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La FAITA-FederCamping spiega il nuovo modello di ospitalità open air

Nicolcarlo Genovese ospite di Media Hotel Radio all’evento “Si viaggiare” sul turismo del dopo Covid

di Filippo Gentile

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Media Hotel Radio il 17 Giugno ha organizzato un evento online intitolato “Si viaggiare” dedicato alle mete alternative e ai nuovi modelli di ospitalità: glamping, dimore storiche, agriturismo, case vacanza, del dopo pandemia. Defi nita il "Porta a porta del turismo italiano" il salotto televisivo di MHR denominato “Talking Suite” va in onda dal Lumen cocktail bar del prestigioso St Regis di Roma, l’ex Grand Hotel. Questo talk show è trasmesso sul web a cadenza settimanale ed è disponibile on demand sul sito della stazione. In questo salotto si incontrano personaggi del mondo hospitality e travel, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria, vip ed altri professionisti del settore sia nazionali che internazionali per discutere a tutto campo dei temi che riguardano l’ospitalità e il turismo. Conducono la trasmissione Palmiro Noschese, noto professionista con oltre trent’anni di esperienza come area director, direttore delle operations, general manager nel settore turismo, e Alessandra Casale, ex modella con alle spalle diverse conduzioni televisive e radiofoniche. Nella puntata di Giugno hanno partecipato Gianmarco Centinaio, sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con delega al turismo, Nicolcarlo Genovese, responsabile della comunicazione di FAITA-FederCamping, Danilo Beltrante, direttore di Vivere di turismo business school e curatore della collana Bed&Business, Fortunato Federici, presidente di Fresia Hotels & Resorts, proprietaria delle Terme di Vulci Glamping & Spa, Franco Fontana, person certifi cation manager and delegated della UNI Commissions presso Intertek. In collegamento da Milano sono intervenuti: Giovanni Da Schio, membro della giunta esecutiva con delega al turismo dell' Associazione dimore storiche, Fabrizio Gaggio, managing director Unahotels e Mario Mantovani, presidente di Manager Italia. Conduttori Palmiro Noschese e Alessandra Casale. Il sottosegretario Gianmarco Centinaio ha esordito soff ermandosi sul ruolo che potrebbe avere l’agricoltura nel business turistico in cui oggi conta la bellezza della location ma anche quanto vi si mangia e si beve bene il che conferisce all’agroalimentare una importanza che forse prima non aveva e il turismo per l’imprenditore agricolo sta diventando una parte consistente del proprio business. L’enoturismo in Italia sta inoltre diventando sempre più consistente e sulla sua scia altre iniziative turistiche legate al food and beverage si

