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Lido e Arco, una gestione in sinergia

La Amsa Srl, nata nel 1977 per gestire il Casinò, ha acquisito negli anni ‘80 i due camping nel territorio di Arco (TN) per favorire lo sviluppo del territorio

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Il Campeggio Lido e Arco sono entrambi nel territorio comunale di Arco, nella provincia di Trento. Il primo è sulla sponda all’estremo nord del lago di Garda, il secondo a circa cinque chilometri nell’interno. Entrambi sono gestiti dalla Azienda viluppo di Arco (AMSA Srl) nata nel 1977 per la gestione del locale Casinò municipale. La storia dei due camping è strettamente legata al territorio. Il campeggio Arco fu costruito negli anni Sessanta del secolo scorso da un commerciante locale, il quale però dovette venderlo appena dieci anni dopo al Comune, che lo diede poi in gestione all’allora neocostituita Azienda Municipalizzata Servizi Arco. Il campeggio visse una vera esplosione alla fine degli anni ’80 grazie soprattutto al diffondersi della pratica dell’arrampicata sportiva sulle vicine pareti del monte Colodri e della rupe del Castello, due magnifiche palestre naturali che cominciarono ad attirare numerosissimi sportivi e appassionati della montagna. Un successo reso ancora più grande dalla organizzazione della manifestazione internazionale “Rock Master”. Per fare fronte alla accresciuta domanda nel corso degli anni ’80 furono realizzate le prime soluzioni abitative, miniappartamenti e bungalow. Negli anni 2000, dopo l’acquisizione di un lotto confinante, l’offerta venne ulteriormente ampliata realizzando nuove piazzole ed una serie di chalet. Il Campeggio Arco Lido fu invece acquisito da AMSA a metà degli anni ’80 per la sua posizione in riva al lago, sul quale ha un accesso diretto e un accesso anche alla ciclabile

Roberta Sommadossi, Direttrice Amsa Srl

“Nel Garda

Trentino, in particolare, la natura ci ha regalato un clima mediterraneo in un contesto alpino, il che ci permette di soddisfare esigenze turistiche anche molto differenti e di pensare a proposte che consentano un prolungamento della stagione.

del Garda, frequentatissima dai vacanzieri italiani e stranieri. Inoltre nei terreni adiacenti il campeggio, sorge il Circolo Vela Arco. Oggi AMSA Srl, oltre ai campeggi, gestisce anche i parcheggi a pagamento del Comue di Arco, il centro congressuale Casinò Municipale e il progetto ArcoWedding per la celebrazione di matrimoni ed unioni civili al Castello di Arco. Roberta Sommadossi è la direttrice dell’azienda.

Signora Roberta, quali sono i

vantaggi di una gestione comune delle strutture?

«I vantaggi derivanti dalla gestione di due campeggi sono molteplici e si riferiscono alle sinergie negli approvvigionamenti, nel marketing e ad una gestione integrata del personale. Ma il vantaggio principale risiede nella possibilità di offrire soluzioni alternative alla clientela».

Sono previsti ampliamenti e

nuove acquisizioni?

«Non sono previste nei prossimi anni acquisizioni e questo non per le difficoltà seguite alla pandemia, che come noto ha causato non poche perdite nei bilanci delle aziende turistiche, che hanno avuto una stagione 2020 molto al di sotto della media registrata negli anni precedenti, anche se il comparto del turismo all’aria aperta ha retto meglio di altri, quanto per la nostra scelta di procedere ad una riqualificazione degli asset esistenti, dirottando su questo i nostri investimenti».

Quali sono le caratteristiche

che contraddistinguono attualmente le due strutture e che incontrano il maggior gradimento da parte della clientela?

«Nonostante le due strutture distino solo qualche chilometro l’una dall’altra, la loro vocazione è alquanto differente. Il campeggio Arco Lido ha la sua principale caratteristica nella vicinanza al lago di Garda alla cui spiaggia ha un accesso diretto. Chi sceglie questa struttura sono turisti che praticano sport acquatici ma che tuttavia non si identificano solo nel windsurf, ma in uno stile di vita. Il Campeggio Arco, anche per la sua maggiore offerta di chalet e bungalow e per la sua posizione, che dà la sensazione di essere immersi in una pineta, è preferito dalle famiglie, ma non solo. Gli ospiti hanno qui una base ideale per pianificare e fare affascinanti escursioni lungo i numerosi e ben curati sentieri che caratterizzano le montagne trentine e affrontare bellissime arrampicate. Esperienze che coinvolgono anche i campeggiatori più giovani e giovanissimi ai quali è offerto gratuitamente un kids club che li immerge nel mondo dell’outdoor e della natura in ambiente montano».

