BoxeRing - 3/2015

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DA L 1952 LA RI V I S TA UF F I C I A LE D ELLA F EDERAZI O N E PUGI LIST I CA I TALIANA N. 03 - 2015

POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in AP - D.L. 353/2003 (convertito in legge 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB ROMA

MONDIALI FEMMINILI YOUTH - TAIPEI 2O15

ORO PER LA TESTA E LA CARINI, ARGENTO PER LA MARCHESE

EuropEi Junior in ucraina bronzo ad alessio Cangelosi FranCo CaviCChi Europa di roCCo si ConFerma, sFortunato Fiordigiglio


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Editoriale Walter Borghino

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TAIPEI AIBA Womens Junior Youth World Boxing Championships

15

Europei Junior Ucraina (Lviv)

Europeo dei superleggeri Di Rocco

24

26

Irma Testa

34

Boxe miliardaria

37

100 Anni FPI Franco Cavicchi

Titolo Europeo Superwelter e tricolore Massimi

46

48

56

58

Keisher Mc Leod The Boxing Diva

FPI-FIBA-FIPE insieme per noisiamoenergia

SOMMARIO

100 Anni FPI Burruni - Kingpetch

Intercontinentale IBF e Titolo Italiano Massimi Leggeri

fpi.it


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WSB World Series of Boxing

18

Rimini Wellness 2015

30

Campionato Italiano Supermedi Bassi - Cocco

40

ITALIA BOXING

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Torneo Italia Centro Nord

20

Aldo Battistutta

32

Raduno SMEF a Orvieto

42 Palestra De Novellis

13

Torneo Italia Centro Sud

22 Campionati Nazionali Universitari

33

Le Fiamme Oro Una storia italiana

45

Gene Fullmer

53 50 APB

Petroni Rientro in Italia dall’India

54

63

64

Alfredo Raininger

60

Intercontinentale IBF De Carolis - Ndiaye

Lega Pro Boxe

Diletta Cipollone

B O X E R I N G N. 03/2015 - Direttore responsabile: Walter Borghino - Periodico bimestrale della Federazione Pugilistica Italiana (F.P.I.) Presidente federale: Alberto Brasca - Registrazione presso il Tribunale Civile di Roma N. 10997/66 del 18.05.1966 - Redazione: Viale Tiziano n. 70 - 00196 Roma - Editore: Stegip Group s.r.l. - Amministratore unico Donatella D’ambrosio - Sede legale: Viale dei Monfortani 57/b - 00135 Roma - Sede operativa: Piazza Pio IX 5 - 00167 Roma - Stampato da: Romantech s.n.c. di Antonio De Luca, via Giovanni Dominici n. 6, Roma; Coordinamento Editoriale: Alfredo Bruno (albruno@alice.it), Michela Pellegrini e Tommaso Gregorio Cavallaro; Progetto Grafico: FPI; Pubblicità: Comunicazione e Marketing FPI; Foto di copertina: Marcello Giulietti; Hanno collaborato: Walter Borghino, Alfredo Bruno, Giovanni Calabresi, Pasquale Cangianiello,Tommaso Gregorio Cavallaro, Adriano Cisternino, Luca Cisternino, Luca De Franco, Gabriele Fradeani, Giuliano Orlando, Michela Pellegrini, Vezio Romano, Primiano Michele Schiavone, Gianni Virgadaula. Foto: Adriano Coschiera, Aiba, Archivio FPI, Boxe Latina, Fausto Bozzani, Alfredo Bruno, Giovanni Calabresi, Marco Chiesa, Luca De Franco, Nando Di Felice, Gabriele Fradeani, Luigia Giovannini, Marcello Giulietti, Marco Impiglia, Fabrizio Nigro, Luigi Riberi, Renata Romagnoli, Davida Ruggieri, Vezio Romano, WSB. - Chiuso in tipografia il 15 luglio 2015


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RING

L’ E D I T O R I A L E

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criviamo da Baku, dove è in pieno svolgimento la prima edizione dei Giochi Olimpici europei. La Repubblica azera mostra le sue enormi potenzialità, una grande organizzazione in una sorta di test olimpico per futuri e non improbabili candidature. Relazioneremo nel prossimo numero sulle squadre nazionali qui impegnate, sempre molto determinate e attese ad una prova di assoluto livello, valida per gli uomini anche come qualificazione ai prossimi mondiali. Qualificazione probabile, questa volta olimpica, per Clemente Russo, alla luce della convincente vittoria su Golovaschenko e in attesa della non impossibile sfida con Pinchuk, alla sua portata. Un campione ritrovato, che non delude, tornato in forma dopo un appannamento che aveva preoccupato.

Dopo la lunga e snervante stagione WSB e la prima fase dell’APB, in un chiaroscuro di gioie e qualche cocente delusione, ci proiettiamo ora nella lunga stagione AOB, che attraverso numerosi steps porterà le nostre squadre sull’aereo per Rio, ancora quasi vuoto. Qualificazioni difficili, come sempre, ma alle quali l’Italiaboxe arriva molto ben preparata, concentrata e determinata a non deludere le aspettative dei tanti appassionati e anche del CONI, per il quale il pugilato è da sempre fucina di campioni e di medaglie. Siamo fiduciosi, con sapiente moderazione. Nel settore PRO bella affermazione di Di Rocco, che alla quinta difesa del titolo si conferma senza indugi sul trono europeo, grazie ad una prestazione convincente che potrebbe aprirgli le porte del meritato mondiale. Non altrettanto bene Fiordigi-

“...Grandi soddisfazioni, ma non è più una sorpresa, dalla nostre ragazze, questa volta ai mondiali Youth e Junior a Taipei ...trasferta, per alcuni aspetti snervante e in una realtà assolutamente unica, che ha visto Concetta Marchese aggiudicarsi un argento dal sapore d’oro, Angela Carini vincere con sicurezza... e la conferma di Irma Testa, sul trono mondiale dopo quello europeo...” Grandi soddisfazioni, ma non è più una sorpresa, dalla nostre ragazze, questa volta ai mondiali Youth e Junior in Taipei. Lunga trasferta, per alcuni aspetti snervante e in una realtà assolutamente unica, che ha visto Concetta Marchese aggiudicarsi un argento dal sapore d’oro, Angela Carini vincere con sicurezza con tanto di dedica al giudice Falcone (complimenti) e la conferma di Irma Testa, sul trono mondiale dopo quello europeo. Un trionfo per la nostra portacolori, divenuta ormai un’icona del pugilato femminile anche oltre i nostri confini e premiata dal presidente Wu come miglior pugile del torneo. Katie Taylor ha forse trovato veramente la sua erede…

glio, che però non è dispiaciuto. Sconfitto senza dubbio con l’onore delle armi da un avversario ostico e che per lunghi tratti è stato dominato, ma che ha avuto la capacità di tenere il ritmo altissimo anche quando il nostro portacolori ha un po’ ceduto. Traguardo europeo comunque alla sua portata, in bocca al lupo. E mentre le cronache riportano gli echi del primo incontro tra Benvenuti e Mazzinghi (di cui ricorre il 50^ anniversario…) e relativa rivincita, salutiamo non senza sorpresa l’avvicendamento di Ho Kim quale Direttore Esecutivo dell’AIBA. Personaggio controverso, per molti aspetti irritante, certamente severo e intransigente, che ha comunque segnato con decisione gli ultimi 8 anni della federazione internazionale. Walter Borghino

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io ci metto la faccia e tu? #iocimett olafaccia.

it

fpi.it - iocimettolafaccia.it


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A I B A WO M E N ’ S J U N I O R / YO U T H WO R L D B O X I N G C H A M P I O N S H I P S - TA I P E I

irma, angela e ConCetta sul tetto del mondo Oro per la Testa e la Carini, argento per la Marchese nella massima rassegna che ha avuto luogo a Taipei

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di Tommaso Gregorio Cavallaro ph Marcello Giulietti

taiPei

è la capitale e la maggiore città (2.606.151 abitanti) di Taiwan. Posta all’estremità settentrionale dell’isola, è una municipalità speciale amministrata direttamente dalla Repubblica di Cina

(nota come Taiwan). È il centro del commercio, del governo e della cultura di Taiwan. Capitale di uno stato di cui la Cina continua a reclamarne il possesso dal 1949, anno in cui Chiang Kai-Shek fuggì a Formosa dopo la proclamazione da parte di Mao-tse Tung della nascita della Repubblica Popolare Cinese. Vicende storiche a parte, Tai-

Nella pagina precedente: Irma Testa con la medaglia d’oro e in piccolo Irma in allenamento col coach Renzini. in questa pagina Angela Carini medagliata, in piccolo in alto la squadra a Taipei, ed in basso il vicepresidente Vittorio Lai.

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pei City è entrata di diritto nella Storia del Pugilato tricolore. Il centro gravitazionale di Formosa è stata, infatti, la sede dell’edizione 2015 degli AIBA Women’s Junior/Youth World Boxing Championships (441 le atlete iscritti al torneo, di cui 7 quelle Italiane), nella quale le Azzurre sono state capaci di conquistare due ori e un argento.


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su quello più alto. Tutti questi allori e trofei spero che siano un buon viatico per qualificare delle nostre atlete ai prossimi giochi olimpici di Rio 2016”. ............. Qui a f ianco ,Concetta Marchese; in piccolo lo stadio dove si è svolta la manifestazione.

risultati azzurre taiPei 2015 17/05 54 Kg Youth Marchese C. vs Bialas POL Marchese KOT 3 R 57 Kg Youth Testa vs Lu TPE - Testa KOT 3 R 50 Kg Junior Marchese C. vs Suepsoda THA 3-0 57 Kg Junior Bressan vs Selina Rus 0-3

Le Youth Irma Testa (Oro 57 Kg), Angela Carini (Oro 64 Kg) e Concetta Marchese (Argento 57 Kg) hanno portato il tricolore sul tetto del mondo del Pugilato Femminile, dando l’ennesima conferma dell’eccelsa qualità della noble art italiana declinata al femminile. Negli ultimi tre anni, infatti, le nostre ragazze hanno mietuto successi e conquistato medaglie in tutti i tornei in cui hanno preso parte. Irma Testa, come al solito, ha dato prova di avere poche rivali al mondo al momento. L’atleta della Boxe Vesuviana ha praticamente asfaltato tutte le avversarie che le si sono parate davanti nel suo percorso verso il Massimo alloro mondiale. Da antologia della Boxe la finale, nella quale ha demolito tecnicamente, agonisticamente e tatticamente l’ucraina Bondarenko, ragolata con un secco 3-0. Per la Testa, eletta miglior boxer della Kermesse e AIBA Boxer del Maggio 2015, si tratta della 2 medaglia iridata dopo l’oro da Junior dei Mondiali di Albena del 2013. Gradino più alto del podio raggiunto anche dalla Carini, che nei 64 kg ha praticamente lasciato le briciole alle concor-

renti. La boxer del GS Fiamme Oro ha inflitto una severa lezione alla russa Nemtseva nella finalissima di categoria, ragalandosi uno strameraitatissimo oro. Oro sfiorato nei 54 Kg dalla Marchese, che si è dovuta arrendere in finale alla kazaka Mudziman, che ha vinto solo per split decision (2-1). Ninete da fare, invece, per le nostre Junior che non sono riuscite ad arrivare in zona Medaglia. Orgoglioso ed entusiasta, non poteva essere altrimenti d’altronde, il Presidente FPI Alberto Brasca: “Prima di tutto voglio fare i complimeti sia alle nostre atlete che allo staff azzurro. Le tre medaglie sono anche, e forse soprattutto, merito del lavoro di squadra. I successi di Irma Testa, Angela Carini e Concetta Marchese sono l’ennesima conferma di quanto lavoro sia stato fatto sulla parte femminile del movimento pugilistico nazionale. Le Boxer Azzurre sono ormai temute e rispettate a qualsiasi latitudine e da qualsivoglia avversario. Sta divenendo una piacevole consuetudine vedere nostre pugili salire su uno dei tre gradini del podio, spesso

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18/05 48 Kg Youth Bonatti vs Lu TPE 0-2 60 Kg Youth Martusciello vs Ensfelder 1-2 57 Kg Youth Testa vs Gonzales USA 2-0 19/05 64 Kg Youth Carini vs Chen TPE 3-0 54 Kg Marchese C. vs Konthoujamind 2-1 20/05 Quarti 50 Kg Junior Marchese G. vs Rohova UKR 0-3 Quarti 57 Kg Youth Testa vs Nesmiyanova RUS 3-0 Quarti 64 Kg Youth Carini vs Limunka FRA 3-0 Quarti 54 Kg Youth Marchese C. vs Manchak UKR 2-1 22/05 Semif inale 54 Kg Yotuh Marchese vs Saidova RUS 3-0 Semif inali 57 Kg Youth Testa vs Pita GRE 3-0 Semif inali 64 Kg Youth Carini vs Walas POL 3-0 23/05 Finale 54 Kg Youth Marchese vs Muzdiman KAZ 1-2 Finale 57 Kg Youth Testa vs Bondarenko UKR 3-0 Finale 64 Kg Youth Carini vs Nemtseva RUS 3-0


W S B - WO R L D S E R I E S O F B O X I N G

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WSB World Series of Boxing

IL KAZAKISTAN IN CASA NON PERDONA Cuba perde la f inale ad Astana contro gli Arlans di Giuliano Orlando ph WSB

LA FINALE

della Coppa 2015 delle World Series passerà alla storia per la vittoria dei padroni di casa del Kazakistan, ma ancor più per la clamorosa sconfitta della corazzata cubana, che pur presentandosi al meglio, non ha espugnato il ring asiatico, come era invece accaduto lo scorso anno a Baku, contro l’Azerbajan, battuto al barrage. Stavolta la sfida finale si è disputata nell’ampio National Tennis Centre di Astana. Gli Arlans non si sono avvalsi dell’apporto dei croati Sep (81) e Hrgovic (+91) e neppure del welter Eleunisov, iridato 2013, apparso in condizione precaria contro i russi in semifinale. Al loro posto hanno com-

battuto i locali Zharmanov, Dychko e Shymbergenov che ha battuto a sorpresa l’oro di Londra, Rosniel Iglesias, partito forte e finito in affanno. Altri risultati a sorpresa, le sconfitte di Veitia (52) contro Sattibayev e di Toledo Lopez (64) bronzo olimpico, superato alla distanza da Bashenov capitano del team, dalla boxe essenziale. Le altre vittorie locali ad opera di Zhussupov (49), battuto a Bergamo dall’indiano Bidhuri, che si è imposto netto su Argilagos, del medio Nursultanov sul quotato Lopez e infine nei +91, l’esperto Dychko, argento iridato 2013, che ha regolato senza troppi problemi l’ancora verde Toirac che stenta a crescere come speravano i cubani. I quattro successi carai-

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bici vanno ascritti a Ramirez (56) oro olimpico nei 52 kg. che ha faticato non poco a superare il pugnace Yeraliyev, ad Alvarez (60) su Safiullin (2-1), oltre agli esperti La Cruz (81) doppio oro mondiale, bocciato a Londra e al massimo Erisland Savon contro il fino ad allora imbattuto Levit, che ha fatto soffrire il lontano nipote del grande Savon, tanto da convincere un giudice a darlo vincente. E’ finita con un 6-4 ben oltre ogni più rosea previsione per i locali, alla loro seconda vittoria, la prima nel 2013 a casa dell’Ucraina battuta sul filo del punto. Nella prima edizione (2011) a Guyang (Cina) erano stati sconfitti dal Parigi United, edizione che vedeva sul ring le città. Per l’Aiba, un succes-


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RING

so importante, in un momento in cui il coreano Kim, da anni l’uomo forte, direttore esecutivo, si è dimesso uscendo dall’ente presieduto da Wu, col quale negli ultimi tempi, non condivideva alcune situazioni a cominciare dall’APB. Il posto di Kim è stato assunto dal franco-algerino Karim Bouazidi, responsabile delle WSB, atteso con interesse nel nuovo ruolo. La prossima edizione, avrà la novità dell’ingresso femminile e i gironi continentali, per evitare trasferte costosissime. Dopo la prima parte, quella dei play off delle World Series 2015, sicuramente importante, in quanto ha assegnato ben 17 pass per i Giochi di Rio, erano rimaste in lizza sei franchigie. I campioni uscenti di Cuba e gli Arlans di Astana del Kazakistan, vincitori dei rispettivi gironi, hanno fatto da spettatori alle sfide tra le altre quattro promosse ai quarti, per l’accesso in semifinale. L’Italia, ospite a Mosca, ha pagato una situazione di evidente difficoltà sia tecnica che di ricambi. I Thunder, dopo aver contribuito alla promozione a Rio degli irlandesi Barnes (49) e Conlan (56) oltre a Manfredonia, bilancio inferiore solo a Russia e Cuba, nella trasferta moscovita ha rinunciato sia ai due irlandesi, che a Mangiacapre e Manfredonia, sostituiti da Conselmo (49), D’Andrea (56), dal bielorusso Visloukh (64) e Fiori (81), sconfitti rispettivamente da Kudryakov, Grigoryan, Dunaytsev e Yakushev ai punti. Non miglior sorte è toccata all’indiano Bidhuri (52), e ai nostri Cosenza (60), Di Russo (69), Cavallaro (75) e Turchi (91) nei confronti dei più titolati ed esperti Arutyanyan, Subkhankulov, Butaye, Khamukov e Tishchenko il campione europeo e vice mondiale, battuto da Russo ad Almaty nel 2013. In questo previsto bagno di sconfitte, spicca la vittoria importante del ventenne gigante romano Guido Vianello ai danni

del quotato Maxin Babanin, fino ad allora imbattuto davanti al pubblico amico e capace di infliggere l’unica sconfitta all’inglese Joseph Joyce, che ha fatto parte dei Thunder Italia nell’edizione precedente, dopo cinque successi, che puntava al pass per Rio. L’aitante pugile italiano ha condotto con giudizio i cinque round, avvalendosi del maggiore allungo e muovendosi sulle gambe, per evitare la corta distanza, dove Babanin, più pesante e meglio attrezzato per quella tattica, poteva diventare pericoloso. Il successo del gigante romano è di buon auspicio per il futuro della categoria, considerato che Roberto Cammarelle, dopo Almaty 2013, pur mantenendo il ruolo di pugile in attività, non è più salito sul ring e sta svolgendo con ottimo esito compiti di rappresentanza con la nazionale diretta da Lello Bergamasco. Che aveva messo nel conto la difficoltà della trasferta in Russia: “Considerato il cambiamento quasi totale dei titolari, la scelta di privilegiare i nostri ragazzi, pagando lo scotto della scarsa esperienza, il bilancio non può che essere soddisfacente. Superiore alle nostre attese. Debbo ringraziare tutto lo staff dai tecnici che mi hanno affiancato, ai medici e fisioterapisti come gli atleti italiani che hanno dato il meglio. Quello che abbiamo conquistato lo abbiamo guadagnato sul ring con pieno merito. Nessuno ci ha fatto regali e questo è motivo d’orgoglio”. E’ andato tutto al meglio? “Per i due irlandesi Barnes e Conlan sicuramente. Si sono dimostrati all’altezza della situazione e sono stati premiati. Certo, qualche rimpianto esiste. Su tutto la mancata promozione di Vincenzo Mangiacapre a Rio, che meritava ampiamente. Adesso il cammino si fa più difficile anche se non impossibile. Il verdetto in Venezuela è stato duro da digerire. Troppi fattori negativi per Vincenzo. Negargli il primo round (due giudici) è stato de-

