Cesare Maria Casati
Eutanasia per l’architettura?
E’
passato ormai più di mezzo secolo da quando furono costruiti moltissimi edifici, progettati dai grandi maestri del Movimento Moderno, e sembra ora sorgere il problema, sempre più serio, della loro conservazione. Queste importanti testimonianze dei nostri valori progettuali e costruttivi che furono, e continuano a essere ancora oggi, gli archetipi culturali del carattere estetico e formale delle nostre architetture, anche le più ardite e innovative, subiscono, in molti casi, il rischio serio di scomparire se non si provvederà in breve tempo agli opportuni restauri conservativi. A questo punto inizia, almeno nel nostro Paese, il problema di chi, come e perché, dovrà stabilire che un edificio, anche se vecchio e per alcuni significativo, merita la sua conservazione. Le Sovrintendenze, benemerite nel conservare tutto il nostro passato antico, non ci sembrano adeguatamente attrezzate per mappare i “rischi” dei monumenti “recenti” e soprattutto non sembrano disporre di strutture tecnologiche e scientifiche adatte al loro restauro senza comprometterne gravemente il loro originario valore. E’ di questi giorni la denuncia del degrado totale raggiunto dal Marchiondi di Vittoriano Viganò. Il Marchiondi è un edificio degli anni Cinquanta destinato al recupero dei ragazzi difficili di Milano, abbandonato negli anni Settanta e dimenticato all’oblio del diroccamento. Ora, questa significativa opera, raro esempio del “neobrutalismo” milanese, è oggetto, al fine di salvarla, di strane elucubrazioni, come quella dell’assessorato competente di Milano che ne propone la demolizione per ricostruirla, più o meno, tale e quale. Più o meno perché alcuni materiali prefabbricati sarebbero di difficile riproduzione. La strada del “demolisci e ricostruisci” è molto pericolosa, spesse volte purtroppo imboccata, anche in tempi recenti, nel restauro di monumenti antichi in totale degrado e abbandono. Credo che si debba avere il coraggio, almeno nell’architettura, di applicare una eutanasia culturale che preveda la demolizione dopo tutti gli opportuni rilievi e ricerche dei documenti originali conservando e possibilmente ricostruendo il tutto in formato digitale. Eviteremo così il ridicolo di riusi che espropriano i concetti che hanno dato origine alla costruzione, all’intonaco riverniciato con colori inventati, ai metalli impropri, con lucentezze strane. E’ un modo per consentire, forse anche al Marchiondi, di rinascere correttamente per la sapiente conoscenza e per la memoria da lasciare ai secoli futuri, e di morire con tutta la dignità che ogni opera dell’ingegno umano merita. Sarebbe anche l’occasione per applicare a fondo la non promulgata legge sull’aborto preventivo per evitare future deformazioni o menomazioni prima di dare corso alle cosiddette ristrutturazioni che, nel nome della tradizione e dell’ambiente, continuano a proliferare nelle città e nelle campagne.
Euthanasia for Architecture?
I
t is now over half a century since lots of buildings were constructed, designed by the great masters of the Modern Movement, and we are now being faced by the increasingly urgent problem of how to conserve them. As an important testimony to our design and building values, which used to be, and still are, the cultural archetypes of the aesthetic and stylistic nature of Italian architecture, even the most bold and innovative of these constructions are, in many cases, running the serious risk of disappearing, unless we make sure they receive (in time) the conservation work they require. At this point, at least in its really, this raises the issue of who decides (and how and why) whether a building, even if it is old and for some people important, deserves to be conserved. The Superintendency Offices, always ready and willing to look after everything from our most distant past, do not appear to us to be suitably equipped to map the “risks” affecting our “recent” monuments and, above all, do not seem to have the technological and scientific facilities required to restore them without seriously compromising their original value We have recently learned that Vittoriano Viganò’s Marchiondi is now in a state of total dilapidation and decay. The Marchiondi is a 1950s building designed to cater for problem children in the city of Milan, which was abandoned in the 1970s and left to be demolished. Now this important and rare example of Milanese “neo-brutalism” is the subject of all kinds of strange ideas allegedly designed to save it, such as a Milan city councillor’s idea to demolish and then rebuild it more or less as it was. More or less because certain prefabricated materials would be hard to reproduce. The “demolish and rebuild” method is a very dangerous approach, alas adopted all too often even over recent times when restoring ancient monuments in a state of total disrepair and decay. I think, at least when it comes to architecture, we need to be brave enough to enforce a kind of cultural euthanasia, which involves demolishing (after carrying out all the appropriate surveys and research into the original documents) in order to conserve and possibly rebuild everything in a digital format. This would at least avoid the ridiculous practice of reusing buildings in ways that totally expropriate the underlying concepts behind their original construction: everything from plaster repainted in invented colours to inappropriate metals with strange shiny surfaces. This would be a way of bringing buildings, perhaps also the Marchiondi, back to life for informational purposes and for the benefit of future generations down the centuries, at the same time letting them die the kind of dignified death every work of human genius deserves. It would also provide the chance to truly enforce the as-of-yet still not promulgated law on preventive abortion to prevent future crippling deformations before setting so-called restructuring operations underway, which continue to proliferate in our cities and countryside in the name of tradition and the environment.
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continua a indagare sul progetto dell’architettura italiana contemporanea della generazione “di mezzo”, che si sta affermando nel panorama nazionale e internazionale.
continues its investigation about the projects of the Italian contemporary architecture, realized by the “middle” generation, which is emerging at national and international level.
C.M.C.
C.M.C.
Una linea di tendenza di Massimo Locci Solo quindici anni fa nelle riviste di settore, nelle mostre, nei concorsi, dei giovani architetti italiani non v’era traccia. La loro carica propositiva, metodologica e di innovazione, nonostante significative esperienze e varietà di temi, veniva poco considerata e le giuste attese di affermazione rinviate a una fase di “maturazione” successiva. Qualcuno aveva dimenticato che gran parte delle opere migliori del nostro Novecento era stata realizzata proprio da giovani. Privata dal contributo delle sperimentazioni più interessanti l’architettura italiana perdeva ruolo rispetto alle ricerche internazionali più avanzate. Ora, grazie anche al contributo dei nuovi progettisti, che hanno studiato e fatto esperienza all’estero, la nostra cultura architettonica sta faticosamente uscendo da un ventennale isolamento. Nonostante il panorama dei nuovi progettisti appaia atomizzato si è andata costituendo un’attitudine alla progettazione dotata di un sempre più evidente grado di unitarietà; una unitarietà che non fa riferimento a programmi prestabiliti o a manifesti ma a un meccanismo comunicativo e di contaminazioni reciproco di icone e concetti. Un pensiero di rete in termini di linguaggio, di tecnologia e di processi che si diffonde soprattutto attraverso internet e le riviste on-line. Coerentemente tutto viene messo in mostra nella rete per diventare patrimonio comune interattivo: un serbatoio di immagini da razziare e reinterpretare in libertà. Le nuove generazioni, grazie anche a una stretta rete di rapporti internazionali sono più orientate verso l’innovazione e la sperimentazione espressiva. Il carattere transnazionale è, dunque, il primo aspetto comune. Nella ricerca della nuova generazione, liberatasi dal peso della storia e dall’incombenza dei padri, emerge una capacità di creare relazioni e opportunità di confronto mettendo al centro del dibattito il grande tema della qualità della vita negli spazi urbani, anche attraverso una nuova impostazione progettuale inclusivista e multidisciplinare. Ne consegue un’architettura che, nella fisicità degli spazi, coniuga i valori dell’interrelazione e della comunicazione con la logica dei sistemi aperti, del work in progress, del non finito. Stabile ed acquisita appare la categoria dell’astrazione figurativa, chiara la consapevolezza dell’autonomia del segno compositivo. Definire strategie capaci di ricucire polarità e spazi collettivi, preesistenze e nuovi interventi attraverso matrici fortemente identificative ed efficaci landmark urbani è un secondo tema comune. Il dialogo con il contesto identifica una specifica attitudine figurativa unitaria. Partendo dal valore semantico della differenza i nuovi protagonisti esaltano il carattere eclatante dell’intervento, la specificità morfologica e l’individualità; in sintesi si cercano immagini rappresentative sia del sistema insediativo sia delle dinamiche sociali. Talvolta emerge una componente ironica che si sostanzia nel fuoriscala, nella decontestualizzazione o nel prestito di materiale iconico da altre esperienze artistiche, scultura, moda, pubblicità. Una visione pragmatica e antidogmatica che è il contraltare della crisi delle ideologie. Ulteriore aspetto comune è la consapevolezza che i processi di antropizzazione si misurano sia rispetto ai dati paesaggistici sia rispetto alla morfogenesi specifica dell’architettura, affermando che la condizione antimimetica e topologica è un valore in grado di accrescere il carattere dei luoghi. Il progetto degli spazi aperti urbani e del verde non si limita a tracciare segni territoriali o texture, ma tende a progettare il mutamento complessivo incidendo sui comportamenti degli utenti, sviluppandone ad esempio le valenze nomadiche, interpretando i processi di trasformazione come eventi fenomenici e partecipativi. Sono spesso composizioni aperte e “spazi ambigui”, che definiscono un meccanismo di intersezioni e ripetizioni, rotture e deformazioni, ricercando una nuova dimensione spazio-temporale. Per taluni sono fluide manipolazioni “morfo-tettoniche” e dinamiche superfici piegate/striate, per altri sono minimaliste stratificazioni e giustapposizioni di stereometrie macrostrutturali. L’attuale ricerca architettonica, d’altronde, ponendosi direttamente in continuità con le sperimentazioni degli anni Sessanta e Settanta, ne replica i pregi e i difetti. L’apertura alle tematiche urbane e ai grandi processi di trasformazione del territorio, la primogenitura del linguaggio espressivo rispetto alla funzionalità, va posta in relazione con una contemporanea iper-iconicità e un voluto fuoriscala. Anche nella rappresentazione gli attuali mirabolanti render, fortemente coinvolgenti ed evocativi, trasmettono un’idea asettica e idealizzata dell’architettura, restituiscono una sensazione epidermica dello spazio; esattamente come negli anni Settanta e Ottanta con la cosiddetta architettura di carta venivano veicolati principi puramente astratti. Concludo con un lucido pensiero dell’architetto e critico siciliano Ugo Rosa riferito alla generazione che ha preceduto quella dei cosiddetti giovani attuali, sperando che non si verifichi più la stessa condizione. “L’architetto italiano, sottospecie iperpensosa e retorica di questa razza di aruspici salutisti, si è distinto nel coniugare il passato prossimo col futuro anteriore traendone cavernose profezie che nel momento in cui vengono pronunciate si sono già verificate il giorno prima”.
A Trend by Massimo Locci Just 15 years ago there was not even the slightest trace of young Italian architects in the magazines, exhibitions and competitions devoted to architecture. Despite the notable experience and wide range of different themes they tackled, their ideas, methods and innovations were given very little consideration and they could only really make a name for themselves when they had reached greater “majority”. Somebody had forgotten that most of the best works of the 20th century were actually designed by young people. Deprived of the contribution from the most interesting experiments, Italian architecture lost ground compared to the cutting-edge of international research. Now, thanks partly to the contribution of new architectural designers, who have studied and gained experience abroad, our architecture is gradually emerging with considerable difficulty from a 20 year period of isolation. Despite the fact that the panorama of new architectural design appears to be rather atomised, an increasingly unitary approach to architectural design is gradually coming to the fore; this sense of unity is not based on pre-established programs or manifestoes, but draws on a mechanism of communication and reciprocal contaminations between different icons and concepts. Web thinking in terms of language, technology and processes, which is mainly transmitted through the Internet and on-line magazines. Accordingly, everything is displayed on the web to form a sort of interactive common heritage: a reservoir of images to be raided and reinterpreted in total freedom. Thanks also to a tightly knit web of international relations, the latest generations focus more on innovation and stylistic experimentation. So the first common denominator is this trans-national approach. Since the experimentation carried out by this new generation is free from the burden of history and cumbersome presence of their forefathers, what really emerges is its ability to create relations and opportunities to interact, focusing predominantly on the key issue of quality of life in urban spaces, also drawing on an inclusion-oriented and multidisciplinary approach to design. This produces a type of architecture, which, in the physicality of spaces, combines the values of interaction and communication with the logic of open-ended systems, work in progress, and the idea of incompletion. The category of figurative abstraction appears to be fully digested and stable, with a clear awareness of the autonomy of style. A second common theme is the ability to devise strategies capable of stitching back together polar opposites, collective spaces, existing constructions and new projects by means of highly distinctive matrixes and effective urban landmarks. Interaction with context is also a specific unitary figurative attitude. Working from the semantic value of difference, the new players exalt the striking side of projects, their morphological specificity and individuality; in a nutshell they seek out representative images of both the system of places and social dynamics. Sometimes a sense of irony emerges, which is given concrete shape in out-of-scale projects, decontextualisation and the borrowing of iconic material from other art forms, such as sculpture, fashion and advertising. A pragmatic and anti-dogmatic vision, which represents the other side of the crisis in ideologies. Another common denominator is an awareness that the processes of anthropisation need to come to terms with both the landscape and the specific morphogenesis of architecture, emphasizing that anti-mimesis and topology are values capable of enhancing the very nature of places. Planning the construction of open urban spaces and greenery is not confined to just tracing territorial signs or textures, but tends to involve planning an overall project of change capable of influencing people’s behavioural patterns, developing, for instance, nomadic tendencies and interpreting processes of change as phenomenal events worth getting involved in. They are often open-ended compositions and “ambiguous spaces”, which define a means of creating intersections and repetitions, ruptures and deformations, searching for a new spatio-temporal dimension. For some people they are fluid “morpho-tectonic” manipulations and dynamic folded/striated surfaces, for others they are minimized stratifications and juxtapositions of macro-structural stereometries. After all, current architectural research, in direct continuity with experimentation from the 60s and 70s, replicates both its qualities and defects. An openness to urban issues and major processes of changing the landscape and a focusing on style rather than function need to be related to a contemporary form of hyper-iconicity and a deliberate out-of-scale approach. Even today’s highly notable renderings, which are extremely evocative and stimulating, convey an ascetic and idealized idea of architecture, restoring an epidermal sense of space; in the same way that purely abstract principles were conveyed through so-called paper architecture in the 1970s and 80s. I will conclude with a clear insight the Sicilian architect and critic Ugo Rosa expressed in relation to the generation which preceded today’s so-called youngsters, in the hope that the same thing does not happen again. “The Italian architect, a hyper-thoughtful and rhetorical subspecies of all these health freaks, stands out for how it has combined the recent past with the future perfect, drawing out hollow prophecies which, right at the moment when they are made, turn out to have already come true the day before”. 229 l’ARCA 3
Tre domande a Fulvio Irace e Luigi Prestinenza Puglisi A tuo avviso, è fondata l’impressione che alcuni esponenti della generazione di mezzo stiano affermandosi grazie soprattutto a operazioni di marketing culturale, rendendo difficile la valutazione del rapporto tra qualità professionale e potere culturale? Fulvio Irace: Solo a patto che tale impressione sia estesa all’intero mondo della progetto, nel senso che quello che voi chiamate “marketing culturale” non è appannaggio esclusivo di una generazione, ma appartiene alla dimensione stessa dell’architettura contemporanea. In questo, tuttavia, vedo il compiersi di un destino “mondano” del progetto che la cultura del Moderno ha teorizzato all’inizio del secolo scorso e che, ad esempio, Filiberto Menna aveva fotografato in un suo bel libro intitolato Profezia per una società estetica. Nel perdersi dell’Arte nell’Estetica è compresa la dimensione del “darsi” al mondo anche sotto forma di informazione e promozione. Le Corbusier l’aveva compreso alla perfezione e anche in questo è stato un maestro nell’utilizzate il messaggio della “réclame” come format per il messaggio d’architettura. Naturalmente rimane aperta la valutazione tra la suggestione pubblicitaria e la validità del messaggio. Ma questa è un’altra storia: aperta e difficile da generalizzare. Ciò accresce le difficoltà che l’ultima generazione di professionisti incontra per affermarsi con la sola capacità personale, nonostante si registri in essa la presenza di personaggi di grande talento? F.I.: La domanda presuppone che la “bravura” di un architetto sia in un certo senso una qualità astratta dal resto della sua personalità, dimenticando che già Vitruvio aveva sottolineato che tra le competenze dell’architetto dovessero figurare anche la capacità di raccontar storie e di affabulare il committente. Oggi il cliente è pubblico, nel senso che non coincide necessariamente con una persona fisica, ma con un apparato cui non si chiede di affinare le sue capacità di scegliere in base a conoscenze specifiche. E d’altra parte, l’architettura è l’arte della mediazione, non quella delle scelte assolute: tra le capacità di un architetto deve esserci anche quella di negoziare tra le sue fantasie e quelle del cliente. Il peggio avviene quando non si ha nulla da negoziare e l’architetto diventa esecutore di una domanda generica, incolta e quindi impropria. Si può leggere in tutto questo un richiamo alla situazione delle università italiane, schiacciate sotto il peso della proliferazione delle facoltà di architettura e del crescente numero di lauree triennali, che obiettivamente ostacolano la formazione di professionisti di buon livello generale? F.I.: Non saprei se questa sia una causa o un effetto. Si abbassano i requisiti perché si è abbassata la recettività da parte degli studenti, ma avviando il circolo vizioso di un degrado cui si cerca di rimediare spostando in avanti il raggiungimento degli obiettivi, come ad esempio con l’istituzione delle Scuole di eccellenza, cui viene demandato di recuperare quella capacità di sintesi conoscitiva cui la regolare formazione universitaria non consente più di accedere. Più le università inseguono il “particolare” più la dimensione conoscitiva del progetto scade, anche perché nell’università oggi i veri maestri si contano sulle dita di una mano. La tradizione umanistica delle nostre facoltà di architettura è stata ripudiata come segno di arretratezza in favore di un modello tecnico di costruzione del sapere, che poi in realtà le principali università straniere si sono rifiutate di adottare. Col risultato che stia4 l’ARCA 229
mo buttando a mare la nostra specificità senza peraltro riuscire ad attingere al livello tecnico di centri come le scuole portoghesi, spagnole o tedesche. La laurea triennale è solo un rito di passaggio che in sé forse serve solo a chiarirsi le idee sulla scelta intrapresa, ma pone tante limitazioni da porre in dubbio la sua stessa utilità. Oggi si ha l’impressione che la formazione universitaria sia un’attività da laboratorio che prescinda da ogni rapporto con l’ambiente e allo studente viene imposto (e da lui spesso accettato con favore) un protocollo di orari e di esami che si svolge quasi in un cerchio chiuso. Per studiare paradossalmente lo studente non ha tempo di “vedere” l’architettura, anche quando è a un tiro di schioppo da dove abita e lavora e impara Terragni sui libri non avendo mai avuto tempo di toccare con mano le sue opere. A tuo avviso, è fondata l’impressione che alcuni esponenti della generazione di mezzo stiano affermandosi grazie soprattutto a operazioni di marketing culturale, rendendo difficile la valutazione del rapporto tra qualità professionale e potere culturale? Luigi Prestinenza Puglisi: Personalmente non ho niente contro il marketing. Gli architetti per affermarsi sul mercato debbono autopromuoversi. Ma la pubblicità può essere corretta o scorretta. Nel senso che a volte si cerca di vendere un prodotto che non corrisponde alla sua descrizione. Da noi, per esempio, troppi progettisti che orecchiano le mode si spacciano come grandi sperimentatori. Altre volte si cerca di vendere il prodotto vantandone caratteristiche che sono tra loro inconciliabili. Per esempio il rigore classicista e l’apertura all’innovazione. Infine – e questo credo che sia il senso della domanda – da noi troppe volte c’è abuso di posizione dominante. Nel senso che si utilizzano ruoli che dovrebbero essere super partes per ottenere benefici professionali. Per esempio combinando in una sola figura quella del direttore di rivista, dell’accademico, del politico e del professionista. E si utilizzano le quattro carte come continua merce di scambio. I quarantenni e i cinquantenni conoscono bene il gioco anche perché glielo hanno insegnato i grandi vecchi che a loro volta lo avevano imparato da Piacentini. Lo hanno semplicemente aggiornato e attualizzato, per esempio giocando di sponda con lo star system. Ciò accresce le difficoltà che l’ultima generazione di professionisti incontra per affermarsi con la sola capacità personale, nonostante si registri in essa la presenza di personaggi di grande talento? L.P.P.: Se si ha talento ma non si conoscono le regole del gioco ci sono poche possibilità di emergere. E questo è colpa anche della critica che è spesso latitante o collusa con i giochi di cui sopra. Si può leggere in tutto questo un richiamo alla situazione delle università italiane, schiacciate sotto il peso della proliferazione delle facoltà di architettura e del crescente numero di lauree triennali, che obiettivamente ostacolano la formazione di professionisti di buon livello generale? L.P.P.: Le facoltà italiane sono tutte o quasi alla deriva. Ciò nonostante buoni architetti ce ne sono anche perché molti ragazzi integrano la propria formazione all’estero. Ma il problema non è solo fare buoni professionisti, è rendere il sistema più trasparente e onesto. Per esempio rilanciando un ruolo autonomo della critica. E impedendo a tutti i livelli il conflitto di interesse.
Three questions to Fulvio Irace and Luigi Prestinenza Puglisi In your opinion, we are right in thinking that some of the year degree is just a rite of passage, which, in itself, may middle generation are making their presence felt thanks merely help provide a better idea about certain choices mainly to cultural marketing operations, making it hard to made, but it imposes so many constraints that we might ask assess how professional expertise relates to cultural power? ourselves whether it is really worth while. Nowadays we get Fulvio Irace: Only provided it applies to the entire world the impression that university education is just a laboratory of design, in the sense that what you call “cultural market- operation completely out of touch the environment, and stuing” does not belong to any one generation but is part of the dents are forced (although often willingly) to follow a very scope of modern-day architecture. Nevertheless, I see timetable and exam program which trace a closed circle. this as architecture is destiny as it was forecast by the Mod- Paradoxically, in order to study properly the student does ern Movement at the beginning of the 20th century and as, not have time to see architecture, even when it is just a for example, Filiberto Menna depicted it in his wonderful stone’s throw away from where they live, work and learn. book entitled “prophecy for an aesthetic society”. The way They find themselves having studied Terragni in their books Art loses itself in Aesthetics also encompasses its “giving without ever finding the time to actually go and touch his itself” to the world in the form of information and promo- works. tion. Le Corbusier understood this perfectly and in this two he was a master in drawing on advertising as a format for In your opinion, we are right in thinking that some of the conveying an architectural message. Of course we still need middle generation are making their presence felt thanks to judge how advertising affects the validity of the message. mainly to cultural marketing operations, making it hard to But this is a different story: open-ended and hard to gener- assess how professional expertise relates to cultural power? alize upon. Luigi Prestinenza Puglisi: Personally, I have nothing against marketing. Architects need to promote themselves to This increases the difficulties the latest generation of pro- break onto the market. But publicity can be done properly fessionals is facing in making a reputation for themselves or improperly. In that sometimes there are attempts to sell based solely on their own personal expertise, even though products which do not correspond to their description. Here some of them are really talented? in Italy, for instance, too many architectural designers fond F.I.: This assumes that the “ability” of an architect is in of following fashion try and pass themselves off as great some sense an abstract quality distinct from the rest of his experimenters. On other occasions there are attempts to sell personality, forgetting that even Vitruvius emphasised that products boasting reciprocally irreconcilable qualities. For an architect’s skills should also include his ability to tell sto- example, classicist rigour and openness to innovation. ries and engage his client. Nowadays the client is public, in Finally – and I think this is what the question was getting at the sense that he is not necessarily a physical person but – too often here in Italy people abuse their position of Powsome apparatus which the architect is expected to use to er, in that they take advantage of what ought to be unbirefine his ability to choose based on specific knowledge. ased roles to gain professional advantages. For example, After all, architecture is the art of mediation, not absolute one person may be a magazine editor, academic, politician choices: an architect’s expertise must also include the abili- and architect. And they play all four cards to gain somety to negotiate between his and his client’s imagination. The thing to their own benefit. The forty and fifty-year-olds are worst thing is when there is nothing to be negotiated and well aware of this trick because they were taught it by the the architect merely follows some generic, uncultured and great old masters, who, in turn, learnt it from Piacentini. hence inappropriate guidelines. They have just revamped and updated it, for example by playing off the star system. This might in some way be due to the situation in Italian universities, squashed under the weight of all the numerous This increases the difficulties the latest generation of profaculties of architecture and growing number of three-year fessionals is facing in making a reputation for themselves degree courses, which objectively hinder the training of based solely on their own personal expertise, even though architects of a good overall standard? some of them are really talented? F.I.: I am not sure whether this is a cause or effect. The L.P.P.:You have little chance of breaking through if you requirements are being lowered because students are now do not know the rules of the game, even if you are talented. less receptive, but this has set up a vicious circle of decline, And this is also due to the critics who are often absent or which we are attempting to break by setting new goals, like collude with the aforementioned games. for example the creation of Schools of Excellence, which are expected to reintroduce the ability to make cognitive syntheThis might in some way be due to the situation in Italian ses, which ordinary university education no longer pro- universities, squashed under the weight of all the numerous vides. The more universities focus on the “particular”, the faculties of architecture and growing number of three-year greater the decline in the cognitive side of architectural degree courses, which objectively hinder the training of design, partly because there are only a handful of real mas- architects of a good overall standard? ters left at our universities today. The humanistic tradition L.P.P.: Almost all the Italian faculties are on the slide. of our faculties of architecture has been rejected as a sign of Nevertheless, there are some good architects because lots of backwardness in favour of a more technical approach to young people complete their training abroad. But the probbuilding knowledge, which, in actual fact, leading foreign lem is not just being good professionals, it is also about universities have refused to adopt. This means we are losing making the system more fair and transparent. For example our specific identity without managing to reach the level of, by making critics more independent and preventing consay, the Portuguese, Spanish or German schools. The three- flicts of interest on all levels. 229 l’ARCA 5
uesta grande piazza che è l’Agorà è una palestra provocatoria sull’architettura. L’interesse alla ricerca di nuovi linguaggi non può non passare attraverso gli stimoli della fantasia. I nuovi linguaggi si formano nella palestra della fantasia. E’ ovvio che il linguaggio non è l’idea di un tema o di un soggetto, non è l’aspetto letterario o metaforico e referenziale di un’opera. Il linguaggio è il connotato espressivo, è il segno caratterizzante e di individuazione di un’opera. Ma alla base tanto del contenuto letterario nuovo quanto del segno espressivo nuovo c’è sempre un terreno demoniaco, di energie in movimento, di esagitazioni. Anzi, tanto più forti sono questi elementi tanto più numerose sono le probabilità di ottenere un esito di novità. Queste cose appena dette si attagliano in pieno all’artista olandese Maurice Nio (www.nio.nl). E preciso che uso il termine artista nel suo senso più esteso, ricco e completo il quale, nella fattispecie, include sia l’artista sia l’architetto. Due aspetti che risultano inscindibili nel pensare artistico di Nio, anche quando l’intervento progettuale è strettamente “tecnico”, per usare un termine a lui caro. Di solito avviene che l’architetto tende a ignorare il terreno dell’arte e l’artista tende a ignorare il terreno dell’architettura. Ma, per dirla tutta a proposito di questo rapporto tra arte e architettura, in passsato come oggi l’architetto per solito è abbastanza attento ai fenomeni artistici, mentre l’artista quasi sempre trascura il lavoro del confratello architetto. Ma, come detto, nel caso di Nio il problema non si pone, trattandosi di autore che fonde arte, architettura, new media, nuove tecnologie informatiche. Addirittura, sentendosi profondamente architetto, egli nel suo progetto De Wuurkeizer non si preoccupa di fornire al lettore o al potenziale committente elementi di prassi del progettare architettonico (disegni, prospetti, assonometrie, piante ecc.). Offre, invece, la sua fantasia in piena foga, attraverso fotografie, montaggi, segni cromatici: una sorta di delirio fantastico espresso con volontà artistica che nulla lascia intravvedere del potenziale di concretezza del sua idea progettuale. Due le ipotesi che mi vengono in mente: o superbia o istinto. Istinto: un segno quasi neoespressionistico e travolgente che tende a rendere in via immediata le urgenze interiori dell’autore. Superbia: ho già dato prova della mia professionalità in architettura, e quindi chiunque può farsi un’idea, anche attraverso un semplice schizzo, di ciò che potrò in pratica realizzare. E torniamo al progetto De Wuurkeizer. Nio parla di Fuoco Imperatore a proposito del mercato in cui consiste il progetto. Il suo testo-relazione come i suoi disegni o le sue fotografie ritoccate sono frenetici, un po’ onirici, sanguigni. Ogni suo gesto e ogni sua parola sono un gesto di turbolenza. Nio ama i luoghi e le cose scomode e non ama il patinato e il confortevole. E’ personaggio viscerale al punto che per gli spazi reticolari ipotizzati dichiara di ispirarsi agli intestini. Non è un ricercatore che lavora step by step, al contrario asseconda la sua foga travolgente con la quale fagocita l’ambiente o lo spazio trovato per restituirlo stracangiato, trasfigurato come per effetto di una “benefica” tromba d’aria. C’è un termine che ricorre nel suo vocabolario: “infettare”. Egli ama la contaminazione tra le cose, e in particolare tra gli opposti, a cominciare dal rapporto soft-hard, reale-virtuale e persino – come lui scrive – l’intelligenza con la stupidità. Queste trasformazioni spesso prendono forma zoomorfica o ammiccante a essa. A essere trasfromati sono luoghi e spazi che lui chiama “tecnici”, cioè
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NIO architecten
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions Q
NIO architecten
autostrade, discariche, tunnel, parcheggi, luoghi di transito o abbandonati o diseredati. Ha ipotizzato, per esempio, di realizzare il suo “Fire Emperor” su “Het Steigar”, un punto della città di Rotterdam che prima della Seconda Guerra Mondiale era uno dei luoghi più misteriosi e affanscinanti della zona, mentre ora risulta desolato e abbandonato. Ha dimostrato tale attitudine in diversi lavori, il nostro architetto. Per esempio, Cyclops realizzato a Hilversom: costruendo un gruppo di case, nobilita un luogo desolato lungo una strada a scorrimento veloce. Egli ha forte il senso dell’installazione. Questo è in fondo lo spirito che anima un lavoro di forte effetto scenografico quale è il tunnel realizzato a Pijnacken, in Olanda, col titolo “Touch of the Evil”. Titolo che non a caso si rifà a un film di Orson Welles del 1958, in cui il regista fonde cinema, architettura, scrittura. E Nio commenta: “Come se l’anima del paesaggio, rimossa dai bulldozer, fosse andata sotto terra”. Qui l’architettoartista gioca molto con i colori, soprattutto il rosso: larghe chiazze che si combinano coi grigi e i neri. Non solo, il colore è passato in modo da creare delle estroflessioni con effetto da impatto ambientale un po’ alla maniera dell’artista Agostino Bonalumi. Questa impronta era evidente già quando fonda, assieme ad altri, il gruppo Nox Architects, votato alla ricerca del mistilinguaggio, particolarmente all’incontro tra architettura e nuovi media. Da questo punto di vista Nio usa software differenti e anche molto complessi, oltre a materiali sofisticati. E così nasce, per esempio, la Zudtangent, la più lunga linea di trasporto in Europa. Ma alla fine degli anni Novanta Nio acquista ulteriori consapevolezze circa il suo status di architetto-artista e il coinvolgimento dei nuovi media e della multimedialità. Da qui, nel gennaio 2000, all’età di 41 anni, fonda a Rotterdam il gruppo Nio Architecten. Anche a proposito del suo primo lavoro museale non manca di far sentire la sua espressività tra il surreale e il frenetico. E’ stato chiamato infatti ad ampliare il Museo Pecci di Prato in Italia. Il progetto è stato presentato nel maggio scorso a Roma. Nio concepisce un grande anello metallico che ai suoi estremi si riallaccia all’edificio preesistente, opera di Italo Gamberini. E’ stato detto che si ha l’effetto di una ciambella o di un’astronave. L’architetto olandese è riuscito a realizzarsi ancora una volta, comportandosi a metà tra Brueghel e Oldenburg. Le sue forme zoomorfiche o somiglianti a qualcosa di strano vengono ingigantite con grande effetto scenografico. Lo stesso autore d’altra parte ammette che una delle sue possibili strade professionali poteva essere la scenografia. Ma chi lo vuol capire meglio legga il suo fortunato volume (non è il solo che ha pubblicato) Unseen I slipped away. Vi si trova tutta la sua verve di esaltazione e di foga impulsiva, vi si coglie la sua fame di novità e di inventiva senza sosta. Si capisce meglio anche il suo Fire Emperor. Ma per dare al lettore il senso della freneticità di Nio, riporto le sue parole riguardanti il mercato: “Nessuno può sfuggire a questo edificio vorace che giorno e notte divora qualunque cosa che si avvicini: turisti innocenti e ghiottoni incalliti, pallide patate e freschi coriandoli, piccioni addomesticati e calamari vivi, sensuali bancarelle del mercato e ristoranti speciali (...) Il Fire Emperor al suo interno non ha una hall trasparente e arieggiata, ma è una macchina grande inimitabile divoratrice”. Carmelo Strano
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his giant square known as an Agorà is a provocative testing ground for architecture. The interest in experimentation into new languages cannot by-pass the input of the imagination. New languages take shape on the testing ground of the imagination. Obviously language is neither the idea of a topic or subject, nor the literary or metaphorical-referential side of a work. Language is the expressive connotation and distinctive-identifying sign of a work. But there is always a hellish breath of energy in motion and agitation underpinning any fresh literary content or new expressive sign. Indeed the stronger the elements are the greater the likelihood of achieving something novel. What has just been said fully applies to the Dutch artist Maurice Nio (www.nio.nl). And I would like to point out that I am using the term artist in the broadest, fullest and most complete sense of the expression, which, in this instance, includes both the artist and architect. Two inseparable aspects of Nio’s artistic thinking, even when working on a strictly “technical” project, to use a term he is extremely fond of. Usually architects end up ignoring the realm of art and artists tend to ignore the realm of architects. But, to tell the full story of how art and architecture are related, both now and in the past architects have generally been quite attentive to artistic phenomena, while artists have almost always overlooked the architect’s work. But, as we have said, in Nio’s case this is not an issue, since he combines art, architecture, new media and new computer technology in his work. Indeed, feeling deep down that he is really an architect, in his De Wuurkeizer project he does not even bother providing the reader or potential client with the usual architectural accessories associated with an architectural design (drawings, elevations, axonometries, plans etc.). Instead he lets his imagination run wild through photographs, montages and chromatic signs: a sort of imaginative delirium expressed with artistic intent, which reveals nothing of the potential concreteness of his design idea. Two hypotheses come to mind: either haughtiness or instinct. Instinct: an overpowering, almost neo-expressionistic style which tends to convey his inner proclivities with great immediacy. Haughtiness: I have already proven my professionalism in architecture, so anybody can get an idea of what I could actually do just by looking at a simple drawing. But let’s return to the De Wuurkeizer project. Nio talks about a “Fire Emperor” in relation to the market that the project is about. His report-text, like his drawings or touched-up photographs, are rather dream-like, full-blooded and frenetic. His every word and gesture are turbulent. Nio prefers tricky places and things rather than what is slick and easy. He is a visceral character to the point where he admits to drawing inspiration from intestines in designing his reticular spaces. He is not the kind of researcher who works step by step, on the contrary he draws on his own passionate verve to swallow up the space and setting he finds, returning it in a transformed and transposed form as if it had been subjected to some “favourable” whirlwind. There is a word that keeps cropping up in his vocabulary: “infect”. He loves things being contaminated and, in particular, opposites, starting with the relations between soft-hard, real-virtual and even – as he writes – intelligence and
stupidity. These transformations often take on a zoomorphological (or mock zoomorphological) form. What get transformed are places or spaces which he calls “technical”: i.e. motorways, waste dumps, tunnels, car parks, transition or abandoned or dilapidated spaces. For instance, he has planned to create a “Fire Emperor” along “Het Steigar”, a point on the Rotterdam cityscape which was one of the most mysterious and fascinating places in the area before the Second World War, whereas it is now just desolate and abandoned. Our architect has shown this attitude in various works. For example, Cyclops built in Hilversom: by constructing a group of houses he has managed to upgrade a desolate place along a busy road. He has a keen sense of how to construct an installation. This is basically the spirit underpinning a highly striking work like the tunnel built in Pijnacken in the Netherlands, entitled “Touch of the Evil”, whose name deliberately alludes to a film from 1958 directed by Orson Welles featuring a blend of film, architecture and writing. And Nio notes that: “It is as if the landscape’s own soul, excavated by the bulldozers, had gone underground”. Here the architect-artist plays heavily on colours, notably red: wide patches matched with greys and blacks. Moreover, the colour actually creates extroflexions of striking environmental impact rather like the artist Agostino Bonalumi. This impression was already evident when he set up Nox Architects with some other people, aiming to discover a mixed-language, notably by bringing together architecture and new media. From this viewpoint Nio uses different kinds of even highly complex software, along with other sophisticated materials. And this has produced, amongst other things, Zudtangent, the longest transport line in Europe. But in the late-1990s Nio became even more aware of his status as an architect-artist and brought in even more new media and multimedia props. So in January 2000, at the age of 41, he set up Nio Architecten in Rotterdam. Even his first museum project exudes his expressiveness poised somewhere between the surreal and frenetic. He was, in fact, called upon to extend Pecci Museum in Prato, Italy. The project was presented last May in Rome. Nio has designed a giant metal ring, which looks like a doughnut or spaceship. The Dutch architect has once again hit the mark, adopting an approach somewhere between Brueghel and Oldenburg. His zoomorphological or strangelooking forms are blown up in size in striking fashion. The man himself admits that he once considered a career in set design. But anybody interested in becoming more familiar with his work should read his successful book (nor the only one he has published) “Unseen I slipped away”. It expresses all his verve and impulsiveness, his hunger for endless invention and innovation. You get a better idea of his “Fire Emperor”. But to give the reader a better grasp of Nio’s frenetic nature, I will quote what he had to say about his market: “Nobody can escape this voracious building, which, day and night, devours anything that comes near it: innocent tourists and ravenous gluttons, pale potatoes and fresh coriander, tame pigeons and live squid, sensual market stalls and special restaurants (…). The “Fire Emperor” has a transparent, well-aired hall inside it, but it is actually a great big inimitable devouring piece of machinery”.
