Cesare Maria Casati
Mea culpa
Self-Analysis
D
A
opo molti lustri che dirigo una rivista ancora una volta ho sentito definire, la mia e le altre riviste internazionali di architettura, come dei periodici di sola carta patinata con belle fotografie stampate bene. Insomma una specie “Playboy” per giovani e meno giovani progettisti che vogliono trovare nelle nostre pagine tutto quello che loro non riusciranno mai e poi mai a costruire. Dato che una piccola parte di verità in queste superficiali osservazioni esiste, mi sento costretto a parlare, anche con spirito autocritico, della qualità e ragione di quello che faccio e che facciamo. Questa civetteria di autoanalisi me la consento perché sono quaranta anni che opero, con responsabilità, scelte che mi portano a pubblicare progetti e testi sull’architettura e sul design. In parole brevi sul progetto. Ho sempre considerato le riviste di architettura come dei veri progetti culturali in progress che non prevedono una conclusione, ma impegnano i loro operatori a continui adeguamenti al mutare dei tempi e spesse volte, per chi ha più coraggio, a delle vere autocritiche nell’ammettere errori dovuti a riflessioni superficiali o allineate a linguaggi e mode culturali effimere. E’ evidente che chi sceglie e chi impagina è sempre condizionato dalla qualità, anche solo di estetica grafica, dell’immagine, e qualche volta pubblichiamo opere di aspetto affascinante e che giudichiamo di grande interesse progettuale (corredate magari da pochi disegni, perché l’autore è stato avaro). Può succedere che, non essendo state prima viste da chi le commenta, quando in seguito ci troviamo sul luogo menzionato e vediamo questi edifici nella realtà del contesto, possiamo qualche volta rimanere fortemente disillusi. Abbiamo come scusante anche il mutato atteggiamento dei progettisti nel documentare i loro lavori. Sino ad alcuni anni fa, prima dell’era informatica, quando le simulazioni erano incerte e i progetti documentati da modellini tipo presepio o magari disegnati a mano dall’autore (anche di grande valore artistico, basti pensare ai disegni di Paul Rudolph), le immagini fotografiche non riuscivano a illustrare completamente l’opera. Allora era decisamente necessario recarsi a vederla prima di deciderne la pubblicazione. Oggi, grazie ai formidabili mezzi informatici e digitali, riceviamo simulazioni e rendering talmente veritieri da confonderli con la realtà e in grado di documentare l’opera anche prima della costruzione in ogni dettaglio e in ogni differente situazione di luce o ambiente. Se poi è già stata costruita, riceviamo filmati e immagini digitali di tale perfezione grafica e riproduttiva che, anche per ragioni di tempo, ci convincono nelle scelte e negli apprezzamenti senza la necessità di una verifica della realtà sul luogo. Cosa che hanno capito anche i progettisti al punto, e ve ne sarete accorti, che sembra che i linguaggi espressi nei loro progetti e le scelte di impiego di tecnologie e astuzie decorative siano molte volte determinate proprio dal cercare di farle corrispondere ai criteri di scelta di alcune riviste, tra cui qualche volta anche la nostra. Situazione che quando si verifica, mentre da un lato ci gratifica perché significa che i nostri giudizi critici ed estetici vengono recepiti, dall’altro, quello più serio, ci mortifica perché vuol dire che la professione dell’architetto si sta identificando sempre più con scelte di marketing e di mercato e sempre meno con sperimentazioni autenticamente individuali che noi dobbiamo e vogliamo registrare e divulgare. Con la redazione abbiamo deciso, nel limite delle nostre capacità, senza stravolgere la nostra missione, di aumentare l’attenzione verso le avanguardie, verso i giovani di talento che pensano, scrivono e progettano senza occuparsi di come apparire sulle pagine stampate, e verso i nuovi maestri che presto saranno grandi. Progettisti emergenti che erano ancora giovani solo l’altro ieri. Un invito particolare verrà indirizzato ai vecchi maestri over sessanta perché riprendano a scrivere i loro pensieri e le loro esperienze per arricchire noi e forse un po’ meno se stessi, dovendo dedicare necessariamente meno tempo alla “bottega”.
fter many, many years in charge of a magazine, once again I have heard my and other international magazines of architecture described as glossy monthlies with neatly printed fancy pictures. In other words, a sort of “Playboy” magazine for young or not so young architects interested in seeing nice images of all those things they will never ever manage to build. Seeing as there is admittedly a tiny grain of truth in these rather superficial remarks, I feel obliged to speak rather self critically about the quality and underlying reasons behind what I and my staff try to do. I allow myself the coquetry of self-analysis because for forty years now I have been assuming the responsibility for decisions resulting in the publication of projects and texts on architecture and design. In other words, on the world of architectural design. I have always considered architectural magazines as authentic cultural projects in progress, which never actually conclude their work but just constantly strive to adapt to the times. Very often, in the bravest of cases, those working in this industry are self-critical enough to admit their mistakes due to either superficial thinking or a tendency to fall in line with transient cultural fashions and languages. Of course those responsible for choosing projects and their layout in print are inevitably constrained by the quality (even just the aesthetics of the graphics) of the images, and sometimes we publish works which look intriguing and which we consider to be of great interest in design terms (sometimes supplied with just a few drawings, because the designer has not been very generous with his or her material). It may happen that, since the projects have not actually been seen by those passing commenting on them, when we later find ourselves on the actual site location and see these buildings set in their context, we may occasionally be extremely disappointed. In our defence we might mention the changing attitude of architects as regards the way they document their works. Until a few years ago, before the age of computer technology, when simulations were rather roughshod and projects were outlined using little models rather like nativity scenes or even hand drawings by the designer himself (sometimes even of great artistic worth, like for instance the drawings by Paul Rudolph), photographs could not really illustrate a work properly. Back then a trip to actually see a building was vital in deciding whether it deserved to be published. Nowadays, thanks to wonderful computer and digital aids, we receive simulations and renderings which look so real it is easy to confuse them with reality. They can be used to outline a work in every detail and every imaginable lighting situation/setting, even before it is actually built. If indeed it has already been built, then we receive film clips and digital images of such graphic and reproductive perfection that, partly to save time, they convince us about the choices and comments to be made without even needing to bother with an inspection of the site. Architects, too, have realized this, so, as you will have noted, it now seems that the languages embodied in their projects and the choice of technology and decoration used are very often determined by attempting to make them comply with the selection criteria of certain magazines, including ours sometimes. So when this actually happens, we are in some respects quite pleased because it means that our critical and aesthetic judgment really counts, but, on a more serious note, we are also mortified because it means that the profession of architecture is now increasingly identifying with marketing and market strategies and increasingly less with genuinely individual experimentation, which we should and are indeed determined to promote and publicize. Together with the editorial staff we have decided, within the bounds of our capabilities and without jeopardizing our basic mission, to focus more closely on the avant-gardes and talented young people, who think, write and design without worrying about whether their work will appear in print, and also on the new masters who will soon achieve greatness. Emerging architectural designers who were still young until very recently. We will also be sending out a special plea to the old masters, over the age of sixty, to try and get them to write down their thoughts and experiences, more for our benefit than theirs, now that they inevitably devote less time to the “workshop”. 228 l’ARCA 1
Vasconi Associés
Credits Project: Vasconi Associés Architectes Team Project: Georgina Campos (project manager), Simona Albracht, Laetitia Laborde, Jean-Albert Latour (assistants), Christian Lobert, Edouard Pervès (worksite manager) Hydraulic Plans: Sodeg Strctures: Gren Economy: Atec Main contractor: Copibat Contractors: Hervé, Laubeuf, Chaput&Stabi Ciam, Serrurerie Ruiz, France Sols, Sgfi, Schindler, Screg Client: CEA (Commissariat à l’Energie Atomique)
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accontando il costante interagire fra il trasformarsi delle società umane e i cambiamenti degli assetti della natura, delle città, del paesaggio, si riesce a mettere in luce il compito che hanno voluto affrontare Claude Vasconi e Yves Lamblin nel realizzare la progettazione del Centro di Ricerche di Neuro-Iconografia a Saclay, alla periferia di Parigi. L’opera, commissionata dalla CEA, il dipartimento per il controllo dell’Energia Atomica, oltre agli scopi di obbligo per la sua funzionalità, vuole essere anche un evento in grado di favorire un’interpretazione unitaria di fenomeni difformi dipanatisi in tempi diversi nel mondo del progetto architettonico, ma che si influenzano reciprocamente nella trasformazione del tessuto della città. Infatti l’edificio, che appare come un elegante sofisma in acciaio e vetro e in acciaio e lamiera, adagiato sul territorio del centro di Saclay, non può che sollecitare un piccolo commento di chi crede che, dietro la sua determinata forma, si nasconda l’arroganza di un laboratorio atomico di ricerca e, nonostante la paura che genera l’argomento manipolato al suo interno, si ha difficoltà a digerire l’architettura del complesso, in quanto proietta sull’impresa pubblica il carisma di un’istituzione e di una forma sinuosa che ha preso in prestito il modello matematico dal DNA. Si presenta infatti come un fatto così totale, non solo come luogo di ricerca, ma quasi come il modello di un filantropismo illuminato, forse per l’azione riformistica e, nello stesso tempo, ripugnante che si agita nel dettato della guerra. E’ per questi motivi che si è reso indispensabile ricorrere a competenze scientifiche diverse nel realizzare le aggregazioni della struttura dello spazio interno ed esterno dell’edificio, in modo che il suo stesso scheletro si combini con ritratti geo/morfologici dell’ambiente circostante e, nello stesso tempo, con le influenze e le dinamiche sociali. Se si volesse, poi, cogliere un rapporto fra il linguaggio usato e le sue funzioni verrebbe naturale affermare, per esempio, che il Barocco sta alla carrozza tirata da cavalli come il Futurismo sta all’automobile. Un tempo vi erano edifici per funzioni sociali diverse trattati col medesimo linguaggio razionalista, diventato anche di regime, destinato a uniformare la città in un unico sentiero di immagini comuni. Il lavoro di Vasconi Associés è teso a ben più alte mete, in quanto desidera scoprire, nei meandri della scien-
za, cosa più si addice per l’identificazione di un tale intervento. E’ fuori dubbio che il progetto di Nerospin non appare semplicemente come un atto formale, ma risente di un attento esame teso al riordino dell’evoluzione del progetto architettonico. L’architettura delle cose e dello spazio deve assorbire anche il movimento, attraverso le linee e le curve con cui queste vengono generate. Per esempio, piazza San Pietro a Roma fu progettata da Gian Lorenzo Bernini seguendo i calcoli sulle ellissi studiate dal Vescovo poligrafo di Vigevano, lo spagnolo Juan Caramuel di Lobrowitz. Questo singolare personaggio è stato uno dei primi studiosi del rapporto fra il segno del progetto e lo spazio, così da rendere possibile poter aggredire, per esempio, un vuoto rinascimentale come è appunto piazza San Pietro, dando così la possibilità a Gian Lorenzo Bernini di generare nuovi movimenti percettivi. E’ vero, infatti, che il tracciato che regola il progetto architettonico si basa sulla cadenza delle linee e queste, come nel caso della strutturazione progettuale di una superficie architettonica, se si accentuano per frequenza in una progressione di una dimensione, portano con sé un elemento costante di ripetizione, ossia un ritmo. Ecco la forza che ha determinato la forma ordinata da Vasconi, che dimostra di aver acquisito un’audacia culturale decisamente inedita. Ancora una volta non vi sono dubbi sulla professionalità di Claude Vasconi, che si conferma un vero Maestro della nostra contemporaneità. Ciò facendo ci si riferisce ancora a un organismo architettonico come elemento divisibile; il ritmo allora diventa la base di tale organismo. I ritmi si possono dividere in due categorie: ritmi strutturali e ritmi organici, i primi divisibili e i secondi indivisibili in quanto sono segni in grado di generare delle articolazioni architettoniche. I tracciati ritmici, sia che si presentino come divisibili o siano individuali, offrono entrambi delle fondamentali possibilità di movimento. La ripetizione regolare di un’unità complessa, in questo caso della sinuosità di una parte delle facciate dell’edificio, diventa la caratteristica della sua formazione strutturale, per cui si può constatare in questa architettura un ritmo iterabile, che fa nascere la certezza del carattere strutturale e di identità del progetto. Mario Antonio Arnaboldi
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alking about constant interaction between transformations in human society and changes in the natural environment, cities and landscape helps us focus on the task that Claude Vasconi and Yves Lamblin took on when designing the Neuro-Iconographic Research Centre in the town of Saclay in the suburbs of Paris. In addition to its obvious purposes bearing in mind its function, the project, commissioned by the CEA, Atomic Energy Control Department, is also supposed to be an event capable of providing a unitary rereading of multifarious phenomena spread across different periods in time around the world of architectural design. Phenomena which reciprocally influence each other in transforming the urban fabric. In actual fact the building, which looks like an elegant steel and glass and steel and sheet-metal sophism located in the small town of Saclay, must inevitably be commented on by somebody who believes that behind its determined form it conceals the arrogance of an atomic research laboratory and that despite the fear inevitably aroused by what goes on inside it, it is hard to digest the sense of the overall architectural design, since it projects over public enterprise the charisma of an institution and a winding form borrowed from the mathematical model underpinning DNA. It actually presents itself as an all-encompassing fact, not just as a research place but almost a model for some sort of enlightened philanthropists, perhaps due to the simultaneously reformist and repugnant operations activated in the name of war. This is why there was a need to resort to different kinds of scientific expertise in designing the various structural aggregations forming the building’s interior and exterior space, so that its own skeleton would combine with the geo-morphological traits of the surrounding environment and, at the same time, with social dynamics and influences. If, then, we wanted to grasp some relation between the idiom used and its actual functions it would be natural to claim, for example, that the Baroque is to a horse-drawn coach what Futurism is to the motorcar. Once upon a time there were buildings serving various social purposes designed in the same rationalist idiom, which eventually became a sort of dictate, destined to
make the entire city look like one single path of common images. The work carried out by the Vasconi firm strives to much greater heights, since it aims to probe the meanders of science to find what is most fitting for this kind of project. There can be no doubt that the Nerospin project does not just look like some stylistic act, but clearly derives from a careful study aimed at redirecting the development of architectural design. The architecture of things in space must also absorb motion through the lines and curves through which all this is generated. Take, for instance, St. Peter’s Square in Rome designed by Gian Lorenzo Bernini based on the calculations of eclipses studied by the Bishop of Vigevano, the Spanish printer Juan Caramuel di Lobrowitz. This unusual character was one of the very first scholars of how design is related to space, making it possible to tackle, for example, a Renaissance void like St. Peter’s Square, thereby enabling Gian Lorenzo Bernini to generate new perceptual movements. It is, indeed, true that the layout governing the architectural design is based on the pattern of its lines, and that these lines, as in the case of structurally designing an architectural surface, carry with them some elements of constant repetition (i.e. a rhythm) if the frequency is increased in a dimensional progression. This is the force underscoring the form designed by Vasconi, proving he has acquired a decidedly unusual cultural boldness. Once again there can be no doubting Claude Vasconi’s professionalism, as he shows once again he is a true master on the modern-day scene. Once again we are referring to an architectural organism as a divisible element; rhythm becomes the basis for this organism. Rhythms may be divided into two categories: structural rhythms and organic rhythms, the former are divisible and the latter indivisible since they are signs capable of generating architectural elaborations. Rhythmic patterns, whether they be divisible or individual, allow for both these fundamental possibilities of motion. The irregular repetition of a complex units, in this case the winding nature of one part of the building façade, becomes the key to its structural form, so that we can detect in this work of architecture a traceable rhythm, which dictates the certainty of the project’s distinctive structural form and identity.
In queste pagine e in quelle successive, lo sviluppo ondivago che disegna il settore ovest del centro di ricerche in neuroscienze e radiodiagnostica Neurospin, nel Centro di ricerca Nucleare di Saclay, nord della Francia. Il complesso è formato da due edifici paralleli organizzati ai lati di una galleria centrale. L’edificio ovest, distribuisce a livello del piano terreno gli spazi di ricerca clinica e di ricerca RMN (Risonanza Magnetica Nucleare). These and following pages, the wave shaped design of the west section of Neurospin Neuroscience and Radio-diagnostics Centre in Saclay in the north of France. The complex is composed of two parallel buildings set along the sides of a central gallery. The west building holds the clinical research and RMN (Nuclear Magnetic Resonance) research on the ground floor.
Questioni d’ambiente Neurospin, Saclay
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Nella pagina a fianco, particolare della galleria di collegamento tra i due edifici e del blocco est, dove sono riuniti uffici, laboratori, spazi comuni, biblioteca e sala conferenze. Qui sopra, rendering del
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complesso e sotto, dal basso in alto, piante del piano terreno, del primo e del secondo piano. Opposite page, detail of the gallery connecting the two buildings and the east block holding the
office is, the bar at trees, communal spaces, library and conference whole. Above, rendering of the complex and, below, from bottom up, plans of the ground floor, first and second floors.
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Particolare del corridoio di distribuzione nel blocco est che beneficia del sistema di brise-soleil lamellari con una dosata illuminazione naturale.
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Detail of the distribution corridor in the east block which is fitted with a system of lamina sunscreens and a dose of natural lighting.
La galleria di distribuzione, vera colonna vertebrale di Neurospin, individua uno spazio di incontro permanente tra le diverse ĂŠquipe nazionali e internazionali, che frequentano il Centro.
The distribution gallery, the real backbone of Neurospin, marks a permanent meeting space for the various national and international teams working at the Centre.
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Behnisch Architeken
Dentro
Credits Project: Behnisch Architekten Partner-in-Charge: Martin Haas Project Architect: Katja Knaus Architects/designers: Daniel Neves-Pimenta; Ohh Hie Gown
House in a House, Hamburg
A
C
om’è ben noto ai progettisti, lo spazio interno costituisce una componente essenziale dell’architettura che, in sua assenza, perde tale valenza per trasformarsi in scultura o in scenografia. Risulta automatico porsi tale domanda ogni qual volta esaminiamo un’opera realizzata internamente a un’altra, come nel caso dell’ampliamento della Camera di Commercio di Amburgo nel quale la nuova architettura è costituita da un edificio realizzato dentro una preesistenza. Possiamo in questo caso parlare propriamente di un progetto di architettura oppure ci troviamo di fronte a un’opera a carattere scenografico? Il concepire una costruzione all’interno di un’altra, operazione definibile con il termine di “architettura dentro”, ha assunto negli ultimi trent’anni un crescente interesse da parte di diversi studi di architettura: Oswald Mathias Ungers con il museo dell’architettura tedesca a Francoforte sul Meno, Bernard Tschumi con la Scuola di Architettura a Marne-la-Vallée, Richard Rogers con il Palazzo di Giustizia di Bordeaux, Massimiliano Fuksas con la nuvola del Centro Congressi Italia a Roma-EUR, per citare quattro esempi significativi. Questa ricerca, neanche a dirlo, trova importanti antecedenti nella storia, specie nell’architettura religiosa, come nel caso del baldacchino di Gianlorenzo Bernini posizionato sotto la cupola di Michelangelo nella Basilica di San Pietro, o di molti pulpiti come quello del Duomo di Sessa Aurunca. Questi esempi sono, senza dubbio, delle vere e proprie architetture, così come ritengo lo sia la “House in a House” inizialmente progettata dallo studio Behnisch & Partner (Günter Behnisch e Manfred Sabatke) vincitore del primo premio al concorso del 2003 per l’ampliamento della Camera di Commercio di Amburgo, e in seguito elaborato a livello esecutivo dallo studio Behnisch Architekten (fondato nel 1989 e diretto da Stefan Behnisch con David Cook e Martin Haas). Questa realizzazione costituisce un ulteriore contributo alla su descritta ricerca, che i progettisti hanno potuto sviluppare grazie a una chiara richiesta della committenza: utilizzare come contenitore quella parte di edificio della sede storica che presenta al suo interno un ampio spazio a multipla altezza per collocarvi una “architettura dentro”. Il progetto, che nella fase concorsuale era stato concepito sul concetto della trasparenza, è stato in seguito realizzato sull’idea dell’immaterialità. Ciò ha prodotto una riduzione dell’uso del vetro sia per i piani verticali sia per quelli orizzontali a favore dell’acciaio inox e di superfici cromate che producono plurimi effetti riflettenti. Una passerella pedonale, ubicata al secondo livello, con pavimento in vetro sabbiato, connette la nuova struttura con il foyer dell’Albert-SchäferSaal. In tal modo il nuovo edificio funziona anche come ampliamento di tali spazi. La “House in a House” è stata infatti ideata per soddisfare le esigenze di espansione della Camera di Commercio che necessitava di ulteriori spazi e amenità tra i quali aule per conferenze, aree per il ristoro e il relax, uno spazio-club e zone espositive. Due interessanti particolarità tecnologiche consistono nel fatto che la costruzione sia stata concepita con un sistema impiantistico di illuminazione a forte risparmio energetico essendo questo interamente realizzato con LED luminosi, peraltro alloggiati in spessori inferiori al centimetro – a riguardo si osservino i pannelli orizzontali dei controsoffitti che li incorporano – e che tutte le componenti dell’ampliamento sono state ideate e prefabbricate in elementi dimensionati in modo tale da poter essere trasportate e montate all’interno del volume-contenitore. Tutto ciò ha prodotto un sistema agile, aperto e trasparente, realizzato con materiali riflettenti quali l’acciaio e il vetro, che instaura continui dialoghi con la massività della preesistenza: un’antica e solida costruzione in muratura portante con fondazioni in pali di quercia. In sintesi ci troviamo di fronte a un’architettura libera dal falso pudore di dover contenere a tutti i costi i forti contrasti che essa stessa genera all’interno di uno spazio confinato. Ruggero Lenci 10 l’ARCA 228
Sopra, planimetria generale e, sotto, pianta del piano terra della Haus im Haus, realizzata come ampliamento per la Camera di Commercio di Amburgo.
Above, site plan and, below, ground floor plan of the Haus im Haus designed as an extension to the Hamburg Chamber of Commerce.
Interior Design: Behnisch Architekten Structural Engineers: Wetzel & v. Seht, Hamburg MEP: TPlan, Berlin Light Planning: Nimbus Design (LED lighting system),
Behnisch Architeken
Ulrike Brandi Licht (other) Internal Guiding System: Ockert & Partner Owner: Hamburg Chamber of Commerce
s architects are well aware, interior space is a vital part of architecture, which, in its absence, loses this status and turns into sculpture or set design. We cannot help wondering about this whenever we study a work constructed inside another, as in the case of the extension to Hamburg Chamber of Commerce, whose new architecture is actually a building constructed inside an existing structure. Are we here entitled to talk about an architectural project or is this just some sort of elaborate set design? Designing one building inside another, something which may be described as “inside architecture”, has attracted increasing interest over the last 30 years from a variety of architecture firms: Oswald Mathias Ungers’s museum of German architecture in Frankfurt-onMain, Bernard Tschumi’s School of Architecture in Marne-la-Vallée, Richard Rogers’s Law Courts in Bordeaux, and Massimiliano Fuksas’s cloud-shaped Conference Centre at Rome-EUR in Italy, just to mention a few important examples. Needless to say, this line of research already has a number of important precedents from the past, particularly in the realm of religious architecture, as in the case of the baldachin designed by Gianlorenzo Bernini constructed beneath Michelangelo’s dome in St. Peter’s Basilica, and a number of pulpits, such as the one in Sessa Aurunca Cathedral. Both the former and the latter examples are undoubtedly authentic works of architecture, as, I also believe, is the “House in a House” initially designed by Behnisch & Partner (Günter Behnisch and Manfred Sabatke), which won first prize in the competition organized in 2003 to extend the Hamburg Chamber of Commerce, and was later reworked on an executive level by Behnisch Architekten (founded in 1989 and headed by Stefan Behnisch with David Cook and Martin Haas). This construction is a further contribution to the line of research described above, which the architectural designers were able to develop thanks to the client’s clear specifications: to use part of the building over on the old site as a container for holding an extensive multi-height space inside it, ready to accommodate “inside architecture”. The project, which during the competition phase was designed along the lines of transparency, was later constructed based on the idea of immateriality. This resulted in a reduction in the amount of glass used for both the vertical and horizontal planes in favour of stainless steel and chrome-plated surfaces producing multiple reflective effects. A walkway on the second floor with sanded glass flooring connects the new structure to Albert-Schäfer-Saal foyer. In this way the new building acts like an extension to the spaces. The “House in a House” was actually designed to serve the need of extending the Chamber of Commerce, which required further spaces and amenities including conference rooms, refreshment and relaxation facilities, a club space and exhibition areas. Two interesting technological features consists in the fact that the construction was designed with a special energy-saving lighting system made entirely of luminous LEDs, taking up less than 1 cm in depth - in relation to this, it is worth noting the horizontal panels of the double ceilings incorporating them - and all the extension components are designed and prefabricated in elements carefully sized to be transported and assembled inside the container-structure. All this has created a neat, open and transparent system made from reflective materials like steel and glass, setting up constant interaction with the massive forms of the existing construction: an old and solid building with bearing walling and oak piles as foundations. In summary, this work of architecture is free from any pseudo-prudishness about constraining (at all costs) the striking contrasts it generates inside a confined space.
Sopra, prospetto e, sotto, pianta del secondo livello che si connette, tramite una passerella con il pavimento in vetro sabbiato, al foyer dell’Albert-SchäferSaal.
Above, elevation and, below, plan of the second level connected by a walkway with a sanded floor to the foyer of Albert-Schäfer-Saal.
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Foto Landes
Top, cross section and, above, plan of the fifth level. Right, detail of the second-level connecting walkway to the old building. Opposite page, overall view of the new structure holding conference rooms, refreshments and relaxation areas, a club zone and exhibition spaces.
Foto Landes
In alto, sezione trasversale e, sopra, pianta del quinto livello. A destra, particolare della passerella di collegamento con l’edificio esistente al secondo livello. Nella pagina a fianco, vista generale della nuova struttura che contiene sale per conferenze, aree di ristoro e relax, spazio club e spazi espositivi.
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Foto Landes
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dei controsoffitti che li incorporano con spessori inferiori al centimetro. Opposite page, view from above of the HIH showing the top-floor restaurant. Top, views of the fifth and fourth levels. Above, views of the second level. The construction is constructed with an energy-saving lighting system (designed and built by Nimbus Design) made entirely of luminous LEDs set in the horizontal panels of the double
ceiling incorporating them in a thickness of less than a centimetre.
Foto Landes
Nella pagina a fianco, vista dall’alto della HIH con il ristorante collocato all’ultimo livello. In alto, viste del quinto e del quarto livello. Sopra, viste del secondo livello. La costruzione è stata concepita con un sistema impiantistico di illuminazione (studiato da Nimbus Design) a forte risparmio energetico essendo interamente realizzato con LED luminosi, alloggiati in pannelli orizzontali
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Roland Halbe
Foto Landes
Foto Landes Foto Landes
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in modo tale da poter essere trasportate e montate all’interno del volumecontenitore. Top, details of the chrome-plated laminas and horizontal panels incorporating the LED-based lighting system. Above, left, the fourth-level bar; right, the fourth-level restaurant and fifthlevel lounge. Opposite page, detail of the system of chrome-plated dividing elements. All the components
forming the extension were designed and prefabricated in sizes allowing them to be transported to and fitted inside the container-structure.
Roland Halbe
In alto, particolari delle lamelle cromate e dei pannelli orizzontali che incorporano il sistema di illuminazione a LED. Sopra a sinistra, il bar al quarto livello; a destra, il ristorante al quarto livello e il salone al quinto livello. Nella pagina a fianco, particolare del sistema di elementi divisori in lamelle cromate. Tutte le componenti dell’ampliamento sono state ideate e prefabbricate in elementi dimensionati
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Gernika Building
Miguel Angel Roca
In Cordoba, Argentina
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l triangolo è netto, senza concessioni o smagliature. Spietatamente rettangolo, come sarebbe piaciuto a Pitagora. Sicuramente adatto per dimostrazioni e applicazioni del suo teorema. Per ciò stesso piuttosto fuori tendenza, di questi tempi, segnati da parziali eclissi della geometria euclidea per maggiori attenzioni dedicate a logiche organiche (nei casi di profilo alto), o più banalmente per la pratica ritenuta à la page di giaciture oblique ovunque e di conseguenza ormai molto noiose. Giocarsi così una pianta richiede un certo coraggio e sicuramente grande destrezza. Specialmente se si tiene conto che le direzioni dominanti prescelte per la distribuzione interna sono soltanto due: quella principale parallela all’ipotenusa, e l’altra, rigorosamente a lei perpendicolare. Ne risulta, ai vari piani che alternano due varianti, una con appartamenti da una camera da letto, l’altra con due, una sorta di inconsueta tripartizione a fasce, dove quella centrale incorpora il nocciolo degli impianti di risalita e delle scale. Da questo impianto inconsueto discendono non poche conseguenze, e sfide ben risolte. Soprattutto quella di poter riacciuffare spazi movimentati, facendoli generare dall’incontro inevitabile con i due cateti: ed ecco soggiorni trapezoidali e stanze veramente molto appuntite dove andare a dormire, con viste amplissime. Poi la possibilità di incorporare arredi e attrezzature fisse in luoghi di foggia quasi imprendibile, liberando dall’obbligo e dai rischi degli arredi aggiunti, pur senza impedirli ma in qualche modo guidandoli, dilatando tra l’altro così di fatto le dimensioni percepite. Va da sé che il dispiegamento di tanta minuziosa attenzione non ha il minimo intento esibizionistico. Qui sul tappeto c’è un tracciato urbano ben marcato, si incrociano un viale alberato del XIX secolo e un impianto a scacchiera di matrice coloniale, dando luogo a un lotto triangolare, coi suoi bravi indici di fabbricazione, di fronte alla città universitaria della Universidad Nacional de Cordoba. Un paio di decenni di edilizia micragnosa e sempre più incolta, salvo eccezioni rarissime, hanno abituato noi architetti italiani ad aspettarci, in casi come questo specialmente, il peggio: paradossalmente incoraggiato e alla fine imposto da uffici comunali inqualificabili, commissioni inesistenti e urbanisti patteggiatori. Questa piccola torre di Miguel Angel Roca invece, con i suoi tredici piani fuori terra e terrazza con piscina sul tetto, insegna come si possono coniugare utilizzo del massimo volume consentito e architettura di qualità. Se il terreno a disposizione è triangolare, un edificio triangolare si faccia: riprendendo, e concludendo, Calle Ambrosio Olmos e Calle Obispo Trejo Y Sanabria. Come si deve, disponendo l’ipotenusa lungo la prima, dando così anche maggiore identità alla piccola traversa di Calle Santiago Temple, sottraendola al destino di un retro, anche grazie alla disposizione garbatamente isotropa dei locali a uso commerciale del piano terreno, leggermente arretrati in parte, sfruttando lungo i cateti il piede delle strutture portanti. Strutture delle quali è bene fare una lettura accorta. Di bello e intelligente qui c’è l’uso congiunto di setti sottili in cemento armato, piegati a L soltanto quando gli sbalzi lo richiedono, e di una muratura mista di laterizio armato e pietra grezza di estrazione pedemontana, resa opportunamente solidale mediante mescole di Klaucol. Che poi è quella che dà il tono, o meglio ancora il là, all’intera architettura, giocata molto su contrasti materici semplici e raffinati, fuori e dentro. Peso e leggerezza, interi brani vetrati incastonati, non rinunciando però a una loro consistenza di facciata spessa, ottenuta intessendo una sorta di trama e ordito tridimensionali, fatta di telai in profilato metallico leggero, ali binate di cristallo, gabbie di balconi con gli sporti orizzontali di vetro anch’essi, ma opalescente. Un progetto, questo di Roca, che ricorda come progettare e costruire, insomma l’architettura, deve sempre tendere a essere cosa bellissima. Maurizio Vogliazzo
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he triangle is clean-cut with no frills or excesses. Rigidly rectangular in a way that Pitagora would have liked. Ideal for demonstrations and applications of its own theorem, which is the reason why it is rather out of fashion at the moment, suffering from the partial eclipse of Euclidean geometry due to greater attention to organic lines of thinking (in the most high-profile instances) or, more blandly, the trendy practice of opting for diagonals and oblique lines all the time, eventually making them rather boring. It takes plenty of courage and great skill to create a plan like that. Particularly bearing in mind that there are only two main predetermined lines for the interior layout: the main line parallel to the hypotenuse and the line strictly perpendicular to it. This means that the various levels alternate two variations, one with singlebedroom apartments and the other with two bedrooms, a sort of unusual tri-partition into strips, with the central section incorporating the core of lifts and stairways. This unusual layout has a number of consequences and well-handled challenges. Notably the seizing of animated spaces generating them out of the inevitable meeting of the two sides of the triangle: and this produces trapezoidal lounges and really sharp bedrooms offering panoramic views. And then there is the possibility of incorporating fixed furnishing and fixtures set in places of almost ungraspable shapes and guises eliminating the need for and risks associated with added furniture, but without preventing it, just in some way guiding how it is chosen, thereby also dilating the amount of perceived space. Needless to say that all this meticulous attention to detail is in no way intended to be mere show. There is actually a carefully marked urban plan where a 19th-century tree-lined avenue is crossed with a colonial-style chequerboard layout, thereby creating a clearly defined triangular lot standing opposite the university campus of the Universidad Nacional de Cordoba. This little tower designed by Miguel Angel Roca, with its thirteen stories above ground level and roof terrace with a pool, shows how it is possible (if you know how and want to do it) to make the most of the room available while at the same time designing quality architecture. If the plot of land available is triangular, then you construct a triangular building: taking hold of and completing Calle Ambrosio Olmos and Calle Obispo Trejo Y Sanabria. Duly setting the hypotenuse along the former, thereby injecting greater identity into the little road running across the site (Calle Santiago Temple), saving it from its fate of being just a back road, partly thanks to the neatly isotropic arrangement of ground-floor retail spaces, slightly set-back in part, taking advantage of the base of the bearing structures along the sides of the triangle. It is well worth taking some time to study these structures carefully. The wonderfully attractive thing here is the combined use of slender reinforced concrete stanchions, folded into an “L” only where required by the overhangs, and also mixed walling made of reinforced brick and rough stone mined in the Piedmont region, suitably strengthened by Klaucol mixes, which is what sets the tone for the entire work of architecture playing heavily on contrasts between simple, elegant materials on both the inside and outside. Weight and lightness, entire glass sections slotted in, but without abandoning the idea of a thick and solid façade, obtained by weaving a sort of three-dimensional pattern of light metal frames, twin glass wings, balconies whose horizontal overhangs are also made of (opalescent) glass. Here you inevitably think, once again, that designing and building (in a word, architecture) must always strive to be beautiful, something that should never be forgotten.
Vista dell’edificio Gernika realizzato a Cordoba, Argentina, tra Avenida Ambrosio Olmos (viale alberato del XIX secolo) e il Parque Sarmiento (una trama urbana coloniale, progettata dall’architetto Thays) in un lotto triangolare che fronteggia la Ciudad Universitaria UNC. View of the Gernika building in Cordoba, Argentina, between Avenida Ambrosio Olmos (a tree-lined avenue from the 19th century) and Parque Sarmiento (a colonial-style urban area designed by the architect Thays) on a triangular lot facing Ciudad Universitaria UNC.
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Piante di due diverse tipologie di piani. Nella pagina a fianco, vista dell’edificio che si innalza, con i suoi tredici piani, per 80 m. Il rivestimento esterno è caratterizzato da un sistema di parasole di vetri temprati e laminati che generano una sorta di seconda pelle, incastonati in una trama strutturale di profili di ferro che sostiene anche i balconi in vetro opaco e contornati da pietra pedemontana mescolata con Klaucol Flex e Klaucol Grandes Piezas.
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Plans of two different types of floors. Opposite page, view of the 13-storey building that rises up to a height of 80 m. The outside cladding features a system of laminated safety glass sunscreens creating a sort of second skin, slotted into a structural web of iron sections holding up the opaque glass balconies surrounded by Piedmont stone mixed with Klaucol Flex and Klaucol Grandes Piezas.
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Nella pagina a fianco, particolari dell’ingresso esterno e degli spazi comuni. A destra, particolare della “prua” dell’edificio che mette in evidenza l’elegante mix materico che lo caratterizza. Opposite page, details of the outside entrance and communal spaces. Right, details of the building’s “hull” highlighting its distinctive elegant mix of materials.
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Christian de Portzamparc
Credits Project: Christian de Portzamparc Project Manager firts studies: André Terzibachian Project Manager development: Marie Elisabeth Nicoleau, André Terzibachian Project Manager construction: Urban Stirnberg Assistants: Pierre Auffan, Christophe Echapasse, Nanda Eskes, Jeanne Ravet Local Architect: Beekink+Molenaar Façade design: Martin Wallace Engineering: Pieters Bouwtechniek (structural engineer), Huygen Elwako (M & E engineer) Developer: Bouwfonds MAB (Retail); Eurowoningen BV (Housing)
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Stratificazione e differenze The Citadel, Almere
L’
architettura è la grande sfida di Almere, ville nouvelle olandese costruita a partire dagli inizi degli anni Settanta su un polder e oggi ottavo centro dei Paesi Bassi per importanza e numero di abitanti (180.000 attuali e 250.000 previsti per il 2015). La città recuperata all’acqua per rispondere alla crescente domanda di alloggi della vicina Amsterdam, a soli trenta chilometri, ha conosciuto in questi anni il più elevato tasso di sviluppo del Paese con un flusso di circa 3.000 nuovi abitanti che si trasferiscono ogni anno. Concepita come una città policentrica con ampie aree verdi che ne collegano i diversi poli, Almere è divenuta un territorio particolarmente fertile e ricco di attrattiva per gli architetti e gli urbanisti contemporanei che qui possono disporre di un’ampia libertà e di grandi spazi per esercitare le loro potenzialità creative.
