismo sempre più esigente e sofisticata, rivolta tra l’altro non solo a un utenza internazionale ma anche al mercato interno brasiliano in forte espansione. I quattro gruppi selezionati sono stati in grado di leggere con attenzione la specificità del luogo sotto il profilo ambientale e della identità locale, seppur interpretandolo attraverso personali approcci progettuali anche molto differenti fra loro. Il progetto di De Yturbe/EDSA propone in maniera originale temi e declinazioni che hanno reso importante la cultura architet-

tonica moderna messicana, inutile citare il riferimento a Barragan. La maestria di De Yturbe è immediatamente leggibile nella declinazione delle soluzioni residenziali, nella disposizione delle forme, dei piani e delle superfici, nella sapienza cromatica e nell’uso attento dei materiali locali, nel sapere delineare una qualità anche poetica degli spazi e degli ambienti. Ruy Othake propone una consuetudine al trattamento del tema del paesaggio e dell’architettura squisitamente del moderno brasiliano, dove sono leggibili, ma puntualmente reinterpretate in maniera originale, forme di Niemeyer e tracciati organici di Burle Marx. Un grande asse viario alberato innerva in maniera organica, quasi come la struttura linfatica di una foglia le parti dell’intervento, a loro volta disposte secondo orientamenti fluidi e armonici. Oficina de Arquitetos propone un progetto complesso dal quale trapela il desiderio di creare un vero mix funzionale complesso stratificato e articolato, risolto facendo uso di diagrammi dei flussi e delle aggregazioni, rilevando un approccio molto contemporaneo e in qualche modo vicino alle più recenti tendenze dell’architettura occidentale e in particolare nord europea. Overland e partners, data anche la maggiore distanza geografica e di clima culturale, propone una soluzione che dal punto di vista architettonico delle forme e dei linguaggi si è maggiormente appoggiata a tendenze più diffuse, mescolando alcuni elementi vernacolari con suggestioni di vita comunitaria, con la grande abilità di valutare il giusto peso della dimensione paesaggistica degli aggregati residenziali e del campo da golf, che si intrecciano mettendo in relazione, in maniera consapevole, il mare e le dune, preservando una parte della spiaggia per il golf, magistralmente progettato da Jack Nicklaus. Altro merito di Overland è stato quello di saper configurare attraverso il master plan dettagliato gli scenari d’uso di queste nuove forme di turismo e di benessere richieste dal bando. La scelta della giuria è caduta proprio su quest’ultima proposta per la sua capacità di rispondere in forma compiuta ai requisiti richiesti in termini di ambiente, paesaggio, qualità della vita e sicurezza, sottolinenado però l’opportunità di raccogliere anche dagli altri partecipanti la splendida dimensione di alcuni particolari architettonici. Matteo Gatto

A

n extraordinary place, where an extraordinary strip of sand dunes and lagoons, a haven of incomparable environmental beauty, plunges into the ocean at the eastern tip of Brazil, 50 kilometres north of Natal: this is Praia de Muriú, the area involved in the competition organised by the Vignola company. An invitational competition to design a preliminary master plan with guidelines for environmental insertion, designed for the construction of a tourist complex of the highest standard along the coasts of the state of Rio Grande do Norte, Brazil. The competition’s main aim is to devise a tourist, hotel and realestate complex based on the innovative concept of leisure and coexistence with nature and the most modern design concept in the fields of tourism, leisure and recreation at the seaside. This is a brave project, almost a turning point on the tourist scene, an industry which usually works along the most conventional lines, somewhere between the indistinct and globalised. We have all experienced that gentle sense of unfamiliarity in those holiday villages scattered all over the planet: after arriving and enjoying a welcome cocktail on offer at the outdoor bar, it is hard to tell whether you are in Djerba or Santa Domingo. This is no standard project, dictated solely by business and image, it is a targeted consultation programme by leading architects seeking to create a fresh scenario for well-being and leisure. To help shape the coastline here, carefully gauged and competent design teams were pre-selected from various American cultural backgrounds, in order to come up with solutions providing new settings and the request for new forms of more demanding and sophisticated tourism, not just aimed at international travellers but also the Brazilian home market which is booming at the moment. The four teams selected carefully interpreted the distinctive features of the location in terms of the environmental and local identity, interpreting it based on their own personal design approaches, quite different from each other. De Yturbe/EDSA’s project came up with a very original rendition of themes and styles which have made modern Mexican architectural design so important, the reference to Barragan goes without saying. De Yturbe’s expertise is instantly recognisable in the design of the accommodation facilities, layout of forms, planes and sur-

faces, the clever use of colour and careful mix of local materials, not to mention the almost poetic artistry with which the spaces and premises have been set out. Ruy Othake has handled the issue of the landscape and architecture along exquisitely modern Brazilian architectural lines, in which we can recognise very original renderings of Niemeyer’s forms and Burle Marx’s organic paths. A large tree-lined axis provides an inorganic backbone, almost like the lymphatic structure of a leaf, for the various parts of the project, which, in turn, are set out fluidly and smoothly. Oficina de Arquitetos has designed a complex project emanating a desire to create an authentic stratified and articulated functional mix of great complexity, drawing on the use of diagrams of the flows and aggregations, showing a very modern-day approach which, in some sense, is close to the very latest trends in western architecture, particularly those in northern Europe. Bearing in mind the team’s greater geographical and cultural distance, Overland and partners architectural forms and idioms rely more heavily on popular trends and tendencies, mixing certain vernacular elements with features drawn from communal life. The team has shown great skill in assessing just how much importance to assign to the landscaping of the accommodation facilities and golf course, which weave together to create carefully gauged interaction between the sea and sand dunes. Part of the beach has been set aside for a golf course majestically designed by Jack Nicklaus. Another point in Overland’s favour was the way the team has worked on the detailed master plan to set out exactly how these new forms of tourism and well-being referred to in the tender were to be put to use. In the end, the jury opted for this latter design, due to its ability to meet all the requirements in full, in terms of the environment, landscape, quality of life and safety, also emphasising that it would be highly advisable to draw on some of the wonderful architectural features in the other entrants’ projects.

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Vincitore/Winner Overland Partners Architects

Overland e partners, data anche la maggiore distanza geografica e di clima culturale, propone una soluzione che dal punto di vista architettonico delle forme e dei linguaggi si è maggiormente appoggiata a tendenze più diffuse, mescolando alcuni elementi vernacolari con suggestioni di vita comunitaria, con la grande abilità di valutare il giusto peso della dimensione paesaggistica degli aggregati residenziali e del campo da golf, che si intrecciano mettendo in relazione, in maniera consapevole, il mare e le dune, preservando una parte della spiaggia per il golf, magistralmente progettato da Jack Nicklaus. Altro merito di Overland è stato quello di saper configurare attraverso il master plan dettagliato gli scenari d’uso di queste nuove forme di turismo e di benessere richieste dal bando. La scelta della giuria è caduta proprio su quest’ultimo per la sua capacità di rispondere in forma compiuta ai requisiti richiesti in termini di ambiente, paesaggio, qualità della vita e sicurezza.

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Team Leader: Overland Partners Architects Project Team: Rick Archer (Principal Site Analysis and Concept Development), Madison Smith (Principal - Site Analysis and Feasibility

Strategy), Bob Shemwell (Principal Site Analysis and Concept Development), James Andrews (Senior Project Architect - Golf Course and other Site Development), Giorgio Colussi (Project Architect - Client

Liaison, Zone Concepts and Residential Units Concept Development), Steve Kline (Site Planning, including Hardscape and Circulation Design), Kyle Martin (Concept Development and Presentation, Climate

Research), Chris Patneau (Site information assembly, program calculations and development), Laurie Zapalac (Research on Resort Development and Brazilian Culture, Report

Assembly) Golf Consultants: Nicklaus Design/Ray Ball

Overland Partners Architects

Overland and partners architectural forms and idioms rely more heavily on popular trends and tendencies, mixing certain vernacular elements with features drawn from communal life. The team has shown great skill in assessing just how much importance to assign to the landscaping of the accommodation facilities and golf course, which weave together to create carefully gauged interaction between the sea and sand dunes. Part of the beach has been set aside for a golf course majestically designed by Jack Nicklaus. Another point in Overland’s favour was the way the team has worked on the detailed master plan to set out exactly how these new forms of tourism and well-being referred to in the tender were to be put to use. In the end, the jury opted for this latter design, due to its ability to meet all the requirements in full, in terms of the environment, landscape, quality of life and safety,

215 l’ARCA 79


De Yturbe Arquitectos + EDSA

Team Leader: De Yturbe Arquitectos + EDSA Project Team: De Yturbe Arquitectos: José de Yturbe Bernal, José de Yturbe Sordo, Andrés Cajiga Ramírez, Luís Alberto Torres, Boris Torres,

Mónica Zúñiga EDSA: Dave Armbruster, José Jaguan, Fernanda Ferrari, Carola Fiore Graphic Department EDSA: John Gerbino

De Yturbe Arquitectos + EDSA

Il progetto di De Yturbe/EDSA propone in maniera originale temi e declinazioni che hanno reso importante la cultura architettonica moderna messicana, inutile citare il riferimento a Barragan. La maestria di De Yturbe è immediatamente leggibile nella declinazione delle soluzioni residenziali, nella disposizione delle forme, dei piani e delle superfici, nella sapienza cromatica e nell’uso attento dei materiali locali, nel sapere delineare una qualità anche poetica degli spazi e degli ambienti. De Yturbe/EDSA’s project came up with a very original rendition of themes and styles which have made modern Mexican architectural design so important, the reference to Barragan goes without saying. De Yturbe’s expertise is instantly recognisable in the design of the accommodation facilities, layout of forms, planes and surfaces, the clever use of colour and careful mix of local materials, not to mention the almost poetic artistry with which the spaces and premises have been set out.

80 l’ARCA 215

215 l’ARCA 81


Oficina de Arquitetos +Partner

82 l’ARCA 215

Team Leader: Oficina de Arquitetos +Partner Project Team: Ana Paula Polizzo, Gustavo Martins, Marco Milazzo, Luiz Fernando Cruvinel Teixeira, Juliana Fleury

Consultants: Dan Allen Blankenship (Golf Course Architect), Fernando Augusto Acylino De Lima (Lanscape Design), Alessandra Caiaco and Pierre Fernandez (Sustaintability, Infraestructure,

Energy, EcoUrbanism, Ecodesign) Collaborators: Elano Ramos, Luis Gustavo Rosadas Campos, Maurício Marinho, Thaís Cardoso, Isabell Richtez, Rodrigo Rinaldi,

José Carlos De Almeida, Nathalia Nogueira, Eva Simas

Oficina de Arquitetos propone un progetto complesso dal quale trapela il desiderio di creare un vero mix funzionale complesso stratificato e articolato, risolto facendo uso di diagrammi dei flussi e

delle aggregazioni, rilevando un approccio molto contemporaneo e in qualche modo vicino alle più recenti tendenze dell’architettura occidentale e in particolare nord europea.

Oficina de Arquitetos has designed a complex project emanating a desire to create an authentic stratified and articulated functional mix of great complexity, drawing on the use of

diagrams of the flows and aggregations, showing a very modern-day approach which, in some sense, is close to the very latest trends in western architecture, particularly those in northern Europe.

Oficina de Arquitetos +Partner

215 l’ARCA 83


Ruy Ohtake Arquitetura e Urbanismo

84 l’ARCA 215

Team Leader: Ruy Ohtake Arquitetura e Urbanismo Assistants: Marcia Umeoka, Carla Stella Bisquolo Collaborators: Michail Lieders, Carlos Roberto de Azevedo Drawings: Carolina Scalabrin, Décio Pereira, Rene Misumi, Viviani Pedroni, Giseli

Marquezin, Rafael Forshaid, Adriano Batista dos Santos Images: Rafael Otsuka, Leonardo Gomes Illustrations: Vallandro Keating Landscaping: Burle Marx & Cia Ltda.: Haruyoshi Ono (Principal); Collaborators: Isabela de Carvalho

Ono, Gustavo Leivas da Costa Araujo, Julio de Carvalho Ono, Priscilla Alves Peixoto; Vegetation Specialist: Maria de Fátima Agra Golf: Luiz Pereira Barretto Arquitetura e Construção: Luiz Pereira Barretto (Principal); Collaborators:

Cezar Bavaresco, Maristela Kunh Structure: Cesar Pereira Lopes Structure on Dunes: Dacio Carvalho Infrastructures: MHA Engenharia Foundations: Portella Alarcon Flooring on Dunes: ABCP Associazione Brasiliana de Cimento Portland,

Paulo Sergio Grossi Hydrology: Engecorps Traffic and Transports System: Sérgio Sola Kitchens: Hélio Peixoto Spa: Paul Hilton Marina: Gilson Ramos Tennis: Fernando Meligeni

Hotels: Nick Eastwick Wood and Local Materials Technology: Hélio Olga Sustainability: Salim Lamha Neto

Ruy Othake propone una consuetudine al trattamento del tema del paesaggio e dell’architettura squisitamente del moderno brasiliano, dove sono leggibili, ma puntualmente reinterpretate in maniera originale, forme di Niemeyer e tracciati organici di Burle Marx. Un grande

asse viario alberato innerva in maniera organica, quasi come la struttura linfatica di una foglia le parti dell’intervento, a loro volta disposte secondo orientamenti fluidi e armonici. Ruy Othake has handled the issue of the landscape and

architecture along exquisitely modern Brazilian architectural lines, in which we can recognise very original renderings of Niemeyer’s forms and Burle Marx’s organic paths. A large tree-lined axis provides an inorganic backbone, almost like the lymphatic structure of a leaf, for

the various parts of the project, which, in turn, are set out fluidly and smoothly.

Ruy Ohtake Arquitetura e Urbanismo

215 l’ARCA 85


COMPETITIONS + europaconcorsi

Francia/France - Marsiglia

Vincitore/Winner Massimiliano Fuksas, Michel Desvigne, Laurent Mathoulin, AB et Leroux, Costruttore/Contractor: Cogedim, Investitore/Investor: Crédit Agricole Immobilier

Euromed Center Concorso per la realizzazione nel quartiere La Joliette a Marsiglia di un complesso comprendente un hotel 4 stelle, uffici, cinema multisala, spazi commerciali, parco urbano Euromed Center Competition for the Joliette neighborhood in Marseilles for the realization of a complex including a 4-star hotel, offices, multiplex cinema, shopping centre, urban park Giuria/Jury: Renaud Muselier (Presidente) Committente/Client: Euroméditerranée etablissement public

Italia/Italy - Porto Maurizio (Imperia)

Giuria/Jury: Maria Teresa Verda Scajola, Carlo Degiacomi, Saverio Isola, Tatiana Kirilova Kirova, Piera Spotorno, Robero Amoretti, Nico Orengo, Mario Clemente Rossi, Luciangela Aimo Committente/Client: Comitato San Maurizio

Premio Internazionale “Una porta per Porto Maurizio” La “Porta” di Porto Maurizio è finalizzata a potenziare il rilancio culturale, turistico ed economico del rione di Porto Maurizio, attraverso gli strumenti della ricerca e della gestione innovativa e integrata del territorio e dei siti storici. Per questo motivo il premio si esprime come un concorso di idee per la riqualificazione della via di accesso di ponente del sito di Porto Maurizio ed è rivolto sia a professionisti che alla popolazione, per stimolare il senso di riappropriazione dei luoghi e di cittadinanza partecipata. sezione 1): Professionisti; sezione 2): Tutti International Award “A gate for Porto Maurizio” Ideas competition for a “Gate” for Porto Maurizio town aimed to improve its cultural, touristic and economical relaunch. Two sections: 1. Professionals; 2. All

A

Vincitore/Winner sez. 1 A. Stefano Delle Piane (capogruppo/team leader) Segnalazione/Mention Giorgio Ponzo (capogruppo/team leader) Vincitore/Winner sez. 2 B. Christian Cresci (capogruppo/team leader), Antonella Oddone, Elisa Stacchini

B

USA - Chicago

Architecture for Humanity Chicago

newSTAND competition Concorso d’idee per la realizzazione di un prototipo di chiosco per la vendita dei giornali. The Provocative Award (1) destinato a progetti che provochino dibattito sul tema del design. The Humanitarian Award (2) è destinato a progetti che con questo concorso a offrire soluzioni per i più bisognosi. newSTAND competition Architecture for Humanity has announced the finalists for its newSTAND competition. The Provocative Award (1) is given to the entry exhibiting a very strong sense of intrigue; provoking discussion action or both. Humanitarian Award (2) is given to the entry that has used this competition as an opportunity to express compassion. The entry provides an architectural and design solution addressing those that are in the most dire and immediate need, in the spirit of Architecture for Humanity’s core vales

Finalisti/Finalists of The Provocative Award (1) A- Claudio Ronconi (capogruppo/team leader), Michele Chiaromonte, Stefano Chiaromonte, Michele Coletti B- Jonathan Hanahan 1

Finalisti/Finalists of The Humanitarian Award (2) C- Chelsea Greemore D- SMASH Architecture (Marcus McKenzie, Justin Vaughan, Dan Burton)

1A

Giuria/Jury: Brad Lynch (Brininstool + Lynch), Patricia Saldana Natke (Urban Works), Henry L. English Committente/Client:

86 l’ARCA 215

1B

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- With Zaha Hadid we are apparenty entering the future - The proble m will be finding our way out

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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Vista sulla cordigliera Villa on the Hill

Modificabile nel tempo Wine Tasting Pavilion

Progetto: Christophe Rousselle

Progetto: Michael Jantzen (www.humanshelter.org)

Christophe Rousselle, classe 1976, si può definire un emergente tra le giovani generazioni che costellano il panorama dell’architettura contemporanea. Approccio e linguaggio impostati alla scuola di Jean Nouvel, dove ha trascorso oltre due anni collaborando su progetti internazionali, e due apprezzabili riconoscimenti, il premio Cimbéton, lo scorso anno, e nel marzo di quest’anno quello degli Albums des Jeunes Architectes. La casa Serrano, realizzata con Felipe Assadi e la collaborazione di Jorge Manieu, Piera Sartori (paesaggista) e l’ingegneria di Enzo Valladares è una occasione che pone Rousselle nella rosa dei nuovi architetti da seguire con attenzione. La villa è posizionata sulle alture della collina Los Dominicos, che domina Santiago del Cile. La situazione paesaggistica si proietta nella dimensione sospesa di un volume che sembra galleggiare sulla città. Lo sviluppo in orizzontale, che segue la linea del terreno, sembra anche la soluzione più propizia alla definizione di un corpo che si fa discreto fino quasi a scomparire, se osservato dalla via sottostante, mentre acquista la forza di nuova traccia nel paesaggio, se considerato in prospettiva a livello del piano terra. Giochi di mascheramento per le soluzioni di facciata: una pelle in legno traforato confonde le aperture del corpo in aggetto al piano superiore, un volume in cemento forato nasconde la presenza dei solai mentre le superfici completamente vetrate della zona giorno a piano terreno occultano, tra trasparenza e riflessione, la struttura dell’insieme enfatizzando l’effetto di levitazione. Gli spazi interni beneficiano dei diversi orientamenti e della luce naturale che penetra dalle finestre panoramiche e dai lucernari sul tetto. Profondità e trasparenze accentuano il senso di galleggiamento, quasi di assenza di gravità, che si percepisce nei diversi ambienti dell’abitazione, senza per questo interferire sullo schema funzionale che ne regola la distribuzione. Un patio interno al primo piano permette di articolare gli spazi e il sistema di circolazione. Qui, la zona notte gode della luce filtrata dalla pelle esterna in legno, conservando gelosamente la propria intimità. All’ultimo piano, trova spazio un ufficio che offre una vista di 360° sulla città e la cordigliera della Ande, proiettandosi su una terrazza aperta sul paesaggio. Elena Cardani

Da sempre interessato a un’architettura flessibile e in grado di modificarsi nel tempo, Michael Jantzen insegue un’estetica fondata sull’effimero e sull’indefinibilità di confini precisi tra le sue strutture e gli ambienti che le ospitano. La sua ricerca è dedicata alla definizione di un’architettura senza tempo o, meglio, in grado di adattarsi a ogni tempo e di rispondere alle sempre nuove necessità imposte dal progresso, soprattutto nell’ambito dell’informatizzazione degli edifici e della loro sostenibilità ambientale, anche a livello formale. Uno degli approcci che ha utilizzato per raggiungere tali fini è stata l’invenzione di un sistema di componenti assemblabili, o disassemblabili, in molti modi diversi per formare vari tipi di strutture fisiche. Oltre a queste molteplici opzioni di montaggio, una volta che siano fissati in una particolare configurazione, essi possono facilmente adattarsi a molti schemi fluidi modificabili senza doverli smontare. Un esempio recente in cui ha utilizzato un simile kit di elementi componibili è il progetto per il Padiglione di degustazione enologica. Concettualmente, questo progetto si basa sulla visione di una astrazione simbolica di un enorme grappolo d’uva che cresce dalla terra sulla vigna e funziona come una nuova specie di struttura realmente organica. Come le foglie di una vigna, questa astrazione simbolica può anche produrre la propria energia dal sole. La proposta consiste in un sistema modulare di componenti ricomponibili e sostenibili. La dimensione, forma e colore della struttura possono variare a seconda delle specifiche necessità. I pannelli curvi sono conformati con due soli diversi raggi di curvatura. Alcuni sono isolati e usati per racchiudere gli spazi che necessitano di essere riscaldati o raffreddati. Altri non sono isolati e sono usati per ombreggiare gli spazi sotto la vigna. Questi pannelli possono essere rivestiti con materiali diversi, come metallo, legno, cementi compositi, tessuto, o altri materiali attualmente in via di sviluppo che consentiranno alla struttura di mutare colore a seconda delle stagioni, come le foglie della vite da verde a giallo a marrone. Altri pannelli ancora forniscono il sistema di supporto per le aree in cui sedersi e degustare il vino. In questo esempio, la maggior parte dei pannelli curvi colorati di verde sono realizzati in metallo, ricoperto da una sottile pellicola fotovoltaica che permette alla superficie dell’edificio di produrre autonomamente l’energia elettrica necessaria alla sua conduzione. La maggior parte dei pannelli curvi sono agganciati strutturalmente al pergolato, ma, qualora necessario, possono esserne staccati con facilità per essere riposizionati in altre configurazioni. Alcuni di essi possono essere montati proprio sopra il pergolato in modo da poter essere spostati meccanicamente da una posizione a un’altra senza dover essere strutturalmente staccati dal supporto. Si possono così formare o far sparire a piacimento vari tipi di spazi. All’interno, alcuni dei pannelli curvi trapassano le pareti, la copertura, il pavimento e il soffitto per funzionare come sedute, tavoli, luci, espositori, divisori ecc. Il pergolato modulare color ruggine, attraverso il quale sono “intessuti” i pannelli curvi verdi, è realizzato in acciaio corten. Inizialmente il pergolato può essere realizzato in qualsiasi dimensione o forma. Inoltre, poiché questo supporto strutturale è a sua volta costituito da un sistema di componenti modulari prefabbricati, può essere facilmente ampliato o ristretto a seconda delle necessità. Questo sistema di base di componenti strutturali può naturalmente essere utilizzato per contenere un’ampia varietà di funzioni: residenziali, commerciali, servizi.

Christophe Rousselle (1976) is distinguishing himself among the young generations on the contemporary architectural scene. His approach and language belong to Jean Nouvel’s school, where he has spent more than two years in joint work on international projects, and where he received two prestigious acknowledgements: the Cimbéton award last year, and the prize for the Albums des Jeunes Architectes in March this year. The Serrano house, which Rousselle designed through joint work with Felipe Assadi and Jorge Manieu, Piera Sartori (a landscaper) and Enzo Valladares’s engineering, has constituted the opportunity for the architect to be set within the new generations of architects to be followed closely. The villa is located on a rise of the Los Dominicos hill, which dominates Santiago in Chile. It is set as a suspended volume in the landscape, and seems to float above the city. As it follows the horizontal line of the land, the way it is built best defines its bulk, which seems to disappear if viewed from the road beneath it. On the other hand, the volume seems to gain strength as a new element in the landscape when seen from the ground floor. Covering solutions for the façades include a fretworked wooden shell that makes it difficult to distinguish the position of the windows on the overhanging upper floor; a pierced concrete volume that conceals the attics, while – through transparence and reflection – the completely glazed surfaces of the living area on the ground floor veil the entire structure, highlighting its state of levitation. The interior areas are enhanced by the structure’s various faces and by the natural lighting coming in through the wide windows and skylights. Depth and transparence emphasize a sense of floating through the air, an absence of gravity, which is easily perceived in the various rooms of the house, without interfering with the functional pattern that regulates their distribution. On the first floor, an interior patio provides access to the various areas and is an aid to circulation. Here, the sleeping area enjoys the light filtering through the outer wooden shell, jealously guarding its privacy. On the top floor, as it opens up onto a roof deck, there is an office affording a 360° view over the city and the Cordillera of the Andes.

