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Febbraio February

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La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva The international magazine of architecture, design and visual communication

VILLE VILLAS GUEST EDITOR

STEFAN BEHNISCH Mensile Monthly Testo italiano e inglese Italian and English text IVA assolta dall’editore - Periodico mensile - Poste Italiane Spa Sped. in A.P. D.L. 353/03 (conv. in L. 27.02.04, n° 46), art. 1, c. 1, - LO/MI



Il silenzio, per farti sentire il vero benessere

Mapesilent e Mapesonic CR Soluzioni per l’isolamento acustico da calpestio.

Da Mapei Mapesilent System e Mapesonic CR, gli eccellenti sistemi di isolamento acustico per pavimentazioni in ceramica e pietre naturali, contro il rumore da calpestio, facili da progettare.

approfondiamo insieme su: www.mapei.it


Ipertesto Scorrevole legno-vetro www.gastaldelloserramenti.it Five, di Gastaldello, è l’alzante scorrevole legno-vetro che, inserito nel Progetto Rinascimento ideato dallo Studio Marco Piva, si distingue poiché, tutto vetro all’esterno e senza cassa, è dotato di un innovativo sistema di ferramenta che ne permette l’apertura senza dover sollevare l’anta (opzionale). Il risultato raggiunto, coerente con la filosofia dell’azienda impostata sul miglioramento e la semplificazione dei prodotti, ha consentito di “togliere” la cassa allo scorrevole, sostituendola con una speciale contro cassa che genera un forte impatto di coesione del serramento con l’edificio, migliorando nel contempo le caratteristiche d’isolamento termo-acustico e di anti-effrazione. Ne è conseguito un design ricercato ed essenziale poiché l’alzante chiuso è tutto vetro, mentre, se aperto, resta il nudo muro. Queste le caratteristiche di Five: tutto vetro esterno, complanarità esterna; assenza di cornici applicate; inattaccabile dagli agenti atmosferici; ferramenta a scomparsa (opzionale); anta a filo telaio interno (opzionale).

Premiazione a tema www.premiole5stagioni.it Il concorso “ Premio Le 5 Stagioni – Progettare il futuro dei locali pizzeria. Nuove aperture, spazi e concept innovativi”, promosso dalla linea di farine specializzate “Le 5 stagioni” di Agugiaro & Figna Molini in collaborazione con POLI..design - Consorzio del Politecnico di Milano, si è concluso a Sigep 2012 (Rimini Fiera) il 21 gennaio, con la premiazione dei sette progetti selezionati. Si tratta di locali realizzati, di concetti innovativi e di numerose idee arrivate anche da Paesi lontani come il Brasile, la Bulgaria, il Canada, l’Egitto e l’India. I premi, del valore complessivo di 13.500 euro, sono stati consegnati da Giorgio Agugiaro, Presidente di Agugiaro & Figna Molini, con Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Preside della Facoltà di Design del Politecnico di Milano e Presidente della Giuria.

Alla sezione Opening, riservata ai locali effettivamente realizzati, la Giuria ha attribuito il primo premio mediante la “Pizzeria Dodici Rondini” di Foligno (PG), progettata da Giampiero Carini, Elisa Eleuteri, Maria Chiara Gallinella, Manuela Silvestri e Varvara Tsamassiotis dello studio Carini di Foligno, mentre il secondo premio è stato assegnato alla Pizzeria Lamericano di Altamura, progettata da Pasquale Gentile, e il terzo premio è toccato al locale pizzeria “Pizza” di Roma, progettato da Josef Arbau. Ha meritato una menzione speciale della giuria il locale “Grani e Braci” di Milano, ristorante pizzeria e griglieria progettato da Simone Nisi Magnoni. Altri tre premi sono stati assegnati alla sezione Concept per proposte progettuali e concept innovativi, e un premio speciale agli Istituti di Formazione.

Restauro di prestigio www.mapei.com

Rifulge di luce propria, in occasione del Natale 2011, il prestigioso “salotto di Milano”; riferimento riservato alla Galleria Vittorio Emanuele II che, dopo 50 anni, esibisce un nuovo e sontuoso restauro effettuato dall’Amministrazione Comunale con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il paesaggio di Milano, in coordinamento con l’Unione del Commercio e l’Associazione Salotto di Milano. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Trivella con il determinante supporto della Società Mapei. Notevole il riscontro entusiastico manifestato dai milanesi e sottolineato dall’encomio espresso in occasione dell’inaugurazione ufficiale, svoltasi il 21 dicembre 2011, da Franco D’Alfonso, Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo e Marketing territoriale.

Sono bastati 210 giorni di intenso lavoro per portare a termine l’intervento di restauro conservativo della pavimentazione della Galleria secondo un severo crono-programma super dettagliato che ha consentito di velocizzare al massimo i tempi degli interventi, senza compromettere le attività e il traffico abituale. Sono 4.050 i mq già restaurati, ai quali seguirà la sistemazione della pavimentazione dei portici settentrionali e meridionali previsti nell’aprile 2012, che porterà la superficie restaurata a 6.300 mq. Il costo totale dell’opera ammonta a 1.970.000 euro. Sono stati necessari tre turni per coprire le fasi lavorative 24 ore su 24, con la presenza media giornaliera di 35 artigiani, per rendere l’evento una rappresentazione straordinaria in quanto l’impiego di cesate trasparenti con descrizioni sintetiche delle opere, ha consentito a i numerosi passanti e ai turisti di assistere agli interventi. La pavimentazione era stata oggetto di manutenzione nel 1908, e successivamente, a seguito dei bombardamenti, nel 1943. Risale al 1966 il rifacimento completo caratterizzato dalla sostituzione dei manufatti in ottone dei lucernari a rosone originariamente in ghisa. L’intervento, eseguito su progetto dell’Amministrazione Comunale, si è valso dell’opera di Silvia Volpi (Responsabile del Procedimento) e Pasquale Mariani Oldani (progettista, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza). Le operazioni di restauro hanno previsto la conservazione dei materiali presenti e delle tracce storiche che il tempo aveva impresso sulla pavimentazione. I materiali degradati, rotti o compromessi sono stati sostituiti con marmi analoghi, ed è stato predisposto il restauro e l’integrazione degli inserti in pasta di vetro e delle tessere in mosaico. Si sono infine sostituite le porzioni puntuali delle parti non recuperabili mediante asportazione e reitegrazione delle singole tessere e delle lastre di pietra, al fine di ripristinare la continuità della tessitura interrotta da numerose cavillature e rotture. L’intervento, nelle varie fasi, si è valso dell’impiego determinante di numerosi prodotti Mapei come dimostrato per: il ripristino dei rosoni e dei petali con Eporip, Mapegrout T40, Keralastic T, Mapesil AC; il consolidamento e il reintegro del sottofondo degradato, con l’utilizzo di Nivorapid e Latex Plus, Mapecem Pronto, Mapegrout SV Fiber, Primer 3296, Eporip; la posa del mosaico e delle lastre in pietra, con l’utilizzo di Elastorapid; la posa di elementi vitrei, con l’impiego di Elastorapid e Kerapoxy; le sigillature elastiche, con l’utilizzo di Mapesil AC e Mapesil LM.


Amministrazione centrale Thyssenkrupp AG, Essen

7XWHOD H TXDOLW¿ SHU FKL SURJHWWD +ùUPDQQ IRUQLWRUH JOREDOH I capolavori architettonici meritano i sistemi di chiusura migliori con la tecnica collaudata del leader del settore. Design attuale, sicurezza certificata, consulenza qualificata garantiscono la buona riuscita dei Vostri progetti. Ideali per soluzioni architettoniche di prestigio: tutto da un unico fornitore per una qualità senza compromessi. Tutti i prodotti rispondono ai requisiti di qualità della norma europea 13241-1

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Ipertesto Per ogni stagione www.brunner-group.com

Da dieci anni presente nel contesto dell’arredamento, Ungers, di Brunner, è la sedia che, disegnata e sviluppata dall’azienda con Oswald Mathias Ungers, consente di personalizzare ambienti di esclusiva importanza sia nell’ambito domestico della casa sia in quello dedicato a conferenze e zone attesa. Formalmente ineccepibile ed elegante per linearità e proporzioni, la sedia assicura confort esclusivo e impatto di prestigio, attualmente esaltati nella nuova variante in legno lamellare e dallo schienale più arrotondato. Le modifiche comportano una rimarchevole leggerezza, nonché maneggevolezza e impilabilità.

Singolare e flessibile www.ravaiolilegnami.com

La facciata ventilata in legno Woodwrap, realizzata da Ravaioli Legnami in collaborazione con Alutek, accoppia il sistema brevettato Profiltek e il sistema Ravaioli Legnami, determinando una struttura portante in alluminio Profiltek con accoppiamento di doghe in legno Ravaioli e posa a clip. Il sistema Woodwrap si presta come facciata a cappotto ventilata, facciata ventilata nonché semplice rivestimento in legno di Frassino Termotrattato oppure Ipé, con caratteristiche tecniche di elevata innovazione. Singolare l’ottimo impatto estetico, la semplicità di posa, l’alto livello di protezione nonché di isolamento ed efficienza energetica, conferiti all’edificio soprattutto con l’inserimento dei pannelli isolanti. Le peculiarità del sistema portano vantaggi all’ambiente, ai progettisti nonché ai posatori. Sinonimo di “soluzioni in legno”, il marchio Ravaioli Legnami dispone di una sede produttiva e di due commerciali, nonché rete di agenti e punti vendita presenti in tutta Italia.

Blindata di estese dimensioni www.oikos.it

Di Oikos, Synua è la porta blindata che, di estese dimensioni a bilico verticale, determina un forte impatto ambientale capace di conferire singolarità anche alle progettazioni architettoniche più sofisticate. Certificata in classe antieffrazione 3, Synua assicura: isolamento termico con valori U2,3 e 2,0 e acustico innalzabile a 39 db, tenuta d’aria in Classe 4, d’acqua in Classe A e vento in C 5. Realizzata con doghe orizzontali, Synua è disponibile in 5 essenze di legno e 8 colori laccati, nonché in 11 varianti di gres porcellanato, in 9 colori in vetro, in 6 tonalità di pelle, in specchio, acciaio e pietra acrilica. Quale esempio dell’offerta tecnologica di Oikos, la foto pubblicata evidenzia una coppia di porte Synua parallele ad anta unica, con finitura gres effetto cor-ten che, inserite in una superficie complanare suddivisa in 10 settori, raggiungono i 3 m in altezza e 1,30 m in larghezza (con possibilità di raggiungere i 2,20 m).

Effetto velluto www.vmzinc.it

Con l’innovativo rivestimento modulare a cassette in zinco titanio VMZ Opus, l’interior design dispone di una soluzione di forte e straordinario impatto per il rivestimento delle pareti interne. Infatti, in considerazione del successo già affermatosi per il rivestimento architettonico VMZ Mozaïk® , Umicore ha realizzato con VMZ Opus, sistema in zinco prepatinato, una variante che consente caratterizzazione e singolarità alle pareti interne. Si tratta di un sistema a cassette in diversi formati, per creare composizioni superficiali di assoluta esclusività, che prevede la distribuzione delle stesse in numerose combinazioni sia con orientamento verticale sia orizzontale, evocando un effetto di straordinaria e vellutata morbidezza visiva e tattile. VMZ Opus è prodotto nelle finiture: ANTHRAZINC®, QUARTZ-ZINC® e PIGMENTO® rosso terra. Le cassette, che dispongono di due misure in altezza (590 e 890 mm) e sette in lunghezza (590, 890, 1190, 1790, 2090, 2390 e 2490 mm), vengono collocate su una sottostruttura composta di guide di fissaggio in acciaio e raccordi in zinco per le finiture, rispondendo a un sistema che assicura eco-sostenibilità e assenza di manutenzione.


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SSERE SEMPRE UN PASSO AVANTI. È QUESTA LA CHIAVE DEL SUCCESSO.

UN ANNO DI NOVITÀ IN CASA DIERRE È la porta blindata in abito da sera, destinata alla protezione dei vostri sogni. Simile in tutto e per tutto ad una porta da interni, sia come estetica che come spessore, ma certificata antieffrazione in Classe 3. È l’unica porta blindata costruita in Italia ad essere certificata antieffrazione in Classe 5. Solida ed inespugnabile, è destinata a caveau, banche ed esercizi commerciali di prestigio.

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Ipertesto Per ogni esigenza www.glassidromassaggio.it Naked, di Glass, è la nuova collezione di vasche che, firmate Giopato&Coombes, si distinguono perché formalmente originali e predisposte quali soluzioni che, alla funzionalità, accostano le prerogative di veri elementi d’arredo. I modelli disponibili comprendono la vasca soprapiano o sottopiano con top e telaio, quella con moduli accessori, nonché la versione pannellata che cela i sofisticati sistemi idromassaggio. Sono previsti moduli ideati secondo numerose funzionalità che comprendono portasciugamani, mensole, contenitore o modulo desk che, con un solo gesto, trasforma la vasca in un pratico piano d’appoggio. In materiale acrilico, Naked, predisposta per installazioni freestanding, ad angolo o a muro, consente una notevole scelta di colori e finiture, sia per il top in cristallo che per la pannellatura e il telaio estetico, capaci di combinazioni di forte impatto arredativo. Alle numerosissime tinte del Top in cristallo, si contrappongono i colori bianco lucido, bianco opaco e nero opaco della vasca, mentre il telaio è bianco segnale, grigio ferro e grigio seta.

Quali i rimedi? www.federlegnoarredo.it

Nella relazione sul sistema legno-arredamento italiano, esposta lo scorso 12 dicembre 2011 presso il Circolo della Stampa di Milano da Roberto Snaidero, presidente di Federlegnoarredo (la Federazione che ne rappresenta l’intera filiera), sono emerse riflessioni incalzanti e propositive sui presupposti per la crescita economica. Infatti i dati, elaborati e diffusi dal Centro Studi Cosmit/FederlegnoArredo, di preconsuntivo per l’anno 2011, espongono un settore che conquista i mercati esteri, ma è depresso nel mercato domestico, compresso da bassa crescita, bassa fiducia e carenza di spesa. Il fatturato 2011 del macrosistema Legnoarredo si conferma per l’appunto sceso a 32,4 miliardi di euro secondo un calo del 3,3% rispetto al 2010, e il risultato, se confermato a consuntivo, riporterebbe i livelli al di sotto di quelli

del 2009, ossia il punto più basso dall’inizio della crisi economica. Si è quindi determinato, con il calo del 5 % del consumo interno apparente dell’intera filiera, la vanifica della crescita di esportazioni del 5,1%, aumento che porta il valore complessivo delle vendite estere a 12,2 miliardi di euro e del saldo commerciale a oltre 7 miliardi di euro. Risultati di eccezione se confrontati con la situazione di commercio internazionale decisamente bassa. Roberto Snaidero ha sottolineato inoltre come la fiscalità del nostro Paese sia l’ostacolo che impedisce la ripresa di imprese e mercato, e ribadisce che: “Le imprese che evadono e non pagano il dovuto usano strumenti di concorrenza sleale e quindi noi, come Confindustria, appoggiamo il principio dei controlli”.

Rinnovato il sito www.iguzzini.com

iGuzzini.com si evolve rinnovando l’approccio per condividere on-line il patrimonio tecnologico e culturale dell’azienda, da cinquant’anni impegnata a indagare sulla luce in tutte le prerogative ipotizzabili. E’ quindi consentita la navigazione in un nuovo sito che, rivisitato nella struttura e nella veste grafica, propone informazioni più svelte e leggere secondo cinque macro-aree tematiche con prodotti, progetti, company, lighting campus e blog; ognuna rispondente a uno specifico colore e pensata per guidare gli utenti nella navigazione mediante tema di appartenenza. Dominano le immagini degli ultimi prodotti realizzati e quelle riconducibili ai più prestigiosi e internazionali progetti di illuminazione firmati iGuzzini. E prende forma il racconto emotivo che descrive la storia dell’Azienda e i riferimenti più dettagliati. Caratterizzato da una navigazione più intuitiva e user-friendly, il sito mostra una serie di “tool” posizionati sulla destra, preposti alla ricerca rapida di tutta una serie di informazioni: dai partners all’area download, dalle newsletters all’accesso ai social blog. Realizzato da Metadesign di Zurigo e sviluppato da Websolute Pesaro, il nuovo sito www.iguzzini.com è già consultabile.

Riferimenti prioritari www.yourglass.com

La presenza di AGC Flat Glass Italia a MADE expo 2011 resta, in termini informativi di singolare priorità, la conferma che, nello stand particolarmente suggestivo e tecnologicamente avanzato messo a punto dall’azienda per la manifestazione, sono stati evidenziati i prodotti più innovativi per superfici architettoniche verticali e orizzontali. Infatti non sono passati inosservati i vetri innovativi e di supporto alle progettazioni evolute quali: Lacobel e Lacobel T, Planibel Light, Pyrobel, Stopray Vision-36-T, gamma Matelux e il nuovo “Concept Glass” AGC 2012. E si sono particolarmente distinte, per lo straordinario impatto generato, le due pareti longitudinali dello stand che hanno incorniciato grandi superfici trasparenti, capaci di evocare vere facciate architettoniche. Cinque le diverse tipologie di vetro evidenziate: il nuono “Concept Glass”, Stopray Vision 36T (vetro selettivo magnetronico a controllo solare specifico per coperture), Pyrobel (vetro stratificato resistente al fuoco) e alcune lastre delle linee che raccontano la storia del vetro quali Stopsol e Sunergy.


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Ipertesto Collaborazione di prestigio www.cosentino.es

Il Gruppo Cosentino, leader mondiale nella produzione e distribuzione di superfici in quarzo, pietra naturale e superfici riciclate, dopo l’accordo di collaborazione con lo studio svedese Form Us With Love, presenta nel mese di febbraio, in occasione del Stockolm Design Week, un singolare progetto di design in quarzo Silestone® nell’ambito del Form Us With Friends; evento realizzato da Form Us With Love. Attivo dal 2005, Form Us With Love è un noto collettivo di designer che, con sede a Stoccolma, è stato fondato da Jonas Petterson, John Löfgren e Petrus Palmer con

l’intento di reinterpretare il design fuori di ogni convenzione. Silverstone® by Cosentino è un materiale che, composto per il 90% di quarzo naturale, presenta superfici altamente resistenti a macchie, colpi e graffi, oltre ad assicurare basso assorbimento di liquidi. Sono inoltre accertate proprietà batteriostatiche accompagnate da certificazioni, garanzie e alti standard di servizio; qualità assicurate dal Gruppo Cosentino a tutti i propri prodotti.

Piena maggioranza www.vimar.eu

Mediante l’acquisizione di un ulteriore 50% del pacchetto azionario di Elvox, Vimar porta al 75% la sua partecipazione al capitale sociale dell’azienda di Padova. Il nuovo assetto, consentendo a Vimar il controllo di Elvox, ne permette l’integrazione in un unico piano di sviluppo strategico per l’intero contesto produttivo e operativo delle due aziende, assicurando maggiore competitività sui mercati mediante l’offerta di un pacchetto completo di soluzioni per il settore residenziale e terziario. L’operazione societaria porta all’integrazione di due delle più importanti realtà industriali di livello internazionale che, già accomunate da tradizione e presenza nei mercati di riferimento impostate su elevata qualità tecnica dei rispettivi prodotti e di attività in Ricerca e Sviluppo, si evidenzia anche per vocazione al Made in Italy, poiché entrambe le aziende progettano e producono interamente in Italia.

I Saloni 2012 www.cosmit.it

Si appressa l’inaugurazione della 51ª edizione dei Saloni 2012, ed è in grande dinamica il processo organizzativo dedicato alla presentazione di innumerevoli prodotti esclusivi che, dal 17 al 22 aprile, figureranno quali protagonisti nel grande scenario di Fiera Milano a Rho. Infatti, dai mobili ai complementi d’arredo, dalle cucine ai bagni e ai prototipi degli under 35, saranno oltre 2.500 gli espositori impegnati in innovazione e qualità. Ed è impostata sul motto: “A Milano, dove se no?” la campagna pubblicitaria dei Saloni che ricorda come Milano sia riferimento storico, formativo e ufficiale del design per l’arredamento. Saranno 210.000 i metri quadri espositivi impegnati per l’evento nel quartiere fieristico, e suddivisi tra il Salone Internazionale del Mobile, Eurocucina, il Salone

Internazionale del Bagno, il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo e il SaloneSatellite, con la previsione di oltre 300.000 visitatori. L’offerta merceologica generata dalle cinque manifestazioni risponde a ogni tipologia di stile e di arredo. Eurocucina sarà come di consueto completata con le proposte dell’innovazione tecnologica degli elettrodomestici da incasso comprese le cappe. In merito al SaloneSatellite dedicato a “Design <-> Technology “, che festeggia la 15ª edizione riservata ai talenti internazionali più promettenti nel design, sono stati definiti i termini del Concorso che premierà i 3 prodotti migliori relativamente alle merceologie della Cucina e del Bagno. La Conferenza Stampa COSMIT, si è svolta congiuntamente a quella di FLAFederlegnoarredo presso il Circolo della Stampa di Milano lo scorso dicembre 2011.

Esclusivo, pregevole e naturale www.curetex.jp Tra le straordinarie doti di Washi (carta giapponese), conosciuta per la derivazione dalla corteccia di alcuni particolari alberi giapponesi mediante un’antica lavorazione tradizionale, anche la prerogativa di non ostacolare il ciclo naturale delle piante, poiché il materiale di base si estrae da alberi vivi in ottemperanza e rispetto dell’intero ecosistema boschivo. Inoltre, le esclusive qualità che contraddistinguono la corteccia, quali la barriera contro i raggi UVA, il potere antitermico e antibatterico nonché isolante che proteggono naturalmente il tronco dell’albero, permangono integre anche in seguito alla lavorazione e al processo di fabbricazione della carta Washi. Infatti al Washi di Curetex Corporation, prodotto nelle prefettura di Fukui dove viene lavorato dall’antichità, è riconosciuto, unitamente alla straordinaria resistenza, un carattere isolante superiore alla normale carta che deriva dalla pasta di legno, nonché il potere di durare per millenni. Tra i molteplici utilizzi della carta Washi, in

considerazione della singolare resistenza e flessibilità, anche innumerevoli interventi decorativi su interni per pareti divisorie, nonché per produrre lenzuola e tendaggi. Da circa 10 anni l’abilità dei maestri artigiani e l’impegno di una attenta ricerca, hanno consentito la realizzazione di filati e tessuti che, mantenendo le salutistiche caratteristiche originarie, si distinguono per morbidezza e piacevolezza tattile del tutto esclusive. La lavorazione del filato Washi prevede che la corteccia degli alberi, una volta estratta, venga accuratamente lavorata sino a raggiungere strati sottilissimi, filati poi con una particolare trama che ne conserva intatti i valori naturali. Prerogativa di maggior riscontro, con la morbidezza e la freschezza, è l’isolamento contro l’umidità, poiché la molecola di cellulosa si distingue per la struttura chimica che assicura la fuoriuscita di idrogeno, caratteristica mantenuta sempre intatta.


VMZINC® Facciate di carattere

Brown University Granoff Center for Creative Arts, Providence Rhode Island (USA) – Architetti : Diller Scofidio e Renfro – Foto : Gilbertson Photography, Fotolia

www.vmzinc.it

Svelate la personalità delle vostre facciate con VMZINC. Con una texture unica, molteplici tonalità, un’ampia gamma di forme, lo zinco VMZINC si rivela un materiale di stile, che porta un marchio distintivo alle vostre opere e vi accompagna verso un’architettura duratura e innovativa.


Ipertesto LED di nuovo riferimento www.osram.it

Poche le parole necessarie per informare sul nuovo LED che attualmente si distingue nel mercato delle lampade a LED, animandolo con particolare “energia”. Si tratta di Duris E 5 di Osram Opto Semiconductors, LED prodotto per il mercato LED retrofit e progettato per ottenere la distribuzione uniforme della luce. Infatti, per merito dell’ampio spettro di temperature del colore, dell’elevata efficienza e della resa cromatica naturale, risponde perfettamente alle esigenze più sofisticate del settore residenziale e a qualsiasi altra relativa all’illuminazione generale.

A proposito di Real Estate www.confindustriaceramica.it

Sul sito www.confindustriaceramica.it sono disponibili le informazioni focalizzate (riferite al Cer, il giornale della Ceramica n.330) sulle strategie e le azioni del Governo, volte a contrastare il fenomeno della contraffazione e le riflessioni relative al Word Ceramic Forum di Città del Messico, riguardanti le novità sulle norme tecniche del commercio internazionale e la sostenibilità ambientale nel mondo. Consultabili anche gli approfondimenti sul mercato immobiliare, le innovazioni tecnologiche, le fiere e le previsioni sugli stili 2013. La sezione Real Estate approfondisce le tematiche sul mercato nordamericano dove si dichiara il calo delle compravendite immobiliari negli Stati Uniti in contrapposizione alla crescita delle domande di case in Canada. Diverse, secondo il Rapporto Cresme in termini di costruzioni nel mercato italiano, le conferme che indicano incrementi del segmento delle riqualificazioni, ristrutturazioni e contrazioni nel nuovo residenziale. Particolare l’interesse economico riservato ai “contratti di rete”, svoltisi tra oltre 100 imprese per usufruire di agevolazioni finanziarie, fiscali e per ottimizzare le aree di business delle aziende. Il Dossier, dedicato alle infrastrutture del distretto ceramico emiliano, indaga l’analisi congiunturale di Federtrasporto riguardante la ripresa dei trasporti internazionali, esaminando lo stato dei lavori della Pedemontana ceramica e degli scali di Dinazzano e Marzalia, evidenziando gli investimenti nelle infrastrutture portuali di Ravenna e considerando la situazione della Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo.

Premiazione “sartoriale” www.antrax.it

Progettato da Matteo Thun e Antonio Rodriguez per Antrax IT, “Serie T” è il radiatore definibile “sartoriale” che, di singolare impatto ambientale, si è distinto per essenzialità, leggerezza ed ecletticità formale e funzionale, conquistando il premio “Interior Innovation award 2012”. Già detentrice dell’Interior Innovation award 2011 per il radiatore Teso, Antrax IT si riconferma quindi leader per il settore di riferimento con Serie T, grazie alle singolari capacità innovative e per le soluzioni di esclusiva flessibilità. Infatti Serie T, si distingue per la disponibilità in diverse configurazioni che consentono, oltre alle misure standard 150 e 200 cm, elementi nelle lunghezze decise dal cliente comprese tra i 100 e i 250 cm con step di 1 cm; ragione per la quale si è conquistata la definizione “sartoriale”.




Happy Business To You 15-18 febbraio 2012

Contract made in Italy

Pordenone Fiere SpA Viale Treviso 1 33170 Pordenone Tel. +39 0434232111 Fax +39 0434 750415 info@happybusinesstoyou.it www.happybusinesstoyou.it

Interior design, outdoor, illuminazione, rivestimenti e serramenti, ufficio, home automation, domotica: le migliori eccellenze, rigorosamente made in Italy, trovano spazio a Happy Business To You. La manifestazione, che si svolge presso la Fiera di Pordenone dal 15 al 18 febbraio, è la prima fiera in Italia interamente dedicata all’arredamento e alle forniture per grandi progetti. Per quattro giorni, Pordenone, già polo di rilevanza europea nel settore dell’arredo, diventa la capitale mondiale del contract, ovvero tutto ciò che fa arredamento per le grandi commesse, dagli alberghi ai complessi residenziali, dalle navi ai centri congressi, fino alle comunità. Happy Business To You è concept unico e inedito, che si focalizza sul business e ha come obiettivo quello di creare contatti, momenti privilegiati di incontro, relazioni e accordi grazie a una selezione rigorosa dei migliori marchi italiani del settore e dei buyer internazionali. Organizzata da Pordenone Fiere SpA, la manifestazione si articola in varie sezioni. Presso i padiglioni della fiera, trova spazio l’area “ufficiale” e istituzionale dell’evento in cui le aziende espongono i propri prodotti e si confrontano direttamente con i buyer. Open House è invece un’iniziativa che coinvolge direttamente le fabbriche e i luoghi di produzione i quali, per la durata dell’evento, si aprono agli ospiti della Fiera che possono visitarle per scoprire dove e come nasce il vero made in Italy. Tra gli invitati ci sono i migliori studi di architettura e progettazione di interni mondiali, i top contractor internazionali, in particolare di quelle aree, come Cina, Medio Oriente, Russia e Sud America, che registrano i maggiori tassi di crescita nell’edilizia residenziale e nell’ospitalità. A latere del momento propriamente espositivo sono organizzati nelle quattro giornate, una serie di convegni, incontri e seminari che vedono protagonisti alcuni dei più importanti nomi internazionali del mondo della progettazione e del contract. La mattina del 15 febbraio, dopo l’inaugurazione ufficiale, apre la serie di incontri una Lectio Magistralis di Kazuyo Sejima, direttrice dall’ultima edizione della Biennale di Internazionale d’Architettura di Venezia, vincitrice nel 2010 del prestigioso Pritzker Architecture Price e firma internazionale delle più innovative opere di architettura realizzate di recente in tutto il mondo. Il 16 febbraio è la volta ai protagonisti italiani del settore contract, quali Luca Scacchetti,

Enzo Cattelani e Marco Piva, i quali nel corso di un convegno raccontano le loro esperienze internazionali. La mattina del 17 febbraio, lo studio Memar presenta l’intervento del Quadrante Tessera attorno al nuovo stadio di Venezia e nel pomeriggio dello stesso giorno l’eclettico Karim Rashid illustra la filosofa progettuale che ha dato vita a prodotti diventati veri e propri oggetti cult. Il programma convegni ed eventi viene costantemente aggiornato nella sezione EVENTI, del sito www.happybusinesstoyou.it/eventi.

Nella sezione VISITORS del portale www.happybusinesstoyou.it/ è possibile registrarsi e accedere a tutti gli eventi in programma. In conclusione, quattro giornate davvero intense a Pordenone dove Happy Business to You, con il suo accento provocatorio posto sulle parole business e felicità, vuole porsi realmente come un’opportunità unica per le imprese italiane per fare squadra proseguendo in una strada già intrapresa di risposta alla crisi, nel nome di una capacità del fare e di un orgoglio propri non solo del nord-est ma, realmente, made in Italy.


CAVE Gamba

Pietre per l’architettura La ditta Cave Gamba si occupa di estrazione e lavorazione pietra. Coltiva le cave di Serino, Scaravino e Darco da cui estrae l’Arabescato Orobico da banchi di rocce appartenenti alla formazione Triassica del Calcare Rosso. L’azienda è in grado di proporre articoli, tagli e pezzature diverse destinati a valorizzare progetti sia di architettura sia di design. Alla clientela offre blocchi, lastre, pietre da costruzione e rivestimento, il cui utilizzo può essere destinato sia agli interni sia agli esterni. L’Arabescato Orobico è un calcare venato contraddistinto da colorazioni particolari dovute alla presenza di ossidi di ferro, dolomite e ceneri vulcaniche. Il suo utilizzo percorre la storia dell’arte e dell’architettura italiana, essendo stato utilizzato per porzioni del pavimento della Basilica di San Pietro a Roma e per la base della Pietà di Michelangelo, per arrivare a realizzazioni più contemporanee come la nuova Fiera di Bergamo e, più recentemente la Villa Bianchi Scacchi, progettata dall’architetto Roberto Morisi a Mendrisio, nel Canton Ticino. Per quest’ultimo progetto, la Società Cave Gamba è stata scelta come fornitore dei materiali lapidei (rivestimenti e base in pietra della villa). Soprattutto i rivestimenti in pietra hanno costituito un fondamentale elemento di raccordo tra la contemporaneità architettonica della villa e la sua posizione che la pone in rapporto diretto con il borgo storico della cittadina svizzera. In particolare spicca il suo impiego per il rivestimento delle facciate nord e ovest. Qui, la pietra lavorata a spacco e a lastre bocciardate, coesiste e si alterna elegantemente con le ampie vetrate esposte sul suggestivo panorama. Oltre alla sua raffinata estetica, l’Arabescato Orobico presenta come caratteristiche fondamentali un’ottima resistenza a sforzi di compressione e di flessione, un’elevata resistenza all’usura e un bassissimo coefficiente di imbibizione cui consegue una scarsa tendenza a subire danni dal gelo.

CAVE Gamba S.a.s Via Torquato Tasso 24 24014 Piazza Brembana (BG) - Italy Tel. +39 0345 82638 - Fax +39 0345 82516 info@cavegamba.it - www.cavegamba.it


Ipertesto

a cura di Alda Mercante

Arte in foto www.aurelioamendola.it, www.fondazionemarconi.org

Aurelio Amendola, Alberto Burri, Città di Castello, 1976.

Fino al 17 febbraio, presso la Fondazione Marconi di Milano, sono in mostra le opere fotografiche di Aurelio Amendola secondo le tematiche “Happenings” e “Pinacoteca di Ritratti d’Artista”. Amendola, noto per il vasto e importante repertorio fotografico, espone gli immaginifici ritratti di noti protagonisti dell’arte contemporanea, colti con l’estemporanea mediazione del talento, nei rispettivi studi, nelle abitazioni e nei momenti di lavoro. Tra le immagini di artisti evidenziate nella sequenza “Pinacoteca di Ritratti d’Artista”, figurano quella di Giorgio De Chirico in gondola, di Marino Marini con cavallo a Forte dei Marmi, nonché quelle di Fausto Melotti, César, Mario Schifano, Piero Dorazio e Arnaldo Pomodoro. Nella sezione “Happenings”, sono invece documentate le fasi creative per la realizzazione di opere complesse come quella che vede il volto di Alberto Burri infiammarsi in una combustione seducente e dilatata o rivela un Emilio Vedova coperto della sua stessa pittura o vede Claudio Parmeggiani in un labirinto di cristallo.

Coerenze astratte www.fondazionezappettini.org

Alberto Biasi, Oggetto ottico-dinamico, 60x60x4 cm, 1960.

Dopo la personale dedicata ad Antonio Calderara, la Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea ospita, nella propria sede di Milano, fino al 16 marzo, le opere di Alberto Biasi, protagonista significativo dell’astrazione italiana. La mostra, curata da Alberto Rigoni, pone in rassegna il percorso di Biasi attraverso opere che ne evidenziano i principali periodi di attività artistica, quali le “torsioni”, i rilievi ottico percettivi”, fino agli “assemblaggi”. Si tratta di una decina di opere che rappresentano il suo talento sperimentatore e la singolare vitalità innovatrice.

Considerazioni… di pelle www.triennale.it

Man Ray, Noire et blanche, fotografia, 23x30 cm, 1926, newprint 1980c. (courtesy Fondazione Marconi).

E’ in corso presso la Triennale di Milano, fino al 19 febbraio, la singolare mostra “Pelle di Donna. Identità e bellezza fra arte e scienza” che, curata da Pietro Bellasi e Martina Mazzotta, nasce da un progetto di Boots Laboratoires, marchio del benessere, con la Fondazione Antonio Mazzotta. Argomento del tutto inusuale che coniuga arte e scienza sul tema della pelle, la mostra consiste in una selezionata e vasta rassegna di opere d’arte, documenti e oggetti antichi, che determinano un percorso intrigante verso un laboratorio scientifico. Molti gli artisti moderni e contemporanei presenti con opere tra loro differenti, appartenenti a pittura, scultura, fotografia, nuove tecnologie e differenti concettualità, sino alla comunicazione cinematografia sperimentale e a interventi site specific. Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Franz von Bayros, Adriana Bisi Fabbri, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Grazia Gabbini, Abel Herrero, Roy Lichtenstein, Piero Manzoni, Bruno Munari, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Mimmo Rotella, Alberto Savinio, Toulose-Lautrec, Andy Warhol. La rassegna è strutturata in un percorso di sei sezioni che affrontano in termini transdisciplinari il tema della pelle, della bellezza e dell’identità femminile. Ed è in questa ottica che si intersecano ed evidenziano analogie e riferimenti emblematici, carichi di saggi sulla corporeità espressiva e artistica, quali le muliebri bellezze iconiche alla Man Rey e altre mitiche visioni di donne ritratte da pittori come Odilon Redon, Alberto Martini o Adriana Bisi Fabbri. Figurano anche antichi cimeli e riscontri risalenti a tempi lontani, dove i sistemi dedicati all’igiene personale e alle relative cure erano trattamenti sofisticati e inverosimili, costituiti da complessi marchingegni, ora in mostra come curiosità e trofei dei musei di appartenenza.


Ipertesto Transavanguardia in rassegna www.mostratransavanguardia.it

Enzo Cucchi, A terra d’uomo, lapis su carta intelata, 180x210 cm, 1980

E’ in corso a Palazzo Reale a Milano, fino al 4 marzo. la mostra “La Trasanvanguardia Italiana” che, a cura di Achille Bonito Oliva, ha protagonisti Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Promosso dall’Assessorato alla Cultura di Regione Lombardia e dall’Assessorato Cultura, Expo, Moda, Design del Comune di Milano su ideazione di Regione Lombardia – Cultura insieme a Spirale d’Idee, l’evento rientra nell’ampio progetto riservato alle celebrazioni dei centocinquanta’anni dell’Unità d’Italia, e comprende il ciclo progressivo di sei mostre dedicate alla Transavanguardia quale movimento distintivo della cultura italiana, recepito e considerato, nel contesto internazionale degli ultimi quarant’anni, come il periodo dell’arte contemporanea che più rappresenta la continuità dell’arte nei musei internazionali e nel mondo del collezionismo con vitale energia. La Transavanguardia, priva di presupposti e sistemicità di maniera, si distingue per l’atteggiamento nomade secondo policentrismo e diffusione senza termini di contrapposizione, ma seguendo impulsi portatori non di meri riferimenti contrapposti ma di attraversamento di ovvietà e contrari, anche sul piano dell’invenzione tecnica ed esecutiva.

Un americano in mostra www.brandnew-gallery.com

Fino al 23 febbraio, presso la Brand New Gallery di Milano, è in mostra l’artista americano Anthony James, con un passato da modello e considerato un attuale riferimento dell’arte USA. James si distingue per precisione tecnica, ripetività e spettacolarità che evidenziano quanto l’influenza del Pop e del Minimalismo agiscano sull’arte e la comunicazione attuali. L’artista rielabora infatti le considerazioni del tardo Modernismo proprie degli epigoni di quel movimento, vedi Piet Mondrian, Andy Warhol, Donald Judd e Dan Flavin, sperimentando nelle proprie opere i mezzi più diversi: strutture in acciaio altamente rifinite, emblematiche fusioni a cera persa realizzate con l’ausilio del computer, disegni complessi composti da tubi al neon, meccanismi placcati nikel e introspettivi dipinti a olio. La mostra è impostata sulle opere di ultima generazione dal titolo “Consciousness & Portrait of sacrifice” che, dedicate a una ricerca sul concetto di ritualità, propongono foreste vergini realizzate utilizzando legno di betulla, racchiuse in vetrine strutturalmente minimaliste secondo un progetto che allude a un tempio, evocando effetti di espansione illimitata, consentita dal gioco degli specchi che pongono lo spettatore in uno spazio distante e innaturale. Si tratta di opere di suggestivo e illusorio impatto, costruite appositamente per essere collocate nella Brand New Gallery di Milano.

Restauratori e Restauri www.rrmusei.com

Michele da Verona, Crocifissione, telero dipinto per il monastero veronese di San Giorgio in Braida 1501 (Pinacoteca di Brera).

Con una conferenza stampa tenutasi lo scorso dicembre 2011 in Brera a Milano, è stata presentata l’iniziativa, promossa dell’Associazione Giovanni Secco Suardo con il sostegno della Fondazione Cariplo, che ha previsto l’inserimento, nelle quattro istituzioni museali milanesi quali la Pinacoteca di Brera, le Civiche Raccolte di Arte Antica del Castello Sforzesco, la Gallerie d’Arte Moderna e il Museo Diocesano, del progetto finalizzato al percorso “Restauratori e Restauri in Milano”. Si tratta di un programma, presentato da Sandrina Bandiera, Lanfranco Secco Suardo, Andrea Rebaglio, Mariolina Olivari, Laura Basso, Maria Fratelli e Paolo Biscottini, dedicato alla storia dei restauri delle quattro opere d’arte: la Crocifissione di Michele da Verona di Brera, la Pala Trivulzio di Mantenga al Castello Sforzesco, la Madonna dei Gigli di Previati della Galleria d’Arte Moderna, l’Ancona della Passione (di produzione anversese) del Museo Diocesano. Presenti ciascuna nei musei di riferimento, le opere vengono quindi evidenziate mediante un breve filmato, proiettato da un totem posizionato accanto a ciascuna opera. I visitatori possono così essere informati sulla storia dei restauri antichi e recenti che hanno conferito alle opere l’attuale aspetto. Inoltre, grazie a interviste registrate ascoltando storici dell’arte e restauratori, sarà possibile approfondire aspetti conservativi abitualmente riservati a studiosi e addetti ai lavori. Il percorso “Restauratori e Restauri in Museo”, resta disponibile al pubblico fino al maggio 2012, secondo modalità d’apertura dei musei.


