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in comune SETTIMO TORINESE
DICEMBRE 2016 Anno 10, numero 30
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Capitale italiana Capitale italiana della cultura 2018 della cultura 2018 in comun
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l 30 giugno scorso il Comune di Settimo ha consegnato il proprio dossier di candidatura per diventare Capitale Italiana della Cultura 2018. Una scelta coraggiosa che partiva dalla consapevolezza di non aver nessuna bellezza artistica in senso classico, nessun monumento storico rinomato, nessuna cattedrale rinascimentale. Una scelta in un certo senso anche provocatoria ma con un obiettivo ben preciso: ribaltare il concetto secondo il quale solo le città d’arte possono fare cultura. Settimo rappresenta infatti il simbolo di una ex periferia che grazie alla cultura è diventata una centralità. Sono state 21 le città che hanno partecipato al bando che scadeva il 30 giugno per diventare Capitale Italiana della Cultura 2018. Tutte città d’arte e turistiche di straordinaria bellezza come: Alghero, Caserta, La
Spezia, Ostuni, Palermo, Trento, Recanati, Orvieto, Altamura, Cosenza, Ercolano, Aquileia, Vittorio Veneto, Comacchio. Sembrava una competizione impossibile. E invece il 15 novembre il Ministero ha comunicato le 10 città finaliste e con nostra immensa gioia è stata selezionata Settimo Torinese. A leggere le città eliminate, luoghi ricchi di storia e blasone, vengono i capogiri. L’essere entrati nella lista delle 10 finaliste rappresenta un premio per la città, ma soprattutto per tutti voi, per tutti i cittadini di Settimo che hanno lavorato e partecipato alla vita di questo territorio, che hanno reso possibile questo sogno, che hanno dato il loro contributo al percorso di trasformazione da una città industriale e dormitorio a una centralità culturale riconosciuta, tanto da meritarsi la fase finale del concorso a Ca-
pitale Italiana della Cultura. Questo risultato per certi versi incredibile è la più grande dimostrazione possibile di come davvero la cultura possa trasforma-
••• Sembrava una competizione impossibile. E invece il 15 novembre il Ministero ha comunicato le 10 città finaliste e con nostra immensa gioia è stata selezionata Settimo Torinese ••• re i territori. Il dossier di candidatura inoltre è stata anche l’occasione per costruire una nuova rete di relazioni con enti e istituzioni ma soprattutto rappresenta lo spunto per discutere sul futuro di Settimo, sulle possibili trasformazioni, gli assi di sviluppo. Il 31 gennaio al Mibact a Roma verrà proclamata la città Capitale Italiana della Cultura 2018. Vero che sognare non costa nulla ma vogliamo sottolineare come già essere arrivati nei primi 10 rappresenta un successo straordinario di cui tutti i cittadini dovrebbero essere fieri perché, come detto, sono i veri protagonisti di questa storia. A prescindere da quello che succederà
il 31 gennaio però la nostra intenzione è di riuscire a fare gran parte delle cose che abbiamo inserito nel dossier anche perché il 2018 sarà comunque un anno particolare essendo il 60esimo compleanno di Settimo città. A proposito del dossier abbiamo deciso di usare Notizie in Comune per farvi avere una sintesi di quello che è stato il materiale spedito per il bando. Troverete la Premessa che spiega i motivi della candidatura, i Confini un tema che ritorna in tutto il dossier, le Fabbriche, le Trasformazioni e il Calendario Eventi 2018 (che ovviamente è un’ipotesi legata all’essere effettivamente scelti come Capitale Italiana della Cultura). Il 19 dicembre in Sala Levi della Biblioteca Archimede alle ore 18.00 ci sarà un incontro pubblico su questa bella avventura. Ci saranno alcuni dei grandi personaggi che hanno sostenuto la nostra candidatura, si parlerà di cultura, di futuro, di centralità e periferia, si approfondirà in tutti i suoi aspetti il dossier. Siete tutti invitati a partecipare, con le vostre idee, le vostre domande, i vostri suggerimenti. A questo punto non ci resta che augurarvi buona lettura ma soprattutto Buon Natale e Buone Feste a tutti voi e alle vostre famiglie. Il sindaco Fabrizio Puppo Il vicesindaco con delega alla cultura Elena Piastra
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Settimo Torinese Settimo Torinese: perchè no? perchè per chè no? in comun
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ettimo Torinese non ha una reggia, non ha castelli, non ha cattedrali rinomate, non ha affreschi rinascimentali, non ha residenze sabaude, non ha musei d’arte contemporanea. Settimo non è una città d’arte, ma è una città in cui fare cultura – nella sua concezione più viva, dinamica, innovativa e soprattutto sociale - è diventata un’arte. Attraverso la cultura Settimo ha conquistato centralità, abbandonando il luogo comune di periferia dormitorio. Settimo Torinese era un borgo agricolo e di lavandai (lungo le rive del Po e nei tanti canali e rii che attraversano il territorio) di circa 13.000 abitanti che tra la fine degli anni ’50 e
••• Settimo non è una città d’arte, ma è una città in cui fare cultura è diventata un’arte ••• l’inizio degli anni ’60, nel giro di poco più di 5 anni arrivò a 43.000 abitanti, con i flussi provenienti inizialmente dal Polesine e dal Sud Italia. Una crescita esponenziale, per certi versi dolorosa, che creò contrasti e tensioni sociali. La carenza di servizi e infrastrutture era all’ordine del giorno. Ancora fino agli anni ’80 si andava alle elementari divisi in tre turni perché le scuole non bastavano per tutti. Settimo si ritrovò ad avere la più alta concentrazione di case popolari in Italia rispetto al
numero di abitanti. Di pari passo con i flussi migratori, a partire dalla seconda metà degli anni ’50, anche le fabbriche iniziarono ad approdare sul territorio. Un’industria pesante, invasiva, che segnò pesantemente la città: tre acciaierie (Lucchini, Cravetto e Ferrero), la Pirelli, due fabbriche di vernici (Paramatti e Siva), un’azienda farmaceutica proprio nel cuore della città (ex Farmitalia), e poi L’Oréal, Lavazza, le numerose fabbriche di penne e molte altre.
Il piccolo borgo di lavandai nel giro di nemmeno un decennio si trasformò in città dormitorio e piattaforma industriale. C’erano tutte le premesse perché Settimo diventasse una polveriera sociale, una banlieue, un non luogo. Ma così non è stato, e un ruolo centrale in questo percorso di riscatto, di ripensamento della propria identità e del proprio ambiente, è stato svolto proprio dalla cultura. “Esattamente come la biologia, la cultura evolve in funzione dell’adattamento
di una specie al suo ambiente. Nel caso umano, si è rivelata il più potente strumento di adattamento a disposizione della nostra specie”, scrive Luigi Luca Cavalli Sforza – genetista e tra gli scienziati italiani più famosi al mondo. Sono stati proprio gli investimenti culturali che hanno consentito a persone provenienti dal Veneto, dalla Basilicata, dalla Puglia e dalla Campania di trovare un nuovo senso di comunità. La cultura è stato il collante della società e il motore
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“Perché quando c’è la fame uno si fa furbo” Primo Levi, La chiave a stella
che ha trasformato Settimo da grigio non luogo di periferia a nuova centralità urbana. Un percorso lungo e articolato, ancora oggi in corso e spesso difficile, ma ricco di soddisfazioni e soprattutto capace di dimostrare quella teoria per cui la cultura è occasione di miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini. Quindi non solo Settimo non è diventata una polveriera sociale, ma proprio alla fine degli anni ‘70 il settimese Gabriele Vacis, insieme a un gruppo di a-
mici, ha fondato il Laboratorio Teatro Settimo al Garybaldi. Un’esperienza straordinaria che ha segnato il mondo culturale italiano ma soprattutto ha dato la scossa per una profonda e radicale trasformazione della città. Al Teatro Garybaldi sono nati e si sono affermati artisti come Alessandro Baricco, Marco Paolini, Laura Curino, Natalino Balasso, Adriana Zamboni, Eugenio Allegri, Ascanio Celestini, Mariella Fabbris, Lucio Diana. Proprio il disagio e
la violenza delle periferie industriali sono stati l’ambiente e il soggetto dei primi lavori di Gabriele Vacis. Quell’esperienza ha segnato il punto di svolta. Settimo con il Garybaldi era diventata una centralità. Per la prima volta flussi significativi di persone provenienti da tutta la Regione e poi da tutta Italia hanno scoperto Settimo. L’idea della cultura come motore di sviluppo, di coesione sociale, di integrazione, di innovazione si è consolidato in quel periodo e ha posto
le basi per la profonda trasformazione della città. Nel percorso di trasformazione della città sono nati i grandi parchi cittadini, oltre un milione di metri quadri di verde pubblico che hanno consentito alla città di diventare uno dei polmoni dell’area metropolitana con il Parco del Po inserito proprio nel 2016 nella Biosfera UNESCO; è nata la Suoneria che ospita sia il Teatro Garybaldi sia la sala concerti Combo. continua a pagina 6
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Settimo Torinese Settimo Torinese: perchè no? perchè per chè no? in comun
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a cultura d’impresa e dell’innovazione ha messo in moto una reindustrializzazione in chiave moderna e sostenibile delle multinazionali del territorio (i “casi” Pirelli, L’Oréal, Lavazza, Armani); è stato restaurato il complesso del Mulino Nuovo (mulino industriale dell’800) oggi sede dell’Ecomuseo e che porta verso le piste ciclabili di “tangenziale verde”, oltre che essere tappa strategica della grande direttrice ciclabile VEnTO; sulle ceneri della Paramatti è nata la Biblioteca Archimede, la più grande e innovativa della regione Piemonte; stanno
