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Gennaio January

La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva The international magazine of architecture, design and visual communication

FUTURI POSSIBILI POSSIBLE FUTURES GUEST EDITORS

CITTERIO +BALDI Mensile Monthly Testo italiano e inglese Italian and English text IVA assolta dall’editore - Periodico mensile - Poste Italiane Spa Sped. in A.P. D.L. 353/03 (conv. in L. 27.02.04, n° 46), art. 1, c. 1, - LO/MI

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Mapei, leader mondiale di adesivi e prodotti complementari per la posa di pavimenti e rivestimenti di ogni tipo, fornisce prodotti per i più importanti progetti in tutto il mondo. Mapei è anche specialista in altri prodotti chimici per l’edilizia come impermeabilizzanti, malte speciali e additivi per calcestruzzo, prodotti per il recupero degli edifici storici, finiture murali speciali. Per il Marina Bay Sands Resort Mapei ha dato il proprio contributo nella fornitura di prodotti per l’impermeabilizzazione dei sottofondi, per la posa di pavimenti e rivestimenti in ceramica e materiale lapideo. Per l’ArtScience Museum Mapei ha dato il proprio contributo nella fornitura di prodotti per la posa di granito negli interni.

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Ipertesto La sostenibilità per la città www.holcim.it

La torre di Porta Nuova Garibaldi, a Milano, progettata da Cesar Pelli, sta diventando, con i suoi 230 metri, l’edificio più alto d’Italia a seguito del posizionamento sulla sua cima della guglia di 78 metri, montata lo scorso 15 ottobre. Al di là della spettacolare operazione di posizionamento della guglia, grazie a un elicotterista svizzero e all’elicottero Superpuma, generalmente usato nelle piattaforme petrolifere, c’è da considerare che si parla di un peso complessivo di 500 tonnellate, e che sotto l’altezza spettacolare dell’edificio ci sono attenti calcoli strutturali e materiali attentamente progettati e testati. Sia il grattacielo, pre-certificato Leed Gold, sia il Bosco Verticale rigenerano l’ambiente e la biodiversità urbana e di uno degli edifici più sostenibili e innovativi del Paese. Stesso grande valore progettuale e urbano va attribuito al Bosco Verticale, il cui cantiere è stato aperto ai cittadini lo scorso ottobre. Sotto il verde bosco c’è un terreno di materiali studiati per rispondere alle specifiche esigenze del progetto. A contribuire a questo risultato è la Holcim Italia (www.holcim.it) che ha fornito il calcestruzzo utilizzato per l’area di Porta Nuova. Ad Holcim è stato richiesto di studiare soluzioni ad hoc sostenibili e altamente innovative per strutture così imponenti e importanti. Tra le soluzioni richieste si evidenziano: • calcestruzzo ad alta resistenza, nello specifico C60/75, in grado di mantenere omogeneità e costanza per garantire la lavorabilità e la pompabilità ad alta quota (fino a

160 m di altezza) e calcestruzzo a bassissimo calore d’idratazione per i getti massivi delle fondazioni con alti spessori, per le quali sussistono problemi legati allo sviluppo delle alte temperature con conseguente rischio di fessurazioni: la notevole altezza delle torri ha infatti richiesto la realizzazione di platee di fondazione di spessore considerevole, variabile dai 185 ai 250 cm e in alcune zone sempre della platea anche di circa 400 cm. Oltre alla sostenibilità del cemento utilizzato nei mix design, che in quanto pozzolanico, consente minor dosaggio di Klinker e di conseguenza minori emissioni di CO2 i calcestruzzi sono stati composti da un’ additivazione con filler a elevate caratteristiche di pozzolanicità per migliorare le prestazioni e per risultare maggiormente sostenibili, perché tali filler sono prodotti certificati appartenenti alla categoria Leed 100% pre-consumer; • gestione del servizio logistico e fornitura e coordinamento del servizio di pompaggio ad alta quota e di costante assistenza tecnologica in cantiere; • garanzia di supporto ai fini dell’ottenimento della certificazione LEED come prima azienda in Italia produttrice di calcestruzzo, della convalida da parte di ICMQ – in conformità alla norma internazionale UNI EN ISO 140121:2002 - delle Asserzioni Ambientali Auto-dichiarate, relative al contenuto del materiale riciclato, nello specifico, per gli impianti di Porta Nuova e Segrate.

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Dall’alluminio soluzioni per l’architettura Come definireste Osa? Osa architettura e paesaggio è uno studio di progettazione con sede in Roma e animato dal comunue intendere di 6 architetti. Opera in modo trasversale nelle discipline dell’architettura, del paesaggio e del progetto della città, Attraverso il progetto, Osa si propone di realizzare una profonda integrazione tra le varie componenti dell’habitat: edifici e città, spazi interni ed esterni, caratteri del luogo e comportamenti degli abitanti.

Qual è il fil rouge che traccia la vostra attività ? Cerchiamo sempre di comprendere le ragioni profonde di ogni progetto, le trasformazioni che implica e i processi che può innescare, il punto di partenza è sempre il suo stato di necessità non solo la sua apparenza. Questo perché crediamo che l’architettura si stia allontanando dall’opera d’arte intesa come oggetto; sebbene esista un intrinseco legame tra arte di costruire e creatività artistica il valore del progetto è dato anche dalla sua necessità, per chi e perché si costruisce, con quali mezzi, con quali risorse.

Ma è possibile individuare un linguaggio nella vostra azione? Dal punto di vista dei linguaggi viviamo un momento in cui tutti gli stili sono possibili e compresenti e l’architettura corre sempre il pericolo della ridondanza, il problema quindi è togliere, eliminare il gesto gratuito. Pensiamo che l’architettura sia prima di tutto una forma di alterazione dei luoghi e vada fatta con la massima razionalità possibile, in questo senso si coniuga anche il concetto di sostenibilità, oggi così adoperato e abusato, e che si riferisce per noi non tanto alla facciata verde o al mero dispositivo tecnologico, quanto piuttosto al rapporto tra risorse utilizzate e risultati ottenuti, cerchiamo di ottenere sempre il massimo della qualità con il minimo delle risorse.

Grazie alla collaborazione con gli ingegneri di Sapa, abbiamo compreso intimamente le proprietà sia del materiale che della lavorazione, questo ci ha consentito di ottimizzare tutti gli aspetti del progetto, peso, passaggio cavi e prestazioni meccaniche per raggiungere gli obiettivi estetici e economici prefissati.

...obiettivi dei progettisti. E per l’utilizzatore, quali vantaggi? Anzitutto è necessario vedere chi è l’utilizzatore. Utilizzatore è l’installatore che gode di una semplicità di montaggio notevole grazie alla sua leggerezza, inoltre solo con due chiavi inglesi e 3 ore può montare la struttura senza nessuna lavorazione aggiuntiva. Anche il fissaggio al terreno è facilitato grazie a un brevetto che non richiede fondazioni in calcestruzzo. Utilizzatore è il proprietario del terreno dove la stessa viene installata, egli, oltre ad usufruire degli incentivi statali, può parcheggiare la vettura con facilità grazie al singolo appoggio centrale della struttura o, per esempio, può dimenticare ogni tipo di manutenzione. Ma fondamentalmente utilizzatore è chi la osserva: con l’alluminio è possibile coniugare valori estetici a valori economici certi.

...quindi altri progetti in allumino in vista? Stiamo lavorando su alcuni elementi di arredo urbano ma... per ora non possiamo dire altro.

Quali sono le vostre ultime realizzazioni? Un esempio? Una pensilina fotovoltaica interamente in alluminio estruso, la pensilina Top di Sapa. Nel progetto della pensilina è evidente il concetto di sostenibilità. L’alluminio è di per sé un materiale riciclabile e che non necessita di ulteriori finiture, ma soprattutto offre la possibilità di progettare ed estrudere un profilo specifico per ogni esigenza.

Abbiamo completato un giardino in un liceo romano, ora stiamo realizzando residenze unifamiliari a Roma, Cassino e Miglionico, contemporaneamente portiamo avanti molti concorsi nazionali ed internazionali, l’ultimo vinto prevede un parco e dei servizi pubblici a Matera.

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Ipertesto Isolamento versatile ed efficace www.nqci.it, www.neopor.it

Un efficace isolamento termico degli edifici è una soluzione indispensabile per chi desidera contenere i costi energetici e, nel contempo, scegliere uno stile di vita più attento ai temi dell’ambiente e della sostenibilità. Per ottenere un isolamento ottimale la scelta dei materiali è un passaggio di fondamentale importanza. L’isolante, infatti, deve garantire qualità ed elevate performance termiche, massima resistenza e durata. Deve inoltre essere versatile, cioè offrire una molteplicità di soluzioni e di applicazioni, dal tetto alla cantina, dalle pareti al pavimento, per le nuove costruzioni e per il risanamento e la protezione di quelle già esistenti. Un mix di prestazioni che si ritrovano nei prodotti isolanti realizzati con Neopor® (marchio registrato BASF SE), il polistirene espandibile di ultima generazione che BASF vende ai partner del Neopor® Quality Circle Italy affinché lo trasformino in lastre e blocchi. La materia prima Neopor® garantisce una capacità isolante migliore fino al 20% rispetto al tradizionale EPS, grazie alla presenza al suo interno di minuscole particelle di grafite che assorbono e riflettono gli infrarossi, neutralizzando così l’effetto dovuto all’irraggiamento del calore. I materiali isolanti in Neopor® sono quindi in grado di bloccare effettivamente le perdite di calore, e nel contempo offrono la possibilità di isolare con un unico materiale tutte le zone critiche dell’edificio. La flessibilità dei materiali isolanti fatti con Neopor® consente di adattare lo spessore del rivestimento a qualsiasi esigenza tecnica e progettuale, rispettando sempre i valori di trasmittanza termica richiesti. Una versatilità che, abbinata a un’attenta progettazione, permette di raggiungere un’elevata protezione termica e di arrivare alla “Casa a Energia 0” per vincere la sfida dello sviluppo sostenibile e per realizzare, già da oggi, le nuove case del futuro.

Recupero qualificante www.casalgrandepadana.com

Con la riqualificazione di Casalgrande Old House, Kengo Kuma completa l’opera che, precedentemente iniziata con il Casalgrande Ceramic Cloud, rappresenta il risultato di valorizzazione dell’esistente, eseguito dal grande maestro secondo il suo originale approccio ai temi della tradizione. L’edificio preesistente, una tipica casa colonica della campagna reggiana, sopravissuto alle profonde trasformazioni industriali del territorio, dopo l’intervento di Kuma torna alle funzioni di archivio storico e di documentazione di Casalgrande Padana. La struttura, concepita anche per accogliere mostre, incontri ed eventi culturali, usufruisce di un vasto giardino e si relaziona con il vicino Casalgrande Ceramic Cloud; straordinario landmark sempre progettato da Kuma, distinguendosi come una compatta e tradizionale costruzione che, ripristinata secondo l’immagine originaria, accoglie al suo interno tutto il talento progettuale di Kuma. Ed è proprio in questo contesto che si sviluppa l’intervento radicale più caratterizzante e singolare del maestro, dove concettualità e funzione si connaturano secondo rigori operativi e materiali e la loro sostenibilità, all’insegna del concetto eco-sostenibile, della misura e della spazialità che, considerata secondo un’interiorità propositiva, trova come riferimento determinante l’inserimento del grès porcellanato nei suoi impieghi risolutivi. Infatti, prodotta da Casalgrande Padana, si distingue l’utilizzo determinante di una vasta gamma di elementi ceramici in grès porcellanato, tra i quali il Bianco Assoluto della linea Granitogres serie Unicolore che, già impiegato per la costruzione del Casalgrande Ceramic Cloud, ha trovato applicazione negli ambienti a maggiore frequenza. Appartiene invece alla linea Granitoker, serie Metalwood nel colore Bronzo, il prodotto installato nei locali di consultazione dei documenti, nello spazio relax e nella relativa scala di collegamento.

Protagonista la luce www.luciferos.it

Showroom Uso Esterno – prodotto: Lucifero’s Guide Spot e Fluorescenza, sistema modulare. Progetto di Antonio Petrini. Foto Oddi Daniele

FILE2 e GUIDE, di Lucifero’s, sono gli elementi illuminanti protagonisti dell’impatto procurato dalla luce, per esaltare e distinguere la rigorosa eleganza e la razionale spazialità e sistemicità dello spazio espositivo “Uso Esterno” di Fonte Nuova in Provincia di Roma. Progettato da Antonio Petrini con la collaborazione tecnica di Roberto Paraciani di Expo Luce, il negozio è dotato di questi specifici prodotti Lucifero’s in funzione delle rispettive caratteristiche tecniche avanzate e della notevole flessibilità compositiva. Infatti il corpo illuminante realizzato con FILE2 (su disegno di Antonio Petrini) è costituito da elementi a incasso che si intersecano con angolature apparentemente casuali, rendendolo elemento distintivo. Proposto nella versione a scomparsa totale per consentire composizioni libere nello spazio, l’elemento si evidenzia per i tagli di luce. Notevole anche il sistema modulare e flessibile GUIDE, a sua volta a scomparsa, quale modello facilmente personalizzabile, che consente di installare lampade fluorescenti e proiettori con differenti sorgenti luminose, in modo di miscelare la luce in funzione delle esigenze richieste.


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Ipertesto Concorso celebrativo www.gruppodelconca.com

In occasione del mezzo secolo di attività, Ceramica Faetano, mediante la Fondazione Cino Mularoni dedicata al fondatore, ha promosso un concorso per la realizzazione di un’opera artistica che celebri l’evento. Con il patrocinio di diverse Segreterie di Stato della Repubblicana, quale quella dell’Istruzione e della Cultura, e con la collaborazione della Commissione Nazionale Sammarinese per l’Unesco, i Musei di Stato e l’Università degli Studi, il concorso è aperto a cittadini di ogni età, sammarinesi o di altre nazionalità, purché risiedano, lavorino o siano iscritti a corsi di studio nella Repubblica di San Marino. Si tratta di un’opportunità rilevante per quanti dispongono di creatività e capacità di ideare allusioni e riferimenti che comunichino emozioni e suggestioni mediante soggetti e rappresentazioni idonee alla ceramica. Si considerano particolarmente predisposti al confronto gli studenti del corso di Design, posti nella condizione di indagare e relazionarsi con il contesto singolare della ceramica. Il

concorso prevede la realizzazione dell’opera vincitrice e un premio in denaro. L’opera classificata e i progetti selezionati dalla giuria saranno esposti e inseriti in un catalogo. E’ consentito progettare un’opera realizzabile con ogni tipo di tecnica e materiali, preferibilmente in ceramica, anche in combinazione con altre materie. La consegna dei progetti dovrà essere effettuata presso la Fondazione Cino Mularoni (www.gruppodelconca.com) entro il 28 marzo 2012. Per ulteriori informazioni: fondazionecinomularoni@delconca.com. La Fondazione Cino Mularoni, costituita nel 1992, ha come obbiettivo l’attuazione di iniziative ed eventi a carattere culturale e scientifico, favorendo gli studi e le ricerche, contribuendo alla formazione di studenti e sostenendo progetti editoriali. Numerose le attività promosse che comprendono concorsi per studi storici, eventi e mostre sulla ceramica d’arte.

Norma di riferimento www.profineitalia.it

Profine, quale Gruppo produttore di profili in Pvc per porte e finestre, ritiene doveroso e corretto ribadire come la Classe S dei profili sia un obbligo per il mercato italiano. Infatti, tuttora e da anni, molte aziende e sistemisti operano sul mercato nazionale offrendo prodotti non conformi a una norma determinante come la EN 12608, relativa ai profili in Pvc per finestre e porte. Si tratta di una Norma Europea che specifica la classificazione, i requisiti e i metodi di prove per i profili in PVC-U costituendo l’unico punto di riferimento per garantire al consumatore l’insieme delle caratteristiche di sicurezza, prestazione e longevità che il profilo conferisce al serramento installato. A conferma della propria validità (come evidenziato da IIP), questa norma è stata inserita nella bibliografia della UNI 14351 ”Norma di prodotto, caratteristiche prestazionali finestre e porte…”, base della marcatura CE. Questi i commenti di Marco Santoni Direttore Commerciale profine Italia: “…eravamo convinti che con l’avvento delle norme europee l’entrata in campo della marcatura CE mettesse in evidenza gli aspetti prestazionali (isolamento in primis) e, con la definizione degli standard comuni, si potesse contare sulla serietà, ma purtroppo è ancora la libera interpretazione, secondo abitudine nazionale, un fattore predominante…”, seguono molte altre considerazioni di logiche contrastanti, che sottendono alle normative in funzione dei minori costi di prodotti realizzati con mescole di minor qualità e non adeguati al clima.

Trasformazione urbana www.dnaitalia.it

Presso il Lingotto Fiere di Torino, si è tenuto lo scorso 3 novembre 2011 il convegno “Quale Patrimonio?” organizzato da DNA.italia in collaborazione con Federculture. Le considerazioni scaturite evidenziano come uno dei punti focali dell’attuale evoluzione urbana, sia il mutamento dell’assetto territoriale conseguente alla dismissione di aree ex industriali. Il processo, soprattutto evidente nel nord Italia, ha reso disponibili milioni di metri quadrati spesso non utilizzati, con l’avvedutezza necessaria per dare impulsi positivi alle trasformazioni delle città. Il fenomeno richiede assolutamente la cartolarizzazione del Patrimonio dello Stato, in termini di caserme, opifici, ospedali e altro. La dismissione di tali beni deve essere contemplata in una visione strategica libera, oltre le urgenze di carattere economico, in grado di valutare le priorità e la pianificazione ottimale degli spazi secondo funzioni e attività, in ottemperanza di localizzazione ed esigenze delle comunità sociali. Ed è in questa ottica che DNA.italia si candida a mettere in relazione sistematica gli ambiti, apparentemente separati, delle istituzioni, della finanza, della

ricerca, dell’imprenditoria mediante una piattaforma innovativa di confronto e di scambio, con il proposito di offrire risposte puntuali, iniziative e quanto assicuri un’attuabilità economicamente e socialmente sostenibile. Queste programmazioni, che prevedono trasformazione urbana, imprenditoria consapevole e lungimiranza amministrativa, potrebbero trovare riscontro nel paradigma “Smart City” che, proponendo il superamento della città “ad alto impatto”, consente vantaggi ambientali e sociali di un mondo produttivo non impostato sul consumo incontrollato delle risorse fossili e naturali. Tra le personalità istituzionali presenti al convegno e i relatori e commentatori anche: Roberto Cota, Presidente della Regione Piemonte; Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino; Alessandro Barberis, Presidente Camera di Commercio Industria e Artigianato di Torino; Andrea Varnier, Direttore Generale Lingotto Fiere - GL events Italia; Piero Fassino, Sindaco di Torino; Mario Cucinella, architetto e Cesar Mendoza, direttore dello IED di Torino.

Sulla cultura delle imprese www.vortice.it

Dopo il primo incontro svoltosi con la partecipazione di Matteo Cordero di Montezemolo per Poltrona Frau Group, che ha inaugurato i convegni 2011-2012 organizzati dal Dipartimento Imprese di ADI e tenutisi presso l’Università Bocconi, è arrivato il turno del secondo in calendario (altri sei incontri si svolgeranno entro maggio 2012) che, in data 24 novembre 2011, ha avuto come tema: “Sperimentazione e pianificazione per una crescita sostenibile”. Ospite di riferimento Stefano Guantieri, direttore generale di Vortice, che ha parlato presso lo spazio riservato al Corso di Laurea in Economia e Managment per Arte, Cultura e Comunicazione e al Corso di laurea magistrale in Management dell’Università Bocconi di Milano. Per questi incontri ADI Impresa Docet ha previsto una formula che, nell’arco di due ore, consenta la presentazione dell’esperienza dell’azienda di turno da parte di un proprio rappresentante di punta a una platea di studenti, di professionisti e di appassionati.

A seguire una sessione di dialogo tra imprenditori e pubblico, moderata da un docente della Bocconi e dedicata alle strategie di base per il successo dell’impresa e della sua operatività. Altro evento che vede la partecipazione di Vortice quale protagonista, è la selezione effettuata nella mostra “Disegno e Design – Brevetti e creatività italiani” che, in svolgimento presso la Rotonda di Via Besana a Milano sino al 29 gennaio 2012, intende presentare sotto una luce nuova il valore della creatività italiana applicata alla produzione industriale, e l’importanza che riveste una corretta tutela della proprietà industriale per mantenere la competitività del sistema paese nei mercati internazionali. La scelta è stata per il ventilatore Ariante di Vortice, disegnato da Marco Zanuso nel ’75 e vincitore del Compasso d’Oro nel 1979, considerato un riferimento tra i più significativi, poiché rappresenta la filosofia Vortice in termini di qualità funzionale ed estetica.



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Giuliani

Involucri edilizi contemporanei Contemporary building shells La Giuliani, fondata nel 1971, è un’azienda specializzata nella fornitura di facciate continue in alluminio, serramenti metallici per grandi forniture, schermature solari, strutture speciali in carpenteria metallica e vetro per rivestimenti e coperture di edifici. Da sempre sensibile e attenta alla ricerca, all’innovazione e alle richieste sempre più esigenti del mercato, provenienti dal mondo della progettazione contemporanea, Giuliani è stata tra i protagonisti della realizzazione del prestigioso progetto internazionale della KAUST. Inaugurata lo scorso anno in Arabia Saudita, KAUST (King Abdullah University of Science and Technology) è un campus universitario che occupa circa 36 Kmq, progettato dallo studio texano HO+K (Helmut, Obata+Kassabaum). All’interno del campus, Giuliani, in collaborazione con CTI srl, si è occupata del rivestimento dell’edificio di maggior spicco: la Biblioteca. L’intervento si è caratterizzato per la realizzazione di una facciata vetrata a doppia pelle che presenta internamente la geometria di un diamante. Tutte le tipologie di chiusure opache e trasparenti, studiate, ingegnerizzate e ottimizzate direttamente dall’ufficio tecnico Giuliani per ottenere le massime prestazioni, tenendo conto del target imposto dalla committenza di realizzare un intero campus certificato Leed Platinum da parte del Green Building Council U.S. per l’elevato coefficiente ambientale. Alla pelle interna in acciaio inox aisi 316, denominata “Diamond curtain wall” per la geometria triangolare dei tamponamenti vetrati simile a quella di un diamante, corrisponde la diversa ma complementare pelle esterna opaca, un “monolite di marmo”. E’ questo solo l’esempio più recente dell’efficienza e dell’impegno costante di Giuliani nello sviluppare e aggiornare il proprio know-how tecnico e le proprie potenzialità produttive per mettersi al servizio di architetti e professionisti di fama internazionale e insieme a loro realizzare opere in cui all’estetica si uniscano efficienza energetica, confort climatico e innovazione tecnologica. Giuliani, founded in 1971, is a company specialized in the supply of aluminium facades, metal fixtures for major projects, sunscreens and special structures made of metal and glass frames for building roofs and coatings.Always with a careful eye on research and innovation and sensitive to the increasingly demanding requirements of the market and of the world of contemporary design, Giuliani has been among the protagonists of the realization of the prestigious international project for KAUST. Inaugurated last year in Saudi Arabia, the KAUST- King Abdullah University of Science and Technology is 36-sq.Km campus designed by Texas-based studio HO+K (Helmut, Obata + Kassabaum). In this context, Giuliani, in association with CTI srl, realized the façade of the most prominent building in the campus: the Library. The intervention has been characterized by the realization of a double skin glass façade with, internally, the geometry of a diamond and of all types of clear and matt closing that qualify the building and that have been studied, engineered and optimized directly by Giuliani technical division in order to obtain the best performances, taking into account the target, imposed by the client, to realize a whole campus certified “Leed Platinum” by the Green Building Council U.S for its high environmental coefficient. The stainless steel aisi 316 internal skin, named “Diamond curtain wall” for its triangular geometry reminding of the shape of a diamond, corresponds to a different but complementary external matt skin, defining a sort of “marble monlith”. This project is just recent example of the efficiency and of the constant commitment of Giuliani in developing and updating its technical know-how and its productive potential in order to collaborate with internationally renowned architects and professionals for the realization of works where aesthetics is joined by energy efficiency, climatic confort and technological innovation. 1. Library Campus Kaust, Client: Saudi Arabian Oil Company – Saudi Aramco Main double skin façade with aluminium and glass systems. Projetct: HO + K

2. Università di Medicina e chirurgia, Perugia. Client: CMC Ravenna facciata a moduli independent modules façades and detail of the punctiform glass joining system with structural silicone. Project: Studio P&CM

3. Direzionale Perseo, Pero (MI). Client: ZH General Company Construction. Beams and posts facade, opening hidden structural shutter. Project: Goring & Straja Architects

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GIULIANI Soc. Coop. Via A. Meucci, 14 I - 47122 Forlì (FC) Tel. +39 0543 721027 Fax +39 0543 725020 www.giulianisc.it info@giulianisc.it

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53 dei 6065 progetti di edilizia sostenibile presentati sono stati selezionati per ricevere premi dal valore complessivo di 2 milioni di dollari, suddivisi nelle cinque competizioni regionali. Scopri i dettagli su www.holcimawards.org

Congratulazioni ad ARCò, Architettura e Cooperazione, studio di Milano vincitore del Silver Holcim Awards 2011 nella Regione Africa Middle East con il progetto “Rinnovamento sostenibile di una scuola primaria, vicino ad Al Azarije, in Palestina.”

Claudia Giovanna Romano rappresentante di ARCò, di Milano, alla cerimonia di premiazione degli Holcim Awards della Regione Africa Middle East, tenutasi in Marocco.

La quarta edizione della competizione Holcim Awards for Sustainable Construction si aprirà a metà del 2013 ed è sostenuta da Holcim (Italia), che ringrazia il team di ARCò per aver portato l’Italia sul podio con un progetto di edilizia sostenibile di grande valore economico e sociale. Holcim e le aziende appartenenti al gruppo, in più di 70 paesi, sostengono l’edilizia sostenibile attraverso l’utilizzo di materiali eco efficienti, soluzioni innovative e servizi a valore aggiunto. www.holcim.it

“La giuria ha apprezzato l’approccio di rinnovare una vecchia struttura ormai inadeguata e di trasformarla in un edificio funzionale per l’istruzione, grazie a misure precise e mirate, a basso contenuto tecnologico.” Hashim Sarkis, Lebanon; Head of Holcim Awards jury 2011 Africa Middle East.



Ipertesto

Tecnologia ed estetica

RESTAURO E SOSTENIBILITÀ

ANIMA GREEN

www.brianzaplastica.it

www.electrosolar.it

INTEGRAZIONE, EFFICIENZA E RISPARMIO www.schueco.it

Tra le varie applicazioni dell’impianto fotovoltaico Elettrotegola®, prodotto da Brianza Plastica, ha trovato particolare riscontro quello installato nella copertura di una vecchia masseria in Puglia, sita in località Contrada Torre di Bocca (BT), conosciuta come azienda agricola “Terre di Traiano”. L’obbiettivo supponeva alta efficienza energetica e minimo impatto visivo, considerando che la zona è di notevole valore ambientale, storico e culturale. La struttura, datata 1900, è costituita da due corpi di fabbrica restaurati da Nicola Spagnoletti che l’ha trasformata in un bed&breakfast con 40 posti letto, dotandola di un sistema di auto-produzione energetica mediante pannelli fotovoltaici che, montati sulle coperture disponibili, sono in grado di fornire circa 30 Kilowatt di energia. Infatti le coperture in castano degli antichi depositi del grano, che reggono il pannello termoformante prefinto Isotec XL, grazie alla sezione ventilante maggiorata rispetto al sottotegola tradizionale, assicurano la migliore efficienza del modulo fotovoltaico Elettrotegola. L’impianto ha consentito l’ammissione alla tariffa incentivante prevista dal DM 6 agosto 2010.

Electro Solar, leader di riferimento per il settore fotovoltaico fortemente impegnato a sviluppare tecnologie avanzate, ha messo a punto, con Thor UDV, l’esclusiva e singolare versione customizzata con moduli fotovoltaici di un veicolo esclusivo e avveniristico. Prodotto da Fornasari, casa automobilistica italiana artigianale e di lusso, in collaborazione con AstroBionix, società austriaca specializzata nell’utilizzo di tecnologia spaziale per usi “a terra”, il particolare mezzo di trasporto si vale di una tecnologia fotovoltaica che alimenta i satelliti, la Stazione Spaziale e i veicoli di esplorazione planetaria. Infatti è stato installato sul veicolo un kit fotovoltaico da 0.5 kWp, con moduli fotovoltaici custom alta efficienza di Electro Solar, realizzati mediante un particolare tedlar, con trattamento molecolare, e con una batteria supplementare per un accumulo di carica pari a 400 Ah e un Inverter Sinusoidale da 1000 W – 220 Vac. Il kit fotovoltaico permette l’alimentazione di accessori in 12/24Vdc 220 Vac, per sistemi di navigazione, telefonia satellitare, strumentazione medica di bordo, trasporto kit vaccini e illuminazione esterna supplementare.

DIALOGO PRIVILEGIATO

Con l’introduzione di una nuova tipologia d’installazione all’interno del Quarto Conto Energia, Schüco ProSol TF, tecnologia a film sottile che integra funzionalità ed estetica, attesta la propria efficienza anche in funzione della crescita di valore degli edifici interessati. Infatti gli impianti fotovoltaici integrati nell’involucro edilizio, si distinguono per una credibilità in ascesa rispetto alle tradizionali soluzioni fotovoltaiche additive. Ed è alla tipologia di installazione “impianto fotovoltaico integrato con caratteristiche innovative” che, con decreto ministeriale, vengono assegnati incentivi molto più vantaggiosi rispetto a quelli destinati ai tradizionali impianti additivi. I moduli Prosol TF rendono la tecnologia fotovoltaica particolarmente adatta alla progettualità architettonica assecondandone le tendenze più sofisticate. I moduli Prosol TF possono essere installati anche su grandi superfici (è consentita una dimensione sino a 2,2x2 metri) con un indice di trasparenza variabile in base al livello luminoso richiesto all’interno dell’edificio.