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Viste della Casa Serrano, progettata da Christophe Rousselle con Felipe Assadi, Jorge Manieu, Piera Sartori, Enzo Valladares sulla collina Los Dominicos a Santiago del Cile. Sotto, piante dei tre piani.

Views of Casa Serrana, designed by Christophe Rousselle with Felipe Assadi, Jorge Manieu, Piera Sartori, Enzo Valladares on Los Dominicos hill at Santiago del Chile. Below, plans of the three levels.

Michael Jantzen is always been interested in an architecture which is flexible and capable of changing through time. He is looking for an aesthetic which grows out of the ephemeral and a fuzziness of the edges between his structures and the environments surrounding them. His research is dedicate to the definition of an architecture not fixed in time or, better, that can adapt through any time and respond to the constantly renewing requirements and possibilities opened by progress, mainly in the field of information technologies in building and of the environmental sustainability, even on a formal level. One approach that he has often taken in an attempt to achieve my goals is to invent systems of components that can be assembled, and or disassemble, in many different ways to form various kinds of physical structures. In addition to the high variety of assemble and disassemble options, once these components are fixed into any particular configuration, they can easily adapt to many fluid pattern change requirements without having to be completely disassembled. A recent example of where he has used these kinds of changeable kit of parts construction components to achieve his design goals is called, the Wine Tasting Pavilion. Conceptually this design is based on vision of a symbolic abstraction of a giant grape vine that grows up from the earth onto a trellis to function as a new kind of truly organic structure. And like the leaves of the real grape vine, this symbolic abstraction can also produce its own power from the sun. This design proposal for a wine tasting pavilion is made of a system of modular, re-arrangeable, sustainable building components. The size, shape, and color of the structure can vary based on the sitespecific requirements, and it could change its size, shape, and or color to accommodate changing needs. The curved panels are formed into just two different radii. Some are insulated and used to enclose spaces that need to be heated or cooled. Others are uninsulated and are used to shade spaces below the trellis. These panels can be skinned with many different kinds of materials such as metal, wood, concrete composites, fabric, and or with certain materials in development that would allow the entire structure to change its color with the seasons. It could change (like the leaves of the grape vine) from green, to yellow, to brown. Still other panels provide the support system for places to sit and or to taste wine. In this case, most of the curved green colored panels are made of metal, which is covered with a thin-film photovoltaic coating. This coating allows the surface of the structure to produce its own electrical power, which is used to supply some or all of the pavilions energy needs. Most of the curved panels are secured structurally to the trellis. They can however be easily detached, repositioned, and secured into many other configurations based on changing size and or shape preferences. Some of the curved panels can actually be mounted onto the trellis in such a way that allows them to be mechanically moved from one position to another without having to be structurally detached from the support trellis. In this way, new spaces can be formed and or dissolved automatically. Inside of the enclosed spaces, some of the curved panels penetrate through the walls, roof, floor, and ceiling surfaces to function as seating, tables, lighting, display supports, space definers etc. The modular rust colored trellis, through which the curved green colored panels are woven, is made of coreten steel. This trellis initially can also be made any size and into a wide variety of shapes to accommodate site-specific requirements. In addition, since the structural support trellis is also made of a system of prefabricated modular parts, it can easily be added onto or subtracted from, as needed to accommodate the growth patterns of the symbolic grape vine which it supports. This basic system of structural components can of course be used to accommodate a wide range of other functions from residential alternatives, to commercial and retail facilities.

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Il Pritzker 2006 To Mendes da Rocha

Sguardo caleidoscopico Pastorelli’s Deconstruction

Invito a VeMa

Assegnato a Paulo Mendes da Rocha il Pritzker Architecture Prize 2006, il più ambito riconoscimento alla professione di architetto. Mendes da Rocha, che già nel 2000 aveva ricevuto il premio Mies van der Rohe, è il secondo architetto brasiliano premiato dopo Oscar Niemeyer, che ricevette l’onoreficienza nel 1988. Rocha non è nuovo a premiazioni internazionali. La cerimonia ufficiale ha avuto luogo il 30 maggio a Istanbul, Turchia; in tale occasione gli è stata consegnata la somma di 100.000 dollari più una medaglia di bronzo. Nato nel 1928 a Victoria, inizia l’attività negli anni Cinquanta e si pone come uno degli architetti più innovativi del Brasile. La sua è un’architettura inserita nel movimento brutalista di matrice paulista. Oltre all’attività accademica, Mendes da Rocha si occupa di problematiche relative alla professione di architetto divenendo presidente del Brazilian Institute for Architects. Fra le opere realizzate va ricordato il restauro del Museo de Artes di San Paolo; la Plaza del Patriarca, posta nel centro di San Paolo; il padiglione del Brasile all’Expo di Osaka del 1970. Attualmente, sta lavorando al progetto della Ciudad Tecnologica de la Universidad de Vigo.

Ha ragione Carmelo Strano quando, nel volume L’opera decostruita, che raccoglie i più recenti esiti del lavoro di Giovanbattista Pastorelli, insiste sul concetto di “decostruzione” per definire la ricerca di questo artista umbratile, appartato, ma sensibilissimo ai moti segreti della storia, della memoria, della grande corrente dell’esistenza quotidiana. Si tratta di un concetto ormai ben saldo sull’orizzonte critico di Pastorelli, ma non tanto da impedirne ulteriori approfondimenti, non foss’altro che per sottrarlo all’usura di una moda che ha rischiato di ridurlo a mera scompaginazione di forme e volumi. D’altro canto, la recente produzione dell’artista si propone in se stessa come una continuità e, insieme, un drastico superamento di tutto il lavoro precedente, e va quindi considerata lungo angolazioni sempre nuove. È lo spazio pittorico a denunciare apertamente la radicalità del mutamento. La dissoluzione dei campi figurativi in una sorta di omologazione percettiva, che caratterizzava gran parte delle opere degli ultimi anni, lascia ora il posto a una scansione accuratamente definita, nella quale la tela si distende come sfondo da cui emergono, nitide e nettamente delimitate, figurazioni in loro stesse compiute, che si impongono come episodi di una narrazione più vasta, il cui corso può essere moltiplicato. Ma si tratta di una scansione attentamente programmata, che fa leva su assiomi geometrici capaci di evocare l’intera tradizione artistica del Novecento senza mai ricadere, tuttavia, nella rigidità della struttura euclidea che tanto a lungo l’ha nutrita. Il senso di una “decostruzione” che reclama il diritto di affermarsi come analisi, se non addirittura come critica, dell’esistente, si afferma già qui come “presa” sulla scorrevolezza del reale. Certo, l’esistenza che Pastorelli fissa nei suoi lavori – mediante uno “sguardo” sempre attento a calcolare distanze e punti di vista – resta quella immediata e vitale delle cose e dei corpi colti nel loro darsi naturale alla percezione. Ora, però, essa non è semplicemente “traguardata” attraverso un oculare che la inquadra in un ordine precostituito, come accadeva nei lavori di qualche anno fa, bensì si abbandona a una sorta di movimento virtuale capace di farne slittare di continuo la posizione. Allo sguardo “fotografico” si è sostituito lo sguardo “caleidoscopico”, grazie al quale ogni singolo episodio visivo moltiplica la propria identità e il proprio significato all’interno di una “scena” che muta di continuo. Così la decostruzione del mondo finisce col proporsi, in Pastorelli, come un de-costruire, nel quale l’accento è posto non tanto sulla frattura dei significati, quanto su una prospettiva di ricomposizione garantita dalla sua intrinseca instabilità e dal suo inarrestabile scorrimento. Maurizio Vitta

Progetto: Studio Purini/Thermes

This year, the most prestigious architectural award– the Pritzker Architecture Prize 2006 – went to Paulo Mendes da Rocha. After Oscar Niemeyer, who won the Prize in 1988, Mendes da Rocha is the second Brazilian architect who has been awarded this honor. And this is not the first time the architect has won an international prize: in 2000 he also won the Mies van der Rohe award. The official ceremony was held on May 30th in Istanbul, Turkey; on that occasion Mendes da Rocha received 100,000 US dollars and a bronze medal. Born in 1928 in Victoria, the architect began his career in the 1950s, and soon established himself as one of Brazil’s most innovative architects. His architecture reveals his ties to the Brutalist movement and his Paulist origins. In addition to his academic activities, Rocha has always been committed to problems professional architects encounter, and was named President of the Brazilian Institute for Architects. Worth mentioning among his works are the restoration of the Museo de Artes in São Paulo, the Plaza del Patriarca in the center of São Paulo, and the Brazilian Pavilion at the Osaka Expo in 1970. Currently, he is working on a project for the Ciudad Tecnologica de la Universidad de Vigo.

4 1.Forma Store, Sao Paulo, Brazil, 1987 2.Patriarch Plaza and Viaduct do Cha, Sao Paulo, Brazil, 1992 3.Studi per la candidatura di Parigi ai Giochi Olimpici 2008 4.Vigo Univeristy, Spain, 2004 5.Guaimbê Residential Building, Sao Paulo, Brazil,1964 6.Paulistano Office Chair

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Carmelo Strano is right about Giovanbattista Pastorelli. In his book The deconstructed work, which gathers Pastorelli’s most recent works, Strano lays stress on the concept of “deconstruction” to define this modest, solitary artist, who, however, is very sensitive to the secret impulses of history, memory, and the great, daily flowing of existence. By now, from a critical viewpoint, this is a steadfast concept of Pastorelli’s work – and yet, it does not prevent further examination of his production. In fact, this would help rescue him from the effects a trend that has risked reducing his work to a mere disarrangement of shapes and volumes. The artist’s recent production presents itself as a continuity – and at the same time as a drastic overcoming of all of his former work, and is thus to be considered from new viewpoints. A radical change is openly revealed in the artist’s paintings. The dissolution of his figurative fields into a sort of perceptive standardization that used to characterize most of the past years’ work now gives way to an accurately defined articulation. His canvases lie like backdrops from which complete figurations emerge, clearly and sharply defined. These figurations are like episodes of a longer narrative that can be multiplied. But this articulation – or scansion – is carefully planned, and hinges upon geometrical axioms that are capable of evoking all of the twentieth-century’s artistic tradition without ever falling into the rigidity of the Euclidean structure that nurtured it for so long. It is a “deconstruction” that claims the right to affirm itself as an analysis – or even as a sort of criticism – of what exists; a deconstruction that has a “grip” on the flowing of reality. Of course, the existence Pastorelli estblishes in his works – through an always careful eye to calculating distances and viewpoints – is the immediate, vital existence of things and bodies captured as they give themselves naturally to perception. Now, however, this existence is not only a sort of objective seen through an eyepiece that frames it in a pre-established order, as it used to be some years ago; it now abandons itself to a sort of virtual movement that continuously shifts its position. The former “photographic” image has been substituted by a “kaleidoscopic” image, thanks to which each single visual episode multiplies its identity and its significance within a “scene” that changes continuously. Thus, with Pastorelli, the deconstruction of the world ends up implying de-constructing, where what is stressed is not the fracturing of meanings, but the prospect of a recomposition that is guaranteed by its intrinsic instability and its inexorable flow.

Le ultime mostre di architettura della Biennale di Venezia, a partire da quella del 1996 diretta da Hans Hollein, si sono configurate in modo sempre più accentuato come importanti rassegne di progetti redatti dai più celebri architetti del mondo. Esse si sono proposte come riepiloghi spesso imponenti di opere complesse, quasi sempre già note, ricontestualizzate entro appositi quadri problematici. Uno degli effetti di questa impostazione, sicuramente di notevole interesse documentario e di indubbio carattere spettacolare, è però stata la rinuncia ad affrontare problematiche progettuali nuove e a offrire ad architetti emergenti l’occasione di proporre le proprie idee in un contesto prestigioso come quello veneziano, ormai divenuto luogo di eventi mediatici di estesa e durevole risonanza. Pur nella sua dimensione locale rispetto al quadro globale proposto dalla X Mostra Internazionale di Architettura, affidata a Richard Burdett, il Padiglione Italiano, curato da chi scrive, riprendendo la tradizione delle Biennali precedenti l’edizione ideata dall’architetto viennese, vuole invertire questa tendenza. L’intenzione è infatti quella di dar vita a una mostra sperimentale nella quale saranno esposti progetti redatti da giovani architetti dotati di una grande energia inventiva, proiettati nel futuro e capaci di essere facilmente decifrati dal grande pubblico. C’è da aggiungere che il Padiglione Italiano, che istituzionalmente rientra nelle competenze della DARC (Direzione Generale per l’Architettura e le Arti Contemporanee), comincerà da questo anno la sua vita che si spera sia lunga, fortunata, e densa di contenuti innovativi. Il titolo della mostra sarà: “Italia - y - 2026. Invito a VeMa”. L’argomento è la progettazione di una nuova città. Una città di fondazione, ma anche una città ideale, collocata in prossimità dell’incrocio dei corridoi ferroviari europei Lisbona-Kiev e Berlino-Palermo. La città, situata tra Verona e Mantova, si chiamerà VeMa e sarà progettata da venti architetti o gruppi di architetti tra i trenta e i quarant’anni (Avatar, Pier Vittorio Aureli, Lorenzo Capobianco, Studio Elastico, Giuseppe Fallacara, Santo Giunta, Iotti e Pavarani, Moreno-SantamariaLaezza, Liverani+Moteni, Ma0, Antonella Mari, Masstudio, Stefano Milani, Modulo 4, Tomaso Monestiroli, OBR – Open Building Research, Gianfranco Sanna, Andrea Stipa, Studio EU, Alberto Ulisse) che affronteranno altrettanti problemi tra i quali la casa, i luoghi di lavoro, il corpo, l’arte, le infrastrutture, i media, il verde, il tempo libero. Nello spazio solenne e suggestivo delle Tese delle Vergini sarà realizzato un panorama che conterrà immagini della città nuova. Saranno poi presenti plastici di edifici e un grande modello della città, attraversata dal confine tra Lombardia e Veneto. La mostra intende proporre una possibile ipotesi dell’Italia tra vent’anni, centenario dell’esordio del “Gruppo 7”, al quale si deve la nascita dell’architettura moderna italiana, un movimento che costituisce il riferimento ideale dell’intero programma espositivo. Il catalogo sarà composto da quattro sezioni. La prima è dedicata a venti voci tematiche generali riguardanti l’architettura italiana; la seconda a venti città italiane, di cui si analizzerà il rapporto tra la loro condizione attuale, la loro architettura, gli architetti che in esse hanno operato e le Facoltà di architettura che ospitano; le terza a un repertorio biografico relativo ad architetti, artisti, critici, storici; la quarta all’illustrazione della nuova città. Le voci saranno molto brevi e di taglio giornalistico. Arrivederci a Venezia a settembre, per visitare VeMa. Franco Purini

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Una lezione di architettura

Restaurato l’acquario civico In Milan

La linea e il cuore Packaging Competition

Blu da caffé

Il sentiero dei Doganieri, detto Le Corbusier, che si snoda dalla stazione di Roquebrune verso Cap Martin offre una straordinaria sequenza di piacevoli sorprese, non solo scorci panoramici, ma anche momenti di godimento storico e architettonico. E’ qui infatti, nel tratto di costa sovrastante la spiaggia di Cabbé, che sorge il Cabanon, un singolare esempio di microarchitettura che Le Corbusier progettò agli inizi degli anni Cinquanta per trascorrervi le proprie vacanze. La discreta e intelligente ricerca da cui si definisce questo progetto, oggi viene riproposta dalla una ricostruzione realizzata da Cassina e ospitata dalla Triennale di Milano fino al 4 giugno. Obiettivo della operazione è quello di avvicinare il pubblico odierno ai valori compositivi, alla genialità delle soluzioni funzionali, alla armonia dei rapporti tra logica distribuiva e qualità degli spazi che, seppur nelle sue dimensioni modeste, fanno di questa opera un esempio ancora ricco di stimoli. Bastano alcuni dati per capire che si tratta di una vera sintesi di architettura. 3,66x3,66 metri per un’altezza di 2,26 metri sono le dimensioni, risultanti dal Modulor, da cui si genera lo spazio interno. Un piccolo corridoio accede dalla porta d’ingresso all’unico locale che compone l’abitazione a pianta quadrata. Questo ambiente minimo di 3,66 metri di lato è un concentrato di complessità e di intelligenza che non può lasciare indifferenti. E’ qui che si risolvono tutte le funzione dell’abitare: riposo, pasti, servizi, il tutto organizzato attorno a un vuoto centrale, riservato alla circolazione, secondo il concetto del “piano libero”. Ma non è tutto, l’arredamento minimale, assolve a tutte le esigenze, trasformandosi e adattandosi con un’esattezza rigorosa. Un angolo separato con il water; il letto, che nasconde un ripostiglio; un tavolo girevole su una gamba; armadi a muro integrati nelle pareti; due cubi in legno che fanno da sedie; un piccolo lavandino rotondo in acciaio inox e una finestra astutamente sostituta da uno specchio per radersi. Unico lusso, i colori del pavimento e del soffitto, giallo, verde e arancio pallido, e gli affreschi sulle pareti del corridoio dipinti dallo stesso Le Corbusier. A Milano mancano naturalmente le suggestioni del panorama costiero, l’ombra protettiva del grande albero di carrube che accoglie il capanno, i profumi e i rumori del paesaggio mediterraneo, ma l’importanza della portata didattica di questa operazione è sicuramente l’aspetto che le rende merito come momento del dibattito sui temi dell’abitazione contemporanea. E sembra proprio che questo “ castello sulla Costa Azzurra” come amava chiamarlo Le Corbusier, offra ancor oggi una saggia e preziosa occasione di riflessione. Elena Cardani

Si è riaperto, dopo tre anni di restauro, l’Acquario Civico di Milano considerato un riferimento esemplare di architettura Liberty milanese che, datato 1906, è dal 1969 riconosciuto come uno fra i musei più frequentati della città. I nuovi interventi hanno creato spazi più ampi, moderni e funzionali rappresentando, in termini di rinnovamento strutturale e percorso espositivo, un riferimento più pratico, esaustivo ed emozionale per i visitatori grandi e piccoli. Il Comune di Milano ha investito per l’occasione circa 300 milioni di euro in questo restauro affidato a Piero De Amicis e Luigi Maria Guffanti che, con il coordinamento del direttore Mauro Mariani, hanno evidenziato le facciate originali, ricche di fregi e maioliche annerite nel tempo da polveri e smog. Il risanamento ha consentito: - la razionalizzazione degli impianti tecnologici (climatizzazione, cablaggio, sicurezza, incendio, antifurto, impianti idrici con innovativi sistemi di filtraggio e depurazione acque) - l’abbattimento delle barriere architettoniche - risistemazione degli spazi - realizzazione di spazi per attività espositive temporanee - realizzazione di un “giardino d’inverno” - biblioteca scientifica ed estensione dell’auditorium/sala convegni - costruzione di una balconata verso il giardino e le vasche esterne - nuovo percorso espositivo.

L’11° Interntional Packaging Competition, ha premiato il “Terrazze Retiche di Sondrio Igt Pignola 2004” di Marchiopolo come “Etichetta dell’anno 2006”. Il premio è stato assegnato nel corso della 40° edizione di Vinitaly da una commissione di esperti guidata da Elio Fiorucci, chiamata a giudicare tra tutte le etichette provenienti da Italia, Francia, Germania, Portogallo e Spagna, a riconoscimento dello sforzo delle aziende tese al continuo miglioramento dell’immagine del proprio prodotto. Il progetto Marchiopolo – studiato diversi anni fa e reso operativo nel 2004 per volere dell’imprenditore veneto Giovanni Marchiorello – ha celebrato proprio in questa occasione il suo debutto nel panorama vinicolo con una collezione di dieci vini autoctoni italiani, selezionati per il loro forte legame culturale e tradizionale con il territorio di provenienza. La linea, che compare come etichetta e che sottolinea l’intera bottiglia, è il simbolo ideale dell’accurato e attento processo produttivo che caratterizza tutti i vini di Marchiopolo, “dalla terra al bicchiere”, ma al tempo stesso ricorda che questi prodotti sono pensati “dalla testa ai piedi”, in un percorso ideale che unisce tutta l’Italia. Al centro dell’etichetta si trova inoltre un bollino rosso di ceralacca, quasi a rappresentare il sentimento e la passione con cui questi vini vengono prodotti. La ceralacca ritorna anche sulla sommità della bottiglia, come un cuore che attende di essere trafitto, a sacrificio di una tradizione che vuole e deve vivere, e come proseguimento ideale della linea dell’etichetta, che mira a raggiungere il “cuore del consumatore”. In retro etichetta sono invece messi in evidenza il produttore e la cantina presso cui il vino è stato imbottigliato. Proprio i terreni e gli impianti di produttori eccellenti già presenti sul territorio, sono infatti al centro del progetto Marchiopolo, come nel caso del Pignola, prodotto da un vitigno autoctono della Valtellina che nasce e cresce sui terreni più aspri e impervi delle terrazze Retiche di Sondrio, segnando un importante recupero della coltura “retica” della vite, ottenuto proprio grazie alla collaborazione tra il produttore, Domenico Triacca, e l’enologo di Marchiopolo, Fabrizio Zardini.

L’ora blu è la nuova collezione di tazzine d’artista di illy, la storica marca di caffè triestina partner di importanti eventi di arte contemporanea. Questa volta è di turno Jean Fabre, eclettico artista belga (Anversa 1958), impegnato anche come registra teatrale e scrittore. Influenzato dalle ricerche del nonno, l’entomologo francese Jean-Henri Fabre, Jean ha sviluppato una particolare curiosità per il mondo delle scienze , in particolare degli insetti. Sue sono le famose sculture in cui oggetti e figure sono completamente realizzati con i carapaci dei coleotteri. Ma nella collezione di illy è la poesia dell’intervallo tra il sonno e la veglia, di quel momento, appunto “l’ora blu”, in cui gli animali della notte vanno a dormire e quelli del mattino non si sono ancora svegliati, a cui Fabre si ispira. Le tazzine si dipingono di blu, colore dell’energia che nasce dalla metamorfosi della vita che passa da uno stato all’altro e che segna il limite da cui si rigenera ogni volta una nuova vita. Elena Cardani

The Municipal Aquarium of Milan has finally reopened after three years of renovation works. The aquarium, which is seen as a model of Milanese Art Nouveau (or Liberty) architecture, dates back to 1906, and since 1969 it has been acknowledged as one of the city’s most popular museums. The new works have added space, creating a more modern and functional environment, and in terms of structural renovation and the show itinerary itself, have rendered the aquarium more practical, comprehensive and exciting for adults and children alike. For the occasion, the City of Milan has invested almost 300 million euros in the restoration of the building, which was entrusted to Piero De Amicis and Luigi Maria Guffanti, whom, with the coordination of the director Mauro Mariani have enhanced the original façades, which were full of friezes and majolicas that were blackened by dust and smoke. Renewal of the building entailed: - rationalization of the technological systems (air-conditioning and heating, wiring, safety, fire escapes, alarms, the water system with innovative plants for water filtering and purification) - knocking down architectural barriers - rearranging space - creating room for temporary exhibitions - creating a “winter garden” - a scientific library and extension of the auditorium/meeting hall - construction of a balcony overlooking the garden and outdoor tanks - a new exhibitive itinerary.

their products. Precisely on this occasion, the Marchiopolo project – planned various ago and made operative in 2004 thanks to the Venetian entrepreneur Giovanni Marchiorello – has celebrated its debut on the wineproducing scene with a collection of ten original Italian wines, selected due to their strong cultural and traditional ties with the territories they come from. The line, which appears as a label that enhances all of the bottle, is the ideal symbol of the accurate, careful manufacturing process that characterizes all of Marchiopolo’s wines, “from the earth to the glass”. Yet, at the same time, it reminds us that these products are considered “from head to foot”, in an ideal route that joins all of Italy. In addition, in the middle of the label there is a red stamp in sealing wax that seems to represent the feeling and passion with which these wines are produced. Sealing wax was also used at the top of the bottle, like a heart that is waiting to be pierced, sacrificing itself for love of a tradition that wishes to live… that must live, and as an ideal continuation of the label design, which is aimed at touching “the consumer’s heart”. The manufacturer and wine cellar in which the wine was bottled are specified on the back of the label. Indeed, the Marchiopolo project mainly focuses on the grounds and establishments belonging to the excellent producers that are already present on the territory, such as in the case of Pignola, which is manufactured from an original grape variety grown in Valtellina, on the rough, wild grounds of the Rhaetic terraces in Sondrio. This thus marks an important recovery of Rhaetic vine cultivation, which is achieved thanks to the collaboration between the manufacturer Domenico Triacca and Marchiopolo’s enologist, Fabrizio Zardini.