Rem Koolhaas si è aggiudicato nel 1999 il concorso per il master plan del centro città, un’area molto estesa tra il lago e i quartieri esistenti. Koolhaas ha lavorato su un piano stratificato dove vengono organizzate le diverse funzioni: a livello inferiore il traffico viario, le strade e i parcheggi; a livello intermedio, le zone pedonali e commerciali e a quello superiore le residenze. Al suo fianco ha chiamato una rosa di architetti per la realizzazione di alcuni edifici, dal giapponese Kazuyo Sejima dello studio Sanaa, autore del nuovo teatro, all’inglese William Alsop, progettista di un hotel e dell’auditorium, agli olandesi De Architekten Cie, René van Zuuk, Claus + Kaan Architekten impegnati su alcuni dei blocchi a residenze. Nel 2000, Christian de Portzamparc è stato invitato a costruire il Block 1, uno dei principali e più estesi interventi del cuore della città sviluppato su un quadrato di 130 metri di lato.
Nella pagina a fianco, planimetria generale con l’evidenziazione dei diversi blocchi di edifici con i rispettivi architetti, definiti da OMA Rem Koolhaas nel progetto di massima per il quartiere nel centro di Almere (Olanda).
Qui sopra, planimetria generale del progetto “De Citadel” firmato da Christian de Portzamparc nel Block 1 iscritto nel master plan di Koolhaas. Opposite page, site plan sharing the various building
blocks with their respective architects, as defined by OMA Rem Koolhaas in the preliminary project for the new neighbourhood in the centre of Almere (The Netherlands). Above, site plan of the “De Citadel” project
Sposando il concetto che regola il master plan, de Portzamparc si inscrive nel tracciato di Koolhaas disegnando un nuovo paesaggio urbano declinato attraverso un linguaggio morbido e aereo. Il principio della stratificazione genera la struttura della “Citadel” ordinando con un segno discreto le dimensioni rilevanti, 45.000 metri quadrati, del complesso a funzioni miste, terziario e residenziale. Diviso in quattro settori dall’incrocio delle vie di circolazione, l’isolato si fa permeabile ai flussi di traffico, di luce, di prospettive e di attività. “Evitare l’effetto muro” queste le intenzione del progettista che lavora sui tre livelli di funzioni, traffico e commercio sotto il tappeto erboso e residenze al di sopra, sezionati dai quattro tagli dei sistemi viari. I due piani di commerci a livello intermedio si affacciano sulle zone pedonali, ognuno con una propria identità secondo un concetto di dinamiche delle differenze che contrasta-
designed by Christian de Portzamparc in block one of Koolhaas’s master plan.
no la monotonia dell’omologazione. Il manto erboso uniforma il tutto e fa da piastra di appoggio alle unità degli alloggi che concludono la copertura del blocco disegnando il nuovo profilo della collina. Appropriazione, diversificazione, sistemi di riferimento sono le coordinate che regolano la definizione degli edifici residenziali, come in una Casbah, gli abitanti possono così coniugare diverse tipologie, logge, patii, terrazze ecc., come materiali e colori a loro piacimento. Al centro dell’isolato si innalza una torre di otto piani, vigile presenza che interrompe l’orizzontalità del prato sospeso proiettato sulla città e sul lago come una vero e proprio alpeggio. Si viene così a generare una nuova dimensione dell’abitare declinata attraverso una pacata sintonia con il paesaggio, il cielo e la luce; al di sotto i negozi, e poi ancora il traffico e la realtà più frenetica e concitata della vita urbana. Elena Cardani 228 l’ARCA 25
Dal basso in alto, a sinistra, livello 1a e 1b; a destra, schema del sistema di flussi e livello 2a. In alto sezioni di “De Citadel”.
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he town of Almere, a Dutch new town built from the early 1970s onwards on a polder and now the eighth biggest city in the Netherlands in terms of importance and number of inhabitants (a population of 180,000 at the moment, expected to rise to 250,000 in 2015), is betting everything on architecture. The city, which was salvaged from the water to meet the housing demand near Amsterdam (just 30 km away), has enjoyed the highest growth rate in the country over the last few years with approximately 3,000 new inhabitants moving there each year. Designed to be a polycentric city with plenty of green landscape connecting its various centres, Almere is now a particularly fertile area with plenty of attractions for contemporary architects and town planners, who can take full advantage of plenty of freedom and large spaces to exercise their creative powers. Rem Koolhaas won the competition to design the master plan for the city centre in 1999, an extremely extensive area between the lake and existing neighbourhoods. Koolhaas worked on a stratified plan accommodating all the various functions, with the road traffic, streets and car parks on the lower level, the pedestrian and commercial facilities on the middle level, and housing up on the top level. He assembled a number of architects to help him design some of the buildings, such as the Japanese architect Kazuyo Sejima from the Sanaa firm, who designed the new theatre, the English architect William Alsop, who designed a hotel and auditorium, and the Dutch architects De Architekten Cie, René van Zuuk and Claus + Kaan Architekten, who worked on some of the housing blocks. In 2000, Christian de Portzamparc was asked to build Block 1, one of the main and most extensive projects right in the heart of the city, spread over a square site measuring 130 m along the sides. Embracing the basic concept underscoring the master plan, de Portzamparc fitted into Koolhaas’s overall layout while designing a new cityscape drawing on a soft and ethereal architectural idiom. The principle of layering creates the “Citadel” structure, discreetly catering for the 45.000 square metres of mixed services and housing facilities incorporated in the complex. Divided into four sectors by the intersection of different roads, the block is permeable to traffic, lights, perspectives and other operations. The designer set out to “avoid the wall effect” by working on three levels of functions: traffic and trade beneath the green carpet and housing above it, sectioned off by the four cuts made by the roads running across it. The two floors of commercial activities on the intermediate level face onto the pedestrian areas, each with its own identity working along the lines of differences so as to combat the monotony of standardisation. The grass surface brings everything together and acts as a support for the housing units, which complete the roof over the block by creating a new hill contour. Appropriation, diversification and reference systems are the guidelines coordinating the layout of housing buildings, like a sort of Kasbah. This leaves the inhabitants free to combine various building features, ranging from loggias to patios and terraces etc., all in their favourite materials and colours. There is an eightstorey tower in the middle of the block, a watchful presence breaking down the horizontality of the suspended lawn projecting across the city and lake like an authentic mountain pasture. This gives a new dimension to living as the landscape, skies and light all blend smoothly together; beneath it we have the shops and more traffic, the hectic and frenetic reality of city life. Elena Cardani
Casla
From the bottom up, left, levels 1a and 1b; rights, diagram of the system of flows and 2a level. Top, sections of “De Citadel”.
Sopra, viste aeree di Almere con l’intervento di de Portzamparc individuato dal tappeto verde. Sotto, il concetto di tappeto sospeso.
Above, aerial views of Almere with de Portzamparc’s project shown by the green carpet. Below, concept of suspended carpet.
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Sketch, rendering and view of the housing blocks set above the grassy carpet separating the residential level from the various levels below, where the retail facilities and road traffic systems are located.
Christian De Portzamparc
Schizzo, rendering e vista dei blocchi delle residenze organizzati al di sopra del tappeto erboso che separa il livello delle abitazioni dai piani sottostanti dove sono organizzate le funzioni commerciali e i sistemi di traffico automobilistico.
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Plan of level 2b and view of the eightstorey tower rising up above the grassy roof.
Pianta del piano 2c e vista dei blocchi delle residenze dai percorsi pedonali sui cui si affacciano le attivitĂ commerciali organizzate al livello sottostante.
Plan of level 2c and view of the residential blocks from the pedestrian ways lined by the retail facilities on the level below.
Christian De Portzamparc
Pianta del livello 2b e vista della torre di otto piani che si innalza dal piano copertura erboso.
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Geert Van Der Wijk
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Christian De Portzamparc
These pages, the use of the retail level right below the grassy carpet. All the shops set along the pedestrian streets have their own special identity to break up the monotony. A sense of unity is guaranteed by the upper bands of the buildings made of corrugated concrete panels sculpted by Martin Wallace.
Christian De Portzamparc
Jean-Charles Chaulet
In queste pagine, viste del livello dei commerci, subito al di sotto del tappeto erboso. Lungo le strade pedonali, i negozi si affacciano ognuno con una propria identità contrastando l’effetto di monotonia. L’unità è assicurata dalle fasce superiori degli edifici realizzare in pannelli di cemento corrugato, scolpite da Martin Wallace.
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Barbi Arca Studio
Protezione e confort
Pellini Caffè HQ, Bussolengo
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he industrial district of Bussolengo (Verona) has been embellished with a new work of architecture carefully set between traditional industrial constructions and more modern buildings and injecting a dose of the contemporary. The project designed by Francesco and Stefano Barbi draws on a distinctly technological idiom in creating Pellini Caffè’s manufacturing and management centre. Glass and metal technology combine to form a gently dynamic complex, whose spaces and functions are woven together with composure and coherence. The complex is structured into two blocks marking the two functional sectors: the offices and utilities combined in a more compact construction; and the manufacturing operations located in a more elaborate structure custom-designed to meet the clients needs. A wave-shaped façade sloping towards the outside marks the office block spread over three floors. The south facing elevation is elegantly shielded by a system of metal lamina sunscreens protecting the glass façades, letting natural light filter through and ensuring the inside environment is comfortable with no glinting or overheating. The entrance lobby, waiting and reception areas, and public services on the ground floor, are set in a double-height space, which is almost all glass. The first and second floors are designed for the offices, which are embellished with hanging gardens connected by two outside stairways. The presence of an elliptical-shaped auditorium, located on the second floor, completes the range of executive facilities. The sector holding the production departments mirrors technological requirements connected with the presence of very large machinery and the manufacturing cycles for creating the end product. The building profile described by the sunscreen shutters, the extensive use of glass for the façade shells, and the presence of open walkways and pathways, clearly embody a style of architecture which is both permeable and projected towards the outside. The technology employed backs up this concept, focusing on relations with natural elements like landscaping and light, which are key players in determining the quality of the spaces, also contributing to the overall comfort of the working environments, areas designed for taking breaks and public reception facilities.
Pino Pianta
Credits Project: Barbi Arca Studio Progetti/Francesco Barbi, Stefano Barbi Structures: Barbi Arca Studio Progetti Thermo Hydraulic Plants Project: Studio Sibilato Progettazione Impianti Electrical Plants Project: Marcello Marconi General Contractor: Impresa Edile Leonardi Facade Systems: Schüco Cladding: Rheinzink Thermo Hydraulic Plant: Rossetto Impianti Electrical Plant: System Impianti Frameworks: Fraccarollo Primo & C. Partition Walls: Il Compasso Client: Pellini Caffè
a zona industriale di Bussolengo (VR) si è arricchita di una nuovo segno architettonico che si inserisce tra insediamenti industriali tradizionali e più moderni facendosi portatore di una nota di contemporaneità. Il progetto firmato da Francesco e Stefano Barbi fa uso di una grammatica di chiara impronta tecnologica per connotare il polo produttivo e direzionale di Pellini Caffè. La tecnologia del vetro e del metallo si coniugano in un complesso di morbide dinamiche che scandiscono spazi e funzioni in un insieme composto e coerente. Il complesso si struttura in due blocchi che definiscono i due poli funzionali; uffici e servizi, riuniti in un corpo più compatto, attività produttive in una volumetria più articolata, in riposta alle esigenze della committenza. Una facciata ondivaga inclinata verso l’esterno identifica il blocco degli uffici sviluppato su tre piani. L’esposizione a sud del prospetto viene elegantemente schermata da un sistema di frangisole lamellari metallici che proteggono le facciate vetrate, lasciando filtrare la luce naturale e garantendo le condizioni di confort interno senza fenomeni di abbagliamento o surriscaldamento. Atrio d’ingresso, attesa e ricevimento e servizi per il pubblico a piano terreno dispongono di uno spazio a doppia altezza, quasi interamente vetrato. Il primo e il secondo piano sono destinati agli uffici che possono godere di giardini pensili collegati da due scale esterne. La presenza di un auditorium di forma ellittica, organizzato al secondo piano, completa l’offerta delle dotazioni direzionali. Il settore destinato ai reparti di produzione rispecchia le esigenze tecnologiche legate alla presenza di macchinari di notevoli dimensioni e ai cicli di lavorazione del prodotto finale. La sagoma dell’edificio descritta dalle lamelle frangisole, l’ampio utilizzo del vetro negli involucri di facciata e la presenza di passerelle e percorsi aperti sono la manifesta espressione di un’architettura permeabile e proiettata all’esterno. Le stesse tecnologie assecondano questo concetto, privilegiando il rapporto con gli elementi naturali quali il verde e la luce che divengono protagonisti attivi della qualità degli spazi contribuendo al confort sia degli ambienti di lavoro, sia delle zone destinate ai momenti di pausa e all’accoglienza del pubblico. E. C.
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Sopra, l’ingresso del nuovo stabilimento, con impianti produttivi e uffici direzionali, della Pellini Caffè, realizzato nella zona industriale di Bussolengo (VR). Sotto, dal basso, piante del piano terra,
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primo e secondo piano e, a destra, assonometrie. Nella pagina a fianco, particolare della sezione sulla facciata di ingresso. Above, the entrance to Pellini Caffè’s new
factory, complete with manufacturing plants and management offices, built in the industrial area of Bussolengo (Verona). Below, from the bottom, plans of the ground floor, first and second floors and,
right, axonometries. Opposite page, detail of the section of the entrance façade.
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Sopra, vista del blocco uffici. Sotto, prospetto e sezioni della facciata vetrata a doppia altezza che segna l’atrio di ingresso. Nella pagina a fianco, particolare del sistema di facciata Schüco FW50+ con lamelle
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frangisole Sun Control, motorizzate e sincronizzate a settori, utilizzate per garantire un confort luminoso ottimale. Il rivestimento in frangisole è integrato con la facciata continua tramite un’apposita struttura e
staffe di acciaio collegate direttamente ai solai. Le pareti esterne del fabbricato in cui non è presente il frangisole sono rivestite in lamiera Rheinzink. Above, view of the office block.
Below, elevation and sections of the doubleheight glass façade marking the entrance lobby. Opposite page, detail of the Schüco FW50+ façade system with Sun Control sunscreen shutters, which are motorised and
synchronized in different sectors, used to ensure optimum lighting conditions. The shutters are integrated in the curtain façade by means of a special structure and steel stirrups connected directly to the floors.
The building’s outside walls, where there are no shutters, are clad with Rheinzink sheet metal.
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Sopra, l’accesso laterale al blocco uffici. Sotto e nella pagina a fianco viste degli interni, i cui piani sono serviti da una scala semicircolare in struttura metallica e da un ascensore idraulico.
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Il piano terra del complesso ospita le sale di attesa e ricevimento, una sala espositiva, il bar, il call center, i box per i rappresentanti e i visitatori, gli spogliatoi, il primo soccorso e la centrale
termica. Il primo piano è destinato prevalentemente a uffici ed è arricchito da un giardino pensile. Il secondo piano, oltre ad altri uffici, ospita l’auditorium a forma ellittica che si affaccia anch’esso su un giardino pensile.
Above, the side entrance to the office blocks. Below and opposite page, views of the interiors, whose various levels are served by a semicircular staircase with a metal structure and a hydraulic lift. The ground floor of the
complex holds the waiting and reception rooms, an exhibition room, the bar, call centre, special boxes for reps and visitors, changing rooms, first aid and the heating unit. The first floor is mainly designed for offices and is
embellished with a hanging garden. In addition to offices, the second floor also holds an ellipticalshaped auditorium, which also faces onto a hanging garden.
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obiles! Des jardins pour en movement! è il titolo manifesto del “Festival International des parcs et jardins et du paysage Chaumont-sur-Loire” (www.chaumont-jardins.com) di quest’anno trasformato per l’occasione in paesaggio dell’incantamento, di poesia e di magie, nell’Eden per eccellenza dove il luogo è arte e il movimento è nella natura: il DNA della vita. Nell’epoca digitale più che mai “Tout change, tout bouge, tout va plus en plus vite” e il movimento insito alla natura, riprodotto nella città e accelerato in rete, diventa nel giardino anche un laboratorio di esperienze e di sensazioni. Il giardino nell’immaginario collettivo è il luogo per eccellenza dell’armonia tra l’uomo e la natura, della riconciliazione tra l’umano e il paesaggio naturale, spesso ostile all’uomo. E’ l’Eden senza pericoli, curato, un paesaggio artificiale-naturale in cui il creatore aveva posto i primi esseri umani, circondati da alberi generosi di frutti con una vegetazione lussureggiante; dove tutto è “calma, lusso e voluttà”. Il festival, curato da Erik Orsenna, è ospitato in una splendida valle della Loira e organizzato dal Cons Parc et Jardins et du Paysages, che investe nell’arte del giardino come fonte della creatività e dell’innovazione. La regione della Loira conserva e tutela il paesaggio dal 1992 e con il festival di Chaumont, da aprile a ottobre, si attiva nel campo culturale promuovendo l’arte nel che oltre al festival annuale, è sempre aperto e visitabile. Il suo progetto è opera di Henri Duchene, noto paesaggista che nel 1880 ebbe l’incarico da parte del principe de Broglie, ricco proprietario anche del castello e delle scuderie di Chaumont-sur-Loire di investire nella bellezza della vallata per trasformarla in un grande giardino romantico all’inglese con boschetti, sentieri, ponti, laghetti volutamente privo di fiori, privilegiando l’aspetto naturale del luogo. In questo caso il giardino oltre a essere considerato un monumento storico è l’opera d’arte e il paesaggio naturale connota l’identità del luogo, diventando “logo” di bellezza e quintessenza del movimento contenuto nella natura. Questa edizione, definiamola di Art in Nature, meglio di art en jardins dans les parcs rivela un fatto di scottante attualità, oggi più che mai nell’ottica e flessibilità di spazi cyborg, estendibili nella rete, l’uomo tecnologico fuori dalla realtà virtuale cerca nella relazione con la natura il recupero del “naturale perduto” come una prova di organicità, fisicità nel luogo fisico e nel paesaggio. Già alla fine del secolo scorso, Paul Cezanne, ignaro del dominio che avrebbe avuto la tecnologia nel XXI secolo, si interrogava su cosa sarebbe stata la natura per l’artista nel XX, ponendo una questione che oggi è diventata soggetto e linguaggio di molti artisti contemporanei. Sappiamo che dall’Informale a Fluxus, alla Land Art all’Arte Povera, fino alla attuale Parc Art in via di sviluppo, il senso di un mondo naturale arcadico-bucolico e la nostalgia del paesaggio incontaminato sono più che mai oggi con l’emergenza ambientale globale temi necessari e irrinunciabili. Il festival di Chaumont-sur-Loire conferma che nel nuovo millennio, nell’epoca della riproducibilità web, si è determinata una cultura della natura, una sensibilità tutt’altro che romantica o nostalgica, ma imprenditoriale e una intelligente politica d’investimento finalizzata alla conservazione, manutenzione di un habitat naturale che tutela il paesaggio come l’identità, genius loci della bellezza in sé. Negli anni Sessanta Joseph Beuys con le settemila querce piantate nella città di Kassel, riconosce alla natura una condizione necessaria per l’uomo moderno, una via di fuga per conservare l’ultimo possibile umanesimo sotto l’egida della tecnologia e trasforma il paesaggio in uno spazio aperto della riflessione nel luogo dell’arte per antonomasia. Dagli anni Sessanta in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone e in Australia, gli artisti più sensibili alla tematica dell’habitat si confrontano con il luogo naturale, con la fisicità dell’es42 l’ARCA 228
serci, con il territorio e il giardino che già dal Rinascimento diventa parco esperienziale da ricreare, artificializzare, domare o teatralizzare a seconda delle occasioni. Da Kenneth Clark, che ha dedicato alla “pittura di paesaggio nell’arte occidentale” un saggio determinante sull’argomento, sappiamo che solo dal XVII secolo il paesaggio trova nelle arti figurative una sua definizione, caratterizzandosi come genere. Non stupisce che, con la rivoluzione industriale e le avanguardie storiche del primi dieci anni del Novecento, l’esodo verso la città, la natura sia stata inevitabilmente sostituita dal “paesaggio urbano”, soggetto assurto a icona del moderno dai Futuristi a oggi e simbolo del progresso, della macchina del divenire tecnologico, di una metamorfosi non naturale ma indotta, forzata, accelerata. Paul Klee, nella sua Teoria della forma e della figurazione esalta ancora il dato naturale, ma come un elemento dal quale l’artista deve saper cogliere il divenire, ovvero quella mobilità e metamorfosi che da sempre riconosciamo alla natura. Negli anni Sessanta, con la Land Art, il paesaggio viene modificato dall’inserimento di elementi-segno scelti dall’artista come messaggi simbolici, sono gli anni delle rivoluzioni giovanili, degli hippies del radical design e delle innovazioni artistiche e tecnologiche, è il periodo della massmedializzazione del mondo occidentale, in cui si teorizza la “società dello spettacolo” di Debord, dove non a caso la questione romantica del rapporto tra uomo e natura si ripresenta aprendo un campo d’indagine e una via di sperimentazioni artistiche ancora in atto. La Parc Art promossa dal festival di Chaumont-sur-Loire, figlia dell’Art in Nature, mette in scena la necessaria attenzione al patrimonio paesaggistico e un’alleanza tra l’uomo e l’habitat, come denuncia del fatto che stiamo completamente distruggendo il patrimonio naturale. Abbiamo ereditato dalla tradizione giudaico-cristiana il concetto che l’uomo abbia il potere, se non addirittura il dovere, di dominare la natura, poi da Bacone a oggi “scientia est potentia” e conoscere significa progettare la natura. Nel XXI secolo come sappiamo il problema ambientale è globale ed è complesso poiché mette in discussione il processo di industrializzazione del pianeta sempre più veloce e al punto di inquinamento in cui siamo è di non facile soluzione. Anche per questo Il Festival international des jardins oltre a essere una soluzione culturale intelligente di promozione turistica e di conservazione del patrimonio naturale d’inestimabile valore, puntando sul giardino-tavolozza di eventi, mira a sensibilizzarci sull’importanza del paesaggio naturale come manifesto e icona del movimento organico per antonomasia, simbolo della vita. La Parc Art (come linguaggio artistico in generale) è legata alla fruizione dello spettatore, al quale viene richiesta un’attitudine di riconoscimento critico, esplorativo e sensoriale insieme; è un campo aperto alla riflessione in cui la contemplazione estetica, i sensi si ricongiungono con la mente, invitandoci a pensare sulle nuove antropologie territoriali e sull’importanza del paesaggio in perenne trasformazione, anche per questo implicito movimento, il parco è una forma d’arte che si trasforma in una tavolozza polisensoriale. In particolare il Festival di Chaumunt-sur-Loire del 2007 mette l’accento sulla naturalezza del paesaggio in relazione con artefatti ed eventi che, tra uno stato d’animo arcadico e l’altro, provoca sinestesie possibili tra uomo tecnologico e natura. In questo tipo di arte ambientale, i mezzi di riproduzione tecnica assumono nella processualità creativa un aspetto laterale, privilegiando il dato paesaggistico naturale in sé, come “l’unicum” irriproducibile. Il giardino, la natura diventano anche il simbolo delle metamorfosi e dei moti del pensiero e dell’animo, affidandosi a scenari naturali ma anche a interventi site-specific degli artisti che esaltano, potenziano e caricano di fascino l’arte del paesaggio naturale che da sempre è l’agorà della vita. Jacqueline Ceresoli
Chaumont-sur-Loire
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions M
Festival International des Jardins 2007
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obiles! Des jardins pou en movement ! is the title of the manifesto of this year’s “Festival International des parcs et jardins et du paysage Chaumont-sur-Loire” (www.chaumont-jardins.com) transformed for the event into a charming landscape of poetry and magic in a Garden of Eden, where the place itself is art and movement lies in nature: the DNA of life. In our digital age it is more true than ever that “Tout change, tout bouge, tout va plus en plus vite” and the motion inherent in nature, reproduced in the city and speeded up by the web, actually becomes a workshop of experiences and emotions in the garden. According to the collective psyche, the garden is the place par excellence where there is harmony between people and nature, and the natural landscape (often so hostile to man) is reconciled with the human landscape. This is a danger-free Eden, carefully preserved, a natural-artificial landscape where the creator placed the first human beings, surrounded by trees full of sweet fruits and lush vegetation; where everything is “calm, luxury and voluptuousness”. This festival, curated by Erik Orsenn, is hosted in a magnificent the Loire Valley and organized by Cons Parc et Jardins et du Paysages, a highly acclaimed research centre for safeguarding gardens, invests in the art of gardening as a source of creativity and invention. The Loire Region has been conserving and protecting the landscape since 1992 and uses the Chaumont Festival, running from April to October, to invest in culture by promoting art in Chaumont Park. It was designed by Henri Duchene, a well-known landscape designer, who was commissioned in 1880 by Prince de Broglie to invest in the valley’s beauty to transform it in to a giant romantic English garden. In this instance, as well as being considered an historical monument, the garden itself is a work of art and the natural landscape gives a place its identity, even turning into a “logo” of beauty and quintessence of the motion contained in nature. This edition, let’s call it “art in nature” (rather than art en jardins dans les parcs) reveals something of cutting-edge importance: today more than ever before, in the age of cyborg spaces extendable through the web, outside the realms of virtual reality technological man is trying to recover “lost nature in his relations with an actual environment, as a test of organicity and physicality in a physical place and in the landscape. At the end of the 19th century, Paul Cezanne, unaware of how technology would rule supreme in the 21st century, wondered how artists might see nature in the 20th century, posing a question which is now the subject matter and language of many contemporary artists. We know that from Informal art to Fluxus, from Land Art to Arte Povera, right through to the present-day “park art” currently being developed, the feeling of a natural Arcadian-bucolic world and the nostalgia for an unblemished landscape are now critical and unavoidable issues. In the 1960s Joseph Beuys planted seven thousand oak trees in the city of Kassel, not as the testimony of a generous artist not interested in self glory, but as a way of acknowledging nature as a necessary condition for modern man, a way out for enabling him to hang onto some final sense of humanism under the aegis of technology. He transformed the landscape into a space open to thought in the most artistic place of all. All over Europe, the United States, Canada, Japan and Australia, from the 1960s onwards, those artists most sensitive to the issue of the habitat decided to confront nature and the physicality of being in it, as well as the land and gardens, which even as far back as in the Renaissance period had become an experiential setting to be recreated, rendered artificial, tamed or turned into a theatre, as seen fit. Kenneth Clark,
who wrote a key essay on the subject of “landscape painting in western art”, taught us that it was only from the 17th century onwards that the idea of landscape was properly defined in the figurative arts, being given the status of a genre. It is hardly surprising that nature was inevitably replaced by the “cityscape” following the industrial revolution, the historical avant-gardes of the first decade of the 20th century and the general exodus towards the city. From the Futurists onwards the city was raised to the status of being an icon of the modern and symbol of progress, epitomising the machinery of technological development and a kind of non-natural, induced, forced and accelerated metamorphosis. In his “Theory of Form and Figuration”, Paul Klee continued to extol nature, but now as an element that the artist has to capture as it evolves, in that state of motion and metamorphosis that we can all see in nature. The Land Art of the 1960s changed the landscape by incorporating features-signs chosen by the artist as symbolic messages; these were the days of the young people’s revolutions, the hippies of radical design and artistictechnological innovations, as the mass media took charge of the western world and Debord theorised an “entertainment society” in which, hardly surprisingly, the romantic issue of man’s relation to nature was depicted by opening up fields of inquiry and artistic experimentation that are still being examined today. The “parc art” promoted by the Chaumont sur Loire Festival, a spin-off from Art in Nature, pays necessary attention to our environmental heritage and the alliance between man and nature, denouncing the fact that we are completely destroying our natural heritage. We have inherited from our Judeo-Christian tradition the idea that man has the ability, not to say the duty, to hold dominion over nature. Ever since Bacon “scientia est potentia” and knowledge means shaping nature. As we known, the environment is now a global issue in the 21st century, and it is also a complex matter because it calls into question the increasingly rapid process of industrialising the planet, which has taken pollution to problematic levels. For this reason too, “Le festival international des jardins” is not just a intelligent cultural solution for promoting tourism and conserving our invaluable natural heritage, it also aims to draw on a palette-garden of events to raise awareness of the importance of the natural landscape as a manifesto and icon of the most organic form of movement of all, a real symbol of life. Parc-art (as an artistic idiom in general) is linked with the onlooker who is expected to adopt a simultaneously critical, explorative and sensorial attitude; by opening up to aesthetic contemplation and thought, the senses are reconnected to the mind, inviting us to reflect on the latest anthropological realms and the importance of the landscape in its constant state of change. Due partly to this implicit movement, a park is an art form which transforms into a palette of senses and sensations. The 2007 Chaumont-sur-Loire Festival particularly focuses on the naturalness of the landscape in relation to artefacts and events which, poised between one Arcadian state of mind and another, evoke possible synaesthesias between technological man and nature. In this kind of environmental art, the means of technical reproduction produce a side effect through the creative process, favouring the natural landscape in itself as the only un-reproducible “unicum”. The garden and nature also come to symbolise metamorphoses and states of mind and the soul, relying on natural scenarios as well as site-specific works by artists who exalt and strengthen the art of the natural landscape injecting it with charm as the eternal agora of life. 228 l’ARCA 43
General views of the permanent gardens at Chaumont-sur-Loire and the Castle. Some of the main features of the permanent gardens are the landscaped wall designed by Patrick Blanc in the Experimental Garden, the magical atmosphere of the Valley of Mist (opposite page), the Wild Iron Path designed by Jean Lautrey following a pathway along the ridge of the Loire. The 2007 Festival entitled “Mobiles! Des Jardins pour un monde en mouvement”, will be open to visitors until 14th October. 26 new gardens will be presented, selected from the over 200 dossiers set in to the jury composed of Erik Orsenna, Christian Mary, Bernard Welcomme, Dominique Caire, Michel Audoy, Uta Zorzi, Jean Latrey, Ariane Delilez.
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Viste generali dei giardini permanenti di Chaumont-sur-Loire e del Castello. Tra gli elementi caratterizzanti i giardini permanenti si incontrano il muro vegetale progettato da Patrick Blanc nel Giardino Sperimentale, l’atmosfera magica della Valle delle nebbie (a destra), il Sentiero del Ferro Selvaggio, progettato da Jean Lautrey che segue un percorso sul costone lungo la Loira. Il Festival 2007, intitolato “Mobiles! Des Jardins pour un monde en mouvement”, sarà visitabile fino al 14 ottobre. Vengono presentati 26 nuovi giardini selezionati tra gli oltre 200 dossier inviati alla giuria, composta da Erik Orsenna, Christian Mary, Bernard Welcomme, Dominique Caire, Michel Audoy, Uta Zorzi, Jean Latrey, Ariane Delilez.
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2. Sandrine Feutry, Stéphanie Freret: “Voyage au bout de la tomate”. 50 varietà di pomodori prendono
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d’assalto un pergolato per raccontare l’acclimatazione nei secoli e i continenti del pomo dell’amore. 50 varieties of tomatoes attack a pergola to paint a picture of how the right conditions for growing tomatoes have been created down the centuries and across the continents. 3. Sonia Gros, Sonia Keravel: “Du vent dans les voiles”. Tre grandi teli bianchi stesi su una prateria fiorita servono come
sedile, letto, trampolino, altalena per una o più persone. Three large white sheets spread across a flowery field act as a chair, bed, trampoline and swing for one or more people. 4. Ye Li (ESADReims; professore: Patrick Nadeau): “Jardin volcanique”. Un vulcano che fuma e gorgoglia, dove il fuoco è acqua in movimento, la lava sono piante rosse e il fumo è una bruma rinfrescante.
A smoking and bubbling volcano whose fire is actually water in motion, whose lava is formed by red plants and whose smoke is a cooling mist. 5. La Machine, François Delarozière, SEVE Ville de Nantes: “Réaction en chêne”. Questa serra volante posta su “zampe” articolate è studia il divenire della foresta di domani attraverso il proliferare di centinaia di varietà di quercia.
The new mission of this flying greenhouse on jointed “paws” is to study how the forests of tomorrow will grow through a proliferation of hundreds of species of oak trees. 6. Echo/William RaeSmith, J-Claude Gourvennec, Gaspard Lautrey, Will Menter, John Tizzar: “Jardin Echo”. Un frutto gigante che riecheggia il rumore della natura e che ricorda che ogni seme contiene un potenziale giardino.
A giant fruit echoing to the sound of nature and reminds us that every seed contains a potential garden. 7. Land’s’Gaard/Agnès Balland, Marianne Roelsgaard, Louis Vallin: “La clef des champs”. Un alberovela che ruota lentamente attorno al proprio asse, una barca guida i visitatori a battere i mari sulle tracce dei grandi botanici-viaggiatori. A sail-tree which revolves slowly around its axis, a boat guides visitors across the
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1. Beat Generation: Julien Odile, Sophie Barbaux, Francis Cossu, Jean-Hugues Molcard, “Beat Vegetation”. Un van VW ha raccolto in trent’anni di viaggi in Oriente, ambienti, colori, piante… A VW van gathered together a range of settings, colours, plants etc. during a thirty-year trip around the Far East…
8 high seas in the wake of great botaniststravellers. 8. Les Grainetiers, Marc Vatinel, Cécile Pinon, Danielle Roose, Romain Billon:
“Prenons-en de la graine”. Un giardinoesperienza sulla mobilità delle granaglie e dei semi attraverso 4 modi di disseminazione trattati in modo ludico
e interattivo. A garden-experience about the mobility of grain and seeds through 4 sowing methods examined playfully and interactively.
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1. Association 1 Apimeal: Emile Bourdier, Céline Desplanche, Richard Fulop, William Jaulain (Ecole National d’Architecture de Lyon; professore: Hervé Lequay): “Arbres plastique(s) sur sol instable”. Questo giardino dove si affiancano alberi artificiali e pseudonaturali tratta il tema della frizione tra diverse velocità di spostamento opponendo il movimento lento delle attività telluriche a quello istantaneo della nostra società. This garden combining artificial and pseudonatural trees looks at the question of friction between various speeds of motion, contrasting the slow movement of telluric activity with the instantaneousness of our society.
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2. Vo’Le/Catherine Villefranque, Christine O’Laughlin, Michel Euvé: “Le jardin des arbres bleus”. Rami dipinti di blu e posti a testa in giù diventano i personaggi di una strana processione che si conclude in una coreografica rotonda. Branches painted blue and placed headdownwards turn into characters in a strange procession terminating in a choreographic roundabout.
“Le Tourbillon’aire”. Un giardino di oggetti mobili che giocano con i vari elementi, acqua, aria, terra, sole con una struttura che declina cinque colori. A garden of mobile objects that play with the various elements of water, air, earth and sunshine in a five-colour structure.
3. Les Grainetiers, Marc Vatinel, Cécile Pinon, Danielle Roose, Romain Billon: “Prenons-en de la graine” (particolare/detail).
6. Mélanie Crespin, Emmanuel Lemoine: “Jardin fragmentaire”. La velocità dei nostri spostamenti implica inconsciamente una selezione di ciò che si vede; questo giardino propone di ricomporre una sua propria frammentazione del paesaggio.
4. Agence de Paysage LanD/Corinne Lamour, Eric Giroux, Association Arsemio Collectif d’artistes:
The speed of our movements subconsciously implies a selection in what we see; this garden alludes to a recomposing its own fragment of landscape.
5. La Machine, François Delarozière, SEVE Ville de Nantes: “Réaction en chêne”.
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1. Land’s’Gaard/Agnès Balland, Marianne Roelsgaard, Louis Vallin: “La clef des champs”.
3./4. Jacques Simon, l’Espace Naturel Lille Métropole/Jardin Mosaïc: “Feuilles de route”. Storie di migranti e di giganti del Nord che portano con sé “valigegiardino” che sbocciano, si trasformano e fanno apparire nuovi giardini. Stories of migrants and giants from the north, who carry with them “gardensuitcases” which open up, transform and reveal new gardens.
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2. Hafsa Devauvre, Sacha Goutnova (Arval): “Asteroïdes”. Il Piccolo Principe di Saint-Exupery come fonte di ispirazione con il suo amore per una rosa, i suoi capelli biondi come il grano, e la sua ballata di pianeta in pianeta. Saint-Exupery’s Little Prince as a source of inspiration through his love for a rose, his blond hair like straw and his dancing from planet to planet.
1 spontaneamente, mentre altre tentano di ripartire. A garden of evanescent plants coming from all four corners of the world settle down, spread and spontaneously organise themselves
while others try to leave again.