SOTTILE E FLESSIBILE www.uni-solar.com

www.baxi.it

FOTOVOLTAICO POTENZIATO www.soprema.it

L’Italia, collocandosi al primo posto nel mercato del fotovoltaico mondiale, ha spinto il Gruppo Soprema, leader mondiale nella produzione di membrane bituminose e sintetiche per la copertura e impermeabilizzazione dei tetti, di aprire recentemente la sede italiana di Solardis, per dare risposta alle richieste provenienti dal mercato del Sud Europa. Da tempo attiva nel contesto internazionale delle coperture fotovoltaiche con sede in Francia (mercati del Centro e Nord Europa) e negli Stati Uniti (mercati USA e Canada), Solardis dispone di una gamma di prodotti certificati per molteplici applicazioni quali: Soprasolar Power Cell per soluzioni BIPV su coperture bituminose sino a Flagsolar Power Cell, sempre per soluzioni BIPV, su coperture sintetiche, per arrivare infine a Soprasolar Fix, capace di adattare la maggio parte delle tecnologie utilizzate per la realizzazione dei pannelli fotovoltaici (celle in Silicio Amorfo, pannelli fotovoltaici Thin Film, CIGS o Cristallini) nonché a tutte le possibili variazioni progettuali in tema di coperture di tetti civili e industriali.

Progetto e soluzione, Dialogia è il dialogo inteso da Baxi come fattore essenziale per approfondire e dare risposte in termini di utilizzo di energie rinnovabili per affrontare la prevedibile crescita dei fabbisogni energetici. Ciò ha comportato la scelta di soluzioni impiantistiche integrate quale relazione e dialogo tra le energie, le tecnologie e le soluzioni possibili. Dialogia di Baxi è quindi un riferimento di comunicazione che, mediante il pay-off “energy, efficiency, ecology, and you” chiarisce efficacemente gli obbiettivi proposti. Quale marchio, Dialogia esprime chiarezza visiva in riferimento al riscaldamento ideale della casa e luoghi del lavoro, mediante l’icona posta sull’A di Dialogia; lettera intesa come “efficienza energetica”. Il progetto, in termini di evoluzione integrata, assicura confort elevato ed efficienza energetica, puntando sull’utilizzo sinergico di molteplici tecnologie e fonti energetiche a garanzia di confort ed efficienza in ogni condizione climatica. L’impegno di Baxi ha determinato infatti i più evoluti sistemi ibridi integrati quali Luna Platinum CSI (Complete System Integration), con gestione elettronica sofisticata e monitoraggio dei fattori climatici, per l’apporto di energia rinnovabile e il suo rendimento, scegliendone di volta in volta la fonte energetica da utilizzare.

Nel North Charleston, in Sud Carolina (USA), per la realizzazione di un impianto fotovoltaico di 2,6 MW sulle coperture del nuovo complesso per l’assemblaggio dei jet 787 di Boeing, la scelta di Baker Renewable Energy ha privilegiato la tecnologia a film sottile flessibile Unisolar. L’impianto, già qualificatosi come il sesto negli Stati Uniti per potenza installata su tetto, oltre a soddisfare parte del fabbisogno energetico della struttura, esclude l’immissione in atmosfera di 3.660 tonnellate di anidride carbonica all’anno. Le stime danno una produzione di oltre 3.950 MWh nel corso dell’anno, l’equivalente dell’energia solare necessaria per alimentare 870 abitazioni. Questo nuovo complesso di assemblaggio a energia solare è operativo dallo scorso luglio.


Ipertesto NUOVE PROPOSTE APPLICATIVE

Tecnologia ed estetica ATTENZIONE BIOCLIMATICA

ERMETICO E IPER-ISOLATO

www.pellini.net

www.velux.icom

www.seccosistemi.it

Formalmente elegante e leggero, l’infisso OS2 di Secco Sistemi, progettato per interventi di restauro architettonico, è attualmente disponibile in nuove soluzioni estetiche, tipologiche e tecnologiche, sempre con la costante di quattro materiali classici quali l’acciaio, l’acciaio inox, il corten e l’ottone. Infatti Secco Sistemi, numero uno nel mercato italiano dei sistemi per facciate e serramenti realizzati con metalli nobili per l’architettura, lo propone in nuove soluzioni applicative, riservando assoluta meticolosità ai dettagli e riservando un focus accuratissimo alla lettura del prospetto d’insieme dei serramenti. E’ quindi disponibile una nuova gamma di profili e accessori ideata per consentire massima personalizzazione del progetto, mediante modifiche estetiche del serramento e con la creazione di singolari giochi prospettici. OS2 è stato recentemente insignito della prestigiosa Menzione d’Onore del XXII Premio Compasso d’Oro.

A PROVA DI FUTURO www.hormann.it

L’intervento riqualificante dell’area urbana della stazione di Snow Hill, nel centro di Birmingham, a cura di Sidell Gibson Architects, ha previsto la riorganizzazione dell’intera area mediante un vasto sviluppo ambientale e di progettazione urbana. Tra gli edifici compresi nelle pianificazioni lo “Snow Hill Building1” che, destinato a uffici e zona commerciale, si distingue particolarmente sia per importanza progettuale sia per collocazione ambientale, nonché per l’attenzione all’aspetto bioclimatico, in funzione del confort interno. Infatti sulla facciata esposta a Sud-Ovest è stato installato il sistema integrato ScreenLine® di Pellini con veneziana motorizzata inserita in retrocamera. Notevole la dimensione dei pannelli (1500Lx3900H per 350 Kg di peso), con possibilità di allineamento delle lamelle consentita dalla nuova tecnologia del motore esterno di Pellini.

Velux propone un nuovo kit prodotti dalle straordinarie prestazioni energetiche composto dalla finestra per tetti GGL 306265 e dal raccordo isolante EDJ. E’ grazie al coefficiente di trasmittanza termica (Uw) di 0,61 (W/m²K) e alla classe 4 di permeabilità all’aria, che questa finestra, completata dal raccordo EDJ, oltrepassa ampiamente gli standard energetici della normativa italiana Digs 311, distinguendosi fra i prodotti raccomandati per case ad alta efficienza energetica e per case passive. La finestra 306265 con raccordo EDJ è disponibile con finitura in legno e apertura a bilico e, predisposta per tetti con pendenze comprese tra i 20° e i 90°, è pronta nella versione manuale in sette misure standard.

A GARANZIA DEL BENESSERE www.bassolucernari.com

INNOVAZIONE PROGETTUALE www.stobag.it

Con BiSecur, Hörmann ha avviato un nuovo protocollo radio di massima sicurezza che consente, entro il raggio d’azione del segnale, la richiesta di stato che renderà inutile ogni controllo personale sulla chiusura del portone. Accompagna l’offerta un telecomando dal singolare design. Disponibile dalla primavera 2012, il nuovo sistema radio BiSecur Hörmann regola la trasmissione del segnale tra telecomando e motorizzazione per cancelli di ingresso o per portoni da garage. Tale sistema radio è stato sviluppato dalla Hörmann in collaborazione con gli esperti di crittologia dell’università della Ruhr a Bochum, coloro che sono riusciti a decriptare i sistemi radio basati su tecnologia KeeLoq. E’ del tutto scontato quindi che, né ora né in futuro, sia possibile superare il portone sfruttando il sistema radio.

Di nuova generazione progettuale, il Terrado Vetrato di Stobag si distingue come la base di un moderno pergolato con copertura in vetro, costituita da una struttura in alluminio che, solida e resistente alle intemperie, è dotata di vetro integrato. Gli elementi in vetro verticali (vetro di sicurezza temperato) dispongono di più varianti. La soluzione senza telaio offre una piena vista panoramica verso l’esterno e le scanalature si integrano nel suolo evitando possibili ostacoli. Per impedire un rialzo eccessivo della temperatura interna nei mesi caldi, sono previsti vari sistemi di ombreggiamento, quale l’impiego di una tenda a soffitto azionata con interruttore. Sono inoltre disponibili comandi e telecomandi programmabili per determinare automaticamente la giusta temperatura o la chiusura in caso di temporale.

Si distinguono, come i principi prioritari della filosofia di Basso Luce e Aria, i termini: Ergonomia, Economia, Ecologia, Sicurezza delle persone e Innovazione, sintetizzati nel marchio (acronimo) E.E.E.S.I., secondo la volontà di realizzare prodotti e sistemi mirati al benessere di chi lavora in ambienti chiusi. Basso per agire sul miglioramento ergonomico della luce in tali ambienti, ne valuta infatti gli effetti con un programma software che analizza le caratteristiche ergonomiche della luce stessa, in base a parametri dati dalle diverse esposizioni e orientamenti degli edifici, per sfruttarne al meglio le proprietà illuminotecniche nonché l’aerazione naturale. E a ciò provvede con la corretta progettazione e gestione dei lucernari da installare sulla copertura, anticipando le prossime direttive europee che prevedono: l’incremento del 20% della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, la riduzione del 20% dei consumi energetici e il 20% delle emissioni di gas serra.


Ipertesto NUOVE FUNZIONALITÀ www.eclisse.it

Tecnologia ed estetica L’EVOLUZIONE DELLA QUALITÀ

VERSATILITÀ ASSICURATA www.aluk.it

www.scrigno.net

Con Syntesis® Luce, di Eclisse, è disponibile una linea di sistemi scorrevoli senza finiture esterne capace di nuove e singolari funzionalità. Infatti sono assicurate molteplici prestazioni che combinano estetica e praticità, consentendo integrazione perfetta con la parete escludendo la vista della porta. E’ inoltre predisposto l’inserimento di cablaggi elettrici direttamente sulla parete che alloggia il controtelaio. Proposto nelle versioni per una o due ante scorrevoli, che spariscono all’interno della parete, il controtelaio Syntesis® Luce assicura la realizzazione di configurazioni progettuali personalizzate e di alto valore estetico.

Essential by Scrigno procede nel confermare la dinamicità della propria linea di controtelai, porte scorrevoli e a battente, mediante una comunicazione mirata al mercato, ai propri rivenditori, ai progettisti e ai privati che si riassume nel messaggio chiaro, forte e distintivo: “La porta è Essential, lo stile è libero”. Infatti le costanti iniziative e gli investimenti su stampa e tv dedicati ai controtelai, si completano “essenzialmente” con indicazioni sulla linea di controtelai, porte scorrevoli e a battente Essential by Scrigno quale sistema Porta-Parete, dove: puro muro, scomparsa, filo parete, varietà di soluzioni e formati di pannelli/ante si integrano con ogni scelta architettonica, ogni stile di arredamento, completando e interpretando in massima libertà le potenzialità di qualsiasi interno, ambiente e abitazione.

SISTEMI IN PVC www.schueco.de

Impostato nel concetto della versatilità, il nuovo sistema per facciate AluK AW86 è costituito da una serie di varianti che permettono di realizzare facciate continue Unitized o split wall, favorendo sia la grande che la piccola e media cantieristica. Infatti la nuova soluzione AluK, predisposta per la massima flessibilità costruttiva, assicura un’estetica rigorosa e lineare soprattutto tra parti apribili e fisse. Si tratta per l’appunto della nuova serie per facciate AW86 di AluK Group che, studiata per consentire la realizzazione di involucri secondo le due tipologie costruttive Unitized e split wall, risponde pienamente alle esigenze sia della grande cantieristica, sia a quelle di cantieri di medio-piccole dimensioni.

SINERGIE DI SCAMBIO www.finstral.com

SUPER RISPARMIO www.rehau.it

Riferimento significativo quale sintesi perfetta del know-how sperimentale e della incessante ricerca REHAU per lo sviluppo di serramenti in PVC di qualità, GENEO® rappresenta il profilo rivoluzionario per finestra che, con soli 86mm di spessore, assicura valori di isolamento termico e acustico rispondenti ai requisiti per case passive. La struttura unica e i materiali esclusivi consentono a GENEO® un risparmio energetico fino al 76%, se paragonato alle tradizionali finestre in legno, abbassando i costi per il riscaldamento e in funzione di un clima abitativo interno più confortevole. Attualmente è disponibile anche in versione per sistemi scorrevoli, e consente varie possibilità di applicazione nel residenziale, industriale e per ristrutturazioni.

Peculiarità caratterizzante di Schüco è lo sviluppo e la realizzazione di sistemi per involucri edilizi avveniristici quale propria competenza tecnologica che include facciate, coperture in vetro, finestre, porte e tecnologia solare ed edilizia, dove viene utilizzata tutta la gamma dei materiali in PVC. La vasta serie di sistemi in PVC consente infatti di realizzare soluzioni plurime che conferiscono all’immobile, indipendentemente dalla tipologia, dimensioni e destinazioni d’uso, un carattere inconfondibile in termini estetici e funzionali. Schüco produce sistemi in PVC da oltre 30 anni, e l’acquisto delle materie prime, lo sviluppo e la produzione del catalogo vengono seguiti dalla Divisione Materiali Plastici di Schüco in Germania, mentre della distribuzione e della logistica verso aziende manifatturiere italiane di elementi in PVC si occupa direttamente Schüco PWS Italia S.r.l.

Dotata di Area Strategica Progettisti, Finstral si offre alla collaborazione con i professionisti della progettazione in funzione di scambi sinergici di idee e conoscenze, in un’ottica di ottimizzazione per qualità di prodotti e servizi offerti. Si distinguono particolarmente, per la preferenza dimostrata dai progettisti in termini di eccellenza delle prestazioni tecnico-funzionali, versatilità nell’impiego e ricercatezza nel design, le tre soluzioni della gamma prodotti Finstral che comprendono: il sistema Lignatec, il sistema Top 90 e il sistema falso telaio isolato, impiegati anche per la realizzazione dell’Hotel Alpina Dolomites a Compaccio, Alpe di Siusi (Bz), su scelta del progettista Gerhard Tauber.


Ipertesto PERFORMANCE ELEVATISSIME

Tecnologia ed estetica CRESCITA ESPONENZIALE

COLLEZIONE QUADRIENNALE

www.hoco.it

www.abet-lminati.it

Il Gruppo Haas, per la prima volta presente con un proprio Stand istituzionale a Made Expo 2011, ha espresso massima considerazione alla manifestazione, dimostratasi il nuovo punto di incontro con gli operatori dei settori nazionali ed esteri. Marco Manoli, Responsabile Commerciale Haas Italia, per l’occasione aveva sottolineato come Haas vanti numeri elevatissimi e in continua crescita, dimostrando conoscenza del mondo della costruzione, in particolare del materiale legno e della prefabbricazione. Numerosi imprenditori del contesto agricolo, commerciale e residenziale, in visita allo Stand Haas, hanno approfondito la loro conoscenza in termini di vantaggi e costi della casa in legno, e anche le aziende del gruppo produttrici dei serramenti per esterno Hoco e Bayerwald, già presenti in Italia con una propria rete commerciale, ne hanno tratto soddisfazione.

Il nuovo catalogo di Abet Laminati, rinnovato e completato con innumerevoli novità di prodotto, tonalità di colore e finiture alternative, avrà validità quadriennale, evidenziando una serie di proposte mirate al progredire della progettazione architettonica e del design contemporaneo. Nove le esclusive e originali Collezioni di alto valore comunicativo presentate, con particolare attenzione alle texture e ai colori che comprendono le fredde e opache tonalità del grigio, sino alle calde nuance dei marroni, alla lucida compattezza dei bianchi e alla sontuosa bellezza dei verdi. Spiccano inoltre i graffianti colori “metallici”, contrapposti alla dolcezza dei beige, alle suggestioni dei neri profondi, sino allo scintillio dei colori argento e oro e alla pienezza intensa del rosso ruggine. Si susseguono numerose finiture alternative, dove tattilità ed emozione creano possibilità strepitose.

www.fantoni.it

4akustik, di Fantoni Group, è il nuovo prodotto che, alla struttura collaudata del pannello a elevato fonoassorbimento per il miglioramento della qualità acustica degli ambienti, integra la nuova formula che assicura prestazioni ineguagliabili per sicurezza e salubrità. 4akusik è conforme allo standard “F 4 stelle”, secondo la norma JIS certificata dal ministero giapponese, e viene considerata la più rigorosa esistente in termini di bassissimo contenuto di formaldeide a salvaguardia dell’ambiente. Presente in classe B-s2, d0 (classificazione CE) ai fini della reazione al fuoco, 4akustik, come gli altri prodotti della gamma Acoustic Panelling, dispone di un’estetica pregevole anche in funzione dei numerosi decorativi disponibili, che completano il confort acustico con un impatto visivo di qualità.

ULTRA-PERFORMANTE www.isopan.it

RESIDENZIALE-SPERIMENTALE www.holzbau.com

INNOVARE L’IRRAGGIAMENTO www.fraccaro.it

Isocappotto, di Isopan, è l’esclusivo sistema a cappotto termico corazzato che integra, alle proprietà isolanti del pannello sandwich in schiuma poliuretanica, quelle estetiche di un intonaco tradizionale. Infatti Isocappotto è il risultato nato dalla collaborazione tra Isopan con Index, distinguendosi come un prodotto “unico” poiché coniuga la velocità di posa e la capacità isolante, tipica dei pannelli sandwich in metallo e poliuretano espanso all’interno, con le elevate proprietà prestazionali e formali delle tipiche pareti intonacate con cappotto. Isocappotto è particolarmente indicato nell’edilizia residenziale, soprattutto nei casi in cui le norme territoriali vigenti ammettono l’esclusivo impiego di determinati tipi di rivestimento per le chiusure verticali degli edifici.

Progettato da Luciano Lazzari, Alessandro Fassi Epoca srl, l’edificio “Panorama Giustinelli”, in costruzione a Trieste, rappresenta un edificio residenziale sperimentale sia in termini di struttura, sei piani interamente in legno lamellare Holzbau, sia per efficienza energetica, per ecocompatibilità e qualità che consentono il raggiungimento della certificazione CasaClima A+. Il progetto ha previsto la ristrutturazione con demolizione e la nuova realizzazione di due edifici, e all’intero complesso esistente viene mantenuta la facciata come riferimento dell’edificio preesistente. Il mantenimento della facciata ha portato alla suddivisione del complesso architettonico secondo i due previsti fabbricati, dei quali il primo è vincolato al rispetto delle geometrie della facciata ristrutturata, e il secondo a livelli sfalsati relativamente al primo, al fine di ottimizzare gli spazi architettonici.

Fraccaro, azienda europea di riferimento nel settore dell’irraggiamento, ha reso disponibili i soffitti radianti Plaforad quale soluzione ideale per il riscaldamento e il raffrescamento di molte tipologie ambientali, secondo standard architettonici ed ecologici innovativi. Infatti i controsoffitti radianti Plaforad vengono progettati con rese certificate secondo la norma EN 14240 in raffrescamento e secondo EN 14037 in riscaldamento. Si tratta di un prodotto che garantisce alta efficienza e un notevole risparmio energetico sia in riscaldamento sia in raffrescamento, qualificandosi anche per il design essenziale ed elegante, che conferisce carattere e singolarità agli ambienti. Quale prodotto tecnologico ed ecologico che funziona ad acqua può essere abbinato ad altre tecnologie ecocompatibili come pannelli solari e pompe di calore.


Ipertesto

Tecnologia ed estetica

PRESTAZIONI ECCELLENTI

PARTNER UNICO

COMPLANARE AL MURO

www.blocchiisotex.com

www.mapei.com

www.bertolotto.com

C.&P. Costruzioni ha messo a punto, e introdotto nel mercato di settore, il blocco cassero in legnocemento con spessore 38 cm e inserto isolante con sughero di spessore 12 cm per pareti portanti esterne. I blocchi dotati di incastri orizzontali e verticali, vengono posati a secco senza malta. A intervalli di un metro e mezzo (sei corsi di blocchi), vengono inserite armature verticali e orizzontali con riempimento in cls. Basta quindi una sola, semplice e veloce operazione per realizzare una parete portante idonea in zona sismica, con alte prestazioni di isolamento termico e acustico, notevole inerzia termica, buona traspirabilità e resistenza al fuoco REI 180. Il cemento-legno mineralizzato è un prodotto naturale, certificato conforme per la bioedilizia, ottenuto dal legno di abete vergine riciclato con processo produttivo a ridotte emissioni in atmosfera.

Con l’obbiettivo di indicare le soluzioni più complete mirate al progetto, all’architettura e all’edilizia, Mapei, in occasione di Made Expo 2011, ha messo a punto uno stand in grado di evidenziare sistemi e prodotti innovativi in risposta a qualsiasi tipo di esigenza finalizzata al progettista, all’applicatore o all’utente finale, in termini di soluzioni che, partendo dalle fondamenta, raggiungono il tetto. Infatti, quale Partner Unico in edilizia con 15 linee di produzione che interagiscono tra loro e più di 1400 prodotti, Mapei è attualmente il maggior produttore mondiale di adesivi e prodotti complementari per la posa di pavimenti e rivestimenti di ogni tipo, con sistemi tecnologicamente avanzati, distribuiti mediante rivendite specializzate. La strategia di mercato di Mapei trova le sue conferme secondo: Innovazione; Eco-sostenibilità; Creatività; Completezza di gamma; Globalità; Assistenza tecnica a clienti, progettisti, imprese e applicatori; Nuovi strumenti per la progettazione.

PRECISIONE E RAPIDITÀ www.sistem.it

Essenziale e di elegante impatto, Walldoor di Bertolotto è la portamuro rivestita di ceramica che, mediante uno speciale telaio inglobato nella parete, rimane a filo e complanare al muro. L’apertura è prevista a spinta o a tirare, e si integra perfettamente alla muratura e al cartongesso. Il battente può essere comunque fornito con la base di fondo bianca, da completare con la finitura della parete. La porta assicura una completezza ambientale di alta qualità poiché quasi scompare, consentendo una raffinata continuità formale alle pareti degli spazi abitativi. In alternativa il sistema Walldoor completa ogni porta delle collezioni Bertolotto. Quale novità aziendale, nata dalla collaborazione tra Bertolotto Porte e Laminam, si distingue la parete continua con rivestimento in ceramica, dove porta e muro di integrano in una texture di singolare e importante impatto formale.

SOLUZIONI MULTIPLE

OUTDOOR DI QUALITÀ

www.rheinzink.it

www.corradi.eu

L’esclusiva lega Rheizink in zinco-rame-titanio, sviluppata per applicazioni in coperture, facciate e lattonerie, si distingue quale materiale certificato come prodotto naturale anche nella versione prepatinata poiché, grazie all’unicità del proprio processo di decapaggio, diverso dalla verniciatura o dall’applicazione di sostanze cromatiche superficiali, conserva integre le originarie proprietà del metallo consentendo al materiale lo sviluppo della naturale patina protettiva. In termini di coperture, Rheizink risponde perfettamente alle esigenze progettuali di architetture sofisticate per estetica e funzionalità, anche nel caso di strutture molto complesse. Ciò si deve all’adattabilità formale consentita dai vari sistemi di posa, e dall’eccellente capacità del Rheizink di interfacciarsi con i diversi materiali edilizi. I rivestimenti di facciata Rheizink consentono di ricoprire con “pelle metallica” le più diversificate opere, mediante una scelta di tessiture secondo tipologia di posa sia a “lastre”, utilizzando le tecniche aggraffate, sia mediante “profili pressopiegati”.

Nel ristorante aziendale Ferrari di Maranello, compreso nel programma “Formula Uomo” Ferrari e ideato da Marco Visconti, si è distinto l’intervento di Sistem Costruzioni, da oltre 30 anni attiva in collaborazioni con il Cavallino Rampante. L’azienda, che fa parte della riorganizzazione dedicata alle strutture esistenti e di nuova costruzione, si è impegnata seguendo l’elaborazione di un Master Plan complessivo su un’area di espansione di 150.000 metri quadrati. Tra i prestigiosi contributi progettuali per la riorganizzazione delle strutture esistenti e di nuova costruzione, firmati dai più noti architetti, si è distinto infatti il progetto singolarmente articolato del nuovo Ristorante Aziendale Ferrari, che si evidenzia anche per la copertura eseguita secondo un intervento che ha richiesto, con precisione e rapidità, una struttura di appoggio costituita da 12 travi di legno lamellare d’abete di varie lunghezze, sino ai 35 metri. Le travi utilizzate sono state coperte con un particolare manto in lamiera che ha consentito di mantenere un interasse ampio tra le stesse, dando origine a una singolare ragnatela geometricamente perfetta e leggera.

Pergotenda® Move, di Corradi, consente l’occasione di creare, in spazi esterni, una zona riservata e particolarmente piacevole che può assumere funzione di living o di altre esclusive ambientazioni per attività relax. Si tratta di un sistema brevettato di copertura scorrevole ad impacchettamento, che si sviluppa con l’impiego di materiali innovativi, tecnologie d’avanguardia e ottimo design. Installabile anche con inclinazioni diverse grazie a snodi innovati inseriti nei pilastri, Pergotenda® Move viene ancorata a una parete di supporto e realizzata in alluminio o in legno in più essenze e colori. Tra le peculiarità: la possibilità di chiusura frontale mediante brise soleil; la colorazione singolare e raffinata del titanio; casse acustiche, diffusori di essenze e illuminazione LED con sistema RGB dimmerabile per ottenere variazioni cromatiche a intensità regolabile, il tutto è integrato nella struttura.


Ipertesto SUPERARE I LIMITI www.payanini.com

Tecnologia ed estetica ECOSOSTENIBILI E PRESTIGIOSI

ISPIRAZIONE FOSSILE www.florim.it

www.marazzi.it

Azienda giovane e dinamica, Payanini-the store brand, leader di riferimento nel settore lapideo, si distingue per qualità di ricerca e commercializzazione di marmi, graniti, limestone, onici, semipreziosi e pietre naturali in genere che, accuratamente selezionati e ricercati ovunque, sono disponibili in tutti i tagli e finiture. Le collezioni, costituite da oltre 400 materiali, si prestano alle più diversificate esigenze in termini di progettazione architettonica e di design, supportate da una capacità esecutiva che ne valorizza le unicità e i valori formali e funzionali. Attenta e accuratissima nei dettagli, Payanini dispone di un team aziendale di posatori ineguagliabili nella posa dei materiali, considerando questo aspetto fondamentale per l’eccellenza progettuale. Tra i materiali più preziosi e d’impatto si distinguono onici, materiali minimali come la Pietra Cardoso nonché il Duetto e il Capolavoro, e il suggestivo Nero Portoro.

SINGOLARE NATURALEZZA www.granitifiandre.com

Leader di riferimento nel design e produzione di lastre in ceramica e gres per pavimenti e rivestimenti, Marazzi presenta al mercato di settore il prestigioso “Progetto Triennale” che, a firma del grande maestro Gio Ponti e di Alberto Rosselli (con data 1960), viene proposto mediante una piastrella formalmente “quattro volte curva”. Si tratta di una singolare mattonella in ceramica sviluppata in molteplici dimensioni, colori e superfici che, quale Progetto Triennale, diventa parte del Colour Plan Marazzi Tecnica, consentendo infinite soluzioni per pavimentazioni e rivestimenti. Il Colour Plan è un sistema di colori, superfici e forme che dialogano tra loro in diverse materie quali il gres porcellanato, il gres cristallizzato, il gres tecnico a doppio caricamento e monocottura in pasta bianca.

ORA CON NUOVA TEXTURE

La collezione di piastrelle Geotech, a marchio Floor Gres, nasce con un richiamo a Madera: isola africana dell’Oceano Atlantico, che, di origine vulcanica si caratterizza per una pietra locale singolarissima e unica che evoca i caratteri del legno fossile. Si tratta infatti della nota Pietra di Madera che, per l’appunto, ha determinato il percorso progettuale e formativo di Geotech. Per l’appunto questa collezione di piastrelle in gres fine porcellanato è il risultato di una fusione fra le grafiche tipiche di questa pietra naturale, e la ricerca cromatica ed evoluta che ne ha accompagnato la realizzazione. Sei i colori e tre le superfici disponibili capaci di dare soluzioni eccellenti a ogni attuale esigenza progettuale. Da segnalare l’innovativa e particolare versione canneté; un’incisione che, costituita da righe parallele corrono lungo l’intera superficie della lastra, reinterpreta le fresature impresse sulle doghe in legno per esterni.

LEGNI HIGH-TECH

www.ceramichelea.com www.ariostea.it

Con una selezione di marmi di esclusiva raffinatezza e valendosi di tecnologie avanzate, Graniti Fiandre ha messo a punto la singolare collezione Extreme che, costituita da lastre nel formato 150x75 cm, assicura estrema resistenza ed esclusiva compattezza, grazie al materiale a tutta massa con venature che attraversano l’intero corpo della materia. Ne consegue l’esaltazione di una naturalità autentica e di forte impatto, supportata da cromie speciali che comprendono tonalità più scure come il Bronze Extreme fino alle sfumature eteree del Taxos Estreme e del Marfil Select dalle nuance che spaziano dal bianco al giallo ocra al rosa tenue. E si distingue particolarmente la classicità del Calacatta Gold e del Giallo di Siena, la delicatezza del Portogallo e la suggestione materica dell’Onice, in una sequenza di riferimenti storici e di ineffabili e prestigiose singolarità.

Di Lea Ceramiche, Slimtech RE-evolution è l’evoluzione del gres laminato che, con soli 3mm di spessore e in grandi formati (300x100 cm), viene attualmente proposto in una nuova texture di particolare impatto, che richiama l’effetto resina. Nata da tecnologie di avanguardia, RE-evolution è l’unica lastra in ceramica ottenuta mediante miscelazione degli impasti con vetri colorati che, cotti in forni alla temperatura di 1200 °C, determinano una superficie perfettamente planare. Nel corso del processo di cottura ad altissime temperatura prima e successivamente con fase di raffreddamento, l’impasto ceramico subisce deformazioni, ma l’esperienza e il Know how dell’azienda sono stati in grado di intervenire calibrando la scelta dei materiali e la perfetta combinazione di smalti, vetri colorati, e argille determinando una dilatazione termica che ne ricostituisce la superficie lineare priva di curvature, resistente e durevole. Ogni lastra riproduce perfettamente i singolari disegni di spazzolatura che distinguono e caratterizzano i pavimenti in resina.

Espressione della più elevata tecnologia, i Legni High-Tech di Ariostea vivono una propria singolarità formale ripetendo i valori estetici più naturali del legno con straordinaria efficacia, e ne ricostituiscono le sensazioni tattili generando le venature proprie del parquet. La tipologia produttiva del Legni High-Tech assicura ai listoni una resistenza a carichi di rottura eccezionale, impedendo flessioni, assicurando linearità e totale immobilità. Il prodotto garantisce quindi l’impatto visivo del parquet e la compattezza della pietra. Infatti non trattine i segni del tempo e sono assolutamente resistenti alle abrasioni profonde, alle aggressioni chimiche e a quelle del più intenso calpestio. Sono disponibili 16 diverse cromie ed essenze in numerosi formati.


