Zootecnica International – dicembre 2020 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
Quale ruolo per il settore avicolo nella strategia Farm to Fork? Gestione della Coccidiosi nel tacchino Concentrazione regionale nella produzione mondiale di carne avicola Una panoramica a livello di continente
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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net
EDITORIALE La questione tecnologica è sempre stata oggetto di attenzioni e di critiche da parte degli apparati istituzionali e dell’opinione pubblica. Negli ultimi anni la tecnologia si è evoluta in modo rapido e convulso, invadendo praticamente tutti i settori, ma senza la consapevolezza sociale di ciò che stesse realmente accadendo. Il progresso tecnologico ha inevitabili ripercussioni sull’uomo e sull’ambiente e solleva altrettanti problemi quanti ne risolve. Naturalmente, la questione riguarda soprattutto i Paesi industrializzati: sono proprio questi ultimi i maggiori responsabili di ciò che accade. Tuttavia, fino ad oggi, ben poco è stato fatto per mettere concretamente a punto un programma internazionale di cooperazione per affrontare il problema. Quando si discute di nuove tecnologie e a maggior ragione quando si parla della loro accettazione sociale, si cade molto spesso in ambiguità o in un’interpretazione equivoca dei termini a portata di mano. Il consenso sociale alle nuove tecnologie dovrebbe essere un processo graduale di “interiorizzazione” da parte dell’individuo. Il ruolo dei media nella sfera delle informazioni, e quindi alla portata della sensibilizzazione pubblica, è molto importante. Ben pochi operatori del settore hanno l’accesso privilegiato alle informazioni scientifiche, mentre il resto delle notizie è spesso selezionato e divulgato in maniera distorta. Dobbiamo distinguere tra comunicazione di massa e divulgazione scientifica e considerare che, purtroppo, molte informazioni non sono diffuse al pubblico. È necessario quindi che ogni persona divenga consapevole di questo problema. Ognuno deve sapere che esiste un tipo di informazione che tende solo a sollevare impressioni o tensioni emotive a un certo livello, mentre ci sono anche altre modalità di comunicazione che vanno oltre le impressioni immediate. Il reale consenso sociale consiste precisamente nel processo di interiorizzazione. Il nostro grado di consapevolezza non dovrebbe dipendere da dati informativi, ma piuttosto dai valori ai quali ognuno di noi può fare riferimento interiormente.
E’ duro a rompersi un uovo Lohmann
LOHMANN ITALIA ALI S.r.l. via Salvador Allende, 75H – 47043 Sant’Angelo di Gatteo (FC) Italia – C.F./P. IVA 03388780409 Tel. Centralino: +39 0541 941673 – Fax: +39 0541 348781 e-mail: info@lohmann.it – www.alilohmann.com
SOMMARIO ATTUALITÀ.................................................................................................. 4 LE AZIENDE INFORMANO..................................................................... 6 PRIMO PIANO
MSD Animal Health, un anno #AlTuoFianco ......................................................10
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REPORTAGE
Quale ruolo per il settore avicolo nella strategia Farm to Fork?........................... 14
INTERVISTA
Giordano Poultry Plast continua a crescere...................................................... 20
DOSSIER
Gestione della Coccidiosi nel tacchino............................................................. 22 Il corticosterone in ovo altera la composizione corporea del pollo a 15 giorni di età................................................................................ 28
FOCUS
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Il benessere animale negli avicoli: problemi nel controllo ufficiale. Le galline ovaiole in sistemi alternativi.............................................................. 32
MARKETING
Concentrazione regionale nella produzione mondiale di carne avicola. Una panoramica a livello di continente.............................................................. 36
TECHNICAL COLUMN
Qualità interna delle uova: tendenze e opportunità per rispondere alle mutevoli richieste di mercato. Prima parte................................................... 42
MANAGEMENT
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Come ottenere il massimo dal vostro laboratorio diagnostico. Una prospettiva sul campo.............................................................................. 46
VETERINARIA
Vaccinazione dei tacchini riproduttori per il controllo della Salmonella................ 48
MARKET GUIDE................................................................................... 52 GUIDA INTERNET............................................................................... 56
ATTUALITÀ
Nei prossimi anni il settore avicolo farà da traino ai consumi di carne Secondo il nuovo rapporto congiunto Prospettive Agricole OCSE-FAO 2020-2029, nei prossimi dieci anni la crescita dell’offerta surclasserà quella della domanda, facendo sì che i prezzi reali della maggior parte delle materie prime rimangano ai livelli attuali o inferiori. animale, grassi e altri alimenti, si ritiene che entro il 2029 la quota di alimenti di base nel paniere alimentare diminuirà per tutte le fasce di reddito.
©FranzW
Per i consumi di carne nei prossimi dieci anni il rapporto prevede una produzione in crescita del 14%, sostenuta da bassi prezzi dei mangimi e prezzi stabili dei prodotti. Le carni avicole continueranno a essere il principale motore della crescita della produzione di carne, sebbene a un ritmo più lento rispetto a quello dell’ultimo decennio, e rappresenteranno la metà della produzione complessiva aggiuntiva di carne nel prossimo decennio. Nel periodo considerato, si ipotizza che il consumo di carne avicola aumenterà globalmente a 145 milioni di tonnellate, rappresentando circa il 50% dei consumi di carne.
Secondo il rapporto Prospettive Agricole OCSE-FAO 2020-2029, il notevole aumento della popolazione globale resta il fattore principale della crescita della domanda, anche se i modelli di consumo e i trend previsti variano da Paese a Paese, di pari passo ai livelli di reddito e di sviluppo. In linea generale, le fluttuazioni dei fattori trainanti della domanda e dell’offerta potrebbero portare a forti variazioni di prezzo. Allo stesso tempo, la riduzione dei redditi disponibili nei paesi a basso reddito e nelle famiglie, causata dal Covid-19, dovrebbe indebolire la domanda nei primi anni di questa prospettiva e potrebbe pregiudicare ulteriormente la sicurezza alimentare. Si prevede che entro il 2029 la disponibilità media di cibo pro capite raggiungerà circa 3.000 kcal e 85 g di proteine al giorno. In seguito all’attuale transizione delle diete globali verso un maggiore consumo di prodotti di origine
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I focolai di malattie di origine zoonotica, le restrizioni sanitarie e le politiche commerciali rimarranno i principali fattori che guideranno l’evoluzione e le dinamiche nei mercati mondiali della carne. Incerte l’entità dell’impatto e la durata dell’epidemia Covid-19, visto che la disponibilità di manodopera e i problemi di trasporto potrebbero ostacolare la catena di commercializzazione e influire sulla produzione di carne. ll rapporto sottolinea, inoltre, la costante esigenza di investire per realizzare sistemi alimentari produttivi, resilienti e sostenibili viste le attuali incertezze. Oltre al Covid-19, le sfide attuali includono l’invasione di locuste in Africa orientale e in Asia, la costante diffusione della peste suina africana, fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti e tensioni tra le principali potenze commerciali. Il sistema alimentare dovrà inoltre adattarsi all’evoluzione delle diete e delle preferenze dei consumatori e sfruttare le innovazioni digitali nelle filiere di approvvigionamento agroalimentare. L’innovazione rimarrà fondamentale per migliorare la resilienza dei sistemi alimentari nel contesto di molteplici sfide.
- attualità -
Fonte: Unaitalia
ATTUALITÀ
Sicurezza alimentare e controlli ufficiali, via alla riforma Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, quattro decreti legislativi di adeguamento della normativa italiana alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 in materia di sicurezza alimentare e controlli sanitari sugli animali. Su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, il Consiglio dei Ministri ha approvato il 3 novembre scorso quattro decreti legislativi di adeguamento al regolamento europeo 2017/625, che introduce particolari novità anche in materia di controlli sugli animali.
• l’istituzione dei posti di controllo frontalieri per l’armonizzazione dei controlli su animali e prodotti in ingresso nell’UE;
Il regolamento dispone:
• i controlli nel settore dell’e-commerce;
• un quadro armonizzato dei controlli ufficiali nell’intera filiera agroalimentare; • una migliore efficienza dei controlli ufficiali, con una frequenza proporzionata al rischio e al livello di conformità previsto nelle diverse situazioni;
• la collaborazione e lo scambio d’informazioni tra le autorità competenti, le autorità doganali e le altre autorità preposte a gestire i controlli delle partite provenienti da Paesi terzi; • una base legale più solida contro le frodi; • un miglioramento dell’utilizzo degli strumenti informatici attraverso la digitalizzazione dei controlli. Fonte: Governo
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LE AZIENDE INFORMANO
L’ANGOLO DELLA
EFFETTO DI DUE ANTICOCCIDICI, IONOFORO + NICARBAZINA SU INTEGRITA’ INTESTINALE E PERFORMANCE DEL BROILER La coccidiosi, ogni anno, può causare perdite per più di 4 miliardi di dollari all’industria avicola mondiale.1 La perdita di Integrità Intestinale sostenuta dalla coccidiosi peggiora l’Indice di Conversione Alimentare e gli accrescimenti e può aumentare la mortalità.2,3 Insieme, questi fattori possono costare fino a 0,04€/broiler.4 Tuttavia è possibile adottare un approccio proattivo per proteggere l’Integrità Intestinale degli animali e, di conseguenza, migliorare l’efficienza alimentare e le crescite.
mostravano lesioni macroscopiche da coccidiosi, senza registrare differenze significative.
Nel corso degli anni sono state utilizzate molte molecole. Gli anticoccidici chimici funzionano bene, soprattutto nei casi più gravi, ma a lungo andare possono dare luogo a resistenza. Per contro, gli ionofori sono in grado di controllare efficacemente la coccidiosi consentendo lo sviluppo di un’ immunità naturale.1
Lesioni da Eimeria tenella (gTN)
Proteggere l’Integrità Intestinale: anticoccidici
Lo studio: materiali e metodi1
Un recente studio ha confrontato l’efficacia di due ionofori - monensin e narasin - in combinazione con nicarbazina nel controllo della coccidiosi. Gli autori hanno anche valutato l’impatto dei due ionofori sulla performance e sulla salute intestinale. Lo studio ha coinvolto 4400 broiler (Ross 308), infettati sperimentalmente con coccidi e valutati in base alle loro prestazioni produttive e alla presenza di lesioni macroscopiche a livello degli organi interni. Gli animali sono stati trattati con una associazione di monensin + nicarbazina (MN) o di narasin + nicarbazina (NN), aggiunte al mangime dal giorno zero fino al giorno 27; in seguito gli animali sono stati trattati con narasin fino al raggiungimento del peso di mercato. In maniera casuale, il 25% dei polli di ciascun box è stato pesato individualmente ai giorni 27 e 33. Per ciascun box è stato determinato il consumo di mangime al giorno 27 e alla fine dello studio (giorno 33) ed è stata calcolata la conversione alimentare. 66 animali (3 per box) per trattamento sono stati analizzati per valutare il punteggio delle lesioni.
Risultati: Integrità Intestinale1
Entrambe i trattamenti, monensin + nicarbazina e narasin + nicarbazina, hanno ridotto la percentuale di animali che Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati da Elanco o sue affiliate. © 2020 Elanco. PM-IT-20-0263
Contenuto sponsorizzato Elanco
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INTEGRITÀ INTESTINALE (I2)
PUNTEGGIO DELLE LESIONI INTESTINALI* DA COCCIDI NEI BROILER TRATTATI CON NN O MN (GIORNO 22)
Punteggio
monensin + nicarbazina
Lesioni da Eimeria acervulina (gAC)
narasin + nicarbazina
0
66
66
0 1 2
55 8 3
55 10 1
0 1
57 9
56 10
Lesioni da Eimeria maxima (gMx)
* Punteggio: 0= assenti; 1= lievi; 2= moderate (n= 66 animali/trattamento)
Punti chiave: associazione tra ionoforo e nicarbazina L’associazione narasin + nicarbazina ha migliorato significativamente i parametri produttivi dei broiler (Ross 308) infettati sperimentalmente con coccidi, in particolare il peso corporeo all’età di macellazione e la conversione alimentare cumulativa, rispetto all’associazione monensin + nicarbazina.1 L’associazione narasin + nicarbazina ha migliorato significativamente la resa netta al macello rispetto all’associazione monensin + nicarbazina.1
ICA e peso corporeo1
Ai giorni 27 e 33, il gruppo di animali trattati con narasin + nicarbazina ha mostrato conversione alimentare e incremento di peso significativamente migliori rispetto al gruppo trattato con monensin +nicarbazina.
Nella scelta di un anticoccidico l’associazione narasin + nicarbazina può rappresentare una scelta più conveniente e di maggior valore rispetto all’associazione MN.1
PERFORMANCE DEI BROILER TRATTATI CON NN O MN AL GIORNO 27
Parametro Indice di Conversione Alimentare Peso corporeo (g) a,b
monensin + narasin + nicarbazina nicarbazina 1,566a
1,458b
1.284a
1.405b
Valori con lettere differenti in apice sono significativamente differenti (p<0,05). n=550 animali/trattamento
PERFORMANCE DEI BROILER TRATTATI CON NN O MN AL GIORNO 33
Parametro Indice di Conversione Alimentare (cumulato) Peso corporeo (g) a,b
monensin + narasin + nicarbazina nicarbazina 1,642a
1,549b
2.026a
2.178b
Valori con lettere differenti in apice sono significativamente differenti (p<0,05). n=550 animali/trattamento
Resa al macello1
La “resa netta” al macello è significativamente migliore nel gruppo trattato con narasin + nicarbazina rispetto al gruppo trattato con monensin + nicarbazina. Inoltre, nel gruppo trattato con narasin + nicarbazina il peso del petto è stato significativamente superiore rispetto al gruppo trattato con monensin + nicarbazina. RESA AL MACELLO DEI BROILER TRATTATI CON NN O MN FINO AL GIORNO 27 E CON NARASIN FINO AL GIORNO 33
Parametro
monensin + narasin + nicarbazina nicarbazina
Peso corporeo (g)
2.032b
2.159a
Resa netta (g)
1.400a
1.517b
580b
656a
Petto (g)
Valori con lettere differenti in apice sono significativamente differenti (p<0,05). n=110 animali/trattamento a,b
- le aziende informano -
Bibliografia: Farran MT, Shahib H, Hakeem WG, Kaouk ZM, Harkous AA. Performance of Eimeria challenged male broilers fed two ionophore-Nicarbazin combination. Journal of Applied Poultry Research. 2020; 29:684–691. 2 Williams R. A compartmentalized model for the estimation of the cost of coccidiosis to the world’s chicken production industry. Int. Journ. for Parasitology. 1999; 29(8). 3 Brennan J, Bagg R, Barnum D, Wilson J, Dick P. Efficacy of Narasin in the Prevention of Necrotic Enteritis in Broiler Chickens. Avian Diseases. 2001; 45:210. 4 van der Sluis W. Clostridial enteritis is an often underestimated problem. World Poultry. 2000; 16(7). 1
Image: Fotolia - © Minerva Studio
LE AZIENDE INFORMANO
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LE AZIENDE INFORMANO
Broilact®, una valida soluzione per la biosicurezza degli allevamenti di tutti i tipi di volatili particolare durante le prime due settimane di vita, i giovani pulcini sono estremamente suscettibili all’invasione di enteropatogeni pericolosi per la salute dell’animale, ma anche per quella umana. L’applicazione di Broilact® ai pulcini appena nati aiuta lo sviluppo di una flora intestinale equilibrata che supporta un buono stato di salute del volatile e rappresenta una linea naturale di difesa contro gli enteropatogeni quali salmonelle, campylobacter e clostridi.
