13 Magazine N. 157 by Visioni Grafiche srl

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di Maurizio Carta

COLOPHON Anno 16 · n.157 · MARZO 2017 mensile d’informazione: politica, attualità, cultura, sport, spettacolo, moda www.13magazine.it Direttore Editoriale Claudio Petrollo claudio@visioni-grafiche.it

Direttore Responsabile Maurizio Carta maurizio@visioni-grafiche.it

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Stampa Distribuzione C.P.C.B. Service 13 MAGAZINE · tutti i diritti di riproduzione riservati. Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo mensile è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. 13 MAGAZINE · Reg. Trib. di Roma n.439/2009 del 18-12-2009

13 MAGAZINE seguilo su

“È SEMPRE MEGLIO CHE CHI CI INCUTE PAURA ABBIA PIÙ PAURA DI NOI” Umberto Eco iovedì 9 marzo: uno “squilibrato” (così l’hanno definito) ha preso ad accettate nove persone a Düsseldorf. Tra loro, anche due donne italiane. Il fatto è stato subito bollato dalla stampa come “gesto di una persona con problemi psichici”. Appena due giorni dopo, sabato 11 marzo, sempre in Germania, più precisamente ad Essen, 35 km da Düsseldorf, la polizia tedesca ha chiuso preventivamente un centro commerciale per minacce terroristiche. In questi casi, c’è una vecchia lezione di Giulio Andreotti che rimane sempre valida: “A pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina”. Così, per scrupolo, ho iniziato a cercare notizie sull’attentatore di Düsseldorf. Niente. Il 90% dei media (siti, giornali e notiziari on-line) non ne riportava il nome. Ci si limitava ad affermare che era “ex-jugoslavo” (ovvero?) oppure “slavo” (esistono più di una dozzina di nazioni definibili slave). Poi, spulciando meglio, si scopre che in realtà è un kosovaro e che si chiama “Fatmir H.”. Dunque, per amore della verità e dei semplici fatti, si parla di una persona non affatto slava, di un cittadino di uno stato non riconosciuto da tutta la comunità internazionale, di un membro di una comunità nella quale il 90% delle persone professa la religione musulmana e nella quale è notorio esistano campi d’addestramento per terroristi. Ora, chi non ha la memoria corta, ricorda molto bene questa storia dello “squilibrato” e del “gesto folle di una persona con problemi psichici”. Più precisamente, hanno detto la stessa cosa dopo l’attentato di Nizza (14 luglio 2016, 86 morti), dopo la strage di Orlando (Florida, 11 giugno 2016, 49 morti), dopo la strage di San Bernardino (California, 2 dicembre 2015, 14 morti e 24 feriti). Nel primo caso si è detto che Mohamed Lahouaiej-Bouhlel avesse problemi con la moglie, nel secondo caso che Omar Mateen fosse una per-

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EDITORIALE

IL MENSILE

PIÙ DIFFUSO E LETTO DI ROMA

SUD

sona patologicamente affetta da omofobia, nel terzo caso che la coppia Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik avesse problemi legati al posto di lavoro. Insomma, di primo acchito sembravano circostanze secondarie che Mohamed fosse un piccolo criminale con affiliazione all’Isis, che Omar avesse un padre apertamente sostenitore dei talebani e che Syed Rizwan (pakistano) fosse dipinto come persona “molto religiosa” con a casa 1.600 munizioni e 12 bombe artigianali. Questo andazzo dei media che vogliono pedagogizzare la società non può che finire male. Non è l’ambiguità, il non detto, il nascondere circostanze scomode che salverà il mondo occidentale dagli inevitabili rigurgiti che certe situazioni comportano. Se va bene (se va bene), è un modo di presentare la realtà che spiana la strada a politici come Donald Trump: presidente tra l’altro demonizzato a priori, impossibile da giudicare per il semplice fatto che il suo mandato è appena iniziato. Esiste una preoccupazione diffusa, reale, materiale, razionale rispetto a fenomeni che la nostra società non accetterà mai come fisiologici, naturali e inevitabili. Nel 2004 il giornalista Abdel Rahman al-Rashed disse che “Anche se non tutti i musulmani sono terroristi, la maggior parte dei terroristi sono musulmani”. E questo, detto da un arabo stesso, è quello che pensa istintivamente anche la gente comune. Ovviamente è una semplificazione, ma le classi dirigenti dovrebbero dare risposte a tale preoccupazione, non esorcizzarla facendo finta che i fatti siano altri. Pena soccombere a chi invece, pur semplicisticamente, le risposte da dare ce le ha eccome.

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“

di Dante Cruciani

CORRIDA

SPECIALE

2.0

INTERNET NON NEGA UN PALCO A NESSUNO. COSÌ L’ESIBIZIONISMO UMANO HA PER LA PRIMA VOLTA UNA SUA LIBERA VALVOLA DI SFOGO a celebre frase di Andy Warhol sul quarto d’ora di celebrità (“In futuro ciascuno avrà un quarto d’ora di fama”) è stata ripetuta ovunque fino alla nausea. Incisa nel 1970 sulle mura del New York Museum of Modern Art, stampata sulle magliette e sulle tazze, è stata persino oggetto d’indagine storica. Alla fine sembra che non fosse nemmeno tutta farina del suo sacco. Warhol, probabilmente, si è liberamente ispirato alle parole di un amico fotografo, tale Nat Finkelstein.

Qui però non si discute sul senso di una frase; qui si discute sul senso di un tempo. Perché quel quarto d’ora di notorietà si è recentemente trasformato in una manciata di minuti, e perché, per arrivare a quella bramata notorietà, c’è parecchia gente disposta a tutto. Ad allisciare il pelo alla radice esibizionistica degli esseri umani ci ha pensato inizialmente la tv. Ma guardare oggi trasmissioni come Primo applauso (1956), Settevoci (anni Sessanta) o La Corrida del mitico Corrado (nel 1968 per radio e tra il 1986 e il 1997 in tv) fa quasi tenerezza. Perché nel frattempo il “talent show” è diventato addirittura un genere televisivo internazionale, e al mondo si contano dozzine di programmi televisivi che selezionano nuove voci, ballerini, musicisti, chef, combattenti, acrobati, attori, artisti, comici, eccetera. Negli Stati Uniti esiste addirittura un talent dedicato alla gioventù problematica, ovvero ai ragazzini tra gli otto e i dodici anni che hanno un passato o un presente di microcriminalità (gang o simili). Il programma si chiama Girls Only! ed è in collaborazione con il carcere e il comune di San Diego. Detto tutto? Per niente, perché diversi elementi stanno cambiando radicalmente le carte in tavola. Roma, da questo punto di vista, ne sa qualcosa. Trasmissioni come “Ottava nota” di Richard Benson, “In campo con Roma e Lazio” di Lamberto Giorgi, “Meeting” di Giulio Galasso, “Goal di Notte” di Michele Plastino, “Amministratori e cittadini” di Ivano Selli hanno fatto e in parte fanno ancora, in modi diversi, la storia della città. Stessa cosa per il panorama radiofonico. Bruno Ripepi, Marione, Galopeira, Ilario di Giovambattista, Gianni Elsner, Paolo Mazzullo, Guido De Angelis, Franco Melli, Max Leggeri, Davide Rossi e tanti altri sono il punto di riferimento (in alcuni casi purtroppo non più) di centinaia di migliaia di persone in città. Eppure chi ha vissuto questo mondo televisivo e radiofonico

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SPECIALE sente, di anno in anno, che si fa sempre più largo un senso di stanchezza: i palinsesti si rinnovano poco, gli speaker non trovano i fisiologici ricambi di un tempo, i mezzi scarseggiano sempre di più. Tutto ciò accade sia per fattori contingenti (la crisi che va avanti dal 2007 ha travolto il mondo della pubblicità, dunque dei mezzi sui quali si può contare per realizzare un qualsiasi programma), sia per cambiamenti epocali che hanno a che vedere con le nuove ribalte (introduzione del digitale terrestre e internet). A fronte dunque di un mondo della comunicazione tradizionale che fatica a produrre un ricambio generazionale e personaggi nuovi, oggi a Roma la notorietà - e che notorietà - si ottiene con altri mezzi. Nomi come Damiano “er Faina” (pagina Facebook da quasi 800.000 fans), Guglielmo Scilla (in arte “Willwosh”, canale Youtube con 735.000 iscritti), i Ritals (duo comico che ha una serie via web e che spesso prende in giro i francesi, 30.000 iscritti su Facebook e milioni di visualizzazioni su Youtube), Cane Secco (275.000 iscritti sul canale Youtube, 162.000 su Facebook), i The Pills (150.000 iscritti su Yuotube e milioni di visualizzazioni, 237.000 su Facebook), Chiara di “adayinrome” (pagina Istangram che racconta Roma con 12.000 followers e centinaia di visualizzazioni giornaliere), “Riccardo da Roma” (ascoltatore della trasmissione radiofonica “La Zanzara” - 2 milioni e 300.000 radioascoltatori - per il quale su Facebook è stato addirittura fatto un fan club di quasi 6.000 persone) ormai sono parte dei palinsesti “fai da te” di moltissimi romani e non. Insomma, la novità del presente è che Youtube e i social network sono riusciti a mettere una tv virtuale a disposizione di qualsiasi persona abbia in mano uno smartphone o un computer, di fatto costringendo anche il circuito comunicativo locale a passare per le piattaforme globali. Facendo le dovute proporzioni tra il micromondo di Roma e il resto del pianeta, i numeri parlano da soli. Più di un

miliardo di persone in tutto il mondo guarda ogni giorno Youtube, consumando contestualmente la visione di centinaia di milioni di video. Dal 2007 al 2016, il network ha girato più di 2 miliardi di dollari a coloro che hanno deciso di ospitare banner pubblicitari all’interno dei loro contenuti. Tutto questo in 76 lingue diverse e 88 versioni nazionali. E chi guarda Youtube? La risposta è semplice: nella fascia 18-34 anni e 18-49 anni il sito riesce a raggiungere più utenti che qualsiasi rete via cavo americana, una tendenza già presente anche in Italia e che presto si affermerà con le stesse proporzioni. Meno semplice è invece capire che cosa cercano gli utenti e perché nei primi 25 posti dei canali più visualizzati vi siano - accanto a celebrità come Justin Bieber, Rihanna, One Direction, Katy Peryy, Eminem - perfetti sconosciuti, fenomeni spesso estranei alle attenzione della stampa italiana. Di PewDiePie abbiamo già accennato qualcosa il mese scorso. Si tratta di un tizio poco più che adolescente che sottopone a test videogame. Bene, secondo le ultime statistiche disponibili, PewDiePie, con circa 54 milioni e 161.000 persone che lo seguono sul “Tubo”, ha il più ampio uditorio on-line del mondo, un pubblico che si sogna qualsiasi tv italiana e che gli frutta diversi milioni di euro l’anno. Ciò che però colpisce della “tv fai da te” sono i mille rivoli che può prendere attraverso la rete. Perché sinora si è parlato di fenomeni nuovi ma dai contenuti più o meno sovrapponibili al vecchio mondo. Accanto ad essi esistono forme di vero e proprio esibizionismo malato. Non si spiegano altrimenti le dozzine di morti che ogni anno mietono i selfie killer, ovvero gli autoscatti con lo smartphone

realizzati nei cantieri in costruzione, sulle scogliere, mentre passano i treni, nelle situazioni più impensate (in Italia l’ultimo episodio di cronaca è dello scorso 10 marzo,

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SPECIALE quando un ragazzo di tredici anni di Soverato ha perso la vita per tentare un selfie sui binari mentre passava un treno). Per non parlare dei tanti altri fenomeni borderline: video di risse, bullismi vari, autolesionismi, esperimenti di ogni tipo, eccetera.

