Zootecnica International - Rivista Avicola - edizione italiana - 11 novembre 24

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La salute intestinale negli avicoli come fattore critico per la produzione senza utilizzo di antibiotici

ASEAN - Le dinamiche dell’industria della carne in un’area economica a malapena riconosciuta

Problemi comuni durante le prime settimane di pulcinaia del tacchino

Tramoggette Gió: le originali senza griglia

lo svezzamento

Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro.

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EDITORIALE

Alcune riflessioni storiche nel faticoso cammino dell’Europa unita. Ci consideriamo europei per il solo fatto di appartenere come cittadini ai singoli stati nazionali che compongono l’Europa, ma questa resta pur sempre un’astratta eredità storica articolata nell’ancor fragile Comunità Europea sviluppatasi a partire dall’immediato dopoguerra. Dobbiamo liberarci da questo superficiale approccio al tema e addentrarci più a fondo nelle difficoltà che costantemente accompagnano la formazione di una vera Europa unita, come patria, come nazione, come stato. I tre termini sono ambigui a causa dei secolari eventi drammatici, come ci insegna anche la storia recente. Penso tuttavia che, oltre ogni ostacolo, vadano comunque perseguite ragioni più profonde di convergenza. Parlare della propria terra come “patria” riecheggia giuste pulsioni culturali radicate nell’ampia famiglia dei padri, valorizzate nell’età del romanticismo sia da coloro che erano già comunità-stato, sia da quelli che inseguivano l’idea di unità nazionale. Entrambi perseguiranno nella seconda metà dell’800 l’idea di “nazione”, vista come terra dove si nasce, si dimora, si radica la propria identità e si progetta la propria potenza, con paradossali conseguenze belliche. Resta infine l’obiettivo “stato” già formatosi come istituzione nei precedenti secoli dell’età moderna post-medievale. Divennero per prime “stato” l’Inghilterra, la Francia, la Spagna e anche l’impero asburgico moderno che trasmutò l’antica veste medievale in più moderne strutture di governo. Nel XIX secolo vennero a formarsi anche gli stati dell’Italia e della Germania che agli inizi del ‘900 risultò la prima potenza europea.

In queste brevi note storiche i tre termini succitati sono già carichi di concreti significati maturati durante alcuni secoli di esperienze, senza alcun altro riferimento se non quello culturale.

Il problema centrale dell’unità europea può riassumersi in buona parte nel come sintonizzare su fondamenti unitari Paesi che hanno secolari radici popolari tra loro ben distinte. Sono ancora indecifrabili gli sviluppi futuri considerando i grandi mutamenti demografici e i flussi migratori che stanno avvenendo negli ultimi decenni, ma una cosa è certa: non potrà esserci futuro se perderemo di vista i valori umani, rifacendoci proprio agli insegnamenti impartiti dalla Storia.

La zootecnia europea si ritrova a Bruxelles

Si è tenuta il 3 ottobre presso il Parlamento Europeo la tavola rotonda “The benefits of sustainable livestock farming for Europe’s ecological transition: practical information“, primo di una serie di incontri che, con approccio scientifico e non ideologico, affronterà in modo tecnico i diversi aspetti della zootecnia europea.

La tavola rotonda, organizzata da Farm Europe, ha avuto come tema centrale quello della sostenibilità economica, sociale e ambientale della produzione zootecnica europea come leva fondamentale per una transizione ecologica dei sistemi produttivi alimentari. Il dibattito ha sottolineato che gli aspetti quali salute, biodiversità, impatti e benefici climatici e ambientali, potenziale economico e tessuto sociale sono strettamente connessi alle attività zootecniche e devono essere pienamente integrati nelle politiche europee per un futuro sostenibile dell’Europa.

Il settore si trova al centro del dibattito pubblico e deve affrontare sfide complesse per tutelare la propria redditività economica, adattandosi al tempo stesso alle crescenti esigenze sociali e ambientali. In particolare è stato evidenziato il rapporto tra gli europei e la carne tramite le ragioni che li spingono all’acquisto del prodotto: tra le principali, la percezione che la carne è un alimento essenziale per una dieta sana e il piacere di mangiarla. Sui

consumi, inoltre, è stato posto l’accento sui quelli reali, in Europa in linea con le raccomandazioni di nutrizionisti e organizzazioni della salute pubblica.

Sulle dinamiche di produzione è stato evidenziato che la domanda di prodotti di origine animale rimane sostenuta, anche se si registra una diminuzione della produzione soprattutto nel settore bovino, con un conseguente ricorso alle importazioni.

Il settore avicolo europeo è l’unico comparto per il quale si registra una produzione in crescita. La redditività, le emissioni e lo stoccaggio di carbonio, la corretta gestione delle risorse naturali e la tutela della biodiversità sono state inquadrate come le sfide che la zootecnia deve affrontare. Per una transizione a sistemi più resilienti di allevamento, per il settore avicolo è stata evidenziata la necessità di investimenti sul benessere animale e di ridurre la dipendenza dall’import di materie prime per la mangimistica (specialmente quelle proteiche).

Le politiche europee di questo mandato dovrebbero riconoscere agli allevatori l’importante ruolo che giocano nella sovranità alimentare, nella nutrizione e nella transizione ecologica. Anche il consumatore deve fare la sua parte, pagando un prezzo più elevato per prodotti maggiormente sostenibili, ma è stato sottolineato anche che, in caso di crisi come quella generata dalla pandemia da Covid-19 o dal conflitto in Ucraina, che portano i prezzi dei prodotti inevitabilmente a salire, una grande parte dei consumatori europei non sarebbe in grado di assorbire l’aumento del costo dei prodotti.

Per affrontare queste sfide, le future politiche europee devono essere basate su evidenze scientifiche e tenere conto della diversità dei sistemi di allevamento europei, e garantire investimenti in ricerca e innovazione, necessari per sviluppare nuove tecnologie e pratiche agricole sempre più sostenibili, con il coinvolgimento di allevatori e industria alimentare.

Fonte: Unaitalia

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ATTUALITÀ

UE: stop Mercosur senza rispetto del principio di reciprocità

La filiera agroalimentare italiana lancia un grido di allarme: Coldiretti, Filiera Italia, Legacoop Agroalimentare, Unaitalia, FAI CISL, Uila, Flai CGIL hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per esprimere profonda preoccupazione riguardo all’accordo UE-Mercosur.

l’uso di pesticidi. Non è solo la quantità ad allarmare le associazioni, ma anche i principi attivi impiegati, molti dei quali sono vietati nell’Unione Europea, ma consentiti in questi Paesi. Un’ulteriore criticità riguarda gli allevamenti, dove si fa uso di antibiotici come promotori della crescita, una pratica proibita in Europa dal 2006.

Secondo le organizzazioni, l’accordo, se sottoscritto nella sua attuale forma, avrebbe effetti devastanti sull’intero comparto agroalimentare europeo e italiano. Come si legge nella lettera, “dal 7 al 9 ottobre si sono tenuti a Brasilia una serie di incontri tra i principali negoziatori del Mercosur, volti a finalizzare un accordo in tempo per il vertice dei leader del G20 previsto a metà novembre a Rio de Janeiro”. L’accordo in questione rischia di generare squilibri drammatici per la filiera produttiva europea, a causa delle evidenti asimmetrie negli standard produttivi. In particolare – si legge nel testo – “nell’area Mercosur, vigono regole molto meno stringenti rispetto a quelle europee sull’uso di pesticidi e tecniche di produzione”.

I dati evidenziano queste preoccupazioni: basti pensare che il solo Brasile negli ultimi venti anni ha quadruplicato

Secondo quanto scritto dalle organizzazioni nell’appello rivolto alla Meloni, “tutto questo genera riflessi nefasti per il nostro tessuto produttivo”, poiché le aziende italiane sarebbero penalizzate da una concorrenza sleale che favorisce una corsa al ribasso dei costi, alimentata dall’assenza di regole comuni e del principio di reciprocità. Nonostante l’intenzione della Commissione Europea di includere un addendum per rafforzare gli impegni ambientali su deforestazione e rispetto degli accordi sul clima, “non esistono ad oggi progressi significativi rispetto all’impegno del Brasile”.

Secondo alcune stime, l’entrata in vigore dell’accordo Ue-Mercosur potrebbe contribuire alla deforestazione di 1,35 milioni di ettari di foreste, mettendo a rischio uno degli ecosistemi più preziosi del pianeta. Le associazioni ribadiscono che, pur essendo favorevoli agli accordi di libero scambio basati su regole condivise, come l’accordo bilaterale UE-Giappone, “queste condizioni sono del tutto assenti nell’accordo UE-Mercosur”.

Le associazioni chiedono con forza che il Governo italiano si opponga alla firma dell’accordo finché non saranno introdotti quei principi di reciprocità e regole condivise per la filiera agroalimentare, necessari non solo per proteggere le imprese italiane, ma anche per tutelare i lavoratori e garantire un lavoro etico.

“Crediamo – si conclude nella missiva – che una stretta collaborazione con altri Stati membri dell’UE, come la Francia, che condividono le nostre preoccupazioni, possa impedire l’approvazione dell’accordo nella sua attuale forma”.

Fonte: Unaitalia

Presentata a Forlì Fieravicola 2025

La 54° edizione di Fieravicola, che si svolgerà a Rimini dal 6 all’8 maggio 2025, è stata presentata il 14 ottobre scorso agli operatori della Borsa Avicola di Forlì.

Il presidente di Fieravicola Renzo Piraccini e il direttore di Assoavi Stefano Gagliardi hanno illustrato le novità della fiera dedicata alla filiera avicunicola in programma al Rimini Expo Centre in primavera.

“Fieravicola è l’unica vetrina per l’intera filiera avicola, la fiera dove le tematiche che interessano il settore vengono trattate con esperti e stakeholder e dove le opportunità di bu siness anche estero sono a portata di mano”, ha dichiarato il te Renzo Piraccini

team che lavora continuativamente per l’organizzazione e per mettere a punto le novità di questa edizione. Mi riferisco ad esempio alla piattaforma di business matching tra espositori e buyer, che metteremo a disposizione delle aziende partecipanti. Quest’anno stiamo riscontrando un buon interesse, anche imprese da tempo non presenti si sono dimostrate intenzionate a partecipare”.

Il direttore di Assoavi, Stefano Gagliardi, ha sottolineato che l’appuntamento, oltre a rafforzare networking e conoscenza grazie alla qualità dei temi trattati nel program

“Tra le novità dell’edizione 2025 c’è The Healthy Food Show, un’area realizzata in collaborazione con Macfrut, dedicata ai prodotti ad elevato valore nutrizionale. È una grande opportunità per far conoscere i prodotti avicoli che oggi rispondono alle esigenze dei consumatori sempre più attenti a stili alimentari salutistici. La loro presentazione e spettacolarizzazione può avere un rimbalzo comunicativo importante”. Infine è stato dato spazio all’attività internazionale che ha nella missione in Senegal, che si svolgerà in dicembre, uno dei prossimi appuntamenti. La parte internazionale si avvale di progetti di incoming attraverso Agenzia ICE e di missioni in numerosi

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Elanco Global Day of Purpose 2024: il volontariato aziendale migliora la vita di animali, persone e pianeta

Il 3 e 4 ottobre si sono svolte in tutta Italia le azioni di volontariato che hanno coinvolto i dipendenti di Elanco, che hanno dedicato il proprio tempo ad associazioni e onlus che operano sul territorio nazionale.

