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La gestione della sicurezza degli alberi nei camping

La gestione della sicurezza degli alberi nei camping

La sicurezza è un aspetto che richiede un certo investimento, con gradi differenti di approccio alla valutazione di stabilità

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di Riccardo Frontini e Fabio Agabiti Rosei

La sicurezza degli alberi e la gestione del rischio connesso alla loro presenza è attualmente un argomento molto dibattuto, anche a seguito degli ultimi eventi di cronaca. In spazi verdi come i campeggi il problema deve essere affrontato in modo sicuro e soprattutto professionale per evitare eventi che possono essere di estrema gravità. La gestione della sicurezza, della stabilità e del rischio connesso alla presenza di alberi, comporta una serie di step che si susseguono per grado di approfondimento e accertamento delle problematiche di un albero, sia da un punto di vista fisiologico e/o strutturale, sia da un punto di vista di sicurezza nei confronti di cose e persone. Le figure che si distinguono in questa materia sono due: quella del gestore, ossia il proprietario e responsabile dell’alberatura e quella del valutatore, ossia l’esperto che definisce i gradi di sicurezza e gestione dell’alberatura. Essendo la sicurezza, un aspetto che richiede anche un certo investimento, vi sono gradi differenti di approccio alla valutazione di stabilità e alla gestione del rischio, che comportano sicuramente un differente approfondimento dell’analisi da parte del valutatore. In questo momento, la normativa vigente non definisce in modo preciso ed esaustivo le metodologie applicabili, pertanto molto importante è l’esperienza del valutatore e la sua preparazione e formazione in questo campo. Sicuramente la legge attribuisce al proprietario dell’essenza il dovere di renderla sicura. Attualmente i documenti di riferimento sono esclusivamente dei protocolli prodotti da associazioni e reti di professionisti, come ad esempio il protocollo Sia, molto utilizzato in passato ma che non tiene conto della valutazione dei rischi connessi alla presenza dell’albero, oppure di ultima generazione ed estremamente attuale il protocollo Aretè prodotto da Arborete, unico documento italiano che tiene conto della valutazione dei rischi come anima della gestione della sicurezza Sintetizzando come sarebbe opportuno gestire gli alberi quando entrano in contatto con le attività dell’uomo, possiamo definire degli step valutativi che ci permettono di affrontare i temi della sicurezza ma soprattutto prevenire e gestire rischi che a volte portano a danni anche molto ingenti. Gli step valutativi principali possono essere così sintetizzati:

• analisi di indirizzo o speditiva dell’albero, con modello “triage”; • valutazione visiva di stabilità dell’albero; • approfondimenti strumentali sulla stabilità dell’albero; • valutazione della vulnerabilità del sito di radicamento dell’albero; • analisi del rischio correlato alla presenza dell’albero; • indagine gestionale dell’alberatura (Iga); L’analisi di indirizzo o valutazione speditiva dell’albero non è un’analisi di stabilità, ma una raccolta dati eseguita tramite la compilazione di una scheda per ogni singolo esemplare. La scheda prevede una parte dove sono registrati i principali dati dendrometrici, tra cui: la specie, l’altezza, il diametro del fusto e il diametro della chioma, la localizzazione dell’alberatura e lo stato vegetativo stimato. Nella seconda parte, viene eseguita un’analisi speditiva del rischio, che restituisce un codice di colore per ogni albero, paragonabile al “triage” ospedaliero e che indica l’urgenza di effettuare una vera e propria valutazione di stabilità dell’esemplare. Inoltre, nella scheda, in alcuni casi, viene individuata anche la tipologia di manutenzione ordinaria più adeguata all’esemplare analizzato. La valutazione di stabilità di un albero è un processo molto complesso, il fine è quello di definire una serie di operazioni che permetta di valutare il rischio connesso alla presenza dell’albero, e poi eseguire prescrizioni che limitino tale rischio, con il fine ultimo di salvaguardare sia l’albero sia le persone e le cose che orbitano attorno. Il primo livello di valutazione è quello della valutazione integrata di stabilità dell’albero, che ha inizio con la valutazione visiva, in alcuni casi sufficiente per definire il grado di pericolo dell’albero, la vulnerabilità del sito e di conseguenza il rischio arboreo. Il primo passo è quindi quello di definire il grado di pericolo dell’esemplare, che viene restituito, a secondo del protocollo utilizzato, con una serie di acronimi a cui fanno riferimento dei descrittori. Nel caso del protocollo Aretè, le classi di pericolosità attribuibili a un albero, a seguito della sola valutazione visiva, sono otto, espresse con numeri che vanno dalla 1 alla 7 e in aggiunta la classe 0. Nel caso in cui, non fosse possibile definire il grado di pericolo con la sola valutazione visiva, perché non sono chiare e definibili le condizioni fisiologiche, patologiche e strutturali, la stessa si concluderà con una classe “Incerta”, definita con “CLASSE 0”. Una valutazione in classe 0, definita “incerta”, è una classe che mette in stand-by la valutazione, in attesa di ulteriori analisi normalmente strumentali. Le indagini strumentali vengono eseguite tramite l’utilizzo di strumentazione tecnologica molto avanzata come il resistografo, che con una punta di 40 cm perfora il legno, valutandone la durezza e compattezza tramite l’elaborazione della difficoltà alla penetrazione, Poi può essere usato il tomografo sonico o elettrico, che grazie all’elaborazione delle velocità di propagazione del suono e degli elettroni esegue una vera e propria Tac all’albero. Per lo studio approfondito dell’apparatoradicale, invece, può essere eseguita l’indagine

