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I primi 50 anni di PleinAir

Al Salone del Camper di Parma testimonianze del passato e visioni del futuro per riflettere sul settore del caravanning e del turismo all’aria aperta

di Michela Bagatella

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Il primo numero di 2C, la rivista antesignana di PleinAir fondata da Raffaele Jannucci, usciva nell’ottobre del 1971 orientando da subito la propria azione sulla tenda, sulla caravan e di lì a poco sul camper. E al tempo stesso sulla libertà di costruire con creatività il proprio tempo libero, lontano dagli standard del turismo di massa e in una riconquistata armonia con l’ambiente e i ritmi della natura. Intorno alla nuova vacanza a bordo di una cellula abitabile, in particolare, ha ruotato sin dalle origini la piccola grande rivoluzione culturale di cui la rivista si è fatta precorritrice e portavoce, formando e ispirando intere generazioni di viaggiatori. Un traguardo che la testata ha scelto di celebrare mercoledì 15 settembre, nella cornice del Salone del Camper, insieme ad alcune fra le più autorevoli voci del comparto; offrendo diverse angolazioni e chiavi di lettura intorno al fenomeno del turismo all’aperto. Il convegno “I cinquant’anni del plein air: testimonianze del passato e visioni del futuro. Mezzo secolo di turismo seconda natura: evoluzione e cambiamenti dell’offerta, della domanda e degli strumenti – camper, caravan e accessori per l’outdoor – per realizzarlo” si è posto in tal modo, come ribadito dagli intervenuti, quale momento di unione fra le voci di un settore che ha la consapevolezza di dover lavorare congiuntamente per valorizzare le proprie potenzialità e far sentire la propria voce nei confronti delle istituzioni.

«PleinAir è stata testimone e interprete dei fatti e dei cambiamenti del comparto della vacanza all'aria aperta» ha affermato il direttore responsabile della rivista Bruno Andrea Ciattini. «Di pari passo ha seguito il progresso e lo sviluppo “ Ciattini: «PleinAir è stata testimone e interprete dei fatti e dei cambiamenti del comparto della vacanza all'aria aperta. dell’industria dei veicoli ricreazionali, ascoltando e indicando le mutevoli esigenze di chi – per passione o per svago – entrava a far parte della numerosa schiera dei lettori». Nel suo saluto introduttivo Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, ha voluto sottolineare l’intuizione di un editore che non si è limitato a “fare una testata” ma ha creato una community: «Il PleinAirClub è uno dei pochi casi virtuosi di migrazione delle competenze editoriali verso la logica della comunità», ha affermato. «E anche questa fiera rappresenta in maniera assonomica questa vo-

Ludovica Sanpaolesi Direttrice di Associazione Produttori Caravan e Camper

“Una libera

lettura delle teorie di Charles Darwin applicate alle imprese: chi non si adatta, scompare.