The 11th International Packaging Competition has awarded the Marchiopolo prize to the “Rhaetic Terraces of Sondrio Igt Pignola 2004”, as the “Label of the year 2006”. The prize was awarded during the 40th edition of Vinitaly by a committee of experts chaired by Elio Fiorucci. The jury was to select one out of all the labels coming from Italy, France, Germany, Portugal and Spain, in acknowledgement of the effort wine firms put into continuously improving the look of

Sensibilità ambientale e nuovi linguaggi

Assegnati i premi Ance-InArch Prizes

Una piacevole accoglienza Sobriety and Design

Il “sesto combustibile” – ovvero il risparmio energetico ottenibile mediante un migliore isolamento costituisce potenzialmente il maggior fattore di risparmio. Rockwool Italia – filiale del Gruppo Rockwool, il più grande produttore mondiale di lana di roccia – ha spinto l’azienda a realizzare Building 2000 come headquarters a Copenhagen. Il bassissimo consumo energetico dell’edificio è stato ottenuto usando strati di isolanti con spessori variabili. Building 2000 è costantemente monitorato da sofisticati sistemi di rilevazione. Il complesso si sviluppa su una superficie di 4.200 metri quadrati e ospita la divisione Ricerca e Sviluppo. I sistemi di rilevazione forniscono notevoli quantità di dati sulle prestazioni energetiche degli edifici a basso consumo. I dati permettono di trarre importanti considerazioni e soprattutto costituiscono l’esperienza per comprendere quali siano gli aspetti critici nella progettazione. Il monitoraggio è costantemente aggiornato e visibile online: è possibile conoscere, per esempio, la temperatura e il livello di CO2 presenti nell’edificio, leggere i commenti sul carico termico dell’ultimo mese. C. P.

Roma, 8 marzo. Si è svolta nella Sala Bernini del Residence di Ripetta la cerimonia di premiazione dei vincitori della prima edizione del nuovo Premio Nazionale di Architettura Ance-InArch. Nella formulazione promossa da Ance e InArch il Premio prevede l’assegnazione di quattro tipologie di riconoscimenti. Al Ferrari Research Center di Maranello, progettato da Massimiliano Fuksas e realizzato dalla Cogei Costruzioni su commissione della Ferrari spa, è andato il premio per un’opera realizzata. La Casa ST, a Barlassina, ideata da Andrea Liverani e Enrico Molteni e realizzata dall’impresa Locatelli & Ragazzo Spa su commissione di Giuditta Santambrogio e Enrico Tagliabue, è stata premiata per la categoria opera realizzata da un giovane progettista. A Fulvio Irace, per l’articolo intitolato “Dietro il muro mediatico”, pubblicato su “Il Sole 24 Ore”, è stato consegnato il premio Bruno Zevi per un servizio di informazione di massa. A Luigi Caccia Dominioni è andato il riconoscimento alla carriera. La cerimonia di consegna dei premi era presieduta dalla giuria composta dal sociologo Domenico De Masi, dai presidenti di Ance e InArch Claudio De Albertis e Adolfo Guzzini, dal presidente dei Giovani costruttori Ance Marco Di Paola e dagli architetti Vittorio Gregotti, Massimo Pica Ciamarra e Massimo Bilò.

Discrezione, sobrietà e design, il tutto giocato sull’estetica e sul contrasto del bianco e del nero, è questa la proposta di un piccolo hotel parigino, 30 camere oltre la reception e la sala delle piccole colazioni, inaugurato nel cuore del quartiere della Bastiglia. Un indirizzo che, cavalcando le tendenze in atto, si posiziona tra gli hotel di design, pur mentendosi in una fascia di prezzi accessibile (da 150 euro a notte la camera doppia). Carole Picard, la decoratrice che si è occupata degli interni, ha declinato i diversi ambienti – dall’entrata, alle parti comuni, fino alle camere e alla sala delle colazioni – in una confluenza armonica, calibrata sull’accostamento del bianco e del nero. Solo nelle camere, qualche nota di colore. Tra arredi in bianco e copriletto neri, le tende trasparenti in fucsia, verde anice e arancio vivo, ammorbidiscono gli ambienti attraverso il gioco di luci che penetra dalle finestre. Un ambiente intimo e soprattutto a dimensione umana, che circonda di una raffinata quotidianità senza eccedere nell’asettico minimalismo o nella ridondanza di decori eccessivi che, in nome di un ridondante “confort”, rischiano volte di divenire innaturali o soffocanti. E. C.

92 l’ARCA 215

Rome, March 8th. A prize-giving ceremony for the winners of the first edition of the new Ance-InArch National Architecture Prize was held in the Bernini Hall at the Ripetta Residence. Ance and InArch provided for four types of awards. The Ferrari Research Center in Maranello, planned by Massimiliano Fuksas, built by Cogei Construzioni, and commissioned by Ferrari S.p.A., won a prize for one of its works. The ST House in Barlassina, planned by Andrea Liverani and Enrico Molteni and realized by Locatelli & Ragazzo S.p.A.., commissioned by Giuditta Santambrogio and Enrico Tagliabue, was rewarded for the category concerning works designed by young planners. Thanks to his article entitled “Behind the media wall” published on Il Sole 24 Ore, Fulvio Irace was awarded the Bruno Zevi prize for his service to mass information. Luigi Caccia Dominioni received a prize for his career. The prize-giving ceremony was presided over by a jury that included the sociologist Domenico De Masi, the Ance and InArch presidents Claudio De Albertis and Adolfo Guzzini, the president of Young Ance Builders Marco Di Paola, and the architects Vittorio Gregotti, Massimo Pica Ciamarra and Massimo Bilò.

Spazio d’autore a Macerata Progetto: Mario Montalboddi Design Elementi Marche è il nuovo showroom di Gaggenau e Neff, marchi conosciuti per elettrodomestici di fascia alta da incasso del gruppo BSH Elettrodomestici. Distribuito su una superficie di circa 1800 metri quadrati (di cui circa 500 dedicati allo spazio espositivo), il nuovo spazio è caratterizzato da grandi ambienti aperti e luminosi in cui sono posti in evidenza i prodotti. Inoltre, sono state costruite una sala trading e due postazioni chef poste a vista, per accogliere eventi, incontri e presentazione di prodotto. Opera di forte impatto, l’edificio è caratterizzato da una concezione architettonica ricercata ma anche innovativa. All’esterno predomina la grande pensilina metallica che, con i suoi altissimi pilastri dall’equilibrio dinamico, sostiene uno spicchio di calotta coperta in acciaio inox. La struttura metallica non ha contatti con l’edificio, lo protegge soprattutto dai raggi solari, creando uno spazio esterno protetto che accentua la continuità con l’interno del complesso.

Discretion, sobriety and design, all played on esthetics and on the contrast between black and white… this is the appearance of a small Parisian hotel which has just been inaugurated in the heart of the Bastille. The hotel has 30 rooms, a reception hall and a breakfast room. Astride with the current trends, the hotel is rated among the top designs in the sector, and yet is set within an accessible price range (starting from 150 euros per night for a double room). Carole Picard, the designer who worked on the interiors, combined black and white in a harmonious composition for the entrance, the common areas, the bedrooms and the breakfast room. Only the bedrooms show some trace of color. She chose hot pink, anise green and bright orange for the transparent curtains to enliven the white furnishings and black bedspreads, thus softening the rooms through the plays of light coming in through the windows. An intimate milieu on a human dimension that surrounds guests with a refined daily environment without exaggerating the feel of a sanitized minimalism, nor pampering them with an overabundance of decorations that sometimes abound in “comfort” but risk becoming unnaturally stifling.

215 l’ARCA 93


Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.

Dall’alto/from the top: Massimo Campigli, Gli zingari, 1928; Mario Sironi, Periferia con camion (paesaggio urbano), 1928; Gino Severini, Ritratto di Madame S, 1915 ca. A destra/right, Henri Rousseau, Le Rêve, olio su tela/ oil on canvas, 1910.

94 l’ARCA 215

Al Grand Palais In Paris

Paesaggista sostenibile At CCA Montreal

Le Gallerie nazionali del Grand Palais sono tra i protagonisti di maggior rilievo nel panorama espositivo del giugno parigino. Fino al 19 è in corso una mostra sulle “Giungle” del Doganiere Rousseau, realizzata in collaborazione con il Museo d’Orsay, la Tate Modern di Londra e la National Gallery of Art di Washington . Una cinquantina di opere rintracciano i processi creativi dell’artista francese (1844-1910) confrontando le famose raffigurazioni delle giungle, di cui ne sono esposte 12 importati tele, con altri soggetti tra cui ritratti, paesaggi urbani e allegorie. Le opere, presentate seguendo un percorso cronologico, sono corredate da due sezioni documentarie, una che raccoglie testimonianze sul personaggio Rousseau e Parigi – dove egli realizzò tutti i soggetti delle giungle ispirandosi alle scenografie esotiche che si diffusero nella capitale alla fine del XIX secolo; l’altra più centrata sulle sue fonti di ispirazione. La scena artistica dei primi cinquant’anni del Novecento è invece il tema di “Italia Nova”, la mostra in corso fino al 3 luglio, un excursus sull’arte europea di questo periodo che fa perno sulla pittura e scultura italiane. Coprodotta dalla Réunion des Musées Nationaux e il Mart di Rovereto, la mostra riunisce circa cento cinquanta opere documentando le principali correnti artistiche italiane, dal Futurismo al Realismo magico e il Novecento, fino alle creazioni più concettuali degli anni Cinquanta. La panoramica abbraccia dalle più celebri opere di De Chirico, Morandi, Fontana o Burri alle testimonianze meno conosciute al pubblico francese, quali Balla, Boccioni, Carrà, Casorati, Campigli, Depero Sironi, Savinio ecc. Il Futurismo è rappresentato nella sua pulsione innovatrice da una rigorosa selezione di dipinti dalle origini fino agli anni Venti; De Chirico, Savinio con Carrà e de Pisis concentrano la poetica metafisica ognuno con un linguaggio del tutto personale; il passaggio dalla metafisica al Realismo magico o alle espressione più elevate del Novecento è quindi tracciato dalla presenza di artisti come Campigli, tra i primi, e Sironi o Martini, tra i secondi. L’esposizione si conclude poi con una sezione sull’arte italiana dei primi anni Cinquanta che sotto il titolo di Tabula Rasa evidenzia la rottura che oprerono molti artisti nel dopoguerra, da Fontana a Burri o Manzoni. Un omaggio particolare è destinato a Giorgio Morandi di cui vengono riunite una decina di nature morte.

Fino al 30 luglio, il Canadian Centre for Architecture di Montreal, in collaborazione con il Goethe-Institut, presenta una mostra dedicata a “Cornelia Hahn Oberlander: Ecological Landscapes”. Il materiale presentato fa parte dell’archivio Oberlander recentemente completato al CCA che si avvale delle immagini scattate da Etta Gerdes, da cui emerge la visione pionieristica che la paesaggista di Vancouver ha sempre avuto del progetto del paesaggio, visto come un’operazione che deve essere non solo ambientalmente sostenibile ma anche socialmente consapevole. La mostra spazia in trent’anni di progetti realizzati dalla Oberlander a Ottawa, Toronto, Vancouver, Berlino e, oltre alle foto della Gerdes, presenta una serie di scritti e disegni che favoriscono la comprensione della collocazione non solo fisica ma anche filosofica delle opere.

The national Galleries of the Grand Palais are among the main protagonists on the Parisian scene this June. A show on the Giungle by the “Douanier” Rousseau will be on through June 19th, organized in collaboration with the Musèe d’Orsay, the Tate Modern in London and the Natonal Gallery of Art in Washington. About fifty paintings trace this artist’s (1844-1910) creative production, comparing his famous depictions of jungles – of which 12 important examples are on show – with other subjects, including portraits, cityscapes and allegories. The paintings, which are presented in chronological order, are accompanied by two types of documentation: one gathers information on Rousseau’s relationship with Paris – where he created all of his jungle works, inspired by the exotic settings that gained popularity throughout the capital at the end of the nineteenth century; the other focuses on his own particular sources of inspiration. On the other hand, “Italia Nova” concentrates on the art scene during the first half of the twentieth century. The show, open through July 3rd, is an excursus on European art during this period, and hinges on Italian painting and sculpture. Coproduced by the Réunion des Musées Nationaux and the Mart of Rovereto, the exhibition gathers nearly a hundred and fifty works, bearing witness to the main Italian art movements, from Futurism to magic Realism and the twentieth century, up to the more conceptual creations of the 1950s. The survey embraces the most renowned works by De Chirico, Morandi, Fontana and Burri, as well as works that are less familiar to the French public, by artists such as Balla, Boccioni, Carrà, Casorati, Campigli, Depero Sironi, Savinio, etc. Futurism is represented in its most innovative form through a selection of paintings spanning from its birth to the 1920s; De Chirico, Savinio, Carrà and de Pisis each concentrate their metaphysical poetics with their own personal language. Thus, the shift from metaphysics to magic Realism or to the loftier expressions of the twentieth century is traced through artists such as Campigli among the former, and Sironi and Martini among the latter. The exhibition comes to an end with a section on Italian art in the early 1950s; entitled “Tabula Rasa”, the show highlights the break with the past that many Italian artists made in the postwar period… from Fontana to Burri or Manzoni. A special section is devoted to Giorgio Morandi: about a dozen of his still life paintings are on display.

Until July 30th, the CCA in Montreal is presenting an exhibition devoted to “Cornelia Hahn Oberlander: Ecological Landscapes” in collaboration with the Goethe-Institut. The material on show is part of the Oberlander archive that was recently completed at the CCA, and avails itself of pictures taken by Etta Gerdes. What emerges is the pioneering vision that the landscaper of Vancouver has always had in her landscaping projects: her projects are not only seen as environmentally sustainable, but as works full of social awareness, as well. The show spans thirty years of projects realized by Oberlander in Ottawa, Toronto, Vancouver, and Berlin, and, in addition to Gerdes’s pictures, presents a series of writings and drawings that help understand the works both from the point of view of their actual physical site and from a philosophical outlook, as well.

Cornelia Hahn Oberlander, Library Square, Vancouver

(foto: Etta Gerdes, 2005).

Ticino contemporaneo Swiss Architecture

Herzog & de Meuron in mostra In Munich

Una mostra di architettura che nasce come momento di riflessione sulla realtà in mutazione di un territorio di confine. Il Canton Ticino è al centro dell’esposizione “Architetture di Passaggio” che dopo la sede romana è ora in corso fino al 24 giugno al Centro Culturale Svizzero di Milano per poi passare alla sede veneziana dal 22/09 al 28/10. Partendo dal lavoro di quattro studi di architettura, il curatore Andrea Alessi pone una serie di interrogativi sul significato, il senso e la natura dell’architettura ticinese, cosa la caratterizza, che cosa si intende quando se ne parla, come viene decisa la dichiarazione di appartenza – l’architettura contemporanea ticinese è qualla fatta da architetti ticinesi o semplicemente fatta in Ticino? I lavori di Arassociati, Milano; Andrea Bassi, Ginevra; Buzzi e Buzzi, Locarno, Durisch+Nolli, Luca Cazzaniga e Giraudi-Wettstein, Lugano, che si collocano a cavallo tra radicamento e internazionalizzazione, offrono il terreno idoneo a stimolare il dibattito sulle nuove tendenze e ricerche che stanno cambiando il panorama dell’architettura di una regione di confine, dove si intrecciano in modo sempre più evidente segnali di passaggio e stimoli creativi differenti.

La Haus der Kunst di Monaco di Baviera presenta fino al 30 luglio una mostra dedicata all’opera di Herzog & de Meuron. Intitolata “No.250”, che propone un’ampia retrospettiva della loro attività professionale dalla Blue House degli anni 1979-1980 fino alla recente realizzazione della Allianz Arena di Monaco per i Mondiali di Calcio 2006 e ai progetti in progress per la Cina e le prossime Olimpiadi del 2008. La rassegna illustra, attraverso centinaia di tavole, disegni, immagini, modelli e filmati, la profonda ricerca che sempre precede le realizzazioni di Herzog & de Meuron, spesso portata avanti con la collaborazione di artisti quali Thomas Ruff, Ai Weiwei e Rémy Zaugg. Ciascuno dei loro progetti completati è frutto di sperimentazioni sulle forme, sui materiali e sulle tecnologie che danno vita a opere architettoniche di grande fascino e forza innovativa.

The Canton of Ticino is the protagonist of the show “Passing architecture”, open through June 24th at the Swiss Cultural Center in Milan: it will then move to Venice, where it will be on from September 22nd to October 28th 2006. Starting with work carried out by four architecture studios, the curator Andrea Alessi raises a number of questions on the significance, the meaning and nature of architecture in the Ticino area. He reflects upon its main features, on what is meant when speaking of it, on how architecture can be said to belong to the Ticino area – must we consider the contemporary architecture erected in the Ticino area as that made by architects from that territory or as that which is simply made in Ticino? Work carried out by Arassociati in Milan, Andrea Bassi in Geneva, Buzzi and Buzzi in Locarno, Durisch+Nolli, Luca Cazzaniga and Giraudi-Wettstein in Lugano – which finds a place between rootedness and internationalization, offers suitable grounds for bringing up a debate on the new trends and research work that are changing the architectural view of a bordeland area, where the interaction between different signs is becoming more and more obvious.

Until July 30th, the Haus der Kunst in Munich, Bavaria, is presenting a show devoted to work by Herzog & de Meuron. Entitled “No. 250”, offering a broad retrospective on their professional activity, from the Blue House dating back to 1979-80 to the recent completion of Munich’s Allianz Arena for the 2006 FIFA World CupTM, to projects progress for China and the next Olympic Games in 2008. Through about a hundred plates, drawings, pictures, models and videos, the show illustrates the in-depth study that always precedes Herzog & de Meuron’s creations, and how they often avail themselves of the collaboration of artists such as Thomas Ruff, Ai Weiwei and Rémy Zaugg. Each of their completed projects is the result of experimentions with shapes, materials and technologies, and give life to highly captivating, innovative architectural works.

Herzog & de Meuron, Elbphilharmonie, Philharmonic Hall Kaispeicher A, Hamburg, Germany, progetto/project 2003-2005, realizzazione/planned realization 2006-2009.

Arassociati, Campus Tiscali, Cagliari.

Design à Hyères Design Parade Dopo il Festival internazionale delle Arti e della Moda, creato a Hyères una ventina di anni fa e oggi unanimamente riconosciuto, Villa Noailles parte con un’altra iniziativa questa volta dedicata al design contemporaneo. “Design Parade”, che si svolgerà dall’8 luglio al 17 settembre, si rivolge ai nuovi talenti attraverso un concorso, a cui partecipano una dozzina di giovani preselezionati in campo internazionale. Verranno inoltre riuniti da critici progettisti e produttori del settore con incontri e dibattiti. Design Parade si articolerà quindi in diversi momenti, il concorso che vedrà il 9 luglio l’assegnazione dei vincitori; una mostra sui progetti dei designer selezionati e incontri-dibattito con i professionisti; una mostra monografica che verterà quest’anno sul tema della sedia nel design contemporaneo; “Paysage de table”, una mostra centrata sul giovane designer Jean-François Dingjian; una mostra storica sul design nel anni Venti-Trenta e che in questa edizione sarà dedicata alla nascita del mobile metallico in Europa tra il 1925 e 1935.

After the International Festival of Art and Fashion, created by Hyères twenty years ago Villa Noailles has taken up another initiative, this time devoted to contemporary design. Through a competition, “Design Parade” – which will be held from July 8th to September 17th – is directed at new talents. A dozen preselected young designers from all over the world will participate, and professionals in the sector as well as critics and producers will be present, organizing meetings and debates. Design Parade will be divided into various parts: first of all, the winners will be named on July 9th. Then, an exhibition devoted to the selected designers’ projects and meetings/debates with professionals will be held, as well as a monographic show that will focus on the subject of chairs in contemporary design. Another exhibition will be centered on the young designer Jean-François Dingjian, while in this edition a historical show on the 1920s and ’30s will concentrate on the dawning of metal furniture in Europe between 1925 and 1935.

Jean-François Dingjian, Paysage de table.

215 l’ARCA 95


Contaminazione ambientale In Lugano

Peru sconosciuto al Petit Palais In Paris

Un percorso nel Novecento Last Century Masters

Presso il Museo d’Arte Moderna della città di Lugano, è in corso, dal 12 marzo al 18 giugno 2006, una mostra antologica dedicata a Chisto e Jeanne-Claude che, in considerazione della specifica complessità e completezza, ha richiesto un anno di intenso lavoro che ha impegnato i due artisti efficacemente sostenuti dal loro curatore Josy Kraft. La retrospettiva, a cura di Rudy Chiappino, espone, in un percorso cronologico, i principali temi e momenti che hanno determinato l’iter artistico della coppia e dà visibilità, attraverso sale a tema, alla loro peculiare evoluzione artistica contrassegnata dai primi Packages e Wrapped Objects; oggetti occultati mediante impacchettamento con tessuti e spago risalenti alla fine degli anni cinquanta, fino alla creazione di Store Fronts (1963) e Oil Barrels Structures (1967). La partecipazione di Jeanne Claude alla vita intima e artistica di Christo inizia negli anni Sessanta, e da allora, uniti in un perfetto sodalizio, opereranno nell’ambiente urbano e rurale spinti dalla tensione di evocare, mediante concetto e azione, una nuova dimensione estetica. I loro interventi coinvolgono zone di territorio, strutture e spazi pubblici, creando “amabili perturbazioni”, stimolando nuova attenzione ai luoghi partecipati e forti enfasi meditative. La mostra si articola e introduce nel cuore dei loro interventi mediante i disegni preparatori, gli studi, i collage e i modelli in scala, a loro volta opere d’arte, rivelando ogni passaggio che conduce alle varie creazioni, la cui transitorietà amplifica la suggestione della memoria, e crea occasione per le fotografie eccelse di Wolfgang Volz. Il bellissimo catalogo che accompagna la mostra è edito da Skira.

Ha riaperto a Parigi il Petit Palais dopo cinque anni di lavori che ne hanno coinvolto la completa ristrutturazione. In continuità con un programma espositivo proiettato nel circuito delle grandi esposizioni internazionali, viene presentata fino al 2 luglio, “Peru, l’arte da Chavín agli Incas” che esplora l’incredibile ricchezza della civiltà e cultura peruviane dal II millennio a.C. fino agli Incas. Tre mila anni di storia, testimoniati da oltre duecento oggetti provenienti dai più importanti musei e istituzioni peruviane portano a conoscenza delle grandi culture precolombiane altrettanto fiorenti e raffinate di quella più comunemente conosciuta degli Incas. Oggetti di ceramica, in oro e argento o rame dorato, talvolta impreziositi da inserti in turchesi o quarzi, nonché tessuti colorati e acconciature di piume restituiscono un’ampia testimonianza della diversità e della ricchezza di ben 13 civiltà. Un percorso cronologico e geografico facilita la comprensione e il collocamento dei diversi oggetti. La prima parte pone in parallelo le civiltà del nord e del sud confrontando oggetti e tessuti, mentre la seconda parte si sviluppa nella altre sale in una serie di chicane ritmate dalla sequenza cronologica e dai colori dei diversi spazi che identificano le specificità delle singole civiltà.

Provengono dal Musée d’Art Moderne di SaintEtienne le opere esposte nella rassegna “Da Monet a Boltanski – Capolavori del ’900”, presentata fino al 16 luglio presso la Fondazione Magnani-Rocca di Mariano Traversatolo (Parma). Il percorso espositivo è pensato come una sorta di racconto dell’arte del secolo scorso a partire dalle Nymphéas (1907) di Claude Monet per arrivare ai protagonisti contemporanei, la selezione delle cui opere è stata curata dal direttore del museo francese Lóránd Hegyi. A concludere il percorso, che tocca con trenta capolavori quasi tutte le più importanti correnti artistiche che si sono sviluppate nel Novecento, è l’opera Conversation pièce realizzata da Christian Boltanski nel 1991.

An anthology devoted to Christo and Jeanne-Claude is currently on show and will be on through June 18th 2006 at the Museum of Modern Art in Lugano. Due to the specific complexity and comprehensiveness of the exhibition, preparations took a whole year of hard work for the two artists, along with the efficient support of their curator Josy Kraft. The retrospective, curated by Rudy Chiappino in chronological order, sets forth the main themes and moments that have determined the couple’s artistic career, and, through various themes expounded in different halls, highlights their specific artistic evolution marked by their first Packages and Wrapped Objects. The latter are objects concealed by wrappings made up of fabric and string that date back to the end of the 1950s; we are then presented with the creation of Store Fronts (1963) and Oil Barrel Structures (1967). Jeanne Claude’s participation in Christo’s personal and artistic life began in the 1960s, and since then, they have been working in the city and in the country in perfect harmony, driven by their need to evoke a new esthetic dimension through concept and action. They have worked in territories, structures and public areas, creating “pleasant disturbances”, arousing interest in the places they have worked on, as well as strong meditative emphasis. The exhibition penetrates the heart of their work through preliminary drawings, studies, collages and scale models, which also constitute works of art, revealing each step that led to the various creations, whose transitoriness amplifies the suggestiveness of memory, thus creating the right opportunity for Wolfgang Voltz’s extraordinary photographs. The exhibition’s marvelous catalog was published by Skira.

