Zootecnica International – ottobre 2023 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
Solo un calo di breve durata? Analisi degli investimenti nelle proteine alternative Valutazione dei fabbisogni energetici e proteici delle galline ovaiole in fase avanzata di deposizione Risparmio idrico nel processo di eviscerazione
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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net
EDITORIALE L’accumulo di cambiamenti in tempi velocissimi può turbare. Negli ultimi decenni abbiamo costruito un atteggiamento più fluido, ma prevalgono ancora esitazione, incertezza, negatività per ciò che è nuovo. È pur vero che la velocità con cui le novità si susseguono ha reso difficile gestirle tutte in maniera serena. Fa parte di una certa istintività insita nella natura umana. Forse si può prendere atto di tale istintività e imparare a valutarne la sensatezza. Talvolta, nei confronti del nuovo, è meglio manifestare curiosità piuttosto che timore: in fondo la specie umana si è evoluta anche grazie alla capacità e alla caparbietà di uomini e donne che hanno privilegiato la curiosità, andando oltre, affrontando spesso impopolarità e pericoli.
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SOMMARIO
ATTUALITÀ................................................................................................ 4 PRIMO PIANO
L’importanza di avere la temperatura dell’allevamento sotto controllo..................14
REPORTAGE
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XXII congresso WVPA a Verona.......................................................................16
DOSSIER
Mangime per ovaiole........................................................................................18
FOCUS
Imaging iperspettrale, tecnologia promettente per il monitoraggio della qualità di mangime e lettiera e per il rilevamento delle micotossine............ 22
MARKETING
Solo un calo di breve durata? Analisi degli investimenti nelle proteine alternative............................................ 28
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MANAGEMENT
Linee guida per l’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici.............................................................................. 34 Una soluzione sostenibile per produrre pulcini di un giorno................................ 38
NUTRIZIONISTICA
RONOZYME®HiPhos: più fosforo liberato......................................................... 40 Valutazione dei fabbisogni energetici e proteici delle galline ovaiole in fase avanzata di deposizione......................................... 44
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TRASFORMAZIONE
Risparmio idrico nel processo di eviscerazione................................................. 50
MARKET GUIDE................................................................................... 52 GUIDA INTERNET............................................................................... 56
ATTUALITÀ
IZSVe: network analysis per spiegare le dinamiche dell’Influenza Aviaria
©DMDfarm
Il Laboratorio epidemiologia e analisi del rischio in sanità pubblica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha analizzato la dinamica di diffusione dell’epidemia di Influenza Aviaria H5N1 ad alta patogenicità verificatasi tra il 2021 e il 2022 nel nord-est Italia. Per farlo è stata adottata la network analysis, una metodologia che permette di integrare efficacemente dati virologici (genomi di virus e cluster genetici virali) ed epidemiologici (caratteristiche degli allevamenti colpiti).
L’epidemia di Influenza Aviaria H5N1 ad alta patogenicità verificatasi tra il 2021 e il 2022 nel nord-est Italia è stata una delle più gravi di sempre, con il coinvolgimento di 317 allevamenti avicoli e oltre 14 milioni di animali. La maggior parte degli allevamenti colpiti dall’epidemia è localizzata in un’area considerata ad alta densità, dove viene allevato circa il 70% del pollame italiano. La diffusione dell’epidemia è stata estremamente rapida, coinvolgendo inizialmente la provincia di Verona per poi espandersi alle province e alle Regioni circostanti, con picchi di oltre 50 nuovi focolai a settimana. La grande velocità con cui l’epidemia si è diffusa sul territorio ha fatto emergere due ipotesi principali: 1) possibili fenomeni di contatto diretto tra allevamenti infetti e altre aziende avicole, oppure 2) la presenza di comuni fonti di infezione, che hanno determinato in breve tempo l’emergere di molteplici nuovi focolai.
4
La sfida per il Laboratorio epidemiologia e analisi del rischio in sanità pubblica (SCS4) dell’IZSVe è stata quella di riuscire a spiegare la dinamica dell’epidemia valutando l’impatto di potenziali fattori di diffusione dell’infezione e utilizzando i dati raccolti durante i sopralluoghi negli allevamenti e le informazioni genetiche ottenute dalle analisi biomolecolari sui virus isolati da ciascun focolaio. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Pathogens.
Network analysis ed epidemia di Aviaria 2021-2022 Per condurre questo tipo di analisi è stato scelto di sfruttare la network analysis, una metodologia che trova applicazione in diversi ambiti, tra cui le scienze economiche, sociali, psicologiche, biologiche, ecc. Questo potente
- attualità -
ATTUALITÀ
strumento di analisi permette di studiare le caratteristiche e le relazioni tra gli oggetti esistenti all’interno di un network: i nodi rappresentano delle entità, gli oggetti, mentre le connessioni rappresentano una relazione esistente tra queste entità. Nel contesto dell’epidemia 2021-2022, le analisi filogenetiche condotte dal Centro di referenza nazionale per l’Influenza Aviaria e la malattia di Newcastle hanno rivelato l’esistenza di diversi cluster genetici virali che rafforzano l’ipotesi di una diffusione del virus tra gli allevamenti domestici. Le successive analisi virologiche si sono quindi concentrate a valutare il grado di similarità genetica dei virus sequenziati appartenenti allo stesso cluster. Nello specifico, i genomi completi di 214 virus sono stati utilizzati per costruire il network filogenetico. In questo network, ogni nodo corrisponde a un virus identificato in un singolo focolaio, mentre i link mettono in relazione nodi caratterizzati dalla massima similarità genetica. Il network filogenetico rappresenta la base dati di partenza dello studio, su cui è stata applicata la metodica di network analysis denominata Exponential Random Graph Model (ERGM). L’ERGM è un modello statistico capace di spiegare il motivo per cui esiste un link tra due nodi, sulla base di una serie di variabili epidemiologiche. Applicato a un network filogenetico, l’ERGM mette in relazione le caratteristiche epidemiologiche degli allevamenti colpiti con quelle più strettamente genetiche dei virus trovati. Questo approccio ha quindi consentito di valutare l’impatto di tali variabili sulla possibilità di diffusione dell’infezione tra gli allevamenti.
Le variabili dei network di diffusione virale Dalle analisi è emerso che solo alcune variabili hanno un effetto significativo nella definizione della struttura del network e, conseguentemente, nella possibile trasmissione della malattia. Tra queste, le più importanti sono risultate l’appartenenza degli allevamenti alla stessa filiera avicola, la durata dell’esposizione degli allevamenti a focolai attivi e la distanza geografica tra le aziende, che suggeriscono importanti implicazioni dal punto di vista di possibili strategie di controllo, gestione e prevenzione di future epidemie di Influenza Aviaria sul nostro territorio.
virologici ed epidemiologici di un’epidemia vengono presentati in maniera disgiunta, mentre in questo caso i dati epidemiologici sono stati utilizzati proprio per ‘spiegare’ la struttura dei dati virologici. Ulteriori sviluppi di questo approccio sono già in cantiere. Per esempio, l’informazione relativa all’evoluzione di un’epidemia nel corso del tempo può essere integrata tramite la creazione di network ‘temporalizzati’, capaci di rappresentare con un quadro più dettagliato le dinamiche di diffusione spazio-temporale delle infezioni; oppure lo studio di malattie che coinvolgono diverse popolazioni (come, per esempio, le malattie trasmesse da vettori) potrebbe essere fatto tramite analisi dei cosiddetti multi-layer network, che integrano un maggior livello di complessità legato alla presenza di più ‘strati’ di entità che interagiscono tra loro all’interno dello stesso sistema. Il potenziale applicativo della network analysis potrebbe in futuro aiutare gli epidemiologi a comprendere meglio la complessità delle malattie circolanti sul nostro territorio e fornire un efficace strumento di controllo e prevenzione delle epidemie. Fonte: IZSVenezie
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ATTUALITÀ
Assisi, a ottobre la sessione della Scuola europea PPILOW sull’allevamento biologico e all’aperto Dal 25 al 27 ottobre si terrà ad Assisi la sessione autunnale della scuola europea “How to improve welfare in poultry and pig low input outdoor and organic farms?” sulle tematiche relative all’allevamento biologico e all’aperto del pollo e del suino, all’interno del progetto PPILOW – Poultry and Pig Low-input and Organic production systems’ Welfare. L’allevamento biologico e all’aperto di polli e suini richiede conoscenze e paradigmi cognitivi diversi dal sistema convenzionale: l’obiettivo della scuola autunnale è quello di sviluppare conoscenze su sistemi di produzione alternativi con attenzione al benessere animale, alla qualità della carne e alla sostenibilità. Il progetto PPILOW, finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea, riunisce 22 partner provenienti da 9 Paesi di tutta Europa. Guidato dall’INRAE, coinvolge come partner a pieno titolo associazioni di agricoltori biologici e tradizionali (AIAB, BioForum, SlowFood), allevatori, esperti di nutrizione animale, progettisti, istituti tecnici e di ricerca (EV ILVO, Luke, CNRS, CRAW, Thuenen, ACTA) e università (UU, AU, WU, HAU, UNIPG, JUNIA, USAMV), la Federazione europea di scienze animali (EAAP) e rappresentanti dei consumatori (in particolare tramite AIAB e SlowFood). Per ulteriori informazioni: www.ppilow.eu/ppilow-autumn-school
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- attualità -
ATTUALITÀ
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LE AZIENDE INFORMANO
Nastro trasportatore Curve conveyor per il trasporto delle uova Gli oltre 70 anni di collaborazione con gli allevatori di tutto il mondo hanno permesso a LUBING di mettere a punto una gamma di trasportatori dedicati alla raccolta delle uova: raccogliere, contare, trasferire e trasportare le uova delle galline non è mai stato così semplice. LUBING ha basato il suo trasportatore uova sui seguenti principi: • massima sicurezza operativa e minima manutenzione • un sistema costruttivo modulare con elementi disegnati e pensati per far fronte a qualsiasi tipo di richiesta immaginabile, come tutti i tipi di curve, altezze e distanze • larghezza della catena dai 200 ai 750mm (8in. – 30in.) (per applicazioni particolari è disponibile anche la larghezza 1000mm) • capacità contenitiva da 15.000 a 65.000 uova per ora • massima affidabilità • velocità e facilità nel montaggio.
L’elemento centrale del Curve Conveyor: la catena di trasporto
I nastri per il trasporto delle uova LUBING sono in grado di adattarsi praticamente a tutti i capannoni avicoli. La grande esperienza sul campo conferma la società in una posizione di leader nel mercato mondiale, avendo basato i suoi trasportatori uova sui principi di massima sicurezza operativa e minima manutenzione. I sistemi di trasporto per uova LUBING permettono di spostare in maniera completamente automatizzata le uova dalla zona di deposizione a quella di smistamento, selezione e imballaggio, potendo creare percorsi lineari, curvi, in salita e in discesa. Il design modulare e affidabile permette di essere applicato nelle più diverse situazioni, il cuore del sistema è la catena di raccolta uova che grazie alla sua configurazione minimizza i danni alle uova che trasporta.
La catena del trasportatore scivola su un profilo di scorrimento in plastica ad alta resistenza. È composta da due catene esterne temprate con aste saldate. Le aste sono disposte su un unico piano in corrispondenza della catena standard per rendere il trasferimento alla catena di trasporto fluido e diretto ed evitare lo schiacciamento delle uova nella curva interna. Il tratto rettilineo del Curve Conveyor è composto da elementi di collegamento di lunghezza da 1m, 2m o 3m. I profili laterali e i montanti trasversali sono in alluminio anodizzato. Tutti i profili di scorrimento e gli elementi di guida in plastica sono resistenti all’usura e, se necessario, possono essere facilmente sostituiti nel sistema esistente. A completamento della gamma LUBING propone il sistema contauova che, grazie a un sensore integrato, controlla l'intera linea di trasporto e conta le uova trasportate con un'elevata precisione in tempo reale.
Il nastro trasportatore Curve Conveyor LUBING per il trasporto delle uova è di cruciale importanza negli allevamenti di ogni dimensione e tipologia. Le variazioni sulla disposizione delle batterie e dell'impianto richiedono sempre una soluzione studiata su misura. Per questa ragione
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- le aziende informano -
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ATTUALITÀ
INNOVIAMO CON QUELLO CHE CI OFFRE LA NATURA METEX ANIMAL NUTRITION continua a investire in Ricerca & Sviluppo per mantenere la propria leadership tecnica nel campo della nutrizione animale. Grazie a 40 anni di know-how, siamo un partner affidabile e forniamo ai nostri clienti soluzioni innovative che hanno un impatto sull'intera catena della produzione animale.
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Pionieri nella produzione di aminoacidi, esploriamo ulteriormente il potenziale dei processi di fermentazione per sviluppare nuove soluzioni efficaci che rispondano alle nuove sfide poste dalla zootecnia, coniugando performance e sostenibilità.