glia di community». Presente al convegno con un videomessaggio Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti e di Confesercenti Sicilia, ha messo l’accento sulla capacità di tenuta del turismo en plein air. «La filiera del turismo sta attraversando un momento di grande difficoltà nonostante le settimane estive abbiano dato esiti positivi. In questo contesto la vacanza all’aria aperta si è difesa egregiamente, anzi, rappresenta l’hardware migliore per poter aggredire il percorso duro della ripresa del turismo. E sarà un’arma vincente, che ci consentirà di recuperare più velocemente quel 13,5% del PIL che il turismo rappresentava prima della pandemia». Si è focalizzata sul ruolo del comparto produttivo Ludovica Sanpaolesi, direttrice di Associazione Produttori Caravan e Camper, che ha tracciato un significativo viaggio nelle trasformazioni organizzative, sociali e culturali che le aziende produttrici di camper hanno vissuto nell’ultimo trentennio. Un breve viaggio non solo nei cambiamenti del modo di fare business, ma anche della vita delle persone che hanno interpretato il cambiamento, adattandosi o non adattandosi alle realtà sempre nuove delle aziende produttrici. «Una libera lettura delle teorie di Charles Darwin applicate alle imprese: chi non si adatta, scompare», ha detto la Sanpaolesi. «In pochi anni le aziende si sono trasformate: da imprese a conduzione familiare ad aziende più strutturate, a gruppi multinazionali e globalizzati. Anche i prodotti hanno subito grandi trasformazioni perché la domanda si è trasformata: siamo passati dalla richiesta di camper con sette posti omologati ad una domanda di camper di lunghezza inferiore ai sette metri. La storia del plein air è anche lo specchio di una società che cambia». Ha posto l’accento sul dialogo fra il turismo della mobilità e le imprese turistico ricettive all’aria aperta Alberto Granzotto, presidente di FAITA-FederCamping. «Sono molto felice di questo incontro che ribadisce l’esigenza di un programma di lavoro comune» ha affermato Granzotto, che ha proposto una serie di riflessioni e di dati su mezzo secolo di turismo secondo natura dal punto di vista di un’associazione che nel corso di più di sessant’anni ha accompagnato in modo costante lo sviluppo dell’accoglienza all’aria aperta. «Un’occasione per ripercorrere anche la nostra storia e constatare come alcune delle problematiche affrontate da coloro che ci hanno preceduto siano ancora di attualità». Di fatto il tema dell’ambiente, della sostenibilità, della natura è sempre stato al centro dell’associazione, e non è un caso se già nelle campagne promozionali degli anni Cinquanta il campeggio veniva proposto come vacanza di qualità, nella natura ma senza rinunciare ai comfort. Nell’ambito di un settore che a livello europeo presenta significativi numeri di crescita Granzotto ha proposto una riflessione: la varietà che caratterizza la clientela dei campeggi-villaggi conferma la dinamicità del target di riferimento da intercettare, che sarebbe riduttivo ricondurre a categorie standardizzate (“il camperista”, “l’utente del bungalow”e così via). «Spesso il cliente arriva con un camper a noleggio, l’anno successivo occupa una casa mobile e infine ritorna a bordo di un camper di proprietà»: in altre parole, è importante avere una visione ampliata e un approccio collaborativo fra i diversi attori del comparto, intercettando e convogliando i bisogni di una domanda accomunata da una filosofia di vita e da valori comuni. «A patto che le istituzioni siano in grado di prevedere strumenti che permettano alle imprese turistico ricettive di continuare il processo di adeguamento ai nuovi standard di qualità e sostenibilità». Propone risposte concrete alle esigenze si sviluppo ecosostenibile anche il gruppo AL-KO Vehicle Technology, una realtà globale con un fatturato di circa 800 milioni di euro e circa 3.800 dipendenti in trenta sedi in tutto il mondo. La mission del gruppo è quella di sviluppare componenti di qualità per migliorare il comfort e la sicurezza a bordo di veicoli ricreazionali, commerciali e rimorchi: dai telai per camper e caravan alle sospensioni e ai sistemi di sicurezza antisbandamento. «Ora la nuova sfida è il green caravanning» ha affermato nel suo intervento l’amministratore delegato di ALKO Kober, Gerd Stoll. «Strutture leggere, e-mobility, aerodinamica efficiente e materiali sostenibili per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Come il prototipo di Hybrid Power Chassis per camper (un concept diesel-elettrico con un’autonomia elettrica fino a 100 km), il telaio VARIO X che può ridurre fino al 30% il peso della caravan, la piattaforma AL-KO e-drive cioè una caravan dotata di sistema di frenata ottimizzato e aerodinamica migliorata, in fase di studio per il traino delle caravan con auto elettriche». Anche il design del veicolo abitativo è stato oggetto di una si-

“Le istituzioni dovranno essere in grado di prevedere strumenti che permettano alle imprese turistico ricettive di continuare il processo di

adeguamento ai nuovi standard di qualità e sostenibilità.