stanno sviluppando in molte regioni. Interpellato sul turismo open air il sottosegretario ha concordato sul fatto che dopo il Covid c’è la voglia di sperimentare e vivere situazioni diverse e lui stesso sente sempre più persone abituate a vivere in città desiderare almeno una settimana di vacanza in luoghi completamente diversi, magari in campeggio e quindi – anche se il turismo è caratterizzato da continue variazioni della domanda – non c’è dubbio che la vacanza all’aria aperta sia in questo momento in principale trend. Nicolcarlo Genovese, di FAITA-FederCamping, rispondendo alla domanda su quanto è forte quest’anno il desiderio di riappropriarsi della natura, ha ricordato che l’open air è il secondo comparto turistico italiano per importanza dopo gli hotel, con i suoi dieci milioni di arrivi e 70 milioni di presenze, e racchiude molte forme di vacanza, non soltanto perché esistono diverse tipologie di campeggio per dimensione e collocazione. Ve ne sono alcune che certamente incuriosiscono di più, come il glamping, ormai presente in molte strutture. Tuttavia alla FAITA piace ricordare che, al netto della stagione 2020, molto particolare e si spera straordinaria, il mondo del campeggio assicura una triade in questo momento necessaria: sicurezza, spazio e libertà. Già lo faceva prima, ma oggi ha un peso e un significato diverso. In ogni caso, ha ricordato ancora Genovese, all’interno di un campeggio è possibile confezionare “su misura” la propria vacanza, così come la si vuole vivere. Il glamping rappresenta una esperienza al top ed è giusto che quelle che lo propongono siano strutture specializzate poiché in questo caso la qualità del prodotto aumenta. Tuttavia il piccolo campeggio e la grande struttura hanno come comune denominatore la sostenibilità ambientale, il desiderio dell’ospite di stare nella natura e una intrinseca capacità di scambio col territorio e in sostanza il campeggio si sceglie per questo insieme di motivi. «Nel 2020 abbiamo avuto più italiani che hanno scelto il campeggio», ha detto ancora il responsabile della comunicazione della FAITA-FederCamping, «e contiamo di recuperare questa clientela nazionale, perché i territori che propongono la nostra forma di turismo sono unici. Le 2650 strutture che ci sono in Italia non offrono soltanto il mare i i laghi, ma anche città d’arte, montagna, attività sportive. Un imprenditore che gestisce un campeggio deve necessariamente avere una poliedricità e una interconnessione col territorio se vuole sopravvivere e crescere». Il comparto del turismo all’aria aperta, ha ricordato Genovese, è adesso al suo terzo cambio generazionale, avendo circa sessanta anni di storia alle spalle e grazie alla conoscenza che ha di questo prodotto può offrire ai suoi ospiti tante occasioni di vacanza: «Se qualcuno vuole avere una esperienza holliwoodiana vi sono camping che hanno le Airstream, i tipici caravan Usa, con tv satellitare e aria condizionata; oppure si può scegliere di soggiornale in un villaggio nordico, che sono un’altra realtà». Pensando a ciò che ancora manca al settore open air Nicolcarlo Genovese ha detto che oggi vi è l’esigenza di poter disporre di una certificazione ambientale e di formare un management capace di guardare anche ad altri aspetti che non siano strettamente connessi alla gestione spicciola di una struttura. Ad esempio che sia capace di acquisire energia da fonti rinnovabili o gestire i rifiuti. Altro aspetto emerso durante la trasmissione online e l’intervista al rappresentante della FAITA-FederCamping è che purtroppo almeno fino a qualche anno fa il campeggio era percepito un po’ come una forma di vacanza di serie B, più economica. Per questo motivo, secondo Genovese, oggi deve poter diventare più seducente e riuscire a fare una “offerta sexi”, tanto più che il mercato seleziona. Se l’ospite non trova prodotto e offerta adeguati non torna, la struttura decade e chiude. In Italia abbiamo 2650 strutture con una stagionalità di circa 60 giorni l’anno e anche se sono poche hanno una offerta di 1 milione 350 mila posti letto. Si tratta di una ricchezza che però deve esse-