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LE AZIENDE INFORMANO
Riva Selegg a Rennes presenta il Farmpacker D40 Si è chiusa il 14 settembre presso il centro espositivo di Rennes la 37 a edizione di SPACE. Tra i 1.207 espositori che quest’anno erano presenti in fiera c’era anche Riva Selegg, che ha presentato il Farmpacker D40. Al Salone Space, che quest’anno in tre giorni ha accolto oltre 90.000 visitatori, Riva Selegg, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di selezionatrici per uova, ha presentato la novità nel campo delle confezionatrici di uova: Farmpacker D40 in versione D+ 4.0 con logica digitale. Dotata di motori brushless, meccanica precisa e silenziosa offre tra i vari plus legati all’evoluzione infotelematica, la piena controllabilità da remoto tramite rete internet. L’utente ha infatti la possibilità di gestire le funzioni e monitorare l’operatività per mezzo di applicativi compatibili con i moderni sistemi Windows e iOS, sia a livello di computer desktop che portatile. Per mezzo della stessa telemetria, il costruttore può aggiornare il software e modificare i parametri anche a distanza, evitando così alle imprese utilizzatrici costosi interventi in presenza, nonché riducendo al minimo i tempi di intervento. Inoltre, grazie alla logica mutuata dalla gamma delle selezionatrici elettroniche della Serie E, con le quali condivide il pannello, allarga la possibilità gestionale anche ai dispositivi mobili come smartphone e tablet Android e iOS.
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L’entry level della famiglia Rivapack ha una capacità di 15.000 uova/ora (40 casse ora). A completamento di una gamma prodotti largamente personalizzabile e già ordinabile, sono disponibili anche modelli con capacità nominale fino a 25.000 uova/ora (70 casse). Muovendo dalla propensione all’automatizzazione user friendly, cioè orientata ad agevolare e semplificare il lavoro dell’allevatore, avviata da qualche anno con la gamma Rivagrade (le già citate selezionatrici in versione a apesatura elettronica ad alta precisone da 6.000 a 20.000 uova/ora) il costruttore morsanese ha poi sviluppato anche la punta di diamante dei propri imballatori: l’innovativo Repacker denominato RivaRepack, per la gestione di vassoi e confezioni sia in plastica che in fibra, integrabile anch’esso dall’impilatore fino a 6 pile di vassoi.
- le aziende informano -
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LE AZIENDE INFORMANO
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ATTUALITÀ
IGNORARE I β-MANNANI NON È SOSTENIBILE
I β-mannani, presenti nelle materie prime di origine vegetale utilizzate nei mangimi, scatenano una risposta immunitaria innata a livello intestinale (FIIR) che...
Consuma energia che potrebbe, invece, essere utilizzata per incrementare la performance
Riduce l’assorbimento dei nutrienti e ne influenza negativamente il metabolismo
Causa infiammazione e peggiora l’integrità intestinale
Situazione non sostenibile per
Margini economici
Salute animale
Integrità intestinale
I β-mannani consumano
La FIIR, associata alla presenza dei β-mannani, nel broiler può incrementare del
È dimostrato che la presenza dei β-mannani può influenzare negativamente diversi parametri dell’integrità intestinale(I2)7,8
fino al
3%
dell’energia assunta dagli animali con il mangime1 Equivalente a l’incidenza di alcune patologie intestinali2 del
L’indice I2 aiuta a prevedere l’andamento dei principali indicatori dell’efficienza produttiva del broiler 9,10 L’incremento di un punto di I2 rappresenta: Miglioramento IMG pari a
90kcal/kg EM nel broiler e
l’incidenza e la gravità di lesioni podali/ pododermatiti2
Miglioramento ICA pari a
Nel suino può: Aumentare l’incidenza di PWD3
63kcal/kg EN
Peggiorare il Faecal Scores3
nel suino
Aumentare la sensibilità nei confronti delle infezioni4,5
Per conservare la performance, gli animali hanno bisogno di mangiare di più per compensare le perdite
Aumentare la necessità di trattamenti antibiotici5,6
Usa
Miglioramento EPEF pari a
Miglioramento % vivibilità pari a
per una produzione più sostenibile
Bibliografia: 1. Daskiran, M., Teeter, R., Fodge, D. and Hsiao, H. 2004. “An Evaluation of Endo-β-D-mannanase Hemicell) Effects on Broiler Performance and Energy Use in Diets Varying in β-mannan Content.” Poultry Sci. 83: 662-668. 2. Poulsen, K. Effects of Hemicell on Intestinal Health in broilers analyzed in 44 Experiences. Data on file. 3. Vangroenweghe, F., Poulsen, K. & Thas, O. Supplementation of a β-mannanase enzyme reduces post-weaning diarrhea and antibiotic use in piglets on an alternative diet with additional soybean meal. Porc Health Manag 7, 8 (2021). https://doi.org/10.1186/s40813-021-00191-5 (REF-13331) 4. Hsiao, H.-Y., Anderson, D.M., Jin, F.L., and Mathis, G.F. 2004. “Efficacy of β-mannanase (Hemicell®) in broiler chickens infected with necrotic enteritis. International Poultry Scientific Forum, Abstract 120, The Southern Conference on Avian Diseases. 5. Vangroenweghe, F. & Poulsen, K. 2020. Application of Hemicell HT, a β-mannanase enzyme, restores postweaned piglet performance in the presence of challenging protein sources. Data on file. 6. Elanco trial number ELADE140114. 2014. Analysis of the results of Hemicell-L under commercial conditions in a German broiler integration. Data on file. 7. Poulsen K, et al. (2021) Meta-analysis on the effect of dietary β-mannanase on intestinal integrity in broilers (EMEA). Elanco data on file. 8. David Zhu. (2021) Meta-analysis of HTSi for 24 Hemicell Trials in APAC. Elanco data on file. 9. Kasab-Bachia H, Arrudab A, Robertsa T, Wilsona J. (2017). The use of large databases to inform the development of an intestinal scoring system for the poultry industry. Preventive Veterinary Medicine, 146, pp. 130–135. 10. Swirski AL, Kasab-Bachi H, Rivers J, Wilson JB. (2020). Data Driven Enhancements to the Intestinal Integrity (I2) Index: A Novel Approach to Support Poultry Sustainability. Agriculture; 10(8):320.
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- attualità Hemicell, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. © 2023 Elanco. PM-IT-23-0115 Elanco Italia S.p.A. – Via dei Colatori 12, 50019 Sesto Fiorentino (FI)
ATTUALITÀ
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IN PRIMO PIANO
L’importanza di avere la temperatura dell’allevamento sotto controllo Chi alleva galline ovaiole sa quanto sia importante mantenere un allevamento sano e produttivo. Uno dei fattori chiave per raggiungere questo obiettivo è il controllo della temperatura. Gli effetti negativi delle temperature elevate Quando le temperature interne superano i 30 °C (86 °F), gli animali possono essere sottoposti a stress termico: ciò può portare a una minore assunzione di cibo e quindi a una minore produzione di uova. In alcuni casi estremi, questo stress dovuto alle alte temperature può condurre l’animale alla morte. Quando gli animali sono sottoposti a caldo eccessivo, passano più tempo a respirare affannosamente in cerca d’aria e meno invece a cercare cibo. Ciò può comportare una minore assunzione di mangime, che si tradurrà in minor energia indirizzata alla produzione di uova. Un modo per combattere gli effetti negativi dello stress termico è l’uso di scambiatori di calore con sistemi di raffreddamento evaporativo indiretto incorporati.
Gli effetti negativi delle temperature rigide
L’ambiente in cui vivono i vostri animali può avere un impatto significativo sul tasso di conversione alimentare e sulla produzione di uova. Le temperature troppo calde o troppo fredde possono avere effetti negativi su questi importanti parametri. Sapevate che con l’aiuto di scambiatori di calore come l’ECO Unit, potete migliorare i tassi di conversione alimentare e la produzione di uova dei vostri animali, anche a temperature estreme?
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- in primo piano -
Anche le temperature troppo basse possono avere effetti negativi sulle prestazioni degli animali. Quando le temperature interne scendono sotto i 20 °C, i loro corpi dovranno lavorare di più per mantenere costante la temperatura corporea, ciò significa che mangeranno di più perché necessiteranno di un maggior apporto di cibo. Questo porterà l’animale ad avere meno energia per la produzione di uova e la crescita. Anche in questo caso, gli scambiatori di calore possono contribuire a mitigare questi
IN PRIMO PIANO
capannoni del nostro allevamento. Funziona utilizzando il calore dell’aria in uscita per riscaldare l’aria in entrata. Ciò significa che è possibile mantenere la ventilazione con una temperatura interna costante e confortevole per gli animali, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche esterne. L’ECO unit vi aiuterà a creare un clima equilibrato e costante nei capannoni, migliorando la FCR e la produzione di uova.
effetti negativi e a migliorare il benessere generale della gallina e la sua capacità di produrre uova.
I vantaggi dell’ECO unit L’ECO unit è uno scambiatore di calore che può essere utilizzato per regolare la temperatura e la ventilazione dei
Mantenendo i vostri animali ad una temperatura costante, in un ambiente sano e con una buona qualità dell’aria, potrete ottenere i migliori risultati dal vostro allevamento. I dati dei clienti dimostrano che si possono risparmiare in media 6 grammi di mangime per gallina al giorno e che una gallina può addirittura produrre fino a 10 uova in più per ciclo. Volete saperne di più? Contattate il team di Vencomatic: Giacomo Pallavicini Email: giacomo.pallavicini@vencomaticgroup.com Tel.: +39 347 8626334
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REPORTAGE
XXII congresso WVPA a Verona Si è svolto dal 4 all’8 settembre, per la prima volta in Italia, presso la Fiera di Verona il XXII Congresso mondiale della World Veterinary Poultry Association, promosso dalla sezione italiana della WVPA e dalla Società Italiana di Patologia Aviare (SIPA). L’evento è stato di particolare rilevanza anche in virtù del fatto che, a causa della pandemia, le due precedenti edizioni erano state rimandate. Il XXII Congresso WVPA ha aperto il 4 settembre con un workshop dedicato agli studi di efficacia vaccinale sull’Influenza Aviaria condotti in Europa e negli Stati Uniti, organizzato da IZSVe e SIPA. Il simposio è stato presieduto da Calogero Terregino, direttore del Laboratorio di referenza europeo (EURL) per l’Influenza Aviaria presso l’IZSVe, assieme a uno dei massimi esperti mondiali su questo tema, il dott. David Swayne, per anni alla guida del Southeast Poultry Research Laboratory (Stati Uniti).
Luigi Montella, Medico veterinario
Nel corso delle giornate successive si sono succeduti in qualità di relatori:
©FotoEnnevi
• Nan-Dirk Mulder (Senior Global Specialist Animal Protein, Rabobank, Utrecht): Uno sguardo sull’industria avicola nel 2030: grandi cambiamenti, grandi decisioni
Dopo due anni di attesa c’era una grande aspettativa tra ricercatori ed esperti di patologia aviare, come dimostrano la rilevanza e l’affluenza sia di relatori che di pubblico. Anche il volume delle pubblicazioni è risultato corposo, con oltre 600 abstract presentati. La necessità di riunire il mondo scientifico derivava anche dagli effetti della disastrosa epidemia di Influenza Aviaria che sta colpendo a livello globale sia gli avicoli da reddito che quelli selvatici, mettendo in crisi produzioni e ambiente. A dimostrare il grande interesse circa i temi discussi durante il convegno la presenza di praticamente tutti gli istituti universitari e i laboratori di zooprofilassi italiani che lavorano nel settore, insieme ai tanti relatori di istituti stranieri, sotto l’egida di WVPA e SIPA, coordinati da Vet International.
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• Isabella Monne (Centro di referenza nazionale, Laboratorio di referenza europeo EURL, Laboratorio di referenza WOAH, Centro di referenza FAO per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie): Influenza Aviaria: l’unica certezza è il cambiamento • Isabel Gimeno (North Carolina State University College of Veterinary Medicine Department of Population Health and Pathobiology): Aggiornamento sulla malattia di Marek: situazione attuale e prospettive future • Silke Rautenschlein (Clinic for Poultry University of Veterinary Medicine Hannover): Malattie immunosoppressive dal punto di vista dell’ospite • Ilias Kyriazakis (Institute for Global Food Security Queen’s University, Belfast): Un approccio unico non è sufficiente: opportunità per la sostenibilità della produzione mondiale del pollo • Jean-Pierre Vaillancourt (Faculté de Médecine Vétérinaire Institut de recherche en santé publique de l’Université de Montréal): Biosicurezza: cosa funziona e cosa no, cosa è stato ignorato e come affrontarla
- reportage -
REPORTAGE
• Luca Bano (Laboratorio diagnostica veterinaria e microbiologia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Treviso): Malattie batteriche nell’era post-antibiotica • Daniel Parker (Independent Veterinary Consultant and Emeritus Director at Slatehall Veterinary Practice, UK): Strategie per la riduzione dell’uso di antibiotici nella produzione avicola • Guillermo Zavala (Avian Health International, LLC, USA): 100 anni di malattia di Newcastle: perché e cosa ci aspetta? • Amir Hadjinoormohammadi (Professor Head of Anatomic Pathology and Head of Avian Medicine, School of Veterinary Science The University of Melbourne): Nuove tendenze nei vaccini avicoli • Giovanni Franzo (Dipartimento di Medicina animale, produzione e salute, Università di Padova): Quando tutto diventa più grande: big data per una grande produzione avicola • Sjaak de Wit (Senior researcher at Department R&D, Royal GD, Deventer, and Professor Integrated Poultry Health, Department of Farm Animal Health, Faculty of Veterinary Medicine, Utrecht University): Bronchite infettiva: come ottenere il meglio dalle vaccinazioni • Filip Van Immerseel (Faculty of Veterinary Medicine; Department of Pathology, bacteriology and poultry diseases, University of Gent): Modifiche nella flora intestinale nel broiler indotte da infiammazione e come ripristinarle • Michael Hess (Prof. Clinic for Poultry and Fish Medicine Department for Farm Animals and Veterinary Public Health, University of Veterinary
Medicine, Vienna): Attuali sfide legate alle malattie parassitarie nei vari sistemi produttivi avicoli. Oltre a Zootecnica International, media partner dell’iniziativa, hanno partecipato numerosi sponsor che hanno organizzato specifiche conferenze. Tra le aziende presenti al convegno: Boeringher Ingelheim, Ceva, MSD Animal Health, Elanco, Zoetis e Hipra. L’organizzazione del convegno è stata scandita da lezioni magistrali nella sala principale, cui sono seguite, suddivise in 4 diverse sale convegni, specifiche sessioni con relazioni orali. Oltre al workshop sulla HPAI clade 2.3.4.4.b svoltosi il primo giorno, le altre sessioni hanno affrontato i seguenti temi: • Influenza Aviaria e malattia di Newcastle • malattie immunosoppressive • salute intestinale • parassiti • produzione avicola, sostenibilità e benessere • malattie batteriche, malattie virali, malattie respiratorie, malattie non infettive • zoonosi e sanità pubblica • specie avicole minori. In tal modo praticamente tutti gli aspetti delle patologie aviarie sono stati aggiornati e approfonditi. Le sale del convegno, sempre affollate, hanno visto la partecipazione dei presenti alla discussione, con frequenti domande per i relatori, che hanno proseguito i loro interventi anche davanti alla lunga esposizione di poster, negli adiacenti corridoi. Nel corso della cerimonia di chiusura il testimone del prossimo convegno è stato consegnato alla Malesia, che ospiterà il XXIII Congresso mondiale nel 2025.