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5. Flavien Conilleauu, Mélanie Drevet: “Mobile et volubile”. Un giardino di piante evanescenti che arrivano dai quattro angoli del mondo, si installano, si diffondono e si organizzano
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Pochi segni
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Meinel Optical Science Building, Tucson
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ello Stato del Gran Canyon non c’è da stupirsi se l’architettura si confronta con la folgorante luce del deserto dell’Arizona. Tucson, location di tanti film western che ne hanno decretato il mito di città del cinema, è anche sede dell’Università dell’Arizona dove è stato realizzato il Meinel Optical Sciences Building, interessante edificio ispirato alla Camera Obscura. Dunque una architettura che vive di luce propria, si potrebbe dire. Nell’intenzione del progettista, che si rifa a una “macchina” di così antica origine – il primo a occuparsene fu l’arabo Alhazen che, nel secolo XI, concluse importanti studi sui raggi luminosi – il Meinel Optical Sciences Building doveva integrare in un unico spazio due funzioni: dimostrare, alla macroscala, un fenomeno ottico semplice nel risultato pratico, ma complesso nell’assunto scientifico. Un progetto alquanto originale, premiato dall’American Institute of Architects che l’ha inserito nella selezione delle opere candidate all’assegnazione degli Honor Awards 2007. L’edificio fa parte di un programma di ampliamento e di rinnovamento di alcune strutture dell’Università dell’Arizona. Nel caso specifico del Dipartimento di Ottica, che necessitava di nuovi spazi destinati alle ricerche di laboratorio e di nuovi uffici. Essenziale ma anche complesso per la sua doppia identità, il progetto del nuovo edificio propone un percorso che esalta non solamente la qualità compositiva secondo l’assunto vitruviano, ma esprime anche la volontà di plasmare in un unico corpo scienza delle costruzioni contemporanea con la storia delle innovazioni che nel passato hanno contribuito allo sviluppo scientifico. Il Meinel Optical Sciences Building non segue i nuovi linguaggi legati alle infinite opzioni formali offerte dall’informatica, non vuole stupire attraverso innovative soluzioni tecnologiche, ma porsi quale testa di ponte per un percorso progettuale critico, ovvero attuare quella forma di “scrittura” per immagini per elaborare un linguaggio che recuperi attraverso l’arte del costruire la cultura di un passato attraversato da straordinarie tensioni relative alle scoperte scientifiche. La Camera Obscura, archetipo concettuale che ha dato avvio agli studi sulla leggi ottiche della prospettiva, dando così avvio alla fotografia, trova nel complesso universitario di Tucson una valenza didattica di grande respiro. Esso riproduce a scala urbana ciò che è sempre stato veicolato attraverso testi e illustrazioni. L’understatement che caratterizza la sistemazione degli spazi interni non va inteso come basso profilo creativo, bensì consapevole certezza che troppi segni in un contesto denso di significati metaprogettuali finirebbe per oscurarne i contenuti più significativi. L’atmosfera quasi claustrale che aleggia negli spazi interni restituisce pienamente l’essenzialità dell’ambiente conventuale. E forse quando la facciata si libera dalle “persiane” si sente il vuoto del deserto dell’Arizona far piazza pulita, azzerando ogni superfetazione. Quando invece la luce viene fatta filtrare da pertugi micrometrici simili a obiettivi fotografici si rinnova il “miracolo” dell’immagine rovesciata che sta alla base del processo fotografico, più il foro è ridotto più nitida è l’immagine riprodotta, proprio come avviene nella Camera Obscura che tanto coinvolse nella febbre del sapere artisti e studiosi come Leonardo da Vinci che ebbe l’intuizione di inserire nel foro stenopeico una lente, Gerolamo Cardano poi perfezionò tale intuizione, successivamente Daniele Barbaro, nel trattato del 1568 Pratica della prospettiva, approfondì con rigore scientifico le possibili applicazioni pratiche che permisero ai pittori di impostare correttamente opere con particolari problemi prospettici. Carlo Paganelli
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t is hardly supervising that architecture in the state where the Grand Canyon is located is forced to come to terms with the blinding desert light of Arizona. Tucson, the location of so many westerns making it a legendary city in the film industry, is also the home of the University of Arizona, where the Meinel Optical Sciences Building is built, an interesting building designed along the lines of a Camera Obscura. It might be said that this is a work of architecture that shines with its own light. The designer drew inspiration from a truly ancient “machine” – indeed the Arab scholar Alhazen was actually the first to complete important studies into light rays back in the 11th century – and the Meinel Optical Sciences Building was supposed to combine two different functions in one single space: a demonstration on a macro scale of an optical phenomenon with a simple practical function, but highly intricate in terms of its scientific groundings. An extremely original design idea, which the American Institute of Architects chose as one of the works selected for the 2007 Honor Awards. The building is part of a program to extend and redevelop a number of facilities at the University of Arizona. In this specific case the Optical Science Department, which needed new facilities for carrying out laboratory research and also new offices. Simple but also complex due to its double identity, the project for the new building is not just a high-quality stylistic design working along Vitruvian lines, but also the sign of a desire to shape in one single space both the science of modern-day construction and the history of innovations which have, in the past, made such a significant contribution to scientific progress. The Meinel Optical Sciences Building is not based on the latest languages linked with the endless stylistic options opened up by computer technology, it does not set out to astound us through its innovative technological features, it just aims to provide a bridge head along a critical pathway to design. In other words, it aims to implement a certain form of “writing” in pictures to devise a language which draws on the art of building to revive past culture with all its incredible tensions related to scientific discoveries. The Camera Obscura, a conceptual archetype which set under way studies into the optical laws of perspective eventually leading to photography, is given a very educational rendition on the Tucson University campus. This is an urban scale reproduction of what has always been conveyed in words and pictures. The understatement characterizing the layout of interior spaces should not be taken as some sort of low creative profile, but rather the carefully thought-out certainty that too many signs in a context full of meta-design meanings would end up obscuring its much more significant contents. The almost cloistered atmosphere reining in the interior spaces perfectly renders the simplicity of a convent-like setting. So when the façade is freed of its “Persian blinds”, you can feel the emptiness of the Arizona desert sweep through the building and cancel out any excesses. When, on the other hand, light is filtered in through micro-metric fissures similar to photographic lenses the “miracle” of the upturned image underscoring the photographic process is reproduced, the smaller the hole the clearer the image reproduced, the same as what happens in a Camera Obscura, which so caught the imagination of artists and scholars like Leonardo da Vinci, who had the idea of inserting a lens in the stenopeic hole, Gerolamo Cardano who perfected this method, and Daniele Barbaro, who studied (with scientific rigour) all its practical applications allowing painters to deal with problems of perspective properly in his treatise from 1568 entitled Pratica della prospettiva.
Il Meinel Optical Science Research Building, realizzato nel campus dell’University of Arizona a Tucson. L’edificio fa parte di un ampio intervento di ampliamento e rinnovamento delle strutture universitarie. Alle pagine seguenti, il sistema di aperture in facciata è stato pensato per riprodurre gli effetti prospettici della “Camera Obscura” e corrisponde alla necessità di variare la percezione degli spazi interni in base alla luce diurna. Meinel Optical Science Research Building, built on the campus of the University of Arizona in Tucson. The building is part of an extensive project to extend and redevelop the university structures. Following pages, the system of apertures in the façade is designed to reproduce the perspective effects of a “Dark Room” and corresponds to the need to vary how the internal spaces are perceived in relation to daylight.
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In alto, planimetria generale e sezioni. Sopra, piante del secondo/terzo livello e del sesto livello.
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Top, site plan and sections. Above, plans of levels 2/3, and of level 6.
1. Edificio di ricerca ottica esistente Existing optical research building 2. Ponte di collegamento con l’edificio esistente Bridge connection to existing building 3. Laboratorio tipo Lab-typ.
4. Ufficio tipo Office-typ. 5. Sala conferenze Conference room 6. Ascensore Elevator 7 Vano tecnico Mechanical shaft 8. Bagni Restroom 9. Corridoio/Corridor
10. Pozzo di luce Light shaft 11. Sala dati e impianti elettrici Electrical-data room 12. Apertura verso il piano sottostante Open to floor below
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Il particolare sistema dei serramenti consente un radicale mutamento della configurazione della facciata. The special systems of frames and fixtures allows the façade layout to be radically altered.
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Gli interni sono caratterizzati da arredi contemporanei ma anche da pezzi storici del Razionalismo. The interiors feature modern-day furnishing, as well as historical pieces of Rationalism.
Credits Project: Richärd + Bauer Architecture Project Team: Jim Richärd (Partner/Principal in charge), Kelly Bauer (Partner/Interiors/ Project manager), Steve Kennedy (Partner/Lead Project Architect/Construction administration), Andrew Timberg (Project architect), Erik Koss (Project architect) Interior Designer: Kelly Bauer IIDA/Richärd + Bauer Architecture Structural, Mechanical, Electrical, Plumbing Engineering, IT: Ove Arup Partners Civil Engineering: KPFF Consulting Engineers Landscape: Sage Landscape Architecture and Environmental Lab: Earl Walls Associates General Contractor: Lloyd Construction Co Inc. Rendering: Jim Richärd/Richärd + Bauer Architecture, Andy Timberg/Richärd + Bauer Architecture Concrete: CECO Concrete Construction
Steel: Peck Steel Masonry: Young Block Company Metal/Glass Curtain Wall: Copper cladding, Elward Construction Wood: EIFS, ACM Built-up Roofing: W. R. Grace & Co. Aluminum Curtain Walls: Southwest Aluminum Systems Glazing Contractor: Border Glass and Aluminum Glass Curtain Wall, Skylights: Northwestern Industries Glass at the lobby provider: Old Castle Entrances Doors: Southwest Aluminum Systems Metal Doors: Three G Industries Wood Doors: Algoma Locksets: Schlage Lock Company Hinges: IVES Closers: LCN Exit Devices: Blumcraft Pulls: Trimco Cabinet Hardware: Blum Acoustical Ceilings: Armstrong
Foamed Aluminum (lecture hall): Cymat Corp. Cabinetwork and custom woodwork: Eagle One Millworks Inc. Paneling: Eagle One Millworks Inc. Plastic Laminate: Wilsonart International Special surfacing: (Terrazzo flooring): Advanced Terrazzo Floor and wall tile: Ceramic Vogue Resilient flooring: VCT, Mannington Commercial Carpet (lecture hall): Mohawk Industries Furniture: Steelecase, Gordon International, ICF, Peter Pepper, American Seating Company, Brayton International, Metro Lighting: Zumtobel Lighting, Lithonia Lighting, LC+D Lighting Controls, Lutron Elevators/Escalators: ThyssenKrupp Elevator Plumbing: Halsey Taylor, Kohler, Chicago Faucet Co. Cleanroom: Environmental Enclosures CompanyPacific Environmental Technologies Client: University of Arizona
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I valori di una cultura
Mario Botta
Santo Volto Church, Turin
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solenne sull’altare, inciso in pixel, il linguaggio dell’era digitale, non pronto a sfumare come l’immagine su un televisore, ma pensato per durare perché realizzato in mattoni e pietra di Verona. Raffigura l’icona che a Torino è custodita nella Cappella dedicata alla Santa Sindone, progettata in età barocca da Guarino Guarini. L’edificio mostra l’immagine di una costruzione realmente particolare: maestosa, alta e slanciata, basata su una pianta a eptamero, ossia un poligono a sette lati su cui ha riflettuto a lungo Francesco Borromini, in occasione del progettazione di Sant’Ivo alla Sapienza, perché quei sette elementi evocano il testo della Bibbia secondo cui Salomone edificò il tempio di Gerusalemme con sette colonne, quindi con sette lati. Il maestro di Lissone, dopo alcuni tentativi, individua la soluzione nella pianta stellare mistilinea, riconoscendo la settima colonna nel vuoto su cui si innalza la cupola sormontata dalla famosa lanterna a spirale, capace di evo-
care il faticoso percorso verso la conoscenza. Nel nostro caso, Botta mette a punto un compatto volume centrale avvolto da una doppia ghiera di torri perimetrali e centrali, una sorta di periscopi, di camere di luce che immettono il prezioso elemento all’interno del luogo e nel contempo, proprio per questa sete di chiarore, la famosa luce che illumina l’anima e attribuisce il dono della grazia, denotano all’esterno la presenza dello spazio sacro, interpretato come luogo di sosta e di silenzio. Uno spazio di preghiera che attraverso l’architettura, come scrive Botta stesso, “riafferma i valori di autentico umanesimo della cultura cristiano-occidentale per riproporli oggi quali premessa per un’autentica accoglienza all’interno della comunità”. Alla torre centrale corrisponde un volume più compatto che racchiude la cappella. Una sorta di controcanto rispetto ai fratelli maggiori, come l’ordine gigante e quello nano, inventato da
Michelangelo Buonarroti per i palazzi del Campidoglio. L’autore per descrivere la sua opera ha impiegato spesso il termine “ingranaggio” e non solo per l’evidente similitudine formale dell’impianto planimetrico con una sorta di macchina, ma in senso metaforico per definire il ruolo centrale, di fuoco urbano portatore dell’aura di sacralità tipica della chiesa rispetto a un contesto in fieri. In questa prospettiva una funzione particolarmente importante viene assunta dalla ex-ciminiera delle acciaierie. Appare contemporaneamente come la memoria del vecchio impianto, ma anche del nuovo impiego perché rappresenta l’immagine visiva delle origini industriali del luogo, ma nel contempo esprime il suo essere una torre a sostegno della croce. Avvolta da un cordone elicoidale in acciaio sul quale sono montate una serie di lamelle che paiono spine, la torre brilla sia di giorno sia di notte, e al vertice dei suoi sessanta metri si staglia, in dialogo diretto con il cielo, una croce
La nuova Chiesa del Santo Volto, realizzata a Torino in Via Val della Torre angolo Via Borgaro. La costruzione occupa una superficie di 26.300 mq. The new Santo Volto Church in Via Val della Torre on the corner with Via Borgaro in Turin. The building covers an area of 26.300 square metres.
Enrico Cano
Torino, in una delle vaste aree industriali che i profondi mutamenti nelle strategie industriali ha progressivamente trasformato in una sommatoria di ruderi, territori e abbandonati, dismessi, non lontano dal cuore stesso della città. In un comparto di questa città in profonda trasformazione che si appresta ad assumere una nuova vocazione, anche residenziale, Mario Botta si misura ancora una volta con il tema del sacro, tra i più intensi e stimolanti per un progettista, una vera sfida se rapportato al tessuto sociale multietnico e quindi caratterizzato dalla presenza di diverse religioni e da una comunità sempre più secolarizzata. Botta progetta oltre all’organismo basilicale, gli edifici parrocchiali a servizio della nuova comunità, gli uffici della Curia Metropolitana con il necessario parcheggio e un Centro Congressi per le iniziative culturali promosse dalla Diocesi. La chiesa è dedicata al Santo Volto che ci appare ieratico e
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d’argento. Le campane invece, di piccole dimensioni, sono montate alla base della torre su un telaio rettangolare in corrispondenza dell’ingresso principale. L’originaria funzione di smaltitore dei fumi è stata recuperata in pieno: anche ora la torre contiene infatti le canne fumarie. Nel contempo, in fase di cantiere, ha funzionato da osservatorio privilegiato da dove scattare le foto che mostrano le diverse fasi del lavoro effettuato. A Torino, Botta ha portato avanti con impegno e rigore un’altra espressione della tematica del sacro, già modulata in numerose varianti, tutte di sicuro interesse, iniziando con la grande Cattedrale di Ivry, dove la copertura è coronata da alberi svettanti e sperimentandola anche nella Sinagoga Cembalista a Tel Aviv, fino a giungere a quella meraviglia costituita dallo spaccato ligneo della ricostruzione, per la mostra di Francesco Borromini, della chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, ancorato sulle rive del lago di Lugano. E ancora, come non menzionare la cappella sul Monte Tamaro, un vero capolavoro – una sorta di visione dell’anima e di teorema architettonico – capace di testimoniare la spiritualità del tempo in cui viviamo, impreziosita dalla serie di dipinti realizzati da Enzo Cucchi attorno al tema di Maria degli Angeli, alla quale la chiesa è dedicata. Senza tralasciare infine la ricostruzione di quella distrutta da una valanga a Mogno, nella Svizzera italiana, risolta con senso della comunità e sincero afflato poetico. Mario Pisani
Sopra, vista del complesso parrocchiale che accoglie tutte le attività di servizio alla curia, prima dislocate in vari edifici sparsi per la città. Oltre alla chiesa a pianta centrale da mille posti, il centro comprende una sala ipogea per assemblee e convegni, uffici, appartamenti, una cappella feriale, una casa canonica e varie strutture di formazione e ricreazione. I diversi corpi lineari a tre piani racchiudono inoltre lo spazio del sagrato. A destra, pianta del piano interrato. Nella pagina a fianco, planimetria generale e pianta del piano terra.
Above, views of the parish complex holding all the activities serving the curia, which used to be spread over various buildings across the city. In addition to the thousand-seat church with a central plan, the centre also includes an underground hall for meetings and conferences, offices, apartments, a weekday chapel, canonical house and various educational and recreation facilities. The various linear three-storey constructions also encompass the parvis space. Right, plan of the underground level. Opposite page, site plan and ground floor plan.
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n one of the most extensive industrial sites in Turin, which profound changes in global industrial strategies have gradually transformed into a mass of rubble, leaving it abandoned and neglected, not far from the very heart of a city which, thanks partly to the recently hosted Winter Olympics, is undergoing tumultuous processes of change, in an area which is ready to take on a new vocation (partly residential), Mario Botta is once again measuring up to the theme of religion one of the most intense and stimulating issues for an architectural designer, a real challenge when related to a multiethnic social fabric in which various religions coexist within an increasingly secularised community – designing a basilica, parish buildings serving the new community, and the offices of the City Curia, together with the necessary parking facilities and a Conference Centre for hosting cultural events promoted by the Diocese. The church is devoted to Santo Volto, who solemnly and hieratically appears engraved in pixels, drawing on the language of the digital age, not ready to be blurred away like a television image but designed to last by being created out of Verona brick and stone. It depicts the icon kept in the Chapel in Turin devoted to the Holy Shroud designed by Guarino Guarini back in the Baroque period. The building projects the image of a very peculiar construction: majestic, tall and streamlined, constructed on an heptamer-shaped base (i.e. a polygon with seven sides which Francesco Borromini studied at great length when designing Sant’Ivo alla Sapienza, because the seven elements evoke the biblical story according to which Solomon built the temple in Jerusalem with seven columns, hence with seven sides). The master from Lissone eventually, after various attempts, found the solution in a mixed-lined star-shaped plan, identifying the seventh column in the empty space where the dome with the famous spiral lantern above it towers up, capable of conjuring up the demanding path to knowledge. Here Botta has constructed a compact central structure enveloped by a twin ring of perimeter and central towers, almost like periscopes, chambers of light allowing this precious element to flow inside the building and, at the same time, due to this very thirst for clarity, the famous light illuminating the soul and bestowing the gift of grace, mark the presence of this sacred space on the outside, interpreted as a place of rest, silence and prayer, which, as
Botta himself has written, uses architecture to “reaffirm the authentic humanistic values of Western Christian culture projecting them into the present day as a way of being genuinely welcomed into the community”. The central tower corresponds to a much more compact structure enclosing the chapel. A sort of counterpoint to its bigger brothers, such as the giants and tiny orders, invented by Michelangelo Buonarotti for the buildings in the Capitol. To describe his own work the architect has often used the term “gearing” and not just because the site plan is clearly similar to a sort of machine, but also metaphorically speaking to define its central role as an urban hub bringing with it the kind of sacred aura typical of a church. In relation to this, the old chimney once belonging to the steel works has a particularly important role to play. It simultaneously calls to mind the old plant, while evoking its new function by representing a visual image of the local area’s industrial roots. At the same time it expresses its essence as a tower supporting the cross. Enveloped in an elliptical steel cord with a set of blades fitted on it, which look like thorns, the tower shines both day and night, and a silver cross clearly stands out at the top of its 60 m construction, directly interacting with the heavens. The bells, which in contrast are quite small, are set at the foot of the tower, on a rectangular frame near the main entrance. Its original purpose of disposing with smoke and fumes has been fully restored: in actual fact the tower still contains the flues. However, during building work it acted as a privileged viewpoint for taking photos showing the various stages in the work being carried out. Botta has produced another carefully devised and rigorous expression of the theme of religion here in Turin, already rendered in a number of other extremely interesting variations, beginning with giant Ivry Cathedral, whose roof is crowned by towering trees, and then his experimentation on the Cymbalist Synagogue in Tel Aviv, and completed by his wonderful wooden reconstruction of San Carlo alle Quattro Fontane Church along the banks of Lake Lugano, specially designed for the Francesco Borromini exhibition. And, of course, we cannot help mentioning the Chapel on Mount Tamaro, an authentic masterpiece – a sort of vision of the soul and architectural theorem – successfully embodying the spirituality of
the age in which we live, enhanced by as series of paintings by Enzo Cucchi on the theme of “Mary of the Angels”, which the Church is devoted to. And without forgetting, last but not least, the reconstruction of the church destroyed during an avalanche in Mogno in the Italian part of Switzerland, created with both a sense of community and genuine poetic flair.
Credits Project: Mario Botta Architetto Structural Project: Studio O. Siniscalco/Giorgio N. Siniscalco, Luca Chiabrando Project and Executive Security Coordinator (d.lgs. 494/95): Umberto Siniscalco, Marina Pensa Electrical Plants: E.L. Engineering Service - Sergio Berno Renzo Zorzi Mechanical Plants: Impro - Remo Vaudano - C. Zanovello Fire Prevention and Safety: Studio Progress Giuseppe Amaro Specialistic Activities Coordination: Claudio La Montagna Executive Director: Studio O. Siniscalco Alessandra Topi Worksite Inspector: Salvatore Limina Project Collaborators and Work Management: Studio O. Siniscalco, Roberta Filippi, Maria Rita Lo Forte, Gianluca Marchese, Davide Scolaro, Talete Biancardi, Gianni Bellan, Patrizia Gugliotta Work Manager: Stefano Dalmasso General Contractor: Grassetto Lavori
(ora Itinera) Concrete Structures: C.S.C., Presider, Doka Metalworks: Marenco, C.AL.FER., Tony International Busano Prefab Facade Panels: Beton Rapid Glasses, Frameworks, Shading: Sermeca Wall Paintings: Covesa, Roby Color Lighting, Climatisation, Security and Electrical Plants: A.T.I. Kopa Engineering, I.C.A., Gamberana, Euroimpianti Marble Floors: Sarcoberg Porfid Floors: Arki consorzio stabile d’impresa Ceramic Floors: CE-PA Wood Floors: Cudicini Wood False Ceilings: Falegnameria Fosca Plaster False Ceilings: Ediline Eraclit False Ceilings: Vinilux Mobile Partition Walls: Haworth Castelli Wood Doors: Falegnameria Fosca Metal and Fireproofing Doors: Novodoor Lifts: Kone Church Benches: Genuflex Meeting Room
Mario Botta
Armchairs: Caloi industria Church Furniture: Marietta Organ: Famiglia Artigiana Fratelli Ruffatti Roofing: GMF di Giannatempo Waterproofing and Insulation Systems: Tecnowater Client: Arcidiocesi di Torino
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Mario Botta
Sopra, sezione longitudinale e, sotto, sezione trasversale. Above, longitudinal section and, below, cross-section.
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La ex-ciminiera delle acciaierie è diventata il simbolo del vecchio e del nuovo utilizzo. Da un lato essa è memoria visiva delle origini industriali del luogo, dall’altro è una torre a sostegno della croce. Avvolta da un cordone elicoidale in acciaio sul quale sono montate una serie di lamelle che paiono spine, la torre luccica sia di giorno sia di notte, e al vertice dei suoi sessanta metri sta una croce color argento. Le campane invece, di piccole dimensioni, sono montate alla base della torre su un telaio rettangolare in corrispondenza dell’ingresso principale. L’originaria funzione di evacuatore di vapori è stata pienamente recuperata: anche adesso la torre contiene, infatti, le canne fumarie. The former steelworks chimney now symbolises its old and new usages. On one hand it is a visual memory of the place’s industrial roots, on the other it is a tower supporting a cross. Enveloped by a steel elliptical cord fitted with a set of shutters that look like thorns, the tower shines both at daytime and nighttime, and there is a silver-coloured cross set at the very top at a height of 60 m. On the other hand, the bells, which are very small, are fitted to the base of the tower on a rectangular frame over by the main entrance. Its original function of injecting steam has been fully restored: the tower still holds the flues.
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La chiesa a pianta centrale si presenta esternamente come un corpo circondato da sette torri perimetrali senza alcuna gerarchia architettonica apparente. A ogni torre, poi, si aggiungono più
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esternamente di volta in volta i corpi più bassi delle cappelle. Sia le torri sia le cappelle, grazie all’estremità superiore tronca, fungono da lucernari immettendo luce indiretta all'interno dell’aula. La scelta di
una pianta a forma eptagonale, che è venuta a coincidere con il forte significato simbolico-religioso, ha permesso di dare un orientamento all’aula interna introducendo un’asse ingresso-altare rivolto verso la città.
Una scelta, quella di collocare l'ingresso all'interno del sagrato piuttosto che in direzione del centro cittadino, che ha suscitato numerosi confronti con la committenza.
The church, which has a central plan, looks like a structure surrounded by seven towers. The lower chapel constructions are added on around the outside of the towers. Thanks to the truncated upper end,
both the towers and chapels act like skylights letting in direct light flow into the main hole. The decision to opt for a heptagonal base, which happens to have a powerful symbolicreligious meaning,
allowed the inner hall to be set out along an altar-entrance access facing the city. The decision to place the entrance inside the parvis rather than in the direction of the city centre caused disputes with the client.
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Nella pagina a fianco, l’organo. Sotto, vista dell’altare e di una cappella laterale. In basso, scorcio dell’aula assembleare e particolare di un’acquasantiera.
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Opposite page, the organ. Below, view of the alter and a side chapel. Boston, partial view of the assembly hall and detail of a stoup.
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Sergio Bianchi
L
a vicenda della villa De Risi, progettata da Sergio Bianchi, è giunta alla sua conclusione. L’opera è stata finalmente realizzata, ma le difficoltà incontrate dal progettista e dal committente per arrivare al suo compimento, delle quali abbiamo già dato tempestivamente conto (l’Arca 168, marzo 2002), restano come allarmante segnale dei problemi che l’architettura incontra di continuo sulla sua strada. Le ricorderemo brevemente. Nicola De Risi, a lungo segretario dell’Istituto Nazionale d’Architettura fondato da Bruno Zevi, chiede all’IN/ARCH di bandire un concorso per la sua villa da costruire a Bellegra, nei dintorni di Roma. Bianchi vince il concorso, ma subito nascono ostacoli. Bellegra è località paesaggistica, tradizionalmente frequentata da artisti, e l’innesto di un nuovo corpo architettonico in un ambiente così fortemente caratterizzato solleva perplessità, timori, contrarietà. Non bastano le garanzie del concorso, il valore delle istituzioni che lo promuovono, il prestigio del committente, la disponibilità dell’amministrazione comunale: a lungo prevale il rifiuto dell’opera in nome di una strenua difesa dell’esistente, che non comprende come il patrimonio culturale e naturale si preservi davvero solo rinnovandone i valori. Ora la villa De Risi può finalmente dispiegare le sue ragioni architettoniche e ambientali. Essa sorge su un rilievo roccioso che domina il panorama, e si lascia avvolgere dall’aspra bellezza della conformazione naturale del territorio, con la quale crea un fitto dialogo percettivo tutto giocato sulla leggerezza e la trasparenza delle forme e dei materiali. Si potrebbe anzi dire che proprio la contemporaneità delle sue strutture architettoniche consente lo spontaneo inserimento della nuova figura nel vivo della più ampia immagine del paesaggio circostante, che non solo non ne risulta affatto violentato, ma trova in essa, a sua volta, nuovi assi visivi, nuovi schemi percettivi. Non dimenticheremo, del resto, che anche il paesag-
gio ha una storia, nella quale l’architettura – compresa quella più attuale – gioca da sempre un ruolo preminente. Ma a questo proposito, la vicenda della villa di Bellegra vale altresì a ricordarci che la storia dell’architettura sembra destinata a muoversi su due livelli: quello apparente – o appariscente – dell’opera che s’impone con la sua presenza, la sua forma, le sue strutture, i suoi significati percepibili; e quello oscuro del processo d’attuazione, che va dall’iter amministrativo al rispetto della normativa giuridica e tecnica, dai problemi di cantiere ai rapporti con l’impresa, dal dialogo con il committente alle relazioni, spesso difficili, con il contesto sociale e culturale. Anche i tempi differiscono: quello del progetto è rapido, incalzante, fluido; quello della realizzazione (quando vi si arriva) è faticoso, discontinuo, rallentato o bloccato da zone morte, attese, rinvii. La storia del primo livello è chiara, nota e narrata, e fa dell’architettura un nucleo di conoscenze, di funzioni, di emozioni; quella del secondo è oscura, silenziosa, ignota, e trasforma il progetto e la sua esecuzione in una intricata serie di transazioni, compromessi, dispute, problemi. L’altra faccia dell’architettura, come quella della luna, rimane nascosta, pur restando comunque necessaria per comprenderne l’identità. Il caso di Bellegra appare così esemplare, tanto più che oggi la cultura progettuale sembra scissa fra la nostalgia del passato e il superamento del presente, tra la volontà di lasciare ogni cosa “come è e dove è” e il desiderio di esaltare i valori della memoria senza ridurli a polverosi reperti museali, ma attivandone tutte le energie per mantenerli in armonia con le trasformazioni in atto. Che la villa di Bellegra sia stata infine realizzata è dunque buon segno: vuol dire che l’altra faccia dell’architettura non è solo quella buia della caccia alle streghe, ma anche quella della società reale che reclama legittimamente un ambiente all’altezza dei tempi. Maurizio Vitta
T
he business of Villa De Risi, designed by Sergio Bianchi, has finally drawn to a conclusion. The house has actually been built at last, but the problems both the designer and client encountered before finishing it (duly reported here in issue number 168 of l’Arca, March 2002) are still a worrying sign of the difficulties architecture constantly has to deal with. Here, in brief, is what happened. Nicola De Risi, long time Secretary of the National Architecture Institute founded by Bruno Zevi, asked IN/ARCH to organize a competition to design a house for him in Bellegra in the outskirts of Rome. Bianchi won the competition, but there were problems straight away. Bellegra is a picturesque location traditionally popular with artists, and the construction of a new work of architecture in such a highly characteristic setting raised some consternation, concern and objections. All these worries were not alleviated by either the organising of a competition, the merits of the institutions sponsoring it, the client’s reputation or even the good intentions of the city council: in the long run the project was rejected in the name of strenuously safeguarding what was already there, failing to realise that the cultural-natural heritage can only really be conserved by enhancing it. Villa De Risi can finally flaunt all its environmental and architectural traits. It is built on a rocky peak looming over its surroundings and is enveloped in the harsh beauty of the natural lie of the land, with which it interacts perceptually playing entirely on light and transparent forms and materials. It might even be said that it is the cutting-edge nature of its architectural features that allows it to fit spontaneously into the heart of the more extensive surrounding landscape, which not only is not in any sense violated by the new work but actually, in turn, draws new visual axes and perceptual schemes from it.
This case serves to remind us that the history of architecture seems destined to move on two levels: an apparent (or appearancerelated) level through which a work makes its presence, form, structures and perceptible meanings felt; and the more obscure level of how it is actually constructed, from the administrative procedures to legal and technical regulations, building site problems related to construction work, interaction with the client and, finally, those tricky relations with the social-cultural context. The speed of these operations also differs: the project phase is speedy, rapid and smooth-flowing; the construction work (when it actually happens) is strenuous, discontinuous and slowed down or drawn to a halt by dead periods, waiting around and postponements. We are all familiar with the well documented and narrated history of the project phase, which makes architecture a locus of knowledge, functions and emotions; but all the construction work is much more obscure, silent and unknown, turning a project and its implementation into an elaborate sets of transactions, compromises, disputes and other problematic issues. The other side of architecture (just like the moon) remains hidden away, although it is still absolutely vital for understanding its identity. The case of Bellegra seems to be exemplary, so much so that present day design seems to be divided between nostalgia for the past and a desire to move beyond the present, between a will to leave everything “as it is and where it is” and the need to exalt the values of memory without reducing them to dusty old museum relics, actually drawing on all their energy to keep them in synch with the changes under way. That the house in Bellegra has finally been constructed is certainly a good sign: it means that the other side of architecture is not just the dark side of witch-hunting, but also part of real society, which justifiably expects to live in an environment up with the times.
Sergio Bianchi
Casa De Risi
In Bellegra (Rome)
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rasparente e leggera, articolata e aperta verso lo spazio esterno, proiettata sul paesaggio con volumi levitanti, terrazze a lastra ed esili brise-soleil la casa di Bellegra non passa inosservata. Rispetto al contesto naturalistico, un paesaggio aperto e non troppo antropizzato, l’edificio si relaziona per differenza, contrapponendo una morfologia frammentata alla massa omogenea della collina. Da lontano l’opera progettata da Sergio Bianchi si percepisce come un elemento di misura del dato territoriale. L’oggetto, consapevolmente artificiale e non mimetico, è un inserto prezioso nella natura e contemporaneamente una figura estranea alla tradizione costruttiva locale. Il gioco di contrapposizioni avvicinandosi si fa ancora più esplicito, sia nella definizione compositiva tra elementi pesanti e leggeri, pieni e vuoti, sia nella combinazione di materiali e tecnologie, tradizionali e innovative. Costruita in pietra e con struttura d’acciaio presenta uno sviluppo aereo, grandi sbalzi e parti sospese per liberare lo spazio; lo stesso per creare un rapporto di raccolta intimità in altri ambiti appare incapsulato nell’involucro murario. La modesta volumetria grazie ai molteplici spazi esterni – terrazze, portici, rampe – condensa un articolato dialogo spaziale tra il dentro e il fuori, ponendosi in relazione con altre innovative architetture nel paesaggio: dalle eleganti soluzioni di Rudolph Schindler
e di Richard Neutra, al capolavoro wrightiano di Bear Run. Dei poetici modelli statunitensi oltre al gioco compositivo di corpi edilizi a sbalzo riprende la dimensione sperimentale del linguaggio e del processo. In comune le ragioni architettoniche: forme primarie dis-aggregate e sospese nel vuoto, dinamiche stratificazioni che quasi non occupano il suolo e in dialogo tettonico-percettivo con l’ambiente circostante. Esito di una modalità concorsuale inedita, che aveva come finalità proprio la ricerca di nuove e moderne tipologie residenziali inserite nella campagna romana, la casa risponde con sensibilità al tema proposto dal raffinato committente: un privato che con un budget limitato ha sponsorizzato l’iniziativa e concluso positivamente l’innovativa esperienza, difendendo strenuamente il progetto in ogni sede. Un dialogo fatto anche di confronti generazionali, tra il committente e il giovane progettista che, a sua volta, ha fortemente voluto la consulenza di Antonio Michetti, decano degli strutturalisti romani. Memore dell’assunto di Mies “là dove la tecnica è superata, inizia l’architettura”, Sergio Bianchi ha volutamente affidato proprio alla struttura portante e alle componenti bioclimatiche il massimo della aggettivazione linguistica. Massimo Locci
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ight and transparent, articulated and open to the outside space, projected onto the landscape through gentle structures, slab terraces and thin shutters, Bellegra House certainly does not pass unnoticed. Compared to its natural setting (open countryside which is not too anthropized), the building relates in terms of difference, contrasting its own fragmented morphology to the smooth mass of the hillside. From a distance the house designed by Sergio Bianchi looks like something for gauging the surrounding territory. The object, deliberately artificial and not camouflaged, is a precious inset in nature and, at the same time, a figure that breaks with local building tradition. Moving closer the interplay of counter-positions becomes even more explicit, both in the composition of heavy and light features, solids and spaces, and in the combination of materials and technology, both traditional and innovative. Built out of stone with a steel structure, it has an ethereal design, wide spans and suspended sections freeing up space; here creating a sense of intimacy, elsewhere resulting in a feeling of encapsulation in a masonry shell. Thanks to the multiple outside spaces – terraces, porticos, ramps – the modest structural design condenses an elaborate spatial dialogue between the inside and outside, relating itself to other innovative works of architecture set in landscape: from Rudolph
Schindler and Richard Neutra’s elegant designs to Wright’s masterpiece at Bear Run. In addition to the compositional interplay of overhanging building blocks, it also draws on the experimental language and processes characteristic of a certain stylish American model of building. It shares the basic architectural foundations: dis-aggregated primary forms suspended in space, dynamic stratifications (apparently almost not even taking up the ground) set in tectonicperceptual interaction with the surrounding environment. The result of an unusual competition procedure, whose aim was to experiment with new and innovative housing typologies set in the Roman countryside, the house is a sensitive solution to the theme set by a refined client: a private party working with a limited budget sponsored the project and brought this innovative experiment to a successful close, defending the design at every stage in the process. A dialogue which also featured different generations coming face to face, the client and young designer who, in turn, was adamant about drawing on the consultancy of Antonio Michetti, the doyen of Roman structuralists. Remembering Mies’s claim that “architecture begins where technology is superseded”, Sergio Bianchi deliberately made the bearing structure and bio-climatic components as stylistically striking as possible.
Credits Project: Sergio Bianchi Client: Nicola De Risi
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Below, cross-section and south elevation. Centre page, plan at entrance level and plan of the roofs. Boston, plan of the lower level and plan of the upper level. Opposite page, detail of the observation deck overlooking the natural landscape of the Bellegra area (Rome).
Antonino Cardillo
Sotto, sezione trasversale e prospetto sud. Al centro, pianta della quota di ingresso e pianta delle coperture. In basso, pianta del livello inferiore e pianta del livello superiore. Nella pagina a fianco, particolare della terrazza panoramica che si affaccia sul paesaggio naturale dell’area di Bellegra (Roma).
