Zootecnica International - edizione italiana - 04 Aprile 2022

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Zootecnica International – aprile 2022 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze

Micotossine nei tacchini Ventilazione: cos’è la pressione negativa e perché è importante? Come ottenere il massimo dai test di sensibilità anticoccidica

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2022


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EDITORIALE Una recente lettura sulla sinergetica, disciplina della fisica che rende codificati, già da tempo, i principi dei raggi laser, mi ha portato a fare alcune riflessioni che vanno al di là dei risultati pratici raggiunti, sia pure degni delle grandi scoperte. La luce laser, secondo quanto spiega la sinergetica, si fonda sui cosiddetti “effetti combinati”, si differenzia da quella normale perché è “coerente, ordinata: questo ordine nasce perché una delle tante onde iniziali prevale sulle altre, finché l’emissione, per così dire, è costretta alla sua frequenza.” Secondo la sinergetica il caso e la necessità si fondono, per cui a ogni disordine si contrappone un ordine che, in quanto tale, è l’unico possibile. Se riflettiamo un po’ a fondo su tale principio, ci sembrerà ancora più interessante e sorprendente per le incredibili analogie con altre discipline. Per esempio nel campo della metafisica ritroviamo teorie che spiegano il “caos cosmico”, contrapponendolo a un “ordine”. Persino nel campo socio-economico ritroviamo analogie. Seguendo questa logica potremmo spiegarci anche determinate leggi e al limite pensare che un’idea, un’azione si possano affermare in quanto esiste precedentemente un “caos”. Queste riflessioni mi confermano, ancora una volta, che non esiste una logica ben precisa e che occorre essere disponibili ad aprirsi dinanzi a “nuovi raggi di luce”. I raggi laser forniscono un’appropriata metafora al cammino dell’uomo. Quanto sta accadendo in Ucraina invece ci riconduce al buio più profondo che può raggiungere l’uomo. Recentemente ho letto un brano ripreso da un diario di Alexandre Dumas, il noto scrittore francese vissuto nell'Ottocento, su un viaggio fatto a Mosca, dove riporta il seguente commento, quando vide il Cremlino: “chiunque viva dentro quei muri non può avere luce e il senso della realtà”.


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SOMMARIO

ATTUALITÀ................................................................................................ 4 LE AZIENDE INFORMANO................................................................. 8 PRIMO PIANO

Big Dutchman presenta la voliera Natura Nova Barn..........................................14

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DOSSIER

Micotossine nei tacchini....................................................................................16

MARKETING

Modelli e dinamiche del commercio globale di uova e pollame Parte 3: Commercio di carne di pollo e tacchino.................................................24

TECHNICAL COLUMN

La gestione delle uova e dei pulcini da giovani riproduttrici................................ 32 Prevenzione e trattamento del prolasso nelle ovaiole........................................ 34

MANAGEMENT

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Ventilazione: cos’è la pressione negativa e perché è importante?...................... 36

NUTRIZIONE

Effetti di un’alimentazione con multixilanasi su performance e salute intestinale del pollo............................................................................. 40 Intra Calferol - Uova dure da rompere!.............................................................. 44

VETERINARIA

Come ottenere il massimo dai test di sensibilità anticoccidica............................ 48

MARKET GUIDE................................................................................... 52

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GUIDA INTERNET............................................................................... 56


ATTUALITÀ

Piano di controllo per il monitoraggio dei contaminanti nei prodotti alimentari Il Ministero della Salute ha emanato il nuovo piano annuale di controllo ufficiale per il monitoraggio dei contaminanti di origine animale o industriale nei prodotti alimentari: tra quelli da tenere ai livelli più bassi nei prodotti alimentari rientrano anche i farmaci veterinari. Cosa si intende per ‘contaminante’ È considerata contaminante ogni sostanza non aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari, ma in essi presente quale residuo della produzione (compresi i trattamenti applicati alle colture e al bestiame e nella prassi della medicina veterinaria), della fabbricazione, della trasformazione, della preparazione, del trattamento, del condizionamento, dell’imballaggio, del trasporto o dello stoccaggio di tali prodotti, o in seguito alla contaminazione dovuta all’ambiente. In base al Regolamento UE 625/2017 ci sono tre tipi di controllo: ©Erol Ahmed on Unsplash

- documentale: verifica dei certificati ufficiali, degli attestati ufficiali e degli altri documenti, compresi i documenti di natura commerciale, che devono accompagnare la partita, come previsto dalla normativa; - di identità: esame visivo per verificare che il contenuto e l’etichettatura di una partita, inclusi marchi sugli animali, sigilli e mezzi di trasporto, corrispondano alle informazioni contenute nei certificati ufficiali, negli attestati e negli altri documenti ufficiali di accompagnamento;

Il piano di controllo del Ministero della Salute ha lo scopo di programmare e coordinare le attività volte alla verifica della conformità alla normativa di settore e alla raccolta di dati di occorrenza: fornisce, dunque, indicazioni alle autorità circa la pianificazione del controllo ufficiale dei contaminanti nei prodotti alimentari, a partire dal campionamento nelle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione. Un prodotto alimentare non può essere commercializzato se contiene contaminanti in quantitativi inaccettabili sotto l’aspetto della salute pubblica e in particolare sul piano tossicologico. I contaminanti devono essere mantenuti ai livelli più bassi che si possono ragionevolmente ottenere attraverso buone pratiche (art. 2 del Regolamento CEE 315/1993)

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- di tipo fisico: controllo di animali o merci e, se del caso, controlli degli imballaggi, dei mezzi di trasporto, dell’etichettatura e della temperatura, campionamento a fini di analisi, prova e diagnosi e qualsiasi altro controllo necessario a verificare la conformità alla normativa. Inoltre è previsto qualsiasi altro controllo necessario a verificare la conformità al regolamento UE 625/2017 (Controlli Ufficiali) a partire dal campionamento in tutte le fasi produttive. Le verifiche attengono anche alla conformità alla normativa in materia di mangimi o di alimenti, e alle norme per la tutela della salute e del benessere degli animali.

- attualità -

Fonte: Unaitalia, Ministero della Salute


ATTUALITÀ

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ATTUALITÀ

VIV Europe 2022, in programma dal 31 maggio al 2 giugno L’esposizione mondiale VIV Europe, dal campo alla tavola, che si svolgerà presso il quartiere fieristico Jaarbeurs di Utrecht, Paesi Bassi, accende i riflettori sul settore dell’allevamento animale. La maggior parte degli espositori presenti offrirà soluzioni per più specie animali, con un particolare focus su avicoli e suini; la fiera rappresenta infatti il maggiore evento mondiale sull’avicoltura. È qui che il settore avicolo e delle uova introdurranno le loro soluzioni più stimolanti e rivoluzionarie; è noto a livello mondiale il ruolo dei Paesi Bassi e dell’Europa nello sviluppo del settore avicolo per una maggiore qualità della produzione e migliori standard di efficienza.

Dal 31 maggio al 2 giugno 2022 ritorna VIV Europe nella sua 24esima edizione. La fiera si tiene a Utrecht, Paesi Bassi, ogni quattro anni e riunisce tutta l’industria del settore dell’allevamento animale e dei mangimi. Si prevede un afflusso di 600 espositori provenienti da 47 Paesi e circa 25.000 presenze in visita da 144 Stati. Dato che l’Europa è uno dei mercati più sviluppati in termini di standard di qualità alimentare, di nuove tendenze di consumo e tecnologia produttiva, VIV Europe rappresenta lo scenario perfetto per presentare innovazioni a un pubblico mondiale. Nuovi concetti, sviluppi e orientamenti del mercato saranno oggetto di discussione su larga scala: sono in programma più di 100 conferenze e seminari tecnici presenziati da relatori di alto livello per condividere idee e progetti. Gli espositori saranno invitati a far parte del programma con le loro presentazioni e temi all’avanguardia. Come annunciato all’inizio di quest’anno, VIV Europe 2022 si svolgerà in combinazione con VICTAM International. Il concetto dal campo alla tavola alla base della filosofia fieristica, insieme alla solida rete di VICTAM nella tecnologia e lavorazione dei mangimi, forniranno una piattaforma completa a espositori e visitatori.

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In ogni edizione VIV Europe presenta un tema chiave che riflette una delle principali tendenze del momento. Quest’anno il focus sarà incentrato sulla sinergia tra produzione alimentare locale e filiere globali. A questo tema sarà dedicata una sessione speciale nel padiglione 9, con lo scopo di stimolare la discussione sulle competenze necessarie per promuovere la sostenibilità delle operazioni locali. Gli orientamenti attuali e futuri nei settori dei mangimi, della selezione e incubazione, agricoltura, salute, nutrizione, macellazione e trasformazione carne e uova, sono volti a stabilire una filiera più dinamica, con meno collegamenti e sempre più orientata al consumatore. L’esperienza fieristica di circa 40 anni ha portato allo sviluppo di un network prezioso e affidabile che rappresenta il fulcro della manifestazione e incoraggia nuove e interessanti partnership.

- attualità -

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LE AZIENDE INFORMANO

Biochem espone per la prima volta a Fieragricola di Verona Per rafforzare il proprio consolidamento nel mercato italiano, Biochem ha partecipato alla recente Fieragricola di Verona con uno stand espositivo esclusivo. È stata un’ottima occasione di incontro e di scambio con clienti e partner, tanto più in questa edizione che è stata la prima in presenza dopo la pandemia di Covid. naturale con un particolare effetto prebiotico per migliorare il consumo di alimento di pulcini e tacchini. - BioSol, un ottimo additivo da utilizzare in combinazione con Hatchgel in incubatoio, somministrato all’arrivo degli animali in allevamento tramite l’acqua di bevanda. Il prodotto favorisce lo sviluppo intestinale e una rapida colonizzazione dell’intestino per evitare l’ingresso di agenti patogeni e per ridurre la mortalità sia durante la prima settimana che nell’intero ciclo.

Nella foto da sinistra: Miriam Deppe, Product Manager Ruminants, Biochem; Lydia Zeibich, R&D Application Manager Probiotics, Biochem; Davide Bertarelli, Technical Sales Manager, Italia, Biochem; Ruben Crespo, Technical Manager Central Europe & LATAM, Biochem.

Biochem è un’azienda familiare con base produttiva in Germania che sviluppa e produce additivi per il settore dell’alimentazione animale, avvalendosi di più di 300 dipendenti esperti in vari settori quali Biotecnologie, Chimica, Veterinaria e provenienti da più di 30 nazioni nel mondo. Con il motto “Feed Safety for Food Safety®”, Biochem opera in conformità alla normativa GMP+, QS, DIN EN ISO 9001, DIN ISO 50001 e HACCP distribuendo prodotti di alta qualità e soluzioni in polvere idrosolubili, paste e liquidi per suini, avicoli, ruminanti, pesci, pet e cavalli. A Fieragricola Biochem ha presentato nuovi prodotti, studiati appositamente per le esigenze del mercato avicolo. Fra le varie soluzioni e novità i visitatori dello stand Biochem hanno potuto apprezzare in particolare modo: - un gel a base naturale, HatchGel, per l’uso in incubatoio, che rappresenta un eccellente vettore funzionale per i vaccini, come quello per la coccidiosi, e per additivi per mangimi come vitamine e probiotici. Il gel ha un colorante

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Lo stand Biochem a Fieragricola

- L’azienda ha presentato anche prodotti specifici per il mangime, con il lancio di TechnoSpore, che serve per accompagnare e rafforzare gli effetti positivi dei probiotici somministrati con BioSol. In questo caso, si tratta un ceppo unico registrato nell’UE, un Bacillus coagulans che migliora le prestazioni e la salute dell’intestino dei soggetti, soprattutto nelle fasi vitali particolarmente complesse e come supporto nei periodi di vaccinazione per la coccidiosi. Per ulteriori informazioni contattare: Davide Bertarelli , Tel.:+39 3519741815 Email: bertarelli@biochem.net – Web: www.biochem.net

- le aziende informano -

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LE AZIENDE INFORMANO

Nuove informazioni dalla più grande indagine mondiale sulle micotossine Royal DSM ha pubblicato gli ultimi risultati annuali del DSM Mycotoxin Survey che descrivono in dettaglio la presenza di contaminanti metaboliti fungini nelle colture foraggere e i potenziali rischi per gli animali da allevamento in tutto il mondo. che quasi i due terzi dei campioni avevano almeno una micotossina al di sopra dei livelli raccomandati. Su base regionale, i livelli di rischio calcolati variavano da un moderato 44% in tutta Europa a un massimo del 79% in Asia.

Principali tendenze regionali • Il mais nordamericano (mais) mostra concentrazioni leggermente aumentate di deossinivalenolo e fumonisine, pur mostrando la stessa elevata prevalenza del 2020. Sono stati presentati a metà febbraio da un esperto di salute, nutrizione e bioscienze DSM i risultati dell’indagine sulle micotossine di oltre 112.000 analisi condotte su più di 24.000 campioni di ingredienti per mangimi animali raccolti da 75 Paesi nel 2021. “Le micotossine compromettono la salute degli animali e l’integrità dell’intestino – ha affermato Anneliese Mueller, Product Manager Micotossine, DSM Animal Nutrition and Health – aumentando la probabilità di uno stato di salute più basso, scarso rendimento e uso inefficiente delle risorse. Avere una visione chiara e accurata dei contaminanti dei mangimi consente all’industria di prendere le contromisure appropriate e migliorare la redditività, la salute degli animali, il benessere e la sostenibilità”. Nel complesso, le minacce legate alle micotossine relative alla produzione di proteine animali ​​ rimangono elevate rispetto allo scorso anno. A livello globale, il livello di rischio medio era del 62%, il che significa

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- le aziende informano -

• I livelli di deossinivalenolo sono la principale minaccia potenziale nel raccolto di cereali in Europa; l’Europa occidentale e meridionale sono le aree più colpite. La prevalenza della tossina T-2 è aumentata nell’Europa settentrionale, così come la prevalenza delle aflatossine nell’Europa meridionale. • L’Asia del Pacifico è complessivamente esposta a un rischio maggiore di micotossine e le aflatossine restano un problema in questa regione. È stato osservato un aumento dell’abbondanza di ocratossina A e tossina T-2. • In America Latina, le fumonisine sono ancora la micotossina più diffusa nel mais. Mentre abbiamo osservato una leggera diminuzione dei livelli di concentrazione di fumonisine nel mais sudamericano, i livelli di deossinivalenolo sono aumentati. • In Medio Oriente e Nord Africa le micotossine Fusarium sono molto


LE AZIENDE INFORMANO

diffuse. Il deossinivalenolo è una delle principali preoccupazioni nell’Africa subsahariana.

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“I livelli di rischio riportati nei risultati indicano la probabilità che gli agricoltori affrontino la contaminazione da micotossine nel mangime. Considerando gli ultimi risultati, sarebbe saggio per i produttori di tutto il mondo monitorare attentamente le materie prime e i mangimi per la contaminazione da micotossine e adottare un solido programma di gestione del rischio da micotossine”, afferma Anneliese Mueller.

