Ottobre October
273
La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva The international magazine of architecture, design and visual communication
LA SCENA ON STAGE GUEST EDITOR
NIO ARCHITECTEN Mensile Monthly Testo italiano e inglese Italian and English text IVA assolta dall’editore - Periodico mensile - Poste Italiane Spa Sped. in A.P. D.L. 353/03 (conv. in L. 27.02.04, n° 46), art. 1, c. 1, - LO/MI
Prende il via la nona edizione del Grand Prix, concorso internazionale di architettura aperto a tutti i progettisti che abbiano realizzato una o più opere in cui siano stati utilizzati elementi in grès porcellanato prodotti da Casalgrande Padana
Foto Invernizzi - Fondo "Carlo Mollino", Archivi della Biblioteca Centrale di Architettura, Sistema Bibliotecario, Politecnico di Torino
PROGETTI DA GRAND PRIX
Il bando e la scheda di adesione possono essere richiesti al numero verde 800210311, o scaricati dalla “sezione progettisti” del sito www.casalgrandepadana.com Per ulteriori informazioni contattare il numero verde o scrivere a marketing@casalgrandepadana.it Il termine ultimo per l'iscrizione è il 30 settembre 2012
CASALGRANDE PADANA Pave your way
via Statale 467 n. 73 42013 Casalgrande (Re) Italy tel + 39 0522 9901 fax + 39 0522 841010 info@casalgrandepadana.it www.casalgrandepadana.com
9L DVSHWWLDPR D
7XWWL L FRORUL GHO UDPH 3DG 6WDQG ) *
,GHDUH FRQ LO FXRUH SURJHWWDUH FRQ OD WHVWD FRVWUXLUH FRQ LO PHWDOOR
8QD SURSRVWD HVFOXVLYD
6LVWHPL PHWDOOLFL LQQRYDWLYL SHU FRSHUWXUH H IDFFLDWH 3HU LQIRUPD]LRQL 7HO ZZZ DOSHZD LW LQIR#DOSHZD LW
c re a t i v e w o r k S . J . R o s s i
Via Colle di Nava 24/C - 12060 Magliano Alpi (Cn) - tel.: +39 0174 622 111 - fax: +39 0174 622 230 - www.alpinaparquet.com
IMPIANTI ELETTRICI, FOTOVOLTAICI, DOMOTICA
E ILLUMINOTECNICA. LA TUA SODDISFAZIONE
E IL NOSTRO FILO CONDUTTORE. Milani Giovanni & C. realizza impianti elettrici e tecnologici di alto profilo. Da sempre offre ai clienti soluzioni complete, dalla progettazione alla realizzazione dell’impianto, dalla messa in esercizio fino alla manutenzione. Un servizio che ha ottenuto le più importanti certificazioni: la CSQ che verifica i sistemi di qualità delle aziende, l’attestato SOA per la realizzazione di opere pubbliche e l’autorizzazione di “Installatore di 1° grado” per apparati di trasmissione dati e fonia. Per garantire sempre il massimo dell’affidabilità e della sicurezza. Osnago (LC) - Tel. 039.92.80.246 - www.milanigiovanni.it
Alessandro Ciampi
Alessandro Ciampi
Alessandro Ciampi
Trasparenza e qualità di vita Nel progetto di una struttura ospedaliera, il livello funzionale e dei servizi come il suo rapporto con la città e con i cittadini costituiscono i fondamenti delle scelte che definiscono l’insieme del complesso architettonico. CSPE, studio di progettazione specializzato nel settore degli interventi della sanità e del sociale, ha realizzato con Ipostudio ed Elio di Franco, una struttura esemplare per concetto ospedaliero, dimensione urbanistica e tecnologie utilizzate. L’intervento si pone infatti come elemento strategico rispetto al contesto urbano declinando una nuova idea di accoglienza aperta alla città e in grado di offrire servizi, strutture di informazione e documentazione, un polo universitario, una sala conferenze e una zona commerciale. L’architettura partecipa attraverso un linguaggio contemporaneo e il ricorso a materiali quali vetro, acciaio, legno e cemento, alla definizione del complesso ponendosi come simbolo di un nuovo rapporto tra ospedale e città. Fondamentale nel tradurre il nuovo concetto di struttura ospedaliera aperta e permeabile, l’ampio utilizzo del vetro, capace di associare l’apporto della luce naturale con il benessere della persona senza trascurare le performance energetiche dell’edificio. Come specifica CSPE, che ha diretto i lavori di realizzazione dell’opera, “è stato deciso di utilizzare diverse tipologie di vetro differenziate sia in rapporto all’orientamento dell’edificio, sia in relazione alle diverse prestazioni richieste alle parti traslucide (finestre, portefinestre, facciate continue e lucernari su ambienti freddi e caldi), considerando le stratigrafie anche in funzione dei requisiti acustici e della dimensione delle lastre”. Il vetro, attraverso la sua trasparenza, ha inoltre permesso di soddisfare alle esigenze di accoglienza e qualità di vita di un luogo dove il paziente sia al centro della missione terapeutica. “L’utilizzo di grandi superfici vetrate – continuano gli intervistati – è legato sia all’aspetto esteriore dell’architettura, sia alla percezione degli spazi interni, rivestendo un ruolo fondamentale per esprimere il concetto di ospedale aperto alla città e alla cittadinanza”. La scelta delle diverse tipologie di vetro a controllo solare impiegate fanno parte della famiglia SunGuard di Guardian, una delle gamme più vaste e complete di vetro strutturale per architettura caratterizzato dal rivestimento con processo magnetronico temperabile dopo coating. I vetri Guardian SunGuard garantiscono infatti – come sottolineato da CSPE – “indubbie qualità prestazionali di innovazione tecnologica risultando competitivi anche dal punto di vista economico, oltre all’apprezzabile collaborazione nella soluzione delle problematiche in fase di progettazione e di esecuzione”. In particolare per questo intervento sono stati utilizzati i SunGuard High Selective SN70/41, High Performance Neutral 50/32 e Solar Neutral 67, ma l’ampia scelta di colori disponibili e i vari livelli di controllo solare offrono ad architetti e progettisti soluzioni adeguate a usi molteplici, condizioni climatiche diverse, specificità formali e volumetriche dei edifici, nonché a una veloce logistica e consegna. Ultimo nato nella famiglia SunGuard, il SunGuard High Selective SNX 60/28 U1.0 wattmqK che grazie a un triplo strato d’argento offre migliori qualità isolanti, pur garantendo una trasmissione luminosa del 60%, che ottimizza l’utilizzo della luce naturale, e un fattore solare del 28%, con un’elevata riduzione della radiazione solare entrante.
Transparency and Quality of Life
Alessandro Ciampi
The key decisions involved in the overall architectural design of a hospital facility are its functional features, services, and interaction with the city and its inhabitants. Working in partnership with Ipostudio and Elio di Franco, CSPE, a design firm specialising in health and social structures, has designed an exemplary construction in terms of its hospital concept, urban relations and the technology employed. The project is actually designed to be a strategic feature of the cityscape, representing a new idea of how to openly embrace the city and providing services, information and documentation facilities, a university facility, a conference hall and commercial zone. The architecture’s cutting-edge design idiom, resorting to materials like glass, steel, wood and concrete, mean it actually symbolises a new kind of interaction between a hospital and a city. Extensive use of glass, combining an inflow of natural light with user comfort without overlooking the building’s energy rating performances, played a fundamental role in embodying this new concept of an open and permeable hospital facility. As CSPE itself states (responsible for managing the actual construction works), "it was decided to use different kinds of glass depending on the direction in which the building faces and the various properties required of the translucent parts (windows, curtain facades and skylights onto both cool and warm environments), also taking into account acoustic requirements and the size of the sheets of glass". Thanks to its transparency, glass also catered for needs in terms of creating a welcoming environment and high quality of life in a place where the patient is at the focus of the therapeutic mission. “The use of large glass surfaces - so the people interviewed went on to say - is connected with both the outside appearance on the architecture and also how the interior spaces are perceived, playing a key role in expressing the concept of a hospital open to the city and its inhabitants". It was decided to use different types of solar control glass belonging to the SunGuard range by Guardian, one of the widest and most complete selections of structural glass for architecture featuring post-coating reinforced magnetron surfacing. As CSPE pointed out, SunGuard Glass by Guardian has “indisputable properties in terms of technological innovation making it competitive even from an economic viewpoint, as well as helping solve problems during the design and construction stages". For this project in particular, SunGuard High Selective SN70/41, High Performance Neutral 50/32 and Solar Neutral 67 were used. The wide range of colours available and various degrees of solar control offer architects and designers ideal solutions for various different uses, climatic conditions, and stylistic-structural specifications of buildings, as well as guaranteeing speedy logistics and delivery. The latest member of the SunGuard family is SunGuard High Selective SNX 60/28 U1.0 wattmqK, whose triple silver layering offers better insulation, 60% luminous transmission to optimise the use of natural light, and a solar factor of 28%, also notably reducing the inflow of solar radiation.
Guardian Europe Sàrl
Alessandro Ciampi
ZI Wolser L-3452 Dudelange Tel. +352 521111 www.sunguardglass.com
Ipertesto L’automazione che emoziona www.sensai.it
Con sede a Codogné in provincia di Treviso, Check Up è da vent’anni impegnata a mettere a punto apparati elettronici innovativi per ambiti professionali specialistici quali il settore medicale e ospedaliero, l’industria del wellness, la domotica nonché, più recentemente, per l’illuminotecnica curandone gli esiti in prodotti finiti di serie, mediante soluzioni performanti, inedite nel panorama dell’illuminazione di design, e anticipatrici delle tendenze future. L’iniziativa ha dato avvio al brand dedicato Sensai, relativo sia a una linea di prodotti sia al pacchetto tecnologico brevettato che la distingue e che è oggetto di licenza esclusiva. Di grande affidabilità Check Up è particolarmente valutata e considerata da esperti che figurano come partner autorevoli e fidati dei grandi marchi nazionali e internazionali per i quali progettano, realizzano e forniscono sia prodotti on demand sia di propria ideazione. Check Up si vale di una ricerca sofisticata e specifica svolta in ambito prevalentemente immateriale, costituito da impulsi, connessioni, con comandi spesso da remoto o in modalità wireless, pertanto quel che l’utente vede, tocca o solo sfiora non è che il simulacro di quanto governa e regola. Si tratta insomma di sistemi di trasferimento che conducono a un apparato tangibile, quale confine tra l’inerte elettronica miniaturizzata e la matericità funzionale e sensibile dei prodotti che lo ricevono. Check Up rende quindi disponibile la propria tecnologia pura, dagli elevati standard certificati a garanzia seriale e di produzione interamente italiana, che offre all’interazione domestica e al governo dell’uomo con trasparenza e immediata prontezza.
Attestazione di conformità www.brandonisolare.com
E’ Brandoni Solare la prima azienda italiana ad aver ottenuto l’attestazione di conformità ai requisiti delle regole tecniche del GSE per l’ottenimento della maggiorazione del 10% sulle componenti incentivanti. L’attestazione conferma che Brandoni Solare effettua internamente nel proprio stabilimento produttivo il processo di stringatura delle celle, le operazioni di laminazione dei propri moduli e i test elettrici, dimostrando di possedere tutte le caratteristiche all’ottenimento della maggioranza di incentivo per la produzione europea.
Alpha Aeroxane di Sikkens: l’aria pulita è di casa Alpha Aeroxane by Sikkens: clean air is at home Una novità nel campo dei prodotti vernicianti è proposta da Sikkens, si tratta della linea per esterni Alpha Aeroxane che grazie alla sua speciale formulazione è in grado di contrastare efficacemente gli agenti inquinanti presenti nell’aria agendo direttamente sulla decomposizione e trasformazione degli ossidi di azoto. Particolarmente indicata per impieghi in aree urbane con alti tassi di inquinamento atmosferico, Alpha Aeroxane è un’idropittura acril-silossanica con proprietà fotocatalitiche che utilizza la luce solare per neutralizzare attivamente le sostanze inquinanti presenti nell’aria. Altre caratteristiche di questa innovativa idropittura per esterni sono la finitura autopulente, le elevate permeabilità al vapore acqueo e idrorepellenza nei confronti dell’acqua piovana e un processo di invecchiamento simile a quello dei prodotti minerali. Sikkens Alpha Aeroxane è disponibile nel colore bianco e in oltre 150 colori pastello e può essere applicato sia su intonaci minerali nuovi, sia su intonaci minerali vecchi sfarinati o tinteggiati con pitture sfarinanti, oppure su pitture acriliche od organiche degradate e sfarinanti o su calcestruzzo. Sikkens has come up with an innovation in the field of paints. Alpha Aeroxane is an outdoor range, whose special formulation can effectively contrast the polluting agents in the air, acting directly on the decomposition and transformation of nitric oxides. Particularly suited for being used in urban areas with high levels of pollution, Alpha Aeroxane is an acrylic-siloxane water-based paint with photo-catalytic properties that uses sunlight to actively neutralise polluting substances in the air. Further distinctive features of this innovative outdoor water-based paint are its self-cleaning finish, high permeability to water vapour, rain-water repellence, and ageing process similar to that of mineral products. Sikkens Alpha Aeroxane is available in the colour white and over 150 pastel shades. It may be applied to new mineral paints, crumbling old mineral plaster, plaster covered with crumbling paint, acrylic or organic paint (either dilapidated or crumbling) and concrete.
Sikkens è un marchio di Sikkens is a brand manufactured by Akzo Nobel Coatings S.p.A Via Giovanni Pascoli, 11 I - 28040 Dormelletto (NO) Tel. +39 0322 401611 Fax +39 0322 401602 www.sikkens.it servizio.clienti@akzonobel.com
No, completamente diversa. Ma sempre con la stessa qualitĂ . TRILUX Athenik Ligra.
www.trilux.it/athenikligra
Ipertesto Diversità raffinata www.citco.it
Realizzato sovrapponendo quattro lastre di marmo di Carrara, Tantra, di CITCO Marmi, è un singolarissimo pannello ideato da Ferruccio Laviani, in grado di esaltare la qualità del marmo con un intervento decorativo che genera un originale bassorilievo capace di giocare su luci e ombre, spessori e rientranze di ineffabile bellezza e originalità. Capace di personalizzare ogni contesto arredativo, Tantra è concepito come un progetto esclusivo, realizzabile su misura secondo indicazioni ed esigenze applicative. Materiali e misure seguono le richieste e le preferenze del committente.
Forma e rinnovamento www.trilux.it
Con il presupposto che il cliente ha indiscussa priorità, Trilux ha rivisitato e riconsiderato, sotto l’aspetto tecnologicamente più avanzato, il noto e apprezzato apparecchio con diffusore della serie 74. Infatti, ricorrendo alla tecnologia Led, i modelli 7402 e 7403 sono stati attualmente resi efficientissimi energeticamente e praticamente esenti da manutenzione. Vengono inoltre assicurati gli estimatori del modello classico lineare che l’ottica comunque non è cambiata nonostante l’applicazione delle tecnologie più avanzate.
In perfetto stile In perfect style Colorato nella tinta desiderata, oppure personalizzato con l’immagine preferita, “Isolmant Perfetto Style” può sembrare all’apparenza un originale complemento d’arredo. In realtà si tratta di un efficiente correttore acustico d’ambiente, facilmente applicabile a vista mediante velcro o apposito collante, che ha la caratteristica di potersi integrare in perfetta sintonia con lo stile del locale assolvendo completamente alle proprie funzioni senza perturbare gli equilibri estetici e architettonici. “Isolmant Perfetto Style” è un pannello dello spessore di circa 40 mm composto da Isolfibtec STL (fibra in tessile tecnico a gradiente di densità variabile) opportunamente calibrato per garantire alte prestazioni fonoassorbenti, grazie alla particolare lavorazione delle fibre che, durante il processo produttivo, sono compattate con densità crescente lungo lo spessore. Queste caratteristiche permettono a “Isolmant Perfetto Style”di assorbire le onde sonore all’interno di locali particolarmente riverberanti, quali per esempio ristoranti, aule scolastiche, sale conferenze ecc., garantendo nel contempo una durata illimitata e qualità atossiche ed ecologiche.
Whether coloured in the preferred shade or customised with your favourite image, “Isolmant Perfetto Style” can actually look like an original furnishing accessory. In actual fact it is an efficient environmental sound corrector, easily installed by means of Velcro or a special glue, whose distinctive trait is that it can blend in perfectly with the style of its surroundings, performing all its functions without causing any aesthetic or architectural imbalances. “Isolmant Perfetto Style” is made of approximately 40 mm Isolfibtec STL (a high-tech textile fibre of gradually varying density) suitably gauged to guarantee high soundproofing thanks to the special weave of the fibres, which are compacted with increasing density along their entire thickness during the manufacturing process. These features allow “Isolmant Perfetto Style” to absorb sound waves inside particularly noisy environments, such as, for example, restaurants, schools and conference halls etc, at the same time guaranteeing unlimited durability and notable non-toxic, ecological properties.
Tecnasfalti Srl Via dell'industria, 12 I - 20080 Carpiano (MI) Tel. +39 02 9885701 Fax +39 02 98855702 www.isolmant.it
Portone sezionale da garage
Portone basculante Berry
Porte d’ingresso e portoni sezionali d’autore di design
Porte per interni ZK
3$' Stand P01 R04
Nr. 1 in Europa: la qualità Hörmann, una scelta di valore. Non importa se si tratta di un nuovo edificio o di una ristrutturazione. Hörmann ha sempre la soluzione adatta: portoni sezionali e basculanti con motorizzazioni perfettamente abbinabili. Combinazioni eleganti di porte e portoni, porte d’ingresso d’autore antieffrazione e porte d’acciaio per ogni impiego. Potete sempre contare sulla qualità del marchio Hörmann con 75 anni di esperienza nel settore. Novità: Alta efficienza energetica certificata da CasaClima
Per maggiori informazioni: ZZZ KRUPDQQ LW ō 7HO ō )D[ ō info@hormann.it
Ipertesto Le ineffabili www.luciferos.it
Metalli lavorati con sapienza e con l’abilità di trattamenti e raffinate finiture, determinano ed esaltano la collezione I-Metalli di Lucifero’s che, costituita da corpi illuminanti per interni ed esterni, si relaziona emotivamente e integra con i caratteri di natura e architettura. Manine e Piedini rappresentano i riferimenti di un saggio creativo di alta concezione che propone oggetti luminosi ed essenziali per forma, rispondenti a un’ideale e ineffabile compensazione tra materia ed energia. Con Manine è disponibile una serie di apparecchi luminosi per interni ed esterni, da parete o soffitto, in versione ad angolo interno ed esterno o lineare con sorgente a led. Con Piedini è stata realizzata una serie di apparecchi da terra per esterni in diverse altezze, sempre con sorgente a led. Tutti gli apparecchi sono disponibili nelle finiture acciaio lucido, acciaio corten e bianco.
La pietra e il suo contesto www.marmomacc.com
Si è svolta dal 21 al 24 settembre a Verona l’ultima edizione di Marmomacc con le varie iniziative culturali che la contraddistinguono, tra queste Marmomacc Meets Design che, con 11 progetti di design impostati sul tema Mutable Spirit, ha l’obbiettivo di sviluppare forme di creatività realizzabili con marmi e pietre, facilitando il rapporto tra designer e aziende promuovendo innovazione e know tecnologici. Ottimo riscontro anche per International Award Architecture in Stone giunto alla XII edizione, e diventato riferimento sostanziale per architetture significative che, impostate sulle qualità tecnico-espressive nell’uso dei materiali lapidei, si sono distinte nel contesto internazionale. Infine si è evidenziato, con Best Communicator Award, il premio assegnato al miglior exhibit design col proposito di valorizzare le potenzialità costruttive e comunicative del marmo. E sono stati significativi i riscontri per mostre, convegni e incontri didattici che hanno visto alternarsi architetti e designer, docenti in diverse discipline tecnologiche e di ricerca, provenienti da università italiane e straniere.
II cubetto a spacco che ha migliorato il naturale Split-surface stones improving on nature Ideale per pavimentazioni esterne di spazi privati e pubblici, quali piazzali, strade, gradinate, aree spartitraffico, cigli stradali, ecc. Porfidobloc è un cubetto a spacco costituito da un monoimpasto di cemento e scaglie di porfido provenienti dalle cave. Prodotto da Pavesmac, azienda cuneese specializzata in pavimentazioni esterne, Porfidobloc richiama la pietra naturale con la resistenza e le qualità antisdrucciolo conferitegli dalla presenza del materiale cementizio. Coperto da un brevetto internazionale a garanzia e tutela della qualità, questo eccezionale cubetto, grazie al particolare sistema di posa che consente di ridurre al minimo le vie di fuga e alle ampie possibilità di intervento sui colori, sulle tonalità, sulle pezzature e sui sistemi di posa, permette di creare pavimentazioni dall’aspetto naturale ed esteticamente valide, oltre che particolarmente resistenti. La qualità dei prodotti garantita da Pavesmac è supportata dal servizio “servito e posato” offerto dall’azienda alla propria clientela: dall’analisi del sito con tecnici specializzati, alla definizione della migliore soluzione sotto il profilo economico, funzionale ed estetico, alla preparazione di un preventivo gratuito, fino alla posa, all’assistenza post cantiere, alla pulizia del sito a fine lavoro. Ideal for paving outside public and private spaces, such as squares, roads, terraces, traffic islands and the edges of road etc., Porfidobloc is a split-surface block made of cement paste and shards of porphyry stone from quarries. Manufactured by Pavesmac, a company from Cuneo specialising in outside paving, Porfidobloc is reminiscent of natural stone, due to its durability and nonslip properties deriving from the cement-based material. Covered by an international patent guaranteeing and safeguarding quality, these exceptional stones can be used to create natural-looking and aesthetically-pleasing paving that is also extremely hard wearing, thanks to a special installation system reducing gaps to a minimum and offering a wide range of possible colours, shapes, sizes and installation systems. The quality of the products guaranteed by Pavesmac is backed up by the “served and installed” service the company offers its customers: from site inspections carried out by expert technicians to selecting the best solution from a financial, practical and aesthetic viewpoint, to the drawing up of a free estimate, installation, post-installation service and cleaning up the site after work has been completed.
Pavesmac Srl Via Boves, 55 I - 12016 Peveragno (CN) Tel. +39 0171 383543 www.pavesmac.com
Ipertesto CON QUATTRO PARTNER ESCLUSIVI
Componenti e finiture SINGOLARE E PRATICA
QUALITÀ ESSENZIALE
www.manital.com
www.scrigno.net
www.alpewa.it
Presente a MADE expo 2011 con quattro partner esclusivi, Alpewa si è particolarmente distinta proponendo soluzioni ad alto standard qualitativo ed estetico per facciate e coperture, che comprendono: Rame Nordic – tutti i colori del rame, secondo una gamma che presenta una serie completa di rivestimenti in rame, con varie finiture e colori, per applicazioni architettoniche innovative; Alluminio composito Alucoil – ideale per grandi formati, messo in evidenza mediante l’ampia gamma di pannelli larson® e l’innovativo larcoren®, un pannello composito nel quale il nucleo è in alluminio honeycomb, che gli conferisce rigidità, planarità e leggerezza esclusive, e inoltre è riciclabile al 100% con classificazione al fuoco A2; Profili metallici Montana – le forme in acciaio e alluminio, compresi in una vasta gamma di prodotti (Swisspanel®, Montaline®, Montatwin®, Montastep®) che favorisce la creatività in funzione della collezione colori Montacolor®, delle finiture naturali in acciaio inox e della possibilità di creare effetti di trasparenza con la perforazione del supporto; Sistemi anticaduta Latchway – Massima protezione contro le cadute dall’alto, rappresentati dai sistemi anticaduta Latchways ManSafe®, prodotti da un leader di settore che, distribuiti in Italia da Alpewa, garantiscono la sicurezza dei lavoratori sia in situazioni orizzontali che verticali o su piani inclinati. Questa prerogativa si deve all’innovativa tecnologia Constant Force®.
VARIE E DIVERSIFICATE SOLUZIONI www.basf.com
BASF, come sempre rigorosa e coerente con le attuali esigenze del progredire, ha messo a punto una serie di prodotti innovativi dotati di particolare attenzione all’efficienza energetica, allo sviluppo sostenibile e alla tutela dell’ambiente. Tra le varie soluzioni hanno un ruolo di primo piano, in termini di isolamento di qualità, Neopor®, Styrodur®C e Styrodur® NEO, innovativo polistirene estruso nato dall’esperienza BASF nel settore, sino ai sistemi poliuretanici Elastopor H – Elastopir, impiegati nella produzione dei pannelli sandwich coibentati.
Recente realizzazione di Manital maniglie italiane, Alamaro è una bella maniglia per porta e finestra, maniglione e maniglione alzante che, disegnata da Mario Mazzer, si evidenzia per l’essenzialità formale costituita dalla superficie piatta allusiva al disegno del caratteristico “alamaro”, quello rappresentato da due bottoni collegati da una cordicella a cappio. Se impugnata la maniglia consente una presa confortevole poiché, sul retro e nella parte terminale dell’impugnatura, dispone di una modellazione plasticamente morbida e tondeggiante. Di ottone forgiato, Alamaro dispone di finiture in: ottone lucido, ottone satinato, ottone bronzato, cromo, cromo satinato, nickel satinato.
INAUGURAZIONE ESCLUSIVA www.cosentino.es
Marchio delle porte e dei controtelai ideati da Scrigno con il Sistema Porta-Parete, Essential si compone di porte scorrevoli e a battente che, prive di stipiti e cornici coprifili, sono l’espressione di un design impegnato a eliminare elementi esterni superflui, conferendo singolarità alla parte fuori muro. La parete vive una propria assolutezza, consentendo alle aperture tra gli ambienti il rigore di una continuità senza enfasi o inutili riferimenti. Con brevetti esclusivi Scrigno, i controtelai della linea Essential consentono infatti la scomparsa di una porta scorrevole nella parete, liberandola da ogni finitura grazie al telaio ridotto all’essenziale. Particolarmente significativa è la versione Essential Dual, che permette di far scorrere all’interno di un unico cassonetto, con parete spessa 10,5 cm, due porte a scomparsa in vetro da di 1 cm, collegate tra loro con un sistema di trascinamento. Le tipologie di Essential Battente e Battente Zero, disponibili nelle versioni che vedono la prima con la classica fuga tra anta e telaio e la seconda con versione senza fuga, consentono l’assoluta continuità agli ambienti in quanto i pannelli porta possono essere verniciati, laccati o ricoperti con carte da parati uguali alle finiture esistenti. Essential Little e Little Zero sono un sistema di sportelli, sempre risolti con il Sistema Porta-Parete, che non richiedono cornici coprifilo, con funzione di chiusure speciali per piccoli vani.
NATURALITÀ E BELLEZZA www.gazzotti.it
E’ stato inaugurato dal pilota spagnolo Fernando Alonso il nuovo Cosentino Center situato nei pressi di Bruxelles e, per l’occasione, sono state presentate la recente Collezione Nebula by Silestone® e la Collezione Bagno Cosentino. Il nuovo showroom è uno spazio che trasmette le suggestioni del nuovo concept del Gruppo Cosentino, leader mondiale nella produzione di piani di lavoro in quarzo e in altre pietre naturali, mediante un centro di servizio integrato che combina in un unico spazio area espositiva e area training, con una zona di formazione che aggiorna sul contesto della pietra naturale e della decorazione. Il Gruppo Cosentino possiede 6 stabilimenti: cinque ad Almeria (Spagna) e uno a Vitoria (Brasile) specializzato in graniti, 17 centri di produzione di piani per cucina e bagno, 53 centri di distribuzione integrali e più di 2.100 dipendenti in tutto il mondo. Silestone® by Cosentino è un materiale composto per oltre il 90% di quarzo naturale, le cui superfici vantano un’altissima resistenza a macchie, colpi e graffi, e si distinguono per il basso assorbimento di liquidi. Il prodotto dichiara inoltre di esclusive proprietà batteriostatiche accompagnate da numerose certificazioni e garanzie che assicurano alti standard di servizio, qualità e responsabilità assunte dal Gruppo Cosentino per ogni prodotto. Silestone® dispone di oltre 60 colori, tre finiture e diversi formati, secondo una versatilità che lo rende utilizzabile anche nei grandi formati senza giunture.
Idee&Parquet, marchio distribuito da Gazzotti, ha messo a punto la nuova linea di pavimenti in legno My Vintage che, ideata come complemento di arredo e di design, risponde ai requisiti sostanziali di tutta la gamma Vintage quali la microporosità, una singolare naturalezza, facilità di manutenzione e conservazione grazie agli oli naturali applicati, massima ecocompatibilità e realizzazione interamente made in Italy. Oltre a queste prerogative My Vintage consente innumerevoli possibilità di posa unite a numerose combinazioni cromatiche, che rendono la pavimentazione un elemento di esclusiva personalizzazione e qualificazione arredativa e di design.
Ipertesto
Componenti e finiture
FUNZIONE STRUTTURALE DEL LEGNO
RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO
AD ALTO POTENZIALE TECNOLOGICO
www.ecostisthema.it
www.sundropskeeper.com
www.metra.it www.smartdomusplus.it
Nel borgo medioevale di Bellante, in provincia di Teramo (zona considerata a rischio tellurico) Ecosisthema, azienda specializzata nel contract e referente unico per la realizzazione di edifici ecosostenibili, ha sostituito uno stabile costruito negli anni ’50 con uno progettato su due livelli con struttura in legno. La costruzione ha previsto l’impiego del sistema X-Lam quale soluzione ottimale per le elevate prestazioni antisismiche, e per la qualità concessa alla progettazione e la cura dei dettagli. La metodologia costruttiva ha previsto elementi di parete, di solaio e copertura costituiti da strati sovrapposti di lamelle in legno incollate. Ciascuna lamella è composta dalla giunzione a pettine di tavole in legno strutturale, individualmente classificate secondo la resistenza meccanica. La disposizione incrociata delle lamelle conferisce una notevole stabilità dimensionale e di forma al pannello stesso, nonché buone caratteristiche meccaniche in ogni direzione.
Energy System ha realizzato, su 50.000 mq di terreno dimesso nel sito di una ex cava a Premariacco (UD), il maggior impianto fotovoltaico del Friuli Venezia Giulia impiegando propri pannelli fotovoltaici a “Km Zero”, per una potenza di circa 2MW, seguendo il modello della filiera corta. Di singolare importanza ai fini della riqualificazione del territorio, il progetto è valso all’azienda il Premio GreenFactor 2011. L’impianto permette di produrre 2,2 milioni di kilowattora da fonti rinnovabili, garantendo autonomia energetica a circa 700 famiglie in zona.
PIÙ OFFERTA
SVILUPPA EVOLUZIONE
www.pircher-spa.com
www.novalsystemsrl.com
Metra, quale azienda di riferimento nel settore dell’edilizia, ha partecipato alla realizzazione della casa Smart Domus +, realizzata impiegando tecnologie industrializzate a secco di elevate prestazioni. Il progetto risponde all’intesa e alla competenza di un pool di aziende leader nel settore dell’edilizia; tra queste Metra si evidenzia per la propria esperienza sugli involucri architettonici e le chiusure trasparenti, nonché, quale partecipata della società Ensun, per la professionalità acquisita nel settore delle energie rinnovabili. Si tratta di un progetto che riassume alto potere tecnologico per: l’isolamento termico dell’involucro, il risparmio energetico, l’isolamento acustico, la sicurezza statica e sismica, la velocità di posa e la sicurezza in cantiere. E’ inoltre prevista un’ampia possibilità di personalizzazione e un esclusivo confort abitativo. Sono garantiti: materiali eco-sostenibili, domotica evoluta e un costo di realizzazione contenuto. Queste le altre aziende partecipi al progetto Smart Domus +: Wood Beton, come coordinatore per i sistemi costruttivi industrializzati a secco ad alte prestazioni; Ave per gli impianti elettrici e la domotica; Knauf per le partizioni e i rivestimenti interni; RÖFIX per l’isolamento dell’involucro esterno; Ensun per le energie rinnovabili; RBM per gli impianti termo-idraulici.