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percettivo tutto giocato sulla leggerezza e la trasparenza delle forme e dei materiali.
Views of Villa De Risi which stands on a rocky relief looming over its setting and is enveloped by the striking beauty of the natural lie of the land, with which it sets up intense perceptual interaction playing
entirely on the lightness and transparency of its forms and materials.
Antonino Cardillo
Enrico Bianchi
Enrico Bianchi
Viste della Villa De Risi che sorge su un rilievo roccioso che domina il panorama, e si lascia avvolgere dall’aspra bellezza della conformazione naturale del territorio, con la quale crea un fitto dialogo
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ECODESIGN 2007 om), ious.c mater mento . w w llega son (w porato e Munverso un coil LED incor acustico i n a h -Step che attra l tempo, n segnale ing Tharp e id u o ce M. tecnologic ondizioni ded emette brella prove LED u r B / s c u h m e o t o l t e u i l l when l , n r l e h n e e r u Mat ast, omb nforma s intensam /High-tec onnectio ound signa i c a c s i ù t t e i a e gg Interne For emits intern umina p di pio WiFi aanico si ill o il rischio s of a WiFi rightly and b t n l m a p a e u nel o è più lights ts by m quand er forecas the handle . n h i t n a i a r f we porated ood o incor is a likelih e r e th
Damian O’Sullivan (www.damianosullivan.com), Solar Lampion. Lanterna portatile costituita da celle solari con diverse inclinazioni. Ogni cella solare è accoppiata a un LED che si alimenta costantemente dalla batteria ricaricabile/Portable lantern made of solar cells set at various angles. Each solar cell is coupled to a LED which is constantly supplied by a rechargeable battery.
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Mario Antonio Arnaboldi & Partners (www.arnaboldiepartners.it), cestino (h110x75x62 cm) per la raccolta differenziata nei centri urbani. Dotato di illuminazione, il cestino crea un percorso di riferimento che allude alla continuità del ciclo dei rifiuti che, a partire dalla raccolta differenziata, possono generare nuova energia pulita e quindi nuova luce per la città. Completamente realizzato in vetro, è dotato di coperchi e carpenteria per il fissaggio a terra in acciaio inossidabile/bin (h 110x75x62 cm) for separate waste collection in city centres. Fitted with its own light, the bin creates a pathway evoking the continuity of waste cycles which, beginning with separate waste collection, can generate clean fresh energy and hence new light for the city. All-glass, it is fitted with a stainless steel lid and frame for attaching it to the ground.
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Credits Project: Studio Architetti Associati Mario Antonio Arnaboldi & Partners Architects: Mario Antonio Arnaboldi, Laura Francesca Ammaturo Structure: Mario Antonio Arnaboldi Coordination: Laura Francesca Ammaturo Structural Analysis: Michele Palumbo Collaborators: Davide Benini, Francesca Borini, Francesca Malaguzzi, Francesco Uccheddu
Iconic Model: Alessandro Rollino 3D renderings: Elena Puccio Collaborator: Daniela Perotta Glass: iGuzzini Illuminazione Client: Fondazione Ravello, iGuzzini Illuminazione
rs.it), partnetezza e i d l o l .arnab, 105 cm a stituito (www o tners fuori terrampione è c terra e da r a P oldi &ide (80 cm lato). Il la oraggio a te di b a n r nc io A ino Eucl 3 cm di met ilità di per l’a Anton 1 za per ib rd Mario one da gia riangolare x interratoa trasparen sta la poss la i t i o l lamp , sezione acciaio in rialità del ”. E’ prev arantisce sce totale prisma di o. La mate so la “lucesa che ne g m). Na da un stratificat ce attraver a scompar 6 o 9 golare il , 3 , 1 u o o l (h ian in vetro vetr rtare la ccanism nale. adale a di tr suppolo di un me ilità funzio mpione str ulla ricerc . Realizzatoquali a s r b e l i a z a dot ima fless di per un si fond asparen nologiche toraggio mass segni, stu ttuale che rso delle tr nenti tecoper il moni Nei di ’idea proge no attrave con compo uterizzati LED per da un orio cittadi ttrezzabile atori comp sicurezza, f 105 ight o territ ficato, è a iche, rilev ere per la tal he . o t m a i t t a a l a o c r o ) r v le st fix it t e side und fo ecc. e foto to, te cellulnquinamen pubblicità above grocm along thnd prism toarency dell’i rimento di amp (80 cmsuring 13 undergrouf its transp l’inse e garden l ection meanless steel teriality o Euclidriangular s e of a stai ss. The maof “light”. make it as cm, t mp is mad ayered gla by means device to idea The la ound and lpport light concealed design ). The through 9 r o the gr s it can su tted with a sible. 3, 6 ape mean also be fi ible as poslamp ( h 1, the citysc tted It mayionally flex ow a road triangulate s, it can fi c cells, funct rawings sh ttempt to yered glas hotovoltai security TV The d s from an a Made of las such as p pollution, come parencies. omponent onitoring ng etc. trans igh-tech c nsors for mg advertisi with huterised se or insertin comp ras, LEDs f came
s Creditct: Proje Architetti ntonio Studio iati Mario Aners Assoc oldi & Part Arnab tects: Archi Antonio Mario oldi, Laura turo Arnab esca Amma Franc ture: Struc Antonio Mario oldi Arnab ination: Coord Francesca Laura aturo sis: Amm tural Analy Struc le Palumbo Micheborators: Colla e Benini, David esca Borini, uzzi, Franc esca Malag ddu Franc esco Ucche Franc Model: o Iconicandro Rollin Aless nderings: 3D re Puccio Elena borator: Colla la Perotta Danie : ione Glass ini Illuminaz z z u iG t: ione Clien ini Illuminaz z z u iG
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Tobias Grau (www.tobias-grau.com): sopra, lampada da tavolo Leed. In versione bianca o nera colpisce grazie alla forma estremamente piatta del portalampada, non abbagliante e maneggevole. E’ costituita da 10 LEDx1,2W. Sotto, varie versioni della lampada GO XT Sensore. Il dispositivo di regolazione costante della luminosità con sensore di movimento permette un risparmio energetico del 75% e offre un’ottimizzazione dell’illuminazione dei posti di lavoro. La luminosità desiderata viene memorizzata una prima volta premendo un tasto di servizio nel pannello luminoso e in seguito si regola automaticamente a ogni uso. Si accende solo quando nell’area di lavoro l’illuminazione naturale non raggiunge i valori memorizzati/Above, Leed table lamp. Available in either black or white, it stands out due to the extremely flat shape of the handy, glint-proof lamp stand. It is made of 10 LEDsx1.2W. Below, various versions of the GO XT Sensore lamp. The continual brightness adjustment device with a motion sensor allows energy savings of 75% and optimises lighting at work stations. The brightness required is initially memorised by pressing the utility key on the luminous panel and then adjusts automatically whenever it is used. It only lights up when natural lighting in the work area is below the set values.
di o dotato e rubinett ini di volum sumo , E V A sign, iSi acqua in term ilità del con and e D t c g Obje consumo d cce. La visib h a sensor it Yu/Bein . o el Guoqun lay digitale d to a lavabi e d a /tap fitted we amount usedan n o m a e p c qu R th ca is c n d li f a o p o i e ti p d s p a re m rilevatoto. Può essere % di risparmioumption in termalising consu utilizza are fino al 20 g water cons showers. Visu può portdisplay showinshbasins and . digital e fitted to wa s of up to 20% It may be water saving produc
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Origini di un linguaggio Medhat Shafik Nella pagina a fianco, alcune installazioni di Medhat Shafik: in alto a Gibellina e Siena, in basso a Verona e Certaldo. Opposite page, some of Medhat Shafik’s installations: top, in Gibellina and Siena, bottom in Verona and Certaldo.
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el clima di confusione tra Oriente e Occidente, e fra le più diverse culture in genere, gli artisti quasi sempre vivono una condizione di sbandamento. Con-fusione: fondersi insieme. Basta intendere correttamente il senso delle cose e si potrà imbroccare la strada giusta. E’ sbagliata, infatti, la strada di coloro che considerano il nostro tempo come caratterizzato dalla confusione, dal disordine, dalla disarmonia. Certo, c’è guerra, una sorta di guerra mondiale permanente ma parcellizzata e non più concentrata su determinati fronti o aree di scontro; ma la guerra non è fatto nuovo nella storia dell’umanità. Anzi, senza per questo trovare occasioni di alibi o di conforto, in passato le guerre erano più dense e più ricorrenti (più feroci, anche? Da questo punto di vista non è cambiato nulla). L’artista egiziano-italiano Medhat Shafik, ormai sulla cresta dell’onda dopo che (1995) vinse un premio alla Biennale di Venezia, è da sempre consapevole di queste problematiche epocali. Uomo di sincretismo per eccellenza: a livello delle culture, appunto, e a livello delle tipologie e dei linguaggi artistici. Si forma al Cairo non senza attenzione alla tradizione alessandrina. Con prepotenza si fanno strada in lui, e contemporaneamente, la geometria e il senso piramidale dell’Egitto, il principio dell’armonia greca, una spazialità mossa e apparentemente disordinata ispirata alle dune desertiche. Questo per quanto riguarda i valori culturali. E in merito ai linguaggi? Sotto questo aspetto c’è da dire che alla rilevata complessità si aggiunge altra complessità. Shafik si rivela sensibile alla lezione astratta a tendenza informale. A tal punto che agli inizi della sua permanenza in Italia coltiva intensamente lo slancio del braccio e la stesura libera del colore, persino in modo materico. Non sa, allora, il giovane Medhat convinto di sé, che quello non è un approdo, ma una fase per fortuna soltanto transitoria. Shafik si libera ben presto del puro retaggio informale, come si libera, nello stesso tempo, del puro retaggio egiziano. Ma senza per questo tradire le sue origini né la memoria iconografica egiziana. Senza tradire, inoltre, il senso del viaggio, del romitaggio o della transumanza. Spesso i suoi lavori sono contraddistinti dal senso del cammino, della trasmigrazione fisica o metaforica (delle forme e delle cose rappresentate), un cammino rituale, ossia con le sue regole e senza abbandono al caso, a dispetto del fatto che l’artista abbia trovato un suo modo tutto controllato e teso di produrre segno informale. Ed eccoci al segno espressivo, che è certamente deviante. Intanto, nessuna rappresentazione e nessuna impaginazione di tipo mimetico. La stesura è, dal punto di vista figurale, compendiaria e allusiva fino al limite dell’aniconicità. Shafik si esprime in modo implicito, dà a intendere anziché dire. Anche il senso del movimento (delle forme e dell’intera composizione) si fa cogliere non in modo immediato. L’effetto di prima lettura è una magia vaga che ti attira turbinosamente e quietamente nello stesso tempo. Poi insisti e scopri: le forme, i soggetti o gli oggetti protagonisti, il senso di un racconto sostanzialmente parcellizzato ma dalla forte tenuta unitaria. E ciò che pochi decenni fa era un tema bellico, ossia il rapporto tra figurazione e astrazione, qui non ha più ragione di essere e anche se fossi tu un nostalgico di quelle diatribe, saresti prontamente depistato, saresti spinto a gustare e non a dibattere, a capire e non ad accanirti, a scoprire i delicati, incisi e sottili segreti anziché parlare del sesso degli angeli. Ma c’è un’altra magia in questa rilevata magia: il fatto che quest’ultima cattura riguardanti di qualsiasi cultura. Shafik offre un efficacissimo esempio di arte sovranazionale e sovraculturale. Ed è anche questo che lo fa artista emblematico del nostro tempo. Carmelo Strano
A
gainst a background of con-fusion between the East and West – and among different cultures in general – artists almost always live in a disorientating condition. Here, the term “con-fusion” means “merging”. The right road can be taken only if the meaning of things is understood correctly. Indeed, those who see our times steeped in confusion, disorganization and disharmony have taken the wrong road. Of course, there’s war, a sort of permanent world war that is parceled out, and not concentrated on well-defined fronts or localized conflicts. But war has always existed in the history of mankind. As a matter of fact, the past has seen more widespread and more frequent (and, perhaps, fiercer) wars, and from this point of view, nothing has changed, although this fact offers us no alibi or comfort. The Italo-Egyptian artist Medhat Shafik – who has been on the crest of a wave ever since he won a prize at the Venice Biennial in 1995 – has always been aware of these epochal issues. He is a man of syncretism par excellence, both on a cultural level and in terms of artistic typologies and languages. He was educated in Cairo, influenced by the Alexandrian tradition. From the viewpoint of cultural values, he was simultaneously and forcefully stirred by Egypt’s geometry and pyramidal features, the principles of Greek harmony, and a sense of moving, apparently disorganized spatiality inspired by the desert dunes. But it is in his artistic language that his evident complexity becomes even more complex. Shafik revealed an interest in an informal sort of abstractionism, to such as point that during his first years in Italy, he dabbled in great armstrokes, spreading color freely, even with materic additions. At that time, Medhat did not know that that was not his artistic milestone, but only a transitional stage. Shafik soon freed himself from his pure informal heritage, as well as from his pure Egyptian legacy. Yet, he has never forgone his orgins, nor the memory of Egyptian iconography. Nor has he abandoned his sense of motion, of hermitage, or of transhumance. His work often takes us on a journey, offering a sense of physical or metaphorical transmigration (of the shapes and things he represents), a ritual pathway that has its own rules and is not left to chance, in spite of the fact that the artist has found his own controlled way of producing an informal language. And here we come to the sign of his own expressiveness, which is unmistakably deviant. What first leaps to the eye is that there is no representation, no mimetic type of layout. In fact, from a figural point of view, he is succinct and allusive, almost aniconic. Shafik expresses himself implicitly: rather than saying things, he implies them. Even his sense of movement (in his shapes and in his composition as a whole) is not immediately recognizable. The first reading of his work is a vague sort of magic that attracts you in its swirling force and at the same time gives you a sense of quiet. Then you insist and you discover the shapes, the main subjects or objects, a sense of a fundamentally localized tale that, however, gives a strong feeling of unity. And the relationship between figuration and abstraction – which, until a few decades ago, was so conflictive – exists no more, and if you were nostalgic for those diatribes, you’d be set on the wrong track, you would be led to enjoy the sight, and not to debate it, you would try to understand, and not look relentlessly for the truth, you would search for delicate, subtle inherent secrets instead of finding out about angels and their sex. But, within this magic there is another magic; the fact that people from any culture are attracted to his art. Shafik offers a very efficacious example of supranational and supracultural art. And this, too, makes him an artist who is emblematic of our times.
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Giuria/Jury: Ritt Bjerregaard, Klaus Bondam, Jean Pierre Charbonneau, Nils Smedegaard Andersen, Jorn P Jensen, Joan Busquets, Karl Otto Ellefsen, Ruurd Gietema, Jens Kvorning, Helle Soholt Committente/Client: Carlsberg AS
1°
Committente/Client: “URBANISTICA”, rivista storica dell’Inu (Istituto Nazionale di Urbanistica)
A
Qualità degli spazi di relazione / uso pubblico D. Progetto Monteluce Perugia BNL Fondi Immobiliari – Progetto/project: Bolles and Wilson E. Reggio Calabria 2020 Comune di Reggio Calabria e Studio Tecnico ASI F. Interporto Quadrante Europa, Verona Consorzio ZAI e Comune di Verona www.consorziozai.it B
Equilibrio degli interessi G. Programma di recupero urbano Parco Europa, Cesena Nuova Madonnina Srl Progetto/Project: Natalini Architetti (Fabrizio Natalini), Collaboratori/Collaborators: Studio di Architettura Riccardo Barbieri, Consulenza urbanistica/Urban consultant: Carlo Monti H. Programma Integrato di Intervento Nuovo Calambrone, Pisa Consorzio Nuovo Calambrone e Comune di Pisa – Coordinamento progetto Project coordination: Beniamino Cristofani I. Triangolo romagnolo Forlì-CesenaRavenna - Progetto Ministeriale S.I.S.Te.M.A Professinisti incaricati Commissioned Professionals: Associazione Temporanea di Impresa ad Alta Specializzazione: Sintagma (mandataria), Ingeniería y Economía del Transporte, Metropolitana Milanese, Systematica
1°
Spagna/Spain - Vigo
1° Jean Nouvel; XMD Arquitectura, Cidade y Técnicas Reunidas S.A., Francisco Berenguel, Xerardo Estévez, David Fagart, Jorge Martín, François Winninger, Macario Sánchez 2° David Chipperfield 3° Planificación Global de Proyectos S.L. 4° José Luis Almazán Garate
Porto di Vigo Concorso internazionale per la riqualificazione urbanistica e architettonica dell'area centrale del Porto di Vigo. Vigo Harbour International competition for the architectonic and urban requalification of the area of the harbour in Vigo Giuria/Jury: Abel Caballero Álvarez, Carlos López Font, Beatriz Colunga Fidalgo, José Luis de Luis Andrés, María Isabel Domínguez Quintás, María Asunción Leboreiro Amaro, Carlos Nardiz Ortiz, Luis Espada Recarey, Alberto Gago Rodríguez, Manuel Gallego Jorreto Committente/Client: Autoridad Portuaria de Vigo www.apvigo.es
Premio Urbanistica La selezione dei progetti è avvenuta su base referendaria, attraverso un sondaggio relativo al livello di interesse e gradimento riscontrato dai 200 progetti di rinnovo urbano presentati ad Urbanpromo (www.urbanpromo.it). “L’idea del concorso è nata quasi per gioco – ha dichiarato Paolo Avarello, direttore di Urbanistica – ma fin da subito si è rivelata di grande interesse, come barometro delle preferenze del pubblico, formato in prevalenza di ‘addetti ai lavori’, e quindi anche delle domande implicite e delle aspettative, rispetto ai programmi e progetti di riqualificazione e valorizzazione urbana.” Premio Urbanistica Prize awarded on a referendary base, through a selection and voting made by professionals for programs and project of urban requalification and enhancement
Qualità ambientale/Environmental Quality A. Contratto di Quartiere II Comune di Romagnano al Monte (Salerno) Progetto/Project: Cavallaro & Mortoro (www.cavallaroemortoro.it) Consulting Engineering: Gerardina Forlenza B. Passante Verde, Mestre Federazione Coldiretti Venezia e CCIAA Venezia C. Eastgate Park, Fossalta di Portogruaro e Portogruaro - Pirelli RE Spa www.eastgatepark.it
COMPETITIONS
Carlsberg International Ideas Competition Progetto per la riqualificazione dell’area nel centro di Copenhagen, occupata da un ex stabilimento della birra Carlsberg. Obiettivo del concorso era di ottenere idee per la futura identità e sviluppo di questo quartiere grazie al contributo congiunto di architetti, urbanisti, ingegneri, sociologi e altri professionisti Carlsberg International Ideas Competition Carlsberg A/S invited entries for an open international ideas competition concerning the Carlsberg site in Copenhagen. The purpose of the competition was to obtain ideas for the future identity and development of the city district from architects, urban planners, landscape architects, engineers, sociologists and other professionals from all over the world.
Urbanpromo
1° Our Space: Entasis Arkitekter; Sofie Elkjær, Trude Mardal, Christian Cold, Signe Cold, Esbensen Radgivende Ingeniorer A/S, Henrik Sorensen 2° ex aequo - The Serpent in the Garden of Eden: HLT - Henning Larsens Tegnestue; Julien Chen, Sonja Stockmarr, Lars Krog Hansen, Lars Steffensen - Carlsberg_connected: Atelier Loidl GbR (Bernd Joosten, Lorenz Kehl); Bernd Joosten, Leonard Grosch, Barbara Engel, Katja Erke, Jörg Wessendorf, Andreas Lipp, Christian Ranck, Dirk Hamann, Franz Reschke - Time Will Tell: Alberto Alvarez Agea, Ana Zazo Moratalla, Manuel Álvarez-Monteserín La Hoz, Ana Penalba Estebanez, Maria Mallo Zurdo - side om side: a-up; Uwe Brederlau, Florian Holik, Christine Früh - Laboremus pro people: EMBT Arquitects Associats; Benedetta Tagliabue, Kart Unglaub, Elena Rocchi, Daniele Romanelli, Morten Bilde Kjeldsen, Michael Gonzales, Trine Gregersen, Pilar Cruz, Dimitra Maniaki
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Danimarca/Denmark Copenhagen
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1°
Turchia/Turkey - Istanbul Kartal-Pendik Masterplan Concorso per un nuovo centro urbano nella zona est di Istanbul. Si tratta di convertire un sito industriale abbandonato in una nuova area centrale della città, completa di distretto finanziario, residenze di alto livello, auditorium, teatri, porti turistici e hotel. Il sito è ubicato alla confluenza di alcune importanti arterie infrastrutturali, incluse le maggiori autostrade che collegano Istanbul con Europa e Asia, l’autostrada litoranea, i terminal marittimi, e le linee ferroviarie per le maggiori aree metropolitane. Kartal-Pendik Masterplan The Kartal-Pendik masterplan is a winning competition proposal for a new city centre on the east bank of Istanbul. It is the redevelopment of an abandoned industrial site into a new sub-centre of Istanbul, complete with a central business district, high-end residential development, cultural facilities such as concert halls, museums, and theatres, and leisure programs including a marina and tourist hotels. The site lies at the confluence of several important infrastructural links, including the major highway connecting Istanbul to Europe and Asia, the coastal highway, sea
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bus terminals, and heavy and light rail links to the greater metropolitan area. Committente/Client: Greater Istanbul Municipality Vincitore/Winner Zaha Hadid con Patrik Schumacher; Project Team: DaeWha Kang e Saffet Bekiroglu con Sevil Yazici, Daniel Widrig, Melike Altinisik, Elif Erdine e Miya Ushida.
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COMPETITIONS + europaconcorsi
USA - Paia (Hawaii)
1° School in Bangladesh: Anna Heringer & Eike Roswag: Germany 2° Wind and Water Café in Binh Duong, Vietnam: Vo Trong Nghia & Nguyen Hoa Hiep 3° Transport Station, Bogota, Colombia: Luis Alejandro Valencia Ojeda: Spain
International Bamboo Building Design Competition Concorso che ha come obiettivo di sviluppare l’interesse e le conoscenze per l’utilizzo del bamboo strutturale come materiale primario da costruzione International Bamboo Building Design Competition This competition was created to develop new award winning designs for bamboo buildings, raise awareness of the use of certified structural bamboo for building code approved structures, and introduce architects, designers and builders to working with bamboo as a structural material Giuria/Jury: David E. Sands, Oscar Hidalgo, David Greenberg, Linda Garland, Shyam K. Paudel, Wang ShaoQiang, Wolfgang Rettberg, Dean Johnston, Joerg Stamm, Alexander von Vegesack, Jennifer Siegal, Bart Trudeau, Venerable Hang Truong, Howard Davis, Darrel DeBoer, Jean-Luc Kouyoumji www.bamboocompetition.com/index.html
Premio Speciale/Appreciation Prize Pavilion: Marek Keppl & Toma Korec Vincitori di Categoria/Category Winners 01 Family House Caretaker’s House, Costa Rica: SPG Architects 02 Category: Custom Houses Single Family Residence in Midwest, USA: Gabriel Gallaher & Andrew Van Leeuwen 03 Affordable Housing Urban Nature: Cornelius Lensing, Jana Hildebrandt, Aleksandr Burdzenidze 04 Hybrid Houses and Buildings 1295 Bamboo Strawbale House, Germany: Susanne Koerner & Tilman Schaeberle
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05 Tree Houses and Pole Houses Cocoon Housing, Bali: Joerg Hanson 06 Resort Houses Asian Water Villa, Malaysia: I Made Gde Dharmendra 07 Temporary, Portable, Emergency Relief Diogenes: Stefan Schuler & Ozgur Sarica & Andre Wilhelm 08 Urban Buildings Office Building, India: Jaigopal Govinda Rao
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09 Commercial, Public Buildings, Infrastructure School in Bangladesh: Anna Heringer & Eike Roswag 10 Pavilions, Conference Centers, Roof Structures Wind and Water Café, Binh Duong, Vietnam: Vo Trong Nghia & Nguyen Hoa Hiep 11 Park and Garden Structures Flexible Design: Rafael Penteado Paolini 12 Structural Art Installation Starry Bamboo Mandala, Black Rock Desert, Gerlach Nevada USA: Gerard Minikawa 01
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Finalista/Finalist Category 06: Resort Houses 13 Coconut: Alessandro Grassi, Marco Annoni, Riccardo Zilli
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LA PAGINA GIALLA/ THE YELLOW PAGE
Carmelo Strano
L’architettura “interessante” “Interesting” Architecture
Q
uanta architettura si costruisce oggi! Certo, meglio attivi che passivi, meglio costruire che non costruire. Ma quanta insulsa architettura! Insapore, inodore! La percentuale? Direi a occhio e croce al 98%. Credo che solo il 2% risulti interessante. Ed è logico che questa scarsa percentuale si noti, si imponga all’occhio dell’osservatore. Mancanza di idee? Di idee e di fenomeni generalizzati o di tendenze forti. Assieme alle grandi ideologie, sono c adut e le correnti forti. I grandi movimenti erano un punto di riferimento fondamentale, davano il “la” a ogni individuo che si affacciava sulla scena della creatività. Si poteva persino essere contro quel dato movimento, ma già il fatto stesso di misurarsi con una tendenza era uno stimolo risolutivo e salutare. Le correnti erano il terreno comune in cui ritrovarsi per solidarizzare, azzuffarsi, polemizzare, odiare, amare. Le correnti erano la copertura culturale che così veniva garantita anche a chi non aveva familiarità con la cultura. Per esempio, uno si sentiva legittimato a chiedere a un altro: tu sei razionalista o antirazionalista? E l’interrogato, fatto un beve esame della propria condizione professionale, poteva agevolmente rispondere, esibendo la sua patente “culturale” di razionalista o di antirazionalista. M a oggi una domanda del genere fa solo ridere o ad ogni modo lascia l’interlocutore esterrefatto. Io razionalista o antiraziona list a? Io sono me st esso, e basta. E così ognuno è come abbandonato a se stesso, figlio unico in una selva di bestie feroci. Basta, a queste condizioni, essere bravi progettisti, ammesso di essere tali? Direi di no. Il buon livello di capacità tecnicoprofessionale è importante, ma da solo non basta. Ci vuole la patente culturale. E visto che questa non può essere garantita da una corrent e , oc corre f arse l a da sé . Ossi a ognuno deve avere la capacità di darsi un’identità culturale. Ma per fare ciò, bisogna avere cultura. Si tratta di due fasi ineludibili: avere cultura ed essere capaci di darsi un’identità culturale. Quest’ultima non la si ottiene col semplice fatto di possedere cultura. In un certo senso avere cultura è una sorta di parte passiva: io mi sono educato, mi sono imbottito di cultura, e sono stato un terreno fertile per alimentare la cultura . E va bene . M a a cquisire un’identità culturale è una parte attiva molto ardua. Ci vogliono, allo scopo, volontà speciale e capacità specifiche speciali. Mi duole dirlo, ma qui entra in gioco Charles Darwin e il suo evoluzionismo: chi è dotato vince, chi non lo è
soc combe. Chi è dotato si saprà dare un’identità culturale, chi non lo è resterà senza e non avrà possibilità di imporre la propria immagine professionale. Sono consapevole che la realtà odierna provoca un paradosso. Se si guarda al passato risulta un paradosso negare cultura all’architetto. Quest’ultimo è stato sempre uomo di cultura, come insegnano Juvarra o Sansovino, per non parlare dell’Alberti o del Bernini o, in tempi più vicini a noi, di Wright o Loos. L’architetto è stato colui che ha “progettato”, ossia che ha ideato il dopo (projectare ). Ma evidentemente, per quanto detto finora, ha perso questo requisito, o almeno questo requisito si è rarefatto (è diventato raro). E allora, alla luce di quest e rif l essioni, non apparirà eccessiva la percentuale ipotizzata del 98% di architettura andante o scadente e del 2% di architettura interessante. Prevedo l’agguato da parte di qualcuno che ama filosofeggiare: che vuol dire interessante? Interessante vuol dire capace di suscitare interesse nella gente, specialisti e non. La letteratura dell’estetica non ci offre casi eclatanti di impegno speculativo sul concetto di interessante. Ma oggi il concetto di interessante è proponibile (e lo propongo), una volta caduto l’imperio dei concetti di bello, sublime e di mimesi (tant’è che ho proposto, in sostituzione della mimesi, il concetto di similarità, più complesso e più dinamico e quindi più adatto al nostro tempo). Inoltre, il concetto di interessante merita attenzione estetica se inquadrato sullo sfondo dell’utilitarismo e dell’efficientismo (e miti connessi), che sono pratiche sociologiche di oggi. Come e da che punto di vist a un’opera mi deve int eressare? Cominciamo col tradurre interessare con prendere. Quindi: come e da che punto di vista un’opera mi deve prendere. Prendere, catturare, coinvolgere, e chi più ne ha ne metta… Andando a l sodo, due sono gli aspetti per i quali un’opera cattura: o sotto l’aspetto intellettivo o sotto l’aspetto emotivo. Che se poi prende da entrambi i punti di vista, allora cominciamo a usare la parola Opera con la “O” maiuscola. Un edificio che non ti colpisce né intellettualmente né emotivamente appartiene alla percentuale del 98%, ossia a quella categoria di produzione che o ti lascia indifferente oppure ti irrita per la sua insipidezza.
L
ook how m uch archite cture is being built nowadays! Of course it be t t er to k e ep busy than do nothing, better to build than not to
build. But there is so much insipid architecture around! Tasteless and flavorless! I would say that the percentage, roughly speaking, is about 98%. I reckon only about 2% is interesting. And it is only right that people are m ade aware of this. So is this due to a lack of ideas? A lack of ide as and general tendencies or powerful trends. Powerful lines of thinking have fallen by the wayside along with ideology. The main movements once set the bearings guiding individuals working on the creative scene. You could even be against a certain movement, but the very fact of m easuring up against a certain trend was a healthy sti m ulus and source of input. L ines of thinking provided the co mm on ground on which to bond, brawl, argue, love and hate. Schools of thought acted as a sort of cultural umbrella protecting even those who were unfamiliar with culture. For exa m ple, it was considered quit e na tura l to ask so m ebody whe ther they w ere a rationalist or anti-rationalist. And the person being addressed, after quickly taking stock of his own prof essional position, would si m ply reply by showing his “cultural” credentials as a rationalist or anti-rationalist. But nowadays it would be laughable to ask a question like that or, in any case, the person being asked would be quite astonished. Are you a rationalist or anti-rationalist? I a m quite simply who I am. And so everybody see m s to be left to themselves, like lonely children lost in woods infested with wild animals. So in a situation like this is it just enough to be talented architects (assuming we are)? I do not think so. It is important to have good technical and professional skills, but that is not enough in itself. Cultural credentials are also required. And considering that this can no longer be guaranteed by any school of thought or move m ent, you need to procure the m for yourselves. Or, in other words, everybody must be capable of obtaining their own cultural identity. But of course it takes culture to do that. These are two unavoidable steps: being cultured and being able to gain a cultural identity. The latter cannot be achieved just by being cultured. In some sense, being cultured is a passive approach: I a m educated, I am full to the brim with culture, and I a m fertile terrain for spreading culture. And that is just fine. But gaining a cultural identity is a m uch m ore tri c ky and a c tive enterprise. It takes a special kind of will and specific skills to achieve this goal. I hate to say it, but Charles Darwin and his evolutionary thinking com e
into play here: the talented succeed, the untalented are left by the wayside. Talented people will be able to gain their own cultural identity, but the untalented will not and hence will never get the chance to impose their own professional image. I a m w e ll a w are tha t there is so m e thing paradoxi c a l about modern-day society. If we look back to the past, it would be paradoxical to deny an architect had culture. Architects have always been men of culture, as testified by Juvarre or Sansovino, not to mention Alberti or Bernini or, in m ore recent ti m es, Wright or Loos. Archit e c ts are the peopl e who “planned” or created what was to com e later (projecting ahead) . But obviously, based on what has been said so far, they have lost this requisite or, in any case, this requisite is now much more rarified (it has becom e rare ) . And so, based on these considerations, it no longer seems so excessive to set the percentage of plain or poor architecture at 98% and that of interesting architecture at 2%. I can imagine what those who like to philosophize m ight re tort a t this point: what does interesting m ean? Int eresting m e ans being able to arouse people’s int erest, both experts and ordinary people. The literature on aesthetics does not provide us with any striking exa mples of speculation on the concept of interesting. But nowadays the concept of interesting is worth proposing (and I am proposing it), now that the concepts of beauty, the sublime and mimesis no longer reign supreme (indeed, I have suggested replacing m i m esis with the concept of si m ilarity, which is m ore co m plex and dynamic and hence better suited to our times). Moreover, the concept of interesting deserves som e aesthetic attention, provided it is set against the backdrop of utilitarianism or efficiency (and any other related myths), which are the sociologic al pra ctic es of today. How and from what viewpoint should a work interest m e? L et us begin by translating interesting as grasping. So how and fro m what viewpoint should a work grasp m e. Grasp, capture, involve etc… Getting to the point, a work may be captivating from two aspects: intellectually or emotionally. So if it grasps me from both viewpoints, then I c an start using the word “ work ” with a capital “W”. a building that does not strike you either intellectually or emotionally belongs to the 98% or, in other words, to that category of work which either leaves you indifferent or annoys you due to its dullness.
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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Un bunker “illuminato” At Saint-Nazaire
Un Museo nella foresta In Tulum
Progetto: Lin/Finn Geipel + Giulia Andi
Progetto: Alessandro Console con Giuditta Benedetti, Alessio Cancellieri
La storia di Saint-Nazaire, centro portuario sull’estuario della Loira, è fortemente segnata dalle distruzioni della Seconda Guerra mondiale, circa l’85% della città fu rasa al suolo dai bombardamenti aerei delle forze alleate e questo anche a causa della presenza di un’importante base per sottomarini tedeschi, praticamente nel vecchio centro della città. Un bunker in cemento gigantesco, circa 300 metri di lunghezza, 130 di larghezza e dai 15 ai 19 metri di altezza lungo il porto di SaintNazaire, resistito alle distruzioni della guerra è tra i segni forti e irrinunciabili della città. Con una operazione illuminata, questo gigantesco “monumento” formato da 14 alveoli e attraversato da una via interna, antica strada ferrata, è stato reinserito nel circuito delle attività culturali della città e parzialmente trasformato, è divenuto uno dei pezzi forti del suo futuro sviluppo. E’ del giugno di quest’anno l’inaugurazione dell’Alvéole 14, trasformato in due spazi culturali, LiFe e Vip, rivolti alla creazione contemporanea. Progetto firmato da Finn Geipel e Giulia Andi / studio LIN, che lavorano tra Parigi e Berlino. Il carattere criptico e rigoroso degli spazi, non privo di rimandi a storie di guerra e distruzione ma nel contempo ricco di suggestive ampiezze e libertà, è stato valorizzato nel nuovo progetto che pur mantenendo la natura dei luoghi è riuscito a infondervi una nuova vitalità. LiFe, la sala dedicata alle forme artistiche emergenti, è uno spazio unico attrezzato con un apparato scenografico minimalista, flessibile ad accogliere forme artistiche in divenire. Un grande portale con apertura a fisarmonica apre lo spazio verso il bacino portuario. Vip è invece la struttura pensata per la musica contemporanea, sala concerti di 600 posti, volume cubico rudimentale definito da uno scheletro metallico a tre piani dove sono organizzati anche un bar, il centro di documentazione e degli alloggi, oltre allo spazio di accoglienza del pubblico. Una galleria abitata da una foresta luminosa costituita da fili metallici dotati di Led percorre la vecchia via ferrata accompagnando il pubblico in una successione di spazi e attività diverse, dai nuovi ambienti a quelli già esistenti fino a quelli previsti in futuro. Per finire l’enorme piastra di copertura accessibile da una scala che parte dalla Galleria e sulla quale insiste la struttura geodetica della cupola radar, vestigia del radar strategico dell’aeroporto di Berlino e donata dal Ministero della difesa tedesco. Formata da circa 300 triangoli in alluminio e rivestita da una membrana traslucida, la cupola dà all’insieme un nuovo respiro e una fresca luminosità offrendo uno spazio supplementare per le sperimentazioni artistiche. Elena Cardani
Il progetto è stato elaborato per il concorso internazionale Arquine – “A Site Museum for Tulum” Messico. Il progetto, vincitore del primo premio, si relaziona con due contesti distinti: il sito archeologico di Tulum e la foresta. Da questa duplice tensione scaturisce una strategia di intervento che tenta di riassumere in un solo gesto queste relazioni. L’intervento comprende un museo ipogeo la cui copertura crea una radura nella massa vegetale. Al di sotto della radura c'è il museo vero e proprio: un elemento monolitico rivestito in pietra sul quale vengono compiute una serie di operazioni di addizione e sottrazione al fine di illuminare gli spazi museali. Il museo è costituito da due ambienti paralleli: le stanze sotterranee che si relazionano con l'immaginario delle antiche architetture messicane, e una stanza virtuale superiore costituita dal cielo a dagli alberi. Il museo è raggiungibile da un percorso non lineare che connette la quota della strada con quella dell'edificio, un percorso esperienziale che non mostra subito il museo, ma lo disvela progressivamente. Il museo è costituito da una serie di stanze autonome assemblate in modo da creare una serie di differenti percorsi all'interno degli spazi espositivi.