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terminante nel bilancio globale. Non intendo dare giudizi sull’arbitro, ma da quanto ho letto mi pare sia stato inaffidabile, contribuendo ad un verdetto punitivo. Luis Arco, furbo e scorretto, ha fatto il suo gioco, visto che nessuno interveniva. Il problema di giudici e arbitri non è nuovo, diventa grave quando gli incontri risultano decisivi”. In Venezuela il fattore ambientale, dati alla mano, ha dimostrato di essere determinante. Solo il Kazakistan ne è uscito indenne, si fa per dire, avendo vinto 3-2, tutte le altre squadre ci hanno lasciato le penne, Azerbajan compresa, con qualche rimpianto alle spalle, in particolare la sconfitta del russo Migitinov contro Ramirez. Con questo è doveroso dare atto al Venezuela di essersi presentata con elementi combattivi e alcune individualità di valore, ma non certo Luis Arcon. Altre delusioni? “Non si può negare che avevamo riposto molte speranze sul welter gallese Fred Evans, argento olimpico, presentatosi in condizioni disastrose. Due incontri e due sconfitte, una con l’argentino Palmeta, pugile modestissimo. Il suo sostituto, l’irlandese Nolan, un mancino molto statico, ha sempre lottato ma il suo valore non era eccezionale. Abbiamo fatto combattere Morello e Di Russo, che hanno pagato l’inesperienza anche se si sono battuti al meglio. Sicuramente ne trarranno vantaggio in futuro. Lo stesso discorso per i leggeri Introvaia e Cosenza, che purtroppo si feriscono facilmente e questo è un problema. Conselmo è giovanissimo e il tempo lavora per lui. D’Andrea stenta a crescere, mentre Turchi deve compiere il salto di qualità e non solo, in una categoria non facile come i massimi, nei medi Cavallaro ha margini per migliorare, anche se già ha mostrato segnali positivi. Mangiacapre deve solo fare un po’ di scorza nei momenti difficili, per il resto è sulla strada buona. Manfredonia è stata la piacevole sorpresa, visto che al primo esame ha ottenuto il massimo dei voti. Ha giocato il settebello senza cedere un punto. Un bravissimo meritato, perchè ha vinto anche quando la condizione non era ottimale, unico a disputare e vincere sette incontri a fila. E vi assicuro che non è facile mantenere concentrazione e forma così a lungo. Un viatico in proiezione Giochi”.


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RING

Nell’altro quarto, disputato a Quba in Azerbajan, il Messico ha lasciato basiti gli spettatori accorsi all’Olympic a festeggiare i pugili di casa. Per la squadra ospite la prima giornata è stata determinante: quattro vittorie su cinque incontri, mentre nella seconda, il 3-2 dell’Azerbajan non ha cambiato la situazione. Sorprendenti i successi di Velasquez su Saliyev nei 49 kg. di Chirino con Mammadov nei 56, con i due russi più quotati, come il superleggero Abdullayev contro Curiel. Nella norma la vittoria del massimo e c u a d o re n o Castillo su Charnabayev bielor usso. L’unica delusione messicana è stato Mina (81) battuto da Dauhaliavets, altro bielorusso. Una promozione nei quarti non prevista. La prima volta del Messico tra le prime quattro. Alla Ciudad Deportiva alla periferia della capitale cubana il sogno messicano si frantumava di fronte alla corazzata caraibica con un cappotto. C’era da aspettarselo. Lo staff locale non prende in considerazione la sconfitta e le WSB sono l’occasione per vincere e far quadrare il bilancio, visto che l’AIBA copre le spese. A giudizio personale, aver insistito per la seconda volta con Cuba, è un calcolo

sbagliato. La prima volta si poteva capire, sia per la novità che per vedere all’opera i più bravi del mondo. Il bis risulta una ripetizione che non porta alcun vantaggio. Correre per il posto d’onore non piace agli inseguitori, perché manca lo stimolo per vincere. Per pura cronaca, indichiamo i dieci cubani messi sul ring contro il Messico. 49: Argilago;

52: Saldivar; 56: Ramirez; 60: Alvarez; 64: Toledo; 69: Iglesias; 75: Lopez; 81: de la Cruz; 91: Savon; + 91 Perot. I due ori e tre medagliati olimpici, quattro campioni del mondo e altri sul podio. Da notare che mancava Veitia nei 52 kg. mentre Argilago e Lopez sono le novità cubane, titolari nei 49 e 75, in crescita come Perot, che al momento è più quotato del giovane ma incostante Toirac. Lo stesso trattamento lo ha riservato il Kazakistan ai russi, che sulla carta apparivano decisamente più consistenti. Bocciati con un pesante 9-1, sul ring di Astana. Unica nota stonata, nei welter, il successo del campione del mondo di Almaty nei 64 kg., Daniyar Eleusinov, il pugile più popolare della nazione. Fischiato il verdetto (21) su un sorprendente Yagub Nuriyev che lo ha spesso anticipato, mostrando grande senso tattico. Nuriyev è un giovane ventenne, bronzo nel 2013 ai campionati youth, giunto ai quarti alla prima partecipazione agli assoluti russi, battuto dal più esperto Solyanikov. Elemento da seguire. Unico russo realmente vincitore, il mediomassimo Yakushev a spese di Zharmanov. Tutto il resto per i padroni di casa. Zhusupov (49), Sattibayev (52), Eraliyev (56), Safiullin (60), Bashenov (64), Nursultanov (75), Levit (91) e l’inossidabile Dychko (+91) hanno battuto Kudryakov; Arutyunyavn, Grigoryan, Subhankulov, Sidikov, Kudukhov e Shamalov. Squadra parzialmente rinnovata, rispetto a Mosca, contro l’Italia, ma non è bastato.

............. Nelle pagine precedenti: La squadra vincitrice degli Astana; In queste pagine: Guido Vianello, Mangiacapre e sotto Manfedonia.

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RING

T O R N E O I TA L I A C E N T R O N O R D

TORNEO ITALIA CENTRO NORD A Savignano su Rubicone le giovani prosmesse non deludono

di Tommaso Gregorio Cavallaro SCHOOLBOY Kg. 54

Samuele Grilli (LB)

b.

Luigi Di Mascolo (PM)

3:0

Kg. 65

Costantin G. Stelea (AB)

b.

Naichel Millas (VE)

2:1

Kg. 56

David Guidi Rontani (TS)

b.

Faton Alija (BZ)

2:1

JUNIOR Kg.44-46

IL T O RNEO

Nazionale Italia “Alberto Mura” si è svolto in due date. La prima a Savignano sul Rubicone ha avuto luogo nelle giornate del 23-24 Maggio, dove hanno combattuto gli Atleti del Raggruppamento Centro-Nord. CENTRO/NORD 83 boxer (19 Schoolboy, 36 Junior e 28 Youth). Veneto, Piemonte/Valle d’Aosta, Toscana, Sardegna, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Bolzano, Trento, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Abruzzo-Molise - più la ASD Lillybetana Boxe (CR Sicilia). Luogo della manifestazione: Savignano sul Rubicone Data di svolgimento: 23-24 Maggio 2015 Società Organizzatrice: ASD Ring Side

Kg. 50

Kg. 52

Kg. 54

Kg. 57

Alessandro Adami (VE)

L. Martinucci (EM)

Gabriele Puggioni (SA)

Brian Abbatangelo (LB)

b.

b.

b.

b.

Fabio Fittirillo (LZ)

Diego Vesprini (MC)

Antonio Ferrigno (LB)

Samuele Bragelli (LZ)

3:0

2:1

3:0

WO

Alessio De Lorenzis (LB) Giovanni Orlando (PL)

b.

Alexandru D. Rudaru (VE)

3:0

Kg. 63 A Kg. 63 B

Marian R. Gavrila (LB)

b.

Jorgji Zyba (LZ)

2:1

Kg 66

Bogdan Pajkic (VG)

b.

Gabriel Garcia Pozo (TS)

3:0

Kg 70

Ruben Zaiat (LB)

b.

b.

Sebastiano Argiolas (SA)

Robert Ionut Cora (LG)

3:0

3:0

YOUTH Kg. 56

Jonathan Carucci (EM)

b.

Tigei Pavan (VE)

b.

Kg. 60B Mario Moretti (LB) Kg. 64 Kg. 69 Kg. 75 Kg. 81

Pietro Rossetti (LZ)

Fedrico Stroppa (MC)

Armend Bejtullahi (BZ)

.............

In alto la locandina del Torneo; qui a f ianco il Gruppo Arbitri Giudici del Torneo (Sezione Centro Nord)

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b. b. b. b.

Amine Mansour (PM)

3:0

Pasquale Zeus (BZ)

3:0

Mattia Palermo (TS) Etinosa Oliha (PM)

Alessio Di Fiore (LZ)

Michelangelo Lusi (LZ)

2:1 3:0 2:1 TKO 1


T O R N E O I TA L I A C E N T R O S U D

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RING

TORNEO ITALIA CENTRO SUD A Marcianise vetrina di belle speranze

di Tommaso Gregorio Cavallaro SCHOOLBOY Kg. 52

Andrea Piccolo (CP)

b.

Alessio Carloni (LZ)

2:1

Kg. 65

Vincenzo A. Topo (CP)

b.

Stefan George Lorent (TS)

3:0

Kg. 59

Giuseppe A. Crescente (CL)

b.

Alessio Leone (SC)

3:0

JUNIOR Kg. 54

Giacomo Di Staso (PL)

Kg. 60

Gianluigi Malanga (PL)

Kg. 57

Kg. 66

Kg. 70

Kg. 80

Nicolò Prosperi (AB)

Michele Negro (CP)

Alberto Ippoliti (AB)

b.

b.

b.

b.

b.

Luigi Langione (CP)

b.

Vincenzo Isernia (CP)

3:0

Francesco Carella (PL)

TKO-I 2

Silvio Busà (SC)

3:0

Francesco Minutolo (CP) Raffaele Barbato (CP)

Giacomo Lupo (SC)

3:0

3:0

2:1

YOUTH

IL TORNEO

Nazionale Italia “Alberto Mura”, dopo la prima tappa a Savignano sul Rubicone svoltasi nelle giornate del 23-24 Maggio, vive la sua seconda trance a Marcianise (CE), dove sono in gara gli atleti del Raggruppamento Centro Sud. CENTRO/SUD 72 Boxer (16 Schoolboy, 29 Junior e 27 Youth). Campania - Sicilia - Calabria - Puglia – più le sole ASD dei CR: Lazio, Abruzzo/Molise, Umbria, Piemonte / Valle d’Aosta, Toscana Luogo della manifestazione: Marcianise (CE) Data di svolgimento: 31 Maggio - 01 Giugno 2015 Società Organizzatrice: ASD Excelsior Boxe

Kg. 52

Gianluca Russo (CP)

b. Petronel Lita (SC)

3:0

Kg. 64

Andrea Scarda (LZ)

b. Roberto Burgi (PL)

3:0

Kg. 60 Kg. 69 Kg. 75 Kg. 81

Cristian Cangelosi (SC) Giuseppe P. Venturino (CP) Cosimo Attolino (PL)

Gerlando Tumminello (SC)

............. In alto la locandina del Torneo; qui a f ianco la location delle Finali del Torneo, il CC di Marcianise. (Sezione Centro Sud)

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b. Antonio Conforto (LZ) b. Giuseppe Marchese (SC) b. Aldo Maio (CP)

b. Federico Visconti (CP)

3:0 3:0 3:0 3:0


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RING

E U R O P E I J U N I O R - U C R A I N A ( LV I V )

Europei Junior

CANGELOSI BRONZO A LVIV di Tommaso Gregorio Cavallaro ph Marcello Giulietti

LO SPORTS

complex “Velotrek SKA” di Lviv, Ucraina, è stao il ringside dell’edizione 2015 degli Euroepan Junior Boxing Championships, che si è conclusa il 23 maggio us. 213 i boxer iscritti alla kermesse Continentale, provenienti dai seguenti 27 Paesi: Ucraina, Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Inghilterra, Georgia, Germania, Ungheria, Italia, Irlanda, Israele, Lituania, Moldavia, Lettonia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Scozia, Serbia, Svezia, Turchia, Galles. L’Italia si è aggiudicata un bronzo nei 50 Kg con Cangelosi, che si è fermato

solo in semifinale per mano del rumeno Florin. Un match nel quale il nostro ha provato fino alla fine a far prevalere le sue migliori doti tecniche, ma che ha visto premiare alla fine la tattica ostracistica e scorretta del boxer rumeno. Grazie al bronzo di Cangelosi, l’Italia conquista la sua 26ma medaglia in questa kermesse (5 ori, 3 argenti e 18 bronzi). Per quel che riguarda le risultanze dei Campionati in generale, Il Team ucraino ha conquistato il primo posto nel medagliere grazie a 4 ori, 2 argenti e un bronzo. 9 gli Azzurri iscritti alla Competizione. Lo Staff Tecnico presente era rappresentato da Giulio Coletta e Francesco Stifani.

RISULTATI AZZURRI 16/05 57 kg Ferlick - Nash (Irl) 1-2 60 Kg Lorusso - Deliu ( Mda ) 3-0 17/05 48 kg Di Sivo vs Hvesi/Toth (Hun) 3-0 75 kg Maniscalco vs Pavloskyi (Ukr) 0-3 80 kg Scala vs Kartsan 0-3 18/05 46 kg Livio vs Probert (Wal) 0-3 50 kg Cangelosi vs Rokas (Ltu) 3-0 52 Kg Pirrera vs Bazevan (Arm) 2-1 54 kg Gasparri vs Hasanov (Arm) 1-2 60 Kg Lorusso vs Tkalcic (Cro) 3-0 19/05 Quarti 48 Kg Di Sivo vs Lorcan (Irl) 0-3 Quarti 60 Kg Lo Russo vs Tugruhan (Tur) 1-2 Quarti 52 Kg Pirrera vs Frankham (Eng) 0-3 20/05 Quarti 50 Kg Cangelosi vs Naverani (Hun) 2-1 22/05 Semif inali 50 Kg Cangelosi vs Dinu Florint (Rom) 0-3

Qui a f ianco Cangelosi con i tecnici Coletta e Stifani; in piccolo, la squadra partita per l’Ucraina.