Si è svolto il 3 e 4 ottobre l’Elanco Global Day of Purpose 2024, l’evento annuale che Elanco, azienda globale che opera nel mercato della salute degli animali da allevamento e degli animali domestici, dedica al volontariato d’impresa. L’iniziativa coinvolge tutti i dipendenti, che hanno l’opportunità di donare parte del proprio tempo lavorativo ad associazioni e onlus che operano sul territorio. Ciascun dipendente di Elanco partecipa su base volontaria e sceglie tra le strutture e i progetti proposti dall’azienda a chi prestare il proprio impegno; le ore di lavoro dedicate al volontariato sono retribuite dall’azienda. A guidare i progetti di responsabilità d’impresa è l’Elanco Healthy Purpose, l’approccio che racchiude la filosofia dell’azienda verso i temi di sostenibilità ed ESG (Environmental, Social, Governance), un quadro di azioni volto ad accrescere il benessere delle persone e del pianeta, a partire dagli animali, e a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Quest’anno l’iniziativa si è tenuta in diverse città italiane (da Milano a Roma, da Bologna a Firenze), dove il gruppo dei dipendenti Elanco si è raccolto per testimoniare il principio di reciprocità, rispetto, accoglienza. Nell’iniziativa è stata coinvolta una serie di associazioni come Rise Against Hunger Italia Onlus a Bologna, canili e gattili municipali in diverse città, Associazione Ylenia e gli Amici Speciali APS con Mastri Biscottai a Roma, la Cari-

tas Ambrosiana a Milano e alcune sedi territoriali di Banco Alimentare. Il personale di Elanco ha preparato kit alimentari (sostenendo 166 famiglie in difficoltà per 2 settimane e 260 bambini per un anno interno in Zimbabwe, grazie alla giornata di volontariato in Rise Against Hunger), si è dedicato alla cura e alla compagnia di cani e gatti che si trovano nei rifugi con donazioni di snack, salviette e shampoo (per un valore di oltre 50.000€); ha donato una fornitura di 36mila uova da distribuire tramite pacchi alimentari alle persone in difficoltà e supportato i volontari delle varie associazioni nella loro attività quotidiana.

Parallelamente, l’azienda promuove il principio di vita più sano e di rispetto dell’ambiente con il FantaElanco, un gioco sociale che coinvolge i dipendenti in corse, camminate con i propri animali domestici e raccolta di rifiuti urbani durante l’attività sportiva. Nel 2023 quasi 2.700 dipendenti volontari hanno contribuito per oltre 23.600 ore a cause in tutto il mondo, quasi il doppio rispetto alle 12.800 ore del 2022. Un livello di impegno notevole che rappresenta un valore stimabile in circa 790.000 dollari.

“L’impegno di Elanco è volto a migliorare la vita degli animali, delle persone e del pianeta – ha dichiarato Mario Andreoli, General Manager di Elanco Italia – non solo attraverso le attività di Ricerca & Sviluppo di nuovi prodotti, ma anche e soprattutto con un concetto di impresa realmente sostenibile, in grado di supportare le collettività in cui opera. Animali, persone e pianeta più sani rappresentano la nostra catena valoriale e sono le aree in cui possiamo agire per contribuire attraverso le nostre strategie a fare la differenza”.

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Una produzione avicola sostenibile passa anche attraverso le soluzioni Elanco per l’Integrità Intestinale e la Sicurezza Alimentare.

Sostenibilità è un termine, al giorno d’oggi, sempre più comune e sottintende un processo di cambiamento in cui lo sfruttamento delle risorse, gli investimenti e le nuove tecnologie mirano a soddisfare i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle future generazioni di soddisfare i propri. Nello specifico, il concetto di sostenibilità si basa su tre pilastri: sostenibilità economica, sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile condivide obiettivi comuni su questioni cruciali, come il contrasto al cambiamento climatico, la lotta alla povertà e l’eliminazione della fame.1

Stime recenti indicano che, nei prossimi trent’anni, la popolazione mondiale aumenterà di quasi 2 miliardi di individui passando dagli attuali 8 miliardi ai 9,7 miliardi nel 20502, con conseguente incremento della domanda di proteine animali. Le carni avicole e le uova, proteine accessibili e convenienti, vengono abbondantemente consumate in tutto il mondo e possono aiutare a soddisfare questa crescente domanda. Carni avicole e uova rappresentano oltre il 30% delle proteine animali consumate a livello mondiale3, ma sono responsabili solamente dell’8% delle emissioni globali di gas serra (GS) prodotte dagli allevamenti di bestiame. Nel contesto della produzione avicola, il 75% delle emissioni di gas serra è legato alla produzione e al consumo dei mangimi.4

A livello globale, le principali catene di distribuzione hanno iniziato a contabilizzare, rendicontare e ridurre anche le emissioni indirette (Scope 3), parallelamente alle altre iniziative a supporto della sostenibilità. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità prefissati e uniformarsi alle nuove linee guida, è necessario che l’intera filiera collabori, a partire da tutte le fasi della produzione animale, fino alla distribuzione del prodotto finito al consumatore.

Le carni avicole rappresentano le proteine animali più consumate, ma hanno il minor apporto di GS (8%)

Evoluzione degli standard e delle normative sulla sostenibilità

Il 75% dell’impronta di carbonio è rappresentato dal mangime

Gli impegni in materia di emissioni di carbonio nella catena alimentare si basano su una catena del valore altamente integrata

L’efficienza alimentare è alla base di una produzione avicola sostenibile, allineata ai nuovi regolamenti e alle esigenze dei consumatori.

In avicoltura, oltre il 75% delle emissioni di gas serra è rappresentato dal mangime; pertanto è ragionevole cercare di ottenere la migliore efficienza al imentare. L’ intestino, mo tore fondamentale de ll’efficienza alim entare e di conseguenza della performance di broiler e ovaiole, assorbe e digerisce i nutrienti da convertire in proteine ed energia da utilizzare per la produzione e la crescita. L’intestino svolge anche una importante funzione immunologica e rappresenta una barriera contro l’invasione di patogeni come le Salmonelle. Pertanto, è fondamentale proteggere e migliorare l’Integrità Intestinale per ridurre lo spreco di energia necessario per ripristinare la funzionalità ottimale dell’apparato e prevenire la diffusione dei patogeni.5 Salute, prestazioni produttive e redditività dei gruppi di broiler dipendono da un’ottimale Integrità Intestinale

Elanco è da sempre all’avanguardia nello sviluppo di prodotti e servizi utili a migliorare e misurare l’Integrità Intestinale e a proteggere la sicurezza alimentare. Da settant’anni fornisce soluzioni innovative ai produttori avicoli, aiutandoli a risolvere importanti sfide come il controllo della coccidiosi e dell’enterite, la riduzione dei processi infiammatori intestinali, il miglioramento dell’efficienza alimentare e la gestione del microbioma intestinale.

L’Integrità Intestinale ha un impatto diretto su tutti gli aspetti della produzione avicola sostenibile

Economica

Maggiore redditività dell’allevamento

Sociale

Benessere animale

Sicurezza alimentare Consumo di antibiotici

Ambientale

Riduzione delle emissione di gas serra. Riduzione del consumo di risorse (Acqua e suolo)

Prodotti e Servizi Elanco focalizzati su Performance, Salute e Sicurezza Alimentare per una produzione avicola sostenibile

Maxiban®, grazie alla peculiare azione sinergica tra narasin e nicarbazina, è ancora oggi il leader indiscusso a sostegno dell’Integrità Intestinale. Consente un controllo ottimale dei coccidi e performance superiori agli animali.

Leader nel controllo e nel miglioramento dell’Integrità Intestinale e della sicurezza alimentare

Soluzioni uniche per la gestione dei dati

Monteban®, protegge l’Integrità Intestinale durante il periodo di maggior valore del ciclo produttivo, rispetto ad altri ionofori garantisce una migliore efficienza alimentare con un migliore impatto sulla performance.

Hemicell® promuove la salute intestinale, l’Integrità Intestinale e l’efficienza energetica degradando i ꞵ-mannani presenti negli alimenti.

Gallipro® Fit contiene tre ceppi di probiotico accuratamente selezionati per potenziare i programmi di prevenzione, migliorare la sicurezza alimentare e la performance.

AviPro™ Salmonella DUO è il primo e unico vaccino vivo bivalente contro la Salmonella. Riduce l’escrezione fecale e la colonizzazione degli organi interni da parte di ceppi di campo SE e ST, riduce la contaminazione delle uova con ceppi di campo SE.

HTSi™ e Indice di Integrità Intestinale sono strumenti importanti per valutare la salute degli animali, la loro performance, gli eventuali interventi e trattamenti. Aiutano a identificare soluzioni, fondate su evidenze, a complesse problematiche dell’Industria Avicola.

FSP è Il primo programma completo per la riduzione del rischio di trasmissione di tossinfezioni alimentari. Ottimizza la prevenzione nei diversi livelli del ciclo produttivo. Valuta i rischi e identifica i punti critici di controllo lungo le varie fasi della catena produttiva. Aiuta a sviluppare e implementare strategie adeguate a ridurre i rischi.

Bibliografia: 1 - https://www.fao.org/sustainability/en/ 2 - https://www.un.org/en/global-issues/population#:~:text=The%20world’s%20population%20is%20expected,billion%20in%20the%20mid%2D2080s 3 - https://www.steakholderfoods.com/post/what-are-the-most-consumed-meats-around-the-world

Maxiban™, Monteban™, Hemicell™ HT, AviPro™ Salmonella Duo, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. GalliPro® Fit è distribuito da Elanco. ©2024 Elanco. PM-IT-24-0310

La gestione del fosforo e del calcio nei monogastrici

Si è tenuta a Bologna il 3 ottobre scorso la giornata di studio sul tema “Gestione del fosforo e del calcio nei monogastrici” organizzata da dsm-firmenich in collaborazione con l’Associazione Scientifica di Avicoltura.

Il convegno, che si è concentrato sull’uso delle fitasi, assai utilizzate nell’odierna industria mangimistica (sono presenti infatti in circa il 90% dei mangimi avicoli e nel 70% di quelli suini), è servito anche per presentare una fitasi di quarta generazione.

Luigi Montella, Medico veterinario

La giornata si è aperta con l’intervento del prof. Markus Rodehutscord dell’Università di Hohenheim che ha trattato il metabolismo e l’utilizzazione del fosforo (P) in suini e avicoli. Il calcio (Ca) e il fosforo (P) sono assai legati, per meccanismi fisiologici dipendenti da ormoni, a livello renale e tiroideo. Nelle piante il contenuto di fosforo è variabile, soprattutto di quello non fitato, indigeribile senza l’aiuto delle fitasi, che scindono l’acido fitico. Nel pollo l’assorbimento del fosforo avviene a livello intestinale, dopo il diverticolo di Merkel, a livello prececale. Studi recenti mostrano come nel pollo sia possibile formulare una dieta senza fosfati,

purché il Ca non sia in eccesso e le fitasi siano aggiunte regolarmente. Da notare, inoltre, che un eccesso di fitasi, raggiunto un determinato plateau di P assorbito, non ne aumenta l’assorbimento. Anche per i suini è possibile formulare una dieta senza aggiungere fosfati minerali, ma solo fitasi, posto che, di nuovo, il Ca non sia in eccesso.

Considerato che il P è raro e costoso in natura e quello escreto nelle feci ha un noto impatto ambientale, si ritiene sia possibile diminuire – fino ad arrivare a eliminare – l’aggiunta di fosfati minerali, estraendo il P indigeribile della dieta con l’aggiunta equilibrata di fitasi. Ovviamente ogni specie animale ha le sue peculiarità nella degradazione e nell’assorbimento del fitato, il cui assorbimento, inoltre, potrebbe essere alterato dalla presenza di fosfati minerali aggiunti; dunque, se si fa attenzione soprattutto ai livelli di calcio, sembra possibile dopo la fase starter formulare diete senza fosfati minerali aggiunti.