EQUILIBRIO TECNICO ED ESTETICO www.oikos.it
Fortemente innovativa, Pircher dispone di una nuova rete vendita capace di commercializzare una inaspettata e importante linea di prodotto: i pavimenti e rivestimenti in laminato. Infatti l’azienda altoatesina considera una novità di sicuro riscontro i “Rivestimenti in MDF laminato” che, ampiamente assortiti, danno risposta a quelle esigenze di pavimentazione flottante senza uso di collanti. Sono inoltre disponibili finiture e dimensioni insolite e interessanti, comunque garantite dal marchio Pircher che, sempre coerente nel tutelare l’eco-sostenibilità dei propri prodotti, assicura come il pannello MDF, materiale di supporto al laminato, provenga da foreste gestite in maniera sostenibile, ossia con certificato PEFC.
Noval System, del Gruppo Noval, presenta nuovissime e singolari novità per il 2012, tra queste STH ECO, sistema battente Alluminio/Legno a taglio termico, quale soluzione di eccellenza in termini di prestazioni e design. Definito come il primo sistema ibrido, grazie alla perfetta proporzione tra i due materiali che lo compongono, STH ECO ha il bilanciamento e la fusione a specchio dei due elementi capaci di renderlo adatto a qualsiasi esigenza. Infatti contrappone, alla bellezza e alle notevoli dimensioni del legno massello, il rigore raffinato e lineare dell’alluminio che consente inserimenti perfetti in ogni contesto stilistico.
Oikos si presenta al MADE con uno stand che coniuga cultura, tradizione e innovazione e in cui le sue sei linee di prodotto mostrano tutto il proprio valore tecnico ed estetico. Ispirato alla città di Venezia, lo spazio di 220 mq è suddiviso in due livelli che ospitano ambientazioni classiche e moderne in cui sono protagoniste quelle porte che hanno reso Oikos leader delle blindate nel segmento alta gamma in Italia e all’estero. Tra i prodotti di maggiore impatto la Synua in gres effetto cor-ten, la iDoor, blindata per interni dai nuovi colori di tendenza, progettata da Adriani & Rossi Edizioni, la Synua Vela, che ha ricevuto una Menzione d’Onore al Compasso d’Oro 2011 e la blindata da esterni Evolution caratterizzata dai rivestimenti Legno Vivo.
Ipertesto
Componenti e finiture
PRESENZA DI RILIEVO
INNOVARE LE FACCIATE
AUTOMATISMI INNOVATIVI
www.montecolino.com
www.arcelormittal.com/arval
www.cherubini.it
Azienda leader europea nella produzione di pavimentazioni e rivestimenti tessili a uso industriale e residenziale, Montecolino è presente con la propria vasta gamma di prodotti in occasione del Flormart di Padova, del MADE di Milano e di Sun a Rimini, con il proposito di far testare e proporre la propria produzione a progettisti, designer, architetti paesaggisti, landscape e operatori vari. Al Flormart l’azienda presenta le tre collezioni di erbe sintetiche decorative: Easy Garden, Easy Rug e Green Collection. Al MADE sono esposti tutti i prodotti quali le moquette, i pvc, il sisal, gli stampati, i tappeti, le erbe sintetiche e i tessuti decorativi studiati per allestimenti, nonché il contract e l’interior e outdoor design. Non mancheranno inoltre le otto nuove collezioni. In occasione del Sun di Rimini protagoniste sono invece le erbe sintetiche e i tappeti da esterni della linea Natural.
VETRO BASSOEMISSIVO
Arval, Marchio di ArcelorMittal specializzato nelle soluzioni in acciaio dedicate a facciate e coperture, propone con Evos un nuovo sistema per facciate che consente ad architetti e investitori singolarissime possibilità di personalizzazione del progetto. Si tratta di un concetto innovativo, basato su una semplice lamiera grecata quale base dei listelli di copertura, con fissaggio a clip in quattro forme e colori differenti, in grado di permettere una variante illimitata e reversibile della struttura di facciata. Il fissaggio, risolto con un semplice “clic”, consente inoltre massima sicurezza contro cadute e furti, ed è assicurata la resistenza a intemperie e ad altri possibili danneggiamenti. Infatti, dopo il montaggio del listello di copertura, la clip viene bloccata da una piastra di metallo (da inserire) che rende impossibile un ulteriore azionamento della stessa. Evos è utilizzabile sia come unico sistema (nel caso di risanamento edile) o in combinazione con altri sistemi per facciate in acciaio a isolamento termico della Global-Wall di Arval.
www.yourglass.it
ECOSOSTENIBILITÀ DELLO ZINCO
Cherubini opera da oltre 30 anni nel mercato internazionale degli accessori per veneziane, tende da sole e avvolgibili. L'esperienza maturata nel settore della protezione solare consente, oggi, alla Cherubini di presentare accanto ai prodotti tradizionali una gamma completa di motori tubolari e accessori per la movimentazione elettrica di tende da sole e avvolgibili. In occasione del MADE, presenta i suoi nuovi prodotti. Skipper Senso, sensore di luminosità e temperatura per interni con schermo LCD a colori 1.8”, consente di mantenere all’interno dell’abitazione i valori di luce e temperatura desiderati, movimentando automaticamente tapparelle e screen. Wave RX ø 35, motore con finecorsa elettronico (che consente una precisione millimetrica) e radio integrata, comando con telecomando e interruttore, studiato per la movimentazione degli screen, ma utilizzabile anche per tende tecniche. Tronic RX ø 35, motore con finecorsa elettronico e radio integrata con telecomando e interruttore. La serie Tronic RX è ideata per l’uso su porte-balcone con cassonetti piccoli. Gli automatismi proposti da Cherubini sono ideati per una totale soddisfazione del cliente, filosofia che ben si sintetizza nello slogan: "Meccanico o Elettrico, a Voi la scelta!"
COPERTURA D’ECCELLENZA www.capoferri.it
www.vmzinc.it
Planibel Light, di AGC, rappresenta la nuova generazione del vetro bassoemissivo, ottemperando ai requisiti di isolamento termico e assicurando i valori sostanziali del coNfort. Infatti, per una corretta scelta dei vetri da installare in applicazioni residenziali, occorre tener presente, oltre ai valori d’isolamento termico, sicurezza e isolamento acustico, quello che è il fattore solare (FS o g), parametro che ci permette di capire la proprietà del vetro di controllare l’irraggiamento del sole. E diventa necessario considerare, in caso di installazioni, differenze ambientali che non si limitano soltanto alle temperature, ma a un contesto generale in tutta la sua complessità. Come esempio possiamo osservare la situazione climatica del nord Italia che richiede limitazioni di dispersione termica nei mesi invernali, nonché consentire l’ingresso di maggior luce e calore per illuminare e ridurre i costi della corrente. Diametralmente opposta è la situazione nel nord del Paese dove al vetro sono richieste specifiche inverse, poiché il trattamento bassoemissivo lavorerà specialmente in estate per ridurre i costi di refrigerazione, e contribuirà al comfort interno mediante il controllo dell’irraggiamento energetico e della luce. Anche lo stesso posizionamento del coating varierà passando dal vetro interno, per le applicazioni nei climi freddi, al vetro esterno per quelli caldi.
VMZINC è intervenuta nella copertura del Guy Dolmaire Secondary School realizzata in laminato zinco titanio naturale, posato con la tecnica della doppia aggraffatura, eliminando i problemi della corrosione, assicurando resistenza, limitando i costi di manutenzione e consentendo estrema flessibilità e versatilità nella realizzazione di coperture curve. L’edificio, che rispetta lo standard ambientale per le costruzioni eco-sostenibili in Francia (HQE), nel 2007 ha ricevuto la menzione speciale per l’alta qualità ambientale raggiungendo gli obbiettivi di ecosostenibilità, la gestione di tutto l’iter progettuale e costruttivo secondo parametri di ottimizzazione e il riconoscimento di elevati riferimenti di comfort. La notevole volumetria dell’edificio viene mitigata dall’integrazione con l’ambiente circostante, mentre l’esposizione a sud della vetrata principale favorisce l’irraggiamento passivo, assicurando notevoli risparmi energetici. Architecture Studio ha considerato fondamentale l’approccio ambientale per la durabilità dell’edificio, il controllo dell’effetto serra, l’isolamento acustico, lo sviluppo sostenibile nella gestione delle risorse e la riduzione del consumo d’acqua.
La copertura “Tetto Cielo” di Capoferri, è costituita da vetrate decalate e scossaline in rame nascoste in corrispondenza alle giunzioni. Dispone di struttura portante in legno lamellare completa di travi, pilastri di sostegno e piastre in acciaio per il fissaggio alla struttura muraria esistente. La struttura è dimensionata per l’esecuzione con i due angoli a “sbalzo” per evitare il montante ad angolo. Le giunzioni sono eseguite a incastro senza ferramenta a vista. In corrispondenza dei pilastri sono previsti imbotti in legno per il contenimento dei pluviali di scarico. La gronda frangisole è in legno in pannelli a carabottino asportabili, montanti con tiranti e sostegni in acciaio inox senza un secondo telaio. L’essenza è in cedro rosso americano con impregnante. Vetrate basso emissivo 5 (0,38) 5+15 gas argon + 8 temperato – (Valore Ug = 1,1 W/mqK) Dimensioni 940 x 600 cm.
Milano Architettura Design Edilizia Fiera Milano, Rho 05_08 Ottobre 2011
Segnali di futuro Prodotti, soluzioni e tecnologie per progettare e costruire i nuovi capolavori dell'edilizia. Incontri ed eventi per un'architettura sostenibile e sicura. Un solo grande appuntamento, MADE expo la piÚ importante fiera internazionale dell'edilizia. www.madeexpo.it MADE expo è un’iniziativa di: MADE eventi srl Federlegno Arredo srl
Organizzata da: MADE eventi srl tel. +39 051 6646624 s +39 02 80604440 info@madeexpo.it s made@madeexpo.it
Promossa da:
Ipertesto Protagonista esclusivo www.sikkens.it Marchio leader della multinazionale olandese AkzoNobel, Sikkens si è distinto come sponsor ufficiale della prima edizione del Festival dell’Architettura di Torino “Architettura in città”; evento organizzato da OAT – Ordine degli Architetti di Torino, e in particolare della Fondazione. Realtà consolidata a Torino dove ha partecipato nel corso degli anni, con un servizio gratuito di consulenza per il recupero del colore e per il restauro e la ristrutturazione delle facciate, Sikkens ha considerato l’iniziativa un’occasione importante per tutte le entità culturali di Torino e delle città limitrofe, in grado di far ridurre le barriere formali e istituzionali che ostacolano il dialogo tra i professionisti dell’architettura, le imprese e i cittadini, coinvolgendoli e interessandoli nell’analisi di scenari e ipotesi di nuovi progetti.
Inusuale e funzionale www.nicolli.it
Il concorso Fischer “La finestra che vorrei 2011” ha stabilito la vittoria di Nicolli quale partecipante al premio con le finestre del progetto “Nest”, ideate da Luisa Fontana di Fontanatelier a Schio. Nest identifica un complesso residenziale esclusivo costituito da due fabbricati con dependance, siti in area collinare. Le dependance, dalla singolare progettazione e dal rivestimento esterno in erba artificiale, sono dotate di esclusive finestre con forma a foglia, che alludono e richiamano i caratteri della naturalità, integrandosi con forte impatto all’ambiente. Il rapporto stabilitosi con la luce esterna ha determinato spazi interni di suggestiva armonia che, personalizzati dai serramenti e dalle tende motorizzate, dispongono di sensori-allarme collegati al sistema domotico volto al risparmio energetico.
A Roma www.adi-design.org Il Premio Compasso d’Oro assegnato lo scorso luglio presso il Macro di Roma, al Testaccio, e per la prima volta organizzato fuori la sede istituzionale di Milano, è giunto alla XXII edizione. Istituito nel 1954 su idea di Gio Ponti, fu organizzato inizialmente dai Grandi Magazzini La Rinascente per richiamare attenzione ed evidenziare i valori e la qualità del design dei prodotti italiani. Successivamente il Premio venne donato all’ADI, che dal 1954 ne gestì e curò l’organizzazione, occupandosi dei circa trecento progetti premiati in oltre cinquant’anni di attività. A questi si aggiungono le quasi duemila selezioni indicate con la Menzione d’Onore che fanno parte della Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro ADI, la cui gestione è affidata alla Fondazione ADI, costituitasi nel 2001. Il premio Compasso d’Oro viene assegnato in base alle preselezioni operate dall’Osservatorio permanente del Design ADI, costituito da una Commissione di esperti, designer, critici, storici, giornalisti specializzati, soci ADI e altri personaggi qualificati, impegnati a considerare e raccogliere informazioni valutando e selezionando prodotti presenti in seguito sugli annuali ADI Design Index. Questi i vincitori dell’attuale edizione: Domo – XIX Biennale dell’Artigianato Sardo committente Ilisso Edizioni. DRM Design Research Maps – Ricerca scientifica – Committente: Rete Sdi Sistema Design Italia, CPD Conferenza dei Presidi delle facoltà di Design, CDD Coordinamento nazionale dei Dottorati in design.
Elica, lampada da tavolo a Led prod. Martinelli Luce – Fiat 500, vettura Fiat Group Automobiles – Frida, sedia in legno prod. Pedali – Hope, lampada a sospensione prod. Luceplan – Lab 03, lavabo d’arredo prod. Kos – Multiverso Icograda Design Week Torino 2008, committente AIAP e ICOGRADA – Myto, sedia a sbalzo prod. Plank Collezioni – Napoli Teatro Festival Italia, Committente Fondazione Campania dei Festival – Nur, sistema di tavoli prod. Arper – Pasta Pot, pentola prod. Alessi – Rossa. Immagine e comunicazione del lavoro 1848-2006, mostra multimediale interattiva committente Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario CGIL – Smith, contenitore trasportabile, prod. Danese – Steelwood Chair, seduta, prod Magis – Sunset, casa mobile, prod Movit·Pircher Oberland – Teak Table, tavolo pieghevole, prod. Alias – Tonale, servizio da tavola, prod Alessi – Yale, Sistema di divani e poltrone, prod. MDF Italia. I Premi Compasso d’Oro alla carriera sono stati assegnati a: Cini Boeri, Antonia Campi, Walter de Silva, Piera Gandini, Giancarlo Iliprandi, Enzo Mari, Giotto Stoppino, Politecnico di Milano, Unifor. Per i premi Compasso d’Oro alla carriera internazionale si sono distinti: Toshiyuki Kita, François Burkardt, Ingo Maurer. Segue il riconoscimento del Premio speciale Compasso d’Oro per il design dei servizi a Slow Food e i Premi Targa giovani per il video: la Costituzione Anima e per il concorso di progettazione Mille e una vela per l’università e il sistema Tam. Sono state 77 le menzioni d’onore assegnate ad altrettanti prodotti.
Tutto sull’efficienza energetica www.light-building.com In programma dal 15 al 20 aprile 2012 a Francoforte, Light+Building , Fiera Mondiale dell’Architettura e della Tecnologia propone quale tema chiave della manifestazione l’efficienza energetica in termini di digitalizzazione di luce ed edilizia, edifici ad autosufficienza energetica e utilizzo sostenibile dell’energia. Attualmente sono oltre l’80% gli spazi fieristici prenotati da circa 2100 aziende che presenteranno le rispettive novità mondiali nel forum internazionale delle innovazioni per il settore dell’illuminazione e delle tecnologie sistemiche per edifici. L’evento vedrà le industrie proporre soluzioni tecnologicamente avanzate in grado di ridurre il consumo energetico degli edifici ampliando il confort domestico. Si andrà dalla tecnologia Led al fotovoltaico e alla mobilità elettrica, fino all’uso intelligente dell’energia elettrica tramite smart metering e smart grid, per dare una panoramica delle attuali tecnologie più avanzate. Per merito del concept intersettoriale di Light+Building, che unisce illuminazione e tecnologia in rete per edifici, l’industria di settore presenterà a Francoforte un’offerta integrata.
Ipertesto Nuovo logo www.linealight.com
Con un’impostazione più attuale e raffinata, il nuovo logo della Linea Light Group conferisce l’opportuno risalto ai 25 anni di presenza sul mercato dell’azienda e aggiorna sul singolare e relativo sviluppo illuminotecnico. Il Gruppo Linea Light si articola in 5 brand distinti che, orientati alla distribuzione e alla progettazione, spaziano dal servizio di lighting design all’esteso magazzino automatizzato, attraversando lo sviluppo di prodotti e soluzioni personalizzate, per approdare al Light Village un concetto esteso che si manifesta in una spazialità di 1400 mq, predisposta come showroom interattiva mediante uno spazio di lavoro dedicato a individuare e testare soluzioni illuminotecniche con architetti e lighting designer. Il nuovo logo è accompagnato da un elemento grafico che comunica diversi messaggi e si presta a interpretare la molteplicità espressiva della luce.
Illuminare l’arte www.osram.it
Osram si è impegnata, unitamente ad Alberto Pasetti Bombardella, che ne ha curato l’intero progetto illuminotecnico, nella realizzazione di una soluzione LED dedicata al ciclo di teleri realizzati dal Tintoretto e conservati nella Sala Terrena della Scuola Grande di San Rocco a Venezia. Si tratta di un intervento che ha reso possibile la corretta lettura dei colori e la loro sostanziale organicità, con il proposito di assicurarne un rapporto visivo più rispettoso e partecipato all’opera, sia unitariamente che nei dettagli più minuti ed emblematici, come nei valori architettonici propri dell’ambiente.
Iniziativa coinvolgente www.vicomagistretti.it Ha come tema “Svicolando”, l’iniziativa voluta dalla Fondazione Magistretti che, dal 18 al 28 ottobre, prevede due percorsi della memoria riferiti a Vico Magistretti indagato negli aspetti professionali come architetto presente con le sue architetture (14) nel grande museo a cielo aperto qual’è la città di Milano, nonché come designer che, partendo dal Triennale Design Museum, manifesta la propria creatività con prodotti esposti negli showroom di Artemide, Cassina, De Padova, Flou, O luce e Schiffini, aziende di riferimento. Nella sede della Fondazione vengono invece esposti a rotazione i suoi progetti e gli schizzi originali. “Svicolando” è inteso anche come allestimento che, curato da Simona Romano e realizzato da Luca Poncellini con grafiche di Davide Fornari, è la presentazione che evidenzia il circuito di design e del museo a cielo aperto.
Ineffabile complessità www.iguzzini.com Con la consapevole responsabilità di gestire la cultura e la comunicazione della luce ad altissimo livello, la iGuzzini, già avezza a consultare e valersi della collaborazione di architetti, designer e lighting designer prestigiosi, ha instaurato anche partnership importanti con enti di ricerca, esperti di restauro, curatori di musei, ergonomi, medici e altro. Queste iniziative mirano ad approfondire e completare esperienze ed esigenze in termini di nuove tecnologie volte al design e sviluppate nel pieno rispetto dell’ambiente e delle risorse disponibili. Quale ultima e prestigiosa grande collaborazione de iGuzzini, dopo gli oltre vent’anni di collaborazione SIVRA, riguarda il rapporto come partner a tutti gli effetti di Lighting Research Center (LRC) di Troy, New York, riferimento del Rensselaer Polytechnic Institute, principale università e centro di ricerca dedicato alla luce. Con il fine di coordinare e supportare con il know-how scientifico gli sforzi compiuti da entità pubbliche e private nell’ambito della ricerca tecnologica, la partecipazione il LRC Partner Program consentirà a iGuzzini di disporre delle informazioni tecnologiche più innovative e le applicazioni più sofisticate, considerando le influenze della luce su salute e benessere. L’iniziativa di far parte del prestigioso LRC Partner Program, pone iGuzzini tra le grandi aziende pubbliche e private, tra le quali Con Edison, GE Lighting, New York State Energy Research & Development Authority, Osram Silvania, Philips Lighting, Philips Professional Luminaires North America.
Ipertesto Fioccano riconoscimenti www.madesign.it Due ottimi attestati di eccellenza per ma:design che, studio di graphic design e comunicazione con sede a Pesaro, si è visto assegnare recentemente due importanti riconoscimenti per progetti relativi alla grafica e alla segnaletica. Si tratta de l’Honor Award 2011, esclusivo riferimento dei SEGD Design Awards, assegnato per il miglior progetto di segnaletica museale realizzato al MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, e la Menzione d’Onore 2011 del Compasso d’Oro ADI XXII edizione, per il progetto di immagine coordinata e segnaletica realizzato per la mediateca e Biblioteca La Fornace, nel comune di Moie di Maiolati Spontini (Ancona). Per il MAXXI ma:design ha ideato un progetto di segnaletica interna/esterna pensato per dare ai visitatori le indicazioni essenziali con chiara e visibile lucidità e leggerezza, integrate di misura e perfettamente con l’architettura, e ha messo a punto un manuale di immagine coordinata, con tutte le regole per predisporre didascalie, testi esplicativi e altro, quale unico sistema coerente. Per La Fornace, antica fornace per laterizi rigenerata dal 2008 con un restauro conservativo, ma:design ha realizzato un progetto di immagine coordinata e segnaletica rendendola un centro di incontro comunitario costituito da luoghi e ambienti aggregativi quali la biblioteca, il caffè letterario, la sala conferenze e altro. Il logotipo spicca e s’impone sulla cima del camino ed emozionalmente si ripete e prosegue sulle vetrate perimetrali. Per la segnaletica è stato creato un sistema che evoca il mondo del fumetto e dell’arte pop con espressioni tecnologiche e tipografiche sperimentali.
Con Menzione d’Onore www.biticino.it
Nel contesto del XXII Premio Compasso d’Oro ADI, BTicino si è evidenziata con l’assegnazione della Menzione d’Onore conferita al telecomando domotico BTicino, design Avril Accolla, che, dotato di una essenzialità formale e funzionale assoluta, propone i riferimenti del “design for all” prevedendo più configurazioni. Il sistema consente all’utilizzatore di attivare, da ogni punto dell’abitazione, le funzioni domotiche installate: dal controllo di luce e suono, al clima e alla sicurezza. La variabilità e flessibilità applicativa consentono l’uso di molteplici codici di comunicazione quali: contrasto tattile e cromatico, mapping e forma. Il progetto gestisce il bisogno di differenziazione e di identificazione dei tasti mediante scelte iconiche che permettono numerose possibilità di decodifica e di associazione. Nella versione con chiave elettronica un sensibile avvallamento ne identifica la posizione che, mediante avvicinamento alla serratura, invia il comando.
“A misura d’uomo” www.italcementi.it
La città di Alessandria, grazie alla nuova pavimentazione catalitica realizzata secondo il principio attivo assicurato da TX Active ® brevettato da Italcementi, consente di migliorare la qualità dell’aria nel centro abitato, secondo un programma di riqualificazione di alcune strade e piazze quali esempi eclatanti di tecnologia innovativa. L’elemento utilizzato è il massello Ecotop che, messo a punto dal Gruppo Senini (partner TX Active®) ha la capacità di abbattere le sostanze inquinanti presenti nell’aria trasformandole in sali innocui per l’ambiente. Infatti il principio attivo TX Active® consente, grazie all’azione della luce, di conferire ai prodotti cementizi caratteristiche autopulenti e disinquinanti. Attualmente i masselli mangiasmog impiegati sono stati circa 10.000 mq, ma è nei propositi del comune di Alessandria un prossimo investimento di 800.000 euro per un totale di 100.000 mq di superfici fotocatalitiche, da completarsi entro il 2012.
Ipertesto
a cura di Alda Mercante
Spiazzamenti verbo-visivi www.premioskiaffino.it
Daniele Vittadello 3D (1° premio).
La terza edizione del Premio Skiaffino è in mostra, fino al 9 ottobre, presso la Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti – Città di Camogli, col titolo “M’Immagino d’Immenso” – calembour di immagini e parole. L’evento, omaggio alla figura dell’autore satirico e disegnatore umoristico Guantiere Schiaffino (Camogli1943-2007), comprende mostre e incontri impegnati a valorizzare la creatività e del cosiddetto “pensiero laterale”, in linea con le note e apprezzate attività di Schiaffino quale animatore di iniziative e rassegne contestuali. Si tratta di un’edizione singolare, costituita da alcune mostre personali dedicate allo spiazzamento verbovisivo mediante 200 opere tra disegni fotografie e oggetti che, oltre al consueto omaggio all’umorismo disegnato e scritto di Schiaffino, esprimono l’humour grafico di noti artisti come: Massimo Bucchi, Giorgio Cavallo e Sergio Fedriani. Sono inoltre esposti calembour fotografici di Massimiliano Tappari e una selezione di lavori di giovani artisti grafici partecipanti alla prima edizione del concorso nazionale per un calembour visivo.
Terzo momento www.robertociaccio.com
Roberto Ciaccio, Atelier, Luoghi, lastre di rame.
Allestita fino al 6 novembre nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano, la mostra “Roberto Ciaccio Inter Valium” costituisce il terzo momento di un percorso che segue due importanti eventi espositivi dell’artista, dedicati il primo alla filosofia (Berlino 2006 Kulturforum Kupferstichkabinett Musei Statali), e il secondo alla musica (Roma 2008 Istituto Nazionale per la Grafica – Palazzo della Fontana di Trevi). Questo terzo momento si manifesta come opera/installazione site specific, in stretto rapporto all’identità architettonica del luogo. La suggestione temporale della Sala delle Cariatidi e il ripetersi delle scansioni ora allusive ora più rigorose delle Cariatidi stesse, richiamano illusioni e provocazioni, dialoghi e sospensioni che Ciaccio orchestra con misticismo e intrigante arroganza, facendo interagire la sua creatività illusionistica colma di astrazioni musicali, con i riferimenti costruttivi più distintivi e sottintesi della Sala con le sue soglie, aperture, specchi e con i vari riferimenti spaziali e ambientali. E partecipano all’illusione sia le concrete installazioni costituite da grandi lastre metalliche, fatte con metalli diversi come il ferro il rame, l’ottone e il zinco, che generano poderose fughe prospettiche, sia le grandi opere su carta, e la serie dei piccoli fogli di papier japon, capaci di evocare tridimensionalità mediante le molteplici stratificazioni dei piani e dei valori cromatici.
Opere celebri e inediti www.exibart.com/profilo/sedev2.asp?idelemento=10284
Giorgio Vasari Sacra Famiglia, tavola 65,5x43 cm, Firenze, Collezione Privata.
Fino all’11 dicembre, si svolge alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo, la grande mostra “Giorgio Vasari Disegnatore e Pittore. Istudio, diligenza et amorevole fatica” che ripercorre le vicende artistiche del grande Maestro aretino, nato 500 anni fa. Famoso nel mondo per le due edizioni delle “Vite” (1550 e 1568) che crearono riferimenti e presupposti per la nascita della moderna storiografia artistica, nonché talento poliedrico e di straordinaria levatura e capacità artistica, fu contemporaneamente testimone e protagonista del Cinquecento. Vasari ebbe un’attività immensa nei più vari campi organizzando e coordinando enormi cantieri per committenze pubbliche e private. Quale personaggio di enorme cultura e artista apprezzato in tutta Italia, nonché letterato e amico dei maggiori intellettuali del suo tempo, fu architetto e pittore alla corte di Cosimo I de’ Medici distinguendosi tra i più noti talenti dell’intero Rinascimento. La mostra, promossa da Regione Toscana, Provincia di Arezzo e Comune di Arezzo, tratteggia prevalentemente un Vasari pittore e soprattutto disegnatore, ed è stata curata da Alessandro Cecchi con Alessandra Baroni e Liletta Fornasari e organizzata da Arezzo Fiere e Congressi con VillaggioGlobale International. In rassegna opere celebri e assolute novità che evidenziano il percorso stilistico del Maestro mediante una quarantina delle sue opere, alle quali se ne aggiungono una decina eseguite da contemporanei. Tra le opere si notano La Deposizione nel Sepolcro del 1532, il Ritratto del duca Alessandro de’ Medici armato negli Uffizi, nonché i disegni provenienti dal Louvre con gli Studi per gli affreschi della Cupola di S. Maria del Fiore a Firenze, impegno interrotto per la morte dell’artista. Seguono opere mai pubblicamente esposte e una rilevantissima serie di disegni preparatori di progetti che comprendono lo schizzo, il modello di presentazione e il cartone, nonché lavori provenienti dalle più prestigiose collezioni europee.
Ipertesto MAMAC, Nizza www.mamac-nice.org
Martial Raysse, Komartial, 1971, plastica, pigmenti, carta d’alluminio, carta, cartone sotto plexiglass, 40x40 cm, firmato e titolato sul retro, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain de Nice © Adagp , Paris 2011 Photo Muriel Anssens.
Con la mostra "La couleur en avant" (il colore in primo piano, ndr) (fino al 27 novembre), il Museo d’arte moderna e d’arte contemporanea di Nizza mette l’accento su un modo di espressione artistica in cui il colore è la condizione necessaria. Il percorso nelle sale è stabilito in base a una scelta di circa 90 opere di 53 artisti di generazioni diverse che hanno messo il colore in primo piano nelle loro scelte estetiche, nel periodo della loro carriera in cui risiedevano in Costa Azzurra. Da Raoul Dufy, Henri Matisse, Pablo Picasso, Marc Chagall, Hans Hartung... ai monocromi di Yves Klein, Alberto Burri, Mimmo Rotella, a Niki de Saint Phalle, César, Arman… fino a Claude Viallat, André Valensi, Bernard Pagès, Noël Dolla e alle esperienze della nuova generazione, Cédric Teisseire, Marc Chevalier, Emmanuel Régent…diverse linee di indagine e riflessione sono tracciate considerando le differenti ricerche dell’artista sul tema del colore.
Installazione work-in progress www.faceandsoul.ru
Esposto nel corso della 54ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e della successiva IV Biennale d’Arte di Mosca presso K35 Art Gallery Moscow (fino al 30 novembre), “The Other Side of Russia. The Face and the Soul” è un progetto prodotto e organizzato da Mazzotta Art Selection e curato da Leonardo Rotatori, Victoria Saava e Omar Galliani. Presentata da Mazzotta Art Selection e Cashmere & Silk, l’opera è un’installazione work-in progress che, prodotta e diretta dal 2009 da Leonardo Rotatori per la Mazzotta Art Selection, e da Victoria Saava, fondatrice della Cashmere & Silk, è stata realizzata da Omar Galliani. Si tratta di un imponente “art-object-project” che rappresenta un’indagine dettagliata della società Russa, vista attraverso le protagoniste femminili secondo la “verità assoluta” di una comunità radicata nella tradizione matriarcale ed evidenziata utilizzando, come supporto per la comunicazione, il legno, il web e la carta, secondo singolari alternanze. Elemento portante sono i ritratti di 48 donne “testimonial” eseguiti da Omar Galliani per l’opera “The Russian Soul”, realizzata con la tecnica del disegno a matita e grafite su pannelli di pioppo, intesa a creare un “volto-collage” di 3x16 metri.
Biennale de Lyon www.labiennaledelyon.com/art
François Bucher, La nuit de l'homme, 2011, Video HD, colore, suono, circa 90 minute (imagini estratte) © Une terrible beauté est née, Biennale de Lyon 2011, François Bucher.