Ipertesto

a cura di Alda Mercante

Con l’arte originale ri-ispirazioni ad arte www.triennale.org Negli spazi della Triennale di Milano, è in corso sino al 29 gennaio “Arte Povera 19672011”, mostra a cura di Germano Celant. La rassegna si sviluppa secondo un progetto dello stesso Celant, che prevede parallele manifestazioni sull’arte povera (sino all’aprile 2012) in otto diverse istituzioni italiane. Nato e sostenuto nel 1967 da un gruppo di artisti quali Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Gilberto Zorio, senza ignorare la partecipazione di Gino Marotta. Fabio Mauri, Piero Gilardi e alcuni altri, il movimento viene decretato esaurito dallo stesso Celant negli anni Settanta. In mostra per la prima volta con una rassegna antologica, i tredici protagonisti storici dell’Arte Povera si evidenziano con oltre sessanta installazioni distribuite in circa tremila metri quadri che evidenziano, nelle due parti allestite e dedicate all’evento, una sezione dedicata alle opere originali del tempo, che trasmettono concetti metabolizzati secondo insofferenze e utopie, e provocazioni intellettuali quali inafferrabili riferimenti e contraddizioni interiori, dense di tensioni e inquietudini

Mario Merz, Le case girano intorno a noi o noi giriamo intorno alle case?, strutture metalliche, vetro, pietre, neon, 300x900 cm, 1994 (Collezione Merz).

Alighiero Boetti, Mimetico, tessuto mimetico, 175,3x294,6x2 cm, 1967 (Collezione Prada, Milano).

sociali. E’ un mondo che comunica, provoca e allude alla molteplicità delle pulsioni presenti nel sistema collettivo e inesauribile della rappresentazione, divenuta pulsione radicale e concettuale. L’altra sezione, quella che mette in mostra opere postume al periodo degli impulsi originali, eseguite dal 1975 al 2011, evidenzia uno spirito che ripropone momenti irripetibili e lontani nella loro singolarità, ripetendo contraddizioni e disagi, sottomissioni e insofferenze, e una matericità estrema carica di elementi primordiali come pietra e carbone, piombo e gesso, in commistione con plastiche, surrogati industriali o luci al neon o da installazioni dalle dinamiche che fondono l’ancestrale con il relazionale. Certamente un fenomeno artistico di grande riscontro quale movimento italiano internazionale del Novecento, l’Arte Povera resta un riferimento di particolare rilevanza artistica. Lascia perplessi la creatività fuori epoca dedicata a opere postume al 1975 e proposta con la coerenza di un percorso che può consentire rielaborazione. Ma anche questo discorso rientra nelle considerazioni dell’inalienabile singolarità di ripensamenti all’apparenza ineccepibili.

Pino Pascali, 32 mq di mare circa, 30 vasche di alluminio zincato e acqua colorata all'anilina, 113x113 cm ognuna, 1967 (Galleria nazionale d’arte moderna, Roma).

Jannis Kounellis, Senza Titolo, Sacchi di iuta cuciti a formare un sipario, 1967 (Collezione privata).

Nel segno di Michelangelo e Raffaello www.fondazioneromamuseo.it Prosegue l’impegno che la Fondazione Roma dedica allo sviluppo culturale della città e del suo territorio, manifestato dalla molteplicità di attività promosse e, attualmente, con la retrospettiva “Il Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello”, in corso fino al 12 febbraio presso la Fondazione Roma Museo – Palazzo Sciarra. Voluta dal Presidente della Fondazione Roma, Emanuele F.M. Emanuele, la manifestazione è stata promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con Arthemisia Group in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico e il Polo Museale della città di Roma, con sede nel Museo Fondazione Roma, Palazzo Sciarra. Curata da Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, la mostra illustra l’arte del Cinquecento nella Città eterna, dall’alto Rinascimento rimarcato dai Papi: Giulio II, Leone X e Paolo III Farnese, evidenziando la presenza a Roma di Michelangelo e Raffaello, fino all’arte dei decenni successivi segnata dalla cultura umanistica che porta a un’astrazione della forma più elegante e decorativa, sino a giungere all’epoca della morte di Michelangelo (1564) profondamente contraddistinta da una nuova e più coinvolgente religiosità.

Raffaello Sanzio, Ritratto di Tommaso Inghirami detto “Fedra”, olio su tavola, 91x62 cm, 1513 circa (Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti).

Guglielmo della Porta, Spinario, bronzo, patina artificiale di colore bruno, h. 71,5 cm, l. 30 cm, 1560-1563 circa (San Pietroburgo, Museo Nazionale dell’Hermitage).

L’occasione ha visto la Fondazione Roma prestarsi al restauro di alcune importanti opere, tra le quali la Pietà di Buffalo (Stati Uniti) di riferimento michelangiolesco (con attribuzione a Michelangelo stesso). Sono 180 le opere raccolte, che comprendono sculture, dipinti, disegni, incisioni e medaglie provenienti da importanti istituzioni museali italiane e straniere come i maggiori Musei romani, i Musei Vaticani, la Galleria degli Uffizi, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Capodimonte a Napoli, il Kunshistoriches Museum a Vienna, l’Hermitage di San Pietroburgo, l’Albertina Museum di Vienna e la Royal Library di Londra. Sono in mostra capolavori di Raffaello quali l’Autoritratto e il Ritratto di Fedra Inghirami, e il noto Apollo-Davide di Michelangelo, con opere di numerosi artisti del tempo come Sebastiano del Piombo e Francesco Salviati. Nota singolarmente innovativa è la strepitosa ricostruzione virtuale in 3D della Loggia di Amore e Psiche della Farnesina, la Villa voluta da Agostino Chigi a Porta Settimiana, affrescata dalla scuola di Raffaello, nonché la volta della Capella Sistina e del “Giudizio” di Michelangelo riprodotte mediante tecnologia ENEA.

Sebastiano Luciani detto Sebastiano del Piombo, Ritratto di Clemente VII, olio su tela, 145x100 cm, 1526 (Napoli, Museo di Capodimonte).

Marcello Venusti, Copia dal Giudizio Universale di Michelangelo, tempera grassa su tavola, 190x145 cm, 1549 (Napoli, Museo di Capodimonte).


Ipertesto Retrospettiva per Music www.spaziartelegnano.com

Zoran Music, Lattaie e asinelli, olio su cartone, 50x65 cm, 1947.

Curata da Flavio Arensi, direttore artistico di SALe – Spazi Arte Legnano, l’iniziativa, dal titolo “Se questo è un uomo”, presenta ottanta opere – più di 50 dipinti, oltre a disegni, acquerelli, tecniche miste e incisioni – in grado di ripercorrere, attraverso i suoi cicli più importanti, la carriera di Zoran Music (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005), uno degli artisti che meglio hanno saputo unire tematiche e visioni dei grandi maestri europei che hanno indagato l'umanità. La mostra è allestita nelle sale di Palazzo Leone da Perego a Legnano (Milano) fino al 19 febbraio. La retrospettiva legnanese, suddivisa in sette sezioni, ruota attorno al fulcro costituito dal ciclo Noi non siamo gli ultimi, iniziato negli anni Settanta, dedicato al dramma della deportazione e dell'internamento nel campo di Dachau della Germania nazista, unanimemente considerato dalla critica internazionale il più interessante e intenso nucleo pittorico del maestro. Sono esposti anche alcuni disegni del 1945 realizzati proprio a Dachau. Questi disegni e molti dei dipinti del ciclo sono totalmente inediti per l'Italia, essendo stati per lungo tempo in collezioni private americane e da poco rientrati in Europa.

I firmamenti di James Brown www.gamtorino.it

James Brown, Firmament VI, olio e matita su lino, 300x550 cm, 2007-2010 (Courtesy James Brown Studio Photo: Bertrand Huet).

La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino inaugura, con la personale dell’artista americano James Brown, un nuovo progetto espositivo e di ricerca scientifica sulle proprie collezioni permanenti, aprendo un dialogo con artisti affermati e attivi sulla scena contemporanea internazionale. Con il titolo “Dialoghi” la GAM intende accogliere con cadenza annuale un artista, invitato a realizzare una mostra nella quale le sue opere possano relazionarsi con una scelta di capolavori del patrimonio del Museo. James Brown (Los Angeles, 1951) presenta alla GAM fino al 12 febbraio, per la prima volta in Italia, la serie Firmament realizzata tra il 2007 e il 2010, costituita da nove dipinti di grande formato e numerosi studi preparatori. La serie è il risultato di una profonda ricerca che affonda le radici in molteplici riferimenti culturali: dalla teorizzazione storico-artistica di Vassilij Kandiskij in Lo spirituale nell’arte, alla Suite The Planets del compositore inglese Gustave Holst fino al poema letterario The Cosmos Trilogy dello scrittore americano Frederick Seidel.

Nervi e le Marche www.sistemamuseo.it

Pierluigi Nervi, Capannone Nervi, Porto Recanati (foto: Fabrizio Stipari).

La Galleria Carifano di Fano (PU) presenta fino al 29 gennaio la mostra “Pier Luigi Nervi. L’architettura molecolare”. La sapienza di coniugare arte e scienza, tecnica ed eleganza, senza mai perdere di vista funzione e costi, è la cifra che ha contribuito a fare di Pier Luigi Nervi uno dei più grandi architetti del Novecento. La mostra, che si sviluppa intorno a circa 150 riproduzioni, in alta definizione, di materiale documentario, fotografico, progettuale e grafico relativo alla figura dell’architetto e alle sue opere più significative, mette in luce la complessa attività di Nervi che si manifesta in molteplici aspetti che vanno dall’ideazione alla realizzazione delle sue opere di ingegneria e di architettura. Da architetto-artista privilegiava materiali come il calcestruzzo e il ferro-cemento che riusciva a plasmare con grande abilità grazie alla sua profonda conoscenza delle tecniche costruttive. Il materiale d’archivio è arricchito da un itinerario fotografico dell’opera di Nervi nelle Marche, realizzato da Fabrizio Stipari, parte di un più ampio progetto di ricerca coordinato da Fausto Pugnaloni e Antonello Alici del dipartimento DICEA, Università Politecnica delle Marche e finalizzato al censimento e alla valorizzazione dell’architettura del Novecento nelle Marche.

Venti anni www.tethysgallery.com

Berlino, Pergamon Museum.

L’agenzia Atlantide Phototravel, specializzata in reportage di viaggio, compie vent’anni. Era il 1991 quando i tre fotografi fiorentini Stefano Amantini, Massimo Borchi e Guido Cozzi l’hanno fondata. E da allora ha collaborato con le maggiori testate del settore, italiane e internazionali: da Stern al New York Times, dal National Geographic a GEO Saison, a Bell’Italia. Dal 1 dicembre fino al 5 febbraio la Tethys Gallery di Firenze, nuova creazione del trio di fotografi, festeggia la ricorrenza con la mostra “Atlantide 20 anni” che ripercorre l’avventura professionale di Amantini, Borchi e Cozzi, attraverso l’installazione di una cascata di circa 600 doppie pagine e copertine di riviste di viaggio, italiane e straniere, per raccontare il loro percorso intorno al mondo attraverso le testate che li hanno pubblicati. A fianco delle pagine patinate, per vedere il percorso personale di ognuno, ci sono i loro scatti più significativi, otto per ciascuno, scelti proprio da loro. Inoltre, per venire incontro alle nuove esigenze del mercato, Atlantide Photo Travel, insieme a Zumedia per la grafica e a Nephila per la progettazione informatica, ha fondato la società virtuale “FLAPP – Florence App Factory” (www.flapp.eu), che ha appena fatto partire il progetto LOVING per la vendita, su iTunes e Apple Store, di dodici raccolte fotografiche su altrettante città europee.


Ipertesto Gioielli contemporanei http://padovacultura.padovanet.it A Padova, presso l’Oratorio di San Rocco fino al 22 gennaio, si tiene la settima edizione di “Pensieri Preziosi”, una rassegna affermatasi a livello internazionale e punto di riferimento della gioielleria d’arte europea. Dopo aver indagato diverse scuole europee e singoli artisti, l’esposizione di quest’anno costituisce un omaggio di Padova al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che suggerisce il tema ispitatore alla mostra dal titolo “Gioielli d’Italia, linguaggi e tendenze nel gioiello contemporaneo italiano”. La mostra, in collaborazione con AGC (Associazione Gioiello Contemporaneo), presenta 15 artisti italiani che permettono di scoprire e conoscere le nuove tendenze del gioiello contemporaneo nel nostro Paese. Gli artisti presenti sono: Fernando Betto (1961), Adrean Bloomard (1966), Patrizia Bonati (1964), Lucia Davanzo (1954), Elisabetta Duprè (1967), Anna Fornari (1965), Maria Rosa Franzin (1951), Simonetta Giacometti (1956), Lisa Grassivaro (1978), Eugenia Ingegno (1981), Rita Marcangelo (1965), Maurizio Stagni (1958), Fabrizio Tridenti (1962), Barbara Uderzo (1965), Stefano Zanini (1964), provenienti da Roma, Cremona, Perugia, Vasto, Trieste, Udine, Vicenza e Padova.

Maurizio Stagni, Pezzi di luna, 2011.

Uno sguardo cosmopolita www.kunsthauswien.com

Henri Cartier-Bresson, Women spreading out their saris in the sun, Ahmedabad (Gujarat, India) 1966 (© Henri Cartier-Bresson/ Magnum Photos).

La mostra “Your compass must be in your eye. Henri Cartier-Bresson” è aperta alla Kunst Haus di Vienna fino al 26 febbraio. Fotografo, artista e regista, Henri Cartier-Bresson (1908-2004) ha viaggiato molto ed è stato osservatore cosmopolita degli eventi mondiali. Usando la sua fotocamera come un taccuino, era costantemente in movimento, cercando “il momento decisivo”. Con fotografie scattate da Cartier-Bresson per un periodo di cinque decenni in tre Paesi molto diversi – gli USA, l’India e l’Unione Sovietica – la mostra, frutto di una collaborazione tra la Magnum Photos e la Fondation Henri Cartier-Bresson, ci conduce in un viaggio nel cosmo fotografico di Cartier-Bresson.

Una relazione millenaria www.comune.lucca.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9522

Atlante Catalano.

Nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Culturale Cinese in Italia, la grande storia degli itinerari descritti da Marco Polo viene raccontata dalla mostra “La Via della Seta. Lucca-Hangzhou un lungo viaggio nella storia”, aperta fino al 31 gennaio al MUSTMuseo della Città di Lucca in Palazzo Guinigi. Il legame commerciale ma soprattutto culturale tra Oriente e Occidente, nel momento del suo massimo splendore, si esprime in più di centotrenta capolavori dell’arte serica cinese, centroasiatica e lucchese, con rarissimi pezzi che coprono più di mille anni di storia – dalla dinastia Tang alla dinastia Ming – e un accurato apparato documentale e bibliografico. Non solo vestiti e tessuti (sciamiti, broccati, garze, ricami) ma anche preziosi volumi e atlanti provenienti dalla Biblioteca Statale di Lucca, che rappresentano l’evoluzione della cartografia occidentale della Cina e dell’Estremo Oriente prima (Tolomeo) e dopo Marco Polo (Ortelio, Mercatore, Blaeu, Jansson, Martini, d’Anville), manoscritti, tra i quali quello di Georg Christoph Martini Viaggio in Toscana del 1745, contenente le descrizioni e i disegni dei principali macchinari utilizzati dai filatori, tintori e tessitori lucchesi per realizzare preziose stoffe di seta, orgoglio e vanto della città e per questo coperte dal più rigoroso segreto industriale.

La moda e l’antico www.robertocapuccielantico.com

“Roberto Capucci e l’antico. Omaggio alla Vittoria Alata”, aperta presso il Museo di Santa Giulia a Brescia fino al 18 marzo, è la prima mostra dedicata al rapporto tra alta moda e antico. Un incontro tra arte, archeologia e moda; le “sculture in tessuto” di Roberto Capucci vivranno all’interno del Museo di Santa Giulia raccontando il processo creativo ispirato al mondo antico di uno dei maestri della moda e del made in Italy. L’esposizione include 31 straordinari abiti-scultura e 10 bozzetti inediti. La mostra, curata da Massimiliano Capella e Francesca Morandini, sarà articolata in cinque sezioni: L’Antico. Gli Ordini Architettonici. Le Stagioni. Fuoco, Terra, Aria e Acqua e Omaggio alla Vittoria Alata. Di quest’ultima sezione è protagonista l’inedito abitoscultura che Roberto Capucci ha voluto dedicare alla Vittoria Alata, bronzo del I secolo d. C., simbolo del Museo e della città di Brescia. L’antico si profila come leitmotiv della produzione di Capucci e come scelta cruciale del suo processo creativo, è lo stesso Capucci ad affermare: “i miei vestiti prendono a prestito dalla natura foglie, corolle, farfalle, insieme ai pepli delle statue antiche […]”.



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276 Gennaio/January 2012 l’Arca è pubblicata da is published by Arcadata Srl via A. Raimondi, 10 20156 Milano tel. +39 02 36517220 fax +39 02 36517229 l’Arca è in Internet http://www.arcadata.com Direttore responsabile/Editor Cesare M. Casati dir.arca@arcadata.net Vicedirettori/Deputy Editors Maurizio Vitta Maurizio Vogliazzo Redazione di Milano Editorial Staff in Milan via A. Raimondi, 10 20156 Milano tel. +39 02 36517220 fax +39 02 36517229 Redazione di Monaco Editorial Staff in Monaco 31, av, Princesse Grace 98000 MC Monaco tel. +377 92165154 fax +377 97971975 Elena Cardani, Elena Tomei red.arca@arcadata.net arcainternational@groupep.mc Consulente/Consultant Carmelo Strano Comitato scientifico Scientific Committee Piero Castiglioni, Angelo Cortesi, Gillo Dorfles, Giorgetto Giugiaro, Gianpiero Jacobelli, Riccardo Mariani, Paolo Riani Joseph Rykwert, Piero Sartogo, Tommaso Trini Comunicazione/Communication Alda Mercante Casati alda.mercante@arcadata.net Arcadata.com Gaetano Cessati Computer graphics Laura De Gennaro Ufficio abbonamenti Subscriptions Laura Ronchi abbo.arca@arcadata.net

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Cesare M. Casati

Guest Editor

Citterio + Baldi

Mai usato 60 secondi per realizzare che è possibile? 409 fatti, 24 film, Steven Johnson e Kickstarter strillano cosa accade quando qualcuno risponde: “Sì!”.

Have you ever taken 60 seconds to realise it is possible? 49 facts, 24 films, Steven Johnson and Kickstarter scream out what happens when somebody replies: Yes!".

2

Quanto vuoi contare? Non avere paura delle idee stupide. Non aspettare occasioni migliori. Hai già un bel biglietto da visita?

How much do you want to be somebody who counts? Do not be afraid of stupid ideas. Do not wait for better opportunities. Do you already have a good business card?

16

Solo io penso al futuro? 1 contro 7 miliardi.

Am I the only one who thinks about the future? 1 against 7 billion.

18

24 con 7 miliardi!

24 with 7 billion!

20

Prendi un caffè con... e cambierai il mondo.

Have a coffee with…. and you will change the world.

22

Ti servono soldi? Ecco 300.000 folli pronti a finanziarti. Sono tutti americani.

Do you need money? Here are 300,000 crazy people ready to finance you. They are all American.

24

Fine dei 60 secondi. Tu sei il futuro che c’è.

End of the 60 seconds. You are the future that is already here.

26

Direttore commerciale Francia e Monaco/Advertising Manager France and Principality of Monaco Andrea Bini 31, av, Princesse Grace 98000 Monaco tel. +377 92165154 fax +377 97971975 cell. +33(0) 678637131 pub.arca@groupep.mc

Spaceport America Upham, New Mexico

34 Foster – Partners

Mooncapital Future Codex

42 Architecture and Vision

Technosphere Jebel Ali, Dubai, UAE

48 James Law Cybertecture International Arphenotype / Dietmar Koering / 52 www.horhizon.com with friendly support by the Jaap Bakema Foundation 56

Floating Permaculture

Airbus 2050

Distribuzione esclusiva per l’ltalia Messaggerie Periodici spa (Aderente ADN) via G. Carcano, 32 20141Milano tel. +39 02 895921 fax +39 02 89500688

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Pasquale Amideo

Copertina/Cover A cura dei/curated by Guest editor Citterio + Baldi

Amministrazione Administration Maria Grazia Pellegrina

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1

Testi e impaginazione a cura di/Texts and layout curated by Matteo Citterio e Niccolò Baldi

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E’ il momento di cambiare It is time to change

Undici fascicoli l’anno Il fascicolo in Italia e 9,00 in Italia (IVA assolta dall’editore) Arretrati il doppio Registrata presso il Tribunale di Milano con il n.479 del 8/9/1986 È vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorizzazione dell’editore. Total or partial reproduction of the magazine without previous authorization by the editor is prohibited.

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Stratocruiser

60 NAU

Ecco Camper

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Australian High Speed Vehicle (A-HSV)

68 Hassel

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72 Jacques Rougerie

Energia & Sostenibilità Energy & Sustainability

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E ora disegniamo il sole! It is time to design the sunshine!

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Impianto solare di Mées Mées Solar Plan

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Impianto solare termico Solar Plant Tower, Ivanpah

82 Rafaa Architects

Tecnologia fotovoltaica Photovoltaic Technology

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Parco d’attività de l’Argile et du Tiragon Activity Park

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Centrale solare In Callian

92

Anello solare Space Energy Belt

94 Anna Conti

Imbarcazione Solare Planet Solar Yacht

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102 Giancarlo Zema Design Group

Moduli flessibili Global Solar

104

Parco sperimentale A Multi-technology Park

104

Camminare sul fotovoltaico PV Walkable Pavement

105

l’Arca 2

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Dal 1986 I’Arca ha pubblicato questi argomenti: 01 Il territorio dello spettacolo - 02 Lo spazio del museo - 03 Il progetto del lavoro - 04 Il progetto verticale - 05 La modernità - 06 La città - 07 Trasporti e comunicazioni - 08 Riflessioni - 09 Design - 10 Sopra e sotto - 11 Lo spazio dello sport - 12 Il pubblico - 13 La comunità - 14 Lo spazio domestico - 15 Il progetto intelligente - 16 Strutture e materiali - 17 Scuola e società - 18 L’effimero - 19 Superfici e strutture - 20 Il territorio disegnato - 21 Il vecchio e il nuovo - 22 Domestic Landscape - 23 Il progetto ospitale - 24 Il luogo dello studio - 25 Luce e colore - 26 L’edificio integrato - 27 Architettura in URSS - 28 L’architettura è ambiente - 29 Reti e servizi - 30 I grandi spazi - 31 La costruzione dell’architettura - 32 Il rinnovamento della città - 33 Il superamento della gravità - 34 Tecnologie - 35 L’aspetto della materia - 36 Interiors - 37 Sistemi - 38

Sport - 39 Progetto e computer - 40 Ambienti urbani - 41 Il territorio delle reti - 42 Tecnologia e costruzione - 43 Il progetto della luce - 44 Qualità 45 Texture e architettura - 46 Architettura come immagine - 47 L’architettura costruita - 48 Luoghi per la cultura - 49 Lo spazio collettivo - 50 I luoghi dell’abitare - 51 Strutture urbane - 52 L’architettura progettata - 53 La contemporaneità - 54 Architettura e tecnologia - 55 Il progetto e il lavoro - 56 Architettura in mostra - 57 I segni nella città - 58 Il grande numero - 59 Riti, miti e altre cose - 60 Architetture francesi - 61 Architetture in Italia - 62 Architetture negli USA - 63 I nodi nella città - 64 L’architettura ornata - 65 La scena della cultura - 66 La città ideale - 67 Architetture in Giappone - 68 Il mito e il culto - 69 La trasparenza - 70 Visto da dentro - 71 Porte urbane - 72 Le torri - 73 Tensostrutture - 74 I

servizi per la città - 75 La competizione - 76 Competizione e ricerca - 77 Visioni urbane - 78 Riflessioni - 79 Oltre il muro - 80 Il progetto del terziario - 81 Lo spazio aperto - 82 America, America! - 83 Mens ludicra - 84 Formazione e ricerca - 85 La casa dell’uomo - 86 Tecnoarchitettura - 87 La Committenza - 88 Natura e artificio - 89 L’apparenza della materia - 90 Modernità e tradizione - 91 I luoghi delle arti - 92 America, America! - 93 America Latina - 94 Architetture in concorso 95 Architetture in concorso - 96 Natura urbana - 97 Cultura e società - 98 Produzione e servizi - 99 La residenza - 100 La bellezza - 101 La nuova città 102 Cromatismi - 103 America, America! - 104 La Francia - 105 Italia 106 Giappone - 107 La trasparenza - 108 Le infrastrutture - 109 Le torri - 110 L’Europa - 111 Small 112 Il legno - 113 Il metallo - 114 Interni - 115

Nord America - 116 Ristrutturazione - 117 La luce - 118 L’immagine del futuro - 119 La Francia - 120 Tecnologie e sistemi - 121 La comunità - 122 Lo Sport - 123 I sensi e la materia - 124 Le infrastrutture - 125 L’emozione - 126 Il legno - 127 Immagine USA - 128 Creatività - 129 Superfici - 130 Orizzontale/ Verticale - 131 Abitabilità - 132 Il segno è colore - 133 Acqua - 134 Apparenza - 135 Luce 136 La materia - 137 La trasparenza - 138 Materia e Natura - 139 Strutture - 140 Linguaggi - 141 Interni - 142 Musei - 143 Il sociale - 144 Italia 1999 - 145 Movimento - 146 Immagine - 147 Luce e Trasparenza - 148 America-Europe - 149 Sostenibilità - 150 Per il mondo - 151 Europa - 152 Leggerezza - 153 Linguaggi e Ricerca - 154 Attualità - 155 Mostrare e mostarsi - 156 La nuova città - 157 Istituzioni e immagine - 158 Architettura industriale -

159 Educazione - 160 Servizi e Cultura - 161 Dentro/fuori - 162 Panorami urbani - 163 Progetto e metodo - 164 Informazione e cultura - 165 Materiali e superfici - 166 gennaio 2002 - 167 febbraio 2002 - 168 marzo 2002 - 169 aprile 2002 - 170 maggio 2002 - 171 giugno 2002 - 172 luglio/ agosto 2002 - 173 settembre 2002 - 174 ottobre 2002 - 175 novembre 2002 - 176 dicembre 2002 - 177 gennaio 2003 - 178 febbraio 2003 - 179 marzo 2003 - 180 aprile 2003 - 181 maggio 2003 -182 giugno 2003 - 183 luglio/agosto 2003 - 184 settembre 2003 - 185 ottobre 2003 - 186 novembre 2003 - 187 dicembre 2003 - 188 gennaio 2004 189 febbraio 2004 - 190 marzo 2004 - 191 aprile 2004 - 192 maggio 2004 - 193 giugno 2004 - 194 luglio/agosto 2004 - 195 settembre 2004 -196 ottobre 2004 - 197 novembre 2004 - 198 dicembre

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settembre 2008 - 240 ottobre 2008 - 241 novembre 2008 - 242 dicembre 2008 - 243 gennaio 2009 - 244 febbraio 2009 - 245 La pelle - 246 Il lavoro - 247 Expo - 248 La casa - 249 Infrastrutture - 250 Premi e concorsi - 251 Giovani in architettura - 252 Italia-Francia - 253 Efficienza energetica 254 Il mondo - 255 In verticale - 256 Formazione 257 Rinnovamento - 258 Il colore - 259 La materia - 260 Expo Shanghai - 261 Residenze - 262 Architettura e Arte - 263 Sedi aziendali 264 Giovani talenti - 265 La scena della cultura 266 Building&Business - 267 Eco-housing 268 Interiors&Design - 269 Sport - 270 Infrastrutture - 271 Formazione - 272 Archimmagine - 273 La scena - 274 Venticinque anni - 275 Texture


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RIMINI Libreria Giuridica Il Flaminio Via Flaminia, 169/c Tel. 0541.388836 Libreria Interno 4 C.so d’Augusto, 76/4 Tel. 0541.23486

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Libreria LT2 Toletta Dorsoduro/Toletta, 1241 Tel. 041.5229481 Libreria Cluva Santa Croce, 191 Tel. 041.5226910

VERONA Libreria Rinascita Corso Porta Borsari, 32 Tel. 045.594611

VICENZA Libreria Librarsi Contrà delle Morette, 4 Tel. 0444.547140


Cesare Maria Casati

E’ il momento di cambiare It is time to change utto il mondo Occidentale sta vivendo in questo periodo temporale una crisi economica che oltre agli effetti che tutti stiamo subendo, sembra paralizzare le volontà delle giovani generazioni, soprattutto europee, nel cercare di “cambiare il mondo” come sempre nel passato è avvenuto. Mai come ora il terreno per accogliere la ribellione delle avanguardie è stato così fertile per aggredire l’attuale società della parte del mondo che sino a ieri si credeva ricca per innovare, e decisamente cambiare. La cosiddetta globalizzazione sta distruggendo tutti i valori materiali, vecchie ideologie e costumi di una borghesia stanca e invecchiata. Sino a ieri la nostra parte del mondo, grazie alle sue scoperte scientifiche, ai processi produttivi industriali, alla sua rete informatica, ai suoi linguaggi estetici nelle arti, nella musica e nella architettura e al design, si credeva inattaccabile e pensava di continuare ad arricchirsi importando ricchezza e esportando beni, costumi e idee. Ora questo sistema è in profonda crisi perché la globalizzazione, soprattutto culturale ed estetica, ci si rivolge contro obbligando noi a indebitarci, a importare beni simili ai nostri che ci consentano di aumentare il nostro benessere, a costi produttivi molto più bassi e obbligandoci, per la prima volta, a esportare ricchezza e di conseguenza impoverirci. Naturalmente nelle dovute proporzioni tutto ciò avviene anche nel mondo dell’architettura e del design dove americani ed europei cercano e riescono a esportare almeno dei progetti. Ecco perché pensavo che è giunto il momento che soprattutto l’Europa, o almeno le sue nuove generazioni professionali di artisti, progettisti, politici e filosofi, non ancora contaminate dagli standard attuali di benessere griffato come “green” o “eco” o "post”, approfittino della vera globalizzazione delle comunicazioni, delle immagini e dei concetti che è la rete, per spiazzare il conformismo formale, culturale e finanziario, che sino a ora abbiamo esportato e radicato nei Paesi ricchi orientali, per proporre formalmente ed economicamente come il nostro “mondo” è cambiato radicalmente. Cambiamento e rivoluzione culturale che solo noi con la nostra storia e cultura siamo in grado di progettare e trasformare e progredire perché possediamo il “processo” culturale, che secolo dopo secolo ci ha consentito sempre di innovare, modificare e quindi progredire. Processo possibile solo se ogni generazione ha la capacità di cambiare ed edificare sul passato. Procedimento che il mondo Orientale, basato per cultura e pensiero linguistico soprattutto sulla conservazione di valori spirituali e immateriali, non ha la possibilità di modificare perché il loro linguaggio estetico e decorativo, da sempre gelosamente tramandato, non si modifica nonostante oggi, grazie alla globalizzazione, abbia dimostrato di essere in grado di produrre beni e investimenti utilizzando i nostri codici. Codici a cui, se noi sapremo cambiare e trasformare, dovrà passare molto tempo prima che riescano ad adeguarsi senza la nostra collaborazione. Anche la nostra rivista con le sue due edizioni sta meditando trasformazioni radicali per adeguarsi a diventare uno strumento sempre adeguato ai nuovi cambiamenti della società e dei costumi e quindi più realmente europea e internazionale con nuove attività anche sulla rete per cercare di riuscire a diventare una vera voce significativa per i giovani progettisti e imprenditori che nei prossimi anni dovranno sicuramente dare il meglio di loro stessi.

