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BARBARA MATIĆ

Foto: Ivo Čagalj / PIXSELL HJS/IJF

MEDITERRANES LEBENSGEFÜHL AUF TATAMI / ZARTER WEG LA DOLCE VIA DEL MEDITERRANEO

Die erste kroatische Weltmeisterin in Judo spricht für unsere Zeitschrift über ihre Leidenschaften und Herausforderungen, über Judo als Lebensstil... La prima campionessa del mondo croata di judo parla con la nostra rivista delle sue passioni, delle sue sfide e del judo come stile di vita...

Um den Vater des Judo, Kanō Jigorō, zu zitieren: „Judo ist der Weg zum wirksamsten Nutzen körperlicher und geistiger Kraft. Beim Üben des Attackierens und der Verteidigung werden Ihr Körper und Ihr Geist veredelt und es hilft Ihnen die geistige Substanz des Judo zum Bestandteil Ihres Wesens zu machen. So können Sie sich vervollkommnen und für die Welt einen wertvollen Beitrag leisten. Das ist das endgültige Ziel des Judo als Disziplin.“ In den Zauber dieser Kampfdisziplin verliebte sich auch Barbara Matić bereits als kleines Mädchen. Die erste kroatische Weltmeisterin in Judo sprach für unsere Zeitschrift über die größten Herausforderungen im Laufe ihrer Karriere, über Tatami als Lebensstil, über das Meer und das mediterrane Lebensgefühl. Secondo Kanō Jigorō, padre del judo: «Il judo è la via verso un uso più efficace della forza fisica e spirituale. Allenarsi all'attacco e alla difesa, nobilita il corpo e l’anima e aiuta a rendere l'essenza spirituale del judo parte integrante dell’essere di un individuo. Così chiunque può migliorare e contribuire con qualcosa di prezioso al mondo. Questo è l'obiettivo finale del judo come disciplina». Anche Barbara Matić fin da piccola si è innamorata del fascino di questa meravigliosa arte marziale. La prima campionessa del mondo croata di judo ha parlato con la nostra rivista delle più grandi sfide della sua carriera, del tatami come stile di vita, del mare e del Mediterraneo.

Wie haben Sie begonnen Judo zu trainieren? „Es geschah in der ersten Klasse Volksschule, in Pujanke, einem Stadtteil von Split, als die Judotrainer Vladimir und Slavko Preradović zu uns in die Gymnastikstunde kamen und uns Schülern einige Judofertigkeiten zeigten. Jetzt, mehr als 20 Jahre später, sind sie noch immer meine Trainer und zusammen erreichen wir viel. Es hat mir gefallen, da ich in Gesellschaft von wunderbaren Menschen war, reisen konnte, mich entwickelt habe, die Trainings waren sehr verschieden und ich habe alles in mein Leben eingefügt. Es wird manchmal erwähnt, dass ich Judo an Stelle von Ballett gewählt habe, aber das waren die einzigen zwei Aktivitäten, die an der Volksschule Pujanke angeboten wurden. Ich habe mich für Judo entschieden, da ich ein bisschen pummelig war und mich in Kleidchen tanzend nicht gesehen habe. Judo hat mir gleich bei der Vorzeigestunde gefallen. Ich bin nach Hause gekommen und habe meiner Mama gesagt: Ich will Judo trainieren. Und das war’s schon.“

Sie haben die erste Seniorenmedaille für das kroatische Judo gewonnen. Können Sie sich noch erinnern, wie es sich angefühlt hat, auf der höchsten Stufe des Siegerpodestes zu stehen? „Auch jetzt, wenn ich mich daran erinnere, bekomme ich Gänsehaut und ich bin von Emotionen erfüllt. Irreal und Wunderbar. Die Verwirklichung der schönsten Träume, die nur noch von Glück und Zufriedenheit übertroffen werden kann, sollte ich eine olympische Medaille gewinnen; ich erhoffe mir eine Goldmedaille in Paris 2024. Unsere Hymne ertönen zu hören beim wichtigsten Wettkampf der Welt, umringt von den besten Judo Sportlerinnen, mit der Erkenntnis, dass ich für immer die erste Judoweltmeisterin aus Kroatien bin … dafür lebt man, dafür trainiert man. Ich habe mich an alle Herausforderungen, an alle Anstrengungen, an alle Verzichte, an all die lieben Menschen, die mich unterstützten und unterstüt-