La commissaria argentina Victoria Noorthoorn è il direttore della 11a edizione della Biennale di Lione che si concluderà il 31 dicembre. Il titolo, “Une terribile Béauté est née” (E’ nata una terribile bellezza, ndr) estratto dal poema Easter, 1916 di W. B. Yeats, esprime principalmente una scelta metodologica ancor più di una tematica. La manifestazione si interroga sulla forza del paradosso, la contraddizione, la tensione e l’ambivalenza, ed esplora lo stato d’urgenza attuale del mondo e dell’arte. Una settantina di artisti internazionali, provenienti soprattutto dall’Europa, dall’Africa e dall’America Latina, sono riuniti attorno a diversi percorsi che invitano il pubblico a riflettere sulla densità del presente, sul potere dell’immaginario, del visionario e dell’allucinatorio. Presentata in quattro luoghi espositivi: La Sucrière, la Fondation Bullukian, il Museo d’arte contemporanea di Lione e la fabbrica T.A.S.E., la Biennale è accompagnata da due piattaforme, “Veduta” – una traversata nella diversità delle culture visive – e “Résonance” – un vero e proprio percorso artistico attraverso oltre 90 centri artistici, gallerie private, istituzioni culturali e collettivi d’artisti nell’agglomerazione lionese e nella regione Rhône-Alpes.
Fondation Pinault, Venezia www.palazzograssi.it
Joana Vasconcelos, Contamination, 2008. © Joana Vasconcelos by SIAE 2011. © Palazzo Grassi (foto, Orch Orsenigo-Chemollo).
A Punta della Dogana e a Palazzo Grassi a Venezia, François Pinault Foundation presenta fino al 31 dicembre, due nuove esposizioni che esplorano il tema dell’arte come potenza visionaria. L’esposizione “Elogio del dubbio”, a Punta della Dogana, riunisce pezzi storici e nuove produzioni, tra cui molti progetti appositamente concepiti per questo spazio, che ruotano attorno l’idea di caos, di rimessa in questione delle certezze sull’identità, sul rapporto con lo spazio dell’intimo e dell’opera. Tra la ventina di artisti presentati Maurizio Cattelan, Dan Flavin, Roni Horn, Donald Judd, Edward Kienholz, Jeff Koons, Bruce Nauman, Sigmar Polke etc. A Palazzo Grassi, la mostra “Il mondo vi appartiene” propone un’altra rimessa in questione, quella dei limiti tradizionali della geografia dell’arte, del nostro rapporto verso l’altro e il mondo. Alighiero Boetti, David Claerbout, Matthew Day Jackson, Marlene Dumas, Urs Fischer, Huang Yong Ping, Jeff Koons, Francesco Vezzoli etc. sono tra gli artisti in mostra, una quarantina in totale provenienti da venti Paesi. Caroline Bourgeois ha curato la direzione di entrambe le esposizioni.
Ipertesto Viaggio verso la luce www.barbarafrigeriogallery.it
A Milano, Barbara Frigerio Gallery presenta, per la prima volta in Italia, con la mostra “Armonie di luce”, aperta fino al 16 ottobre, l’artista coreana Kim Yeon, autrice di opere di grande lirismo e poesia, portatrici di quell’amore e fusione con la natura, proprio delle filosofie orientali. L’acqua e la luce sono gli assoluti protagonisti dell’opera di Kim Yeon, che, attraverso le sue sculture imprigiona e ricrea elementi ed effetti del mondo naturale, dallo scintillio della superficie increspata di un lago o del mare, investita dal sole, alla quiete di uno stagno, ricolmo di pietre e foglie. Attraverso barche d’acciaio, sprigionanti bagliori, che sembrano ridisegnare e reiventare l’ambiente circostante, ricostruendo lo scenario di una piccola flotta marina o di un solitario naviglio, o la serie Waterside, vere e proprie porzioni di stagni e specchi d’acqua, costruiti con pietre e foglie, immerse nella resina, l’artista invita alla meditazione e alla contemplazione, senza lasciarsi distrarre dai continui eventi del mondo circostante.
Kim Yeon, Voyage to the light, acciaio.
Ritratti di famiglia www.hotpoint-ariston.com
Famiglie nuove, appena formate, quelle già rodate da anni, quelle da tradizione, quelle sorprendenti, è per loro, e per molte altre famiglie, il nuovo concorso di HotpointAriston, che per l’occasione ha scelto un partner a dir poco di eccezione: Steve McCurry. Il fotoreporter che è stato un testimone attento e scrupoloso delle vicende umane nei luoghi più remoti del pianeta, si dedica ora, insieme a Hotpoint-Ariston, a un nuovo progetto: il “Ritratto della Famiglia Europea”. Ci si può iscrivere al concorso “Family Portraits” fino al 15 ottobre. Possono partecipare tutte le famiglie di Italia, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Turchia, Ucraina, UK, Olanda, Spagna e Portogallo. L’idea è di ritrarre se stessi con la propria famiglia, ripresi in un momento qualunque, in un posto qualsiasi, che diventa speciale proprio grazie ai legami personali tra i membri della famiglia. I partecipanti potranno caricare la propria foto, corredata da un titolo, sul sito http://family.hotpoint.eu, per dare vita, e prendere parte, a questa inedita e sorprendente galleria di ritratti delle famiglie europee.
Steve McCurry, India.
Il tappeto volante www.stefanocurto.com
Stefano Curto, The mervellous flight of coexistence (©mbtarget.com di marco balsarini).
Un tappeto completamente realizzato con 120.000 cristalli e pietre, intitolato The Marvellous flight of coexistence, è l’opera esposta nella mostra collettiva allestita, fino al 27 novembre, nell’affascinate cornice di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (PD). Il “tappeto volante” - prezioso e straordinariamente bello – rivela la dimensione filosofica ed esoterica che pervade il vissuto dell’artista a cui si associa la fascinazione dei materiali, la perfezione esecutiva e un forte senso estetico. Stefano Curto “dipinge” utilizzando una sorprendente tavolozza di colori, composta da cristalli dalle tinte naturali e declinati in una vastissima varietà di forme, dove ogni singola gemma viene scelta come fosse una pennellata sulla tela. Il tappeto di pietre, sospeso e quasi in procinto di spiccare il volo, alludendo all’unione dei fili intrecciati nei manufatti originali, evoca simbolicamente l’indissolubile legame e la coesistenza fra i popoli.
Energia tessile a Como www.miniartextil.it
Joseph Beuys, Vestito Terremoto.
Fino al 20 novembre, in occasione della 21ª edizione di Miniartextil, si svolge a Como, presso l’ex Chiesa S. Francesco – Spazio Antonio Ratti, la mostra “Energheia” che, ideata e organizzata dall’Associazione culturale Arte&Arte di Como e curata da Luciano Caramel, si sviluppa nella città in tre sedi espositive con eventi collaterali alla mostra realizzati in collaborazione con enti e artisti. Sono presenti grandi installazioni di opere firmate da: Angelo Filomeno, Joseph Beuys, Pino Pascali, Chiharu Shiota, Azra Aksamija, Alexandr Bordsky, Wlodzimierz Cygan, David Herbert, Kela Cremaschi. Quale iniziativa speciale è stato dedicato un omaggio alla Fiber Art del Giappone, come gesto di solidarietà per l’evento disastroso subito con il recente terremoto. “Energheia 2011 miniartexil” dispone del patrocinio di: Ministero per i Beni e Attività Culturali, Regione Lombardia, Assessorato alla Cultura Provincia di Como, Assessorato alla Cultura di Como, Ordine degli Architetti PPC di Como. La mostra è sostenuta inoltre dalla Fondazione Antonio Ratti, Comune di Montrouge, Fondazione Musei Civici Veneziani e da sponsor privati. Il titolo della mostra allude all’energia quale stimolo e impulso necessario all’arte per evolvere e generare creatività interiore e forza espressiva. Sono 43, i Paesi che rappresentano i cinque continenti, e 352 gli artisti presenti. Oltre alle opere di piccolo formato, come ogni anno Miniartextil espone importanti installazioni site specific.
Ipertesto Materie per il sonno www.ottoluogodellarte.it
La galleria fiorentina OTTO luogo dell’arte di Olivia Toscani Rucellai presenta fino al 12 novembre la mostra “Oh! Nirica: quando i sogni incontrano la materia”, oggetti per dormire e per sognare, realizzati appositamente per la galleria da una quarantina di artisti di tutte le età provenienti da varie parti del mondo, con in comune l'amore per l'Italia. Altro comune denominatore è che sono artisti che lavorano manualmente con i materiali che sono stati utilizzati per la realizzazione degli oggetti qui presentati: i legni, i tessuti, il rame, l'ottone, il vetro, il marmo, la vetroresina, la plastica ecc. Molte sono le situazioni del sonno e del sogno e gli oggetti da essi ispirati: cuscini tappeti, arazzi, librerie, lenzuola, copriletto, lampade, piantane, sveglie, pendoli, specchiere, pouf, camini, sedie, poltroncine, armadi, anche una raccolta di piccoli racconti per dormire e sognare da tenere sul comodino, tutti reinventati e costruiti dagli artisti invitati, alcuni anche in collaborazione con artigiani.
Giovannini e Vercelli, Cuscino per dormire sul prato.
Dialoghi sonori e visivi www.artelibro.it
Michele Perfetti, Andreace, Immagini alternative, Tèchne, Firenze 1973.
Fino al 6 novembre, presso il Museo della Musica di Bologna nell’ambito di Artelibro Festival del Libro d’Arte, è allestita la mostra “ControCorrente. Riviste, dischi e libri d’artista delle case editrici della poesia visiva italiana”, prima tappa di una esposizione itinerante che si sposterà successivamente alla Fondazione Berardelli di Brescia e al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. A cura di Marco Bazzini e Melania Gazzotti con la collaborazione di Nicole Zanoletti, la mostra passa in rassegna le case editrici che, tra gli anni Sessanta e Settanta, pubblicano riviste e libri d’artista che radicalizzano le potenzialità espressive della parola accompagnata dall’immagine, dando vita a quel movimento artistico che verrà poi denominato poesia visiva. La mostra presenta, oltre alla generale produzione editoriale dei poeti visivi, un approfondimento dedicato alla musica. All'interno del percorso espositivo del Museo della Musica le opere in permanenza dialogano con spartiti e libri a tema musicale e con registrazioni sonore.
Una dimensione personale www.studiovisconti.net
Giovanni Gastel, Fine Art Giclée print (Courtesy: Image Service srl per Giovanni Gastel).
Fino al 22 dicembre allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano è visitabile la mostra personale di Giovanni Gastel (1955). L’artista milanese presenta una rassegna di sue opere, a cura di Francesco Porzio, dal titolo “Cose Viste”, con 24 nuovi lavori fotografici realizzati negli ultimi cinque anni. Già noto a livello internazionale come fotografo di moda, Giovanni Gastel da alcuni anni accosta al lavoro professionale una ricerca più intima e profonda, dove il glamour svanisce per lasciare posto a immagini silenziose di paesaggi, interni e oggetti quotidiani. La serie di fotografie, realizzata per l’esposizione di Milano, rappresenta una sorta di diario di viaggio dell’artista carico di ricordi immateriali e smorzati con immagini pervase da un’atmosfera distaccata e quasi onirica.
Arte e democrazia www.strozzina.org
Thomas Hirschhorn, Where do I stand? What do I want?, 8 notebook rielaborati con disegni, scritti e collage.
La mostra “Declining Democracy”, aperta al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (CCCS) di Firenze fino al 22 gennaio 2012, propone una riflessione critica nata dal confronto con l’attuale situazione internazionale. Se nei Paesi occidentali la crisi finanziaria del 2008 ha prodotto un profondo malcontento sociale, portando a una crisi di fiducia e di credibilità dei valori democratici, nei Paesi del Nord Africa o del Medio Oriente sembra aver preso spazio un nuovo senso di utopia politica rivoluzionaria, diversa ma apparentemente parallela al fenomeno europeo, in cui molti gruppi di cittadini stanno combattendo per la conquista di fondamentali valori di partecipazione politica. Opere di 14 artisti contemporanei internazionali propongono un percorso che riflette su valori, contraddizioni e paradossi che caratterizzano la società di oggi e su come possiamo declinare i principi della democrazia in un momento in cui la loro validità sembra essere messa in discussione nel mondo contemporaneo occidentale.
Ipertesto Montmartre a Pavia www.scuderiepavia.com
Edgar Degas, L’arlequin jaune, pastello su carta, 1884 (Fondation Bemberg, Toulouse).
Fino al 18 dicembre le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospitano la mostra “Degas, Lautrec, Zando’. Les folies de Montmartre”, che raccoglie i lavori di tre maestri della nouvelle peinture. Edgar Degas, Henri Toulouse-Lautrec e Federico Zandomeneghi sono messi per la prima volta in dialogo sul mito di Montmartre, centro pulsante della vita artistica, e non solo, parigina di fine Ottocento e d’inizio Novecento. L’esposizione, curata da Lorenza Tonani, presenta ottanta opere, tra pitture e grafiche, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, con un apporto speciale di prestiti dalla città di Toulouse.
Installazione al MACRO www.macro.roma.museum
Cerlo Bernardini, La Rivincita dell’Angolo, installazione, acciaio inox e fibre ottiche, 2011.
Per i vani ascensore dell’ala storica del MACRO-Museo di Arte Contemporanea di Roma, Carlo Bernardini (Viterbo, 1966) ha ideato un’installazione, intitolata La Rivincita dell’Angolo, articolata su più livelli, che consiste in due sculture in acciaio inox, poste sugli angoli dei vani, da cui si sviluppa un disegno spaziale in fibre ottiche. L’installazione ridisegna i volumi, scolpendo letteralmente il buio dei vani, modificandone così la percezione, e riconfigurando totalmente lo spazio per creare una nuova architettura di luce. La vera materia con cui Bernardini opera è infatti “lo spazio”, che plasmato con il medium della luce, viene condotto per mano in una dimensione “altra”: il luogo del pensiero. L’opera di Carlo Bernardini è allestita fino al 30 ottobre.
Esperienza sensoriale www.comune.milano.it/pac
Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano apre la nuova stagione espositiva con la mostra “Silvio Wolf. Sulla Soglia”, curata da Giorgio Verzotti, in programma dal 7 ottobre al 6 novembre. Si tratta della prima mostra personale in uno spazio pubblico italiano dell’artista milanese che ha trasformato l’immagine fotografica contemporanea. Sette distinte sezioni espositive presentano la sintesi di trent’anni di attività artistica. Silvio Wolf ha progettato un percorso che pone il visitatore al centro di un’esperienza visiva e sensoriale: installazioni ambientali, opere fotografiche e video proiezioni appositamente realizzate per gli spazi del PAC, sono pensate come stazioni di un viaggio che sin dall’ingresso coinvolge il pubblico attraverso immagini senza tempo, nelle quali la luce è l’elemento primario: espressione di un’arte che amplifica la percezione e gli stimoli sensoriali, ponendo il pubblico in una condizione che l’artista definisce “di ascolto”. Silvio Wolf, Apse.
Confronti di vetro www.glasstress.org
Marya Kazoun, Habitat: Where He Came from, 2009.
A Venezia fino al 27 novembre è aperta la seconda edizione di “Glasstress”, mostra d'arte contemporanea nella quale importanti protagonisti della scena internazionale si confrontano con l'uso del vetro. La mostra, che presenta sculture, installazioni e oggetti di design, ha luogo nelle sale di Palazzo Cavalli Franchetti (sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti), del Berengo Centre for Contemporary Art and Glass e include un progetto speciale di Mike+Doug Starn, presso la Wake Forest University - Casa Artom. Promossa dal MAD (The Museum of Arts and Design) di New York, ideata da Adriano Berengo e prodotta da Venice Projects, “Glasstress 2011” è curata da Lidewij Edelkoort, Peter Noever e Demetrio Paparoni con il contributo di Bonnie Clearwater. L’edizione di quest’anno della rassegna ha come tema il complesso rapporto che, in un'epoca che si ritiene sia andata oltre il modernismo, lega arte, design e architettura. Mettendo a confronto l'opinione di curatori diversi, Glasstress affronta questo tema attraverso sculture appositamente realizzate in vetro da importanti artisti della scena contemporanea e attraverso oggetti-scultura realizzati da designer, la cui ricerca formale è condizionata dalla funzione d'uso dell'oggetto.
Ipertesto Tributo a un maestro Enrico Calandra Scritti di architettura A cura di Paola Barbera e Matteo Iannello Fondazione Salvare Palermo, Palermo 2010, 415 pp
Sono stati suoi allievi Giuseppe Samonà, Camillo Autore, Guido Di Stefano, Francesco Basile, Stefano Bottai, Edoardo Caracciolo, Giuseppe Spatrisano, ma anche Ludovico Quaroni e Bruno Zevi. Eppure poco di Enrico Calandra si è scritto. Hanno colmato la lacuna Paola Barbera e Matteo Iannello, architetti e ricercatori siciliani, con un volume che riassume la carriera di questo riservatissimo professionista che, laureato in ingegneria, fu storico dell’architettura, docente di Disegno d’ornato e architettura elementare (così si chiamavano allora quelle discipline) all’Università di Messina, a partire dal 1914 e ancora, dal 1930, professore di Caratteri degli edifici alla Scuola superiore di architettura di Roma di cui fu anche preside negli anni della guerra (intorno al 1944). Scomparso nel 1946, Calandra (padre di Roberto, già docente a Palermo, e cugino dello storico Adolfo Amodeo) – come ha scritto Giuseppe Samonà – “fu sempre superiore alle cose pratiche di questo mondo: gli interessava godere un monumento, riviverlo tutto, comprenderlo risolvendone i problemi più riposti: ma trascrivere le sue osservazioni, i suoi studi, la sua critica, era per lui cosa di secondaria importanza; e sorrideva di uno scettico sorriso alle proteste di noi allievi e dei suoi cari, che pur lo incitavamo a produrre, “come se”, egli diceva, “io non avessi già prodotto, quando ho pensato, studiato e risolto un problema storico e critico intorno a una forma d’arte’…”. Attraverso, dunque, i ricordi dei suoi allievi e la riproposizione di quanto ci ha lasciato, le 415 pagine di questo volume, corredato da numerose foto d’epoca, forniscono un indispensabile tributo a uno dei maestri dell’architettura italiana del Novecento. m.b.g.
Luce ad arte Gisella Gellini e Francesco Murano Light Art in Italy 2010 Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna (RN), 140 pp con CD Rom
Richi Ferrero, Bwind Light Masks, 2010 (foto: Lorenzo Mascherpa). Installazione esterna con autentiche maschere africane, luci LED, sistema audio, canti bi-vocali dei Tuva. Sponsor tecnico: Ilti Luce.
Nino Alfieri, Eclisse, 2010 (foto: Lorenzo Mascherpa). Parabola in alluminio diametro 200 cm, vernici fotosensibili, sistema dinamico con luci UV e incandescenza. Sponsor tecnico: Pollice Illuminazione.
Marinellia Pirelli, Percorsi, 2010 (foto: Lorenzo Mascherpa). Cubo dove con segni incisi al laser e proiezione sulla parete di un caleidoscopio di linee rette multicolori.
Terzo volume della serie, Light Art in Italy 2010 è dedicato a Giuseppe Panza di Biumo, scomparso lo scorso anno, uno dei più grandi collezionisti italiani di arte contemporanea che ci ha lasciato, oltre a una raccolta immensa di grandissimi artisti contemporanei, le installazioni permanenti di Light Art realizzate negli anni Settanta nella Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo (Varese), dove risiedeva. Dopo l'introduzione di Francesco Murano, che dà una sua interpretazione della light art, il libro si apre con le opere della mostra “Luces” (www.luces.it), di cui la stessa Gisella Gellini è stata la curatrice, presentate in anteprima a Milano il mese di marzo dello scorso anno, per poi andare a Luminale 2010 di Francoforte, esposte al Museo Archeologico. Segue poi la rassegna delle installazioni, suddivise fra quelle in interni e quelle in esterni, che comprendono, oltre a quelle degli artisti di “Luces” – Nino Alfieri, Marco Brianza, Paolo Calafiore, Livia Cannella, Nicola Evangelisti, Richi Ferrero, Giampietro Grossi, Francesco Murano, Johannes Pfeiffer, Marinella Pirelli, Pietro Pirelli, Donatella Schilirò – opere di importati figure come Fabrizio Corneli, Chiara Dynys, Olafur Eliasson, Maurizio Nannucci e molti altri.
Segnalazioni Architettura per Arcipelaghi Logos, Modena 2011, 262 pp Il libro espone in quattro capitoli le tematiche che Maurizio Bradaschia dedica alla Città, all’Architettura, alla Critica e alla Politica mediante informazioni e sviluppi che vedono nel progetto architettonico e culturale l’occasione per promuovere e divulgare l’architettura nelle sue proposizioni secondo sapienza, politica e una ricerca progettuale che attraversa 22 anni di impegno. Le architetture di Bradaschia, rappresentate nei concetti e nella funzione, cercano di relazionarsi con le altre attività umane mediante l’affinità dei metodi utilizzati in architettura, nella costruzione, nell’arte, nell’urbanistica e nella ricerca scientifica.
semplice lista di pietanze proposte. Il design del menu è divenuto così parte integrante dell’offerta dei locali e un efficace strumento di marketing. Menu Design in America è una raccolta dei migliori esempi di questa forma di arte grafica. Il libro offre al lettore più di 800 esempi di menu, sfogliando i quali viene raccontata visivamente la storia di 100 anni di ristorazione americana. Il libro è impreziosito da un'introduzione del graphic designer Steven Heller sulla storia del “menu design” e dalle accurate note dello storico John Mariani. Completano l'opera splendide fotografie di noti ristoranti per accompagnare la lettura di questo libro rivolto a tutti coloro che amano mangiar bene con un occhio di riguardo alla storia della grafica e della gastronomia.
Giordano Conti La città del buon vivere – intervista di Gaddo Morpurgo Esperta, Forlì 2009 Il libro parte con la premessa di Giordano Conti che sostiene come la “città bella” sia ancora fattibile se si hanno certe condizioni e se si fanno alcune scelte. E lo ribadisce quale architetto degli anni Settanta impegnatosi con passione a occuparsi della “cosa pubblica” più che della libera professione. Premette che la sua “città bella” è Cesana, dove è stato assessore, dirigente politico e sindaco, alla quale ha dedicato numerosi scritti sui luoghi più noti e significativi, dando particolare spicco per unicità e magnificenza alla Biblioteca Malatestiana. L’occasione per l’intervista si svolge negli ultimi giorni del suo mandato come sindaco, e scopo della pubblicazione, più che il bilancio delle trasformazioni di Cesena nell’ultimo decennio, resta il fine di “usare” questa esperienza per capire la sua idea di città: la città del buon vivere.
Singolarità e formularità – Saggi per una teoria generale dello stile A cura di Sebastiano D’Urso e Davide Miccione IPOC, Vimodrone (MI) 2011, 135 pp Il libro introduce allo stile quale luogo difficile da abitare che per molti è aspirazione e intento di dominio, ma solo per pochi è occasione d’incontro. Infatti il volume intende esplorare alcune delle principali dimensioni del prismatico concetto di stile attraverso l’architettura, l’urbanistica, la filosofia, l’arte e la letteratura. Ne viene rilevata l’assenza, l’innocenza nel non figurare come problema, e la ricerca di una forma (anche esistenziale) che non sia mera applicazione e del suo riproporsi “formulare”. I contributi al testo si devono a Sebastiano D’Urso, Davide Miccione, Giovanni Miraglia, Giovanna Regalbuto, Chiara Tinnirello e Rosa Tinnirello.
Menu Design in America, 1850–1985 a cura di Steven Heller, John Mariani, Jim Heimann Taschen, Koln 2011, ill. a colori, 392 pp Quando i ristoranti divennero luoghi comunemente frequentati, alla fine del XIX secolo, i menu stampati erano rarità per occasioni speciali. Con la successiva massiccia diffusione dei ristoranti, il menu ha cambiato pelle ed è diventato molto più di una
Filippo Tartaglia, Maurizio Araldi, Maria De Santis Tesi e antitesi – riflessioni sul rapporto tra tesi di laurea e ricerca progettuale Edizioni L’Archivolto, Milano 2007, ill. col. e b/n, 135 pp Il libro propone 39 tesi di laurea quinquennale. Gli argomenti trattati sono stati proposti e sono stati accettati senza preclusioni o limitazioni, con l’unico obbligo per i laureandi di arrivare a elaborare una proposta progettuale, dato che progettare è lo scopo stesso di una Laurea in Architettura. La libertà di scelta del tema delle tesi ha permesso di affrontare con gli studenti progetti fra loro molto differenti.
ABBONATEVI
20156 MILANO ITALY
Arcadata Srl Ufficio Abbonamenti Via Raimondi, 10
PER RICEVERE DOVE VOLETE I MIGLIORI PROGETTI, ESSERE ABBONATI ANCHE ON LINE SU ARCADATA.COM E SCARICARE LA RIVISTA IN PDF, NUMERI ARRETRATI COMPRESI
SPEDIRE OPPURE INVIARE VIA FAX A: ARCADATA Srl - Via Raimondi, 10 - 20156 Milano - Fax +39 02 36517229 - PER INFORMAZIONI: abbo.arca@arcadata.net
WWW.ARCADATA.COM
abbo.arca@arcadata.net
solo per l’Italia
www.arcadata.com
Sottoscrivo un abbonamento annuo a l’ARCA (11 numeri) e l’ARCA on-line a e 70,00 invece di e 99,00 Sottoscrivo un abbonamento annuo studenti a l’ARCA (11 numeri) e l’ARCA on-line a e 50,00 invece di e 99,00 (è necessario allegare certificato di iscrizione scolastica) Sottoscrivo un abbonamento biennale a l’ARCA (22 numeri) e l’ARCA on-line a e 120,00 invece di e 198,00 Sottoscrivo un abbonamento semestrale a l’ARCA (6 numeri) e l’ARCA on-line a e 42,00 invece di e 54,00 Nuovo abbonamento
Rinnovo
Nome
Cognome
Via
Comune e Provincia Professione
CAP Telefono
Fax e-mail Scelgo una delle seguenti modalità di pagamento: Allego assegno bancario intestato a: Arcadata srl Allego copia bonifico bancario intestato a: Arcadata srl Banca Popolare Bergamo - Piazza V Giornate - Milano IBAN IT17A0542801600000000093806 Ho versato l’importo sul CCP 98769185 intestato a: Arcadata srl - Milano (allego fotocopia) Visa
Mastercard
Carta American Express
n.
Data validità Attendo fattura: P.IVA Acconsento che i miei dati personali siano trattati, nel rispetto della Legge 675/96, per l’invio dell’abbonamento e relative comunicazioni
Firma
Data
L’abbonamento entrerà in corso a pagamento ricevuto. IVA assolta dall’Editore.
273
www.arcadata.com
Please send me a year’s subscription to l’ARCA (11 issues) and l’ARCA on-line at the special price of
e 130,00: Air Mail in Europe and Mediterranean Countries e 140.00: Air Mail to USA and Canada
e 150.00: Air Mail to Rest of the World
e 110.00: Surface Mail Please send me a two-year’s subscription (22 issues) to l’ARCA and l’ARCA on-line at the special price of e 230,00: Air Mail in Europe and Mediterranean Countries e 250.00: Air Mail to USA and Canada
e 270.00: Air Mail to Rest of the World
e 190.00: Surface Mail
15% Discount for STUDENTS (please enclose a copy of your school registration) First subscription Renewal Name
Surname
Address Town and Post Code
Country
Profession
Telephone
Fax
e-mail Cheque made out to: Arcadata srl I send copy of Bank Transfer to: Arcadata srl Banca Popolare Bergamo - Piazza V Giornate - Milano IBAN IT17A0542801600000000093806 BEPOIT 21043 Visa Mastercard American Express Card
n. expiry date
Signature
Date
20156 MILANO
Arcadata Srl Ufficio Abbonamenti Via Raimondi, 10
Subscription will be processed on receipt of payment. I agree that my personal data are used, as per Law 675/96, for this subscription and relative communications.
273
SEND VIA E-MAIL OR FAX: ARCADATA Srl - Via Raimondi, 10 - 20156 Milano - Italy- Fax +39 02 36517229 - INFORMATION: abbo.arca@arcadata.net
abbo.arca@arcadata.net
subscription from abroad
TO RECEIVE WHERE YOU WANT THE BEST PROJECTS AND TO HAVE ALSO THE ONLINE SUBSCRIPTION IN ARCADATA.COM AND TO BE ABLE TO DOWNLOAD THE MAGAZINE IN PDF, BACK ISSUES INCLUDED
SUBSCRIBE
WWW.ARCADATA.COM
www.arcadata.com www.arcadata.tv La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva The international magazine of architecture, design and visual communication
Il primo portale del progetto e della tecnologia The first portal of architecture and technology
Sommario/Summary
273 Ottobre/October 2011 l’Arca è pubblicata da is published by Arcadata Srl via A. Raimondi, 10 20156 Milano tel. +39 02 36517220 fax +39 02 36517229 l’Arca è in Internet http://www.arcadata.com Direttore responsabile/Editor Cesare M. Casati dir.arca@arcadata.net Vicedirettori/Deputy Editors Maurizio Vitta Maurizio Vogliazzo Redazione di Milano Editorial Staff in Milan via A. Raimondi, 10 20156 Milano tel. +39 02 36517220 fax +39 02 36517229 Redazione di Monaco Editorial Staff in Monaco 31, av, Princesse Grace 98000 MC Monaco tel. +377 92165154 fax +377 97971975 Elena Cardani, Elena Tomei red.arca@arcadata.net arcainternational@groupep.mc Consulente/Consultant Carmelo Strano Comitato scientifico Scientific Committee Piero Castiglioni, Angelo Cortesi, Gillo Dorfles, Giorgetto Giugiaro, Gianpiero Jacobelli, Riccardo Mariani, Paolo Riani Joseph Rykwert, Piero Sartogo, Tommaso Trini Comunicazione/Communication Alda Mercante Casati alda.mercante@arcadata.net Arcadata.com Gaetano Cessati Computer graphics Laura De Gennaro Ufficio abbonamenti Subscriptions Laura Ronchi abbo.arca@arcadata.net
English editing and translations Martyn Anderson, Sofia J. Teodori Corrispondenze da Osaka Correspondent in Osaka Toshyuki Kita Coordinamento a Roma Coordinator in Rome Carmelo Zimatore Fotografi/Photographs Tom Bonner, Hans-Georg Esch, Christian Gahl, Marcin Gierat, Noelle Hoeppe, H. Lim Ho, Alessandro Moggi, Claudio Nardi, Rafal Sosin, Manuel G. Vicente Amministrazione Administration Maria Grazia Pellegrina Direzione Commerciale Business manager Luca Miotto tel. +39 02 36517225 port. +39 348 5627404 luca.miotto@arcadata.net
Segreteria commerciale e Pubblicità/Advertising and Business Secretariat Paola Festi pub.arca@arcadata.net
Cesare M. Casati
Pubblicità/Advertising Lombardia Liliana Tartaglione tel. +39 02 36517224 port. +39 348 4108455 liliana.tartaglione@arcadata.net Mario Lattanzio tel. +39 02 36517224 port. +39 335 8225016 mario.lattanzio@arcadata.net Triveneto Luciana Giacon tel. +39 049 8725245 port. +39 348 2660853 giaconluciana@gmail.com Emilia Romagna Universal Italiana srl Lucio Guastaroba tel. +39 051 4845749 info@universalitaliana.it Piemonte/Valle d’Aosta/Liguria Massimo Aureli port. +39 336 883148 info@massimoaureli.it Lazio/Campania WWA Maurizio Mancini tel. +39 06 89717258 port. +39 3497844535 m.mancini@wwadv.com Marche/Abruzzo Gianni Malatini tel. +39 0733 880041 port. +39 3356364074 gianni.malatini@tiscali.it
Testi e impaginazione a cura di/Texts and layout curated by Nio Architecten, Icd Florence
Direttore commerciale Francia e Monaco/Advertising Manager France and Principality of Monaco Andrea Bini 31, av, Princesse Grace 98000 Monaco tel. +377 92165154 fax +377 97971975 cell. +33(0) 678637131 pub.arca@groupep.mc
Una occasione da non perdere A chance we cannot afford to miss
Guest Editor
Maurice Nio
Maurice Nio
La pietra non è muta Stone Is Not Silent Nichilismo Nihilism Propaganda
Jean Baudrillard Alain de Botton Alain de Botton Rupert Sheldrake Masaru Emoto Masaru Emoto David Bohm
Maurizio Vogliazzo
Distribuzione esclusiva per l’ltalia Messaggerie Periodici spa (Aderente ADN) via G. Carcano, 32 20141Milano tel. +39 02 895921 fax +39 02 89500688 Distribuzione in libreria Joo Distribuzione via F. Argelati, 35 20143 Milano tel. +39 02 8375671 fax +39 02 58112324
Distributor for abroad Agenzia Italiana Esportazione A.l.E. via Manzoni, 12 20089 Rozzano (MI) tel. +39 02 5753911 fax +39 02 57512606
Generosità Generosity La mente estesa The Extended Mind Stolto You Fool L’atto del guardare The Act of Looking Il pensiero ci guida Thought Runs You
È vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorizzazione dell’editore. Total or partial reproduction of the magazine without previous authorization by the editor is prohibited.