Ipertesto Léger e il circo www.musees-nationaux-alpesmaritimes.fr

Fernand Léger (1881-1955), litografia pp. 84 e 85 dall’Album Cirque, 1950. Testi e illustrazioni di Fernand Léger. Ed. Tériade/Verve, 1950. Donazione Nadia Léger e Georges Bauquier, 1969. Musée national Fernand Léger. © Adagp, Paris 2011, RMN / Gérard Blot

Organizzata dai musei nazionali delle Alpi Marittime, l’esposizione presentata fino al 5 marzo al Museo Fernand Léger di Biot si concentra sull’importanza del tema del circo quale fonte di ispirazione artistica nell’opera di Fernand Léger e Marc Chagall. Preceduta da una prima tappa espositiva al Museo Marc Chagall di Nizza e dedicata all’universo del circo nell’opera di Chagall, la mostra di Biot ruota attorno ai libri d’artista realizzati da Léger e pubblicate da Tériade/Verve nel 1950. Grazie agli esemplari originari del libro Cirque donati nel 1969 da Nadia Léger e Georges Bauquier e nel 1955 da Alice Triade, il museo espone l’integralità dell’opera realizzata da Léger per il volume accompagnata da dipinti, disegni e ceramiche sempre sul tema del circo e provenienti dalla collezione del museo stesso e da diversi prestiti.

Contrasti Haitiani www.mcl.lugano.ch

Roberto Stephenson, Haiti, (courtesy Museo delle Culture di Lugano).

Il LAC (Lugano Arte e Cultura) presenta fino al 26 febbraio negli spazi di Villa Ciani a Lugano l’esposizione dal titolo “Haiti” che raccoglie le fotografie, dal 2000 al 2010, di Roberto Stephenson, artista italo-haitiano tra i più importanti e singolari esponenti della fotografia caraibica contemporanea. La mostra, curata da Alessia Borellini e Adriana Mazza, realizzata dal Museo delle Culture di Lugano, nasce dal lavoro di ricerca dell’équipe del Museo svizzero e propone, attraverso 100 immagini, il risultato di un originale processo di rilettura del contesto urbano e paesaggistico e delle condizioni socio-culturali di Haiti, oltrepassando i confini del reportage grazie a un approccio estetico, nel quale si fondono passato, presente e futuro. Dal tragico terremoto del 12 gennaio 2010, l’artista modifica in modo determinante l’intera struttura del suo lavoro e ciò porta le foto della serie “Port-au-Prince” – inizialmente pensate come elementi centrali – a essere il punto di partenza di una nuova indagine sull’uomo, capace di rappresentare i crescenti contrasti e le contraddizioni della cultura haitiana.

Stampe fotografiche dal Giappone www.fotografiagiappone.it

Kusakabe Kimbei, Donna che si lava i capelli, 1880 ca.

Fino al 1 aprile, l’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti (Palazzo Cavalli Franchetti (Campo Santo Stefano) di Venezia ospita una mostra che presenta oltre 150 stampe fotografiche originali realizzate dai grandi interpreti giapponesi ed europei di quest’arte, agli albori della storia della fotografia, fra il 1860 e i primissimi anni del Novecento. L’iniziativa, dal titolo “La Fotografia del Giappone (1860-1910). I capolavori” propone opere di uno dei più importanti capitoli della storia della fotografia – nata in Europa ma subito sperimentata in Giappone – proprio nel periodo in cui, abbandonando un isolamento che durava da trecento anni, il Paese del Sol levante si apriva all’America e all’Europa, influenzando, con le immagini e le espressioni della sua creatività, il gusto dell'intero Occidente. Il percorso espositivo indaga la rappresentazione del paesaggio e la natura “educata” dalla cultura, il gusto dell’esotismo e il profondo rapporto tra la fotografia e le stampe del ukiyo-e, l’immagine della donna còlta nei suoi molteplici aspetti. E ancora, l’analisi degli stereotipi dell’immagine maschile, dai samurai ai bonzi, dai lottatori di sumo a tutti gli interpreti quotidiani di una realtà ideale. La relazione fra il sacro e il profano viene esaminata attraverso una serie di fotografie che ritraggono le attività lavorative e altre scene di vita comune, i templi, le cerimonie e le feste. La mostra si conclude con le opere dei grandi interpreti come Kusakabe Kimbei, maestro nel realizzare sofisticate fotografie all’albumina colorate a mano.

Una poetica in evoluzione www.centropecci.it

Nicola De Maria, Testa Paesaggio Pensiero Notturno, olio su tela, 40x30 cm, 1996-2000 (Courtesy Collezione privata).

Fino al 4 marzo il Centro per l'Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ospita la mostra “Nicola De Maria: I miei dipinti s’inchinano a Dio”. Curata da Achille Bonito Oliva in occasione del progetto “Transavanguardia italiana”, questa personale di De Maria, uno dei protagonisti del gruppo che nei primi anni Ottanta sconvolse il mondo dell’arte, è concepita come un’antologica incentrata sul lavoro degli anni Novanta e Duemila, in continuità con la sua presenza nella mostra storica della Transavanguardia presso Palazzo Reale a Milano. Tuttavia, alcune incursioni negli anni Ottanta testimoniano, come veri e propri contrappunti musicali, che la sua pittura è sempre impregnata del flusso cromatico e degli originari nuclei poetici che da sempre la ispirano. Le opere sono allestite secondo un percorso non cronologico e la mostra segue una linea narrativa che va dalla musica alla poesia, dal pensiero al colore, dalla materia al cosmo. Temi da sempre presenti nella sua poetica, che è in continua evoluzione e che persegue un viaggio visionario nell'esperienza artistica dove emergono le sue passioni più profonde, il suo rispetto per la bellezza e per la vita, il senso del ritmo e l’armonia dei colori.


Ipertesto Second life del patrimonio www.mav-npdc.com

Bernard Tschumi, Le Fresnoy, Tourcoing, 1991-1997. © Maxime Dufour

La Mav, Maison de l’architecture et de la Ville, a Euralille (Nord-Pas-de-Calais) presenta fino al 17 marzo “Kama Sutra”, una mostra sulla rivisitazione di edifici patrimoniali che hanno ritrovato grazie all’intervento contemporaneo una nuova vita o una nuova funzione. 50 progetti francesi ed europei offrono degli esempi particolarmente riusciti di trasformazione o rinnovamento in cui il passato si fonde con una riscrittura contemporanea imprimendo nuovi segnali alla città. La Mediateca André Malraux a Strasburgo di Ibos et Vitart, la Cité Internazionale de la Dentelle et de la Mode a Calais, di Moatti&Rivière, il Fresnoy a Tourcoing di Bernand Tschumi o la Residenza Gemini a Copenaghen di MVRDV sono tra le architetture presentate in un allestimento giocato sulla successione, di foto, testi e prospettive.

Dedali dello spazio e della mente www.centrepompidou-metz.fr

Mona Hatoum, Light Sentence, 1994, rete metallica, motore elettrico, timer, lampadina, cavi, filo elettrico, 350 x 1100 x 800 cm. Coll. Musée national d’art moderne, Centre Pompidou, Paris. © Mona Hatoum / Centre Pompidou, Mnam-Cci, Paris / Philippe Migeat / Dist. RMN

Dal labirinto all’erranza, la mostra organizzata al Centre Pompidou Metz fino al 5 marzo riunisce una selezione di opere tra dipinti, sculture, opere penetrabili, film, video, architetture ecc. che trattano del tema della perdita, dello smarrimento prendendo come punto di partenza il labirinto. Orchestrata in otto capitoli tematici, “Erre, variazioni labirintiche” offre una libera interpretazione del tema del labirinto passando da quello architettonico a quello del pensiero, dalla rappresentazione del caos alla città come luogo del disorientamento, dal condizionamento del corpo all’astrazione pittorica come trappola per lo sguardo e la comprensione.

Figura in movimento www.sciarc.edu, www.amorphis.com

Il Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc) di Los Angeles propone fino al 26 febbraio la mostra “Go Figure” dell’architetto Ramiro Diaz-Granados dello studio Amorphis. Una figura è ripetuta quattro volte in due coppie simmetriche. Ogni coppia è posizionata nella SCI-Arc Gallery seguendo le diverse linee trasversali che regolano il rapporto tra il pavimento e il soffitto. Una coppia è centrata nello spazio, l’altra è centrata sotto una delle campate strutturali. Insieme riempiono lo spazio in una composizione che confonde la leggibilità di ogni figura con allusioni alla calligrafia e graffiti. Le figure sono realizzate in lamiera verniciata con polvere di alluminio e tagliata col laser. Il progetto è assemblato in modo da alludere ed evocare insieme la botanica (germogliamento) e le canalizzazioni HVAC (aggraffatura). La tavolozza dei colori è composta da ciano, magenta, giallo e nero. Ogni figura è una combinazione unica di tre dei quattro colori con una progressione da uno all'altro, che consente di utilizzare ogni colore tre volte e produce cromie secondarie e terziarie che mutano mentre ci si muove intorno e attraverso l'installazione. I disegni rappresentano una relazione parte-tutto con riferimenti a vari generi di pittura.

Sette volte di più all’Ovest http://fondation.edf.com

Dorsale des vents © Yann Kersalé – AIK © photos - Laurent Lecat

La mostra in corso fino al 4 marzo allo Spazio Fondazione EDF a Parigi è dedicata alla ricerca artistica di Yann Kersalé nel campo dell’illuminazione. Da trent’anni egli sperimenta nuove forme luminose dando origine a una nuova lettura del paesaggio e dell’architettura. La mostra presenta l’elaborazione visuale e sonora di un lavoro realizzato da Keraslé in sette diversi luoghi della Bretagna. Illuminati dall’artista tra luglio e settembre 2011, il Chaos du Diable a Huelgoat, gli allineamenti megalitici a Carnac, la cupola dei radar della Cité des Télécoms a Pleumeur-Bodou, Océanopolis a Brest, il Sillon noir a Pleubian, il faro dell’isola Vergine a Plouguerneau e la ZAC della Courrouze a Rennes, sono stati oggetto di “captazioni di luce” all’ora dei crepuscoli in estate. Progettate e filmate da Kersalé, queste immagini sono esposte allo Spazio EDF, trasformato in un luogo di sensazioni, immerso tra ombre e luci grazie a delle “black boxes” disposte liberamente.


Ipertesto Per l’Expo 2015 Milano www.architettureconcorsi.expo2015.org

Lo scorso dicembre è stato bandito da Expo 2015 il concorso internazionale d’idee “Architetture di servizio: principi di sostenibilità per un’architettura a tempo”. Il concorso, a procedura aperta, in forma anonima e in un’unica fase, intende acquisire una proposta ideativa per la realizzazione delle Architetture di Servizio del Sito di Expo Milano 2015. Si richiede la proposta di tre diverse tipologie di Architetture di Servizio, pensate come strutture temporanee, che interpretino con attenzione il tema dell’Expo “Nutrire il pianeta, Energia per la Vita”: Edifici di grandi dimensioni – Stecche (14 edifici con due piani fuori terra e un piano interrato, Superficie coperta complessiva massima di circa 20.000 mq, Slp massima 58.600 mq; funzioni: ristorazione, spazi commerciali, servizi ai visitatori, servizi igienici, servizi ai partecipanti, servizi per la sicurezza, magazzini e locali di servizio); Edifici di medie dimensioni – Unità di servizio (10 bar di max 225 mq, su un piano, 2 bar di max 200 mq su un piano, 21 edifici servizi igienici); Edifici di piccole dimensioni – Chioschi (10 chioschi per la ristorazione, 6 infopoint). I partecipanti sono chiamati a sviluppare una strategia complessiva per tutti gli edifici, arrivando a definire in modo maggiormente approfondito la proposta ideativa per un edificio di grandi dimensioni e dello spazio pubblico di sua pertinenza; un edificio di medie dimensioni; un edificio di piccole dimensioni. Le scadenze, piuttosto ravvicinate sono: 6 febbraio– limite per la libera visione, previo appuntamento, della documentazione di gara; limite per la presentazione (via fax) di quesiti e richieste chiarimenti 24 febbraio– limite per la presentazione delle proposte ideative 9 aprile– comunicazione della graduatoria provvisoria.

Per informazioni Expo 2015 S.p.A. Segreteria tecnica del concorso via Pola 12, 4° piano, 20124 Milano, Italia Responsabile Unico del Procedimento ing. Carlo Chiesa Fax +39.02679717535 www.architettureconcorsi.expo2015.org

Racconti di architetture www.gambardellarchitetti.com

Cherubino Gambardella , La vita con gli oggetti: l’architettura nel palazzo. Il podio dei modelli e il disegno delle cose comuni. Napoli 2011 (foto: Peppe Maisto).

Cherubino Gambardella, La Vita con gli oggetti: il manifesto, tecnica mista su carta da pacchi, 100x100 cm circa, ottobre 2011

A Palazzo Reale di Napoli fino al 28 febbraio si può visitare la mostra “Cherubino Gambardella. La vita con gli oggetti”. Nell’ambulacro del Palazzo Reale a Napoli, c’è un grande oggetto blu. E’ una architettura che sta dentro un’altra architettura, che accoglie a sua volta modelli e disegni di altre architetture ancora. Uno spazio per raccontare la casa, la città e il paesaggio come oggetti parlanti, come cose dalla fisionomia comprensibile a tutti. Rappresenta una nuova espressività imprecisa, fatta di muri, finestre, bottiglie, cupole, sopralzi … Sono architetture a forma di oggetti oppure oggetti aggiunti alla scatola architettonica per mescolare sublime e pittoresco. Arrivando dal grande scalone monumentale si trova un muro inclinato che espone un grande disegno e un piccolo album di immagini: questo è il manifesto dell'architettura degli oggetti di Gambardella, che dice: “gran parte dell’architettura di oggi mi sembra terribilmente noiosa col suo stile globale fatto di idee già obsolete come la nuova metropoli dei Paesi ricchi o la città diffusa dell’Europa post-industriale. Mi sembra scomparso il senso della scoperta, l’armonia degli artefatti banali, la fisiognomica degli oggetti, il piacere dell’imperfezione”.

Cherubino Gambardella, La Vita con gli oggetti: Napoli, tecnica mista su carta stampata, 90x60 cm circa, ottobre 2010

Cherubino Gambardella, La Vita con gli oggetti: Tokyo, tecnica mista su carta stampata, 90x60 cm circa, ottobre 2010


Ipertesto Intenso minisaggio Vittorio Gregotti L’architettura di Cézanne Skira, Ginevra-Milano 2011, ill.col., 60 pp

In questo piccolissimo libro è concentrata una colta e intensa indagine su Cézanne e il suo contesto, che a Cézanne attribuisce la radicale relazione senza distinzione possibile tra semplificazione, complessità e autonomia del processo di costituzione della forma, che determina la nascita della nuova modernità del XX secolo in pittura,

Progetti di edilizia sociale Ruggero Lenci Mutazioni Laurentino 38, ontogenesi e filogenesi di un quartiere romano Prefazione di Franco Purini Introduzione di Pietro Barucci Prospettive edizioni, Roma 2011, 320 pp

Siamo di fronte a un lavoro enorme. Oltre 200 progetti, 5 tutor; più di 300 pagine. Occorrerebbero vari giorni per esplorarne i contenuti. Dobbiamo contentarci di un minor tempo, rallegrandoci con l’autore, il docente, i suoi collaboratori e le centurie di studenti. Mi sembra importante il proporre, da parte di Ruggero, un tema di progetto relativo all’edilizia sociale. A questo proposito mi ha molto colpito, nella prefazione di Pietro Barucci, un passaggio, in cui ricorda quando, di fronte al Guggehheim di Gehry a Bilbao, ha deciso di “abbandonare per sempre” la matita. Anche io ho sentito un disagio simile, una sensazione di trovarmi di fronte ad un modo di concepire l’architettura affatto nuovo, ma mi è mancata quella radicalità che in qualche modo invidio a Barucci.

ma anche in architettura, negli anni precedenti al primo conflitto mondiale, dopo che l’Art Nouveau, nelle sue diverse forme, era stata attraversata dalla passione per la natura come fonte del suo linguaggio. Il testo cita il riferimento fondante del fare di Cézanne, qual è il concetto essenziale di verità, che viene interpretato, in un libro di Derida nel 1978, secondo quattro questioni: il significato letterale connesso, i problemi della rappresentazione, la premessa dell’azione del dipingere, e infine il soggetto e la relativa interpretazione pittorica; questioni che anche in architettura hanno fondamenti applicativi basilari. Gregotti approfondisce e sviluppa il concetto e nota come nei quadri di Cézanne, specie dopo gli anni Ottanta, si evidenzi una predilezione per dipingere il peso delle cose, la loro solidità corporea, di cui si ritrovano le tracce nella generazione di architetti come Behrens, Poelzig e Berlage, nonché in quella di protagonisti americani come Richardson. Contemporaneamente vi è anche la convinzione di individuare, soprattutto attraverso il Cézanne degli ultimi quadri e mediante la materia cromatica, una solidità di visione fondata sulla predilezione dei colori spenti, terrosi che saranno poi tipici nei cubisti, trasformandola anche in un terreno di esplorazione della visione spazio-temporale, che è comune alla generazione successiva di architetti e pittori.

Oggi però siamo entrati in una fase storica nuova. I tempi difficili che viviamo probabilmente ci obbligheranno a una maggiore austerità, a ripensare i nostri consumi, a una maggiore considerazione dei bisogni primari dell’uomo, e quindi a tornare a considerare la residenza come l’elemento centrale della progettazione. Per cui, ben vengano proposte come quella di Ruggero Lenci che trovo interessante e attuale, nella forza e nella possibilità di trasferire ad altri casi le proposte della ricerca. Auguriamoci che talune ipotesi progettuali possano venir realisticamente trasferite, utilizzando i progetti, su altri interventi da realizzare. Perché a volte (sia pur rarissimamente) una proposta astratta è proprio quella più adatta a venire realizzata. Qualcuno ha detto: siamo realisti, esigiamo l’impossibile. Alcune parole sui progetti, le loro caratteristiche urbanistiche e architettoniche. Di come queste riflettano in modo più o meno fedele l’indirizzo fornito dai tutor. Interessante l’operazione svolta da Ruggero Lenci di collegare, in una ventina di esempi differenti, sei progetti degli studenti in uno spazio reale, contribuendo a formare assortimenti, ove assimilabili ove contrastati, di forme e schemi, allusivi e/o autentici. Ove le linee, le diagonali, gli squadri, le isole, le curve, i cromatismi, i nuclei puntiformi dialogano, si astraggono, si contrastano e a volte tacciono. Se collegati idealmente e graficamente fra loro, ne risulterebbe un serpentone sterminato, un torrente in piena, di idee quando audaci, quando conservatrici. Osservando i progetti, mi è parso che gli studenti, bene assistiti, abbiano cercato di evitare questo pericolo, e si siano studiate le tipologie con adeguato rigore. Mi azzardo a suggerire un tema per le prossime iniziative di Ruggero Lenci: progettare l’edificio multifunzionale, capace di assorbire e rispondere indifferentemente alle esigenze funzionali, architettoniche, economiche di più destinazioni. Lucio Passarelli

Segnalazioni Clara Cardia, Carlo Bottigelli Progettare la città sicura – Manuale. Pianificazione, disegno urbano, gestione degli spazi pubblici Hoepli Editore, Milano 2011, XVIII-238 pp I cittadini richiedono con sempre maggiore insistenza agli amministratori pubblici città più sicure: quartieri, strade e parchi in cui possano vivere senza paura. Da anni ricerche americane ed europee hanno evidenziato la relazione tra le caratteristiche degli spazi urbani e la sicurezza: la struttura e l’organizzazione degli spazi nella città possono contribuire a renderli più sicuri, ma possono anche concorrere a renderli pericolosi. Il Manuale affronta questi temi e fornisce un supporto tecnico per progettisti e decisori pubblici nelle loro scelte quotidiane che incidono sulla sicurezza delle città. Il testo considera tre livelli di intervento: la pianificazione urbanistica, la progettazione urbana e la gestione degli spazi pubblici. Nel 2010 è entrata a far parte della strumentazione UNI la norma “Prevenzione del crimine – Pianificazione urbanistica” (UNI CEN/TR14383-2). Il Manuale è un utile strumento per l'applicazione di tale normativa: le linee guida fornite nei capitoli 2, 3 e 4 corrispondono punto per punto ai contenuti del documento UNI/CEN. L’appendice a corredo del volume presenta l'applicazione a un caso concreto su scala urbana. Vincenzo Castella Torino. Il nuovo Museo Nazionale dell’Automobile a cura di Adele Re Baudengo Agarttha Arte/Skira, Milano 2011, ill. col., 116 pp E’ un ricco volume cartonato, redatto in tre lingue, che evidenzia i nuovi allestimenti del Museo dell’Automobile di Torino e il relativo contesto ambientale attraverso le fotografie di Vincenzo Castella. Si tratta di un’escursione virtuale che enfatizza e storicizza nella sua complessità l’evoluzione dell’automobile nelle sue fasi e sviluppi. Castella crea una sequenza di splendide immagini sulle specificità del nuovo museo e della straordinaria collezione esposta. Le fotografie si richiamano ai saggi di Jean Luc Monterosso e Adele Re Baudengo e Francesco Zanot, mentre i testi di Cino Zucchi, François Confino ed Emanuela Recchi descrivono l’evoluzione del progetto e i pezzi della collezione esposti in Museo. La casa. Le forme dello stare a cura di Antonio Monestiroli e Luciano Temerari Skira Editore, Milano 2011, ill. col. e b/n, 224 pp Con la prerogativa di rappresentare unità abitative, il libro disquisisce di stanze, in case o palazzi, dai numerosi aspetti e dimensioni, raccolte entro mura o inserite più

liberamente sul paesaggio. Ambienti della propria intimità e di condivisione di vita, nonché di altri presupposti messi in rapporto diretto con la natura e definiti da barriere arboree, secondo suddivisioni sistematiche e libere quali i campi o le radure boschive, o le estensioni geografiche, o gli avallamenti e altre combinazioni di suggestiva naturalità, le stanze spaziano e comunicano. Il libro analizza quindi con lucidità gli aspetti della casa in termini di abitabilità come nel contesto dell’insediamento territoriale, analizzando molteplici soluzioni progettuali e numerosissime combinazioni in differenti località. Si tratta di una ricerca realizzata nell’ambito del Programma di Ricerca Nazionale finanziato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’indiscreto fascino del design – Breve storia del design italiano dell’arredamento attraverso le esperienze di un imprenditore: Rodrigo Rodriguez a cura di Anna Spadoni con introduzione di Mario Bellini Skira Editore, Milano 2011, ill. b/n e colori, 192 pp E’ un’escursione dettagliata e metodica sulla nascita e lo sviluppo della Cassina tra gli anni ’60 e ’80, vissuta e narrata dall’imprenditore Rodrigo Rodriguez che ne seguì il percorso rifacendosi a una regola basilare della Cassina che ribadiva: “… l’imprenditore non si esprime con le parole, come i creativi o i “produttori” di cultura, ma con i fatti e i prodotti che la propria azienda offre al mercato”. Il libro, oltre alle inerenti rivelazioni e aneddoti personali ricordati con garbo da Rodriguez, si vale della testimonianza di documenti reperibili, dai quali si possono ricostruire i presupposti riguardanti il “fenomeno del design italiano” in termini di riferimento per un Made in Italy che ha in Cassina l’esempio di come industria e designer lavorino uniti. Valerio Rossi Albertini e Mario Tozzi Il futuro dell’energia Guida alle fonti pulite per chi ha poco tempo per leggere Skira e Marsilio, 2011, ill. b/n, 127 pp Edizioni Ambiente, Collana Tascabili, Milano 2011, 144 pp Le energie pulite, sicure e democratiche raccontate da un grande divulgatore e da un esperto di materiali innovativi. È possibile trarre energia solare da una busta per la spesa? Esistono alternative valide ai combustibili fossili (uranio compreso)? A queste domande rispondono Mario Tozzi e Valerio Rossi Albertini, due ricercatori del CNR da anni impegnati nella battaglia per uno scenario energetico pulito, sostenibile e basato su fonti rinnovabili. Un agile tascabile per capire con facilità come funzionano tutte quelle tecnologie esistenti che permettono una fornitura senza rischi, e le nuove frontiere della ricerca con le sue applicazioni possibili.


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277 Febbraio/February 2012 l’Arca è pubblicata da is published by Arcadata Srl via A. Raimondi, 10 20156 Milano tel. +39 02 36517220 fax +39 02 36517229 l’Arca è in Internet http://www.arcadata.com Direttore responsabile/Editor Cesare M. Casati dir.arca@arcadata.net Vicedirettori/Deputy Editors Maurizio Vitta Maurizio Vogliazzo Redazione di Milano Editorial Staff in Milan via A. Raimondi, 10 20156 Milano tel. +39 02 36517220 fax +39 02 36517229 Redazione di Monaco Editorial Staff in Monaco 31, av, Princesse Grace 98000 MC Monaco tel. +377 92165154 fax +377 97971975 Elena Cardani, Elena Tomei red.arca@arcadata.net arcainternational@groupep.mc Consulente/Consultant Carmelo Strano Comitato scientifico Scientific Committee Piero Castiglioni, Angelo Cortesi, Gillo Dorfles, Giorgetto Giugiaro, Gianpiero Jacobelli, Riccardo Mariani, Paolo Riani Joseph Rykwert, Piero Sartogo, Tommaso Trini Comunicazione/Communication Alda Mercante Casati alda.mercante@arcadata.net Arcadata.com Gaetano Cessati Computer graphics Laura De Gennaro Ufficio abbonamenti Subscriptions Laura Ronchi abbo.arca@arcadata.net

English editing and translations Martyn Anderson, Sofia J. Teodori Corrispondenze da Osaka Correspondent in Osaka Toshyuki Kita Coordinamento a Roma Coordinator in Rome Carmelo Zimatore

Pubblicità/Advertising Lombardia Liliana Tartaglione tel. +39 02 36517224 port. +39 348 4108455 liliana.tartaglione@arcadata.net Mario Lattanzio tel. +39 02 36517224 port. +39 335 8225016 mario.lattanzio@arcadata.net Triveneto Luciana Giacon tel. +39 049 8725245 port. +39 348 2660853 giaconluciana@gmail.com Emilia Romagna Universal Italiana srl Lucio Guastaroba tel. +39 051 4845749 info@universalitaliana.it Piemonte/Valle d’Aosta/Liguria Massimo Aureli port. +39 336 883148 info@massimoaureli.it Lazio/Campania WWA Maurizio Mancini tel. +39 06 89717258 port. +39 3497844535 m.mancini@wwadv.com Marche/Abruzzo Gianni Malatini tel. +39 0733 880041 port. +39 3356364074 gianni.malatini@tiscali.it

Guest Editors William Alsop Emilio Ambasz Gianni Arnaudo Asymptote Dante O. Benini/Massimo Vignelli Stefano Casciani Citterio e Baldi Mario Cucinella Joseph Di Pasquale Massimiliano e Doriana Fuksas Manuelle Gautrand Helene Green Toshiyuki Kita Kengo Kuma Leonardo da Vinci Daniel Libeskind Richard Meier Maurice Nio Dominique Perrault Luigi Prestinenza Puglisi Massimo Roj Moshe Safdie Alain Sarfati Studenti del Politecnico di Milano Makoto Sei Watanabe

Direttore commerciale Francia e Monaco/Advertising Manager France and Principality of Monaco Andrea Bini 31, av, Princesse Grace 98000 Monaco tel. +377 92165154 fax +377 97971975 cell. +33(0) 678637131 pub.arca@groupep.mc Distribuzione esclusiva per l’ltalia Messaggerie Periodici spa (Aderente ADN) via G. Carcano, 32 20141Milano tel. +39 02 895921 fax +39 02 89500688

Direzione Commerciale Business manager Luca Miotto tel. +39 02 36517225 port. +39 348 5627404 luca.miotto@arcadata.net Segreteria commerciale e Pubblicità/Advertising and Business Secretariat Paola Festi pub.arca@arcadata.net

Il design dell’architettura Architectural Design

1

Testi e impaginazione a cura di/Texts and layout curated by Stefan Behnisch, Ockert und Partner Guest Editor

Stefan Behnisch

Stefan Behnisch

Introduzione Introduction

2

Martin Haas

Al posto del 2011… spazi urbani 2050 In place of 2011… Urban spaces 2050

4

Stefan Rappold

Evoluzione della comunicazione Evolution of communication

8

Federico Parolotto

Il futuro dei trasporti e delle città The future of transportation and cities

12

Thomas Auer, Matthias Rudolph

Densità urbana – Impronta minima High Urban – Low footprint

16

Daniel Dendra

Il futuro delle nostre città – Da una prospettiva digitale The future of our cities – From a digital native perspective

20

David Cook

Esperimenti per una società sostenibile Experiments in a sustainable society

24

Stefan Behnisch

Utopie, visioni,obiettivi, necessità Utopias, visions, goals, needs

28

Maurizio Vitta

Un distacco provvisorio A Momentary Detachment

34

Villa urbana In Rennes

36 Paul Eric Schirr-Bonnans, Thierry L'Hermine

Contemporanea e vernacolare In Rotterdam

40 (designed by) Erick van Egeraat

Sulla collina In Mendrisio

48 Roberto Morisi

Resort Villa Eden In Gardone Riviera

52 David Chipperfield, Richard Meier, ATP Sphere, Matteo Thun

Continuità e unità House in Valongo

64 CNLL-Nuno Lacerda Lopes

Confort tradizionale Bahia House

68 Marcio Kogan

Paraty House

74 Studio MK27

Nomura 24 House In Takarazuka, Hyogo Prefecture, Japan

80 Antonino Cardillo with Yukinori Nagao

Linear House In Salt Spring Island, British Columbia

84 Patkau Architects

Interni tecnologici Villa F in Vienna

92 Najjar-Najjar Architekten

l’Arca 2

98

Distribuzione in libreria Arcadata srl via A. Raimondi, 10 20156 Milano tel. +39 02 36517220 fax +39 02 36517229

Distributor for abroad Agenzia Italiana Esportazione A.l.E. via Manzoni, 12 20089 Rozzano (MI) tel. +39 02 5753911 fax +39 02 57512606 Copertina/Cover A cura dei/curated by Guest editor Fritz Haller Rotal City (detail)

Fotografi/Photographs Elena Bardone, Federico Caporal, CGArchitects, (designed by) Erick van Egeraat, Nelson Kon, Giuseppe Marone, Manfred Seidl Amministrazione Administration Maria Grazia Pellegrina

Cesare M. Casati

Gabriel Kogan

Undici fascicoli l’anno Il fascicolo in Italia e 9,00 in Italia (IVA assolta dall’editore) Arretrati il doppio Registrata presso il Tribunale di Milano con il n.479 del 8/9/1986 È vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorizzazione dell’editore. Total or partial reproduction of the magazine without previous authorization by the editor is prohibited.

Printed in Italy per conto di/for Arcadata

Dal 1986 I’Arca ha pubblicato questi argomenti: 01 Il territorio dello spettacolo - 02 Lo spazio del museo - 03 Il progetto del lavoro - 04 Il progetto verticale - 05 La modernità - 06 La città - 07 Trasporti e comunicazioni - 08 Riflessioni - 09 Design - 10 Sopra e sotto - 11 Lo spazio dello sport - 12 Il pubblico - 13 La comunità - 14 Lo spazio domestico - 15 Il progetto intelligente - 16 Strutture e materiali - 17 Scuola e società - 18 L’effimero - 19 Superfici e strutture - 20 Il territorio disegnato - 21 Il vecchio e il nuovo - 22 Domestic Landscape - 23 Il progetto ospitale - 24 Il luogo dello studio - 25 Luce e colore - 26 L’edificio integrato - 27 Architettura in URSS - 28 L’architettura è ambiente - 29 Reti e servizi - 30 I grandi spazi - 31 La costruzione dell’architettura - 32 Il rinnovamento della città - 33 Il superamento della gravità - 34 Tecnologie - 35 L’aspetto della materia - 36 Interiors - 37 Sistemi - 38

Sport - 39 Progetto e computer - 40 Ambienti urbani - 41 Il territorio delle reti - 42 Tecnologia e costruzione - 43 Il progetto della luce - 44 Qualità 45 Texture e architettura - 46 Architettura come immagine - 47 L’architettura costruita - 48 Luoghi per la cultura - 49 Lo spazio collettivo - 50 I luoghi dell’abitare - 51 Strutture urbane - 52 L’architettura progettata - 53 La contemporaneità - 54 Architettura e tecnologia - 55 Il progetto e il lavoro - 56 Architettura in mostra - 57 I segni nella città - 58 Il grande numero - 59 Riti, miti e altre cose - 60 Architetture francesi - 61 Architetture in Italia - 62 Architetture negli USA - 63 I nodi nella città - 64 L’architettura ornata - 65 La scena della cultura - 66 La città ideale - 67 Architetture in Giappone - 68 Il mito e il culto - 69 La trasparenza - 70 Visto da dentro - 71 Porte urbane - 72 Le torri - 73 Tensostrutture - 74 I

servizi per la città - 75 La competizione - 76 Competizione e ricerca - 77 Visioni urbane - 78 Riflessioni - 79 Oltre il muro - 80 Il progetto del terziario - 81 Lo spazio aperto - 82 America, America! - 83 Mens ludicra - 84 Formazione e ricerca - 85 La casa dell’uomo - 86 Tecnoarchitettura - 87 La Committenza - 88 Natura e artificio - 89 L’apparenza della materia - 90 Modernità e tradizione - 91 I luoghi delle arti - 92 America, America! - 93 America Latina - 94 Architetture in concorso 95 Architetture in concorso - 96 Natura urbana - 97 Cultura e società - 98 Produzione e servizi - 99 La residenza - 100 La bellezza - 101 La nuova città 102 Cromatismi - 103 America, America! - 104 La Francia - 105 Italia 106 Giappone - 107 La trasparenza - 108 Le infrastrutture - 109 Le torri - 110 L’Europa - 111 Small 112 Il legno - 113 Il metallo - 114 Interni - 115

Nord America - 116 Ristrutturazione - 117 La luce - 118 L’immagine del futuro - 119 La Francia - 120 Tecnologie e sistemi - 121 La comunità - 122 Lo Sport - 123 I sensi e la materia - 124 Le infrastrutture - 125 L’emozione - 126 Il legno - 127 Immagine USA - 128 Creatività - 129 Superfici - 130 Orizzontale/ Verticale - 131 Abitabilità - 132 Il segno è colore - 133 Acqua - 134 Apparenza - 135 Luce 136 La materia - 137 La trasparenza - 138 Materia e Natura - 139 Strutture - 140 Linguaggi - 141 Interni - 142 Musei - 143 Il sociale - 144 Italia 1999 - 145 Movimento - 146 Immagine - 147 Luce e Trasparenza - 148 America-Europe - 149 Sostenibilità - 150 Per il mondo - 151 Europa - 152 Leggerezza - 153 Linguaggi e Ricerca - 154 Attualità - 155 Mostrare e mostarsi - 156 La nuova città - 157 Istituzioni e immagine - 158 Architettura industriale -

159 Educazione - 160 Servizi e Cultura - 161 Dentro/fuori - 162 Panorami urbani - 163 Progetto e metodo - 164 Informazione e cultura - 165 Materiali e superfici - 166 gennaio 2002 - 167 febbraio 2002 - 168 marzo 2002 - 169 aprile 2002 - 170 maggio 2002 - 171 giugno 2002 - 172 luglio/ agosto 2002 - 173 settembre 2002 - 174 ottobre 2002 - 175 novembre 2002 - 176 dicembre 2002 - 177 gennaio 2003 - 178 febbraio 2003 - 179 marzo 2003 - 180 aprile 2003 - 181 maggio 2003 -182 giugno 2003 - 183 luglio/agosto 2003 - 184 settembre 2003 - 185 ottobre 2003 - 186 novembre 2003 - 187 dicembre 2003 - 188 gennaio 2004 189 febbraio 2004 - 190 marzo 2004 - 191 aprile 2004 - 192 maggio 2004 - 193 giugno 2004 - 194 luglio/agosto 2004 - 195 settembre 2004 -196 ottobre 2004 - 197 novembre 2004 - 198 dicembre

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settembre 2008 - 240 ottobre 2008 - 241 novembre 2008 - 242 dicembre 2008 - 243 gennaio 2009 - 244 febbraio 2009 - 245 La pelle - 246 Il lavoro - 247 Expo - 248 La casa - 249 Infrastrutture - 250 Premi e concorsi - 251 Giovani in architettura - 252 Italia-Francia - 253 Efficienza energetica 254 Il mondo - 255 In verticale - 256 Formazione 257 Rinnovamento - 258 Il colore - 259 La materia - 260 Expo Shanghai - 261 Residenze - 262 Architettura e Arte - 263 Sedi aziendali 264 Giovani talenti - 265 La scena della cultura 266 Building&Business - 267 Eco-housing 268 Interiors&Design - 269 Sport - 270 Infrastrutture - 271 Formazione - 272 Archimmagine - 273 La scena - 274 Venticinque anni - 275 Texture 276 Futuri possibili


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FIRENZE

Libreria Fassi Largo Rezzara, 4/6 Tel. 035.220371

Alfani Via degli Alfani, 84/86r Tel. 055.2398800

BOLOGNA

CUSL Via San Gallo, 12r Tel. 055.292882

La Feltrinelli Librerie Piazza Ravegnana, 1 Tel. 051.266891

Coop. Libraria Univ. Via San Gallo 21r Tel. 055.2381693

Mel Bookstore Via Rizzoli, 18 Tel. 051.220310

La Feltrinelli Librerie Via Cerretani, 30/32r Tel. 055.2382652

BOLZANO

Lef Via Ricasoli, 105/107r Tel. 055.216533

Libreria Mardi Gras Via Andreas Hofer, 4 Tel. 0471.301233

BRESCIA La Feltrinelli Librerie Via G.Mazzini, 20 Tel. 030.3776008 Libreria Einaudi Via della Pace, 16/A Tel. 030.3757409

Licosa Via Duca di Calabria, 1/1 Tel. 055.64831

Libreria Universitaria D’Aquino Alfredo Via Ludovico Abenavolo, 33 Tel. 082.3961503

CARRARA Libreria Punto Einaudi Via Cavour, 11 Tel. 0585.777192

Art Book Triennale V.le Alemagna, 6 Tel. 02.89013403 Clup-Bovisa Via Andreoli, 20 Tel. 02.39322154 Clup-Città Studi Via Ampère, 20 Tel. 02.70634828 Coop Univ. Studio e Lavoro (CUSL) Via Durando, 10 Tel. 02.23995725 Coop Univ. Studio e Lavoro (CUSL) Via Bonardi, 3 Tel. 02.70603046/2665410 Coop Univ. Studio e Lavoro (CUSL) Via Brera, 28 Tel. 02.86983164 Egea Via Bocconi, 8 Tel. 02.58362146 Hoepli Via Hoepli, 5 Tel. 02.864871 La Cerchia Via Candiani, 102 Tel. 02.39314075 La Feltrinelli Libri e Musica Corso Buenos Aires, 33 Tel. 02.2023361 La Feltrinelli Librerie Via Manzoni, 12 Tel. 02.76000386

La Feltrinelli Librerie Via XX Settembre, 231/233r Tel. 010.540830 Punto di Vista Strada S.Agostino, 58/2 Tel. 010.2770661

LECCE Libreria Liberrima (Socrate srl) Corte dei Cicala, 1 Tel. 083.2242535

Libreria il Punto Via Lioy, 11 Tel. 081.5510457

L’Archivolto Via Marsala, 2 Tel. 02.6590842 Milano Libri Via Verdi, 2 Tel. 02.875871 Skira Viale Alemagna, 6 Tel. 02.72018128 Unicopli Via R.Carriera, 11 Tel. 02.4241411

MODENA La Feltrinelli Librerie Via Battisti, 17 Tel. 059.222868

Libreria Grande di Calzetti e Mariucci Via della Valtiera, 229/L/P Tel. 075.5997736

PADOVA

PORDENONE

La Feltrinelli Librerie Via San Francesco, 14 Tel. 049.8754630

Libreria Giavedoni Cornelio Via Mazzini, 64 Tel. 0434.27744

Libreria Ginnasio Progetto Via Marzolo, 28 Tel. 049.8761970

PRATO

PALERMO Broadway Libreria dello Spettacolo Via Rosolino Pilo, 18 Tel. 091.6090305 Dante Quattro Canti di Città Tel. 091.585927 La Feltrinelli Librerie Via Maqueda, 395/399 Tel. 091.587785 La Goliardica di Francesco Guercio Via Calderai, 67/69 Tel. 091.6177072

PARMA La Feltrinelli Librerie Via della Repubblica, 2 Tel. 0521.237492

Pietro Fiaccadori La Feltrinelli Libri e Musica Via al Duomo, 8/A P.zza Piemonte, 2/4 Tel. 0521.282445 Tel. 02.433541

GENOVA

LECCE CAPUA (CASERTA)

La Feltrinelli Librerie Piazza XXVII Ottobre, 1 Tel. 041.981028

PESCARA Filograsso Libri Viale Pindaro, 75 Tel. 085.4511011 Campus Via Pindaro, 85 Tel. 085.64938 La Feltrinelli Librerie Corso Umberto, 5/7 Tel. 085.295289 Libreria dell’Università Viale Pindaro, 51 Tel. 085.694800

Libreari Al Castello Viale Piave,12/14 Tel. 057.420906

Libreria Casa dell’Architettura Piazza Manfredo Fanti, 47 Tel. 06.97604598 Libreria Mancosu Editore Via G. Rossini, 20 Tel. 06.85304780 Kappa Piazza Borghese, 6 Tel. 06.6790356 Kappa Via Gramsci, 33 Tel. 06.3234193 Kappa Piazza Borghese, 6 Tel. 06.6790356