Broilact ® è un preparato di microflora selezionata, (≥10 UFC/g batteri liofilizzati) come normalmente presente nell’intestino degli animali adulti SPF, adatto a tutti i tipi di volatili, da fornire ai pulcini nel primo giorno di vita. La sua azione positiva avviene grazie all’esclusione competitiva nel microbiota, ecco perché l’importanza dell’applicazione tempestiva.
Il tratto digestivo animale ospita un complesso ecosistema di microbi che svolgono un ruolo importante nel mantenimento della salute e del benessere del loro ospite, questo insieme è il cosiddetto microbiota. Tale insieme di microrganismi contenuti nell’intestino assicura il corretto funzionamento, l’equilibrio dell’intestino, la digestione e il metabolismo di specifici nutrienti, supporta la peristalsi intestinale e ostacola l’attacco di potenziali patogeni e allergeni; questo non solo attraverso la stimolazione del sistema immunitario, ma anche con la generazione di una difesa naturale. Il fatto sorprendente è che questa enorme quantità di batteri non lavora da sola, ma è in continua comunicazione con le altre cellule. Un pulcino ruspante o selvatico appena nato ottiene in modo naturale una varietà completa di batteri intestinali dall’ambiente e dalla chioccia durante i primi giorni di vita. I gusci d’uovo sporchi e le feci del volatile adulto sono le fonti principali e, in tali condizioni naturali, i microbi ingeriti colonizzano rapidamente l’intestino del giovane pulcino. La microflora intestinale è la prima linea di difesa contro gli enteropatogeni di origine alimentare, proteggendo i tessuti epiteliali intestinali dall’attacco di questi organismi e creando un ambiente che ne inibisce la crescita. Il pollame allevato per il commercio viene schiuso in condizioni ambientali di massima igiene e non ha alcun contatto con la chioccia. Per questo motivo lo sviluppo di una sana microflora intestinale adulta viene ritardato di diverse settimane. Durante questo periodo di tempo, in
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Una microflora intestinale sana ha un enorme impatto sulla salute generale dell’ospite. In un ecosistema batterico sano, la flora benefica o normale occupa tutti gli spazi vitali dell’intestino, rendendo quindi difficile il diffondersi degli agenti patogeni. Questo meccanismo è chiamato esclusione competitiva (CE) che può essere definito come "insediamento precoce di una microflora intestinale adulta per ostacolare la colonizzazione da enteropatogeni”. L’esclusione competitiva viene anche chiamata “concetto di Nurmi”, dal nome del professor Esko Nurmi che, negli anni 70, ha dimostrato che la colonizzazione della Salmonella nei pulcini appena nati poteva essere ostacolata fornendo per via orale la flora intestinale derivante da un volatile adulto. Nurmi, insieme a un team di ricercatori, ha lavorato a stretto contatto con gli operatori del settore e ha sviluppato un prodotto per l’esclusione competitiva – Broilact®, che è stato lanciato per la prima volta sul mercato nel 1987. Broilact®, fornito per via orale ai pulcini appena nati, è in grado di supportare rapidamente (entro poche ore) lo sviluppo di una protezione fisiologica contro gli enteropatogeni. Questa protezione è effettivamente una competizione per lo spazio vitale e può essere il risultato di una o più combinazioni delle seguenti attività: • Competizione per i siti di attacco epiteliale (ostacolo alla colonizzazione dei patogeni).
- le aziende informano -
LE AZIENDE INFORMANO
• Produzione di metaboliti inibitori, ad es. acidi grassi volatili. • Produzione di batteriocine direttamente inibitorie (attività naturale di contrasto ai patogeni). • Competizione per i nutrienti essenziali. • Supporto all’azione del sistema immunitario dell’ospite. Oggi Broilact® è una componente preziosa delle procedure di biosicurezza per i volatili nei Paesi del Nord Europa. Si è dimostrato che l’uso di questo prodotto, oltre all’azione positiva immediata sulla vita degli animali, genera un beneficio che si ripercuote su tutto l’allevamento. Se viene usato continuativamente, per almeno 6 cicli di schiusa in incubatoio, aiuta a generare una pressione positiva sull’ambiente dell’allevamento, riducendo significativamente i più comuni problemi sanitari. Broilact® è una selezione di batteri derivati dalla flora intestinale di una singola gallina adulta sana, nota per essere priva di patogeni specifici e di altri batteri indesiderati. Questa coltura batterica, composta da batteri strettamente anaerobici e altri batteri che crescono sia in presenza che
in assenza di aria, rappresenta essenzialmente una selezione di batteri che normalmente custodiscono l’intestino di una gallina adulta sana (Gallus gallus domesticus). Per la massima protezione dei volatili trattati, Broilact® è preparato in modo da contenere solo quegli organismi che sono intimamente associati all’epitelio cecale del donatore. La miscela è stata ulteriormente raffinata e ottimizzata per dare il massimo supporto alle azioni fisiologiche di contrasto agli enteropatogeni. Il materiale viene testato per garantire l’assenza di tutti i principali agenti patogeni per i volatili e per l’uomo. Il processo di produzione è stato convalidato e l’efficacia e la qualità del prodotto sono ben testate per ogni lotto prodotto. Broilact® è stato utilizzato in molti studi pubblicati su riviste specializzate. Tali studi hanno aiutato la comunità scientifica a comprendere il ruolo che la microflora adulta svolge nella prevenzione o nella riduzione della colonizzazione di agenti patogeni quali Salmonella, Campylobacter ed E.coli e batteri antibiotico-resistenti. Broilact® è utilizzato per la rapida instaurazione e sviluppo di una normale microflora di tipo adulto nell’intestino di polli, tacchini, oche, fagiani, quaglie e pernici.
Una valida difesa Un corretto microbiota per la protezione dell’intestino Broilact® è un prodotto Orion Pharma
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IN PRIMO PIANO
MSD Animal Health, un anno #AlTuoFianco Dal supporto ai professionisti della salute alla promozione del comparto zootecnico: continuano così le azioni concrete di MSD Animal Health per restare #AlTuoFianco. Il 2020 ci ha visto tutti protagonisti di un’emergenza che probabilmente si conferma come la sfida socio-economica-sanitaria mondiale più grande degli ultimi decenni. Il diffondersi della pandemia ha fatto sì che le abitudini di sempre, come il modo di vivere, di lavorare e di comunicare, venissero stravolte per miliardi di persone, professionisti della salute animale inclusi.
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- in primo piano -
IN PRIMO PIANO
Come azienda costantemente impegnata a fornire una corretta informazione e divulgazione di pratiche di salute e benessere animale, MSD Animal Health è scesa in campo lanciando #AltuoFianco, un concept che ha fatto da cappello a numerose iniziative nel corso del 2020. Le attività hanno avuto lo scopo di supportare le diverse figure professionali che ogni giorno assicurano il benessere e la salute animale – come medici veterinari, associazioni e allevatori –, accompagnandole durante questo delicato periodo di cambiamenti e di sfide con una serie di azioni concrete pensate per le necessità di ciascun differente ambito, professionale e personale.
“Come azienda costantemente impegnata a fornire una corretta informazione e divulgazione di pratiche di salute e benessere animale, MSD Animal Health è scesa in campo lanciando #AltuoFianco, un concept che ha fatto da cappello a numerose iniziative nel corso del 2020”
Dalla parte del consumatore e dei produttori per un’informazione corretta sul settore agroalimentare e sulla salute animale L’attenzione si è focalizzata sul bisogno di chiarezza del consumatore finale, oltre a quello del pet lover. Ai consumatori MSD Animal Health ha dedicato, l'11 maggio scorso, il webinar “La filiera agroalimentare ai tempi del Coronavirus: prospettive future a seguito dell’emergenza”. L’evento online, realizzato in accordo con Assocarni, Assica e Unaitalia e con la partecipazione di vari personaggi di spicco del comparto, era diretto a rassicurare i consumatori, facendo chiarezza sulle tematiche più discusse del momento. Ai partecipanti è stato fornito uno spaccato sull’andamento e sulla gestione di un settore che non si è mai fermato e non ha mai smesso di garantire la fornitura di derrate alimentari, assicurando la qualità e la sicurezza dei prodotti italiani. Dall’evento è emersa chiara la necessità di una logica di sistema, basata su un dialogo costante tra tutti gli attori coinvolti: produttori, catena di distribuzione e consumatori.
MSD Animal Health a supporto dei medici veterinari L’aggiornamento professionale è uno strumento imprescindibile per gli addetti che si occupano quotidianamente della salute animale. Durante l’insorgere dell’epidemia, l’azienda è rimasta al fianco dei medici veterinari fornendo loro una serie di webinar e di iniziative per garantire un continuo aggiornamento, anche da remoto. È il caso del webinar dedicato ai medici veterinari da reddito dal titolo “Regolamento UE 2016/429: come cambierà il ruolo del
medico veterinario”, che lo scorso 13 maggio ha fatto il punto sull’entrata in vigore in Italia del Regolamento UE 2016/429, relativo alla normativa in materia di sanità animale e sull’impatto che avrà sul ruolo del medico veterinario.
Strumenti e soluzioni concrete a supporto del benessere animale MSD Animal Health, inoltre, continua il proprio impegno nella ricerca e sviluppo di soluzioni per il benessere animale e affianca a tale impegno una collaborazione continua con i professionisti della salute animale per offrire valore, oltre ai servizi e ai prodotti. Ecco perché nel corso dell’anno l’azienda ha promosso campagne di formazione e informazione tramite la creazione e la diffusione di materiali di approfondimento su temi più specifici, quali la Lawsonia intracellularis - www.lawsonia.net/ilnemicoinvisibile/: un archivio di video pillole con infografiche e interviste; i materiali sono facilmente fruibili grazie a una piattaforma digitale per analizzare a 360° ciò che questo batterio causa all’interno degli allevamenti suini: l’Ileite suina. C'è stata poi la campagna sulla diffusione della Salmonella nella filiera avicola italiana, con le sue ripercussioni sull’uomo. Infine, ci si è focalizzati sull’importanza di una corretta informazione per contrastare le fake news più ricorrenti in questo settore; di questo si è parlato durante il webinar del 17 settembre scorso, organizzato proprio da MSD Animal Health per lanciare il nuovo vaccino, la triplice soluzione contro le salmonelle.
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IN PRIMO PIANO
Dare voce agli allevatori per fare luce sul settore zootecnico Tra le numerose iniziative dedicate in questi mesi al comparto agroalimentare e zootecnico, MSD Animal Health ha analizzato l’impatto del Covid-19 sulla filiera, partendo proprio dalle storie e dalle impressioni degli allevatori. Coinvolgendo oltre 200 allevatori di piccole e grandi produzioni del settore bovino, suino e avicolo, MSD Animal Health ha lanciato un’indagine che ha evidenziato come il settore dell’allevamento abbia dimostrato resilienza e grande capacità di adattamento di fronte alle criticità dettate dalla pandemia. Dall’indagine è emersa chiaramente la capacità della filiera, secondo il 55% degli intervistati, di vedere oltre le problematiche e ritenere l’emergenza sanitaria un nuovo potenziale punto di partenza per migliorare ulteriormente le condizioni di biosicurezza e, per il 61%, di rivalutare il Made in Italy. Inoltre, si è confermato essenziale il supporto del medico veterinario che, durante il lockdown, ha continuato a prestare servizio anche a distanza, con strumenti di comunicazione alternativi o con le consuete visite e controlli di routine, per garantire il benessere degli animali e tutelare la biosicurezza in piena ottica One Health, concetto secondo cui salute umana, animale e ambientale sono collegate fra di loro.
Promuovere e formare sull’uso corretto e razionale delle terapie antibiotiche
L’impegno profuso e la filosofia di MSD Animal Health Italia si riflettono perfettamente nelle parole di Paolo Sani, Amministratore Delegato: “Crediamo nel futuro e per questo investiamo più del 20% del fatturato in ricerca, mentre l’80% dei nostri prodotti è dedicato alla prevenzione, il che rappresenta un modo per migliorare direttamente il benessere degli animali, e di conseguenza quello dell’ambiente e delle persone.” Per ulteriori informazioni: www.msd-animal-health.it
Tra gli ultimi progetti, annunciati e avviati, si include la Micro Academy, presentata da MSD Animal Health nel corso dell’edizione del congresso annuale dedicato alla zootecnia e organizzato da SIVAR (Società Italiana Veterinari Animali da Reddito). La Micro Academy è un percorso formativo che l’azienda ha concepito partendo dall’ascolto delle esigenze di medici veterinari che, come professionisti della salute animale, necessitano di strumenti e soluzioni adeguate e aggiornate per opera-
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re correttamente in tema di antibiotico-resistenza e per comunicare in modo efficace agli allevatori le nuove procedure di prescrizione e i protocolli di biosicurezza. Favorendo un approccio orientato alla prevenzione e alla terapia antibiotica mirata, la Micro Academy si prospetta come un vero e proprio laboratorio, che permetterà ai professionisti del settore di sperimentare e confrontarsi reciprocamente su questo fenomeno quanto mai attuale, d’interesse ormai non solo per gli addetti ai lavori, ma per l’intera comunità. Grazie alla Micro Academy, i medici veterinari potranno approfondire numerose nozioni di farmacologia, individuare le migliori terapie, rispettando allo stesso tempo le regole per un uso limitato degli antibiotici. In base alle circostanze dettate dall’emergenza sanitaria, saranno previsti corsi in aula o virtuali condotti da Giovanni Re, Prof. Ordinario di Farmacologia e Tossicologia dell’Università degli Studi di Torino, personalizzati in base alle diverse aree di specializzazione e indirizzi produttivi.
Da oltre un secolo MSD, azienda leader a livello mondiale nel settore bio-farmaceutico, sviluppa farmaci e vaccini per diverse patologie al fine di preservare la salute e la vita di tutti. MSD Animal Health, nota come Merck Animal Health negli Stati Uniti e in Canada, è la divisione di MSD a livello globale, dedicata alla salute animale. Grazie al suo impegno nella Scienza per Animali più sani ®, MSD Animal Health offre a veterinari, allevatori, proprietari di animali da compagnia e istituzioni, un’ampia linea di farmaci, vaccini, soluzioni e servizi di gestione della salute in ambito veterinario, nonché una vasta gamma di prodotti di identificazione, tracciabilità e monitoraggio digitali. MSD investe significativamente in risorse di ricerca e sviluppo e rappresenta un punto chiave nella moderna catena di approvvigionamento globale. È presente in più di 50 Paesi, mentre i prodotti sono disponibili in circa 150 mercati.