The project was developed for the Arquine international competition, “A Site Museum for Tulum”, in Mexico. Winner of the prize, this specific project is related to two different contexts: the archeological site of Tulum and the forest. A strategy has arisen from this dual location, in an attempt to summarize this relationship in a sole gesture. The work comprises and hypogeal museum whose roofing creates a glade amongst the greenery. The actual museum is to be found beneath the glade: a monolithic element covered in stone, to which pieces have been added and taken away so as to create suitable lighting for the interior. The museum itself is made up of two parallel areas: underground rooms which are ideally related to ancient Mexican architectural works, and a virtual room upstairs, featuring the sky and trees. The structure can be accessed from a non-linear route that connects the street level with that of the building: this itinerary does not allow for the museum to be revealed immediately, but little by little. The museum features a series of independent halls assembled so as to create a series of different routes to follow along the exhibitive areas.
The history of Saint-Nazaire, a port on the Loire estuary, is strongly tainted by the destruction caused by World War II; about 85% of the city was destroyed by the air raids perpetrated by the allied forces. This was also due to the presence of an important base for German submarines which was practically located in the old town center. A gigantic cement bunker measuring 300 meters in length, 130 in width and from 15 to 19 meters in height still stands in the Saint-Nazaire port; it withstood the destruction and is one of the city’s strong, indefeasible cornerstones. Through an “illuminated” operation, this gigantic “monument” – made up of 14 “alveoli” and crossed by an ancient internal railroad – has been added to the city’s circuit of cultural activities and has been partly changed, becoming one of the strong points for the city’s future development. Alvéole 14 was inaugurated in June this year, and was transformed into two cultural spaces, LiFe and Vip, which are both devoted to contemporary creation. The project is by Finn Geipel and Giulia Andi from the LIN studio, both of whom work between Paris and Berlin. The cryptic and rigorous character of the bunker – which, of course, brings to mind stories of war and destruction but at the same time offers a sense of space and freedom – has been enhanced by the project, which has kept the nature of the site intact, but has added new vitality to it. LiFe, a hall devoted to emerging art forms, is a sole room affording a minimalist setting, a flexible milieu that is suitable for the display of contemporary art forms. A great folding door opens up the space facing the dock. Vip, instead, is a structure designed for contemporary music, a 600-seat concert hall with a rudimental cubic shape defined by a three-story metal framework containing a bar, an information and accomodation center, and a reception area for the public. A gallery featuring a lit-up forest made up of Led metal wires follows the old railroad, leading visitors to a succession of different spaces and activities, from new areas to already existing ones and possible future spaces. Finally, a huge plate roofing can be accessed from a stairway that starts from the Gallery; the roof is in the geodesic structure of a radar dome, a vestige of the Berlin airport’s strategic radar, donated by the German Ministry of defense. Made up of about 300 aluminum triangles coated with a translucent membrane, the dome endows the whole with new breadth and luminousness, offering extra space for artistic experimentations.
88 l’ARCA 228
228 l’ARCA 89
Un nuovo albergo In Milan
Un Museo al cristallo In Saint-Louis
Progetto: Giancarlo Marzorati
Progetto: Intégral Lipsky + Rollet architetctes
In un’area di Milano, in posizione strategica rispetto ad autostrade e tangenziali, sta per nascere un nuovo hotel. Obiettivo del progettista era creare una struttura fortemente qualificata per scelte estetiche e funzionali dei materiali di rivestimento esterno e per i colori dominanti, al fine di determinare un effetto sorprendente sull’ospite in continuità con gli spazi interni, in grado di stimolarlo trasmettendogli tranquillità e piacere. La struttura è alta 18 piani fuori terra e due piani interrati. Il piano terreno “tradisce” con la sua circolarità la forma rettangolare dei piani superiori: entrando la reception fa da smistamento da un lato al ristorante per i clienti dell’hotel con i locali funzionali alla propria destinazione (cucina, magazzino, spogliatoi, servizi), dall’altro allo spazio che avvolge un nucleo centrale composto dagli uffici, i servizi, il bar, il guardaroba, le scale e gli ascensori, un salone, sino ad arrivare al bar e a una sala congressi che chiudono, per così dire, il cerchio. Al piano superiore la forma circolare si mantiene, seppur con dimensioni più ridotte, e qui la prevalente funzione è di meeting con salette tecnologicamente attrezzate per la traduzione simultanea e sofisticati sistemi di videoproiezione. Le chiusure esterne sono vetrate per godere dello spazio esterno attrezzato a giardino con varie e decorative piantumazioni.
Nella foresta dei Vosgi, a Saint-Louis-lès-Bitche è stato da poco inaugurato un museo dedicato interamente al cristallo che rende omaggio alla tradizione di lunga data della manifattura Cristal Saint-Louis attiva dal 1571. Il duo formato da Florence Lipsky e Pascal Rollet, ha firmato il progetto che traduce con un segno discreto ma fortemente strutturato, il fascino esercitato dalla compresenza di due componenti apparentemente contraddittorie ma fortemente radicate nella natura stessa del cristallo. Per produrre oggetti simbolo di fragilità, delicatezza, trasparenza sono infatti necessari macchinari imponenti in grado di manipolare materiali pesanti e particolarmente pericolosi, quali piombo, arsenico, sulfureo, nonché temperature violente con forni che raggiungono i 1500 C°. Ed è proprio questo assoggettamento del titanico al fragile, che i progettisti hanno voluto ritrascrivere attraverso il loro progetto. Nel vecchio capannone dei forni ancora in attività, un volume parallelepipedo, lungo 67 metri per quasi 20 metri di larghezza, è stato costruito un percorso lineare in leggera pendenza che si avvolge attorno a grandi mensole in legno. Come un meccanismo completamente autonomo, la struttura del nuovo museo, costruita sullo spazio di un vecchio forno ormai in disuso, non lambisce minimamente la struttura esistente funzionando come una macchina integrata al processo industriale che presenta i prodotti e mette in mostra i gesti specifici dei vetrai. La struttura in travi e pilastri di 15x15 cm è tagliata in legno di pino douglas massiccio, ingabbiata in un semplice involucro in policarbonato ondulato che assicura i valori minimi di isolamento rispetto al reparto di produzione. Il percorso museale accompagna il visitatore a scoprire in successione, la natura del cristallo e il suo legame con il fuoco, le tecniche e le pratiche utilizzate per forgiare gli oggetti e quindi gli oggetti della collezione storica Saint Louis. Particolarmente scenografiche le viste panoramiche da due trampolini sospesi proiettati nel volume della capannone dove è possibile osservare i soffiatori di cristallo all’opera. E.C.
A new hotel is to be built in Milan, in a strategic area as far as highways and beltways are concerned. The planner’s goal was to create a highly qualified structure in terms of the esthetic and functional features of the covering materials, as well as the dominating colors used for the building. All of this is meant to have a surprising effect on guests, who will experience a continuity with the interior of the hotel, which is designed to offer restfulness and pleasure. The building has 18 stories and 2 basement floors. With its round layout, the ground floor “gives away” the rectangular shape of the top floors: on entering the building, the reception area leads to a restaurant for hotel customers, with all its connected areas (kitchen, storehouse, changing rooms, bathrooms), and on the other side, to an area that envelopes a central nucleus composed of offices, a bathroom area, a bar, a cloakroom, the stairs and the elevators; this area, furnished with armchairs, leads on to a bar and a conference room, which virtually “close” the circle. Although smaller in size, the floor above this is still circular: here, meetings are to be held in rooms technologically equipped for simultaneous translations, as well as sophisticated video projection systems. The glazed walls allow for the enjoyment of the outdoor areas, which feature gardens with varied, decorative plants.
In the forest of Vosgi, in Saint-Louis-lès-Bitche, a museum totally devoted to crystal has just been inaugurated, paying tribute to the Cristal Saint-Louis factory’s long tradition; in fact, the crystal manufacturer has been open since 1571. The duo formed by Florence Lipsky and Pascal Rollet has signed a project that with a discreet but strongly structured sign interprets the captivating coexistence of two apparently contradictory components which, however, are strongly rooted in the very nature of crystal. Indeed, in order to produce objects that are the symbol of fragility, delicacy, and transparence, imposing machinery is needed that is able to manipulate heavy and particularly dangerous materials such as lead, arsenic, and sulfur, and handle violent temperatures, with furnaces reaching 1,500° C. And it is precisely this subjugation of the titanic to the fragile, this duality, that the planners wished to represent through their project. In the old factory containing the still functioning furnaces – a parallelepiped volume measuring 67 meters in length and almost 20 in width – a slightly sloping linear course enveloping great wooden shelves has been built. With a completely independent mechanism, the structure of the new museum – built on the site of an old furnace that is no longer in use – does not even slightly affect the existing structure, functioning as a machine that is integrated in the industrial process and presenting the products, as well as displaying the specific work carried out by glassmakers. The structure, which features beams and pillars measuring 15 x 15 cm., is cut in solid Douglas fir, enclosed in a simple, wavy polycarbonate envelope which ensures the minimum rates of insulation in relation to the production section. The museum offers visitors an organized itinerary, beginning with the discovery of the nature of crystal and its bond with fire, the techniques and practices employed in shaping objects, and, finally, a view of the objects belonging to the historical collection of Saint Louis. Panoramic views from two suspended platforms projected into the factory offer a particularly suggestive setting, as visitors watch the glassblowers at work.
7 giorni con Paul Renner Progetto: Squid È lo studio viennese Squid l’autore del progetto di uno spettacolare edificio temporaneo per l’artista Paul Renner dal nome storico ed evocativo di “Teatro anatomico”. L’opera aprirà le sue porte per sette giorni di fronte al Kunsthaus di Bregenz in occasione del programma per il decennale del museo. Paul Renner, fondatore dell’ “Hell Fire Dining Club”, è l’ideatore di una serie di live performances di rinomati chef che, di fronte a una platea, preparano menu sperimentali. Il Teatro anatomico sarà lo scenario appositamente progettato per ospitare tali manifestazioni. Punto di partenza del progetto è lo storico Teatro Anatomico a Padova, una sala rinascimentale dove i fisici davano lezioni di anatomia e vivisezione. Gli studenti assistevano alle presentazioni da gallerie poste a diversi livelli da cui osservare quanto avveniva al centro della “scena”. Squid ha reinterpretato questa antica costruzione proponendo una sorta di scultura calata nel contesto urbano con cui intrattiene un rapporto di netta rottura e discontinuità. L’installazione, alta 12 metri, è stata realizzata in legno e ricoperta da una membrana translucida che ne determina la geometria amorfa, a ricordare una conchiglia che esprima il senso dell’arte di Paul Renner. L’interno, che può ospitare fino a 133 persone, è progettato secondo lo stesso principio dell’architettura padovana da cui trae spunto, cioè per ballatoi sovrapposti.
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Involucri “Energy al quadrato” New Sensibility
Un progetto esemplare National Library Kazan
Lo sfruttamento delle energie alternative, il contenimento degli sprechi energetici, il rispetto degli equilibri naturali sono ormai divenuti temi di dibatto all’ordine del giorno. Anche nel comparto dell’edilizia si è fatta strada una nuova sensibilità attenta a queste problematiche con una presa di coscienza da parte delle aziende del settore impegnate nella ricerca di sistemi e tecnologie sempre più perfezionate per garantire condizioni ottimali di risparmio energetico e confort degli spazi di vita e di lavoro. E’ soprattutto in questa direzione che va considerata la strategia di intervento di Schüco (www.schueco.com), tra le principali realtà mondiali specialista nelle soluzioni per l’involucro edilizio che, proprio in vista di un futuro sostenibile, ha ampliato la propria offerta con prodotti orientati allo sfruttamento dell’energia solare e al risparmio energetico. Per garantire le massime prestazioni, l’azienda ha impostato la sua forza propulsiva sul concetto di sistema, quindi non singoli prodotti, ma tutto ciò che costituisce e riguarda l’involucro esterno dell’edificio, fino al singolo bullone. La sede centrale a Bielefeld, in Germania, offre un esempio evoluto di realtà industriale dove vengono testati i vari sistemi compresi i più piccoli componenti. Questo a garanzia dell’affidabilità del sistema e della sua resa in una politica più generale di risparmio energetico e confort ambientale. Anche la consociata italiana, Schüco Italia che ha sede vicino a Padova, ha visto consolidarsi il proprio fatturato nel 2006 con un aumento del 27% rispetto al 2005, e ciò grazie sia a importanti commesse nel campo delle facciate in alluminio, sia alla crescita della divisione solare con la realizzazione di sistemi integrati fotovoltaici termici e solari per la produzione di energia alternativa. Di ultima generazione un sistema di “raffrescamento solare”, il Solar-Cooling, che consente di ottimizzare lo sfruttamento dell’energia prodotta durante l’anno dai pannelli solari termici, rinfrescando in estate gli ambienti interni e integrando, durante l’inverno, gli impianti di riscaldamento. Tutto ciò in linea con l’impegno da sempre sviluppato da Schüco nel settore dell’innovazione che ha portato alla definizione del concetto “Energy al quadrato: produrre e risparmiare energia”. Suo cavallo di battaglia, questo concetto è l’espressione di quanto l’azienda ritenga ormai irrinunciabile intervenire sugli aspetti dell’inquinamento ambientale strettamente dipendente dalle prestazioni termiche degli edifici attraverso strategie progettuali mirate al risparmio energetico, all’isolamento e alla sostenibilità nel suo insieme. Da qui, l’integrazione in una tecnologia evoluta, di automazione, design e sicurezza in grado, attraverso l’involucro dell’edificio, di regolare i flussi di energia grazie a sensori di temperatura e umidità che comandano aperture automatizzate e schermature solari orientabili. Un intervento particolarmente emblematico della forza e dello spirito innovati che animano la strategia di intervento di Schüco International è HefenCity, l’avveniristico progetto di urbanizzazione a funzioni miste di un’area di 155 ettari nel cuore di Amburgo che entro il 2020 dovrebbe essere in grado di ospitare 12.000 abitanti e 40.000 posti di lavoro. Una rosa di importanti studi di architettura, da Herzog e de Meuron (foto in alto), Böge Linder Architekten (foto al centro), a Ingenhoven & Partner, fino agli amburghesi BRT/Bothe, Richeter, Teherani (foto in basso) o agli spagnoli EMBT/Miralles e Tagliabue, sono stati riuniti per disegnare l’immagine del nuovo quartiere. I cantieri già avviati, con alcuni edifici realizzati e già perfettamente funzionanti, rispondono tutti a criteri di architettura ecocompatibile. Una sfida importante e unica nel panorama architettonico del XXI secolo a cui Schüco International contribuisce con la realizzazione delle facciate di circa il 90% degli edifici secondo il concetto di “energia al quadrato”. Elena Cardani
Progetto: Erick van Egeraat (EAA)
The use of alternative energy sources, the control of excessive energy consumption, and respect for natural balance have now become topics of everyday debate. A new sensibility has also arisen in the building sector, which is aware of these problems. Committed to energy-related issues, companies in the sector are devoted to finding more and more advanced systems and technologies so as to ensure optimum energy saving and comfort in homes and workplaces. This is where Schüco (www.schueco.com) is headed with its strategies; one of the major world specialists in finding solutions for building façades in view of a sustainable future, the firm has broadened its offer, with energy-saving products that make use of solar energy. In order to ensure maximum performance, the firm has based its driving force on a system concept – and not only on products – so that anything related to the outer shells of buildings is considered, down to the single bolt. The company’s main office in Bielefeld, Germany, offers an advanced example of industrial reality, where various systems – including the tiniest components – are tested. This guarantees the reliability of the system and its performance within a more general policy devoted to energy saving and environmental comfort. In 2006, even the Italian subsidiary Schüco Italia, which is based near Padua, saw a turnover that increased by 27% from 2005, and this was thanks both to important commissions for aluminum façades and to the growth of the solar division, with the creation of integrated thermal and solar photovoltaic systems for the production of alternative energy. The newest generation is a system of Solar-Cooling that allows to optimize the use of energy produced throughout the year by solar thermal panels, cooling the interior areas in the summer and integrating heating systems during the winter. All of this is in line with Schüco’s long-lasting commitment to the innovative sector, which has led to the definition of a new concept: “Square energy: producing and saving energy”. This concept, which is its strong point, expresses how the company believes it is absolutely necessary to deal with the aspects of environmental pollution that are strictly dependent on buildings and their thermal performance, through design strategies aimed at energy saving, insulation, and sustainability seen as a whole. This is where highly advanced technology comes in, as well as automation, design, and safety features that through building façades manage to regulate energy flows thanks to temperature and humidity sensors that control automated openings and adjustable solar shields. One of Schüco International’s highly emblematic projects, as it reveals the innovative strength and spirit of its planning strategies, is HefenCity, a futuristic urban plan with mixed functions, covering a 155-hectare area in the center of Hamburg. By 2020, this area should be able to accommodate 12,000 inhabitants and 40,000 workplaces. An ensemble made up of important architectural studios – from Herzog to Meuron (photo on the top), Böge Linder Architekten (photo in the middle), and Ingenhoven & Partner to BRT/Bothe from Hamburg, Richeter, Teherani (photo at the bottom) or the Spanish EMBT/Miralles and Tagliabue – has been gathered in order to design the image of the new district. The building yards that are now under way – and that have already produced perfectly functioning buildings – are compatible with all of the standards related to ecocompatible architecture. This is a unique, important challenge in the world of twenty-first-century architecture, to which Schüco International is contributing greatly, with about 90% of its buildings being produced according to the “square energy” concept.
Lo studio Erick van Egeraat (EEA) di Rotterdam si è aggiudicato il concorso internazinale per la realizzazione della Biblioteca Nazionale di Kazan, capitale della Repubblica del Tatarstan. La nuova Biblioteca Nazionale avrà una superficie lorda di 81.000 metri quadrati e sarà costruita nella Piazza Tukay, nella porzione sud-orientale del centro della città. Oltre a offrire i consueti servizi di una biblioteca statale, il progetto di Erick van Egeraat si propone di “invitare i cittadini a esplorare ed esperire la conoscenza. L’edificio sarà dotato di tutti i mezzi contemporanei per l’accesso alle informazioni e sarà flessibile per potersi adeguare ai futuri sviluppi del mondo dello scambio di conoscenze”. Erick van Egeraat ha progettato l’edificio come un ampliamento coperto del centro cittadino: un atrio multifunzionale alto 18 metri, funge da portale tra la biblioteca e la città. “L’edificio diviene parte del dominio pubblico, un portale tra la città e la biblioteca, un luogo in cui le qualità culturali e collettive degli spazi del centro urbano si combinano insieme”. Lo spazio di ingresso è pensato come luogo di incontro, come un viale urbano, una galleria, un salotto, un giardino e un’area per l’apprendimento allo stesso tempo. Incastonato in un lotto collinare, l’edificio ne segue la forma e ne completa il paesaggio con un grande giardino sulla sua sommità. Collegando così l’esistente Parco dell’Hermitage, la nuova biblioteca con il suo parco e l’adiacente Piazza Tukay, Erick van Egeraat trasforma l’intera area in un complesso vibrante di vita nel centro di Kazan. In quest’ottica, van Egeraat ha proposto anche di estendere l’area di intervento e di sviluppare la sede della Banca Nazionale, realizzando uffici di alta qualità, appartamenti di lusso e spazi commerciali. L’intero progetto si pone come chiave di volta dello sviluppo urbano di Kazan e si pone come esempio per altri programmi di rigenerazione urbana per le repubbliche della Federazione Russa. EAA è attualmente impegnato in vari altri progetti di urbanistica, tra cui i masterplan per Canning Town, Oosterdoks Island ad Amsterdam, Milanofiori a Milano, e nei progetti due edifici per Uberseequartier/Hafen City Hamburg, Vershina Trade and Entertainment Centre Surgut, Mahler 4 Office Tower ad Amsterdam.
The Rotterdam-based architectural firm Erick van Egeraat (EEA) has won the international competition for the National Library in the Republic of Tatarstan's capital, Kazan. The new National Library has a gross floor area of 81,000 square metres and is situated at the Tukay square on the South- Eastern edge of the city centre. Besides offering all traditional facilities of a state library, Erick van Egeraat wants to “invite citizens to explore and experience knowledge. The building provides a home to all modern ways of accessing information, but its flexible setup allows for future forms of working with knowledge, too”. Erick van Egeraat designed the building as a covered extension of the city centre. A multifunctional, 18 metre-high atrium serves as a portal between the library and the city. “The building becomes part of the public domain, a portal between the city and the library, a place where the collective and cultural qualities of downtown spaces are combined”. The entrance space can be meeting point, boulevard, gallery, living room, garden and educational facility at the same time. Embedded into a hill, the building continues the shape of the landscape and offers a park on top of the building. By linking the existing Hermitage Park, the new library park and the National Library to the adjacent Tukay square, Erick van Egeraat transforms the area into a vibrant hub of Kazan city life. Consequently, Erick van Egeraat proposes to extend the proposed site and allow for the development of the Headquarters of the National Bank, for highquality offices, luxury apartments and retail. The project is a cornerstone in the urban redevelopment of Kazan and sets an example for other urban regeneration schemes throughout the Russian Federation. EEA's projects in progress include Masterplan for Canning Town, Masterplan for Oosterdoks Island Amsterdam, Masterplan for Milanofiori Milan, two buildings for the Überseequartier/HafenCity Hamburg, Vershina Trade and Entertainment Centre Surgut, Mahler4 Office tower Amsterdam.
228 l’ARCA 93
Il primato della natura In Siena
Spazi ricreativi per il lavoro Greentainer
Progetto: Michele Piccini
Progetto: Exposure Architects
Porsi in equilibrio tra ambiente naturale e ambiente costruito, ispirarsi all’equilibrio e alla leggerezza, stabilire un rapporto discreto e armonioso con la natura e il paesaggio. Sono questi i caratteri principali del progetto di Michele Piccini per il nuovo stadio di Siena in località Borgovecchio. Una scelta dettata dalla realtà di un paesaggio – le crete senesi – dalla bellezza eccezionale in cui l’andamento sinuoso delle colline è esaltato dalla luce e dai colori. Una bellezza con cui l’architettura non vuole competere, ma che sceglie di assecondare, cercando di cogliere il senso profondo della natura. Piuttosto che per addizioni e completamenti, il progetto opera principalmente per modellazione e sottrazione, proponendo come idea guida dell’intervento un forte segno che scaturisce dal terreno e ne interpreta la forma. L’intenzione è di incastonare, non nascondere, l’impianto sportivo nel terreno, proponendo la terra come principale materia della costruzione e conferendo all’intervento il carattere di nuovo landmark. L’impianto sportivo si caratterizza per una forma asimmetrica lungo l’asse maggiore ai cui lati si trovano le due tribune di forma diversa: una rettangolare della lunghezza del campo di gioco, l’altra curva. Vincitore di diversi premi internazionali (secondo classificato al premio “Innovazione e qualità urbana” Rimini 2005, The 14th International Review Tomsk 2005, menzione speciale al Prix Mediterranean du Paysage Siviglia 2007, International Architecture awards Chicago 2007), Piccini propone un’idea di stadio come architettura civile dalle diverse possibilità funzionali, di cui l’evento sportivo è quella privilegiata, ma non l’unica: appartamenti, negozi, palestra, ristoranti e uffici fanno dello stadio un luogo aperto alla città di Siena, con la quale la particolare dislocazione crea un legame ideale e un suggestivo rapporto visivo.
Migliorare la qualità della vita di chi lavora: è questo l’ambizioso progetto di Exposure Architects (www.exposurearchitects.com) e Gruppo Radici. Ultimo frutto di una lunga collaborazione è Greentainer, uno spazio ricreativo da posizionare nei cortili, nei giardini o più generalmente negli spazi aperti delle aziende. Grande quanto un container, facilmente trasportabile, condizionato e riscaldato, il Greentainer, che necessita solo di un allacciamento elettrico, si presta a diversi utilizzi ed è accessoriato come una piccola mensa (con sedute, microonde e macchina del caffè). A seconda della necessità, più Greentainer possono essere affiancati modularmente per aumentare la superficie disponibile. Nessun dettaglio è lasciato al caso, ogni particolare risponde a un’esigenza di funzionalità e risparmio di spazio: come le pareti laterali del Greentainer che, chiuse durante il trasporto, diventano, una volta posizionato, delle alette frangisole che proteggono dalla illuminazione diretta.
A sense of balance between the natural and the built-up environment, inspired by composure and lightness, establishing a discreet, harmonious relationship with nature and the surroundings. These are the main features of Michele Piccini’s project for Siena’s new stadium in Borgovecchio. The choice of the site was made thanks to the landscape – the Sienese clay hills – which is extraordinarily beautiful, and where the sinuous outlines of the hills are intensified by special light and colors. Architecture does not aim at competing with such beauty, but at enhancing it by trying to capture the depth of its nature. Instead of adding and completing, the project mainly involves modeling and subtracting, the guideline of the work being a strong symbol that springs from the ground and interprets its shape. The aim is to set – and not to hide – the sports facility in the ground, promoting the ground as the main building matter, and endowing the work with the character of a new landmark. The sports facility features an asymmetric shape along its main axis; along the sides of this are the two differently shaped stands: one is rectangular and runs along the length of the playing field, while the other is bent. Winner of a number of international prizes (second place for the prize “Innovation and urban quality”, Rimini 2005; The 14th International Review, Tomsk 2005; special mention for the Prix Mediterranean du Paysage, Seville 2007; International Architecture Awards, Chicago 2007), Piccini proposes an idea of the stadium as an example of civil architecture, offering various functional possibilities. Thus, the sports event is privileged, but it is not the only feature: apartments, shops, a gym, restaurants, and offices make the stadium an open place in the city of Siena. Indeed, its unusual location creates an ideal link to the city and an evocative visual relationship with it.
Viste dell’inserimento nel paesaggio collinare senese del progetto di Michele Piccini per lo Stadio di Siena. In basso e a sinistra, planimetria generale, assonometria, pianta e sezione.
View of the position among the Siena hilly landscape of Michele Piccini’s project for the Siena Stadium. Left and below, site plan, axonometry plan and section.
Improving the life quality of employees in general: this is an ambitious project by Exposure Architects (www.exposurearchitects.com) and Gruppo Radici. The latest result of a long collaboration between the two studios is Greentainer, a recreational area to be placed in backyards, gardens, or, more generally speaking, in the outdoor areas of business sites. No larger than a container and easily transportable, air-conditioned and heated, Greentainer – which only needs an electric attachment – can be put to different uses and is fully equipped as a small cafeteria (with seats, a microwave, and a coffee machine). According to requirements, two or more Greentainer modules can be connected so as to increase the available surface area. No detail is left to chance, as each one takes functionality and space-saving into account: such as Greentainer’s side walls, which are closed while the unit is being moved, but serve as protection from direct sunlight when opened.
Credits Project: Michele Piccini Collaborators: Sarka Garlikova, Alexander Kriegelsteiner, Katalin Mezei, Michal Mrowka, Moriz Müller, Kazuko Okuyama, Carmen Pérez Escolar, Andrea Paulinyova, Sabina Pezzano, Pietro Piccini, Maria Antolina, Sanchez Rodriguez Structures: Giorgio Caloisi Mechanical plants: ITALPROGETTI srl, Giorgio Caloisi Technologies and traditional materials: Massimo Ricci Phytopurification plants: Iridra srl, Nicola Martinuzzi, Fabio Masi Earth works: Filippo Fiorentini, Carlo Cattaneo Materials and technological effects: Cecilia Armellini Landscaping: Emanuela Morelli Environmental effect evaluation: Annalisa Romiti, Natascia Volpi Building site security: Filippo Boretti Fireproofing for the handicapped: Daniele Palameli Medical Center: Claudia Cingali Power plants: CM2 srl, Giovanni Lanari Road system: Carlo Polidori Geology, hydrogeology: Maurizio Negri, Paola Bagnoli Cultural historian: Niccolò Niccolai Digital imaging: Stack! Studios
I Nuovi Uffizi The Works Online Gli Uffizi si rinnovano. È entrato infatti nella fase operativa il cantiere dei Nuovi Uffizi a Firenze, uno dei più estesi interventi del genere in Europa con i suoi 27.000 metri quadrati di superficie calpestabile. Finanziati dal Ministero per i Beni e le Attività Cullturali con quasi 49 milioni di euro, i lavori interesseranno due lotti distinti: il primo prevede il recupero di nuovi spazi espositivi al piano terra e al primo piano e la riforma dei percorsi di visita; il secondo la realizzazione di una sezione statuaria al piano terra del braccio di ponente, e l’adeguamento del Corridoio Vasariano per valorizzare integralmente il sistema Uffizi-Pitti. Il progetto, che rappresenta un evento eccezionale per l’evidente interesse storicoartistico del monumento cinquestesco del Vasari, realizza un assetto completamente nuovo della Galleria. Il sito internet www.nuoviuffizi.it è lo strumento scelto per rendere conto e ragione dei criteri progettuali e delle soluzioni adottate. Ideato e coordinato dall’architetto Giorgio Pappagallo, il sito rappresenta il punto di osservazione privilegiato sulla realtà del cantiere e assicura, grazie a fotografie, video, documentazione progettuale e modelli grafici, l’informazione aggiornata sul destino degli Uffizi.
Il cantiere dei Nuovi Uffizi, avviato a giugno a Firenze. The worksite of Nuovi Uffizi, started last June in Florence.
94 l’ARCA 228
The Uffizi are being renovated. Indeed, the project for the New Uffizi in Florence is already underway, and involves one of the vastest projects of its kind, with 27,000 square metres of floor area. Financed by the Ministry of Culture with almost 49 million euros, the work is to be carried out on two separate lots. The first involves new exhibition areas on the ground floor and first floor, as well as a modified itinerary for visitors; the second the creation of a section for the display of statues on the ground floor in the western wing, as well as the adaptation of the Vasarian Corridor so that the Uffizi-Pitti system can be integrated and enhanced. The project – which is an extraordinary event in itself due to the obvious historical-artistic interest of the sixteenth-century Vasari monument – will endow the Gallery with a completely new look. Information regarding the criteria behind the project and explanations for the solutions which have been adopted can be found on the especially designed internet site www.nuoviuffizi.it. The latter was designed and coordinated by architect Giorgio Pappagallo, and is the best viewpoint from which to survey the actual work that is going on. In addition, thanks to photographs and videos, project documentation and graphic models, the site ensures updated information on the destiny of the Uffizi.
228 l’ARCA 95
Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
Un format innovativo Documenta 12 Kassel
Estetica e natura Balmond at Louisiana Museum
Città istantanea At Sam Basel
Si svolge fino al 23 settembre a Kassel la dodicesima edizione di “Documenta”. La rassegna di arte contemporanea, il cui direttore artistico è per questa edizione Roger M. Buergel, è incentrata quest’anno su tre leit-motifs o meglio su tre domande: La modernità è la nostra antichità?; Cosa è la vita denudata?; Cosa si deve fare? Nella prima, si pone il tema dell’ambigua percezione che si può avere della “modernità: repulsione per la sua violenza quotidiana e seduzione per le sue potenzialità. La seconda domanda vuole sottolineare la vulnerabilità ed esposizione dell’essere, la cui nudità implica da un lato una mancanza di protezione e sicurezza e, dall’altro, libertà e infinite potenzialità relazionali. Infine, il terzo tema induce una riflessione sul sistema educativo ed espressivo del mondo dell’arte, sulla capacità degli artisti di esprimersi attraverso forme e soggetti e la capacità dei fruitori di esperire le opere esteticamente, sull’alternativa tra accademismo e didatticismo e feticismo delle opere. Lungo queste tracce, “Documenta 12” si propone non solo come luogo fisico di esposizione di opere (principalmente collocate nella Documenta Halle) ma anche come nuovo format di riflessione. Fin dallo scorso anno, 12 riviste di arte di tutto il mondo sono state invitate a segnalare e promuovere idee, progetti, opere e riflessioni in vari reami del mondo dell’arte. Qui si proporranno, in modo interattivo col pubblico, attraverso incontri con gli artisti, gli editori, i critici, i risultati di queste indagini con l’obiettivo di ampliare e condividere questo sforzo educativo e culturale. Per il calendario completo delle diverse esposizioni, artisti, incontri e iniziative, si può consultare il sito www.documenta.de.
Prima di una serie di quattro mostre organizzate dal Louisiana Museum of Contemporary Art, “Le frontiere dell’architettura I – Cecile Balmond” presenta fino al 21 ottobre l’originale contributo di una protagonista dell’architettura contemporanea. Attraverso il suo interesse per la matematica, la musica e gli studi della forma, Balmond ha segnato nuove direzioni di ricerca estetica e inconsueti approcci al progetto di architettura. Ne è un esempio AGU (Advanced Geometry Unit), che dal 2000 studia le più sviluppate tecnologie, lavorando a stretto contatto con scienziati di diverse discipline, nel tentativo di riunire arte e scienza. Molte sono le fonti di ispirazione di AGU, che la mostra cerca di raccontare: la musica, la matematica, la fisica quantistica, i frattali, gli algoritmi. Balmond sottolinea il rapporto tra estetica e natura, indagandone le forme primarie, le sequenze informali, i ritmi e le infinite superfici. Nata nel 1943 in Sri Lanka, Cecile Blamond collabora dagli anni Ottanta con alcuni dei più importanti studi di architettura del mondo, da Rem Koolhaas a Eric Miralles, da Arata Isozaki, Daniel Libeskind ad Alvaro Siza.
La mostra allestita al Swiss Architecture Museum di Basilea, “Instant Urbanism” (fino al 16 settembre), crea un collegamento concettuale tra le teorie Situazioniste e l’architettura contemporanea. Partendo da un excursus storico delle opere Situazioniste si rintracciano le modalità in cui i concetti sperimentali e utopici che ridefinirono le visioni urbanistiche negli anni Sessanta e Settanta hanno trasformato la professione contemporanea. In mostra, varie opere (illustrate attraverso bricolage, collage, immagini, testi) documentano gli interventi di studi quali Lucy Orta (Francia), Santiago Ciruged (Spagna), EXYZT (Francia), NL Architects( Olanda), IAN+ (Italia), PPAG (Austria), Srdjan Jovanovic Weid (Belgrado/Basile). Sono architetture temporanee, spazi flessibili, edifici modulari che ridefiniscono gli spazi urbani e i concetti legati alla loro fruizione da parte dei cittadini. In mostra anche due installazioni/narrative: una audio-visiva dell’artista/architetto Citambulos che rivela realtà meno conosciute della metropoli di Città del Messico; l’altra del grafico e designer Ruedi Baur che presenta la città come uno spettacolo di “derive” contemporanee.
The twelfth edition of “Documenta” will be on through September 23rd in Kassel. Roger M. Buergel is the artistic director for this edition of the contemporary art show, which focuses on three leitmotifs – or rather, three questions – this year: Is modernity our antiquity?; What is bare life?; What is to be done? The first question deals with how ambiguously we can perceive “modernity”: we are repulsed by its daily violence, but seduced by its potential. The second highlights the vulnerability and exposure of our being, whose nudity implies a lack of protection and security on one side, while on the other it denotes the freedom of endless relational potential. Finally, the third theme leads to reflect upon the art world’s educational and expressive system, on artists and their ability to express themselves through shapes and subjects, and on the ability of the public to experience the works on an esthetic level, finding an academic, didactic, and fetishistic alternative among the works. Along these lines, “Documenta 12” not only presents itself as a place for the physcial exhibition of the works (which are mainly laid out in the Documenta Halle), but also as a new format for reflection. Already since last year, 12 art magazines from all over the world have been invited to point out and promote ideas, projects, works, and reflection in various spheres of the art world. Here, interactively with the public and through meetings with artists, editors, and critics, the results of these studies will be made known, so as to broaden and share this educational and cultural commitment. The site to be accessed for a complete schedule of the different exhibitions, artists, meetings, and initiatives, is www.documenta.de.
An example of this is AGU (Advanced Geometry Unit), which since 2000 has been studying the most advanced technologies, working in close contact with scientists from different disciplines, in an attempt to find a meeting-place for art and science. The exhibition expounds different sources of inspiration for AGU: music, math, quantum physics, fractals, algorithms. Balmond highlights the relationship between esthetics and nature, examining their primary structures, informal sequences, rhythms and infinite surfaces. Born in Sri Lanka in 1943, ever since the 1980s Cecil Balmond has been working with some of the most important architectural studies in the world, from Rem Koolhaas to Eric Miralles, from Arata Isozaki to Daniel Libeskind and Alvaro Siza.
First of a series of four shows organized by the Louisiana Museum of Contemporary Art, “The Frontiers of architecture I – Cecil Balmond” presents through 21st October an original contribution of a protagonist of contemporary architecture. Through his interest in math, music, and the study of shapes, Balmond has opened up new pathways for esthetic research and uncommon ways of approaching architectural projects.
Cecile Balmond, vista dell’installazione “a frattali” della mostra e, a sinistra, il
A sinistra dall’alto/ left from the top: Gonzalo Diaz, Eclipsis (© VG Bild-Kunst,Bonn 2007 - Photo: Egbert Trogemann/documenta GmbH); Cosima von Bonin, Relax, it’s only a ghost, 2006 (Photo: Katrin Schilling/documenta GmbH); Bill Kouélany, senza titolo/untitled,
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2006-2007 (Photo: Jens Ziehe/documenta GmbH). Dall’alto/from the top: Sonia Abián Rose, Sketch for Annunciation in Block 11, Auschwitz, (© Sonia Abián Rose-Das Konzentrationslager der Liebe, 2007);
Yael Bartana, vista dell’installazione/ installation view (VG Bild-Kunst,Bonn 2007 - Photo: Egbert Trogemann/documenta GmbH); Ai Weiwei, Documenta 12 Exposition view (© Courtesy the artist; Galerie Urs Meile, Beijing–Lucerne Photos: Frank
Schinski/documenta GmbH); Allan Sekula, vista dell’installazione/ installation view, (Photo: Frank Schinski /documenta GmbH).
progetto/view of the “fractal” show installation and, left, the project Twist.