Christo et JeanClaude, The Gates, Project for Central Park, New York City, collage in due parti, matita, tessuto, pastello a cera, carboncino, pittura a

smalto, pastello, cartina disegnata a mano, nastro adesivo e campione di tessuto/2-part collage, pencil, fabric, wax pastel, charcoal, enamel,

crayon, hand-drwan map, sticky tape, tissue 77,5x66,7 cm; 77,5x30,5 cm, 2004 (Collezione privata, Foto: Wolfgang Volz).

Turrell a Parigi Sculture senza oggetto in cui è la luce che prende la consistenza della materia. Innegabile la suggestione delle Projection Pieces frutto della ricerca artistica che James Turrell ha sviluppato nel suo leggendario atelier Ocean Park Studio a Los Angeles tra il 1966 e il 1969. A questa serie appartiene anche Alta (White), 1967, nuova acquisizione del Centro Pompidou, dono della Clarence Westbury Foundation di Houston, ora esposta fino al 27 settembre a Parigi negli spazi dell’atelier Brancusi. Una proiezione luminosa triangolare, convessa, appoggiata al suolo in cui la luce diviene l’elemento strutturante, l’architettura di uno spazio bianco. Quest’opera rappresenta uno dei pezzi di riferimento delle Projection Pieces frutto del lavoro sviluppato dall’artista californiano sugli effetti di apertura e d’occultamento delle sorgenti luminose artificiali. Turrell realizza tra il 1966 e il 1969 una cinquantina di queste istallazioni luminose, forme geometriche luminescenti realizzate, dopo il primo prototipo che utilizza un proiettore al quarzo alogeno, con un proiettore allo xeno.

96 l’ARCA 215

millenium B.C. up to the Incas era. Three thousand years of history are traced through more than two hundred objects coming from the most important Peruvian museums and establishments, revealing great pre-Columbian cultures that were as flourishing and sophisticated as the more wellknown Incas civilization. Pottery, objects in gold, silver or copper, sometimes studded with turquoises or quartz, as well as multicolored fabrics and feather headdresses bear ample witness to the diversity and wealth of 13 civilizations. The objects are placed in chronological and geographical order, which helps understand the various stages of development. The first part compares the northern and southern civilizations, setting objects and fabrics side by side, while the second part is laid out in the other halls, in settings that follow a chronological order; different colors were used for the various show areas, pointing out the specific characteristics of each single civilization.

After five years of works, the completely renovated Petit Palais in Paris has reopened to the public. As a part of an exhibitive program within a circuit of international shows, until July 2nd the exhibition “Peru, art from Chavin to the Incas” will be held there. The show explores the incredible richness of Peruvian civilization and culture from the second

Gran Tocado, oro e cinabro/gold and cinnabar, cultura Lambayeque-Sican.

Composizione sintetica Mercier at Frac Nella sede del Frac des Pays de la Loire a Carquefou è di scena l’artista francese Mathieu Mercier (1970), già presente nella collezione del Frac con due opere Mur de chevilles n. 9 (1994-1997) e Structure de bois et de mélaminé, 1 et 2 (1998). Mercier realizza degli oggetti, dei dipinti e delle sculture che compone sotto forma di istallazione. Il suo lavoro è in effetti frequentemente legato alle nozioni di bricolage, di design e minimalismo, elementi che si rapportano anche ai problemi di produzione, estetica o conoscenza veicolati dalla società contemporanea. L’esposizione, in corso fino al 18 giugno, è stata concepita dall’artista come un esercizio di composizione sintetica che consente di rinnovare, in modo intuitivo o analitico, l’approccio delle opere presentate, alcune inedite e altre già conosciute.

and minimalism; these elements are also related to the problems regarding production, esthetics or knowledge that are transmitted through contemporary society. The artist conceived the show, which will be open through June 18th, as a sort of exercise on synthetic composition that allows to refresh the public’s approach to the works on show – some of which are new and some already well-known – with an intuitive, analytical outlook.

The works on display at the exhibition “From Monet to Boltanski – Twentieth-century masterpieces”, presented through July 16th at the Magnani-Rocca Foundation in Mariano Traversatolo (Parma) come from the Musée d’Art Moderne in Saint-Etienne. The show evolves as a sort of tale telling the story of art throughout the past century, starting from the Nymphéas (1907) by Claude Monet and reaching contemporary artists. The works selected among the latter were curated by the director of the French museum Lórand Hegyi. The show touches almost all the most important art movements throughout the 1900s, with about thirty masterworks, ending with Christian Boltanski’s Conversation pièce from 1991.

Crossover In Perugia E’ all’insegna del crossover tra arti visive e musiche (dal 1967 a oggi) la mostra proposta a Palazzo della Penna di Perugia fino al 25 giugno. “Sound & Vision”, curata da Luca Beatrice, ripercorre quattro decenni di contaminazioni in nove sezioni tematiche: 1967; L’artista e la sua musa; Punk! Prima e dopo; New Wave e East Village-Gli anni ’80 a New York; Art Rock ovvero i Sonic Youth; La foto di mota-Quando il glam entra nel r’n’r’; La nuova estetica del videoclip; Crossover-anni ’90 e terzo millennio; Spazio Italia. Il progetto espositivo si propone dunque di indagare le collaborazioni tra artisti visivi e musicisti espresse nella concezione e creazione delle copertine dei 33 giri prima e nei booklet dei CD poi, proiettando oltre duecento copertine d’artista come sfondo scenografico alle opere originali – dipinti, fotografie, video, installazioni ecc. The exhibition open at the Penna Palace in Perugia until June 25th deals with the crossover between visual arts and music from 1967 to today. “Sound & Vision”, curated by Luca Beatrice, retraces four decades of contaminations in nine thematic sectors: 1967; The artist and his muse; Punk! Before and after; New Wave and East Village – the 1980s in New York; Art Rock, or the Sonic Youths; Mota’s picture – When glam invades R’N’R’, The new video

The French artist Mathieu Mercier (1970) is on show at the Frac des Pays de la Loire in Carquefou. Mercier had already found a place in the Frac collection with two works: Mur de chevilles n.9 (1994-97) and Structure de bois et de Mélaminé, 1 et 2 (1998). The artist creates objects, paintings and sculptures which he composes as installatoins. In fact, his work is often linked to do-it-yourself notions, as well as to design

In alto, Mathieu Mercier, Sans-titre, neon e acciaio verniciato/neon and painted steel, 61x26x40 cm, 2005.

James Turrell, Alta (White), 1967.

The young artists Erwan Frontin and Sandrine Pelletier, both born in 1976 and both from the Ecal (Ecole cantonal d’art in Lausanne) are the protagonists of “Défi fantastique”, a show that will be on through July 10th at the Centre Culturel Milan. Our childhood imagination, with its fears, dreams and memories is what the artists draw from to materialize a fantastic new universe. The exhibition is made up of photographs and installations, and unfolds like a journey, or like a dream. The cinema

materiale elettrico/photo installation with electric material

(6 pannelli/panels cm 123x80x6), 1991.

A confronto clip esthetics; Crossover – 1990s/third millenium crossover; Spazio Italia. The show aims at examining joint work between visual artists and musicians, expressed through the creation of LP sleeves first and CD booklets afterwards, showing more than 200 artists’ covers as settings for the original works – paintings, photographs, videos, installations.

Andy Warhol, cover di Velvet Underground,

La Fondazione Merz (www.fondazionemerz.org) di Torino apre un progetto espositivo di “mostre a confronto”, in cui le opere di vari artisti vengono presentate insieme a quelle di Mario Merz che fanno parte della collezione permanente. A iniziare questo ciclo è, fino al 24 settembre, il confronto con Sol LeWitt. Già accomunati in una nota critica di Tommaso Trini in occasione di una mostra svoltasi alla Galleria Pieroni di Roma nel 1985, i due artisti sembrano legati da una “armonica dissomiglianza”. Nella mostra torinese, le opere del maggior rappresentante americano, e non solo, dell’Arte Minimale condividono lo spazio della Fondazione, a un tempo fortemente caratterizzato ma dall’architettura pura ed essenziale, con le forme e i materiali di Mario Merz. Pittura, disegno, geometrie, vengono come proiettati nell’architettura quasi invisibile.

Sol LeWitt e Mario Merz, mostra alla/exhibition at Galleria Pieroni, 1985-1986: in primo piano/in the foreground Mario Merz, Spicchio di igloo, sullo sfondo/in the background Sol LeWitt, Pyramids.

Velvet Underground and Nico, 1967.

Sfide fantastiche In Milan I giovani artisti Erwan Frontin e Sandrine Pelletier, entrambi classe ’76 e provenienti dall’Ecal (Ecole cantonal d’art di Losanna) sono i protagonisti di “Défi fantastique”, la mostra in corso fino al 10 luglio al Centre culturel français di Milano. L’immaginario delle nostre paure, dei nostri sogni e ricordi dell’infanzia sono i mondi da cui attingono gli artisti per materializzare un nuovo universo fantastico. La mostra si articola attorno a opere fotografiche e istallazioni e si sviluppa come un viaggio o come il racconto di un sogno. Il cinema fa da prolungamento del sogno. I primi film di Dario Argento, “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Il gatto a nove code”, “Quattro mosche di velluto grigio”, scelti per la particolare suggestione del titolo , e alcuni episodi di “Ulysse 31”, serie tv di cartoni animati seguita soprattutto della generazione dei bambini nati attorno alla metà degli anni Settanta, fanno da completamento alle creazioni degli artisti e ne costituiscono una curiosa e intrigante continuazione.

Christian Boltanski, Conversation piéce, installazione fotografica con

Eclettica Trockel In Rome acts as an extension of dreams. Dario Argento’s first films, “The Bird with the Crystal Plumage”, The Cat O’Nine Tails”, “Four Flies on Grey Velvet”, which were chosen thanks to their particularly evocative titles – as well as a few episodes from “Ulysses 31”, a cartoon TV series especially followed by the generation of children born around the mid 1970s – complete the artists’ creations and constitute a curious sort of continuation of their work.

Sandrine Pelletier e Erwan Frontin,

Reliquie 1.

L’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo dedica una mostra ai disegni di Rosemarie Trockel fino al 30 giugno. Circa venti i disegni esposti, provenienti dalla Collezione del Centre Pompidou/Musée d’Art Moderne di Parigi. Curata da Jonas Storsve e Joachim Blüher, la mostra si avvale anche della collaborazione con il MAXXI di Roma che nello stesso periodo presenta una più ampia retrospettiva dell’artista tedesca. L’arte della Trockel si distingue per il suo eclettismo, in cui riesce a far compenetrare molteplici input. Sebbene arricchita da una certa eterogeneità di stili e materiali, nella sua opera è rintracciabile un preciso segno di fondo, in cui gli oggetti rappresentati sottendono una ricerca socio-politica che rielabora gli stereotipi dell’immaginario collettivo.

Rosemarie Trockel, Sleeping Beauty, matita colorata su carta/color pencil on paper, 100x70,5 cm, 2000.

215 l’ARCA 97


Benevento cultura ABC-Art and Culture

Esuberante e nostalgico Botero’s New Works

Nel segno della leggerezza

Il rinnovato Palazzo Paolo V di Benevento viene inaugurato con la presentazione di una mostra, aperta fino al 2 luglio intitolata “Alla luce del tempo”, curata da Petra Maria Joos. La rassegna è concepita come un omaggio all’artista recentemente scomparso Piero Dorazio e vede l’allestimento di ventitre sue opere, realizzate tra il 1961 e il 1989, accostate a una selezione di opere degli artisti Arcangelo, Ronnie Cutrone, Yves Dana, Barbara Eichhorn, Urs Lüthi, Miquel Navarro e Studio Azzurro. La mostra costituisce anche l’evento inaugurale del più ampio progetto culturale ABC-Arte Cultura Benevento

Circa venticinque opere recenti tra oli, sculture, acquarelli e disegni di Fernando Botero vengono presentate fino al 15 luglio alla Galleria Tega di Milano. Le sue peculiari forme esagerate ed esuberanti, derivate dal clima sudamericano che si riscontra anche nei romanzi di autori come Gabriel García Márquez, sottendono un più profondo interesse per la sensualità dei volumi e per i ritmi del colore e una sorta desiderio nostalgico per un mondo, in via di smarrimento, in cui la favola cattura il cuore e la fantasia. Oltre a queste figure dalla sensuale abbondanza, sono esposte alcune nature morte in cui gli oggetti hanno una dolcezza quasi tattile nella loro armoniosa dilatazione. Per l’occasione viene pubblicato un catalogo da Grafiche Damiani curato da Luciano Caprile con testi di Giulio Tega e Raffaele Morelli.

In concomitanza con il Salone del Mobile, Sicis ha realizzato un allestimento spettacolare presso lo spazio della Triennale di Milano dedicato al Teatro dell’Arte. L’evento, pensato da Marco Piva, ha dato apparenza e sostanza a una scenografia che, rappresentando l’iter dell’azienda in termini di sviluppo dell’arte musiva verso valori contemporanei e di estesa progettualità, esprime i nuovi contesti operativi di Sicis. L’allestimento si è valso dell’impiego dei Sicis Block; moduli in materiale plastico, leggeri, trasparenti, bianchi, neri e rivestiti con materiali differenti, come

The presentation of an exhibition is the occasion for the inauguration of the renovated Palazzo Paolo V in Benevento. The show, which will be open through July 2nd, is entitled “In the light of time”, and is curated by Petra Maria Joos. The exhibition was conceived as a tribute to the artist Piero Dorazio, who died recently, and consists in twenty-three of his works, produced between 1961 and 1989. A selection of works by the artists Arcangelo, Ronnie Cutrone, Yves Dana, Barbara Eichhorn, Urs Lüthi, Miquel Navarro and Studio Azzurro are also on display. The event also constitutes the opportunity for the inauguration of a broader cultural project: ABC-Arte Cultura Benevento.

About twenty-five recent works by Fernando Botero, including oils, sculptures, watercolors and drawings, will be on show through July 15th at the Tega Gallery in Milan. The artist’s peculiar, exaggerated shapes, which are inspired by the South American environment which is also expounded in novels by authors such as Gabriel Garcia Márquez, imply a deep interest in the sensuousness of volumes, in rhythm ad color, and a sort of nostalgic longing for an almost lost world, where fairytales capture the heart and imagination. In addition to these highly sensual figures, on show are also a number of still life paintings in which objects take on an almost tactile mellowness in their harmonious dilatation. A catalog was published by Grafiche Damiani for the occasion, curated by Luciano Caprile, with texts by Giulio Tega and Raffaele Morelli.

Illuminazione che valorizza i frammenti degli specchio, i mosaici delle numerose collezioni Sicis, la tappezzeria di cuoio, il metallo, il legno e il plexiglass, a definizione di luoghi, spazi e ambienti che fanno architettura. La scenografia si è articolata mediante il semplice sovrapporsi e assemblarsi dei Sicis Block tra loro, reso flessibile e di immediata componibilità da formati non solo lineari ma anche curvi. L’allestimento ha proposto una suggestiva varietà di situazioni ambientali rappresentate simbolicamente nei lori richiami funzionali e scenici.

Ghidini Illuminazione, nel novero dei propri interventi prestigiosi si è particolarmente distinta per il progetto illuminotecnico riguardante il recupero della torre della Chiesa di Sant’Andrea, a Livorno, e per l’esterno della Chiesa stessa con particolare attenzione alla facciata principale della Chiesa e a quella laterale, dando risalto alle tre importanti e significative lunette e, per l’appunto, alla torre campanaria. Per quest’ultima si sono utilizzati i marcapiani quale base per collocare i proiettori Ghidini Viking. Le caratteristiche tecniche del proiettore per esterni e interni Viking, evidenziano un braccio asimmetrico che lo rende orientabile per 240° e girevole per 350°, studiato per illuminare vetrine e spazi commerciali, urbani e residenziali, e filtri in vetro colorato a richiesta, per una illuminazione a effetto.

Arcangelo, I sanniti, tecnica mista su tela/mix technique on canvas, 216x370 cm, 2001.

L’arte vivente The Cultural Link Si intitola “Interdipendenze” la mostra dedicata a Piero Gilardi aperta fino al 16 luglio alla Palazzina dei Giardini di Modena per la cura di Angela Vettese. Protagonista singolare e multiforme del panorama artistico italiano e internazionale, Piero Gilardi presenta alla Galleria Civica di Modena una sua nuova rassegna personale. La mostra ha due intenti principali: anzitutto presentare al pubblico il nuovo, vasto progetto dell’artista, il Parco d’Arte Vivente che sta per aprirsi a Torino; in secondo luogo mettere in luce la costante di quarant’anni di ricerca artistica: la capacità di utilizzare le opere d’arte come occasione per generare relazioni umane. La sua ricerca artistica è mutata infatti nel tempo, dagli anni Sessanta a oggi, seguendo filoni quali la Pop Art, l’Arte Povera, la New Media Art. In ciascuno di questi passi evolutivi l’artista ha agito come un “ponte culturale” tra una generazione artistica e l’altra, sempre tenendo costante l’attenzione al futuro. Il soggetto ricorrente del suo lavoro è la natura nelle sue manifestazioni più semplici e più gioiose ma senza nostalgie verso un tempo passato e accettando invece le innovazioni tecnologiche che i tempi nuovi portano con sé. In mostra performance, progetti, video, allestimenti scenografici realizzati ad hoc, opere e installazioni virtuali e i progetti per il Parco d’Arte Vivente, oltre a una selezione di opere storiche. “Interdependencies” is the title of a show devoted to Piero Gilardi at the Palazzina dei Giardini in Modena, curated by Angela Vettese and open through July 16th. A singular and versatile artist on the Italian and international art scene, Piero Gilardi is presenting a new solo show at the Municipal Gallery of Modena. The exhibition has two main goals: first of all, that of presenting the artist’s new, great project to the public – the Park of Living Art which is about to be opened in Turin; secondly, that of highlighting a constant in the forty years of his artistic research: his ability in using artworks as a way of generating human relations. In fact, from the 1960s to today, his artistic research has changed throughout the years, following trends such as Pop Art, Arte Povera, and New Media Art. In each of these evolutionary steps, the artist has set himself as a “cultural link” between art generations, keeping a constant eye on the future. Nature is a recurrent subject in his work: nature in its simplest and most joyful forms, but without any nostalgia for the past – on the contrary, with total acceptance of the technological innovations new eras bring along with them. On show are performances, videos, and ad hoc settings, virtual works and installations, and projects for the Park of Living Arts, as well as a selection of historical pieces.

Piero Gilardi, Mare tappeto natura, 1967.

98 l’ARCA 215

Fernando Botero, Dancing, olio su tela/oil on canvas, 79x62 cm, 2005. Sotto/below, René Magritte, Shéhérazade, olio su tela/oil on canvas, 50x60 cm, 1948.

Magritte a Como Mistery and Anguish A Villa Olmo di Como vengono presentati sessanta dipinti a olio e venti tra disegni e carte colorate di René Magritte, in una mostra intitolata “L’impero delle luci” e aperta fino al 16 luglio (www.magrittecomo.it). Quaranta di questi lavori provengono dai Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, che conservano la più importante collezione pubblica delle opere di Magritte, e verranno poi collocate definitivamente nel Museo Magritte di Bruxelles nell’aprile 2007. In mostra alcune delle tele più note del maestro belga come L’impero delle luci o La fata ignorante, realizzate tra il 1925 e il 1967, in cui è possibile ripercorrere la sua nota iconografia surrealista: le nuvole, l’uomo in nero con bombetta, i colombi, le sfere ecc. Il percorso espositivo, spartito su un doppio binario cronologico e tematico, prende avvio dal dipinto Le scuderie, in cui Magritte accosta al naturalismo una costruzione cubista, per poi inoltrarsi nella sua produzione più nota, spesso intrisa di mistero e di un vago senso di angoscia. Sixty oils and twenty drawings and color works by René Magritte are on show at Villa Olmo in Como, on the occasion of an exhibition entitled “The Empire of Light”, open through July 16th (www.magrittecomo.it). Forty of these pieces come from the Musées Royaux des Beaux Arts in Belgium, which keep the most important public collection of

Magritte’s work; in April 2007, the pieces will be permanently on show at the Magritte Museum in Brussels. Some of the Belgian artist’s most famous paintings are on display, such as The Empire of Light or The Ignorant Fairy, painted between 1925 and 1967; here, the artist’s well-known surrealistic iconography can be traced: clouds, a man in black with a derby, doves, spheres, etc. The show is split along a chronological and thematic line, beginning with the painting The stables, in which Magritte combines a Cubist construction with naturalism. The exhibition then continues with his more renowned production, which is often steeped in mystery and a vague sense of anguish.

Consente di più

Processo innovativo

La Video Station Axolute, di BTicino, oltre a consentire tutte le funzioni della videocitofonia 2 fili, in impianti integrati con il sistema demotico MY HOME, permette di attivare la diffusione sonora, cambiare la temperatura in singoli ambienti, attivare scenari o visualizzare lo stato degli allarmi. E’ dotata di schermo LCD a colori da 5,6” casse audio stereo, menù funzioni OSD (on screen display), tasti per la navigazione nel menù, come nei cellulari, per le regolazioni (volume, luminosità, colore …) e tasti per funzioni di videocitofonia (apertura serratura, autoaccensione, luci scale ecc.). Grazie alle dimensioni del display e l’ottimale definizione delle immagini, la Video Station si caratterizza fortemente come terminale video dell’abitazione, e permette di valorizzare le funzioni legate alla sicurezza quali il monitoraggio delle telecamere dell’impianto TVCC (videocontrollo) e la visualizzazione dello stato degli allarmi. E’ quindi possibile “ciclare” tra tutte le telecamere o, interfacciando il sistema, con dispositivi di multivisione (quadrivisori), vedere contemporaneamente quattro telecamere sul display. Nel caso sia presente anche il sistema allarmi MY HOME BTicino, la Video Station permette il monitoraggio degli allarmi, sia tecnici che antifurto, segnalando gli ultimi allarmi riscontrati.

La boiserie Listone Giordano, in occasione del Salone del Mobile 2006, ha proposto due innovazioni straordinarie come: - “La 3a dimensione” della boiserie, il contenimento per una maggiore funzionalità; nata da un’esigenza estetica, la boiserie Listone Giordano ha sviluppato nel tempo funzioni sempre più articolate come l’integrazione del suono grazie agli attuatori acustici, in collaborazione con Feonic, e recentemente con l’integrazione del video a filo parete, fino all’attuale soluzione che comprende una serie di elementi contenitori ricavati nello spessore della boiserie stessa. - La collaborazione tecnica di straordinaria importanza stipulata con Apple Italia, che distingue il noto lettore iPod; sorgente sonora che integra il design e la naturalezza delle Boiserie Listone Giordano, all’interno dell’area ad alta “contaminazione musicale”, per l’occasione definita iPod Lunge.

Qualità certificata

Specialista nei colori del legno

A completamento della propria attività di produzione, Industrie Cotto Possangro presenta nel mercato di settore una innovativa soluzione per il “sistema tetto”, denominata “Tetto d’Identità”. Si tratta di una proposta integrata che inaugura un nuovo stato dell’arte nella realizzazione del tetto con prerogative relative alla perfezione, sicurezza, certificazione, garanzia e assicurazione con polizza. Sono compresi: materiali, posa, ancoraggi, ventilazione, coibentazioni, impermeabilizzazioni, controlli periodici e manutenzione. Industrie Cotto Possangro assume il ruolo di guida nel mercato e definisce, con l’intento di rendere più semplice la conoscenza delle normative esistenti, un Disciplinare Tecnico che analizza e determina le variabili presenti nella realizzazione di un manto di copertura. Attualmente la funzione del tetto ricopre un ruolo di sistema estremamente articolato che implica nuovi utilizzi dei sottotetti come unità abitative, e la prevista collocazione in copertura di reti e

terminazioni impiantistiche che garantiscono protezione dal caldo, dal freddo, dall’inquinamento acustico, nonché un migliore risultato estetico.

Tabu, leader internazionale del settore “tintoria del legno”, è stato coinvolto nel progetto di restauro del nuovo Parlamento Federale della Baviera, con un intervento di ammodernamento della Sala Plenaria della Dieta Bavarese presso il Maximilianeum. A tal fine, considerato il legno come il materiale caratterizzante del complesso, Tabu ha fornito il piallacciato scelto per il nuovo e adeguato rivestimento dell’intera sala. Le pareti, i seggi, le tribune degli spettatori e gli spazi riservati ai tecnici sono stati quindi interamente rivestiti con il piallacciato Tabu tinto rovere sbiancato, con l’obbiettivo di permettere, mediate la tonalità chiara prescelta, la diffusione ottimale della luce proveniente dalla grande vetrata posta sul soffitto. Unitamente alla Sala Plenaria, il progetto di restauro, con lo stesso materiale, ha compreso la “Camera del Silenzio”.