- in primo piano -
IN PRIMO PIANO
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REPORTAGE
Quale ruolo per il settore avicolo nella strategia Farm to Fork? Il settore della carne è stato oggetto di un attento esame durante la pandemia ed è al centro di vari dibattiti in corso sulla sostenibilità del settore agrozootecnico nell’Unione europea. La strategia Farm to Fork (F2F) ha corretto l’atteggiamento prevenuto verso la carne rispetto alle precedenti versioni di bozza, ma ha anche offerto un solido supporto alle proteine alternative per rispettare l’impegno di ridurre l’impatto ambientale e climatico della produzione animale. Di recente, la conferenza virtuale Euroactiv ha discusso del ruolo del settore avicolo nella futura strategia Farm to Fork. Sabine Juelicher, Direttore Sicurezza alimen-
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tare, mangimi e innovazione, DG SANTE, Commissione europea; Frederic Leroy, Professore di Microbiologia industriale e Biotecnologie alimentari, Vrije Universiteit
- reportage -
REPORTAGE
Brussel; Jonty Whittleton, Responsabile di Campaign Farming, World Animal Protection e Birthe Steenberg, Segretario generale, AVEC Poultry meat, hanno risposto alle domande più scottanti che preoccupano il settore: quanto è sostenibile la produzione di carne avicola rispetto ad altre carni e alle proteine alternative? La gestione della salute e del benessere avicolo è in linea con i più elevati standard della UE? Quali pratiche hanno un impatto minore sull’ambiente e sulla salute dei consumatori? In che modo scienza e innovazione possono garantire che la carne di pollo in Europa sia sicura, economica e nutriente? Come può il settore avicolo europeo produrre di più con meno? In che modo gli standard dal campo alla tavola influenzeranno le importazioni dai Paesi terzi? Durante il dibattito è emerso che il settore avicolo dell’UE è disponibile a essere parte della soluzione nella strategia Farm to Fork. La campagna promozionale “Questa è la nostra carne avicola! Pollo di alta qualità con garanzia europea” mira a informare i consumatori sul benessere degli animali, sulla sostenibilità, sulla sicurezza alimenta-
re e sui benefici nutrizionali della carne avicola, assicurando ai consumatori che è un cibo conveniente, di alta qualità e buono. Tutti gli esperti intervenuti alla conferenza hanno riconosciuto l’importanza di una cooperazione su larga scala per creare un sistema alimentare sostenibile nell’UE. “Vorremmo che l’Unione europea orientasse i consumatori verso modelli di consumo più sani, il che significa anche su diete a base vegetale”, ha affermato Sabine Juelicher. Questo concetto è stato poi contestato da Frederic Leroy, che ha affermato che gli alimenti animali, e quindi anche la carne di pollo, giocano un ruolo importante come elementi preziosi all’interno di un’ampia gamma di soluzioni dietetiche. Jonty Whittleton ha sottolineato che la sua organizzazione vede con particolare favore il fatto che le aziende alimentari stiano iniziando a riconoscere le esigenze dei polli, così come la crescente richiesta dei consumatori di prodotti più etici e di opzioni alimentari sostenibili. Un altro punto chiave della discussione è stata l’etichettatura. Birthe Steenberg ha affermato che: “I consumatori
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REPORTAGE
Ecco la nostra carne avicola! Cosa ne sai?
Ambiente LIVELLO DI EMISSIONI LA CARNE AVICOLA È ECOSOSTENIBILE
C02
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35
295
55
KG CO2 - EQ.KG PROTEINE-1
KG CO2 - EQ.KG PROTEINE-1
C02
KG CO2 - EQ.KG PROTEINE-1
MIGLIORAMENTI NEGLI ULTIMI 15 ANNI 2003 - 2018 / 2,5KG DI POLLO
-16%
-37%
-15% -0,5kg
ENERGIA
La carne avicola europea come parte della soluzione
GAS EFFETTO SERRA
-1L
SUOLO
ACQUA
Valore economico 370.000 25.000 PERSONE CHE LAVORANO IN ZONE AGRICOLE
ALLEVAMENTI AVICOLI A CONDUZIONE FAMILIARE NELLA U.E.
MANGIME
€ 38 MILIARDI
VALORE DELLA PRODUZIONE DI CARNE DI POLLO NELLA U.E.
Salute STESSE QUANTITÀ DI PROTEINE (28 G)
ANTIBIOTICI FORTE RIDUZIONE IN MOLTI STATI MEMBRI
133 G PETTO DI POLLO
140
359 G TOFU
188 G NOCCIOLE
1120
KCAL
275
KCAL
KCAL
società KG/PER PERSONA/2019
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I più elevati livelli di
10
BENESSERE ANIMALE
33 5
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ALTI LIVELLI di SICUREZZA grazie al PRINCIPIO FARM TO FORK
Sfide DA DOVE PROVIENE LA TUA CARNE AVICOLA? SOLUZIONI
25% IMPORT CARNE AVICOLA PROVENIENTE DAI PAESI TERZI UCRAINA, TAILANDIA E BRASILE
Nell’UE, la carne viene prodotta in modo efficiente poiché le emissioni prodotte sono molto inferiori rispetto ad altri luoghi nel mondo. Grazie all’innovazione e all’aumento dell’efficienza produttiva, il settore agro-zootecnico in Europa è riuscito, negli ultimi decenni, a ridurre i livelli considerevolmente. La carne avicola è un’importante fonte di proteine e parte essenziale di una dieta equilibrata: è quindi conforme all’obiettivo della strategia F2F per garantire l’accesso a cibo prodotto in modo adeguato, nutriente e sostenibile. In un continente in cui l’insicurezza alimentare rimane un problema, con oltre 36 milioni di cittadini dell’UE che non possono permettersi un pasto di qualità due giorni di seguito, l’accessibilità economica della carne avicola rappresenta un’opportunità.
I punti fondamentali che caratterizzano la produzione avicola europea
CONSUMO DI CARNE DI POLLO 49
devono sapere se la carne avicola nelle loro pietanze è prodotta secondo le rigide regole dell’UE. Pertanto abbiamo richiesto di etichettare con un marchio EU / NonUE tutti i prodotti che contengono carne di pollo nelle varie parti della catena e anche nei ristoranti, bar o sulle confezioni dei prodotti trasformati.”
FOODSERVICE ES. RISTORANTI, MENSE
PRINCIPALMENTE
VENDUTO IN
TRASFORMATI
IN SUPERMARKET ES. NUGGETS, SALSICCE...
ARIA È NECESSTTATURA L’ETICHE DI ORIGINE
La carne di pollo ha un ruolo fondamentale nella dieta europea. Negli ultimi dieci anni il consumo è aumentato del 23%, raggiungendo attualmente i 25,3 kg pro capite all’anno. Gli esperti prevedono un ulteriore lieve incremento nel prossimo decennio. Cresce anche la domanda mondiale di questa conveniente fonte proteica e l’Europa gode di un’ottima reputazione come fornitore tra i potenziali Paesi importatori. Il settore avicolo europeo è ben preparato per rispondere ai requisiti richiesti di sicurezza alimentare, benessere degli animali e protezione ambientale. Le autorità dell’UE e le parti interessate del settore stanno lavorando fianco a fianco per garantire standard elevati e uniformi lungo tutta la filiera.
Il settore avicolo a livello mondiale ed europeo
OR
Il settore avicolo europeo ha un valore commerciale importante a livello globale. Con un volume di produzione di Produced with Care - European Farmers prioritise Animal Health and Welfare. 100% European Poultry - Food Safety and Sustainability from Farm to Fork.
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REPORTAGE
15,8 milioni di tonnellate di peso alla carcassa nel 2019, l’UE rappresenta il terzo maggior produttore di carne avicola al mondo dopo Stati Uniti e Cina. La stragrande maggioranza della produzione dell’UE è diretta al consumo domestico, mentre circa 1,7 milioni di tonnellate vengono esportati principalmente nel sud-est asiatico, in altri Paesi europei non appartenenti all’UE e in Africa. La carne di pollo rappresenta la quota maggiore (82%) della produzione avicola domestica, con 13 milioni di tonnellate, seguita dalla carne di tacchino (2,1 milioni di tonnellate - 13%) e dalla carne di anatra (550.000 tonnellate - 3,5%). Sul piano interno, il settore avicolo europeo svolge un ruolo importante non solo nella sua funzione di fornitore di carne, ma anche come fattore economico. Più di 370.000 persone lavorano direttamente in tutti i settori, dall’allevamento alla lavorazione, la maggior parte dei quali in una delle 25.000 aziende agricole a conduzione familiare situate in zone rurali; senza poi considerare tutto l’indotto e cioè il settore dei mangimi, del confezionamento e dell'industria dei macchinari per la trasformazione, che si attesta su un valore totale di 38 miliardi di euro.
Gli standard globali sono definiti dal settore avicolo europeo Negli ultimi anni, i consumatori hanno manifestato un interesse crescente all’origine dei prodotti, al benessere degli animali e alla sostenibilità produttiva. Il settore avicolo europeo è preparato per soddisfare queste aspettative perché produce secondo le rigide regole comunitarie che si applicano a tutta la filiera. È inoltre impegnato a migliorare continuamente la gestione e la produzione in termini di conservazione delle risorse e benessere degli animali. Ha ottenuto molto in questo senso: gli standard attuali che si applicano alla carne avicola europea sono tra i più alti al mondo.
Benessere degli animali È una priorità assoluta nell’Unione europea. Standard scientificamente fondati garantiscono che l’allevamento soddisfi gli stessi requisiti minimi in tutti gli Stati membri. L’allevamento di polli da carne rappresenta quasi l’87% della produzione europea, per cui esiste una legislazione particolarmente dettagliata in questo settore. Inoltre, i singoli Paesi hanno la possibilità di adottare disposizioni più rigorose. Negli allevamenti è stata fissata una densità
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REPORTAGE
Ecosostenibile
“Il settore avicolo europeo ha un valore commerciale importante a livello globale. Con un volume di produzione di 15,8 milioni di tonnellate di peso alla carcassa nel 2019, l’UE rappresenta il terzo maggior produttore di carne avicola al mondo dopo Stati Uniti e Cina”
massima e i polli hanno sempre accesso ad acqua potabile fresca e mangime. Il pavimento è ricoperto di lettiera naturale e l’illuminazione crea un ritmo naturale tra giorno e notte. Per gli allevatori, il benessere degli animali è fondamentale. Prima del trasporto al macello ci si assicura che gli animali siano completamente sani; devono inoltre essere rispettate le rigide normative sullo spazio e sui tempi di trasporto. Di regola, gli animali non devono viaggiare per più di 12 ore. Prima della macellazione, tutti gli animali vengono storditi in modo da evitare loro dolore, sofferenza, stress o eccitazione.
Salute e igiene degli animali Tutte le strutture di allevamento vengono accuratamente pulite e disinfettate ogni volta che un gruppo viene inviato al macello, quindi l’ambiente è in condizioni ottimali prima del ricollocamento successivo. Le normative UE sulla salute degli animali sono rigorose e stabiliscono che i soggetti devono ricevere mangimi adeguati alla loro specie ed età. La corretta alimentazione è importante nell’interesse del consumatore poiché ha una notevole influenza sulla qualità della carne. Ingredienti vegetali come grano, mais e soia costituiscono la base delle diete per uso avicolo. Inoltre, sono approvati numerosi additivi come vitamine e minerali che migliorano la qualità della formulazione alimentare. Le aziende di trasformazione devono applicare procedure basate sulla normativa HACCP. Il rispetto dei requisiti in materia di benessere e igiene degli animali è monitorato da veterinari ufficiali che effettuano numerosi controlli prima e dopo la macellazione.
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La carne avicola ha un ottimo punteggio ambientale rispetto a molti altri alimenti. Uno dei motivi è la conversione del mangime associata a minori emissioni. Per produrre un pollo di un chilo è necessario 1,5 kg di mangime e per un chilo di tacchino 2,6 kg; inoltre, la superficie di terreno necessaria per produrre un chilo di carne di pollo è di soli otto metri quadrati. I produttori europei sviluppano continuamente misure aggiuntive per ridurre al minimo il consumo di energia negli allevamenti anche grazie alle nuove tecnologie di controllo ambientale. Molte aziende sono autosufficienti a livello energetico grazie ai propri impianti fotovoltaici o a biogas. Rispetto ad altri alimenti, l’impronta di carbonio della carne avicola è molto bassa: vengono prodotti solo 4,22 kg di CO2 per kg di carne. I produttori avicoli dell’UE sono virtuosi anche nell’utilizzo della risorsa idrica. In generale, negli ultimi 15 anni, tutto l’impatto sull’ambiente è diminuito per diversi fattori: uso del suolo, energia, acqua, mangimi e gas serra.
Polli e tacchini vengono allevati a terra In tutta l’UE l’allevamento a terra è l’unica forma di accasamento utilizzata per la produzione di carne avicola. I soggetti possono razzolare, beccare e muoversi sul pavimento secondo le loro naturali esigenze. Negli allevamenti è garantito un ambiente ottimale in termini di luce, umidità e altri parametri. I soggetti allevati in biologico e all’aperto hanno a disposizione aree verdi recintate dove possono muoversi liberamente. L’uso di ormoni e promotori della crescita è vietato da tempo in tutta Europa. Gli antibiotici possono essere somministrati solo su prescrizione veterinaria e solo se strettamente necessario. Il loro uso è stato drasticamente ridotto grazie alle migliori misure di biosicurezza, alla selezione di razze robuste, ai mangimi ottimizzati e buone pratiche. Dopo il trattamento, gli animali vengono macellati solo dopo un periodo legalmente prescritto, detto periodo di sospensione. Questo per garantire che la carne non contenga più tracce di farmaci e sia di una qualità unica al mondo. Fonte: AVEC – Organizzazione europea dei produttori di carni avicole, https://eu-poultry.eu
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REPORTAGE
SOLDI ALLA MANO
LEADER NELLA CONVERSIONE DI MANGIME dicembre 2020 << Scansiona qui per saperne di- più o visita il nostro sito www.fcrleader.com
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An Aviagen Brand
INTERVISTA
Giordano Poultry Plast continua a crescere Giordano Poultry Plast, azienda internazionale leader nello stampaggio di materie plastiche, specializzata nella progettazione e produzione di attrezzature per l’avicoltura, ha sede in Italia a Caraglio (CN), con produzioni ripartite in Messico, Argentina, Egitto e Malesia. La famiglia Giordano controlla totalmente il gruppo composto anche da altre società operanti in settori diversi, con Osvaldo Giordano, Presidente, e i figli Oscar ed Enrico, Amministratori Delegati. Come si è organizzata la Giordano Poultry Plast in periodo di Covid-19, sia da un punto di vista di organizzazione interna che nei rapporti verso l’esterno? Per quanto riguarda l’organizzazione interna ovviamente abbiamo dovuto applicare le misure richieste dallo Stato, talvolta anche all’ultimo minuto: non nascondo che è stato difficile, ma siamo riusciti a organizzarci bene. Proprio in questo frangente, infatti, abbiano implementato procedure che erano già previste ma che sarebbero state applicate forse entro un paio d’anni, accelerate dalla situazione contingente. Abbiamo investito tempo e denaro: sono stati predisposti termoscanner all’ingresso, entrate e uscite separate e abbiamo apportato molte altre migliorie. Osvaldo Giordano, Presidente della Giordano Poultry Plast, insieme ai figli Oscar ed Enrico, Amministratori Delegati
La Giordano Poultry Plast è un’azienda di respiro internazionale che esporta il 95% della produzione italiana e realizza la propria attività commerciale in oltre 65 Paesi. Anche per questo motivo abbiamo parlato con Oscar Giordano, Amministratore Delegato della Giordano Poultry Plast, per confrontarci su come si sia evoluta in questi ultimi mesi la situazione delle aziende legate all’avicoltura a causa della pandemia.
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- intervista -
Molti nostri dipendenti lavorano in smart working dalla scorsa primavera e continueranno a farlo. Abbiamo un calendario di presenze fisse in azienda, in modo che ci sia sempre qualcuno a rotazione a presidiare l’ufficio, e possa consentire alla produzione di operare regolarmente. Il personale in azienda è stato mantenuto al completo. Nonostante il lockdown non siamo rimasti fermi neppure un giorno: il nostro codice Ateco ci ha permesso di non fermarci e anche se abbiamo avuto qualche iniziale calo di vendite, ci siamo ripresi benissimo nei mesi estivi.