Royal DSM è un’azienda globale, guidata da uno scopo nel settore della salute, della nutrizione e della bioscienza, che applica la scienza per migliorare la salute delle persone, degli animali e del pianeta. Lo scopo di DSM è creare vite più luminose per tutti. I prodotti e le soluzioni di DSM affrontano alcune delle più grandi sfide del mondo creando allo stesso tempo valore economico, ambientale e sociale per tutti i suoi stakeholder: clienti, dipendenti, azionisti e società in generale. DSM e le sue società associate danno lavoro a circa 23.000 persone in tutto il mondo e realizzano un fatturato netto annuo di circa 10 miliardi di euro. L’azienda è stata fondata nel 1902 ed è quotata su Euronext Amsterdam.

A proposito del sondaggio L’annuale DSM Mycotoxin Survey (precedentemente BIOMIN Mycotoxin Survey) costituisce il set di dati più longevo e completo sulla presenza di metaboliti fungini negli ingredienti dei mangimi. I risultati dell’indagine forniscono informazioni sull’incidenza delle sei principali micotossine nei prodotti agricoli tra cui mais, grano, soia, orzo, segale, avena, riso, sorgo e miglio e i loro sottoprodotti utilizzati per l’alimentazione degli animali da allevamento, in particolare pollame, suini, ruminanti e acquacoltura. Per maggiori informazioni: www.dsm.com

C’era una volta l’avicoltura

Da sinistra a destra: Esterino Corti, Osvaldo Giordano, Angiolino Daffi

Nelle giornate trascorse a Verona, in occasione di Fieragricola 2022, abbiamo fatto nuovi incontri ma anche ritrovato amici e colleghi di vecchia data. E proprio in fiera è stata scattata questa foto. C’era una volta l’avicoltura: potrebbe essere il titolo di un film felliniano come Amarcord, poiché si tratterebbe sempre di ripercorrere con la memoria un arco di storia dell’avicoltura di oltre 60 anni. Tra gli interpreti più noti, nella foto, Esterino Corti (Corti Zootecnici), Osvaldo Giordano (Giordano Poultry Plast) e Angiolino Daffi (CODAF). Con lo spirito di Fellini ci piace ricordare l’avicoltura anche come un sogno, quando esisteva un mercato ‘libero’, in varie parti d’Italia, dove convenivano piccoli e grossi allevatori, comprando e vendendo nell’arco di una mattinata, con una stretta di mano. L’avicoltura si è poi trasformata in industria avicola. Resta qualche rimpianto, soprattutto per avere perso in termini di contatti umani. Lucio Vernillo

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Quando lo ionoforo fa la differenza!

I benefici di narasin nelle fasi finali della produzione del broiler Elanco Italia S.p.A. – PM-IT-22-0049

Nel corso degli anni gli ionofori hanno ampiamente dimostrato la loro efficacia. Forniscono un’eccellente protezione nei confronti della coccidiosi e riducono il rischio di resistenze, consentendo agli animali di sviluppare la loro immunità naturale nei confronti dei coccidi1.

Come scegliere il giusto ionoforo Tutti gli ionofori hanno un meccanismo di azione simile, tuttavia fra le varie molecole esistono differenze strutturali, differenze nella loro selettività cationica e nelle loro capacità di trasporto degli ioni2.

il risultato e dimostrano che narasin è superiore o uguale ad altri ionofori nel controllo delle lesioni da coccidi4 (Figura 1).

2. Migliore tollerabilità (narasin vs salinomicina) Gli ionofori, in genere, hanno un effetto anoressizzante nei confronti del broiler5, 6, riducono l’assunzione di mangime e, di conseguenza, la crescita (Figura 2).

o

del

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di

Periodo

Numerosi studi hanno confrontato le prestazioni di due ionofori comunemente usati nei programmi di controllo della coccidiosi, prendendo in considerazione alcuni fattori come: • Integrità intestinale (punteggio delle lesioni – valutato con metodo HTS) • Tollerabilità (effetto anoressizzante) • Incrementi ponderali (giornalieri/totali) • Efficienza alimentare (ICA)

• L’effetto anoressizzante non si evidenzia negli animali trattati con narasin.

1. Integrità intestinale (narasin vs salinomicina)

• Studi recenti (2019) mostrano che negli animali trattati con salinomicina si ha una riduzione dell’AMG pari al 3% considerando l’intero ciclo produttivo e al 4% se si considera solo la fase finale7 (35-42 gg).

Uno studio, condotto da Elanco in EU, che ha coinvolto più di centomila broiler, ha dimostrato che i programmi anticoccidici a base di narasin hanno fornito un miglior controllo della coccidiosi rispetto ai programmi a base di salinomicina3; con differenze statisticamente significative (P<0,05) nei confronti di tutte le specie di Eimeria3. Altri studi confermano

Punteggi delle lesioni (HTS) in broiler infettati sperimentamente con diverse specie di Eimeria spp. e trattati con ionofori differenti3.

Gli animali trattati con un programma a base di narasin registrano un miglior IMG rispetto a quelli trattati con salinomicina: • +1,8 g/die considerando tutto il ciclo produttivo7. • +6,6 g/die considerando la sola fase finale7. • L’utilizzo di narasin nella fase finale consente un incremento ponderale extra di 52,8 g rispetto alla salinomicina7 (Figura 3).

E. acervulina E. maxima E.tenella

0.00

3. Incrementi ponderali (narasin vs salinomicina)

0.10

0.20

0.30

Punteggio medio / broiler

0.40

0.50

4. Migliore efficienza alimentare (narasin vs salinomicina) Osservando i risultati di campo in allevamenti commerciali europei (64 milioni di broiler) per un periodo di otto anni si


7

ro

mi 8

g/die

4

Bibliografia 1. Farran M.T., et al. Performance of Eimeria challenged male broilers fed two ionophore-Nicarbazin combination. Journal of Applied Poultry Research. 2020; 29 (3):684– 691. 2. Chapman H.D. et al. 2010. Forty years of Monensin for the control of coccidiosis in poultry. Poultry Science 2010; 89 (9): 1788-1801.

evidenzia che i programmi anticoccidici a base di narasin hanno fornito prestazioni migliori rispetto a quelli a base di salinomicina: • Miglior ICA (-3,8 pt) considerando l’intero ciclo produttivo8. • Miglioramento ICA 0,14 pt/giorno8. • Equivale a un miglioramento di 2 pt ICA nella sola fase finale8 (Figura 4).

7

3. Elanco. Data on file. 4. Ruff, M.D. et al. 1980. “Anticoccidial activity of Narasin in broiler chickens reared in floor pens”. Poultry Sci. 59 (9):2008-2013. 5. Keshavarz, K. and McDougald, L. 1982. “Anticoccidial drugs: growth and performance depressing effects in young chickens.” Poultry Sci. 61 (4): 699-705. 6. Metzler, M.J. et al. 1987. “Effects of Monensin Feeding and Withdrawal Time on Growth and Carcass Composition in Broiler Chickens.” Poultry Sci. 66 (9): 1451-58. 7. Elanco. Data on file. 8. Elanco. Data on file. Monteban, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. © 2022 Elanco. Contenuto sponsorizzato Elanco

Punti chiave: i benefici di narasin quando utilizzato nelle fasi finali del ciclo produttivo (32-45 gg) • Narasin, rispetto alla salinomicina, consente di proteggere meglio l’integrità intestinale riducendo il punteggio delle lesioni da Eimeria spp.3, soprattutto quelle da E. maxima ed E. tenella, specie che rappresentano un rischio significativo soprattutto durante l’ultimo periodo del ciclo produttivo3. • In condizioni commerciali di campo (EU) i programmi a base di narasin hanno fornito risultati superiori a quelli contenenti salinomicina: • ICA migliore (-2 pt)8. • Migliore incremento ponderale (+53 g circa)7.


IN PRIMO PIANO

Big Dutchman presenta Natura Nova Barn Nel corso delle giornate di Fieragricola 2022 Zootecnica International ha avuto modo di visitare lo stand Big Dutchman per farsi presentare la nuova voliera aperta multi-piano per ovaiole. dotto che il mercato già conosce e apprezza; la grande novità risiede nella funzionalità di questa voliera, estremamente efficiente e capace di contenere molte più galline rispetto alle altre voliere.”

La voliera Natura Nova Barn esposta a Fieragricola 2022

A presentarci l’ultima nata della linea Natura Nova di Big Dutchman è Alessandro Mariga, Responsabile commerciale BU Egg, che abbiamo incontrato a Verona durante le giornate di Fieragricola 2022. “Natura Nova Barn rappresenta il futuro delle voliere – ci ha spiegato Mariga – soprattutto perché rispetta le nuove normative europee e italiane per il mercato delle ovaiole. Big Dutchman, che ha più di 30 anni di esperienza con questo tipo di voliera, ha proposto gli aspetti essenziali della Natura Nova migliorandoli ulteriormente, in modo da garantire molto più spazio utile per poter accasare un maggior numero di ovaiole. A livello di componentistica (in particolare nido, mangiatoie, abbeveratoi) è stato ripreso ciò che era già presente nella Natura Nova, pro-

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- in primo piano -

Natura Nova Barn è infatti una vera voliera per la produzione di uova cage-free con maggiore densità di capi al metro quadro. I nidi sono collocati su due diversi livelli: quelli al piano inferiore permettono alle galline di accedervi senza saltare, quelli ai piani superiori sono sfalsati in modo da agevolare la raccolta delle uova e l’ispezione del nido da parte degli operatori. Il nastro delle uova si trova nella parte posteriore del nido: la posizione garantisce una distanza minima di rotolamento, riducendo il numero di uova rotte o incrinate. Il nido superiore è dotato di un nastro di raccolta uova di larghezza maggiore rispetto a quello inferiore, perché gli studi dimostrano che le galline tendono ad andare a deporre sul nido più alto. Il mangime – fornito con la catena di alimentazione Champion™ che garantisce un corretto dosaggio e un facile accesso – è presente su tutti i ripiani della voliera, mentre l’acqua è disponibile sui primi due davanti al nido, in modo da richiamare la gallina al nido. La presenza di una passerella centrale è stata realizzata per permettere all’operatore di ispezionare comodamente i nidi e i vari ripiani; inoltre nella versione manuale (cioè senza i nastri per la raccolta automatizzata delle uova deposte fuori nido) i ripiani sono rivolti verso la passerella in modo da consentire all’operatore di spostare le uova dentro al nido, senza dover girare con i cesti per la raccolta. “Un’altra caratteristica della voliera Natura Nova Barn – prosegue Alessandro Mariga –


IN PRIMO PIANO

è il sistema a trespolo, un brevetto Big Dutchman di cui andiamo particolarmente fieri, rappresentato dalla lamiera di copertura delle uova sui vari ripiani: se la gallina deposita l’uovo fuori dal nido, esso rotola e va ad appoggiarsi fino in fondo, protetto da questa lamiera che ha un profilo studiato apposta per essere riconosciuto come trespolo. Il nostro trespolo brevettato, inoltre, garantisce che le galline siano rivolte verso l’esterno durante il riposo, favorendo la caduta delle deiezioni su un nastro dedicato, garantendo minori livelli di ammoniaca e un sistema più pulito”. Infine la voliera si può aprire e chiudere completamente grazie a diversi sistemi. “L’optional più completo da questo punto di vista è la chiusura con griglie metalliche su ogni ripiano, che attraverso un comodo sistema di griglia a soffietto si può agganciare con un gancio ad “S” e permette di aprire tutti i ripiani. Il primo ad essere aperto, dopo due settimane dall’inizio del ciclo, ovviamente è il ripiano più basso, in tal modo si consente alle galline di uscire e di conoscere la lettiera e l’ambiente sul pavimento. L’alternativa più economica rispetto alle griglie, apprezzata da qualcuno perché ricorda meno il concetto di gabbia, è la

Il team Big Dutchman presente allo stand di Fieragricola 2022

classica rete in plastica, che si può avvolgere e svolgere a seconda delle necessità”. Gli sportelli di apertura collocati in basso permettono alle galline di uscire e razzolare in tutto il pavimento del capannone, mentre sotto la voliera sono presenti i raschietti per la pollina che puliscono una fascia di 90 cm. La gallina poi, per natura, tende a ruspare e a buttare lo sporco sulla fascia pulita, permettendo quindi alla lettiera di mantenersi sempre molto friabile e secca.

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DOSSIER

Micotossine nei tacchini Molte specie di funghi producono metaboliti secondari chiamati micotossine, parecchie delle quali sono altamente tossiche per l’uomo e per gli animali. Le micotossine danneggiano le colture e le materie prime, causando perdite economiche.

Tabella 1 – La crescita delle muffe diminuisce il valore nutrizionale del mais.

Marcus Kenny, Nutrizionista Aviagen Turkeys Ltd®

Mais sano

Mais con muffe

% di riduzione

Lipidi totali (%)

3,8

2,4

36,8

Contenuto in acidi grassi Palmitico (16:0)

11,3

9,1

19,5

Energia metabolizzabile (kcal/kg)

3.350

2.510

25,1

3,1

2,3

25,8

Parametri

Carotene (mg/kg)

e Penicillium, nella fase di pre-raccolta, durante la raccolta, in deposito o durante la lavorazione del mangime, quando le condizioni sono favorevoli. Fattori di stress come siccità, scarsa concimazione, alta densità di raccolto, competizione delle erbe infestanti, danno meccanico o presenza di insetti durante la raccolta e le condizioni di conservazione possono influire sulle difese naturali della pianta o dei cereali e contribuire a facilitare l’infezione fungina, portando allo sviluppo di micotossine.

La produzione di tossine avviene per la presenza di muffe su un substrato e in un ambiente idoneo. Se è presente muffa, la produzione di tossine è influenzata dall’umidità, dalla temperatura, dall’ossigeno e dalla natura del substrato. La maggior parte dei mangimi vegetali fornisce un substrato adatto. Le muffe non producono solo micotossine, ma riducono anche il valore nutritivo del mangime (Bartov et al., 1982; Hamilton, 1976), come mostrato nella Tabella 1.

Alcuni ceppi fungini sono in grado di produrre più di una micotossina e una singola micotossina può essere prodotta da più di un tipo di fungo. Le micotossine più rilevanti per gli avicoli e i relativi funghi che le producono sono elencate nella Tabella 2.

Aflatossine

Tipi di micotossine Esistono più di 400 micotossine note. Le micotossine di maggiore importanza per gli avicoli sono prodotte principalmente da funghi del genere Aspergillus, Fusarium

16

Specie differenti mostrano una diversa suscettibilità alle micotossine. Gli avicoli sono altamente sensibili alle tossine T-2 e moderatamente sensibili alle aflatossine e alle ocratossine; i tacchini sono più sensibili alle aflatossine rispetto ai polli da carne, ma nella maggior parte dei casi più i soggetti sono giovani, più sono predisposti.