••• Settimo come simbolo di una città che ha saputo superare i confini geografici e i pregiudizi che accompagnano le periferie ••• finendo i lavori per la rinascita della SIVA, la fabbrica di vernici dove ha lavorato per 30 anni Primo Levi e che ha influenzato alcune delle sue opere più note come La chiave a stella e Il sistema periodico. E, infine, la cultura è di nuovo l’ingrediente fondamentale dei percorsi di integrazione verso i nuovi flussi che interessano la città di Settimo, dove ha sede il Centro Fenoglio, il più importante hub del Nord Italia per la prima accoglienza
e per i richiedenti asilo. Nel 2015 sono passate dal Fenoglio oltre 40.000 persone (quasi quanto i cittadini di Settimo). Proprio per e con gli immigrati sono stati avviati diversi progetti, perché non si parli sempre e solo di emergenza ma anche di integrazione e opportunità. Progetti che si intrecciano con il teatro, la musica, il FabLab, la formazione, il lavoro. Quindi una città non d’arte può diventare capitale italiana della cultura? Cre-
diamo di sì e che Settimo Torinese rappresenti il simbolo di una periferia (non l’unica per fortuna) che attraverso la cultura ha saputo ribaltare il proprio destino, trasformando elementi di marginalizzazione in opportunità di sviluppo e colmando il cultural divide a cui sembrava destinata. Una città che grazie alla cultura ha trovato una strada di riscatto, una città che è il simbolo di un “rammendo delle periferie” in senso culturale, urbani-
stico e industriale. Confine e Fabbriche rappresentano le due chiavi di lettura che permettono di interpretare il percorso di Settimo, i motivi della candidatura e il programma di eventi che si propone per il 2018. Settimo come simbolo di una città che ha saputo superare i confini geografici e i pregiudizi che accompagnano le periferie, che sul confine e sulla frontiera dell’innovazione ha puntato come elemento fondamentale di crescita e sviluppo
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territoriale; una città accogliente che attraverso la cultura prova ad abbattere i confini, una città che ha lottato e continua a farlo per non rimanere confinata, ma che ambisce a essere una centralità urbana e culturale, capace di fare rete sul territorio e di dialogare con l’Italia e l’Europa. E poi le fabbriche. Quelle giganti, maleodoranti, invasive degli anni ’50-’60, primi luoghi di cittadinanza ma anche di conflitti sociali, poi divenute immen-
se aree dismesse alle quali dare nuova vita e nelle quali mettere al centro la cultura. Ci sono poi le nuove fabbriche, nate da un programma di reindustrializzazione in chiave moderna e sostenibile sostenuto dalla città. Fabbriche belle, innovative, con centri di ricerca, luoghi di cultura scientifica che interagiscono col territorio e che non rimangono confinati tra le mura degli stabilimenti. Settimo non è una città bella nella concezione clas-
sica del termine, ma è una città viva che si è sviluppata attraverso e grazie alla cultura, e che oggi è un laboratorio di idee, innovazione, sostenibilità. E soprattutto è una città accogliente e che ha saputo (ri)definire la sua identità, che i suoi cittadini oggi rivendicano con orgoglio. Una città che, se diventasse capitale italiana della cultura, avrebbe la possibilità di continuare con ancora più forza il proprio percorso di cresci-
ta e sviluppo, diventando il simbolo di una periferia che non si rassegna, di un luogo in cui la cultura è viva e innovativa e si fa ogni giorno in ogni luogo. Come scrive Italo Calvino nelle Città Invisibili: “Esistono immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici”. Settimo Torinese capitale italiana della cultura 2018 sarebbe una città felice non più nascosta dalle città infelici.
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II confini Confini
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rima erano i veneti che scappavano dall’acqua del Polesine, i marchigiani che lasciavano la miniera di zolfo di Perticara per venire a lavorare alla Farmitalia, i campani, i siciliani, i calabresi e i pugliesi alla ricerca del lavoro alla FIAT, alla Michelin, alla Pirelli. Oggi sono i nigeriani che lasciano il Paese dei terroristi di Boko Haram, i maliani, i somali, gli etiopi, gli ivoriani in cerca di lavoro, i siriani che scappano dalla guerra. In questo momento vivono a Settimo oltre 80 etnie diverse. Forse perché una città che in passato ha visto crescere in cinque anni il numero di abitanti di 30.000 persone è un luogo che ha l’accoglienza nel proprio DNA. I flussi migratori tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 hanno radicalmente segnato il territorio e avrebbero potuto trasformare Settimo in una polveriera sociale. E invece non è accaduto. L’aver messo da sempre gli investimenti culturali ai primi posti dell’agenda politica ha posto le condizioni perché nascesse e si consolidasse uno spirito di comunità e di appartenenza che si è poi radicato profondamente. Oggi i migranti degli anni ‘50 si sentono prima di tutto cittadini di Settimo. E non si tratta di una conquista scontata ma è frutto di un percorso consapevole, ovvero dell’idea di mettere la cultura in tutte le sue possibili declinazioni al centro del ripensamento della città. L’esempio più limpido è quello del Teatro Laborato-
••• Una città che ha visto crescere in cinque anni il numero di abitanti di 30.000 persone è un luogo che l’accoglienza nel proprio DNA ••• rio Settimo. Questa esperienza poteva nascere solo in una periferia dove fossero forti i conflitti sociali ma anche la voglia di riscatto, di emergere dal localismo e parlare al mondo, dove fossero evidenti le fratture sociali del secondo dopoguerra, le tensioni della vita in fabbrica, l’esigenza di uscire dai propri “confini” e di colmare le distanze. Poteva nascere solo in una città che doveva ancora “farsi settimese”, in una comunità che doveva trovare il modo per far convivere le diversità e da queste creare una nuova identità. Il
Teatro Laboratorio Settimo rappresentò il confine, lo spartiacque tra un prima e un dopo. Quell’esperienza fu la miccia che diede sostanza a un ripensamento complessivo e di trasformazione della città. Per la prima volta Settimo scoprì di poter essere al centro dell’attenzione e che i punti di debolezza potevano diventare punti di forza. Nel 1981, con una scelta allora rivoluzionaria, l’amministrazione comunale diede l’incarico anche agli intellettuali del Teatro Laboratorio Settimo di partecipare alla redazione del
PAC (Piano di Ambiente Culturale) all’interno del Piano Regolatore, con l’obiettivo di immaginare la Settimo del futuro. Il tema del rammendo delle periferie quell’amministrazione se l’era quindi posto già 30 anni fa: anni in cui si iniziavano a intravedere le crisi di una fabbrica improntata sul taylorismo che stava perdendo significato e diventò quindi d’attualità il tema del recupero delle aree dismesse, il nuovo concetto di benessere e di qualità della vita, il tema dell’innovazione come chiave di sviluppo.
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••• Dal 2008 il Centro Fenoglio venne indicato dalla Prefettura di Torino tra i possibili luoghi di accoglienza dei migranti ••• In quell’epoca nacque l’idea di cultura come elemento centrale di coesione sociale e sviluppo del territorio, il riutilizzo di alcune fabbriche dismesse come possibili luoghi di cultura, il ruolo del verde pubblico e della sua fruizione, la pedonalizzazione del centro storico (altro tassello che modificò radicalmente la vita della città). Nacque allora un percorso che non è ancora concluso e non è sempre stato facile. La comunità è nata in quegli anni e l’integrazione si è compiuta attraverso la cultura, i servizi e il lavoro
ed è rimasta radicata nella società. Settimo è diventata una città accogliente che nel 2007 ha visto nascere il centro Fenoglio, oggi uno dei più grandi ed efficienti hub italiani per la prima accoglienza e i richiedenti asilo. Il Centro Teobaldo Fenoglio era il villaggio dei lavoratori del cantiere dell’alta velocità ferroviaria TorinoMilano. Conclusa l’opera, il Comune proprietario dell’area volle tenere i prefabbricati per riutilizzare lo spazio, trasformandolo in un centro per la Protezione
Civile. Dal 2008 il Centro Fenoglio venne indicato dalla Prefettura di Torino tra i possibili luoghi di accoglienza dei migranti. La città accogliente non poteva dire di no e non lo fece. Negli anni il centro, gestito dalla Croce Rossa Italiana, si è ampliato e rafforzato, diventando un’eccellenza e un esempio europeo sul tema della prima accoglienza. Solo nel 2015 sono transitate dal Fenoglio oltre 40.000 persone e sono 220 i richiedenti asilo stanziali nel progetto SPRAR.
E di nuovo la cultura è la chiave con cui la città si è relazionata con gli ospiti del Fenoglio per trovare nuove forme di integrazione. La stessa cultura che negli ‘70 e ‘80 aveva consentito alla città di trovare una propria coesione sociale, uno spirito di appartenenza, oggi è di nuovo la chiave con cui Settimo interagisce con i richiedenti asilo. Le associazioni regionali presenti in città sono moltissime e, vicino a quelle storiche che sono testimoni delle tradizioni delle diverse regioni italiane, stanno nascendo nuove realtà che invece raccontano le tradizioni dei diversi Paesi dell’Europa e del mondo. Così come altre esperienze maturate nel corso di questi anni per immaginare nuovi modi di vivere l’accoglienza: alfabetizzazione informatica con i giovani di Settimo, spettacoli teatrali con compagnie che coinvolgono i richiedenti asilo come attori, esperienze musicali, sinergia e formazione con il mondo dei Fab Lab, partecipazione a eventi sportivi. Non solo emergenza, quindi, ma anche integrazione e opportunità. Come sosteneva infatti già nel 1992 il premio Nobel per l’economia Gary S. Becker, “discriminare non solo è ingiusto, ma non conviene. Lo sviluppo nasce solo da una società aperta, inclusiva. Le imprese e i territori che nel mondo hanno saputo lavorare sul confronto e sulla relazione dialettica e integrata delle differenze crescono meglio di altre e sono un esempio virtuoso.”
