ARCHEO MISTERI MAGAZINE N°3

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TUTTO SULL’ULTIMO SIMPOSIO DI SAN MARINO

NUMERO 03 | GENNAIO 2015

DISCHI VOLANTI

SULL’ANTICO EGITTO

€ 5,90

UOMINI E DINOSAURI: CONVIVEVANO?

SPECIALE FOCUS ON: SCHELETRI GIGANTI E SMITHSONIAN INSTITUTION

MONDI IN COLLISIONE DA NIBIRU A TIAMAT

IN COLLABORAZIONE CON UFO INTERNATIONAL MAGAZINE


050-057 ARCHEOLOGIA MISTERIOSA Archeo Misteri n3 _Layout 1 30/12/14 10.32 Pagina 50

di Lucio Tarzariol

ARCHEOLOGIA MISTERIOSA

Uomini e dinosauri

convivevano? Analisi storica attraverso le tavolette

I

n questa ricerca vedete riportate delle formelle che ho “rispolverato dalla storia”, che sono state trovate a Treviso, precisamente a Oderzo; scoperta avvenuta qualche secolo scorso dove si vedono coesistere uomini o “angeli” con dinosauri, cosa che ritroviamo anche nella biblioteca litica o gliptoteca di Ica dove appaiono figure simili. Appare evidente che un tempo ben preciso siano convissuti dinosauri e uomini o altrimenti vorrà dire, che sia in Perù che in Italia, c’è stato un “arcaico San Giorgio, il santo uccisore di draghi”. Di queste formelle

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ho trovato notizia, ormai dimenticata, in un antico testo del 1700 appartenente ad una collezione privata e dal titolo: “La Galleria di Minerva ovvero notizie universali”, stampato presso Girolamo Albrizzi, dove a pagina 45 vengono riportate addirittura le immagini di queste curiose e alquanto strane tre tavolette ritrovate nella cittadina dell’opitergino. Nel testo si legge testualmente: “Scavandosi in luogo di Oderzo; città una volta vaghissima, ora semplice Castello della Marca Trevigiana, molto terreno per fondarvi un Edificio, si sono ritrovate tre pietre cotte durissime antiche della

grandezza, e figura che tengono gli aggiunti esemplari”, e seguono le incisioni e le considerazioni dell’autore del testo che esprime la sua difficoltà a decifrarne i simboli e le immagini. A mio parere in queste tavolette si scorge una realtà incredibile che lede la considerazione della “teoria evoluzionistica dawiniana della specie”. Infatti si evidenzia una coesistenza tra dinosauri e uomini, cosa che appare evidente anche nelle pietre di Ica, una collezione di pietre di andesite raccolte ad Ica in Perù e portate in Spagna già nel sedicesimo secolo e più di recente, rese note dal medico peruviano Javier

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Cabrera Darquea che nel tempo ne collezionò un notevole numero. Molte di esse recano, per l’appunto, curiose incisioni superficiali, fra cui, rappresentazioni di dinosauri ed esseri umani che coesistono, non ché, addirittura, elementi di tecnologia avanzata; e guarda caso; proprio a Ocucaje, nel 1989, Jimenez del Oso rinvenne una colonna vertebrale umana accanto a fossili di dinosauri. Con queste conferme Cabrera si convinse che la sua teoria aveva solide basi scientifiche e credeva l’esistenza di una manipolazione genetica avvenuta migliaia di anni fa.

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Alla luce di questa mia inedita ricerca e scoperta, che non è l’unica, non è assurdo pensare che queste raffigurazioni testimonino un passato in cui ci sia stato un periodo dove uomini e dinosauri siano vissuti insieme contemporaneamente. Tale ipotesi, oltre che dalle pietre di Ica, come appena visto, è stata “confermata” anche da ritrovamenti similari di lastre di pietra raffiguranti rettili in Columbia presso Cundinamarca, Boyaca. Sempre in Columbia, Tra l’altro, a Quindio è stato scoperto anche lo scheletro di un iguanodonte, lungo 20 metri, insieme ad un cranio umano preistorico, che a

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058-065 RASO Archeo Misteri n3_Layout 1 30/12/14 10.34 Pagina 58

di Domenico Raso

COSE MAI VISTE

La Montagna Sacra e il Piano di Cianu, la “Mecca” dei Pelasgi del Mediterraneo (VI–II millennio a.C.)