Le aflatossine sono il gruppo più diffuso e più studiato di tutte le micotossine. Questa tossina prolifica in particolar modo in condizioni climatiche caratterizzate da caldo e umido, mentre non è considerata un problema nei climi

- dossier -


DOSSIER

Tabella 2 – Principali micotossine. Principali micotossine che producono muffe

Principali micotossine prodotte

Effetti rilevanti sugli avicoli

Materia prima colpita

A flavus A parasiticus

Aflatossine – B1, B2, G1, G2

Fegato grasso Diminuzione di peso e compromissione dell’utilizzo del mangime Immunodepressione

Grano, mais, orzo, sorgo, soia

Disfunzione renale

A ochraceus P verrucosum P viridicatum

Macchie di sangue e carne nelle uova Ocratossine – A Citrinina

Diminuzione di peso e compromissione dell’utilizzo del mangime

P citrium

Orzo, avena, grano, segale

Immunodepressione

F verticilloides

Tipo A Tricoteceni

Lesioni alla lingua

Orzo, avena, grano, segale

F moniliforme

T-2, HT-2, Diacetossiscirpenolo

Tossicità orale/dermica

Orzo, avena, sorgo, soia, mais, grano

F graminearium

Tipo B Tricoteceni

Lesioni al ventriglio

F pseudograminearium

Nivalenolo, Deossinivalenolo, Fusarionone-X

Diminuzione di peso e compromissione dell’utilizzo del mangime

F culmorum

Fumonisine

Immunodepressione

F poae

Zearalenone

Grano e orzo

Aviagen Turkeys (2008)

più freddi; tuttavia, gli scambi globali rendono oggi possibile ovunque il rischio di contaminazione. L’aflatossina B1 è la più comune e biologicamente attiva di tutte le aflatossine e causa una diminuzione della crescita, della produzione di uova e della mortalità. Clinicamente i segni sono anoressia, emorragie viscerali nell’embrione colpito e una maggiore predisposizione allo stress. L’istopatologia dei tacchini rivela fegato grasso, necrosi epatica e iperplasia del dotto biliare. L’aflatossina B1 deprime anche il sistema immunitario e riduce la risposta ai vaccini (Peng et al. 2015, Valchev et al. 2017). Le aflatossine riducono l’attività di diversi enzimi digestivi, con conseguente riduzione dell’efficienza di conversione. È noto che le aflatossine interferiscono con il metabolismo della vitamina D, contribuendo a ridurre la resistenza ossea e comportando debolezza delle zampe (Hamilton, 1987). La soppressione della sintesi proteica epatica è il principale fattore che determina cali di peso e ridotta produzione di uova. Le aflatossine sono anche associate a scarsa fertilità e schiudibilità.

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Forse, l’effetto più importante delle aflatossine è la minore risposta immunitaria (CAST, 2003), che rende vano il trattamento con vaccini e medicinali. L’immunodepressione può anche verificarsi a livelli di micotossine non rilevabili

- aprile 2022 -

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DOSSIER

con i metodi di screening di routine (Chen et al., 2017. La Tabella 3 mostra l’effetto di due livelli di aflatossina B1 (con e senza legante di tossina) sui titoli di emoagglutinazione della malattia di Newcastle in tacchini giovani. Tabella 3 – Effetto dell’aflatossina B1 (AFB1), sola o somministrata con un additivo per mangimi, (Mycotox NG) sui titoli di emoagglutinazione per la malattia di Newcastle nei tacchini (Valchev et al., 2016). Trattamento

Titoli anticorpali (log210)

Figura 1a – Lingua e palato normali.

Figura 1b – Lesioni e necrosi della tossina T-2 (Per gentile concessione dell'Istituto Veterinario Kimron).

21 giorni

42 giorni

1

7,10±0,031

8,1±0,23

2

7,28±0,038

8,0±0,39

prestazioni delle ovaiole è stato dimostrato a diversi livelli di dosaggio (Tabella 5).

3

4,30±0,441c,2c

5,9±0,341c,2c

Tabella 5 – Effetti della tossina T-2 sulle prestazioni di ovaiole.

4

4,10±0,341c,2c

5,0±0,361c,2b

5

6,00±0,512a,4a

6,6±0,342b,4a

6

5,10±0,601a,2b,3a

6,0±0,441b,2b,4a

Tossina T-2 (ppm)

Produzione di uova (%)

Peso delle uova (g)

Peso corporeo (g)

0,0

96,29

52,45

1.332

0,5

93,81

51,77

1.313

1,0

91,75

51,35

1.286

2,0

86,65

51,33

1.285

T1 - controllo; T2 - 0,5 g / kg di additivo per mangimi; T3 - 0,2 mg / kg AFB1; T4 - 0,4 mg / kg AFB1; T5 - 0,2 mg / kg AFB1 + additivo per mangimi; T6 - 0,4 mg / kg AFB1 + additivo per mangimi

Manoj e Devegowda, 2001

L’aflatossicosi aumenta la predisposizione alle infezioni da Salmonella (Devegowda e Murthy, 2005). Gli effetti delle aflatossine sulle performance dei soggetti dipendono dalla dose (vedi Tabella 4). Tabella 4 – Effetto del livello di aflatossina sulle prestazioni delle ovaiole. Aflatossina (mg/kg mangime)

Effetti sulla produzione di uova

2,5 10,0 20,0

Calo di produzione Riduzione del 50% Riduzione del 100%

Ocratossine

Tricoteceni I tricoteceni di tipo A (tossina T-2, tossina HT-2, diacetossiscirpenolo) sono una delle principali preoccupazioni del settore; influenzano la salute e il benessere dei soggetti e causano perdite economiche. Si trovano nei sottoprodotti e nei mangimi a base di cereali e causano dermatite da lesioni orali (Figura 1ab) e irritazione intestinale (Wyatt et al., 1975). Le tossine T-2 riducono il consumo di mangime, sono spesso indicate come “tossine di rifiuto all’alimentazione”, riducono il peso corporeo, la produzione e la qualità delle uova e inducono regressione delle ovaie nelle ovaiole (CAST, 2003). L’effetto della tossina T-2 sulle

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È noto che le tossine T-2 causano erosioni al ventriglio e necrosi della mucosa proventricolare. Sono le seconde micotossine più immunosoppressive dopo le aflatossine e la presenza contemporanea di entrambe rappresenta la combinazione maggiormente immunodepressiva (Raju e Devegowda, 2002).

L’ocratossina di tipo A (OTA) è un contaminante comune in molti mangimi. OTA è prodotta principalmente da una specie di Aspergillus. È una nefrotossina che deprime in modo significativo il consumo di mangime, la crescita, il piumaggio, la produzione di uova e l’efficienza di conversione (Hamilton 1982). OTA è teratogena in diverse specie, le anomalie craniofacciali della prole sono i segni più comuni (Malir et al., 2013). Prove aneddotiche suggeriscono che OTA può causare significative perdite e malformazioni embrionali sul campo; influenza anche la qualità del guscio con presenza di macchie gialle e di sangue (Shirley e Tohala, 1983). OTA è tre volte più tossica nei soggetti giovani rispetto alle aflatossine. Gli avicoli gravemente colpiti mostrano depositi di urina nelle articolazioni e nella cavità addominale. La tossicità acuta di OTA determina un’insufficienza renale grave che porta alla morte.

- dossier -


DOSSIER

Zearalenone (ZEA) e Deossinivalenolo (DON) Lo zearalenone è responsabile dei disturbi riproduttivi a causa del suo effetto estrogenico ad alte concentrazioni. I polli sono abbastanza resistenti allo zearalenone; tuttavia, a concentrazioni elevate, si rileva un ingrossamento dell’ano e caratteristiche sessuali secondarie potenziate. Le ovaiole sono resistenti allo zearalenone anche se alimentate fino a 800 mg/kg (Allen et al., 1981), tuttavia lo zearalenone contamina le uova, il che rappresenta un danno in termini di prestazioni riproduttive. I pulcini nutriti con mangimi contaminati contengono ZEA (Bergsj et al., 1993). Gli avicoli sono abbastanza resistenti al DON, ma nelle ovaiole e nei riproduttori si associa a un ridotto consumo di mangime e la tossina è spesso considerata indice della presenza di altri Fusarium.

sinergicamente. La tossicità che risulta dalla doppia esposizione all’aflatossina e all’ocratossina è molto maggiore della somma delle loro singole tossicità. Nelle ovaiole, gli effetti di T-2 e diacetossiscirpenolo (DAS) si amplificano per quanto riguarda l'assunzione di mangime, le lesioni orali, lievi variazioni nelle attività degli enzimi plasmatici e riduzione della produzione di uova (Diaz et al., 1994). I funghi non si trovano nei mangimi come colture pure, quindi il numero di possibili combinazioni di tossine è molto significativo. I co-contaminanti scientificamente stabiliti sono elencati nella Tabella 6. Un elemento rilevante consiste nel fatto che un test positivo per una particolare tossina nel mangime è indicativo di condizioni di crescita favorevoli non solo per quei funghi in particolare, ma anche per gli altri. Pertanto è importante testare il mangime anche per altri co-contaminanti.

Test per le micotossine

Fumonisine Le fumonisine si trovano soprattutto in climi tropicali e temperati. Gli effetti sulle prestazioni comportano crescita e indice di conversione ridotti. I segni clinici si concretizzano in una mortalità fulminante che comprende paralisi, gambe e collo stesi, scarsa deambulazione, soggetti che ansimano, aumento del peso del fegato e necrosi epatica.

Contaminazione combinata di micotossine La copresenza di micotossine sembra esercitare un impatto negativo amplificato sulla salute e sulla produttività rispetto alle singole tossine; per esempio sia l’aflatossina che l’ocratossina sono estremamente tossiche e agiscono

È fondalmentale predisporre un rigoroso programma di test per valutare il rischio di micotossine nei mangimi e per identificare i lotti contaminati. Vi sono differenze significative nel processo di analisi causate dalla variabilità nel campionamento, nella preparazione del campione e nella variazione analitica. La Tabella 7 mostra la variabilità associata alla misurazione dell’aflatossina in un sacco di mais contaminato; la variazione nel campionamento contribuisce per oltre il 75% all’errore complessivo del test (Whitaker et al., 2005). L’errore di campionamento è ampio a causa della cospicua distribuzione tra particelle contaminate all’interno di un lotto; si stima che solo 6 semi su 10.000 siano con-

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DOSSIER

Tabella 6 – Co-contaminazione di micotossine negli avicoli (adattato da Devegowda e Murthy, 2005). Aflatossina Aflatossina

Fumonisina Acido Tossina Ocratossina B fusarico T-2

DAS

DON

++

+

-

-

++

++

-

+

-

-

++

-

++

-

-

-

-

+

-

-

DAS

++

DON

+

-

Fumonisina B

-

+

-

Acido fusarico

-

-

++

-

Ocratossina

++

-

-

-

-

Tossina T-2

++

++

-

+

-

++ ++

+ = effetto additivo delle tossine, ++ = effetto sinergico, - = nessun effetto additivo o sinergico noto

taminati in un lotto contenente una concentrazione di aflatossina di 20 ppb (Johansson et al., 2000b). Un singolo punto campione o un punto di sondaggio è soddisfacente se le particelle contaminate sono equamente distribuite nel lotto; tuttavia, le micotossine si presentano generalmente in sacche isolate nel lotto (Shotwell et al., 1975). Si può aumentare la possibilità di identificare i lotti contaminati prelevando un maggior numero di campioni da un lotto. Le procedure utilizzate per prelevare un campione da un lotto sono estremamente importanti, ogni singolo elemento del lotto dovrebbe avere uguali possibilità di essere scelto. Il campione dovrebbe essere un insieme di varie piccole porzioni prelevate in molti punti diversi di tutto il lotto (Bauwin e Ryan, 1982; Hurburgh e Bern, 1983). Quando si estrae un campione da un contenitore di grandi dimensioni è necessario sviluppare un modello di ispezione, tale che il prodotto possa essere raccolto in diverse posizioni nel lotto. Nella Figura 2 è riportato un esempio di schema di sondaggio utilizzato dall’USDA. La sonda di campionamento dovrebbe essere abbastanza lunga da raggiungere il fondo del contenitore, se

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Anteriore

Posteriore X = 5 modelli di analisi; X + O = 8 modelli di analisi

Figura 2 – Un esempio di pattern di campionamento a 5 e 8 campioni (adattato da Whitaker et al., 2005).

possibile. Quando si campiona da un flusso in movimento, per esempio un nastro trasportatore, è necessario effettuare piccoli incrementi lungo l’intera lunghezza del flusso per ottenere un campione globale; se il campione totale è più ampio del necessario, bisogna miscelarlo e suddividerlo per avere la quantità di prova della dimensione desiderata.

Analisi Prove a strisce rapide: l’analisi per la presenza di micotossine sui mangimi può essere condotta in modo effi-

- dossier -

ciente attraverso l’uso di kit di analisi di immunoassorbimento enzimatico (ELISA) e diventare uno strumento standard per il monitoraggio rapido delle micotossine (Molinelli et al., 2009b). Questo metodo è soddisfacente per stabilire se uno specifico mangime sia sotto o sopra il livello di conformità legale. Le analisi HPLC e GC-MS forniscono una determinazione più accurata del livello e del tipo di micotossine presenti nel mangime. Alcune tossine possono sfuggire al rilevamento in quanto possono essere mascherate da glicosidi o proteine attaccate alla tossina, fornendo un risultato falso negativo e, in tal caso, sono necessari metodi di analisi più raffinati per misurarle. I biotest sono utilizzati per stabilire la presenza di micotossine specifiche; un esempio è l’uso di crostacei come l’artemia salina (Figura 3), valutando poi il tasso di sopravvivenza su un campione di materiale (Hardwig e Scott, 1971; Meyer et al., 1982).

Metodi di prevenzione La valutazione dei livelli di muffa nei cereali può indicare il possibile sviluppo di micotossine. Testare il materiale per livello e tipo di muffa può, talvolta, indicare la probabilità di contaminazione. Capita tuttavia che le muffe non siano più presenti nel materiale, ma permangano le micotossine; quindi, la migliore pratica è analizzare sia per le muffe che per le micotossine. Danni o stress alla pianta arrecati da malattie, insetti, volatili, erbe infestanti, gelo o siccità, consentono un facile ingresso di muffe e funghi e favoriscono lo sviluppo di muffe. Il grano danneggiato dagli insetti è più vulnerabile alle muffe, quindi ridurre le infestazioni è fondamentale per prevenirne la


DOSSIER

Tabella 7 – Variabilità misurata dalla varianza associata a un campione di 0,91 kg, sottocampione 50 g, che misura l’aflatossina in 1 aliquota mediante dosaggio immunologico in un sacco di chicchi di mais con 20 ppm di aflatossina1. Varianza

Rapporto (%)

Campione = 0,91kg

268

75,5

Sottocampione2, 50g

56

15,9

Dosaggio immunolgico, 1 aliquota

30

8,6

Totale

355

100

1

Gli errori di campionamento, la preparazione dei campioni e l’analisi rappresentano, rispettivamente, il 75,5, il 15,89 e l’8,6% degli errori totali. 2 Per macinare è stato usato il Romer Mill.

crescita nei cereali. Alcune tossine, come le aflatossine, tendono a verificarsi in chicchi rotti e danneggiati e in materiale estraneo. Bisogna evitare di raccogliere i cereali se il livello di umidità è alto e conservarli in contenitori con ventilazione forzata, in locali isolati e ben ventilati, monitorandone la temperatura. L’essiccazione del grano lenta e a basse temperature per lunghi periodi favorisce lo sviluppo di aflatossine. Tutte le attrezzature e gli impianti di stoccaggio devono essere mantenuti ben ventilati, puliti e asciutti, prima e durante l’uso. Gli impianti di stoccaggio devono essere ben isolati dall’umidità e tutti i residui rimossi per ridurre la contaminazione. L’uso di inibitori di muffe in forma liquida o secca e di acidi organici, come l’acido propionico e l’isobutirrato di ammonio, prevengono la crescita delle muffe se applicati correttamente al momento dell’ingresso nel silos. Tuttavia, gli acidi organici non distruggono le tossine già presenti nel grano (Hammond e Sumner, 2009).