INTERVISTA
Nel frattempo abbiamo anche realizzato degli investimenti. Alcuni macchinari sono stati sostituiti, altri sono stati aggiunti; ci siamo automatizzati ancora di più. Per fornire un dato, sino ad oggi, nel 2020 abbiamo effettuato investimenti per una cifra intorno ai 950mila euro. Negli ultimi due anni non sono stati redistribuiti utili, interamente investiti in azienda, consentendoci di disporre oggi di un parco macchine decisamente nuovo e tecnologico, che ci permetterà – una volta tornati alla normalità – di far fronte più efficacemente a qualsiasi bisogno. A fine ottobre 2020 il nostro fatturato si aggira sullo stesso valore di quello dell’anno scorso alla stessa data, pensiamo di chiudere l’anno su una cifra intorno ai 26 milioni di euro. A gennaio-febbraio stavamo viaggiando su un 15% in più rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, poi dopo il calo importante di marzo/aprile (anche il 50% di fatturato in meno), siamo tornati a riprenderci nei mesi successivi. Un altro aspetto su cui ci siamo focalizzati nelle fasi più acute della pandemia è stato la riorganizzazione della comunicazione aziendale: abbiamo creato delle news mensili, inviando circa 14mila email ogni mese, realizzato il restyling dei siti web, stiamo rifacendo i cataloghi in digitale. In un solo mese e mezzo abbiamo stravolto la nostra comunicazione social, allo scopo di realizzare un piano settimanale invece che mensile, incontrandoci online con i nostri clienti. Anche con la nostra forza vendite realizziamo incontri in virtuale, con cadenza quindicinale o mensile, molto utili in un periodo in cui gli spostamenti sono così ridotti. In questo periodo avete anche pensato di proporre sul mercato nuovi prodotti? Non abbiamo realizzato un prodotto completamente nuovo, ma abbiamo migliorato diversi prodotti già esistenti. Per fare un esempio, abbiamo migliorato i posatoi per le anatre, creando una griglia nuova, che era già stata prevista, ma che abbiamo trovato finalmente il tempo di realizzare. Il prodotto è anche stato lanciato sul mercato, con tutti i problemi che può voler dire lanciare un prodotto via internet, senza una fiera. Abbiamo migliorato anche la mangiatoia dei tacchini e l’ECS, il nostro sistema integrato per la movimentazione delle uova. In sostanza, la Giordano Poultry Plast ha provveduto a rilasciare dei prodotti, per così dire, 2.0: migliorando quelli già presenti in linea, cercando di raggiungere l’eccellenza.
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Questo tragico periodo di pandemia ci ha portati a riconsiderare anche il ruolo delle fiere internazionali. Qual è la vostra posizione su questo tema? La Giordano Poultry Plast per i primi 6 mesi del prossimo anno non ha in programma e non investe in fiere e convegni. Viaggiare adesso è troppo complicato: sono previsti periodi di quarantena all’andata e al ritorno, bisogna effettuare i tamponi, ma soprattutto sono i clienti che non desiderano ricevere visite o effettuare spostamenti. Il Covid-19 ha completamente trasformato lo scenario fieristico: siamo passati da un periodo in cui si svolgevano fiere in continuazione, anche due al mese, allo zero assoluto attuale. Nel 2021 a mio parere bisognerebbe ripartire con 3 o 4 fiere mondiali, veramente specifiche, tralasciando quelle locali o meno frequentate. Del resto, prima viaggiavamo anche per questioni minime, che abbiamo poi scoperto potersi egregiamente gestire anche tramite video chiamata. Invece di dire “a causa del Covid”, potremmo dire “grazie al Covid”, abbiamo compreso che si può fare tanto anche agendo dalla propria scrivania, si possono ridurre dei costi e investire questi risparmi in altre attività, forse più utili di viaggiare tanto in aereo intorno al mondo. Per il futuro faremo prevalere la qualità degli incontri fisici, gestendo il resto dei rapporti in maniera digitale, incrementando così anche la qualità della vita di chi lavora. I risultati saranno gli stessi, ma ci sposteremo fisicamente solo per le occasioni davvero importanti.
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©Charm
DOSSIER
Gestione della Coccidiosi nel tacchino
Steven Clark, DVM Veterinario aviario, Devenish Nutrition, LLC
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La Coccidiosi è una malattia causata da protozoi che si sviluppano nell’intestino della maggior parte degli animali domestici e selvatici, fra i quali anche gli avicoli. Sono parassiti noti nel tacchino già dal 1895. Varie specie lo infettano e di queste quattro, Eimeria meleagrimitis, E. adenoeides, E. gallopavonis and E. meleagridis, sono considerate le più patogene e vengono riscontrate nelle aree di maggiore produzione di tacchini a livello mondiale.
- dossier -
DOSSIER
Ogni specie invade un’area specifica e definita dell’intestino. Le zone colpite mostrano infezioni gravi, mentre alcune specie colpiscono addirittura tutto l’intestino. La diagnosi viene solitamente fatta tramite localizzazione dell’infezione a livello intestinale, l’aspetto delle feci, il contenuto intestinale e la presenza, dimensione e forma delle oocisti. In anni recenti si è verificato un notevole aumento di incidenza della Coccidiosi nel tacchino a causa della rapida espansione del settore e dell’adozione di metodologie di produzione senza ricorrere all’uso
di antibiotici. L’efficacia delle vaccinazioni e dei prodotti anticoccidici utilizzati viene verificata continuamente tramite la valutazione delle forme cliniche di Coccidiosi in campo.
Protozoi Ci sono diversi tipi di protozoi che sono associati a malattie enteriche del tacchino. L’Enterite protozoaria può presentare diversi sintomi fra i quali disidratazione, perdita
Tabella 1 – Caratteristiche diagnostiche delle specie Eimeria nei tacchini (Roche, 1995). SPECIE EIMERIA Caratteristiche
E. adenoeides
E. gallopavonis
E. meleagrimitis
E. dispersa
E. innocua
E. meleagridis
E. subrotunda
Ceco, retto
Parte inferiore intestino, ceco, retto
Intestino tenue
Intestino tenue
Parte superiore intestino tenue
Parte inferiore intestino tenue, ceco, retto
Parte superiore intestino tenue
Feci liquide con muco e macchie di sangue, nuclei cecali biancastri sciolti
Edema, ulcerazione della mucosa dell’ileo, essudato giallo, macchie di sangue nelle feci
Congestione con macchie e petecchie dal duodeno all’ileo, dilatazione del digiuno, escrementi
Superficie sierosa color crema, dilatazione dell’intestino, feci mucose giallastre
Nessuno
Ceco color crema, formazione di tappo caseoso, poche emorragie petecchiali
Nessuno
Lesioni Lesioni occasionali Coccidi, nessuna lesione
Sito
Lesioni macroscopiche
Lunghezza x ampiezza media (mµ) Lunghezza Ampiezza
25,6 x 16,6
27,1 x 17,2
19,2 x 16,3
26,1 x 21,0
22,4 x 20,9
22,4 x 18,1
21,8 x 19,8
18,9 - 31,3 12,6 - 20,9
22,7 - 3,7 15,2 - 19,4
15,8 - 26,9 13,1 - 21,9
21,8 - 31,1 17,7 - 23,9
18,57 - 25,86 17,34 - 24,54
20,3 - 30,8 15,4 - 20,6
16,48 - 26,42 14,21 - 24,44
Forma e indice delle oocisti Lunghezza/ larghezza ellissoidale
ellissoidale
ellissoidale
ovoidale
ampiamente ovale
subsferico
ellissoidale
subsferico
1,54
1,52
1,17
1,24
1,07
1,34
1,10
Sporulazione minima (ore)
24
15
18
35
<45
24
48
Periodo minimo pre-patente (ore)
103
105
103
120
114
118
95
Corpo refrattario
sì
sì
sì
no
no
sì
no
++++
++++
++++
+
nessuno
nessuno
nessuno
Patogenicità relativa
Adattata da Reid, W.M., P.L. Long e L.R. McDougald. 1984. Coccidiosis. M.S. Hofstad, H.J. Barnes, B.W. Cainek, W.M. Reid and H.W. Yoder Jr. (Eds.) Diseases of Poultry. 8th ed. Iowa State Univ. Press, Ames Iowa, U.S.A. p 692.
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DOSSIER
cialmente nei mesi estivi. Esistono evidenze di campo di co-infezioni con Cochlosoma e Tetratrichomonas, o Cochlosoma ed Hexamita, oppure di flagellati associati a Eimeria. La diagnosi viene confermata su raschiato mucosale e successivo esame microscopico a 400X di ingrandimento. E. Edgari è altamente patogena nel tacchino. In USA, in circa 6 campioni su 10, prelevati da gruppi di tacchini d'allevamento, vengono rilevate nuove specie di Eimeria, come pure nei tacchini selvatici. E. Edgari è stata isolata dal dr Fitz Coy e, da allora, confermata da vari veterinari in tutti gli Stati Uniti. Questo coccidio, sferico e piccolo, minore in dimensioni rispetto alle altre oocisti del tacchino, è predominante nell’alto e medio intestino. E. Edgari è associata a enterite, contenuto intestinale acquoso, aree focali con muco aranciato nel duodeno e digiuno; causa mortalità, diarrea e ridotto sviluppo dei soggetti.
Gestione della Coccidiosi Un programma efficace di controllo della Coccidiosi nel tacchino richiede l’uso di trattamenti anticoccidici e/o fitonutrienti, e/o vaccini vivi con successivo sviluppo immunitario.
di appetito, presenza di feci diarroiche e contenuto intestinale acquoso. I protozoi flagellati includono Cochlosoma, Tetratrichomonas, Histomonas e Hexamita. I coccidi Criptosporidi ed Eimerie sono i protozoi non flagellati dei tacchini, Cochlosoma e Hexamita sono stati di recente associati a enterite soprattutto nei tacchini giovani e speTabella 2 – Indagine sanitaria (Agosto 2016 – Agosto 2017) sui programmi di controllo per coccidi, adottati nei centri di produzione di tacchini in USA (n=265.9 milioni di capi).* Quanti mesi (media)
Quanti capi (conto suddiviso per il totale del rilevamento)
Ionofori
7,5
55%
Chimici
4,2
33%
Alternativi (fitonutrienti)
4,0
14%
Vaccini
2,3
7%
Programma
6*Clark,
Prodotti per il controllo della Coccidiosi
SR et. al. Current Health and Industry Issues Facing the US Turkey Industry. Proceedings 121° Annual Meeting of the USAHA, San Diego, CA; Committee on Poultry and Other Avian Species. Pending Publication. Oct 17, 2017.
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La Coccidiosi è aumentata, passando, nel 2017, dal 13° al 6° posto nella classifica delle malattie più frequenti del tacchino su un totale di 36 malattie ed è associata al progressivo passaggio a produzioni antibiotic-free che non consentono l’adozione di anticoccidici ionofori, mentre molti programmi proibiscono addirittura anche l’uso di principi attivi approvati dalla FDA come anticoccidici (Food and Drug Administration - Agenzia per gli alimenti e i medicinali, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d’America). Per la lotta ai coccidi si devono quindi usare trattamenti alternativi, oppure ricorrere alla vaccinazione.
Il 55% dei soggetti solitamente viene trattato con prodotti specifici per 7,5 mesi, durante un periodo di sorveglianza della durata di 12 mesi. Gli anticoccidici chimici sono adottati nel 33% dei casi per 4,5 mesi. La vaccinazione per coccidi è limitata al solo 7% dei soggetti allevati; tale
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DOSSIER
bassa incidenza pare dovuta, almeno in parte, alla disponibilità limitata sul mercato di vaccini vivi per la Coccidiosi del tacchino, approvati da USDA (United States Department of Agriculture - Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America). L’alimentazione con fitonutrienti nel mangime, come alternativa, sta diventando sempre più popolare e infatti circa il 14% dei capi è trattato tramite additivi nel mangime o per via idrica.
Anticoccidici Gli anticoccidici sono prodotti usati per combattere la Coccidiosi negli avicoli. Dopo la sporulazione infettante delle oocisti, che avviene in seguito all’ingestione, queste invadono le cellule intestinali e vi maturano. Gli sporozoiti maturi si sviluppano poi in stadi sia sessuati che asessuati. È nel corso dello stadio asessuato che i coccidi provocano il maggior danno all’intestino, specialmente se non vengono controllati a causa di un sistema immunitario poco funzionante e da anticoccidici poco efficaci.
I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.
Per trattare la Coccidiosi sono stati approvati svariati principi attivi nei tacchini che ricadono in diverse classi: gli ionofori divalenti e gli ionofori monovalenti. Gli anticoccidici sintetici possono essere usati in programmi di rotazione per tutto l’anno, oppure in programmi shuttle in alcuni gruppi, insieme agli ionofori.
Programmi di controllo Negli allevamenti di tacchini un programma di controllo efficace richiede la rotazione dei trattamenti. Attuare un vero programma di rotazione significa cambiare le soluzioni con prodotti di classi differenti; ciò consente di limitare le varie specie di Eimeria con diversi meccanismi di azione. La rotazione di classi diverse, passando da ionofori divalenti ad anticoccidici sintetici, è fondamentale se si vogliono evitare resistenze e favorire, al contempo, una lunga efficacia degli strumenti di controllo disponibili. Una rotazione trascurata può, invece, aumentare la pressione infettante con un incremento di lesioni subcliniche.
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In condizioni commerciali, gli anticoccidici vengono forniti con i mangimi starter a 1 giorno di età e sono poi sospesi dalle 9 alle 12 settimane di età. Il produttore si affida molto anche allo sviluppo dell’immunità nel corso della
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prima fase di crescita per proteggere i tacchini, dopo che viene sospesa la somministrazione degli anticoccidici nel mangime. Il controllo dell’immunità alla Coccidiosi nei tacchini è interessante perché i coccidi possono stimolare una risposta immunitaria all’infezione che, nel tacchinotto di 1 giorno, è meno protettiva di quanto non lo sia quella generata in soggetti più anziani. I vaccini sono composti da isolati virulenti di coccidi, poi attenuati. Originariamente, i vaccini venivano somministrati tramite l’acqua di bevanda, ma oggi vengono usati altri metodi fra cui la cabina spray, goccia oculare, gel o altri materiali edibili, o ne sono allo studio di nuovi come mezzi di supporto del vaccino. Indipendentemente dal metodo di vaccinazione, risulta fondamentale l’esposizione ripetuta ad altri coccidi, come risultato della riproduzione dei coccidi negli avicoli per favorire lo sviluppo di una successiva protezione immunitaria. L’aggiunta di supplementi nutrizionali alla dieta, specialmente fitonutrienti, sta diventando sempre più comune, sia tramite acqua di bevanda
che nel mangime. Alcuni programmi usano fitonutrienti in aggiunta ai correnti programmi anticoccidici per potenziarne i possibili benefici e alcuni tipi di fitonutrienti paiono avere una propria attività anticoccidica. Essi vengono classificati come estratti vegetali (yucca ecc), prebiotici (beta-glucani, lieviti), olii essenziali (origano, timo, aldeide cinammica, olio di capsicum, oleoresina di curcuma) ecc.
Conclusioni La Coccidiosi nel tacchino rappresenta un problema, specialmente nella forma subclinica ed è in grado di colpire soggetti di tutte le età. Viene controllata con successo tramite un adeguato e giudizioso utilizzo di anticoccidici e un uso innovativo di composti fitogenici, ma resta comunque difficile diagnosticarla. La diagnosi deve tenere conto di fattori sanitari, sintomi clinici, aspetti gestionali e deve prevedere un’identificazione appropriata delle oocisti.
