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Cesare Maria Casati

Il Museum

E’

curioso come l’atteggiamento italiano verso tutto ciò che in questo Paese funziona e crea prestigio internazionale ne esalti sempre i pochi difetti e metta in continua crisi i lati universalmente riconosciuti positivi. Credo che, tra le tante attività professionali e produttive che l’Italia ha realizzato e continua a esprimere ai livelli più alti, il cosiddetto “design” sia certamente una delle poche che ha prodotto e tuttora produce qualità intellettuale, innovazione e ricchezza. Finalmente, per la prima volta in Italia, la Triennale di Milano, una delle poche istituzioni milanesi dedicate alla valorizzazione della creatività contemporanea, ha aperto una sezione dedicata al design, sotto l’impegnativa denominazione di “Triennale Design Museum”. Essendo ospitato al primo piano dello storico e ormai prezioso reperto del Movimento Moderno firmato da Giovanni Muzio, per accedervi è stato creato un elegantissimo, leggero e sottile “ponte” che collega l’arrivo dello scalone d’onore al piano con la parete opposta, scavalcando orizzontalmente la grande scalea e frazionando inevitabilmente l’ampio volume vuoto voluto da Muzio proprio per sottolineare l’appartenenza dei due piani a un unico spazio. Mi viene la curiosità di chiedermi se in un palazzo più antico, e firmato magari da Bramante, la Sovrintendenza avrebbe concesso questo vulnus volumetrico. Comunque il ponte in questione è decisamente elegante, come lo è tutto l’allestimento generale del museo. “Elegante” non vuole essere un termine negativo, bensì di apprezzamento per quello che ormai costituisce lo stile milanese di allestire questi spazi con progetti di grandi architetti, e sicuramente De Lucchi ha lavorato con grande professionalità e impegno. Ma la sorpresa è il cosiddetto “Museum”, che non è un museo rappresentativo della realtà professionale e industriale dei prodotti italiani di grande qualità formale e culturale, ma una mostra temporanea, indubbiamente interessante, del design italiano visto da Andrea Branzi, determinata dalle sue personali convinzioni culturali, come potrebbe fare un artista o un letterato, che, come dichiara nel catalogo, “si interroga cosa sia il design italiano a partire dalle sue ossessioni, categorie culturali che spesso non corrispondono alle reali necessità del mercato ne a vincoli tecnologici” e così via. E’ esattamente il contrario di quanto in realtà il design italiano ha espresso in questo ultimo mezzo secolo. A partire dagli anni Cinquanta esso ha innovato l’aspetto, la funzionalità e l’ergonomicità del design di moltissimi prodotti industriali a partire dai trasporti, dai beni strumentali, dalla moda, dalla comunicazione visiva sino ai piccoli e grandi oggetti di arredo. La visione proposta in Triennale è in realtà una considerazione anti industriale oggi di moda, con rivalutazioni improprie delle immagini prodotte dal’arte Pop e dall’artigianato tradizionale, e con una forte strizzata d’occhi ai valori kitsch. Una rassegna parziale dedicata oltretutto solo all’abitare e ai suoi accessori, molto propedeutica al prossimo Salone del Mobile. E’ preoccupante pensare che questo bellissimo contenitore non abbia un comitato di studio o consultivo, e sia tutto affidato a un unico curatore, ossia Andrea Branzi, che è un grande docente e designer, che io stimo moltissimo, ma che dovrà caricarsi da solo della responsabilità di rappresentare il significato e il risultato del lavoro professionale che ha impegnato e impegna migliaia di designer e vede investimenti industriali pesantissimi in moltissimi settori (basti pensare all’automobile, alla moda e all’editoria). Ultimamente a Milano si legge quella sottile tendenza, tipica di una certa categoria borghese di progettisti, di deprimere la professione e la professionalità organizzata, perché ha scoperto che così si ottiene maggior consenso dalle committenze, purché nella stampa o nelle mostre si esprima con interessi antropologici e sociologici, più che di Architettura o di Design, con la A e la D maiuscole.

The Museum

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t is strange the way Italy always manages to highlight even the very few defects in all those things that function in this country and help enhance the nation's international prestige, thereby calling into question even those aspects universally acknowledged as being positive. I think that of all those professional-production operations which Italy has achieved and is continuing to express at the highest levels, so-called “design” is certainly one of the few which has already produced and is continuing to produce intellectual quality, innovation and wealth. At last, for the first time in history, the Milan triennial, one of the few Milanese institutions devoted to enhancing modern-day creativity, has opened up a special section dedicated to design under the very formal name of the “Triennale Design Museum”. Since it is hosted on the first floor of a historically precious relic of the Modern Movement designed by Giovanni Muzio, a very elegant, light and subtle bridge has been created to provide access, connecting the arrival of the grand stairway to the level with the opposing wall, horizontally crossing the monumental stairway and inevitably breaking up the large empty space Muzio deliberately designed to underline the fact that the two levels belong to one single space. I cannot help wondering whether the Superintendent’s Office would have allowed this structural vulnus in an older building, possibly bearing say Bramante’s signature. Nevertheless, the bridge in question is certainly elegant, as is the overall museum layout. “Elegant” is not meant in a negative sense here, but as an appreciation for what is now the distinctly Milanese way of refurbishing spaces like this through projects by leading architects, and De Lucci has certainly worked with great professionalism and dedication. But the surprising thing is that the so-called Museum, which does not display the professional and industrial state of the art of stylistically and culturally high standard Italian products, but is just a temporary exhibition (unquestionably interesting) of Italian design as seen by Andrea Branzi, representing his own personal cultural views (as any artist or a man of letters might do), who, as it says in the catalogue, “reflects on Italian design based on his own obsessions, cultural categories which often do not correspond to real market demands or to technological constraints” etc. This is exactly the opposite to what Italian design has actually achieved over the last heart century. Ever since the 1950s it has upgraded the appearance, functionality and ergonomic side of the design of many, many industrial products, ranging from transport to instrumental goods, fashion, visual communication and even small and large furnishing objects. The vision proposed at the Triennial is actually the kind of antiindustrial view currently in vogue, making inappropriate revisions of images driving from Pop Art and traditional craftsmanship and inevitably casting a cheeky eye at kitsch values. A partial review mainly devoted to just the home environment and its accessories, in some sense blazing a trail ready for the forthcoming furniture show. It is worrying to think that this delightful container has no study or consultation committee, and everything has been placed in the hands of one single curator or, in other words, Andrea Branzi, who is a great teacher and designer I hold in the highest esteem, but who should not be solely responsible for representing the significance and results of the professional labours (past and present) of thousands of designers, involving very heavy industrial investments in lots of different sectors (take, for instance, the car industry, fashion and publishing). Recently a subtle trend, typical of a certain bourgeois category of designers, has emerged in Milan, tending to downgrade the profession and organised professionalism, because it has discovered that this is the best way to win over clients, so that the press and exhibitions focus more on anthropological and sociological interests rather than on architecture or design with a capital “A” and “D”.

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The Aga Kahn Award

10th Edition, 30th Anniversary

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icorrenza importante nel 2007 per The Aga Kahn Award for Architecture: il trentennale del premio a cadenza triennale istituito nel 1977, e nello stesso tempo la conclusione del decimo ciclo, con la proclamazione di nove progetti vincitori. Nel corso del tempo è rimasta intatta la filosofia di fondo, e il metodo e i criteri delle scelte e dei giudizi conseguenti, che continuano a rendere quest’iniziativa decisamente singolare nel quadro vastissimo dei concorsi che si sussseguono qua e là per il nostro mondo. Capita infatti raramente, ed è un peccato, che vengano riconosciuti e attribuiti all’architettura ruoli e compiti centrali per comprendere e interpretare i processi della trasformazione sociale e i problemi nuovi che continuano a derivarne senza posa, dando attente risposte attraverso il progetto e la realizzazione di adatte forme fisiche, in grado di proporre possibili e sostenibili vie di sviluppo.

Il campo preso in considerazione dal premio non è dei più semplici: le società Islamiche, estremamente composite, vastissime per estensione e assai diverse per situazione territoriale. La struttura messa a punto è molto raffinata: allo svolgimento del concorso nelle sue varie fasi sovrintende uno Steering Committee composto da membri di indiscusso prestigio internazionale e transculturale, appositamente nominato da Sua Altezza l’Aga Kahn, che lo presiede. A questo organismo compete la formazione di una Master Jury, che rimane in carica per un intero ciclo triennale: nove componenti di varia provenienza accademica e professionale, che hanno il compito di selezionare nell’insieme dei progetti sottoposti (quest’anno 343) la rosa ristretta di quelli da esaminare direttamente e approfonditamente in situ per giudicarne sotto ogni profilo le qualità specifiche. Ventisette le realizzazioni prescelte, da vivisezionare e osservare per così dire al microscopio: l’arco dei tre anni è appe-

na sufficiente per poter giungere, al termine di questo pazientissimo esame, all’individuazione di quelli complessivamente migliori rispetto ai propositi del bando. Nove i vincitori in questo decimo ciclo. Proclamazione solenne lo scorso settembre, da parte del padre e dell’anima di questa notevole iniziativa, Sua Altezza l’Aga Kahn appunto (49° Imam ereditario dei Musulmani Israeliti dello Shia Imami: una comunità di 15 milioni di persone diffusa in almeno 25 diversi Paesi di quattro continenti). Non sfuggono la complessità dell’operazione, la raffinatezza della sua ingegneria non soltanto tecnica ma anche politico-gestionale, la cura meticolosa dedicata a dar corpo agli obbiettivi prefissati dalla competizione. Se ne trova un riscontro puntuale nei protocolli di lavoro apprestati e illustrati con chiarezza dalla Master Jury: vanno visti con molta attenzione, se si vuole avere un’idea di quanto sia ampia e nello stesso tempo mirata la mission dell’Award.

Foster and Partners, University of technology Petronas (client: Institute of Technology Petronas), Bandar Seri Iskandar, Malaysia.

A Vladimir Djurovic Landscape Architecture, Samir Kassir Square (client: Société Libanaise de Développement et reconstruction), Beirut, Lebanon. B WOHA Architects/Wong Mun Summ, Richard Hassel, Moulmein Rise Residential Tower (client: UOL Development), Singapore.

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C Dick van Gameren and Bjarne Mastenbroek, Royal Netherlands Embassy (client: Dutch Ministry of Foreign Affairs, The Netherlands), Addis Ababa, Ethiopia.

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D Anna Heringer and Eike Roswag, Primary School (client: Dipshika/METI nonformal Education,Training and Research Society for Village Development), Dinajpur (Rudrapur), Bangladesh.

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he year 2007 marks an important date for The Aga Khan Award for Architecture: it is the 30th anniversary of this three-yearly award first set up in 1977, and the same time it is the end of a 10 year cycle which concluded with the announcement of the nine winning projects. Over the years the underlying philosophy has remained the same, and so have the method and criteria for judging the projects and choosing the winners, which continue to make this a very unique project within the vast framework of competitions held worldwide. It is not very often (which is a shame) that architecture is acknowledged for the key role it plays in understanding and interpreting processes of social change and new issues arising all the time, providing carefully gauged solutions by designing and constructing suitable physical forms capable of proposing possible sustainable ways of development. 2 l’ARCA 233

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The field in question is not the simplest: Islamic societies, which are extremely composite, vast in size and diverse in terms of territorial situation. This structure devised is extremely refined: the various phases of the competition are supervised by a Steering Committee, whose members are all of undisputed international and trans-cultural status, specially appointed by His Highness the Aga Khan himself, who also heads the committee. This body is responsible for setting up a Master Jury, which remains in office for the entire three-year period: nine people from various academic and professional backgrounds, who have the task of selecting from the vast array of entries (343 this year) a smaller number of projects to be directly examined under much greater scrutiny on site, in order to judge their specific qualities from every imaginable viewpoint. Twenty-seven projects were pre-selected to be viewed and, so to speak, observed under the microscope: the three year period is

barely enough (at the end of this very patient examination) to be able to decide which meet the specifications laid down in the tender most effectively. Nine winners were announced for this 10th cycle. The solemn announcements were made on last September by the father and driving force behind this notable enterprise, His Highness the Aga Khan (49th Imam direct descendent of the Muslim Israelites of the Shia Imami: a community of 15 million people spread around at least 25 different nations over four continents). There is no escaping the complexity of this enterprise, the refinement of its technical but also political- managerial engineering, the meticulous care taken over setting the competition goals. This can be directly detected in the work protocols prepared and illustrated with great clarity by the Master Jury: they need to be studied with great attention if you want to get a proper idea of how broadranging yet carefully targeted the Award is. 233 l’ARCA 3


I nodi di criticità individuati, rispetto ai quali valutare le risposte date dai progetti concorrenti, colgono con precisione quasi chirurgica l’ampiezza dell’impatto fra processi di modernizzazione e società con forti componenti tradizionali. Come affrontare, per esempio, la contraddizione fra stanzialità domestiche e tendenze diasporiche? Come facilitare lo scambio interculturale senza indebolire i valori espressi in consuetudini consolidate? Senza contare poi che la stessa nozione di qualità della vita non è certo la medesima ovunque. Altra grande questione, molto attuale, è data dai differenti rapporti che possono intercorrere fra restauro, conservazione, e innovazione tecnologica. La risposta in questo caso è: no alla museificazione del passato in vetrine surgelate: molto meglio un consapevole aggiornamento delle giovani generazioni di operatori in termini di materiali e nuove opportunità offerte da tecniche anche recentissime, purché messe in relazione intelligente con il

vecchio saper fare, da non dilapidare assolutamente. Sul piatto poi ancora i dilemmi connessi alla scala degli interventi: senza subire in modo acritico certi leit motif attuali della globalizzazione, la sfida, che poi si traduce in vero e proprio impegno etico per l’architettura, secondo la Master Jury, è quella di confrontarsi a viso aperto con la compresenza, e il diritto alla coesistenza, del locale e del globale appunto, dalle piccole comunità rurali su su fino alle grandi conurbazioni metropolitane, sempre avendo cura di mantenere e consolidare le identità. Nell’insieme, come si vede, una declinazione attenta dei principi basilari di un possibile sviluppo effettivamente sostenibile. Si comprende bene la ratio che ha guidato nella scelta e nella premiazione dei progetti. Nonché quella che potrebbe essere definita la loro escursione, molto ampia. Mentre la difficilissima riabilitazione della splendida città yemenita di Shibam svetta per validità

di approcci originali e consapevolmente equilibrati sotto ogni profilo, vie ragionevoli di restauro sono facilmente rintracciabili nel caso di Amiriya o, in una dimensione urbana di utile sostegno a ricomposizioni sociali, nella Walled City di Nicosia. La nuova bella scuola di Rudrapur in Bangladesh conferma l’opportunità di procedere senza sosta lungo la strada dell’autocostruzione partecipata e dell’uso raffinato dei materiali locali, senza cedere di un palmo alla pretesa ineluttabilità della bassa qualità diffusa. In questo senso il nuovo Mercato Centrale a Koudougou sembra compiere un passo ulteriore e importante, consolidando una identità comunitaria e dandole nello stesso tempo nuovo respiro di commerci e di conseguenza centralità: il tutto con l’impiego di tecnologie costruttive, materiali e know-how di maestranze locali. La Master Jury, forse più che in altre edizioni, sembra anche aver voluto cogliere l’opportunità, e forse la necessità, di aprire verso interventi di natura

un poco diversa. Lo ha fatto per gradi: mentre la piazza a Beirut potrebbe definirsi un intervento di urban landscaping, minimal e piuttosto à-la-page, la torre residenziale di Singapore viene ormai da molti considerata uno dei migliori esempi contemporanei di architettura al medesimo tempo ben composta e climaticamente intelligente. La nuova ambasciata olandese di Addis Abeba è certamente in grado di sostenere duelli vittoriosi nel mondo di quella che Guallart chiama Advanced Architecture: forse con maggiori chance della malese Università Tecnologica Petronas, doveroso riconoscimento ai grandi contributi in termini di modernizzazione, negli ultimi vent’anni, espressi attraverso edifici costruiti nel SudEst asiatico. Ancora una volta, il binomio tradizione-rinnovamento esce confermato come asse portante della cultura architettonica, ovunque nel mondo. Maurizio Vogliazzo

Nicosia Master Plan Team, Rehabilitation of the Walled City (client: Greek Cypriot and Turkish Cypriot Communities of Nicosia), Nicosia, Cyprus.

GTZ technical Office and GOPHCY, Rehabilitation of the City of Shibam (client: Yemen Ministry of Culture, German Federal Ministry of Economic Cooperation, local community of Shibam), Shibam, Wadi Hadhramaut, Yemen. Sotto/below, Swiss Agency for Development and Cooperation/Laurent Séchaud, Central Market (client: Koudougou Municipality), Koudougou, Burkina Faso.

Selma Al-Radi, Yahya Al-Nasiri (conservators), Restoration of the Amiriya Complex (client: Government of Yemen, General organisation for Antiquities, Museums and ManuscriptsGOAMM), Rada, Yemen.

The critical issues for which the competing projects must find solutions pinpoint with almost surgical precision the sheer extent of the impact between processes of modernisation and societies which still have powerful traditional components. How, for example, is the contradiction between geographic stability and diasporic tendencies to be tackled? How might intercultural interaction be facilitated without weakening the values embodied in deeply entrenched customs? Not mentioning the fact that the very notion of quality of life is not the same everywhere. Another major, very topical issue derives from the different relations between restoration, conservation and technological innovation The answer, in this case, is not to set the past in frozen showcases; it would be much more advisable for the latest generations of operators to upgrade the materials and new opportunities offered by the latest techniques, provided they are brought into intelligent 4 l’ARCA 233

interaction with old-fashioned knowledge, which must not go to waste. Then there are also dilemmas associated with the scale of operations: without blindly accepting certain present-day leitmotifs of globalisation, the challenge according to the Master Jury (which then translates into real ethical engagement on the part of architecture) is to openly confront the simultaneous presence and right to coexistence of both the local and global, of small rural communities and major metropolitan conurbations, constantly making sure their identities are maintained and reinforced. Overall, as may be seen, the basic principles of genuinely sustainable possible growth need to be conformed to in measured ways. It is easy to see the thinking behind the choice of award-winning projects. And we can also see what might be described as the extensive range of action they embrace. The very tricky task of rehabilitating the magnificent Yemenite

city of Shibam is being approached in very original and conscientiously balanced ways in every respect. Likewise, reasonable means of restoration and renovation can easily be detected in the case of Amiriya or, on an urban scale of useful support for social re-composition projects, in the Walled City of Nicosia. The beautiful new school in Rudrapur in Bangladesh confirms the validity of continuing along the path of engaged self construction and the refined use of local materials, without giving even an inch to the alleged inevitability of diffused low quality. In this respect, the new Central Market in Koudougou seems to be another important step towards consolidating the community identity and, at the same time, injecting it with a fresh breath of trade and hence centrality: all drawing on local know-how, materials and building technology. Perhaps more so than in other editions, the Master Jury seems to have wanted to take the opportunity (and perhaps necessity) to

open up to slightly different designs. It has done this gradually: whereas the square in Beirut might be described as a rather minimal and rather trendy urban landscaping project, the residential tower in Singapore is considered by many people to be one of the best contemporary examples of architecture, which is simultaneously well composed and climatically intelligent. The new Dutch Embassy in Addis Abeba is certainly capable of competing successfully in the world of what Guallart calls Advanced Architecture: perhaps more effectively than Petronas University of Technology in Malaysia, rightful recognition for the great contribution in terms of modernisation over the last 20 years expressed through buildings constructed in Southeast Asia. Once again the combination of tradition and renewal confirms its role as the bearing axis of architectural design all over the world. 233 l’ARCA 5


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UNA PANORAMICA DELL’ARCHITETTURA E DEGLI ARCHITETTI NELLA CINA CONTEMPORANEA. L’ARCHITETTURA È UN SEGNO DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ E RAPPRESENTA IL LIVELLO DI SVILUPPO CULTURALE, ECONOMICO E POLITICO DI UN’EPOCA. L’ARCHITETTURA È, QUINDI, LA TESTIMONIANZA STORICA DEI PROGRESSI DI QUESTA NOSTRA ERA.

AN OVERVIEW OF CONTEMPORARY CHINESE ARCHITECTURE AND ARCHITECTS. ARCHITECTURE IS A SIGN OF A SOCIETY’S LIVELINESS AND LIFE AND REPRESENTS THE LEVEL OF CULTURAL, ECONOMIC AND POLITICAL DEVELOPMENT OF AN ENTIRE AGE. THIS MEANS THAT ARCHITECTURE BEARS HISTORICAL TESTIMONY TO THE PROGRESS OF THE AGE IN WHICH WE LIVE.

di/by Luo Li

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gli inizi del Ventunesimo secolo, l’evento di maggiore spicco a livello mondiale – oltre al progresso tecnologico del genere umano – è stata l’urbanizzazione della Cina. La città è il sistema artificiale più complesso e che vive i cambiamenti più rapidi tra quelli ideati dall’uomo, e la progettazione, la costruzione e l’organizzazione di questo sistema artificiale è la sfida più grande per l’intelletto umano. La Cina sta vivendo un processo di industrializzazione su larga scala e, contemporaneamente, di urbanizzazione su larga scala; le amministrazioni municipali stanno studiando le modalità di impiego delle risorse naturali al fine di aumentare il vantaggio concorrenziale delle città nell’ambito della globalizzazione, nello sforzo di forgiare una core competence delle città. Possiamo dire che in Cina l’architettura urbana su larga scala sta testando – in un presente e in un futuro di globalizzazione economica – il grado di evoluzione del quoziente intellettivo dell’uomo a livello mondiale. Gli architetti cinesi e, soprattutto, gli architetti internazionali partecipano energicamente a questa incredibile attività di costruzione che oggi interessa il Paese. La vita sociale, culturale, economica e politica della Cina contemporanea si muovono in questo enorme sistema di valori e, interagendo, si sviluppano con grande dinamismo. 1. La politica statale Il sistema di valori di riferimento dell’architettura cinese contemporanea è chiaro. Il XVII Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese che si è da poco concluso ha stabilito la nuova direzione di lavoro che il governo dovrà seguire, cioè i punti focali su cui si concentrerà la società cinese non solo nei prossimi cinque anni, ma anche per un periodo di più ampio respiro. Nel proprio rapporto, il Segretario generale del PCC Hu Jintao ha enfatizzato ripetutamente la nozione di una visione scientifica dello sviluppo, una concezione che, affondando le radici nel Socialismo ed essendo l’incarnazione dello sviluppo cinese, mutua un insegnamento dalle esperienze di sviluppo straniere e risponde alle nuove esigenze di progresso. Secondo le indicazioni di Hu Jintao, una visione scientifica dello sviluppo deve avere come esigenza prima lo sviluppo stesso e come principio base la centralità dell’essere umano. La richiesta primaria posta da questa ottica è quella di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, mentre l’approccio essenziale consiste nell’operare tenendo in considerazione tutti i fattori che entrano in gioco. Sarà necessario, pertanto, mantenere come fondamentale punto di riferimento la costruzione economica e continuare a lavorare in tale direzione, progettando lo sviluppo senza risparmio di energie ed emancipando le forze produttive della società. Bisognerà sfruttare ancora meglio le strategie di rivitalizzazione del Paese per mezzo della scienza e della tecnologia e di rafforzamento del Paese attraverso il capitale umano, così come potenziare le strategie di sviluppo sostenibile. E bisognerà mettere un impegno ancora maggiore nello studio delle leggi dello sviluppo, nel rinnovamento dell’idea di sviluppo e nella trasformazione delle sue modalità, affrontando e risolvendo le difficoltà che si incontrano lungo questo cammino. L’esigenza di base è quella di migliorare la qualità e i risultati dello sviluppo, perché sia sano e veloce e continui a prosperare sulle solide basi gettate dal Socialismo con caratteristiche cinesi. È necessario realizzare una società armoniosa e un’unità organica delle singole sfere di competenza e creare uno sviluppo pacifico che consenta alla Cina di progredire proteggendo la pace mondiale, così come di costruire la pace nel mondo garantendo il proprio sviluppo. Hu Jintao ha inoltre espresso la necessità di implementare una visione scientifica di sviluppo, invitandoci a perseguire una politica di apertura e di riforma. Sarà di estrema importanza dotarsi di uno spirito di rinnovamento 8 l’ARCA 233

delle riforme, in ogni ambito della politica, e continuare a procedere in questa direzione senza tentennamenti, incrementando la scientificità delle politiche di riforma e l’armonizzazione delle misure adottate. L’esigenza è quella di perfezionare il sistema dell’economia di mercato socialista e di promuovere il rinnovamento e le riforme in ogni suo ambito, accelerando le misure riformiste negli ambiti principali e in ogni segmento chiave e migliorando il grado di apertura su tutta la linea. Se si vuole conoscere la Cina e comprenderne la costruzione in maniera oggettiva, è necessario considerarne le riforme politico-istituzionali, che sono assolutamente uniche. La Cina contemporanea si situa in una fase primaria di costruzione del Socialismo, e questo è sia il punto di partenza logico nella lettura delle sue riforme politico-istituzionali che il presupposto storico della loro attuazione. Esse sono state introdotte nell’assenza di precedenti o di modelli ai quali ispirarsi. In altre parole, all’avvio dell’Era delle Riforme, il corpus stesso delle riforme politico-istituzionali mancava di progettualità e conoscenze adeguate. Pertanto, non si è potuto fare altro che adottare soluzioni complessive ed estemporanee. Come a dire che si è dovuto raddrizzare il tiro “passo dopo passo”. Non si può negare che la Cina, nel suo processo di trasformazione politico-istituzionale, abbia commesso degli errori di valutazione e fatto dei passi falsi. Comunque, dall’inizio dell’Era dell’Apertura e delle Riforme, il Paese ha proceduto con grande impegno, partendo dall’esperienza pratica e dalla risoluzione delle questioni già in essere, ha, quindi, avanzato gradualmente sulla base delle esperienze via via maturate, trovando progressivamente una nuova via alle riforme con caratteristiche cinesi. L’economia di mercato socialista è una potenza economica assolutamente nuova che non solo costituisce una forza rivoluzionaria nel promuovere le riforme politico-istituzionali del Paese, ma che, oltretutto, sta modificando nel profondo la relazione tra stato e società nel suo sistema di pianificazione, imponendo alla Cina di modificare con urgenza, attraverso delle riforme politico-istituzionali, il modello di organizzazione e i sistemi di controllo e gestione. I nuovi cambiamenti apportati dall’economia di mercato alle relazioni di classe e alla struttura sociale richiedono anche dei cambiamenti del sistema politico, sia formali che di sostanza. Attualmente, il governo cinese ingerisce ancora molto nell’ambito dell’impresa e la trasformazione delle sue funzioni non si è ancora completata, nel futuro processo di commercializzazione, la marketizzazione del governo sarà di importanza capitale. In questa ottica, non vi è dubbio alcuno che in futuro il compito principale delle riforme sarà l’evoluzione delle funzioni del governo. E se si vuole attuare una limitazione delle ingerenze governative e ben gestire i rapporti tra stato e mercato, è di fondamentale importanza operare una supervisione del sistema e attuare un perfezionamento delle leggi. 2. La situazione economica A partire dal Ventunesimo secolo, la crescita economica mondiale ha subito un rallentamento. L’economia americana ha vissuto continui alti e bassi, quella giapponese è ripiombata nella stagnazione e il Sudest asiatico e l’Europa lanciano segnali di recessione. Solo l’economia cinese ha continuato a vivere una crescita costante. La vivacità economica cinese trae origine dalla sua stessa economia, che ha tratto beneficio dalla ristrutturazione del suo sistema e dai cambiamenti delle sue modalità di crescita. In futuro, l’andamento dell’economia cinese sarà decretato sia da variabili endogene che dalle variazioni dell’assetto economico mondiale. In poco più di vent’anni, la Cina ha percorso la stessa strada che i Paesi occidentali sviluppati hanno intrapreso nel corso degli ultimi cento anni. Se

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Dott.sa Luo Li Co-presidente dell’Associazione Internazionale per lo Sviluppo Urbano e curatrice della Biennale di Architettura di Pechino, RPC/Joint Chairman of the International Association for Urban Development and curator of the Beijing Biennial of Architecture, PRC.

n the early-20th century the most striking worldwide event – apart from the technological progress of mankind – was the urbanisation of China. The city is the most complex of all artificial systems, undergoing the most rapid changes of all those devised by man, and the design, construction and organisation of this artificial system is the biggest challenge facing the human intellect. China is undergoing a large-scale process of industrialisation and, at the same time, of widespread urbanisation; city councils are studying ways of using natural resources with a view to enhancing the competitive edge of cities within the framework of globalisation, striving to forge core competence for their cities. It is fair to say that urban architecture on a large scale in China is testing out – on both the present and future scene of economic globalisation – how evolved man’s intellectual quotient is on a worldwide scale. Chinese architects and, above all, international architects are actively involved in this incredible building process currently going on across the nation. Social, cultural, economic and political life in modern-day China are all part of this vast system of values and developing with great dynamism as they interact. 1. Government Policy Modern-day Chinese architecture has a clear system of guiding values. The Chinese Communist Party’s 17th National Conference, which has just finished, has set the latest working guidelines which the government will be expected to follow or, in other words, the key points on which Chinese society will focus not just over the next five years, but also for a much longer period of time. In his report, the Secretary General of the CCP, Hu Jintao, repeatedly emphasised the notion of a scientific vision of development, an idea whose roots are entrenched in Socialism and, as the incarnation of Chinese growth, is a variation on what has been learned from foreign development plans, carefully adapted to the latest needs of progress. According to what Hu Jintao pointed out, a scientific vision of development must primarily focus on development itself and, as a guiding principle, place people at the focus of attention. The primary need emerging from this viewpoint is the demand for balanced and sustainable growth, while the basic approach involves working around all the various factors coming into play. This means economic development will continue to be the main guideline, relentlessly planning growth and emancipating society’s labour forces. Strategies for regenerating the nation through science and technology and strengthening the country through human capital, as well as reinforcing strategies for sustainable development, will all need to be used more effectively. An even greater effort will have to go into studying the laws of development, while renewing the idea of growth and transforming how it is implemented, facing up to and handling the difficulties encountered along the way. The basic need is to improve the quality and results of development, so that it is healthy and rapid, continuing to prosper on the firm foundations set down by Chinese-style Socialism. The aim is to create a harmonious society, a carefully structured unity of individual fields of expertise capable of creating peaceful development, which will allow China to progress while safeguarding world peace, also allowing it to help create worldwide peace while ensuring its own growth. Hu Jintao also expressed the need to implement a scientific vision of growth, encouraging us to pursue an open policy of reforms. It will be most vital to set about introducing reforms in every area of political life and con-

1. Coop Himmelb(l)au, Museum of Contemporary Art & Planning Exhibition, Shenzen. 2. Zaha Hadid Architects, School of Design Development, Hong Kong Polytechnic Univeristy 3. Sutherland Hussey, Chengdu Museum

4. Michele Saee, Xiamen 5. PTW Arcitects/CSCEC International Design/Arup, National Aquatics Center, Beijing 6. Foster and Partners, International Airport, Beijing

7. OMA/Rem Koolhaas, Shenzen Stock Exchange 8. Reiser+Umemoto/RUR Architecture, Foshan Sansui Urban Plan, Beijing 9. Zaha Hadid Arcitects, Guangzhou Opera House 10. Mad Architects Office, Hutongs Beijing 2050

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UNA PANORAMICA DELL’ARCHITETTURA E DEGLI ARCHITETTI NELLA CINA CONTEMPORANEA. L’ARCHITETTURA È UN SEGNO DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ E RAPPRESENTA IL LIVELLO DI SVILUPPO CULTURALE, ECONOMICO E POLITICO DI UN’EPOCA. L’ARCHITETTURA È, QUINDI, LA TESTIMONIANZA STORICA DEI PROGRESSI DI QUESTA NOSTRA ERA.

utilizziamo la capacità d’acquisto come parametro, il PIL della Cina è, a tutti gli effetti, il secondo al mondo e, stando alle previsioni degli specialisti in base a una valutazione in dollari americani, nel 2013 la Cina diventerà un colosso economico secondo solo agli Stati Uniti. Attualmente, il mercato azionario cinese è al ventunesimo posto nel mondo, ma, nel 2013, diventerà uno dei tre principali mercati azionari su scala globale. Per la Cina contemporanea, l’economia di mercato è un fenomeno recentissimo e molto innovativo sia a livello culturale, che economico e sociale, fenomeno che ha portato una ventata di freschezza e di vitalità alla società cinese nel suo complesso e che ha stimolato enormemente i cinesi, spingendoli a modificare sul piano pratico le proprie risorse sociali e naturali. Secondo le indagini degli esperti, dopo il 2008, il tasso di commercializzazione del Paese si aggirerà tra il 70% e l’80% e, dopo il 2013, sarà, approssimativamente, tra l’80% e il 90%. In merito alla commercializzazione dell’industria, è fondamentale valutare il suo livello di de-statalizzazione, cioè quanto l’economia dei vari settori non sia a partecipazione statale. In altre parole, per valutare il grado di commercializzazione di un settore bisogna fare una proporzione tra il numero degli impiegati e degli operai non statali e quello totale dei lavoratori. I settori con un alto livello di commercializzazione (con una media superiore al 45%) sono l’industria manifatturiera, l’edilizia, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, la ristorazione e il settore immobiliare; mentre il grado di commercializzazione è molto più basso nei settori assicurativo e finanziario (35,7%), nei servizi pubblici, come energia elettrica e acqua (22,8%), poste e telecomunicazioni (14,8%) e ferrovie (4,3%), o, ancora, nel settore culturale, come sport (7,5%) e arte, cultura ed educazione (4,3%). In base a una stima complessiva, in futuro, il processo di commercializzazione del settore dei servizi sarà più veloce di quello dell’industria manifatturiera. Dal punto di vista governativo, l’inflazione monetaria al momento non è affatto evidente. Attualmente gli investimenti industriali non sono più orientati a tutto campo – dall’industria cementizia all’acciaio – come accadeva negli ultimi anni, ma gli investimenti consistenti si concentrano principalmente in due ambiti: infrastrutture e settore immobiliare. Oggigiorno, gli investimenti cinesi nelle infrastrutture non sono poi altissimi e, a ogni modo, non sono sufficienti, ma sarebbero estremamente importanti per incrementare la produttività del Paese e senz’altro fondamentali per estendere il processo di crescita dalla città alla campagna e dalle zone costiere orientali alle aree interne. L’unico settore che necessiterebbe un freno è quello immobiliare e a questo proposito il governo si trova di fronte a un dilemma: da un lato, non vuole un aumento troppo rapido dei prezzi degli immobili, dall’altro, c’è la necessità di una tale vivacità di crescita economica. Il settore immobiliare è un grande motore di crescita economica e anche un’importante fonte di entrate, attraverso le imposte locali. Ecco la situazione reale della Cina: se si deposita il denaro in banca, gli interessi non superano il 2% e, se si considerano l’inflazione e i tassi di interesse, l’operazione diventa praticamente inutile; ma, se lo si investe nel settore immobiliare, il valore locativo oscilla, come minimo, tra il 4% e il 6%. Nei prossimi dieci anni il settore immobiliare vivrà una tendenza di continua crescita in tutta la Cina. Dal punto di vista dei consumi, gli Stati Uniti consumano il 32% del totale mondiale, la Cina solo il 3%; ma, nel 2014, la percentuale degli Stati Uniti sarà del 28%, mentre quella della Cina salirà all’11%. In altre parole, gli Stati Uniti manterranno un livello di crescita piuttosto consistente a tutti gli effetti e la Cina diverrà la seconda grande nazione in fatto di consumi per il progressivo incremento della domanda, in particolare per l’aumento del consumo indivi10 l’ARCA 233

duale. Stando alla crescita attuale, nel 2014, 2015, il 22% degli ordini mondiali verrà dalla Cina. A quel punto, degli ordini che perverranno alle multinazionali, più di 500.000.000.000 USD saranno cinesi e, approssimativamente, 260.000.000.000 USD saranno americani. In sostanza, nel 2014, 2015, la Cina non solo sarà un grande Paese produttore, ma anche un grande consumatore a livello mondiale. Ovviamente, l’economia cinese sta anche incontrando difficoltà di ogni genere. Nonostante il sistema bancario riceva un grande appoggio finanziario da parte del governo e la proporzione dei prestiti non-performing sia in evidente decrescita, i modelli operativi delle banche non hanno ancora raggiunto gli standard internazionali. In Cina ci sono duecento milioni di persone che vivono una situazione di disoccupazione o sottoccupazione e la pressione occupazionale continuerà a essere presente anche in avvenire. Il divario economico nella popolazione è in rapido e drammatico aumento. Oggigiorno, i cinesi non dispongono di un sistema di prevenzione sociale e, quando invecchiano, devono fare affidamento sul supporto dei figli e sul proprio portafogli e non sui sussidi statali. L’ideale per un’economia sarebbe impiegare le risorse date per creare maggior welfare e non più ricchi. C’è ancora un spazio esageratamente grande in Cina per l’interazione tra sviluppo economico e prevenzione sociale. 3. L’urbanizzazione In Cina, il tasso di urbanizzazione è passato dal 17,9% del 1978 (periodo di inizio dell’Era dell’Apertura e delle Riforme) al 39,09% attuale; nel 2050, il livello di inurbamento del Paese si innalzerà fino a toccare il 75% circa. Le città ospitano complessivamente tra un 1.100.000.000 e un 1.200.000.000 di abitanti. Il che è sia una spinta che un punto di partenza per l’esplorazione e l’attuazione di uno sviluppo e di un’urbanizzazione con caratteristiche cinesi. Nel Paese ci sono 661 città, le piccole città sono almeno 39.000. Nella fase presente, il fatto che la Cina stia affrontando i processi di urbanizzazione, industrializzazione, motorizzazione e globalizzazione contemporaneamente ha un enorme impatto sulla città. Il numero di nuovi edifici costruiti ogni anno in città come Shanghai o Beijing supera il totale raggiunto nell’intera Unione Europea. Al momento, la capacità globale del mercato delle gru a torre e delle gru mobili corrisponde a 16.000 unità e la Cina ne impiega 10.000 ogni anno. Da questi dati si evince che più della metà delle nuove costruzioni fatte nel mondo ogni anno si trovano in Cina, come dire che, nella fase attuale, le città cinesi sono diventate un grande cantiere a cielo aperto che non trova precedenti nella storia. La sfera delle competenze delle amministrazioni municipali è, pertanto, enorme e gravosa. In questo processo di urbanizzazione violenta e feroce, non si è ancora formato un vero senso civile della sacralità e dell’inviolabilità dello spazio pubblico della città e, mentre si costruisce ovunque, in città grandi e piccole, lo si fa in maniera selvaggia: vengono gettati rifiuti dappertutto, si installano costruzioni abusive qui e là e, talvolta, si verificano persino episodi di danneggiamento della proprietà pubblica e dell’ambiente. Nelle amministrazioni delle città e tra i dipendenti municipali non ha ancora preso piede lo slogan “Su dieci, tre si costruisce, sette si gestisce”, ma, più spesso, la realtà è quella di una costruzione sregolata con una gestione all’acqua di rose, un male cronico comune a molte città. Per quanto riguarda l’architettura cinese, la difficoltà che incontra la cultura dell’architettura nel farsi strada è ormai diventata un ostacolo allo sviluppo del Paese. Nel corso degli ultimi oltre venti anni, la Cina ha vissuto dei cambiamenti incredibili, senza precedenti, ci sono più di trentamila agenzie immobiliari e in ogni città proliferano studi di progettazione e imprese edili, che si

AN OVERVIEW OF CONTEMPORARY CHINESE ARCHITECTURE AND ARCHITECTS. ARCHITECTURE IS A SIGN OF A SOCIETY’S LIVELINESS AND LIFE AND REPRESENTS THE LEVEL OF CULTURAL, ECONOMIC AND POLITICAL DEVELOPMENT OF AN ENTIRE AGE. THIS MEANS THAT ARCHITECTURE BEARS HISTORICAL TESTIMONY TO THE PROGRESS OF THE AGE IN WHICH WE LIVE.

tinuing in this direction without wavering, adopting an even more scientific approach to policies for reforms and for harmonizing the measures introduced. There is a real need to perfect the economic system based on a socialist market and to promote renewal and reforms in all realms, speeding up the reformist measures introduced in the most important fields and every key sector, improving the amount of aperture right across the board. Anybody interested in understanding China and getting to grips with its construction process in an objective manner needs to study its absolutely unique political-institutional reforms. Modern-day China is at the very forefront of the process of constructing socialism, and this is inevitably where we need to begin when studying its political-institutional reforms and the historical foundations on which their implementation is based. They have been introduced without the aid of precedents or any models to act as guidelines. In other words, when the period of reforms began, the very corpus of all these political-institutional reforms lacked proper planning or suitable know-how. This inevitably meant wideranging, impromptu solutions had to be adopted. It might be said that we had to adjust our aim “step-by-step”. There can be no denying that China has made certain errors of judgment and other mistakes during the process of transforming its political-institutional framework. However, ever since the beginning of the period of Openness and Reforms, the country has shown great commitment, striving to take real action and solve issues already to the fore. It has made steady progress based on the experience it has gained attempting to find a new way to implement Chinese-style reforms. The socialist market economy is a brand-new economic power, which is not just a revolutionary force for promoting political-institutional reforms across the country, but also, above all, it is bringing about deep-seated changes in relations between government and society within its system of planning, forcing China to urgently adapt its organisational model and systems of management and control through political-institutional reforms. New changes in class relations and the structure of society brought about by a market economy also call for both formal and practical changes to the political system. At the moment the Chinese government still intervenes heavily in business and has not yet fully transformed its own operations. Government measures to implement a market-based approach to trade will be of capital importance in the future. In this light, there can be no doubt that the main task of reforms in the future will be to update government operations. The entire system will have to be carefully supervised, also protecting the laws governing it, if real constraints are to be placed on government interference. 2. The Economic Situation There has been a slowing down in worldwide economic growth since the beginning of the 21st century. The American economy has experienced continual ups and downs, while the Japanese economy has slumped into stagnation, and southeast Asia and Europe are showing signs of recession. The Chinese economy is the only one still showing constant growth. The liveliness of the Chinese economy derives from how its system has been restructured and changes made to the way in which it develops. In future, there will be a slowing down in the Chinese economy due to both endogenous variables and also variations in the state of the world economy. In just over 20 years China has covered the same ground that it took West-

ern countries a hundred years to achieve. If we take purchasing power as a parameter, China’s GNP is, in every respect, the second biggest in the world and, according to forecasts made by experts based on an assessment in American dollars, China will be an economic giant by 2013, second only to the United States. At the moment the Chinese stock market is 21st in the world, but by 2013 it will be one of the three leading stock markets on a global scale. The market economy is a very recent and extremely innovative phenomenon for modern-day China, both culturally, economically and socially. A phenomenon which has brought a breath of fresh air and vitality to the whole of Chinese society and which has really stimulated the Chinese people, forcing them to adapt their own social and natural resources on a practical level. According to expert surveys, the nation's trade rating will be between 70%80% by 2008, gradually rising to about 80%-90% by 2013. As regards the commercialisation of industry, it is vital to assess the level of denationalisation or, in other words, the extent to which the various sectors of the economy is not state-controlled. This means that, in order to assess the commercialisation of a given sector, we need to gauge the percentage of non-government staff and employees compared to the total number of workers. The most commercialised sectors (with an average of over 45%) are the manufacturing industry, building, the retail and wholesale trades, catering and the real estate market; while commercialisation is lowest in the insurance and financial sectors (35.7%), public services such as electricity and water (22.8%), post and telecommunications (14.8%) and the railways (4.3%), as well as the cultural sector, such as sport (7.5%) and art, culture and education (4.3%). As an overall estimation, the process of commercialising the services sector will be faster in the future than in the manufacturing industry. From a government viewpoint, there is actually no sign of monetary inflation at the moment. At the present time industrial investments are no longer being made right across the board - from the cement industry to steel - as has been the case over recent years, since major investments are now mainly being focused on two realms: infrastructures and the real estate industry. Nowadays, Chinese investments in infrastructures are no longer so high and, in any case are not adequate, even though they are extremely important for increasing the nation's productivity and unquestionably of vital importance for extending the growth process from the city to the countryside and from eastern coastal zones to inland areas. The real-estate sector is the only one which needs to be slowed down, so that the government is now facing a dilemma: on one hand it does not want the price of property to rise too quickly, but on the other it needs this kind of highly active economic growth. The real estate industry is a major economic driving force and also an important source of income through local taxation. The actual situation in China is as follows: if you put money in a bank, the interest will not be more than 2% and, bearing in mind inflation and taxes on interest, this is virtually a useless operation; but if you invest it in the property market, local values oscillate between at least 4%-6%. Over the next 10 years the property market will continue to grow throughout the whole of China. From a consumption viewpoint, the United States consume 32% of the world total compared to just 3% by China; but in 2014 the United States’ percentage will be 28% while China’s will rise to 11%. In other words, the United States will maintain a rather steady growth rate in every respect and China will become the world's second-biggest consumer nation, due to a gradual increase in demand, particularly due to the rise in individual consumption. 233 l’ARCA 11