“Instant Urbanism”, an exhibition now open at the Swiss Architecture Museum in Basel (through September 16th), creates a conceptual link between Situationist theories and contemporary architecture. Starting out with a historical excursus through Situationist works, we can trace the ways in which the experimental and utopian concepts that redefined town-planning visions in the 1960s and ’70s have transformed contemporary urban planning Various works are on show (illustrated through bricolage, collage, images, texts), documenting various studies by Lucy Orta (France), Santiago Ciruged (Spain), EXYZT (France), NL Architects (Holland), IAN+ (Italy), PPAG (Austria), Srdjan Jovanovic Weid (Belgrad/Brazil). All of these are examples of temporary architecture, flexible areas, modular buildings that redefine urban spaces and the concepts regarding the use inhabitants might make of them. Two narrative installations are also on show: one is audiovisual, by the artist/architect Citambulos, who reveals the less known sides of the metropolis of Mexico City; the other is by the graphic designer Ruedi Baur, who presents the city as a performance of contemporary “drifts”.
NL Architects, Basket Bar (Photo: Luuk Kramer). Sotto/below, Rogelio Salmona, Biblioteca Virgilio, Barco (Colombia), 2000. Sotto a sinistra/below left, CUP, Who runs New York City Housing Authority?, 2003.
Possibilità e forme At Nai Rotterdam
Rogelio Salmona alla Cité di Parigi
Il Netherlands Architecture Institute di Rotterdam, nell’ambito degli eventi collaterali alla 3rd Architecture Biennale Rotterdam, presenta fino al 21 ottobre la mostra “A Better World – Another Power”. Il presupposto di partenza è: un mondo diverso è possibile. Sempre più artisti e architetti mostrano segnali di un rinnovato interesse verso le tematiche sociali e aspirano a definire strumenti nuovi per trattare i problemi delle città. Per molti di loro, l’architettura va oltre il mero progetto di edifici; il loro lavoro si focalizza sulla vita quotidiana e sull’organizzazione di nuovi punti di coesione. Progettano “possibilità” più che forme e creano lo spazio per un maggior coinvolgimento dei cittadini. Seguendo questa trama, la mostra al NAI presenta i lavori del sivigliano Santiago Cirugeda, del Center for Urban Pedagogy (CUP) di New York, della Foundation for Achieving Seamless Territory (FAST) di Amsterdam e di Jean van Heeswijk/Dennis Kaspori di Rotterdam. Ogni gruppo ha prodotto una installazione che invita i visitatori a esperire i loro obiettivi, metodologie e metodi progettuali.
Prima monografica dedicata a un architetto straniero alla Cité de l’architecture et du patrimoine di Parigi, “Rogelio Salmona. Espaces ouverts/espace collettifs” presenta fino al 16 settembre una selezione di 28 progetti di questo importante protagonista dell’architettura colombiana degli anni Sessanta. Nato a Parigi nel 1929, Salmona studiò in Columbia, incontrò Le Corbusier a Bogota e collaborò con lui a Parigi, per poi passare da Jean Prouvé e ristabilirsi definitivamente in Colombia alla fine degli anni Cinquanta. Tema centrale della sua riflessione, la costruzione dello spazio collettivo che si può leggere sia nei progetti urbani, dove si concentra su un modello di città aperta, sia nei progetti istituzionali, per i quali sviluppa nuove forme di spazio collettivo e appropriabile. La mostra propone attraverso una selezione di 28 progetti una panoramica di Salmona in oltre cinquant’anni di attività. I cinque temi che articolano l’espozione, Contro/proposte urbane, Tracce e Memoria, Topografia, Composizione e Percorso, Superare i limiti, offrono un percorso tematico che suggerisce delle corrispondenze e dei legami tra le opere realizzate nei vari periodi in risposta a programmi diversi.
Within the sphere of events related to the 3rd Architecture Bienniale Rotterdam, through October 21st the Netherlands Architecture Institute of Rotterdam is presenting “A Better World – Another Power”. The starting line is: a different world is possible. More and more artists and architects show signs of a renewed interest in social themes and wish to find new ways of dealing with problems related to cities. For most of them, architecture goes beyond mere building-planning; their work is focused on daily life and on the organization of new points of cohesion. They plan “possibilities” rather than works of architecture, and create space for more active participation on the part of citizens. Following this line, the exhibition at the NAI presents works by the Sevillian Santiago Cirugeda, from the Center for Urban Pedagogy (CUP) of New York, from the Foundation for Achieving Seamless Territory (FAST) of Amsterdam, and by Jean van Heeswijk/Dennis Kaspori from Rotterdam. Each group has produced an installation that invites visitors to make their objectives, methodologies, and projects feasible.
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Musei di Storia In Strasbourg
Nell’anno del Giappone In the Principality of Monaco
Giovani artisti russi At Kunst Meran
Natura morta ieri e oggi Still Life in Italy
Tra le candidate a Capitale Europea della cultura 2013, Strasburgo ha avviato un’ambiziosa politica museografica che dopo la celebrazione del 100 anniversario del Museo Alsaziano, ha inaugurato lo scorso giugno la riapertura del Museo Storico della Città. Fondato nel 1920 subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, questo museo vanta un ricchissimo fondo di oltre 160 uniformi militari di alsaziani a servizio dell’armata francese a cui si aggiungono recenti ritrovamenti risalenti al Medio Evo e al Rinascimento. La riapertura del museo è stata accompagnata da una vasta opera di restauro delle opere, tra cui possiamo sottolineare la presenza assai rara ed esclusiva di un rilievo planimetrico di Strasburgo realizzato sotto il regno di Luigi XV. Formato da 23 tavole in abete fissate a travi in quercia, questo modello di 11x7 metri, riporta le abitazioni, la vegetazione, le mura e i rilievi della regione nel XVIII secolo. Il concetto museografico particolarmente raffinato è opera dello studio GSM Design.
In occasione dell’anno del Giappone nel Principato di Monaco, il Nuovo Museo Nazionale di Monaco presenta a Villa Sauber una mostra tutta dedicata all’universo femminile nel Giappone tradizionale. “Bijin, l’ideale femminile nel Giappone del periodo Endo (1603-1867)” esplora, attraverso una quarantina di stampe provenienti dalle collezioni dei Musei di Mentone, e diversi oggetti d’arte decorativa, le bijin, immagini di cortigiane, gheishe o fanciulle comuni, che nel corso del XVIII secolo divenne un vero e proprio genere a sé. Si tratta di rappresentazioni di un mondo del piacere e dell’effimero, ma che attraverso la descrizione dei costumi, dell’arte del trucco e delle acconciature offrono una ricchezza straordinaria di spunti e dettagli per capire alcuni aspetti della società e della cultura giapponese nel periodo Endo.
“From Russia with love”, a cura di Bärbel Vischer, è la mostra che la kunst Merano arte ospita fino al 23 settembre. La rassegna si presta a diverse letture e il suo intento può essere interpretato, in maniera del tutto ironica, come l’opinione dell’Occidente sull’arte contemporanea russa. La mostra sottolinea inoltre il legame che univa Merano a San Pietroburgo: le due città erano collegate fino al 1914, prima dello scoppio della prima guerra mondiale, da una linea ferroviaria, permettendo alla città termale altoatesina di diventare un’importante attrattiva per gli ospiti russi. Si presentano gli sviluppi più attuali in campo artistico, tracciando, attraverso una selezione di opere fotografiche e video d’artista, le tappe fondamentali della trasformazione dei valori tradizionali. Dal 2005 Mosca è teatro di una Biennale internazionale che ha dato vita in Russia a un vasto dibattito sull’arte contemporanea. Una giovane generazione di artisti russi che risiedono in patria o all’estero riflettono nelle loro opere i cambiamenti sociali e politici che si verificano a livello nazionale e internazionale. L’evoluzione dell’arte contemporanea russa viene presentata seguendo e approfondendo le tematiche principali dell’identità e dell’interazione singolo/collettività. Gli artisti che presentano le loro opere sono: Victor Alimpiev, Vika Begalska, Olga Chernysheva, Anastasia Khoroshilova e Anatoly Osmolovsky.
Al Museo Michetti di Francavilla al Mare (Chieti), fino al 30 settembre viene proposta la mostra “Oltre l’oggetto. Morandi e la natura morta oggi in Italia”, curata da Marilena Pasquali. La rassegna, il cui nucleo centrale è composto da 15 dipinti e 15 acqueforti di Giorgio Morandi, presenta, suddivise in otto sezioni, oltre 100 opere complessive di alcuni fra i maggiori artisti italiani degli ultimi cinquant’anni. La mostra si basa sull’ipotesi critica che in Italia molti fra i più importanti artisti del XX secolo e di oggi, hanno dedicato, e dedicano, un’attenzione particolare alla natura morta quale terreno di indagine sulla relazione tra le forme, palestra di equilibrio e misura, tensione all’armonia della composizione, come esplicita scelta linguistica e espressiva, campo di ricerca e specchio dell’interiorità. Tra gli artisti rappresentati: Filippo De Pisis, Aligi Sassu, Alberto Giaquinto, Mario Mafai, Alberto Burri, Mario Merz, Piero Gilardi, Piero Pizzi Cannella, Mirko Baricchi, Benedetta Bonichi, Silvia Cardini, Armando Dozza, per citarne solo alcuni.
Strasbourg, one of the candidates for the European Culture Capital in 2013, has begun carrying out an ambitious museological policy that – after celebrations for the 100th anniversary of the Alsatian Museum – inaugurated the reopening of the city’s Historical Museum last June. Founded in 1920, just after the end of World War I, this museum boasts a rich collection of over 160 military uniforms belonging to Alsatians at the service of the French army, as well as recent finds dating back to the Middle Ages and the Renaissance. The reopening of the Museum was accompanied by extensive restoration of the works on show, among which we wish to point out an extremely rare and exclusive example of a relief model of Strasbourg that was created during the reign of Louis XV. Made up of 23 spruce boards fixed to oak beams, this 11x7meter model brings back memories of the region’s eighteenth-century homes, vegetation, walls, and reliefs. This highly refined museological concept was designed by the studio GSM Design.
Il Musée Historique de Strasbourg. Sopra a destra/above right, Kikugawa Eizan (1787-1867), Cortigiana della casa delle lanterne rosse.
Rock’n Roll 39-59 La Fondation Cartier di Parigi propone fino al 28 ottobre una vera e propria immersione nel mito del Roch’n Roll, dalla sua genesi negli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta fino al suo declino alla fine dei Cinquanta. Un’esposizione densa di oggetti, suoni, immagini e filmati che ricostruiscono in un percorso articolato in due parti l’atmosfera del tempo e la storia del Rock’n Roll con l’evocazione dei luoghi principali, degli avvenimenti e dei suoi protagonisti. In mostra oggetti assolutamente unici, come la chitarra appartenuta a Buddy Holly o un abito indossato da Elvis Presley, ma anche manifesti d’epoca o icone del movimento, dai juke-box che compongono uno scenografico muro, a una Cadillac del 1953 fino alla ricostruzione di un tipico studio di registrazione. Un suggestivo viaggio sonoro e visivo, che rende omaggio ai trent’anni dalla morte di Presley invitando il pubblico a rivivere lo spirito di un epoca e di un genere musicale che dopo aver effettivamente toccato l’assetto della società americana fino alle sue radici, ne modificò profondamente le coordinate di riferimento.
Alfred Wertheimer, Portrait of Elvis Presley.
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description of the costumes, the art of makeup, and hairstyles offers an extraordinary wealth of ideas and details that help understand certain aspects of Japanese society and culture during the Endo period.
In order to celebrate the Japan year in the Principality of Monaco, at Villa Sauber the New National Museum of Monaco is presenting a show totally devoted to the feminine universe in traditional Japan. Through about forty prints – as well as different objects of decorative art – coming from collections kept at the Mentone Museums, “Bijin, the feminine ideal in Japan in the Endo period (1603–1867)” explores the bijin-ga, which are images of courtiers, geishas, or common young girls that throughout the eighteenth century became a genre in itself. Although the world of the ephemeral and pleasure is represented here, the
“From Russia with love”, curated by Bärbel Vischer, is a show that the kunst Meran/o arte is presenting until September 23rd. The exhibition can be read in various ways, and can very ironically be interpreted as the Western world’s opinion on contemporary Russian art. In addition, the show highlights the ties between Merano and St. Petersburg: until 1914, before the outbreak of World War II, the two cities were connected by a railway line, allowing the thermal Upper Adige city to become an important attraction for Russian guests. The latest developments in the art world are presented, and through a selection of photographic works and artists’ videos, the main stages of the transformation of traditional Russian values are traced. Since 2005, Moscow has been the center for an internatoinal Biennial that has led to a vast debate on contemporary art in Russia. A young generation of Russian artists that live in their own country or abroad reflect upon their work and on the social and political changes that are taking place on a national and international level. The evolution of contemporary Russian art is presented by following and thoroughly analyzing the main themes related to identity and the interaction between the individual and the community. The artists who are displaying their works are: Victor Alimpiev, Vika Begalska, Olga Chernysheva, Anastasia Khoroshilova, and Anatoly Osmolovsky.
The exhibition “Beyond the object. Morandi and still life today in Italy”, curated by Marilena Pasquali, will be open at the Michetti Museum of Francavilla al Mare (Chieti) until Septemebr 30th. The show, whose central nucleus features 15 paintings and 15 etchings by Giorgio Morandi, presents a total of more than 100 works – divided into 8 sections – of some of the main Italian artists of the past fifty years. The exhibition is based on the critical hypothesis that in Italy, some of the most important artists from the twentieth century to today have devoted – and still devote – special attention to still life as grounds for studying the relationship among shapes, as a means of training for balance and measure, as a way to find harmony in compositions, as an explicit linguistic and expressive choice, as a field of research and a mirror of spiritual life. Some of the artists on show are: Filippo De Pisis, Aligi Sassu, Alberto Giaquinto, Mario Mafai, Alberto Burri, Mario Merz, Piero Gilardi, Piero Pizzi Cannella, Mirko Baricchi, Benedetta Bonichi, Silvia Cardini, and Armando Dozza.
Cy Twombly da Yvon Lambert In Avignon Vale una tappa ad Avignone la mostra di Cy Twombly presentata alla Collection Lambert/Museo d’arte contemporanea. Fino al 30 settembre, negli spazi dell’hôtel particulier di Yvon Lambert, uno dei maggiori collezionisti di arte contemporanea, l’artista americano (1928) da quasi cinquant’anni in Italia, si è impossessato degli ambienti di questo palazzo allestendovi la “sua” esposizione. La luce, la natura e l’atmosfera della Provenza sembrano ritrascritti nelle tele di grande formato disseminate di peonie. “Blooming. Scattered, Blossoms & Other Thing”, il titolo della mostra che annuncia lo spirito dell’artista nella creazione di composizioni che irradiano vitalità. Una “fioritura” intensa, estesa, infinita intervallata da frasi scomposte, indecifrabili, come nel suo stile, che Twombly offre generosamente al pubblico in una percorso coinvolgente e ricco. Sei grandi dipinti su pannelli in legno di 5,5 metri e tre di 2,5 metri sono introdotti da quattro tele poste all’ingresso del dell’hôtel particulier. Ai dipinti si accompagnato una quindicina di sculture in gesso e bronzo che rendono omaggio ai Nike greci, alle torri senza fine di Brancusi, ai podisti di Giacometti o alle opere cubiste di Picasso.
The Lambert Collection at the Museum of Contemporary Art in Avignon is well worth a visit, as a show on Cy Twombly is now on. Until September 30th, in the hôtel particulier belonging to Yvon Lambert – one of the main collectors of contemporary art – the American artist, who was born in 1928 and has been in Italy for almost 50 years, has taken possession of the building, setting up his exhibition. Provence and its special light, nature, and atmosphere seems to emerge in the great canvases scattered with peonies. “Blooming. Scattered, Blossoms & Other Thing” is the title of the show, which announces the artist’s spirit in his creation of compositions that radiate vitality. An intense, extended “blooming” that is broken up by distorted, indecipherable phrases…in his own style, Twombly generously offers the public a rich, absorbing itinerary. Six great paintings on wood panels measuring 5.5 meters and three measuring 2.5 meters are introduced by four canvases placed at the entrance of the hôtel particulier. Fifteen sculptures in chalk and bronze accompany the paintings, paying homage to the Greek Nike, Brancusi’s endless towers, Giacometti’s runners, or Picasso’s Cubist works.
Cy Twombly, Turkish Delight, legno dipinti e gesso/painted wood and gypsum, 115,6x45,7x43,12 cm, 2000.
Victor Alimpiev, What is the Name of the Platz, Video 8’33’’, 2006 (Courtesy Regina Gallery).
Alberto Giaquinto, Plenilunio, 1979.
Sperimentazioni artistiche Moving Mountain
Artista visionario
Fino al 28 ottobre il restaurato Forte albertino di Vinadio (Cuneo) ospita il progetto “Montagna in Movimento”. Studio Azzurro, centro di sperimentazione artistica e produzione video, che da molti anni opera nel campo delle nuove tecnologie multimediali ed interattive, ha ideato e realizzato videoambientazioni e installazioni, sulla base delle indicazioni di volta in volta fornite dal Comitato Scientifico e con il contributo degli architetti Dario Castellino e Alessandro Mellano, progettisti dei lavori di restauro. Suoni, voci, immagini in movimento e installazioni multimediali introdurranno il visitatore nel mondo delle Alpi Meridionali. Circa quaranta videoambientazioni interattive e sincronizzate, più di sessanta programmi video, segnano il percorso espositivo attorno e all’interno del Forte, articolati in sei aree tematiche: Intro, Le Alpi al centro, Ambiente e territorio, L’uomo e le Alpi, Crisi di una civiltà, Le frontiere del futuro.
Presso il Convento del Carmine di Marsala (Trapani) è aperta fino al 28 ottobre la mostra antologica di Fabrizio Clerici, la prima mai organizzata in Sicilia. Curata da Sergio Troisi, in collaborazione con l’Archivio Fabrizio Clerici di Roma, è promossa e realizzata dall’Ente Mostra di Pittura Contemporanea “Città di Marsala”. La rassegna, ultima in ordine di tempo, di un importante programma che da anni promuove l’arte italiana del Novecento, intende ripercorrere la vicenda di questo artista “visionario” e ne presenta un’ampia raccolta di opere: dipinti e opere su carta provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. L’antologica segue, nei diversi ambiti, l’intero percorso di Clerici: dalla pittura alla grafica, dall’attività di illustratore a quella di scenografo. Attraversa le grandi fasi che ne hanno caratterizzato l’intera produzione, dai famosi labirinti alle composizioni fantastiche di immaginari paesaggi archeologici, dagli interni di matrice onirica, le cosiddette “stanze”, alla serie dedicata alle figure e ai simboli dell’antico Egitto, fino alle opere ispirate a Friedrich, Böcklin e Signorelli.La pittura visionaria di Clerici, colta e raffinata nei riferimenti artistici e letterari e ricca di influenze metafisico- surrealiste, non è riducibile alla poetica dei movimenti a cui la stessa è ispirata.
The project “Mountains on the move” will be on display at the restored Albertine Fort of Vinadio (Cuneo) until October 28th. Studio Azzurro, a center for artistic experimentation and video production which for years has been active in the field of new multimedia and interactive technologies, has devised and realized video-settings and installations based on information provided time and time again by the Scientific Committee, with the contribution of architects Dario Castellino and Alessandro Mellano, the planners of the renovation work. Sounds, voices, moving images, and multimedia installations will introduce visitors to the world of the Maritime Alps. About forty interactive and synchronized video settings and more than sixty video programs mark the exhibitive itinerary around and within the Fort, divided into six topics: Intro, the Central Alps, Environment and Territory, Man and the Alps, Crisis of a Civilization, the Future and its Frontiers.
Studio Azzurro, schizzo per l’installazione della mostra/sketch for the show instalaltion. A destra/right, Frabrizio Clerici, Minerva Phlegraea, 1956-57.
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Artisti nel Parco Intersections
Scatti ironici Xu Yong in Rome
Stephan Balkenhol, Wim Delvoye e Marc Quinn, tre artisti per la terza edizione di “Intersezioni”, l’ormai consolidato terreno di contaminazione tra la scultura contemporanea e l’archeologia che si svolge al Parco archeologico di Scolacium a Borgia (Catanzaro) fino al 14 ottobre. Lo scenario con cui molti dei maggiori protagonisti europei si confrontano è quello del Parco Archeologico di Scolacium, il luogo che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s’installò nel 123-122 a.C. sulla città greca di Skilletion (prima di Balkenhol, Delvoye e Quinn, qui hanno realizzato i loro progetti Antony Gormley nel 2006 con Time Horizon e l’anno precedente Tony Cragg, Jan Fabre e Mimmo Paladino). Quest’anno, il progetto coinvolge anche l’importante Museo Archeologico di Scolacium dove sono collocate tre sculture di Quinn e il Museo del Frantoio utilizzato da Balkenhol insieme alla Basilica Normanna di Santa Maria della Rocella. Per quanto riguarda gli spazi esterni sono oltre 40 i progetti installativi proposti dai tre artisti con opere talvolta inedite e generalmente mai esposte prima d’ora in Italia.
La sede romana della Contemporary Arts Society (via del Babuino 127) presenta la prima mostra monografica organizzata in Italia dedicata all’artista contemporaneo cinese Xu Yong che fino al 28 settembre esibisce la mostra fotografica “Solution Scheme” Il percorso artistico di Xu Yong lo porta a pubblicare per la prima volta nel 1990 la collezione fotografica “Hutong 101 Photos”, che consacra il suo successo al di là dei confini del proprio Paese, conquistando il mondo culturale dell’Europa e degli Stati Uniti d’America. Il suo ultimo lavoro “Solution Scheme” focalizza l’attenzione dell’osservatore sul fenomeno sociale della prostituzione, molto diffuso e vissuto ancora oggi come un tabù. Ciò che contraddistingue questa collezione sperimentale è l’uso dei colori vivi e luccicanti e degli scenari ironici che, togliendo l’aspetto volgare che l’immaginario collettivo ha della prostituzione, rendono le rappresentazioni leggere e divertenti. Per raggiungere questo obbiettivo l’artista utilizza il proprio linguaggio fotografico e l’aiuto della sua modella-musa Yu Na. Così ci racconta la sua storia, che inizia nella periferia cinese dove lavora prima come cameriera e poi come prostituta, con una forte ironia che traspare dalle scene e inonda ogni scatto riflettendo l’esistenza di una storia reale dietro ai cambiamenti di una vita.
Stephan Balkenhol, Wim Delvoye, and Marc Quinn… three artists for the third edition of “Intersections”, a now consolidated arena for the interrelationship between contemporary sculpture and archaeology, open at the Archaeological Park of Scolacium in Borgia (Catanzaro) until October 14th. The scenario that many of the major European protagonists are confronted with is the Archaeological Park of Scolacium, the site of Minervia Scolacium, a Roman colony that settled in the Greek town of Skilletion in 123–122 B.C.. This year’s project also involves the important Archaeological Museum of Scolacium itself, with three sculptures by Quinn – as well as the Museo del Frantoio (Oil press Museum), which Balkenhol employed along with the Norman Basilica of Santa Maria della Rocella. The three artists also installed more than 40 new projects outdoors, most of which have never been on show in Italy before.
The Contemporary Arts Society, based in Rome in via del Babuino 127, is presenting the first monographic show ever organized in Italy devoted to the great contemporary Chinese artist Xu Yong. “Solution Scheme”, a show devoted to his photographic works, will be on through September 28th. For the first time, in 1990 Xu Yong’s artistic career led him to publish his photographic collection “Hutong 101 Photos”, which established his success beyond the boundaries of his own country, conquering the cultural world of Europe and the United States of America. “Solution Scheme”, which is his latest work, focuses the observer’s attention on the social phenomenon of prostitution, which is widespread and is still today seen as a taboo. What distinguishes this experimental collection is the use of bright, shiny colors and ironic settings that remove the vulgar aspect that collective imagination has of prostitution, making the representations light and amusing. So as to achieve this goal, the artist uses his own photographic language and the help of his modelmuse Yu Na. This is how he tells us her story, which begins in the Chinese suburbs, where she first works as a waitress and then as a prostitute. The scenes reveal a great sense of irony, which fills every picture, reflecting the existence of a real story concealed behind the changes that take place in a lifetime
Risparmiare e produrre energia
Per esterni e interni
Schüco risponde con efficacia ai nuovi parametri energetici con la formula Energy2 = risparmiare + produrre energia. La società, ricca di pluriennale esperienza, propone sia soluzioni per la produzione di energia dal sole, sia soluzioni per ottimizzare l’efficienza termica dell’edificio già consoni ai più severi standard per il risparmio energetico, e già da molto tempo testati, collaudati e applicati. Punto di riferimento per l’aggiornamento sui più innovativi sistemi ad alta efficienza per produrre l’energia ricavata dal sole, Schüco realizza componenti e sistemi per gli impianti solari termici e impianti fotovoltaici. Oltre alle performance prestazionali e alla razionalizzazione dell’impianto, le soluzioni messe a punto si distinguono per qualità nella ricerca dell’integrazione architettonica di moduli e pannelli in grado di cogliere tutte le migliori opportunità indicate nei nuovi decreti. Infatti i moduli fotovoltaici Schüco sono integrabili nei tetti, nelle coperture trasparenti, nelle pensiline, nelle pergole e tettoie, nelle facciate, nelle barriere acustiche, nei frangisole, nelle balaustre e parapetti. La garanzia è estesa a 20 anni.
Azienda leader per la realizzazione e la vendita di porte per esterni e interni, Dierre, con un attivo di 100 brevetti registrati, è sorretta da una poderosa ricerca tecnologica, e si distingue per una produzione annua di 200.000 porte di sicurezza che ne certificano la collocazione tra i più alti livelli mondiali in termini di porte blindate. Riferimento determinante per l’azienda è l’asset strategico, perseguito mediante un esteso radicamento nel territorio, sostenuto professionalmente dai Dierre Partner, e contraddistinto da una tensione costante per l’innovazione del prodotto e per una politica commerciale rispettosa dell’intera filiera di distribuzione. Fondata nel 1975, Dierre introduceva nel mercato di settore, già dal 1978, la prima serie di porte blindate, proseguendo in una crescita progressiva verso l’attuale realtà produttiva: 200.000 porte di sicurezza, 110.000 telai per porte scorrevoli, 80.000 porte per interni, 90.000 chiusure tagliafuoco, 45.000 porte multifunzione, 10.000 persiane blindate, 25.0000 basculanti e più di 300.000 serrature e casseforti. In termini di innovazione, Dierre si colloca ai maggiori livelli produttivi per la propria riconosciuta eccellenza tecnologica che si manifesta: nel 1986 per la serratura con blocchetto intercambiabile Mia; nel 1989 per la persiana blindata Anthea; nel 1991 per il sistema di chiusura a scomparsa per porte scorrevoli Space; nel 1995 per la serratura elettronica Elettra; nel 1996 per la serratura D-Code; nel 2004 per il sistema Bi-Elettra. A questi prodotti si sono accompagnati i molti altri brevettati in esclusiva. Inoltre, in termini di riduzione dei consumi energetici, l’azienda si è impegnata, con il programma ClimaPiù, nella coibentazione perfetta delle porte di ingresso.
ViviMi Wim Delvoye, Dump Truck, acciaio corten/corten steel, 860x270x310 cm, 2006.
Xu Yong, Solution Scheme.
Botero a Milano
Artisti a Murano A Show-Performance
Dopo un’assenza di trent’anni, Botero ricompare a Milano a Palazzo Reale fino al 9 settembre. La mostra rientra nella manifestazione “La bella estate” ideata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, ed è organizzata dalla Galleria Contini di Venezia (che rappresenta Botero in Italia), da Palazzo Reale e da Skira Editore, che ne firma il catalogo, a cura di Paola Gribaudo e Riccarda Grasselli Contini. La mostra è costituita da 150 opere, realizzate negli ultimi 10 anni, scelte dall’artista e suddivise in tre grandi sezioni tematiche. La prima sezione riguarda il “Circo”, e comprende una serie inedita di circa 40 lavori; una quindicina di oli e venticinque disegni dedicati all’arte circense, che ha ispirato Botero nelle sue lunghe permanenze in Messico da lui definite come ispiratrici di “soggetti bellissimi e senza tempo”. Nella seconda sezione viene sviluppato, con settanta opere, l’intero universo poetico del maestro con una ritrattistica femminile straordinaria; un universo di coppie uomo e donna che travolgono l’immaginario in una enfasi intensa e indimenticabile, e con una rassegna di soggetti collettivi di suggestiva intensità. Infine l’ultima sezione; la più conturbante e interiormente coinvolgente dedicata ad “Abu Ghraib” e ispirata, attraverso quaranta opere, alle atmosfere che riportano a quel sinistro carcere iracheno, le cui torture hanno sconvolto l’immaginario collettivo. Le rappresentazioni pittoriche ricreano drammaticamente suggestioni di momenti atroci, dove il colore rosso significa evocazione, gli occhi non hanno vista, il sesso è tortura e il respiro è violenza. Completano il percorso della mostra sei sculture monumentali in bronzo, visibili nella piazzetta Reale, nella Galleria Vittorio Emanuele, nel Castello Sforzesco, in Corso Vittorio Emanuele e nella Stazione Centrale.
Nata nel 2005 in risposta all’abolizione del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, “13x17 www.padiglioneitalia” è una mostra-performance che indaga la situazione del sistema artistico italiano, nella declinazione della 52° Biennale di Venezia. Presentata da Philippe Daverio nelle fornaci antiche della vetreria Berengo a Murano fino al 30 settembre, la mostra riunisce 1500 opere tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, collages, vetri ceramiche e terracotte. Accanto ad artisti riconosciuti dalla critica e dal mercato, da Gianni Asdrubali, Sandro Chia, Pirro Cuniberti, Jannis Kounellis, Nanda Vigo o Gilberto Zorio, altri nomi emergenti e una selezione di opere vicine al mondo del design, della grafica, della fotografia, del video o delle arti del fuoco con protagonisti significativi della creatività contemporanea come Paolo Anselmo, Riccardo Dalisi, Alessandro Mendini, Maria Grazia Rosin o Massimo Vignelli. Un catalogo pubblicato da Rizzoli e curato da Philippe Daverio e Jean Blanchaert, raccoglie una selezione delle opere più significative.
Born in 2005 after the abolition of the Italian Pavilion at the Venice Biennial, “13x17 www.padiglioneitalia” is a show/performance that analyzes the condition of the Italian art system. Here, during the 52nd Biennial in Venice – presented by Philippe Daverio in the ancient furnaces of the Berengo glassworks in Murano until September 30th – the exhibition features 1,500 pieces, including paintings, sculptures, drawings, photographs, collages, glass, ceramics, and terracottas. Along with artists who are recognized by the critics and the market, such as Gianni Asdrubali, Sandro Chia, Pirro Cuniberti, Jannis Kounellis, Nanda Vigo, and Gilberto Zorio, other emerging names are present, as well as a selection of works that belong to the world of design, graphic art, photography, video, ceramics, and glassmaking, with significant protagonists of contemporary creation, such as Paolo Anselmo, Riccardo Dalisi, Alessandro Mendini, Maria Grazia Rosin, or Massimo Vignelli.
Con la mostra “ViviMi Città di Città”, tenutasi presso la Triennale di Milano dal 16 maggio al 1° luglio 2007, si è avviata un’indagine sul cambiamento dell’area metropolitana milanese e dei suoi abitanti, mediante un programma che ha proposto immagini e scenari dell’immediato futuro di Milano e dei 188 comuni dell’area milanese e della Brianza. Promosso dalla Provincia di Milano in collaborazione con il Comune, la Camera di Commercio e la Triennale stessa, l’evento prende spunto dal piano strategico promosso dall’Assessorato provinciale dell’area metropolitana insieme al DiAP – Politecnico di Milano e Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, e si avvale della collaborazione scientifica di A.A.ster. Mediante un percorso suddiviso in quattro sezioni, che conduce verso uno spazio teatrale animato da filmati, suoni e musica, si genera una riflessione attorno al futuro della Città
di Città, e vengono indicate possibili informazioni per guidare il visitatore alla piena conoscenza del territorio. Le quattro sezioni si distinguono con i seguenti riferimenti: 1 – Come è fatta la città? Quante città contiene la grande Milano, dove finisce la nostra città, quali flussi di veicoli, persone, merci la percorrono e animano tutti i giorni? 2 – Come cambia la città? Descrizioni sui cambiamenti più evidenti. 3 – Chi vive la città? Quindici cortometraggi raccontano la vita di cittadini che rappresentano l’emergere di nuove tipologie sociali nella città. 4 - Come sarà il futuro della metropoli? Con l’evidenziazione di sette ipotese di scenari di un futuro possibile.
Per “professionisti dell’esporre” IDEA è la nuova associazione nata per rappresentare i “professionisti dell’esporre” che, promossa da Pierluigi Cerri, Maurizio di Puolo, Paolo Fiori, Carlo Forcolini, Carlo Malerba, Mario Mastropietro, Dario Milana, Anna Olewska Piotrwski, Franco Origoni e Roberto Priori, si identifica come una sorta di “marchio di qualità” che certifica l’eccellenza progettuale. Tra le numerose iniziative previste da IDEA è stata varata, con il Master IDEA in Exibition design-Architettura dell’esporre, la prima edizione anno 2007-2008 del Master universitario di II livello del Politecnico di Milano, con il patrocinio di Regione Lombardia e Ministero per i Beni e le Attività Culturali. All’impegno partecipano
ADI, ASAL, Fondazione Fiera Milano/Accademia, Triennale di Milano. Direttore della Commissione Master Universitario è Luca Basso Peressut e Co-Direttore Mario Mastropietro, Presidente IDEA. Il Master IDEA avrà inizio nell’ottobre 2007, e si concluderà nell’ottobre 2008; potrà accogliere un massimo di 40 iscritti, che, a garanzia di un alto livello formativo, saranno selezionati da una apposita commissione. Per informazioni è disponibile il sito del Politecnico di Milano www.polimi.it (www.dpa.polimi.it/comunicati/masterIDEA.htm) oppure www.ideassociazione.it
Prestazioni superiori Con la tecnologia Myrtha messa a punto da Piscine Castiglione, si è raggiunto il massimo livello per la realizzazione delle piscine, e si è determinata la soluzione ottimale per superare i limiti strutturali di quelle tradizionalmente costruite in cemento armato. In effetti viene escluso il rischio di subire fessure dovute al ritiro del cemento o degli assestamenti del terreno con le relative conseguenze dannose, grazie alla struttura elastica della vasca che non è soggetta a variazioni dimensionali, perdite o fessurazioni, aggiungendo il vantaggio di tempi e costi delle operazioni di manutenzione fortemente ridotti e di una durata illimitata nel tempo. Myrtha dispone esclusivamente di materiali specifici per l’utilizzo in piscina come l’acciaio, il PVC e il klinker ceramico, e dispone di un fondo costituito da una soletta in calcestruzzo, rivestita da una robusta membrana in PVC armato, sviluppato specificamente per l’uso con l’acqua trattata. Alla soletta di calcestruzzo viene ancorato il longherone di base, realizzato con profilati in acciaio, che costituisce la struttura di supporto per i pannelli di parete. Il livello verticale dei longheroni è regolabile con precisione millimetrica, e la resistenza statica è assicurata da una serie di barre filettate, fissate in profondità nel cordolo perimetrale in calcestruzzo mediante tasselli chimici. Per formare le pareti della vasca, robusti pannelli in acciaio laminato a caldo con uno speciale strato di PVC vengono imbullonati l’un all’altro e al longherone di base.
Premio Barocco
Fernando Botero, Ballerini, 2003.
100 l’ARCA 228
L’opera 13x17 di/the work by Gretel Feher.
La trentottesima edizione del Premio Barocco, svoltasi lo scorso giugno a Lecce, ha riconosciuto come vincitore della categoria “industriali” Giorgio Squinzi Amministratore Unico di Mapei e di CEO del Gruppo Mapei, nonché Presidente di Federchimica. Attualmente il Gruppo è composto da 53 aziende con 47 stabilimenti produttivi, di cui 7 operanti in Italia e gli altri nel resto del mondo. Mapei quest’anno celebra il 70º anniversario della propria
fondazione, distinguendosi come azienda a conduzione famigliare operante in un contesto internazionale di particolare successo. La filosofia aziendale, che poggia su principi quali: specializzazione, internazionalizzazione, ricerca e sviluppo, ha portato Mapei a una crescita esponenziale nel corso degli anni, espressa nella frase ricorrentemente ripetuta da Giorgio Squinzi:”Non c’è lavoro senza passione e senza arte”.
228 l’ARCA 101
Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Emozioni e funzionalità del vetro
Concorso per laminati
Alberto II, il nuovo Principe Modernizing the Principality
Progettata per Omnidecor da Marc Krusin, DecorTile è una gamma di piastrelle in vetro che, realizzate dall’azienda secondo la propria tecnologia avanzata e una competenza decennale e di massima rilevanza, si distingue in tre diversi formati liberamente studiati per sviluppi verticali e orizzontali. Queste le due sofisticate lavorazioni applicate: una, tono su tono, costituita da alternanze di colore di forte impatto, con sfondo scuro e superficie lucida smaltata, che spazia dal bianco e nero a tinte intense e vibranti come il rosso, l’arancio, l’azzurro e il verde; l’altra alterna invece alla base lucida colorata, la satinatura della superficie esaltando uno straordinario scambio cromatico lucido/opaco, e una valenza delicatamente tattile. Eleganti e raffinate, le superfici si estendono creando singolarità e distinguendosi secondo una scelta di pattern dei decori, nelle variabili Tree, Weed e Celsius.