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The Fire Emperor: New Market Hall, Rotterdam Credits Project: NIO architecten Project Team: Joan Almekinders, Georg Bohle, Stefano Milani, Maurice Nio, Arek Seredyn
Il Fire Emperor è un nuovo coacervo di mercati che prende la forma di un edificio. Chiunque ha qualcosa da cercarvi. E’ qui che la città ribolle e che la gente passa attraverso i vapori di pietanze esotiche. All’interno non c’è un atrio trasparente e arioso, bensì esso è una inimitabile ed enorme macchina divoratrice, un edonistico groviglio di spazi ispirati agli intestini. L’affascinante diversità dei cibi in offerta si riflette nello spirito festaiolo del design dell’interno. E’ come se il mercato stesso fosse stato ingrassato dagli interni di tutte le nazionalità e di tutti gli stili. Ogni grande mercato all’aperto dovrebbe esserre accoppiato a un Fire Emperor, poiché il “mercato coperto” e quello “all’aperto” si nutrono similmente dei flussi dei consumatori e delle merci. Nio architecten ha proposto di collocare questo Fire Emperor lungo “het Steiger”, un’area che, prima della guerra era uno dei luoghi più misteriosi di Rotterdam ma che ora appare desolato e abbandonato. Il Fire Emperor è stato collocato in modo tale da divenire il centro tra l’esistente mercato all’aperto lungo “de Binnerotte” e il nuovo mercato galleggiante di “het Steiger”.
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The Fire Emperor is a new holding of markets that has taken the shape of a building. Everybody has something to look for here. This is where the city boils and where people travel along on the vapours of exotic dishes.
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It has no transparent airy hall on the inside, but is one big, inimitable devouring machine, a hedonic tangle of spaces inspired on intestines. The diversity of the food on offer is reflected in the festive spirit of the interior
design. It is as if the market hall itself has been fattened with interiors that have all nationalities and styles. Every big outside market should go together with a Fire Emperor, because the “covered market” and
the “outside market” feed themselves upon flows of food and consumers. Nio architecten proposed to locate the Fire Emperor on “het Steiger”, a spot that, before the war, was one of Rotterdam’s most mysterious
places but now looks desolate and deluded. They have placed the Fire Emperor in such a way that it becomes the pivot between the existing outside market on “de Binnenrotte” and the new floating market on of “het Steiger”.
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The Thread of Liverpool: Bridge restaurant in Rocket Junction, Liverpool Credits Project: NIO architecten Structural Engineer: Buro Happold Consulting Engineers Project Team: Joan Almekinders, Joost Kok, Stefano Milani, Maurice Nio, Alexander Paschaloudis, Wopke Schaafstal, Arek Seredyn Client: Liverpool Land Development Company
In un modo o nell’altro, gli olandesi sono diventati esperti nel settore architettonico degli spazi tecnici. “Con “spazi tecnici” si intendono tutti quegli spazi nel paesaggio urbano in cui la gente di solito non può trascorrere molto tempo o dove addirittura non si può accedere; le discariche, le autostrade, i parcheggi, i siti industriali, i tunnel, i viadotti, le barriere acustiche ecc. Quasi tutti i progetti realizzati da Nio architecten o su cui stanno lavorando sono collegati a “spazi tecnici” e da sempre l’obiettivo è quello di infondere nuova vita e respiro in questi freddi, mortiferi, anonimi spazi tecnici puramente funzionali. La strategia è quella di dare a essi un’anima. E ciò che avviene in questo progetto per Liverpool. Nell’intreccio di strade, in quel deserto di spazi tecnici, si può identificare un tracciato peculiare e notevole. Una sottile e allungata oasi rossa. Queste proposte sono cariche di poesia. E’ un modo di guardare un luogo, uno spazio tecnico, di vederne le potenzialità, di dargli spirito non solo per renderlo più bello, ma anche per aumentarne il valore nel corso del tempo.
In alto, planimetria generale e denominazioni proposte per i diversi elementi del “Thread of Liverpool”. Al centro, schema di una delle fasi di sviluppo del progetto. A destra, sezione trasversale del “ponte” coperto.
Top, site plan and the names proposed for the different elements of the “Thread of liverpool”. In the middle, scheme of one of the development phases. Right, cross section of the covered “bridge”.
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In one way or the other, in the Netherlands they have become experts in the field of architecture in technical spaces. With “technical space” we mean all those places in our urban landscape where people normally do not hang around for long or that people sometimes cannot enter at all: dumping sites, highways, car parks, industrial estates, tunnels, viaducts, sound barriers etc. Almost all projects that Nio architecten have realized and that they are working on, are related to technical spaces, and time and time again they want to inspirit, to breathe new life into this cold, deathly, nondescript, purely functional technical space. Nio’s device and strategy, is to provide the soulless with a soul. It is the same here in Liverpool. In that tangle of roads, in that desert of technical spaces, a remarkable, almost peculiar thread can be noticeable. A thin stretched red oasis. These proposals are imbued with poetry. It is a way to look at a location, a technical space, to see the possibilities there, to inspirit the place not only to make it more beautiful, but also to make it more valuable in the course of time. Per la realizzazione di alcuni elementi di questo progetto, la partecipazione degli abitanti, degli immobiliaristi e degli imprenditori locali è essenziale. Il tracciato con gli otto progetti proposti lungo il percorso è, naturalmente e innanzitutto, una risposta culturale alla difficile questione di rendere percepibile ed evidente l’ingresso a Liverpool.
For some elements in this plan, the participation of inhabitants, developers and local entrepreneurs is essential to make our proposals viable. The thread with the eight design proposals is of course, first of all, a cultural answer to the difficult question to make the entrance of Liverpool perceptible and obvious.
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Il filo rosso, in cui il ristorante-ponte gioca un ruolo centrale, ha diverse facce. Ciò che prima era inaccessibile adesso lo è, e ciò che prima era dominio delle automobili adesso è anche un luogo di incontro sociale. E’ per questo che il ristorante-ponte, o bar-ponte, non sarà utilizzato solo dai visitatori di Liverpool 2008, ma anche dagli abitanti abituali della città.
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The thread, in which the bridge restaurant plays a central role, has several faces. What was first impassable is now accessible, and what was first only reserved for cars, is now a place for social traffic as well. That is why the bridge restaurant, or bridge bar as you like, is not only a gesture to the visitors of Liverpool 2008, but just as much a destination for the inhabitants of the city.
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A Performance on the Promenade of Blackpool Project: NIO architecten
Per rivitalizzare e animare la nuova “passeggiata” di Blackpool ci voleva qualcosa di più di un intervento architettonico o paesaggistico statico. In questa proposta, l’area ricreativa deve essere vista come un teatro in cui gli “attori” sono sempre attivi, giorno e notte, estate e inverno. Nio architecten propone per il lungomare di Blackpool una serie di spazi ed elementi che si innestano lungo la passeggiata come “promontori” in cui si susseguono eventi e attività ricreative di diverso genere. I sei “promontori” identificati sono: la Torre, il Central Pier, Manchester Square, St.Chads, Waterloo e il South Pier. A ognuna di queste aree è associata una “funzione” per l’intrattenimento – raccontare, esplorare, galleggiare, benessere, passeggiare, fluttuare – identificata da elementi architettonici mobili, modificabili, galleggianti (teatro, spazio per eventi all’aperto, “case” sospese tra mare e spiaggia, piscine con saune e idromassaggio, bar mobili, un Parco del Vento e del Mare). In questo modo il lungomare e la spiaggia di Blackpool diventano una zona che invita i cittadini a passeggiare e a godere del proprio tempo libero, divenendo nello stesso tempo spettatori e attori della vita urbana.
It needed something more than just an architectural design or static landscape to revitalise the new Blackpool “promenade”. In this light, the recreation area must be treated like a theatre where the actors are always active, day and night, summer and winter. Nio architecten has designed a series of spaces and other features for Blackpool promenade which fit along the waterfront like “promoters” for various kinds of recreation activities and events. The six “promoters” in question are: the Tower, Central Pier, Manchester Square, St.Chads, Waterloo and South Pier. Each of these areas serves its own entertainment purpose – storytelling, exploring, floating, health, walking and fluctuating – marked by mobile, adjustable, floating architectural features (theatre, outdoor events space, “houses” suspended between the sea and beach, swimming pools with saunas and whirlpools, mobile bars, a Wind and Sea Park). In this way, Blackpool beach and promenade turn into an area inviting the locals to take a walk and enjoy their leisure time, at the same time becoming both spectators and actors in city life.
Viste del “promontorio” Waterloo, dedicato alla funzione del “passeggiare”. Vengono proposti nove bar/ristorante collocati in nove strutture “folli” di legno che possono spostarsi con motori elettrici lungo la passeggiata alla stessa velocità delle persone, possono essere radunati in cerchio o essere collocati a piacimento lungo il percorso.
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Views of the Waterloo “promontory” serving “strolling” purposes. There are nine bars/restaurants set in nine “crazy” wooden structures, which can be driven along the promenade by electric engines at the same speed as people out
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for a walk, set in a circle or placed where desired along the promenade.
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The new Brembo Research and Development Centre is the first building to be completed as part of the new architectural projects stipulated in Jean Nouvel’s Master Plan for the “Red Kilometre” Science and Technology Park – an area of 392,000 square metres including 90,000 square metres of covered land at the gateway to Bergamo along the Milan-Venice A4 Motorway. The Science Park, designed inside it as a campus landscaped in greenery, looks like a spectacular red-coloured extruded aluminium architectural curtain along the motorway known as the “Red Kilometre”. The Red Wall designed by Jean Nouvel, which runs along the motorway at a height of ten metres, will be one kilometre long when it is completed and incorporate most of the buildings in the new settlement. Basically envisaged as being a protective barrier for the buildings and park sheltering them from the noise and pollution of road traffic, it is supported by a steel and reinforced concrete structure clad entirely with winged sections made of red-coloured aluminium suitably hooked together. The seamless lamellar front is broken up by large apertures shaped to be reminiscent of a car’s air inlets. They have been created to let cars through and also provide pedestrian access to the various buildings in the Park. The shape and width of the Wall change by the Brembo Research Centre to embrace the new building’s visually striking horizontal pathways. The Brembo Research and Development Centre covers 11,000 square metres and is set at the south-east tip of the lot. The Research centre fits into the Red Wall, which here dilates to encompass the main horizontal pathways, draws attention to its own entrance through a steel-coated cylinder which wedges into the wall itself and then beyond the Wall it is composed of parallelepiped structures stretching towards the Park. These are connected and composed together based on variations in size, shifts and overhangs capable of reading and unexpectedly altering how the various building blocks are perceived. The blocks belonging to the Brembo Centre are parallelepipeds whose perimeter walls are bearing stanchions made of site-case concrete with vertical fixtures and elegant metal cornices marking its borders. The outside glass skins of the ventilated facades are actually a sophisticated system of thin plates which can be adjusted as required. On the third level, the thin plates are made of perforated steel enhancing the transparency of the glass plates by contrast. The building entrance leads into the interiors to become the distributional hub for the various pathways. This is where the horizontal “rue corridors” are connected. They are constructed in the thickness of the Red Wall and dilate towards the Park through a curved section. The longitudinal space on the upper levels also contains (in addition to the horizontal walkways) the showroom for Brembo products and a cafeteria. The longitudinal blocks serving office purposes can be reached via two bridge links detached from the main body of the Wall. The openspaces holding the research laboratories and prototype manufacturing facilities are located on the ground floor. The material substance of the exposed reinforced concrete of the perimeter walls interacts with the precision of the glass surfaces with waxed plaster finishes and the lightness and transparency of the serigraphed glass partitions dividing up the offices and ensuring visual continuity with the surrounding park. The “rue corridor” holds exhibition niches containing refined mechanical pieces manufactured by Brembo; light can vary in hue and tone inside these niches, thanks to the use of special LEDs. The landscaping project for the Brembo Research and Development Centre is part of the overall design created by Studio Land for the entire Science Park. The project takes the Red Kilometre as a metaphor for a wind tunnel around which “the fluid element generates motion, waves, eddies and whirls as it runs up against the rigid geometric forms of the architecture”. Translated into something real, the whirls and eddies are actually mounds of soil and pools of water.
Project Team: Mauro Panigo, Giuliano Garello, Anna Comi, Alain Carnelli, Prisco Ferrara, Andrea Giuradei, Mina Fiore Contractors and Suppliers: Impresa Fratelli Rota Nodari, Impresa ing. G. Pandini, Cattaneo Impianti, Termigas; Akustik System, Alias, Allestimenti orta Nuova, Armostrong, Art tecno, Azienda Locatelli, BPB Italia, CA.BE.FER, Calcestruzzi spa, Caimi Brevetti, C&C Arredamenti Metallici, C.I.E.T., Cooperativa DOC, CP Centro Pavimenti, Corus, DAU-Design Arredo Ufficio, Ecoricoperture, Edilco, Edilizia Moderna, Elef, Eprom System, Extravega, E.T. Cam, Europav Technology, FAAC, Faccini, Ge.S.A., Gesi, Gewiss, Giacinto Riva & Figli, Giuliani, Global Engineering, Gruppo Massedrotti, Herman Muller, Hormann, Impresa MAX, Impronta, Infracom, IPM Italia, Isoltecno, Kardex TE-CO, La Bottega del Vetraio, LEC Laserline Entrance Control, Logos, Maffi Irrigazione, Magnetti Prefabbricati, Marazzi Tecnica, MC Selvini, Net Engineering, N&W Global vending, Ninz, Novipav, O.C.M.L., Omnitex, Otis, Out Antincendio, Patent Wervag, Peri, Pilosio, Plastall, Poltrona Frau, PZ System Service, Resindast, Rota Egidio & Figli, Sabah, Sangio Sound, Siad, Siemens, Sodexho, Tecnopont, Tensacciai, Unifor, Valle Tinteggiature, Viabizzuno Client: Brembo
Sopra, planimetria generale. La complessità distributiva è compensata dalla ricchezza delle vedute dei percorsi che ne scaturiscono, e dal grado di autonomia e di identità di cui gode ciascun reparto dell’azienda.
Matteo Piazza
Il nuovo Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo è il primo edificio a essere completato nell’ambito dei nuovi interventi architettonici individuati dal Master Plan di Jean Nouvel per l’area del Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso - 392.000 metri quadrati per 90.000 metri quadrati di superficie coperta alle porte di Bergamo lungo l’autostrada A4 Milano-Venezia. Il nuovo Centro Ricerche ospita uffici direzionali e amplia gli spazi di ricerca di Brembo, prima azienda a insediarsi all’interno di Kilometro Rosso. Il Parco Scientifico concepito al suo interno come un campus immerso nel verde, è caratterizzato lungo l’autostrada da una spettacolare quinta architettonica in alluminio estruso di colore “ rosso Kilometro Rosso”. Il Muro Rosso ideato da Jean Nouvel, che con un’altezza di dieci metri corre lungo l’autostrada, raggiungerà a lavori ultimati un chilometro di lunghezza su cui si attesteranno la maggior parte degli edifici del nuovo insediamento. Concepito essenzialmente come barriera di protezione degli edifici e del parco contro il rumore e l’inquinamento delle auto, è sorretto da una struttura in cemento armato e acciaio interamente rivestita da profili alettati in alluminio estruso di colore rosso opportunamente agganciati tra loro. La continuità del fronte lamellare è interrotta da grandi aperture, sagomate in modo da ricordare le prese d’aria di una scocca d’auto. Queste sono state realizzate per consentire sia il passaggio delle auto che l’accesso pedonale ai vari edifici nel Parco. Morfologia e larghezza del Muro in corrispondenza del Centro Ricerche di Brembo si trasformano per accogliere gli scenografici percorsi orizzontali del nuovo edificio. Il Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo ha una superficie di 11.000 metri quadrati e si trova all’estremità sud-occidentale del lotto. Il Centro Ricerche si integra nel Muro Rosso che qui si dilata per accoglierne i percorsi orizzontali principali, dichiara la posizione del proprio ingresso attraverso un cilindro, rivestito in acciaio che si incunea nel Muro stesso e, oltre il Muro, si compone di volumi parallelepipedi che si allungano verso il Parco. Questi sono collegati e composti tra di loro secondo una logica che prevede variazioni di dimensioni, slittamenti e aggetti in grado interpretare e trasformare in un modo inatteso la percezione dei diversi blocchi degli edifici. I blocchi del Centro Brembo sono parallelepipedi in cui le pareti perimetrali sono setti portanti realizzati in calcestruzzo in opera, con serramenti verticali, ed eleganti cornici metalliche che ne descrivono i bordi. Le pelli vetrate esterne delle facciate ventilate sono in realtà un sofisticato sistema di lamelle che possono essere regolate a seconda delle necessità. Al terzo livello le lamelle diventano di acciaio microforato e per contrasto esaltano la trasparenza di quelle vetrate. L’ingresso all’edificio introduce agli spazi interni diventando il fulcro di smistamento dei vari percorsi. Qui si connettono le rue corridor di distribuzione orizzontale che ricavate nello spessore del Muro Rosso si dilatano verso il Parco con una sezione curva. Ai piani superiori lo spazio longitudinale ospita oltre ai percorsi orizzontali lo showroom dei prodotti Brembo e una caffetteria. Mediante due collegamenti a ponte che si staccano dal corpo del Muro si raggiungono, al primo e al secondo piano, i blocchi longitudinali, adibiti a uffici. L’ultimo piano, parallelo al muro è raggiungibile dal cilindro d’ingresso. Al piano terreno sono presenti gli open-space dei laboratori di ricerca e gli spazi produttivi di prototipazione. La matericità del cemento armato a vista delle pareti perimetrali dialoga con il rigore delle superfici verticali finite con gesso cerato e con la leggerezza e la trasparenza delle partizioni in vetro serigrafato che suddividono gli uffici e garantiscono la continuità visiva verso il parco circostante. Nella rue corridor sono scavate nicchie espositive che contengono raffinati pezzi meccanici prodotti da Brembo; all’interno di queste nicchie la luce può virare di tonalità e di colore, grazie all’adozione di particolari led. Il progetto del verde del Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo è parte del disegno complessivo realizzato dallo Studio Land per l’intero Parco Scientifico. Il progetto intende Kilometro Rosso come la metafora di una galleria del vento, intorno alla quale “l’elemento fluido, scontrandosi con le geometrie rigide dell’architettura, genera movimenti, onde, gorghi e vortici”. I gorghi e i vortici sono, tradotti nella realtà, morbidi rilevati di terra e specchi d’acqua.
Credits Preliminary, definitive and executive project, art direction: Ateliers Jean Nouvel Leadership: Jean Nouvel JN Advisor: Hubert Tonka Project Leader, Studies and Worksite Manager: Alessandro Carbone Sketches: Federico Masotto, Cristiano Benzoni Project Team: Livia Tani, Cristina VenturaAndrea Ciofi degli Atti, Raffaella Falbo, Andrew Todd, Gwendola de Quelen, Sergio Noero, Cristiano Benzoni, Laurent Pereira, Anna Ugolini Project coordination, interior project, art direction: Blast Architetti (Luca Bombassei, Simona Traversa, Franz Siccardi) Project Leaders: Luca Bombassei, Simona Traversa Project Team: Francesca Ciuffreda, Antonio Runco, Luigi Pezone, Chiara Giussani, Aria Behbehani, Luca Cattaneo, Anna Cattaneo, Andrea Fiorucci, Matteo Mazzola, Paola Badoino Landscape and open air spaces project, Construction phase development and supervision: LAND (Landscape Architecture Nature Development) Project Leaders: Andreas Kipar, Giovanni Sala
Above, site plan. The distributional complexity is compensated by the wealth of views of the pathways it generates and by the extent of the autonomy and identity each company department enjoys.
Matteo Piazza
Ateliers Jean Nouvel, Blast Nuovo Centro Ricerche e Sviluppo, Brembo
Pietro Savorelli Pietro Savorelli Pietro Savorelli
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vuoti tra gli edifici, la bombatura del Muro e la sua pelle metallica, i blocchi degli uffici rivestiti da una pelle di lamelle di vetro.
The walkways connecting the Red Wall to the glass
parallelepipeds form the key hinge points from which a 360° view: the trees filling the empty spaces between the buildings, the Wall’s camber shape and its metal skin, the office blocks covered with a skin of thin glass plates.
Pietro Savorelli
Matteo Piazza
Le passerelle che collegano il Muro Rosso ai parallelepipedi vetrati rappresentano punti nevralgici di cerniera; da qui lo sguardo abbraccia a 360° il panorama: gli alberi che riempiono gli spazi
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Pietro Savorelli
Pietro Savorelli
Matteo Piazza
Le finiture degli ambienti interni insieme con la scelta degli arredi, opere dello studio Blast Architetti, proseguono, con coerenza, la logica asciutta degli esterni. Negli uffici, le partizioni interne di vetro serigrafato si confondono con le vetrate esterne, i controsoffitti in metallo microforato richiamano il metallo argenteo che riveste il piano del terzo livello e il cilindro d’ingresso.
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Pietro Savorelli
Pietro Savorelli
Pietro Savorelli
The finishing in the interiors, together with the choice of furnishing, works designed by Blast Architetti, fits in neatly with the austere exteriors. The serigraphed glass interior partitions blend in with the outside glass windows, the double ceilings made of micro-perforated metal evoke the silvery metal covering the third floor and entrance cylinder.
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Ruffo Wolf Architetti Business Innovation Center Rovereto (Trento) Se visto dall’alto, il paesaggio del Trentino appare come un sistema di spazi compartimentati e autonomi, e la Vallagarina è già in sé uno di questi spazi, fortemente definito. Due sistemi montuosi disposti in direzione nord-sud e fra essi il susseguirsi di nuclei abitati intervallati da ampi spazi di coltivazioni rurali. I territori caratterizzati da quest’alternanza fra montagne e fondovalle sono ancora idonei a rappresentare limiti chiari fra costruito e non costruito, fra naturale e artificiale, fra esterno e interno. Il nuovo edificio è collocato dentro il più ampio perimetro del complessivo polo tecnologico, proprio in una posizione di limite verso il territorio rurale e quello edificato. Il progetto del nuovo edificio si sviluppa su due fasce longitudinali, costituite da un sistema di pannelli in acciaio inox le quali, come materializzandosi dalla dimensione continua della geometria del suolo, si ergono rispetto a questo delimitando lo spazio entro il quale è organizzato il volume. Il nuovo edificio è dunque definito da una sorta di membrana in acciaio che ne delimita lo spazio e orienta i flussi della permeabilità, la quale è del tutto inesistente sui fronti minori (nord e sud) e sul lato di copertura, mentre è aperta sui lati maggiori (est e ovest). Elementi di risalita verticali costituiscono il punto di passaggio pedonale preferenziale esterno-interno. Il nuovo edificio per il polo tecnologico del Trentino si compone di una piastra produttiva a livello terra, realizzata mediante struttura a elementi in calcestruzzo armato sia in opera che prefabbricato, e di due corpi di fabbrica lineari a livello primo e secondo, a destinazione terziaria; questi corpi, posti a 14 metri l’uno dall’altro e dallo spessore di 15 metri, sono realizzati esclusivamente con struttura in acciaio, fatti salvi i quattro nuclei di risalita, costituiti da coppie di lame verticali in calcestruzzo armato aventi anche funzione di controventamento. Il sistema, costruito prevalentemente sulla figura del rettangolo, è pensato completamente cieco sui lati più corti e trasparente sui lati più lunghi. Le due fasce di rivestimento sono caratterizzate da un’orditura a cui sono agganciati pannelli modulari in acciaio inox 100x100 centimetri, a formare una superficie continua; lateralmente l’edificio è costituito da una facciata continua in vetro e alluminio e da un sistema di elementi frangisole orizzontali. L’insieme si sviluppa su 3.200 metri quadrati a funzione produttiva (livello terra) e 4.000 metri quadrati a funzione terziaria (livelli 1, 2). E’ richiesta la massima flessibilità degli spazi, in funzione dei necessari ravvicinati avvicendamenti delle aziende che vi si insedieranno. The landscape of Trentino, from on high, looks like a system of autonomous and partitioned spaces. Moreover Vallagarina is one of the most well defined areas of this province. The Vallagarina is limited by two mountain ranges running from north to south. Territories set among mountains and valleys still maintain some kind of partition and display clear limits between what is built and what is not built, what is natural and what is artificial, between what is closed and what is in the open. The new building enlarging the technology pole of Trentino, is set inside the wider perimeter of the technology pole where other industrial plants and service centres already stand. The whole site is located in the urban area at the border with the rural grounds. The plan for the new enlargement comprises two longitudinal bands, made of stainless steel panels which spring up from the continuing dimension of the surface of the ground, stand and define the space containing the volume of the building. The new building is encircled by a kind of steel membrane, limiting the space and leading the fluxes of permeability, otherwise lacking completely along the lesser fronts (north/south) and on the cover, while it is widely open on the main fronts (west/east). Some vertical elements become the pedestrian passages that link outside and inside. The new building of the “technology pole of Trentino” comprises a ground level surface made of concrete both pre fabricated and made under way, and two linear bodies on first and second levels. These two bodies, meant to host services, are 15 meters thick and are set at a distance of 14 meters one from the other. This structure is almost completely made of steel, except for the four ascending elements, which are pairs of concrete vertical blades acting also as windshields. The system basically rectangular is completely blind on the short sides and transparent on the longer sides. The two covering bands support the panels of steel 100x100 cm each, and form a smoot surface. At the sides the building is characterized by a facade of glass and aluminium and a system of sun breaking horizontal elements. The building covers a surface of 3,200 square meters devoted to productive activities (ground level) and 4,000 square meters for services (1st and 2nd levels). Most important is the flexibility of the system which must suit the needs of the various enterprises that will settle in it.
26 l’ARCA 229
229 l’ARCA 27
Sotto, particolare costruttivo e, in basso, sezione sulla facciata inclinata.
Below, constructional detail and, bottom, section through the oblique façade.
In alto, sezione trasversale. Sopra, pianta del piano terra. Sotto, particolari costruttivi.
28 l’ARCA 229
Top, cross section. Above, plan of the ground floor. Below, constructional details.
Viste del modello.
Views of the model.
229 l’ARCA 29
Sotto, definizione topografica del BIC di Rovereto. A destra, schizzi concettuali. In basso, “Distribuzione degli elementi”: nel grafico sono evidenziate le quantità dei vari elementi, distinti per categorie, in
riferimento ai quattro prospetti suddivisi per piani. Si evidenzia la presenza o meno delle medesime macrovoci di computo ai vari piani e la conseguente quantificazione destinata alla programmazione dei cicli produttivi e di lavorazione.
Below, topographic definition of BIC Rovereto. Right, conceptual sketches. Bottom, “Distribution of elements”: the graph shows the quantities of the various elements, per categories with reference to four
perspectives , one each floor. It allows to detect the use of the same macroentries at each floor and to plan the production and manufacturing cycles.
Vista generale e, sotto, particolare della facciata di ingresso inclinata.
General view and, below, detail of the oblique entrance facade.
Travi in acciaio/steel girders Pilastri in acciaio/steel column Pilastri in cls/concrete columns Solai/slabs
Strutture/structures
Travi in cls/concrete beams Portoni sezionali/sectional main doors Porta vetrata a doppia anta glass door with two panels Facciata continua/curtain facade
Serramenti/fixtures
Ingressi/entrances Porta vetrata/glass door
Serramenti interni internal fixtures
Porta ad anta singola/glass door with one panel Finestre interne/internal windows
Rivestimenti alluminio aluminium coatings
Rivestimento pannelli di alluminio aluminium coating panels Frangisole/sunscreens Pannelli in c.a./concrete panels
Rivestimenti pannelli c.a. concrete coating panels
Controsoffitti double ceilings
Controsoffitto a lastra unica single-sheet double ceiling Controsoffitto a quadri/double ceiling made of squares Pavimento industriale/industrial floor Pavimento modulare sopraelevato in PVC raised PVC modular floor Pavimento in gres/tiled floor
Pavimenti/floors
30 l’ARCA 229
Pavimento in marmo/marble floor
229 l’ARCA 31
Credits Project: Ruffo Wolf Collaborators: RWA_Ruffo Wolf Architetti, Francesca Battistini, Melina Benetton, Marcella Branz, Elena Crosina, Chiara De Simone, Sara Rubes Structures : Studio Turrini Plants and Systems: Prisma Engeenering Builders: Inco Steel Structures: Premetal Facade: Schüco Italia Client: Agenzia per lo Sviluppo Spa, Provincia Autonoma di Trento
32 l’ARCA 229
229 l’ARCA 33
Politecnica Ingegneria e Architettura Centro Logistico Würth – Edificio Direzionale D, Capena (Roma) Reinhold Würth ha connotato la crescita della sua azienda caratterizzando le sue sedi attraverso la cura e l’elevato livello di confort per gli spazi di servizio e di socializzazione del personale e, dall’inizio degli anni Settanta, l’amore personale per tutte le manifestazioni artistiche lo ha messo in condizione di dotarsi di una delle più grandi collezioni mondiali d’arte visiva. La Società Würth, leader mondiale nei prodotti e sistemi di fissaggio professionali, ha di recente concretizzato il programma per il proprio sviluppo industriale in Italia con il completamento funzionale del già esistente Centro Logistico di Capena (Roma), realizzando un complesso organico di edifici e pertinenze destinato alla gestione amministrativa, all’immagazzinamento, al confezionamento e alla spedizione dei prodotti commercializzati In particolare per l’Edificio Direzionale Polifunzionale D, la soluzione individuata, sia per i suoi caratteri architettonici che per l’articolazione interna, risponde a tutte le esigenze funzionali e di rappresentatività richieste dalla committenza. L’edificio è composto da tre elementi fondamentali i quali, attraverso le loro caratteristiche volumetriche, evidenziano le principali attività contenute al loro interno. Il primo, un lungo parallelepipedo organizzato su tre livelli (due fuori terra e uno interrato), ospita: al primo livello la hall d’ingresso, una prima parte dello spazio per esposizioni ed attività culturali, la sala convegni, la caffetteria; al secondo livello la direzione con una sala riunioni, gli uffici amministrativi; alla quota interrata il secondo livello dello spazio espositivo. Questo volume si configura come elemento di margine verso il piazzale di carico, sul quale si appoggiano i corpi della cucina e della mensa. I fronti a nord e a sud sono risolti con due differenti finiture: a nord, verso i capannoni, un rivestimento in elementi in cotto che con la sua trama conferisce luminosità agli spazi interni; a sud, una vetrata estesa sull’intera facciata, consente un’ampia apertura verso la campagna. Il secondo e il terzo volume aderiscono al primo e, attraverso delle modeste rotazioni e si definiscono come elementi autonomi di forte connotazione all’interno del paesaggio circostante. Aperti verso la campagna e in particolare verso il giardino alberato di progetto, ospitano l’ampia mensa illuminata da lunghe vetrate e un grande lucernario e i locali della cucina. Un patio a cielo aperto, destinato a ospitare sculture, si colloca quale elemento di nodo della composizione dei tre volumi. Reinhold Würth reinforced the growth and development of his business by taking great care over the standard of comfort and attention to detail of the staff service and socialising facilities. From the early1970s, his personal love for all forms of art enabled him to assemble one of the world’s biggest collections of visual art. The Würth Company, the world’s leading manufacturer of professional connecting systems and products, has recently given concrete shape to its own industrial development programme in Italy by functionally completing its existing Logistics Centre in Capena (Rome). It has built an organic complex of buildings and utilities designed for administration, storage, packing and shipping the products it markets. For Management Building D in particular, the chosen design meets all the client’s functional and representational requirements through both its architectural features and interior layout. The building is composed of three main elements, whose structural traits highlight the main operations hosted inside. The first section, a long parallelepiped set over three levels (two over ground and one underground), holds: on the first level, the entrance hall, the initial part of the exhibition and cultural spaces, the conference hall and cafeteria; on the second level, the management facilities with a meeting room and administration offices; and, underground, the second level of exhibition space. The structure looks like a marginal feature over by the loading yard, where the kitchen and canteen facilities are located. The north and south fronts have two different finishes: a terra-cotta cladding over by the warehouses to the north, whose decorative pattern lights up the interior spaces; and a glass window covering the entire façade to the south opening up to the countryside. The second and third structures are knitted onto the first. By means of slight rotations they are designed to be highly striking self-contained elements set in the surrounding landscape. Opening up to the countryside and, most notably, to the garden full of trees planned to be built, they hold the large canteen lit up through long glass windows and a large skylight and also contain the kitchen facilities. An open-air patio, designed to hold sculptures, provides the main link between the layout of three structures.
34 l’ARCA 229
Credits Project and Management: Politecnica Ingegneria ed Architettura Architectonic Consultant: Vincenzo Melluso Project Coordinator: Sandro Faccioli – Würth Srl Architectonic Project: Roberto Malfatti Structures:
Fabio Camorani Mechanicals Plants Project and Site Management: Marcello Gusso Electrical and Special Plants Project: Emanuela Becchi Project Manager: Maurizio Boccaletti Collaborators: Provvidenzio Messina Main Contractor: Costruzioni Generali
Gilardi Suppliers: Stahlbau Pichler, Italpannelli (steel structures); Tecnocop (roof); Styl Comp (concrete prefab panels); Modenpav, Ires Cantieri (industrial floors); Teleya Coopsette, Safas (frameworks and facades); Hoermann (industrial frameworks);
Methis Coopsette (interior finishing); Elettroimpianti, I.el.et. (electrical plants); Tecma (Mechanical plants); Berger (fireproofing plants); Vivaio San Placido (greenery) Client: Würth
229 l’ARCA 35
Sotto, planimetria generale, sezione longitudinale e piante. A fianco particolari dell’edificio principale.
Below, site plan, longitudinal section and plans. Right, details of the main building.
Piano copertura Roof floor plan Piano terra Ground floor plan 3. Ingresso Entrance 4. Museo Museum 5. Sala congressi Meeting room 6. Caffetteria 7. Cucina Kitchen 8. Mensa Canteen
36 l’ARCA 229
Piano interrato Underground floor plan
Primo piano First floor plan
1. Museo/Museum 2. Locali tecnici e servizi Technical and service rooms
9. Uffici Offices 10. Sala riunioni Assembly room
229 l’ARCA 37
Viste della sistemazione a parco intorno all’edificio polifunzionale e direzionale D, il quale è collegato ai capannoni tramite una passerella vetrata che dal primo piano, in corrispondenza di una scala secondaria forma un percorso sopraelevato tra uffici ed edifici industriali.
38 l’ARCA 229
Views showing how the multi-purpose and management building D are set in a park and connected to the warehouses by a glass walkway, which forms a raised pathway between the offices and industrial buildings on the first floor over by a secondary staircase.
229 l’ARCA 39
Viste degli spazi espositivi all’interno dell’edificio direzionale D.
Particolari costruttivi delle facciate sud e nord.
Constructional details of the south and north facades.