UNA PANORAMICA DELL’ARCHITETTURA E DEGLI ARCHITETTI NELLA CINA CONTEMPORANEA. L’ARCHITETTURA È UN SEGNO DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ E RAPPRESENTA IL LIVELLO DI SVILUPPO CULTURALE, ECONOMICO E POLITICO DI UN’EPOCA. L’ARCHITETTURA È, QUINDI, LA TESTIMONIANZA STORICA DEI PROGRESSI DI QUESTA NOSTRA ERA.

affastellano ovunque. In contemporanea, hanno fatto irruzione sul mercato anche gli architetti stranieri che curano, simultaneamente, più progetti in città diverse. Per esigenze politiche, numerose città hanno portato a termine la riqualificazione di vaste aree nel giro di pochissimi anni e si è perso il controllo delle proporzioni del fenomeno. Un potere d’acquisto limitato e investimenti limitati hanno incentivato l’esteso proliferare di un’edilizia di qualità scadente che in futuro diventerà, inevitabilmente, oggetto di un’ampia opera di demolizione. Di pari passo con l’integrazione economica, l’informatizzazione globale e il rapido sviluppo, la Cina dovrebbe esaminare scrupolosamente le risorse delle sue città, come le infrastrutture, i costumi culturali, lo spirito di impresa, il grado di apertura e il paesaggio urbano e, soprattutto, il livello di ottimizzazione delle infrastrutture, cioè l’agibilità del centro urbano per chi proviene da fuori e al suo interno, le potenzialità di smaltimento dell’inquinamento, lo stato di approvvigionamento delle risorse energetiche, i meccanismi di prevenzione delle calamità, ecc. Inoltre, si dovrebbero invitare le risorse economiche, tecnologiche e intellettuali internazionali a concentrarsi sulla Cina e a partecipare in maniera responsabile alla costruzione e alla gestione delle città del Paese, perché risolvere i problemi della Cina significa risolvere i problemi del globo. Ogni città è come un libretto di istruzioni tridimensionale del Paese a cui appartiene e gli edifici e i progetti di una città ne raccontano la cultura e il carattere, esattamente come per gli esseri umani, il carattere di una città è in strettissimo rapporto con la cultura che gli è stata trasmessa e l’educazione impartitagli. L’ambiente ha una grande influenza sulla psicologia dell’uomo e la qualità della pianificazione urbanistica è molto importante per la vita dei cittadini. La città regola la civiltà, così come le dà un corpo, e lo fa per mezzo degli edifici e del paesaggio. Per un Paese l’architettura è un simbolo e ogni nazione, ogni popolo ha la propria. Se si parla di architettura cinese contemporanea e di cultura, allora dobbiamo parlare della cultura della Cina moderna, che pecca di presunzione. Dal punto di vista qualitativo, infatti, c’è un ampio margine di miglioramento e si deve sanare un gap enorme. Chiunque abbia conoscenza della storia culturale dell’Occidente sa che è stato l’Umanesimo a promuovere la cultura illuminista, l’Umanesimo è stato una modalità di pensiero che ha influenzato la vita delle persone. Si hanno dei risultati solo se i cittadini hanno una consapevolezza dinamica dei propri diritti, solo se si parte dall’essere umano. Dal 1949, la lotta di classe è stata il tratto distintivo della cultura cinese. Per vent’anni interi, la sfera politica si è sovrapposta alla cultura della nuova Cina e il Paese non è stato assolutamente in grado di fare propria la lezione dell’Umanesimo. L’Occidente era ormai entrato nell’era del Postumanesimo quando la Cina ha avuto la sua terza occasione di fare un’esperienza di Illuminismo umanistico, ma in contemporanea con l’avvento dell’era della commercializzazione e dell’intrattenimento. La popolazione cinese è passata dai 470.000.000 abitanti del 1949 al 1.370.000.000 di abitanti di oggi, e le grandi conquiste dell’Era dell’Apertura risultano inezie se confrontate con la crescita demografica del Paese. L’edilizia urbana sta vivendo un processo di ammodernamento e la storia della città ha inaugurato una nuova pagina della sua storia, si tratta di una serie di cambiamenti che si stanno verificando in sincrono: vengono distrutti i vecchi edifici e tutti gli antichi palazzi residenziali delle città storiche sono a rischio. Le più di seicento città cinesi moderne si assomigliano tutte in maniera spaventosa, mancando completamente di caratteristiche proprie. I palazzi e i monumenti storici occidentali hanno una struttura muraria, mentre quelli 12 l’ARCA 233

cinesi hanno strutture lignee e, se non vengono restaurati e salvaguardati, sono difficilmente conservabili. Col passare del tempo, lo standard della vita dei cittadini si è innalzato ed è strettamente necessario che venga migliorato anche l’ambiente di vita, il miglioramento della vita dei cittadini è una finalità alla quale lavorano i governi di tutto il mondo a ogni livello. In breve: ci si dedichi alla restaurazione dei palazzi antichi. Il governo, inizialmente, ha impiegato una modalità errata di approccio alla ristrutturazione dei vecchi quartieri, affidando il compito agli operatori immobiliari, i quali hanno puntato ai profitti a scapito degli antichi palazzi residenziali. Quando, in un secondo momento, le personalità del governo si sono rese conto del problema, hanno bloccato il fenomeno, tuttavia, lo stato non ha i fondi necessari alla gestione della cosa. Ogni città che sia rappresentativa possiede una storia, dei tratti precipui, dei segni distintivi. Si tratta di caratteristiche dal valore inestimabile che, proprio per il loro non essere comuni, garantiscono l’esistenza della varietà e della bellezza del mondo. Attualmente, si possono individuare tre problematiche piuttosto gravi relative all’atteggiamento dei politici cinesi nei confronti della città. In primo luogo, non sono in grado di vedere il valore culturale delle città storiche e, pertanto, non ne fanno un termine di riferimento fondamentale. Prendiamo come esempio Beijing: è una città unica al mondo, con una storia di più di ottocento anni come capitale, ed è formata da strade perpendicolari orientate verso i quattro punti cardinali, secondo uno schema molto preciso. I luoghi come questo, che erano la residenza dei nostri illustri antenati, devono essere protetti e custoditi gelosamente. In secondo luogo, i politici non sanno vedere gli elementi di grande innovazione tecnica ed estrema modernità connaturati alle città storiche, come, ad esempio, gli hutong (N.d.T. vicoli) e gli siheyuan (N.d.T. case tradizionali con cortile interno quadrato) di Beijing, in questi ultimi, la zona abitativa si sviluppava su quattro lati attorno a un cortile centrale, un tipo di struttura che teneva lontano la polvere della strada e sfruttava lo spazio al meglio. Terzo, i politici non prendono in considerazione il notevole ritorno economico di una politica di salvaguardia dei palazzi antichi, fatto ormai largamente comprovato. Se non si modifica l’aspetto esterno ma si rinnova la struttura interna, l’economia del turismo avrà enormi possibilità di crescita. I monumenti antichi di Roma attraggono ogni anno innumerevoli turisti e la città ne beneficia non solo in termini economici, ma anche in termini di immagine. In un Paese antico di cinquemila anni come la Cina, si può dire che ogni angolo della sua terra rechi la memoria del genere umano e bisogna che il mondo lo sappia. Da sempre la Cina è una grande nazione ricca di cultura e vitalità. Nel rapido processo di urbanizzazione, che fine faranno le risorse della sua civiltà urbana? Oltre a incoraggiare la maturazione di una coscienza del restauro nei cinesi, bisogna porre la questione all’attenzione del mondo intero, perché ci vengano offerti suggerimenti e perché noi possiamo servirci della loro esperienza. 4. L’edilizia La tendenza all’urbanizzazione avanza a una velocità tale che è come se in Cina si costruissero ogni anno due Boston e, ogni anno, vengono usati il 40% dell’acciaio e il 60% del cemento prodotti nel mondo. La domanda cinese è diventata una grande locomotiva dell’economia mondiale. L’edilizia è un’industria pilastro che influenza e promuove lo sviluppo dell’economia nazionale. Dopo diversi anni di rodaggio e competizione sul mercato, la gestione di impresa si sta evolvendo verso la tecnologizzazione e la modernizzazione, secondo un modello internazionale. Al momento, le strate-

AN OVERVIEW OF CONTEMPORARY CHINESE ARCHITECTURE AND ARCHITECTS. ARCHITECTURE IS A SIGN OF A SOCIETY’S LIVELINESS AND LIFE AND REPRESENTS THE LEVEL OF CULTURAL, ECONOMIC AND POLITICAL DEVELOPMENT OF AN ENTIRE AGE. THIS MEANS THAT ARCHITECTURE BEARS HISTORICAL TESTIMONY TO THE PROGRESS OF THE AGE IN WHICH WE LIVE.

Based on current growth, 22% of world orders will come from China in 2014- 2050. At that point, over 500,000,000,000 US dollars of orders to multinationals will be Chinese, and approximately 260,000,000,000 US dollars will be American. This basically means that in 2014-2050 China will not just be a great manufacturing nation but also a giant consumer on a planetary scale. Of course even the Chinese economy is being hit by all kinds of problems. Despite the fact that the banking system receives plenty of financial support from the government and the percentage of non-performing loans is clearly decreasing, the operating procedures of banks still have not reached international standards. In China there are 200 million people either unemployed or underemployed, and employment pressure will continue in the future. The economic gap in the population is rising dramatically and at a very fast rate. At the moment the Chinese people have no welfare system and, as they grow old, they have to rely on the support of their children and their own savings without receiving any state benefit. The ideal situation for an economy would be to use its resources to create more welfare, not not more wealthy people. There is still a vast amount of room in China for interaction between economic growth and social security. 3. Urbanisation The rate of urbanisation in China has increased from 17.9% in 1978 (start of the period of Openness and Reforms) to the current figure of 39.09%; in 2050 the level of urban settlements in the country will rise to as high as approximately 75%. Cities accommodate a total of between 1,100,000,000 and 1,200,000,000 inhabitants. This provides a useful starting point for exploring growth and urbanisation with distinctly Chinese traits. There are 661 cities in the country, plus at least 39,000 towns. At the present moment, the fact that China is taking on processes of urbanisation, industrialisation, motorisation and globalisation at the same time has a huge impact on its cities. The number of new buildings constructed every year in cities like Shanghai or Beijing is greater than the overall total in the whole of the European Union. At the moment the overall capacity of the market for tower cranes and mobile cranes is 16,000 and China employs 10,000 every year. These statistics show that over half of new constructions around the world each year are in China, or in other words, at the present moment Chinese cities have turned into a giant open-air building site of unprecedented proportions in the whole of history. This means that city councils have huge responsibilities and jurisdiction. During this process of violent and ferocious urbanisation, no real civil sense of the sacred nature and inviolability of the city’s public space has yet been formed, and the building work going on everywhere, in both large and small cities alike, is wildly out-of-control: waste is thrown everywhere, abusive constructions crop up all over the place and, at times, there are even cases of damage to both public property and the environment. The slogan “Out of ten, three are built and seven managed” has not yet gained a foothold in city councils or with municipal workers, since in actual fact construction work is completely uncontrolled, a chronic problem afflicting many cities. As regards Chinese architecture, the problem it faces in making any real headway is now a real obstacle to the nation's growth. For the last 20 years or so, China has undergone incredible changes of an unprecedented nature, there are now over 30,000 real estate agencies and architecture firms, and building companies are spreading like wildfire in every city. At the same time the market is currently being flooded with foreign architects working on sev-

eral projects in different cities at the same time. For political reasons, lots of cities have totally redeveloped vast areas in the space of just a very few years and the phenomenon has now reached uncontrollable proportions. Limited purchasing power and limited investments have resulted in a sprawl of lowquality buildings, which will inevitably call for demolition operations on a massive scale in the future. In line with its economic integration, global computerisation and rapid growth, China ought to take a very careful look at its cities’ resources, such as infrastructures, cultural customs, business enterprise, degree of openness and cityscape and, above all, the standard of its infrastructures (i.e. accessibility of downtown areas for people both from outside and inside, waste disposal capacities, the availability of energy resources, disaster prevention measures etc.). It should also invite international intellectual, technological and economic players to focus on China and become responsibly involved in the construction and management of the nation's cities, because solving China's problems means solving global issues. Every city is like a three-dimensional instructions manual of the country it belongs to, and the city's buildings and projects tell us all about its culture and character, just as with people, the character of a city is very closely tied to the culture and education it is received. Environment has a very powerful influence on human psychology and the quality of town planning is extremely important for the everyday life of its inhabitants. The city governs civilisation, just as it gives it concrete form, and it does this by means of buildings and the landscape. Architecture symbolises a country and every nation has its own symbols. If we talk about modern-day Chinese architecture and culture, then we need to talk about the culture of modernday China, which is guilty of being presumptuous. From a quality viewpoint, there is plenty of room for improvement and a huge gap to be bridged. Anybody familiar with the cultural history of the West knows that it was humanism which promoted enlightened culture. Humanism was a way of thinking which influenced people's lives. Results can only be achieved if people have a dynamic awareness of their own rights, only if we start from people themselves. Ever since 1949, the class war has been a distinctive feature of Chinese culture. For a full 20 years politics imposed itself on the culture of new China, so the country was in no way able to really learn from humanism. The West had already entered the age of post-humanism when China got its first chance to experience humanistic enlightenment, around the same time as the advent of the age of commercialisation and entertainment. The population of China has risen from 470,000,000 in 1949 to 1,317,000,000 today, and the great conquests of the period of Openness are a mere trifle if compared to the nation’s population growth. Urban building is undergoing a process of modernisation and the history of the city has turned over a new leaf, as a series of changes are taking place in careful synch: old buildings are being knocked down and even ancient residential palaces in historical cities are a risk. The over 600 modern-day Chinese cities all look frighteningly similar, totally lacking in any features and traits of their own. Historical buildings and monuments in the West have walled structures, while in China they are made of wood and, unless they are renovated and protected, they are difficult to conserve. As time has gone by there has been a rise in the standard of living of the Chinese people, and it is vital that the environment in which they live is also improved. Improving people's lives is something governments all over the world are striving towards on all levels. 233 l’ARCA 13


UNA PANORAMICA DELL’ARCHITETTURA E DEGLI ARCHITETTI NELLA CINA CONTEMPORANEA. L’ARCHITETTURA È UN SEGNO DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ E RAPPRESENTA IL LIVELLO DI SVILUPPO CULTURALE, ECONOMICO E POLITICO DI UN’EPOCA. L’ARCHITETTURA È, QUINDI, LA TESTIMONIANZA STORICA DEI PROGRESSI DI QUESTA NOSTRA ERA.

gie di sviluppo di impresa hanno già risvegliato l’attenzione di molte società di spicco, che le stanno pertanto attuando. Imprese edili di ogni tipo, ciascuna in base al proprio orientamento di mercato, intraprendono incessantemente migliorie al flusso di lavoro e agli standard di gestione dei progetti e, in contemporanea, formano e sfornano ottimi tecnici e manager. Attualmente, in Cina ci sono 41.000 architetti, 33.000 ingegneri civili e 82.000 ingegneri in project management iscritti all’albo, i project manager sono più di 1.000.000 (tra i quali 130.000 di primo livello). Lo sviluppo dell’economia nazionale è inscindibile dall’edilizia, il cui velocissimo sviluppo ne assicura una crescita rapida e stabile, la stessa ha anche fornito un contributo positivo sia al miglioramento dell’immagine di città e campagna sia allo sviluppo complessivo di entrambe. Una gran quantità degli investimenti, proprio derivando dall’edilizia, sono diventati immobilizzazioni tecniche che hanno promosso uno sviluppo di lungo periodo per l’economia nazionale. Nel 2003, l’ordine degli investimenti in immobilizzazioni tecniche ha raggiunto i 5.560.000.000.000 RMB, di cui 3.340.000.000.000, cioè il 60% del totale, sono derivati dall’edilizia, trasformandosi in forza produttiva. L’edilizia ha fatto da traino in maniera molto evidente a molti settori a essa correlati, compresi lo sviluppo e la ricerca, il settore dei servizi di consulenza e le industrie produttrici di nuovi materiali. L’edilizia ha anche dato un contributo incredibile alla creazione di posti di lavoro, in particolare, ha assorbito in città il surplus di forza lavoro agricola. Nel 2002, i contadini che lavoravano nell’edilizia ammontavano a 31.370.000 individui, corrispondenti all’80,58% degli impiegati nel settore e a quasi un terzo degli emigrati dalla campagna alla città. L’edilizia e l’esportazione di lavoro creata dalla stessa costituiscono un’importante spinta alla crescita dell’economia a livello locale e all’aumento delle entrate dei contadini. Persino nelle aree sviluppate, più del 40% delle entrate dei contadini proviene dall’edilizia. L’enorme mercato dei consumi legato all’edilizia, ivi compreso il settore progettuale, rappresenta una forte attrattiva per i Paesi stranieri. Dopo l’ingresso della Cina nel WTO, nel 2001, il governo cinese ha assicurato che, a cinque anni dall’entrata nell’Organizzazione, avrebbe iniziato a consentire agli stranieri di avviare imprese di progettazione a capitale singolo. E’ evidente che l’ingresso di società di progettazione straniere costituisce un’ottima occasione per l’edilizia cinese, per capire in maniera diretta i meccanismi e le modalità gestionali delle società straniere di consulenza e progettazione cantieristica, così come le modalità e i meccanismi per operare sul mercato. Si avvierà, inevitabilmente, un processo di ammodernamento e trasformazione nel settore della progettazione edile, che aumenterà il livello e la competitività della progettazione cinese. Tuttavia, l’immissione degli stranieri sul mercato rappresenta una grande sfida e un’enorme pressione per l’industria edile nazionale. Di seguito sono elencati i problemi principali che il settore della progettazione e della costruzione si trova a fronteggiare: 1) A confronto col livello avanzato della progettazione di altri Paesi, quello della Cina, complessivamente, evidenzia ancora un grande gap. In Cina, ci si concentra sui profitti economici e non si presta sufficiente attenzione alle nuove problematiche che possono sorgere in sede di progetto, questioni di estrema importanza, quali la tendenza generale di sviluppo dell’architettura internazionale, il concetto di ecocompatibilità, la rivoluzione dei materiali, ecc.; l’applicazione dei risultati ottenuti dalle nuove ricerche nel campo dell’architettura non è soddisfacente, ricerca e progettazione corrono su binari diversi, sono due compartimenti stagni, ne risulta che l’interazione tra i due ambiti è carente. 14 l’ARCA 233

2) La qualità del design e la riflessione teorica in progettazione sono inadeguate, soprattutto se paragonate al grado avanzato delle stesse all’estero. Gli operatori del settore del design mancano di professionalità e, generalmente, il loro livello di preparazione culturale e formazione è piuttosto basso, cosa che ha delle connessioni sia col loro personale corso di studi che col grado di sviluppo culturale della società. Inoltre, si evidenziano delle carenze anche sul piano qualitativo, in particolare in quanto a precisione e funzionalità del design. La causa principale di ciò deriva dal basso costo del design cinese e dai tempi brevi imposti per la consegna dei progetti. Operando un confronto, gli architetti cinesi sono costretti a lavorare a prezzi più bassi, con l’urgenza di terminare i progetti “di corsa” e all’interno di un mercato di scarsa qualità. 3) Sempre a confronto con le realtà straniere, emerge un divario in merito all’ambiente esterno. Se si considerano i meccanismi operativi del mercato edilizio, si evidenzia il suo grado di imperfezione, nonché una mancanza di prestigio. La capacità del design cinese di approvvigionarsi lavoro e di imporsi sul mercato non è nemmeno lontanamente soddisfacente. 4) Le carenze del sistema istituzionale. Attualmente, la mappatura generale delle realtà cinesi che si occupano di progettazione è la seguente: in primo luogo, ci sono studi di progettazione di ogni livello a capitale statale, si tratta di strutture che esistono da lunga data e di dimensioni medio-grandi, questi studi di design sono il cuore della progettazione edilizia cinese e detengono la fetta di mercato principale dei progetti nazionali medio-grandi. In secondo luogo, è presente un sistema privato parastatale, si tratta, fondamentalmente, di liberi professionisti, con concezioni e orientamenti diversi, che si associano per creare e produrre. Questo sistema obbliga i suoi membri a una situazione di precarietà e, soprattutto dopo l’ingresso della Cina nel WTO, le strutture straniere, con la loro vivacità e assicurando trattamenti economici di gran lunga migliori, costituiscono un’occasione, una spinta alla “fuga” degli architetti cinesi. 5) L’evidente disparità del sistema cinese con le realtà straniere. Le modalità di gestione operate dal governo e dalla stessa categoria si distaccano parecchio da quelle attuate nel contesto internazionale; le leggi e i decreti sono incompleti e lo è, in particolare, il sistema per i bandi e per l’affidamento degli appalti, la normativa che regolamenta l’ingresso degli studi di progettazione e degli architetti stranieri in territorio cinese è ancora in fase di lavorazione; il potere di controllo e l’efficacia nel far rispettare la legge sono deboli, ai fenomeni di violazione delle leggi non si risponde con provvedimenti adeguati e solleciti. In sintesi, il mercato dell’edilizia non ha ancora dato forma a un sistema di consulenza ingegneristica, che è invece largamente diffuso all’estero, tuttavia, si segnala una situazione di sviluppo e di apertura alla realtà internazionale. Dopo l’ingresso nel WTO, per la Cina è diventato necessario rafforzare la propria competitività e accettare la sfida lanciatale dall’architettura internazionale col presupposto fondamentale di portare avanti le proprie peculiarità e di velocizzare la riforma del suo sistema in accordo alle leggi economiche di mercato. Sullo sfondo della commercializzazione e dell’internazionalizzazione dell’edilizia cinese, il governo e le istituzioni che operano nel settore stanno apportando dei cambiamenti atti a meglio corrispondere alla direzione delle leggi di mercato, questo soprattutto nei seguenti ambiti: potenziare l’impiego delle risorse e ottimizzare le forme di associazione di categoria; approntare delle riforme alle modalità di organizzazione e realizzazione dei progetti edilizi e aumentare i profitti degli investimenti in immobilizzazioni tecniche; perfezionare la normativa e potenziare il controllo sul mercato; avere maggior cautela nell’accertamento delle qualifiche e assicurare i profitti sempre in accordo con la legge.

AN OVERVIEW OF CONTEMPORARY CHINESE ARCHITECTURE AND ARCHITECTS. ARCHITECTURE IS A SIGN OF A SOCIETY’S LIVELINESS AND LIFE AND REPRESENTS THE LEVEL OF CULTURAL, ECONOMIC AND POLITICAL DEVELOPMENT OF AN ENTIRE AGE. THIS MEANS THAT ARCHITECTURE BEARS HISTORICAL TESTIMONY TO THE PROGRESS OF THE AGE IN WHICH WE LIVE.

In brief: we must devote ourselves to renovating and restoring old buildings. The government initially adopted the wrong approach to redeveloping old neighbourhoods, placing this task in the hands of real estate agents, who focused on profits at the expense of old residential buildings. When, at a later stage, leading government officials realised the problem, they put a stop to it, but the government does not have the money required to handle these affairs. Every emblematic city has its own history, with its own distinctive traits and features. These characteristics are invaluable, and the mere fact that they are not all the same ensures the beauty and variety we find in the world. At the moment we can pinpoint three rather serious issues regarding Chinese politicians’ attitude to the nation’s cities. Firstly, they are incapable of seeing the cultural value of historical cities, so they fail to take this as a key benchmark. Let’s take Beijing for example: it is a unique city in the world boasting a history going back to the 800 years and composed of perpendicular roads running in the four cardinal directions based on a very precise layout. Places like this, where our illustrious forefathers used to live, must be protected and safeguarded jealously. Secondly, politicians fail to see the aspects of great technical innovation and utmost modernity associated with historical cities, such as, for example, hutong (alleys) and siheyuan (traditional houses with a square internal courtyard) in Beijing. The inhabited area of Beijing extends along four sides around a central courtyard, a kind of structure which kept out dust and dirt coming from the streets and made the best possible use of space. Thirdly, politicians do not take into consideration the great economic return of policies based on protecting ancient buildings, something which is now widely acknowledged. If the outside of these buildings is left unchanged and the inside is modernised, the tourists trade will have enormous prospects for bringing in more money. Ancient monuments in Rome attract hordes of tourists every year, and the city benefits from this not only in economic terms but also in terms of its image. In a country which is 5000 years old like China, it may be said that every corner of its land echoes with memories of mankind and the world needs to know this. China has always been a great nation full of culture and life. So what will happen to the resources of its urban civilisation during this rapid process of urbanization? As well as engraving a conscientious awareness of the need for restoration in the Chinese people, the entire world's attention must be attracted to this issue, so that we can receive plenty of useful advice and suggestions benefiting from others’ experience. 4. Building The process of urbanisation in China is progressing at a rate equivalent to the construction of two Bostons each year, and 40% of the steel and 60% of the concrete produced worldwide are used every year. Chinese demand has become a driving force behind the world economy. The building industry is a rock-bed influencing and promoting growth in the national economy. After various years of testing it out and competing on the market, business management is evolving towards greater technology and modernisation based on an international model. At the moment business growth strategies have already caught the eye of lots of leading companies, which are now implementing them. All kinds of building contractors, each drawing on its own market approach, are constantly striving to improve the workflow and standards of managing projects, while at the same time training and producing excellent technicians and managers. At the present time there are 41,000

architects, 33,000 civil engineers and 82,000 engineers involved in project management registered in China. There are also 1,000,000 project managers (including 130,000 top-level managers). The growth of the national economy is inseparable from building, whose rapid growth guarantees fast and stable development. It has also provided a positive contribution to the image of cities and the countryside and the overall development of both. Much investment deriving from building has turned into fixed assets, promoting long-term development in the national economy. In 2003 investments in fixed assets rose to 5,560,000,000,000 RMB, of which 3,340,000,000,000 (i.e. 60% of the total) came from building, representing a real manufacturing force. Building has clearly pulled lots of sectors along with it, including research & development, consultancy services, and industries manufacturing new materials. Building has also provided an incredible contribution to the creation of new jobs, notably absorbing the surplus of farm workers in cities. In 2002 there were 31,370,000 people from the country working in the building industry, equivalent to 80.58% of all those employed in this sector and accounting for almost a third of immigrants moving from the country to the city. Building and the demand for labour it creates are a real driving force behind the growth in local economies and the rise in income of country folk. Even in developed areas, over 40% of the income of country folk comes from building. The huge consumer market connected with building, including the design sector, is very attractive to foreign countries. After China entered the WTO in 2001, the Chinese government promised that, within five years of entering the Organisation, it would start to allow foreigners to set up self-financed design companies. Clearly the arrival of foreign design firms provides a great opportunity for Chinese building to really understand the management methods and mechanisms of foreign consultancy and building design companies, as well as the means and devices involved in operating on the market. This will inevitably result in a process of modernisation and transformation in the building design industry, which will raise the standards and competitiveness of Chinese design. Nevertheless, the arrival of foreigners on the market is also a real challenge, placing the national building industry under great pressure. The following is a list of the main problems facing the design and building industry: 1) Compared to the advanced state of design in other countries, there is still a wide gap to be bridged in China, where attention is mainly focused on financial profit without showing enough concern for new problems which may arise during the design process, issues of the utmost importance, such as the general trend in the development of international architecture, the concept of eco-compatibility, and revolutionary progress in materials etc; the application of results obtained from the latest research in architecture is not satisfactory, research and design are running along different lines, they are two stagnant realms which are failing to interact properly 2) The quality of design and theoretical analysis of the design process are not up to scratch, particularly if compared to their advanced state abroad. People working in design lack professionalism and, generally speaking, their level of training and cultural backgrounds are rather below par, which is connected with their educational background and the level of overall culture and society. There are also shortcomings in terms of quality, particularly as regards the precision and functionality of design. This is mainly due to the low cost of Chinese design and the tight schedules for completing projects. In comparison with other architectural designers, Chinese architects are forced 233 l’ARCA 15


UNA PANORAMICA DELL’ARCHITETTURA E DEGLI ARCHITETTI NELLA CINA CONTEMPORANEA. L’ARCHITETTURA È UN SEGNO DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ E RAPPRESENTA IL LIVELLO DI SVILUPPO CULTURALE, ECONOMICO E POLITICO DI UN’EPOCA. L’ARCHITETTURA È, QUINDI, LA TESTIMONIANZA STORICA DEI PROGRESSI DI QUESTA NOSTRA ERA.

5. Gli architetti cinesi e le tendenze dell’architettura Se parliamo di architettura cinese contemporanea, dobbiamo ovviamente concentrarci sulle sue principali realizzazioni e mettere a fuoco gli architetti, sia cinesi che stranieri, più rappresentativi come le opere da essi concepite. Che si consideri la produttività annuale o il grado di importanza attribuito ai progetti, i grandi studi di progettazione statali sono tuttora la realtà principale nel panorama dell’architettura nazionale e i progetti realizzati dai loro architetti detengono un’ampia fetta del mercato. Pertanto, una comprensione della situazione complessiva delle realizzazioni architettoniche contemporanee è il presupposto per capire gli sviluppi dell’architettura cinese, così come gli orientamenti e le problematiche nel processo di sviluppo, nonché le modalità di risoluzione di queste problematiche. L’architettura cinese si contraddistingue per una ricchezza e una vitalità che definirei caotiche. Da una parte, nelle città si verifica il continuo proliferare di elementi architettonici e tipologie di costruzione molto ripetitivi, dall’altra, è in atto un fermento che porta alla creazione di opere inusitate e “uniche al mondo”. Appare evidente che il futuro dell’architettura urbana non è né prevedibile né controllabile con efficacia. Ma i cinesi cominciano vagamente ad avvertire la necessità di far risorgere una cultura cinese dell’architettura. Per fare questo bisogna partire dal presupposto di creare un ambiente adatto e la chiave di volta sta nel mercato, basterebbe semplicemente riconoscere che la modernizzazione non deve essere intesa a tutti i costi come occidentalizzazione. L’architettura cinese avrà una speranza, una possibilità, solo se la creatività verrà incanalata in nuove direzioni. Gli architetti che si sono formati in Cina sentono un legame profondo coi concetti di nazione, patria, amor di patria e sentimento del popolo e, provando un sentimento nazionalistico nei confronti dell’architettura del loro Paese, sperano di armonizzare, nel processo di modernizzazione, l’eccellenza dell’Occidente moderno e la quintessenza della tradizione cinese, di creare un connubio tra i due con una funzionalità moderna. Sono numerosi gli architetti che non hanno ancora perso questa speranza, tuttavia, a oggi, non esiste un mercato che dia loro un riconoscimento e un supporto. Nel Ventesimo secolo, l’uomo ha potuto godere dei frutti della rivoluzione industriale e l’architettura moderna è stata il prodotto naturale di una società industrializzata; nel Ventunesimo secolo, l’uomo godrà a pieno dei frutti della rivoluzione informatica e l’architettura intelligente sarà il prodotto naturale di una società informatizzata. Negli anni Settanta e Ottanta dello scorso secolo, lo sviluppo dell’economia cinese ha subito un periodo di stagnazione, negli anni Novanta lo sviluppo ha vissuto fasi alterne di crescita e d’arresto e l’architettura urbana e statale ha affrontato l’urto rispecchiando gli alti e bassi della situazione sociale. Prima del 1979, durante i dieci anni della Rivoluzione Culturale, la categoria degli architetti è stata sull’orlo della disintegrazione: le discipline inerenti all’architettura erano state cancellate dai programmi di università e istituti superiori e l’architettura aveva praticamente negato la necessità della progettazione. Proprio quando gli architetti e i docenti di architettura avevano raggiunto il culmine dell’incertezza e della preoccupazione sul futuro della propria carriera, il vertiginoso sviluppo economico degli anni Ottanta li ha messi in prima linea, chiedendo a loro, che ormai erano stati messi da parte, di progettare per la Cina edifici che fossero “modernissimi” e che “rimanessero all’avanguardia per vent’anni”. Così, fu riattivato lo squadrone degli architetti che, da quel momento in poi, iniziarono una guerra progettuale estenuante e senza pause. Negli anni Ottanta, sia in Cina che all’estero, si diceva che la RPC aveva un solo architetto e che le case erano dappertutto uguali; è stato in quel periodo 16 l’ARCA 233

che, per i cinesi, il concetto di modernità ha cominciato a coincidere sempre più con quello di città. (Fig. 1: Nuovo edificio della Biblioteca di Pechino) Negli anni Novanta, la velocità di marcia è aumentata notevolmente e il passo di rinnovamento del design si è parecchio velocizzato. In una Cina che economicamente cresceva con grande rapidità, sono spuntati nuovi edifici ovunque, come funghi dopo la pioggia. A partire dagli anni Novanta, lo sviluppo di un’architettura aperta alle sperimentazioni è stato piuttosto vivace e sia le teorie di design che le loro applicazioni sono state ricche e variegate, come, ad esempio, la tettonica, il costruzionismo, l’atettonica, il regionalismo dell’architettura, l’urbanismo, l’architettura concettuale, ecc. Di seguito, i principali orientamenti del design dell’architettura cinese contemporanea: 1) Il design delle forme nazionali. Filiazione della teoria del risorgimento della tradizione storica; la non economicità delle soluzioni, l’uso irrazionale dei mezzi, così come l’eccessiva grandiosità delle proporzioni dei nuovi edifici, il loro essere mastodontici, mettono in evidenza la scarsa adattabilità di questa corrente. 2) Il design della forma sottomessa alla funzionalità. Con l’Era dell’Apertura e delle Riforme, ha fatto irruzione in Cina il design “modernista” occidentale e la stragrande maggioranza degli edifici sono stati concepiti in base alla teoria progettuale secondo cui “la forma deve essere sottomessa alla funzione”. Questa teoria progettuale economicamente pratica ha continuato a essere la base teorica di gran parte dei progetti edili cinesi per un lungo periodo. 3) “Design d’avanguardia”. In architettura è comparsa una tendenza al “design d’avanguardia” sotto l’influsso incrociato di teorie scientifiche occidentali quali il postmodernismo, il decostruzionismo, la semiotica del design, la tipologia delle costruzioni, la psicologia cognitiva al servizio del design, ecc. Caratteristiche di questa tendenza sono forme e strutture che imitano il design occidentale, una ricerca dell’inusuale e della dinamicità e una natura pubblicitaria e simbolica che trovano applicazione nell’edilizia commerciale, nel settore dei servizi e dell’intrattenimento, appunto per via dell’alto grado di commercialità. 4) Design neo-occidentale. Si ispira nelle forme a particolari dell’architettura classica occidentale, facendone dei motivi ricorrenti nella costruzione di edifici e trasformandoli in una sorta di marchio commerciale; incontra il gusto dei fanatici di Occidente. 5) Design nativista. Tipico di circoli intellettuali locali, concepisce nuovi edifici funzionali alla vita moderna ispirandosi a forme e spazi dell’architettura regionale. 6) Design intellettualizzato. Il design intellettualizzato high-tech è destinato a diventare la corrente principale del design cinese del Ventunesimo secolo, visti i continui risultati dell’high-tech e l’avvento, che sarà presto definitivo, di una società informatizzata. La rivoluzione dell’architettura del Ventunesimo secolo partirà da elementi tecnologici, come i materiali impiegati, le tecnologie strutturali, le tecnologie di lavorazione, la gestione intellettualizzata e il design, tutti in stretta connessione con i risultati maturati dall’high-tech. La teoria del design si evolverà verso il macroscopico e il microscopico, non solo gli architetti dovranno tenere in ancora maggior considerazione l’impatto sociale dell’architettura e stare alle condizioni dettate dalla difesa dell’ecologia e dell’esistenza umana, ma dovranno anche dare maggiore importanza a una progettazione a misura d’uomo, sia per giardini che per interni. Le forme si radicalizzeranno verso due estremi: l’ordinario e il bizzarro. A causa del raffreddamento dei rapporti interpersonali causato dall’informatizzazione, gli architetti si dedicheranno assiduamente a fornire progetti di spazi atti all’incontro delle persone, e que-

AN OVERVIEW OF CONTEMPORARY CHINESE ARCHITECTURE AND ARCHITECTS. ARCHITECTURE IS A SIGN OF A SOCIETY’S LIVELINESS AND LIFE AND REPRESENTS THE LEVEL OF CULTURAL, ECONOMIC AND POLITICAL DEVELOPMENT OF AN ENTIRE AGE. THIS MEANS THAT ARCHITECTURE BEARS HISTORICAL TESTIMONY TO THE PROGRESS OF THE AGE IN WHICH WE LIVE.

to work for less money and expected to complete their projects “in a rush”, operating on a low quality market. 3) Again making a comparison with their foreign counterparts, there is a real gap in the external environment. Considering the practical workings of the building market, there is clearly a lack of prestige and some real imperfections. Chinese design’s capacity to produce work and impose it on the market is not even remotely satisfactory. 4) Shortcomings in the official system. A general mapping of Chinese firms working on design is, at present, as follows: firstly there are all kinds of statefinanced design firms, medium-size/large operations which have been in business for a long time; these design firms form the core of Chinese building design and have a firm grasp on the market for medium-size/large national projects. Secondly there is a private para-government system of mainly freelance operators with different ideas and approaches, who generally join forces to create and produce. This system forces its members to operate in precarious conditions and, notably after China entered the WTO, extremely busy foreign firms (offering much more favourable economic terms) are providing a chance and opportunity for Chinese architects to “flea” the country. 5) There is clearly a disparity between the Chinese system and foreign companies. The management procedures of the government and the design industry itself are quite different from those in operation on the international scene; the laws and decrees are incomplete, as is the system for organising tenders and awarding contracts, the regulations governing the entry of foreign architects and design firms into China is still being worked out; control measures and effective means of enforcing laws still have not been developed properly, and there are no adequate, rapid measures for dealing with breaches of the laws in force. Summing up, the building market has not yet managed to shape a system of engineering consultancy, already so widespread abroad, but there are signs of development and openness to the international scene. After entering the WTO, China has had to become more competitive and take up the challenge thrown down by international architecture, working on the assumption that it needs to hold onto its own distinctive traits and speed up reforms to its own system, in accordance with the market's economic laws. Against the backdrop of the commercialisation and internationalisation of Chinese building, the government and institutions operating in this sector are introducing changes aimed at complying more effectively with market laws, most notably in the following ways: by employing greater resources and optimising forms of association in this category; preparing reforms to the ways in which building projects are organised and carried out and increasing profits on investments in fixed assets; fine-tuning regulations and strengthening control of the market; showing greater caution in assessing qualifications and assuring profits, always in accordance with the law. 5. Chinese Architects and Trends in Architecture If we want to talk about modern-day Chinese architecture, we must obviously concentrate on its most important constructions and focus on the most representative Chinese and foreign architects and the works they have designed. Whether we take into account yearly productivity or the amount of importance attributed to projects, big state-owned design firms are still the leading players on the national architecture scene and the projects designed by their architects account for a large slice of the market. So a grasp of the overall state of the modern-day architectural landscape is the only way of understanding developments in Chinese architecture, as well as the general

directions and issues involved in its development and the various ways in which the problems involved are being handled. Chinese architecture stands out for what I would describe as its chaotic richness and vitality. On one hand there is a constant proliferation of extremely repetitive building typologies and architectural features in the city, on the other there is a kind of fermentation underway resulting in the creation of unusual works which are “unique around the world”. It seems clear that the future of urban architecture is neither effectively controllable or predictable. But the Chinese are, however, beginning to vaguely realise the need to produce a Chinese brand of architecture. To do this we must start from the assumption of creating a suitable environment, and the turning point lies in the market, it needs to simply be acknowledged that modernisation need not necessarily, at all costs, be seen as westernisation. Chinese architecture will only have a hope, a chance, if creativity is channelled in new directions. Architects who have learnt their trade in China feel deep bonds with their nation, homeland and national pride and feeling, and since they have this patriotic sense of their country’s architecture, they hope to combine the excellence of the modern West with the very essence of Chinese tradition during the modernisation process, all in the name of modern functionalism. Lots of architects continue to hold onto this hope, but there is still no market to acknowledge their endeavours and back them up. In the 20th century people have enjoyed the benefits of the Industrial Revolution and modern architecture has been the natural product of industrialised society; in the 21st century people will really enjoy the benefits of the computer revolution and intelligent architecture will be the natural product of a computerised society. In the 1970s and 1980s Chinese economic development underwent a period of stagnation, in the 1990s growth oscillated between boom periods and sudden standstills. Urban and state-controlled architecture actually mirrored the ups and downs in society. Prior to 1979, during the 10 years of the Cultural Revolution, the category of architects was on the verge of falling apart: subjects related to architecture were crossed off the curriculum at universities and colleges and architecture had virtually denied the need for planning. Just when architects and people teaching architecture had reached the height of uncertainty and worries about their own future careers, the dazzling economic growth in the 1980s brought them to the fore, asking them (after they had been cast aside) to design buildings for China, which would be “very modern” and “at the cutting edge for 20 years”. A big squad of architects was then set up, and from that moment on an extremely draining and never-ending design war began. In the 1980s it was widely held both in China and abroad that the People's Republic of China only had one architect and that all its houses were the same; that was the time when the idea of modernity began increasingly to coincide in Chinese people's minds with ideas about the city. (Fig. 1: New Beijing Library Building) In the 1990s the pace increased notably and the rates of renewal in design speeded up considerably. As China boomed economically at a startling speed, new buildings cropped up everywhere, like mushrooms after rain. From the 1990s onwards, there was plenty of new experimental architecture, and both theories of design and how they were applied came in all kinds of miscellaneous forms, like, for example, tectonics, constructivism, a-tectonics, architectural regionalism, urbanism, conceptual architecture etc. The following are the main lines of design in contemporary Chinese architecture: 233 l’ARCA 17


UNA PANORAMICA DELL’ARCHITETTURA E DEGLI ARCHITETTI NELLA CINA CONTEMPORANEA. L’ARCHITETTURA È UN SEGNO DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ E RAPPRESENTA IL LIVELLO DI SVILUPPO CULTURALE, ECONOMICO E POLITICO DI UN’EPOCA. L’ARCHITETTURA È, QUINDI, LA TESTIMONIANZA STORICA DEI PROGRESSI DI QUESTA NOSTRA ERA.

sto sarà il trend che succederà al design intellettualizzato. Dopo il 2000, in Cina è andata crescendo una forma di fanatismo nei confronti dell’Occidente. Anche il mercato edilizio è stato contagiato da questa febbre cieca, gli architetti cinesi hanno perso interesse nei confronti di un’architettura cinese per cultura e hanno sostituito la creazione con l’imitazione. Copiare l’architettura occidentale è diventato il leitmotiv del mercato, così gli architetti hanno smesso di sprecare tempo alla creazione di una cultura dell’architettura. I promotori richiedono progetti unici e di alto valore simbolico, di edifici mai visti al mondo. Negli ultimi anni, i vincitori delle gare d’appalto per le grandi opere pubbliche sono stati tutti architetti stranieri che, perlopiù, hanno presentato progetti non convenzionali che, al contempo, hanno costi esorbitanti sia in termini di progettazione che di realizzazione. I compensi degli architetti stranieri sono dalle cinque alle dieci volte più alti rispetto a quelli dei colleghi cinesi. Dopo l’ingresso della Cina nel WTO, l’assalto della cultura architettonica occidentale e l’arrivo massiccio di architetti stranieri ha fatto sì che gli architetti cinesi, dopo una prima fase iniziale, siano maturati grazie all’intensa pratica e abbiano realizzato quanto sia necessario riaggiustare rapidamente la propria posizione per far comprendere meglio agli architetti stranieri la storia e il passato della Cina e lo spirito del suo popolo. Gli architetti cinesi sono ormai consapevoli che, per rinnovare una cultura dell’architettura cinese, è importante arricchirla di nuovi geni, aumentare il potere di rinnovamento, evitare lo spreco di risorse e incrementare la vivacità di un ringiovanimento culturale. 6. Gli architetti stranieri in Cina Dalla fondazione della nuova Cina nel 1949, gli architetti cinesi hanno vissuto quattro momenti di confronto con gli architetti stranieri: 1) Negli anni Cinquanta, con l’influenza dell’architettura dell’allora URSS che promuoveva “forme nazionali e contenuti socialisti”. (Fig. 2: Pechino, Palazzo del Congresso del Popolo) 2) Fine anni Settanta, dopo la Rivoluzione Culturale, con la ricerca di “indigenizzazione e modernità”. 3) Negli anni Ottanta, dopo l’avvio dell’Era dell’Apertura e delle Riforme, ogni genere di corrente di pensiero dell’architettura fa il suo ingresso in Cina, un fenomeno di grande impatto, l’architettura cinese entra in una fase di esplorazione pluralistica, ricca di esitazioni e perplessità. 4) Gli anni Novanta, con l’influenza e gli sconvolgimenti portati dall’arrivo massiccio di architetti stranieri, per gli architetti cinesi è la fase “della cooperazione e dell’autorivoluzione”, questa quarta ondata è molto più intensa, profonda e duratura delle tre precedenti. Inizialmente, gli architetti stranieri sono arrivati in sordina. Cronologicamente, si possono distinguere tre momenti differenti del loro ingresso: gli anni Ottanta del Ventesimo secolo, gli anni Novanta e dal 2000 in poi. In ciascuna delle tre fasi, si riescono a ravvisare delle tendenze peculiari. Le opere realizzate dagli architetti stranieri si concentrano principalmente in tre location, cioè Beijing, Shanghai e Canton. In storia dell’architettura il Fragrant Hill Hotel di Beijing è diffusamente riconosciuto come la prima opera del Nuovo Periodo affidata a uno straniero. A realizzarlo fu Bei Yumin, un architetto di origine cinese e di nazionalità americana, tra il 1979 e il 1982. In questa prima fase, agli architetti stranieri sono affidati principalmente progetti di alberghi e hotel, mentre vengono coinvolti poco in progetti di edilizia residenziale e pubblica. Sempre in questo periodo, i promotori immobiliari sono soprattutto cinesi d’oltremare, provenienti da Hong Kong e dal Sudest asiatico, alcuni anche dal Giappone. Gli investitori, 18 l’ARCA 233

per semplicità di comunicazione e praticità di gestione, preferiscono d’abitudine stringere accordi con architetti e appaltatori della loro stessa origine, perciò anche le società che curano i progetti provengono, per la gran parte, dalle zone e dai Paesi sopra menzionati. Gli architetti cinesi, che erano rimasti tagliati fuori dalla comunità internazionale per un lungo periodo, dando il benvenuto alla prima ondata di architetti stranieri accoglievano anche i loro primi maestri. Studiarono alacremente come padroneggiare le moderne tecniche di costruzione e il loro obbiettivo principale fu quello di imparare a fare hotel ed edifici con alti standard. Costruire ad alta densità cominciò a diventare sinonimo di modernità. Comparvero colossi di vetro, cemento e acciaio in mezzo alle città progettati dagli stranieri che cambiarono il pensiero dei cinesi, cambiando anche la qualità della loro esistenza. Negli anni Novanta, sul mercato prendono piede gli architetti americani, perlopiù professionisti specializzati nella costruzione di grattacieli. Lo Shanghai Shopping Center, progettato nel 1990 dall’architetto americano John Portman, coi suoi 164,8 metri era all’epoca la costruzione più alta di Shanghai nell’area di Puxi. La Jin Mao Tower (fig. 3), costruita tra il 1992 e il 1999 dallo studio SOM di Chicago, coi suoi 88 piani è il terzo grattacielo del mondo e il primo della Cina: occupa una superficie di 2,3 ettari, la torre è alta 420,5 metri e la superficie totale dell’edificio è di 290.000 metri quadrati. Questa struttura sintetizza, in un insieme unico, uffici moderni, un albergo lussuoso a cinque stelle, sale espositive, prestigiose sale banchetto, vista panoramica, divertimenti e un centro commerciale. E’ un grattacielo in cui i profondi e ricchi significati della cultura etnica cinese si fondono con la lucidità artistica dell’architettura occidentale e che, per duttilità, sicurezza, comodità e praticità, è ormai diventato il luogo ideale per il divertimento, la ristorazione, gli affari e la finanza. Accanto alla Jin Mao Tower, svetta il Shanghai World Financial Center, in fase di completamento. Questo edificio, progettato dallo studio americano KPF e dalla giapponese Mori Building Corporation, raggiunge un’altezza di 492 metri, una volta finito, supererà le Petronas Towers di Kuala Lumpur, alte 452 metri. Da quando in Cina è stata consentita la locazione di lotti di terreno, gli investimenti stranieri hanno iniziato ad allargarsi, uscendo dalla sfera degli alberghi e degli uffici e andando a interessare le costruzioni residenziali, le strutture commerciali di grandi dimensioni e persino i progetti industriali, in vendita all’interno e fuori dal Paese. All’inizio degli anni Novanta, gli investitori stranieri si sono posti l’imperativo di mettere a segno dei punti nel mercato immobiliare proprio facendo affidamento sugli architetti e i loro progetti. Gli Americani sono stati i protagonisti degli anni Novanta con la costruzione di grattacieli e la realizzazione di progetti su larga scala e gli architetti specializzati in urbanistica commerciale sono stati quelli che hanno lavorato in Cina in numero maggiore. Inoltre, visto che ogni branca dell’architettura ha i propri specialisti, gli architetti stranieri si sono dimostrati ineccepibili e insostituibili nell’affrontare questa particolare tipologia di costruzioni. In questa fase, emerge chiaramente quanto questi architetti, provenienti da aree ad alto grado di commercializzazione, come Hong Kong e Stati Uniti, siano stati in grado di capire come sviluppare i servizi commerciali, introducendo sul mercato il concetto stesso di servizio. Gli Americani, mentre realizzavano grattacieli sul territorio cinese, hanno anche insegnato agli architetti locali come comprendere l’operatività commerciale, come guardare all’edilizia da un punto di vista commerciale. Le città cinesi si sono verticalizzate ex abrupto nel giro di pochissimi anni, diventando il simbolo principe dello sviluppo economico, così come del progresso culturale e dell’attività commerciale della Cina. Ovunque sono compar-

AN OVERVIEW OF CONTEMPORARY CHINESE ARCHITECTURE AND ARCHITECTS. ARCHITECTURE IS A SIGN OF A SOCIETY’S LIVELINESS AND LIFE AND REPRESENTS THE LEVEL OF CULTURAL, ECONOMIC AND POLITICAL DEVELOPMENT OF AN ENTIRE AGE. THIS MEANS THAT ARCHITECTURE BEARS HISTORICAL TESTIMONY TO THE PROGRESS OF THE AGE IN WHICH WE LIVE.