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MANGIME
ITA
PER OVA IO LE
In natura gli avicoli sono onnivori. Essi passano la maggior parte del tempo ad esplorare, a nutrirsi e a razzolare. Esprimere questo comportamento naturale induce le galline a mangiare una quantità considerevole di particelle grossolane come semi e fibre vegetali, che richiedono la macinazione. Con il passare del tempo il tratto digestivo si è adattato a tale particolare comportamento. Questo adattamento consente la macinazione degli alimenti ingeriti in particelle più piccole (normalmente non più grandi di 1 mm) prima che entrino nell’intestino tenue. Questa è la dimostrazione di come il tratto digestivo può adattarsi ai cambiamenti nella dieta. La ricerca ha dimostrato che, quando vengono nutrite con pellet invece che con farina, le galline trascorrono meno tempo a mangiare (Savory et al., 1974) e hanno più tempo a disposizione per sviluppare comportamenti indesiderati, come la plumofagia.
TOOL BOX
Pertanto, per evitare il verificarsi di questi comportamenti, bisogna fornire una dieta simile nella struttura e nella composizione a quella che sceglierebbero in un ambiente naturale.
(es. plumofagia)
La realtà è che, quando viene data la possibilità di scelta, le galline preferiscono mangiare particelle più grossolane e di solito ne mangiano una quantità maggiore rispetto a quelle più fini (Figura 1. Portella et al., 1988).
Pellet
Farina
Minor tempo per essere mangiato
Più tempo per essere mangiato
Comportamenti indesiderati più frequenti
Comportamenti indesiderati meno frequenti
Inoltre in natura il cibo non è sempre disponibile. Questo è il motivo per cui gli avicoli trascorrono la maggior parte del tempo alla ricerca di cibo. In sintesi, in natura l’alimentazione delle galline è costituita da alimenti grossolani, materie prime ricche in fibra e un’alimentazione intermittente.
Figura 1. Consumi rispetto alla concentrazione iniziale, % Le galline preferiscono mangiare particelle più grossolane e generalmente ne mangiano una quantità maggiore rispetto a quelli più fini
Consumo rispetto alla concentrazione iniziale, % <0,60
Farina
Sbriciolato
>0,60
>0,71
>0,85
>1,18
>2,36 0
10
20
30
40
50
60
70
80
% di consumo
È facile immaginare che qualsiasi cambiamento nella consistenza del mangime (materie prime diverse) e/o nella microstruttura (distribuzione di particelle nel mangime) possa influenzare il consumo: la macinazione fine aumenta il numero di parti più piccole, come spesso si nota nello sbriciolato o nel pellet.
Inoltre, cambiamenti improvvisi nella disponibilità di materie prime possono provocare una riduzione nel consumo di mangime.
riduce il consumo di cibo
Fornire particelle troppo fini:
riduce l’uniformità del gruppo
comporta un calo delle performance
MANGIME PER OVAIOLE 2023
Figura 2. Bozkurt et al., 2019. Dimensioni gozzo e stomaco muscolare a
Gozzo b
0,30
0,27
Farina
NUTRIZIONE
Sbriciolato a
Stomaco muscolare b
Più grossolano di 3 mm
Influenza della forma del mangime sul peso relativo di gozzo e stomaco muscolare (gr./100 gr. di peso corporeo) su pollastre di 112 giorni di età
2,13
1,54
2-3 mm
1-2 mm
Più fine di 1 mm
Figura 3. Ottimale distribuzione della granulometria per un mangime in deposizione >3 mm ø
2-3 mm ø
≤ 10% 25-30%
Una dieta di particelle grossolane è quindi più adatta in quanto più simile al comportamento alimentare naturale delle galline. Quando il mangime è omogeneo nella sua distribuzione (il 60-70% delle particelle è compreso tra 1-2,5 mm di diametro) le galline non mostrano preferenze nelle dimensioni delle particelle, garantendo così un’assunzione di mangime omogenea.
40-45%
1-2 mm ø
2,13
<1.0 mm ø
≤ 25%
Lohmann
> 3,0 mm
3,0-2,0 mm
2,0-1,5 mm
1,5-1,0 mm
< 1,0 mm
< 0,5 mm
*Starter, %
–
≤ 20
20-30
30-40
≤ 15
≤5
Pollastre, %
–
≤ 20
15-25
25-35
≤ 15
≤ 10
Ovaiole, %
≤ 10
25-30
25-30
15-25
≤ 25
≤ 10
TOOL BOX
Un funzionamento ottimale del tratto gastrointestinale è la chiave per raggiungere e mantenere le massime prestazioni. Fornire un mangime con una struttura grossolana e omogenea stimola lo stomaco muscolare, favorendo un maggior tempo di ritenzione del mangime nella parte superiore del sistema digestivo. La combinazione della somministrazione di un mangime grossolano in farina insieme a fibre grezze insolubili è stata associata a un miglioramento della motilità intestinale (peristalsi inversa), a una riduzione del pH e a un miglioramento della digeribilità dei nutrienti (Bozkurt et al., 2019). Inoltre l’alimentazione con farina ha mostrato concentrazioni più alte di Lactobacilli spp a livello di ileo rispetto alle diete in pellet (Engberg et al., 2002).
Stomaco ghiandolare
a
Figura 4. Influenza della struttura del mangime sul pH nella parte prossimale del tratto gastrointestinale della pollastra a 112 giorni di età.
3,99 b
4,31
Farina Sbriciolato
a
Ventriglio
3,41 b
4,06
In conclusione, la dimensione delle particelle e la struttura del mangime hanno una notevole influenza sullo sviluppo dello stomaco muscolare, traducendosi in un tratto gastrointestinale funzionale che viene associato ad animali più sani. L’alimentazione con un’appropriata dieta in farina ha il vantaggio di essere la chiave per raggiungere le massime performance.
Disclaimer Questo articolo, tratto da Tool Box Lohmann, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiarne o distribuirne alcuna parte senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS. Tradotto da Gianluca Selva, ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia
Per ulteriori informazioni e altri articoli visitare il sito: www.lohmann-breeders.com o contattare direttamente: LOHMANN BREEDERS GMBH Am Seedeich 9 – 11 - 27472 Cuxhaven / Germania E-mail: info@lohmann-breeders.com
MANGIME PER OVAIOLE 2023
FOCUS
I. Tahmasbian1, A.F. Moss2, N.K. Morgan3, C.-M. Pepper1 e M.W. Dunlop1 1 Department of Agriculture
and Fisheries, Queensland Government, QLD 4350, Australia 2 School of Environmental and Rural Science, University of New England, Armidale, NSW 2351, Australia 3 Curtin University, School of
Molecular and Life Sciences, Bentley, Western Australia, 6152, Australia
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Imaging iperspettrale, tecnologia promettente per il monitoraggio in tempo reale della qualità del mangime e della lettiera e per il rilevamento delle micotossine Il monitoraggio della qualità del mangime e dell’umidità della lettiera nell’industria avicola è necessario per mantenere/ aumentare la produzione e migliorare la salute e il benessere dei polli. I processi di chimica liquida sono dispendiosi in termini di tempo e la spettroscopia ad infrarossi (NIR) dipende dai metodi di campionamento (così come la chimica liquida) che introduce ulteriori incertezze. L’imaging iperspettrale (HSI) scansiona e analizza una grossa porzione di carico, riducendo l’errore di campionamento.
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FOCUS
Al contrario della chimica liquida e del NIR, l’imaging iperspettrale può mostrare la variabilità esistente tra materiali (mangime e lettiera) ed eseguire contemporaneamente misurazioni qualitative (identificando e distinguendo) e quantitative, le quali possono essere utilizzate in sistemi di monitoraggio automatici della qualità utilizzando la prospettiva della macchina. In questo studio abbiamo utilizzato campioni di frumento (macinato e in chicchi) per indagare la possibilità dell’utilizzo di HSI combinata con l’apprendimento della macchina per quantificare le concentrazioni di carbonio e azoto, identificando le impurità e le muffe presenti nel grano e quantificando l’infestazione da deossinivalenolo (DON) immesso artificialmente. Abbiamo altresì indagato la possibilità di utilizzare HSI per quantificare il contenuto in umidità di tre tipologie di lettiere avicole diverse (trucioli di pino, legno duro e lettiera di legno duro riciclato). I risultati mostrano che HSI è stata in grado di quantificare accuratamente le concentrazioni di carbonio e azoto presenti nel frumento; identificare le impurità e porzioni di grano umide/ammuffite; identificare, quantificare e visualizzare le micotossine presenti nel
frumento; quantificare/visualizzare i contenuti di umidità di differenti tipologie di lettiere avicole. Queste capacità, dipendenti comunque in parte dallo sviluppo futuro e adozione da parte di AgTech, potrebbero essere applicate per ridurre le variabilità e le impurità presenti negli ingredienti per mangimi e contribuire a migliorare l’ambiente interno del capannone mediante l’accurato monitoraggio dell’umidità della lettiera.
Introduzione La qualità del mangime e della lettiera degli avicoli è un parametro importante per il mantenimento e il miglioramento delle produzioni avicole. Il mangime (materie prime e diete formulate) è altamente variabile e sono necessari ampi margini di sicurezza per tamponare la variabilità nutrizionale degli ingredienti utilizzati quando si formulano le razioni. Le componenti del mangime inviate ai mangimifici non sono completamente analizzate utilizzando le metodologie attuali (ad esempio, chimica liquida e NIR).
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FOCUS
Questo perché le grandi quantità di mangime prodotte quotidianamente e i metodi correnti si affidano al campionamento e partono dal presupposto che gli ingredienti siano omogenei tra loro, cosa che potrebbe non essere. HSI è in grado di analizzare grandi quantità di materiale, quantificando le proprietà designate, e di mostrare i risultati in tempo reale. Questo consente un’identificazione automatica e una quantificazione di impurità, muffe e micotossine, porzioni di grano umide e valori nutrizionali, allo stesso tempo illustrando le variazioni per migliorare le pratiche di gestione. Il contenuto di umidità della lettiera (LMC) è un altro fattore critico associato a preoccupazioni riguardanti l’impatto ambientale, il benessere animale, la salute del gruppo, la sicurezza alimentare e la riduzione dell’efficienza di produzione. L’LMC presente nel capannone varia a seconda di molti fattori. Un monitoraggio costante del contenuto di umidità della lettiera utilizzando metodi convenzionali in capannoni di accrescimento è dispendioso dal punto di vista del tempo impiegato e può produrre valori non attendibili. L’HSI può quantificare e visualizzare l’LMC regolarmente ed essere potenzialmente abbinato a delle apparecchiature industriali di visione nei capannoni. Le camere dell’HSI misurano la luce riflessa dai campioni a differenti lunghezze d’onda visibili allo spettro infrarosso e utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per correlare le proprietà designate con le informazioni dello spettro. L’HSI identifica diversi materiali utilizzando le loro tracce spettrometriche (il loro pattern di riflessione/ assorbanza), a prescindere dal loro colore e dalla forma, e trova le lunghezze d’onda rilevanti per quantificarne le concentrazioni. In questo studio abbiamo investigato la possibilità di utilizzare l’imaging iperspettrale per quantificare i valori nutrizionali del frumento come ingrediente per mangimi, identificandone le impurità e le porzioni umide, quantificandone le micotossine presenti e quantificando l’LMC di diverse tipologie di lettiera prelevate da un capannone di broiler durante il periodo di accrescimento.