Alberto Granzotto - Presidente di FAITA-FederCamping

gnificativa evoluzione, illustrata dall’intervento di Giorgio Calderoni, responsabile commerciale dei marchi Mobilvettae Font Vendômedel gruppo Trigano con alle spalle una solida esperienza nel campo della progettazione. Il camper si è trasformato in questi ultimi venti anni seguendo le principali tendenze del settore della mobilità – automotive, tecnologia, connettività, prestazioni – ma soprattutto lo sviluppo dell’interior design: materiali e funzionalità» ha affermato. «Questa tendenza ha influenzato in modo rilevante lo studio da parte dei costruttori dei volumi interni e della struttura esterna. La futura evoluzione si baserà sull’attenzione all’impiego del camper, o meglio di alcune sue tipologie, come veicolo quotidiano oltre che per le vacanze en plein air». Ha espresso la voce degli operatori commerciali del settore e le specifiche attività messe in campo per il riconoscimento del veicolo ricreazionale Ester Bordino, presidentessa di Assocamp: «I veicoli ricreazionali non hanno di fatto una collocazione precisa: sono parificati al settore automobilistico ma in realtà sono strumenti per fare turismo e condividono le problematiche di questo settore: un aspetto su cui occorre lavorare con i legislatori» ha detto la Bordino. «Abbiamo ottenuto dei risultati negli anni ma siamo ancora in ritardo su cose importanti. Il turismo itinerante per poter crescere ha bisogno di aree di sosta, campeggi flessibili, parcheggi scambiatori e in generale di nuove infrastrutture oltre a delle leggi ad hoc per i veicoli ricreazionali. Da anni chiediamo che la patente B venga estesa sino a 42,5 q e per questo nei mesi scorsi Assocamp ha partecipato alla consultazione pubblica proposta dalla Comunità Europea ed ha già inviato a gennaio una richiesta di revisione della patente B. Un altro tema che ci sta particolarmente a cuore e al quale stiamo lavorando è la riduzione dell’Iva al 4 % sui veicoli ricreazionali per le persone con disabilità, attualmente prevista solo per le vetture». Il camper, se opportunamente adattato, è infatti un formidabile strumento di mobilità e indipendenza di chi vive in una situazione - permanente o temporanea - di ridotta capacità di movimento. Sulla scia di questa convinzione la rivista PleinAir nel 2003, Anno Internazionale delle Persone con Disabilità, indisse il concorso Camperabile finalizzato alla progettazione di un camper, a cui fecero seguito il Protocollo del Camper Accessibile e, qualche anno dopo, il Decalogo del Camperista Disabile stilato in collaborazione con Roberto Vitali, il fondatore di Village for all V4A presente al tavolo dei relatori. «L’invecchiamento della popolazione – entro il 2050 il 35% degli europei avrà più di sessantacinque anni – richiede attenzioni maggiori al comfort e flessibilità dei camper e dei caravan perché sono sempre più le persone che hanno bisogno della “loro accessibilità”» ha detto Vitali. «Da trent’anni mi occupo di turismo accessibile e con nel 2008 siamo partiti proprio dai campeggi per creare il primo network di strutture accessibili: l’evoluzione di questo settore è stata straordinaria. In passato si andava alla ricerca della camera accessibile, il futuro prossimo sarà quello delle destinazioni turistiche che devono rendersi accessibili per diventare destination4all». In rappresentanza delle associazioni di campeggiatori Guido Chiari, presidente di Actitalia, ha delineato un excursus sull’evoluzione dell’associazionismo dagli albori ad oggi, unitamente a una riflessione sul ruolo rivestito dalle organizzazioni di campeggiatori nella divulgazione della vacanza all’aria aperta e delle sue modalità. «Dalla nascita dei primi Club ai benefici dello stare insieme, dalla tutela e sicurezza nelle attività dei club, ai progetti e alle idee da condividere con le altre associazioni per un peso e una valorizzazione maggiore delle nostre proposte». Ha infine offerto una prospettiva sugli itinerari culturali come attrattore e chiave di sviluppo, Antonio Barone, direttore dell’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa La Rotta dei Fenici. «La Rotta dei Fenici ha percorso insieme a PleinAir circa l’ultimo decennio della sua prestigiosa storia condividendo visioni, modelli, idee e programmi» ha affermato. «In particolare promuovendo nuove proposte di viaggio sostenibile e responsabile, realizzando tour per i lettori che fungono da progetti pilota di un turismo che adesso è diventato di grande attualità, di un nuovo rapporto con le comunità ospitanti e seguendo percorsi culturali, esperienziali e creativi.Il ruolo degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa è infatti cambiato nel tempo ed oggi si propongono come uno dei migliori strumenti per la promozione di uno sviluppo ecosostenibile dei territori». ✻

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