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Le fabbriche Le fabbriche
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ultura e fabbrica rappresentano un binomio inscindibile nella storia e nella trasformazione della città di Settimo Torinese. Negli anni ’90, quando il modello industriale del secondo dopoguerra sotto la spinta delle nuove sfide del mercato globale iniziò ad andare in crisi, anche Settimo dovette fare i conti con la deindustrializzazione, la riqualificazione delle ex aree industriali dismesse e soprattutto con il tentativo di pensare insieme alle fabbriche ancora produttive a una nuova reindustrializzazione in chiave moderna, con una stretta collaborazione pubblico-privato basata su sostenibilità, ricerca, innovazione e cultura. L’Amministrazione avviò un’azione di confronto partendo dai grandi marchi presenti a Settimo, per stimolare le aziende a reinvestire sui propri stabilimenti attraverso progetti energetici, nuove infrastrutture, incentivi, riqualificazioni, miglioramento dell’offerta culturale e paesaggistica del territorio. L’esempio di Pirelli è quello più noto. Settimo e Pirelli hanno portato avanti un piano di trasformazione industriale e urbana che ha visto l’accorpamento dei due stabilimenti presenti sul territorio in un’unica fabbrica completamente nuova e moderna, la più tecnologica e avanzata del mondo per il gruppo Pirelli, ridisegnata da Renzo Piano con una Spina centrale vetrata di 400 metri, un tetto di pannelli solari e costeggiata da due filari di cilie-
gi. Non solo una fabbrica moderna, ma un centro di ricerca e innovazione tecnologica (in collaborazione tra i politecnici di Torino e di Milano). Un esempio di nuova cultura d’impresa strettamente connessa col territorio circostante: strutture produttive che risparmiano energia e acqua, improntante sulla sicurezza del lavoro, fabbriche luminose e piacevoli da vivere, che siano stimolo e siano stimolate dai processi culturali diffusi sul territorio. Fabbriche che sanno coniugare la cultura delle macchine con quella del libro, della musica, del teatro. In questa direzione si inserisce la nuova fabbrica di Pirelli nel suo rapporto con la città. All’interno dello stabilimento Pirelli di Settimo da 5 anni si ospita una tappa di Mi-To Settembre Musica, aperta alla citta-
••• L’amministrazione avviò un’azione di confonto partendo dai grandi marchi presenti a Settimo •••
dinanza. Dentro la Spina di Renzo Piano è nato uno spin-off della Biblioteca Archimede, connesso alla rete di circolazione libraria. Dentro la Pirelli sono approdati nel 2008 gli eventi per i 50 anni della città di Settimo Torinese con gli spettacoli di Marco Paolini e Moni Ovadia. E ancora la fabbrica stessa è diventata scenario e materia per produzioni teatrali come Settimo. La fabbrica e il lavoro con la regia di Serena Sinigaglia andato in scena nella stagione 2012 al Piccolo di Milano e al Garybaldi di Settimo. Tutto questo è successo a Settimo per caso? Noi crediamo di no: è accaduto perché c’erano una città
pronta e un contesto fertile che avevano posto le condizioni infrastrutturali, amministrative e culturali perché tutto ciò potesse trovare realizzazione. Una città che sul confine dell’innovazione aveva trovato un percorso di crescita e ripensamento. E che la storia Pirelli non sia un caso isolato lo testimoniano altri “casi” di reindustrializzazione in chiave moderna e sostenibile sul territorio come L’Oréal e Lavazza. Grazie alla collaborazione tra Comune di Settimo (insieme alla sua municipalizzata operante nel settore energetico) e L’Oréal è nato un progetto (terminato nel 2016) che ha portato lo stabilimento settimese
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a essere il primo al mondo per il gruppo a impatto zero e il più produttivo in Europa. Questo attraverso una combinazione di tre energie rinnovabili: teleriscaldamento e teleraffrescamento, fotovoltaico termodinamico e un impianto di biomassa a km 0. Il progetto di collaborazione con Lavazza ha posto invece le condizioni per la creazione del nuovo Innovation Center del gruppo. Un investimento importante che ha previsto la ristrutturazione complessiva dell’edificio con una forte attenzione al design, ma soprattutto l’attivazione di progetti di Ricerca col Politecnico di Torino. Un luogo di cultura e di formazione, con i corsi e gli eventi di degustazione del caffè, aperto al territorio. Questo modello di reindustrializzazione in chiave
moderna e sostenibile è stato un paradigma che ha coinvolto diverse aziende presenti sul territorio oltre ai tre “casi” sopra raccontati. Nuove fabbriche, luoghi di innovazione, di formazione di una nuova cultura, di un sistema di relazioni che lega saperi diversi, quelli scientifici e tecnologici e quelli delle “scienze umane”, luoghi aperti al territorio circostante, di incontro, di cultura, di relazione, di integrazione. Dove le condizioni economiche non hanno consentito nuovi investimenti su impianti esistenti, si è lavorato per riqualificare le aree industriali con nuovi servizi, prevalentemente culturali: dove sorgeva la fabbrica Paramatti è nata la Biblioteca Archimede, nella SIVA sorgerà una casa del quartiere, luogo di incontro e scoperta di Primo Levi.
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Le trasformazion Le trasformazioni in comun
Fondazione Renzo Piano e G124: la città come laboratorio e il rammendo dei quartieri
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el modello pensato per Settimo Capitale Italiana della cultura 2018 non sono inseriti progetti di grandi trasformazioni infrastrutturali. È una scelta consapevole perché la candidatura non vuole essere l’occasione per la solita “lista della spesa” delle nuove costruzioni pensate come necessarie. I grandi interventi di trasformazione della città sono stati compiuti negli ultimi quindici anni e le funzioni fondamentali che la città possiede sono sufficienti per ospitare gli eventi pensati in occasione di questo progetto. La nostra città conosce la bruttezza. La bruttezza delle fabbriche dismesse e abbandonate, la bruttezza delle case costruite in fretta e senza servizi. Ciò che manca alle città come la nostra è il pensiero creatore che produce bellezza e non solo nuove costruzioni. Per questo la voce infrastrutture nel nostro progetto è gestita dall’esperienza del G124, ispirato e coordinato dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano: “La bellezza naturale del nostro paese non è merito nostro. Ciò che può essere merito nostro è rammendare le periferie per scoprirne la bellezza”. L’idea del G124 è di operare per mezzo di architetti condotti che, vivendo dentro i quartieri e collaborando
con gli abitanti e le associazioni, individuino piccoli interventi di rammendo dello spazio collettivo dei quartieri per migliorarne la qualità della vita. Per il nostro progetto, che si sforza di dimostrare che la cultura prende forme non sempre chiare e canoniche, questo approccio ci è sembrato perfetto. Abbiamo pensato che tutta la città possa essere il laboratorio permanente a disposizione del pensiero e del confronto con G124. Non imponiamo in questa fase infrastrutture nuove, perché quelle fondamentali le possediamo. Pensiamo che tutta la città possa invece diventare la tela del rammendo dei quartieri, dove le opere che i cittadini e G124 individueranno come necessarie saranno sostenute a livello economico. Una visione nuova dell’idea del rammendo delle periferie che non pensa so-
lo ai grandi interventi infrastrutturali, ma interviene anche con azioni mirate che possono produrre enormi benefici sulla qualità della vita delle persone. Un rammendo puntuale all’interno della città che si rinnova e si trasforma in tanti luoghi. Il progetto partirà all’inizio del 2017 con la selezione da parte del G124 di 4 “architetti condotti” che vivranno direttamente nei vari quartieri della città, cominciando quel processo di ascolto e osservazione che porterà nel 2018 alla realizzazione dei microinterventi di trasformazione della città. Le stanze di Primo Levi
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onostante questa impostazione di fondo, alcuni luoghi necessitano di essere trasformati al proprio interno, per di-
ventare spazio culturale fruibile. Il primo tra questi è la palazzina della SIVA, la fabbrica dove lavorò Primo Levi. Il termine stanza veniva utilizzato nel linguaggio dell’ufficio della SIVA per intendere lo specifico luogo di lavoro di un impiegato o di un dirigente. Le stanze sono una decina, distribuite sui due piani e una era l’ufficio di Levi. Tra una stanza e l’altra dunque Primo si muove, registra un esperimento, risponde al telefono, riunisce i collaboratori, vive la sua giornata di lavoro. Tra una stanza e l’altra matura in lui lo scrittore. Primo Levi ha prodotto una quantità straordinaria di pagine scritte: romanzi, racconti, saggi, drammaturgie teatrali, poesie, articoli. Una infinita varietà di temi e di argomenti, sempre nello stile asciutto del chimico abituato a osservare, sperimentare, fare
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sintesi. Un materiale vastissimo che offre la possibilità di giocare con personaggi e situazioni, di costruire immagini e drammaturgie, di lasciarsi prendere dal vortice dell’immaginazione. Nelle Stanze di Levi si intende ricreare pezzi del mondo da lui descritto senza nulla aggiungere se non il “necessario arredamento”: poche immagini essenziali, alcuni oggetti totemici, elementi scenografici essenziali ed evocativi. Ogni stanza dedicata a un aspetto meno conosciuto della sua scrittura, dalla “scienza” alla “fantascienza” (quasi la metà dei racconti di Primo Levi sono di fantascienza e lo scrittore li ha pubblicati con lo pseudonimo Malabaila in quanto la fantascienza all’epoca era considerata di secondo piano dal punto di vista culturale) a formare un percorso visitabile dal pubblico come una sorta
di viaggio iniziatico nell’opera di Primo Levi. I testi saranno restituiti mediante registrazioni o attraverso la presenza di attori. In alcune stanze potrà essere la danza a evocare le situazioni, in altre la proiezione di un video. In altre ancora il testo potrà essere riportato sulle pareti, così come già era stato fatto in occasione dello spettacolo
Di razza sostanzialmente umana con il testo integrale delle Leggi razziali. Il risultato sarà abitare l’opera di Levi, attraversarla, goderne la molteplicità e la complessità attraverso un percorso leggero e adatto ad un pubblico vasto e popolare. Nello stesso spazio immaginiamo di allestire un laboratorio di chimica, simile
a quello che Levi doveva aver trovato, come raccontato ne Il sistema periodico, nel garage del fratello di Enrico. Il laboratorio sarà a disposizione di tutte le scuole del territorio, per provare direttamente quegli esperimenti che lo scrittore aveva tentato fin dalla giovinezza. continua a pagina 14
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Le trasformazion Le trasformazioni in comun
L’Ecomuseo: foresteria e ufficio turistico
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ltro luogo di ripensamento è l’Ecomuseo. Esso si è sempre più consolidato come “porta naturale” verso il cicloturismo, la riscoperta del paesaggio, il sistema dei parchi, la rete della cascine storiche. In quest’ottica, il progetto è di arricchire questi spazi con interventi in grado di sviluppare le potenzialità turistiche e del “tempo libero”. Un primo intervento prevede la realizzazione di una foresteria, pensata per intercettare cicloturisti, giovani alla ricerca di una soluzione flessibile e immersa in un contesto insolito, appassionati di archeologia industriale. In quanto “punto di sosta” lungo la VEnTO, arricchito dalla presenza di una ciclofficina che offre servizi e assistenza, la foresteria sarà un tassello importante per il consolidamento e il posizionamento dell’Ecomuseo sempre più in ottica turistica. Il secondo intervento riguarda la creazione di uno punto informativo turistico. L’Ecomuseo, situato a ridosso del centro cittadino e allo stesso tempo snodo delle piste ciclabili, rappresenta il punto strategico per la creazione di uno spazio in grado di valorizzare e promuovere l’offerta
Il Teatro Garybaldi: tecniche teatrali per la cura della persona
culturale del territorio, i percorsi ciclopedonali, le iniziative, l’offerta di servizi quali la prenotazione alberghiera, il noleggio bici, la creazione di “pacchetti” turistici di archeologia industriale, ecc. L’ultimo progetto riguarda la creazione di una serie di B&B diffusi sul territorio all’interno delle cascine storiche. Un progetto che l’amministrazione sta portando avanti insieme alla Coldiretti, dialogando con i privati, studiando formule di incentivazione di un’accoglienza turistica alternativa al modello proposto dal centro torinese.