Infine c’è il capitolo porno ed erotismo. Nel primo caso si tratta - rispetto al vecchio mondo analogico dei giornalini - di una vera e propria esplosione. Le ultime statistiche disponibili dicono che sulla terra si consumano quasi 92 miliardi di video porno ogni anno. Significa 12 video e mezzo per ogni essere umano che respira (sarebbe interessante sapere quanti esseri umani si sono dedicati almeno una volta nella vita a questa attività). Solo Pornhub - primo sito al mondo ma semplicemente uno dei migliaia presenti sul mercato - ha ben 64 milioni di utenti unici ogni giorno. Esiste anche una statistica che riguarda la permanenza media: i filippini - con 12 minuti e 45 secondi - sono quelli che ci stanno di più. Quindicesimi gli italiani (8 minuti e 37 secondi), comunque sotto la media mondiale di 9 minuti e 39 secondi. Ultimi, con 7 minuti e 27 secondi, i giapponesi. Nel secondo caso si tratta di fenomeni interessanti che hanno contribuito alla nascita di vere e proprie correnti culturali. Senza internet ad esempio sarebbe stata molto più difficile la riscoperta del Burlesque (lo spogliarellospettacolo) e dei suoi stilemi estetici. Per non parlare di fenomeni nuovi come le foto o gli show on-line di nudo che riguardano pin-up tatuate e rispondenti ai canoni di bellezza contemporanei (niente modelle impossibili ma ragazze della porta accanto, vedi l’intervista che segue). In conclusione, ciò che colpisce di più della “tv fai da te” è il peso che in essa hanno gli esclusi del mondo reale, quello del lavoro e dell’economia: i giovani e gli adolescenti. La loro inclinazione all’esibizionismo on-line sembra infatti una risposta a un mondo che li esclude quando sono offline, ovvero quando finiscono la scuola e cercano un posto e un modo per vivere. Forse è una vittoria di Pirro. O forse è semplicemente il mondo che verrà.

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visioni grafiche

di Palma Agosta

SPECIALE

ALISON:

SENSUALITÀ 2.0 opo essere stati invasi per decenni da donne magre e androgine, ecco arrivare le “Alternative Models”, ragazze che nel mondo del lavoro del terzo millennio - dove il lavoro te lo devi inventare -

ti, scarpe, trucchi e quant’altro, fino ad influenzare la moda vera e propria, quella che si fa nelle sfilate di Milano o Parigi. Un esempio di modella alternativa Goth è Razor Candy, per una Scene Queen italiana, Badkittie Bitchbarbie. In Italia è invece famosa Riae Suicide, ormai diventata celebre in tutto il mondo.

I CANONI ESTETICI, L’AUTOIRONIA, L’INTELLIGENZA, LA VOGLIA DI AMARSI: INTERVISTA A UNA NUOVA PIN-UP ITALIANA stanno avendo un notevole successo. La loro caratteristica? Non rispettano i canoni classici della bellezza, non sono magre, non sono alte, quando devono posare per uno shooting fotografico non hanno al seguito quintali di cosmetici e, soprattutto, nella maggior parte dei casi, posano nude, o comunque, vestite solo di se stesse; senza prendersi troppo sul serio, raccontando all’obiettivo una verità: “eccomi, sono qui, sono quella che sono e mi piaccio”. Alcune di loro scelgono uno stile. Goth, Emo, Lolita, Dark, Punk, Scene Queen sono i più celebri. Questi stili, nati per differenziarsi dalla massa, sono stati seguiti da così tante persone nel mondo da essere diventati veri e propri mercati indipendenti che muovono decine di migliaia di euro ogni anno in accessori, vesti-

Noi, a Roma, durante uno shooting, abbiamo incontrato Alison, nome d’arte di Alessandra Guglielmetti: un concentrato di naturalezza e normalità. Con sé solo uno zainetto che conteneva due micro abiti e un rossetto. Il suo sguardo. Pulito. Diretto. Il suo corpo morbido, voluttuoso. 27 anni e 1 metro e 60 di altezza. Gli abbiamo fatto qualche domanda… Alison hai bisogno di sistemare i capelli? No, stanno bene così. Andiamo in un giardino. Il fotografo, Fabio Trisorio, l’ha fotografata la prima volta quando aveva 23 anni. Di lei dice: “Alison rispecchia per me la modella perfetta. Non ha bisogno di essere diretta da nessuno. Si muove con naturalezza, tra di noi c’è un filo invisibile di intesa. Non bisogna dirle nulla. Il suo corpo è una forma senza spigoli, come una

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SPECIALE pietra di fiume levigata. Fotografarla è come avere uno specchio del mio mondo interiore”. Tu sei una “modella alternativa”, ci vuoi spiegare cosa fai esattamente? Non mi sono mai realmente definita una fotomodella alternativa in quanto trovo assurdo che all’alba del 2017 vi siano ancora caratteri tali che permettano di definire una persona “alternativa” rispetto ad un altra. Se vogliamo concentrarci sul termine “alternativo” considerando caratteri inerenti la body art (tatuaggi, eccetera) o la statura/il peso non convenzionale ai canoni della passerella e della moda, dobbiamo sempre ricordare che fuori dal nostro paese esiste un mercato talmente florido al riguardo da sfondare quelli che sono i limiti che definiscono ciò che è “alternativo” e ciò che non lo è. Diciamo che qui posso ancora definirmi tale ma in molti paesi del mondo sono semplicemente una fotomodella. Come è iniziata questa passione? Per puro caso, ormai sette anni fa, quando ho accompagnato una mia amica a fare qualche foto. Mi sorse la curiosità di provare. Poi una cosa tira l’altra: un gioco e un passatempo sono diventati parte integrante della mia vita. Che rapporto hai con il tuo corpo? Devastante. Tutti pensano che le persone che lavorano con la propria immagine siano necessariamente narcisiste e molto sicure di sé. Se ho imparato una cosa importante in questi anni è che buona parte delle mie colleghe (io compresa) sono semplici ragazze come tutte le altre con tutti i relativi disagi annessi al proprio corpo. Io, per esempio, non sono mai stata particolarmente bella e sebbene questo lavoro sia stata una forte rivincita ed un forte aiuto verso anni di disturbi del comportamento alimentare, tuttora mi alzo la mattina e penso che togliere lo specchio da casa non sarebbe una brutta idea. Cosa è per te la seduzione? Non sono dotata di un concetto di seduzione. Per anni sono stata definita una erotic model e ad oggi a volte mi fanno ancora i complimenti per le mie espressioni sensuali. Sinceramente parlando non sono mai stata una persona particolarmente attenta a queste cose. La cosa mi ha sempre fatta molto sorridere. Devo dedurre che se appaio tale è per la mia indole. Come viene considerata in Italia questa professione? E all’estero? In Italia questa non viene considerata una professione. Se dovessi considerare il quantitativo di battute che ricevo anche da parte di persone che a me sono care, stende-

rei un velo pietoso su queste domande. Ancora oggi mi capita di sentirmi dire che giro mezza nuda davanti ai fotografi e che di conseguenza non posso essere una persona attendibile o mi capita di sentire battute di pessimo gusto su come tanto io non debba porre attenzione alla mia espressione poiché tutti sono interessati solo a “tette e culo” e mi vedo spesso paragonata ad una normale prostituta (lavoro che rispetto ma che chiaramente non è il mio). Personalmente la trovo una fortissima cattiveria verso chi svolge questo lavoro in modo serio e professionale. D’altra parte anche all’interno dell’ambiente stesso, in Italia, siamo soggetti a mancanze di professionalità e di rispetto del tempo altrui. Non voglio ovviamente dire che ovunque all’estero sia meglio. Esistono però paesi dove lavorare con la fotografia diventa un piacere, dove tutte le figure professionali dell’ambito sono trattate con il dovuto rispetto e soprattutto dove esiste un mercato meritocratico e gratificante per chi lavora con passione e talento. Come sempre il contesto socioculturale nel quale si sviluppano le cose fa la differenza. Il nudo è una forma d’arte, lo raccontano pittori e scultori di ogni tempo. Perché secondo te per molti quello che fai non è considerato una forma d’arte alla stregua dell’arte tradizionalmente conosciuta? Credo semplicemente perché c’è sempre dello sporco negli occhi di chi guarda e, purtroppo, tante volte anche negli occhi di chi fa. D’altra parte il nudo nell’arte anche in altre forme artistiche è stato osteggiato per secoli come qualcosa di sporco ed indecoroso. Ti sono mai capitati episodi spiacevoli? Personalmente no. Non ho particolari cattive esperienze in questo settore e credo di doverlo ad una particolare attenzione verso le persone con le quali ho lavorato. Non nego di aver lavorato anche con ragazze o fotografi che hanno fatto parte di settori più vicini all’eros e via dicendo, ma ho sempre ricevuto un trattamento di rispetto. Ho sicuramente avuto più problemi passeggiando per le strade della mia città che non lavorando con la fotografia. Invito dunque tutte le ragazze che entrano a far parte di questo ambiente a porre la più alta attenzione verso le persone con le quali lavorano. Chiedendo feedback, facendosi accompagnare, rifiutando tutto quello che non le fa sentire a proprio agio. Lancia un messaggio… Noi donne a volte ci prendiamo troppo sul serio. Vivere la vita con leggerezza non è viverla con superficialità. L’ironia è la chiave di tutto. Divertitevi con il vostro corpo. Che è la più stupefacente macchina che avrete nella vita. E amatevi per quello che siete.