Printed in Italy per conto di/for Arcadata
2 8 12 16 20 24 28 32
Dimenticare Debord Forget about Debord
34
The POD Exhibition Hall In Petaling Jaya, Malaysa
36 Studio Nicoletti Associati and Hijjas Kasturi Associates
Samitaur Tower In Culver City, California
42 Eric Owen Moss
Cidad de la Cultura de Galicia In Santiago de Compostela
48 Eisenman Architects
Due teatri in Cina In Chongqing and Qingdao
62 GMP – Meinhard von Gerkan with Stephan Schütz, Nicolas Pomränke, Klaus Lenz
Biblioteca Universitaria In Paris
82 Alain Sarfati Architecture
MOCAK In Krakow
90 Claudio Nardi, Leonardo Maria Proli
l’Arca 2
98
Copertina/Cover A cura di/curated by Nio Architecten, guest editor
Undici fascicoli l’anno Il fascicolo in Italia e 9,00 in Italia (IVA assolta dall’editore) Arretrati il doppio Registrata presso il Tribunale di Milano con il n.479 del 8/9/1986
1
Dal 1986 I’Arca ha pubblicato questi argomenti: 01 Il territorio dello spettacolo - 02 Lo spazio del museo - 03 Il progetto del lavoro - 04 Il progetto verticale - 05 La modernità - 06 La città - 07 Trasporti e comunicazioni - 08 Riflessioni - 09 Design - 10 Sopra e sotto - 11 Lo spazio dello sport - 12 Il pubblico - 13 La comunità - 14 Lo spazio domestico - 15 Il progetto intelligente - 16 Strutture e materiali - 17 Scuola e società - 18 L’effimero - 19 Superfici e strutture - 20 Il territorio disegnato - 21 Il vecchio e il nuovo - 22 Domestic Landscape - 23 Il progetto ospitale - 24 Il luogo dello studio - 25 Luce e colore - 26 L’edificio integrato - 27 Architettura in URSS - 28 L’architettura è ambiente - 29 Reti e servizi - 30 I grandi spazi - 31 La costruzione dell’architettura - 32 Il rinnovamento della città - 33 Il superamento della gravità - 34 Tecnologie - 35 L’aspetto della materia - 36 Interiors - 37 Sistemi - 38
Sport - 39 Progetto e computer - 40 Ambienti urbani - 41 Il territorio delle reti - 42 Tecnologia e costruzione - 43 Il progetto della luce - 44 Qualità 45 Texture e architettura - 46 Architettura come immagine - 47 L’architettura costruita - 48 Luoghi per la cultura - 49 Lo spazio collettivo - 50 I luoghi dell’abitare - 51 Strutture urbane - 52 L’architettura progettata - 53 La contemporaneità - 54 Architettura e tecnologia - 55 Il progetto e il lavoro - 56 Architettura in mostra - 57 I segni nella città - 58 Il grande numero - 59 Riti, miti e altre cose - 60 Architetture francesi - 61 Architetture in Italia - 62 Architetture negli USA - 63 I nodi nella città - 64 L’architettura ornata - 65 La scena della cultura - 66 La città ideale - 67 Architetture in Giappone - 68 Il mito e il culto - 69 La trasparenza - 70 Visto da dentro - 71 Porte urbane - 72 Le torri - 73 Tensostrutture - 74 I
servizi per la città - 75 La competizione - 76 Competizione e ricerca - 77 Visioni urbane - 78 Riflessioni - 79 Oltre il muro - 80 Il progetto del terziario - 81 Lo spazio aperto - 82 America, America! - 83 Mens ludicra - 84 Formazione e ricerca - 85 La casa dell’uomo - 86 Tecnoarchitettura - 87 La Committenza - 88 Natura e artificio - 89 L’apparenza della materia - 90 Modernità e tradizione - 91 I luoghi delle arti - 92 America, America! - 93 America Latina - 94 Architetture in concorso 95 Architetture in concorso - 96 Natura urbana - 97 Cultura e società - 98 Produzione e servizi - 99 La residenza - 100 La bellezza - 101 La nuova città 102 Cromatismi - 103 America, America! - 104 La Francia - 105 Italia 106 Giappone - 107 La trasparenza - 108 Le infrastrutture - 109 Le torri - 110 L’Europa - 111 Small 112 Il legno - 113 Il metallo - 114 Interni - 115
Nord America - 116 Ristrutturazione - 117 La luce - 118 L’immagine del futuro - 119 La Francia - 120 Tecnologie e sistemi - 121 La comunità - 122 Lo Sport - 123 I sensi e la materia - 124 Le infrastrutture - 125 L’emozione - 126 Il legno - 127 Immagine USA - 128 Creatività - 129 Superfici - 130 Orizzontale/ Verticale - 131 Abitabilità - 132 Il segno è colore - 133 Acqua - 134 Apparenza - 135 Luce 136 La materia - 137 La trasparenza - 138 Materia e Natura - 139 Strutture - 140 Linguaggi - 141 Interni - 142 Musei - 143 Il sociale - 144 Italia 1999 - 145 Movimento - 146 Immagine - 147 Luce e Trasparenza - 148 America-Europe - 149 Sostenibilità - 150 Per il mondo - 151 Europa - 152 Leggerezza - 153 Linguaggi e Ricerca - 154 Attualità - 155 Mostrare e mostarsi - 156 La nuova città - 157 Istituzioni e immagine - 158 Architettura industriale -
159 Educazione - 160 Servizi e Cultura - 161 Dentro/fuori - 162 Panorami urbani - 163 Progetto e metodo - 164 Informazione e cultura - 165 Materiali e superfici - 166 gennaio 2002 - 167 febbraio 2002 - 168 marzo 2002 - 169 aprile 2002 - 170 maggio 2002 - 171 giugno 2002 - 172 luglio/ agosto 2002 - 173 settembre 2002 - 174 ottobre 2002 - 175 novembre 2002 - 176 dicembre 2002 - 177 gennaio 2003 - 178 febbraio 2003 - 179 marzo 2003 - 180 aprile 2003 - 181 maggio 2003 -182 giugno 2003 - 183 luglio/agosto 2003 - 184 settembre 2003 - 185 ottobre 2003 - 186 novembre 2003 - 187 dicembre 2003 - 188 gennaio 2004 189 febbraio 2004 - 190 marzo 2004 - 191 aprile 2004 - 192 maggio 2004 - 193 giugno 2004 - 194 luglio/agosto 2004 - 195 settembre 2004 -196 ottobre 2004 - 197 novembre 2004 - 198 dicembre
2004 - 199 gennaio 2005 - 200 febbraio 2005 201 marzo 2005 - 202 aprile 2005 - 203 maggio 2005 - 204 giugno 2005 - 205 luglio/agosto 2005 - 206 settembre 2005 - 207 ottobre 2005 - 208 novembre 2005 - 209 dicembre 2005 - 210 gennaio 2006 - 211 febbraio 2006 - 212 marzo 2006 213 aprile 2006 - 214 maggio 2006 - 215 giugno 2006 - 216 luglio/agosto 2006 - 217 settembre 2006 - 218 ottobre 2006 - 219 novembre 2006 220 dicembre 2006 -221 gennaio 2007 - 222 febbraio 2007 - 223 marzo 2007 - 224 aprile 2007 225 maggio 2007 - 226 giugno 2007 - 227 luglio/agosto 2007 - 228 settembre 2007 - 229 ottobre 2007 - 230 novembre 2007 - 231 dicembre 2007 - 232 gennaio 2008 - 233 febbraio 2008 - 234 marzo 2008 - 235 aprile 2008 - 236 maggio 2008 237 giugno 2008 - 238 luglio/ agosto 2008 - 239
settembre 2008 - 240 ottobre 2008 - 241 novembre 2008 - 242 dicembre 2008 - 243 gennaio 2009 - 244 febbraio 2009 - 245 La pelle - 246 Il lavoro - 247 Expo - 248 La casa - 249 Infrastrutture - 250 Premi e concorsi - 251 Giovani in architettura - 252 Italia-Francia - 253 Efficienza energetica 254 Il mondo - 255 In verticale - 256 Formazione 257 Rinnovamento - 258 Il colore - 259 La materia - 260 Expo Shanghai - 261 Residenze - 262 Architettura e Arte - 263 Sedi aziendali 264 Giovani talenti - 265 La scena della cultura 266 Building&Business - 267 Eco-housing 268 Interiors&Design - 269 Sport - 270 Infrastrutture - 271Formazione
in libreria in Italia ALESSANDRIA
CESENA
LUCCA
NAPOLI
PISA
ROMA
TORINO
La Feltrinelli Libri e Musica Via Migliara, 6/8 Tel. 0131.325151
Libreria Minerva di Foschi Mirna & C. Piazza del Popolo, 31 Tel. 054.722660
Libreria Editrice Baroni via S. Paolino 45/47 Tel. 0583.56813
Clean Via Lioy, 19 Tel. 081.5524419
Ascareggi Danilo Piazza San Frediano, 10 Tel. 050.581328
Bookàbar Via Milano, 15/17 Tel. 06.48913361
Art Book Lingotto c/o Pinacoteca Agnelli Via Nizza, 230/103 Tel. 011.6677897
MESTRE
La Feltrinelli Librerie Via T. d’Aquino, 70/76 Tel. 081.5521436
La Feltrinelli Librerie Corso Italia, 50 Tel. 050.24118
La Feltrinelli Librerie Via V.E.Orlando, 78/81 Tel. 06.4870171
La Feltrinelli Libri e Musica Via Cappella Vecchia, 3 Tel. 081.2405401
Libreria Pellegrini Via Curtatone e Montanara, 5 Tel. 050.2200024
Libreria Antica & Moderna Fiorentino Calata Trinità Maggiore, 36 Tel. 081.5522005
La Feltrinelli Libri e Musica Largo Torre Argentina, 7/11 Tel. 06.68663001
PONTE SAN GIOVANNI (PERUGIA)
ANCONA La Feltrinelli Librerie Corso Garibaldi, 35 Tel. 071.2073943
ASCOLI PICENO Libreria Rinascita di Giorgio Pignotti Piazza Roma, 7 Tel. 0736.259653
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Libreria Sovilla Corso Italia, 118 Tel. 043.6868416
MILANO COSENZA Libreria Nuova Domus Luce Corso Italia, 74/84 Tel. 0984.36910
BARI
FERRARA
Campus Via Toma, 76 Tel. 080.5574806
La Feltrinelli Librerie Via Garibaldi, 28/30 Tel. 0532.248163
La Feltrinelli Libri e Musica Via Melo, 119 Tel. 080.5207511
Mel Bookstore Piazza Trento e Trieste (Palazzo S.Crispino) Tel. 0532.241604
BENEVENTO
FIESOLE (FIRENZE)
Alisei Libri Viale dei Rettori, 73/f Tel. 082.4317109
Casalini Libri S.p.a. Via Benedetto da Maiano, 3 Tel. 055.5018225
BERGAMO
FIRENZE
Libreria Fassi Largo Rezzara, 4/6 Tel. 035.220371
Alfani Via degli Alfani, 84/86r Tel. 055.2398800
BOLOGNA
CUSL Via San Gallo, 12r Tel. 055.292882
La Feltrinelli Librerie Piazza Ravegnana, 1 Tel. 051.266891
Coop. Libraria Univ. Via San Gallo 21r Tel. 055.2381693
Mel Bookstore Via Rizzoli, 18 Tel. 051.220310
La Feltrinelli Librerie Via Cerretani, 30/32r Tel. 055.2382652
BOLZANO
Lef Via Ricasoli, 105/107r Tel. 055.216533
Libreria Mardi Gras Via Andreas Hofer, 4 Tel. 0471.301233
BRESCIA La Feltrinelli Librerie Via G.Mazzini, 20 Tel. 030.3776008 Libreria Einaudi Via della Pace, 16/A Tel. 030.3757409
Licosa Via Duca di Calabria, 1/1 Tel. 055.64831
Libreria Universitaria D’Aquino Alfredo Via Ludovico Abenavolo, 33 Tel. 082.3961503
CARRARA Libreria Punto Einaudi Via Cavour, 11 Tel. 0585.777192
Art Book Triennale V.le Alemagna, 6 Tel. 02.89013403 Clup-Bovisa Via Andreoli, 20 Tel. 02.39322154 Clup-Città Studi Via Ampère, 20 Tel. 02.70634828 Coop Univ. Studio e Lavoro (CUSL) Via Durando, 10 Tel. 02.23995725 Coop Univ. Studio e Lavoro (CUSL) Via Bonardi, 3 Tel. 02.70603046/2665410 Coop Univ. Studio e Lavoro (CUSL) Via Brera, 28 Tel. 02.86983164 Egea Via Bocconi, 8 Tel. 02.58362146 Hoepli Via Hoepli, 5 Tel. 02.864871 La Cerchia Via Candiani, 102 Tel. 02.39314075 La Feltrinelli Libri e Musica Corso Buenos Aires, 33 Tel. 02.2023361 La Feltrinelli Librerie Via Manzoni, 12 Tel. 02.76000386
La Feltrinelli Librerie Via XX Settembre, 231/233r Tel. 010.540830 Punto di Vista Strada S.Agostino, 58/2 Tel. 010.2770661
LECCE Libreria Liberrima (Socrate srl) Corte dei Cicala, 1 Tel. 083.2242535
Libreria il Punto Via Lioy, 11 Tel. 081.5510457
L’Archivolto Via Marsala, 2 Tel. 02.6590842 Milano Libri Via Verdi, 2 Tel. 02.875871 Skira Viale Alemagna, 6 Tel. 02.72018128 Unicopli Via R.Carriera, 11 Tel. 02.4241411
MODENA La Feltrinelli Librerie Via Battisti, 17 Tel. 059.222868
Libreria Grande di Calzetti e Mariucci Via della Valtiera, 229/L/P Tel. 075.5997736
PADOVA
PORDENONE
La Feltrinelli Librerie Via San Francesco, 14 Tel. 049.8754630
Libreria Giavedoni Cornelio Via Mazzini, 64 Tel. 0434.27744
Libreria Ginnasio Progetto Via Marzolo, 28 Tel. 049.8761970
PRATO
PALERMO Broadway Libreria dello Spettacolo Via Rosolino Pilo, 18 Tel. 091.6090305 Dante Quattro Canti di Città Tel. 091.585927 La Feltrinelli Librerie Via Maqueda, 395/399 Tel. 091.587785 La Goliardica di Francesco Guercio Via Calderai, 67/69 Tel. 091.6177072
PARMA La Feltrinelli Librerie Via della Repubblica, 2 Tel. 0521.237492
Pietro Fiaccadori La Feltrinelli Libri e Musica Via al Duomo, 8/A P.zza Piemonte, 2/4 Tel. 0521.282445 Tel. 02.433541
GENOVA
LECCE CAPUA (CASERTA)
La Feltrinelli Librerie Piazza XXVII Ottobre, 1 Tel. 041.981028
PESCARA Filograsso Libri Viale Pindaro, 75 Tel. 085.4511011 Campus Via Pindaro, 85 Tel. 085.64938 La Feltrinelli Librerie Corso Umberto, 5/7 Tel. 085.295289 Libreria dell’Università Viale Pindaro, 51 Tel. 085.694800
Libreari Al Castello Viale Piave,12/14 Tel. 057.420906
Libreria Casa dell’Architettura Piazza Manfredo Fanti, 47 Tel. 06.97604598 Libreria Mancosu Editore Via G. Rossini, 20 Tel. 06.85304780 Kappa Piazza Borghese, 6 Tel. 06.6790356 Kappa Via Gramsci, 33 Tel. 06.3234193 Kappa Piazza Borghese, 6 Tel. 06.6790356
Celid Viale Mattioli, 39 Tel. 011.6508964 Celid Via Boggio, 71/A Tel. 011.5647911 Ebsco Corso Brescia, 75 Tel. 011.2876811 La Feltrinelli Librerie Piazza Castello, 19 Tel. 011.541627
TRENTO La Rivisteria Via San Vigilio, 23 Tel. 0461.986075
TRIESTE Libreria Einaudi Via Coroneo, 1 Tel. 040.634463
RAVENNA
Libreria Dei Via Nomentana, 16/20 Tel. 06.4402046
UDINE
La Feltrinelli Librerie Via IV Novembre, 7 Tel. 0544.34535
Libreria Orienta Via P. Stanislao Mancini, 5 Tel. 06. 36003431
Libreria Paolo Gaspari Via Vittorio Veneto, 49 Tel. 0432.505907
Libreria S.A.C.S. Viale delle Belle Arti, 131 Tel. 06.32110966
VENEZIA
REGGIO CALABRIA PE.PO Libri Viale della Libertà, 36/C Tel. 0965.894176
Mel Bookstore Via Modena, 6 Tel. 06.4885424
REGGIO EMILIA
SALERNO
Libreria La Compagnia di L’Aura Via Emilia Santo Stefano, 9/c Tel. 0522.541699
La Feltrinelli Librerie Corso Vittorio Emanuele, 230 Tel. 089.253631
Libreria Vecchia Reggio Via Emilia S. Stefano, 2/f Tel. 0522.453343
RICCIONE (RIMINI) Block 60 Libreria Pulici di Pulici Ilio Viale Milano, 60 Tel. 0541.1871408
RIMINI Libreria Giuridica Il Flaminio Via Flaminia, 169/c Tel. 0541.388836 Libreria Interno 4 C.so d’Augusto, 76/4 Tel. 0541.23486
SARONNO (VARESE) Servizi Editoriali C.so Italia, 29 Tel. 02.9602287
SIENA Feltrinelli Via Banchi di Sopra, 64/66 Tel. 0577.44009
SIRACUSA Libreria Aleph Corso Umberto I, 106 Tel. 0931.483085 Libreria Gabò Corso Matteotti, 38 Tel. 0931.66255
Libreria LT2 Toletta Dorsoduro/Toletta, 1241 Tel. 041.5229481 Libreria Cluva Santa Croce, 191 Tel. 041.5226910
VERONA Libreria Rinascita Corso Porta Borsari, 32 Tel. 045.594611
VICENZA Libreria Librarsi Contrà delle Morette, 4 Tel. 0444.547140
Cesare Maria Casati
Una occasione da non perdere
A chance we cannot afford to miss
embrerebbe che finalmente si possa anche unitariamente e individualmente provvedere al proprio consumo di energia elettrica producendola privatamente per poi cederla alla rete così consumarne il necessario prelevandolo dalla rete stessa. Finalmente l’industria realizza tecniche e prodotti che ci consentono di attingere dal sole, dalla terra e dal vento l’energia e il calore che le centrali che alimentano la rete di distribuzione dell’uso domestico e privato devono produrre continuando a consumare risorse insostituibili del pianeta. Questa premessa per considerare che proprio in questa epoca di continua crisi economica si apre una occasione creativa formidabile per tutti i progettisti per influire e condizionare l’inevitabile cambiamento che certamente avverrà. Nel passato, la società organizzata è sempre uscita dai periodi più bui con sorprendenti progressi evolutivi grazie a cambiamenti coraggiosi e innovativi dovuti sia alla ricerca scientifica sia al cambiamento formale e funzionale dell’architettura, del design e delle arti. Cambiamenti prima sperimentali e poi condizionanti di tutta la produzione edile e di consumo. L’Italia, uscita a pezzi da una guerra mondiale, ha saputo rapidamente ricostruirsi le infrastrutture industriali economiche e sociali ritornando a essere una grande nazione democratica anche approfittando delle nuove materie artificiali che l’industria proponeva, inventando letteralmente nuovi mercati con prodotti progettati da architetti e designer; prima prodotti d’uso, di trasporto e di arredo, poi elementi e componenti dell’architettura ancora oggi unici per qualità ed efficienza. Ora, soprattutto alle giovani generazioni, la bassa economia offre l’occasione di occuparsi seriamente della produzione energetica alternativa e occuparsi del progetto dei componenti industriali che la compongono e affiancarsi alle industrie, penso per esempio al fotovoltaico, e di conseguenza progettare i componenti in modo innovativo per fare sì che oltre a integrarsi con l’architettura e l’ambiente diventino essi stessi oggetti di design. Lo stesso vale per il progetto della casa costruita che potrebbe essere prefabbricata con componenti industriali che consentano la produzione seriale per parti, con livelli di isolamento energetico altissimi e in grado di autoprodursi tutta l’energia necessaria al confort di una famiglia. Senza sprechi o eccessi. E’ evidente che un tale prodotto veda la concomitanza di competenze progettuali di design e di architettura e competenze produttive e impiantistiche nuove. Se l’industria edilizia italiana saprà trasformarsi e adeguarsi alle nuove necessità di realizzare prodotti tutti uguali per efficienza e funzionalità, certificati e anche con aspetti estetici diversi, come avviene per le automobili, si aprirà un nuovo mercato che ci imporrà di rottamare le case brutte e stupide, e che per lo più sono dei colabrodo energetici. Un po’ come avvenne negli anni Sessanta quando l’avvento delle materie plastiche trasformò molti prodotti tradizionali, come le sedie o le porte e le finestre, portò l’Italia a incrementi economici ancora unici. In quegli anni, furono proprio gli architetti e i designer a contribuire alla nascita di interi nuovi dipartimenti industriali e a creare così anche un nuovo grande mercato di esportazione. Ora tocca ai giovani approfittare della situazione con coraggio e grinta, senza lasciarsi influenzare dalla retorica della tradizione, dai mercati conosciuti e sicuri, per tentare non di cambiare il mondo ma di cambiare la scelta dei consumi, non solo cercando di risparmiare energia ma riconoscendo ai nuovi prodotti oltre a un valore aggiunto etico anche quello estetico e formale.
t would seem that it is now finally possible to both jointly and individually produce your own energy supply privately and then put it onto the power web, ready to then take back just the right amount from the web itself. At last industry is producing methods and products allowing us to draw energy and heat from the sun, earth and wind that power stations supplying the distribution network for home and private usage need to generate continuously, consuming the planet’s irreplaceable resources. This introduction aims to point out how, during this period of ongoing economic crisis, a formidable creative opportunity is opening up for designers to influence and affect the changes that will inevitably come to pass. In the past, organised society has always emerged from its darkest periods by coming up with some surprising developments deriving from brave and innovative changes deriving from both scientific research and formal-functional changes in architecture, design and the arts. Changes that are initially experimental and then influential in terms of all building and consumption. Italy, which emerged from the war in pieces, managed to rapidly reconstruct its industrial, economic and social infrastructures, so that it could once again become a great democratic nation, partly by taking advantage of the latest artificial materials provided by industry, literally inventing new markets through products invented by architects and designers; initially consumer, transport and furnishing products, then architectural features and components that are still unique in terms of their quality and efficiency. The state of the economy is now offering younger generations the chance to seriously look at alternative means of energy production, also studying the industrial design of all the relative components involved, working in conjunction with industry. I am thinking, for example, about photovoltaic technology and, consequently, innovative ways of designing components so that, as well as being integrated in architecture and the environment, they also become design objects in their own right. The same applies to the construction of housing, which could now be fabricated using industrial components allowing the mass-production of parts, guaranteeing extremely high levels of energy insulation and capable of self-generating all the energy required to make a family comfortable. Without waste or excesses. Obviously this kind of product must simultaneously draw on the expertise of design and architecture and new production and plant engineering know-how. If the Italian building industry manages to transform itself so that it can adapt to the latest need to manufacture products which are all identical in terms of efficiency and functionality, carefully certified and with their own different aesthetic appearances (looks), as is the case with motorcars, a new market will open up that will force us to get rid of stupid old homes that are basically energy leaks. Something similar to what happened in the 1960s, when the advent of plastics transformed lots of traditional products, such as chairs, doors and windows, boosting the Italian economy to a unique extent (until now). Back in those days, it was architects and designers who contributed to the development of entire new industrial sectors, thereby creating a gigantic new export market. It is now up to young people to boldly and bravely take advantage of the situation, without allowing themselves to be influenced by the rhetoric of tradition or safe and familiar markets, daring not to change the world but rather to change means of consumption, not merely attempting to make energy savings but also acknowledging that new products have aesthetic and stylistic worth as well as added ethical value.
S
I
273 l’ARCA 1
BETTY BLUE 2004-2008 Retail Park Roermond, NL
LaPietra Non E’ Muta Questo articolo è una pre-pubblicazione di un libro che sarà pubblicato all’inizio del 2012 da 1001 Publishers TESTO e GRAFICA : NIO architecten, Rotterdam - GRAFICA per DETTAGLI : lcd, Firenze
In un famoso edificio, realizzato di recente, all’improvviso ho cominciato a tremare, tremare di freddo, anche se tutti gli ambienti erano riscaldati. Nonostante l’enfasi posta su ogni minimo dettaglio e i materiali giusti, l’effetto finale era di assenza di vita. Il suo stile estremo era il risultato di una arroganza generale più che di una eccezionale passione. Ed è per questo che la costruzione sembrava così distante: era costituita da un circuito chiuso di colori, materiali e dettagli. Sebbene l’edificio facesse del suo meglio per essere senza difetti, per essere impeccabile dal punto di vista architettonico, come esperienza risultava totalmente sterile. Lo zero assoluto dell’esperienza. Questa esperienza non è soggettiva ma ultra-soggettiva. Al di là della distinzione tra soggetto e oggetto, mente e materia. Bensì è basata sul principio della reversibilità delle “costruzioni” fisiche e mentali. Tempo fa, diciamo dieci anni fa, questo tipo di esperienza sarebbe stata accolta con grida di scherno. Ma i tempi sono cambiati perché ora sappiamo che non vi è una distinzione fondamentale tra mente e materia. Infatti, la visione accettata della meccanica quantistica è che la materia consiste esclusivamente di vibrazioni. Edifici e persone, idee e sogni, fatti e parole, tutto vibra e ogni cosa genera la sua propria, unica frequenza. Non possiamo percepire queste vibrazioni. I nostri sensi sono semplicemente troppo deboli per essere capaci di osservare il mondo come una rete di energia. La capacità sensoriale umana è inadeguata e, probabilmente, questo è un bene. Per esempio, se si potesser potessero identificare la frequenza e le vibrazioni di una sedia, non ci si vorrebbe sedere. Lo stesso vale per l’udito. Se fossimo in grad grado di sentire oltre la gamma da 20 a 20.000 hertz diventeremmo pazzi. Il fatto è che nasciamo dotati di filtri che ci permettono di funzionare. 2 l’ARCA 273
Stone IsNotSilent This article is a pre-publication of a book which will be published early 2012 by 1001 Publishers TEXT and GRAPHICS : NIO architecten, Rotterdam - GRAPHICS on DETAILS : lcd, Florence
In a renowned and recently completed building, I suddenly got the shivers, cold shivers, even though all the spaces were heated. Despite an emphasis on the tiniest details and the right materials, the ultimate effect was lifeless. Its extreme styling was the result of a general arrogance rather than an exceptional passion. And that’s why this construction seemed so distant: It comprised a closed circuit of colours, materials and details. Although the building was doing its utmost to be faultless, to be architecturally impeccable, as an experience it was completely sterile. The absolute zero of experience. This experience was not subjective but suprasubjective. It is beyond the distinction between subject and object, mind and matter. Instead it is based on the principle of the reversibility of mental and physical “constructions”. Previously, let’s say ten years ago, this kind of experience would have been greeted by howls of derision. But times have changed since then because we now know that there is no fundamental distinction between matter and mind. In fact, the accepted view of quantum mechanics is that matter consists exclusively of vibration. Buildings and people, ideas and dreams, events and words are all vibrating and everything generates its own, unique frequency. rld as a web of enWe cannot perceive these vibrations. Our senses are simply too sluggish to be able to observe the world ergy. Human sentience is not up to the job and that’s probably a good thing too. For instance, e, if f you y could detect ing. Being able to the frequency and vibrations of a chair, you would not want to sit on it. The same applies to hearing. hear beyond the 20 to 20,000 hertz range would drive us mad. It is the fact that we come equipped with filters that makes it possible for us to function. 273 l’ARCA 3
THE AMAZING WHALE JAW 1999-2003 Bus Terminal Hoofddorp, NL
Ciò che importa è che permettano di accedere a quel mondo e di interagire con esso. Alla fine, tutto torna al principio della vivificazione. Diventare coscienti del mondo ultrasensoriale è una cosa, ma essere in grado di influenzarlo è decisamente un’altra. Come progettisti bisogna saper cogliere la nota giusta in modo da poter influenzare la frequenza unica delle cose. E in maniera particolare quando si tratta di materia. Si raggiunge veramente qualcosa quando si riesce a vivificare la materia con una vibrazione precisa che, a sua volta, ne rilascia un’altra. Vivificare la materia significa influenzare la sua frequenza. Influenzare una frequenza significa creare un’esperienza, e creare un’esperienza significa che, in un modo o nell’altro, questa avrà un effetto su qualcuno e libererà un’emozione.
Le persone molto sensibili, i paranoici, i ciechi gli autistici sono capaci di percepire più del resto di noi. A loro mancano alcuni filtri. Sono sensibili a una gamma più ampia di vibrazioni e i loro filtri sensoriali sono meno acuti. Per loro, gli oggetti, i pensieri, gli eventi non sono sempre ben definiti, rigidi o chiari, e sono più recettivi alla dimensione ultrasensoriale. Sebbene non possiamo percepire queste vibrazioni, nondimeno possiamo migliorare la nostra percezione. Ecco un esempio un po’ banale: un buon cameriere sa implicitamente quando qualcuno vuole ordinare, mentre un cattivo cameriere non lo sa. Ciascuno può sviluppare questo tipo di sensibilità. Ciascuno può allenare la sensazione che si sta segnalando qualcosa che va al di là dei nostri sensi e filtri. Le droghe che espandono la mente offrono, ovviamente, una opportunità di aumentare la nostra percezione. Gli sciamani hanno sempre fatto uso di queste droghe per entrare in uno stato di estasi e diventare recettivi al mondo ultrasensoriale. Ma, naturalmente, ci sono anche altri modi per ottenere questo.