I

l Piano di Cianu, denominato anticamente “Piano di Janu” o “Piano di Giano” si trova in provincia di Vibo Valentia a 1120m s.l.m. sul versante jonico delle Serre calabresi. Si tratta di una pianura montana ad anello schiacciato sulla quale oggi sorge Nardodipace Nuovo. Su di essa incombono Monte Pecoraro e il Colle della Monaca. Una strada tortuosa, oggi bitumata, collega col mare di Marina di Caulonia quel piano ed altra strada discende da Mongiana. La prima è antichissima, la seconda è

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recente ed ambedue hanno attenuato l’isolamento proverbiale di quella parte della montagna meridionale delle Serre calabresi. Salvo i Megaliti di Ladi e di Sambuco che hanno portato agli onori della cronaca questa parte delle Serre e che pare siano destinati a restare bizzarrie della natura, null’altro rimane su quei territori della remotissima età alla quale faremo riferimento che cumuli di detriti e di scaglie di granito grigio e chiaro, avanzi della demolizione sistematica di un immenso parco archeologico della misconosciuta civiltà pelasgica. Pare che gli operai della Forestale di

I megaliti di Nardodipace nella provincia di Vibo Valentia che si trova sul margine sud-orientale delle Serre calabresi, dalla parte ionica.

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Mongiana delle strutture dei luoghi sacri, delle sepolture emergenti, del forte pelasgico sul Colle della Monaca ne abbiano fatto pietra per nuovi edifici, per pavimentazione stradale e persino per caminetti. I Megaliti sono rimasti perché non facilmente manipolabili ed abbiamo l’impressione che fortunatamente restano ancora salve le sepolture ipogee ma solo perché profondamente interrate e adeguatamente protette ad almeno 12m sotto il suolo. D’altra parte la montagna meridionale delle Serre joniche, da Petrizzi e San Vito sullo Jonio al bosco di Stilo a

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Nardodipace è tutta un parco di pietre vive, erte o reclinate, in parte “incastellate”. Esse sono state, come pare, messe in opera dall’uomo e restano ancora segnate da segnature di prescrittura pelasgica; mai nessun archeologo le ha prese in seria considerazione. Solo in pochi casi i cumuli di pietre di granito solitamente grigio sono opera della natura. Da Girifalco a Nardodipace Nuovo aggirando monte Covello correva al tempo dei Pelasgi lungo la dorsale delle Serre joniche la c.d. “via dei morti” e la medesima denominazione ebbe

l’antichissima via di risalita che da Marina di Caulonia e lungo il fiume Precariti portava all’immensa necropoli dei Popoli del Mare delle Serre attorno al Piano di Cianu. Proprio sul quel Piano e attorno ad esso oltre che sul Colle della Monaca che lo sovrasta si erano concentrati dalla notte dei tempi non solo i culti più importanti dei Pelasgi delle Serre calabresi (Sole, Luna, Dio-Serpente) ma anche le sepolture dei Popoli del Mare delle Serre. Tutta quella zona venne denominata “Porta” sicuramente anche per motivi sacri forse a carattere astronomico.

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034-049 MONDI IN COLLISIONE Archeo Misteri n3 _Layout 1 30/12/14 11.06 Pagina 34

DOSSIER DEL MESE

di Emilio Spedicato Università di Bergamo

MONDI IN C DA NIBIRU A TIAMAT UNO SCENARIO ASTRONOM I


034-049 MONDI IN COLLISIONE Archeo Misteri n3 _Layout 1 30/12/14 11.06 Pagina 35

COLLISIONE M ICO PER LA PIÙ ANTICA COSMOLOGIA SUMERICA


022-031 ART COPERTINA PINOTTI Archeo Misteri n3_Layout 1 30/12/14 10.45 Pagina 22

di Roberto Pinotti

COVER STORY


022-031 ART COPERTINA PINOTTI Archeo Misteri n3_Layout 1 30/12/14 10.45 Pagina 23


078-082 ikebana Archeo Misteri n3 _Layout 1 30/12/14 10.38 Pagina 78

di Michele Proclamato

SPIRITUALITA'

IKEBANA

O

sservo e mi emoziono. Mi emoziono perché posso percepire la bellezza. E’ spesso presente in me, come in tutti noi, sicuramente per decisione divina. E l’uomo, sa, a volte, come potervi accedere. Da millenni stilla gocce divine di Creazione, osservando la natura, cogliendo la sua

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essenza. E quando lo fa e ci riesce, per un attimo, anche se infinitesimale, assomiglia a “LUI”, a …..Dio. Respiro con calma, guardo ancora e ciò che vedo è Rikka, il primo, il più antico degli stili Ikebana e so di essere di fronte ad un sunto floreale, fatto di tecnica, arte e spiritualità. Provo … gioia. Gioia nel percepire il senso altissimo della bellezza riposta nella creazione, attraverso un’opera umana

frutto di un lunghissimo percorso meditativo. La mente lentamente cede il suo scettro e finalmente il cuore mi spinge verso il non tempo, il non spazio, dove finito e infinito si fondono, dove un lacrima, un amore, un sogno, sono, valgono e durano allo stesso modo. In quel luogo, l’uomo è! E percepisce la sua grandezza infinitesimale. Poi chiudo gli occhi, ritorno in me e sento, sento una voglia

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