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di Dante Cruciani

SPECIALE

ESIBIRSI PER VOCAZIONE U n tempo erano e rari e si esibivano solo in certi orari e giorni, spesso il fine settimana. Oggi - nel centro storico di Roma e delle grandi metropoli in generale - gli artisti di strada vanno in scena in maniera permanente, spesso stupendo con numeri e trovate davvero originali. Dietro però c’è un mondo spesso sconosciuto, quello che ha trasformato una passione in un piccolo affare con tanto di obblighi burocratici: recarsi all’ufficio del Municipio in cui ci si vuole esibire (a Roma normalmente il I), consegnare una fotocopia della carta d’identità, compilare

GLI ARTISTI DI STRADA: UNA CATEGORIA VITALE, IN EVOLUZIONE, ASSEDIATA DALLA BUROCRAZIA

un modulo, indicare in che piazza e a che ora ci si vuole esibire, pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico, sottostare alle regole Siae (in caso di cover), rispettare altri obblighi legati all’orario e ai luoghi nei quali ci si esibisce. Addirittura, se l’attività è continuativa e comporta redditi sopra i 5000 euro, è prevista l’apertura di una partita Iva. E se si contravviene, piovono multe dai 300 ai 500 euro, cifre che ovviamente la maggior parte degli artisti non possono corrispondere. Insomma, un lavoro come un altro. Per cifre che possono essere anche interessanti: intervistato da Radio Cusano Campus, un chitarrista ha dichiarato che in un’ora - il tempo massimo di stazionamento teoricamente concesso - si possono guadagnare cifre tra i 50 e i 100 euro. C’è dunque una realtà che evolve, che attraverso gli smartphone sta

trasformando i vicoli delle città in un grande spettacolo globale. I video su Youtube che riguardano gli artisti di strada sono più di 30 milioni. E se ne sono persino accorti i grandi artisti, i quali si divertono a fare sorprese, ad esibirsi in incognito e a improvvisare mentre passeggiano in libertà: è il caso di Elisa, di Steven Tyler (cantante degli Aerosmith), di Erlend Oye (Kings of Convenience), di Cristiano Ronaldo, di Will.i.am, degli U2, di Usher, di Seal, di Bon Jovi, di John Legend, di Justin Bieber e di tanti altri (tutti pizzicati ad esibirsi in pubblico nelle piazze). La strada ha il vantaggio di non porre limiti alla fantasia. A Roma c’è ad esempio chi improvvisa ombre cinesi sui muri del Pantheon di Roma, chi gioca con animali di ogni tipo, chi suona, chi balla, chi dipinge, chi punta sulla comicità, addirittura chi scolpisce (Andrea Gandini, 18 anni e un diploma al liceo artistico, scolpisce volti o altro sui tronchi mozzati degli alberi che sono stati abbattuti). Oggi gli artisti di strada hanno persino i loro festival. C’è una rassegna mondiale (“World Buskers Festival”) che si tiene in un’isola della Nuova Zelanda, più precisamente nella cittadina di Christchurch, da ben 25 anni (l’edizione di quest’anno è stata a gennaio). In Italia se ne tiene uno molto importante a Ferrara (quest’anno dal 17 al 27 agosto si terrà la sua trentennale edizione), uno a Pennabili (provincia di Rimini, quest’anno tra il 1° e il 4 giugno), uno in Cilento, uno a Carpineto Romano a fine agosto, uno a Bergamo nella prima metà di settembre, uno in Salento a fine agosto e tanti altri. In Europa se ne contano poi a Vienna, Barcellona, Berlino e in molte altre realtà. Gli artisti di strada riportano l’allegria e la sorpresa in centri storici spesso omologati dall’onnipresenza dei grandi marchi della moda e dalle grandi catene della ristorazione. Sono una forma di esibizionismo sano e di resistenza all’omologazione. Troppo spesso le amministrazioni locali li trasformano nella solita, scontata, faccenda burocratica.

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······VIA MACCARI······

di Leandro Abeille

COSTUME E SOCIETÀ

LA CANNABIS?

UNA RAGAZZATA. O FORSE NO SI MOLTIPLICANO GLI STUDI CHE METTONO IN GUARDIA SUI DANNI PROVOCATI DALLA MARIJUANA. EPPURE IL SUO USO SEMBRA SOCIALMENTE MOLTO TOLLERATO ispetto alle droghe, esistono due tipi di genitori: quelli per i quali sono un problema e quelli per i quali sono una “ragazzata”. La diatriba, tra “liberi pensatori”, si è riaccesa dopo la scelta di una mamma di Lavagna che ha chiamato la Guardia di Finanza per cercare di porre un freno a suo figlio, consumatore di cannabis, che poi si è suicidato, durante la perquisizione domiciliare dei finanzieri, scattata dopo aver trovato effettivamente della cannabis addosso al ragazzo. Tra i genitori (e non) c’è chi è preoccupato per il consumo di stupefacenti da parte del figlio e c’è chi invece lo considera quasi un naturale passaggio della giovinezza, quanto l’auto-scoperta del proprio corpo lo è dell’adolescenza. In buona sostanza, per queste persone la cannabis non fa male, anzi è meno dannosa dell’alcool. Intervistato dall’agenzia Dire, il dottor Wayne Hall, uno dei massimi esperti sull’argomento

e consulente per la World Health Organisation, autore di uno studio ventennale pubblicato sulla rivista “Addiction”, ha dichiarato che l’uso prolungato di cannabis può portare, tra i vari problemi, a disturbi mentali, incidenti stradali, bambini non sani. I risultati della ricerca sostengono che un adolescente su 6 che fuma regolarmente marijuana ne diventa dipendente; che la cannabis raddoppia il rischio di sviluppare disturbi psicotici, tra cui la schizofrenia; che l’uso pesante durante l’adolescenza sembra mettere in pericolo lo sviluppo intellettuale; che un adulto su 10 che fuma regolarmente marijuana ne diventa dipendente e coloro che la utilizzano sono più propensi a continuare a usare droghe più pesanti; che guidare dopo aver fumato cannabis raddoppia il rischio di un incidente d’auto, un rischio che aumenta notevolmente se il conducente ha anche bevuto; che fumare durante la gravidanza riduce il peso alla nascita del bambino. “La percezione che la cannabis sia una droga sicura è una reazione sbagliata ad una storia passata di esagerazione dei suoi rischi per la salute”, ha dichiarato Hall, il quale ha aggiunto che la marijuana “non è nociva come altre droghe pesanti, quali anfetamina, cocaina ed eroina”. Eppure della marijuana non bisogna sottovalutarne il potere della dipendenza. Chi cerca di interrompere l’assunzione di cannabis spesso

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visioni grafiche

COSTUME E SOCIETÀ soffre di ansia, insonnia, disturbi dell’appetito e depressione. E anche dopo esserci riusciti, meno della metà dei fumatori riesce a rimanere fuori dalla droga per sei mesi. Nei consumatori di cannabis regolari raddoppia anche il rischio di sperimentare sintomi psicotici e disturbi come disordini del pensiero, allucinazioni e deliri. In uno studio svedese che ha preso a campione più di 50.000 giovani, si è scoperto che chi ha usato marijuana dieci o più volte entro i 18 anni, ha sviluppato maggiori probabilità che gli venisse diagnosticata la schizofrenia entro i successivi 15 anni. Bisogna quindi essere chiari, la cannabis fa male, soprat-

tutto, secondo importanti riviste scientifiche tra cui la Current Pharmaceutical Design, nell’età dello sviluppo e può portare a cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello umano. Ovviamente tutto questo non deve portare fuori strada. Di sicuro la cocaina o l’eroina sono droghe molto più devastanti della marijuana. Per non parlare delle “paste” (le pasticche), che invece sono un vero terno a lotto: quella sbagliata può uccidere alla prima volta. Detto questo, la cannabis sembra però godere anche di una specie d’immunità di giudizio. C’è addirittura chi la presenta come panacea del nuovo millennio. Così è difficile spiegare che non cura affatto il cancro e che se la sua efficacia, quale sedativo, è stata verificata dai medici ed approvata per l’uso in alcune malattie neurodegenerative, non per questo è una specie di farmaco da fumare. Insomma: nessun imbecille assumerebbe Baclofene senza avere la SLA. È perciò necessario differenziare l’uso terapeutico della cannabis e l’uso ludico, che pure se fatto passare spesso in tv come “normale” non è affatto salubre. Secondo la relazione annuale al Parlamento sulle dipen-

denze del Dipartimento delle politiche antidroga, il 32% degli italiani ha provato la cannabis almeno una volta, forse è per questo che la percezione della pericolosità non è così alta. Anzi è talmente bassa che dopo qualche controllo di polizia con cani antidroga, vanno sulle barricate studenti, genitori e anche qualche preside. Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione, conferma al “Corriere” che la scuola è ormai diventata “la piazza principale dello spaccio” - e che - “questa è una vera emergenza, non si tratta più ormai solo di casi sporadici, ma della normalità”. Richiama perciò ad un’azione sinergica “siamo impreparati, serve l’aiuto di tutti, una vera e propria alleanza tra famiglia, scuola e Stato”. Visione differente per i collettivi degli studenti medi auto-organizzati di Bologna, per i quali le scuole sono “luoghi di formazione, non piazze di spaccio… luoghi sacri e inviolabili nei quali non è tollerabile fare entrare poliziotti, cani ed armi”. Eppure il consumo di droga dovrebbe davvero essere un problema sentito, visto che 43% delle scuole italiane ha attività specifiche per la prevenzione, percentuale in crescita, che tocca il 51% delle superiori. Deve essere ben poca cosa questa attività se, nei licei romani, è più facile acquistare “due canne” che non la merenda. Il problema fondamentale è la scarsa percezione della pericolosità della cannabis che si trasforma in scarsa antigiuridicità del consumo. Troppo facile l’accostamento all’alcool: è vero fa male anche questo, ma di certo nessun preside metterebbe dei distributori automatici di “shottini” a scuola. Avrebbe senso seguire la lezione ubriachi? E perché “sconvolti” dovrebbe essere differente? Alla fine anche la questione cannabis diventa politica tra antiproibizionisti e proibizionisti, tra sostenitori del “non fa male” e quelli del contrario. Nel frattempo i ragazzi fumano spinelli, e tra integrali e derivate o tra Orazio e Tacito, sfugge ancora cosa capiranno (forse il mistero è parte della scuola quale “luogo sacro”). In fondo, proprio i luoghi sacri dell’antichità erano posti dove gli sciamani consumavano droghe. Contestualmente alcuni genitori cercano aiuto e non lo trovano, mentre i loro figli fanno la fortuna degli spacciatori.