Adam Smith, Manager Enzimi EMEA, ha trattato il ruolo dal calcio e della sua digeribilità nelle diete dei monogastrici secondo una prospettiva di sostenibilità. Il calcare rappresenta la prima fonte di calcio nei mangimi, seguito da gusci di ostrica, fosfato dicalcico, ecc. Le materie prime, invece, ne contengono livelli assai bassi (dallo 0,02% del mais allo 0,33% del pannello di soia), ma in realtà questi dati derivano da medie, perché la variabilità del calcio nelle singole materie prime è notevole: ad esempio dagli USA alcuni tipi di soia arrivano a un contenuto pari allo 0,76%. Di fatto, anche in virtù del suo basso costo, nei mangimi è frequente un’iperformulazione di Ca (mediamente circa il 20% in eccesso), che influisce sia sul pH gastrointestinale del pollo che sull’assorbimento del P. Da prove sperimentali, infatti, risulta che un’iperformulazione di Ca porta a minor peso e peggiore conversione ed è stato anche notato un aumento delle pododermatiti in allevamento. Ma, oltre alla quantità di calcio, è necessario anche valutarne la fonte: ad esempio, il calcio derivato dal marmo dà risultati zootecnici migliori rispetto a quello derivato dal calcare gessoso.

Quindi, come per il P, bisogna valutare con attenzione, tramite un’alimentazione di precisione, la quantità e qualità del Ca, sia come materia prima che nei vari ingredienti della formula: così si migliorano le rese, ma si diminuisce anche la dispersione di nutrienti con gli escreta. Di fatto, in diete che contengono fitasi a livelli elevati il calcare è la prima fonte di Ca, anche se le prove sulla sua solubilità danno risultati differenti nei mangimi formulati in vari Paesi. Ciò dipende da vari fattori, come la dimensione

delle particelle, la solubilità, la porosità, la presenza di altri elementi traccia, ecc. In qualsiasi caso, la digeribilità del calcio migliora in presenza di fitasi, qualsiasi sia la fonte di calcio in termini di granulometria, solubilità, ecc. Ciò vale sia nel pollo che nel suino, pertanto una migliore conoscenza della qualità e quantità di calcio nella formula consente risparmio e migliori performance.

Su HiPhorius™, la fitasi di quarta e ultima generazione commercializzata da dsm-firmenich, è intervenuto Kostas Stamatopoulos, Manager Enzimi Global, che ha spiegato le caratteristiche del nuovo prodotto: rispetto a quelli precedenti, esso ha minore granulometria che ne favorisce la miscelazione e una protezione lipidica che ne favorisce il passaggio verso l’intestino. Va utilizzato considerando sempre la quota di fitato indigeribile nel mangime; se sottodosato non agisce correttamente; viceversa, se aggiunto in eccesso, non svolge un’ulteriore azione sull’assorbimento del P e viene quindi sprecato. Piuttosto che usarne un dosaggio standard, dunque, conviene adattarlo ai vari periodi di formulazione, migliorando le conversioni. Per una corretta utilizzazione del prodotto, dsm-firmenich mette a disposizione dei clienti un apposito algoritmo.

Franco Calini, Vicepresidente WPSA Italia e consulente in nutrizione avicola, ha ricordato come negli ultimi decenni l’uso di fitasi nei mangimi abbia rappresentato la maggiore rivoluzione in termini di risultati zootecnici. Questo dipende dalla carenza di P nell’ambiente, nonostante sia fondamentale per la vita (l’energia organica deriva da molecole a base fosforo, come l’ATP). Le piante lo utilizzano e lo conservano con grande efficienza e gli esseri viventi lo sottraggono al mondo vegetale. Oggi inoltre, in buona parte dei mangimi prodotti a livello globale, si usa ancora una elevata quota di P minerale, rispetto a quello stimato di origine vegetale (rapporto 100 a 30): ciò significa che vengono formulate diete con eccesso di P, grande spreco di risorse e pericolo di contaminazione dell’ambiente, poiché è causa dell’eutrofizzazione delle acque. Per questo motivo le fitasi sono utili, non solo all’industria, ma anche all’ambiente, perché evitano sprechi inutili.

Il convegno si è chiuso con l’intervento del dr. José Francisco Pérez Hernández dell’Università di Barcellona, che ha mostrato l’influenza del fitato sulla digeribilità dei nutrienti nei suini e che ha ribadito la necessità di conoscere le quote di Ca e P digeribili nelle formulazioni.

Brasile, buone dinamiche del settore avicolo nel 2024

Il settore avicolo brasiliano mostra un buon andamento quest’anno, grazie alla crescente produzione interna e alle esportazioni. Attualmente il Brasile è il secondo produttore al mondo di pollame.

L’allevamento avicolo è storicamente considerato uno dei principali motori dell’agrobusiness nazionale brasiliano, giocando un ruolo cruciale nell’economia del Paese. In effetti, lo sviluppo dell’avicoltura in Brasile è iniziato con i colonizzatori portoghesi, che

la introdussero durante il periodo coloniale. Da allora la domanda di carne di pollo è cresciuta e il Brasile, con una produzione record di circa 15 milioni di tonnellate di carne avicola nel 2023, è diventato il secondo produttore mondiale.

Eugene Gerden, scrittore freelance

I capi macellati sono stati oltre 1,5 miliardi, con le regioni meridionali che hanno contribuito per quasi il 60% della produzione totale: Paraná (34%), Santa Catarina (13%) e Rio Grande do Sul (12%). Dal 2013 la produzione avicola brasiliana è aumentata di circa 2,5 milioni di tonnellate, raggiungendo i 15 milioni. Anche quest’anno si registra una dinamica in crescita, nonostante l’aumento dei costi di produzione e l’incertezza geopolitica dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina.

Per quanto riguarda i costi di produzione, in particolare, negli ultimi anni c’è stato un significativo aumento dei prezzi del mais e della soia sia in Brasile che nei mercati globali; tuttavia l’aumento della produttività nel settore avicolo brasiliano ha generato risparmi in termini di tempo e quantità di mangime necessari per l’aumento di peso degli animali. In passato erano necessari 105 giorni perché un pollo raggiungesse il peso di macellazione e servivano 3,5 kg di mangime per ottenere 1 kg di peso; attualmente il ciclo di crescita è di 40 giorni (riduzione del 62%) e il rapporto è di 1,6 kg di mangime per 1 kg di peso (miglioramento del 55%).

Secondo Renato Klu, country manager di Quimtia Brasil, una delle principali aziende agricole brasiliane, le prospettive per l’anno in corso sono di circa 16 milioni di tonnellate, ovvero circa il 17% in più rispetto al 2023. “I primi sei mesi dell’anno sono stati già caratterizzati da numeri impressionanti e una performance al di sopra delle aspettative”, ha dichiarato Klu, “ma con l’avvicinarsi della fine dell’anno, la tendenza è che il quarto trimestre sarà molto positivo per il consumo di carne di pollo, con alte aspettative per la catena di produzione.”

Esportazioni di carne avicola brasiliana in crescita

Nel frattempo anche le esportazioni mostrano buoni tassi di crescita quest’anno, fino al 7-8% rispetto al 2023, quando le esportazioni erano cresciute del 6,6%, superando i 5 milioni di tonnellate, equivalenti a circa 10 miliardi di dollari in termini di valore.

In generale il Brasile esporta circa il 35% della sua produzione complessiva in più di 150 Paesi, contribuendo al 38% del commercio internazionale. Per fare un confronto, il valore delle esportazioni brasiliane è maggiore dell’intera produzione di carne di pollo della Russia, che è comunque il quinto produttore mondiale.

Secondo un recente rapporto del canale televisivo brasiliano Canal Rural, attualmente i maggiori importatori di carne di pollo brasiliana continuano a essere Cina, Emirati Arabi Uniti e Giappone. Il governo brasiliano, insieme ai produttori locali, lavora costantemente per l’apertura di nuovi mercati per la carne avicola nazionale e per espandere la presenza brasiliana in quelli esistenti.

Per l’anno in corso, ad esempio, diversi impianti avicoli brasiliani hanno ricevuto i permessi necessari per cominciare a esportare verso la Cina, Israele e altri Paesi. Secondo Luis Rua, direttore dei mercati dell’ABPA (Associazione Brasiliana della Proteina Animale), “ci sono buone prospettive per un aumento delle esportazioni grazie all’apertura di nuovi mercati e all’espansione in destinazioni già esistenti, aumento dovuto anche al rallentamento delle esportazioni da parte di importanti concorrenti, come l’Unione Europea e il Canada.

D’altra parte il consumo di carne di pollo nel mercato interno è anch’esso in crescita, il che potrebbe contribuire a una riallocazione delle forniture dall’esportazione verso il mercato domestico.”

Biolab 2000 esegue analisi chimiche dei mangimi, nuclei, cereali e foraggi per l’alimentazione animale che prevedono:

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Diagnostica Veterinaria • Agroalimentare • Zootecnico, Analisi chimiche • Biologia molecolare

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Secondo le previsioni dell’USDA (United States Department of Agriculture), il Brasile rimarrà il più grande fornitore mondiale di carne avicola, con esportazioni complessive che raggiungono circa 6,8 milioni di tonnellate all’anno e con una quota di mercato che si aggira intorno al 41%.

Negli ultimi anni il Governo brasiliano ha iniziato a prestare maggiore attenzione ai problemi sanitari negli allevamenti avicoli, data la crescente diffusione dell’Influenza Aviaria, che ha richiesto ingenti investimenti in termini di biosicurezza e sorveglianza epidemiologica, in modo da garantire la salute degli animali e la sicurezza alimentare. La situazione più complessa causata dall’Influenza Aviaria è stata osservata sulla costa del Paraná, il centro nevralgico della produzione di carne di pollo in Brasile. Tuttavia, secondo le dichiarazioni di Ricardo Santin, presidente dell’ABPA, nonostante la circolazione del virus nel Paese e nello stato di Paraná per oltre 200 giorni, esso fortunatamente non ha avuto un impatto negativo rilevante sull’avicoltura brasiliana. “Questo è un record

– ha commentato Santin – e ci distingue dal resto del mondo. Mentre molti Paesi devono fronteggiare il virus nella produzione animale e avicola, il Brasile continua a mantenere un alto livello di biosicurezza e il suo prezioso status sanitario. I nostri sistemi di biosicurezza funzionano.”

Numerosi posti di lavoro legati all’avicoltura

Secondo i dati dell’Associazione, la produzione avicola è importante anche dal punto di vista dell’occupazione: essa fornisce infatti 3,5 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti nella catena di produzione, mentre le fabbriche avicole locali impiegano più di 300.000 lavoratori. Il Valore Lordo di Produzione supera i 90 miliardi di real brasiliani.

Il consumo pro capite di questa proteina è significativo, con ogni brasiliano che ne consuma in media 45 chili all’anno, un tasso mantenuto dal 2020. Sempre secondo l’ABPA, inoltre, il consumo medio pro capite era di 10 kg nel 1986, il che significa che l’aumento è stato di oltre il 350% in 36 anni. Attualmente, la carne di pollo è il tipo di carne più consumato in Brasile, anche se, secondo alcuni analisti locali, un’ulteriore crescita del consumo potrebbe essere frenata dall’alto tasso di inflazione. “La nostra catena di produzione ha una portata continentale – ha concluso Santin – e svolge un ruolo decisivo nelle abitudini, nell’economia e nella cultura gastronomica da nord a sud. Dai campi alle fabbriche, miliardi vengono investiti in tecnologie all’avanguardia per garantire la qualità e la salubrità dei prodotti con la maggiore produttività. L’avicoltura è una delle basi alimentari del Paese e un pilastro economico per diverse regioni.”