40 l’ARCA 229
Interstudio: Carlo Filippuzzi, Paola Morelli Nuovo Teatro Verdi, Pordenone Il sito preposto alla nuova edificazione si presentava come una zona di transizione, nella fascia di cesura tra il centro storico e la periferia. La posizione d’angolo, su un lotto stretto e lungo, rendeva inoltre molto difficile la distribuzione planimetrica nei confronti degli edifici circostanti, della piazza e dell’edificio stesso. Si è optato per una soluzione progettuale dalle forme morbide, con elementi che caratterizzassero la piazza e al tempo stesso invitassero il passante all’ingresso. A livello volumetrico, il progetto è individuato da tre elementi che identificano le tre destinazioni d’uso del teatro: la sala e il foyer, la torre scenica e i camerini. Il volume della torre scenica riprende le forme della zona foyer. I due volumi, pur essendo staccati fra di loro, si amalgamano con un gioco di concavità e convessità. La zona camerini si distacca dagli altri due elementi, in modo da sottolineare la diversa funzionalità. La finestratura dei camerini è stata ricavata grazie a dei solidi sporgenti che permettono la giusta illuminazione delle stanze ma ne impediscono la vista da parte dei passanti. Il progetto prevede tre sale: la principale con 998 posti distribuiti tra platea e tre ordini di gallerie; il ridotto che ospita 160 posti; una sala multiuso al terzo livello che può essere utilizzata sia per le prove, che per piccole rappresentazioni. La “parete-scultura” in marmo, posta di fronte all’ingresso, è stata concepita sia come riferimento geometrico per i visitatori, che come elemento decorativo e di richiamo. Un’area dedicata alle mostre consente l’uso indipendente dall’area teatrale; il palcoscenico permette qualsiasi tipo di spettacolo grazie a un boccascena largo 15 metri e alto 11, un palcoscenico mobile 14x14 metri, e il palcoscenico totale che raggiunge dimensioni utili di 22 metri di larghezza a 22 di profondità, quest’ultima espandibile fino a 27 metri estraendo il piano mobile del golfo mistico. La torre scenica ha un’altezza totale di 27 metri dal palcoscenico e un ingombro di 16,8 metri per 20. L’utilizzo di materiali tradizionali quali il marmo uniti a quelli moderni come lo zinco-titanio della copertura, le forme morbide e la tecnologia avanzata, quale la posa di vetri a doppia curvatura per la parte superiore, il marmo curvo e le travi metalliche di copertura creano coesione tra classico e moderno. The site proposed for the new building was a sort of transition area in the gap between the old city centre and the suburbs. The corner position on a long, narrow site made the overall layout tricky in relation to the surrounding buildings, square and the building itself. It was decided to opt for a design with soft forms, whose main traits would characterize the square and, at the same time, invite the passers-by to come in. Structurally speaking, the project features three elements marking the opera house’s three basic functions: the main hall and foyer, the set tower, and dressing rooms. The structure of the set tower is a rendition of the forms of the foyer area. Despite being separate from each other, the two structures blend together through an interplay of concavity and convexity. The dressing rooms area is even more detached from the two other features, in order to underline distinctive purpose. The windows of the dressing rooms are cut out of some projecting solid structures, which provide just the right lighting for the rooms but, at the same time, prevent passers-by from looking in. The project envisages three halls: the main hall with 998 seats in the stalls and three separate circles; a small hall with 160 seats; and a multipurpose hall on the third level, which can be used for both rehearsals and for smaller shows. The marble “sculpture-wall” placed in front of the entrance is designed as both a geometric reference point for visitors and as a striking decorative feature. A special area for exhibitions has been designed to be used separately from the theatre area. This stage can cater for all kinds of entertainment, thanks to a proscenium which is 15 m wide and 11 metres high, a mobile stage measuring 14x14 meters, and the complete stage, which can extend to a size of 22 m in width and 22 m in depth (or even 27 m by removing the mobile orchestra pit). The set tower rises up to a height of 27 m above the stage and takes up a space of 16.8x20 metres. The use of traditional materials like marble, together with modern materials like the zinc-titanium of the roof, the soft forms and cutting-edge technology, such as the installation of twin-curved glass for the upper section, the curved marble and metal roof beams, all help create a perfect blend of the classical and modern.
42 l’ARCA 229
Credits Project: Interstudio: Carlo Filippuzzi, Paola Moretti Consultants: Roberto Zecchin (acoustics), Decima (stage equipment), Carlo Filippuzzi (structure), Francesco Colleselli (geology), Carlo Filippuzzi, Dario Freschi, Fulvio Bozzicolonna (plants and fireproofing), Brunetto Filigoi (worksite security) Woks Management: Capogruppo ATI/Ermanno Dell’Agnolo Main Contractor: Mazzi Impresa Generale di Costruzioni Suppliers: Citron Maurizio & C. (mechanical plants), M.O.R.I. (electrical plants), Formasier (metal works), Presystem (prefabs), Edilmontaggi (marble cladding), Delta Meccanica (glass roofing, frameworks, metal works), Simar Società Metalli Marghera (zinc-titanium roofing – Mariotti: installation), Isolgessi (main theatre false ceilings installation, plasterboard, false ceilings), TopAkustik: n’H Akusik (main theatre false ceilings), Cima Bacceca (structure of ceiling light), Cima Impianti (lifts), Destro (armchairs), Cinemeccanica (projection equipment), Audio International (dolby), Presotto (furniture and finishings) Client: Comune di Pordenone
In alto, planimetria generale. Sopra, piante del livello della sala principale e del livello del ridotto.
Top, site plan. Above, plans of the main and smaller halls level.
229 l’ARCA 43
Sopra, sezione longitudinale. Sotto, la sala principale da 998 posti.
Above, longitudinal section. Below, the main 998-seat hall.
44 l’ARCA 229
Nella pagina a fianco, viste del foyer a tutta altezza, caratterizzato da una scultura (in alto a destra) costituita da un muro di forma plastica che collega visivamente il piano terra con l’ultima balconata, e da due
scale che portano alle tre gallerie unite da un percorso perimetrale ad anelli tra le tre balconate. Queste hanno una forma sinuosa e libera che segue l’andamento delle “vele” esterne e che si contrappone alla forma circolare
della parete che le divide dalla sala.
Opposite page, views of the full-height foyer featuring a sculpture (top right) formed out of a plastically designed wall which visually connects the ground floor to the top
balcony and by two stairways leading to the three galleries joined by a perimeter pathway in the shape of rings running between the three balconies. These balconies have a winding, free form which traces the
outline of the outside “sails” and contrasts with the circular form of the wall separating them from the hall.
229 l’ARCA 45
Particolari costruttivi dei serramenti esterni. Nella pagina a fianco, particolare della facciata dell’edificio che ospita i camerini.
46 l’ARCA 229
Construction details of the outside fittings and fixtures. Opposite page, detail of the façade of the building holding the dressing rooms.
229 l’ARCA 47
Carlo Dal Bo NICE HQ, Oderzo (Treviso) Un concorso di idee a inviti, bandito nel 2000 dalla ditta Nice di Oderzo, segna l’inizio di un’avventura architettonica durata sette anni. Nice fa del design il suo punto di forza; la qualità estetica dell’oggetto è prioritaria. Negli uffici è la forma dinamica e plastica del volume a determinare l’impostazione planimetrica. Un volume dinamico nasce dalla terra e si avvolge su se stesso con un movimento ascendente attorno al vuoto “chiamato uovo” della corte centrale. L’immagine esterna è plastico/scultorea, enfatizzata dallo “scavo” delle facciate per ricavare i fori finestra, diseguali per forma e dimensione, e inclinati rispetto al piano della facciata (sul fronte principale). Contrappunto alla libertà compositiva della forometria è il rigore geometrico del rivestimento in zinco titanio, realizzato in doghe verticali di identica larghezza, ma posate su righe sovrapposte tra loro sfalsate di un terzo, con un effetto di scorrimento e di velocità, che rafforza il dinamismo dell’edificio. Il piano attico, completamente vetrato e arretrato rispetto al filo della facciata in zinco titanio, è protetto da un ampio sporto ligneo. All’interno l’idea di movimento trova realizzazione nelle scale ellittiche che si avvitano verso l’alto, nella sezione a conchiglia dell’auditorium, dove il soffitto ligneo scende e curva, per diventare in sequenza fondale, pavimento e infine, arrotolandosi su se stesso, il tavolo dei relatori; ancora nello spazio in tripla altezza dell’ingresso, dove si susseguono in verticale ballatoi che si affacciano gli uni sugli altri e dove si libra nel vuoto una scala dalle rampe divergenti; ma in più larga misura l’idea di movimento permea l’interno del fabbricato nel morbido fluire degli spazi gli uni sugli altri, nelle pareti e setti dalla geometria curvilinea, nella continuità degli spazi grazie al gioco delle trasparenze tra ambienti, piani e tra interno ed esterno. Il gioco di trasparenze è legato in modo indissolubile alla presenza generosa della luce naturale, elemento fondamentale fin dalle prime fasi di progetto, ma “salvaguardata” in modo particolare nella fase realizzativa di cantiere, mediante l’uso diffuso di open space e, ove necessario, di pareti in puro cristallo. La facciata, di notte, è un caleidoscopio di colori, una massa oscura in cui prendono vita i fori scavati; i rapporti di forza diurni si rovesciano come in un’immagine al negativo. An invitational ideas competition launched in 200 by the Nice firm from Oderzo marked the beginning of an architectural endeavour that lasted seven years. Nice focuses heavily on design as its main trump card: an object’s aesthetic quality is its priority. It is the dynamic, sculptural form of the structure of the offices that dictates their basic layout. A dynamic structure begins at ground level and wraps around itself in an ascending movement around an empty space “called the egg” forming the courtyard. The outside image is plastic/sculptural, underlined by the way the windows are hollowed into the facades. The windows are all different in shape and size and inclined in relation to the façades plane (on the main front). In contrast to the free design of the window holes, the zinc titanium cladding oozes geometric rigour. It is made of vertical planks all of exactly the same width but set in overlapping rows staggered by a third to create a flowing, high-speed effect reinforcing the building’s dynamism. The attic level, all glass and set back in relation to the zinc titanium façade, is protected by a large wooden overhang. On the inside, the idea of motion is generated by the elliptical staircases which twist upwards, the shell-shaped section of the auditorium, where the wooden ceiling drops and curves into a sort of background sequence, the floor and, lastly, the speakers table which wraps around itself; it is reiterated in the triple-height entrance space with its vertical succession of galleries facing each other and where a staircase with divergent ramps is freed up in the space; but most notably the idea of movement permeates the inside of the building, in the way the spaces flow softly into each other, in the walls and stanchions with their curving forms and in the seamless spaces drawing on an interplay of transparency between the various rooms and levels and between the inside and outside. The transparency effect is indissolubly linked to the generous presence of natural light, the key feature right from the very start of the project but carefully “safeguarded” during the building stage by the widespread use of open spaces and, where required, pure glass walls. At night-time the façade is a kaleidoscope of colours, a dark mass where the hollowed out holes are all set; the daytime relations of force are upturned like a negative image.
48 l’ARCA 229
Credits Project: Carlo Dal Bo Collaborators: Paola Paier, Massimiliano De Luca (images elaboration), Loris Ortolan (economy) Structures: Claudio Bernardi Mechanical/Electrical Plants: studio T-Service Lighting Technic: Stingers illuminotecnica Executive Project Frameworks and Facades Cladding: Blue Tecno Water Basin: Flavio Bianco Security Coordinator: Mauro Sardi Main Contractor: Costruzioni edili Coan Pietro & C. Metal Works: Fadel Plied Wood and Wood Overhangs: Stratex Plasterboards: Canova Paints: Polese Nicola Stone Cladding: Marchioni marmi Metals: Faber Zinc-Titanium: Wm – Zinc (producer), Nicolli (facade cladding), Mariotti (roof cladding) Frameworks and Exterior Curtains: produttore profilo serramenti, Schüco International Italia (producer), Nicolli (frameworks supplier and installation), Abba (curtains supplier and installation) Integrated Steel Floating Floors: Joint Venture Production (supplier), Ferrara Enrico (installation) Wooden Floors: fornitura, Berti (supplier), Speedy Pavimenti (installation) Moquette: InterfaceFLOR (supplier), Pavi Service (installation) Ceramics Floors and Cladding: Brix, fornitura Fadalti: Ceramgres, La città dipinta, Bisazza Crystal Partition Walls and Wooden Doors: Futuro Anteriore Inlaid Doors: produttore porte, TRE-Più (producer), Studio Interni (supplier and installation) Handles: Pba Interior Curtains: Mycore Bath Furniture and Taps: Flaminia, Kaldewei, Hansgrohe, Fir, Bossini, Regia, IBB - Industrie Bonomi, Inda Furniture: Vitra International, Denz, Falegnameria De Pra Vincenzo, Emporio Cumini Mechanical Plants: Citron Maurizio & C., FCC - Permasteelisa Group, RDZ, Johnson Controls, F.C.R., Lindab, Sital Klima, Salmson Italia, Ecoflam, Blue Box Group, Aernova, Hitec,
Cillichemie Italiana, Carel Electrical Plants: Querella impianti elettrici, BTicino, Via Bus, NEXXT, Esser, Powertronix, VISA, Tuttondo A.T.E.C., Hirschmann Automation and Control, Elettrica 2000 Lifts: Otis Lighting: Stingers: Viabizzuno, Dark , Cattelani & Smith, LucePlan, Fontana Arte, Foscarini, Prandina, Martini, Oluce, Deltalight, Nord Light; Illum Europe: Buzzi & Buzzi; Supply by Emporio Cumini: Foscarini, Serralunga
Gym and Wellness Center: Technogym, Stenal Auditorium n’H Akustik + Design (supplier topakustik false ceiling), Isolgessi (installation), Alias (armchairs), Zumtobel, Viabizzuno (lighting), A&T Multimedia (multimedia equipment), falegnameria De Pra Vincenzo (fix furniture) Client: Nice
Nella pagina a fianco, dal basso in alto, piante dei piani interrato, terra, primo e secondo. In alto, planimetria generale e, sopra, planimetria dell’attacco a terra. A destra, schizzi preliminari.
Opposite page, from the bottom up, plans of the underground, ground, first and second floors. Top, site plan. Above site plan at ground level. Right, preliminary sketches.
229 l’ARCA 49
Viste generali del complesso che si compone del volume dei magazzini e di quello degli uffici. La pianta dei magazzini segue pressoché fedelmente la planimetria dell’area, ricalcando i limiti edificabili, mentre la sezione si articola in modo da lasciare il più possibile libero lo spazio a terra, attraverso l’utilizzo di un’unica grande campata metallica di 40 metri. Dove le dimensioni del lotto lo consentono, questa struttura si allarga dando vita a tre campate doppie di luce 80 metri che scendono fino a terra. Il passaggio dalla campata singola alla campata doppia, seppur mediato da una serie di campate intermedie di 65 metri di luce, è marcato da una sorta di “corridoio” trasparente, denunciato anche in facciata da una vetrata a tutta altezza (la stessa che segna il passo tra magazzino ed uffici).
General views of the complex constituted by the warehouse building and the offices volume. The warehouse base traces almost exactly around the building limits of the overall site, while its section is set out to leave as much ground space free as possible by using one single large 40-metre bay. Where the site dimensions allow it, the structure widens to create three double bays spanning 80 metres descending to the ground. Although the transition from a single to a double bay is mediated by a set of intermediate bays spanning 65 metres is marked by a sort of transparent “corridor”, also brought out in the façade by a full-height glass window (it also denotes the space between the warehouse and offices).
La facciata, di notte, è un caleidoscopio di colori, una massa oscura in cui prendono vita i fori scavati; i rapporti di forza diurni si rovesciano come in un’immagine al negativo.
50 l’ARCA 229
At night-time the façade is a kaleidoscope of colours, a dark mass where the hollowed out holes are all set; the daytime relations of force are upturned like a negative image.
229 l’ARCA 51
Sopra, sezioni longitudinali. A destra, vista della facciata di ingresso. Nella pagina a fianco, particolari costruttivi della pensilina di ingresso.
Above, longitudinal sections. Right, view of the entrance facade. Opposite page, constructional details of the entrance hangover.
52 l’ARCA 229
229 l’ARCA 53
54 l’ARCA 229
229 l’ARCA 55
L’idea di movimento permea l’interno del fabbricato nel morbido fluire degli spazi gli uni sugli altri, nelle pareti e setti dalla geometria curvilinea, nella continuità degli spazi grazie al gioco delle trasparenze tra ambienti, piani e tra interno ed esterno. Sotto e in basso, viste dell’auditorium: il soffitto ligneo scende e curva, per diventare in sequenza fondale, pavimento e infine, arrotolandosi su se stesso, il tavolo dei relatori. In basso a destra, lo spazio del bar è il luogo dell’incontro, uno spazio avvolgente e accogliente delimitato da un’intera parete ondulata in legno, caratterizzato da lampade a sospensione che invadono lo spazio.
The idea of movement permeates the inside of the building, in the way the spaces flow softly into each other, in the walls and stanchions with their curving forms and in the seamless spaces drawing on an interplay of transparency between the various rooms and levels and between the inside and outside. Below and bottom, views of the auditorium: the wooden ceiling drops and curves into a sort of background sequence, the floor and, lastly, the speakers table which wraps around itself. Bottom right, the bar space is a meeting place, a warm and welcoming space bordered by a complete undulating wooden wall fitted with suspension lamps invading the space.
All’interno, l’idea di movimento trova realizzazione nelle scale ellittiche che si avvitano verso l’alto, nella sezione a conchiglia dell’auditorium.
56 l’ARCA 229
On the inside, the idea of motion is generated by the elliptical staircases which twist upwards, the shell-shaped section of the auditorium.
229 l’ARCA 57
Giovanni Vaccarini Casa Capece_Venanzi, Giulianova (Teramo) Casa Capece_Venanzi è una casa suburbana; una casa nata nella conurbazione diffusa della costa adriatica in una delle possibili aree di una città qualsiasi nel segmento tra Ascoli e Pescara. Un’area “intermedia”, (apparentemente) “senza qualità”, un tratto di terra rimasto senza costruzioni all’attacco tra la pianura e la collina, in un brano di città in cui il tessuto urbano presenta le prime “smagliature”. L’idea progettuale è quella di costruire un edificio con un orientamento completamente rivolto verso la collina, che viene vista come una sorta di “mare” verde su cui affacciarsi. L’impianto è definito da uno sviluppo in sezione su tre livelli. Al livello interrato, si trova un patio interno, intorno al quale si organizzano i diversi ambienti, costruendo un gioco di traguardi tra gli spazi interrati/il tetto giardino/l’area giorno/il volume sospeso del secondo piano. Il piano terra è la parte collettiva dell’edificio, dove una grossa vetrata scorrevole segna il confine tra il tetto giardino scoperto e l’area giorno coperta. Lo spazio ruota intorno a una scala metallica lamellare che connette con il primo piano, che accoglie le camere e gli spazi privati dell’edifcio (bagno/sauna, palestra, studio). Il tema compositivo principale è giocato sulla metafora della trasposizione macroscalare di un pezzo del gioco del tetris. I due volumi contrapposti mettono in scena le due parti dell’edificio e ne denunciano la diversità di uso con un duplice trattamento materico : un basamento rivestito in pietra con un volume di intonaco bianco. Il basamento in pietra è “tagliato” sul fronte ovest da una vetrata a tutta altezza, mentre il volume stereometrico sovrapposto al piano terra presenta una trama di bucature di forma libera e circolari. Casa Capece_Venanzi is a suburban home; a house built along the diffused conurbation of the Adriatic coast in part of what could be just about any old city in the area between Ascoli and Pescara. An (apparently) “intermediate” area of “no quality”, a piece of land left unbuilt between the flatland and hillside, in a section of the city whose urban fabric is showing its first “stretch marks”. The design idea was to construct a building facing straight towards the hillside, a hill treated like a sort of green “sea” worth overlooking. The layout is constructed around three levels. The underground floor contains an internal patio with spaces set around it in an interplay between the underground/roof garden/lounge space/suspended second-floor structure. The ground floor is the communal section of the house, where a large glass sliding partition marks the boundary between the uncovered garden roof and covered lounge area. The space rotates around a laminated metal staircase connected to the first floor. The first floor accommodates the building’s bedrooms and private quarters (bathroom/sauna, gymnasium, study). The construction plays on a metaphorical macro-scale transposition of a piece of tetris. Two contrasting structures stage the two parts of the building and bring out their different uses through the two different types of material used: a stone-clad basement and a white plaster structure. The stone basement is “cut into” along the west front by a full-height glass partition, while the stereometric ground-floor structure features a pattern of freely shaped and circular holes.
Credits Project: Giovanni Vaccarini Collaborators: Laura Marini, Lucia Tomeo Main Contractor: Di Ferdinando costruzioni Client: Privato
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La serie di bucature libere sono la trama del disegno dei pannelli in alluminio che schermano le grosse bucature sud-ovest e che al piano terra disegnano i sistemi di chiusura.
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The set of freely designed holes creates a pattern of aluminium panels shielding the large south-west holes and “sliding” across the ground floor to create a fence, gate and locking system.
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di/by Luigi Prestinenza Puglisi
Se Koolhaas nella villa a Floriac ricorre a un metodo manierista perché riprende, rielaborandole, suggestioni formali che provengono da architetti del primo e secondo Novecento, da Mies a Constant, Giovanni Vaccarini nella casa C+V a Giulianova propone un manierismo al quadrato, perché si rifà al capolavoro di Koolhaas e, insieme, ad altre opere di progettisti anch’essi inquadrabili all’interno di questo atteggiamento poetico, quali Gio Ponti e Luigi Moretti. Per chi conosca il lavoro di Vaccarini, che è uno dei più brillanti protagonisti della sua generazione, cioè dei quarantenni, non si tratta di una novità. Anche in altre realizzazioni, quali i laboratori della Racotek a Bellante (Teramo), i riferimenti ai maestri erano francamente dichiarati: in quel caso a Renzo Piano per l’uso di un rivestimento semi-industrializzato in cotto e a Richard Meier per il lessico astratto e quasi purista della facciata. Ma come sempre succede alle buone opere, il risultato è originale e i riferimenti, invece che appesantire l’opera, la rendono più interessante. Colpisce, inoltre, la capacità di ottenere un’immagine contemporanea impiegando tecnologie relativamente semplici o, come nel caso dei motivi decorativi curviformi intagliati nei pannelli in ferro, di utilizzare procedimenti sofisticati ma senza andare a incidere irrealisticamente sul processo costruttivo. Nel senso che i tagli alle lastre sono fatti in officina, dove sono disponibili i macchinari a controllo numerico, mentre il montaggio in cantiere segue tecniche collaudate. Tra le altre qualità della casa: l’essere stata disegnata pensando anche all’aspetto notturno. La sera, infatti, la luce, che proviene dall’interno ed è filtrata dagli schermi, ne ribalta l’immagine sostanzialmente razionalista mostrando inaspettate valenze in bilico tra suggestioni orientali e un certo spazialismo (Lucio Fontana, del resto, è uno degli ispiratori di Vaccarini). La preziosità un po’ leccata dei particolari è, infine, riscattata dall’uso di materiali semplici e dal vivo colore rosso delle opere in ferro.
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Whereas Koolhaas used a mannerist approach to designing the house in Floriac by drawing and elaborating on stylistic traits borrowed from early- and late-20th century architects – ranging from Mies to Constant –, Giovanni Vaccarini’s C+V House in Giulianova is a sort of mannerism raised to the power 2, since it evokes Koolhaas’s masterpice and, at the same time, other works by architects who also adopt this stylistic approach, such as Gio Ponti and Luigi Moretti. To those familiar with Vaccarini’s work, one of the most brilliant exponents of his generation (i.e. 40-year-olds), this will come as no surprise. In other constructions, such as the Racotek Laboratories in Bellante (Teramo), the references to masters were frankly quite blatant: in that instance to Renzo Piano for the use of a semi-industrialised brick coating and to Richard Meier for the abstract and almost purist façade design. But as always happens with good works of architecture, the result is original and the references make the work more interesting rather than weighing it down. Striking skill has also been shown in creating a cutting-edge image using relatively simple technology or, as in the case of curve-shaped decorative patterns cut into the iron panels, in drawing on sophisticated procedures which do not, however, have unrealistic repercussions on the building process. IN the sense that the cuts in the sheets are performed in the workshop, where numerically controlled machinery is available, while assembly on the building site draws on a tried and tested methods. The house’s other qualities include: being designed with night-time factors in mind. In fact, evening light flowing inside is filtered through screens to upturn its fundamentally rationalist image and bring out unexpected features somewhere between eastern traits and a certain kind of spatialism (Lucio Fontana is, after all, one of Vaccarini’s inspirations). The rather affected fanciness of the details is ultimately counteracted by the use of simple materials and the bright red colour of the iron works.
Nella pagina a fianco, di notte un sistema di illuminazione a led (gestiti da un controller) definisce una serie di “sfondi” che trasformano il fronte vetrato del piano primo in una parete luminosa/schermo. La luce è uno dei materiali del progetto. Il sistema di bucature ritagliate nella
muratura e nel solaio di copertura disegna durante il giorno le ombre e le luci portate all’interno del volume del secondo piano; al piano terra la luce inonda tutti gli spazi.
Opposite page, a system of LEDs (activated by a special controller) marks a set of “backgrounds” at night-time, which turn
the glass front on the first floor into a luminous wall/screen. Light is one of the project materials. The system of holes cut into the walls and roof slab creates shadows and light during the daytime which are conveyed into the second-floor structure; light floods into all the groundfloor spaces.
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Antonino Cardillo Ellipse 1501 House
Vista del grande salone centrale. In basso, da sinistra, piante del piano terra, primo piano e delle coperture.
Presso un pendio roccioso, dietro una folta coltre di pini, abita una casa in forma di torre: è la Ellipse 1501 House; tra le colline nei dintorni di Roma, si sviluppa su due livelli di 140 e 80 metri quadrati. Non è tonda, ma il suo impianto geometrico si dilata verso oriente e occidente per accogliere al suo interno la luce bassa, calda ed estesa del sole all’alba e al tramonto. Un doppio muro, realizzato da progressive colate monolitiche di calcestruzzo alleggerito, sviluppa il perimetro di un’ellisse, supportando, in alto, una distesa copertura in pendenza. Nel vuoto interno tra i due muri, un’ampia intercapedine include gli spazi accessori (scala per la zona notte, servizi, caldaia, ripostigli, cabina armadio) serventi quelli vissuti della casa e contribuisce a stabilizzare la temperatura della grande aula centrale. Dentro, l’impianto compositivo di partenza, viene re-interpretato attraverso un sistema ortogonale, ruotato in pianta rispetto agli assi maggiori dell’ellisse; coordina alcuni volumi stereometrici, includenti la camera per gli ospiti a piano terra e la zona notte open-space a primo piano. Tutt’intorno, profondi scavi nel muro esterno, suggeriscono direzioni inaspettate e sfuggenti verso le rocce e il bosco all’esterno; scompongono il cielo in molteplici quadranti. Nel corso dei giorni, delle notti e delle stagioni, gli spessi intradossi delle finestre registrano i cangianti colori dell’emisfero celeste. Così, la luce del cielo realizza un’architettura mutevole, scandendo il tempo che scorre. Così, la luce colora lo spazio, e muta con esso. Nell’assecondarne il mutamento, la materia rimane nella sua essenza originale: incolore o tendente al grigio. Da una grande finestra, quasi una porta nel cielo, sull’ingresso a meridione, la notte si può scorgere, volendolo, una luna dilatata e ingigantita. Antonino Cardillo
View of the great central sitting room. Bottom, from the left, plans of the ground floor, first floor and roof.
Near a rocky slope, behind a thick blanket of pines, lives a house in the shape of a tower: it’s the Ellipse 1501 House, in the hills around Rome, with a surface distributed in two levels of 140 and 80 square meters. It is not round, but its geometric set-up dilates toward east and west to welcome in the low, warm, extended light of the sun at dawn and dusk. A double wall, made from progressive monolithic castings of lightweight concrete, develops the perimeter of an ellipse, supporting, above, a stretched out, slanting cover. In the internal space between the two walls, an ample interspace comprises the accessory area (stairs to the bedroom, bathroom, boiler, storerooms, cupboard) serving the occupants of the house and contributing to stabilising the temperature of the large central hall. Inside, the original compositional set-up is reinterpreted by means of a cross-sectional system, rotated in plan relative to the largest axes of the ellipse; it co-ordinates several stereo metric spaces, including the guest bedroom on the ground floor and the open plan bedroom on the first floor. All around, deep excavations in the outside wall suggest unexpected fleeting routes towards the rocks and the wood on the outside; they break up the sky into a multitude of quadrants. Over the course of days, nights and seasons, the thick reveals of the windows register the changing colours of the celestial hemisphere. Thus the light of the sky makes a mutable architecture, articulating the passing time. So the light colours the space, and changes with itself. In supporting these changes, the fabric remains in its original essence: colourless or tending to grey. From a large window, almost a gate on the sky, over the southerly entrance, the night can be perceived, desiring, the moon dilated and enlarged.
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Sopra, il salone. A sinistra, il volume ellittico che si inserisce nel paesaggio naturale.
La camera da letto al primo piano.
The bedroom at the first floor.
Above, the sitting room. Left, the ellipse volume inserted in the natural landscape.
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Viste degli interni, in cui le forme curvilinee si coniugano ai volumi squadrati, determinando dinamici giochi di luci e ombre.
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Views of the interiors, where the curving lines cross squared volumes, determining dynamic plays of light and shadow.
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L’area dell’intervento è situata a nord di Milano, tra viale Monza e via Breda; una zona attualmente interessata da numerosi interventi di riqualificazione e riconversione degli ex spazi industriali dismessi in aree residenziali. Il lotto di progetto si sviluppa con una forma regolare e allungata all’angolo sulle vie Doberdò e Fortezza, con un lungo affaccio sulla prima e senza presenze storiche significative. Il programma si concentra sulla ricerca di una nuova qualità dell’abitare contemporaneo, sviluppata in modo atipico e personale. La libertà delle aggregazioni tipologiche, gli spazi aperti inondati dalla luce e le grandi vetrate che creano continuità con le generose appendici esterne configurano il progetto e si traducono in una architettura forte e riconoscibile che rifugge con decisione dalle convenzionali tipologie condominiali. Dal punto di vista funzionale il progetto disegna abitazioni di varie metrature, tipologie e tagli diversi, dal monolocale all’alloggio di quattro locali arrivando al super attico, mediante volumi disaggregati che consentono di ricavare ampie terrazze. I tre piani destinati ad autorimesse, di cui due interrati, accessibili dall’androne carraio, ricavato sul limite ovest del lotto, sono raggiungibili da un articolato rincorrersi di rampe e corselli. I sei livelli superiori sono destinati alle 50 abitazioni: l’ingresso pedonale, posto su via Fortezza, si sviluppa parallelamente alla stecca del piano primo e permette di raggiungere i tre corpi scala con i rispettivi ascensori. L’architettura è l’espressione di un calcolato dialogo tra la vibrazione delle materie e la libera composizione di colori primari in cui si incrociano la scomposizione dei volumi e l’articolazione delle forme. L’attacco al suolo è realizzato con uno zoccolo metallico che ricalca l’intera sagoma del lotto, tubolari in acciaio trafilati creano un’alternanza tra vuoti e pieni e si prolungano oltre la copertura delle rimesse fungendo da parapetto per le terrazze poste al primo livello. Il primo piano, a copertura dei box, è costituito da una stecca che corre continua parallela a via Doberdò; dal secondo piano fino alla copertura le tre torri dei collegamenti verticali in cemento armato divengono simbolicamente i pilastri su cui si affrancano i diversi volumi che ospitano le residenze. I vani scala scandiscono quindi tre corpi indipendenti, ortogonali alla stecca del piano primo, costruiti con rigore e modularità sulla facciata principale, lungo via Doderdò; gli stessi volumi si “sospendono” sul lato nord disegnando tre portici a doppia altezza caratterizzati da intradossi arcuati e scavati che si contrappongono perpendicolarmente allo zoccolo e al piano sesto. Il piano attico, riprendendo la morfologia del primo, si libra su pilotis, staccandosi dal livello sottostante e ponendosi come ponte sospeso a ricucitura delle volumetrie differentemente articolate dei piani inferiori. Un gioco di contrapposizione si ritrova continuamente tra la materia “piena” della “C” in zinco-titanio antracite e i “vuoti” delle vetrate continue segnate da esili traversi metallici che sottolineano l’andamento orizzontale e fungono da filtro trasparente tra il dentro e il fuori. Volumi vetrati nei colori primari escono dal filo di facciata cercando nuove forme di ibridazione tra architettura e contesto; pareti metalliche traforate filtrano e riverberano la luminosità, disegnando particolari aperture. I quattro assi cardinali informano il disegno dei prospetti: a sud ampie vetrate per accogliere la luce opportunamente filtrata da grigliati metallici con doppia funzione: brise soleil e manutenzione facciate, improvvisamente interrotte dai “cubi-serra” multicolori che si protendono nel vuoto; a nord affacci contenuti verso le proprietà confinanti, inseriti in un particolare disegno di pannellature metalliche cieche; a ovest, varianza materica alternando aperture calibrate e improvvisi aggetti inseriti all’interno di pareti rivestite in lamiera piena (rossa, gialla, blu) disegnata a patchwork e che gradualmente e variamente si sgretola verso sud in una serie di bucature progressive da micro a macro, quasi a cercare la dissolvenza della materia; a est articolata e varia con alternanza di vetrate, bovindi e finestrature irregolari.
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The project area is located to the north of Milan between Viale Monza and Via Breda; a zone currently undergoing plenty of redevelopment work and converting of abandoned old industrial spaces into residential areas. The project site has a regular elongated form at the corner of Via Doberdò and Via Fortezza, with a long front along the former and no noteworthy old constructions of any significance. The programme focuses on raising the standard of modern-day living in an untypical and very personal way. The free way in which the various typological aggregations are set out, the open spaces flooded with light and the large glass windows knitting in smoothly with the generous outside slopes combine to create a highly distinctive and powerful work of architecture, which is distinctly different from conventional condominium designs. From a functional viewpoint, the project features homes of various sizes, shapes and styles, ranging from single bedroom flats to fourroom apartments and even super antics, working around disaggregated structures allowing the creation of spacious terraces. The three levels designed for holding garages, two of which underground accessible along the driveway over on the west edge of the plot, can be reached along an intricate layout of ramps and pathways. The six upper levels accommodate 50 apartments: the pedestrian entrance, located over on Via Fortezza, is set parallel to the first floor block and provides access to the three stairwells and their respective lifts. The architecture embodies carefully calculated interaction between vibrating matter and a free layout of primary colours, as structural decomposition meets articulated forms. The building is attached to the ground by a metal block tracing around the outline of the plot. Drawn steel tubes create a combination of empty spaces and solid structures extending beyond the garage roof to provide a parapet for the firstlevel terraces. In the foreground, covering the garages, there is a block running seamlessly parallel to Via Doberdò; the three reinforced concrete towers housing the vertical links running from the second floor to the roof symbolically form the columns flanking the various structures accommodating the flats. The stairwells create three separate structures, set at right angles to the first floor block, constructed with modular precision along the main façade in Via Doderdò; these same structures are “suspended” along the north side to create three double-height porticos with arched and hollowed-out intradoses, which contrast perpendicularly with the main block and sixth level. The attic level, which has the same morphological form as the first level, is freely set on pilotis to break free from the underlying level and provide a suspended bridge to knit together the various structures set out in different ways over the lower levels. There is constant interplay focusing on the contrast between the “solid” matter of the “C” made of anthracite zinc- titanium and the “empty spaces“ of the curtain glass windows marked by thin metal fixtures to underline the horizontal layout and acting as a transparent filter between the inside and outside. Glass structures in primary colours jut out of the façade in search of new forms of hybridisation between architecture and setting; perforated metal walls filter and reverberate the light, describing peculiar openings and apertures. The four cardinal axes inform how the elevations are designed: wide glass windows to the south take in light suitably filtered through metal grids serving a dual purpose: sunscreens and maintenance work on the façades, suddenly interrupted by the multicoloured “glasshousecubes” extending into space; to the north, smaller fronts project towards the surrounding properties, set in carefully designed blank metal panelling; to the west there is an alternating combination of carefully constructed apertures and sudden overhangs set in walls covered with patchwork patterns of solid sheet metal (red, yellow, blue), which gradually dissolve towards the south into a series of holes (gradually increasing in size from micro to macro) apparently exploring the dissolvent nature of matter; to the east there is a carefully laid out alternating pattern of glass windows, bow windows and irregular shaped windows.