Valutazione visiva del lotto Cercate indizi visivi di contaminanti: i cereali possono mostrare segni di crescita di muffe (Figura 4) e/o danni da insetti e presenza di elementi associati alla crescita di muffe.

Pulizia Durante il processo di pulizia della polvere di grano contaminata, le bucce, la peluria e le particelle superficiali vengono spazzate via con l’aspirazione o la pulizia. È dimostrato che i detergenti per cereali riducono il livello di aflatossina nel mais fino al 50%.

Figura 3 – Artemia Salina.

Figura 4 – Chicchi di mais contaminati da muffa.

Selezione meccanica e separazione In questo processo il prodotto pulito viene separato dai grani contaminati da micotossine. Sono possibili perdite elevate di mangime a causa di una separazione incompleta e non accurata. Pertanto, lo smistamento meccanico e la separazione non sono sempre considerati efficienti in termini di costi. In alcuni Paesi non è ammesso materiale “miscelato” e analizzato a livelli superiori a quelli consentiti per le tossine.

Lavaggio Le procedure di lavaggio che utilizzano acqua o soluzione di carbonato di sodio riducono le micotossine nei cereali.

Trattamento: Approcci nutrizionali - Livelli alti di antiossidanti, metionina, selenio e vitamine nei mangimi colpiti contrastano gli effetti delle micotossi-

- aprile 2022 -

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DOSSIER

ne, così come l’aggiunta di clorofilla, i derivati delle alghe e l'aspartame.

loro attività non influisca sulla disponibilità di micronutrienti. È stato dimostrato che il glucomannano modificato lega la tossina derivata da fusarium.

Eliminazione chimica delle tossine - L’eliminazione chimica con composti ammoniacali è considerata uno dei mezzi più pratici per la decontaminazione dell’aflatossina nei prodotti agricoli (Leeson et al., 1995). L’inattivazione dell’aflatossina con ammonizzazione nelle ovaiole da riproduzione non ha comportato effetti dannosi sulla risposta immunologica data dalla vaccinazione per malattia di Newcastle, come misurato dai titoli di inibizione dell’emoagglutinazione (Boulton et al., 1982). Il perossido di idrogeno è un agente ossidante accettabile negli alimenti e ha il potenziale di distruggere le aflatossine fino al 97%. Effetti simili sono stati rilevati con il trattamento con acidi organici e tensioattivi (Bothast et al., 1976; Rodriguez e Mahoney, 1994). Agenti sequestranti delle micotossine L’integrazione al mangime di agenti sequestranti, antinutrizionali, è di gran lunga il metodo più pratico e più ampiamente studiato per ridurre gli effetti dell’esposizione alle micotossine (Diaz e Smith, 2005). - Il carbone attivo è una forma amorfa di carbonio riscaldato in assenza di aria e trattato con ossigeno per aumentarne la porosità. Alcuni dati indicano che il carbone attivo è efficace nell’assorbire alcune aflatossine, ma non le tossine derivate da altre specie. Il carbone attivo può anche comportare l’assorbimento di micronutrienti nel mangime. - I minerali di silicato (argille) comprendono bentonite, zeolite e silicato idrato di alluminio, di sodio e calcio. La tecnica di assorbimento utilizza composti che formano un complesso, con la tossina che impedisce l’assorbimento dell’aflatossina nell’epitelio intestinale e riduce la quantità di tossina assorbita nel flusso sanguigno. Livelli elevati di inclusione potrebbero fornire una capacità di sequestro eccessiva, che potrebbe ridurre la biodisponibilità di importanti micronutrienti (Diaz e Smith, 2005). Le argille tendono a ridurre l’utilizzo di minerali: manganese, zinco e magnesio, cloruro di rame e sodio (Devegowda e Murthy, 2005). - L’azione adsorbente delle pareti cellulari di lievito, principalmente glucomannano modificato, è in grado di assorbire livelli elevati di varie micotossine a tassi di inclusione inferiori rispetto ai leganti inorganici (Mahesh e Devegouda, 1996). La specifica modalità di azione di alcuni componenti della parete cellulare del lievito suggerisce che la

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Biotrasformazione La disintossicazione biologica da parte di enzimi e/o microrganismi degrada le micotossine nel tratto gastrointestinale, prima che si verifichi l’assorbimento nell’animale. Esistono prodotti a base di enzimi e microrganismi efficaci nella trasformazione di tossine specifiche, come le fumonisine e i tricoteceni in metaboliti non tossici.

Riassumendo, ecco i punti cruciali da tenere bene in considerazione • Prevenire la crescita di muffe sulle colture, durante la raccolta, lo stoccaggio e la lavorazione dei mangimi. • Implementare i mezzi meccanici per rimuovere il materiale contaminato dal mangime e considerare l’aggiunta di inibitori/killer di muffa. • Implementare un programma di test per micotossine. Ciò è importante non solo dal punto di vista della valutazione del rischio a livello di allevamento, ma anche da quello normativo e della salute umana. • Applicare un piano di campionamento efficace. Aumentare la quantità e la dimensione dei campioni prelevati da un lotto può ottimizzare l’efficacia dei test e le possibilità di identificare i lotti contaminati. • Rilevare e quantificare la concentrazione di muffe e micotossine nel mangime, tenendo presente che sono molte le micotossine che, in concomitanza, possono contaminare le materie prime, e che il rilevamento di una tossina può indicare la presenza di un’altra micotossina più tossica. • Quando il mangime è contaminato, agire prima che i soggetti lo consumino, non dopo che sono stati intossicati. • Rimuovere e sostituire il mangime o applicare un legante per micotossine oppure un agente biotrasformante specifico per il tipo di tossina rilevata nel mangime. • Monitorare i soggetti in ogni prestazione o per rilevare segni clinici di micotossicosi. • Implementare un programma di sorveglianza delle micotossine aggiornato.

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MARKETING

Modelli e dinamiche del commercio globale di uova e pollame Parte 3: Commercio di carne di pollo e tacchino

Nel giugno 2021 la FAO ha pubblicato un aggiornamento sui dati commerciali mondiali per il 2019, dando la possibilità all’autore di presentare una panoramica sui modelli e le dinamiche del commercio di uova e carne avicola. Su Zootecnica International 2/2022 è stato analizzato il commercio di uova, mentre il testo successivo (Zootecnica International 3/2022) ha affrontato il commercio di carne avicola. Questo articolo si concentra sulla carne di pollo e di tacchino, due tipi di carne che nel 2019 hanno dominato il commercio mondiale con il 98,4% (solo la carne di pollo ha raggiunto il 92,5%).

Modelli di produzione della carne di pollo e di tacchino a livello globale e continentale

Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Professore Emerito all’Università di Vechta e Visiting Professor all’Università di Medicina Veterinaria di Hannover, Germania

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Per comprendere meglio l’analisi delle dinamiche e dei modelli del commercio di carne avicola, iniziamo con una breve panoramica sullo sviluppo della produzione mondiale di carne di pollo e di tacchino tra il 2009 e il 2019 e con l’analisi del contributo di ciascun continente. In questi dieci anni la produzione mondiale di carne di pollo è aumentata

- marketing -

da 83 a 118 milioni di tonnellate (42,2%). L’Asia ha contribuito per il 36,3% al volume della produzione totale, seguita dal Centro e dal Sud America con il 22,5% e dal Nord America con il 18,2% (Figura 1). Nel 2019 sono stati esportati quasi 14,6 milioni di tonnellate (pari al 12,3%) della produzione globale di carne di pollo. La Tabella 1 documenta la situazione a livello di continente. La quota più elevata l’ha fatta registrare l’Europa con il 26,2%. Va considerato che l’elevata percentuale è il risultato


MARKETING

dell’inclusione del commercio intraUE (27). Sia il Nord che il Centro e Sud America hanno esportato quasi la stessa percentuale della loro produzione. In Asia invece la quota di esportazione è stata molto più bassa (il 3,7%) a causa della forte domanda interna nella maggior parte dei Paesi: in pochi, come ad esempio la Thailandia, sono stati in grado di esportare per l’eccedenza di produzione rispetto al consumo interno. Nel decennio preso in esame la produzione mondiale di carne di tacchino è passata da 5,4 milioni di tonnellate a 6,0 milioni di tonnellate (11,2%). Il Nord America ha contribuito per il 46,6% al volume di produzione totale, seguito dall’Europa con il 33,9%, e dal Centro e Sud America con il 12,6%. Negli altri continenti la carne di tacchino ha svolto solo un ruolo minore. La maggiore incidenza delle esportazioni di carne di tacchino nella produzione si è registrata in Europa con il 28,1%, seguita dall’Asia con il 14,5%. Considerando la bassa produzione e il consumo pro capite, la quota in Asia è sorprendente. L’unico grande esportatore è stata la Turchia, concentrata sui Paesi islamici dell’Asia occidentale.

1,3%

5,3%

Produzione Carne di pollo

22,5% 36,3% 18,2%

Totale: 118 milioni di tonnellate

Africa Asia Europa N America CS America Oceania

16,5% Figura 1 – Contributo dei vari continenti alla produzione mondiale di carne di pollo nel 2019 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).

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Notevoli differenze nel commercio di carne di pollo e di tacchino Tra il 2009 e il 2019 la carne di pollo ha registrato un notevole aumento del volume delle esportazioni, che in questo periodo è cresciuto di 3,8 milioni di tonnellate, pari al 35,0%. La Figura 2 mostra come la continua tendenza al rialzo sia stata interrotta solo nel 2015 a causa della crisi finanziaria globale e dell’epidemia

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Years

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MARKETING

Continente Africa Asia Nord America CS America Europa Oceania Mondo

Produzione

Export

Contributo (%)

6.207 42.812 21.483 26.510 19.481 1.524

80 1.573 3.433 4.320 5.104 52

1,3 3,7 16,0 16,3 26,2 3,4

118.017

14.562

[milioni di tonnellate]

0,3

12,3

2,0

1,3

0,7

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Import

Figura 2 – Sviluppo delle esportazioni e delle importazioni di carne di pollo tra il 2009 e il 2019 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).

La Figura 3 mostra invece come le esportazioni e le importazioni di carne di tacchino abbiano subito notevoli fluttuazioni. Anche la tendenza al rialzo si è arrestata nel 2015; nonostante una breve ripresa nel 2016, la tendenza al ribasso è ricominciata nel 2017. Le importazioni hanno mostrato lo stesso andamento. La carne di tacchino ha perso quote di mercato sia in Nord America che in Europa: negli Stati Uniti dalla metà dell’ultimo decennio il consumo pro capite è diminuito e ha più o meno raggiunto un livello stabile in Europa (UE 27).

Notevoli differenze nelle esportazioni e nelle importazioni di carne avicola a livello continentale Poiché non esistono barriere religiose al consumo di carne bianca, il prodotto è stato commercializzato in tutto il

26

0,6

2009

2010

2011

2012

2013

Export

2,6

Export

0,8

0,0

di Influenza Aviaria negli Stati Uniti. Dal 2016 in poi le esportazioni hanno registrato una ripresa molto rapida, una conseguenza della crescita della domanda in molti Paesi.

0,0

1,1

[milioni di tonnellate]

Tabella 1 – Incidenza delle esportazioni sulla produzione di carne di pollo nel 2019, dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO).

2014

2015

2016

2017

2018

2019

Import

Figura 3 – Sviluppo delle esportazioni e delle importazioni di carne di tacchino tra il 2009 e il 2019 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).

mondo. Esistono tuttavia notevoli differenze nei modelli commerciali regionali. La Figura 4 documenta le differenze nei modelli regionali di esportazione e importazione a livello continentale. Nelle esportazioni, l’Europa è stata al primo posto con una quota del 35,0%, seguita dal Centro e Sud America con il 29,6% e dal Nord America con il 23,6%. Nonostante alti livelli di produzione, solo pochi Paesi asiatici hanno esportato carne di pollo. L’aumento della domanda interna e la crescita della popolazione hanno causato un deficit dell’offerta in diversi Stati, come mostreremo più avanti. Ciò si riflette nella quota del 38,9% dei Paesi asiatici nelle importazioni mondiali di carne di pollo. L’Europa si è classificata al secondo posto con il 35,1%. Insieme, i due continenti hanno importato quasi i tre quarti della carne di pollo che raggiunge il mercato globale. Le elevate importazioni dell’America centrale e meridionale sono sorprendenti a prima vista, ma l’analisi a livello nazionale rivelerà che responsabili di questa classifica sono state le importazioni del Messico. I modelli regionali delle esportazioni e delle importazioni di carne di tacchino differiscono notevolmente da quelli della carne di pollo. La Figura 5 mostra come le esportazioni di carne di tacchino siano state dominate dagli stati europei, che condividono il 61,7% del volume delle esportazioni globali. Il Nord America si è classificato al secondo posto con il 28,4%, seguito dal Centro e Sud America con il 6,6%. Anche nelle importazioni l’Europa si è posizionata al primo posto, con il 54,7% del volume totale, seguita dal Centro e Sud America con il 22,8% e dall’Africa con il 14,9%. L’analisi dettagliata a livello nazionale individuerà i principali importatori. L’elevata percentuale di Paesi europei nelle esportazioni e impor-

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0,6%

Esportazioni

Totale: 14.6 milioni di tonnellate

0,4%

Importazioni

10,8%

Totale: 12.9 milioni di tonnellate

1,9%

10,8% Africa Asia Europa N America CS America Oceania

0,7%

29,6% 35,0%

Africa Asia Europa N America CS America Oceania

12,6% 10,8%

35,1%

35,1%

38,9%

23,6%

Figura 4 – Contributo di ciascun continente alle esportazioni e alle importazioni mondiali di carne di pollo nel 2019 (design: A.S. Kauer, based on FAO data).

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0,6% 0,1%

Esportazioni

Totale: 0.9 milioni di tonnellate

que di questi sono membri dell’UE (27). I Paesi Bassi e la Polonia hanno mostrato una dinamica straordinaria nello sviluppo delle loro esportazioni: il volume dell’export dei Paesi Bassi è cresciuto da 731.500 tonnellate nel 2009 a 1,29 milioni di tonnellate nel 2019 (76,2%), con un forte aumento dal 2015 in poi. Anche la Polonia ha mostrato uno sviluppo simile: le sue esportazioni sono aumentate da 214.700 a 920.500 tonnellate, con una crescita del 328%. La Polonia non solo è diventata il principale produttore di carne di pollo nell’UE (27), ma si è anche classificata al quarto posto tra i principali esportatori di carne di pollo, dietro i Paesi Bassi. La Thailandia è stato l’unico grande Paese esportatore in Asia di carne di pollo. La posizione in classifica di Hong Kong è invece fuorviante, poiché la maggior parte delle sue importazioni dagli Stati Uniti, dal Brasile e dalla Cina continentale sono state esportate in Corea del Sud, Vietnam e Taiwan.