Come si è avvicinata al judo? «Facevo la prima elementare in una scuola di Pujanke, a Spalato, quando gli allenatori Vladimir e Slavko Preradović sono intervenuti a una lezione di educazione fisica e ci hanno mostrato il judo. Più di 20 anni dopo sono ancora i miei allenatori e stiamo costruendo una bella storia. Mi è piaciuto subito perché mi permetteva di uscire con persone fantastiche, di viaggiare, di crescere; gli allenamenti, poi, non erano mai uno uguale all’altro e tutto questo insieme di cose meravigliose entrava pian piano a far parte della mia vita. Si può dire che ho scelto il judo al posto del balletto, ma, del resto, quelle erano le uniche due attività all'interno della scuola elementare di Pujanke. Io, alla fine, mi sono decisa per il judo perché ero una ragazzina un po’ in carne e non mi vedevo a ballare con il tutù. Mi è piaciuta subito quella lezione dimostrativa e appena tornata casa ho detto a mia madre: “voglio fare judo”. E questo è tutto».

Ha vinto la prima medaglia senior per il judo croato. E si tratta di un oro mondiale. Riesce a ricordare come ci si sente a salire sul gradino più alto del podio? «Quando ci penso, ho i brividi e mi sento come travolta dalle emozioni. Un mix tra irreale e meraviglioso. La realizzazione dei sogni più belli che potranno essere superati solo dalla felicità e dalla soddisfazione qualora dovessi vincere una medaglia olimpica, spero quella d'oro, a Parigi nel 2024. Ascoltare l’inno del proprio Paese alla più grande competizione del mondo, circondata dalle migliori judoke in circolazione, con la consapevolezza che sarò sempre la prima campionessa del mondo croata nel judo… È per una cosa come questa che si vive e ci si allena. Ho ricordato tutte le sfide, gli sforzi, i sacrifici, le persone care che sono state e sono tuttora il mio sostegno. In quel momento ti passano così tante cose per la testa che a malapena riesci a verbalizzare qualcosa, ma i sorrisi e le lacrime di gioia parlano da soli».

zen, erinnert. Es geht einem so viel durch den Kopf, vieles, was man nur schwer verbalisieren kann aber man zeigt es durch ein Lächeln und durch Freudentränen.“

Haben Sie immer schon gewusst, dass Ihnen beschieden ist großes zu erreichen? „Ich glaube immer an mich. Schon als kleines Mädchen habe ich realisiert, dass ich hartnäckig und arbeitswillig bin, dass ich fähig bin, mich konstant weiter zu entwickeln. Außerdem habe ich gesehen, dass ich mit durchschnittlichem nicht zufrieden bin und, dass ich nach höchsten Resultaten und Erfolgen strebe. Bereits bei den ersten Wettkämpfen war ich erfolgreich und dann waren Excellence und das Erklimmen der höchsten Stufe des Podestes für mich die Latte nach der ich das von mir Erreichte gemessen habe. Zu dem, was ich so zu sagen im Blut hatte, fügte ich noch mehr hinzu, das was durch Arbeit, Hingabe und Einsatz erreicht werden konnte. Und diese Mischkulanz ergab beste Resultate. Ich bin aber nicht der Typus einer Sportlerin, der mit dem Erreichten zufrieden ist; ich weiß wieviel Potenzial noch in mir steckt, sodass ich gleich nach dem gewonnenen ‚Weltgold‘ weiter trainiert habe um eine noch bessere Judoka und eine rundum noch bessere Person zu werden.“

Welcher Moment in Ihrer Karriere war ihr schwierigster und welcher Ihr glücklichster, und warum? Der schwierigste Moment ist immer eine Verletzung. Das passierte mir 2016, als ich wegen einer Verletzung nicht optimal vorbereitet zu meinen ersten Olympischen Spielen (Rio der Janeiro) reiste. Im September desselben Jahres erlitt ich beim Grand Prix in Zagreb eine Knieverletzung. In solchen Momenten ist man machtlos und man hat die Zügel nicht in der Hand. Man braucht gute psychologische Betreuung in der Zeit der Genesung und zurückkehren