1) Design of national forms. Descending directly from the theory of the resurgence of historical tradition; non-economical designs, the irrational use of means, excessive grandeur in the proportions of new buildings and sheer size of these constructions show how un-adaptable this line of thinking is. 2) Form is dictated by functionality. The period of Openness and Reforms has seen Western “modernist” design resurge in China, and most buildings have been created based on the theory according to which “form must follow function”. This economically practical theory of design has continued to lie at the foundations of most Chinese building projects over a long period of time. 3) “Avant-garde design”. A tendency towards “avant-garde design” has emerged in architecture through a criss-cross combination of western scientific theories, such as postmodernism, deconstructivism, design semiotics, building typologies, cognitive psychology at the service of design etc. This trend is characterised by forms and structures copying western design, the search for the unusual and dynamic, an advertising-entertainment approach geared to the existing level of commercialisation. 4) Neo-western design. Its forms are inspired by features of classical western architecture, using them as leit-motifs in the construction of buildings and turning them into some sort of commercial trademark; conforming to the taste of fans of the West. 5) Nativist design. Typical of local intellectual circles, it designs new buildings geared to modern life drawing inspiration from the forms and spaces of regional architecture. 6) Intellectualised design. High-tech intellectualised design is destined to become the main line of Chinese design in the 21st century, bearing in mind the continuing results of high-tech and the fact we now live in (or soon will do) a computerised society. The revolution in 21st-century architecture will be based on technological features, such as the materials used, structural technology, manufacturing technology, and intellectualised management and design, all closely tied to the results achieved by high-tech. Theory of design will develop towards the microscopic and microscopic, and architects will not only have to pay greater attention to the social impact of architecture and abide by the conditions dictated by safeguarding ecology in human life, but they will also have to give greater importance to people-friendly design, both for gardens and interiors. Forms will radically tend towards two extremes: the ordinary and the bizarre. Due to the cooling down of interpersonal relations due to computerisation, architects will devote themselves to producing projects for spaces designed to bring people together, and this will be the next trend after intellectualised design. Since the year 2000 a growing form of fanaticism towards the West has developed in China. Even the building market has caught this blind fever, so Chinese architects have lost interest in Chinese-style architecture and abandoned creativity in favour of imitation. Copying western architecture has become a leitmotiv on the market, so architects have stopped wasting time creating their own architectural culture. Clients are looking for unique projects of great symbolic value, buildings never seen before around the world. Over recent years the winners of tenders for major public works have all been foreign architects, who, in most cases, have proposed unconventional projects, which, at the same time, have exorbitant costs both in terms of their design and construction. The pay checks for foreign architects are five to ten times higher than those handed over to their Chinese colleagues. After China entered the WTO, the assault on western architecture and the arrival of hordes of foreign architects meant that, after an initial phase, Chi-

nese architects have matured through all the work they have done, and they have realised how vital it is to quickly readjust their positions so that foreign architects can gain a better understanding of China’s history and past and the spirit of its people. Chinese architects are now aware that, in order to update Chinese architectural culture, it is important to introduce new genes, enhance the power of renewal, avoid wasting resources, and really invigorate cultural regeneration. 6. Foreign Architects in China Since the foundation of modern China in 1949, Chinese architects have experienced four key moments of interaction with foreign architects: 1) In the 1950s through the influence of the architecture of the former Soviet Union, which proposed “national forms and socialist contents”. (Fig. 2: Beijing, People’s Conference Building) 2) In the late-1970s following the Cultural Revolution through research into “native design and modernity”. 3) In the 1980s following the advent of the period of Openness and Reforms, every kind of line of thinking on architecture broke into China, a phenomenon with a striking impact, Chinese architecture entered a phase of pluralistic exploration full of hesitation and perplexity. 4) In the 1990s through the influence and upheaval due to the arrival of hordes of foreign architects, for Chinese architects this was the period of “cooperation and self-revolution”, this fourth wave was much more intense, profound and longer-lasting than its three precedents. To begin with foreign architects arrived without making much fuss. Chronologically speaking, their arrival came at three different moments in time: the 1980s, and 1990s, and then from the year 2000 onwards. During each of these three phases, distinctive trends came to the fore. The works built by foreign architects are mainly concentrated in three locations, i.e. Beijing, Shanghai and Canton. Fragrant Hill Hotel in Beijing is widely acknowledged in the history of architecture as the first work in the New Period placed in the hands of a foreigner. It was built by Bei Yumin, an American architect of Chinese descent, between 1979-82. During this initial phase foreign architects were mainly commissioned to design hotels, while they were not very involved in housing and public projects. Again during the same period, real estate agents were mainly Chinese people coming from overseas, from Hong Kong and Southeast Asia, and even some from Japan. For practical reasons and to simplify communication and management, investors generally prefer to deal with architects and contractors from their own homeland, so companies managing projects mainly came from the areas and nations mentioned above. Chinese architects were excluded by the international community for a long period of time, resulting in the first wave of foreign architects greeted as the first maestros. They quickly studied how to master modern building techniques and the main goal was to learn how to build hotels and other constructions of the highest standards. Building in high density areas soon became synonymous with modernity. Giant buildings made of glass, concrete and steel soon appeared in the middle of cities designed by foreigners, who changed the way Chinese people thought, also changing the quality of their lives. American architects first set foot into the market in the 1990s, mainly experts in building skyscrapers. The Shanghai Shopping Center, designed by the American architect John Portman in 1990, was the tallest building in the Puxi area of Shanghai, towering up 164.8 metres, at the time when it was built. Jin Mao Tower (fig. 3), built between 1992-1999 by SOM from Chicago, 233 l’ARCA 19


UNA PANORAMICA DELL’ARCHITETTURA E DEGLI ARCHITETTI NELLA CINA CONTEMPORANEA. L’ARCHITETTURA È UN SEGNO DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ E RAPPRESENTA IL LIVELLO DI SVILUPPO CULTURALE, ECONOMICO E POLITICO DI UN’EPOCA. L’ARCHITETTURA È, QUINDI, LA TESTIMONIANZA STORICA DEI PROGRESSI DI QUESTA NOSTRA ERA.

AN OVERVIEW OF CONTEMPORARY CHINESE ARCHITECTURE AND ARCHITECTS. ARCHITECTURE IS A SIGN OF A SOCIETY’S LIVELINESS AND LIFE AND REPRESENTS THE LEVEL OF CULTURAL, ECONOMIC AND POLITICAL DEVELOPMENT OF AN ENTIRE AGE. THIS MEANS THAT ARCHITECTURE BEARS HISTORICAL TESTIMONY TO THE PROGRESS OF THE AGE IN WHICH WE LIVE.

si grandi “palazzi occidentali” di 50.000 metri quadrati di superficie e alti almeno trenta piani. L’immediata conseguenza di questa passione per il design occidentale è l’omologazione e la ripetitività degli spazi urbani. Con l’inizio del nuovo secolo, la Cina ha attirato un numero sempre maggiore di architetti di prestigio, che si sono immessi sul mercato cinese come una valanga, trasformando il Paese in un’arena e in un palcoscenico per l’architettura mondiale. Ovunque si vede l’ombra degli architetti stranieri, a partire dai grandi progetti pubblici su larga scala fino ad arrivare alle aree residenziali di piccole dimensioni. La novità, rispetto a quanto avvenuto in precedenza, è che gli architetti sbarcati ora sono per la gran parte europei. Dalla fase progettuale alla costruzione, sempre più progetti sono finiti nelle mani degli Europei – e questo vale anche per le costruzioni di alto valore simbolico. Lo sbarco massiccio di architetti europei trova una motivazione nella presa di coscienza da parte della gente della molteplicità di forme dell’architettura e, al contempo, nella volontà sempre più diffusa di sperimentare le sue molteplici possibilità. Questi ultimi arrivati hanno il loro punto di forza nella propria storia e cultura e stanno diventando i nuovi maestri degli architetti cinesi. La lunga storia dell’Europa ha dato vita a culture diverse e a tradizioni diverse e, di conseguenza, a numerose tradizioni culturali dell’architettura. Gli architetti cinesi, che erano stati conquistati dalle caratteristiche tecniche quali altezza e ampiezza, così come dalla commercializzazione e dalla professionalità degli architetti stranieri, iniziano, adesso, a riverire gli Europei come maestri e ad abituarsi a recepire la diversità e l’alterità culturale. Dalla fine degli anni Novanta a oggi, l’architettura cinese ha inaugurato una nuova pagina e l’aspetto delle città si sta arricchendo di nuove forme e nuovi linguaggi. Hanno fatto la loro comparsa dei progetti che saranno delle pietre miliari, opere mastodontiche che hanno acceso numerose controversie. Tra queste spiccano il Gran Teatro Nazionale Cinese, progettato dall’architetto francese Paul Andreiu; lo stadio che ospiterà le Olimpiadi di Beijing 2008 (fig. 4), progettato dagli architetti svizzeri Herzog e de Meuron; la nuova torre della CCTV di Beijing, ideata dall’olandese Koolhaas (fig. 5). Questi sono, per l’appunto, i progetti più discussi così come i più prestigiosi. In contemporanea, ha iniziato ad apparire la figura del designer urbano, uno stuolo di professionisti impegnati sia in city planning che in progettazione del paesaggio. Dagli anni Ottanta in poi, si è continuato a costruire palazzi uno dietro all’altro, senza posa, ma, adesso, si cominciano a progettare aree urbane e città. Se prendiamo Beijing come esempio, negli anni Novanta i progetti stranieri sono stati più di venti, per un totale di oltre 4.000.000 metri quadrati, più dell’80% erano progetti su grande scala da oltre 100.000 metri quadrati. A partire dal 2000, anche Shanghai ha avviato uno sviluppo urbano su grande scala, il che equivale a centinaia di chilometri quadrati. Ultimamente, la Cina ha avviato una collaborazione col governo inglese per costruire un’eco-città sull’isola di Chongming, nella municipalità di Shanghai. Il Segretario generale Hu Jintao e il Primo ministro inglese Blair hanno siglato un accordo ufficiale che prevede la fondazione di un’eco-città di 500.000 abitanti sulla costa orientale dell’isola. Entro il 2010, il progetto prenderà già una forma iniziale, con una cittadina sperimentale di 50.000 abitanti. La Cina edificherà insieme a Singapore un’eco-città di 300.000 abitanti nella municipalità di Tianjin e c’è un progetto simile con la Finlandia, sempre nel nord del Paese. La Cina sta collaborando anche con l’Italia al progetto di un’eco-città, al momento si sta valutando la location.

has 88 floors and is the third biggest skyscraper in the world and the biggest in China: it covers an area of 2.3 hectares, the tower is 420.5 metres high and the building covers a total area of 290.000 square metres. This one single construction encompasses modern offices, a luxury five-star hotel, exhibition rooms, prestigious banquet rooms, a panoramic view, entertainment, and a shopping mall. This skyscraper combines the deep and rich meanings of ethnic Chinese culture with the playful artistry of Western architecture. Its flexibility, safety, comfort and functionality now make it the ideal place for entertainment, dining, business and finance. The Shanghai World Financial Center, currently being completed, towers up alongside Jin Mao Tower. This building, designed by the American firm KPF and the Japanese Mori Building Corporation, reaches a height of 492 metres and, when it is finished, will be taller than Petronas Towers in Kuala Lumpur, which is 452 metres tall. Since China started allowing the parcelling out of land, foreign investments have started to branch out, extending from the realm of hotels and offices to encompass housing constructions, large commercial structures and even industrial projects, on sale both within and outside the country. At the start of the 1990s, foreign investors set about focusing strictly on certain parts of the real estate market, placing their faith in architects and their projects. Americans were the key players in the 1990s, constructing skyscrapers and completing large-scale projects, with architects specialising in commercial town planning finding most work of all in China. Plus, bearing in mind that every branch of architecture has its own specialists, foreign architects proved to be uniquely capable of handling this type of building. During this phase it was simply a that these architects, coming from highly commercialised areas like Hong Kong and the United States knew how to develop commercial services, introducing the very idea of service onto the market. While building skyscrapers in China, the Americans also taught local architects how to understand the business side of operations, such as studying building from a commercial viewpoint. Chinese cities were suddenly verticalised in the space of just a very few years, turning into the main symbol of China’s economic growth, cultural progress and business enterprise. “Western buildings”, at least 30 stories high and covering 50.000 square metres, suddenly appeared all over the place. The immediate consequence of this passion for Weston design was that urban spaces suddenly all looked very similar and standardised. At the start of the new century China attracted an increasing number of prestigious architects, who broke onto the Chinese market like an avalanche, turning the country into an arena and stage for world architecture. The shadow of foreign architects can be seen everywhere, covering everything from large-scale major public projects to even small housing estates. The novelty, compared to what came before, is that the architects now arriving are mainly European. From the design stage to actual building, more and more projects are ending up in European hands – and this also applies to highly symbolic constructions. The arrival in mass of European architects can be explained by an awareness on people's part of the wide range of forms in architecture and, at the same time, of an increasingly widespread desire to experiment with all the possibilities it allows. The strength of these latest arrivals lies in their history and culture, and they are becoming the new masters for Chinese architects. Europe's long history has given rise to different cultures and traditions, resulting in numerous cultural traditions in architecture, too. Chinese architects, who had been won over by technical characteristics such as height and size, as well as the commercial side of foreign architects, are now beginning to revere Europeans as

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Tutti i Paesi sviluppati desiderano creare eco-città pionieristiche in Cina, questo dimostra che la Cina dovrà fronteggiare la sfida dell’urbanizzazione, risolvendone le problematiche e sfruttando l’occasione di grandi collaborazioni internazionali. Non vi è dubbio che in un futuro prossimo la Cina sarà all’avanguardia nel mondo nella costruzione di eco-città. Pertanto, la Cina non dovrà risparmiarsi nel radunare le risorse dell’architettura e della civiltà internazionale più avanzate e fare nuove sperimentazioni per l’arte architettonica del genere umano e per il progresso culturale del mondo. (traduzione dal cinese: Silvia Pozzi)

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 5

masters and learning how to embrace diversity and cultural difference Ever since the end of the 1990s Chinese architecture has turned over a new leaf and its cities have enhanced their appearance through new forms and new languages. Projects have emerged which will become milestones, mammoth works which have caused plenty of controversy. These notably include the Chinese Grand National Theatre, designed by the French architect Paul Andrei; the stadium which will host the 2008 Beijing Olympics (fig. 4), designed by the Swiss architects Herzog and De Meuron; the new CCTV Tower in Beijing, created by the Dutch designer Koolhaass (fig. 5). These are the most hotly debated and also most prestigious projects. At the same time the figure of the urban designer started to emerge, a bunch of experts in both city planning and landscape design. From the 1980s onwards buildings continued to be constructed one after the other, relentlessly, but now urban areas and entire cities were being designed. If we take for example Beijing, of the 20 foreign projects were carried out in the 1990s, for a total of over 4,000,000 square metres, and over 80% were major projects covering over 100,000 square metres. In the year 2000 widespread urban development was also set on the way in Shanghai, covering hundreds of square kilometres. Most recently China has set up a business partnership with the British government to build its eco-city on the island of Chongming in the municipal borough of Shanghai. The Secretary General, Hu Jintao, and the British Prime Minister, Tony Blair, signed an official contract to set up an eco-city for 500.000 inhabitants along the east coast of the island. By 2010 the project will be launched through an experimental town for 50,000 inhabitants. China will also work with Singapore on constructing another eco-city, whose location is still being discussed. All developed nations are interested in creating pioneering eco-cities in China, proving that China will have to tackle the challenge of urbanisation, solving the problems involved and taking advantage of the opportunity to set up major joint-ventures. There is no doubt that in the near future China will be at the world cutting-edge in the construction of eco-cities. China must not hold back when it comes to ploughing resources into architecture and cutting-edge international civilization and also in experimenting in the art of human architecture in the name of cultural progress worldwide.

Fig. 4

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AZL-Atelier Zhanglei Show & Sales Room, Qingpu

Viste della facciata, caratterizzata da un filtro in canne di bamboo che protegge la parete vetrata curva.

La filosofia progettuale dello studio AZL-Atelier Zhanglei è di considerare l’architettura come un processo legato a quasi tutti gli aspetti della vita sociale contemporanea. Allo stesso tempo, essa può essere un’entità astratta, come lo è la più basilare forma di spazio chiuso, e deve confrontarsi e risolvere tutti i problemi fondamentali in termini di adattabilità e capacità di aiutarci a stabilire uno specifico ordine visivo in questo mondo caotico. Il principio fondante del progetto è di saper risolvere i diversi problemi nel modo più razionale e con il metodo di costruzione più diretto, rispondendo alle necessità di adattabilità con materiali e metodi costruttivi semplici e cercando di trarre da essi tutto il potenziale espressivo che possiedono. Questa dovrebbe divenire una strategia di lavoro applicabile alle realizzazioni su grande scala in corso nell’attuale rapido sviluppo urbanistico della Cina odierna e anche una via per il controllo dei consumi e delle limitate risorse. Lo Show & Sales Room realizzato nella Qiandai International Mansion a Qingpu (Shanghai) si trova all’incrocio di due strade e occupa 150 metri quadrati degli uffici vendita di un progetto immobiliare in costruzione nella stessa area. Questo piccolo progetto è costituito da cinque sale. Tre di esse sono state realizzate con blocchi di vetro, una è di pietra e la quinta è fatta di legno. Da un punto di vista funzionale, le tra sale vetrate contengono gli uffici vendita, mentre la “scatola” di pietra è adibita a spazio espositivo del modello del progetto immobiliare; il volume di legno contiene i servizi. I tre materiali sono gli stessi utilizzati per le facciate dei due edifici a torre che sovrastano lo showroom. La separazione tra l’interno dello showroom e il marciapiedi è costituito da una cortina fatta di vetrocemento che, insieme a una “palizzata” di canne di bamboo, crea un confine permeabile e trasparente lungo il profilo curvilineo della strada.

Views of the main facade, characterized by a “buffer” made of bamboo batons which screen the curving glazed facade.

The design philosophy of AZL-Atelier Zhanglei is to consider architecture as a process associated with almost all aspects in our social life today. Meanwhile, it can be as abstract as the most fundamental spatial enclosure, confronting all the basic problems it must solve in terms of adaptability and helping us to establish specific visual order in this chaotic world. The basic principle that the design should be concerned about is solving problems with the most reasonable and direct way of construction, responding to requirements of adaptability with ordinary materials and construction methods as well as trying to find out the potential visual expressiveness from among ordinary materials. This should further become a work-strategy applicable to the largescale construction in the rapid development of Chinese urbanization today, as well as benefit the control of consumptions of limited human resources. Located right at the crossing of two streets, the Show & Sales Room of Qiandai International Mansion at Qingpu (Shanghai) with only 150 square meters is the sales office for the development project under construction on the same spot. This tiny project consists of five rooms. Three rooms are made with glass blocks, one with stone and one is made of wood. Functionally the three glass block rooms are the sales office, while the stone box is for exhibiting the model and the wood box contains the restroom. On the other hand these three materials are used for the facade of the tower buildings. The separation between the sales office and the pedestrians is also made with a wall of glass blocks, while the bamboo batons on the outside create the transparent boundary of the building, seen as the edge to the curved profile of the street.

Credits Project: AZL-Atelier Zhanglei Project Leader: Zhang Lei Project Team: Qi Wei, Shi Hua, Meng Fanhao,

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Cai Menglei, Ming Tianyi, Liu Luowei, Lin Xiaorong, Zhong Guanqiu, Shen Kaikang, Tang Xiaoxin, Zhen Chenyang, Lu Yuan, Wang Lijun

Pianta e sezioni dello Show & Sales Room, realizzato alla base del Qiandai International Mansion a Qingpu, Shanghai. In alto, una delle sale vetrate riservate agli uffici vendita.

Plan and sections of the Show & Sales Room, realized at Qiandai International Mansion in Qingpu, Shanghai. Top, one of the glazed rooms containing the sales offices.

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Zhou Wei, Zhang Bin/Atelier Z+ Sino-French Centre, Tongji University, Shanghai Il Centro Sino-Francese dell’Università Tongji è situato all’angolo sudest del campus, vicino al 12.9 Building, il più antico del campus, e al 12.9 Memorial Park sul lato ovest, con una pista da atletica a sud e Siping Road a est. Lo XuRi Building, che doveva essere conservato è sull’angolo nordovest del lotto. Altra precondizione era il mantenimento di un gruppo di metasequoie e di altri alberi quali cedri deodara, platani, sofore giapponesi e salici. Obiettivo del progetto era creare un sistema formale che integrasse il programma con il contesto ambientale e culturale. Per ottenere ciò si è usato uno schema geometrico in grado di controllare la materializzazione delle funzioni richieste e della circolazione, di conformarsi alla ristrettezza del sito, e anche di indicare il significato simbolico dello scambio di culture. Lo schema “mano nella mano” adottato organizza l’intero edificio con la sua struttura di intrinseca giustapposizione dualistica. Il programma è composto da tre parti: il college, gli uffici e gli spazi pubblici. Due volumi simili, ma diversi, a zig zag, che contengono rispettivamente il college e gli uffici, si sovrappongono e intrecciano tra loro e sono collegati dal volume dello spazio pubblico che si sviluppa al livello interrato e a quello della copertura. Il college e gli uffici condividono lo stesso ingresso, collocato nel vuoto all’intersezione dei due volumi, mentre lo spazio pubblico ha un suo atrio, aperto verso la piscina sul tetto e verso il giardino seminterrato, che connettono una sala espositiva sotterranea e un auditorio al livello superiore. Materiali e strutture diverse sono stati applicati alle varie componenti del complesso. La porzione del college è rivestita da pannelli di acciaio Cor-Ten. La texture e il colore dei pannelli e la levigatezza del vetro creano una delicata alternanza. Pannelli di cemento prepatinato caratterizzano il settore degli uffici. Negli spazi pubblici è utilizzata una combinazione di pannelli di Cor-Ten e cemento prepatinato. La sistemazione paesaggistica riveste un ruolo importante nel progetto. Le metasequoie conservate intorno al settore degli uffici, allo spazio pubblico e allo XuRi Building segnano la piazza di ingresso al complesso.

The Sino-French Centre of Tongji University is located at the southeast corner of the campus, with 12.9 Building, the oldest existing building of the campus, and 12.9 Memorial Park on its west side, tracking field on its south side, and Siping Road on its east side. XuRi Building, which should be preserved, is located at the north-west corner of the site. Another precondition was that a group of existing metasequoias and the other scattered located trees such as deodar cedars, planetrees, Japanese pagodatrees and willows should be retained. The goal of this project was to create a form system to integrate its program, its site context and its culture context. The way to achieve was to use a geometric diagram to control the materialization of its program and circulation, to conform to the site restriction, and also to indicate its symbolic meaning, the culture exchange between two countries. This diagram of “Hand in Hand” is introduced to organize the whole building with its inherent structure of dualistic juxtaposition. The program is composed of three parts, college, office and public gathering space. Two similar but different zigzag volumes, occupied by college and office sector respectively, overlap and interlace each other, and then they are linked together by the volume of public gathering space on underground and up level. College and office sector share the main entrance which is located at the void part of the intersection of these two volumes, while public gathering space has its own lobby, which faces to roof pool and sunken garden, to connect underground exhibit hall and lecture hall on the up level. Different materials and tectonics are applies to the different components of the complex. College sector is wrapped by Cor-Ten steel sheet panels. The unique texture and color of the panels and the smoothness of the glass create delicate variation. Precoated cement panel is introduced into the office sector. Regular and irregular window bands provide sunlight to the office unites and corridors. Public gathering space is created by the combination of both Cor-Ten steel panel and precoated cement panel. Landscape design plays a very important role of this design. The retained existing metasequoias, surrounded by office sector, public gathering area and XuRi Building form an entry plaza of the complex. Eventually, by applying different geometries, materials, colors and tectonics, Atelier Z+ created a unique architectural piece that has a through and profound group of the meaning of cultural exchange between China and France.

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Credits Project: Zhou Wei, Zhang Bin/Atelier Z+ Project Team: Zhuang Shen, Lu Jun, Wang Jia Qi, Xie Jing General Contrator: Zhejiang Hua Sheng Construction (Group) Co., Ltd.

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Sezioni longitudinali e trasversali.

Longitudinal and cross sections.

Plgeneral animetrie ea pipriamnteo edeldel quinto piano.

Sipltaensplofanthande ffliorsort sand. fifth

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Sopra,l’atrio comune al college e agli uffici e, a destra, l’auditorio. Sotto, il giardino semiprivato, creato nelle intersezioni tra gli uffici e il college, è un luogo tranquillo per studiare o rilassarsi.

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Above, the the hall shared by the college and offices and, right, the auditorium. Below, the semi private garden, created by college and office sector, gives a peaceful place for studying and relaxing.

Viste degli spazi interni del Centro Sino-Francese, realizzato presso il campus della Tonji University a Shanghai. Applicando diverse geometrie, materiali, colori e strutture, Atelier Z+ ha creato un’opera di architettura unica che dimostra una profonda comprensione del significato culturale dello scambio tra Cina e Francia.

Views of some interior spaces of the Sino-French, realized at the campus of the Tonji University in Shanghai. By applying different geometries, materials, colors and tectonics, Atelier Z+ created a unique architectural piece that has a through and profound group of the meaning of cultural exchange between China and France.

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Hsin Yieh Architects Hong Kong Film Archive & Sports Centre Nel corso degli anni, l’industria cinematografica di Hong Kong è passata da produzioni rudimentali in bianco e nero a essere una delle più prolifiche in Asia. Attori quali Bruce Lee e Jackie Chang e produzioni di alta qualità le hanno conferito prestigio internazionale. Il Film Archive, 7.200 metri quadrati aperti anche al pubblico, è stato realizzato per conservare, mantenere, restaurare e visionare materiale cinematografico. Il Regional Sports Centre, che costituisce l’altra porzione del progetto, non ha relazione funzionale con l’archivio. In 15.400 metri quadrati contiene un’arena multifunzionale, piscine per il pubblico e per allenamenti, una pista per bowling, e vari altri servizi per lo sport e per il divertimento, come palestra, sala ping pong, sala da ballo, minigolf, sale giochi per bambini. I due edifici si innalzano per 40 metri e condividono un lotto triangolare di 6.600 metri quadrati, fenomeno comune a Hong Kong a causa della scarsità di terreni edificiabili. La committenza pubblica richiedeva allo studio Hsin Yieh Architects (www.hsinyieh.com) una struttura ben pianificata ed economica in cemento armato. Inoltre si richiedeva che i due edifici a torre fossero posizionati all’incrocio tra la strada principale e un passaggio pedonale che li separa e conduce ai servizi di trasporto pubblico. La torre si presenta con le consuete aree di circolazione verticali e con due ingressi separati alla base. L’atrio di ingresso dell’Archivio si apre, sul lato degli ascensori e delle scale, verso una sala espositiva e costituisce il collegamento con la piccola sala cinematografica al primo piano. L’ingresso, più ampio, del Centro Sportivo si incunea verticalmente ai piani superiori. Oltre ai collegamenti verticali, due ascensori conducono direttamente alla piscina coperta del primo piano. Le facciate, espressione delle funzioni interne degli edifici, risultano in un intreccio di volumi solidi, opachi e trasparenti, una stratificazione di materiali, colori e texture. Da una parte vi è la suggestione della complessità del processo di produzione cinematografica, dall’altra si evidenzia il carattere polifunzionale del centro sportivo. In sottile contrasto con le forme angolate delle facciate dell’Archivio, il Centro Sportivo assume una silhouette curvilinea e ha una copertura metallica che ricopre l’arena.

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Over the years, Hong Kong’s movie industry has matured from rudimentary black and white film making to one of the most prolific in Asia. Movie actors such as Bruce Lee and Jackie Chan and high quality productions have since put Hong Kong’s movie industry on the map. The 7,200 square metres Film Archive is built to house specialized cold storage, maintenance, retrieval, research and viewing facilities for the general public. The Regional Sports Centre which makes up the rest of the project has little functional relationship with the Film Archive. Its 15,400 square metres contains a multifunctional sports hall, indoor swimming pools for leisure and training, indoor lawn bowling together with an assortment of sports and recreational facilities such as gymnasium, dance, ping pong, indoor lawn bowling, indoor golf and children play rooms. That both buildings have to be multi-storey reaching some 40 metres in height and placed together on the same 6,600 square metres triangular site is a common phenomenon in Hong Kong’s highly built up and land scarce environment. The brief required to Hsin Yieh Architects (www.hsinyieh.com) efficiently planned and cost effective reinforced concrete building structures. For this public funded project, that the two buildings should read as one entity was dictated and so was the requirement for matching tower features to be placed at the junction of the main road and a pedestrian passageway that separates the two. The pedestrian-way leads to public transport facilities at the back. The tower features naturally form the public vertical circulation areas in the two buildings with the respective entrance halls at their base. The entrance hall in the Film Archive opens onto an exhibition hall by the side of elevators and stairs and provides spatial linkage to the small cinema compound on the first floor. The more voluminous entrance hall of the Sports Centre penetrates vertically to the floors above. In addition to elevator connections to the upper floors, a pair of escalators leads directly up to the popular indoor swimming pool complex on the first floor. Expression of the internal building functions on the facades result in interlocking volumes of solid, translucent and transparent masses in a compositional layering of materials, colours and texture. While the impression is somewhat suggestive of the complexities in film making, it is also suggestive of the multifunctional character of the Sports Centre. In subtle contrast to the angular shapes of the Film Archives facades, the Sports Centre takes on a curved silhouette panel for its swimming complex and a curved metal roof over its top floor sports hall.

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Nelle pagine precedenti, piante dei sei piani e vista di uno degli ingressi del Hong Kong Film Archive & Sports Center, realizzato dallo studio Hsin Yieh Architects. In questa pagina, viste dei due edifici che si innalzano per 40 metri e condividono un lotto triangolare di 6.600 metri quadrati, fenomeno comune a Hong Kong a causa della scarsità di terreni edificiabili. Le facciate, espressione delle funzioni interne degli

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edifici, risultano in un intreccio di volumi solidi, opachi e trasparenti, ina stratificazione di materiali, colori e texture.

Previous spread, plans of the six levels and view of one of the entrances of Hong Kong Film Archive & Sports Center, realized by Hsin Yieh Architects. In this page views of the two buildings which have to be multi-storey reaching some 40 metres in height and placed together on the same

6,600 square metres triangular site is a common phenomenon in Hong Kong’s highly built up and land scarce environment. Expression of the internal building functions on the facades result in interlocking volumes of solid, translucent and transparent masses in a compositional layering of materials, colours and texture.

L’atrio di ingresso dell’Archivio si apre, sul lato degli ascensori e delle scale, verso una sala espositiva e costituisce il collegamento con la piccola sala cinematografica al primo piano.

L’ingresso, più ampio, del Centro Sportivo si incunea verticalmente ai piani superiori.

The entrance hall in the Film Archive opens onto an exhibition hall by the side of elevators and stairs and provides

spatial linkage to the small cinema compound on the first floor. The more voluminous entrance hall of the Sports Centre penetrates vertically to the floors above.

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MAD Architects Office Beijing 2050 I prossimi Giochi Olimpici 2008 sono il simbolo dei sogni e delle ambizioni di Beijing. Tuttavia, con l’approssimarsi delle Olimpiadi, è necessario avere una visione del futuro della città oltre il 2008, pensare quale sia l’obiettivo a lungo termine di Beijing e immaginare le nuove possibilità per il progetto della città. La città pensata da MAD Architects Office (www.i-mad.com) non è solo quella rappresentata dalla propria immagine, bensì è formata dalle vite dei suoi abitanti. Non è solo una fotografia, bella o brutta che sia, ma lo specchio della storia e del presente. Lo studio MAD Architects Office prevede una completa presa di coscienza dei valori storici e futuri di Beijing per il 2050. Il futuro degli hutong Se da una parte gli hutong sono una meta per i turisti, essi sono un ambiente difficile per i loro abitanti, non avendo bagni privati. Il governo fa trasferire in periferia gli attuali residenti degli hutong e le loro case vengono trasformate e occupate da progetti immobiliari destinati alla popolazione più ricca. Nuove case rimpiazzano alcune delle vecchie. Questa è una legge naturale della vita e dello spazio. Le nuove case rifletteranno gli stili di vita futuri. Il vecchio e il nuovo si confronteranno e completeranno a vicenda. Gli hutong del 2050 (immagine a pagina 7) valorizzeranno la vita dei propri abitanti, non solo la propria tradizione. Un’isola flottante sul Central Business District Il CBD di Beijing è stato costruito secondo la visione occidentale di modernizzazione, risalente al secolo scorso ed è visto come espressione di ricchezza e status sociale. Tuttavia, diversamente dai Paesi Occidentali, il CBD di Beijing non mira a stabilire nuovi standard per il proprio futuro. Come apparirà la città densamente popolata della Cina del futuro? MAD Architects Office pensa che ci sia bisogno di una connessione più che di una segregazione e più della mera ricerca di edifici con altezze da record. Propongono la creazione di studi digitali, centri multimediali per gli affari, teatri, ristoranti, biblioteche, attrazioni turistiche, spazi espositivi, palestre e anche di un lago artificiale su una struttura sopraelevata sopra il CBD che connetta orizzontalmente tutta la sua area. Tiananmen: Parco del Popolo La Piazza Tiananmen che vediamo oggi non ha una storia lunga. Tutti cambiamenti di cui è stata testimone nelle passate decadi riflettono l’evoluzione dello spirito nazionale. Nel 2050, emergerà una Cina democratica e matura e gli spazi per le grandi manifestazioni politiche o per le sfilate militari non saranno più necessari. I trasporti non si effettueranno più con un sistema a livello stradale, ma utilizzeranno sistemi sotterranei o sopraelevati. Come sarà Piazza Tiananmen quando non avrà più le proprie funzioni politiche e di nodo di traffico? L’area potrà essere trasformata in un giardino o in un parco con servizi culturali nel sottosuolo connessi alla rete dei trasporti. Un teatro nazionale sarà “nascosto” in una collina artificiale che si estende all’attuale Zhongnanhai (l’adiacente quartiere generale del partito Comunista). Nel 2050, Piazza Tiananmen sarà uno spazio urbano pieno di vita e la più grande area verde del centro di Beijing.

Le isole flottanti multifunzionali che connettono orizzontalmente tutta l’area del Central Business District di Beijing.

The floating, multifunctional islands connecting horizontally all the area of the Beijing Central Business District.

Credits Project: MAD Architects Office Owner/Partners: Ma Yansong, Yosuke Hayano, Dang Qun

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The coming 2008 Olympic Games have symbolized the dream and ambition of Beijing for many years. However, as the 2008 Olympic Games draws near, it is necessary for us now to envision Beijing’s future beyond 2008 and to think about what Beijing’s long term goal and imagine new possibilities for the city’s design. The city meant by MAD Arcitects Office (www.i-mad.com) is not just its images, but the lives of the people living in it. It is not only a picture, be it beautiful or not, it is perhaps a mirror from which we can get a good look at history as well as the world today. MAD Architects Office envisions a complete consciousness of these histoical and future values in 2050. The Future of the Hutongs While Hutongs are a haven to the visitor, it is a difficult environment for local Beijingers who live there which have no private bathroom or shower. The hutong dwellers are being moved by the government to outskirts of the city, their homes being occupied by the wealthy and developers who recreate the spaces where they once existed. New houses will replace old ones. That’s natural law of life and space. The new ones will reflect future life style. The old and the new, they complement each other in the space respectively. 2050’s Hutong values people’s life, not just the traditional form (see image at page 7). Floating island over the Central Business District The CBD in Beijing was built according to the western vision of modernization created in the last century, which is regarded as an expression of wealth and status. However, unlike Western countries, Beijing’s CBD doesn’t attempt to set future new standards for itself. What will the densely populated future city in China look like? MAD Architects Office think we need a literal connection rather than segregation or simply chasing the building height. Digital studios, multi-media business centers, theaters, restaurants, libraries, sightseeing, exhibitions, gyms, and even a man made lake are elevated above the CBD, and connect with each other horizontally. Tiananmen: People’s Park The Tiananmen Square we see today does not have a long history. All the changes it witness in the past few decades reflect the evolution of the nation’s spirit. By 2050, a mature and democratic China will emerge, and spaces for massive political gathering and troop procession like Red Square may no longer be necessary. The transportation could no longer rely on the ground traffic system, it may utilize an above-ground or underground system due to changes in transportation. What will Tiananmen Square be like when it is deprived of its political and transportation functions? The ground might turn into a garden or park, and cultural facilities could be placed underground to connect to a transportation network. A national theatre is hidden inside a “landscape mountain”, diffusing its forms in what is now Zhongnanhai, the nearby Communist Party compound. In 2050, Tiananmen Square is an urban space filled with life and the biggest green area in the center of Beijing.

Nel 2050, MAD Architects Office vede la Piazza Tiananmen come un enorme parco pubblico.

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MAD Architects Office envisions for the year 2050, the Tiananmen Square as a huge public park.

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MAD Architects Office Sinosteel International Plaza, Tianjin La città di Tianjin segna a est l’ingresso nell’area di Beijing. Estesa lungo le rive del fiume Haihe, la città vanta una storia secolare ed è tesa verso il futuro senza limiti dell’Oriente. Qui si avvertono con forza e si cavalcano con ambizione lo spirito del futuro e il senso della nuova era dell’informazione. L’edificio Sinosteel Plaza International progettato da MAD Architects Office simboleggia la stabilità e la potenza della Cina del futuro e, allo stesso tempo, la forza e lo spirito imprenditoriale della Sinosteel International Holding Company. L’edificio, il cui completamento è previsto per il 2012, è alto 320 metri e ha una superficie utile di circa 200.000 metri quadrati destinati a un uso misto di uffici, appartamenti, albergo e servizi d’impresa. Questo centro multifunzionale esprime molti dei temi correlati alle più avanzate teorie architettoniche e studi tecnici – quali la progettazione strutturale avanzata, le strategie energetiche e ambientali, i processi di ingegneria edile e paesaggistica, gli ambienti virtuali – in una maniera tradizionale che mantiene il dovuto rispetto per la storia. Le finestre esagonali derivano infatti dall’architettura e dai giardini della tradizione cinese e non solo diventano un elemento visivo caratterizzante che definisce questo nuovo spazio per uffici e di affari internazionali, ma costituiscono anche un elemento portante aggiuntivo rispetto al sistema strutturale dell’intero edificio. Nel complesso, la torre appare come un insieme di cellule aggregate che crescono e si moltiplicano continuamente in una successione infinita.