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n queste pagine abbiamo più volte raccontato la centralità del teatro nella nostra città. Quell’esperienza che è certamente stata illuminante oggi potrebbe nuovamente essere ganglo di una profonda trasformazione del teatro cittadino e del teatro in genere. In un libro intitolato Le storie che curano James Hillman spiega quanto sia importante nella psicoterapia curare non tanto il paziente, quanto le storie che questi racconta su se stesso. E’ vero infatti che una persona inizia un percorso terapeutico portando con sè un problema o un sintomo, ma è altrettanto vero che ciò che il terapeuta ascolta non è il dolore psichico ma la sua narrazione.
Il teatro rappresenta, anche in questo mutato contesto storico e narrativo, il luogo dell’arte prediletto per l’uso della parola parlata e ascoltata. Negli ultimi decenni di ricerca, gli artisti contemporanei più significativi hanno utilizzato le tecniche del teatro per creare e cercare inclusione. L’artista non percepisce più l’azione sociale come un dovere ideologico o una caritatevole elargizione. L’inclusione è diventata la poetica di molti attori, registi, drammaturghi più innovativi, come Marina Abramovic a New York. Q u e st a n u ova re a l t à comporta un mutamento radicale della figura stessa dell’attore, del regista e del drammaturgo. Dall’altra parte, come sostiene il regista Gabriele Vacis, “il teatro, incalzato dalla tecnologia, può finalmente permettersi di lasciare per davvero all’entertainment i caratteri
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più spettacolari per rivolgersi alla cura della persona”. Da questa intuizione nasce il progetto, coordinato e gestito da Gabriele Vacis, che prevede la nascita di un Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona in Italia, realizzato in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino. In questo percorso si inserisce la trasformazione dello storico Teatro Garybaldi di Settimo che diventerà uno dei punti di studio e realizzazione dell’Istituto, a partire dalla fine del 2017. Il Teatro Garybaldi diventa un contenitore, parte di una rete nazionale ampia, che comprende e sviluppa questi aspetti del teatro, in una nuova forma di Teatro di Innovazione Sociale che continua a segnare la storia del teatro d’avanguardia settimese. Il progetto prevede la localizzazione all’interno di alcuni locali del Te-
atro Garybaldi di spazi con declinazioni diverse, con lo scopo di ricreare ambienti in cui si possano studiare e mettere in pratica le tecniche del teatro di cu-
ra (spazi di studio, area di prova, spazi comuni di condivisione). Le prime sperimentazioni avranno come soggetto principale i rifugiati accolti presso il Centro
Fenoglio poiché con loro alcune azioni di inserimento nel percorso teatrale hanno già visto l’esordio nel 2016, con la realizzazione di un laboratorio teatrale.
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l programma di eventi del 2018 di S e t t i m o To r i n e se Capitale Italiana della Cultura è stato pensato partendo dalle due parole chiave che hanno attraversato tutto il racconto di questo dossier: i confini e le fabbriche. Si tratta di un calendario ricco ma sostenibile. Sostenibile nel budget, alla luce del bilancio del Comune di Settimo e delle fattive disponibilità date dagli sponsor. Sostenibile e sostenuto dal territorio perché mette in sinergia tutti gli Enti Culturali, le Associazioni, gli Enti di Ricerca, di livello nazionale e internazionale che operano da anni insieme al Comune di Settimo nella programmazione culturale. Un programma sostenibile in grado di coniugare i grandi eventi della città, declinati in modo nuovo, con gli eventi speciali che però ancora una volta non sono eventi estemporanei che nascono dal nulla, ma iniziative che si intrecciano con il territorio, con le sue specificità; sono ognuna un tassello nel progetto complessivo di trasformazione continua della città, del suo centralismo culturale, dello sviluppo del territorio. Un programma che lasci anche dei segni sulla città, oltre il 2018. Per questo motivo un’attenzione particolare è stata dedicata a interventi legati a call e concorsi con giovani artisti italiani e internazionali che in modi diversi lascino traccia del 2018.
OMBELICO DEL MONDO
Oggetto: progetti ed eventi interculturali Organizzato da: Fondazione Comunità Solidale, Casa dei Popoli, Croce Rossa Italiana, Comune di Settimo, Associazionismo locale Location: Centro di accoglienza Teobaldo Fenoglio Periodo: gennaio 2017-dicembre 2018 Un lungo percorso di eventi, incontri, manifestazioni sportive, enogastronomia in cui i protagonisti sono gli ospiti del Fenoglio e tutti coloro che vogliono conoscere da vicino le loro storie, facilitando l’ingresso e la fruizione del centro e dando la possibilità ai suoi ospiti di rendersi visibili sul territorio. L’input verrà fornito da una call nel 2017 aperta alle associazioni, che potranno presentare i propri progetti da realizzare nel biennio 2017-2018: verranno finanziate le 12 migliori proposte. Inoltre verrà organizzato un evento di “porte aperte” al Fenoglio, della durata di due giorni, in cui il Centro si aprirà per accogliere i visitatori e spiegare le attività rivolte alle persone richiedenti asilo. In programma anche un festival dello street food multietnico, in cui allestire stand che propongano cibi del mondo e dedicando un’area alla cultura regionale italiana, in un dialogo culinario altamente simbolico. Gli stand ospiteranno associazioni etniche e organizzazioni di professionisti del settore. Nel corso delle due giornate verranno inoltre proposti momenti dedicati alla musica e alla danza, col coinvolgimento di gruppi quali Jazira e Tamra. L’evento si concluderà con un concerto dei Mau Mau, il cui nome indica, in dialetto piemontese, qualsiasi emigrante che arrivasse a Torino in cerca di lavoro.
FABBRICA DI NOTE Oggetto: Musica classica Organizzato da: Pirelli & C. Spa e Fondazione Pirelli Location: Milano e Settimo Torinese Periodo: settembre 2017-dicembre 2018 Il progetto prevede la scrittura di un concerto originale, per mano di un grande autore contemporaneo internazionale, che prenda spunto dalla fabbrica di Settimo Torinese della Pirelli e venga poi eseguito nei “luoghi della produzione” all’interno delle edizione 2017 e 2018 del Festival MiTo SettembreMusica a Milano e Torino (e in particolare, appunto, nella fabbrica Pirelli). Si conferma così un legame tra i luoghi del lavoro e della cultura, recuperando il senso di una tradizione europea e italiana. Dopo le positive esperienze del 2010, 2011 e 2014 sempre all’interno del Festival MiTo con cui Pirelli collabora già dal 2007, la musica tornerà quindi in fabbrica per provare a raccontare le grandi trasformazioni che hanno investito il mondo della produzione.