Credits Project: arkpabi - Giorgio Palù & Michele Bianchi Team Project: Nicola Bignardi, Verdiana Baldassarre, Andrea Milanesi, Sara Bodini, Fabio Mantegazza, Chiara Scansetti, Cesare Cervi, Andrea Mariano, Tiziana Magnani, Manù Paris, Minja Kim Structures: FV Progetti/Giacomo Sordi Consultancy for works management and auditing: Fabio Azzali, Silvio Battaglia General Contractor: Arte Immobiliare Metal Works: Racchetti Alvise Carpenteria Metallica Fixtures, outside cladding and façade systems: Coppa Serramenti (Main contractor), Schüco International Italia (Profiles), AGC Flat Glass Italia (Glasses), Alucobel (Façade Systems) Materials: Otefal (Coloured Aluminium), Umicore Marketing Service Italie (Anthra zinc), Alpewa (Roofinox) Screens and shutters: Silent Gliss Italia Waterproofing and insulation systems: Alucobel Client: Arte Costruzioni
Matteo Piazza
Giorgio Palù & Michele Bianchi architetti Attici di via Doberdò, Milano
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Particolari dell’articolata aggregazione volumetrica della palazzina residenziale. 50 appartamenti di tipologie, tagli e metrature diverse si sviluppano su sei piani, mentre tre piani di cui due interrati sono destinati ad autorimesse. Nella pagina a fianco, particolari costruttivi dei bow window. Nelle pagine successive, dal basso in alto pianta del primo piano, sezioni trasversali e longitudinale, piante del secondo, quarto e sesto piano.
Details of the intricate structural layout of the residential building. 50 apartments of different styles, shapes and sizes set over six levels. There are also three levels (two underground) providing garage facilities. Opposite page, construction details of the bow windows. Following pages, from bottom up, plan of the first floor, cross and longitudinal sections, plans of the second, fourth and sixth floors.
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Luca Nichetto Luca Nichetto (Venezia, 1976) studia all’Istituto d’Arte e poi allo IUAV, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove si laurea in Disegno Industriale. Inizia nel 1999 a disegnare per Salviati alcuni prodotti in vetro di Murano e quindi consolida il proprio sodalizio con Foscarini, azienda per la quale oltre a firmare alcuni prodotti collabora in qualità di consulente per la ricerca di nuovi materiali e sviluppo prodotto (2001-2003). Dal 2006 è socio fondatore della Nichetto& Partners, studio che all’attività di Industrial design affianca quella di Design consultant. Oltre all’interesse e alla ricerca sviluppati come progettista, Nichetto è impegnato nel settore universitario dove partecipa a lezioni e workshop in Italia (IUAV di Venezia, La Sapienza a Roma, I.R.I.G.E.M. di Vicenza) e all’estero (Kansas University). I suoi lavori sono stati esposti in occasioni di mostre collettive in Europa, Stati Uniti e Giappone. Attualmente progetta per aziende quali Foscarini, Moroso, Kristalia, Salviati, Meritalia, Casamania by Frezza. www.lucanichetto.com
a a pa ge , pa g i n e Nella o/oppositlibreria fianc rending, y Corian, Neve okcase b o in/bo etto unic /unique prog zzato per have a reali ct for “I , 2007. projem! 2007” drea
or door de o f a r ia l in sensooor lamp my be set outd one. It ma to + silic a table, the air, i c he t da N ( y r Jer ), lampa le in upon e nde d i n e d t o i a t i Tin isensor terno o susp atly hook, L 16 mult ne da es or ner objects H 27 cm. silicono. othe P 14 cm, inter ssere ospesa o cm , Può eggiata, s iata ad a ppo e a gga nc u l t i venir oggetti/m a lt r i
c t by 6 . 0 produ o da/ rezza, 20 t t o d Pro mania F it ezza. Casa a by f r i n a m .casa www
DESIGN Luca Nichetto was born in Venice in 1976 where studied first in Institute of Art and then to the IUAV, University Institute of Architecture of Venice where graduates in Industrial Design. From 1999 he begins his professional activity drawing his firsts products in Murano’s glass for Salviati. In the same year he begins the association with Foscarini for that, besides to sign some products, collaborates also like consultant for the search of new materials and for products development (2001-2003). In 2006 he founded his studio office and created the Nichetto & Partners firm which has as main activities Industrial design and Design consultancy. Besides the interests and activities as a researcher and a designer, Nichetto also takes part in lessons, workshops and exhibitions in Italy (IUAV di Venezia, La Sapienza a Roma, I.R.I.G.E.M. di Vicenza), Europe, United States (Kansas University) and Japan. Today, Luca Nichetto works with a lot of brands as Foscarini, Moroso, Kristalia, Salviati, Meritalia, Casamania by Frezza. www.lucanichetto.com
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Delineodesign
carpe e di s n o i z Colle lcio e tion of da care/collec isure leisu er and le socc s. shoe
Delineodesign è una struttura di progettazione fondata nel 1999 da Giampaolo Allocco a Montebelluna (TV). La progettazione industriale e le esperienze presso importanti aziende produttrici di scarponi da sci sono all’origine del percorso formativo del fondatore, che ha maturato significative esperienze presso realtà industriali di rilievo quali Benetton, Aprilia, Beretta, Fiat ecc. L’équipe di giovani progettisti che Allocco ha riunito, tutti provenienti dallo IUAV di Venezia e dalla Scuola Italiana Design di Padova, si afferma per la compresenza di competenze diverse che spaziano dal design di prodotto, alla sua cosmesi, fino alla progettazione 3D che precede la realizzazione dei prototipi e alle specifiche di stampi. Alla progettazione industriale si affianca un comparto che si occupa più in generale di corporate identity offrendo quindi alle aziende una consulenza completa. Molti i riconoscimenti ottenuti tra cui la selezione ADI index 2006 con il progetto scarponi mutanti da telemark Power Carbon; la Medaglia d'oro 2006 al Concorso Young e Design, premio speciale Tiziana Mascheroni con lo sgabello Bull disegnato per il Gruppo IFI; una Menzione speciale al concorso ‘Y&D 2005 con la lampada Simpaty. Rossignol Lange, USP, Minardi Formula One, Dalbello, Derby, Carraro Cicli SpA, Crispi Sport, LineaItalia Gruppo Doimo, Casamania by Frezza, Gaerne SpA, Coop, Gruppo IFI, Kristalia, Steelmobil, Gaber, Tumidei SpA, OZ Racing, Bosa Ceramiche, Kinner, sono tra le principali aziende con cui collabora Delineodesign. www.delineodesign.it
DESIGN Delineodesign is a design firm established in 1999 by Giampaolo Allocco in Montebelluna (Treviso). The man who founded the company learnt his trade and gained his experience in industrial design working for leading ski boot manufacturers before furthering his know-how working for such important companies as Benetton, Aprilia, Beretta, Fiat etc. The team of young designers that Allocco has brought together, all coming from the IUAV in Venice and Italian Design School in Padova, has an outstanding combination of different realms of expertise ranging from product design to cosmetics and 3D design, which precedes the construction of prototypes and setting down of specifications for moulds. Alongside industrial design there is a department which deals with corporate identity in general, thereby providing the company with across-the-board consultancy. Among the acknowledgments that the firm has already received, it was selected for the 2006 ADI index for its project for mutant ski boots by Telemark Power Carbon; won the 2006 Gold Medal in Young and Design competition, the Tiziana Mascheroni special prize for the Bull stool designed for the IFI Group; and received special commendation in the ‘Y&D 2005 competition for its Simpaty lamp. The main companies Delineodesign works with include Rossignol Lange, USP, Minardi Formula One, Dalbello, Derby, Carraro Cicli SpA, Crispi Sport, LineaItalia Gruppo Doimo, Casamania by Frezza, Gaerne SpA, Coop, Gruppo IFI, Kristalia, Steelmobil, Gaber, Tumidei SpA, OZ Racing, Bosa Ceramiche and Kinner. www.delineodesign.it
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u /prod t t o da Prodoi, 2005. Crisp i . it .crisp www
m, Syste ower rponi P n o a Carb ma di sc disfare siste ce di sod capa ifferenti ni tre d ializzazio ark, spec ive Telemeeride in sport ismo e fr otto/ alpin ico prod ow boots un un m for sn three Systesatisfies ing that rent snow lemark, d i f f e i a l t i e s , t e g a nd spec taineerin ow three mounride are none ADI free e (Selezi 2006). in ongn Index D es i
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u /prod t t o da Prodoer, 2006. K i nn er.it . k i nn www
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c t by produ / a d tto Prodo ro, 1996. Carra i . it oc i c l arrar c . w ww
t t a da icicle zata in b , o z Kòreb lon reali nio. triath di carbo stato fibra nubrio è Il ma nato in e con diseg borazion bike c o l l a t r i a t h l on bon ITM/ with car dlebar made. The han gned fiber een desi ITM. has bther with t oge
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t by oduc da/pr 06. o t t o 0 Prod lmobil, 2 Stee t ob i l . i t e e lm s . w ww
Bull, sgabello con corpo a base triangolare in polietilene, struttura in acciaio e una maniglia annegata sul retro/Stool with triangular seat in polyethilene, with steel structure and an elegant handle on the back part of the seat, (Medaglia d’oro al Concorso Young e Design 2006, premio speciale/special prize Tiziana Mascheroni).
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se. ed for a i c ba s ceram can be u-garden Ortus l kitchen plants ema e smal ow small ed also , sist r to gr an be us r simply Ortus tuito da t li/ and ccutlery o vase for costi ici modu as a corative ers. identenitori in si as dets or flow c ont m i c a c he no p la n cera trano l’u ggiano s inca ltro e po nch’essa a ’ sull a base a su un ramica. sato per in ce essere u ole Puo’ vare picc iche o colti e aromat sate o piant porta po e da come per piant ar vaso ro/modul of three deco m made mic systetical cera ners that iden es/contai th piec h one wi est on a matc her and r a not
y uc t b /prod, 2005. a d o t e t Prodo Ceramich . it ibero Bosa he @ l c i m _cera bosa
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Design Group Italia Design Group Italia, oggi diretto da Edgardo Angelini, Ross De Salvo, Sigurdur Thorsteinsson e Gabriele Zecca, nasce a Milano nel 1968 per iniziativa di Marco Del Corno. Il percorso dello studio è ricco di importanti riconoscimenti ufficiali nel settore del progetto, come il Compasso d’oro (ADI - Milano), il premio IF (Industrie Forum Design - Hannover), il Design Innovation - Red Dot (Design Centrum Northrein Westfalen), il BIO di Lubijana, il Design Auswahl (Design Center Stuttgart), il JANUS de l’Industrie (Institut Francais du Design Industrielle, solo per citarne alcuni. Tra i principali clienti, realtà multinazionali come ABB, 3M, Unilever, Kone, Barilla e Artsana, ma anche realtà industriali meno complesse ma sempre volte all’eccellenza e all’innovazione, come “66° North”, Chiesi Farmaceutici, Magis, Etto, Comelit. Design Group Italia ha sviluppato negli anni un approccio creativo e progettuale tagliato sui diversi settori in cui operano i propri clienti analizzandone gli scenari strategici, le tecnologie di produzione e l’immagine. Oggi si distingue per la sua capacità di progettare in settori eterogenei e per mercati tra loro molto distanti dallo spazzolino da denti all’interruttore elettormagnetico. Lo studio è organizzato nelle divisioni Industrial design, Brand design e design strategico, Grafica e packaging design, oltre alla divisione speciale FoodLab. Un approccio al progetto, in cui convergono in modo complementare diverse culture teoriche e applicative quali il design, la grafica, il consumer marketing, la conoscenza delle tecnologie di produzione e dei materiali. www.designgroupitalia.it
Betamax e Beta, gamma professionale di pinze e tronchesi. Progettate e prodotte nel 2005 sono state inserite nel nuovo catalogo dei prodotti Beta 2006. L’impugnatura, è caratterizzata da tre zone funzionali: area di protezione, separa e protegge la mano dai becchi e taglienti della pinza; area di controllo, comprende le zone su cui agiscono il pollice e l’indice con funzione di orientamento e movimento di precisione della pinza; area di forza, sono le due parti terminali dell’impugnatura più lontane dal fulcro di rotazione dove si agisce con massimo sforzo. Il componente interno rigido è in PP e i componenti morbidi in TPE massimizzano il comfort d’uso con funzione antiurto e antiscivolo.
DMS 710, video proiettore compatto per Home Theatre che, grazie al nuovo sistema di proiezione brevettato Vikuiti™Super Close Projection (SCP), permette di avere immagini di alta qualità, molto grandi proiettate da distanze
ravvicinate allo schermo. Ciò permette di posizionarlo in fronte allo spettatore e non più alle sue spalle.
DMS 710, compact Home Theatre video projector, which, thanks to the latest Vikuiti™Super Close
Projection (SCP) patented projection system, provides high-quality large-size pictures projected close up to the screen. This means it can be positioned in front of the viewer and not behind him or her.
u /prod t t o da Prodo2006. 3M, om .3m.c www
c t by
DESIGN Design Group Italia, now run by Edgardo Angelini, Ross De Salvo, Sigurdur Thorsteinsson and Gabriele Zecca, was set up in Milan in 1968 by Marco Del Corno. The company can already boast a wide range of official recognition in the field of design, such as the Golden Compass (ADI - Milan), the IF Prize (Industrie Forum Design - Hanover), the Design Innovation - Red Dot (Design Centrum Northrein Westfalen), the BIO from Ljubjana, the Design Auswahl (Design Center Stuttgart), the JANUS de l’Industrie (Institut Francais du Design Industrielle), just to mention a few. Its main clients include multinational companies like ABB, 3M, Unilever, Kone, Barilla and Artsana, as well as less complex industrial enterprises equally striving for excellence and innovation, such as “66° North”, Chiesi Farmaceutici, Magis, Etto, Comelit. Over the years Design Group Italia has developed a creative approach to design in the various sectors in which its own clients work, analysing its strategic sectors, manufacturing technology and image. The company now stands out for its ability to design for a range of quite different and distant sectors and markets, embracing everything from teeth to electromagnetic switches. The firm is organised into the following departments: Industrial Design, Brand Design and Strategic Design, Graphics and Packaging Design, as well as the special FoodLab Department. An approach to design in which various different theoretical and practical fields of expertise come together, such as design, graphics, consumer marketing, and know-how in manufacturing technology and materials. www.designgroupitalia.it
Betamax e Beta, professional range of gamma of pincers and nippers. Designed and manufactured in 2005, they have been included in the new catalogue of Beta 2006 products. The grip has three functional sections: a
protective area, control area, including the parts where the forefinger and thumb carefully direct and guide the pincers; the power area formed by the two end parts of the grip furthest from the rotation point
ur, by Conto5. g n i g 0 a Pack ch 3M, 20 Scot
ct b produ o da/ 2006. t t o d Pro ch 3M, Scot om .3m.c www
c t by
u /prod to da 2006. t o d o Pr , 2005/ Beta . it t oo l s . be t a w w w
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providing maximum force. The rigid internal section is made of PP and the soft components made of TPE make it as comfortable as possible, resistant to bumps and bangs and slip-proof.
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Paper Cutter, taglierina per carta che, grazie alla lama protetta, evita il pericolo di tagliarsi e che si rovini la lama.
Paper Cutter, which, thanks to its protective blade, means there is no risk of cutting yourself or ruining the blade.
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Giuria/Jury: Ma Guoxin, Ji Han, Hongxing He, Zhen Wang, Kecheng Liu, Jean Beaudoin, Yanchuan Liu, Ben Niu Committente/Client: Xi’an Qu Jiang New District Administration Committee
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Italia/Italy – Padova Auditorium della città Progetto per la realizzazione di un Auditorium che dovrà ospitare tutti i tipi di musica, essere multifunzionale e diventare sia un elemento di identità urbana che un centro di riferimento a scala provinciale e regionale. City Auditorium Competition for the project of an Auditorium which will host al kinds of music; the brief asked for a multifunctional building capable to become an element of urban identity and a reference centre for the province and the region.
Concorso internazionale per il rinnovo del Forum des Halles Concorso per la ricostruzione di questa “porta” di ingresso al centro di Parigi. Era richiesta un’architettura capace di dialogare con i monumenti esistenti, coi giardini e gli spazi pubblici limitrofi. L’edificio deve inoltre rispondere alle qualità architettoniche di trasparenza, leggerezza, accessibilità e qualità ambientale. International Competition for the Renovation of Forum des Halles Competition for the renovation of this “gate” to the city centre of Paris. The brief asked for an architecture able to dialogue with the existing monuments and of blending with the surrounding gardens and public spaces. The building should express a transparent, light, accessible architecture of environmental quality.
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Giuria/Jury: Bertrand Delanoë, Jean-Pierre Caffet, Pierre Mansat, Jacques Boutault, JeanFrançois Legaret, Florence Berthoux, Jacques Herzog, Dominique Jakob, Willem Jan Neutelings, Rudy Ricciotti, Kajuyo Sejima, Ann-José Arlot, JeanMarie Duthilleul, David Mangin, Philippe Meyer, Elisabeth Bourguinat Committente/Client: Direction de l’Urbanisme de la Ville de Paris
7 Vincitore /Winner Alberto Cecchetto (capogruppo). Finalisti/Shortlisted Archea Juan Navarro Baldeweg David Chipperfield Architects Odile Decq - Benoît Cornette Architectuurstudio Herman Hertzberger Arata Isozaki Associati Kada e Wittfeld Architekten Aies Mateus & Associados Van Berkel En Bos UN studio
Vincitore/Winner 1. Patrick Berger & Jacques Anziutti, Mathieu Mercuriali (architecte assistant chef de projet) Ingerop, Base Consultants Architetti Invitati/Invited Teams 2. Paul Chemetov (architecture urbanisme museographie), Jpr Conseils et Environnement, Khephren Ingénierie, Index Bet, A.E.I. 3. Pierre Du Besset et Dominique Lyon, Technip TPS, 4. Jacques Ferrier, HL-PP Consult, C&E Ingenierie, Tribu, Delporte Aumond Laigneau 5. Massimiliano Fuksas Architecture, Betom Ingénierie, Knippers Helbig Bertende Ingeneure, Architecture et Technique, Altia, Cap Terre 6. Mansilla + Tunon Arquitectos, Gravier Martin Camara Architectes, Estudi Acustic Higini Arau (acoustics), Batiserf (structure), Louis Choulet (fluides), Agence Sophie Brindel – Beth (HQE), Bureau Michel Forgue (economy) 7. Marin + Trottin + Jumeau Architectes, Périphériques, Marciano Architecture, OTH Ingénierie, OTH Consult, Soa Sarl Architecte, Peutz et Associés Acoustique 8. Stéphane Maupin – Fantastic, Arm Architectures - Poitevin & Reynaud, K-Architectures, Fabrice Bougon (economy), DVVD-Daniel Vaniche (structure and façade), OTH Ingenierie, OTH Consult, Autobus Imperial (graphics and signalling) 9. Marc Mimram, François Leclercq, Marc Mimram Ingénierie, Alto Ingénierie, Hubert Penicaud 10. Toyo Ito and Associates Architects, Extra Muros Architecture, Bureau Michel Forgue (economy), Ove Arup and Partners (structure), Setec Bâtiment (environment), Transsolar Sous Traitant Environnement, SETEC, Gnefo Consultant (security)
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Giuria/Jury: Gonçalo Byrne, Michel Desvigne, Massimiliano Fuksas Committente/Client: Comune di Padova
COMPETITIONS
New Silkroad Cultural Park Il programma prevede la realizzazione di un percorso tematico sulla Via della Seta tra Cina ed Europa, lungo il quale saranno realizzate 9 stazioni culturali, ognuna delle quali rappresentativa delle culture attraversate dalla Via della Seta. The New Silk Road project is exploring, through defining innovative urban spaces, the impact of the intensifying global communication and travel upon the merging of cultures. Beyond a sequence of autonomous formal landmarks, the 9 cultural areas of New Silk Road will define the public spaces of the Qu Jiang new district and contribute to provide high quality of urban context to its residents and visitors.
Francia/France – Paris
Vincitore/Winner Section 1 Massimiliano Fuksas Vincitore/Winner Section 2 Snøhetta Vincitore/Winner Section 3 NOX Architekten Vincitore/Winner Section 4 3LHD; Sasa Begovic, Marko Dabrovic, Tatjana Grozdanic Begovic, Silvije Novak, Irena Mazer, Krunoslav Vincitore/Winner Section 5 WORK Architecture Company; Amale Andraos, Dan Wood Vincitore/Winner Section 6 Antoine Predock Vincitore/Winner Section 7 Atelier Big City, Version Paysage, Randy Cohen, Howard Davies, Anne Cormier Menzione d’onore/Honorable Mention THINK
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Cina/China – Xi’an
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Italia/Italy – Roma I Giardini della Vite 2007 - La Vite nell’Architettura del Paesaggio Premio internazionale con la finalità di promuovere l’architettura del paesaggio e l’arte della vigna. L’azienda, una volta scelto il vitigno, preferibilmente fra quelli della sua produzione, ha incaricato un proprio paesaggista per progettare un piccolo ambiente armonico attenendosi al percorso storico e geografico relativo alla scienza delle costruzioni della vigna. Ogni singolo lotto era di 4,0x6,0 m. Gardens of the Vineyard 2007 – Vineyards in the Landscape International award to promote landscape architecture and the art of vineyard. Wineries, once chose a vine species, among those of their production, committed a landscape architect to design a small, harmonic environment respectful of the history and geography of the vineyard. Every environment is 4,0x6,0 m.
1° Giorgia De Pasquale; Concetta Falanga, Lara Riguccio 2° Cristiano Baldinotti, Alessandro Bini, Francesco Cisani, Enrica Bizzarri 3° Maurizio Morino
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Giuria/Jury: Caterina Nucci, Mauro Masullo, Ennio Maccari Committente/Client: ANTA 1°
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COMPETITIONS + europaconcorsi
A Built Environment
Zumtobel Group/Aedes
Vincitore/Winner Federal Building San Francisco: Morphosis Architects Menzioni d’onore/Honorable Mentions 1. Federal Environmental Agency Office Building, Dessau: Sauerbruch Hutton Architects 2. New Sidwell Friends School, Washington DC: Kieran Timberlake Associates 3. METI-School, Rudrapur, Bangladesh: Anna Heringer and Eike Roswag 4. S-House, Böhnheimkirchen: GrAT-Centre for Appropriate Technology, University of Technology Vienna
Premio per la sostenibilità e l’umanità nell’ambiente costruito,
Il premio intende promuovere soluzioni di architettura e ingegneria sostenibile che si distinguono per il loro notevole contributo a un futuro più equo, vivibile e umano. Nella categoria “Ambiente Costruito” il premio è offerto a opere di eccezionale valore realizzate negli ultimi due anni siano esse di architettura, ingegneria o urbanistica, che rispondano alle attuali e future necessità di sostenibilità. Nella categoria A1° “Ricerca e Iniziativa” vengono premiati progetti innovativi di ricerca o iniziativa sociale legati all’architettura e all’ambiente costruito che siano sviluppati e gestiti da organizzazioni non governative o da gruppi o individui indipendenti.
B Research and Initiative Vincitore/Winner Solar Updraft Tower, Australian Desert: Schlaich Bergermann Solar Menzioni d’onore/Honorable Mentions 1. Alluvial Sponge Comb, Research project on flood protection: Anderson and Anderson Architecture 2. Open Architecture Network, Internet based open source architecture platform: Architecture for Humanity
Award for Sustainability and Humanity in the Built Environment, Zumtobel Group/Aedes
The award aims to promote outstanding sustainable solutions in architecture and engineering that make a notable contribution to a liveable, sustainable, equitable and more humane future. The award in the “Built Environment” category is offered for exceptional architectural, engineering or urban design projects A1° realised within the last two years that meet current demands for sustainable living and envisage the needs of the future. In the “Research and Initiative” category, the award is offered for an innovative, current research project or social initiative in architecture and the built environment, developed and run by non-governmental organisations, universities or independent groups and individuals. Giuria/Jury: Stefan Behnisch, Yung Ho Chang, Colin Fournier, Peter Head, Andreas Ludwig, Enrique Norten, Kazuyo Sejima, Peter Sloterdijk, Anna Tibaijuka Promotore/Founder: Zumtobel Group Curatore e organizzatore/Curator and A1° organiser: Aedes Architecture Forum
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LA PAGINA GIALLA/ THE YELLOW PAGE
Estetica della rinuncia Documenta 12 Kassel
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siste un’estetica della rinuncia? Della rinuncia ai valori artistici, della rinuncia alla temporalizzazione del lavoro artistico, cioè alla sua contestualizzazione? Esiste un’estetica della rinuncia al bello a favore della mera spettacolarità scevra di impegno artistico, o non necessariamente connessa con esso? Dopo aver visto Documenta 12 la risposta è sì. Il curatore e il direttore artistico della rassegna, Ruth Noack e Roger M. Buergel, hanno inteso, dichiaratamente, allontanarsi dalla rappresentazione a favore de l l a produzione , a f avore di “un’esperienza spettacolare”, dove l’”opera d’arte” (parola dai critici opportunamente messa fra virgolette) e il pubblico si incontrano e si qualificano. Come l’opera si possa qualificare a contatto col pubblico è un alambicco che incuriosisce molto. Vero è che, come loro scrivono, “ l’ esperi enza est e ti c a cominc i a dove cessa il significato convenzionale”. Ma non dimentichiamoci che l’esperienza estetica non esula da quella artistica, e l’esperienza artistica ha sue esigenze specifiche alle quali non si può abdicare se non a costo di f are operazione sociologica, antropologica, se non populista. Sicché i curatori non si
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sono minimamente preoccupati della qualità, o di un minimo di qualità (forse per questo a Documenta non c ’ è un solo art ist a i t a l i ano?), e neanche di dare conto di un aggiornamento dello stato dell’arte a livello internazionale. Essi infatti hanno fatto un pout porri di lavori mescolando opere recenti con altre remote persino degli anni ‘70 (Niente male come appuntamento quinquennale di aggiornamento!). In compenso i due giovani e inesperti (stante al loro C.V.) ragazzi di strada hanno saputo accattivarsi l’attenzione di quasi tutte le testate d’arte del mondo coinvolgendo preventivamente i rispettivi direttori a intervenire sui seguenti temi: “Problemi di modernità ”, “Vita nuda ”, “Educazione”. Da quale pulpito… Modernità: ne ignorano il significato; vita nuda: avrebbero fatto meglio a darsi a una perfor m anc e di denudamento mostrandosi così in tutt a la loro insulsaggine e irresponsabilit à ; educ azione: quale?, quella della amoralità? Un tale impegno neoestetico valeva la pena lanciarlo, da quella pla t e a t edesc a, con ampi fondi, pre cisamente 19 milioni di euro, metà dei quali pubblici (municipalità e Stato di Hessen).
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s there such a thing as an aesthetics of giving up? Giving up on artistic values, giving up on setting a work of art in its historical context? Is there an aesthetics of giving up on be auty in f avour of m ere spectacle bereft of all artistic engage m ent or, at least, not necessarily connected with it? After witnessing Dou m ent a 12, I would say the answer is yes. The curator and artistic director, Ruth Noack and Roger M. Buergel, have admittedly distanced the mselves from representation in favour of production, in favour of “a spectacular experience” in which the “work of art” ( an expression which the critics have aptly put in inverted comm as” ) and the public co m e toge ther and qua lify e a ch other. It is fascinating to exa m ine how a work of art can be qualified by co m ing into cont a c t with the general pubic. The truth is that, as they have written, “aesthetic experience starts where conventional m eaning ends”. But let’s not forget that aesthetic experience does not lie beyond the real ms of artistic experience, and artistic experience has its specific ne eds whi ch c annot be ignored without resorting to m ere sociology, anthropology or even populism. The
curators have not bothered at all about quality or any trace of quality ( perhaps that is why there is not one single Italian artist at this edition of Docum enta?) and they have not even bothered to update us on the state of international art. They have actually m ade a potpourri of works m ixing re c ent works with others dating even as far back as the 1970s (not bad for a five-yearly exhibition designed to update us!). Yet these two young and inexperienced ( according to their CVs) fellow trave ll ers have m anaged to attract the attention of al m ost all the world’s art m agazines and journals, m ainly getting their editors to look at such issues as: “Problems of Modernity”, “Naked Life”, “Education”. But by what right…… Modernity: they do not know what it m eans; naked life: they would have been better off actually stripping the mselves to show just how bland and irresponsible they are; education: what education? An education in i mm ora lity? W as it re a lly worth launching this kind of neo-aesthetic project from this Germ an showcase, drawing on funds of 19 m illion Euro, half of which public funds (the State and city of Hessen).
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together M asterbe e in this book opens him itself up and tells a series of tales of adventure, travel and spiritual tension which really engage the reader. Indeed we advise you not read it if you are afraid of being conta minated by deep spirituality. It is written in the simple language of those with no mental reserves or strategies to hide behind, just a desire to make things speak: what there is and how it is. A distinguished m an of letters like Raniero Cantalamessa has written in his introduction to the book that “The problem was not reading Mendicante di luce , but stopping reading it”. And, from another vantage point, Erich Fromm said that: “Bee, an artist and master of deep meditation: his is the art of being”. And Allen Ginsberg: “My friend Bee’s art gives off an energy that grips me and conveys to me a sense of the mysterious”. In actual fact this beggar for light teaches us som ething about light that we should all learn, on every level.
Un maestro di spiritualità Spiritual Master
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Carmelo Strano
hi può dare t anto di chi ara di poter dare poco e niente, chi è nella luce, dichiara di essere, come fa Masterbee, Mendicante di luce . E’ questo il titolo del volume uscito presso le Edizioni San Paolo, e curato da Kicka, compagna di luce, di vita e di arte di Masterbee. Questo guru occidentale (è di origine svizzero-tedesca) è infatti anche un artista di alto valore. Non si tratta del caso di un personaggio di speciale spiritualità che traduce in immagine figurale i suoi voli spirituali. Egli era artista (e anche affermato) prima di incontrare la via del Tibet e del Gange, prima di abbandonarsi nella via senza ritorno della meditazione trascendentale e delle energie cosmiche. Queste rarefazioni psichiche ad esempio sortiscono effetti di grande respiro e profondità in talune vetrate realizzate in Germania o anche in talune sue tele dedic ate al tema de ll’ Ulti m a Cena , dove universo orientale e quello occidentale si fondono Masterbee in questo volume
apre tutto se stesso, si racconta con episodi, fatti, avventure, viaggi, tensioni spirituali che prendono fortemente il lettore. Anzi sconsigliamo la lettura a chi avesse paura di essere contagiato da una profonda spiritualità. Il linguaggio è quello semplice di chi non ha riserve mentali né strategie da assecondare, ma ha solo da far parlare le cose, ciò che è e come è. Ha scritto nella sua introduzione al libro un prelato di alta cultura quale è Raniero Cantalamessa “La difficoltà non era leggere Mendicante di luce , ma smettere di farlo”. E, da un altro crinale, Erich Fromm: “ Bee, artista e maestro di meditazione del profondo: la sua è un’arte dell’essere ” . E Allen Ginsberg: “Dall’art e dell’amico Bee scaturisce un’energia che mi coinvolge e mi trasmette il senso del mistero”. In realtà da questo mendicante di luce giunge una lezione di luce a cui tutti, a qualsiasi livello, dovrebbero avvicinarsi.
hose with a lot to give claim they have just about nothing to give, those in the light claim, as in the case of Masterbee, to be a Beggar for light . This is the title of a book just published by Edizioni San Paolo and edited by Kicka, Masterbee’s comrade in light, life and art. This western guru (of Swiss-German descent ) is actually also a highly talented artist. He is not just a highly spiritual person who translates his spiritual flights of i m agination into figurative images. He was (a widely acclaim ed) artist before setting out on the road to Tibet and the Ganges, before giving himself over to a life (from which there is no way back) of transc endental m editation and cosmic energy. These psychic rarefactions produce, for instanc e, highly striking and profound effects in some of the glass windows created in Germ any or in some of his canvases devoted to the subject of the Last Supper, where the eastern and western worlds com e
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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
BLOG DI CARTA/PAPER BLOG A proposito degli Ordini, la sintesi dell’intervento di Amedeo Schiattarella, Presidente dell’Ordine degli Architetti, P.P.C. di Roma e Provincia
Ricostruire il pendio In Perugia Progetto: Claudio Giovagnoni Dei tanti modi di costruire architetture su un pendio, quello scelto da Giovagnoni per un edificio destinato a residenze e uffici a ridosso del centro storico di Perugia, è il più naturale ma meno frequente. L’area di progetto, prima dell’intervento, vedeva la presenza di una lunga fila di fabbricati fatiscenti, poi demoliti, che chiudevano completamente la vista e il passaggio verso monte, formando una vera e propria barriera. Riqualificare questo ampio brano di città ha dunque in prima istanza comportato la ricostituzione del naturale andamento del declivio esistente prima degli interventi di sbancamento e il recupero di una zona di respiro che si incunea fino al centro urbano. Stabilito tale concetto fondamentale, le scelte progettuali sono state dedotte di conseguenza: costruzione delle autorimesse ai piani interrati per colmare lo sbancamento; arretramento di 10 metri dalla strada; sviluppo del fabbricato longitudinalmente al pendio; susseguirsi di pieni e di vuoti che garantiscono nuovi percorsi di penetrazione e nuove prospettive visuali riaprendo il paesaggio monte-valle e la vista verso il parco. In pianta l’edificio presenta da due ali simmetriche ai lati del giardino – che ospitano le residenze – unite a valle da una testa dodecagonale destinata agli uffici – che racchiude una sorta di grande chiostro –, mentre a monte da un ponte. Al centro un corso d’acqua scorre fino al chiostro a simboleggiare l’originario Fosso della Cupa. I tamponamenti sono realizzati con muratura in cortina di mattoni (FBM “Perusia” Linea Antica) e pannelli di alluminio (Coim Serramenti), vetro e rame (Tegola Canadese), materiali che conferiscono all’architettura un cromatismo integrato nell’intorno.
Zeno Colantoni
Giovagnoni has chosen the most natural but least common way of constructing an architectural work on the hillside for a building meant both for residential and office space just behind the old town center of Perugia. Before work began on the project, this area featured a long row of crumbling buildings that were then pulled down. These dilapidated constructions used to totally cover the uphill view and landscape, forming an actual barrier. Thus, upgrading this large area of the town meant reconstructing the natural trend of the existing declivity before beginning earthmoving works and recovering a broad area that wedges its way toward the town center. The plan only took shape after this fundamental concept was established. The parking area was conceived in the underground floors so at to fill up the empty spaces; there was a 10-meter withdrawal from the street; the building develops longitudinally along the slope; fulls and voids follow one another, ensuring new entryways and new visual perspectives, reopening the hill-valley landscape and the view toward the park. The plan of the building reveals two symmetrical wings – which are reserved for housing – on the edges of the garden. These wings are united downhill by a dodecagonal structure – which is the office area enclosing a sort of large garth – and uphill by a bridge. In the middle, a stream flows towards the garth, symbolizing the former, ancient Fosso della Cupa. The building is faced with brickwork (FBM “Perusia” Linea Antica) and aluminum (Coim Serramenti), glass, and copper panels (Tegola Canadese); these materials endow the architectural work with hues that integrate well with their surroundings.
Viste dell’edificio per residenze e uffici in via Ruggero d’Andreotto a Perugia. A sinistra, pianta del quarto piano e sezione trasversale.
Views of the residential and office building in Via Ruggero d’Andreotto, Perugia. Left, plan of the fourth floor and cross section.
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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Lo spazio dello studio In Vitipeno
Piani in sequenza In Tours
Luci in periferia In Belfast
Progetto: Höller & Klotzner
Progetto: atelier234
Progetto: Kennedy Fitzgerald + Associates
Si colloca all’interno del polo scolastico di Vipiteno, e ne diventa parte principale, il nuovo liceo scientifico progettato dagli architetti Höller & Klotzner nella parte occidentale del centro storico altoatesino. Il piccolo campus scolastico (con scuole elementari e medie, sia in lingua italiana sia in tedesco) era stato realizzato nel dopoguerra in edifici costruiti ex novo e nel monastero attiguo alla chiesa di Santa Margherita. Del 1994 è invece il concorso per la costruzione di un nuovo liceo scientifico, per far fronte ad un progressivo e sensibile aumento del numero di studenti. Due assi di accesso, pressoché perpendicolari, costituiscono la struttura dell’impianto urbanistico dell’intervento: nord-sud, sul quale si aprono gli accessi principali delle singole scuole; est-ovest, che funge da collegamento con il centro cittadino. Tali assi, intersecandosi, si incontrano in una nuova piazza cittadina: uno spazio comune alle diverse scuole riservato a pedoni e ciclisti, e delimitato, a sud, dal lungo corpo di fabbrica del liceo scientifico. Un’ampia tettoia aggettante ne segnala inequivocabilmente l’accesso, che introduce a un lungo atrio, che a sua volta distribuisce, ai diversi livelli, due ali contrapposte. L’una, realizzata in vetro e cemento, accoglie le aule per la didattica, l’ufficio della direzione scolastica, la caffetteria e l’alloggio del custode. L’altra si divide in tre blocchi funzionali, rivestiti in lamelle di legno, con aule speciali, servizi igienici e biblioteca. Particolarità tecnologica e compositiva è la parete vetrata inclinata che si affaccia a sud. Oltre a consentire un aumento della volumetria ai piani superiori, essa gioca un ruolo chiave nel riscaldamento dell’edificio: l’aria calda che sale lungo la parete interna viene infatti aspirata e riutilizzata per riscaldare la scuola, assicurando un importante risparmio energetico.