Tianjin is the east gate of Beijing in China, The city is perched on the estuary of the Haihe River and with its centuries-old history of background, it will face the boundless future of the East. Here, the spirit of the future and the feeling of the time of information gallop upward. The Sinosteel International Plaza building symbolizes the stability and mightiness of Chinese future, and the enterprise spirit and vigour of Sinosteel International Holding Company. The building, which should be completed by 2012, is 320 meters high and has a net surface of about 200,000 square meters, destined to offices, apartments, hotel and business services. This mix uses center expresses many of the topics related to the most updated theories and technical studies of architecture – such as advanced structural design, energy and environmental strategies, construction and land engineering, virtual environments – in a traditional manner which maintains the due respect for history. Windows with six edges, in fact, are the result from Chinese traditional architecture and gardens, and not only become an element of view with a definition of new international office space, but also shoulder the main structure system of this building, in order to make the whole building look to be constituted by a lot of cells which grow unceasingly and reproduce continuously in an endless succession.

Credits Project: MAD Architects Office Director: Ma Yansong, Qun Dang Design Team: Eric Spencer, So Sugita, Zhao Wei, Wang Xingfang, LI Jieran, Lu Lu, Liu Xiaopu Associate Architects and Engineers: ARUP, BIAD, Majesty Structural Engineering Design&Consultant INC. (GSD) Client: Sinosteel International Plaza (Tianjin) Ltd

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Rendering della torre del Sinosteel International Plaza a Tianjin. Le finestre esagonali derivano dalla tradizione cinese dei giardini e dell’architettura e costituiscono un elemento aggiuntivo alla struttura portante della torre alta 320 metri.

Renderings of the Sinosteel International Plaza in Tianjin. The six-edge windows result from Chinese traditional architecture and gardens and also shoulder the main structure systemof the 320-metre high tower.

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Studio Pei Zhu Blur Hotel, Beijing Da tutto il furore edificatorio della Cina d’oggi, strabiliante quasi ci si volesse per forza ritrovare nuovamente nel Catai di Kubla Kahn e Marco Polo, si possono estrarre anche opere come queste, appena ultimate o in via di un inderogabile completamento olimpico, progettate da architetti autoctoni. A confronto delle altre, continuamente importate e dominanti, dovute all’estro, a volte terrificante, sprigionato dal contatto dei leader maximi dell’architettura con le insidie di grandi commesse e carta bianca; Hotel Blur e Digital Beijing risalterebbero per semplice, immediata, compostezza parallelepipeda. Come se Pei Zhu nell’affidare i suoi edifici alla geometria dei solidi elementari ne rivelasse certe perduranti affinità con l’architettura medesima, nel frattempo in preda a potenti possibilità mutanti. Il Blur Hotel è la trasfigurazione dell’edificio precedente, di cinque piani, a pagoda e per uffici, rimaneggiato in profondità: in sezione si presenta come una scacchiera di pieni e vuoti. Assenti le travi, la rimozione alternata delle solette tra le campate dei pilastri libera degli spazi nel corpo della costruzione; corti interne, di connessione tra le camere, per giardini a cielo aperto, sale di lettura, lounge . Mentre ai piani inferiori il progetto stabilisce la trasversalità pubbli-

ca dei transiti. ll Blur Hotel gode di una location davvero impressionante, a due passi dalla Città Proibita. L’impianto riscopre la spazialità storica, cancellata dall’inorganicità dei blocchi separati sostituitasi alla fluidità indivisa e vitale di vicoli – hutong – e case a corte di questa zona di Beijing, risalente alla dinastia Ming. Sempre per sfuggire alla stessa rigidità intransitiva, un involucro reticolato di apposite gaufrettes plastiche trasforma il volume dell’edificio, altrimenti inerte, opaco e confinato nei suoi limiti, in qualcosa di più indistinto e astratto; simile, con il calar della sera, a una grande lanterna magica, sulle cui pareti affiori, discretamente soffusa, la vita dell’albergo. L’evanescenza procurata al Blur Hotel, al di là di queste condivisibili ragioni, sarebbe una prova ulteriore di come il traslucido si possa ormai considerare, a tutti gli effetti, una dittatura planetaria. Decio Guardigli

Il Blur Hotel a Beijing riutilizza un vecchio edificio per uffici situato nell’area di conservazione storica della Dinastia Ming intorno alla Città Proibita, caratterizzata dalla tradizionale sistemazione urbanistica degli hutong. Sopra, l’edificio esistente che, oltre a essere stato ristrutturato e rinnovato all’interno, è stato avvolto da una facciata continua semi-trasparente che riprende l’immagine di una tradizionale lanterna cinese. Nella pagina a fianco, rendering dell’intervento di Pei Zhu.

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Amongst all the furious building work going on in modern-day China, so astounding that it is almost as if we were back in Catia in the days of Kubla Kahn and Marco Polo, we can actually find works like this, just completed or about to be so ready for the Olympics (a deadline which cannot be postponed), designed by the nation’s own architects. Compared to other works, constantly imported and now prevalent everywhere, due to the (at times terrifying) flare of the “big names” of architecture, entrusted with huge contracts and given a free hand (with all the risks that entails), Hotel Blur e Digital Beijing stand out for their simple, immediate and composed parallelepiped-style designs. As if by relying on the geometry of simple solids when designing his buildings Pei Zhu managed to reveal certain lasting affinities with architecture itself, which, in the meantime, has been left prey to all kinds of powerful mutating possibilities. Blur Hotel is a transfiguration of an existing five-storey pagoda-style office building, which has been totally restructured: its section looks like a chequerboard of solids and spaces. There are no beams and by removing some of the floor slabs in the bays between the columns, he has opened up some spaces in the main building

frame; internal courtyards, connecting the rooms, open-air gardens, reading rooms and lounges. The lower levels is designed as a sort of transit area for guests. The Blur Hotel can boast a truly wonderful location right by the Forbidden City. The building plan revives its old spatial setting, which had been cancelled out by the inorganicity of separate blocks which had replaced the smoothly-flowing and seamless old hutongs (little streets) and courtyard housing in this area of Beijing dating back to the Ming dynasty. Again to break free from the general sense of rigidity, a reticular shell of special sculptural gaufrettes transforms the building structure, which is otherwise inert, opaque and confined within its own boundaries, into something more indistinct and abstract; as night falls, it begins to look rather like a huge magic lantern with hotel life dimly lit up against its walls. The evanescence created by Blur Hotel (leaving aside the aforementioned reasons) would appear to be further proof that the translucent many now, to all extents and purposes, be seen as a sort of global dictatorship.

Credits Project: Studio Pei Zhu Project Designer: Pei Zhu, Tong Wu Project Team: Li Chuen, Zhang Pengpeng, Zhou Lijun, Dai Lili, Wang Min Client: China Resource

Blur Hotel in Beijing is developed out of an old office building situated in the historical Ming Dynasty conservation area around the Forbidden City, featuring the traditional hutong-style town-planning organisation. Above, the old building, which, as well as being restructured and redeveloped on the inside, has been enveloped in a semi-transparent curtain façade drawing on the traditional Chinese lantern design. Opposite page, rendering of Pei Zhu’s project.

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Una fase del montaggio della facciata in materiale semi-trasparente, piante del secondo e del quarto piano, sezioni longitudinale e trasversale, assonometria dei cortili verticali che richiamano, all’interno del Blur Hotel, la disposizione delle corti interne dei vecchi hutong. Nella pagina a fianco, particolare la facciata del Blur Hotel.

A stage in the construction of the façade made of a semi-transparent material, plans of the second and fourth floor, longitudinal and cross sections, axonometry of the vertical courtyards, which, inside Blur Hotel, evoke the layout of the internal courtyards of old hutongs. Opposite page, detail of Blur Hotel’s facade.

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Studio Pei Zhu Digital Beijing Digital Beijing è il nome del futuro Data Centre per le prossime Olimpiadi nel 2008; il progetto, da quanto si evince dai rendering, assume, sostenuto dalla retorica olimpica, i caratteri di questa missione tecnologica. Uno specchio d’acqua rifletterà un edificio siffatto: quattro alte barre accostate con i rispettivi intervalli dovrebbero richiamare alla mente il susseguirsi di 0 e 1 del codice binario. Le facciate saranno striate a tutta altezza dalle scie luminose e di circuiti stampati o codici a barre giganti. Digital Beijing si manifesta come profusione unilaterale di energia, le sue sembianze traducono all’esterno il regime di attività per cui è predisposto, destinate a esprimere l’immaterialità dell’informazione attraverso degli espedienti a effetto. L’edificio deve quindi essere sottratto alla sua inerzia: sospeso sulle acque perde peso e si sdoppia in un riflesso mobile, poi si elettrizza. Volumi e superfici restano geometricamente impassibili, raffreddano il messaggio, sono i superconduttori di un’informazione tautologica e universale. Il progetto vive della tensione tra le grandi lastre immote, all’apparenza monolitiche e il movimento indecifrabile delle barre. L’architettura, liscia, immarcescibile, libera dagli attriti, diventa il supporto di un’informazione criptica, metafora dell’altra. Non resta che scoprire l’effetto che Digital Beijing potrà mai fare una volta costruito. Quando scenderà dalla dimensione parallela dei rendering per approdare al reale e alle sue fatali imprecisioni, verrà irretito e sfigurato o rilancerà in concreto la sfida? Corrisponderà alle sue effigi? Riuscirà a riprodurre l’aura da profondo blu? Le sue facciate saranno davvero percorse da brividi elettrici? Non sarà facile ma è appassionante immaginare come e con cosa, con quali e quanti dettagli – molti non andrebbero forse sublimati? – si possa costruire un’architettura del genere, a prima vista non tra le più propense a misurarsi con la materia e la carne del mondo cosiddetta. Decio Guardigli

Digital Beijing is the name of the future Data Centre for the forthcoming Olympics in 2008; the project, as far as can be seen from the renderings, draws on Olympic rhetoric to serve its own special technological mission. The building, constructed as follows, will be reflected in a pool of water: four tall bars set out at regular intervals is supposed to bring to mind the sequence of 0s and 1s in binary code. The facades will be striated over their entire height by trails of light, printed circuits and giant bar codes. Digital Beijing looks like a unilateral profusion of energy, its physical traits translate onto the outside all the operations it is designed to serve, representing the immaterial nature of information through various striking expedients. The building needs to be shaken out of its state of inertial: suspended over water, it loses weight and splits into a shimmering electrifying reflection. The structures and surfaces remain geometrically impassive, they cool down the message like superconductors processing tautological, universal information. The project thrives on the tension between the giant motionless slabs, which appear to be monolithic, and the indecipherable motion of the bars. The smooth, imperishable architecture, free from friction, turns into a prop for encrypted information, a metaphor for its opposite. It only remains to be seen what effect Digital Beijing has once it is built. When it descends from the parallel dimension of renderings to become reality and all the imprecision in this world, will it be ensnared and disfigured or will it meet the challenge on a concrete level? Will it actually be how it is now being represented? Will it manage to reproduce that deep blue aura? Will its facades really be injected with electrical shocks and shivers? It will not be easy, but it is exciting to imagine how and in what way (through what kind of and how many details – won’t lots of them actually be sublimated?) this kind of work of architecture can be built, since at first sight it does not look as though it is designed to confront the concrete matter or so-called “blood and bones” of the real world.

Nella pagina a fianco, piante del secondo e terzo piano del Digital Beijing, , che fungerà da Centro Dati per le prossime Olimpiadi 2008. Sopra, sezione longitudinale. Sotto, planimetria generale e pianta del piano terra.

Opposite page, plans of the second and third floors of Digital Beijing, which will act as a Data Centre for the forthcoming 2008 Olympics. Above, longitudinal sections. Below, site plan and ground-floor plan.

Credits Project: Studio Pei Zhu & Urbanus Project Designer: Pei Zhu, Tong Wu, Hui Wang Project Team: Liu Wentian, Li Chuen, Lin Lin, Tian Qi Client: Beijing Government

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In alto e nella pagina a fianco, viste del modello di Digital Beijing. Sopra, immagine di un circuito elettronico che ha rappresentato il riferimento formale per la definizione del progetto e rendering di uno degli spazi comuni interni.

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Top and opposite page, views of the model of Digital Beijing. Above, picture of an electronic circuit, which was the stylistic benchmark for designing the project and a rendering of one of the internal communal spaces.

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Planimetria generale del polo intermodale e vista del quartiere degli affari e del polo di scambio. La sagoma delle tre torri alte 100 metri si ispira alla struttura tradizionale dei tetti pechinesi.

AREP – Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud + ADIMC Xizhimen Business District, Beijing Il progetto di Xizhimen, un quartiere a nord-ovest di Beijing, si focalizza sul futuro polo intermodale che raggruppa la linea ferroviaria a grande velocità, in direzione nord, quello regionale, periferia nord di Beijing, la linea 3 della metropolitana e una stazione degli autobus con 18 linee. L’area, di proprietà della Beijing Huarong Investistement, una società privata di investimento, è situata sull’asse della Xizhimen-Neidajie Road, ai confini della seconda fascia periferica di Beijing. La superficie del terreno è di 6 ettari (esclusa la stazione), di cui 0,4 ettari sono destinati a una piazza pubblica e 5,6 ettari allo sviluppo di uffici e commerci; 1,2 ettari è invece riservato alla futura stazione Northern Beijing Railway. Gli elementi che compongono il programma sono un parcheggio di 82 815 metri quadrati, spazi commerciali per 91.875 metri quadrati, 16.830 metri quadrati di stazioni e quattro torri rispettivamente di 31.155, 26.505, 20.925, 12.636 metri quadrati. Una superficie complessiva di 282.741 metri quadrati. Sopra alla futura stazione degli autobus si trova una stazione della metropolitana, inaugurata nel 2002, individuata dalla leggerezza della sua struttura metallica. A ovest, si staglia la sagoma di quattro torri, alte 100 metri, che si ispira alla tradizionale struttura dei tetti di Beijing, la cui curvatura si rapporta morbidamente con la dimensione del cielo. Lo spazio degli uffici o di riunione liberato all’ultimo piano offre una visione panoramica sul paesaggio urbano. Le facciate sud sono protette da un sistema di brise-soleil tubolari. Il basamento, dove è organizzato un centro commerciale, è rivestito in granito grigio trattato con superfici lisce e rugose. Il progetto s’organizza attorno al polo intermodale con un’espressione architettonica particolarmente marcata che riflette la forza propulsiva del nuovo quartiere d’affari di Beijing.

The Xizhimen project, a neighbourhood to the north-west of Beijing, focuses on a future inter-modal junction combining a high-speed line running north, a regional line in the northern suburbs of Beijing, tube line no.3, and a bus station serving 18 routes. The area, owned by Beijing Huarong Investment, a private investment company, is located along Xizhimen-Neidajie Road, bordering on the second suburban ring around Beijing. The land covers an area of 6 hectares (excluding the station), of which 0.4 hectares will house a public square and 5.6 hectares an office and shopping development; 1.2 hectares are, on the other hand, allocated for the future Northern Beijing Railway Station. The project is composed of a 82.815-squaremetre car park, retail facilities covering 91.875 square metres, 16.830 square metres of stations and four towers covering, respectively, 31.155, 26.505, 20.925 and 12.636 square metres. An overall area of 282.741 square metres. There is a tube station, which opened in 2002, above the future bus station. The tube station has a distinctive light-weight metal structure. The outline of the three towers stands out to the west. The towers, which are 100 metres high, are inspired by the traditional design of Beijing roofs, whose curvature fits in smoothly with the sky above. The office or meeting space freed up on the top floor provides a panoramic view across the cityscape. The south facades are sheltered behind a system of tubular sunscreens. The lower section, where the shopping mall is located, is covered with grey granite given both a smooth and rough surface. The project is set around the inter-modal junction and its particularly distinctive architectural design reflects the driving force of this new business district in Beijing.

Site plan of the intermodal centre and view of the business district and interchange junction. The outline of the three 100-metre-high towers is inspired by the traditional shape of roofs in Beijing.

Credits Projct: AREP (Jean-Marie Duthilleul and Etienne Tricaud architects), ADIMC (Architecture Design Institute of the Ministry of Construction) Client: Municipality of Beijing, Railways Ministry of China, Beijing Huarong Investment

Site plan of the area to the north-west of Beijing along Xizhimen-Neidajie Road, where the Xizhimen inter-modal centre has been built, encompassing car parks, retail spaces, stations serving a high-speed railway line heading north, a regional line out into the north suburbs, the 3rd tube line and a bus station serving 18 lines, and four towers, covering an overall area of approximately 283 thousand square metres.

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Arep/Tristan Chapuis

Planimetria dell’area a nord-ovest di Pechino, sull’asse di XizhimenNeidajie Road, dove è stato costruito il polo intermodale di Xizhimen che comprende parcheggi, spazi commerciali, le stazioni che servono una linea a grande velocità verso nord, una regionale in direzione della perfiferia nord, la linea 3 della metropolitana e una stazione degli autobus per 18 linee, e quattro torri, per una superficie complessiva di circa 283 mila mq.

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Arep/Didier Boy De la Tour

Arep/Didier Boy De la Tour

A sinistra dal basso, piante dei piani primo, secondo; a destra sezioni longitudinale e trasversale e pianta del terzo piano. Sopra, le sagome arrotondate in sommitĂ delle tre torri si proiettano nel cielo

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senza interferire con la dimensione naturale.

Left, from the bottom, plans of the first and second floors; right, longitudinal and cross sections, and plan of third floors. Above, the rounded

outlines at the top of the towers project into the sky without interfering with the naturalness of the setting.

Particolare delle torri protetti e da brise-soleil tubolari. Il basamento in granito grigio trattato con superficie in parte rugosa e in parte liscia, ospita il centro commerciale.

Detail of the towers sheltered by tubular shutters. The grey granite base with a partly rough and partly smooth surface holds a shopping mall.

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Arep/Didier Boy De la Tour

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Arep/Didier Boy De la Tour

Top, the panoramic space constructed on the top floor of the towers serves for offices or meeting rooms. Above and opposite, details of the shutters on the south facades of the towers.

Arep/-Imaginechina/Yin Nan

Arep/Tristan Chapuis

In alto, lo spazio panoramico ricavato all’ultimo piano delle torri è adibito a uffici o sale riunioni. Sopra e a fianco, particolari dei brise-soleil sulle facciate sud delle torri.

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Marc Mimram Feng Hua Bridge, Tianjin Vincitore di un concorso internazionale nel 2003 e inaugurato nel maggio del 2007, il ponte di Feng Hua unisce le due rive del fiume HaiHe che attraversa Tianjin, una città di 11 milioni di abitanti in piena espansione. Il progetto sviluppa due temi, l’ancoraggio geografico della struttura sul fiume e l’individuazione di un segnale di modernità espressione delle capacità tecnologiche e artigianali della Cina contemporanea. Con questo progetto viene disegnato un nuovo paesaggio lungo fiume, non più due vie di traffico che costeggiano il corso ma due giardini che permettono di sviluppare nuovi percorsi pedonali convogliando il traffico automobilistico in un'unica arteria di attraversamento. Il ponte si articola così in tre parti: alle due estremità due ponti di 54 metri di portata attraversano i percorsi lungo il fiume, al centro un ponte di portata maggiore, 127 metri, unisce le due rive. Il progetto della struttura coniuga gli sviluppi tecnologici più avanzati nel campo del calcolo e della costruzione di strutture in acciaio con la capacità attuale della Cina di mettere in atto queste tecnologie e la disponibilità un’abbondante mano d’opera. Una struttura complessa costituita da archi multipli che si sviluppano nello spazio secondo le necessità statiche è associata a elementi “petalo” che nel assicurano i legami indispensabili. Questi “petali” oltre a irrigidire la struttura rendendola resistente alla flessione delle membrature degli archi molo sottili, captano la luce del giorno in rapporto ai movimenti del sole mentre, la notte, riflettono quelle dei fari delle auto disegnando un segno luminoso sopra il fiume. I 9 archi della portata centrale, 127 metri, sono costituti da casseri, ricostituiti e saldati, di 40 centimetri di larghezza x 55 centimetri di altezza, distribuiti lungo le curve assecondando la variazione dell’inerzia globale della struttura secondo le esigenze del percorso di forze. 128 petali di 64 tipi diversi, da 2x3 metri fino a 9 metri, collegano questi archi e formano i radianti interni regolando i legami geometrici tra gli archi e la loro posizione nello spazio. I petali sono il frutto di una tecnologia di punta (resina polimerizzata armata di fibra di vetro e struttura metallica) e di un sapere artigianale nella fabbricazione di 64 stampi in geometrie complesse e elaborate.

Winner of an international competition held in 2003 and officially opened in May 2007, Feng Hua Bridge joins the two banks of the River HaiHe running through Tianjin, a city with a population of 11 million which is currently booming. The project works along two main lines: geographically anchoring the structure to the river and providing a landmark of modernity embodying modern-day China’s technological prowess and craftsmanship. This project creates a new landscape along the river, replacing two busy roads running along its banks with two gardens providing new pedestrian ways while simultaneously directing road traffic along one single lane. The bridge is divided into three parts: at each end two bridges spanning 54 metres cross the paths running along the river banks, while a bigger bridge in the middle spanning 127 m also joins both sides of the waterway. The structural design combines cutting-edge technological developments in the field of computation and the construction of steel structures with China's current ability to implement this kind of technology drawing on the vast labour resources available. An intricate structure composed of multiple arches, extending into space according to static requirements, is matched with “petal”-shaped elements providing essential bonds and links. In addition to reinforcing the structure these “petals” ensure the membranes of these very thin arches are resistant to bending, they also capture daylight as the sun moves across the sky and at night-time reflect car headlights to create a luminous sign above the river. The 19 arches of the central bay spamming 127 metres are composed of reconstructed and welded caissons measuring 40 cm in width and 55 cm in height, carefully set along the curves to comply with variations in the overall inertia of the structure based on requirements deriving from the lines of force. 128 petals in 64 different types (measuring from 2x3 to 9 metres) connect these arches and form the internal radians governing the geometric bonds between the arches and their position in space. The petals are the product of state-of-the-art technology (polymerised resin reinforced with glass fibre and a metal structure) and great craftsmanship in manufacturing 64 moulds in complex and intricate patterns.

Particolare della struttura ad archi e “petali” del ponte di Feng Hua a Tianjin, in Cina, inaugurato nel maggio dello scorso anno in seguito a un concorso internazionale vinto nel 2003. Nella pagina a fianco, in alto la costruzione dei “petali” frutto della maestria artigianale cinese, che ha portato alla fabbricazione di 64 stampi dalle geometrie complesse, e del ricorso alle più avanzate tecnologie (resina polimerizzata armata e struttura metallica). A destra, planimetria, e in basso, particolare del ponte e sezione.

Detail of the structure composed of arches and “petals” forming Feng Hua Bridge in Tianjin, China, which opened last May following an international competition won in 2003. Opposite page, top, the “petal” shaped construction drawing on Chinese craftsmanship, which resulted in the manufacture of 64 dies in intricate forms and the use of cuttingedge technology (reinforced polymerised resident and a metal structure). Right, site plan, and below, detail of the bridge and section.

Credits Project: Marc Mimram Structure Engineering: Marc Mimram Ingénierie Assistants: Laurent Becker – Alice Dietsch Client: Tianjin Municipality

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Planimetria generale e la passerella pedonale. Il ponte è formato da tre parti, due passerelle laterali pedonali, di 54 m di portata, che collegano i giardini lungo il fiume e un ponte centrale di portata

maggiore, 127 m, riservato al traffico automobilistico.

The site plan and footpath. The bridge is composed of three parts, two lateral footpaths spanning 54 m, which connect

the gardens along the river, and a central bridge spanning a greater distance, 127 m, serving road traffic.

Il sistema dei “petali” consente di soddisfare due condizioni, associare gli archi per irrigidire la struttura rendendola resistente alla flessione delle membrature particolarmente sottili degli archi stessi e captare la luce del sole durante il giorno e di notte riflettere quella dei fari delle auto disegnando un segno luminoso.

This system of “petals” meets two demands: it brings together the arches to reinforce the structure preventing the particularly thin membranes of the arches from bending, and also captures sunlight during the day and reflects car headlamps at night to create a luminous sign.

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3GATTI.COM

Rome/Shanghai di/by Stefano Pavarini

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C’

è qualcosa di affascinante in una civiltà che ha vissuto per 3.000 anni una sorta di magnifica “adolescenza”, crescendo “in pubblico” come un grande monolite separato. La Cina come grande “altro” che ancora oggi, dopo la caduta del blocco sovietico, riesce a mantenere le distanze dal resto del mondo, mixando comunismo e capitalismo in modo inaspettato. Seguendo la formula “money + architecture = real estate ”, le grandi firme dello star system si sono paracadutate in Cina per portare la cultura del landmark. Nella logica della griffe: diamo ai cinesi il lusso, un po’ di Prada, un po’ di Koolhaas! Architettura della scena mediatica destinata ad attirare lo sguardo e a motivare flussi di denaro. Se crediamo alle statistiche, in Cina gli architetti sono un decimo degli architetti americani, guadagnano un decimo degli americani e producono cinque volte il volume di progetti. Si tratta di numeri inquietanti, laddove la qualità sembra problema secondario, a fronte della velocità del costruire e della necessità di assecondare un mercato in esplosione. Allora quale può essere il contributo dell’architettura occidentale, oltre al desiderio di cavalcare la tigre? Molti italiani aprono uffici in Cina, pensando di poter liberare un potenziale inespresso in patria, per poi trovarsi a dover affrontare sfide enormi. Francesco Gatti appartiene alla generazione dei trentenni di scuola romana che non si fa illusioni, ma raccoglie la sfida aprendo un ufficio a Shangai. Per lui il progetto è una zona di sogno, un luogo sciamanico dove l’architetto ha a che fare con il deposito illimitato delle storie, dei segni, dei racconti. La Rete gli consente l’esplorazione lisergica di mondi diversi: dal passato al futuro in uno sterminato presente, fatto di infinite possibilità. Il progettista non è più il demiurgo che costruisce il nuovo mondo, ma è lo stupefatto esploratore del reale e del virtuale che si confondono in un viaggio allucinato. Gatti percepisce il mistero della realtà vissuta nel dominio dell’elettronica, per cui oggi posso essere qui come in un altro luogo e lanciare le mie creazioni nel dialogo con il mondo in tempo reale. Il progetto per la In Factory nel distretto di Jing An a Shangai, si colloca dentro una mistura inevitabile di transitorio e duraturo: il progetto non si pone più il problema di dire qualcosa: semplicemente vuole esistere, essere parte di un luogo! Il tema della fabbrica dismessa da ricuperare diventa occasione per tracciare dei segni nello spazio, per disegnare negli interstizi tra edificio ed edificio, luoghi, cortili dove l’energia del progetto si esprima. Architetto sciamano, che evoca le forze del disegno per un evento che contempla la propria provvisorietà (e la propria fine), come un rituale sempre nuovo. Innanzitutto il totem filiforme della griglia ortogonale diventa presenza concreta, tramite i tiranti metallici, materializzazione di uno spazio di ragione, uno spazio di modellazione, di possesso, dove disporre una serie di presenze materiali: bambù, acqua, panche, specchi, alberi, ciottoli colorati. Il suolo è segnato, polarizzato, nel tracciamento di una nuova geografia: un “paesaggio spaesato” che rende vibrante il luogo, una sorta di giardino tridimensionale dove il senso della composizione e della ritmica rimandano a un crossover tra Mondrian e il giardino Zen. Le lampade riverberano l’evento muovendosi con il vento, generando suoni. La dimensione dell’incontro con l’umano è sempre presente nel lavoro di Francesco Gatti: questo è un nodo da capire. Laddove il suo perdersi nella magia elettronica sembrerebbe allontanarsi dall’umano, così queste piazze acquistano vitalità solo se abitate, accolgono le persone che diventano attori sulla scena, osservatori, trasformatori del luogo. Mentre le piazze della Metafisica ci portavano allo sguardo manichini raggelati in un tempo senza tempo, queste piazze di Gatti, pur nella inizialità e transitorietà dell’intervento, testimoniano un perimetro di scambio, una voglia di essere attraversate che è aria fresca. Il corpo umano ritor-

na protagonista, come osservato attentamente da Giampiero Sanguigni, “come unico strumento attraverso il quale sopravvivere al mondo”. Questa è la cifra. L’architetto allora dispone lo scenario, la possibilità di un’apparizione. Nessun segno di potere magniloquente, un gesto di accoglienza, come chi apparecchia la tavola per gli amici e dispone gli oggetti per il pasto comune. La capacità di Gatti è far percepire in un contesto straniero la domesticità e il calore italiano (e specificamente romano) in un linguaggio avvertito e contemporaneo. In Red Object troviamo un’altra esplorazione del tema della riqualificazione dello spazio industriale. In questo caso il metodo è ribaltato: l’oggetto singolare, la sua differenza radicale, il suo risalto sullo sfondo diventano il turning point del progetto. Lo spazio industriale viene ricuperato per uffici ed eventi, viene creato un doppio livello nell’altezza del corpo di fabbrica e tutto si esprime nel bianco candido, come coltre nevosa, che permea omogeneo l’interno. Si distaccano le pilastrate di cemento riportato al grezzo e la massa scultorea rossa. L’oggetto rosso, appunto. Come una creatura sbozzata nella creta, massa sfaccettata che contiene le sale riunioni e la cucina del bar, si estende per tutta la doppia altezza e diventa il momento identificante del luogo. Un’idea semplice che però catalizza lo sguardo e si offre come punto di riferimento socievole per l’osservatore. In qualche modo possiamo dire che richiama lo sguardo, chiede attenzione. Dice: eccomi, guardami! Anche qui Gatti non vede l’architettura come fine a se stessa, ma come punto di rapporto, come materia che dialoga. Spazio che vuole essere ricordato: rapporto sottile di seduzione e fascinazione. Nel Plaza De Shenyang Redstar Furniture & Decoration Project la parola chiave è semplicità. La logica del landmark, come esibizione sfrontata del potere economico di evocare simboli, viene superata con grazia. Il grande progetto diventa una scultura urbana, dove la forma semplice si impone alla percezione, nascondendo la complessità del progetto. Gli elementi della costruzione rappresentano una sorta di montaggio concettuale del progetto: il monolito di sei piani dello shopping mall viene smaterializzato dal trattamento delle facciate: una serie di “foglie” metalliche splendenti appese alla facciata con materiale elastico, per cui sollecitate dal vento creano un effetto cangiante, quale il vento che muove le foglie degli alberi o i fili d’erba nel campo; la grande superficie perforata copre il sito come un tappeto di pietra, diviene prima pavimentazione, poi muro e quindi tetto. La superficie perforata si adagia a coprire la terra in modo uniforme, con forature che possono servire come panchine, laghetti, spazi per alberi e piante, per piegarsi infine a coprire la facciate dell’edificio; infine i grandi volumi vetrati delle torri e dello spazio commerciale, che nascondono in realtà superfici murarie. Il progetto prova a giocare su slittamenti di senso, provando a dare un senso nuovo ai diversi elementi, senza togliere forza all’immagine globale. Analogamente nel progetto (vedi: www.3gatti.com) Funnel House a Beijing si crea una matrice combinatoria costituita da elementi semplici. Il risultato è una matrice di cubi per artisti da 1.000 mc l’uno; gli elementi a forma di ciminiera industriale diversamente accostati possono creare sei diversi tipi di spazi di vita, per momenti a carattere teatrale o espositivo a seconda delle esigenze artistiche del fruitore. Dall’alto la combinazione dei moduli abitativi del masterplan suggerisce l’immagine pixelata dello schermo del computer. Ogni edificio rappresenta un pixel. La diade reale/artificiale si manifesta infine. Anche in questo caso la realtà della prefabbricazione, che in genere produce scarse qualità progettuali, ritrova la matrice giocosa dell’ars combinatoria e produce un paesaggio inedito. Lo sciamano colpisce ancora.

T

here is something fascinating about a civilization which has experienced a sort of magnificent “adolescence” for 3000 years, growing “in public” like a giant detached monolith. China as a huge “other”, which even now, after the collapse of the Soviet block, still manages to keep its distance from the rest of the world, mixing communism and capitalism in an unexpected way. Following the formula “money + architecture = real estate”, the big names of the architectural star system have parachuted down into China to introduce landmark designs. Working along the lines of signature design: let's give the Chinese luxury, a bit of Prada, a bit of Koolhaas ! Architecture on the media scene destined to catch the eye and generate money flows. If the statistics are to be believed, there are only a tenth as many architects in China as in America, they earn a tenth as much as their American counterparts but design five times as many projects. These are disturbing figures, suggesting that quality appears to take second place compared to speed of building and the need to meet the demands of an exploding market. So how can Western architecture help, other than through its desire to ride the tiger? Lots of Italians are opening up offices in China in the belief that they can express the potential they have been denied at home, only to find themselves having to deal with intimidating challenges. Francesco Gatti belongs to that generation of 30-year-old architects from Rome and, although well aware of the difficulties involved, is keen to face the challenge of opening an office in Shanghai. For him design is a dream zone, a shaman-style place where the architect is expected to deal with a boundless array of stories, signs and other titles. The Web allows him to explore different worlds in a lysergic manner: from the past to the future in a never-ending present composed of endless possibilities. The architect is no longer a demiurge building a new world, just an astonished explorer of reality and virtuality, which blend together into one hallucinating trip. Gatti perceives the mystery of reality experienced in the electronics age, meaning it makes no difference whether I am here or in any other place when I launch my creations into interaction with the world in real time. The project for “In Factory” in Jing An, Shanghai, is an inevitable mix of the transitory and enduring: a project is no longer concerned about saying something: it just wants to exist and be part of a place! The theme of an abandoned factory to be regenerated turns into an opportunity to trace signs in space, so as to create places and courtyards in which the project can express its energy in the interstices between one building and another. A shaman-architect invoking the forces of design for an event which contemplates its own transitory nature (and own end), like a constantly renewed ritual. First of all, the spidery totem of the orthogonal grid turns into a concrete presence through metal tierods, the materialisation of a space for thinking, shaping and possessing, where a set of material presences can be set out: bamboo, water, benches, mirrors, trees, coloured bowls. The ground is marked and polarised through the tracing out of a new geography: a “lost landscape”, which makes a place vibrant, a sort of three-dimensional garden whose sense of composition and rhythm evoke a crossover between Mondrian and a Zen garden. The lamps make the event reverberate as they move with the wind to create sounds. There is always a human element to Francesco Gatti’s work: a fact worth examining. Just as a sense of humanity seems to be lost in electronic magic, these squares only take on life if they are inhabited, welcoming people who turn into actors on the stage, onlookers capable of transforming their surroundings. Whereas Metaphysical squares showed us dummies frozen in

timeless time, Gatti’s squares (despite the transient nature of the project) demonstrate a realm of exchange, a desire to be crossed that breathes in fresh air. The human body is back to the fore, as Giampiero Sanguigni has carefully noted, “as the only means of survival for the world”. This is the key. The architect now has a setting at his disposal, the possibility of making something appear. No sign of bombastic power, just a welcoming gesture like somebody setting the table for friends and placing objects ready for a communal meal. Gatti’s skill lies in bringing out the homely warmth of Italy (notably Rome) in a foreign setting, drawing on a cutting-edge and well-informed idiom. The Red Object project further explores the issue of redeveloping industrial space. In this case the method is turned on its head: the singular object, the radical difference in the way it stands out from its backdrop, become the turning point of the project. Industrial space is salvaged for offices and events, a double level is created in the factory and everything is expressed in pure white, like a layer of snow permeating throughout the interior. The rough concrete columns and red sculptural mass stand out. This is, of course, the red object in question. Like a creature cut out of clay, a faceted mass holding the meeting rooms and bar kitchen, it extends up through the entire double height and turns into the place’s most distinctive feature. A simple idea, which, however, catches the eye and provides a sociable reference point for the onlooker. In some sense we can say that it attracts our attention. It says: here I am, look at me! Here again Gatti does not see architecture as an end in its own right, but as a means of interaction and source of dialogue. Space that wants to be remembered: a subtle sense of seduction and fascination. The key word in the Plaza De Shenyang Redstar Furniture & Decoration Project is simplicity. The logic of a landmark as a means of flaunting economic power’s capacity to evoke symbols is gracefully superseded. A major project becomes an urban sculpture, in which a simple form imposes itself on our perception, concealing the complexity of the project. The building elements represent a sort of conceptual montage of the project: the 6-storey shopping mall block is dematerialised through the way its façades are treated: a set of shiny metal “leaves” attached to the façade by an elastic material create a shimmering effect like the wind blowing the leaves on trees or blades of grass in a field; a large perforated surface covers the site like a carpet of stone, first becoming paving, then a wall and finally a roof. The perforated surface spreads evenly across the ground, with holes that can act as benches, small lakes or spaces for trees and plants, eventually folding up to cover the buildings façade; finally we have the large glass structures of the towers and shopping space, which actually conceal brick surfaces. The project attempts to play on shifting meanings, striving to inject fresh sense into the project elements, without in any way detracting from the overall image. Just like the Funnel House project (see www.3gatti.com) in Beijing, a combinatorial matrix is created out of simple elements. The net result is a matrix of artists’ cubes, each covering 1000 cubie metres; the elements shaped like an industrial chimney combined together in different ways can create six types of living space, providing either theatrical or exhibition areas according to the user's artistic needs. Viewed from above, the combination of living units in the master plan evokes the pixel-based image of a computer screen. Each building stands for a pixel. The dyad between the real and artificial is at last made manifest. Once again the reality of prefabrication, which generally results in poor design quality, once again rediscovers the playful matrix of ars combinatoria and generates an unusual landscape. The shaman strikes again.

Francesco Gatti è nato a Roma nel 1973. Si è laureato con lode presso l’Università Roma Tre. Nel 2002 ha fondato 3GATTI.COM ARCHITECTURE STUDIO. Nel 2004 ha aperto una filiale del suo ufficio a Shanghai, dove ha realizzato vari progetti tra cui lo Shen Yang Shopping Mall, In Factory, recupero di un vecchio spazio industriale, e gli interni degli uffici Red Object. Molti i concorsi e i premi vinti: Buchanan Underground Station (Glasgow, Scozia), il progetto di sviluppo urbanistico Tra la Murgia e il mare (Adria, Italia), il progetto per un quartiere residenziale per le arti 500M3 (Beijing, Cina), e 06 Modern Decoration interior design media price (Shenzen-China). I suoi lavori sono stati pubblicati in molte riviste internazionali. Attualmente, Gatti insegna all’Università Roma Tre e alla Tonji University di Shanghai, dove ha anche partecipato come master all’Archiprix International.

Francesco Gatti was born in Rome in 1973. He graduated with honours degree in Roma Tre University. In 2002 he established the 3GATTI.COM ARCHITECTURE STUDIO. In 2004 he opened a new branch of the office in Shanghai where he completed many projects as the ShenYang Shopping Mall, the In Factory old factories renovations, and the interiors as the Red Object office space. Gatti won many competition and awards as: the Buchanan Underground Station (GlasgowScotland), the Tra la Murgia e il mare urban development (AndriaItaly), the 500M3 design GBD art residential district (Beijing-China) and the 06 Modern Decoration interior design media price (Shenzen-China). His work was published in many international reviews. Today Gatti teach in Roma Tre University (Italy) and in Tongji University (China) where he also participated as master of the Archiprix International.

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RED OBJECT Questo progetto si colloca in una ex fabbrica nel centro di Shanghai. Il cliente, società che organizza eventi, ha richiesto uno spazio da adibire a uffici open space e a luogo per eventi e mostre. Data l’altezza dell’ambiente si è diviso lo spazio superiore in due mezzanini collegati da due corridoi-ponti. Nello spazio vuoto centrale è stato inserito un oggetto a doppia altezza che ospita due sale riunioni e la cucina del bar al piano inferiore. Questo oggetto di colore rosso è stato tagliato in maniera casuale come fosse una massa di creta, ricavando diverse aperture che lasciano intravedere le luci e le attività al suo interno. I due mezzanini sono sorretti dai pilastri originari della fabbrica a cui è stato levato l’intonaco per riscoprirne la texture originaria di cemento a vista. I parapetti dei mezzanini e dei corridoi pensili formano un nastro murario bianco, appena tangente ai pilastri di cemento grezzo, che avvolge tutto lo spazio scendendo al piano inferiore tramite le scale ad avvolgere la reception desk formata da un corpo più scuro che a sua volta si piega avvolgedo le scale a formare il parapetto laterale. L’interstizio creatosi tra la massa rossa irregolare e i pilastri circondati dai corridoi pensili, forma uno spazio stretto e variabile in altezza.

This project is located in an old factory in downtown Shanghai. The client, a company that organises events, commissioned a space to be used as openplan offices and somewhere to host shows and events. Given the height of

the premises, the upper space has been divided into two mezzanines connected by two bridgecorridors. A doubleheight object, holding two meeting rooms and the kitchen serving the bar on the lower level, has been

incorporated in the empty central space. This red-coloured object has a randomly placed cut in it, as if it were a piece of clay, opening up various apertures providing glimpses of the lights and activities going on

inside. The two mezzanines are held up by the factory’s original columns, whose white plaster has been rubbed off to reveal the original exposed cement texture. The parapets of the mezzanines and corridors form a white

masonry band, just tangential to the rough concrete columns. The band envelops all the space right down to the lower level through stairways, enveloping the reception desk which is composed of the dark object,

which, in turn, folds over to envelop the stairways and form a lateral parapet. The interstitial space created between the irregular red mass and columns surrounded by the corridors forms a narrow space of varying height.

Credits Project: 3GATTI.COM ARCHITECTURE STUDIO Client: Italia Servizi

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In Factory In Factory è un progetto di riqualificazione di un’area industriale dismessa nel centro di Shanghai. L’obiettivo era creare un polo di attrazione, accogliente e stimolante, per la comunità di “creativi” a Shanghai. I sei edifici industriali presenti nell’area sono stati ripuliti e attrezzati per ospitare uffici, bar, ristoranti, discoteche, negozi e gallerie d’arte. Il progetto, con un budget ridottissimo, si è concentrato principalmente sulla sistemazione esterna seguendo due idee semplici che si interconnettono tra loro: il soffitto virtuale composto da una maglia tridimensinale formata da tiranti metallici e la sistemazione a terra formata da un pattern di strisce di diversa lunghezza e composizione. La relazione tra terra e cielo avviene grazie alle strisce di vetro specchiante poste sul terreno e grazie ai pannelli specchianti posti in alto. I due specchi, fronteggiandosi moltiplicano all’infinito le riflessioni dei visitatori che vi si interpongono. Di notte inoltre, riflettono la luce proveniente dalle lampade nascoste dietro lo specchio a terra, diffondendola dall’alto sullo spazio circostante.

In Factory is a redevelopment project for an abandoned industrial area in the centre of Shanghai. The objective is to create a centre, attractive or stimulating, for the community of “creatives” in Shanghai. The six industrial buildings that were already in the area have been cleaned up and equipped to become offices, cafés, restaurants, discotheques, shops and art galleries. The project is based on a very stringent budget and concentrates mainly on a re-arrangement of the exterior following two simple interconnecting concepts: a virtual ceiling composed of a three-dimensional mesh created with fine wire rods and a ground area impacting visually with patterns of longitudinal strips of different lengths and materials. There is interaction between earth and sky through the effect of the mirror glass situated along the strips along the ground as well as the reflecting panels up above. The two series of “mirrors”, on the ground and in the air, act together to infinitely multiply the reflection of the visitors who transit the area. By night they reflect the light from the lamps hidden behind the glass, diffusing it from above to below. The area where these visual effects are most evident is the main courtyard.

Credits Project: 3GATTI.COM ARCHITECTURE STUDIO Chief Architect: Francesco Gatti Project Manager: Peter Ye Collaborators: Paola Riceci, Candy Zhang, Vivian Husiyue, Ben Hou, Ingrid Pu, Sunny Wang, Chen Han Yi, Robin Feng Contractor: Shanghai East Architecture Institute Engineer: Gu Qihong Client: Shanghai Shang ‘an Development and Administration Ltd

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Plaza de Shenyang Redstar furniture & decoration Il progetto vuole rappresentare un segno importante per Shenyang. Gli edifici sono trattati quindi come una scultura urbana contemporanea, fatta di volumi, superfici, linee ed elementi immateriali quali la luce, le ombre, il vento. Il progetto è diviso in tre elementi: il volume monolitico dello shopping mall, un volume prismatico flottante di sei piani, semplice e robusto; la superficie forata di cemento leggero o di pietra naturale leggera, che dà uniformità, ricoprendo la maggior parte del complesso, ma che cambia la propria funzione da pavimento, a parete a soffitto; il volume vetrato delle torri e del centro commerciale superiore. Nei sei piani di spazio commerciale lo strato bianco dietro alle vetrate può essere sostituito da informazioni pubblicitarie. Lo spazio commerciale interrato contiene tre corti quadrate piantumate che permettono alla luce di penetrare nella parte centrale del complesso.