Celid Viale Mattioli, 39 Tel. 011.6508964 Celid Via Boggio, 71/A Tel. 011.5647911 Ebsco Corso Brescia, 75 Tel. 011.2876811 La Feltrinelli Librerie Piazza Castello, 19 Tel. 011.541627

TRENTO La Rivisteria Via San Vigilio, 23 Tel. 0461.986075

TRIESTE Libreria Einaudi Via Coroneo, 1 Tel. 040.634463

RAVENNA

Libreria Dei Via Nomentana, 16/20 Tel. 06.4402046

UDINE

La Feltrinelli Librerie Via IV Novembre, 7 Tel. 0544.34535

Libreria Orienta Via P. Stanislao Mancini, 5 Tel. 06. 36003431

Libreria Paolo Gaspari Via Vittorio Veneto, 49 Tel. 0432.505907

Libreria S.A.C.S. Viale delle Belle Arti, 131 Tel. 06.32110966

VENEZIA

REGGIO CALABRIA PE.PO Libri Viale della Libertà, 36/C Tel. 0965.894176

Mel Bookstore Via Modena, 6 Tel. 06.4885424

REGGIO EMILIA

SALERNO

Libreria La Compagnia di L’Aura Via Emilia Santo Stefano, 9/c Tel. 0522.541699

La Feltrinelli Librerie Corso Vittorio Emanuele, 230 Tel. 089.253631

Libreria Vecchia Reggio Via Emilia S. Stefano, 2/f Tel. 0522.453343

RICCIONE (RIMINI) Block 60 Libreria Pulici di Pulici Ilio Viale Milano, 60 Tel. 0541.1871408

RIMINI Libreria Giuridica Il Flaminio Via Flaminia, 169/c Tel. 0541.388836 Libreria Interno 4 C.so d’Augusto, 76/4 Tel. 0541.23486

SARONNO (VARESE) Servizi Editoriali C.so Italia, 29 Tel. 02.9602287

SIENA Feltrinelli Via Banchi di Sopra, 64/66 Tel. 0577.44009

SIRACUSA Libreria Aleph Corso Umberto I, 106 Tel. 0931.483085 Libreria Gabò Corso Matteotti, 38 Tel. 0931.66255

Libreria LT2 Toletta Dorsoduro/Toletta, 1241 Tel. 041.5229481 Libreria Cluva Santa Croce, 191 Tel. 041.5226910

VERONA Libreria Rinascita Corso Porta Borsari, 32 Tel. 045.594611

VICENZA Libreria Librarsi Contrà delle Morette, 4 Tel. 0444.547140


Cesare Maria Casati

Il design dell’architettura Architectural Design redo sia ormai evidente, per tutti coloro che si occupano di progetto, che non si possa più considerare l’attività professionale dei designer, cioè dei progettisti dei prodotti industriali che fanno parte dei componenti della costruzione, disgiunta da quella degli architetti i quali progettano e costruiscono edifici in diverse tipologie. Infatti oggi un edificio, anche se costruito con una struttura portante in cemento armato, è quasi totalmente composto da elementi che l’industria produce serialmente, ciascuno dei quali è originato da uno specifico progetto finalizzato appunto alla sua serialità e facile assemblabilità. Oggi un architetto deve concentrare la sua creatività e attenzione, oltre che alla distribuzione interna e al volume di ogni organismo, secondo destinazione e corrispondenza a usi e norme, soprattutto all’apparenza e alla sua eventuale spettacolarità emozionale. Tutti valori che a prescindere dal sito, dalla forma e dal volume consentito e possibile, si devono ottenere assemblando per lo più parti di sistemi materici e tecnologici proposti dall’industria e quindi progettati da altri. Solo per grandi quantità d’uso l’industria si rende disponibile realizzare prodotti “fuori serie” disegnati dall’architetto, prodotti che, in molti casi, grazie alla loro qualità inventiva e formale (questa volta voluta solo dal progettista della costruzione) rendono una architettura esemplare e unica. Una tale operazione è attualmente consentita solo a grandi progetti e grandi progettisti. Ma per la più parte dei progettisti di tutto il mondo, che non hanno e forse non avranno mai questa occasione, il lavoro progettuale per avere risultati di grande significato, qualunque sia la dimensione dell’opera, è molto più impegnativo perché, per ottenere effetti cromatici o alti livelli di efficienza tecnologica da impianti e sistemi, devono ingegnarsi maggiormente, inventando di volta in volta sistemi di assemblaggio o cromatismi originali moltiplicando le responsabilità e i rischi di sperimentazione. Ecco perché penso sia giunto il tempo di considerare il progetto di architettura, con tutte le sue declinazioni e sovrastrutture, come parte integrale del progetto di “design” comunemente classificato come ambito culturale e creativo separato. La complessità di esperienze e di professionalità diverse che oggi richiede un progetto completo di architettura è tale proprio per l’insieme di conoscenze ed esperienze che lo rende simile al processo che regola la realizzazione di un prodotto industriale complesso. La multidisciplinarità è tipica del prodotto di design. Forse sarebbe corretto tornare al significato originale del vocabolo inglese e definire “design dell’architettura” il progetto di un macro oggetto che sempre di più sarà industriale e sempre meno artigianale. Il processo produttivo, che nella sua evoluzione storica l’industria ha seguito e continua a perseguire, all’origine è consistito proprio nel rendere seriali prodotti artigianali, che per natura erano tutti diversi tra loro; strada che anche l’industria, ora di componenti e domani di interi edifici, sta percorrendo. Ed è bene che ancora una volta, come è avvenuto negli anni Sessanta per molti prodotti di arredo e di consumo, i produttori di componenti prima e i costruttori poi si rivolgano agli architetti e ai designer per il progetto di nuovi prodotti, abbandonando l’attuale tendenza di affidarsi solo al proprio staff interno o alle proposte dei loro uffici marketing. Penso che una soluzione, per aprire nuovi mercati interni, soprattutto per le aziende europee, sia di “spiazzare” i mercati Orientali, arrivando da loro con nuove idee. Tali mercati, infatti, sebbene si siano ormai dimostrati in grado di offrirci prodotti simili per qualità e a condizioni migliori, non riusciranno per tempo a seguire le nostre innovazioni progettuali perché esse nascono da fonti progettuali a loro ancora ignote.

C

think it is now obvious to everybody involved in design that the professional work of designers – who create industrial products that are part of a construction’s components – cannot be separated from that of architects, who design and construct different kinds of buildings. Indeed, nowadays, even if a building is constructed with a reinforced concrete bearing structure, it is almost entirely composed of elements mass-produced by industry, all of which initially require a project geared to mass-production allowing them to be easily assembled with other products. Today, alongside the interior layout and structure of any kind of organism (depending on its purpose and vast array of uses it may serve), an architect must focus their creativity on the appearance and eventual emotional spectacularity of their design. These are all values which, regardless of the size, form and structure allowed or possible, must be obtained predominantly by assembling together parts of material-technological systems provided by industry and, consequently, designed by others. Industry may, in the case of particularly important projects, make itself available to allow an architect to create “non-standard” products that they themselves have designed, which in many cases make a work of architecture exemplary and unique due to their inventiveformal quality, as specified by the building designer. At the moment this kind of enterprise is only allowed in the case of major projects and leading architects. But for most designers around the world, who have never had (and will perhaps never have) this opportunity, their design work is much more tricky (if they are to obtain meaningful results despite the size of the construction), because they need to be much more creative to achieve striking chromatic effects or highly efficient technological plants and systems, inventing custom-designed assembly systems and original colour schemes, daring to be more experimental and taking on much greater responsibility. This is why I believe the time has come to consider an architectural project, with all its various aspects and superstructures, as an integral part of “design” that is generally classed as a separate cultural-creative realm. The complexity of experience and expertise now required for a complete architectural project is such due to the vast array of knowledge and experience making it similar to the process governing the creation of an intricate industrial product. Multi-disciplinarity is typical of design products. Perhaps it would be appropriate to return to its original English dictionary meaning and define “architectural design” as the project for a macro-object that will increasingly tend to be more industrial and less craft-like. This process, whose historical development industry has followed and continues to follow for manufacturing products, was originally aimed at mass-producing craft products, which, by their very nature, were all very different; a path that industry is now taking, for the present moment in terms of components but, in future, as regards entire buildings. And it would be a good idea if, once again, as was the case with lots of furniture and consumer products in the 1960s, component manufacturers initially and then builders turned to architects and designers for their new products, ignoring the current trend of designing exclusively internally based on proposals from their marketing departments. In order to open up new domestic markets, particularly in the case of European companies, I think one solution would be to “wrong-foot” Eastern markets by coming up with new ideas. Even though these markets have now shown that they are quite capable of offering similar products in terms of quality at better conditions, they will not be able to keep up with our design innovations because they will come from sources they currently know nothing about.

I

277 l’ARCA 1


S Nel iamo 7. 2050 000. Ogg sare 000.0 mo all’i i 11 d 9.20 00 e il 5 nna lzam elle 15 0.00 0 % 0.00 di n ento città 0 e > oi viv del più g 70 % e in livel ran lo d di al di n città. el m mo oi vi are. ndo vrà si tr in ci ovan ttà. o in zone cost iere a ba

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2011

2

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al oast c n atio elev

Z), LEC ( s zone


INTRODUZIONE

INTRODUCTION

Stefan Behnisch

Stefan Behnisch

Per un architetto, scrivere e progettare una parte di un numero della rivista

For an architect, writing and designing part of an issue of the architectural maga-

internazionale l’Arca come editore è una sfida particolare.

zine l`Arca in the role of an editor poses a particular challenge.

Cosa potrebbe interessare i nostri colleghi, cosa si può realizzare, come ar-

What could interest our colleagues, what can one accomplish, as a practicing

chitetto praticante, senza sembrare tronfi o pomposi. La nostra professio-

architect, without seeming smug or pompous. Because in fact our profession in-

ne, infatti, implica il progetto e la realizzazione di edifici e non il dibattito

volves the design, planning and realisation of buildings and not public theoretical

teorico pubblico, la cronaca o la critica. Di solito lasciamo questo a chi è

debate, reporting or criticism. We usually leave that to those whose profession it is.

professionista del settore. As a result we, several colleagues and friends, got together for this issue in order to Il risultato è stato che noi, alcuni colleghi e amici, ci siamo riuniti per scri-

write about issues we all feel moved by. What challenges and chances can be iden-

vere dei temi che ci stanno a cuore. Quali sfide e possibilità possono essere

tified en route to a sustainable built environment, what must we do and what can

individuate nel percorso verso un ambiente costruito sostenibile, cosa dob-

be done. The world has set itself goals for 2050, in other words for the not so dis-

biamo fare e cosa può essere fatto. Il mondo si è posto degli obiettivi per il

tant future. In terms of content however, these goals are a very distant prospect.

2050, in altre parole, per un futuro non molto distante. Tuttavia, in termini di contenuti questi obiettivi sono una prospettiva molto lontana.

As a result, very different themes that revolve around this goal have been worked on in the form of essays, have been analysed, have been formulated as a vision, as

Di conseguenza, sono stati affrontati, in forma di saggi, diversi temi che

ideas, or have simply been described.

ruotano attorno a questi obiettivi, per i quali sono state fatte analisi, sviluppate visioni e idee o che, semplicemente, sono stati descritti.

The topics cannot be worked on comprehensively or completely but can only be broached, touched upon, considered. The result has been realised for the magazine

Sono temi che non possono essere trattati in modo esaustivo e onnicom-

by Frank Ockert of the graphic design firm Ockert und Partner.

prensivo ma possono solo essere sfiorati, toccati, presi in considerazione. Il progetto grafico è stato realizzato da Frank Ockert dello studio di grafica

Perhaps it is of interest for the reader that we as authors seized and also welcomed

Ockert und Partner.

the opportunity to deal more intensively with these topics.

Forse, potrà interessare il lettore che noi, come autori, abbiamo colto con piacere l’opportunità di trattare in modo più approfondito questi temi.

GRAPHIC DESIGN AND LAYOUT BY OCKERTUNDPARTNER, STUTTGART, GERMANY D www.ockert-partner.com

3


AL POSTO DEL 2011… SPAZI URBANI 2050 IN PLACE OF 2011... URBAN SPACES 2050 Martin Haas

Martin Haas

Cosa sparirà, cosa verrà, cosa rimarrà… tra 39 anni. Concetti per un futuro

What will disappear, what is to come, what will remain... 39 years to go. Concepts for an urbanistic future... also for Stuttgart.

urbanistico… anche per Stoccarda.

39 anni non sono tanti. A 39 anni si raggiunge la prolungata fine della giovinezza. Si è

39 years is not long. At 39 one reaches the long drawn out end of youth. An initial

completata una fase iniziale della vita. Ci sono ancora delle opzioni, ma in molti casi si

phase of life is completed. There are still options but in many cases one is stuck in a

segue il solito tran-tran. Magari si è formata una famiglia, si è scelta una professione più

rut. A family has perhaps been founded, the choice of profession is more or less Ƃnal.

o meno definitiva. Si è più o meno a metà della vita.

One is somewhere in the middle of life.

Rispetto alla nostra biografia, questo periodo di tempo che porterà al 2050 non sembra

With regard to our biography this period of time leading up to the year 2050 doesn’t

particolarmente lungo. Guardando al passato, 39 anni sembrano addirittura un periodo

seem particularly long. Looking back, 39 years even seems an alarmingly short time. I

preoccupantemente breve. Voglio dire, non è accaduto molto dal 1972. O sì?

mean not much has happened since 1972. Or has it?

Un impero mondiale è finito, uno nuovo si sta sviluppando. La Germania è di

A world empire is in pieces, a new one is currently developing. Germany is united again,

nuovo unita, l’Europa è quasi spezzata. Eppure, questo ha cambiato veramen-

Europe has almost fallen apart. Yet has this all really changed our lives and fundamentally inƃu-

te le nostre vite e influenzato la struttura di base della nostra società? Negli ultimi

enced the structural patterns of our society? Have so many new things developed in the past

39 anni ci sono state così tante cose nuove da indurci a prevedere qualcosa di rivoluzio-

39 years that we are led to anticipate something revolutionary within the next 39 years?

nario nei prossimi 39? I think so. Io credo di sì. Because one era is coming to an end and a new one has begun. We just haven’t really Perché sta finendo un’era e ne sta iniziando una nuova. Solo che non l’abbiamo ancora

noticed yet. The Internet, the digital revolution, will radically change the way we live,

realizzato. Internet e la rivoluzione digitale cambieranno radicalmente il modo in cui

work and behave towards one another. Global networking will lead to an accelerated

viviamo, lavoriamo e ci comportiamo l’uno con l’altro. La rete globale porterà a un’evo-

evolution of technology. Our lives are inƃuenced by innovative developments at increa-

luzione accelerata della tecnologia. Le nostre vite sono influenzate da sviluppi innovativi

singly shorter intervals. A rapid development that will hopefully result in a fast switch

sempre più ravvicinati. Un rapido sviluppo che, si spera, sfocerà in un veloce passaggio

to new energy sources.

a nuove risorse energetiche. Let us suppose that in the year 2050 it will be possible to access energy without damSupponiamo che nel 2050 sarà possibile accedere all’energia senza danneggiare il no-

aging our environment and our climate. The world would appear to be saved, there

stro ambiente e il nostro clima. Il mondo sarebbe salvo, non ci sarebbe la catastrofe

would not be a climate catastrophe. Would anything change at all in our cities, in the

climatica. Cambierebbe qualcosa nelle nostre città, o nel modo in cui viviamo? Natu-

way we live? Of course, very much so! Because quite aside from the climate debate, a

ralmente, moltissimo! Perché, anche al di là del dibattito sul clima, si sta osservando un

general shift in values can be observed. A paradigm shift, which will lead to new pat-

generale cambiamento di valori. Un cambiamento paradigmatico, che condurrà a nuovi

terns in society and as a result to new urban structures.

schemi per la società e a nuove strutture urbane. In the age of ubiquitous and mobile computer technology, the longing for the “real” Nell’epoca della tecnologia informatica mobile e ubiqua, il desiderio per il “reale” e il

and the “tangible” will become a counterpole that also determines society. The desire

“tangibile” diverrà un contraltare nel determinare la società. Aumenteranno il desiderio

for direct contact with others, the need for “real” experiences and manual activities

di un contatto diretto con gli altri e il bisogno di esperienze “reali” e per le attività

that are meaningful will increase. Nowadays, quality of life is determined more by

manuali significative. Oggigiorno, la qualità della vita è determinata più dalla salute,

health, activity and mobility rather than exclusively by material goods. For this reason

dall’attività e dalla mobilità che esclusivamente dai beni materiali. La richiesta di unicità

too, the demand for uniqueness in terms of location and time will increase despite

in termini di luogo e tempo aumenterà nonostante le illimitate possibilità del virtuale. E

unlimited virtual possibilities. And this cannot be experienced anywhere more impres-

tutto ciò non può essere vissuto in nessun luogo più coinvolgente di una città compatta

sively than in a compact and well-connected city – maybe the era of the city has

e ben collegata – fforse l’era della città è solo all’inizio.

only just begun.

Cosa sparirà: adesso, autobus, auto, ciclisti, pedoni, in effetti qualunque utilizzatore

What will disappear: At the moment the bus, car, cyclist and pedestrian, in fact each

della strada, hanno la propria corsia. Le strade collegano le zone residenziali ai centri di

road user has his or her own lane. Streets connect residential zones to service centres.

servizio. La mattina, i pendolari scelgono tra mezzi di trasporto privati o pubblici per

In the morning, the commuters choose between private and public means of trans-

andare a lavorare negli edifici per uffici in centro, prima di tornare, a trascorrere la

port, in order to work in inner-city ofƂce buildings, before they spend their free time

serata nelle aree residenziali in periferia.

in the residential developments in the suburbs in the evenings.

Questa separazione delle diverse funzioni, tra lavoro e tempo libero, tra pubblico e pri-

This separation of the different functions, the differentiation between work and free time,

vato, ufficio e abitazione, queste attività individuali della vita quotidiana, che aderiscono

private and public, ofƂce or living, these individual activities in everyday life that also

anche a una sequenza temporale predeterminata, sono vestigia di un’era passata. La

adhere to a predetermined time sequence, are the remains of a past era. The city was par-

città è stata parcellizzata in quartieri residenziali e aree per il lavoro seguendo queste

celled into living and working quarters according to these demands. A structural pattern

domande. E’ uno schema strutturale in funzione ancora oggi, sebbene l’industria sia

that is still effective today, although industry has mostly disappeared from our cities.

praticamente scomparsa dalle città.

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Schemi della mobilità oggi Mobility patterns today

Schemi della mobilità nel 2050 Mobility patterns 2050

Nel 2050, le richieste saranno completamente differenti. I quartieri urbani, nettamente

In 2050 the requirements will be completely different. The clearly segregated city

divisi a seconda delle loro funzioni predeterminate, e il centro città si svilupperanno in

quarters with their predetermined functions and a centre will develop into a super-

reti sovrapposte e strettamente collegate di funzioni variabili con un grande numero

imposed, closely-linked network of variable utilisations with a large number of sub-

di sotto-centri con caratteristiche diverse.

centres of differing qualities.

Le strutture edilizie mono-funzione necessiteranno solo l’aggiunta di qualche servizio,

Mono-functional building structures will only required to accommodate a few facilities,

magari culturale o medico o per lo sport. L’edificio per uffici sparirà. La capacità degli

perhaps for cultural, medical or sports use. The ofƂce building will vanish. The ability of

edifici di trasformarsi sarà un criterio importante per la loro funzionalità sostenibile.

buildings to transform will be an important criterion for their sustainable serviceability.

Cosa verrà: I veicoli comunicheranno tra loro, nuove tecnologie consentiranno di

What is to come: Vehicles will communicate with one another, new technologies

coordinare i percorsi e le mete di ciascun utilizzatore della strada. Una fusione della

will enable the coordination of the routes and goals of individual road users. A fusion

tecnologia informatica con i mezzi individuali di trasporto renderà possibile un utilizzo

of information technology and individual means of transport will make it possible for

più efficace dello spazio e una migliore scorrevolezza del traffico. Se anche il movi-

road space and momentum to be used more efƂciently. If even the movement of cars

mento dei veicoli è collegato a quello degli altri, non occuperanno solo meno spazio. I

is linked to that of all the other vehicles, they will not only require less space. Visible

sistemi di orientamento visibili, come la segnaletica e i semafori, come anche le corsie

orientation systems such as signalling systems and trafƂc lights as well as allocated

preferenziali diventeranno superflui.

trafƂc lanes will also become superƃuous.

Reame urbano oggi Urban realm today

Reame urbano nel 2050 Urban realm 2050

Sarà creata una rete di mobilità sensibile. Risponderà alle richieste di ciascuno ma, allo

A responsive mobility network will be created. It will respond to the demands of each

stesso tempo, sarà collegata alla mobilità collettiva. Non ci sarà più bisogno di separa-

individual but will at the same time be linked to collective mobility. There will no longer

re traffico pubblico e privato perché i desideri di ciascuno potranno facilmente essere

be a need to separate private and public trafƂc. This is because individual desires can

coordinati con un obiettivo sovraordinato. Lo spazio della strada diventerà più piccolo.

easily be coordinated with superordinate goals. The road space will become smaller.

Questa nuova mobilità consentirà anche utilizzi sovrapposti. I veicoli a emissioni zero,

This new mobility also allows for overlapping utilisations. Autonomously responsive,

autonomamente sensibili si potranno muovere anche in zone ad alta qualità. Non sarà

emission-free vehicles can also move in high quality zones. A precise demarcation of

necessaria una netta demarcazione dell’area stradale. L’importante risorsa urbana che è

the road area is not necessary. The important resource of urban space will be trans-

lo spazio sarà trasformabile. Si creeranno aree che potranno svolgere varie funzioni a se-

formable. Areas will be created that enable diverse functions due to superordinate

conda di sistemi di controllo sovraordinati, non saranno più monofunzione come oggi.

control systems, ones that are no longer simply monofunctional, as they are today.

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E nemmeno gli edifici. Spazi e ambienti con alte qualità ricreative sono luoghi che

Buildings will not remain monofunctional either. Spaces and locations with a high

mantengono la promessa di una alta qualità di vita e perciò adatti al lavoro, al relax

recreational quality are places that hold the promise of a high quality of living and are

e alla comunicazione. Non sarà più possibile una classificazione esatta. Il bisogno di

therefore suitable for working, relaxing and communicating. An exact classiƂcation

sentirsi a proprio agio sarà lo stesso al lavoro e a casa. La divisione tra tempo di svago

will no longer be possible due to technological progress. The requirements for feeling

e di lavoro sarà sempre più sfumata grazie a strutture per il lavoro pensate per venire

comfortable in a workspace no longer differ from those that apply to a living space.

incontro alle necessità individuali.

The division between leisure time and work will become more and more blurred due to ƃexible working structures tailored to meet individual needs.

L’interconnettività della società renderà possibile integrare nella normale vita quotidiana attività come lo svago, lo sport o la mobilità. Le fasi di rilassamento e concentrazio-

The interconnectivity of society will make it possible to integrate activities involving

ne non saranno più vissute a intervalli di 8 ore.

leisure, sports or mobility into normal everyday life. The phases of relaxation and concentration will no longer be lived in 8-hour intervals.

Questa sovrapposizione avrà un impatto anche nell’architettura perché gli spazi stessi stanno diventando più complessi. Ovunque si trovi, un complesso non potrà mai ri-

This overlapping will also have an impact on architecture. This is because the demands

spondere alle mutevoli necessità dei suoi utilizzatori se è rigido e inalterabile. Dunque

made of the spaces themselves are becoming more complex. Regardless of how good

lo spazio deve essere esso stesso trasformabile, deve diventare dinamico, altrimenti

a location is it will never meet the changeable needs of its users if it is a rigid, unal-

l’utilizzatore sentirà il desiderio di spostarsi spesso vagabondando tra luoghi di diversa

terable ensemble. Hence the space must either be transformable itself, must become

qualità.

dynamic, or the user will have the desire to frequently move like a vagrant between locations of differing qualities.

Nel 2050, la realtà virtuale sarà percepita come una cosa normale e la transizione tra virtuale e reale diverrà fluida. Nonostante ciò, la necessità di attività fisica e di

In 2050, virtual reality will be perceived as quite natural and the transition between

un’esperienza tangibile della materialità innesca il desiderio di auto-realizzazione at-

the virtual and the physical will become ƃuid. Nevertheless, the need for physical

traverso il lavoro e le attività manuali e l’identificazione con ciò che viene prodotto è

activity and the tangible experience of materiality triggers a desire for manual work

percepita come un valore aggiunto tanto da arrivare ad avere il ruolo di status symbol.

Self-realization through manual activities and the identiƂcation with what is produced

Il rinascimento del lavoro manuale e un maggior bisogno che la natura bilanci il mon-

is perceived as added value and will even function as a new status symbol. The renais-

do virtuale aggiungerà un ulteriore strato alle città.

sance of manual work and the greater need for nature to balance out the virtual world will add an additional layer to the cities.

Cosa rimarrà: Non ci saranno più gli interventi massicci sulle strutture urbane né gli sviluppi immobiliari su larga scala nelle aree residenziali che hanno caratterizzato e

What remains: There will no longer be massive interventions in the city structures

modificato le città negli ultimi due secoli. In una società post-moderna e consapevole

or the large-scale expansion of the residential areas, which have characterised and

non sarà più possibile imporre alcuna ingiunzione politica. Così, questo nuovo modello

changed the cities during the last two centuries. Politically imposed dictates of what-

di società si svilupperà in modo organico ed evolutivo. Sebbene la città diventerà più

ever kind will no longer be enforceable in a postmodern, knowledge-based society. As a

importante come spazio di vita, le strutture saranno mantenute e corrette con “ripa-

result, this new model of society will develop organically and in an evolutionary man-

razioni” mirate o cautamente integrate per poter rispondere alle nuove necessità. La

ner. Although the city is becoming more important as a living space, the structures will

maggior parte degli edifici di oggi formeranno le città dei prossimi 39 anni, adattati in

be maintained and corrected by means of careful “repairs” or cautiously supplemented

termini di funzioni ed energia e con gli spazi intermedi trasformati radicalmente.

in order that they meet the new requirements. The majority of today’s buildings will still shape the cities in 39 years, adapted in terms of functions and energy, the intermediate

Le zone infrastrutturali non più necessarie ritorneranno alla città come spazi pubblici.

spaces radically transformed.

Nuove piazze, parchi e giardini miglioreranno la qualità della vita, tuttavia le strutture urbane rimarranno.

Infrastructure zones that are no longer required will be returned to the city as utilisable public space. New squares, parks and gardens enhance the quality of life, however the

Sebbene, nei prossimi 39 anni, la maggior parte dei servizi e dei beni saranno dispo-

city structures will be maintained.

nibili attraverso il network e l’informatica, le attività popolari come lo shopping individuale continueranno a esistere. Andare a fare acquisti in città o fare una sosta al bar

In 39 years most of the commodities and services will be available through network-

è qualcosa di più che semplicemente procurarsi dei beni o bere un caffè. L’esperienza

ing and digitalisation, however popular activities such as individual shopping will still

e l’ambiente dello spazio urbano generano un valore aggiunto, una qualità di vita

endure. The shopping spree through the town and the visit to the lively street café is

migliore. D’altro canto, le commissioni quotidiane, come fare la spesa al supermarket

about more than just procuring goods and drinking coffee. The experience and ambi-

o acquistare i biglietti per un concerto saranno rimpiazzate.

ence of the urban space create an added value, an enhanced quality of life. On the other hand everyday errands such as purchasing foodstuffs from the supermarket or

Conclusione

entrance tickets for a concert will be substituted.

39 anni non sono molti. Tuttavia questa trasformazione avverrà. Eppure, solo quando nel 2050 guarderemo indietro al 2011 essa apparirà evidente. Il ricordo delle strade in-

Conclusion

tasate dal traffico e della netta divisione funzionale e spaziale, di vita e lavoro renderà

39 years is not long. Nevertheless this transformation will take place. However it is not

le qualità di nuova acquisizione, che pure saranno evidenti, visibili nella città.

until one looks back from 2050 to the year 2011 that the differences and the changes will become evident. The memory of the streets overburdened with trafƂc and the strict functional and spatial division of life and work will make the newly-acquired qualities, which will have become self-evident, visible in the city.

6


Reame urbano oggi infrastrutture, parcellizzazione, separazione delle funzioni

Reame urbano nel 2050 decentralizzazione, funzioni miste, sviluppo della

Urban realm today infrastructure, parcelling, separation of functions

vita pubblica Urban realm 2050 decentralized, mixed functions, development of public life

Aree potenzialmente riutilizzabili nel 2050 Areas for possible re-use in 2050

Infrastrutture Infrastructure

Edifici Buildings

Parcheggio pubblico Public parking

Negozi e supermercati Retail and supermarkets

Parcheggio privato Private parking

Aree parcheggio Parking lots

Panorama stradale Streetscape

Edifici per uffici Office buildings

AL POSTO DEL 2011... SPAZI URBANI 2050 / IN PLACE OF 2011... URBAN SPACES 2050 D Martin Haas

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EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE

EVOLUTION OF COMMUNICATION

Stefan Rappold Oggi, nel 2012, se consideriamo alcuni dei principi fondamentali che governano

Stefan Rappold

la nostra società, parliamo spesso di temi che riguardano il come parliamo tra di noi,

Today, in 2012, if we consider some of the fundamental principles governing our society,

come comunichiamo. Ci si aspetta che le

we often talk of themes concerning how we speak to one other, how we communicate.

persone si scambino punti di vista, parli-

It is expected that people swap views, talk to each other at work and hold lively discus-

no al lavoro e discutano animatamente

sions about how to find solutions for the tasks they are faced with. Communication has

su come trovare soluzioni ai compiti che

thus become an important aspect of living together. We increasingly use this term in

sono loro assegnati. La comunicazione è

architecture too. Building concepts are often strongly characterised by the concept of

diventata un aspetto importante del vive-

“communication”.

re insieme. Questo termine è sempre più usato anche in architettura. I concetti co-

In recent years, further factors have also influenced and changed our interpersonal

struttivi sono spesso fortemente caratteriz-

behaviour. On the one hand, mobility has become more and more diverse, and on the

zati da quello di “comunicazione”.

other hand we have experienced rapid developments in electronic and digital data exchange. Every conceivable form of data is transmitted round the globe in a matter

Negli anni recenti, ulteriori fattori hanno influenzato e modificato il nostro comportamento interpersonale. Da una parte, la mobilità si è via via modificata e, dall’altra, abbiamo assistito a rapidi sviluppi nello scambio di dati digitali e nell’elettronica. Ogni concepibile forma di dati viene trasmessa intorno al globo in pochi secondi.

Scambio dati Data exchange

8

of seconds.


Qualche anno fa, quando volevamo in-

Tuttavia, tutto era ancora “legato” a un po-

formare qualcuno di un evento particola-

sto specifico. Il telefono aveva ancora un

re, ci sedevamo alla scrivania a scrivere

cavo, il fax era di solito collocato in una

i nostri pensieri. Ci prendevamo il tempo

posizione centrale. Poi furono introdotti

per scrivere. Si desiderava infatti un certo

i telefoni cordless. Poi i cellulari per chia-

grado di calma e tranquillità che permet-

mare anche quando si era in giro. All’ini-

tesse di riflettere in modo adeguato sulle

zio erano strani attrezzi delle dimensioni

cose che dovevamo scrivere e dire. Poi

di una borsa. Subito dopo, è stato possi-

è stato messo sul mercato il telefax ed è

bile inviare messaggi di testo o verbali da

diventato ovunque un elemento basilare

qualsiasi posto del mondo. Il passaggio

del paesaggio dei nostri uffici. Più avan-

dell’informazione era indipendente dal

ti, col telefono, si è potuto anche parlare

luogo in cui ci si trovava, non collegato

e comunicare a voce in maniera facile

agli orari del lavoro o dell’ufficio postale. Si

e veloce. Solo pochi giri del disco e, poi,

potevano condurre gli affari dalla piscina

pochi tocchi su una tastiera numerica

o dalla cima di una montagna. Si pote-

bastavano per raggiungere chi si voleva

vano fare importanti transazioni mentre si

al telefono. Veloci come un lampo, si pote-

passeggiava nel parco.

vano esporre le proprie lamentele. I nostri mondi privati, lavorativi e di svago erano stati strappati dal mondo lento e piacevolmente onirico. Si potevano scambiare informazioni in molti modi diversi, velocemente e senza complicazioni.

Comunicazione Communication

Some years ago, when we had the intention of informing someone about a special incident, we sat down at a desk to write down our thoughts. We took the time to write. A certain degree of slowness and placidity was in fact positively desired in order to be able to sufficiently contemplate the things that were to be written or spoken about. Telefax equipment was made marketable and was then comprehensively perceived as an elementary component of our office landscape. Later, using the telephone, spoken messages could also be passed on quickly and easily. Only a few turns of the dial or. later, a few presses of the keypad were required to reach the dialogue partner by telephone. As quick as a flash, grievances could be aired. Our private, leisure and working worlds were torn out of the decelerated, leisurely dream world. Information could then be exchanged in a number of diverse ways, quickly and in an uncomplicated manner. However, everything was still bound to one place. The telephone still had a cable at that time, fax machines were generally placed in a central location. Cordless telephones were introduced. Then came mobile telephones for outdoor calls. Initially, these were strange pieces of equipment with the size of a suitcase. Soon, it was possible to send verbal or text messages from every conceivable place in the world. The transfer of information was independent of the place where one was, not bound by any office or mailroom opening hours. Business could be conducted from the pool or from the top of a mountain just climbed. Important transactions could be made during a walk through the park.

9


Nel frattempo, adesso, non sono solo i

In un senso molto più tradizionale, l’ufficio

Nel 2050, il nostro mondo dovrà evolvere in

messaggi che possono girare il mondo in

mobile è già una realtà. Sempre di più

una forma olistica e globalizzata. I media

forma digitale. Oggi, con i moderni e multi-

si può svolgere il lavoro d’ufficio a casa

digitali e le reti delle diverse culture e set-

funzionali smartphone, si possono editare

propria, in un tentativo di fondere lavoro,

tori di lavoro saranno in grado di influen-

fotografie e scannerizzare testi e inviarli.

vita privata e tempo libero. Non si può più

zare questo sviluppo a lungo termine.

Incontri e dibattiti si svolgono tra persone

pensare al mondo “moderno” prescin-

in luoghi diversi invitate alle video confe-

dendo dai fattori correlati al digitale e ai

Tra 39 anni, non indosseremo tutti cuffie

renze. In questo caso, lo spazio è ancora

media. Guardare indietro non ha grande

Twenty-4-Seven? Forse avremo già micro-

rilevante, ma non è più necessariamente

valore. In effetti, è molto più affascinante

foni impiantati o altre tecnologie super-

come il tradizionale “spazio costruito”, è,

guardare un po’ al futuro.

sviluppate; utilizzabili ovunque e sempre.

piuttosto, un luogo digitale protetto. Uno

Le persone che vorremo contattare sa-

“stare insieme” mobile; qualunque cosa

Come si svilupperà la nostra società?

ranno visibili attraverso trasmissioni Face

sembra possibile, ma le cose possono an-

Come cercheremo di vivere insieme, di

Time. Gli incontri faccia-a-faccia saranno

che essere un po’ insolite.

stare in contatto? Come si svilupperà il

occasioni eccezionali. Le emozioni sa-

mondo del lavoro e come sarà nel 2050?

ranno virtualmente azzerate dai mezzi di trasmissione digitale. Tutto sembrerà regolato, impassibile, disadorno. Attraverso linee dedicate si potrà essere connessi

Collegamento a punti fissi Bound to a fixed location

Liberi da qualsiasi luogo fisso Free from any fixed location

Meanwhile, in 2012, it is not only text messages that travel around the world in digital form. Nowadays, using modern, multifunctional smartphones, photos can be edited and text can be scanned and sent off using a particular key combination. Talks or meetings are held, people are invited to video conferences in different locations. Here, space is still important, but it is not necessarily the traditionally perceived “constructed space” that is required, rather a protected digital location. A mobile “coming together”. Diverse, everything seems possible, and things may also be a little peculiar. In a much more traditional sense the mobile office has already become reality. Office work is dealt with in the privacy of one’s own home. An attempt to describe our contemporary world that comprises of work, private life and leisure time. One can no longer conceive of our “modern” world without considering digital and media related factors. It is only worth looking back to a limited extent. In fact it is much more appealing to look a little into the future. How will our society develop? How will we try to live together, come into contact with one another? How could our world of work develop further and how will it look in 2050? In 2050 our world will have developed to form a holistic, globalized construct. Digital media, as well as the networking of different cultures and fields of work will be able to influence this development long-term. In 39 years time, won’t we all be wearing a headset twenty-four-seven? Perhaps we will already have microphones implanted, or other highly-developed technology; utilizable everywhere and at all times. The people we want to contact will become visible via Face Time transmission. Personal face-to-face encounters will only take place in exceptional cases. Emotions will be virtually blanked out by means of digital transmission. Everything will seem regulated, un-agitated, unadorned. Via dedicated lines, one will be permanently and virtually connected to other “locations” somewhere in the world. People’s self-perception will be strengthened. The focus on the self will become increasingly important. A certain degree of alienation from our fellow citizens will be the result.

10


permanentemente e virtualmente ad altri

necessario solo in pochi casi isolati. Gra-

L’architettura può dare un contributo mol-

“luoghi” ovunque nel mondo. L’auto-per-

zie alla perfezione delle reti digitali, sarà

to importante al successo di tutto ciò. Le

cezione delle persone si rafforzerà. La fo-

possibile ordinare online cibo e quant’al-

nostre visioni di architetture e complessi

calizzazione su se stessi diverrà sempre più

tro si necessiti. Si possono immaginare

urbani sicuramente non accelereranno,

importante. Ne risulterà un certo grado di

numerosi altri scenari. La questione è se

se non limitatamente, gli sviluppi futuri.

alienazione rispetto ai nostri concittadini.

noi, come abitanti del pianeta, possiamo

L’obiettivo potrebbe essere di creare un

e vogliamo veramente vivere in questa

contraltare alla “focalizzazione sul sé”. Luo-

maniera o no.

ghi di comunicazione negli edifici e negli

Con gli uffici mobili, la nostra industriosi-

spazi pubblici sarebbero quantomeno un

tà e irrequietezza, diventeranno superflui i posti di lavoro fisici per gli individui. Si dis-

Nonostante tutto il progresso tecnico –

punto di partenza sul quale si potrebbe

solverà la separazione tra vita privata e

non dovremmo mostrare la nostra respon-

fondare una tale struttura di base.

lavoro. L’appartamento diventerà così ca-

sabilità verso un concetto sociale genera-

mera, soggiorno e postazione di lavoro

le e offrire un quadro idealizzato di base,

tutti insieme. Saranno possibili doppie fun-

o struttura fondamentale, da riempire con

zioni. Così la massa edilizia potrà essere

le vite delle persone che lo abitano?

drasticamente ridotta. La città acquisirà un aspetto nuovo e senza precedenti. Uscire di casa e stare all’aria aperta sarà

Quadro strutturale della città Framework of the city

Due to our mobile offices, our industriousness and restlessness, personal workplaces for individual persons will become superfluous. The separation of work and private life will dissolve. The apartment will then be a sleeping quarter, living room and workspace all at the same time. Double occupancies will be possible. Building mass can thus be drastically reduced. The city will be given a new, unprecedented look. The way out of the “front door” and into the fresh air will only be necessary in a few isolated cases. Due to the perfection of digital networking, it will be possible to order foodstuffs and other living requirements online. Numerous other scenarios can be envisaged. The question is whether or not we as the inhabitants of planet earth really can and want to function in this way. Despite all technical progress, shouldn‘t we show responsibility for an overall social concept and provide an idealised basic framework, or basic structure, which could then be filled with life by the population groups living in it, at their own responsibility? Architecture could make a very special contribution to the success of this. Our visions of architecture and urban ensembles will never stop these rapid transformations, but designers can work to slow them down so that we can use these advances more wisely. The goal could be to create a counter pole to the “individual focus”. Places of communication in buildings and in public spaces would at least be a starting point on which such a framework could be based.

EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE / EVOLUTION OF COMMUNICATION D Stefan Rappold

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IL FUTURO DEI TRASPORTI E DELLE CITTA’ THE FUTURE OF TRANSPORTATION AND CITIES Federico Parolotto

Federico Parolotto

I. La cittĂ di oggi

I. The city of today

La città e l’automobile

The city and the car

L‘automobile è ancora indubbiamente la superstar delle cittĂ capitaliste; come ha os-

The car is undoubtedly still the superstar of capitalist cities, as pointed out by Wolfgang

servato Wolfang Zuckermann, con una solida crescita del reddito procapite le societĂ

Zuckermann: with solid growth in personal income all societies have witnessed a steep

hanno assistito a una vertiginosa crescita del parco veicolare. La diffusione dell‘au-

growth in car ownership. The arrival of the car swept aside public transit on the West

tomobile all‘inizio del XX secolo ha rapidamente sostituito il trasporto pubblico nella

Coast of the United States early in the twentieth century, the same happened later on

West Coast americana e poco piÚ tardi nella East Coast, cosÏ come è successivamente

the East Coast and then in Europe in the 60s and 70s.

avvenuto negli anni Sessanta e Settanta in Europa. Similar patterns have developed in Russia after the fall of the Communist regime, Simili fenomeni si sono veriďŹ cati in Russia dopo la caduta del regime Comunista, dove

where prior to 1989 the modal share of the car in the main cities was only 4 %, (vs. to-

prima del 1989 la ripartizione modale su auto nelle principali cittĂ rappresentava solo

day’s 30%) and even more recently in China, where the car has progressively replaced

il 4 %, contro il 30 % di oggi, e piĂš recentemente in Cina dove l‘automobile sta pro-

the bicycle in the city fabric.

gressivamente sostituendo la bicicletta nel tessuto urbano. This model is now proving to be fundamentally wrong, since it generates profoundly Tale modello si sta dimostrando oggi fondamentalmente inadeguato poichĂŠ gene-

anti-urban environments. Currently, the Western world is looking to Ć‚nd an alterna-

ra ambienti profondamente anti urbani. Il mondo Occidentale si sta impegnando a

tive solution to an energy intensive and anti-urban transport system focused on the

trovare una soluzione alternativa a un sistema di trasporto privato ad alto consumo energetico, come quello fondato sull‘automobile.

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Curva della crescita continua del numero di autoveicoli per 1000 abitanti tra il 1998 e il 2008 Graph illustrating the continuous growth of car ownership between 1998 and 2008

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Retrofitting e paesaggi automobilistici

automobile.

Fin dai primi insediamenti umani della storia, le città venivano costruite in funzio-

RetroƂtting and automobile landscapes

ne delle distanze percorribili a piedi; nella seconda metà del XIX secolo iniziarono

Since the beginning of human settlements, historic cities were built around walking

a espandersi, in un primo momento, in funzione della rete del trasporto pubblico e,

distances. In the second half of the nineteenth century, cities Ƃrst expanded around pub-

successivamente, in funzione dell‘accesso capillare consentito dai veicoli privati.

lic transit systems and later around the capillary access provided by a private vehicle.

La comparsa delle automobili ha quindi imposto un “retrofitting” delle città europee.

The advent of the car therefore forced a “retroƂtting“ of the existing European cities.

Tale processo si è sviluppato in modo ancora più aggressivo negli USA, dove sono

The process was even more aggressive in the United States, where a system of free-

stati introdotti sistemi di autostrade e viadotti urbani che consentivano spostamenti

ways and urban viaducts was introduced to allow express movement within the city,

rapidi attraverso la città e numerosi sono stati gli insediamenti suburbani pianificati in

and suburban environments were planned around car access, yielding “automobile

funzione dell‘accessibilità veicolare, determinando “paesaggi automobilistici”.

landscapes“. It is now clear that this model has proven very wrong for the city.

Rete stradale urbana

City road network

Il progressivo aumento del traffico veicolare ha provocato una sorta di inversione dei

The progressive increase in vehicular trafƂc has resulted in a sort of inversion of the

tradizionali modelli urbani nei quali la densità del costruito si sviluppava in aderenza dei

traditional urban patterns, where urban structure responded to the densities of move-

flussi della mobilità tradizionalmente localizzati negli incroci centrali delle principali strade

ment ƃows traditionally located at the crossings of key roads. The presence of the

cittadine. La presenza dell‘automobile e la necessità di consentire spostamenti veloci han-

car and the need to allow high-speed movement has introduced a system of urban

no introdotto sistemi di bypass e circonvallazioni che hanno modificato la forma delle città

bypasses and ring roads, where the city has been changed to accommodate the geo-

allo scopo di garantire le adeguate geometrie per accogliere il traffico automobilistico.

metries of efƂcient express movement. This points to what John Whitelegg has deƂned

Questo fenomeno è quello che John Withelegg ha definito un “compromesso Faustiano”

a “Faustian bargain“ in which the city renounces urban quality in favour of fast ve-

per il quale le città hanno rinunciato alla qualità urbana a favore di flussi veicolari veloci.

hicular ƃows.

Una visione radicale

Radical visions

Recentemente stanno però emergendo nuove idee, come la futuristica visione di auto

New ideas are surfacing, such as MVRDV‘s futuristic vision of ƃying cars, which envi-

volanti di MVRDV, che immagina una tipologia di edifici già descritta nei film di fanta-

sions a typology of buildings already described in science Ƃction Ƃlms such as Fritz

scienza come Metropolis di Fritz Lang. Altre radicali visioni spaziano dalle proposte di

Lang‘s “Metropolis“. Other radical visions range from Bill Mitchell‘s proposals in “Re-

Bill Mitchell descritte in Reinventing the Automobile, alle soluzioni presentate da BIG

inventing the Automobile“ to the solutions proposed by BIG and J.Maier in the recent

e J.Mayer per il concorso “Audi Urban Future Award“.

“Audi urban future award“ competition.

La fattibilità tecnica dei sistemi di guida assistita per gli autoveicoli è in costante

The technical feasibility of assisted guidance systems for cars is constantly increasing

perfezionamento e questi sistemi potrebbero diventare realtà nell‘immediato futuro.

and they may become a reality within the near future. This solution would open up the

Soluzioni di questo tipo aprirebbero la possibilità di una revisione delle geometrie

possibility for a revision of road geometries when cars‘ current stop-and-go movement

stradali nel momento in cui l‘attuale andamento stop-and-go delle automobili venisse

is replaced by a continuous ƃow.

a essere sostituito da un flusso continuo. The path to change La via del cambiamento

It is clear that regardless of the implementation of these radical visions, the current

Chiaramente, nonostante l‘implementazione di queste visioni radicali, l‘attuale numero di

level of car ownership will have to be drastically reduced – there are simply too many

auto in circolazione dovrà essere drasticamente ridotto – ci sono semplicemente troppe auto

vehicles per inhabitant, and the automobile is a land-hungry transportation system: a

per abitante; è inoltre da considerare che l‘automobile è un sistema di trasporto che occupa

car moving at 40 km/hr occupied by 1 person “consumes“ approximately 60 sq.m. of

ampie superfici: una persona che si sposta su un auto alla velocità di 40km/h “consuma”

land, compared to a pedestrian requirement of 1 sq.m..

circa 60 mq di terreno, a differenza di un pedone che ne occupa un solo metro quadrato. II. Transport of tomorrow II. Il trasporto di domani TrafƂc growth and peak trafƂc Il traffico. Crescita e picco

A lot of attention has been given to the recent shift whereby over 50 % of the world‘s

Molta attenzione è stata prestata al recente fenomeno per il quale oltre il 50 % della

population is living in cities, although other important data has also recently emerged.

popolazione mondiale si è spostato nelle città, sebbene siano allo stesso tempo emersi

TrafƂc seems to have peaked in several Western cities: after decades of constant

altri importanti dati. Il traffico sembra aver raggiunto il suo picco massimo in diverse

growth (so solid that it is deƂned “physiological“ in lots of trafƂc impact studies when

città occidentali: dopo decenni di costante crescita (così solida da essere definita “fi-

deƂning future trafƂc conditions), car use actually seems to be decreasing.

siologica” in molti studi di impatto del traffico che ne indagano le condizioni future), l‘uso dell‘automobile sembra oggi essere effettivamente in diminuzione.

Diversa occupazione dello spazio pubblico in funzione del modo di trasporto considerato Equivalent urban space occupancy for different modes of transport

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Questa tendenza risulta evidente in USA, in Gran Bretagna e in Australia ed è stata

These trends are evident in the Unites States, the UK, and Australia, and were observed

osservata negli anni tra il 2004 e il 2008, quindi prima della crisi economica mondiale

in the years 2004-2008 which were prior to the credit crunch that has further reduced

che ha ulteriormente ridotto i Km/procapite percorsi in automobile.

vehicle miles travelled (VMT) per capita.

Riconfigurare le strade

Reshaping streets

Un processo incrementale è già iniziato e modificherà progressivamente la relazione

An incremental process has already started; it will progressively address cars and cities

tra automobili e città attraverso la riconfigurazione della rete stradale, dalle principali

through the reshaping of the road network, starting from major urban roads down to

arterie urbane alle strade locali. Il futuro vedrà una progressiva “internalizzazione”

local thoroughfares. The future will witness a progressive “internalization“ of the car‘s

delle esternalità delle automobili, dal consumo energetico, all‘occupazione del suolo

externalities, ranging from energy consumption to space occupancy and pollution (for

e all‘inquinamento (l‘intera gamma di emissioni, inclusi i micro particolati che non

the entire range of emissions, including micro particulates which do not derive from

derivano dai motori a combustione ma dalla frizione delle parti meccaniche).

the combustion engine but to the friction of mechanical parts). The city of the future will therefore have LESS infrastructure; the process of defossilisation of cities has already started. After a century of car movement, the city of 2050 will possibly move back to being more like the urban settlements that characterised the period between 1800 and the arrival of the automobile. Removing freeways Freeways will progressively be removed, and transport patterns will no longer be analysed from the perspective of travel time alone. Isochrone accessibility, capacity, and trafƂc volumes will no longer be used as the key elements for the evaluation of transport solutions, and the urban quality generated by proposals will be a fundamental factor alongside the functional aspect. The freeway system, and more generally all road infrastructure that allows express movement within the city, will be phased out to give space to a set of smaller cross-connected rights of way.

Km/anno procapite negli USA e costo della benzina, Gennaio 1991–Settembre 2008 (Puentes and Tomer, 2009) U.S. VMT per capita, annualized and Real Gasoline Pump Prices, Jan 1991–Sep 2008 (Puentes and Tomer, 2009)

Stima dei Km auto-passeggero pro capite, anni 1990–2008 (Newman and Kenworthy, 2011) Estimated car passenger km per capita (FY 1990–2008) (Newman and Kenworthy, 2011) Image courtesy of Audi Urban Future Award/BIG

La città del futuro avrà quindi MENO infrastrutture; il processo di de-fossilizzazione delle città è già cominciato. Dopo un secolo di spostamenti veicolari, la città del 2050 potrà forse tornare ad assomigliare di più a quegli insediamenti urbani che hanno caratterizzato il periodo tra il 1800 e lo sviluppo dell‘automobile come mezzo di trasporto di massa. Rimuovere le autostrade Le autostrade verranno progressivamente rimosse e le reti stradali non saranno più analizzate esclusivamente dal punto di vista dei tempi di percorrenza. Accessibilità isocrona, capacità e volumi di traffico non rappresenteranno più gli elementi chiave per la valutazione della mobilità, ma accanto agli aspetti funzionali, la qualità urbana generata dalle proposte progettuali diverrà un fattore fondamentale. I sistemi autostradali, e più in generale tutti i sistemi infrastrutturali che garantiscono gli spostamenti espressi attraverso la città, verranno progressivamente dismessi in favore di una rete di strade interconnesse a sezione ridotta.

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Una nuova generazione di trasporto pubblico

A new public transport generation

Una nuova concezione di sistemi di trasporto si sta sviluppando per colmare il gap tra

A new breed of transport will be available to bridge the gap between public and

il trasporto pubblico e quello privato. Grazie alle tecnologie digitali e alla comunica-

private transport. Thanks to digital technologies and real-time communication, public

zione in tempo reale, il trasporto pubblico consentirà di spostarsi all‘interno della città

transport will allow movement within the city through a wide range of possibilities

attraverso un‘ampia gamma di scelte modali e di prezzi. I sistemi di trasporto pubblico

and costs. Transit systems will evolve to provide a better match between demand and

evolveranno per garantire una maggiore corrispondenza tra domanda e offerta attra-

supply through a suite of mobility solutions ranging from vehicle sharing (car, bicycle,

verso un insieme di soluzioni di mobilità che spaziano dalla condivisione dei veicoli

etc.) to Ƃxed routes providing key regional connections. Public transport hubs located

(car sharing, bike sharing ecc...) per gli spostamenti urbani, a sistemi espressi per le

at the heart of pedestrian zones will minimise vehicular movement.

principali connessioni regionali. I nodi del trasporto pubblico collocati nel cuore delle aree pedonali permetteranno di minimizzare il traffico veicolare.

III. The city of tomorrow

III. La città di domani

A new public life in cities As recently pointed out by Bernardo Secchi, the arrival of the car fulƂlled a desire for

Una nuova vita pubblica nelle città

privacy and separation embedded in society. The last 30 years have witnessed the

Come ha recentemente segnalato Bernardo Secchi, l’avvento dell’automobile ha esau-

progressive decline of public man as people were drawn in to the sense of seclusion

dito il desiderio di privacy e di alienazione insito nella società. Gli ultimi trent‘anni

ensured by detached housing. Contemporary society is witnessing new trends, such as

hanno testimoniato il progressivo declino della vita associata, con la popolazione sem-

the willingness of young couples to move back into the urban environment and the

pre più attratta dal senso di isolamento assicurato dalle case unifamiliari. La società

progressive split of families into smaller units. Moreover, the ageing of the population

contemporanea sta assistendo alla nascita di nuove tendenze, quali il desiderio delle

will generate a new need for communal life than can be fulƂlled by an urban frame-

giovani coppie di tornare all‘interno di un ambiente urbano e la progressiva frammen-

work.

tazione delle famiglie in nuclei più piccoli. L‘invecchiamento della popolazione genererà una rinnovata necessità di vita comunitaria che potrà essere soddisfatta all‘interno

The future of the city is in its past

di un contesto urbano.

The progressive decline in the car‘s presence, the reshaping of the road network and thefreeing up of urban space for new activities will allow the transformation of our city, paradoxically bringing it back to the city we knew before the 60s.

Il futuro della città è nel suo passato Il progressivo declino della diffusione dell’automobile, la riconfigurazione della rete

This new/old city will generate spaces for people, with landscaping designed to con-

stradale e la disponibilità di spazio pubblico per nuove attività urbane, consentiranno

trol the micro-environment and create better spaces. These new spaces could then

una trasformazione della città riportandola paradossalmente a quella che conosceva-

be populated by new typologies of objects, including sensors, energy generators and

mo prima degli anni Sessanta.

information interfaces as well as moving objects such as bicycles and electric vehicles (with radically reduced densities). They could also be occupied by “eco-machines”

Questa nuova/vecchia città genererà luoghi per le persone, con luoghi pensati per

used to generate a better micro-climate as well as local energy production. Perhaps

controllare il micro-ambiente e creare spazi migliori. Questi nuovi spazi potranno poi

the city of the future will be very similar to the city we used to know before the arrival

essere popolati da nuove tipologie di oggetti statici come sensori, generatori di ener-

of the car in the 60s – the real change will be in the objects will that populate it.

gia e interfacce digitali, così come di oggetti dinamici, quali biciclette e veicoli elettrici (con densità radicalmente ridotte). Saranno anche sviluppate “eco-macchine”, usate per generare un migliore micro-clima e produrre localmente energia. Forse la città del futuro assomiglierà molto a quella che conoscevamo prima dell‘arrivo dell‘automobile negli anni Sessanta – il vero cambiamento sarà negli oggetti che la popoleranno.

IL FUTURO DEI TRASPORTI E DELLE CITTÀ / THE FUTURE OF TRANSPORTATION AND CITIES D Federico Parolotto

15


DENSITÀ URBANA – IMPRONTA RIDOTTA

HIGH URBAN – LOW FOOTPRINT

Thomas Auer e Matthias Rudolph Nel 2007, più del 50 % della popolazione globale viveva nelle città. Nel 2050 più del 75 % della popolazione globale vivrà in ambienti urbani costituiti sia da città in crescita sia da città in contrazione. Con il cambiamento climatico e la necessità di ridurre quasi a zero le emissioni di CO², le nostre città stanno affrontando una nuova sfida – specialmente nei quartieri urbani più densi. L’aumento delle temperature estive causerà ondate di caldo per le quali le nostre città non sono state progettate. Nei prossimi 40 anni dobbiamo adattare le città a un nuovo clima, a una nuova mobilità e a un patrimonio edilizio CO² neutrale. Si devono costruire città sostenibili e vivibili per due miliardi di nuovi abitanti del mondo. Tutto ciò richiederà cambiamenti massicci. Il grado di adattamento modificherà le città in un tempo molto più breve di quanto mai accaduto prima. Allo stesso tempo, questo grado di cambiamento offrirà opportunità per progettare un mondo migliore. Emissioni di CO² nel 2050 Con la “Roadmap per avvicinarsi a una economia competitiva a basse emissioni nel 2050”, la Commissione Europea sta proponendo un progetto per centrare l’obiettivo a lungo termine di ridurre le emissioni domestiche dell’80–95 % a metà del secolo. Il settore edilizio deve ridurre le emissioni di carbonio del 90 % rispetto al 1990. La riduzione si riferisce al valore totale (cioè tonnellate di CO²), non a un valore specifico per area (cioè CO²/mq); dunque considerando la crescente domanda di spazio per persona e un aumento della popolazione, l’obiettivo è ancora più impegnativo. Thomas Auer and Matthias Rudolph In 2007 more than 50 % of the global population lived in cities. By 2050 more than 75 % of the global population will live in urban environments consisting of both growing and shrinking cities, with climate change and the need to reduce our CO2 emissions to basically zero our cities are facing a new challenge – especially in dense urban neighborhoods. Increased summer temperatures will cause heat waves for which our cities are not designed for. Over the next 40 years we have to adapt our cities to a new climate, new mobility and CO2 neutral building stock. Sustainable and livable cities for 2 billion new world inhabitants have to be built. All of these issues will require a massive change. The level of adaption will change our cities within a very short time frame has not been seen before. At the same time, this level of change will provide opportunities for the design of a world for a better place. CO2-Emissions 2050 With “Roadmap for moving to a competitive low-carbon economy in 2050,“ the European Commission is manifesting a plan to meet the long-term target of reducing domestic emissions by 80 to 95 % by the middle of the century. The building sector has to reduce carbon emissions by 90 % compared to 1990. The reduction refers to a total value (e.g. tons CO2), not an area specific value (e.g. tons CO2/ sq.m.); so taking into account the constantly growing space demand per person and an increase in population, the target is even more challenging.

Current Policy

Power Sector

Residential & Tertiary Reduction of CO2 with the current policy by 40%

Industry

Transports Necessary CO2 reduction by 80%

Non Co2 Agriculture Non Co2 Other Sectors

Emissioni CO² per anno EU – Roadmap 2050 EU 1990

16

2010

2030

2050

CO² emissions per year EU – Roadmap 2050 EU


Per la valutazione del potenziale di conversione alle basse emissioni del comparto edilizio dobbiamo considerare tre tipologie di stanziamento principali: rurale, suburbano e urbano. Rurale e suburbano: la maggior parte degli edifici esistenti possono essere riqualificati, isolati termicamente e aggiornati a standard di alta efficienza. Conservare il patrimonio storico non è una necessità tipica di queste tipologie, perciò l’aspetto dell’edificio può essere modificato con la riqualificazione. La bassa densità consente un uso efficiente della produzione di energie rinnovali in loco, per creare case a zero-energia. Urbano: le soluzioni per le aree rurali e suburbane generalmente non sono trasferibili al contesto urbano. Tali contesti sono pieni di architetture storiche che non possono essere isolate all’esterno senza distruggere l’identità della città. In alternativa si può pensare a un “guscio climatico” come la Cupola sopra New York di Buckminster Fuller, che riduce la domanda di riscaldamento, ma l’incremento della domanda di raffrescamento in estate potrebbe superare i benefici invernali. Dunque, quale è il futuro dei contesti urbani rispetto alla sfida energetica? For the assessment of the low-carbon conversion potential of the building stock we assume three major settlement typologies: rural, suburban and urban. Rural, Suburban: Most of the existing buildings can be retrofitted, thermally insulated and upgraded to a high efficiency standard. Preserving the architectural heritage is not a typical building requirement for these typologies, therefore the building appearance can change with the retrofit. The low density allows for efficient use of renewable energy production on sites, to create zero-energy-houses. Urban: Solutions for rural and suburban generally are not transferable to the urban context. Urban design is filled with architectural history, which typically cannot be insulated externally without destroying the identity of the city. Alternatively we can provide a “climate shell” à la Buckminster Fuller’s Dome above New York, which reduces the heating demand, but the increase in summer cooling demand might outweigh the winter benefit. So what is the future of the urban in terms of the energy challenge?

Low density Urban

16.000 14.000 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 (kWh/Pers/Yr)

Old building Energy retrofit to passivhouse Single family house - 4 Persons 1 6 0 m 2 / M - c l a s s M B, 3 0 k m

Old building Energy retrofitted building Apartment house - 4 Persons 120 m2 / Public Transport, bicycle

Heating living Electricity living Energy for travel

Consumo energetico per anno e per persona (abitazione e mobilità) Energy consumption per year and person (living and mobility)

Verde dalla densità E’ noto che gli ambienti urbani spesso raggiungono la densità critica per fornire sinergie di prossimità che conducono a una riduzione del consumo energetico e delle emissioni di carbonio. Ciò si ottiene con operazioni economiche di trasporti pubblici che collegano brevi distanze tra insediamenti casa-e-lavoro. Allo stesso tempo, la densità offre anche l’opportunità di una operazione economica per i sistemi infrastrutturali altrimenti costosi, quali le reti di riscaldamento e raffrescamento di quartiere. Il grafico mostra il consumo energetico per la conduzione di un edificio di una famiglia di quattro persone in un ambiente urbano a bassa densità. Cominciando dal consumo di una vecchia casa unifamiliare in un ambiente a bassa densità con un’impronta di 160 mq, il consumo diminuisce drasticamente con la conversione a “casa passiva”. Nell’ambiente urbano la famiglia vive in un appartamento con una densità leggermente superiore. Gli spostamenti giornalieri della famiglia urbana modificano il quadro dell’equilibrio energetico. Improvvisamente la famiglia urbana consuma circa la stessa quantità di energia di quella rurale che vive in una casa passiva. Come possono entrambe le famiglie compensare la loro “impronta” rimanente per ottemperare alla sfida del 2050? Green by density It is well known that urban environments often achieve the critical density to provide proximity synergies that lead to a reduction in energy consumption and carbon emissions. This is accomplished by economic operation of public transport connecting short distances between live-and-work settlements. At the same time, density also provides opportunity for economical operation of otherwise cost intensive infrastructure systems, such as district heating and cooling networks. The diagram shows the energy consumption for building operation for a family of four people in a low-density and urban environment. Starting from the energy consumption of an old detached house in the low-density environment with a footprint size of 160 sq.m., the energy consumption dramatically decreases by the conversion to a “passive house”. In the urban environment the family lives in an apartment with slightly higher occupant density. The daily travel of the urban family changes the picture of the energy balance. Suddenly the urban family consumes about the same amount of energy compared to the rural family living in a passive house. How can both families offset their remaining footprint in order to fulfil the 2050 challenge?

17


Rispetto al raggiungimento del passo successivo, zero emissioni, l’abitante del luogo a bassa densità può sfruttare la produzione di energia rinnovabile, presumibilmente fotovoltaica. Con un pendolarismo che usa auto elettriche, la famiglia della casa passiva necessiterebbe ~ 90 mq di fotovoltaico per raggiungere l’obiettivo. E’ ragionevole considerare quest’area in una proprietà; invece, il contesto urbano diventa più impegnativo e richiede un livello maggiore di innovazione, che può includere: - infrastrutture intelligenti: reti locali di quartiere per riscaldamento e raffrescamento combinate, per esempio, con sistemi di immagazzinamento geotermico, sfruttamento delle sinergie tra residenze e industrie leggere – riscaldamento secondario ad alta temperatura, cogenerazione… - edifici intelligenti: conversione del patrimonio edilizio al riscaldamento a bassa temperatura e raffrescamento ad alta temperatura e miglioramento degli involucri dove possibile (finestre, tetti ecc.), applicazioni solari dove possibile… - persone intelligenti: cioè far funzionare gli elettrodomestici di giorno, condividere le auto e altri macchinari, usare interfaccia intelligenti per una vita migliore Un possibile scenario di sistema, come mostrato nel grafico, descrive una griglia intelligente collegata a sistemi di edifici intelligenti (riscaldamento di distretto e acqua calda per uso domestico in un unico sistema). Questo esempio consente di usare le risorse ambientali, quali il calore secondario (con sistemi di immagazzinamento geotermico), uso ad alta efficienza di energie locali riciclate (rifiuti e biomassa) e immagazzinamento di energia verde (vento e vetri solari) in un processo di cogenerazione. In regards to achieving the next step, carbon neutrality, the low-density settler can achieve carbon neutrality by renewable energy production, presumably by on-site photovoltaics. With the daily commute by electric car, the passive house family would require ~ 90 sq.m. of photovoltaics to achieve this goal. It is reasonable to fit this area on a property; whereas, the urban context becomes more challenging and requires a higher level of innovation, which can include: - smart infrastructure: local heating and cooling district networks combined with e.g. geothermal storage systems, taking advantage of synergies that occur between housing and light industries – high temperature heat from waste, cogeneration… - smart buildings: conversion of building stock to low-temperature heating and high-temperature cooling and an improved envelope where possible (windows, roofs, etc.), solar applications wherever conceivable... - smart people: e.g. operating equipment when the sun is shining, sharing cars and other equipment, using smart interfaces for better living A possible system scenario, as shown in the diagram, describes a smart grid connected to smart building systems (district room heating and domestic hot water within one system). This example allows the use of environmental resources, such as waste heat (stored in geothermal storage systems), high efficient use of local recycled energies (waste and biomass) and stored green power (wind and solargas) in a cogeneration process. OFFSITE RENEWABLE ENERGIES ROOM HEATING

hot radiant floors

PV

Wind

Hydro

DOMESTIC WATER Excess Electricity

hot water Electrolysis of water

Decentral Heat Storage Methan

Storage

at) (he

National Gas Infrastructure

supply 75 C

AIR HANDLING hot supply air

return 25 C

at) (he

High Temp Heat Source

50 C Low Temp Heat Source

Local Cogeneration

LOCAL RECYCLED ENERGIES Waste + Biogas

Electricity

Central Seasonal Heat Storage

used warm room air

Used Exhaust Air

Heat Exchange

E

ID

TS

OU

Sistema di infrastruttura intelligente dei sistemi urbani a bassa emissione AIR Heat Exchange

Smart infrastructure system for low carbon urban systems

Con un sistema di distretto intelligente la quantità di fotovoltaico (FV) necessario per compensare il consumo energetico annuale della famiglia urbana può essere ridotto a circa 60 mq. Se il sistema FV è sul tetto, e non c’è contributo di calore secondario, il risultante rapporto di area è 2, una densità troppo bassa per la densità critica. Tuttavia, se il calore secondario può coprire completamente la domanda di riscaldamento, allora sono necessari solo 30 mq di FV e il rapporto di area di 4 garantisce un funzionamento a emissioni zero. Sebbene sembri che l’ambiente urbano non possa raggiungere la neutralità in aree singole, il sistema generale di consumo di energia e la necessaria superficie di FV (e quindi l’uso dei terreni) ha il potenziale di essere significativamente inferiore rispetto al miglior caso di “bassa densità”. With a smart district system the amount of photovoltaics (PV) needed to offset the annual energy consumption for the urban family can be reduced to approximately 60 sq.m. If the PV system is placed on the roof, and there is no waste heat contribution, the resulting plot ratio is 2, a density too low for the critical density. However, if waste heat can completely cover the heating demand, then only 30 sq.m. of PV would be required a plot ratio of 4 would provide a carbon neutral operation. Although it seems that the urban environment cannot achieve carbon neutrality on individual sites, the overall system energy consumption and necessary area of PV (and therefore land use) has the potential to be significantly less, compared to the best “low-density” case.

18


Densità e Qualità Urbana Prossimità, infrastruttura intelligente e una nuova mobilità in una città piena di vita richiederanno un aumento della densità urbana (è già costantemente in aumento la domanda di mq/persona). Ma come possiamo progettare una densificazione di alta qualità? La sfida con spazi urbani molto densi è di fornire qualità agli spazi interni (luce e ventilazione naturali, irraggiamento diretto) e qualità agli spazi esterni (irraggiamento, riparo dal vento, riduzione delle velocità del vento nel periodo freddo). E’ anche importante equilibrare tutta la superficie tra generazione di energia (FV), vegetazione (clima urbano, agricoltura urbana) e aree per lo svago. Perciò, le superfici verticali, inclinate e anche quelle orizzontali saranno occupate da funzioni concorrenziali. Questo, in conclusione, porta a un cambiamento paradigmatico delle strategie urbane in cui i progettisti devono massimizzare le possibilità di utilizzo delle superfici invece che minimizzarle. Density and Urban Quality Proximity, smart infrastructure, and a new mobility within a vibrant city will require an increase in urban density (yet the area sq.m. demand per person is constantly growing). But how can we design a high quality densification? The challenge with highly dense urban spaces is to provide indoor quality (daylight, natural ventilation, direct solar access) as well as outdoor quality (solar access, wind comfort / reduced wind speeds during the cold period). Also it is important to balance all surface between energy generation (PV), vegetation (city climate, urban farming) and surfaces for leisure. Therefore, vertical, sloped, as well as horizontal surfaces will be occupied by competing functions. This ultimately leads to a paradigm change in urban strategies where designers have to maximize surface use possibilities, instead of minimizing.

13:00 pm 13:00 pm

13:00 pm

13:00 pm 16:00 pm 16:00 pm

16:00 pm

16:00 pm

Densificazione ottimizzata dell’accesso solare Solar access optimized densification

Conclusioni E’ possibile che oggi non siamo del tutto corretti nelle nostre supposizioni sul futuro, ma dobbiamo applicare strategie adattabili a possibili deviazioni del percorso del miglioramento ambientale. Il progetto è la chiave – per affrontare le sfide dobbiamo essere intelligenti, ambiziosi e, anche, ispirati. Possiamo far diventare le nostre necessità “Verdi & Sexy” – il nuovo stile di vita. Conclusions We may not be entirely right with our assumptions today about the future, but we have to implement strategies that are flexible for diversions in one’s improved environmental course. Design is key – in order to address the challenges we have to be smart, aspirational, as well as inspirational. We can change our needs to be “Green & Sexy” – the new lifestyle.

DENSITÀ URBANA — IMPRONTA RIDOTTA / HIGH URBAN — LOW FOOTPRINT D Thomas Auer, Matthias Rudolph

19


IL FUTURO DELLE NOSTRE CITTA’ – DA UNA PROSPETTIVA DIGITALE THE FUTURE OF OUR CITIES – FROM A DIGITAL NATIVE PERSPECTIVE Daniel Dendra

Daniel Dendra

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito alla trasformazione del mondo degli affari e del sistema

Within the last 10 years we saw most of our

che conosciamo dovuta a un fenomeno detto l’era della rete. Le enciclopedie sono state sostituite

businesses and known system being trans-

da wikipedia; i notiziari reinventati da twitter. Addirittura intere nazioni si sono trasformate in poche

formed by a phenomenon called the net mo-

settimane con l’aiuto dei social media.

ment. Encyclopedic books were replaced by wikipedia; news got re-invented by twitter. Even

All’inizio, internet era usato per collegare delle macchine. Oggi, il web 2.0 significa principalmente

whole countries got transformed within weeks

collegare tra loro le persone e stiamo diventando veramente crativi con queste nuove opportunità.

with the help of social media.

Abbiamo inventato il couch-surfing e l’airbnb che probabilmente causeranno un’era della rete

In the beginning the internet was used for con-

nell’industria alberghiera. Abbiamo inventato il car2gether e il flinc che influenzeranno allo stesso

necting machines. Today the web2.0 is mainly

modo l’industria del noleggio auto. Abbiamo inventato youtube e ustream che porteranno l’era della

connecting people with each other and we got

rete nell’industria televisiva. L’elenco delle piccole rivoluzioni è quasi infinito e mostra come molti dei

really inventive with this new possibilities:

settori industriali conosciuti stiano per passare a una nuova era. We invented couch-surfing and airbnb which Ora, stiamo per passare al web 3.0: connettere il nostro ambiente (le cose) alle persone. L’“internet

will probably cause a net moment in the ho-

delle cose” può connettere le nostre piante al www così che noi riceviamo un avviso per ricordarci

tel industry. We invented car2gether and flinc

che i nostri amici verdi hanno bisogno di acqua (botanicalls). Il Tower Bridge invia messaggi di av-

which will cause a net moment in the car rental

viso ogni volta che si apre. Questo può sembrare un gioco buffo, ma pensate se il Tower Bridge è

industry. We invented youtube and ustream

lungo il vostro percorso verso l’ufficio! In tal caso, sarebbe un’informazione importante.

which will cause a net moment in the TV industry. The list of little revolutions is almost endless

L’internet delle cose porterà ad avere ambienti e città più intelligenti e sostenibili. Così, se im-

and it shows that many of known industries are

maginiamo le nostre città nel 2050, dobbiamo presumere che siano già passate alla propria era

just about to pass into a new area.

della rete. Now we are at the fringe of passing to the web3.0: we are connecting our environment (things) to people. The “internet of things“ can connect our plants with the www and we receive a tweet to remind us that our green friend needs water (botanicalls). Tower Bridge is sending out tweets whenever it is opening. This might seems a like fun game but imagine Tower Bridge is on your way to work! In this case it might be an important information. The internet of things will lead to smarter and more sustainable environments and cities. So if we imagine our cities in 2050 we have to assume that they passed their net moment already.

Applicazione iPhone airPark Tempelhof 2010 anOtherArchitect, Apparent Media iPhone application airPark Tempelhof 2010 anOtherArchitect, Apparent Media

20


Predictions Our cites will be populated by the digital natives generation and it´s descendants. It´s hard to imagine how technology and our society will evolve over the next forty years. Especially architects are very bad with predictions – imagine the utopian visions of architects from the sixties compared to cartoonists who have predicted the future more accurate with Dick Tracy’s phone watch becoming a real device today. Predizioni Le città saranno abitate da una generazione nata con il digitale e dalla sua discendenza. E’ difficile

So can we as planners really predict the future

immaginare come evolveranno la società e la tecnologia nei prossimi quarant’anni. Soprattutto gli

of smart cities in 2050?

architetti non sono molto bravi con le predizioni – basti immaginare le visioni utopiche degli architetti

I think: NO. But if we imagine that city plan-

degli anni Sessanta paragonate a quelle dei disegnatori di fumetti che hanno predetto il futor in

ning has a lead time of around twenty years we

modo più accurato, per esempio con l’orologio-telefono di Dick Tracy, oggi divenuto realtà.

should better start having a glimpse through the looking glass in order to consider a possible fu-

Dunque, possiamo noi architetti predire il futuro delle città intelligenti del 2050?

ture and not waste too many resources thinking

Io penso: NO. Ma se immaginiamo che la pianificazione urbana ha un tempo di gestazione di circa

of a lifestyle that is already passé.

vent’anni, sarebbe meglio che iniziassimo a buttare un occhio nel binocolo per prendere in considerazione un futuro possibile senza perdere troppe risorse a pensare a uno stile di vita che è già

2050

passato.

Instead of imagining completely new technologies I would rather like to investigate some

2050

recently established or emerging phenomena

Invece di immaginare tecnologie completamente nuove vorrei indagare alcuni fenomeni già definiti o

in order to predict how they could help us to

emergenti per predire come ci potranno aiutare ad avere una vita più sostenibile nel futuro.

achieve a more sustainable life in the future.

OpenSimSim, installazione di realtà aumentata alla Biennale di Architettura di Venezia 2010 Augmented reality installation at 2010 Venice Architecture Biennale 2010 OpenSimSim

21


idea

design process optimization

project

prototyping phase

building / user phase

â‚Ź$

!?

!?

!?

prototype

product

!!!

INITIATOR: ARCHITECT / DESIGNER

WEB 2.0 COMMUNITY

ENGINEERS / SCIENTISTS

MANUFACTURER / BUILDER

USER / CLIENT

initial design offered under creative commons license

feedback and comments by design community

feedback and comments by specialists community

feedback and comments possibility to build 1:1 scale prototypes

user feedback after project is built or during building process

Diagramma di processo di OpenSimSim, product improvement based on user feedback

2009 OpenSimSim.net OpenSimSim process diagram 2009 OpenSimSim.net

V2.0

" " " " ' " $" " % " % " " " " " " "! "

" " " " ' " $" " " " ' " " % " % X

X

KWWS ZZZ $,5SDUN GH

KWWS ZZZ $,5SDUN GH

½

This brief study will include (I) sharing, (II) crowd

½

funding, (III) co-creation and (IV) gaming. ½

RQ LSDWL UWL] 3D LWHQ WHOO 6D LW =H

" " & " " " # " ! " $" % " " % " " ' " " " " " " " " "! "

I. Sharing Some years ago social media platforms were " " " "

X KWWS ZZZ $,5SDUN GH

considered playgrounds for bored high school students. Today Facebook has the third largest “population“ in the world only exceeded by India and China. With the social revolution

½

we also have a revolution of sharing thoughts,

½

knowledge and goods via the internet. In future

½

sharing will become a crucial part of our social life. We do not need to own a car – we will share

Concetto di crowd sourcing per un parco pubblico, airPark Berlin 2010 anOtherArchitect

it since we are only interested in the mobility

Crowd sourcing concept for a public park, airPark Berlin, 2010 anOtherArchitect

aspect. This will mean we will not have so many cars blocking our street-scapes anymore. In terms of architecture this will probably mean

Questo breve studio include (I) condivisione, (II) finanziamento collettivo (crowd funding),

that we will need to pay attention to semi-public

(III) co-creazione, (IV) scommesse.

spaces and sharing rooms. It´s easy now to share the drill inside a multistorey house since

I. Condivisione

you can track it with RFID codes and you can

Alcuni anni fa le piattaforme dei social media erano considerate dei giochi per liceali annoiati. Oggi,

book it through your social neighborhood plat-

Facebook ha la terza piÚ grande popolazione del mondo, superato solo dall’India e dalla Cina. Con

form.

la rivoluzione sociale è avvenuta anche una rivoluzione nella condivisione dei pensieri, delle conoscenze e dei bene attraverso internet. In futuro, la condivisione diventerà un elemento cruciale della

II. Crowd funding

nostra vita sociale. Non abbiamo bisogno di possedere un’auto – possiamo condividerla poichÊ

More and more ideas are ďŹ nanced by so called

siamo interessati solo a spostarci. Questo signiďŹ ca che non avremo piĂš cosĂŹ tante auto che intasano

crowd-funding platforms. Creatives for instance

le strade. In termini di architettura, probabilmente, signiďŹ cherĂ che dovremo prestare piĂš attenzione

can propose projects on KICKSTARTER. The

agli spazi semi-pubblici e a quelli condivisi. Ora è facile condividere per esempio un trapano all’inter-

funders get in return a product, special treat or

no di un condominio, rintracciandolo tramite il codice RFDI e prenotandolo attraverso la piattaforma

another beneďŹ t. Reaching the net moment we

sociale condominiale.

will apply crowd funding platforms to our cities, neighborhoods and streets. A dog owner will

22

II. Finanziamento collettivo

be willing to give 5 EUR for a new dog running

Sempre piĂš idee vengono ďŹ nanziate dalle cosiddette piattaforme di crowd funding. I creativi, per

lawn in the park if he can directly beneďŹ t from

esempio, possono proporre i loro progetti a KICKSTARTER. I ďŹ nanziatori, in cambio, ottengono

it. Residents of a street will be willing to fund

un prodotto, trattamenti speciali e altri beneďŹ ci. Al raggiungimento dell’era della rete le piattaforme

the trees in their street if they will beneďŹ t from a

di crowd funding saranno applicate alle cittĂ , ai quartieri e alle strade. Il padrone di un cane sarĂ

better micro-climate in summer. A direct beneďŹ t

disposto a pagare 5 euro per un nuovo prato nel parco aperto ai cani se potrĂ sfruttarlo perso-

is that people who funded something speciďŹ c

nalmente. I residenti di una via saranno disposti a ďŹ nanziare gli alberi nella loro strada se potranno

are much more willing to take care of such in-

beneďŹ ciare di un micro-clima migliore in estate. Un beneďŹ cio diretto è che i ďŹ nanziatori di una cosa

vestments. Vandalism will decrease and it will

speciďŹ ca sono piĂš interessati ad avere cura dei loro investimenti. DiminuirĂ cosĂŹ il vandalismo e la

be a win-win situation for both the city and the

situazione si rivelerĂ vincente sia per la cittĂ sia per i suoi abitanti.

inhabitants.


III. Co-creazione (crowd sourcing)

III. Co-creation/crowd sourcing

Un cambiamento di gestione porterà automaticamente a nuovi modelli dei processi partecipativi.

A change in governance will automatically lead

In Svizzera, la forma dei nuovi edifici veniva disegnata con dei pali in modo che la gente potesse

in new models of participation processes. In

immaginarne l’impatto e, se necessario, intervenire. Usando le nuove tecnologie, una realtà così

Switzerland the shape of new buildings was

aumentata sarà in grado di tradurre tali modelli e di sfruttare le conoscenze dei locali per migliorare i

marked with sticks so that people could imag-

nostri progetti. Con semplici interfaccia e con la possibilità per chiunque nel mondo di avere acces-

ine it´s impact and intervene if necessary. Using

so a questi strumenti ci sarà una massa critica che permetterà a questi sistemi di funzionare senza

new technologies such as augmented reality we

che una élite possa manipolare i processi.

will be able to translate such models and use the intelligence of locals in order to improve our

IV. Scommesse

designs. With simple interfaces and everyone in

Da un paio di anni, l’industria delle scommesse ha superato quella del cinema in termini di fatturato.

the world having access to this tools there will

Poiché milioni di persone navigano in ambienti virtuali e prendono decisioni consapevoli, prendendo

be a critical mass that will allow for such sys-

spunto dalla loro vita quotidiana, saremo in grado di utilizzare questo fenomeno per testare nuovi

tems to work without a certain elite being able

ambienti urbani prima di costruirli. Invece di simulare l’impatto sulle persone, sui flussi di traffico

to manipulate processes.

ecc. potremo testarli in un ambiente virtuale. I modelli di maggior successo saranno trasposti dal mondo virtuale alle città reali.