L’intervento realizzato dal gruppo di atelier 234 per l’università di Tours riesce a conciliare con eleganza e semplicità due momenti spesso ricorrenti nel progetto contemporaneo, soprattutto europeo: affermazione di un nuovo linguaggio e rapporto con contesti storicamente connotati. I progettisti si inseriscono in un ambiente densamente edificato e connotato da un sistema viario labirintico, ordinando una nuova dimensione urbana in sintonia con la realtà e le architetture storiche della città. Ristrutturazione e ampliamento, in un’ottica di riorganizzazione del sistema di circolazione, sono i termini sui cui si struttura l’intervento. Elemento centrale del progetto, la costruzione del nuovo fabbricato che ospita 5 anfiteatri dai 200 ai 300 posti, aule e una sezione audiovisivi. I condizionamenti dovuti all’esiguità del terreno e all’esigenza di stabilire una continuità con la facoltà esistente, come il rispetto della regolamentazione urbanistica hanno portato alla definizione di un sistema compositivo concentrato in un unico corpo. In esso vengono quindi assemblati i nuovi spazi e le attività previste dal programma di estensione: i cinque anfiteatri sono organizzati su tre livelli, completati dalla presenza di 7 nuove aule, la sala per video conferenze e il polo per audiovisivi. Questo nuovo blocco si collega all’edificio esistente attraverso due spazi di mediazione affacciati su patii interni ampiamente vetrati che filtrano il passaggio tra vecchio e nuovo e consentono di aprire il cuore del complesso alla luce naturale dando respiro agli interni. Il rapporto con la strada, con la città storica, le sue architetture, i suoi allineamenti, hanno dettato le scelte linguistiche della nuova facciata. I materiali, dal cemento granulato simile alla pietra, al legno trattato a effetto bachelite, e l’articolazione di piani sfalsati composti in successione traducono con una grammatica contemporanea la relazione con il contesto storico. Il nuovo edificio, composto ed essenziale nella sua declinazione espressiva si afferma come momento di rinnovamento, segno architettonico contemporaneo, fresco e luminoso, proiettato nella città con un nuovo ordine, una nuova vitalità che si confrontano con le aspettative delle generazioni future. E.C.
A new school specializing in science education is now to be found within Vipiteno’s school system. Planned by the architects Höller & Klotzner, it will be located on the western side of the Alto Adige town center. The small school campus (with elementary and junior high schools offering instruction in Italian and German) was built in the postwar period in newly erected buildings and in a monastery adjacent to the church of Santa Margherita. However, it was in 1994 that a competition came out for a new highschool specializing in science, so as to meet a marked increase in the number of students interested in the field. Two almost perpendicular entryways make up the very structure of the plan’s urban layout. A north-south axis opens up the main access to each school; an east-west axis acts as a link with the city center. As they intersect, these axes meet in a new square: a common area for the various schools, for pedestrians and cyclists; southwards, this area is marked off by the new highscool’s long façade. A broad jutting canopy unequivocally marks the access to the school; the canopy leads to a long entrance hall from which, in turn, two contrasting wings develop on various levels. One is built in glass and cement, and holds the classrooms for teaching, the principal’s office, the cafeteria, and the caretaker’s apartment. The other is divided into three functional blocks wainscoted in wood paneling, with special classrooms, the bathrooms, and a library. A technological and compositive peculiarity is constituted by a glazed slanting wall facing southwards. In addition to offering more space on the upper floors, this feature plays a key role in heating the building: the hot air rising up the interior wall is drawn in and reused to heat the school, thus ensuring considerable energy saving. Electrical Plant: Thaler Reinhard General Contractor: Giolai Costruzioni/Seeste Bau/Elettrobeton Costruzioni generali
Metal Works Execution: MAEG Facade Systems: Gufler Holzwerkstatt Client: Provincia Autonoma Bolzano
Sopra, vista generale del Liceo Scientifico di Vipiteno (BZ), l’ingresso e scorcio degli interni.
Sotto, la facciata vetrata inclinata, pianta del piano terra, sezione.
Above, general view of Liceo Scientifico in Vipiteno (Bolzano), the entrance and views of
the interiors. Below, the inclined glass facade, plan of the ground floor, cross section.
Luce, colore e trasparenza sono gli elementi sui cui è giocata l’architettura di questo edificio, realizzato in una zona “dimenticata” nella periferia di Belfast. I progettisti, Kennedy Fitzgerald + Associates, hanno puntato sul rapporto tra variazioni cromatiche e luminose delle superfici vetrate per dar vita a un vero e proprio “landmark building” in grado di segnare un nuovo riferimento urbano, una nuova occasione di riscatto in un’area completamente abbandonata e priva di qualsiasi attrattiva. Una scelta coraggiosa, che la municipalità di Belfast ha voluto al fine di rivitalizzare il quartiere con una nuova offerta sia di attrezzature e di servizi, sia di immagine e di scenografie metropolitane. Non chiusura e rifiuto di una zona contraddittoria ma apertura, relazione, corrispondenza tra nuovo oggetto e contesto. Un elemento generatore di nuove energie che attraverso la sue pelle trasparente e luminosa diviene un nuovo polo di attrazione, un emblema architettonico declinato all’insegna della vitalità, della piacevolezza e della armonia di luci e colori. Lo studio del sistema di illuminazione è stato fondamentale nella resa finale dell’insieme, anche in conformità alle esigenze di risparmio energetico indicate dalla committenza. Massimo sfruttamento della luce naturale attraverso la presenza delle ampie superfici vetrate che delimitano lo spazio della piscina coperta orientata a sud. A completamento dell’illuminazione naturale, quella artificiale è risolta da apparecchiature di Zumtobel, che utilizzano un sistema di illuminazione fotosensibile e regolabile in base all’apporto di luce naturale. Di giorno attraverso la trasparenza del suo involucro, l’edificio si lascia piacevolmente invadere dalla luce naturale, mentre di notte si trasforma in un caleidoscopio di superfici colorate dai toni delicati e degradanti. La risposta dei cittadini non può che dare ragione alla scelta di progettisti e committenza per una struttura così leggera e trasparente; nonostante i problemi sociali propri delle zone urbane dimenticate, nessun atto vandalico è stato fino a oggi registrato e l’edificio sembra avere conquistato i favori anche del pubblico più difficile. Light, color, and transparency are the elements on which the architecture of this building is based, rising in a “forgotten” area in the outskirts of Belfast. The planners, Kennedy Fitzgerald + Associates, have focused on the relationship between the chromatic and luminuous variations of the building’s glazed surfaces to give life to an actual “landmark building” that is capable of marking a new urban reference point, a new opportunity to add value to an area that was formerly completely abandoned and lacked any kind of appeal. A courageous choice that the municipality of Belfast has promoted in order to revitalize a district by offering new facilities and services, a new image, and a metropolitan look. Closure and rejection of a contradictory area were replaced by openness, communication, and a correspondence between the new object and its context. This element has generated new energies, and through its transparent, luminous skin it has become a new center of attraction, an architectural emblem of vitality, pleasantness, and a harmony of lights and colors. The lighting system was fundamental for the final outcome of the ensemble, as it is also in keeping with the need for energy savings required by the customers. With broad glazed surfaces marking the area taken up by the covered swimming pool facing south, maximum use is made of natural lighting. Natural light filters into the transparency of the building during the day, while at night the structure is transformed into a kaleidoscope of colored surfaces in delicate, fading hues. Citizens have shown a favorable approach to the building, thus confirming the winning choice made by the planners and customers for such as light, transparent building. In spite of the social problems related to forgotten urban areas, no act of vandalism has been recorded so far, and the building seems to be in line with the tastes of even the most difficult public.
S. Andréï
L. Boegly
Credits Project: Höller & Klotzner Statics: Pföstl & Helfer Artist: Brigitte Kowanz Technical Plants: Mumelter Erwin
With elegance and simplicity, a project realized by the atelier234 group for the University of Tours combines two moments that often recur in contemporary (and especially European) plans: the establishment of a new language and a relationship with the historical context. The planners had to deal with a densely built area featuring a mazelike road network, and were to find a new urban dimension that would fit in with the city’s reality and its historical architecture. The work thus aims at reorganizing the circulation system through renovation and extension. The main element of the project is a new building holding 5 amphitheaters containing from 200 to 300 seats each, classrooms, and an audiovisual section. Due to the limited plot of land available, the need to determine a continuity with the the existing faculty, and respect for urban-planning regulations, the layout was to be concentrated in a sole body. Therefore, the new areas and activities which were part of the plan for extension works were assembled within this body. The five amphitheaters are laid out on three floors, with the addition of 7 new classrooms, a hall for video conferences and an audiovisual sector. This new block is connected to the existing building through two communicating spaces overlooking the widely glazed inner patios, which act as filters in passing from the old to the new and open up the heart of the complex to natural lighting, endowing the interior areas with a sense of great beadth. The language used for the new façade was influenced by its relationship with the street, the old town center and its architectural styles, and a scale relationship with its surroundings. Thanks to the materials used, which range from a stone-like grainy cement to treated wood offering a bakelite effect, as well as to the organization of a sequence of staggered floors, a contemporary grammar marks the building’s relationship with the surrounding historical context. The new building, composed and essential in its expressiveness, asserts itself as a moment of renewal, a contemporary, novel and bright architectural feature that casts itself into the city with a new sense of order and a new vitality that will be able to live up to the expectations of future generations.
90 l’ARCA 229
229 l’ARCA 91
Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Viste del modello e, in basso, pianta e sezioni, del progetto di Maurice Nio per l’ampliamento del Centro Pecci per l’Arte Contemporanea di Prato.
Views of the model and, below, plan and sections of Maurice Nio’s project for the extension of Centro Pecci per l’Arte Contemporanea in Prato.
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Sensore dei flussi In Prato
Riflessi dorati Contemporary Copper
Progetto: Nio architecten
Progetto: modulorbeat
Nel 1988 nasceva a Prato il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. La sua missione è stata quella di promuovere la sensibilità verso l’arte emergente – nazionale e internazionale – attraverso programmi di mostre temporanee, attività didattiche, di documentazione e informazione, spettacoli ed eventi multimediali. Oggi, dopo quasi venti anni di attività, il Centro Pecci raddoppia. In due sensi: amplia la propria sede e il programma culturale. Un’iniziativa destinata a penetrare e a coinvolgere il territorio attraverso una nuova architettura, per stabilire nuove relazioni fra il museo e la regione, fra l’arte e il territorio. Una tappa significativa nella realizzazione di una “rete” nazionale di centri per l’arte contemporanea di eccellenza, rispetto alla quale il romano MAXXI, museo nazionale delle arti del XXI secolo, ha l’ambizione di diventare punto di riferimento nel panorama italiano. Il progetto di ampliamento (la cui apertura al pubblico è prevista nel 2010), firmato da Maurice Nio, si inserisce in un territorio a vocazione industriale, economicamente fertile, ma ancora privo di segni architettonici di spicco. È concepito come estensione e raccordo della struttura museale esistente, realizzata da Italo Gamberini nel 1988 con un profilo ispirato al paesaggio industriale circostante. Il complesso si trova all’ingresso est di Prato, lungo la direttrice ad alto scorrimento che da Firenze conduce a Pistoia. Nio individua il primo obiettivo che il suo progetto è chiamato a raggiungere: dichiarare la presenza del Centro, evidenziarne gli accessi, invitare all’esplorazione dei suoi spazi, delle sue collezioni, delle mostre ospitate. In più, il progetto è pensato per integrare e riorganizzare la distribuzione dei percorsi, moltiplicando le possibilità di fruizione e di esposizione. Denominato “Sensing the Waves”, il progetto mira a porsi come un’antenna, un sensore, un sistema in grado di intercettare le forme di creatività e le produzioni artistiche presenti sul territorio. La sua forma si presta alle più varie declinazioni della fantasia e dell’immaginazione: un disco, un anello, un’onda lunga, un ferro di cavallo, una nave spaziale, una virgola di luna, “un piercing”, come è già stato definito. Una presenza scenica, un segnale urbano, un elemento catalizzatore di attenzioni. Un oggetto che capta, sollecita reazioni, provoca visioni. “Rispetto al carattere rigido e meccanico della struttura preesistente, in parte ispirato all’architettura industriale di Prato, il nuovo progetto – racconta Nio – propone un linguaggio intessuto di forme fluide e sognanti. Abbraccia e circonda l’edificio originario, sfiorandolo solo quando è necessario”. Anche l’area verde intorno al Centro Pecci – già sede di una collezione open air – sarà riorganizzata e resa più fruibile, più visibile sia dai viali e dalle strade che circondano il complesso museale, sia dai grandi occhi, simili anche a oblò, che si aprono sull’anello. I nuovi ambienti del Centro Pecci sono distribuiti lungo il volume dal profilo anulare che abbraccia la struttura esistente. L’intervento si salda alle due estremità del complesso originario e si sviluppa su due livelli: quello inferiore ospita le funzioni ricettive e si apre verso la città attraverso una cortina vetrata che corre ininterrottamente da un’estremità all’altra dell’anello; quello superiore è destinato alle esposizioni e si offre all’esterno con un rivestimento in scaglie di bronzo. Trasparenza e opacità, concavità e convessità, masse leggere e masse gravi interagiscono continuamente creando un’atmosfera di curiosità che esorta all’esplorazione degli spazi, a una passeggiata guidata dalle differenze e allo stesso tempo dalle complementarietà. Poiché l’angolazione del pianomostre varia di continuo, all’interno si originano diverse atmosfere e possibilità espositive. In cima all’anello, in posizione laterale rispetto all’asse di simmetria del complesso museale, si erge l’“antenna” – che ancora una volta si può leggere come un fulmine nel cielo piuttosto che come un radiolocalizzatore – simbolo della missione del nuovo programma culturale: captare emergenze creative e segnalare la loro presenza sul territorio. Dice ancora Nio: “È un incrocio fra un corno e un’antenna. Sonda gli umori culturali, alla ricerca di nuove correnti”. Elena Tomei
The Luigi Pecci Contemporary Art centre opened in Prato in 1988. Its mission was to promote an awareness of emerging art (both national and international) through programs of temporary exhibitions, educational activities, documentation and information, shows and multimedia events. Now, after almost 20 years of activities, the Pecci Centre is doubling up. In two senses: it is extending its premises and also its cultural program. A project designed to make greater inroads into the surrounding area through a new architectural design intended to set up new relations between the museum and region, between art and the surroundings. An important stage in the creation of a national “network” of contemporary art centres of the highest standing. The MAXXI in Rome, the National Museum of 21st-century Arts, plans to become a sort of benchmark on the Italian art scene. The extension project (planned to open to the public in 2010), designed by Maurice Nio, will be incorporated in an economically fruitful area with a vocation for industry, but still lacking in any striking architectural landmarks. It is designed to be an extension and connection to the existing museum facility created by Italo Gamberini in 1988, whose profile is inspired by the surrounding industrial landscape. The complex is situated by the east entrance to Prato, along the highspeed road running from Florence to Pistoia. Nio has clearly indicated the project’s first objective: to draw attention to the Centre, marking its entrances and inviting people to explore its spaces, collections and the exhibitions it hosts. Moreover, the project is designed to integrate and reorganise the layout of pathways, multiplying the various ways the centre may be used and various means of displaying exhibitions. The project, entitled “Sensing the Waves”, aims to provide a sort of aerial or sensor, a system capable of intercepting the various forms of creativity and artistry found locally. Its form is a feast for the imagination and may be interpreted as a disk, ring, long wave, horseshoe, spaceship, crescent of the moon or even piercing, as it has already been described. A striking presence, an urban landmark and eye-catching feature. An object that draws you in, arouses reactions and stimulates visions. “Compared to the rigid and mechanical nature of the old facility, partly inspired by Prato’s industrial architecture -, the new project – so Nio tells us – draws on an interwoven idiom of fluid and dreamlike forms. It embraces and surrounds the original building, only actually touching it where necessary”. Even the landscaping around the Pecci Centre – which already hosts an open-air collection – will be reorganised and made more accessible, more visible from both the avenues and roads surrounding the museum facility and also through the big eyes, rather like portholes, which open onto the ring. The new premises of the Pecci Centre are set along the ring-shaped outline of the building enveloping the old structure. The construction is welded onto both ends of the original complex and develops over two levels: the lower level holds the reception facilities and opens up to the city through a glass curtain wall running seamlessly from one end of the ring to the other; the upper level is designed for hosting exhibitions and has an outside cladding of bronze scales. Transparency and opacity, concavity and convexity, light and heavy masses, all constantly interact to create an intriguing atmosphere, which encourages us to explore the spaces and wander around guided by the differences and, at the same time, the complementariness. Because the angle of the exhibition-level varies all the time, spaces with different atmospheres and different display possibilities are created on the inside. At the top of the ring, laterally to the axis of symmetry of the museum facility, there is an “antenna” – which may once again be interpreted as a lightening bolt in the sky rather than a radio-locator - symbolizing the mission of this new cultural program: to capture newly emerging artistry and draw the area’s attention to it. As Nio also says: “it is a cross between a horn and an antenna. Its probes the mood of the cultural scene in search of new currents”.
Come spesso accade, le architetture temporanee, proprio per il loro carattere di provvisorietà, offrono alcune delle più interessanti idee progettuali e sperimentazioni costruttive. È questo il caso del padiglione Centro Informazioni switch+, progettato dallo studio modulorbeat di Münster, alla sua opera prima, in occasione della “Skulptur Projecte Münster 07”, mostra che si svolge ogni dieci anni in questa città del Nord-Reno Westfalia, e che gode ormai di fama internazionale. L’edificio, un parallelepipedo alto 12 metri situato accanto al museo di Arte e Storia Culturale, è rivestito della nuova lega di rame TECU® Gold di KME Germany, che regala effetti estetici e visivi di forte espressività. Oltre alle ben note qualità del rame – come la facile lavorabilità, la lunga durata, l’elevata resistenza all’abrasione meccanica, l’insuperabile resistenza alla corrosione –, la particolare colorazione dorata assume tonalità diverse, dal giallo chiaro fino a uno più intenso, per l’esposizione agli agenti atmosferici. Il padiglione si regge su una semplice struttura reticolare in acciao, sulla quale sono state montate direttamente le cassette del rivestimento in rame. Al centro informazioni, che si affaccia sulla strada, si aggiungono un piano rialzato con la libreria e un tetto a terrazza. Nonostante le richieste dei cittadini di Münster, interessati e colpiti da questo affascinante “oggetto urbano”, l’opera è stata smontata il 30 settembre, 106 giorni dopo la sua inaugurazione.
to mechanical abrasion, and unequaled resistance to corrosion – its special golden color takes on different hues according to atmospheric agents, ranging from light yellow to deeper tinges. The pavilion is held up by a simple steel reticular structure on which the blocks of copper facing were mounted directly. A mezzanine floor with a library and terrace roof are added to the information center, which overlooks the street. Despite repeated requests by the citizens of Münster – who were captivated and struck by this work – to keep this fascinating “urban object” standing, demolition works began on Septemebr 30th, 106 days after its inauguration.
Thanks to their impermanent character, temporary works of architecture often offer some of the most interesting building designs and experimentations. This is the case with the pavilion for the Information Center switch+, planned by the modulorbeat studio of Münster – the first work of its kind here – on the occasion of the Skulptur Projecte Münster 07, a show that has gained international renown and is held every year in this city, which is in North RhineWestphalia. The building is a 12-meter-high parallelepiped located near the Museum of Art and Cultural History, and is faced with the new alloy: TECU® Gold by KME Germany, which offers highly expressive esthetic and visual effects. In addition to the well-known qualities of copper – such as its easy washability, long life, high resistance
Kapoor a Monaco Sky Mirror Una nuova scenografica scultura riflette suggestive visioni di architettura e verde nella piazza del Casino di Monaco. Sky Mirror è l’opera di Anish Kapoor che dal luglio scorso fa parte del patrimonio artistico del Principato. Il grande specchio lenticolare di 243x270x151 cm realizzato in acciaio inossidabile, donazione della miliardaria Lily Safra, è tra le opere che l’artista di origine indiana (Bombay 1954) definisce “non-oggetti”. Nonostante le dimensioni notevoli, questa scultura/specchio sembra infatti quasi annullarsi per dare risalto al paesaggio. La componente del paesaggio, dell’intorno costruito, del luogo, entrano a far parte del progetto dell’artista, la cui ricerca si colloca sulla linea di confine tra arte e architettura. Kapoor, presente sulla scena internazionale e riconosciuto per le sue opere monumentali, ha recentemente partecipato anche all’evento “Estuaire 2007” con l’opera Svayambh, al Museo delle Arti di Nantes. A new, spectacular sculpture reflects evocative architectural views and flourishing greenery in Monaco Casino Square. Since last July, Sky Mirror, a work by Anish Kapoor, has been part of the Principality’s artistic heritage. This large lenticular mirror, measuring 243x270x151 cm, constructed in stainless steel and donated by the billionaire Lily Safra, is one of the works that the artist – who is of Indian origins and was born in Bombay in 1954 – defines as a “non-object”. In spite of its great size, the sculpture/mirror almost seems to disappear as it gives itself up to the landscape. The landscape component and the built-up surroundings become part of the artist’s project. Indeed, Kapoor’s research lies on the borderline between art and architecture. In addition, the artist, who is well-known on the international scene and renowned for his monumental works, has recently taken part in Estuaire 2007 (until September 1st), with Svayambh, a work on display at the Art Museum in Nantes.
229 l’ARCA 93
Architettura in movimento Dynamic Ideas
Design del legno Competition AHEC for Spanish Students
Progetti: altro_studio
Si è svolta in Spagna la quarta edizione del concorso di design organizzato dall’American Hardwood Export Council (AHEC, www.ahec-europe.org) , e rivolto agli studenti dell’ultimo anno delle dodici maggiori scuole di design spagnole. Due i temi da sviluppare: “Un complemento d’arredo per la cucina” e “Un complemento d’arredo per la meditazione, la contemplazione e il relax”. Utilizzare il legno come materiale predominante, metterne in luce le caratteristiche naturali, integrare innovazione formale, design e funzioni innovative, erano alcuni dei più importanti requisiti che i progetti dovevano soddisfare, e che la giuria, composta da professionisti del settore e direttori di riviste di design, doveva valutare. Nel corso della cerimonia di premiazione del concorso, tenutasi presso la Escola d’Art i Superior de Disseny di Valencia il 10 maggio scorso, sono stati esposti i 6 progetti vincitori, costruiti in dimensione reale, insieme a tutti i progetti partecipanti. Il primo premio della categoria “Un complemento d’arredo per la cucina” è andato a Charlotte Debarle, studentessa dell’Istituto Europeo di Design di Barcellona, per il progetto “Lupi” (A), una sedia impilabile e utilizzabile anche come piano d’appoggio. A Ricardo J. Catalina Manso, dell’Istituto Europeo di Design di Madrid, è stato assegnato invece il primo premio della categoria “Un complemento d’arredo per la meditazione, la contemplazione e il relax”. Il suo progetto – “Triple relax” (B) – è a sua volta un articolo multifunzionale che si trasforma da chaise longue a sedia, da sedia a superficie orizzontale per il relax. Al secondo posto si sono classificati rispettivamente “ClipClap” (C) e “Practica el Noodling” (D), al terzo “Cocina Articulada” (E) e “Taburb”.
Il loro Holiday Skyscraper in Sentina, pubblicato ne l’Arca 226 a pag.55 ha ricevuto una menzione al concorso internazionale 07 Skyscrapers eVolo. Si tratta dello studio romano altro_studio (www.altro-studio.it), guidato da Anna Rita Emili, che in occasione del suddetto concorso si era avvalsa della collaborazione di Barbara Pellegrino (ingegnere strutturista - esperta in sistemi bioclimatici); Marco Zanzarella (animazioni); Emanuele Piccioni, Federica Ciapanna, Luigi Manzi (plastici); Cristina Capanna (web design), Matteo Centi (cad design). Gran parte dei progetti dello studio sono redatti in collaborazione con Aldo Innocenzi (Stalker); dal 2005 entra a far parte dello studio l’architetto Giuseppe Foti. La loro è un’architettura che sperimenta gli effetti che un particolare tipo di spazio, sia pubblico che privato, provoca sull’individuo. Sono fenomeni che investono il luogo metropolitano (mobilità, velocità, complessità dei luoghi ecc.), quello naturale (desertificazioni, alluvioni, terremoti ecc.), o ancora eventi che interessano l'interno globo terrestre e che, pur interagendo con culture e razze diverse, possiedono tutti dei comuni determinatori sottolineati da termini come informatizzazione, consumismo, emigrazione, globalizzazione, ecc. La ricerca si pone quindi come possibile risposta a una serie di eventi, o, in alcuni casi, piuttosto come previsione, approdando a soluzioni utopistiche. I loro progetti esprimono l’aspetto scenico e illusorio, proprio attraverso i gesti quotidiani dell’architettura: vetrate serigrafate che scorrono, pareti disegnate che ruotano, elementi luminosi che, spostandosi, variano continuamente la percezione dello spazio, creando particolari effetti ottici. Ogni struttura si trasforma in un'opera teatrale che non ha inizio né fine, e non possiede una trama prestabilita, ma si esprime liberamente senza l'utilizzo di un copione. Per questo e altri motivi è possibile affermare che quella di altro_studio è di fatto una “architettura cinetica”. Nascono così nuove tipologie abitative come il semi-duplex, o lo spazio double-face, o ancora l’holo space, ecc. Tutte le strutture sono pensate per rispondere ai canoni di biocompatibilità e autosufficienza.
Dinamica e trasparenza C42 in Paris Progetto: Manuelle Gautrand Al 42 di avenue des Champs Elysées è stato da poco inaugurato il nuovo spazio di rappresentanza di Citroën. Una “vetrina” contemporanea aperta in uno dei punti più strategici della capitale che rivisita con un segno audace e innovativo uno spazio che da circa cinquant’anni è di proprietà della casa automobilistica. C42 individua un nuovo concetto di spazio commerciale, oltre a luogo espositivo anche punto di scambio, di approfondimento e di conoscenza sull’universo che ruota attorno a Citroën. Manuelle Gautrand, vincitrice di un concorso internazionale, ha tradotto con leggerezza, dinamica e solarità la nuova architettura. Una facciata intagliata nel vetro si proietta in verticale offrendo 1.200 metri quadrati di trasparenza che svela la spirale interna dove su otto piani sovrapposti sono presentati i diversi modelli di auto. Il gioco di riflessi e prospettive è molteplice e suggestivo, la quinta diamantina rinnova con un segno dinamico e prezioso la dimensione della cortina urbana che si arricchisce di una nuova libertà e attrattiva. A new Citroën showroom has just been inaugurated at 42 Avenue des Champs Elysées. This contemporary showcase has opened in one of the capital’s most strategic areas, endowing a space that has belonged to the car manufacturer for about fifty years with a bold, innovative look. C42 has found a new business space, and in addition to being an exhibitive area it is also a place for exchange, as well as for development and in-depth knowledge on the universe that revolves around Citroën. Manuelle Gautrand, the winner of an international competition, has interpreted the new architecture with a light, dynamic, and brilliant touch. A façade carved in glass soars upwards, offering 1,200 square maters of transparence that reveals an interior spiral, where the various car models are presented, rising on eight floors. A multiple, suggestive play of reflections and perspectives is produced, and, with a dynamic, precious sign, the diamond-like façade gives the city a new look, its urban character enriched by a new appeal and sense of freedom.
94 l’ARCA 229
Their Holiday Skyscraper in Sentina, published in l’Arca 226 on page 55, was mentioned at the international competition 07 Skyscrapers eVolo. The studio in question is altro_studio in Rome (www.altro_studio.it), headed by Anna Rita Emili, who on the occasion of the abovementioned competition availed herself of a number of collaborators, including Barbara Pellegrino (a structural engineer who is an expert in bioclimatic systems), Marco Zanzarella (animation), Emanuele Piccioni, Federica Ciapanna, Luigi Manzi (scale models), Cristina Capanna (web design), Matteo Centi (cad design). Aldo Innocenzi (Stalker) has taken part in a large number of the studio’s projects; since 2005, Giuseppe Foti has also been a member of the studio. Their architecture experiments the effects that a special type of space – both public and private – has on the individual. The phenomena they are interested in deal with metropolitan areas (mobility, speed, the complexity of places, etc.), natural features (desertifications, floods, earthquakes, etc.), or events that concern the entire earth, and that, through interaction with different cultures and races, all have common denominators highlighted by terms such as computerization, consumerism, emigration, globalization, etc. This research thus sets itself as a possible answer to a series of events, or, in some cases, as a sort of forecasting that finds utopian solutions. Through daily architectural gestures, their projects express the theatrical, illusory aspect of the field: silkscreened sliding doors, rotating walls with drawings on them, lights that, as they move, continuously change our perception of space, creating special optical effects. Each structure is turned into a sort of drama that has no beginning and no end, and does not have a preestablished plot, but expresses itself freely without a script to follow. Due to this and to other features, we can say that altro_studio deals with “kinetic architecture”. Thus, new housing possibilities emerge, such as semi duplexes, or double-face spaces, or holo spaces, etc. All of the structures were built to abide by the standards of biocompatibility, and they are all selfsufficient.
The fourth edition of a design competition organized by the American Hardwood Export Council (AHEC, www.ahec-europe.org), devoted to students attending the last year of the main twelve Spanish design schools, has just been held in Spain. Two subjects were dealt with: “Complementary kitchen furnishings” and “Furnishings for meditiation, contemplation, and relaxation”. Using wood as the principal material, highlighting its most important natural characteristics, integrating its formal innovation, design, and innovative functions were some of the most important requirements the projects were to meet. Indeed, the jury – which was made up of professionals in the sector and directors of design reviews – was to assess the proposals. The 6 winning projects were presented during the competition’s prize-winning ceremony, which took place at the Escola d’Art I Superior de Disseny in Valencia last May 10th. Said projects were built in real size, as well as all the other participating projects. The first prize in the category “Complementary kitchen furnishings” went to Charlotte Debarle – a student at the European Design Institute of Barcelona – for the “Lupi” (A) project: a stack chair that can also be used as a counter. The first prize in the category “Kitchen fittings for meditation, contemplation, and relaxation” was awarded to Ricardo J. Catalina Manso from the European Design Institute of Madrid. His project – “Triple relax” (B) – is also a multipurpose item that turns from a chaise longue into a chair, and from a chair into a horizontal surface for relaxion. Second place was won respectively by “ClipClap” (C) and “Practica el Noodling” (D), and third place by “Cocina Articulada” (E) and Taburb”.
B
C
D
E
Luce per la storia La storia, l’architettura, la luce: nel lavoro di Francesca Storaro questi tre elementi – strutture portanti della cultura moderna e oltre – s’intrecciano in un complesso disegno, nel quale l’analisi filologica si confronta con pressanti aggiornamenti tecnici, e la funzione estetica dell’intervento si apre su prospettive di continuità storica e di proiezione sul futuro. L’ultimo esempio di questa laboriosa dialettica progettuale lo troviamo nell’intervento operato da Francesca Storaro sul Palazzo d’Arnolfo a San Giovanni Valdarno. In occasione del settimo centenario della morte di Arnolfo, l’amministrazione comunale ha messo in cantiere un progetto di illuminazione permanente, in grado di valorizzare una delle opere architettoniche più pregnanti del nostro panorama urbano. L’antico edificio, unico lavoro d’architettura attribuito al maestro, è stato oggetto, nel tempo, di successivi ampliamenti, e l’idea dell’illuminazione puntava per l’appunto a valorizzarne le complicate origini non meno che la storia. Il progetto illuminotecnico di Francesca Storaro ha quindi assunto il principio didattico e storicistico come filo conduttore per un’operazione intesa a scomporre l’intera struttura nelle sue parti costitutive, scandendone le fasi di realizzazione e mettendone in evidenza sia le singole peculiarità architettoniche, sia l’omogeneità della struttura finale. L’impiego di luce bianca di varia tonalità ha consentito di far risaltare le diverse anime del palazzo: l’edificio attribuito ad Arnolfo è stato illuminato con una luce bianca a tonalità calda (solare), mentre gli interventi architettonici successivi sono stati messi in evidenza da una luce bianca fredda. Inoltre sulla torre che completa il palazzo spiove una luce calda, nelle tonalità dell’arancio, mentre il portico, aggiunto più tardi, è messo in evidenza da una luce bianca neutra. Gli spazi laterali restano volutamente nell’ombra, in modo di porre in risalto l’asse di riferimento del complesso.
A
Design a Hyères Alla base dell’intera operazione troviamo una filosofia progettuale sempre presente nei lavori della Storaro, come nei più recenti, dal Percorso di Luce a Locarno ai Villini delle fate di Coppedè a Roma. Lo scrupolo filologico trova il suo complemento nei rigore tecnico, e il fondamento filologico dell’intervento si risolve in una lettura didattica che, nel suo rigore, trasforma il tutto in un evento di intensa qualità estetica. Maurizio Vitta
Fino al 23 settembre il design è stato al centro degli eventi culturali che investono la città di Hyères. L’occasione che ha dato vita a queste iniziative è Design Parade, il festival internazionale di design organizzato da Villa Noailles che quest’anno a riunito il 7 e l’8 luglio circa 150 professionisti del settore (prossima edizione 4-6 luglio 2008). Nella sala voltata di Villa Noailles erano esposti i progetti dei dieci designer selezionati da una giuria di esperti che ha assegnato il Grand Prix 2007 a Sébastien Cordoleani (foto sotto a destra) e Franck Fontana (Francia) e il Prix SEB-150 ans a Nacho Carbonell Ivars (Spagna), mentre Nadine Sterk (Paesi Bassi, foto sotto a sinistra) ha ricevuto il Prix du Public. “Pierre Paulin, superdesigner” ha celebrato gli ottant’anni dell’artista presentando i suoi lavori nella piscina, lo squash e la palestra della Villa di Mallet-Stevens. Altri luoghi investiti della villa: la galleria d’attualità con “Diamond Boxes” dedicata a Normal Studio; la zona iniziale con l’istallazione Designing Critical Design, di Jurgen Bey, Antony Dunne & Fiona Raby e Martí Guíxé; l’ingresso e le camere residenziali con “In progress…” una prefigurazione di quattro camere progettate da François Azambourg, Bless, Florence Doléac e David Dubois. In centro città, nella galleria la Rotonde del Park Hôtel, “Paysages-Ettore Sottsass à Sevrès (1993-2006)”.