Ha sempre saputo di essere destinata a raggiungere grandi traguardi? «Ho sempre creduto in me stessa e ho capito fin da piccola di essere una persona tenace, pronta a lavorare e a migliorarmi costantemente. Inoltre, non mi accontento mai di essere nella media, quindi, ho sempre saputo di voler puntare a risultati e traguardi sempre migliori. In effetti, già nelle prime gare avevo riportato a casa dei successi significativi. E sono stati proprio quel mio essere vincente, unito alla possibilità di poter salire sul gradino più alto del podio, a diventare il metro con cui misuro i miei risultati. Se da una parte è vero che c’è in me qualcosa di innato, è altrettanto vero che a questo ho aggiunto molto di più con il lavoro, lo sforzo e l'impegno e questa combinazione ha portato a grandi risultati. Non solo non sono il tipo di atleta che si ritiene soddisfatto di quello che ha fatto, ma siccome so bene quale sia il livello del mio potenziale, subito dopo l'oro mondiale ho continuato a lavorare per essere una judoka e una persona sempre migliore»

Qual è stato il momento più difficile e quale il più felice della Sua carriera? Perché?

«Il momento più difficile è sempre un infortunio, come nel 2016, quando non ho potuto partecipare alla mia prima Olimpiade (a Rio de Janeiro) in perfetta forma. Subito dopo, nel settembre dello stesso anno, ho subito un infortunio al ginocchio in occasione del Gran Premio di Zagabria. In quei momenti ti senti completamente impotente perché non è più tutto nelle tue mani. L’unica cosa da fare è iniziare il periodo di recupero ben caricati anche psicologicamente in modo da tornare completamente pronti. A rendermi particolarmente felice è l'oro mondiale, ma anche molti altri successi, come, ad esempio, il primo titolo mondiale juniores (sono stata due volte campionessa mondiale juniores - la prima volta nel 2013 a Lubiana e la seconda volta nel 2014 a Fort Lauderdale).

Judo hat einen moralischen Kodex, der aus acht Tugenden besteht: Ehre, Tapferkeit, Ehrlichkeit, Wertschätzung, Freundschaft, Höflichkeit, Selbstkontrolle und Bescheidenheit. All das ist im „normalen Leben“ sehr wichtig und gut anwendbar

Il judo ha un codice morale che consiste in otto virtù: onore, coraggio, onestà, rispetto, amicizia, decenza, autocontrollo e modestia. Tutto ciò è estremamente necessario e applicabile anche alla vita di tutti i giorni.

sollte man erst wenn man wirklich dazu bereit ist. Der glücklichste Moment war jener der Verleihung der Goldmedaille bei den Weltmeisterschaften, aber es gab noch weitere Momente des Erfolgs. Der erste Juniorinnen - Weltmeistertitel (ich war zweimal Juniorweltmeisterin, das erste Mal 2013 in Ljubljana und das zweite Mal 2014 in Fort Lauderdale), als auch meine Schwester Brigita mit mir dort war (sie hat damals die Bronzemedaille in ihrer Kategorie gewonnen) und damals hat unsere Mannschaft die Bronzemedaille gewonnen. Auch dieses Turnier ist mir in schöner Erinnerung geblieben, ganz besonders der emotionale und feurige Empfang in Split, im Stadtteil Pujanke.“

Können Sie mit Ihren Worten beschreiben, was für Sie Judo bedeutet?

„Die Beschreibung des Judo auf globalem Niveau ist ‚Mehr als Sport‘, während für mich Judo der Lebensstil ist. Auf Japanisch hat Judo die Bedeutung ‚zarter Weg‘. Ich habe viele Kinder und junge Leute gesehen, die durch Judo qualitätsvolle Fundamente für das Leben gewonnen haben. Man lernt andere Menschen im gleichen Alter, ältere Menschen, Trainer und Schiedsrichter, sowie das Trainieren und die Arbeit wertzuschätzen. Unlängst hat die Internationale Judoföderation meinen Gewinn der Goldmedaille bei den Weltmeisterschaften als eines der fünf größten Ereignisse im Judo-Jahr eingestuft. Wenn Sie bei den Wettkämpfen Situationen erleben, in welchen Gegnerinnen einander auf dem Tatami helfen und somit zeigen wie sehr sie einander wertschätzen, dann erfahren Sie am besten was Judo wirklich ist. Durch Judo habe ich großartige Menschen kennengelernt, Freunde und Freundinnen für das ganze Leben gewonnen und mir qualitätsvolle Arbeitsgewohnheiten angeeignet.“

Was kann man vom Tatami auf das normale Leben übertragen und anwenden?