Metodo Tra il 2016 e il 2019 da Queensland, New South Wales, Victoria, Western Australia, Tasmania e South Australia sono stati prelevati 69 campioni di frumento. I campioni sono stati macinati e analizzati per le concentrazioni
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di carbonio (C) e azoto (N) utilizzando un analizzatore a combustione e sono stati scansionati utilizzando una fotocamera HSI a spettro infrarosso visibile (VNIR) (Resonon model Pika XC2, 400–1000 nm) e una fotocamera HSI a infrarossi a corta lunghezza d’onda (SWIR) (Hyspex model SWIR-384, 1000–2500 nm). Sono stati implementati dei modelli a minima regressione parziale (PLSR) per correlare le concentrazioni di carbonio e azoto con la loro riflessione a livello di spettro. Modelli PLSR multipli sono stati costruiti per identificare le più importanti regioni dello spettro in modo da predire le concentrazioni di C e N utilizzando l’HSI. Questi modelli sono stati testati utilizzando campioni di prova esterni (indipendenti), valutandoli utilizzando un coefficiente di determinazione (R2) e un errore quadrato a radice media (RMSE). Impurità del frumento: campioni di grano della fase precedente sono stati miscelati con impurità che includono dadi metallici, scarti di metallo, gomma, bastoncini di legno e chicchi umidi/ammuffiti. I campioni sono stati scansionati utilizzando una fotocamera SWIR HSI e un’analisi a discriminante al minimo parziale quadrato (PLS-DA) è stata costruita per identificare le tracce a livello di spettro. Un campione di prova indipendente è stato utilizzato per valutare il modello e visualizzare le impurità. Micotossine del frumento: i campioni di grano sono stati contaminati artificialmente con concentrazioni differenti (da 0 a 10000 µg kg-1, addizionati a intervalli di 500 µg kg-1) di deossinivalenolo (DON), che rimane la più comune micotossina presente nel grano. I campioni sono stati scansionati utilizzando una fotocamera SWIR HSI. I dati provenienti dall’HSI sono stati correlati con le concentrazioni di riferimento del DON utilizzando un modello PLSR. Il modello è stato testato utilizzando campioni di prova indipendenti. Contenuto di umidità della lettiera (LMC): campioni di tre tipologie diverse di lettiera per polli, inclusi truciolo di pino, truciolo di legno duro e truciolo riciclato di legno duro, sono stati prelevati in diversi momenti del periodo di accrescimento degli animali. I campioni sono stati essiccati e re-umidificati per creare dei contenuti di umidità variabile al 10%, 20%, 30%, 40%, 50% e saturati. I campioni sono stati scansionati utilizzando la fotocamera SWIR HSI all’interno di sacchetti di plastica per mantenere l’LMC. Le scansioni di ogni campione che variavano in tipologia, età e LMC sono stati dimezzati. La prima metà
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FOCUS
è stata utilizzata per istruire i modelli PLSR a correlare gli attuali LMC con la loro riflessione a livello di spettro, mentre le altre metà sono state utilizzate per valutare le performance dei modelli. Questi ultimi sono stati inizialmente costruiti sulla base dello spettro intero (950-2500 nm) per investigare e provare le possibilità nell’utilizzo dell’HSI per le predizioni a livello di umidità della lettiera e sulla base di uno spettro a range ridotto (950-1000 nm) per investigare se la predizione fosse possibile utilizzando fotocamere a multispettro più convenienti, misurando solo 950-1000 nm.
Risultati Concentrazioni di carbonio e azoto nel frumento: l’HSI abbinata al modello PLSR ha previsto le concentrazioni di C e N nei campioni di grano macinato. Quando è stato utilizzato il completo spettro VNIR (400-1000 nm), l’R2 della previsione di C nei campioni esterni è stato 0,89. La migliore regione dello spettro per predire C è
stata 400-550 nm, in grado di prevedere concentrazioni di C con un R2 dello 0,86. L’HSI è stato in grado di predire le concentrazioni di N nei campioni con un R2 di 0,99 utilizzando uno spettro completo SWIR (1000-2500 nm). L’HSI VNIR (spettro completo) è stato in grado di prevedere le concentrazioni di N con un R2 di 0,91. Mentre le regioni dello spettro del range VNIR più strette non sono state in grado di prevedere le concentrazioni di N, le migliori regioni per predire le concentrazioni di N sono state 1451-1600 nm con un R2 di 0,99. Impurità nel mangime: il modello PLS-DA ha riconosciuto e classificato i pixels collegati al frumento normale, dadi e scarti di metallo, gomma, bastoncini di legno e grani ammuffiti/umidi, mostrandoli nelle immagini utilizzando colori diversi (Figura 1). L’accuratezza della classificazione era >90%. Micotossine nel mangime: l’HSI è stata in grado di predire le concentrazioni di DON (da 0 a 10000 µg kg-1) nei campioni di prova esterni (R2 di 0,97). L’HSI è stata in
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25
FOCUS
Generale (950-1000 nm)
Pino (950-1000 nm)
Legno duro (950-1000 nm)
Riciclato (950-1000 nm)
Figura 1 – Identificazione delle impurità e dei grani umidi o ammuffiti nel frumento utilizzando l’imaging iperspettrale.
grado di mostrare il gradiente di concentrazione del DON nei campioni contaminati (Figura 2-sinistra). Contenuto di umidità della lettiera: L’HSI (950-2500 nm) combinata con l’intelligenza artificiale ha previsto l’LMC in tutte le tipologie di lettiera ed età con un R2 di 0,98 per i campioni di prova indipendenti. Riducendo il range dello spettro di 950-1000 nm, ha ridotto l’R2 del modello generale a 0,89 (Figura 3). Separando i campioni basandosi sulla tipologia di lettiera (pino, legno duro e legno duro riciclato) ha incrementato l’R2 predittivo del range 950-1000 nm oltre lo 0,91 per ogni tipologia di lettiera (Figura 3). Gli algoritmi predittivi sono stati applicati a un campione di lettiera di legno duro riciclato per produrre una mappa a diversi gradienti di contenuto d’umidità (Figura 2-destra).
Figura 2 – Quantificazione del deossinivalenolo (µg/kg) in campioni di frumento (a sinistra) e contenuto di umidità di un vettore di 4 campioni di lettiera per polli (legno duro riciclato) in un range compreso tra 10-75% (a destra) utilizzando l’imaging iperspettrale (HSI, 950-2500 nm).
Discussione In questo studio l’HSI è stata utilizzata con successo per misurare le concentrazioni di carbonio e azoto nel frumento, le impurità, le muffe e le micotossine e il contenuto di umidità della lettiera. I nostri risultati sono consistenti e complementari a studi precedenti che hanno utilizzato l’HSI per quantificare i nutrienti inclusi calcio, magnesio, molibdeno, zinco e proteine negli strati più
26
Figura 3 – Contenuto di umidità della lettiera di riferimento (LMC) contro l’LMC previsto utilizzando modelli al minimo parziale al quadrato generali e separati, sviluppati utilizzando lunghezze d’onda comprese tra 950-1000 nm.
esterni del grano e della farina e per rilevare eventuali patologie, inclusa l’infestazione da Fusarium. L’HSI ha del potenziale per incrementare l’accuratezza della formulazione del mangime, minimizzando o rimuovendo completamente gli errori randomizzati/sistematici di campionamento (una fonte maggiore d’imprecisione), scansionando una larga porzione dell’intero carico di materie prime o della razione formulata. Questo studio è stato il primo a utilizzare l’HSI per prevedere il contenuto di umidità della lettiera e non siamo stati in grado di comparare i nostri risultati con quelli di studi precedenti. Le fotocamere HSI sono attualmente utilizzate principalmente per ricerca per via degli alti costi dell’attrezzatura (da $80.000 a 250.000 a seconda del range dello spettro e della qualità dell’attrezzatura). In ogni caso, riconoscere e utilizzare soltanto le lunghezze d’onda più importanti, com’è stato fatto in questo studio, ha consentito di utilizzare delle camere a multispettro più economiche, le quali possono essere impiegate contemporaneamente per diversi scopi (ad esempio, monitorare gli animali e misurare l’umidità della lettiera online). Bibliografia disponibile su richiesta Dagli atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2023
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MARKETING
Solo un calo di breve durata? Analisi degli investimenti nelle proteine alternative Questo articolo si propone di esaminare la situazione creatasi dopo la fine dell’epidemia di Covid, che ha avuto un forte impatto sulle vendite di proteine alternative.
Hans-Wilhelm Windhorst Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania
In un articolo apparso sul New York Times il 21 novembre 2022, a proposito del mercato dei succedanei della carne, si diceva che “per un momento è sembrato che Beyond Meat stesse conquistando il mondo”. Tuttavia nel 2022 l’azienda e diverse start-up che hanno prodotto e commercializzato carni a base vegetale hanno sperimentato un imprevisto calo delle vendite e degli investimenti nella tecnologia di produzione di proteine alternative. Evidentemente queste società non sono riuscite a convincere, come avevano previsto, nuovi gruppi di consumatori dei benefici derivanti dal consumo di tali prodotti. La crescita delle vendite per la maggior parte delle aziende è stata molto più lenta del previsto; alcune si sono persino ritirate dalla produzione, altre hanno ridotto il loro catalogo di prodotti o licenziato dipendenti.1 Rispetto al 2021 gli investimenti in start-up e aziende attive nel settore delle proteine alter1 https://www.nytimes.com/2022/11/21/business/beyond-meat-industry.html
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- marketing -
MARKETING
native sono diminuiti in modo significativo, ma non ovunque: in alcune regioni lo slancio degli anni precedenti è continuato. Questo articolo analizza la situazione dopo la fine della pandemia, che ha avuto un forte impatto sulla vendita di alimenti alternativi.
più economici, per compensare alcune delle perdite nelle vendite. Inoltre le principali società di ristorazione statunitensi si sono rivolte sempre più ai mercati in Europa e in Asia.
Spostamenti regionali degli investimenti
Calo drastico degli investimenti Tra il 2010 e il 2020 sono stati investiti a livello globale circa 6 miliardi di dollari nello sviluppo di proteine alternative, di cui 3 miliardi nel solo 2020. L’anno successivo ha visto un’esplosione dei finanziamenti per quasi $5,1 miliardi. La pandemia aveva provocato un aumento significativo delle vendite al dettaglio di alimenti alternativi e sembrava che si fosse avviata una spirale di crescita che prometteva alti profitti (Tabella 1). Tabella 1 – Sviluppo degli investimenti mondiali in società e start-up che sviluppano e producono proteine alternative; dati in migliaia di dollari americani (fonte: GFI 2022 State of the Industry Report: Plant-based Meat, Seafood, Eggs and Dairy).
Tra il 2021 e il 2022 a livello globale gli investimenti non sono diminuiti in modo uniforme: mentre l’America Latina (-76%), l’America del Nord (-63%) e Asia Occidentale/Africa (-21%) hanno registrato cali importanti, hanno continuato a crescere in Asia Orientale e Meridionale/ Oceania (+43%) e in Europa (+24%). Ciò ha modificato considerevolmente il modello di investimento regionale, come si può vedere nella Figura 1.
2022
42
21
2021
65
2020
Anno
Base vegetale
Fermentazione
Colture cellulari
Totale
2018 2019 2020 2021 2022
626 703 2.213 2.028 1.188
82 331 613 1.690 842
41 91 379 1.341 896
744 1.125 3.005 5.059 2.926
Variazione dal 2021 al 2022 in %
- 41,7
- 50,2
- 33,2
- 42,2
I sondaggi hanno dimostrato che la percentuale di consumatori che voleva provare tali prodotti o mangiarli abitualmente era più o meno costante o era aumentata solo leggermente. Inoltre è stato criticato il prezzo elevato della carne vegetale rispetto alle offerte a prezzo ribassato di carne nei negozi al dettaglio. I ricavi di vendita stagnanti o addirittura in calo, soprattutto per i prodotti refrigerati, hanno spinto alcune aziende a offrire prodotti surgelati
12
76
2019
Un senso di disillusione però ha iniziato a serpeggiare dal 2022, almeno nel Nord America, in America Latina e in Asia occidentale. I volumi delle vendite sono diminuiti in modo significativo o sono comunque risultati molto al di sotto delle aspettative; inoltre sono arrivati commenti critici sui prodotti di alcune aziende in termini di qualità e gusto, così come sulle loro strategie di marketing. Alcuni leader di mercato nel settore fast food hanno ridotto la gamma delle offerte o sono stati discontinui nella distribuzione dei prodotti.
17
71
0
25
6
2 4
4
5 3 5 3 3
89
2018
6
11
8
10
3
15
19
50
75
100
Asia dell’est/Africa
America Latina
[%]
N. America
Europa
Asia/Oceania
Figura 1 – Variazioni nei diversi continenti degli investimenti nella produzione di proteine alternative tra il 2018 e il 2022 (design: A.S. Kauer sulla base dei dati GFI).