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EUROPEO DEI SUPERLEGGERI - DI ROCCO

Difesa europea con uno spettacolare KO

DOPO LEPELLEY, DI ROCCO PENSA AL MONDIALE IBF La OPI2000 traccia il percorso del campione europeo

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di Giuliano Orlando ph Marco Chiesa

ARRIVEDERCI

a ottobre. Il campione europeo superleggeri Michele Di Rocco (40-1-1) si congeda dal pubblico del “Principe” e dagli appassionati che lo hanno seguito dallo schermo di Deejay Tv, lasciando come immagine ricordo, lo spettacolare ko, inflitto al coraggioso francese Alex Lepelley (18-4-1) nel cuore dell’ottavo round. Una sfida a senso unico, tra il maestro italiano e l’allievo transalpino, che alla buona volontà non poteva unire la scintilla che distingue il campione dal buon pugile. Match a senso unico, anche se lo sfidante non ci stava a fare la vittima designata. Proprio l’orgoglio e il coraggio lo hanno tradito. Sapendo di essere in svantaggio ha giocato la carta dell’assalto, immolandosi su quel gancio destro diritto alla mascella, che lo ha fatto volare letteralmente al tappeto. Con qualche momento di paura, visto che stentava a riprendersi dall’annebbiamento. Passato l’attimo critico, Lepelley si è complimentato col suo vincitore, meritandosi gli applausi del pubblico che ha riempito per l’ennesima volta il Teatro Principe, assurto giustamente dalla scorsa stagione a tempio della boxe milanese. La quarta difesa di Di Rocco, aveva la funzione precisa di test pre iridato. La famiglia Cherchi è già all’opera per avviare il dopo europeo di Michele, dando appuntamento agli appassionati meneghini, all’alba dell’autunno, per sostenerlo nella prova che vale la promozione al mondiale IBF, reso vacante dall’ente, dopo che Lamont Peterson (Usa 33-3-1) è risultato fuori peso nella difesa contro Danny Garcia (Usa 30). E’ accaduto lo scorso apri-

le a New York e da quel momento, la cintura IBF superleggeri è rimasta in attesa di conoscere il nuovo campione. Christian Cherchi, delegato ai contatti, ha ben chiara la situazione. “Il 18 luglio alla Cotai Arena, Venetian Resort, di Macao, appendice cinese, sempre più attiva con la boxe, la Top Rank di Bob Arum allestisce il confronto tra l’argentino Cesar Rene Cuencas (47-2nc) 34 anni e il cinese di stanza in Corea,

Malignaggi, ma disinteressato al ruolo, essendo di fatto un welter. Il quarto è Michele che potrebbe trovare nel ruolo di cosfidante il rientrante Lamont Peterson qualora fosse disposto a restare in una categoria in cui fa fatica, oppure l’australiano di origine italiana Lenny Zappavigna (33-2) un longilineo di 27 anni, molto combattivo, bocciato nel 2010 da Miguel Vazquez, messicano di alta qualità, campione dal 2010 al 2014. Se si avverasse questa opportunità la OPI2000 cercherà di allestire il match in Italia”. Il diretto interessato, ovvero Michele Di Rocco, che ne pensa? “Dopo tredici anni di professionismo, vedere che il traguardo realtà, nessun sacrificio è insostenibile. Ho aspettato undici anni l’opportunità europea e lo debbo ai Cherchi se questa è arrivata, dandomi finalmente quella visibilità mancata per troppe stagioni, non fa che stimolarmi verso l’ulteriore passo avanti, il sogno di ogni pugile”. Non sono troppi cinque mesi senza combattere? “Lo escludo assolutamente. Semmai posso preparare al meglio un confronto nel quale debbo dare il massimo contro quello che sarà sicuramente il rivale più impegnativo finora affrontato. Inoltre, con Franco Cherchi e gli sparring che ruotano nella palestra di Alex, non perdi certo la misura

Ik Yang (19-1nc) 30 anni. Nessuno dei due è un fenomeno, anche se sono imbattuti. Dietro i due, il ranking IBF segnala Adrien Broner (30-2-1nc) elemento di tutto rispetto, già mondiale superpiuma nel 2010 e dei welter nel 2013, scalzando Pauli

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Nella pagina precedente: Di Rocco ancora incoronato campione; in piccolo Di Rocco centra col montante Lepelley; Parasckiveanu atterra Matic; In piccolo, Rondena centra col jab sinistro Dadovic.


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e l’atmosfera del ring. Mi auguro solo che vada tutto a buon fine, in modo da poter sottolineare il 2015 come l’anno più concreto della carriera, con una finestra aperta verso un 2016 ancor più esaltante. Per arrivare al top, non bastano due mesi, come è stato per difese come quella di Lepelley. Ad esempio per la trasferta di Madrid lo scorso anno, contro Nieto, ho iniziato quattro mesi prima e sono arrivato al match al top della forma”. Tornando alla difesa vittoriosa contro Lepelley, quel gancio destro è stato frutto del caso o un colpo studiato in palestra? “Nessuna casualità. Il mio maestro me lo ha fatto ripetere al punto che sembra un gesto naturale. In realtà è il mio colpo preferito. Chiedere a Moscatiello che in allenamento deve stare molto attento per evitare quel colpo e spesso non ci riesce, tanto arriva veloce e preciso. Col francese l’ho provato dopo il quinto tempo e quando è arrivato ha fatto il giusto effetto”.

di poter recuperare il tempo perduto. A 28 anni, nei massimi fai in tempo a dare il meglio, e intendo arrivare almeno al titolo europeo”. Bel tipo il bosniaco Adis Dadovic (29), pelatone imponente, che dopo un primo round senza emozioni, alza le braccia invitando Matteo Rondena (4) il cruiser milanese, a colpire liberamente. Il nostro non si fa pregare e scarica una serie sopra e sotto, evidentemente indigesta, visto che Dadovic frana al tappeto e ascolta il conteggio dell’ar-

.......... Si è rivisto l’ex tricolore massimi, Matteo Modugno (16) fermo da dieci mesi, decisamente sovrappeso (126 kg.) quindi da valutare col beneficio dell’inventario in un futuro prossimo. Ha vinto sui quattro round contro tale Jakov Gospic (15-12), un croato fasciato da uno spesso strato di ciccia, che ha sopportato cento sinistri, senza mai arretrare, per la gioia del rivale, che ha così messo all’attivo quattro riprese di guanti veri. Modugno la boxe la conosce bene, ha un sinistro perfetto anche se leggero, sul destro deve lavorarci ancora, adesso lo porta troppo aperto. Con almeno dieci kg. meno dovremmo rivedere il pugile che aveva sconfitto Tuiach, che nel frattempo è diventato campione d’Italia. “Con Cherchi spero

Opi2000, opposto al magiaro Duka (3-6), che in fatto di coraggio merita un plauso, avendo sopportato in due round, ben quattro atterramenti tutti al corpo (fegato e milza), trovando ancora la forza di protestare allo stop, incurante del fatto che la punizione poteva diventare troppo pesante. Una ripresa in più, ovvero tre, ha tenuto l’altro bosniaco Nikola Matic (13-27) di fronte al mancino romeno, da tempo residente in Italia, Catalin Paraschiveanu (8) dal bel fraseggio tecnico, che in questa occasione ha voluto dare consistenza ai colpi, ottenendo il secondo successo prima del limite. Il “Principe” conferma quella continuità indispensabile per riportare l’interesse dei milanesi alla noble art. E’ mancata la sfida prevista tra Antonio Moscatiello e lo sfidante Giacomo Mazzoni per il tricolore welter. Il campione si è sottoposto ad un leggero intervento alla retina dell’occhio destro, rinviando il tutto a settembre, Per la gioia dei suoi tanti tifosi che saranno presenti al Principe nell’ennesimo appuntamento targato Principe Boxing Events di Alex Cherchi. ..........

bitro Cavallari sempre genuflesso. Quando si rialza l’out è già scattato. Fine della storia. All’insegna del KO anche gli altri due incontri d’apertura. Debutto positivo dell’ucraino Maxim Prodan, superwelter ben costruito, residente a Milano e nuovo acquisto della

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Foto a centro pagina: Modugno vs Gospic; sotto, Prodan vs Duka.


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RIMINI WELLNESS 2015

RIMINI WELLNESS 2015 Un successo che si rinnova Forza, passione ed energia

di Tommaso Gregorio Cavallaro

L'AREA FPI

GYM BOXE-BOXEUR DES RUES anche quest’anno, in occasione della 10° edizione di Rimini Wellness, la più grande Fiera del Fitness e del Wellness d’Italia, ha registrato un numero elevato di atleti ed appassionati della noble art. Per quattro giorni, dal 28 al 31 maggio, la Boxe Amatoriale è stata gran protagonista nell’area FPI in partnership con Boxeur des Rues ubicata nel Padiglione A1, grazie alle lezioni/esibizioni della Boxe in Action (Master Trainer Antonella Rossi, Terry Ayala e Sandra Iacozzilli), Boxe Competition (Maestro Massimo Barone), Soft Boxe (Maestro Antonio Zonfrillo) e Light Boxe (Pres. CR Piemonte VDA Gianni Di Leo). Un ricco calendario che ha entusiasmato i visitatori della Fiera attratti dalla boxe senza contatto ed in assoluta sicurezza, che può essere praticata dai 6 ai 65 anni. Novità assoluta dell’edizione 2015 è stato il Campionato Amatoriale Nazionale che si è disputato domenica 31 maggio ed ha visto la partecipazione di 73 atleti provenienti da tutta Italia. Grande coinvolgimento poi, tra sabato e domenica, per il Torneo Amatoriale RIMINI, che ha visto più di 50 atleti contendersi la vittoria sul ring STING, ed il Criterium Giovanile, cui hanno preso parte 36 mini – boxer. Un successo doppio per il Pugilato Italiano che per questa edizione di RiminiWellness ha allargato il suo raggio d’azione intrattenendo il pubblico anche nel Padiglione A7 (Stand 107) con il Team NOISIAMOENERGIA. LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE “#NOISIAMOENERGIA

– Forza, Passione, Energia”, presentata lo scorso 12 maggio, ideata e promossa dalla Federazione Pugilistica Italiana, dalla Federazione Italiana Badminton e dalla Federazione Italiana Pesistica, in collaborazione e con il sostegno di Energetic Source, è arrivata a RiminiWellness 2015. Dopo la prima tappa all’Università di Roma Tor Vergata, il Team #noisiamoenergia#, capitanato dal Direttore Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Marketing di Energetic Source Roberto Minerdo, è stato

visto la presenza di molti tra Dirigenti FPI, Tecnici e Atleti della Pugilistica, Pesistica e Badminton, tra i quali: il Vicepresidente Vicario FPI Walter Borghino, il Presidente della FIPE Antonio Urso, il Consigliere Federale della FIBa Alessandro Bailetti, il Segretario Generale FPI Alberto Tappa, il Segretario Generale FIBa Giovanni Esposi-

protagonista nello spazio dedicato, in partnership con Rimini Wellness. Una sinergia di forze in campo che ha visto la partecipazione anche della Federazione Italiana Cronometristi. Si è trattato di un’area polifunzionale dove i visitatori hanno potuto cimentarsi, insieme ai Campioni dello Sport, nelle tre discipline sportive. Due contest al giorno, alle ore 11.00 e alle ore 16.00, hanno animato l’area. La prova, a tempo, è consistita in un circuito composto da tre postazioni: sollevamento pesi, figure al sacco e scambi di Badminton. Durante i quattro giorni sia l’area NoiSiamoEnergia che quella FPI hanno

to, il Segretario Generale FIPE Francesco Bonincontro, il Team Manager delle Nazionali Azzurre di Pugilato Roberto Cammarelle, l’oro olimpico Los Angeles 1984 e tecnico federale Maurizio Stecca, i pugili Valentino Manfredonia (Primo Qualificato Azzurro per Rio 2016), Vincenzo Arecchia (Oro Olimpiadi Giovanili 2014) e Terry Gordini (bronzo Mondiali Elite), il Team

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Manager della Nazionale Badminton Giovanile Luca Crippa e l’atleta della Nazionale Senior Badminton e del #ProgettoGiovani#Duemila20e24 Matteo Bellucci. Ospite d’onore Denise Tantucci, attrice della nota fiction di Rai 1 “Braccialetti Rossi” ed ex atleta del Badminton. .............

La bella raccolta di immagini che vedono protagonisti i personaggi del mondo del pugilato e quella della Gym Boxe tra i quali Arecchia e Manfredonia, Maurizio Stecca, Cammarelle tra Antonella Rossi eThierry Ayala, il Segretario Generale della FPI Alberto Tappa e il Segretario Generale Giovanni Esposito della FiBa . Tutti i partecipanti dei corsi sulla Gym Boxe.

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A L D O B AT T I S T U T TA

Lutto per il pugilato friulano

BATTISTUTTA UN DURO... CHE NON MOLLAVA MAI Scomparso a 76 anni compiuti di Primiano Michele Schiavone

IL 31 MAGGIO

è venuto a mancare l’ex campione italiano di boxe Aldo Battistutta. Si è spento nella sua città friulana di Udine, dove era nato il 10 dicembre 1938. Il suo nome è profondamente legato alla boxe della città friulana insieme a Mario Vecchiatto e Alfredo Vogrig, tanto per fare alcuni esempi. Professionista dal giugno del 1963 ha continuato a combattere fino al dicembre del 1971, dopo essere salito sul ring 46 volte, sommando 27 vittorie (17 prima del limite), 16 sconfitte e 3 risultati di parità. Aveva 33 anni quando decise di abbandonare l’attività pugilistica fiero di aver conquistato due volte la cintura di campione d’Italia dei pesi superwelter.

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Da professionista aveva girato mezzo mondo: Germania, Stati Uniti, Svezia, Costa d’Avorio, Austria, Yugoslavia e Sud Africa. Divise l’esperienza statunitense con il compagno di scuderia Nino Benvenuti, impegnato nelle sfide mondiali con Emile Griffith, subendo la stessa sorte: una vittoria ed una sconfitta. Battistutta è stato un atleta generoso, dotato di fermezza combattiva che ha saputo contrastare gli avversari meglio attrezzati tecnicamente. La sua costanza, la sua tenacia, lo hanno portato lontano, riconoscendogli i meriti che la dura legge del ring a volte nega ai tanti praticanti. Si racconta che iniziò ad andare in palestra all’età di 17 anni perché considerato affetto da rachitismo: l’incontro casuale con la boxe ne ha fatto un campione. Ha iniziato militando tra i pesi welter, categoria nella quale ha disputato il suo primo titolo nazionale nel 1967 contro il laziale Domenico Tiberia, finito con la sconfitta ai punti in 12 riprese. Nell’aprile del 1969 contese all’altro laziale Massimo Bruschini la vacante cintura dei pesi medi jr, ma dovette arrendersi nell’undicesima ripresa per ferita. Sei mesi dopo ottenne la rivincita e si fregiò della sua prima corona italiana della nuova divisione di peso con l’eclatante successo al quinto round. La sua città gli offrì di difendere il titolo tra le sue mura contro il livornese Remo Golfarini, ex campione d’Italia e d’Europa. Lui assecondò la scelta dei suoi concittadini e nel marzo 1970 ottenne il successo sul più quotato avversario con la decisione ai punti in 12 riprese. Nell’agosto seguente dovette cedere

il primato nazionale al ceccanese Domenico Tiberia con verdetto ai punti in 12 tempi. Si rifece nel luglio del 1971 contro il suo corregionale Roberto Sgrazzutti vincendo prima del limite al decimo round: riconquistò il vacante titolo italiano dei pesi medi jr. Purtroppo sulla sua strada si ripresentò Domenico Tiberia, la sua bestia nera, e per la terza volta, era il dicembre del 1971, dovette capitolare nella penultima frazione. A quel punto prese la saggia decisione di appendere i guantoni al classico chiodo. Disse basta senza ripensamenti. Il suo esuberante temperamento è rimasto nei cuori e nelle menti di quanti lo hanno potuto ammirare sul ring. Aveva affrontato tanti pugili di valore, con alterna fortuna, ma sempre con la consapevolezza di aver dato il meglio delle sue capacità. Tra i tanti avversari ricordiamo, oltre i citati Tiberia, Bruschini e Golfarini, l’inglese Johnny Cooke, campione Britannico e Commonwealth oltre che sfidante europeo di Carmelo Bossi; il cubano Miguel Angel Garcia; il campione francese Francois Pavilla, sfidante mondiale di Curtis Coke; l’eccellente Lennox Beckles della Guyana; l’enigmatico nigeriano Cyclone Barth; l’austriaco Johann Orsolics, ex campione continentale dei superleggeri e dei welter; Carmelo Bossi, campione italiano ed europeo dei welter e del mondo tra i medi jr; il sudafricano Pierre Fourie, campione nazionale dei medi e mediomassimi, quattro volte sfidante mondiale dei mediomassimi contro i fuoriclasse Bob Foster e Victor Galindez. .............

Due immagini di Battistutta da professionista


CA R M I N E T O M M A S O N E

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Ad un passo da Lomachenko...

CARMINE TOMMASONE L’Europa nel mirino: Tommasone punta in alto

UN

avellinese a Las Vegas. Sembra il titolo di un cinepanettone ed invece poco è mancato che Carmine Tommasone, campione d’Italia e campione Intercontinentale Wba dei piuma, non salisse sul ring dell’ MGM Grand Hotel di Las Vegas per incontrare nientemeno che Vasil Lomachenko, per il sottoclou di Mayweather-Pacquiao. Non è uno scherzo, è andata esattamente così: “Una settimana prima del match è venuto meno l’avversario di Lomachenko, e poiché io, dopo la vittoria dell’Intercontinentale, sono passato quindicesimo in classifica mondiale, mi hanno offerto questa possibilità”. E poi? “E poi.... ho rinunciato anche perché in una settimana non ce l’avrei fatta a rientrare in peso. Certo, il pronostico mi sarebbe stato decisamente contro. Ma avrei venduto cara la pelle”. Lui racconta e Biagio Zurlo, il suo manager, conferma. Las Vegas, L omachenko: grande vetrina, grande borsa, grandi rischi. Inutile comunque rimasticare progetti sfumati. Ma la semplice proposta lo ha legittimamente inorgoglito. E ne ha anche accresciuto l’autostima e le ambizioni. “Quando sono passato professionista – confida – puntavo semplicemente al titolo italiano. Ora però, dopo aver messo il naso con successo in

di Luca Cisternino ph Fabrizio Nigro campo internazionale, penso che potrei giocarmi anche una chance europea. Perché no? Se Loreni, il mio organizzatore, me ne offre la possibilità io sono pronto”. Avellinese di Contrada (sette chilometri dal capoluogo), Carmine Tommasone, classe 1984, è imbattuto da pro dopo 14 incontri vittoriosi: un curriculum niente male, costruito quasi in punta di piedi. Lui e la boxe si incontrarono per puro caso: “Avevo 10 anni. I miei genitori gestivano un bar e mi mandarono in palestra per evitare che dopo la scuola vagassi incontrollato, insomma per darmi un’ occupazione precisa anche nel pomeriggio. Conobbi così il maestro Michele Picariello, nella sua palestra c’era Agostino Cardamone. E’ stato il mio primo idolo. Poi, da peso piuma, avevo un’adorazione particolare per Naseem Hamed, il principe.” Professionista per ripicca dopo una carriera di assoluto rispetto da dilettante: “Sono stato campione d’Italia cadetti e juniores, due volte finalista agli “assolu-

ti” battuto da Di Savino, guanto d’oro nel 2007, campione d’Italia nel 2008. Ma la nazionale mi ha sempre ignorato. E allora nel 2010 ho deciso per il professionismo. Qualche soddisfazione finora me la son presa, ma in Italia, si sa, non si vive di pugilato, e con le borse copro sì e no le spese di allenamento e di abbigliamento. Spesso per allenarmi devo andare a Torre Annunziata, nella palestra di Biagio Zurlo”. Gestisce in società una gioielleria a Contrada: “Deborah è la mia socia, l’accordo funziona. Laura invece è la mia fidanzata, studia scienze biologiche, sarà una nutrizionista, già mi aiuta nelle diete”. Il titolo europeo nei progetti, nel frattempo è stato fatto sfidante al titolo (vacante) della Comunità Europea. Un passo avanti verso quel traguardo. .............