2,6%

6,6% Africa Asia Europa N America CS America Oceania

28,4% 61,7%

Importazioni

0,3%

Totale: 0.9 milioni di tonnellate Africa Asia Europe 0,9% N America CS America Oceania

22,8%

Tabella 2 – I dieci Paesi leader nelle esportazioni di carne di pollo nel 2019 e il loro contributo alle esportazioni mondiali (fonte: database FAO).

14,9%

Paese

7,1%

54,7% 54,0%

Figure 5 – The share of the continents in global turkey meat exports and imports in 2019 (design: A.S. Kauer, based on FAO data).

tazioni dimostra che il commercio di carne di tacchino è stato principalmente un fenomeno europeo, se si escludono le strette relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e il Messico.

Notevoli differenze nella concentrazione regionale delle esportazioni e delle importazioni di carne di pollo e tacchino a livello nazionale I dieci Paesi leader hanno condiviso l’80,2% delle esportazioni globali di carne di pollo, il Brasile e gli Stati Uniti insieme il 50,1%. La Tabella 2 elenca i principali Paesi e la loro quota nel volume globale delle esportazioni; cin-

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Export (1.000 t)

Contributo (%)

3.951,4 3.342,7 1.289,6 920,4 481,0 450,2 318,3 318,2 302,0 298,5

27,1 23,0 8,9 6,3 3,3 3,1 2,2 2,2 2,1 2,0

10 Paesi

16.672,4

80,2

Mondo

14.562,4

100,0

Brasile USA Paesi Bassi Polonia Turchia Belgio Regno Unito Thailandia Germania Hong Kong

Nella Tabella 3 sono riportati i dieci principali importatori di carne di pollo nel 2019. Si può facilmente vedere come la concentrazione regionale nelle importazioni sia stata molto inferiore rispetto alle esportazioni. I dieci Paesi elencati hanno contribuito solo con il 45,7% al volume mondiale delle importazioni; cinque si trovano in Asia, tre in Europa e uno ciascuno in America centrale e meridionale e in Africa. La concentrazione regionale molto più bassa rispetto alle esportazioni rivela che solo pochi Paesi disponevano di un elevato surplus di produzione rispetto alla propria domanda interna e che un numero molto maggiore non era in grado di soddisfare il crescente consumo con la produzione. Il Messico ha importato la maggior parte della carne di pollo dagli Stati Uniti, grazie

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alle tariffe basse all’interno della USMCA e dal Brasile. Il Brasile è stato anche il principale Paese di origine per le importazioni di carne di pollo della Cina. Tabella 3 – I dieci Paesi leader nelle importazioni di carne di pollo nel 2019 e il loro contributo alle importazioni mondiali (source: FAO database). Paese Messico Cina Emirati Arabi Uniti Hong Kong Arabia Saudita Giappone Germania Sudafrica Paesi Bassi Francia 10 Paesi Mondo

Import (1.000 t)

Contributo (%)

861,1 779,6 669,0 645,2 635,7 562,9 497,1 459,5 388,0 387,0

6,7 6,1 5,2 5,0 4,9 4,4 3,9 3,6 3,0 3,0

5.885,1

*45,7

12.869,5

100,0

importato carne di tacchino da 27 Paesi, soprattutto da Stati Uniti, Brasile, Francia, Spagna, Germania e Italia e una parte delle importazioni è stata esportata verso altri Paesi africani. Il Sudafrica ha importato carne di tacchino dagli Stati Uniti, dal Brasile, dal Canada, dal Cile, dalla Polonia e dalla Spagna. Tabella 4 – I dieci Paesi leader nelle esportazioni di carne di tacchino nel 2019 e il loro contributo alle esportazioni mondiali (fonte: database FAO). Paese

*il totale non aumenta per l’arrotondamento

Anche le esportazioni di carne di tacchino hanno mostrato un’elevata concentrazione regionale. I dieci Paesi leader hanno contribuito con l’85,7% al volume mondiale delle esportazioni, i primi tre con il 55,4% (Tabella 4). Uno sguardo più da vicino alla composizione e alla classifica permette di notare il dominio degli europei e degli americani. Analogamente a quanto visto per la carne di pollo, le esportazioni polacche di carne di tacchino nel periodo analizzato sono aumentate considerevolmente, passando da 73.000 tonnellate a quasi 170.000 tonnellate (132%). Al contrario, le esportazioni degli Stati Uniti hanno subito notevoli fluttuazioni, crescendo da 220.000 tonnellate nel 2009 a 329.000 tonnellate nel 2014, prima di scendere nuovamente a 242.000 tonnellate nel 2019, in parte per il prolungarsi degli effetti dei divieti di importazione da parte di diversi Paesi a causa dei focolai di Influenza Aviaria nel 2015.

Export (1.000 t)

Contributo (%)

USA Polonia Germania Francia Italia Spagna Brasile Ungheria Cile Paesi Bassi

242,4 159,6 100,7 58,4 57,8 47,7 35,0 33,2 25,3 23,4

26,2 18,3 10,9 6,3 6,2 5,2 3,8 3,6 2,7 2,5

10 Paesi

793,5

85,7

Mondo

925,7

100,0

La concentrazione regionale nelle importazioni è stata molto più bassa. I dieci principali importatori di carne di tacchino hanno condiviso solo il 57,8% del volume mondiale delle importazioni; i primi due, Messico e Germania, insieme hanno contribuito con il 28,6%. Un confronto tra la composizione e la classifica dei Paesi elencati nelle Tabelle 4 e 5 rivela che la carne di tacchino è stata commercializzata soprattutto tra stati europei e americani. Due stati africani, il Benin e il Sudafrica, si sono classificati tra i principali importatori nel 2019: il Benin ha

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sumata in diversi stati europei che non hanno una produzione propria di questo tipo di carne.

Sintesi e prospettive

A prima vista può sorprendere che la Germania risulti leader sia nelle esportazioni che nelle importazioni. Nel 2019, la Germania ha esportato carne di tacchino in oltre 70 Paesi, principalmente in altri stati membri dell’UE (27), ma anche in Benin e Hong Kong, e ha importato carne da 23 Paesi, primi fra tutti Polonia, Francia e Italia. Le strette relazioni commerciali con la Polonia sono il risultato delle attività del principale produttore tedesco di carne avicola in Polonia. Come accaduto per la carne di pollo, sono state importate parti ad alto valore e sono state esportate parti di minor valore. Tabella 5 – I dieci Paesi leader nelle importazioni di carne di tacchino nel 2019 e il loro contributo alle importazioni mondiali (fonte: database FAO). Paese

Import (1.000 t)

Contributo (%)

Messico Germania Spagna Benin Belgio Regno Unito Francia Sudafrica Austria Portogallo

150,2 113,6 46,0 42,9 36,7 33,2 28,6 27,8 25,6 25,0

16,3 12,3 5,0 4,7 4,3 3,6 3,1 3,0 2,8 2,7

10 Paesi

532,6

57,8

Mondo

921,1

100,0

L’analisi fin qui condotta ha mostrato che i modelli regionali nella produzione di carne di pollo e di tacchino e negli scambi di questi prodotti sono stati molto diversi. A differenza della carne di pollo, che viene prodotta e consumata in tutti i continenti, la produzione e il consumo di carne di tacchino si è concentrata in Europa e nelle Americhe e i modelli commerciali riflettevano questa situazione. Mentre la carne di pollo è stata commercializzata in tutto il mondo, la carne di tacchino è stata esportata e importata principalmente dai Paesi europei e americani, mentre le quote di Africa e Asia sono risultate trascurabili. Si può supporre che la mancanza di barriere religiose e la crescente domanda di carne bianca non solo intensificheranno la produzione, ma anche il commercio di carne avicola. Il consumo pro capite di carne di tacchino, molto più basso rispetto a quello di carne di pollo, e il basso gradimento di questo tipo di carne nei popolosi Paesi asiatici limitano le dinamiche della produzione e del commercio.

Bibliografia e consigli di lettura Beck, M.: MEG-Marktbilanz Eier und Geflügel 2020. Bonn 2020. FAO database. http://www.fao.org/faostat/en. FAO-OECD Agricultural Outlook. https://stats.oecd.org.

La notevole differenza nella concentrazione regionale delle esportazioni e delle importazioni è una conseguenza del fatto che solo un numero relativamente piccolo di Paesi ha avuto un’eccedenza di produzione rispetto al consumo interno e che la carne di tacchino è stata con-

Windhorst, H.-W.: The Champions League of the chicken meat producing countries. In: Zootecnica International 42 (2020), n. 7/8, pag. 22-26. Windhorst, H.-W.: The contrasting world of poultry production. In: Fleischwirtschaft international (2020), no. 3, p. 8-10. Windhorst, H.-W.: Regional concentration in global poultry meat production. An overview at continent level. In: Zootecnica International 42 (2020), n. 12, pag. 24-27. Windhorst, H.-W.: The red-white-shift in global meat production. In: Zootecnica International 43 (2021), n. 5, pag. 32-37.

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TECHNICAL COLUMN

La gestione delle uova e dei pulcini da giovani riproduttrici La mortalità nella prima settimana è spesso più elevata nei pulcini di riproduttrici molto giovani (25-30 settimane) che nei pulcini di quelle più anziane. Cosa rende questi pulcini più vulnerabili?

Disponibilità di nutrienti e metabolismo dei grassi Durante l’incubazione l’embrione in via di sviluppo utilizza nutrienti dal sacco vitellino, la cui composizione nutrizionale dipende da diversi fattori, tra cui l’età della gallina.

Lotte Hebbink, Incubation specialist Pas Reform

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Le galline più giovani depongono generalmente uova più piccole rispetto alle galline più vecchie, con una quantità di tuorlo minore rispetto all’albume. Inoltre, gli studi dimostrano che il tuorlo fresco di giovani riproduttrici ha un profilo diverso di acidi grassi,

- technical column -

contiene meno grassi e proteine e più acqua rispetto a quello di galline più anziane. Durante la fase principale dell’incubazione, l’embrione di un pulcino si basa per oltre il 90% sull’ossidazione degli acidi grassi del tuorlo per soddisfare la sua domanda energetica. Gli studi dimostrano che gli embrioni e i pulcini di giovani riproduttrici possiedono una minore capacità di mobilitare i lipidi e trasferire le lipoproteine per l’energia e hanno un assorbimento del tuorlo relativamente inferiore. Altri studi mostrano che il 20º giorno dello stato embrionale l’altezza dei villi,


TECHNICAL COLUMN

la profondità della cripta e l’altezza dei microvilli sono più corti nel digiuno degli embrioni provenienti da gruppi giovani. I villi intestinali più corti forniscono meno superficie di contatto per assorbire i nutrienti dal tuorlo o dal mangime, il che potrebbe influenzare la crescita e lo sviluppo del pulcino, specialmente durante i primi giorni di vita.

Adeguamenti nell’incubazione e gestione dell’allevamento Le uova di galline giovani passano meno tempo nell’ovidotto rispetto a quelle delle galline più anziane. Di conseguenza questi embrioni, quando l’uovo viene deposto, si trovano ancora in una fase di sviluppo anteriore, il che significa che hanno bisogno di un paio di ore di tempo di incubazione in più. Poiché le uova delle giovani riproduttrici sono in genere più piccole, anche la massa delle uova e il calore all’interno dell’incubatrice sono inferiori. Potrebbero quindi essere necessarie delle modifiche dei valori di settaggio per mantenere una temperatura media del guscio d’uovo di 100 °F all’interno della macchina ed evitare che le uova diventino troppo fredde durante l’ultima fase dell’incubazione. Per ridurre la mortalità della prima settimana, i pulcini di un giorno provenienti da galline giovani possono beneficiare di un supporto nutrizionale supplementare direttamente dopo la schiusa. In uno studio sul campo condotto da Royal Pas Reform, che includeva 1,8 milioni di pulcini, è stato scoperto che fornire cibo nello SmartStart™ riduceva considerevolmente la mortalità dei pulcini provenienti da riproduttrici di 25-30 settimane di età.

Anche la gestione dell’allevamento necessita di essere adattata a questi pulcini. Ad esempio, le linee di abbeveraggio dovrebbero essere abbassate per evitare che essi non riescano a raggiungere i nipple per abbeverarsi. Inoltre, poiché i pulcini piccoli hanno una superficie corporea relativamente maggiore rispetto alla loro massa corporea e quindi perdono calore più rapidamente, è necessario garantire una temperatura di pulcinaia più elevata per mantenere una temperatura rettale di 104-105 °F. I pulcini delle giovani riproduttrici hanno bisogno di uno o due giorni in più per passare da uno stato di semi-poichilotermia a uno di omeotermia. Oltre a fornire condizioni di temperatura ottimali, anche un supporto nutrizionale può aiutare questi pulcini a partire in modo ottimale.

Consigli Per le uova e i pulcini di riproduttrici molto giovani (25-30 settimane di età): • posizionare le uova nell’incubatrice quattro ore prima o tirare fuori i pulcini quattro ore dopo per aumentare il tempo di incubazione; • regolare i valori della temperatura in modo da ottenere una temperatura media del guscio d’uovo di 100 °F; • fornire un supporto nutrizionale subito dopo la schiusa; • abbassare l’altezza delle linee di abbeveraggio; • aumentare la temperatura di cova per raggiungere la corretta temperatura rettale di 104-105 °F. La bibliografia è disponibile su richiesta

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PREVENZIONE E TRATTAMENTO

DEL PROLASSO NELLE OVAIOLE Nelle galline ovaiole il prolasso rappresenta una tra le maggiori preoccupazioni per gli allevatori. Durante il processo di deposizione dell’uovo, l’ultima parte del tratto riproduttivo (ovidotto) è temporaneamente capovolta, il che permette alla gallina di deporre un uovo pulito, riducendo la possibilità che i batteri entrino nell’ovidotto.

A volte il tessuto non si ritrae dopo che l’uovo è stato deposto e questa condizione è definita prolasso.

Se le altre galline notano il prolasso, saranno attratte dalla consistenza umida e scintillante dell’ovidotto, scatenando così il fenomeno del cannibalismo.

La prima indicazione di un possibile prolasso è la presenza di uova striate di sangue e il loro rilevamento può aiutare a prevenire ulteriori danni.

Il prolasso è solitamente correlato allo sviluppo scheletrico durante lo svezzamento, indipendentemente dal peso corporeo in fase di produzione. Pertanto, è importante raggiungere il peso target corporeo massimo durante lo svezzamento, e in particolare tra le 4 e le 8 settimane.

Autori di riferimento: Dott. Rajesh Kumar Singh, Jamshedpur, Jharkhand, India, rajeshsinghvet@gmail.com - 11 luglio 2019 Dott. Jacquie Jacob, Università del Kentucky

Quali sono le cause del prolasso nelle galline? Di seguito è riportato un riepilogo delle condizioni in cui è più probabile che si verifichino problemi legati al prolasso.

Soggetti sovrappeso o sottopeso I soggetti in sovrappeso sono più suscettibili al prolasso per via della generale debolezza muscolare e della tendenza a deporre uova più grandi.