Mentre nel 2018 il Nord America era ancora al primo posto incontrastato con una quota dell’89% degli investimenti globali, nel 2022 la quota si è più che dimezzata, scendendo al 42%. Leader del settore sono risultate Europa e Asia, mentre la quota dell’Asia occidentale/Africa è quasi esclusivamente dovuta agli investimenti fatti in Israele. Dopo un rapido aumento dai $14 milioni del 2018 ai $620 milioni del 2021, si è verificato tuttavia anche un calo (26,8%) a soli $454 milioni, dovuto principalmente ai problemi tecnici ancora esistenti nella produzione di carne da colture cellulari, in particolare al necessario ridimensionamento dei bioreattori, essenziali per un approvvigionamento continuo del mercato. Oltre a quelli in Israele, sono stati forniti finanziamenti sostanziali in Asia a Singapore ($214 milioni), in Cina ($176 milioni), in Corea del Sud ($80 milioni) e in Giappone ($76 milioni). Infine, anche in Australia sono stati investiti $169 milioni nello
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MARKETING
Tabella 2 – Sviluppo delle vendite di alcuni prodotti a base vegetale negli Stati Uniti tra il 2019 e il 2022; dati in % (fonte: GFI 2022 State of the Industry Report). Prodotto
Unità vendute
Volume delle vendite 2019 - 2022
2021 - 2022
2019 - 2022
2021 - 2022
Latte Carne Cibi pronti Barrette proteiche Uova
36 43 49 13 348
9 -1 1 -2 14
19 20 33 -8 611
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Totale dei prodotti alternativi
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sviluppo tecnologico di proteine alternative.2
Stagnazione e declino nelle vendite di proteine alternative Durante la pandemia il comportamento dei consumatori è cambiato in modo decisivo: mentre le vendite sono diminuite bruscamente a causa delle prolungate restrizioni sui viaggi e per le chiusure dei ristoranti, sono aumentate quelle nel settore della vendita al dettaglio di prodotti alimentari. In quel periodo infatti nelle famiglie si è cucinato di più e sono stati acquistati gli ingredienti principali per realizzare le ricette. Con la fine della pandemia, la situazione è nuovamente cambiata: le vendite nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari sono diminuite, mentre il consumo fuori casa è aumentato
di nuovo, senza raggiungere però lo stesso volume di prima della pandemia. Gli sviluppi nella grande gastronomia sono cambiati considerevolmente: mentre alcune catene hanno ampliato la propria gamma di alternative alla carne, altre invece hanno concluso le fasi di test in città o Paesi selezionati a causa delle vendite insoddisfacenti. La Tabella 2 documenta in modo impressionante questo cambiamento nel comportamento dei consumatori statunitensi. Vale la pena notare che, a differenza di altri prodotti, le vendite di sostituti delle uova sono aumentate tra il 2021 e il 2022, ma hanno anche subìto forti perdite rispetto agli anni precedenti. Il numero di unità vendute nei negozi di alimentari è diminuito in modo particolarmente significativo tra il 2021 e il 2022 per la carne (soprattutto per le polpette di manzo), i pasti pronti e le barrette
Tabella 3 – Sviluppo del mercato di alcuni prodotti a base vegetale in Europa e in Germania tra il 2019 e il 2022; dati in % (source: GFI Europe: Germania 2020-2022). Europa Prodotto Carne Piatti pronti
Volume delle vendite
Unità vendute
2019 - 2022
2021 - 2022
2019 - 2022
2021 - 2022
19 79
3 20
21 71
1 14
41 81
6 14
Germania Carne Piatti pronti
40 91
7 22
proteiche vegetali, a cui i consumatori si erano rivolti in modo significativo durante la pandemia. Un’analisi dettagliata del Good Food Institute (rete internazionale di organizzazioni che cercano di accelerare l’innovazione nel campo delle proteine alternative, N.d.R.) sulla tipologia di prodotti e sulle modalità di fornitura ha evidenziato che nel 2022 i prodotti congelati sono stati preferiti ai prodotti freschi refrigerati per il loro prezzo più basso. In Europa il calo delle vendite non è stato così grave come negli Stati Uniti, ma anche nel vecchio continente i volumi di vendita e il numero di unità vendute sono diminuiti in modo significativo. Come si evince dalla Tabella 3, i volumi di vendita e il numero di unità vendute di pasti pronti, che avevano conosciuto un vero e proprio boom durante la pandemia, sono calati in modo marcato sia in Europa che in Germania e anche la soddisfazione degli acquirenti di carne si è ridotta in modo significativo. La Figura 2 documenta come si sono comportati i dieci principali Paesi europei nelle vendite totali di alimenti e carni vegetali nel 2022. L’analisi delle cause del declino dell’interesse dei consumatori per le proteine alternative dimostrerebbe che le ragioni del calo o del ristagno delle vendite sono da imputare soprattutto al gusto dei prodotti, al gran numero di ingredienti utilizzati e anche all’elevato sforzo tecnico nella produzione. Dopo che gli aspetti relativi alla salute hanno dominato la pubblicità di questi prodotti per alcuni anni, si può osservare un ritorno agli aspetti noti (il benessere degli animali, un minor consumo di risorse, il cambiamento climatico) oltre ai benefici per la salute.
2 Green Queen Media: The APAC Alternative Protein Industry Report 2022. https://www.greenqueen.com.hk/apac-alt-protein-report-2022.
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- marketing -
MARKETING
Carne da colture cellulari - l’approvazione del mercato non è tutto Dopo che Good Food, una controllata di JUST Egg, ha ricevuto, nel dicembre 2020, l’approvazione per mettere in commercio a Singapore carne di pollo da coltivazione cellulare, sono passati quasi due anni prima che fossero riportati ulteriori progressi nell’applicazione di questa tecnologia. Un passo importante è probabile che sia la classificazione della tecnologia utilizzata da UPSIDE Foods come una forma sicura di produzione nella carne di pollo da parte della FDA (U.S. Food and Drug Administration), avvenuta il 16 novembre 2022. Tuttavia tale decisione non è ancora il nullaosta al commercio: sono infatti necessari ulteriori test negli impianti di produzione, attualmente in fase di realizzazione. Ci vorranno diversi anni prima che il prodotto sia disponibile sul mercato in quantità maggiori. Good Food ha ottenuto un altro successo dopo l’approvazione al commercio a Singapore: nel marzo 2023 l’azienda ha ricevuto il nullaosta per la carne di pollo da
colture cellulari. Si può presumere quindi che le decisioni positive della FDA apriranno un nuovo accesso ai finanziamenti per Upside Foods e Good Food. Tuttavia, come è stato dimostrato a Singapore, il nullaosta a mettere questi prodotti in commercio non è tutto. Per avere successo sul mercato, il potenziale acquirente non deve solo essere convinto della qualità del prodotto offerto, ma deve anche essere disponibile a pagare un prezzo che non si discosti troppo da quello della carne prodotta convenzionalmente nei negozi al dettaglio. Tale prerequisito continua tuttavia a causare problemi, in quanto la produzione di grandi bioreattori, indispensabili per la produzione continua di quantità adatte al mercato, non solo richiede risorse finanziarie elevate, ma anche lo sviluppo di una tecnologia di controllo efficiente e sicura. Ovviamente è necessario ancora molto lavoro per crescere in questo campo (cf. Windhorst 2022). Interviste con potenziali consumatori hanno dimostrato che alcuni di loro erano scettici o addirittura contrari all’uso di una tecnologia complessa per ottenere carne da colture cellulari perché la consideravano innaturale.
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MARKETING
Totale alimenti di origine vegetale
Sintesi e prospettive
Totale: 5.678 mil.
3,3% 2,9% 1,8% 2,9% 3,5% 7,2%
33,7%
7,5% 7,9% 12,0%
17,3%
Germania Regno Unito Italia Spagna Francia Olanda Svezia Polonia Belgio Danimarca Altri
Sostituti vegetali della carne Totale: 1.971 mil.
2,7%
1,5% 2,3% 1,9%
4,2% 4,3% 5,6%
31,9%
8,3% 11,0% 26,3%
Germania Regno Unito Olanda Italia Francia Svezia Spagna Belgio Polonia Danimarca Altri
Figura 2 – Quote dei dieci principali Paesi europei leader nelle vendite di prodotti a base vegetale e di carni alternative nel 2022 (design: A.S. Kauer sulla base dei dati GFI).
Nel 2022 questo ha impedito ad alcuni investitori di continuare a fornire finanziamenti allo stesso livello di prima, in aggiunta al periodo non specificato di tempo che deve trascorrere prima della penetrazione nel mercato. L’importanza delle proteine alternative per alimentare una popolazione mondiale in crescita è stata riconosciuta anche in politica. I governi di diversi Paesi (ad es. Australia, Cina, India, Israele, Singapore, USA, Regno Unito e Germania) e l’UE hanno finanziato la ricerca sulla tecnologia utilizzata nello sviluppo di proteine alternative. Gli importi dei finanziamenti rimangono, tuttavia, modesti rispetto ai fondi forniti da investitori privati o istituti di finanziamento.
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Diversi anni di vendite in rapido aumento di alimenti a base vegetale hanno portato a investire in questa tecnologia. L’aumento delle vendite al dettaglio di alimentari è stato il risultato della chiusura di ristoranti e delle restrizioni di viaggio durante la pandemia, al termine della quale le vendite al dettaglio sono diminuite drasticamente, causando problemi finanziari a numerose aziende e start-up. L’incapacità di soddisfare le aspettative dei consumatori ha spinto diversi investitori a smettere di investire, in particolare in America settentrionale, in America latina e in Asia occidentale. Al contrario, i finanziamenti sono proseguiti in Europa e in Asia orientale, anche se in misura minore rispetto al periodo 2019-2021. Per quanto riguarda la produzione di alimenti alternativi da colture cellulari, la diminuzione degli investimenti è da un lato dovuta alla durata necessaria per portare tali prodotti sul mercato in quantità rilevanti e dall’altra a uno scetticismo rilevabile tra i potenziali consumatori nei confronti di prodotti con un elevato input tecnologico. Si può tuttavia presumere che le recenti decisioni riguardanti le tecnologie utilizzate e l’approvazione al commercio di prodotti alternativi si tradurranno in una nuova ondata di investimenti.
Bibliografia The Good Food Institute (GFI): 2022 State of the Industry Report: Plant-based Meat, Seafood, Eggs, and Dairy. https://gfi.org/resource/plant-based-meat-eggs-and-dairystate-of-the-industry-report. The Good Food Institute (GFI) Europe: Investments in Sustainable Protein in Europe. https://gfieurope.org/industry. The Good Food Institute (GFI) Israel: State of the Alternative Proteins 2023. https://gfi.org.il/resources/israel-stateof-alternative-proteins-february-2023. The Good Food Institute (GFI) Europe: Deutschland: Entwicklung des Marktes für pflanzliche Lebensmittel im Einzelhandel 2020-2022. https://gfieurope.org/de/ deutschland. Green Queen Media: The APAC Alternative Protein Industry Report 2022. https://www.greenqueen.com.hk/apacalt-protein-report-2022. Windhorst, H.-W.: The revolution is taking shape. In: Fleischwirtschaft international 2023, no. 1, p. 34-39.
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MARKETING
Elector. Biocida contro l’acaro rosso. Maggior durata, meno trattamenti1
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MANAGEMENT
Linee guida per l’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici Il Ministero della Salute, Sezione per la Farmacosorveglianza sui Medicinali Veterinari, ha pubblicato delle Linee guida per l’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici per la prevenzione dell’antimicrobico-resistenza e con alcune proposte alternative. Nel dossier viene offerta un’ampia panoramica sulla storia, l’utilizzo e le alternative agli antimicrobici in allevamento. Queste Linee Guida rientrano tra le strategie nazionali per contenere i crescenti rischi di resistenza antimicrobica, in conformità al Piano d’azione di lotta della Commissione europea. Obiettivo del documento è quello di fornire alle autorità competenti, ai veterinari aziendali e agli operatori di settore, una guida pratica sull’uso prudente di tale farmaci in zootecnia. Dalla loro scoperta gli antimicrobici hanno svolto un ruolo essenziale nel trattamento di numerose malattie infettive, contribuendo a migliorare significativamente lo stato di salute degli esseri umani e degli animali. Tale miglioramento rischia oggi di essere vanificato dalla crescente diffusione di patogeni ad essi resistenti.
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MANAGEMENT
Secondo la definizione del Codice sanitario degli animali terrestri della World Organisation for Animal Health (OIE), un agente antimicrobico è una sostanza naturale, semi-sintetica o sintetica che mostra attività antimicrobica a concentrazioni raggiungibili in vivo. La resistenza agli antimicrobici (AMR) è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di un agente antimicrobico. La capacità di resistere si realizza per mutazioni genetiche o per acquisizione, da altri organismi, di geni di resistenza già “precostituiti”. Il fenomeno può riguardare tutti i tipi di farmaci antimicrobici: antibatterici (detti anche antibiotici), antifungini, antivirali, antiparassitari. Negli ultimi anni il fenomeno “resistenza” è stato amplificato da un uso eccessivo, sia in medicina umana che veterinaria, di agenti antimicrobici. Questi ultimi, esercitando forti pressioni selettive sulla popolazione microbica, possono produrre effetti deleteri sulla salute degli esseri umani e degli animali a causa della perdita di efficacia della terapie con conseguente rischio di maggior gravità e/o diffusione delle malattie. Inoltre, un utilizzo non corretto degli agenti antimicrobici in medicina veterinaria, oltre a comportare un aumento del potenziale rischio sanitario per gli allevatori, può essere responsabile della riduzione sia dell’efficienza degli allevamenti che delle produzioni. È ormai appurato come il rispetto delle condizioni di benessere degli animali, con particolare riferimento ai sistemi di allevamento intensivi, la corretta alimentazione/ gestione nutrizionale, il miglioramento dello stato di salute dell’animale, perseguito attraverso la messa in atto di idonee misure di biosicurezza e di igiene, di programmi di eradicazione e monitoraggio delle malattie infettive e di appropriate campagne di vaccinazione degli animali, giochino un ruolo importante nella prevenzione delle malattie. La stretta osservanza di queste indicazioni, princìpi cardine della “strategia europea per la salute degli animali”, infatti, può ridurre la necessità di ricorrere all’impiego di antimicrobici, con conseguente riduzione della pressione selettiva da questi esercitata e, di conseguenza, dello sviluppo di microrganismi resistenti.