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DOSSIER
Il corticosterone in ovo altera la composizione corporea del pollo a 15 giorni di età J.L. Angove¹, N. Willson¹, D.J. Cadogan², P.I. Hynd¹, R.E.A. Forder¹ ¹ Department of Animal and Veterinary Sciences, University of Adelaide, Roseworthy Campus, Australia ² Feedworks Pty Ltd. Romsey, Victoria, Australia
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Evidenze crescenti indicano che nelle primissime fasi della vita l’esposizione a stress materno può alterare, in modo permanente, lo sviluppo embrionale. Tali dati hanno una notevole applicazione nell’industria della carne di pollo, pertanto è stata fatta una prova in ovo, per valutare gli effetti dello stress materno sul pollo e le successive rese nella progenie.
- dossier -
DOSSIER
Introduzione
Metodica
Il consumo di carne di pollo è cresciuto esponenzialmente negli ultimi 50 anni e continua a crescere su scala globale. La produzione di carne avicola è cresciuta parallelamente, per andare incontro alla domanda. Tale aumento ha portato l’industria avicola in prima linea nelle produzioni animali, con miglioramenti ottimali sia della genetica che dell’alimentazione. I produttori cercano inoltre costantemente nuove metodiche per migliorare le rese del pollo e oggi viene preso in esame anche l’ambiente materno, ovvero quello in cui l’organismo femminile affronta il momento della riproduzione.
400 uova raccolte da riproduttori Cobb 500 sono state separate in 2 gruppi: 200 hanno ricevuto 1 microgrammo di cortisone (CORT) sciolto in etanolo assoluto, 200 la soluzione di controllo (CON). Le soluzioni erano iniettate nella membrana corionallantoidea embrionale a 11 giorni di incubazione. Alla schiusa sono stati pesati 112 CON e 100 CORT e sono stati separati in 4 gruppi di trattamento: 1) CORT-controllo, 2) CORT-Arg, 3) CON-Arg, 4) CON-controllo. I polli hanno ricevuto mangime e acqua a volontà; quelli alimentati con arginina hanno ricevuto una dieta standard per polli da carne + 125% di Arg:Lys. Sono stati registrati i pesi individuali settimanalmente, insieme alla conversione totale. Un sottocampione di polli, 3 per trattamento (12 in totale) è stato soppresso a 35 gg e sottoposto a una scannerizzazione a raggi x a doppia energia (DEXA), per determinarne la composizione corporea. L’analisi dei dati sperimentali è stata effettuata con un modello di analisi mista, che seguiva le procedure IBM ®, SPSS® Statistic 25 Program. I dati sono stati controllati anche tramite il test Shapiro Wilk e poi normalizzati; sono stati analizzati con test non parametrici, che includevano il Mann-Whitney e il Kruskal-Wallis. Si è determinato un livello di probabilità inferiore al 5% come statisticamente significativo.
Molti fattori noti possono influenzare l’ambiente materno, inclusi gli stress materni, l’alimentazione, la collocazione geografica e la salute individuale, fattori che possono alterare lo sviluppo della progenie con effetti fenotipici permanenti. Alcuni studi hanno dimostrato che l’esposizione a stress materno cronico può influenzare negativamente le rese della progenie nelle produzioni animali. Questo costituisce un aspetto chiave per l’industria della carne per due ragioni: innanzitutto l’industria del pollo utilizza misure di restrizione alimentare nei propri riproduttori. Anche se è evidente che il digiuno migliora le rese riproduttive delle galline, sempre più cresce l’evidenza che comporti anche uno stress, proprio causato dalla fame. In secondo luogo, i polli da carne oggi spendono circa il 40% della vita in ovo e dati recenti hanno chiaramente evidenziato gli effetti dell’ambiente in ovo sullo sviluppo embrionale. Anche se forti evidenze suggeriscono che l’ambiente materno non influenzi le rese del pulcino da carne, ancora non è chiaro quale sia l’effetto preciso delle variazioni ambientali sulle performance. Lo scopo di questo studio è stato utilizzare un modello in ovo per valutare come un'esposizione nella fase precoce della vita influenzi le successive caratteristiche nella progenie. Inoltre, per alleviare le conseguenze negative dell’esposizione al cortisone in ovo, nella dieta è stata somministrata arginina, che aumenta la sintesi proteica e promuove la secrezione di fattori endocrini, come gli ormoni tiroidei e della crescita, entrambi coinvolti nello sviluppo e nelle vie metaboliche. L’arginina aggiuntiva è stata quindi somministrata per alleviare le conseguenze fenotipiche derivanti dall'esposizione al corticosterone.
Risultati La crescita in peso tra i giorni 0 e 21 non variava tra i soggetti CORT e CON e neppure risultava alcun effetto dipendente dal sesso, in relazione ai trattamenti in ovo (Tabella 1). Il peso totale, dal giorno 0 al 35, non differiva tra i trattamenti in ovo: ma si notava una potenziale correlazione dipendente dal sesso. I maschi CORT a 35 gg avevano peso superiore rispetto ai controlli. Al contrario, le femmine CON erano più pesanti delle CORT. Inoltre, i maschi CORT tendevano a esibire maggiori masse muscolari, mentre non si notavano differenze nelle femmine. L’indice FCR non risultava influenzato dal trattamento in ovo e neppure dipendeva dalla dieta, inoltre non si rilevavano differenze tra i trattamenti in ovo e quelli dietetici. Le femmine alimentate con Arg tendevano a mostrare una riduzione del muscolo pettorale, mentre ciò non si notava nei maschi. L’aggiunta di Arg non ha influenzato in maniera significativa l’aumento di peso a qualsiasi età (P>0.05). Le femmine esposte a CORT in ovo mostrava-
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DOSSIER
Tabella 1 – Effetto dell’esposizione in ovo al corticosterone e all’arginina nel mangime sulle performance, in base alle caratteristiche sessuali dei polli da carne. I valori sono espressi come medie ± SEM. Trattamento
Sesso
Crescita in peso gg 0-21 (gr)
Crescita in peso gg 21-35 (gr)
Peso muscolo in % (BW) a 35 gg
In-ovo CORT
CON
Maschi
906,3 ± 12,58
2573,9 ± 50,61
21,2 ± 0,37
Femmine
815,5 ± 10,26
1927,6 ± 29,09
20,4 ± 0,45
Maschi
888,2 ± 15,38
2504,4 ± 58,33
20,2 ± 0,69
Femmine
820,9 ± 10,26
2013,0 ± 39,29
20,5 ± 0,48
0,387
0,082
0,325
P-valore in ovo x sesso
Dieta Arginina
Controllo
Maschi
900,0 ± 13,58
2511,0 ± 52,37
20,9 ± 0,56
Femmine
825,3 ± 9,12
2013,5 ± 28,96
19,8 ± 0,51
Maschi
894,2 ± 14,75
2560,1 ± 63,09
20,4 ± 0,59
Femmine
811,7 ± 10,91
1945,69 ±37,12
21,0 ± 0,36
0,739
0,531
0,089
P-valore dieta x sesso
no una massa lipidica maggiore (in % sul peso corporeo) e una riduzione della massa magra (in % sul peso bwt) a 35 gg. Invece le femmine trattate con CORT mostravano un aumento della massa magra totale (%bwt) e una riduzione della massa lipidica (% bwt) (Tabella 2). L’aggiunta di Arg nella dieta non influenzava la composizione lipidica totale della carcassa a 35 gg, anche se l’aggiunta di Arg tendeva ad aumentare la massa magra e a ridurre quella grassa nei soggetti trattati con CORT. Tabella 2 – Composizione corporea al giorno 35 di femmine di pollo sottoposte a trattamento in ovo di CORT e CON e di soggetti alimentati con arginina o dieta di controllo. I valori sono medie (% peso) ± SEM. Trattamento
BMC (%peso)
grasso (% peso)
magro (% peso)
In ovo CORT
1,14 ± 0,04
9,11ª ± 0,59
88,70 ± 0,66ª
CON
1,15 ± 0,04
5,71b ± 0,59
91,77 ± 0,64b
0,902
0,007
0,026
P-valore
In ovo + dieta CORT controllo
1,13 ± 0,04
9,86 ± 1,44
87,82 ± 1,31
CORT arginina
1,16 ± 0,04
8,36 ± 0,86
89,53 ± 0,66
CON controllo
1,13 ± 0,11
4,76 ± 0,52
91,94 ± 1,31
CON arginina
1,17 ± 0,03
6,66 ± 0,40
91,59 ± 0,59
0,910
0,088
0,295
P-valore a-b
valori entro una colonna senza sovrascrittura comune differiscono significativamente (P<0,05).
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Discussione Nonostante la mole notevole di lavori che sostengono che il digiuno induca stress cronico nei riproduttori sia notevole, l’effetto trans-generazionale dell’esposizione a uno stress materno sulle successive performance nella progenie ancora resta poco chiaro. Lo studio ha usato un modello in ovo per valutare le conseguenze fenotipiche potenziali che deriverebbero da un’esposizione in ovo a uno stressore nei polli da carne dopo la schiusa. Lavori fatti in passato avevano rilevato una riduzione nel peso della progenie maschile a 42 gg, a seguito del digiuno al quale erano state esposte le madri. Queste evidenze corrispondevano a ciò che si osservava nelle femmine razionate, che mostravano una quota elevata di corticosterone e un alto rapporto eterofili/linfociti, che indicano livelli elevati di stress, come già notato in passato. È interessante notare che questa prova suggerisce come l’esposizione allo stress materno possa agire diversamente nei due sessi. Comunque va osservato che esiste una notevole variabilità in letteratura circa l’esposizione allo stress materno e la sua capacità di alterare lo sviluppo della progenie. Diverse specie aviarie sono state esposte a stress materno in condizioni sperimentali, con risultati differenti tra le varie specie e anche all’interno della specie stessa. Inoltre, l’aggiunta al mangime di arginina – che negli avicoli promuove la sintesi proteica, come pure influenza la crescita e i meccanismi metabolici associati all’ormone
- dossier -
DOSSIER
tiroideo e ad altri vari fattori legati allo sviluppo – non ha influenzato lo sviluppo. I polli usati in questa prova erano GGP (great grand parents), in cui le variazioni di rese sono maggiori poiché sono soggetti posti a livelli superiori della selezione genetica. L’uso di tali soggetti potrebbe avere influenzato in modo non intenzionale le variazioni della progenie, sia per il trattamento in ovo che per i diversi trattamenti alimentari. Quindi le variazioni fenotipiche possono avvenire in modo diverso su soggetti posti a diverso livello genetico, come visto in letteratura. Il rilevamento che le femmine esposte a CORT aumentano il grasso totale e riducono la massa magra rispetto ai controlli è in qualche modo una novità. Tali variazioni possono essere la conseguenza di alterazioni alla composizione ormonale dell’uovo, che altera i processi fisiologici e influenza il numero di miofibrille, che sono determinate proprio nella fase embrionale. Anche se studi precedenti hanno riferito che l’esposizione a stress materno può influenzare il peso in varie specie aviarie, se tale aumento consista in muscolo, grasso oppure osso non è stato chiarito. Inoltre, l’esposizione dei soggetti CORT alla dieta con Arg tendeva a ridurre le conseguenze fenotipiche associate all’esposizione al cortisone. Anche se la composizione corporea totale dei maschi non è stata misurata a causa del numero insufficiente di soggetti, i dati nelle femmine suggeriscono che le variazioni dell’ambiente materno causino caratteristiche indesiderabili nelle carcasse del pollo. In qualsiasi caso, valutare l’ambiente materno costituisce un approccio innovativo per il miglioramento dell’uniformità dei gruppi e delle caratteristiche della carcassa, anche se dipendenti dal sesso. Quindi, studi futuri che valutino l’ambiente materno e la sua capacità di alterare lo sviluppo della progenie devono incorporare la composizione totale della carcassa, insieme al peso e alla conversione, con una specifica focalizzazione verso le possibili variazioni dipendenti dal sesso. Si ringrazia Feedworks Pty. Ltd., l’Università di Sydney e il South Australian Research and Development Institute per il loro contributo. I ringraziamenti sono estesi al Prof. Kapil Chousalkar e al Dr. Chris Schultz per il loro sforzo nel sostenere il progetto.
Bibliografia disponibile su richiesta Dagli atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2020
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FOCUS
Il benessere animale negli avicoli: problemi nel controllo ufficiale Le galline ovaiole in sistemi alternativi
Il lavoro analizza alcuni degli aspetti principali nella valutazione del benessere degli animali in certe fasi della filiera avicola. In questo articolo l’aspetto è analizzato con riferimento alle galline ovaiole in sistemi alternativi, considerando le normative vigenti e mostrando i punti deboli di alcune previsioni. Uno dei principali problemi che si incontrano, nelle varie fasi di produzione, è quello di valutare le metodiche utilizzate dai vari operatori, controllando se vi sia omogeneità di lettura dei parametri. Infatti, a fronte di metodiche valutabili
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- focus -
FOCUS
tramite idonee e oggettive strumentazioni, ne esistono altre, assai dipendenti dal giudizio del controllore. Inoltre, spesso non sono chiare le modalità di applicazione (numero di controlli, tempistica di ciascuno, ecc.), che vanno uniformate, adattandole alle richieste della normativa comunitaria vigente, a cui faremo riferimento punto per punto.
Gas La direttiva CE 98/58, punto 10 dell’allegato, stabilisce che le concentrazioni di gas (HN3 e CO2) “devono essere mantenute entro limiti non dannosi per gli animali”.
da ottenere una certa gradualità nelle fasi di passaggio notte/dì, evitando l’accensione e lo spegnimento immediati. Resta però il problema di quanto fare durare questa fase (5, 10, 15 minuti?).
Trespoli La direttiva 1999/74/CE, art 4, richiede trespoli senza angoli taglienti, montati alla distanza di 30 cm tra loro, ma non sovrastanti le zone coperte di lettiera, e a una distanza di almeno 20 cm dalla parete: ogni gallina deve avere almeno 15 cm di trespolo a disposizione.
– Spesso i controllori si basano su percezioni proprie, ma tale dato è legato alla sensibilità del singolo soggetto. Sarebbe opportuno, quindi, utilizzare rilevatori di gas ben tarati per ottenere dati condivisibili. Resta comunque il problema di quando fare le rilevazioni (orario, stagione, momento del ciclo, ecc.) e quante volte ripeterle.
– La valutazione dei 15 cm per ovaiola è semplice da misurare; più complesso è avere trespoli a sezione rotonda e della dimensione adeguata. A volte, inoltre, vengono montati con soluzioni “originali” (ad esempio tutti in verticale tra loro, con conseguente caduta di feci sulle galline dei piani inferiori, oppure montati all’altezza dello slat, il che causa l’accumulo di deiezioni e uova).
Luce
Lettiera
La direttiva 1999/74/CE, punto 3 dell’allegato, richiede livelli di luce tali da consentire agli animali di vedersi l’un l’altro. Dopo la pulcinaia occorre quindi avere un programma luce tale da fornire un ritmo circadiano di 24 ore, onde favorire il normale comportamento, includendo un periodo di oscurità sufficiente e ininterrotto pari ad almeno 1/3 della giornata (8 ore), in modo da consentire il riposo ed evitare problemi oculari e di immunosoppressione.
Nell’art. 4, punto e) della direttiva 1999/74/CE si richiedono a capo almeno 250 cm2 di lettiera, che deve ricoprire almeno un terzo della superficie disponibile.
– In genere, se l’illuminazione è tale da consentire la lettura del giornale (o della check list di controllo) la si ritiene sufficiente, perché si aggira attorno ai 20 lux. Come strumentazione è invece opportuno utilizzare un luxmetro (ne esistono anche per cellulari, ma il loro valore è dubbio) ed è bene ricordare che andrebbe valutato tutto il capannone, o almeno l’80% della sua superficie.