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GRUPPO STUDIO RONCONI

S N E D I R ROMA

di Elisa Marini

TEATRO

GLI SQUILIBRISTI IN “LEGGE

opo il debutto al Teatro Sala Petrolini di Roma, approda alla Sala Massimo Troisi di Ostia, dal 10 al 12 marzo, il nuovo spettacolo tutto da ridere della compagnia teatrale lidense Gli Squilibristi: “Leggende romane”. Con all’attivo già diverse esperienze teatrali (tra cui Last minute di Adriano Bennicelli, che replicherà il 7-8-9 aprile al Teatro Auditorium Giulanco di San Cesareo), la giovane compagnia si cimenta con un divertente testo inedito scritto e diretto dalle eclettiche Micaela Sangermano e Jessica Pacioni. La pièce racconta in chiave ironica alcune leggende e storie vere legate alla nascita e allo sviluppo della grande città di Roma: dai due gemelli allevati da una lupa, al ratto della Sabine; dalle famose oche del Campidoglio, all’impero di Nerone e Costantino, per arrivare ai nostri giorni e ridere anche di noi stessi. Dalla mitologia greca arrivano a presentare lo spettacolo le tre

NDE ROMANE”

Parche, le “signore del fato”, così chiamate anche dal popolo romano. Con battute esilaranti e buffi personaggi, il filo del destino della capitale si dipanerà attraverso i secoli seguendo i ritmi incalzanti di uno spettacolo spassoso e allo stesso tempo istruttivo, adatto a tutte le età. Al pubblico, infatti, verrà consegnata una cartina di riferimento dove

saranno indicati i monumenti citati durante la rappresentazione, uno spunto in più per (ri)scoprire i luoghi più o meno conosciuti della nostra amata città. Riusciranno le future generazioni “romane” a trarre ispirazione dal mos maiorum degli antichi e guidare Roma verso nuovi e gloriosi orizzonti? Lo scopriremo alla fine di questo stravagante e bizzarro viaggio nel nostro passato. Gli interpreti: Chiara Rovan, Piero Olivieri, Jessica Pacioni, Marco Scarpellini, Micaela Sangermano, Eric Bastianelli. I costumi sono di Paolo Pioppini, foto e grafica di Danilo Giovannangeli. Per info e prenotazioni (obbligatorie): cell. 347.1229607 - FB: Compagnia teatrale gli squilibristi - email: glisquilibristi@hotmail.com.

LA STRANA COPPIA “QUANTE STORIE”: IN SCENA IL VIGNETTISTA VAURO E LA SCRITTRICE BARBARA ALBERTI

hi l’avrebbe mai detto. La raffinata, intelligente, tagliente, colta Barbara Alberti e, sullo stesso palco, l’ultimo dei comunisti: il simpatico vignettista Vauro. Insieme per la penna tagliente e ironica dell’ormai esperto Davide Riondino. Questo è “Quante storie”, spettacolo in scena per appena due giorni (21 e 22 marco) al Teatro Vittoria di Testaccio. “Quante storie” sarà un insieme di racconti, immagini, suggestioni,

dialoghi, musiche che fanno affiorare la vita privata e pubblica del Paese: un ritratto della recente storia italiana senza il vincolo dell’asse cronologico, cioè libero e articolato, fatto di personaggi noti e meno noti, di passione, di diritti, culture, guerre, viaggi, barbarie e tanto altro. Insomma, un esperimento affascinante e che promette di ricompensare lo spettatore. Sapendo che, in fondo, il mondo non finirà mai fino a che qualcuno lo racconta.

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di Penelope Salomone

ARTE E CULTURA

DANIELE DA VOLTERRA. I DIPINTI D’ELCI

n mostra due dipinti di Daniele (Ricciarelli) da Volterra (Volterra, 1509 - Roma, 1566),

GALLERIA CORSINI, FINO AL 7 MAGGIO

l’artista che più fu vicino a Michelangelo nella sua esperienza creativa e umana. Le opere, provenienti dalla collezione privata dei Conti Pannocchieschi d’Elci, sono Elia nel deserto e la Madonna con il Bambino, san Giovannino e santa Barbara. Benché conservati a Siena, i due pezzi furono realizzati a Roma durante il pontificato di Paolo III Farnese (1534 - 1549) e illustrano l’impatto della poetica michelangiolesca sul pittore toscano, maturato accanto a Perin del

Vaga, celebrato erede della grazia di Raffaello. Visibili anche una serie di riflettografie - analizzate da Angela Cerasuolo, responsabile del Centro Documentazione Restauro della Soprintendenza, Museo di Capodimonte - che hanno arricchito gli studi sui caratteri stilistici e la datazione di entrambe le opere di Daniele - detto il Braghettone, per l’intervento censorio sul Giudizio Universale nella Cappella Sistina. Inoltre, a ribadire il proficuo rapporto che gli artisti della sua generazione intrattennero con il mondo espressivo di Michelangelo, le curatrici Barbara Agosti e Vittoria Romani hanno accostato a quelli d’Elci due dipinti coevi appartenenti alla collezione della Galleria Corsini: l’An-

nunciazione di Marcello Venusti e la Sacra Famiglia recentemente attribuita a Jacopino del Conte, altra figura di spicco del manierismo romano.

BRUNA ESPOSITO, ALLEGRO NON TROPPO

WASHOKU

STUDIO MISCETTI, FINO AL 30 GIUGNO

ISTITUTO GIAPPONESE DI CULTURA, FINO AL 19 APRILE

ersonale dell’artista romana, appena invitata alla seconda Biennale di Ostenda, in Belgio, che “tra inaudite sovrapposizioni di reti, veline delle arance, aghi di pino, annunci discount, bitume e catrame ci rivela dinamiche del quotidiano, di umore o colore allegro non troppo”. A cura di Joanna De Vos e dall’artista belga Jan Fabre. Info: www.studiostefaniamiscetti.com

ostra dedicata alla colorata vita alimentare del longevo popolo giapponese, in particolare al washoku, lo stile alimentare tradizionale nipponico di matrice salutista, dichiarato Patrimonio Unesco dal

A.E.I.O.U.

DA KLIMT A HAUSNER A WURM - L’ARTE AUSTRIACA NELLA COLLEZIONE WÜRTH, ART FORUM WÜRTH, CAPENA, FINO AL 26 GENNAIO 2019 acronimo scelto quale titolo della mostra sta per “Austria Europae Imago, Onus, Unio” (Austria, immagine, onere e unione dell’Europa): il motto che l’imperatore Federico III nel XV secolo fece inserire nel suo stemma, nelle iscrizioni, negli inventari ed edifici da lui commissionati. Il Paese d’oltralpe “specchio dell’Europa” è rappresentato all’Art Forum Würth capenate da oltre trenta artisti - attraverso dipinti, opere grafiche e sculture - da Gustav Klimt fino ai nostri contemporanei Erwin Wurm, Markus Redl e Markus Hofer. Ingresso libero. Info: www.artforumwuerth.it

L ’

2013. Video, prodotti, piatti, stampe nishiki-e sul tema, gadget e utensili di uso quotidiano, accanto a pannelli e oggettistica provenienti dal Padiglione Giappone di Expo Milano 2015. Info su: www.jfroma.it

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di Palma Agosta

MODE E MODI

DUE ROTAIE E LA CITTÀ ETERNA n viaggio in un’altra dimensione. Questo è il Tramjazz. Una serata di spettacolo che offre insieme un concerto jazz, una cena a lume di candela e un tour notturno nel centro di Roma, tutto a bordo di un tram storico, un tram Stanga 1947 della Collezione

UNA SERATA NEL TRAMJAZZ. BUON CIBO, MUSICA E UNA CORNICE UNICA: ROMA

Storica di Atac, restaurato e risistemato come ristorante e sala da concerto viaggiante. Ai viaggiatori del tram Roma si offre, indifferente

e seducente come una donna inconsapevole della sua bellezza. Dalle piccole finestre del mezzo si esibisce ai loro occhi con il suo fascino inafferrabile e definitivo: un po’ santa un po’ prostituta, un santuario di meraviglia, un bordello di voluttà. Un viaggio dei sensi. La partenza è da piazza di Porta Maggiore alle 21 sulla banchina, dove arriva il tram con i tavoli apparecchiati e le candele accese. Si sale a bordo. Mentre la band, sistemata nella pedana girevole al centro vettura, comincia ad accennare un primo tema musicale, gli spettatori si gustano un aperitivo di spumante secco del Lazio. Dopo la partenza il concerto ha inizio e viene servita la cena, tutta a base di prodotti enogastronomici del Lazio a cura dello Chef Giancarlo Lolli del ristorante “San Michele” di Serrone in provincia di Frosinone, a cui si unisce una scelta di vini delle Langhe dell’azienda “La Querciola“ Barolo e di Birra artigianale Losa. La sintonia fra musica e gastronomia accompagna

così un viaggio che regala una magia visiva è dà la possibilità di osservare Roma al ritmo lento di una macchina del tempo. Gli ingredienti del Tramjazz sono tutti di alto livello: Roma, la squisitezza dei cibi, e l’originalità e la qualità delle proposte musicali e dei musicisti che vi partecipano. L’accoglienza è festosa e calda e agli ospiti, in viaggio, in un ambiente allestito con cura, viene servito l’antipasto. Da questo momento in poi la serata comincia a scaldarsi. Dopo aver percorso un lungo itinerario, passando per S. Lorenzo, Viale Regina Margherita, Valle Giulia, S. Croce in Gerusalemme, S. Giovanni fino ai Fori Romani, la vettura raggiunge il bina-

rio-sosta del Parco del Celio, proprio davanti al Colosseo. Qui viene servita la cena e il concerto entra nel vivo. Le prossime date del Tramjazz prevedono il 28 marzo la “Swing Night”, il 31 marzo la “Manhattan Jam”, il 1° Aprile “Max Ionata”, il 4 aprile “Night and Day”, il 7 aprile “Jazz at the Opera”, l’8 aprile “Sara della Porta Quartet”, l’11 aprile “Swing Night”, il 13 aprile “Wonderful World”, il 15 aprile “Beatles we remember The Beatles”, il 18 aprile “Tea for Two”, il 21 “Ode to Syd Barrett”, 22 aprile “Fabio Zeppetella”, il 24 “Wonderful World”, il 28 aprile “Mina Essential”, il 29 “Pilar”, il 30 “Swing Night”. Insomma, un’occasione per vedere Roma con occhi diversi e dimenticare, anche solo per una sera, tutti i problemi e le contraddizioni che il giorno riporterà con sé.