Previsioni positive anche per le uova

Secondo le previsioni degli analisti, il consumo pro capite di uova dovrebbe raggiungere quasi 300 unità quest’anno, arrivando allo stesso livello registrato durante la pandemia. Tuttavia, nonostante una gran parte della produzione di uova sia destinata al consumo interno, le esportazioni dal Brasile hanno mostrato una dinamica positiva l’anno scorso, crescendo del 175% fino a 26.000 tonnellate. In termini di produzione, l’anno scorso la produzione di uova in Brasile è stata di 52,55 miliardi di unità, con un aumento fino all’1% rispetto al 2022 e anche quest’anno la crescita è in corso.

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Tom Tabler, Professor and Extension Specialist, Department of Animal Science, University of Tennessee

Yi Liang, Associate Professor, Departments of Biological and Agricultural Engineering/Poultry Science, University of Arkansas

Jonathan Moon, Extension Instructor, Department of Poultry Science, Mississippi State University

Jessica Wells, Assistant Teaching Professor, Department of Poultry Science, Mississippi State University

Tanner Thornton, Graduate Student, Department of Animal Science, University of Tennessee

Pramir Maharjan, Assistant Professor and Extension Specialist, Department of Agricultural and Environmental Sciences, Tennessee State University

La salute intestinale

negli

avicoli come fattore critico per la produzione senza utilizzo di antibiotici

Le produzioni avicole certificate ‘’Senza utilizzo di antibiotici’’ (NAE - No Antibiotics Ever) costituiscono oggigiorno un trend comune a livello mondiale. A dispetto dell’evidenza scientifica, secondo cui alcuni antibiotici specifici utilizzati come promotori di crescita (AGP) potrebbero essere impiegati in maniera selettiva e razionale in diversi programmi di nutrizione animale, le tendenze di mercato e la pubblicità negativa dei media hanno spinto diversi gruppi integrati verso linee di produzione antibiotic-free, per poter ampliare le opportunità commerciali.

A seguito del divieto dell’utilizzo di antibiotici come promotori di crescita, sono andate aumentando le problematiche riguardanti la salute intestinale, soprattutto nel settore del broiler. Questa situazione è stata ancora più grave e sentita negli USA dove, insieme al divieto degli antibiotici promotori di crescita, è stato vietato l’utilizzo anche dei coccidiostatici ionofori. Non c’è dubbio che la salute intestinale degli avicoli rappresenti un fattore critico nell’ottimizzare la digestione, minimizzare l’escrezione dei nutrienti e, di conseguenza, mitigare l’impatto ambientale di ammoniaca, odori ed emissioni di gas, con relativi aspetti di benessere e salute sia per gli animali che per gli operatori del settore. È altresì pacifico che gli AGP sembrano mitigare l’infiammazione intestinale e ridurre la separazione dei sali biliari, di fatto mascherando le problematiche intestinali associate. Studiando i meccanismi enterici è risultato molto chiaro come, da ora in avanti, i vari progressi che potranno essere ottenuti nel campo della nutrizione avicola saranno legati esclusivamente agli effetti sulla salute intestinale derivanti da qualsiasi modifica nei processi di produzione e formulazione mangimistica.

Salute e microbioma intestinale

La salute intestinale negli avicoli è un oggetto di studio particolarmente complesso, che riguarda molteplici aspetti. Il tratto gastro-enterico (GIT) gioca un ruolo chiave nella produzione animale e comprende funzioni digestive, di assorbimento, metaboliche, immunologi-

che ed endocrinologiche. Anche se i broiler di oggi sono estremamente efficienti per quanto riguarda la conversione del mangime e l’accrescimento, queste performance richiedono dei volumi elevati di alimento ingerito, con enormi ripercussioni sulla fisiologia del GIT. In meno di 20 anni, e in particolare dal divieto degli AGP nel mangime, la scienza dell’ecosistema intestinale degli avicoli si è sviluppata in una nuova area di ricerca. Quest ’ultima continua a ricevere sempre maggior interesse fintanto che la sicurezza alimentare globale rimarrà una priorità e l’industria avicola fronteggerà richieste sempre più numerose riguardanti l’efficienza economica, la sostenibilità, il benessere animale, la sicurezza alimentare e la riduzione dell’impatto ambientale.

La produzione sostenibile di carni avicole e uova è essenziale per fornire fonti proteiche di alta qualità, abbondanti e sicure, che possano sopperire alle necessità di nutrizione umana e di sicurezza alimentare. Il GIT degli avicoli comprende un complesso e variabile microbiota che gioca un ruolo vitale nella digestione e nell’assorbimento dei nutrienti, nello sviluppo del sistema immunitario e nell’esclusione competitiva dei patogeni. L’integrità, la funzionalità e la salute dell’intestino negli avicoli dipendono da numerosi fattori, particolarmente dall’ambiente, dal mangime e dal microbiota intestinale. Diversi altri fattori, però, ne influenzano il microbiota intestinale: per esempio sono stati identificati fattori specie-specifici, come età, sesso e razza, che su di esso hanno un grosso impatto. La variabilità del microbiota intestinale tende, per la maggior parte, a incrementare durante le

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“I produttori devono effettuare maggiori sforzi nel non far mancare il mangime agli animali durante il ciclo, monitorando le forniture di mangime in allevamento e contattando il servizio tecnico del mangimificio prima di esaurire le scorte”

prime due settimane di vita e il modello di colonizzazione corrispondente sembra diversificarsi tra le ovaiole e i polli da carne. Inoltre, è stato riscontrato che fattori ambientali, come il livello di biosicurezza, la lettiera, l’accesso al mangime, la gestione dell’allevamento, l’ambiente e il clima, hanno un effetto diretto sulla composizione del microbiota enterico.

La salute intestinale spesso si focalizza sul controllo delle patologie enteriche, generalmente correlate con i coccidi o batteri specifici come Clostridium perfringens, E.coli o Salmonella ed è comprensibile perché queste ultime

sono spesso i principali problemi di salute che produttori e gruppi integrati affrontano quotidianamente, in modo particolare quando sono attuati programmi NAE. Tuttavia Oviedo-Rondòn (2019) indica che, in realtà, queste sono le conseguenze e non le cause del problema. Generalmente, il problema principale è un eccesso di nutrienti, in particolare la proteina indigerita nel tratto distale dell’intestino, dove causa una proliferazione di questi microbi, causando infiammazione. Perciò un aspetto chiave nel miglioramento della salute intestinale e, di conseguenza, della produzione NAE, risulta quello di assicurare una digestione appropriata prima del tratto distale dell’intestino.

Un aspetto critico del microbioma intestinale è quello di influenzare lo sviluppo e la maturazione del sistema immunitario dell’ospite. Inoltre, una maggiore diversità del microbioma enterico è stata associata a livelli di stress ridotti e a un maggiore benessere negli avicoli. Le pratiche di gestione attuate nelle fasi precoci del ciclo del broiler influenzano il loro comportamento e il loro benessere, perciò un precoce accesso all’alimento dopo la schiusa risulta critico, perché vi è un’enorme crescita di microorganismi nell’intestino successivamente alla prima ingestione di mangime, la quale stimola lo sviluppo dell’intestino e del sistema immunitario. Ogni ritardo nell’accesso al mangime influenza in maniera negativa questo sviluppo.

In anni recenti sono stati tentati numerosi approcci, sia a livello nutrizionale sia di management, per modulare il microbioma intestinale, con l’obiettivo di migliorare la salute intestinale degli avicoli. Il microbiota che risiede nei diversi tratti del GIT è fortemente influenzato dal passaggio di componenti di mangime indigeriti; come risultato, la normale flora microbica residente può garantire vantaggi, così come svantaggi all’ospite. I primi includono l’esclusione competitiva dei patogeni, la stimolazione e programmazione del sistema immunitario e diversi contributi alla nutrizione dell’ospite. All’opposto, come svantaggi per l’ospite abbiamo un dispendio energetico e proteico, poiché i microorganismi competono come tali per questi nutrienti. Inoltre, questi microbi producono metaboliti tossici e catabolizzano gli acidi biliari, cose che potrebbero influenzare negativamente l’accrescimento e diminuire la digeribilità dei grassi. Persino i processi generalmente considerati benefici dalla presenza del microbiota costituiscono un incremento di richiesta energetica e proteica per l’ospite, impattando negativamente sulle performance di crescita degli avicoli.

L’importanza della qualità di mangime e acqua

È nota l’esigenza di materie prime di ottima qualità per poter produrre delle diete per avicoli con un’ottima digeribilità. Sfortunatamente, non tutte le forniture di mais e soia garantiscono un prodotto di qualità. I gruppi integrati, soprattutto quelli coinvolti in produzioni certificate NAE, dovrebbero porre maggiore cura nell’evitare livelli di micotossine nelle materie prime e grassi irranciditi tali che superino i limiti raccomandati, se l’obiettivo è quello di evitare problemi intestinali negli animali. I produttori a contratto dovrebbero monitorare la presenza di muffe all’interno dei silos e delle tramogge di alimentazione, per evitare di somministrare del mangime deteriorato agli animali. Le micotossine possono compromettere diverse funzionalità del GIT, risultando in un diminuito assorbimento di nutrienti per via di una minor superficie disponibile per lo stesso, una modulazione dei carrier di trasporto dei nutrienti e una perdita d’integrità della barriera intestinale. Grassi e olii rancidi non dovrebbero essere utilizzati, poiché sono collegati alla patogenesi delle problematiche enteriche.

Oggigiorno gli ambienti produttivi NAE richiedono uno stoccaggio adeguato per le materie prime grasse e una valutazione delle corrette condizioni di manipolazione nei silos e nelle linee di trasporto, in modo da mitigare eventuali fenomeni d’irrancidimento a livello di mangimificio. Un’assicurazione di qualità nei processi di lavorazione della soia costituisce sempre uno dei fattori critici, in particolar modo per le produzioni NAE, per via degli effetti negativi sulla digestione da parte di soia troppo o poco cotta. Quest ’ultima contiene livelli elevati di fattore antitripsinico, mentre la soia troppo cotta ha come risultato una diminuita digeribilità delle proteine. Alte concentrazioni di inibitori della tripsina nelle diete dei broiler sono direttamente correlate a un rapido passaggio di mangime e a uno sbilanciamento della flora microbica enterica. Ugualmente importante è la dimensione delle particelle della soia: particelle grossolane favoriscono una maggiore digeribilità della proteina della soia e minimizzano gli effetti negativi dei fattori antitripsinici.

Successivamente all’ingestione del primo mangime dopo la schiusa, si osserva un aumento del numero dei batteri nell’intestino dei pulcini. Ritardare l’accesso al mangime nel pulcino appena schiuso è deleterio per lo sviluppo della superficie mucosale intestinale e, potenzialmente,

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anche per la composizione del microbiota. La rimozione temporanea del mangime, più tardi nel ciclo, è stata associata a un incremento nella colonizzazione dell’ambiente intestinale da parte di patogeni, inclusa la Salmonella. Per questo motivo, i produttori devono effettuare maggiori sforzi nel non far mancare il mangime agli animali durante il ciclo, monitorando le forniture di mangime in allevamento e contattando il servizio tecnico del mangimificio prima di esaurire le scorte. Alcune interruzioni nell’alimentazione sono inevitabili, ma i produttori devono effettuare ogni tentativo per non esaurire il mangime durante il ciclo, per non causare conseguenze negative agli animali.