The project wants to represent an important landmark of Shenyang. In order to do this the buildings are treated as an urban contemporary sculpture, made of volumes, surfaces, lines, and immaterial elements, as light, shadows and wind. The project is divided in three elements: the monolith volume of the shopping mall, a floating prismatic volume of six stories, simple and strong; the drilled surface, made of light concrete or of a light natural stone to give uniformity, covering most of the site, changing its function, starting as a floor becoming a wall and at the end a roof; the glass volume of the towers and the above commercial space. In the six stories of commercial space the white sheet behind the glass can be changed with commercial advertisement. The commercial basement have inside three squared courtyards with green inside that gives light to the central part of the shopping area.

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Dubosc et Landowski Architectes Shou-Huang Development Building, Beijing Il progetto per il Shou-Huang Development Building (società delle ferrovie) di Beijing è risultato vincitore nella prima fase di un concorso internazionale bandito nel 2007. L’edificio si inserisce in un nuovo quartiere d’affari, sull’asse di una grande parco che rappresenta la principale caratteristica della area di nuovo sviluppo. Presenza del verde, criteri di salvaguardia ambientale e risparmio energetico sono gli elementi su cui si sviluppa la proposta degli architetti francesi. Il progetto si afferma per la proiezione in verticale rispetto alle costruzioni esistenti accentuato da quattro torri d’angolo in vetro che ospitano un giardino verticale. Le quattro torri formano una facciata spessa definita da una doppia pelle in vetro che offre oltre alla trasparenza la possibilità di un controllo climatico degli spazi interni come del confort acustico e dell’illuminazione. L’aspetto dinamico dell’edificio, che rispecchia lo slancio economico della Cina contemporanea, è descritto dalle strutture della doppia pelle che disegnano una trama riccamente articolata. Il concetto strutturale e i dispositivi tecnici sono pensati per garantire una flessibilità nella distribuzione degli spazi che possono così essere facilmente modificati nel tempo. Una struttura travi e pilastri viene in parte integrata dalla struttura della facciata a doppia pelle per garantire la risposta dell’insieme ai vincoli sismici. Gli aspetti ambientali, fondamentali nel progetto, si articolano attorno a due assi: quello ecologico attraverso la preservazione delle risorse, l’inserimento dell’edificio nel suo intorno edificato, climatico e sociale, la scelta di materiali, prodotti e sistemi costruttivi in una prospettiva di sviluppo sostenibile; quello del confort, igrotermico, atmosferico, visivo e acustico, garantendo una qualità di vita superiore a quella esistente. L’edificio offrirà inoltre prestazioni particolarmente avanzate sul piano energetico integrando criteri di risparmio energetico quali un elevato isolamento dei muri e del tetto (K inferiore a 0,30 W/°C.m2); doppi vetri alle finestre con rottura di ponte termico, bassa emissività e riempimento in argon (K inferiore a 1,7 w/°C.m2), protezioni solari orientabili, gestione intelligente del riscaldamento, della ventilazione, del recupero dell’aria e del free cooling. Il tutto con un fabbisogno energetico ridotto al 25% rispetto a un edificio analogo non isolato, un 50% di economia sulla produzione di energia e 80% su quella di aria nuova. Il consumo dell’edificio sarà globalmente del 12% rispetto a un edificio identico privo di dispositivi d’economia di energia.

The Shou-Huang Development Building project (railway company) in Beijing won the first phase of an international competition launched in 2007. The building is incorporated in a new business district along the axis of a large park, which is the most distinctive feature in the area undergoing development. The presence of green landscaping, criteria for safeguarding the environment and energy-saving provided the guidelines for developing the project designed by these French architects. The project stands out for its vertical projection compared to existing buildings. The creation of a green tower is accentuated by four glass corner towers holding a vertical garden. The four towers create a thick façade marked by a double-glazed skin, which, in addition to transparency, also allows the climates, noise levels and lighting in the interiors to be carefully controlled. A structure of beams and columns made of steel, but which can, if need be, also be made out of a combination of steel and reinforced concrete or reinforced concrete on the inside depending on the amount of money available, is partly integrated by the double-skin facade structure in order to meet all the anti-seismic specifications. Environmental aspects, a key part of the project, work along two lines: on one hand an ecological approach based on conserving resources, incorporating the building in its climatic, social and construction surroundings, and the careful choice of building materials, products and systems geared to sustainable development; and on the other hand a focusing on hygro-thermal, atmospheric, visual and acoustic comfort, ensuring a higher quality of life than in the surrounding buildings and a much healthier environment compared to the city. The building will also be at the cutting edge on an energy level, incorporating energy-saving criteria such as an extremely well insulated roof and walls (K less than 0.30 W/°C.m2); double glazed windows with thermal bridge rupture and a low remission rating, which are filled with argon (K less than 1.7 w/°C.m2), adjustable solar protection, intelligent management of heating, ventilation, air recycling and free cooling. All requiring 25% less energy than a similar non-insulated building, 50% economising on energy generation and 80% on that of fresh air. The building’s overall consumption level will be 12% less than an identical building with no energy-saving devices.

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Nella pagina a fianco, sezioni e schemi di funzionamento energetico della nuova sede della società delle ferrovie Shou-Huang a Beijing, progetto risultato vincitore nel 2007 della prima fase di un concorso internazionale. Gli aspetti energetici e ambientali sono al centro della proposta degli architetti francesi che si inseriscono in un quartiere d’affari all’interno di un grande parco con una torre verde definita da quattro torri in vetro contenti un giardino. In questa pagina, dal basso, rendering dell’area di progetto con l’inserimento del nuovo edificio dal basso, e a sinistra piante dei piani interrato, terreno e dei piani 5-12; a destra, piante dei piani 13-17, 18 e 19.

Opposite page, sections and energy functional diagrams for the new headquarters of ShouHuang Railways in Beijing, the winning project in the first phase of an international competition held in 2007. Energy and environmental aspects are at the focus of the project designed by the French architects, incorporated in a business district inside a large park with a “green” tower characterised by four glass towers holding a garden. This page, from bottom, rendering of the project area showing how the new building is incorporated and, left, plans of the underground levels, ground floor and floors 5-12; right, plans of levels 13-17, 18 and 19.

Credits Project: Dubosc et Landowski Architectes Project manager: Solfo Ramaherimanna Project manager assistante: Ynsil Ahn, Chih-Yang Hung, Ruifeng Liu Client: Shou-Huang Railway

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In alto, sviluppo della struttura dell’edificio. Il concetto strutturale consente l’adeguamento a possibili evoluzioni degli spazi interni. Una struttura travi e pilastri, proposta in acciaio ma con la possibilità di costruirla

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anche in acciaio e cemento armato o solo in cemento armato, scarica una parte dei vincoli dovuti alle risposte sismiche alla struttura a doppia pelle della facciata. Sotto, il giardino interno realizzabile grazie alle facciate a

doppia pelle che facilitano la creazione di un clima interno confortevole, con un consumo di energia ridotto, oltre un miglioramento delle qualità acustiche. Nella pagina a fianco, la dinamica delle strutture a doppia pelle

è l’aspetto che connota l’edificio rispetto all’intorno costruito affermandone lo statuto di edificio rappresentativo della società.

Top, development of the building structure. The structural design

can adapt to future changes to the interiors. A beams and columns structure, proposed in steel but which could also be built out of steel and reinforced concrete or just reinforced concrete, off-loads some of the anti-

seismic constraints onto the doubleskinned façade structure. Below, the internal garden made possible thanks to the double-skinned facades making it easier to create a comfortable internal

climate at lower energy consumption and also improving the acoustics. Opposite page, the dynamics of the double-skinned structure is the most distinctive feature of the building in relation to its surroundings.

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Coldefy et Associés Hong Kong Design Institute Vincitore di un concorso internazionale in due fasi, lo studio CAAU (Coldefy & Associés Architectes Urbanistes), una sede a Lille e una a Hong Kong, realizzerà entro il 2009 il nuovo Istituto di Design a Hong Kong. Il programma particolarmente complesso, che prevede di riunire in un unico complesso le diverse discipline del design, è stato tradotto dai progettisti francesi in un segno composto e calibrato in cui vengono dichiarate con estrema freschezza e trasparenza le diverse componenti dell’insieme. Il “Foglio bianco” metafora della creatività, rappresentazione simbolica propria di ogni approccio progettuale, è l’idea da cui si genera il meccanismo compositivo. E’ su questo supporto vergine che si combinano situazioni molteplici, a volte contraddittorie, ma continuamente interagenti e relazionate. La pluralità di questo sistema si traduce nella decomposizione di elementi funzionali puri dove ogni parte interagisce, si interseca o si isola rispetto all’insieme conferendo al complesso il suo statuto di riferimento urbano. La sopraelevazione dell’Istituto rispetto al piano strada, libera la creazione di un basamento ampiamente strutturato che diviene l’elemento principale dell’interazione e dello scambio innescando la relazione tra l’edificio, la vita urbana e il paesaggio. Il complesso si compone quindi di tre elementi forti e chiaramente

individuati. Il podio, concepito come una continuazione paesaggistica, si eleva con una pendenza di 7 metri dal livello strada e, come le infrastrutture di Hong Kong, si relaziona con due piani all’intorno urbano. Aperto alla città e protetto da una piattaforma superiore, il podio ospita tutte le attività che si rivolgono alla fruizione pubblica, cinema, teatro, sfilate di moda, una sala espositiva, 4 auditorium e una palestra. “Città aerea”, la piattaforma superiore è l’altro elemento del progetto che traduce il concetto di levità e trasparenza individuando un segno distintivo, un riferimento urbano facilmente reperibile dall’intorno. Descritta da un involucro in maglia metallica bianca, sembra galleggiare nel vuoto sospesa sulle torri in vetro. Al suo interno sono riunite la biblioteca, gli uffici dell’amministrazione e gli spazi associativi degli studenti. Le due piattaforme, inferiore e superiore, si strutturano grazie agli elementi verticali delle torri, anima dell’istituto che concentrano sia l’idea di pluridisciplinarità attraverso i diversi insegnamenti impartiti, sia i sistemi di collegamento e le arterie di connessione verticale tra i due corpi orizzontali. Monoliti vetrati e trasparenti, sono avvolti da una struttura a maglie larghe d’acciaio bianco che garantisce il sostegno dei carichi della piattaforma superiore e quello dei solai ai diversi piani, senza interposizione di pilastri interni.

Winner of a two-stage international competition, CAAU (Coldefy & Associés Architectes Urbanistes), a studio based both in Lille and in Hong Kong, is to complete the new Design Institute of Hong Kong by 2009. The French architects have interpreted this particularly intricate plan – which entails combining the various design disciplines in a sole complex – in a very composed and balanced way; a fresh, transparent touch characterizes the various elements of the ensemble. The idea behind the composition of the building is to start with a “blank sheet of paper”, a metaphor of creativity, the symbolic representation of their approach to any new project. Various situations that are sometimes contradictory but that are related and interact continuously are combined on these untouched grounds. The plurality of this modus operandi is translated into the decomposition of pure functional elements, where each part interacts or intersects with the others – or is isolated from the ensemble – thus making the complex an urban reference point. The Institute rises above street level, leaving room for an extensively structured foundation that becomes the main element for interaction and exchange, creating a relationship between the building, urban life, and the landscape. The complex is thus composed of three strong and clearly identifiable elements. A sort of podium conceived as

a continuation of the landscape rises with a 7-meter gradient from street level, and like Hong Kong’s infrastructures, rises two stories in the urban surroundings. Open to the city and protected by an upper platform, the podium is to host all the activities devoted to the public, including a cinema, a theater, fashion shows, an exhibition hall, 4 auditoriums and a gymnasium. The upper platform, a “city in the air”, is the other element of the project, where a concept of lightness and transparence forms a distinctive sign, an urban point of reference that is easily identified by its surroundings. Described by a white metal mesh shell, it seems to float in the air, suspended upon the glass towers. This volume comprises a library, the administration offices and the students’ common areas. The top and bottom platforms are structured by the vertical elements of the towers, which are the soul of the Institute, as they concentrate both their multidisciplinary system – through the different subjects that are taught there – and the linking systems and vertical connections between the two horizontal bodies. Glazed and transparent, these monoliths are enveloped by a structure made up of a loose white steel mesh that acts as a bearing element for the upper platform and the different floor levels, without the interposition of pillars in the interior. Rendering della sede dell’Hong Kong Design Institute, la cui inaugurazione è prevista per la fine settembre del 2009. Il progetto è risultato vincitore nel 2006 di un concorso internazionale in due fasi.

Rendering of the home of the Hong Kong Design Institute, which is planned to open by the end of September, 2009. This was the winning project in a two-phase international competition held in 2006.

Credits Project: Coldefy et Associés Project team: B. Coldefy, T. Coldefy, I. Van Haute, R. Perrin, J. Kozlowski, P&T Architects and Engineers, Hong Kong Engineering: Ove Arup & Partner Hong Kong (Structure), Parsons Brinkerhoff (Hydraulic plants) Client: Vocational Training Council, Hong Kong

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Schizzo sulla piattaforma rialzata rispetto alla King Ling Road e veduta del complesso. L’insieme architettonico è individuato da tre elementi, un podio a 7 m dal livello stradale e concepito come una estensione del paesaggio, una piattaforma aerea che dichiara la presenza dell’edificio rispetto al contesto, 4 torri in vetro che definiscono la sua struttura e la distribuzione verticale.

Dal basso e da sinistra, piante dal terreno al piano copertura. Il concetto che regola l’organizzazione dell’Istituto si basa sulla decomposizione di elementi funzionali puri, in stretta relazione, isolati o intersecati tra loro. Il podio sviluppato su due piani ospita 4 auditori, la mensa, una palestra e una

sala espositiva, mentre sul piazzale si possono organizzare eventi all’aria aperta; la piattaforma aerea riunisce la biblioteca, l’amministrazione della scuola e diversi spazi associativi; le quattro torri in vetro con struttura in acciaio assicurano i collegamenti verticali e il sostegno strutturale dell’insieme.

From bottom left, plans from ground level to the roof. The concept underpinning the layout of the Institute is based on the decomposition of pure functional elements, either closely tied, isolated or intersecting each other. The podium constructed over two levels holds 4 auditoriums, a

canteen, a gym and an exhibition room, while open-air events can be held in the small square; the overhead platform combines the library, school administration and various communal spaces; the four steel-framed glass towers provide the vertical links and overall structural support.

Sketch of the platform raised in relation to King Ling Road and view of the complex. The architectural complex is marked by three features, a podium 7 metres from street level designed to be an extension of the landscape, an overhead platform making the building stand out from its setting, and 4 glass towers forming it structure and vertical layout.

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Enzo Eusebi/Nothing Studio Quingdao Eco-Resort L’area sorge a ridosso dell’oceano, che partecipa anch’esso attivamente alla vita dell’Eco-Resort, facendolo convergere al centro dell’area come una sorta di lago artificiale che lambisce gli spazi comuni. Il progetto del Qingdao Eco-Resort verte sulle possibilità d’interazione e scambio tra ambiente e spazio recettivo alberghiero, alla ricerca dell’armonia tra uomo e ambiente, fusione tra naturale e artificiale in un processo di ibridazione nel paesaggio. Il territorio, come una pelle reattiva, assorbe lo spazio e le sue funzioni, cancellando ogni possibilità di sovraimposizione dell’architettura sul luogo. La strategia progettuale è stata quella di realizzare una struttura che non infligga danni alla natura del luogo, lasciando che il sistema naturale mantenga l’assetto attuale: un residence che riesca a utilizzare le risorse naturali, in modo sostenibile dal punto di vista energetico e che, allo stesso tempo, gestisca lo smaltimento dei propri rifiuti. L’intervento, una conca priva di fondazioni, si immerge nel terreno, reagendo alla spinta del suolo stesso. La parte centrale, bucata e alla quota dell’acqua, è in continuità diretta con il suolo. Un fitto canneto, come le radici di una pianta, crea consolidamento, sostenendo allo stesso tempo la copertura. Le canne/pilastri sono anche il sistema di respirazione, permettendo il ricircolo dell’aria attraverso le loro cavità, innescando così un processo di ventilazione naturale, integrata da ventole per l’aria forzata. Lo schema delle camere e suite è distribuito tramite “stecche” a un piano, incastrate tra loro in alcuni nodi che fungono da collegamenti verticali. L’effetto è di avere le camere immerse nel verde. Ogni “stecca”, rivestita esternamente da un diverso materiale, ha un proprio carattere e una diversa organizzazione interna degli spazi ed è dedicata a utenti differenti: vip, standard, family, artist, presidential.

The project area is located near the ocean, which also plays an active part in the life of Eco Resort, making it converge towards the centre of the area like a sort of man-made lake lapping around the communal spaces. The project of Qingdao Eco-Resort hinges around the possibility of interaction and exchange between the environment and hotel facility, seeking to create a harmonious balance between people and the environment, a fusion of nature and artifice within a process of hybridisation within the landscape. Like a reactive skin, the land absorbs the space and its functions, meaning there is no chance of the architecture imposing itself on the site. The design strategy is to create a structure which does not damage its setting, allowing nature to remain unchanged: a residence which manages to use natural resources in an energy-sustainable way and which, at the same time, can dispose of its own waste. The design, which looks like a bowl with no foundations, is immersed in the ground, reacting to the thrust from the soil itself. The central section, which has a hole in it and is set at water level, forms a continuum with the ground. A cane thicket, like the roots of a plant, helps consolidate the construction while at the same time supporting the roof. The canes/columns also help the construction breathe, recycling the air through its cavities and thereby triggering of a natural ventilation process, supplemented by fans for forced air. The rooms and suites are set around single-storey “blocks” wedged together at certain nodes acting as vertical links. The effect of this is that the rooms appear to be landscaped in greenery. Each “block”, clad with a different material on the outside, has its own peculiar character and different interior spatial layout. They are also designed for different users: VIP, standard, family, artist’s, presidential.

Sezioni, piante, assonometrie della struttura delle stecche che compongono il Qingdao Eco-Resort. Sotto e nella pagina a fianco, rendering e layout delle diverse tipologie residenziali.

Sections, plans and axonometry of the structure of the blocks of the Qingdao EcoResort. Below and opposite page, renderings and layout of the different residential typologies.

Credits Project: Enzo Eusebi/NOTHING Studio Collaborators: F. Varese, M. Magione, P.De Angelis, Y. Consorti, S. Pagnoni Client: Private

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1. Ufficio posteriore 2. Parcheggio 3. Servizio 4. Cucina 5. Box cucina 6. Atrio reception 7. Cocktail Bar 8. Ristorante 9. Salone Cocktail 10. Centro benessere 11. Yacht Club 12. Sala Ricreativa

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13. Centro commerciale 14. Sala convegni 15. Salone bar 16. Sala riunioni 17. Galleria d’arte 18. Solarium 19. Molo 20. Parcheggio 21. Stazione di controllo, Centrale elettrica, Stazione pompieri

Planimetria generale e pianta tipo. Nella pagina a fianco, sezione di varie unità residenziali.

Site plan and plan of a typical floor. Opposite page, sections of various residential units.

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I M U N Z I O I O T I K T H E T P L 0 A M 2 N O E O C I H T N T RNA SIG E E T D IN TING TS N H E G LI STUD R O F

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out ut ab ers o g inn 18 intin h po award w th only t r o al w ic , wi the speci s years, the east is statist gg n i eth iou . Th , su rom s som ith prev ll come f involved on issue g the i e r rld isin st a s the ic a ti ast w heles in contr cts almo estern wo ommun in public of a new t r e v Ne ition: d proje the w be a c more ce e rgen d m t ma y i n v e s t e d e o n r s m a f e i 16 i e th to the ents min . omm k. I ively se; and and c few stud us thin sers need also be ul eye on s s e r y f y g i e u e r a , o k n t r e en ma av e pr it m le to a ca orga s to b y versati man elem fea- ought to that the er. But keeping e c n el g ese hu end rth plia e ap m extremral and ty. All th Compe- gestin etition t alues wo h t g i the of v rtly win uni um omp ultu , allo making social, c e comm the Koiz p and pa ing c ierarchy o Vitta y g o l h f e h izi strik set u rve t as a chno h e n c ory o Maur ed te ed and of light ake it se year hist was first pid and the serv21 Nakai, n. turiz the idea ers to m r the 20 when it such ra esign at Sho Over, Mentio n e d e n d g v n . t r e n i e Tu orabl the ng des erged o nvisag dergo – ligh erfectly Hon , forci have em lready e d has un formula worked p i ch u a g l s g s r e n 9 y i r o l o a 1 ri N tu , part the w n. winn nt - h K a o L i ght , M e nt i o tition ging as award’s vironme p e n Ta orabl emer ges. The nd the e k, c Hon o a n L in , cha f people Y t, i 7 a 1 r y L e s i s on . , he L i gh u 0 r i h ice o 2 t a W t . n n i B T n n sy Me Yan Water, Mentio Opto orable e e l Th orab Hon , ima Hon j a a a 5 i Y n 1 ic h i v , l a . i i n , n r 18 falda S es + D rbit Su Hei t Wate Mentio Ma mìnand eira, O on. Ligh orable n , F e r t a O l i v M e nt i o a H h it s u Cos orable s at er, M i Hon 16 uyosh Flow on. d b i t n o i N tW Me n Ligh orable n Ho

Y A W E H T F O L H A C B R O E L A E H G T S – F IN IGHT NT O L E F M O IRON V 233 l’ARCA 83


Italia/Italy – Riva del Garda (Trento)

1° Piuarch, Andrea Palaia

Vincitore/Winner AAPROG, Boeckx & Partners en Buro II

Polo Congressuale Tema del concorso è la progettazione dell'intervento di ampliamento e di riqualificazione del Polo Congressuale esistente Conference Centre Competititon for the extension and requalification of the existing Conference Centre

Finalisti/Finalists - 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo - Gianluigi Mutti (Mutti & Architetti Srl) - David Chipperfield - Mario Cucinella Architects - Arup - Italo Rota - Erik Giudice - Aires Mateus Associados - Juan Navarro Baldeweg

Giuria/Jury: Fulvio Irace, Tommaso Sussarellu, Mauro Malfer, Josep A. Acebillo Marin, Giovanni Cavalleri, Hansjörg Letzner, Gabriella Gentile Committente/Client: Garda Trentino Fiere

Corea del Sud/South Korea

Italia/Italy – Trento

1° Sun Yo Noh (capogruppo/team leader) 2° Jong Kyu Kim (capogruppo/team leader) 3° Hyun Jun Mihn (capogruppo/team leader)

Central Open Space in MAC La visione di MAC propone un modello di città innovativo del XXI secolo. In linea con tale visione, il concorso internazionale richiedeva soluzioni progettuali creative per uno Spazio Aperto Centrale, attraverso cui trasformare l’area interessata in un nucleo urbano e paesaggistico, che funga anche da infrastruttura per la città Central Open Space in MAC The vision of MAC is to propose the innovative model city of the 21st century. In line with the vision, the international competition asked for a creative design solution for the Central Open Space, through which the site is transformed into a hub for urban landscape and environment, while serving as the infrastructure of the city

Premio Internazionale della Performance Il premio è riservato a giovani artisti, o gruppi di artisti, di qualsiasi nazionalità che siano nati dal 1 gennaio 1972 per la presentazione di performance inedite (arti visive, danza, teatro, musica, letteratura, ecc.) International Prize for Performance Prize open to young artists or groups of artists from all the world, born after January 1st, 1972, for the presentation of new prformances (visual arts, dance, theatre,, music, literature, etc.)

Finalisti/Finalists A Eui Yoal YU (capogruppo/team leader) B Kwang Bae Kim (capogruppo/team leader) C Woong Won Yoon (capogruppo/team leader) D James Corner (capogruppo/team leader) 1° E Alessandro Carmine Console (capogruppo/team leader) F CJ Lim (capogruppo/team leader) G Diana Balmori (capogruppo/team leader)

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Italia/Italy – Milano Museo Diocesano Concorso internazionale per la progettazione del Museo Diocesano Diocesan Museum International competition for the design of the new Diocesan Museum Giuria/Jury: Paolo Biscottini, Marco Brandolisio, Mario Brianza, Luigi Caccia Dominioni, Aldo franchi, Giuseppe Marinoni, Giulia Missaglia, Giovanni Oggioni, Umberto Riva Committente/Client: Comune di Milano

E Vincitore/Winner Josep Llinás Carmona, Carlo Valagussa, Giulio Boati, Gilles Clément Finalisti/Shortlisted - Cruz y Ortiz Arquitectos, Giuseppe Pagano (PD), Paolo Panetto, Francesco Loschi, EXiT - Heinz Tesar, Gabriele Cappellato, Clemens Kusch (studio_cfk), Marisa Macchietto, Roberto Scarsato, Ennio Menotti - José Fernando Gonçalves, Hipólito De Sousa, Diego Leite, André Apolinario, Rui Calejo, George Neves, António Ferreira - Marco Cerri (URB.A.M.), Kazuyo Sejima & Ryue Nishizawa - SANAA - Antonio Citterio, Patricia Viel, Anna Giorgi, Gian Luigi Marazzi, Domenico Insinga - Cino Zucchi Architetti, Elsa Prochazka, Stefano della Torre - OBR Open Building Research (Paolo Brescia, Tommaso Principi), Carlotta de Bevilacqua, Buro Happold - Adam Caruso (Caruso St John Architects), Luca Varesi, Angelo Lunati - David Chipperfield, Giuseppe Zampieri, Gabriele Del Mese (Arup srl), Nicholas John O'Riordan (Ove Arup & partners), Giuseppe Sirica

1° Sedzia Glowny/Karolina Wiktor, Ola Kubiak: Part LXVIII 2° Michele Bazzana: Finchè c’è benzina c’è speranza 3° Meir Tati: Doom 2 Menzione speciale/Special Mention Ei Arakawa: Ghost/Fantasma

Giuria/Jury: Jimmie Durham, Giacinto Di Pietrantonio, Rune Gade, An-Marie Lambrechts, David Weinstein, Barbara Boninsegna, Fabio Cavallucci Committente/Client: Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, in collaborazione con centrale FIES

Giuria/Jury: Julia Czerniak, Mark Francis, Peter Latz, Binyi Liu, Ki-Ho Kim, YoungJoon Kim, Byoung-E Yang Commitente/Client: The Multi-functional Administrative City Construction Agency of the Republic of Korea and Korea Land Corporation - www.macopenspace.or.kr

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COMPETITIONS

Fusion Hospital Il sito per il nuovo ospedale è di 20 ettari e fa parte di un più ampio progetto di “villaggio della salute”, un concetto innovativo per il futuro mercato della salute. In futuro, la popolazione anziana e sana richiederà sempre di più servizi globali per la sanità in ambienti confortevoli e con più funzioni. La nuova rete sanitaria decentralizzata necessiterà di una serie di “piattaforme/nodi” accessibili e multifunzionali che offrano sia servizi specialistici che ausiliari Fusion Hospital The site of the hospital is 20 hectares and is part of a larger long term project namely a “health-care village” which is an innovative concept in the future of the health-care market. The future wealthy elderly population will demand a full scope of health services in a comforting and livable mixed surrounding. The newly developed decentralized network of health care will need series of central, very accessible and multifunctionally organized platforms (knots) offering specialized services next to complementary ones.

Committente/Client: vzw Gezondheidszorg

+ europaconcorsi

COMPETITIONS + europaconcorsi

Belgio/Belgium – Knokke-Heist

Olanda/Holland – Assen Drents Museum Concorso internazionale per l’ampliamento del Museo di Assen. Il progetto prevede la costruzione di spazi espositivi per 2.665 mq Drents Museum International competition for the extension of the Assen Museum, with the construction of 2,665 sq.m of new exhibition spaces

3° Vincitore/Winner Erick van Egeraat Finalisti/Finalists - Winka Dubbeldam, Archi-Tectonics - Drexler Guinand Jauslin Architects, Holzer Kobler Architekturen - ONL [Oosterhuis_Lénárd] - Jürgen Mayer H.

Committente/Client: Provincie Drenthe

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COMPETITIONS + europaconcorsi

Design for Asia Award 2007

Vincitori/Winners DFA Grand Award

LA PAGINA GIALLA/ THE YELLOW PAGE

Giunto alla quinta edizione, il DFA Award viene conferito alle aziende e designer di tutto il mondo che hanno generato successo economico attraverso opere di design che rifletto, o hanno un impatto sullo stile di vita in Asia. Il Premio è diviso in tre categorie: DFA Grand Award, DFA Best Design from Greater China e DFA Special Merit Award. Design for Asia Award 2007 In its fifth year, the DFA Award is presented to companies from across the globe that have generated business success through good design that reflects, or has an impact on, the Asian lifestyle. The Award is divided into three categories: the DFA Grand Award, the DFA Best Design from Greater China and the DFA Special Merit Award.

A. Studio Mumbai Architects: 360 Leti B. Banyan Tree Hotels & Resorts: Banyan Tree Lijiang C. Nakagawa Package Co.,Ltd.: cubic floater D. Takaharu + Yui Tezuka Architects: Fuji Kindergarten E. Sony Corporation: PCM-D1 F. Samsung Techwin Co., LTD: NV 10 G. Softbank Mobile Corp: Softbank 812SH PANTONE ® H. EDGE Design Institute Ltd.: The Organic Pharmacy Hong Kong Store I. Kubota Architects & Associates: UT STORE HARAJUKU. L. Xue Xue Institute: Xue Xue Institute

Writers a tempo pieno Full-time Graffiti Artists

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Vincitori/Winners DFA Best Design from Greater China M. Godsend Trading Co., Ltd. / Tommy Li Design Workshop: bla bla bra N. CHOCOOLATE Limited: CHOCOOLATE O. Design Republic: Design Republic Flagship Store P. Asentio Design: JustGrapes Q. Philips Design: Philips in-ear noise canceling headphones SHN7500

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DFA Special Merit Award

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R. PPGroup: PPaper & Museum of Tomorrow S. Wu Zhi Qiao (Bridge to China) Charitable Foundation: A Bridge Too Far A Dream Comes True

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ll’inizio erano notturni, introvabili, nessuno li braccava. Erano una sorpresa. La gente di New York prendeva il metro o il trenino e, a guardare quei mezzi di locomozione carichi di messaggi pittorici, rimaneva tra lo sbigottito e l’incredulo. Era l’operato dei primi writers, dei primi pittori di strada, dei primi artisti della comunicazione urbana. Messaggi energici ed energetici, coinvolgenti comunque, anche se il riguardante reagiva infastidito. Era il tempo (inizi anni Ottanta) dei vari Keith Haring. Era il tempo di una nuova bohème . Era il tempo delle mele. Che fine hanno fatto i writers? Dopo l’esperienza statunitense, e più propriamente newyorkese, il fenomeno si è esteso in varie parti del mondo. Ora, dallo sbigottimento i pubblici amministratori sono passati all’organizzazione. Di contrattacco. La polizia sorveglia le strade di notte, chiede documenti, blocca i malsani creativi, contesta multe e denunce. Sono nate campagne antiwriters a livello della comunic azione e a livello di una organizzazione di pulizia dei muri della città imbrattati. Dal rinascimento (leggi: writers della prima ora) si è passati al neoclassicismo (leggi: modo di esprimersi secondo canoni stanchi e di riporto). La popolazione ha reagito gridando allo scandalo. Eppure, soprattutto adesso, i writers sono più educati, sono andati a scuola di educazione civica, hanno imparato le buone maniere rivelando persino capacità e voglia di dialogare più apertamente con la gente. Ma si spera non abbiano perso la grinta, anche se c’è da supporre che essa, una volta che si è dato un limite alla libertà di azione, possa scemare. Occorre tenere presente che i giovani amano la bellezza. Istintivamente. Sanno cos’è una bella discoteca, una bella automobile, una bella ragazza, una bella casa. Anche se magari non tutto è possibile avere. Sanno anche cos’è una comunicazione bella, ossia affidata a linguaggi estetici e artistici, possibilmente legati a modi di esprimersi forti e coinvolgenti. E amano comunicare. Possono farlo in termini di puro sfogo personale o con l’intento di mettere il dito-mente-cuore in uno scottante tema sociale. Da che mondo è mondo i muri sono stati il luogo della comunicazione transitiva, votata cioè a un mittente, anche se generico. Poi, appunto negli anni Ottanta del secolo scorso, succede che negli USA i giovani puntano la loro attenzione su supporti ben individuati, come le pareti delle metropolitane e le locomotive dei treni. Anche

in questa circostanza la spinta espressiva è duplice: lo sbotto soggettivo fine a se stesso o una qualche denuncia. Cercano, di usare modi il più possibile pittorici e artistici, e spesso si tratta addirittura di veri e propri artisti. Artisti di strada, “mukrackers”, secondo la lezione di Jack London, di Lawrence Ferlinghetti, di Jack Kerouac. Come detto, anche da noi sono apparsi gli emuli di Keith Haring. Da qui accesi dibattiti: sono o no artisti, sono o no produttori di bellezza, è giusto o è incivile sporcare i muri e deturpare le facciate degli edifici? Il commento a questi interrogativi viene inesorabilmente dalle ma estranze comunic ali, a cominciare da Milano, quotidianamente armate di pompe a spruzzo con cui cancellare il segno di quei misfatti. L’immagine delle città ha così assunto una incessante dinamica di “ pars destruens ” e di “ pars construens”. E però non riterrei ovvio quale sia l’una parte o l’altra: se l’atto del dipingere o l’atto del cancellare. A Mantova hanno trovato l’uovo di Colombo. A Milano un altro. Sempre di uovo lombardo si tratta. Nel capoluogo hanno pensato di consentire ai giovani graffisti di agire su un supporto mobile, evitando così di sporcare i muri. A Mantova sono stati più aggiornati e intraprendenti. Hanno messo in internet la mappa dei muri della città e invitato i giovani comunicatori a esprimersi virtualmente, “come se” si trattasse di muri veri. Nell’uno e nell’altro caso un modo per castrare questi designers della città. Togliere spontaneità ai graffitisti signific a annullare la verve espressiva; significa, anche, rischiare di far prendere alle spinte “eversive” di questi giovani (rivoluzionari per logica di età) cammini pericolosi rispetto ai quali il vandalismo di cui essi vengono tacciati può persino apparire un gesto da educ anda. Quanta brutta architettura domina poi nelle nostre città! E lasciamogliela abbellire. Nel frattempo le nuove educande del graffio sono scese a patti con i propri concittadini. Ad esempio, a Milano due writers di valore, Ivan e Bros, sfidano ogni notte la polizia, presso la quale sono ben “schedati”, e comunicano alla gente in altro modo. Essi sono come degli attacchini, incollano sulle pareti dei cartoncini-locandine con sopra i propri messaggi. Dichiarano: “rispettiamo ogni monumento e palazzo storico…e risparmiamo le case private”. Messaggi di entusiasmo per la vita e per l’arte, di poesia: “Getti semi al vento farà fiorire il cielo” (Ivan).

Carmelo Strano

I

n the beginning they worked at night, were impossible to find and nobody could hunt them down. They were a surprise. The people of New York taking the subway or train were left astounded and dism ayed upon seeing the carriages covered with pictorial messages. It was the work of the first graffiti writers, the first street painters or urban communication artists. Lively messages full of energy, even though they did rather annoy onlookers. Those were the days (early 1980s) of Keith Haring & Co. The age of a new kind of bohemian artist. The good old days. So what happened to these graffiti artists? After first e m erging in the Unite States, or rather New York, the phenomenon spread to various parts of the world. After their initial dismay, city councils got organised, they went on the counterattack. The police patrolled the streets at night, asked to see people's papers, stopped these creative bad-guys, handed out fines and reported people. Anti-graffiti writing campaigns were organised on a co mm unic ations level and the city walls were cleaned up. The Renaissance period (i.e. early street artists) was followed by neoclassicism (i.e. the style became rather laboured and old-fashioned). People had initially been scandalised, but now street artists are better educated. Let's hope they have not lost that initial drive and determination. We need to bear in mind that young people love beauty. Instinctively. They know how to recognise a good-looking nightclub or car and a beautiful girl or house. Even though they cannot have everything. They know what stylish communication looks like or, in other words, communication drawing on aesthetic and artistic languages, possibly linked with powerful and intriguing means of expression. And they love to communicate. They can do it by means of either just personal rants or with a view to putting their heart-mind-finger into som e topical social issue. Walls have always been a place for transitive communication: i.e. used by so m e generic sender. Then, during the 1980s, young people in the United States focused on using quite specific props, like subway walls and trains. Here again this expressive thrust was twofold. Either a subjective outcry, which is an end in itself, or some sort of plea or appeal. The fact is that in both c ases they show an interest in beauty. In fact they try to use the most pictorial and artistic m eans

possible, and in som e cases they re ally are artists. Stre et artists, “muckrackers”, in the wake of Jack London, Lawrence Ferlinghetti and Jack Kerouac. As we have already noted, here in Italy too Keith Haring has had his e m ulators leading to some hot debates: are they artists or not, do they cre ate be auty, is it acceptable or is it just an uncivil sullying of walls and disfiguring of the façades of buildings? these questions inevitably receive the sa m e ounces from city officials, who, starting in Milan, arm themselves with sprays ready to cancel out any sign of these misdeeds. This has meant that the city i m age has inevitably taken on the incessant dynamics of “ pars destruens ” and “ pars construens” (destroyers and creators). But I would not be so sure which is which: the act of painting or the act of cancelling out. In Mantova they have found a si m ple but brilliant solution to the problem. And in Milan a different one, but brilliant nonetheless. In Milan they have decided to allow young graffiti artists to work on mobile props, thereby keeping the walls clean. In Mantova they have placed a map of the city walls on the Internet and invited young communication artists to express themselves virtually, “as if” working on real walls. In both instances they have found a way to castrate these new city design is. Taking all spontaneity away from graffiti artists means cancelling out their expressive verve; it also m eans there is a chance that these young people (revolutionary due to their age ) m ight decide to adopt more “subversive” or dangerous means, compared to which the vandalism they are being accused of m ight even se e m like educ ated behaviour. After all, look at how much ugly architecture there is in our cities! Let's allow them to add a touch of beauty. Meanwhile the latest generation of graffiti artists have co m e to an agreement with the local inhabitants. In Milan, for instance, two stylish graffiti artists, Ivan and Bros, defy the police ( who know the m well ) every night, co mm unicating with people in a different way. They are like billstickers putting posters on the walls with their own messages over them. The say: “we respect all historical monum ents and buildings… and leave private ho m es alone ”. Enthusiastic m essages about life and art, poetic m essages: “Cast seeds into the wind and skies will blossom” (Ivan).

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Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.

Tourist Orientation Center In Dalinor

Museo di Malacologia In Dalian

Progetto: Feichang Jianzhu

Progetto: Enzo Eusebi/Nothing Studio

La Dalinor National Natural Reserve nella Mongolia interna cinese è un’area naturale protetta, destinata soprattutto alla riproduzione delle gru. Lo studio di architettura Feichang Jianzhu (www.fcjz.com) è stato chiamato a realizzare un centro informazioni per i turisti che visitano la riserva naturale. Principio di fondo del progetto è stata la riduzione al minimo dell’impatto della costruzione sul contesto naturale, caratterizzato dalla sconfinata e affascinante estensione della prateria mongola. L’architettura è stata dunque pensata per diventare parte del paesaggio stesso, un tentativo di creare una “prateria” artificiale. Si è realizzato un edificio lungo e dal basso profilo, parzialmente interrato e con la copertura piantumata che va a fondersi con l’erba della prateria grazie a una rampa in leggero pendio tramite la quale sia i turisti sia gli animali da pascolo possono accedere al tetto. All’interno dell’edificio si trovano uno spazio espositivo e una sala proiezioni nella quale un filmato presenta ai visitatori la storia geologica e geografica dell’area, ponendo l’accento sulla flora e la fauna della regione e allo stesso tempo sulla cultura dei pastori locali. Una porzione dell’edificio è adibita a uffici e a spazi istituzionali in cui si svolgono iniziative e programmi di supporto alla vita della riserva.

Vivono di sé. Attirano l’attenzione di curiosi, turisti, tecnici. Sono un fenomeno del nostro tempo. I musei contemporanei, con le loro esuberanti forme tanto appetibili per il mondo mediatico, sembrano avere sempre meno bisogno del contenuto ospitato. Quasi contenitori della propria immagine, focalizzano interessi diversi, ponendo in secondo piano le opere esposte. Il progetto per il Museo di Malacologia a Dalian cerca di collocarsi diversamente e punta su un’architettura capace di collaborare con gli elementi naturali, con la forza erosiva del vento e dell’acqua, cercando di evitare espressioni mimetiche con la natura. Punto di partenza, l’articolazione di una massa amorfa (una pietra o una conchiglia) che, attraverso addizioni e sottrazioni di parti, è giunta a una vera materia scultorea. È stata elaborata una soluzione in cui lo spazio interno non è disgiunto da quello esterno, ovvero è costituito da una unità organica in continuità con il paesaggio. Uno spazio mentale comune tra la forma plastica e un habitat umanizzato. Si tratta di un’ipotesi sperimentale in cui convogliare mezzi espressivi diversi per renderli codificabili e confrontabili. Il linguaggio usato accorda arte e architettura, statuto teorico e nuove modalità d’uso degli spazi, suggerendo nel contempo che il Museo di Malacologia sia sviluppato come un “centro vivo di informazione”. La nuova struttura museale è un luogo d’incontro per persone, per informazioni che cambiano continuamente, un incrocio tra il computerizzato e lo stabile, con la partecipazione, in due sensi, fra visitatori e attività espositiva.

The Dalinor National Reserve in Inner Mongolia in China is a nature reserve that is mainly devoted to crane reproduction. The architecture studio Feichang Jianzhu (www.fcjz.com) was commissioned to design an information center for tourists visiting the reserve. The project’s main aim was the reduction to the minimum of the building’s impact on the natural context, which features an endless, fascinating stretch of Mongolian prairies. Therefore, the architectural work was designed so as to become part of the landscape itself, in an attempt to create an artificial “prairie”. A long, low, partially underground building was thus designed, with a plant-filled roofing that blends in with the grassland thanks to a slightly slanted ramp that allows both tourists and grazing animals access to the roof. The interior of the building features an exhibition area and a screening room in which visitors are shown a film illustrating the area’s geological and geographic history, concentrating on the region’s wildlife as well as on the culture of the local shepherds. A section of the building is designed for office and institutional areas in which initiatives and programs supporting the nature reserve are furthered.

They are self sufficient. They catch the eye of passers-by, tourists and technicians. They are a phenomenon of the age in which we live. Modern-day museums with their exuberance forms, which make them so popular with the media, seem to be less and less reliant on what they hold inside. They are all most containers of their own image, attracting all kinds of interest and actually pushing the works on display into the background. This project for the Museum of Malacology in Dalian attempts to adopt a different approach and focuses on architecture capable of working with the natural elements, with the erosive force of wind and water, carefully striving to avoid any camouflaging into nature. The starting point is an amorphous mass (a stone or shell) which, by acting on and subtracting parts, has developed into an authentic piece of sculpture. The construction is designed so that the interior space is not separated from the outside. In other words, there is an organic sense of unity with the landscape. A mental space shared by both the sculptural form and humanised habitat. This is an experimental idea combining all kinds of expressive means to make them codifiable and comparable. The language used brings together art and architecture in a combination of established theories and new means of using spaces, at the same time suggesting the Museum of Malacology be developed as a “lively information centre”. The new museum facility is a meeting place for constantly changing people and information, a criss-cross between the computerised and unstable, with people and exhibition activities working together on a two-way basis.