Tramonto/alba La direttiva 1999/74/CE, paragrafo 3 dell’allegato, richiede l’applicazione di periodi di alba e tramonto, quindi con luce crescente e calante, in modo da favorire la sveglia e il riposo senza arrecare disturbo agli animali e permettendo loro di “sistemarsi senza confusione e ferite”. – Alcuni capannoni sono attrezzati con appositi reostati, mentre altri usano l’artificio di alternare l’accensione e lo spegnimento delle varie linee di illuminazione, in modo
– Anche questo parametro è relativamente facile da controllare: infatti, in base alla superficie disponibile, si desume il numero di galline accasabili che possano disporre degli spazi sopra citati. A volte alcuni allevatori adottano delle soluzioni che aumentino la superficie al di sopra dei nidi oppure lateralmente, aggiungendo delle panche. Non sempre esse paiono accettabili, ma, in qualsiasi caso, queste superfici devono essere ricoperte da lettiera friabile e asciutta. – Un altro problema riguarda i cosiddetti giardini d’inverno (wintergarten), che sono considerati superficie utile, ma che in caso di emergenze sanitarie (come ad esempio in caso di Influenza Aviaria) possono essere resi non accessibili dalle autorità, con conseguente minore spazio di lettiera disponibile.
Polvere La direttiva 98/58/CE, punto 10 dell’allegato, richiede che la polvere rimanga entro limiti non pericolosi per gli animali. – Solitamente la pulverulenza viene percepita dal singolo
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FOCUS
“Spesso i sistemi multipiano sono strutture moderne e derivano da un'estesa interpretazione della vigente normativa, piuttosto che da un adattamento di capannoni precedenti (come avviene nell’allevamento a terra o con solo slat), pertanto le soluzioni che adottano sono quasi sempre in linea con la legislazione”
operatore, quindi in maniera poco oggettiva. In alternativa viene suggerita una semplice metodica, che consiste nel porre un foglio nero all’ingresso del capannone; al termine del giro di controllo è possibile raccoglierlo e controllare la quantità di polvere che vi si è depositata. Anche in questo caso, però, non sono stabiliti i tempi di esposizione né il significato da attribuire allo spessore di polvere che si è formata. Inoltre, manca una definizione dei livelli pericolosi di pulverulenza.
Temperatura e umidità La direttiva 98/58/CE, punto 10 dell’allegato, chiede che temperatura e umidità relativa siano contenute entro limiti non dannosi per gli animali. – La temperatura è facile da valutare con la strumentazione del capannone, quasi sempre disponibile, mentre l’autorità competente non sempre dispone di rilevatori di temperatura e umidità tarati. Inoltre non esistono parametri di temperatura e umidità relativa definiti per le galline ovaiole, come non sono definite le frequenze del rilevamento o le ore del giorno in cui effettuarlo.
– Anche la valutazione di questo aspetto è attualmente assai legata al singolo operatore: infatti raramente vengono usati anemometri (e per di più tarati) per valutare la velocità della ventilazione e neppure viene calcolato il ricambio di aria sulla base delle condizioni climatiche o fisiologiche degli animali. Questo aspetto, in particolare, richiederebbe una specifica conoscenza sia della tecnologia della ventilazione che della fisiologia degli animali, non sempre presenti nel bagaglio culturale del controllore, soprattutto la prima.
Pavimentazione La direttiva 1999/74/CE, all’art 4, richiede una pavimentazione tale da sostenere l’appoggio di tutte le dita di ciascuna zampa. – I sistemi alternativi, oltre alla possibilità di avere il pavimento ricoperto di lettiera, possono avere una superficie di slat o legno, il cui stato va controllato costantemente per rilevare eventuali parti mancanti o rotte che, se taglienti o appuntite, possono provocare danni agli animali.
Sistemi multipiano Sempre all’art 4, la direttiva 1999/74/CE prevede per le galline un libero movimento tra i vari livelli, che non devono superare il numero di quattro, con distanza tra loro di 45 cm in altezza, con abbeveratoi e mangiatoie distribuiti in modo uniforme e con una disposizione tale da evitare la caduta di materiale fecale sui soggetti sottostanti. – Spesso i sistemi multipiano sono strutture moderne e derivano da un'estesa interpretazione della vigente normativa, piuttosto che da un adattamento di capannoni precedenti (come avviene nell’allevamento a terra o con solo slat), pertanto le soluzioni che adottano sono quasi sempre in linea con la legislazione.
Nidi
Ventilazione
Ancora all’art. 4 della stessa direttiva si richiede almeno un nido ogni 7 galline, oppure un nido famiglia di almeno 1m2 ogni 120 soggetti. Non ne sono però definiti né le dimensioni né i materiali, solo la pavimentazione, che deve essere tale da favorire l’ovodeposizione.
Sempre al punto 10 dell’allegato, la direttiva 98/58/CE prevede una ventilazione tale da evitare il surriscaldamento degli animali, o, se necessario, in inverno, da associare al riscaldamento, per rimuovere l’umidità in eccesso.
– Con i nidi singoli è sufficiente contarne il numero rispetto alle galline presenti. Invece, nel caso dei nidi famiglia, occorre misurare le dimensioni di uno, prendendolo poi come parametro da moltiplicare per il numero dei nidi presenti e per le galline accasabili.
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I BENEFICI DI HEMICELL HT FOCUS
TM
Sono facili da “digerire” Il mangime fornisce l’energia necessaria a promuovere la crescita del broiler, tuttavia la sua dieta può contenere anche β-mannani, sostanze che scatenano una risposta immunitaria a livello di apparato digerente. Evento che influisce negativamente sulla salute e sulla performance del broiler.
IL PROBLEMA
LA SOLUZIONE
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Inducono una risposta immunitaria (FIIR)1,2
Contiene β-mannanasi, un enzima che degrada i β-mannani6 Riduce la risposta immunitaria (FIIR)6
Peggiorano la digestione dei nutrienti3
Migliora la digestione e l’assorbimento dei nutrienti7
Migliora l’efficienza energetica7
Sottraggono energia necessaria per la crescita, energia che viene utilizzata per costruire la risposta immunitaria4
Ha un impatto positivo sulla salute intestinale8 Hanno un impatto negativo sulla performance e sulla salute intestinale5
Riduce il costo del mangime consentendo un miglior ritorno economico
Studi clinici dimostrano che l’aggiunta di Hemicell HT al mangime migliora la salute e il benessere degli animali. Hemicell HT. Più energia per la loro salute e per i tuoi profitti.
Aumentano il costo del mangime
1. Anderson DM, Hsiao HY, and Dale NM. 2008. Identification of an inflammatory compound for chicks in soybean meal-II. Poultry Science 2008; 87: 159. (REF-01075). 2. Worthley, D.L., Bardy, P.G., Mullighan, C.G. 2005. Mannose-binding lectin: biology and clinical implications. Internal Medicine Journal 2005; 35 (9): pp 548-555. (REF-01146). 3. Gabler, N. and Spurlock, M. 2008. Integrating the immune system with the regulation of growth and efficiency. J. Anim. Sci. 86: E64-E74. (REF-00805). 4. Spurlock, M. 1997. Regulation of metabolism and growth during immune challenge: an overview of cytokine function. J. Anim. Sci. 75: 1773-1783. (REF-00807). 5. Zuo, J.J. et al. 2014. Supplementation of β-Mannanase in Diets with Energy Adjustment Affect Performance, Intestinal Morphology and Tight Junction Protein mRNA Expression in Broiler Chickens. J. Animal and Vet. Adv. 13(3): 144-151, 2014 (REF-09891). 6. Anderson, D.M. & Hsiao H.-Y. 2009. “New Feed Enzyme Development.” ChemGen Corp. 2009. 1: 1-30. (REF-01125) 7. Caldas, J.V. et al. 2018. The effect of β-mannanase on nutrient utilization and blood parameters in chicks fed diets containing soybean meal and guar gum. 2018 Poultry Science 0:1–11. http://dx.doi.org/10.3382/ ps/pey099. (REF-07106). 8. Qiao, Y., Zhu, X., Zhai, L., Payne, R., and Li, T. 2017. Dietary soybean meal level and β-mannanase supplementation affected immunioproteins in carotid artery and morphology and aquaporin water channels in small intestine of nursery pigs. Journal of Animal Science Vol. 96, suppl. S3. PSIII-36. REF-00994.
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Hemicell HT, Elanco e la barra diagonale sono merchi registrati di Elanco o sue affiliate. PM-IT-20-0234 © 2020 Elanco o sue affiliate
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MARKETING
Concentrazione regionale nella produzione mondiale di carne avicola Una panoramica a livello di continente
Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Direttore Scientifico del WING all’Università Veterinaria di Hannover e Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania
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L’articolo individua i Paesi leader nella produzione di carne avicola in ogni continente e documenta il contributo che ciascuno di essi offre sia alla produzione del proprio continente che a quella mondiale. Lo stesso metodo è stato utilizzato per condurre un’analisi della produzione mondiale di uova, pubblicata sullo scorso numero di Zootecnica International. Tra il 2008 e il 2018 la produzione mondiale di carne avicola è passata da 92,7 milioni di tonnellate a 127,3 milioni di tonnellate (+37,4%). Parallelamente a questa notevole crescita, anche la concentrazione regionale è cresciuta considerevolmente (Figura 1).
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MARKETING
65 60 55 50 45
[mill. t]
40 35 30 25 20 15 10 5 0 2008
2009
Oceania
2010 Africa
2011
2012
2013
Europa
2014
2015
2016
Asia
2017
2018
Le Americhe
Figura 1 – Sviluppo della produzione di carne avicola per continente. Rilevazioni tra il 2008 e il 2018 (fonte: database FAO).
Due Paesi dominano la produzione nelle Americhe Nel 2018 i Paesi dell’intero continente americano hanno contribuito per il 40,9% alla produzione mondiale di carne avicola. La concentrazione regionale nelle Americhe è stata molto alta, come si evince dalla Tabella 1. Tabella 1 – I dieci Paesi leader nella produzione di carne avicola nelle Americhe nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Americhe
Mondo
USA Brasile Messico Argentina Colombia Perù Canada Cile Venezuela Bolivia
22.298,2 15.497,6 3.376,7 2.114,9 1.592,8 1.581,1 1.474,3 762,3 665,2 483,9
42,8 29,8 6,5 4,1 3,1 3,0 2,8 1,5 1,3 0,9
17,5 12,2 2,7 1,7 1,3 1,2 1,2 0,6 0,5 0,4
10 Paesi
49.847,0
95,8
*39,2
Americhe
52.042,4
100,0
40,9
Paese
* la somma non aumenta per l’arrotondamento
I dieci Paesi leader hanno contribuito con il 95,8% al volume della produzione di tutti i Paesi del continente; i due Paesi in cima alla classifica, Stati Uniti e Brasile, da soli hanno contribuito con il 72,6%. Il divario che separa questi Paesi dai cinque che seguono in classifica era piuttosto ampio, poiché insieme hanno contribuito solo per il 19,5% alla produzione dell’intero continente. Per via della massiccia produzione negli Stati Uniti e in Brasile, i dieci Paesi leader hanno contribuito con il 40,9% alla
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MARKETING
produzione di carne avicola mondiale nel 2018. Senza i due Paesi, il contributo sarebbe stato solo dell’11,2%, a dimostrazione dello straordinario ruolo che USA e Brasile rivestono a livello mondiale.
Senza la Cina, in Asia la distribuzione è uniforme I Paesi asiatici hanno contribuito alla produzione mondiale con il 36,5% nel 2018. Senza la Cina, il loro apporto sarebbe stato solo del 21,3%. La concentrazione regionale è stata molto alta. I dieci Paesi leader hanno contribuito per l’84,4% al volume della produzione continentale; la Cina da sola per il 41,7% seguita dall’India con il 7,8%. Quasi la metà della produzione asiatica si è concentrata in questi due Paesi. Il contributo degli altri Paesi varia tra il 5,6% dell’Indonesia e il 3,0% del Pakistan. Un confronto dei dati riportati nelle Tabelle 1 e 2 mostra che gli Stati Uniti e la Cina hanno contribuito in percentuale quasi uguale alla produzione di carne avicola dei rispettivi continenti, ma in Asia non è presente un Paese che abbia un volume simile a quello del Brasile. Tabella 2 – I dieci Paesi leader nella produzione di carne avicola in Asia nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Asia
Mondo
Cina India Indonesia Giappone Turchia Iran Birmania Malesia Tailandia Pakistan
19.394,9 3.616,4 2.588,2 2.250,4 2.229,1 2.199,0 1.896,4 1.873,0 1.779,8 1.396,1
41,7 7,8 5,6 4,8 4,8 4,7 4,1 4,0 3,8 3,0
15,2 2,8 2,0 1,8 1,8 1,7 1,5 1,5 1,4 1,1
10 Paesi
39.223,3
*84,4
30,8
Asia
46.483,4
100,0
36,5
Paese
aumento di 6,9 milioni di tonnellate la Russia ha contribuito con 1 milione e mezzo di tonnellate, pari al 21,7%. Questa rapida crescita le ha fatto ottenere un primo posto indiscusso con il 21,4% della produzione europea di carne avicola. Il contributo degli 8 Paesi che seguono varia da 1 milione di tonnellate dei Paesi Bassi ai quasi 2 milioni del Regno Unito. Tassi di crescita assoluta piuttosto elevati si riscontrano anche in Polonia (846.000 tonnellate), Spagna (515.000 tonnellate) e Regno Unito (510.000 tonnellate), mentre al contrario la produzione di carne avicola è rimasta stagnante in Francia. Questi quattro Paesi hanno contribuito quasi esattamente per un terzo alla produzione europea. Con l’81,8% la concentrazione regionale europea è stata quasi pari a quella asiatica. Tabella 3 – I dieci Paesi leader nella produzione di carne avicola in Europa nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Europa
Mondo
Russia Regno Unito Francia Polonia Spagna Germania Ucraina Italia Paesi Bassi Ungheria
4.543,0 1.939,1 1.786,1 1.711,2 1.621,7 1.570,6 1.286,8 1.273,2 1.074,4 524,5
21,4 9,2 8,4 8,1 7,7 7,4 6,1 6,0 5,1 2,5
3,6 1,5 1,4 1,3 1,3 1,2 1,0 1,0 0,8 0,4
10 Paesi
17.330,6
*81,8
*13,6
Europa
21.191,3
100,0
16,6
Paese
* la somma non aumenta per l’arrotondamento
I Paesi europei hanno contribuito per un sesto alla produzione mondiale di carne avicola, i dieci Paesi leader per il 13,6%, senza la Russia il contributo sarebbe stato del 10,0%. Le dinamiche europee assomigliano a quelle asiatiche, con un Paese dominante al primo posto e altri Paesi con volumi di produzione molto simili tra loro.
* la somma non aumenta per l’arrotondamento
Alta concentrazione regionale in Africa
La Russia domina la produzione avicola europea In Europa la produzione di carne avicola è cresciuta del 47,9%, passando da 14,3 milioni di tonnellate del 2008 a 21,2 milioni di tonnellate nel 2018 (Tabella 3). Al notevole
38
Tra il 2008 e il 2018 la produzione di carne avicola in Africa è cresciuta da 4,3 milioni di tonnellate a 6,1 milioni di tonnellate, ovvero del 43,0%. All’aumento di 1,8 milioni di tonnellate, il Sudafrica ha contribuito con 428.000 tonnellate e l’Egitto con 461.000 tonnellate. Questi due
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Paesi si sono classificati al primo e al secondo posto tra i dieci principali Paesi produttori di carne avicola. Insieme al Marocco, che occupa la terza posizione, hanno contribuito alla produzione del continente per il 61,4% (Tabella 4). Questa è stata la più alta concentrazione nei tre Paesi dietro l’Oceania e le Americhe. I dati documentano in modo impressionante quanto la produzione di carne avicola sia concentrata nei Paesi dell’Africa settentrionale e in Sudafrica. Insieme i 6 Paesi, elencati nella Tabella 4, hanno contribuito per il 71,9% al volume di produzione dell’intero continente.