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IL MONDO MUSICATO DAI RAGAZZINI Oggetto: musica Organizzato da: Istituto Comprensivo III di Settimo Torinese; Orchestra OMT; MIrè Torino. Location: La Casa della Musica di Settimo Torinese Periodo: settembre 2017- maggio 2018 Creazione e allestimento di una fiaba su libretto originale ispirato da Il sistema periodico di Primo Levi da parte della scuola media a indirizzo musicale (SMIM) di Settimo Torinese e organizzazione di una rassegna sul tema con le altre SMIM nazionali. Come nel caso della suite Quadri da un’esposizione di Modest Mussorgsky, ogni elemento chimico citato nell’opera di Levi sarà il soggetto di una storia inserita in un’operetta. Le musiche saranno originali, così come la riduzione teatrale, ad opera degli insegnanti di strumento dell’Istituto Comprensivo III e coordinati per la parte dell’allestimento e regia da Adriana Zamboni. Si tratta di un’attività totalmente nuova in una scuola media italiana. Lavorando con i ragazzini - periferia dell’adulto – s’impara che a volte, misteriosamente, essi riescono a svelarci suggestioni e segreti che la nostra presunta centralità ci esclude dal riconoscere. Inoltre, in preparazione al centenario della nascita di Primo Levi (2019), a partire da settembre 2017 a ogni SMIM italiana che aderirà al progetto verrà suggerito un racconto tratto da Il sistema periodico. Gli insegnanti di strumento delle rispettive scuole, durante l’anno scolastico 2017-2018, dovranno renderlo in musica attraverso composizioni originali o mediante arrangiamenti (preferibilmente tratti da Borodin, Rymsky-Korsakov, Mussorgsky). L’esecuzione potrà essere accompagnata da letture, cori o a rappresentazioni organizzate dalle scuole partecipanti.
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IL SISTEMA PERIODICO
Oggetto: Narrazioni scientifiche tra gli elementi di Primo Levi Organizzato da: Fondazione ECM Location: Siva Periodo: gennaio-giugno 2018 I 21 racconti de Il sistema periodico sono incentrati su altrettanti elementi chimici: per Levi i 21 incontri con la materia sono paradigmatici della condizione dell’uomo che cerca di conoscere il mondo circostante, esattamente come le sfide che hanno portato alle grandi scoperte scientifiche. Le avventure in territori ai confini della conoscenza sono il principio ispiratore di un ciclo di eventi in cui i racconti di Levi dialogano con altrettante narrazioni scientifiche e affascinanti viaggi alla scoperta dell’universo. Ogni evento/elemento/racconto fa dialogare un attore/scrittore/artista e un protagonista della scienza, che svela i mondi nascosti nello stesso elemento del sistema periodico e i suoi orizzonti futuri. Alcuni esempi. In Argon, Alessandro Baricco racconta la storia degli antenati di Levi, ma l’Argon è anche al centro dell’intervento dell’astrofisico Giovanni Bignami, che immagina gli sviluppi futuri delle esplorazioni spaziali a partire dalla recente scoperta di molecole contenenti un gas nobile (ioni di idruro di argon) nello spazio. Nel racconto Titanio, una bambina rimane affascinata dalla vernice al titanio e Felice, che la sta usando, disegna un cerchio attorno a lei e poi la “libera”. L’artista Marzia Migliora – con una performance dal vivo usando le vernici – accompagna l’intervento del botanico Renato Bruni, che svela i mondi fantastici della biomimetica e di come l’uomo ha mutuato spesso l’innovazione dal mondo vegetale. In Carbonio, Mariella Fabbris racconta l’evoluzione di questo elemento come parte fondamentale della vita, accompagnata da Fiorella Altruda, direttore del Centro di Biotecnologie Molecolari che ne descrive l’importanza come atomo all’interno della cellula.
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TERRA PROMESSA Oggetto: danza Organizzato da: Piattaforma danza Location: Acciaierie Lucchini Periodo: ottobre 2018 La proposta di danza contemporanea di comunità per la città di Settimo Torinese nasce in continuità con il percorso creativo Altissima Povertà, ideato da Virgilio Sieni e realizzato alla Reggia di Venaria (30 giugno -1 luglio 2016). Il progetto intende generare con gli abitanti del territorio settimese quadri dell’umanità in cammino verso una Terra Promessa attraverso cadute, appoggi, sostegni che segnano esodi, deposizioni e resurrezioni. Il Centro Fenoglio sarà protagonista della fase di avvio di un processo di inclusione sociale dei migranti attraverso la danza contemporanea di comunità. Questo processo di incontro e riconoscimento reciproco sarà condotto da un’ équipe interdisciplinare e intergenerazionale che permetta un fluido scambio di proposte ed esigenze. Il progetto si propone come un incubatore di una nuova esperienza artistica diretta da Sieni che valorizza gli abitanti e i luoghi industriali, convocando tutta la cittadinanza a essere testimone dell’umanità che si rigenera con il proprio territorio. Dall’autunno 2017, saranno attivati percorsi di conoscenza e avvicinamento presso il Centro Teobaldo Fenoglio; alcuni operatori e danzatori, già coinvolti nel nostro corso di formazione Danzatori per la comunità e nelle esperienze torinesi con Sieni, in collaborazione con i responsabili del centro e i professionisti di Settimo, terranno appuntamenti e incontri che aprano alla fiducia, allo scambio, a una prima comunicazione di base attraverso il corpo, facilitando in questo modo anche quella linguistica. Contemporaneamente sul territorio di Settimo si svolgeranno laboratori presso classi di diverso ordine e grado, centri anziani e di protagonismo giovanile, scuole di danza e teatro, attivando attraverso la danza di comunità alcuni processi che dispongano all’apertura, all’accoglienza e alla condivisione, e al contempo generino la formazione di nuovo pubblico e la curiosità per la danza contemporanea. Nell’inverno 2018 si prevede l’apertura di un bando pubblico, una chiamata alla partecipazione attiva dei cittadini di Settimo, il cui risultato si andrà a integrare con le persone che, provenienti dai vari percorsi, vorranno proseguire l’esperienza. A Marzo 2018 potranno così iniziare le prove. L’intento sarà creare un luogo altro, condiviso abitato da una comunità del gesto entro cui il pubblico potrà spostarsi liberamente per contemplare i tableaux vivants disseminati negli spazi della fabbrica: un percorso di trasmissione dei gesti e della memoria, che indagherà le fragilità dei corpi risuonando della fatica e del dramma dell’esodo, ma vibrerà allo stesso tempo per il futuro di una comunità che torna a essere polis.
DI-STANZA IN STANZA Oggetto: reading Organizzato da: Itaca Teatro e MUFANT (Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino) Location: SIVA Periodo: gennaio-giugno 2018 Partendo dal percorso letterario di Primo Levi e dalla struttura della Siva si intendono realizzare tre nuovi eventi teatrali in rappresentanza di tre “stanze” della palazzina uffici. Alla “stanza” del Levi “Direttore Tecnico” corrisponde L’amico americano, la narrazione dell’incontro/intervista realizzata da Philip Roth a Primo Levi proprio alla Siva nel 1986. Alla “stanza” del Levi “scrittore di fantascienza” corrisponde Mnemagoghi sintetici centauri: i personaggi di vizio di forma e di storie naturali prendono vita in una elaborata rappresentazione che li elenca e mette in relazione. La bella addormentata nel frigo rivive accanto al popolo degli Arunde; Antonio Casella dialoga con James Collins in brache di velluto, abbronzato e disinvolto; il fabbro di se stesso ricorda con il vecchio mnemagogo Montesanto e con i sintetici. Il mondo fantastico di Primo Levi, poco conosciuto e riconosciuto, viene raccontato, letto, recitato: uno spettacolo sotto forma di puzzle, a descrivere una dimensione parallela e straordinaria. Alla “stanza” del Levi “etologo” corrisponde Un universo di metafore, lo spettacolo della natura descritto nei testi e nelle poesie di Primo Levi: l’etologo e il poeta senza soluzione di continuità, il mondo animale descritto e analizzato per raccontare il mondo degli umani.
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BINARIO 18 #STAYHUMANART
Oggetto: percorso espositivo itinerante tra vecchie e nuove immigrazioni, a cura di Roberta Di Chiara, in collaborazione con Croce Rossa Italiana Organizzato da: Legal@rte, associazione nata da alcune donne appartenti alla Polizia di Stato Location: Centro Teobaldo Fenoglio Periodo: gennaio 2018 Il binario 18 di Torino Porta Nuova è il binario d’arrivo del Treno del Sole: rappresentava il luogo d’approdo verso la speranza di un futuro migliore. La mostra intende raccontare le migrazioni di ieri e quelle di oggi, attraverso un percorso artistico che accosta opere di Ugo Nespolo alle fotografie di Francesco Malavolta ad artisti internazionali come Eduardo Mono Carrasco e Francesco Cito. La mostra sarà proposta a Settimo nel luogo simbolo delle nuove migrazioni che è il centro di accoglienza Teobaldo Fenoglio e avrà come guida proprio alcuni ospiti del centro. Nel corso dell’esposizione sarà realizzata un’opera d’arte di Eduardo Mono Carrasco, muralista cileno, rifugiato politico in Italia dall’avvento della dittatura di Pinochet. L’artista, noto per le installazioni realizzate in modo collettivo, creerà - insieme ai rifugiati del centro Fenoglio, alle persone accolte nei transiti di quei giorni e ai visitatori della mostra - un’opera unica.
FIRST LEGO LEAGUE JUNIOR Oggetto: competizione LEGO Organizzato da: Biblioteca Archimede e LEGO EDUCATION Location: Biblioteca Archimede Periodo: febbraio 2018 La FIRST LEGO LEAGUE è tra le più importanti competizioni di robotica internazionale (nata nel 1998) alla quale partecipano ragazzi tra i 9 e i 16 anni di tutto il mondo che si sfidano in selezioni via via crescenti fino ad arrivare alla finale mondiale. La versione “junior” dedicata ai bambini in età 6-9 anni, nata nel 2004 vede coinvolta anche l’Italia dal 2016. Fin dalla prima edizione la Biblioteca Archimede, che ospita un LEGO EDUCATION INNOVATION STUDIO, ha organizzato una delle tappe di selezione italiane, coinvolgendo centinaia di bambini che a partire dai mattoncini LEGO e in virtù del tema proposto (Waste, i rifiuti) hanno elaborato delle costruzioni innovative e sorprendenti. Archimede è già stata designata tappa della FIRST LEGO LEAGUE JUNIOR anche per gli anni 2017, 2018 e 2019.