229 l’ARCA 95
Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
Ovvietà enigmatiche Luca Merlini’s Projects
La Biennale de Lyon Retrospective of the Future
“Se il cemento armato e gli spinaci contengono entrambi ferro, perché non costruire edifici di spinaci?”. La domanda – tutt’altro che peregrina, visto che si rifà, lo si voglia o no, ai più spinosi sillogismi della filosofia scolastica – fa parte degli aforismi proposti da Luca Merlini, architetto che s’interroga sull’architettura con l’aria d’un Bertoldo che, nella sua apparente ingenuità popolana, metteva in crisi i dotti e i potenti. Ma per porre le sue domande, Merlini non va a corte, ovvero non scrive articoli o libri. Al contrario fa, in un modo o nell’altro, il suo mestiere: allestisce mostre (per esempio quella intitolata “Luca Merlini: abbiamo tutti qualcosa delle lumache”, aperta tra il febbraio e l’aprile scorso nella Villa Noailles di Hyères, intesa a dimostrare che “certi edifici sono i figli naturali delle architettura di carta”); oppure riempie fogli e fogli di fitti disegni, un po’ Baruchello e un po’ Ugo La Pietra, per cogliere, dell’arte tettonica, i fondamenti elementari, i risvolti imprevedibili, le ovvietà più enigmatiche; o ancora, quando può, realizza i suoi progetti. Un’attività frenetica (e non a caso qualche progetto viene da lui definito “di natura teorico-frenetica”), che presenta il rischio – apertamente denunciato – della disaggregazione della figura professionale, troppo critica per essere progettuale, e troppo progettuale per essere eversiva. La disarmonia delle parti viene a galla allorché, inaspettatamente, qualche progetto viene approvato, come quello vincitore del concorso per la valorizzazione di piccole stazioni ferroviarie svizzere, per cui la domanda successiva, posta dall’architetto stesso, è: “Come passare dall’esuberanza teorica alle attese dei pendolari?”. Merlini, tuttavia, gioca bene le sue carte. Egli sa perfettamente che il paradosso, la contraddizione, il disvelamento delle fragilità costitutive dell’architettura sono altrettante vivissime fonti di progettualità, di creatività; e punta quindi all’estremizzazione della critica – che significa, in fondo, autoanalisi della professione – per far piazza pulita di tutte le sedimentazioni che la tradizione, la storia e la pigrizia hanno accumulato sui suoi significati originari. A riprova, le sue opere dimostrano un sotteso, ma solido rigore, messo sempre alla prova dalla sprezzatura critica, assunta però come garanzia irriducibile di serietà. Perché l’architettura è spazio d’accoglienza e, come recita un altro aforisma di Merlini, “ospitare un uomo significa ospitare anche la sua ombra”. Maurizio Vitta
E’ possibile scrivere la storia di un decennio, a sette anni dallo 00, che non ha ancora un nome? E’ il tentativo che Thierry Raspail, direttore artistico della Biennale di Lione, lancia con la nuova edizione, in corso fino a 6 gennaio negli spazi della Sucrière, alla Fondation Bullukian, all’Istituto d’arte contemporanea di Villeurbanne e al Museo d’arte contemporanea di Lione. “Come visualizzare una forma di archeologia dell’attualità, quali sono le novità che faranno il presente, cioè la storia?...Per questo abbiamo costruito una biennale storica, retrospettiva dell’avvenire, con l’obiettivo di colmare il vuoto che separa queste tre coppie antagoniste: il presente e l’attualità, la nascita dell’opera e il sistema delle biennali, la storia e la temporalità”. Lo scenario di questo ambizioso progetto è opera di Stéphanie Moisdon e Hans-Hulrich Obrist che hanno pensato a una sorta di libro di storia, quella di un decennio appunto senza nome, scritto a più mani. “La molteplicità delle forme artistiche in termini di stili e di media espressivi impongono un ripensamento del nostro rapporto rispetto alle forme dell’arte, alle esposizioni, di sperimentare altri metodi, di produrre delle nuove alleanze”. Questo il presupposto dei due giovani critici (del ’67 la Moisdon e del ’68 Obrist) che hanno pensato a uno spazio non lineare ispirandosi alla struttura di un grande gioco, con tanto di regole di selezione e distribuzione dei ruoli. Si distinguono due cerchi di gioco, il primo riunisce una comunità di critici e commissari a cui è posta una sola domanda, che ha funzione di regola, “ qual è l’artista o l’opera che occupa secondo voi un posto essenziale in questo decennio?”. Il secondo cerchio coinvolge un gruppo di artisti a cui è stata affidata la realizzazione di una sequenza completa che definisce secondo i metodi propri a ciascuno, il decennio. Dal montaggio di queste diverse sequenze si origina così una visione parallela a quella dei diversi capitoli di un libro.
learned and the powerful. But Merlini does not ask his questions through articles or books, he does not write them down. On the contrary, in one way or another he does his own job: he organizes exhibitions (for instance, from last February to April he organized a show at the Noailles Villa in Hyères, entitled “Luca Merlini: in a way, we all resemble snails”, and meant to prove the fact that “certain buildings are the natural offspring of paper architecture”). He also fills sheet after sheet of paper with endless plans, reminiscent of Baruchello and Ugo La Pietra, so as to grasp the very basics, the unpredictable connotations, and the most enigmatic obvious features of tectonic art. And, when possible, he actually implements his projects. He works at a hectic pace (indeed, he defines some of his projects as having “a theoretic-hectic nature”), which gives rise to the openly proclaimed risk that his professional figure might appear disjointed, as he is too critical to be a planner, and too much of a planner to be subversive. The disharmony between these different sides arises unexpectedly when some of his projects are approved. An example is his winning project at a competition for the development of a number of small Swiss railway stations. Here, the next question the architect came up with was: “How can theoretical exuberance be translated into the commuters’ requirements?” But Merlini had an ace up his sleeve. He knew perfectly well that the paradox, contradiction, and unveiling of the constitutive fragility of architecture are proliferous sources to draw from in designing and creativity. Therefore, he tends to be critical to the extreme – which, after all, means carrying out a self-analysis of his own profession – so as to make a clean sweep of all the sedimentation that tradition, history, and laziness have accumulated in reference to the original meaning of architecture. His works bear witness to this, showing an implied but solid rigor that is continually challenged by critical disdain, which, however, relentlessly ensures a serious approach. Because architecture means a welcoming space, and, according to another of Merlini’s aphorisms, “to welcome a man means welcoming his shadow, as well.”
Seven years from 00, is it possible to write the history of a decade that still has no name? This is what Thierry Raspail, the art director of the Lyon Biennial, is trying to achieve at the latest edition of the event being held through to 6th January in the spaces of the Sucrière, Fondation Bullukian, Villeurbanne Conteporary Art Institute and Lyon Contemporary Art Museum. “How to visualise a form of archaeology of the present day, what are the novelties which will make the present or, in other words, history?... This is why we have constructed an historical biennial , a retrospective on the future in order to fill the gap separating these two antagonists: the present and modern-day scene, the birth of a work and the system of biennials, history and temporality”. The setting for this ambitious project is the work of Stéphanie Moisdon and Hans-Hulrich Obrist, who have envisaged a sort of history book on a decade with no name, written by several people. “The multiplicity of art forms in terms of styles and expressive media call for a rethinking of our relationship with art forms and exhibitions, experimenting with other methods and setting up new alliances”. This is the assumption the two young critics (Moisdon was born in ’67 and Obrist in ’68) have worked on, devising a non-linear space along the lines of a bog game with lots of rules for choosing and assigning roles. There are two circles in the game, the first brings together a community of critics and commissioners who are set one single question, which acts as a rule “in your opinion which artist or work takes pride of place in this decade?”. The second circle encompasses a group of artists entrusted with devising an entire sequence which, based on their own methods, defines the decade. The editing of these various sequences creates a vision parallel to that of the various chapters in the book.
Dall’alto/from the top: M/M Paris, Manifesto della Biennale de Lyon 2007; Kelley Walker, Coke 12; Simon Starling, Work in progress: particle projection, 2007; Hilary Lloyd, Car Wash, 2005.
“If reinforced concrete and spinach both contain iron, why shouldn’t we construct buildings with spinach?” The question – which is not as peculiar as it seems, as, whether we like it or not, it refers to the most thorny syllogisms of educational philosophy –is one of Luca Merlini’s aphorisms. This architect puzzles over architecture with the air of a Berthold who, in his apparent lower-class naiveté, managed to make things difficult for the
A sinistra, sopra/left top, Tomas Saraceno, Flying European cultural capital Air-Port-City- flying garden, 2007 (courtesy:
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Co-commisioned by the Sharjah Biennial 8, 2007); sotto/bottom, Christian Holstad, 2 The Black Leotard Front.
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Obiettivo su SANAA In Bordeaux
Arti creative in Cina In Berlin
Poeti della leggerezza e dell’etereo, ma anche delle forme pure, minimaliste supportate da sofisticate tecnologie, i giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa sono i protagonisti della mostra allestita negli spazi di arc en rêve centre d’architecture di Bordeaux fino al 28 ottobre. Fondatori nel 1995 dello studio SANAA hanno raggiunto la notorietà internazionale con il Museo Kanazawa, dove vengono portati al massimo espressivo i capisaldi della loro ricerca, dal lavoro sulle circolazioni fluide, alla definizione di nuove gerarchie spaziali fino al trattamento dei materiali, quali il vetro, il metallo o le superfici tessili, all’insegna della leggerezza. Le opere degli architetti, dal padiglione di vetro del museo d’arte di Toledo negli Stati Uniti, alla scuola di design e management di Zollverein a Essen fino al nuovo museo d’arte contemporanea a New York, in via di ultimazione, sono illustrate dalle suggestive visioni di Walter Niedermayr. Il fotografo italiano, noto per le sue immagini introspettive delle Dolomiti, da una decina d’anni si è lasciato conquistare dalle architetture di SANAA di cui riesce a cogliere le suggestioni degli spazi infiniti, dei volumi eteri, dei tagli di luce e delle prospettive sospese. Per questa mostra Niedermayr ha realizzato una nuova serie di 12 dittici fotografici presentati assieme a una doppia proiezione video e ad alcuni mobili e oggetti di SANAA. La mostra è completata da una selezione di modelli, disegni e album di cantiere di alcuni progetti recenti, tra cui il Louvre di Lens, primo progetto dei giapponesi che verrà realizzato in Francia.
Si terrà a Berlino fino all’8 novembre “AND – Arti creative e interdisciplinari in Cina”, che fa parte dell’evento “Asia-Pacific Weeks 2007”. Si tratta di una esposizione interdisciplinare, allestita negli spazi di Aedes am Pfefferberg, che stimola la discussione su diversi mestieri creativi e sulla natura della cultura contemporanea in una Cina che sta attraversando una delle più importanti trasformazioni economiche e sociali della sua storia. La mostra, che presenta le opere di Yung Ho Chang come architetto, di Liu Suola come compositore musicale, di Liu Zhizhi come graphic designer, e di Wang Yiyang come designer della moda, approfondisce particolarmente la figura del primo. Architetto di Beijin, Yung Ho Chang è autore di progetti di stampo europeo per l’alta qualità intellettuale e costruttiva, e per la capacità di coniugare modernità e tradizione.
The Japanese architects Kazuyo Sejima and Ryue Nishizawa — poets of lightness and the ethereal, but also of pure, minimalist forms enhanced by sophisticated technology — are the protagonists of a show (open through October 28th) laid out at the arc en rêve centre d’architecture of Bordeaux. In 1995, the duo founded the SANAA studio, and soon gained international renown with the Kanazawa Museum, where they exploited the foundations of their research to the maximum, from their work on fluid circulation to the definition of new space organization to the treatment of materials such as glass, metal, or textile surfaces, all distinguished by a sense of lightness. From the glass pavilion at the Toledo Museum of Art in the United States, to the Zollverein School of Design and Management in Essen, to the yet unfinished Museum of Contemporary Art in New York, the architects’ works are illustrated by Walter Niedermayr’s suggestive views. For the past ten years, the Italian photographer, who is well-known for his introspective images of the Dolomites, has been attracted by SANAA’s architecture, managing to grasp the charm of infinite spaces, ethereal volumes, the way light is cut out, and suspended views. For this show, Niedermayr has created a new series of 12 photographic diptychs, presented alongside a double video screening and some SANAA furniture and objects. The exhibition is completed by a selection of models, drawings, and albums showing work on recent projects, including the Louvre of Lens, the first of the Japanese architects’ projects to be implemented in France.
SANAA, Zollverein Design School, Essen. A destra/right, Adolf Loos, arredo per il salotto della casa di/furniture for the sitting room of the house of Mary und G. Turnovsky, 1902 (© MAK/Georg Mayer). In basso/bottom: Sandro Chia, Ritratto del fuoco; Alessandro Mendini, Proust.
Design, collezioni d’autore In Rome Saranno Ettore Sottsass, Sandro Chia e Alessandro Mendini ad aprire la stagione eventi 2007-2008 della galleria Secondome di Roma con un’esposizione collettiva in programma dall’11 ottobre al 30 novembre, in collaborazione con il marchio livornese “Short stories”. I 14 vasi scultura, realizzati da Sottsass in ceramica e vetro di Murano, i cinque tavoli-sculture in bronzo di Sandro Chia, le nove miniature dei mobili storici di Alessandro Mendini in ottone o rame dorato, si incontrano in una esposizione multiforme e preziosa, nella quale convivono e si confrontano i concetti di arte e artigianato, di design e di scultura. Ettore Sottsass, Sandro Chia, and Alessandro Mendini will open the season of 2007–08 events at the Secondome Gallery in Rome with a collective exhibition on schedule from October 11th to November 30th, in collaboration with the “Short stories” trademark from Leghorn. Sotsass’s 14 vase sculptures in ceramic and Murano glass, Sandro Chia’s five tables sculptures in bronze, Alessandro Mendini’s nine miniatures in brass and golden copper depicting historical pieces of furniture, all meet in a multiform, precious exhibition, in which the concepts of art and craftsmanship, design and sculpture live together and are compared to one another.
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“AND – Creative and interdisciplinary arts in China”, which is part of the event Asia-Pacific Weeks 2007, will be on through November 8th in Berlin. This is an interdisciplinary show laid out in the exhibition area at Aedes am Pfefferberg. It is meant to stimulate discussion on the various creative crafts and on the nature of contemporary culture in a China that is going through one of the most important economic and social transformations in its history. The exhibition, which presents works by Yung Ho Chang as an architect, Liu Suola as a composer, Liu Zhizhi as a graphic designer, and Wang Yiyang as a fashion designer, mainly focuses
on Ho Chang’s architectural works. Indeed, Yung Ho Chang, an architect from Beijing, has authored projects molded on a European standard, thanks both to their high intellectual and architectural quality, and to his ability in combining modern character and tradition.
Itinerario Chagall In Nice and Martigny
ShowOff rinnova In Paris
Da Nizza a Martigny, due grandi mostre illustrano i diversi aspetti dell’opera di Marc Chagall. “Mostri, chimere e figure ibride” è il tema che viene approfondito al Museo Nazionale Marc Chagall di Nizza, fino al 29 ottobre. La mostra si concentra su alcune figure ricorrenti nell’iconografia dell’artista dove spesso si ritrovano personaggi misteriosi a metà strada tra uomini e bestie. Uomini con la testa di animali, bestie dalle membra umane, lo stesso Chagall non esista ad autoritrasi con le fattezze di un gallo, di una capra o di un asino, animale modesto ma messianico che l’artista non esita a eleggere a metafora di una componente religiosa di tradizione hassidica. Alla Fondation Pierre Gianadda di Martigny, fino al 19 novembre, è l’universo poetico dell’artista altalenante tra terra e cielo che viene considerato nella scelta delle circa duecento opere di tutti i periodi della sua vita. L’itinerario espositivo ripercorre le tappe più significative della produzione dell’artista in questo suo involarsi a volte nei cieli o altre volte radicarsi alla terra con la stessa vitalità e senso del sublime.
Un’occasione di incontri, scambi, cooperazione e sinergie tra galleristi per presentare e promuovere giovani artisti in divenire. La formula di ShowOff, fiera d’arte contemporanea nata su iniziativa di una rosa di collezionisti e gallerie, si è dimostrata vincente e quest’anno alla seconda edizione dal 17 al 22 ottobre, si presenta ampliata come superficie espositiva e come scaletta di eventi collaterali. Estesa nei 2.500 metri quadrati dello Spazio Pierre Cardin, sugli Champs Elysées, compreso un teatro di 650 posti e un giardino privato, ShowOff riunisce quest’anno 35 galleristi, provenienti oltre che dalla Francia, dall’Italia, la Svizzera, la Germania, il Belgio, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e il Canada. Tra le novità, avvicinare il pubblico all’arte contemporanea e favorire la comprensione dei meccanismi del suo mercato, una programmazione di musica, video e performance ospitate nel teatro, Best veunues che offrirà ai visiatori il meglio dei video, il partenariato con Le Cube, spazio multimediale, o un coach dell’arte che accompagnerà gli appassionati d’arte nella loro visita orientandoli nelle loro scelte.
From Nice to Martigny, two great exhibitions illustrate the various aspects of Marc Chagall’s work. “Monsters, chimeras and hybrid figures” is the theme
Wang Yiyang, Blue Collection, cotone blu e plastica nera/indigo
blue cotton fabric with black plastic, 2004.
The show “Josef Hoffman – Adolf Loos. Ornament and tradition”, on schedule at the MAK of Vienna until October 28th, explores the spirited debate between the two architects on the state of ornamentation between the end of the nineteenth and the dawning of the twentieth century. Drawings, models, photographs,
An opportunity for meetings, exchanges, cooperation, and synergies among gallery managers to present and promote emerging young artists, ShowOff is a contemporary art fair that was born on the initiative of a group of collectors and galleries; this year it has proved to be a winning event. Now at its second edition, from 17 to 22 October its show floor has been extended, and a series of parallel events have been organized. Having spread to the Pierre Cardin Space on the Champs Elysées, including a 650-seat theater and a private garden, ShowOff is gathering 35 gallery managers coming not only from France, but also from Italy, Switzerland, Germany, Belgium, England, the United States, and Canada. Among other novelties, the fair aims at helping visitors approach contemporary art and understand the way the market works in the sphere. Another new feature is a new schedule for music, videos, and performances to be held at the theater. Best venues video offers visitors the best in the world of videos; Le Cube is a multimedia area, and an “art coach” will accompany art lovers on their visit, orienting them in their choices. Da sinistra/from the left: Marc Chagall, Introduction au Théâtre d’art juif, tempera, gouache e argilla su tela/and clay on canvas, 284x787 cm, 1920 (Galerie Trétiakov, Moscou, photo: Alexis Sergueev © 2007 ProLitteris, Zurich); disegno per un costume per/costume sketch for “L’Uccello di Fuoco” di Stravinsky:
Vienna e i suoi architetti Ornament and Tradition La mostra “Josef Hoffmann – Adolf Loos. Ornamento e tradizione”, in programma al MAK di Vienna fino al 28 ottobre, esplora l’animato dibattito tra due protagonisti dell’architettura a cavallo tra Ottocento e Novecento sullo stato dell’ornamento. Disegni, modelli, fotografie e testi illustrano i punti di convergenza e di differenza sia nel loro lavoro progettuale sia nella produzione teorica. Incontratisi per la prima volta negli anni della formazione scolastica, i due si sono poi ritrovati una volta divenuti architetti emergenti della Vienna d’inizio secolo. Il MAK prosegue in tal modo un approfondimento critico sulla figura di Hoffmann, già trattata dalle mostre “Josef Hoffmann the Baroquist” (1992), “Josef Hoffmann, un processo continuo” (2005), e “Josef Hoffmann – Carlo Scarpa. Sul sublime in architettura” (2006).
that will be highlighted at the Marc Chagall National Museum of Nice through October 29th. The show focuses on some of the figures that often appear in the artist’s iconography, such as his mysterious half human and half animal characters. Men with animal heads, beasts with human limbs… Chagall even portrays himself with the features of a rooster, a goat, or a donkey. As a matter of fact, the latter is a humble but messianic animal that the artist does not hesitate to select as a metaphor of a religious component belonging to the Hasidic tradition. With almost two hundred works bearing witness to all the periods of his life, the artist’s poetic universe – which wavers between the earth and the sky – will be on show through November 19th at the Fondation Pierre Gianadda in Martigny. The exhibition traces the most significant stages of the artist’s work, in his alternating skyborne or earthbound fluctuations, which reveal the same vitality and sense of the sublime.
and texts illustrate their points of convergence and their differences, both in their project work and in their theoretical production. The two had met for the first time during the years of their schooling, and then met again at the beginning of the century in Vienna, when they were emerging architects. Thus, the MAK is carrying out an in-depth critical research on the figure of Hoffman, which had already been considered in the exhibitions “Josef Hoffman the Baroquist” (1992), “Josef Hoffman, a continuous process” (2005), and “Josef Hoffman – Carlo Scarpa. On the sublime in architecture” (2006).
mostro verde a righe nere, matita, china, gouache su carta/green monster with black strips, pencil, China ink, gouache on paper, 1945 (Collection particulière - ADAGP, Paris 2007); Galerie Habana, Adonis Flores, Visionary 2003, Digital photography. Edition of 7 (Courtesy Galerie Habana).
Artisti a confronto
Archi’Vision In Saint Tropez
Dialoghi mediterranei, questo il filo conduttore della serie di eventi che da questa estate e fino al 15 di ottobre coinvolgono la cittadina di Saint-Tropez, nei suoi luoghi più significativi. Oltre ottanta artisti provenienti da 15 Paesi affacciati sul Mediterraneo si confrontano con diversi linguaggi e mezzi espressivi in un articolato percorso da cui emergono legami, relazioni, punti di contatto, confini tra culture, generazioni, forme artistiche molteplici accomunati dall’appartenenza a una stessa situazione geografica. Dai giardini della cittadella fortificata e la sua Torre fino al porto, le vie, i giardini sono popolati di sculture, istallazioni, video e fotografie di artisti affermati e giovani promesse che testimoniano della ricchezza creativa e della varietà espressiva delle culture del bacino mediterraneo. Louise Bourgeois, Pierre Soulange, Ettore Sottsass, Ange Leccia, Yazid Oulab, si affiancano a nomi emergenti come Loris Cecchini, Lara Favaretto o Mounir Fatmi. In contemporanea al Musée de l’Annonciade, la mostra “Picasso en Méditerranée” che riunisce un centinaio di opere tra disegni, ceramiche, dipinti e incisioni ispirate al tema della Grande Bleue.
Giunto alla quarta edizione “Archi’Vision” sta divenendo un appuntamento sempre più importante del campo dei saloni specializzati. Sul porto di Saint Tropez, dal 19 al 21 ottobre, si riuniranno 150 cinquanta espositori rivolti a un pubblico di progettisti, architetti d’interni, designer e professionisti che operano nei settori dell’arredamento, della decorazione e del design. Quest’anno viene ulteriormente potenziata l’offerta espositiva con la suddivisione in quattro universi tematici: Spazi di vita, di lavoro, per lo svago e tecnico. In più una nuova sezione sarà completamente dedicata all’Interior Yachting, rivolto a barche esclusive e di lusso. Il momento espositivo sarà supportato da un programma di 5 conferenze dove si discuteranno e analizzeranno gli scenari futuri. Le nuove sfide della professione, le tendenze di materiali e prodotti, i nuovi approcci architettonici e di design; l’impatto dello sviluppo sostenibile e i punti chiave del mercato e dell’allestimento interno degli yacht saranno i principali temi dibattuti. Per finire l’elezione dei Trophées des Lices 2007, premierà le migliori proposte nelle categorie Innovazione prodotto, Design e Creazione/Novità.
Bruno Peinado, Untitled, Globule Ubiquity Vibrations, struttura gonfiabile con stampato motivo lunare su una metà e monocromo grigio/ inflatable structure
with moon motif on a half and monochrom grey on the other, diam. 365 cm, 2004 (courtesy: Galerie Loevenbruck Paris; photo: Julien Carot).
At its fourth edition, “Archi’Vision” is becoming a more and more important rendezvous in the sphere of specialized shows. A total of 150 exhibitors will meet at the Saint Tropez harbor from 19 to 21 October, all addressed to visiting planners, interior designers, architects and professionals operating in the fields of furnishing, decoration, and design. This year, the exhibition has been expanded, as it has been divided into four comprehensive themes: Living space, Workplaces, Entertainment facilities and Technical areas. In addition, a new section will be totally devoted to Interior Yachting for exclusive and luxury boats. The show will be enhanced by a schedule of 5 conferences, in which future scenarios will be discussed and examined. The main subjects for debate will be the new challenges this professional field is to face: trends in materials and products, new approaches in architecture and design, the impact of sustainable development and the keystones in the market and in interior yacht design. The election of the Trophées des Lices 2007 will conclude the event, rewarding the best proposals in the categories devoted to Product Innovation, Design, and New Creations.
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Intelligenza artificiale In Modena
Anteprima al MAXXI Complex Installations
L’arte al cinema In Naples
Il tema del rapporto tra la vita quotidiana e il sapere razionale della scienza e della tecnologia è al centro della mostra “Lewis Baltz. 89 –91 Sites of Technology” in programma fino al 18 novembre alla Palazzina dei Giardini in Corso Canalgrande a Modena. L’artista americano presenta fotografie di grandi dimensioni che restituiscono la gelida insensatezza delle strutture anonime dove supercomputer vengono utilizzati per controllare i flussi di lavoro e gestire enormi quantità di dati. “Baltz ci mostra strumenti di controllo nascosti in locali di servizio – scrive Angela Vettese nella prefazione del libro che accompagna la mostra –, ambiti in apparenza quotidiani dove si dispiega lo spionaggio pericoloso e silente che ci avvolge”.
Si conclude con la mostra su Maurizio Mochetti, Michelangelo Pistoletto e Charles Sandison la serie di esposizioni “MAXXI installazioni” a Roma, che ha già compreso quelle dedicate a Tony Oursler e a Bill Viola, e che ha presentato in anteprima al pubblico alcune delle opere che fanno parte della collezione del MAXXI, prima della loro esposizione all’interno del futuro museo che aprirà nel 2009. La mostra approfondisce la ricerca su opere definite “installazioni complesse”, prendendo in esame temi come allestimento, conservazione e restauro. Sfera Avional di Mochetti, Quadro di fili elettrici di Pistoletto e Collapse-Construct di Sandison sono gli evocativi titoli delle opere in calendario fino al 18 novembre.
Il Teatro Augusteo di Napoli ospita dal 18 al 21 ottobre la XII edizione di “Artecinema, Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea”. L’evento è suddiviso in tre sezioni: arte e dintorni, architettura, fotografia. Il festival, curato da Laura Trisorio, si pone l’obiettivo di presentare al grande pubblico la realtà dell'arte contemporanea attraverso una scelta di documentari sui maggiori artisti degli ultimi cinquant’anni. I filmati selezionati, provenienti da tutto il mondo, mostrano l’universo dell’arte contemporanea e il lavoro degli artisti attraverso interviste, biografie filmate e narrazioni montate con materiali d’archivio. Ogni giorno dalle 17.00 alle 24.00 vengono proiettati circa 10 documentari, in versione originale con traduzione simultanea in cuffia, suddivisi in tre sezioni: arte e dintorni, fotografia, architettura. Sono in programma, tra gli altri, film sugli artisti: Andy Warhol, Kiki Smith, Sophie Calle, Yves Klein, sul collezionista François Pinault, sui fotografi: Robert Mapplethorpe, David Lachappelle, Ferdinando Scianna.
The relationship between everyday life and rational scientific and technological knowledge is the main theme of “Lewis Baltz. 89–91 Sites of Technology”, a show that will be on through November 18th at the Palazzina dei Giardini in Corso Canalgrande, in Modena. The American artist presents large-sized photographs that reveal the cold senselessness of anonymous structures, where supercomputers are used to control workflows and to manage enormous quantities of data. “Baltz shows us spy systems hidden in service areas”, writes Angela Vettese in the preface to the book accompanying the show, “places that seem to belong to our everyday life actually feature a dangerous, silent espionage that envelopes us”.
with a preview on some of the works that are part of the MAXXI collection, before their display at the future museum, which is scheduled to open in 2009. The show features in-depth research on works that have been defined “complex installations”, examining themes such as layout, preservation, and restoration. The titles of the works on show through November 18th are evocative: Sfera Avional by Mochetti, Quadro di fili elettrici (Panel with electric wires) by Pistoletto, and Collapse-Construct by Sandison.
An exhibition devoted to Maurizio Mochetti, Michelangelo Pistoletto, and Charles Sandison is to mark the conclusion of a series of shows in Rome – “MAXXI installations” – which has included exhibitions dedicated to Tony Oursler and Bill Viola. The long-term event has already presented visitors Michelangelo Pistoletto, Quadro di fili elettrici Tenda di lampadine, 400x500 cm, 1967 (courtesy MAXXI).
Uomini comuni Solitudes public to the reality of contemporary art through a selection of documentaries on the greatest artists of the past fifty years. The selected films, which come from all over the world, show the universe of contemporary art and the artists’ work through interviews, filmed bigraphies, and narratives edited thanks to filed records. Every day from 5 p.m. to midnight, about 10 documentaries are screened in the original language, a headset providing simultaneous translation in the three sections: art and its milieu, architecture, and photography. Some of the films on schedule are devoted to the following artists: Andy Warhol, Kiki Smith, Sophie Calle, and Yves Klein, while others feature the collector François Pinault, and the photographers Robert Mapplethorpe, David Lachappelle, and Ferdinando Scianna.
A Milano, la Galleria d’Arte Forni propne fino al 3 novembre la mostra “Figures in solitudine”. Ne sono protagonisti due dei maggiori esponenti della giovane figurazione britannica, Maxwell Doig (Huddersfield, 1966) e Iain Faulkner (Glasgow, 1972). Inglese il primo, scozzese il secondo, mettono a confronto il proprio universo pittorico, incentrato sulla figura umana. Non si tratta di veri e propri ritratti quanto della rappresentazione dell’individuo in quanto tale, esaminato nella sua relazione con l’ambiente circostante. Spesso il soggetto è ritratto di spalle o ripreso dall’alto così da nascondere anche le fattezze del suo volto. Un uomo comune immortalato nei gesti della sua quotidianità. In Milan, through November 3rd the Forni Art Gallery is presenting the show “Lonely Figures”. Two of the main exponents of young British figurative art are the protagonists of the show: Maxwell Doig (Huddersfield, 1966) and Ian Faulkner (Glasgow, 1972). The former is English, and the latter Scottish; with this show, the two put their own pictorial universes – which both focus on the human figure – up for comparison. Their paintings are not actual portraits, but the representation of the individual as such, examined in his relationship with his surroundings. Often the subjects are portrayed from the back or painted from above, thus concealing their facial features. Common men, immortalized in the gestures of their everyday lives.
The Augusteo Theater in Naples is presenting the 12th edition of “Artecinema, International Film Festival on Contemporary Art” from 18 to 21 October. The event features three different sections: art and its milieu, architecture, and photography. Curated by Laura Trisorio, the festival aims at introducing the general
Sotto/below, Shin Il Kim, Active Anesthesia-The full of square, video-sound installation, 2007.
Iain Faulkner, Bologna I, 152x152 cm. A sinistra, dal film/from the movie Art from the Arctic di/by David Hinton.
Pubbliche virtù Video anestesie In Milan
Lewis Baltz, Camera anecoica/Anechoic chamber, France
Telecom Labs, Lannion.
Centro di comunicazione Nell’ambito delle grandi manifestazioni torinesi che vedono la città impegnata nel corso del 2008 come capitale mondiale del design, e come sede del Congresso mondiale degli architetti UIA vincolato al dibattito “Trasmitting Architecture”, si è inaugurato un singolare “negozio” che si evidenzia nel motto “Dal cucchiaio alla città”. Si tratta di un grande spazio inserito nel quartiere definito Spina 3, in corso Mortara 46c, che, precedentemente (2006) con funzione di villaggio destinato ai media durante le Olimpiadi invernali, è attualmente un quartiere piacevole, abitato e sviluppato secondo un serio impianto di urbanizzazione che usufruisce di case costruite dalle Cooperative Edilizie di Vittorio e San Pancrazio. Il “negozio”, è in realtà un singolare centro di comunicazione la cui vetrina interagisce e mette in contatto chi sta “dentro” con chi è “fuori” in quanto sede di Archiworld Channel (www.archiworld.tv); la rete di televisioni via web dedicate ad architettura, design e paesaggio. Ed è già attivo uno di questi canali individuabile come www.FromspoonTocity.tv, (utenza potenziale di 180 milioni di spettatori) che documenta, in tempo reale, gli eventi del momento mediante testimonianze di addetti ai lavori che raccontano la loro professione a quanti si pongono in ascolto. Si tratta quindi di un “negozio” che, contraddistinto dall’ormai famosa frase “Dal cucchiaio alla città”, resta il riferimento più compartecipativo dei grandi eventi mondiali torinesi, dove si parla e ascolta, si guarda e filma, si accende e spegne, si esce ed entra , si trasmette e riceve e soprattutto si… comunica!
Fino al 3 novembre la Galleria Riccardo Crespi di Milano ospita la mostra “Active Anesthesia” dell’artista coreano Shin il Kim (Seoul, 1971; vive e lavora attualmente a New York). I lavori proposti dall’artista sono incentrati sul concetto di anestesia: partendo da una riflessione sullo stato passivo in cui l’anestetico costringe il soggetto coinvolto, Shin il Kim indaga sulla possibile reazione a questa situazione narcotizzante, che in contesti quotidiani ci paralizza e ci costringe, individuando in alcune forze, come la luce, l’opportunità per un’attiva opposizione. Fluttuando tra le varie sorgenti video, la luce diventa una componente attiva nelle opere di Shin il Kim: la potenziale “materialità” del video viene espressa utilizzandola come il medium capace di personificare il concetto di Active Anesthesia. Nell’opera omonima presente in mostra, si possono osservare quadrati colorati inclinati di 45° e incasellati in una struttura di
Torna Chadwick From and Research Sono passati quasi cinquant’anni dalla prima presenza dello scultore inglese Lynn Chadwick alla Galleria Blu di Milano. Ora una nuova rassegna, fino al 9 novembre, riporta a Milano e alla Galleria Blu l’opera dell’artista inglese con una quindicina di lavori plastici di varie dimensioni (dai 28 centimetri di altezza della più piccola ai 100 centimetri della più grande) eseguiti tra il 1972 e il 1990. Impostata su una sorta di disegno a tre dimensioni – che l’artista realizza componendo delle armature di ferro destinate a fare da supporto ai piani – ogni scultura si presenta come una superficie articolata in cui il rigore dell’architettura non scade mai in una rigidezza compositiva o in una fredda plasticità. Un processo creativo assolutamente originale, questo, che ha consentito a Chadwick di raggiungere livelli formali di alta qualità, in cui l’indagine spaziale appare quanto mai integrata nella ricerca della forma, che fra l’altro possiede una singolare valenza narrativa.
Fifty years have gone by since the English sculptor Fermo immagine dal sito/still image from Lynn Chadwick first exhibited his work at the Galleria the website Blu in Milan. A new show is now devoted to the www.fromspoontocity.tv. English artist at the same gallery through November A destra/right, 9th, with about fifteen sculptures in various sizes (the Lynn Chadwick, Spiral I, bronzo/bronze, smallest measuring 28 cm in height, the largest 100 cm), created between 1972 and 1990. Based on a sort h. 33 cm, 1990.
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alluminio, che da un lato accoglie una proiezione video sulla totalità della sua superficie, dall’altro offre allo spettatore la modulazione luministica del video stesso, facendo apparire la superficie dei quadrati come una serie di macro-pixel, frammento primario della realtà digitale.
of three-dimensional drawing – which the artist creates by building iron frameworks which act as vertical supports – each sculpture looks like an articulate surface, its architectural rigor never sinking into compositive rigidity or cold plasticity. This is an absolutely original creative procedure that has allowed Chadwick to achieve high-quality formal standards, where spatial research is deeply integrated with a study of form, which in turn reveals a singular narrative value.
Organizzato dal Gruppo 78 e curato da Maria Campitelli, il progetto espositivo “Public Art a Trieste e dintorni”, fino all’11 novembre, evidenzia nuove espressività di comunicazione dedicate al pubblico di strade, spazi cittadini e piazze, mediante workshop socio-relazionali, intervenendo negli spazi d’affissione pubblicitaria con “manifesti d’artista” e coinvolgendo la città con la vitalità di lavori Site specific e interventi performativi. La manifestazione, che coinvolge numerosi artisti e figura come la dodicesima edizione del ciclo Natura Naturans, indaga gli aspetti e le risorse insite in un concetto d’arte che penetra e si riflette negli ambiti pubblici, rendendo co-protagoniste e partecipi le persone, in relazione a un fenomeno che è espressione dell’attuale realtà artistica. All’evento hanno collaborato il Comune di Trieste e altre cittadine, vari Assessorati tra i quali quello alla Cultura e all’Educazione, la locale facoltà di Architettura, i poli di aggregazione giovanili, il Ministero della cultura Albanese e altre prestigiose istituzioni. Entro la fine anno la pubblicazione di un volume raccoglierà tutte le fasi di “Public Art a Trieste e dintorni”, dalla documentazione della mostra, agli interventi sul territorio agli atti del Convegno.
Sperimentazioni visuali Michael Snow, esponente di spicco dei rapporti tra arte, cinema e nuove tecnologie, è il protagonista di una rassegna, originalmente concepita per la Fondazione Ragghianti di Lucca, che ne documenta e attualizza il fondamentale lavoro creativo nel divenire rivoluzionario delle arti della seconda metà del XX secolo. La mostra “Michael Snow – Cinema, Installazioni video e arti visuali”, aperta fino al 4 novembre, riunisce 13 tra le più importanti proiezioni e video-installazioni della produzione di Michael Snow tra cui la sua prima “Film Installation”, “Little Walk” del 1964. Considerato uno degli autori di maggior rilievo del cinema sperimentale mondiale, Snow ha anche svolto ai massimi livelli l’attività di pittore, scultore, fotografo e musicista jazz qualificandosi come uno dei più eclettici e versatili artisti contemporanei. La mostra è in concomitanza e collaborazione con l’apertura del Lucca Film Festival 2007 che presenterà una retrospettiva dell’autore.