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visioni grafiche

di Simone Felicetti

VIAGGI

RITORNO AL FUTURO:

MATERA ualcuno ne parla come del presepe naturale per eccellenza, qualcuno l’ha ribattezzata la Betlemme italiana, qualcun altro la considera il set cinematografico ideale. Da qualunque punto di vista la si guardi, Matera è sorprendente e affascinante. Nascosta tra le colline nel cuore della Basilicata, la città si apre agli occhi del visitatore con una luce speciale, data probabilmente dal caratteristico colore bianco della calcarenite, che contrasta con l’azzur-

IN UN CLIMA DI ATTIVISMO E INIZIATIVE, LA CITTÀ SI PREPARA A RICOPRIRE IL RUOLO DI CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA. È IL MOMENTO GIUSTO PER CONCEDERSI UN FINE SETTIMANA TRA I CELEBRI SASSI ro del cielo. L’impressione in un primo momento è quella di vivere un’esperienza irreale, data da una diversa percezione del tempo. C’è un’atmosfera da sogno che rapisce i sensi ed estranea dal mondo a cui

quotidianamente siamo abituati nelle grandi città. Sembrerebbe quasi che Matera sia stata messa lì apposta per essere scoperta e visitata come un prodotto artificiale. Il suo vero fascino, al contrario, nasce dalla sua storia: una lunghissima storia che la rende più che mai reale, autentica e unica al mondo. Che ci si muova per ore tra i vicoli dei Sassi alla scoperta di storia e arte, che ci si immerga nella natura selvaggia che la circonda e quasi la inghiotte, che si vada alla ricerca di chiese rupestri o di preistoria o che si voglia godere anche solo della quiete che gli scorci della città offrono, magari accompagnata da prodotti enogastronomici di pregio e di antica tradizione, questa piccola e incantevole città offre molto di più di quel che si può immaginare. Matera ha origini antichissime. Tutto il territorio che costituisce l’antica Civita, così come le Gravine che la costeggiano, sono ricche di grotte e anfratti naturali che hanno favorito nel tempo l’insediamento umano, già a partire dal Paleolitico e dal Neolitico. Si potrebbe dire che la storia dell’uomo coincide con la

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UNA CITTÀ FOTOGENICA

i è detto come Matera più di altre città si presti innegabilmente ad essere la location ideale per girare film dalle più disparate ambientazioni. In più di cinquant’anni sono circa quaranta le pellicole realizzate tra le vie e le piazze dei Sassi contribuendo ad incrementare la fama di questo posto in tutto il mondo, nonché a rendere più florido il turismo e, in generale, l’economia locale. Molti registi italiani e internazionali sono stati attratti dall’unicità di questo luogo e hanno scelto Matera per raccontare le loro storie. Il precursore fu Carlo Lizzani, che nel 1949 realizzò un documentario che cercava di indagare su quel mondo contadino che Carlo Levi descrisse nelle pagine del romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”, più tardi riadattato a film grazie a Francesco Rosi. Quello fu l’unico caso in cui i Sassi di Matera non furono utilizzati come mera scenografia bensì raccontavano la loro storia. A partire dagli anni ‘60, i Sassi quasi completamente disabitati e il degrado in cui versavano a seguito dell’abbandono vengono utilizzati pretestuosamente per mostrare l’arretratezza meridionale dell’epoca. Esempio cinematografico in questo senso fu “Anni ruggenti” di Luigi Zampa.

Pasolini tra i Sassi abbandonati scelse di girare, nel 1964, “Il Vangelo secondo Matteo”. Nei decenni successivi sono passati per Matera, lasciando il segno, registi come i fratelli Taviani con il loro “Allonsanfan”, Giuseppe Tornatore con “L’uomo delle stelle” fino al pluripremiato “La Passione di Cristo” di Mel Gibson.

VIAGGI

Storia di Matera. Persino la spiritualità qui ha radici molto antiche con testimonianze uniche al mondo risalenti anche all’VIII secolo d.C. Ogni angolo della città dei Sassi merita una sosta, ma per organizzare un itinerario che contempli una conoscenza approfondita e completa del territorio è utile e interessante iniziare con una tappa alla Casa Noha, donata al FAI (Fondo Ambiente Italiano) da una famiglia locale al fine di incentivare la cultura e le tradizioni del territorio. Sotto forma di mostra interattiva, le pareti della Casa Noha non raccontano solo la vita di un’antica dimora, ma si tramutano nella messa in scena della storia di Matera, narrata attraverso documenti inediti e rari che mostrano la prima ricostruzione completa della storia della città e parlano di essa attraverso la geologia, l’architettura, l’arte, l’archeologia, la storia e il cinema. Per perdersi tra il fascino dei Sassi non c’è bisogno di alcuna guida, anzi è un’esperienza imperdibile. Si rende invece necessario avvalersi di una delle preparatissime guide turistiche locali nel caso in cui si voglia fare un’escursione nel Parco Naturale della Murgia Materana per visitare le numerose chiese rupestri e gl’insediamenti preistorici e per avventurarsi tra i canyon della Gravina. Ma è a partire dal tramonto che la città lucana mostra tutto il suo splendore e la sua magia, grazie alle sue luci gialle che regalano la suggestione di antichi focolari domestici. Per vivere l’esperienza di Matera fino in fondo è consigliabile alloggiare, o almeno fermarsi a mangiare, in una delle numerose grotte riadattate ad attività di ricezione turistica, rimanendo incredibilmente fedeli alla loro origine.

MATERA 2019

ià riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 9 dicembre 1993, Matera, primo sito ad aver ricevuto questo riconoscimento in Italia meridionale, nel 2015 è stata anche proclamata dall’Unione Europea Capitale della Cultura per l’anno 2019. La partecipazione attiva dei cittadini, la creatività delle iniziative in programma, la dimensione europea del progetto sono alcuni dei criteri su cui la città lucana è riuscita a far leva in questo percorso di aggiudicazione della nomina. Dei cento progetti previsti dal programma culturale per il

2019, cinquanta sono già pronti e descritti nel dossier. Una delle intenzioni di Matera in vista di questa storica data è quella di rappresentare se stessa come città-simbolo di tutte

le culture dimenticate e di tutti i sud del mondo, oltre che quella di raggiungere un riscatto atteso da più di mezzo secolo, essendo passata dall’esser considerata “la vergogna d’Italia” (come l’avevano apostrofata Togliatti e De Gasperi a seguito del degrado inumano nel quale versava durante i primi anni ‘60), a prestigioso polo culturale e turistico internazionale. Un’occasione rara che la città non può sprecare, motivo per cui amministrazioni locali, comitati cittadini e tutta la collettività, già oggi, si preparano ad accogliere le iniziative e i visitatori che l’evento richiamerà.

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di Alessandro Cortellessa

QUESTIONE DI CILINDRI

MERCEDES CONCEPT

CLASSE-X

PERFETTAMENTE AL PASSO CON LA NUOVA TENDENZA: I PICK-UP A CINQUE POSTI, ADATTI PER LAVORO E FAMIGLIA, AVVENTURA E SPORT. MERCEDES PRESENTA LA X-CLASS roprio in questi giorni si svolge il salone di Ginevra dove Mercedes, dopo averlo presentato in Svezia ad ottobre dello scorso anno, espone per la prima volta al grande pubblico di un salone il suo nuovo pick-up, la Classe X. Il concept dimostra che la Classe X saprà coniugare i tipici punti di forza di un pick-up - robustezza, funzionalità, resistenza alle sollecitazioni e doti da fuoristrada - con le classiche qualità delle vetture con la Stella (design, comfort, dinamica di marcia e sicurezza). Con il pick-up, Mercedes-Benz arricchisce di una quarta serie la gamma dei suoi prodotti e, primo fra i Costruttori di fascia alta, si insedia allo stesso tempo nel promettente segmento dei Midsize pick-up, ovvero quelli con un massimo di 5 posti: una fascia di mercato interessante per la prima volta anche come veicolo definito “per l’urban lifestyle e la famiglia”. Il mercato dei pick-up di media grandezza è in fermento in tutto il mondo. La domanda non si limita più solamente a semplici “strumenti di lavoro”, ma si va sempre più estendendo a versatili veicoli per impieghi contemporaneamente privati e professionali o per puro uso privato.