Carmine Tommasone in una fase di un match; sempre Tommasone con la cintura di campione. WBA

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C A M P I O N AT I I TA L I A N I U N I V E R S I TA R I

TRE GIORNATE INTENSE A SALSOMAGGIORE Conferme e novità di Tommaso Gregorio Cavallaro

SALSOMAGGIORE

Terme è la città dove si sono svolti i Campionati Nazionali Universitari 2015. Un Evento, affidato dal CUSI al CUS Parma, che dopo 20 anni ha fatto ritorno nelle rinomata cittdina termale emiliana. La 69ª edizione dei Campionati Nazionali Universitari ha visto, ovviamente, svolgersi anche il Torneo pugilistico al quale hanno preso parte 76 pugili (32 Donne e 44 Uomini). Kermesse della Noble art che ha avuto il suo svolgimento tra il 15 e il 17 maggio, giorno nel quale delle finalissime. FEMMINILE Prime a salire sul ring sono state le donne, che hanno dato vita a sette incontri molto belli e avvincenti sia dal punto di vista tecnico che agonistico.

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Nei 48 Kg si sono sfidate Ilaria Carlucci (CUS Bari) e Mariella Marotta (Cus Napoli). La Carlucci, imponendosi per 2-0, si è aggiudicata il Titolo alla fine di un match molto intenso ed equilibrato. Nei 51 Kg la pluricampionessa degli Universitari Eva Magno (Cus Bari) si è trovata di fronte la romana Francesca Grubissich (CUS Roma Tre). Magno si è riconfermata padrona dello scettro di Regina del Pugilato Universitario, superando per Split Decision (2-1) la Grubbisich. Giulia De Laurenti (CUS Torino) e Camila Fadda (CUS Genova) hanno dato vita alla finale dei 54 Kg. La Fadda ha meritatamente indossato la Canottiera tricolore con il “Tocco”, grazie al 3-0 sulla De Laurenti. Maria Michela Svarca (CUS Pesaro Urbino) e Francesca Pietrolungo (CUS Roma La Sapienza) sono state

le protagoniste del match conclusivo dei 57 Kg. 3-0 il punteggio che ha decretato la vittoria della Pietrolungo sulla Svarca. Giulia Fiorentino (CUS Cosenza) e Jessica Palmieri (CUS Caserta) hanno incrociato i guantoni nei 60 Kg. La casertana Palmieri, superando per 3-0 la Fiorentino, ha fatto sua la medaglia d’oro di questa categoria. Chiara Ferri (Roma Tor Vergata) e Laura Passatore (CUS Piemonte Orientale) hanno mandato in scena la finalissima dei 64 Kg. La Ferri dopo strenua lotta ha avuto la meglio sulla Passatore, conquistando il massimo alloro pugilistico Universitario. Ultima finale del femminile quella dei 69 Kg, nella quale la sfida è stata quella tra Marta Ripamonti (CUS Milano) e Carmela Donniacuo (CUS Salerno). La vittoria ha arriso alla Donniacuo (3-0 sulla Ripamonti), che si è così guadagnata il Titolo.


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MASCHILE Anche tra gli uomini Finalissime agonisticamente valide e incerte. Nei 56 Kg il Campione Universitario di Cassino 2013, Daniele Nucci (CUS Chieti Pescara), è stato opposto a Simone Cuomo (CUS Torino). Nucci, laureandosi Campione grazie alla vittoria per KOTI alla 1 ripresa, ha bissato il successo dell’edizione ciociara. Mattia Di Tonto (CUS Chieti Pescara) e Francesco Vulcano si sono dati battaglia per l’oro nei 60 Kg. Grazie alla vittoria di Di Tonto (3-0), il CUS Chieti si è portato a casa il secondo Titolo Universitario della Boxe La Canottiera di Campione dei 64 Kg se la sono contesa Ennio Zingaro (CUS Roma La Sapienza) ed Alessandro Mazzali (CUS Roma Tre). Mazzali ha avuto la meglio in questo derby Capitolino, imponendosi per 3-0. Nei 69 Kg l’oro è stato un affare tra Gabriele Minardi (CUS L’Aquila) e Luis Porcu (CUS Genova). A vincere è stato Minardi (2-1), che si è così infilato la canottiera di Campione.

Bexhet Karadaku (CUS Pesaro Urbino) e Francesco Faraoni (CUS Roma La Sapienza) hanno disputato la finalissima dei 75 Kg. 3-0 il risultato con cui Karadaku ha battuto Faraoni, facendo sua la contesa e la Canottiera di Campione. 81 Kg la cui finale ha visto in gara Antonio Lavitola (CUS Cosenza) e Edoardo Nodaro (CUS Roma Tre). Lavitola ha portato in Calabria la medaglia d’ oro, sconfiggendo 3-0 Nodaro. Claudio Giuseppe Squeo (CUS Bari) e Nestor Correa Mendez (CUS Milabo) sono saliti sul ring per la contesa finale dei 91 Kg. Mendez ha prevalso per squalifica di Squeo al 2 Round. Il programma delle finalissime è stato chiuso da quella +91 kg tra Tommaso Rossano (CUS Napoli) e Marco Saracino (CUS Udine). Rossano, in virtù del

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3-0 su Saracino, ha riconquistato un Titolo che gi mancava dal 2013 La gara dei CUS si è conclusa con un pari merito tra Roma Tor Vergata e il CUS Bari. ............. Da sx: il Presidente della FPI Alberto Brasca premia Tommaso Rossano (oro) e Marco Saracino nella categoria +91 kg. Nesstor Mendez Correa, Oro nei 91 kg. Chiara Ferri (Oro) e Laura Passatore nei 64 kg. Jessica Plamieri (Oro) e Giulia Fiorentino 60 kg. Qui sotto gli arbitri della manifestazione insieme a Brasca.


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I R M A T E S TA

Indossa la divisa delle Fiamme Oro

IRMA TESTA MONDIALE A TAIPEI Rio de Janeiro... nel mirino di Adriano Cisternino

DICIOTTO anni ancora da compiere e già un ricco medagliere in bacheca. Irma Testa da Torre Annunziata, 57 chili per centosettantotto centimetri, fisico da indossatrice, sarà maggiorenne il 28 dicembre prossimo. Ma ha già tutta una vita da raccontare. Almeno sul piano sportivo. L’ultima impresa l’ha compiuta a fine maggio scorso, a Taipei, dove ha conquistato l’oro mondiale “youth” che va ad arricchire ulteriormente una bacheca in cui figurano complessivamente tre ori, tre argenti ed un bronzo fra mondiali ed europei. Esperti di statistiche assicurano che, a parità di età, ha vinto più di Valentina Vezzali, la regina del fioretto italiano che a 41 anni, dopo una carriera infinita, è ancora sulla breccia, in corsa per Rio de Janeiro. In questo straordinario percorso è appena arrivata la novità che ha cambiato la vita della giovanis-

sima

e

plurimedagliata Irma. Giusto prima della partenza per Taiwan è stato ufficializzato il suo passaggio dalla Boxe Vesuviana di Torre Annunziata, dove praticamente è nata e cresciuta sotto le cure di Lucio Zurlo, al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Dalla Campania in tre hanno ricevuto l’investitura ufficiale della Polizia: Marzia Davide da Salerno, Vincenzo Arecchia da Caserta e lei, la napoletana Irma. “Una svolta importante – sostiene l’allieva di Zurlo – ma

nella mia vita cambia poco. Certo, ora mi posso concentrare di più sulla boxe perché ho più tranquillità sul mio futuro, il problema che maggiormente affligge i giovani d’oggi”. Dopo l’oro di Taipei ha confessato: ”Sono salita sul ring con un pizzico di emozione in più perché era la prima volta che combattevo per i colori delle

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Fiamme Oro e non volevo deludere i miei nuovi dirigenti. Prima combattevo per me e per la Vesuviana, ora combatto per me, per la Vesuviana e per le Fiamme Oro. Ci tenevo perciò a debuttare per i nuovi colori con un risultato importante. Una sensazione che diventava sempre più intensa a mano a mano che mi avvicinavo alla finale. Ma tutto questo mi ha dato una carica maggiore, è stato insomma uno stimolo in più per centrare l’obiettivo”. Da Taipei, insomma, è cominciata la nuova vita di Irma, nuove responsabilità sulle sue spalle di (ancora) minorenne, spalle però già forti perché fortificate da decine di battaglie sostenute vittoriosamente sul ring di tutto il mondo. Le nuove responsabilità infatti non la spaventano: “So bene che le Fiamme Oro hanno investito su di me e sul pugilato femminile in genere. Il mio compito è ora quello di dimostrare che questo investimento è giusto, anche per fare spazio ad altre ragazze in un futuro più o meno prossimo”. Le “quote rosa” anche nella boxe sono tra gli obiettivi di fondo di Irma da tempo impegnata anche nel sociale, come rivela il suo ruolo di testimonial contro il femminicidio che ricopre da oltre due anni. Diciotto anni da compiere, insomma, per la legge ancora un’immatura, e invece più che mai in grado di assumersi responsabilità importanti: “Sono cresciuta in fretta – spiega – perché la boxe mi ha fatto crescere in fretta. Nei primi ritiri con la Nazionale piangevo, mi mancava la famiglia, mi mancavano gli amici. Forse, rispetto alle mie coetanee, mi sono persa qualche passag-


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gio, divertimenti pochi. Ma la palestra mi dà grandi stimoli e la vittoria sul ring ripaga ampiamente di tanti sacrifici”. Guardiamo avanti. Ad agosto ci sono gli Europei in Ungheria e, fra meno di un anno, le Olimpiadi. “Rio è il mio obiettivo da tanto. Ma se qualche anno fa mi sembrava solo un sogno lontano, ora lo vedo come un obiettivo tutt’altro che proibito. Certo, sarà dura. L’anno prossimo passerò fra le seniores e dovrò incontrare avversarie molto più esperte. Intanto farò gli Europei nei 60 chili. La mia crescita sul piano fisico è stata progressiva: ho cominciato a 51 chili, ma quattro anni fa ero una b a m b i na. Poi son passata a 54, a 57 ed ora a 60 chili, la categoria olimpica. Ripeto: Rio non è più un sogno proibito. Se va come deve andare....” E allora, un grande INBOCCALLUPO!!!!! .............

Irma Testa in alcuni momenti clou della sua attività di pugile: sul ring, insieme al coach Renzini, con i maestri nella palestra Boxe Vesuviana ed insieme a Mr. Wu come miglior pugile del Campionato del Mondo Femminile a Taipei.

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B OX E M I L I A R DA R I A

IL TRIANGOLO D'ORO: NEW YORK, LAS VEGAS E HOUSTON Lo sport dei paperoni: Mayweather, Pacquiao, Klitschko, Alvarez. di Giuliano Orlando ph Fabio Bazzani e Andrea Migliorati

LE PREVISIONI

sono fatte per essere smentite. Quando nel 1981, il grande Alì chiuse ufficialmente la carriera, il coro degli esperti fu unanime nel porgere le condoglianze alla disciplina. Un funerale, col gusto sadico di chi prova piacere per la scomparsa di un protagonista insostituibile. In effetti, l’uscita di scena non solo di Alì, ma quasi in contemporanea di protagonisti come Foreman, Frazier, Norton, Spinks e poi di Holmes, poteva risultare determinante per innescare una preoccupante crisi nei massimi. Questo non accadde perche un cattivo ragazzo di nome Mike Tyson, colmò il vuoto e, volenti o nolenti, riportò la boxe al centro del mondo. Discusso e discutibile, Tyson fu il fenomeno mediatico assoluto per oltre un decennio (1986-1997), colorando una carriera di pro e contro, nel segno dell’esagerato. Nel frattempo, all’alba del 2000, l’immenso popolo degli appassionati, iniziò a virare propri gusti, non più solo sui giganti, ma verso altri campioni che senza toccare il quintale di peso, sapevano offrire spettacoli emozionanti, come era accaduto negli anni ’50 e ’60, allorchè Robinson, La Motta, Basilio, Fullmer fino a Griffith e ai nostri Benvenuti e Mazzinghi, pesi medi, salirono alla ribalta. Il fascino delle altre categorie fu una scelta obbligatoria, perché la

televisione impose la legge dello spettacolo ad ogni costo, per cui il pubblico iniziò ad abituarsi anche a campioni di taglia piccola e media. Un passaggio che coincise con la polverizzazione delle sigle. Situazione che fece gridare allo scandalo e alla fine della disciplina. In apparenza poteva apparire un vero attentato, in realtà derivata dalla domanda crescente delle emittenti e da un pubblico sempre più globale, con mercati come quello europeo, dagli anni ‘70 e asiatico dal 1990, fino ad allora inconsistenti, che iniziarono a di-

ventare fruitori importanti del piccolo schermo. La reale mancanza di un ricambio tra i pesi massimi, fece il resto. I numeri confermano che il pugilato resta uno degli sport più praticati, con bacini d’utenza in tutti i continenti. Pur variando le zone di maggiore affluenza, come il caso dell’Europa, con la liberalizzazione dell’Est e l’indipendenza di stati a lungo sotto l’ombrello dell’ex Urss. Oggi la Russia è una

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potenza anche nel professionismo, con campioni europei e mondiali, sulla stessa strada l’Ucraina e la Polonia. Restano costanti Gran Bretagna e Germania, con qualche difficoltà rispetto al passato Francia e Italia, in recupero la Spagna, mentre sembrano risvegliarsi i Paesi del Nord Europa. La Svezia, è tornata a detenere un mondiale, si tratta di Badou Jack, papà del Gambia, mamma svedese, titolare nei supermedi WBC a distanza di 56 anni, allorchè Ingemar Johanson nel 1959 battendo Floyd Patterson, diventa titolare nei massimi. Anche la Finlandia si fa avanti: regina europea nei leggeri, grazie a Edis Tatli, finlandese nato in Kosovo, ma cresciuto tra i fiordi. Il lungo preambolo serve come anello di congiunzione a quello che tutti i media del mondo hanno indicato come l’evento del secolo. Parliamo della sfida disputata il 2 maggio scorso a Las Vegas, tra Floyd Myweather jr. (48+) e il filippino Manny Pacquiao (57-6-2). Confronto che ha azzerato tutti i record precedenti, nonostante il ritardo pazzesco dell’evento. Dopo la vittoria di Pacquiao sull’inglese Hatton nel 2009, steso in due round, mentre Mayweather nel 2007 aveva impiegato dieci tempi, il confronto tra i due, parve l’evento più logico per allestire un bel business. Per realizzarlo ci sono voluti sei anni di attesa, eppure nonostante l’età avanzata di entrambi, May 38, Pac 36 primavere, i numeri


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hanno dato ragione agli organizzatori, ripagati abbondantemente della scommessa.