Credits Project: Atelier Feichang Jianzhu Project Designer: Yung Ho Chang Project Team: FengGuoAn, Wang Hui, Yu Lu, Dai Changjing, Yang Chao Consultants: Xu Mingsheng (Structural engineers) Client: Canadian Agricultural Consultation, Dalinor Goverment

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Scienza e innovazione In Chongqing

La Francia in Cina Embassy in Beijing

Progetto: Architecture-Studio

Progetto: Alain Sarfati – Sarea

Vincitori del concorso per l’Esposizione Universale di Shanghai nel 2010, il gruppo di ArchitectureStudio ha confermato il proprio successo in Cina aggiudicandosi importanti commesse, tra cui la Città delle Scienze a Chongqing ormai in fase di ultimazione. Inserita in un’area di 40.000 metri quadrati a nord-est della penisola di Yuzhong, formata dai fiumi Jang Zi e Jialin, la Città delle Scienze costituisce una delle più importanti operazioni promosse dalla metropoli cinese con i suoi 34 milioni di abitanti. Simbolo dello slancio economico e sociale della città, questo intervento che oltre al centro scientifico si compone di un sala espositiva permanente formata da un planetarium, un cinema multisala, una città dei bambini, varie sale espositive, una biblioteca, un centro conferenze e un area ristorante, si qualifica come un luogo di riferimento internazionale in materia di formazione, di ricerca e di scambi tecnici, scientifici e tecnologici. I progettisti si sono inseriti nel sito in modo organico sposando le curve topografiche del terreno. Vetro e pietra sono i materiali scelti in completa armonia con l’intorno paesaggistico. L’organizzazione funzionale dell’insieme, impostata sulla base di piattaforme programmatiche orizzontali, si ispira alle caratteristiche e alle logiche che regolano i fondamenti scientifici così come alle più attuali innovazioni tecnologiche. Come la sfera del geode, situata in cima alla parte più attiva del complesso, sul prolungamento dell’asse meridiano del monumento della liberazione della Cina, anche l’intera Città delle Scienze si afferma per il suo carattere autonomo e di immediata leggibilità ergendosi a nuovo simbolo tecnologico di Chongqing.

90 l’ARCA 233

Winner of the competition for the Universal Exposition of Shanghai in 2010, Architecture-Studio has confirmed its success in China, receiving important commissions, including the Science City in Chongqing, whose completion is now under way. Based on a 40,000-sq.-m. area northeast of the Yuzhong pensinsula, formed by the rivers Jang Zi and Jialin, the Science City is one of the most important operations promoted by the Chinese metropolis, with its population of 34 million. This work, which is a symbol of the city’s economic and social revival, includes not only the science center but also a permanent exhibition hall featuring a planetarium, a multiplex, a “city” for children, various exhibition halls, a library, a conference center and a restaurant area. It qualifies as an international reference point in terms of training, research, and exchanges of ideas in the fields of science and technology. The planners moved into the site in an organic way, in tune with the topographical features of the area. They chose glass and stone, which harmonize completely with the surrounding landscape. The functional organization of the ensemble, based on keynote horizontal platforms, draws inspiration from the characteristics and logic that regulate scientific foundations, as well as from the latest technological innovations. Just like the the geode sphere, placed at the top of the complex’s most active sector – on the extension of the meridian axis of a monument devoted to the liberatoin of China – the entire Science City, as well, distinguishes itself thanks to its independent, immediately definable character, rising as a new technological symbol of Chongqing.

La futura sede dell’ambasciata francese a Beijing sarà firmata da Alain Sarfati – Sarea, affiancato dagli architetti Ovidiu e Cristiana Milea, con la consulenza tecnica di Sechaud et Bossuyt e Voutay. Vincitore di un concorso bandito nel 2004, l’architetto francese convince per la sua proposta che allinea modernità e tradizione in progetto fortemente rappresentativo ma coerente con la realtà e la scala urbana della capitale cinese. Il progetto si presenta come un basamento solido, imponente, una sorta di piattaforma che ingloba il consolato, la cancelleria e la residenza dell’ambasciatore. Da questo basamento in pietra calda e massiccia emerge una costruzione misteriosa che si sdoppia in due fronti e riunisce i servizi culturali ed economici. Verso l’esterno è individuata da facciate geometriche e regolari, ma verso il giardino interno di stempera in una volumetria più articolata e fluida in cui la trasparenza e la leggerezza divengono le principali coordinate di lettura. Un rivestimento in alluminio dorato capta i raggi del sole e afferma la presenza del nuovo complesso in rapporto alla marcata verticalità del contesto costruito. Il contrasto tra ordine geometrico e dinamica del movimento regola anche il rapporto tra il quadro costruito, l’ordine architettonico, e la natura racchiusa al suo interno. Un giardino alla francese giocato sul rigore geometrico dell’impianto e la vegetazione lussureggiante costituisce il cuore dell’ambasciata. Naturale prolungamento del giardino la vela in metallo dorato che diviene pergola nei pressi della residenza dell’ambasciatore riordinando l’armonia dell’insieme. The future headquarters of the French Embassy in Beijing was designed by Alain Sarfati – Sarea along with the architects Ovidiu and Cristiana Milea, with Sechaud et Bossuyt and Voutay as technical consultants. The French architect, who won a competition in 2004, merges modernity and tradition in a strongly representative project that, however, is consistent with the Chinese capital’s reality and urban scale. The project is introduced as a solid, imposing foundation, a sort of platform that englobes the ambassador’s consulate, chancellery, and residence. A mysterious structure emerges from this foundation in warm stone hues, splitting into two sections designed for cultural and economic services. The façade facing the street appears geometric and regular, but the front over the inner garden splays out into a more articulate and fluid volumetry in which the main features are transparence and lightness. A gilded aluminum covering catches the sunrays and establishes the new complex’s existence in relation to the marked verticality of its surroundings. The contrast between its geometric order and the dynamics of movement also regulates the relationship between the built frame, the architectural order, and the nature enclosed within the building. As a matter of fact, the heart of the Embassy is a French garden designed around the geometric rigor of the structure’s layout, as well as luxurious vegetation. A gilded metal sail turning into an arbor near the ambassador’s residence reestablishes the harmony of the ensemble.

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Onda attiva MOCA and PE Shenzen

Una scuola esemplare High Quality Standards

Progetto: Coop Himmelb(l)au

Progetto: Charles Debbas Architecture

Lo studio austriaco Coop Himmelb(l)au (Wolf D. Prix, W. Dreibholz & Partner) è stato incaricato dallo Shenzhen Municipal Culture Bureau / Shenzhen Municipal Planning Bureau della realizzazione del Museum of Contemporary Art & Planning Exhibition (MOCA e PE) nella città cinese di Shenzen. Il progetto si propone come nuovo luogo di incontro e come un elemento dinamico del sistema in via di sviluppo del rinnovato centro urbano “Futian Cultural Center”. L’edificio, che avrà una superficie costruita di 30.000 metri quadrati e un’altezza di 40 metri, è il risultato di un’estrusione verticale e di una progressiva rotazione del rettangolo di base dal piano terra verso il piano di copertura. Da tali dinamiche deriva un monolite dinamico che con il suo rivestimento in metallo nero anodizzato e vetri neri forma una sorta di onda attiva congelata nella trama urbana. L’edificio si rapporta direttamente con il sistema di circolazione e con l’asse primario del Futian Cultural Center attraverso il proprio ingresso e con la Youth Activity Hall tramite un ponte sospeso al secondo livello dell’ala est. Il grande atrio di ingresso ha la funzione di una piazza urbana multifunzionale, con bar, caffetterie, librerie, negozi, spazi per eventi, un giardino di sculture. Da qui si apre un volume bi-conico che conduce alle due sezioni museali (MOCA verso il basso e PE verso l’alto) e che costituisce anche un percorso a spirale con viste sia sull’interno che verso la città. Dotato di tutti i più avanzati sistemi per il controllo del microclima interno, l’edificio si caratterizza in tal senso soprattutto per la copertura a griglia che ha molteplici funzioni tecniche: consente di illuminare naturalmente gli ambienti sottostanti, è in parte attrezzata a giardino così da migliorare il comportamento climatico della costruzione, raccoglie le acque piovane, contiene gli impianti tecnici, i collettori di calore, le cellule fotovoltaiche e, infine, ha una struttura tale da evitare l’impiego di colonne negli spazi interni.

Commissionato dalla società cinese Yida Group, questo edificio è destinato a ospitare un asilo nido per bambini dai due ai sei anni a Dalian, città portuale all’estremo della penisola di Liaodong, fra il Mar Giallo a est e il Mare di Bohai. Il progetto dell’architetto californiano Charles Debbas si fonda sui principi e sugli standard di qualità dei più riusciti esempi di questa tipologia e già in questa fase ha ottenuto riconoscimenti in tal senso dall’International Child resource Institute negli Stati Uniti e dal Kinderland di Singapore. L’idea che accompagna il progetto, caratterizzato da cinque “gusci” è quella di un fiore che lentamente si dischiude lasciando che i propri semi escano e germoglino, rinnovando così il suo ciclo vitale. Le nove classi che compongono l’asilo sono affiancate dalle aule per i computer e dai laboratori. I locali per l’amministrazione, quelli per gli insegnanti e quelli per i genitori sono separati per permettere lo svolgimento autonomo delle attività destinate ai bambini. L’edificio è inoltre dotato di una cucina e di una mensa, di una sala da ballo, uno spazio polifunzionale, una sala per la musica e un auditorium. Un grande terrazzo sul tetto e giardini attrezzati per giochi all’esterno, con percorsi ciclabili, completano l’intervento. Tra la parte amministrativa a nord e la zona destinata alle classi a sud, si apre un cortile interno, sul quale si affacciano i quattro livelli vetrati dell’edificio, intorno al quale ruotano i flussi distributivi dell’intero complesso. In generale, il concetto è quello di creare un ambiente fluido e libero in cui l’architettura si pone in dialogo e accoglie il naturale desiderio di svago dei bambini.

The Shenzen Municipal Culture Bureau/Shenzen Municipal Planning Bureau commissioned the Austrian studio Coop Himmelb(l)au (Wolf D. Prix, W. Dreibholz & Partner) to design the Museum of Contemporary Art & Planning Exhibition (MOCA and PE) in Shenzen, China. The project entails a new meeting center and a dynamic element in a developing system in the new urban center called “Futian Cultural Center”. The building – which will have a 30,000 sq.-m. surface area and be 40 meters high – is a vertical extrusion that features a rectangle rotating progressively from the ground floor to the roof. A dynamic monolith ensues, forming a sort of active wave that is frozen into the urban fabric with its black anodized metal covering and black windows. Through its own entrance, the building communicates directly with the traffic system and the entrance from the main road to the Futian Cultural Center, as well as with the Youth Activity Hall through a suspension bridge on the second floor of its eastern wing. The great lobby is like a versatile urban square, including a bar, cafés, bookstores, shops, spaces for various events, and a sculpture garden. A biconical volume opens up from here, leading to the two museum sections (MOCA downwards and PE upwards) and featuring a spiral ramp that offers views of the interior and the city. Provided with all of the most advanced cooling and heating systems, the building is especially characterized by a gridlike roofing that has a number of technical functions: the underlying areas enjoy natural lighting, plants cover a part of it so as to improve the structure’s climatic performance, it collects rainwater, contains the technical installations, the heat headers, photovoltaic cells, and, finally, its very structure allows the building to do without supporting columns in the interiors.

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This project, by the Californian architect Charles Debbas, is founded on the principles and quality standards of the best examples of this kind, and already in this stage has received acknowledgment from the International Child Resource Institute in the United States and the Kinderland of Singapore. The idea behind the project, which features five “shells”, is that of a flower that opens up slowly, letting its seeds fall out and sprout, thus renewing its life cycle. The nine classrooms making up the school are accompanied by classrooms for computers and laboratories. The offices, staffrooms and parents’ rooms are separated from the classrooms so as to allow the children to carry out their activities independently. The building is also provided with a kitchen and a cafeteria, a dance hall, a multipurpose area, a music room and an auditorium. The work is completed by a great roof-deck and playgrounds equipped for outdoor games, as well as bicycle tracks. An inner courtyard opens up between the offices facing northwards and the classrooms facing southwards: the four glazed levels overlook this courtyard. Generally speaking, the concept here is to create a fluid, free environment in which architecture communicates with and welcomes children and their natural need for entertainment.

Commissioned by the Chinese Yida Group, this building was designed as a nursery-kindergarten for children from two to six years old in Dalian, a seaport at the end of the Liaodong peninsula, between the Yellow Sea eastward and the Bohai Sea.

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Natura come motore urbano Ecologic City

Dongtang, la città di domani Sustainable Masterplan

Tra Oriente e Occidente Image Base Beijing

Progetto: Babylone/SOA/Alter Développement/Biodiversità

Progetto: Arup/SIIC

Progetto: Approach Architecture

Il tema energico è al centro del concorso internazionale di idee “Urbanistica e sviluppo sostenibile” bandito per prefigurare il nuovo assetto di un vasto territorio di 360 km2 comprensivo di 49 comuni francesi, nei dipartimenti dell’Essonne e Yvelines. L’interesse di questa iniziativa, promossa dall’OIN (Operazione di interesse nazionale) di Massy Palaiseau, Saclay, Versailles, St Quesntin-en-Yvelines sta nella natura della sua formula. Concepito come un laboratorio d’ecologia e sviluppo sostenibile il concorso si concentra sulle possibilità di accoglienza di 350.000 nuovi abitanti nei prossimi trent’anni con un ritmo di circa 5.000 alloggi per anno e una densità di 150.000 alloggi ogni 2 ettari, senza modificare gli equilibri naturali e paesaggistici del territorio. Il concorso, giudicato l’ottobre scorso, ha visto la partecipazione di ventisei studi. I premi sono stati suddivisi in base a quattro temi principali: progetto scientifico ed economico, valorizzazione delle risorse e del patrimonio naturale, qualità di vita e forme urbane, immagine del territorio. Tra le proposte presentate, segnaliamo il progetto “Natura attiva” presentato dallo studio Babylone, con SOA, Alter Développement e Biodiversità, nella categoria “Valorizzazione delle risorse e del patrimonio naturale”. Il progetto organizza un territorio di complementarietà Città/Agricoltura/Natura la cui superficie, determinata in base al numero degli abitanti, permette di stabilire un equilibrio sostenibile tra risorse, bisogni e rifiuti. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo l’impatto della nuova città sull’ambiente valorizzando il ruolo della natura come “macchina” che produce energia e trasforma la materia. Il progetto prefigura quindi una “città ecologica” in grado di gestire risorse e bisogni. Vengono individuati alcuni punti di sviluppo attraverso il ricorso alle “Alte tecnologie naturali” nel cuore della città: la foresta O2/CO2, riserva di biodiversità, che circonda la città e fornisce carbone e ossigeno; agricoltura urbana, superficie di cultura biologica necessaria ad alimentare i 350.000 abitanti; pila verde, parco urbano che trasforma i rifiuti della città in energie; strada auto-depurante, filtra l’acqua e l’aria inquinata dai veicoli grazie a piantagioni di bambù giganti lungo i marciapiedi; isole naturali di riposo, ecosistemi che irrigano la città e permettono la vita alla flora e alla fauna; isole a energie positiva, concentrati di tecnologie ambientali incorporate negli edifici, come le eoliche che coprono i tetti dei fabbricati.

Avrà 50.000 abitanti nel 2010, si svilupperà su 630 ettari, pari ai tre quarti della superficie di Manhattan, sulla terza più grande isola della Cina, sarà la prima città ecosostenibile del mondo. Questi i termini dell’ultima sfida di Arup, società britannica d’ingegneria specializzata in architettura, urbanistica e gestione dell’energia rinnovabile, in collaborazione con la Shanghai Industrial Investment Corporation (SIIC), che in un territorio oggi prevalentemente destinato all’agricoltura, daranno vita a una centro urbano dalle caratteristiche uniche in termini di rispetto dell’ambiente. La purificazione delle acque, il riciclaggio dei rifiuti, la riduzione delle emissioni inquinanti per l’ambiente, la creazione di sistemi di energia rinnovabile e pulita, sono solo alcuni degli obiettivi di Arup, che si occuperà del masterplan, della pianificazione economica, del futuro sviluppo sociale, oltre che del progetto delle infrastrutture e del paesaggio. Un progetto di grande portata innovativa, che attrarrà numerosi investitori da tutto il mondo, e che non a caso sarà realizzato in Cina, il Paese che attualmente rappresenta l’avanguardia della sperimentazione e della ricerca, vera e propria terra di frontiera dell’architettura contemporanea. A Dongtang le persone potranno vivere e lavorare in un contesto di alta qualità ambientale. L’intervento di Arup aspira a diventare il modello di riferimento per la città di domani e per la sostenibilità nel progetto urbano, non solo in Cina, ma in ogni parte del mondo.

Il progetto Image Base Beijing, realizzato per Baiziwan, nel distretto Chaoyang di Beijing, fa parte di un programma di sviluppo urbano che mira a riconvertire questa ex zona industriale in un polo dedicato alle arti. Commissionato da Jingyuan Image Base, IBB prevede la realizzazione su un’area di circa cinque ettari, di gallerie d’arte, studi per artisti, spazi per uffici, loft da destinare all’industria creativa, oltre a una serie di altri servizi urbani quali caffetterie, ristoranti, centri sportivi, spazi commerciali, per una superficie totale costruita di 43.700 metri quadrati. L’intervento di Approach Architecture (www.approacharchitecture.com), studio fondato nel 2006 dal giovane architetto Liang Jingyu (classe 1969), si fonda sulla capacità di rivitalizzare questa area attraverso un gioco intenso di luci e trasparenze, ombreggiature e colori e con la definizione di percorsi pedonali e di un “centro” comune, che si identifica nella torre/ciminiera che si erge come simbolo della ritrovata unità e fruibilità del luogo. Liang Jingyu si è laureato nel 1991 presso la Tianjin University. Tra il 1996 e il 2002 ha lavorato come architetto a Montreal e a Vancouver e, tra il 2000 e il 2002 si è anche dedicato all’altra sua passione, la computer art, lavorando alla progettazione di videogiochi per la Electronic Arts. Nel 2006, i suoi progetti sono stati selezionati per la mostra “China Contemporary Exhibition (Architecture, Design and Visual Culture)” proposta a Rotterdam.

In 2010 it will have a population of 50,000 and be spread out over 630 hectares – three quarters of the Manhattan surface area – on China’s third largest island: we are speaking about the world’s first ecosustainable city. These are the terms of the latest challenge taken up by Arup – a British engineering firm specializing in architecture, town planning, and management of renewable energy – in collaboration with the Shanghai Industrial Investment Corporation (SIIC). They will give life to a new urban center with unique characteristics in terms of environmental respect. Water purification, waste recycling, the reduction of pollutants in the atmosphere, as well as the creation of renewable, clean energy systems are only some of Arup’s goals. The firm will formulate the masterplan, the economic plan, and the future social development of the urban center, as well as a project for the infrastructures and the landscape. This is a highly innovative project that will attract investors from all over the world, and which – not by chance – will be implemented in China, the country which currently is in the vanguard in the fields of experimentation and research: an actual frontier land for contemporary architecture. People living in Dongtang will be able to live and work in a high-quality environment. The city aims at becoming a point of reference for tomorrow’s city, and for the sustainability of urban projects not only in China, but all over the world.

Image Base Beijing was planned for Baiziwan, in the Chaoyang district of Beijing, and is part of an urban development program that aims at converting this former industrial area into an art center. Commissioned by Jingyuan Image Base, IBB is for a five-hectare area that is to include art galleries, artists’ studios, office space, lofts for creative industry, as well as a series of other urban services such as cafés, restaurants, sports centers, and shopping centers, so as to cover an overall built-up surface area of 43,700 square meters. Approach Architecture (www.approacharchitecture.com) is a studio founded in 2006 by the young architect Liang Jingyu (born in 1969). This project is based on the studio’s ability to revitalize this area through an intense play of light and transparence, shading and colors, and with walkways and a common “center” identified as the chimney/tower that rises as a symbol of the area’s restored unity and accessibility. Liang Jingyu graduated in 1991 from Tianjin University. Between 1996 and 2002, he worked as an architect in Montreal and Vancouver, and between 2000 and 2002 he also devoted himself to computer art, which he also loves, working on the design of videogames for Electronic Arts. In 2006, his projects were selected for the show “China Contemporary Exhibition (Architecture, Design and Visual Culture)” held in Rotterdam.

Energy is the focus of the international competition “Urban planning and sustainable development”, published for the organization of a vast territory – 360 sq.km. comprising 49 French towns – in the districts of Essonne and Yvelines. What makes this initiative interesting is the nature of its formula; it was promoted by the ONI (Operation of national interest) of Massy Palaiseau, Saclay, Versailles, and St.Quesntin-en-Yvelines. Conceived as a workshop on ecology and sustainable development, the competition concentrates on the possibility of housing 350,000 new inhabitants in the next thirty years, with about 5,000 housing units a year and a density of 150,000 housing units every 2 hectares, without modifying the territory’s natural lanscape. Twenty-six studios took part in the competition, which was held last October. The awards were assigned according to four main themes: scientific and economic project, development of the resources belonging to the natural heritage, the quality of life and urban forms, the image of the territory. Among the presented projects, we would like to point out “Active Nature”, presented by the Babylone studio with SOA, Alter Développement and Biodiversità, in the category “Resource and natural heritage development”. The project organizes a territory with a City/Agriculture/Nature complementarity: the surface, which is determined according to the number of inhabitants, allows to establish a sustainable balance between resources, needs, and waste. The main target is to reduce the impact of the new city on the environment to a minimum, enhancing nature’s role as a “machine” that produces energy and transforms matter. The project thus prefigures an “ecological city” that can manage resources and requirements. Some points of development are thus identified by resorting to “High natural technologies”: an O2/CO2 forest is a reserve of biodiversities that surrounds the city and provides power and oxygen: urban agriculture, a surface for organic agriculture that serves to feed 350,000 inhabitants; a “green” battery, an urban park that turns city waste into energy; a self-purifying road that filters polluted water and air coming from vehicles thanks to giant bamboo plantations along the sidewalks; natural islands for rest, ecosystems that irrigate the city and provide suitable living space for plants and animals: positive energy islands which are concentrates of environmental technologies integrated in the buildings, such as the wind turbines covering the roofs of the buildings.

Mostra Mercato

Sopra/above, Pietro Bellotti (Volciano di Salò 1625-Gargnano del Garda 1700), Ritratto di indovina, iscrizione sul cartiglio/inscription on the paper: “Martina io fui ch’assicurò l’imperio, col morir di germanico

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a Tiberio”, olio su tela. A sinistra/left, Angelo Inganni (Brescia 1807-1880), Palazzo della Loggia, olio su tela/oil on canvas.

Si è svolta lo scorso novembre 2007, presso il Polo espositivo”Brixia Expo” di Brescia, la XX edizione di Brixiantiquaria – Mostra Mercato dell’Antiquariato, che ha registrato un forte incremento di visitatori e professionisti del settore, interessati al notevole patrimonio di opere e oggetti da collezione selezionati a livello nazionale. Di forte interesse anche le due rassegne collaterali e contemporanee, rispettivamente identificabili come: “La città che cambia, Brescia dal XVIII al XIX secolo” e “Pietro Bellotti tra realtà e genere”. La prima manifestazione ha affrontato i mutamenti avvenuti nei secoli scorsi nel contesto cittadino mediante autori di rilievo qualificatosi tra il Sette e l’Ottocento. La seconda rassegna, con opere della Collezione Koelliker, indaga il fenomeno dei dipinti di genere, con particolare attenzione per le secentesche opere ritrattistiche e di suggestiva ambientazione eseguite da Piero Bellotti.

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Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.

Architetture oltre confine French Architects Abroad

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Quanto pesa nella formazione e nella ricerca degli architetti europei il contatto con culture, modi vita e tradizioni di altri popoli e continenti? Di quali arricchimenti si fa portatrice l’esperienza del viaggio, quali i nuovi orizzonti che possono aprirsi ai progettisti dal confronto con realtà, contesti, situazioni, esigenze di Paesi lontani? E’ questo il tema che accomuna gli ottanta progetti presentati fino al 30 marzo al Pavillon de l’Arsenal di Parigi. In una scenografia firmata da Odile Decq Benoît Cornette, Expo-Architectures riunisce una quarantina di architetti francesi, dai noti Paul Andreu, Architecture Studio, Marc Mimram, Jean Nouvel, Dominique Perrault, Christian de Portzamparc o Wilmotte & Associés alle giovani promesse quali Guilhem Eustache o François Scali, impegnati in cantieri o opere già realizzate in Paesi extra europei. Cina, Emirati Arabi, Russia, Stati Uniti, Malesia, Corea del Sud, Giappone, Africa del nord, realtà e commesse completamente diverse che spaziano dal progetto a scala urbana e territoriale al più semplice allestimento di un negozio. Il panorama che emerge da queste esperienze testimonia della ricchezza di spunti e idee che una apertura internazionale può offrire alla creatività degli architetti indipendentemente dal loro registro linguistico o modelli di riferimento. Il planisfero messo in scena da Odile Decq introduce il pubblico a un’intesa avventura tra modelli, foto di cantieri e filmati invitando alla scoperta di altri mondi.

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What influence can the contact with other peoples’ and continents’ ways of life and traditions have on the training and research of architects? How enriching can traveling be, and what new horizons can open up to designers when they meet different realities, contexts, situations, and demands in faraway lands? This is the theme the eighty projects presented through March 30th at the Pavillon de l’Arsenal in Paris have in common. In a setting designed by Odile Decq Benoît Cornette, ExpoArchitectures gathers about forty French architects and studios: from the renowned Paul Andreu, Architecture Studio, Marc Mimran, Jean Nouvel, Dominique Perrault, Christian de Portzamparc or Wilmotte & Associés to young, promising architects such as Guilhem Eustache or François Scali, whose projects are now being implemented or have already been built in extra-European countries. Completely different realities and commissions in China, the United Arab Emirates, the United States, Malaysia, South Korea, Japan, and North Africa range from urban-scale and territorial projects to simple shopfitting. What emerges from these experiences is the richness of ideas that an international openness can offer the creativity of architects, no matter what their usual register, trend, or points of reference are. Odil Decq’s planisphere introduces the public to an intense adventure among models, pictures of building yards, and films, inviting visitors to discover other worlds.

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2 - New York/USA Tour 100 11th Avenue Ateliers Jean Nouvel © Jean Nouvel/ADAGP 2007

5 - Oran/Algeria Résidence Hélios Brossy & Associés Algérie

4 - Moscow/Russia Lycée Français, Collège et École Hubert & Roy © Hervé Abbadie

6 - Santo Domingo/Dominican Republic Elliptic City - Ifca Bernard Tschumi urbanistes Architectes 7 - Iekaterinbourg/ Russia Ekat City Valode & Pistre 7

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11 - Saudi Arabia Ville-Archipel de la Côte Nord Agence TER/AMA/SCAU © Thierry Melot/AMA

9 - Marrakech/Marocco Maison Particulière Guilhem Eustache © Jean-Marie Monthiers

12 - Delta del Nilo/Egypt Centrale De Valorisation Énergétique S’pace Architectes © Projections

10 - Alessandria/Egypt Musée D’archéologie Sousmarine Jacques Rougerie

14 - Amman/Giordania Hôtel Rotana Architecture-Studio © ArchitectureStudio/ADAGP 2007

13 - Bakou/Azerbaïdjan Tour de l’entreprise Nationale des Pétroles Wilmotte & Associés

Si rinnova a marzo l’appuntamento con il Mipim, la vetrina internazionale del settore immobiliare che ogni anno riunisce a Cannes, al Palais des Festivals, i principali operatori e i grandi investitori di questo importante mercato. Per questa edizione (11-14 marzo) si conferma un successo maturato nel corso di quasi vent’anni con una crescita dei partecipanti (1.900 accrediti alla fine del 2007) e oltre 2.500 presenze. Europa Occidentale, Stati Uniti e Russia rinforzano la loro presenza, in particolare la Germania (774 società lo scorso anno) quest’anno vedrà la partecipazione del Ministero dell’Economia con una quindicina di società tedesche accolte nel suo padiglione. La partecipazione della Francia si arricchisce della presenza di Vinci Construction, mentre la Scandinavia vede la capitale norvegese di Oslo come nuova entrata. Ampliata la superficie espositiva del Salone con due nuovi spazi, Harbour Village e Port Side, accanto al Palais des Festivals. Il programma delle conferenza offre invece ai partecipanti oltre agli incontri professionali “Speed Matching” due nuove sessione “End-User Workshops” e Hotel Chat Groups”. Confermato anche l’impegno del Mipim in direzione dello sviluppo sostenibile applicato nel settore immobiliare. I Mipim Award, vedranno infatti una nuova categoria, “Costruzioni ecologiche”, che ricompenserà progetti, nuove realizzazioni, ristrutturazioni, o trasformazioni sviluppati in linea con i criteri di progettazione ecologica o sostenibile. Elena Cardani Mipim, the international showcase in the property sector, is coming back in March in Cannes, where it is organized every year at the Palais des Festivals for the benifit of the main operators and great investors in this important market. For this edition (11–14 March), the success the event has achieved throughout twenty years has been confirmed, with an increase in the number of participants (1,900 were already entered at the end of 2007) and more than 2,500 attenders. Western Europe, the United States, and Russia have enhanced their presence, especially Germany (774 companies last year), which this year will see the participation of the Ministry of Economy with fifteen German firms in the pavilion. France is enhancing its participation with its Vinci Construction, while the Norwegian capital Oslo is a new entry for Scandinavia. Two new spaces have enlarged the show’s exhibition surface: Harbour Village and Port Side, next to the Palais des Festivals. On the other hand, in addition to the professional “Speed Matching” meetings, the conference schedule offers participants two new sessions: “End-User Workshops” and “Hotel Chat Groups”. Mipim’s commitment to sustainable development applied to the real estate sector has also been confirmed. As a matter of fact, the Mipim Awards will see a new category, “Ecological constructions”, which will reward projects, new works, renovation works or conversions developed in line with ecological and sustainable planning standards.

6 3 - NewYork/USA Battery Park Pavilion ITAR architectures © Alireza Razavi/ITAR

8 - San Antonio/USA McNay Art Museum Jean-Paul Viguier © Atelier Connoly Cleary

Appuntamento al Mipim In Cannes

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1 - New York / USA 400 Park Avenue South Atelier Christian de Portzamparc © Atelier Christian de Portzamparc/ADAG P

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Per le donne In Milan

Sperimentazione continua Arman in Turin

Tele piegate Berlingeri in Rio

Nell’Anno Europeo delle Pari Opportunità, a Palazzo Reale di Milano viene proposta fino al 9 marzo la mostra “L’arte delle donne dal Rinascimento al Surrealismo”. Dedicata a cinque secoli di arte al femminile, attraverso 110 artiste e 200 opere, da Sofonisba Anguissola a Camille Claudel, da Lavinia Fontana a Frida Kahlo, da Marietta Robusti Tintoretto a Tamara de Lempicka, ad altre ancora, l’iniziativa si propone di promuovere ed evidenziare il ruolo della donna nell’arte e di recuperare il valore scientifico, sociale e antropologico delle opere di alcune fra le più illustri artiste della storia, così come di figure meno note, ma egualmente rilevanti nel panorama creativo internazionale, nonché analizzare com’è cambiata l’immagine della donna artista nel corso degli ultimi cinque secoli. Artematica, realizzatrice della mostra, destinerà il 5% degli incassi alla Fondazione Umberto Veronesi e Abo Project al progetto di ricerca “Radioterapia Intraoperatoria e Radioterapia Fast”, un nuovo schema terapeutico nel trattamento del carcinoma della mammella, coordinato e diretto dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Fino al 24 febbraio le sale di Palazzo Bricherasio a Torino ospitano un’antologica dedicata ad Arman, curata da Luca Beatrice e organizzata in collaborazione con il MAMAC di Nizza, che ripercorre attraverso circa ottanta opere il percorso artistico del principale esponente del Nouveau Realisme. Rifiutando la pittura, i nuovi realisti si dedicano a operazioni che toccano la scultura in termini provocatori e che si possono definire assemblage, costruite per accumulazione, compressione, inscatolamento in strutture di plexiglas o impacchettamento degli oggetti più diversi. Mentre in America la cultura pop ha pervaso la sensibilità comune, ponendo l’enfasi sul potere visivo e sensuale dell’arte come merce, espressione del nuovo, dei mass media, dell’economia in grande ascesa, del trionfo del bene di consumo, in Europa il Nouveau Realisme ne rappresenta in qualche modo l’essenza critica, il dubbio che al di sotto della patina luccicante e glamour della Pop Art si celasse a stento un lato oscuro, le proprie contraddizioni, germi che anticipano un atteggiamento contestatario destinato a sfociare in altro rivolgimento epocale, quello intorno al 1968. Su questa tendenza Arman precisa i propri principi estetico-formali, ma soprattutto matura quelle esperienze e quei contatti che lo porteranno a compiere uno tra i percorsi più lucidi in seno alla cultura visiva contemporanea. La mostra racconta l’evoluzione del rapporto di Arman con l’arte e il suo atteggiamento così incline alla sperimentazione continua e all’idea tutta moderna del superarsi progressivo di un’opera con l’altra.

Al MAM Museu de Arte moderna di Rio de Janeiro fino al 20 marzo viene presentata un’antologica dedicata a Cesare Berlingeri (Cittanova 1948). La mostra presenta il percorso creativo dell’artista dal 1967 al 2007 e comprende un’inedita installazione realizzata appositamente per l’evento brasiliano, intitolata Avvolti, ventuno tele piegate, tutte bianche caratterizzate da segni neri sia geometrici sia naturalistici, che fluiscono come una cascata dalla parete su altrettanti piani inclinati. L’esposizione, curata da Aguinaldo Coelho (direttore della Agência Goiânia de Cultura) e Celso Fioravante con il coordinamento artistico di Dante Vecchiato e Roberto Agnellini, offre al pubblico una visione completa del percorso dell'artista attraverso 182 pitture piegate, che compongono 52 opere di grandi dimensioni. Dalla selezione emerge la ricerca di Cesare Berlingeri nei suoi quarant’anni di attività, come la monocromia, la rottura del supporto, le relazioni tra pittura e scultura, la memoria, l’erotismo, la sacralità.

In the European Year for Equal Oportunities, Palazzo Reale in Milan is presenting the show “Women’s art from the Renaissance to Surrealism” through March 9th. The initiative is devoted to five centuries of feminine art, with 110 women artists and 200 works – from Sofonisba Anguissola to Camille Claudel, from Lavinia Fontana to Frida Kahlo, from Marietta Robusti Tintoretto to Tamara de Lempicka, and others. The exhibition aims at promoting and highlighting women’s role in art, and at recovering the scientific, social, and anthropological value of the works by some of history’s most eminent artists as well as less known figures which, however, are just as important on the international creative scene. The show also focuses on how the image of the woman artist has changed throughout the last five centuries. Artematica, which organized the exhibition, will channel 5% of the takings into the Umberto Veronesi Foundation and Abo Project for “Intraoperatory Radiotherapy and Fast Radiotherapy”, a new therapeutic system for the treatment of breast cancer, coordinated and directed by the European Institute of Oncology in Milan.

defined as assemblages, created by accumulating, compressing, boxing up objects in plexiglas structures or packing up various types of objects. While Pop culture pervaded common sensibility in America, highlighting the visual and sensual power of art as merchandise, as an expression of novelty, of the mass media, of a booming economy, of the triumph of consumer goods, in Europe, Nouveau Realisme represented the essence of criticism toward Pop Art. It embodied the doubt that a dark side lurked behind Pop Art’s shiny patina and glamor, full of its own contradictions… the germs heralding a propensity toward protest that then led to another epochal turning point focusing around 1968. Arman concentrated his own esthetic-formal principles on this trend, but he especially went through experiences and made contacts that would then lead him to carry through one of the most successful careers in contemporary visual culture. The exhibition sets forth Arman’s relationship with art and his aptitude toward continuous experimentation, and the totally modern idea of one work progressively surpassing another.

An anthology devoted to Arman will be open through March 2nd at Palazzo Bricherasio in Turin. Curated by Luca Beatrice and organized jointly with the MAMAC of Nice, through about eighty works the show retraces the artistic production of the main exponent of Nouveau Realisme. The new realists rejected painting, opting instead for challenging works that more closely resembled sculpture, and that could be Arman, Butterfly Variations, violino sezionato su

Frida Kahlo, Autoritratto con vestito in velluto.

Inedito Caravaggio Il Museo Conte Agostino Pepoli di Trapani, per celebrare i 400 anni dal passaggio del Maestro in Sicilia, presenta fino al 14 marzo la mostra “Caravaggio. L’immagine del Divino”. L’esposizione, a cura di Sir Denis Mahon, è un’occasione unica per poter ammirare i capolavori, anche inediti, del pittore. In tale occasione, per la prima volta, viene esposta l’opera I Bari, in deposito ad Oxford presso l’Ashmolean Museum. L’esposizione, promossa anche dalla Regione Sicilia e dalla Provincia di Trapani, evidenzia la genialità e la profonda sensibilità del Caravaggio, che seppe interpretare la nuova temperie spirituale tanto impregnata di religiosità, sconvolgendo le tradizionali iconografie con nuove e audaci composizioni. L’artista diede voce al sentimento religioso, all’anelito del divino che caratterizzò la cultura seicentesca, dalle prove giovanili fino alle ultime tragiche opere. Caravaggio, I bari. A destra/right, Werner Reiterer, Beginnings of Space Travel (Hardcore Version), plastica, vestiti, tubo, bombola di gas/plastic, clothing, tube, gas bottle, 2004 (Realisation of head: Ana Maria Heigl, Christian Jauernik; Courtesy Collection of Denise and Günther Leising, Graz and Eugen Lendl Gallery, Graz).

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Il ciclo della storia The Year of the Mouse An anthology devoted to Cesare Berlingeri (Cittanova 1948) will be on through March 20th at the MAM Museu de Arte Moderna in Rio de Janeiro through March 20th. The show illustrates the artist’s creative career from 1967 to 2007, including a new site-specific installation for the Brazilian event, entitled Wrapped: twenty-one white canvases featuring both geometric and naturalistic black marks, all flowing like a waterfall from the wall from just as many inclined planes. The exhibition, curated by Aguinaldo Coelho (the director of the Agência Goiânia de Cultura) and Celso Fioravante, with artistic coordination by Dante Vecchiato and Roberto Agnellini, offers visitors a complete view of the artist’s career through 182 folded paintings, which make up 52 large-sized works. The research carried out by Cesare Berlingeri throughout forty years of work emerges from this selection, such as his monochromes, his breaking away from any kind of support, the relationship between painting and sculpture, memory, eroticism, sacredness.

Beijing 2008. Time bricks è il titolo della grande installazione che Huang Rui (Beijing 1952), uno dei più importanti artisti cinesi contemporanei, ha concepito per il Museo delle Mura di Porta San Sebastiano a Roma e che rimarrà visibile fino al 4 giugno. L’opera è costituita da 2008 vecchi mattoni collocati a terra, provenienti da vecchi “hutong”, edifici ora in demolizione per l’ammodernamento urbanistico di Pechino in vista delle Olimpiadi. I mattoni recano un significato storico, legato alla concezione orientale del tempo, in confronto con la mentalità e la cultura occidentali: ognuno, infatti, porta inciso un anno, indicato sia dalla scansione temporale in uso in Occidente (da 1 a 2008), sia dal calendario cinese, insieme ai nomi delle dinastie imperiali corrispondenti. Nella grande installazione di Roma, i mattoni sono collocati in 38 gruppi di 60 anni, scanditi ognuno da un segno zodiacale cinese, a cominciare dall’anno 221 a.C.: l’anno dell’animale del primo imperatore Qin Shi Huangdi, il Topo. L’anno 2008, 59 P.R.C., sarà ancora del Topo, indicando così l’inizio di un nuovo ciclo. Beijing 2008. Time bricks is the title of a great installation that Huang Rui (Beijing 1952) – one of the most important contemporary Chinese artists – has conceived for the Museum of the Walls of Porta San Sebastiano in Rome. The work, which can be viewed through June 4th, is made up of 2008 old bricks that are placed on the ground and all come from old “hutongs”: buildings that are now being knocked down for the upgrading of Beijing in view of the next Olympic Games. The bricks bear historical significance linked to the Eastern concept of time, in comparison to Western mentality and culture: indeed, each one bears a year inscribed both in Western time (1 to 2008) and according to the Chinese calendar, along with the corresponding imperial dynasties. In the great installation in Rome, the bricks are set out in 38 groups of 60 years, each marked by a Chinese star sign starting from the year 221 B.C., the year of the first Emperor, Qin Shi Huangdi’s animal, the Mouse. The year 2008, or 59 P.R.C., will be the Mouse again, marking the beginning of a new cycle.

Cesare Berlingeri, Deposito di stelle, tecnica mista su tela piegata/mix technique on folded cloth, 88x135x72 cm, 2005.

Huang Rui, Beijing 2008 Time Bricks.

tela/sectioned violin on canvas, 94x75x8 cm, 1962.

Dal Walzer al Rock New Austrian Symbols ”Hard Rock Walzer – Scultura Contemporanea Austriaca”, aperta fino al 23 marzo presso Villa Manin Centre for Contemporary Art a PassarianoCodroipo (Udine), è una mostra che mette lo spettatore di fronte a un gioco di contrasti: la scultura, spesso definita in quanto volume e peso, appare nelle vesti di tanti interventi dinamici e inaspettati. Le opere non rappresentano solo lo spazio ma lo raccontano, e così facendo danno vita a situazioni, formano paradossi, richiamano ricordi ed emozioni. Il titolo scherza con uno dei simboli più conosciuti dell’Austria, il Walzer, creando un improbabile nuovo genere musicale, ma il paradosso è anche nel gioco di parole che lega la leggerezza di questa danza alla solida e concreta presenza della pietra, elemento primario della scultura. La mostra accoglie quattordici artisti le cui opere si confrontano con la villa con le loro metafore che, in alcuni casi incontrano il passato e instaurano un dialogo con esso, in altri lasciano che sia l’antitesi a stimolare una riflessione. “Hard Rock Walzer – Contemporary Austrian Sculpture”, open until March 23rd at Villa Manin Centre for Contemporary Art in PassarianoCodroipo (Udine), is an exhibition that confronts the viewer with a play of contrasts emphasised also by the oxymoron of the title: sculpture, often defined as weight and volume, is presented at Villa Manin through many dynamic and unexpected interventions. The works do not merely represent space but they narrate it, and by doing so they bring about situations, create paradoxes, recall memories

and emotions. The title plays with one of the most famous Austrian symbols, the waltz, creating a new unlikely musical genre, but the paradox is also in the play on words that links the lightness of this dance to the firm and concrete presence of the stone, primary element of sculpture. The show features fourteen artists whose works inhabit the villa with their metaphors, in some cases harmonizing with the past and establishing a dialogue with it, on others letting the antithesis encourage a reflection.

La solitudine e il tempo The Reality of Illusion

Capolavori restituiti

Fino al 17 febbraio presso il Convento del Carmine di Marsala (Trapani), è visitabile la rassegna “Giuseppe Modica. La realtà dell’illusione” a cura di Guido Giuffrè. Sessanta opere che costituiscono un viaggio nel tempo fra realtà e immaginazione dove luce e memoria sono le protagoniste assolute di una singolare e complessa ricerca pittorica. Luce, paesaggio, riflesso sono le chiavi di lettura del lavoro del maestro siciliano. Nelle opere di Modica non c’è immagine che non sia riflessa, o che non includa in una sua parte determinante il riflesso. La solitudine e l’assenza della presenza umana sono gli altri elementi che compongono questo mondo evocato di cui l’unico abitante è il tempo. La scrostatura del muro, la macchia di ruggine, la vernice vecchia che si stacca, l’enumerazione delle mattonelle mancanti o superstiti, la fessura, il grumo, il frammento, i testimoni della vita e dell’usura quotidiana. E altri protagonisti degli sfondi delle opere dell’autore sono città irreali, muraglioni, templi incardinati alle memorie della sua terra, imprecisati casamenti moderni, cupole senza precisi riscontri.

Tra gli anni Settanta e i primi anni Duemila molti bacini archeologici del nostro Paese sono stati depredati di incommensurabili ricchezze: seguendo percorsi clandestini e traffici illeciti i reperti ritrovati da scavatori clandestini venivano venduti a mercanti d’archeologia e tramite questi poi ceduti a importanti musei europei, americani e giapponesi, ma anche a ricchi collezionisti privati. La parola greca “Nostoi”, legata ai poemi epici che raccontavano il ritorno degli eroi greci in Patria dopo la distruzione di Troia, si riferisce a lunghi e faticosi viaggi affrontati per tornare a casa. La mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati” che si tiene fino al 2 marzo al Palazzo del Quirinale nelle sale della Galleria di Papa Alessandro VII, è il lieto fine di un racconto che narra la storia di magnifiche opere d’arte antica che, dopo essere state illecitamente trafugate pur appartenendo di diritto al patrimonio nazionale, tornano finalmente a casa. L’esposizione romana permetterà di ammirare veri e propri capolavori, basti pensare che alcuni dei reperti in mostra sono degli hapax, reperti privi di simili, o equivalenti, in qualsiasi collezione, pubblica o privata, del mondo intero. Tra le opere: l’Antefissa con Sileno e Menade danzanti, terracotta, 500-475 a.C, area Italia centrale; Frammento di affresco con lunetta e maschera di Ercole, Campania, area vesuviana, II stile, ca. 50-30 a. C.; Lekythos pestana con il giardino delle Esperidi, area Paestum, ca. 350-340 a. C.; Kantharos configurato a maschera dionisiaca, Italia centro-meridionale, ca. 480 a.C.