re compresa innanzitutto da chi la possiede per poter off rire agli ospiti il meglio dei territori. E ancora riguardo a questo Nicolcarlo Genovese ha spiegato che «l’esperienza che ciascuno dovrebbe aver potuto fare tra i sedici e i diciotto anni con la tenda canadese ha trasformato i turisti in visitatori, col desiderio di conoscere i luoghi e stare a contatto con chi vi abita; pertanto anche quando in una struttura vi è una semplice e “povera” piazzola va bene, perché pure questo dà accesso alla vacanza e al territorio. Poi ovviamente è bene avere tutto il resto: case mobili, piscine, servizi… Tuttavia è il territorio uno dei principali attrattori e il gestore di campeggio deve necessariamente essere un destination manager perché il campeggio non è solo in luogo in cui si off re ristorazione e svago ma dove si suggerisce il contatto con l’esterno» Fortunato Federici ha parlato del progetto di Terme di Vulci Spa, un progetto giovane essendo iniziato lo scorso anno, in pieno Covid, ma che ha la particolarità di essere forse il primo in Italia ad essere unicamente dedicato al glamping, esperienza unica di contatto con la natura e un ritorno alle origini, quando campeggiare voleva dire dormire in una tenda. Ma anche esperienza sostenibile, poiché le tende sono per defi nizione removibili e quindi non richiedono una trasformazione del territorio. Fabrizio Gaggio, direttore generale di Unahotels, si è soff ermato sul settore alberghiero, che in questo momento sta ancora soff rendo per la notevole riduzione del traffi co aereo passeggeri internazionale, principale veicolo di trasporto turistico ad ampio raggio, pertanto la possibilità di cominciare a lavorare dipende molto dalla raggiungibilità. Là dove è possibile arrivare in treno o in auto i segnali di ripresa ci sono e sono importanti. Vi sono ancora dubbi sulla ripresa delle città d’arte, come Roma e Firenze, e si attende a Settembre lo svolgimento di alcuni grandi eventi Mario Mantovani, presidente di Manager Italia, ha spiegato che sono già diversi anni che la sua struttura sta raccogliendo le idee e le esperienze dei propri iscritti che operano nel turismo con una visione “allargata” del settore, anche perché oggi l’economia turistica è sempre più integrata con le altre economie del territorio. I manager sono persone che hanno capacità progettuali, organizzative e sanno far lavorare assieme le persone. I destination manager, in particolare sono colleghi che fanno questo unendo le risorse pubbliche e private allo scopo di promuovere le destinazioni turistiche mantenendo la loro identità e facendole rinascere; senza subire i fl ussi turistici ma progettandoli. E sulla fi gura del destination manager si è espresso anche Franco Fontana, delegato di Uni , il quale ha auspicato che in un settore in evoluzione come quello delle professioni turistiche anche il suo ente, magari assieme a ISO cominci a muoversi per certifi care questa fi gura di manager, anche se attualmente in ambito normativo vi sono paesi, come la Spagna, che stanno conducendo una azione di lobbing che se pure ha portato signifi cativi miglioramenti nell’ambito dei servizi turistici ha un po’ lasciato in secondo piano le persone e le mansioni svolte. Un altro trend turistico in crescita è il soggiorno in antiche ville e castelli. Giovanni Da Schio, dell' Associazione dimore storiche, ha esordito dicendo che non si tratta di una realtà solo turistica ma storico-culturale alla quale aderiscono circa quattromilacinquecento soci su tutto il territorio nazionale, di cui quattrocento svolgono attività ricettiva. Si tratta di realtà dislocate per la metà in piccoli centri un terzo dei quali al di sotto dei cinquemila abitanti e quindi l’impatto che hanno sul territorio è notevole. Anche per questo il mondo del turismo sta guardando con rinnovato interesse a strutture che da un lato off rono ampi spazi aperti come tenute e giardini e dall’altro consentono di immergersi nella storia vivendo esperienze interessantissime. Le dimore storiche nel 2019 hanno totalizzato 46 milioni di visitatori ovvero quanto il totale dei musei italiani Ultimo intervento quello di Danilo Beltrante, direttore di Vivere di turismo, che si è fatto portavoce del settore extra-alberghiero che ad oggi rappresenta circa il 55% dei posti letto con ancora ampi margini di crescita considerati i sei milioni di immobili abbandonati secondo l’Agenzia delle entrate e le oltre 130 dimore storiche inutilizzate. Tra l’altro oggi il turista cerca una esperienza all’interno della comunità locale e l’extra-alberghiero è in grado proprio di soddisfare questo desiderio. Inoltre sempre secondo Beltrante la cura e la familiarità che possono mettere a disposizione degli ospiti i proprietari degli immobili hanno fatto in modo che questo settore abbia potuto reggere meglio degli hotel alla crisi. Infi ne si tratta di un settore in crescita, attorno al quale stanno ormai nascendo startup e servizi fatti proprio per incontrare le sue esigenze. ✻

“Genovese: «Il comparto del turismo all’aria aperta è al suo terzo cambio generazionale e la conoscenza che ha di questo prodotto fa si che questo possa offrire ai suoi ospiti tante occasioni di vacanza"

Nicolcarlo Genovese - Portavoce FAITA-FederCamping

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