Abet Laminati ha promosso, con il Museo del Domestico – Forum di Omega (VB) e con la collaborazione della provincia del Verbano Cusio Ossola e del NABA di Milano (Nuova Accademia di Belle Arti), il concorso “Tra Decor e Decus”, che ha evidenziato i due vincitori relativamente nelle categorie “Progettisti Regione Piemonte” e “Studenti Naba” (nella foto). I rispettivi progetti sono stati inseriti nella serie dei nuovi laminati di Abet Laminati. Gli elaborati qualificati sono di Francesca Diotti e Francesco Porro per la categoria NABA, e quella di Sara Magnone per la categoria Piemonte. Entrambi i progetti saranno esposti, con i lavori di venti noti professionisti operanti nel mondo dell’arte, della grafica e dell’architettura, alla mostra che si terrà al Museo del Domestico – Forum di Omegna (VB).
Albert II Prefazione di S.A.S. Alberto II, testi a cura di Leonardo Saviano Editions MC Monaco Culture, Principauté de Monaco 2007, ill. in b/n, 130 pp
La cultura della pietra naturale
Lavori in corso In Fiera Milano Rho, dal 5 al 9 Febbraio 2008, MADE expo – Milano Architettura Design Edilizia, sarà al suo esordio fieristico evidenziandosi con l’offerta integrata di tutto il sistema delle costruzioni. Sin da ora hanno assicurato la propria presenza i più prestigiosi leader di ogni settore di riferimento, ed è stato superato ampiamente il numero di 850 aziende partecipanti. Si è conclusa, con la tappa romana, una prima serie di incontri del road show programmato a Como, Monza, Venezia, Pesaro e Barcellona, che hanno consentito agli organizzatori di illustrare a oltre 500 imprenditori i dettagli della manifestazione raccogliendone consensi e considerazione, anche in relazione alle numerose iniziative di promozione in essere e in divenire. Con il Made Expo News, pubblicazione divulgativa e di aggiornamento dell’evento, sono stati raggiunti oltre 10.000 contatti, mentre è in programmazione la seconda fase della campagna radiofonica trasmessa dalle più importanti emittenti nazionali, e si sta intensificando quella dedicata ai mercati esteri. Mario Negri, presidente di MADE Eventi, sottolinea come “i positivi riscontri attualmente verificati, ci gratificano per la scelta di portare a Milano un grande e unico evento dedicato all’architettura e all’edilizia., sostenuto dall’appoggio delle associazioni di categoria e delle istituzioni e ritenuto un importante momento culturale per la città di Milano. “Punto di forza strategico”, afferma Giulio Cesare Alberghini, AD di Made Eventi, “è l’internazionalità dei visitatori che sollecitiamo con operazioni di promozioni mirate al coinvolgimento di operatori qualificati di tutto il mondo”.
Concorso e Premio Il Concorso “Sistema d’Autore” Metra, presenterà la propria XVI cerimonia di premiazione in occasione della prima edizione di Made Expo, al quartiere Fiera di Milano Rho, dal 5 al 9 febbraio 2008. Bruno Bertoli, Presidente della società, sottolinea come l’evento rappresenti un riferimento per l’intero settore e anticipa un rinnovamento nei contenuti. Il bando è consultabile e scaricabile dal sito http://www.metra.it/italiano/concorsiMetra/ConcorsoSistemiAutoreMetra.htm, e aggiorna in termini di novità, informando come la consegna sia prevista entro il 30 settembre 2007, e come la partecipazione sia aperta ai committenti. Ovviamente l’impostazione resta mirata per conferire risalto al contesto architettonico, e alle caratteristiche di innovazione dei relativi interventi. Le tradizionali sezioni del concorso, suddivise sulla base dei diversi Sistemi Metra, sono state sostituite da categorie di intervento edilizio; dalla ristrutturazione al restauro, fino alle nuove costruzioni . Inoltre sono stati inseriti gli involucri architettonici realizzati con tecnologie all’avanguardia. Contemporaneamente a quest’evento è stata organizzata la terza edizione del concorso biennale “Alluminio. Un metallo giovane come te”, mediante il quale la società assegna tre premi alle migliori tesi di laurea svolte sul tema dell’alluminio. L’iniziativa rafforza il progetto di formazione permanente per gli studenti, perseguita da Metra da diversi anni, consolidando il legame con gli Atenei di tutta Italia. Le locandine relative al nuovo bando sono esposte nelle Facoltà di Ingegneria e Architettura, e il logo del concorso è evidente agli indirizzi: www.metra.it e concorsotesimetra@metra.it
102 l’ARCA 228
E’ stata presentata alla Triennale di Milano la 42ª edizione di Marmomacc (Mostra Internazionale di Marmi, Pietre, Design e Tecnologie in programma a Veronafiere dal 4 al 7 ottobre 2007, www.marmomacc.com), con il proposito di presentare il calendario di eventi culturali della sezione “Marmo, Architettura e Design”. Riferimento internazionale in termini di relazione tra i produttori di macchinari, tecnologia, accessori, aziende di estrazione, lavorazione, trasformazione e il mondo del design, degli architetti, dei progettisti e dei consumatori, Marmomacc si sviluppa esponenzialmente anno dopo anno per numero di espositori (oltre 1.450 originari da 52 Paesi), operatori (il 41% proviene da 118 Paesi
esteri), e per estensione della superficie netta disponibile (71.981 mila metri quadrati). Per questa prossima edizione Veronafiere mette a disposizione un nuovo Padiglione di 13 mila metri quadrati che ospiterà tra l’altro la Partecipazione ufficiale Egiziana e la Federazione Spagnola della Pietra Naturale con la mostra “Nuova Architettura di pietra in Spagna”. Riconosciuta come educational provider dall’AIA (American Institute of Architects) e RAIC (Royal Architectural Institute of Canada), Marmomacc coinvolge gli architetti a partecipare annualmente a lezioni teoriche e pratiche, con visite a siti estrattivi e con l’esperienza diretta nel visionare i vari processi di lavorazione del materiale lapideo.
Collocandosi sulla linea di continuità con i principi che lo hanno preceduto, da Alberto I a Ranieri III, il principe Alberto II di Monaco ha avviato una politica volta alla modernizzazione del Principato. Oltre al potenziamento dello sviluppo economico del Principato, i temi umanitari, l’ambiente e la cultura sono i punti forti del suo programma. Il potenziamento urbano del Paese con l’operazione di estensione sul mare, che vedrà tra breve la scelta del raggruppamento vincitore, rappresenta una delle sfide prioritarie e più ambiziose per affermare un modello esemplare di sviluppo sostenibile. Il nuovo territorio che verrà guadagnato al mare costituirà secondo le intenzioni del Principe Sovrano un’area perfettamente integrata nell’identità e nella storia di Monaco, rispettosa dell’ambiente e dell’ecosistema sottomarino. Il progetto sarà inoltre un modello di riferimento in fatto di tecnologie avanzate applicate ai nuovi edifici per garantire un uso ottimale delle energie. Una preziosa pubblicazione, presentata il giugno scorso a Milano, rende omaggio all’ascesa al trono del nuovo Principe. Albert II, pubblicato dalle Edizioni MC Monaco Culture (www.mcmonacoculture.com), è introdotto da una prefazione curata dallo stesso Principe, con testi in francese, inglese e italiano redatti da Leonardo Saviano che evidenziano i cenni storici e gli aspetti culturali della cerimonia di intronizzazione. Il ricco apparato iconografico raccoglie foto inedite dell’evento e un acquerello del Palazzo Principesco realizzato da Rino Golinelli. Edito in 500 esemplari numerati e certificati, il volume è stampato su carta Ecolabel, marchio riconosciuto dalla Comunità Europea per il rispetto dell’ambiente e del ciclo ecologico dei processi di lavorazione, realizzata nelle cartiere Fedrigoni. Elena Cardani
Con legno e alluminio
Segnalazioni
Con Linea Ambiente, LM serramenti ha messo in produzione una serie di finestre studiata per soddisfare i parametri previsti dalla normativa nazionale, in termini di certificazione energetica degli edifici. La sua efficienza nel contenere il grado di trasmittanza termica, si manifesta con il miglioramento delle caratteristiche termiche delle strutture finestrate e conseguentemente del risparmio stesso. Costituita dalla combinazione di legno e alluminio, la linea si articola in una doppia superficie; pratica e funzionale all’esterno, elegante e calda all’interno. La parte esterna, in alluminio personalizzabile con il colore, è per natura garantita nel tempo, mentre l’interno, in legno, è realizzabile in tutte le varietà di essenze e colore. Le finestre, a uno o più battenti, con apertura alla francese o ad anta ribalta, sono dotate di guarnizioni antirumore e retrocamera stratificati con basso emissivo.
Carlo Mollino. Architettura di parole. Scritti 1933-1965 A cura di Michela Comba Bollati Boringhieri, ill. in b/n, 122 pp Una serie di iniziative culturali, come la mostra “Costruire le modernità”, allestita lo scorso inverno a Torino, e questo testo che raccoglie scritti, in parte inediti, del grande architetto piemontese, rappresentano un rinnovato interesse per la figura di Carlo Mollino, ancora non approfonditamente studiata come l’originalità del suo pensiero meriterebbe. L’antologia di scritti, accompagnata da un ampio repertorio di immagini, vuole indagare un personaggio atipico dell’architettura del Novecento, capace di dialogare con letterati o storici dell’arte, di occuparsi di cinema e narrazione, di fotografia e arti decorative, variando volta a volta registri e generi.
Innovazioni multitecniche INTERCLIMA+ELEC home&building 2008 è l’unico salone in Europa che evidenzia e anticipa i mutamenti del mercato delle attrezzature tecniche per le costruzioni, dimostrando un indice di gradimento in crescita. Anche nella precedente edizione, tenutasi nel 2006, ha registrato un incremento di visitatori professionali ed espositori pari al 22,5% in rapporto al 2004. La prossima manifestazione, che si terrà dal 5 all’8 febbraio 2008 a Parigi Expo Porte de Versaille, amplierà significativamente la propria visibilità in termini di
innovazioni multitecniche in funzione dell’efficacia energetica, del comfort e della comunicazione per l’intero contesto abitativo e costruttivo. L’evento è da considerarsi come l’appuntamento imperdibile per aggiornarsi sulle attrezzature tecniche più evolute e sulle tendenze e le tecnologie più innovative del settore climatico, elettrico, degli automatismi, del freddo e delle nuove energie. Reed Expositions Francia, organizzatore di questo salone, promuove per l’edizione 2008 numerose novità, tra le quali “100% new energy” e “100% connect”.
Lighting Objects Introduzione di Decio Carugati Casa Editrice Grafiche Marini,Villorba (TV), 2007 La nuova pubblicazione di Pamio Design, che raccoglie oggetti di luce progettati da Roberto Pamio – Pamio Design. Un’indagine nel mondo delle lampade che attraverso le diverse interpretazioni del vetro diventano “archetipi, icone incontrastate”. Una selezione che consente di cogliere i tratti principali del lavoro dell’architetto - designer che fin dai suoi primi schizzi rivela la propensione verso la leggerezza, interpretata utilizzando il vetro, creando emozioni evocate dalla luce che penetra e pervade. Dalla Gill del 1962 creata per Leucos, alla Tamiri del 1991 di Artemide è evidente il passaggio che porta ad assumere forme sempre più leggere ed essenziali. Giochi di colore che emozionano come Lucerna (1993), Grillo (1994). La leggerezza, la purezza, la vivacità, sono
So as to continue in line with the princes who preceded him – from Albert I to Ranieri III – Prince Albert II of Monaco has now taken up a policy meant to modernize the Principality. In addition to enhancing the latter’s economic development, the strong points of his policy also include humanitarian themes, environmental and cultural issues. The country’s urban enhancement, which involves extending the living space over the sea, is one of the main – and most ambitious – challenges to begin to establish a model of sustainable development, and indeed, soon the winning project for this will be selected. The Prince intends the new territory that will be obtained from the sea to be perfectly integrated in Monaco’s identity and history, and for it to respect the environment and the underwater ecosystem. Furthermore, the project is to be a point of reference in terms of the advanced technologies applied to the new buildings, which will ensure optimum use of energy. An invaluable publication that was presented last June in Milan pays tribute to the new Prince’s accession to the throne. Albert II, published by MC Monaco Culture Editions (www.mcmonacoculture.com) is introduced by a preface written by the Prince himself, with texts in French, English, and Italian, and published by Leonardo Saviano. Here, historical references and cultural aspects of the enthronement ceremony are highlighted. The book’s comprehensive iconographic content includes new pictures of the event, and a watercolor of the Prince’s Palace, painted by Rino Golinelli. Five hundred copies of the book were published, printed on Ecolabel paper, a trademark recognized by the European Community thanks to its well-known respect for the environment and the ecological cycle used in processing the paper, which is made at the Fedrigoni paper mill.
espressioni di una sensibilità ludica di artistaarchitetto e designer che forma degli oggetti quotidiani attraverso l'energia sprigionata dal colore, dalla luce, dal simbolo. Multiplicity.lab, Milano: cronache dell’abitare Bruno Mondadori, Milano 2007, 384 pp Per raccontare come si vive oggi a Milano, per descrivere i luoghi dove dormono, lavorano, si incontrano le popolazioni che abitano questa città, questo libro sceglie una strada inusuale e sorprendente: quella della cronaca locale. Grazie alla ricostruzione di più di 400 fatti di cronaca (nera, sportiva, giudiziaria, culturale) accaduti a Milano negli ultimi cinque anni, gli autori hanno individuato 14 principali modi di abitare gli spazi urbani, descritti attraverso mappe, dati, interviste, racconti e fotografie. L’Atlante dell’abitare a Milano che questo libro propone è la carta di identità di una città in mutazione, dove per molti le condizioni dell’abitare sono diventate difficili se non addirittura estreme, dove cresce il numero dei cittadini temporanei, dove a pochi metri di distanza convivono egoismi arroganti e comunità miste che sembrano anticipare un futuro cosmopolita e aperto. Roger Narboni Luce e Paesaggio. Creare paesaggi notturni Tecniche Nuove, Milano 2006, ill. a colori, 230 pp Questo testo, di grande formato e interamente a colori, spiega come l’illuminazione dei paesaggi possa avere realmente una funzione catalizzatrice, evidenziandone la bellezza e la diversità; vuole essere un incoraggiamento a riscoprire i paesaggi e a percepirli in maniera diversa quando
calano le tenebre. Siano essi paesaggi montuosi, collinari, marini o fluviali, siano foreste o ancora paesaggi urbani o industriali, tutti hanno una straordinaria vitalità notturna. Marino Narpozzi Teatri - Architetture 1980-2005 Motta Editore, Milano 2006, 248 ill. a colori e 162 b/n, 280 pp Il volume prende in esame gli edifici teatrali degli ultimi vent’anni, letti in un contesto culturale più ampio, che cerca di individuare i momenti di continuità e di fratture nella definizione dell’edificio teatro. Non si tratta di una storia del teatro dalle origini ai giorni nostri (dal teatro del Rinascimento a quello wagneriano di Bayreuth), ma di un’indagine che, negando ogni processo evolutivo da forme semplici a più complesse, analizza alcune tipologie spaziali che meglio di altre sono riuscite a fissare le idee di spazio e di tempo, proprie di una determinata cultura e più in generale di società. Apre il testo un dialogo con Luca Ronconi sul tema dell’architettura del teatro. Paolo Favaretto, industrial designer A cura di Alberto Bassi Il Poligrafo, Padova 2006, ill. a colori, 194 pp Con questa pubblicazione, la casa editrice Il Poligrafo inaugura la collana “Fare Design”, dedicata a illustrare e ripercorrere in modo critico l’attività dei protagonisti del design italiano. Questa monografia rappresenta una summa dellopera di Favaretto nell’arco di oltre tre decenni, partendo dal Veneto per poi costruire importanti collaborazioni professionali in Europa e in America.
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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
Cina/China Dongguan Dongguan Cup International Industrial Design Awards Premio internazionale per prodotti innovativi di design industriale realizzati negli ultimi due anni International award for innovative industrial design products realized in the last two years Scadenza/Deadline: 19/9 Per informazioni: Dongguan Science & Technology Cooperation Center c/a LI GuiWen Room 708,Science Bldg.,XinFen Rd. Dongguan city P.C. 523007 Tel. +86 769 22113092 Internet: http://dongguan.dolcn.com, www.dg3g.com E-mail: lgw@dg3g.com
Francia/France Belhomert Concours Koréo Sarlam Concorso per progetti residenziali e terziari che integrino apparecchi illuminotecnici a oblò architettonici Koréo Sarlam/Competition for residential or service buildings integrating the Koréo Sarlam architectural lighting appliances Scadenza/Deadline: 30/11 Per informazioni: Sarlam Koréo Internet: www.koreosarlam.com/concours
Germania/Germany
+ europaconcorsi
Monte premi/Total prize money: 15,000 £ Giuria/Jury: Shirley Blumberg, Caroline Bos, Peter Davey, Shuhei Endo, Jo Noero, Paul Finch Per informazioni: The Architectural Review Internet: www.arplus.com
Italia/Italy Casaleggio Boiro (Alessandria) Riqualificazione e riassetto Concorso di idee per la riqualificazione e riassetto urbanistico-ambientale di Piazza Castello e aree contermini/Ideas competition for the urbanenvironmental requalification and reorganization of Piazza Castello and adjacent areas Scadenza/Deadline: 1/10 Monte premi/Total prize money: 75.000 Euro Per informazioni: Amministrazione Comunale di Casale Monferrato Settore Pianificazione Urbana e Territorio Roberto Martinotti Via Mameli 10 15033 Casale Monferrato (AL) Tel. +39 0142 444253-363 Fax +39 0142 444367 Internet: www.comune.casale-monferrato.al.it E-mail: pianurb@comune.casale-monferrato.al.it
Cinisello Balsamo (Milano) Artzept 2007 Concorso internazionale di design sul tema “Piatto con coperchio” International design competition on the theme “Dish with lid” Scadenza/Deadline: 25/10 Primo premio/First prize: 10.000 Euro Per informazioni: Zepter International Bridmarketing Via Sibilla Aleramo 13 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. +39 02 66592139 Fax +39 02 66592151 Internet: www.zepter.com E-mail: int.mktcoordinator@bridmarketing.com
Osnabrück
Cittadella (Padova)
Tecu® Architecture Award 2007 Concorso internazionale per progetti realizzati tra il 2005 e il 2007 che siano esemplari per innovazione costruttiva, uso creativo dei materiali Tecu® e funzionalità. Una sezione è riservata a progetti di studenti International competition for buildings realized between 2005 and 2007 which are exemplary for construction innovation, creativity in the use of Tecu® materials and functionality. There is a section for students’ projects Scadenza/Deadline: 15/10 Monte premi/Total prize money: 14.000 Euro
La Casa Collettiva Italiana Segnalazione di opere realizzate tra il 1995 e il 2007 per la rassegna di opere dell’architettura da abotare Consegna: 30/9
Per informazioni: KME Europa Metal Tecu® Architecture Award 2007 Klosterstrasse 29 49074 Osnabrück Internet: www.thecopperlink.com
Gran Bretagna/Great Britain The Architectural Review for Emerging Architecture Premio internazionale per progetti realizzati da architetti under 45 International prize awarded to built projects designed by architects under 45 years of age Scadenza/Deadline: 10/9
104 l’ARCA 228
Per informazioni: Architettando Associazione Culturale Palazzo delle Associazioni Via Marconi 3 35013 Cittadella (PD) Tel./fax +39 049 9403349 Internet: www.architettando.org E-mail: info@architettando.org
Conversano (Bari) Nuova scalinata del Castello di Conversano Concorso per studenti per il progetto della nuova scalinata del castello di Conversano/Student competition for the project of the new Conversano Castle access stairs Scadenza/Deadline: 8/6/2008 Per informazioni: Sinistra Giovanile di Conversano Via Bolognini 8 70014 Conversano (BA) Tel. +39 334 3030162 Internet: http://sgconversano.altervista.org E-mail: sg.puglia@libero.it
Follonica (Grosseto) Museo del Ferro e della Ghisa Concorso di idee per il progetto di un
Museo, che avrà sede presso la struttura dell’ex Forno di S. Ferdinando, in fase di restauro Ideas competition for the project of a Museum dedicated to iron and cast iron, which will be realized in the building of the former S. Ferdinando Furnace which is at the moment object of restauration Scadenza/Deadline: 20/10 Monte premi/Total prize money: 10.000 Euro Giuria/Jury: Gemma Mauri, Stefano Mugnaini, Giordano Gasperoni, Letizia Franchina, Narcisa Fargnoli Per informazioni: Amministrazione Comunale di Follonica Cinzia Niccolini Largo Cavallotti 1 58022 Follonica (GR) Tel. +39 0566 59411 Fax +39 0566 59268 Internet: www.comune.follonica.gr.it E-mail: cniccolini@comune.follonica.gr.it
Melissa (Crotone) Riqualificazione ambientale Concorso di idee per la riqualificazione ambientale ed urbanistica dell’area costiera di Torre Melissa/Ideas competition for the environmental and urban requalification of the coastal area of Torre Melissa Scadenza/Deadline: 28/9 Monte premi/Total prize money: 10.000 Euro Per informazioni: Amministrazione Comunale di Melissa Domenico A. Vulcano Via Provinciale Sud s.n.c. 88814 Melissa (KR) Tel. +39 0962 835801 Fax +39 0962 835907 Internet: www.comune.melissa.kr.it E-mail: ing.vulcano@inwind.it
Milano Progetti di Luce Concorso internazionale di design per progetti di apparecchi o soluzioni illuminanti, da interni ed esterni International design competition for projects of lighting appliances and solutions for bothe exteriors and interiors Scadenza/Deadline: 14/9 Monte premi/Total prize money: 4.000 Euro Giuria/Jury: Simone Micheli, Silvia Suardi Per informazioni: Editrice Habitat Via F. Albani 21 20149 Milano Tel. +39 02 4814800 Fax +39 02 48193013 Internet: www.progettidiluce.com E-mail: info@edihabitat.it
Il mobile in movimento Concorso internazionale per il progetto di un mobile pieghevole o a scomparsa dotato di sistemi innovativi/International competition for the design of a folding furniture element with innovative features Scadenza/Deadline: 14/9 Monte premi/Total prize money: 4.000 Euro Giuria/Jury: Alberto Maria Prina (presidente/chairman) Per informazioni: Editrice Habitat Via F. Albani 21 20149 Milano Tel. +39 02 4814800 Fax +39 02 48193013 Internet: www.progettiperilmobile.com E-mail: info@edihabitat.it
Wall Paper Design Contest Concorso internazionale per la progettazione di un rivestimento murale per una camera d’albergo o B&B che usi la tecnologia Wall Paper On Demand Jacovelli&Volpi
International competition for the design of a wall paper for an hotel or B&B room using the Wall Paper On Demand technology by Jacovelli&Volpi Scadenza/Deadline: 14/9 Monte premi/Total prize money: 5.000 Euro Giuria/Jury: Luca Ballerini, Paola Barzanò, Markus Benesch, Stefano Caggiano, Manuela Ciffarelli, Alberto Coretti, Angelo Figus, Diego Grandi, Vito Intini, Stefano Maffei, Cristiano Seganfreddo, Sonia tasca Per informazioni: Jannelli & Volpi c/a Ilaria Bitetto Via Savona 11 20144 Milano Tel. +39 02 58142523 Internet: www.jannellievolpi.it/contest E-mail: wond@jannellievolpi.it
Well-Tech Award 2008 Premio internazionale per prodotti di innovazione tecnologica e valori di accessibilità, sostenibilità e qualità della vita/International award for products which are innovative in the fields of technological research, accessibility, sustainability and quality of life Scadenza/Deadline: Marzo/March 2008
AGENDA competition for the design, manufacturing and commercialization of complex products and tools Scadenza/Deadline: 15/9 Giuria/Jury: Stefano Boeri, Paola Zini, Michele Bonino, Rem Koolhaas, Italo Lupi, Stefano Mirti, Hans Obrist Per informazioni: Weber Shandwick c/a Elena Torzuoli/Novella D’Incecco Tel. +39 02 57378501 E-mail: etorzuoli@webershandwick.com, ndincecco@webershandwick.com Torino 2008 World Design Capital Internet: www.torinoworlddesigncapital.it/ geodesign
Verona Parco Urbano Sud Concorso di idee per la sistemazione dell’area del nuovo parco attrezzato Ideas competition for the project of the new equipped park Scadenza/Deadline: 8/10 Monte premi/Total prize money: 64.000 Euro Giuria/Jury: Luciano Ortolani, Paolo Boninsegna, Bernard Lassus, Alberto Ferlenga, Andreas Kipar, Renato Bocchi, Remo Dorigati, Carlo Poli
Per informazioni: Well-Tech Via Malpighi, 3 20129 Milano Tel. +39 02 29518792 Fax +39 02 29518189 Internet: www.well-tech.it E-mail: info@well-tech.it
Per informazioni: Amministrazione Comunale di Verona Luciano Ortolani Piazza Bra 1 37121 Verona Tel. +39 045 8077016 Fax +39 045 8077451 Internet: www.comune.verona.it E-mail: parcourbanoveronasud@comune.verona.it
Pesaro
Vicenza
Concorso di Progettazione in due fasi Parco pubblico, edifici con destinazione residenziale-terziaria e recupero ex Chiesa di S. Maria degli Angeli nell’ambito del piano particolareggiato “ex Carcere Minorile”/Public park, residentialservice buildings and renovation of former church of Santa Maria degli Angeli Scadenza/Deadline: 26/9
Settima Edizione del Premio Dedalo Minosse Premio internazionale alla committenza di architettura International prize for commissioning a building Iscrizione/Registration: 10/9-31/1/2008
Per informazioni: Amministrazione Comunale di Pesaro Servizi Urbani Nardo Goffi Piazza del Popolo 1 61100 Pesaro Tel. +39 0721 387465 Fax +39 0721 387470 Internet: www.comune.pesaro.pu.it E-mail: progettazione2@comune.pesaro.ps.it
Saonara (Padova) Il Piacere Temporaneo Concorso per studenti delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria italiane per l’elaborazione di sistemi temporanei innovativi e mobili come risposta funzionale ai cinque sensi Scadenza: 1/10 Giuria: Gillo Dorfles, Angelo Mangiarotti, Arnaldo Pomodoro, Alfredo Zappa, Vito Corte, Olimpia Niglio, Luca Parisato Per informazioni: Casa Editrice Il Prato c/a Anna Pietropolli Via Lombardia 41/43 35020 Saonara (PD) Tel. +39 049 640105 Fax +39 049 8797938 Internet: www.esempidiarchitettura.it, www.ilprato.com E-mail: anna.pietropolli@libero.it
Per informazioni: ALA-Assoarchitetti Contrà S. Ambrogio 5 36100 Vicenza Tel./Fax +39 0444 235476 Internet: www.assoarchitetti.it E-mail: dedalominosse@assoarchitetti.it
Concorso internazionale per un progetto di sviluppo dell’area costiera della Laguna di Venezia International competition for projects for the development of the coastal area of Venice Lagoon Iscrizione/Registration: 15/10 Consegna/Submission: 12/11 Giuria/Jury: Iñaki Abalos, Francesco Careri, James Corner, Anne Lacaton, Philippe Rahm, 2G Team Monte premi/Total prize money: 15.000 Euro Per informazioni: Editorial Gustavo Gili 2G Competition Rossellò 87-89 08029 Barcelona Tel. +34 93 4444732 Fax +34 93 4444738 E-mail: info@2Gcompetition.com
The 2nd Advanced Architecture Contest Concorso internazionale aperto a studenti e giovani lavoratori per la costruzione di abitazioni autosufficienti, in cui l’accento si concentrerà sull’esplorazione della capacità delle persone di costruire la propria abitazione, specialmente attraverso l’uso di tecnologie digitali/This is a SELF-FAB HOUSE competition open for students and young professionals all over the world that places the accent in the construction of self-sufficient dwellings, in which the emphasis will be on exploring people's capacity to construct their own homes, especially through the use of digital technologies Consegna/Submission: 17/9 Giuria/Jury: Vicente Guallart, Willy Muller, Lucas Cappelli, Marta MaleAlemany, Jorge Godoy, Ignasi Perez, Rodrigo Rubio, Daniel Ibañez. Monte premi/Total prize money: 6.000 Euro Per informazioni: Pujades 102 baixos, Poble Nou 08005 Barcelona, Spain. Fax 93 300 43 33 Internet: www.advancedarchitecturecontest.org E-mail: contact@advancedarchitecturecontest.org
USA Portogallo/Portugal Porto Porto Vivo: revitalization of the Riverine Front Concorso internazionale indetto dalla Sociedade de Reabilitação Urbana da Baixa Portuense, che si occupa di riqualificazione urbana, aperto a team di lavoro multidisciplinari. Ideas competition within the Revitalization of the Riverine front of Oporto in the Zone of Priority Intervention within its mission of Urban Rehabilitation and Revitalization, open to multidisciplinary teams. Consegna/Submission: 31/10 Per informazioni: PORTOVIVO, SRU - Sociedade de Reabilitação Urbana da Baixa Portuense, SA Rua Mouzinho da Silveira, 212 4050 - 417 Porto Tel. +351 222 072 700 Fax +351 222 072 709 Internet: www.portovivosru.pt E-mail: sru.portovivo@cm-porto.pt
Torino Geodesign Concorso internazionale per la progettazione, realizzazione e commercializzazione di prodotti e utensili complessi/International
+ europaconcorsi
Spagna/Spain Barcelona Parque de la Laguna de Venecia
Cambridge Just Jerusalem Concorso internazionale per visioni innovative per la città di Gerusalemme e su come potrebbe essere se giustizia, pace e vivibilità prevalessero sulla competizione per il suo possesso. Non si chiede un masterplan ma proposte visionarie per una città sia reale che simbolica, giusta, pacifica e sostenibile per il 2050. Questa data non è arbitraria ma una metafora di un tempo abbastanza futuro rispetto ai conflitti attuali da consentire libertà di immaginazione. Sono invitati a partecipare team multidisciplinari di architetti, urbanisti, artisti, storici, filosofi, scienziati, economisti, ingegneri, poeti/International competition calling for innovative visions for the city of Jerusalem and what it might be if justice and urban livability, rather than competing nationalist projects, were the principle points of departure. The goal of the organizers is not to produce a contemporary masterplan for the city, but to solicit entries that envision Jerusalem, real and symbolic, as a just, peaceful, and sustainable city by the year 2050. The year 2050 is not an arbitrary point in time so much as a metaphor for a future far enough from the
present conflict to allow some freedom to imagine a different situation, but near enough to generate serious deliberation. Entries are not limited to architects and urbanists, but rather, will also be elicited from artists, historians, poets, political scientists, philosophers, economists, engineers, and all others who have ideas for the future of the city. We strive for a plurality of voices and encourage multi-disciplinary teams Scadenza/Deadline: 31/12 Giuria/Jury: Ute Meta Bauer, Meron Benvenisti, Manuel Castells, Harvey Cox, Herman Hertzberger, William J. Mitchell, Sadako Ogata, Suha Ozkan, Salim Tamari Per informazioni: Jerusalem 2050 Project Diane Davis Massachusettes Institute of Technology Building 9-637 77 Massachusetts Ave Cambridge, MA 02139 Tel. +1 617 452-2804 Internet: www.justjerusalem.org E-mail: jjquestions@mit.edu
Peachtree City Cooper Lighting Source Awards Concorso per la promozione delle conoscenze e l’ampliamento delle funzioni dell’illuminazione come elemento primario di progetto. Si premiano installazioni realizzate negli ultimi due anni in cui siano utilizzati prodotti Cooper Lighting The competition is focused on furthering the understanding, knowledge, and function of lighting as a primary element in design, requires the use of Cooper Lighting brands. Entries are judged on aesthetics, creative achievement, and technical performance, as well as the degree in which lighting met the project constraints and design concept goals. Installations must have been completed in the last two years Scadenza/Deadline: 1/1/2008 Per informazioni: The Source Awards, Cooper Lighting c/a Karin Martin 1121 Highway 74 South Peachtree City, GA, 30269 USA Tel. +1 630 5138625 Internet: www.cooperlighting.com E-mail: Kmartin41@aol.com
Convegni e dibattiti Congresses and conferences
Per informazioni: Internet: www.worldsustainable.org/ conferences/conferences.html
Austria Vienna Architektur Zentrum 10 Years of the Friedrich Kiesler Stiftung Wien 20/10 The 15th Vienna Architecture Congress 9/11-11/11 Per informazioni: Architektur Zentrum Museumplatz 1 1070 Vienna Tel. +43 1 5223115 Fax +43 1 5223117 Internet: www.azw.at E-mail: office@azw.at
Cina/China Beijing ISES International Solar World Congress 2007 Il tema della conferenza 2007 è: “Energia solare e insediamenti umani”/The theme of the 2007 conference will be “Solar Energy and Human Settlement” 18/9-21/9 Per informazioni: International Solar Society Internet: www.ises.org
Cipro/Cyprus Gazimagusa City Eastern Mediterranean University, Faculty of Architecture Medi-Trilogy: Coastal Settlements, Culture, Conservation 8/10-10/10 Per informazioni: Eastern Mediterranean University, Faculty of Architecture Gazimagusa City North Cyprus Via Mersin 10 Turkey, Cyprus Internet: www.emu.edu.tr
Danimarca/Denmark Copenhagen Oksnehallen Future Cities: Impacts, Indicators, Implementation 23/9-27/9 Per informazioni: IFHP2007 Internet: www.ifhp2007copenhagen.dk
Australia Brisbane Citigate The Sebel Hotel VSMM 2007: Exchange and Experience in Space and Place The 13th International Conference on Virtual Systems and Multimedia 23/9-26/9 Per informazioni: Martin Lack & Associates Suite 1, 39 Tinarra Crescent Kenmore Hills Q4069 Tel. +61 7 3878 2974 Fax +61 7 3378 9513 Internet: http://australia.vsmm.org E-mail: vsmm2007@mlaa.com.au
Griffith University World Association for Sustainable Development 5th International Conference 29/10-31/10
Egitto/Egypt Alexandria Bibliotheca Alexandrina ASCAAD 2007 Conference 26/11-28/11 Per informazioni: Internet: www.ascaad.org/conference/2007/