T

he whole of the Western world is going through a period of economic recession, which, in addition to the effects that are already being felt, seems to be robbing the younger generations, particularly in Europe, of the will to try and "change the world" they have always had in the past. There has never been a more opportune moment to take up the rebellious gauntlet of the avant-gardes to attack present-day society in the part of the world, which, until yesterday, considered itself rich enough to innovate and change in a decisive way. So-called globalisation is destroying all the material values, old-fashioned ideologies and customs of the tired and rather aged middle classes. Until yesterday, thanks to its scientific discoveries, industrial manufacturing processes, computer network and aesthetic languages in the arts, music, architecture and design, our part of the world believed it could never be attacked and thought it could carry on getting wealthier by importing riches and exporting goods, customs and ideas. This system is now in a deep crisis, because globalisation, particularly of a cultural and aesthetic nature, is turning against us and forcing us to get into debt by importing goods similar to our own that allow us to increase our well-being at much lower manufacturing costs and forcing us for the first time to export our riches and hence become poorer. Of course, on a smaller scale, all this is also happening in the world of architecture and design, where Americans and Europeans are trying and succeeding in exporting projects at least. This is why I thought the time had come for Europe in particular (or at least its emerging professional generations of artists, designers, politicians and philosophers, not yet infected by present-day standards of well-being bearing the hallmark of being "green", "eco" or "post") to really take advantage of the authentic globalisation of the communication of images and concepts provided by the web, in order to shake up the stylistic, cultural and financial conformism which, until now, we have exported to and enrooted in wealthy Eastern nations to formally and economically show how our “world” has radically changed. Change and cultural revolution, which, thanks to our history and culture, only we can plan, transform and help progress because we possess a cultural “process”, which, century after century, has allowed us to innovate, modify and hence progress. A process that is only possible if every subsequent generation has the ability to change and build on the past. A procedure which the Eastern world, whose culture and linguistic thinking is mainly based on conserving spiritual and material values, cannot alter because its own aesthetic and decorative language, always so jealously handed down, will never change despite the fact that nowadays, thanks to globalisation, it has shown it is capable of producing goods and making investments using our codes. Provided we mange to change and transform, it will be a long time before these codes are ousted without our collaboration. The two editions of l’Arca are also considering making radical changes so as to adapt as effectively as possible to comply with the latest changes in society and customs and hence become more genuinely European and international in line with the latest web activities. l’Arca is aiming to become a truly meaningful voice for younger of architects and businessmen, who will most certainly be called upon to give the best of themselves over coming years.

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276 l’ARCA 1


































SPACEPORT AMERICA UPHAM, NEW MEXICO Foster + Partners

Lo Spaceport America, inaugurato recentemente, rappresenta, con la sua pista lunga oltre tre chilometri, dedicata al Governatore Bill Richardson, un progresso significativo per l’avvio dei viaggi commerciali con turisti nello spazio dal deserto del New Mexico.

Space Port America

Credits Project: Foster + Partners Project Team: Norman Foster, Grant Brooker, Antoinette Nassopoulos-Erickson, Joon Paik, Hiroyuki Sube, See Teck Yeo, Kristine Ngan Architecture and Engineering Project Manager, Structural and MEP Engineer: URS Corporation Architecture: SMPC Architects Environmental Design/LEED: PHA Consult Cost Estimating: Balis and Compan Tenant: Virgin Galactic Client: New Mexico Spaceport Authority (NMSA)

Costruito nel paesaggio semi-desertico del New Mexico, lo Spazioporto (www.spaceportamerica.com) è il primo edificio del suo genere al mondo. Il progetto mira a dare espressione al brivido per il volo spaziale dei primi turisti dello Spazio e, allo stesso tempo, ad avere il minimo impatto ambientale possibile. Visto dallo Spazio, il nuovo terminal richiama il logo aziendale della Virgin Galactic: un occhio allungato con un piazzale centrale che funge da iride. Se si raggiunge il terminal arrivando dallo storico tratto di strada detto El Camino Real, la sua forma organica appare come emergere lentamente dal paesaggio. Lo Spazioporto, organizzato con una planimetria razionale e altamente efficiente, è stato progettato per relazionarsi con le dimensioni dei veicoli spaziali che deve accogliere. Grande attenzione è stata posta anche nel bilanciamento tra accessibilità e privatezza. Le aree destinate agli astronauti e quelle per i visitatori sono pienamente integrate al resto dell’edificio, mentre le zone più sensibili – come la sala di controllo – sono visibili ma hanno limitazioni di accesso. I visitatori e gli astronauti entrano nell’edificio attraverso un profondo “canale” tagliato nel terreno, le cui pareti laterali costituiscono uno spazio espositivo che documenta la storia dell’esplorazione spaziale insieme alla storia della regione e dei suoi abitanti. La netta linearità dell’asse del canale continua all’interno dell’edificio in una galleria al piano mezzanino che conduce, attraversando tutto il terminal, fino al super hangar, che contiene i veicoli spaziali e la sala simulazioni. Una facciata vetrata che guarda verso la pista costituisce una piattaforma interna al terminal dalla quale godere la vista del decollo e dell’atterraggio delle astronavi. Il progetto, che produce emissioni minime di carbonio ed è dotato di vari altri accorgimenti energetici, è stato concepito per ottenere il prestigioso accreditamento LEED Gold. Il volume dalla forma piatta e allungata è interrato nel suolo così da sfruttare la massa termica, che protegge l’edificio dal clima estremo del New Mexico e, allo stesso tempo, favorisce la cattura dei venti dominanti da ovest: la luce viene sfruttata in modo ottimale grazie ad ampi lucernari. Lo Spazioporto è stato costruito utilizzando materiali e tecniche locali così da risultare sostenibile e sensibile nei confronti del paesaggio circostante.


Per i voli spaziali turistici For commercial space travels The recently inaugurated Spaceport America, with its nearly two-mile long runaway dedicated to Governor Bill Richardson, represents a significant progress toward launching commercial customers into space from the desert of New Mexico.

Located in the desert-like landscape of New Mexico, Spaceport (www.spaceportamerica.com) is the first building of its kind in the world. Its design aims to articulate the thrill of space travel for the first space tourists while making a minimal impact on the environment. Viewed from space, the new terminal evokes Virgin Galactic’s brand logo of the eye, and is suggestive of an elongated pupil, with the apron completing the iris. Approached from the historic El Camino Real trail, the terminal’s organic form appears as a subtle rise in the landscape. Organised into a highly efficient and rational plan, Spaceport has been designed to relate to the dimensions of the spacecraft. There is also a careful balance between accessibility and privacy. The astronauts’ areas and visitor spaces are fully integrated with the rest of the building, while the more sensitive zones – such as the control room – are visible, but have limited access. Visitors and astronauts enter the building via a deep channel cut into the landscape. The retaining walls form an exhibition space that documents a history of space exploration alongside the story of the region and its settlers. The strong linear axis of the channel continues into the building on a galleried level to the super hangar – which houses the spacecraft and the simulation room – through to the terminal building. A glazed facade on to the runway establishes a platform within the terminal building for coveted views out to arriving and departing spacecraft. With minimal embodied carbon and few additional energy requirements, the scheme has been designed to achieve the prestigious LEED Gold accreditation. The low-lying form is dug into the landscape to exploit the thermal mass, which buffers the building from the extremes of the New Mexico climate as well as catching the westerly winds for ventilation; and maximum use is made of daylight via skylights. The Spaceport has been built using local materials and regional construction techniques, it aims to be both sustainable and sensitive to its surroundings.

Il WhiteKnightTwo and VSS Enterprise della Virgin sulla pista dello Spaceport America il giorno dell’inaugurazione lo scorso ottobre.

The Virgin WhiteKnightTwo and VSS Enterprise on the Spaceport America runaway the day of inauguration last October.


Nigel young



Sotto, pianta del terzo livello e, sopra, pianta delle coperture dello Spaceport America. A destra, rendering zenithale dell’approccio di un velivolo spaziale allo spazioporto.

38 l’ARCA 276

Below, plan of the third level and, above plan of the roof of Spaceport America. Right, zenithal view rendering of a spacecraft approaching the spaceport.



Nigel young

Approached from the historic El Camino Real trail, the terminal’s organic form appears as a subtle rise in the landscape. A glazed facade on to the runway establishes a platform within the terminal building for coveted views out to arriving and departing spacecraft. Opposite page, sections of the terminal.

Nigel young

Si raggiunge il terminal arrivando dallo storico tratto di strada detto El Camino Real, la sua forma organica appare come emergere lentamente dal paesaggio. Una facciata vetrata che guarda verso la pista costituisce una piattaforma interna al terminal dalla quale godere la vista del decollo e dell’atterraggio delle astronavi. Nella pagina a fianco, sezioni del terminal.



MOONCAPITAL Architecture and Vision

MoonCapital è una proposta progettuale per un Habitat di Seconda Generazione sulla Luna localizzato sul bordo del cratere Shackleton al polo sud Lunare. Il progetto si basa sulle tecnologie attualmente più avanzate. La comunità più piccola è costituita da due grandi cupole, di cui la più grande ha un diametro di 135 metri e un’altezza di 45 metri, ricoperte da uno strato protettivo in regolite spesso 3 metri, atto a proteggere le piante e gli occupanti dalle radiazioni. Al loro interno, sono disposti una serie di moduli gonfiabili, per la vita di sessanta abitanti e per la coltivazione di vegetali a scopo alimentare. MoonCapital include aree destinate alla ricerca, alle attività di produzione e al tempo libero. Una piccola sezione, adibita a Hotel, consente infine ai visitatori di godere di un panorama unico nel suo genere. 42 l’ARCA 276


Studio per un futuro insediamento permanente sulla Luna per l’anno 2069, con l’obiettivo di sviluppare uno scenario realistico in cui tra cinquant’anni possano vivere 60 persone.

Future study of permanent Moon settlement in the year 2069, aimed to develop a realistic scenario of how 60 people may live 50 years from now. MoonCapital is a design proposal for a Second Generation Habitation on the Moon located on the rim of Shackleton crater at the Lunar South Pole. It is based on current technology and scientific knowledge. The smallest community is constituted of two large domes – the main dome has a 135-metre diameter and height of 45 metres – which are covered by a 3-metre thick regolith layer to protect people and plants from radiation. The modular system allows growth and extension as the new society on the Moon develops. Inside the domes are inflatable modules to house up to 60 people and for growing plants for food. MoonCapital contains facilities for research, production and leisure. A small hotel allows visitors to enjoy this special environment. 276 l’ARCA 43


Credits Project: Architecture and Vision (www.architectureandvision.com) Project Team: Arturo Vittori and Andreas Vogler Collaboration: Dario Martini, Raffi Tchakerian All images by “Architecture and Vision”

Nella pagina di apertura e nelle seguenti, rendering di un insediamento umano sulla Luna. A sinistra, pianta e, in basso, sezione di una unità minima costituita da due cupole, di cui la maggiore ha un diametro di 135 m ed è alta 45 m.

Opening page and following pages, renderings of a human settlement on the Moon. Left, plan and, bottom, section of a single unit, constituted by two domes with the main one being 135 m in diameter and 45 m un height.


Pianta delle coperture, che sono rivestite da uno strato di regolite spesso 3 m per proteggere l’ambiente interno dalle radiazioni

Plan of the roof, which are covered by a 3-m thick regolith layer to protect the internal environment from radiations.


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TECHNOSPHERE JEBEL ALI, DUBAI, UAE

Progetto a uso misto, ad alta densità, che include uffici, hotel, e un’area espositiva, la Technosphere sarà un centro per lo sviluppo di nuove idee per la produzione di energia nella regione e un luogo di attrazione internazionale per il commercio e per gli esperti del settore.

James Law Cybertecture International

Il concetto di questo edificio iconico per il Technopark di Dubai è quello di una struttura che rifletterà lo stato del Pianeta Terra oggi e nel futuro. Il concetto recupera l’ecosistema del nostro pianeta e lo interpreta come una cyber architettura che imita le forze della natura per costruire un edificio che sia una meraviglia per chi lo visita e per chi ci lavora e un simbolo del potere della tecnologia. Il sistema strutturale principale della Technosphere è composto da una struttura sferica a doppia griglia esterna rivestita di vetro e acciaio, da un podio di base che funge da portale con colonne perimetrali e da altri componenti interni quali la copertura di travi di acciaio, un nucleo di cemento, pareti strutturali di cemento, cornici strutturali trave/colonna per i solai e una griglia di travi di trasferimento al quinto livello. La struttura interna è principalmente di cemento armato con porzioni in acciaio per le campate perimetrali dei piani tipo. I livelli del podio di base sono anch’essi di cemento armato con struttura pre-tensionata nelle sezioni con luci ampie. La Technosphere è dotata di diversi sistemi tecnologici chiave e spazi architettonici che permetteranno di generare un ambiente auto-respirante e di produrre energia dal sole per coprire le necessità energetiche di tutto l’edificio. Una serie di giardini pensili distribuiti attenta48 l’ARCA 276

mente tra gli uffici e l’hotel fornirà non solo la possibilità agli occupanti di disporre di terrazze aperte, ma fornirà anche un riparo dal sole e la piantumazione di elementi vegetali che contribuiranno all’ossigenazione dell’ambiente secondo i principi di energia passiva e sostenibile. Un sistema di riciclo delle acque, minimizzerà lo spreco dell’acqua in questo enorme edificio. La Technosphere si colloca sull’asse del nuovo masterplan del Technopark, determinandone un terminale simbolico che costituisce una sorta di punto di genesi della città. La città sembra germinare da questo punto e, volutamente, la Technosphere si pone con la sua presenza imponente come nucleo della città stessa. La natura iconica della forma della Technosphere deriva da tre fattori. Il primo è la purezza della sfera che impone l’edificio nello skyline con eleganza e magnificenza. Il secondo è la sua enorme dimensione – sarà, infatti, più grande edificio sferico del mondo – che lo renderà onnipresente al di là di altre forme di architettura. Il terzo è la natura stessa di una sfera che allude agli elementi della terra, fino al più piccolo, le particelle atomiche e le molecole che costituiscono l’universo. In tal modo la Technosphere è simbolo di come l’uomo sia diventato un tecnologo in grado di creare un edificio in cui la scienza e la tecnologia si integrano a tutti i livelli per creare un mondo migliore.


A mixed used, high-density design, including offices, hotel, exhibition hall, Technosphere will be a centre for the development of new ideas for energy production in the region and attract the highest levels of international expertise and commerce.

The concept of this iconic building for the Technopark of Dubai is a building which will reflect the state of Planet Earth in the current and future times. This concept takes the planet’s ecosystem and interprets it as a cybertecture building that mimics the forces of nature to produce a building that is wonder for people to visit, live and work in, and be a symbol of the power of technology. The principal structural system of the Technosphere is comprised of a spherical shaped, steel-and-glass clad exterior diagrid structure, the podium base portal with perimeter raking columns as well as other internal major components including the steel roof trusses at top, concrete core walls and shear walls, beam/column frames at typical floors and transfer beam grillage at 5/F. The internal structure is mainly of reinforced concrete with steel portion along the perimeter bays of typical floors. Podium floors are also of reinforced concrete with prestressed construction for long span portions. The Technosphere has several key technology systems and architectural spaces that will enable the building to generate a self breathing environment as well as generate electricity from solar power to supplement the energy needs of the building. An intelligently distributed array of sky gardens for offices and hotel not only gives a outdoor ter-

race advantage to the occupants but also provide passive solar shielding from the sun as well as natural green plantations to contribute oxygen to the environment in a sustainable way. A water recycling system minimizes the use and wastages of water in this vast building. The Technosphere sits on the axis of the new city plan of Technopark, creating a symbolic termination of the axis as if its location is the genesis of the city. From this point, the city seems to grow, and deliberately, the Techosphere is awesome in its presence as the nucleus of the City. The iconic nature of the shape of the Technosphere comes from three factors. The first is its purity of form in the shape of a sphere lends a elegant yet magnificent presence to the building on the horizon. The second is its enormous size, which will make it the largest sphere building in the world, that will give it an omnipresence beyond any pure forms of architecture. The third being that the nature of a sphere alludes to the even smallest elements of our world, the atomic particles and molecules that binds our universe. In this the Technosphere is the symbol of how man has become technologist with the ability to create and building with science and technology at all scales for the better world. 276 l’ARCA 49


Credits Project: James Law Cybertecture International Structural Engineering: Ove Arup & Partners Project Manager: James Law Cybertecture International Client: Economic Zones World

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La Technosphere di Dubai sarà il più grande edificio sferico del mondo. Negli interni, una serie di giardini pensili distribuiti tra gli uffici e l’hotel fornirà non solo la possibilità agli occupanti di disporre di terrazze aperte, ma anche un riparo dal sole e la piantumazione di elementi vegetali che contribuiranno all’ossigenazione dell’ambiente secondo i principi di energia passiva e sostenibile.

The Technosphere in Dubai will be the largest sphere building in the world. Internally, An array of sky gardens between offices and hotel not only gives a outdoor terrace advantage to the occupants but also provide passive solar shielding from the sun as well as natural green plantations to contribute oxygen to the environment in a sustainable way.



FLOATING PERMACULTURE

Questa ricerca tenta di combinare la scienza della cibernetica con un concetto, mirato a imporre una tendenza, di agricoltura autonoma nel Mare del Nord.

Arphenotype / Dietmar Koering / www.horhizon.com with friendly support by the Jaap Bakema Foundation

La Permacultura Galleggiante è un polemico e utopico “sistema per collegare sistemi” che offre un ciclo produttivo a corto raggio di cibo ed energia. Adatta la visione futurista del movimento Metabolista degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso alla società contemporanea. In questa proposta, i “reattori verdi” sono proiettati nelle acque del Mare del Nord. Data la pressione dell’urbanizzazione sui terreni agricoli nelle zone costiere del Mare del Nord, una soluzione logica sarebbe quella di generare nuovi terreni coltivabili su isole galleggianti in modo da sfamare la popolazione (più dell’80% delle aree urbane con oltre un milione di abitanti sono affacciate sull’oceano). Per quanto ciò suoni futuristico, l’uso delle permaculture galleggianti è un’idea antica. Un migliaio di anni fa, gli Aztechi usavano le chinampas – giardini flottanti – per alimentare le loro città dove le consuete terre agricole erano scarsamente disponibili. In questo, le isole flottanti genererebbero non solo cibo ma anche agricoltura. La storia della civiltà può essere vista in termini di una competizione per il cibo e per l’energia, in cui gli esseri umani hanno determinato una distorsione nell’equilibrio delle catene alimentari ed energetiche, prendendo dal sistema più di quanto questo potesse sostenere. Lo sviluppo di varietà di colture ad alta resa dopo la Seconda Guerra Mondiale, parte della cosiddetta Rivoluzione Verde, ha incrementato la produzione di cibo, contribuendo così a ridurne la 52 l’ARCA 276

bramosia. Ma questo è stato ottenuto pagando un grande prezzo in termini ambientali, e senza ridurre il desiderio per l’energia. Anzi, quasi l’opposto. Un incremento della necessità di energia è stato la forza trainante per lo sviluppo delle piattaforme petrolifere e per l’estrazione del gas offshore. Le piattaforme offshore potrebbero funzionare anche per soddisfare la nostra necessità di cibo, usando le idee del movimento Metabolista, nato in Giappone negli anni Cinquanta. L’architettura Metabolista si basava sull’idea che l’ambiente costruito potesse adattarsi ed espandersi in una megastruttura, rispondendo in modo flessibile al cambiamento delle necessità. Le visioni Metaboliste riecheggiano nelle opere di architetti e artisti europei quali Constant e Yona Friedman, che svilupparono utopie contenute in megastrutture simili. Molte di queste megastrutture utopiche erano attente ai temi sociali e residenziali. La produzione di cibo non era contemplata, anche se il nome del movimento suggerirebbe altrimenti. Pochi di quei progetti trattavano il tema dell’energia. Questo progetto sfuma i confini tra le permaculture galleggianti e le megastrutture abitabili, fondendo le idee e le visioni del Metabolismo con un processo di produzione di cibo ed energia basato sulla cibernetica, una scienza sviluppata da Norbert Wiener, pressappoco nello stesso periodo del Metabolismo.


This research tries to combine the science of cybernetics with autonomous farming in a trendsetting concept in the North Sea.

Sopra, mappa batimetrica del Mare del Nord con la rete di produzione di cibo proposta dal progetto: in rosa sono indicati i siti degli attuali parchi eolici e le posizioni ideali per collocare le “fattorie” offshore. Nella pagina a fianco e sotto, prospettive della Megastruttura per la consegna del cibo a seconda delle città e dei loro abitanti, basata sulla “Continent City” di Yona Friedman.

Above, bathymetric map of the North Sea with proposed network. Pink: current locations for windparks and ideal starting positions for offshore farmning. Opposite page and below, èerspective views of the network for food-delivery according to cities and their inahbitance, "The Megastructure", based on Yona Friedman's "Continent City".

La cibernetica, per come è descritta da Wiener, tratta del “controllo e della comunicazione negli animali e nelle macchine”. Questo apre la strada a una combinazione effettiva tra ecologia e tecnologia nelle permaculture galleggianti, in grado di creare equilibri dinamici ed eliminare cicli responsivi negativi. Poiché l’uomo è coinvolto nel sistema, si attua ciò che Heinz von Foerster (lo uno scienziato statunitense che ha combinato fisica e filosofia) chiama cibernetica di secondo grado. Il primo grado della cibernetica si occupa dell’osservazione esterna del sistema, mentre nel secondo grado l’osservatore del sistema è parte del sistema stesso. La Permacultura Galleggiante si concentra sul secondo grado della cibernetica, perché l’uomo è sempre e inevitabilmente parte del sistema. Ogni permacultura cerca di combinare l’energia sostenibile e l’agricoltura in un sistema chiuso. L’input è diviso in generatori naturali e rifiuti. I generatori naturali raccolgono i loro input dal vento e dal sole, mentre i generatori di rifiuti dagli scarichi e dalle biomasse generate dalle megastrutture. La Permacultura Galleggiante, come parte sofisticata di un nuovo Metabolismo, è un organismo positivo che si adatterà ai corpi e alla cultura umani, creando una batteria in grado di rifornire di energia il moderno e autonomo “Tecnocorpo”. Gli esseri umani devono ambire all’autarchia come soluzione all’attuale sovra-sfruttamento delle risorse. Dietmar Koering. 276 l’ARCA 53


Sopra, mappa del sistema della Floating Permaculture. Nella pagina a fianco, in alto esploso, schema e particolare del reattore principale; a destra, prospetto con le turbine eoliche e idriche e il

serbatoio metallico ibrido per immagazzinare l’idrogeno e vista a volo d’uccello della Floating Permaculture la cui struttura si basa su uno schema esagonale ripetuto che genera lo spazio per i reattori verdi.

Above, map of the Floating Permaculture’s system. Opposite page, explosion, diagram and detail of the main reactor; right, elevation showing the windturbines,farms, as well as the waterturbines

Floating Permaculture is a polemical utopian “system to link systems” that offers a closed feedback loop of energy and food production. It adapts the futuristic vision of the Metabolist movement of the 1950s and ’60s to contemporary society. In this proposal, “green reactors” are projected onto the shallow waters of the North Sea. Given the pressure of urbanization on agricultural land in the North Sea’s coastal zones, a logical solution would be to generate new farmland on floating islands in order to feed the urban population (more than eighty per cent of our urban areas with a million or more inhabitants are close to an ocean). As futuristic as all this sounds, the use of floating permacultures is an ancient idea. A thousand years ago the Aztecs used chinampas – floating gardens – to feed their cities where normal farmland was barely available. But in this case the floating islands would generate not only food, but energy as well. The history of civilization can be seen in terms of a competition for food and energy, in which human beings created a distortion in the balance of food and energy chains by taking more out of the system than it could sustain. The development of high-yielding varieties of different crops after World War II, part of the so-called Green Revolution, has boosted food production and helped to reduce the hunger for food. But this was achieved at a high environmental cost, and without reducing the hunger for energy. Quite the opposite, in fact. An increasing hunger for energy was a driving force behind the development of offshore oil and gas platforms. Offshore platforms could also work to satisfy our hunger for food, using the ideas of the Metabolist movement, which started in Japan in the 1950s. Metabolism in architecture was based on the idea that the built environment could become an adaptable and expandable megastructure, flexibly responding to changing needs. The Metabolist visions resonated in the work of European architects and artists like Constant and Yona Fried54 l’ARCA 276

and the metal hydrid storage to store hydrogen, and bird’s eye view of floating permaculture, whose structure is based on a repetitive hexagonal pattern to create “swarms” of green reactors.

man, who developed utopias housed in comparable megastructures. Most of these utopian megastructures were concerned with social issues and housing. Food production was hardly a topic, even though the name of the movement suggests otherwise. Few of the projects were related to energy. The project blurs the boundaries between floating permacultures and inhabitable megastructures, blending the ideas and visions of the Metabolists with a process of energy and food production that is based on cybernetics, a science developed by Norbert Wiener in roughly the same period as Metabolism. Cybernetics as described by Wiener deals with “control and communication in animal and machine”, and this opens the way for effectively combining ecology and technology in floating permaculture, creating dynamic balances and eliminating negative feedback loops. Due to the human involvement in the system, it is what Heinz von Foerster (the USA scientist who combined science with philosophy) calls secondorder cybernetics. The first order of cybernetics deals with outside observation of the system, while in the second order the observer of the system is part of the system he or she observes. Floating permaculture focuses on second-order cybernetics, because man is always and inevitably a part of the system. Each permaculture seeks to combine sustainable energy and agriculture in a closed system. The input is divided into natural and waste feeders. Natural feeders gather input from wind and sun resources, while waste feeders gather input from sewage and biomass generated by the megastructures. Floating Pemaculture as a sophisticated part of a new Metabolism, is a positive organism that will adapt to human bodies and culture, creating the battery that will provide the modern autonomous “Technobody” with energy. Human beings must aim for autarky as a solution to our current over-exploitation of resources.


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AIRBUS 2050 La Airbus, azienda leader nella produzione di aerei, ha presentato lo scorso giugno la sua nuova Concept Cabin. Secondo Airbus, durante il viaggio per le loro destinazioni, i passeggeri nel 2050 potranno partecipare a conferenze interattive, giocare a golf o ricaricarsi nella “poltrona vitalizzante” mentre ammirano il nostro pianeta sotto i loro piedi o il cielo sopra le loro teste. L’ultima “puntata” del programma The Future by Airbus (www.thefuturebyairbus.com) – una visione dell’aviazione nel 2050 – segue quella del 2010 in cui era stato svelato il rivoluzionario Airbus Concept Plane, pieno di tecnologie per ridurre il consumo di carburante, le emissioni, i rifiuti e il rumore. La Airbus Concept Cabin dà ora un’idea più approfondita di alcune delle innovazioni e delle tecnologie che conformeranno l’esperienza a bordo dei passeggeri del futuro. La struttura bionica dell’aereo imita l’efficienza dello scheletro degli uccelli, che è ottimizzata per garantire resistenza dove necessita e permette allo stesso tempo di avere una cabina racchiusa in una membrana intelligente che controlla la temperatura dell’aria e può diventare trasparente per offrire viste panoramiche ai passeggeri. La Concept Cabin è dotata di una “rete neurale” che genera un interfaccia intelligente tra il passeggero e l’aereo. Questo può individuare e rispondere alle necessità del passeggero e attivare configurazioni su misura come le poltrone auto modellanti che si modificano per adattarsi alla forma del corpo di chi si siede. Nuove zone personalizzate rimpiazzano le tradizionali classi di viaggio della cabina per offrire nuovi livelli di esperienza fatti su misura. La “zona vitalizzante” è dedicata al benessere e al rilassamento e

consente di ricaricare le proprie batterie in modo attivo con aria arricchita di vitamine e antiossidanti, luci emozionali, aromaterapia e trattamenti di acupressione, mentre si gode della vista all’infinito del mondo circostante. Sono molteplici gli scenari sociali che possono attivarsi nella zona centrale della cabina – la “zona interattiva”. Le proiezioni virtuali che compaiono in quest’area possono trasportare il passeggero in qualsiasi situazione desideri, dai giochi olografici a un camerino per provare abiti per i compratori agguerriti. La “zona smart tech” è pensata per i passeggeri più orientati alle attività funzionali e, con stile camaleontico, offre la possibilità di soddisfare le proprie necessità con modalità dalla più semplice alla più lussuosa, continuando le proprie attività quotidiane come se si fosse a terra. Più del 90% degli investimenti annui (oltre due miliardi di euro) di Airbus nella ricerca e nello sviluppo sono destinati al miglioramento ambientale dei velivoli attuali e futuri. Per esempio, grazie ai progressi tecnologici la Concept Cabin sarà riciclabile al 100%. Sarà fatta di materiali auto-pulenti prodotti con fibre vegetali sostenibili che riducono l’inquinamento e la necessità di manutenzione e, inoltre, sarà in grado di convogliare il calore del corpo dei passeggeri per utilizzarlo per il riscaldamento della cabina. Queste tecnologie sono già in via di sviluppo e, seppure possano non essere impiegate nell’esatta maniera prevista per l’Airbus Concept Plane and Cabin, alcune di esse potranno essere applicate in altri futuri programmi di progetto di velivoli Airbus.