Un uso inadeguato della fase pre-deposizione e/o modifiche nutrizionali apportate nelle due settimane prima dell’inizio della produzione di uova. Età riproduttiva del gruppo

L’eccessivo deposito di grasso vicino agli organi riproduttivi favorisce la predisposizione al prolasso.

Prolasso

Dieta sbilanciata Un livello insufficiente di calcio nella dieta non solo inficerà una buona formazione del guscio, ma comporterà anche una riduzione del tono muscolare. Il calcio è importante per il corretto tono muscolare; muscoli deboli possono rendere più difficile il rientro dell’ovidotto, aumentando il suo tempo di esposizione.

Il prolasso si verifica con maggiori probabilità durante il picco di produzione e di massa delle uova, come risultato della grande richiesta metabolica tipica di queste fasi.

Galline che depongono uova doppie La dimensione eccessiva di queste uova fa distendere e indebolisce i muscoli della cloaca.

Alta intensità luminosa In condizioni di elevata intensità luminosa, le galline hanno maggiori probabilità di vedere ed essere attratte dall’ovidotto estroflesso.

Dott. Martin Zuidhof, Università di Alberta, Edmonton 18 luglio 2002

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Come prevenire il prolasso nelle ovaiole?

I possibili casi di prolasso dell’ovidotto sono collegabili generalmente alla fase di sviluppo delle pollastre, durante l’accrescimento, nel caso in cui la cintura pelvica non sia ben sviluppata, il più delle volte a causa di un peso corporeo basso in fase di svezzamento.

La chiave per prevenire l’insorgenza dei problemi di prolasso è una buona gestione. Una diagnosi precoce e un’azione tempestiva sono fondamentali per ridurre al minimo gli effetti del prolasso.

Quando

in un gruppo c’è un evidente problema di prolasso, questo viene spesso considerato come la causa di un aumento della mortalità, ma non sempre è vero.

Diete con un contenuto energetico superiore al fabbisogno richiesto possono aumentare i livelli di carboidrati in esse contenuti, il che può contribuire a incrementare le riserve di grasso intestinale.

L’aumento della mortalità può essere associato a un incremento del cannibalismo verso la zona interessata al prolasso da parte delle altre galline, con perdita di sangue e danni intestinali.

Un contenuto di grassi complessivamente troppo elevato nel mangime contribuirà al rischio di prolasso, a causa del maggiore accumulo di lipidi nella regione addominale che, a sua volta, restringe il passaggio dell’uovo e spinge le galline a forzarne l’uscita causando un possibile prolasso.

Prendere nota di quanto segue La stimolazione luminosa dovrebbe avvenire quando le pollastre raggiungono il peso e l’età consigliati dalla casa genetica. Sono necessarie razioni alimentari bilanciate, per sostenere la produzione di uova e mantenere il peso ai livelli raccomandati. Bisogna garantire che l’intensità della luce in allevamento sia al livello raccomandato dalle aziende di selezione. A livelli di alta intensità di illuminazione bisogna coprire le finestre, se presenti, e ridurre la potenza delle luci. Osservare è un fattore fondamentale per rilevare qualsiasi comportamento di beccaggio della cloaca non desiderato, prima che diventi un problema serio. Spruzzare l’area prolassata con un idoneo spray medicato come Oxytetravet (se possibile) per favorire la guarigione. Una cattiva gestione del nido, che costringe alle galline di stare nei box più a lungo del necessario, può aumentare il rischio di cannibalismo.

I seguenti suggerimenti possono aiutare a ridurre le perdite nel gruppo se si verifica un problema di prolasso Non superare le 16 ore di luce (meglio 15 ore). Ridurre anche l’intensità luminosa (massimo 40 lux nei capannoni a luce naturale, 20-30 lux in quelli con luce artificiale). Adeguare l’energia metabolizzabile nella fase Developer al limite inferiore raccomandato. Integrare con Vitamina C @ 1 g/l somministrata tramite acqua di bevanda nelle ore mattutine.

Spesso

uno dei primi segni di prolasso è il numero di uova con segni di sangue sul guscio. Questo dovrebbe essere usato come motivo per migliorare la gestione, al fine di ridurre l’impatto del fenomeno e prevenire ulteriori problemi di salute connessi.

Successivamente riprendere le normali pratiche Nella maggior parte dei casi, eventuali problemi di prolasso nelle galline ovaiole sono causati da una combinazione di fattori. Comprendere i punti critici può aiutare a prevenire il verificarsi di questi problemi: Non esiste un trattamento efficace per il prolasso. La preGalline in sovrappeso venzione è il miglior metodo di controllo. Iniziare ad aumentare il numero di ore di luce (fotostimolazione) prima che la pollastra abbia raggiunto il giusto peso.

Diete sbilanciate

Addestrare le galline a usare il nido solo per la deposizione. Il cannibalismo si verifica spesso in seguito all’esposizione della cloaca ad altre galline. Le galline che depongono uova grandi, a doppio tuorlo, sono più inclini al prolasso. Inoltre, il prolasso è probabile che si verifichi durante il picco di produzione.

Iniziare la fotostimolazione solo quando le galline hanno raggiunto il giusto peso ed età, fattori che variano da razza a razza, ma indicativamente avvengono a 17 settimane. Fornire diete bilanciate, formulate in modo specifico per pollastre e poi per ovaiole. Monitorare l’intensità della luce. Gli avicoli sono più sensibili alla luce degli umani e una luminosità eccessiva può portare a effetti indesiderati di cannibalismo, in particolare intorno alla cloaca quando è presente prolasso.

Disclaimer Questo articolo, tratto da Tool Box Lohmann, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiarne o distribuirne alcuna parte senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS. Tradotto da Gianluca Selva, ALI LOHMANN Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia Per ulteriori informazioni e altri articoli visitare il sito: www.lohmann-breeders.com o contattare direttamente: LOHMANN BREEDERS GMBH Am Seedeich 9 – 11 27472 Cuxhaven / Germania E-mail: info@lohmann-breeders.com

PROLASSO NELLE OVAIOLE - PREVENZIONE E TRATTAMENTO 2021


MANAGEMENT

Ventilazione: cos’è la pressione negativa e perché è importante? Gli articoli tratti dalla serie di webinar che su questo tema ha organizzato il Department of Poultry Science della University of Georgia si concludono con un’analisi dei problemi legati alla ventilazione forzata. Nei moderni capannoni avicoli si utilizza spesso una ventilazione forzata: in questo sistema il nodo essenziale non è quello di fornire una ventilazione massima, ma piuttosto quello di stabilire quella minima, al fine di evitare sprechi di energia per il riscaldamento, correnti fredde sugli animali, nonché bruschi e pericolosi cali di temperatura ambientale.

Luigi Montella Medico veterinario

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Esistono varie tipologie di ventilazione: quella naturale, o con finestre, può essere efficace in climi moderati, in presenza di soggetti adulti e con differenze termiche minime tra interno ed esterno.

- management -

In presenza di climi freddi, invece, diventa difficile regolare una costante immissione di aria fresca. Con le finestre aperte, infatti, non si riesce a controllare il ricambio di aria per varie cause (ad esempio per la presenza di polvere e ragnatele che coprono le reti antipassero, ostruendo di fatto le aperture). Inoltre la distribuzione dell’aria in entrata è poco uniforme e i soggetti più vicini alle finestre sono più esposti all’aria rispetto a quelli che si trovano al centro del capannone. Infine, l’aria esterna fredda, essendo più pesante di quella calda nel capannone, appena entrata si dirige direttamente verso


MANAGEMENT

terra, raffreddando i polli, senza miscelarsi correttamente a quella calda che si trova naturalmente nelle zone alte del capannone. In tal modo i polli non solo si raffreddano, ma l’aria che scende sulla lettiera, ancora fredda, ha una limitata capacità di assorbire umidità, e quindi non riesce ad asciugarla correttamente.

Stabilire una corretta pressione negativa Se vogliamo controllare meglio lo scambio e la distribuzione dell’aria, dobbiamo quindi impostare una ventilazione forzata, meglio se basata su una pressione negativa, nella quale i ventilatori regolano la quantità del ricambio di aria in uscita, mentre gli ingressi dell’aria controllano al meglio la sua distribuzione e miscelazione. Avere a disposizione ventilatori e ingressi di aria regolabili non basta però a controllare correttamente il ricambio e la distribuzione di aria. Infatti, se non si stabilisce una pressione negativa corretta nel capannone, si rischia di immettere troppo velocemente aria fredda che, senza distribuirsi bene all’interno, esce riscaldata, passando per il soffitto,

lasciando così l’ambiente sottostante immodificato e statico. Bisogna pertanto evitare correnti e distribuzione dell’aria a macchie nel capannone, sia come stratificazione che a livello di lettiera, con zone più fredde e altre più calde. Infatti in quest’ultimo caso i soggetti si posizionano nelle zone più confortevoli, bagnando maggiormente la lettiera, mentre altre aree restano completamente libere: di fatto la densità per metro quadrato aumenta nelle zone più affollate e diminuisce in quelle vuote. Se invece si ottiene una corretta pressione negativa, attraverso la gestione degli ingressi dell’aria insieme ai ventilatori, questa resterà la stessa in tutto il capannone, indipendentemente dalle sue dimensioni. Ciò significa che l’aria estratta dai ventilatori entra ugualmente da tutti gli ingressi, senza creare delle differenze ambientali. È possibile rilevare la presenza di pressione negativa con facilità: se le fenestrature sono realizzate in telo plastico, questo viene lievemente risucchiato verso l’interno e le porte sbattono quando le si chiude. Fare una prova pratica è piuttosto semplice: è sufficiente infilare in un ingresso

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MANAGEMENT

di aria un tubino di plastica trasparente, immerso da un lato in un bicchiere di acqua. Se si nota un innalzamento del livello dopo l’inserimento, significa che internamente è presente una pressione negativa, che risucchia l’acqua di alcuni millimetri: questo livello aumenterà con una pressione negativa crescente. Se invece si desidera ottenere una valutazione più tecnica, si può usare un misuratore di pressione. Il livello di pressione negativa deriva sia dal numero e dalla velocità dei ventilatori in estrazione (se sono molti aumenta la pressione negativa e viceversa), che dall’apertura delle finestre. Per misurare la velocità dell’aria in ingresso, si usa un anemometro posto vicino agli ingressi di aria: maggiore sarà la quota di aria estratta, maggiore la pressione negativa che si crea, e quindi maggiore sarà la velocità di aria in ingresso. Il crearsi di una pressione negativa nel capannone garantisce che da ciascun ingresso di aria la quantità e velocità siano le stesse, creando di conseguenza un ambiente uniforme. L’aumento o la diminuzione del volume di aria estratta avrà i medesimi parametri dappertutto, indipendentemente dalla distanza delle finestre dai ventilatori. Ciò è importante, perché altrimenti, senza pressione negativa, l’aria entra naturalmente con maggiore volume e velocità dagli ingressi più vicini ai ventilatori, creando un ambiente disomogeneo, con aree calde o fredde, e relative correnti sugli animali. Controllare la velocità di ingresso dell’aria consente di farla entrare con forza, tramite apposite aperture, convogliandola verso il soffitto dove si trova quella calda, permettendo di miscelarsi ad essa riscaldandosi, e di scendere infine sui polli, portando ossigeno e rimuovendo, al contempo, umidità e gas nocivi.

Le aperture Una pressione negativa da sola non è sufficiente: occorre anche disporre di ingressi di aria corretti, in grado di aumentare e diminuire l’apertura a seconda delle richieste ambientali e dell’attivazione dei ventilatori, e di direzionare l’aria dove si vuole, quindi verso l’alto. Una volta si usavano piccole aperture, realizzate abbassando di poco la fenestratura laterale, che però non fornivano uniformità: l’aria sul soffitto rimaneva calda, mentre erano evidenti gli sbalzi termici a livello degli animali. In seguito si sono adottate diverse tipologie di finestrelle ad apertura varia-

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bile, in grado di dosare sempre correttamente il flusso, la velocità e la direzione dell’aria in ingresso. Semplici strumentazioni, come l’uso di fumiganti o di fotografie a ultrarossi, oggi consentono di vedere dove si distribuiscono aria e calore, verificando la correttezza della ventilazione. Il numero di ingressi di aria di un capannone dipende ovviamente sia dalla quantità e dalla capacità dei ventilatori che dal ricambio che si desidera ottenere, in termini di metri cubi/ora. Di solito l’obiettivo è ottenere una pressione negativa di 0,10 pollici, misurata tramite un apposito lettore di pressione, riferendosi a un rapporto tra ricambio di aria, densità degli animali e superficie del capannone. Ovviamente le richieste di ricambio di aria e quindi di ventilazione minima sono diverse in base all'età e al peso dei polli: in pulcinaia occorrerà calcolare il calore e il gas prodotti dalle cappe; poi, a seconda del peso e della densità, aumenterà il metabolismo dei pulcini e di conseguenza il volume dei ricambi di aria. Parimenti ciò avviene se le temperature esterne crescono. Pertanto, conoscendo peso e densità di accasamento dei polli, si può valutare il calore da essi prodotto, da disperdere con la ventilazione, regolandola di conseguenza: su polli adulti si calcola all’incirca, per ogni metro quadrato di superficie, una ventilazione di 5 metri cubi di ricambio.

Conclusioni Riassumendo, la pressione negativa, una volta instaurata, è la medesima in tutto il capannone: essa dipende dalla velocità di ingresso dell’aria nel capannone, secondo un rapporto non lineare. Possiamo valutare che in un metro quadrato di apertura entreranno 750 metri cubi di aria, mantenendo una pressione negativa di 0,10 pollici. Il minimo cui riferirsi è in genere di 5 metri cubi di ricambio per metro quadrato di spazio interno del capannone. Ricordiamo infine che polli e pollastre hanno peso e metabolismo assai diverso: queste ultime necessitano di circa il 40% di ventilazione in meno, mentre i tacchini, con metabolismo più accelerato, abbisognano al contrario del 35% in più di ricambio di aria. Tratto da 2021 UGA Cold Weather Poultry House Ventilation System Principles, Design, and Operation Seminar, University of Georgia, College of Agricultural & Environmental Sciences, Department of Poultry Science

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Intra Calferol - Uova dure da rompere! La qualità di un uovo può essere valutata sulla base di diversi standard che definiscono sia le sue caratteristiche interne, sia quelle esterne. Per i produttori l’aspetto e la qualità di un uovo hanno implicazioni economiche: ne sono l’esempio la presenza di uova di scarto e il loro conseguente declassamento. Parlando di uova, la qualità può essere valutata sulla base di diversi standard che definiscono non solo le caratteristiche interne ma anche esterne dell’uovo. Per i produttori l’aspetto e la qualità di un uovo hanno implicazioni economiche: la presenza di uova di scarto e il loro conseguente declassamento ne sono l’esempio. Con l’avanzare dell’età di un gruppo di ovaiole in produzione, è comune assistere a una riduzione non solo della produzione ma anche della qualità delle uova. Galline più anziane producono uova più grandi ma depositano le stesse quantità di minerali per la produzione del guscio, per cui è comune che i gusci diventino più sottili e più fragili, portando quindi a una minore resistenza alla rottura e a una maggiore incidenza di uova con guscio incrinato o danneggiato.