Francia/France Paris Palais de Chaillot et Institut du Monde Arabe Colloque Européen: Architecture et Archives Numeriques L’architecture à l’ère du numérique : une question de mémoire 8/11-10/11
228 l’ARCA 105
AGENDA Per informazioni: Internet: architecturearchives.net E-mail: secretariat.aae@citechaillot.fr
Palais de Chaillot MAD, Pékin (à confirmer) 10/9 Ian Kaplicky, Londres 22/10 Jan Neutelings, Rotterdam 19/11 Massimiliano Fuksas, Rome 10/12 Per informazioni: Agostina Pinon Communication et presse Cité de l’architecture et du patrimoine Palais de Chaillot 1, place du Trocadéro 75116 Paris Tel. +33 1 58 51 52 85 / mobile 06 03 59 55 26 Fax +33 1 58 51 59 91 Internet:www.citechaillot.fr E-mail: apinon@citechaillot.fr
Gran Bretagna/Great Britain Devon Schumacher College Towards Urban Sustainability: Cities for the Future 10/9-21/9 Per informazioni: Schumacher College The Old Postern Dartington Totnes Devon TQ9 6EA Tel. +44 01803 865934 Fax +44 01803 866899 Internet: www.schumachercollege.org.uk E-mail: admin@schumachercollege.org.uk
+ europaconcorsi
Per informazioni: CII - Sohrabji Godrej Green Business Centre Survey No 64, Kothaguda Post Near Kothaguda Cross Roads Ranga Reddy Dist Hyderabad - 500 032 Tel. +91 040 23112971-73 Fax +91 040 23112837 Internet: www.igbc.in/igbc/home.jsp E-mail: igbc@ciionline.org
Irlanda/Ireland Dublin UCD School of Architecture, Landscape & Civil Engineering Defining Space 12/10-13/10 Per Informazioni: UCD Internet: www.ucd.ie/arcel/defining_space.html E-mail: Hugh Campbell hugh.campbell@ucd.ie - Douglas Smith douglas.smith@ucd.ie
Italia/Italy Ancona Università Politecnica delle Marche Artec 2007 Convegno su progettazione e involucro edilizio 22/11-24/11 Per informazioni: Enrico Quagliarini Internet: www.ing.univpm.it/ARTEC2007, www.artecweb.it E-mail: e.quagliarini@univpm.it
Farnham
Aosta
Farnham Castle Conference Center Sustainable Innovation 2007 – Global Building and Construction: Systems, Technologies, Products and Service Design 29/10-30/10
Assemblea AIAP 2007 Nullaosta: la grafica come risorsa per la democrazia Workshop, mostre, incontri sul ruolo della comunicazione visiva nella società contemporanea/Workshops, exhibitions, meetings on the role of visual communication in the contemporary society 4/10-7/10
Per informazioni: The Centre of Sustainable Design University College for the Creative Arts Martin Charter (Director) Tel. + 44 01252 892772 Fax + 44 01252 892747 Internet: http://list.unu.edu/pipermail/ itenv/2006-October/000020.html E-mail: mcharter@ucreative.ac.uk
London Extel Green Construction Summit 24/9-28/9 Per infomazioni: Emap Conferences Tel. +44 0845 0568069 Internet: www.greenweek.co.uk E-mail: constructconferences@emap.com
Grecia/Greece Creta Aldemar Knossos Royal Village Palenc 2007: Building Low Energy Cooling and Advanced Ventilation Technologies in the 21st century 27/9-29/9 Per informazioni: Internet: http://palenc2007.conferences.gr
India Chennai Trade Centre Green Building Congress 19/9-22/9
106 l’ARCA 228
Per informazioni: AIAP - Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva Via Ponchielli 3 20129 Milano Tel. +39 02 29520590 Fax +39 02 29512495 Internet: www.aiap.it E-mail: aiap@aiap.it
Rimini Fiera SIB Forum Seminari specialistici sul mondo delle tecnologie per lo spettacolo, l’installazione e il broadcast Specialistic workshops on showbusiness technologies, installations and broadcast 18/10-20/10 Per informazioni: RiminiFiera Tel. +39 0541 744206 Internet: www.www.sobinternational.com/forum
Olanda/Holland Eindhoven Department of Architecture, Building and Planning at the University of Technology Tectonics Making Meaning 10/12-12/12 Per informazioni: Internet: http://tectonics2007.com
Portogallo/Portugal Funchal (Madeira) Hotel Pestana Casino Park arch’07 - 5th International Conference on Arch Bridges 12/9-14/9
Per informazioni: ARCH’07 – 5th International Conference on Arch Bridges University of Minho Department of Civil Engineering Azurém P-4800-028 Guimarães Tel. +351 253 510 200 Fax +351 253 510 217 Internet: www.civil.uminho.pt/arch07 E-mail: arch07@civil.uminho.pt
Lisbona Instituto Superior Tecnico Portugal SB07: Sustainable Construction, Materials and Practices Convegno internazionale sull’edilizia sostenibile/Internatinal conference on sustainable construction 12/9-14/9 Per informazioni: CIB Internet: www.cibworld.nl
Repubblica Ceca Czech Republic Praga Czech Technical University CESB 07 – Central Europe towards Sustainable Building 24/9-25/9 Per informazioni: CESB07 Secretary - CSBS - iiSBE Czech Thákurova 7, 166 29 Praha 6 Tel. +420 2 2435 4572 Fax +420 2 3333 9987 Internet: www.substance.cz/csbs E-mail: csbs@fsv.cvut.cz Petr Hajek, CSc Tel. +420 2 2435 4459 E-mail: petr.hajek@fsv.cvut.cz
Spagna/Spain
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Australia Sydney The Power House Museum Smart Works: Design and the Handmade Fino al/through 5/11
Austria Vienna Architektur Zentrum Margherita Spilluttini – Atlas Austria 21/6-24/9 China Production 26/10-21/1/2008 A_show: Austrian Architecture in the 20th and 21st Century Fino al/through 31/12 MAK Robert Maria Stieg – Caution: Furniture Matters! 30/5-21/10
Belgio/Belgium Bruxelles Varie Sedi Design September
www.designseptember.be
9/9-30/9
Canada
Barcelona
Montreal
EsArq-Escola Tècnica Superior d’Arquitectura Universitat Internacional de Catalunya Master of International Cooperation in Architecture: Housing, Urbanization, and Sustainability in Developing Contexts 1/10-17/7/2008 Master in Genetic Architectures: New Cybernetic-Digital ProjectDesign and New EcologicalEnvironmental Project Design Iscrizione/Registration: 31/7 2007-2008 Academic year
CCA Clip/Stamp/Fold 2: The Radical Architecture of Little Magazines 196X-197X 12/4-9/9 Lessons from Bernard Rudofsky 4/7-30/9
Per informazioni: Amanda Schachter (Program Director) UIC Campus Barcelona Immaculada 22 08017 Barcelona Tel. +34 932541800 Fax +34 93 2541850 E-mail: amschac@cir.uic.es Internet: www.uic.es/cooperation
Svezia/Sweden Malmöe Messen Sustainable City Development Convegno internazionale International conference 12/9-14/9 Per informazioni: Internet: www.malmo.se/sustainablecity
Museum of Fine Arts American Streamline Design: The World of Tomorrow 16/5-28/10
AGENDA 12/9-11/11 Elegant Stairs Halls in Toolo District Helsinki 4/9-21/9 Rural Architecture of the Black Sea region 12/9-11/11 Places to Live 12/9-11/11 Raili and Reima Pietilä 21/11-24/2/2008
Francia/France Bordeaux arc en rêve SANAA- Kazuyo Sejima + RyueNishizawa & Walter Niedermayr 14/6-28/10
Marseille Maison de l’Architecture et de la Ville PACA Alvaro Siza au Thoronet 29/6-31/10
Paris Cité de l’architecture et du patrimoine Christian de Portzamparc: Rêver la ville Avant-Après. Architectures au fil du temps 21/3-16/9 Rogelio Salmona. Espaces ouverts/Espaces collectifs 28/6-16/9 Maison Rouge Patrick van Caeckenbergh, Les bicoques Pavillon Seroussi, architecture de collectionneurs Felice Varini Flavio Favelli dans le patio 1/6-16/9 EspaceEDF So Watt ! Du design dans l’énergie 25/5-9/9 Crypte archéologique du parvis de Notre-Dame Construire à Lutèce Fino al/through 25/5/2008
Vers-Pont du Gard Site Pont du Gard A l’oeuvre et à l’ouvrage: Shigeru Ban, Patrick Bouchain, Rudy Ricciotti et Michel Virlogeux 22/6-16/9
Germania/Germany Danimarca/Denmark Copenhagen Danish design Centre The Danish Design Prize 2007 Fino al/through 14/10
Humlebæk Museo d’Arte Moderna Louisiana The Boundaries of Architecture 15/6-21/10
Finlandia/Finland
+ europaconcorsi
– A Life of Creativity Fino al/through 24/9
Gran Bretagna/Great Britain London Design Museum Zaha Hadid Architecture and Design 29/6-31/10 Earls Court 100% Design London 20/9-23/9
Italia/Italy Firenze Casa Buonarroti Michelangelo Architetto a San Lorenzo: quattro problemi aperti 20/6-12/11
Milano Triennale Renzo Piano. Le città visibili 23/5-16/9
Olanda/Holland Rotterdam Varie Sedi Rotterdam City of Architecture 2007 www.rotterdam2007.nl
Kunsthal New Dutch city Fino al/through 22/9 NAI An Icon of Modernism/Van Doesburg’s Aubette 15/6-30/9 A Better World – Another Power Fino al/through 21/10 P.J.H.Cuypers (1827-1921) 22/9-6/1/2008
Repubblica Ceca Czech Republic Brtnice Josef Hoffmann Museum Josef Hoffann-Adolf Loos 6/6-28/10
Spagna/Spain
Stuttgart
Valencia
Wechselraum Asmara. Africa’s Secret Modernist City 21/9-19/10
IVAM Vicente Guallart 13/9-11/11 Architecture and De Chirico 18/12-17/2/2008 The Imaginary Museum 15711-2071/2007
Weil am Rhein Vitra design Museum My Home – Seven Experiments for Contemporary Living 14/6-16/9
Giappone/Japan
Helsinki
Tokyo
Museum of Finnish Architecture Competed Architecture
Mori Art Museum Le Corbusier: Art and Architecture
Svizzera/Switzerland Basel Museo Svizzero di Architettura Instant Urbanism 9/6-16/9 Pancho Guedes – The Eclectic Modernist 28/9-31/12
USA Bellevue
Mostre d’arte Art Exhibitions
Art Museum Raymond Loewy: Designs for a Consumer Culture 3/6-12/9
Bloomfield Hills Cranbrook Art Museum Eero Saarinen: Shaping the Future 17/11-30/3/2008
Chicago The Art Institute Lorenzo Ghiberti’s Gates of Paradise 28/7-13/10
Milwaukee Art Museum Going Out of Style: 400 years of Changing Tastes in Furniture 21/6-30/9
New York MOMA Lost Vanguard: Soviet Modernist Architecture, 1922-32 18/7-29/10 Cooper-Hewitt National Design Museum Design for the Other 90% 4/5-23/9 Piranesi As Designer 14/9-20/1/2008 Provoking Magic: Lighting of Ingo Maurer 14/9-28/1/2008 Austrian Cultural Forum Wine Architecture - The Winery Boom 6/9-28/11 Public Library Lower Manhattan 2010: It’s Happening Now Fino al/through 15/9 Museum of Arts and Design Inspired by China: Contemporary Furnituremakers Explore Chinese Traditions 28/6-28/10
Salem Peabody Essex Museum Samuel McIntire, Carving an American Style 13/10-24/2/2008
San Francisco Design Center Galleria San Francisco on the Boards+At Street Level 6/9-26/10
Washington National Building Museum David Maculay: The Art of Drawing Architecture 23/6-21/1/2008 Marcel Breuer: Design and Architecture 3/11-17/2/2008
Austria Vienna MAK Sunset: Delayed-Andrea Lenardin Madden and Kasper Kovitz 18/4-16/9 Les Fleurs du Mal-Florian Ladstätter showcases extravagant jewellery 25/4-23/9 Held Together with Water 9/5-16/9 Alfons Schilling-Vision Machines 007 24/4-30/9 Gods and Heroes: Rama, Krishna and the Great Indian Epics in Folklore Printed Editions from the Collection Erich Allinger 23/5-23/9 KunstHaus Zurück zur Figur. Contemporary Painting 24/5-30/9
Belgio/Belgium Antwerp MoMu Bernhard Willhelm 13/7-27/1/2008
Bruxelles Atomium Enrico T. De Paris (Riccardo Mazza, image & sound designer; Jean-Claude Oberto, poeta; Mauro Calvone, video maker): Inside 15/3-16/9 Artiscope Walter Leblanc 21/9-16/11
Canada Montreal Museum of Fine Arts Emily Carr: New Perspectives 21/6-23/9 Communication Vessels: New Technologies and Contemporary Art 1/8-14/10 e-Art: New Technologies and Contemporary Art 20/9-9/12 Centre Leonardo da Vinci Cristina Ariagno: Immagina 17/9-30/9
Toronto Art Gallery of Ontario The Future Now Fino al/through 1/11
Danimarca/Denmark Copenhagen Statens Museum fur Kunst
228 l’ARCA 107
AGENDA A Mirror of Nature, Nordic Landscape Painting 1840-1910 6/10-20/1/2008 Jorgen Haugen Sorensen: While We Wait Fino al/through 3/2/2008
Humlebaek Louisiana Museum of Modern Art Richard Avedon – Photographs 1946-2004 24/8-13/1/2008
Finlandia/Finland Espoo Museum of Modern Art/EMMA Salvador Dalí 3/10-16/12
Francia/France Briey-en-Fôret Unité d’habitation Le Corbusier/La Galerie Blanche Le graphisme de George Tscherny, artiste américain 8/6-19/10
Caen Musée des Beaux-Arts Charles Mellin: Un Lorrain entre Rome et Naples 21/9-31/12
Carquefou
+ europaconcorsi
Musée de Grenoble De leur temps 2: Art contemporain et Collections privées en France 7/7-16/10
projets en cours: Over the River project for the Arkansas River; The Mastaba of Abu Dhabi 21/7-9/9
Estorick Collection Lucio Fontana: alle radici dello Spazialismo 27/6-9/9
Lille
Saint-Tropez
Tripostal Passage du temps-Collection François Pinault Foundation 19/10-1/1/2008
Varie Sedi Dialogues méditerranéens 10/7-15/10
Tate Britain 1807: Blake, Slavery and the Radical Mind Fino al/through 21/10 Art Now: Christina Mackie 2/6-28/10 Hockney on Turner Watercolours 11/6-3/2/2008 Art Now: Goshka Macuga 30/6-14/10 Millais 26/9-13/1/2008 Turner Proze Retrospective 2/10-6/1/2008
Lyon La Sucrière, Institut d’art contemporain de Villeurbanne, Musée d’art contemporain de Lyon Biennale de Lyon 2007 17/9-6/1/2008 (Journées professionnelles 17/9-18/9)
Bonn Art and Exhibition Hall of the Federal Republic of Germany National Geographic – Planet Ocean 1/6-30/9
Nantes Château des Ducs de Bretagne Anne de Bretagne – Une hostoire, un mythe 30/6-3079
Nîmes Carré d’Art Où ? Scènes du Sud: Espagne, Italie, Portugal 23/3-23/9
Chambord
Jeu de Paume-Espace Concorde Pierre & Gilles 29/6-23/9 Edward Steichen 9/10-30/12
16th Festival of Gardens Fino al/through 14/10
Delme Centre d’art contemporain la Synagogue Summer’s Song: Marc-Camille Chaimowicz 8/7-28/10
Dunkerque LAAC De Gerhard Richter à Markus Sixay, Particules d’Histoire 28/6-28/10
Evian Palais Lumière Poésie de l’eau dans l’art russe de XVIème au Xxème siècle 23/6-23/9
Grenoble Magasin Kelley Walker 7/10-6/1/2008
108 l’ARCA 228
Germania/Germany
Cité de l’Automobile-Collection Schlumpf Pleins Phares: l’art et l’automobile 21/9-31/1/2008
Paris
Chaumont-sur-Loire
Palais de Versailles When Versailles was furnished in silver 20/11-9/3/2008
Mulhouse
Frac Henrik Plenge Jakobsen 16/5-7/10 Pilvi Takala 16/5-9/9 Regina Möller 7/7-9/9 Stéohane Pauvret 21/9-11/11
Château Made in Chambord 30/6-5/5/2008
Versailles
Centre Pompidou Annette Messager 6/6-17/9 Julio Gonzalez 27/6-8/10 Toni Grand 4/7-22/10
Musée d’Orsai L’art moderne à Paris: la Galerie Vollard, de Cézanne à Picasso 19/6-16/9 Quai Branly Wounded Artefacts-Repair Work in Africa 19/6-16/9 Galerie d’actualités du Musée des arts décoratifs Guidette Carbonell 6/6-30/9 Fondation Cartier Rock ‘n’ Roll 39/59 22/6-28/10 Jacquemart-André Museum Fragonard – Les Plaisirs d’un siècle 3/10-13/1/2008 Les Gobelins Trésors dévoilés 12/5-30/9 Galerie des Galeries Lafayette Antidote: dix artistes français 13/9-3/11
Saint Paul de Vence Galerie Guy Pieters Christo et Jeanne-Claude, deux
Frankfurt Schirn Kunsthalle John Bock Films 7/6-23/9 A.R.Penck 15/6-16/9 Turner Hugo Moreau: The Discovery of Abstraction 5/10-6/1/2008 Art Machines Machine Art 18/10-27/1/2008 Eva Grubinger 29/11-2/3/2008
Herford Marta Marta Schweigt – Garde le Silence, le silence te gardera 2/6-7/10
Kassel Documenta Halle Documenta 12 16/6-23/9
Wolfsburg Kunstmuseum Swiss Made 2: Precision and Madness. Positions in Swiss Art from Holder to Hirschhorn 7/7-21/10
Gran Bretagna/Great Britain Liverpool
Barbican Centre Seduced – Art & Sex from Antiquity to Now 12/10-27/1/2008
St Yves Tate St Yves Brian Wilson: If Everybody Had an Ocean 26/5-23/9
Italia/Italy
AGENDA Fino al/through 30/12 Federico Garolla-L’occhio del tempo, fotografie dal 1948 al 1968 10/6-30/9 Luca Rento 10/6-30/9 Le cinque anime della sculturaOpere dalla Collezione La Gaia di Bruna Girodengo e Matteo Viglietta 10/6-30/9
Castiglioncello (Livorno) Castello Pasquini Il cinema dei pittori. Le arti e il cinema italiano 1940-1980 15/7-4/11
Chiusi (Siena) Museo Archeologico Etruschi. La collezione Bonci Casuccini 21/4-4/11
Ciliverghe di Mazzano (Brescia) Musei Mazzucchelli Il Teatro degli Artisti 5/5-28/10
Adria (Rovigo)
Civitanova Marche Alta (Macerata)
Museo Archeologico Nazionale Balkani, antiche civiltà tra il Danubio e l’Adriatico 8/7-13/1/2008
Auditorium Sant’Agostino-Pinacoteca Comunale Marco Moretti Chagall-Miró: Magia, grafia, colore 8/7-7/10
Aosta
Codroipo (Udine)
Chiesa San Lorenzo Antologia di restauri. Arte in Valle d’Aosta tra Medioevo e Rinascimento 28/4-30/9
Villa Manin Centro d’Arte Contemporanea - Passariano Hiroshi Sugimoto 1/4-30/9
Centro Saint-Bénin Combat Final-Cinquantenaire des Batailles de Reines 19/5-28/10
Faenza (Ravenna)
Biella Cittadellarte-Fondazione Pistoletto Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile 2007: prodotti di svolta 22/6-31/12
Bologna MAMBO - Museo d’Arte Moderna di Bologna Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web 6/5-4/11
Tate Liverpool Centre of the Creative Universe: Liverpool and the Avant-Garde 20/2-9/9 Peter Blake 29/6-23/9
Borgia (Catanzaro)
London
Caldarola (Macerata)
Tate Modern Dalí & Film 1/6-9/9 Hélio Oiticica: The Body of Colour 7/6-23/9 The Unilever Series: Doris Salcedo 9/10-24/3/2008 Louise Bourgeois 11/10-27/1/2008 The World as a Stage 24/10-6/1/2008
Palazzo dei Cardinali Pallotta Simone de Magistris-Un pittore visionario tra Lotto ed El Greco 5/4-30/9
Parco Archeologico Scolacium Intersezioni: Stephan Balkenhol, Wim Delvoye, Marc Quinn 13/7-14/10
Caraglio (Cuneo) CeSAC-Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee Il Filatoio Collectors 1: Collezione La Gaia di Bruna e Matteo Viglietta
MIC Museo Internazionale delle Ceramiche 55° “Premio Faenza”, 2007. Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte. Dedicato agli artisti “under 40” 16/6-19/8 I Maestri del Concorso: Goffredo Gaeta, Pompeo Pianezzola, Tony Lattimer - Il Canto della Terra. Giancarlo Scapin 16/6-30/9
Gemonio (Varese) Museo Floriano Bodini Adolfo Wildt (1868-1931) 14/7-28/10
Firenze Villa Bardini Cabianca e la civiltà dei Macchiaioli 12/7-14/10 Giardino di Boboli, Piazza Pitti, Piazza della Repubblica Roberto Barni: Gambe in spalla, sculture monumentali 25/6-30/10 Museo Archeologico Roberto Barni: Gambe in spalla, sculture e dipinti 7/9-30/11 Galleria Daniele Ugolini Nonplusultra Fino al/through 28/9
+ europaconcorsi
Francavilla a Mare (Chieti)
Padova
Venezia
Museo Michetti Oltre l’oggetto. Morandi e la natura morta oggi in Italia 2976-30/9
Misei Civici agli Eremitani Fulvio Pendini (1907-1975). I volti di Padova 19/5-4/11
Varie Sedi 52.Esposizione Biennale Internazionale d’Arte 10/6-21/11
L’Aquila
Pieve di Cento (Bologna)
Castello Cinquecentesco Visioni e illusioni: Il Realismo Visionario nella pittura italiana moderna e contemporanea 30/6-20/9
Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 Per parole e immagini. Tra poesia visiva ed espressioni segniche 15/9-13/1/2008
Palazzo Grassi Sequence 1 5/5-18/11
Malpensa (Varese)
Rimini
Palazzo Fortuny Artempo-Where Time Becomes Art 9/6-7/10
Terminal 1 Aeroporto ExhibAir. Un viaggio nell’arte Fino a gennaio/through January
Grand Hotel Andinart 1/9-16/9
Galleria Flora Bigai Tom Wesselmann 9/6-13/10
Marsala (Trapani)
Roma
Pinacoteca Civica-Convento del Carmine Fabrizio Clerici 1937-1992 7/7-28/10
Associazione Culturale Valentina Bonomo Liliana Porter: For instance 23/5-20/9
Palazzo Ducale Venezia e l’Islam 28/7-25/11
Matera Chiese Rupestri Madonna delle Virtù e S. Nicola dei Greci MUSMA-Museo della Scultura Contemporanea Mirko 23/6-14/10
Merano kunst Merano arte Boris Mikhailov-Yesterday 30/6-23/9 From Russia with Love 14/7-23/9
Milano Palazzo Reale Ferroni 6/7-16/9 Arte italiana 1968 – 2007 Pittura 10/7-11/11 Biblioteca di Via Senato Toscanini, una vita fra note e colori 30/3-7/10 Fondazione Stelline Tony Cragg-Material Thoughts 27/9-25/11 SuperstudioPiù Unreal flower 19/6-30/9 Triennale Bovisa Che Guevara: rivoluzionario e icona The Legacy of Korda’s Portrait 26/6-16/9
Murano (Venezia) Berengo Studio 13x17 www.padiglioneitalia 10/6-30/9
Napoli Galleria Blindarte Contemporanea Simon Keenleyside 29/5-30/9
Nuoro Istituto Superiore Regionale Etnografico Pablo Volta. La Sardegna come Odissea Fino al/through 16/9
MACRO Into me/Out of me Fino al/through 10/9 Ghada Amer 26/5-30/9 Contemporary Arts Society Xu Yong e Yu Na: Solution Scheme 6/6-28/9
Rovereto (Trento) MART Luca Vitone. Omaggio a Segantini 23/6-23/9 Maurice Denis. Maestro del Simbolismo Internazionale 23/6-25/9 Claudio Abate, fotografo 23/6-7/10 Percorsi privati-Lo sguardo di un collezionista da Balla a Chen Zhen 23/6-7/10
Terni Palazzo Primavera 1° MMS Photo Festiva 2° CortoFoninoT Film Festival, festival nazionale di cortometraggi girati con il telefonino (www.cortofoninofilmfestival.eu) 10/3-10/10
Torino Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà Primo Levi. I giorni e le opere 18/4-14/10 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Silenzio Fino al/through 23/9
Trento Castello del Buonconsiglio Ori dei cavalieri delle steppeCollezioni dai Musei dell’Ucraina 1/6-4/11
Museo Correr Enzo Cucchi 8/6-7/10
Arsenale Walls: l’arte al muro 9/6-8/10 Museo Diocesano Officina Dürer Fino al/through 30/9 Ca’ Rezzonico Luca Carlevarijs (1663 – 1730): Navi e altri disegni 28/6-17/9
Verona Museo di Castelvecchio Herbert Hamak: Ultramarinblau dunkel PB29.22007 19/3-30/10
Vinadio (Cuneo) Forte Montagna in movimento-Percorsi multimediali attraverso le Alpi meridionali 7/7-28/10
Lussemburgo/Luxembourg Luxembourg et Grande Region Capitale Européenne de la Culture 2007 www.luxembourg2007.org
Halle des Soufflantes-Balval All We Need-Martin Heller 21/4-28/10
Olanda/Holland Rotterdam Kunsthal Max Liebermann 23/6-16/9 Richard Hutten - Homo Sapiens 9/6-7/10 Théophile Steinlen – The Master of Montmartre 22/9-20/1/2008 Jean Tinguely: Everything Moves! 10/10-27/1/2008
Principato di Monaco Principality of Monaco
Mart Sulle tracce di Maurice DenisSimbolismi ai confini dell'impero asburgico 23/6-28/10
Montecarlo
Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea Scuola di pittura 7/7-14/10
Salle d’exposition de la Villa Sauber Bijin, l’idéal féminin au Japon à la période d’Edo (1603-1867) 20/6-16/9
228 l’ARCA 109
AGENDA Repubblica Ceca Czech republic Praga Karlin Hall Praguebiennale 3 27/5-16/9
Repubblica di San Marino San Marino Republic San Marino Museo di San Francesco Arte per mare. Dalmazia, Titano e Montefeltro tra primo Cristianesimo e Rinascimento 22/7-11/11
Spagna/Spain Barcelona MACBA Un teatre sense teatre 25/5-11/9 Joan Jonas 20/9-7/1/2008 Be-Bomb: The Transatlantic War of Images and All That Jazz 19461956 5/10-7/1/2008 Centre de Cultura Contemporania Borders 3/5-30/9
Bilbao Museo de Bellas Artes Kiss Kiss Bang Bang: 45 Years of Art and Feminism 11/6-9/9
Madrid Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia Iceberg tropical: Luis Gordillo, antológica 1959-2007 19/6-15/10 Carlos Pazos 21/6-8/10 Galeria Antonio Machón Summa 4/9-29/9
Valencia IVAM Andreu Alfaro 27/9-9/12 Eduardo Kac 25/9-11/11 The Estethics of Biology 25/9-18/11 Ana Peters 5/9-4/11 Art and Gastronomy 20/9-11/11
Svezia/Sweden Stockholm Moderna Museet Lars Tunbjörk, Photography 1/9-9/12 Gunvor Nelson 29/9-1/12 Olle Baerting 6/10-6/1/2008
Svizzera/Switzerland Ligornetto 110 l’ARCA 228
+ europaconcorsi
Museo Vela Paolo Bellini, opere recenti 3/6-25/11
Lugano Parco di Villa Saroli Ivo Soldini 31/3-9/9 Museo Cantonale d’Arte Affinità e complementi 776-9/9 Museo d’Arte Moderna Georg Baselitz 6/5-23/9
Martigny Fondation Gianadda Chagall tra cielo e terra 6/7-19/11
Rancate Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst Camillo Procaccini (1561-1629) 14/9-2/12
Roveredo Località Trii Open Art 28/77/10
Saint Gervaise (Ginevra) Centre pour l’Image Contemporaine 12e Biennale de l’image en mouvement 12/10-20/10 Exposition BIM 12/10-16/12
USA Boston MFA Drama and Desire: Japanese Paintings from the Floating World 1690-1859 28/8-16/12
Ensemble Eileen Neff Project Space: Jay Heiles Ramp Project: Taalman Koch 7/9-16/12
Salem Peabody Essex Museum Perfect Imbalance, Exploring Chinese Aesthetics 19/5-17/5/2009
San Diego Museum of Art Impressionist Giverny: A Colony of Artists, 1885–1915 21/7-30/9
San Francisco SFMOMA Martin Munkacsi: Think While You Shoot! Matisse: Painter as Sculptor Fino al/through 16/9 New Work: Felix Schramm Project, Transform, Erase: Anthony McCall and Imi Knoebel Fino al/through 30/9
Washngton DC National Gallery of Art Fabulous Journeys and Farway Places: Travels on Paper, 1450-1700 Fino al/through 16/9
Winston-Salem SECCA Siteings Fino al/through 8/1/2008
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Miami Beach Art Basel/Miami Beach 6/12-9/12
New York MoMA Richard Serra Sculpture: Forty Years 3/6-10/9 Lines, Grids, Stains, and Words 13/6-22/10 Re-picturing the Past/Picturing the Present 16/6-5/11 New Photography 2007: Tanyth Berkeley, Scott McFarland, Berni Searle 26/9-1/1/2008 Georges Seurat: The Drawings 28/10-7/1/2008 Martin Puryear 4/11-14/1/2008 New York’s University’s Grey Art Gallery The Geometry of Hope: Latin American Abstract Art from Patricia Phelps De Cisneros Collection 12/9-8/12
Philadelphia ICA
Argentina Buenos Aires Exhibition Centre La Rural BIEL Light+Building Salone internazionale dell’ingegneria elettrica, elettronica e illuminotecnica/International trade fair of electrical engineering, electronic and lighting 6/11-10/11 Per informazioni: Indexport Messe Frankfurt Tel. +54 11 45141400 Fax +54 11 45426469 Internet: www.biel.ixmf.com E-mail : biel@indexport.com.ar
Cina/China Hong Kong Convention and Exhibition Centre Mipim Asia Mostra convegno del mondo immobiliare/Convention and exhibition of the real estate world 28/11-30/11 Per informazioni: Mipim Internet: www.mipimasia.com
Emirati Arabi Uniti/UAE
AGENDA Germania/Germany
+ europaconcorsi
Italia/Italy
Sharjah
Frankfurt
Bologna
Expo Centre Sharjah Conmex Salone internazionale dei macchinari da costruzione/International machinery exhibition 5/11-8/11
Messe NanoSolutions 2007 Evento internazionale dei settori legati alle nanotecnologie International event of fields correlated to Nano Business 21/11-23/11
Fiera Cersaie Salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredo bagno/International trade fair of ceramics for architecture and bathroom furniture 2/10-6/10
Per informazioni: Conmex P.O.Box 3222 Sharjah Tel. +971 6 5770000 Fax +971 6 5770111 Internet: www.conmex.ae E-mail: conmex@expo.centre.ae
Francia/France Cannes Palais des Festivals MAPIC Fiera internazionale per lo sviluppo dei centri urbani, grande distribuzione e frachising International trade fair on development of great urban centres, wide distribution and franchising 14/11-16/11 Per informazioni: GMPR Group c/a Patrizia Marani Tel. +39 051 2913911 Internet: www.gmpr.it E-mail: patrizia.marani@gmpr.it
Paris Porte Versailles Ecobuilding Performance Salone professionale internazionale dell’energia, performance ambientale, architettura sostenibile International professional trade fair of the energy, environmental performance, sustainable architecture 18/9-20/9 Per informazioni: Exposium Elodie Chauderlot Tel. +33 1 49685662 Internet: www.ecobuildingperformance.com E-mail: elodie.chauderlot@exposium.fr
Batimat 2007 Salone internazionale dell’edilizia International trade fair of building industry 5/11-10/11 Per informazioni: Internet: www.batimat.com
Parc Floral Aqualie Salone internazionale dei giochi acquatici, piscine, e benessere International trade fair of aquatic leisure and wellness 24/10-25/10 Per informazioni: Sepelcom Florent Suplisson Tel. +33 04 72223342 Internet: www.sepelcom.com E-mail: fsup@sepelcom.com
Light on/Off Salone internazionale dell’illuminazione tecnica e per l’architettura/International architectural and technical lighting show 5/2/2008-8/2/2008 Per informazioni: Reed Expositions France – Pôle confort 70 rue de Rivay 92532 Levallois Perret Tel. +33 1 47565059 Fax +33 1 47562424 Internet: www.lightonoff.com
Per informazioni: G+J Expomedia Events Baumwall 7 20459 Hamburg Tel. +49 40 66906900 Fax +49 40 66906800 Internet: www.expomediagroup.de, www.nanotech-material-week.com E-mail: info@expomediagroup.de
Koln Messe FSB Salone internazionale delle aree per l’intrattenimento, lo sport e piscine International trade fair for amenity areas, sports and pool facilities 31/10-2/11 Per informazioni: Internet: www.fsb-cologne.com
EXPONATEC International Trade Fair for Museums, Conservation and Heritage 31/10-3/11 Per informazioni: Internet: www.exponatec.com
Giappone/Japan Tokyo Big Sight Homefashion Fair Salone internazionale della casa International homefashion trade fair 10/10-12/10 Per informazioni: Business Guide-Sha Inc. 2-6-2 Kaminarimon, Taito-ku Tokyo 111-0034 Tel. +81 3 38439851 Fax +81 3 38439850 Internet: www.ihf-fair.com
Gran Bretagna/Great Britain Birmingham National Exhibition Centre Interbuild 2007 Salone internazionale dell’industria delle costruzioni/International trade fair of the building industry 28/10-1/11 Per informazioni: Interbuild c/a Paula Watson 151 Rosebery Avenue London EC1R 4 GB Tel. +44 020 75056694 Fax +44 020 75056755 Internet: www.interbuild.com E-mail: paula.watson@emap.com
India Mumbai Bombay exhibition Centre Heimtextil India Salone internazionale dei tessili e gli accessori per la casa/International trade fair of hometextiles and accessories 10710-13/10 Per informazioni: Heimtextiles Internet: http://heimtextil.messefrankfurt.com E-mail: textilefairs@messefrankfurt.com
Per informazioni: Cersaie Edi.Cer. Spa Tel. +39 0536 804 585 Segreteria Operativa Tel. +39 051 664 600 00 Internet: www.cersaie.it E-mail: pressoffice@cersaie.it
Saie Salone internazionale delle costruzioni International trade fair of building industry 24/10-28/10 Per informazioni: SAIE BolognaFiere spa Tel. +39 051 282 111 Internet: www.saie.bolognafiere.it E-mail: saie@bolognafiere.it
Milano Fiera Milano-Rho Vitrum Salone internazionale specializzato delle macchine, attrezzature ed impianti del vetro piano e cavo; vetro e prodotti trasformati per l’industria/International trade fair of machines, equipments and plants for flat and cave glass and the glass production industry 3/10-6/10 Per informazioni: Vitrum Via Petitti 16 20149 Milano Tel. +39 02 33006099 Fax +39 02 33005630 Internet: www.vitrum-milano.it E-mail: vitrum@vitrum-milano.it
Monza (Milano) PalaCandy Habitat Clima Mostra-convegno del risparmio energetico e del benessere abitativo Exhibition-conference on energy saving and home-living wellness 28/9-30/9 Per informazioni: Ecodialogando Viale della Repubblica 69 20035 Lissone (MI) Tel. +39 039 2458413 Fax +39 039 483540 Internet: www.habitatclima.it Email: info@giuliaberruti.com
Polo Fieristico MIA Mostra dell’arredamento Furniture show 21/9-30/9 Per informazioni: MIA Ente Mostra Via G.B.Stucchi 64 20052 Monza (MI) Tel. +39 0392842310 Fax +39 039 2842312 Internet: www.miaentemostre.com
Pordenone Fiera ZOW Salone internazionale di componenti e accessori per l’industria del mobile/International trade fair of components and accessories for the furniture industry 17/10-20/10
Per informazioni: Business International Via Carducci 12 20123 Milano Tel. +39 02 86995712 Fax +39 02 86913226 Internet: www.zow.it e-mail: info@zow.it
Rimini Fiera Sun Salone internazionale dell’arredamento e attrezzature per esterni/International trade fair of furniture and equipment for exteriors 4/10-7/10 Per informazioni: Fiera di Rimini Tel. +39 0541 744111 Fax +39 0541 744200 Internet: http://fiera-rimini.abcrimini.com/ sun.php E-mail:info@riminifiera.it
Domuslegno 24/11-27/11 Per informazioni: Domuslegno Segreteria organizzativa Viale Sempione, 21/14 20020 Arese (Mi) Tel. + 39 02 36548852 Fax + 39 02 36548853 Internet: www.domuslegno.net E-mail: info@domuslegno.net
Roma Nuova Fiera Site Salone dell’impiantistica termoidraulica ed elettrica e arredobagno Trade fair of thermohydraulic and electric plants and bath furniture Erre Percorso delle energie rinnovabili e del rendimento energetico dell’edilizia Path through renewable energies and enegy performance in building 28/11-1/12 Per informazioni: Roberto Grattagliano PR Help Comunicazione d’Impresa Via Burlamacchi 11 20135 Milano Tel. +39 02 54123452 Fax +39 02 54090230 Internet: www.prhelp.it E-mail: roberto.grattagliano@prhelp.it
Torino Lingotto Artissima Internazionale d’arte contemporanea International trade fair of contemporary art 9/11-11/11 Per informazioni: Fondazione Torino Musei Tel. +39 011 44229618 Fax +39 011 4429550 Associazione Artissima Tel. +39 011 546284 Fax +39 011 5623094 Internet: www.artissima.it E-mail: info@artissima.it
Infrastructura Biennale internazionale delle infrastrutture/International biennial of infrastructures Restructura Salone della costruzione e ristrutturazione/Trade fair of construction and restoration 29/11-2/12 29/11-1/12 Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.infrastructura.it, www.lingottofiere.it E-mail: info@infrastructura.it
Udine Fiera Promosedia 2007 Salone internazionale della sedia International trade fair of chairs 8/9-11/9 Per informazioni: Udine Fiere Via Cotonificio 96 33030 Torreano di Martignacco (UD) Internet: www.promosedia.it
Verona Fiera Abitare il tempo Giornate internazionali dell’arredo International days of furniture 20/9-24/9 Per informazioni: Acropoli Viale Mercanzia Blocco 2/B Galleria A 40050 Funo Centergross (BO) Tel. +39 051 864310 Fax +39 051 864313 Internet: www.abitareiltempo.com E-mail: info@acropoli.it
Marmomacc Mostra internazionale di pietre, design e tecnologia/International show of stones, design and technology 4/10-7/10 Per informazioni: Veronafiere Viale del Lavoro 8 37135 Verona Tel. +39 045 8298111 Fax +39 045 8298288 Internet: www.veronafiere.it E-mail: info@veronafiere.it
ArtVerona 18/10-22/10 Per informazioni: Internet: www.artverona.it
Principato di Monaco Principality of Monac Montecarlo Grimaldi Forum The Monaco Spa Event Salone internazionale del benessere International show of wellness 18/1/2008-20/1/2008 Per informazioni: The Monaco Spa Event Tel. +39 02 796420 Fax +39 02 454708281
Spagna/Spain Madrid Feria Horeq 2007 Salone internazionale delle attrezzature per alberghi e ristoranti International fair of equipment for hotel and restaurants 24/11-27/11 Per informazioni: IFEMA Feria de Madrid 28042 Tel. +34 91 7223000 Fax +34 91 7225788 Internet: www.horeq.ifema.es E-mail: horeq@ifema.es
228 l’ARCA 111
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