Leading aircraft manufacturer Airbus has presented last June its new Concept Cabin. While taking a hop between destinations, according to Airbus, passengers in 2050 could join an interactive conference, enjoy a game of virtual golf, or recharge in a “vitalising seat” whilst watching the planet spread out beneath their feet or the sky above their heads. This latest instalment of The Future by Airbus (www.thefuturebyairbus.com) – a vision of aviation in 2050 – follows 2010’s unveiling of the revolutionary Airbus Concept Plane, packed with technologies to reduce fuel burn, emissions, waste and noise. The Airbus Concept Cabin now gives further insight into some of the innovations and technologies that will shape future passenger experiences on board. The aircraft’s bionic structure mimics the efficiency of bird bone which is optimised to provide strength where needed, and allows for an intelligent cabin wall membrane which controls air temperature and can become transparent to give passengers open panoramic views. The Concept Cabin has an integrated “neural network” creating an intelligent interface between passenger and plane. It can identify and respond to passenger needs and enables bespoke features such as morphing seats which change to your body shape. New personalised zones replace the traditional cabin classes in the Airbus Concept Cabin to offer new tailored levels of experience. The “vitalising zone” is all about wellbeing and relaxation allowing you to proactively recharge your batteries with vitamin and

antioxidant enriched air, mood lighting, aromatherapy and acupressure treatments whilst taking in the infinite view of the world around you. There are no limits to the kinds of social scenarios in the centre zone of the concept cabin – the “interactive zone”. The virtual pop up projections in this area can transform you to whichever social scene you want to be in, from holographic gaming to virtual changing rooms for active shoppers. The “smart tech zone” is tailored towards the more functional oriented passenger with a chameleon style offering, to meet individual needs ranging from a simple to a complete luxury service, but all allowing you to continue life as if on the ground. By offering different levels of experience within each zone, airlines would be able to achieve price differentials and give more people access to the benefits of air travel with minimal environmental impact. More than 90% of Airbus’ annual research & development investment of over €2 billion has environmental benefits for current and future aircraft. For example, due to advances in technologies the concept cabin will be 100% recyclable. It will have self-cleaning materials made from sustainable plant fibres which reduce waste and maintenance and will harvest passenger body heat to power cabin features. Such technologies are already being developed and, while they may not be seen in the exact same manner as in the Airbus Concept Plane and Cabin, some of them could feature in future Airbus aircraft programmes.


Sopra, la “zona interattiva” della Airbus Concept Cabin, dove è possibile svolgere attività ludiche durante il volo. A sinistra, particolari della struttura bionica che imita lo scheletro degli uccelli e che consentirà di avere una cabina racchiusa in una membrana trasparente, in grado anche di interagire con i viaggiatori. Nella pagina a fianco, la “zona smart tech” equipaggiata in modo da poter soddisfare ogni esigenza di comunicazione e lavoro dei passeggeri.

Above,, the “interactive zone” of Airbus Concept Cabin, where, during the flight, it is possible to play games and perform other leisure activities. Left, details of the bionic structure that mimics the birds’ skeleton and that allows for an intelligent cabin wall membrane which can become transparent and interact with passengers. Opposite page, the “smart tech zone”, equipped with devices that can meet any communication and business need of the passengers.

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STRATOCRUISER NAU

Il concetto ispiratore del progetto Stratocruiser di Tino Schaedler e Michael J. Brow dello studio NAU (www.nau.coop) è stato quello di fondere il placido scorrere di una nave da crociera sull’oceano con le visioni futuristiche del viaggio nello spazio. Si tratta di un dirigibile alimentato da energia solare derivata da filamenti di cellule fotovoltaiche intessuti con la pelle esterna di tessuto di fibra carbonio che riveste la struttura principale di materiale composito di fibra di carbonio. Il sistema propulsivo è costituito da un motore principale elettrico combinato al timone e da otto propulsori secondari e consente di raggiungere una velocità di crociera di 130 nodi, che corrisponde a più del doppio della velocità dei dirigibili tradizionali. All’interno del velivolo, lungo 115 metri, largo 45 metri e alto tra i 20 e i 25 metri, si trova un grande atrio costituito da un volume cilindrico che culmina con un salone panoramico verso l’alto e con un ristorante, anch’esso con il rivestimento perimetrale completamente traspa60 l’ARCA 276

rente, verso il basso. Nella porzione intermedia del cilindro è installata una parete per l’arrampicata sportiva. E’ questo uno dei vari elementi pensati per l’intrattenimento a bordo. I viaggiatori, infatti, possono usufruire di aree per massaggi, spa, lezioni di yoga, trattamenti di bellezza e approfittare del SupperClub, il servizio ristorazione gestito da chef rinomati (che cambiano settimanalmente per non offrire mai un’esperienza uguale alla precedente agli habitués). Il ristorante, inoltre, può trasformarsi dopo cena in pista da ballo per ospitare feste e DJ set. Nella “pancia” del dirigibile, in posizione più riparata, sono allestite le suite private dove potersi ritirare a riposare. Insomma, si tratta di un nuovo concetto di velivolo, pensato per apportare una maggiore qualità di vita alla routine del viaggio, soprattutto quello d’affari, sempre più compressa nei tempi e frenetica, trasformandola in una esperienza piacevole, rilassante e ricca di viste panoramiche straordinarie sui paesaggi naturali e le città.


The inspiring concept behind the Stratocruiser project designed by the NAU firm (www.nau.coop) is to combine the smooth-flowing motion of an ocean liner with futuristic visions of space travel. This is actually an airship powered by solar energy coming from filaments of photovoltaic cells woven into the outside skin made of a carbon fibre fabric that covers the main carbon fibre frame. It is driven by an electric engine incorporated in the steering gear and eight secondary propellers, enabling it to reach a cruising speed of 130 knots, over twice the speed of conventional airships. Inside the airship, which is 115 metres long, 45 metres wide and between 20-25 metres high, there is a large cylindrical-shaped lobby leading to a sky lounge at the top and restaurant, which also has a totally transparent outside coating, at the bottom. The middle section of the cylinder is fitted with a climbing wall. This is

just one of the various features designed to provide on-board entertainment. Travellers can also enjoy massages, spa facilities, yoga lessons and beauty treatment, as well as enjoying the services offered by the SupperClub restaurant run by famous chefs (alternating on a weekly basis so that regular travellers can enjoy new eating experiences all the time). After meal times, the restaurant can also be converted into a dance floor for hosting parties and DJ sets. In a more sheltered section of the "airship’s belly", there are private suites where you can retire to take a rest. All in all this is a brand-new concept of a vehicle designed to inject a higher quality of life into the routine of travel, especially business trips, which are increasingly short and frenetic, transforming them into a pleasant and relaxing experience offering incredible panoramic views across natural landscapes and cities. 276 l’ARCA 61


Sezione e viste degli interni del dirigibile Stratocruiser, pensato per offrire maggiore qualitĂ e confort alla routine del viaggio.

Section and views of the interiors of the Stratocruiser airship, conceived to offer better quality and comfort to the routine of travel.


1. Struttura rigida con camere dell’elio/Rigid Airship Frame with Helium Chambers 2. Rete di cellule fotovoltaiche/Photovoltaic Cell Network 3. Copertura retrattile di policarbonato/Retractable Polycarbonate Roof 4. Ponte terrazzo con piscine/Terraced Deck with Lap pool

5. Salone panoramico/SkyView Lounge 6. Atrio centrale con parete da arrampicata/ Main Atrium with Climbing Wall 7. Bar e ristorante con vista verso terra/EarthView Restaurant & Bar 8. Centro benessere e biblioteca/Spa Treatment & Library

9. 10. 11. 12. 13. 14.

Suite private/Private Suites Cucina e stanze equipaggio/Kitchen & Staff Rooms Ponte di commando/Captain's Bridge Accesso/Gantryway Propulsore/Propulsion Piattaforma Bungee Jumping/Bungee Jumping Platform


ECCO CAMPER NAU

Da sempre le automobili sono state fonte di passioni e significati che le rendono uniche agli occhi dei loro piloti. Oggigiorno, sono spesso associate all’idea di lusso, prestazione, sicurezza, ma il camper Ecco, progettato dallo studio di architettura internazionale e multidisciplinare NAU (www.nau.coop), ha l’obiettivo di ricordarci che il concetto di automobile può essere ancora associato a quello di libertà. Libertà che implica lo spirito pionieristico di andare dove si vuole, quando si vuole, senza preoccuparsi di quanto possa costare il pieno di carburante o di quanto danno si faccia all’ambiente. Una libertà che significa viaggiare a piacimento attraverso la campagna o su una spiaggia con gli amici, per un giorno o per una settimana. L’Ecco camper è un veicolo totalmente elettrico, a emissioni zero, che può essere ricaricato velocemente a una normale presa da 240V tramite una porta interfaccia multi-funzione. Quando è utilizzato per periodi più estesi, in luoghi dove magari non c’è elettricità disponibile, può essere ricaricato tramite le cellule fotovoltaiche contenute in una sottile pellicola integrata sia nel tetto sia nella membrana espandibile che viene aperta quando, da fermo, è utilizzato come “spazio abitativo”. Il suo design richiama quello del classico Airstream o dello storico camper Volkswagen, aggiornandone però le forme sia in termini di aerodinamica e compattezza che di materiali ed eleganza. Il guscio esterno è di alluminio lucido e laccato nero e vetro, senza sigillature visibili, ed è montato su uno chassis a monostruttura di alluminio. Le sue dimensioni, lunghezza 4,62 metri, larghezza 2,55 metri, altezza 1,97 metri (con un peso di 1.600 Kg), e la forma a goccia lo rendono compatto e aerodinamico, grazie anche a una altezza dal suolo minima che ne aumenta l’aderenza e la stabilità in fase di guida. Un sistema di sterzo innovativo, che adatta la velocità delle due ruote di trazione, accelerandola o riducendola al momento di curvare, fa sì che questo veicolo sia estremamente manovrabile anche in spazi minimi. L’interno, ampiamente illuminato dal vetro panoramico, può ospitare fino a cinque persone. 64 l’ARCA 276

Cars are unique in the eyes of their drivers due to the passionate feelings and vast array of meanings they conjure up. On a day-to-day basis they are often associated with the idea of luxury, performance and safety, but the Ecco camper designed by the multidisciplinary international architecture firm NAU (www.nau.coop) aims to remind us that the concept of a car can still be associated with freedom. Freedom that implies the pioneering spirit of going wherever you like, whenever you like, without worrying about how much it costs to fill the tank or how much damage you are doing to the environment. Freedom that means travelling at your pleasure through the countryside or along the beach in the company of friends, either on a day trip or for an entire week. The Ecco camper is all electric vehicle with zero emissions that can be quickly recharged by means of an ordinary 240 V power outlet through a multipurpose interface door. When being used for longer periods in places where, perhaps, no electricity is available, it can be recharged through the photovoltaic cells contained in a thin film incorporated both in the roof and in an expandable membrane that opens up to be used as a "living space" when the vehicle is stationary. Its design is reminiscent of the classic Airstream or famous old Volkswagen camper van, just more up-to-date in terms of its forms and aerodynamics and also its construction materials and elegance. The outside shell is made of black lacquered shiny aluminium and glass with no visible seals, and it is mounted on a single-block aluminium chassis. It is 4.62 metres long, 2.55 metres wide and 1.97 metres tall (weighing 1600 kg). Its teardrop shape make it compact and aerodynamic, thanks partly to the fact it sits so low to the ground, enhancing its road grip and stability during driving. An innovative steering system that adapts to the speed of the two drive wheels, accelerating or slowing down while taking bends, means the vehicle handles extremely well even in tight spaces.The interior, extremely well lit through transparent glass, can hold up to five people.



Sezioni dell’Ecco camper, il veicolo elettrico, ricaricabile sia tramite una presa a 240V sia tramite le cellule fotovoltaiche contenute in una sottile pellicola integrata sia nel tetto sia nella membrana espandibile che viene aperta quando, da fermo, è utilizzato come “spazio abitativo”.

Sections of the Ecco camper, the electric vehicle which can be recharged through a 240V outlet or through the photovoltaic cells contained in a thin film incorporated both in the roof and in an expandable membrane that opens up to be used as a "living space" when the vehicle is stationary.

66 l’ARCA 276

1. Cellule fotovoltaiche/Photovoltaic cells 2. Ingresso-bagno (posizione chiusa)/ Entry-bathroom pod (compressed) 3. Zona passeggeri/Passenger area 4. Serbatoio acqua/Water storage 8. Cellule fotovoltaiche sul tetto/Photovoltaic cell on roof

9. 10. 11. 12. 13.

Membrana di copertura (aperta)/Membrane roof (unfolded) Letto/Sleeping loft Ingresso in modalità abitazione/Entry for Living Mode Cucina/Kitchen Spazio soggiorno con sedili mobili/ Living area w/ variable seating


276 l’ARCA 67


AUSTRALIAN HIGH SPEED VEHICLE (A-HSV) Hassel

Lo studio di architettura australiano Hassel (www.hasselstudio.com) ha recemente divulgato il suo progetto concettuale per l’A-HSV, Australian High Speed Vehicle, come contributo al dibattito in atto nel Paese sui temi sociali, economici e ambientali. Ispirandosi alle linee brutaliste di una classica auto coupé australiana degli anni Sessanta, la HK Monaro, Hassel ha progettato l’A-HSV in modo che si conformasse al contesto in cui dovrà operare. Questo treno ad alta velocità si propone come alternativa sicura e a basse emissioni per le modalità di trasporto future tra la capitale australiana e le altre città del Paese. Con un nuovo concetto di viaggio e pendolarismo, il treno a due piani e a pianta libera è spazioso e moderno e offre ai viaggiatori una varietà di tipologie di seduta che vanno dalle normali poltrone a salottini privati per incontri di affari o come classe di lusso. Il treno disporrà anche di un bar-ristorante e di un negozio dove i pendolari avranno la possibilità di fare acquisti prima di giungere a destinazione. Con una velocità di 400 Km/h, il tragitto tra Melbourne e Sydney durerebbe meno di tre ore, offrendo un’alternativa valida per una delle tratte aeree più trafficate al mondo. L’A-HSV progettato da Hassel non è solo un’alternativa in termini di velocità, ma è anche molto più sostenibile dal punto di vista ambientale rispetto all’aereo o all’automobile. Un normale volo che attraversa il continente rilascia nell’atmosfera 17 Kg di CO2, in una tratta simile, un’auto rilascia 14 Kg di CO2, mentre le emissioni del nuovo treno non supererebbero i 4 Kg.

68 l’ARCA 276

The Australian architectural studio Hassell (www.hassellstudio.com) has recently revealed its conceptual design for an Australian High Speed Vehicle (A-HSV) in response to national debates on environmental, economical and social issues. Inspired by the brut lines of the iconic Australian speed machine the 1960s HK Monaro, Hassell has designed the A-HSV to be responsive to the Australian context. The A-HSV presents an alternative low-carbon, safe mode of transport for future travel between Australian capital and regional cities. Pioneering a new concept in the way Australians commute and travel, the double-decker train would offer the choice of modern, spacious, open plan commuter seating or private berths for business meetings or luxury travellers. A dining/lounge bar and convenience store would be integrated into the train allowing commuters to dine or do their daily shopping before arriving at their destination. Travelling at 400 Km per hour, a trip from Melbourne to Sydney would take under three hours, providing a viable transportation alternative to one of the busiest air traffic corridors in the world. Not only is the Hassell A-HSV a speedy alternative to planes and cars, it is a much more environmentally friendly one as well. A typical crosscontinent Australian flight releases into the atmosphere 17 Kg of CO2, while a similar car ride releases 14 Kg of C02, but the Hassell AHSV bullet train would only emit 4 Kg of C02.



70 l’ARCA 276


Nella pagina a fianco, rendering degli interni dell’A-HSV, Australian High Speed Vehicle, pensati come ambienti accoglienti e spaziosi. In alto, particolare della fiancata. A sinistra, la cabina di comando. Sopra, particolare di uno dei fanali anteriori.

Opposite page, rendering of the interior of the A-HSV, Australian High Speed Vehicle, conceived as friendly and roomy environments. Top, detail of the train side. Left, the pilots cabin. Above, detail of one of the front lights.

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SEAORBITER Jacques Rougerie

Nonostante gli oceani ricoprano non meno del 70% della superficie del nostro pianeta, sappiamo pochissimo di queste immense distese d’acqua. Tuttavia, sappiamo che sono cruciali per la nostra vita quotidiana e futura: le correnti dominanti regolano il clima, ci forniscono una delle maggiori risorse di cibo grazie allo sviluppo dell’acquacoltura, le molecole che si continuano a scoprire negli oceani contribuiscono a far sviluppare cure per varie malattie, e, soprattutto, le nuove forme di vita che vengono scoperte negli abissi mettono in gioco le nostre idee pre-costituite… Il progetto SeaOrbiter si basa su un approccio tecnologico innovativo che è sfociato nella messa a punto di un natante di nuova generazione per l’esplorazione degli oceani, un’avventura umana nello spirito delle grandi esplorazioni multidisciplinari dei secoli passati. Permetterà ai membri del suo equipaggio di sfruttare un’osservazione 24 ore 24 del mondo sottomarino per lunghi periodi. Il progetto è stato reso possibile dall’unione di grandi personaggi del mondo marino e di quello dell’esplorazione spaziale e, in particolare, grazie all’impegno di Jacques Rougerie, architetto marino con più di 25 anni di esperienza nella costruzione di natanti per l’esplorazione sottomarina, Henri Germain Delauze, presidente di Comex, Jacques Piccard, esploratore sottomarino, Jean Loup Chrétien, astronauta, Scott Carpenter, uno dei primi astronauti e acquanauti americani, Bill Todd, direttore del programma di educazione sottomarina NEEMO della NASA e Kjell Holden, vice presidente di Marintek, l’Istituto Norvegese di Ricerca delle Tecnologie Sottomarine. SeaOrbiter è un natante la cui tecnologia consente all’uomo di vivere nel cuore degli oceani, seguendo le principali correnti oceaniche (è dotato anche di due propulsori elettrici complementari), e di svolgere studi e osservazioni approfittando di un accesso permanente e diretto all’ambiente marino. La struttura è alta 51 metri, di 31 metri sott’acqua. L’imbarcazione è equipaggiata con tutte le strumentazioni per l’osservazione oceanografiche e per i rilievi sonar e servizi satellitari. Può ospitare un equipaggio internazionale di 18 persone: 10 delle quali vivono in condizioni di pressione atmosferica naturale e 8 nella zona pressurizzata. Una camera di decompressione connette i due moduli abitabili. L’equipaggio che sta nel modulo superiore è incaricato della gestione logistica e della preparazione di tutto ciò che serve agli acquanauti che stanno nel modulo sottomarino. L’habitat sottomarino del SeaOrbiter costituisce uno spazio reale analogo alla vita subacquea, favorendo così l’organizzazione, per lunghi periodi, di esperimenti, test di modelli e analisi in termini di confinamento e di reazioni dell’equipaggio alla vita in questo ambiente estremo. La sezione che rimane sopra la superficie contiene tutti gli strumenti per la navigazione e la comunicazione. E’ dotata di un ponte aperto per l’osservazione dei cetacei e la documentazione delle specie migranti. La sezione sommersa è da considerare come un osservatorio mobile. Oltre ai suoi ampi oblò, ci sono anche grandi finestre panoramiche che permettono all’equipaggio una vista costante della vita sottomarina. Alcune videocamere robotizzate operate via cavo possono registrare immagini fino a una profondità di 600 metri. La prima grande missione, prevista per il 2012, del SeaOrbiter sarà quella di seguire le correnti attraverso il Mar Mediterraneo, dopo che saranno stati completati tutti i test in situ e ottenute le approvazioni protocollari. Le missioni successive sono previste lungo la Corrente del Golfo, nell’Oceano Atlantico, e poi negli Oceani Pacificio e Indiano. L’obiettivo del SeaOrbiter è, nel prossimo futuro, quello di raccogliere quante più informazioni possibile sui maggiori oceani del pianeta. Il SeaOrbiter, in collaborazione con il Kordi Korean Oceanographic Institute, sarà anche uno dei simboli dell’Expo Internazionale 2012 di Yeosu, in Corea del Sud, dedicata alla conoscenza degli oceani e alla loro conservazione. 72 l’ARCA 276

Despite the fact that the world’s oceans cover no less than 70% of the surface of our planet, we know very little about these vast expanses of water. However we do know that they play a crucial role in our everyday lives and in our future: the major currents regulate our climate, they provide us with an ever greater source of food thanks to the development of aquaculture, the molecules that we continue to discover in the oceans contribute to healing our illnesses and will most likely continue to do so far into the future, and what’s more the new life forms that we discover in the depths call into question our preestablished ideas… The SeaOrbiter project is based on an innovative technological approach that has resulted in a new generation of ocean exploration vessels, a human adventure in the spirit of the great multidisciplinary explorations of past centuries. It will allow its crew members to benefit from an overall vision of the underwater world and will allow them to actually observe, listen and live 24h a day and during long terms periods, under the sea. The project came about thanks to a meeting of great minds from the marine world and from space exploration and notably thanks to the impetus of Jacques Rougerie, a marine architect with more than 25 years’ worth of experience in constructing vessels for undersea exploration, Henri Germain Delauze, the President of Comex, Jacques Piccard, an undersea explorer, Jean Loup Chrétien, an astronaut, Scott Carpenter one of the first American astronauts and aquanauts, Bill Todd, the Director of the NASA’s NEEMO undersea training programme and Kjell Holden, the Vice President of the Norwegian Marine Technologies Research Institute (Marintek). SeaOrbiter is a unique vessel whose technology allows mankind to live at the heart of the world’s oceans, to drift within the major oceanic currents (it has also 2 complementary electric propellers), to carry out observational studies and enjoy a direct and permanent access to the marine environment. The 51 m-tall semi-submersible vertical structure includes a submersible section of 31m. The vessel is kitted out with oceanographic observational and sonic equipment coupled with satellite facilities. It can house an international team of 18 people: 10 of whom will live in atmospheric pressure conditions while the 8 aquanauts will live in a pressurised zone. The lock chamber connects with the atmospheric pressure upper decks housing the crewmembers in charge of logistics and responsible for preparing supplies for the aquanauts. SeaOrbiter’s integrated undersea habitat is also a real space analog, favouring the organisation, over long periods, of experiments, model testing and analysis in terms of confinement and of the crew’s reactions to life in this extreme environment. The section that remains above the surface houses the navigation and communication equipment. It has an open-air deck for observing cetaceans and documenting migrating species. The submerged section can be considered as a mobile observatory. In addition to its large portholes, this observation post has vast panoramic windows that give the crew a constant view of the surrounding marine life. A remote cable-operated robotic video cameras can record images to a depth of 600 metres. SeaOrbiter’s first major mission is to flow through the Mediterranean Sea and this is scheduled for 2012, after validation of the operational protocols and “in situ” ocean tests. The following missions are due to take place through the Gulf Stream, in the Atlantic Ocean, then in the Pacific and Indian oceans. In the context of the aim that SeaOrbiter will, in a near future, visit and gather information on the main oceans of our planet it may stand, in partnership with Kordi Korean Oceanographic Institute, as the symbol of International Expo 2012 which is to be held in Yeosu, South Korea, with the dedication to knowledge of the oceans and their preservation.


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74 l’ARCA 276



ENERGIA & SOSTENIBILITÀ Energy & Sustainability



E ORA DISEGNIAMO IL SOLE ! Joseph di Pasquale

E’ ormai normale vedere sulle coperture di edifici di ogni tipo una qualche installazione tecnologica che consenta di ottenere energia elettrica o termica dal sole. Non è più una novità, e come tutte le innovazioni tecnologiche che superano il momento della novità si pone con forza oggi e negli anni a venire il tema della loro integrazione nel disegno dell’architettura. Non si tratta di un tema da poco, si tratta addirittura per gli architetti di legittimare la loro stessa funzione come figura principale all’interno del gruppo di professionisti che oggi come oggi operano intorno a un edificio. Non basta più semplicemente “mettere sul tetto” dei pannelli solari, si tratta di fare in modo che questo nuovo elemento sia integrato e addirittura utilizzato nelle sue specificità materiali e fisiche per disegnare un edificio integrato con gli impianti solari fin dalla sua concezione nella mente del progettista, esattamente come succede con qualsiasi altro “materiale tecnico” già integrato nella “matita” del progettista. Si deve passare cioè dal concepire un impianto solare come un impianto meramente tecnico, come un semplice “motore” o “meccanismo” a considerarlo come un elemento con una sua propria specificità materica, geometrica e di istallazione che da un lato devono naturalmente essere coerenti con dei parametri tecnici, ma che però dall’altro possono e anzi direi devono essere “gestiti” e organizzati nei loro aspetti fisici ed architettonici. E solo l’architetto può fare questo, a patto che sia bravo naturalmente e, prima ancora, culturalmente preparato. Si parla qui di cultura scientifica naturalmente. Gli architetti devono assolutamente farlo per non perdere il loro primato nei confronti dei “tecnici”, cioè delle altre figure, impiantisti, ingegneri eccetera che considerano completamente esaustiva della problematica la giustificazione appunto tecnico-economica. Come fare? Innanzitutto è necessario colmare il grande gap informativo esistente. Non è possibile “gestire” un impianto se non se ne conosce a fondo non solo il funzionamento tecnico, ma anche il principio fisico e scientifico su cui si basa il suo funzionamento. Quanti architetti sanno in base a quale principio fisico il silicio genera una differenza di potenziale elettrico se colpito dai raggi solari? Si tratta di appropriarsi della conoscenza scientifico tecnica dell’impianto per poi padroneggiarne le sembianze fisiche e materiali, per integrarlo in una visione architettonica che includa attivamente e non passivamente la tecnologia solare. E questa, lo ripeto, è un’elaborazione culturale che solo un architetto è in grado di fare proprio per la natura intermedia della sua figura a metà tra tecnica e arte che non significa “principiante in entrambe” le sfere ma al contrario “esperto di entrambe”! I tecnici (ingegneri, impiantisti) non possono farlo perché come tecnici sono innamorati del principio e della macchina in sé, e non si preoccupano se sia effettivamente bella o brutta, a loro sembra bella se funziona perfettamente, e se è economicamente vantaggiosa. E all’inizio la meraviglia le faceva vedere belle a tutti. Ma appena superato il momento dell’invenzione e della novità, sono stati altri i valori determinanti per scegliere un’auto, che durano fino ad oggi, e altre le figure chiamate a dare sostanza e forma a questi valori. All’inizio la novità era “muoversi senza cavalli”, ma dopo sono stati l’ebbrezza della velocità, e soprattutto la “linea filante” e l’immaginario legato alla bellezza della forma in movimento. Questo è quello che sta accadendo oggi per le tecnologie solari legate agli edifici. Molti bravissimi architetti hanno già iniziato ad affrontare e stanno affrontando questo tema e ci sono già oggi degli esempi di grande bellezza e di coerenza architettonica ampiamente pubblicati da questa rivista. Diventa semère più chiaro che non è più sufficiente “mettere sul tetto dei pannelli solari” ma si tratterà di capire “come” lo si fa, e ogni volta che si parla del “come” si fa qualcosa, entra in gioco la dimensione creativa e artistica di ogni fare umano, che riporta il centro del discorso dove è sempre stato nei momenti migliori di ogni civiltà parlando di architettura e di città.


IT IS TIME TO DESIGN SUNSHINE! It is now a familiar sight to see some kind of technological installation on all kinds of building roofs, designed to generate electricity or thermal energy from the sun. There is no longer anything new about this and, like all technological innovations that get past that initial moment of being a novelty, the question of how they might be incorporated in architectural design is already (and will continue to be) a powerful and critical issue. This is no insignificant matter, since architects must now justify their presence as key building features to the team of professionals working with them on new buildings. Just "placing solar panels on the roof" is not enough, this new feature must be carefully integrated and exploited in terms of its distinctive material and physical traits to design buildings in which solar panels are incorporated right from the very first moment the building is first thought up in the architect’s mind, just like with any other "technical material" envisaged at the drawing board stage. Solar systems must no longer be envisaged just as a mere technological installation, as a simple "engine" or "mechanism", they must now be viewed as features with their own material qualities, geometrics and installation demands, which, on one hand, must fit in with the building’s overall technical parameters but, on the other, may (and indeed I would say must) be "managed" and developed in terms of their physical and architectural aspects. And only the architect can do this, provided of course he or she is talented enough and, even more significantly, has the right cultural background. In this case we are, of course, talking about a scientific background. Architects must have this kind of expertise if they are to maintain their pride of place ahead of "technicians" or, in other words, other designers, plant-engineers and engineers etc., who view these matters solely along technical-economic lines. So how is this to be done? First and foremost, they must be fully up-to-date with all the necessary know-how and information. A system cannot be "handled" without being fully familiar not just with how it works but also with the physical and scientific principle based on which it operates. How many architects know the principle according to which silicone generates electrical voltage when struck by sunrays? It is a question of knowing all the scientifictechnical specifications of the system in order to gain a complete mastery of its physical and material features, so that it can be incorporated in an architectural vision that encompasses solar technology on an active and not just passive basis. This is the kind of cultural understanding that only an architect can really possess due to the intermediate nature of his/her trade, lying somewhere between technology and art, which does not mean being "a beginner in both" fields but, on the contrary, "an expert in both"! Technicians (engineers, plant-engineers) cannot fulfil this role, because, they are in love with the principal and machine in itself and are not concerned whether it is actually beautiful or ugly. It appears to be beautiful to them provided it works perfectly and is financially advantageous. For them nothing else counts. I have always found the way good engineers love "functioning" rather quaint. An almost blind love meaning that any even obscure mechanical fact seem quite marvellous to them. Just consider the first motor cars: horrendous carriages fitted with bizarre mechanical devices that chugged and clanked along monstrously were considered to be "technological wonders" by their inventors! And in the beginning their wondrousness meant they looked beautiful to everybody. But once that moment of innovation and novelty wore off, other factors became crucial in choosing a car, considerations that are still valid today, and other figures were called upon to give form and substance to these factors. In the beginning the novelty consisted in “moving without the aid of horses", but then later on it was the inebriating experience of speed and, above all, "streamlining" and psychological considerations connected with the beauty of form in motion. The same is now happening in the case of solar technology connected with buildings. Lots of extremely talented architects have already begun to take on and tackle this issue, and there are already some fine examples of outstanding architectural beauty and consistency that have been extensively published in this magazine. It is clear that "placing solar panels on the roof" is no longer enough, what we need to know is "how" to do so. And whenever there is talk of "how" to do something, the creative and artistic side of human endeavour comes into play, which focuses attention back to where it has always been during the highest moments in any civilisation: architecture and the city.