All’inizio di questo testo, ho descritto un evento che aveva un effetto assolutamente nullo di esperienza perché il tutto era effettivamente un corto circuito. La materia andava in corto circuito con la materia. L’architettura era ventriloqua. Quando si parla del principio della vivificazione, tutto ruota attorno all’apertura di questo circuito, alla rottura del corto circuito, attraverso l’introduzione di qualcosa dal di fuori e l’influenza sulle vibrazioni. La vivificazione significa sintonizzare il mondo fisico su diver Significa far vibrare le cose in modo diverso, far vibrare i materiali in modo diverso in modo che possano una frequenza diversa. n parlare una lingua nuova e non solo quella che già conoscono. Maurice Nio Luglio 2011 4 l’ARCA 273
Highly sensitive people, paranoids, the blind and the autistic are capable of perceiving more than the rest of us. They lack certain filters. They are sensitive to a wider range of vibrations and their sensory filters are also less acute. For them, objects, thoughts and events are not always well defined, rigid or clear, and they are more receptive to the suprasensual dimension. Although we cannot perceive these vibrations, we can nonetheless increase our perception. Here is a somewhat banal example of this: A good waiter implicitly knows when someone wants to place an order whereas a bad waiter does not. Everyone can develop this kind of sensitivity. Everyone can train that feeling that something is being signalled that exceeds our senses and filters. Mind-expanding drugs obviously provide an opportunity for increasing our perception. Shamans have always used these drugs so as to enter a state of ecstasy and become receptive to the suprasensual world. But of course there are also other ways of achieving this: What matters is that they enable you to gain access to that world and that you act on this.
Ultimately, it all comes down to the principle of vivification. Becoming aware of the suprasensual world is one thing but being capable of influencing it is quite another. As a designer you must be able to hit the right note so that you can influence the unique frequency of things. And particularly if this concerns matter. You have truly achieved something if you have the ability to vivify matter with a precise vibration that subsequently releases another vibration. Vivifying matter means influencing its frequency. Influencing a frequency means creating an experience, and creating an experience means that, in whatever way, it will affect someone and unleash an emotion. At the beginning of this text, I described an event that felt like the absolute zero of experience because everything was effectively a short circuit. In the example, matter was short-circuiting on matter. Architecture was ventriloquising. When we discuss the principle of vivification, it’s all about opening up this circuit, the short circuit, introducing rld to a different fresomething from outside and influencing the vibrations. Vivification means adjusting the physical world quency. It means making things vibrate in a different way, making materials vibrate in a differentt way so that they can speak another language and not only the language that they already speak. Maurice Nio July 2011
273 l’ARCA 5
SENSING THE WAVES 2006-2008 Museum of Contemporar y Art Prato, IT
6 l’ARCA 273
273 l’ARCA 7
THE AMAZING WHALE JAW 1999-2003 Bus Terminal Hoofddorp, NL
8 l’ARCA l’AARC RCA CA 273 273 27
Our
Nihilism
potlatch is one of baseness, shamelessness, obscenity, debasement and abjection. This is the whole movement of our culture – it is here that we raise the stakes. Our truth is always to be sought in unveiling, de-sublimation, reductive analysis – it is the truth of the repressed, of exhibition, of confession, of laying bare. Nothing is true if it is not de-sacralized, objectivized, shorn of its aura, dragged on to the stage. Our potlatch is the potlatch of indifference – an in-differentiation of values, but also an indifference to ourselves. If we cannot lay our own lives on the line, this is because we are already dead. And it is this indifference and abjection that we throw out to the others as a challenge: the challenge to debase themselves in their turn, to deny their own values, to lay themselves bare, to make their confessions, to own up – in short, to respond with nihilism equal to our own. Jean Baudrillard, Carnaval et cannibale, 2008
Il
nostro potlatch è fatto di viltà, impudenza, oscenità, svilimento e abiezione. Questo è l’intero movimento della nostra cultura – è qui che innalziamo gli steccati. La nostra verità deve sempre essere cercata in analisi svelanti, de-sublimanti, riduttive – è la verità della repressione, dell’esibizione, della confessione, del denudamento. Niente è vero se non è desacralizzato, oggettivizzato, defraudato della sua aura, messo in scena. Il nostro potlatch è il potlatch dell’indifferenza – dell’indifferenziazione dei valori, ma anche un’indifferenza verso noi stessi. Se non riusciamo a mettere le nostre vite in gioco è perché siamo già morti. Ed è questa indifferenza e abiezione che gettiamo agli confessare – in in breve, breve, di di altri come sfida: la sfida di svilirli a loro volta, di negare i loro valori, di denudarli, di farli confessare ichilismo pari pari al al nostro. nostro. rispondere con un nichilismo
Nichilismo
naval et et cannibale cannibale, 2008 20 0 8 Jean Baudrillard, Carnaval 2733 l’ARCA 27 ll’’AR ARCA CA 9
THE AMAZING WHALE JAW 1999-2003 Bus Terminal Hoofddorp, NL
10 l’ARCA 273
273 l’ARCA 11
TOUCH OF EVIL 2002-2004 Tunnel Pijnacker, NL
Propaganda L’architettura prodotta sotto l’influenza di una teoria totalizzante delle arti può essere descritta come una forma di propaganda. La parola fa paura, perché siamo inclini a credere che l’arte alta dovrebbe essere libera da ideologie e ammirata puramente per se stessa. Eppure, il termine “propaganda” si riferisce alla promozione di una qualsiasi dottrina o di un insieme di credenze e, di per sé, non dovrebbe avere connotazioni negative. Il fatto che la maggior parte di una tale promozione sia stata al servizio di programmi politici e commerciali odiosi è più un incidente storico che una colpa della parola. Un’opera d’arte diventa un pezzo di propaganda ogni qualvolta sfrutta le proprie risorse per dirigerci verso qualcosa, fintanto che tenta di migliorare la nostra sensibilità e la nostra prontezza a rispondere favorevolmente a un fine o a un’idea. Secondo tale definizione, poche opere d’arte potrebbero non essere elencate come propaganda: non solo le immagini dei contadini sovietici che proclamano i loro piani quinquennali, ma anche i dipinti di ciotole di piselli e ciotole lucenti; sedie, case di vetro e acciaio al limitare del deserto californiano. Decidere, in maniera apparentemente perversa, di etichettare a ciascuna di queste immagini allo stesso modo significa solo sottolineare l’aspetto indicativo di tutti gli oggetti creati coscientemente – oggetti che invitano chi li guarda a imitare e a condividere le qualità codificate in essi. Alain de Botton, The Architecture of Happiness, 2006
1122 l’ARCA l’AAR RC CA 273 273
The architecture produced under the influence of an idealizing theory of arts might be described as a form of propaganda. The word is an alarming one, for we are inclined to believe that high art should be free of ideology and admired purely for its own sake. Yet the term ‘propaganda’ refers to the promotion of any doctrine or set of beliefs and in and of itself should carry no negative connotations. That the majority of such promotion has been in the service of odious political and commercial agendas is more an accident of history than any fault of the word. A work of art becomes a piece of propaganda whenever it uses its resources to direct us toward something, insofar as it attempts to enhance our sensitivity and our readiness to respond favourably to any end or idea. Under this definition, few works of art could fail to be counted as propaganda: not only pictures of Soviet farmers proclaiming their five-year plans but also paintings of peas and luster bowls; chairs; and steel and glass houses on the edge of the California desert. Taking the apparently perverse step of giving each of these the same label merely serves to stress the directive aspect of all consciously created objects – objects which invite viewers to imitate and participate in the qualities encoded within them.
Propaganda
Alain de Botton, The Architecture of Happiness, 2006
2273 27 73 l’ARCA ll’’A AR RCA CA 13 1
TOUCH OF EVIL 2002-2004 Tunnel Pijnacker, NL
14 14 l’ARCA l’AAR RC CA 273 CA 273 27
PRAYER OF SHADOW PROTECTION 2006-2008 Bridge Vrouwenakker, NL
16 16 l’ARCA l’ARC ’AAR RC C CA A 273 273
Generosity Within the robust arches of Henri Labrouste’s Bibliothèque Sainte-Geneviève in Paris, the observant visitor will notice a series of small flowers fashioned out of wrought iron. To think these elegant is to acknowledge how unusual was the care that lay behind their creation. In a busy, often heedless world, they stand as markers of patience and generosity, of a kind of sweetness and even love: a kindness without ulterior motive. They are there for no other reason than that the architect believed they might entertain our eyes and charm our reason. They are markers of politeness, too, the impulse to go beyond what is required to discharge brute tasks – and of sacrifice as well, for it would have been easier to support the iron arches with straight-sided struts. Below, the mood may be workmanlike, and outside, in the streets, there will always be hurry and cruelty, but up on the ceiling, in a limited realm, flowers swirl and perhaps even laugh as they wend their way around a sequence of arches. Alain de Botton,
The Architecture of Happiness, 2006
Sotto i possenti archi della Bibliothèque Sainte-Geneviève a Parigi, di Henri Labrouste, il visitatore che osserva noterà una serie di piccoli fiori modellati in ferro battuto. Pensare che siano eleganti è riconoscere quanta insolita attenzione sia stata posta nella loro creazione. In un mondo indaffarato, spesso indifferente, essi rappresentano segni di pazienza e generosità, di una sorta di dolcezza e anche di amore: una gentilezza immotivata. Sono lì per nessuna altra ragione se non quella che l’architetto riteneva potessero allietare in nostri occhi e affascinare la nostra ragione. Sono che di anche segni di cortesia, l’impulso di andare oltre ciò che è richiesto per assolvere compiti bruti – e anche sacrificio, perché sarebbe stato più facile sostenere gli archi di ferro con puntoni lisci. Sotto di essi, ci si me sente operosi, e fuori, nelle strade, ci saranno sempre fretta e crudeltà, ma lassù sul soffitto, in un reame limitato, i fiori vorticano e, forse, ridono anche mentre si avvolgono intorno alla teoria di archi.
Generosità
Alain de Botton, The Architecture of Happiness, 2006
273 l’ARCA 17
TOUCH OF EVIL 2002-2004 Tunnel Pijnacker, NL
273 l’ARCA 273 27 l’l’AR ARCA CA 19 1
BETTY BLUE 2004-2008 Retail Park Roermond, NL
20 ll’ARCA 20 ’AAR RC CA 27 2733
The Extended Mind
Our perceptions are mental constructions, involving the interpretive activity of our minds. But while they are images in our minds, at the same time they are outside our bodies. If they are both within the mind and outside the body, then the mind must extend beyond the body. Our minds reach out to touch everything we see. If we look at distant stars, then our minds stretch out over astronomical distances to touch these heavenly bodies. Subject and object are indeed confused. Through our perceptions, the environment is brought within us, but we also extend outwards into the environment. Rupert Sheldrake, Seven Experiments That Could Change the World, 1994
La Mente
Estesa
Le nostre percezioni sono costruzioni mentali, che implicano l’attività interpretativa delle nostre menti. Ma, mentre esse sono immagini nelle nostre menti, allo stesso tempo sono fuori dai nostri corpi. Se sono sia dentro la mente sia fuori dal corpo, allora la mente deve estendersi oltre il corpo. Le nostre menti si spingono a toccare tutto ciò che vediamo. Se guardiamo le stelle lontane, allora le nostre menti si allungano oltre le distanze astronomiche per toccare quei corpi celesti. Soggetto e oggetto, in effetti, sono confusi. Attraverso le nostre percezioni, l’ambiente viene portato dentro di noi, ma, allo stesso tempo, noi ci estendiamo all’esterno rno nell’ambiente. nell ambiente.
ge the Worldd, 1994 Rupert Sheldrake, Seven Experiments That Could Change
273 l’ARCA 21
THE AMAZING WHALE JAW 1999-2003 Bus Terminal Hoofddorp, NL
22 22 l’ARCA l’AAR RC CA 273 273
THE WAVE AND THE WHIRLWIND 2004-20009 Leisure Park Middelburg, NL
Una famiglia abbonata alla nostra rivista ha condotto un esperimento interessante. Hanno messo del riso in due vasi di vetro e ogni giorno per un mese dicevano “Grazie” un vaso e “Stolto” all’altro, e poi hanno controllato come si fosse modificato il riso in quel periodo. Anche i bambini, quando tornavano da scuola, dicevano le stesse cose ai vasi di riso. Dopo un mese, il riso a cui era stato detto “Grazie” ha cominciato a fermentare, con un odore dolciastro come quello del malto, mentre il riso che era stato esposto a “Stolto” è marcito ed è diventato nero. Ho scritto di questo nel mio libro e, come risultato, centinaia di famiglie in tutto il Giappone hanno fatto lo stesso esperimento. Tutti hanno avuto lo stesso risultato. Una famiglia ha provato una variazione all’esperimento: come gli altri, diceva “Grazie” al primo vaso di riso e “Stolto” al secondo, poi ha preparato un terzo vaso di riso e lo ha semplicemente ignorato. Cosa pensate sia accaduto? Il riso che era stato ignorato è marcito ancor prima di quello “Stolto”. Quando altri hanno tentato questo stesso esperimento, i risultati sono stati di nuovo gli stessi. Sembra che essere insultati non sia così dannoso come essere ignorati.
Stolto
Masaru Emoto, Mizu Wa Kotae Wo Shitteiru (The Hidden Message in Water), 2001
2244 l’ARCA l’AAR RC CA 273 2773
YouFool
A family that subscribed to our magazine conducted an interesting experiment. They put rice in two glass jars, and every day for a month said ‘Thank you’ to one jar and ‘You fool’ to the other, and then they tracked how the rice changed over the period. Even the children, when they got home from school, would speak these words to the jars of rice. After a month, the rice that was told ‘Thank you’ started to ferment, with a mellow smell like that of malt, while the rice that was exposed to ‘You fool’ rotted and turned black. I wrote about this experiment in the book that I published, and as a result hundreds of families throughout Japan conducted this same experiment for themselves. Everyone reported the same results. One family tried a variation of the experiment: like the others, they said ‘Thank you’ to the first bottle of rice and ‘You fool’ to the second bottle, and then they prepared a third bottle of rice that they simply ignored. What do you think happened? The rice that was ignored actually rotted before the rice that was exposed to ‘You fool’. When others tried this same experiment, the results were again the same. It seems that being ridiculed is actually not as damaging as being ignored.
Masaru Emoto, Mizu Wa Kotae Wo Shitteiru (The Hidden Messages in Water), 2001
273 l’ARCA 25
SENSING THE WAVES 2006-2008 Museum of Contemporar y Art Prato, IT
26 26 l’ARCA l’AAR RC CA 273 CA 22773
273 l’ARCA 27
TOUCH OF EVIL 2002-2004 Tunnel Pijnacker, NL
l’ A tto di Guardare Ho anche l’impressione che l’atto di guardare i cristalli d’acqua sia un atto di creazione della vita. Questo perché quando guardiamo i cristalli, l’acqua cambia aspetto momento dopo momento. Si posa lo sguardo su un’energia tutta speciale, e se uno sguardo benintenzionato darà coraggio, uno malevolo la farà letteralmente scomparire. Masaru Emoto, Mizu Wa Kotae Wo Shitteiru (The Hidden Message in Water), 2001
28 l’ARCA 28 l’AARC RCA CA 273 22773
I also have the impression that the act of looking at water crystals is an act of creating life. This is because when we look at the crystals, the water changes its appearance moment by moment. Your gaze has a special energy of its own, and while a gaze of good intentions will give courage, an evil gaze will actually take it away.
theAct of Looking
Masaru Emoto, Mizu Wa Kotae Wo Shitteiru (The Hidden Messages in Water), 2001
2273 27 73 l’ARCA ll’’ARCA AR RCA CA 29 2
BETTY BLUE 1994-2008 Retail Park Roermond, NL
30 30 l’ARCA l’AARC RCA CA 273 22773
DARK MATTER 2009-2010 Installation Milan, IT
Il Pensiero Ci Guida
Il pensiero ha prodotto effetti smisurati all’esterno. E, mentre se ne continua a dibattere, produce effetti smisurati all’interno di ciascuna persona. Eppure, il generale tacito presupposto sul pensiero è che esso ci dica solo il modo in cui le cose sono e questo non è fare tutto – che “noi” siamo lì dentro a decidere cosa fare dell’informazione. Ma voglio precisare che non decidiamo noi cosa fare dell’informazione. L’informazione prevale. Essa guida noi. Il pensiero ci guida. Il pensiero, tuttavia, ci dà la falsa informazione di essere noi a guidare, ad avere il controllo, mentre in realtà è il pensiero che controlla ciascuno di noi. F Finché il pensiero è compreso – o meglio, più che compreso, percepito – ci controllerà veramente; ma creerà l’impressione di essere nostro servo, che è proprio quello che noi vogliamo che faccia. David Bohm, Thought as a system, 1994 32 l’ARCA 32 l’AARC RCA CA 273 22773
Thought has produced tremendous effects outwardly. And, as we’ll discuss further on, it produces tremendous effect inwardly in each person. Yet the general tacit assumption in thought is that it’s just telling you the way things are and that is not doing anything – that ‘you’ are inside there, deciding what to do with the information. But I want to say that you don’t decide what to do with the information. The information takes over. It runs you. Thought runs you. Thought, however, gives the false information that you are running it, that you are the one who controls thought, whereas actually thought is the one which controls each one of us. Until thought is understood – better yet, more than understood, perceived – it will actually control us; but it will create the impression that it is our servant, that it is just doing what we want it to do.
Thought runsYou
David Bohm, Thought as a system, 1994 273 227 73 l’ARCA l’l’AR ARCA CA 33 3
Maurizio Vogliazzo
DIMENTICARE DEBORD FORGET ABOUT DEBORD Dimenticare Debord? Ma come si fa, se a tutt’oggi, e chissà per quanto tempo ancora “La Societé du Spectacle” e i “Commentaires” che vent’anni dopo le hanno fattoseguito rimangono la chiave di volta per decrittare il periodo in cui stiamo vivendo, per tentare di orientarsi in una società sicuramente interconnessa come mai è prima accaduto e contemporaneamente confusa, instabile, incerta, ambigua, continuamente trafitta da grandi speranze e strazi ancor più grandi? “Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione”. Anche se certamente quest’esordio risente, in alcune delle parole usate, dell’influsso di un periodo molto speciale, che forse si potrebbe definire di transizione, delicatissimo e fondamentale, in qualche modo oggi come evaporato, o meglio fatto evaporare; ma solo in apparenza, perché tuttora, in ogni momento e in genere senza rendersene conto, ci si muove immersi in condizioni poco mutate (forse in peggio, questo sì). Guy Debord dell’architettura, almeno direttamente, non si era mai occupato. Comprensibilmente, perché, come sempre avviene, l’architettura ha tempi più lenti, un poco sfasati, e comunque quasi sempre riesce a essere un poco defilata: dopo tutto, si tratta di un’arte applicata, e di conseguenza quasi mai in prima fila nelle fasi calde dei grandi cambiamenti. Una condizione che sarebbe da considerarsi fortunata, da invidiare davvero; eppure ciò non toglie che in tempi recenti incontenibili empiti di protagonismo tormentano non pochi colleghi. Anche se qualcuno obietterà che non è vero, che le luci della ribalta hanno sempre tentato i migliori. Sì, certamente e grazie al cielo: ma non ci si venga a dire che si possono fare paragoni in questo senso fra Bernini o Juvara, per esempio, e Zaha Hadid, per farne un altro per tutti riassuntivo (che starebbe benissimo, a partire dai suoi disegni ormai lontani per il Peak di Hong Kong, in una nota al margine di una pagina di Debord). Architetture su architetture, che vanno accumulandosi esponenzialmente, come merci, e quindi, debordianamente, come spettacolo. D’altra parte, tempo fa si parlava di “maestri”, per pochi casi specialissimi e valorosi (non è qui il caso di vedere se l’attribuzione di questo titolo fosse sempre del tutto condivisibile). I maestri, gli allievi, eccetera: quindi anche le scuole (non più le botteghe d’antan). Ora, complice una pubblicistica mediocre e sciagurata, si parla invece soltanto di “archistar”: ciascuna con il suo repertorio di numeri ripetuti senza ritegno ovunque e fino alla noia; ma che importa, se quello che conta è ottenere, e mantenere il più a lungo possibile, la massima esposizione mediatica. Di che altro si tratta, allora, se non di una declinazione neanche tanto marginale dei dettati imposti, appunto, della società dello spettacolo? Perfino la tecnologia viene trattata, non sempre poi così abilmente, in maniera del tutto strumentale, con l’appoggio accorto dei tanti nipotini di Ove Arup, immemori dell’intelligenza euristica e sperimentale del nonno: una folta schiera di manipolatori di algoritmi tradotti in involucri parametrici, immagini spettacolari del nulla che vi è poi contenuto. Difficile non provare fastidio di fronte a questa situazione; anche se, al momento, le regole del gioco sembrano essere ineludibili, una sorta di dato di fatto, prendere senza che sia dato neppure lasciare. Sprazzi di pensiero critico (sono pochi, ma non ne mancano) rischiano di suonare soltanto come moralismo acido o rimpianto del tempo che fu. Anche i richiami politically correct della sostenibilità (?), dell’ecologia, del risparmio delle risorse, sono ormai ridotti più che altro a leitmotiv pubblicistico e pubblicitario, uno dei tanti argomenti necessari per il mercato globale. In qualche modo anticipata, annunciata da Lyotard a Parigi molti anni fa con l’esposizione “Les Immatériaux”, e consolidata con ritmi vertiginosi dall’esplosione delle tecniche digitali, la condizione dell’architettura è divenuta un poco quella di chi non si ritrova più il pavimento di sotto ai piedi. Uno straordinario caso di paradosso. Difficile da cavalcare, sono richieste astuzia e spregiudicatezza. Si tratta di doti che forse l’architettura, arte dopo tutto ingenua e per questo specialmente simpatica, proprio non potrà mai possedere, come (del tutto involontariamente) non più di un anno fa ha dimostrato fin troppo bene la mostra tematica curata da Sejima alla Biennale di Architettura di Venezia. Mai come oggi si dovrebbero insegnare le buone maniere (“impara a stare composto a tavola, non dare spettacolo”, dicevano continuamente le mamme e le nonne; ora forse non più). E la grammatica e la sintassi. Non se ne può fare a meno, senza non si arriva da nessuna parte. Non può riuscire d’aiuto neppure Deleuze, al quale sovente s’aggrappano i giovani più generosi del nostro milieu alla ricerca di una salvezza: non sempre si possono costruire ponti fra versanti fra loro remoti. E tutto va perduto, e in questo senso tanto meno a nulla servono e mai sono forse servite le varie declinazioni contestuali-
34 l’ARCA 273
stico-conservative nostrane, tutt’oggi reiterate sub specie tipomorfologica. E si lascia una generazione (o forse due, si spera non di più) del tutto inerme di fronte alle insidie di questo periodo così difficile, irto di trappole e cattiverie e bassezze e tentazioni inenarrabili. Ovviamente anche nel campo dell’architettura, pronubi recenti evoluzioni delle discipline dell’urbanistica e della pianificazione territoriale. E comunque nuocciono irreparabilmente le devastazioni sistematiche perpetrate lungo quello che una volta veniva definito periodo della formazione. La recente nostrana introduzione coatta del percorso universitario detto “tre più due”, patetico scimmiottamento di sistemi alieni, perpetrata nel nome di una supposta maggiore utilità per un inserimento efficace in una professione nel frattempo vilipesa e consapevolmente dilapidata, di fatto praticamente cancellata (perciò una sorta di truffa, alla fin fine), ha tra l’altro contribuito non poco a comprimere verso il basso quello che rimaneva della vecchia manualistica di matrice razionalfunzionalista. Il Neufert, il Griffini, il ridolfiano Manuale dell’Architetto, tanto per fare degli esempi, non certo clamorosi fari nella notte per acquisire una accettabile cultura progettuale, brillano oggi invece più della stella polare a fronte della diffusione di una pubblicistica di settore di bassissimo profilo, abile nel seguire, o addirittura anticipare, questa discesa agli inferi, proponendo collane di libri e libretti inqualificabili che propinano sciatte tipologie costruttive, tecnologie di routine, rassegne mal curate di esempi, compilazioni neppure lontanamente paragonabili ai testi un tempo adottati nei cosiddetti Istituti Tecnici. Riprendendo una abitudine non certo esaltante che in qualche modo si ricollega ai cosiddetti Caratteri distributivi e agli Elementi costruttivi degli anni Venti-Trenta del secolo scorso, e nel medesimo tempo la sciagurata abitudine di trattare l’architettura suddividendola per tipologie (cosa che come si sa sta alla base di inqualificabili regolamenti edilizi, di inconsulti piani urbanistici, e dell’assoluta incapacità amministrativa di percepire ogni tipo di cambiamento avvenuto o in atto), vengono sfornati decine di volumi dedicati alle costruzioni in legno lamellare, a quelle in laterizio, all’impiantistica sostenibile, e così via. E, ovviamente, agli edifici suddivisi per destinazioni d’uso, ritenute immutate e immutabili nel tempo. Edifici scolastici, edifici religiosi, edifici ospedalieri, edifici per lo sport, edifici per uffici, eccetera, ed edifici per lo spettacolo, ça va sans dire. Con buona pace non soltanto di Debord, ma anche e forse soprattutto nostra. La situazione può apparire disperata, e lo è, soprattutto alla periferia dell’impero, come da noi. Che fare? Cercare rifugio e oblio in fumerie d’oppio che neppure ci sono? Assolutamente no, basta guardarsi intorno (“occhi che vedono”), neppure troppo lontano, e far mente locale. Si scopriranno tracce e indizi interessanti, in luoghi fra loro veramente molto diversi. In Polonia la presenza importante della vecchia fabbrica Schindler viene trattata con grande garbo e rispetto, modificandone completamente l’uso e l’organizzazione degli spazi, restituiti validamente al mondo esterno. In Cina i due grandi teatri costruiti con l’abituale collaudatissima, e un po’ algida, perizia da Von Gerkan reinterpretano e propongono nuove funzioni complesse di luoghi centrali all’interno di formazioni urbane derivate da altre matrici culturali. Caratterizzati anche da lontani echi espressionisti, possono per certi versi far venire in mente alcune analogie con la collocazione delle architetture per le nuove funzioni pubbliche borghesi nelle città capitali europee così ben analizzate e decifrate nella loro composizione da Emil Kaufmann. Si aprono molte questioni e molti temi, come si vede, su cui riflettere. Culver City, Los Angeles West, si sa, è un caso magari un po’ speciale, ma esiste davvero, è lì, in carne e ossa, e cambia incessantemente, ogni giorno. Si sa anche chi è Eric Owen Moss: un architetto intelligente, attento, molto bravo. Che sperimenta, ricerca continuamente. Che percepisce i ritmi, i modi e le direzioni con cui la società cambia, cercando di mantenere il passo e al limite di anticiparli. Il programma della Samitaur (per inciso, i Samitaur sono degli immobiliaristi, dunque allora si potrebbe...) è un progetto nuovo, contemporaneo come non potrebbe esserlo di più. Il mix degli utenti è raffinatissimo. Il luogo è strategico. L’architettura è nuova, non semplice pur non essendo inutilmente complicata negli elementi che la compongono, bella, stimolante. Tutt’altro che evanescente, immateriale. Anche molto difficile, perché deve esistere di giorno come di notte, diffondere informazione a chi ci va, ci passa, o la vede in velocità e da lontano, ospitare chi all’informazione e alla comunicazione lavora, garantire panorami interni ed esterni a chi la percorre, essere efficace punto di riferimento, e anche una speranza, per chi sta nei dintorni; insomma un organo pulsante ventiquatttro ore su ventiquattro. Ecco, questa è davvero anche architettura come spettacolo. Nulla, allora, sembrerebbe da considerarsi perduto.
Forget about Debord? But how can we if, even today (and who knows for how much longer) “La Societé du Spectacle” and “Commentaires” are still, twenty years on, the real key to reading the period in which we live, helping us gauge a society which is certainly more interconnected than ever before and, at the same time, confused, unstable, uncertain, ambiguous and characterised by great hopes and even greater desperation? “In societies where modern conditions of production prevail, all of life presents itself as an immense accumulation of spectacles. Everything that was directly lived has moved away into a representation”. These introductory comments are certainly influenced, in terms of its choice of words, by a very peculiar period in time that might, perhaps, be described as a very delicate and fundamentally important transition period, which, in some sense, has now evaporated or, to be more precise, has been made to evaporate; although in actual fact only apparently so, because even now, at all times and in every respect without realising it, we are living in conditions that have changed very little (we might even say they have got worse). Guy Debord never actually studied architecture, at least not directly. Understandably so, because, as is always the case, architecture is a rather slow and piecemeal process that always manages, in any case, to keep itself apart: after all, it is an applied art and, as such, never to the very forefront of the hottest moments in major changes. This should actually be considered a fortunate state of affairs, something to be envied; however, in recent times, a number of our colleagues have been tormented by a real desire to be protagonists. Some people might object that this is not true and that even the very best have always been tempted by the bright lights of the international stage. Yes, of course and thank goodness for that: but let's not try and claim that any comparisons in this respect can be made between Bernini and Juvara, for instance, and Zaha Hadid, just to mention one name as an example for all the rest (somebody who, starting with her drawings for the Peak in Hong Kong a long time ago, would actually fit neatly into a note in the margin of a page written by Debord). Architecture is piling up upon itself at an exponential rate, just like goods, and hence (referring again to Debord) like spectacles. After all, some time ago there was talk of “masters” in a few very special, worthy cases (this is not the place to dwell on whether we really agree with the awarding of this title). Masters, pupils, etc: so there was also talk of schools (no longer the oldfashioned workshops). Now, due to some mediocre, lamentable publicist, there is merely talk of “archistars”: each with his or her own repertoire of exploits relentlessly repeated all over the place ad nauseam. But what does it matter if what really counts is to attract the media's attention and keep in its eye as long as possible. How else might we describe this other than a very definite implementation of the dictates set down in The Society of the Spectacle? Even technology is treated totally instrumentally (and not always very expertly) with the obliging help of a hoard of descendants of Ove Arup, quite oblivious to the heuristic and experimental intelligence of their forefather: a hoard of manipulators of algorithms translated into parametric shells, spectacular images of the nothingness they contain. It is hard not to be annoyed by this situation; even though, at the moment, the rules of the game now appear to be inescapably imposed, take it or leave it without having any choice in the matter. Occasional instances of critical thinking (few and far between, but not totally lacking) run the risk of sounding like bitter moralising or nostalgia over times gone by. Even politically correct references to sustainability (?), ecology, and saving on resources, are now reduced to little more than publicity-seeking or publicist leitmotifs, just one of all the necessary arguments in favour of the global market. In some sense anticipated and foretold by Lyotard in Paris many years ago with his ‘Les Immatériaux’ and reinforced at a dazzling rate by the explosion in digital technology as architecture has turned into something similar to that feeling you get when you cannot feel the floor beneath your feet. An incredible paradox. It is all very hard to keep up with, it calls for astuteness and boldness. These are qualities that, perhaps, architecture, which is after all a rather naive art (which is why it is so likeable), will never have, as was demonstrated (quite involuntarily) no more than a year ago at the thematic exhibition organised by Sejima at the Venice Biennial of Architecture. Now, more than ever before, we need to teach good manners ("sit properly at the table and do not make a show”, so our mothers and grandmothers used to say all the time; not any more, perhaps). It is a question of grammar and syntax. We can no longer do without them, otherwise you will get nowhere. Not even Deleuze can come to our rescue, somebody who the most generous youngsters in our milieu often turn to for help: it is not always possible to build bridges across banks that are so far apart. And everything is being lost, and in this respect the various Italian-style contextualist-conservative approaches, now
being reiterated in a typo-morphological guise, are pointless and perhaps always have been. And so an entire generation (or perhaps two, hopefully no more than that) is being left helpless in the face of the dangers inherent in this very difficult period in time, full of traps, nastiness, meanness and unspeakable temptations. Of course this also applies to the field of architecture, incited by recent developments in town and territorial planning. The obligatory so-called “three-plus-two” university curriculum recently imposed in Italy is a pathetic attempt to copy what are for us “alien” systems, allegedly supposed to make it easier to break into a profession, which, in the meantime, has been insulted and deliberately dilapidated to the point of being virtually cancelled out. In actual fact, it has certainly contributed to lowering the standards of what is left of the old rationalist-functionalist handbooks. The Neufert, Griffini and Ridolfian Handbook of the Architect, just to give a few examples, certainly not beacons in the night for gaining an acceptable understanding of architecture and design, now actually shine more brightly than the pole star compared to the spread of extremely low level publications, with collections of quite indescribable books and handbooks offering shabby construction typologies, routine technology and poorly studied compilations of examples that are not even vaguely comparable to the old-fashioned textbooks used in the so-called Technical Institutes. Reviving a not-exactly-inspiring habit, which, in some sense, goes back to the so-called Distributive Characters and Construction Elements of the 1920s and, at the same time, an ill-advised tendency to divide up architecture into typologies (something which, as we know, underlies certain disreputable building regulations, hopeless urban master plans and an absolute administrative inability to perceive any kind of change that has either taken place or is currently underway), dozens of publications are now being churned out about laminated wooden constructions, brick buildings and sustainable plant-engineering etc. And, of course, buildings divided up according to their purposes, considered to be unchanged and unchangeable across time. School buildings, religious buildings, hospital buildings, sports buildings, office buildings etc, and, of course, it goes without saying, buildings for spectacles. With no intention of offending Debord and nor, perhaps, ourselves. The situation might seem rather desperate and it is, particularly in the outskirts of the Eepire, such as here in Italy. So what is to be done? Do we need to take shelter or escape into opium-smoking dens, which do not even exist? Absolutely not, just look around ("what the eye can see"), without even going too far afield, and try and remember. You will inevitably discover some interesting clues and traces in places that are all quite different from each other. In Poland the significant presence of the old Schindler factory has been treated with great elegance and respect, totally transforming its usage and spatial layout so as to restore it to the outside world in a valid way. In China two big theatres, built with his usual trustworthy and rather cool expertise by Von Gerkan, reinterpret and revamp complex functions for central locations within urban settings deriving from quite different cultural contexts. Partly characterised by rather distant echoes of an expressionist kind, in certain respects they call to mind those works of architecture for new middle-class public functions in European capitals so well analysed and deciphered in terms of their composition by Emil Kaufmann. As we can see, this opens up lots of topics and issues worth thinking about. As we all know, Culver city in West Los Angeles is perhaps a rather special case, but it does actually exist, it is genuinely there in flesh and blood and is constantly changing every day. We also know who Eric Owen Moss is: an intelligent, attentive and extremely talented architect, who is constantly experimenting and grasping the rhythms, means and directions in which society changes, constantly striving to keep up with them and, if possible, even staying one step ahead. The Samitaur program (the Samitaurs are actually real estate agents, so it might be thought.....) is a new and truly cutting-edge object, featuring an extremely refined mix of users. The location is strategic. The architecture is new, not simple despite not being pointlessly complicated in terms of its compositional elements, beautiful and stimulating. Anything but evanescent, immaterial. It is also extremely tricky, because it must function both in the daytime and night-time, providing information for people visiting it, speeding by or observing it from a distance, accommodating the people responsible for dealing with the information and communication, providing both internal and external panoramas for people passing through it, and constituting a striking landmark and even sign of hope for those around it; in other words it must be a pulsating organ twenty-four hours-a-day. In a nutshell, this is a truly spectacular kind of architecture. It would seem that nothing is yet truly lost.