215 l’ARCA 99


Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Aggiornamento

Sicurezza elettronica

Autodesk ha aggiornato la propria suite di soluzioni software per l’architettura e l’edilizia in termini di una maggiore facilità e praticità. Grazie ai nuovi Autodesk Revit Building 9, Autodesk Architectural Desktop 2007, e Autodesk VIZ 2007, progettisti e ingegneri possono creare, gestire e condividere i dati progettuali più efficacemente, aumentare la redditività, ridurre i rischi e le inefficienze nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione degli edifici. Nelle nuove versioni 2007 delle applicazioni basate su Revit e AutoCAD, Autodesk prosegue a incrementare la produttività e l’efficienza in tutto il comparto dell’edilizia, confermandosi leader di settore.

Leader nel settore della sicurezza elettronica professionale, Hesa è l’azienda italiana che, presente da oltre trent’anni sul mercato di settore, si distingue come costruttore e distributore di sistemi e apparecchiature professionali (sistemi antifurto, sorveglianza, video, antintrusione e antincendio) in funzione della protezione di edifici residenziali, commerciali, industriali e bancari. Con sede a Milano, distaccamenti a Roma e Bari e sedi commerciali a Firenze, Padova e Catania, l’azienda è certificata ISO 9001, e rappresenta attualmente il maggiore fornitore italiano di sistemi di sicurezza con la più completa gamma di prodotti offerti, approvata IMQ, che utilizza tecnologie straniere adattandole con un proprio know-how al mercato italiano. Tra le prerogative di Hesa: prima azienda a introdurre sistemi di sicurezza telegestibili e teleprogrammabili, sistemi senza fili, verifiche video

La pietra parla alla storia 100 Years of Projects degli allarmi, nonché prima azienda italiana a creare (1991) una rete di installatori professionisti che assicurano assistenza specifica in territorio nazionale.

Per impianti di scarico

Controllo di accessi Laserine Entrance Control, azienda del gruppo Laserine, è entrata nel mercato delle barriere pedonali per il controllo degli accessi assicurandosi un ruolo di primaria importanza nel settore della progettazione e installazione delle stesse. Tecnologicamente e formalmente avanzate e innovative, le barriere si integrano perfettamente in ogni contesto, consentendo utilizzo intuitivo e ridotta manutenzione. I campi di impiego comprendono sedi di aziende, stazioni ferroviarie, metropolitane, uffici pubblici e privati, banche musei, centri commerciali e altro. Il prodotto, quando installato, usufruisce di un sistema di garanzia e assistenza esclusivo.

Mediante Geberit Silent-db20, la ricerca Geberit contro l’inquinamento acustico ha messo a punto un sistema di scarico “insonorizzato”, capace di ridurre autonomamente la propagazione del suono dell’acqua in caduta verso i locali abitativi. Si tratta di un sistema di tubi e raccordi realizzati con una miscela di PE ad alta densità, amalgamata con una scelta di fibre minerali che conferiscono al tubo e ai raccordi quella densità e quelle caratteristiche fisiche necessarie a una prestazione fonoassorbente pari ad almeno 13 dB (A). Oltre al valore smorzante, Geberit Silent-db20 si

Presente nei cinque continenti Sotto la guida di Pasquale Natuzzi, il Gruppo Natuzzi compie i 45 anni di attività e si sviluppa progressivamente nella progettazione e produzione di divani, poltrone e complementi di arredo per uso residenziale. Il fatturato di 969,9 milioni di euro, realizzato nel 2005, conferma la leadership italiana dell’azienda nel settore arredamento, e quella mondiale nel segmento dei divani in pelle. Unica azienda non americana del settore arredo la cui holding è quotata a Wall Street dal 1993, distribuisce i propri prodotti in 135 Paesi dei cinque continenti. Con uffici presenti nelle città più importanti di Italia, USA, Germania, Cina, Inghilterra, Danimarca, Spagna e Svizzera, il Gruppo dispone di 16 unità produttive con il controllo del 90% delle materie prime e dei semilavorati e dell’82% dei servizi. Due i brand: marca Natuzzi, posizionata nel segmento medio/alto del mercato; Italsofà, dedicata al mercato promozionale e prodotta nei tre stabilimenti esteri. Recentemente si è inaugurato, nella nota Via Durini di Milano, il suo primo Showroom in Italia che dispone di 1000 metri quadrati e ospita la nuova collezione di divani, poltrone e complementi d’arredo.

Software di integrazione

Sistema di modulazione

Honeywell ha introdotto sul mercato di settore il software di integrazione WIN-PAK Ip che, basato sulla nota famiglia di applicazioni di controllo degli accessi WIN-PAK, WIN-PAK IP, è ideato in modo di poter essere utilizzato con il sistema di allarme antintrusione Galaxy, assicurando l’integrazione completa tra sistemi di controllo degli accessi, di allarme antintrusione, di Gestione elettronica dei visitatori e TVCC.

Hermann, coerente con i propri principi di ricerca e sviluppo, ha messo a punto un innovativo Sistema di Modulazione Sanitaria Acqua/Gas, evidenziato sui prodotti con il logo W.S.S., che caratterizza tutti i nuovi modelli Spazio Plus, caldaie per esterno e a incasso, in grado di fornire all’utente prestazioni eccezionali in termini di produzione di acqua calda sanitaria. Il Sistema consente di gestire in maniera globale la prestazione sanitaria della caldaia.

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caratterizza per la completa compatibilità con la gamma Geberit PE, poiché la facilità di lavorazione e la sicurezza di giunzione ne consentono l’integrazione solo nei punti necessari. L’assortimento comprende tubi e raccordi nei tre diametri principali di 75, 90 e 110 mm, in funzione di tutte le esigenze di insonorizzazione per lo scarico di bagni e cucine. Le tre tubazioni dispongono di una gamma di curve e raccordi per effettuare qualsiasi diramazione necessaria all’impianto.

Ruggero Lenci Studio Passarelli – Cento anni cento progetti Electa, Milano 2006, ill. a colori e b/n, 320 pp La pietra è in grado di trasmettere il suo messaggio, quello vero, quello capace di costruire il percorso trasparente della memoria legata al divenire dell’architettura. Solo il tempo e non la veloce comunicazione quotidiana, suggella nella storia la parte più valida del nostro sapere. L’accoglienza dell’opera nel tessuto cittadino diventa emblema, triangola il territorio; in una parola ci rappresenta nel passato e nel futuro. Così c’identifichiamo, troviamo la ragione per continuare a rendere un omaggio e una testimonianza, per quell’intuizione d’umanità che nell’architettura è data di sentire. Studio Passarelli, cento anni cento progetti: ecco il volume a cura di Ruggero Lenci per i tipi di Mondadori Electa S.p.A. In esso è documentato il percorso professionale di Tullio, Vincenzo, Lucio, Fausto, Tullio jr, Maria, Tullio Leonori Passerelli, una famiglia d’ingegneri e architetti professionisti che ha recitato sulla scena del progetto per ben cento lunghi anni, esprimendo la loro cultura attraverso duecentocinquanta opere, cento delle quali sono rappresentate nel volume. In copertina due esempi emblematici dell’intensa attività professionale di questo studio che opera dal 1893 a oggi: la Chiesa e il Convento dei Padri di Monfort del 1903 e l’edificio polifunzionale di Via Campania a Roma del 1964, costruiti, guarda caso, l’uno vicino all’altro. Ruggero Lenci ha duramente e intelligentemente lavorato all’edificazione del volume con la serena determinazione di rendere testimonianza all’amore per l’architettura di un cluster di professionisti che l’hanno trasmesso in ogni loro opera, così che tutti ne possiamo vitalmente partecipare. Il volume esprime fiducia nell’architettura, come un atto di condivisione che ha distinto sempre lo Studio Passarelli, fiero avversario d’ogni formalismo e ideologismo di maniera. Mario Antonio Arnaboldi

Stone is able to convey its message, its real message, the one that is capable of building up a transparent journey of memory linked to the future of architecture. It is not quick everyday communication, but time that seals the most valuable part of our knowledge in history. The way an architectural work is welcomed in the urban fabric turns it into an emblem; it marks out the territory; in short, it represents us in the past and in the future. So we can identify ourselves, we can find a reason to continue paying a sort of homage and bearing witness to the intuition of humanity that can be felt through archtiecture. Passerelli Studio, a hundred years a hundred projects: this book is by Ruggero Lenci, published by Mondadori Electa S.p.A. The volume provides information on the professional lives of Tullio, Vincenzo, Lucio, Fausto, Tullio jr, Maria, and Tullio Leonori Passerelli, a family of professional engineers and architects that have been working in the world of projects for no less than a hundred long years, expressing their culture through two hundred and fifty works, a hundred of which are represented in the book. The cover illustrates two symbolic examples of this studio’s intense professional activity, which has been going on since 1893: the 1903 Church and Convent of the Monfort Fathers and the multifunction building in Via Campania in Rome (1964) – as chance would have it, the buildings were built side by side. Through hard work and his own sharp intelligence, Ruggero Lenci wrote the book with serene determination, aiming at bearing witness to the love for architecture a cluster of professionals have transmitted in each of their works, so that all of us could participate vitally. The book expresses faith in architecture, an act of sharing that has always distinguished the Passerelli Studio, a proud adversary of any kind of manneristic formalism or exaggerated ideology.

Segnalazioni Luca Basso Peressut Il museo moderno. Architettura e museologia da Perret a Kahn Prefazione di Arrigo Rudi Lybra, Milano 2005, oltre 1000 immagini in b/n, 260 pp Il libro tratta delle trasformazioni dell’idea e della forma del Museo in un periodo storico che è stato di volta in volta definito del Moderno, della modernità o della modernizzazione. Andrea e Lorenza Branzi Il libro degli omini Corraini Arte Contemporanea, Mantova 2006, ill.b/n e colori, 13 schede Un libro di brevi filastrocche per bambini, scritte da Lorenza Branzi, accompagnate da pagine fustellate segnate dai disegni di Andrea Branzi, resi dinamici da un meccanismo a disco rotante e trasformabili mediante sovrapposizioni a strati. La tematica generale porta, attraverso il gioco, a combinazioni che integrano e mescolano i caratteri e le diversità dei popoli e delle differenti culture. Il testo è in italiano e inglese.

I vantaggi prevedono: acqua calda subito disponibile e abbondante, con temperatura sempre costante e regolabile, consumi ridotti di gas e di acqua sanitaria. Il Sistema di Modulazione Sanitaria Acqua/Gas è applicato alle caldaie della gamma Plus, in particolare per Spazio Plus (murale per esterno), Spaziozero Plus (a incasso), Spaziozero Plus Condensino e Spaziozero Plus Condensino Premix (condensazione a incasso).

Fabio D’Agnano 3Ds Max per l’architettura Apogeo, Milano 2006, 368 pp Manuale per imparare trucchi e segreti della modellazione per l’architettura e per la creazione di render avanzati e animazioni professionali. Alessandra De Martini. Rosa Lo Sito. Francesca Rinaldi Antologia di saggi sul design in quarant’anni di Op.Cit Franco Angeli, Milano 2006, 350 pp

Collana ADI – Associazione per il Disegno Industriale Introduzione di Renato De Fusco Il testo raccoglie gran parte dei saggi sul design pubblicati nell’arco di quarant’anni su Op. cit.; periodico dedicato alle arti visive. Il contenuto è assolutamente essenziale e teorico, privo di immagini e riconducibile al “dicibile”, inteso come percettivo concettuale. Carlo Ferrari ad Alberto Pontiroli/ Studio Archingegno light_work-Cinque luoghi di lavoro contemporanei Testo d’introduzione di Alessandro Rocca Fotografie di Maurizio Marcato, Miro Zagnoli Il Poligrafo, Padova 2005, ill. a colori, 109 pp I progetti presentati, elaborati in un arco di circa cinque anni, uniscono a pragmatismo, rigorosa efficienza professionale, voglia e capacità di sperimentazione di tecniche innovative nell’utilizzo della luce. Gestione del ciclo di vita di grandi infrastrutture A cura di Aldo Norsa Astaldi e Nuovo Polo Fieristico, Milano 2005, 84 pp Il volumetto raccoglie e analizza gli Atti del convegno omonimo, tenutosi a Milano il 19 giugno del 2004. Il convegno si è svolto con l’obiettivo di avviare il dibattito su una tematica più ampia quale quella di analizzare proposte e soluzioni per rilanciare la competitività dell’Italia e la relativa questione di una migliore e più accorta infrastrutturazione del territorio. Suzanne Preston Blier Butabu-Architetture in terra dell’Africa Occidentale Fotografie di James Morris

Electa, Milano 2005, 185 ill., 224 pp In Africa, nella regione del Sahel occidentale – la fascia meridionale del Sahara corrispondente agli stati del Mali, Niger, Nigeria, Togo, Benin, Ghana, Burkina Faso – molti edifici monumentali sono realizzati nel più umile dei materiali: il fango. Queste enigmatiche costruzioni, spesso irte di picchetti di legno e nelle quali la texture assume importanza preminente, somigliano più a gigantesche sculture surreali, morbidamente plasmate in una materia fluida, che ad architetture, almeno nel senso convenzionalmente attribuito al termine nel contesto della cultura occidentale. Valentina Rognoli, Marinella Levi Materiali per il design: espressività e sensorialità Polipress, Milano 2005, ill. a colori e b/n, 180 pp Il libro si propone di affrontare le tematiche relative alla dimensione espressivo-sensoriale dei materiali utilizzati nel design contemporaneo e si articola su due linee di approfondimento principali: un’indagine esplorativa iniziale che prevede l’inquadramento concettuale e storico del tema e la definizione di ciò che è definito “design dei materiali”; un’analisi sulla situazione contemporanea di tali materiali con l’obiettivo di rilevarne l’evoluzione, i cambiamenti e le novità emergenti. Harriet Russell Un libro da colorare per i pigri Corraini Arte Contemporanea, Mantova 2006, 56 ill. b/n, 56 pp Il libro, gradevolissimo, è illustrato dall’autrice che entra piacevolmente nell’immaginario dei bambini, stimolandone il desiderio di completarne le immagini con colori e piccoli interventi. Il testo è in italiano e inglese.

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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com

Australia Sydney Australian Timber Design Awards Concorso aperto a studenti, architetti, costruttori, ingegneri e quanti siano coinvolti nella produzione di strutture in legno The competition is open to students, architects, builders, designers, engineers and anyone who has been involved in the production of an outstanding timber structure in the last 3 years Scadenza/Deadline: 31/8 Per informazioni: Timber Development Association (NSW) Laurel Clarke Tel. +61 02 9279 2366 Fax +61 02 9279 2377 E-mail: info@tdansw.asn.au Internet: www.timber.net.au/awards

Cina / China Beijing IASS Hangai Prize Premio per ricercatori, designer e ingegneri under 30 per studi e ricerche innovative nel settore delle strutture spaziali e a guscio/Prize for young (under 30) talented researchers, designers and engineers. The prize will be given to the winners of the international contest of research papers and resumes of the design projects or innovative ideas that are related to the field of shell and spatial structures Scadenza/Deadline: 31/6 Per informazioni: Internet: http://hangai_prize.iis.u-tokyo.ac.jp E-mail: hangaipr@iis.u-tokyo.ac.jp

Francia / France Bordeaux “Leaf Awards 2006” Crossing borders to create design in Europe Premio dedicato a coloro che, nel settore dell’edilizia, si sono distinti per la realizzazione di opere innovative. Il programma prevede l’ammissione di progetti completati entro il periodo dal 1 gennaio 2003 al 31 dicembre 2006, e 10 categorie di partecipazione Award dedicate to those people who, in the building sector, have realized innovative works between 1/1/2003 and 31/12/2006 Scadenza/Deadline: 31/7 Per informazioni: Simona Kastly, ViB events 55/57 North Wharf Road London W2 1LA, UK Tel. +44 20 77534258 Fax +44 20 7915 9773 Internet: www.leaf-forum.com E-mail: simonakastly@vibevents.com

Giappone / Japan

+ europaconcorsi

Concorso internazionale per la riconversione di edifici esistenti per la rivitalizzazione della città/International competition for the conversion of existing buildings for living in the city Scadenza/Deadline: 10/7 Per informazioni: Dept. of Central Glass International Architectural Design Competition 2006 Shinkenchiku-sha Co., Ltd. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku Tokyo 113-8501 Internet: www.cgco.co.jp/english/conversion.html

Shinkenchiku Residential Design Competition 2006: Planless House Concorso per residenze che indaghi i temi della divisione spaziale delle abitazioni e proponga soluzioni per ambienti senza planimetra di base This is a competition for the Planless House. It is generally thought that the plan is a means for describing lifestyle. The fundamental principle of this descriptive technique is division through the device of walls. People understand the lines on a drawing indicating the walls as describing the essence of a house. Yet should a house be walls? Why can we not describe a house just by furniture? Why can we not describe a house just by tableware? Or what about a descriptive method using only floor textures? Or it would also be possible to describe a house in terms of air temperature or malodorous places due to wind flows. If this is investigated more thoroughly, the house could also be said to somehow become a manifestation of its era. The competition thus concerns a “planless” condition Scadenza/Deadline: 11/9 Monte premi/Total prize money: 1,500,00 Yen Per informazioni: Entries Committee, Shinkenchiku Residential Competition 2006 Shinkenchiku-sha, Co., Ltd. 2-31-2, Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo 113-8501 www.japan-architect.co.jp/english/ 5info/index.html

Gran Bretagna / Great Britain London The Architectural Association Environment, Ecology and Sustainability Cluster’s Call for Projects Competition Concorso internazionale di idee per individuare proposte, progetti e iniziative di ricerca innovativi che mettano in evidenza nuovi spunti nell’architettura e nel design rivolti all’ambiente, all’ecologia e alla sostenibilità/Open one-stage international competition in search of pioneering ideas, design projects and research initiatives that highlight insights into contemporary directions of architecture and design relative to environments, ecology and sustainability Iscrizione/Registration: 7/8 Consegna/Submission: 9/9 Primo premio/First prize: 2,000 £ Per informazioni: EES Cluster Curator Architecture Association 36 Bedford Square London WC1B 3ES E-mail: ees_curator@aaschool.co.uk Internet: www.aaschool.co.uk/clusters/ees

Italia / Italy

Tokyo

Ancona

Conversion of Existing Architecture for Living in the City

Riqualificazione ex Centrale del Latte

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Il presente concorso ha lo scopo di raccogliere e mettere a confronto idee, proposte tecniche, economiche e culturali al fine di valorizzare e riqualificare lo spazio urbano dell’ex Centrale del Latte. Il Progetto finalizzato dovrà perseguire i seguenti obiettivi: Alloggi di piccole dimensioni e attività di servizi; Nuova scuola materna; Centro polifunzionale attrezzato per attività ludiche e ricreative; Percorso pedonale di collegamento tra l’area in oggetto, il Parco dei Gabbiani e la scuola Don Milani; Miglioramento della viabilità di accesso all’area e all’adiacente Istituto Tecnico Industriale/Ideas competition for the requalification of the urban area of the former Diary. The brief asks for: small residences, services, a new nursery, a multifunctional leisure space, a pedestrian link with the nearby Parco dei Gabbiani and the School “Don Milani”; improvement of the accessibility to the area and to the Technical Industrial Institute Scadenza/Deadline: 26/6 Per informazioni: Comune di Ancona Carlo Amedeo Paladini Largo XXIV Maggio 1 60124 Ancona Tel. +39 071 2224083 Fax +39 071 2072385 Internet: www.comune.ancona.it E-mail: carloamedeo.paladini@comune.ancona.it, orsola.giorgetti@comune.ancona.it

Camerino (Ascoli Piceno) XVI Seminario e Premio internazionale di architettura: “Periferie? Paesaggi urbani in trasformazione” Il Seminario di Architettura e Cultura Urbana si propone di indagare sulle trasformazioni degli insediamenti e dei luoghi di aggregazione sociale alla ricerca della qualità architettonica. In ambito disciplinare, il seminario persegue il confronto fra Università e Professione per approfondire criticamente i caratteri della ricerca e della pratica con spirito libero e aperto al reciproco apprendimento Workshop and award on the theme “Suburbs? Trasformation of Urban Landscapes” Scadenza/Deadline: 30/6 Workshop: 30/7-3/8 Per informazioni: Università degli Studi di Camerino Via Lili 59 62032 Camerino (AP) Tel. +39 0737 630854 Fax +39 0737 637541 Internet: www.unicam.it/culturaurbana/ programma06.htm E-mail: giovanni.marucci@unicam.it

Casalgrande (Reggio Emilia) Grand Prix Ceramica Concorso internazionale di architettura che seleziona e premia quei professionisti che, attraverso la loro opera, meglio hanno saputo utilizzare e valorizzare le proprietà tecniche e le potenzialità espressive degli elementi in grès porcellanato Granitogres, Marmogres, Pietre Native e Padana Piscine/International competition for works of architecture showing and enhancing the technical and expressive potentialities of porcelained grès, Granitogres, Marmogres, Native Stones and Padana Piscine Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Ceramica Casalgrande-Padana Via Statale 467, 73 42013 Casalgrande (RE) Tel. +39 0522 9901 Fax +39 0522 996121 Internet: www.casalgrandepadana.it/ grandprix_quarta.asp E-mail: giullari@casalgrandepadana.it

Francavilla Fontana (Brindisi) Riqualificazione centro storico Riqualificazione sedi stradali e marciapiedi, comprensivo di arredo urbano di vie e piazze nel centro storico/Competition for the refurbishment of the historic city centre Scadenza/Deadline: 7/7 Per informazioni: Comune di Francavilla Fontana Ufficio Tecnico Via Municipio 4 72021 Francavilla Fontana (BR) Tel. +39 0831 814230 E-mail: ufficiotecnico@comune. francavillafontana.br.it

Illasi (Verona) Riqualificazione di Piazza della Libertà, Piazza Polonia e Piazza Sprea Obiettivo del concorso è la elaborazione di un progetto unitario per la riqualificazione e valorizzazione urbanistica, ambientale, paesaggistica e architettonica di alcuni luoghi centrali di Illasi, attraverso un insieme sistematico e coerente di interventi sugli spazi aperti di proprietà pubblica, finalizzati a favorire l’uso collettivo dello spazio urbano, quale luogo d’incontro e di comunicazione dei cittadini/Competition for the urban, environmental and architectonic requalification of Piazza della Libertà, Piazza Polonia and Piazza Sprea aimed to improve the public use of the city centre Scadenza/Deadline: 16/8 Per informazioni: Comune di Illasi Piazza della Libertà 1 Illasi (VR) Tel. +39 045 7830419 Fax +39 045 6520390 Internet: www.comuneillasi.it E-mail: daniela.ridolfi@comuneillasi.it

Milano Progetti di luce – Atmosfera di luce Concorso internazionale di design per la progettazione di apparecchi illuminanti sia per esterni sia per interni che creino atmosfere emozionanti/International design competition for the project of lighting appliances creating emotional atmospheres Scadenza/Deadline: 30/6 Monte premi/Total prize money: 3.500 Euro Giuria/Jury: Paolo Favaretto, Paolo De Osti, Franco Raggi Per informazioni: Editrice Habitat Via M.Marchesi de Taddei 3 20146 Milano Tel. +39 02 4814800 Fax +39 02 48193013 Internet: www.progettidiluce.com E-mail: info@edithabitat.it

Segnaletica 2006 Concorso per la realizzazione della segnaletica dedicata ai vecchi e nuovi servizi offerti dal Circolo Culturale Bertolt Brecht di Milano Competition for the design of the signals system for old and new services offered by Bertolt Brecht Cultural Centre in Milan Scadenza/Deadline: 31/9 Per informazioni: Circolo Culturale Bertolt Brecht Concorso Segnaletica 2006 Via Giovanola 21/C 20142 Milano Internet: www.bertoltbrecht.it/concorsi/ segnaletica.htm E-mail: segnaletica2006@bertoltbrecht.it

AGENDA “Arcate di Greco”: riqualificazione arcate viadotto ferroviario Concorso di progettazione in unico grado ai sensi dell’art. 59, comma 3, del D.P.R. 554/99 avente per oggetto le opere di mitigazione ambientale e di riqualificazione delle arcate del viadotto ferroviario esistente e di quello in corso di realizzazione per il collegamento Stazione CentraleMalpensa/Competition for the environmental requalification of the arcades of the existing and new railway viaducts on the line Central Station-Malpensa Scadenza/Deadline: 8/6 Per informazioni: Rete Ferroviaria Italiana SpA Direzione Legale Via Breda 28 20126 Milano Tel. +39 02 63715683 – 0263715129 Fax +39 02 63715618 Internet: www.inarchlombardia.it