Quali investimenti avete in

cantiere nel breve e medio termine?

«Il programma di investimento prevede la riqualificazione degli spazi comuni. Al campeggio Arco ad esempio si sta già lavorando ad un importante progetto di sviluppo, la cui prima fase porterà alla realizzazione di una nuova area piscine, la cui utilizzazione sarà consentita sia ai clienti del campeggio che ai turisti e residenti. Una occasione per legare la struttura al territorio dando la possibilità a grandi e piccini di trovare un po’ di relax o praticare sport acquatici anche tra le montagne».

A proposito di territorio qual

è il rapporto che vi lega con le altre realtà turistiche, il comune o le aziende locali?

«Nell’oggetto sociale di AMSA è specificatamente menzionata la valorizzazione del territorio, che l’azienda persegue con la regia e la collaborazione del Comune di Arco. Ne è un esempio proprio la piscina, la quale come ho detto non sarà ad uso esclusivo dei clienti del campeggio Arco, ma avrà una funzione di pubblica utilità. Inoltre diamo

un concreto sostegno al Circolo Vela Arco, ospitato sui terreni circostanti il Campeggio Arco Lido».

Quale eredità lascerà dal

punto di vista dell’accoglienza, dei servizi e della gestione in generale l’attuale emergenza sanitaria?

«Ciò che abbiamo vissuto in questo ultimo anno e mezzo ha stravolto le nostre vite, le nostre abitudini, i nostri modi di relazionarci e inevitabilmente i nostri modi di fare impresa. Credo che quanto accaduto abbia fatto emergere in ogni contesto i punti deboli e che l’analisi di questi consenta di trovare nuove opportunità di crescita e miglioramento. La novità maggiore che l’emergenza ha portato non è stata soltanto l’introduzione di nuove procedure per la sanificazione di attrezzature e ambienti e la maggior cura nella pulizia di bungalow e strutture in muratura. Nei nostri campeggi, ad esempio, stiamo riprogettando il sistema di prenotazioni, di check-in, di comunicazione e le infrastrutture per chi necessita di rimanere connesso anche in vacanza, adesso che il lavoro a distanza, prima quasi una eccezione, è diventato per molti quasi una routine, che probabilmente proseguirà anche oltre l’emergenza. Non dovrà tornare tutto come prima, perché ciò sarebbe di fatto un passo indietro. Se è vero che abbiamo dovuto modificare il nostro modo di lavorare, è anche vero che il turismo all’aria aperta ha mostrato di avere molte opportunità rispetto ad altre formule. Adesso è il momento di studiare il modo per fare sì che il vantaggio acquisito possa diventare per così dire strutturale. In poche parole dobbiamo assolutamente evitare di rilassarci nella speranza che la preferenza dimostrata dai vacanzieri per le strutture dotate di spazi aperti e soluzioni abitative indipendenti si trasformi in un dato di fatto acquisito e consolidato. A mio avvisto tutto ciò deve diventare invece un punto dal quale partire per immaginare e sviluppare un nuovo modo di vivere la vacanza».

Il fatto di svolgere l’attività in

una provincia particolare come il Trentino, come influisce sul vostro progetto imprenditoriale?

«Sicuramente la possibilità della Provincia autonoma di Trento di legiferare su molte materie, le permette di calarsi nelle realtà anche molto eterogenee presenti in Trentino. C’è un altro aspetto che però influisce significativamente sui nostri progetti ed è la ricchezza del territorio di questa regione. Nel Garda Trentino, in particolare, la natura ci ha regalato un clima mediterraneo in un contesto alpino, il che ci permette di soddisfare esigenze turistiche anche molto differenti e di pensare a proposte che consentano un prolungamento della stagione». ✻

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