273 l’ARCA 35
THE POD EXHIBITION HALL IN PETALING JAYA, MALAYSIA Studio Nicoletti Associati and Hijjas Kasturi Associates
Un grande “baccello” dal guscio bianco latte come nuova icona del futuro sviluppo di una nuova centralità urbana.
A giant “pod” with a milky-white shell providing a new icon for the future of a new kind of city centre.
© H. Lim Ho
38 l’ARCA 273
The Pod Exhibition Hall, built in Malaysia by Nicoletti Associati in partnership with Hijjas Kasturi Associates, is striking for the immediate impact it creates. The reference to nature is openly avowed in the structural design that makes it an iconic feature on this developing cityscape and modern-day landmark for a new kind of architecture. Located in the Pataling Jaya district to the west of Kuala Lumpur, where an important town-planning operation has been set under way to create a new downtown neighbourhood, this hall accommodates the promoter’s own offices and showroom. Alongside functional requirements, the client also requested a highly representative building capable of catching the eye of the local community and getting people actively involved in developing this new urban centre, at the same time making them aware of a new kind of architectural quality. The soft and elaborate shape of the new pavilion is inscribed in a landscaped area through a wave-like motion resulting from the fragmented roundness of the milky-white shell made of hybrid Alucobond. A giant "pod", whose skin shimmers in the sunlight according to where it is viewed from. The layout of this high-tech shell, developed horizontally at a height varying between 4-8 m and covering a surface area of 800 square meters, is the result of fragmenting and then recomposing a set of elliptical sections of varying heights. On the inside, a space is naturally lit through apertures cut into the various sections at different heights, there are two spacious areas taken up by an exhibition zone covering approximately 450 square meters for displaying the projects underway and by the property developer’s sales offices. A pool of water lapping alongside part of the hall is exploited to contribute to the overall climatic conditions.
© H. Lim Ho
Il padiglione espositivo The Pod realizzato in Malesia dallo studio Nicoletti Associati, con Hijjas Kasturi Associates, colpisce per la sua immeditezza. Il riferimento al mondo naturale dichiarato dalla dinamica del volume, diviene l’elemento iconico di un’area urbana in via di sviluppo e si erge a emblema contemporaneo di una nuova architettura. Situato nell’area di Pataling Jaya, a ovest di Kuala Lumpur, dove è stata avviata un’importante operazione urbanistica con la scopo di dare vita a una nuova centralità, il nuovo padiglione ospita gli uffici e lo showroom del promotore. All’esigenza funzionale si coniugava la richiesta da parte del committente di disporre di un edificio fortemente rappresentativo in grado di focalizzare l’interesse della popolazione coinvolgendola attivamente nello sviluppo del nuovo centro urbano e sensibilizzandola a una nuova qualità architettonica. La forma morbida e articolata del nuovo padiglione si inscrive in un’area verde con un movimento ondivago individuato dalla bombatura frammentata dell’involucro bianco latte in alucobond ibrido. Un enorme “bacello” dalla pelle cangiante in base all’irraggiamento solare e al punto di vista dell’osservatore. L’articolazione di questo guscio tecnologico, sviluppato orizzontalmente con un’altezza variabile tra i 4 e gli 8 mentri e una superficie di 800 metri quadrati, è il risultato della frammentazione e ricomposizione di una serie di sezioni ellittiche di larghezza variabile . Al suo interno, in uno spazio illuminato naturalmente da aperture intagliate a diverse altezze negli spessori delle sezioni, sono organizzati due ampi spazi occupati da un’area espositiva di circa 450 metri quadrati, dove sono esposti i progetti in corso, e dagli ufficivendita del promotore immobiliare. La presenza di uno specchio d’acqua che lambisce una parte del padiglione viene sfruttata per contribuire al suo benessere bioclimatico.
Nella pagina a fianco, sezione e pianta del piano terreno del padiglione espositivo The Pod a Pataling Jaya, a ovest di Kuala Lumpur. L’edificio che occupa una superficie di circa 800 metri quadrati è l’emblema del nuovo sviluppo urbano di quest’area, al suo interno oltre agli uffici del committente è organizzato un ampio ambiente espositivo. Nella pagina di apertura e in questa pagina, l’edificio connotato da un guscio in alucobond a sezioni variabili sostenuto da una struttura in tubolari d’acciaio. Nelle pagine successive, l’ambiente espositivo dove sono presentati i progetti di futuri insediamenti.
Opposite page, section and plan of the ground floor of "The Pod” exhibition hall in Pataling Jaya to the west of Kuala Lumpur. The building, which covers an area of approximately 800 square meters, is emblematic of recent urban development in this area. In addition to the client's offices, the inside of the building also holds a spacious exhibition area. Opening page and these pages, the building with its distinctive Alucobond shell of varying sections is supported by a framework of steel tubing. Following pages, the exhibition area where projects for future settlements are located.
Credits Project: Studio Nicoletti Associati and Hijjas Kasturi Associates Architects: Luca F. Nicoletti, Serina Hijjas Developer: MKH Group Construction: Bina Jurati
273 l’ARCA 39
Š H. Lim Ho
SAMITAUR TOWER IN CULVER CITY (CALIFORNIA) Eric Owen Moss Architects
Una torre che propone contenuti culturalmente significativi e informazioni su eventi locali, insieme a presentazioni artistiche e grafiche di ogni genere, visibili dagli automobilisti che passano lungo le strade dell’area nel tragitto tra Culver City e West Los Angeles.
A tower displaying culturally significant content and local event information, along with art and graphic presentations of all sorts, available to in-car audiences who pass the site area, travelling on a number of local thoroughfares in the Culver City/West Los Angeles area.
La Samitaur Tower è una torre per informazioni, costruita all’angolo tra Hayden Avenue e il National Boulevard, proprio dirimpetto alla nuova linea ferroviaria leggera realizzata per l’Expo per collegare Culver City con il centro di Los Angeles. Tale snodo è il punto di ingresso principale di questa area di recente nuovo sviluppo. Dal punto di vista concettuale, il progetto della torre ha uno sviluppo sia introverso sia estroverso. Situata in una zona fiorente occupata da nuove aziende di new media, da graphic designer, e gestori di uffici, la torre vuole essere il simbolo dell’avvento di questa importante rinascita urbana, offrendo agli occupanti di questa parte di città proiezioni artistiche con dati e grafiche sempre cangianti, attraverso i suoi cinque schermi. Tutti gli edifici circostanti sono regolamentati da un limite di altezza di circa 18 metri, e la Samitaur Tower con i suoi 24 metri di altezza è un’importante eccezione a tale regola. Alla base dell’edificio è scavato, 4 metri sotto il livello stradale, uno spazio-eventi all’aperto con posti a sedere di cemento, che contiene anche tutte le attrezzature elettroniche e multimediali necessarie alle performance della torre. La torre è costituita da cinque anelli di acciaio di circa 10 metri di diametro. Questi anelli sono sovrapposti verticalmente con intervalli di 4 metri tra uno e l’altro e sfalsati in pianta avanti-indietro – verso nord, est, sud e ovest – per stabilire la maggiore prossimità visiva e angoli prospettici diversi alle varie altezze. Gli schermi per le proiezioni a ciascun piano devono essere visibili dalle auto che passano nelle strade e autostrade vicine, dai passeggeri fermi nei treni alla stazione o già in movimento, e dai pedoni che attraversano la zona da varie direzioni. Gli schermi ricurvi e conici sono installati tra ciascuna coppia dei piani di acciaio circolari sfalsati. Dietro ogni schermo, appesi ai solai dei piani della torre, ci sono i vari proiettori, dieci in tutto, che retro-proiettano le immagini sul tessuto acrilico traslucido degli schermi. All’interno, i piani di acciaio offrono ai visitatori la possibilità di vedere il panorama della città e lo spazio necessario agli addetti alla manutenzione e al funzionamento delle proiezioni. La struttura è dotata di un ascensore di vetro, racchiuso in un vano anch’esso vetrato, e di una scala aperta che sale sulla terrazza panoramica che conclude l’edificio. L’edificio è costruito con profilati di acciaio standard – travi a flangia, colonne e canali – con pareti di pannelli di acciaio spessi 1,25 cm. Tutti i componenti sono stati prefabbricati e portati in loco per il montaggio. Per ottemperare alle normative antisismiche, la torre, è sostenuta da profonde fondazioni con piloni di cemento collegati insieme da una trave continua. Oltre alla grande quantità di automobili che attraversano questa zona, la nuova Expo Line, che ha un flusso stimato di circa 30.000 passeggeri al giorno, con due fermate locali distanti solo alcuni isolati a est e a ovest dell’area del progetto, convoglia un vasto pubblico alle proiezioni d’arte della torre.
The Samitaur Tower is an information tower, constructed at the corner of Hayden Avenue and National Boulevard immediately across from the new Expo light rail line arriving from downtown Los Angeles. That intersection is the primary entry point into the re-developed zone of Culver City. Conceptually, the tower has both introverted and extroverted planning objectives. Internal to the burgeoning site area of new media companies, graphic designers, and general office tenants, the tower will symbolize the advent of this important new urban development, provide a changing art display for local viewing, and offer a variety of graphic content and data on its five screens concerning coming events and current achievements of the tenants who occupy that part of the city. All the buildings in the immediate area are governed by a 18-metre height limit. The Samitaur Tower height is an important exception to the local height rule. The project is 24 metres high, measured from grade, and includes an open-air, excavated, concrete seating and staging space at its base that begins at minus 4 metres, and housing for all the electronic and media related equipment for the tower. The tower consists of five circular steel rings, approximately 10 metres in diameter. The rings are stacked vertically at 4-metre floor-to-floor intervals, and, as the height increases, the rings are staggered in plan, back and forth – to the north, east, south, and west – in order to establish proximity and viewing angles for various levels at various heights. Projection screens at each floor are to be seen from cars on surrounding surface streets, from freeways, by passengers at train stops, from on-board the moving trains, and from area pedestrians at a variety of key walking and viewing points. Between each pair of staggered horizontal circular steel planes, the curving, conical projection screens are installed. Behind the screens, hung from the tower floors are a number of digital projectors, 10 in all, that will rear-project onto the translucent acrylic screens. Inside the screens, steel decks are provided for viewers to look out at the city, and for a maintenance staff who will service the projectors and screens. The tower has a glazed elevator in an enclosed glass shaft, and an open stairway to the top, so the tower will be used as a viewing platform to overlook the city, but its primary objective is to distribute art and other relevant content to the local and the in-transit audiences passing by. The tower is fabricated from standard structural steel sections – wide flange beams and columns, and channels – with panelized walls made of 1.25 cm thick steel plate. All the shapes and components were shop fabricated, and delivered to the site for erection. Because of earthquake design constraints, the tower is supported on a deep foundation of concrete piles with a continuous grade beam tying the piles together. In addition to the large number of cars passing the site, the Expo Line, which has an estimated ridership of 30,000 passengers per day with two local stops several blocks east and west of the site, guarantees an enormous daily audience of tower art viewers.
Nella pagina a fianco, rendering e schizzi preliminari per la Samitaur Tower.
42 l’ARCA 273
Opposite page, rendering and preliminary sketches of Samitaur Tower.
Pianta del piano terra e planimetria generale. Nella pagina a fianco, piante dei livelli +4.00, + 8.00, + 12.00, + 16.00 e, in basso, vista aerea con indicazione delle linee visuali dell’orientamento degli schermi di proiezione.
44 l’ARCA 273
Plan of the ground floor and site plan. Opposite page, plans at +4.00, + 8.00, + 12.00, + 16.00 level, and, bottom, aerial view showing projection screen orientation.
273 l’ARCA 45
Tom Bonner Photography
Viste della torre, costituita da cinque anelli di acciaio di circa 10 m di diametro, sovrapposti verticalmente con intervalli di 4 metri tra uno e l’altro e sfalsati per stabilire la maggiore prossimità visiva e angoli prospettici diversi alle varie altezze.
Tom Bonner Photography
Credits Project: Eric Owen Moss Architects (EOMA): Eric Owen Moss (Principal), Dolan Daggett (Project Architect) Project Team: Pegah Sadr, Vanessa Jauregui, Eric McNevin, Amy Drezner Structural Engineer: Arup - Los Angeles, Bruce Danziger Façade Engineer (Projection Screens, Elevator Glazing): Toft, Denevers & Lee, Doug Street Electrical Engineer: Lucci & Associates, Ken Lucci Builder: Samitaur Constructs, Peter Brown and Tim Brown Owner: Frederick and Laurie Samitaur Smith
46 l’ARCA 273
Tom Bonner Photography
Views of the tower consisting of five circular steel rings, approximately 10 m in diameter, stacked vertically at 4-metre floorto-floor intervals, and staggered in plan, back and forth in order to establish proximity and viewing angles for various levels at various heights.
Tom Bonner Photography
CIDADE DA CULTURA DE GALICIA SANTIAGO DE COMPOSTELA
Manuel G. Vicente
Eisenman Architects
L’idea progettuale è una nuova cima per il Monte Gaiás, fatta di una crosta rocciosa che ricorda un sito archeologico, tagliato da spaccature naturali come la superficie di una capasanta, simbolo tradizionale di Compostela.
The concept of the project is a new peak on Monte Gaiás, made up of a stony crust reminiscent of an archaeological site divided by natural breaks that resemble scallops, the traditional symbol of Compostela.
I sei edifici che costituiscono il progetto sono pensati in tre coppie: il Museo di Galizia e il Centro d’Arte Internazionale; il Centro per la Musica e le Arti Drammatiche con l’edificio del Centro Servizi; la Biblioteca di Galizia con gli Archivi Galiziani. L’esperienza dei visitatori di ciascun edificio sarà influenzata dalla relazione con il suo edificio “partner”. I caminos, cioè i percorsi pedonali, che si snodano tra gli edifici si aprono in una piazza pubblica, contornata dai sei edifici e che è progettata come un paesaggio con elementi acquatici. L’edificio più grande è il Teatro per le Arti Drammatiche, che si innalza per 42,5 metri e contiene tutti gli spazi e le tecnologie necessari per allestire opere e concerti sinfonici di standard internazionale. Ci sono due auditori: uno più grande, con oltre 1.500 posti, che può essere adattato a spettacoli di opera, danza e concerti, e un teatro da 450 posti che può essere usato per concerti di musica da camera, recital, spettacoli teatrali, convegni e incontri. Un atrio a più piani consente l’accesso dal parcheggio sotterraneo e dal camino pedonale ai quattro livelli del teatro organizzati nella consueta conformazione a ferro di cavallo. Tutti gli edifici si innalzano con dolci curvature che sembrano ricostruire la forma della sommità della collina descritta dalle linee delle loro coperture continue. Costruire questi edifici è stata una sfida difficile poiché il progetto imponeva che apparissero appunto come colline digradanti dai contorni definiti. Inoltre, praticamente ogni finestra delle migliaia che fanno parte delle facciate esterne ha una sua forma particolare. Il progetto, inaugurato lo scorso gennaio, sarà completato definitivamente nel 2012.
Manuel G. Vicente
La Città della Cultura è un nuovo centro culturale per la Provincia di Galizia, nella Spagna nordoccidentale. Nel febbraio 1999, il Parlamento della Galizia bandì un concorso internazionale per il progetto di un centro culturale da realizzare sul Monte Gaiás. Vi parteciparono Ricardo Bofill, Manuel Gallego Jorreto, Annette Gigon and Mike Guyer, Steven Holl, Rem Koolhaas, Daniel Libeskind, Juan Navarro Baldeweg, Jean Nouvel, Dominique Perrault, Cesar Portela, Santiago Calatrava, che poi ritirò la sua proposta, e Peter Eisenman, il cui progetto venne scelto sia per l’originalità concettuale sia per l’eccezionale armonia con il luogo destinato all’intervento. Il progetto si sviluppa dalla sovrapposizione di tre gruppi di informazioni. Primo, la pianta delle strade del centro medievale di Santiago è stata sovrapposta a una mappa topografica della collina destinata al progetto (che domina la città). Secondo, una griglia Cartesiana moderna viene sovrapposta a quella delle strade medievali. Terzo, tramite un programma informatico di modellazione, si consente alla topografia della collina di distorcere le due geometrie piane, generando così una superficie topologica che riposiziona vecchio e nuovo in una matrice simultanea e inedita. Il centro storico di Santiago si conforma a un urbanismo di figura/superficie, in cui gli edifici sono le figure, i solidi, e le strade sono superficie residuale, i vuoti. Con questa operazione di mappatura, il progetto di Eisenman diventa una superficie curva che non è né una figura né un vuoto, bensì è sia superficie solida sia solido figurato che travalica l’urbanistica improntata al rapporto figura/superficie della città vecchia. Il passato medievale di Santiago appare non come una forma di nostalgia rappresentativa, ma come una presenza nuova, eppure familiare, riscoperta in una forma nuova.
Sopra e nella pagina precedente, viste generali della Città della Cultura di Galizia. Sullo sfondo a sinistra, le Torri Hejduk, progettate nel 1992 da John Hejduk (1929-2000) per essere realizzate come parte dei Giardini Botanici di Belvís, poi non costruiti. Scomparso Hejduk, Eisenman propose di realizzarle all’interno della Città della Cultura, come omaggio al collega e amico.
Courtesy Eisenman Architects
Above and previous page, general views of the Galicia City of Culture. In the background, left, Hejduk Towers, designed by John Hejduk (19292000) in 1992 to be part of the Belvís Botanical Gardens, but were never actually built. After Hejduk passed away, Eisenman suggested building them inside the City of Culture as a tribute to his colleague and friend.
50 l’ARCA 273
The six buildings of the project are conceived as three pairs: the Museum of Galicia and the International Art Center; the Center for Music and Performing Arts and the Central Services building; and the Library of Galicia and Galician Archives. Visitor’s experiences of any given building will be affected by its relationship to its immediate partner. The caminos, or pedestrian streets, that wind between the buildings also open onto a public square, which is bordered by the six buildings and features landscape and water elements. The largest building is the Performing Arts Theater, which stands 42.5 meters high and contains all of the spaces and technologies required to host the international opera and symphonic music circuit. There are two auditoria: a large theater of more than 1,500 seats that can be adjusted for opera, ballet, and concert performances, and a 450-seat theater that can be used for chamber music and recitals, dance and drama performances, conventions and colloquiums. A multi-tiered lobby allows access from below-grade parking and from the pedestrian camino to a four-level theater arrayed in a classic horseshoe shape. The heights of all of the buildings rise in gentle curves that seem to reconstruct the shape of the hilltop with their collective rooflines. The buildings are an extreme challenge to construct as the design of them makes them look like rolling hills with high degree contours. Nearly every window of the thousands that are part of the external façade has its own custom shape. The project, inaugurated last January, is set to be complete in 2012.
Nella pagina a fianco, planimetria generale e, a sinistra, schizzo della topologia del sito che riproduce l’area del centro storico. L’intero complesso, che ospiterà tutti i servizi destinati alla conservazione del patrimonio gallego, nonché allo studio, alla ricerca, alla promozione di mostre e altre attività culturali, è composto da sei edifici collegati da strade e piazze.
Opposite page, site plan and, left, sketch of the site’s topology reproducing the city centre area. The entire complex, which will hold all the facilities and services for conserving the heritage of Galicia and for studying, carrying out research and promoting exhibitions and other cultural events, is composed of six buildings connected together by roads and squares.
Courtesy Eisenman Architects
The City of Culture is a new cultural center for the Province of Galicia in northwestern Spain. In February 1999 the Parliament of Galicia held an international design competition for a cultural center on Mount Gaiás. The entrants were Ricardo Bofill, Manuel Gallego Jorreto, Annette Gigon and Mike Guyer, Steven Holl, Rem Koolhaas, Daniel Libeskind, Juan Navarro Baldeweg, Jean Nouvel, Dominique Perrault, Cesar Portela, Santiago Calatrava, who later withdrew his proposal, and Peter Eisenman, whose proposal was selected for both conceptual uniqueness and exceptional harmony with the place. The design evolves from the superposition of three sets of information. First, the street plan of the medieval center of Santiago is overlaid on a topographic map of the hillside site (which overlooks the city). Second, a modern Cartesian grid is laid over these medieval routes. Third, through computer modeling software, the topography of the hillside is allowed to distort the two flat geometries, thus generating a topological surface that repositions old and new in a simultaneous matrix never before seen. The original center of Santiago conforms to a figure/ground urbanism in which buildings are figural, or solid, and the streets are residual, or void spaces. Through this mapping operation, Eisenman’s project emerges as a curving surface that is neither figure nor ground but both a figured ground and a figured figure that supercede the figure-ground urbanism of the old city. Santiago’s medieval past appears not as a form of representational nostalgia but as a new yet somehow familiar presence found in a new form.
273 l’ARCA 51
Pianta del piano terra e sezioni longitudinali della Biblioteca (Courtesy Eisenman Architects). Plan of the ground floor and longitudinal sections of the Library (Courtesy Eisenman Architects).
Credits Project: Eisenman Architects Senior Partner & Principal Designer: Peter Eisenman Partner-in-Charge: Richard Rosson Project Director: Sandra Hemingway Design Team – Competition: Elena Fernandez,
52 l’ARCA 273
Sebastian Mittendorfer, Selim Vural Design Team – Schematic Design: Hernan Diaz Alonso, Matteo Cainer, Andri Gerber, Chien Ho Hsu, Bradley Khouri, Jorg Kiesow, Ceu Martinez, Paul Preissner, Jeremy Ricketts, Andy Saunders, Onur Teke, Chia Fang Wu
Design Team – Design Development: Jennifer Mujat-Kearns, Ashraf Sami Abdala, Jeremy Carvalho, Stephanie Choi, Christiane Fashek, Erkan Emre, Eric Goldemberg, Zheng Ji, Orit Kaufman, Lucia Martinez, Matias Musacchio, Mikako Oshima, Rafael Ivan
Pazos, Anna Pla, Maria Sieira, Theo Spyropoulos, Yakob Sutanto, Federica Vannucchi, Raquel Vasallo, Khalid Watson Project Assistants: Gianluca Adami, Yota Adilenidou, Alper Aytac, Joseph M. Bailey, Agustin Balangione, Rony Bitan, Francois
Blanciak, Jasmijn Bleijeweld, Wulf Walter Boettger, Anja Bruggemann, Mick Fischer Brunkow, Frederico Cappellina, Arturo Carulla, Francisco Cebaullos, Christopher Chan, Dany Chiang, Julia Suna Choi, Julia Conradi, Libby Cooper, Yvonne Dahl, Jasón
Deboer, Nina Delius, Andrea Etspueler, Sergio S. Falatiski, Sabine Feil, Guenther Filz-Di, Andrea Fischer, Juliane Fisher, Jean-Pierre Fontanot, Bobby Fogel, Brenden Frederick, Chieko Furukawa, Luis Garcia, Lihi Gerstner, Joseph Godlewski, Monika
Goebel, Shany Granek, John Gulliford, Christian Guttack, Claudia Hirsemann, Jean Paul Hitiipeuw, Damian Petrescu, Julia Hochgesand, Tina Holmboe, Nadine Homann, Jethro Hon, Amber Hong, Peter Hufer, Richard Hunt, Ricardo Gardenas Infante, Gordana
Pianta del piano terra e sezioni longitudinali dell’Emeroteca (Courtesy Eisenman Architects). Plan of the ground floor and longitudinal sections of the Newspaper Library (Courtesy Eisenman Architects).
Jakimovska, Matthias Javernik, Philippe Jouanneault, Ena Jung, Rachel Kaplan, Sophia Karin, Inka Kersting, Christopher Kitterman, Tom Kleinman, Hyunah Kook, Tanya Koch, Szymon Kuczinsky, Lukas Kueng, Lorenzina Laera, Sophie Lamort de Gail, Helen J. Lee, Jeanne
Lee, David Lessard, Yanni Loukissas, N G Yat Lun, Madelaine Mayer, Michael McDonald, Carolin Mees, Maria Menrique, Milisani Mniki, Ivan Morales, Jacobo Muelas, Jakob Ohm Laursen, Raphael Niogret, Marlin Nowbakht, Sojin Park, Justine Poy, Damian
Petrescu, Sasha Reinking, David Richardson, David Ricon, Nicholas Robertson, Nicole Schindler, Wiebke Schneider, Wei Wei Shannon, Kuo-Chien Shen, Cordula Stach, Ted Steinmann, Massimo Sodini, Stephanie Streich, Jane Tai, Kylene Tan,
Anne Theismeinn, Alyssa Tomasi, H.K Tran, Hakan Buke Uras, Magdalena Vaksanovic, Nicolas Vernoux, Markus Wings, Susan Wong, Tao Zhu, Oliver Zorn, Martina Zurmuehle Execution Architects & Engineers of Record: UTE Andres Perea
Ortega & Euroestudios Schematic Structural & Mechanical Design Consultant: Buro Happold Schematic Theater Consultant: Theater Projects Consultants Schematic Acoustic Consultant: Jaffee Holden
Acoustics Schematic Landscape Consultant: Olin Partnership Land Leveling & Service Gallery Engineers of Record: Soluziona Ingenieria S.A Service Gallery Architects & Director of Construction: Seoane Architects
Hemeroteca Structural Engineers of Record: Unitec Tecnicas Unidas Client: Fundación Cidade da Cultura de Galicia for Xunta de Galicia (under the law of de Fundacións de Interese Galego)
273 l’ARCA 53
Manuel G. Vicente Eisenman Architect
Manuel G. Vicente
Nella pagina precedente l’accesso porticato alla Biblioteca e l’Archivio, i due edifici inaugurati lo scorso 11 gennaio (il Museo e i Servizi Centrali saranno inaugurati entro il 2011 mentre il Centro della Musica e delle Arti Sceniche e il Centro dell’Arte Internazionale, dovrebbero aprire nel 2012). In questa pagina viste della piazza pubblica
centrale e, nelle pagine successive, particolari dei rivestimenti e dei pattern delle facciate. Tutti i materiali utilizzati sono locali e l'articolazione dei piani e delle facciate si basa su un’astrazione della tradizione locale. I pattern, i riflessi e le combinazioni di pietra, acciaio e vetro creano linee prospettiche e illusioni ottiche che arrischino la visita a questo luogo.
Previous page, the porticoed entrance to the Library and Archive, the two buildings that officially opened on 11th January (the Museum and Central Services will open by the end of 2011, while the Centre of Music and Stage and the Centre of International Art are planned to open in 2012). This page, views of the central public square
and, following pages, details of the facade coatings and patterns. All the materials used are local and the layout of the floors and facades is an abstract rendering of local tradition. The patterns, reflexes and combinations of stone, steel and glass create perspective lines and optical illusions making a trip to this location even more interesting.
Manuel G. Vicente
Manuel G. Vicente
Manuel G. Vicente
Manuel G. Vicente Manuel G. Vicente
60 l’ARCA 273
The Library covers a surface area of 15,700 m². Its purpose is to hold, conserve and promote Galicia’s bibliographical heritage.
Manuel G. Vicente
Manuel G. Vicente
La Biblioteca occupa una superficie di 15.700 mq. La sua funzione è quella di raccogliere, conservare e diffondere il patrimonio bibliografico della Galizia.
273 l’ARCA 61
Manuel G. Vicente
Schizzo preliminare del Chongqing Grand Theater. Preliminary sketch of Chongqing Grand Theater.