IMPIANTO SOLARE DI MEES MEES SOLAR PLANT www.ecodd.com

L’impianto solare di Mées, inauguarato nell’ottobre scorso nelle Alpes-de-Haute-Provence (Francia) è il principale sito di produzione di elettricità a base solare realizzato in Francia. Progettato e sviluppo da Eco Delta in partenariato con Sumitomo Corporation, si sviluppato su 70 ettari del colle dei Mées e comprende 6 parchi. Grazie alle particolarità geo-climatiche del sito, caratterizzato dalla combinazione di un soleggiamento eccezionale durante tutto l’anno (1.550 kWh d’irradiazione solare orizzontale/anno) e di temperature relativamente basse, l’impianto ha un rendimento di oltre 1.455 kWh/KWc all’anno e produce 50 GW/anno alimentando in elettricità 83.000 abitanti della regione. Il progetto e la realizzazione sono stati sviluppati tenedo conto degli aspetti di sostenibilità ambientale e agricola. I 70 ettari dei vecchi terreni agricoli occupati dall’istallazione sono stati preparati secondo il metodo del mulching (sminuzzamento della copertura vegetale) per trasformarli in terre coltivabili. Allo stesso modo per preservare il terreno è stato limitato l’utilizzo del cemento scegliendo di installare le strutture dei pannelli fotovoltaici con l’uso di viti. I terreni saranno seminati di piante mellifere per la produzione di miele e oli essenziali. La costruzione è stata fornita chiavi in mano dal settore Energy di Siemens France e i 112.780 pannelli policristallini installati sono stati forniti da Suntech.

Michael Cartier Ayach

Mées solar plant, which opened last October in Alpes-de-Haute-Provence (France), is the biggest solar-based electricity generating site built in France. Designed and developed by Eco Delta in partnership with Sumitomo Corporation, it covers 70 hectares of land on the Colle dei Mées and encompasses six parks. Thanks to the site’s peculiar geo-climatic characteristics, featuring a combination of exceptional sunshine throughout the year (1150 kWh of horizontal solar radiation/year) and relatively low temperatures, the plant can generate 1455 kWh/kWc-a-year and generates 50 GW/year to supply electricity to 83,000 inhabitants in the region. The project and its implementation were carried out taking into account environmental and farming sustainability considerations. The 70 hectares of old farmland taken up by the installation were carefully prepared based on the mulching method (reducing the amount of vegetation) to transform them into farmlands. In the same way the use of concrete was constrained to preserve the land, opting to install the structures made of photovoltaic panels using screws. The land will be sown with melliferous plants to produce apples and essential oils. The construction was handed over on a turnkey basis by the Energy Department of Siemens France, and the 112,780 polycrystalline panels installed were supplied by Suntech.

80 l’ARCA 276



IMPIANTO SOLARE TERMICO SOLAR PLANT TOWERS, IVANPAH RAFAA

Lo studio svizzero RAFAA (www.rafaa.ch) si è aggiudicato il concorso a inviti per la realizzazione dell’ Ivanpah Solar Electric Generating System (ISEGS). L’azienda BrightSource Energy Inc. (www.brightsourceenergy.com) sta ora costruendo questo impianto per la produzione di energia solare termica da 392 megawatt nel deserto del Mojave in California. L’ISEGS (www.IvanpahSolar.com), i cui lavori sono iniziati nell’ottobre 2010, utilizza degli specchi per concentrare l’energia del sole su ricettori solari collocati in cima a tre torri di energia alte 225 metri. Il complesso comprende tre impianti separati che saranno realizzati in varie fasi tra il 2010 e il 2013. L’elettricità generata dai tre impianti è sufficiente per servire oltre 140.000 case in California durante le ore di picco. RAFAA ha sviluppato due diverse proposte: una più strettamente aderente al budget e alla tempistica richiesti con il maggior impatto di immagine possibile e che non necessiti di grandi aggiustamenti rispetto al concept iniziale. L’altra più tesa a dimostrare le strategie a lungo termine della BrightSource Energy. Entrambe le proposte combinano l’innovativa tecnologia dell’azienda con componenti tradizionali per produrre energia pulita e affidabile. La tecnologia solare termica a bassa tensione della BrightSource genera energia nello stesso modo degli impianti tradizionali, creando vapore ad alta temperatura per far girare una turbina. Tuttavia, invece di usare combustibili fossili o energia nucleare per produrre il vapore, utilizza l’energia del sole. Questo sistema di solare termico utilizza un software brevettato (Solar Field Optimization Software and Control System-SFINCS) per controllare migliaia di specchi traccianti, detti eliostati, e concentrare la luce del sole su bollitori pieni d’acqua collocati in cima alle torri. Quando il sole colpisce i bollitori, l’acqua all’interno si scalda e crea il vapore ad alta temperatura. Questo viene poi usato sia per produrre energia con una turbina convenzionale sia per applicazioni di processi industriali, quali il recupero degli idrocarburi. Per conservare la preziosa acqua del deserto, il vapore è raffreddato ad aria e reimmesso nel sistema con un processo a corto raggio.

Credits Project: RAFAA Design Team: Rafael Schmidt, Natalie Fabiani, Alessandra Frank, Katrina Stoll, David Szabo Engineer Consultant: Schlaich, Bergermann und Partner EPC: Bechtel

82 l’ARCA 276

Solar-powered steam turbine generator: Siemens Solar Boilers: Riley Power Inc. (a subsidiary of Babcock Power Inc.) Equity Investors: NRG Solar, Google Client: BrightSource Energy Inc.

Swiss design firm RAFAA (www.rafaa.ch) won an invited competition for the realization of Ivanpah Solar Electric Generating System (ISEGS). The company BrightSource Energy Inc. (www.brightsourceenergy.com) is now building this 392-megawatt solar thermal power facility located in the Mojave Desert, California. ISEGS (www.IvanpahSolar.com), which started construction in October 2010, is using mirrors to focus the power of the sun on solar receivers at the top of three 225 metres high power towers. The complex is comprised of three separate plants to be built in phases between 2010 and 2013. The electricity generated by all three plants is enough to serve more than 140,000 homes in California during the peak hours of the day. RAFAA developed two different proposals. The first proposal strictly adheres to the given budget and time frame and tries to have the greatest image impact possible without having to fall back on major adjustments to the existing concept. The second proposal demonstrates a long-term strategy for BrightSource Energy. Both proposals combine BrightSources’ innovative solar technology with conventional power components to produce clean and reliable power. BrightSource’s LPT solar thermal technology generates power the same way as traditional power plants – by creating high temperature steam to turn a turbine. However, instead of using fossil fuels or nuclear power to create the steam, it uses the sun’s energy. This solar thermal system uses proprietary software (Solar Field Optimization Software and Control System-SFINCS) to control thousands of tracking mirrors, known as heliostats, to directly concentrate sunlight onto a boiler filled with water that sits atop a tower. When the sunlight hits the boiler, the water inside is heated and creates high temperature steam. Once produced, the steam is used either in a conventional turbine to produce electricity or in industrial process applications, such as enhanced oil recovery (EOR). In order to conserve precious desert water, the steam is air-cooled and piped back into the system in a closed-loop process.


276 l’ARCA 83


TECNOLOGIA FOTOVOLTAICA Pasquale Amideo

La storia Per molte persone la tecnologia fotovoltaica è una novità, eppure la storia del fotovoltaico è più lunga di quella dell’elettronica. L’effetto fotovoltaico, infatti, fu descritto addirittura nel 1839 da Becquerel; Einstein ricevette il premio Nobel proprio per aver pubblicato, nel 1905, la teoria fisica del fotovoltaico. Già nel 1954, i laboratori Bell realizzarono le prime celle fotovoltaiche a supporto degli allora nascenti piani spaziali statunitensi. Nello spazio non c’è carburante, né ossigeno per poterlo bruciare, e una fonte come quella del Sole, accoppiata a una tecnologia senza parti in movimento, senza combustibile, leggera e affidabile, hanno consentito alle missioni spaziali di avere sufficiente energia di alimentazione. Negli anni ’70, in seguito alla crisi petrolifera, il fotovoltaico ebbe un primo timido sviluppo commerciale. L’Italia, il Paese del sole, allora era tra i principali attori nella ricerca, nell’industria e nelle applicazioni; il campo fotovoltaico da 3MWp realizzato nei primi anni ‘80 a Serre Persano, è stato per alcuni decenni il più grande campo fotovoltaico operativo al mondo. Poi, una volta passata la crisi, passò anche la “voglia” di fotovoltaico, almeno fino agli inizi del 2000, quando i tedeschi introdussero il sistema di incentivazione “Feed In Tariff”, che premia la produzione energetica invece dell’investimento, e che diede nuova linfa allo sviluppo di questo mercato in molti altri Paesi. Da allora è stato un crescendo continuo, nel mondo le nuove installazioni sono cresciute a tassi di incremento annui del 30-60%, e oggi sono installati, globalmente, impianti fotovoltaici per circa 55GWp di potenza, di cui il 22% circa in Italia; siamo secondi solo alla Germania in quanto a totale potenza installata. Tutto bene quindi? Non proprio. L’Europa è stata, è, e sarà ancora per anni a venire l’area geografica con la più alta densità di fotovoltaico installato, ma purtroppo solo il 25% dei prodotti utilizzati per realizzare questi impianti viene fabbricato in Europa. E il restante 75%? Provate ad indovinare. Come ormai accade per molti altri prodotti, l’invasione asiatica è massiccia. I prodotti cinesi in particolare, grazie al supporto di dubbie pratiche di supporto statali, stanno letteralmente invadendo i mercati con costi generalmente inferiori a quelli dei prodotti europei anche se, talvolta, con standard di qualità per lo meno questionabili,. Ma i problemi non finiscono qui. Lo stesso virtuoso meccanismo delle “Feed In Tariff” che ha consentito lo sviluppo massivo dei mercati da 10 anni a questa parte, rischia ora, se non ben governato, di generare l’ennesima bolla speculativa. E’ già successo in Spagna e nella Repubblica Ceca, dove i governi hanno dovuto praticamente azzerare gli incentivi e adottare anche misure retroattive. In Italia, tra mille polemiche, siamo approdati al “IV Conto Energia”, la quarta revisione del decreto che regola gli incentivi, e probabilmente non è finita qui, in quanto, nonostante le sensibili riduzioni degli incentivi programmate, gli investimenti nel fotovoltaico sono ancora un affare, con tassi di rendimento che, in alcuni casi, raggiungono anche il 20% annuo. Un andamento del genere non può essere sostenibile a lungo. Bisogna considerare inoltre che, checché se ne dica, la tanto agognata Grid Parity è già stata raggiunta praticamente su tutto il territorio italiano. Questo esagerato accento sulle questioni economico/finanziarie ha fatto dimenticare a molti le tante virtù di questa tecnologia. Le virtù del Fotovoltaico Quella fotovoltaica è l’unica tecnologia in grado produrre energia elettrica direttamente senza alcuna parte meccanica in movimento. Ne consegue che le componenti non si usurano e non producono alcun rumore. La tecnologia fotovoltaica è l’unica in grado di essere utilizzata con la massima flessibilità per ogni tipo di potenza richiesta. Con la stessa tecnologia si possono alimentare orologi da polso con pochi microWatt, così come intere città con impianti da centinaia di Mega-Watt. Ne consegue che essa trova un campo di applicazione pressoché illimitato. Quelli fotovoltaici, sono tra i pochissimi generatori a non produrre alcuna emissione di gas-climalteranti in tutto l’arco della loro vita utile. Si consideri che ogni kWh elettrico prodotto in Italia oggi, in funzione del mix di fonti energetiche utilizzate, emette in atmosfera oltre 0.5Kg di sola anidride carbonica (CO2). Utilizzando la luce come sorgente energetica, la tecnologia fotovoltaica è la più “diffusa ed equa”. L’umanità è andata popolando il pianeta in proporzione alla quantità di radiazione solare disponibile. La dispersione della radiazione consente l’installazione di generatori localizzati minimizzando i requisiti e i relativi inconvenienti della rete elettrica (gestione, interruzioni, guasti, manutenzione, ecc...). Il fotovoltaico è tra le tecnologie energetiche più sostenibili in assoluto. Fa leva su materiali largamente disponibili nel pianeta, in soli 2 anni produce tutta l’energia spesa nel costruire il generatore, non ha emissioni nocive lungo tutta la sua vita utile e a fine vita utile, dopo 30-40 anni, può essere smantellata recuperando la gran parte dei materiali utilizzati e ponendo in discarica il resto, vista l’assenza di materiali tossici. L’effetto fotovoltaico è ottenibile con molte tecnologie diverse, alternative a quella oggi più largamente diffusa che usa il silicio, e che si stanno sviluppando a vari livelli. 84 l’ARCA 276


PHOTOVOLTAIC TECHNOLOGY Background For a lot of people photovoltaic technology is something new, and yet it actually has a longer history than electronics. The photovoltaic effect was actually described as long ago as 1839 by Becquerel; Einstein was awarded the Nobel Prize after publishing his physical theory of the photoelectric effect in 1905. As early as 1954 Bell Laboratories created the first photovoltaic cells as part of the emerging US space programme. There is no fuel in space and no oxygen to burn it, so a source like the Sun, combined with lightweight and reliable technology without any moving parts or fuel, supplied space missions with the energy they required. In the 1970s, in wake of the oil crisis, the first tentative attempts were made to develop photovoltaic technology commercially. Italy, the land of sunshine, was then one of the leading players in research, industry and applications; the 3 MWp photovoltaic field created in Serre Persano in the 1980s was, for a number of decades, the world’s biggest fully-operational photovoltaic field. Then, once the crisis was over, the "desire" to use photovoltaic technology also passed, at least until the beginning of the third millennium, when the Germans introduced the "Feed In Tariff" incentive program rewarding electricity generation rather than investment, which injected fresh life into the market in lots of other countries. Ever since then it has been one continuous crescendo, new installations have cropped up all over the world at a rate of a 30-60% yearly increase and, globally speaking, approximately 55 GWp of photovoltaic systems are now installed, approximately 22% of which in Italy; we are second only to Germany in terms of total installed power. So everything is fine then? Not at all. Europe was, is, and will continue for years in future to be the geographical area with the highest density of installed photovoltaic technology, but, unfortunately, only 25% of the products used to construct these systems are manufactured in Europe. So where do the remaining 75% come from? Try and guess. As is now the case for so many other products, the Asian market has really taken over. Thanks to the support of rather dubious governmentbacked projects, they are literally invading markets due to the fact they generally cost less than European products, even though, at times, the quality standards are questionable to say the least. But the problems do not end there. The "Feed In Tariff" program that has enabled markets to really boom over the last 10 years is likely to result in yet another speculation bubble, unless it is properly controlled. This has already happened in Spain and the Czech Republic, whose governments have basically had to cancel incentives and even adopt retroactive measures. Amongst all the squabbling here in Italy, we have now reached the "4th Energy Act", the fourth revision of the decree governing incentives, and this probably is not the end of matters, since, despite notable reductions in planned incentives, investments in photovoltaic technology are still a good deal, in some cases even guaranteeing returns on investments of up to 20%-a-year. This kind of trend cannot be sustained for long. Moreover, despite what some people say, the Grid Parity that so many people have been calling for has already more or less been attained all over Italy. Focusing too much on these economic/financial issues has resulted in lots of the virtues of this kind of technology being pushed into the background. The Virtues of Photovoltaic Technology Photovoltaic technology is the only capable of generating electricity directly without any moving parts. This means there is no wear-and-tear on components and no noise produced. Photovoltaic technology is the only kind that can be used with utmost flexibility supplying every type of power required. This technology can be used to power either wristwatches requiring just a few microwatts or even entire cities with plants and systems requiring hundreds of megawatts. This means its range of application is almost boundless. Photovoltaic generators are among the very few that do not give off any climate-altering gas emissions throughout their entire life cycle. Bear in mind that every kilowatt hour of electricity currently generated in Italy through the combination of energy sources used results in over 0.5 kg of carbon dioxide (CO2) alone being given off into the air. Using light as an energy source, photovoltaic technology is the most "widespread and fair". Mankind has gradually populated the planet in proportion to the amount of solar radiation available. Radiation dispersion allows the installation of localised generators, minimising the requisites from and relative inconveniences of the electricity grid (management, blackouts, breakdowns, maintenance etc…). Photovoltaic technology is one of the most sustainable kinds of all. It uses materials widely available all over the planet and in just two years can generate all the energy that was expended in constructing the generator itself. It does not give off any harmful emissions throughout its entire life cycle and, when that cycle is over after 30-40 years, it can be dismantled and most materials recovered. The remaining materials can safely be sent to waste dumps because they are not toxic. The photovoltaic effect can be achieved using various different kinds of technology, not just most widely used today based on silicon. These alternative forms of technology are being developed on various levels. 276 l’ARCA 85


Ma come funziona il fotovoltaico? La luce è la parte dello spettro elettromagnetico visibile all’occhio umano ed è composta da unità fondamentali dette fotoni. Quando un fotone incide su un materiale semiconduttore cede la sua energia a uno degli elettroni che compongono il materiale stesso, liberandolo dal legame chimico e rendendolo quindi disponibile a essere incanalato per formare un flusso: una corrente elettrica, appunto. Ogni materiale semiconduttore, a seconda delle sue caratteristiche fisico/chimiche, mostra una “sensibilità” diversa allo spettro elettro-magnetico generato dal Sole e quindi per ciascun materiale vi saranno fotoni che avranno energia insufficiente, sufficiente o in eccesso a quella necessaria alla liberazione di un elettrone e, di conseguenza, solo una parte dei fotoni incidenti riusciranno a produrre una corrente elettrica, gli altri, assorbiti dal materiale, genereranno calore. Fatta 100 l’energia irraggiata su una tipica cella fotovoltaica commerciale odierna, essa riesce a trasformarne il 15-22% in energia elettrica (efficienza di trasformazione), ne riflette il 2-6% e ne traduce in calore, riscaldandosi, la restante percentuale. Molti elementi semiconduttori sono stati utilizzati per costruire dispositivi fotovoltaici, ma il materiale sul quale si sono concentrati maggiormente sia gli sforzi di ricerca e sviluppo che le tecnologie industriali è il silicio. Il silicio è il secondo elemento più abbondante della crosta terrestre (costituendone circa il 28%) ed è il componente principale di vetri, cementi, ceramiche e siliconi. Tecnologia In natura il silicio si trova principalmente in forma di ossido (SiO2). Le tecnologie fotovoltaiche necessitano però di silicio molto puro (almeno 99,9999%). Tali livelli di purezza si ottengono attraverso una prima lavorazione “metallurgica”, effettuata in forni ad arco elettrico, che trasforma il “bi-ossido” in silicio di grado metallurgico (98,5% purezza). Successivamente questo materiale viene “gassificato” e poi “ri-cristallizzato” attraverso un processo specifico noto come “processo Siemens”, in maniera tale da ottenere silicio a pezzi puro al 99,9999999%. Fin qui questi processi sono gli stessi che vengono utilizzati per produrre i componenti elettronici. Il materiale viene quindi fuso per formare dei “lingotti” da 400-600Kg (multi-cristallino) o dei “cilindri” da 200-350Kg (mono-cristallino). Con una successiva lavorazione di “taglio a filo” si ottengono delle “fette” spesse 0.15-0.2mm e di circa 2,5 dm2 di area. Tali fette sono poi opportunamente “drogate” con altri materiali semiconduttori per ottenere “un diodo a semiconduttore”, che opportunamente metallizzato, dotato cioè delle terminazioni metalliche per inter-connetterlo, diventa una cella fotovoltaica, che costituisce il dispositivo base di ogni generatore. Le celle vengono poi collaudate, interconnesse elettricamente, incapsulate tra uno strato trasparente (tipicamente vetro), sulla faccia attiva, e uno strato impermeabile, sull’altra faccia, in modo da formare un modulo fotovoltaico che sia protetto dagli agenti esterni lungo tutta la sua vita utile. Il modulo così ottenuto è l’elemento commerciale che forma ogni campo fotovoltaico. All’apparenza i moduli possono sembrare tutti sostanzialmente uguali ma una serie di accorgimenti e discipline costruttive come • la qualità dei materiali di cui è composto • alcuni accorgimenti progettuali • il controllo totale dei processi produttivi • l’automazione produttiva a garanzia di consistenza qualitativa • l’accurata selezione di ogni sua caratteristica elettrica e meccanico/funzionale conferiscono al prodotto quelle caratteristiche di qualità intrinseca che gli consentono una vita utile lunga ed efficiente pur essendo esposto a condizioni operative severe. Una serie di moduli fotovoltaici sono elettricamente connessi fra loro a formare poi un campo fotovoltaico che è in grado di produrre energia elettrica in corrente continua. Per l’interconnessione alla rete elettrica è quindi necessario trasformare la corrente da continua in alternata tramite l’adozione di un dispositivo noto come “inverter” e di una serie di dispositivi di controllo, sicurezza ed interfaccia; tutti questi apparati vengono definiti come Balance of System (BOS). Dei circa 55GWp installati oggi nel mondo, ben l’84% sono realizzati con la tecnologia descritta, circa il 15% sono realizzati invece con tecnologie cosiddette a “film sottile”. Il restante 1% è realizzato con altre tecnologie. Vantaggi, applicazioni e prospettive L’ampia gamma di tecnologie fotovoltaiche disponibili e in sviluppo, la possibilità di modulare la potenza per ogni esigenza e la possibilità di utilizzare i moduli fotovoltaici come elementi strutturali e funzionali nelle costruzioni sono caratteristiche che dovrebbero consentire l’applicabilità di soluzioni fotovoltaiche ad una gamma di applicazioni vastissima. Questa adozione massiva non è ancora avvenuta. I pur grandi sviluppi di mercato sperimentati negli ultimi 10 anni sono avvenuti attraverso soluzioni progettuali adattative; soluzioni che si sono limitate ad “addizionare” i campi fotovoltaici alle strutture esistenti, scartando a priori esposizioni solari meno che ottimali, adattamenti troppo costosi e incompatibilità architettoniche o estetiche. In altre parole l’adozione delle soluzioni FV è stata interpretata principalmente come un investimento remunerativo e con scarsa integrazione nelle costruzioni. Facciate, tetti, pensiline e tutte le svariate altre strutture che potrebbero essere concepite con un uso di “materiale fotovoltaico da costruzione” sono ancora delle rarità. Eppure oggi i moduli FV costano 150-180 €/m2, ancora relativamente costoso come semplice materiale edile, ma che considerando la sua capacità di produrre energia elettrica varrebbe la pena di considerare maggiormente nelle scelte progettuali. Inoltre i moduli FV sono perfettamente compatibili con il ciclo di vita dei moderni edifici e ai loro intervalli di tempo di manutenzione. 86 l’ARCA 276


How does Photovoltaic Technology work? Light is the part of the electromagnetic spectrum visible to the human eye and is composed of socalled photons as its basic units. When a photon hits a semiconductor material it releases its energy to one of the electrons forming the material in question, breaking it free from its chemical bond and, hence, making it available to be channelled into a flow: i.e. an electrical current. All semiconductor material (depending on its physical/chemical characteristics) has a different degree of "sensibility" to the electromagnetic spectrum generated by the Sun and so, for every different material, there will be photons with insufficient, sufficient or excessive energy compared to the amount required to release an electron. This means only some of the incoming photons striking the material will manage to generate electrical currents, the others, absorbed by the material, will generate heat. If we take the energy radiated onto a standard photovoltaic cell currently available on the market as 100, then 15-22% of this will be converted into electrical energy (conversion efficiency rating), 26% will be reflected and the rest will be transformed into heat as the cell gets hotter. Lots of different semiconducting elements have been used to construct photovoltaic devices, but most research and development and industrial technology has focused on silicon. Silicon is the second most abundant element found on the Earth’s crust (composing approximately 28% of it), and it is the main component in different types of glass, concrete, ceramic and silicone. Technology Silicon is mainly found in nature in its oxide form (Si02). But photovoltaic technology requires a very pure form of silicon (at least 99.9999%). These levels of purity can be obtained by means of initial "metallurgic" processing carried out in electric arc furnaces, which turns silicon "dioxide" into metallurgic-quality silicon (98.5% pure). This material is then “gasified” and “re-crystillized” through a specific process known as “Siemens Process”, so that it is possible to get pieces of pure silicon (at 99,9999999%). Up to this phase, these processes are the same used to produce electronic components. This material is then melted into 400-600 kg (multi-crystalline) "bars" or 200-350 kg (mono-crystalline) "cylinders". "Slices" measuring 0.15-0.2 mm in thickness and approximately 2.5 dm2 in area are then obtained from the subsequent "thread cutting" process. The slices are then suitably "spiced up" using other semiconductor materials to obtain "a semiconductor diode", which, once suitably metallised (i.e. fitted with metallic terminals to be interconnected), turns into a photovoltaic cell forming the basic mechanism of all generators. The cells are then tested, electrically interconnected, encapsulated between a transparent layer (typically glass) on the active side and impermeable layer on the other side to form a photovoltaic unit protected against outside agents for its entire life cycle. The unit obtained in this way is the commercial element forming any photoelectric field. The units may all look basically the same, but a series of measures and construction features such as • the quality of the materials of which it is made • certain design measures • total control of manufacturing processes • manufacturing automation to guarantee quality standards • careful selection of all its electrical and mechanical/functional traits give the product those intrinsic properties allowing it to have a long and efficient life cycle, despite having to operate in very tough conditions. A set of photovoltaic units are electrically connected together to form a photovoltaic field capable of generating a continuous flow of electricity. To be connected up to the Grid the continuous current must be transformed into an alternating current by means of a device known as an “inverter" and a series of control, safety and interface devices; all these appliances are referred to as the Balance of System (BOS). 84% of the approximately 55 GWp currently installed around the world are generated using the aforementioned technology. On the other hand, approximately 15% is generating using so-called "thin film" technology. The remaining 1% is generated by other means of technology. Advantages, Applications and Prospects The wide range of photovoltaic technology already available or being developed, the possibility of adapting this power to requirements, and the possibility of using photovoltaic units as structural and functional elements in constructions, are all traits that should allow photovoltaic solutions to be used for an extremely wide range of purposes. Such extensive application has not happened yet. The notable boom in the market experienced over the last 10 years has come about due to adaptive design solutions; solutions that have so far been confined to "adding" photovoltaic fields to existing structures, discarding a priori less than optimum solar exposure, over-expensive adaptations, and architectural or aesthetic incompatibilities. In other words, PV solutions have mainly been treated as a profitable investment and have not been integrated into buildings very extensively. Facades, roofs, canopies and all those different kinds of structures that could be designed using a "photovoltaic building material" are still rarities. And yet, nowadays, PV units cost 150-180 €/m2 , still rather expensive as an ordinary building material but, considering its capacity to generate electricity, worthy of greater consideration when choosing design options. PV units are perfectly compatible with the life cycle of modern buildings and their maintenance regimes. Given the distinctive traits of photovoltaic units, inhabited areas and buildings might well be ideal places for incorporating photovoltaic solutions, which, as well as generating energy at com276 l’ARCA 87


Date le caratteristiche dei moduli fotovoltaici, l’abitato ed il costruito dovrebbero essere i luoghi di elezione dove integrare soluzioni fotovoltaiche che potrebbero, oltre che generare energia a costi competitivi e senza emissioni nocive, sostituire alcune componenti del costruito, assolvere a funzioni di copertura e coibentazione e integrarsi pienamente negli impianti, elettrico, termico e domotico, delle costruzioni. Il BIPV (Building Integrated Photovoltaics) è spesso un tentativo maldestro di integrare in tegole, tetti ventilati, pareti coibentate, tettoie, pensiline, passaggi pedonali, serre, cascinali, barriere acustiche, coperture stradali, invece che “adattare a”, “aggiungere sopra” bisognerebbe “costruire con” abbassando così i costi installativi e aumentando le funzioni e la valenza dell’adozione del FV. I vantaggi dei sistemi fotovoltaici sono la modularità, le esigenze di manutenzione ridotte (dovute all'assenza di parti in movimento), la semplicità d'utilizzo, e, soprattutto, un impatto ambientale estremamente basso. In particolare, durante la fase di esercizio, l'unico vero impatto ambientale è rappresentato dall'occupazione di superficie. Tali caratteristiche rendono la tecnologia fotovoltaica particolarmente adatta all'integrazione negli edifici in ambiente urbano. In questo caso, infatti, sfruttando superfici già utilizzate, si elimina anche l'unico impatto ambientale in fase di esercizio di questa tecnologia. I benefici ambientali ottenibili dall'adozione di sistemi fotovoltaici sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, supponendo che questa vada a sostituire energia altrimenti fornita da fonti convenzionali. Per produrre un chilowattora elettrico viene bruciato mediamente l'equivalente di 2,56 kWh sotto forma di combustibili fossili e di conseguenza emessi nell'aria circa 0,53 kg di anidride carbonica (fattore di emissione del mix elettrico italiano alla distribuzione). Si può dire quindi che ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico evita l'emissione di 0,53 kg di anidride carbonica. Questo ragionamento può essere ripetuto per tutte le tipologie di inquinanti. Per quantificare il beneficio che tale sostituzione ha sull'ambiente è opportuno riferirsi ad un esempio pratico. Si considerino degli impianti fotovoltaici installati sui tetti di abitazioni a Milano, Roma e Trapani con una potenza di picco di 1 kWp (orientati a Sud con inclinazione 30°). L'emissione di anidride carbonica evitata in un anno si calcola moltiplicando il valore dell'energia elettrica prodotta dai sistemi per il fattore di emissione del mix elettrico. Per stimare l'emissione evitata nel tempo di vita dall'impianto è sufficiente moltiplicare le emissioni evitate annue per i 30 anni di vita stimata degli impianti. La tabella seguente riporta l'esempio di calcolo:

Emissioni evitate da un kWp di moduli nel tempo di vita degli impianti Luogo

Energia elettrica generata (*)

Fattore mix elettrico italiano

Emissioni annue evitate

Vita dell'impianto

Emissioni evitate (**)

Milano Roma Trapani

1167.4kWhel/kWp 1477.4kWhel/kWp 1669.7kWhel/kWp

0,531kg CO2/kWhel 0,531kg CO2/kWhel 0,531kg CO2/kWhel

729kg CO2 922kg CO2 1043kg CO2

30 anni 30 anni 30 anni

18590kg CO2 23529kg CO2 26587kg CO2

(*) Energia elettrica generata in c.a un anno. (**) Emissioni in atmosfera evitate nell'arco della vita dell'impianto.

Mercato Facciate, tetti o altri tipi di coperture fotovoltaiche consentono di disporre di quantità anche ragguardevoli di energia elettrica, con conseguenti risparmi economici e, nello stesso tempo, mostrano, in modo anche evidente, la “sensibilità ambientale” del proprietario. Costo dei soli pannelli FV 150€/m2 Costo di impianto FV in retrofit 500€/m2 Costo di impianto FV in costruzione 350€/m2 Si pensi per esempio al contributo che l’integrazione dei componenti fotovoltaici potrà apportare alla progettazione di quegli edifici il cui involucro esterno è studiato per minimizzare l’apporto energetico solare, mediante le tecniche progettuali proprie dell’edilizia bioclimatica, al fine di ottimizzarne il comportamento energetico quando il raffrescamento ed il condizionamento estivo siano la primaria specifica progettuale.