Through February 17th, the show “Giuseppe Modica. The reality of illusion”, curated by Guido Giuffré, can be visited at the “Convento del Carmine” of Marsala (Trapani). Sixty works constitute a journey through time between reality and imagination, where light and memory are the absolute protagonists of a singular, complex pictorial research. Light, landscape, and reflection are the keys to interpreting the Sicilian master’s work. In Modica’s work, each image is reflected, or includes reflection in one of its vital parts. Loneliness and the lack of human presence are the other elementes that make up this evocative world, whose only inhabitant is time. Flaking walls, rust spots, old, peeling paint, missing or remaining bricks, cracks, clots, fragments… all bear witness to life and everyday use. Other protagonists of the author’s works are dreamlike cities, massive walls, temples devoted to memories of his homeland, indefinite modern tenements, and surreal domes.

Giuseppe Modica, La stanza dell’inquitetudine, 2007.

Kantharos attico a figure rosse con maschera, attribuito al Vasaio Euphronios e al Pittore della Fonderia/Attic Kantharos with mask and red figures, attributed to Euphronios vase maker, and to Painter of the Foundry, h 21,1 cm; diam. 17,4 cm, ca. 480 a.C. (già/from J. Paul Getty Museum – Los Angeles).

233 l’ARCA 99


Byrne a Vicenza

Arte nella rete Cyberbodies

Riprendono a Vicenza le rassegne sui protagonisti dell’architettura contemporanea. In attesa del completamento dei lavori di restauro della Basilica Palladiana, l’associazione culturale Abacoarchitettura prosegue il ciclo di mostre dedicate alle figure più innovative e interessanti del panorama internazionale. Nello spazio della chiesa romanica sconsacrata di San Silvestro, si svolge fino al 9 marzo, la mostra dedicata alle opere recenti di Gonçalo Byrne. Il noto architetto di Lisbona, autore di importanti progetti e realizzazioni in Portogallo, Italia e altri Paesi europei, ha disegnato un originale allestimento per l’esposizione dei modelli, immagini e video relativi a 12 opere, maggiormente rappresentative del suo percorso culturale e professionale degli ultimi 10 anni. La chiesa di San Silvestro, spazio “minimalista” privo di apparati decorativi e caratterizzato dal caldo colore ocra delle strutture in cotto, viene così “invasa” da una piattaforma percorribile dal pubblico dalla quale, a intervalli regolari, emergono volumi geometrici che supportano gli oggetti in mostra, come landmark di un paesaggio artificiale in scala ridotta. Le nere sagome dei parallelepipedi, immerse nella penombra, evocano un panorama notturno in cui risaltano, illuminati da un calibrato sistema di LED, i grandi modelli in scala delle architetture di Byrne.

Al MAXXI di via Guido Reni a Roma, viene presentato fino al 2 Marzo il progetto “NetSpace: viaggio nell’arte della Rete – Corpi nel cyberspazio”, iniziativa che intende offrire gli strumenti necessari per avvicinarsi alla net art, tendenza artistica di ultima generazione che utilizza internet come unico strumento di creazione. “Corpi nel cyberspazio” porta in primo piano il corpo e la sua dematerializzazione. La creazione digitale di avatars, veri e propri alter-ego virtuali, permette di costituire caratteristiche fisionomiche e identificazioni sociali costruite appositamente per il network. Le sei opere selezionate indagano sulle metamorfosi del corpo nel cyberspazio, sulla misura in cui la “fisicità” è trasferita al di là dello schermo, sulla nascita di nuove identità e su come la percezione del corpo fisico si stia trasformando con la facilità con cui le tecnologie possono intervenire sui sistemi biologici naturali. Link alle opere selezionate: Nicolas Clauss, Scalpel, 2003 (www.flyingpuppet.com/shock/scalpel.htm); Simon Fields e Katrina cPherson, Big, 2001 (www.hyperchoreography.org/big.html); Yael Kanarek, World of Awe: Portal, 2003 (http://turbulence.org/Works/yael/frame.html); Marcello Mazzella, Bodydrome, 2001 (www.digart.net/bodydrome/testo_italiano.html); Yugo Nakamura, Elastic Body, 2002 (http://surface.yugop.com/ver3/stuff/20/index.htm); Chris Joseph, Einstein Monster, 2007 (www.babel.ca/em/).

Gonçalo Byrne, Torre di controllo dei naviganti, Lisbona.

Until March 2nd, the project “NetSpace: journey through Net art – Bodies in Cyberspace” will be held at the MAXXI in via Guido Reni in Rome. The initiative means to offer the tools needed to approach net art, the latest artistic trend that uses internet as its sole creative tool. “Bodies in Cyberspace” puts the body and its dematerialization in cyberspace in the forefront. The digital creation of avatars – which are actual virtual alter egos – allows to create physiognomical characteristics and social identifications that were created purposely for the network. The six selected works analyze the metamorphosis of the body in cyberspace, the extent to which “corporeity” is transferred beyond the screen, the birth of new identities and how the perception of the physical body is being transformed thanks to the ease with which new technologies can affect natural biological systems. Links to the selected works: Nicolas Clauss, Scalpel, 2003 (www.flyingpuppet.com/shock/scalpel.htm); Simon Fields and Katrina cPherson, Big, 2001 (www.hyperchoreography.org/big.html); Yael Kanarek, World of Awe: Portal, 2003 (http://turbulence.org/Works/yael/frame.html); Marcello Mazzella, Bodydrome, 2001 (www.digart.net/bodydrome/testo_italiano.html); Yugo Nakamura, Elastic Body, 2002 (http://surface.yugop.com/ver3/stuff/20/index.htm); Chris Joseph, Einstein Monster, 2007 (www.babel.ca/em/).

Ironia critica Generals and Ladies

Modernità futurista

Fino al 15 marzo è aperta al pubblico, presso la Fondazione Marconi a Milano, la mostra di Enrico Baj dal titolo “Dame e Generali”. La mostra prende lo spunto da uno dei più significativi libri d’artista di Baj: Dames et Généraux, del 1964 in cui le acqueforti dell’artista accompagnano le poesie del poeta surrealista francese Benjamin Péret. Il libro si avvale di un importante saggio introduttivo di André Breton e di una pagina grafica concettualmente composta da Marcel Duchamp, pagina che funziona da faux-titre o avantitolo. Il Generale nasce nel 1960 da una delle Montagne che attraverso un processo di personificazione prende aspetto umano: la sagoma informe assume i connotati della volgarità e della brutalità del potere e diventa la metafora di tutta la passione antimilitarista e antibellica di Baj. Le Dame esibiscono con garbo tutto femminile i loro orpelli, nel vano tentativo di mascherare il vuoto dell’apparire, così come vuoti sono i loro nomi e i titoli altisonanti. Baj ricompone a suo modo il binomio maschiofemmina: le Dame portano i loro nomi importanti, come i Generali ostentano le medaglie al valore. I loro volti sono le due facce del potere economico e militare, le due facce delle gerarchie che ordinano la società.

Dal 14 febbraio al 18 maggio, presso gli spazi di Palazzo Reale a Milano, si inaugura la mostra “Giacomo Balla: la modernità futurista”. E’ un evento che ripropone, dopo 37 anni di vuoto, (1971 - Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma), una retrospettiva su Balla organizzata a Milano con 200 opere create dall’artista negli anni compresi tra il 1900 e il 1929; dall’esperienza divisionista agli anni del futurismo. La mostra, promossa dal Comune di Milano Assessorato Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Skira, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e il sostegno di Fastweb, è curata da Giovanni Lista, Paolo Baldacci e Livia Velani. La retrospettiva si propone di portare per la prima volta Balla a Milano, con l’ottica di creare un aggiornamento di primaria importanza in termini di futurismo e della massima espressività italiana ed europea, nella città dove è stata evidenziata prevalentemente, per le sue radici culturali, l’opera di Boccioni. Sono esposti oli, tempere, pastelli, acquarelli, disegni, assemblaggi e sculture, quali prestiti di note collezioni private e di illustri musei internazionali. Oltre all’opera maggiore e più nota dell’artista, che si evidenzia in un divisionismo evoluto e in un successivo futurismo di forte singolarità, nella mostra sono presenti bozzetti per costumi teatrali, la scenografia e la moda, le opere di arte postale, le tavole parolibere e i manoscritti. Divisa in cinque sezioni, la mostra si articola in: Divisionismo e visione fotografica; Analisi del movimento; Ricostruzione futurista dell’universo; Arteazione futurista ed Energie e sensazioni. Alda Mercante

André Breton and a graphic page that was conceptually composed by Marcel Duchamp and that serves as a faux-titre. The General was born in 1960 from one of the Mountains, which through a personification process takes on human features: the formless mass assumes the vulgar and brutal features of power, turning into the metaphor of all of Baj’s antimilitaristic and antiwar feelings. With gentle femininity, the Ladies display all of their frills, in a vain attempt to mask the emptiness of appearance, and the emptiness of their names and high-sounding titles.

The Marconi Foundation in Milan will be open to visitors through March 15th with an exhibition devoted to Enrico Baj, entitled “Ladies and Generals”. The show draws inspiration from one of Baj’s most important artist’s books: Dames et Généraux (1964), in which the artist’s etchings illustrate poems by the French Surrealist poet Benjamin Péret. The book also features an important introduction by

Giacomo Balla, Scienza contro oscurantismo, tempera verniciata con velature a olio su tavola/oil-hazed tempera on canvas, 24x35,5 cm, 1920.

A tutto futuro In Bergamo Curata da Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini Galati, la mostra “Il futuro del Futurismo” è allestita nelle sale del GAMeC di Bergamo fino al 28 febbraio. Attraverso circa 200 opere di 120 artisti, la rassegna analizza gli influssi esercitati dal Futurismo sugli sviluppi dell’arte visiva del Novecento fino alle più recenti ricerche contemporanee. Il percorso espositivo tematico pone in relazione i linguaggi che hanno trovato il proprio fondamento teorico e poetico nei manifesti del movimento e le più innovative indagini artistiche del secolo scorso. Dalle opere degli esponenti storici del Futurismo – Boccioni, Balla, Carrà, Russolo, Severini, Depero – che interpretarono e celebrarono i concetti di simultaneità e di innovazione tecnologica, si passa alle ricerche artistiche a cui la radicalità dell’esperienza Futurista aveva aperto le porte: dall’Astrattismo al Costruttivismo, dall’Arte Cinetica alle Neo Avanguardie degli anni Sessanta e Settanta, fino ai protagonisti dell’arte contemporanea – come Hirst, Warhol, Haring, Fontana, Pistoletto. Curated by Giacinto Di Pietrantonio and Maria Cristina Rodeschini Galati, the show “The future of Futurism” can be visited at the GAMeC of Bergamo until FFebruary.ebruary 28th. Through about 200 works by 120 artists, the exhibition analyzes the influence of Futurism on the developments of visual art in the twentieth century, up to the most recent contemporary researches. The thematic show makes a comparison between the languages that found their own theoretical and poetic foundation in the movement’s manifestos and the past century’s most innovative artistic researches. From works by the historical exponents of Futurism – Boccioni, Balla, Carrà, Russolo, Severini, Depero – who interpreted and celebrated the concepts of simultaneity and technological innovation, we go on to the artistic research whose doors were opened by the radical nature of Futurism: from Abstractism to Constructuvism, from Kinetic Art to the Neoavant-gardes of the 1960s and 70s, up to the protagonists of conemporary art, such as Hirst, Warhol, Haring, Fontana, and Pistoletto.

Tullio Crali, Incuneandosi nell’abitato, olio su tela/oil on canvas, 130x155 cm, 1939. A destra/right, Eric Wurm, One minute sculpture, c-print, 45x30 cm, 1997.

100 l’ARCA 233

Design al femminile

Chris Joseph, Einstein Monster, 2007.

Logiche deformate Erwin Wurm, artista austriaco classe 1954 che vive tra Vienna e New York, è tra le figure di spicco del panorama contemporaneo. Approdato “per caso alla scultura”, Wurm utilizza video, disegno, fotografia per sfidare regole e logiche comuni. Ossessionato dalla capacità dell’uomo a trasformarsi in scultura, trasferisce caratteristiche fisiche come obesità o magrezza, ai simboli esterni dello status sociale, dall’auto alla casa. A Nantes, un’ampia retrospettiva, in corso fino al 16 marzo, è l’occasione per scoprire tutta la produzione dell’artista, dalle opere iniziali fino a quelle più recenti. Oltre 200 pezzi sono presentati tra il Lieu Unique, e l’Hangar à Bananes, nuovo spazio espositivo sull’Ile de Nantes, mentre al Canal de la Martinière si potrà ancora vedere Misconceivable, l’opera realizzata dall’artista in occasione di Estuaire 2007 Nantes-Saint Lazaire. Al Lieu Unique sono esposte le One Minute Sculture, opere tra scultura e performance che testimoniano come ogni azione umana possa diventare scultura, aspetto per altro ricorrente nell’opera di Wurm. All’Hangar des Bananes, si potrà invece scoprire un tipo di scultura a priori più vicina all’idea tradizionale, nel senso dell’oggetto, del volume, del

rapporto tra pieno e vuoto. Il percorso è pensato come una cronologia a ritroso, dalle opere del 2007, quali Mind Bubbles, Hamlet, Anger Bumps e Fountain, alle impressionanti sculture monumentali.

L’8 marzo, tra gli spazi aulici del Museo di Scienze Naturali in Torino, sarà allestita la mostra “D come Design. La mano, la mente, il cuore”; grande rassegna sul design femminile che ospiterà progetti, prodotti e disegni selezionati dalle curatrici Anty Pansera e Luisa Bocchietto, impegnate nell’evidenziare un percorso “femminile” all’interno della storia del Design Italiano. La data dell’inaugurazione, di grande significato storico e passionale, conduce all’evento del quale ricorrono i cento anni, universalmente celebrati mediante la Giornata Internazionale della Donna, con il significato di parità nel mondo del lavoro quale giustizia e dignità sociale. La ricorrenza, come data di apertura della mostra, è stata voluta dalla Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso e dall’Assessore alle Pari Opportunità Giuliana Manica che definiscono la manifestazione come il modo per valorizzare il Made in Italy nell’ottica femminile. Tre le sezioni che definiranno la rassegna: la prima

La Domenica del Corriere sviluppata sulle figure femminili che contribuirono alla storia imprenditoriale e progettuale della Regione Piemonte tra il 1902 e il 1945; la seconda evidenzierà due delle più significative figure del design e dell’architettura italiana come Anna Castelli Ferrieri e Franca Helg; la terza riguarderà le “protagoniste contemporanee” (1958-2008) attraverso 100 oggetti/progetti. La manifestazione è organizzata nell’ambito di Torino World Design Capital 2008 grazie alla Regione Piemonte (Presidenza e Assessorato alle Pari Opportunità), con l’UDI (Unione Donne in Italia) e il patrocinio del Ministero delle Pari Opportunità, della Provincia di Torino, del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Torino, di ADI Piemonte-Valle d’Aosta. La mostra, aperta sino al 12 aprile, sarà accompagnata da dibattiti e spettacoli e proseguirà il suo percorso in altre città (e altri Enti) sul territorio: Alessandria, Biella, Bra, Mondovì.

Clementina Corte, Donna in bicicletta, fotografia.

Si è inaugurata lo scorso novembre 2007 a Palazzo Reale la mostra “La Domenica del Corriere – il Novecento Illustrato”. L’evento, in corso sino al 3 febbraio, evidenzia la presenza del periodico nel contesto di continuità che intercorre dal gennaio 1899 (momento della sua apparizione) sino all’ultima comparsa nel 1989. Riferimento indimenticabile per l’intera Italia, ed evocatore delle più prestigiose figure di illustratori-artisti, come il mitico Achille Beltrame, il successivo Walter Molino e via via con altri straordinari interpreti tra i quali Giorgio De Gaspari e Mario Uggeri, “La Domenica del Corriere” trasmette in questa rassegna, le forti emozioni popolari, la retorica delle passioni, i drammi e i grandi eventi mediante illustrazioni che superano le testimonianze fotografiche. La realizzazione della mostra, a cura di Giovanna Ginex, ha comportato la selezione di 370 tavole originali sugli oltre 1000 disegni custoditi nell’archivio storico del Corriere della Sera, ed è stata promossa dal Comune di Milano e dalla Fondazione Corriere della Sera, e prodotta in collaborazione con Palazzo Reale e Skira. La mostra si articola lungo un percorso in parte cronologico e in parte dedicato a nuclei tematici e a singoli artisti, ed evoca intense emozioni nei meno giovani, incuriosendo e catturando l’immaginario degli altri. Alda Mercante

Giorgio De Gaspari, La congiura contro Kennedy, 1967.

233 l’ARCA 101


Potenziati i servizi

Acquisizione

Con “Proj. ext.” Otefal ha dato avvio a una nuova società che consente al gruppo di ampliare notevolmente le risposte a tutte le incalzanti esigenze espresse dal mercato dell’alluminio. Situata a Dogana, nella Repubblica di San Marino, Proj. ext. è impostata nella realizzazione degli impianti di estrusione. Il core-business si estende dalla progettazione al collaudo degli impianti per l’estrusione delle leghe di alluminio, passando dalla fornitura, l’installazione e l’avviamento. La nuova società offrirà inoltre altri servizi come: studi di fattibilità, formazione del personale, consulenze tecniche, revamping, certificazioni e quanto altro possa dare una risposta esauriente alle esigenze degli estrusori e delle fonderie di billette in Italia e in tutto il mondo. La filosofia di Otefalgroup si manifesta mediante il concetto “pensare diverso, pensare prima” puntando sull’innovazione continua, tecnologica e nelle procedure commerciali e di marketing.

Primo produttore mondiale di laterizi, e secondo riferimento in Europa per i sistemi di copertura, il gruppo viennese Wienerberger, presente in Italia con una propria sede a Mordano in provincia di Bologna, ha acquisito la fornace Ril Laterizi di Gattinara situata in provincia di Vercelli. Il gruppo, quotato in borsa e leader mondiale nella produzione di materiali per l’edilizia, ha un fatturato di oltre 2,225 miliardi di euro l’anno, di cui l’80% rappresentato dai laterizi. In continua espansone, è attualmente presente con circa 253 stabilimenti in 26 nazioni distribuite in Europa, America e Asia. In Italia, con una produzione di oltre 9000 mila tonnellate di Laterizi l’anno e un fatturato di 69 milioni di euro nel 2006, il gruppo Wienerberger si

Dedicato alla Costruzione

Progresso metallico

Al suo primo appuntamento espositivo, presso il quartiere fieristico di MilanoRho, “Made expo” è, dal 5 al 9 febbraio, il nuovo riferimento nazionale e internazionale dedicato all’edilizia, all’architettura e al design. Con circa 1.500 adesioni e oltre 100.000 metri quadrati disponibili, l’evento raggiunge una portata internazionale proponendosi come l’occasione più propizia per evidenziare tutti i prodotti più innovativi del sistema delle costruzioni, e impostare dialoghi e confronti tra aziende e istituzioni. La manifestazione sarà inaugurata, il 5 e il 6 febbraio, con un convegno internazionale sull’architettura mediante un confronto con i protagonisti del progetto e delle costruzioni, e si svolgeranno un centinaio di incontri con associazioni e organizzazioni di categoria, nonché centri di ricerca e università distribuiti lungo il periodo della manifestazione. La mostra-percorso “Skin”, altra iniziativa inserita nell’ambito di “Made expo”, presenta le più recenti realizzazioni di illustri architetti italiani, accompagnando il visitatore alla scoperta delle singolari particolarità architettoniche di dieci metropoli. “Made expo” si qualifica quindi come una manifestazione innovativa e stimolante, portatrice di un progetto avanzato nei contenuti e nella formulazione, che intende evidenziare nella sua globalità l’intero sistema dell’edilizia, dal progetto ai servizi, quale vetrina universale. Andrea Negri, presidente di Made Eventi, definisce la nuova sede dalla fiera come la più strategica in Italia, considerando la città di Milano tra le più impegnate nelle previsioni del processo architettonico mondiale. “Made expo”, supera nel concetto l’impostazione di Saiedue, riconoscendo il valore tradizionale sviluppato in 26 anni di continuità. Giulio Cesare Alberghini, amministratore delegato di Made Eventi, sottolinea con soddisfazione che la rassegna è un’occasione di confronto culturale, oltre che una finestra per le aziende, consolidando le posizioni sul mercato nazionale, nell’ottica di diventare competitive a livello internazionale.

Fondata a Bolzano nel 1948, Alpewa è attualmente operativa mediante tre differenti divisioni: sistemi per coperture e facciate metalliche; lattoneria; macchinari e attrezzatura per la lavorazione della lamiera. Alla sede principale di Bolzano, dove Alpewa realizza il più completo assortimento di sistemi per rivestimento di coperture e facciate, si unisce la filiale bresciana, all’interno della quale vi è uno show-room di sistemi per coperture e facciate, nonché di macchinari e attrezzatura per la lavorazione della lamiera. Recentemente è stata inaugurata una nuova sede in Austria, dove si concentra la produzione di articoli per la lattoneria, accessori e semilavorati destinati anche all’estero. Mediante la Divisione Sistemi per Coperture e Facciate, Alpewa consente soluzioni esclusive nel campo dell’arredo edile mediante la selezione dei migliori marchi europei in termini di sistemi per coperture e facciate metalliche, con un’offerta che comprende profili in alluminio Montana®, rame Tecu KME®, sistemi in alluminio Prefa®, zincotitanio Rheinzink®, acciaio inossidabile Roofinox®, Uginox® e Ugitop®, tessuti metallici Artos®, pannelli in alluminio estruso Promoclad®, sistemi di coibentazione per tetti metallici Puren®. Tutto ciò è completato dall’innovativa sottostruttura per facciate ventilate Allface, e dalla vasta gamma di accessori e sistemi completi di smaltimento acque meteoriche. Nella divisione Macchinari e attrezzature la società mette a disposizione macchinari e attrezzature per la lavorazione della lamiera, riguardanti sia il settore lattoneria che industria, ed è

Dialoghi in superficie colloca ai vertici del settore. L’ingresso del gruppo in Italia è iniziato nel 1995 con l’acquisizione della fornace La Feltrina in provincia di Belluno, in seguito si è aggiunta la Laterizi Brunori di Mordano in Bologna, la Silt Nord di Terni e quindi, con la Ril Laterizi di Gattinara (Vc), gli stabilimenti salgono attualmente a quattro In Italia, Wienerberger produce una vasta gamma di laterizi, sia tradizionali che a tecnologia avanzata e per la bioedilizia. Tra questi figurano i blocchi termici di Porotherm, ecologici Porotherm Bio e rettificati Porotherm Bio-Plan, nonché i laterizi ad alte prestazioni termiche Alveolater®, forati per tramezze e divisori, blocchi per murature portanti e tabelloni, blocchi per solai in opera e a travetti prefabbricati e altro.

esclusivista per l’Italia di Ras, Eckold, Forstner, Jorns, Knoll, Schechtl, SchelebachSchwartmanns, Thalmann, Wuko e distribuisce prodotti Gesipa, Masc, Peddinghaus, Prinzing, Rau, Schöoler, Stubai. Per la divisione Lattoneria Alpewa produce e commercializza per l’Italia e il Centro Europa, articoli di lattoneria e accessori, realizzati nei più svariati metalli, dal rame all’acciaio verniciato, dallo zinco titanio all’alluminio fino all’inox.

È stata presentata da Lea Ceramiche, nel corso di una suggestiva kermesse svoltasi nella sede di Fiorano Modenese (2 - 4 ottobre 2007) nell’ambito del Cersaie di Bologna, la nuova collezione 36h che, ideata da Diego Grandi, mette scenograficamente in evidenza sei prodotti di singolare impatto e di raffinate rivisitazioni. I manufatti sono identificabili nelle denominazioni: Flaminio, Case, Makò, Wet, Street e City. Tra le tipologie, tutte di straordinaria efficacia e

Raggiunto il “Numero 47” fortemente emozionali, si distingue Street che, impostato sul concetto di mappa urbana, evidenzia una maglia geometrica di segni che si combinano mediante una trama smaltata lucida, in contrasto all’opacità della base Masterplan. Le piastrelle sono state studiate con superficie trattata a rilievo per il formato maggiore (60x120 cm), a bassorilievo per quello minore (60x60 cm). Di riferimento metropolitaneo anche le cromie che ricordano i colori grigi e antracite dell’asfalto.

Faccia a vista “termico”

Quarta edizione La rassegna “Abitare con il Rame”, giunta alla quarta edizione con la tematica “Materia e Colore”, propone, attraverso la partecipazione di un gruppo di noti designer, una particolare collezione di libere e singolari creazioni che, realizzate in rame, evidenziano le caratteristiche di duttilità, malleabilità, plasticità e conduttività del metallo più prestigioso e antico utilizzato da sempre e ancora indispensabile all’uomo. La rassegna, promossa dall’Istituto Italiano del Rame e da European Copper Institute, è costituita da una

serie di manufatti che uniscono alla singolarità progettuale, la competenza produttiva secondo un intendimento che promuove la cultura del rame. La collezione è costituita da pannelli per rivestimenti di pareti, portaombrelli, tavolini, vasi e altri oggetti particolari per ricerca, espressività e impatto. Sviluppati in un ambito decorativo di notevole suggestione, i manufatti sono stati presentati, dal 30 novembre al 30 dicembre 2007, presso lo Spazio Material ConneXion all’interno della Triennale di Milano.

Record di pubblico Dal 5 al 10 novembre 2007 si è svolto a Paris Expo, Porte de Versailles Paris, Batimat 2007, il Salone della Costruzione che ha registrato una buona crescita in termini di visitatori e dell’intero comparto interessato allo sviluppo del settore. Il numero delle presenze internazionali è progredito più di quello dei visitatori francesi con una percentuale che passa dal 18% al 18,5%. Oltre all’Europa dell’Ovest, è stata riconfermata una forte rappresentanza di Paesi come il Marocco, la Tunisia, la Russia e il Brasile, nonché la Polonia, anche in relazione alla sua candidatura come invitato d’onore a Batimat 2007. Molto alta l’attenzione dei mass media, sia relativamente alla stampa audiovisiva che alla carta stampata.

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La divisione R&S, del Gruppo Fantini Scianatico, ha messo in produzione, per il settore dei laterizi, l’innovativo mattone Bellavista Contemporaneo “termico” che unisce, alle peculiarità estetiche di un mattone faccia a vista, le performance termiche di un laterizio per murature. Il prodotto, che risponde all’isolamento termico con dati superiori al 25% rispetto a una faccia a vista tradizionale e con il 55-70% rispetto a una faccia a vista pieno, è garantito dallo sconfinamento dell’aria in un maggior numero di camere in opposizione al flusso termico, e dalla corretta ridistribuzione delle masse che assicura una sensibile riduzione della dispersione termica.

Futuro in luce

Nuova grafica nuovo orientamento Con una nuova impostazione grafica e comunicativa, Trilux GmbH & Co. KG si ripropone nel mercato mediante un assetto rivisto strategicamente e progettualmente. Il nuovo logo comunica l’immagine di un sole dalla potenza radiante che, quale riferimento mirato alla filosofia aziendale di Trilux, evoca nei flussi cromatici l’arco dei colori dello spettro che costituiscono la luce bianca. Di singolare espressività è il claim “Nuova Luce” che, riportato sotto la scritta Trilux del logo, intende rappresentare un auspicio per il futuro e assieme dare rilevanza alla dinamica aziendale situata in un’ottica tecnologica di indiscussa supremazia.

Si è inaugurato lo scorso 31 ottobre 2007, il quarantasettesimo e ultimo stabilimento di produzione Mapei con sede in Vietnam, nella zona industriale Chu Lai, nei pressi di Da Nang. Sempre più in espansione in Estremo Oriente, dove è attualmente presente a Singapore, Malaisya, Cina (Guangzhou e Shangai), Mapei segue un intenso programma di internazionalizzazione che le permette di consolidare significativamente la propria posizione di leadership nel mercato degli adesivi e dei prodotti complementari per la posa di ceramica e di ogni tipo di pavimentazione e di rivestimento murale, nonché nell’ambito dei prodotti chimici per l’edilizia. Il processo di internazionalizzazione, iniziato negli anni Sessanta, ha seguito un programma di espansione sempre più intenso che ha permesso alla società di entrare in contatto con le realtà locali per comprenderne profondamente i bisogni specifici. Questo vantaggio consente un controllo generale e attento nel mercato dell’edilizia in termini di competitività, poiché i costi di trasporto dei prodotti inciderebbero in misura eccessiva. Attenzione ai cambiamenti e alle necessità del mercato combinati all’attività di ricerca e sviluppo sostenuti annualmente con il 5% del fatturato, assicurano il successo in scala mondiale di Mapei. Attualmente nel Gruppo operano 50 consociate, 7 Centri di Ricerca e Sviluppo e 47 impianti produttivi. La costante internazionalizzazione corrisponde alla crescita del fatturato avvenuta negli ultimi dieci anni; nel ’90 era di 150 miliardi di lire, nel 2001 è stato raggiunto un fatturato aggregato di 725 milioni di euro, realizzato all’estero per il 57%. Il fatturato totale del 2006 è stato di 1,4 miliardi di euro, con previsioni di raggiungere, nel 2007, 1,6 miliardi di euro.

A basso costo Coordinato da Aqm ed Ensun, la società bresciana partecipata da Metra, Gefran e Palazzoli, è diventato ufficiale, dallo scorso novembre 2007, il nuovo progetto di sviluppo per facciate fotovoltaiche destinate a grandi edifici pubblici e privati. Il progetto si è valso della collaborazione di Enea, Politecnico di Milano, Stazione Sperimentale del Vetro, Politecnico di Torino, Facoltà di Fisica dell’Università Cattolica di Brescia (per la parte scientifica), studio Cancellerini (per la parte tecnica),

e la Provincia di Brescia in qualità di finanziatrice del progetto (costato 1.9 milioni di euro) grazie a una serie di contributi corrispondenti al 47% del totale. I risultati hanno evidenziato come l’utilizzo di film sottile di silicio amorfo, materiale non inquinante e di facile reperimento rispetto al silicio mono e policristallino, garantisca i seguenti risultati: riduzione notevole dei costi relativi all’impianto fotovoltaico; salvaguardia dell’estetica degli edifici e dell’ambiente.

L’evento:”Luci dalla città del futuro”, organizzato a Milano lo scorso ottobre 2007 in occasione della visita della Commissione per l’Expo 20015, sarà ripetuto dal 5 al 9 febbraio in occasione della prima edizione di “Made expo” (Milano Architettura Design Edilizia 2008) negli spazi della Fiera di Rho Pero. Obbiettivo è mettere in evidenza alcuni dei tanti nuovi progetti architettonici di Milano, che testimoniano la vitalità urbanistica ed economica della città, come i cantieri di City Life, della nuova sede della Regione Lombardia, di Porta Nuova, di Bovisa e dell’area Expo di Rho Pero. Per l’occasione un fascio di luce riprodurrà i progetti illuminando la notte con sagome architettoniche di apparenza futuribile. “Made expo”, promosso da Federlegno Arredo e Uncsaal, è il salone che, dedicato al sistema integrato del progetto architettonico, delle costruzioni e dei servizi legati all’edilizia, con il progetto “Luci dalla città del futuro” si propone quale luogo dell’anticipazione dei grandi trend. Il portale, che consentirà l’accesso alle relative informazioni e immagini, è: www.madeexpo.it www.federlegno.it e www.uncsaal.it.

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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.

Uno sguardo nuovo The Intelligence of Nature Cecil Balmond Element Prestel, Munich/London 2007 374 ill, 194 ill a colori, 320 pp Cecil Balmond, vice presidente di Ove Arup and Partners, si sta attualmente dedicando alla Advanced Geometry Unit (AGU) – un gruppo da lui fondato nel 2000 costituito da scienziati, architetti e ingegneri che focalizzano le proprie ricerche sulla genesi della forma utilizzando come fonti vitali i numeri, la musica e la matematica. Codici, ritmi e schemi hanno da sempre affascinato Balmond. Il libro Element indaga la loro presenza nella natura. In questo volume, Balmond osserva le forme e le strutture della natura dalla prospettiva culturale del viaggiatore/scrittore. Trae piacere dalla ricchezza della natura e, allo stesso tempo, ricerca il significato delle parti essenziali e dell’intelligenza delle forme efficienti. Element è ricco di affascinanti immagini a colori e schizzi che rivelano il mondo naturale non solo come un insieme di confortevoli forme curvilinee, ma anche come insieme di strutture tanto resistenti quanto infinite nella loro capacità di creare ordine. La natura non viene più percepita come innocente paesaggio per la contemplazione e il rilassamento,

bensì, nel suo saggio di otto pagine al centro del libro, Balmond si sofferma sul potenziale della natura di svelare l’essenza più intrinseca delle costruzioni artificiali. E’ un libro da apprezzare sia dal punto di vista letterario e teorico sia da quello estetico delle immagini. Gli schizzi disegnati da Balmond riflettono la spontaneità e l’approccio teso all’esplorazione di questo volume, che invita e incoraggia a guardare la natura con uno sguardo nuovo. Cecil Balmond, Deputy Chairman of Ove Arup and Partners, is now focusing on his work with the Advanced Geometry Unit (AGU) – a group he founded in 2000 with scientists, architects and engineers to pursue their interest in the genesis of form using numbers, music and mathematics as vital sources. Codes, rhythms and patterns have always fascinated Balmond. Element looks at how these occur in nature. In Element, Balmond observes the shapes

and structures of nature from a cultural travel writer’s perspective. He takes pleasure in the richness of nature whilst looking for meaning in its summary parts and its intelligent or efficient forms. Element is packed with stunning colour photographs and sketches that reveal nature, not just as a simple set of comforting, curvilinear shapes but as structures as strong as they are infinite, in the way they create order. Here nature is no longer perceived as an innocent landscape for contemplation or quietude. Instead, in an eight-page essay in the middle of the book, Balmond touches on the potential for nature to unlock the innermost being of the most artificial constructs. This is a book to be enjoyed as prose as much as a beautiful picture book with images that will certainly appeal to designers, illustrators and artists alike. The free hand sketches by Balmond reflect the spontaneous and exploratory sketchbook like quality of Element. It is a book that encourages one to look at nature and its portrayal afresh.

Segnalazioni Massimo Alemanno Le chiese di Roma moderna. Volume III-I Rioni Ripa e Testaccio e i quartieri del quadrante sud-est Armando Editore, Roma 2007, ill. in b/n, 176 pp Questo terzo volume della serie dedicata alle chiese di Roma moderna conclude l’esame degli edifici sacri costruiti nella capitale dal 1860 al 1960. Il lettore viene accompagnato in una sorta di visita guidata che affronta il tema dell’evoluzione architettonica di questa tipologia, alla scoperta di aspetti insoliti della storia dell’architettura di Roma. Andrea Giunti 1995-2007: Cinque edifici ecocompatibili a Roma A cura di Valentina Piscitelli De Luca Editori d’Arte, Roma 2007, ill. a colori e b/n, 110 pp Analisi di cinque edifici residenziali ecocompatibili realizzati a Roma dall’architetto Andrea Giunti. Il volumetto è lo spunto per rileggere sotto l’aspetto normativo i possibili approcci per una progettazione orientata all’uso delle tecnologie più avanzate nel campo delle fonti energetiche rinnovabili, nel rispetto della sostenibilità dei costi e del contesto urbano e ambientale. Gianni Cantarutti 1000 Legni Woods Dindi editore, Tavagnacco (UD) 2007, ill. a colori, 1080 pp Primo libro della neonata casa editrice Dindi editore, nasce come agile raccolta di 1.000 legni dal mondo, scansiti direttamente da originali sezioni di legno. Grazie al lavoro di Gianni Cantarutti,

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un esperto del legno, globetrotter, questo volume, quadrato, di facile consultazione, racconta attraverso le immagini della sua xiloteca tutte le suggestioni date da questo materiale “naturale”. Stampato su carta FSC, a basso impatto ambientale, unico nel suo genere, cataloga le specie legnose non solo per qualità e provenienza, ma anche per la loro ecocompatibilità, attraverso tre semafori – rosso, giallo, verde – che ne indicano il possibile utilizzo. Anna Chiara Cimoli Musei effimeri - Allestimenti di mostre in Italia 1949/1963 Il Saggiatore, Milano 2007, 244 pp Forte di una ricca e assortita documentazione, questo libro ricostruisce l’arte dell’allestimento in Italia tra il 1949 e il 1963. In quel particolare momento storico le mostre, moltiplicandosi e travalicando il ristretto ambito degli specialisti per diventare fenomeno sociale, contribuirono in modo significativo alla ricostruzione dell’identità nazionale. Anna Chiara Cimoli analizza in profondità gli allestimenti che più infiammarono il dibattito pubblico di quegli anni e che più influenzarono il panorama culturale nazionale, con un occhio di riguardo per l’attività dei principali architetti coinvolti, artefici di innovative soluzioni divenute poi patrimonio dell’architettura novecentesca. Tra le quattordici mostre investigate citiamo: Giovanni Bellini a Venezia nel 1949, Van Gogh a Milano nel 1952, Pablo Picasso a Milano nel 1953, Van Dyck a Genova nel 1955, Piet Mondrian a Roma nel 1956.

Salvatore Cozzolino Visioni e Costruzioni - Marketing del progetto da Assisi a Pechino Alinea editrice, Firenze 2007, 112 pp Prendendo spunto dagli sfondi degli affreschi di Assisi, incredibilmente analoghi alle architetture di alcuni maestri contemporanei, si può ripensare a Giotto, artista-manager, come anticipatore dell’attuale figura di progettista internazionale ricercato dai budget per le sue creazioni spiazzanti. L’architetto ubiquo del terzo millennio interpreta con abili landmark le necessità strategiche dello sviluppo economico ed urbano, ma forse, troppo coinvolto nel flusso della comunicazione globale, smarrisce il senso di responsabilità sociale del progetto, che invece indurrebbe a rapporti equilibrati tra opera e cultura tecnica locale, tra esigenze espressive e sostenibilità dei processi e sicurezza nella costruzione. Il volume riporta anche una articolata documentazione di due straordinari cantieri contemporanei, il National Stadium di Beijing 2008 di Herzog-de Meuron e il Vulcano Buono di Nola (NA) di Renzo Piano. KGID - Konstantin Grcic Industrial Design a cura di Florian Bohm Phaidon, London 2007, 150 ill., 240 pp La prima monografia dedicata a Konstantin Grcic, uno dei più affascinanti designer del prodotto dei nostri tempi. Il volume offre una rara occasione per conoscere il processo creativo del designer tedesco, mostrando i prodotti nelle diverse fasi di creazione e lavorazione. Ampiamente illustrato, il libro propone un’ampia selezione dei lavori di Grcic.


AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com

Belgio / Belgium Bruxelles Urbanism Competition Concorso internazionale per proposte urbanistiche per un’area di 10 ettari nella regione di Bruxelles lungo la Soignes Forest nel comune di Woluwé-Saint-Pierre, che sarà destinata principalmente a residenze sociali International competition for the urbanization of a 10 hectare site in the limits of the Bruxelles region, bordering the Soignes Forest in the Woluwé-Saint-Pierre Commune. The site will be dedicated mainly for social and medium housing Scadenza/Deadline: 17/8 Per informazioni: Alex Palante Rue Jourdan 45-55 1060 Bruxelles Tel. +32 2 5331948 Fax +32 2 5331900 E-mail: apalante@slrb.irisnet.be

Italia / Italy

+ europaconcorsi

Brescia Arteingenua Prize Concorso internazionale di pittura, scultura e fotografia per giovani artisti sul tema “Impact Art Place+Relationships” International painting, sculpture and photography competition on the theme “Impact Art Place+Relationships” Scadenza/Deadline: 28/2 Monte premi/Total prize money: 40.000 Euro

Per informazioni: Arteingenua Via Corfù 106 25124 Brescia Tel. +39 030 2422111 Fax +39 0302421572 Internet: www.arteingenua.it E-mail: info@arteingenua.it

Conversano (Bari) Nuova scalinata del Castello di Conversano Concorso per studenti per il progetto della nuova scalinata del castello di Conversano Student competition for the project of the new Conversano Castle access stairs Scadenza/Deadline: 8/6

Per informazioni: Sinistra Giovanile di Conversano Via Bolognini 8 70014 Conversano (BA) Tel. +39 334 3030162 Internet: http://sgconversano.altervista.org E-mail: sg.puglia@libero.it

Bagnoregio (Viterbo)

Firenze

Riqualificazione accesso Centro storico Concorso per la riformulazione o trasformazione della passerella che attualmente consente l’accesso all’abitato di Civita di Bagnoregio Competition for the transformation or redefinition of the bridge of access to the village of Civita di Bagnoregio Scadenza/Deadline: 28/2 Monte premi/Total prize money: 18.000 Euro

Best Degree Projects Concorso internazionale di progetti di diploma, laurea e specializzazione post-laurea in Architettura, Ambiente, Urbanistica, Conservazione-Restauro, Arti Figurative e Design International competition for projects presented for degree or post-degree specialization in Arcitecture, Environment, Urban Planning, Conservation-restoration, Arts and Design Scadenza/Deadline: 30/9

Per informazioni: Amministrazione Comunale di Bagnoregio C/a Domenico Amadei Piazza Sant’Agostino 21 01022 Bagnoregio (VT) Tel. +39 0761 780815 Fax +39 0761 780837 Internet: www.comune.bagnoregio.vt.it/ public/comune E-mail: tecnico@comunebagnoregio.it

Bassano del Grappa (Vicenza) Progettare e realizzare per tutti Concorso internazionale di idee per lo sviluppo in un’area di servizio Autogrill della: a) zona bar, b) zona casse; c) servizi igienici International ideas competition for the design in a Service Area Autogrill of: a) bar area, b) chashier area, c) toilets Scadenza/Deadline: 15/3 Monte premi/Total prize money: 57.000 Euro Giuria/Jury: Andrea Stella, Daniela Volpi, Paolo Favaretto, Egidio Miti, Alessandro Dalla Piazza

Per informazioni: Lo Spirito di Stella Studio Sorato Otello Largo Perlasca 3 36061 Bassano del Grappa (VI) Tel. +39 0424 32283 Fax +39 0424 30594 Internet: www.lospiritodistella.it E-mail: info@lospiritodistella.it, otis@nsoft.it

Per informazioni: Best Degree Projects Florence International Exchange Festival Palazzo Coppini Via del Giglio 10 50123 Firenze Tel. +39 055 216066 Fax +39 055 28320 Internet: www.florence-expo.com E-mail: info@florence-expo.com

Manzano (Udine) Promosedia International Design Competition Caiazza Memorial Challenge Concorso internazionale rivolto ai creativi under 40 di tutto il mondo: architetti, designer e studenti regolarmente iscritti agli Istituti Superiori di Design e alle Facoltà di Architettura per progetti di sedie originali e inediti, funzionali, attuabili e producibili in serie International competition open to creative people under 40 years of age: architects, designers, students enrolled at Architecture and Design Faculties and Superior Institutes all over the world for the original design of a chair that must be functional, feasible and industrially producible Scadenza/Deadline: 31/3 Primo premio/First prize: 3.500 Euro

Per informazioni: Promosedia Via Trieste 9/6 33044 Manzano (UD) CALT Relazioni Pubbliche Tel. +39 0432 229127 Internet: www.promosedia.it/ design_bando_ita_2008.html E-mail: promosediadesign@caltpr.it

Milano Premio Italian Factory per la Giovane Pittura Italiana Premio per artisti nati dopo il 1/1/1977 Scadenza: 20/2 Per informazioni: Italian Factory Tel. 02 36517480 Fax 02 36517488 Internet: www.italianfactory.biz E-mail: info@italianfactory.biz

Adam’o Eva Creation Competition Premio nazionale di design per progettisti under 35 per oggetti di design originali e creativi Design award for designers under 35 years of age for creative and original objects Scadenza/Deadline: 25/2 Primo premio/First prize: 10.000 Euro Giuria/Jury: Ed Carpenter, Alessandro Mendini, Arnaldo Pomodoro, Philippe Samyn, Carmelo Strano, James Wines Per informazioni: Adam’o Eva Via Umberto Visconti di Modrone 1 20122 Milano Internet: www.adamoevacreazioni.it

Progettiamo i nostri spazi e la nostra immagine Concorso internazionale di idee per la progettazione degli spazi esterni delle aree La Masa-Lambruschini. Il concorso è aperto a tutti gli studenti iscritti al Politecnico di Milano International ideas competition for the design of the outdoor areas at La Masa-Lambruschini. The competition is open to all the students of Politecnico di Milano Scadenza/Deadline: 29/2 Per informazioni: Ingrid Paoletti Politecnico di Milano Tel. +39 02 23995117 Internet: www.polimi.it/ concorsoLaMasaLambruschini E-mail: ingrid.paoletti@polimi.it

Well-Tech Award 2008 Premio internazionale per prodotti di innovazione tecnologica e valori di accessibilità, sostenibilità e qualità della vita/International award for products which are innovative in the fields of technological research, accessibility, sustainability and quality of life Scadenza/Deadline: Marzo/March

Per informazioni: Well-Tech Via Malpighi, 3 20129 Milano Tel. +39 02 29518792 Fax. +39 02 29518189 Internet: www.well-tech.it E-mail: info@well-tech.it

Premio Alluminio/Innovazione Premio per i migliori progetti didattici caratterizzati dagli impieghi innovativi dell’alluminio laminato. Aperto agli studenti iscritti a tutti gli Atenei italiani ai corsi di studio in Architettura classe 4 e 4S (Lauree triennali e Lauree specialistiche in Architettura e in Ingegneria Edile)/Prize for the best education projects on the innovative use of laminated aluminium. It is open to all students of Italian Universities at Architecture course, class 4 and 4S (three-year Degre and Specialistic Degree in Architecture and Civil

Engineering) Scadenza/Deadline: 15/9 Monte premi/Total prize money: 3.500 Euro Giuria/Jury: Cesare Stevan, Fabrizio Schiaffonati, Emilio Faroldi, Elena Mussinelli, Emilio Braghi, Gianmatteo Martinelli, Daniela Fiorentini, Angelo Bugatti, Tiziano Cattaneo

Per informazioni: Politecnico di Milano DipartimentoBuilding Environment Science and technology-BEST Via Bonardi 3 20133 Milano Tel. +39 02 23992614 Internet: www.novelis-painted.com E-mail: best.novelis@polimi.it

Modena Modena cambia faccia Concorso per interventi multidisciplinari nell’area di Porta San Francesco e Porta Saragozza Competition for multi-disciplinary interventions in the areas of Porta San Francesco and Porta Saragozza Scadenza/Deadline: 31/3 Per informazioni: Amministrazione Comunale ModenaAssessorato Politiche Economiche c/a Giovanni Bertugli Via V. Santi 40 41100 Modena Tel. +39 059 2032553 Fax +39 059 2032060 Internet: www.comune.modena.it E-mail: progetti.economici@comune.modena.it

Pescara L’Architettura Bioecologica La Fantini Scianatico bandisce il concorso nazionale per l’assegnazione del premio biennale Fantini Scianatico - edizione 20072008. Il concorso è destinato alle tesi di laurea in architettura e ingegneria, discusse nelle università italiane da gennaio 2006 a maggio 2008, che abbiano affrontato il tema della qualità energetico-ambientale degli edifici e dell’innovazione tecnologica per l’ambiente, nell’ottica di un’architettura di qualità e dello sviluppo sostenibile del territorio. Scadenza: 31/5 Monte premi: 4.000 Euro Per informazioni: C.A.Sa. - Costruire Abitare Sano s.c.a r.l. Viale Bovio 64 65123 Pescara Tel./fax 085.2058388 Internet: www.costruireabitaresano.it, www.fantiniscianatico.it

Racconigi (Cuneo) Riqualificazione Areaverde Concorso di idee per la riqualificazione dell’area verde intitolata al pittore Michelangelo Melano, sita in via Vittorio Alfieri in Racconigi Scadenza/Deadline: 15/3 Monte premi/Total prize money: 1.750 Euro Per informazioni: Amministrazione Comunale Racconigi Piazza Carlo Alberto 1 Racconigi (CN) Internet: www.lavoripubblici.it/2007/ dettaglio_notizia.php?agap=czo4OiJNall6Tl E9PSI7

Senigallia (Ancona) Piano Strutturale del Verde Pubblico Concorso per la realizzazione di un piano strutturale del verde pubblico/Competition for the realization of a structural plan of public greenery Scadenza/Deadline: 28/2 Monte premi/Total prize money: 15.000 Euro

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AGENDA Per informazioni: Amministrazione Comunale di Senigallia c/a Gianni Roccato Piazza Garibaldi 1 60019 Senigallia (AN) Tel, +39 071 6629285 Fax +39 071 6629260 Internet: www.comune.senigallia.an.it/ senigallia/index.html E-mail: urba28@comune.senigallia.an.it

Susa (Torino) Fuori dal tunnel Concorso di idee per progetti di mitigazione degli aspetti visivi e ambientali della A32 nell’Alta Val di Susa/Ideas competition for projects aimed to reduce the environmental and visual aspects of A32 highway in Alta Val di Susa Scadenza/Deadline: 29/2 Monte premi/Total prize money: 50.000 Euro Giuria/Jury: Cesare Maria Casati, Andreas Kipar, Francesco Avato, Giuseppe Cerutti, Bernardo Magrì

Per informazioni: SITAF Frazione San Giuliano 2 10059 Susa (TO) Internet: www.fuoridaltunnel.it

Torino Accessori & Design Concorso per il design di accessori per la persona/Competition for the design of personal accessories Scadenza/Deadline: 2/3 Monte premi/Total prize money: 3.000 Euro Per informazioni: Altrementi Tel. +39 347 9221727 Internet: www.fucina-altrementi.it E-mail: info@fucina-altrementi.it

Udine Dynamicamente Concorso di design per studenti universitari per sedute in tre categorie: Community, Happy Hour, Comfortable/Competition for design students, for the design of seatings in three categories: Community, Happy Hour, Comfortable 15/3 Per informazioni: Circolo della Sedia Via Nazionale 7 33048 San Giovanni al Natisone (UD) Internet: www.circolodellasedia.com E-mail: info@circolodellasedia.com

Kosovo Prishtina International Spatial Design Competition for the Mobility Centre Project in Ferizaj/Urosevac Concorso di idee per il progetto di Centro Mobilità per la municipalità di Ferizaj/Urosevac che integri la stazione ferroviaria e il terminal degli autobus regionali e internazionali. Ideas competition for the Ferizaj/Urosevac Municipality, for the concept of a Mobility Centre Project which integrates the railway station and inter-city/international bus terminal Scadenza/Deadline: 17/3 Monte premi/Total prize money: 12.000 Euro Per informazioni: UN-HABITAT Pristina Office Nazim Gafurri street.33 (top floor) 10000 Prishtina, UNMIK/ Kosovo Tel. +381 38 517835 Fax +381 38 517 836 Internet: www.unhabitatkosovo.org/?cid=2,295,251 E-mail: info@unhabitat-kosovo.org

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+ europaconcorsi

Svizzera / Switzerland Ebikon Schindler Award “Access for All” Concorso europeo per studenti per progetti di urbanistica o architetture accessibili a personi con disabilità European students competition for both urban planning and architecture taking as the main issue accessibility for people with disability Iscrizione/Registration: 25/4 Consegna/Submission: 1/8

Per informazioni: Schindler Management Ltd. Corporate Communications Zugerstrasse 13 6030 Ebikon / Switzerland Internet: www.schindleraward.com e-mail address award2008@nuesch.ch

Zurich Holcim Award Competition Premio internazionale per progetti sostenibili innovativi e orientati al futuro/The competition celebrates innovative, future-oriented and tangible sustainable construction projects from around the globe Scadenza/Deadline: 28/2 Per informazioni: Holcim Foundation for Sustainable Construction Hagenholzstrasse 85 Zurich, CH-8050 Switzerland Internet: www.holcimfoundation.org/ T154/holcim_awards.htm E-mail: helpdesk@holcimawards.org

USA Irwindale The Leading Edge Student Design Competition Concorso per il sostegno e il miglioramento dello studio delle pratiche costruttive sostenibili ed energeticamente efficienti. Studenti e insegnanti sono invitati a utilizzare il concorso come contesto per l’esplorazione dell’uso di nuovi materiali e strategie costruttive e per l’integrazione di estetica e tecnologia in architetture all’avanguardia e altamente performanti. Il sito per il concorso è l’ambiente costiero del Campus della Southern California University a Santa Barbara. Challenge 1 richiede il progetto di un Centro Per la Storia e l’Ambiente. Challenge 2 richiede il progetto di una residenza di tipo urbano a tre unità per studenti di equitazione Competition to support and enhance the study of sustainable and energyefficient building practices in Architectural Education. Students and instructors of Architecture and Design are invited to use the competition as a framework to explore the use of new materials and strategies for building and the integration of aesthetics and technology for high-performing, cutting edge architecture. This year’s competition is sited in the coastal environment of Southern California on the campus of the University of Santa Barbara. Students entering Challenge 1 will design an Environment and History Center serving dual roles of research and education about the environment and history of the local area. Students entering Challenge 2 will design a three-unit townhouse-style residence for student equestrians with horses on site Scadenza/Deadline: 28/3 Per informazioni: Internet: www.leadingedgecompetition.org

Klamath Falls Jeld-Wen Student Design Challenge Concorso per studenti per progetti rivoluzionari di porte/Students competition for the design of revolutionary doors Scadenza/Deadline: 29/2 Per informazioni: Jeld-Wen Klamath Falls, Oregon 97601 Internet: www.jeld-wen/studentdesign

New York White House Competition Concorso internazionale di idee per ridisegnare la Casa Bianca International ideas competition to redesign the White House Scadenza/Deadline: Aprile/April Giuria/Jury: Rem Koolhaas, Stefano Boeri, Steven Holl, Geoff Manaugh, Beatriz Colomina Per informazioni: Storefront for Art and Architecture c/a Paolo Cardin 97 Kenmare Street New York, NY 10012 Tel. +1 212 431 5795 Internet: www.storefrontnews.org E-mail: whcompetition@g,ail.com

dell’illuminazione naturale degli edifici: “Light of Tomorrow” International award for students of architecture on the theme of daylight in architecture: “Light of Tomorrow” Scadenza/Deadline: 8/5 Monte premi/Total prize money: 30.000 Euro Per informazioni: Internet: www.velux.com/iva

Pagine Bianche d’Autore Concorso per atisti tra i 20 e i 35 anni per opere destinate a personalizzare le copertine dei volumi regionali delle Pagine Bianche 2007 Scadenza: Toscana, Veneto, Sardegna, Friuli Venezia Giulia 22/2; Liguria, Marche, Abruzzo, Trentino Alto Adige, Molise, Valle d’Aosta 24/4 Per informazioni: Internet: www.paginebianchedautore.it

Convegni e dibattiti Congresses and conferences

Sarasota SAVE Riverview Competition Concorso internazionale di idee per il restauro dei famosi edifici di Paul Rudolph a Riverview High e per la creazione di un parcheggio per il campus. Gli edifici rischiano di essere demoliti poiché il Sarasota School Board vuole rinnovare il campus. La pubblicizzazione di questa minaccia è volta a trovare un modo per evitare tale demolizione The Riverview Committee is soliciting design ideas to restore the famed Paul Rudolph buildings at Riverview High and create a unique parking deck for the campus. The building is threatened with demolition as the Sarasota School Board looks at options for updating the Riverview campus. It is hoped that by publicizing the potential destruction of the significant building a way can be found to save it Scadenza/Deadline: 31/3 Per informazioni: SAVE Riverview Competition SAF - The Sarasota Architectural Foundation P.O. Box 3678 Sarasota, FL, 34230 USA Internet: http://sarasotaarchitectural foundation.org/RVHindex.htm

WEB Iraqi Memorial Concorso di idee online (www.iraqimemorial.org) per artisti, designer, architetti e creativi per la proposta di concetti per la creazione di un memoriale delle migliaia di civili uccisi nella guerra in Iraq Iraqimemorial.org is an online call to action to artists, designers, architects or other interested creative individuals or collaborators to propose concepts for the creation of memorials to the many thousands of Iraqi civilians killed in the War in Iraq Scadenza/Deadline: 19/3 Giuria/Jury: Nadje Al-Ali, Yaelle Amir, Bernadette Buckley, Monica Narula & Shuddhabrata Sengupta, David Simpson, John David Spiak, Marjorie Vecchio Per informazioni: Internet: www.iraqimemorial.org

Velux Award 2008 Concorso Internazionale per studenti di architettura sul tema

Algeria Biskra University of Biskra BASC 2008: Strategies and Perspectives: Sustainable Architecture and Human Settlements 8/4-10/4

Per informazioni: Archbis Internet: www.archbis.netfirms.com/basc2008.html

Australia Adelaide Convention Center 3rd International Solar Cities Congress 17/2-21/2

Per informazioni: Internet: www.solarcitiescongress.com.au

Gold Coast Marriott Surfers Paradise Resort Clients Driving Innovation: Benefiting from Innovation 12/3-14/3

Per informazioni: Louise Adams Special Projects Officer CRC for Construction Innovation Level 9, L Block, QUT Gardens Point 2 George Street Brisbane Queensland 4000 Australia Tel. +61 (0)3 5983 2180 Fax +61 (0)3 5983 2872 Internet: www.2008conference.crcci.info, www.construction-innovation.info E-mail: l.adams@constructioninnovation.info

Melbourne The Melbourne Exhibition and Convention Centre SB08 The Sustainable Building Conference 21/9-25/9 Per informazioni: Internet: www.sb08.org

AGENDA Austria Wels Stadthalle World Sustainable Days 5/3-7/3 Per informazioni: World Sustainable days Internet: www.wsed.at

Brasile / Brazil Sao Paulo Paulista University – UNIP – Campus Indianapolis Ecobuilding 2008 23/5-25/5 Per informazioni: Internet: www.anabbrasil.org/ ecobuilding2008/en/index.html

Canada Vancouver Vancouver Convention & Exhibition Centre GLOBE 2008 Convegno sulla sostenibilità, energia, ambiente, finanza e costruzione di città migliori/Conference on Corporate Sustainability, Energy and Environment, Finance and Sustainability, and Building Better Cities 12/3-14/3 Per informazioni: Vancouver Convention and Exhibition Centre 999 Canada Place Vancouver, BC, Canada Internet: www.globe2008.ca

+ europaconcorsi

Computation Materiality 14/2

Per informazioni: Städelschule Dürerstrasse 10 60596 Frankfurt am Main Internet: www.staedelschule.de/architecture

Nurnberg Passivhaus Institut Passive House Conference 2008 11/4-12/4 Per informazioni: Passivhaus Institut, Rheinstr. 44/46, 64283 Darmstadt Tel +49 (0)6151/826 99-35 or -0 Fax +49 (0)6151/826 99-11 Internet: www.passiv.de, www.passivhaustagung.de E-mail: mail@passiv.de

Gran Bretagna / Great Britain Dundee University of Dundee Concrete: Construction’s Sustainable Option 8/7-10/7

Per informazioni: University of Dundee Internet: www.ctucongress.co.uk

Liverpool University of Liverpool City in Film: Architecture, Urban Space and the Moving Image 26/3-28/3 Per informazioni: University of Liverpool Internet: www.liv.ac.uk/lsa/cityinfilm/index.html

Oxford Emirati Arabi Uniti / UAE Abu Dhabi National Exhibition Center Cityscape 13/5-15/5

Per informazioni: Cityscape Internet: www.cityscapeabudhabi.com

Dubai Grand Hyatt CTBUH 8th World Congress: Tall and Green: Typology for a Sustainable Urban Future 3/3-5/3

Per informazioni: MCI - DUBAI OFFICE PO Box 124752 Dubai, United Arab Emirates Tel. +971 4 341 3781 Fax +971 4 341 3782 Internet: www.ctbuh2008.com/index.shtml E-mail: CTBUH2008@mci-group.com.

Sharjah American University Instant Cities: Emergent Trends in Architecture and Urbanism in the Arab World 1/4-3/4

Per informazioni: Internet: www.csaar-center.org/conference/2008A

Examination Schools-University of Oxford The Oxford Conference 2008 Conferenza sull’insegnamento dell’architettura/Conference on architectural education 22/7-23/7 Per informazioni: Internet: www.oxfordconference1008.co.uk

Italia / Italy Orvieto Santa Maria della Stella Master: ACT-Valorizzazione e gestione dei Centri Storici minori Scadenza domanda ammissione: 3/3 Maggio 2008-Aprile 2009 Per informazioni: Manuela Ricci Direttore Master: ACT-Valorizzazione e gestione dei Centri Storici minori DIPTU Via Flaminia 72 00196 Roma Tel. +39 335 8015744 Internet: w3.uniroma2.it/arcorvieto E-mail: manuela.ricciniroma1.it

Torino Lingotto XXIII UIA World Congress “Transmitting Architecture” 29/6-3/7 Per informazioni: Internet: www.uia2008torino.org

Germania / Germany Frankfurt Städelschule Lecture Series: Marta Malé-Alemany/ReD:

Messico / Mexico Veracruz Universidad de Veracruz

Movement and Orientation in Built Environments: Evaluating Design Rationale and User Cognition A workshop jointly organized by EDRAMOVE and SFB/TR8 Spatial Cognition to be held at EDRA 39th Annual Conference titled “Linking Differences - Defining Actions” 28/5-1/6

Per informazioni: EDRA Internet: www.edra.org

Olanda / Holland Apeldoorn Orpheus Congress Centre IFLA 2008: Transforming with Water 30/6-3/7 Per informazioni: Internet: www.IFLA2008.com E-mail: info@ifla2008.com

Singapore

Las Vegas Rio Resort Power-Gen Renewable Energy 2008 19/2-21/2

Per informazioni: Penn Well Corporation Internet: http://pgre08.events.pennet.com

San Francisco Nob Hill Masonic center Ecocity World Summit 22/4-26/4

Per informazioni: Internet: www.ecocityworldsummit.org

Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions

Singapore Suntec International Convention and Exhibition Centre Cityscape Asia 15/4-17/4 Per informazioni: Cityscape Internet: www.cityscapeasia.com

Spagna / Spain Castellón Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegación Qualicer 2008 10° Congresso internazionale sulla qualità delle piastrelle in ceramica 10th World congress on ceramic tile quality 10/2-13/2

Per informazioni: Camara Oficial de Comercio, Industria y Navegación Avenida Hnos Bou 79 12003 Castellón Tel. +34 964 356515 Fax 334 964 356510 Internet: www.qualicer.org E-mail: qualicer@camaracs.es

Pamplona Escuela de Arquitectura, Universidad de Navarra Historia de la Arquitectura Moderna Española, Miradas Cruzadas 13/3-14/3 Per informazioni: Escuela de Arquitectura, Universidad de Navarra Tel. +34 948 425600 (ext 2732) Fax +34 948425629 Internet: www.unav.es/arquitectura/ congreso/index.htm E-mail: congresoarq@unav.es

Austria Vienna MUMOK China – Facing Reality 26/10-10/2 MAK Hernan-Diaz Alonso: Pitch Black Fino al /through 2/3 On the Back: Hidden Signs of the Object Fino al/through 28/3 Coop Himmelb(l)au. Beyond the Blue Fino al/through 11/5

Belgio / Belgium Antwerp De Singel Museum Noa. Architecten an Fonteyne, Jitse van den Berg & Philippe Vierin 21/2-22/3

Bruxelles CIVA MAXXI muséè Rome: Zaha Hadid Architects Fino al/through 9/3

Brasile / Brazil Rio de Janeiro Museo de Arte Moderna Cesare Berlinghieri 31/1-20/3

Canada USA Houston University of Houston 96th ACSA Annual Meeting: Seeking the City – Visionaries on the margins 27/3-30/3 Per informazioni: ACSA Internet: www.acsa-arch.org

Montreal CCA 1973: Sorry, Out of Gas Fino al/through 20/4

Danimarca / Denmark Copenhagen Danish Design Centre

233 l’ARCA 107


AGENDA King & Miranda Lightyears – Design Lights the Way Fino al/through 17/2 The Danish Gift Fino al/through 30/3

Finlandia / Finland Helsinki Museum of Finnish Architecture Emerging Identities -East! Germany Slovakia Hungary Slovenia Czech Republic Latvia Estonia Lithuania Poland Helsinki Music Center Fino al/through -17/2 Raili and Reima Pietilä Fino al/through 24/2

+ europaconcorsi

Dietrich/Untertrifaller Architetti 26/1-30/3

Milano Rotonda della Besana Bruno Munari Fino al/through 25/2 PalaSharp PalaDesign – Milano Interior Design Show 16/4-20/4

Omegna (Verbano) Museo Domestico-Forum Omegna Indagini tra Decor e Decus Fino al/through 13/9

Roma Francia / France Paris Palais de Chaillot Team Ten 11/3-11/5 La peau entre texture et ossature Fino al/through 31/12 Crypte archéologique du parvis de Notre-Dame Construire à Lutèce Fino al/through 25/5 Centre Pompidou Richard Rogers & Architects Fino al/through 3/3

Germania / Germany Frakfurt DAM Megacity Netwotk – Contemporary Korean Architecture Shrinking Cities – Nine Urban Ideas German Architecture Yearbook 2007/2008 Fino al/through 17/2

Munich Pinakothek der Moderne In the Realm of the Arts – Architecture at the Munich Academy 1808/2008 14/2-18/5

Weil am Rhein Vitra Design Museum Le Corbusier – The Art of Architecture Fino al/through 10/8

Gran Bretagna / Great Britain

MACRO La città che sale. We try to build the future Fino al/through 2/3

Torino Museo di Scienze Naturali D come Design. La mano, la mente, il cuore 8/3-12/4

Trieste Salone degli Incanti dell’ex Pescheria Vorrei sapere perché-Ettore Sottsass Fino al/through 2/3

Vicenza San Silvestro Gonçalo Byrne Fino al/through 9/3

Olanda / Holland

Portogallo / Portugal

Kunst Merano Arte

108 l’ARCA 233

Miami Miami Art Museum Work in Progress: Herzog & de Meuron’s MAM Fino al/through 6/4

New York Cooper-Hewitt National Design Museum Multiple Choice: From Sample to Product Fino al/through 6/4 Pratt Manhattan Gallery The New Subjectivity in Design Fino al/through 23/2

Salem Peabody Essex Museum Samuel McIntire, Carving an American Style Fino al/through 24/2

Washington National Building Museum Marcel Breuer: Design and Architecture Fino al/through 17/2 Eero Saarinen: Shaping the Future 3/5-23/8

Canada Museum of Fine Arts Cuba! Art and History from 1868 to Today 31/1-8/6

Versailles Danimarca / Denmark Arken Museum of Modern Art The Skagen Painters – In a New Light Fino al/through 1/6 Andreas Golder: Ita has my name on it 26/1-18/5

Francia / France

USA Bloomfield Hills Cranbrook Art Museum Eero Saarinen: Shaping the Future Fino al/through 30/3

MAK From Grotesquerie to the Grotesque Fino al/through 2/3 Padhi Frieberger: No Art Without Artists Fino al/through 30/3

Belgio / Belgium

Chicago

Bruxelles

Art Institute Figuration in Contemporary Design Fino al/through 8/6

Artiscope Jean-Pierre Ghysels, sculptures Fino al/through 15/2

Frieder Burda Museum Gerhard Richter 19/1-12/5

Schirn Kunsthalle Eva Grubinger Fino al/through 2/3 All-Inclusive, A Tourist World Fino al/through 4/5 Women Impressionists: Morisot, Cassatt, Gonzalès, Bracquemond 22/2-1/6

Musée Jean Lurçat Marie-Jo Lafontaine: Come to me ! Fino al/through 18/5

Château Made in Chambord Fino al/through 5/5

Musée d’Unterlinden Grünvald et le retable d’Issenheim. Regards sur un chef-d’oeuvre – Baldung, Cranach, Dürer, Holbein... Fino al/through 2/3

Abbaye Olga Kisseleva, Douce France Fino al/through 25/2

Kunsthaus Lucien Clergue: The poet with the camera Fino al/through 17/2

Baden Baden

Musée des Beaux-Arts Marie-Jo Lafontaine: Dreams are free ! Fino al/through 13/4

Queensland Art Gallery Andy Warhol Fino al/through 30/3

Wien

Germania / Germany

Frankfurt

VI Bienal Iberoamericana de Arquitectura y Urbanismo Habitar el territorio, desde la tierra y el mundo www.biau.es 11/2-15/2

Spagna / Spain

Palais de Versailles When Versailles was furnished in silver Fino al/through 9/3

Angers

Maubuisson

Austria

Musée National du Château Avec Panache Fino al/through 24/2

Les Ateliers de Rennes-Biennale d’art contemporain (www.lesateliersderennes.fr) 16/5-20/7

Colmar

Australia

Pau

Rennes

Chambord

Mostre d’arte Art Exhibitions

Jeu de Paume Eija-Liisa Ahtila 22/1-30/3

Montreal

Brisbane

IVAM Architecture and De Chirico Fino al/through 17/2

Merano (Bolzano)

Les Chiroux Centre Culturel Liège 6th International Biennial of Photography and Visual Arts 16/2-30/3

Lisboa

Design Museum Jean Prouvé Fino al/through 23/3

Italia / Italy

Museumof Art, Design and Architecture Modern Vineyard Architecture in Austria 1/2-15/3

Landscape Architecture Triennale www.triennale.nl giugno-settembre/June-September

Valencia

V&A China Design Now 15/3-13/7

Liège

Apeldoorn

London

RIBA AR Awards for Emerging Architecture Fino al/through 1/3

Culver City

AGENDA

Nantes Le Lieu unique+Hangar à bananes Erwin Wurm Fino al/through 16/3

Paris Centre Pompidou Alberto Giacometti Fino al/through 11/2 M/M (Paris), Vision tenace 23/1-18/2 Dominique Perrault Architecture (rue Barovier 6) Chez Dominique Perrault Architecture: des œuvres de la Collection Billarant Fino al/through 18/2 Musée Carnavalet Benjamin Franklin – Un Américain à Paris 1776-1785 Fino al/through 9/3

+ europaconcorsi

ICC Silent Dialogue Fino al/through 17/2 Open Space Fino al/through 9/3

Gran Bretagna / Great Britain Glasgow The Lighthouse Stuart Haygarth Fino al/through 24/2

Liverpool Greenland Street Simparch: Drum n Basin Fino al/through 20/4 Tate Liverpool Niki de Saint Phalle 1/2-5/5 Gustav Klimt: Painting, Design and Modern Life in Vienna 1900 30/5-31/8

London Tate Modern The Unilever Series: Doris Salcedo Fino al/through 24/3 Illuminations Fino al/through 24/2 Juan Muñoz 24/1-27/4 Duchamp, Man Ray, Picabia 21/2-26/5 Asia House Gallery Modern Chinese Art 1/2-12/4

Herford

Royal Academy Allen Jones Fino al/through 17/2 From Russia: French and Russian Master Painting 1870-1925 26/1-18/4

MARTA Max Bill 2/2-30/3

V&A Illustration Awards 2007 Fino al/through 18/3

Munchen

St Yves

Haus der Kunst Rupprecht Geiger 25/1-18/5

Tate Hugh Stoneman: The Printmaker’s Studio 26/1-4/5 Rose Hilton 26/1-11/5

Städel Museum Cranach the Elder Fino al/through 17/2

Pinakothek der Modern Francesco Vezzoli: Primadonnas Roman Ondak: My summer shoes rest in winter Fino al/through 17/2 Philippe Guston: Drawings Fino al/through 2/3 In the Realm of the Arts – Architecture at the Munich Academy 1808/2008 14/2-18/5 Big Fat Crazy Bounty 1/3-31/5

Wolfsburg Kunstmuseum Araki, Miyamoto, Sugimoto: Japanese Photography of the Present Fino al/through 24/3

Giappone / Japan Tokyo Mori Art Museum Art is for the Spirit 2/2-6/4

Grecia / Greece Athens EMST Young Greek Artists Fino al/through 31/3

Italia / Italy Aosta Museo Archeologico Regionale Arrivano i Beatles: storie di una generazione Fino al/through 4/5

Bergamo GAMeC Il futuro del Futurismo. Dalla rivoluzione italiana all’arte contemporanea – Da Boccioni a Fontana a Damien Hirst Fino al/through 24/2

Biella Museo del Territorio Biellese Ereditare il paesaggio Fino al/through 24/3

Bologna MAMBO Time Code Fino al/through 12/6 Galleria Forni Luciano Ventrone: L’eterno presente 19/1-5/3 Otto Gallery Giuseppe Spagnulo Fino al/through 29/2

Brescia Museo di Santa Giulia America! Storie di pittura dal Nuovo Mondo Fino al/through 4/5

Busto Arsizio (Varese) Fondazione Bandera per l’Arte Giancarlo Gelsomino: Le tue mani su di me Fino al/through 24/2

L’attimo neorealista. Fotogrammi 1941-1952 19/1-24/2

Milano Palazzo Reale L’Arte delle Donne dal Rinascimento al Surrealismo Fino al/through 9/3 Giacomo Balla-La modernità Futurista 14/2-18/5 Canova e lo splendore della scultura alla corte degli Zar 12/2-1/6 Castello Sforzesco Leonardo, dagli studi di proporzioni al Trattato della Pittura Fino al/through 2/3 Triennale Anni Settanta Fino al/through 30/3 Centre culturel français Sergei Chepik: Epifania 17/1-13/2 Fondazione Mazzotta Warhol Beuys – Omaggio a Luigi Amelio Fino al/through 30/3

Caraglio (Cuneo)

Cenacolo Vinciano Santa Maria delle Grazie Ultime ultime cene Fino al/through 16/2

Il Filatoio Il velo Fino al/through 24/2

A arte Studio Invernizzi Gianni Colombo Fino al/through 13/2

Carrara

Studio28 Mnemopixel: opere di Jole Ottazzi 12/2-28/2

Antico Convento Il Carmine L’arte del cinema – il Cinema dell’arte Fino al/through 30/6

Cento (Ferrara)

White Star Adventure Le citazioni della natura nelle creazioni d’Alta Moda: la Collezione di Valentina Cortese 16/2-23/2

PinacotecaCivica La Madonna del Presepe da Donatello a Guercino Fino al/through 13/4

Palazzo Litta Peter Fischli & David Weiss 30/1-16/3

Cesena

Fondazione Marconi Baj: Dame e Generali 2/2-15/3

Palazzo del Ridotto e Palazzo Romagnoli Ilario Fioravanti: Il destino di un uomo nell’arte 26/1-6/4

Firenze Galleria Alessandro Bagnai, Galleria Poggiali e Forconi Enzo Cucchi: Presente! Lato A e Lato B Fino al/through 28/2

Forte dei Marmi (Lucca)

Modena Palazzina dei Giardini Franco Vaccari, opere 1955-1975 Fino al/through 17/2

Napoli Palazzo delle Arti-PAN Tracce nel futuro-12 artisti da Taiwan La Cina è vicina Fino al/through 25/2

Casa Museo Ugo Guidi Museo Vivo, territorio di contaminazione Fino al/through 2/6

Museo Archeologico Nazionale Alma Tadema e la nostalgia dell’antico Fino al/through 31/3

Marsala (Trapani)

Blindarte Contemporanea Gian Paolo Striano: Eternit 18/1-10/3

Convento del Carmine Giuseppe Modica: La realtà dell’illusione, opere 1983-2007 Fino al/through 17/2

Mestre (Venezia) Centro Culturale Candiani

Novi Ligure (Alessandria) Museo dei Campionissimi L’altra metà della vita: Interni nell’arte da Pellizza a De Chirico (1865-1940) Fino al/through 13/4

233 l’ARCA 109


AGENDA Padova Museo Diocesano I colori del sacro: dal fuoco alla luce Fino al/through 13/4

Passariano (Udine) Villa Manin Centro per l’Arte Contemporanea Hard Rock Walzer - Scultura Contemporanea Austriaca Fino al/through 25/3

+ europaconcorsi

Ecoperplessità. L’individuo di fronte alla rivoluzione ambientale 28/2-11/5 Palazzo Bricherasio Arman 24/1-24/2

Trento Galleria Civica di Arte Contemporanea Joan Jonas. My Theater Fino al/through 2/3

Carina Diepens 8/3-4/5

Portogallo / Portugal Lisbona Palacio Nacional da Ayuda Da Pietro il Grande a Nicola II: Arte e cultura dell’Impero Russo nelle Collezioni dell’Hermitage Fino al/through 17/2 Fundacao Calouste Gulbenkjan Patrick Faigenbaum Fino al/through 24/2 Ida e volta: ficçao e realidade Fino al/through 2/3

Pistoia

Treviso

Palazzo Fabroni Parmiggiani: Apocalypsis cum figuris Fino al/through 23/3

Casa dei Carraresi Gengis Khan e il tesoro dei Mongoli Fino al/through 4/5

Reggio Emilia

Vado Ligure (Savona)

Barcelona

Galleria 2000&Novecento Luigi Mainolfi: Dune, paesaggi del corpo Fino al/through 10/2

Museo di Villa Groppallo Arturo Martini: Grandi sculture da Vado Ligure Fino al/through 8/3

Centro de Cultura Contemporania In Transition Fino al/through 24/2

Roma

Varese

Scuderie del Quirinale Nostoi. Capolavori ritrovati Fino al/through 2/3 Ottocento 28/2-10/6

Civico Museo di Arte Moderna e Contemporanea Castello di Masnago Il Piccio nelle collezioni di disegni e nelle carte di Piero Chiara Fino al/through 2/3

Colosseo In Scaena. Il teatro nella Roma antica Fino al/through 17/2 Museo del Corso Capolavori dalla Città Proibita Fino al/through 20/3 MAXXI Ugo Mulas. La scena dell’arte Fino al/through 2/3 Musei Capitolini Herbert List Fino al/through 17/2 Cinecittàdue Arte Contemporanea Art in the City. Flavio Favelli: La terza camera Fino al/through 8/3 Museo di Roma Trastevere, società e trasformazioni urbane dall’Ottocento a oggi Fino al/through 24/3 Museo di Porta San Sebastiano Beijing 2008. Time Bricks 2/2-8/6 Villa Medici Giuseppe Penone 30/1-25/3 Palazzo Venezia Sebastiano Del Piombo 7/2-18/5 Galleria dell’Oca Nunzio: Avaton Fino al/through 1/3

Rovereto (Trento) MART La parola nell’arte Fino al/through 6/4

Torino Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

110 l’ARCA 233

Venezia Palazzo Grassi Roma e i Barbari 26/1-20/7 Palazzo Fortuny Maria Grazia Rosin: Gelatine Lux Fino al/through 17/2

Spagna / Spain

MACBA Asier Mendizabal 25/1-18/5 Alice Creischer 1/2-18/5

Bilbao Guggenheim Chacun à son gout Fino al/through 2/4

Madrid Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia Ester Partegàs: Invasores La noche española: Flamenco, vangiardia y cultura popula 1865-1936 Fino al/through 18/2

Vercelli ARCA-ex Chiesa di San Marco Peggy Guggenheim e l’immaginario Surreale Fino al/through 2/3

Lussemburgo / Luxembourg Luxembourg MUDAM Glann Ligon: Some Changes Fino al/through 18/2

Olanda / Holland Amsterdam The Hermitage Amsterdam Art Nouveau Fino al/through 5/5

Groningen Groninger Museum Abe Kuipers in pastels Fino al/through 23/3 Go China! Assen-Groningen 2/2-23/11

Tilburg De Pont Museum Sara der Heide 12/1-2/3 Brabant Now 12/1-30/3

Svezia / Sweden Stockholm Moderna Museet Time & Place: Rio de Janeiro 1965-1964 19/1-6/4 Andy Warhol – Other Voices, Other Rooms 9/2-4/5 Time & Place: Milan-Turin 1958-1968 1/5-7/9

Svizzera / Switzerland

Rhythms of Modern Life: British Prints 1914-1939 30/1-1/6 ICA Kader Attia Fino al/through 2/3 Dave Muller Fino al/through 12/10 The World as a Stage 1/2-27/4

Chicago Art Institute The Other Side of Light: Shadows from the Photography Collection Fino al/through 24/2 Girls on the Verge: Portraits of Adolescence Fino al/through 24/2 Edward Hopper 16/2-11/5

New York MoMA Lucien Freud: The Painter’s Etchings Fino al/through 10/3 Panoramas of Moving Image: Mechanical Slides and Dissolving Views from 19th century Magic Lantern Shows Fino al/through 10/3 50 Years of Helvetica Fino al/through 31/3 Alexander Calder Fino al/through 14/4 Hispanic Society’s Beaux Arts Building Francis Alys, Fabiola Fino al/through 6/4 DIA:Beacon Riggio Galleries An-My Lê: Trap Rock Fino al/through 30/8 Sol LeWitt: Drawing Series… Fino al/through 30/8

Philadelphia ICA The Puppet Show Trisha Donnelly Project Space: Beyond Kiosk 18/1-30/3

Salem Peabody Essex Museum Origami now! Fino al/through 8/6 Gateway Bombay Fino al/through 7/12

Lugano

San Diego

Museo delle Culture L’India al tempo di Gandhi, fotografie di Walter Bosshard Fino al/through 30/3

Mingei International Museum Enforced Isolation: A Woman’s Art in India Fino al/through 1/6

Museo d’Arte Moderna Da Vincenzo Vela a Cuno Amiet Fino al/through 30/3

San Francisco

USA Boston Museum of Fine Arts Zhang Daqian: Painter, Collector, Forger Fino al/through 14/9

SFMoMA Take your time: Olafur Eliasson Douglas Gordon: Film and Video Work from 1992 till now Fino al/through 24/2

Yale University Art Gallery Master Drawings from the Yale

AGENDA University Gallery 12/2-8/6

Washington DC National Gallery of Art Let the World In: Prints by Robert Rauschenberg 28/10-30/3 The Baroque Woodcut 28/10-30/3

Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions

Cina / China Beijing China International Exhibition Center 8th CIHE-HVAC Saloni internazionali delle tecnologie termo-idrauliche, sanitarie, impiantistiche per l’edilizia International trade fairs for CIHE-HVAC technologies for the building industry 20/3-22/3 Per informazioni: Internet: www.cihe-hvac.com

Shanghai New International Expo Center Cityscape China Salone di urbanistica Urban planning trade show 25/6-27/6 Per informazioni: Internet: www.cityscapechina.com

Francia / France Bordeaux-Lac Parc des Expositions AquiBat Salone professionale della costruzioni Professional fair of construction industry 20/2-22/2 Per informazioni: Gemcom 13 bis Place Auberny 33310 Lormont Te. +33 05 56742384 Fax +33 05 56381267 Internet: www.aquibat.fr

+ europaconcorsi

Salone internazionale dell’illuminazione tecnica e per l’architettura International architectural and technical lighting show 5/2-8/2

Per informazioni: Reed Expositions France – Pôle confort 70 rue de Rivay 92532 Levallois Perret Tel. +33 1 47565059 Fax +33 1 47562424 Internet: www.lightonoff.com

Paris-Nord Villepinte Expobois Salone internazionale delle tecnologie del legno International trade fair of wood technologies 12/3-15/3 Per informazioni: Expobois 70 Avenue du Général de Gaulle 92058 Paris La Défense Tel. +33 1 49685668 Fax +33 1 53309523 Internet: www.expobois.net

Germania / Germany Düsseldorf Interpack Salone internazionale del packaging International packaging trade fair 24/4-30/4 Per informazioni: Interpack Internet: www.interpack.com

Glasstech Salone internazionale delle tecnologie del vetro International trade fair of glass technologies 21/10-25/10 Per informazioni: Messe Düsseldorf Postfach 101006 40001 Düsseldorf Tel. +49 211 456001 Fax +49 211 4560668 Internet: www.messe-duesseldorf.de E-mail: info@messe-duesseldorf.de

Nurnberg Messe Fenesterbau Salone dei serramenti e delle finestre Trade fair of frameworks and windows 2/4-5/4 Per informazioni: Nurnberg Messe Messezentrum 90471 Nurnberg Fax +49 911 86068259

Cannes Palais des Festivals Mipim 2008 Salone Internazionale del mercato immobiliare International Trade fair of real estate market 11/3-14/3 Per informazioni: Reed Midem Andrey Hajiaaj Tel. +33 1 41904539 Internet: www.reedmidem.com E-mail: andrey.hajiaaj@reedmidem.com

Paris Porte Versailles Interclima+Elec Light on/Off

Giappone / Japan Tokyo Big Sight Interior Life Style Salone internazionale dell’interior design International trade fair of interior design 11/6-13/6 Per informazioni: Mesago Messe Frankfurt Corporation Maekawa Kudan Building 3F 2-3-7- Kudan-kita, Chiyoda-ku Tokyo 102-0073 Tel. +81 3 32628453 Fax +81 3 32628442 Internet: www.interior-lifestyle.com E-mail: info@interior-lifestyle.com

Italia / Italy Bologna Fiera Fierarredo Salone dell’arredamento Furniture trade fair 23/2-2/3

Per informazioni: Bologna Fiere Tel. +39 051 282111 Internet: www.fierarredo.bolognafiere.it E-mail: fierarredo@bolognafiere.it

Design on Board Salone del design e dei materiali innovativi per la vita di bordo Trade fair of design and innovayive materials for on boar life 12/3-15/3 Per informazioni: Bologna Fiere Tel. +39 051 282111 Internet: www.designonboard.it E-mail: designonboard@bolognafiere.it

Saiespring Salone del serramento e delle tecnologie del serramento e delle finiture di interni Trade fair of frameworks, frameworks technologies and interior finishing 12/3-15/3 Per informazioni: Bologna Fiere Tel. +39 051 282111 Internet: www.saiespring.bolognafiere.it

Milano Fieramilano-Rho MADE expo Milano Architettura Design Edilizia/International trade show of architecture, design and building industry 5/2-9/2 Per informazioni: Made Expo Tel. +39 02 29017144 Fax +39 02 29006279 Internet: www.madeexpo.it E-mail: info@madeexpo.it

Mostra Convegno Expocomfort Esposizione internazionale del riscaldamento, condizionamento, refrigerazione, tecnica sanitaria, trattamento acqua, arredamento bagno e servizi termo-idrosanitari International trade show of heating, air-conditioning, sooling, water treatment, sanitary technic, bath furniture and thermo-hydrosanitari facilities 11/3-15/3 Per informazioni: Expocomfort Tel. +39 02 485501 Fax +39 02 48005450 Internet: www.mcexpocomfort.it E-mail: info@mcexpocomfort.it

Salone Internazionale del Mobile Eimu 2008 Salone Internazionale del Bagno Salone Internazionale del Complemento d’arredo Eurocucina Saloni internazionali dedicati all’arredamento, bagno, cucine, ufficio International trade shows dedicated to furniture, kitchens, bathrooms, office 16/4-21/4

EIRE Salone internazionale del mercato immobiliare International trade fair of real estate market 20/5-23/5 Per informazioni: GE.FI. Via Canova 19 20145 Milano Tel. +39 02 31911911 Fax +39 02 33608733 Internet: www.italiarealestate.it

Montichiari (Brescia) Centro Fiera del Garda Metef Salone internazionale del metallo per l’edilizia International trade fair of metal products for the building industry 9/4-12/4

Per informazioni: Metef Via Brescia 117 25018 Montichiari (BS) Tel. +39 030 9981045 Fax +39 030 9981055 Internet: www.metef.com E-mail: roberta.bordiga@edimet.it

Padova Fiera Elettricità Sicura Salone del mercato elettrico ed elettrotecnico, della sicurezza, della domotica, dell’illuminotecnica e delle energie alternative Trade fair of electric market, security, domotic, lighting technology, alternative energies 17/4-19/4

Per informazioni: Roberto Grattagliano PR Help Comunicazione d’Impresa Via Burlamacchi 11 20135 Milano Tel. +39 02 54123452 Fax +39 02 54090230 Internet: www.prhelp.it E-mail: roberto.grattagliano@prhelp.it

Rimini Fiera SIB Mostra internazionale delle tecnologie per lo spettacolo, l’installazione e il broadcast International trade show of technologies and equipment for the showbusiness, installation and broadcast 5/4-8/4 Per informazioni: Rimini Fiera Tel. +39 0541 744111 Fax +39 0541 7444200 Internet: www.riminifiera.it

Russia Moscow Crocus Expo Climate World 11/3-14/3

Per informazioni: Euroexpo Am Hof 111010 Vienna, Austria Tel. +43 1 2308535 Fax +43 1 230853550

Per informazioni: Cosmit Tel. +39 02 725941 Fax +39 02 89011563 Internet: www.cosmit.it E-mail: info@cosmit.it

233 l’ARCA 111


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