La percentuale di pick-up per uso privato è in crescita da anni; ospitando a bordo un massimo di cinque persone, la versione con cabina di guida doppia si è così imposta come tipo di carrozzeria prevalente. Sia i clienti privati che quelli aziendali richiedono sempre più spesso veicoli con caratteristiche ed equipaggiamenti per il comfort tipici delle autovetture. Lo studio di design “Concept X-CLASS” presenta un design progressivo nel look dei SUV: il primo pick-up di fascia alta con la Stella coniugherà il meglio di due mondi. Per riuscirci lo studio è stato realizzato in due varianti di design. La prima prevede un concept con vernice Lemonax metallizzata, dotato tra l’altro di verricello elettrico, voluminosi pneumatici nel formato 35x11.50 e protezione antincastro, presenta le tipiche caratteristiche di un pick-up: robustez-

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QUESTIONE DI CILINDRI za, funzionalità, resistenza alle sollecitazioni e doti fuoristradistiche. La seconda prevede una carrozzeria verniciata in bianco metallizzato che coniuga questi punti di forza con il design, il comfort, la dinamica di marcia e la sicurezza. L’atletico design conferisce all’insieme un aspetto fortemente espressivo e dinamico. L’incisivo frontale tipico del marchio è un evidente sviluppo del volto dei SUV, con il

massiccio powerdome sul cofano motore e i fari fortemente incavati nel parafango. La classica grembialatura anteriore dei SUV e i passaruota molto pronunciati rafforzano ulteriormente l’effetto di larghezza e rendono ancora più stabile la tenuta di strada del veicolo. Allo stesso tempo, il frontale ricorda il radiatore a lamella singola con la Stella al centro che caratterizza il volto degli eleganti Coupé Mercedes-Benz. I parafanghi anteriore e posteriore sporgenti creano spazio per un’ampia carreggiata e abbinamenti cerchi/pneumatici di grandi dimensioni (22 pollici) per gli impieghi Offroad più estremi. Lo sbalzo anteriore estremamente corto, il lunghissimo sbalzo posteriore e due linee allungate nelle fiancate accentuano la propensione dinamica. La coda presenta sul bordo inferiore la modanatura cromata tipica dei SUV e inoltre, come tratto caratteristico, una fascia luminosa avvolgente a LED in una stretta cornice cromata sul portellone posteriore: un segno distintivo dell’unicità del nuovo pick-up. All’interno, tecnologico e sofisticato, con il touchpad sul cruscotto è possibile azionare tutte le funzioni telematiche come in uno smartphone, tramite comandi gestuali o scrivendo direttamente sul tappetino tattile. Ma la Classe X è ovviamente sempre connessa in rete. Il modulo di comunicazione dotato di SIM Card fissa sul veicolo

consente la fruizione dell’ampia gamma di servizi Mercedes “me connect”. Il conducente può così raggiungere il suo pick-up in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo tramite smartphone, tablet o PC e ad esempio inviare coordinate di navigazione al veicolo, sapere dove è parcheggiato e verificare il livello di riempimento del serbatoio, oltre ad una serie di servizi online.

La versatilità contraddistingue anche la gamma delle motorizzazioni. La trazione del modello di punta è affidata a un motore diesel a 6 cilindri a V abbinato alla trazione integrale permanente 4MATIC; con una coppia particolarmente elevata: motore che assicura un’elevata dinamica di marcia sia su strada che sullo sterrato. La trazione integrale abbina un sistema di trazione elettronico a un ripartitore di coppia con rapporto fuoristrada e due bloccaggi del differenziale. Il sistema di trazione e i bloccaggi del differenziale inseribili elettricamente portano la forza motrice là dove la trazione è migliore. In condizioni Offroad estreme è possibile bloccare il differenziale posteriore e il differenziale longitudinale. Ciò permette di superare in sicurezza gli ostacoli e le pendenze più impegnative. L’efficiente sistema di trazione e il robusto telaio a longheroni e traverse consentono un carico utile di oltre 1,1 t e una forza di trazione massima di 3,5 t, sufficiente cioè a trasportare un carico elevato e un carrello. Allo stesso tempo, l’autotelaio appositamente progettato con assi larghi, asse posteriore a cinque bracci con molle elicoidali e un setup molle/ammortizzatori tarato con precisione assicura un comfort di marcia elevato, sia su strada che sullo sterrato. Come ogni Mercedes, il pick-up si distinguerà anche per il livello di sicurezza: moderni sistemi di assistenza alla guida basati su telecamere, sensori radar e sensori ad ultrasuoni supportano il guidatore, aumentando così complessivamente il livello di comfort e sicurezza. Il lancio della Mercedes-Benz Classe X è previsto in Europa per la fine del 2017; per quanto riguarda il prezzo il posizionamento della nuova serie nel suo segmento si annuncia particolarmente interessante. Il pick-up sarà realizzato in comunità produttiva con l’alleanza Renault-Nissan. La produzione per i mercati europeo, australiano e sudafricano sarà avviata nel 2017 presso la fabbrica Nissan di Barcellona.

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SALUTE E BENESSERE

di Sveva Guerreri

CANTA CHE TI PASSA “

anta che ti passa” dice l’antico proverbio. E la scienza è d’accordo. Sembra infatti che il canto, in particolare quello corale, amplia e rafforza la capacità di coinvolgere emotivamente chi canta, con relative ripercussioni benefiche sull’organismo. Il canto come suono risale ad un’antica ed atavica necessità antropologica e psicologica dei gruppi sociali. Si pensi alle popolazioni native (come i maori o gli aborigeni), che conservano anche ai giorni nostri l’abilità e la consuetudine di utilizzare la manifestazione vocale e corale come momento di comunione sociale, di purificazione e di guarigione. Negli ultimi anni ci sono sempre più ricerche che dimostrano come il canto aumenti le difese immunitarie e stabilizzi l’umore. Tra le tante, uno studio dei centri di ricerca inglesi “Tenovus Cancer Care” e “Royal College of Music” ha osservato - sulla base dei campioni di saliva di 193 coristi - che dopo un’esibizione canora si registra una diminuzione dei livelli di cortisolo. Un’altra recente ricerca, condotta in questo caso dall’università di Göteborg in Svezia, ha rilevato che in poco tempo il battito cardiaco dei cantanti spesso rallenta e diventa sincrono con quello degli altri partecipanti. L’analisi svedese è arrivata a queste conclusioni registrando i parametri vitali di un gruppo di diversi coristi (si andava dai canti meditativi a quelli più religiosi). Come risultato della ricerca, spiega Franca Barbic, specialista in medicina del lavoro dell’Unità operativa di Clinica Medica dell’Ospedale Humanitas di Milano, “La pressione cardiaca tende a stabilizzarsi, attraverso la respirazione diaframmatica e così la capacità respiratoria con il tempo aumenta”. Ma non è finita qui. Negli ultimi anni è sorto in Svizzera il “Voicing”, una terapia di gruppo

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incentrata sulle espressioni vocali. Le sedute si svolgono all’incirca in questo modo: i partecipanti, adunati in un cerchio, si bendano con un foulard, in modo da essere più disinvolti tra loro. Poi ognuno cerca di sentire e “decodificare” il tono e il timbro della voce propria ed altrui.

CANTARE IN UN CORO MIGLIORA LA SALUTE. PAROLA DI SCIENZIATI… In pratica chi partecipa al “Voicing” esegue una serie d’esercizi che aiutano a percepire la personalità di chi parla, ride o canta. Si cerca così di raggiungere un ascolto consapevole di sé stessi e degli altri attraverso il canto o la semplice manifestazione vocale. Lo psicoanalista e psicoterapeuta Pietro Enrico Bossola chiarisce l’uso terapeutico del canto: “Quando le parole non bastano più, la tecnica canora viene spesso utilizzata per superare blocchi emotivi: cantare comunica chi siamo, il senso che abbiamo di noi. Soprattutto nei casi in cui la persona sia in qualche modo trattenuta. Insomma, il canto come consapevolezza di sé stessi e come urlo di liberazione”. L’atto catartico del canto corale viene sviluppato e valorizzato proprio perché è un’attività condivisa insieme ad altre persone. Il contesto di gruppo rafforza infatti la sicurezza. Perché in un coro non è basilare emergere, ma è basilare armonizzare la propria voce con quella degli altri, così da poter dar vita ad una melodia omogenea ed equilibrata. Un contesto creativo e di consapevolezza in cui non si creano in genere momenti di rivalità. E ciò vale a qualsiasi livello. Recentemente anche il “New York Times” ha seguito e pubblicato le prove di un coro italiano chiamato “degli stonati” (un’esperienza portata avanti con coraggio dall’Orchestra Verdi). Come sottolineare che non è importante la bravura di chi canta, ma tutto ciò che comporta il cantare.

di Gaetano Gaggiottino

SCIENZE

C’È DEL COLLAGENE NEI DINOSAURI! ‘

una proteina che funziona come un adesivo biologico ed è la molecola organica più antica mai scoperta fino ad ora. Ha 195 milioni di anni ed è stata trovata persino in un osso di un esemplare di dinosauro Lufengosaurus da alcuni ricercatori della Univerisità di Hinschu presso Taiwan. La scoperta è eccezionale perché il collagene è un tessuto molle e una fonte unica di informazioni biologiche che raramente si conserva durante il lunghissimo periodo necessario alla fossilizzazione.

GENI E STATURA ono 83 i geni che controllano la nostra altezza. Per disegnare la mappa di questi geni 300 ricercatori di tutto il mondo sono stati coordinati dalla Università di Montreal in Canada. Come base per la ricerca, gli scienziati si sono

avvalsi del contributo di ben 700.000 volontari. Alla fine si è scoperto che queste 83 varianti genetiche influenzano l’altezza fino a due centimetri e modulano lo sviluppo di ossa e cartilagini. Si apre forse la strada per un futuro nel quale si potranno “programmare” figli più alti.

WOLF 1061: SPERANZA DI VITA stato individuato un pianeta che si trova a 14 anni luce dalla Terra e che potrebbe ospitare la vita. Gli astronomi della Università Statale di San Francisco lo hanno individuato in uno dei 3 pianeti (Wolf 1061c) che ruota intorno a Wolf 1061, una stella nana che appunto ha un sistema di pianeti rocciosi intorno i quali hanno una massa fino cinque volte superiore alla nostra Terra. La stella Wolf è più piccola del nostro Sole, più fredda e cento volte meno luminosa. L’astro Prende il nome dall’astronomo tedesco Max Wolf che la catalogò per primo nel 1919.