88 l’ARCA 276


petitive costs and without giving off harmful emissions, could actually replace certain building components, serve roofing and insulating purposes, and be fully integrated into the electrical, heat and the domotic systems of buildings. BIPV (Building Integrated Photovoltaics) is often a clumsy attempt to integrate into tiles, ventilated roofs, insulated walls, canopies, pedestrian parts, glasshouses, rural buildings, sound barriers and road coverings. Instead of "adapting to" and "adding on", we need to "build with", thereby reducing installation costs and increasing the functions and value of using PV technology. The advantages of photovoltaic systems are modularity, reduced maintenance needs (due to the fact there are no moving parts), ease-of-usage and, above all, extremely low environmental impact. More specifically, the only real environmental impact caused during operating derives the space they take up. These traits make photovoltaic technology ideal for being integrated into buildings in urban settings. In this case, exploiting areas already taken up actually eliminates the only kind of environmental impact involved in employing this kind of technology. Environmental benefits obtained from using photovoltaic systems are proportional to the amount of energy generated, assuming that this energy is used to replace energy which would otherwise have been supplied by conventional sources. On average the equivalent of 2.56 kWh in the form of fossil fuels are burned to generate a kilowatt of electricity, resulting in approximately 0.53 kg of carbon dioxide (emission factor for the Italian electricity mix from the Grid) being given off into the atmosphere. It is fair to say that every kilowatt hour generated by a photovoltaic system prevents 0.53 kg of carbon dioxide being given off. This line of thinking can be applied to every kind of polluting substance. In order to quantify the benefits this has on the environment, it is useful to look at a practical example. Considering the photovoltaic systems installed on roofs in housing in Milan, Rome and Trapani with a peak power rating of 1 kWp (facing south at an angle of 30°), the amount of carbon dioxide that would be prevented from being given off each year may be calculated by multiplying the figure for the electricity generated by the systems by the emission factor for the electricity mix. In order to estimate the amount of emissions not given off during the life cycle of a given system, just multiply the emissions prevented in one year by the 30 years of estimated life cycle for these systems. The following table gives the calculation:

Emissions prevented by one kWp of units during the life cycle of the systems Place

Electricity generated (*)

Mix factor for Italian electricity

Yearly emissions prevented

System’s lifecycle

Emissions prevented (**)

Milan Rome Trapani

1167.4kWhel/kWp 1477.4kWhel/kWp 1669.7kWhel/kWp

0,531kg CO2/kWhel 0,531kg CO2/kWhel 0,531kg CO2/kWhel

729kg CO2 922kg CO2 1043kg CO2

30 years 30 years 30 years

18590kg CO2 23529kg CO2 26587kg CO2

(*) Electricity generated in approx one year. (**) Emissions into the air during the system’s lifecycle.

Market Facades, roofs or other types of photovoltaic coverings can provide quite notable amounts of electricity, resulting in financial savings and, at the same time, clearly showing the owner’s "environmental awareness". Cost of PV solar panels =150€/m2 Cost of retrofitted PV system = 500€/m2 Cost of PV system integrated in construction = 350€/m2 Take, for example, the contribution which integrating photovoltaic components could make to the design of those buildings, whose external shell is designed to minimise solar energy input by means of design techniques belonging to bio-climatic building, in order to optimise its energy performance when summer cooling and air-conditioning are the primary design specification.

La sede della Solsonica (www.solsonica.com) a Cittàducale (RI), azienda produttrice di moduli fotovoltaici

Solsonica HQ (www.solsonica.com) in Cittàducale (RI), producing photovoltaic modules.

276 l’ARCA 89


PARCO D’ATTIVITÀ DE L’ARGILE ET DU TIRAGON www.valsolar.fr

Prima zona verde installata a Mouans Sartoux nelle Alpi Marittime, il parco d’attività dell’Argile et du Tiragon realizzato da Valsolar, rapprsenta 8.550 metri quadrati di pannelli solari raccordati alla rete dell’EDF, pari a una produzione annuale di 1.300.000 kWh. Nel quadro di questo ambizioso programma sono stati installati cinque generatori fotovoltaici su cinque edifici con una superficie di 7.500 metri quadrati di superficie coperta e oltre 5.000 pannelli fotovoltaici in copertura.

Questo intervento rappresenta un rinnovamento di circa 10.000 metri quadrati di superfici di copertura e la costruzione di 3.000 metri quadrati su un nuovo edificio. 1.100.000 kilowattore del Parco di attività è la produzione annuale stimata delle centrali solari fotovoltaiche che equivale al consumo elettrico di 440 famiglie, circa il 17% del consumo elettrico della popolazione di Mouans Sartoux. Questo centro alimenta gli obiettivi del dipartimento di aumentare l’energia prodotta localmente in Costa Azzurra da 10 a 15% nel 2012.


ACTIVITY PARK Argile et du Tiragon Activities Park constructed by Valsolar, the first area of greenery to be installed in Mouans Sartoux in the Maritime Alps, represents 8,550 m² of solar panels connected up to the EDF network. This corresponds to a yearly output of 1,300,000 kWh. As part of this ambitious project, five photovoltaic generators have been installed in five buildings covering an area of 7,500 m² of roof surface and over 5,000 photovoltaic roof panels. This project involves renovating approximately 10,000 m² of

roof surface and constructing 3,000 m² on a new building. The Activities Park’s 1,100,000 kWh is the estimated yearly output of the photovoltaic solar power stations, which is equivalent to the electricity consumption of 440 families, approximately 17% of the electricity consumption of the inhabitants of Mouans Sartoux. The centre is helping the local regional department to hit its target of increasing the amount of energy generated locally in the south of France from 10 to 15% in 2012.


CENTRALE SOLARE IN CALLIAN www.eneryo.com

Messo in servizio in settembre 2011 e inaugurato in novembre, il parco solare fotovoltaico di Callian, nel Est-Var (Francia meridionale), si estende su una superficie di 20 ettari ed è costituito da 40.000 pannelli solari. Questa centrale, progettata e gestita da Eneryo, contribuisce a ridurre la dipendenza elettrica della regione con una significativa capacità produttiva: la sua produzione copre in effetti il 22% del consumo elettrico della zona che conta oltre 21.000 abitanti. Il parco fotovoltaico di Callian permette la produzione decentralizzata di elettricità che si concretizza con un avvicinamento del luogo di produzione al luogo di consumo riducendo gli sprechi di elettricità legati al trasporto. La produzione elettrica del parco solare raggiunge il livello ottimale in estate ed è quindi correlata con le punte di consumo estivo che dipendono dalla climatizzazione.

Callian Photovoltaic Solar Park in Est-Var (South of France) extends over an area of 20 hectares and is composed of 40,000 solar panels. This power station, designed and run by Eneryo, helps reduce the region's electricity dependency thanks to its notable output: it actually generates enough electricity to cover 22% of the electricity consumption in this area inhabited by 21,000 people. Callian Photovoltaic Park allows the decentralised generation of electricity so that production can actually be brought closer to the place where it is consumed, reducing electricity waste due to transport. The solar park’s electricity generation output reaches its optimum level in summer and is, therefore, correlated with summer consumption peaks for climatisation and air-conditioning purposes.



ANELLO SOLARE SPACE ENERGY BELT Anna Conti

Questo lavoro, nasce dalla ricerca di soluzioni per porre fine al consumo delle risorse, di cui con tanta leggerezza stiamo privando le generazioni future: foreste, gas, petrolio, uranio ecc. Forse possiamo ancora salvarci dal disastro, dalla gravissima crisi ambientale economica e sociale, che ha così tragicamente segnato questo inizio di millennio. Se Hiroshima e Nagasaki avevano orribilmente infranto la convinzione che progresso e benessere potessero coincidere, la tragedia di Fukushima ha definitivamente chiarito che il nucleare è stato uno tra gli errori più devastanti commessi nell’ultimo secolo. Poco importa se “brillanti” ingegneri riusciranno a immaginare illusori e fantasmagorici sistemi di sicurezza (sic!) per poter continuare a costruire centrali nucleari, il nucleare è finito. E’ ormai entrata nella coscienza collettiva la consapevolezza, il sospetto, o anche solo la paura, che bruciare uranio o plutonio, impoveriti o no, sia folle. Credo che non solo si sia esaurita l’era degli idrocarburi, (Rifkin), ma sia ora di chiudere con l’epoca del bruciare per ottenere energia e del “possedere/consumare/distruggere” per vivere. Il motore a scoppio, l’automobile, persino il nucleare sono elaborazioni della combustione dal legno al carbone, al petrolio, al gas. Ci siamo prima bruciati tutte le foreste, poi il carbone, ci stiamo bruciando il petrolio, persino l’uranio, e, Rifkin non me ne voglia, sogniamo di fumarci anche l’acqua (idrogeno). Credo che possiamo saltare la coda dell’idrogeno e passare direttamente all’unica energia che, come lo stesso Jeremy Rifkin ci ha così chiaramente spiegato, la legge della termodinamica ci consente di utilizzare senza creare ulteriore e insostenibile “entropia” (proprio perché esterna al pianeta), cioè ciò che ha reso la vita possibile e che per almeno per un bel po’ di annetti renderà possibile la vita sulla terra: il Sole. Molti Paesi stanno già lavorando nella direzione di sfruttare l’energia solare con strutture in orbita intorno al nostro Pianeta. Il Dr. Patrick Collins è il direttore del Progetto SPS (Solar Power from Space) 2000, un progetto dimostrativo, promosso dal Governo Giapponese e dalla NASDA (l’Agenzia Spaziale Giapponese), per la raccolta di energia solare da satellite e il suo invio a terra mediante un fascio di microonde. Il Giappone, in collaborazione con Papua Nuova Guinea, Indonesia, Ecuador, Colombia, Malaysia, Brasile, Tanzania, Maldive, prevede di realizzare una prima stazione orbitante di 4.000 mq entro il 2045. Altri Paesi stanno lavorando a progetti simili. La Pacific Gas and Electric Company, una delle più grandi compagnie energetiche americane, persegue gli stesi obiettivi per il 2016. La 94 l’ARCA 276

SPS (Solar Power from Space) ha una serie di vantaggi su quella terrestre. Occorre considerare, in primo luogo, (come ci spiega Patrick Collins) che il solare terrestre necessita di un’estensione territoriale molto maggiore; poi bisogna stoccare l’energia in grandi quantità, a causa dei giorni nuvolosi; infine, se si vuole, per esempio, fornire energia all’Europa, e gli impianti sono in Africa, serviranno strutture di trasferimento dell’energia, con ulteriore manomissione del territorio. Il solare spaziale, invece, può convogliare energia dovunque sulla Terra. Il solare terrestre può essere più conveniente in località dove siano disponibili grandi estensioni territoriali vicine all’utenza; ma questo non è il caso delle zone a maggiore densità abitativa, che possono tuttavia disporre della superficie relativamente modesta necessaria per le rectenne (antenne di ricezione) riceventi a terra. Con la fine del nucleare, bisogna che la soluzione sia dimensionata al problema. Una grande soluzione, per un problema enorme, ma fattibile per passi successivi e con tecnologie leggere, non invasive, ma risolutive. Perché quindi non portare queste ipotesi alle estreme conseguenze e pensare in grande? Immaginiamo di programmare una Space Energy Belt, una rete energetica globale; e quindi progettare un’opera, un’infrastruttura che vada oltre la nostra vita personale, con un respiro di oltre cento anni. Immaginiamo di costruire un anello intorno al Pianeta, di materiale leggero, una retenuvola di materiale fotovoltaico o una sottilissima stringa di “tessuto” fotovoltaico; immaginiamola in posizione geostatica che trasmetta energia pulita sulla terra, wireless. Questa sarebbe sufficiente a soddisfare i bisogni energetici di tutta la popolazione mondiale e più. Facciamo due conti. L’uso globale di energia in un anno è di 13 TeraWatt (TW) – 1 TeraWatt è 1.000.000.000.000 Watt, cioè un milione di milioni di Watt – la Terra viene raggiunta da 170.000 TW di energia solare, pari a 1.371 Watt per metro quadrato , ma il 55% di questa quantità non raggiunge il suolo per effetto dell’atmosfera. L’energia che raggiunge la superficie è depotenziata ulteriormente per effetto dell’angolo d’incidenza dovuto alla curvatura della Terra e il ciclo giorno-notte ne più che dimezza la fruibilità durante le 24 ore. Ma soprattutto, la superficie necessaria a coprire il fabbisogno energetico previsto per esempio per il 2050, tramite la sola energia solare, sarebbe circa di 1.200.000 Kmq (circa la superficie di Francia, Spagna e Italia messe insieme). Troppa terra da sottrarre all’agricoltura, alle foreste, alla natura. Una stringa di “tessuto” fotovoltaico di solo 100/200 metri di altezza, per la lunghezza di

260.000 Km (orbita geostazionaria), una volta completato l’anello, svilupperebbe con le attuali tecnologie una potenza pari alla previsione di fabbisogno energetico nel 2050, di 30 Terawatt. Nel 2050 la stringa, con tecnologia paragonabile per efficienza a quella dei pannelli attualmente utilizzati nello spazio, dovrebbe avere un fronte di 200 metri per soddisfare la richiesta energetica stimata. Ma i tempi di progettazione e realizzazione andranno ben oltre il 2050. Lo sviluppo della resa energetica del materiale fotovoltaico è, e ancor di più sarà con la fine del nucleare, in evoluzione rapida. Quando riusciremo ad avvicinarci alla resa del 100%, visto che nello spazio non ci sono ostacoli (nubi, giorno/notte) la nostra stringa potrà essere ridotta a 100 metri di altezza, per un’estensione complessiva dell’anello di 26.000 Kmq, meno di 3mq di fotovoltaico in orbita per persona (per una popolazione di 9,2 miliardi di persone stimate nel 2050). La “tessitura” dell’anello potrebbe essere realizzata direttamente in orbita da micro robot, nanotecnologie ormai consolidate e da quelle che sono ancora in “gestazione”. Potremmo utilizzare silicio e carbonio presi direttamente dallo spazio, per costruire una struttura più sottile di un capello e mantenuta coesa e resistente al “vento solare” da un micro campo magnetico realizzato con parte dell’energia assorbita. L’anello è formato da una “nuvola” di polvere, particelle di carbonio presumibilmente di diametro 10 nm (1 nanometro = 10 alla -9 m = 1 milionesimo di millimetro) e volume compreso tra 10mila e 100mila atomi. Ogni particella dovrà essere composta da un modulo fotovoltaico (pelle), un accumulatore di energia (batteria) e un trasmettitore di energia (antenna). Le particelle saranno solidali e ordinate dal campo magnetico creato da loro stesse, si auto replicheranno e auto posizioneranno assorbendo il carbonio e il silicio presenti nello spazio. Certo, queste sono ipotesi, il progetto, nella fase attuale, è sicuramente “visionario” nella sua estensione spaziale e temporale. Al momento stiamo formando un primo gruppo di lavoro insieme al professor Andrea Ferrara, astrofisico dell’università Normale Superiore di Pisa, il team sarà formato da ingegneri spaziali, fisici, chimici e ingegneri specializzati in nanotecnologie. Il bisogno energetico che il genere umano richiede, la drammatica carenza di risorse, la necessità di trovare soluzioni “pulite” chiedono idee, proposte ipotesi eretiche e visionarie, in grado di sollecitare ricerca e soluzioni fuori e lontano dagli schemi che a oggi ci hanno portato solo distruzione,consumo, entropia, dell’unico pianeta ad oggi disponibile alla vita del genere umano.



This project derives from an attempt to find ways of preventing the consumption of resources, which future generations will be deprived of due to our thoughtless wastefulness : forests, gas, oil, uranium etc. Perhaps we are still in time to prevent this disaster and save ourselves from the extremely serious economic-social environmental crisis that has so tragically marked the beginning of this new millennium. Just as Hiroshima and Nagasaki horribly shattered the belief that progress and well-being could coincide, the Fukushima tragedy has clarified once and for all that nuclear energy was one of the most devastating mistakes committed last century. It makes no difference whether "brilliant" engineers will come up with deceptive, phantasmagoric safety systems (sic!) to enable the construction of nuclear power stations to continue, the nuclear age is well and truly over. The collective psyche already suspects, or even fears, that burning uranium or plutonium (regardless of whether they are impoverished) is crazy. I not only believe that the hydrocarbons ages is over (Rifkin), but also that the time has come to end the age of burning things to obtain energy and "possess/consume/destroy" in order to live. The internal combustion engine, car and even nuclear energy all come from burning wood, coal, oil and gas. We have already burnt all the forests and then coal and now we are burning oil and even uranium and (I hope Rifkin will forgive me for saying this) actually dream about burning water (hydrogen). I think we can jump the hydrogen queue and move directly on to the only energy source that, as Jeremy Rifkin has so clearly explained, the law of thermodynamics allows us to use without creating any further and unsustainable "entropy" (due to the fact it comes from outside the planet), in other words the thing that has made life possible and which, at least for a few years more, will allow life to carry on here on Earth: the Sun. A number of countries are already taking steps to make use of solar energy by building structures that orbit around our planet. Dr Patrick Collins is the Head of the SPS 2000 Project (Solar Power from Space), a demonstrative project promoted by the Japanese government and NASDA (Japanese Space Agency) to collect solar energy by means of satellites and send it down to earth along a beam of microwaves. Working in conjunction with Papua New Guinea, Indonesia, Ecuador, Colombia, Malaysia, Brazil, Tanzanian and the Maldives, Japan is planning to construct a first orbiting station measuring 4000 square metres by 2045. Other countries are working on similar projects. The Pacific Gas and Electric Company, one of the biggest energy companies in America, is setting the same goals for 2016. 96 l’ARCA 276

SPS (Solar Power from Space) has several advantages compared to Earth-based projects. First of all, we need to consider that (as Patrick Collins explains) terrestrial solar power requires much bigger expanses of land; then energy needs to be stored in large quantities to compensate for cloudy days; finally, if, for example, energy needs to be supplied to Europe and the plants are located in Africa, means of conveying the energy will be required and this will inevitably involve further impact on the land. Solar power from space, on the other hand, can convey energy all over the earth. Terrestrial solar power may be more convenient in places where large expanses of land are available close to users, but this is not the case in more densely populated areas, which may, however, have the relatively small amount of land required for rectennas (reception antennas). Now that the nuclear age is over, we must find the right solution to the problem. A big solution to an enormous problem that can feasibly be carried out in steps using light, non-invasive problem-solving technology. So why do not we take these assumptions to their most extreme consequences and think big? We might envisage planning a Space Energy Belt, a global energy network; this would mean designing an infrastructure that would extend beyond our own personal life spans to cover a scope of over one hundred years. We might even envisage building a ring around the planet made of a lightweight material, a cloud network made of photovoltaic material or an extremely thin string of photovoltaic "fabric"; we could place it in a geostatic position ready to convey clean energy to Earth on a wireless basis. This would be enough to meet the energy needs of the entire world population and even more. Let's make a few calculations. The world's yearly energy consumption is 13 TeraWatts (TW) – 1 TW equals 1,000,000,000,000 W or, in other words, about 1,000,000 x 1,000,000 W - 170,000 TW solar energy reach the Earth, equal to 1.371 W/m2, but 55% of this quantity does not actually reach the ground due to the effects of the atmosphere. The amount of energy reaching the Earth’s surface is further decreased by the angle at which it hits the surface due to the earth's curvature, and the day-night cycle decreases the amount of usable energy on a 24-hour basis by more than half. But most significantly, the surface area required to cover our predicted energy needs, for example, for 2050 by means of solar energy would be approximately 1,200,000 km² (approximately the surface area of France, Spain and Italy put together). Too much land to be taken away from farming, forests and nature. A string of photovoltaic "fabric” measuring just 100/200 metres in height for a length of 260,000 km

(geostationary orbit) would, having completed the loop, develop an amount of power using current technology equal to forecast energy needs for 2050: 300 TW. In 2050 this string (using technology comparably as efficient as that incorporated in panels currently used in space) would require a 200-metre front to meet the estimated energy needs. But the time required for design and construction would take us well beyond 2050. The energy efficiency of photovoltaic material is being rapidly improved and will evolve even more rapidly now that the nuclear age is over. When we manage to get closer to 100% efficiency seeing as there are no obstacles in space (clouds, day/night), our space can be reduced to 100 meters in length to form an overall loop of 26,000 km², less than 3 m² of photovoltaic mass in orbit per person (for an estimated world population of 9.2 billion in 2050). The ring could be well be “woven” directly in orbit by micro robots drawing on both wellestablished forms of nanotechnology and those still being developed. We could use silicon and carbon taken directly from space to construct something thinner than a hair that would be held together and able to withstand "solar wind" thanks to a micro magnetic field created out of part of the energy absorbed. The ring is formed out of a dust “cloud”, carbon particles presumably measuring 10 nm (1 nanometre = 10 to minus 9 m = 1 millionth of a millimetre) with a volume of between 10100 thousand atoms. Each particle must be composed of a photovoltaic module (skin), an energy accumulator (battery) and energy transmitter (antenna). The particles will held together and set in place by the magnetic field created by the particles themselves. They will also self-replicate and position themselves, absorbing the carbon and silicon found in space. Of course, these are just theories and the project at its present state is certainly “visionary” in terms of its spatio-temporal extension. We are currently putting together an initial work team together with Prof Andrea Ferrara, an astrophysicist from Pisa University. The team will be composed of aerospace engineers, physicists, chemists and engineers specialising in nanotechnology. Mankind's energy needs, the dramatic lack of resources, and the need to come up with "clean" solutions, call for a radical and visionary ideas, proposals and hypotheses capable of directing research and the quest for solutions beyond and well away from the kind of thinking that until now has only led to the destruction, consumption and entropy of the only planet where the human race can live at the moment.



98 l’ARCA 276


In alto, rendering del progetto per la Space Energy Belt. Nella pagina a fianco, schema del funzionamento del sistema. Sopra e a sinistra, particolari dei trasmettitori che convoglieranno l’energia solare dalla cintura orbitale alla Terra.

Top, renderings of the Space Energy Belt project. Opposite page, scheme of the functioning of the system. Above and left, details of the transmitters that will send solar energy from the orbiting belt to the Earth.

276 l’ARCA 99


IMBARCAZIONE SOLARE PLANET SOLAR YACHT www.planetsolar.org

Si tratta del più grande yacht solare al mondo, con i suoi 31 metri di lunghezza e 15 di larghezza, PlanetSolar (www.planetsolar.org) è coperto da circa 500 metri quadrati di pannelli solari, per un totale di 38.000 pannelli. L’obiettivo dell’équipe è quello di realizzare per la prima volta il giro del mondo con un’imbarcazione “solare”, cioè funzionante grazie ad un motore elettrico silenzioso e non inquinante, alimentato esclusivamente ad energia solare. Questo viaggio è stato programmato per poter dimostrare l’affidabilità delle nuove tecnologie, promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili e mettere in risalto il tema del risparmio energetico. Il viaggio avrà una durata di 120 giorni, durante i quali l’imbarcazione si fermerà nei maggiori porti internazionali per mostrare le potenzialità dell’energia rinnovabile e sensibilizzare gli operatori marittimi al suo utilizzo per trasportare via mare merci e persone senza inquinare.

This is the biggest solar yacht in the world, measuring 31 metres in length and 15 metres in width. PlanetSolar (www.planetsolar.org) is covered by approximately 500 square metres of solar panels corresponding to a total of 38,000 panels. The team's objective is to make the first-ever round the world journey by a "solar" vessel: i.e. driven by a silent non-polluting electric engine powered exclusively by solar energy. This voyage is planned to demonstrate the reliability of new technology, promote the use of renewable energy sources and highlight the issue of energy-saving. The journey will last 120 days, during which the yacht will call in at leading international ports to demonstrate the potential of renewable energy and raise awareness among maritime workers as regards its usage for transporting both goods and people by sea without causing pollution.



LOTUS MODULAR ECO-URBAN FURNITURE SYSTEM Giancarlo Zema Design Group

Come una grande foglia che nasce dal terreno, Lotus dà vita a un intrigante arredo urbano di design, dotato di sedute e pensiline fotovoltaiche per parchi e aree di sosta. Un unico elemento tubolare di 14 cm di diametro per 260 cm di altezza, montato a raggiera ne genera la forte ed elegante struttura modulare portante che, crescendo, dona forza vitale a molteplici configurazioni in grado di riparare dalla pioggia, illuminare l’ambiente circostante (con tecnologia LED) e generare energia: dalla soluzione base con un’unica foglia piccola da 4 metri quadrati di superficie fotovoltaica per una produzione di 500W fino a quella con foglia grande da 19 metri quadrati per 2.8KW. Lotus è anche punto di ricarica per auto elettriche, grazie a un sistema centralizzato ogni posto auto è dotato di infopoint, con presa Scame a tenuta stagna, dal quale è possibile ricaricare, pagando l’approvvigionamento con bancomat o carta di credito. Inoltre, grazie alle infinite combinazioni cromatiche offerte da una vasta gamma di verniciature rigorosamente ecologiche, Lotus si inserisce nel perfetto rispetto della natura adattandosi ai colori ambiente circostante: dalle fresche tonalità verdi per i contesti naturali, alle tonalità neutre per i contesti urbani, con possibilità di ulteriori scelte alternative a discrezione del cliente. Un progetto innovativo firmato dell’architetto Giancarlo Zema per la bergamasca LumineXence e sponsorizzato da un pool di aziende leader nel settore della produzione di soluzioni tecnologiche al servizio del sostenibile, quali Solarday, Siderpali, Eurozeta, Nord Zinc, Scame Parre. Credits Project: Giancarlo Zema Design Group Consultants: Solarday, Siderpali, Nord Zinc Client: LumineXence

102 l’ARCA 276


Like a big leaf that comes out from the ground, Lotus gives life to an intriguing urban design shelter, endowed with seats and integrated photovoltaic panels, perfect for green parks and parking areas. A unique tubolar element of 14 cm in diameter and 260 cm in height, radially arranged, generates the modular strong and elegant backbone, able to cover from the rain, to light the ambient with LED technology and to produce energy: from the small leaf of 4 square metres photovoltaic surface for a 500W production to the big leaf of 19 square metres for 2.8KW. Lotus is also an electric car charging point: thanks to a centralized system each parking owns an info point, with a waterproof electrical outlet by Scame, from wich is possible to recharge the car, just paying with bancomat or credit card. Thanks to its endless combination of colours, offered by a wide range of strictly ecological paints, Lotus ďŹ ts in perfectly with nature adapting to the colours of the enviroment; the fresh green tones for natural environments, neutral tones for urban contests, and other customizable possibilities. An innovative project by the architect Giancarlo Zema for the LumineXence from Bergamo, and sponsored by a pool of leading companies in the production of technological solution for the eco-sustainable ďŹ eld, like Solarday, Siderpali, Eurozeta, Nord Zinc, Scame Parre.


MODULI FLESSIBILI GLOBAL SOLAR www.globalsolar.com

I moduli flessibili a film sottile PowerFLEX™ BIPV de Global Solar Energy permettono di raggiungere rendimenti fino al 12,6% grazie alla loro composizione sia in silicio amorfo, sia di un mix di rame, rame, indio, gallio e diselenide (CIGS). La loro flessibilità e leggerezza (3,5 kg per metro quadrato di superficie del modulo) apre delle nuove possibilità d’integrazione negli edifici (BIPV = building integrated photovoltaics). Essi possono anche essere montati su tetti a volta o integrati nel sistema di copertura del tetto. Il moduli PowerFLEX vengono srotolati e incollati sulla superficie del tetto e non necessitano di alcun supporto senza perforare la superficie del tetto e con un’installazione rapida e poco costosa. PowerFLEX™ BIPV thin-film flexible units made by Global Solar Energy can provide efficiency ratings of up to 12.6%, thanks to the fact they are made of both amorphous silicon and a mixture of copper, indium, gallium and diselenide (CIGS). Their flexibility and lightness (3.5 kg per square metre of unit surface) opens up fresh possibilities for integrating them in buildings (BIPV = building integrated photovoltaics). They may also be fitted on flat roofs or integrated in a roof covering system. PowerFLEX units are unrolled and glued onto the roof surface and do not require any roof perforations, so they can be installed quickly and cheaply.

PARCO SPERIMENTALE A MULTI-TECHNOLOGY PARK Lo scorso novembre, Elpo, specialista delle energie rinnovabili, ha dato avvio al nuovo “Parco Fotovoltaico Sperimentale Multi-tecnologico” a Rossano Veneto, in provincia di Pordenone. Venticinque tipi di moduli FV di marche differenti, ciascuno con una potenza di 2 kilowatt, saranno testati da febbraio per 20 anni. Ciò grazie alla collaborazione con EURAC-Istituto per le Energie Rinnovabili che esaminerà la resa dei differenti moduli FV, siano essi pannelli policristallini o film sottile, monitorando le loro prestazioni in base alle diverse condizioni, quali: temperatura dei moduli e dell’ambiente, umidità, irradiazione, pioggia, gelo e vento. Inoltre, grazie all’accordo concesso a Elpo dal GSE, il progetto prevede un aggiornamento biennale dei moduli con sistemi di nuova generazione, così da fornire informazioni sempre pertinenti all’offerta del mercato. Elpo seguirà la parte hardware, l’installazione, la gestione tecnica del parco tecnologico, il controllo del corretto funzionamento dei moduli e delle cabine elettriche e la misurazione dell’energia prodotta. EURAC studierà i dati raccolti minuto per minuto, analizzando le performance dei diversi moduli a parità di condizioni, per capire quali sono i vantaggi e le peculiarità delle singole marche e tipi di moduli messi a confronto. Un progetto ambizioso, ideato e sviluppato all’insegna della massima imparzialità, garantita in primo luogo delle analisi svolte da EURAC, istituto super partes, e dal fatto che i moduli scelti per il field test siano stati acquistati liberamente da Elpo e non forniti gratuitamente dalle aziende produttrici. Il risultato sarà, dunque, un’analisi neutrale che genererà un valore aggiunto in termini di sapere e conoscenza tecnologica che verranno messi a disposizione di tutti gli operatori. Infatti, le aziende interessate potranno iscriversi al portale dedicato dove avranno accesso ai risultati delle analisi imparziali condotte da EURAC. La messa in rete dell’impianto e del portale dedicato è prevista per maggio 2012. Dal progetto di Elpo deriva una nuova fonte di informazione, funzionale alla bancabilità dei moduli fotovoltaici, tema sempre più sentito dagli installatori che sono chiamati a fornire dati puntuali per ottenere finanziamenti. 104 l’ARCA 276

Last November, Elpo, a company specialising in renewable energy, opened its new "Multi-Technological Experimental Photovoltaic Centre” in Rossano Veneto in the province of Pordenone. Twenty-five different types of photovoltaic units made by different brands, each with a power rating of 2 kW, will be tested over a period of 20 years starting in February. This is partly thanks to a working partnership with EURAC (Institute for Renewable Energy), which will study the performance ratings of the difference photovoltaic units (both polycrystalline panels and thin films), monitoring how they perform in different conditions: the temperature of the units and environment, humidity level, irradiation, rain, frost and wind. Moreover, thanks to the contract Elpo was granted by the GSE, the project also involves updating the units every two years with latest generation systems, thereby providing information that is constantly relevant to what is available on the market. Elpo will be responsible for the hardware, installation, technical management of the technological centre, control of the smooth-running of the units and electricity cabins, and measuring of the amount of energy generated. EURAC will study the data collected on a minute-by-minute basis, analysing the performance of the various units under the same conditions, in order to find out the benefits and distinctive traits of the individual brands and different types of units being compared. This ambitious project, devised and developed along the lines of utmost impartiality, primarily guaranteed by the studies carried out by EURAC (an independent and unbiased institute) and the fact that the units chosen for the field test were actually purchased by Elpo and not supplied free of charge by the manufacturers. Companies interested in this project can sign up at the dedicated website, where they will have access to the results. Everything is planned to be put online by May 2012. The Elpo project will provide a new source of information in terms of the possibility of stacking photovoltaic units, an increasingly important issue for installers, who are expected to provide a range of specific data in order to obtain financing.