I «mattoni» e il «cemento» essenziali per il guscio: calcio, fosforo e magnesio Qualità del guscio

Luca Vandi Managing Director Intracare Italy, Cheng Lee DVM Product Manager Intracare

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Kramer definisce la qualità come l’insieme delle caratteristiche di un determinato alimento che influenzano l’accettazione o il rifiuto di esso da parte del consumatore. È corretto affermare quindi che i consumatori scelgono gli alimenti in base alla qualità, incluso l’aspetto visivo del cibo stesso. Parametri come uniformità, intensità del colore e consistenza sono solo alcuni degli esempi che i consumatori utilizzano per giudicare la qualità di un alimento.

- nutrizionistica -

Il guscio è composto principalmente da lunghe colonne di carbonato di calcio (98,2%). Minerali come fosforo, magnesio, zinco, potassio, manganese e rame costituiscono il resto della matrice del guscio. È noto che il calcio funge da “mattoni” del guscio poiché è il minerale più abbondante. Tuttavia, sebbene gli altri minerali siano presenti solo in quantità minime, la loro importanza nel fornire al guscio struttura e forza non deve essere trascurata. Questi micro-minerali hanno proprietà leganti il calcio, fungendo quindi da “cemento” per i mattoni. La quali-


NUTRIZIONISTICA

tà di un guscio in termini di porosità, spessore e resistenza alla rottura dipende tutta da questi componenti essenziali. La vitamina D3 gioca un ruolo chiave nel permettere il trasporto di questi minerali dall’intestino al flusso ematico. Un deficit di vitamina D3 comporta uno scarso assorbimento di questi minerali, con conseguenze negative sull’apparato scheletrico e sul guscio dell’uovo. Negli allevamenti di galline ovaiole dalle 50 settimane in poi è pratica piuttosto comune fornire gli animali di una supplementazione specifica e puntuale attraverso l’acqua da bere, soprattutto se si tratta di migliorare la qualità del guscio e la robustezza

Come è formato il guscio • Composizione - 98,2% CaCO3 - 0,9% Fosforo - 0,9% Magnesio

dell’apparato scheletrico. Intra Calferol fornisce agli animali vitamina D3 a elevata biodisponibilità, calcio chelato, magnesio e una fitasi stabile in ambiente acquoso. Il tutto per supportare la produzione di uova di alta qualità.

Prova di campo con Intra Calferol L’influenza di Intra Calferol sulla qualità delle uova è stata valutata in una prova di campo in Italia, su 44.000 galline Lohmann Brown allevate in voliera. L’allevamento consisteva di 4 box separati. Il box 2 (22.000 galline) è stato selezionato come controllo, mentre il box 4 (22.000 galline) è stato seleziona-

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NUTRIZIONISTICA

to come gruppo di prova Intra Calferol. Intra Calferol, un integratore concentrato di vitamina D3, calcio e magnesio chelati e “phosphate-releaser” è stato aggiunto all’acqua da bere secondo un protocollo prestabilito e al dosaggio raccomandato di 1 litro di prodotto in 1.000 litri di acqua. La sperimentazione è iniziata quando le galline avevano 69 settimane di età ed è continuata per 12 settimane. La raccolta delle uova, l’analisi di laboratorio e l’analisi statistica dei dati sono stati condotti dal Dipartimento di Nutrizione Animale dell’Università di Bologna. Dai due capannoni oggetto di prova, un totale di 400 uova/capannone sono state campionate casualmente all’inizio della prova (T0), dopo 6 settimane (T1), dopo 12 settimane e alla fine della prova (T2) per la determinazione dei principali parametri di qualità del guscio e dell’uovo.

Miglioramento della qualità del guscio Il peso e lo spessore del guscio sono stati entrambi migliorati dopo il periodo di trattamento con Intra Calferol, come mostrato rispettivamente nella Figura 2 e nella Figura 3. In 12 settimane il gruppo Intra Calferol ha migliorato il peso del guscio del 4,3% (pari a +0,28 g) e dello spessore del guscio del 4,2% (= +0,02 mm). Ciò è probabilmente dovuto al miglior utilizzo di “mattoni” (calcio) e “cemento” (fosforo e magnesio) da parte del gruppo trattato, con conseguente miglioramento della qualità del guscio.

MIGLIORAMENTO DELLO SPESSORE DEL GUSCIO

5% 4% 3% 2% 1% 0%

T1 vs T0

Controllo

T2 vs T0

Intra Calferol

Figura 3: miglioramentomedio dello spessore del guscio

mento della resistenza alla rottura del guscio d’uovo del gruppo Intra Calferol è stato costantemente superiore a quello del gruppo di controllo. In 12 settimane il miglioramento del carico di rottura grazie a Intra Calferol è stato del 6,2% (pari a +0,23 kg). Tutto questo a conferma del migliore utilizzo di calcio, fosforo e magnesio nel gruppo trattato con Intra Calferol. MIGLIORAMENTO DEL CARICO DI ROTTURA DELLE UOVA

8%

6%

MIGLIORAMENTO DEL PESO DEL GUSCIO

4%

5%

2% 4%

0%

3%

Controllo

1%

T1 vs T0

Controllo

In conclusione, l’integrazione di Intra Calferol ha contribuito a migliorare significativamente la qualità del guscio in termini di peso e spessore, portando a un significativo miglioramento del suo carico di rottura. Meno uova rotte = più uova commercializzabili!

T2 vs T0

Intra Calferol

Figura 2: miglioramento medio del peso del guscio

Un guscio più pesante e spesso, nelle uova deposte da animali trattati con Intra Calferol, ha dato uova con un migliore carico di rottura, come evidenziano i dati della Figura 4. Sia al tempo T1 sia al tempo T2, il migliora-

42

T2 vs T0

Intra Calferol

Figura 4: milgioramento medio del carico di rottura delle uova

2%

0%

T1 vs T0

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NUTRIZIONISTICA

Effetti di un’alimentazione con multixilanasi su performance e salute intestinale del pollo I polisaccaridi non amidacei (NSP) e in particolare gli arabinoxilani (AX) con struttura chimica complessa sono uno dei principali fattori di alterazione della crescita e della salute intestinale del pollo. L’uso di multixilanasi, indirizzata sia verso la struttura dello xylosio che delle catene brevi collegate allo xilano, può migliorare sinergicamente la digeribilità di mangimi vegetali ricchi di AX.

In questo articolo viene dimostrato che la somministrazione di un complesso di multienzimi, contenente principalmente xilanasi ed arabinofuranosidasi, può essere usato per migliorare la digeribilità delle materie prime, con risvolti favorevoli sulle performance e sui principali indicatori di salute intestinale del pollo.

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I polisaccaridi non amidacei (NSP) sono uno dei fattori antinutrizionali chiave nelle diete dei monogastrici. Sono presenti a livelli elevati sia nel mais che nel frumento, come pure in fonti proteiche di origine vegetale, come il panello di soia e i derivati della distillazione (DDCG). I polimeri NSP vengono categorizzati come cellulose, emicellulose (AX e betaglucani) e pectine e sono prevalentemente presenti nelle pareti cellulari dell’endospermio e nella crusca. Gli

- nutrizionistica -


NUTRIZIONISTICA

arabinoxilani (AX), che sono i polisaccaridi non amidacei principali, variano come quantità e struttura biochimica tra le diverse materie prime vegetali. L’arabinoxilano consiste in una struttura lineare di β-(1-4)-xylopropiranosil (X) che vengono sostituiti da catene brevi laterali, tra cui L-arabinosio (A), acido ferulico e Oacetil. L’arabinoxilano non può essere facilmente digerito dall’intestino dei monogastrici e causa un chimo viscoso, la diluizione delle materie prime e una barriera fisica a livello del tratto gastrointestinale. Essi peggiorano le performance e la salute intestinale per la proliferazione di batteri patogeni, un’infiammazione intestinale, funzioni alterate della barriera intestinale e le lesioni intestinali che ne derivano. L’aggiunta di enzimi nel mangime mitiga gli effetti avversi dell’arabinoxilano. Data la sua struttura complessa, è possibile che sia utile somministrare un insieme di xilanasi piuttosto che una singola, nel tentativo di colpire sia la struttura base (come la citata xilanasi, Xyl) che le catene brevi laterali (come la arabinofurnarosidasi, Abf). Si ipotizza che ciò comporti miglioramenti significativi nella digeribilità del mangime, con migliori performance e salute intestinale nel pollo. Per valutare questa ipotesi, sono state fatte prove, sia in vivo che in vitro, per valutare l’efficacia di preparazioni multienzimatiche della Rovabio (MEP, Adisseo), come pure Xyl e Abf, sia singoli che insieme.

I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.

Metodica Prove in vitro Derivati degli enzimi della Xyl (famiglia GHI 1) e di Abf (GH 51) sono stati isolati da Talaromyces versatilis ed espressi in Pichia pastoris. Questi enzimi sono stati qui testati per la loro efficacia nel digerire sia mais che frumento, sia individualmente che insieme (Xyl; Abf; Xyl+Abf). Il metodo di incubazione in vitro usato in questa prova era la procedura analitica di NSP descritta da Boisen e Fernandez (1997), con l’esclusione del terzo passaggio. La metodica è basata su un processo di idrolasi enzimatica. I campioni di mais e frumento sono stati incubati in successione con a) pepsina e pancreatina per 3 ore e b) con o senza l’enzima esogeno (Xyl, Abf o Xyl+Abf) per 4 ore. Il coefficiente di digeribilità in vitro della materia secca (dig DM) è stato calcolato per ciascuna incubazione, secondo il modello in vivo dig DM = (DM nel mangime DM nelle feci)/DM nel mangime, dove DM nel mangime e nelle feci corrispondevano al peso della materia secca nel residuo non idrolizzato. Un test con l’acido dinitrosa-

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NUTRIZIONISTICA

Tabella 1 – Caratterizzazione di frazioni di frumento idrosolubili aggiunte al gruppo PC (dieta per pollo a base di frumento non trattato) e al gruppo MEP (dieta pollo a base di frumento con l’aggiunta di multienzimi xilanasi, glucanasi e arabinofuranosidasi), n=6. PC Proteina (% peso secco)

14.0 b

± 0.2

MEP 21.0a

Valore P

± 0.1

<0.001

Zuccheri (% peso secco) Arabinosio

19.1 ± 1.6

19.3 ± 1.7

0.291

Xilosio

32.2 ± 1.7

34.5 ± 2.1

0.104

Mannosio

0.2 ± 0.1

0.5 ± 0.1

0.709

Galattosio

3.2 ± 0.4

4.4 ± 0.3

0.971

Glucosio

5.2 ± 0.5

5.4 ± 0.6

0.382

270 b ± 13

54a ± 7

<0.001

Peso molecolare (kDa)

178.6

49.6

-

Viscosità intrinseca (mL/g)

215.7

54.1

-

Grado di polimerizzazione

licilico (DNS) è stato usato per misurare ciò che veniva rilasciato dai polisaccaridi.

Prove in vivo Il Rovabio MEP è stato prodotto dalla fermentazione di Talaromyces versatilis e fornito in forma liquida. Conteneva xylanasi (5500 U/ml), glucanasi (7500 U/ml) e arabinofuranosidasi (23000 U/ml). Un totale di 288 maschi Ross PM3 di 1 giorno sono stati suddivisi in 3 gruppi di 96: un gruppo di controllo senza aggiunta (NC) e 2 gruppi trattati con due tipi di frazioni di frumento idrosolubile (WF) allo 0,1% nel mangime base,

identificati rispettivamente come controllo positivo (PC) e (MEP). Ogni gruppo trattato comprendeva 8 box di 12 soggetti. La stessa dieta sperimentale, a base frumento, è stata somministrata a tutti i soggetti durante tutta la prova di 14 giorni. In breve, l’aggiunta di MEP al gruppo WF è stata incubata con Rovabio, mentre il gruppo PC è stato alimentato con WF non trattato. La caratterizzazione di entrambe le formulazioni è riportata in Tabella 1. La procedura di preparazione delle frazioni di frumento idrosolubile (WF) è stata descritta in dettaglio da Yacoubi et al. (2017). Al giorno 14, i polli sono stati pesati individualmente ed è stato misurato il consumo alimentare (FI) per ogni box, per calcolare la conversione (FCR) e il peso (BWG). 3 polli per ogni box, ovvero 24 per trattamento, il cui peso rientrava nella media, sono stati soppressi con CO2. Poi è stato pesato il contenuto dei digesta cecali, immediatamente mescolato con acqua distillata, in ragione di 2 ml/g, conservandolo poi a -20 °C per l’analisi di SCFA e acido lattico. È stato raccolto circa 1 cm di tessuto dalla parte distale del cieco e anche dell’ileo, a livello del diverticolo di Meckel; sono stati raccolti subito dopo la soppressione, messi in RNALater (Sigma-Aldrich, St. Louis, MO), poi conservati a -20 °C. Per quantificare l’infiltrazione di linfociti T (sintomo del livello di infiammazione) in cieco ed ileo è stata fatta un’analisi immunoistochimica, come descritto da Van Immerseel et al. (2002). Con anticorpi monoclonali indirizzati verso CD3 (Dako, Glostrup, Danimarca), per rilevare le cellule L (linfociti), si è usato in kit derivato da anticorpi policlonali antiumani di coniglio Tabella 2 – Impatto dell’enzima esogeno sulla digeribilità della materia secca (dig DM) e contenuto di acido dinitrosalicilico (DNS) in gruppo di controllo (farina di frumento o mais), gruppo Xyl (farina di frumento o mais trattata con xilanasi), gruppo Abf (farina di frumento o mais trattata con abrabinofuranosidasi) e gruppo Xyl+Abf (farina di frumento o mais trattate con xilanasi e arabinofuranosidasi), n=6. Controllo

Xyl

Abf

Xyl+Abf

Valori P

dig DM, % Frumento

72.5c

75.4b

78.2a

79.6a

<0.001

Mais

49.8b

48.8b

52.8a

52.0a

<0.001

Frumento

1.728b

1.717b

2.783a

2.803a

<0.001

Mais

2.470 c

2.509 b

3.650a

3.884a

<0.001

DNS

46

- nutrizionistica -


NUTRIZIONISTICA

Tabella 3 – Effetto dell’aggiunta di 0.1% di frazioni di frumento idrosolubili (WF) trattate con multi-enzimi (MEP) o senza (PC),rispetto a una dieta senza WF (NC), su consumo (FI), peso (BWG) e tasso di conversione alimentare (FCR) da 0-14gg. Parametri (0-14gg)

NC

PC

FI (gr/pollo)

547b

± 29

559b

BWG (g/pollo)

425b

± 26

430 b

FCR

1.29 ± 0.18

MEP

± 33

± 31

<0.001

± 25

458a

± 26

<0.001

1.29 ± 0.18

0.397

1.30 ± 0.19

(Phoenix Pharmaceuticals Inc, Burlingame, USA), con colorazione immunoistochimica.

Valori P

591a

di quelle con struttura di AX biochimicamente più complessa, come il frumento. Abbiamo anche visto che somministrare Abf da solo dava un miglioramento simile a quello dei gruppi trattati con Xyl e Abf insieme. Si ipotizza che, a causa della limitata complessità del modello in vitro, non fosse facile ottenere ulteriori miglioramenti dall’associazione dei due.