Allo stesso modo della soia, il mais gioca un ruolo importante nelle produzioni di mangime per avicoli. La genetica, il contenuto d’umidità alla raccolta, le temperature di essiccazione e le condizioni di stoccaggio possono costituire tutti fattori che influenzano la digeribilità. Il processo d’essiccazione è critico per la qualità del mais perché influisce sulle caratteristiche fisiche, la dimensione delle particelle prodotte durante la macinazione e, di conseguenza, il comportamento di alimentazione degli animali.

La contaminazione da micotossine è sempre un problema per il mais: sono diverse le micotossine che possono contaminarlo, incluse le aflatossine prodotte da Aspergillus spp; le fumonisine, il deossinivalenolo (DON; anche conosciuto come vomitossina), lo zearalenone prodotto da Fusarium spp e le ocratossine prodotte da Penicillium verrucosum. Il livello di micotossine contaminanti i cereali dipende da molti fattori, incluso: 1) l’incidenza e la gravità del marciume rosato in campo, 2) la quantità di danni ai chicchi di mais nelle combinazioni, 3) le condizioni atmosferiche predominanti e 4) l’adozione di pratiche colturali che minimizzino i fattori limitanti della raccolta.

Anche una buona qualità dell’acqua rappresenta un fattore importante per una digestione ottimale: perciò le sue caratteristiche chimico-fisiche dovrebbero essere misurate, controllate e migliorate a livello d ’allevamento. La spinta verso le produzioni NAE ha sottolineato l’importanza dell’acqua nel settore avicolo e l’elevato costo nel trascurare la qualità di quest ’ultima come nutriente vitale.

Il precedente utilizzo di antibiotici permise ai produttori e ai gruppi integrati di sorvolare sul monitoraggio della qualità dell’acqua in allevamento. Oggi però le produzioni NAE non perdonano più questo tipo di errori e molti produttori stanno ora pagando le conseguenze di una qualità

scarsa dell’acqua di abbeverata. La durezza dell’acqua, il grado di alcalinità e un pH basico disturbano i livelli di pH normali del gozzo e, di conseguenza, riducono la prima parte di digestione. Il pH dell’acqua di abbeverata dovrebbe essere mantenuto leggermente acido, tra i 5,5 e i 7, perché un livello basico comporta la riduzione dell’attività di molti enzimi digestivi. Inoltre, alte concentrazioni di sali e solidi nell’acqua, combinati con un pH basico, tendono a favorire la produzione di biofilm e di endotossine nelle linee dell’acqua e nei nipples per via della proliferazione di alghe e microbi.

Il biofilm e i sali contribuiscono alla degradazione dei parametri microbiologici dell’acqua e possono inoltre contribuire a problematiche di occlusione dei nipples, influenzando di conseguenza la disponibilità dell’acqua per gli animali. Una riduzione del consumo di acqua, a prescindere dalla causa, influenza negativamente la fisiologia intestinale, la digestione e le performance. La sanitizzazione dell’acqua, utilizzando diversi metodi quali clorati, perossidi o altri prodotti, può aiutare a mitigare la crescita di batteri e alghe.

Gli allevatori dovrebbero attuare tutte le strategie possibili per evitare mancanze di acqua e/o mangime, che possono rivelarsi potenziali cause di disordini intestinali durante l’accrescimento, particolarmente nei programmi NAE. Dopo cinque o sei ore di interruzione nell’erogazione dell’alimento, la mucosa intestinale cambia e viene stimolata la produzione di mucina; questa produzione extra viene utilizzata dai batteri per irritare la mucosa, contribuendo in risposta a produrre volumi più elevati di muco e incrementando le reazioni infiammatorie.

Altri fattori giocano un ruolo importante nella salute dell’intestino. Tutti gli stressors ambientali influenzano negativamente il sistema immunitario dei broiler. Lo stress da calore e le fluttuazioni di temperatura elevate dovrebbero essere evitati il più possibile, a prescindere dall’età degli animali. L’ambiente del capannone (temperatura, umidità, velocità dell’aria) è critico per mantenere gruppi produttivi e in salute: questo varia a seconda dell’età degli animali. Alte densità di animali sono solitamente correlate con una lettiera bagnata ed episodi di enterite necrotica, ma un’adeguata ventilazione può spesso sopperire nella gestione di queste alte densità di soggetti.

Una buona ventilazione è la chiave per la salute intestinale, utile a mitigare la condensa, l’umidità a livello di

FOCUS

lettiera e l’impaccamento della stessa. I programmi luce possono anch’essi impattare sui comportamenti di alimentazione degli animali, la motilità gastro-enterica e la digestione.

Una corretta alimentazione dei riproduttori pesanti è fondamentale per uno sviluppo adeguato della loro progenie. Infine, anche la gestione dell’incubatoio è un fattore critico perché un’incubazione sub-ottimale tende a far aumentare la finestra di schiusa, portando a diversi problemi correlati con lo sviluppo intestinale e l’immunità generale. In ogni caso, per quanto riguarda la salute intestinale, specialmente nelle produzioni NAE, la prevenzione della coccidiosi e dell’enterite necrotica sono le principali preoccupazioni.

Sommario

La salute intestinale è un fattore critico per la produttività del broiler, la sicurezza alimentare, il benessere animale e l’impatto delle produzioni avicole sull’ambiente. I

layerbroilerbreedersaccessories

programmi di produzione NAE attualmente complicano il panorama di produzione del settore del broiler poiché questi animali vanno gestiti in maniera differente. L’utilizzo di programmi NAE richiede una maggior attenzione riguardo alla produzione di mangime e alla formulazione, la qualità dell’acqua, l’utilizzo di additivi nel mangime, alternative agli antibiotici, la gestione dell’allevamento. L’impegno riguarda molto più che la gestione del solo allevamento dei broiler.

La biosicurezza e una maggior cura riguardo alla gestione devono essere rispettate ad ogni livello, dalla pulcinaia all’allevamento dei riproduttori, dall’incubatoio all’allevamento dei broiler, fino al mangimificio. Tutto questo richiederà che ogni settore lavori assieme come una singola unità per gestire in maniera efficace le produzioni NAE e mantenere una salute intestinale ottimale.

Bibliografia disponibile su richiesta

Per gentile concessione della University of Tennessee Institute of Agriculture and UT Extension

produttori di impianti avicoli una scelta di qualità R

ASEAN - Le dinamiche dell’industria della carne in un’area economica a malapena riconosciuta

Mentre esistono numerosi studi scientifici sullo sviluppo della produzione e del commercio di carne per l’UE e il MERCOSUR, ci sono pochissime analisi comparabili per l’area economica dell’ASEAN. Questo fatto è sorprendente, poiché la sua popolazione di 636 milioni di abitanti nel 2022 era più del doppio di quella del MERCOSUR e circa 225 milioni in più rispetto all’UE.

Con una quota dell’8,5% della popolazione globale, quest’area economica ha contribuito solo per il 5,3% alla produzione mondiale di carne e i dieci Stati che ne fanno parte presentano molte differenze riguardo al volume di produzione e all’importanza dei vari tipi di carne.

L’obiettivo di questo articolo è esaminarne più da vicino le dinamiche della produzione di carne nel decennio dal 2012 al 2022, tenendo conto che oltre alla peste suina africana (PSA) e all’Influenza Aviaria, anche la pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto considerevole sullo sviluppo economico della regione verso la fine del decennio in esame.

Popolazione e potenza economica

Hans-Wilhelm Windhorst

Professore Emerito

all’Università di Vechta, Germania

L’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico) è stata fondata a Bangkok nell’agosto 1967 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico, creare una zona di libero scambio e cooperare su questioni di sicurezza e culturali. I Paesi fondatori sono stati Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e Thailandia; negli anni successivi si sono uniti al gruppo anche Brunei (1984), Vietnam (1995), Laos, Myanmar (1997) e Cambogia (1999). Con 257 milioni di abitanti l’Indonesia nel 2022 era il Paese membro più popoloso, rispetto

ai soli 412.000 abitanti del Brunei, e con 1,48 trilioni di dollari statunitensi aveva anche il prodotto interno lordo più alto, mentre sempre il Brunei aveva il più basso con 15 miliardi di dollari. Il valore aggiunto lordo per persona variava tra gli 82.808 dollari di Singapore e i soli 1.228 dollari del Myanmar (Tabella 1). Con 4,1 trilioni di dollari, il prodotto interno lordo dell’area economica era all’incirca equivalente a quello della Germania.

Tabella 1 – Popolazione e Prodotto Interno Lordo negli Stati membri ASEAN nel 2022. Fonte: Worldpopulationreview, World Bank).

Prodotto

Stato

Indonesia

Filippine

Vietnam

Thailandia

Myanmar

Malesia

Cambogia

Laos Singapore

Brunei

ASEAN 635 ,6 4 . 077, 5 -

Le grandi differenze in termini di dimensioni della popolazione, di affiliazione religiosa e di potere d’acquisto hanno principalmente determinato la domanda di diversi tipi di carne; i tabù religiosi, per esempio, vietavano il consumo di carne bovina o suina. Le differenze risultanti nella produzione dei vari tipi di carne vengono discusse a livello nazionale.

Cambiamenti notevoli nella produzione di carne

Tra il 2012 e il 2022 la produzione di carne nell’ASEAN è aumentata da 16,1 milioni di tonnellate a 19,1 milioni, con un incremento del 19%. Lo sviluppo dei vari tipi di carne è variato notevolmente (Tabella 2): ad eccezione della carne di pollo, che ha registrato un aumento della produzione di quasi 3,4 milioni di tonnellate (pari al 46,2%), la produzione di tutti gli altri tipi di carne è diminuita.

È quindi evidente la crescente preferenza per la carne di pollo, che non è soggetta a tabù religiosi, e i dati riflettono anche il passaggio globale in atto dal consumo di carne rossa verso quella bianca (Windhorst 2021). È degno di

nota il fatto che i focolai del virus dell’Influenza Aviaria ad alta patogenicità (HPAI) in alcuni Stati membri abbiano avuto apparentemente un impatto minore rispetto alle epidemie di peste suina africana. Ovviamente, le epidemie e il cambiamento nel comportamento dei consumatori hanno avuto conseguenze differenti sulla quota dei singoli tipi di carne nella produzione totale.

Tabella 2 – Sviluppo della produzione di carne nel gruppo ASEAN tra il 2012 e il 2022; dati in migliaia di tonnellate (fonte: dati FAO).

Tipo di carne 2012 2022

Carne di pollo

Carne suina

Carne bovina

Carne di anatra

Carne di bufalo

Carne caprina

Altre carni

La Figura 1 mostra che la peste suina si è presentata in tempi diversi nei tre Paesi considerati: mentre si è diffusa lentamente nelle Filippine e già dal 2022 era evidente un leggero aumento della produzione, si sono verificati massicci focolai in Myanmar nel 2017 e nel 2018. La Malesia non ha mostrato infezioni per diversi anni, ma ha subìto anche pesanti perdite di produzione nel 2022.

Malesia Myanmar Filippine

Figura 1 – Sviluppo della produzione di carne suina in Malesia, Myanmar e Filippine tra il 2012 e il 2022 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Un focolaio devastante di Influenza Aviaria si è verificato in Myanmar contemporaneamente all’epidemia di peste suina africana, facendo crollare la produzione di carne di pollo, diminuita di circa 1,1 milioni di tonnellate, ovvero del 70%, tra il 2017 e il 2018. Sebbene vi siano segni di

stabilizzazione della produzione dal 2020 in poi, purtroppo la situazione non appare risolta e vengono segnalati nuovi focolai in modo pressoché continuativo (Figura 2).