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Tabella 4 – I dieci Paesi leader nella produzione di carne avicola in Africa nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Africa
Mondo
Sudafrica Egitto Marocco Algeria Tunisia Nigeria Malawi Libia Tanzania Mozambico
1.761,7 1.199,8 775,0 294,7 216,7 192,7 190,6 128,8 102,3 88,8
29,0 19,7 12,7 4,8 3,6 3,2 3,1 2,1 1,7 1,5
1,4 0,9 0,6 0,2 0,2 0,2 0,1 0,1 0,1 <0,1
10 Paesi
4.951,1
81,4
3,9
Africa
6.081,2
100,0
4,0
Paese
Con solo il 4,0%, il contributo del continente africano alla produzione mondiale è stato molto basso. Considerando che il 17,2% della popolazione mondiale viveva in questo continente nel 2018, la situazione è davvero sbilanciata. Invece il 13,1% della popolazione del pianeta viveva nelle Americhe, che hanno contribuito alla produzione avicola mondiale per il 40,9%.
Concentrazione regionale più alta in Oceania Con un volume di produzione di un milione e mezzo di tonnellate, l’Oceania ha contribuito per l'1,2% alla produzione mondiale. La Tabella 5 rivela che il 96,9% della produzione era concentrato nei due Paesi leader e l’Australia da sola ha contribuito per l’81,6%, un dato che rappresenta la più alta concentrazione regionale di tutti i continenti.
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Tra il 2008 e il 2018 il volume di produzione dell’Oceania ha avuto uno sviluppo davvero dinamico, passando da 1
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Tabella 5 – I cinque Paesi leader nella produzione di carne avicola in Oceania nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Oceania
Mondo
Australia Nuova Zelanda Figi Papua N. G. Vanuatu
1.235,2 231,6 35,9 6,6 1,2
81,6 15,3 2,4 0,4 0,1
1,0 0,2 <0,1 <0,1 <0,1
5 Paesi
1.510,5
*99,7
1,2
Oceania
1.514,6
100,0
1,2
Paese
L’alta concentrazione regionale nella produzione di carne avicola trova riscontro anche nell’elenco dei dieci Paesi leader nella produzione di polli da carne (Tabella 7). Vale la pena notare che nessun Paese europeo compare nell’elenco. La società francese LDC si è classificata al tredicesimo posto con 541,2 milioni di capi macellati annualmente, seguita dall’olandese Plukon con 426,4 milioni di capi.
* la somma non aumenta per l’arrotondamento
a 1,5 milioni di tonnellate. Alla crescita assoluta l’Australia ha contribuito con 391.000 tonnellate, pari al 78,2%, a dimostrazione del ruolo dominante che questo Paese riveste nella produzione di carne avicola in Oceania.
Sommario e prospettive L’analisi fin qui condotta mostra che la concentrazione regionale della produzione di carne avicola è stata alta in tutti i continenti, con i valori più alti in Oceania e nelle Americhe. Inoltre in tutti i continenti la produzione era ancora più concentrata in pochi Paesi. Nella Tabella 6 sono riportati i 10 Paesi leader nella produzione di carne avicola nel 2018, che hanno contribuito alla produzione mondiale per il 61,3% (i primi tre per il 44,9%). Sei di questi Paesi si trovano in Asia, tre nelle Americhe e uno in Europa: questi dati riflettono la notevole concentrazione nella produzione di questo tipo di carne. Tabella 6 – I dieci Paesi leader nella produzione avicola nel 2018 (fonte: database FAO). Produzione (1.000 t)
Contributo (%)
22.298,2 19.394,9 15.497,6 4.543,0 3.616,4 3.376,7 2.588,2 2.250,4 2.229,1 2.199,0
17,5 15,2 12,2 3,6 2,8 2,7 2,0 1,8 1,8 1,7
10 Paesi
77.993,5
61,3
Mondo
127.313,1
100,0
Paese
Continente
USA Cina Brasile Russia India Messico Indonesia Giappone Turchia Iran
Americhe Asia Americhe Europa Asia Americhe Asia Asia Asia Asia
40
Dei 127,3 milioni di tonnellate di carne avicola prodotta nel 2018, l’89,8% è stata carne di pollo, soprattutto di polli da carne, il 4,6% carne di tacchino, il 3,5% carne d’anatra e il 2,1% di oca e faraona.
Tabella 7 – Le dieci compagnie leader nella produzione di polli da carne nel 2019 (fonte: WATTAgNet ottobre 2019). Compagnia
Paese
JBS S.A. Tyson Foods, Inc. Pilgrim’s Pride Corp. BRF New Hope Liuhe Industrias Bachoca Wen’s Food Group CP Group Perdue Farms Koch Foods, Inc.
Brasile USA USA Brasile Cina Messico Cina Tailandia USA USA
Totale
Milioni di capi macellati annui 3.500,0 2.029,7 1.804,9 1.628,0 1.300,0 781,6 807,0 685,0 682,2 624,0 13.842,4
La storia di successo della carne avicola, in particolare dei polli da carne, è destinata a proseguire. Nessuna barriera di tipo religioso, un eccellente tasso di conversione dei mangimi, un posizione dominante nelle catene di fast food e un’ampia varietà di piatti a base di carne avicola saranno i fattori principali del successo. Quale impatto potranno avere nei prossimi dieci anni le alternative alla carne a base vegetale o la carne “coltivata” in laboratorio è difficile da prevedere; le alternative vegetali diventeranno più importanti, soprattutto tra i consumatori più giovani e potrebbero raggiungere una quota tra il 10% e il 15% nel 2030. La carne coltivata in laboratorio, invece, anche tra cinque o dieci anni, svolgerà solo un ruolo secondario, considerando i problemi che la nuova tecnologia deve ancora affrontare.
Database Database FAO: http://www.fao.org/faostat Migliori aziende: www.WATTAgNet.com (ottobre 2019)
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MARKETING
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TECHNICAL COLUMN
Qualità interna delle uova: tendenze e opportunità per rispondere alle mutevoli richieste di mercato – Prima Parte Il consumo globale di uova continua a crescere ed è supportato da un settore forte che si avvale del contributo di specialisti nella selezione genetica, salute, nutrizione, tecnologia, trasformazione e commercio internazionale per offrire uova e ovoprodotti tutto l’anno a prezzi competitivi. me, le condizioni climatiche e l’età del gruppo, tuttavia, la scelta della razza più adatta, l’osservazione delle ultime raccomandazioni nutrizionali, la prevenzione sanitaria e le migliori pratiche di allevamento dovrebbero aiutare i produttori di uova a massimizzare il reddito, adeguando la produzione alla richiesta locale e alla domanda stagionale. L'evoluzione della società umana ha un effetto importante sulla co-evoluzione degli allevamenti animali, e fra questi l’avicolo. Le persone anziane si ricorderanno sicuramente la vita in campagna come descritta da Jimmy Carter (1975): “Pollo fritto e pasticcio di pollo erano spesso parte dei nostri pasti abituali e c’erano nidi di gallina dislocati in ogni posto adatto… dovunque le galline avessero la tendenza a deporre le uova”.
Dietmar K. Flock Lohmann Tierzucht
I governi di molti Paesi supportano la salute umana con regolamenti per la produzione, la commercializzazione e la tracciabilità delle uova, mentre le case di selezione genetica e i loro distributori competono in termini di qualità del prodotto e consulenza tecnica per garantire una produzione efficiente di uova di qualità, in linea con le preferenze locali.
Il Dr Dietmar K. Flock ha contribuito al miglioramento genetico della qualità delle uova delle linee bianche e rosse. In questa prima parte l’autore richiama l’attenzione sulle cause di variazione e sulle possibilità di migliorare la qualità interna delle uova.
Il potenziale genetico di diverse razze di ovaiole varia e risponde alla selezione; le differenze genetiche tra le ovaiole commerciali possono sembrare minime rispetto agli effetti strutturali e ambientali come la salute degli animali, la composizione del mangi-
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- technical column -
Fino all’introduzione dei programmi luce artificiale, la produzione di uova era stagionale: la maggior parte dei pulcini schiudeva in primavera, cresceva durante l’estate e faceva la muta prima della pausa invernale. Le uova fresche erano scarse e costose durante i mesi invernali ed è risultato utile sapere come conservarle per colmare il divario tra offerta e domanda nei periodi freddi. Oggigiorno le uova fresche sono disponibili tutto l’anno e l’allevamento in strutture adeguate mantiene bassi i costi di produzione. I ricercatori degli istituti in Nord America e in Europa si sono interessati alla qualità delle uova dopo la riscoperta delle leggi sull’eredità di Mendel e in risposta all’interesse
TECHNICAL COLUMN
commerciale per la produzione di uova come fonte di reddito agricolo. I produttori di uova si concentrano sul reddito durante il ciclo produttivo della gallina e i criteri di qualità delle uova determinano il valore di vendita per uovo. I genetisti raccolgono e analizzano i dati individuali delle linee pure per stimare i parametri genetici e calcolare la loro ereditabilità. Prima che le uova siano distribuite alla vendita vengono classificate due volte: • in allevamento, dove quelle con difetti evidenti vengono eliminate (uova deposte a terra nei sistemi alternativi, uova sporche, gusci rotti); • negli stabilimenti di confezionamento, dove le uova vengono classificate e selezionate in base al peso, controllate per verificare la presenza di gusci incrinati e sottoposte a speratura. I consumatori possono aprire la confezione prima dell’acquisto per verificare che tutte le uova abbiano il guscio intatto e siano timbrate indicando il tipo di allevamento, il Paese di origine e il codice dell’azienda. Le autorità sanitarie statali controllano gli allevamenti e prelevano campioni di uova dalle catene di distribuzione per identificare eventuali residui illegali che possano presentare rischi temporanei per la salute (ad es. vedi il Fipronil trovato nel 2017). Le case di selezione genetica competono in tutto il mondo con incroci di linee ibride, selezionate principalmente per una produzione efficiente e criteri di qualità esterni delle uova quali dimensione, resistenza e colore del guscio. Per beneficiare del potenziale genetico della qualità interna delle uova, gli allevatori possono migliorare
la composizione del mangime e la salute degli animali durante tutto il ciclo di deposizione. In molti Paesi i consumatori prestano un’attenzione crescente alle condizioni di allevamento: se le galline sono allevate in gabbia, a terra, all’aperto o in biologico e accettano un prezzo più alto per le uova provenienti da un produttore regionale. Per molti anni la ricerca di Romanoff e Romanoff (1949) è stata il riferimento standard per la qualità delle uova. Ternes et al., nel 1994, ha pubblicato un testo aggiornato in tedesco con nuovi riferimenti, dove una pubblicità della Lohmann Tierzucht affermava che “Le uova sono il risultato perfetto dell’evoluzione – stiamo lavorando a ulteriori miglioramenti”; tale obiettivo rappresenta ancora oggi una delle priorità dei genetisti. Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi nuovi libri: Nys et al. (2011) e Van Immerseel et al. (2011) in Francia; Roberts (2017) in Australia; Simons (2017) nei Paesi Bassi e Kashimoro (2017) in Giappone. Tutti coloro che ricoprono una posizione di responsabilità nel settore delle uova dovrebbero conoscere questi studi e avvalersi delle più recenti conoscenze sulla qualità delle uova. Di seguito ci si concentrerà sulla variazione genetica e sui fattori non genetici che influenzano la qualità interna delle uova.
Dimensione e composizione dell’uovo Come descritto più di un secolo fa e analizzato più dettagliatamente in tempi recenti, le uova sono costituite da tre parti principali: guscio, tuorlo e albume. I consumatori possono preferire un colore più o meno pronunciato del tuorlo e apprezzare il gusto di un uovo alla coque o
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The Netherlands
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TECHNICAL COLUMN
sopravvivenza per l’embrione in via di sviluppo. Sono state riportate sorprendenti somiglianze (e differenze) tra le specie per la percentuale di tuorlo in un’ampia gamma di pesi delle uova e tipo di volatili (Tabella 1).
Tabella 1 – Composizione delle uova di volatili precociali vs. altriziali. Peso dell’uovo (g)
Albume (%)
Tuorlo (%)
Guscio (%)
Oche
200
52,5
35,1
12,4
Tacchini
85
55,9
32,3
11,8
Anatre
80
52,6
35,4
12,0
Polli
58
55,8
31,9
12,3
Aquila reale
140
78,6
12,0
9,4
Poiana
60
76,8
14,0
9,2
Piccione
17
74,0
17,9
8,1
Storno
7
78,6
14,3
7,1
Specie Precocialia
Le stime per le specie antiche sono interessanti nel contesto attuale, perché si riferiscono a volatili prima dell’inizio della selezione moderna, quando le razze a duplice attitudine producevano in media meno di 150 uova all’anno. Le uova degli uccelli acquatici hanno più tuorlo rispetto a polli e tacchini, mentre i piccioni e altre specie precociali hanno una percentuale di tuorlo molto inferiore. In Nuova Zelanda il volatile Kiwi depone un solo uovo estremamente grande (rispetto alle dimensioni del corpo) all’anno, con una percentuale di circa 2/3 di tuorlo e 1/3 di albume.
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Le aziende di selezione genetica monitorano la variazione tra e all’interno delle linee per tutti i parametri che possono contribuire al reddito delle uova. In un indice di selezione ottimizzato, deve essere presa in considerazione la correlazione genetica tra i diversi tratti; ben nota è la correlazione negativa tra numero di uova e dimensione dell’uovo e potremmo dimostrare, a questo proposito, che la dimensione dell’uovo diminuirebbe di 0,5 g per generazione nelle ovaiole se fosse ignorata questa carat-
a
Romanoff and Romanoff (1949); b Sotherland and Rahn (1987).
l’aspetto delle uova fritte con il tuorlo ben in evidenza. Il tuorlo ha più sapore dell’albume, mentre il guscio ha funzioni importanti, ma nessun valore nutritivo. La selezione naturale in diverse specie ha favorito uova con dimensioni ottimali per la schiusa e come pacchetto di
Tabella 2 - Composizione delle uova di galline ovaiole d’allevamento (Grashorn, 2018). Uova Bianche Periodo 4-sett.
Uova Rosse
Peso uovo g
Albume %
Tuorlo %
Guscio %
Peso uovo g
Albume %
Tuorlo %
Guscio %
1
51,1
67,4
22,4
10,4
52,8
68,0
22,2
9,8
2
56,6
65,6
24,5
9,9
59,7
66,7
23,8
9,5
3
59,1
64,1
25,6
10,3
60,4
65,3
24,8
9,9
4
60,0
63,1
26,8
10,1
62,8
64,2
26,2
9,6
5
60,9
63,1
26,8
10,1
61,7
64,0
26,2
9,8
6
62,1
62,7
27,4
9,9
65,3
62,9
27,4
9,7
7
62,4
63,2
26,9
9,9
64,3
63,3
27,2
9,5
8
63,3
62,2
28,0
9,8
65,0
63,0
27,4
9,6
9
63,4
62,0
28,2
9,8
66,4
63,6
26,9
9,5
10
65,6
62,3
28,2
9,5
66,7
63,5
27,1
9,4
11
63,2
62,7
27,7
9,6
66,7
63,8
26,6
9,6
12
64,2
62,5
28,1
9,4
65,5
63,4
27,0
9,6
13
65,7
62,5
28,1
9,4
66,6
64,0
27,0
9,0
Media
61,4
63,3
26,8
9,8
63,4
64,3
26,1
9,6
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TECHNICAL COLUMN ORIGINAL teristica. Tharrington et al. (1999) hanno confrontato la composizione delle uova di una razza in commercio (H&N Nick Chick) con tre razze di controllo Ottowa e hanno concluso che la selezione aveva prodotto uova più grandi (63,9 vs 58,6 g), con più albume (62,3 vs 60,3%), e meno tuorlo (28,5 vs 30,6%), mentre è stata mantenuta o migliorata la qualità complessiva delle uova. Grashorn (2018) ha recentemente analizzato la composizione dell’uovo in una razza dalle uova bianche e una dalle uova rosse durante un intero anno di deposizione (Tabella 2). I risultati della ricerca hanno mostrato un consistente effetto dell’età in entrambe (la percentuale di tuorlo inizia bassa e aumenta in modo significativo fino al picco di produzione). Rispetto ai dati pubblicati da Tharington 20 anni fa, la percentuale di tuorlo nelle ovaiole di oggi è leggermente inferiore nella seconda metà del periodo di deposizione, ma notevolmente inferiore nell’intero periodo. La razza Livornese ha mostrato un piccolo, ma consistente vantaggio in termini di percentuale di tuorlo e guscio durante tutto il periodo di deposizione.