IV. Gaming The gaming industry overtook the film indus-

I punti sopra elencati non sono predizioni, bensì un invito per tutti noi a continuare a pensare a

tries in terms of turn-over a couple of years ago.

questi temi e a essere pronti per l’era della rete.

Since millions of people are navigating in virtual environments and making conscious decisions

Un fatto è certo: prima che le nostre città vengano trasformate dall’era della rete ci sarà un cambia-

that they reflect from their everyday life we will

mento nella nostra professione. Le professioni dell’architetto e dell’urbanista saranno trasformate.

be able to utilize this in order to test new urban

Possiamo ignorarlo, come hanno fatto gli editori delle grandi enciclopedie con l’avvento di wikipe-

environments before they are built. Instead of

dia, o possiamo vedere in questo un’opportunità.

simulating the impact on people, traffic flow etc. we will be able to test them in a virtual environment. The most successful models can be extracted from the virtual world into our real cities. The points mentioned above are not predictions but an invitation to all of us to continue thinking about these issues and getting prepared for the net moment. One fact is certain: before our cities will be transformed by the net moment there will be a shift in our profession. The profession of the architect and urban planner will be transformed. We can either ignore it as the big encyclopedic publishers did with wikipedia or we can see it as a chance.

Concetto OpenPod alla Biennale di Architettura di Venezia 2010, anOtherArchitect, OpenSimSim OpenPod concept at 2010 Architecture Biennale in Venice anOtherArchitect, OpenSimSim

IL FUTURO DELLE NOSTRE CITTÀ — DA UNA PROSPETTIVA DIGITALE / THE FUTURE OF OUR CITIES — FROM A DIGITAL NATIVE PERSPECTIVE D Daniel Dendra

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ESPERIMENTI PER UNA SOCIETA’ SOSTENIBILE David Cook Stiamo per ripetere gli errori del passato? I movimenti di controcultura dell’Europa Occidentale e del Nordamerica degli anni Sessanta non sono stati responsabili solo di strepitanti reclami di diritti civili, campagne anti guerra e agitazioni sociali, ma anche della presa di coscienza pubblica di alternative possibili alla vita del dopo-guerra. Ciò ha inevitabilmente alimentato una rivoluzione nel mondo del progetto con un periodo di rigetto reazionario, di sperimentazione e revival. Molti aspetti della vita di questi movimenti giovanili, sebbene inizialmente screditati dall’essere avvolti in un alone di musica e droghe, sono sopravvissuti a tentativi di giro di vite politici e sono emersi come parti essenziali della cultura contemporanea. Purtroppo, la recessione, la disoccupazione e la crisi petrolifera dei primi anni Settanta hanno posto Ãne a quell’epoca di ottimismo e innocenza. La promessa di una generazione “noi”, in cui il benessere dell’individuo dipendeva dal benessere della società, è stata presto attaccata dall’era di Reagan e della Thatcher e dall’avvento di una società catalogabile meglio come dannosa generazione “io”.

EXPERIMENTS IN A SUSTAINABLE SOCIETY David Cook Are we about to repeat the mistakes of the past? The counter-culture movements of Western Europe and North America in the sixties were not only responsible for vociferous civil rights, anti-war campaigning and social unrest, but for raising public awareness of the possible alternatives to post-war living. This inevitably fuelled a design revolution in a reactionary period of rejection, experimentation and revivalism. Initially discredited behind a music and drug-fuelled cloud, many aspects of life promoted by this youth-driven movement survived attempted political clampdowns and emerged as essential parts of contemporary culture.

Sperimentazione e Tecnologia I primi anni Sessanta sono associati a una cultura vibrante e coraggiosa che sÃdava il sistema su tutti i fronti. Mentre le forze politiche conservatrici lottavano per mantenere lo statu quo, l’alba dei viaggi a basso costo e le potenzialità della Ãorente industria delle comunicazioni apportarono eclettiche fonti di ispirazione ai progettisti. Ciò stimolò ulteriori cambiamenti provocando sviluppi sia nelle scienze che nella letteratura popolare. I progressi tecnologici furono accelerati dalla “Corsa allo Spazio”, e gli scritti di Ken Kelsey e dei suoi amici incoraggiarono i loro seguaci a scegliere nuovi modi di guardare all’ambiente e alla società. Mentre la cultura della musica e della roga degli anni Sessanta è ben documentata, le esperienze spaziali – in cui i concetti tradizionali di “stanza”, “casa”, “famiglia” e “comunità” venivano contestati e riconÃgurati – lo sono meno. Forse perché sono in genere difÃcili da catalogare, con le cupole hi-tech ispirate a Buckminster Fuller messe vicine ai tepee, agli eventi temporanei e agli happening. Sebbene solo alcune strutture originali rimangano sullo sfondo di fotograÃe sbiadite, la loro inÄuenza si vede ovunque. In realtà, la tecnologia, inizialmente, era al centro di tutto. Mostre, eventi, happening offrivano una fonte costante di sperimentazione, riunendo persone di diversa estrazione in nuove forme di collaborazione. Al cuore di questo movimento c’era il poco strutturato gruppo multimediale USCO, che ne determinava il “look”. I movimenti di base attirarono presto grandi quantità di giovani in una cultura “hippie”, trasformando sia gli schemi di vita che la struttura della città. Il progettare case non riguardava più lo stare al passo col “Signor Rossi”, bensì era visto come un motore per la trasformazione personale.

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Sadly, the recession, unemployment and the oil shortages of the early 1970’s ended an age of optimism and innocence. The promise of a “we” generation, where the well-being of the individual depended upon the well-being of society, was soon under attack by the era of Reagan and Thatcher and the rise of a society more typiÃed by the counterproductive “me” generation. Experimentation and Technology The look of the early sixties is associated with a vibrant, risk-taking culture, challenging establishment on all fronts. While conservative political forces struggled to preserve a status quo, the dawn of cheaper travel and the potentials of the burgeoning communication industry delivered designers with eclectic sources of inspiration. This spurred parallel change provoking developments in both science and popular literature. Technological advances were accelerated by the ‘Space-Race’, and writings and experiments by Ken Kelsey and friends encouraged their followers to choose new ways of looking at the environment and society. While the music and drug cultures of the sixties are well documented, the spatial experiences – where traditional concepts of “room”, “home”, “family” and “community” were contested and reconÃgured – are less so. Perhaps this is because they are generally difÃcult to categorise, with high-tech Buckminster Fuller inspired domes sitting alongside tepees, temporary events and happenings. Although few original structures survive beyond the faded photographs, their inÄuences are to be seen everywhere. Indeed technology was initially at the heart of everything. Shows, events, happenings provided a constant source of experimentation, bringing together people from diverse backgrounds in new forms of collaboration. At the heart of this movement, contributing to its “look”, was the loosely organised multi-media group USCO. Grassroots movements quickly drew large youthful populations into a “Crash Pad” culture, transforming living patterns and the structure of the city. Home design was no longer about “keeping up with the Jones’s”, it was seen as an agent of personal transformation.


Era inevitabile che un movimento fondato su pace, armonia e auto-determinazione sarebbe stato sfruttato da altri. Aree molto promettenti delle città si deteriorano per l’aumento del crimine e il decadimento con la prospettiva di essere trascinate in una spirale fuori controllo. Ne conseguì che molti seguaci dei movimenti si ritirarono nelle aree rurali, lontani dai pericoli; un passaggio accelerato dall’uso della forza politica. Questo trasferimento a origini più primitive, all’essere più vicini e imparare di più da Madre Terra segnò l’inizio della coscienza ambientale caratteristica dei tardi anni Sessanta. Gli esperimenti pratici di Steve Baer con la forma e la tecnologia misero alla prova le idee relative alla “scatola razionale” con nuove deÃnizioni di “riparo”. Dall’idea del riciclo per necessità egli progredì Ãno a inventare sistemi di riscaldamento solari che consentivano alle costruzioni in località remote di funzionare autonomamente. Le cupole di Buckminster Fuller furono presto adottate dalla contro cultura come simboli della resistenza e, senza dubbio, contribuirono a diffondere le teorie di Fuller nel pianeta come qualcosa di cui tener conto. Purtroppo, tutti gli slanci degli anni Sessanta e dei primi Settanta furono ridotti con effetti devastanti. La voce della ragione ambientalmente consapevole fu semplicemente ignorata dall’avvento delle multinazionali e dalla società consumista. Grazie alla dedizione inÄessibile di alcune organizzazioni e di singoli individui assistiamo oggi, quarant’anni dopo, a una vasta rinascita dell’interesse pubblico per i temi ambientali. Le ragioni sono molteplici. Le tecnologie media emergenti possono essere accreditate della diffusione delle informazioni e della possibilità di avere una convincente piattaforma per il dibattito. Grazie a un messaggio più chiaro e a un più forte senso di urgenza le cose sembrano essere diverse adesso. Nei prossimi quarant’anni, rimarrà da vedere se questa maggiore consapevolezza nella gente riuscirà a ridurre i distruttivi schemi consumisti che hanno ostacolato lo sviluppo di società sostenibili. Oltre l’edificio come oggetto Durante la nostra breve occupazione della Terra, la società è riuscita a mettere in serio pericolo il proprio futuro e quello del proprio habitat. Ormai, sembra che abbiamo raggiunto il “punto di non ritorno” in cui la società, i governi e le grandi imprese non possono più restare indifferenti. Cercando indizi per il futuro, ci troviamo a prendere spunto dagli esperimenti delle generazioni precedenti. Eppure, mentre il cambiamento climatico è indubbiamente incombente, i suoi effetti peggiori non si avvertiranno la prossima settimana, e neppure l’anno prossimo. E’ dunque difÃcile imporre forme di limitazione. Invece, la società, per agire con urgenza, ha bisogno di appropriate ricompense, nella forma di beneÃci tangibili a breve termine. La gente non cambia facilmente le proprie abitudini a meno che non ci sia una buona ragione per farlo. Ma chi deve prendere in mano la situazione e da dove si possono ricavare gli incentivi? L’incessante pressione esercitata dai movimenti popolari continuerà, sebbene, per un cambiamento diffuso, ci sia necessità di una convergenza tra iniziative dal basso verso l’alto e politiche dall’alto verso il basso. I governi devono porsi alla guida. La richiesta per un’applicazione diffusa delle pratiche di progetto sostenibile è senz’altro giusta. Tuttavia, il termine “sostenibilità”, sempre più abusato in architettura, corre il pericolo di diventare un’etichetta eccessivamente semplicistica. Puntando l’attenzione su temi quantitativi, come l’efÃcienza energetica, si svaluta immediatamente il termine e si compromettono le possibilità dell’innovazione di rispondere a obiettivi umanistici più grandi. Nel secolo a venire, la popolazione urbana aumenterà e le infrastrutture esistenti saranno sottoposte a una pressione intollerabile. Molti committenti lo hanno compreso e chiedono agli architetti di progettare ediÃci ambientalmente responsabili, ma il nostro lavoro deve estendersi oltre, gestendo le risorse naturali in modo responsabile. Dobbiamo ripensare il modo in cui viviamo se vogliamo che la città, come luogo piacevole, sopravviva.

It was inevitable that a social movement based upon peace, harmony and self-determination would be exploited by others. Areas of the city which promised so much, deteriorated with increasing crime and decay before threatening to spiral out of control. As a result many followers retreated to rural areas out of harms reach; a shift accelerated by the use of political force. This move to more primitive origins, to become closer to and learn from Mother Earth marked the beginnings of the environmental consciousness characteristic of the late sixties. Steve Baer’s hands-on experimentation with form and technology challenged rational box mentalities with new deÃnitions of shelter. From recycling out of necessity he progressed to inventing solar heating systems that allowed properties to operate autonomously at remote locations. The deÃnitive domes of Buckminster Fuller were quickly adopted by the counter culture as a symbol of resistance and undoubtedly helped in spreading Fuller’s philosophies on the planet as a vehicle to be cherished. Unfortunately any impetus built-up during the sixties and the early seventies was curtailed to devastating effect. The environmentally conscious voice of reason was simply ignored by the rise of multi-national corporations and a consumer-driven society Through the unrelenting devotion of committed organizations and maverick individuals we are now seeing, 40 years later, a widespread resurgence in public interest in environment issues. The reasons for this are manifold. Emerging media technologies can take much credit for spreading information and providing a compelling platform for discussion. Through a clearer message and perhaps a greater sense of urgency things appear to be different this time around. Over the next 40 years, it remains to be seen if this more aware population will curtail the destructive consumer patterns which have hindered sustainable societies. Beyond the Building as Object In our short occupation of the Earth, society has succeeded in acutely threatening its future and our habitat. Belatedly we appear to have Ãnally reached a “tipping point”, where society, governments and big-business cannot remain in denial. As we look for clues for the future, we Ãnd ourselves referring to the experiments of previous generations. Still, while climate change is undoubtedly upon us, its worst effects will not be felt next week, or next year. Forms of restriction are therefore difÃcult to enforce. Instead, appropriate rewards, in the form of tangible short-term beneÃts, are needed for society to act more urgently. People don’t change their habits easily unless there is good reason for doing so. But who is to take the lead here and where are the incentives to come from? The unrelenting pressure brought to bear by grassroots movements will continue, however widespread change requires the convergence of bottom-up enterprises and top-down policies. Governments must take a lead. The call for the widespread application of sustainable design practices is no doubt well meant. However, increasingly misused in architecture, the term “sustainability” is in danger of becoming an overtly simplistic label. By concentrating on quantitative issues such as energy efÃciency, we immediately devalue the term and compromise opportunities for innovation in responding to greater humanistic goals. In the century ahead urban populations will swell and existing infrastructures will be put under intolerable stress. Many clients recognize this and ask architects to deliver environmentally responsible buildings, but our work must extend beyond handling natural resources in a responsible manner. We must re-think the way we live if the city, as a place of enjoyment, is to survive.

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Nella seconda metà del secolo scorso, l’architettura ha per lo più ignorato grandemente i ritmi della natura e ha contribuito a prosciugarne le risorse. Per evitare simili errori è essenziale che torniamo ai principi fondamentali del progetto, non solo per gli ediÃci ma anche per le città. Come i pensatori sociali radicali degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta, dobbiamo riaffermare i nostri valori sociali, le nostre deÃnizioni di confort, della forma della città, della nostra vita quotidiana e della nostra percezione dell’ambiente costruito.

The second half of the last century saw an architecture which largely ignored the rhythms of nature and served as a perpetual drain on resources. To avoid such ineptitudes it is essential that we return to basic principles in the design not only of buildings but of our cities. Like the radical social thinkers of the late sixties and early seventies, we must reassess our social values, our deÃnitions of comfort, the form of the city, our daily lifestyles, and our own perception of the built environment.

Su un pianeta con una popolazione in espansione e livelli di consumo alle stelle in tutti i continenti, non possiamo sostenere la prosperità restringendo l’industria e riducendo la crescita. Inoltre, gli stili di vita occidentali odierni non possono fungere da modelli per il mondo in via di sviluppo mentre quei popoli cercano di tirarsi fuori dalla povertà. Perché il progetto ambientalmente responsabile diventi una regola invece che un’eccezione dobbiamo assicurarci che la società guardi oltre gli ediÃci singoli nel riconsiderare il contesto del nostro comportamento architettonico e cerchi di sfruttare la loro relazione sinergica con la città.

On a planet with expanding populations and exploding consumption levels on all continents, we cannot sustain prosperity by restricting industry, or curtailing growth. Moreover current western lifestyles cannot serve as models for the developing world as these populations attempt to work their way out of poverty. For environmentally responsible design to become the rule rather than the exception, we must ensure that society looks beyond individual buildings in reassessing the context of our architectural endeavors and seeks to exploit the synergetic relationship with the city.

L’impegno di avere città sostenibili in ogni parte del mondo non è facile, eppure non abbiamo altra scelta se vogliamo vivere sul nostro pianeta. Mentre non possiamo ripetere gli errori del passato, non siamo nella posizione di poter cominciare da capo. Dobbiamo cercare di sfruttare al meglio le città esistenti. Dobbiamo sviluppare strategie di pianiÃcazione a lungo termine sulla base di riorganizzazione, adattamento e riutilizzo. Queste strategie devono essere radicali se vogliamo che le città del mondo evolvano in ambienti meno dannosi e bisognosi di risorse di quanto siano oggi. Per fare questo, dobbiamo riconsiderare le città di oggi, ovunque siano, come luoghi di grande complessità ma anche con un enorme potenziale. Raramente si trovano infrastrutture ideali; esse, infatti, sono continuamente compromesse da fattori quali l’economia, la politica, la storia, la topograÃa, la demograÃa. Come risultava evidente nei socialmente vibranti e politicizzati anni Sessanta e primi Settanta, le società sono in un costante stato di sviluppo e le città non sono mai in totale armonia. I progettisti devono essere pronti a creare città che rispondano ai mutamenti ambientali e sociali.

Car-free Sunday, Berlin , 1973

‘Energy Crisis’ Board Game – Weldon Productions Inc.

From: Giovanna Borasa/Mirko Zardini: Sorry, Out of Gas. Architecture’s

Columbia, South Carolina, 1977

Response to the 1973 Oil Crisis. Catalogue. Canadian Centre for Architecture, Montreal/Mantova 2007

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Striving towards a sustainable city in any part of the world is not an easy task, yet we have no other option if we are to live within our planet’s means. While we cannot repeat the mistakes of the past, we are also not in a position to start afresh. We must seek to make best use the existing city. We must develop long term planning strategies deÃned by reorganization, adaption and reuse. These strategies must be radical if we are to see the world’s cities evolve into less harmful, resourcedemanding environments than they are today. In order to do this, we must reconsider today’s cities, irrespective of location, as places rife with complexities, but also full of potential. Idealized infrastructures hardly ever exist; instead they are continually compromised by factors such as economics, politics, history, topography, and demographics. As evident in the socially vibrant and politically charged sixties and early seventies, societies are always in a state of development and cities are never in total harmony. Designers need to be agile in creating cities that are responsive to environmental and social change.


Guardando al 2050

Looking Towards 2050

C’è voluta la crisi petrolifera dei primi anni Settanta per portare all’attenzione della società la natura Ãnita delle risorse del pianeta. Naturalmente, quella crisi ha generato una maggiore consapevolezza pubblica sugli stili di vita alternativi e sull’architettura ecologica. Purtroppo, un susseguente mutamento politico ha fatto sì che quei movimenti fossero letteralmente “sradicati” in nome della “libera economia di mercato”. Le idee di E. F. Schumacher, come “piccolo è bello”, presentate sotto la presidenza di Carter, sorprendentemente non ebbero altre chance con l’avvento dell’amministrazione Reagan. Con un cambio di rotta, le industrie nascenti non furono nutrite appropriatamente e i sussidi furono applicati in modo da favorire lo statu quo. Attualmente siamo in una posizione in cui si è innalzata la consapevolezza della limitatezza delle risorse, eppure continuiamo a trovare una resistenza al cambiamento. Questo perché non c’è una risposta unica. Sono necessarie una serie di mosse complesse e interrelate. Il cambiamento deve avvenire a tutti i livelli e deve estendersi oltre la forma Ãsica delle città e dei loro ediÃci alle infrastrutture politiche e sociali che inÄuenzano il nostro comportamento. Per questo c’è bisogno di una leadership attenta e dello sviluppo di modelli economici appropriati.

It took the oil crisis of the early 1970’s to bring the Ãnite nature of the planet’s resources to the attention of society. Naturally this crisis generated greater public awareness in alternative lifestyles and in an ecologically orientated architecture. Unfortunately a subsequent shift in political power resulted in such movements being literally “stamped out” in the interest of a ‘free market economy’. E.F. Schumacher’s ideas such as “small is beautiful”, entertained under President Carter, were not surprisingly given a chance by the incoming Reagan administration. With decisions reversed, Äedging industries were not properly nurtured and subsidies applied in a manner that favored the statu quo. We are presently in a position where the awareness of limited resources has been heightened, yet we continue to experience a resistance to change. This is because there are no singular answers. A complex series of interrelated moves are required. Change must happen at all levels, and must extend beyond the physical form of our cities and their buildings to the political and social infrastructures that inÄuence our behavior. This will require careful leadership and the development of appropriate economic models.

L’applicazione diffusa delle nuove tecnologie non può essere l’unica chiave per il futuro. Non possiamo afÃdarci ai progressi della tecnologia e agli stili di vita occidentali per guidare una crescita intelligente dei Paesi in via di sviluppo. I progressi tecnologici devono sposarsi con l’attenzione alle risorse. Stewart Brand, nel suo recente libro Whole Earth Discipline, è appassionato e pragmatico quando afferma che la sola mitigazione non funzionerà. Al contrario, riconosce la portata dell’impresa e l’intrinseca resistenza a ai grandi cambiamenti in questa società consumista. Suggerisce di mantenere una forma di attenzione agli ecosistemi anche se siamo costretti a trasformarli. Guardando al 2050, senza dubbio il percorso dovrà prevedere la convergenza di metodologie dall’alto al basso e viceversa. Le città devono capitalizzare questo periodo di auto-consapevolezza ambientale condivisa e cercare modelli infrastrutturali adeguati in grado di trasformare le comunità locali per poi essere portati alla scala dell’intero pianeta. Solo migliorando la nostra comprensione dei complessi sistemi terrestri emergerà una nuova forma di progetto. Forse, questo inizierà grazie a una rinnovata ricerca dell’auto-sufÃcienza guidata da una politica, economia e pubblico che siano ugualmente pronti al cambiamento.

Baer House, Coralles, New Mexico, 1971 Photo: Jon Naar

The widespread application of new technologies cannot be the sole key to the future. We cannot rely upon advances in technology and western lifestyles to guide smart growth in developing countries. Advances in technology must be married with resource concerns. Stewart Brand, in his recent book, Whole Earth Discipline, is compassionate and pragmatic when he argues that mitigation alone is not going to work. Instead, he acknowledges the scale of the task ahead and the inherent resistance to sweeping changes in our consumer driven society. He suggests a form of caring for ecosystems even as we are forced to transform them. As we look towards 2050, the way forward will no doubt see the convergence of top-down and bottom-up methodologies. Cities must capitalize on this time of shared environmental self-awareness and investigate appropriate infrastructure models that can transform local communities and then be scaled-up to account for the larger planet. Only by improving our understanding of the complex earth systems will a new form of design emerge. Perhaps this will begin through a renewed search for self-sufÃciency driven by a politic, an economy and a public that are equally ready for change.

ESPERIMENTI PER UNA SOCIETÀ SOSTENIBILE / EXPERIMENTS IN A SUSTAINABLE SOCIETY D David Cook

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UTOPIE, VISIONI, OBIETTIVI, NECESSITÀ Stefan Behnisch Questo saggio offre uno sguardo critico agli obiettivi che noi – le nazioni industrializzate – abbiamo definito per ottenere, entro il 2050, un’economia più sostenibile, approcci alla costruzione più sostenibili e modi per vivere insieme più sostenibili. Finora, si è proceduto lentamente in questo compito Erculeo, in parte perché è stato descritto solo attraverso obiettivi. Raggiungere il nostro scopo, la sostenibilità, è possibile, ma per farlo dobbiamo ripensare a come definiamo l’utopia e rispondere ad alcune domande

UTOPIAS, VISIONS, GOALS, NEEDS

strettamente pragmatiche.

Stefan Behnisch

In molti modi, il termine utopia non ha più la sua valenza originale. Nel XVII secolo, le

This essay offers a critical look at the objectives that we – the industrialized nations

utopie descrivevano città ideali. Nel suo romanzo Utopia, pubblicato nel 1516, Thomas

– have defined in order to achieve a more sustainable economy, more sustainable

More descriveva alcune condizioni che ancora oggi minacciano le società: l’accumulo

approaches to building and more sustainable ways of living together by the year

delle risorse nelle mani di pochi, mentre gli altri non possiedono nulla. Presentata

2050. Until now, this Herculean task has been slow, in part, because it has only been

come un giornale di bordo immaginario, la forma letteraria del pensiero utopico ha

described through goals. Achieving our sustainable objective is possible, but to do so,

reso facile la negazione di una razionalità teoretica e di metodi pratici di applicazione.

we must rethink how we define utopia and address some very pragmatic questions.

Tali utopie hanno avuto il boom durante le crisi sociali a sfondo religioso, politico o economico.

In many ways, the term utopia is no longer valid in its original sense. During the 17th century, utopias described ideal societies. In his novel Utopia, published in 1516,

E’ interessante come molto del pensiero utopico fosse anche rivolto al passato. I pen-

Thomas More described conditions that still threaten societies today: the culmination

satori hanno cercato e provato vie romantiche nella speranza di restaurare certi valori.

of resources in the hands of just a few, while others possess nothing. Presented as a

Sorprendentemente, le utopie hanno in sé qualcosa di corroborante e protettivo. La

fictive travel log, the literary form of utopian thought made it easy to negate the the-

gente anela a condizioni apparentemente migliori di quelle passate. Rousseau, le città

oretical rationale and methods of practical implementation. During social crises with

giardino, il movimento hippie e gli attuali movimenti ecologisti, tutti lodano uno stato

a religious, political, or economic background, such utopias boomed.

precedente di ambiente paradisiaco e intatto. Interestingly, much utopian thought also looked backwards. Thinkers romanticised Oggi, ci troviamo di fronte a tipo diverso di ricerca utopica; stiamo cercando il modo di

tried and tested ways in hopes of restoring certain values. Astonishingly, utopias have

risolvere la nostra crisi ambientale. In contrasto con le visioni romantiche di Rousseau

something restorative and protective about them. People yearn for the seemingly

e le visioni idealizzate di More, se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo per il 2050

better conditions of the past. Rousseau, the garden cities, the hippie movement and

dobbiamo applicare metodi che permettano di ottenere risultati. Il passato si preoccu-

today’s ecological movements all laud the former, paradisiacal state of an undistur-

pava del “cosa”; noi ora dobbiamo afferrare la specificità del “come”.

bed environment. Today, we are dealing with a different type of Utopian search; we are looking for a way to solve our environmental crisis. In contrast to the romanticised views of Rousseau and the idealised visions of More, if we want to reach our goal by 2050 we must implement methods to achieve results. The past was preoccupied with the “what”; we must now embrace the specifics of “how”.

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Il XX secolo è stato quello delle ideologie ed è stato caratterizzato dalla ricerca di un

The 20th century was the century of ideologies and was characterised by the search for

mondo migliore senza troppa concentrazione sulla attuabilità. Concetti socio-politici

a better world without much focus on the feasible. Socio-political concepts in all pos-

in tutte le loro possibili varianti, inclusi socialismo, comunismo, Maoismo, Trotskysmo,

sible variations including socialism, communism, Maoism, Trotskyism, fascism, new

fascismo, nuove forme di democrazia e nuovi stati a base religiosa, dittature militari,

forms of democracy as well as new religion-based states and military dictatorships all

tutti hanno lottato con ciò che ora riconosciamo come società politicamente moderate,

wrestled with what we now recognize as politically moderate societies characterised

caratterizzate da valori conservatori ma alimentate da economie capitaliste. Un sistema

by conservative values but fuelled by capitalist economies. A system that became the

che è diventato un punto di vista standard per il mondo occidentale.

standard point of view for the western world.

Simili tendenze pesantemente ideologiche si sono osservate nell’architettura del XX se-

Similar ideological-heavy tendencies can be observed in 20th century architecture.

colo. Influenzati dalle ideologie proposte da gruppi come il CIAM, la Carta di Atene e

Influenced by the ideologies presented by groups like CIAM, the Athens Charta and

il Bauhaus, gli architetti del secolo scorso hanno tentato di conformarsi ai modelli di

the Bauhaus, 20th century architects attempted to comply with the societal models

società disponibili in un periodo di cambiamento sociale. Socialismo, fascismo e de-

available during a period of social change. Socialism, fascism and modern democracy

mocrazia moderna (come è stata vissuta in Germania dopo la guerra come reazione al

(as it was lived in Germany after the war as a counter to fascism) manifested them-

fascismo) si sono manifestati nei concetti architettonici. La comunità residenziale Weis-

selves in architectural concepts. The Weissenhof housing community, the Bauhaus,

senhof, il Bauhaus, gli sviluppi residenziali di Ernst Mey, Zeppelinfeld a Norimberga, gli

Ernst Mey’s residential developments, Zeppelinfeld in Nuernberg, the facilities for

impianti per le Olimpiadi a Monaco e, più importanti per me, i progetti infrastrutturali

Munich’s Olympic Games, and, most importantly for me, the future-oriented infra-

futuristici di Antonio Sant’Elia e Fritz Haller rappresentano modelli di società a base

structure projects of Antonio Sant’Elia and Fritz Haller represent short-lived but in-

ideologica, di breve durata ma penetranti, intessuti nell’ambiente costruito.

sightful, ideologically-based models for society.

Da studente, a metà degli anni Ottanta, ero anche io carico di ideologia. Influenzato

As a student in the mid-1980s, I was also ideologically charged. Influenced by `68

dal ’68 e dalla “Total City” di Haller, ero alla disperata ricerca di un approccio respon-

and by Haller’s “Total City”, I found myself desperate to discover a responsible ap-

sabile allo sviluppo urbano e infrastrutturale. Dopo un anno a Los Angeles, la città

proach to infrastructure and urban development. After a year in Los Angeles, the city

con lo smog permanente, scelsi di progettare, per la mia tesi, un concetto per centrali

of permanent smog, I chose to design for my thesis a concept for solar updraft tower

elettriche solari con torri a corrente ascensionale da collocare agli svincoli autostradali

power stations to be located above freeway intersections and the open sea. The pro-

o in mare aperto. Il progetto era una fantasia ma attento alla fattibilità. Proponeva una

ject was imaginative but also mindful of implementation. It featured a sustainable

rete sostenibile di centrali, sistemi di monorotaie e di park-and-ride. Anche allora,

network of power stations, monorail and park-and-ride systems. Even then, as a

lavorando alla tesi, mi era chiaro che un approccio più intelligente e pragmatico alle

student working on my thesis, it was clear to me that a smarter, pragmatic approach

infrastrutture era l’unico modo per liberare le città dalla morsa delle auto e dell’in-

to infrastructure was the only way to free cities from the stronghold of cars and envi-

quinamento.

ronmental pollution.

Fritz Haller, “Total City”

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Mentre l’inizio del XX secolo era stato caratterizzato dall’idealismo, gli anni Ottanta e Novanta segnarono l’inizio di una visione del mondo neo-conservatrice che, per contro, testimoniò la caduta del Muro di Berlino, il declino del socialismo e del comunismo, la divisione degli Stati sovietici e, infine, all’inizio del XXI secolo, il collasso del capitalismo. Le ideologie e le utopie mirate sembrano fuori moda e non ci resta che batterci con ciò che è fattibile. Anche in politica, non si sognano più modelli di società, né si sviluppano né si proclamano; vengono invece apportate delle riparazioni. Oggi si punta a mantenere un grado di prosperità senza mettere in dubbio la possibilità del tutto di funzionare. Di conseguenza, parti della nostra società sono diventate irresponsabilmente egoiste e l’idea del contratto sociale teorizzato da Spinoza non funziona

While the early 20th century was characterised by idealism, the 1980s and 1990s

più. I mercati capitalistici hanno eliminato la responsabilità sociale del capitale.

marked the beginning of a neo-conservative world view that, in turn, witnessed the fall of the Berlin Wall, the decline of socialism and communism, the break-up of the

Ironicamente, gli stessi settori della società che si sono chiamati fuori dal contratto so-

Soviet states and, finally, the collapse of capitalism at the beginning of the 21st centu-

ciale e si oppongono alle economie sociali di Keyne, ai sussidi e alla nazionalizzazione

ry. Ideologies and goal-oriented utopias seem outmoded and we are now left strugg-

delle misure di emergenza sono anche quelli che più hanno beneficiato delle ricche

ling with what is feasible. Even in politics, models of society are no longer dreamed

e apparentemente infinite risorse dei fondi pubblici, uno squilibrio illogico che impe-

up, developed and communicated; instead, small repairs are made. Today’s focus is

disce un nuovo sviluppo ecologico della nostra società, almeno a livello finanziario.

on maintaining a degree of prosperity without questioning the ability of the whole

La mancanza di responsabilità sociale è evidente anche in alcuni Paesi governati da

to function. In response, parts of our society have turned recklessly egoistical and the

mercati edilizi speculativi, dove il costruire è sconsiderato, culturalmente disinteres-

idea of the social contract as defined by Spinoza no longer functions. Capital markets

sato, ecologicamente distruttivo e guidato solo dalla massimizzazione a breve termine

have done away with the social responsibility of the capital.

dei profitti. Ironically, the same sections of society who revoked the deed of partnership and opPer quanto possa sembrare terribile, la scoperta di questi squilibri ha prodotto un van-

pose rescue packages, subsidies and emergency nationalisation measures have also

taggio. Prima del 2008, la gente credeva che l’economia di mercato avrebbe sistemato

benefitted most from the rich, seemingly infinite resources of public funds, an illo-

tutto. Rimodellare la società per renderla ecologicamente responsabile era possibile

gical imbalance that impedes the ecological redevelopment of our society, at least

solo se anche i mercati sostenevano la riorganizzazione. La fede nei meriti del capi-

on a financial level. The lack of social responsibility is also evident in some countries

talismo puro faceva ignorare il fatto che il capitalismo semplicemente perdurava. Ma

governed by speculative construction markets, where building is careless, culturally

non per molto. Nel 2008, meno di venti anni dopo il collasso della struttura comunista

disinterested, ecologically destructive and driven only by the short-term maximisation

intorno all’Unione Sovietica, anche l’indiscriminata e irresponsabile forma capitalista

of profits.

si è sbriciolata. Il crollo della Lehman Brothers e la prima bancarotta nazionale sono il simbolo del fallimento di un’economia di mercato noncurante. As terrible as this all might seem, discovering these imbalances has born one advantage. Prior to 2008, people believed that the market economy would regulate everything. Remodelling society to make it ecologically responsible was only possible if the markets supported the re-organisation too. The belief in the merits of pure caDiploma Stefan Behnisch, 1986

pitalism ignored the fact that capitalism was simply left over. But, not for long. In 2008, less than twenty years after the collapse of the communist fabric surrounding the Soviet Union, the indiscriminate, irresponsible form of capitalism also crumbled. The fall of Lehman Brothers and the first national bankruptcy symbolize the failure of a heedless market economy.

Small-scale Small-scale Large-scale Large-scale

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Diploma Stefan Behnisch, 1986

A differenza che nei tardi anni Ottanta, nel 2008 non rimanevano al mondo occi-

In contrast to the late 1980s, in 2008 there was no other form of state, economy or

dentale forme di stato, economia o società alternative. Questo, tuttavia, non è male.

society left as an alternative for the Western world. This is not, however, bad. As a

Come risultato, è stata aperta una via a un’economia di mercato più responsabile ed

result, a way has been cleared for a more responsible, more ecological market econo-

ecologica, ma si deve pur riconoscere che i sistemi sociali e finanziari precedenti sono

my, but, we must acknowledge that the previous social and financial systems failed.

falliti. Perché le giovani società del Nord Africa e altri Paesi, per esempio la Grecia,

Why should the young societies of North Africa and others, i.e. Greece drag themselves

dovrebbero trascinarsi verso un modello di società privandosi di tante cose, quando

towards a model of society by depriving themselves of many things, when the very

proprio il modello cui sono chiamate a uniformarsi si è incrinato? I modelli di com-

model they are asked to follow is flawed? Role models cannot be unsuccessful, stub-

portamento non possono essere sistemi fallimentari e ostinati; devono essere flessibili

born systems; role models must be flexible and allow for adaptation. At this time of

e consentire l’adattamento. In questo periodo di riflessione e pulizia, ci sono buone

reflection and cleansing, the chance for change is very good. We could, indeed, see a

chance di cambiamento. Potremmo, in realtà, assistere a una nuova forma di illumini-

modern form of enlightenment, one that guides societies in a more sensitive, differen-

smo, che guidi le società in modo più sensibile e diversificato e riconosca che la riforma

tiated way and recognizes that the successful democratic reformation in the 20th and

democratica che ha avuto successo nel XX e all’inizio del XXI secolo deve essere seguita

early 21st century must be followed by an ecological reformation in the 21st century.

da una riforma ecologica nel prosieguo di questo secolo.

“Smog” Los Angeles, 1985

UTOPIE, VISIONI, OBIETTIVI, NECESSITÀ / UTOPIAS, VISIONS, GOALS, NEEDS D Stefan Behnisch

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THOMAS AUER Ingegnere è socio e direttore di Transsolar, azienda specializzata in Ingegneria Climatica. Thomas ha studiato Ingegneria di Processo e ha iniziato la sua carriera subito dopo che la Transsolar è stata fondata nel 1992. Ha sviluppato concetti per l’energia e i servizi in progetti di famosi architetti in tutto il mondo, noti per il loro design innovativo e le prestazioni energetiche. Recentemente ha concluso i progetti del Manitoba Hydro a Winnipeg, Canada – uno dei grattacieli più energeticamente efficienti del Nordamerica – e del KfW Westarkade a Francoforte. Thomas ha lavorato anche per progetti urbanistici a zero emissioni. Al di fuori della Transsolar, Thomas è attualmente impegnato in Future City Lab, una iniziativa open source creata da una collaborazione internazionale di ingegneri, università e scienziati per lanciare una visione urbana per un futuro sostenibile.

STEFAN BEHNISCH Ingegnere e architetto, membro di FAIA, BDA e RIBA, è nato nel 1957 a Stoccarda, ha studiato filosofia, economia e architettura. Ha lavorato nello studio del padre Behnisch & Partners prima di fondarne uno proprio nel 1989. Lo studio, dal 2005 denominato Behnisch Architekten, è diventato noto soprattutto per vari edifici sostenibili innovativi. E’ socio fondatore di Behnisch Architekten a Monaco, Boston e Stoccarda. Stefan Behnisch tiene di frequente seminari ed è spesso guest professor. Tra l’altro, è stato Eero Saarinen Chair Visiting Professor alla Yale School of Architecture e, dal 2011, Visiting Professor alla Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL), Svizzera. Nel 2007 ha ricevuto il Global Award for Sustainable Architecture e nel 2009 un Good Design Award nella categoria “People” da parte del Chicago Athenaeum e dell’European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies.

DAVID COOK Architetto, membro del B:A, RIBA e ARB, è nato a Manchester (UK), ha studiato architettura a Manchester e Londra. Ha lavorato con Koski Solomon Ruthven a Londra prima di far parte di Behnisch Architekten dal 1993. Nel 2006 è diventato socio di Behnisch Architekten, per il quale è stato responsabile di progetti di spa, impianti sportivi, edifici universitari e residenziali in Germania e all’estero e anche di una Sala da Concerti in Lettonia. Tiene frequentemente seminari e, di recente, è stato Belluschi Visiting Professor of Architecture presso la University of Oregon. E’ anche co-autore della mostra itinerante “Ecology. Design. Synergy” dello studio BA con Transsolar, che finora è stata presentata in Europa, USA, Messico, Australia, Nuova Zelanda.

DANIEL DENDRA Ingegnere e architetto fa parte di anOtherArchitect, vive tra Berlino e Mosca. Si è laureato alla UCL di Londra e ha lavorato presso gli studi di Zaha Hadid Architects a Londra e A.M.O. a Rotterdam. Nel 2007, ha dondato uno studio collaborativo focalizzato su soluzioni sostenibili che si chiama anOtherArchitect (aA) a Berlino. Estendendo le idee di aA a una piattaforma multidisciplinare, Daniel ha co-fondato nel 2009 il network progettuale open source OpenSimSim che è stata esposta alla XII Biennale di Architettura di Venezia. Da allora ha collaborato con Cloudscap.es Award, OpenJapan, FutureCityLab con vari partner. Dopo aver insegnato in varie università in Gran Bretagna, Francia e Germania, Daniel Dendra è attualmente visiting professor presso la Facoltà di Architettura di Alghero (Università di Sassari).

MARTIN HAAS Ingegnere e architetto, BDA, nato nel 1967 a Walshut, ha studiato architettura a Stoccarda e a Londra ed è entrato nello studio di Behnisch nel 1995. Nel 2006 è diventato socio di Behnisch Architekten e da allora è stato responsabile di progetti in Germania, Francia e Italia; tra questi la sede Unilever e la torre residenziale Marco Polo ad Hafen City, Amburgo, il Museo Oceanografico Ozeanum a Stralsund, e diversi edifici laboratorio nella regione parigina. Come fautore dell’architettura sostenibile, Martin Haas è stato tra i fondatori del “Consiglio per l’edilizia sostenibile di Germania” ed è stato eletto come membro del consiglio nel 2007. Tiene frequentemente seminari, conferenze e simposi in tutto il mondo ed è anche guest professor presso la University of Pennsylvania a Philadelphia.