La regia, per ampliare al massimo la risonanza, non ha dimenticato i rispettivi ruoli fuori dal ring. May, il cattivo assoluto, ricco e dannato. Lo sportivo che guida la classifica dei Paperoni sportivi dal 2012, inviso alle femministe, finito in carcere per aver picchiato la mamma dei suoi figli. Tutto il contrario è Pac il filippino che tra un pugno e l’altro “studia” da futuro presidente della sua nazione. Nato poverissimo, è cresciuto nel segno del rispetto e dei buoni propositi. Ricchissimo, ma non dimentica di aiutare i meno abbienti. E’ il personaggio più popolare delle Filippine. Torniamo alla parte

finanziaria con alcuni dati indicativi. Le borse dei due pugili sono state addirittura superiori alle previsioni, inizialmente indicate di 150 milioni all’americano e di circa cento per il filippino. Al dunque sono salite a quasi 200 per il vincitore e 130 per Paquiao. Il precedente record era di 45 milioni per Mayweather, nella sfida con Alvarez, disputata nel 2013. Questi i numeri resi ufficiali da Showtime e Hbo, le due emittenti che hanno trasmesso il match, vendendolo ad altri 30 paesi in diretta. Quasi quattro milioni e mezzo, le persone che hanno pagato l’accesso alla pay per view (89.95 dollari, più 10 con l’alta definizione), un record impressionante. Il precedente era

di circa due milioni e mezzo, relativo a Mayweather-De La Hoya del 2007. L’incasso per la pay per view ha toccato i 425 milioni di dollari, quasi il triplo del precedente di 150 milioni per Mayweather-Saul Alvarez nel 2013. A queste cifre da capogiro si aggiungono i 125

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milioni provenienti da altre entrate: 62 milioni, dai diritti televisivi per l’estero, poi il merchandising e il circuito chiuso: 46.000 biglietti solo nelle proprietà MGM a Las Vegas. Per la prima volta sono stati venduti i biglietti per le operazione del peso. Bruciati subito i 12.000 ticket disponibili a 10 dollari, totale di 120.000, cifra almeno quadruplicata, avendo i bagarini fatto incetta, poi rivenduti fino a 100 dollari l’uno. L’incasso del botteghino (18.000 spettatori) ha superato i 100 milioni. Emblematico il paragone col calcio italiano. Il 19 settembre 2014, l’incontro tra Milan e Juve, portò all’incasso record finora imbattuto di 3 milioni e 200.000 euro, grazie a 78.681 paganti. Ogni commento è inutile. Eppure


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qualche inesperto buontempone, ha dichiarato che la boxe negli USA è uno sport di nicchia e sull’orlo dell’estinzione. Le sponsorizzazioni hanno sfiorato i 600 milioni di dollari. I pantaloncini di Pacquiao recavano sponsor per due milioni e mezzo, il doppio quelli di May. La Birra Trecate ha versato per il tappeto oltre sei milioni. Floyd jr. ha ricavato dal paradenti, non meno di un milione, per la riproduzione del modello usato nel match. Il giro globale è impossibile da quantificare, sicuramente ben oltre i 2 miliardi di dollari. Il movimento dell’evento, ha coinvolto Las Vegas e dintorni, lievitando il costo di alberghi, ristoranti, spettacoli, negozi di abbigliamento e pure i taxi hanno triplicato le tariffe. Ciò che attraeva l’attenzione dei turisti è salito fino al 300%. Le stanze da 200 dollari hanno toccato i 2200 nella notte della sfida, tasse incluse. Una suite da 1200 a 4000. Il comune di Las Vegas ha dovuto quadruplicare gli agenti in servizio. Due i motivi: la crescente delinquenza, in particolare i borseggiatori, che contano sempre sulla distrazione tipica dei turisti, per trasferire

i portafogli da una tasca all’altra, e l’arrivo in massa delle signorine di scarsa virtù. Un esercito alla caccia di clienti, con argomenti suadenti. Nonostante, la legge del Nevada proibisca di svolgere l’antica professione. Il match, vittoria unanime per Mayweather, è stato in linea con le attese. Molto tattico, nonostante la buona volontà di Pacquiao, generoso ma incapace

di cambiare ritmo per fare la differenza. Ci sarebbe voluto il pugile che tra il 2008 e il 2011, stracciò tutti gli avversari, arrivando a conquistare, lui superleggero naturale, lo scettro medi jr. a spese di Margarito. Non avendo più quell’esplosività, il verdetto non poteva che premiare mister “Money”, il più

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grande difensivista della storia. Nonostante ciò, l’appetito vien mangiando e i venti della rivincita sembrano essere già scesi sulla strip di Las Vegas. Ci sono i presupposti a cominciare dall’impegno di Mayweather che per contratto deve disputare ancora un match con Showtime entro l’anno, che potrebbe slittare al 2016. Pacquiao, operato alla spalla destra, dopo la battaglia, si è detto non solo disponibile al bis, ma convinto di capovolgere l’esito del precedente risultato. Un piccolo particolare non trascurabile. Nella serata il sottoclou è stato riservato all’ucraino Vasyl Lomachenko (41), 27 anni, che ha difeso con successo la cintura dei piuma WBO, contro lo scorretto portoricano Gamalier Rodriguez, costretto alla resa nel nono round. E’ stato il match più bello della serata e non potevano esistere dubbi. Lomachenko è stato il fenomeno in


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maglietta per oltre un quadriennio, oro alle ultime due edizioni olimpiche, altrettanti titoli mondiali. Paga una categoria che non trova molti spazi di vertice. Un vero peccato, fosse stato un welter avrebbe sostituito gli attuali leader senza troppa fatica.

UNA SETTIMANA

prima della sfida ammazza record, sul ring del Madison Square Garden di New York, esaurito in ogni ordine di posti, l’ucraino Wladimir Klistchko (64-3), tornava negli USA, da dove mancava dal 2008 - vittoria sul russo Ibragimov - per difendere il poker di cinture (WBA, WBO, IBF e IBO) dall’assalto di Bryant Jennings (19-1) trentenne americano di Filadelfia, che si era meritato l’opportunità battendo il cubano Mike Perez, preferendo il confronto con l’ucraino, piuttosto che sfidare Deontay Wilder per il WBC. In questa occasione il dottor Wladimir, ha preso ‘soltanto’ 12 milioni, briciole in confronto a quelle di Las Vegas, ma cifra altissima nel mondo dei normali, che pochi altri sport assicurano ai propri campioni assoluti. Klischko, che ha 39 anni, è al vertice dei massimi dal 2000, titolare fisso dal 2006, per diverse stagioni col fratello Vitali hanno egemonizzato il regno dei giganti. A New York ha eguagliato il record delle difese di Louis (27), è imbattuto dal 2004, anche se gli USA non sono il suo mercato ideale. Diverso dall’atteggiamento del pubblico europeo e di quello tedesco in particolare. Nel 2009, ha saputo portare 60.000 spettatori alla Veltins Arena di Gelsenkirchen, mandandoli in visibilio contro l’uzbeko Ruslan Chagaev, costretto alla resa al nono round. Prima di festeggiare la vittoria con ostriche e champagne, ha risposto in perfetto inglese e tedesco ai cronisti, permettendosi con garbo di ironizzare sulla sua presunta mascella di cristallo: “L’ho protetta bene, quindi vado avanti”. Sono passati sei anni, e nulla è cambiato al vertice. Ha affrontato e battuto senza apparente sforzo Chambers, Peter, Hayes, Mormeck, Thompson, Wach, Pianeta, Povetkin a Mosca, Leapai e Pulev, fino a Jenning. Gli americani lo paragonano al valium, e per la loro mentalità possono avere anche ragione. Per contro i fratelli Kli-

stchko sono i personaggi più popolari e ricchi d’Ucraina. Vitali è il sindaco di Kiev, si batte per gli ideali europeistici della sua nazione, ha lasciato la boxe, ma è sempre all’angolo del fratello e forma una coppia d’acciaio. Attende la prossima sfida che potrebbe portarlo in Inghilterra, contro il simpatico pazzo irlandese Tyson Fury, imbattuto, gigante di 2 metri, quindi un testa a testa interessante. Se non altro per restare in linea con i guadagni delle ultime stagioni, attorno ai 22-24 milioni di euro, per due incontri. Per un pugile di 39 anni non è male. Nel frattempo si gode la famiglia, la compagna Hayden Panettiere (origine italiana) e la piccola Kaya nata lo scorso dicembre. In attesa di svolgere la professione di campione del mondo di boxe.

GLI AMERICANI

gli preferiscono i guerrieri come fu il miglior Tyson e come è Saul Alvarez (45-1-1), il messicano biondo, che pur battuto da Mayweather nel 2013, una settimana dopo la battaglia tra Floyd e Manny, ha saputo convogliare al Minute Maid Park di Houston nel Texas, in un incontro senza titoli in palio, oltre 34.000 spettatori, dando spettacolo contro il locale James Kirkland (32-2), dal passato burrascoso, ma anche dotato di pugno pesante e alla disperata ricerca dell’ultima occasione per puntare al mondiale dei superwelter. Tre round di fuoco, sul binario di Saul, che costringeva James al conteggio nel round di apertura e lo metteva ko al terzo con destri al tritolo. Questo voleva il pubblico e questo i due hanno offerto. Successo su tutta la linea, con uno share ottimale e oltre 3 milioni di dollari al vincitore e circa la metà allo sconfitto. Nel giro di tre settimane, negli Usa si sono svolti tre appuntamenti che fotografano il potenziale enorme della grande boxe. Un triangolo d’oro ideale, che non ha esaurito la vena, ma gettato il seme per altri confronti. Questo perché il mercato, se deve prendere le distanze da Mayweather e Pacquiao, due assi fuori quota, ha nel contenitore molte altre carte da giocare. Una fra tutte, riguarda il medio kazako Gennady Golovkin (32), residente negli Usa, considerato uno dei

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migliori al mondo pound for pound, dopo aver cancellato l’inglese Willie Monroe a metà maggio a Inglewood in California e convinto anche gli ultimi scettici del suo grande potenziale, ha solo imbarazzo della scelta tra Miguel Cotto e lo stesso Saul Alvarez, per una battaglia dove dollari e pugni sono di altissimo livello. Potrei andare avanti, in altre categorie e in altri continenti. Nella vecchia Europa, nonostante crisi di vario genere, l’attività resta più che dignitosa, in particolare in Inghilterra e in Russia, come in Germania. Non circolano le cifre americane e non c‘erano neppure in passato, ma il calendario non salta nessun fine settimana senza almeno un titolo europeo e spesso iridato. C’è poi l’Asia, fino a pochi anni addietro esclusivamente Thailandia e Giappone, ora in Cina, con Bob Arum e altri promoter. L’Italia pur con limiti evidenti, non è il fanalino di coda, se l’EBU ha premiato la OPI2000 come la più attiva in Europa nell’organizzazione di titoli continentali. Premiato pure Mario Loreni attivissimo sul fronte delle cinture internazionali. Anche se non possiamo competere con i colossi che muovono capitali, per noi neppure pensabili, l’attività italiana sta cercando addirittura di rilanciarsi. Un lodevole gesto di coraggio. .............

Pagina 26: Il Madison Square Grden; Pag 27: Wladimir Klitschko; Mayweather VS Pacquiao per FOX SPORTS; Klitschko e Jefferson al peso. Pag 28: al centro la locandina dell’incontro tra Canelo e Kirkland; In alto Gennady Golovkin, in basso Evander Holyf iled e Bernard Hopkins.


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C A M P I O N AT O I TA L I A N O S U P E R M E D I : B A S S I - C O C C O

BASSI MANTIENE IL TITOLO DEI SUPERMEDI Entusiamo al Palasport per l’interessante riunione. Sconf itto di misura Cocco di Gabriele Fradeani ph Davida Ruggieri

SAN BENEDETTO

del Tronto, 22/05/2015 - Roberto Bassi ha mantenuto il titolo italiano dei supermedi al cospetto di circa duemila persone che hanno preso d’assalto il Palasport “Bernardo Speca” con un tifo di marca calcistica; cosa che soddisfa l’organizzazione,

impeccabile, della Round Zero e lascia sperare nella riedizione in loco di riunioni di pugilato ad alto livello. Ma veniamo al combattimento il cui verdetto all’unanimità, nella sostanza esatto, è stato inficiato da un risultato nella forma molto discutibile. Non c’erano sicuramente, a nostro avviso, i quattro punti di Roda e Ramacciotti, più esatto il verdetto di due punti dato dal giudice Mordini. Noi avevamo un punto, forse due. Peraltro la vittoria di Bassi va considerata legittima perchè lo sfidante deve dimostrarsi superiore e Cocco non lo ha fatto. Ha attaccato sicuramente per tutte le riprese ma a ben vedere il suo lavoro al corpo ha dato scarsi risultati perchè Bassi è riuscito ad imbrigliarlo e a bloccare i colpi con i

gomiti e con i guanti a protezione della mascella. A favore del pugile marchigiano c’è da dire che i colpi più puliti anche se portati in modo isolato sono stati sicuramente i suoi, è stato più veloce ed ha pizzicato spesso d’incontro con il jab sinistro, in qualche occasione doppiato anche dal destro lungo. Un match agonisticamente valido che ha scatenato l’entusiasmo del pubblico presente. Ma veniamo al film del match. Bassi è partito

abbastanza bene e si è fatto preferire nelle prime due riprese per la sua maggiore mobilità che gli ha consentito di prendere sul tempo e contrare l’avversario. Nella terza si è messo in luce Cocco che riusciva a chiudere Bassi all’angolo ed a bersagliarlo con ganci e montanti alla figura. Nella quarta ripresa è ancora lo sfidante a farsi preferire mentre nella

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quinta il campione vanifica l’aggressività dello sfidante con spostamenti e colpi d’incontro che vanno a segno. Nella sesta è ancora Bassi che si mette in luce per un bel montante portato d’incontro che centra l’avversario al mento. Nella settima Cocco si lancia deciso in avanti e Bassi deve subire un efficace lavoro al corpo. Anche nell’ ottava lo sfidante intensifica la propria azione e Bassi sem-

bra in affanno. Nella nona e soprattutto nella decima ripresa il sanbenedettese riesce a contrare Cocco con diversi destri d’incontro chiaramente sentiti. All’annuncio del verdetto il team di Cocco protestava vivacemente ma, a nostro avviso, ripetiamo che il match,


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pure equilibrato, non avrebbe giustificato la vittoria dello sfidante. Nelle interviste post match, Cocco si è chiuso nel proprio camerino mentre il suo team ha definito il verdetto scandaloso; Giantomassi , coach di Bassi ha dichiarato:” non quattro ma due punti c’erano tutti. Il mio pugile è stato più preciso e concreto ed i colpi migliori, quelli puliti, li ha messi lui. E’ andato in debito di ossigeno perché impossibilitato a fare footing per una noia al ginocchio”. Bassi dal canto suo, strappato a forza e con difficoltà dall’entusiasmo dei suoi fans ci ha dichiarato: “ Non chiedetemi nulla, sono troppo felice e voglio gustarmi questa vittoria con i miei amici. Per i progetti

futuri ci sarà tempo e ne discuteremo con Spagnoli e Giantomassi. Circa il verdetto che dire? Mi hanno giudicato vincitore tutti e tre i giudici e questo mi basta!”. Anche i matches di contorno sono stati equilibrati e molto combattuti, segno che questa formula del campionato italiano “neo pro” funziona con grossa soddisfazione di Carlo Nori, Presidente della Lega Pro Boxe, presente alla manifestazione. Nei pesi superwelters il pugliese Ruggiero ha avuto la meglio sul lombardo Kourouma in virtù di una maggiore precisione nei colpi diritti che hanno stoppato le azioni offensive dell’avversario. Kourouma era partito

bene ma poi soprattutto nella terza e quarta ripresa, colpito ripetutamente d’incontro, si è spento. Nei pesi welter si è imposto l’abruzzese Digiamberardino ai danni del toscano Papasidero. Più preciso il primo, soprattutto con il jab sinistro che ha vanificato l’aggressività di Papasidero. Nei medi successo del sardo Salisci che ha regolato il pugliese Ieva. Molto meglio impostato il sardo che ha messo in mostra da subito una eccellente mobilità mentre Ieva si è presentato con qualche chilo di troppo. Eccellente nella terza ripresa un diretto destro chiaramente sentito dal pugile di Sgaramella. Da decifrare il verdetto che nei mediomassimi ha dato vincente Failla sul marchigiano Secchiaroli. Vero che Failla si è dimostrato più preciso ma è altrettanto vero che il match l ’ h a

fatto esclusivamente Secchiaroli andando continuamente in avanti e dimostrandosi sicuramente più efficace. Soprattutto nel quarto tempo Failla ha sentito la maggiore potenza del marchigiano. Noi abbiamo visto di una sfumatura vincitore Secchiaroli ma forse il pari avrebbe accontentato entrambi. Ufficiali di Servizio per il campionato: Roberto Di Mario, arbitro, Alessandro Roda, Francesco Ramacciotti, Massimo Mordini (giudici); Gabriele Battilà,

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Ngeleka Musangu, Sauro Di Clementi per i match di contorno. Supervisore FPI: Guido Cavalleri; medico del campionato Giuseppe Macchiarola, medico di servizio: Elisabetta Di Cristofaro; Commissario di riunione Oreste Mariani, Ring Announcers Bruno Cozzi e Roberta Martellini. I RISULTATI Campionato Italiano supermedi: Roberto Bassi (detentore, team Spegnoli, kg 75, 8-1-0) b. Roberto Cocco (sfidante, team Zurlo/loreni, kg 75,7, 16-13-1) ai punti 10 riprese. Pesi superwelters Benito Ruggiero (Andria, kg 68,3, esordiente) b. Alan Kourouma (Bergamo, kg 70,5, 0-3-0) 4 tempi; Pesi welter: Marco Digianberardino (Avezzano, esordiente, kg 66,7) b. Marco Papasidero (Pistoia, esordiente, kg 67,5) 4 riprese; Pesi medi: Nicola Salici (Cagliari, esordiente, kg 66,7) b. Antonio Ieva (Andria, esordiente, kg 72,3) 4 rounds; persi mediomassimi: Stefano Failla (Catania, kg 82,1, 2-0-1) b. Silvio Secchiaroli 4 riprese.

Da sinistra: alcune fasi del match tra Cocco e Bassi; Bassi intervistato; l’ultima foto vede la new entry Digiamberardino che fa il suo ingresso nel mondo PRO da vincente.