CAMMINARE SUL FOTOVOLTAICO PV WALKABLE PAVEMENT www.onyxsolar.com

Il Pavimento Fotovoltaico Calpestabile, progettato da Onyx Solar Energy S.L./ Butech (www.onyxsolar.com), può essere considerato come un materiale intelligente multifunzionale, attivo.passivo, ideale per i progetti di Green Building. E’ stato progettato combinando la capacità di generare energia in loco tramite il fotovoltaico, la capacità di sostenere carichi meccanici e quindi di essere calpestabile, l’interfaccia con altri materiali (quali i normali pavimenti di ceramica), le qualità di isolamento termico e impermeabilità delle coperture e un alto valore estetico. Questo prodotto è molto funzionale in quanto la superficie rivestita di elementi FV è tranquillamente calpestabile, il che permette di risparmiare spazio critico. Il prodotto è stato progettato per essere applicato con una varietà di possibili soluzioni che comprendono due diverse tecnologie di FV (CIS e a-Si), diversi colori (opaco, blu, rosso, verde), formati (600x600mm, 450x900mm, 300x600mm) e forme. Inoltre, un’altra innovazione di grande impatto è che l’unità FV è trattata con un processo chimico e fisico che lo fa risultare anti-scivolo e auto-pulente. Il pavimento è costituito da un sistema multistrato, composto (dall’esterno verso l’interno da: pellicola laminata / vetro FV / adesivo / ceramica ultra-sottile / piastrella ceramica di supporto. A seconda della tecnologia FV scelta, la potenza nominale delle unità varia da 52 a 90 W/mq, che risulta in una generazione di energia di 87,5 kWh/mq/anno, considerando le condizioni medie di irraggiamento dell’Europa centrale. In tal modo vengono risparmiati al sistema 35 Kg/m2/anno di emissioni di CO2 (database IAE per la UE). La durata del prodotto è di 20 anni, di cui 10 dati in garanzia dal produttore. La gestione e la manutenzione di queste installazioni FV sono del tutto simili a quelle delle soluzioni tradizionali. The Walkable Photovoltaic Pavement, designed by Onyx Solar Energy S.L./ Butech (www.onyxsolar.com), can be considered as a smart multifunctional active-passive building materials ideal for Green Building design. It has been designed combining the capability of energy generation on-site by means of PV, allowing the mechanical loads required for walk-ability, interfacing with other construction materials (as conventional ceramic floors), providing anti-leak and thermal insulation for roofs and exhibiting an unbearable aesthetic value. This product provides high degree of functionality since the space covered by the PV elements results to be walkable at the same time, which infers a critical saving in space availability. The product has been designed in a rich variety of possibilities including two different PV technologies (CIS and a-Si), colours (fullopaque, blue, red, green) formats (600x600mm, 450x900mm, 300x600mm), and shapes. In addition, a high impact innovation is that the external PV glazing unit is treated through chemical and physical process leading to high anti-slippery and self-cleaning capability. The product consists on a multilayer system, basically (from outer to inner): external foil film / PV glazing / adhesive / ultra-thin ceramics / ceramic supporting tile. Depending on the PV technology selected, the nominal power of the units varies from 52 to 90 W/m2, leading up to an electrical generation of 87.5 kWh/m2/year considering average irradiation conditions of central Europe, and thereby, 35 Kg/m2/year of CO2 emissions would be prevented by the system (IAE data base for UE). The product life-span achieves 20 years, and a 10 years product warranty is provided by the manufacturer. The Operation & Maintenance of the PV installations results to be very similar to other, more traditional solutions.

276 l’ARCA 105


Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

A prova di tornado A New Vision Progetto: Ted Givens

Design Team: Ted Givens AIA (Design Partner at 10 Design Hong Kong), Trey Tyler, Mohamad Ghamlouch, Shane Dale, Dougald Fountain

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C'è un urgente bisogno di passare da una logica antiquata, che non tiene conto delle forze della natura, a una in cui la corsa imperturbabile al profitto e allo sviluppo possa essere bilanciata con l'obiettivo fondamentale di garantire un riparo. L'umanità è inspiegabilmente spinta a costruire in luoghi dove non dovrebbe - accettare l'inevitabilità di questa follia è il primo passo per dare vita a una nuova visione. Questo progetto cerca un modo per trasformare gli atti apparentemente distruttivi della natura in un atto creativo. Ted Givens e il suo team individuano nell’architettura cinetica l'innovazione che costituirà la base per l'abitazione del futuro. Questo tipo di architettura sfrutta le innovazioni tecnologiche e le amplifica le possibilità di integrazione nella casa, adattando meccanismi esistenti in modo nuovo e specifico. Questa concezione rivista della casa si trova a metà strada tra porte da garage, i fiori, e la mentalità della sopravvivenza di una tartaruga. Una serie di semplici leve idrauliche vengono usate per spingere la casa dentro e fuori terra e deviare e distorcere la pelle esterna in risposta a stimoli esterni. Gli attivatori chiave di questo movimento sono i venti ad alta velocità associati a temporali e tornado. Una serie di celle solari sulla pelle esterna ruotano e si flettono per ottenere la massima intensità solare. Una pelle traslucida esterna composta da uno strato isolante trasparente inserito tra due strati di Kevlar garantisce l’effetto barriera contro gli eventi climatici e permette alla luce di diffondersi all'interno della struttura. I progettisti stanno inoltre valutando l'applicazione di rivestimenti fotocatalitici e di nanotubi di carbonio sulla pelle per assorbire e ripulire gli elementi inquinanti trasformandoli direttamente in carburante per l’alimentazione dell'impianto idraulico della casa. Una guarnizione a tenuta stagna blocca il tetto della casa quando si interra, rendendola impermeabile all'acqua e alle raffiche del vento. Interi quartieri saranno interconnessi e collegati tra loro attraverso reti di sensori che interpretano i dati meteo. Dopo che le sirene avranno dato l’allarme un intero può essere “interrato” in pochi secondi e si comporterà come un organismo adatto a dare una risposta collettiva alle sfide poste dall'ambiente naturale. Tornado e tempeste potranno bruciare e soffiare con tutta la loro furia, mentre il quartiere dorme tranquillamente. Il team sta attualmente lavorando allo sviluppo di un prototipo con un gruppo di costruttori navali negli Stati Uniti e Africa.

There is an urgent need to shift from an outmoded logic, ignorant of the forces of nature, to a point where the unabashed rush for profit and development can be balanced against the basic goal of providing shelter. Humanity is inexplicably driven to build in places where it should not – accepting the unavoidability of this folly is the first step to breathing in a new vision. This project sought a way of turning the seemingly destructive acts of nature into creative blooms. Kinetic architecture is the innovation which Ted Given and his team believe will form the foundation for the habitation of the future. This type of architecture learns from technological innovation and amps up its incorporation into the home, custom tailoring existing mechanisms in new ways. The revised conception of the home finds itself somewhere between garage doors, flowers, and the survival mentality of a turtle. A series of simple hydraulic levers are used to push the home in and out of the ground and deflect and warp the outer skin in response to external stimulation. The key activators of this motion being the high velocity winds associated with thunderstorms and tornadoes. A series of solar cells on the outer skin rotate and flex to attain maximum solar intensity. A translucent outer skin consisting of clear insulation sandwiched between two layers of Kevlar provides the weather barrier and lets diffuse light into the structure. The designers are also exploring the application of photocatalytic coatings and carbon nanotubes on the skin to absorb and clean pollution turning it directly into fuel for the home to power the hydraulics. A water tight seal locks the roof of the collapsed home making the structure water and wind proof. Neighborhoods will become interwoven and connected together through sensor networks that interpret weather data. After warning sirens entire suburbs can be collapsed in seconds. The whole neighborhood will behave as an organism fit for a collective response to the challenges brought by the natural environment. Tornadoes and storms can burn and blow with all their fury while the suburb safely sleeps. The team is currently working on the development of a prototype with a group of ship builders in the US and Africa.


Un vascello per le emergenze Water Capsule Concept Progetto: Jay Stoughtenger Jay Stoughtenger (www.jstoughtenger.com) è nato a New York nel 1975, ma attualmente vive e lavora in Kuwait come Senior Architect per uno studio di architettura di avanguardia, occupandosi di progetti che affrontano il tema della densità urbana. Per fuggire alla realtà dell’attività professionale quotidiana, ha proposto il concept alternativo di abitazioni-caspule. Il Water Capsule Concept è un vascello “fantastico” alimentato ad aria ed energia solare per affrontare inondazioni globali. La spinta creativa di questo progetto deriva dal desiderio di provocare le forze opposte di bellezza e oscurità – l’idea di immergere i sopravvissuti nell’ambiente generato da una inondazione globale grazie a un’elegante ed energetica architettura flottante. Il progetto appare come un affascinante cubo d’acqua che spunta dalle nuvole nelle zone alluvionate trasportato da un dirigibile. La Water Capsule ha una forma semplice, costruita con pannelli altamente ingegnerizzati di fibra di vetro rinforzata di un bianco scintillante. La struttura si ripiega per generare all’interno in una serie di ambienti, illuminati da due lucernari e da una finestra aperta sulle acque sottostanti. L’organizzazione generale del progetto segue la deriva della sua forma curvilinea che fluttua in aria e sulle acque, restituendo a chi ha perso tutto almeno la libertà dell’immaginazione. Jay Stoughtenger (www.jstoughtenger.com) was born in 1975 in New York, but currently lives and works in Kuwait as Senior Architect for a progressive office in Kuwait. The designs he develops address urban density and suggest capsule living alternatives which allow him to escape from the reality of his professional practice. The Water Capsule Concept is a fantastical dream-like air and solar-powered living vessel for global flooding. The interest of creating this project was to provoke opposing forces of beauty and darkness – the idea of immersing survivors into their environment of global flooding through an elegant and energetic fusion of floating architecture. The project has the appearance of a glamorous water cube emerging from billowing cloudscapes to flood location by a hot air dirigible. The Water Capsule is a simple form constructed of highly engineered, gleaming white fiberglass-reinforced panels. The structure folds into a sequence of spaces illuminated by two skylights and a window to the sea below. The project’s overall organization follows the drift of its curving form floating experientially through air and water giving freedom to “one’s” imagination from their loss.

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Innovazione e design a Batimat 2011 www.batimat.com Appuntamento internazionale degli attori della costruzione, l’edizione 2011 di Batimat si è conclusa a Paris Porte de Versailles il 12 novembre registrando un aumento dei suoi visitatori di riferimento – architetti, ingegneri e imprenditori – e confermando il suo ruolo strategico di piattaforma di innovazioni e di tendenze. Temi centrali di questa edizione, i temi dell’efficienza energetica e dell’accessibilità degli edifici supportati dall’alto livello di prodotti, servizi e sistemi presentati degli industrie del settore nelle categorie Opere strutturali, Infissi e Porte, Materiali e attrezzi, Zoom allestimenti interno/esterno, Macchinari e attrezzature, Servizi alle imprese e Informatica. Grande interesse ha suscitato il Concorso dell’Innovazione e i Trofei del Design che hanno visto premiati 15 tecniche innovative nelle 7 categorie espositive e 9 nuovi prodotti nuovi prodotti presentati dalle aziende partecipanti in collaborazione con dei designer. Nel Concorso dell’Innovazione il Batimat d'oro (Informatica) è stato attribuito al programma BIMsight di Tekla (1) che permette all’industria della costruzione di applicare il BIM (modello numero) gratuitamente. Il Batimat d'argento è andato a System 2° (2) di Shüco International (Strutture), Importante innovazione nel progetti di edifici a energia positiva, questo sistema si adatta alle condizioni ambientali e contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2 con un tasso di riscaldamento climatico che non supera i 2°. Il Batimat di bronzo a Delta-Liquixx di Doerken (Strutture) impermeabilizzazione liquida che permette di trattare tutti i punti particolari e i più diffici. Segnaliamo inoltre, Green Blade (3) di Fibandco (Allestimenti esterini e interni – Medaglia d’oro e menzione speciale PME), un rivestimento decorativo 100% naturale in fibra di banano, per l’arredamento e la decorazione interna; Electrochrome

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Sageglass (4) di Quantum Glass (Strutture – Medaglia d’argento), doppia o tripla vetrata isolante che può passare da un stato chiaro a uno stato colorato restando trasparente; Janisol Arte (5) di JansenDescasystem (Medaglia d’oro – Infissi e Porte), gamma di profilati in acciaio a rottura termica di una grande finezza, interamente riciclabile e con alte prestazioni. Tra i vincitori dei Trofei del Design, i controsoffitti Tecnonique (6) di Oberflex (Medaglia d’oro – Allestimento interno e esterno) progettati da 5.5 Designers, composti da diversi formati di pannelli in legno e da un sistema di fissaggio esclusivo offrono un’ampia libertà di forme di rilievi assicurando le qualità acustiche, protezione dal fuoco, possibilità di ispezione ecc. Progettato da Technal in collaborazione con Jacques Ferrier Architectures, il sistema di facciata Ressources (Medaglia d’argento Strutture) migliora le prestazioni termiche degli edifici riducendo le emissioni di CO2 nei progetti di ristrutturazione degli edifici (7). Questo sistema si compone di due tipi di facciata: la prima principalmente destinata al terziario, è una pelle esterna che si piega orizzontalmente o verticalmente per adattarsi agli involucri degli edifici; la seconda, principalmente destinata al settore residenziale, associa facciata e copertura in modo continuo per formare una sola pelle. Sarà disponibile sul mercato a partire dal giugno 2012. Una menzione speciale una nuova gamma di prodotti per l’arredamento di interni frutto di una ricerca creativa di Barrisol in collaborazione con dei designer (8). Realizzata con una o più tele in PVC, alcune su strutture in alluminio 100% riciclabile, questa gamma consente di creare delle poltrone, degli ambienti luminosi e decorativi a muro o a soffitto.

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Mapic, l’architettura si rivela Dinamismo, crescita e inventiva, lo spirito che ha anomato la 17ma edizione del Mapic – il salone internazionale dell’immobiliare commerciale organizzato al Palais des Festivals di Cannes il novembre scorso – riflette la stabilità di un settore che conferma il suo ruolo strategico nelle politiche di rinnovamento e sviluppo dei centri città. Le opportunità del settore in Europa cattura l’interesse di importanti volumi di investimento, che registrano un aumento del 35% rispetto al 2010. L’Italia, Paese all’onore di questa edizione, si posiziona secondo il rapporto CBRE (leader mondiale degli indici sull’immobiliare d’impresa) in testa alla lista dei Paesi maggiormente interessati dall’espansione dei grandi marchi. Integrazione nell’ambiente urbano, attenzione agli aspetti architettonici ed energetici, compresenza di attività commerciali e di svago sono ormai le principali tendenze dei nuovi progetti di centri commerciali che hanno visto al mapic la loro vetrina privilegiata. Tra i progetti presentati, Raffles City Hangzhou, in Cina, un centro commerciale, delle residenze, un hotel e degli uffici firmati da UNStudio/Ben van Berkel che sarà ultimitao nel 2013 (1). Morocco Mall a Casablanca (2), recentemente inaugurato, un

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ambizioso progetto di Davide Padoa di Design International che comprende un mix di svago e di attività. Realizzato secondo criteri ecologicamente sostenbili, è destinato, con i suoi 200.000 metri quadrati su tre piani, a diventare la destinazione commerciale moderna dell’Africa de Nord. In Svezia, Emporia (3) firmato da Gert Wingårdh è un centro spettacolare situato a sud-est di Malmö che aprirà fine 2012. Scultoreo e dai volumi minerali, il progetto di Rudy Ricciotti per il polo commerciale multi-funzionale Lillélium (4) si fa portatore di nuove istanze di innovazione e di rinascita del quartiere Lille Sud integrandosi nel suo contesto naturale. Una coperture in ETFE gonfiata, autopulente e trasparente offre un isolamento ottimale e un illuminazione naturale al 77%. A Ovest di Parigi, il nuovo Outlet The West (5) è ormai in pieno cantiere (inaugurazione prevista giugno 2013). Un progetto dall’architettura contemporanea, epurata ed elegante che si differenzia dai tradizionali outlet per porsi in relazione con il Châteaux de Versailles a soli 10 km. Lo studio AWO ha progettato un’architettura declinata dal gioco di curve, linee fluide, percorsi e delle vetrate e patii giganteschi. Organico, paesaggistico, in osmosi con i verdeggiati orizzonti, il Lifestyle Village Perle di Faenza si integra nel paesaggio naturale della campagna dell’Emilia Romagna (6). Progettato dall’architetto Alessandro Bucci, è attuamente in cantiere e aprirà nel settembre 2012. A Genova, il nuovo centro commercial multifunzionale Ponte Parodi (7) firmato da Ben van Berkel & Caroline Bros è pensato come una vera terrazza sul mare. Il progetto che sarà concluso nel 2015, si inscrive nella riqualificazione del fronte mare è consiste nella riqualificazione del molo su oltre 67.000 metri quadrati, di cui 40.000 metri quadrati di spazi commerciali e di divertimento. Ancora in Liguria, le Terrazze di la Spezia (8) è il primo anello di un più ampio progetto di rinnovamento urbano ddi una parte della città. La sua architettura si integra alla topografia del luogo, le terrazze coltivate delle colline liguri si riflettono nello sfalsamento dei diversi livelli rispettando il paesaggio naturale con un segno contemporaneo. L’inaugurazione è prevista per la primavera di quest’anno. Elena Cardani

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Maison & Objet, Parigi

Energy Performance + Architecture Award www.interclimaelec.com

www.maison-objet.com Lo studio di architettura berlinese Sauerbruch & Hutton è il vincitore dell’edizione 2012 dell’ Energy Performance + Architecture Award. Tra i principali eventi d’Interclima+Elec, il salone dell’efficienza energetica degli edifici che si aprirà dal 7 al 10 febbraio a Paris Porte de Versailles, questo premio ha per obiettivo di sensibilizzare i professionisti all’integrazione degli aspetti energetici nel progetto degli edifici attraverso l’esempio di recenti realizzazioni firmate da architetti internazionali. Nominato su una preselezione di 11 studi di architettura (Behnisch Architekten, Diebedo Francis, Kéré Architecte, Herzog + Partner, Sauerbruch Hutton, Andrade Morettin Arquitetos Associados, Kieran Timberlake Architect, Jourda Architecte, Lipsky Rollet Architectes, Atelier Philippe Madec, Kieran Timberlake Architect, Bucholz McEvoy Architects) il lavoro di Sauerbruch & Hutton si segnala in modo particolare per l’approccio funzionale che mette l’individuo al centro di ogni progetto e per le soluzioni policrome che caratterizzano la maggior parte degli edifici. Pionieri delle facciate a “doppia pelle” sviluppa sugli immobili di grandi altezze dal 1991, lo studio si è recentemente evidenziato per l’innovazione tecnologica dei suoi progetti. Al concorso gli architetti hanno presentato tre edifici recentemente realizzati di cui la giuria ha sottolineato la messa a punto durante ogni fase

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di sviluppo dei grandi principi in materia di sviluppo sostenibile. L’edificio per uffici KfW Westarkade (1) di Francoforte è una delle prime torri al mondo in cui il consumo di energia primaria è inferiore a 90 kWh/mq/anno grazie all’uso della ventilazione naturale doppio flusso, della geotermia, dell’elettricità verde e dei “tetti” verdi per la raccolta dell’acqua pluviale. Nel museo Brandhorst di Monaco, un sistema di illuminazione complesso permette alla luce naturale di filtrare in tutte le sale espositive coniugando economie di energia a condizioni ottimali per le opere esposte. Una pompa di calore che funziona utilizzando le acque sotterranee della città rappresenta la principale risorsa di riscaldamento e di raffrescamento. La politica energetica del museo permette di realizzare ogni anno fino al 50% d’economia sull’energia termica e 26% sull’energia elettrica. I due edifici gemelli per uffici del Cologna Oval Offices (2) sono rivestite con 5.000 lame verticali in vetro serigrafato in una gradazione di rosse e verde, la cui intensità varia in funzione delle condizioni meteorologiche e della luce del giorno. Le acque del Reno sono utilizzate per il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio. La luce naturale è sfruttata in modo ottimale e il recupero del calore emesso dalle stampanti e dai computer può essere riutilizzato fino al 90%. L’edificio ha ottenuto il riconoscimento europeo GreenBuilding.

Tra gli appuntamenti più attesi dell’universo casa nei settori del design, dell’arredamento e delle tendenze in atto, il salone Maison&Objet si svolgerà a Parigi Porte de Versailles dal 20 al 24 gennaio. La creatività internazionale sarà all’onore di questa edizione con i Fratelli Campana, Créateurs Maison&Objet 2012, Tokujin Yoshioka, Créateurs Now ! design à vivre, Hubert le Gall, Créateurs scènes d’intérieur e una selezione di giovani creatori giapponesi. Tra i temi centrali della manifestazione, il precorso Filo Verde promosso al fine di individuare gli espositori che si inseriscono in una logica di sviluppo sostenibile.

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Imagina 2012, Monaco Grande attesa anche quest'anno per Imagina, l'appuntamento europeo rivolto ai professionisti e agli studenti dell'universo della 3D che si svolgerà al Grimaldi Forum di Monaco dal 7 al 9 febbraio. Il salone si propone come piattaforma di scambio di esperienze e di competenze nei diversi campi di applicazione delle tecnologie 3D articolando un ricco programma di conferenze, tavole rotonde e atelier che si alternano a salone espositivo. Lo stato dell'arte del mercato della 3D, le tendenze future, gli aspetti economici, le strategie di gestione del progetto, sono tra le tematiche al centro del dibattito di questa edizione nei quattro settori di interesse: architettura, urbanistica e paesaggio, trasporti, design e industria e dentario. Segnaliamo in particolare le conferenze sui temi "tecnologie numeriche e eco-progettazione degli edifici", "potere e contro potere dell'immagine virtuale", il 7 febbraio, e "gestione della città grazie alla 3D", l'8 febbraio.

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Una collaborazione concreta

2. Sara Ricciardi, Jacopo Sterlotti (NABA), FRUUU combo shopper per/for Ceebee.

1. Pietro Calicchio (NABA), Fluid-o-Cap, pompa rotativa per/rotative pump for Fluid-o-Tech.

3. Federica Orionti (NABA), Pietronio, set gioielli per/jewels set for Sanda.

Tra arte contemporanea, pratiche concettuali e musica

4. Marco Febbo, Alberto Juan Negri (Politecnico di Milano), Limited Edition EVO, per/for Leone 1947.

www.hangarbicocca.it La Fondazione Hangar Bicocca, secondo un accordo di collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma, ha ospitato la prima diffusione dal vivo in Italia de “La Stazione”, opera dell’artista svizzero Herbert Distel considerata un contributo essenziale nel campo della composizione musicale ambient-concreta e riferimento importante nella storia delle relazioni tra arte contemporanea, pratiche concettuali e musica. La Stazione è stata realizzata nel 1987 seguendo registrazioni audio della Stazione Centrale di Milano. L’evento costituisce l’ultima tappa del progetto “I was driver on and on”, un programma di incontri sulle modalità di rapporto tra spaesamento/ossessione e produzione/condivisione, svoltosi tra Roma, Venezia e Milano nel corso del 2011. La manifestazione si inserisce, con singolare coerenza e tempestività, nel progetto di Hangar Bicocca impostato sulla riscoperta e proposta di figure artistiche seminali contraddistinte da un percorso transdisciplinare e legate al territorio milanese. L’antefatto dell’opera di Distel risale a quando l’artista svizzero ha realizzato (1987) una serie di field recordings all’interno della Stazione Centrale di Milano, che hanno costituito la base per la creazione di un’opera sperimentale in cinque parti, divise in due atti. Indicata come un capolavoro della musica ambient-concreta, La Stazione è stata composta sul modello dell’opera La Collina (1947) di Perogallo e basata sulla Spoon River Anthology. Ciascuna delle cinque parti è stata dedicata a personaggi italiani quali: Arturo Schwarz, Matilda von Meysenburg, Federico Paternina (produttore di vini della Rioja), Teresita Fontana (moglie di Lucio Fontana) e Valeria Manzoni (madre di Piero Manzoni).

“Un designer per le imprese” è un’iniziativa promossa da Camera di Commercio e Provincia di Milano, in collaborazione con Material ConneXion Italia (it.materialconnexion.com). 15 aziende, 4 scuole, 91 studenti coinvolti e 26 prototipi realizzati nel corso del progetto che ha preso avvio nel febbraio 2011 con un avviso di Camera di Commercio e Provincia di Milano che invitava le imprese milanesi “aspiranti innovatrici” a individuare un brief per un nuovo prodotto/servizio da sottoporre alla creatività e alla professionalità dei giovani designer delle scuole milanesi. Tra le numerose candidature ricevute è stata effettuata una selezione di 15 aziende (A4Adesign, Archè Pannelli, CeeBee, Fluid-o-tech, Gobbetto, Leone 1947, Loykem, Merli Marmi, Milani e C., Monteserrat1968, Priolinox, Quartulli Milano, Sanda, Sonnomedica e Tucanourbano), che hanno potuto così affidare le rispettive idee progettuali alle più prestigiose scuole di design milanesi: Domus Academy, IED – Istituto Europeo di Design, NABA – Nuova Accademia di Belle Arti e Politecnico di Milano. I 91 giovani designer, seguiti da docenti e tutor delle scuole di appartenenza e supportati dalle aziende, hanno lavorato per circa tre mesi allo sviluppo dei brief entrando a diretto contatto con il mondo produttivo milanese. Le aziende, una volta ricevuti gli elaborati dai gruppi di lavoro di tutte le scuole, hanno potuto scegliere quelli che meglio interpretavano le linee guida da loro indicate, e quindi realizzarne i prototipi insieme a Material ConneXion Italia. Oltre ai 15 progetti selezionati dalle imprese coinvolte, sono stati assegnati quattro premi speciali valutati da una Giuria Tecnica presieduta da Emilio Genovesi, Amministratore Delegato Material ConneXion Italia, che ha selezionato i migliori lavori sotto quattro differenti punti di vista: Innovazione Tecnologica – Aldo Colonetti (1); Sostenibilità Ambientale – Maria Berrini (2); Design for All – Avril Accolla (3); Materiale più innovativo – Micol Costi (4).

Barocco austero La mostra “Barocco Austero, presenze nel nostro tempo”, dal 22 ottobre al 30 novembre 2011 presso il Maniero Normanno di Aci Castello e le Antiche Cucine dell’ex-Monastero dei Benedettini a Catania, è stata realizzata per iniziativa di ÁCAOS, Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Aci Castello (Ct). Curata da Carmelo Strano, la manifestazione evidenzia le opere di 70 personaggi tra artisti, designer e architetti di varie nazionalità. Queste le premesse di Carmelo Strano sui contenuti della rassegna: “… di Barocco, a proposito del nostro tempo, avevo parlato in un capitolo del mio volume “Il segno della devianza” (1984), ma l’idea che germinò in appendice, di realizzare una mostra a tema, solo adesso si concretizza. E da questo intento prende corpo una realtà, mediante la selezione di oltre cento opere, mirata a esplicitare il concetto di un barocco contenuto, misurato, dotato di quell’asciuttezza e senso del limite che tanto caratterizza in generale il nostro tempo. Non che il nostro tempo sia barocco tout court. Il nostro tempo è caratterizzato da mistilinguaggio, interferenze multiculturali, senso estetico imprevedibile e nomade. Tutto questo non consente a nessuno, e in nessun modo, di parlare con assolutezza di predominanza di alcuna tendenza. La conseguenza è che la soluzione o la proposta poetica di ogni progetto, o di ogni progettista, non è condizionata da evenienze pregresse. Ognuno opera

liberamente, e forse anche capricciosamente, il proprio attraversamento. Capricciosamente può riferirsi anche agli esiti formali, compositivi, spaziali, cromatici, concettuali, semantici. In questo caso l’autore può essere portato a privilegiare pieghe linguistiche di tipo barocco. In questa direzione è provocato dalla condizione informatica (il web consente capricci formali ed espressivi senza limiti) e da una spinta alla compensazione. Infatti si è portati a controbattere le asciuttezze alla/e società superorganizzata/e. La superorganizzazione comporta asciuttezza espressiva, contenimento massimo degli umori. Da qui le facili tentazioni di strizzare l’occhio ai divertimenti barocchi”. L’evento ha proposto due momenti inaugurali in un precedente convegno (21 Ottobre 2011), che hanno compreso la presentazione della mostra stessa nonché un omaggio alla figura di Ludovico Corrao che, benefattore e promotore di cure e aiuti per Ghibellina, ha posto all’attenzione del mondo la Sicilia in funzione dell’arte e dell’architettura, a seguire (22 Ottobre 2011), c’è stata l’inaugurazione ufficiale delle due sezioni della mostra. Tra i numerosi protagonisti della rassegna anche Vito Catalano, Carter Kustera, Marco Lodola, Franco Mazzuchelli, Elio Marchigiani, Orlan, Filippo Panseca, Elio Santarella, Giovanni Valentini, Wines James, Alda Casal.

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Design: Archirivolto

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