Risultati e discussione Prove in vitro Il rapporto delle razioni A/X differiva tra frumento (0,65) e mais (0,73) in linea con le osservazioni di altri studi. La digeribilità DM e DNS, ottenuta sia in presenza che in assenza di Xyl e Abf, soli o insieme, è riportata nella Tabella 2. La digeribilità DM maggiore e i valori DNS si rilevavano con Abf da solo, e con Xyl ed Abf insieme (P<0,001). Si desume dunque che un sistema multienzimatico di xilanasi può migliorare significativamente la digeribilità delle materie prime del mangime, specialmente

Una prova sugli animali in vivo potrebbe essere un modello migliore per dimostrare l’effetto di multienzimi, sia sullo xilosio che sulle catene laterali brevi, rispetto all’enzima singolo.

Cellule L

(Cell/mm2)

Come si evince dalla Tabella 3, l’aggiunta di WF trattato con MEP nella

NC In cripte

1.1b

In villi

15.9c

± 0.1 ± 1.1

PC 2.2b 25.2b

MEP

± 0.3

7.8a

± 2.8

79.9a

± 0.2 ± 2.6

Valore P <0.001 <0.001

Ileo

16.1b ± 1.1

15.9b ± 0.6

8.1a ± 0.6

<0.001

Ceco

16.8b ± 0.9

15.7b ± 0.7

7.0a ± 0.6

<0.001

43.6b ± 3.4

39.4b ± 2.5

65.6a ± 5.6

<0.001

33.4b ± 2.8

30.6b ± 2.1

49.7a ± 4.9

<0.001

Butirrato

6.6b ± 0.6

5.3b ± 0.6

10.2a ± 1.0

<0.001

Lattato

2.9 b ± 0.3

2.5b ± 0.3

3.7a ± 0.5

<0.001

cellule T (% dell’area marcata)

SCFA totali Acetato

Contenuto Cecale

I polli che hanno ricevuto la dieta con aggiunta di ME e WP trattato avevano maggiore densità di cellule L nelle cripte ileali e nell’epitelio dei villi e minore infiltrazione di linfociti T nell’ileo e cieco, rispetto ai polli alimentati con i trattamenti PC e NC (Tabella 4). Questo risultato suggerisce che trattare WF con MEP dava un miglioramento della barriera intestinale nel pollo, con una migliore crescita. La Tabella 4 inoltre illustra che la SCFA totale, ovvero la concentrazione di acetato e butirrato nel cieco, era notevolmente maggiore nel gruppo MEP trattato WF, rispetto ai gruppi NC e PC, probabilmente a causa della maggiore quota di oligosaccaridi, che sono utilizzati dai batteri benefici per produrre SCFA.

Conclusioni

Prove in vivo

Tabella 4 – Effetto dell’aggiunta alla dieta di un trattamento con 0,1% WFs (MEP) o senza (PC) con Rovabio sulla densità delle cellule L nell’ileo, delle cellule T nella mucosa di ileo e ceco e concentrazione degli acidi grassi totali a corta catena (SCFAs), acetato, butirrato e lattato (in μM) nel contenuto cecale di polli di 14 gg.NC: controllo senza aggiunte. Parametri

dieta base ha migliorato significativamente la conversione e il peso. Però non si sono avuti riflessi sulla conversione FCR.

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La prova in vitro ha mostrato che l’efficienza della xilanasi potrebbe essere migliorata tramite l'aggiunta di arabinofurnarosidasi, per degradare costituenti vegetali con parete cellulare ricca di fibra. In linea con i risultati di laboratorio, quelli in vivo hanno mostrato che frazioni di frumento idrosolubile con MEP aumentavano il peso dei polli, senza peggiorare la conversione FCR. Tali effetti possono essere attribuiti a una migliore immunità e a una maggiore integrità intestinale, dovuta alla maggiore presenza di SCFA nel lume. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli Atti dell’Australian Poultry Science Symposium - 2021

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VETERINARIA

Come ottenere il massimo dai test di sensibilità anticoccidica L’industria avicola ha usato per decenni gli stessi farmaci anticoccidici per la prevenzione della coccidiosi. L’ultima molecola approvata in USA dalla FDA (Food and Drug Administration) risale al 1999 e attualmente non vi sono aziende farmaceutiche che ne ricercano o sviluppano di nuove. Inoltre, negli Stati Uniti gli ionofori sono considerati antibiotici e non possono essere usati per la produzione biologica o antibiotic-free. H. M.

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be essere dovuto al fatto che la limitazione degli ionofori favorisce una maggiore resistenza verso i chimici. Il fatto di non potere usare del tutto gli antibiotici come forma di trattamento, anche quelli dotati di buona attività anticlostridica, favorisce l’insorgenza di enterite necrotica.

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Negli ultimi anni è aumentato l’uso di vaccini, specialmente nella produzione antibiotic-free; i vaccini vivi sono efficaci, se ben somministrati, ma prevedono cicli ripetuti a livello intestinale per produrre immunità. Di conseguenza, nella produzione antibiotic-free, anche delle lievi lesioni intestinali, prodotte dal vaccino, se non sono curate con antibiotici ad attività anticlostridica, possono avere un ruolo nello sviluppo di enterite necrotica, con gravi conseguenze.

L’allevamento avicolo senza uso di antibiotici ha avuto uno sviluppo notevole negli ultimi tempi, soprattutto in seguito ai timori del trasferimento di resistenze antimicrobiche dai prodotti avicoli all’uomo, alle pressioni dei gruppi animalisti, alle preferenze del consumatore e alle campagne di marketing. Ciò ha messo l’industria in una posizione difficile, perché la prevenzione della coccidiosi si può attuare solo usando anticoccidici di sintesi chimica e vaccini. A parte alcune eccezioni, come la nicarbazina in uso dal 1955, gli anticoccidici sintetici possono facilmente favorire lo sviluppo di resistenze e in questo caso il controllo della coccidiosi diviene problematico. Controllare la coccidiosi è importante anche per prevenire l’enterite necrotica (EN), che è diventata particolarmente rilevante proprio nelle strutture antibiotic-free. Ciò potreb-

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I test di sensibilità agli antibiotici (AST) sono stati sviluppati per predirne l’efficacia in campo. Sono molto utili se ben eseguiti e interpretati e rappresentano uno degli strumenti principali di controllo della coccidiosi a lungo termine.

Cos’è un AST? Si tratta di un test di laboratorio in cui coccidi isolati da campioni di campo (solitamente da lettiera o feci) vengono testati in condizioni controllate per valutarne la sensibilità verso i vari prodotti anticoccidici e stabilirne quindi l’efficacia.

Perché sono importanti gli AST? Per ottimizzare la selezione dei trattamenti profilattici in campo è fondamentale conoscere il profilo di resistenza dei parassiti presenti. AST è il miglior metodo attualmente disponibile per valutare e prevedere l’efficacia degli anticoccidici verso le Eimerie in allevamenti di polli di carne. È

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importante effettuare i test AST per rilevare precocemente la resistenza o la riduzione di sensibilità ancora prima che vi siano conseguenze negative nella produzione. Gli AST sono usati anche per determinare l’efficacia di un farmaco anticoccidico nel corso della sua registrazione; sono utili per prevederne la validità anticoccidica verso le Eimerie locali, isolate da allevamenti commerciali, e anche per identificare variazioni di sensibilità nei confronti dei farmaci utilizzati.

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Come si determina il test di sensibilità? La sensibilità viene valutata in varie maniere: alcuni suggeriscono un confronto della differenza di peso tra i gruppi trattati e i controlli positivi e negativi, mentre altri propongono di valutare il numero di oocisti escrete, l’indice anticoccidico, il peso e l’indice di conversione. Dato che gli anticoccidici devono prevenire la coccidiosi, confrontare la percentuale delle riduzioni delle lesioni tra trattati, controlli negativi e positivi rappresenta il parametro di base per valutare le variazioni della sensibilità verso certe molecole. Pertanto, anche se il peso, la conversione e la mortalità vengono registrati per la loro rilevanza economica, qui useremo la percentuale delle lesioni come metodo per valutare la sensibilità degli isolati di coccidi in campo.

Raccolta e invio dei campioni Prima di raccogliere i campioni è importante determinare quale anticoccidico usare e a quale percentuale somministrare nella dieta, in modo che il laboratorio si assicuri che tutti i farmaci anticoccidici siano disponibili prima del periodo di sospensione. È anche utile miscelare tutti i trattamenti in anticipo e condurre delle valutazioni per ciascun trattamento con anticoccidici prima di iniziare un test AST. Un aspetto molto importante è la raccolta e l’invio del campione al laboratorio per preservare la vitalità delle oocisti presenti affinché il campione sia veramente rappresentativo delle Eimerie presenti in allevamento, indicando anche dove è stato prelevato. Poiché non è possibile o necessario campionare ogni struttura, bisogna prelevare almeno un certo numero di campioni (da 5 a 10). È possibile che il risultato di un allevamento sia simile a quello degli altri del medesimo complesso, se gli animali hanno ricevuto del mangime con lo stesso trattamento anticoccidico. La lettiera o i campioni di feci dovrebbero essere raccolti da almeno 6 punti diversi, procedendo a zig zag nella struttura e partendo dalla zona pulcinaia. Se si raccoglie la lettiera, andrebbe prelevata solo la parte superficiale, circa un terzo, in quantità tale da riempire un contenitore da 4-5 litri; se si raccolgono le feci, devono essere almeno 24, fresche e devono essere sia cecali che intestinali. Per aumentare la probabilità di rilevare una quantità sufficiente di oocisti per l’inoculo

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del primo passaggio, i campioni andrebbero prelevati dai gruppi tra i 21 e i 28 giorni di età. I campioni vanno successivamente spediti al laboratorio che esegue il test di sensibilità, in un refrigeratore ben chiuso e mantenendo la temperatura idonea per evitare un eventuale surriscaldamento, ma senza eccedere, perché sia l’eccessivo caldo che il freddo potrebbero danneggiarne la sopravvivenza.

Interpretazione Se le lesioni di qualsiasi tratto intestinale (alto, medio basso) sono diminuite di almeno il 50% o più, l’isolato viene considerato sensibile alla molecola testata; se la diminuzione si attesta tra il 49% e il 30%, l’isolato viene considerato con un valore intermedio di sensibilità alla molecola, mentre se è inferiore al 29% viene valutato come resistente.

Breve descrizione del test Altre considerazioni

Inoculo Appena ricevuta la lettiera o le feci, le si mescolano con il mangime e le si somministrano a polli senza coccidi, tenuti in gabbia, su pavimento a rete. Dal quarto al settimo giorno si raccolgono le feci per contarne le oocisti, che vengono pulite, sporulate e titolate (~105/mL). A questo punto si prepara l’inoculo per la prova di infezione sperimentale; esso va tenuto in condizioni di stoccaggio adeguate sino al giorno di infezione.

AST Il primo giorno del test, i pulcini arrivano dall’incubatoio e vengono posti a caso in pen senza coccidi, con trucioli nuovi. Vengono poi alimentati con una dieta standard starter senza anticoccidici fino al dodicesimo giorno. Sono quindi suddivisi, in genere 8 per gabbia, e trattati con i mangimi oggetto di valutazione. Di solito si effettuano da 3 a 5 repliche per trattamento. I polli del controllo positivo e negativo ricevono mangime non medicato, mentre quelli trattati vengono alimentati con diete contenenti l’anticoccidico, alle concentrazioni previste per ciascun trattamento. Il quattordicesimo giorno tutti i pulcini, tranne i controlli negativi, sono infettati con l’inoculo su menzionato, derivante dalla lettiera o dalle feci, e titolato per avere circa 105 oocisti sporulate di Eimeria spp./mL miste. L’inoculo viene quindi somministrato per via orale con una siringa graduata; di solito contiene una miscela di Eimeria acervulina, E. maxima, e/o E. tenella. Inoltre, il quattordicesimo giorno tutti i polli sono pesati per ogni gabbia calcolando il peso medio per soggetto, che è considerato come peso iniziale per il test AST. Viene poi calcolata la quantità di mangime fornito a ciascuna gabbia per misurare l’indice di conversione a fine prova. Il ventesimo giorno tutti i pulcini di ogni gabbia sono pesati per ottenerne il peso medio; si pesa anche il mangime per calcolare l’indice di conversione per ogni trattamento. I polli sono quindi soppressi per prelevare il tratto intestinale e valutare la gravità delle lesioni indotte dall’infezione coccidica.

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Anche se il test AST dura solamente 20 giorni, bisogna raccogliere e trattare il campione da inoculare, come pure vanno preparate le miscele di mangime e approntata la raccolta dei dati; comunque non è facile avere una risposta entro 6-8 settimane. Idealmente andrebbe fatta una prova di titolazione preliminare con gli isolati per trovare la dose che produca abbastanza lesioni e calo della crescita senza mortalità. Il beneficio che deriva da un test AST è avere dei risultati utili almeno una volta l’anno. Nel tempo, una valutazione ragionevole di efficacia e resistenza può fornire elementi per attuare un valido programma anticoccidico, in cui la chemioterapia sia il mezzo principale di controllo. Sarebbe bene usare sempre lo stesso allevamento per essere certi che i campioni siano ben raccolti e conservati, senza stress termici e velocemente, al fine di garantire la sopravvivenza delle oocisti. Ripetere il test è sempre problematico, perché la concentrazione iniziale di oocisti può variare nel tempo e dare false valutazioni di sensibilità. Per ottenere risultati affidabili vanno completate tutte le indicazioni del verbale annotando anche le molecole anticoccidiche usate in passato.

Conclusioni Dato che oggi aumenta il numero di polli allevati senza l’uso di antibiotici ionofori, ci si deve affidare sempre più alle sole molecole chimiche e, in tale contesto, i test AST possono essere utili per approntare un buon programma di prevenzione e controllo della coccidiosi. Mantenere l’efficacia degli anticoccidici per prevenire la coccidiosi è importante anche per ridurre l’incidenza di enterite necrotica, emersa come malattia proprio dopo la sospensione degli antibiotici e ionofori.

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La bibliografia è disponibile su richiesta Dagli Atti della 70ª Western Poultry Disease Conference - 2021


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Direttore responsabile Lucio Vernillo Redazione Daria Domenici, Tania Montelatici (zootecnica@zootecnica.it) Amministrazione Marianna Caterino (amministrazione@zootecnica.it) Ufficio Zootecnica International Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia Tel.: +39 055 2571891 Web: zootecnica.it Registrazione Registrazione Tribunale di Firenze n.3162 Spedizione in A.P. Art.2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Firenze ISSN 0392-0593 Abbonamento (1 anno / 11 numeri): Italia Euro 50 Abbonamento con Carta di credito o Paypal: zootecnica.it/abbonamenti Abbonamento con bonifico bancario: Zootecnica International, Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia; banca: UNICREDIT, BIC: UNICRITM1OU9 Iban: IT 81 H 02008 38083 000020067507 Art Direction e impaginazione Laura Cardilicchia – elleciwebstudio.com Copertina © Denise Vernillo Stampa Nova Arti Grafiche, Firenze

Edizione italiana Anno XXXIII • Aprile 2022


Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net



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