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FABBRICHE DI CULTURA Oggetto: rassegna cinematografica Organizzato da: Museo Nazionale del Cinema di Torino Location: Ex Acciaierie Lucchini Periodo: marzo-aprile 2018 Il Museo Nazionale del Cinema propone, in collaborazione con le principali cineteche nazionali e internazionali e con l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa, un’ampia rassegna che documenti la rappresentazione della fabbrica nel cinema, dalle origini sino ai giorni nostri, muovendosi liberamente tra fiction, documentario e film industriale. Fin dai primi anni del cinematografo, la macchina da presa è entrata nelle fabbriche per filmare il lavoro, le macchine in movimento e, a partire dagli anni Sessanta, lo scontro sociale. La fabbrica ha accompagnato tutta la storia del cinema, marcandone le diverse fasi e stagioni, da uno dei primi film dei Fratelli Lumière – La Sortie de l’usine Lumière (1895) – a Il padrone delle ferriere (1919), prodotto dalla torinese Itala Film di Giovanni Pastrone, dal capolavoro di Fritz Lang Metropolis (1927) ai Tempi moderni di Chaplin (1936), dai maestri italiani degli anni Sessanta-Settanta (Monicelli, Gregoretti, Petri, Scola) che raccontano la massiccia industrializzazione ai tempi più recenti, in cui il cinema internazionale ha prima continuato a utilizzare la fabbrica come luogo privilegiato di riflessione sull’ambiente sociale che la circonda (Godard, Kaurismäki, Schrader) e poi usato il documentario come nuovo modo di rappresentarla (Comencini e Ferrario).
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METAMORFOSI
Oggetto: Archeologia industriale Organizzato da: Città di Settimo Torinese, Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana, Politecnico di Torino – DIST E DAD, Regione Piemonte, Erih, Aipai, E-faith, Archeologiaindustriale.net Location: Ecomuseo del Freidano Periodo: gennaio-dicembre 2018 Settimo sin dai primi anni ’80 è stata laboratorio di approfondite ricerche archeologico-industriali che hanno portato alla valorizzazione del suo ingente patrimonio industriale. In occasione del 2018 la città intende porre attenzione sul cammino fatto finora, con la realizzazione di un cartellone di mostre temporanee, conferenze, appuntamenti e incontri, visite didattiche per scuole di ogni ordine e grado, la promozione di interventi artistici e mostre itineranti nella città, itinerari e percorsi a diversi livelli di scala (da locale a regionale) in connessione con le imprese del territorio e le reti culturali (nazionali e internazionali) dedicate alla valorizzazione del patrimonio industriale. Momenti fondamentali di questo percorso saranno: la mostra fotografica collettiva (marzo/giugno 2018) dei maggiori fotografi nel campo dell’archeologia industriale che propone una riflessione sulla rappresentazione del paesaggio industriale attraverso le immagini; il convegno di tre giornate in cui studiosi, professionisti, imprese e interessati si confronteranno anche attraverso focus group mirati; un percorso espositivo itinerante negli spazi pubblici cittadini e presso le aziende interessate che illustrerà le trasformazioni della “città delle fabbriche” nell’arco di trent’anni; l’installazione di alcuni reperti di archeologia industriale appartenuti alla fabbrica Paramatti e rivisitati in chiave artistica attraverso una concorso d’arte urbana per giovani artisti emergenti; la creazione di un museo diffuso del patrimonio industriale e di un centro di documentazione con la partnership di imprese del territorio e la sistematizzazione dei loro archivi aziendali in collegamento alla sede centrale dell’Ecomuseo.
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STREET ART MUSEUM, OPERA VIVA Oggetto: street art / arte pubblica Organizzato da: Roberto Mastroianni e Alessandro Bulgini Location: luoghi diversi nel territorio cittadino Periodo: gennaio-dicembre 2018 Azioni di arte pubblica che lasceranno tracce di una scrittura del territorio attraverso la creazione di un “museo a cielo aperto” . Street Art Museum. A partire da esperienze presenti sul territorio dell’area metropolitana verranno individuate 7 aree “soglia” in 7 punti diversi della città in cui verranno realizzati 70 “pezzi” di graffiti-writing/muralismo urbano realizzati da una decina di artisti importanti della scena nazionale e internazionale e da altri artisti emergenti di rilevanza locale. Le 7 “aeree soglia” saranno individuate in luoghi esemplari dell’area metropolitana settimese in cui il territorio rurale o industriale sfuma nel territorio urbano ed è presente forte convivenza tra vocazione commerciale, produttiva e residenziale e in cui fasce di popolazione diversa per ceto e composizione sociale si incontrano. Settimo Street Art Museum si presenterà come un museo d’arte a cielo aperto e le opere andranno a formare un percorso espositivo all’aperto che consentirà di ammirare i dipinti realizzati, coinvolgendo i giovani writer locali in una serie di interventi sotto la guida di artisti famosi e affermati. Opera Viva di Alessandro Bulgini. Alessandro Bulgini è uno dei più noti e poliedrici artisti italiani, che, dopo un passato dedicato alla sperimentazione pittorica, ha deciso di dedicarsi all’arte pubblica e al recupero delle periferie metropolitane industriali e post-industriali. Il progetto Opera Viva poggia le sue basi sul recupero delle storie e delle identità locali portandole a rappresentazione attraverso interazioni con i residenti, in modo da dare forma a una narrazione visuale. Dopo differenti interventi in città italiane e straniere (Torino, Cosenza, Taranto, Livorno, Pittsburgh), Opera Viva approderà a Settimo dando vita a una serie di interventi performativi che segneranno la continuità territoriale tra Settimo e le altre periferie italiane e straniere in cui è stata ospitata. Le linee di azione principali sono: Opera Viva-Cartellone. Un cartellone pubblicitario di dimensioni (6x2m) verrà messo a disposizione dalla Città e su di esso Bulgini e una serie di artisti da lui coinvolti realizzeranno degli interventi visuali, che verranno stampati come cartelloni pubblicitari e affissi per 2 mesi. Opera Viva-Decoro Urbano. La città verrà attraversata dall’artista che riproporrà il tema del decoro a gessetto in relazione con gli abitanti e i bambini del territorio, prediligendo spazi densi di criticità come le case popolari, il Centro Teobaldo Fenoglio, gli spazi antistanti alla Biblioteca Archimede. La restituzione video e foto realistica degli interventi diverrà una mostra ospitata dall’Ecomuseo del Freidano.
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OTELLO. CHI HA PAURA DELLO STRANIERO? Organizzato da: Associazione Terra Terra Location: Teatro Garybaldi Periodo: ottobre 2017-giugno 2018
Cinque ragazzi italiani e cinque migranti ospiti del Centro Fenoglio portano in scena il classico shakespeariano Otello, sotto la guida di Elena Ruzza, regista e attrice teatrale. L’esperienza del teatro è un’occasione unica per mettersi alla prova in una lingua e una cultura diverse dalle proprie e allo stesso tempo è la possibilità di restituire all’opera classica un significato del tutto contemporaneo. I protagonisti dell’attività hanno già lavorato sul progetto di laboratorio di alfabetizzazione teatrale Rifugi (201516) che ha prodotto un testo nato da loro libere improvvisazioni e dall’interazione tra gli attori. Lo spettacolo Rifugi ha debuttato al Premio Giorgio Gaber Obiettivo Nuove Generazioni, Teatro Stabile di Grosseto. Il live dell’esperienza è documentato sin dalle fasi iniziali, dallo studio del testo, dalla prima interazione tra gli attori, fino ai ritratti di ognuno di loro. Coordina questa attività di diario del quotidiano Andrea Tinari, giornalista e video maker.
PARATISSIMA KIDS Oggetto: arte contemporanea per bambini e famiglie Organizzato da: Paratissima in collaborazione con il Comune di Settimo Torinese. Location: Siva, Biblioteca Archimede, luoghi della città scelti dagli artisti per le installazioni. Periodo: ultima settimana di aprile 2018 Paratissima è un evento dedicato all’arte declinata in ogni sua forma: design, pittura, scultura, fotografia, fashion design, video. È una manifestazione nota a livello europeo (a giugno 2016 si è tenuta l’edizione a Skopje e a luglio 2016 a Lisbona) e in grado di coinvolgere oltre 500 artisti per ogni edizione. Obiettivo principale di Paratissima è avvicinare le persone all’arte contemporanea e anche con questo intento è nato al suo interno da alcuni anni Parafuture, uno spazio dedicato ai bambini e alle scuole. Questa sperimentazione ha evidenziato l’importante azione svolta dalle giovani generazioni nell’avvicinare i genitori all’arte. A partire dall’edizione del 2017 a Settimo Torinese inaugurerà Paratissima Kids. La manifestazione coinvolgerà numerosi artisti e bambini tra i 3 e i 14 anni, attraverso le scuole e le singole famiglie. L’idea si compone di varie attività: - Paratissima per bambini e ragazzi: come nella rassegna d’arte per i più grandi vengono qui esposti i lavori e le opere realizzate dai bambini durante i laboratori fatti nelle scuole, sotto la guida di selezionati esponenti dello scenario dell’arte contemporanea. - Laboratori continuativi dedicati al mattino alle scuole e al pomeriggio alle famiglie per sensibilizzare i bambini (e le famiglie) rispetto all’arte, finalizzati alla creazione di opere a partire da elementi rappresentativi del territorio (il pennarello e la penna o la gomma, ad esempio) e con l’intento di dare una connotazione artistica all’industria. Tali interventi monumentali saranno realizzati coinvolgendo i ragazzi delle scuole medie e troveranno collocazione stabile in alcuni luoghi simbolo della città; in particolare andranno a rappresentare e identificare i “confini”, immaginati come moderni cippi, segnali fisici e creativi del territorio.