zione di elevati standard di benessere in allevamento e di biosicurezza aziendale. Le Linee Guida del Ministero contengono una serie di indicazioni relative alla sanità e al benessere animale, all’alimentazione animale, alla sorveglianza degli agenti zoonosici e delle malattie da essi indotte e alla sorveglianza sul medicinale veterinario utili a promuovere un uso prudente degli antimicrobici e di conseguenza, a prevenire o controllare il fenomeno dell’AMR. L’identificazione e la classificazione (sulla base del consumo di medicinali veterinari, in particolare di antimicrobici) delle aziende zootecniche che possono comportare un rischio per lo sviluppo e la diffusione di microbi resistenti sono il punto di partenza per l’adozione di misure idonee a ottimizzare la sanità dell’allevamento, secondo un approccio quanto più possibile differenziato per le singole realtà aziendali. Il pieno coinvolgimento dei veterinari è quanto mai essenziale per favorire questo approccio integrato alla gestione del fenomeno e consente di trovare un equilibrio appropriato tra la necessità di impiego di agenti antimicrobici per promuovere la salute e il benessere dell’animale e il rischio di sviluppo dell’AMR. Un “uso prudente” non è solo il frutto di valutazioni scientifiche e tecniche da parte di professionisti ed esperti del settore, ma anche il risultato delle buone pratiche veterinarie e di allevamento (miglioramento della loro gestione, delle condizioni igieniche-sanitarie), nonché delle pratiche attuate per la prevenzione delle malattie come, ad esempio, l’attuazione di programmi di vaccinazione. È, inoltre, il risultato di corrette condizioni d’impiego dei medicinali veterinari autorizzati come rispetto delle indi-
L’utilizzo prudente degli antimicrobici, quindi, non può che essere strettamente connesso con l’applica-
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MANAGEMENT
lassi; pattern (classi e forme farmaceutiche). Tali informazioni risultano fondamentali per intraprendere opportune strategie per la riduzione dei consumi. Nelle Linee Guida vengono inoltre specificate tutte le misure e gli organi competenti in materia per un uso prudente degli antimicrobici in zootecnia, le competenze dei medici veterinari, il ruolo del nutrizionista, dell’allevatore e delle associazioni di categoria. Si analizzano poi tutti le fasi e i punti chiave nell’allevamento per garantire buoni condizioni di biosicurezza, benessere e giusta alimentazione agli animali, onde garantire il massimo livello sanitario. I vaccini giocano un ruolo importante nel prevenire o ridurre l’insorgenza di determinate malattie infettive degli animali. Per non vanificarne l’efficacia è tuttavia indispensabile che questi vengano utilizzati in idonee condizioni ambientali nel rispetto delle norme di biosicurezza degli allevamenti e attuando misure indirizzate a migliorare il benessere degli animali.
cazioni d’uso, il ricorso all’uso in deroga soltanto in via eccezionale e al fine di evitare all’animale evidenti stati di sofferenza, l’utilizzo di antibatterici per fini preventivi limitato a casi eccezionali e supportato da documentata giustificazione. È importante anche tenere sempre presente la situazione epidemiologica: la continua raccolta e analisi dei dati derivati da campioni prelevati in allevamento e/o al macello devono fornire il substrato per apportare continue e nuove misure alla lotta all’AMR. La raccolta e l’analisi dei dati derivanti dai controlli sulla detenzione, distribuzione e fornitura dei medicinali veterinari nonché di vendita e impiego degli antimicrobici forniscono, invece, stime utili relativamente alle modalità di uso degli antimicrobici: trattamento, metafilassi e profi-
Numerosi sono i prodotti che negli ultimi anni sono stati identificati come possibili alternative agli antimicrobici in medicina veterinaria. Si tratta di sostanze simili a quelle proposte in medicina umana che, essendo utilizzate anche per gli animali da reddito, devono rispondere, tra gli altri, a stringenti requisiti di sicurezza per la salute dei consumatori. Si tratta di molecole con meccanismi d’azione molto diversi e complessi in grado di agire per la loro attività battericida/batteriostatica, di dare effetti positivi su microbiota intestinale e di stimolare il sistema immunitario. Fra le sostanze più interessanti sono da ricordare gli acidificanti, i probiotici, i prebiotici, i simbiotici, i fagi o la lisina fagica purificata, gli enzimi, gli estratti di piante e di alghe, gli olii essenziali, gli immunomodulatori, i peptidi, gli acidi grassi a catena corta e media, l’ozono, ecc. Essi, pur avendo un’efficacia alquanto variabile ed essendo talvolta ben lontani dall’entrare in uso su larga scala commerciale, possono rappresentare uno dei supporti che, se applicati associati alle altre strategie, possono aiutare a ridurre l’utilizzo di antimicrobici. Fonte: Linee guida per l’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici per la prevenzione dell’antimicrobico-resistenza e proposte alternative: www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2782_allegato.pdf
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MANAGEMENT
Una soluzione sostenibile per produrre pulcini di un giorno In un’industria avicola globale, che deve affrontare sfide diverse, è importante che i rischi inerenti la sicurezza alimentare, la salute e il benessere degli animali, la sostenibilità e le prestazioni siano limitati al minimo. Gestione dell’allevamento e dell’incubatoio focalizzata sulla qualità Sono stati fatti molti sforzi per evitare che in incubatoio possano entrare uova da cova contaminate. La qualità dei pulcini di un giorno non dipende solo dal grado di contaminazione, ad esempio da E. Coli o Salmonella, ma anche dallo sviluppo embrionale e dalla finestra di schiusa durante il processo di incubazione. La qualità delle uova, sia esterna che interna, è essenziale per ottenere un pulcino sano e vitale e deve essere mantenuta elevata durante tutto il ciclo produttivo. È stato dimostrato che anche difetti minimi del guscio dell’uovo, come fessure capillari e a stella, influenzano in modo significativo la schiudibilità e la qualità dei pulcini di un giorno nei riproduttori da carne. L’incidenza di questo
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tipo di difetti del guscio aumenta con l’invecchiamento della gallina a causa della riduzione dello spessore del guscio e della resistenza alla rottura. Sono state effettuate varie prove sul campo in condizioni commerciali, confrontando le uova crepate con quelle normali. Oltre all’effetto sulla schiudibilità e sulla qualità dei pulcini di un giorno, le crepe hanno anche ridotto in modo significativo le prestazioni dei polli da carne, influenzando negativamente la mortalità, l’assunzione di mangime, l’aumento di peso e la conversione. Tutte queste osservazioni sono state confermate da ricerche ed esperimenti. Oltre a questi effetti sulle prestazioni, che incidono direttamente sulla redditività, vi è un aumento del rischio che le uova vengano contaminate da E. Coli o Salmonella, risultando quindi fonte di pericolo per la sicurezza alimentare. È stato rilevato che il tasso di contaminazione
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MANAGEMENT
delle uova con crepe può essere di almeno cinque volte superiore a quello delle uova normali. Nella produzione di uova di riproduttori da carne e da uova è fondamentale sviluppare una strategia proattiva per mantenere la produzione di uova, la schiudibilità, la qualità dei pulcini di un giorno e le prestazioni dei polli da carne a un livello elevato. Un buon inizio del periodo di svezzamento delle ovaiole e la salvaguardia della sicurezza alimentare devono essere prioritarie nei programmi di gestione e la qualità del guscio è fondamentale per ottenere tutto questo.
Capire la genetica Contrariamente a quanto molti credono, concentrarsi sull’assorbimento del calcio non è la soluzione. In normali circostanze pratiche l’assorbimento del calcio non è influenzato negativamente dall’età e sicuramente non dalla quantità di calcio disponibile per il guscio.
Tenendo ben presente questo concetto, è evidente che una strategia per mantenere la qualità delle uova, sia interna che esterna, basata sul miglioramento dell’assorbimento di calcio o proteine man mano che la gallina invecchia, non possa garantire risultati soddisfacenti. Una migliore strategia implica che, dati gli intervalli più brevi tra ovulazione e deposizione delle uova (poiché le prestazioni migliorano di anno in anno), si possa facilitare e migliorare il processo di calcificazione del guscio.
Conclusione Migliorando le risposte fisiologiche e le risposte immunitarie delle galline ai fattori di stress (ambientali), si può migliorare la qualità dell’albume che non è solo la fonte nutritiva per lo sviluppo dell’embrione, ma anche la base per una solida deposizione del guscio. Fonte: www.agrimprove.com
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NUTRIZIONISTICA
RONOZYME®HiPhos: più fosforo liberato
Susanna Lolli, Manager, Performance Solutions Italy dsm-firmenich, Istituto delle Vitamine S.p.A., Segrate (MI) Italy
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I mangimi animali sono principalmente di origine vegetale e contengono, pertanto, un’elevata quantità di fitato. A differenza dei poligastrici, in grado di metabolizzare il fitato grazie alle fitasi prodotte dai microrganismi del rumine, i monogastrici quali polli, maiali e pesci, in cui l’attività fitasica nel tratto digestivo è limitata se non pressoché assente, non sono in grado di utilizzare il fitato come fonte di fosfato (Maenz et al. 1998; Boiling et al., 2000). È per questo motivo e per soddisfare le richieste nutrizionali degli animali che le diete contengono fosfato inorganico, un minerale
- nutrizionistica -
costoso e non rinnovabile; i monogastrici espellono così grandi quantitativi di fosforo sotto forma di acido fitico che, trasferito ai
NUTRIZIONISTICA
terreni agricoli tramite fertilizzazione, viene idrolizzato dai microrganismi del terreno con liberazione di fosfato inorganico. Il fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque (eccesso di sostanze a effetto fertilizzante come l’azoto, il fosforo e altre sostanze fitostimolanti) è una conseguenza della saturazione del fosfato nel terreno da un processo di fertilizzazione/concimazione e trasferito agli ambienti acquatici attraverso il drenaggio (Brinch-Pedersen et al., 2002).
all’assorbimento. L’interazione del fitato con le proteine è fortemente dipendente dal pH: a pH<5 si formano principalmente complessi binari proteina-fitato, in cui la proteina è direttamente legata al fitato (Selle et al., 2000; Kies et al., 2006); a pH>5 si formano, invece, complessi ternari proteina-fitato, in cui la proteina è legata a uno ione minerale che, a sua volta, è legato al fitato. Questi complessi rendono le proteine meno solubili e più resistenti alla proteolisi con una conseguente riduzione della loro digeribilità.
Fattore antinutrizionale
I citati problemi ambientali e nutrizionali concernenti la presenza di elevate quantità di fitato nell’alimentazione animale, possono essere risolti generando piante geneticamente modificate con un ridotto contenuto di acido fitico nei semi, o più semplicemente introducendo nella dieta le fitasi.
L’acido fitico non solo non può essere utilizzato dagli animali monogastrici come fonte di fosfato, ma è anche considerato un forte fattore antinutrizionale, poiché interferisce nell’assorbimento e nell’utilizzo di cationi minerali, proteine, aminoacidi. I sei gruppi fosfato dell’acido fitico (IP6) ne fanno un forte agente chelante in grado di legare cationi minerali divalenti e formare complessi insolubili metallo-fitato, riducendone la disponibilità
Infatti, circa l’80% di questo acido fitico è suscettibile alla degradazione da parte della fitasi, ma per distruggerlo efficacemente è necessaria una fitasi esogena, come RONOZYME® HiPhos, che può agire molto più rapida-
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NUTRIZIONISTICA RONOZYME® HiPhos in breve mente rispetto alle fitasi endogene. Maggiore è l’acido fitico che viene degradato nello stomaco, minore è la possibilità che questo ricrei legami con calcio e proteine quando aumenta il pH nell’intestino tenue, ciò si traduce in maggior quantità di nutrienti disponibili per l’animale (Smith, 2021).
•
è un enzima derivante dal batterio Citrobacter braakii, classificato come 6-fitasi (EC. 3.1.26) espressa in Aspergillus oryzae;
•
è la fitasi più evoluta e più efficiente che sia mai esistita;
•
consente di liberare più fosfato, racchiuso nelle materie prime vegetali sotto forma di fitati, rende disponibile il fosforo, il calcio e gli altri elementi nutrizionali utili per l’animale, il sodio ad esempio, consentendo di ridurre il quantitativo dei fosfati minerali presenti nei mangimi per animali;
•
riduce gli effetti antinutrizionali dei fitati e incrementa la redditività della produzione;
•
è formulato nella nuova Product Form GT (Granulated Thermostable), che assicura la massima stabilità dell’attività enzimatica racchiusa al suo interno, anche in caso di trattamenti termici a 95 °C;
•
è quindi la fitasi più efficiente che si inserisce nel portfolio delle fitasi di dsm-firmenich sviluppate a partire dagli anni ‘90 in collaborazione con Novozymes.
Ci sono fitasi e fitasi… Le fitasi (mio-inositolo esafosfato fosfoidrolasi) sono enzimi in grado di idrolizzare l’acido fitico e di rilasciare i metalli divalenti chelati dal fitato. Le fitasi sono enzimi ampiamente diffusi in natura, identificate in piante, in microrganismi e in alcuni tessuti animali (sangue di uccelli, rettili e pesci). Sono state isolate fitasi vegetali e batteriche (intracellulari) e fitasi funginee, generalmente extracellulari, tra cui, ad esempio, quelle appartenenti ai generi Aspergillus, Penicillium, Mucor, Rhizopus (Liu et al., 1998), etc. Per ultime, in ordine di scoperta, ma non meno importanti, ci sono le fitasi di lieviti. Una fitasi, che ha anche un interesse commerciale, come RONOZYME® HiPhos, deve soddisfare una serie di criteri di qualità, quali: • efficacia nell’idrolizzare il fitato nel tratto digestivo, determinata dalle sue proprietà enzimatiche quali affinità elevata per il fitato ed elevata attività specifica, temperatura e pH ottimale, resistenza alla proteolisi; • stabilità durante il processo di pellettizzazione e lo stoccaggio; • abbassamento del costo formula ed elevato ritorno dell’investimento; • solida base scientifica, dati di prove continue e aggiornate che portano, ad esempio, a revisionare le matrici. Le matrici di una fitasi vanno riviste periodicamente a fronte di nuovi dati sperimentali, in quanto le diete degli animali sono soggette a molteplici e rapidi cambiamenti (fabbisogni di calcio e fosforo ad esempio); • dsm-firmenich Animal Nutrition and Health ha recentemente introdotto alcuni valori di matrici di RONOZYME® HiPhos relativi a: maggior fosforo disponibile, aumentata efficacia della contribuzione (FYT) per l’uso nelle diete ad alto contenuto di fitati-P e calcio digeribile.