Uno spazio insolito Young Artists “L’incanto dell’illusione” presenta, fino al 3 novembre, undici giovani artisti italiani nell’inconsueta cornice del Laboratorio di via Argelati 47 a Milano, luogo non ancora votato all’arte, dove la soglia di quello che sembra un tipico agglomerato dell’architettura lombarda accoglie inaspettatamente al suo interno un’ampia porzione di verde imperante, una roggia e un adiacente mulino diroccato. Dalla scoperta di questo spazio insolito, sorta di dimensione rapita e pura, nasce l’idea della collettiva. Gli artisti, potenziando l’energia del luogo, diventano chiavi per varcare il confine della nostra quotidianità e raggiungere un mondo visionario ma possibile. I lavori presentati sono specificatamente pensati per il luogo. Sognatori come Alice, ma più consapevoli, gli artisti modificheranno la percezione delle forme e dell’ambiente con diverse tecniche, volte a far recuperare la sensibilità degli spazi e la pura capacità d’osservazione. Gli artisti coinvolti: Chiara Battistini, Matteo Bergamasco, Giacomo Bernasconi, Matteo Bertini, Mattia Bosco, Stefano Buttinoni, Vittorio Cavallini, Francesco Lissoni, Pietro Nocita, Federico Pepe, Giacomo Rambaldi. Until November 3rd, “The charm of illusion” is presenting eleven young Italian artists in the unusual setting of a Laboratory in via Argelati 47 in Milan. The site has not yet been officially consecrated to art; indeed, crossing the threshold of what looks like a typical agglomeration of Lombard architecture unexpectedly reveals a broad area of dominating greenery, an irrigation ditch, and a nearby crumbling mill. The discovery of this unusual site, which seems to lie in a pure, enrapturing dimension, gave rise to the idea for this collective show. Through their enhancement of the energy inborn in the place, the artists become the key to venturing beyond the boundaries of our everyday life and reaching an imaginary but possible – world. The works on show are site-specific. Dreamers like Alice, but far more aware, the artists modify our perception of shapes and the surroundings with different techniques meant to help us recover a sensibility towards different spaces and a pure power of observation.
Pietro Nocita, Peaceful Family (dettaglio/detail), collage stampa lambda su dubond/lambda print collage on dubond, 2004. A sinistra/left, Michael Snow, Observer.
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Ecosostenibilità Italcementi, presente dal 24 al 28 ottobre 2007 al Saie di Bologna, mette in evidenzia il proprio contributo per la qualità della vita mediante le proprietà di TX Active; il cemento che disinquina l’aria e indica quale testimonial ITCLab (il nuovo centro Ricerca e Innovazione di Italcementi). Con la funzione di protagonista dell’evento, TX Active si distingue come elemento di riferimento indispensabile per l’architettura sostenibile, evidenziato come il principio attivo fotocatalitico presente nei prodotti cementizi, capace di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria. Il prodotto, certificato per malte, pitture, intonaci e pavimentazioni, proprio in virtù della proprietà fotocatalitica, offre una soluzione attiva per ridurre sensibilmente l’inquinamento urbano. Nello stand Italcementi è esposto il plastico del nuovo Centro Ricerche e Innovazione di Italcementi (ITCLab) che, progettato da Richard Meier, è parte integrante del Parco scientifico e tecnologico del Kilometro Rosso, situato nei pressi di Bergamo.
Oltre la qualità
Leader nel settore della produzione di resine per pavimenti e rivestimenti, Gobbetto si è distinto, nell’ambito degli eventi Fuori Salone svoltisi nel corso del Salone del Mobile di Milano 2007, con singolari e prestigiose iniziative. Di particolare impatto quella relativa all’allestimento To Be Resin, realizzato presso lo spazio Material Connexion alla Triennale di Milano, ideato da Eleonora Rossato e sviluppato in collaborazione con Jannelli & Volpi. Proposto con la tematica “Una pietra gettata nell’acqua e il moto che essa genera”,
il progetto Gobbetto è stato sviluppato mediante una plastica struttura iconica, definita “sasso nel tempo”, il cui volume rimandava alla sezione scomposta di un sasso che, svuotato, rivelava la propria sostanza, evocando un percorso simbiotico dove il racconto materico si trasfigurava in arte ed emozione. Le pareti dello spazio sono state esaltate dall’utilizzo delle resine Gobbetto da parte dei numerosi artisti intervenuti, come pure il pavimento in Dega Art Spatolato di Mumble Mumble; espressione compiuta del valore artistico delle resine Gobbetto.
Miracoli in digitale I nuovi sistemi di stampa digitale applicati da Abet Laminati, hanno avuto un ennesimo collaudo in occasione dell’evento Fuori Salone che, organizzato nell’ambito dell’ultimo Salone del Mobile di Milano, riguardava il nuovo Show-Room Etro, trasformato per l’occasione in mostra dedicata al design. E, proprio mediante il rivestimento di laminati realizzati con stampa digitale Abet, le linee essenziali degli arredi sono state valorizzate e rese esclusive, richiamando l’attenzione generale del mondo del
Ceramica in arte design. Abet, per l’occasione, ha superato ogni test relativo alla propria capacità di creare eccellenza al laminato sul piano estetico, aggiungendo valore aggiunto alla riconosciuta resistenza superficiale e adattabilità. La vocazione internazionale dell’azienda ha dato l’impulso ad affinare la tecnica della stampa digitale su laminati HPL, ottenendo decori e texture finissime e sfumature preziose, capaci di conferirne la nuova e pregevole identità.
Semplice e funzionale Città, casa e mobilità
Schermature solari
Riconfermato presidente In/Arch – Istituto Nazionale di Architettura, Adolfo Guzzini ribadisce, nel corso della cerimonia che ne ha sancito la rielezione, le proprie considerazioni che danno alta priorità a quanto concerne la città, la casa e la mobilità: “Le carenze strutturali del nostro Paese impediscono in modo sempre più grave la crescita economica. Concordo con le recenti dichiarazioni del Ministro Di Pietro che sollecitano il recupero di una “cultura del fare” che si imponga sulle opposizioni, spesso ideologiche, a qualunque intervento infrastrutturale. Ma dobbiamo anche riportare l’attenzione sul problema del “come fare”, sul tema della qualità degli interventi e sulla centralità del progetto quale fattore determinante per la qualità stessa. Abbiamo assoluto bisogno di investire per ridare competitività alle città, per ridisegnare il sistema dei trasporti, per riprendere una politica abitativa pubblica”. Presidente dal 1998 di un’istituzione prossima alla celebrazione del cinquantenario (2009) dalla fondazione, Adolfo Guzzini, marchigiano, è noto per i numerosi incarichi e riconoscimenti che lo distinguono come: Presidente e Amministratore Delegato de iGuzzini illuminazione nonché Amministratore Delegato e Vicepresidente della Fimag (Società Finanziaria della famiglia di cui fanno parte le aziende F.lli Guzzini, Teuco, iGuzzini illuminazione); Membro della Task Force di Confindustria per lo sviluppo delle attività legate all’internazionalizzazione delle imprese; Membro del Comitato Scientifico del Corso di Formazione Manageriale dedicato alle industrie dell’arredamento e della Casa dell’ISTAO (Istituto Adriano Olivetti di Studi per la gestione dell’economia delle aziende); Membro del Comitato promotore della “Collezione Permanente del Design Italiano della Fondazione La Triennale di Milano; Membro di Giunta della Confindustria. Ad Adolfo Guzzini sono stati inoltre conferiti; il Premio Imprenditore dell’anno per la categoria Qualità of Life, 2001, attribuitoli dalla Ernst&Young; il premio Leonardo per la Qualità nel 2001; il titolo di Cavaliere del Lavoro nel 2004 dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi.
I sistemi di schermatura solare Schüco, studiati per assicurare condizioni eccellenti sia per la climatizzazione sia per l’illuminazione degli spazi interni, consentono soluzioni di schermatura capaci di controllare la quantità di luce ideale per gli ambienti abitativi, contribuendo fortemente al risparmio energetico.
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I sistemi di schermatura solare, per consentire una condizione ottimale, vengono regolati da sensori e software che riducono o prevengono l’ingresso della luce. I sistemi a lamelle fisse e mobili, possono essere combinati in modo ottimale con i sistemi di facciata Schüco grazie alle varie modalità di installazione.
Azienda multinazionale con sede a San Leonardo in Passiria – Bolzano, Maico è leader per la diffusione di meccanismi per serramenti, ma soprattutto per l’offerta di soluzioni con alto contenuto innovativo e flessibilità estrema, come nel caso del controtelaio Rustico Pivot impostato su un criterio di assoluta semplicità. In effetti il numero delle operazione necessarie per ottemperare alla posa delle persiane è stato ridotto al minimo.
Refin Ceramiche, mediante la regia di Laura Villani, è stato protagonista di un evento che lo scorso Aprile ha particolarmente animato lo spazio antistante la Triennale di Milano con un palcoscenico che ha evidenziato le Pareti d’Autore di DesignTaleStudio ed esaltato il bianco delle ceramiche di Refin, e ha accolto nelle serate organizzate, personalità del Design, della Moda e dell’Arte, che hanno presentato le rispettive creazioni ceramiche. Tra i nomi più significativi quelli di: Elio Fiorucci, Michele de Lucchi, Karim Rashid, Satyendra Pakhalé e Sandra Bermudez. L’evento, nella varie fasi, è stato immortalato dal fotografo Claudio Porcarelli.
Tecnologie e sensorialità Formito in misure standard con zanche, squadrette e tasselli premontati, Pivot è facilissimo da tagliare su misura e può essere assemblato in cantiere. La riquadratura della spalletta, sempre vincolante nei confronti degli interventi dell’impresa edile e del serramentista, viene particolarmente semplificata poiché le dime non servono più, e il riferimento per la riquadratura è dato dal controtelaio che, già montato, fa anche da paraspigoli, e più non servono anche i coprifilo.
Organizzato da Dupont Corian e progettato da Jean Nouvel, “Corian Nouvel Lumieres” è un ambiente abitativo diventato evento nell’ambito dei Fuori Salone visti lo scorso Aprile 2007 a Milano. Si è trattato di un’iniziativa che ha evidenziato, mediante soluzioni illuminotecniche, tecnologie domotiche e multisensoriali, le aree principali dell’ambiente nella sua vivibilità contemporanea come le zone living, bagno, notte e cucina. Ed è la cucina lo spazio risolto da Ernestomeda che, già impegnatosi nella realizzazione della nota cucina Z.Island in Corian, disegnata da Zaha Hadid, ne ha progettato l’ambiente, rendendolo un involucro ideale di emozioni ed eccellenze tecnologiche. Il risultato si è manifestato mediante lo schienale retroilluminato e le ante in Corian “Ice white” ad alta traslucenza, che consentono agli oggetti posti all’interno delle colonne di proiettare la loro matericità, creando un effetto di ombre cinesi diffuse nell’ambiente circostante. Applicazione inedita e innovativa è il profilo in pexiglass che incornicia le ante in Corian.
Progressione esponenziale Storia di sedie E’ datato 1878 l’inizio del percorso produttivo di Fornasarig Sedie Friuli che, su iniziativa dei fratelli Fornasarig, ha dato avvio alla prima fabbrica destinata alla produzione di sedie “insediata” nel noto “Distretto Internazionale della sedia”. Risale al 1959 la costituzione, da parte di Giovanni con i fratelli e la moglie Anna, della “Fabbrica SedieFriuli, dedicata al mercato italiano e internazionale. Successivamente, negli anni ’80, con la presenza in azienda della quarta generazione Fornasarig, si è concentrata l’attenzione sul nuovo mercato internazionale dedicato al Contract, volto allo sviluppo alberghiero e ristorativo. Ed è negli anni’90 che prende avvio la riorganizzazione dei reparti produttivi in termini di innovazione impiantistica e tecnologica. Attualmente l’azienda si distingue come la maggiore produttrice italiana di sedie per il Contract, sempre gestita da quella stessa famiglia depositaria dei valori della conoscenza, competenza e passione.
Nuova denominazione Lo scorso 4 settembre, Glaverbel ha annunciato di aver modificato la propria denominazione sociale in AGC Flat Glass Europe e di aver adottato un nuovo logo aziendale, allineando così il marchio delle proprie operazioni a quello del gruppo AGC a livello globale. La modifica rientra nell’unificazione mondiale dei marchi, che accomuna tutte le società AGC in un unico marchio e logo, ampliando l’offerta di servizi migliori alla clientela e rafforzandone il riferimento di leader industriale nell’innovazione. Esponente eccellente in termini di innovazione e competenza, AGC Flat Glass Europe dispone di
un’ampia gamma di prodotti a valore aggiunto che, commercializzati a livello globale, rivestono le più prestigiose realizzazioni delle principali città di tutto il mondo.
Dei vent’anni dedicati da iGuzzini alla ricerca, mediante importanti relazioni stabilite con medici, sociologi, fisici e ricercatori, restano i relativi e numerosi riferimenti nonché le documentazioni riguardanti collaborazioni con: M.I.T. sul tema della Building Envelopes, ovvero sistemi innovativi per la facciata degli edifici in grado di controllare il micro-clima interno; Harvard University sull’uso innovativo delle tecnologie illuminotecniche negli spazi pubblici urbani; La Sapienza di Roma e il Politecnico di Milano sull’innovazione nel design della luce; Istituto Centrale per il Restauro in relazione alle ricerche innovative per la resa ottimale dei colori degli apparecchi. Risale al 1988 la collaborazione con il CNR e con il Lighting Research Center di Troy e quindi con Mark Rea; relatore dei risultati della ricerca nel 1993 presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Nel 1995 è nato il Centro Studi e Ricerca impegnato nel dibattito culturale sulla luce.Nel 1998 è stato messo in produzione l’apparecchio Sivra capace di riprodurre le caratteristiche di intensità e variabilità della luce stessa. Nel contempo, al passo di una comunicazione pubblicitaria di elevatissimo contenuto, che sollecita una riflessione del tutto originale e propositiva sull’effetto della luce su zucche e uomini, iGuzzini si evidenziano esponenzialmente e da leader nel settore di riferimento. Attualmente, ormai chiarito il concetto che assegna alla luce la facoltà di rendere l’uomo aggressivo, euforico, depresso o arrabbiato, iGuzzini raccolgono i meriti della loro intuizione e sapienza tecnologica.
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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Musei oggi Michele Costanzo Museo fuori dal museo. Nuovi luoghi e nuovi spazi per l’arte contemporanea Franco Angeli, Milano 2007, ill. in b/n, 240 pp Museo fuori dal museo, il titolo scelto da Michele Costanzo per il suo ultimo contributo a una tematica che lo appassiona da tempo, sembrerebbe a primo sguardo rimandare a tutta quella complessa rete di fenomeni legati all’arte contemporanea che si sono sviluppati negli ultimi decenni fuori dall’organismo fisico del museo, più noti fra tutti i parchi di scultura disseminati ormai in tutta Europa o le più recenti incursioni degli artisti in spazi pubblici urbani come le stazioni delle metropolitane. In realtà l’obbiettivo del volume, che appare più ambizioso, è quello di estendere l’indagine al complesso panorama della mutazione genetica che ha investito i musei (soprattutto di arte contemporanea) dei Paesi avanzati, cercando di riportare a sistema un fenomeno evolutivo che non si può in nessun modo far coincidere con la mera trasformazione tipologica dell’organismo codificato agli inizi dell’Ottocento da J.N.L. Durand. Le riflessioni di Costanzo sviluppano ora quanto già in parte esposto nell’introduzione a un volume dedicato alle riflessioni di Nicolas Serota sul “dilemma del museo d’arte moderna” (N. Serota, Esperienza o interpretazione: Il dilemma del museo d’arte moderna, a cura di M.Costanzo, Edizioni Kappa, Roma 2002), cercando di mettere correttamente in relazione quanto è accaduto in tutta Europa, nelle capitali come in piccole città periferiche – in riferimento alla profonda trasformazione dell’edificio-museo e alla sua collocazione territoriale – con il fenomeno ben più complesso e articolato dei cambiamenti avvenuti all’interno dell’intero “sistema” dell’arte. Si può qui tenere appena conto di alcuni nodi tematici, profondamente intrecciati fra loro, che hanno avviato processi che, talvolta loro malgrado, hanno finito col sedimentarsi nell’unico luogo fisico ancora deputato ad accoglierli: il museo. Parliamo della rivoluzione che ha investito l’organismo museale a seguito di quel processo che ha visto convergere nel museo strategie mirate e tarate sul business. La rivoluzione che ha portato in meno di tre decenni il museo a incrociare prima e definitivamente abbracciare poi le strategie promozionali delle multinazionali, ha operato una ineliminabile e per
certi aspetti perversa sovrapposizione fra la sfera della cultura e quella del mercato; Daniel Libeskind ha scritto a questo proposito che “i musei odierni si avviano a diventare shopping center mentre gli shopping center sempre più manifestano la smania di assomigliare ai musei”. Alla rottura della secolare separatezza del museo dal tessuto concreto delle istituzioni percepite collettivamente come i motori di trasformazione della società e alla sua violenta immissione nella contemporaneità, con tutele le sue contraddizioni, non concorrono ovviamente solo meccanismi di natura economica ma anche la “naturale” evoluzione dei linguaggi artistici. Pensiamo ovviamente a tutte le strategie messe in atto dagli artisti , a partire dalla metà del XX secolo, per riannodare il loro rapporto con la società; strategie che naturalmente hanno condotto all’individuazione di luoghi espositivi programmaticamente estranei al museo (ma poi in realtà nuovamente confluenti nell’idea di questo); al prevalere di atteggiamenti che puntano sugli aspetti “relazionali” piuttosto che sulla natura estetica dell’operazione artistica; alla trasformazione della figura del critico d’arte e alla sua metamorfosi in quella del curatore a sua volta distinto dal Direttore dell’istituzione museale; e ancora, alla imminente sostituzione di quest’ultimo con gli stessi artisti stessi (un tempo accettati solo dopo un distillato processo di storicizzazione ed ora avviati a diventare i veri padroni del museo). Come riuscire dunque a governare questa trama complessa una volta riconducibile al polo dialettico costituito dall’opera d’arte e dallo spazio istituzionale destinato a storicizzarla? Costanzo prova a farlo incrociando alcune variabili che ritiene fondamentali, quali il luogo, l’edificio espositivo e l’oggetto estetico. L’abbinamento per coppie delle categorie sopra individuate gli fornisce le chiavi utili alla definizione di una mappa di lettura dei molti musei schedati nella seconda parte che, pur con qualche ineliminabile genericità, appare estremamente utile ed stimolante. Soprattutto, ed è quanto mai lodevole, è da sottolineare lo sforzo dedicato a mettere in relazione gli spazi museali con la fenomenologia complessa dell’oggetto d’arte
contemporaneo, un impegno raro nei molti museologi contemporanei che preferiscono presentare ed analizzare le nuove architetture vuote e prive di allestimento. Il volume, che nella seconda parte presenta in modo chiaro ma esauriente (si veda per esempio, la scheda dedicata al centro limosino di Vassivière in Francia), la fisionomia di più di 70 realtà contemporanee, ha una evidente valenza didattica; non tuttavia sufficiente a giustificare il corredo eccessivamente dimesso dell’apparato illustrativo in bianco e nero. Daniela Fonti
Segnalazioni
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Architecture in Discussion”, di cui questo testo fa parte, intende proprio promuovere un dialogo tra architetti e artisti internazionali.
AA.VV. Santiago Calatrava. Tre ponti a Reggio Emilia Skira, 2007, ill. a colori, 320 pp Calatrava sbarca in Italia e lo fa in grande stile, segnando con la sua architettura inconfondibile il territorio emiliano. Lo spunto viene dall’arrivo dell’Alta Velocità e dalla conseguente necessità di mettere ordine nel sistema infrastrutturale d’ingresso a Reggio Emilia. I tre ponti, appena ultimati e che verranno presto seguiti dalla Stazione dell’Alta Velocità, rappresentano un’occasione straordinaria in Italia per riflettere sulla qualità delle infrastrutture e sul delicato e controverso rapporto tra infrastrutture e paesaggio. Il volume è un racconto visivo e scritto di questa storia attraverso voci diverse e complementari: da Paolo Nori, che registra le voci della città, a Stefano Munarin e Pippo Ciorra, autori di saggi sul territorio e le infrastrutture, fino allo stesso contributo di Santiago Calatrava, che si aggiunge al ricco reportage fotografico firmato da Paola De Pietri.
Alberto Alessi Italy now? Country positions in Architecture Princeton, 2007, ill. a colori, 148 pp Esiste un’architettura italiana? Da che cosa è caratterizzata? A quali valori e obiettivi fai riferimento quando progetti? Queste sono le domande poste a venti firme protagoniste dell’architettura italiana contemporanea, le cui risposte sono presentate insieme alle immagini delle loro opere. Il libro, arricchito da saggi critici di Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli, offre uno sguardo approfondito sul panorama architettonico nazionale, attraverso l’occhio di fotografi come Gabriele Basilico, Francesco Jodice, Armin Linke, Alberto Muciaccia, che ci presentano vere e proprie visioni dell’Italia – della sua terra, delle sue persone, delle sue architetture.
Vito Acconci, Kenny Schachter, Lilian Pfaff Architecture becomes Art becomes Architecture SpringerWien New York, 2006, ill. a colori, 140 pp Architettura e arti visuali rappresentano importanti aspetti della nostra cultura e giocano un ruolo centrale nel determinare la società. Il modo in cui esse interagiscono e collaborano cambia e si arricchisce di volta in volta. La serie “Art and
Maria Rita Censi, Dante Frontero, Angelo Germani RM ‘06’. Roma – Architettura contemporanea Edizioni Kappa, Roma 2006, ill. a colori Il ritratto che questo testo tratteggia della città di Roma testimonia che essa è orientata verso alterne prospettive. Catalogare 64 nuovi progetti di architettura già realizzati (oltre ai 20 ancora in cantiere) significa infatti rappresentare da una parte una città che sta
attraversando un importante processo di rinnovamento, dall’altra raccontare una realtà complessa in cui quasi nessun intervento realizza un nuovo riconoscibile disegno urbano, negando ogni possibile visione unitaria. L’ampia serie di schede – meticolosamente censite e corredate di pianta o sezione, vista interna e vista esterna – comprende le architetture di primo piano (come la Chiesa di Dio Padre Misericordioso di Ricahrd Meier, il Parco della Musica di Renzo Piano, la Moschea di Paolo Portoghesi), e quelle meno note; ma tutte a proprio modo utili a interpretare i segni di una città in continua trasformazione. Helvetica 1957_Will this typeface last forever? Lars Müller Publishers, 2007, ill. a colori, 128 pp Disegnata nel 1957, la font Helvetica è divenuta una vera e propria icona del design grafico svizzero, modello di sobrietà e funzionalità comunicativa in tutto il mondo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. L’aspetto equilibrato e neutrale di questo carattere tipografico nasconde in realtà un alto grado di espressività – qualità per la quale è ammirato e criticato allo stesso tempo, e che gli ha guadagnato una fama eccezionale. Questa pubblicazione ripercorre la pluridecennale storia dell’Helvetica, paragonandolo alle più famose font, e mostrado, grazie alle numerose illustrazioni, i più diversi modi in cui è stato impiegato in cinque decenni.
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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
Belgio/Belgium Bruxelles Best Urban Neighborhood Premio internazionale per il “Più bel quartiere d’Europa” realizzato negli ultimi 25 anni/International award for “The Best Urban Neighborhood” realized in the last 25 years Scadenza/Deadline: 30/10 Per informazioni: Fondation Philippe Rotthier pour l’Architecture 55 rue de l’Ermitage 1050 Bruxelles Tel. +32 2 6422480 Fax +32 2 6422482 Internet: www.Fondationpourlarchitecture.com E-mail: bertileamaudric@hotmail.com
Francia/France Belhomert Concours Koréo Sarlam Concorso per progetti residenziali e terziari che integrino apparecchi illuminotecnici a oblò architettonici Koréo Sarlam/Competition for residential or service buildings integrating the Koréo Sarlam architectural lighting appliances Scadenza/Deadline: 30/11 Per informazioni: Sarlam Koréo Internet: www.koreosarlam.com/concours
Paris Noveaux Albums des Jeunes architectes et des paysagiste Concorso per architetti e paesaggisti under 35 europei che abbiano realizzato un progetto o partecipato a un concorso in Francia/Competition for to European architects and landscapists under 35 years of age, who realized a project or entered a competition in France Iscrizioni/Registration: 15/10 Consegna/Submission: 30/11 Per informazioni: Ministère de la Culture et de la Communication Tel. +33 140158535 Internet: www.culture.gouv.fr/ E-mail: nouveaux.albums@culture.gouv.fr
Germania/Germany Osnabrück Tecu® Architecture Award 2007 Concorso internazionale per progetti realizzati tra il 2005 e il 2007 che siano esemplari per innovazione costruttiva, uso creativo dei materiali Tecu® e funzionalità. Una sezione è riservata a progetti di studenti/ International competition for buildings realized between 2005 and 2007 which are exemplary for construction innovation, creativity in the use of Tecu® materials and functionality. There is a section for students’ projects Scadenza/Deadline: 15/10 Monte premi/Total prize money: 14.000 Euro
+ europaconcorsi
Per informazioni: KME Europa Metal Tecu® Architecture Award 2007 Klosterstrasse 29 49074 Osnabrück Internet: www.thecopperlink.com
Italia/Italy Cinisello Balsamo (Milano) Artzept 2007 Concorso internazionale di design sul tema “Piatto con coperchio” International design competition on the theme “Dish with lid” Scadenza/Deadline: 25/10 Primo premio/First prize: 10.000 Euro Per informazioni: Zepter International Bridmarketing Via Sibilla Aleramo 13 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. +39 02 66592139 Fax +39 02 66592151 Internet: www.zepter.com E-mail: int.mktcoordinator@bridmarketing.com
Conversano (Bari) Nuova scalinata del Castello di Conversano Concorso per studenti per il progetto della nuova scalinata del castello di Conversano/Student competition for the project of the new Conversano Castle access stairs Scadenza/Deadline: 8/6/2008 Per informazioni: Sinistra Giovanile di Conversano Via Bolognini 8 70014 Conversano (BA) Tel. +39 334 3030162 Internet: http://sgconversano.altervista.org E-mail: sg.puglia@libero.it
Follonica (Grosseto) Museo del Ferro e della Ghisa Concorso di idee per il progetto di un Museo, che avrà sede presso la struttura dell’ex Forno di S. Ferdinando, in fase di restauro Ideas competition for the project of a Museum dedicated to iron and cast iron, which will be realized in the building of the former S.Ferdinando Furnace which is at the moment object of restauration Scadenza/Deadline: 20/10 Monte premi/Total prize money: 10.000 Euro Giuria/Jury: Gemma Mauri, Stefano Mugnaini, Giordano Gasperoni, Letizia Franchina, Narcisa Fargnoli Per informazioni: Amministrazione Comunale di Follonica Cinzia Niccolini Largo Cavallotti 1 58022 Follonica (GR) Tel. +39 0566 59411 Fax +39 0566 59268 Internet: www.comune.follonica.gr.it E-mail: cniccolini@comune.follonica.gr.it
Milano Well-Tech Award 2008 Premio internazionale per prodotti di innovazione tecnologica e valori di accessibilità, sostenibilità e qualità della vita International award for products which are innovative in the fields of technological research, accessibility, sustainability and quality of life Scadenza/Deadline: Marzo/March 2008 Per informazioni: Well-Tech Via Malpighi, 3 20129 Milano Tel. +39 02 29518792 Fax +39 02 29518189 Internet: www.well-tech.it E-mail: info@well-tech.it
Premio Europeo di Architettura Ugo Rivolta Premio che ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza dei migliori progetti di edilizia sociale realizzati tra il gennaio 2000 e il dicembre 2006 sul territorio dei 27 Paesi della Comunità Europea e della Svizzera Prize aimed to promote the knowledge of the best projects of social building realized between January 2000 and December 2006 in the 27 countries of the European Community and in Switzerland Scadenza/Deadline: 30/11 Primo premio/First prize: 10.000 Euro Giuria/Jury: David Chipperfield, Mauro Galantino, Carlo Melograni, Luciano Niero, Flora Ruchat, Per informazioni: Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano Via Solferino 19 20121 Milano Tel. +39 02 62534272 Fax +39 02 62534209 Internet: www.ordinearchitetti.mi.it/concorsi/ premiougorivolta.html E-mail: premiougorivolta@ordinearchitetti.it
Vicenza Settima Edizione del Premio Dedalo Minosse Premio internazionale alla committenza di architettura International prize for commissioning a building Iscrizione/Registration: 10/9-31/1/2008 Per informazioni: ALA-Assoarchitetti Contrà S. Ambrogio 5 36100 Vicenza Tel./Fax +39 0444 235476 Internet: www.assoarchitetti.it E-mail: dedalominosse@assoarchitetti.it
Portogallo/Portugal Porto Porto Vivo: revitalization of the Riverine Front Concorso internazionale indetto dalla Sociedade de Reabilitação Urbana da Baixa Portuense, che si occupa di riqualificazione urbana, aperto a team di lavoro multidisciplinari Ideas competition within the Revitalization of the Riverine front of Oporto in the Zone of Priority Intervention within its mission of Urban Rehabilitation and Revitalization, open to multidisciplinary teams. Consegna/Submission: 31/10 Per informazioni: PORTOVIVO, SRU - Sociedade de Reabilitação Urbana da Baixa Portuense, SA Rua Mouzinho da Silveira, 212 4050 - 417 Porto Tel. +351 222 072 700 Fax +351 222 072 709 Internet: www.portovivosru.pt E-mail: sru.portovivo@cm-porto.pt
Spagna/Spain Barcelona Parque de la Laguna de Venecia Concorso internazionale per un progetto di sviluppo dell’area costiera della Laguna di Venezia International competition for projects for the development of the coastal area of Venice Lagoon Iscrizione/Registration: 15/10 Consegna/Submission: 12/11
Giuria/Jury: Iñaki Abalos, Francesco Careri, James Corner, Anne Lacaton, Philippe Rahm, 2G Team Monte premi/Total prize money: 15.000 Euro Per informazioni: Editorial Gustavo Gili 2G Competition Rossellò 87-89 08029 Barcelona Tel. +34 93 4444732 Fax +34 93 4444738 E-mail: info@2Gcompetition.com
Svizzera/Switzerland Zurich Holcim Award Competition Premio internazionale per progetti sostenibili innovativi e orientati al futuro/The competition celebrates innovative, future-oriented and tangible sustainable construction projects from around the globe Scadenza/Deadline: 28/2/2008 Per informazioni: Holcim Foundation for Sustainable Construction Hagenholzstrasse 85 Zurich, CH-8050 Switzerland Internet: www.holcimfoundation.org/ T154/holcim_awards.htm E-mail: helpdesk@holcimawards.org
USA Cambridge Just Jerusalem Concorso internazionale per visioni innovative per la città di Gerusalemme e su come potrebbe essere se giustizia, pace e vivibilità prevalessero sulla competizione per il suo possesso. Non si chiede un master plan ma proposte visionarie per una città sia reale che simbolica, giusta, pacifica e sostenibile per il 2050. Questa data non è arbitraria ma una metafora di un tempo abbastanza futuro rispetto ai coflitti attuali da consentire libertà di immaginazione. Sono invitati a partecipare team multidisciplinari di architetti, urbanisti, artisti, storici, filosofi, scienziati, economisti, ingegneri, poeti International competition calling for innovative visions for the city of Jerusalem and what it might be if justice and urban livability, rather than competing nationalist projects, were the principle points of departure. The goal of the organizers is not to produce a contemporary master plan for the city, but to solicit entries that envision Jerusalem, real and symbolic, as a just, peaceful, and sustainable city by the year 2050. The year 2050 is not an arbitrary point in time so much as a metaphor for a future far enough from the present conflict to allow some freedom to imagine a different situation, but near enough to generate serious deliberation. Entries are not limited to architects and urbanists, but rather, will also be elicited from artists, historians, poets, political scientists, philosophers, economists, engineers, and all others who have ideas for the future of the city. We strive for a plurality of voices and encourage multi-disciplinary te a m s Scadenza/Deadline: 31/12 Giuria/Jury: Ute Meta Bauer, Meron Benvenisti, Manuel Castells, Harvey Cox, Herman Hertzberger, William J. Mitchell, Sadako Ogata, Suha Ozkan, Salim Tamari
229 l’ARCA 105
AGENDA Per informazioni: Jerusalem 2050 Project Diane Davis Massachusettes Institute of Technology Building 9-637 77 Massachusetts Ave Cambridge, MA 02139 Tel. +1 617 452-2804 Internet: www.justjerusalem.org E-mail: jjquestions@mit.edu
Peachtree City Cooper Lighting Source Awards Concorso per la promozione delle consocenze e l’ampliamento delle funzioni dell’illuminazione come elemento primario di progetto. Si premiano installazioni realizzate negli ultimi due anni in cui siano utilizzati prodotti Cooper Lighting The competition is focused on furthering the understanding, knowledge, and function of lighting as a primary element in design, requires the use of Cooper Lighting brands. Installations must have been completed in the last two years Scadenza/Deadline: 1/1/2008 Per informazioni: The Source Awards, Cooper Lighting c/a Karin Martin 1121 Highway 74 South Peachtree City, GA, 30269 USA Tel. +1 630 5138625 Internet: www.cooperlighting.com E-mail: Kmartin41@aol.com