Figura 2 – Sviluppo della produzione di carne di pollo in Myanmar tra il 2012 e il 2022 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Come si può vedere dalla Figura 3, le epidemie e il cambiamento nel comportamento dei consumatori hanno avuto un notevole impatto sulla quota dei singoli tipi di carne nella produzione totale. La carne di pollo ha potuto ampliare significativamente la sua posizione di leader, con un aumento del 10,5%; la carne suina invece ha perso il 6,7% e la carne bovina il 2,2%, così come anche gli altri tipi di carne hanno subìto perdite.

sia, Vietnam, Malesia e Thailandia, mentre le diminuzioni più nette si sono registrate in Myanmar e nelle Filippine. I tassi di crescita relativi più alti sono stati registrati in Indonesia, Laos e Vietnam, ma bisogna tenere conto del volume di produzione significativamente inferiore in Laos. Il Myanmar ha registrato il calo relativo più forte, pari al 51,5%, seguito da Singapore.

Tabella 3 – Sviluppo della produzione di carne negli Stati membri ASEAN tra il 2012 e il 2022; dati in migliaia di tonnellate (fonte: dati FAO).

3 – Contributi dei membri ASEAN alla produzione dei vari tipi di carne tra il 2012 e il 2022 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Grandi differenze nello sviluppo a livello nazionale

La Tabella 3 documenta le diverse dinamiche all’interno dei Paesi membri. Gli aumenti assoluti più significativi nella produzione di carne sono stati registrati in Indone -

Mentre il dimezzamento della produzione in Myanmar può essere attribuito alle due epidemie, Singapore ha in gran parte interrotto la produzione animale a causa dei problemi ecologici nelle aree costiere causati dagli escrementi derivanti dall’allevamento. La diminuzione della produzione di carne suina nelle Filippine di quasi 440.000 tonnellate a causa dei focolai di peste suina africana ha portato a oltre 300.000 tonnellate di importazioni di carne suina nel 2022 per soddisfare la domanda della popolazione.

È sorprendente che il Myanmar abbia importato solo una piccola quantità nonostante il crollo massiccio della produzione; evidentemente non c’erano risorse finanziarie disponibili per importare. Vale la pena notare che il Vietnam è riuscito a dimezzare le sue importazioni di carne di pollo e suino nel decennio preso in esame grazie allo sviluppo dinamico della produzione. Solo la Thailandia ha esportato quantità considerevoli di carne di pollo: tra il 2012 e il 2022 le esportazioni sono quasi triplicate, raggiungendo un volume di 357.000 tonnellate. I principali Paesi di destinazione sono stati Giappone, Cina e Malesia. La concentrazione regionale della produzione di

Figura

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2012

Totale:

Vietnam

Filippine

Thailandia

Indonesia

Myanmar

Malesia

Cambogia

Laos

Singapore

Brunei D.

2022

Totale: 19,1 mil. t

Indonesia

Vietnam

Thailandia

Filippine

Malesia

Myanmar

Laos

Cambogia

Singapore

Brunei D.

Figura 4 – Contributo di ciascun membro alla produzione di carne dell’associazione tra il 2012 e il 2022 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

carne nell’area economica ASEAN è stata estremamente alta (Figura 4). Le diverse dinamiche nei singoli Paesi hanno portato a cambiamenti considerevoli nella classifica e nelle quote di produzione totale tra il 2012 e il 2022. Il notevole aumento della produzione in Indonesia ha avuto come conseguenza che il Paese è passato dal quarto al primo posto, spodestando il Vietnam dal vertice. Le Filippine sono scese dal secondo al quarto posto a causa del calo della produzione; Myanmar e Malesia hanno scambiato posizioni, ma mentre il contributo della Malesia alla produzione totale è rimasto sostanzialmente stabile, quello del Myanmar è sceso dal 14,4% al 5,8%: il Paese è stato il grande perdente del decennio in esame. Bisogna sottolineare il forte aumento della concentrazione regionale: nel 2022 Indonesia e Vietnam rappresen-

tavano oltre la metà della produzione di carne dell’ASEAN. Un’analisi più approfondita dello sviluppo del volume di produzione negli Stati membri per tipo di carne rivela risultati interessanti. I ruoli di leadership di Indonesia e Vietnam nel 2022 sono dovuti principalmente all’aumento della loro produzione di carne di pollo: in Indonesia la produzione è passata da 1,7 milioni di tonnellate a 4,0 milioni di tonnellate, con un aumento del 133%, in Vietnam è raddoppiata, passando da 0,53 a 1,1 milioni di tonnellate. Il forte calo della produzione in Myanmar è stato in parte dovuto alla diminuzione della produzione di carne suina di 377.000 tonnellate, pari al 57,0%, e in parte alla diminuzione della produzione di carne di pollo di 523.000 tonnellate, pari al 45,8%. Il calo delle Filippine, passate dal secondo al quarto posto, è stato il risultato della minore produzione di carne suina, passata da 1,65 milioni di tonnellate nel 2012 a solo 1,26 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 26,4%.

Grandi

differenze anche

nelle tipologie di carne

Oltre al crescente potere d’acquisto della popolazione, la quota dei vari tipi di carne nella produzione totale è dipesa in larga misura dalla composizione delle affiliazioni religiose, come vedremo per alcuni Paesi selezionati.

Come si può evincere dalla Figura 5, è possibile stilare una classificazione approssimativa tra i Paesi in cui la carne di pollo predomina e quelli in cui si produce principalmente carne suina: in Indonesia la carne di pollo rappresenta l’81% della produzione di carne e questa alta percentuale può essere spiegata dalla predominanza dell’Islam, a cui appartiene l’88% della popolazione. La carne suina risulta quindi di scarsa importanza. Sebbene la carne di pollo sia anche il tipo predominante in Thailandia, con una quota del 62,1%, quella suina rappresenta comunque il 30,1%: qui la religione predominante è il buddismo, al quale il 95% della popolazione dichiara di appartenere, e quindi è permesso consumare carne di maiale. Una suddivisione simile si verifica a Singapore, dove però va considerato il volume di produzione molto basso e le affiliazioni religiose sono molto diversificate, con circa un terzo della popolazione buddista.

In Vietnam, Laos e Cambogia, quella suina ha la quota di gran lunga più alta nella produzione di carne: in Cambogia e Laos la maggior parte della popolazione si dichiara

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Bibliografia

1 Methner U. (2007). 2 Hassan JO, et al. (1994). 3 Hassan JO, et al. (1996). 4 Desloges N, Et al. (2010). 5 Schroder et al. (2011). 6 Schroder et al (2010). 7 Linde et al, 1997. 8 Gantois I, Ducatelle R, et al. ( 2006). 9 Kaspers (2001). 10 Shahin A. , (2005) 11. Barrow (2007) 12. Barrow and Methner, (2013)

TM Salmonella DUO

AviPro, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. ©2023 Elanco. PM-IT-24-0056 Elanco Italia S.p.A. – Via dei Colatori 12, 50019 Sesto Fiorentino (FI)

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Indonesia

Totale: 4,99 mil. t

Vietnam

Totale: 4,73 mil. t

Carne di pollo

Carne bovina

Carne suina

Carne caprina

Carne ovina

Carne di anatra

Carne di bufalo

Altri tipi di carne

Carne suina

Carne di pollo

Carne bovina

Carne di anatra

Carne di bufalo

Carne caprina

Altri tipi di carne

Cambogia

Totale: 190.000 t

Carne suina

Carne bovina

Carne di pollo

Carne di anatra

Carne di bufalo

Altri tipi di carne

Thailandia

2,96 mil. t

Laos

Totale: 4,73 mil. t

Carne di pollo

Carne suina

Carne bovina

Carne di anatra

Carne di bufalo

Carne caprina

Carne suina

Carne di pollo

Carne bovina

Carne di anatra

Carne di bufalo

Carne caprina

Altri tipi di carne

Singapore

Totale: 35.000 t

Carne di pollo

Carne suina

Carne di anatra

Altri tipi di carne

5 – Contributo di alcuni Stati selezionati alla produzione di alcuni tra i più importanti tipi di carne nel 2022 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Figura

buddista, mentre in Vietnam l’88% ha dichiarato nel 2022 di non appartenere a nessuna denominazione religiosa e i buddisti e i cristiani rappresentano solo piccole percentuali. In Cambogia e Laos la carne di manzo e di bufalo rappresentano ciascuna oltre il 30% della produzione; il pollo è al terzo posto in entrambi i Paesi, ma va considerato il basso volume di produzione rispetto al Vietnam dove la crescente importanza di questo tipo di carne ha portato a un raddoppio della produzione. In sintesi, si può affermare che l’adesione della popolazione a una particolare religione ha determinato in larga misura la composizione della produzione.

Sommario e prospettive

Anche se l’8,5% della popolazione mondiale nel 2022 viveva nell’area economica dell’ASEAN, i cui Paesi membri hanno generato un prodotto interno lordo di 4 trilioni di dollari e alcuni di questi hanno fatto registrare una significativa produzione di carne, esistono pochissime analisi

BLUE FAN

“Le epidemie e il cambiamento nel comportamento dei consumatori hanno avuto un notevole impatto sulla quota dei singoli tipi di carne nella produzione totale. La carne di pollo ha potuto ampliare significativamente la sua posizione di leader, con un aumento del 10,5%; la carne suina invece ha perso il 6,7% e la carne bovina il 2,2%”

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RACCOLTA UOVA

Sistemi automatici raccolta e imballaggio uova

NIDI RIPRODUTTORI

Attrezzature per riproduttori da cova

sullo sviluppo e la struttura di questo settore economico. Questo articolo tenta di colmare questa lacuna.

Tra il 2012 e il 2022 la produzione di carne è passata da 16,1 milioni a 19,1 milioni di tonnellate, con una crescita del 19%, che è stata particolarmente dinamica in Indonesia e in Vietnam. Al contrario i massicci focolai di peste suina africana e di Influenza Aviaria in Myanmar e nelle Filippine hanno portato a un netto calo della produzione, che è stato compensato dalle importazioni. I cambiamenti nelle preferenze dei consumatori per determinati tipi di carne e l’impatto delle epidemie hanno

modificato significativamente la classifica dei Paesi membri nella produzione di carne durante il decennio preso in esame. La concentrazione regionale della produzione è aumentata notevolmente. Nel 2022 l’Indonesia e il Vietnam rappresentavano insieme oltre il 50% della produzione totale. Il tipo di carne che ha assunto una posizione di rilievo in ogni Stato è dipeso in larga misura dall’affiliazione religiosa della popolazione, oltre che dal potere d’acquisto degli abitanti: nei Paesi con una popolazione prevalentemente islamica ha dominato il pollo, perché non soggetto a divieti di consumo; nei Paesi con una grande percentuale di buddisti, invece, il maiale ha occupato il primo o il secondo posto.

Si può presumere che vi sarà un rapido aumento della produzione in numerosi Paesi a causa della rapida crescita della popolazione e dell’aumento del potere d’acquisto. In linea con una tendenza globale, è probabile che la carne di pollo aumenti la sua quota, mentre quella di maiale perderà quote nella produzione e nel consumo. Anche il favorevole tasso di conversione alimentare dei broiler avrà un ruolo sempre più importante. Fattori limitanti saranno in futuro i focolai di peste suina africana e di Influenza Aviaria: se queste malattie animali altamente infettive non saranno contenute, la produzione crescerà solo moderatamente.

Bibliografia e approfondimenti

GNP by country: https://de.wikipedia.org/wiki/Liste_ der_L%C3%A4nder_nach_Bruttoinlandsprodukt. ASEAN, AMAF: Post-2020 Avian Influenza Control Framework in ASEAN. Jakarta 2023. https://asean.org/wpcontent/uploads/2023/10/2.-Post-2020-Avian-InfluenzaControl-Framework-in-ASEAN.pdf.