‘

GUERRA ALLO ZUCCHERO partire dal 2020 le aziende europee che producono bibite gassate si sono impegnate a ridurre di un ulteriore 10% lo zucchero contenuto nei loro rispettivi prodotti. L’iniziativa proviene dalla Associazione Unesda, or-

ganizzazione della quale fanno parte marchi quali Coca-Cola, Pepsi e Orangina. Lo scopo è quello di tutelare e preservare sia salute che i gusti dei consumatori, i quali fanno grande uso di questo tipo di bevande: solo in Italia si parla di 2900 milioni di litri per un fatturato di circa 1,7 miliardi di euro (5500 gli addetti con una ricaduta occupazionale che arriva fino a quasi 22.000 unità). Insomma, i tempi cambiano e lo zucchero non piace più come una volta! O meglio: è molto più difficile smaltirlo.

L’ORA ESATTA NON BATTE PIÙ

partire dal 1945 i tecnici dell’Istituto Nazionale di ricerca meteorologica di Torino hanno fornito alla Rai il servizio della famosa “Ora esatta”. Ma oggi il nuovo modo di far viaggiare il segnale è attraverso il canale di trasmissione riservato al digitale terrestre. Così il 31dicembre è stato ufficialmente l’addio al segnale orario. Si chiude dunque un’epoca durata più di settant’anni.

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www.13magazine.it

Fatti, Notizie, Curiosità e Approfondimenti per chi vive nel Municipio X

ACILIA SUD, CALCINACCI ALL’INTERNO DEL PARCO DELLA NUOVA STAZIONE d inizio marzo c’è stato un amaro risveglio per i cittadini di Acilia Sud. Il parco attiguo alla nuova stazione, in via di costruzione, è stato “invaso” da coacervi di rifiuti speciali, alti almeno un metro e mezzo. L’area verde, nella quale i residenti si recano per portare i cani o i figli, è stata dunque sfregiata da un atto barbaro e vile. È, infatti, nottetempo che i criminali hanno agito completamente indisturbati. Ora, il pattume è lì da diverse settimane e, malgrado i sopralluoghi degli organi preposti, nulla si è mosso. I calcinacci, continuano a rimanere al loro posto, a fare da corollario ai lecci e ai pini dell’area. Un fenomeno che pare inarrestabile quello dello sversamento illegale di rifiuti, almeno sul nostro territorio. Se ne contano a decine di discariche abusive tra Acilia, l’Infernetto ed Ostia. E, pare, che a nessuno interessi, o voglia, porre rimedi radicali. Quello che però ogni singolo cittadino può fare, è affidare la pulizia e la ristrutturazione delle proprie case a ditte “serie”. Le quali si occupino del corretto smaltimento dei rifiuti. Anche perché se continua questo andazzo, del nostro meraviglioso territorio, unico nel suo genere almeno tra le zone limitrofe, ben poco resterà. di Vincenzo Galvani

SI SBLOCCA LA SITUAZIONE DELL’EX GIL uone notizie per Ostia. Con lo sblocco di 13 milioni di euro per il restauro dell’ex complesso GIL, si avvia a soluzione una questione che ormai si trascina da anni. I fondi sono stati messi dal governo e sono stati assegnati in base al bando per le periferie al quale il Comune di Roma ha partecipato l’estate scorsa. Con il protocollo d’intesa tra Comune e Regione pare an-

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che più certa la destinazione d’uso dell’immobile. Quando sarà rimesso in sesto, il complesso verrà dunque dato in dotazione ai Vigili del X Gruppo Mare e diverrà la sede del Giudice di Pace del territorio: si avvia dunque ad ospitare una specie di Cittadella della Giustizia di Ostia. In tal modo si stima che il Comune di Roma possa risparmiare cifre pari a 1 milione e 200.000 euro. Nel frattempo, in attesa della ristrutturazione della Gil. gli uffici del Giudice di Pace verranno ospitati in Piazza Capelvenere ad Acilia. di Vincenzo Galvani

MADONNETTA, ANCORA ALL’OPERA I VOLONTARI CIVICI i sono nuovamente riuniti, durante l’ultimo sabato di febbraio, i volontari, i discenti e gli amici della C.i.a.o. Onlus, associazione di promozione culturale e sociale, che ha la sua base operativa, da anni, sul territorio. Muniti di buste, rastrelli, scope e tutto l’occorrente per portare a termine una bonifica e una pulizia accurata del quartiere, si sono dati appuntamento dinanzi all’ex Punto Verde Qualità della Madonnetta, in via di Macchia Saponara, ripulendo il parcheggio. All’interno del Parco hanno poi svuotato i cassonetti del pattume. Hanno provveduto, inoltre, a ripulire via Molajoli e l’altro parchetto, situato lungo la strada ed ormai abbandonato. Le operazioni di bonifica hanno avuto come protagonisti i ragazzi della scuola per Stranieri “Effatha’”, che è parte integrante delle iniziative della C.i.a.o Onlus e che opera all’interno del centro di formazione giovanile “Madonna

di Marina Giudicissi

TEMA ASTROLOGICO

L’ANNO DI CARLO VERDONE

di Loreto”, nel comprensorio della parrocchia di San Carlo da Sezze, in via di Macchia Saponara, 106. I ragazzi di ben sei nazionalità differenti, alcuni dei quali provenienti dal centro di accoglienza “Porrino”, all’Infernetto, si sono impegnati alacremente per restituire decoro a questo quadrante urbano. Il tutto sotto lo sguardo attento e la supervisione di Flavio Tannozzini, coordinatore dei progetti del C.i.a.o. “Siamo fieri - dichiara Tannozzini - di essere riusciti a coinvolgere molta gente per la pulizia e di aver incuriosito i passanti. Le loro domande su cosa stessimo facendo, hanno contribuito a ingenerare quel civismo che, in alcuni casi, manca nel nostro territorio. Continueremo così, più convinti, nella nostra opera”. L’evento, va rammentato, si svolge almeno un sabato al mese e l’Ama si occupa del ritiro dei rifiuti per quantità di Vincenzo Galvani sempre più ingenti.

ARRIVA LA STAGIONE BALNEARE: DUE BANDI PER BAGNINI E MEDICI A OSTIA E CASTEL PORZIANO

l Comune di Roma ha lanciato due bandi per il reperimento del personale medico e degli addetti ai bagnanti sul litorale di Castel Porziano. Il primo bando è pari a 60.000 e andrà a coprire la posizione di un medico, un autista barelliere, un infermiere e un’autoambulanza. Il secondo bando prevede un esborso di 253.000 euro e andrà a coprire 17 postazioni di salvataggio attive tra il 15 maggio e il 15 settembre. Entrambe i bandi scadranno l’11 aprile. Il personale medico dovrà essere a disposizione dal 1° maggio al 30 settembre. Sarà in rapporto diretto con il Comune di di Vincenzo Galvani Roma e con la Capitaneria di Porto.

QUESTO MESE INIZIAMO UNA NUOVA RUBRICA. NE È TITOLARE MARINA GIUDICISSI, AUTRICE ANCHE DELL’OROSCOPO DI 13 MAGAZINE. SI TRATTA DEL TEMA ASTROLOGICO DI NASCITA DI PERSONE FAMOSE, DI SOLITO PERSONAGGI A CUI IL PUBBLICO È MOLTO AFFEZIONATO. PER INIZIARE, ABBIAMO DECISO DI SCEGLIERE IL MITICO CARLO VERDONE. A LUI È DEDICATO L’OROSCOPO DI QUEST’ANNO. arlo Verdone nasce a Roma il 17 novembre 1951 alle ore 10:20. È quindi uno Scorpione con Urano e Marte congiunti. L’ascendente Capricorno gli conferisce la concretezza dei rapporti, mentre la Luna in Toro (lesa) gli conferisce la sensibilità necessaria ad afferrare i cambiamenti epocali, nonché una certa fortuna nei rapporti interpersonali. Negli anni, ricordiamo Verdone come interprete de “La luna” di Bernardo Bertolucci, di “In viaggio con Papà” di Aberto Sordi o come regista di “Un sacco bello” “Bianco, rosso e Verdone”, “Borotalco”, “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”, “Perdiamoci di vista” e tanti altri film. Nel 2017 Carlo Verdone dovrà fare attenzione a Marte dissonante dal Toro (sta transitando in toro sulla luna) perché ciò significa che gli si accendono i bollenti spiriti e che potrebbe incorrere in qualche contrattempo per eccessiva fretta, foga o voglia di fare. C’è poi Saturno che transita nella XII casa, quella delle prove: significa che per lui ci sono degli esami da sostenere, dei ritardi e dei contrattempi. In ogni caso niente paura. La sua parte scorpionica è sempre molto combattiva, in grado di permettergli di cavarsela, perché quelli come lui hanno un forte carattere. Una bella Venere in Bilancia lo rende poi molto sensibile al mondo femminile. Infine ha un ascendente capricorno. Ciò significa che è tosto e dinamico. È infine molto portato alla popolarità: ma questo non hanno bisogno di ribadirlo gli astri.

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di Lucia Bianco (inviate le vostre ricette a luciabianco@hotmail.it)

BUDGET E RICETTE

TUTTO CON LE PATATE en ritrovati, questa volta propongo gli gnocchi! Gnocchi sia di zucca che di carciofi: è il momento, no? Poi, per preparare lo stomaco e solleticare la gola, un aperitivino prima degli gnocchi ci vuole. Io l’ho pensato accompagnato da un schiacciata di patate. E sia! Cominciamo dunque da quella.

SCHIACCIATA DI PATATE INGREDIENTI • 350 gr di patate • 350 gr di acqua • 200 gr di farina (io ho usato farina di farro)

• 50 ml di olio evo • 1 cucchiaino di sale • 1 rametto di rosmarino.

SCHIACCIATINA E GNOCCHI DELIZIOSI. È IL PERIODO GIUSTO PER PROVARE DUE RICETTINE DELIZIOSE… nella ciotola con la farina. In questo modo otterrete un composto liquido; versate tutto nella teglia cercando di separare le fettine di patata in modo da coprire tutta la teglia. Mettete in forno e cuocete per circa 35-40 minuti, dopo 20-25 minuti spennellate la schiacciata con l’olio e cospargete col rosmarino. Portate a cottura. Attenzione: è una ricetta che si prepara in 5 minuti e sparisce in 3 minuti! Crea dipendenza…

ccendete il forno a 200 gradi. Preparate una teglia coprendola con carta forno e preparate un pennello. Affettate le patate con la mandolina e tenetele da parte. In una ciotola mettete l’acqua, l’olio ed il sale. Mescolate bene e poi unite la farina setacciata poco a poco, mescolando bene con una frusta per non creare grumi. Riprendete le patate e versatele, cercando di tenerle separate,

GNOCCHI DI ZUCCA INGREDIENTI • 500 gr di zucca pulita • 300 gr di patate • 300 gr di farina

INGREDIENTI • 1 uovo • noce moscata qb. • sale qb.