FEDERICO PAROLOTTO Senior Partner del MIC-Mobility in Chain, www.michain.com che ha co-fondato con Davide Boazzi e Federico Cassani nel 2009. Ha iniziato la carriera presso SOM UK (1994–98) e ha lavorato anche con Systematica a Milano (1998–2006) di cui è diventato partner nel 2006. Si è occupato di molti grandi progetti urbanistici in tutto il mondo. Ha collaborato con Foster + Partners per la nuova città a zero emissioni di Masdar progettata ad Abu Dhabi, e per il progetto vincitore del concorso internazionale per una nuova città vicino a Seoul, Corea del Sud. Ha lavorato con OMA, UNstudio, KPF e altri noti studi per vari progetti innovativi. E’ stato relatore in numerosi eventi internazionali tra cui la conferenza “Greenbuild” (Boston), “Ecological Urbanism (Harvard University, Cambridge) nel 2009, e “Helsinki Design Lab 2010. Nel 2011, ha co-fondato il team di ricerca del MIC www.flow-n.eu

STEFAN RAPPOLD Ingegnere e architetto, è nato nel 1966 a Stoccarda, ha completato l’apprendistato come carpentiere prima di studiare architettura alla Technische Hochschule Stuttgart, dove si è diplomato nel 1995. Ha poi lavorato presso diversi studi tedeschi tra cui Behnisch & Partner, prima di unirsi a Behnisch Architekten nel 2000. Stefan Rappold è stato, tra l’altro, responsabile del progetto della nuova sede WIPO a Ginevra (competata nel 2011) e, come partner, del progetto per l’Harvard Allston Science Complex a Cambridge, MA. Nel gennaio 2011 è diventato socio di Behnisch Architekten.

MATTHIAS RUDOLPH Ingegnere Meccanico, è stato nel team di Transsolar New York come assistente direttore. E’ conosciuto per il suo approccio creativo all’analisi e alla soluzione di problemi combinato con una eccezionale capacità comunicativa. In 10 anni di esperienza nel settore ha sviluppato e analizzato un’ampia gamma di concetti legati al clima sia per gli edifici che per grandi progetti urbanistici, dalle Luxury Spa a Bad Aibling in Germania agli sviluppi urbani a Casablanca, dalla Scuola Francese di Damasco, completamente passiva e ispirata alla tradizione locale, alla tecnicamente complicata realizzazione dell’Allston Science Complex per la Harvard University in Massachusetts. La sua esperienza nel settore della simulazione termica gioca un ruolo di primo piano nel continuo affinamento delle tecniche di analisi avanzate della Transsolar. Matthias ha tenuto numerosi seminari, conferenze e lezioni in università quali l’Università di Darmstadt e l’Harvard GSD.

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THOMAS AUER Dipl.-Ing. is partner and managing director of Transsolar, a firm specialized in Climate Engineering. Thomas studied Process Engineering and started

DENSITÀ URBANA — IMPRONTA RIDOTTA / HIGH URBAN — LOW FOOTPRINT D Page 16

his career shortly after Transsolar was founded in 1992. He has developed energy and building service concepts for projects around the world noted for their innovative design and energy performance and collaborates with world known architects. Recently finished projects are Manitoba Hydro in Winnipeg, Canada – one of the most energy efficient high rise buildings in North America - and the KfW Westarkade in Frankfurt. Thomas has also worked on carbon neutral urban developments.Outside of Transsolar Thomas is currently engaged in the Future City Lab, an open-source initiative created by a worldwide collaboration of engineers, universities and scientists in order to launch an urban vision for a sustainable future.

STEFAN BEHNISCH Dipl.-Ing. Arch., Hon. FAIA, BDA, RIBA, born 1957 in Stuttgart, studied philosophy, economics and architecture. He worked in his father’s practice

UTOPIE, VISIONI, OBIETTIVI, NECESSITÀ / UTOPIAS, VISIONS, GOALS, NEEDS D Page 28

Behnisch & Partner before founding his own practice in 1989. This practice, since 2005 called Behnisch Architekten, became mainly renowned for various innovative sustainable buildings. He is founding partner of Behnisch Architekten in Munich, Boston and Stuttgart. Stefan Behnisch is a frequent lecturer and guest professor. Among others, he has been the Eero Saarinen Chair visiting professor at the Yale School of Architecture and, since 2011, Visiting Professor at the École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), Switzerland. In 2007 he received a Global Award for Sustainable Architecture, and in 2009 a Good Design Award in the category “People” presented by the Chicago Athenaeum and the European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies.

DAVID COOK ESPERIMENTI PER UNA SOCIETÀ SOSTENIBILE / EXPERIMENTS IN A SUSTAINABLE SOCIETY D Page 24

Dipl. Arch. (Dist.), B.A. (Hons.), RIBA, ARB, born in Manchester, UK, studied architecture in Manchester and London. He worked with Koski Solomon Ruthven in London before joining Behnisch Architekten in 1993. In 2006 he became a partner in Behnisch Architekten where he has since been responsible for spa baths, sports facilities, residential and university buildings in Germany and abroad, as well as for a concert hall in Latvia. David Cook is a frequent lecturer and recently served as the Belluschi Visiting Professor of Architecture at the University of Oregon. He also was a co-author of the firm’s joint touring exhibition with Transsolar, “Ecology.Design.Synergy”, which has, until now, been staged in Europe, the USA, Mexico, Australia, New Zealand and many other countries.

DANIEL DENDRA (Dipl.Ing., M.Arch) is anOtherArchitect, living between Berlin and Moscow. He graduated at the UCL in London and was working amongst others at Zaha Hadid Architects in London and A.M.O. in Rotterdam. In 2007, he set up a collaborative design studio with the focus on sustainable solutions called anOtherArchitect (aA) in Berlin. Extending the ideas of a aA Berlin as a multidisciplinary platform Daniel co-founded the OpenSource design network OpenSimSim in 2009 which was exhibited at the XII Architectural Biennale in Venice. Ever since follow up collaborations such as the Cloudscap.es Award, OpenJapan or the FutureCityLab were initiated by him with different partners. After teaching at various universities in the UK,

IL FUTURO DELLE NOSTRE CITTÀ — DA UNA PROSPETTIVA DIGITALE / THE FUTURE OF OUR CITIES — FROM A DIGITAL NATIVE PERSPECTIVE D Page 20

France and Germany Daniel Dendra is currently visiting professor at the Architecture Faculty in Alghero (University of Sassari).

MARTIN HAAS AL POSTO DEL 2011... SPAZI URBANI 2050 / IN PLACE OF 2011... URBAN SPACES 2050 D Page 4

Dipl.-Ing. Arch., BDA, born 1967 in Waldshut, studied architecture in Stuttgart and London, and joined the Behnisch practice in 1995. In 2006 he became a partner in Behnisch Architekten and has since then been responsible for projects in Germany, Italy and France; among them the Unilever headquarter building and the residential Marco Polo Tower in Hamburg’s HafenCity, the oceanographic museum OZEANEUM in Stralsund, and several laboratory buildings in the Paris region. As an advocate of sustainable architecture, Martin Haas was a founding member of the “German Sustainable Building Council” and has been elected as a board member in 2007. He is a frequent lecturer at university workshops, conferences and symposia all over the world, and also a guest professor at the University of Pennsylvania in Philadelphia.

FEDERICO PAROLOTTO IL FUTURO DEI TRANSPORTI E DELLE CITTÀ / THE FUTURE OF TRANSPORTATION AND CITIES D Page 12

Senior Partner at MIC – Mobility in Chain, www.michain.com which he co-founded with Davide Boazzi and Federico Cassani in 2009. He began his career with SOM in the UK (1994–98) and also worked with Systematica in Milan (1998–2006) where he made partner in 2006.He has been involved in numerous major urban planning projects worldwide. He collaborated with Foster + Partners on the new “zero-carbon city“ of Masdar, planned in Abu Dhabi, and on the winning entry in an international design competition for a new city near Seoul, South Korea. He has worked with OMA, UNstudio, KPF and other renowned studios on several groundbreaking projects. He was a speaker in numerous international events including the Greenbuild conference (Boston), Ecological Urbanism (Harvard University, Cambridge) in 2009 and the Helsinki Design Lab in 2010. In 2011 he co-founded www.flow-n.eu, MIC research team.

STEFAN RAPPOLD Dipl.-Ing. Arch., born 1966 in Stuttgart, finished an apprenticeship as a carpenter before studying architecture at the Technische Hochschule Stuttgart, where he obtained his diploma in 1995. He then worked in several German practices including Behnisch & Partner before joining Behnisch Architekten in 2000. Stefan Rappold was, among others, responsible for the design of the new WIPO headquarter building in Geneva (completion 2011), and, as

EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE / EVOLUTION OF COMMUNICATION D Page 8

a project partner, for Harvard’s Allston Science Complex in Cambridge, MA. In January 2011, he became partner in Behnisch Architekten.

MATTHIAS RUDOLPH Dipl.-Ing., trained as a Mechanical Engineer, helped leading Transsolar’s New York team as the assistant director. He is known for his creative problemsolving and analytical approaches combined with exceptional communication ability. Within his 10 years of experience in this field he has developed and analyzed a wide range of climate concepts ranging from individual buildings to large master plans, from a luxury Spa in Bad Aibling in Germany to urban developments in Casablanca, and from the completely passive, indigenous-inspired French School in Damascus to the technically intricate Allston Science Complex for Harvard University in Massachusetts. His thermal simulation expertise plays a major role in the continuous refinement of

DENSITÀ URBANA — IMPRONTA RIDOTTA / HIGH URBAN — LOW FOOTPRINT D Page 16

Transsolar’s advanced analytical techniques. Matthias has lectured at numerous conferences and universities including University of Darmstadt and Harvard GSD.

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Maurizio Vitta

UN DISTACCO PROVVISORIO La tipologia architettonica della villa è discendente diretta della cultura urbana. Essa si pose fin dall’antichità in contrapposizione e, nello stesso tempo, in continuità rispetto a un’esistenza incastonata nelle dinamiche tumultuose di una città non più fondata sulle strutture elementari della polis greca, ma articolata nelle forme evolute dell’urbs romana, nucleo di un potere accentratore non meno che cosmopolita. Da questa somma di situazioni così intimamente contraddittorie, si delineò l’idea della villa come polo riequilibratore, camera di compensazione, ma anche riproduzione in scala minore di un mondo nel quale essa non cessava di specchiarsi, abbandonandosi però all’illusione di una ritrovata innocenza, di una genuinità al riparo dalla conflittualità del potere e dell’ambizione. Nell’idea della villa si trovò così espressa la nostalgia per un rapporto diretto con la natura, la ricerca di un ambiente appartato e selettivo favorevole alla meditazione e alla dotta conversazione, la volontà di un distacco provvisorio, ma rigenerante rispetto alle cure della politica, dell’economia, della società, tenute sempre a rispettosa distanza, e tuttavia mai dimenticate. Questi caratteri primari hanno presieduto il progetto della villa dalle origini fino ad oggi. Tutte le sue forme moderne e contemporanee potrebbero essere descritte e commentate usando parole e concetti del passato. Si può ricordare l’“hoc erat in votis” col quale Orazio, in una sua Satira, ringraziò Mecenate per il dono di una villetta, con orto e fonte sorgiva accanto alla casa, dove rifugiarsi lontano dalla città (“ex urbe removi”); oppure l’aspro confronto fra i “superbi palazzi” urbani e i “salutiferi colli” disegnato da Francesco Petrarca nel De vita solitaria; o ancora la tradizione rinascimentale del “locus amoenus”, che collocava la configurazione architettonica della villa al centro di un complesso progetto culturale inteso a fondere l’artefatto con la natura, il microcosmo col macrocosmo. Non c’è nulla, nella cultura moderna della villa, che abbia mutato questi paradigmi e la loro spontanea conversione in modelli architettonici. Certo, si può tracciare uno sviluppo di continua trasformazione nei principi formali ispiratori del progetto, che vanno dalle aggraziate simmetrie neoclassiche del Settecento illuminato alle manierate reminiscenze medievali dell’Ottocento romantico, dagli entusiasmi razionalisti del Novecento all’attuale proliferare, nel caustico linguaggio di Carlo Emilio Gadda, “di ville! di villule! di villoni ripieni, di villette isolate, di ville doppie, di case villerecce, di ville rustiche, di rustici delle ville”, di derivazione meno colta, ma certo più diffuse. Altrettanto ovvio è osservare che, prima di uno sviluppo architettonico, si debba vedere in questo metamorfico rinnovarsi della villa l’esito di profonde trasformazioni sociali, che distinguono puntigliosamente la villeggiatura aristocratica di goldoniana memoria da quella altoborghese dell’età industriale, ben presto diluita, se non proprio immiserita, dal concetto di “seconda casa” imperante nella società di massa e sempre in pericolosa tangenza con un kitsch accuratamente codificato. Ciò nonostante, restano ben definite, sull’orizzonte progettuale, le invarianti che caratterizzano la struttura concettuale della villa: l’immersione, che in qualche caso arriva alla mimetizzazione, in una natura per lo più edulcorata dalle raffinatezze dell’arte dei giardini, e spesso riprodotta nelle sue manifestazioni materiche (la pietra, il legno, l’acqua o l’aria); un’accentuata trasparenza tendente a ridurre l’architettura a un sottile e poroso diaframma fra un interno artefatto e un esterno incontaminato; una diversa distribuzione degli spazi e delle funzioni, in cui prevalgono la continuità e la fluidità, in armonia con la sconfinatezza del paesaggio; arredamenti spesso minimali, destinati a favorire la svagata contemplazione, la rilassatezza o un ben calcolato oblio delle cure del mondo. Questi risultati producono una uniformazione che non impedisce un’ampia articolazione delle soluzioni stilistiche e progettuali. Non si tratta solo di adeguare di volta in volta, come del resto è dovero34 l’ARCA 277

so, la forma della costruzione all’identità del luogo – mare, monte, campagna o lago. Si tratta piuttosto di interpretare singolarmente i paradigmi che abbiamo indicato, adattandoli a una situazione che può essere definita genericamente socioculturale, e che prevede in ogni caso l’incontro, il dialogo, lo scambio tra la figura del progettista e quella del committente. La scelta di una morfologia basata su una rusticità dettata dall’ambiente naturale può rivelarsi legittima quanto quella del ricorso ai materiali tecnicamente più sofisticati; la decisione circa l’andamento volumetrico della costruzione può spaziare dalla massima articolazione e ramificazione degli spazi fino al più elementare assetto geometrico delle strutture, dal cubo al parallelepipedo; la decisione circa lo stile architettonico può oscillare, con pari dignità, tra l’adozione di un linguaggio esplicitamente vernacolare e il ricorso a figurazioni astratte e ipermoderne. Accanto a queste osservazioni, di cui non sfuggirà la natura volutamente didattica, se non addirittura pedagogica, altre considerazioni si impongono intorno al tema della villa. La prima riguarda il rapporto col paesaggio. Si è generalmente convinti che queste architetture debbano di necessità inserirsi organicamente nel paesaggio, fino a scomparirvi. In realtà, uno dei loro risultati storici è stato quello di creare il paesaggio, ossia di organizzare una visione dell’intorno destinata a dar vita a una figurazione paesaggistica altrimenti impercettibile. La spesso citata battuta di Curzio Malaparte, che asseriva di aver comperato la sua villa di Capri già fatta (mentre sappiamo quanta cura egli aveva dedicato al suo progetto e alla sua realizzazione), ma di aver disegnato il paesaggio di Matromania, dei Faraglioni e della costiera amalfitana, non è un divertente paradosso, ma illumina al contrario la capacità di ogni villa di generare un “punto di vista” privilegiato da cui emerge un paesaggio che le appartiene intimamente. Una seconda considerazione richiama in causa i modelli abitativi. Il rovesciamento operato dalla villa rispetto alle abitudini urbane fa prevalere il momento estetico su quello dell’impegno e della prassi quotidiana, come se a quegli spazi ariosi e aperti alla natura dovesse corrispondere un comportamento ludico, edenico, regressivo, che essi interpretano, nelle modalità architettoniche, esaltando una libera corporeità e un infantile abbandono al piacere. In queste figurazioni c’è, ovviamente, una certa dose di artificio e di ostentazione. Ma per l’appunto in tale direzione si colloca una terza considerazione, che si riferisce al loro ruolo sociale e culturale. Abbiamo detto all’inizio che esse si impongono all’attenzione per una certa intrinseca contraddittorietà della loro funzione. In effetti, il ruolo che svolgono è quello di un intervallo esistenziale, una lieve parentesi nell’esistenza tumultuosa che la società fondata sull’urbs ci impone, ma è in pari tempo anche quello di una continuazione di questa medesima esistenza, trasferita su un altro piano. La villa, in sostanza, fa parte della città, in quanto ne costituisce l’immagine a rovescio. In questa forma, essa per un verso rappresenta realmente un rifugio, quantunque momentaneo, rispetto alle cure e alle ansie dei rituali urbani, ma per un altro ne assicura il prolungamento in virtù del prestigio sociale che garantisce, del valore simbolico di cui si fa carico, dell’aura che fa brillare grazie al suo stesso esistere. Così intorno al progetto architettonico della villa si addensano le nubi variopinte di una progettualità ben più intricata, che ha sullo sfondo il destino umano, sociale, culturale dell’abitante, al quale l’architetto deve offrire non uno spazio abitativo, come nelle residenze urbane, ma una opzione esistenziale, una cauta apertura su possibilità di vita tutte da scandagliare. “O rus, quando ego te aspiciam?”, sospirava nella sua Satira Orazio, immerso nella tumultuosa vita cittadina. “O mia campagna, quando ti rivedrò?”. Da allora, la scelta definitiva tra le due alternative non è stata ancora fatta.


A MOMENTARY DETACHMENT The architectural typology of houses is a direct descendant of urban culture. Ever since ancient times housing has been both in contrast with and, at the same time, in continuity with hectic city life, no longer founded on the basic structures of the Greek polis but constructed around evolved forms of the Roman urbs, the hub of both centralised and cosmopolitan power. This combination of such intimately contradictory situations eventually led to the idea of the house as a sort of rebalancing force, a compensation chamber reproducing on a smaller scale the world in which it mirrored itself, while also abandoning itself to the illusion of restored innocence, authenticity guarded from the conflict inherent in power and ambition. This meant that the idea of a house expressed nostalgia for direct interaction with nature, the quest for a sheltered and selective environment ideal for meditation and erudite conversation, a yearning for momentary detachment and regeneration away from politics, economics and society, that were always kept at a respectful distance but never forgotten. These are the basic traits that have always characterised housing design from its origins right down to the present day. All its different modern and contemporary forms could be described and commented on borrowing words and concepts from the past. We could mention the “hoc erat in votis” with which Horace thanked Maecenas in his Satires for the gift of a villa with a garden and water source alongside the home, where he could take refuge for away from the city (“ex urbe removi”); or the bitter confrontation between the “superb urban buildings” and “invigorating hills” described by Francesco Petrarch in De vita solitaria or again the Renaissance tradition for the “locus amoenus”, which placed the architectural layout of the house at the focus of an intricate cultural programme aimed at merging together artifice and nature, microcosm and macrocosm. Nothing in modern-day housing has altered these paradigms and their spontaneous conversion into architectural models. Of course it is possible to trace the gradual, constant transformation of the formal principles underscoring housing design, ranging from the graceful neoclassical symmetry of the 18th century Enlightenment and mannerist mediaeval reminiscences of 19th century Romanticism to rationalist enthus<Nessuno(a)>iasm in the 20th century and the present-day proliferation of less erudite but more diffused “ houses! little houses! overflowing houses, isolated houses, twin houses, rustic houses and cottages” as they have been described rather caustically by Carlo Emilio Gadda, less erudite in their origins but certainly more widely available. It is equally obvious to note that this metamorphic development in housing design is more the result of profound social changes then architectural progress. Changes which carefully distinguish between the aristocratic resorts mentioned by Goldoni and uppermiddle-class housing in the industrial age, soon watered down (not to say impoverished) by the concept of a “second home” that came so powerfully to the fore in our society, verging dangerously on the brink of carefully coded kitsch. Nevertheless, from a design viewpoint the invariables characterising the conceptual structure of a house are still quite clear: blending in (almost the extent of camouflaging) with nature that has been more or less tamed by the carefully honed skills of the art of gardening and often reproduced as regards its materials (stone, wood, water or air); accentuated transparency tending to reduce architecture to just a slender, porous diaphragm between an artificial interior and unblemished exterior; a different layout of spaces and functions focusing on continuity and fluidity in harmony with the boundless landscape; often minimal furnishing designed to encourage absent-minded contemplation, relaxation or the carefully calculated forgetting of everyday worried and cares. Despite the uniformity this creates, a wide range of stylistic and design solutions are still available. It is

not just a matter of adapting the design and construction to the identity of a place ( a necessity, none the less) – the seaside, mountains, countryside or lakeside. It is, in actual fact, a question of individually interpreting the aforementioned paradigms, adapting them to a situation which may be generically defined as socio-cultural and which, in any case, calls for interaction, dialogue and exchange between the architect and client. The decision to choose a morphology focusing around the kind of rustic-ness associated with the natural environment is equally as appropriate as resorting to technologically more sophisticated materials; the building’s structural design can vary from the most intricate and elaborate spatial layout to the very simplest of geometric structures ranging from the cube to the parallelepiped; decisions concerning architectural style can waver with equal dignity between the opting for an explicitly vernacular idiom and resorting to abstract, hyper-modern figuration. Alongside these clearly didactic or perhaps even pedagogical considerations, other observations may be made on the topic of housing design. The first concerns interaction with the landscape. It is generally believed that works of architecture of this kind must necessarily fit neatly into the landscape to the point of even disappearing. In actual fact, houses have actually developed to the point where they can actually help create the landscape or, in other words, organise a vision of their surroundings that actually produces an otherwise imperceptible view of the landscape. Curzio Malaparte’s frequently quoted comment about buying his house in Capri in a fully finished state (even though we know just how much care he took over its design and construction) but having to design the landscape of Matromania and faraglioni on the Amalfi Coast, is not just an amusing paradox but actually sheds light on how all houses can generate a privileged “point of view” from which a landscape emerges that belongs to it in a most intimate way. Housing models are something else worth considering. The way houses have upturned urban habits and customs means that aesthetics now take precedence over everyday duties and activities, as if the airy, open spaces of nature need to be matched by playful, Eden-like, regressive behaviour, which they interpret architecturally by focusing on bodily freedom and childish abandonment to pleasure. Of course there is a certain dose of artifice and ostentation in these ideas. And yet a third comment referring to their socio-cultural role moves in this very same direction. At the beginning we mentioned that they catch the eye due to a certain intrinsic contradictoriness in their function. In actual fact, they serve to provide a sort of existential break, a small parenthesis in the hubbub of life imposed by society grounded on urbs, but at the same time they actually develop this very existence by transferring it onto a different plane. Houses are, fundamentally, part of the city, in that they represent its upturned image. In this respect, on one hand they are actually a place of shelter - however momentary - from the worries and anxieties of urban living, while on the other hand they engender these anxieties due to the social prestige they afford, the symbolic value they take on, and the aura enshrouding them due to their very existence. All this means that the architectural design of a house is enveloped in the multicoloured haze of the most elaborate of stylistic planning set against the backdrop of its inhabitant’s human, social and cultural destiny, for which the architect must provide not only a living space, as is the case with urban residential complexes, but also an existential option, a cautious opening up towards the possibility of life yet to be fathomed. “O rus, quando ego te aspiciam?”, as Horace wrote in his Satires, immersed in the hubbub of city life. “My dear old countryside, when will I see you again?”. Since then, no final decision has yet been made between these two alternatives. 277 l’ARCA 35


VILLA URBANA IN RENNES Paul Eric Schirr-Bonnans, Thierry L'Hermine

Una casa contemporanea in un contesto urbano in divenire dove si coniugano rapporto con la città, dimensione privata dello spazio abitativo e continuità con gli elementi naturali.

A modern-day house in an evolving urban setting combining interaction with the city, the privacy of living space and continuity with natural features.

Bipolarità e trasversalità sono gli elementi su cui si è costruito il progetto per un edificio unifamiliare a Rennes, un intervento in cui i rapporti tra il contesto urbano e quello privato dello spazio abitativo si fondono con l'esigenza di ridefinire l'allineamento della cortina lungo la strada attraverso un segno contemporaneo. La palazzina di quattro piani si inserisce in prossimità del centro città e del canale del fiume Ille e Rance in un settore in piena trasformazione. I progettisti hanno giocato sulle evidenti opposizioni e l'orientamento della parcella – strada/giardino retrostante, sud/nord, sole/ombra, interno/esterno ecc. – arricchendoli dell'elemento della trasversalità. Il dispositivo utilizzato per declinare il trattamento delle facciate e l'articolazione degli spazi interni si fonda sul passaggio della luce a ogni livello dell'edificio. La stratificazione delle funzioni definisce l'organizzazione al piano terreno degli spazi commerciali e gli ingressi, al primo piano gli spazi giorno orientati sud/nord e in relazione diretta con il giardino, gli ambienti notte protetti da grandi vetrate con persiane integrate ai piani superiori. La facciata su strada orientata a sud è caratterizzata da una doppia pelle costituta da una maglia metallica laccata nera che definisce le diverse aperture in base alle funzioni e da uno strato interamente vetrato. L'intercapedine di 70 centimetri formata dalla doppia facciata viene invece arricchita da portafiori ed elementi vegetali. Sulla facciata nord verso il giardino viene invece esaltato l'ingresso della luce naturale orientando su questo lato lo spazio del soggiorno a doppia altezza e aggettante sul giardino. Le fioriere, posizionate sui ballatoi della scala che collega gli spazi interni al giardino, permettono di proteggere dalle edifici vicini amplificando il rapporto con il giardino.

Bipolarity and transversality are the characteristics around which this project for a detached house in Rennes has been constructed. A project in which relations between the cityscape and private realm of living space blend in with the need to redefine the alignment of the courtyard along the roadway through a modern-day sign. This four-storey building is located close to the city centre and course of the River Ille e Rance in an area where transformation is in full swing. The architects played on certain rather blatantly opposing features and general layout of the roadway/rear garden, south/north, sunshine/shade, interior/exterior etc., enhance them by means of transversality. The way in which the facade has been treated and layout of interior spaces is geared to light flowing in across every level of the building. The layering of functions dictates the ground-floor layout of commercial spaces and entrances, while the living facilities on the first floor are set out in a south/north direction in direct interaction with the garden. The sleeping quarters are sheltered behind large glass windows with shutters incorporated on the upper floors. The south-facing façade along the road has a double skin composed of a black lacquered metal web defining the various openings according to their functions and an all-glass layer. The 70-cm cavity in the double-glazing is embellished with flower pots and assorted plants. The north facade facing towards the garden is, on the other hand, enhanced close to the entrance by natural light, with the doubleheight lounge projecting over the garden also located on this level. The window boxes placed on the balconies connecting the interior spaces to the garden provide shelter from neighbouring buildings, also further enhancing interaction with the garden.

36 l’ARCA 277



Pianta del quarto piano dove si apre il solarium.

Plan o the four floor where the solarium is located.

Pianta del terzo piano con camere da letto a nord e un ufficio affacciato su una terrazza a sud.

Plan of the third floor showing the bedrooms over to the north and an office facing onto the terrace to the south.

Pianta del secondo piano, con le camere da letto e i servizi.

Plan of the second floor showing the bedrooms and utilities.

Pianta del primo piano adibito agli ambienti giorno.

Plan of the first floor accommodating the living premises.

Pianta del piano terreno dove sono organizzati gli ingressi principali e gli spazi commerciali.

Plan of the ground floor where the main entrances and commercial spaces are located

38 l’ARCA 277


Nelle pagine di apertura, la palazzina privata realizzata a Rennes in una zona in prossimità del centro città e in pieno divenire. L’edificio di circa 300 mq si sviluppa su quattro piani che godono del doppio affaccio su strada e sul giardino retrostante. In questa pagina, viste della facciata su strada e degli spazi giorno organizzati al primo piano.

Opening pages, the private building constructed in a developing area of Rennes close to the city centre. The approximately 300 sq.m building is constructed over four levels facing onto a road on one side and a garden at the rear. This page, views of the facade facing the road and lounge spaces set on the first floor.

Credits Project: Paul Eric Schirr-Bonnans, Thierry L'Hermine Client: Private

277 l’ARCA 39


CONTEMPORANEA E VERNACOLARE IN ROTTERDAM (designed by) Erick van Egeraat


Photos: (designed by) Erik van Egeraat


La famiglia che ha commissionato il progetto di questa abitazione privata ha vissuto in una villa modernista per vari anni. Per questa loro nuova residenza desideravano un ambiente più intimo e personale. La villa costeggia un piccolo canale in un’area semi-rurale nei pressi di Rotterdam in Olanda. Questa zona, vicina a una diga, era un tempo prettamente rurale, con terreni coltivati e varie fattorie. Attualmente sta vivendo un lento processo di urbanizzazione, con la realizzazione di grandi ville unifamiliari. Il progetto per questa residenza trova un equilibrio sostenibile tra la richiesta di realizzare una superficie abitabile abbastanza ampia e le richieste dell’amministrazione comunale di mantenere, in questa area, pur in via di densificazione, un carattere verde e aperto. Per raggiungere tale obiettivo, il volume è stato realizzato in prossimità del canale, massimizzando così la distanza tra la residenza e la strada. Ciò contribuisce a conservare il carattere rurale e aperto della strada e, allo stesso tempo, assicura un alto livello di privatezza alla residenza. L’edificio segue sia in pianta sia col suo volume le linee naturali e organiche, ammorbidendo l’impatto delle fronti della villa su tutti i lati. Il volume è coperto da un tetto scultorio che accentua l’orizzontalità della villa. Il tetto è sia contemporaneo sia vernacolare con la sua copertura di canne e gli ampi aggetti. La facciata che si apre sotto questa copertura è di carattere decisamente contemporaneo ed è caratterizzata da vetrate curvilinee che offrono viste panoramiche verso il giardino e i dintorni. Erick van Egeraat si è occupato anche della progettazione degli interni e del paesaggio esterno. Le pareti e le superfici dell’interno proseguono nel giardino, cosicché i residenti possono godere di un ambiente di vita totalmente integrato con la natura. La villa è disposta su tre livelli, ciascuno dei quali ha una relazione unica con il giardino. Il piano terra, con il garage, le stanze per gli ospiti e la sauna, è parzialmente celato nel paesaggio. Il primo piano accoglie la zona di ingresso, il salone e la sala da pranzo. Le camere da letto e i bagni sono al secondo piano. Con la sua architettura vernacolare, organica e completamente integrata nel paesaggio, questa residenza privata offre ai propri abitanti un ambiente di vita unico. I suoi spazi e i materiali con cui è stata realizzata costituiscono un insieme confortevole, molto personale per un modo di vita raffinato vicino alla città di Rotterdam. Credits Project: (designed by) Erick van Egeraat Architects: Erick van Egeraat, Michiel Raaphorst, Aude de Broissia

42 l’ARCA 277

Associates: Michiel Raaphorst Project Team: Aude de Broissia, Rowan van Wely, Ann-Christin Hillebrand, Fernando Da Col, Marie Prunault,

Cock Peterse Contributors: Sanne van der Burgh, Edina Peli, Michele Stramezzi Renderings: (designed by) Erick van Egeraat, DPI Budapest Interior and landscape

The family that requested a design for this private house lived in a modernist villa for several years. For their new residence a more personal, more intimate living environment was desired. The private residence is situated alongside a small canal in a semi rural area of Rotterdam, the Netherlands. The area was once rural with farms built on and next to a dike, accessing farm lands. Currently this area is undergoing a slow process of urbanisation, with larger scale, free standing villas. The design for this private residence finds a suitable balance between the request to create a relatively large amount of square metres, and the municipal plan to maintain a green and open character in this densifying area. To achieve this, the volume is placed close to the canal, maximising the distance between the residence and the actual street. This maintains the open and green character of the street, and secures a high level of privacy for the residents. The footprint and volume of the residence are following organic outlines, softening the frontal impact of the villa from all sides. This volume is covered by a sculptural roof that provides the villa a horizontal accentuation. The roof is both contemporary and vernacular, with reed covering, and large cantilevers. The facades under the roof are decidedly contemporary with predominantly glazed, curved surfaces providing panoramic views to the gardens and surroundings. Erick van Egeraat also designed the interior and landscaped garden. Walls and surfaces in the interior continue in the garden, providing the residents a fully integrated living environment. The villa has three levels and each of them has a unique relationship to the garden; the ground floor with garage, guest quarters and sauna, is partly hidden into the landscape. The first floor provides the entrance zone, living room and dining area. Bedrooms and bathrooms are located on the second floor. With its vernacular, organic, and landscape integrated architecture, this private residence provided the client with a unique living environment. Its spaces and materials allow for a very comfortable and highly personal way of chic living in the city of Rotterdam. architecture: (designed by) Erick van Egeraat Structural Engineer: ABT adviseurs in bouwtechniek Mr H.G. Krijgsman Mechanical Services

Engineer: ABT adviseurs in bouwtechniek Mr N.F.W.J. Kunnen Electrical Services Engineer: ABT adviseurs in bouwtechniek

Mr N.F.W.J. Kunnen Roof Advisor: Riet ABC bv Mr J.A. Kreuger IGG bouwkostenadvies Mr J. Schellekens Client: Private



Pianta del piano interrato.

Plan of the basement. 1. Garage 2. Sauna 3. Sala giochi/Entertainment 4. Dispensa/Pantry

5. Ingresso/Entry 6. Soggiorno/Living room 7. Salad a pranzo/Dining room

44 l’ARCA 277

8. Cucina/Kitchen 9. Atelier 10. Studio/Study

Pianta del piano terra. Nelle pagine di apertura, l’ingresso alla villa realizzata in un’area semi-rurale alla periferia di Rotterdam. Nelle pagine precedenti, sezione longitudinale e vista del soggiorno al piano terra.

Plan of the ground floor. Opening pages, the entrance to the villa realized in a semi-rural area near Rotterdam. Previous pages, longitudinal section and view of the living room at the ground floor.



Viste della villa che, disposta su tre livelli, si integra completamente al paesaggio grazie alla sua architettura organica e vernacolare. Il volume dell’edificio è caratterizzato da una copertura scultoria di canne e dalle pareti perimetrali completamente vetrate.

46 l’ARCA 277


Views of the three-level villa which, thanks to its organic and vernacular architecture, is fully integrated in the landscape. The volume of the building is characterized by a sculptural reed covered roof and by perimeter walls that are completely glazed.

277 l’ARCA 47


SULLA COLLINA IN MENDRISIO

Giuseppe Marone

Roberto Morisi

La posizione in cui la villa si colloca – sovrastante il vecchio borgo di Mendrisio, nel Canton Ticino e al limite di un boschetto che si perde verso il monte – ha un peso determinante nel contrassegnarne le caratteristiche progettuali. Infatti, gli scorci da vie e piazze del sottostante borgo, che continuamente inquadrano la località, inducono a pensare – con estremo rispetto – questa nuova edificazione come una sua propaggine, distaccata, ma ancora intrisa delle suggestioni che in esso si percepiscono. Invertendo le posizioni, le vedute che dall’alto, dall’interno dell’abitazione si estendono verso il vigneto, il centro abitato, la valle, le montagne, sono di tale spettacolare bellezza da suggerire aperture totali, interrotte oppure accuratamente mirate. Attraverso questa duplice spinta nasce un’architettura che è il risultato della coesistenza e insieme della contrapposizione dell’antico, del greve, del materico (la pietra) con la trasparenza, la capacità di riflettere, l’immaterialità del vetro. Questo taglia la muratura in senso orizzontale sospendendola nel vuoto, e in senso verticale dividendola da est a ovest. E’ la facciata nord, che guarda verso il panorama più vasto, a essere caratterizzata dalla grande vetrata che da terra si estende fino alla copertura, integrandosi con il tetto. Qui l’edificio – proprio sul lato che si affaccia sulla città – culmina in una sorta di specola da dove è possibile spaziare dovunque, anche verso il cielo. La villa, collocata sulla posizione più elevata del terreno edificabile, si sviluppa prevalentemente lungo il lato ovest costeggiando il sottostante vigneto ed estendendosi infine con un vasto terrazzo ombreggiato. Le facciate nord e ovest, affacciate sullo splendido panorama, sono dotate di ampie vetrate e di muri rivestiti in pietra arabescata rosacea, lavorata a conci o a lastre bocciardate. Il resto della casa, che guarda verso il bosco e dove sono collocati ambienti sussidiari, si rastrema in pianta con lati semicircolari così tracciati secondo una costante, tassativa distanza dal confine. Tutte le pareti sono rivestite in listoni di larice posati in verticale nei lati curvi e in orizzontale in quelli rettilinei. Il medesimo arco di cerchio viene riproposto, per una generale caratterizzazione compositiva, anche nella curvatura dei balconi a sbalzo e della zoccolatura in pietra alla base della casa. La costruzione – con struttura portante in cemento armato – si sviluppa su un piano seminterrato e tre fuori terra. Al piano seminterrato si trovano home cinema, sala musica, locali tecnologici e depositi. Al piano terreno si apre il porticato che precede l’ingresso dell’abitazione e il garage, i locali tecnici, di servizio all’abitazione e il salone multifunzionale totalmente vetrato sui due lati. Al primo piano sono disposte le camere da letto con i bagni e una stanza da lavoro-guardaroba, collegata alla cucina da una scala di servizio che porta sulla grande terrazza. Al piano sottotetto la sala hobby-belvedere, una camera da letto con bagno-sauna e un capace solaio multiuso. Uno scalone inserito in un vano semicircolare alto fino al tetto, unisce il salone del piano terreno con i piani superiori. Tutti i piani sono serviti anche da una seconda scala e da un ascensore omologato per i portatori di handicap. 48 l’ARCA 277

The house’s location – overlooking the old village of Mendrisio in Canto Ticino, on the edge of a wood extending towards the mountainside – was a significant factor in determining its design features and traits. Views from the streets and squares in the village below, constantly framing this picturesque location, suggest – with the utmost respect – that this new building should be seen as a sort of separate ramification of the village itself, just as picturesque and visually striking. Reversing these relative positions, views extending from above (from inside the house) down towards the vineyard, village, valley and mountains, are so spectacularly beautiful as to suggest complete, interrupted or carefully directed apertures. This double vision has resulted in a work of architecture that is the product of the coexistence and, at the same time, counterbalance between the old, heavy-textured and material and the transparency, reflectiveness and immateriality of glass. Glass cuts through the wall horizontally, suspending it in empty space, and vertically dividing it up from east to west. The north facade facing towards the widest panorama incorporates a large glass partition extending up from the ground up to the top of the house, knitting into the roof. Here the building - over on the side facing towards the city – culminates in a sort of observatory offering views everywhere, even up into the sky. The house, located on the highest piece of land suitable for building on, mainly extends along the west side, running alongside a vineyard below it and, ultimately, extending into a large shaded terrace. The north and west facades facing towards the wonderful panorama are fitted with wide glass windows and walls clad with rosy-coloured arabesque stone shaped into ashlars and brush-hammered slabs. The rest of the house, which faces towards the wood and where the ancillary facilities are located, narrows in its layout along semicircular sides carefully traced out at a constant, mandatory distance from the boundary. All the walls are coated with planks of larch wood set vertically along the curved sides and horizontally along the straight sides. The same arc of a circle also crops up in the curve-shaped overhanging balconies and skirting around the base of the house to create an overall sense of compositional consistency. The construction, which has a reinforced concrete bearing structure, develops over a basement level and three floors above ground. The basement contains a home cinema, music room, technological rooms and storage space. The ground floor – alongside Bena alleyway – houses the portico leading to the entrance to the house and garage, utility rooms serving the house, and a multipurpose lounge that is totally glazed along two sides. The first floor holds the bedrooms complete with bathrooms and a work-wardrobe room connected to the kitchen by a service stairway leading to the main terrace. The under-roof level holds the hobby room-observation deck, a bedroom with its own bathroom-sauna, and a spacious multipurpose loft. A large stairway incorporated in a semicircular shaft as high as the roof connects the ground-floor lounge to the upper levels. Each level has its own second flight of stairs and lift designed to cater for the disabled and physically challenged.


Federico Caporal


50 l’ARCA 277

Giuseppe Marone

Elena Bardone

Giuseppe Marone


Giuseppe Marone Elena Bardone Elena Bardone

Elena Bardone Elena Bardone

Nella pagina a fianco, dal basso piante del piano interrato, piano terra, primo e secondo piano e delle coperture; sezione trasversale e viste della villa che si affaccia sul vecchio borgo di Mendrisio in Canton Ticino. In questa pagina, viste degli interni e particolare della grande scala che collega il salone al piano terra con i piani superiori.

Credits Project: Roberto Morisi Local Executive Project Architect: Mauro Bianchi Collaborators: Rossana Pilotti, Elena Bardone Structural Project: Gianni Barabino, Luigi Brenni Contractor: Sisini + Co. Sa

Opposite page, from the bottom up, plans of the basement, ground floor, first and second floors and roof; cross section; views of the villa overlooking the old town centre of Mendrisio, in Canto Ticino. This page, views of the interiors and details of the great stairs linking the ground-floor lounge to the upper floors.