FAO Statistics: https://www.fao.org/faostat/en/%3F%23data#data/QCL

Ito, S. u. a.: What can we learn from the five-year African swine fever epidemic in Asia? In: Veterinary Epidemiology and Economics 10 (2023), https://doi.org/10.3389/ fvets.2023.1273417.

Windhorst, H.-W.: The red-white shift in global meat production. In: Zootecnica International 43 (2021), no. 5, p. 32-37.

Worldpopulationreview: https://de.search.yahoo.com/yhs/search?hspart=trp&hsimp=yhs-005&type=Y149_F16 3_202167_012724&p=Worldpopulationreview

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Problemi comuni durante le prime settimane di pulcinaia del tacchino

I tacchinotti sono assai sensibili alle condizioni ambientali e ogni condizione sfavorevole porta rapidamente a problemi, se non addirittura a disastri. Ogni problema dell’età perinatale, specialmente nel corso della prima settimana, influisce sulle potenzialità genetiche dei soggetti e quindi sull’efficienza economica dell’intero ciclo.

©M. Hooshangi

La mortalità e qualsiasi altro problema sanitario dei primi giorni sono solitamente causati dall’allevamento, dall’incubatoio, dal trasporto o dal ricevimento in allevamento, oppure da un insieme di questi fattori. È ovvio che i gruppi di riproduttori in cattive condizioni sanitarie producono pulcini deboli, che hanno maggiore mortalità sia in incubatoio che durante la prima settimana di pulcinaia. Negli allevamenti commerciali i controlli di laboratorio (MG, MS, SP, ecc.) dei pulcinotti sono assai importanti per determinare le cause. Quelle legate all’incubatoio sono prevalentemente dovute a una programmazione di incubazione scorretta o a problematiche igieniche. Alcuni dei problemi più frequenti nei tacchinotti sono gli ombelichi non cicatrizzati (bottone nero), zampe disidratate (garretti rossi) o inappetenza, con alta mortalità nella prima settimana. Anche le cattive condizioni di trasporto, inclusa l’igiene dei container, la guida brusca, le temperature eccessive ecc., sono causa di vari problemi. Ciononostante, alcuni problemi derivano da una cattiva pulcinaia. Una buona gestione della pulcinaia riesce infatti a correggere e risolvere anche problemi legati all’incubatoio o al trasporto. Vediamo insieme quali possono essere questi problemi e come risolverli.

Basso consumo idrico

A parte la qualità dell’acqua o i livelli di cloro in essa contenuti, uno dei problemi più frequenti nella pulcinaia è la temperatura dell’acqua. Se è troppo calda o fredda diventa poco desiderabile per i pulcini, che berranno in modo scorretto; pertanto è importante controllarla. Gli abbeveratoi andrebbero posti abbastanza lontano dalla fonte di calore, in modo che non si riscaldino; in un anello di svezzamento con la cappa centrale, l’area migliore in cui posizionarli è a 30 cm dal bordo. La temperatura ideale per l’acqua di bevanda è intorno ai 10-15 °C, quindi il deposito idrico va collocato in un luogo nel quale non si surriscaldi in estate e non geli in inverno.

Riempite gli abbeveratoi circa 6 ore prima dell’accasamento per evitare che l’acqua si scaldi troppo e controllateli ogni ora per i primi giorni. È frequente che i trucioli entrino nell’abbeveratoio; per evitare che succeda, si possono usare abbeveratoi speciali, oppure semplicemente mettere un mattone o un portauova sotto, in modo da sollevarli di 2-3 cm dalla lettiera. Questa accortezza facilita anche l’abbeverata del pulcino.

Basso consumo di mangime

Temperature di incubazione elevate durante la schiusa possono comportare una perdita di appetito durante la prima settimana. Una buona gestione può migliorare la situazione: una lettiera calda e soffice (solitamente di 7 cm, con truciolo di buona qualità) insieme alla temperatura corretta, una buona cappa, acqua di qualità, mangime disponibile, pochi disturbi dopo l’accasamento, ecc. sono tutti aspetti che migliorano lo stato dei pulcinotti nel corso delle prime ore. I tacchinotti linfatici sono disidratati e affaticati, quindi troppo deboli per adattarsi al nuovo ambiente e per trovare abbeveratoi e mangiatoi; dunque è importante rilasciare i pulcini vicino agli abbeveratoi e alle mangiatoie. In questi casi, l’uso di soluzioni con elettroliti, glucosio, betaina, fosforo e vitamine B possono migliorare significativamente la situazione.

Anche la temperatura del mangime è un fattore importante che incide sul consumo dei pulcini: se è troppo caldo o troppo freddo, infatti, non li attrae. Pertanto le mangiatoie dovrebbero essere riempite a determinati intervalli di tempo, in modo che il mangime non rimanga troppo a riscaldarsi. Vanno inoltre sempre considerati livelli elevati di sale o sodio nel mangime, bassa qualità di olio o grasso, ingredienti ammuffiti e altri problemi di qualità, se si osserva un consumo basso di mangime. Se è troppo caldo o freddo, i pulcini non mangiano. Correggere la temperatura e l’umidità, tenendo conto del comportamento dei tacchinotti e della loro attività, è fondamentale. In

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ogni caso, è essenziale trovare i problemi ed eliminarne le cause. Poi ci si può avvalere anche di ulteriori supporti, come vitamine B, agenti che migliorano l’appetibilità. In ogni caso bisogna ricordare che il consumo di mangime durante la prima settimana è fondamentale per il risultato finale, dunque è cruciale monitorarlo attentamente sin dall’inizio.

Infezioni del sacco vitellino

Nonostante la prima causa a venire in mente quando si parla di infezioni ombelicali sia l’incubatoio, una delle sue cause più frequenti è invece la temperatura troppo bassa della lettiera. È importante pre-riscaldare il capannone 48 ore prima dell’accasamento, specialmente durante la stagione fredda, perché una lettiera pulita e calda nel momento dell’accasamento ha una notevole influenza sulle future condizioni sanitarie. L’infezione ombelicale può causare danni drammatici e anche se i soggetti sopravvivono non avranno mai una crescita normale.

©M.
Hooshangi

chinotti sono propensi al cannibalismo, probabilmente perché sono curiosi e assumono informazioni tramite il becco. Un’alta intensità luminosa, qualsiasi squilibrio nutrizionale, temperature elevate, bassa umidità, qualsiasi macchia colorata su altri tacchinotti ecc., possono incoraggiare un inizio di beccata: se diventa una consuetudine allora è un vero problema. Quindi è importante individuare ed eliminare le cause il prima possibile.

Prima individuate e risolvete le cause, poi cercate di calmare il gruppo. Di solito, diminuire l’intensità luminosa e somministrare per due giorni aspirina e vitamina C aiuta a calmare il gruppo.

Gozzo pendulo

Nonostante la causa sia ancora incerta, pare che l’iperplasia sia un rischio. Alcuni sostengono sia legata alla forma del mangime e inizi proprio nella prima settimana. Ma anche temperature elevate o bassa umidità nella pulcinaia possono provocare l’insorgenza del problema. In breve, qualsiasi espansione del gozzo può peggiorare il quadro, sia a causa di un consumo eccessivo di mangime che di acqua dopo un pasto abbondante. Come per altri aspetti alimentari, la prevenzione è fondamentale. Controllare le condizioni ambientali come temperatura e livello di umidità, che acqua e mangime siano freschi e di qualità e accertarsi soprattutto che l’acqua sia sempre fornita, senza dimenticare il rischio di aflatossine nel mangime. Le vitamine B sono sempre importanti per la salute del tratto digerente. L’autore le usa sempre durante la prima settimana, poiché i costi legati al consumo sono niente se paragonati agli incredibili risultati che producono.

Zampe divaricate

I tacchinotti subiscono lesioni agli arti facilmente. Alcune sono lesioni di tipo fisico, come rimanere incastrati nel carrello di schiusa o durante il trasporto (alcuni perché il fondo della scatola non fornisce un valido supporto alla zampa durante il trasporto e altri a causa di una guida troppo rude), altri invece derivano da cause nutrizionali, come carenze nei riproduttori. Sfortunatamente quasi tutti questi aspetti sono irreversibili. Possiamo solo prevenire la lesione nel resto del gruppo. Tra le misure, ricordiamo una buona lettiera soffice e calda, vitamine B

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e D, minerali con una quota corretta di calcio e fosforo, magnesio, zinco ecc. Tutti questi accorgimenti valgono, occorre ripeterlo, se il mangime è ben formulato, perché esso da solo non supplisce a carenze nutrizionali derivanti dal riproduttore.

Sottopeso

Qualsiasi problema della pulcinaia, come malattie, basso consumo di mangime o di acqua, ecc. porta a un tacchino sottopeso. È dunque importante monitorare fattori come il consumo di acqua e di mangime sin dall’inizio e, qualora si notino variazioni importanti, identificarne le cause e risolverle velocemente. Se si ha un gruppo sottopeso in pulcinaia, assicurarsi che le cause siano state risolte, e fornire un ambiente calmo e pulito con un buon ricambio di aria, lettiera, acqua e mangime, nonché abbeveratoi e mangiatoie pulite. In ogni caso, più tardi potrebbe essere conveniente cambiare mangime, per compensare il basso peso della prima settimana.

La dimensione dei tacchini cambia drammaticamente man mano che crescono, quindi è importante allestire i capannoni con abbeveratoi e mangiatoie corretti per l’età. Anche la loro altezza è importante e diversi allevatori trascurano questo aspetto. Se messi insieme, tutti questi dettagli possono avere un’influenza importante sulla cre -

scita, così come ignorarli può determinare conseguenze anche drammatiche.

Gruppo non uniforme

Ciò solitamente avviene se si hanno uova provenienti da riproduttori diversi (o di diversi grand parent oppure di diverse età): ovviamente la dimensione e il peso delle uova e dei tacchinotti saranno differenti. In questo caso, se la differenza è evidente, si consiglia di suddividere i gruppi per peso, usando un mangime con più proteina per i più piccoli, con l’aggiunta di vitamine B in acqua. Negli allevamenti in cui maschi e femmine sono separati o se li si sono separati dopo averli pesati e l’uniformità non è buona, occorre riconsiderare la gestione, per trovare la causa del problema. Tali accertamenti possono variare dalla qualità fisica del mangime o del tipo di mangiatoie al numero di tacchini per mangiatoia o anche all’altezza di mangiatoie e abbeveratoi. La non uniformità del gruppo è frequente anche quando si sono verificati problemi sanitari in pulcinaia, come le infezioni del sacco vitellino o la micoplasmosi. Anche in questo caso è utile separare i soggetti sottopeso e allevarli separatamente. In base alla gravità del problema sanitario, alcuni soggetti possono recuperare mentre altri no, a causa dei danni a carico degli organi vitali, come reni o sistema cardiovascolare.

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La fitasi di quarta generazione

È nata una fitasi più rapida ed efficiente che apre le porte a un nuovo modo di formulare senza fitati. L’autorizzazione per broiler e tacchini, pollastre per la deposizione e riproduzione è arrivata a fine settembre 2024; a inizio 2025 verrà estesa anche alle ovaiole e ai riproduttori.