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TEMPI MODERNI Oggetto: Letteratura Organizzato da: Circolo dei Lettori di Torino Location: ex Acciaierie Lucchini Periodo: maggio 2018 Il Circolo dei Lettori di Torino, nato e sostenuto dalla Regione Piemonte, è la prima sede italiana permanente dedicata alla lettura e rappresenta una dei più importanti centri culturali italiani. Il Circolo è fin dal 2010 partner della città di Settimo e della Fondazione ECM, collaborando a diverse iniziative culturali, a iniziare dagli eventi di inaugurazione della Biblioteca Archimede (una 24h di letture e incontri con Beppe Severgnini, Massimo Gramellini, Piergiorgio Odifreddi, Fabio Geda e molti altri). In occasione di Settimo Capitale Italiana della Cultura 2018, la collaborazione con Il Circolo porterà alla realizzazione di un evento articolato e innovativo. Quattro scrittori italiani - Sandro Veronesi, Fabio Geda, Edoardo Nesi e Simone Lenzi - saranno impegnati a raccontare i passaggi che hanno segnato una città di periferia che ha cambiato pelle rapidamente, ritrovandosi in pochi anni da piccolo borgo di lavandai a villaggio Fiat e città dormitorio per diventare, infine, luogo di cultura, sviluppo e innovazione tecnologica. La città, la sua storia e i suoi abitanti saranno i protagonisti di quattro racconti firmati da autori che, negli anni, hanno saputo raccontare la realtà della fabbrica e del lavoro, legando la loro scrittura a temi come la periferia operaia, la vita delle province cresciute attorno a grandi aziende, la globalizzazione e il declino di un determinato sistema produttivo, il riscatto di una generazione. Le testimonianze verranno da loro raccolte a partire dalla primavera 2017 e rielaborate in singoli monologhi che, a loro volta, costruiranno il soggetto di uno spettacolo teatrale diretto dal regista Paolo Virzì.
SETTIMO: L’OTTAVA MERAVIGLIA Oggetto: teatro Organizzato da: Laura Curino, Teatro Stabile di Torino, Fondazione ECM Location: Teatro Garybaldi Periodo: novembre 2017-settembre 2018 Scrittura e messa in scena di un testo teatrale di Laura Curino che racconta Settimo dalla fine degli anni ’70 a oggi da un punto di osservazione molto particolare: l’identificazione tra i percorsi di teatro e città, l’intreccio di esperienze umane, politiche e artistiche che hanno contraddistinto l’esperienza del Teatro Laboratorio Settimo. Il testo teatrale racconta questa storia attraverso una narrazione in dieci parole: città, progettazione, urbanistica, servizi sociali, cultura, scuola, arte, utopia, teatro, eterotopia (termine filosofico che indica quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano).
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IlIl calendario Settimo calendarioTorinese del 2018 perchè del per chè 2018 no? in comun
FIUME MEDITERRANEO
Oggetto: migrazioni/data-telling/arte pubblica Organizzato da: Croce Rossa Italiana, Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino (DAD), Bold, Stiftung Flucht Vertreibung Versöhnung (Fondazione berlinese che sta realizzando il Museo del migrante che aprirà a Berlino nel 2018) Location: Parco del Po, tratto fluviale; Ecomuseo del Freidano Periodo: giugno 2018 La Croce Rossa Italiana dal 2008 a oggi ha accolto al Centro Fenoglio centinaia di migliaia di migranti e di richiedenti asilo, raccogliendo i dati personali di tutte le persone che sono transitate da quel crocevia di destini (si pensi in particolare all’azione, solo italiana, del ricongiungimento dei familiari divisi, noto con l’acronimo RFL, restoring family links). Questi dati non sono solo numeri, ma racchiudono storie, sogni e traiettorie verso una vita migliore, lontana da fame e guerra. Si intende creare una suggestiva narrazione dei dati raccolti dalla CRI attraverso l’interazione con due linguaggi estremamente attuali: il data-telling (ovvero lo story-telling attraverso i dati) e l’arte contemporanea. Il progetto prevede una prima fase di analisi ed elaborazione dei dati con l’obiettivo di esprimere dieci numeri altamente simbolici della parabola dei migranti che transitano dal Fenoglio. Nella seconda fase, i dieci numeri diventano un’installazione artistica di arte pubblica di altissimo impatto visivo e naturalistico. Nel tratto del fiume Po sottostante il ponte tra Settimo e Castiglione Torinese (che diventa, insieme alla spiaggia sulla sponda del fiume, meta turistica e punto d’osservazione dell’opera) vengono posizionate dieci piccole barche sopra le quali sono posti i dieci numeri, realizzati con tubi al neon alimentati con pannelli fotovoltaici. Il risultato è un’installazione non solo evocativa, ma che – attraverso il tema dell’acqua - crea una serie di “ponti” e suggestioni tra il viaggio dei migranti sui barconi nel mar Mediterraneo e la città di Settimo e la sua storia (fortemente legata al Po: in quel punto specifico viveva, nella sua barca con la famiglia, una persona nominata dal sindaco che aveva il compito di traghettare le persone attraverso il fiume). L’acqua diventa la “tavola” artistica e, al tempo stesso, elemento naturale di ricongiungimento e non divisorio. Inoltre, con l’obiettivo di esprimere attorno a nuclei tematici individuati come strategici la parabola dei migranti che transitano in Italia, sarà realizzata una mostra presso l’Ecomuseo del Freidano, insieme a Bold, società che a Torino organizza da alcuni anni la nota rassegna Operae (un incontro internazionale che promuove sperimentazione per favorire il dialogo tra design, artigianato, gallerie, aziende e istituzioni). Lo strumento narrativo che si intende utilizzare è quello dei dati, seguendo la corrente molto attuale della visualization data che restituisce risultati di grande sintesi visiva, in grado di esprimere tutta la forza, l’immediatezza e la concretezza dei numeri attraverso rappresentazioni grafiche che rendono accessibili concetti e informazioni spesso di grande complessità. I dati numerici addensati attorno ai nuclei tematici prendono forma con visualizzazioni ora puramente grafiche, ora tridimensionali, ora con installazioni digitali interattive rese coerenti da un lavoro curatoriale e di direzione artistica che guiderà la realizzazione della mostra.
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KABARET VERTIGO Oggetto: Spettacolo circense Organizzato da: Cirko Vertigo Location: Via Foglizzo, Parco Lama Periodo: Luglio 2018 Kabaret Vertigo è un cabaret circense e popolare innovativo che raccoglie l’energia di giovani artisti con la scrittura e la direzione di esperti professionisti dell’arte scenica nazionale ed internazionale. Si tratta di una serie di spettacoli pensati per le famiglie a ritmo di risate in italiano, inglese, francese e senza parole, realizzati in un luogo del tutto inedito della periferia di Settimo, in un’area di forte concentrazione delle case popolari. Il circo ha la capacità di mettere insieme bambini e adulti che non cessano di fantasticare e viaggiare verso mondi lontani ammirando la danza aerea dei tessuti, clave e corpi leggeri che smentiscono le leggi di gravità. Per questo tutti i luoghi cessano di avere un linguaggio noto, alle volte carico di pregiudizi: l’unico elemento necessario è l’aria e in quell’elemento verranno messi in scena spettacoli di intrattenimento che si intrecciano sul filo di una comicità eccentrica, di uno humour che sfiora l’assurdo in cui viene meno il confine tra artista e spettatore.
SETTIMAP Oggetto: Mappatura Partecipata – Smart Hackathon Organizzato da: Città di Settimo Torinese e Coldiretti Torino Location: tutta la città Periodo: aprile-maggio 2018 Come raccontare le diverse anime di Settimo e renderle disponibili e fruibili ai cittadini del mondo? Utilizzando strumenti innovativi che coinvolgano le persone che vivono sul territorio e tecnologie che permettano di rendere le informazioni accessibili a tutti. Con OpenStreetMap - la mappa libera del mondo, costruita con il contributo di tutti e i cui dati sono accessibili e riutilizzabili da chiunque – e altri software liberi si possono mappare e raccontare città, cultura, agricoltura, natura, accoglienza, accessibilità. In particolare verranno mappati i servizi pubblici sociali e sanitari, i luoghi della cultura, le aziende agricole e agrituristiche, i parchi naturali con particolare attenzione al tema dell’accessibilità per le persone disabili. Per realizzare questo progetto Coldiretti Torino e il Comune di Settimo Torinese, in collaborazione con le associazioni attive sul territorio, individueranno un gruppo eterogeneo di giovani scelti tra ragazzi che frequentano le scuole locali e migranti ospiti del Centro Fenoglio ai quali verrà proposto un percorso informativo sul significato di costruire conoscenza condivisa, sull’uso di OpenStreetMap, sugli open data, sugli strumenti per la mappatura dal basso, sul concetto di accessibilità dei luoghi. I ragazzi, guidati da un tutor, avranno il compito di mappare (utilizzando smartphone e tablet) e raccontare una specifica area territoriale. Per ciascun punto nuovo sulla mappa verranno aggiunte alcune informazioni rilevanti (in italiano e nelle lingue dei ragazzi stranieri che partecipano al gruppo di lavoro).