Noventa Padovana (Padova) Nuovo polo scolastico dell’infanzia L’area oggetto di intervento è ubicata nell’angolo tra via Cellini (lato nord) e via Marco Polo (lato ovest), misura una superficie di circa 19.058 mq come risulta dalla documentazione allegata al bando. I concorrenti, nella progettazione della nuova scuola elementare (primaria), dovranno prevedere i seguenti spazi: Didattica: 4 corsi per un totale di 20 aule (le aule dovranno essere dimensionate in previsione di 28 alunni/aula e considerare l’ingombro dei tavoli attualmente commercializzati e proposti - 70x70 cm); 4 aule per attività interciclo - didattica di sostegno per lavori di gruppo (10-15 alunni); 3 aule per attività integrative e di laboratorio/Competition for the project of a new Primary School complex in an area of 19,058 sq.m, with 4 classrooms for an average of 28 pupils, 4 rooms for inter-cycles activity and 3 rooms for labs Scadenza/Deadline: 3/7 Per informazioni: Comune di Noventa Padovana Ufficio Protocollo Via Roma 4 35027 Noventa Padovana (PD) Fax +39 049 8952175 Internet: www.comune.noventa.pd.it E-mail: lavoripubblici@comune.noventa.pd.it

Salerno Ortus Artis-Un giardino per la Certosa di Padula Concorso internazionale aperto ad architetti, paesaggisti, agronomi e ingegneri civili ambientali per la realizzazione del giardino della cella n.25, attualmente in via di recupero/International competition open to architects, landscape architects, agronomists and environmental civil engineers for the realization of a garden in Cell no. 25 that is now under requalification Scadenza/Deadline: 15/6 Primo premio/First prize: 5.000 Euro Giuria/Jury: Achille Bonito Oliva, Giuseppe Zampino, Antonio Ranauro, Stefan Tischer, Martin Rein Cano, Luigi Centola, Maria Ippolita Nicotera, Bruno Marzilli, Carlo Bruschi Per informazioni: Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico di Salerno e Avellino Palazzo D’Avossa Via Botteghelle 11 84100 Salerno Tel. +39 089 2573201 Fax +39 089 251727 Internet: www.newitalianblood.com/ortusartis E-mail: ortusartis@newitalianblood.com

+ europaconcorsi

Venezia 1st Urban Architecture Contest “Venice 2006” Concorso di architettura promosso da Arquitectum per valutare proposte per l’installazione di un nuovo ponte che rimpiazzi l’esistente Ponte dell’Accademia così che esso serva non solo da asse di connessione delle sponde del canale e da portale verso il Rio Alto, ma che diventi anche un Museo cittadino sulla storia, le tradizioni e lo splendore architettonico di Venezia/This architectural contest is promoted by Arquitectum in order to evaluate the installation of a new bridge that will replace the existing one known as the “Academy Bridge”, so that it serves not only as an axis that connects both sides of the canal and as entry portal to the “Rio Alto”, but that also becomes a “City Museum” meant to show visitors the history, tradition and architectural splendor of the city of Venice Scadenza/Deadline: 17/7 Per informazioni: Internet: www.arquitectum.com

Per informazioni: The Aga Khan Development Network 1-3 Avenue de la Paix, 1211 Geneva 2, Switzerland Internet: www.akdn.org/agency/aktc_akaa.html

Zurich Shrinkage Worldwide Award 2006 Concorso internazionale per un poster multiuso che espplori, divulghi, preveda e sintetizzi l’dea di “contrazione” in natura, nella cultura e nella vita quotidiana/Open international design competition for a multidisciplinary multiuse poster to explore, divulge, foster, sensitize, awaken, “shrinkage” nature, culture and experience Scadenza/Deadline: 15/9 Giuria/Jury: C.Eggenberger, L.Galati, G.Rodriguez, S. G Shahneshin, M.Weinberg Staber Per informazioni: Shrinkage Worldwide Award 2006 Shahneshin Foundation P.O.Box 1211 CH-8700 Kuesnacht-Zurich Tel. + 41 43 5400026 Fax +41 43 5400027 Internet: www.shahneshinfoundation.org E-mail: awards@shahneshinfoundation.org

Volterra (Pisa) Valorizzazione Parco Archeologico Concorso di idee per proposte progettuali e compositive attraverso cui potrà attuarsi la riqualificazione culturale e la valorizzazione sociale del Parco Archeologico E. Fiumi, sito nel Capoluogo, nel rispetto della storia che ha costruito e plasmato il luogo/Ideas competition for project proposals for the cultural and social refurbishment of the Archaeologic Park “E.Fiumi”, respecting the history of the place Scadenza/Deadline: 14/6 Per informazioni: Comune di Volterra, Piazza dei Priori, 1 56048 Volterra (PI) Ref. Sergio Trafeli, Settore Lavori Pubblici Tel. +39 0588 86050 Fax +39 0588 85077 E-mail: s.trafeli@comune.volterra.pi.it

Portogallo / Portugal Lisbona Lisbon Ideas Challenge 2005-Urban Design with Photovoltaics Concorso per l’elaborazione di soluzioni progettuali per strutture su scala urbana, che incorporino sistemi fotovoltaici/Competition for design solutions for urban-scale structures including photovoltaic systems Scadenza/Deadline: 15/7

Per informazioni: Lisbon Ideas Challenge Helpdesk Maria Francisco, Maria Joao Rodrigues Internet: www.lisbonideaschallenge.com.pt E-mail: maria.francisco@dem.ist.utl.pt, mjrodrigues@dem.ist.utl.pt

Svizzera / Switzerland Genève 10th Aga Khan Award for Architecture Il premio per l’Architettura Aga Khan riconosce esempi di eccellenza in vari settori dell’architettura, della conservazione e dell’ambiente nei Paesi Islamici/The Aga Khan Award for Architecture recognises examples of architectural excellence that encompass contemporary design, social housing, community improvement and development, restoration, re-use, and area conservation, as well as landscaping and environmental issues in Islamic countries Scadenza/Deadline: 15/10

Affidamenti

USA Makawo International Bamboo Building Design Competition Concorso internazionale per il progetto di edifici e strutture in bamboo/Bamboo Technologies of Maui has launched the first International Design Competition for Structural Bamboo Buildings Iscrizione/Registration: 31/12 Consegna/Submission: 15/1/2007 Monte premi/Total prize money: 10,000 US$ Giuria/Jury: David E. Sands, David Greenberg, Simon Velez, Linda Garland, Shyam K. Paudel, Dean Johnston Joerg Stamm, Bart Trudeau, Jennifer Siegal, Howard Davis Per informazioni: International Bamboo Building Design Competition 1156 Makawao Avenue Makawao HI 97678 Internet: www.bamboocompetition.com/ E-mail: info@bamboocompetition.com

Roseville International Achievement Awards competition Premio per progetti, realizzati tra il 15/7/2004 e il 15/7/2006 che abbiano utilizzato strutture tessili complesse e innovative/Award program for specialty fabric projects around the world. Each year entries raise the standards as participates demonstrate superior work on traditional projects and develop highly technical solutions for complex projects. The awards competition is for all designers, manufacturers or subcontractors of end products described by 27 competition categories. Project entries should include photos of outstanding specialty fabric projects and descriptions of their unique and important characteristics. Entered projects must have been completed between July 15, 2004 and July 15, 2006 Scadenza/Deadline: 15/7 Per informazioni: IFAI 1801 County Road B W Roseville, MN 55113, USA Christine Malmgren Tel. +1 651 2256926 Fax +1 651 6319334 Internet: www.ifai.com E-mail awards@ifai.com

Per i bandi completi www.europaconcorsi.com

Italia / Italy Cesano Maderno (Milano) Elenco di professionisti L’ente intende formare un elenco di professionisti esterni abilitati per l’affidamento di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria. La selezione, principalmente, riguarderà le seguenti tipologie di incarichi di progettazione e direzione lavori: 1) opere edili; 2) cementi armati e opere strutturali in genere; 3) fognature; 4) impianti elettrici; 5) restauro architettonico e artistico; 6) opere idrauliche di difesa spondale e paesaggistiche Scadenza: 30/12 Per informazioni: Comune di Cesano Maderno Piazza Arese 12 20031 Cesano Maderno (MI)

Feltre (Belluno) Elenco professionisti Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000 Euro per le seguenti tipologie di prestazione: progettazione, direzione lavori, coordinamento per la sicurezza ex D. Lgs. 494/1996, rilievi, frazionamenti, accatastamenti, collaudi statici e tecnico-amministrativi, pratiche prevenzioni incendi Scadenza: 30/12 Per informazioni: Comune di Feltre Piazzetta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel.0439 8851 Fax 0439 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it

Gorla Minore (Varese) Elenco professionisti (geometri, architetti, ingegneri, geologi) Creazione dell’elenco dei Professionisti disponibili per l’affidamento di incarichi di servizi con onorario stimato inferiore a 100.000 Euro. Tipologia degli incarichi: 1. Progettazione architettonica, 2. Progettazione strade-fognature; 3. Progettazione verde pubblico e arredo urbano; 4. Progettazione strutturale; 5. Progettazione impiantistica (impianti meccanici e speciali e impianti elettrici); 6. Coordinamento sicurezza in fase di progettazione e/o esecuzione delle opere; 7. Restauratore con esperienza quinquennale; 8. Rilievi, procedure catastali e predisposizione documentazione ai fini espropriativi; 9. Collaudatore tecnico-strutturale e tecnico-amministrativo; 10. Adempimenti secondo D.Lgs. 626 e trattamento rischio amianto; 11. Redazione piani cimiteriali Scadenza: 30/12 Per informazioni: Comune di Gorla Minore Carlo Maria Gatti Responsabile dell’Area Lavori Pubblici/Manutenzioni Tel. 0331 607225 Fax 0331 607224 E-mail: m.mari@comune.gorlaminore.va.it

215 l’ARCA 103


AGENDA

+ europaconcorsi

La Spezia

Novara

Roma

Elenco professionisti Avviso di selezione per curricula per l’Affidamento con procedura ad evidenza pubblica di incarichi di importo complessivo non superiore a 100.000 Euro Scadenza: 30/12

Elenco professionisti (per incarichi di importo inferiore a 50.000) Avviso pubblico per di incarichi di importo inferiore a 50.000 Euro. I curricula dovranno prevedere sezioni specifiche per ciascuna delle seguenti tipologie 1. progettazione edilizia residenziale pubblica e sociale aspetti architettonico-edilizi 2. progettazione impianti termoidraulici a servizio del punto 1) 3. progettazione impianti elettrici e connessi a servizio del punto 1) 4. progetto e calcolo strutturale connesso al punto 1) 5. progetto e calcolo dispersioni termiche Legge 10/1991 connesse ai punti 1) e 2) 6. indagini e relazioni geologiche 7. rilievo di edifici e restituzione grafica 8. rilievo stato di conservazione di immobili 9. rilievo e pratiche catastali 10. pratiche prevenzione incendi 11. coordinamento sicurezza cantieri; 12. pianificazione urbanistica esecutiva 13. elaborazione grafico-informatica di progettazioni Scadenza: 31/7

Elenco per l’attuazione di piani regionali della società dell’informazione Elenco per il conferimento di incarichi finalizzati alla assistenza tecnica delle misure previste nel POR delle regioni dell’Obiettivo 1 per l’attuazione di piani regionali della societa’ dell’informazione Scadenza: 30/12

Per informazioni: Provincia di La Spezia Area 10, Via Vittorio Veneto 2 19100 La Spezia

Montemiletto (Avellino) Elenco professionisti Avviso pubblico per predisposizione elenco dei soggetti disponibili e idonei per l’affidamento di incarichi di servizi relativi all’architettura e all’ingegneria di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Montemiletto Via Roma 3, 83038 Montemiletto ( AV ) Tel. 0825 963003 - 963252 Internet: www.comune.montemiletto.av.it

Morciano di Romagna (Rimini) Manutenzione cimitero comunale Pubblicità relativa alla costituzione di Unità di Progetto per lo svolgimento di attività tecnico-amministrative connesse alla progettazione ed esecuzioni di lavori pubblici compresi nell’elenco annuale 2006. Importi inferiori a 100.000 Euro per la Manutenzione straordinaria del cimitero comunale Scadenza: 11/10 Per informazioni: Comune di Morciano di Romagna, Servizio lavori pubblici-patrimonio Piazza del Popolo 1 47833 Morciano di Romagna (RN) Internet: www.morciano.it/

Napoli Elenco professionisti Dovendo questa Direzione Regionale acquisire, ai sensi dell’art. 62 del D.P.R.554/99, professionalità per il conferimento di incarichi, per importi inferiori a 100.000 Euro per prestazioni relative a: 1. Redazione di progettazione preliminare e/o definitiva e/o esecutiva nonché per lo svolgimento di attività tecnicoamministrative connesse; 2. Supporto al Responsabile del Procedimento; 3. Direzione Lavori o assistenza alla Direzione Lavori; 4. Coordinamento sicurezza Scadenza: 30/12 Per informazioni: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania Castel dell’Ovo Via Eldorado 1 80132 Napoli Tel. 081 2464111 Fax 081 7645305 E-mail dirregcampania@beniculturali.it

Nova Milanese (Milano) Elenco professionisti (incarichi fiduciari di progettazione) Aggiornamento permanente elenco professionisti qualificati per l’affidamento di incarichi fiduciari di progettazione e attività tecnicoamministrative connesse di importo stimato fino a 100.000 Euro Scadenza: 8/9/2008 Per informazioni: Comune di Nova Milanese Elettra Bresadola Tel. 036 2374335 E-mail: elettra.bresadola@novamilanese.it

104 l’ARCA 215

Per informazioni: Agenzia Territoriale per la Casa Via Boschi 2, 28100 Novara Internet: www.atc.novara.it

Osnago (Lecco) Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, coordinatore sicurezza) L’ente ritiene opportuno invitare i soggetti abilitati, interessati al conseguimento di incarichi di progettazione, direzione lavori e coordinatore per la sicurezza a presentare al protocollo comunale candidatura corredata da curriculum con indicazione delle esperienze professionali compiute e della tipologia di opere per cui si propone la candidatura Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Osnago Viale Rimembranze 3 Osnago (LC) Tel. 039 952991 Fax 039 9529926 Internet: www.osnago.net E-mail: comune@osnago.net

Pianezza (Torino) Elenco professionisti (geometri, architetti, ingegneri, geologi) Formazione di un elenco di professionisti qualificati per l’affidamento di incarichi di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 25/6/2008 Per informazioni: Comune di Pianezza Piazza Napoleone Leumann 1 10044 Pianezza (TO) Tel. 011 9670000 Fax 011 9670295

Pisa Elenco professionisti Costituzione dell’elenco dei professionisti qualificati per l’affidamento di incarichi fiduciari di progettazione e attività tecnicoamministrative connesse, compresa l’attività di consulenza e supporto al rup, la direzione lavori e il collaudo, per un importo stimato fino a 100.000 Euro Scadenza: 30/12 Per informazioni: Ente-Parco regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli Sergio Paglialunga Via Aurelia Nord 4 56122 Pisa Tel. 050 525500 Internet: www.parcosanrossore.org E-mail: s.paglialunga@sanrossore.toscana.it

Per informazioni: Centro Nazione per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione Internet: www.cnipa.gov.it

Teramo Elenco professionisti Avviso per affidamento incarichi di progettazione di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 30/12 Per informazioni: Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” Via Campo Boario 64100 Teramo Unità Gestione del Patrimonio Tel 0861 332320

Torino Elenco professionisti Predisposizione di elenco dei soggetti disponibili e idonei per l’affidamento fino a 100.000 Euro - di servizi attinenti all’architettura ed all’ingegneria, anche integrata, e gli altri servizi tecnici concernenti: la redazione del progetto preliminare, del progetto definitivo e di quello esecutivo, o parti di essi, la direzione lavori, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, la verifica degli elaborati progettuali, le attività tecnicoamministrative connesse alla progettazione di lavori pubblici e infine l’affidamento di collaudi (finali, in corso d’opera o statici) Scadenza: 30/12 Per informazioni: Provincia di Torino Servizio Contratti Via Maria Vittoria 12 10123 Torino

Esecuzione di indagini geognostiche Esecuzione di indagini geognostiche in gallerie, su rilevati, ponti e fondazioni ricadenti in varie linee di giurisdizione della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Torino; importo complessivo dell’appalto: (compresi oneri per la sicurezza ): 672.493,05 Euro Scadenza: 27/9/2007 Per informazioni: Rete Ferroviaria Italiana Spa - Legale Milano - Settore Operativo di Torino per conto Direzione Compartimentale Infrastruttura Torino Via Sacchi 1 10125 Torino Tel. 011 6652355 Fax 011 6655116

Treviso Formazione elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore alla soglia comunitaria; tipologie di prestazione: progettazione e/o direzione lavori e/o supporto tecnico-amministrativo alla progettazione e/o alla direzione lavori delle seguenti tipologie di opere: opere

stradali, opere civili, opere strutturali, impianti tecnologici, progettazione o supporto agli atti di pianificazione stradale, coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e/o esecuzione, collaudatore statico, collaudatore tecnico-amministrativo, rilievi topografici, visure catastali presso l’Agenzia del Territorio Conservatoria dei registri immobiliari, frazionamenti e pratiche catastali, perizie di stima, indagini geognostiche Scadenza: 30/12 Per informazioni: Provincia di Treviso Viale C. Battisti 30 31100 Treviso Tel. 0422 656340 Fax 0422 656016

Triora (Imperia) Elenco professionisti Affidamento di incarichi professionali di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 30/12 Per informazioni: Comune di Triora Corso Italia 9 18010 Triora (IM) Tel. 0184 94049 – 0184 94310 Fax 0184 94164

Varese Elenco professionisti per le zone nucleari di competenza della NDFMU Lo scopo dell’appalto è l’esecuzione di servizi di ingegneria, architettura e consulenze tecniche, da svolgere principalmente all’interno delle zone nucleari di competenza della NDFMU (Nuclear Decommissioning and Facilities Management Unit) all’interno del Centro comune di ricerca di Ispra. L’elenco dei candidati preselezionati stilato a seguito del presente avviso sarà utilizzato esclusivamente nell’ambito di appalti di servizi il cui valore presunto sia inferiore alla soglia (attualmente 154.014 Euro) Scadenza: 26/4/2008 Per informazioni: Commissione Europea, Centro comune di ricerca (CCR) Nuclear Decommissioning and Facilities Management Unit Sig.ra I. Borgotti TP 800 21020 Ispra (VA) Fax 0332 789108

Vicenza Elenco professionisti Avviso pubblico per l’affidamento di incarichi professionali per i servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria Scadenza: 31/12 Per informazioni: Vi.abilità S.p.A. Via E. Fermi 265 Tel. 0444 385711 Internet: www.vi-abilita.it

Portogallo / Portugal Funchal Hospital Central da Madeira Servizi professionali per la costruzione del Hospital Central da Madeira Scadenza: 19/6 Per informazioni: Region Autonoma da Madeira Secretaria Regional do Equipamento Social e Transportes (Direcao Regional de Edificios Publicos) Rua Dr. Pestana Junior 6 P-9064-506 Funchal. Tel. +351 291 207200 Fax +351 291 207385 Internet: www.sres.pt

AGENDA Convegni e dibattiti Congresses and conferences

+ europaconcorsi

Per informazioni: Secretariat IASS 2006 Beijing University of Technology Beijing 100022 Tel./Fax +86 10 67391496 Internet: www.iass2006.cn E-mail: IASS2006@spast.org.cn

Corea del Sud / South Korea Seoul Canada Toronto Ryerson University Architecture/Music/Acoustics Conference 8/6-10/6 Per informazioni: Ryerson University Bruce Piercey Manager, Public Affairs 350 Victoria Street Toronto, Ontario M5B 2K3 Tel. +1 416 9795000 x 7002 Fax +1 416 9795160 E-mail: bpiercey@ryerson.ca

Vancouver Royal Architecture Institute of Canada Habitat: The Power of Architecture 14/6-17/6 Per informazioni: RAIC Sylvie Powell Internet: www.raic.org E-mail: spowell@medialanecom.com

Vancouver Convention and Exhibition Centre World Urban Forum III Our Future: Sustainable Cities – from ideas to action 19/6-23/6 Per informazioni: UN-Habitat World Urban Forum 3 Suite 578-999 Canada Place Vancouver, British Columbia V6C 3E1 Tel. +1 604 6661293 Fax +1 604 6411338 Internet: www.unhabitat.org/wuf/2006/Organization.asp, www.wuf3-fum3.ca/

The Westin Bayshore Canadian Science Buildings 17/7-18/7 Per informazioni: Internet: www.tradelineinc.com

Belgio / Belgium Mechelen Technopolis/Flemish Science Centre ECSITE-European Network of Science Centres and Museums Conference 8/6-10/6 Per informazioni: ECSITE Executive Office 70 Coudenberg, 5th fl. B-1000 Bruxelles Tel.+32 2 6497383 Fax +32 2 6475098 Internet: www.technopolis.be/ecsite2006 E-mail: info@ecsite.net

Cina / China Beijing Beijing New Century Hotel IASS 2006 Convegno internazionale sulle strutture spaziali e di copertura International conference on spatial and shell structures 16/10-19/10

University of Seoul First International Conference on Digital Architecture and Construction 19/9-21/9 Per informazioni: Katie Banham Conference Secretariat Digital Architecture & Construction 2006 Wessex Institute of Technology Ashurst Lodge, Ashurst Southampton, SO40 7AA Tel. +44 0238 0293223 Fax +44 0238 0292853 Internet: www.wessex.ac.uk/conferences/ digital06/index.html E-mail: kbanham@wessex.ac.uk

Finlandia / Finland Savonlinna University of Joensuu, Savonlinna Campus Human Perspectives on Sustainable Future - 5th International Household and Family Research Conference 6/6-9/6 Per informazioni: Internet: http://household.joensuu.fi/index.shtml

Francia / France Nantes Cité des Congrès.Nantes Métropole ETHICS: Design, Ethics and Humanism 15/6-17/6 Per informazioni: Cité des Congrès.Nantes Métropole Nantes, Cedex 1, 44041 France Internet: http://cumulus.lecolededesign.com/

Giappone / Japan Tokyo Tokyo Institute of Technology STESSA 2006 Quinta conferenza internazionale sul comportamento delle strutture in acciaio in aree sismiche Fifth Conference on the behaviour of steel structures in seismic areas 14/8-17/8 Per informazioni: Structural Engineering Research Center, Tokyo Institute of Technology Nagatsuta 4259, Midori-ku Yokohama 226-8503 Tel. +81 45 9245330 Fax +81 45 9245334 Internet: www.serc.titech.ac.jp/stessa2006/ E-mail: Akira Wada wada@serc.titech.ac.jp, Michiko Kawaguchi kawaguchi@serc.titech.ac.jp Bruno Calderoni Department of Structural Analysis and Design, Faculty of Engineering, University of Naples "Federico II" Piazzale Tecchio, 80 80125 Napoli, Italy Tel. +39 081 7682440 Å@ Fax +39 081 5934792 E-mail: stessa06@unina.it

Yokohama Pacifico Yokohama CWE2006 4° Simposio internazionale sull’ingegneria computazionale applicata alla fluido dinamica del vento/The Fourth International Symposium on Computational Wind Engineering 16/7-19/7 Per informazioni: CWE2006 Office Tokyo Polytechnic University 1583 Iiyama, Atsugi, Kanagawa, 243-0297, Japan Tel./Fax: +81 46 2429656 Internet: www.wind.arch.t-kougei.ac.jp/cwe2006 E-mail: cwe2006@arch.t-kougei.ac.jp

Gran Bretagna / Great Britain London ExCeL London Grand Designs Live 2006 2/6-4/6 Per informazioni: www.granddesignlive.com

ICE Safety, Security and Sustainability 3/7 Per informazioni: Internet: www.ice.org.uk/news_events

Italia / Italy Bolognano (Pescara) Il luogo della natura/Servizi e Magazzini della Piantagione Paradise Secondo Free International Forum : Oltre il sistema dell’arte (con Stefano Soddu) 16/6-18/6 Per informazioni: Studio Eventi Magister Antonio Lettieri Tel. 02 36571601 Fax. 02 36571605 Email: a.lettieri@sem-mi.com

Como Fondazione Antonio Ratti XII Corso Superiore di Arte Visiva Visiting Professor Marjetica Potrc: Fragmented City 3/7-22/7 Iscrizione/Registration: 31/3 Per informazioni: Fondazione Antonio Ratti Lungo Lario Trento 9 22100 Como Tel. +39 031 233213 Internet: www.fondazioneratti.org E-mail: annadaneri@fondazioneratti.org