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La riduzione della percentuale di tuorlo degli ultimi decenni può essere spiegata come il risultato della selezione per una conversione più efficiente del mangime in massa di uova. Le esigenze commerciali variano molto: alcuni consumatori forse preferiscono uova piccole di galline giovani per il loro minore apporto energetico, mentre l’industria di trasformazione è più interessata alla massa totale di tuorlo piuttosto che di albume. La domanda e l’offerta di uova intere liquide, tuorlo e albume determinano il prezzo di ogni prodotto. Attualmente il tuorlo d’uovo liquido viene venduto alle pasticcerie tedesche al prezzo di 4,90 euro/kg contro 1,14 euro/kg dell’uovo intero liquido con il 23% di sostanza secca. Nei Paesi con una forte industria di trasformazione, i centri di lavorazione preferiscono acquistare su contratto le uova a guscio bianco prodotte da grandi allevamenti dedicati piuttosto che ritirare le uova di scarto a un prezzo minimo da molti allevamenti più piccoli. L’industria di trasformazione necessita di uova fresche di elevata qualità interna per separare i tuorli dall’albume. Come recentemente riportato da Grashorn et al. (2018), anche piccole impurità di tuorlo nell’albume riducono significativamente il volume dell’albume montato a neve, risultandone compromessa anche la durata dello stesso. L’uso combinato del potenziale genetico per ottenere un’elevata massa di tuorlo e di adeguate strategie nutrizionali può ridurre il costo della massa di tuorlo liquido, mentre la possibilità di esportare i prodotti d’uovo liofilizzati dipende dal costo dell’energia locale e dalle tariffe di trasporto. Traduzione di Zootecnica International - Prima Parte Tratto da Lohmann Information Vol 53(1), gennaio 2019
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MANAGEMENT
Come ottenere il massimo dal vostro laboratorio diagnostico Una prospettiva sul campo
Una corretta comunicazione con il laboratorio diagnostico svolge un’importanza fondamentale per individuare esattamente la patologia che ha colpito un allevamento, ma anche la raccolta dei dati diagnostici in un database potrebbe rivelarsi molto utile. David V. Rives DVM, Dipl. ACPV, Senior Technical Services Veterinarian, Zoetis
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Il primo pensiero di un allevatore quando rileva una mortalità in uno dei capannoni di svezzamento è quello di portare alcuni soggetti in laboratorio. Se lo fa, prende 4 o 5 animali e li porta in laboratorio con un’anamnesi in cui scrive “mortalità” oppure “soggetti ammalati”. A chiunque può essere capitato di comportarsi in questo modo, perché questo è l’uso che abitualmente viene fatto di un laboratorio diagnostico.
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MANAGEMENT
La vostra azienda può essere dotata di un laboratorio diagnostico interno oppure potreste utilizzare un laboratorio esterno (statale, universitario, privato) o magari entrambi. In qualsiasi caso, è importante trarre il massimo vantaggio dalla capacità del laboratorio, fornendo le maggiori informazioni possibili. Sia che inviate campioni di sangue per il controllo routinario pre-macellazione dell’Influenza Aviaria, sia che stiate inviando soggetti vivi per un esame completo, ci sono diverse cose da tenere a mente, che consentono di massimizzare il risultato. In particolare sono tre le aree importanti, che riguardano la comunicazione, la raccolta del campione e la gestione dei dati. Tutti sappiamo che la comunicazione è la base di qualsiasi relazione ed è quindi importante sviluppare una buona relazione con il laboratorio. Cercate di conoscere le persone che eseguono i test sui vostri campioni e che forniscono gli esiti: potreste anche non incontrarle, ma almeno sappiate i loro nomi e qualcosa su di loro. Fate loro sapere che apprezzate il loro lavoro, perché capita spesso che lavorino facendo straordinari o durante le ferie, per darvi i risultati in tempo. Inoltre, fate sapere loro cosa state cercando. Ponetevi alcune domande, come ad esempio “questo campione serve per avere una diagnosi veloce oppure fa parte di un esame di monitoraggio?” Cercate di sapere quali test il vostro laboratorio esegue con faci-
lità ed eventualmente identificate altri laboratori che eseguono test più specializzati. Il vostro laboratorio interno, ad esempio, potrebbe fare un ottimo lavoro di sierologia e batteriologia, ma magari potrebbe essere necessario inviare i campioni altrove per isolamento virale o istopatologia. È altrettanto importante conoscere il programma di lavoro del laboratorio. Potrebbe costare meno spedire soggetti vivi, chiedendo ulteriori esami, piuttosto che inviare tamponi tracheali, specifici per PCR. Informatevi su quanti e su quali campioni occorrono per ciascun esame. Non date per scontato che un campione di tessuto o tampone possa essere utilizzato per eseguire esami multipli. Valutate anche le modalità con le quali il campione va spedito. I campioni destinati a esami multipli potrebbero dovere essere inviati con ghiaccio secco, mentre per altri potrebbero bastare semplici piastre eutettiche. I tessuti destinati a esami di istopatologia dovrebbero andare in formalina al più presto, per conservare ogni minimo dettaglio. Alcuni laboratori possono accettare campioni di sangue coagulato, mentre altri preferiscono il siero separato dal coagulo. Fornite al laboratorio quante più informazioni possibili insieme al campione (o quantomeno tutto ciò che vi è richiesto). Potrebbe essere utile anche inviare per email fotografie dall’allevamento per consentire una migliore risposta dal laboratorio e per rendere più facile a voi organizzare i risultati. Talvolta l’organizzazione di un laboratorio è abbastanza problematica. È anche possibile che riceviate risultati da vari laboratori in diversi formati: potreste ricevere degli istogrammi che mostrano la risposta sierologica, tabelle con gli isolamenti batteriologici e il rispettivo andamento dell’antibiogramma, come pure delle frasi che descrivono le lesioni osservate all’istopatologia. Questi risultati sono solitamente in formato pdf, quindi, anche quando vi sono inviati per email, non è facile trarne molte informazioni. Dovrebbero essere scaricati e stampati, e poi classificati, anche elettronicamente. Comunque, non sempre è facile correlarli alle rese del gruppo, e seguirne l’andamento sanitario in allevamento. Infine, sarebbe opportuno riportare queste informazioni in un database, in modo da fare ricerche con facilità e rilevare correlazioni e andamenti. Tutte queste informazioni potranno poi essere, a volte, trascurate o inutili, ma capita anche di avere risultati che hanno risposto alle nostre domande iniziali e che nello stesso tempo hanno fornito una serie di ulteriori informazioni, che potranno tornare utili nel valutare la pratica gestionale quotidiana.
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VETERINARIA
Vaccinazione dei tacchini riproduttori per il controllo della Salmonella La salmonella del tacchino rappresenta un problema per l’industria alimentare, per l’USDA (United States Department of Agriculture) e per i consumatori. Negli Stati Uniti – secondo i report USDA, FSIS e Salmonellosi – i casi di infezione alimentare da questo batterio sono i più frequenti.
Brian McComb Elanco Animal Health
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Il servizio di ricerca economica del USDA stima che il costo delle malattie da salmonelle non tifoidee negli Stati Uniti nel 2013 si sia aggirato sui 3.666 milioni di dollari. Le stime da tossinfezioni alimentari del CDC indicano che tra il 2000 e il 2008 ogni anno negli Stati Uniti si è ammalato circa un milione di persone e si sono verificati circa 380 decessi causati da Salmonella. Mentre queste cifre considerano tutte le fonti di Salmonella, i casi di infezioni umane, legate al tacchino, sono documentati solo dal 2015 ed evidenziano un rischio di infezione costante nei derivati di tacchino. Per ridurre i casi da infezione nell’uomo, l’USDA ha modificato la procedura di monitoraggio nei macelli e gli standard di intervento. Il numero massimo di carcasse di tacchino accettabili è ora del 1,7%, mentre nel lavorato non deve superare il 13,5% (standard FSIS 2016). Per meglio stabilire i livelli di Salmonella, i campioni delle lavorazioni a base di
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tacchino sono aumentati, da 25 g a 325 g. Inoltre è stato aggiunto un neutralizzante all’acqua peptonata, utilizzata nel campionamento delle carcasse, al fine di inattivare qualsiasi prodotto aggiunto dal macello, in grado di inibire una coltura da Salmonella.
Controllo effettivo in macello Gli standard di controllo per la Salmonella diventano sempre più stringenti – insieme al timore di compromettere marchi commerciali e alla crescita della produzione antibiotic free oppure NAE (produzione completamente senza antibiotici) – e un calo dell’uso di antibiotici in incubatoio e in campo fa crescere la necessità di migliorare il piano di controllo della Salmonella. Controllare la contaminazione, confidando su interventi rigorosi in macello, non è dunque più sufficiente; oggi occorre un approccio olistico. Un rigido programma di controllo della Salmonella deve indirizzarsi verso tutti i rischi dell’intera catena produttiva. Interventi per controllare la contaminazione verranno at-
tuati a supporto delle procedure operative standard e al controllo qualità, per valutarne l’efficacia. Un programma comprensivo di controllo della Salmonella deve puntare a tutte le possibilità di ingresso del germe nella catena produttiva, inclusi mangime, acqua, lettiera, ratti e insetti, oltre che personale, trasporto, biosicurezza, igiene, monitoraggio e vaccinazione. La vaccinazione negli avicoli è un fattore critico nel programma, perché fornisce un’immunità protettiva per controllare le infezioni, come pure riduce la trasmissione verticale dalla madre al tacchinotto. Sono disponibili sia vaccini vivi che inattivati e ciascuno è un componente importante del controllo della Salmonella nei tacchini riproduttori.
Vaccino vivo Una somministrazione precoce del vaccino per la Salmonella è importante soprattutto nei tacchinotti neonati, poiché hanno una flora intestinale minima e quindi i batteri patogeni, inclusa la Salmonella, trovano poca competizione a livello intestinale, colonizzando così più ve-
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Tabella 1 – Salmonella/Campylobacter, standard di performance per gli avicoli. Prodotto
Massima positività accettabile %
Standard di performance
Salmonella
Campylobacter
Salmonella
Campylobacter
Broiler carcasse*
7,5
10,4
5 su 51
8 su 51
Tacchini carcasse*
1,7
0,79
4 su 56
3 su 56
Macinato di pollo**
25,0
1,9
13 su 52
1 su 52
Macinato di tacchino**
13,5
1,9
7 su 52
1 su 52
Pollo in parti**
15,4
7,7
8 su 52
4 su 52
* La % massima di positività per Salmonella e Campylobacter negli standard di performance per carcasse di tacchinotti e broiler è elencata nella direttiva FSIS 10.250.1. ** Gli standard di performance proposti sono pubblicati nel FRN Docket No. FSIS-20140023.
locemente il soggetto. I vaccini per la Salmonella vivi attenuati vengono applicati ancora in incubatoio o in allevamento a 1 giorno di età, tramite spray grossolano. Un’applicazione di un vaccino vivo consente al ceppo di moltiplicare e colonizzare il tratto intestinale. La colonizzazione del tratto intestinale col ceppo vaccinale fornisce un’esclusione competitiva, efficace verso la Salmonella. Inoltre, i vaccini consentono all’immunità locale del tratto intestinale di svilupparsi, per prime le IgA, favorendo la capacità di rispondere alla minaccia dei ceppi di Salmonella di campo. Infine, da parte del sistema immunitario umorale vengono prodotti anticorpi circolanti, che possono essere misurati e monitorati tramite test sierologici ELISA. Stimolando il sistema immunitario del tacchino, si viene a formare una “memoria”, che consente ai soggetti di rispondere più velocemente alle successive infezioni da Salmonella patogena. Quando si usa un vaccino vivo, prima della somministrazione di uno spento, il vivo consente l’attivazione del sistema immunitario, favorendo poi una risposta più veloce e robusta al successivo vaccino spento.
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La ricerca ha mostrato che Megan Egg, un vaccino vivo per Salmonella, registrato per il tacchino, è capace di dare immunità crociata anche verso altre sierovarianti di Salmonella. I ricercatori hanno concluso che la protezione nei riguardi dell’infezione da Salmonella del gruppo B virulenta risultava eccellente, soprattutto verso salmonelle dei gruppi D ed E, mentre quella verso i gruppi C era limitata, ma comunque significativa.
Vaccini inattivati I vaccini inattivati sono colture di organismi uccisi chimicamente, col calore o per irradiazione, alle quali viene poi aggiunto un adiuvante, per aumentare la risposta immunitaria all’antigene batterico. Le emulsioni in acqua od olio sono le più comuni nella preparazione dei vaccini spenti avicoli. I vaccini inattivati, presenti in commercio, sono disponibili verso varianti selezionate; i vaccini autogeni invece consentono al cliente di avere una miscela di ceppi attivi, verso i medesimi isolati in allevamento. I vaccini inattivati stimolano gli anticorpi circolanti a lungo termine e inoltre consentono alla madre di
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depositare anticorpi (IgY) nell’uovo. Tale deposito di anticorpi materni aiuta il tacchinotto, quando esposto alle salmonelle di campo, a proteggersi nelle prime fasi di vita.
Conclusione Sia i vaccini spenti che quelli attenuati per la Salmonella giocano un ruolo importante in un programma completo di controllo del germe. Quelli vivi danno una protezione precoce per giovani riproduttori, grazie all’esclusione competitiva, allo sviluppo dell’immunità locale del tratto intestinale e a una produzione di anticorpi umorali, che forniscono una protezione di lungo termine. I vaccini inattivati forniscono ai riproduttori una protezione specifica verso certe varianti e per un periodo più lungo. Vaccini per Salmonella vivi e spenti sono usati insieme, per fornire una protezione ai riproduttori durante il ciclo. Tale durata dell’immunità è evidente soprattutto nei pulcini, che traggono beneficio dagli anticorpi, che passano dalla madre alla prole tramite l’uovo. In aggiunta alle migliori pratiche gestionali e alla biosicurezza preventiva, la vaccinazione con vaccini vivi ed inattivati rappresenta un fattore chiave per un programma di controllo Salmonella pre carico. Visto che il cibo contaminato, e specialmente i derivati avicoli, costituiscono la fonte principale di Salmonella per l’uomo, la vaccinazione dei tacchini risulta dunque un’importante strategia per ridurne i livelli nei gruppi e per diminuire anche il rischio di tossinfezione da Salmonella di origine alimentare. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli atti della Midwest Poultry Federation Conference
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