“In questo momento, la normativa vigente non definisce in modo preciso ed esaustivo

le metodologie applicabili, pertanto molto importante è l’esperienza del valutatore e la sua preparazione.

a trazione controllata che grazie a degli estensimetri e inclinometri posizionati alla base del fusto e tramite l’applicazione di una forza calibrata, studia il comportamento dell’albero nel momento in cui subisce una forza laterale come quella del vento, valutandone la resistenza sia delle parti aeree che della zolla radicale. A seguito della definizione del grado di pericolo, si andrà a valutare la vulnerabilità del sito, ossia la quantità di bersagli presenti all’interno dell’area di contatto del fusto e della chioma, questo sarà fondamentale per la prognosi finale che si basa sulla valutazione del rischio connesso alla presenza dell’albero.

Accertate le precedenti valutazioni, sarà quindi possibile definire il livello di rischio e dedurre quali strategie mettere in campo per gestire la sicurezza e il rischio correlato alla presenza dell’albero. Il concetto di rischio è definito come “la probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione” (art. 2, lettera s, D.Lgs. 81/08). Il rischio è un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno ad un bersaglio. Il metodo applicato per delineare la procedura del “Documento di valutazione del rischio correlato alla presenza di alberi” può far riferimento a diversi sistemi di valutazione, come il Traq americano, il Qtra inglese e il protocollo Aretè italiano. È possibile oltre che valutare gli aspetti della sicurezza e del rischio, valutare anche aspetti gestionali e soprattutto economici e di pianificazione delle spese. Questa analisi nasce e viene redatta per avere indirizzi sul management delle alberature, questo tipo di approfondimento è utile al gestore per definire il valore del patrimonio, ma soprattutto per pianificare una serie di azioni di rinnovamento o per far luce sulla convenienza di continuare a gestire un certo tipo di patrimonio a discapito di costi di gestione inadeguati in relazione al valore del patrimonio stesso. Vi sono procedure analitiche che permettono l’identificazione di questi valori come il metodo A.G.E.M. (Analitycal Green Estimation Method), che si basa sulla stima analitica del valore di ricostruzione del bene e di assorbimento, produzione e filtraggio di elementi importanti come CO2, O2 e PMxx.

Concludendo la gestione della sicurezza degli alberi in ambienti sensibili come quelli con una forte presenza di persone, è oggi una pratica estremamente specialistica, ed è importante affidarsi a professionisti seri e preparati con una formazione specifica. Questo perché poi errori e superficialità in questo campo possono portare a spiacevole e a volte drammatici eventi. ✻

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