Svezia / Sweden Stockholm Stockholm University Cultural Encounters in Urban Space 30/8-2/9 Per informazioni: Department of History, Stockholm University Bo Eriksson Janbrink Universitetsvägen 10D S-106 91 Stockholm Tel. +46 8 6747118 Fax +46 8 167548

Svizzera / Switzerland Mendrisio Università della Svizzera Italiana/Accademia di Architettura Conferenze pubbliche: Luigi Snozzi 22/6 Per informazioni: Accademia di Architettura Via Canavée 5 Palazzo Canavée 6850 Mendrisio Tel. +41 58 6665000 Internet: www.arch.unisi.ch E-mail: aprada@arch.unisi.ch

Zurich ETH Auditorium What Moves Architecture? Joep van Lieshout 20/6 Per informazioni: ETH Zurich Hönggerberg HIL C 75 CH-8093 Zurich Tel. +41 44 6332936 Fax +41 44 6331068 Internet: http://austellungen.gta.arch.ethz.ch E-mail: austellungen@gta.arch.ethz.ch

USA Los Angeles AIA LA AIA National Convention and Design Exhibition 8/6-10/6 Per informazioni: AIA Internet: www.aia.org

New York MoMA Body Building: An Exploration of Avant-Garde Architecture and Furniture Design (Lecture) 17/9 Per informazioni: MoMA Internet: www.moma.org/events

Milano

Providence RI

Open Care Café Giorgio Marconi e Giò Marconi, Angela Vettese 7/6

Auditorium Charter for New Urbanism Congress 1/6-4/6

Per informazioni: Open Care Café Via Piranesi 10, Milano Internet: www.opencare.it

Repubblica Ceca Czech Republic Prague International Conference Centre 2006 BE Conference Europe 11/6-15/6 Per informazioni: Internet: www.be.org

Per informazioni: CNU The Marquette Building 140 S. Dearborn, Suite 310 Chicago, IL 60603 Internet: www.cnu.org E-mail: cnuinfo@cnu.org

San José McEnery Convention Center ISEA 2006 Symposium 5/8-13/8 Per informazioni: Inter Society for Electronic Arts Internet: http://isea2006.sjsu.edu

215 l’ARCA 105


AGENDA Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

+ europaconcorsi

Germania / Germany Berlin Aedes West Inge Roecker / ASIR Architekten, Stuttgart - ASIR Studio, Vancouver Urbane Akupunktur 8/5-15/6

Munich Austria Vienna MAK Yves Klein: Air Architecture 15/3-24/9 Josef Hoffman-Carlo Scarpa: On the Sublime in Architecture 29/5-29/10 Cantilever Chairs: Architectural Manifesto and Material Experiment 14/6-29/10 Architektur Zentrum Wonderland: Young Architecture from Europe 8/6-19/6

Canada Grand-Métiz / Quebec Reford Gardens International Garden Festival www.jardinsmetis.qc.ca

24/6-1/10

Montreal CCA Sense of the City: An Alternate Approach to Urbanism 26/10/2005-10/9 Cornelia Hahn Oberlander: Ecological Landscapes 11/5-30/7 Museum of Fine Arts Il modo italiano: Design and Avant-garde in 20th-century Italy 4/5-27/8

Francia / France Chartres Centre International du Vitrail Lumièeres contemporaines-Vitraux du XXIè siècle et architecture sacrée 23/4-31/8

Hyèeres Villa Noailles Design Parade 9/7-17/9

Orléans FRAC Centre Ettore Sottsass Jr Radical 1966-1976 19/5-30/7

Paris Galerie d’Architecture Le temps arrêté 19/5-10/6 Galerie Maad We need real designs 1/5-30/6

106 l’ARCA 215

Haus der Kunst Herzog & de Meuron 12/5-30/7

Weil am Rhein Vitra Design Museum Joe Colombo: L’invention du Futur 21/1-10/9

Gran Bretagna / Great Britain London Design Museum Designing Modern Britain Fino al/through 3/12 Designer of the Year 4/3-12/6 My World - The New Subjectivity In Design 10/6-10/9 Formula One - The Great Design Race 1/6-29/10 My World – The New Subjectivity In Design 10/6-10/9 The London Architecture Biennale/Smithfield House LAB ’06: London Architecture Biennale www.londonbiennale.org.uk

16/6-25/6

Victoria & Albert Museum Modernism: Designing A New World 6/4-23/7 Lesley Craze Gallery Contemporary jewellery, metalwork and textiles inspired by architectural forms 15/6-15/7

Manchester Cube Interventions 16/6-16/9

Italia / Italy Firenze Palazzo Strozzi Leon Battista Alberti 11/3-23/7

Messina Museo Regionale Design finlandese La Collezione Mangano 25/3-30/6

Milano PAC Less: Strategie alternative dell’abitare 5/4-18/6 Centro Culturale Svizzero Architetture di paesaggio: sguardi sull’architettura dal Ticino 12/5-24/6

Roma

Chicago

Casa dell’Architettura Cinque installazioni per un anno Fino al/through 16/9

Art Institute Drawings In Dialogue: Old Masters Through Modern 3/6-30/7

Torino Fondazione Merz Derossi Associati racconti di architettura 13/5-23/7

Vicenza Basilica Palladiana Paolo Portoghesi Architetto: Natura e Storia – Omaggio a Palladio 21/4-2/7 Vincitori Premio Dedalo Minosse 2005 19/5-23/7

Olanda / Holland Amsterdam Zuiderkerk Museum West 8, Urban Nature 15/5-15/7 Stichting Droog Design Simply Droog – 10 + 3 years of creating, innovation and discussion 23/4-23/7

Rotterdam Netherlands Architecture Institute Gispen in Rotterdam: Representing Modernism 3/3-11/6 New Breed of Architects Navigate the DynamiCity - Tactics for a Changing Metropolis 25/3-11/6 China in Rotterdam: Contemporary Architecture in China 11/6-3/9

Polonia / Poland Warsaw Center for Contemporary Art Transit Spaces Fino al/through 29/7

Svizzera / Switzerland Mendrisio Galleria dell’Accademia di Architettura Aires Mateus Architecture: Gonçalo Byrne 18/5-23/6 Venezia, progetti di diploma: Stanislaus van Moos 15/7-15/10

Museum of Contemporary Art Sustainable Architecture in Chicago 9/9-6/1/2007

Los Angeles LACMA Ettore Sottsass, Designer 12/3-11/6 Glass: Material Matters 30/4-10/12

Monterey CA Maritime Museum of Monterey Auditorium Visions of Utopia Fino al/through 17/11

New York Noguchi Museum Best of Friends: R.Buckminster Fuller and Isamu Noguchi 19/5-15/10 Milk Gallery Milano Made in Design 18/5-10/6

Philadelphia ICA Peter Eisenman and Laurie Olin Settembre/September

Salem Peabody Essex Museum Taj Mahal, the Building of a Legend 15/10/2005-23/7

Washington National Building Museum The Green House: New Directions in Sustainable Architecture and Design 1/5-31/7 Prairie Skyscraper: Frank Lloyd Wright’s Price Tower 17/6-17/9

Mostre d’arte Art Exhibitions

USA

Austria Kunstforum Onda Latina 2/6-18/6 Raising Stars 16/10-31/10

Musée Granet Cézanne en Provence 9/6-17/9

MAK The Soul Remains the Same: Creating Spaces in the MAK 26/4-29/10 Jenny Holzer: Sharp Dialectics in the Charged Field of Art and Politics 16/5-17/9 Chapeau!-Didier Roth Sculptural Fingerwear 7/6-29/10

Rencontres d’Arles 4/7-17/9

BA-CA Kunstforum Crazy Love From Dalí to Bacon 8/3-18/6 Kunsthaus Giger in Vienna 24/5-1/10

Belgio / Belgium Antwerp Momu Yohji Yamamoto: Dreamshop 7/3-13/8

Bruxelles Musées Royaux d’art e d’histoire Art of Tibet – The Léon Verbert Collection 29/3-27/8

Brasile / Brazil Sao Paulo 27th São Paulo Biennial 8/10-17/12

http://bienalsaopaulo.globo.com

Cipro / Cyprus Nicosia Manifesta 6 European Biennial of Contemporary Art 23/9-17/12 www.manifesta.org

http://busanbiennale.org/eng_index.htmll

Queensland Gallery of Modern Art APT 2006 - Asia-Pacific Triennial Novembre/November www.qag.qld.gov.au/apt

Gwangju Gwangju Biennial 2006 8/9-11/11 www.gwangju-biennale.org

Danimarca / Denmark

Bellingham WA

Sydney

Humlebaek

Whatcom Children’s Museum Gimme Shelter Fino al/through 3/9

Biennale of Sydney 2006 8/6-27/8

Louisiana Museum Baselitz Painter Fino al/through 6/6

www.biennaleofsydney.com.au/index.html

Arles

Caen Musée des Beaux-Arts Splendeur de Venise 1/4-4/7

Carquefou FRAC Mathieu Mercier 8/4-18/6

Lille Musee d’histoire naturelle Les gardiens de la foret des ombres 30/10/2005-30/6

Lyon Musée d’Art Contemporain Soundtrack for an Exhibition 8/3-11/6 Bettina Rheims 15/6-13/8 Kader Attia 15/6-13/8 Muséum Ni vu, ni connu - Paraître, disparaître, apparaître Fino al/through 2/7

Mouans.Sartoux

Busan Metropolitan Art Museum Busan Biennale 2006 27/5-15/11

Brisbane

Francia / France Aix-en-Provence

Busan

Australia

+ europaconcorsi

Vienna

Corea del Sud / South Korea

Zürich ETH Giuliani.Hönger – dreidimensional 8/6-6/7 Werk – Serie: Fritz Stucky 1/6-6/7

AGENDA

Espace de l’Art Concrete/Donation Albers-Honegger Art Multiple 29/1-11/6

Nice MAMAC Jean Pierre Raynaud: Les Raynaud de Raynaud 25/3-10/9

Paris Louvre Ingres 22/2-15/7 Centre Pompidou Tête à Tête 8/2-4/9 James Turrell, Alta White 8/3-25/9 Morphosis 8/3-17/7 Los Angeles 8/3-17/7 Le Mouvement des image 29/3-29/1/2007 Collage(s) de France, une archéologie du cinéma par Jean-Luc Godard 26/4-14/8 Prix Marcel Duchamp, Claude Closky 17/5-31/7 Galeries Nationales du Grand Palais Jungles à Paris: la peinture du Douanier Russeau 15/3-19/6 L’Avventura: Les avant-gardes italiennes 1910-1950 5/4-3/7

La Force del’Art 9/5-25/6 Jeu de Paume-Espace Concorde Cindy Sherman 16/5-3/9 Lee Friedlander 19/9-31/12

Fotografie als Bild 21/1-30/6

Giappone / Japan Tokyo

Jeu de Paume-Hôtel Sully Viva - Une agence photographique 1972/1982 20/6-10/9 Joel Meyerowitz 3/10-24/12

Museum of Contemporary Art The Fondation Cartier Collection 22/4-2/7

Musée de La Poste Gaston Chaissac, homme de lettres 11/4-22/7

Bexhill on Sea

Musée Carnavalet Bijoux de stars Gala de l’Union des artistes 25/1-25/6 Portraits d’artistes de la collection Hippolyte Destailleur 21/5-18/6 Musée d’Orsay Du Symbolisme à l’Expressionisme : Willumsen (1863-1953), Artiste Danois 26/6-17/9 Ecole nationale supérieure des beauxarts Kaléidoscope 23/5-13/7 Maison Rouge Bruit et fureur, the works of Henry Darger (1892-1973) Michaël Borremans, painting and drawing Denise A. Aubertin, cooked books In the Patio, Nicolas Darrot 8/6-24/9 Institut du Monde Arabe Langages du desert: Artistes contemporains du Golfe 3/5-9/7

Gran Bretagna / Great Britain De La Warr Pavilion Bridget Smith 2/4-2/7 Erich Mendelsohn Graham Ellard & Stephen Johnstone 8/4-2/7

Edinburgh National Galleries of Scotland Thoroughly Modern Women 22/3-28/8 The Smoking Room 24/3-2/7 Stranger Than Life: 400 Years of Caricature 7/4-9/7 Visiting Picasso 29/4-9/7 Felicitas Vogler: World of Light 6/5-9/7 Devil in Detail: The Paintings of Adam Elsheimer (1578-1610) 23/6-3/9

Liverpool The Tea Factory Liverpool Biennial 2006 16/9-26/11 www.biennial.com

Strasbourg

Tate Bruce Nauman 8/4-1/10

Musée d’art moderne et contemporain Jean-Marc Bustamante, Ed Ruscha 7/4-23/7

London

Valenciennes Musée des Beaux Arts Max Ernst. Au seuil du hazard 6/4-26/6 Lucien Jonas 12/5-28/8

Germania / Germany Berlin Museum für Fotografie Raymond Depardon 7/6-29/7 Guggenheim Art of Tomorrow-Hilla von Rebay und Solomon R. Guggenheim 13/5-13/8 Cai Guo-Qiang 26/8-15/10

Frankfurt Schirn Kunsthalle The Youth of Today 7/4-25/6

Herford Marta Herford Kunst als Möbel im Winderstand 10/3-25/6

Tate Modern Kandinsky 9/6-24/9 Pierre Huyghe 5/7-24/9 Estorick Collection of Modern Italian Art Morandi’s Legacy: Influences on British Art 5/4-18/6 Luigi Russolo and Music (TBC) 4/10-17/12 Hermitage Rooms at Somerset House The Road to Byzantium: Luxury Arts of Antiquity 30/3-3/9 Somerset House Gilbert Collection Bejewelled by Tiffany, 1837-1987 24/6-26/11 National Hall, Olympia Ground Floor The Hali Fair: Carpets, Textiles and Tribal Art 8/6-18/6 Mayfair London Sculpture Week 15/6-23/6 V&A Che Guevara: Revolutionary and Icon 7/6-28/8 Leonardo da Vinci: Experience, Experiment and Design 14/9-7/1/2007

215 l’ARCA 107


AGENDA National Hall Olympia Textile & Tribal Art 8/6-18/6 Serpentine Gallery Thomas Demand 6/6-20/8 Various Venues (www.londonsculptureweek.com) London Sculpture Week15/6-23/6

Italia / Italy Agliè (Torino) Castello Scultura Internazionale 2006. Opere contemporanee nell’architettura del Castello e del Parco 11/6-15/10

Assisi (Perugia) Museo Pericle Fazzini Fazzini: Piccole sculture 11/3-16/9

Barletta (Bari) Palazzo della Marra De Nittis e Tissot 12/3-2/7

Benevento Palazzo Paolo V ABC 25/3-2/7

Bergamo GAMeC Giulio Paolini Mario Finazzi 6/4-16/7

Biella Cittadellarte-Fondazione Pistoletto Arte al centro 2006: il gioco 23/6-12/11

Bologna Galleria de’ Foscherari Cesare Tacchi: “Zigzagando” Fino al/through 31/12 Marcello Jori - Camera nera Camera bianca 3/5-30/6 Galleria Studio G7 Rubik 20/5-30/6

Bondeno (Ferrara) Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Artiste Teppiste, 30 dispettose ragazzacce dell’arte contemporanea 26/3-25/6

Busto Arsizio (Varese) Palazzo Cicogna Daniele Crespi 29/4-25/6

Ciliverghe di Mazzano (Brescia) Musei Mazzucchelli Versace. Il genio della moda e l’arte 5/5-29/10

108 l’ARCA 215

+ europaconcorsi

Codroipo (Udine) Villa Manin a Passariano Infinite Painting-Pittura Contemporanea e Realismo Globale 9/4-24/9

Como Villa Olmo René Magritte 25/3-16/7

Fabriano (Ancona) Spedale di Santa Maria del Buon Gesù Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento 21/4-23/7

Faenza (Ravenna) Mic Angelo Biancini. Sculture e ceramiche dagli anni Trenta al dopoguerra” 1/6-3/9 GAM Concetto Pozzati 14/5-30/6

Ferrara Castello Estense I camerini del principe 13/4-18/6

Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana Gregorio Magno: L’invenzione del Medioevo 7/4-25/6 Galleria degli Uffizi La Mente di Leonardo. Nel laboratorio del Genio Universale 28/3-7/1/2007 Museo del Bargello Giambologna, gli dei, gli eroi. Genesi e fortuna di uno stile europeo nella scultura 2/3-15/6

Frascati (Roma) Scrivere la città 5/5-20/6

Genova Palazzo Ducale Tempo Moderno. Lavoro, macchine e automazione nelle Arti del Novecento 13/4-31/7 Museo di Palazzo Reale Caffi e Genova: La percezione del paesaggio ligure a metà Ottocento 11/3-11/6

Guarene d’Alba (Cuneo) Fondazione Sandretto Re Rabaudengo GE/06 - Da Guarene all’Etna 7/5-30/7

La Spezia Museo Civico “Amedeo Lia” Venezia – Capolavori dal XIV al XVIII secolo nelle Collezioni Lia 18/3-1/10

Lecce Museo Provinciale Sigismondo Castromediano

AGENDA

+ europaconcorsi

Il lavoro inciso - Capolavori dell’arte grafica da Millet a Vedova 28/4-27/8

Galleria Raffaella Cortese Jessica Stockholder 25/5-29/7

Rivoli (Torino)

Trento

Lecco

Compagnia del Disegno Domenica Ragazzoni 3/5-1/7

Castello Concetto corpo e sogno: Lawrence Weiner, Susan Hiller, Dan Graham, Joseph Kosuth, Joan Jonas 28/3-30/7

Castello del Buonconsiglio Girolamo Romanino: l’altro volto del Rinascimento 29/7-29/10

Musei Civici di Lecco - Villa Manzoni e il Civico Museo della Seta Abegg di Garlate Tessere il futuro – Weaving the future. Innovazione tecnica e ricerca estetica nella produzione tessile del Distretto Lecchese 30/4-18/6

Mamiano di Traversetolo (Parma)

Modena Palazzina dei Giardini Piero Gilardi. Interdipendenze 14/5-16/7 Palazzo Santa Margherita Adrian Paci – Raccontare 14/5-16/7

Montefalco (Perugia)

Fondazione Magnani-Rocca Da Monet a Boltanski-Capolavori del Novecento dal Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne 2/4-16/7

Chiesa Museo di San Francesco Luigi Frappi 14/4-27/8

Masnago (Varese)

Orvieto (Terni)

Castello Innocente Salvini (1889-1979) 27/5-15/10

Palazzi Papali e Chiesa Sant’Agostino Le stanze delle meraviglie Da Simone Martini a Francesco Mochi. Verso il nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto 13/4-7/1/2007

Migliarino Pisano (Pisa) Magazzini Salviati Il bosco del mito 10/6-10/7

Padova

Milano

Musei Civici agli Eremitani Oreste Da Molini 1856-1921 2/4-9/7

Palazzo Reale Max Bill 29/3-25/6

Museo di Villa Breda Alberto Bertoldi: Sfingi Celesti 28/5-18/6

Castello Sforzesco Indoamerica: Archeologia ed etnografia del Sud America 17/2-29/1/2007

Padula (Salerno)

Fondazione Arnaldo Pomodoro Vincitori Concorso internazionale per giovani scultori 18/5-31/7 Galleria Corsoveneziaotto Wim Delvoye: Voilà les cochons! 6/4-30/6 Galleria Forni Enrico Lombardi: Aria di vetro 4/5-11/6 Galica Arte Contemporanea Emily Allchurch, Model City 5/5-1/7 Galleria Tega Botero 9/5-15/7 Fondazione Prada Tom Sachs 7/4-15/6 Palazzo della Fondazione Stelline Il lavoro inciso - Capolavori dell’arte grafica da Millet a Vedova 14/9-21/10 Centre Culturel Français Erwan Frotin & Sandrine Pelletier: Defi Fantastique 19/5-10/7 Arengario Martin Creed 16/5-18/6 A Arte Studio Invernizzi Rudi Wach 24/5-7/7 Galleria Suzy Shammah Paula Wilson 24/5-22/7

Certosa San Lorenzo Fresco Bosco 23/6-23/9

Parma Cattedrale I 900 anni della cattedrale di Parma Fino al/through 3/12

Pergine Valsugana (Trento) Castello Annamaria Gelmi, sculture, dipinti, sculture 22/4-6/11

Perugia Palazzo della Penna Sound & Vision 29/4-25/6

Piacenza Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi Un altro Ottocento. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana Fino al/through 25/6

Prato Fondazione Museo del Tessuto Intrecci Mediterranei: Il tessuto come dizionario di rapporti economici, culturali e sociali 5/5-30/9

Ravenna MAR - Museo d’Arte della Città di Ravenna Turner - Monet - Morandi - Pollock. Dal Romanticismo all’Informale, omaggio a Francesco Arcangeli 19/3-23/7

Roma Chiostro del Bramante Annibale Carracci 15/2-15/6 Palazzo delle Esposizioni Mark Rothko 8/3-17/7 Complesso Monumentale del Vittoriano Modigliani 24/2-20/6 Basilica di San Pietro, Braccio di Carlomagno La Guardia Svizzera Pontificia: 500 anni di storia, arte, vita 29/3-30/7 Istituto di Cultura Giapponese Il dono del gelso 21/4-17/6 Palazzo Venezia Ai confini del reale, antologica di Rosetta Acerbi 8/6-9/7 Accademia tedesca a Villa Massimo Rosemarie Trockel 19/5-30/6 Cinecittàdue Arte Contemporanea Marco Anelli: Il calcio 7/5-30/7

Rovereto (Trento) Martedì Cinema e Fumetto 27/5-17/9

Rubiera (Reggio Emilia) L’Ospitale Giorgia Beltrami 13/5-17/6

San Severino Marche (Macerata) Palazzo Servanzi Confidati Bernardino Di Mariotto 25/3-31/8

Siena Complesso museale Santa Maria della Scala/Palazzo Squarcialupi Pio II, la città, le arti 23/6-8/10

Torino Palazzo Cavour Metropolitanscape Paesaggi urbani nell’arte contemporanea 31/3-2/7 Palazzo Bricherasio Minjung Kim – Vuoto nel pieno 26/5-25/6 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Patrick Tuttofuoco: Revolving Landscape 12/4-11/6 Vitamin Arte Contemporanea Roberto Ago, Phoenomena 18/5-31/6

Galleria Civica di Arte Contemporanea Il potere delle donne: Femmine, femminilità e femminismo nell’arte contemporanea 11/3-11/6 Galleria Civica Neverending Cinema 23/6-24/9

Varese

Van Gogh Museum Rembrandt-Caravaggio 24/2-18/6 Wonders of Imperial Japan: Meiji Art from the Khalili Collection 7/7-5/11

Rotterdam Kunsthal Rotterdam The Art of Chinese Jewellery 21/1-18/6 KunsthalCOOKING II Festival for real taste 29/9-1/10

Repubblica di San Marino San Marino Republic

Villa Menafoglio Litta Panza Richard Long - Really, really simple 13/4-25/6

San Marino

Venezia

Museo di San Francesco Romagna Futurista 14/4-10/6

Palazzo Grassi Where are we going?: opere dalla Collezione François Pinault 30/4-1/10 Museo Diocesano Il Ciclo di Santa Caterina e la quadreria del Palazzo Patriarcale 6/10/2005-30/7 Collezione Peggy Guggenheim Lucio Fontana. Venezia/New York 24/6-24/9 Palazzo Franchett La Collezione Pontus Hulten 9/3-30/7 Museo Correr ARP: Jean et Sophie – DaDa e oltre 8/4-16/7 Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti, Palazzo Franchetti Pontus Hulten-Artisti da una collezione: Sam Francis, Warhol, Ernst, Brancusi, Malevic, Duchamp, Rauschenberg, Vedova, Oldenburg 5/3-9/7 Ca’ Rezzonico Canaletto – Brustolon, Le feste ducali - Rami e Stampe dalle collezioni del Museo Correr 21/4-6/11

Verona Heart Gallery Renato Begnoni: con i miei occhi 20/5-30/7

Vicenza Gallerie di Palazzo leoni Montanari Restituzioni 2006 25/3-11/6

Vigevano (Milano) Castello Sforzesco La donna oggetto. Miti e metamorfosi al femminile 19002005 20/5-30/7

Singapore Varie Sedi Singapore Biennale 2006 4/9-12/11 www.singaporebiennale.org

Spagna / Spain Sevilla Monasterio de la Cartuja de Santa María de las Cuevas BIACS 2 - International Biennial of Contemporary Art Ottobre/October-Gennaio/January 2007 www.fundacionbiacs.com

Svizzera / Switzerland Basel Art Basel 14/6-18/6

Bellinzona Villa dei Cedri Sonia Delaunay: Atelier Simultané 1923-1934 12/4-11/6

Genève Centre d’art contemporain Photo-Traffic 9/6-30/7 Conversation Pieces 9/6-20/8 Collaboration Avec La Bâtie – Festival De Genève 28/8-3/9 Genève, Artistes Et Créateurs D’aujourd’hui Bourses des Fonds Berthoud, Lissignol-Chevalier et Galland 9/9-8/10