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R A DU N O S M E F A O RV I E T O

RADUNO SMEF A ORVIETO Incontro con i maestri Pitardi e Ortu di Vezio Romano ORVIETO, 18 - 04 - 2015

La Sezione di Pugilato della Scuola Militare di Educazione Fisica di Orvieto (SMEF) è da considerare un vero pilastro nella storia della boxe dilettantistica italiana. Dal 1953 al 1990 qui si sono allenati i migliori pugili dilettanti che hanno conquistato tanti successi nelle varie competizioni nazionali ed internazionali. Un gruppo di ex atleti della SMEF ha voluto riunirsi per ricordare quella importante esperienza con gli storici maestri Leo Pitardi e Antonello Ortu. Ottantacinque anni portati in maniera invidiabile, Pitardi ci racconta la sua prestigiosa carriera di allenatore: “ Dopo aver praticato paracadutismo e pentathlon, mi sono appassionato al pugilato. Ho avuto due grandi maestri come Natale Rea e Armando Poggi, dai quali ho appreso molto. Nel 1959 sono arrivato alla SMEF dove sono rimasto fino al 1984”. Viene a questo punto spontaneo domandare a Pitardi quali sono stati i suoi pugili preferiti. “ Non è facile rispondere, se penso che ho avuto circa 2500 atleti. I primi che mi vengono in mente sono De Piccoli, Mazzinghi, Arcari, Damiani e Stecca. Un particolare ricordo ho anche per Bepi Ros: aveva un fisico all’apparenza sgraziato, l’antitesi del fisico atletico. Ma era serio e molto determinato; in una edizione dei Campionati Mondiali Militari vinse meritatamente la medaglia d’oro battendo un temibile americano in semifinale ed un forte francese in finale per ko. Un altro atleta che ricordo con particolare stima è Musso. Ai Campionati Italiani a Bologna nel 1959 fu raggiunto dalla triste notizia della morte del padre. Fu accompagnato ai funerali dal mare-

sciallo Pinna, poi tornò subito e vinse il Titolo Italiano”.Nel 1970 arrivò alla SMEF il maestro Antonello Otrtu. “ Nel 1968 - ci racconta - vinsi il Torneo della Settimana Sportiva delle Forze Armate, poi seguii il corso da insegnante sotto la guida de l grande Steve Klaus. Sono rimasto alla SMEF fino al 1990, l’anno purtroppo della chiusura, poi sono passato al Centro Sportivo Esercito della Cecchignola. Attualmente sono insegnante nella Boxe Orvieto. Nella mia esperienza di allenatore posso dire, in sintesi, che ho avuto l’opportu-

nità di osservare e di studiare le varie scuole pugilistiche, sia italiane che straniere”. Anche a Ortu domandiamo quale pugile ricorda in particolare: “ Giovanni Parisi - ci risponde - mi ha colpito per la sua determinazione e la sua costanza nell’apprendere; era capace di ripetere un’azione anche per mezz’ora”. L’affet-

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to che gli ex atleti dimostrano ancora oggi per i loro maestri appare, senza alcuna retorica, veramente commovente. I loro nomi sono: Piero Morello, Efrem Calamati, Pietro Lusardi, Mario Bambini,Teodoro Rosina, Giorgio Perreca, Bruno Zoia, Giuseppe Santangelo, Bruno Fabbiani, Dario e Marco Ricci, Nicola Parrino, Ciro Cevoli. E’ stato presente anche il colonnello Roberto Salucci che ha ricoperto l’incarico di comandante della Compagnia Atleti. .............

Foto di gruppo per il raduno della Sezione Pugilato della Scuola Militare di Educazione Fisica (SMEF)





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In apertura l’articolo del giornale dedicata a Cavicchi per la conquista dell’Europeo; la foto dove Cavicchi incrocia i guanti con Neuhaus. Pag. 35: Primo piano di Franco Cavicchi e un’altra posa in allenamento. Sotto Cavicchi con De Piccoli; foto di repertorio con un Franco Cavicchi in allenamento e sotto lo sguardo di Piero Pini; in basso Cavicchi fuori dal ring in veste di agricoltore.

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RISULTATI Europeo superwelter vacante: Cedric Vitu (Fra. 42-2) b. Orlando Fiordigiglio (21-1) kot 11. Camp. Italiano massimi. Salvatore Erittu (27-2) b. Fabio Tuiach (27-4) 10 r.;

Supergallo: Daniele Limone (27-3-1) e Dzemil Cosovic (Ser. 3-4-3) pari 6 t;

Piuma: Luca Rigoldi (4-0-1) b. Valerio Marchionni (2-1-1) ko 2; Shoaib Zaman (2) b. Gianni Ricupido (1-2) 6 t; Mosca femminile.: Loredana Piazza (11-3) b. Jovana Trifunjagic (Ser. 0-2) 4 t

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LOGO ITALIA BOXING TESTO PANTONE 3015 GUANTONE VERDE PANTONE 347; ROSSO PANTONE O32

08/05 SEMIFINALI

51Kg F

Gordini vs Petrova (BUL)

0-3

60 Kg F

Marenda vs Beliakova (RUS)

1-2

54 Kg F 56 Kg

56 Kg

54 Kg F

Davide vs Pertova (BUL)

Maietta vs Kisthourry (FRA) FINALI 09/05

Maietta vs Szoros (HUN)

Davide vs Slavelyeva (RUS)

ELITE

3-0 3-0 3-0 0-3

56 kg

Gasparri Stefano vs Jitaru Robert

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81 kg

Mihai Adrian vs Rosciglione Gianluca

VP

69 kg

49 kg 52 kg

Crivello Ignazio vs Pita Marian YOUTH

Cordella Nicola vs Vulpe Ionut

VS

VP

Udubasa Andrei vs Di Serio Raffaele

PARI

Schiopu Florin vs Iozia Francesco

VP

52 kg

Popescu Alexandre vs Amoroso Marco

60 kg

Manea Marian vs Salvati Remo

VP

69 kg

Calotà Albert vs Azzaro Alessandro

PARI

81 kg

Patrascu Stefan vs Sarchioto Giovanni

VAbb

60 kg 64 kg 75 kg

Miron Ion vs Magrì Francesco

Ivanov Iulian vs Antonaci Federico

PARI

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IL 23 APRILE

del 1965, cinquanta anni fa, uno dei match che hanno fatto la storia della nostra boxe: un mondiale fortemente voluto ed inseguito con determinazione e tanta, tanta pazienza. Parliamo di Salvatore Burruni vs Pone Kingpetch per il titolo assoluto dei pesi mosca. Un titolo che da tempo, nonostante il valore del nostro atleta, ciondolava fra Giappone e Thailandia ed il nostro portacolori rischiava di restare l’eterno aspirante. Grazie all’intervento del nostro Piero Pini, rappresentante in seno alla WBC, ed alla disponibilità di Rino Tommasi in qualità di organizzatore, tramite la Itos, il fantomatico thailandese Pone Kingpetch era messo all’angolo e doveva accettare, pena la defenestrazione a tavolino, il confronto con il nostro pugile. Viene per tempo a Roma e pone la sua sede di allenamento presso la palestra dello stadio Flaminio; molto “coperto” negli allenamenti si avvale di due sparring italiani: il gallo Bevagna ed il piuma Calandra. Poche le indicazioni che vengono da coloro che lo vedono all’opera: appare piuttosto lento e non affonda i colpi e bada poco alla difesa anche se dimostra di avere colpo d’occhio ed un’ ottima tecnica. Il nostro campione si allena ad Alghero e come suo solito appare modesto e schi-

vo da ogni apparenza. Poi, giunge finalmente il momento di lasciare la parola al ring che per l’occasione fu quello del Palasport romano. Un big match, nonostante il peso dei contendenti, sentitissimo in Italia non fossaltro che per le tattiche dilatorie poste in essere dal team del campione. La giu-

per i più ottimisti, un verdetto da leggere al fotofinish. Alla resa dei conti così non è stato ed il simpatico Tore alla fine del combattimento risultava vincitore per non meno di dieci punti. In pratica l’orientale non è quasi esistito ed è risultato inferiore su tutta la linea: più lento e prevedibile è stato sempre preda di un Burruni tatticamente ineccepibile che si è reso subito conto che per venire a capo della “pratica” Kingpetch bastava la velocità ed il colpo d’occhio e così è stato. Al termine del combattimento nessun patema in attesa del verdetto e la consapevolezza anche da parte del team del campione di avere perso nettamente e di dover lasciare il titolo. Grande soddisfazione di Rino Tommasi, di Umberto Branchini, Francesco Mulas (il suo maestro) e di Piero Pini che hanno visto, ciascuno per il proprio verso, coronate le proprie aspettative. Un tripudio per Tore che vedeva finalmente riconosciuti i suoi meriti ed ingigantiva, ove possibile, la sua già grandissima popolarità. .............

ria era formata dall’arbitro messicano Ramon Berumen, dal giudice thailandese Chua Chaksuraka e dal nostro Nello Barrovecchio. Ci si attendeva uno sfidante arrembante e, per contro, un campione tecnicamente superiore e pericolosissimo per la sua tanto decantata potenza. Match pronosticato difficile ed in salita per il nostro portacolori e,

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In apertura Salvatore Burruni proclamato vincitore dall’arbitro; le foto del match contro Kingpetch; In questa pagina Tore Burruni in allenamento e sotto Burruni in borghese.


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A P B - A I BA PR O B OX I N G

RUSSO BENE A MILANO A colloquio con il campione vincitore su Golovaschenko di Giuliano Orlando ph Luigi Riberi

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MILANO

Chiamato a dimostrare che l’ambizione a voler partecipare ai Giochi di Londra è nelle sue possibilità, Clemente Russo, 33 anni, da 17 protagonista ad alto livello, un palmares di due ori mondiali e altrettanti argenti olimpici, oltre 200 incontri all’attivo e una percentuale del solo 10% di sconfitte, ha risposto alla grande contro l’ucraino Golovashchenko, non un fulmine di guerra ma un carro armato che devi evitare di trovartelo troppo vicino, onde evitare le pesanti bordate, difficilmente digeribili. All’Alcatraz di Milano, il casertano ha fatto vedere di poter dire la sua in questa opportunità che l’AIBA concede ai rimandati della prima prova APB. L'INTERVISTA Per Russo, l’ostacolo insuperabile fu il russo Egorov, altro panzer di 23 anni, ma dotato di tecnica e consistenza. “Un tritasassi inarrestabile – ricorda Clemente – che ti leva spazio e fiato. Io non ero al top e quindi mi mancavano le gambe e l’esplosività dei colpi. Ugualmente gli sono stato vicino”. Due sconfitte lasciano il segno, oppure fanno scattare la riscossa? “Più che il segno, ti danno fastidio. Io non sono abituato a perdere. Preso atto della situazione, ho deciso che ci avrei riprovato dedicandomi alla preparazione in modo totale. Il conforto di una famiglia meravigliosa, di amici che mi sono stati vicino anche quando in tanti mi davano per morto, il feeling con Francesco Damiani e il supporto della Federazione e dei vertici delle Fiamme Azzurre, hanno fatto il resto. Che il 2014 potesse risultare un anno di transizione ci poteva stare. Nel 2013 a distanza di sei anni ho rivinto il titolo mondiale, battendo tra gli altri, l’azero Mammadov e il russo Thishchenko, la bestia nera di Egorov, campioni d’Europa 2011 e 2013. Senza alcun regalo dai giudici. Non sono un robot, e nel mio caso, raggiungere il top di una

boxe costruita sui riflessi e la velocità, non è tanto facile. Ho pagato lo scotto, mi sono messo umilmente al lavoro e penso che da come ho battuto l’ucraino, otto round a zero, posso sperare di fare il poker, anche se non sottovaluto nessuno, tanto meno Pinchuk che si muove tutto storto ma usa i colpi diritti molto bene ed è anche preciso. Quando l’ho battuto a Caserta lo scorso dicembre, mi ha fatto faticare non poco. Stavolta dovrei avere una migliore condizione. Confesso che i segnali nel match

con l’ucraino, sono stati migliori del previsto. Temevo di calare dopo la quinta, invece ho mantenuto la mobilità sulle gambe e non avevo le braccia stanche”. Se centrerai anche questo bersaglio, il dopo Rio come le vedi? “Intanto debbo vincere la finale e mai mettere il carro davanti ai buoi. Diciamo che se andrà tutto bene, mi batterò come un leone per arrivare più avanti possibile a Rio. Non ho nulla da perdere, visto che parto da due medaglie olimpiche al collo. Non sono giovanissimo, ma neppure da buttare. Dovessi cavarmela bene, e qualcuno mi proponesse l’avventura nei pro, diciamo che sono pronto a giocarmi la nuova carta. Con una precisazione: considerata l’età e l’esperienza, non intendo fare trafile. Diciamo qualcosa come Lomachenko, un paio di match per entrare nel mec-

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canismo, poi la botta che conta. Ad esempio mi stuzzica un confronto con Wilder, che ho battuto a Pechino, come una riprova con Usik, col quale siamo 1-1. Rischio? Certo che è alto, ma mi vedete a 34 anni, iniziare sui 4 round?” Oltre questa opportunità? “Intanto voglio restare nel mondo della boxe che è stata la mia mamma e mi ha dato tantissimo. Fuori non mi ci vedo. Ma ho anche progetti collaterali. Intendo laurearmi, scienze motorie o politiche nel mirino. Anche se la boxe è la mia professione, ho interessi generali. Leggo moltissimo, mi tengo aggiornato e sfrutto i mezzi tecnologici al meglio, computer e ipod sono attivissimi nelle mie giornate. Aiutano moltissimo la memoria fotografica, nel senso che quello che mi interessa lo imprimo nella memoria e ricordo tutte le date più importanti, Il giorno del mio debutto sul ring, il 16 marzo 1997 a 14 anni e mezzo, batto Tommaso Ventrone a Torre Annunziata tra i primi pugni. Il mese dopo vinco il campionato regionale e poi il titolo italiano a Rovigo. A 15 anni, agli europei cadetti conquisto il bronzo. Perdo in finale nei welter dal polacco Wilaschek, che aveva il triplo dei miei incontri e diventerà un ottimo professionista in Germania. La prima sconfitta non si scorda mai. Potrei andare avanti fino all’Alcatraz. Particolarità che mantengo attiva con l’esercizio quotidiano”. Una domanda politica. Condividi l’attivismo del presidente del Consiglio? “Sicuramente si sta muovendo, ma da solo non basta. L’Italia è precipitata in una crisi preoccupante, in particolare nel mondo dei giovani e ancor più al Sud. Per risollevarci occorre la partecipazione di tutte le forze politiche e non mi pare sia così. Invece di litigare, giocando a farsi i dispetti, sarebbe indispensabile coordinare piani di lavoro per iniziare la risalita. Per questo dico che Renzi da solo non ce la fa, osteggiato dalla litigiosità all’interno del suo stesso partito. Siamo una nazione potenzialmente eccezionale che gode a farsi karakiri. Non vado oltre”.


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IL BILANCIO NELLE ALTRE CATEGORIE.

De Jesus e il russo Vodopiyanov. Finale: Melian (Arg)-Njangiru (Ken).

49 KG. Non sono mancate le sorprese a Guyiang (Cina). Dopo il forfait di Barriga (Fil), l’AIBA ha fatto risalire Quipo (Ecuador) nella parte alta, che si è preso la rivincita dopo un match tiratissimo sul locale Wu, un bel longilineo, numero uno del ranking, che lo aveva superato nel precedente torneo. Stavolta Quipo ha convinto i giudici, portando a casa un successo importante. L’altro vincitore è il forte zakako Zhakypov, iridato in carica, impostosi sul generoso brasiliano Laurenco. Nella parte bassa del girone, il mongolo Ganselem si conferma potente e batte il titolato russo Ayrapetyan, infortunatosi alla spalla sinistra, usando nelle ultime riprese il solo destro. L’argentino Blanco supera ai punti il modesto ugandese Kaggwa. Finale: Quipo (Ecu)-Zhakypov (Kaz)

60 KG. A Tashkent (Uzbekistan), la spuntano il russo Polyanskiy, contro il brasiliano Conceicao, argento di Almaty, bravo ma troppe pause e il locale Tojibaev sul generoso irlandese Joyce, tenace ma monocorde. Nelle altre due sfide, successo netto del nostro Valentino, rivestito di tatuaggi, ai danni del tedesco Bril e del filippino Suarez, elemento di tutto rispetto, vittorioso sul russo Dzhabrailov , che aveva sostituito lo svedese Kaya, arresosi a

52 KG. A Città del Messico Emigidio (Mes) batte Martinez (Arg) di stretta misura (2-0) e Suleimanov (Kaz) spedisce Latipov (Uzb) ko al quarto round, dandosi appuntamento a luglio per andare a Rio. Nel primo confronto vinse il messicano d’un soffio. Nella parte bassa, disputata a Sofia (Bulgaria), il beniamino di casa Aleksandrov, sostiene una dura battaglia col francese Asloum, che gli finisce a spalla, ma viene premiato il locale. L’algerino Flissi, argento 2013 nei 49 kg. perde dall’iraniano Mohammadpor, sostituto del filippino Bautista. Finale: Emigidio (Mes)-Suleimanov (Kaz). 56 KG. A Guyiang (Cina), sorprende la sconfitta dell’azero Chalabiyev, iridato di Almaty, beffato dall’argentino Melian, dalle energie inesauribili, votato all’attacco, incurante dei colpi altrui. Una guerra per otto round. Due giudici hanno scelto Melian che ha così una seconda opportunità per Rio, dopo quella sfumata contro Djelkhir a Parigi, nel precedente torneo. A sorpresa, il keniano Njangiru, batte (DT alla seconda), per ferita (occhio sinistro), su testata del cinese Zhang, dallo smisurato allungo. Negli altri due confronti il coreano Ham supera il finnico Koota, ferito al 7°, e il tedesco Erseker netto contro il venezolano Blanco. Assenti il brasiliano

81 KG. A Sofia (Bulgaria) il non più giovane Genov 34 anni, professionista dl 2008 al 2012 (7+), eliminato nel precedente torneo dall’irlandese Ward, ha battuto chiaramente il mauritiano St. Pierre che si era messo in luce nella prima manifestazione battendo il russo Ivanov, europeo nel 2013. Vince a sorpresa il francese Bouderlique, che nel quarto round, costringe alla resa il quotato Ward, finito groggy sotto una combinazione del francese. A Guyang (Rus) Ivanov (Rus)-Benchabla (Alg); Michel (Ger)-Mamazulunov (Uzb) nella parte bassa. Finale: Genov (Bul)Bouderlique (Fra) 91 KG. Milano. Già detto di Russo e del kazako Pinchuk, nella parte dal quinto all’ottavo posto, il bulgaro Pulev batte il croato Calic e il tedesco Graf supera l’argentino Peralta. Verdetti opinabili in entrambi i casi, comunque molto modesti sul piano tecnico. Finale: Russo (Ita)-Pinchuk (Kaz).

quinto tempo per kot. Finale: Tojibaev (Uzb)-Polyanskiy (Rus). 64 KG. A Guyang (Cina). Prima fascia: Harutyunyan (Ger)-Petrauskas (Lit), Chadi (Alg)-Aquino (Arg); Seconda fascia a Città del Messico: Romero (Mes) b. Fehim (Fra); Martinez (Ven.) batte Kyslytsyn (Ucr) 2-0. Finale: Harutyunyan (Ger)-Petrauskas (Lit), Chadi (Alg)-Aquino (Arg) 69 KG. A Mosca (19 giugno), Prima fascia: Okwiri (Ke) - Kate (Ung); Zamkovoy (Rus)-Stanions (Lit). Seconda fascia: Despaigne (Cuba)Tsagkrakos (Gre); Marutjan (Ger) - Versare (Iran). Finale: Zamkovoy (Rus)-Aquino (Arg) / Chadi (Alg). 75 kg. A Saratov (Russia), Prima fascia: Chebotarev (Rus)-Juratoni (Rom); Mytrofanov (Ucr) - Tavares (Fra). Seconda fascia: Abdin (Egy) - Paskali (Ger); Abaka (Ken) - Delgado (Ecu). Finale: Chebotarev (Rus) - Mytrofanov (Ucr).