Tutto parte dal substrato…

I mangimi animali sono principalmente di origine vegetale e contengono, pertanto, un’elevata quantità di fitato. A differenza dei poligastrici, in grado di metabolizzare il fitato grazie alle fitasi prodotte dai microrganismi del rumine, i monogastrici quali polli, maiali e pesci, in cui l’attività fitasica nel tratto digestivo è limitata se non pressoché assente, non sono in grado di utilizzare il fitato come fonte di fosfato (Maenz et al. 1998; Boiling et al., 2000).

te agente chelante in grado di legare cationi minerali divalenti e formare complessi insolubili metallo-fitato, riducendone la disponibilità all’assorbimento. L’interazione del fitato con le proteine è fortemente dipendente dal pH:

• a pH<5 si formano principalmente complessi binari proteina-fitato, in cui la proteina è direttamente legata al fitato (Selle et al., 2000; Kies et al., 2006);

• a pH>5 si formano, invece, complessi ternari proteina-fitato, in cui la proteina è legata a uno ione minerale che, a sua volta, è legato al fitato. Questi complessi rendono le proteine meno solubili e più resistenti alla proteolisi con una conseguente riduzione della loro digeribilità.

Con una semplice analisi NIR è possibile conoscere il quantitativo di fitato nei mangimi e grazie alla ricerca dsm-firmenich e Novonesis impiegare il dosaggio ottimale della fitasi per una nutrizione di precisione. Quando il valore di fitato è pari o inferiore allo 0,2% il substrato non è sufficiente all’azione della fitasi ed è necessario apportare delle modifiche alla composizione della formula e/o avvalersi di materie prime di origine differente. Sopra alla soglia minima del 0,2% il substrato sarà idoneo all’attività della fitasi fino a valori di eccesso di substrato in cui si adotterà anche il superdosaggio della fitasi (Figura 1).

Solutions Italy

dsm-firmenich

Istituto delle Vitamine

S.p.A., Segrate (MI) Italy

L’acido fitico non solo non può essere utilizzato dagli animali monogastrici come fonte di fosfato, ma è anche considerato un forte fattore antinutrizionale, poiché interferisce nell’assorbimento e nell’utilizzo di cationi minerali, proteine, aminoacidi. I sei gruppi fosfato dell’acido fitico (IP6) ne fanno un for-

HiPhorius, la quarta generazione di fitasi

L’alleanza tra dsm-firmenich e Novonesis inizia già all’inizio degli anni ’90 con la prima

Figura 1 – Risultati della survey 2024 (dsm-firmenich) sulla quantità di fitati presente nei mangimi di broiler a differenti fasi alimentari

e innovativa fitasi che ha cambiato le sorti della formulazione degli avicoli, contribuendo a ottimizzare le diete, rendendole più digeribili e meno costose. Dopo quasi 35 anni di continua ricerca e innovazione, nasce HiPhorius™, la quarta generazione di FITASI. L’autorizzazione è arrivata a fine settembre 2024 per broiler e tacchini, pollastre per la deposizione e riproduzione; a inizio 2025 verrà estesa anche alle ovaiole e ai riproduttori.

Innovativa perché?

HiPhorius™ è una fitasi più rapida ed efficiente che apre le porte a un nuovo modo di formulare senza fitati, consentendo agli animali di degradare più efficacemente il fitato, migliorando la digeribilità del fosforo, con conseguenti risparmi economici e riduzione dell’Indice di Conversione Animale (Figura 2).

La tecnologia di formulazione all’avanguardia dell’additivo garantisce inoltre la disponibilità di una gamma di forme di prodotto superiori per garantire che l’attività enzimatica venga trasmessa all’animale in tutti i processi di produzione dei mangimi, mentre strumenti digitali unici e

Figura 2 – Effetto del differente dosaggio di HiPhorius sull’Indice di Conversione Alimentari in Broiler di 28 giorni. Modificato da Q. Zhang and Walk, 2022

intuitivi assicurano un’applicazione semplice e precisa.

Le caratteristiche principali che rendono unico HiPhorius™ sono:

• miglioramento e stabilità della molecola, mediante l’inserimento di 3 ponti disolfuro aggiuntivi rispetto a HiPhos, che ne aumentano la rigidità a temperature elevate;

• New Formulation Technology (NFT) assicura una maggiore stabilità alla pellettatura e miscibilità del mangime;

• aumento della stabilità in ambiente gastrico. L’attività enzimatica risulta già al 95% a partire da pH 2;

• degradazione del fitato più veloce ed efficiente;

• resa del 25% in più con le Nuove Matrici: Fosforo disponibile e digeribile, Calcio totale e digeribile, Sodio, Proteine e AA, Minerali;

• …ancora più effetti extra fosforici.

I miglioramenti nelle performance di crescita (FCR) sono la principale conseguenza della degradazione quasi completa del fitato, della disponibilità di mio-inositolo (Figura 3), di amminoacidi ed energia.

Figura 3 – Concentrazione plasmatica di mio-inositolo dose

HiPhorius dipendente. Modificato da Q. Zhang and Walk, 2022

Conclusioni

Grazie all’innovazione, alla continua ricerca nel campo degli enzimi, dsm-firmenich e Novonesis hanno lanciato la quarta generazione di fitasi. Unica, rapida, efficace e sicura. L’aggiunta di fitasi alla dieta degli animali monogastrici non solo permette di migliorare la disponibilità del fosforo, ma anche quella di minerali – calcio (Veum et al., 2006) e magnesio (Brink et al., 1991) – aminoacidi ed energia (Cowieson et al., 2006).

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AGENDA

2024

12 ~ 15 novembre

EuroTier

Deutsche Messe Hannover, Germania

Per informazioni:

DLG Service GmbH

Eschborner Landstraße 122

60489 Frankfurt am Main, Germania

Tel.: +49 (0) 69/24 788 433

Email: eurotier@dlg.org

Web: www.eurotier.com/en

Messegelände, Hannover, Germania

12 ~ 15 novembre

OVUM 2024

28° Latin American Poultry Congress

Punta del Este Convention Center

Punta del Este, Uruguay

Per informazioni:

Web: ovum2024.uy/en/ovum2024-english

Email: info@congresos-rohr.com

Punta del Este Convention & Exhibition Center

Av. Pedragosa Sierra S/N angolo Av. Aparicio Saravia

Punta del Este, Uruguay

2025

28 ~ 30 gennaio IPPE

International Production & Processing Expo

Georgia World Congress Center

Atlanta, Georgia, USA

Per informazioni:

Anne Sculthorpe, CEM, Senior Exhibit Manager

Email: asculthorpe@ippexpo.org

Tel.: +1 678 514 1976

Kris Early, Media/Press/Sponsorship Coordinator

Email: kearly@uspoultry.org

Tel.: +1 678 514 1979

Email: info@ippexpo.org

Web: www.ippexpo.org

Tel.: +1 770 493 9401

Georgia World Congress Center

285 Andrew Young International Blvd NW, Atlanta, Georgia, USA

10 ~ 12 febbraio

35°Australian Poultry Science Symposium

University of Sidney

Sidney, Australia

Per informazioni: Poultry Research Foundation

Jo-Ann Geist

Email: jo-ann.geist@sydney.edu.au Web: apss.sydney.edu.au

The University of Sydney Abercrombie Business School

Camperdown Campus

Sidney, Australia

12 ~ 14 marzo

VIV ASIA

Bangkok, Thailandia

Per informazioni: www.vivasia.nl/contact/viv-team/ Web: www.vivasia.nl

18 ~ 20 marzo

17th Turkey Science and Production Conference

Carden Park Hotel

Chester, Regno Unito

Per informazioni: Web: tspc-turkeys.com/contact-us Whatsapp:+44 7960 273112

Carden Park Hotel Broxton Road, Nr Chester Cheshire, CH3 9DQ

25 ~ 28 marzo

Figan

17° Feria Intérnacional para la Producción Animal

Feria de Zaragoza Zaragoza, Spagna

Per informazioni: Web: www.feriazaragoza.es Email: www.feriazaragoza.com/figan/ communication/contact Tel.: +34 976 764 700

Feria de Zaragoza Autovia A - 2, km 311 50012 Zaragoza, Spagna

7 ~ 9 aprile

IPC Annual Meeting 2025

Hyatt Regency Casablanca Casablanca, Marocco

Per informazioni: Email:

caroline@internationalpoultrycouncil.org Web: internationalpoultrycouncil.org

Hyatt Regency Casablanca Place des Nations Unies Casablanca, Marocco

GUIDA INTERNET

ADM Animal Nutrition Italy S.r.l. it.suppor t@wisium.com

www.admanimalnutrition.com

sAgritech commerce@agritech.it www.agritech.it

Albitalia infotecniche@albitalia.com www.albitalia.com

Albors info@albors.it www.albors.it

Ali Lohmann info@lohmann.it www.alilohmann.com

Arion Fasoli info@arionfasoli.com www.arionfasoli.com

Aviagen info@aviagen.com www.aviagen.com

Aviagen Turkeys Ltd turkeysltd@aviagen.com www.aviagenturkeys.com

Aza International info@azainternational.it www.azainternational.it

Babolna TETRA info@babolnatetra.com www.babolnatetra.com

Barbieri Belts info@barbieri-belts.com www.barbieribelts.com

BD Agricoltura Italia S.r.l. italia@bigdutchman.com www.bigdutchman.it

Biochem ber tarelli@biochem.net www.biochem.net

Biolab 2000 biolabvr@tiscalinet.it www.biolab2000.it

Carfed International Ltd carfed@carfed.co.uk

Carfed International Ltd Italy carfed@carfed.it www.carfed.it

Chick Farm Europe info@chickeurope.com www.novogen-layers.com

Cizo info@cizo.it www.cizo.it

Clerici Gino S.r.l. info@clerici.it www.clerici.it

Cobb Europe info@cobb-europe.com www.cobb-vantress.com

Codaf info@codaf.net www.codaf.net

Corti Zootecnici S.r.l. info@cortizootecnici.com www.cortizootecnici.it

DSM Nutritional Products info@dsm.com www.dsm.com

Elanco italia_elanco@elanco.com www.elanco.com

EuroTier eurotier@dlg.org www.eurotier.com

Evonik luca.iacoianni@evonik.com www.evonik.com

Facco Poultry Equipment facco@facco.net www.facco.net

FIEM fiem@fiem.it www.fiem.it

FierAgricola Verona fieragricola@veronafiere.it www.fieragricola.it

FierAvicola info@fieravicola.com www.fieravicola.com

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GI-OVO B.V. sales@gi-ovo.com www.gi-ovo.com

Giordano Poultry Plast info@poultryplast.com www.poultryplast.com

Hendrix Genetics info@hendrix-genetics.com www.hendrix-genetics.com

Hubbard contact.emea@hubbardbreeders.com www.hubbardbreeders.com

Hy-Line International info@hyline.com www.hyline.com

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TPI-Polytechniek info@tpi-polytechniek.com www.tpi-polytechniek.com

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VDL Jansen info@vdljansen.com www.vdljansen.com

Vencomatic Group B.V. info@vencomaticgroup.com www.vencomaticgroup.com

Vétoquinol Italia italy_ascor@vetoquinol.com ascor.vetoquinol.it

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Direttore responsabile Lucio Vernillo

Redazione Daria Domenici (zootecnica@zootecnica.it)

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Stampa Nova Arti Grafiche, Firenze

Edizione italiana Anno XXXIV • Novembre 2024

POLYFEEDER

Polyfeeder è una mangiatoia automatica per l'allevamento di tacchini e di uccelli a zampe palmate. Questa mangiatoia in plastica altamente resistente è adatta a tutte le età di volatili, realizzata con parti scomponibili e modulari, che consentono diverse applicazioni.

Il suo principale vantaggio è che può essere utilizzata durante le fasi di allevamento, ingrasso e in tutte le situazioni in cui è possibile regolare accuratamente il flusso di mangime.

La combinazione varia a seconda degli accessori scelti.

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