Sanitary Plants and Heating: Maroni, Rilav Electrician: Sulmoni Daniele Gypsum Works: CPR Sa Wooden Facades: Augugliaro Stone and Marbles Supplier: Cava Gamba Marble Works: B+M Mariotti Lifts:

Ascensori Ticino Frameworks: Nuova Falchi Wooden Stairs: Zago Solar Protection: Tende Schenker Stainless Steel Works: Cerutti & Urio Custom Furniture: Arredamenti Astor Gardening: Paghera Client: Private

277 l’ARCA 51


DAVID CHIPPERFIELD RICHARD MEIER ATP SPHERE MATTEO THUN Un sito eccezionale, un giovane developer avveduto e coraggioso, un pool di architetti di fama internazionale sono gli ingredienti del progetto per il complesso residenziale Villa Eden a Gardone Riviera, un’operazione immobiliare di lusso in cui si fondono paesaggio, architettura e dotazioni di prestigio. Inserito in un’area piantumata di ulivi di circa 80.000 metri quadrati che domina il lago, il complesso è composto da otto edifici e una club house. René Renko (Signa Group), l’imprenditore immobiliare austriaco proprietario del terreno e promotore del progetto, ha riunito architetti del calibro di Richard Meier, David Chipperfield, Matteo Thun e lo studio austriaco ATP Sphere per disegnare un angolo esclusivo, non solo dal punto di vista delle dotazioni di lusso, ma della qualità dell’architettura e della sua capacità di valorizzare un paesaggio e un luogo attraverso un segno contemporaneo coerente con le peculiarità dell’ambiente naturale. I progetti delle ville, pur nella specificità delle soluzioni linguistiche adottate dai singoli progettisti, rispecchiano una certa omogeneità espressiva e si mantengono in un registro interpretativo che rispetta i rapporti volumetrici e l’inserimento dolce e armonioso nel sito. Viene in tutte privilegiato l’aspetto paesaggistico, con ampi affacci sul lago e terrazze panoramiche che sposano la luce e la ventilazione naturali, le altezze limitate e la scelta dell’orizzontalità, come sviluppo dominante dei volumi. Ciò consente di limitare l’impatto con la topografia del luogo rispettando i rapporti di vicinanza e reciprocità tra le varie residenze. Gli architetti hanno giocato piuttosto sulle varianti compositive, sulle alternanze tra pieni e vuoti, sulle superfici e sulla scelta dei materiali per declinare spazi e volumi diversi orchestrando un paesaggio composto e ordinato ritmato da presenze discrete e raffinate, pezzi unici sospesi tra la collina e il lago. L’ambizione di un programma residenziale riservato a una élite di futuri committenti si traduce nella definizione di un nuovo concetto di habitat di lusso, di un nuovo modo di viverlo e di fruirlo, che grazie al progetto di architettura coniuga valori stilistici, tecnologia e rispetto ambientale. Tutti gli edifici rispondono infatti alle richieste di efficienza energetica. Le ampie facciate vetrate garantiscono un uso ottimale dell’energia solare, i sistemi di schermatura consentono di riparare gli spazi interni dai problema dovuti al surriscaldamento estivo. Le ville appartengono alla categoria “Casaclima B” con un consumo specifico di 40 kWh/mq anno che limita le dispersioni di energia primaria. I sistemi di riscaldamento e di raffreddamento prevedono controsoffitti e pavimenti radianti che favoriscono un clima ottimale degli ambienti con una notevole riduzione delle perdite di distribuzione e una temperatura costante durante tutti i periodi dell’anno. Un sistema di ventilazione meccanica per il ricircolo continuo dell’aria consente una ulteriore riduzione dei consumi e garantisce un incremento significativo in termini di confort. I sistemi di raffrescamento e riscaldamento sono controllati in maniera indipendente per ogni villa e prevedono la possibilità di un’accensione automatica comandata a remoto in modo da garantire e mantenere la privacy delle singole abitazioni. L’inizio lavori è previsto per la primavera di quest’anno con consegna delle prime ville a partire dal 2013. Elena Cardani 52 l’ARCA 277

An exceptional site, a shrewd and brave young developer, and a pool of internationally famous architects, are the basic ingredients in the project for Villa Eden Residential Complex in Gardone Riviera, a luxury real-estate operation featuring a mix of landscape, architecture and prestigious facilities. Located on an 80,000 sq.m plot of land with olive trees planted all around it overlooking the lake, the complex is composed of eight buildings and a club house. René Renko (Signa Group, Vienna), an Austrian property developer who owns the land and promoted the project, brought together architects of the calibre of Richard Meier, David Chipperfield, Matteo Thun and the Austrian firm ATP Sphere to create an exclusive little niche, not just in terms of its luxury facilities but also as regards the quality of the architecture and its ability to enhance the surrounding landscape and location through a very cutting-edge design fitting in perfectly with the distinctive traits of the natural environment. The project for the various houses displays a certain degree of stylistic standardisation (although the individual architects have adopted their own distinctive linguistic features) while maintaining an expressive register respecting certain structural relations and ensuring everything fits smoothly and gently into the site. All the projects respect the landscape, offering wide views across the lake, incorporating panoramic terraces embracing light and natural ventilation, and constraining the height of the buildings by opting for horizontality to lessen the impact on the local topography, making sure the various residential structures are carefully spaced out. The architects decided to play on stylistic variations, alternating empty spaces and structures and different surfaces and materials to create different spaces and structures, orchestrating a composite and carefully arranged landscape speckled with elegantly discrete constructions, unique designs set between the hillside and lake. The aim to create a residential program reserved for an elite selection of future clients translated into a new concept for luxury living, a new way of experiencing and using the built habitat, which, thanks to the architectural design, managed to combine stylistic features, technology and environmental respect. Indeed, all the buildings meet the required energy-efficiency standards. The wide glass facades ensure optimun use of solar energy and the shielding systems allow the interior spaces to be sheltered from overheating in summer. The houses belong to the "Casaclima B” category, consuming 40 kWh/sq.m-a-year to constrain dispersions of primary energy. The heating and cooling systems take the form of double ceilings and radiant floors to create ideal living conditions, while considerably reducing distribution losses and maintaining a constant temperature at all times of year. A mechanical ventilation system providing constant air circulation allows consumption to be further reduced and guarantees a significant rise in comfort standards. The cooling and heating systems can be independently controlled by each separate house and also be switched on automatically by remote control to guarantee and maintain the privacy of each separate house. Work is planned to begin this spring and the first houses will be completed by 2013.


RESORT VILLA EDEN IN GARDONE RIVIERA Immerso in sito eccezionale, un complesso residenziale di lusso in cui si fondono architettura contemporanea, confort e rispetto dell’ambient

A luxury real-estate, in an exceptional area, where contemporary architecture and comfort merge with respect for the environment

Fotomontaggio dell’area di intervento (circa 80.000 mq) e dello sviluppo del resort residenziale di lusso Villa Eden a Gardone Riviera. Il complesso è composto da 8 unità residenziali e una club house progettate da architetti di fama. Sotto schizzo e rendering di una delle ville progettate da David Chipperfield.

Photomontage of the project area (approximately 80,000 m²) and development of the Villa Eden Luxury Residential Resort in Gardone Riviera. The complex is composed of 8 housing units and a clubhouse designed by world-famous architects. Below, sketch and rendering of one of the houses designed by David Chipperfield.

277 l’ARCA 53


1. SPA 2. Toilet 3. Doccia/Shower 4. Sauna 5. Corridoio/Corridor 6. Terrazza/Terrace 7. Piscina/Pool 8. Ascensore/Lift 9. Studio 10. Soggiorno/Living Room

1. Locale tecnico/Machinery 2. Locale tecnico/Poll machinery 3. Corridoio/Corridor 4. Ripostiglio/Storage 5. Parking 6. Toilet 7. Cucina/zona pranzo/ Service Kitchen/Dining area 8. Ascensore/Lift

A sinistra, dal basso verso l’alto, piante del primo e secondo seminterrato, del piano terreno e del primo piano della villa ovest. Nella pagina a fianco, rendering della villa nord e sopra, dal basso, piante del primo e secondo seminterrato, del piano terreno e del primo piano.

9. Cucina/Kitchen 10. Sala da pranzo/Dining Room 11. Scala/Staircase 12. Ingresso/Entry Area 13. Terrazza/Terrace 14. Ingresso parcheggio/ Entrance Parking 15. Ingresso principale/ Main Entrance

1. Bagno/Bathroom 2. Porta scorrevole/Walk-in Closet 3. Camera/Bedroom 4. Ascensore/Lift 5. Corridoio/Corridor 6. Ripostiglio/Storage 7. Scala/Staircase 8. Toilet 9. Cantina/Wine cellar 10. Hall 11. Terrazza/Terrace

1. Bagno/Bathroom 2. Camera/Bedroom 3. Camino sospeso/Hanging Chimney 4. Cucina/zona giorno/Kitchen/Living Room 5. Ingresso/Entrance 6. Toilet 7. Ingresso/Entrance Guest House

54 l’ARCA 277

Left, from bottom upwards, plans of the first and second basement levels, ground floor and first floor of the west house. Opposite page, rendering of the north house and, below from bottom, plans of the first and second basement levels, ground floor and first floor.

DAVID CHIPPERFIELD L’architettura delle due ville (villa nord e ville ovest) e del complesso di quattro unità di appartamenti firmati dal progettista inglese si ispira alla tradizione delle limonaie gardesane. Gli ampi pergolati longitudinali che individuano gli affacci verso il lago ritmano l’articolazione dei volumi lineari che seguono lo sfalsamento terrazzato della collina. La relazione con il paesaggio è esaltata da ampie vetrate protette dal ritmo costante dei colonnati. Le quattro unità del complesso sono organizzate su due piani che distribuiscono zona giorno e zona notte e sono dotate di terrazze e piscine. La villa nord è caratterizzata dalla sequenza di strette unità sfalsate. Il corpo principale a due piani comprende zona giorno e cucina a piano terra e zona notte al primo piano. Anche la villa sud è suddivisa in diversi edifici che si suggono articolando la dinamica tra spazi interni ed esterni. Il corpo principale dell’edificio a due piani, con terrazza e pergolato a monte, ospita a piano terreno una grande sala da pranzo e la cucina e, al primo piano, la zona residenziale con accesso diretto alla piscina e alla zona termale. Nella parte meridionale dell’edificio principale sono organizzate a piano terreno, le camere da letto, il soggiorno e le camere comunicanti affacciate su una terrazza con pergolato. The architectural design of the two houses (north house and west house) and four-apartment complex bearing the signature of this famous English architect is inspired by traditional winter gardens in the Garda region. The spacious longitudinal pergolas marking the fronts facing the lake dictate the layout of linear structures following the terraced contours of the hillside. Interaction with the landscape is enhanced by wide glass partitions sheltered behind a pattern of colonnades. The four units forming the complex are set over two levels providing living and sleeping quarters and with their own balconies and pools. The north house features a sequence of narrow staggered units. The main two-storey structure includes the living area and kitchen on the ground floor and sleeping quarters on the first floor. The south house is also divided into different buildings stretching out in a dynamic pattern of interior and exterior spaces. The main body of the twostorey building with its own terrace and pergola has a large dining room and kitchen on the ground floor and a residential section with direct access to the pool and spa area on the first floor. The bedrooms, lounge and interconnecting bedrooms facing onto a terrace with a pergola are located on the south side of the main building.


1. Locale tecnico/Pool Machinery 2. Locale tecnico/Machinery TE 3. Locale tecnico/Machinery EE 4. Corridoio/Corridor 5. Dispensa/Storage Kitchen 6. Cantinetta/Wine 7. Cucina/Kitchen 8. Toilet

1. Ingresso/Entrance Guest House 2. Ingresso/Entrance 3. Toilet

9. Ascensore/Lift 10. Scala/Staircase 11. Hall 12. Sala da pranzo/Dining Room 13. Soggiorno/Living Room 14. Terrazza/Terrace 15. Ingresso principale/Main Entrance 16. Scala esterna/Outdoor Staircase

4. Fitness 5. Doccia/Shower 6. Sauna 7. Terrazza/Terrace

1. Camera principale/ Master Bedroom 2. Bagno/Bathroom 3. Studio 4. Scala/Staircase

1. Garage 2. Corrdioio/Corridor 3. Rampa/Ramp 4. Ripostiglio/Storage 5. Ascensore/Lift 6. Hall

5. Terrazza/Terrace 6. Ascensore/Lift 7. Hall 8. Camera/Bedroom 9. Corridoio/Corridor

7. Locale immondizia/Refuse Store 8. Toilet 9. Guardaroba/Wardrobe 10. Ingresso parcheggio/ Entrance parking

277 l’ARCA 55


56 l’ARCA 277


Rendering del Landmarkbuilding progettato da David Chipperfield, un complesso di quattro unitĂ abitative indipendenti. A sinistra, dal basso, piante del primo e secondo piano e piante del terzo e quarto piano.

1. Ingresso/Entrance 2. Ingresso/Entrance 3. Bagno/Bathroom 4. Camera/Bedroom 5. Spogliatoio/Dressing Room 6. Cavedio/Shaft 7. Ascensore/Lift 8. Scala/Staircase

9. Corridoio/Corridor 10. Terrazza/Terrace 11. Piscina/Pool 12. Ingresso/Entrance 13. Soggiorno/Living Room 14. Sala da pranzo/Dining Room 15. Cucina/Kitchen 16. Toilet

1. Ingresso/Entrance A 2. Ingresso/Entrance B 3. Bagno/Bathroom 4. Cavedio/Shaft 5. Ascensore/Lift 6. Camera/Bedroom 7. Spogliatoio/Dressing Room 8. Scala/Staircase 9. Corridoio/Corridor

10. Terrazza/Terrace 11. Piscina/Pool 12. Ingresso/Entrance 13. Soggiorno/Living Room 14. Sala da pranzo/Dining Room 15. Cucina/Kitchen 16. Toilet 17. Locale tecnico piscina/Pool Machinery 18. Ripostiglio/Storage

Renderings of the Landmark Building designed by David Chipperfield, a complex composed of four independent housing units. Left, from bottom, plans of the first and second floors and plans of the third and fourth floors.

1. Camera/Bedroom 2. Spogliatoio/Dressing Room 3. Bagno/Bathroom 4. Scala/Staircase 5. Corridoio/Corridor 6. Cavedio/Shaft 7. Ascensore/Lift

1. Ingresoo/Entrance 2. Ingresso/Entrance 3. Ingresso/Entrance 4. Camera/Bedroom 5. Spogliatoio/Dressing Room 6. Scala/Staircase 7. Corridoio/Corridor 8. Bagno/Bathroom 9. Cavedio/Shaft 10. Ascensore/Lift 11. Piscina/Pool

12. Terrazza/Terrace 13. Soggiorno/Living Room 14. Sala da pranzo/Dining Room 15. Cucina/Kitchen 16. Ingresso/Entrance 17. Rispostiglio/Storage 18. Toilet 19. Locale immondizia/Refuse Store 20. Impianti elettrici/Electrical Services 21. Parking

277 l’ARCA 57


1. Terrazza/Terrace 2. Camera/Room 3. Camera/Room 4. Scala/Staircase 5. Balcone/Balcony 6. Camera principale/ Master Bedroom 7. Corridoio/Corridor 8. Studio

1. Ripostiglio/Storage 2. Lavanderia/Laundry 3. Dispensa/ Storage Kitchen 4. Toilet 5. Corridoio/Corridor 6. Cucina/Kitchen 7. Sala da pranzo/ Dining Room 8. Terrazza/Terrace 9. Scala/Staircase 10. Ascensore/Lift 11. Soggiorno/Living Room 12. Camino/Fireplace 13. Piscina/Pool 14. Giardino/Garden

RICHARD MEIER L’inconfondibile firma dell’architetto americano si inserisce nel paesaggio collinare con un volume bianco splendente ritmato da grandi aperture che articolano la struttura dell’edificio collegando gli spazi abitativi senza soluzione di continuità all’ambiente circostante. La grande trasparenza delle facciate principali lascia in vista i collegamenti tra i due livelli che vengono dichiarati all’esterno creando un gioco continuo di riferimenti tra distribuzione interna e paesaggio a terrazze. The American architect has designed a brightly shining white structure in his unmistakable style that blends smoothly into the hillside. The building’s living spaces knit seamlessly into the surrounding environment. The remarkable transparency of the main facades reveals the links between the two levels, made visible on the outside through constant interplay between the interior layout and terraced landscape.

1. Parking 2. Locale tecnico/Technics 3. Ripostiglio/Storage 4. Ascensore/Lift 5. Ingresso/Entrance 6. Locale immondizia/ Refuse Store 7. Rampa/Ramp 8. Parcheggio ospiti/ Visitors Parking

Schizzi e a sinistra, dal basso, piante dei secondo e primo seminterrato, del piano terreno e del primo piano.

1. Locale tecnico piscina/ Machinery Pool 2. Locale elettrico/ Electrical Services 3. Locale tecnico/ Mechanical Services 4. Ascensore/Lift 5. Lobby 6. Cantina/Wine Cellar 7. Staff 8. Spogliatoio/ Changing Room 9. Spa 10. Bagno/Bath Area 11. Terrazza Spa/Spa Terrace 12. Sauna 13. Bagno turco/ Turkish Bath 14. Terrazza/Terrace

58 l’ARCA 277

Sketches and, left, from bottom, plans of the second and first basement levels, ground floor and first floor.


277 l’ARCA 59


1. Terrazza/Terrace 2. Camera principale/ Master Bedroom 3. Spogliatoio/ Dressing Room 4. Bagno principale/ Master Bathroom 5. Toilet 6. Lobby 7. Camera dei bambini/ Child’s Room 8. Camera dei bambini/ Child’s Room 9. Bagno/Bathroom

1. Terrazza/Terrace 2. Scala esterna/ Outdoor Staircase 3. Bar esterno/OutdoorBar/ Barbecue 4. Lounge 5. Spa 6. Guardarobe/Wardrobe 7. Doccia/Shower 8. Toilet 9. Sauna 10. Bagno turco/Steam Bath 11. Terrazza/Terrace 12. Lobby 13. Scala/Staircase 14. Anticucina/ Kitchen side room 15. Zona giorno /pranzo/ cucina/Living Room/ Dining Room/Kitchen 16. Camino/Fireplace

1. Locale tecnico/Technics 2. Locale tecnico piscine/ Pool Machinery 3. Piscina/Pool 4. Corridoio/Corridor 5. Fitness 6. Anticamera/Side Room 7. Scala/Staircase 8. Camera degli ospiti/ Guest Room 9. Bagno/Bathroom 10. Scala esterna/ Outdoor Staircase 11. Terrazza/Terrace

1. Lavanderia/Laundry 2. Guardaroba/Wardrobe 3. Lobby 4. Ascensore/Lift 5. Scala/Staircase 6. Garage 7. Locale tecnico/Technics 8. Rampa/Ramp 9. Locale immondizia/ Refuse Store 10. Locale elettrico/ Electrical Room 11. Locale tecnico/Technics

60 l’ARCA 277

ATP SPHERE Lo studio austriaco è autore di tre ville dall’impronta più urbana, volumetrie squadrate, materiche ritmate dalle sequenze geometriche dei piani e dai nastri vetrati intagliati nei prospetti. Quasi fossero dei moderni loft di qualsiasi città del mondo, le ville si “annidano” nella collina sposandone la pendenza e aprendosi verso il lago. Tutti gli edifici sono accessibili dal garage sotterraneo tramite ampi passaggi che sfociano in ambienti luminosi. La villa nord è quella che riprende più fedelmente l’impostazione del loft con un unico ambiente per la zona soggiorno/cucina affacciata su un ampia terrazza e aree private al piano superiore. La villa ovest, posizionata sul versante nord/sud, è il progetto più complesso che sfrutta l’orientamento del terreno per articolare la composizione dei diversi corpi dell’edificio in una sequenza geometrica ordinata. Il livello principale è caratterizzato da un patio centrale con piscina incorniciato dall’hall e dalla zona residenziale mentre le camere da letto e le stanze per gli ospiti sono distribuito nei livelli superiori. This Austrian firm has designed three more distinctly urbane-looking houses. Square-shaped and very “textured” structures featuring geometric sequences of levels and glazed strips set in the elevations. Looking almost like modern lofts that might be found in cities all over the world, the houses "nestle" into the hillside embracing it slope and opening up to the lake. All the buildings may be accessed from the underground garage along spacious passageways leading into brightly-lit premises. The north house is most reminiscent of a loft, with one single area for the lounge/kitchen facing onto a spacious terrace and private premises on the top floor. The west house, located over on the north/south side, is the most intricate project, exploiting the layout of the land to create the various building structures in a carefully ordered geometric sequence. The main level has a central patio with a pool framed by the hall and residential section, while the bedrooms and gust rooms are set across the upper levels.


1. Toilet 2. Bagno principale/Master Bathroom 3. Camera principale/Master Bedroom 4. Terrazza/Terrace 5. Bagno/Bathroom 6. Camera/Bedroom 7. Anticamera/Side Room 8. Lobby

1. Terrazza/Terrace 2. Biblioteca/Library 3. Salone/Linving Room 4. Camino/Fireplace 5. Scala/Staircase 6. Antcamera/Side Room 7. Toilet 8. Cucina/Kitchen 9. Anticucina/Side Kitchen 10. Ingresso/Entrance

1. Locale tecnico piscina/Pool Machinery 2. Piscina/Pool 3. Sauna 4. Bagno Turco/Steam Bath 5. Atrio/Atrium 6. Bacino d’acqua/Water Basin 7. Spogliatoio Spa/Dressing Room Spa 8. Doccia/Shower 9. Toilet 10. Spa 11. Scala/Staircase 12. Lobby 13. Bathroom 14. Camera degli ospiti/Guest Room 15. Terrazza/Terrace

1. Garage 2. Ingresso rampa/Entrance Ramp 3. Scala/Staircase 4. Ascensore/Lift 5. Ingresso/Entrance Lobby 6. Binario luminoso/Light Shaft 7. Locale domotica/Domestic Engineering 8. Servizi elettrici/Electrical Services 9. Locale immondizia/Refuse Store

In queste pagine rendering delle due ville progettate dallo studio austriaco ATP Shpere. Nella pagina a fianco, dal basso, piante del primo e secondo seminterrato, del piano terreno e del primo piano della villa ovest. In questa pagina, schizzo e a sinistra, dal basso, piante del secondo e primo seminterrato, pianta del piano terreno e pianta del primo piano della villa sud.

These pages, renderings of the two houses designed by the Austrian firm ATP Sphere. Opposite page, from bottom, plans of the first and second basement levels, ground floor and first floor of the west villa. This page, sketch and left, from bottom, plans of the second and first basement levels, plan of the ground floor and plan of the first floor of the south villa.

277 l’ARCA 61


1. Camera principale/Master Bedroom 2. Bagno principale/Master Bathroom 3. Corridoio/Corridor 4. Camera degli ospiti/Guest Room 5. Bagno degli ospiti/Guest Bathroom 6. Scale/Staircase 7. Ascensore/Lift 8. Baconata/Balcony

1. Lavanderia/Laundry 2. Guardaroba/Wardrobe 3. Lobby 4. Ascensore/Lift 5. Scala/Staircase 6. Garage 7. Locale tecnico/Technics 8. Rampa/Ramp 9. Locale immondizia/ Refuse Store 10. Locale elettrico/ Electrical Room 11. Locale tecnico/Technics

1. Lavanderia/Laundry 2. Guardaroba/Wardrobe 3. Lobby 4. Ascensore/Lift 5. Scala/Staircase 6. Garage 7. Locale tecnico/Technics 8. Rampa/Ramp 9. Locale immondizia/ Refuse Store 10. Locale elettrico/ Electrical Room 11. Locale tecnico/Technics

MATTEO THUN La villa composta da due piani fuori terra e uno interrato è posizionata sulla parte superiore del complesso e si integra con circa 500 metri quadrati nel paesaggio collinare. Ampie ante vetrate creano un ponte visivo con il lago aprendosi sulla grande terrazza con piscina che sovrasta il lago. Una scala esterna in pietra consente l’accesso all’ingresso principale. L’area trapezoidale al piano superiore si apre su entrambi i lati con finestre a parete. Questa sala rappresenta il centro dell’abitazione con la zona cucina e l’accesso diretto alle stanze di famiglia. Al piano superiore si trovano la camera da letto e due stanze per ospiti, tutte dotate di bagno privato e ventilate naturalmente. Il corpo lungo e stretto e l’altezza ridotta della costruzione sposano i terrazzamenti naturali. Il progetto risponde ai dettami dello sviluppo sostenibile quali l’analisi delle condizioni micro-climatiche, l’orientamento e la forma della costruzione, la scelta dei materiali locali, l’uso di sistemi a basso impatto ambientale e l’applicazione di sistemi di controllo e regolazione. La filosofia a triplo zero (Km 0, CO2 0, 0 rifiuti) ha portato all’utilizzo di materiali del luogo quali pietre, gesso, vetro e legno. The house, which has two floors above ground and one underground, is situated in the top section of the complex and its approximately 500 square metres layout slots neatly into the hillside. Wide glass windows create a visual bridge with the lake, opening up onto a large terrace with a swimming pool overlooking the lake. An outside stairway made of stone provides access to the main entrance. The trapezoidal-shaped area on the top floor opens up on both sides through wall-sized windows. This room is the centre of the house accommodating the kitchen area and providing direct access to the family rooms. The bedroom and two guest rooms are up on the top floor and all have their own private and naturally ventilated bathrooms. The construction’s long and narrow form and constrained height fit in perfectly with the natural terracing. The project corresponds to the dictates of sustainable development, such as the study of micro-climatic conditions, layout and shape of the construction, the decision to use local materials, the introduction of low environmental impact systems, and incorporation of control-monitoring systems. The triple-zero (0 km, 0 CO2 and 0 waste) approach has resulted in the use of local materials, such as stone, plaster, glass and wood.

A sinistra, dal basso, schizzo, piante del seminterrato, del piano terreno e del primo piano e, nella pagina a fianco, rendering della villa progettata da Matteo Thun.

62 l’ARCA 277

Left, from bottom, sketch, plans of the basement, ground floor and first floor and, opposite page, renderings of the house designed by Matteo Thun.


277 l’ARCA 63


CONTINUITÀ E UNITÀ HOUSE IN VALONGO Nuno Lacerda Lopes

Progettata come un grande volume, con l’ingresso imponente pensato come una spaccatura tra due porzioni del volume stesso e sottolineato da un pannello scultorio che segue l’intero percorso di accesso, questa casa, realizzata a Valongo in Portogallo da Nuno Lacerda Lopes, si chiude al contatto con la strada per aprirsi invece sul lato posteriore con grandi pareti vetrate. Una rigorosa scansione metrica è alla base del progetto della casa e della sua concezione volumetrica. Il programma è stato sviluppato tenendo conto delle necessità funzionali e messo a punto durante il processo progettuale in modo da assicurare, grazie a un attento studio della luce, della ventilazione naturale e del sistema di circolazione, una successione di spazi diversi adatti ai diversi usi. Così, gli ambienti sono stati progettati con altezze differenti, con spaccature e aperture di luce, dando come risultato una moltitudine di volumi interrelati in maniera sempre diversa. Inoltre è stata posta particolare attenzione nel cercare di sfumare i confini tra interno ed esterno nella camera principale, nella cucina e nella zona palestra/sauna, viste come un’estensione verso l’esterno grazie alle loro ampie superfici vetrate. Questo fa sì che si possa trarre il massimo vantaggio dal paesaggio circostante, sistemato a giardino, pur mantenendo un adeguato grado di privacy. La continuità e l’unità del volume della casa sono state fattori decisivi anche per la scelta dei materiali. Il gioco delle ombre sulle superfici delle facciate, caratterizzate da una deliberata variabilità volumetrica, conferisce al progetto grande espressività. Una struttura verticale di legno assicura ombreggiamento necessario e determina il ritmo di tutta la facciata est, assicurando al contempo la privacy degli abitanti. Il risultato finale si pone, dunque, come un intervento segnato dalla combinazione di materiali e di un linguaggio sobrio, che concilia i necessari aspetti della contemporaneità con un’estetica formale e classica in grado di mantenersi costantemente in linea coi tempi.

64 l’ARCA 277

Designed as a large volume, with the entry markedly assumed by a gap between volumes, and enhanced by a sculpture panel that follows the entire entry itinerary, this house realized in Valongo, Portugal, by Nuno Lacerda Lopes, shuts down the contact with the street and opens into the site through large glazed walls. A rigorous metric served as the basis for the house’s design and volumetric conception. The program was conceived according to functional requirements, and adjusted to the ne¬eds of the project, ensuring through the study of light, natural ventilation and circulation, a succession of different and adapted spaces with different uses. Thus, the compartments were designed with height differences, gaps and openings of light, resulting in a multitude of volumes that relate differently. On the other hand, there was a particular concern about the limits’ dilution between interior and exterior in the room, kitchen and gym/spa, seen as an extension to the outside through large glazed surfaces, taking the maximum advantage of the site and simultaneously ensuring adequate privacy, achieved through the design of landscape architecture. The house’s continuity and unity guarantee was a major factor in the choice of materials to be used. The playing role of the shadows on the facades, resulting from forward and indented volumetric variations, ensures greater expression in the elevations design. A vertical wood structure provides the necessary shade, giving a rhythm to the whole east facade, and furthermore safeguarding the users’ privacy. Thus, this solution results in a strong intervention marked by the materials’ combination and sober language, that reconciles the necessary aspects of modernity in the beginning of the century and the formal assuredness and classical expression aesthetics, ensuring a continuous updating of the times.


Sotto, pianta del piano terra e, sopra, pianta del primo piano. A destra, sezioni della villa realizzata a Valongo, in Portogallo. In basso, viste del fronte nord, che affaccia sulla strada e del fronte est, caratterizzato dalla struttura in legno dei frangisole verticali.

Below, ground floor plan and, above, first floor plan. Right, sections of the house built in Valongo, Portugal. Bottom, views of the north front facing onto the road and east front featuring a wooden structure of vertical shutters.

1. Atrio/Entrance hall 2. Scala prinicpale/ Main stairs 3. Disimpegno/ Distribution 4. Biblioteca/Library 5. Vestibolo/Vestibule 6. Camera/Bedroom 7. Bagno/Toilette 8. Cucina/Kitchen 9. Lavanderia/Laundry 10. Palestra/Gym 11. Piscina/Pool 12. Sauna 13. Studio 14. Salone/Lounge

277 l’ARCA 65


Sopra, planimetria generale e schizzo. Sotto, i fronti ovest, aperto sul giardino interno, ed est.

66 l’ARCA 277

Above, site plan and sketch. Below, west front opening onto the internal garden and east front.


Sopra, rendering della villa. Sotto, vista della scala sul lato nord che si affaccia sul giardino di sculture. A destra, particolare del giardino di sculture e viste della biblioteca al primo piano e della cucina al piano terra.

Above, rendering of the house. Below, view of the stairs over on the north side facing onto the garden of sculptures. Right, detail of the garden of sculptures and views of the library on the first floor and kitchen on the ground floor

Credits Project: CNLL-Nuno Lacerda Lopes Collaborators: Natália Rocha, Augusto Rachão Structures’ Project Team:

Maria João Venâncio, Ana Maria Viana, Paula Araújo 3D simulations and models: CNLL Client: Antónia Rosa Rafael Alves Rocha

277 l’ARCA 67


CONFORT TRADIZIONALE BAHIA HOUSE Marcio Kogan


Nelson Kon


Credits Project: Marcio Kogan/ Studio MK27 Co-authors: Suzana Glogowski,

70 l’ARCA 277

Samanta Cafardo Interior design co-authors: Diana Radomysler Collaborators: Henrique Bustamante,

Sergio Ekerman Project Team: Beatriz Meyer, Carolina Castroviejo, Eduardo Chalabi, Eduardo Glycerio,

Eduardo Gurian, Elisa Friedmann, Gabriel Kogan, Lair Reis, Maria Cristina Motta, Mariana Simas,

Oswaldo Pessano, Renata Furlanetto Landscape Designer: Renata Tilli Contractor: Eng Cosntrutora


1. Ingresso/Main entrance 2. Soggiorno//Living room 3. Patio interno/Inner patio 4. Piscina/Reflecting pool 5. Camera/Bedroom 6. Bagno/Bathroom 7. Ripostiglio/Closet 8. Studio/Office 9. Palestra/Gym 10. Cucina/Kitchen 11. Dispensa/Pantry

Nelle pagine di apertura, vista notturna dell’area della piscina. Nella pagina a fianco, viste della facciata frontale con i pannelli scorrevoli di legno in versione aperta e chiusa. Sopra, pianta del piano terra.

La Bahia House è una casa ecologica. Ma non in senso tecnologico e neppure in quello contemporaneo legato alla parola “sostenibilità”, non è dotata dei più avanzati sistemi per il risparmio energetico. L’organizzazione della pianta e l’uso dei materiali sono simili a quelli dell’architettura tradizionale. La Casa di Bahia sfrutta le antiche conoscenze popolari che sono state reinventate e incorporate nell’architettura brasiliana durante il corso della storia. Si è innanzitutto considerato dove è la casa, come è il clima del posto: è stata costruita per Bahia. E per fare questo non è stato necessario alcun software “verde”, né attrezzature o calcoli particolari. Da lungo tempo i costruttori di Bahia sanno come tenere freschi gli ambienti interni, anche quando il caldo avvampa a 40°C, da prima che le idee lecorbusieriane fossero “tropicalizzate” e anche prima che Sir Norman Foster desse una precisa, tecnologica e scientifica dimensione all’architettura sostenibile. Le case bahiane hanno tetti di argilla, un materiale semplice fatto in modo rustico, e soffitti di legno. Le aperture hanno grandi pannelli di legno, le Mashrabiyas di influenza culturale araba, portate in Brasile attraverso l’architettura coloniale portoghese fin dall’inizio dell’occupazione del territorio americano. Questi pannelli di legno garantiscono grande confort all’interno. La casa bahiana tradzionale sfrutta il vento da nordest che soffia dal mare per distribuire gli spazi in pianta così da avere una ventilazione incrociata negli ambienti principali per mantenere la casa sempre fresca e arieggiata. Questa Bahia House fa uso di tutti questi elementi tipici della tradizione brasiliana. L’adattamento delle case portoghesi al clima tropicale sono da sempre studiati e applicati dai Modernisti brasiliani. In questo caso, il risultato è una casa molto piacevole, in cui l’interno è uno spazio protetto dal caldo e dal sole. La pianta è interamente organizzata intorno a un patio centrale, che favorisce la ventilazione incrociata in tutti gli ambienti e dà la possibilità di ammirare il prato e due grandi alberi di mango all’esterno. La Casa di Bahia privilegia il confort ambientale dei suoi abitanti senza per questo dover utilizzare la “tecnologia più moderna”.

Opening pages, night-time view of the pool area. Opposite page, views of the front facade showing the sliding wooden panels in both their open and closed positionsAbove, ground floor plan.

The Bahia House is an ecological house. But, not in the technological sense, not in the contemporary sense of the word “sustainability”, it does not have the very latest state-of-the-art gadgets that make it possible to optimize electric expenditure. The organization of the floor plan and the use of materials come close to those of traditional architecture. The Bahia House makes use of the old popular knowledge that has been reinvented and incorporated throughout the history of Brazilian architecture. The house was considered for where it is, for the climate of where it is, for Bahia. And, for this no “green” software was used, no equipment and no calculations were made. The builders of bahian traditional houses have long-known how to keep interiors cool even with a blazing sun of more than 40ºC, long before the corbusian ideas had been tropicalized or even before Sir Norman Foster had given a precise, technological and scientific dimension to sustainable architecture. These bahian houses have roofs of clay, a banal material made in a rustic manner, and wooden ceilings. The openings have large panels of wooden Mashrabiyas brought to Brazil by the Portuguese colonial architecture since the first centuries of its occupation of the American territories, and its origin is of an Arabian cultural influence. These wooden panels provide vast comfort to the interior. The traditional bahian house uses the northeastern wind blowing in from the sea to organize the floor plan and has cross ventilation in its principal spaces, always making the interior cool and airy. The Bahia House uses all these elements that are traditional to Brazilian houses. These adjustments of the Portuguese house to a tropical climate were always studied and applied by modernism in Brazil. The result in this case is a very pleasant house, where the interior protects from the hot and sunny climate outdoors. The floor plan is entirely organized around a central patio, making the cross ventilation in all the spaces possible and a view that looks in, to a grassed garden and two exuberant mango trees. The Bahia House privileges the environmental comfort of its dwellers but does not make use of the “most modern technology” for this. 277 l’ARCA 71


Sotto, la sala da pranzo. Al centro, sequenza dei vari gradi di apertura del sistema delle Mashrabiyas

che schermano la facciata principale e quella sul giardino. In basso, il volume di servizio.

Below, dining room. Centre page, sequence showing the various degrees of aperture of the system of Mashrabiyas,

designed to shield the main facade and facade facing towards the garden. Bottom, utility structure.


Sotto, il soggiorno e, in basso il giardino nel patio interno, caratterizzato da due grandi alberi di mango.

Below, the lounge and, bottom, the garden in the interior patio featuring two large mango trees.

277 l’ARCA 73


PARATY HOUSE Studio MK27


Nelson Kon


Credits Project: Studio MK27 Architect: Marcio Kogan

Co-architect: Suzana Glogowski Interior Design: Diana Radomysler, Carolina Castroviejo

Project Team: Eduardo Chalabi, Eduardo Glycerio, Eduardo Gurian, Elisa Friedmann,

Gabriel Kogan, Lair Reis, Luciana Antunes, Maria Cristina Motta, Mariana Simas,

Una leggenda narra che nella regione della città coloniale di Paraty e Angra dos Reis (tra San Paolo e Rio de Janeiro) ci siano 365 isole, una per ogni giorno dell’anno. Sulla costa montagnosa di una di queste isole sono “attaccate” due scatole di cemento; due prismi moderni poggiati tra le grandi, colossali rocce della costa brasiliana. I volumi si proiettano dalla montagna, quasi fin sulla spiaggia, con un aggetto di 8 metri. La casa, strutturalmente ingegnosa, trova il suo equilibrio nella topografia del terreno, che forma un ampio spazio di accesso aperto e un salone immerso in una natura praticamente intatta. Nelle rocce di Paraty, nella fitta foresta pluviale dell’isola, ragni velenosi scoprono questo volume ortogonale e si addentrano nell’erba che riveste il pavimento esterno. Spostandosi veloci sulle loro zampe reclamano il loro terreno. I ragni procedono all’interno della casa, fin dentro un’importante collezione di arredi del XX secolo, progettati, tra gli altri, da George Nakashima, Luis Barragan, Lina Bo Bardi, Sérgio Rodrigues, Joaquim Tenreiro e José Zanine Caldas. Si perdono poi in una sedia imbottita. Gli abitanti arrivano con la barca: l’ingresso alla casa, protetto da una lastra che fa seguito alla sabbia della spiaggia, avviene tramite un ponte metallico che passa sopra una piscina cristallina e conduce alle scale che collegano al volume inferiore. Qui si trova parte del programma funzionale della casa: il salone, la cucina e le zone di servizio. Lo spazio aperto e continuo all’interno della casa ha una campata di 27 metri e un’enorme parete vetrata consente di godere della vista del mare. La stessa scala di ingresso conduce anche al volume superiore in cui sono sistemate le camere da letto. Nella parte anteriore della casa, pannelli retrattili di listelli di legno di eucalipto proteggono le camere dal sole. Gli spazi distribuiti sul lato della montagna hanno un piccolo patio interno con luce zenithale, dove l’uso del cemento armato a vista conferisce una texture espressiva alle pareti. Tutta la superficie di copertura della casa è sistemata a terrazza, un punto di osservazione per chi la abita, e per i ragni velenosi, con un giardino di sculture e un orto per piante medicinali ed erbe commestibili. Gabriel Kogan 76 l’ARCA 277

Oswaldo Pessano, Renata Furlanetto, Samanta Cafardo Landscape Architect:

Gil Fialho General Contractor: Lock Engenharia (Andressa Donadio,

Romolo Germano) Structure Engineer: SF Engenharia (Otávio de Souza Gomes)

There is a legend which says that the region of the colonial city of Paraty and Angra dos Reis (between São Paulo and Rio de Janeiro) has 365 islands, one for each day of the year. Two boxes of reinforced concrete, rest fixed connected on the mountainside of one of these islands; two modern prisms between the large colossal stones of the Brazilian coast. The volumes project outward from the mountain, almost abreast of the beach, in a 8-meters cantilever. The house, of structural ingenuity, finds balance in the topography of the land, constituting an extensive open doorway and living space in the practically-untouched nature. In the rocks of Paraty, in the dense rain forest of the island, poisonous spiders, discover this orthogonal volume and penetrate the grass that coats the slab. Moving their fore and hind legs quickly, they reclaim the site. The spiders continue on their way into the house and penetrate into an important furniture collection of the XX century designed, among others, by George Nakashima, Luis Barragan, Lina Bo Bardi, Sérgio Rodrigues, Joaquim Tenreiro and José Zanine Caldas. The spiders become lost in the upholstered chair. The inhabitants arrive by boat: the entrance to the house, already protected by the slab, after stepping on the sand, is via a metallic bridge positioned over a crystal-lined reflecting pool. The bridge leads to stairs connecting to the lower volume. This volume contains part of the program of the house: living room, kitchen and service area. The continual internal area has a 27-meter span and huge glass windows allow for the view, the sea. The same entrance stairs lead to the upper volume which lodges the bedrooms. In the front part of the house, retractile panels of eucalyptus sticks protect the bedrooms from the sun. The spaces that face the mountain have small internal patios with zenithal lighting and the use of exposed reinforced concrete grants a striking texture to the walls. The entire top of the house is covered with terraces, observatories for the inhabitants, for the poisonous spiders, or garden for the sculptures and for the medicinal plants and edible herbs.