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+91 KG. A Marrakech, nel suo Marocco, il sogno di Arjaoui si è infranto contro la boxe più potente del russo azero Medzhidov, che lo ha spedito al tappeto nel secondo round con un destro bomba. Coraggioso e bravo a rialzarsi e riprendere a combattere da parte di Arjaoui, sconfitto ai punti da due giudici, mentre il terzo vedeva il pari! Il doppio campione del mondo se la vedrà col mancino romeno Nistor che ha convinto due giudici ad assegnargli il verdetto ai danni del più quotato Omarov, forte ma senza la scintilla del talento. Nella fascia fuori da Rio, Yoka, comanda per quattro round contro il turco Demirezer che aveva sostituito l’ucraino Vervejko, ma al quinto viene centrato dal destro del rivale e per il longilineo francese scende la notte. Anche il tedesco Kiydin, 23 anni, costringe alla resa l’egiziano Hefny, 30 anni e poca sostanza, che chiude al quarto round, senza fiato. Finale: Medzhidov (Aze)-Nistor (Rom). ............. A pag. 50 Russo alle operazioni di peso; sotto da sx: la squadra protagonista della serata APB; Bouloudinats incrocia con Pinchuck; Pulev VS Calic. A pag. 51 Peralta VS Graf. In questa pagina Russo in azione.


PAT R O N I : R I E N T R O I N I TA L I A D A L L’ I N D I A

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PETRONI TORNA ALLA BOXE LATINA Terminata l’esperienza in India per il tecnico romano di Pasquale Cangianiello

L'ESTATE

che sta per cominciare arricchisce l’organico della Boxe Latina. Lo staff tecnico si avvarrà definitivamente di Fabrizio Petroni. L’avverbio è giustificato dalla scelta del maestro romano, che fino ad ora si era diviso tra l’Italia e l’India. Sei mesi all’anno da una parte e sei dall’altra, per fare sempre la stessa cosa: la boxe. Due scuole a confronto ed enorme passione. In India Petroni si è sempre dedicato alla crescita dei ragazzi, raccogliendo delle scommesse che spesso ha vinto. Intuire le potenzialità del bravo pugile non è affatto facile, perchè il fiuto è una dote innata, che non acquisti da nessuna parte. Non c’è allenamento che tenga. Una scelta di vita quella di Fabrizio Petroni, 45 anni, cresciuto nel quartiere di San Basilio. Una realtà forte, che tempra l’animo, i valori sono basilari, determinanti, più dei guantoni o il caschetto che porti sul ring, o le fasce con cui annodi i polsi prima del combattimento. “Ho deciso di tornare e rimanere in Italia - scrive Fabrizio -,

per proseguire nel progetto personale di costruire pugili. Nella Boxe Latina mi sento a casa, c’è un ambiente carico, il giusto mix di esperienza e voglia di fare. Possiamo diventare una grande squadra, l’intesa con i colleghi è tutto per centrare i traguardi importanti”. L’acquisto in pianta stabile di Fabrizio Petroni eleva lo spessore nella palestra del Palaboxe “Città di Latina”. La sua presenza non esclude che in un prossi-

m o futuro il movimento della Boxe Latina possa portare anche al professionismo: “Possibile - conclude Fabrizio -, perchè di materiale su cui lavorare ce ne è a disposizione. E’ fondamentale porsi degli obiettivi, fissare una tabella di marcia e confrontare ogni volta il lavoro programmato con i risultati ottenuti”. Ma il tempo di chiacchierare è terminato, Fabrizio deve iniziare a fare le valigie anche se non basterebbe un cargo per portare via con se tutto quanto ha imparato e vissuto nella lontana India. Ma i sentimenti che si provano intorno ad un ring non conoscono confini. .............

Petroni (a sx) e i promettenti pugili della Boxe Latina con Francesco e Rocco Prezioso; le foto scattate con gli allievi nella palestra indiana.

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ALFREDO RAININGER

Ieri, campione d’Italia e d’Europa

ALFREDO RAININGER Oggi, Presidente della Campania di Adriano Cisternino

I GIOVANI

e i professionisti: queste le priorità annunciate da Alfredo Raininger, appena eletto presidente del Comitato Campano della Fpi. Sancito da una stretta di mano ed un sorriso sincero il passaggio di consegne fra Enrico Apa e Alfredo Raininger, rispettivamente vecchio e nuovo presidente del Comitato Campano Fpi. Un passaggio, insomma, assolutamente indolore, decretato “per acclamazione” dall’assemblea straordinaria delle società campane, resasi necessaria dalla nomina di Apa nella commissione nazionale arbitri e giudici. Un’assemblea-lampo, durata meno di un’ora (interventi compresi) e svoltasi nella sede del Coni regionale sotto la presidenza di Walter Borghino, vicepresidente federale, presenti anche il consigliere federale Angelo Musone ed il delegato del Coni di Napoli, Sergio Roncelli. Brevi gli interventi tra i quali significativo quello di Enrico Apa, presidente uscente, che ha ringraziato tutti per la collaborazione, sottolineando che nei sei anni della sua presidenza le società sono passate da 33 a 57, raddoppiato anche il numero dei tesserati, da circa 300 e quasi 600, così come anche l’attività agonistica è passata dalle 40 a circa 80 riunioni annuali. Con Raininger, il nuovo Comitato Campano risulta formato da Aldo

Ferrara, Gianluigi Moffa (consiglieri), Rosario Colucci (quota insegnanti) e Carmela Chiacchio (quota pugili). Giovani e professionisti le priorità del programma, dunque, ha subito anticipato il neo-presidente, spiegandone così i motivi: “Sicuramente continuerò l’opera di Apa, mio predecessore, col

quale ho collaborato in questi anni, anche se in partenza, sei anni fa, sono stato suo concorrente alla presidenza. Ma voglio volgere una particolare attenzione ai giovani ed ai professionisti perché queste due cate-

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gorie rappresentano in forma diversa il futuro del nostro sport”. Del resto, da un ex-professionista, campione d’Italia e d’Europa, è abbastanza logico attendersi un occhio particolare per i professionisti che sono sicuramente il settore maggiormente in crisi di questa disciplina in Italia. Ma sentiamo ancora Raininger: “I nostri dilettanti sono molto bravi – spiega – ma per poter avere buoni ricambi occorre curare bene i giovanissimi per evitare che ci siano grosse dispersioni dopo i primi approcci alla disciplina, quando cioè i ragazzi arrivano alla fase agonistica vera e propria. Molti si avvicinano alla boxe in età scolastica, mostrano qualità interessanti, ma quando arrivano all’età agonistica si perdono, perchè abbandonano la scuola o cercano un lavoro o per altri motivi. Quanto ai professionisti, seguirò con attenzione gli sviluppi della Lega Pro Boxe. Una volta il professionismo dava da vivere ai pugili, giravano abbastanza soldi. Ora che è aumentato il panorama dei media e del consumo di sport, non è possibile che il pugilato faccia passi indietro. Bisogna però offrire match credibili, disputati da atleti di valore che non mancano, da noi


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cita su Paciullo. Il 1983 è il suo anno migliore visto che conquista il titolo europeo battendo il formidabile Roberto Castanon, pugile spagnolo due volte sfidante mondiale. Difende con successo il prestigioso titolo su Francis Tripp, ma lo cede nel 1984 al francese Jean-Marc Renard. Nel 1985 conquista il titolo italiano dei leggeri superando Giuseppe Tidu per difenderlo con successo dall’assalto di Luigi De Rosa. L’Europa dei leggeri gli dice no ad opera del danese Gert Bo Jacobsen. Nel 1989 ci riprova con il titolo italiano, ma viene battuto da Stefano Cassi e decide di appendere i guantoni al chiodo: + 38 (10 per ko), - 6, = 1. .............

In apertura il nuovo comitato campano con Walter Borghino; sotto in piccolo, Raininger, Zurlo e Apa; in questa pagina Raininger in alcune foto da professionista.

come in altri paesi dove la boxe richiama ancora un grande pubblico”. Idee chiare, insomma, con obiettivi precisi da realizzare, almeno in parte, in tempi brevi, tenuto conto che questa presidenza Raininger avrà termine fra meno di due anni. E lui – lo ha detto esplicitamente nel primo intervento da presidente – intende guadagnarsi la fiducia delle società anche per il prossimo quadriennio olimpico. ALFREDO RAININGER DA PUGILE Esordio tra i professionisti nel 1979, a 22 anni, e ultimo match nel 1989. Nel 1981 diventa campione italiano dei superpiuma battendo Salvatore Liscapade per kot 10, titolo che perde per ferita al 5° round ad opera di Lorenzo Paciullo. Un anno dopo riconquista il titolo prendendosi la rivin-

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F P I - F I B A - F I P E I N S I E M E P E R U N P R O G E T T O I N N O VAT I V O

Presentata la campagna #noisiamoenergia#

FPI, FIBa, FIPE ENERGETIC SOURCE Insieme per un progetto innovativo. di Michela Pellegrini

ROMA,

12 maggio 2015 - La Federazione Pugilistica Italiana, la Federazione Italiana Badminton e la Federazione Italiana Pesistica, in collaborazione e con il sostegno di Energetic Source, hanno lanciato verso Rio 2016 la Campagna di Comunicazione “#NOISIAMOENERGIA# - Forza, Passione, Energia”, finalizzata alla diffusione della cultura dello sport e dell’attività motoria a partire dal concetto di “Team”, in linea con il Piano Nazionale per la Promozione dell’Attività Sportiva 2014-2015 della Presidenza del Consiglio. La Conferenza Stampa di presentazione ha avuto luogo presso la Sala Auditorium del Palazzo delle Federazioni di Viale Tiziano 74. Forza, Passione e Energia al servizio della diffusione della cultura dello sport e dell’attività motoria: questo è lo slogan di #noisiamoenergia#. Correttezza, Trasparenza, Eticità e Affidabilità sono i valori in cui Energetic Source crede ed investe quotidianamente e attraverso i quali intende promuovere progetti di responsabilità sociale per creare un valore condiviso sul territorio. Lo sport diventa quindi il veicolo primario per tradurre sul campo questi valori attraverso il rispetto delle regole, l’esercizio di un sano e corretto stile di vita e l’integrazione sociale basata sul superamento di qualsiasi tipo di barriera. Non a caso tre discipline sportive notoriamente individuali scelgono di ripartire dal concetto di squadra abbracciando la campagna #noisiamoenergia# per farsi portavoce di messaggi importanti in virtù di una sinergia tra Federazioni certamente innovativa. La campagna accompagnerà le Nazionali delle singole Federazioni nel percorso di

avvicinamento alle Olimpiadi di Rio 2016 promuovendo la Maglia Azzurra in diversi eventi sportivi e culturali su tutto il territorio italiano. Patrocini e Partner Sociali: CONI - Roma Capitale Assessorato alla Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione, Comune di Assisi, Università di Roma Tor Vergata, Rimini Wellness 2015, Taormina Film Festival, ActionAid, Intersos, We World Onlus, Osservatorio Nazionale Bullismo e Doping, Sport Senza Frontiere e Salvabebè Salvamamme Onlus. All’evento hanno preso parte Autorità del mondo dello Sport, i Presidenti delle tre Federazioni e Campioni delle tre discipline: Roberto Fabbricini (Segretario Generale CONI), Paolo Masini (Assessore Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione), Antonio Urso (FIPE), Alberto Miglietta (FIBa). Walter Borghino (Vice Presidente Vicario FPI), Roberto Minerdo (Direttore Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Marketing Energetic Source), i tre Segretari Generali delle Federazioni (Alberto Tappa FPI, Giovanni Esposito FIBa, Francesco Bonincontro FIPE). Hanno partecipato anche diversi campioni e allenatori come Roberto Cammarelle, oro nel pugilato a Pechino 2008 e ora Team Manager Italia Boxing Team; Vincenzo Mangiacapre, Bronzo a Londra 2012 nel pugilato; Giulia Fiorito, atleta Badminton #ProgettoGiovani duemila20e24; Luca Crippa Team Manager Nazionale Badminton Giovanile; gli atleti del Collegio Permanente Senior della FIPE Genny Pagliaro e Mirco Scarantino, gli atleti del Collegiale Permanente Giovanile FIPE ed i Tecnici dello Staff Angelo Mannironi, Giovanni Scarantino, Massimiliano Rubino e Alessandro Ganzin.

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Ad aprire gli interventi è stato il Presidente FIBa Miglietta: “Centrale in questo progetto è la Maglia Azzurra delle nostre nazionali. La novità di questa idea risiede nella stretta sinergia tra le tre Federazioni”. A seguire è intervenuto il Presidente FIPE Antonio Urso: “L’Energia è azzurra come le nostre divise da gara. Sono molto contento di questa collaborazione, esempio di come tre discipline sportive possano condividere gli stessi valori e gli stessi obiettivi”. A mettere in risalto l’importanza sinergica dell’iniziativa è stato anche il VicePresidente Vicario FPI Borghino: “Un progetto che prevede l’unione di tre enti sportivi, come le nostre realtà, non può che essere vincente. Per quanto riguarda la FPI, inoltre, il tutto si inserisce nel percorso verso il Centenario del prossimo anno che sarà il momento clou di progetti importanti come questo”. Anche il Segretario Generale CONI Fabbricini ha voluto sottolineare la grande spinta innovativa di questo piano comunicativo: “Il CONI non può che plaudire a iniziative del genere, perché è proprio la direzione che abbiamo tracciato dall’inizio del nostro mandato. L’unione non può che fare la forza e produrre energia”. Gli interventi istituzionali sono stati chiusi da Roberto Minerdo, che ha descritto dettagliatamente il progetto, dicendosi speranzoso che vi possano aderire anche altre Federazioni: “La nostra Campagna è aperta a tutti, perché è tesa ad avvicinare i giovani allo sport come indicato dalle linee programmatiche del Governo.” Roberto Cammarelle ha parlato a nome di tutti gli atleti presenti, concludendo con una dichiarazione che testimonia quanto la Campagna sia sentita soprattutto dai suoi protagonisti: “Noi Sportivi viviamo di energia. Noi Sportivi siamo Energia!”. .............


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Foto di gruppo per le tre Federazioni presenti alla conferenza stampa. A destra Urso, Miglietta, Masini e Borghino.

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I N T E R C O N T I N E N TA L E I B F - T I T O L O I TA L I A N O M A S S I M I L E G G E R I

di Alfredo Bruno ph Nando Di Felice

A Ferrara la boxe è di casa.