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Conclusioni L’aggiunta di fitasi alla dieta degli animali monogastrici, inoltre, non solo permette di migliorare la disponibilità del fosforo, ma anche quella di minerali – calcio (Veum et al., 2006) e magnesio (Brink et al., 1991) –, aminoacidi ed energia (Cowieson et al., 2006). La molecola del fitato, e in generale i nutrienti da esso legati, non possono essere assorbiti nel tratto digestivo senza la previa degradazione enzimatica a opera delle fitasi che, generalmente, può avvenire nel tratto digestivo e/o nel mangime prima del consumo. Articolo sponsorizzato dsm-firmenich
Acido fitico È la principale forma di riserva del fosforo, di minerali (calcio, potassio, magnesio, zinco, ferro) e inositolo nei semi e nei tessuti vegetali. Chimicamente: Mio-inositolo esafosfato (IP6) Forma e peso molecolare: C6H18O24P6 ; 659.86 Sali: FITATI
- nutrizionistica -
NUTRIZIONISTICA
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43
NUTRIZIONISTICA
Valutazione dei fabbisogni energetici e proteici delle galline ovaiole in fase avanzata di deposizione Lavori riguardanti i fabbisogni di proteine ed energia nelle galline ovaiole in fase avanzata di deposizione sono riportati in maniera scarsa, e come risultato, l’argomento è ancora di difficile comprensione. Questo studio vuole misurare la risposta alla somministrazione di diete con tre livelli diversi di energia metabolizzabile apparente corretta per la ritenzione zero di azoto (AMEn) e quattro livelli diversi di lisina a digeribilità ileale standardizzata (SID Lys) di galline Hy-Line Silver Brown, accasate individualmente, di età compresa tra le 80 e 90 settimane.
R. Kleyn1 e M. Ciacciariello2 1 Spesfeed Consulting
(Pty) Ltd, South Africa & University of KwaZuluNatal, South Africa 2 University of KwaZulu-
Natal, South Africa
44
Le galline hanno controllato la quantità di mangime ingerito in modo tale da rendere costante il consumo di calorie, a prescindere dai diversi livelli di AMEn presenti. I soggetti che mostravano una produzione maggiore, in termini di peso dell’uovo (grammi/ uovo al giorno) consumavano più SID Lys quotidianamente, ma i livelli dietetici di quest’ultimo fattore hanno avuto un piccolo, ma significativo impatto negativo sulla produzione di uova. L’attuale comprensione del fabbisogno, in termini di energia e pro-
- nutrizionistica -
teine, delle galline ovaiole è applicabile per l’alimentazione di soggetti in fase avanzata di deposizione, anche se va posta una particolare attenzione nell’evitare una sovraalimentazione proteica.
Introduzione L’obiettivo di migliorare la persistenza nella produzione di uova da parte delle galline ovaiole è stato raggiunto selezionando
NUTRIZIONISTICA ®
ORIGINAL individualmente i soggetti che deponevano più a lungo nel tempo. Inoltre, la durata della vita produttiva delle galline è aumentata a 100 settimane d’età e oltre. Era stato previsto che queste galline, molto longeve dal punto di vista della produttività, avrebbero raggiunto le 500 uova a 100 settimane d’età, obiettivo che ora può essere raggiunto a livello commerciale. Le principali aziende di genetica hanno utilizzato strumenti di genomica per risolvere diversi problemi, tra i quali la persistenza di deposizione, il controllo delle dimensioni dell’uovo, la riduzione del declino della qualità delle uova, il miglioramento della resistenza alla rottura del guscio e della qualità dell’apparato scheletrico nonché il miglioramento di alcune caratteristiche dell’ovidutto, quali peso ed efficienza.
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Sulla nutrizione e il metabolismo della gallina ovaiola in fase avanzata di deposizione sono state condotte poche ricerche, principalmente perché determinati gruppi non erano disponibili. La maggior parte delle informazioni si basa dunque su supposizioni o prove aneddotiche. Per provare a comprendere meglio i fabbisogni nutrizionali di questi soggetti, è stato condotto un esperimento utilizzando galline ovaiole, in condizioni di accasamento individuale, di razza Hy-Line Silver Brown, di un’età compresa tra le 80 e 90 settimane dalla schiusa. È stata inoltre condotta una valutazione dei fabbisogni energetici e proteici e il loro impatto sulla produzione giornaliera di uova e sulla loro qualità.
Metodi Questo studio è stato approvato dal Comitato Etico Animale dell’Università di Kwazulu Natal (AREC/044/017) e ha correlato tre diversi livelli di energia AMEn e quattro diversi livelli di SID Lys ai parametri produttivi di 192 soggetti Hy-Line Silver Brown, di età compresa tra 80 e 90 settimane. I dati del periodo che va dalle 87 alle 90 settimane di età sono stati utilizzati per scopi modello-analitici. I soggetti sono stati accasati individualmente in gabbie (500 mm profondità x 450 mm di altezza x 350 mm di larghezza) in un contesto ambientale a ventilazione naturale. Per l’esperimento è stato utilizzato un design a ‘blocchi fattoriali randomizzati’ 3x4, con 16 repliche per ogni trattamento. Mangime e acqua sono stati somministrati ad libitum e il fotoperiodo è stato mantenuto costante a 16 ore di luce artificiale quotidiane. Le uova sono state raccolte quotidianamente ed è stata calcolata la produzione giornaliera per gallina (% di uova prodotte per gallina al giorno). Il peso dell’uovo (g) è stato misurato tre volte a settimana, calcolandone la media. Il mangime assunto (FI) è stato determinato settimanalmente, mentre il peso vivo (BW) è stato determinato prima e dopo il periodo della raccolta dati della quarta settimana. È stata quindi calcolata la variazione in peso vivo (g/d) durante il periodo di studio. La massa uova è stata misurata come il prodotto tra il peso dell’uovo e la produzione giornaliera per gallina (g uovo/produzione
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NUTRIZIONISTICA
uova giornaliera) e l’indice di conversione (FCR) è stato calcolato come il rapporto tra la media giornaliera di mangime assunto (g) e la massa uova giornaliera (g/giorno). La quantità giornaliera di AMEn e SID Lys assunte è stata misurata come il prodotto tra FI e i livelli presenti nelle varie diete. Le diete sono state formulate utilizzando ingredienti simili, atti a garantire tre livelli di AMEn (11,0 - 11,75 - 12,5 MJ/ Kg) e quattro livelli di SID Lys (6,0 - 7,0, - 8,0 - 9,0 g/kg). SID Lys è stata utilizzata come amminoacido (AA) di riferimento, contenente il profilo di AA ideale. Le analisi sul mangime sono state condotte da Evonik Africa (Pty) Ltd. I dati sono stati analizzati da ANOVA utilizzando JMP® Pro 14.2.0. Ogni soggetto rappresenta un singolo punto dati. Sono state utilizzate equazioni di previsione della regressione lineare per modellare FI, FCR, massa uovo e fabbisogni nutrizionali. Ogni soggetto che finiva al di fuori del range di FCR tra 1,5 e 2,4 è stato escluso per ridurre gli effetti di proteine ed energia corporee sulla deposizione o mobilizzazione e minimizzare l’impatto sull’utilizzo di SID Lys e AMEn.
Risultati Gli effetti principali nel periodo compreso tra le 87 e 90 settimane d’età sono mostrati nella Tabella 1. Non vi sono state interazioni rilevanti tra i livelli di energia e proteina per nessuna delle diete utilizzate. La transizione da 11,0 a 12,5 MJ/kg di AMEn nella dieta ha avuto come effetto la riduzione del mangime ingerito giornaliero (FI) di 15,7% (96,7g vs 111,9 g/giorno; P<0,01), ma non vi è stata alcuna differenza significativa sull’AMEn ingerito. L’indice di conversione (FCR) è variato del 13,3% (2,72 vs 2,05; P<0,001). I maggiori livelli nella dieta di SID Lys da 6,0 a 9,0 g/kg hanno avuto come effetto un aumento dell’ingestione giornaliera di SID Lys del 33,8% (683 vs 914 mg/giorno; P<0,01), ma questo non ha avuto un impatto significativo sull’AMEn ingerito, FI, peso dell’uovo, massa uova o FCR, e non è stata osservata alcuna interazione. Le ovaiole sono state in grado di variare il mangime ingerito giornaliero per raggiungere i propri fabbisogni individuali (Eq. 1). Il contenuto di SID Lys nella dieta non è stato significativo ed è stato escluso dal modello. La quantità di AMEn ingerita è stata prevista con elevata ac-
Tabella 1 – Principali effetti delle diverse diete su parametri produttivi, peso corporeo, volume di mangime ingerito, indice di conversione (FCR), AMEn corretto per l’azoto e assunzione di SID Lys di galline ovaiole di razza Hy-Line Silver Brown dalle 87 alle 90 settimane d’età post-schiusa. Produzione uova giornaliera (%/giorn)
Peso Uovo (g/egg)
Massa Uova (g/giorn.)
Mangime ingerito (g/giorn.)
Peso corporeo (g)
FCR (g mangime/ g uovo giorn.1)
AMEn ingerito (KJ/giorn.)
SID Lys ingerito (mg/giorn.)
11.00
70.96
60.65
43.11
111.9c
1984
2.719
1226
837.5c
11.75
72.20
59.95
43.00
102.6b
1953
2.567
1199
766.5b
12.50
70.00
60.17
42.19
96.72a
1956
2.406
1201
721.8a
6.0
74.66
59.13
44.33
108.6
2010
2.652
1264
652.1a
7.0
73.54
60.35
44.14
104.2
1960
2.444
1211
728.1b
8.0
67.12
60.97
41.00
101.4
1940
2.697
1177
808.8c
9.0
68.90
60.57
41.64
101.3
1948
2.467
1182
912.0 d
Energia dieta (AMEn)
0.814
0.664
0.871
<0.001
0.469
0.243
0.716
<0.001
Lisina digeribile (Lys)
0.176
0.157
0.370
0.155
0.130
0.520
0.132
<0.001
AMEn x Lys interazione
0.631
0.150
0.554
0.861
0.965
0.436
0.865
0.759
AMEn (MJ/kg)
SID Lys (g/kg)
Significatività (p =)
abc
Le medie all’interno di colonne che non condividono un apice comune sono significativamente diverse al livello di probabilità del 5% Performance media; Produzione uova giorn. 71.07%, Peso uovo 60.26 g, Massa uova 42.77, Mangime ingerito 103.88, Peso corporeo 1964 g, FCR 2.563.
46
- nutrizionistica -
NUTRIZIONISTICA
curatezza (r2=0,796; P<0,001) (Eq. 2), con peso corporeo (P<0,001) e massa uova giornaliera (P<0,001) unici fattori influenzanti l’assunzione di energia. Il dato di produzione giornaliera di uova, come determinato dall’AMEn ingerito (kj/giornaliero) è significativo (r2=0,780; P<0,001) e lineare (Eq. 3), mentre l’impatto del livello energetico della dieta sulle uova prodotte è stato NS (Eq. 4). Il fabbisogno energetico di mantenimento è stato di 193 kJ/kg di peso vivo, mentre quello per la produzione di uova è stato di 18,6 kJ/g. La risposta all’ingestione di SID Lys (mg/giornalieri) rispetto alla produzione di uova giornaliera è stata significativa (r2=0,274; P<0,001), con quest’ultima come unica variabile avente un impatto significativo (P<0,001). Il peso corporeo non ha avuto un impatto significativo ed è stato escluso dal modello (Eq. 5). Incrementando i livelli dietetici di SID Lys da 6 a 9 g/kg, è stato ottenuto come risultato un impatto negativo, significativo e lineare, sulla produzione di uova (r2=0,020; P<0,040) (Eq. 6). Le galline che hanno assunto alti livelli di AMEn hanno anche consumato meno SID Lys, ma questo non ha avuto effetti significativi sulla produzione di uova. Il peso di queste ultime è rimasto lo stesso a prescindere dal volume di SID Lys assunto, cosa che risulta essere in contrasto con i risultati riportati per soggetti più giovani.