Nelle pagine di apertura, vista notturna della facciata principale che si apre sulla spiaggia. Nella pagina a fianco, particolare della piscina. A sinistra, sezioni trasversali e prospetto principale.

Opening pages, night-time view of the main facade opening onto the beach. Opposite page, detail of the swimming pool. Left, cross sections and main elevation.

In basso, pianta del primo piano. A sinistra, dal basso, piante del piano terra, del secondo e del terzo piano.

Bottom, first floor plan. Left, from bottom, plans of the ground floor, second floor and third floor.

1. Ingresso/Main entrance 2. Piscina/Reflecting pool 3. Sauna 4. Palestra/Gym 5. Magazzino/Storage 6. Lavanderia/Laundry 7. Barbecue 8. Patio 9. Terrazza/Terrace

277 l’ARCA 77


Sopra, lo spazio di ingresso e, sotto, il patio vetrato che collega i due volumi paralleli e sovrapposti della villa.

Above, entrance space and, below, the glass patio connecting together the house’s two parallel, overlapping structures.


Sopra, il soggiorno con la grande vetrata aperta sulla spiaggia. Sotto, la cucina che si affaccia su un piccolo patio sul fronte posteriore della villa, addossato alla montagna.

Above, lounge showing the large glass window opening onto the beach. Below, the kitchen facing onto a small patio at the rear of the house, resting against the mountainside.



NOMURA 24 HOUSE IN TAKARAZUKA, HYOGO PREFECTURE, JAPAN Antonino Cardillo with Yukinori Nagao

Questa casa di media grandezza su due livelli è stata realizzata su un lotto di terreno trapezoidale in cima a una collina a Takarazuka, un quartiere periferico di Hyogo, affacciata sulla baia di Osaka. L’edificio è caratterizzato da una struttura di legno, pareti bianche e da una copertura a falde. L’area notte è organizzata al piano terra – con tre camere da letto con bagno e un atrio di ingresso (genkan) – mentre l’area giorno è al primo piano – bagno, cucina, patio, sala da pranzo, salotto e una stanza giapponese (washitsu). Dal punto di vista formale, in pianta, i due lati più lunghi, non paralleli, del lotto definiscono due sistemi ad angolo retto che si congiungono sul terzo lato, verso la strada, definendo, in facciata, una configurazione sfaccettata di grande effetto. Le diverse inclinazioni di questa superficie sfaccettata mutano l’intensità della luce a seconda dell’incidenza dei raggi del sole. All’interno, al primo piano, il grande salone poligonale a sette lati possiede la qualità inesatta di alcune piazze medievali italiane, sui cui lati, le aperture – ora finestre, ora porte – descrivono molteplici direzioni di percorso e di apparenza. L’irregolarità della geometria, perciò, cristallizza nella forma una volontà di dialogo tra le parti che compongono il tutto: la cucina, la stanza giapponese e la finestra affacciata sulla baia, messa di scorcio per evitare un’esposizione diretta sulla strada dell’ambiente interno. In fine, nella parte posteriore della casa, lo spazio stretto tra la cucina e la stanza giapponese forma un piccolo cortile: dalle finestre sui suoi lati le diagonali dei raggi del sole si raccolgono sul pavimento tatami della stanza giapponese e riverberano tonalità azzurrine nello spazio della cucina. Queste due stanze si aprono sul salone attraverso due porte tagliate nel profilo bianco di un’alta parete. Questi ambienti appaiono come grotte razionalizzate fatte di luce indipendente e si confrontano con il grande salone poligonale: scure e azzurre al mattino, chiare e calde nel pomeriggio.

This medium size house on two levels has been built on a trapezoidal plot on top of a hill in Takarazuka, a suburb in the district of Hyogo, overlooking Osaka bay. Wooden structure, whitewashed walls and sloping pitched roof characterize the building. The sleeping area is organized on the ground floor – three bedrooms with bathroom and entrance hall (genkan) – and living area is on the first floor – wc, kitchen, patio, dining area, sitting room and Japanese room (washitsu). Formally, in plan, the two longer, non-parallel sides of the plot define two right-angled systems which find their formal connection on the third side, on the road, defining in elevation an incisive, faceted shape. Its diverse surfaces mutate the intensity of the light according to the incidence of the sun. Inside, on the first floor, a large polygonal living room with seven sides possesses the inexact quality of certain medieval Italian piazzas, on whose sides the openings – now windows, now doorways – describe multiple directions of aspect and travel. The irregularity of the geometry, therefore, crystallises in the shape a willingness for dialogue among the parts which make up the whole: kitchen, Japanese room and window over the bay, foreshortened to avoid direct exposure of the interior to the road. Finally, at the rear, the narrow space created between the kitchen and the Japanese room picks out a small patio, whose windowed sides gather the afternoon diagonals of the sun on the tatami flooring of the Japanese room and reverberating blues inside the kitchen cavity. These two rooms give onto the living room through two low doorways cut into the white sketch of a high wall. Almost rationalised grottoes, these rooms made of independent light engage with the large polygonal room: dark and azure in the morning, light and warm in the afternoon. 277 l’ARCA 81


Credits Project: Antonino Cardillo with Yukinori Nagao Interior coordinator: Ayumi Taniguchi Site supervisor: Takeshi Suenaga Coordinator and interpreter: Luca Balestra Client and general contractor: Nomura Koumuten

82 l’ARCA 277

Nelle pagine precedenti, vista dell’esterno della Nomura House, realizzata in cima alla collina Takarazuka affacciata sulla baia di Osaka e pianta del piano terra, dove sono distribuiti l’atrio di ingresso e tre camere da letto. A destra, assonometria dell’edificio, che occupa un lotto poligonale irregolare. Sopra e nella pagina a fianco, viste degli ambienti interni, caratterizzati dall’uso del legno per i pavimenti e di intonaco bianco per le pareti, rese vibranti e sempre mutevoli dai diversi tagli di luce che penetrano dalle molte finestre orientate ad angoli differenti per godere delle migliori viste sulla baia.

Previous pages, view of the outside of Nomura House built on top of Takarazuka hill overlooking Osaka Bay, and its ground-floor plan showing the entrance lobby and three bedrooms. Right, axonometry of the building constructed on an irregular polygonal-shaped plot of land. Above and opposite page, views of the interiors featuring plenty of use of wood for the floors and white plaster for the walls, enlivened and made to vary constantly by the various cuts of light flowing in through the various windows set at different angles to provide the best possible views across the bay.



LINEAR HOUSE IN SALT SPRING ISLAND, BRITISH COLUMBIA Patkau Architects


James Dow


La Linear House si trova in un terreno agricolo di sedici acri sulla Salt Spring Island, un’isola nello Stretto di Georgia tra Vancouver Island e e la terraferma della British Columbia in Canada. La proprietà è tagliata da est a ovest da un lungo filare di vecchi pini Douglas. Sull’asse nord-sud il terreno è attraversato da un dolce declivio. La zona meridionale è occupata da un orto; quella settentrionale da un campo di fieno. I vecchi pini Douglas con le loro venature e con i segni lasciati dal tempo formano una trama che attira l’attenzione e fa riflettere sulla loro lunga esistenza. Hanno una sorta di cuore antico. L’istinto di posizionare la nuova casa accanto a questa venerabile presenza è stato allo stesso tempo intuitivo e immediato. La nuova casa si inserisce nello stretto spazio tra gli alberi a nord e l’orto a sud, allungandosi per 91 metri in una linea diritta a sud del filare. Un lato della casa è rivolto verso gli alberi e, oltre questi, verso l’acqua; sul lato opposto, un percorso coperto delimita l’orto a frutteto adiacente. Questo orto è stato reso più regolare piantando nuovi alberi da frutto così che risulti più chiara la giustapposizione tra il paesaggio “culturale” degli alberi da frutto e quello dei pini indigeni. Dall’esterno non si percepisce mai l’intera estensione della casa. Essa appare piuttosto come una figura furtiva che scorre tra gli schermi di alberi su entrambi i suoi lati. In un punto in cui, su entrambi i lati, gli alberi si diradano leggermente, la lunghezza della casa si divide in un corpo principale e in uno destinato agli ospiti collegati da un passaggio coperto. Gli elementi esterni della casa (pareti, soffitti, parapetti, e “alette”) sono rivestiti da pannelli di fibra di cemento color carbone, il che fa sì che la casa risulti quasi invisibile sullo sfondo dello scuro fogliame dei pini. Gli interni sono invece definiti da un luminoso rivestimento di pannelli acrilici semi-trasparenti. Oltre quaranta pannelli acrilici costituiscono lucernari, sia fissi sia manovrabili, che convogliano la luce naturale dal tetto sulle pareti interne facendole brillare con un bagliore soffuso e irregolare. Di notte, le luci fluorescenti montate sui lucernari trasformano l’intero ambiente interno in un campo luminoso. Tutte le aree di questo ambiente luminoso sono suddivise e definite dall’inserimento di “caminetti” di cemento e da “cabine” di legno che fungono da spazi di servizio. Ampie aperture vetrate che si estendono fino a 25 metri e le tettoie aggettanti 9 metri alle due estremità della copertura sono sostenute da una coppia di travi di legno spesse due metri su ciascun lato lungo della facciata. Anche i numerosi pannelli scorrevoli di alluminio e vetro sono appesi a queste travi. I pannelli sono completamente apribili durante il lungo periodo di clima favorevole di cui gode Salt Spring Island, così che la casa può essere trasformata in padiglione all’aperto, più un riparo che una casa vera e propria. 86 l’ARCA 277

Linear House is located on a sixteen acre farm on Salt Spring Island, an island in the Strait of Georgia between Vancouver Island and the mainland of British Columbia, Canada. The property is bisected from east to west by a long row of mature Douglas fir trees. There is a gentle slope falling across the site from south to north. The south half of the site contains an orchard; the north half a hay field. The Douglas fir trees are textural, old, torn and windswept. They hold your attention and make you realize duration, existence over many years. They have a kind of old heart. The impulse to site the new house along and next to this venerable presence was both intuitive and immediate. The new house slips into the narrow space between the line of fir trees to the north and orchard to the south. It extends 91 metres in a straight line along the south side of the fir trees. One side of the house faces the line of fir trees and water view beyond, on the opposite side a continuous covered walkway edges the adjacent fruit orchard. The orchard has been made more regular with additional fruit trees so that the clarity of the juxtaposition between the cultural landscape of fruit trees and the line of native fir trees is reinforced. The full extent of the house is never directly experienced from the exterior. That experience is of a dark stealth-like figure sliding in and out behind the screens of trees on either side. At a parting of the trees on either side the length of the house is subdivided into a principal dwelling and guest quarters by a breezeway. The exterior rain screen of the house (walls, soffits, parapets, and “fins”) is clad in charcoal-coloured fibre-cement panels which render the house almost invisible when seen against the dark green foliage of the firs. Interiors are described by a luminous inner lining made of translucent acrylic panels. Over forty fixed and operable acrylic skylights bring sunlight into the roof and wall assemblies during the day causing the interior liner to glow softly and irregularly. At night, fluorescent lights mounted within the skylight openings turn the entire interior into a luminous field. Areas within this overall luminous surround are subdivided and defined by the insertion of reinforced concrete fireplace masses and wood cabinet-like service spaces. Large glazed openings extending up to 25 metres and 9-metre cantilevered roof canopies at either end of the house are supported by a pair of 2 metres deep composite wood beams on each long building face. The numerous top hung sliding aluminum glazed door panels are suspended from these beams. Panels are fully retractable so that during the prolonged fair weather of Salt Spring Island the house can be transformed into an open-air pavilion, more shelter than “proper” house.


La casa si inserisce nello stretto spazio tra un filare di vecchi pini Douglas a nord e un orto a sud, allungandosi per 91 metri in una linea diritta a sud del filare. Le facciate, dotate di pannelli di alluminio scorrevoli completamente apribili, presentano ampie aperture vetrate che si estendono fino a 25 metri e sono concluse alle due estremitĂ da tettoie aggettanti 9 metri dalla copertura.

The house slots into the narrow space between a row of old Douglas pine trees to the north and an allotment to the south, extending in a straight line to the south of the trees over a distance of 91 metres. The facades, fitted with sliding aluminium panels that fully open, has wide glazed apertures extending up to 25 meters and terminating at their ends in canopies overhanging the roof by 9 metres.

Credits Project: Patkau Architects Project Team: Greg Boothroyd, Christina Gray, Steffen Knab, Hiro Kurozumi, Renee Martin, John Patkau, Patricia Patkau, Peter Suter

Structural Consultant: Read Jones Christoffersen Ltd. Contractor: G.Speed Construction Ltd. Envelope: Spratt Emanuel Engineering Ltd. Client: Private

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Nella pagina a fianco, sezioni, pianta del piano terra, pianta del soffitto del piano terra e pianta della copertura. Sopra, diagrammi per lo studio dell’area di intervento. A destra, particolare costruttivo.

Opposite page, sections, ground floor plan, plan of the ground floor ceiling, and roof plan. Above, diagrams studying the project area. Right, construction detail.

1. Membrana di copertura/Membrane roof 2. Pannello cemento/Cement board panel 3. Aletta cemento/Cement board fin 4. Porte scorrevoli appese di alluminio e doppi vetri/ Top hung double glazed aluminium sliding doors 5. Pavimento di legno duro lamellare/Laminated hardwood floor 6. Strato di cemento con sistema di riscaldamento radiante integrato/ Concrete topping with cast-in radiant heating 7. Apparecchio illuminante fluorescente/Compact fluorescent light fixture 8. Cupola acrilica del lucernario mobile prefabbricato/ Removable pre-manufactured acrylic dome skylight 9. Pannello di cemento soffitto/Cement board panel soffit 10. Doppio pannello acrilico traslucido/ Translucent double skin acrylic panel

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Gli interni sono caratterizzati da finiture e arredi integrati in legno chiaro e da un luminoso rivestimento di pannelli acrilici semi-trasparenti. Le ampie porzioni vetrate consentono una completa integrazione con l’ambiente esterno.

The interiors have integrated clear-wood furniture and finishes and a brightly-lit coating of semitransparent acrylic panels. Wide glass section allow it to be fully integrated in the outside environment.


INTERNI TECNOLOGICI VILLA F IN VIENNA Najjar-Najjar Architekten

Manfredi Seidl

Un giovane imprenditore di successo nel campo dell’IT ha commissionato agli architetti il progetto della sua villa a Vienna, costruita agli inizi degli anni Ottanta. Poiché l’imprenditore lavora spesso a casa e incontra lì i suoi clienti, i progettisti hanno colto il suo desiderio di avere una casa di rappresentanza e hanno proposto un progetto che presenta la sua rimarcata preferenza per le tecnologie più avanzate integrate in un design raffinato. Il progetto degli interni, inoltre, risponde alla passione del proprietario per le Lamborghini e per i Mac. Il concetto spaziale di base è stato di eliminare le pareti per lasciar fluire gli arredi fatti su misura in un ambiente aperto, collegando la zona di lavoro con il salone, col bar e con la cucina (rivestita in pietra). Vari congegni tecnologici, come gli schermi, sono integrati nel sistema di arredo possono uscire ed essere girati a piacimento con un solo click del mouse del computer. Pavimento, pareti e soffitto sono unificati dall’uso di un unico materiale, il “corian”. Un enorme acquario, con raffinate grafiche generate dal computer, determina col suo colore blu una macchia di contrasto con l’ambiente tutto bianco. Sistemi di luci a LED e di diffusione del suono sono anch’essi regolabili tramite il computer e fondono il mondo digitale con l’ambiente fisico della villa.

A young successful IT entrepreneur commissioned the architects to design the interior of his villa in Vienna that was built in the early 1980s. Since the entrepreneur often works at home and meets his clients there, the architect took his desire for representation and proposed a design that features his marked preference for cutting edge technologies packed in high-end designs. Their proposal was an interior design that is affiliated to the client’s fondness for Lamborghini and Macs. The spatial concept was to break up walls and letting customized furniture flowing through the open space, connecting his working space with a lounge area, again with a bar and a stone clad kitchen. Many technical devices, such as screens are integrated in the furniture popping and turning out just by clicking the mouse of the notebook. Floor, wall and ceiling are unified with the same material, “corian”. A huge aquarium with a delicately generated computer graphics marks a blue contrast in the white spaces. LED lighting and sound systems are controlled from the computer, merging the digital world with the physical interior environment.



Credits Project: Najjar-Najjar Architekten Design Team: Mag. Conrad Kroenke, Ali Shehabi, Brandner Sebastian Structural Engineers: Karl Hainz Hollinsky

M&E Consultant: TAS Kainberger Main Contractor: Friedrich Schaffer Chiselers: Gadocha, Bisazza Österreich, Christian Kaltenhauser, Breitwieser Stein (Josef landauf)

Façade: Glas Meinhart Carpenters: Edelstahl Mischek/ Kaltenbrunner, Rainer Schoderböck/ Krumböck, Thomas Donninger, Sevcik, Rosskopf

und Partner/ Janine Hofmann, Fritz Lechner Furniture: Stefan Schmid (IPE Schmid) Light: XaL Floors: FA. Macer,

Matthaus, Gerhard Hassler Plumber: Josef Berndl Electrician: Riegler (Robert Riegler Jun) Aquarium: Aquarium Wien, Aquamare

Wooden Floor: Rene Sedlak (Wohngesund) Air Conditioning: PS-Klima, Universal Kühlung Sauna: Kafs Mosaic: Trend

Fireplace: Fessler Dry Construction: Zbigniew Prokopiuk KEG Doors: Nöstler


Nelle pagine di apertura, pianta del piano terra, che affaccia sul giardino e pianta del piano superiore della Villa F a Vienna, che si sviluppa su una superficie di circa 400 mq, e vista del sistema

di arredo integrato di corian. Nella zona ufficio e soggiorno, le superfici bianche di corian sono attraversate da un grande acquario con raffinate grafiche generate al computer.

Opening pages, plan of the ground floor overlooking the garden and plan of the upper floor of Villa F in Vienna, which extends over an area of approximately 400 m², and a view of the integrated

furnishing system made of Corian steel. The office and lounge area, whose white Corian surfaces have a large aquarium running across them featuring elegant computer-generated graphics.


La camera da letto al primo piano è dotata di ampie porzioni vetrate che consentono viste panoramiche sulla città .

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The first-floor bedroom is fitted with wide sections of glass to allow panoramic views across the city.


Sopra, la zona ufficio. Sotto, particolare dello schermo integrato nel bordo del letto, in posizione aperta. Il concetto spaziale di base è stato di eliminare le pareti

per lasciar fluire gli arredi fatti su misura in un ambiente aperto, collegando la zona di lavoro con il salone, col bar e con la cucina. Vari congegni tecnologici,

come gli schermi, sono integrati nel sistema di arredo e possono uscire ed essere girati a piacimento con un solo click del mouse del computer.

Above, office area. Below, detail of the screen incorporated in the edge of the bed when open. The basic spatial concept was to get rid of the walls so that the custom-designed

furniture could flow across an open environment, also connecting the work area to the lounge with its own bar and kitchen. Various technological

A sinistra, particolare del box doccia e del disimpegno tra piano terra e primo piano. Sistemi di luci a LED e di diffusione del suono sono anch’essi regolabili tramite il computer e fondono il mondo digitale con l’ambiente fisico della villa.

gadgets, such as screens, were incorporated in the furnishing system and can be removed and turned around at will with just a click of the computer mouse.

Left, detail of the shower unit and landing area between the ground and first floors. LED lighting and sound diffusion systems can also be controlled by computer and blend the digital world into the villa’s physical setting.

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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Nuovo rifugio urbano Living Roof Progetto: NAU Il Living Roof offre l’essenza della città. Condensa tutte le esigenze della vita quotidiana in una capsula compatta e autosufficiente. NAU (http://arch.nau.coop) hanno immaginato il Living Roof come un attico privato mobile per ricchi ed eco-consapevoli – potrebbe essere affittato ad amici, usato in vacanza, o come un rifugio personale in città. Il Living Roof cattura l'energia del sole attraverso una serie di pannelli fotovoltaici e la immagazzina in una batteria a celle. Piccole turbine eoliche a ogni estremità contribuiscono a ventilare l'interno e a generare energia elettrica, inoltre servono per convogliare l’acqua piovana, che viene raccolta e purificata per uso bagno e potabile. Con la semplice pressione di un pulsante, un anello esterno ruota e gli interni si tramutano da una zona notte in ufficio. Può essere anche utilizzato come albergo, in forma di suite individuali diffuse in tutta la città. Questi alloggi possono essere ubicati nei quartieri più ambiti della città, ed essere spostati ogni due anni. Lusso, stile ed ecologia sono le caratteristiche che distinguono il Living Roof, un nuovo rifugio urbano. The Living Roof offers the essence of the city. It condenses all daily life’s needs into a compact and self-sustaining capsule. NAU (http://arch.nau.coop) imagined the Living Roof as a private, mobile penthouse for the wealthy and eco-conscious – it could be rented to friends, used on vacations, or set up as a retreat in their own cities. The Living Roof pod home captures the sun’s energy using a series of photovoltaic panels and stores it in battery cells. Tiny wind turbines at each end ventilate the interior while generating electricity, and they also help funnel rain water, which is collected and purified for bathing and drinking use. With the touch of a button, an outer ring rotates and the interior switches from a sleeping area to an office. It can be used as a hotel too, as individual suites spread throughout the city. These lodgings could be located in the most sought-after quarters of the city, with locations changing every two years. Luxury, style and ecology are effortlessly provided in the Living Roof, a new urban retreat.

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Sede Euronews In Lyon Progetto: Jakob + MacFarlane Con una trina metallica verde brillante, la nuova sede di Euronews, il cui cantiere è appena iniziato, si inserisce sulla punta della Confluenza a Lione, allineata all’edificio delle Saline riconvertito e gemellato al Cube Orange. L’edificio, firmato da Jakob & MacFarlane si inscrive nello stesso registro linguistico che caratterizza i giochi di interpenetrazione volumetrica della loro precedente realizzazione. Composto da una geometria semplice e regolare, il nuovo volume, rivestito da una pelle forata in alluminio verde luminoso, è scavata nel suo spessore da due forme coniche che liberano dei vuoti spettacolari in seno alla massa costruita. Queste perforazioni si inseriscono nel centro dell’edificio per aprirsi ampiamente sulla facciata verso il fiume e lasciare filtrare la luce durante le ore del giorno e le stagioni. Attorno a questi vuoti, si organizzano i piani degli uffici distribuiti da due blocchi di circolazione verticale disposti da una parte e dall’altra. Con una superficie di circa 10.000 metri quadrati suddivisi su 6 livelli, la nuova sede di Euronews accoglierà gli 800 collaboratori attivi rispondendo al bisogno di spazi supplementari che lo sviluppo di questi ultimi anni ha reso necessari. L’edificio sarà consegnato nel IV trimestre del 2013 e nei sei mesi successivi sarà completato l’allestimento degli spazi interni e delle attrezzature tecniche. La rete televisiva potrà trasferirsi definitivamente nei nuovi uffici nel 2014. In questo nuovo quartiere Euronews potrà quindi raggiungere le altre società internazionali quali GL Events e i giornali Le Progrès e Espace Group.

With its meshed, bright green metallic sheen, the new Euronews headquarters – on which works have just begun – will soon rise in the Confluence District of Lyon, in line with the Saline building which was converted and twinned with the Cube Orange. The building, designed by Jakob & MacFarlane, replays the same sort of volumetric interpenetration of the architects’ former work. With a simple, regular geometry, the new building, clad in perforated luminous green aluminum, is hollowed out by two cone shaped volumes that reveal spectacular empty spaces within the built mass. These perforations cut through the middle of the building and then flare open on the façade facing the river, letting daylight through in every season. The office floors are laid out around both sides of these empty spaces. With a surface area of about 10,000 square meters divided into 6 stories, the new Euronews headquarters will host 800 employees, thus meeting the demand for extra space that the news channel’s development has made necessary in the past few years. The building will be completed in the last quarter of 2013, and in the following 6 months works on the interior areas and technical systems will be terminated, as well. The new channel will then move to its new offices in 2014. Therefore, in this new district, Euronews will join other international companies such as GL Events and the newspapers Le Progrès and Espace Group.

Project: Jakob + MacFarlane Client: Euronews Investors: Euronews, VNF, Caisse des Dépôts Promoter: Cardinal

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Golf & Spa Resort In Valgeranna, Parnu Estonia Progetto: Paolo Bodega Architettura L'area di sviluppo, situata a Valgeranna, 8 Km a ovest da Parnu, è di 11 ettari e ha una superficie lorda edificabile di 35.000 mq. Di questa superficie parte è dedicata a strutture ricettive (alberghi e residence) per un totale di circa 400 stanze e appartamenti. La superficie rimanente ospiterà altri servizi: Spa e centri benessere, strutture mediche e per la salute, water park, piscine, ristoranti, casinò e strutture per il tempo libero, gallerie di negozi, centri per conferenze oltre a spazi sportivi interni ed esterni. Il concept del resort si basa su tre caratteristiche peculiari appartenenti all'area di progetto e al suo contesto (Parnu): l'acqua marina che ha proprietà terapeutiche (talassoterapia), la spiaggia e il golf. Il progetto è dedicato a un target di tipo medioalto: famiglie con bambini, senior, pensionati, persone con problemi di salute interessate a trattamenti medici termali e che richiedono lunga permanenza, ma anche coppie, prevalentemente giovani, interessate all'intrattenimento, al benessere e allo sport, turisti appassionati di golf, ecc. Lo straordinario scenario naturale e le condizioni climatologiche hanno suggerito le linee guida per un approccio progettuale corretto. La tipica struttura “Resort” qui si scontra con la necessità di essere utilizzata 365 giorni all’anno con temperature che variano dai meno 15 ai più 25 gradi. L’idea quindi è quella da una parte di

Credits Project: Paolo Bodega Architettura Landscaping: Lab 0.1 Sustainability: Luca Castelli Design Team:

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Paolo Bodega, Chiara Longoni, Marco Mandelli, Roberto Songini, Takamasa Sugiura Client: Estonia Project

ricreare un paesaggio artificiale vivibile nonostante le condizioni climatiche e dall’altra utilizzare il genius loci per catturare le straordinarie qualità ambientali. Una struttura quindi che nasce dalla natura, entra in simbiosi con essa, ne assorbe i materiali, le dimensioni, la grana, i colori e cresce all’interno di essa dando forma a leggere volumetrie dove non esiste il confine tra artificiale e naturale. Le business unit che compongono il resort sono autonome e interdipendenti tra di loro ma sono funzionalmente collegate da un percorso circonferenziale e radiale, climatizzato, che unisce tutte le attività. Il percorso anulare si trasforma poi in radiale, distendendosi come percorso aereo dalle aree più vive a quelle più silenti e sensoriali del benessere sino a spingersi attraverso il bosco, la laguna, la spiaggia e il mare. Gli edifici sono generati da geometrie aggregative che prendono ispirazione dalle texture dei materiali naturali presenti in sito. La griglia esagonale delle residenze permette grande fluidità nella gestione spaziale compositiva e nello stesso tempo rigore geometrico con vantaggi di tipo costruttivo anche utilizzando tecnologie prefabbricate. Gli involucri sono costituiti da materiali e colori che ben si integrano con il paesaggio naturale garantendo da una parte una grande permeabilità prospettica e dall’altra, mediante le ampie specchiature, coinvolgimenti visivi.


The area for the development of the project is located in Valgeranna, 8 km west of Pärnu; it is an 11-hectare surface area, 35,000-sq-m of which is building land. Part of this area is devoted to accommodation (hotels and apartment complexes), for a total of approximately 400 rooms and apartments. The remaining space is to host other facilities: Spas and wellness centers, health services, water parks, swimming pools, restaurants, casinos and free time facilities, shopping arcades, conference centers, as well as indoor and outdoor sports facilities. The concept – that of a resort – is based on three characteristics that are peculiar to the project area and its setting: seawater, which has therapeutic properties (thalassotherapy), the beach, and golf. The project was conceived for the upper-middle and upper classes: families with children, senior citizens, retirees, people with health problems who are interested in medical thermal treatment and require a long stay, but also couples (mainly young) who are attracted by entertainment, wellbeing and sport, as well as golf-loving tourists, etc. The striking natural scenery and climate offered the guidelines for the right approach to the project. Here, the typical “Resort” structure faces the problem of having to be used 365 days a year, in temperatures that range from -15 to +25°C. Thus, on one side the aim is to recreate a livable artificial landscape despite the unfavorable

climate, and on the other to make use of the area’s special features to capture its exceptional environmental qualities. Therefore, the complex rises from nature, finds symbiosis with its natural surroundings, absorbing nature’s materials, dimensions, texture and hues. The architectural work grows within nature, giving shape to light volumes where there are no borders between the artificial and natural world. The business units making up the resort are both independent and interdependent among themselves. They are connected via a circumferential, radial, HVAC route that links all activities. The ring-like route then becomes radial, opening up vertically from the livelier to the quieter wellness areas, which impinge upon the senses and then move further into the woods, the lagoon, the beach, and the sea. The buildings are generated from aggregate geometries that draw inspiration from the textures of the natural materials to be found on the site. The hexagonal layout of the apartment complexes allows for great fluidity in space management and at the same time makes use of a geometric rigor which is advantageous during the building process as it also includes the use of prefab technology. The building shells are made of materials and colors that fit in well with the natural landscape, offering great permeability as well as an agreeable visual ensemble thanks to the broad mirrored surfaces.

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Bioluminescenza Bio-glowing Devices Eduardo Mayoral (Doctorate), Carlos Tapia (Supervisor) ETSAS Seville University/GSAPP Columbia University Questo progetto, che ha ricevuto il 3° premio “Next Generation” degli Holcim Awards Europe, cerca di progettare e fabbricare sistemi illuminanti che non consumano energia attraverso la manipolazione di popolazioni di micro-organismi bioluminescenti. Per raggiungere tale obiettivo, sono state testate due specie. La prima è un tipo di batterio che si illumina naturalmente al buio: il Vibrio Fischeri. Il secondo è una sorta di alga monocellulare che si illumina quando è eccitata dal movimento: la Pyrocystis Fusiformis. A seconda dei risultati ottenuti, vengono progettate diverse geometrie specifiche per ospitare queste popolazioni e ottenere i risultati migliori in termini sia di design che di resa luminosa. I sistemi ottenuti possono essere usati per l’illuminazione di ambienti naturali, parchi pubblici, cartelloni pubblicitari, schermi, lampioni stradali, segnaletica eccetera. Oggigiorno, la rivoluzione di maggior rilievo che sta ridefinendo la nostra vita è legata al campo della biotecnologia e della biologia sintetica. Questa proposta cerca di rivedere la relazione tra architettura ed ecologia sfruttando questo settore. L’architettura sostenibile non è fatta solo di pannelli solari e turbine eoliche. Se vogliamo realmente dare un’alternativa alla progettazione e ai mezzi di produzione attuali basati sul consumo di risorse naturali e sulla produzione di scorie, dobbiamo spingerci più in profondità. Questa ricerca intraprende il percorso della biologia sintetica applicata al progetto architettonico e sfrutta forme viventi di intelligenza. Lo fa con un approccio diretto che non richiede conoscenze molto sofisticate, ma che è veramente efficace e innovativo. I sistemi illuminanti sono progettati usando organismi viventi, che non danneggiano l’ambiente e le altre comunità di animali e piante. Ciò contribuisce a creare uno scenario generale migliore, incluso quello umano. Riguardo alle istanze etiche, il sistema è perfettamente positivo poiché nessun essere senziente è danneggiato, non viene emesso alcun inquinamento e non vengono rilasciati rifiuti nell’ambiente. Questi organismi non producono neppure alcun impatto visivo, a parte l’essere luminescenti. La proposta sfrutta l’intelligenza di organismi viventi e il capitale naturale senza trasformali in qualcosa di artificiale. Riorganizza questa intelligenza in una forma più sofisticata di capitale naturale in grado di svolgere il compito richiesto (illuminare) senza consumare altre forme di energia come l’elettricità. Seppure è vero che questi micro-organismi non illuminano quanto le luci artificiali, tuttavia possono essere usati per vari tipi di ambienti. Al momento la proposta è a un livello iniziale di sviluppo e quindi non ancora efficiente. Tuttavia, è solo questione di tempo l’arrivare a comprendere le migliori condizioni in cui i batteri e le alghe possono crescere e illuminarsi al meglio e dunque per ottenere un sistema di illuminazione potente ed economico. Il sistema, in ogni caso, potrà funzionare solo in ambienti con condizioni non estreme, cioè temperature né troppo basse né troppo alte, perché altrimenti i micro-organismi non possono sopravvivere. L’estetica dipenderà dal progetto dei prototipi formali. Il sistema è perfetto per illuminare ambienti naturali dove non è richiesta una grande quantità di luce. Per quanto attiene alle città, potrebbero essere utilizzati per illuminare spazi particolari senza consumare elettricità.

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This project, which received the “Next Generation” 3rd prize Europe of the Holcim Awards, seeks to design and fabricate glowing devices that do not consume electricity through the manipulation of bioluminescent populations of micro-organisms. To achieve this goal, two different species are tested. The first one is a kind of bacteria that naturally glows in the dark: Vibrio Fischeri. The second one, a sort of unicellular alga that also glows when it is excited by movement: Pyrocystis Fusiformis. Depending on the results obtained, different geometries are specifically designed to host these populations and get the best results both in terms of design and lighting. The devices obtained can be used for public ambient lighting, natural park illumination, billboards and screens, highway posts and signs, and many other uses. Nowadays the most relevant revolution that is redefining life and the way we live occurs in the field of biotechnology and synthetic biology. This proposal seeks to revisit the relationship between architecture and ecology going through this field. Sustainable architecture is not only about solar panels and windmills. If we want to really draw an alternative to current design and production means based on the consumption of natural resources and the production of waste, we have to go deeper. This research explores the path of synthetic biology in the realm of architectural design and takes advantage of living forms of intelligence. It does so from a very direct approach that does not require very sophisticated knowledge, but it is truly effective and innovative. The glowing devices are designed using living entities, which means they do not hurt the environment or other communities like plants or animals. That helps to create a better overall scenario where humans are included. Regarding ethical issues, it is perfectly fine since no sentient beings are damaged and no pollution is emitted or waste released to the environment. These organisms do not produce any visual impact besides the fact that they glow. This proposal takes advantage of living intelligence and natural capital without transforming it into an artificial one. It reorganizes this living intelligence into a more sophisticated form of natural capital that performs the features demanded (lighting) without consuming other forms of energy such as electricity. It is true though that these micro-organisms do not glow as much as some artificial lights, but they can be used in a wide range of scenarios. Right now the proposal is at a very basic level of development so it is not 100% efficient. However it is just a matter of time to get to know the best conditions for the bacteria and the algae to grow, and in which conditions do they glow better, to really achieve a very powerful economic lighting system. However it is absolutely compatible with the environment unless the ambient conditions are extreme, meaning very high or low temperatures. In that case, the micro-organisms would die. The aesthetics really depend on the device or the formal prototype designed. The system is perfect to illuminate natural environments since there is no need for a substantial amount of light there. When it comes to cities, it would be a significant advantage to illuminate certain spaces without consuming electricity.


Premi per la ceramica In Spain La giuria del Premio Tile of Spain for Architecture and Interior Design (www.premiosceramica.com), presieduta da Benedetta Tagliabue, lo scorso novembre a Castellón ha deciso i vincitori della decima edizione. La giuria ha assegnato il primo premio nella categoria "architettura" a Estudio COR (Rodenas e Jesús Miguel Olivares) per il progetto "MUCA. Auditorium e Centro per la Musica "(1) ad Algueña, Alicante. La giuria ha valutato l’uso intelligente delle limitate risorse economiche disponibili e la capacità espressiva delle piastrelle di ceramica iridescente, che offrono un aspetto mutevole a seconda delle condizioni di luce, e si fondono con l'edificio esistente e la cava vicina. Nella categoria “interior design”, il primo premio è stato assegnato al progetto “Casa Collage nel distretto Call di Girona" (2) di bosch.capdeferroarquitectures / Elisabet Capdeferro e Ramon Bosch. In questo caso, la giuria ha apprezzato l’uso poetico delle piastrelle di ceramica esistenti. Due menzioni speciali per la categoria “architettura”: all’“Auditorium Comunale di Teulada” (3) di Francisco Mangado e alla “UPI Gandía - Università Popolare Infantil” (4) di Paredes Pedrosa Arquitectos. Per il miglior Progetto di Laurea, la giuria ha assegnato il primo premio al progetto Mosaico. Terme, hotel e ristorante a Bath, in Inghilterra” (5) di Patricia Bouzas Pascual, studente presso la Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Madrid (ETSAM). La giuria ha infine assegnato una menzione al progetto di Toyo Ito per la “Stazione della Metro di Barcellona Fira 2 sulla Linea 9” (6) nella categoria interior design.

The jury of the Tile of Spain Awards for Architecture and Interior Design (www.premiosceramica.com), chaired by the architect Benedetta Tagliabue, last November in Castellón to decide on the winners of the tenth edition. The jury chose to award first prize in the “architecture category” to Estudio COR (Miguel Rodenas and Jesús Olivares) for the project “MUCA. Auditorium and Music Complex” (1) in Algueña, Alicante. The jury valued the intelligent use of the limited economic resources available and the expressive capacity of the iridescent ceramic tiling, which offers a different appearance with changing light conditions, and blends perfectly with the existing building and quarry. In the “interior design” category, first prize was awarded to the project “Casa Collage in Girona’s Call district” (2) by bosch.capdeferroarquitectures/Elisabet Capdeferro and Ramón Bosch. In this case the jury appreciated the poetic use of the existing ceramic tiles. The jury granted two special mentions in the architecture category, for the “Municipal Auditorium of Teulada” (3) by Francisco Mangado and the “UPI Gandía – Universidad Popular Infantil” (4) by Paredes Pedrosa Arquitectos. For the Best End of Degree Project, the jury agreed to award first prize to the project “Mosaic. Thermal baths, hotel and restaurant in Bath, England” (5) by Patricia Bouzas Pascual, a student at the Higher Technical School of Architecture in Madrid (ETSAM). The jury also awarded a distinction for the project “Metro Station Fira 2 on Line 9 in Barcellona” (6) by Toyo Ito in the interior design category.

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Gianni Arnaudo al Vitra Il Vitra Museum Design di Basilea ha acquisito per la propria Collezione Permanente un’opera di Gianni Arnaudo. L’opera è il quadro ideato in occasione della prima presentazione del tavolo/seduta Déjeuner sur l’arbre, realizzato in poliuretano espanso da Gufram nel 2005. L’ironia e la traslazione in un contesto diverso di un oggetto – l’arbre magique, noto deodorante per auto – sono un connotato di tutta la creazione artistica di Arnaudo, che, con il Déjeuner sur l’arbre, ha attuato, attraverso la sua macroscopicizzazione, la traslazione dello stesso dal comune quotidiano a “luogo evocativo di un immaginario collettivo”. L’opera, entrata nella Collezione Vitra, esplicita il processo di “dissacrazione” del quadro di Manet Déjeuner sur l’arbre (1862-1863), voluto da Arnaudo, da un lato attraverso il gioco di parole, che ha dato origine al nome del tavolo/seduta prodotto da Gufram, e dall’altro, mediante l’inserimento del medesimo nel contesto del celebre quadro del pittore impressionista. La dissacrazione però è, in realtà, un forte riconoscimento e l’attualizzazione di una forza eversiva che già il dipinto di Manet in sé possedeva, come i contemporanei del celebre pittore avevano ben percepito (e per questo l’opera di Manet era stata respinta dalla critica ufficiale di stampo accademico e relegata al “Salon des refusés” insieme ad altri impressionisti). Attraverso l’oggetto di design, nella collezione permanente del Centre Pompidou di Parigi, e il proprio quadro Déjeuner sur l’arbre, ora al Vitra Museum di Basilea, Arnaudo conferma in modo trasparente l’istinto irridente e dissacrante delle convenzioni e dei luoghi comuni, che appartengono alla sua storia artistica.

The Vitra Design Museum in Basel has purchased a work by Gianni Arnaudo for its Permanent Collection. Said work is a painting created by the artist on the occasion of the first presentation of the table/chair Déjeuner sur l’arbre , created in cold foamed polyurethane by Gufram in 2005. The irony and transfer of an object into a different context – the arbre magique, the well-known car air freshener – are a connotation of all of Arnaudo’s artistic creation. With his Déjeuner sur l’arbre, through his macroscoping, the artist has transferred his work from everyday life to a “suggestive place of collective imagination”.

The work, which is now part of the Vitra Collection, makes the “debunking” process in Manet’s painting Déjeuner sur l’arbre (1862–1863) clear. Arnaudo did this both through a play on words which gave the name to the table/chair produced by Gufram, and through the introduction of the work in the context of the impressionist painter’s famous painting. With the permanent collection at the Centre Pompidou in Paris and his painting Déjeuner sur l’arbre, now at the Vitra Museum in Basel, Arnaudo clearly confirms the mocking, debunking instinct of the commonplace which belongs to his art career through his objects of design.

277 l’ARCA 103


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