DUE TEATRI IN CINA IN CHONGQING AND QINGDAO GMP – Meinhard von Gerkan with Stephan Schütz, Nicolas Pomränke, Klaus Lenz
Le rappresentazioni teatrali, i musical o l’opera sono ai livelli più alti dell’interpretazione della realtà dell’esistenza umana, dei sogni e delle illusioni, dei desideri e dei piaceri. Andare a teatro significa lasciarsi alle spalle il mondo ordinario. Uno spettacolo può essere allo stesso tempo pretenzioso e sofisticato, talvolta sublime e bello, occasionalmente freddo, semplice o buffo – ma è sempre un’occasione molto speciale. L’involucro architettonico del Grand Theater di Chongqing mira a dare espressione strutturale a questa straordinarietà e al mondo delle illusioni. E’ una scenografica schiera scultoria di strisce a doppia parete vetrata che si accostano e stringono l’un l’altra generando prospetticamente dall’alto e di lato l’immagine metaforica di una nave – l’immagine affascinante di un teatro che fa vela in un mare di luce. Il Grand Theater è abbastanza vicino allo Yangtze River da apparire come se fluttuasse sulle sue acque. Riflessi e disegni surreali di luce creano composizioni poetiche di realtà e finzione, comparabili al mondo di illusione degli spettacoli teatrali. Questa scultura di vetro poggia su una base di pietra. Nonostante l’apparente arbitrarietà espressiva e le analogie marittime, il piano terra e i prospetti sono strettamente legati alle loro specifiche funzionali. Il Grand Theater non è un edificio con le comuni suddivisioni delle facciate in parti cieche e finestre. Ovunque la luce naturale può penetrare all’interno, l’involucro vetrato funge da pelle per il condizionamento d’aria, consentendo alle persone di guardare fuori o dentro e collegando così esterno e interno. Dove invece l’interno deve rimanere nascosto, per esempio nella zona con le torri sceniche, un secondo involucro solido garantisce la schermatura necessaria. Due sale da concerti – la Grand Hall e la Medium Hall – e i loro rispettivi foyer sono posizionate lungo l’asse longitudinale, come lungo la chiglia di una nave, formandone così la poppa e la prua. La geometria della sala concerti segue la conformazione tradizionale a ferro di cavallo con due ordini di gradinate. In termini di acustica e angoli visivi, le proporzioni della sala sono adatte a un’ampia gamma di eventi musicali e teatrali. Tutti gli spazi dietro le quinte e di servizio possono essere utilizzati da entrambe le sale, nonostante ciò, le posizioni dei due teatri sono progettate in modo da farli risultare funzionalmente indipendenti. I piani superiori sono organizzati secondo le necessità funzionali. Gli impiegati e gli artisti utilizzano due ingressi separati rispetto al piazzale principale, attraverso ascensori e scale che raggiungono le loro postazioni di lavoro e i camerini. 62 l’ARCA 273
Gli spettatori possono accedere all’edificio da tutte le direzioni con diverse modalità di trasporto, compreso il terminal dei ferry sul fiume. Sul lato sud, ci sono due strade di ingresso al parcheggio, dove si apre un’area di accesso con ascensori e scale che conducono direttamente al foyer principale al piano superiore. La grande piazza di fronte al teatro è principalmente riservata ai pedoni. Solo nella sua porzione meridionale vi è un’area per i VIP e i taxi. Il Grand Theater di Chongqing, dunque, non ha un retro; tutti i lati e le facciate sono aperti ai visitatori e consentono l’accesso al teatro. Acqua e roccia sono i principali elementi ispiratori del Grand Theater di Qingdao. Situato nel distretto Laoshan, questo teatro si trova in un parco di nuova creazione che si allunga tra il Mar Giallo e i monti Laoshan. Grazie a questa posizione straordinaria, è stato molto affascinante trasformare il genius loci in espressione architettonica. Come un paesaggio montano, l’edificio emerge dal terreno e il suo ondivago tetto leggero e fluttuante avvolge l’insieme architettonico che appare come un arcipelago di scogli circondati dal mare. Una terrazza emerge dal parco come un altopiano e forma una generosa piazza pubblica, protetta dalla copertura flottante come una nuvola, rivolta verso il mare a sud-ovest e verso i monti a nordest. Questo spazio sopraelevato a 4,5 metri e leggermente ruotato verso il mare e i monti Laoshan offre una panoramica della relazione prospettica di questa che è una delle più suggestive viste della regione. Dalla piattaforma emergono come rocce di granito (che è la pietra locale) le principali funzioni del Grand Theater: l’Opera House (1.600 posti) a nord; la Concert and Multifuncional Hall (1.200 posti) a sud; il Media Centre a ovest; l’Artist Reception and Training Center a est. Il trattamento scultorio di questi volumi evoca un paesaggio artificiale, in stretta relazione con quello circostante. Il tetto, simile alla superficie d’acqua del mare, appare come una risacca di onde che si infrangono lungo i volumi-roccia dei diversi edifici. Le rocce massicce che formano questo paesaggio artificiale e la copertura a onda, leggera ed elegante, instaurano un affascinante dialogo architettonico. La disposizione del master plan si sviluppa seguendo l’orientamento nord-sud del parco verso ovest e l’angolo leggermente ritorto della strada a est. In tal modo è stato possibile ottenere una buona relazione tra il teatro e tessuto urbano circostante.
Modello del Qingdao Grand Theater. Model of Qingdao Grand Theater.
Theater performances, musical dramas or operas are among the highest levels of artistic interpretation of the reality of human existence, and of dreams and illusions, wishes and pleasures. Going to the theater means leaving the ordinary world behind. The performance can be at once pretentious and sophisticated, sometimes sublime and beautiful, occasionally cool, matter-of-fact or funny – but it is always a very special social occasion. The architectural shell of Chongqing Grand Theater is intended to give structural expression to this extraordinariness and the world of illusion. An expressive sculptural array of parallel double-walled, spaced glass strips that jostle with and nudge up to each other generates in overview and side view a metaphorical image of a ship – an almost dramatic image of a theater building sailing in a sea of light. The Grand Theater is close enough to the Yangtze River to seem to “float” on it. Surreal light reflections and light patterns create poetic compositions of reality and fiction comparable to the world of illusion of a theater performance. A stone platform forms a base for the glass sculpture. Despite the apparent arbitrary expressiveness and the maritime analogies, the ground plan and elevation are strictly in accordance with the functional specifications. The Grand Theater is not a building with the customary façade of walls and window areas. Wherever daylight and sunlight can or is intended to penetrate the interior of the building, the glazed shell is the air-conditioning skin, allowing people to see in or look out, and connecting interior and exterior. Where the interior has to remain hidden, e.g. in the area of the tall stage towers, a second solid shell provides the necessary screen. Two concert halls – the Grand Hall and Medium Hall – and their respective foyers are placed on the longitudinal axis, rather like along the keel of a ship, thus forming the bow and stern of the ship. The geometry of the concert hall follows the proven, traditional horseshoe shape with two tiers. In terms of acoustics and sightlines, the proportions of the hall cater for a wide range of musical and spoken events. Conceptually, all backstage and service facilities can be used jointly by the Grand Hall and the Medium Hall. Even so, the spatial allocations of the two theaters are planned as discrete and functionally self-contained areas. The upper floors of the theater are organized in accordance with the functional specifications. Employees and artistes use two separate entrance areas from forecourt level via lifts and staircases to reach their workplaces and dressing rooms.
Concertgoers and theatergoers can reach the building from all directions via different transport modes. From the river, a ferry terminal on the extension to the grand boulevard provides transport. On the south side, there are the two entrance roads into the car parks for private cars. Thence, an access area with lifts and steps leads directly to the upper main foyer. The large plaza around the theater is principally reserved for pedestrians. Only in the southern section is there a pickup/set-down area for VIPs and taxis. The Grand Theater Chongqing thus has no back. All sides and façades of the building are open to visitors and allow access to the theater. Water and rocks are the main inspirational elements of the Qingdao Grand Theater. Located in the Laoshan district of Qingdao, the Grand Theatre is sited along a newly created park that stretches from the Yellow Sea to the foot of Laoshan mountains. In view of this extraordinary location it is highly attractive to implement the genius loci into architectural appearance. Like a mountain landscape, the building is emerging from the ground and a light and floating wave-like roof surrounds this architectural landscape similar to rocks within the sea. Like a mountain plateau an open terrace raises up from the park and forms a generous public square which is orientated to the sea in the south-west and to the mountains in the north-east. The terrace forms an open space of underneath the floating cloud like roof. By raising the plateau by 4.5 m and turning it slightly to the sea and to the Laochan mountains a clear visual relation to the most scenic spots of Laochan is produced. From the platform the major functions of the Grand Theatre up grow like granite rocks, which is the local stone: the Opera House (1,600 seats) in the north; the Concert and Multifunctional Hall (1,200 seats) in the south; the Media Centre in the west; the Artist Reception and Training Centre in the east. The sculptural treatment of those volumes evokes the appearance of an artificial landscape which directly relates to the scenic spots of Laoshan mountains. Similar to the water surface of the sea, the roof of the Grand Theatre appears like waves drifting along the mountain-like volumes of singular buildings. The expressive and massive rocks of the architectural landscape and the light and elegant wave-like roof form an exciting architectural dialogue. The layout of the master plan takes up the clearly north-south orientated the park in the west as well as the slightly turned angle of the east road. That way a good relationship between the theatre and the nearby road land is created. 273 l’ARCA 63
CHONGQING GRAND THEATER
Hans-Georg Esch
GMP – Meinhard von Gerkan with Klaus Lenz
Hans-Georg Esch
Hans-Georg Esch
Nelle pagine precedenti, pianta del piano terra e, pianta del primo piano del Chongqing Grand Theater. Sotto, vista notturna del prospetto laterale.
Previous pages, plan of the ground floor and, plan of the first floor of Chongqing Grand Theater. Below, night-time view of the side elevation.
Sopra, la sala da concerti principale, la Grand Hall, che segue la conformazione tradizionale a ferro di cavallo con due ordini di gradinate. In termini di acustica
e angoli visivi, le proporzioni della sala sono adatte a un’ampia gamma di eventi musicali e teatrali. Sotto, sezione longitudinale.
Above, the main concert hall, the Grand Hall, designed according to the traditional horseshoe layout with two sets of seating. In terms of acoustics and
visual angles, the hall’s proportions adapt to a wide range of musical and theatrical events. Below, longitudinal section.
Hans-Georg Esch
Vista della scala principale che dal foyer conduce alla sala concerti. L’edificio non presenta le comuni suddivisioni delle facciate in parti cieche e finestre. Ovunque la luce naturale può penetrare all’interno, l’involucro vetrato funge da pelle per il condizionamento
d’aria, consentendo alle persone di guardare fuori o dentro e collegando così esterno e interno. Dove invece l’interno deve rimanere nascosto, per esempio nella zona con le torri sceniche, un secondo involucro solido garantisce la schermatura necessaria.
View of the main staircase leading from the foyer to the concert hall. The building’s facades are not divided up in the usual way into blank sections and windows. Natural light can flow inside everywhere, the glass shell acts as a skin for air-conditioning,
allowing people to look inside or outside and linking together the interior and exterior. Where, on the other hand, the interior needs to be concealed, for example in the area accommodating the stage towers, a second solid skin provides the necessary shielding.
Hans-Georg Esch Hans-Georg Esch
Credits Chongqing Grand Theater Project: Meinhard von Gerkan with Klaus Lenz Partner: Nikolaus Goetze Project Leader: Volkmar Sievers Design Team: Heiko Thiess, Monika van Vught, Robert
70 l’ARCA 273
Friedrichs, Matthias Ismael, Tobias Jortzick, Dominik Reh, Christian Dahle, Julia Gronbach Project Team: Kerstin Steinfatt, Nils Dethlefs, Knut Maass, Zhu Huan, Jan Stolte Structural Engineers: Schlaich Bergermann und Partner Light Planning:
ag Licht Stage Technology: Kunkel Consulting Acoustics: Müller BBM Chinese Partner Practice: ECADI Client: Chongqing Urban Construction Investment
Viste delle due testate dell’edificio. L’involucro architettonico del Grand Theater di Chongqing è una scenografica e scultoria sequenza di strisce a doppia parete vetrata che si accostano e stringono l’un l’altra
generando prospetticamente dall’alto e di lato l’immagine metaforica di una nave. Nella pagina a fianco, scorcio della grande piazza pubblica che funge da base al teatro e ne costituisce l’accesso pedonale principale.
Views of the two ends of the buiding. The architectural shell of Chongqing Grand Theater is a sculpturally staged sequence of double-glazed strips that combine and tighten together to generate the metaphorical
image of a ship from above and from the side. Opposite page, partial view of the large public square acting as a base for the theatre and providing the main pedestrian entrance.
Hans-Georg Esch
QINGDAO GRAND THEATER
Christian Gahl
GMP – Meinhard von Gerkan with Stephan Schütz and Nicolas Pomränke
Christian Gahl
Vista del piazzale di ingresso al complesso del Qingdao Grand Theater, che comprende, in quattro edifici distinti ma collegati da una copertura comune,
74 l’ARCA 273
l’Opera House, la Concert and Multifunctional Hall, un Media Center e l’Artist Reception and Training Center. Sotto, pianta delle coperture.
View of the entrance plaza to Chongqing Grand Theater complex, which, in four separate buildings connected by a shared roof, holds the Opera House,
Concert and Multifunctional Hall, Media Center and Artist Reception and Training Center. Below, plan of the roofs.
Christian Gahl
Above, night-time view of the complex, which is inspired by the outlines of the Laoshan mountains in the background. Below, detail of one of the entrances.
Christian Gahl
Sopra, vista notturna del complesso che si ispira alle forme dei monti Laoshan sullo sfondo. Sotto, particolare di uno degli ingressi.
273 l’ARCA 75
Christian Gahl Christian Gahl
Viste notturne dell’ingresso dell’Opera House. Il rivestimento del complesso è stato realizzato col granito che è la pietra locale. La copertura, leggera
76 l’ARCA 273
ed elegante, è simile alla superficie d’acqua del mare, e appare come una risacca di onde che si infrangono lungo i volumi-roccia dei diversi edifici.
Night-time views of the entrance to the Opera House. The complex is clad in local granite. The light and elegant roof looks like the
water surface of the sea and appears to be the backwash of waves breaking against the rockstructures of the various buildings.
Christian Gahl
78 l’ARCA 273
Spaccato assonometrico e vista dell’Opera House, che ha una capacità di 1.600 posti. In basso, sezione.
Above, axonometric cutaway and view of the Opera House, which has a seating capacity of 1600. Bottom, section of the Opera House.
273 l’ARCA 79
Spaccato assonometrico e vista della Concert Hall, che ha una capacità di 1.200 posti. Nella pagina a fianco, scorcio di uno dei foyer.
Axonometric cutaway and view of the Concert Hall, which has a seating capacity of 1200. Opposite page, partial view of one of the foyers.
Credits Qingdao Grand Theater Project: Meinhard von Gerkan and Stephan Schütz with Nicolas Pomränke Project Team: Clemens Kampermann, Li Ling, Annette Löber, Lin Wei, Thomas
80 l’ARCA 273
Krämer, Johannes Erdmann, Kian Lian, Gerd Meyer, Helga Reimund, Chongsong Dong, Xin Meng, Jochen Sültrup, Sophie v. Mansberg Client: Qingdao Conson Industrial Corporation
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA IN PARIS
Noelle Hoeppe
Alain Sarfati Architecture
Un ambiente giocato sulla dimensione poetica e sulla leggerezza per la nuova biblioteca universitaria della facoltà d’Assas.
A light and poetic environment providing a new university library for the Assas Faculty.
“Progettare una biblioteca è un bellissimo programma, una di esse è stata anche una delle sette meraviglie del mondo, un luogo di accumulazione e di diffusione del sapere”. Con questo spirito, Alain Sarfati ha concepito la nuova biblioteca della facoltà di Diritto dell’Università Panthéon-Assas 2 a Parigi. Nel quadro del rinnovamento dell’edificio universitario, costruito nel 1960 da Charles Lemaresquier, si è evidenziata l’inadeguatezza della piccola biblioteca esistente con l’esigenza di un nuovo ambiente in grado di accogliere il crescente numero degli studenti. Il problema principale era quello di trovare uno spazio all’interno di un impianto distributivo rigoroso organizzato lungo una spina dorsale, di impronta monumentale, che distribuisce gli anfiteatri, tra cui quello principale che presentava la particolare caratteristica avere l’intero spazio sotto le gradinate completamente libero. Una sorta di “sottotetto inutilizzato” – come lo ha definito il progettista – che creando un nuovo impiantito ha invece sfruttato questo ambiente per ricavarne la nuova biblioteca. Uno luogo poetico e avvolgente, leggero e aereo “come sospeso nell’aria...”. Impresa non semplice, visto che l’ambiente era definito da una struttura metallica floccata con due lati bassi dove era possibile toccare il soffitto alzando le braccia. Sarfati ha invece giocato su
questi volumi per creare un’architettura metaforica oltre che funzionale. “La biblioteca sarà un cielo come quelli che Jørn Utzon osservava nello Yucatan. Una grande nuvola che si muove e passa nell’orizzonte ritmato tra le piramidi di Chichen Itza e il blu del cielo sempre più profondo. Gli studenti, gli utilizzatori, senza sapere perché, percepiranno questa dimensione aerea, leggera, immateriale, che oggi è offuscata dall’onnipresenza della rete che si sostituisce alla materialità del libro”. Un ambiente calmo, sereno e piacevole dove si legge un gusto per l’architettura “che resta in disparte ma resiste al minimalismo, alla brutalità geometrica, alla rinuncia a fronte dei vincoli funzionali”. Questo universo poetico si concretizza in forme regolari e irregolari, a volta caotiche, perturbate dalla presenza della storia dell’edificio con cui il progettista si è confrontato. Nel cuore dell’edificio, la biblioteca mette ora a disposizione dell’università uno spazio di 2.500 metri quadrati con una capienza di circa 450 utenti. Al suo interno si strutturano lo spazio per la libera consultazione, tre sale per i lavori di gruppo, un mezzanino con sala audiovisivi, due sale di lettura, uno spazio di ricerca documentaria, una sala di reprografia, uffici e sale riunioni e oltre 100 postazioni internet a disposizione degli studenti.
Gli interni voltati della biblioteca dell’università Panthéon-Assas 2 a Parigi. La biblioteca è stata ricavata sfruttando l’ampio spazio sottostante le gradinate dell’anfiteatro principale.
“Designing a library is a wonderful undertaking, one of them was actually one of the seven wonders of the world, a place for storing and spreading knowledge". This is the spirit in which Alain Sarfati designed the new library for the Faculty of Law at Panthéon-Assas 2 University in Paris. Part of overall plans to redevelop a university building originally constructed in 1960 by Charles Lemaresquier, it was discovered that the small old library was unsuitable as a new environment capable of accommodating a growing number of students. The main problem was to find a space inside a layout very carefully organised along a backbone of a distinctly monumental nature providing access to the various amphitheatres, including the main hall that had the distinctive trait of having totally free space beneath the seating. A sort of "unused under-roof" – as the architect described it – succeeded in making use of this space to create a new library. A poetic, enveloping, light and airy space that looks as if it is "suspended in midair...”. No easy undertaking, bearing in mind that this setting had a flocked metallic structure with two low sides where you could reach up and actually touch the roof. Sarfati chose to play on these structures to create architecture that is
The vaulted interior of the library of the University Panthéon-Assas 2 in Paris. The library has been realized utilizing the wide space underneath the stands of the main amphitheatre.
metaphorical as well as functional. "The library will be the kind of sky that Jørn Utzon saw in Yucatán. A giant cloud moving around and crossing the horizon formed by the pyramids of Chichen Itza and increasingly deeper blue skies. Without realising why, the students using the facility will feel the immaterial lightness and spaciousness of a building currently oppressed by the all-enveloping presence of the web that has taken over from the material presence of books". A calm, peaceful and relaxing environment showing a taste for architecture "that steps aside while resisting minimalism, geometric brutality and yielding to functional constraints". This poetic setting is embodied in at times chaotic regular and irregular forms, disturbed by the presence of the building’s own history that the architect had to come to terms with. Located in the heart of the building, the library currently provides the University with a facility covering 2500 square metres that can accommodate 450 users. Inside there is a reference area, three rooms for group work, a mezzanine, audiovisual room, two reading rooms, a space for searching through documents, a reprography room, offices and meeting rooms, and over 100 Internet points available to students.
84 l’ARCA 273
1. Atrio d’ingresso dell’università/ University entrance hall
2. Anfiteatro alto/ High amphitheatre
1. Atrio ingresso università/ University entrance hall 2. Atri ingresso biblioteca/Library entrance halls
3. Sale di lettura/ Reading rooms 4. Uffici amministrazione biblioteca/Library administration offices
Credits Project: Sarea Alain Sarfati Architecture Project manager: Christian Laquerrière, Caroline Gehu Assistants: Lecticia Gomes, Bérly Lasfargue Technical Studies: Iosis Bâtiments
Nella pagina a fianco, dall’alto, sezioni longitudinali prima e dopo i lavori di costruzione della biblioteca ed evidenziazione della biblioteca nella planimetria d’insieme. In questa pagina, dall’alto, pianta del piano terreno e pianta del piano della hall dell’anfiteatro prima dei lavori di trasformazione. Nelle pagine successive, sezione del dispositivo di illuminazione della hall e particolari delle postazioni internet e di lettura.
Opposite page, from the top down, longitudinal sections before and after the construction of the library, and insertion of the library in the site plan. In this page, from the top down, plan of the ground floor and plan of the hall of the amphitheatre before transformation works. Following pages, section of the lighting devices in the hall, and details of the internet and reading workstations.
Economist: Iosis Conseil Management: Iosis Management Controls: Bureau Veritas, Seges, Csd Faces General Contractors: Pradeau Morin, Sicra Contactors: Façades Ingénierie Constructions
(facades), CargocaireForclim (CVC), Solutherm ( Hydarulic), PPC ( soft floors cladding), Forclum (CFO/CFA), Barrisol (ceiling), PMG (false ceilings), Demelba (ironworks), MGD (carprentry), SFB (painting), Unifor (table), Borgeaud
(shelving), Silvera (furniture office/chaises), Pyrrhus (special furniture), Octavio Amado (lighting suspended) Client: Université Panthéon Assas
1. Ingresso/Entrance 2. Atrio-navata/ Hall-nave 3. Sala di lettura/ Reading room 4. Scaffalature/ Bookshelves 5. Spazi di lavoro/ Workstations 6. Locale fotocopie/ Xerox
1. Hall università/ University hall 2. Anfiteatro basso/ Low amphitheatre 3. Corte d’onore/ Court of honour
273 l’ARCA 85
86 l’ARCA 273
273 l’ARCA 7 Noelle Hoeppe
Noelle Hoeppe
273 l’ARCA 9
Adam Golec
MOCAK IN KRAKOW Claudio Nardi, Leonardo Maria Proli
Gli ex padiglioni industriali della Fabbrica Schindler valorizzati da una nuova struttura museale che afferma la continuità tra passato e presente.
The old industrial premises of the Shindler factory has been enhanced by a new museum facility helping create continuity between the past and present.
Un luogo appartenente alla storia e alla memoria collettiva eletto a spazio della cultura e dell’arte contemporanea. E’ quello che è avvenuto per la trasformazione di una parte della ex Fabbrica Schindler di Cracovia in museo d’arte contemporanea MOCAK, progetto firmato da Claudio Nardi con Leonardo Maria Proli. L’architettura industriale dei padiglioni produttivi Schindler, caratterizzati dal segno della copertura a shed, diviene l’elemento visivo portante del nuovo intervento rinsaldando la continuità tra passato e presente. Il nuovo museo appare come un’architettura nuova, di tecnologia contemporanea, leggera, luminosa che si fonde e si integra con la struttura degli edifici preesistenti. L’area destinata alle attività espositive si sviluppa attorno ai vecchi edifici disegnando una forma irregolare e frastagliata che assume la forza di un segno per rendere immediatamente percepibile il percorso espositivo. Il “muro sud” che porta il “logo” del museo, segna l’inizio di un nuovo tracciato urbano che attraversa l’area del museo e dei vecchi padiglioni e bilancia con la sua massa la presenza importante e solida dell’adiacente e preesistente museo storico e della memoria. Un lungo percorso inclinato conduce il visitatore a quota +30 centimetri, dove si innesta la nuova “piazza interna”. Lungo questo percorso, ritmato con sedute e un’alberatura discreta, si affacciano, da un lato, una loggia espositiva ricavata all’interno di uno degli edifici a shed, sulla quale si aprono le vetrate delle residenze e degli atelier degli artisti e la grande vetrata della biblioteca, su quello opposto, si apre la hall di ingresso del museo in tutta la sua estensione, il bookshop e il ristorante. Il museo si configura come un edificio diffuso sviluppato su due livelli, terreno e interrato, e costituito dalla somma armonica di più esigenze quali la necessità di una visibilità forte e di una integrazione estetica e funzionale con gli edifici esistenti. La facciata principale, a sud, è realizzata con una grande parete vetrata che sottolinea e mostra, al suo interno parte delle sale espositive e il muro sud agli antichi edifici. La copertura principale dei nuovi padiglioni è costituita da strutture metalliche reticolari a sostegno di un manto coibentato, leggero e resistente allo stesso tempo, in zinco-titanio nero che si integra con le coperture preesistenti. La copertura delle restanti parti è realizzata sempre in calcestruzzo e acciaio, con strutture di grande luce per consentire la migliore flessibilità degli spazi interni con la riduzione dei pilastri. Immediatamente percepibile dall’esterno, l’insieme degli spazi espositivi è introdotto dal grande muro rivestito in fibrocemento antracite che, proteso come un segnale verso lo slargo sulla Lipowa, attraversa la grande vetrata e conduce lo sguardo fino all’interno dello spazio museale. Il complesso integra oltre all’ampia hall, situata all’arrivo della rampa dove si affacciano la biglietteria del museo, il guardaroba, il cinema, il bookshop, il caffè- ristorante, le quattro residenze e i quattro atelier per artisti distribuiti lungo una profonda loggia della nuova passeggiata, il magazzino delle opere che occupa 270 metri quadrati a piano terreno e altri 500 a quello interreato e infine gli uffici amministrativi, in corrispondenza di magazzino e parte delle sale espositive.
A place belonging to history and our collective psyche chosen to be transformed into a facility for culture and contemporary art. This is what happened when part of the former Schindler Factory in Kraków was converted into the MOCAK Contemporary Art Museum based on a project designed by Claudio Nardi in partnership with Leonardo Maria Proli. The industrial architecture of the Schindler manufacturing premises, featuring a shed roof design, was transformed into the key visual feature of the new project, welding back together the past and present. The new museum looks like a new kind of modern-day tech architecture, light and brightly-lit as it blends in with and knits into the structure of the old buildings. The area devoted to exhibition events has been developed around the old buildings to create an irregular, jagged form taking on the status of a sign to make the exhibition layout instantly perceptible. The "south wall" that bears the museum "logo" marks the beginning of a new urban pathway crossing the museum area and old buildings, whose mass balances out with the imposing, solid presence of the old neighbouring historical museum. A long sloping pathway leads visitors up to the new "internal plaza". Along one side of this path, furbished with seats and unobtrusive trees and vegetation, there is an exhibition loggia constructed inside of one of the shed buildings, which can be seen through the glass windows of the artists’ workshops and residences and the large glass window at the library. Along the other side we have the entire extension of the entrance hall to the museum, bookshop and restaurant. The museum is designed to extend across two levels, the ground floor and basement, and is actually a harmonious combination of various demands, such as the need for greater visibility and aesthetic/functional integration into the old buildings. The main facade to the south is constructed around a large glass wall emphasising and revealing part of the exhibition rooms inside and the south wall of the old buildings. The main roof over the new premises is made of reticular metallic structures supporting an insulated surface that is simultaneously lightweight and hard wearing and made of black zinc-titanium to immediately fit in with the old roofs. The roof over the remaining parts is again made of concrete and steel, with wide-spanned structures to make the interior spaces more flexible and reduce the number of columns. Instantly perceptible from the outside, the combination of exhibition spaces is presented through the large walls clad in anthracite-coloured fibre-cement, which, cut through the large glass window and draws our eyes towards the inside of the museum space. As well as the spacious hall located at the end of the ramp where the museum ticket office is housed, the centre also has a cloakroom, film theatre, bookshop, coffee bar-restaurant, four residential blocks and for artists’ workshops set along the loggia of the new promenade, a storage space four the works covering 270 square meters on the ground floor and another 500 underground, and also administration offices near to the storage space and some of the exhibition rooms.
90 l’ARCA 273
Marcin Gierat
92 l’ARCA 273
Nelle pagine di apertura, la facciata principale del MOCAK, museo d’arte contemporanea di Cracovia ricavato dalla ristrutturazione di parte degli ex padiglioni produttivi della Fabbrica Schindler. In queste pagine, piante e assonometrie del museo. Una rampa inclinata, che conduce a una piazza interna dove si apre l’atrio d’ingresso del museo, è ritmata dagli affacci di una loggia espositiva della vetrata della biblioteca, In basso sezione longitudinale.
Opening pages, the main facade of MOCAK, the Museum of Contemporary Art in Kraków, resulting from the restructuring of part of the former Schindler manufacturing premises. These pages, plans and axonometries of the museum. A sloping ramp, which leads to an internal plaza where the museum entrance lobby is located, fits in with the pattern of fronts of the exhibition loggia and glass window of the library. Bottom, longitudinal section.
273 l’ARCA 93
Marcin Gierac
Claudio Nardi
La trasformazione dei vecchi padiglioni a shed, elemento portante dell’intervento, in spazi contemporanei testimonia la continuità tra memoria storica e pulsione verso il futuro.
Marcin Gierac
The conversion of the old shed-style premises, the key feature of the entire project, into modern-day spaces creates a kind of continuity between the historical past and drive towards the future.
Credits Project: Claudio Nardi con Leonardo Maria Proli Structures: Czeslaw Hodurek Electrical plants: ElektriMont Sanitary plants: TW Engineers General Contractor: WARBUD SA Facades: Rieder Smart Elements, VM Zinc, Aluprof
Plaster board: Lafarge Gips, Knauf, Rigips Saint-Gobain Contruction Glass floor: Aluminium Elevators: Kone Lighting: XAL Sanitary: Sanitec Kolo Client: Kracow Municipality
273 l’ARCA 95
Rafal Sosin Claudio Nardi
The layout of the interior spaces is based on a continuous flow of premises fitting in with changes in height and natural light flooding through wide glass surfaces.
Alessandro Moggi
L’articolazione degli spazi interni si fonda sulla continuità e fluidità degli ambienti, ritmati dai cambiamenti di quota e dalla luce naturale diffusa dalle ampie superfici vetrate.
96 l’ARCA 273
Claudio Nardi
Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Centro Culturale Turistico del Vino In Bordeaux Progetto: X-Tu, Casson Mann Limited Un edificio dalle forme ondivaghe, iscritto nel paesaggio della Garonna, sarà l’emblema di un nuovo polo d’eccellenza consacrato all’universo del vino. Il futuro centro culturale e turistico del vino di Bordeaux è un progetto legato al contesto economico, turistico e culturale, all’incrocio tra parco a tema e struttura museografica tradizionale. Un luogo di vita, multiculturale, che includerà un percorso di scoperta delle civiltà del vino, delle sale di degustazione, un auditorium, dei ristoranti, dei caffé, una boutique dedicata ai prodotti regionali, uno spazio informazioni turistiche e che potrà ospitare esposizioni temporanee, conferenze ecc. Il progetto, firmato dal gruppo franco-britannico formato dallo studio XTu (Parigi) e dagli scenografi Casson Mann Limited (Londra) sarà inaugurato alla fine della 2014 nel quartiere delle darsene, nell’area di Forges. Si tratta di un territorio a vocazione industriale ricco di storia e che attualmente è oggetto di un vasto progetto di trasformazione in ecoquartiere di Bordeaux. Totalmente inserito in questa dinamica, il progetto del Centro culturale e turistico del vino, risponde pienamente ai criteri di ecosostenibilità ambientale (HQE). Vincitore di un concorso assegnato il maggio scorso, su una selezione di cinque gruppi finalisti (Atelier Barani/Sceno, Brochet Lajus Pueyo/Agence NC, Jaques Ferrier Architecture/Atelier Giet Architecture/Ralph Appelbaum Associates, Toyo Ito & Associates/Extra Musros, X-Tu/Casson Mann L), il nuovo complesso si iscrive dolcemente lungo le rive del fiume individuato da una torre di 47 metri. Un segnale poetico e allo stesso tempo fortemente caratterizzato, che fa riferimento al movimento del vino e ai vigneti del bordolese, sviluppato su una superficie di 10.000 metri quadrati di cui circa 4.000 dedicati alle esposizioni e strutturati attorno a un percorso che inviterà il pubblico a condividere le molteplici emozioni dell’universo del vino. A building with a curved design set in the Garonne landscape is to be the symbol of a new visitor attraction devoted to the wine universe. The future Bordeaux wine culture and tourism center is simultaneously an economic, tourism and culture project that is a mixture between a theme park and a traditional museum. This multicultural center will include an itinerary for the discovery of the wine civilization, wine tasting rooms, an auditorium, restaurants, cafés, a boutique devoted to regional products, an area for tourist information that can host temporary shows, conferences, etc. The project, designed by the Franco-British group formed by the X-Tu studio (Paris) and the exhibition design agency Casson Mann Limited (London), will be inaugurated at the end of 2014 in the wet dock area of Forges. The latter is an industrial territory with a rich history, and which is currently part of a vast conversion project in the Bordeaux eco-area. Totally fitting in with this dynamics, the project for the wine culture and tourism center fully meets the standards of environmental eco-sustainability (HQE). Winner of a competition announced in May this year, out of a selection of five finalist groups ((Atelier Barani/Sceno, Brochet Lajus Pueyo/Agence NC, Jaques Ferrier Architecture/Atelier Giet Architecture/Ralph Appelbaum Associates, Toyo Ito & Associates/Extra Musros, X-Tu/Casson Mann L),the new complex lies mildly along the banks of the river, its landmark a 47m-high tower. This constitutes a poetic sign with a strong character, and is reminiscent of flowing wine and the Bordeuax vineyards. The complex is laid out over a 10,000 square meter surface area, 4,000 of which is dedicated to exhibitions and built around a route which will invite visitors to share the manifold emotions of the wine universe.