SETTIMO CITTÀ APERTA Oggetto: musica, arte, letteratura, fotografia Organizzato da: Multiplay, Fondazione ECM Location: la città Finanziato da: Regione Piemonte, Comune di Settimo, Enti privati Grandi artisti nazionali e internazionali, in rappresentanza delle diverse espressioni artistiche, diventano cittadini settimesi per un periodo di tempo finalizzato ad assorbire il fermento culturale, rielaborarlo e trasformarlo in un racconto all’interno del proprio percorso artistico. I protagonisti di quattro discipline (fotografia, narrativa, musica, cinema) le “nutriranno” giorno dopo giorno nelle strade, nelle piazze e nei parchi grazie al rapporto creativo tra il loro talento e le suggestioni dei luoghi, della storia e della gente di Settimo. Protagonisti saranno artisti, scrittori e musicisti che nel loro lavoro abbiano valorizzato la forza delle periferie come vero motore di trasformazione delle aree urbane europee. Saranno coinvolti: Silvia Avallone per la letteratura, Daniele Silvestri per la musica, Mimmo Calopresti per il cinema, Gianni Berengo Gardin per la fotografia.
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COLLISIONI OFF
Oggetto: musica Organizzato da: Collisioni Location: Parco de Gasperi Periodo: luglio 2018 Nato nel 2009, Collisioni si è affermato come uno dei festival più importanti del Piemonte. Frequentato da decine di migliaia di spettatori, è uno degli eventi culturali più attesi in Italia e uno dei festival di musica e letteratura più popolari. Il festival si svolge nel cuore della bellissima zona delle Langhe, nel paese di Barolo, e si basa sul crossover tra linguaggi artistici e tra generazioni diverse. La compresenza di alcuni tra i maggiori intellettuali e scrittori internazionali durante il giorno e dei concerti serali con le grandi icone della musica mondiale contribuiscono a creare quell’atmosfera unica che è propria di Collisioni. In occasione di Settimo Capitale Italiana della Cultura 2018 Collisioni vuole riproporre quell’atmosfera speciale anche a Settimo, organizzando un’anteprima del Festival con un grande concerto di un’artista internazionale che verrà definito nei primi mesi del 2017.
FUORI TUTTI Oggetto: concerti musicali Organizzato da: Multiplay in collaborazione con Fondazione ECM e Comune di Settimo Location: Parco De Gasperi Periodo: luglio 2018 Fuori Tutti è la kermesse musicale che da più di 12 anni anima le estati di Settimo. La rassegna si svolge nel grande Parco De Gasperi che ospita fino a 15.000 persone e nel corso della sua storia ha ospitato i concerti di stelle della musica pop nazionale come Max Pezzali, Irene Grandi, Roberto Vecchioni, Edoardo Bennato, Nomadi, Enrico Ruggeri, Angelo Branduardi, Paola Turci, Eugenio Finardi e tantissimi altri. Nel 2018, in occasione di Settimo Capitale Italiana della Cultura e del 15o compleanno di Fuori Tutti, il festival punterà a un’edizione prestigiosa invitando alcuni fra i più importanti artisti italiani: Subsonica, Daniele Silvestri, Max Gazzè tra gli altri, all’internazionalizzazione della proposta con l’apertura ad artisti di provenienza europea e all’unicità di alcuni degli spettacoli offerti che saranno pensati come produzioni esclusive e messe in scena solo a Settimo.
THE ITALIA NEW WAVE 3rd ANNUAL SUMMIT Oggetto: rassegna di musica dal vivo Organizzato da: Xplosiva e Club To Club Festival Location: Ex Acciaierie Lucchini Periodo: settembre 2018 Descrizione: Club To Club presenta The Italian New Wave 3rd Italian Summit, terza edizione della rassegna interamente dedicata ai protagonisti della nuova creatività musicale italiana. Alcuni degli artisti più originali e rappresentativi della scena elettronica e contemporanea della Penisola si esibiranno nei suggestivi spazi industriali delle Ex Acciaierie Lucchini di Settimo. The Italian New Wave è il format di Club To Club Festival che promuove la nuova creatività musicale italiana nel mondo attraverso showcase ed iniziative uniche. ITNW include un roster vario e accuratamente selezionato di artisti che, con la propria produzione unica e innovativa, sposano perfettamente l’attitudine e lo stile di Club To Club, rappresentandone una vetrina ideale. Il roster è impreziosito da produzioni esclusive commissionate da ITNW, incentrate su collaborazioni inedite tra gli artisti che, incoraggiando la sperimentazione tra i protagonisti della scena, ne amplificano la risonanza. La promozione del progetto beneficia della rinnovata attenzione dedicata alla nuova e vibrante scena italiana da parte di media nazionali, che ne seguono gli sviluppi con crescente interesse, così come di quelli esteri, alla ricerca costante di trend e fenomeni attuali nati in paesi tradizionalmente non centrali per il mercato discografico mondiale.
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LE CULTURE DEL CIBO Oggetto: Enogastronomia Organizzato da: Slow Food Location: piazze di Settimo Periodo: settembre 2018 Terra Madre - Salone del Gusto di Torino è una delle più importanti manifestazioni internazionali dedicate alla cultura del cibo. Nel settembre del 2016 a trent’anni dalla fondazione di Slow Food Italia, la manifestazione per la prima volta avrà come location i luoghi più belli e prestigiosi di Torino: tra gli altri il Parco del Valentino, il Borgo Medievale, Palazzo Reale, Teatro Carignano, il Circolo dei Lettori. In occasione di Settimo Torinese Capitale Italiana della Cultura 2018, Slow Food, che ha già collaborato con la città in occasione del Festival dell’Innovazione e della Scienza 2014, proseguirà nel proprio progetto di apertura di Terra Madre Salone del Gusto, portando alcuni appuntamenti della rassegna nella città di Settimo. In particolare, Terra Madre 2018 sarà dedicato al tema della periferie. Nelle principali piazze della città si terranno appuntamenti didattici per bambini e famiglie, che combineranno momenti di degustazione, analisi sensoriale, approfondimenti sull’impatto delle scelte alimentari. In particolare verranno raccontate le diverse culture del cibo che caratterizzano il nostro pianeta, dando a bambini e famiglie la possibilità di scoprire prodotti, alimenti, tradizioni della cucina internazionale.
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FESTIVAL DELL’INNOVAZIONE E DELLA SCIENZA Oggetto: divulgazione scientifica Organizzato da: Fondazione ECM Location: Settimo Torinese e area metropolitana Periodo: ottobre 2018 Il Festival dell’Innovazione e della Scienza è oggi un evento di caratura internazionale (rientra nella rete dei festival scientifici europei Eusea) che richiama ogni anno decine di migliaia di visitatori e ospita relatori provenienti da tutta Europa. L’edizione del 2018 sarà dedicata al tema dei confini, approfondendo le innovazioni tecnologiche e scientifiche che ogni giorno consentono di superare i confini della conoscenza. Testimonial d’eccezione sarà Luca Parmitano, il primo astronauta italiano ad effettuare un’attività extraveicolare il 9 luglio 2013 e che ha dato la propria disponibilità a diventare “cittadino” di Settimo per una settimana durante il festival. Una settimana nel corso della quale Parmitano incontrerà le scuole, il territorio, vivrà la città, racconterà la sua esperienza. Non mancheranno anche momenti insoliti: come un concerto rock di una band locale con Luca Parmitano alla chitarra.
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REST-ART. QUANDO LE CITTÀ SI RIPENSANO Oggetto: convegno europeo Organizzato da: Regione Piemonte, Comune di Settimo, Agenzia Europa Creativa, Politecnico di Torino e di Milano Location: Biblioteca Archimede Periodo: ottobre 2018 In tempi in cui la contingenza economica rende complesso il mantenimento di posizioni acquisite in precedenza in ambiti come la produzione industriale o il settore agrario, il supporto delle attività culturali allo sviluppo di nuove identità locali, che non rinneghino il passato del territorio ma sappiano interagire con esso alla ricerca di prospettive differenti, risulta indispensabile. È quanto è accaduto e sta accadendo ad alcune realtà europee quali Manchester, Anversa e Matera. Manchester, percepita per secoli come capitale del tessile e porto commerciale tra i più importanti del continente, ha saputo cambiare per l’avvento del terzo millennio. La zona del porto è stata protagonista del rilancio con la nascita dell’area “Salford Quays”, animata da musei, gallerie d’arte, spazi per lo sport e il tempo libero. Una nuova immagine accompagna da qualche tempo anche Anversa, la città belga capoluogo delle Fiandre che ha conosciuto a partire dagli anni ottanta importanti trasformazioni urbanistiche e attitudinali. Questo percorso di riqualificazione e promozione è culminato nel 2011 con la nomina a Capitale Europea della Gioventù. Matera, è stata riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1993. Intorno alla storica riqualificazione è fiorita una città nuova, capace di conquistare il titolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019, riconoscimento assegnato per la prima volta a un centro urbano del Sud Italia. Il convegno ha lo scopo di mettere a confronto buone prassi europee e individuare sinergie con altri centri nazionali ed europei.
LAVORARE STANCA Oggetto: mostra fotografica Organizzato da: Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa, Associazione Gloria Lunel, Museo Nazionale del Cinema, Università degli Studi di Torino. Location: SIVA Periodo: novembre-dicembre 2018 Sin dalla fine del XIX secolo, fotografia e cinema hanno costruito la narrazione visiva dell’evoluzione storica del lavoro, dei suoi prodotti, dei suoi spazi e dei suoi protagonisti. La produzione foto-cinematografica dedicata al tema del lavoro trascende uno specifico genere e rappresenta un importante strumento di documentazione storica ma anche un significativo tassello della storia della fotografia e del cinema italiani. Il percorso espositivo – che documenta il periodo da fine ‘800 sino agli anni 70 del ‘900 – presenterà i seguenti temi: dinamismo dell’immagine, memoria e trasformazione del mondo del lavoro, le tecnologie, la fatica, i movimenti di massa, il lavoro al femminile.
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Testata: “La Voce di” Reg. Trib. di Torino n. 5332 del 23/11/1999. Editore: Vivimedia srl, via della Repubblica, 9, 10036 Settimo To-
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