FERRARA,

23. 05. 2015 - Al Palazzetto dello Sport di Ferrara i due incontri, valevoli per un titolo, in pratica hanno visto rispettato il pronostico, che vedeva alla vigilia favoriti Marcello Matano e Damian Bruzzese, vincitori prima del limite di Mathias Zemski e Davide Rettori. Ai due beniamini locali non è certo mancato l’apporto del pubblico che li ha sostenuti con grande calore nella riunione organizzata da Mario Loreni. Matano ha difeso l’Intercontinentale IBF dall’assalto del tedesco Zemski costringendolo all’abbandono all’ottavo round, quando il tedesco reduce da una dura punizione aveva il tempo di riflettere che per lui era finita. L’estense aveva iniziato con una certa prudenza di

destro annebbia le idee precedendo un preciso uno-due che costringe Zemski ad inginocchiarsi per un nuovo conteggio, cosa che si ripete subito dopo. Il gong salva il tedesco, ma la decisione di abbandonare è ormai presa. Molto più faticosa si è dimostrata la prova di Damian Bruzzese contro David Rettori. L’argentino di Ferrara è tornato in possesso del titolo italiano dei massimi leggeri, che gli era stato tolto da Maurizio Lovaglio. Avrebbe dovuto incontrarsi nuovamente con quest’ultimo che s’infortunava, ma anche il successivo candidato, Nicola Ciriani, subiva un infortunio in allenamento. In graduatoria toccava a Rettori, 37enne di Firenze, che accettava la sfida, anche se chiamato all’ultimo momento. E bisogna dire che l’ ingestibile, come viene chiamato il toscano,

BRUZZESE E MATANO

CAMPIONI SENZA OSTACOLI fronte ad un avversario che sparava destracci telefonati, pericolosi come può essere il colpo della domenica. La prudenza la faceva da padrone, ma a partire dal terzo round l’allievo di Roberto Croce accentuava il ritmo piazzando poderosi destri al corpo e un montante insidioso dalla corta distanza. Il lavoro dava i suoi frutti e il tedesco dimostrava di non digerire la situazione. Al sesto round un destro di Matano viene accusato dal tedesco che piega vistosamente le gambe e viene contato dall’arbitro Bianco. Lo sfidante appare ammorbidito dai colpi dell’avversario, che fiuta la possibilità di una vittoria prima del limite e nel settimo con un gancio

ha reso la vita dura a Bruzzese, che ha dovuto incassare colpi pesanti nelle improvvise reazioni del mai domo avversario. I due non avevano intenzione di studiarsi più di tanto e lo capivi da un duro scambio alla fine del primo round. Bruzzese dalla corta distanza piazzava le sue serie, che Rettori cercava di attutire muovendosi sul tronco. Al terzo round il match prende una piega decisamente favorevole per l’allievo di Momo Duran su un avversario in difficoltà che viene contato da Canzian. Rettori ha coraggio da vendere e nel quarto round

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cerca di assumere l’iniziativa costringendo alle corde l’avversario. Nel settimo round un destro pesante fa piegare le gambe di Rettori, che resiste e cerca addirittura di replicare. Bruzzese replica con velocità e dà la sensazione di poter gestire il match. L’allievo di Ivano Biagi dà segni di stanchezza ma non rinuncia stoicamente ad attaccare. Nell’ultimo round una nuova caduta del paradenti diventa l’occasione per recuperare

ossigeno, ma poco dopo un micidiale quanto perfetto gancio destro di Bruzzese chiude la contesa con Rettori che crolla al tappeto definitivamente oltre i 10”. Un classico ko con un colpo da manuale, anche se Rettori per il suo coraggio avrebbe meritato la conclusione ai punti. La dura legge del ring si è fatta sentire ancora una volta. ............. Matano col maestro Roberto Croce; sotto, Bruzzese che mostra la cintura; seguono: Frezza su Brussolo; Rigoldi VS Grandelli; Bruzzese VS Rettori.

Risultati

Mosca: Mohammed Obbadi b. Nemanja Sabljov (Serbia) kot 5 r. Piuma: Tiganas Dionisie b. Mattia Musacchi a.p. 4.

Leggeri: Francesco Grandelli b. Marco Iuculano a.p. 4.

Piuma: Luca Rigoldi b. Dzemil Cosovic (Serbia) a.p. 4. Welter: Gianluca Frezza b. Italo Brussolo fer. 5.

Superwelter: Marcello Matano b. Mathias Zemski abb. 8 Titolo Intercontinentale IBF

Massimi Leggeri: Damian Bruzzese b. David Rettori ko 10- T. Italiano

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I N T E R C O N T I N N E N TA L E I B F

DE CAROLIS

Intercontinentale IBF. Torna la grande boxe al Palazzetto di Viale Tiziano.

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Sullo sfondo lo scontro tra De Carolis e Ndiaye; in basso alcune fasi del match; Segue la vottoria di Lancia e una foto di Moncelli in azione; a pagina 62 Alfano accompagnato all’angolo dai maestri Calì e Petrucci.

BATTE NDIAYE De Carolis conserva il titolo. Buccheri vince...ma è sospeso

Risultati

Titolo Italiano

Superwelter: Vincenzo Bevilacqua b. Alain Kourouma 4.

Leggeri: Manuel Lancia b. Tonike Tortladze (Georgia) 6.

Superpiuma: Mario Alfano b. Nikoloz Berkatsashvili (Georgia) kot 2. Medi: Felice Moncelli b. Renat Samedovi (Georgia) kot 5. Medi: Massimiliano Buccheri b. Andrea Manco kotc 6 Arbitro: Terlizzi

Supervisore FPI: Massimo Barrovecchio Titolo Intercontinentale IBF

Supermedi: Giovanni De Carolis b. Mouhamed Alì Ndiaye 12

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di Alfredo Bruno ph Renata Romagnoli ROMA, 2 maggio 2015 – Aveva tutte le ragioni l’organizzatore Buccioni a temere questo 2 maggio in pieno ponte festivo e in più con la concomitanza televisiva che trasmetteva la riunione del Palazzetto a mo’ di traino per il sospirato Mayweather-Pacquiao. Ma la sigla BBT ha retto bene il pericoloso impatto con il pubblico delle grandi occasioni che la riunione reclamava con un Intercontinentale e un titolo italiano. In genere chi scrive inizia dai matches titolati, ma stavolta iniziamo dando anche importanza al contorno. Bevilacqua e Kourouma non hanno dimostrato la classica emozione che avrebbe potuto attanagliare chi non conosce la storia del tempio pugilistico romano. I due hanno messo in luce subito le loro caratteristiche: la boxe varia di Bevilacqua ha preso il largo nei primi due round, vivendo di rendita nei successivi su un Kourouma più rinfrancato. Manuel Lancia contro Tortladze appariva piuttosto contratto nei primi minuti con una sfuriata del georgiano allo scadere del quarto round. Un campanello d’allarme che svegliava l’allievo di Pino Fiori che trovava una soluzione ottimale soprattutto con i colpi al corpo scagliati con discreta potenza. L’ultimo round vedeva Lancia trovare misura e continuità con Tortladze in affanno. In sostanza un buon collaudo. Il record di Berkatsashvili (+ 24, - 12, = 1) non lasciava presagire nulla di buono per Alfano (+4), apparentemente ancora troppo inesperto per il georgiano. Il pugile di San Basilio, che aveva all’angolo Petrucci e Calì, risolveva la pratica, smentendo la logica, al secondo round, dopo che nel primo aveva finito in crescendo. Un colpo al fegato, seguito da una serie faceva assaggiare il tappeto al georgiano. Alfano fiutava l’occasione e con il gancio destro costringeva nuovamente al conteggio l’avversario, la terza e definitiva caduta di Berkatsashvili avveniva su una sfu-

riata del romano, ma la causa principale rimaneva il fegato dolorante dal primo conteggio. Moncelli partiva al piccolo trotto e dava quasi l’impressione di non essere in giornata, ma si trattava di una lettura per un fisico che ha bisogno di qualche round per carburare. Al terzo round infatti dopo aver fatto accusare un destro a Samedovi, completava l’opera con una bella serie che inviava al tappeto l’avversario. I colpi di Moncelli non sono certo carezze e il georgiano si dirigeva all’angolo con l’aria preoccupata. Il lavoro del pugliese al corpo e al volto dava i suoi frutti. Samedovi sembra tentato da lasciare all’i- nizio del quinto round, ma lo fa a metà round dopo una nuova serie in una sorta di “no mas”. Salgono quindi sul ring Andrea Manco e Massimiliano Buccheri per contendersi il titolo italiano dei medi lasciato vacante. Il pugliese inizia a gran carriera costringendo sulla difensiva l’avversario. L’aggressività di Manco sembra confondere le idee al romano. A partire dal quinto round Buccheri frena con maggiore disinvoltura gli attacchi dell’avversario, che che oltrettutto presenta un’insidiosa ferita allo zigomo sinistro. Nel sesto round Buccheri va a segno con più frequenza con un avversario che deve recuperare ossigeno. La ferita di Manco richiede l’intervento del medico, che decreta lo stop. Per l’arbitro la ferita è stata provocata da un colpo e non da una testata, sia pure fortuita, per cui il verdetto è di kotc a favore di Buccheri, che però viene sospeso in via cautelare per positività ai controlli antidoping. Il rullo di tamburi senegalesi accompagna l’entrata di Mouhamed Alì Ndiaye (+ 24, - 2, = 1) e subito dopo Giovanni De Carolis (+ 22, -5) detentore dell’intercontinentale IBF dei supermedi. Per Ndiaye si parla di riscatto dopo la sconfitta subita da Rebrasse, mentre il romano è chiamato a confermare la validità

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delle sue ambizioni. Non c’è studio e lo dimostra il pugile di Mattioli e Ascani partendo come un fulmine su un avversario che si lascia sorprendere scoperto. La lotta s’infiamma e i due rotolano al tappeto. Il match è convulso e molti colpi vanno a vuoto. L’arbitro inglese richiama Ndiaye per le sue trattenute oltre i limiti. Terzo round incandescente con De Carolis intenzionato a chiudere che si fa pescare da un paio di destri pericolosi. Nel quinto round scambio al cardiopalma nello spazio di un fazzoletto. De Carolis consuma energie per scrollarsi dai tentacoli di Ndiaye. Nel settimo scambio selvaggio, con l’arbitro che non ne vuol sapere di richiamare Ndiaye. De Carolis attacca senza curarsi troppo della difesa e deve incassare qualche destro, ma nel finale del nono round il senegalese accusa una serie. L’intervallo di un minuto tra il nono e decimo round si trasforma in un tempo maggiore per l’angolo di Ndiaye proteso ad asciugare il tappeto. Bou Ali Kamel, ex campione del mondo, mette in vetrina la sua abilità come cornermen, ma non serve perché una potente serie costringe al tappeto il senegalese che viene contato. De Carolis fiuta la possibilità di finire il match prima del tempo, ma viene frenato dalla “testa” di Ndiaye che rimedia un altro richiamo ufficiale. Match estenuante e nel 12mo round lo sfidante rinnova la sua conoscenza con il tappeto, dopo il conteggio incassa altri colpacci e si vede volare un asciugamano, mossa non valida da regolamento. Il match riprende dopo qualche secondo e finisce con Ndiaye in barca. Il punteggio dei giudici non ammette replica (118106 Rega, 117-107 Zaccardi, 119-104 Bianco). De Carolis conserva il titolo e si conferma pugile in ascesa, Ndiaye sembra invece accusare i suoi 35 anni, ma non ha nulla da rimproverarsi per aver disputato 12 buoni rounds provandoci anche in qualche occasione. Una bella serata con pubblico caldo e partecipe tra cui si si è notata la presenza di qualche vip come Toni Masciarelli, che ha fatto i suoi complimenti a Manuel Lancia, e la bella attrice Asia Argento, grande appassionata della noble art. .............


L E G A PR O B OX E

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PRESENTATO A POMPEI IL PRIMO ™ CAMPIONATO ITALIANO NEOPRO di Adriano Cisternino

PARTECIPAZIONE

massiccia di tecnici, pugili e dirigenti della Campania, a Pompei, alla presentazione del primo “Campionato Italiano Neopro”, torneo per pugili professionisti esordienti, ideato e organizzato dalla Lega Pro Boxe e prima tappa col marchio del nuovo organismo nel percorso di separazione dalla Fpi che dovrebbe portare la Lega allo status di federazione indipendente a partire dal 2017. Tutti insieme, appassionatamente, tanta curiosità e tante domande n e l l ’ ac c o g l i e n t e salone dell’hotel Vittoria, diventato ormai la casa del pugilato in Campania grazie alla appassionata disponibilità di Rosario Africano, ormai irrimediabilmente contagiato dal virus della boxe, cui dedica una buona fetta dei suoi interessi. Ad illustrare le caratteristiche del Campionato è stato Gian Andrea D’Alberto, project manager della Lega, assistito da Elio Cotena, presidente onorario della Lega, e Biagio Zurlo, manager tra i più attivi in Italia. Presenti anche Alfredo Raininger, fresco presidente del Comitato Regionale Campano, che dei professionisti ha fatto subito uno dei principali cavalli di battaglia del suo programma, ed Enrico Apa,

presidente regionale uscente nonché neo componente della commissione nazionale arbitri e giudici. Qualcosa si muove, insomma, con una certa attenzione verso i professionisti, settore finora colpevolmente trascurato, come ha sottolineato innanzitutto Elio Cotena, presidente onorario della Lega,

uno che di questa disciplina ha attraversato quasi tutti i livelli, da pugile dilettante (olimpico a Città del Messico 1968) a professionista (campione d’Europa) e poi a lungo organizzatore ai massimi livelli: “Bisogna credere nella Lega – ha insistito Cotena – perché essa col suo impegno e le sue capacità sta rivitalizzando la boxe professionistica che, diversamente, in Italia sarebbe già morta”. Concetto ribadito anche da Alfredo Raininger, neo presidente del Comitato Campano, ma anche ex-campione

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d’Europa: “In Campania - ha sottolineato Raininger – abbiamo i Cotena, abbiamo gli Zurlo, i pugili non mancano, quindi abbiamo le persone giuste per riportare nella nostra regione quei titoli professionistici che mancano dagli anni Ottanta”. Il campionato “neo pro”, anche se ancora in forma sperimentale, è già partito e si concluderà entro l’anno. Gli esiti finali diranno se e dove bisognerà apportare dei correttivi. Fpi e Lega dovono ancora concordare e superare qualche difficoltà regolamentare (riguardante soprattutto i tecnici), ma intanto si è già creato un certo movimento, supportato dall’interesse di canali televisivi in chiaro, il che è fondamentale per la ricerca di sponsorizzazioni. Sta agli organi tecnici naturalmente proporre innanzitutto incontri spettacolarmente validi, possibilmente amministrati da giurie all’altezza. .............

Foto di gruppo per i partecipanti: Gian Andrea D’Alberto al centro con alcuni tecnici e il presidente Raininger, a destra Elio Cotena.


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D I L E T TA C I P O L L O N E

La rivelazione agli assoluti di Ostia

DILETTA CIPOLLONE L’umiltà di non mollare mai

di Alfredo Bruno MOLTI RITENGONO che la vera rivelazione degli Assoluti disputati l’anno scorso a Ostia sia stata Diletta Cipollone (+ 25, = 6, - 15, 1 nc), 25 anni, nativa di Pescara, quasi una veterana, avendo esordito nel 2007, una outsider con poche chances alla vigilia. Diletta ha sfatato pronostici e previsioni superando nei 57 kg. avversarie agguerrite e ponendosi all’attenzione dei tecnici della Nazionale. Come hai iniziato, quando e perchè ? “Ho cominciato nel 2007, all’ età di 17 anni, in una palestra del mio quartiere a Pescara. Da ragazzina ero molto irruenta, nervosa e combinavo parecchi guai. Frequentavo ambienti poco sereni: mia madre per porre rimedio pensò di portarmi in palestra per farmi sfogare, approfittando del fatto che diverse volte le avevo detto che mi sarebbe piaciuto praticare un po’ di pugilato. Ero consapevole di dover cambiare! In poco tempo m’innamorai del pugilato, una dipendenza, era tutto quello che avevo di buono”. Il giorno più amaro? “A dire la verità ce ne sono stati tanti, ma credo che il peggiore sia stato quando mi resi conto che forse tutto quel mondo al quale mi ero legata non era proprio come lo immaginavo. Sono rimasta delusa da tante situazioni e persone. Sentirsi dire che la boxe non faceva per me, e soprattutto che non ero in grado mi feriva. Fortunatamente nel mio cammino ho avuto la fortuna di incontrare chi di boxe ne capisce e i risultati sono arrivati”. La più grande soddisfazione? “La mia più grande soddisfazione è essere riuscita a non mollare mai. Nel corso degli anni la mia attività pugilistica ha avuto alti e bassi per motivi personali e in alcuni momenti è stato veramente difficile continuare con gli

allenamenti. Per un lungo periodo sono stata praticamente autodidatta e non riuscivo ad ottenere alcun risultato! Sicuramente però ho dimostrato a me stessa di avere un gran cuore e come mi disse un giorno una mia amica pugile - con un cuore ed un maestro si può provare ad arrivare lontano -Ora un maestro ce l’ho!”. Cosa fai nella vita ? “Lavoro come cameriera in uno stabilimento balneare di Pescara, è un lavoro stagionale. A settembre? Non saprei! Cambio spesso lavoro: cameriera, barista, commessa, tutto quello che passa il convento. Spesso però la boxe mi crea problemi e il lavoro che trovo non riesco a tenerlo a lungo, ma alla fine se hai voglia di fare qualcosa trovi”. Cosa hanno rappresentato per te gli Assoluti di Ostia ? “Una soddisfazione immensa, perchè non avrei mai pensato di riuscire a vincere un titolo italiano! Vedere il mio maestro Luciano Di Giacomo commosso è stata un’ emozione immensa e aver dato una soddisfazione di questa natura ai miei genitori è come se li avessi ripagati di tutte le delusioni che hanno avuto da parte mia! Il mio compagno, Lorenzo Di Giacomo, era felicissimo, perchè ci eravamo allenati tanto assieme, lui mi ha insegnato tutto quello che so fare oggi! Spero di averlo ripagato per il suo tempo e pazienza”. Tecnicamente come ti definisci ? “Tecnicamente non saprei definirmi. Tutte sembrano più brave di me, ma ho piena fiducia nella mia forza e resistenza. Non mi dò mai per vinta, anche quando sento di valere meno degli altri! Credo che questo si possa chiamare umiltà, una dote che non guasta mai !”. Hai intenzione di passare professionista? “ Si è un sogno che ho da quando ho

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iniziato e allenandomi con Lorenzo, che è professionista da tanto tempo, il desiderio è ancora più forte! Ho già fatto la domanda nei neo pro, ma per il momento sono tornata sui miei passi. C’è chi dice che sono ancora giovane e posso provare a togliermi qualche altra soddisfazione da dilettante! Mi fido delle persone che ho intorno e accetto i loro consigli come fossero oro”. .............

Diletta Cipollone


I FATTI, LA STORIA, I PERSONAGGI, L’ATTUALITÀ. LA “NOBLE ART” ITALIANA E MONDIALE. RACCONTATA DA CHI LA VIVE.

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