PREPARAZIONE

GNOCCHI AI CARCIOFI

uocete in forno a 180 gradi la zucca tagliata a dadini per 20 minuti. Lessate le patate senza pelarle e poi pulitele e fatene una purea. Frullate nel mixer la zucca ed unitela alle patate, all’uovo, al sale e alla noce moscata. Dopo aver amalgamato tutto, unite la farina a poco a poco fino ad ottenere un composto dalla giusta consistenza. Fate bollire l’acqua in una pentola abbastanza larga, versate un filo d’olio e buttate gli gnocchi, quando riemergono aspettate un minuto. Raccoglieteli con una schiumaiola, versateli nella padella del sugo e fateli saltare: sono squisiti! Ps. Per condirli suggerisco un sugo semplice semplice, aglio, olio, peperoncino e funghi.

• 5 carciofi • 1 patata • 1 uovo • olio evo qb.

• farina • aglio • prezzemolo • sale

PREPARAZIONE

ulite i carciofi e sbollentateli in acqua salata. Non troppo però, altrimenti assorbono eccessivamente acqua. Passateli al mixer. Lessate una patata e schiacciatela con lo schiacciapatate. Versate i carciofi e la patata in una ciotola, aggiungete un uovo e mescolate bene. A questo punto passate al setaccio la farina ed aggiungetela a poco a poco sino ad ottenere un composto non tanto duro, da poterlo usare con il sac à poche. Versate della farina su un tagliere e iniziate a fare delle piccole strisce di pasta col beccuccio largo. Quando bolle l’acqua versate un filo d’olio e poi - dopo averli ricavati dalla striscia - buttate uno ad uno gli gnocchi. Quando salgono tutti a galla son pronti! Conditeli con aglio olio e peperoncino.

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MAGNAROMA

UN’IDEA GIUSTA

.000 euro in tasca e tante buone idee. Per non chiudere entro due anni, come di solito avviene alle nuove attività di ristorazione (nel 40% dei casi aperte da persone che non hanno nessuna esperienza nel settore). Parliamo di Martina Lucattelli, giovane ventisettenne umbra, proprietaria di Gesto-fai il tuo, una catena di punti ristoro nei quali tutto è ecosostenibile, dal cibo alle posate. Martina è una ragazza agguerrita e con le idee chiare. Ha fatto tutto da sola e così vuole continuare: “Mio nonno diceva che nelle società i soci devono essere dispari e in numero inferiore a tre” ha dichiarato al portale Dissapore. In due anni la ragazza ha aperto a Firenze, Perugia, Bologna e Milano. E programma di andare avanti. Gesto è una specie di bistrot dove si mangiano portate tipo Tapas molto curate. Tutto a prezzi contenuti, tra i 3 e i 5 euro. Non di rado c’è musica live e dj che selezionano dischi.

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MAGNAROMA

LA CUCINA DEI ROBOT

imenticate i vecchi scooter con le pizze consegnate ancora calde in ogni angolo della città. Il futuro è infatti dei robot: così la pensano quelli della neonata azienda Starship technologies, società estone che ha sviluppato veicoli autonomi a sei ruote in grado di consegnare cibo nelle case di Washington e Redwood City (California). La Starship technologies è già attiva e apprezzata a Londra. I robot pesano 20 kg, vanno a 6 km all’ora e riescono a raggiungere il punto indicato senza aiuto umano. Per ora non hanno grande autonomia, visto che possono fare un viaggio alla volta e, sostanzialmente, fare poche consegne. Il punto è che sembra che questa sia la tendenza del futuro. Perché a puntare sui robot come mezzi di consegna, oltre alla ben nota Amazon che da tempo usa i droni, sono pronte anche altre società (una è la Dispatch finanziata per 2 milioni di dollari da Adreessen Horowitz). Quest’ultima realtà si occuperà soprattutto dei campus universitari. In generale si può però dire che tutto il settore è coinvolto da cambiamenti epocali. Touchscreen, tapis roulant, telecamere, tablet stanno entrando or-

mai massicciamente in tantissimi ristoranti. E c’è anche chi - come la società Ziosk - sostiene che l’uso di questi strumenti spinge i clienti a lasciare più mance.

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OROSCOPO DI MARZO ARIETE 21/3 · 20/4 Continua l’ondata di energia, favori e buone sensazioni! Il sole come ogni anno nel tuo segno arriverà il 20. È Il momento migliore per iniziare cure e portare avanti progetti. Il cielo aumenterà la benevolenza nei tuoi confronti e potrai contare su un ottimo recupero fino alla fine del mese. Sviluppi importanti, la scoperta di non essere invulnerabile è stata una sorpresa.

PATRICIA ARQUETTE

8/4/1968

BILANCIA 23/9 · 22/10

SACHA BARON COHEN

13/10/1971

TORO 21/4 · 20/5 Grande energia! È la primavera della riscossa e della vittoria in campo professionale. Il cielo di marzo è interessante e volitivo. Attenzione solo alla forte tensione prodotta dal transito di Marte nel segno, che potrebbe essere accentuata il 15, il 16, il 23 e il 24. Fine del mese positiva per chi vuole iniziare una cura o anche sentirsi più bello. Il Toro è un narciso e questo si sa.

JOHN RHYS-DAVIES

5/5/1944

NANCY SINATRA

8/6/1940

CALISTA FLOCKHART

11/11/1964

LEANDRO PAREDES

29/6/1994

GAME

29/11/1979

HAYDEN PANETTIERE

21/8/1989

LISA ORIGLIASSO

25/12/1984

ANDREA BOCELLI

22/9/1958

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Le prime due settimane di marzo sono piuttosto pesanti dal punto di vista personale ma questo non vuol dire che manchi il successo. Mese piuttosto nervoso: c’è chi osteggia il lavoro e critica quello che state facendo. Pare proprio che l’insoddisfazione sia difficile da superare. Per fortuna fra poco tutto si aggiusterà, ma attenzione agli ultimi dieci giorni di marzo.

ACQUARIO 21/1 · 19/2

JOHN HURT

22/1/1940

VERGINE 23/8 · 22/9 Qualche spesa di troppo. L’aspetto positivo è che la maggioranza guadagnerà a sufficienza per saldare i conti. Le ulteriori dieci giornate di marzo sono le migliori utili anche per recuperare terreno. E’ opportuno segnalare giornate che potrebbero essere più nervose e conflittuali, come quelle attorno al 20. Potresti soffrire di frequenti emicranie. È sintomo di stress.

È difficile perdere con stelle così importanti! Spesso il valore di un Sagittario si misura sulla base della sua creatività, delle idee che produce. Il quadro celeste è ottimo per il recupero psicofisico. Preparatevi all’appuntamento con l’amore. Vedersi belli aiuta anche a riacquistare energia. Per gli sportivi piccoli o grandi successi: è un momento di forza.

CAPRICORNO 22/12 · 20/1

LEONE 23/7 · 22/8 Continua l’ondata positiva e spero tu possa sfruttarla al meglio! Marzo è uno dei mesi più importanti dell’anno, pensa che dopo il 20 ci saranno 7 su dieci pianeti favorevoli. La tua energia dunque raddoppia. Potresti fare l’incontro giusto per risolvere un problema, la fine del mese è ideale per cure e recuperi. Possibilità in arrivo ma devi importi ritmi più regolari!

Domina un po’ di stanchezza. È dovuta anche all’opposizione di Marte che crea discussioni con i colleghi. Si tratta comunque di piccoli disagi. Più che altro di conflitti con l’ambiente esterno. Attenzione alla fine del mese, quando un po’ di rabbia potrebbe esplodere. Ci vuole pazienza il 23 e il 24 per sopportare tutto. È comunque meglio che sbraitare.

SAGITTARIO 22/11 · 21/12

CANCRO 22/6 · 22/7 Continua una fase di lieve o grande disagio che sarà particolarmente avvertita da quelli che hanno un’attività o faccende in scadenza. La tua energia è altalenante e insieme ad essa l’umore. Giornate buone del mese quelle del 7, 16 e 26. L’impegno è sempre il benvenuto ma in questa fase delicata non è concesso strafare. Cercate di concentrarvi su voi stessi.

Pare proprio che il tuo successo scateni l’invidia altrui. Le cose che fai vengono sottoposte a critica continua e non perché ce ne sia realmente bisogno. Non ti inquietare eccessivamente, in particolare se ci sono persone contro di te. Cerca di non curarti di chi mette negatività intorno a te. Martedì 21 e 28 le giornate più pesanti, sappiate guardare al giorno dopo.

SCORPIONE 23/10 · 21/11

GEMELLI 21/5 · 21/6 Giove quest’anno protegge ma non crea: significa che non perdi ma anche che non guadagni. In ogni caso va meglio, visto che di questi tempi, l’anno scorso, eri amareggiato. Venere e Marte sono favorevoli, il Sole dal 20, inaugura la primavera e ti protegge. Una delle giornate più importanti sarà martedì 28. La fine del mese regala soluzioni a quelli che sono stati male.

di Marina Giudicissi

Altro mese di grande interesse soprattutto per chi si pone nuovi obiettivi. È normale che si debbano avere basi giuste per decollare, e gli Acquario possono contare su una salute fisica in aumento. Ottimo periodo dunque, utile per recuperare forza ed energia positiva. Fra le giornate più interessanti quelle di metà mese. Meglio però fare le cose con calma.

PESCI 20/2 · 20/3

AUNJANUE ELLIS

21/2/1969

Quest’anno la primavera sarà portatrice di qualche buona svolta, specialmente per chi cerca di vendere un bene o una società. La salute è in ripresa ma non va dimenticato che Saturno è sempre contrario: questo potrebbe scombussolare il ritmo di vita. Molta attenzione all’alimentazione e a non strafare con gli alcolici. Tensione domenica 19. Meglio la fine del mese.