Martigny Fondation Pierre Gianadda Camille Claudel et Rodin. L’incontro di due destini 3/3-11/6 Capolavori della pittura europea-Dal Metropolitan Museum of Art di New York 23/6-12/11

Rihen Fondation Beyeler Henri Matisse: Figure Colour Space 19/3-9/7

Thun Kunstmuseum Thun Swiss Pop 2/7-27/8

Zurich Kunsthaus Zürich Ed Ruscha. Photographer 19/5-13/8 Alberto Giacometti. Die Originalgipse 19/5-30/7 Migros museum für gegenwartskunst Marc Camille Chaimowicz 8/4-18/6 Gabriela Fridriksdottir 1/7-13/8 It’s Time for Action – New Feminism in Contemporary Art 26/8-29/10 Robert Kusmirowski 11/11-7/1/2007

USA Chicago The Art Institute Casas Grandes and the Ceramic Art of the Ancient Southwest 22/4-13/8 Drawings in Dialogue: Old Masters through Modern Harry B. and Bessie K. Braude Memorial Collection 3/6-30/7 Harry Callahan: The Photographer at Work 24/6-24/9 So the Story Goes: Photographs by Tina Barney, Philip-Lorca di Corcia, Nan Goldin, Sally Mann, and Larry Sultan 16/9-3/12 Museum of Science and Industry Leonardo da Vinci – Man, Inventor, Genius 14/4-4/9

Dallas Museum of Art The Société Anonyme: Modernism for America 10/6-16/9

Lugano

Duke (North Carolina)

Amsterdam

Museo d’Arte Moderna Christo e Jeanne-Claude: 1958 -2003 5/3-18/6

The Nasher Museum The Evolution of Nasher Collection 2/10/2005-21/5

Hermitage Amsterdam, Neerlandia Building Silver Wonders from the East: Filigree of the Tsars 27/4-17/9

Museo Cantonale d’Arte Che c’è di nuovo? La scena artistica emergente in Ticino 20/5-2/7

Olanda / Holland

Los Angeles Hammer Museum The Société Anonyme: Modernism for America 23/4-20/8

215 l’ARCA 109


AGENDA Malibu Getty Villa Molten Color: Glassmaking in Antiquity Fino al/through 24/7

New York MoMA Dada: Zurich, Berlin, Hannover, Cologne, New York, Paris 18/6-11/9 Guggenheim NY No Limits, Just Edges: Jackson Pollock Paintings on Paper 2/6-29/9

Philadelphia Museum of Art Andrew Wyeth: Memory and Magic 25/3-16/7 ICA Input-Output: Art After Cologne Candida Höfer: Architecture of Absence Soft Sites Ramp Project: Zoe Strauss 22/4-30/7

Salem Peabody Essex Museum Carved by Nature: Untamed Traditions in Chinese Decorative Art 19/6-13/8 Painting Summer in New England 22/4-4/9

San Diego Musuem of Art Andy Warhol’s Dream America 17/6-10/9

San Francisco SFMOMA Anselm Kiefer. Heaven and Earth 12/10-14/1/2007

+ europaconcorsi

Salone internazionale del mobile, delle finiture e del design/International trade fair of furniture, finishing and design 19/9-22/9 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28 20139 Milano Italia Tel.+39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 Internet: www.internationalshow.it E-mail: info@internationalshow.it

Guangzhou International Exhibition and Congress Centre Light Building Salone internazionale dell’illuminotecnica/International trade fair of lighting technology 8/6-11/6 Per informazioni: Guangzhou Guangya Exhibition & Trade Co. Angel Ho Messe Frankfurt Ltd Tel.+852 22389924 Fax +852 25198632 Internet: www.lightbuilding.messefrankfurt.com E-mail: info@hongkong.messefrankfurt.com

Shanghai International Expo Centre Bauma Salone internazionale dei macchinari, attrezzature e veicoli da costruzione/International trade fair for construction machinery, building material machines, construction vehicles and equipment 21/11-24/11 Per informazioni: Bauma China Henrike Burmeister Tel.+49 89 94920245 Fax +49 89 94920249 Internet: www.bauma-china.com, www.bauma.de E-mail: henrike.burmeister@ messe-muenchen.de

Francia / France

Washington

Paris

Hirshhorn Museum Jim Lambie 13/5-10/9 Black Box: Francis Alys 17/4-10/9 Anselm Kiefer. Heaven and Earth 22/6-10/9

Porte de Versailles Salon des Energies Renouvables Salone internazionale delle energie rinnovabili/International trade fair of renewable energies 15/6-17/6

Williamstown The Sterling and Francine Clark Art Institute The Clark Brothers Collect Renoir to Matisse, Homer to Hopper 3/6-4/9

Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Per informazioni: Sepelcom Avenue Louis Blériot BP 87 69683 Chassieu Cedex Tel. +33 4 72223256 Fax +33 4 72223258 Internet: www.energie-ren.com E-mail: batiment@sepelcom.com

Equip Baie Mostra internazionale della finestra, chiusure e protezioni solari/International trade fair of windows, frameworks and solar protection

Germania / Germany Düsseldorf Azerbaijan Baku Sport and Exhibition Complex BakuMebel

110 l’ARCA 215

Messe Glasstec Salone internazionale delle tecnologie per il vetro/International trade fair of glass technology 24/10-28/10

Per informazioni: Messe Düsseldorf Postfach 101006 40001 Düsseldorf Tel. +49 211 456001 Fax +49 211 4560668 Internet: www.glasstec.de

Giappone / Japan Chiba Makuhari Messe Japan DIY Momecenter Show Salone internazionale del design di interni/International trade fair of interior design 24/8-26/8 Per informazioni: Japan DIY Industry Association Shin-Kanda Bldg. 5F, 1-8-5 Kajicho, Chioda-ku Tokyo 101-0044 Japan Tel. +81 3 32564475 Fax +81 3 32564457 Internet: www.diy.or.jp

Italia / Italy Montichiari (Brescia) Centro Fiera del Garda Metalriciclo Mostra-convegno sulle tecnologie per il recupero e il riciclo dei rottami metallici 14/9-16/9 Per informazioni: Edimet Spa Via Corfù 102 25124 Brescia Tel. +39 030 2421043 Fax +39 030 223802 Internet: www.edimet.com E-mail: federica.zaccaria@edimet.com

Rimini Fiera Tecnargilla Salone internazionale delle tecnologie e delle forniture all’industria ceramica e del laterizio International trade fair of technology and supplies for the ceramic and brick industries 28/9-2/10 Per informazioni: Rimini Fiera spa Via Emilia 155 47900 Rimini Tel. +39 0541 744.643 Fax +39 059 828453 Internet: www.tecnargilla.it E-mail: segreteria@tecnargilla.it

Ecomondo Energia Salone internazionalesui materiali e le energie rinnovabili e sostenibili International trade fair on material and energy recovery and sustainable development 8/11-9/11 Per informazioni: Ecomondo Energia Giorgia Maioli Tel.+39 0541 744295 Fax +39 0541 744475 Internet: www.riminifiera.it E-mail: i.canarecci@riminifiera.it

Portogallo / Portugal Porto Feira Internacional Exponor Concreta Salone internazionale dell’industria delle costruzioni International exhibition for the construction industry 24/10-28/10

Per informazioni: Exponor Feira Internacional do Porto 4450-617 Leiça da Palmeira Tel.+351 22 9981400 Fax +351 22 9981482 Internet: www.exponor.pt E-mail: info@exponor.com

Russia / Russie St.Petersburgh Lenexpo Exhibition Centre Baltic Build Salone internazionale dell’industria delle costruzioni, della ceramica, dell’arredobagno, dell’architettura, delle tecnologie, materiali e prodotti International trade fair of building industry, ceramics, bath furniture and equipment, exterior and interior architecture, technologies, materials, products 13/9-16/8 Per informazioni: Invernizzi International Sales Viale Bacchiglione 28, 20139 Milano Italia Tel.+39 02 57403340 Fax +39 02 57402055 Internet: www.internationalshow.it E-mail: info@internationalshow.it

Spagna / Spain Madrid Feria Matelec Salone internazionale delle attrezzature elettriche ed elettroniche International exhibition of electrical and electronic equipment 24/10-28/10 Per informazioni: IFEMA-Feria de Madrid 28042 Madrid Internet: www.ifema.es

USA Chicago Merchandise Mart Neocon World Trade Fair 2006 Salone internazionale del design e degli interni International trade fair of design and interiors 12/6-14/6 Per informazioni: Merchandise Mart 222 Merchandise Mart Plz Chicago, IL, USA Internet: www.merchandisemart.com/neocon

Las Vegas Convention Center GlassBuild America 2006 Salone internazionale di vetro, porte e finestre International trade fair of glass, windows and doors 19/9-21/9 Per informazioni: GlassBuild America Show Management 8200 Greensboro Drive, Suite 302 McLean, VA 22102-3881 Tel. +1 866 3425642, ext. 173 Fax +1 703 4420082 Internet: www.glassbuild.com E-mail: attend@GlassBuildAmerica.com, exhibit@GlassBuildAmerica.com


Ne l’Arca questo mese In l’Arca this month A ABC-Arte Benevento Cultura 98 ABCP Associazione Brasiliana de Cimento Portland 84 AB et Leroux 86 acadGraph GmbH 51 Accademia Tedesca Roma 97 A.D.C. 22 Carlo Aiello 42 Luciangela Aimo 86 Portella Alarcon 84 Andrea Alessi 95 C.Algas 11 Aliva 63 Woody Allen 42 Allianz Arena - München Stadion GmbH 50, 95 Allianz AG 50 Almeco 63 Alpine Bau Deutschland 50 Priscilla Alves Peixoto 84 Patrick Ambrosetti 50 Robero Amoretti 86 Ance 92 Alisa Andrasek 42 James Andrews 78 Franco Angeli Editore 101 Apogeo 101 Arassociati 95 Arcangelo 98 Arcelor 62 Rick Archer 78 Architecture for Humanity Chicago 86 Dario Argento 97 Argos Management 11 Dave Armbruster 80 Mario Antonio Arnaboldi 42, 101 Arup Italia Milano 62 Arup (Manchester) 50 Felipe Assadi 88 Astaldi 101 Pier Vittorio Aureli 91 Autodesk 100 Avatar 91

B

Ray Ball 78 Bartesaghi 62 Enrica Barzaghi 62 Andrea Bassi 95 Luca Basso Peressut 101 Cezar Bavaresco 84 Mouloud Behloul 22 Andreas Beier 50 Dante O. Benini 62 Gianni Benvenuto 62 Luca Bergo 26, 28 M.Bermudo 11 Felix Beyreuther 50 Sven Bietau 50 Massimo Bilò 92 Carla Stella Bisquolo 84 Dan Allen Blankenship 82 Joachim Blüher 97 Christian Boltanski 97 Elise Bon 22 Fernando Botero 98 Jean Pierre Bouanha 11 Andrea Branzi 101 Lorenza Branzi 101 Brininstool+Lynch 86 R.Brufau 11 B720 11 BTicino 99 Richard Burdett 91 Burle Marx & Cia Ltda. 76, 84 Daniel Burnham 42 Dan Burton 86 Buzzi e Buzzi 95

C

Luigi Caccia Dominioni 92 Jean-Claude Cadalbert 50 Alessandra Caiaco 82 Andrés Cajiga Ramírez 80 Santiago Calatrava 4, 5 Lorenzo Capobianco 91 Elena Cardani 22 Fabrizio Cardini 93 Thaís Cardoso 82 Cesare M. Casati 1, 76 Dacio Carvalho 84 Aldo Castellano 2 Antonio Cavallazzi 62 Luca Cazzaniga 95 CCA Montreal 95 CE/Jean-Marc Weill 22 Centre Culturel Milano 97 Centre Pompidou Paris 96 Centro Culturale Svizzero Milano 95 Georgios Chaitidis 50 Rudy Chiappino 96

Michele Chiaromonte 86 Stefano Chiaromonte 86 Changhak Choi 44 Christo 96 Franco Cislaghi 62 Citterio 63 Clarence Westbury Foundation 96 Cogedim 86 Michele Coletti 86 Giorgio Colussi 78 Comitato San Maurizio 86 Comune di Milano 92 Consorzio Cooperativo Costruzioni Milano 28 Consorzio Muratori e Braccianti di Carpi 28 Carlo Conforti 62 Corraini Arte Contemporanea 101 Dominique Corvez 22 Crédit Agricole Immobilier 86 Christian Cresci 86 Luiz Fernando Cruvinel Teixeira 82 Gualtiero Cualbu 76 Ronnie Cutrone 98

D

Gustavo Leivas da Costa Araujo 84 Fabio D’Agnano 101 Yves Dana 98 Claudio De Albertis 92 José Carlos De Almeida 82 Piero De Amicis 92 Carlos Roberto de Azevedo 84 Arnauld de Bussierre 11 Isabela de Carvalho Ono 84 Julio de Carvalho Ono 84 Maria de Fátima Agra 84 Renato De Fusco 101 Carlo Degiacomi 86 Ludovico De Lalla 62 Fernando Augusto Acylino De Lima 82 Jacopo della Fontana 4 Stefano Delle Piane 86 Egidio Dell’Orto 42 Gabriele del Mese 62 Alessandra De Martini 101 Domenico De Masi 92 Michel Desvigne 86 Pierre de Meuron 50 De Yturbe/EDSA 76 De Ytyurbe Arquitectos 80 José de Yturbe Bernal 80 José de Yturbe Sordo 80 Gregor Dietrich 50 Stefano Dilani 91 Greg Dingizian 5 Jean-François Dingjian 95 Marco Di Paola 92 Disano 63 DLC–Alberto Dal Lago 62 Piero Dorazio 98 Adriano Batista dos Santos 84 Evan Douglis 42 Philippe Dubost 22 Durisch+Nolli 95

E

Nick Eastwick 84 ECAL 97 EDSA 80 Barbara Eichhorn 98 Electa 101 Elettromeccanica Galli Italo 62 Engecorps 84 Henry L.English 86 Euroméditerranée etablissement public 86

F

Jean Fabre 93 Jean-Henri Fabre 93 Giuseppe Fallacara 91 FC Bayern München 50 J.Fernandez 11 Pierre Fernandez 82 Carlo Ferrari 101 Fernanda Ferrari 80 Jacques Ferrier 22 Alex Fhtenakis 50 Katja Fiebrandt 50 Finco 62 Roberto Fioravanzi 62 Carola Fiore 80 Elio Fiorucci 93 Juliana Fleury 82 F.lli Zanchetta 62 Fondazione Fiera Milano 28 Fondazione Merz Torino 97 Antonio Fornaroli 42 Rafael Forshaid 84 Foster and Partners 20

FRAC des Pays de la Loire Carquefou 96 Eric Frisch 50 Martin Fröhlich 50 Erwan Frontin 97 Massimiliano Fuksas 86, 92 Fulget 63

G

Gaggenau 93 Galleria Pieroni Roma 97 Galleria Tega Milano 98 Gabriel García Marquez 98 Matteo Gatto 76 Geberit 100 John Gerbino 80 Etta Gerdes 95 Ghidini Illuminazione 99 Nicola Giacomin 62 Piero Gilardi 98 Giraudi-Wettstein 95 Santo Giunta 91 Global Engineering 63 Leonardo Gomes 84 Victoria González Expósito 46 Luca Gonzo 62 Grafiche Damiani 98 Grand Palais Paris 94 Chelsea Greemore 86 Vittorio Gregotti 92 Cristina Grossi 62 Paulo Sergio Grossi 84 Hans Gruber 50 Gruppo 7, 91 Gruppo Laserine 100 Decio Guardigli 50 Luigi Maria Guffanti 92 Harry Gugger 50 Adolfo Guzzini 92

H

Jürgen Habermas 42 Markus Haberstroh 50 Zaha Hadid 87 Cornelia Hahn Oberlander 95 Halvorson and Partners 20 Jonathan Hanahan 86 Nikolai Happ 50 Roman Harbaum 50 Haus der Kunst München 95 Lóránd Hegyi 97 hhpberlin 50 Hermann 100 Jacques Herzog 50 Herzog & de Meuron 50, 95 Hesap 100 Paul Hilton 84 Hoffmann & Janz Architects 33 Hans Hollein 91 Honeywell 100 Robert Hösl 50 HSB Malmö 5 Tim Hupe 50 HVB Immobilien 50

I

Ibering 11 IB Haringer 50 iGuzzini 63 Illy 93 Il Poligrafo 101 Immobiliare Nuova Valtellina 63 Impresa Donelli 63 IN/Arch 92 Industrie Cotto Possagno 99 Interface Italia 63 Iotti e Pavarani 91 IPM Italia 63 Fulvio Irace 92 Saverio Isola 86

J

José Jaguan 80 Michael Jantzen 89 Jeanne-Claude 96 Mitchell Joachim 48 Johnson Controls 63 Petra Maria Joos 98

K

Uta Kamps 50 Vallandro Keating 84 Philipp Kim 50 Tatiana Kirilova Kirova 86 Steve Kline 78 Kling Consult 50 Knauf 62 Knoll Argentina 63 Sebastian Koch 50 Josy Kraft 96 Kreon 63 Maristela Kunh 84

L

Lafarge 22 Salim Lamha Neto 84 E.Lapointe 11 Layetana Inmuebles 11 Le Corbusier 92 Franklin Lee 42 Vander Lemes 11 Ruggero Lenci 101 Lerch Bates and Associates 20 Corentin Lespagnol 22 Marinella Levi 101 Sol LeWitt 97 Michail Lieders 84 Giuseppe Lignano 42 Listone Giordano 99 Andrea Liverani 92 Liverani+Moteni 91 Locatelli & Ragazzo 92 Gregory Lombaert 22 Léopold Lombard 22 Lorenzon Techmec System 62 Rosa Lo Sito 101 Urs Lüthi 98 Lybra 101 Brad Lynch 86

M

Paolo Macchione 62 René Magritte 98 Roberto Malfatti 87 Jorge Manieu 88 Maurizio Marcato 101 Giovanni Marchiorello 93 Antonella Mari 91 Maurício Marino 82 François Marquet 22 Giseli Marquezin 84 F.Martinez 11 MART Rovereto 94 Kyle Martin 78 Gustavo Martins 82 Sebastian Massmann 50 Masstudio 91 Laurent Mathoulin 86 Christoph Mauz 50 Gabi Mazza 50 Ma0 91 Marcus McKenzie 86 Richard Meier 1 Fernando Meligeni 84 Paulo Mendes da Rocha 90 Mathieu Mercier 96 Kai Merkert 50 Mario Merz 97 Metalsigma Tunesi 62, 63 MHA Engenharia 84 Jean Mignon 4 Marco Milazzo Rene Misuri 84 Modulo 4, 91 Francesco Molinari 62 Enrico Molteni 92 Tomaso Monestiroli 91 Claude Monet 97 Mario Montalboddi 93 Giorgio Morandi 94 Raffaele Morelli 98 Moreno-Santamaria-Laezza 91 Vittorio Morpurgo 1 James Morris 101 Walter Mory Maier 50 Musée d’Art Moderne Saint-Etienne 97 Musée d’Orsay Paris 94 Musées Royaux des Beaux Arts Belgio 98 Renaud Muselier 86 Museo d’Arte Moderna Lugano 96

N

Roberta Naggi 62 National Gallery of Art Washington 94 Miquel Navarro 98 Neff 93 Pier Luigi Nervi 42 Jack Nicklaus 76 Nicklaus Design 78 Oscar Niemeyer 90 Nathalia Nogueira 82 Aldo Norsa 101 Jean Nouvel 10, 11 Bea Noves Salto 50 Nuovo Polo Fieristico Milano 101 Lucia Nusiner 62

O

A.Obiol 11 OBR–Open Building Research 91 Antonella Oddone 86 Officine Landini 62 Oficina de Arquitetos 76, 82

Ruy Ohtake 76, 84 Hélio Olga 84 Overland & Partners 76, 78 Haruyoshi Ono 84 Nico Orengo 86 Rafael Otsuka 84 Neri Oxman 48

P

Carlo Paganelli 10, 20 Palazzina dei Giardini Modena 98 Palazzo della Penna Perugia 97 Palazzo Paolo V Benevento 98 Simonetta Parazzoli 62 Gonzalo Pardo Díaz 46 P.Paris 11 Giovanbattista Pastorelli 91 Chris Patneau 78 Viviani Pedroni 84 Hélio Peixoto 84 Matthias Pektor 50 Sandrine Pellettier 97 Cesar Pereira Lopes 84 Décio Pereira 84 Luiz Pereira Barretto Arquitetura e Construção 84 Dominique Perrault 26, 28, 32, 33 Pessina Costruzioni 28 Jan-Frederik Peters 50 Petit Palais Paris 96 Renzo Piano 1 Massimo Pica Ciamarra 92 Carole Picard 93 Pilkington 62 Adrien Pineau 22 Marco Piva 99 A.Plasencia 11 Daniel Pokora 50 Polipress 101 Ana Paula Polizzo 82 Gio Ponti 42 Alberto Pontiroli 101 Giorgio Ponzo 86 Catherine Preiswerk 50 Suzanne Preston Blier 101 Franco Purini 91

R

F.Rabiet 11 Elano Ramos 82 Gilson Ramos 84 Guillaume Ranchin 22 Astrid Rappel 22 Daniel Reisch 50 Réunion des Musées Nationaux 94 Claudia Rhomberg 39 Isabell Richtez 82 Francesca Rinaldi 101 Rodrigo Rinaldi 82 Walter Rizzi 72 Alessandro Rocca 101 Rockwool Italia 92 Valentina Rognoli 101 Claudio Ronconi 86 John Root 42 Luis Gustavo Rosadas Campos 82 Alberto Rosselli 42 Mario Clemente Rossi 86 Roland Rossmaier 50 Christoph Röttinger 50 Henri Rousseau 94 Christophe Rousselle 88 R+R Fuchs 50 Arrigo Rudi 101 Thomas Ruff 95 Harriet Russell 101

S

Sadi 63 Sailer Stepan Partner 50 Saint Gobain Italia 62 Patricia Saldana Natke 86 Salone del Mobile 2006 Milano 99 Giuditta Santambrogio 92 Piera Sartori 88 Carolina Scalabrin 84 Philipp Schaerer 50 Amedeo Schiattarella 76 Schindler 63 Christoph Schuchardt 50 Christian Schühle 50 Harry Seidler 42 Selimex 72 Beate Semprich 50 Romano Sguinzi 62 Bob Shemwell 78 Sicis 99 Eva Simas 82 Sinesis 28 Skira 96 SMASH Architecture 86 Madison Smith 78

Società Vignola 76 SO.CO.TIS 62, 63 Socrate 42 Sérgio Sola 84 Somec 62 Somfy 63 Sonic Youth 97 Elia Spandri 50 Piera Spotorno 86 Elisa Stacchini 86 Angelo Stagno 39 Stalhbau Pichler 62 Andrea Stipa 91 Jonas Storsve 97 STT Group 20 Studio Archingegno 101 Studio Azzurro 98 Studio Elastico 91 Studio GPT-Giardini 62 Studio Passarelli 101 Studio Purini/Thermes 91 Carmelo Strano 91 Gianfranco Sanna 91 Studio EU 91 Sviluppo Sistema Fiera 28

T

Tabu 99 Enrico Tagliabue 92 Tate Modern London 94 Giulio Tega 98 Daniel Tobler 50 TGA Consulting 50 Ada Tolla 42 Hubert Tonka 11 Torno Internazionale 62, 63 Boris Torres 80 Luís Alberto Torres 80 T.P.E. 62 Domenico Triaca 93 Tommaso Trini 97 Rosemarie Trockel 97 Werner Tscholl 72 TSV 1860 München 50 James Turrell 96

U

Alberto Ulisse 91 Marcia Umeoka 84

V

Enzo Valladares 88 Giuseppe Valtolina 42 William Van Alen 42 Justin Vaughan 86 Fermin Vazquez 11 Maurizio Vegini 62 Susana Velasco Sánchez 46 Maria Teresa Verda Scajola 86 Vetreria Calvi & Figli 62 Villa Noailles Hyères 95 Villa Olmo Como Maurizio Vitta 62, 76, 91 Wolfgang Voltz 96 Maurizio Vogliazzo 76 Claudia von Hessert 50 Vogt Landschaftsarchitekten 50

W

Andy Warhol 97 Waterman International 20 WED (Wiener Entwicklungsgesellschaft für den Donauraum) 33 Ai Weiwei 95 Werning Tropp Schmidt 50 Tobias Winkelmann 50

Z

Miro Zagnoli 101 Laurie Zapalac 78 Rémy Zaugg 95 Christian Zerreis 50 Bruno Zevi 92 Mónica Zúñiga 80


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ARGENTINA Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar

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FRANCE (l’Arca International) Paris L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598 Lyon Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216

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