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Il vantaggio di accasare le galline e controllare i dati individualmente è che i risultati non sono stati falsati da medie delle misurazioni di due o più individui, ottenendo dati più accurati rispetto ai fattori biologici sottostanti. D’altro canto erano assenti vincoli sociali e spaziali tra galline che vivono in gruppo: quest’ultima interazione sociale è solita limitare il mangime ingerito (FI) in condizioni commerciali, in particolare nei sistemi cage-free. La scoperta che le galline in fase avanzata di deposizione possono regolare il volume di mangime ingerito per raggiungere il propri fabbisogni è contrario rispetto a quanto desunto da altri ricercatori, che ritengono che i moderni genotipi abbiano perso questo meccanismo di regolazione dell’energia ingerita. Queste differenze sono verosimilmente spiegate dal fatto che niente ha ostacolato il volume di mangime ingerito delle galline accasate individualmente, mentre potrebbe non essere il caso quando gli animali sono accasati in gruppo, come visto da Scappaticcio et al. (2022). Il fabbisogno energetico per il mantenimento è diminuito da 352 kJ/kg di peso cor-
- ottobre 2023 -
47
NUTRIZIONISTICA
Tabella 2 – Previsione di AMEn ingerito (kJ/giorn.) massa uova corrispondente ad AMEn ingerito e livelli nella dieta, SID Lys ingerito (mg/giorn.), massa uova corrispondente a SID Lys ingerito, livelli presenti nella dieta e mangime ingerito (g/giorn.) utilizzando regression lineare (n=125 misurazioni con 12 diete). Equazione
Variabile dipendente
1
Mangime ingerito, g/giorn. (r 2 = 0.834)
2
3
4 5
6
7
AMEn ingerito, kJ/giorn. (r2 = 0.796)
Massa uova, g/giorn. (r 2 = 0.780)
Massa uova, g/giorn. (r 2 = 0.020) SID Lys ingerito, mg/d (r 2 = 0.274)
Massa uova, g/giorn. (r 2 = 0.325)
Massa uova, g/giorn. (r 2 = 0.026)
Variabile indipendente
Errore standard
Valore di p
Intercetta
75.198
14.568
<0.001
Peso corporeo, g
0.016
0.004
<0.001
Massa uova, g/giorn.
1.621
0.098
<0.001
AMEn, MJ/kg
-6.674
1.018
<0.001
Peso corporeo, g
0.193
0.059
<0.001
Massa uova, g/giorn.
18.609
1.159
<0.001
Intercetta
0.659
2.240
0.769
AMEn ingerito, kJ/giorn.
0.038
0.002
<0.001
Intercetta
73.602
13.939
<.001
AMEn MJ/kg
-2.240
1.184
0.061
Intercetta
245.524
80.1901
0.003
Massa uova, g/giorn.
11.597
1.676
<0.001
Intercetta
-8.232
11.650
0.481
SID Lys ingerito,mg/giorn.
0.119
0.030
<0.001
SID Lys ingerito2, mg/giorn.
-6.0 x 10 -5
1.9 x 10 -6
<0.001
Intercetta
56.200
4.358
<0.001
SID Lys g/kg
-1.188
0.573
0.040
poreo a 193 kJ/kg, mentre nel caso della massa uova giornaliera, questo valore è aumentato da 9,16 kJ/g a 18,6 kJ/g quando confrontato con galline più giovani. Tale risultato potrebbe non essere il riflesso accurato di una ripartizione energetica nei soggetti in fase avanzata di deposizione, poiché molte galline avevano già interrotto la produzione o stavano per farlo, suggerendo un utilizzo delle riserve corporee per la produzione di uova. Le ovaiole hanno perso peso corporeo, quindi è stato ipotizzato che alcune proteine endogene siano state utilizzate per la produzione di uova. Aumentando i livelli dietetici di SID Lys da 6 a 9 g/kg, l’impatto sulle genetiche a lunga vita produttiva, in termini di produzione giornaliera per gallina, è stato minimo, nonostante questi soggetti consumassero livelli di AMEn più alti e meno SID Lys. Le diete formulate in modo da garantire 6 g/kg di SID Lys potrebbero aver superato i fabbisogni delle galline. Questo potrebbe suggerire come i livelli di SID Lys somministrati durante l’esperimento non fossero carenti. Contrariamente alle aspettative, livelli dietetici di SID Lys più elevati hanno portato a una riduzione delle performance. Il fabbisogno proteico delle galline in fase avanzata di deposizione potrebbe essere considerevolmente più basso rispetto a quello dei soggetti più giovani.
48
Parametro stimato
Conclusioni Le galline ovaiole in fase avanzata di deposizione possono raggiungere i propri fabbisogni in termini di energia regolando il volume d’ingestione quotidiano di mangime (FI), esattamente come galline di ogni età e/o genotipo. Questo implica che il nutrizionista può prendere decisioni riguardo ai livelli energetici della dieta nello stesso modo per soggetti di ogni età e/o genotipo. Galline con un’elevata massa uova giornaliera hanno dimostrato di consumare più SID Lys, ma incrementando i livelli di quest’ultimo non è stato ottenuto alcun risultato in termini di aumento della produzione giornaliera di uova, con il surplus di proteine possibile fattore influenzante negativamente le performance degli animali. Perciò i fabbisogni proteici delle galline ovaiole in fase avanzata di deposizione differiscono da quelli di animali più giovani. È probabile che le attuali conoscenze riguardanti i fabbisogni energetici e proteici delle galline ovaiole siano applicabili anche ai soggetti in fase avanzata di deposizione, anche se bisognerebbe prestare attenzione a non eccedere in termini di proteina somministrata. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli Atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2023
- nutrizionistica -
NUTRIZIONISTICA MENO SPRECHI = PIÙ RISULTATI RISPARMIA ENERGIA1
PIÙ PERFORMANCE2
PIÙ INTEGRITÀ INTESTINALE3,4
I β-mannani incrementano i costi di alimentazione sprecando energia. La risposta immunitaria indotta dagli alimenti (FIIR), scatenata dai β-mannani, riduce l’energia disponibile per la crescita e influenza negativamente la salute intestinale degli animali – sprecando fino al 3% dell’energia fornita con il mangime1. HemicellTM HT degrada I β-mannani PRIMA che possano scatenare la FIIR.
HemicellTM HT risparmia energia ed elimina i costi dei β-mannani 1. Daskiran M, et al. (2004) An Evaluation of Endo-β-D-mannanase Hemicell) Effects on Broiler Performance and Energy Use in Diets Varying in β-mannan Content. Poultry Sci. 83: 662-668. 2. Hemicell EMEA field experience. Data on file. 3. Poulsen K. (2021) Effects of Hemicell on Intestinal Health in broilers analyzed in 44 Experiences. Data on file. 4. David Zhu. (2021) Meta-analysis of HTSi for 24 Hemicell Trials in APAC. Data on file. Hemicell, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. © 2023 Elanco. PM-IT-23-0119 - ottobre 2023 Elanco Italia S.p.A. – Via dei Colatori 12, 50019 Sesto Fiorentino (FI)
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TRASFORMAZIONE
Risparmio idrico nel processo di eviscerazione
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L’acqua è un elemento fondamentale per l’intera filiera avicola: essa svolge un ruolo di enorme importanza sia in allevamento che negli impianti di trasformazione. Tuttavia, nonostante il suo ruolo così importante, l’acqua viene spesso trattata come se fosse una risorsa infinita e gratuita, un’interpretazione erronea che deve essere modificata sia per il bene del pianeta che per i costi dell’impianto.
Ing. Fabio G. Nunes Poultry Processing Consultant, Brazil fabio.g.nunes@hotmail.com “The cost of quality is the expense of doing things wrong” Phil Crosby (1926-2001)
50
L’acqua utilizzata negli impianti di trasformazione può provenire da diverse fonti, come l’acquedotto, pozzi artesiani o corsi d’acqua. Indipendentemente dalla sua origine, l’acqua scarseggia e il suo uso e il relativo smaltimento sono sottoposti a pressioni sia in termini ambientali che di costi operativi, motivi sufficienti per sollecitare le aziende a inserire un programma di risparmio dell’acqua tra le loro priorità. Un programma di risparmio idrico comincia dalla valutazione del consumo dell’impianto. I dati forniti dai produttori di linee di eviscerazione ci informano che il consumo
- trasformazione -
di acqua è in media di 1 m3/ora per ogni macchina e di 2 m3/ora per le macchine lavapolli. Pertanto, nella configurazione di una linea di base, tale consumo può essere in media di 8.000 litri/ora, equivalenti a 128.000 litri/16 ore o 40 milioni di litri/anno, con esclusione dell’acqua richiesta per lavare e sanificare gli ambienti e per le pompe di aspirazione dei polmoni. Poiché questo consumo rappresenta quasi il 43% del consumo totale dell’impianto (Tabella 1), la sala di eviscerazione rappresenta un’area ad altissimo potenziale per quanto riguarda il risparmio idrico.
TRASFORMAZIONE
Tabella 1 – Ripartizione stimata del consumo idrico in un impianto di macellazione (Mouchrek, 2004). Aree
Consumo idrico (% sul totale)
Raccolta animali vivi
1,88
Scottatura
21,43
Spiumatura
6,40
Eviscerazione
43,17
Asciugatura e raffreddamento
21,06
Sanificazione
3,84
Sub-totale
97.78
Servizio fognario
1,02
Aree di passaggio
0,60
Area ristoro
0,60
Totale
100.00
Come in tutte le altre sezioni dell’impianto di macellazione, anche in questo luogo l’igiene rappresenta una priorità: incapsulare le macchine in modo da contenere processi di sversamento, fare affidamento sui vassoi di gocciolamento lungo il trasportatore aereo della linea di eviscerazione e optare per un sistema di spazzatura del pavimento anziché per il lavaggio a getto, rappresentano metodi efficaci per ridurre l’uso di acqua in questa fase del processo. Le moderne linee di eviscerazione sono dotate di ugelli di spruzzatura ad alta pressione e a basso volume, efficaci e a risparmio idrico, ma tali sistemi non sono presenti negli impianti più vecchi. In questo caso, bisognerebbe considerare l’idea di rottamare le vecchie macchine installando macchinari più moderni, con ugelli ad alta pressione e a basso consumo. L’utilizzo dell’acqua nella linea di eviscerazione talvolta può sfuggire al controllo, se innescata dalla preoccupazione per la presenza di evidente contaminazione fecale o rimaneggiamenti della carcassa. Per eliminare la contaminazione alla fonte, e quindi ridurre l’uso dell’acqua in questa fase, occorre rivedere e perfezionare il programma di sospensione del mangime; cercare di raggiungere una maggiore uniformità dei gruppi; mantenere alta l’efficacia del lavoro di manutenzione preventiva e contare su un supervisore attento ed esperto. Dato che le frattaglie commestibili richiedono l’utilizzo dell’acqua, si può considerare di riprogettare i percorsi
di queste parti, sostituendo le vasche d’acqua con nastri trasportatori e/o pompe, che richiedono molta meno acqua per funzionare. Inoltre, dotare i refrigeratori di misuratori di portata per monitorare e mantenere sotto controllo l’utilizzo dell’acqua. Mantenere le condutture in buone condizioni è la chiave per prevenire gli sprechi. Ispezionate la linea della stanza di eviscerazione quando l’impianto è spento e asciutto, alla ricerca di perdite. Se ne trovate, correte ai ripari al più presto perché rappresentano perdite di acqua spesso trascurate ma molto costose (Tabella 2). Eseguite regolarmente questo giro di ispezione, perché esse possono verificarsi anche in apparecchiature installate male, in caso di manutenzione inefficiente o in presenza di attrezzature usurate. Inoltre, è bene monitorare il consumo di acqua anche nei macchinari adibiti al lavaggio ed è consigliabile non pensarci due volte a sostituire macchinari vecchi con soluzioni moderne più performanti in tema di risparmio dell’acqua. Tabella 2 – Flusso delle perdite (DPM = goccia/minuto) x costo annuale (Kiepper, 2011). US $/1.000 galloni
5 DPM
10 DPM
20 DPM
50 DPM
3
$ 7.884
$ 15.768
$ 31.536
$ 78.840
4
$ 10.512
$ 21.024
$ 42.048
$ 105.120
5
$ 13.140
$ 26.280
$ 52.560
$ 131.400
7
$ 18.396
$ 36.792
$ 73.584
$ 183.960
Il programma di risparmio idrico dovrebbe anche considerare nei lavamani l’installazione di rubinetti a collo di cigno, dotati di innesco con movimento del ginocchio o del piede, che ottimizzano l’uso dell’acqua su richiesta del personale. Poiché il consumo di un rubinetto a collo di cigno di 1 cm di diametro che usa la pressione atmosferica dell’acqua può raggiungere 5 litri/minuto, pari a 300 litri/ ora o 4.800 litri/giorno, educare il personale dell’impianto a utilizzare i lavamani in modo appropriato e a chiudere il getto d’acqua durante le pausa può comportare un grande risparmio idrico. Concludendo, se si uniscono il monitoraggio, un pizzico di creatività, manutenzione, sorveglianza e pratiche di educazione dei lavoratori è possibile realizzare soluzioni intelligenti e semplici per ridurre il consumo di acqua durante il processo di eviscerazione, garantendo al contempo elevati standard di igiene, prodotti sicuri e un uso parsimonioso delle risorse naturali.
- ottobre 2023 -
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Direttore responsabile Lucio Vernillo Redazione Daria Domenici (zootecnica@zootecnica.it) Referente Italia Marianna Caterino (marianna@zootecnica.it) Amministrazione amministrazione@zootecnica.it Ufficio Zootecnica International Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia Tel.: +39 055 2571891 Web: zootecnica.it Registrazione Registrazione Tribunale di Firenze n.3162 Spedizione in A.P. Art.2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Firenze ISSN 0392-0593 Abbonamento (1 anno / 11 numeri): Italia Euro 50 Abbonamento con Carta di credito o Paypal: zootecnica.it/abbonamenti Abbonamento con bonifico bancario: Zootecnica International, Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia; banca: UNICREDIT, BIC: UNICRITM1OU9 Iban: IT 81 H 02008 38083 000020067507 Art Direction e impaginazione Laura Cardilicchia – elleciwebstudio.com Copertina © Denise Vernillo Stampa Nova Arti Grafiche, Firenze
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