„Judo hat mich gelehrt, dass ich vieles ‚durchleiden‘ kann, aber ohne zu leiden, sondern es anzunehmen. Die Toleranzschwelle ist höher, die Konzentration und das Nichtreagieren auf Kleinigkeiten, insbesondere auf Dinge, die ich nicht beeinflussen kann, sind ausgeprägter. Judo hat einen moralischen Kodex, der aus acht Tugenden besteht: Ehre, Tapferkeit, Ehrlichkeit, Wertschätzung, Freundschaft, Höflichkeit, Selbstkontrolle und Bescheidenheit. All das ist im ‚normalen Leben‘ sehr wichtig und gut anwendbar. Jedes TraiC’era anche mia sorella Brigita che in quell’occasione ha vinto la medaglia di bronzo nella sua categoria mentre insieme abbiamo vinto il bronzo per la categoria a squadre. E ricordo quel torneo con estremo affetto anche per l’accoglienza particolarmente emozionante e calorosa che gli abitanti di Spalato, in modo particolare quelli di Pujanke, mi hanno riservato al mio ritorno».

Può descrivere a parole Sue cosa significa per Lei il judo? «La descrizione del judo a livello mondiale è "più di uno sport", e per me il judo è uno stile di vita. A parte il fatto che in giapponese significa "cammino dolce", ho visto tanti bambini e giovani avere migliori principi di vita grazie al judo - dal rispetto verso i coetanei, gli anziani, gli allenatori e i giudici al rispetto nei confronti degli allenamenti e del lavoro. Di recente, la International Judo Federation ha nominato la mia vittoria dell'oro mondiale come uno dei cinque eventi più significativi dell'anno del judo. Quando vedi che tra questi eventi ci sono situazioni in cui gli avversari sul tatami si aiutano a vicenda e mostrano quanto si rispettano, questo è il miglior indicatore di cosa sia il judo. Attraverso questa disciplina ho avuto modo di conoscere persone meravigliose, amiche e amici che faranno parte per sempre della mia vita e ho acquisito un’etica del lavoro estremamente qualitativa».

Quali aspetti del tatami possono essere applicati alla vita di tutti i giorni? «Il judo mi ha insegnato a sopportare di più, senza soffrire, ma imparando ad accettare. Più alta è la soglia di tolleranza, maggiore è la concentrazione e non si reagisce alle piccole cose, soprattutto a quelle che non possono essere controllate. Il judo ha un codice morale che consiste in otto virtù: onore, coraggio, onestà, rispetto, amicizia, decenza, autocontrollo e modestia. Tutto ciò è estremamente necessario e applicabile anche alla vita di tutti i giorni. Ecco perché ogni allenamento e ogni sfida sul tatami mi hanno dato molto anche per quanto riguarda la vita fuori dal tatami».

Si è laureata presso la Facoltà di Ingegneria Elettrica, Ingegneria Meccanica e Architettura Navale di Spalato. Quanto è stato difficile conciliare sport e università? «Spesso mi viene chiesto come se si volesse alludere a tutta una serie di rinunce. Non guardo a tutto questo come a una rinuncia, ma piuttosto come a uno stile di vita che amo e in cui voglio es-

ning und jede Herausforderung auf dem Tatami hat mir vieles für das Leben gebracht, auch wenn ich nicht auf dem Tatami stehe.“

Sie haben das Studium an der Fakultät für Elektrotechnik, Maschinen- und Schiffsbau in Split mit dem Diplom abgeschlossen.

Wie schwer war es den Sport und das Studium in Einklang zu bringen? „Ich werde oft danach gefragt, wobei hinzugefügt wird, dass es wahrscheinlich mit vielen Verzichten verbunden war. Ich sehe das nicht als Verzicht, sondern als einen Lebensstil den ich mag und im Rahmen dessen ich die Beste sein will. Ich genieße das anstrengende Training, wie auch die vielen Reisen. Natürlich, ich genieße nicht alles gerade in dem gegebenen Moment, aber wenn ich mir dann alles aus einer breiteren Perspektive ansehe, ist der ganze Prozess bis zum Erfolg ein Genuss. Es kann alles in Einklang gebracht werden. Die leitenden Persönlichkeiten der Fakultät an der ich studierte und meine Professoren waren sehr verständnisvoll. Ich bin außerdem ein Mensch, der, wenn er etwas anpackt, es auch zu Ende bringt. So war es für mich kein Problem auf Reisen zu lernen oder meine Freunde nicht zu treffen, weil ich bald eine Prüfung hatte. Jetzt, nach dem Diplom, helfe ich anderen mit Nachhilfe.“