Project: X-Tu, Casson Mann Limited Financing: Ville de Bordeaux, CUB, CIVB, CCIB, Conseil général, Conseil régional, État, Europe Client: Ville de Bordeaux
98 l’ARCA 273
La Llotja Theatre and Conference Centre In Lleida Progetto: Mecanoo architecten in collaboration with Labb Architectura L’edificio che ospita il Teatro e Centro Convegni La Llotja nella città catalana di Lleida, dominata dalla montagna su cui si innalza la cattedrale Seu Vella, sorge in riva al fiume Segre come un monolite di pietra naturale, e offre ombra e riparo sotto un struttura a sbalzo larga 16 metri. All’interno, un percorso verticale attraversa il monolite, a partire da una rampa di ingresso a piano terra che si tramuta in scale monumentali per raggiungere il foyer della sala principale (1.000 posti) e dei due auditori (400 e 200 posti) al secondo livello. Il percorso verticale continua poi fino alla terrazza panoramica sul tetto sulla quale è aperto un bar posto sotto un pergolato imponente. Tre fasci di luce sono intercalati del tetto a mo’ di ampie sculture, e portano luce solare filtrata nell’edificio e nella sottostante hall multifunzionale. la facciata esterna è rivestita con pannelli, mentre gli interni sono caratterizzati da un’alternanza di materiali quali la pietra e il legno massello. Per la realizzazione del progetto La Llotja, la municipalità di Lleida, centro nevralgico per i congressi e gli eventi, ha istituito un ente pubblico chiamato Centro per gli Affari e i Congressi. Questo istituto, preposto a organizzare le funzioni del progetto e a verificarne la coerenza con gli obiettivi commerciali e comunitari prefissati, ha lanciato un concorso internazionale di architettura che ha visto la partecipazione di molti architetti. Il vincitore è stato Mecanoo, uno studio di progettazione con sede a Delft, in Olanda, che si occupa di architettura a 360 gradi. Sia l'introduzione dell’AVE, la linea ferroviaria dell'alta velocità in Spagna, sia la creazione dell’Aeroporto di Lleida-Alguaire quale nuovo canale per gli affari e il turismo hanno incrementato l’accessibilità di questo luogo e, conseguentemente, ne hanno determinato una continua crescita anche nel settore culturale. L’impegno della municipalità nella realizzazione di questo complesso le è valso una Segnalazione della Giuria al Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza in Architettura 2010-2011.
Credits Project: Mecanoo architecten i.c.w. Labb arquitectura, Barcelona Client: Centre de Negocis i de Convencions S.A., Lleida, Spain (project); Municipality of Lleida (competition) Lleida
The building hosting the La Llotja Theater and Conference Center in Lleida (Catalonia)—a town dominated by the mountain on which the Seu Vella cathedral stands—rises on the banks of the Segre river like a monolith in natural stone, offering shade and shelter under a 16-meter-wide jutting frame. A vertical route crosses through the interior of the monolith, beginning with an entrance ramp on the ground floor which turns into a monumental staircase reaching the foyer in the main room (1,000 seats) and the auditoriums (400 and 200 seats) on the second floor. The vertical route then continues up to an observation deck on the roof, where a bar opens up under an imposing pergola. Three shafts of light radiate from the roof like great sculptures, letting filtered sunshine through, into the building and the downstairs multipurpose hall. The façade is covered with panels, while the interiors feature alternating materials such as stone and solid wood. For the realization of the La Llotja project, the municipality of Lleida—which is a key center for conferences and events—founded a public corporation, a business and Conference Center. This institution, which is in charge of organizing the functions of the project and ensuring that it is consistent with the set business and community objectives, announced an international architecture competition which saw the participation of a great many architects. The winner was Mecanoo architecten, an architecture studio based in Delft, Holland: the studio is totally devoted to architecture. Both the introduction in Spain of the high-speed rail line AVE and the creation of the Lleida-Alguaire Airport as a new business and tourism channel have increased this area’s accessibility, and have consequently determined continuous growth in the cultural sector, as well. The municipality’s commitment to the realization of the complex won it a Recommendation of the Jury for the 2010-2011 International Dedalo Kinosse Prize for Commissioning a Building.
273 l’ARCA 99
Armonia archeologica At Passo del Redebus (Trento) Progetto: Edy Pozzatti, Ugo Bazzanella, Renato Fornaciari Nel corso di lavori stradali lungo la strada provinciale che collega la valle di Pinè con quella del Fersina, all’inizio degli anni Ottanta, a quota 1.450 s.l.m., venne casualmente in luce un sito preistorico connotato dalla presenza di forni per la fusione di minerali di rame. Le ricerche effettuate fino alla metà degli anni Novanta dall’ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento in collaborazione col Bergbau Museum di Bochum (Germania) hanno messo in luce l’esistenza di una batteria di nove forni databili, grazie al rinvenimento di reperti ceramici e metallici, al Bronzo Finale sud alpino (XI secolo a.C.) con evidenti tracce, nell’area circostante, di attività lavorativa. Tra le soluzioni da adottarsi circa “il dopo”, si è optato per una musealizzazione del sito, tenuta presente anche la sua collocazione in un comprensorio naturalistico di elevato interesse con possibile buona ricaduta di tipo turisticoeconomico. Nel sito principale sono stati realizzati un contenitore, elementi di protezione, un volume tecnico con rivestimento in listelli di legno, una piazzetta coperta e strutture evocative. Tutti gli elementi che compongono il sito principale sono collegati da percorsi pedonali realizzati con listelli di legno e sostenuti da una intelaiatura in metallo zincato con ringhiere di acciaio zincato. Il contenitore principale racchiude in una trasparente urna di vetro (14,70x6,30 m) alta 2,25 metri i forni fusori. L’urna è realizzata con un perimetro di lastre di vetro trasparente incolore e con effetto ragnatela, ancorate a una leggera intelaiatura di profili di acciaio zincato a
100 l’ARCA 273
caldo mediante appositi sostegni in acciaio inox. La struttura metallica di supporto alle lastre è ancorata a una fondazione in cemento armato, che costituisce anche la base della passerella perimetrale. Quest’ultima rappresenta il percorso per i visitatori; da un lato permette di vedere i pannelli espositivi contenenti testi e figure a fini didattici e informativi, dall’altra di ammirare i forni fusori (illuminati da un sistema di a fibre ottiche) nella loro realtà. Per proteggere il sito principale e gli altri elementi del complesso archeologico sono state realizzate tre coperture con pendenze e forme variabili e diversificate, costituite da una orditura metallica di sottili travi a T. Le ali terminali perimetrali sono rastremate e concludono, con un sottile spessore (circa 25 mm), tutto il sistema strutturale. Questa maglia viene sostenuta da pilastri a sezione circolare che con giunzione a cerniera (per assorbire le dilatazioni meccaniche con variazioni stagionali) formano la parte portante per ogni copertura e permettono il passaggio dei cavi che portano l’energia dai pannelli fotovoltaici agli accumulatori. Tutto il materiale metallico è stato progettato in acciaio corten al fine di eliminare ogni tipo di manutenzione e per trovare un’armonia cromatica e di significato con il sito. Lungo il lato principale d’ingresso una installazione formata da un muro di acciaio corten suggerisce la funzione antica del luogo per attività estrattiva e fusoria; e nella parte interna (che si affaccia al percorso verso il contenitore vitreo) come sostegno degli elementi necessari al percorso didattico.
At the beginning of the 1980s, a prehistoric site featuring smelting furnaces for copper mineral was accidentally discovered while roadworks were taking place at 1,450 meters above sea level on the provincial road connecting the Pinè and Fersina valleys. Fieldwork carried out until the mid 1990s by the Archeological Heritage Office of the Autonomous Province of Trent in collaboration with the Bergbau Museum of Bochum (Germany) has brought to light a set of nine furnaces belonging to the Final Bronze Age (9th century BC) in the southern Alps. This was also thanks to ceramic and metal finds and to evident traces of working activity in the surrounding area. Among the possible solutions for “the future”, what was opted for was the musealization of the site. Indeed, the latter is located in a very interesting natural environment that could boost tourism and the economy in the area. All the elements making up the main site are connected by boardwalks made of wooden panels that are supported by a zinc-coated metal framework with galvanized steel railings. The main building contains the smelting furnaces, which are enclosed in a 2.25-meter high transparent glass showcase (14.70 x 6.30 m). The showcase is in colorless, transparent glass sheets that have a spider-web effect, anchored to a light structure made of hot-dip galvanized steel profiles by means of special supports in stainless steel. The metal structure bearing the sheets is secured to
a reinforced concrete foundation which also acts as the base for the encircling boardwalk. The latter is the visitors’ route; on one hand it offers views of the exhibition panels containing didactic and informative texts and illustrations, and on the other it allows visitors to view the smelting furnaces (lit by a system of optical fibers) themselves. Three pitched roofs – made of warped metal, thin T-shaped beams – having different gradients and shapes were built to protect the main site and the other elements of the archeological complex. The terminal perimetric wings are tapered and end the structural system with a thin 25 mm layer. This mesh is supported by circular pillars, which, with hinge-like closures (so as to absorb the mechanical expansion that arises with seasonal changes), make up the bearing structure for each roof and allow for the passage of the cables, through which energy flows from the photovoltaic panels to the accumulators. All of the metal material was designed in corten steel to cut maintenance costs and create harmonic hues that fit in with the site. Along the side containing the main entrance, an installation made up of a corten steel wall evokes the area’s ancient function as a site where mining and smelting took place; in the interior (which faces the route through the glass container) the same material is used as a bearing structure for the elements that are essential to the didactic itinerary.
Credits Design Project: Edy Pozzatti, Ugo Bazzanella, Renato Fornaciari Scientific Project: Soprintendenza per i Beni Archeologici (Gianni Ciurletti) Collaborator: Davide Feltrin Structures:
Franco Decaminada Work Supervision: Edy Pozzatti Installations and Graphis Project: Edy Pozzatti, Fiorella Alberti Contractors: Battisti Guido Metall Ritten, Tomaselli Mario, Luce & Design, Serigamma
Archaeological investigations: Provincia Autonoma di Trento-Soprintendenza per i Beni Archeologici (R. Perini, F. Marzatico), Institut für Montanarchäologie Deutsches BergbauMuseum Bochum (G. Weisgerber, J. Cierny)
273 l’ARCA 101
Per la musica e la cultura del mare In Kaohsiung City, Taiwan L'obiettivo del concorso bandito dal Governo Kaohsiung City è di creare Centro Culturale del Mare e di Musica Pop che metta in risalto il carattere unico della città di Kaohsiung, soddisfacendo le esigenze della popolazione locale, delle industrie e delle tendenze future. La componente di musica pop del progetto permetterà di creare un incubatore per i professionisti della musica e le industrie connesse nel sud di Taiwan. Il primo premio è stato assegnato a un gruppo spagnolo guidato da Manuel Alvarez-Monteserin, di manu-facturas e leon11 (www.manufacturas.com, www.leon11.com); il secondo premio è andato a Akihisa Hirata con Ricky Liu & Associates Architects+Planners / Ricky Liu; e il terzo premio è stato assegnato a Jeanne Gang di Studio Gang Architetti Architects con JJ Pan e Partner / J.J. Pan. Il progetto vincitore propone un’urbanistica responsabile basata sulla eterogeneità del programma, sulla porosità urbana e sulla adattabilità a diverse situazioni ed eventi. Non è un intervento utile solo per concerti e festival, ma un tessuto che entra a far parte della vita quotidiana della città, offrendo spazi di vita quotidiana agli abitanti di Kaohsiung. Il progetto si sviluppa in tre zone lungo una baia su oltre 11 ettari, con diverse situazioni di contorno. Nella Zona 1, si articola l’area per spettacoli all’aperto (per 12.000 persone), la Large Perfomance Hall (5.000 persone) e l’ area espositiva per la musica pop, un gesto continuo concluso da due torri (113 m e 83 m di altezza). Nella Zona 2, un mercato notturno, elemento distintivo della cultura di Taiwan, garantisce l'attività nella baia ogni giorno dell'anno. L’area espositiva della Cultura Marina attraversa questa zona con una passerella a 6 metri di altezza, concepita come una "passeggiata" tra i diversi padiglioni. La Zona 3 si collega a due importanti poli di attrazione, la nuova stazione dei traghetti nella parte meridionale e il mercato notturno nella parte settentrionale. In questa zona, vengono create diverse strade: una galleria per le attività culturali, dalla quale si accede ad 8 piccole sale per spettacoli (200-400 persone), una passeggiata marittima a 8 metri di altezza, con diversi giardini d'acqua, e un percorso largo 10 metri con pista ciclabile. The goal of the competition launched by Kaohsiung City Government is to create a Marine Culture and Pop Music Center that highlights the unique character of Kaohsiung City while satisfying the needs of the local people, the industries and future trends. The pop music component of the project will create an incubator for music professionals and the related industries in Southern Taiwan. The first prize was awarded to a Spanish team led by Manuel AlvarezMonteserin, of manu-facturas and leon11 (www.manufacturas.com, www.leon11.com); second prize went to Akihisa Hirata with Ricky Liu & Associates Architects+Planners / Ricky Liu; and the third prize was assigned to Jeanne Gang Studio Gang Architects with J.J. Pan and Partners / J.J. Pan. The winning project proposes a responsible urbanism based on the heterogeneity of the program, on the urban porosity and on the adaptability to the different situations and events. It isn’t an intervention only useful for concerts and festivals, but a fabric that becomes part of the everyday life of the city offering daily spaces to the habitants of Kaohsiung. The project develops along a bay in an extension of more than 11 hectares, meeting different situations of contour, which generates three different zones. In Zone 1 is articulated the Outdoor Performance Area (for 12,000 people) the Large Performance Hall (5,000) and the Pop Music Exhibit Area as a continuous gesture that is finished off by two towers (113 m and 83 m high). In Zone 2, a Night Market, a distinctive element of the Taiwanese culture, guarantees the activity in the bay every day of the year. The Marine Culture exhibit area crosses this zone with a 6 m high walkway, and is conceived as a “promenade” between the different pavilions. Zone 3 connects to two important poles of attraction, the new station of ferries in the southern part, and the new night market in the northern part. In this area, different streets are created: a gallery for cultural activity, from which you access to 8 Small Performance Halls (200-400 people), a maritime walk at +8 m high level with different gardens of water, and a 10 m wide path with cycle lane.
102 l’ARCA 273
Nuova scena per l’arte
Vivere in ascensore An exhibition in progress
Progetto: Zaha Hadid Mobile Art è il padiglione d’arte itinerante progettato da Zaha Hadid per Chanel che dopo Hong Kong, Tokyo e New York, è stato donato dalla casa di moda all’Institut du Monde Arabe di Parigi. Ora questa seducente architettura dalle forme organiche ha trovato una nuova collocazione sul piazzale dell’Institut e, dopo l’esposizione inaugurale dedicata alle architetture più emblematiche di Zaha Hadid, in corso fino al 31 ottobre, ospiterà delle mostre di rinomati artisti del mondo arabo. La morbidezza e la sensualità del Mobile Art incarna un nuovo modo di costruzione che, come afferma la progettista, è influenzata dai nuovi processi di progettazione e di produzione informatica. Ne è risultata una forma fluida interamente organica che partendo dall’involucro esterno si sviluppa fino all’interno strutturando una spirale. L’illuminazione interna, realizzata da Zumtobel con proiettori a LED Arcos e LED minimalisti Supersystem, accentua ed esalta la dimensione dello spazio divenendo essa stessa un elemento di definizione ambientale del Mobile Art che accompagna il visitatore in un affascinante confronto con le forme, la logica, la sensualità e le emozioni del padiglione.
Mobile Art is a pavilion for traveling art designed by Zaha Hadid for Chanel. After Hong Kong, Tokyo and New York, the fashion house donated the pavilion to the Institut du Monde Arabe in Paris. Now, this alluring piece of organic architecture has found a new place in the Institut’s square, and after an inaugural exhibition devoted to Zaha Hadid’s most symbolic architectural works (under way through October 31st), it will host exhibitions devoted to renowned artists from the Arab world. The softness and sensuality of Mobile Art embodies a new building method which—as the artist states—is influenced by new planning processes and information production. The result is an entirely organic, fluid shape that begins at the exterior and develops in the interior, forming a spiral. The interior lighting system, designed by Zumtobel with LED Arcos and LED minimalist Supersystem technologies, highlights and enhances the space dimension, becoming an intrinsic element of the atmosphere of Mobile Art. Visitors are thus led through the captivating itinerary of the pavilion’s shapes, logic, sensuality and emotional impact.
“Living in Lift”, parte del più ampio progetto “Schindler per l’Arte”, è una mostra itinerante e un work in progress che è stata presentata a Torino fino allo scorso luglio e sta per arrivare questo autunno a Milano. La mostra propone le opere di venti artisti selezionati da un comitato scientifico, composto da esperti d’arte contemporanea e di comunicazione. Agli artisti – tra cui Tea Giobbio, Ito Fukushi e i giovani Massimo Spada e Francesca Ferreri presenti alla Biennale di Arte di Venezia – è stato chiesto di proporre un’interpretazione personale dell’ascensore attraverso fotografie, video-arte e arte oggettuale, con uno sguardo inedito su questi "luoghi nonluoghi", spesso percepiti come spazi anonimi e freddi e che, invece, nascondono sorprendenti potenzialità espressive. Attraverso lo sguardo degli artisti, questo spazio acquisisce una diversa forma e diventa “specchio” dell'anima di chi ci passa qualche momento della propria vita, con le proprie associazioni d’idee, i propri pensieri e sogni… In quasi tutte le opere lo spazio dell’ascensore è occupato da figure umane, concrete o evanescenti. I giochi della luce e i tagli particolari delle immagini contribuiscono all’evocazione dell’ascensore come uno spazio misterioso, via d'accesso a mondi diversi, anche se sempre strettamente legati alla vita umana.
1
1. Mauro Falettti_Lift from hell. 2. Fulvio Bortolozzo, Myself in a Schindler elevator with closed eyes and open mind.
2
Eccellenze e tecnologia a confronto An exhibition in progress Fino al 2 ottobre, presso la Triennale di Milano, si è svolta la complessa e intrigantissima mostra “C25 Option of Luxury” che, curata da Italo Rota, consente di indagare i percorsi della moda, del design e del lusso evidenziati in 250 oggetti che si relazionano ai maggiori marchi dei tre contesti indicati, ciascuno nella propria singolarità. La rassegna, che aggiorna sull’evoluzione che distingue eccellenze di prodotti, di segnali e di ambizioni capaci di trasmettere sensazioni compiute, si vale delle più avanzate tecnologie digitali per far colloquiare con i visitatori, in termini interattivi e introspettivi, quanto presente in rassegna analizzandone completezza e forza comunicativa. Per i presupposti e i contenuti di approfondimento scientifico che caratterizzano il progetto espositivo secondo un mix interattivo fra oggetti reali e le loro rappresentazioni digitali, mediante avanzate tecnologie, la mostra C25 Options of Luxury è sostenuta anche da Triennale Design Museum. Ideata da Class Editori e Class per celebrare i 25 anni di attività della casa editrice e della testata, la manifestazione crea impulsi inediti e intensi capaci di superare gli abituali riferimenti del mondo del lusso, tradizionalmente legato all’artigianalità e alle sue consuete alchimie comunicative. Il messaggio ultimo è capire dove e con quali riferimenti rassicuranti e propositivi stia procedendo la ricerca, e quali siano i segnali del futuro che ci aspetta.
273 l’ARCA 103
in the World
in the World
ARGENTINA
CHILE
Libreria Concentra ESQ.Arquitecto Montevideo 938 1019 Buenos aires Tel. 011 48142479 libreria@concentra.com.ar
Libro’s Soc. Ltda. Av. 11 de Septiembre 2250 Piso 11 OF. 1103 Providencia, Santiago Tel. 02 3342350 Fax 02 3338210
ALBANIA
CYPRUS
Adrion LTD Sami Frasheri Str. N 4 Tirana Tel. 0035.5.4240018 Fax 0035.5.4235242
Hellenic Distribution Agency Cyprus Lemesos Avenue, 204 Latsia Nicosia Tel. 2.878500 Fax 2.489131
AUSTRALIA Europress Distributors PTY LTD Unit 3, 123 McEvoy Street Alexandria, NSW 2015 Tel. 02 96984922/4576 Fax 02 96987675
AUSTRIA Bookshop Prachner Sporgasse 24 A-8010 Graz
DUBAI Jashanmal National Co.(L.L.C.) - Npp Division P.O.Box 1545 Dubai Tel. + 971 4.341.9757
ESTONIA Lehepunkt Ou Poikmae 2, Saku Vald Tanassilma Kula 76406 Tel. + 372 6336080
BELGIUM (l’Arca International) Agence et Messageries de la Presse Rue de la Petite Ile, 1 B-1070 Bruxelles Tel. 02.5251411 Alpha Libraire Universitaire Rue de Termonde, 140/142 B-1083 Bruxelles Tel. 02 4683009 Fax 02 4683712 Office International des Périodiques Kouterveld, 14 B-1831 Diegem Tel. 02.7231282 S.P.R.L. - Studio Spazi Abitati Avenue de la Constitution, 55 Grondwetlaan B-1083 Bruxelles Tel. 02 4255004 Fax 02 4253022
BRAZIL B. And White Livros E Revistas Ltda. Rua Vespasiano 560, Villa Romana 05016-000 Sao Paulo Tel. + 55 11 36736668 Periodicals Publicacoes Tecnicas Av. Elmira Martins Moreira, 455 Jardim Altos de Santanna 12306-730 Jacarei SP - Brazil
CANADA Speedimpex Canada Inc. 1040 Martin Grove Rd Unit 6 Toronto, On, Canada, M9W 4W4 + 1 416.741 7555
FINLAND Akateeminen KirjakauppaThe Academic Bookstore P.O.Box 23 AT2 FIN-00381 Helsinki Tel. 01.1214330
Wh Smith 248 rue de Rivoli - 75001 Tel. 33(0) 1 44778899 Silvera 41 avenue de Wagram 75008 Tel. 33(0) 1 56687600 Librairie du 104/Le Merle Moqueur 104 rue d’Aubervilliers 75018 Tel. 33(0) 1 40388565 Le Bon Marché/Librairie Dpt 21 5 rue de Babylone - 75007 Tel. 33(0) 1 42220563
GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de Karl Krämer Fachbuchhandlung Rotebühlstr. 42 A D-70178 Stuttgart Tel. 0711 669930 Fax 0711 628955 abo@karl-kraemer.de
FRANCE (l’Arca International) Paris Librairie du Palais de Tokyo 13 Avenue du Président Wilson - 75016 Tel. 33(0) 1 49520204 Librairie Georges Pompidou 19 rue Beaubourg - 75004 Tel. 33(0) 1 44784322 Librairie Moniteur 7 Place de l’Odeon - 75006 Tel. 33(0) 1 44411575
GREAT BRITAIN Comag Specialist Division Tavistock Works - Tavistock Rd. - West Drayton Middlesex Ub7 7qx Tel. + 44 1895 433811 John Wiley & Sons Ltd. Ealing Broadway Centre 4th Fl. International Hse W5 5DB London Tel. 020 83263800 Fax 020 83263801
Librairie Les mots à la bouche GREECE 6 rue Ste Croix de la Goulas Theodoros Bretonnerie - 75003 Publishing House Tel. 33(0) 1 42788830 65, Epmou Str. 54625 Thessaloniki Artcurial 61 avenue Montaigne - 75008 Tel./Fax 0310 264241 Tel. 33(0) 1 42991679 Hellenic Distribution Agency Ltd. 7L 51, Hephaestou Street 7 rue de Lille - 75007 19400 – Koropi Tel. 33(0) 1 42920358 Tel. + 30 2112114300 Artazart 83 Quai de Valmy - 75010 HOLLAND Tel. 33(0) 1 40402400 Swets Blackwell BV Librairie L’écume des pages (subscriptions) 174 Bd St Germain - 75006 P.O.Box 830 Tel. 33(0) 1 405485448 2160 SZ Lisse Mode Information Sas Tel. 02521.35111 52 rue Croix Des Petits Champs - 75001 Tel. 33(0) 1 40138150
Bruil & Van De Staaij Postbus 75 - 7940 AB Meppel Tel. 0522 261303 Fax 0522 257827 www.bruil.info/larca E-mail: info@bruil.info Betapress Bv Burg. Krollaan 14 P.O.Box 77 5126 Pt Gilze Tel. + 31 161457719
Libreria Morgana Colima #143-A Col. Roma Norte C.P. 06700 Mexico, D.F.
POLAND Pol-Perfect Sp Z.O.O Ul. Stagiewna 2c 03-117 Warszawa Tel. + 48 225193951
PORTUGAL HONG KONG Foreign Press Distributors Ltd 328 Kwun Tong Road, G/F Wanda Industrial Centre. Kowloon
Inp - International News Portugal Ed. Smart Alameda Dos Oceanos Rua Polo Norte, 1° Fraccao 1e Parque Da Nacoes 1990-075 Lisboa Tel. + 351 21 8982010
ISRAEL Steimatzky Group Ltd. Steimatzky House 11 Hakishon Street Bnei-Brak 51114 Tel. 03 5794579 Fax 03 5794567
PRINCIPALITY OF MONACO (l’Arca International) Presse Diffusion P.O.Box 479 MC 98012 Monaco Cedex Tel. 92057727 Fax 92052492
LIBANO Messageries Du Moyen Orient De La Presse Et Du Livre B. P. 11-6400 BEYROUTH Tel. + 9611 487999
SINGAPORE Basheer Graphic Books Blk 231 - 04 - 19, Bain Street, Bras Basah Complex 180231 Singapore
SIRIA JAPAN AD. Shoseki Boeki Co. Ltd P.O.Box NO 1114 Osaka 530-91 Maruzen Company Ltd Journal Division 3-10 Nihonbashi 2 Chome Chuo-ku 103-8245 Tokyo Tel. 3 32758591 Fax 3 32750657 journal@maruzen.co.jp Kinokuniya Co. Ltd. Book Impt Dept.-3-7-10 Shimo-Meguro, 153-8504 Meguro -Ku, Tokyo Tel. + 81 3-6910-05301
KOREA REPUBLIC MGH Co. Suite 901, Pierson Bd. 89-27 Shin Moon Ro 2Ka.Chong Ro. Seoul 110-062 Tel. 02.7328105 Fax 02.7354028
MALTA Miller Distributors Miller House Tarxien Road, Airport Way Luqa Tel. 664488 Fax 676799
MEXICO
NLDA-Nouvelle Librairie d’Architecture 1, Place de l’Ile CH-1204 Génève Tel. 022.3115750
Kayyal Trading Co. P. O. Box 1850 Damascus Tel. 00963.11.2311542 Fax 00963.11.2313729
SLOVENIA Editoriale Stampa Triestina Via dei Montecchi 6 Trieste (Italia) Tel. 040 7796666 Fax 040 7796402
SPAIN Libreria Camara SL Euskalduna, 6 48008 Bilbao Tel. 4.4321945 Comercial Atheneum SA Joventut,19 08830 Sant Boi de Llobregat Tel. 93.6544061 Fax 93.6401343
TAIWAN Chii Maw Enterprise Co.Ltd. No. 6, Lane 101, Sec. 1, Da An Rd - Taipei Super Team Int. Co., Ltd. No. 13,Alley 58, Lane 278, Yong Ji. Road - Taipei
THAILAND Asia Books Co. Ltd. No. 65/66, 65/70 Fl 7, Chamnan Phenchati Business Centre Rama 9 Rd. 10320uaykwang, Bangkok
TURKEY Arti Perspektif Yayincilik Kiziltoprak Bagdat Cumhur Sadiklar 12/1 81030 Kadikoy/Istanbul Tel. 0216 4189943 Fax 0216 4492529 arti.perspektif@bnet.net.tr Bilimsel Eserler San.Ve Tic. Ltd. Siraselviler Cad. 101/2 80060 Taksim-Istanbul Tel. 212 2434173 Fax 212 2494787 Yab-Yay Yayimcilik Sanay Ltd. Bsiktas Barbaros Bulvari Petek Apt.61, Kat:3 D:3 Besiktas/Istanbul Tel. 212.2583913-2598863 Fax 212.2598863 Umut Yayin Dagitim Merkezi Yogurtcu Cayiri Cad. No:64/1 Kadikoy - Istanbul Fax 0090.216.3484937
UNITED ARABIAN EMIRATES Dar Al Hikmah P.D. Box 2007 Dubai Tel. 04.665394 Fax 04.669627
VENEZUELA Promotora de Prensa Internacional SA Disputaciòn, 410 08013 Barcelona Tel. 93.2653452 Publicaciones de Arquitectura y Arte, S.L. C/. General Rodrigo, 1 28003 Madrid Tel. ++34 91 554 61 06, Fax ++34 91 554 88 96 34 91 554 76 58 publiarq@publiarq.com
SWITZERLAND
IN REST OF THE WORLD Arcadata Srl - via A. Raimondi 10, 20156 Milano - Tel. +39 02 36517220 - Fax +39 02 36517229 - www.arcadata.com
Edital C.A. Avda. Francisco Solano, Edificio Pasaje Concordia, Local B, Apdo De Correo 50683 - Sabana Grande Caracas
PRESENTA I
BATIMEN I PROTAGONISTI DELL’INNOVAZIONE SI DANNO APPUNTAMENTO A BATIMAT.
- Certamente !
- Visiterete il BATIMAT ?
- Mi recherò su ZOOM, la fiera nella fiera, per noi, architetti ...
- Io ci vado anche per le conferenze sull’Appuntamento degli Architetti !
- E’ dal 7- al 12 novembre 2011.
- E io mi recherò anche su ZOOM Touch, dove i materiali sono presentati “in modo diverso”.
E voi, dove sarete ? Scoprite tutto il programma del salone su www.batimat.com
Salone internazionale della costruzione - International building exhibition
Per ulteriori informazioni : Saloni Internazionali Francesi Tel. : 02/43 43 53 27 - Fax: 02/46 99 745 e-mail: adelpriore@salonifrancesi.it
www.batimat.com
Il silenzio, per farti sentire il vero benessere
Mapesilent e Mapesonic CR Soluzioni per l’isolamento acustico da calpestio.
Da Mapei Mapesilent System e Mapesonic CR, gli eccellenti sistemi di isolamento acustico per pavimentazioni in ceramica e pietre naturali, contro il rumore da calpestio, facili da progettare.
approfondiamo insieme su: www.mapei.it