Convegni e dibattiti Congresses and conferences
+ europaconcorsi
Cipro/Cyprus Gazimagusa City Eastern Mediterranean University, Faculty of Architecture Medi-Trilogy: Coastal Settlements, Culture, Conservation 8/10-10/10 Per informazioni: Eastern Mediterranean University, Faculty of Architecture Gazimagusa City North Cyprus Via Mersin 10 Turkey, Cyprus Internet: www.emu.edu.tr
Egitto/Egypt Alexandria Bibliotheca Alexandrina ASCAAD 2007 Conference 26/11-28/11 Per informazioni: Internet: www.ascaad.org/conference/2007/
Francia/France Paris Palais de Chaillot et Institut du Monde Arabe Colloque Européen: Architecture et Archives Numeriques L’architecture à l’ère du numérique: une question de mémoire 8/11-10/11 Per informazioni : Internet: architecturearchives.net E-mail: secretariat.aae@citechaillot.fr
Australia Brisbane Griffith University World Association for Sustainable Development 5th International Conference 29/10-31/10 Per informazioni: Internet: www.worldsustainable.org/ conferences/conferences.html
Austria Vienna Architektur Zentrum 10 Years of the Friedrich Kiesler Stiftung Wien 20/10 The 15th Vienna Architecture Congress 9/11-11/11 Per informazioni: Architektur Zentrum Museumplatz 1 1070 Vienna Tel. +43 1 5223115 Fax +43 1 5223117 Internet: www.azw.at E-mail: office@azw.at
Cina/China Yelushan Changsa Hunan University International Conference on Modern Bamboo Structures 11/10-13/10 Per informazioni: University of Southern California Internet: www.usc.edu/dept/civil_eng/ structural_lab/icbs.html
106 l’ARCA 229
Palais de Chaillot/Auditorium de la Cité Relevé et Restauration Giornate internazionali di studio International days of study 5/11-6/11 Les entretiens de Chaillot: Ian Kaplicky, Londres 22/10 Jan Neutelings, Rotterdam 19/11 Massimiliano Fuksas, Rome 10/12 Per informazioni: Agostina Pinon Communication et presse Cité de l’architecture et du patrimoine Palais de Chaillot 1, place du Trocadéro 75116 Paris Tel. +33 1 58 51 52 85 / mobile 06 03 59 55 26 Fax +33 1 58 51 59 91 Internet: www.citechaillot.fr E-mail: apinon@citechaillot.fr
Gran Bretagna/Great Britain Farnham Farnham Castle Conference Center Sustainable Innovation 2007 – Global Building and Construction: Systems, Technologies, Products and Service Design 29/10-30/10 Per informazioni: The Centre of Sustainable Design University College for the Creative Arts Martin Charter (Director) Tel. + 44 01252 892772 Fax + 44 01252 892747 Internet: http://list.unu.edu/pipermail/itenv/2006October/000020.html E-mail: mcharter@ucreative.ac.uk
Hastings St.Mary-in-the-Castle Seaside Heritage – Colourful Past, Bright Future 16/10-17/10 Per informazioni: English Heritage Internet: www.english-heritage.org.uk
London Church House Conference Centre Westminster Sustainable Communities Summit 2007 25/10 Per informazioni: Ten Alps Event Internet: www.sustainablecommunities2007.co.uk
Irlanda/Ireland
Per informazioni: Ufficio Stampa SEVICOL Itinera srl Via Rasella 55 00187 Roma Tel. +39 06 4815303 Fax +39 06 47823779 Internet: www.sevicol.it E-mail: stampa@sevicol.it
Messico/Mexico Mexico City Venue to be announced SIGraDi 2007: Communication in Visual Society 23/10-25/10 Per informazioni : The Iberoamerican Society of Graphic Design Internet: www.sigradimexico.org
Olanda/Holland Eindhoven
UCD School of Architecture, Landscape & Civil Engineering Defining Space 12/10-13/10
Department of Architecture, Building and Planning at the University of Technology Tectonics Making Meaning 10/12-12/12
Italia/Italy Ancona Università Politecnica delle Marche Artec 2007 Convegno su progettazione e involucro edilizio 22/11-24/11 Per informazioni: Enrico Quagliarini Internet: www.ing.univpm.it/ARTEC2007, www.artecweb.it E-mail: e.quagliarini@univpm.it
Milano Palazzo Pirelli/Auditorium Giorgio Gaber Il DNA del design italiano… produzione inimitabile Giornata di incontri per reinventarsi con gusto 20/10 Per informazioni: AIDDA-Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda Via Bigli 15/A 20121 Milano Tel. +39 02 36507345 Fax +39 02 36507336 E-mail: info@aiddalombardia.com
Rimini Fiera SIB Forum Seminari specialistici sul mondo delle tecnologie per lo spettacolo, l’installazione e il broadcast Specialistic workshops on showbusiness technologies, installations and broadcast 18/10-20/10 Per informazioni: RiminiFiera Tel. +39 0541 744206 Internet: www.sibinternational.com/forum
Roma Fiera Convegno sul risparmio energetico 26/10-29/10
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
+ europaconcorsi
Places to Live 12/9-11/11 Raili and Reima Pietilä 21/11-24/2/2008
Francia/France Bordeaux
Dublin
Per Informazioni: UCD Internet: www.ucd.ie/arcel/defining_space.html E-mail: Hugh Campbell hugh.campbell@ucd.ie Douglas Smith douglas.smith@ucd.ie
AGENDA
Per informazioni: http://tectonics2007.com
Air Foundation Reviewing Rotterdam: 3 Critics, 25 Buildings 11/10 Per informazioni: Air Foundation 3012 AB Rotterdam Internet: www.rotterdam2007.nl
Spagna/Spain Barcelona EsArq-Escola Tècnica Superior d’Arquitectura Universitat Internacional de Catalunya Master of International Cooperation in Architecture: Housing, Urbanization, and Sustainability in Developing Contexts 1/10-17/7/2008 Master in Genetic Architectures: New Cybernetic-Digital ProjectDesign and New EcologicalEnvironmental Project Design Iscrizione/Registration: 31/7 2007-2008 Academic year Per informazioni: Amanda Schachter (Program Director) UIC Campus Barcelona Immaculada 22 08017 Barcelona Tel. +34 932541800 Fax +34 93 2541850 E-mail: amschac@cir.uic.es Internet: www.uic.es/cooperation
Castellón Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegación Qualicer 2008 10° Congresso internazionale sulla qualità delle piastrelle in ceramica 10th World congress on ceramic tile quality 10/2/2008-13/2/2008 Per informazioni: Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegación Avenida Hnos Bou 79 12003 Castellón Tel. +34 964 356515 Fax 334 964 356510 Internet: www.qualicer.org E-mail: qualicer@camaracs.es
Australia Sydney The Power House Museum Smart Works: Design and the Handmade Fino al/through 5/11
Austria Graz Varie Sedi Steirischerherbst 2007 (www.steirischerherbst.at) 20/9-14/10
Vienna Architektur Zentrum China Production 26/10-21/1/2008 A_show: Austrian Architecture in the 20th and 21st Century Fino al/through 31/12 MAK Robert Maria Stieg – Caution: Furniture Matters! 30/5-21/10 Axioms – Buchegger, Denoth, Feichtner 26/9-28/10 On the Back: Hidden Signs of the Object 19/9-28/3/2008
Canada Montreal CCA Naoya Hatakeyama: Scales 27/9-3/2/2008 Museum of Fine Arts American Streamline Design: The World of Tomorrow 16/5-28/10
Danimarca/Denmark Copenhagen Danish Design Centre The Danish Design Prize 2007 Fino al/through 14/10
Humlebæk Museo d’Arte Moderna Louisiana The Boundaries of Architecture 15/6-21/10
arc en rêve SANAA- Kazuyo Sejima + RyueNishizawa & Walter Niedermayr 14/6-28/10
Museum of Finnish Architecture Competed Architecture 12/9-11/11 Rural Architecture of the Black Sea Region 12/11/11
Cube The World Is My Imagination 7/9-3/11
Newcastle Robert Stephenson Centre Design Event 07 11/10-28/10
Italia/Italy
Marseille
Firenze
Maison de l’Architecture et de la Ville PACA Alvaro Siza au Thoronet 29/6-31/10
Casa Buonarroti Michelangelo Architetto a San Lorenzo: quattro problemi aperti 20/6-12/11
Paris Palais de Chaillot Qu’est-ce que tu fabriques? La tour en jeu, de la Tour de Babel à l’Empire State Building 15/9-6/1/2008 Jakob+Macfarlane: Blown Data House 15/9-27/1/2008 La Villa de Mademoiselle B. 11/10-2771/2008 Prix de l’Union Européenne pour l’Architecture Contemporaine – Prix Mies van der Rohe 2007 15/10-27/1/2008 Vauban Bâtisseur du Roi Soleil 13/11-5/2/2008 La peau entre texture et ossature 15/9-31/12/2008 Crypte archéologique du parvis de Notre-Dame Construire à Lutèce Fino al/through 25/5/2008
Germania/Germany
Padova Palazzo della Ragione Kengo Kuma 27/10-27/1/2008
Roma Spazio Etoile Piazza San Lorezo Week Roma d+ Settimana del design 5/10-13/10
Torino Urban Centre Torino Today Tour Itinerari urbani: la città postindustriale 30/6-1/12 (www.urbancenter.to.it) MIAAO Astronave Torino – Turin Spaceship Company 6/10-6/1/2008
Berlin Aedes Am Pfefferberg AND - Interdisciplinary Creative Arts from China: Yung Ho Chang (Architect), Liu Zhizhi (Graphic designer), Wang Yiyang (Fashion designer), Liu Suola (Composer, Singer, Artist) 18/9-8/11
Stuttgart Wechselraum Asmara. Africa’s Secret Modernist City 21/9-19/10
Giappone/Japan Tokyo/Aoyama area Jingu Gaien 100% Design Tokyo 2007 (www.100percentdesign.jp) 31/10-4/11
Finlandia/Finland Helsinki
Manchester
Gran Bretagna/Great Britain London Design Museum Zaha Hadid Architecture and Design 29/6-31/10
Olanda/Holland Rotterdam Varie Sedi Rotterdam City of Architecture 2007 www.rotterdam2007.nl NAI A Better World – Another Power Fino al/through 21/10 P.J.H.Cuypers (1827-1921) 22/9-6/1/2008
Repubblica Ceca Czech Republic Brtnice Josef Hoffmann Museum Josef Hoffann-Adolf Loos 6/6-28/10
Spagna/Spain
Svizzera/Switzerland Basel Museo Svizzero di Architettura Pancho Guedes – The Eclectic Modernist 28/9-31/12
Zurich ETH Gästehaus Science City 12/9-11/10 Coletivo-Sao Paulo 27/9-25/10 Signaletik Science City 18/10-8/11 Omaggio a Oscar Niemeyer 8/11-17/1/2008
USA Bloomfield Hills Cranbrook Art Museum Eero Saarinen: Shaping the Future 17/11-30/3/2008
Chicago The Art Institute Lorenzo Ghiberti’s Gates of Paradise 28/7-13/10
Los Angeles MAK L.A. Victor Burgin – The Little House 29/10-27/1/2008
New York MOMA Lost Vanguard: Soviet Modernist Architecture, 1922-32 18/7-29/10 Cooper-Hewitt National Design Museum Piranesi As Designer 14/9-20/1/2008 Provoking Magic: Lighting of Ingo Maurer 14/9-28/1/2008 Austrian Cultural Forum Wine Architecture-The Winery Boom 6/9-28/11 Museum of Arts and Design Inspired by China: Contemporary Furnituremakers Explore Chinese Traditions Have a Seat! The Beylerian Collection of Small Chairs 28/6-28/10
Salem Peabody Essex Museum Samuel McIntire, Carving an American Style 13/10-24/2/2008
San Francisco Design Center Galleria San Francisco on the Boards+At Street Level 6/9-26/10
Valencia
Washington
IVAM Vicente Guallart 13/9-11/11 Architecture and De Chirico 18/12-17/2/2008 The Imaginary Museum 15/11-2071/2007
National Building Museum David Maculay: The Art of Drawing Architecture 23/6-21/1/2008 Marcel Breuer: Design and Architecture 3/11-17/2/2008
229 l’ARCA 107
AGENDA Mostre d’arte Art Exhibitions
+ europaconcorsi
Caen
Paris
Musée des Beaux-Arts Charles Mellin: Un Lorrain entre Rome et Naples 21/9-31/12
Centre Pompidou Toni Grand 4/7-22/10 Silvia Bächli 7/11-7/1/2008
Carquefou Belgio/Belgium Antwerp MoMu Bernhard Willhelm 13/7-27/1/2008
Frac Stéphane Pauvret 21/9-11/11
Chambord Château Made in Chambord 30/6-5/5/2008
Bruxelles
Chaumont-sur-Loire
Artiscope Walter Leblanc 21/9-16/11
16th Festival of Gardens Fino al/through 14/10
Delme Canada Montreal Museum of Fine Arts e-Art: New Technologies and Contemporary Art 20/9-9/12
Toronto Art Gallery of Ontario The Future Now Fino al/through 1/11
Danimarca/Denmark Copenhagen Statens Museum fur Kunst A Mirror of Nature, Nordic Landscape Painting 1840-1910 6/10-20/1/2008 Jorgen Haugen Sorensen: While We Wait Fino al/through 3/2/2008
Humlebaek Louisiana Museum of Modern Art Richard Avedon – Photographs 1946-2004 24/8-13/1/2008
Finlandia/Finland Espoo Museum of Modern Art/EMMA Salvador Dalí 3/10-16/12
Angers Musée des Beaux-Arts Olivier Debré – grand formats 25/5-4/11
Briey-en-Fôret Unité d’habitation Le Corbusier/La Galerie Blanche Le graphisme de George Tscherny, artiste américain 8/6-19/10
108 l’ARCA 229
Fondation Cartier Rock ‘n’ Roll 39/59 22/6-28/10 Jacquemart-André Museum Fragonard – Les Plaisirs d’un siècle 3/10-13/1/2008 Galerie des Galeries Lafayette Antidote: dix artistes français 13/9-3/11 Maison Rouge Sots Art, Art politique en Russie de 1972 à aujourd’hui 21/10-20/1/2008
Barbican Centre Seduced – Art & Sex from Antiquity to Now 12/10-27/172008 Serpentine Gallery Matthew Barney 20-9-11/11
Italia/Italy Adria (Rovigo) Museo Archeologico Nazionale Balkani, antiche civiltà tra il Danubio e l’Adriatico 8/7-13/1/2008
Aosta
Centre d’art contemporain la Synagogue Summer’s Song: Marc-Camille Chaimowicz 8/7-28/10
Galerie Paul Frèches Trompe-l’oeil: Rémy Lidereau 21/9-17/11
Saint-Tropez
Centro Saint-Bénin Combat Final-Cinquantenaire des Batailles de Reines 19/5-28/10
Dunkerque
Varie Sedi Dialogues méditerranéens 10/7-15/10
Museo archeologico regionale A bon droit 30/6-4/11
Versailles
Biella
Palais de Versailles When Versailles was furnished in silver 20/11-9/3/2008
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile 2007: prodotti di svolta 22/6-31/12
LAAC De Gerhard Richter à Markus Sixay, Particules d’Histoire 28/6-28/10
Grenoble Magasin Kelley Walker 7/10-6/1/2008 Musée de Grenoble De leur temps 2: Art contemporain et Collections privées en France 7/7-16/10
Le Puy-en-Velay Musée Crozatier André Jacquemin 23/6-31/10
Lille
Germania/Germany Frankfurt Schirn Kunsthalle Turner Hugo Moreau: The Discovery of Abstraction 5/10-6/1/2008 Art Machines Machine Art 18/10-27/1/2008 Eva Grubinger 29/11-2/3/2008
Kassel
Tripostal Passage du temps-Collection François Pinault Foundation 19/10-1/1/2008
Documenta Halle Documenta 12 16/6-23/9
Lyon
Wolfsburg
La Sucrière, Institut d’art contemporain de Villeurbanne, Musée d’art contemporain de Lyon Biennale de Lyon 2007 17/9-6/1/2008
Kunstmuseum Swiss Made 2: Precision and Madness. Positions in Swiss Art from Holder to Hirschhorn 7/7-21/10
Mulhouse Francia/France
Jeu de Paume-Espace Concorde Edward Steichen 9/10-30/12
Hockney on Turner Watercolours 11/6-3/2/2008 Art Now: Goshka Macuga 30/6-14/10 Millais 26/9-13/1/2008 Turner Proze Retrospective 2/10-6/1/2008
Cité de l’Automobile-Collection Schlumpf Pleins Phares: l’art et l’automobile 21/9-31/1/2008
Nancy Galeries Poirel L'émoi de l'image 28/9-4/11
Orléans Frac Centre Ant Farm Redux 12/10-23/12
Gran Bretagna/Great Britain
Bologna MAMBO - Museo d’Arte Moderna di Bologna Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web 6/5-4/11 Varie sedi (www.superluoghi.it) La civiltà dei superluoghi – Notizie dalla metropoli quotidiana 13/10-7/11 Bottegantica I Macchiaioli e la pittura toscana di fine ‘800 12/10-10/11 Galleria Artsinergy Orizzonte degli eventiConnessioni fra arte e scienza 29/9-31/10
Borgia (Catanzaro) Parco Archeologico Scolacium Intersezioni: Stephan Balkenhol, Wim Delvoye, Marc Quinn 13/7-14/10
London
Caraglio (Cuneo)
Tate Modern The Unilever Series: Doris Salcedo 9/10-24/3/2008 Louise Bourgeois 11/10-27/1/2008 The World as a Stage 24/10-6/1/2008
CeSAC-Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee Il Filatoio Collectors 1: Collezione La Gaia di Bruna e Matteo Viglietta Fino al/through 30/12
Tate Britain 1807: Blake, Slavery and the Radical Mind Fino al/through 21/10 Art Now: Christina Mackie 2/6-28/10
Castiglioncello (Livorno) Castello Pasquini Il cinema dei pittori. Le arti e il cinema italiano 1940-1980 15/7-4/11
AGENDA Chiusi (Siena) Museo Archeologico Etruschi. La collezione Bonci Casuccini 21/4-4/11
Ciliverghe di Mazzano (Brescia) Musei Mazzucchelli Il Teatro degli Artisti 5/5-28/10
+ europaconcorsi
Contemporanea Mirko 23/6-14/10
Milano Palazzo Reale Arte italiana 1968–2007 Pittura 10/7-11/11 Museo Diocesano L’Annunciata (1475?) di Antonello da Messina 4/10-25/11
Collecchio (Parma)
Fondazione Stelline Tony Cragg-Material Thoughts 27/9-25/11
Centro Culturale Villa Soragna e Villa Santucci - Fontanelli Architettura dipinta. Le decorazioni parmensi dei Galli Bibiena 13/10-25/11
Palazzo della Ragione Arte e omosessualità – da von Gloeden a Pierre et Gilles 10/7-11/11
Como
Studio Forni Figures in solitude 27/9-3/11
MuST Carla Badiali – disegnare il tessuto 29/9-14/11
Galleria Francesca Minini Deborah Ligorio: Vulcano 21/9-15/11
Borgovico 33 José Davila: Space After Space 5/10-18/11
Tingo Design Gallery Portali di Andrea Branzi 19/10-17/11
Dozza (Bologna) Rocca Sforzesca, Borgo Antico, Toscanella XXI Biennale del muro dipinto 15/9-4/11
Gemonio (Varese) Museo Floriano Bodini Adolfo Wildt (1868-1931) 14/7-28/10
Firenze Villa Bardini Cabianca e la civiltà dei Macchiaioli 12/7-14/10 Giardino di Boboli, Piazza Pitti, Piazza della Repubblica Roberto Barni: Gambe in spalla, sculture monumentali 25/6-30/10 Museo Archeologico Roberto Barni: Gambe in spalla, sculture e dipinti 7/9-30/11
Malpensa (Varese) Terminal 1 Aeroporto ExhibAir. Un viaggio nell’arte Fino a gennaio/through January
Manzano (Udine) Abbazia di Rosazzo Genesi d’acqua: le sculture di Yoshin Ogata 15/9-18/11
Marsala (Trapani) Pinacoteca Civica-Convento del Carmine Fabrizio Clerici 1937-1992 7/7-28/10
Matera Chiese Rupestri Madonna delle Virtù e S.Nicola dei Greci MUSMA-Museo della Scultura
Galleria Magrorocca Kristian Burford 26/10-15/12 Galleria Il Mappamondo Maurice Utrillo: La città dipinta 24/10-24/12
Modena Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita Mimmo Paladino: Per Modena 15/9-6/1/2008
Prato
Trieste
Centro per l’ArteContemporanea Luigi Pecci Bruno Munari: Settant’anni di libri 5/10-3/2/2008
Salone degli Incanti ex pescheria Centrale Mascherini e la scultura europea del Novecento 28/7-14/10
Rivoli (Torino) Castello Gilbert & George, la grande mostra 16/10-13/1/2008
Roma MAXXI MAXXI Installazioni: Maurizio Mochetti, Michelangelo Pistoletto e Charles Sandison Fino al/through 18/11 Galleria Extraspazio Cut: Peter Malmdin 27/9-10/11
San Benedetto del Tronto Palazzo comunale Bice Piacentini Paolo Annibali – sculture (19972007) 6/10-10/12
Sibari (Cosenza) Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide Il senso della continuità. Rigenerazione della forma e della lingua: Jannis Kounellis – La storia e il presente 30/9-30/12
Terni
Galleria ModenArte Vincenzo Balsamo: il soffio dell’infinito 5/10-1/12
Palazzo Primavera 1° MMS Photo Festival 2° CortoFoninoT Film Festival, festival nazionale di cortometraggi girati con il telefonino (www.cortofoninofilmfestival.eu) 10/3-10/10
Napoli
Todi (Perugia)
Palazzo Roccella Bellezza pericolosa 5/7-23/10
Ab Ovo Gallery Caleidoscopie - Forma e colore nell'arte di Svenja John Fino al/through 11/11
Teatro Augusteo Artecinema – XII Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea 18/10-21/10
Padova Misei Civici agli Eremitani Fulvio Pendini (1907-1975). I volti di Padova 19/5-4/11
Pietrasanta (Lucca) Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino 8° Premio Internazionale Barsanti e Matteucci: La robotica e i materiali innovativi - Dall’esempio di Eugenio Barsanti nuove prospettive di ricerca e di applicazione tecnologica 23/9-28/10
Pieve di Cento (Bologna) Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 Per parole e immagini. Tra poesia visiva ed espressioni segniche 15/9-13/1/2008
Torino Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà Primo Levi. I giorni e le opere 18/4-14/10 Sala Bolaffi Pino Mantovani: La concretezza del vuoto 16/10-18/11
Trento Castello del Buonconsiglio Ori dei cavalieri delle steppeCollezioni dai Musei dell’Ucraina 1/6-4/11 Mart Sulle tracce di Maurice DenisSimbolismi ai confini dell'impero asburgico 23/6-28/10 Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea Scuola di pittura 7/7-14/10
Venezia Varie Sedi 52.Esposizione Biennale Internazionale d’Arte 10/6-21/11 Palazzo Grassi Sequence 1 5/5-18/11 Galleria Flora Bigai Tom Wesselmann 9/6-13/10 Palazzo Ducale Venezia e l’Islam 828-1797 28/7-25/11
Verona Museo di Castelvecchio Herbert Hamak: Ultramarinblau dunkel PB29.22007 19/3-30/10 Galleria Byblos Out of True 21/9-31/10
Vigevano (Milano) Castello Da Pellizza a Carrà. Artisti e paesaggio in Lomellina 22/9-18/11
Vinadio (Cuneo) Forte Montagna in movimento-Percorsi multimediali attraverso le Alpi meridionali 7/7-28/10
Lussemburgo/Luxembourg Luxembourg et Grande Region Capitale Européenne de la Culture 2007 www.luxembourg2007.org Rotonde 1 Global Multitude 23/10-2/12 Halle des Soufflantes-Balval All We Need-Martin Heller 21/4-28/10
Olanda/Holland Amsterdam Van Gogh Museum Barcellona 1900 21/9-20/1/2008
Rotterdam Kunsthal Théophile Steinlen – The Master of Montmartre 22/9-20/1/2008 Jean Tinguely: Everything Moves! 10/10-27/1/2008
229 l’ARCA 109
AGENDA Repubblica di San Marino San Marino Republic San Marino Museo di San Francesco Arte per mare. Dalmazia, Titano e Montefeltro tra primo Cristianesimo e Rinascimento 22/7-11/11 San Leo e San Marino Museo d’Arte Sacra e Museo di San Francesco 22/7-11/11
Spagna/Spain Barcelona MACBA Joan Jonas 20/9-7/1/2008 Be-Bomb: The Transatlantic War of Images and All That Jazz 19461956 5/10-7/1/2008
Madrid Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia Iceberg tropical: Luis Gordillo, antológica 1959-2007 19/6-15/10
Valencia IVAM Andreu Alfaro 27/9-9/12 Eduardo Kac 25/9-11/11 The Estethics of Biology 25/9-18/11 Ana Peters 5/9-4/11 Art and Gastronomy 20/9-11/11
Svezia/Sweden Stockholm Moderna Museet Gunvor Nelson 29/9-1/12 Olle Baerting 6/10-6/1/2008
Svizzera/Switzerland Ligornetto Museo Vela Paolo Bellini, opere recenti 3/6-25/11
Lugano Museo Cantonale d’Arte Alexej von Jawlensky – Il valore della linea 29/9-6/1/2008
Martigny Fondation Gianadda Chagall tra cielo e terra 6/7-19/11
Rancate Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst Camillo Procaccini (1561-1629) 14/9-2/12
110 l’ARCA 229
+ europaconcorsi
Saint Gervaise (Ginevra) Centre pour l’Image Contemporaine 12e Biennale de l’image en mouvement 12/10-20/10 Exposition BIM 12/10-16/12
USA Boston MFA Drama and Desire: Japanese Paintingss from the Floating World 1690-1859 28/8-16/12
Miami Beach Art Basel/Miami Beach 6/12-9/12
New York MoMA Lines, Grids, Stains, and Words 13/6-22/10 Re-picturing the Past/Picturing the Present 16/6-5/11 New Photography 2007: Tanyth Berkeley, Scott McFarland, Berni Searle 26/9-1/1/2008 Georges Seurat: The Drawings 28/10-7/1/2008 Martin Puryear 4/11-14/1/2008 New York’s University’s Grey Art Gallery The Geometry of Hope: Latin American Abstract Art from Patricia Phelps De Cisneros Collection 12/9-8/12
Philadelphia ICA Ensemble Eileen Neff Project Space: Jay Heiles Ramp Project: Taalman Koch 7/9-16/12
Salem Peabody Essex Museum Perfect Imbalance, Exploring Chinese Aesthetics 19/5-17/5/2009 Accidental Mysteries 23/6-27/1/2008 Gateway Bombay 14/7-7/12/2008 Origami now! 16/6-8/6/2008
Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
wide distribution and franchising 14/11-16/11
Per informazioni: Internet: www.fsb-cologne.com
Per informazioni: GMPR Group c/a Patrizia Marani Tel. +39 051 2913911 Internet: www.gmpr.it E-mail: patrizia.marani@gmpr.it
Exponatec International Trade Fair for Museums, Conservation and Heritage 31/10-3/11
Paris Argentina Buenos Aires Exhibition Centre La Rural BIEL Light+Building Salone internazionale dell’ingegneria elettrica, elettronica e illuminotecnica/International trade fair of electrical engineering, electronic and lighting 6/11-10/11 Per informazioni: Indexport Messe Frankfurt Tel. +54 11 45141400 Fax +54 11 45426469 Internet: www.biel.ixmf.com E-mail : biel@indexport.com.ar
Cina/China Hong Kong Convention and Exhibition Centre Mipim Asia Mostra convegno del mondo immobiliare/Convention and exhibition of the real estate world 28/11-30/11 Per informazioni: Mipim Internet: www.mipimasia.com
Emirati Arabi Uniti/UAE Sharjah Expo Centre Sharjah Conmex Salone internazionale dei macchinari da costruzione/International machinery exhibition 5/11-8/11 Per informazioni: Conmex P.O.Box 3222 Sharjah Tel. +971 6 5770000 Fax +971 6 5770111 Internet: www.conmex.ae E-mail: conmex@expo.centre.ae
Grand Palais et Carrée du Louvre Fiac 2007 Salone internazionale dell’arte contemporanea/International trade fair of contemporary art 18/10-22/10 Per informazioni: Reed Exposition France 52/54, quai de Dion-Bouton - CS 80001 92 806 Puteaux Cedex Tel. +33 1 47566421 Fax +33 1 47566429 Internet: www.fiacparis.com E-mail: fiac@reedexpo.fr
Porte Versailles Batimat 2007 Salone internazionale dell’edilizia/International trade fair of building industry 5/11-10/11 Per informazioni: Internet: www.batimat.com
Interclima+Elec Light on/Off Salone internazionale dell’illuminazione tecnica e per l’architettura/International architectural and technical lighting show 5/2/2008-8/2/2008 Per informazioni : Reed Expositions France – Pôle confort 70 rue de Rivay 92532 Levallois Perret Tel. +33 1 47565059 Fax +33 1 47562424 Internet: www.lightonoff.com
Parc Floral Aqualie Salone internazionale dei giochi acquatici, piscine, e benessere International trade fair of aquatic leisure and wellness 24/10-25/10 Per informazioni: Sepelcom Florent Suplisson Tel. +33 04 72223342 Internet: www.sepelcom.com E-mail: fsup@sepelcom.com
Germania/Germany Frankfurt
Francia/France Bordeaux-Lac Parc des Expositions AquiBat Salone professionale della costruzioni Professional fair of construction industry 20/2/2008-22/2/2008
Messe NanoSolutions 2007 Evento internazionale dei settori legati alle nanotecnologie Intrenational event of fields correlated to Nano Business 21/11-23/11
Museum of Art Animated Painting 13/10-13/1/2008
Per informazioni: Gemcom 13 bis Place Auberny 33310 Lormont Te. +33 05 56742384 Fax +33 05 56381267 Internet: www.aquibat.fr
Per informazioni: G+J Expomedia Events Baumwall 7 20459 Hamburg Tel. +49 40 66906900 Fax +49 40 66906800 Internet: www.expomediagroup.de, www.nanotech-material-week.com E-Mail: info@expomediagroup.de
Winston-Salem
Cannes
Koln
SECCA Siteings Fino al/through 8/1/2008
Palais des Festivals MAPIC Fiera internazionale per lo sviluppo dei centri urbani, grande distribuzione e frachising International tade fair on development of great urban centres,
Messe FSB Salone internazionale delle aree per l’intrattenimento, lo sport e piscine International trade fair for amenity areas, sports and pool facilities 31/10-2/11
San Diego
AGENDA
Per informazioni: Internet: www.exponatec.com
Giappone/Japan Tokyo Big Sight Homefashion Fair Salone internazionale della casa International homefashion trade fair 10/10-12/10 Per informazioni: Business Guide-Sha Inc. 2-6-2 Kaminarimon, Taito-ku Tokyo 111-0034 Tel. +81 3 38439851 Fax +81 3 38439850 Internet: www.ihf-fair.com
India Mumbai Bombay exhibition Centre Heimtextil India Salone internazionale dei tessili e gli accessori per la casa/International trade fair of hometextiles and accessories 10/10-13/10 Per informazioni: Heimtextiles Internet: http://heimtextil.messefrankfurt.com E-mail: textilefairs@messefrankfurt.com
Italia/Italy Bologna Fiera Cersaie Salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredo bagno International trade fair of ceramics for architecture and bathroom furniture 2/10-6/10 Per informazioni: Cersaie Edi.Cer. Spa Tel. +39 0536 804 585 Segreteria Operativa Tel. +39 051 664 600 00 Internet: www.cersaie.it E-mail: pressoffice@cersaie.it
Saie Salone internazionale delle costruzioni/International trade fair of building industry 24/10-28/10 Per informazioni: SAIE BolognaFiere spa Tel. +39 051 282 111 Internet: www.saie.bolognafiere.it E-mail: saie@bolognafiere.it
Bolzano Fiera Klima House Fiera Internazionale per l’efficienza energetica e l’edilizia sostenibile International Trade show for energy efficiency and sustainable building 17/1/2008-20/1/2008 Per informazioni: Fiera di Bolzano c/a Silvia Candioli Tel. +39 0471 516030 Fax +39 0471 516111 Internet: www.klimahouse.it, www.fierabolzano.it E-mail: candioli@fierabolzano.it
+ europaconcorsi
Giardini Naxos (Messina) Palanaxos SAEM 2007 15° Salone internazionale dell’edilizia mediterranea 15th International trade show of Mediterranean building industry 9/11-11/11 Per informazioni: Eurofiere Viale Africa 170/D 95129 Catania Tel./Fax +39 095 743355 Internet: www.eurofiere.com E-mail: info@eurofiere.com
Milano Fiera Milano-Rho Vitrum Ssalone internazionale specializzato delle macchine, attrezzature ed impianti del vetro piano e cavo; vetro e prodotti trasformati per l’industria/International trade fair of machines, equipments and plants for flat and cave glass and the glass production industry 3/10-6/10 Per informazioni: Vitrum Via Petitti 16 20149 Milano Tel. +39 02 33006099 Fax +39 02 33005630 Internet: www.vitrum-milano.it E-mail: vitrum@vitrum-milano.it
Pordenone Fiera ZOW Salone internazionale di componenti e accessori per l’industria del mobile/International trade fair of components and accessories for the furniture industry 17/10-20/10 Per informazioni: Business International Via Carducci 12 20123 Milano Tel. +39 02 86995712 Fax +39 02 86913226 Internet: www.zow.it e-mail: info@zow.it
Rimini Fiera Sun Salone internazionale dell’arredamento e attrezzature per esterni/International trade fair of furniture and equipment for exteriors 4/10-7/10 Per informazioni: Fiera di Rimini Tel. +39 0541 744111 Fax +39 0541 744200 Internet: http://fierarimini.abcrimini.com/sun.php E-mail:info@riminifiera.it
Domuslegno 24/11-27/11 Per informazioni: Domuslegno Segreteria organizzativa Viale Sempione, 21/14 20020 Arese (Mi) Tel. + 39 02 36548852 Fax + 39 02 36548853 Internet: www.domuslegno.net E-mail: info@domuslegno.net
Roma Nuova Fiera Site Salone dell’impiantistica termoidraulica ed elettrica e arredobagno
Trade fair of thermohydraulic and electric plants and bath furniture Erre Percorso delle energie rinnovabili e del rendimento energetico dell’edilizia Path through renewable energies and enegy performance in building Expoedilizia Fiera professionale per l’edilizia e l’architettura Professional trade fair of building industry and architecture 28/11-1/12 Per informazioni: Roberto Grattagliano PR Help Comunicazione d’Impresa Via Burlamacchi 11 20135 Milano Tel. +39 02 54123452 Fax +39 02 54090230 Internet: www.prhelp.it E-mail: roberto.grattagliano@prhelp.it
Torino Lingotto Artissima Internazionale d’arte contemporanea/International trade fair of contemporary art 9/11-11/11 Per informazioni: Fondazione Torino Musei Tel. +39 011 44229618 Fax +39 011 4429550 Associazione Artissima Tel. +39 011 546284 Fax +39 011 5623094 Internet: www.artissima.it E-mail: info@artissima.it
Infrastructura Biennale internazionale delle infrastrutture/International biennial of infrastructures Restructura Salone della costruzione e ristrutturazione Trade fair of construction and restoration 29/11-2/12 29/11-1/12 Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294 10126 Torino Tel. +39 011 6644111 Fax +39 011 6646642 Internet: www.infrastructura.it, www.lingottofiere.it E-mail : info@infrastructura.it
Verona Fiera Marmomacc Mostra internazionale di pietre, design e tecnologia/International show of stones, design and technology 4/10-7/10 Per informazioni: Veronafiere Viale del Lavoro 8 37135 Verona Tel. +39 045 8298111 Fax +39 045 8298288 Internet: www.veronafiere.it E-mail: info@veronafiere.it
ArtVerona 18/10-22/10 Per informazioni: Internet: www.artverona.it
Portogallo/Portugal Porto Exponor Concreta Salone internazionale dell’industria delle costruzioni
International exhibition of the construction industry 23/10-27/10 Per informazioni: Exponor-Feira Internacional do Porto 4450-617 Leça da Palmeira Tel. +351 22 9981400 Fax +351 22 9981482 Internet: www.exponor.pt E-mail: info@exponor.pt
Principato di Monaco Principality of Monaco Montecarlo Grimaldi Forum The Monaco Spa Event Salone internazionale del benessere International show of wellness 18/1/2008-20/1/2008 Per informazioni: The Monaco Spa Event Tel. +39 02 796420 Fax +39 02 454708281
Russia Moscow Crocus Expo Ambiente Russia Salone internazionale dell’arredamento International trade fair of furniture 6/11-9/11 Per informazioni: Messe Frankfurt Internet: http://ambiente.messefrankfurt.com/ rossijaen/home.html
Climate World 11/3/2008-14/3/2008 Per informazioni: Euroexpo Am Hof 111010 Vienna, Austria Tel. +43 1 2308535 Fax +43 1 230853550
Spagna/Spain Madrid Feria Horeq 2007 Salone internazionale delle attrezzature per alberghi e ristoranti/International fair of equipment for hotel and restaurants 24/11-27/11 Per informazioni: IFEMA Feria de Madrid 28042 Tel. +34 91 7223000 Fax +34 91 7225788 Internet: www.horeq.ifema.es E-mail: horeq@ifema.es
Turchia/Turkey Antalya Fair Centre Sodex Salone internazionale dell’impiantistica per il riscaldamento, condizionamento, idraulica Internatinal trade fair of HVAC&R 15/11-18/11 Per informazioni: Deutsche Messe Worldwide Tel. +90 212 3346900 Fax +90 212 3346934 Internet: www.sodex.com.tr E-mail: orkan.hatipoglu@hf-turkey.com, daniela.thumfart@hf-turkey.com
229 l’ARCA 111
in the World
ARGENTINA Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar
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FINLAND Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 SF-00381 Helsinki Tel. 01.1214330
FRANCE (l’Arca International) Paris L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598 Lyon Librairie Le Moniteur 125, rue Vendôme, 69006 Tél. 04 72757717 Fax 04 78520216
GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de
GREAT BRITAIN Central Books 99 Walls Road London E9 5LN Tel. 0044.20.8525.8825 Fax 0044.20.8533.5821 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre
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GREECE Goulas Theodoros Publishing House 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Tel./Fax 0310 264241 Hellenic Distribution Agency 1, Digeni Street GR-17456 Alimos Tel. 01.9955383 Fax 01.9948777
HOLLAND Bruil & Van De Staaij Postbus 75 7940 AB Meppel Tel. 0522.261303 Fax 0522.257827 info@bruil.info www.bruil.info/larca Swets Blackwell BV (subscriptions) P.O.Box 830 2160 SZ Lisse Tel. 02521.35111
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Kayyal Trading Co. P. O. Box 1850 Damascus Tel. 00963.11.2311542 Fax 00963.11.2313729
MALTA Melit Ltd. Censu Bugeja Street P.O.Box 488 La Valletta CMR 01 Tel. 437314 Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799
MEXICO Libreria Morgana Alberto Zamora 6-B Col. Villa de Coyoacan 04000 Mexico DF Tel./Fax 05 6592050
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