Haben Sie Pläne nach der sportlichen Karriere? „Ich möchte eine ‚normale‘ Familie und Kinder haben, ich möchte das Leben mit meiner Familie und mit Freunden genießen. Und ich möchte in meinem Fachgebiet arbeiten (Magistra der Elektrotechnik).“

Unsere Zeitschrift befasst sich unter anderem mit dem Meer und mit Schiffen. Welche Rolle spielte der mediterrane Geist in

Ihrem Leben als einer Person, die in Split geboren wurde? Da mein Vater Boris professioneller Seemann ist (Schiffskapitän), sind das Meer und der mediterrane Lebensstil tief in mir verwurzelt und sie spielen eine wichtige Rolle in meinem Leben – begonnen mit der mediterranen Ernährung, über die Entspannung am Meer und an der Sonne, das Genießen des Sommers, bis zum Kaffeegenuss im Schatten. Jede freie Minute nütze ich für den Aufenthalt am Meer und in der Sonne. Mein ganzes Leben wäre nicht dasselbe, wäre ich nicht ein Teil des mediterranen Mikrokosmos.“

Gibt es einen Ort an der kroatischen Adria, der genau nach Ihrem Geschmack ist und warum?

„Es gibt nichts was Split übertreffen könnte. Ich habe viele Gegenden bereist und ich freue mich auf jeden neuen Ort, aber in Split zu sein ist für mich das wahre Vergnügen und der wahre Genuss.“  sere la migliore. Mi piacciono sia gli allenamenti particolarmente duri che le trasferte. Certo, sul momento non è che mi piaccia proprio tutto, ma quando guardo da una prospettiva anche solo leggermente più ampia, allora mi rendo conto che il piacere risiede nell’insieme del percorso che porta al successo. Tutto si può conciliare, soprattutto perché ho avuto grande comprensione sia da parte dei dirigenti della mia università che dal corpo docente. Inoltre, sono una persona che se decide di fare una cosa, allora la porta a termine. Dunque, non è stato per me un problema studiare in trasferta o non uscire con gli amici quando ero sotto esame. E ora che mi sono laureata aiuto anche gli altri dando ripetizioni».

Mein Vater Boris ist Schiffskapitän wodurch das Meer und das mediterrane Lebensgefühl tief in mir verwurzelt sind und sie spielen eine wichtige Rolle in meinem Leben – begonnen mit der mediterranen Ernährung, über die Entspannung am Meer und an der Sonne, das Genießen des Sommers, bis zum Kaffeegenuss im Schatten

Papà Boris fa il capitano di una nave, quindi il mare e il Mediterraneo sono profondamente attorcigliati a me e svolgono un ruolo importante nella mia vita - dal cibo mediterraneo al relax al mare sotto il sole, dal divertirmi durante l'estate al godermi un caffè all’ombra per un meritato momento di piacere.the summer, to savouring a cup of coffee in the shade

Hai dei progetti per quando la Sua carriera sportiva sarà finita? «Mettere su famiglia, avere dei bambini e passare dei bei momenti con il resto della famiglia e degli amici. E lavoro nel campo per cui ho studiato (ho anche un Master in Ingegneria Elettronica)».

La nostra rivista, tra l'altro, si occupa di mare e navi. Come nativa di Spalato, che ruolo ha avuto il Mediterraneo nella Sua vita? «Dato che mio padre Boris è un marinaio professionista (capitano di una nave), il mare e il Mediterraneo sono profondamente attorcigliati a me e svolgono un ruolo importante nella mia vita - dal cibo mediterraneo al relax al mare sotto il sole, dal divertirmi durante l'estate al godermi un caffè all’ombra per un meritato momento di piacere. Sfrutto ogni momento libero al mare e al sole, ragion per cui la mia vita non sarebbe la stessa se non facessi parte dell'atmosfera mediterranea».

C’è un posto sull'Adriatico che fa particolarmente al caso Suo?

E se sì, perché? «Non c'è niente come Spalato. Ho viaggiato davvero molto e non vedo l'ora di vedere qualche posto nuovo, ma essere a Spalato è ciò che mi dà maggiormente piacere». 

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